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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Marzo 2011
PARADOSSI DI UN CONTINENTE RICCO: IL DEFICIT PROTEICO DELL´UE  
 
 Avete letto bene: deficit proteico. Ma come può essere? L´ue è uno dei continenti meglio nutriti del pianeta, e di solito - semmai - si mette in guardia del contrario: troppa carne nella dieta europea. Eppure c´è un accordo internazionale che spiega perché l´Ue non è un grande produttore di proteine. Almeno, non di quelle vegetali... Un accordo del Gatt del 1992 (l´antenato del Wto) garantisce all´Ue la possibilità di produrre grandi quantità di cereali, e in cambio offre ad altri paesi - in particolare gli Stati Uniti - condizioni favorevoli per importare senza dazi soia, legumi e altre culture proteiche. Così, oggi, solo il 3% del suolo coltivato nell´Ue produce proteine, e l´Europa copre appena il 30% del suo fabbisogno di proteine vegetali usate come mangimi per gli animali. Secondo la relazione della commissione Agricoltura discussa in plenaria e curata dal verde tedesco Martin Häusling, è tempo di bilanciare questo squilibrio, iniziando a riscoprire le colture proteiche, per il bene degli animali, degli esseri umani e dell´ambiente. Proteine vegetali: fanno bene agli animali e all´ambiente - Ma perché la "divisione del lavoro" fra Ue e Stati Uniti non funziona? "Gli agricoltori stanno soffrendo dell´aumento dei prezzi dei mangimi a causa della speculazione sui mercati, spiega il deputato. "Una maggiore produzione locale vorrebbe dire più indipendenza e margini più elevati per i produttori, ma anche una qualità più alta dei mangimi e quindi della carne e del latte". Il problema, infatti, è anche che i prodotti d´importazione non necessariamente rispondono alle regole Ue, normalmente più severe, in materia di sicurezza e sanità. "Il rapporto sottolinea l´importanza che le culture proteiche possono avere per rispondere a nuove sfide quali i cambiamenti climatici, la conservazione dei suoli, dell´acqua e della biodiversità. L´europa deve dipendere di meno dalle importazioni", spiega il deputato. Le culture leguminose, infatti, possono contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra grazie alla loro capacità di assorbimento e fissazione dell´azoto nel suolo. Inoltre la rotazione delle culture permette una migliore conservazione delle terre e della biodiversità. La soluzione? Tornare a produrre - "L´accordo del 1992 dovrebbe essere abolito, e dovremmo introdurre nella politica agricola comune misure che incoraggino la coltivazione e la rotazione di colture proteiche", conclude Häusling.  
   
   
STUDIO ESAMINA L´IMPATTO DEL MUTAMENTO CLIMATICO SULL´ALBERO DELLA VITA  
 
Il mutamento climatico del Xxi secolo cambierà la forma dell´albero della vita? Una nuova ricerca finanziata dall´Ue dimostra che potrebbe non essere così. Un´analisi di alberi filogenetici ad alta risoluzione rivela che, anche se l´albero potrebbe assottigliarsi a seguito del mutamento climatico, è improbabile che perda del tutto alcuni rami, pertanto la sua struttura complessiva rimarrà pressoché la stessa. Presentato sulla rivista Nature, lo studio è stato in parte finanziato dal progetto Ecochange ("Challenges in assessing and forecasting biodiversity and ecosystem changes in Europe"), che si è aggiudicato 7 milioni di euro nel quadro dell´area tematica "Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi" del Sesto programma quadro (6°Pq). Il Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc) stima che circa 20-30% delle specie del mondo potrebbe essere a rischio di estinzione se il riscaldamento globale superasse il limite dei 2,5 °C. Se raggiungesse i 3,5 °C, per l´Ipcc sarebbe il 40-70% delle specie a estinguersi. I ricercatori sono preoccupati del fatto che il mutamento climatico possa innescare una perdita sbilanciata di diversità se le estinzioni non sono distribuite in modo disuniforme lungo l´albero della vita. Usando 6 modelli di distribuzione delle specie, 4 scenari inerenti alle emissioni e 3 modelli ad alta risoluzione del mutamento climatico, l´équipe ha modellato l´impatto potenziale del cambiamento del clima nel corso dei prossimi decenni su 1.280 piante, 140 mammiferi e 340 uccelli in Europa. "Per distinguere le estinzioni determinate dal mutamento climatico da quelle che si verificherebbero in condizioni normali abbiamo creato scenari di regolare estinzione disuniforme come parametro di controllo", spiega Wilfried Thuiller del Centro nazionale francese di ricerca scientifica (Cnrs), autore principale dello studio. In contrasto con le teorie precedenti, lo studio ha dimostrato che anche se l´albero della vita si assottigliasse un po´, la struttura rimarrebbe intatta e non si verificherebbero significative perdite di biodiversità che, al contrario, si avrebbero solo se alcuni "rami" localizzati venissero totalmente eliminati. "Il motivo è che le specie vulnerabili non hanno né un numero inferiore di parenti né parentele più strette degli altri cladi", scrivono gli autori. "Le riduzioni più significative di diversità filogenetica si avranno nell´Europa meridionale, mentre se ne prevede un aumento nelle regioni a latitudini o altitudini più alte. Tuttavia, le perdite non saranno bilanciate dagli arricchimenti e l´albero della vita segue una tendenza verso l´omogeneità in tutto il continente". Lo studio spiega che la scomparsa delle specie nel corso della storia del pianeta non è una novità: il cambiamento è la regola nell´evoluzione. Solo 3% delle specie mai vissute sulla Terra sono ancora in vita. Il problema principale è, comunque, che l´attività umana sta accelerando questo processo. Ora gli esperti stanno cominciando a ritenere plausibile la possibilità che sia in corso una nuova estinzione di massa, come quella che ha innescato la scomparsa dei dinosauri 65 milioni di anni fa. Benché nello studio non abbiano preso corpo previsioni sul numero di specie in estinzione a causa dell´attuale corso del mutamento climatico, i dati fanno suonare un campanello di allarme sul fatto che dobbiamo contenere questa minaccia e garantire la sostenibilità delle specie. Miguel Araújo, dell´Università di Évora e del Museo nazionale di scienze naturali di Madrid, Spagna, dichiara: "Se le estinzioni disuniformemente distribuite lungo l´albero della vita saranno più o meno pericolose delle estinzioni localizzate in punti molto specifici dell´albero dipenderà soltanto dai livelli del mutamento climatico. Se l´estinzione è moderata, la perdita di parti specifiche dell´albero può essere più pericolosa delle estinzioni sparse, se non altro perché colpisce il potenziale dell´evoluzione sulla Terra. Ma se le estinzioni raggiungono il livello già sperimentato in casi di estinzioni di massa, allora un modello di estinzione più diffuso può essere catastrofico perché compromette il futuro di troppi gruppi biologici". Ciò che differenzia questo studio da altri è che l´équipe ha indagato sugli effetti del mutamento climatico su gruppi filogenetici piuttosto che su gruppi tassonomici. Benché offrano informazioni chiave sulle relazioni evoluzionistiche, questi ultimi si basano su morfologia e funzione e sono, pertanto, meno precisi nella predizione di future evoluzioni. I gruppi filogenetici, invece, sono completamente basati sulle reciproche parentele genetiche tra le specie. Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www.Nature.com/  Ecochange: http://www.Ecochange-project.eu/  Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici (Ipcc): http://www.Ipcc.ch/    
   
   
L’INCIDENZA DELLE IMPRESE AGRICOLE CONDOTTE DA DONNE INCIDE SUL TOTALE DELLE AZIENDE EMILIANO ROMAGNOLE PER CIRCA IL 26%  
 
 Bologna - “Le donne che fanno impresa in agricoltura crescono di numero e spesso fanno prosperare il settore: lo rivitalizzano, reggono contesti imprenditoriali che altrimenti sarebbero destinati a soccombere. Quando hanno deciso di essere protagoniste del settore, quindi titolari di azienda, hanno costruito dal nulla, in molti casi, un modo nuovo di fare agricoltura”. Le imprenditrici agricole di Cia (attraverso l’associazione ‘Donne in Campo’) e quelle di Confagricoltura e Copagri dell’Emilia Romagna non fanno distinzione di appartenenza e la pensano allo stesso modo nelle attività di vendita diretta, nella costituzione di mercati agricoli, nella salvaguardia delle peculiarità agricole locali, nei propositi di accorciare la filiera agroalimentare e calmierare i prezzi per i consumatori. In occasione del 8 marzo le agricoltrici intendono sottolineare il ruolo femminile nell’impresa agricola (In Emilia Romagna l’incidenza dei conduttori donne sul totale incide per circa il 26%) “e nella difficile situazione economica rappresentano quella parte del settore in grado di competere”, sottolineano le imprenditrici che esprimono la volontà di cooperare, di trovare punti di intesa nelle politiche d’impresa al femminile. “Siamo più pragmatiche e abbiamo meno smanie di protagonismo rispetto ai nostri colleghi maschi le imprenditrici agricole di Cia, Confagricoltura e Copagri dell’Emilia Romagna- e in occasione dei 150 anni di Unità d’Italia vogliamo evidenziare la nostra coesione, il nostro apporto fondamentale nel gestire imprese agricole ben inserite nel tessuto economico”.  
   
   
AGROALIMENTARE: UN ACCORDO PER LA COMPETITIVITA’ MADE IN ITALY SVILUPPARE LA RICERCA PER SOSTENERE LA PRODUZIONE DI QUALITÀ, SICURA E AMBIENTALMENTE COMPATIBILE.  
 
Sviluppare la ricerca per aumentare la competitività del Made in Italy a tavola con una produzione di qualità, sicura e ambientalmente compatibile. È l’obiettivo dell’accordo sottoscritto, l’ 1 Marzo, da Luciano Maiani, presidente del Consiglio nazionale per le ricerche (Cnr), dal presidente di Coldiretti Sergio Marini e da Gianpiero Maracchi, presidente della Fondazione per il clima e la sostenibilità (Fcs). Il documento dà il via a una collaborazione per l’individuazione e lo sviluppo di un portafoglio di programmi di ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione su temi di comune interesse. “Una produzione agroalimentare sicura, competitiva, rispettosa dell’ambiente e capace di valorizzare il Made in Italy è da sempre un preciso impegno del Consiglio nazionale delle ricerche, che conta un Dipartimento e molti istituti impegnati su questo fronte. Già oggi numerosi progetti”, spiega il presidente del Cnr, Luciano Maiani, “riguardano la tutela delle specie vegetali autoctone, la ricerca di sistemi di produzione più redditizi, la comprensione e il ruolo dei fattori climatici o delle caratteristiche geomorfologiche del territorio. L’accordo quadro stipulato oggi con Coldiretti e Fondazione per il clima e la sostenibilità rafforza quest’impegno nell’ottica di un ammodernamento dell’intero sistema socioeconomico. Un obiettivo che si realizzerà attraverso programmi di ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione su temi di comune interesse. L’innovazione, e dunque gli investimenti in ricerca e conoscenza sono lo strumento più efficace per traghettare il Paese fuori dall’attuale congiuntura economica”. “Per uscire dalla crisi nel territorio ci sono le leve competitive che la ricerca può contribuire a far emergere in un mercato dove si affermano nuovi modelli che si fondano sulla combinazione ottimale tra qualità, sicurezza e sostenibilità economica, sulla percezione della responsabilità sociale e ambientale che si ha in ogni atto di acquisto e sul rapporto tra il cibo e il territorio con il riconoscimento del valore che ha l’identità territoriale delle produzioni,” ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini. “Il futuro della nostra agricoltura sarà nell’essere diversi e migliori e non omologati a quei sistemi produttivi che operano con strutture di costi per noi irraggiungibili e in situazioni di dumping sociale e ambientale intollerabili”. “L’italia, per acquistare competitività e per assicurare il proprio posizionamento nel contesto della compatibilità globale e dei cambiamenti in atto a livello mondiale”, si legge nell’accordo, “deve darsi una nuova strategia di sviluppo”. Tale transizione esige cambiamenti sostanziali che coinvolgono sia le strutture di ricerca sia il sistema produttivo nazionale, in particolare le imprese agroalimentari, che costituiscono la base per una produzione Made in Italy competitiva, sicura, di qualità e ambientalmente compatibile. “Salute, protezione dell’ambiente, gestione della risorsa idrica e del rischio idro-geologico, sicurezza del territorio sono istanze fortemente sentite dai cittadini che oltre a costituire una vera e propria domanda sociale, rappresentano un’opportunità per le imprese e il sistema socioeconomico nel suo insieme”, si legge ancora nel documento. Per rispondere a tali esigenze, le imprese agricole e la società nel suo insieme necessitano di essere orientate, sempre di più, verso un’economia a basso impatto e investimenti per la realizzazione di strategie di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico e per il miglioramento della sicurezza dei territori: obiettivi che richiedono un incremento di innovazione tecnologica. Cnr, Coldiretti e Fondazione definiranno un programma pluriennale per una metodologia operativa di interventi da proporre al Governo del Paese, con il coinvolgimento dei diversi attori del sistema produttivo e della ricerca - Pubblica amministrazione, Sistema camerale, Associazioni imprenditoriali, Cnr stesso, Università ed Enti pubblici di ricerca - le cui missioni non sono oggi sempre complementari e coordinate.  
   
   
COME COMBATTERE L´INVECCHIAMENTO A TAVOLA  
 
Da una ricerca dell´Osservatorio Nutrizionale Grana Padano emerge che le donne italiane assumono meno antiossidanti degli uomini -- Anche i fumatori seguono mediamente una dieta carente -- I consigli degli esperti su cosa e come mangiare - La guerra all´invecchiamento parte dalla tavola, da cosa si mangia, ma sorprendentemente non sono le donne le più attente all´alimentazione bensì gli uomini, che assumono mediamente più antiossidanti, come emerge dalla ricerca dell´Osservatorio Nutrizionale Grana Padano. Gli esperti dell´Osservatorio hanno analizzato le abitudini alimentari di un campione di circa 4000 persone di età superiore ai 40 anni e hanno scoperto che sono gli uomini a introdurre più antiossidanti, agenti che potenziano i nostri meccanismi di difesa contro i dannosi radicali liberi. Gli uomini infatti introducono in media più acido ascorbico, carotenoidi, licopene, retinolo, tocoferolo e zinco, rispetto alle donne di pari età; ma anche così quasi un terzo di loro risulta comunque "scoperto" rispetto agli apporti di antiossidanti raccomandati. L´invecchiamento precoce della pelle è uno dei segnali più conosciuti e visibili dello stress ossidativo causato dai radicali liberi, molecole prodotte naturalmente dal corpo umano, che sono a loro volta causa di molte patologie. L´organismo di una persona sana è attrezzato per fare fronte allo stress ossidativo difendendosi con un proprio sistema chiamato sistema antiossidante, composto, tra le altre, da sostanze quali la vitamina E, la vitamina C, i carotenoidi, i polifenoli, le antocianine, ed altre ancora, che normalmente vengono introdotte con l´alimentazione, e ci permettono, se assunte in sufficiente quantità, di neutralizzare l´ eccesso di radicali liberi che aggrediscono le cellule, provocando danni più o meno gravi. "Avere un´alimentazione equilibrata e ricca di antiossidanti - spiega la dott.Ssa Michela Barichella, responsabile della Struttura di Dietetica e Nutrizione Clinica Icp di Milano e presidente dell´Associazione italiana di Dietetica (Adi) Lombardia - aiuta a combattere l´invecchiamento precoce delle cellule, non solo quelle cutanee, che possono creare dei problemi estetici, ma anche quelle nervose, responsabili di vere e proprie patologie, anche importanti, come le malattie neurodegenerative". "La cosa interessante emersa dallo studio dell´Ogp -- sottolinea Barichella - è che i fumatori, che producono una quantità maggiore di radicali liberi e avrebbero quindi bisogno di potenziare il proprio sistema di difesa, introducono invece quantità più basse di sostanze antiossidanti rispetto ai non fumatori ". Il consiglio è dunque quello di rivedere le proprie abitudini alimentari, non solo introducendo alimenti che esercitano un´azione protettiva nei confronti dei radicali liberi, come frutta e verdura, ma anche andando a modificare comportamenti scorretti che possono aumentarne l´attività, come il seguire una dieta troppo ricca di grassi animali o di ferro. Gli alimenti più "dannosi" in assoluto sono quelli ricchi di lipidi ed in particolare di acidi grassi polinsaturi (pesci "grassi", oli vegetali, frutta secca), anche se, fortunatamente, la natura ha saputo associare a tali nutrienti elevate quantità di vitamina E, in modo da neutralizzare, almeno in parte, la formazione di radicali liberi. I Consigli Degli Esperti Per Una Dieta Anti Invecchiamento Cosa mangiare nello specifico: ? Cereali integrali (pasta, pane, fette biscottate etc.). In particolare, il grano integrale è ricco in vitamina E, vitamine del complesso B, carotenoidi, zinco, rame, selenio ed altri oligominerali. ? Legumi, almeno due tre volte la settimana, e preferibilmente con la buccia, perché essa é ricchissima di fitati e polifenoli antiossidanti. ? Verdura, almeno 2 porzioni al giorno. In particolare, gli ortaggi che contengono più antiossidanti sono quelli di colore verde scuro (crescione, rucola, spinaci, broccoli, foglie di rapa, foglie di ravanello,cavolo verza, cavolo nero, agretti, bietole ecc), quelli "piccanti", come l´aglio, il porro, lo scalogno e la cipolla (che però perdono le loro proprietà con la cottura) e quelle colorate, come i peperoni rossi e gialli, il cavolo rosso, le carote arancione scuro, la zucca gialla, il pomodoro rosso (ottima fonte di licopene) e la barbabietola rossa. Ottima anche la salsa di pomodoro cruda, in bottiglie al naturale. - Frutta, almeno due porzioni al giorno. Occorre sceglierla matura, meglio se acidula o colorata (giallo-rosso-bluastro-nero): arance, albicocche, pompelmo, mandarini, more, mirtilli, uva nera, prugne nere, fragole, ciliegie, pesche a polpa gialla, ananas, kiwi, cachi ecc. La buccia, in particolare quella degli agrumi, contiene la maggior parte degli antiossidanti pertanto, quando edibile, non andrebbe tolta, naturalmente a patto che si conosca l´origine del prodotto e lo si lavi accuratamente. - Oli vegetali, a crudo (soprattutto extra vergine d´oliva e soia spremuti a freddo), da preferire ai grassi animali. L´olio d´oliva è molto sensibile alla luce, pertanto perde più antiossidanti (steroli e polifenoli) in bottiglie di vetro chiaro, meglio quindi conservarlo in bottiglie di vetro scuro. - Pesce, piuttosto che carne, senza trascurare l´apporto di zinco dato dai formaggi stagionati Accorgimenti per preservare gli antiossidanti presenti negli alimenti: - Cuocere poco, e il più brevemente possibile. Consumare ad ogni pasto molti alimenti crudi o appena scottati. Diminuire il tempo di cottura immergendo le verdure in pochissima acqua (effetto vapore). - Non lasciare mai il cibo all´aria e alla luce, a temperatura ambiente, ricordandosi di riporlo in frigorifero. - Le verdure vanno prima lavate, poi tagliate o affettate. - Evitare fritture, specie di carne e pesce. - Non bruciare o brunire i cibi arrosto. - Legumi e cereali integrali in chicchi perdono meno ossidanti se cotti in pentola a pressione. Utilizzare, magari con adattamenti e semplificazioni, le ricette della tradizione contadina. Scheda Informativa Osservatorio Nutrizionale Grana Padano Indagine sugli errori nutrizionali e gli stili di vita L´osservatorio nasce nel 2004 grazie all´impegno del Consorzio Tutela Grana Padano in collaborazione con Fimp (Federazione Italiana Medici Pediatri) e Simg (Società Italiana di Medicina Generale). Dall´inizio del 2005 sta fotografando gli stili alimentari della popolazione italiana con appositi questionari somministrati dai Medici e Pediatri di libera scelta ai loro assistiti, ai quali nel 2007 si sono aggiunti Dietisti e altri Medici Specialisti. L´indagine non è svolta da intervistatori ma da professionisti della salute che svolgono sui loro assistiti delle anamnesi alimentari a favore della loro salute e a scopo educativo. I dati rinvenenti dalle anamnesi vengono poi raccolti ed elaborati in dati osservazionali epidemiologici che vengono diffusi alla società civile. Ad Oggi: Ha coinvolto 1.377 Medici di Medicina Generale 644 Pediatri 219 Dietisti che hanno somministrato 23.659 anamnesi alimentari (interviste) di cui 7.006 in età pediatrica e 16.653 adulti. Il Comitato Scientifico Il board scientifico multidisciplinare è coordinato dalla Dott.ssa Maria Letizia Petroni (Medico specializzato in medicina interna ed esperto di alimentazione, nutrizione clinica ed obesità, autrice di oltre 61 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali, coordinatore di ricerche finalizzate per il Ministero della Salute e docente incaricato di Dietetica e Nutrizione presso diverse Università italiane), è composto dal responsabile medico del servizio dietetico Icp dell´Ospedale Cto di Milano, Dott.ssa Michela Barichella (Presidente Adi Lombardia), dal pediatra nutrizionista esperto in obesità infantile Prof. Claudio Maffeis, (Docente di Pediatria, Università degli Studi di Verona), dal cardiologo e angiologo Prof. Sergio Coccheri (Ordinario di Malattie Cardiovascolari, Università di Bologna), dal gastroenterologo Prof. Davide Festi, (Ordinario di Gastroenterologia, Università degli studi di Bologna), e dallo statistico Prof. Alessandro Lubisco (Docente di Statistica, Università degli Studi di Bologna).  
   
   
ITTICOLTURA FVG DA VALORIZZARE CON IGP O DOP TROTA FRIULANA  
 
Passariano - E´ stata un´occasione importante, per l´assessore regionale alle Risorse rurali, agroalimentari e forestali Claudio Violino, quella offerta dagli ´´Stati generali´´ dell´itticoltura d´acqua dolce, in particolare della troticoltura, svoltisi a Villa Manin di Passariano, per ribadire come anche tale settore (che fa ormai parte integrante dell´economia del territorio agricolo regionale) sia assolutamente strategico per la promozione del Friuli Venezia Giulia. L´itticoltura infatti concorrere a pieno titolo a completare l´offerta che compone l´immagine eccellente della regione, ora trasmessa attraverso il marchio ´Tipicamente Friulano´. Assieme alla qualità dei prodotti degli allevamenti situati lungo i corsi d´acqua dolce e nella zona delle risorgive, ormai consolidata e di pregio, gli allevamenti della nostra regione, ha ricordato Violino, sono altresì leader in Europa per la quantità. La produzione regionale rappresenta infatti il 40 per cento dell´intera produzione nazionale e le trote allevate nelle aziende ittiche del Friuli Venezia Giulia, e i prodotti derivati vengono per gran parte esportati in Germania. Sulla base di queste considerazioni e in relazione ai traguardi raggiunti in questi anni dall´itticoltura, la Regione, per valorizzare ulteriormente questa realtà e i suoi prodotti, sta valutando la creazione di una Igp (Indicazione Geografica Protetta) o di una Dop (Denominazione di Origine Protetta) della ´´Trota friulana´´. Un riconoscimento che oltre a tutelare i prodotti e le aziende può rappresentare un valore aggiunto, atto a riconoscere lo sviluppo di questo settore. Il convegno è stato organizzato dall´Università di Udine e dalla Sezione regionale dell´Associazione piscicoltori italiani, con l´obiettivo di fare il punto sulle possibilità di innovazione nell´allevamento della trota iridea, la varietà più diffusa negli allevamenti del Friuli Venezia Giulia. Marco Galeotti, coordinatore del progetto ´´Innovazione della filiera della trota iridea regionale per il miglioramento della qualità e dell´interazione con l´ambiente´´, nel corso dei lavori ha illustrato l´entità e le peculiarità del settore, mentre Emilio Ribaldi, sempre dell´ateneo friulano, ha sottolineato la valenza sui mercati nazionali ed esteri dei prodotti ittici freschi e trasformati di facile tracciabilità, elevata qualità e salubrità, ottenuti attraverso processi rispettosi dell´ambiente e del benessere animale. Secondo Pier Domenico Stefanuto, allevatore e rappresentante dell´Assopiscicoltori, occorre infine orientare ancor più la qualità delle produzioni ittiche locali verso le attese dei consumatori  
   
   
AUSTRIA, AUMENTA CONSUMO DI PRODOTTI BIOLOGICI  
 
All´inizio del nuovo anno si sono contati in Austria 21.798 agricoltori biologici. Ciò significa il 16,2 per cento del totale degli agricoltori austriaci. I produttori che hanno scelto l´agricoltura biologica occupano oggi il 19,4 per cento della superficie coltivabile. Tra il 2004 e il 2009 il fatturato europeo derivante dai prodotti di questo tipo è cresciuto da 10,7 a 18,4 miliardi di euro. Hubert Zamut, direttore del dipartimento Mercato di Bio Austria ha affermato: ´´Il 2010 è stato l´anno di maggiore successo per il mercato biologico austriaco. La quantità di prodotti venduta è aumentata del 22 per cento, il fatturato è salito del 18,7 per cento´´. Importante per il raggiungimento di questi risultati è stato l´inserimento di prodotti biologici nel discount Hofer. Nel 2010 i supermercati austriaci hanno registrato un fatturato, riguardante i prodotti biologici, di 306 milioni di euro, risultato mai raggiunto prima.  
   
   
APERTURA DEL NUOVO STABILIMENTO DELLA BIANCOFORNO: “UN SEGNALE POSITIVO E CORAGGIOSO”  
 
Firenze – “Un segnale positivo e coraggioso in un momento non brillante per l’economia”. Così l’assessore al lavoro e alle attività produttive Gianfranco Simoncini ha commentato, intervenendo il 5 marzo a Fornacette (Pisa), l’apertura del nuovo grande stabilimento (21.000 metri quadrati) della Biancoforno spa, una delle aziende dolciarie più importanti a livello regionale. Insieme all’assessore sono intervenuti anche l’onorevole Enrico Letta, il sindaco di Calcinaia Lucia Ciampi, il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, l’assessore all’ambiente Valter Picchi e il consigliere regionale del Pd Ivan Ferrucci. L’azienda Biancoforno, che conta oggi oltre 180 dipendenti, tra cui molti giovani e molte donne, ha deciso di puntare alla crescita del 10% del fatturato e a un significativo aumento dell’organico. “Un investimento importante – ha detto ancora Simoncini – che ci consente un po’ di ottimismo in un contesto difficile come quello attuale per tante aziende”. L’ex-piccolo laboratorio dolciario, aperto nel 1990 dalla famiglia Lami, l’anno scorso ha raggiunto quota 26 milioni e mezzo di confezioni vendute, un dato che, secondo l’assessore, fa competere la ditta di Calcinaia con i grandi marchi del settore, rilanciando la qualità toscana anche in questo settore. Simoncini ha anche sottolineato “l’efficacia della collaborazione tra gli enti locali e l’azienda. Un lavoro positivo che ha consentito tempi brevissimi per la realizzazione del nuovo stabilimento”.  
   
   
BANCA DELLA TERRA: UN PROGETTO CHE PIACE ALLA REGIONE TOSCANA PER FAVORIRE IL RICAMBIO DI GENERAZIONE  
 
Firenze – Piace all’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, la proposta di “Banca della Terra” formulata da Legacoop Toscana. La proposta è stata illustrata stamani nella sede della Lega a Firenze, durante una conferenza stampa alla quale ha partecipato lo stesso assessore regionale. «L’età media degli addetti in agricoltura – ha ricordato Salvadori – in Toscana è di 63 anni e questo testimonia quanto sia urgente favorire iniziative che portino giovani nel settore. In Toscana inoltre il costo della terra è molto elevato e anche questo è un altro elemento da tenere in considerazione se si vuol favorire il ricambio generazionale. Una proposta come quella della “Banca della Terra” è importante per la Regione Toscana e potrà aiutare non solo a favorire il ricambio generazionale, ma a “fare impresa” in agricoltura.» Quantificati in circa 70 mila ettari la quantità di terreno agricolo oggi incolta, l’assessore ha ammonito sul pericolo di ulteriori abbandoni. «Quest’anno – ha detto esemplificando – quanti sono stati gli olivicoltori che non hanno raccolto le olive perchè il prezzo non era remunerativo? Qui esiste un rischio concreto – ha aggiunto – e noi dobbiamo agire, in concretezza, per tutelare un grande patrimonio, quello agricolo, che abbiamo ereditato, ma che rischiamo di perdere. Un patrimonio che oggi vale l’11-12% del Pil regionale.» Per scongiurare questo rischio l’assessore ha detto: «Dobbiamo “inventarci” pezzi di futuro, la proposta della Banca della Terra rappresenta proprio questo, un “pezzo di futuro”. E’ una proposta che come Regione sosterremo per quanto ci sarà possibile.» L’assessore ha poi ricordato il progetto “Giovani sì” della Regione, che prevede una dotazione di 300 milioni di euro per i giovani, dei quali 30 milioni per i giovani agricoltori. «Una scelta di campo – ha sottolineato – in un momento non facile, che testimonia come la Regione, con in testa il suo presidente, sceglie di puntare sui giovani. Proprio nei giorni scorsi – ha proseguito – abbiamo avviato un tavolo di lavoro con le associazioni di categoria che servirà per definire i binari nei quali si articolerà l’intervento regionale. La proposta della “Banca della Terra” rientrerà in uno di questi binari.» Infine l’assessore si è detto convinto della necessità di superare l’attuale impostazione del Piano di Sviluppo Rurale, che è “strutturato in forma orizzontale” per passare ad una “impostazione più mirata” in modo da massimizzare i risultati incentivando progetti di impresa in sinergia con le altre azioni della Regione. «Ad esempio – ha spiegato – laddove l’energia, grazie anche a progetti regionali, sarà a più basso costo si potranno incentivare determinati progetti, laddove invece ci sarà più acqua se ne potranno incentivare altri.» Infine un cenno al possibile uso del demanio regionale. «C’è una tendenza dei giovani a riscoprire l’agricoltura, le Università di agraria registrano incrementi di iscrizioni a due cifre, noi dobbiamo dare un’opportunità a questi giovani. Ad Alberese, ad esempio, abbiamo avviato un percorso che metterà a disposizione dell’Istituto Tecnico locale una parte della terra del demanio regionale per fare didattica. Ma siccome da quell’istituto escono ogni anno un buon numero di giovani – ha concluso Salvadori, sempre esemplificando – potremmo anche mettere a disposizione un po’ di terra per cooperative di giovani che vogliano fare impresa in agricoltura, in un contesto di filiera che garantisca non solo l’insediamento, come avviene oggi con i premi di primo insediamento, ma anche uno sbocco remunerativo dei prodotti. »  
   
   
AGRICOLTURA: SUCCESSO PER L´ABRUZZO AL FOODEX JAPAN  
 
Pescara - Il seminario dedicato al territorio abruzzese ed alle eccellenze enogastronomiche che si è svolto nel padiglione italiano della fiera Foodex di Tokyo, e riservato ad un pubblico selezionato di buyers e giornalisti, ha attirato un numero inaspettato di partecipanti, ben 46 accrediti per 30 posti a sedere. Il grande interesse suscitato dai sapori della nostra regione è stata una piacevole conferma dell´attenzione che il pubblico giapponese ha riservato ai 18 espositori della collettiva abruzzese registrando un sensibile incremento di presenze presso il loro stands nei 4 giorni della manifestazione fieristica internazionale. L´assessore alle Politiche agricole Mauro Febbo, ha moderato il seminario in collaborazione con il Commissario A.r.s.s.a. Gaetano Valente, evidenziando i risultati ottenuti con dati di mercato. Infatti in questi giorni c´è stata una crescente visibilità del territorio abruzzese grazie ai prodotti enogastronomici veicolo di qualità, e affidabilità. Gli espositori, soddisfatti degli ottimi risultati ottenuti, hanno evidenziato la necessità di incrementare la promozione nei paesi esteri e ritengono che sia opportuno puntare con decisione nei mercati asiatici, dove alla diffusione del marchio sulla tipicità deve essere accompagnata da una campagna di informazione sulle singole realtà aziendali e sui relativi processi produttivi. L´assessore ha, infine, ricevuto alcune preziose indicazioni dagli operatori e dai buyers intervenuti al seminario in merito al crescente interesse del mercato estero verso i nuovi vitigni autoctoni quali il Pecorino ed ha riscontrato conferme sul trend positivo delle vendite di olive ed olio extravergine di oliva, succhi e prodotti a base di carota e prodotti dolciari tipici. La gradita presenza all´evento del Presidente della Camera di Commercio Italiana in Giappone, il Dott. Francesco Formiconi, conferma l´attenzione e la disponibilità di tutto il sistema istituzionale a supportare le imprese del nostro territorio.  
   
   
PESCA E ACQUACOLTURA; AL VIA BANDO REGIONALE UMBRO A SOSTEGNO DEL SETTORE  
 
 Perugia - Prevede aiuti per complessivi 800 mila euro il bando per la promozione dei settori della pesca e dell´acquacoltura che verrà pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Umbria di mercoledì 9 marzo. Le risorse, che derivano dal Fondo europeo per la pesca (Fep), consentiranno di finanziare per il periodo 2011-2013 interventi a favore del settore della pesca e acquacoltura, attraverso il sostegno a diverse misure. "Il bando - ha detto l´assessore regionale alla pesca Fernanda Cecchini - dà attuazione al Regolamento comunitario in materia, tenendo conto degli obiettivi e degli assi prioritari di intervento della politica comune della pesca, attraverso misure che supportano e promuovono lo sviluppo sostenibile dei settori della pesca e dell´acquacoltura, tenendo conto degli aspetti ambientali, di quelli economici e sociali". In particolare sono previste contributi per "investimenti produttivi nel settore dell´acquacoltura" per l´ampliamento e ammodernamento degli impianti di produzione, anche con l´obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro, l´igiene, la salute dell´uomo, la qualità dei prodotti e accentuare gli effetti positivi sull´ambiente. Le risorse stanziate per questa misura, pari a 100 mila euro per il 2011, 37 mila euro per il 2012 e 38 mila per il 2013, vanno a coprire il 40 per cento delle spese ammesse a finanziamento. Punteggi più alti, ai fini della graduatoria, saranno attribuiti a progetti presentati da micro imprese (con meno di 10 persone e un fatturato o bilancio annuo non superiori a 2 Meuro) e piccole imprese (con meno di 50 persone e un fatturato o bilancio annuo non superiori a 10 Meuro) e quelli immediatamente cantierabili. Relativamente alla "pesca nelle acque interne", il bando finanzia investimenti per la costruzione e ammodernamento delle attrezzature per la pesca al fine di migliorare le condizioni di lavoro, l´igiene e la qualità del prodotto, la salute umana e ridurre l´impatto negativo sull´ambiente. Le risorse stanziate ammontano a 50 mila euro per il 2011, 19 mila per il 2012 e 19 mila per il 2013. Per questa misura il contributo andrà a coprire tutta la spesa ammessa nel caso di intervento pubblico per adeguamento infrastrutturale e miglioramento ambientale, il 60 per cento degli interventi sulle imbarcazioni da pesca (qualora rispettino i limiti previsti per la piccola pesca costiera) e il 40 per cento della spesa ammessa nel caso di intervento di operatori del settore, singoli o associati nonché per Enti o associazioni diversi da quelli pubblici. Punteggio prioritario verrà attribuito agli operatori del settore. Relativamente agli "investimenti nei settori della trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca e dell´acquacoltura", la misura finanzia interventi per migliorare le condizioni di lavoro, le condizioni di igiene e qualità dei prodotti, la produzione di prodotti di alta qualità destinati a nicchie di mercato, l´incentivazione dell´uso delle specie poco diffuse, dei sottoprodotti e degli scarti e l´applicazione di nuove tecnologie. I contributi, che ammontano a 95 mila euro per il 2011, 35 mila per il 2012 e 36 mila per il 2013, finanzieranno il 40 per cento della spesa ammessa. Punteggi elevati sono attribuiti a progetti presentati da micro e piccole imprese. La misura "azioni collettive" finanzia interventi di interesse comune per una migliore gestione e conservazione delle risorse, delle condizioni di lavoro, di sicurezza e di qualità delle produzioni. Le risorse stanziate ammontano a 80 mila euro per il 2011, 55 mila euro per il 2012 e 56 mila per il 2013. Il contributo previsto è del 90 per cento per interventi collettivi volti a migliorare la gestione e conservazione delle risorse e 40 per cento per tutti gli altri interventi. Beneficiari sono soggetti pubblici e gli operatori del settore. Attraverso la misura "sviluppo di nuovi mercati e campagne rivolte ai consumatori" verranno finanziati interventi su politiche di qualità, di valorizzazione, di promozione e di sviluppo di nuovi mercati per i prodotti della pesca. Gli aiuti andranno a sostenere il 100 per cento degli interventi presentati da organismi pubblici e il 40 per cento per quelli di organizzazioni professionali e associazioni. Le risorse sono state così ripartite: 75 mila euro per il 2011, 51 mila per il 2012 e 52 mila per il 2013. Maggior punteggio verrà attribuito ai progetti per campagne di promozione regionali o interregionali dei prodotti della pesca e dell´acquacoltura e alla fornitura al mercato di specie eccedentarie o sottoutilizzate.  
   
   
AGRICOLTURA IN SICILIA: PUBBLICATO DECRETO SU MUTUI PASSIVITA´ ONEROSE  
 
Palermo - L´assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari ha approvato il decreto che consente, fino al 31 marzo prossimo, alle imprese attive nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli, di presentare istanza per accedere ai benefici di cui alla Legge regionale 6 del 2009. Si tratta dei cosiddetti "Mutui di consolidamento delle passivita´ onerose". Il contributo in conto interessi su tali mutui e´ concesso nel rispetto del massimale di 15.000 euro e alle condizioni previste dall´art.3 del D.p.c.m. Del 23 dicembre 2010 sugli aiuti compatibili di importo limitato. Le disposizioni applicative alla concessione del concorso nel pagamento degli interessi sugli altri interventi di credito agrario, previsti dalla stessa legge regionale 6 del 2009 e per l´anno 2011, saranno emanate non appena l´assessorato regionale all´Economia provvedera´ alla riproduzione delle economie disponibili. Il decreto e´ pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana e sul sito internet dell´assessorato regionale delle Risorse agricole e alimentari, all´indirizzo www.Regione.sicilia.it/agricolturaeforeste.  
   
   
AGRICOLTURA VENETA: SPORCARSI LE MANI PER COSTRUIRE NUOVI SCENARI  
 
Venezia - “E’ normale che non tutti i passaggi di una strategia rivoluzionaria siano chiari fin da subito a ogni persona coinvolta. Oggi siamo solo a metà di un percorso che sta già dando all’agricoltura veneta un’impostazione totalmente nuova. Lo ha affermato l’assessore all’agricoltura del Veneto Franco Manzato, che ha colto l’occasione di alcune critiche apparse sulla stampa per puntualizzare i cambiamenti in corso in un settore tanto strategico quanto soggetto ad attacchi da più parti. “Il settore ha da sempre impegnato meno dell’1 per cento del bilancio regionale, e i relativi capitoli si erano concentrati finora a sostenere di più gli enti strumentali che la vivacità del territorio – ha sottolinea Manzato – mentre le politiche agricole non riguardano solo gli agricoltori ma influenzano complessivamente l’economia. Per questo il sistema sociale e produttivo del Veneto ha chiamato a rapporto tutti gli attori coinvolti in occasione della Conferenza Regionale, che è stata solo una tappa del cammino che abbiamo avviato per rifondare il sistema. Sicuramente alla prossima sessione – ha precisato l’assessore – inviterò a ‘sporcarsi le mani’ il presidente di Coldiretti Padova affinché si abitui alla costruzione di nuovi scenari. Mi stupiscono le sue osservazioni e forse gli son sfuggite le varie discussioni al Tavolo Verde, condivise proprio dalla sua organizzazione”. “Il processo che ho in mente ha un obiettivo preciso: l’incremento del reddito delle imprese agricole, quelle che realizzano 4,7 miliardi di euro di produzione lorda vendibile coltivando una superficie di 820 mila ettari e dando occupazione a 60mila addetti, alimentando un settore, l’agroalimentare, che nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha portato il Veneto al primo posto in Italia con 616 milioni di export nel mondo”. “L’unione Europea ci osserva da tempo, tanto da considerarci un ‘caso studio’ unico in Italia perchè abbiamo già esaurito le risorse disponibili a titolo di investimento – ha continuato Manzato – mettendo in campo tutte le opportunità dello strumento principe per rigenerare le aziende: il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013. Tanto per citare un esempio, con l’asse 1 sono stati avviati investimenti che sfiorano i 900 milioni di euro, dei quali la metà messi dal sistema imprenditoriale. Proprio per questa dinamicità imprenditoriale abbiamo avviato soluzioni parallele finalizzate a riscrivere completamente le regole della pubblica amministrazione. Ne elenco solo qualcuna: la creazione dello Sportello Unico Agricolo, attraverso il ridisegno completo della struttura pubblica, che consentirà agli operatori agricoli di avere un unico di riferimento per le proprie istanze e per i procedimenti amministrativi. Ma è anche operativo il pool per la semplificazione, il cui compito è assicurare benefici agli imprenditori, oggi costretti a sacrificare più del 20per cento del proprio tempo di lavoro nel disbrigo di attività farraginose e spesso improduttive”.  
   
   
MARCHE: EMERGENZA MALTEMPO E DANNI ALL´AGRICOLTURA ´ IL V.P. PETRINI SCRIVE AL MINISTRO GALAN.  
 
´I nostri agricoltori sono annichiliti: dopo una gia` difficile situazione economica, legata a vari fattori, ora anche questo imprevisto e disastroso evento atmosferico´, Paolo Petrini, vice presidente della Giunta regionale e assessore all´Agricoltura, commenta i drammatici effetti del maltempo e scrive al Ministro dell´Agricoltura, Giancarlo Galan. Una situazione gia` difficile, quella che riguarda il comparto agricolo, su cui ora si abbatte l´emergenza maltempo, causando danni ingentissimi. Questo in sintesi il senso della nota inviata il 3 marzo affinche` il Governo ponga la massima attenzione agli enormi danni provocati dall´eccezionale ondata di maltempo che ha investito nelle ultime ore le Marche. ´Le condizioni atmosferiche del tutto imprevedibili ´ sottolinea Petrini - e fuori stagione oltre a paralizzare le infrastrutture e le attivita` ad esse connesse, hanno arrecato evidenti e drammatici danni al settore agricolo, infrastrutture e fondi risultano al momento danneggiati, il comparto e` in ginocchio. Al pari di quanto accaduto recentemente nel Veneto, dove il Governo ha tempestivamente fatto sentire la propria vicinanza ai territori colpiti, garantendo un sostegno finanziario adeguato, ci attendiamo per le Marche lo stesso livello di attenzione. Il settore agricolo viveva gia` una situazione di precarieta` e difficolta` congiunturale, ora si aggiunge anche l´emergenza maltempo, con danni enormi. Basti pensare che le semine appena effettuate sono state in molti casi completamente spazzate via. Ho gia` contattato le associazioni agricole per esprimere solidarieta` e vicinanza, con loro ho concordato le azioni da intraprendere nei confronti del Governo. Una volta terminata l´emergenza esortiamo associazioni, consorzi e tutti gli altri soggetti attivi nel settore, affinche` convoglino le stime dei danni verso gli uffici regionali, cosi` da poter inoltrare tempestivamente al Governo la richiesta di riconoscimento dello stato di calamita` naturale, per l´attivazione degli interventi finalizzati alla ripresa produttiva previsti dal d.Lgs 102/2004. Stiamo predisponendo le indicazioni procedurali che gli agricoltori dovranno seguire, affinche` l´iter sia il piu` breve possibile, a stretto giro le comunicheremo a tutti gli interessati´.  
   
   
PESCA IN SICILIA: PROPOSTO TAVOLO PERMANENTE PER SUPERARE CRISI  
 
Palermo - L´istituzione di un tavolo permanente per superare l´emergenza provocata dalla crisi del settore ittico in Sicilia. E´ la proposta concordata dall´assessore alle Risorse agricole, Elio D´antrassi con il presidente della commissione Attivita´ produttive dell´Assemblea regionale siciliana, Salvino Caputo, al termine dell´assemblea delle marinerie siciliane, che si e´ svolta oggi a palazzo dei Normanni, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti delle categorie produttive e degli enti locali interessati. All´assessore D´antrassi e´ stato presentato un documento sui problemi di cui soffre il settore. Tra le principali questioni, quelle legate al calo dei volumi del pescato in Sicilia. "La regolamentazione comunitaria - ha detto D´antrassi - e´ difficilmente compatibile con le esigenze della pesca mediterranea, e siciliana in particolare, che include diversi tipi di pesca, come quella del novellame di sarda". D´antrassi ha proposto alle marinerie di trovare un denominatore comune per rappresentare nelle sedi nazionali e comunitarie, in maniera univoca, gli interessi siciliani.  
   
   
FLOROVIVAISMO IN LOMBARDIA, UN DISTRETTO CON GRANDI SFIDE AGGREGAZIONE CHE GARANTISCE LA COMPETITIVITA´  
 
 Vertemate con Minoprio/Co - Da oggi la filiera florovivaistica ha un suo distretto. L´assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia Giulio De Capitani ha partecipato all´Assemblea costitutiva del distretto florovivaistico ´Alto Lombardo´, che ha come capofila il Consorzio dei florovivaisti lombardi e coinvolge le province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Milano, Varese e Sondrio. Presente anche il consigliere regionale Dario Bianchi. ´Il distretto della filiera florovivaistica - ha detto l´assessore De Capitani - rappresenta una risposta concreta di aggregazione per superare, insieme, le difficoltà di un settore messo in crisi anche dall´aumento dei costi dei carburanti che comportano oneri maggiori per il riscaldamento delle serre aggiungendo spese ulteriori in un momento già delicato´. Il distretto ´Alto Lombardo´ conta oggi su 44 imprese partner aderenti di cui 29 vivaisti e altri 15 sono soggetti diversi (come servizi di consulenza, per mostre, una casa editrice, e produttori di serre) correlati al comparto. ´Una realtà aggregativa di spessore - ha osservato De Capitani - che gode dei significativi appoggi della Camera di Commercio e dell´amministrazione provinciale di Como e può vantare partner scientifici di primo livello come la Fondazione Minoprio e l´Università di Milano Bicocca´. ´Il distretto che parte oggi ufficialmente - ha continuato l´assessore - ha come punti di forza la presenza di una filiera ´completa´ e una tradizione storica di legame con il territorio nonché la disponibilità di un´offerta produttiva articolata e adatta a diverse esigenze di consumo cui si aggiungono la collaborazione con istituti specializzati di formazione e ricerca e di personale qualificato di elevato livello´. ´Altri elementi di forza del distretto - ha aggiunto De Capitani - sono certamente la presenza di un consorzio e di altre associazioni di produttori e la crescita e diversificazione del settore florovivaistico con la capacità delle aziende del territorio di rispondere agli stimoli di innovazione anche in vista delle esigenze ambientali e delle tematiche di Expo 2015´. ´Per Regione Lombardia - ha spiegato De Capitani - i distretti sono lo strumento chiave per garantire competitività alle filiere e vincere le sfide del mercato´. ´La nuova entità del distretto - ha affermato - potrà essere un interlocutore ´privilegiato´ nella comunicazione con soggetti pubblici e privati e offrirà alle aziende nuove possibilità sui mercati valorizzando le produzioni locali´. ´La ricerca e lo sviluppo, che rappresentano la chiave per il rilancio del settore - ha ricordato De Capitani - sono spesso processi costosi per le piccole e medie imprese, tanto più in momenti di difficoltà economica come quello che interessa la filiera del florovivaismo´. ´Il distretto - ha concluso De Capitani - permetterà di accogliere informazioni e dati per un´analisi più precisa e produttiva del mercato e garantirà una maggiore sinergia tra le imprese del settore, valorizzando le risorse umane e territoriali e la qualità delle produzioni, assicurando capacità competitiva a tutto il settore´.  
   
   
AGRICOLTURA IN ABRUZZO: L´ALLUVIONE DANNI PER CENTO MILIONI  
 
Pescara - La Regione Abruzzo si sta adoperando in ogni direzione per ottenere dal Governo centrale il riconoscimento dello stato di calamità naturale, per i danni arrecati dalle precipitazioni che nei giorni 1 e 2 Marzo scorsi si sono abbattute sulla provincia teramana causando danni ingenti. L´assessore alle Politiche Agricole Mauro Febbo con tempestività ha attivato le misure a sostegno delle imprese agricole danneggiate dall´alluvione, e in particolar modo i settori collinari e fondo valle, dove i cumulati dell´intero evento hanno raggiunto valori significativi. "Va rimarcato - sottolinea Febbo - come l´area teramana colpita dalle piogge, per motivi di carattere orografico, geopedologico e climatico, è particolarmente vulnerabile e già soggetta ad un progressivo dissesto idrogeologico. Ulteriore elemento di instabilità è poi rappresentato dagli interventi agronomici, in particolare le lavorazioni profonde a carico del terreno, che aggravano la situazione". "Per quanto è stato possibile accertare, - continua l´Assessore alle Politiche Agricole - alla data odierna, il danno economico può essere determinato in circa 100 milioni di euro. Sarà cura di questo Servizio provvedere in seguito ad effettuare ulteriori accertamenti mirati ad una attenta valutazione dei danni alle strutture agricole e sulle coltivazioni non soggette ad assicurazioni". "Dopo la ricognizione dello stato dei fatti bisogna ricorrere a leggi di Stato che nello specifico prevedono interventi per le calamità naturali. E´ importante - conclude l´assessore Mauro Febbo - che i territori interessati dalle alluvioni abbiano il supporto delle istituzioni e della Regione Abruzzo affinchè i cittadini non si sentano soli in un momento così difficile. Per questo in Direzione Agricoltura stiamo accelerando i tempi per mettere in campo, da subito, tutti gli interventi a nostra disposizione per sostenere le attività agricole e farle ripartire al più presto".  
   
   
SICILIA: AL VIA INIZIATIVE RILANCIO ISTITUTO DI INCREMENTO IPPICO  
 
 Catania - Illustrate a Catania le azioni messe in campo dall´amministrazione regionale per la valorizzazione ed il rilancio dell´Istituto di incremento ippico per la Sicilia. Iniziative che si estendono dall´avvio di un progetto per la didattica applicata a kermesse sportive ad eventi fieristici di livello nazionale ed internazionale. All´incontro con i giornalisti, tenutosi nella sede di Catania della Regione, hanno preso parte il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, gli assessori alle Risorse agricole Elio D´antrassi e al Turismo, Daniele Tranchida, e i dirigenti generali dei dipartimenti coinvolti nei progetti: Salvatore Barbagallo, interventi infrastrutturali, Gesualdo Campo, beni culturali, Salvo Giglione, azienda foreste demaniali, il commissario straordinario dell´Istituto, Daniela Lo Cascio, e il direttore, Salvo Paladino. "Sono iniziative - ha detto il presidente Lombardo - volte alla valorizzazione dei beni e dei servizi dell´Istituto di Incremento Ippico e avviate con l´obiettivo di produrre crescita economica e sviluppo". Si parte dal progetto "Siamo a Cavallo!", rivolto agli alunni delle scuole di primo grado, iniziativa a carattere didattico che avvia un sistema formativo integrato volto alla diffusione delle conoscenze di base delle principali specie animali di interesse zootecnico. Parte delle attivita´, inoltre, sara´ dedicata alla biodiversita´ e alla presentazione della storia di tutte le specie domestiche che appartengono al patrimonio genetico siciliano. Previste anche visite guidate presso la tenuta di Ambelia. "Un´intensa attivita´ didattica e una politica di incentivi per la conservazione della biodiversita´ equina e dei sistemi agroforestali ad alto valore naturalistico - ha detto l´assessore D´antrassi - sono le formule sulle quali riteniamo doveroso scommettere, consolidando il presente e garantendo il futuro del settore". Oltre all´assessorato alle Risorse agricole, sono coinvolti nella realizzazione del progetto, il dipartimento di Sanita´ pubblica veterinaria dell´Azienda Sanitaria Provincia di Catania, l´Istituto zooprofilattico sperimentale della Sicilia e la facolta´ di Agraria dell´Universita´ di Catania. Attualmente nella tenuta di Ambelia sono in corso lavori di ripristino del parco eseguiti dall´Ente di Sviluppo Agricolo e dell´Azienda foreste demaniali; il borgo rurale sara´ oggetto di un lavoro di ristrutturazione curato dall´assessorato alle Risorse Agricole con fondi del Psr; l´assessorato ai Beni culturali, invece, si fara´ carico dell´immediato recupero, in considerazione del valore architettonico, di alcune strutture insistenti nel villaggio. Nel corso della conferenza e´ stata annunciata anche la prima edizione di due importanti manifestazioni: "Sicilia Jumping Tour" e "Fierambelia". La prima e´ una kermesse sportiva a tema equestre articolata in tre concorsi internazionali di salto ostacoli (categoria 3* e 1*) che andra´ in scena a Pozzallo (presso la struttura Terre Rosse) ed Augusta (presso la struttura Adim) i week-end dal 1 al 17 aprile.". Dal 14 al 17 aprile, inoltre, la tenuta Ambelia ospitera´ competizione di alcune fra le specialita´ olimpiche equestri. "Sicilia Jumping Tour" e´ organizzata dall´assessorato regionale al Turismo con fondi del Po-fesr. "E´ un evento - ha dichiarato l´assessore Tranchida - che ci consentira´ di rispondere alla crescente domanda dei flussi turistici legati alle competizioni equestri -. L´evento manifestazione, inoltre, sara´ affiancato da un cartellone di manifestazioni di alto livello"o Dal 14 al 17 aprile la struttura di Militello ospitera´ "Fierambelia", che ambisce a divenire la prima fiera cavalli "outdoor" del Mezzogiorno d´Italia; in programma conferenze, momenti di formazione, di approfondimento ed incontri incentrati sui materie che legano il cavallo ai temi dello sviluppo del turismo, degli scambi culturali tra i paesi del Mediterraneo, dell´economia. Il programma dettagliato di "Sicilia Jumping Tour" e "Fierambelia" sara´ reso noti nei prossimi giorni. L´istituto di incremento, inoltre, allarga la fascia di servizi offerti agli allevatori siciliani. Ultimati i lavori di recupero e conservazione nella sede storica riprende l´attivita´ del centro di inseminazione assistita. Contemporaneamente in sinergia con l´Istituto Zooprofilattico Sperimentale ripartono i servizi del laboratorio a supporto delle attivita´ di riproduzione assistita. E´ in fase di avvio anche la gestione dell´"anagrafe" degli equidi in Sicilia che prevede il controllo sanitario, l´identificazione e il censimento delle nascite dei equidi e asini del territorio siciliano, con la creazione di una banca dati unificata. All´incontro hanno preso parte anche il direttore dell´Istituto Zooprofilattico, Tonino Salina, il Sindaco di Militello, Antonio Lo presti, il direttore generale dell´Asp 3 Catania, Giuseppe Calaciura; presenti pure Alessandro di Chiarelli, commissario dell´associazione regionale allevatori della Sicilia, Pier Francesco Matarazzo, presidente della Fise (federazione italiana sport equestri) Sicilia e il docente della facolta´ di Agraria, Salvo Bordonaro.  
   
   
UNIONE ITALIANA RISTORATORI, E IL NUOVO PROGETTO “CHEF FOR EVENTS”  
 
Nicola Batavia (Birichin di Torino), Fabrizio Barontini (Gallo Rosso di Iseo), Igles Corelli (Atman di Pescia), Luigi Pomata (Luigi Pomata di Cagliari), Salvatore Tassa (Le Colline Ciociare di Acuto), Giuseppe Aversa (Il Buco di Sorrento), Leopoldo Gerbore (Aux Routiers di Aosta), Fulvio Gardella (La Pineta di Genova), Giuseppe Sardi (Il Grappolo di Alessandria) Otello Moser (Sophia’s di Milano), Manuela Magnani (Osteria del Violino di Pisa), sono stati i protagonisti dell’evento organizzato per presentare la nascita del team di lavoro “Chef for Events” dell’ Unione Italiana Ristoratori. "Chef for Events" sarà il "braccio" operativo della U.i.r., composto da un team di oltre 30 Chef che si occuperà, a partire dal 2011, delle attività di promozione/educational/eventi in Italia ed all´estero a sostegno delle Istituzioni, dei Consorzi e del partner Conad, con il proprio brand Sapori&dintorni, nella promozione della “Cucina Italiana di Prodotto”. Il gruppo sarà coordinato dagli Chef Fabrizio Barontini del Ristorante Gallo Rosso d’Iseo e Nicola Batavia del Birichin di Torino. Durante la conferenza stampa sono state presentate le prime iniziative del 2011 che vedranno protagonisti gli “Chef for events”. Primo appuntamento sarà a Bologna in occasione del prestigioso Evento fieristico “Pasta Trend” che si svolgerà nei padiglioni di Bologna Fiere dal 2 al 5 aprile p.V. Gli chef si esibiranno in numerosi show cooking per “raccontare” la pasta nelle diverse cucine regionali italiane, all’interno di un’area di quasi 200 mq (insieme a Conad/sapori&dintorni), debitamente allestita e saranno supportati da Electrolux Professional che per l’occasione metterà a disposizione la postazione di cottura Podium di Molteni. A seguire altre prestigiose manifestazioni fieristiche, quali Vinitaly e Tutto Food ed importanti trasferte all’estero vedranno impegnati gli “Chef for events” sempre al fine di promuovere la “buona cucina italiana”. Prima dell’estate la U.i.r. Organizzerà infine una grande festa per tutti i suoi estimatori per celebrare insieme i 150 anni dell’Unità di Italia  
   
   
IAN D’AGATA, NUOVO INCARICO DI PRESTIGIO ALL’INTERNATIONAL WINE CELLAR DI STEPHEN TANZER  
 
Stephen Tanzer, l’editore della rivista americana International Wine Cellar, si affida al noto wine writer italiano Ian D’agata per la nuova rubrica sulle degustazioni verticali dei vini italiani e di Bordeaux. Ennesima importante affermazione per Ian D´agata, che è stato scelto da Stephen Tanzer quale responsabile della neonata rubrica dell’International Wine Cellar (Iwc) dedicata alle verticali di grandi vini. La celebre rivista statunitense, accreditata fra i professionisti del settore, i produttori, e le case d’asta di tutto il mondo, è l’unica rivale del Wine Advocate di Robert Parker e di Wine Spectator. Lo stesso Stephen Tanzer spiega così la scelta: “la conoscenza che ha Ian dei vini dell’Italia e di Bordeaux è davvero impressionante. Non ho mai incontrato un wine writer altrettanto meticoloso e preciso, e che spende tanto del suo tempo e delle sue finanze personali a visitare aziende e produttori in tutto il mondo. Con la sua vasta esperienza nel giudicare i vini a livello mondiale, e soprattutto i quasi trenta anni spesi a saggiare grandi annate, è la scelta migliore. Saprà raccontare come si sviluppano i vini negli anni attraverso una serie di degustazioni verticali di assoluta eccellenza”. D’agata, reduce dal Roma Vinoexcellence & Merano Winefestival appena conclusosi a Roma e organizzato insieme ad Helmuth Köcher patron dell’evento meranese, dichiara soddisfatto: "Si tratta di un momento molto fortunato, e non posso che ringraziare Stephen per la fiducia che ripone in me. Poter scrivere di verticali, articoli che più di altri influenzano il prezzo di bottigle antiche che poi vengono contese alle aste di tutto il mondo, è un grande onore per me, dato che l’International Wine Cellar costituisce uno dei tre-quattro punti di riferimento per stabilire il prezzo di vendita di vini rari e introvabili, o che sono destinati a diventarlo". Ian D’agata, che manterrà anche la responsabilità delle recensioni di tutte le nuove annate dei vini italiani e di Bordeaux per la rivista, ha inaugurato il nuovo spazio riservato alle verticali con un pezzo su dieci annate di Sassicaia della Tenuta San Guido, apparso all’interno della Bonus Section dell’Iwc di febbraio. I prossimi articoli, a cadenza mensile, racconteranno il Barolo Le Vigne Luciano Sandrone, il Barolo Le Rocche del Falletto Bruno Giacosa, lo Chateau Mouton-rothschild e lo Chateau Cheval Blanc. Ian D’agata, italiano, nato in Canada, vanta più di 25 anni di esperienza nel vino. Premiato nel 2007 quale “Miglior giovane giornalista italiano” dal Comitato Grandi Cru d’Italia, è autore di numerose pubblicazioni e articoli su testate di tutto il mondo, relatore e conferenziere a livello internazionale su temi quali vitigni autoctoni e vino e salute, nonchè docente presso università italiane e americane, è stato dal 2004 al 2010 anche Direttore dell’International Wine Academy of Roma. Dal 2005 è Responsabile per l’Italia e Bordeaux dell’International Wine Cellar di Stephen Tanzer, dal 2008 è co-autore della “Guida D’agata e Comparini ai Migliori Vini d’Italia”, dal 2009 autore della “Guida ai vini Prezzo-piacere”, guide oggi confluite nella nuova, annuale, e più ampia “Vin-guida all’eccellenza del vino italiano”, e dal 2010 anche della statunitense “The Ecco guide to the best wines of Italy”  
   
   
A RICCIONE VILLE DI GUSTO È UN GRANDE EVENTO DEDICATO A TUTTI GLI AMANTI DELLA BUONA CUCINA E DEL “BUON BERE”, CON I MIGLIORI PRODUTTORI DELL’EMILIA ROMAGNA  
 
. Un weekend di sapori in programma il 27, 28 e 29 maggio 2011 a Riccione Un omaggio a questa terra che ha fatto dei sapori della tavola il suo biglietto da visita. Riccione con le sue ville storiche sarà il palcoscenico di questa iniziativa. L’evento partirà con la serata di venerdì 27 maggio alle ore 18:00 a Villa Mussolini, dove sarà creato lo spazio Ri.wine uno spazio degustazione con una selezione di cantine dell’Emilia Romagna a due passi dal mare. Un’anteprima che darà il via al week end “Ville di Gusto” Per i due giorni successivi, sabato 28 e domenica 29 maggio, l’evento si concentrerà nello splendido giardino di Villa Lodi Fè, residenza storica dei primi del ‘900. Qui sarà ospitata la mostra mercato “Villaggio del Gusto” ,con i migliori produttori dell’Emilia Romagna: cantine, aziende agricole, acetaie, frantoi, produttori di formaggio, miele, salumi e tanto altro. Un vero e proprio paradiso per i buongustai. I visitatori avranno la possibilità di conoscere le aziende, confrontarsi, degustare e acquistare direttamente i prodotti. Ville di Gusto rappresenta un’opportunità per portare alla luce le innumerevoli risorse e le realtà che operano sulle nostre colline, piccole o grandi aziende che, con il loro lavoro, contribuiscono a mantenere immutato il patrimonio enogastronomico della regione. Nelle due giornate saranno organizzati corsi, incontri e spettacoli. Ville di Gusto diventa anche l’occasione per scoprire il territorio grazie alle offerte di Costa Hotels & Food Hotels Riccione. Un nuovo modo di concepire l’ospitalità in Romagna. Visite guidate, percorsi degustazione e tour faranno di questo week end un’esperienza unica. Ville di Gusto è un’iniziativa proposta dalla eStudio srl con il patrocinio del Comune di Riccione, della Provincia di Rimini e della Regione Emilia Romagna, promosso in collaborazione con Costa Hotels & Food Hotels Riccione. L’emilia Romagna è considerata in tutto il mondo una delle Regioni più ricche di prodotti tipici tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Food Valley”. Da Piacenza a Rimini, ultima provincia della Regione, sono tantissimi i prodotti che si contraddistinguono e che sono riconosciuti a livello nazionale internazionale per la loro qualità. Queste produzioni, oggi simbolo dell’eccellenza italiana, provengono tutte dall’antica tradizione contadina. Conoscere la storia che ha portato fino a noi queste ricette è davvero un percorso infinto e interessante. Ad esempio la leggenda racconta la nascita del tortellino in una locanda di Castelfranco dove una splendida dama si trovava di passaggio per queste terre. Il proprietario della locanda, incantato da tanta bellezza, spiò la giovane dal buco della serratura e rimase colpito dalla sensualità del suo ombelico. Quando arrivò il momento di preparare la cena, l’oste ricreò, con pasta sfoglia e ripieno di carne, una nuova prelibatezza ispirandosi a quel nobile e sacrilego ombelico. Così nacque il tortellino. Un altro prodotto curioso che troviamo sulle tavole di Romagna è il famoso vino chiamato “Pagadebit di Romagna”. Il suo nome deriva dal nome locale dato al vitigno Bombino Bianco che ha particolari caratteristiche di resistenza alle avversità climatiche e abbondanza di frutti. In questo modo il contadino, anche durante pessime annate, riusciva a produrre vino per pagare i debiti contratti. Un altro nome dato a questo vino è “Straccia Cambiali”. Altro prodotto tipico della nostra regione è l’aceto balsamico tradizionale. Sull’aceto esistono tante storie ma su una definizione tutti concordano ed è quella che sostiene che “i balsamici sono tutti diversi come i cognomi delle famiglie che lo hanno prodotto”. Personale e irripetibile. Questo modo di dire, esprime la vera essenza non solo dell’aceto balsamico tradizionale ma di tutti i prodotti della regione Emilia Romagna dove, spostandosi di provincia in provincia, di valle in valle e addirittura di casa in casa cambiano ricette, sapori e modi di cucinare Ville di Gusto nasce dunque con l’intento di portare alla luce questo grande e infinito patrimonio fatto di storie, ricette, tradizioni, sapori e soprattutto di persone.  
   
   
LA NUOVA GUIDA CHIC 2011 DELL´ASSOCIAZIONE DI CUOCHI/RISTORATORI  
 
Con la pubblicazione della seconda edizione della Guida Chic, l´Associazione di cuochi/ristoratori, presieduta da Flavio Costa e diretta da Raffaele Geminiani, dimostra grande vitalità, cresce in numero di aderenti, allarga la sua diffusione, sempre più capillare nelle diverse regioni italiane. Si prepara, così, ad una nuova stagione ancora più ricca di eventi, pensati per un pubblico di appassionati della grande cucina italiana, sempre più numeroso. Nuovi membri e nuove aziende accompagnano il cammino del gruppo, un´associazione che annovera cuochi e ristoratori di grande prestigio, che, hanno compreso che, prima di tutto, il mestiere richiede impegno e umiltà, valori irrinunciabili per trasmettere la grande passione che alberga in ciascuno di loro. In anni difficili il sapersi rimettere in gioco è il segreto di un successo duraturo, capace di generare l’apprezzamento inesauribile da parte della clientela; perché la cultura della buona tavola non si inventa, ma si apprende con il tempo e l´esperienza. Chic ha inteso fornire questa esperienza a tutti con perseveranza, incontrando tante persone, come ad esempio nelle cene Easy & Chic e negli appuntamenti previsti in tutta Italia. La grande cucina è un fenomeno di cultura e uno strumento di conoscenza e promozione del territorio. Sensibile al cambiamento degli stili di vita, anche nell’alimentazione, Chic può attingere al talento dei grandi professionisti che contribuiscono a formare il gruppo, ed è pronta ad affrontare le sfide della moderna cucina e ristorazione italiana, in tema di salute/benessere, biodiversità e volontà di proporsi al consumatore con nuove proposte  
   
   
PESCE CRUDO ALL’ITALIANA: UNA LEZIONE DI VIVIANA VARESE  
 
Non solo sushi e sashimi. Per il cibo più glamour del momento, il pesce crudo, è tempo di varcare i confini nipponici. Sabato 26 marzo sarà Viviana Varese, giovane emergente dell’anno secondo la guida di Milano del Gambero Rosso 2010, a raccontare la sua “versione italiana” di questo alimento squisito e irresistibile. L’occasione è fornita da un appuntamento di Incontri con lo chef , ciclo di lezioni di cucina in cui, oltre ad imparare a cucinare partecipando in prima persona alla preparazione delle ricette, si scoprono sapori, consistenze e abbinamenti, sotto la guida esperta di grandi cuochi. L’iniziativa con la chef di Alice Ristorante è in programma sabato 26 marzo, dalle 10.30 alle 14.00, presso lo Spazio eventi “Il Luogo Ideale", in via Grosotto al 9, a Milano. Materie di insegnamento nella “Lezione con Viviana Varese” saranno piatti come la Seppia arrotolata, con sedano, arancia candita e polvere di tarallo e la Panzanella di verdure con tartare di pescato del giorno (la tipologia del pesce dipenderà dalla disponibilità del mercato). Si prosegue con un cavallo di battaglia di Viviana, Carpaccio fantasia di Viviana Varese, che prevede pescato del giorno (la tipologia del pesce dipenderà anche in questo caso dalla disponibilità del mercato) abbinato a frutta, verdure e salse. La lezione si fa più preziosa con l’Ostrica con centrifugato di cetriolo, granita di mela verde e frutto della passione e si conclude con un ultimo insegnamento: Macedonia di frutta e verdura con tisana sheradade. Il frutto delle “fatiche” non andrà perso. Al termine della lezione vi sarà una tavolata conviviale per assaporare tutti insieme quelle pietanze preparate con passione, vero segreto dell’arte di Viviana Varese, in compagnia di vini abbinati. Il costo individuale per la lezione e il pranzo, accompagnato da vini abbinati alle portate, è di € 80,00. La lezione di sabato 26 marzo inizia alle 10.30 e termina alle 14.00. Il corso si svolgerà presso Spazio eventi “Il Luogo Ideale" Via Grosotto, 9 Milano. Www.incontriconlochef.com www.Aliceristorante.it  
   
   
DALLA LINEA LE NATURELLE DI EUROVO ARRIVANO LE UOVA “DA ALLEVAMENTO A TERRA” GALLINE ALLEVATE NATURALMENTE  
 
Le Naturelle Da Allevamento A Terra sono uova deposte da galline allevate in condizioni ottimali per la loro salute, libere di razzolare e beccare al suolo garantendo così il massimo della genuinità e la prelibatezza dei sapori campagnoli. La linea Le Naturelle Da Allevamento A Terra fanno parte della linea Le Naturelle: la vasta gamma di uova in grado di soddisfare le differenti esigenze nutrizionali dei consumatori, offrendo prodotti sicuri, gustosi e naturali al 100%. Le uova della linea Le Naturelle, prodotta e commercializzata da Eurovo, leader europeo nella produzione di uova confezionate ed Ovo-prodotti, possiedono qualità organolettiche ideali per chi desidera tutelare il proprio benessere seguendo un regime alimentare sano ed equilibrato senza rinunciare al gusto. Qualità, sicurezza ed allevamento a terra Eurovo, mettendo al primo posto il sapore naturale delle proprie uova e la salute delle galline, è stata la prima azienda italiana ad attrezzarsi con le tecnologie di allevamento più evolute: la possibilità di movimento delle galline su più piani, il sistema automatico di alimentazione, di abbeveraggio e di pulizia della pollina garantiscono infatti, agli animali, un elevato benessere fisiologico. L’esperienza decennale dell’azienda produttrice e la grande serietà che la contraddistingue assicurano l’ottima qualità delle Naturelle Da Allevamento A Terra, attentamente monitorate durante tutte le fasi della filiera: le galline vengono infatti allevate in condizioni climatiche ideali per il benessere dell’animale e il loro stato di salute viene costantemente controllato da veterinari altamente qualificati durante la loro crescita, per offrire ai clienti Eurovo solo prodotti eccellenti e genuini. Il ciclo produttivo de Le Naturelle, completo e controllato, comprende inoltre la produzione e la somministrazione dei mangimi differenziati in base alle esigenze nutritive delle galline di diverse età. Il grande impegno riposto da Eurovo nell’allevamento degli animali, dallo sviluppo dei pulcini alla cura delle ovaiole, è certificato dal codice di rintracciabilità presente su ogni guscio: sul retro di ogni confezione sono stampate le indicazioni per facilitarne l’interpretazione e permettere ai consumatori di appagare ogni curiosità in merito alla provenienza, alla data di deposizione delle uova e alla tipologia di allevamento (biologico, all’aperto, a terra, in gabbia)  
   
   
UOVA DI PASQUA PERNIGOTTI NEROGIANDUIA E OROGIANDUIA NOCCIOLATO  
 
Dopo il grande successo dell’anno scorso Pernigotti, lo specialista del pregiato cioccolato Gianduia, quest’anno per festeggiare la Pasqua lancia l’Uovo di Pasqua Nerogianduia e Orogianduia Nocciolato. Il Gianduia si sdoppia in due linee di prodotto Orogianduia e Nerogianduia: la versione classica per gli appassionati della tradizione e fondente per i palati più ricercati e si trasforma, grazie a Pernigotti, in un goloso Uovo di Pasqua ricco di pregiatissime nocciole tostate, dal sapore delicato e la forma tonda tipica delle nocciole Piemonte Igp. 400 gr. Di piacere che coinvolge i 5 sensi e invade corpo e spirito. Il Gianduia è simbolo del cioccolato italiano, una delicata miscela di cacao e nocciole, che caratterizza tutta la produzione firmata Pernigotti. Da 150 anni Pernigotti offre prodotti di altissima qualità, frutto dell’accurata selezione di materie prime, della passione e dell’amore per ogni creazione, che nascono da un’esperienza ultracentenaria. Nata nel 1860, è leader nella produzione del più nobile e rinomato cioccolatino italiano, il Gianduiotto, e specialista assoluto del cioccolato Gianduia che si declina nelle linee firmate Orogianduia (Gianduia classico) e Nerogianduia (Gianduia fondente). Prezzo al pubblico consigliato: € 14.90