Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


GIOVEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 MODA E TENDENZE ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Giovedì 27 Settembre 2007
MERCATO LATTIERO: VIA LIBERA DEL CONSIGLIO EUROPEO A MIGLIORAMENTI DEL REGIME DI DISTRIBUZIONE DI LATTE NELLE SCUOLE E ALTRE SEMPLIFICAZIONI  
 
Bruxelles - I ministri dell´Agricoltura dell´Unione europea hanno approvato il 26 settembre 2007 un pacchetto di misure intese a migliorare la gestione del settore lattiero-caseario, tra cui un sostanziale miglioramento del regime di distribuzione di latte nelle scuole. In particolare, verrà fissato un unico tasso di aiuto per tutte le categorie di latte distribuito nelle scuole. Nel precedente regime, il tasso di aiuto era proporzionale al tenore di grasso nel latte. Ciò non ha più senso in un´epoca in cui l’obesità sta diventando un problema rilevante di sanità pubblica e si avverte sempre più la necessità di ridurre il consumo di grassi, anche tra i bambini in età scolare. Introducendo un tasso di aiuto uniforme, indipendente dal tenore di materia grassa, l’Ue promuoverà, di fatto, il consumo di prodotti lattiero-caseari magri tra le giovani generazioni. Le altre modifiche adottate oggi aprono la strada a una semplificazione dell´organizzazione comune del mercato lattiero-caseario. Si tratta, in particolare, di una liberalizzazione del mercato del latte alimentare che consentirà la vendita al dettaglio di latte avente un tenore di materia grassa diverso da quello delle tre categorie esistenti. Queste categorie (latte intero, parzialmente scremato e scremato) continueranno a esistere, ma d´ora in poi sarà possibile commercializzare del latte con un diverso contenuto di grassi, purché esso sia chiaramente indicato sulla confezione. Altre modifiche riguardano l´ammasso privato, l´intervento per il burro, i titoli d´importazione e la standardizzazione del contenuto proteico del latte conservato. La commissaria all´Agricoltura e allo Sviluppo rurale Mariann Fischer Boel ha così commentato: "Sono molto lieta che siamo riusciti a introdurre un unico tasso di aiuto per il programma ´latte nelle scuole´ e ad aumentare l´entità dell´aiuto. In questo modo ci adegueremo alle mutate tendenze dei consumatori e la gestione del regime a livello nazionale risulterà semplificata. Abituare i bambini a consumare latticini a basso contenuto di grassi fin da piccoli fa parte dell´educazione a una sana alimentazione. Il resto del pacchetto rappresenta un importante contributo al nostro sforzo costante per semplificare i meccanismi della politica agricola comune". Introduzione di un unico tasso di aiuto per il latte distribuito nelle scuole Poiché il regime vigente è complicato e macchinoso e non corrisponde più alle abitudini alimentari invalse in molti Stati membri, verrà instaurato un unico tasso di aiuto, indipendente dal tenore di materia grassa del latte distribuito agli scolari. Il tasso di aiuto sarà fissato a 18,15 Eur/100 kg per tutte le categorie di latte. Le scuole potranno scegliere il tipo di latte da distribuire. Latte alimentare In virtù dell´attuale regolamento, possono essere prodotte e commercializzate nella Comunità soltanto tre categorie di latte alimentare: latte scremato (con un tenore di materia grassa pari o inferiore allo 0,5%); latte parzialmente scremato (con un tenore di materia grassa compreso tra l´1,5% e l´1,8%); latte intero (con un tenore di materia grassa pari o superiore al 3,5%). Per assecondare le mutate abitudini alimentari (tendenza al consumo di prodotti lattiero-caseari con minore contenuto di grassi) e incoraggiare la produzione agricola rispondente alla domanda di mercato, sarà consentita la produzione e commercializzazione nell´Ue di latte avente un tenore di materia grassa diverso da quello delle tre categorie summenzionate, a condizione che la percentuale di materia grassa sia chiaramente indicata in etichetta. Le tre categorie classiche continueranno ad esistere. Contenuto proteico del latte in polvere e del latte condensato: L´industria lattiera dell´Ue e gli esportatori di latte in polvere e di latte condensato chiedono da tempo che venga modificata la normativa sul tenore proteico di tali prodotti, in modo da allinearla alle norme internazionali (Codex) che autorizzano la standardizzazione ad un livello minimo del 34% espresso in materia secca sgrassata. Il contenuto proteico naturale del latte in polvere varia attualmente dal 31% al 37%. Grazie all´accordo, i produttori dell´Ue saranno in condizioni di parità con i loro concorrenti extraeuropei, che producono secondo le norme Codex e che finora hanno goduto di un relativo vantaggio economico sui produttori europei. Abolizione della soglia di attivazione dell´intervento per il burro Per alleggerire l´onere amministrativo determinato dall´attivazione e sospensione dell´intervento per il burro, che dipende dal prezzo di mercato rilevato in ogni singolo Stato membro, gli organismi di intervento potranno semplicemente acquistare burro al 90% del prezzo d´intervento dal 1° marzo al 31 agosto o fino al raggiungimento del massimale comunitario globale. Abolizione di alcuni aiuti all´ammasso privato Dato che in passato gli operatori non hanno praticamente mai fatto ricorso agli aiuti all´ammasso privato per la crema o il latte scremato in polvere come strumento di sostegno del mercato, queste due misure si possono considerare obsolete e come tali saranno eliminate dal regolamento di base sull´Ocm latte. Definizione comunitaria della qualità del burro Ai fini di talune misure comunitarie di mercato, le 27 classi nazionali di qualità del burro saranno sostituite da un´unica definizione di qualità. Soppressione dell´obbligo dei titoli di importazione L´obbligo dei titoli di importazione non è più necessario, dato che in certi casi esistono sistemi più idonei (come il sistema di monitoraggio della Dg Taxud). Abolizione dell´aiuto allo smercio in favore delle forze armate Si tratta di un regime obsoleto che verrà abolito. Per ulteriori informazioni: http://ec. Europa. Eu/agriculture/markets/milk/index_en. Htm Vedasi anche il blog della commissaria Fischer Boel: http://blogs. Ec. Europa. Eu/blog_fischerboel/page/fischerboel .  
   
   
RIFORMA DELLO ZUCCHERO: VIA LIBERA DEL CONSIGLIO EUROPEO AD UN REGIME MIGLIORATO DI RISTRUTTURAZIONE DEL SETTORE  
 
 Bruxelles - I ministri dell´Agricoltura dell´Unione europea hanno approvato 26 settembre 2007 una serie di modifiche al regime di ristrutturazione del settore dello zucchero, destinate a rendere più efficace il regime stesso e quindi a ridurre a livelli sostenibili la produzione saccarifera dell´Unione europea. Il regime di ristrutturazione costituiva un elemento essenziale della riforma dell´organizzazione comune del mercato dello zucchero del 2006, offrendo ai produttori che non sarebbero risultati competitivi con il nuovo prezzo ridotto un incentivo finanziario per abbandonare il settore. Purtroppo, nei primi due anni di applicazione del regime le rinunce alle quote sono state di gran lunga inferiori alle previsioni, per cui è stato necessario modificare il regime per renderlo più allettante. La principale modifica apportata prevede che la percentuale dell´aiuto da concedere ai bieticoltori e ai fornitori di macchinari sia fissata al 10%, ma che i bieticoltori che rinunciano alla quota ricevano un pagamento aggiuntivo, versato con effetto retroattivo per evitare di penalizzare quanti hanno rinunciato alle proprie quote in precedenza. Un nuovo elemento consiste nella possibilità per i bieticoltori di chiedere aiuti, entro certi limiti, direttamente al fondo di ristrutturazione. A titolo di incentivo supplementare, le aziende che rinunciano a un determinato quantitativo della propria quota nella campagna 2008/2009 saranno esentate dal pagamento del contributo di ristrutturazione per la parte di quota che era stata oggetto di ritiro preventivo nella campagna 2007/2008. La rinuncia alla quota per la campagna 2008/2009 verrà effettuata in due fasi: la prima fase (con scadenza al 31. 1. 2008) deve corrispondere come minimo al ritiro preventivo deciso nel marzo di quest´anno; è la condizione per poter passare alla seconda fase (con scadenza al 31. 3. 2008). Dopo la prima fase, la Commissione avvertirà le aziende del rischio che corrono di subire un taglio non compensato nel 2010 se non partecipano alla seconda fase. Secondo la Commissione, le modifiche dovrebbero consentire la rinuncia a circa 3,8 milioni di tonnellate di quote di zucchero in aggiunta ai 2,2 milioni di tonnellate già abbandonate. Se entro il 2010 le rinunce alle quote saranno state insufficienti, la Commissione renderà obbligatoria la riduzione delle quote. Il livello di questa riduzione obbligatoria varierà a seconda della percentuale di quota cui ciascuno Stato membro avrà rinunciato nell´ambito del regime di ristrutturazione. La commissaria all´Agricoltura e allo Sviluppo rurale Mariann Fischer Boel ha così commentato: "Mi compiaccio che i ministri abbiano approvato queste modifiche imprescindibili al fondo di ristrutturazione. Si tratta di un elemento essenziale della nostra riforma, che offre incentivi finanziari agli zuccherifici che non risultano competitivi con il prezzo più basso introdotto dalla riforma. Sono convinta che le modifiche approvate oggi spingeranno un maggior numero di aziende a rinunciare alle quote. Io le incoraggio vivamente a cogliere questa opportunità. La riduzione del prezzo renderà la vita più difficile ai produttori e dopo il 2010 non ci saranno più fondi per sostenere quelli costretti ad uscire di scena. " Principali modifiche approvate: La percentuale dell´aiuto da versare ai bieticoltori e ai fornitori di macchinari sarà fissata al 10%, con uno speciale complemento d´aiuto per i bieticoltori, che potrà essere versato retroattivamente. Per la campagna di commercializzazione 2008/2009, i bieticoltori riceveranno un pagamento aggiuntivo di 237,5 euro per tonnellata di quota revocata. I bieticoltori saranno autorizzati a chiedere direttamente di rinunciare a una quota, fino a un massimo del 10% della quota spettante allo zuccherificio. La rinuncia alla quota per la campagna 2008/2009 verrà effettuata in due fasi: la prima fase deve corrispondere come minimo al ritiro preventivo deciso nel marzo di quest´anno, come condizione per poter passare alla seconda fase. Dopo la prima fase, le aziende saranno avvertite del rischio che corrono di subire una riduzione delle quote nel 2010 se non partecipano alla seconda fase. La formula di riduzione definitiva delle quote prevede un´alta percentuale di deduzione della quota revocata a livello di azienda, allo scopo di indurre maggiormente le aziende a partecipare al regime di ristrutturazione volontario. I bieticoltori possono beneficiare della compensazione elevata anche per le quote a cui rinunciano per la campagna 2009/2010, a condizione che presentino l´impegno vincolante già entro il 31 gennaio 2008. L´importante è ottenere la rinuncia alla quota e che l´impegno venga assunto il prima possibile, affinché la situazione risulti chiara già nel marzo 2008. Naturalmente, in quel caso il contributo di ristrutturazione sarà versato per il 2008/2009. Per quanto riguarda il regime di ritiro, a una prima decisione precedente la semina potrà far seguito un ulteriore ritiro in ottobre. Il ritiro non ridurrà il fabbisogno tradizionale di approvvigionamento per le raffinerie. Fino alla campagna di commercializzazione 2009/2010, gli Stati membri in cui si è già rinunciato alla quota saranno soggetti a un ritiro inferiore. Per informazioni generali sulla riforma del regime di ristrutturazione del settore dello zucchero, cfr. Ip/07/617. Si vedano anche i seguenti siti: http://ec. Europa. Eu/commission_barroso/fischer-boel/index_en. Htm http://ec. Europa. Eu/agriculture/capreform/sugar/index_en. Htm Il blog della commissaria Fischer Boel: http://blogs. Ec. Europa. Eu/blog_fischerboel/page/fischerboel .  
   
   
PESCA DEL TONNO ROSSO: LA COMMISSIONE EUROPEA AVVIA PROCEDURE D´INFRAZIONE CONTRO 7 STATI MEMBRI  
 
Bruxelles - La Commissione europea ha avviato, il 26 settembre, procedure d´infrazione nei confronti dei sette Stati membri che praticano la pesca del tonno rosso nell´Atlantico orientale e nel Mediterraneo. Lettere di costituzione in mora sono state inviate a Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna per il mancato rispetto dell´obbligo di inviare alla Commissione i dati relativi alle catture. Nel caso della Francia e dell´Italia la procedura d´infrazione riguarda anche carenze nel controllo di questa attività di pesca. Gli Stati membri dispongono di un mese per rispondere alla Commissione. La settimana scorsa la Commissione ha chiuso la pesca del tonno rosso fino alla fine del 2007 a seguito dell´esaurimento del contingente assegnato per quest´anno all´Ue (v. Ip/07/1355). Il depauperamento di questo stock è il risultato di anni di sovrasfruttamento. È essenziale che il piano internazionale di ricostituzione, convenuto l´anno scorso dalla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell´Atlantico (Iccat), sia attuato pienamente e urgentemente da tutte le parti interessate. Dato che il tonno rosso è una specie altamente migratoria, le attività di pesca sono gestite nell´ambito dell´Iccat, che è un´organizzazione regionale di gestione della pesca. L´ue è membro attivo dell´Iccat e ha svolto un ruolo guida nell´adozione del nuovo piano quindicennale di ricostituzione dello stock orientale di tonno rosso, che è stato adottato alla riunione annuale dell´Iccat tenutasi lo scorso novembre a Dubrovnik (v. Ip/06/1632). Le misure necessarie contemplate dal piano sono state recepite nella legislazione comunitaria, per quest´anno, nel giugno scorso, in attesa che il Consiglio adotti il piano a lungo termine (v. Ip/07/788). Gli Stati membri sono responsabili dell´applicazione di queste norme nelle loro acque e nei loro territori. Per contrastare le attività di pesca illegali che hanno inciso così negativamente sulla pesca del tonno rosso, il piano prevede misure globali che coprono tutte le fasi, dalla cattura alla commercializzazione fino all´esportazione del tonno rosso. La documentazione e la trasmissione di dati alla Commissione in momenti prestabiliti rappresentano un elemento cruciale di questa lotta. Essi consentono inoltre alla Commissione di monitorare in tempo reale l´utilizzazione da parte di ciascuno Stato membro della quota del contingente Ue che gli è stata assegnata. Gli Stati membri interessati non sembrano tuttavia aver adempiuto ai loro obblighi in questo campo. Gli Stati membri sono inoltre tenuti a controllare e monitorare le attività correlate a tale pesca: in mare, nei porti, nei siti di ingabbiamento e nei mercati. Nel caso della Francia e dell´Italia sono emersi segni di carenze anche in questo settore. La settimana scorsa, quando ha chiuso la pesca del tonno rosso, la Commissione ha annunciato che avrebbe proposto misure per far fronte ai problemi incontrati quest´anno, da adottare in tempo utile per la campagna 2008 (v. Ip/07/1355). Ha inoltre segnalato che avrebbe provveduto a garantire che gli Stati membri penalizzati dalla chiusura anticipata della pesca nel 2007 vengano compensati nell´ambito dell´assegnazione delle possibilità di pesca future. Sono altresì previste disposizioni giuridiche che rendono possibile dedurre i quantitativi sovrasfruttati dalle future possibilità di pesca degli Stati membri responsabili del superamento del contingente. Contesto - Lo stock orientale di tonno rosso (Atlantico orientale e Mediterraneo) è soggetto a sovrasfruttamento da molti anni e gli esperti hanno ripetutamente messo in guardia contro il pericolo dell´esaurimento se non verranno prese misure per ridurre drasticamente l´attività di pesca. Il livello elevato della pesca eccessiva non dichiarata è stato individuato come la causa principale del depauperamento dello stock. Uno dei risultati principali del piano convenuto a Dubrovnik consiste nell´istituzione di un programma di controllo ed esecuzione rigoroso e completo, inteso a lottare contro la pesca eccessiva che, per definizione, è pesca illegale. La Commissione attribuisce grande importanza al successo dell´attuazione del piano di ricostituzione in generale, e del programma di controllo in particolare, e invita gli Stati membri che praticano questo tipo di pesca a cooperare fra loro e con le altre parti contraenti dell´Iccat e la Commissione al fine di evitare il sovrasfruttamento che minaccia la sopravvivenza di una delle attività di pesca più antiche e ricche d´Europa. .  
   
   
TONNO ROSSO: ASSURDA LA PROCEDURA DI INFRAZIONE  
 
“E’ la logica conseguenza di un provvedimento illogico”. Così i presidenti di Agci Agrital, Federcoopesca-confcooperative, Lega Pesca commentano la decisione dell’Unione europea di aprire una procedura di infrazione per sette Stati membri, tra cui l’Italia, a causa del mancato invio di dati sulle catture del tonno rosso. “Il nuovo regolamento sulla gestione del tonno –proseguono Buonfiglio (Agci Agrital) Coccia (Federcoopesca-confcooperative) e Ianì (Lega Pesca)- è entrato in vigore il 13 giugno scorso, quando i nostri pescatori erano in buona parte non più operativi. Come è possibile rispettare delle indicazioni che incidono così profondamente sulle abitudini degli operatori a campagna ormai conclusa o quasi? Continuiamo a ribadire la nostra contrarietà ad un regolamento che si basa su dati scientifici parziali e che ha prodotto regole inefficaci e inique. La battaglia che abbiamo portato avanti, sino a quando abbiamo potuto, oltre a contestare il testo adottato dalla Commissione è stata rivolta anche a richiedere di prorogarne l’entrata in vigore. Applicando le nuove regole di gestione dal 2008 ci sarebbe stato il tempo per far recepire le nuove indicazioni ai pescatori e le procedure di infrazioni si sarebbero potute evitare. Dopo le problematiche legate allo sforamento delle quote di cattura ora sul comparto si addensano nuove nubi”. .  
   
   
PESCA: MARSILIO, NUOVO PROGRAMMA COOPERAZIONE CON CROAZIA  
 
 La Regione Friuli Venezia Giulia (Direzione centrale risorse agricole, naturali, forestali e montagna - Servizio pesca e acquacoltura) ha presentato un nuovo progetto di cooperazione transfrontaliera per il settore ittico, denominato Cro. Blu. Ne ha dato notizia l´assessore regionale alla Pesca, Enzo Marsilio, il quale ha precisato che il progetto avrà una durata di 16 mesi e un budget finanziario di 400. 000 euro, riunendo in partenariato le Regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-romagna, la Contea Litoraneo Montana, la Regione Istriana, la Contea di Dubrovnik e di Zara (Croazia). Cro. Blu - ha precisato ancora l´assessore - presenta forti elementi di continuità e di analogia con il progetto Adri. Blu, conclusosi positivamente nel febbraio di quest´anno. Adri. Blu infatti ha consentito alla Regione Friuli Venezia Giulia di attuare un sistema informatico Gis per la gestione del mare e delle attività di pesca e di acquacoltura e di realizzare barriere artificiali sommerse per il ripopolamento ittico. Con Cro. Blu sarà possibile sviluppare ulteriormente il sistema Gis, attualmente gestito dall´Arpa-fvg per conto di tutto il partenariato Alto Adriatico e dare continuità alla cooperazione avviata nel 2003 fra le due sponde dell´Adriatico. Il progetto Cro. Blu. Si propone, infatti, di applicare i principi della Politica Comune della Pesca (Pcp) anche alla Croazia e di rafforzare il processo transfrontaliero di sviluppo socio-economico sostenibile del settore ittico dell´Alto Adriatico avviato con altri progetti di cooperazione transfrontaliera. .  
   
   
CEREALI: IL CONSIGLIO EUROPEO APPROVA UN TASSO ZERO DI RITIRO OBBLIGATORIO PER LE SEMINE DELL´AUTUNNO 2007 E DELLA PRIMAVERA 2008  
 
Bruxelles - I ministri dell´Agricoltura dell´Unione europea hanno approvato il 26 settembre la proposta della Commissione di fissare a zero il tasso di ritiro obbligatorio delle superfici dalla produzione per le semine dell´autunno 2007 e della primavera 2008. La modifica viene introdotta per ovviare a una situazione sempre più difficile sul mercato dei cereali e dovrebbe condurre ad un aumento di almeno 10 milioni di tonnellate del prossimo raccolto di cereali. Nell´ue-27 il raccolto del 2006, più esiguo del previsto (265,5 milioni di tonnellate), ha avuto come conseguenza una riduzione delle scorte al termine della campagna di commercializzazione 2006/2007 e i prezzi hanno raggiunto livelli elevatissimi. Le scorte d´intervento si sono ridotte, passando da 14 milioni di tonnellate all´inizio del 2006/2007 a circa 1 milione di tonnellate attualmente. Il futuro del sistema di ritiro obbligatorio sarà discusso nel quadro del dibattito che verrà avviato il 20 novembre dalla comunicazione sulla verifica dello stato di salute" della Pac. Verrà inoltre affrontato il problema di come salvaguardare gli effetti benefici prodotti da questo sistema sull´ambiente. Fissare a zero il tasso di ritiro non significa obbligare gli agricoltori a coltivare tutte le proprie terre: essi possono continuare a metterle volontariamente a riposo e ad aderire a programmi ambientali. La commissaria per l´Agricoltura e lo Sviluppo rurale Mariann Fischer Boel ha così commentato: Sono lieta che il Parlamento europeo e i ministri dell´Agricoltura dell´Ue siano riusciti ad adottare in tempi così rapidi questa decisione, che consentirà agli agricoltori di pianificare per tempo il raccolto del prossimo anno. Si spera che la modifica introdotta consenta un aumento della produzione di almeno 10 milioni di tonnellate e allenti almeno in parte la tensione sul mercato. Il prossimo passo sarà la verifica dello stato di salute" della Pac, nell´ambito della quale valuteremo attentamente se il ritiro dalla produzione risulti ancora uno strumento adeguato. Ovviamente faremo in modo di mantenere le conseguenze positive per l´ambiente introdotte da questo sistema". Il mercato dei cereali è attualmente caratterizzato da prezzi eccezionalmente elevati. Si ritiene che il raccolto di cereali del 2007 risulterà inferiore a quello dell´anno precedente a causa del tempo secco e insolitamente caldo del mese di aprile, seguito in estate da condizioni meteorologiche avverse negli Stati membri occidentali e da siccità e forti ondate di calore nel sud-est dell´Europa. Questa situazione porterà verosimilmente a un´ulteriore riduzione delle scorte private di cereali entro la fine della campagna di commercializzazione 2007/2008. Sul mercato internazionale, le scorte finali della campagna 2007/2008 dovrebbero scendere a livelli storicamente bassi, soprattutto nei principali paesi esportatori. I seminativi attualmente interessati dal ritiro obbligatorio nell´Unione europea rappresentano una superficie di 3,8 milioni di ettari. Se il tasso di ritiro fosse portato allo 0%, si ritiene che una superficie compresa tra 1,6 e 2,9 milioni di ettari potrebbe essere nuovamente destinata alla produzione agricola. Tenuto conto delle rese medie, circa 10 milioni di tonnellate di cereali supplementari potrebbero essere messe in tal modo sul mercato. Qualora gli agricoltori decidessero di destinare un massimo di terreni alla produzione cerealicola a danno di altre colture, in particolare le piante oleaginose, questo quantitativo potrebbe raggiungere i 17 milioni di tonnellate. Contesto - Il ritiro delle colture fu introdotto per limitare la produzione di cereali nell´Ue e venne applicato su base volontaria dal 1988/1989. Dopo la riforma del 1992 divenne obbligatorio: per avere diritto agli aiuti diretti, i produttori operanti nell´ambito del regime generale erano tenuti a mettere a riposo una determinata percentuale della superficie dichiarata. Con la riforma del 2003 essi hanno ricevuto diritti di ritiro, che danno diritto a un aiuto se associati alla messa a riposo di superfici ammissibili. Inizialmente il tasso di ritiro obbligatorio veniva stabilito ogni anno, ma per semplificarne l´applicazione nel 1999/2000 è stato fissato in via definitiva al 10%. Sono esentati dall´obbligo di ritiro dalla produzione gli agricoltori dei nuovi Stati membri che hanno optato per il regime di pagamento unico per superficie (Rpus), ossia Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Ungheria, Lituania, Lettonia, Estonia, Cipro, Bulgaria e Romania. Il 16 luglio, il commissario Fischer Boel aveva già annunciato al Consiglio la propria intenzione di presentare l´attuale proposta. Da allora le stime per il raccolto di cereali dell´Ue sono state riviste al ribasso e i prezzi hanno continuato ad aumentare. . . .  
   
   
CONTRO IL CARO CEREALI 3,8 MILIONI DI ETTARI DI NUOVE COLTIVAZIONI LO HA ANNUNCIATO IL MINISTRO PAOLO DE CASTRO INTERVENENDO TELEFONICAMENTE ALL’INAUGURAZIONE DI FIERAVICOLA A FORLÌ  
 
Via libera alla coltivazione di 3,8 milioni di ettari di cereali. Lo ha annunciato il 26 settembre il ministro alle Politiche agricole Paolo De Castro intervenendo telefonicamente, da Bruxelles, all’inaugurazione della 45esima edizione di Fieravicola a Forlì, ai microfoni di Agrilinea News. ‘Grazie a questa decisione ‘ ha detto il ministro ‘ in Europa andiamo ad aumentare, dal prossimo anno, la disponibilità di cereali. Si tratta di 3,8 milioni di ettari che erano destinati al set-aside, vale a dire alla messa a riposo dei terreni. Prevediamo di aumentare la quantità di materie prime di 10-15 milioni di tonnellate’. La decisione dei ministri dell’agricoltura europei è una logica conseguenza alle tensioni di mercato che si sono verificate negli ultimi mesi, con il costo delle materie prime, cereali in primis, che è aumentato di parecchi punti percentuali. ‘E’ un segnale importante ‘ ha commentato a caldo Gianluca Bagnara, l’assessore all’agricoltura della provincia di Forlì-cesena e presidente di Assoavi ‘ anche se gli effetti reali si avranno il prossimo anno. Il calo delle riserve di cereali, a livello mondiale, è stato dettato da maggiori richieste, soprattutto da India e Cina, cali produttivi dovuti alla siccità, destinazione delle granaglie alle agro-energie e aumento dei consumi di carne, a scapito dei vegetali, nei Paesi in via di sviluppo’. In provincia di Forlì-cesena sono circa duemila gli ettari di terreno in set-aside che potranno essere destinati alla coltivazione di cereali. Negli interventi che sono seguiti, è stata espressa soddisfazione generale dalle autorità presenti alla cerimonia di inaugurazione della 45° Fieravicola 2007 alla Fiera di Forlì, alla sua prima edizione biennale. Tutti gli intervenuti, tra cui l’On. Guido Tampieri, sottosegretario al Ministero delle politiche agricole, il Sen. Roberto Pinza, vice ministro dell´Economia e delle Finanze, il Presidente della Fiera di Forlì Romeo Godoli, il Sindaco di Forlì Nadia Masini, il Presidente della Provincia di Forlì-cesena Massimo Bulbi, il Presidente della Camera di Commercio di Forlì-cesena Sergio Mazzi, hanno sottolineato che il settore avicolo italiano ha saputo affrontare e superare a testa alta la crisi a cavallo del 2005 ‘ 2006,causata da allarmismi del tutto infondati: grazie alle strategie messe a punto dal Ministero, ad una campagna di comunicazione efficace, alla collaborazione dell’intero sistema produttivo, il consumo di carne avicola è ritornato ai livelli precedenti alla crisi e il comparto gode ora di buona salute. Fieravicola, come da programma, è stata inaugurata con l’apertura della fontana davanti all’ingresso, attivata dalla presidente di Romagna Acque ‘ Società delle fonti Ariana Bocchini. La Fiera di Forlì e la Camera di Commercio di Forlì - Cesena firmeranno singoli protocolli con ciascuna delle seguenti fiere: Sipsa (Algeria), Arena (Egitto), Pamed (Tunisia) e Agritex (Siria); l’obiettivo è quello di mettere a punto un sistema integrato di relazioni tra le fiere del Mediterraneo incentrate sulla zootecnia, che funga da supporto alle imprese del settore in funzione delle loro esigenze di proiezione sui mercati esteri. .  
   
   
TRA MENO DI UN MESE L’8° CONGRESSO MONDIALE DEL BUFALO A CASERTA.  
 
Aprirà i battenti il 19 ottobre a Caserta, con inaugurazione nella cornice del Teatrino di Corte della Reggia vanvitelliana l’8° Congresso Mondiale del Bufalo. Nel corso del Congresso, che si terrà nell’Hotel Crown Plaza Congress Center fino al 22 ottobre, saranno discusse ed affrontate tutte le questioni aperte sull’allevamento bufalino a livello mondiale. E’ sin d’ora prevista la partecipazione di 34 delegazioni straniere provenienti dai cinque continenti. Si tratta dell’appuntamento più importante ed atteso dagli allevatori bufalini di tutto il mondo: il Congresso si tiene ogni 3 anni, a rotazione, ogni volta in un Paese diverso. L’ultima edizione si tenne nel 2004 nelle Filippine, quando venne eletto a capo della World Buffalo Federation, la struttura che federa tutte le associazioni di allevatori bufalini del mondo, l’italiano Luigi Zicarelli, docente di allevamento bufalino e zootecnia all’Università degli Studi Federico Ii di Napoli. L’associazione nazionale allevatori specie bufalina, anche in virtù della presidenza assunta quattro anni or sono durante il 7° Congresso, ha avuto l’onore e l’onere di organizzare l’ottava assise mondiale dell’allevamento bufalino. “Caserta è stata scelta quale sede italiana del Congresso perché è la più importante provincia bufalina d’Italia – dice Raffaele Garofalo, presidente Anasb, che aggiunge - e perché l’Associazione intende comunicare al territorio ed al Paese in modo chiaro quale credito internazionale l’Italia abbia in questi anni accumulato in nicchie strategiche per lo sviluppo dell’allevamento bufalino, che è in forte crescita: dalla genetica orientata la miglioramento della produzione lattiera agli studi sulle proprietà nutritive e dietetiche della carne. ” I principali eventi prima , durante e dopo il Congresso. Prima del Congresso si terranno corsi di management dell’allevamento bufalino e di tecnologie casearie per la trasformazione del latte di bufala. Durante il Congresso, saranno presentati e premiati i migliori lavori di ricerca dei Paesi in Via di Sviluppo, presenti massicciamente al Congresso e nei quali questo animale è vitale per l’economia e lo sviluppo delle aree rurali. Durante il Congresso si terrà la Mostra Nazionale della Bufala, durante la quale si cercherà di individuare la “Super Bufala”, quella con la maggiore capacità di produrre latte, con le più elevate qualità casearie e della maggiore robustezza di gambe. Importante ed attesa sarà la giornata dell’allevatore, dedicata ai temi più ricorrenti del management dell’allevamento bufalino. Il 21 ottobre sarà eletto il nuovo presidente della World Buffalo Federation. Per maggiori informazioni si può consultare www. Wbc2007. Org .  
   
   
AUDIZIONE CONFAGRICOLTURA AL SENATO SU RIALZI DELLE MATERIE PRIME AGRICOLE  
 
Basilicata - «Gli aumenti dei prezzi al consumo dipendono solo in parte dai rincari delle materie prime agricole, peraltro ampiamente giustificati dai corsi internazionali del mercato, e non si giustificano se sono a “due cifre”, come quelli paventati in questi giorni». Lo ha ribadito la Confagricoltura nel corso dell’audizione in Commissione agricoltura del Senato sui rialzi delle materie prime agricole e gli effetti sui prezzi dei prodotti agricoli ed agoalimentari. La Confagricoltura ha spiegato che il prezzo di alcune commodities (frumento e latte in particolare) sui mercati internazionali è aumentato a causa della riduzione delle produzioni mondiali, dovuta al cattivo andamento climatico, e della maggiore domanda, in particolare dei paesi in crescita: Cina e l’India. “Premesso che, nel lungo periodo, la situazione dovrebbe tendere a normalizzarsi, con un assestamento delle produzioni mondiali, che torneranno in linea con la domanda, calmierando i prezzi – ha precisato la Confagricoltura – questa situazione non giustifica aumenti importanti sui prodotti al consumo; perché l’incidenza delle materie prime sul prezzo finale del prodotto è molto contenuta”. .  
   
   
RAGUSA – FIERA AGRICOLA MEDITERRANEA, 33ESIMA EDIZIONE  
 
È stata presentata ufficialmente presso la Camera di Commercio di Ragusa la 33esima edizione della Fiera Agricola Mediterranea, che si terrà al Foro Boario da venerdì 28 a domenica 30 settembre. A settembre di ogni anno l’ente camerale di Piazza Libertà puntualmente promuove la manifestazione, coinvolgendo la Regione Sicilia, le organizzazioni di categoria del mondo agricolo - e da quest’anno anche del commercio (Ascom) e dell’artigianato (Cna) - e naturalmente la Provincia di Ragusa e il Comune, proprietario delle strutture del Foro Boario che diventano una straordinaria cittadella dell’agricoltura e della zootecnia isolana. A presentare l’appuntamento di quest’anno il presidente della Camera di Commercio, Giuseppe Tumino, il vicepresidente dell’ente camerale, Giuseppe Guastella, anche nella sua qualità di presidente del comitato organizzatore, i componenti di giunta Angelo Chessari e Giuseppe Cascone, il segretario generale Carmelo Arezzo e la dirigente della promozione Giovanna Licitra; accanto a loro il presidente della Provincia, Franco Antoci, e il vicesindaco di Ragusa, Giovanni Cosentini. Da parte degli organizzatori della Fiera è stato sottolineato il livello prestigioso ormai raggiunto dalla manifestazione, sia in termini di numero degli espositori e degli allevatori presenti, sia in relazione alla qualità e all’innovazione che sono diventati punti di forza dell’evento per la meccanizzazione agricola, l’agroalimentare e i concorsi di qualità per i bovini e gli equini. Quest’anno saranno in fiera l’assessore regionale alla cooperazione Beninati e l’assessore regionale all’agricoltura La Via, testimoniando come la Fiera Agricola Mediterranea sia un fiore all’occhiello per l’agricoltura e l’economia della regione. Sottolineata dai presenti alla conferenza stampa la partecipazione quale sponsor della manifestazione della Banca Agricola Popolare. È stata anche sottolineata l’esigenza di uscire presto dalla precarietà logistica dello spazio del Foro Boario con la possibilità – alla quale sta già lavorando il Comune di Ragusa con la destinazione di una parte dei fondi ex Insicem – di creare strutture stabili più confortevoli. Un passaggio obbligato verso la creazione di quel polo fieristico provinciale che deve mettere insieme le diverse realtà esistenti nella provincia. .  
   
   
POTENZA: IL SUCCESSO DELL’AGROALIMENTARE A CHICAGO  
 
I prodotti dell’enogastronomia lucana seducono il Midwest americano. E’ questo il responso della missione istituzionale e commerciale organizzata dalla Camera di Commercio di Potenza (attraverso la sua azienda speciale Forim) in collaborazione con la Provincia di Potenza all’Italian Style 2007, Salone espositivo dello Stile Italiano organizzato dalla Camera di Commercio Italiana Americana Midwest a Chicago. Sei i Consorzi agroalimentari del potentino aderenti all’iniziativa – si tratta del Consorzio Lucanica di Picerno, Consorzio di Tutela del Vino Aglianico del Vulture Doc, Consorzio Qui Vulture, Bontà Mediterranee Food Export Consortium, Consorzio coPollino, Consorzio Mensa Sobria –, che hanno avuto l’opportunità di presentare e far degustare al numerosissimo pubblico della kermesse americana le prelibatezze dell’enogastronomia lucana. Ottimi i riscontri, concrete le speranze di poter dar seguito ai contatti intercorsi. “Si è trattato di una significativa esperienza da parte dei nostri operatori – conferma il presidente della Cdc di Potenza, Pasquale Lamorte - che hanno avuto modo di sondare il mercato statunitense (in particolare quello del Midwest), incontrare importatori ed altri operatori interessati ad inserire le produzioni lucane di qualità nel paniere della loro offerta, visitare punti vendita e aziende di prodotti alimentari. Sul piano delle relazioni, oltre all’incontro con i rappresentanti delle istituzioni locali, particolarmente emozionante si è rivelato l’incontro con la delegazione dei lucani di Chicago. Lì abbiamo avuto l’ennesima conferma di quanto la Basilicata che vive distante da noi migliaia di chilometri sia vicina e animata da uno spirito propositivo. Una sorta di ‘rete’ naturale, pronta a fare da apripista per i nostri produttori”. “Le produzioni del potentino – ha aggiunto l’assessore alle Attività Produttive della Provincia di Potenza, Antonio Vitucci – hanno raggiunto ormai livelli di assoluta eccellenza, che vengono riconosciuti sia in Italia che all’estero. La forza aggregativa e l’organizzazione dei nostri Consorzi è oggi, probabilmente, la leva in grado di fare la differenza, rispetto al passato, spalancando di fatto orizzonti molto ampi su mercati ricchi di potenzialità come quello americano”. Nel solco tracciato dall’Italian Style di Chicago, per le prossime settimane sono già stati programmati alcuni incontri operativi fra gli operatori che, con il supporto della Camera di Commercio di Potenza, intendono valutare possibili azioni da svolgere, in modo congiunto, al fine di introdurre le proprie produzioni nel mercato statunitense. .  
   
   
ANNULLATA LA MANIFESTAZIONE DI TREVISO DEDICATA ALLA CULTURA CHE NUTRE  
 
A causa del maltempo che ha colpito pesantemente il territorio veneto, è stata annullata la manifestazione dedicata alla “Giornata nazionale della cultura che nutre”, che avrebbe dovuto svolgersi domani, giovedì 27 settembre, in Piazza dei Signori a Treviso, con la presenza del vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia. .  
   
   
LODI: CONVEGNO SU COMPETITIVITÀ NELL’AGROALIMENTARE  
 
Attorno alle necessità di sviluppo, di competitività e strategiche del comparto agroalimentare esiste ormai da tempo una diffusa e matura consapevolezza. Temi quali l’integrazione di filiera, l’ammodernamento tecnologico, il miglioramento della qualità, la valorizzazione della produzione locale sono spesso occasione di spunti e argomentazioni. Nella cognizione comune costituiscono una somma di qualificazioni per assicurare slancio a un sistema in cui nulla deve essere trascurato e tutto integrato - dall’assistenza alla formazione, alla ricerca – al fine di sostenere le imprese agricole, gli allevamenti, le attività di trasformazione impegnandole sul fronte delle proprie capacità competitive in rapporto a mercati internazionali in veloce modificazione. Da questa consapevolezza le Province e le Camere di Commercio di Lodi e Cremona, insieme all’Università Cattolica di Piacenza e alla Fondazione Parco tecnologico Padano hanno tratto il convincimento di ampliare le capacità dei territori di Lodi e Cremona nella promozione e crescita dell’intero comparto agroalimentare oggi sottoposto ai cambiamenti aperti dalle biotecnologie e dalle bioenergie oltre che dalle fluttuazioni delle quotazioni. Da qui l’opportunità di un monitoraggio degli effetti prodotti dai Piani agricoli provinciali e di una integrazione dei loro modelli con valutazioni di marketing territoriali capaci di sostenere l’innovazione nell’agroalimentare, e, andando oltre, di prefigurare un grande Distretto Agroalimentare delle province di Lodi e Cremona. Queste strategie trovano definizione e sistematicità nel progetto Equal Competence che mette sotto osservazione l’intero comparto. Da un lato mappa i bisogni delle aziende e le competenze di ricerca, e, dall’altro, individua e approfondisce percorsi e fattibilità puntando anche sulla visibilità del Parco tecnologico Padano e del futuro Business Park collegato. Delle numerose indicazioni emerse, e di quelle messe in campo si parlerà nel corso del convegno “Ricerca e Innovazione per la Competitività dell’Agroalimentare italiano nel mercato globalizzato ” che si terrà a Lodi venerdì 28 settembre al Parco Tecnologico Padano (Cascina Codazza – via Einstein ) alle ore 9,15, in cui verranno analizzati e confrontati i risultati di due anni di attività del progetto Equal Competence e le strategie da adottarsi di fronte ai repentini cambiamenti dei mercati internazionali imposti dall’innovazione tecnologica e tecnica. Il convegno sarà moderato da Giovanni Rizzotti, direttore responsabile de L’informatore Agrario e dopo i saluti di Enrico Perotti, presidente della Camera di Commercio di Lodi, di Gian Domenico Auricchio, presidente della Camera di Commercio di Cremona, di Lino Osvaldo Felissari, presidente della Provincia di Lodi e della Fondazione Parco Tecnologico Padano e di Giuseppe Torchio, presidente della Provincia di Cremona, entrerà nel vivo dei “risultati e delle prospettive” con le relazioni di Francesco Salamini, direttore scientifico del Parco tecnologico Padano e di Bruno Battistotti, direttore del Centro Ricerche Biotecnologiche. Mentre sul ruolo dell’innovazione e della ricerca si soffermerà Giorgio Calabrese, professore di Nutrizione Umana e membro dell’autorità europea per la Sicurezza Alimentare, gli aspetti che attengono più alle “politiche per la qualità e la ricerca” saranno affrontati da Riccardo Deserti, capo della segreteria tecnica del Ministero delle Politiche Agricole e Foreste. La tavola rotonda pomeridiana affronterà invece il tema della “strategia per difendere la competitività del sistema agroalimentare italiano” e ad essa assicureranno il loro contributo Viviana Beccalossi, vicepresidente della Regione Lombardia e assessore regionale all’Agricoltura, Riccardo Deserti del ministero delle Politiche Agricole, Giorgio Calabrese dell’autorità europea per la Sicurezza Alimentare, Gian Domenico Auricchio della Gennaro Auricchio Spa, Antonio Biancardi della Solana Spa, Fabiola De Loreto, direttore Fedagri, Paolo Landi, segretario Adiconsum, Nino Andana, presidente Associazione Allevatori, Lorenzo Conti, vicepresidente Centrali Produttori Latte della Lombardia. .  
   
   
INCENDI, IN UN 2007 TRAGICO LA TOSCANA HA DIFESO LE SUE FORESTE I MOTIVI? LE NORME IN VIGORE E L’EFFICIENZA DELL’ANTINCENDIO  
 
Firenze - Quella che si è appena conclusa è stata una delle estati più drammatiche della nostra storia sul fronte incendi. Ma mentre molte regioni, specie al sud, sono state devastate dai roghi, con ferite insanabili ed estese per decine migliaia di ettari, la Toscana, che pure è tra le regioni più boscate d’Italia, è riuscita a difendere le sue foreste, contenendo i danni complessivi in poche centinaia di ettari. E’ questo il dato che emerge dalla presentazione del bilancio 2007 della campagna regionale antincendi. “Sono due i motivi di fondo di questo risultato – ha evidenziato l’assessore regionale all’agricoltura e foreste Susanna Cenni – Innanzitutto il fatto che abbiamo la normativa più stringente in Italia in materia. Qui nessuno può trarre vantaggi dagli incendi. In Toscana non abbiamo avuto bisogno come altrove, di ordinanze straordinarie o provvedimenti tampone: ci è bastato continuare a applicare in maniera rigorosa le nostre leggi. Questa è la miglior forma di prevenzione”. “L’altro elemento – ha aggiunto – è il livello di efficienza raggiunto dalla nostra organizzazione antincendio, basata sul coordinamento di tutte le forze in campo: quelle di Regione, enti locali (con le squadre antincendio costituite da operai forestali) e dalle 1600 organizzazioni di volontariato antincendio. A questo si aggiungono le strutture nazionali di Corpo forestale e Vigili del fuoco con cui siamo convenzionati. Grazie a queste forze coordinate in Toscana l’80% degli incendi viene spento entro le sei ore, e raramente i danni superano l’ettaro di terreno. E’ una capacità, questa cresciuta e migliorata nel tempo: negli anni ’70-’80 gli incendi bruciavano anche 15mila ettari in un anno in Toscana, negli ultimi 4 anni si è andati sempre largamente al di sotto dei 1. 000”. Queste peculiarità, ha detto l’assessore, spiegano l’autentico baratro che divide i dati toscani da quelli nazionali: mentre in Italia gli oltre 7mila incendi hanno mandato in fumo da gennaio a agosto 53. 700 ettari di foreste, nella nostra regione i primi otto mesi del 2007 hanno registrato solo un lieve incremento degli incendi rispetto al 2006 (556 in tutto), per una superficie interessata di poco superiore ai 640 ettari. Le percentuali rendono ancora di più l’idea: qui gli incendi hanno riguardato lo 0,05 della superficie boscata, 20 volte in meno del dato nazionale. In Toscana la superficie media colpita da un incendio è stata di poco superiore a un ettaro (1,16), in Italia di 7 ettari e mezzo. Se quindi il nostro Paese ha perso autentici polmoni verdi (gli incendi sono aumentati del 70%, la superficie boscata del 330%) la Toscana ha mantenuto la quasi totalità dei suoi 1. 150mila ettari di foreste, che da sole costituiscono il 13% di tutto il patrimonio nazionale. “Anche per noi sono stati mesi difficili – ha aggiunto l’assessore –soprattutto per le caratteristiche climatiche di un’annata a bassa piovosità e con incremento delle temperature, ideale humus per gli incendi. Proprio per questo voglio ringraziare tutti gli operatori antincendio che hanno lavorato con tanta professionalità e impegno”. L’assessore evidenzia anche che, quello di oggi, non è un bilancio finale: “Dobbiamo tenere sempre alta la guardia”. Non a caso è continuato fino a sabato scorso il periodo dichiarato di alto rischio (e le province di Pisa e Livorno lo hanno protratto sino a fine mese). Scheda Gli ultimi dati e la descrizione dell’azione antincendio in Toscana, Il 2007 degli incendi, più numerosi ma sempre meno estesi , 556 incendi, 341 a luglio e agosto, colpito in media 1 ettaro di bosco. Firenze 556 incendi che hanno interessato 647 ettari di bosco, per una media di 1,16 ettari a incendio: è questo il bilancio dei primi 9 mesi del 2007 sul fronte antincendi (i dati sono aggiornati al 24 settembre). Considerate le caratteristiche metereologiche di questa annata (scarsissima piovosità e aumento delle temperature), e visto quanto avvenuto in molte altre regioni italiane, la Toscana ha saputo tenere ben alta la sua guardia dalle fiamme: si è registrato solo un lieve incremento rispetto allo stesso periodo del 2006. Solo in due casi gli incendi hanno riguardato aree superiori a 50 ettari (a Coreglia Antelminelli il 14 marzo e a Pergine Valdarno il 17 luglio), e in altri 7 ai 10 ettari: a Camaiore e Bagni di Lucca in lucchesia, a Massa (2 volte), a Roccalbegna (Grosseto), a Rufina e Calenzano (Firenze). A livello provinciale il maggior numero di incendi boschivi si è registrato nella provincia di Firenze (91), seguita da Arezzo con 87 e Lucca con 85, mentre per quanto concerne le superfici boscate percorse la provincia più colpita è stata Lucca con 196 ettari seguita da Arezzo (131) e Firenze (89). Gli incendi si sono concentrati nel cuore dell’estate: tra luglio e agosto sono stati ben 341, che hanno interessato 402 ettari di bosco. Il personale impegnato e i mezzi Anche in quest’estate al cuore dell’organizzazione c’è stata la Sala operativa antincendi coordinata congiuntamente da personale della Regione, del Corpo forestale, dei Vigili del fuoco e del volontariato che ha garantito l’attività decisionale. Sul territorio le Province, le Comunità montane ed i Comuni hanno avuto a disposizione 540 operai forestali per servizi di prevenzione e repressione. Altra froza determinante, oltre a quelle istituzionalmente preposte al servizio, quella rappresentata dai 3. 200 volontari. Anche nell´estate 2007 la Toscana ha potuto contare su una forza di intervento che dispone di 10 elicotteri per la repressione degli incendi, di 2 elicotteri per il coordinamento e l´avvistamento, di 1. 300 mezzi terrestri. La normativa Anche la legge è stata un efficace presidio antincendio. La normativa regionale (basata sulla legge nazionale n. 353 del 2000) prevede che nelle aree bruciate siano vietate l’edificabilità (per 10 anni), il pascolo (10 anni), la trasformazione del bosco in altra coltura (15 anni) e la caccia (limitatamente alle aree boscate). Le norme sono molto stringenti anche per tutti coloro che cooperano all’azione antincendio e che, teoricamente, potrebbero trarre vantaggio da un incremento dell’attività: così, per esempio, il servizio aereo di supporto all’antincendio riceve un corrispettivo che è indipendente dal numero e dall’entità degli eventi. Inoltre tutti gli interventi sia di prevenzione che di ripristino sono effettuati con maestranze forestali assunte con contratti a tempo indeterminato, senza effettuare appalti o affidamenti a strutture esterne; e ancora i volontari convenzionati non ricevono rimborsi personali, ma unicamente contributi alle associazioni di appartenenza. Sempre in un’ottica di prevenzione sta progressivamente aumentando la percentuale dei Comuni toscani che hanno realizzato il catasto delle aree percorse dagli incendi boschivi: sono il 60%, entro la fine dell’anno raggiungeranno il 70. La Regione attiverà un progetto per la definizione dei rilevamenti in modo da omogeneizzare i procedimenti. .  
   
   
SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA: CONSERVE DI POMODORO E VERDURA  
 
Nel 2007, sulla base dell’evoluzione del consumo dei primi 7 mesi dell’’anno, si attende una flessione della domanda settoriale del 3-4% in termini reali, leggermente più accentuata per la linea rossa. Tra i segmenti registreranno l’evoluzione maggiormente negativa le passate arricchite; anche i pelati proseguono nel vistoso trend discendente mentre per polpe e passate la flessione sarà meno pronunciata. Negativo anche il trend atteso per il concentrato. Nell’ambito della linea verde le flessioni saranno meno acute rispetto ai derivati del pomodoro ed infatti il segmento che registrerà il calo più accentuato sarà quello dei piselli (-5%), mentre per gli altri legumi/vegetali (carotine, mix, ecc. ) si registrerà un incremento. Dati di sintesi, 2006
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 1. 588,9
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 828,2
Variazione media annua del mercato 2006/2002 (%):
· in quantità -0,3
· in valore 0,5
Previsioni di evoluzione del mercato(a) (%):
· 2007/2006 calo
· medio periodo stabilità
a) - in volume .
 
   
   
“WORLD TRADE CENTER" DI LILLE, IN FRANCIA, ACCOGLIE ALCUNE AZIENDE VALDOSTANE DI PRODOTTI DOP  
 
L’assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali comunica che mercoledì 26 settembre, il “World Trade Center” di Lille, in Francia, accoglie alcune aziende valdostane di prodotti Dop, che in quella sede incontrano i professionisti del settore agroalimentare della Francia del nord. L’iniziativa, organizzata dall’Assessorato in collaborazione con l’Espace Vallée d’Aoste di Parigi, rientra nel quadro della convenzione siglata tra l’Istituto per il Commercio Estero (Ice) e la Regione Autonoma Valle d’Aosta per l’apertura delle aziende valdostane ai mercati esteri. Il “World Trade Center” di Lille, membro della rete mondiale “World Trade Centers Association”, è stato scelto per il suo ruolo di eccellenza quale centro di affari e punto di incontro per le aziende francesi ed estere, nel perseguimento di contatti commerciali nella Francia settentrionale. L’iniziativa di Lille si inserisce in un articolato programma che l’Assessorato sta seguendo da più anni, in stretta collaborazione con l’Espace Vallée d’Aoste e l’Ice, per promuovere le aziende valdostane di prodotti Dop sul mercato francese. Il progetto ha visto in passato la realizzazione di iniziative commerciali ai mercati generali di Parigi e di azioni di divulgazione attraverso la pubblicazione di pubbliredazionali su riviste di settore e di dépliant informativi, per poi focalizzarsi, quest’anno, sulla ricerca di nuovi mercati al di fuori dell’area parigina. Altre iniziative sono previste entro la scadenza dell’attuale convenzione, alla fine del prossimo mese di maggio. .  
   
   
MIRACOLO A MILANO: RESTAURANT SHOW – UN NUOVO SPAZIO INTERATTIVO DI ATMOSFERA E TALENTI ARTISTICI , DOVE ANCHE IL PUBBLICO E’ PROTAGONISTA  
 
“Miracolo a Milano è un Unicum nel panorama dei locali milanesi: un luogo di incontro, un ristorante, un locale dove lo spettacolo vive tra il pubblico, in cui Musica, Arte e Gusto abbracciano gli ospiti . “E’ anche uno nuovo Spazio per i Talenti Artistici e Musicali sia da scoprire che da riscoprire,”dice Rudy Margara, produttore artistico, noto per aver creato, a suo tempo, il celeberrimo Cà Bianca , da cui erano usciti i più grandi mattatori del cabaret italiano. Miracoloamilano consente di condividere momenti da ricordare , ritrova il valore del ‘convivium’ cum-vivere- vivere assieme il meglio dell’arte, della musica, del cabaret, del musical, del ballo e del teatro: un mix di emozioni offerte al pubblico, in un’atmosfera interattiva e con un ristorante di alta qualità che offre piatti della migliore tradizione culinaria italiana. “Insieme a Luciano Tallarini, art director che si è sempre dedicato al mondo dello spettacolo,”, dice Rudy Margara,” abbiamo voluto creare e dare voce ad una nuova tendenza dell’intrattenimento: l’idea base del progetto è questo Restaurant Show di grande atmosfera in cui oltre a gustare piatti di cucina raffinata , ci si può divertire godendo anche di uno spettacolo di qualità variegato, diverso di sera in sera, a seconda del calendario degli artisti presenti”. Il nome del locale parla da sé, richiama l’omonimo film italiano del 1951 diretto dal regista Vittorio De Sica. Il film si sviluppa come una favola ed ha per protagonista un ragazzo orfano che sogna un mondo dove «Buongiorno voglia davvero dire buongiorno». Il ragazzo fa amicizia con dei barboni e sarà lui a guidarli nel finale in una piazza del Duomo piena di netturbini a cui ruberanno le scope per volare via a cavallo delle stesse, verso quel paese immaginario tanto desiderato. La scena di questo "decollo" non solo è molto bella e persino commovente, e fu ripresa anche da un altro grande regista come Steven Spielberg che l´ha fatta sua nel film E. T. , nell´altrettanto famosa scena dei ragazzini su biciclette volanti. “Il nostro locale, a distanza di quasi sessant’anni dall’uscita del lungometraggio,” dice Rudy Margara,” si ispira a quel film coraggioso. Per noi non solo il Buongiorno deve voler dire Buongiorno ma anche la Buonasera e la Buona Serata deve ritrovare il Gusto della vita, in questa nostra Milano, così sempre di corsa e caotica. Il nostro è un ambiente di calore, di passione per la musica, per il sano gusto del palato e dei 5 sensi. Inoltre è uno Spazio poliedrico in cui vengono proiettati , durante le cene , anche immagini di altri film d’epoca, abbinati a brani di notissimi musical. Facciamo periodiche selezioni di artisti quali attori-trasformisti, cabarettisti, giocolieri, mimi, maghi, imitatori, musicisti e uno splendido quartetto di ballerine si alterna magistralmente in una originalissima riedizione del tanto amato Varietà il sabato sera”. Miracoloamilano è anche a disposizione di aziende, enti, privati che possono utilizzare la location per organizzare meeting personalizzati, grazie alla tecnologia che il locale offre (possibilità di proiettare video, etc. ) e alla sua struttura con palco e due ampie sale ben strutturate anche tecnologicamente. Www. Miracoloamilano. Com . .  
   
   
FIERA DI FORLÌ: IL 2007 SEGNA LA RIPRESA DELL’AVICOLTURA ITALIANA: SE NE PARLA A FIERAVICOLA 2007, DAL 26 AL 29 SETTEMBRE ALLA FIERA DI FORLÌ  
 
Circa 250 espositori rappresentativi dell’intera filiera e un centinaio di operatori stranieri da Est Europa, bacino Mediterraneo e India – Verrà presentata la ricerca condotta da Foodlab per capire se “gli italiani conoscono davvero i loro polli” Gli italiani hanno ricominciato a mangiare pollo. Nel 2007 la ripresa dell’avicoltura in Italia è confermata dai dati sulla macellazione, che per il primo semestre 2007 (percentuale sul 2006) presentano per l’Avicolo un +23% di capi e +23,2% di peso morto. Nel 2006 le macellazioni a livello nazionale hanno raggiunto i 372 milioni di capi avicoli (-8,9% sul 2005). Attualmente rispetto alla media degli ultimi 5 anni le macellazioni sono superiori dell’ 11% per i polli, ma inferiori del 3% per i tacchini. Il prezzo del pollo nel 2007 è superiore del 26% al prezzo 2006: l’ultima quotazione registrata al Mercato Avicunicolo di Forlì il 17 settembre indica il prezzo del broiler a 1,18 Euro/kg. Ma l’avicoltura si trova ora a dover fare i conti con la crescita dei prezzi dei cereali che incidono sui costi di produzione: in Italia, i mangimi per le ovaiole sono superiori del 17% rispetto allo stesso periodo del 2006; quelli per i broiler sono superiori del 16% (giugno 2007 su giugno 2006). Dell’andamento del settore avicunicolo, della ripresa dei consumi, della sicurezza delle carni avicole a tutela del consumatore si parlerà alla 45° edizione di Fieravicola, mostra internazionale avicola e cunicola in programma alla Fiera di Forlì dal 26 al 29 settembre 2007. La cerimonia di apertura è in programma mercoledì 26 settembre alle ore 16 alla presenza del Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro. A Fieravicola, una delle più importanti fiere B2b specializzate in Europa, sarà presente l’intera filiera, dagli allevamenti, incubatoi, mangimifici, attrezzature e impiantistica (per allevamento, macellazione, trasformazione, confezionamento) al trasporto e logistica, packaging, alla farmaceutica e naturalmente ai marchi nazionali del prodotto finito e elaborato, al settore uova. Sono circa 250 gli espositori, un 20% dei quali sono ditte straniere, per questa edizione che saluta la ripresa della avicoltura italiana dopo la pesante crisi verificatasi a cavallo del 2005 e 2006. Fieravicola sarà sede di importanti momenti di incontro professionale per gli imprenditori, gli operatori economici e scientifici, gli esperti di marketing e comunicazione, i referenti istituzionali. La prima edizione biennale di Fieravicola si caratterizza per la forte e accresciuta impronta internazionale: in collaborazione con la Camera di Commercio di Forlì-cesena, è stato messo a punto un intenso programma articolato di incontri, individuali e collettivi, seminari tecnici e visite alle aziende che coinvolge un centinaio di operatori provenienti da una ventina di Paesi. Gli operatori stranieri, quasi tutti in rappresentanza di aziende, provengono dal bacino del Mediterraneo (Egitto, Siria, Tunisia, Turchia, Giordania, Algeria), dall’Est Europa (Russia, Ucraina, Lituania), dall’Europa comunitaria (Germania, Francia, Spagna, Grecia, Polonia, Ungheria), dall’India, e sono interessati a sviluppare scambi commerciali sia nell’ambito delle attrezzature che del prodotto finito. Particolarmente ricca l’agenda dei convegni, nel corso dei quali saranno approfonditi temi quali la qualità del prodotto, la sicurezza alimentare, le strategie di marketing del comparto, accanto alla trattazione di problematiche scientifiche e tecniche, che interessano soprattutto la scienza veterinaria e le normative ambientali. In particolare, nella tavola rotonda "Tendenze innovative nel settore delle carni avicole di qualità per il consolidamento di un successo di mercato" - organizzata dalla Fiera di Forlì con il contributo della Camera di Commercio di Forlì Cesena, il prof. Daniele Tirelli presenterà una ricerca originale condotta da Foodlab su un panel rappresentativo dei consumatori italiani, che mette a fuoco il loro vissuto e i loro comportamenti nei confronti delle carni di pollo. Emergono interessanti spunti per parlare delle tendenze dei mercati nazionale e internazionale, rivelando quanti luoghi comuni (con qualche sorpresa) albergano ancora nelle opinioni degli italiani e cercando di capire se “gli italiani conoscono davvero i loro polli”. Fieravicola 2007 ospita anche quest’anno l’esposizione di animali vivi dedicata alle razze cunicole, avicole e colombofile, organizzata da Anci-aia, A. M. A. C e da Apa Forlì, aperta fino al 30 settembre. Il programma completo di Fieravicola è consultabile sul sito www. Fieravicola. Com. Www. Fieravicola. Com .  
   
   
IDENTITÀ, L’ARMA VINCENTE PER AFFERMARE IL VINO ITALIANO NEL MONDO ALLA CONVENTION FOOD&WINE IL PARERE DEGLI STRANIERI SULL’IMMAGINE DEL VINO ITALIANO ED IL CONFRONTO TRA LE ORGANIZZAZIONI IMPEGNATE NELLA PROMOZIONE.  
 
Si è chiusa la “Worldwide Convention Food&wine”, il grande evento internazionale che ha coinvolto in Abruzzo oltre 100 tra operatori, trade analyst e giornalisti provenienti da 40 Paesi stranieri e dall’Italia insieme ai massimi rappresentanti nazionali delle organizzazioni del settore e delle istituzioni. L’iniziativa, organizzata dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Abruzzo, dall’Arssa Abruzzo e dall’Istituto per il Commercio con l’Estero (Ice), ha fornito spunti importanti sugli indirizzi da adottare per consolidare la posizione del made in Italy agroalimentare nel mondo, partendo ovviamente dal vino quale prodotto di eccellenza del comparto. “Si è trattato di un’occasione straordinaria per comprendere quale sia la percezione del vino italiano all’estero – ha commentato l’assessore regionale Marco Verticelli, responsabile della promozione nella Conferenza degli assessori regionali – e quali potrebbero essere le politiche e le strategie necessarie per migliorare i rapporti tra la nostra produzione, i consumatori e i nostri competitors. E’ emersa da un lato la necessità di intercettare nuove fasce di consumatori ma anche la necessità di fare squadra in una fase delicata nella quale si discutono le nuove regole per la vitivinicoltura a livello comunitario”. Nella tavola rotonda dal titolo “L’immagine del vino italiano”, svoltasi giovedì 13 settembre alla Badia di Corropoli (Teramo), nove esperti, importatori e giornalisti dei cinque continenti hanno analizzato l’immagine del vino italiano nelle rispettive aree di mercato – Stati Uniti, Canada, Russia, Brasile, Giappone, Svezia, Corea, Germania e Regno Unito – ed hanno evidenziato la crescita continua dell’export del vino italiano negli ultimi anni, con un andamento dettato dal forte appeal dell’italian style, un modo di vivere che si traduce nella ricerca del buon cibo e dell’ottimo vino, specie tra il pubblico più giovane. Il consumatore oggi vuole maggiore informazione – hanno detto i nove relatori moderati dal giornalista Daniele Cernilli – e nei prodotti cerca sempre più autenticità, qualità e originalità, caratteristiche intrinseche dei prodotti italiani. “In un mercato sempre più globalizzato, dove la politica commerciale dei Paesi del nuovo mondo è sempre più aggressiva – ha sintetizzato il giornalista canadese Nick Hamilton nella sua approfondita analisi – l’Italia, pur vantando un’ampia diversificazione produttiva grazie all’unicità dei territori e quindi dei suoi vini, rischia di perdere ulteriore terreno se non si rinnoverà nelle politiche di marketing collettivo, il che significa un approccio mirato per i diversi mercati di riferimento a seconda se si tratti di mercati tradizionali o nuovi, l’adattamento alla cucina locale dove si esporta e non solo a quella italiana, ma anche semplificazione e chiarezza delle etichette, innovazione nel packaging e maggiore ispirazione alle modalità di consumo delle nuove generazioni”. Queste posizioni sono state affrontate com’era nelle previsioni nel convegno dal titolo “Made in Italy o…made in Doc? Obiettivi e strategie per la promozione del vino italiano”, svoltosi due giorni dopo, sabato 15 settembre a Pescara, alla presenza dei rappresentanti delle organizzazioni nazionali della filiera vino e delle istituzioni, tutti concordi nel dichiarare come necessaria la costituzione di una cabina di regia per la promozione dell’agroalimentare italiano all’estero che sappia sintetizzare obiettivi e strategie ed ottimizzare le risorse nazionali e comunitarie a disposizione. “In un mercato sempre più globalizzato occorre puntare sul valore identitario delle produzioni – ha ribadito in apertura l’assessore all’agricoltura della regione Abruzzo Marco Verticelli – ma occorre fare attenzione nelle scelte, perché se da un lato non credo che il nostro Paese debba puntare sull’Igt Italia, a differenza di quanto sta succedendo in Francia o in Spagna, dall’altro è anche vero che molte Doc esistono solo sulla carta, che c’è una frammentazione alla quale non corrisponde una reale diversità produttiva o di territorio da far valere utilmente sul mercato. L’abruzzo in questo è stato coerente perché ha puntato sul binomio vitigno-territorio con le due Doc che ne portano il nome, Montepulciano d’Abruzzo e Trebbiano d’Abruzzo, che negli ultimi anni hanno guadagnato quote di mercato facendo valere il favorevole rapporto tra quantità, qualità e prezzo”. Se secondo Roberto Lovato dell’Ice “accanto al made in Italy e al made in Doc va considerato anche il made in brand, ossia il posizionamento delle aziende, e tutti e tre possono convivere e aiutarsi a vicenda perché non sono incompatibili”, il vice presidente di Assoenologi Alberto Mazzoni ha ribadito come “l’Italia deve far valere la sua antica tradizione enologica di qualità e la sua immagine complessiva, ma deve avere un occhio attento alla capacità di spesa del consumatore”. Piuttosto decise le opinioni di Enrico Drei Donà, consigliere dell’Unione italiana vini e presidente dell’Agivi, secondo il quale “La riforma dell’Ocm arriverà a nuocere la capacità di penetrazione sui mercati ed è per questo che non è più rinviabile l’idea di un lavoro in squadra per una visione integrata della promozione italiana finora non si è mai verificata” e quella del vice presidente di Federdoc Francesco Liantonio, che ha spiegato l’importanza di rafforzare le regole e di puntare sulle doc proprio perché rappresentano il patrimonio nazionale, lasciando meno spazio alle produzioni indifferenziate che rappresentano una visione ristretta e poco lungimirante della produzione italiana. Siamo preoccupato delle posizioni dell’Europa che tiene troppo conto dei valori del nuovo mondo e del nord e poco dei Paesi storici, tanto che ha stanziato 120 milioni di euro per la promozione del vino, assegnandone 29 all’Italia e 20 alla Gran Bretagna che non produce vino”. Una visione confermata da Flavio Tattarini, Presidente dell’Enoteca Italiana, il quale ha sottolineato che “occorre valorizzare le unicità del territorio italiano e considerare la frammentazione italiana come una ricchezza che deve essere però organizzata. E’ pertanto necessario individuare un soggetto che possa coordinare la promozione del vino italiano ma anche affiancare all’informazione la necessaria formazione sia degli operatori sia dei consumatori dei nuovi mercati”. Giorgio Serra, nell’illustrare il ruolo di Buonitalia, ha sottolineato l’importanza della distribuzione e della ristorazione italiana, ed ha annunciato un incontro del 1 ottobre per studiare gli strumenti da mettere in campo anche per il restyling delle enoteche regionali come valido supporto alle iniziative nazionali. “Il vino è plurale ed evoca i temi della diversità e dell’identità – ha concluso il Sottosegretario al Ministero delle Politiche agricole Guido Tampieri – e si tratta di principi durevoli in epoca di globalizzazione che deve essere affrontata con regola precise. L’identità è la chiave di lettura, non considerata frammentazione ma sintesi, ma occorre lavorare di più sulla provenienza delle nostre produzioni, perchè all’estero spesso viene apprezzato un prodotto ma non si conosce la sua provenienza che per noi invece deve rappresentare il valore aggiunto da tenere in alta considerazione perché aumenteranno le esportazioni e non i consumi interni. Dopo la battuta di arresto del 2003, nel 2006 l’export italiano è aumentato dell’11% in volume e del 5,8% in valore mentre nel 2007 siamo arrivati rispettivamente al 19% e al 15%, dati che confermano lo stato di forma del settore. Occorre produrre meno quantità e più qualità perché dei 3,1 milioni di euro vini esportati, 1,8 milioni non è doc. E’ un settore sano e vitale ma che si trova ad affrontare la nuova Ocm per la quale perderemo alcune partite, come nel caso dello zuccheraggio che difficilmente potremo impedire”. .  
   
   
IL TRIONFO DEL LODIGIANO VA IN TAVOLA CON LA 19A RASSEGNA GASTRONOMICA  
 
La qualità è l’imperativo per la 19a edizione della Rassegna Gastronomica del Lodigiano. La tradizione dei prodotti tipici si sposa con l’innovazione culinaria dei migliori cuochi del territorio La Rassegna Gastronomica del Lodigiano arriva al suo 19o appuntamento autunnale consecutivo con gli appassionati della buona tavola: dal prossimo 6 ottobre fino al 9 dicembre, in 27 ristoranti del territorio saranno presenti a menu oltre 250 diversi piatti, tutti accomunati dalla grande attenzione alle tipicità certificate del Lodigiano. Gli almeno 50 mila clienti attesi potranno scoprire il Lodigiano a tavola e non solo. Tradizione e tipicità Il legame con il territorio, infatti, quest’anno è ancora più forte e… certificato! Come consuetudine, i migliori cuochi della provincia andranno a reinterpretare la tradizione culinaria lodigiana puntando soprattutto sulla genuinità delle materie prime della zona. Quest’anno, però, ogni menu della Rassegna è impreziosito dall’utilizzo garantito di almeno tre prodotti segnalati con il marchio di qualità Lodigiano Terra Buona, il protocollo provinciale che fissa i parametri di controllo sul processo produttivo e sul prodotto finito, a tutela della qualità e come garanzia per il consumatore. Inoltre, quasi tutti gli aderenti alla Rassegna, 21 su 27, propongono nel calendario anche speciali menu “Antichi Sapori”, a prezzi contenuti e con un’attenzione ancora più forte alla tradizione gastronomica contadina lodigiana, sia nell’utilizzo delle materie prime sia nella scelta e nell’interpretazione dei piatti proposti. Il territorio in mostra Anche quest’anno si conferma l’abbinamento tra buona tavola e scoperta del territorio. Infatti, nello stesso periodo della Rassegna Gastronomica, l’assessorato alla Cultura della Provincia di Lodi ha predisposto il calendario di eventi della manifestazione “Il Lodigiano e i suoi tesori”. Tutte le domeniche, dopo il pranzo della Rassegna o prima di mettersi a tavola per cena in uno dei ristoranti lodigiani, i visitatori del territorio potranno assaporare itinerari e visite guidate gratuite con concerti e spettacoli presso monumenti, musei e aree naturalistiche del Lodigiano. Un’anteprima dei classici nel piatto L’inizio non può essere che con la sottile sfoglia di grana giovane, la raspadüra tipica lodigiana, un po’ di polenta e lardo venato oppure con la selezione Ludesana di salumi. Cotechino e frittate, soprattutto di verdure, sono altri antipasti classici del territorio. Il primo piatto è di rigore il risotto, giallo con ossobuco oppure il più tipico con pannerone e pere, oppure con pannerone abbinato con fantasia ad altre materie prime. Non mancano lasagnette e gnocchetti, ma l’altro piatto caratteristico prevede i ravioli, liberamente interpretati. Medaglioni di filetto di maialino, lonza in umido, filetto di vitello, stracotti di manzo e brasati: il secondo piatto è il trionfo della carne, meglio se cotta lentamente o comunque bagnata da un po’ di rosso San Colombano. Difficile che manchi la polenta. Granone, raspadüra e stracchino lodigiano sono i protagonisti tra i numerosi formaggi che il territorio e le tavole della Rassegna propongono. Dolci classici sono lo “Stracchin Gelad” (magari con salsa calda al cioccolato), il biscotto Codogno e soprattutto la Tortionata, ma ai cuochi piace spaziare con la fantasia. Elemento principe, però, è quasi sempre il mascarpone lodigiano, proposto a corredo o come base di molte preparazioni. Ogni piatto potrà trovare il migliore abbinamento con le varie declinazioni del vino del territorio, prodotto sulle colline tra San Colombano al Lambro, Graffignana e Miradolo Terme, da secoli zona vitivinicola d’elezione e dal 1984 luogo di produzione del San Colombano Doc. Ogni ristorante è presente nel calendario della Rassegna in date diverse secondo le proprie disponibilità di cucina. Ogni menu comprende una bottiglia di vino San Colombano e una bottiglia di acqua S. Pellegrino o acqua Panna ogni due persone e caffè. Su prenotazione, i ristoranti dedicano menu ridotti e a prezzo fisso per i bambini. Info@stradasaporilodigiani. It .  
   
   
I SAPORI DEI PARCHI METTERANNO A TAVOLA NEI RISTORANTI DEL BUON RICORDO 15 000 COMMENSALI 9 NOVEMBRE 2007  
 
15 000 commensali, riuniti idealmente dal Nord al Sud Italia, per gustare i piatti preparati con prodotti tipici del Parco Nazionale dei Monti Sibillini: così, il 9 novembre, il Touring Club Italiano festeggia il suo 113°compleanno negli oltre 120 ristoranti del Buon Ricordo della penisola. “Attraverso un Paese e la sua cucina” (questa la denominazione dell’iniziativa con cui, fin dal 1984, Tci e Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo promuovono la gastronomia tipica e l’enologia italiane) si rinnova e si arricchisce da quest’anno di un importante sottotitolo, che recita “I sapori dei Parchi”. Non più dunque, come era ormai tradizione, un omaggio alla gastronomia di una regione italiana, ma piuttosto - grazie al Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare- ai gusti genuini, e ancora a volte in parte sconosciuti, dei Parchi Nazionali italiani. Un contributo alla conoscenza del patrimonio italiano non solo culinario ma anche culturale, un invito alla tutela delle tradizioni, della tipicità, dell´ospitalità che lo rendono unico al mondo. La prima tappa di questo giro d’Italia che nei prossimi anni farà perno sulle aree protette più affascinanti della penisola, sarà dedicata dunque al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, meno conosciuto rispetto ai parchi storici di più antica fondazione, ma con una produzione agro-alimentare molto varia, un’estensione ragguardevole e una notevole ricchezza di attrazioni ambientali e storiche. I suoi prodotti tipici, salumi e formaggi, golosità tradizionali, vini e dolci riuniranno quindi simbolicamente attorno alla stessa tavola i soci del Touring, amici e simpatizzanti dei ristoranti del Buon Ricordo e collezionisti dei tradizionali piatti in ceramica: a ricordo dell’evento, secondo la tradizione del Buon Ricordo, i commensali riceveranno il piatto artigianale realizzato appositamente per l’evento decorato a mano dai ceramisti di Vietri sul Mare, che rappresenterà, col solito inconfondibile stile, il parco e i suoi prodotti simbolo. Ad accogliere i partecipanti saranno i Consoli Touring, insostituibili rappresentanti del Sodalizio, le autorità locali con le quali il Tci realizza le sue attività di valorizzazione del territorio e, naturalmente, i titolari dei ristoranti. Si consiglia di prenotare la cena dopo aver verificato l’adesione del locale prescelto alla manifestazione. L’elenco dei ristoranti è disponibile sui siti www. Touringclub. It e www. Buonricordo. Com. “Attraverso un Paese e la sua cucina” è un “viaggio” che il Touring Club Italiano e l’Unione Ristoranti del Buon Ricordo hanno intrapreso insieme da anni per promuovere un turismo attento a valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese, la conoscenza dei luoghi e la cultura dell’ospitalità italiana, nella quale i prodotti agro-alimentari ed enogastronomici svolgono un ruolo sempre più importante. “Ora intendiamo fare un passo avanti, andare oltre la pur autentica e valida ricchezza di prodotti regionali italiani - spiega il presidente dell’Urbr Ovidio Mugnai- Il nostro obiettivo è dare un contributo allo sviluppo autentico sia del turismo sia della diffusione e conoscenza dei prodotti agroalimentari di territori protetti e tipicizzati, quali sono appunto quelli che rientrano nei confini dei Parchi Nazionali. ” E’ parere condiviso che, per una corretta fruizione delle aree protette al fine di diffondere una sensibilità e cultura naturalistica e una adeguata educazione ambientale, è necessario organizzare e promuovere nei Parchi un turismo rispettoso e non invasivo, che vada a beneficio delle popolazioni residenti e che fra l’altro valorizzi i prodotti tipici dell’agricoltura di qualità, che il Parco protegge, favorisce e propone. Il Touring Club Italiano e l’Unione dei Ristoranti del Buon Ricordo si riconoscono istituzionalmente in questi obiettivi: due associazioni senza scopo di lucro, la prima dedicata da più di un secolo proprio allo sviluppo di un turismo di conoscenza di elevato valore socio-culturale, la seconda che da 43 anni riunisce e promuove, attraverso i suoi oltre 120 ristoranti associati, distribuiti su tutto il territorio nazionale, la valorizzazione di una “cucina del territorio” di alta qualità statutariamente legata ai prodotti e alle tradizioni locali. Informazioni: Unione Ristoranti del Buon Ricordo, C. So Italia 10, 20122 Milano, tel. 02 80582278, www. Buonricordo. Com, e-mail: info@buonricordo. Com .  
   
   
LA FESTA DELL’OLIO D’OLIVA ALL’ALBERGO VILLA MARTA A LUCCA I WEEK END DEL 16/17 NOVEMBRE, 30 NOVEMBRE/1° DICEMBRE, 7/8 E 14/15 DICEMBRE 2007 SI CELEBRA L’OTTIMO OLIO DI OLIVA DELLA LUCCHESIA.  
 
Non solo sull’insalata. L’olio, quello buono, si gusta anche con la “fettunta”, versione toscana della bruschetta, cioè una fetta di buon pane casalingo toscano (che come noto non è salato), si abbina bene alla carne alla griglia, alle panzanelle con il pomodoro fresco, e condisce divinamente il minestrone di legumi, la pappa al pomodoro e i fagioli cannellini bolliti “al fiasco”. Se ne volete sapere di più e volete non solo assaggiare la nuova annata ma imparare a cucinare con l’olio di Lucca, venite al country resort Villa Marta, alle porte della splendida Lucca. Qui potrete partecipare alle degustazioni e al mini-corso di cucina tenuto nel nuovo Ristorante “Botton d’Oro” dell’Albergo Villa Marta, guidato dalla giovane chef Chiara Dal Porto insieme alla cugina Alessia Martinelli, che con il marito Andrea gestisce l’hotel. Degustazioni e corsi si tengono in quattro week end a partire da metà novembre. Inizia invece il 1° novembre in città la manifestazione “L´olio ed i Tesori di Lucca”, una promozione dei tesori storici, artistici, culturali e valorizzazione della produzione dell’olio d’oliva extravergine della Lucchesia, che comprende mostre-mercato, esposizioni, degustazioni e visite guidate. Assaggiare, Degustare, Assaporare… Il Nuovo Olio All’albergo Villa Marta - Week-end 16/17, 23/24 Novembre e 30/1, 7/8 e14/15 Dicembre Il pacchetto include: 2 notti in camera doppia Classica; Colazione a buffet; Degustazione dell´olio con la tipica "Bruschetta" lucchese; Una cena a lume di candela al nostro ristorante Botton d’Oro con degustazione olio e vino delle colline lucchesi (bevande incluse); Noleggio gratuito delle biciclette; Alcuni prodotti tipici in omaggio; Materiale illustrativo per la visita di frantoi e fattorie. Cucinare Con L´olio D´oliva Durante i suddetti week-end su richiesta è possibile organizzare corsi di cucina per un minimo 4 persone. Il corso si svolge nella mattinata per circa 3 ore, dopodiché, per pranzo, vengono serviti i piatti cucinati. Quella della Lucchesia è una cucina saporita e sana. Il suo carattere è principalmente rustico, ma il risultato è gustoso e raffinato, realizzato con prodotti genuini che vengono dalla collina e dalla montagna. La base del condimento è soprattutto l’eccellente olio di oliva crudo locale, che insaporisce le zuppe a base di verdura e legumi, l’eccezionale carne toscana e il pesce del suo mare. L’olio della Lucchesia è apprezzato dagli intenditori per la perfezione del suo sapore fruttato molto leggero, per la sua morbidezza e per il suo colore dorato con riflessi verdognoli. Pensate che è conosciuto in tutto il mondo fin dal Xix secolo e che compare addirittura nell’Oxford Dictionary of English come “Lucca oil”! L´olio Ed I Tesori Di Lucca – Promozione dei tesori storici, artistici, culturali e valorizzazione della produzione dell’Olio d’oliva extravergine, della Lucchesia dal 1° novembre 2007 al 1° gennaio 2008. La tipica cucina lucchese Si diceva che la base della cucina della Lucchesia sono le sane e rustiche zuppe. Ve ne sono di vario tipo, a seconda della prevalenza degli ingredienti utilizzati: verdure (cavolo nero, zucca, pomodoro, cipolla, ecc. ) e legumi (fagioli o farro). Il tutto insaporito dall’olio extra vergine di oliva e accompagnato da fette di fragrante pane toscano. La garmugia è una zuppa primaverile di antica tradizione preparata con cipolle, piselli, carciofi, asparagi, fave fresche, carne e brodo di manzo, pancetta e olio; si serve con crostini di pane casalingo abbrustolito. Altro piatto classico della tradizione lucchese è la farinata a base di fagioli, cavolo nero, lardo, pomodoro e farina di granturco. Originario della Garfagnana è il coccetto di polenta disposta in scodelle, alternata a strati di sugo di carne o di funghi e pecorino. Fagiolini, spinaci, carciofi, cavolfiori, bietole ed erbette di campo vengono utilizzati per preparare golosi sformati di verdura; in questo caso la verdura lessata e tritata viene unita a besciamella e tuorli d’uovo, messa in teglia, spolverata con pan grattato e infine passata in forno. Il castagnaccio è il dolce rustico per eccellenza ottenuto con farina di castagne, noci sgusciate, pinoli, scorze d’arancio, uvetta, rosmarino e olio. E-mail info@albergovillamarta. It - www. Albergovillamarta. It .  
   
   
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL BRODETTO E DELLE ZUPPE DI PESCE IL FORTINO NAPOLEONICO INCORONATO “IMPERATORE DEL BRODETTO”  
 
Dopo una quattro giorni di gare senza sosta e senza riposo il Festival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce ha un vincitore: è infatti salito sul podio d’onore lo chef Paolo Antinori del Fortino Napoleonico di Portonovo di Ancona. A seguire, un dignitosissimo secondo posto è andato alla regione Abruzzo con il Ristorante Esperia di San Vito Chetino e la sua chef Miriam D’angelo. Terzo posto invece per la zuppa di pesce dal caratteristico nome Calabro “U Quoddaru” dello chef Antonio Abbruzzino (già vincitore della terza edizione del Festival nel 2005) proveniente dal Ristorante La Rosa nel Bicchiere di Soveria Mannelli. Anche il Ristorante La Perla di Fano conquista il suo pubblico e raggiunge il quarto posto grazie alle due chef Ileana Puscas e Laura Maffei assieme allo chef consulente Steven Del Cipolla. La serata che ha incoronato i vincitori di Portonovo è stata ospitata all’Hotel Elisabeth 1, sabato 22 settembre, dove una platea di buongustai ha dato i propri voti alle due zuppe rimaste in gara, quella di Portonovo e quella Abruzzese, tra cui, vista l’alta qualità di entrambe, è stato difficilissimo assegnare un punteggio. Infatti, questa quinta edizione ha avuto sicuramente il merito di portare qui a Fano i migliori cuochi di zuppe di pesce d’Italia, che hanno arricchito, grazie ai loro piatti, la cultura gastronomica e i palati della città. Conditi anche gli interventi della serata, tra cui quello del Professor Corrado Piccinetti, Responsabile del Laboratorio di Biologia Marina di Fano e consulente per la trasmissione Rai Linea Blu, il quale ha commentato per i commensali le due diverse tipicità servite a tavola durante la serata, aggiungendo come anche il brodetto della tradizione si sia oggi evoluto fino a diventare un piatto dal sapore “globale”, vista la facilità con cui oggi è più facile reperire la materia prima, ovvero il pesce, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, rendendo, ad esempio, più sottili le differenze tra una zuppa ligure e dall’altro capo dello stivale una zuppa sicula. Ma il Festival Internazionale del Brodetto non è solo sfide, per questo, per tutta la giornata di oggi continua ai Giardini del Pincio la Festa Popolare della Cucina di Mare con tanti stand gastronomici aperti già dalle 11. 30 del mattino, lo Spazio creatività per bambini dalle ore 16, e letture sul mare per grandi e piccini grazie a “Mangiando il mare”. Così come continua oggi “Dalla Collina al Mare”, un nuovo gioco degustazione pensato e ideato per il pubblico della Festa Popolare, momento d’incontro per i prodotti dell’entroterra delle nostre vallate del Metauro e del Cesano della Cooperativa Altamarca con i prodotti ittici della marineria Adriatica. Il gioco permetterà ai partecipanti di sfidare i propri palati per riuscire a decretare quale tra i tanti prodotti esposti per la degustazione si abbina meglio ai vini proposti di volta in volta. Si attende con ansia anche l’esito della Disfida Casalinga, che si disputerà alle ore 17 ai Giardini del Pincio tra i cuochi di circoscrizione, che si daranno battaglia per cucinare il miglior brodetto popolare. I cinque in lizza per il titolo saranno tutti uomini: Rodolfo Francolini per la 1° Circoscrizione; Giordano Balestrini per la 3°; Luca Travaglini per la 4°; Palmerino Brocchini per la 5°; e infine Gastone Gasperi per la 6°. Al termine della gara tra casalinghi si svolgeranno le premiazioni della Disfida nazionale. Www. Festivalbrodetto. It .  
   
   
COCOFUNGO 2007: ARTE IN CUCINA UN FILMATO RACCONTA IL VIAGGIO DEI COCOSETTE ALLA RICERCA DELL’ISPIRAZIONE FRA LE STATUE DEL CANOVA E GLI STUDENTI DI DESIGN  
 
Cucina e arte. Un confronto complicato quello che si sono ripromessi di affrontare gli chef del Cocofungo, omaggiando in questa 31. Edizione due illustri personaggi dello storia artistica e culturale trevigiana, lo scultore Antonio Canova e il poliedrico scrittore e appassionato gastronomo Giuseppe Mazzotti, proponendo ognuno una delle ricette delle tradizione veneta care al Mazzotti, ma rivisitata secondo l’eleganza formale del Canova. Una sfida non facile, ma accolta con entusiasmo e impegno, tanto da portarli a cercare ispirazione nella “casa” delle opere del Canova, la Gipsoteca di Possagno, e nella Scuola Italiana Design, per trovare stimoli e direttive per la realizzazione del piatto. Un “viaggio nell’arte” ricco di emozioni, raccontato da un video di pochi minuti, in grado di cogliere e comunicare l’intensità di un’esperienza emozionante e suggestiva, che ha messo gli uni di fronte agli altri, gli artisti della tela e gli artisti della tavola. Il video segue dapprima, passo passo, i Magnifi Sette ristoratori della manifestazione: Luigi Artuso “Alla Torre”; Mirco Barbesin “Barbesin”; Antonio Palazzi, in rappresentanza di “Castelbrando” e “Hotel Terme”; Celeste Tonon “da Celeste”; Gigetto Bortolini “Gigetto”; Enrica Miron “Miron”; in una visita alle statue del Canova, immersi e catturati dalla bellezza e dall’eleganza canoviana. Poi, riprende l’interessante confronto fra gli chef dei ristoranti: Carlo Armellino; Luca Barbesin; Sandro Burato; Marco Bortolini; Massimo Kmalil; Enrica Miron; Giuliano e Walter Tonon, e gli studenti della Scuola Italiana Design, impegnati in una ricerca comune per la realizzazione di un piatto gustoso e “canoviano”. Un filmato ricco di emozioni, che racconta un’esperienza non solo “ispiratrice”, ma anche curiosa e divertente per il confronto fra diverse discipline e realtà. .  
   
   
DAL 10 AL 18 NOVEMBRE A SAN GIOVANNI D’ASSO L’EDIZIONE 2007 DELLA MOSTRA TARTUFO BIANCO, DONNE & VINO ATTESI CONVITATI ALLA CORTE DEL TUBERO SENESE  
 
Cambiano i climi, si evolvono i gusti, vacillano le certezze. Ma nelle terre di Siena, una peculiarità diventa di anno in anno più salda: l’attenzione per il tartufo. Non deve sorprendere quindi il raggiungimento dell’edizione numero 22 per la Mostra del Bianco delle Crete senesi, una delle tipologie di pregiato tubero tra le più valutate del panorama italiano, che tornerà a farla da padrone come di consueto nel prossimo mese di novembre. Succederà in particolare tra sabato 10 e domenica 18 a San Giovanni d’Asso, la piccola capitale dell’area tartufigena senese, sede non solo della partecipata Associazione dei Tartufai Senesi, ma da un paio d’anni anche del primo Museo italiano del Tartufo, realizzato con tecniche all’avanguardia e implementato continuamente con nuove integrazioni. La 22^ Mostra del Tartufo Bianco si aprirà sabato 10 novembre all’insegna dei vini della limitrofa Val d’Orcia, la cui Doc sarà oggetto di assaggio al pubblico sin dalle ore 11. Nel pomeriggio, la sala del camino del Castello di San Giovanni d’Asso ospiterà un convegno di stringente attualità: “Vino, tartufo e cambiamenti climatici” sarà il tema del confronto, cui parteciperanno esperi di varie discipline, oltre ad amministratori ed osservatori di livello nazionale. Il giorno seguente, domenica 11 San Giovanni saluterà il primo dei due arrivi programmati alla locale stazione del Treno a vapore del tartufo. Il secondo sarà in programma domenica18, quando nel pomeriggio tornerà il solenne momento di assegnazione del “Tartufo per la pace” ad una personalità distintasi per il proprio impegno nel corso degli ultimi 12 mesi. Il programma della Mostra del Bianco delle Crete sarà tuttavia arricchito anche da altri numerosi appuntamenti, accomunati dall’attenzione per le produzioni tipiche di qualità. Si segnala fin d’ora il concorso culinario che l’Associazione Nazionale Donne del Vino realizzerà sabato 17, abbinando il tartufo al “Franciacorta” di pregiate produzioni vinicole delle aziende aderenti. Per informazioni Comune di San Giovanni d´Asso tel. 0577803101. .  
   
   
DELIZIE DEL PALATO LE NOVITÀ GASTRONOMICHE D’AUTUNNO DELL’HOTEL PRINCIPE DI SAVOIA  
 
Lo storico Hotel Principe di Savoia accoglie l’autunno con due esclusive iniziative gastronomiche, il Festival del Tartufo e la degustazione dell’originale Sacher Torte, che renderanno ancora più speciale il soggiorno nel rinomato albergo milanese Dall’11 ottobre al 30 novembre, il ristorante Acanto inaugura la nuova stagione nel segno del prestigio e dell’esclusività grazie al Festival del Tartufo. Nuovi piatti creati dallo chef Fabrizio Cadei delizieranno i palati degli ospiti, risaltando un il sapore unico del fungo prezioso, per un pasto da Principe. Il menu prevede carpaccio di vitello con caprino e tartufo d’Alba, abbinato a un Langhe, a un Nebbio oppure a un Pio Cesare, cosoncelli con verdure autunnali e salsa al tartufo, che, sotto consiglio del Sommelier dell’Hotel Principe di Savoia, Michele Garbuio, vanno accompagnati da un Barbaresco Martinenga o da un Marchesi di Gresy, e sinfonia di crostacei al vapore con zabaione allo Champagne e tartufo nero di Norcia, da gustare con un Sagrantino di Montefalco, un Colpetrone o uno Saiagricola. Chiuderà il pasto unico una Meringata con crema di marroni e composta di mele cotogne, da abbinare a un Tre filer o a un Cà dei frati. Dall’11 al 21 Novembre, dalle 14. 00 alle 18. 00, invece, nella Lobby dell’Hotel Principe di Savoia, gli ospiti più golosi sono invitati a degustare l’originale Sacher Torte, il dolce al cioccolato viennese che da quasi duecento anni è simbolo della capitale austriaca. La celebre torta venne creata nel 1832 dal sedicenne Franz Sacher che, al servizio dell’esigente cancelliere Klemenz Wenzel Lothar von Metternich, dovette sostituire all’improvviso il cuoco di corte, malato. Da farina, uova, zucchero e cioccolato, con l’aggiunta di marmellata di albicocche, nacque la Sacher Torte, che lasciò entusiasta l’imperscutabile Metternick, il quale, secondo la leggenda, esultò di gioia. La bontà del nuovo dolce aprì le porte del successo al giovane Franz. Nel 1866, Sacher e figlio fondarono una pasticceria, che si trasformò, poi, in albergo: il lussuoso Sacher Hotel di Vienna, che ha ospitato l’alta nobiltà dell’Impero di allora, e che è, ancora oggi, meta ricercata della capitale austriaca. In collaborazione con l’Hotel Sacher, l’iniziativa del Principe di Savoia permetterà di acquistare prodotti originali Sacher, a partire dalla Sacher Torte, dalla monodose Lilliput Size alla nove porzioni,al Sacher Würfel, delizioso cubo al cioccolato, per terminare con il Sacher Gewürzgulghupf, tipico dolce asburgico dalla forma di budino. Per coccolare il vostro palato, inoltre, i clienti potranno gustare anche tre caffè speciali abbinati a cioccolata calda. La carta offrirà: Grosser Brauner (Doppio Original Sacher Café con acqua e panna a parte) Einspänner (caffè scuro con panna) Sacher Café (Caffè scuro servito con liquore e panna. Il liquore si può consumare separatamente o si può versare direttamente nel caffè) www. Hotelprincipedisavoia. Com .  
   
   
IL RISTORANTE LE SPECIALITÀ DI MILANO HA PENSATO ANCHE AI CELIACI GOLOSI  
 
La celiachia è una patologia molto diffusa nel nostro Paese. Si tratta di un’intolleranza al glutine, proteina contenuta nella maggior parte dei cereali, tra cui: avena, frumento, orzo, segale, frumento. Aumentano gli italiani, che, affetti da tale malattia, non possono nutrirsi di cibi composti da questi cereali o derivati e quindi, farine, amidi, pane, pasta e torte. I disturbi sono di diverso tipo: dimagrimento, carenze vitaminiche, diarrea e, nei bambini, arresto della crescita. La malattia non è da sottovalutare poiché, per i celiaci, la prolungata assunzione di glutine comporta danni al funzionamento del sistema intestinale. Le pareti dell’intestino non sono in grado di coprire adeguatamente la loro funzione e, pertanto, ne è fortemente compromesso l’assorbimento degli alimenti ingeriti. Attualmente, la sola cura esistente è la dieta priva di glutine, anche se questa influenza negativamente la vita dei celiaci, dal momento che una semplice cena al ristorante può diventare, per loro, un serio problema. Il ristorante Le Specialità in via Pietro Calvi 29 a Milano, che a partire dal 1 giugno di quest’anno si è attrezzato per offrire menu privi di glutine ma al contempo sfiziosi, proponendo 37 tipi di pizza assieme ad altri piatti, come pasta e fritti, ha apportato delle novità al suo menu per celiaci. Non si è limitato ai cibi solitamente previsti, bensì ha pensato di arricchire le sue proposte con dei desserts, “fatti in casa” e creati appositamente per i celiaci, tutti quindi rigorosamente senza glutine. Si tratta di cinque dolci: tiramisù, tarte-tatin, gelati, piccola pasticceria con frutta fresca e crema catalana. Il ristorante Le Specialità, presente nel capoluogo lombardo dal 1977, è diventato il ritrovo di clienti abituali che lo frequentano da 30 anni per le sue famose pizze (una delle sue specialità – da qui il nome del locale -), oltre che per la sua cucina casalinga e classica realizzata con materie prime di qualità. Di comprovata qualità anche i menu per i celiaci: Le Specialità è infatti accreditato alla Ds Food, che ha procurato tutti gli ingredienti base per realizzare i menu. .  
   
   
I DANESI PREFERISCONO FIORDIFRUTTA FIORDIFRUTTA CONQUISTA IL PREMIO BØRSEN 2007  
 
Imporsi in pochi anni, con Fiordifrutta, come marca leader delle confetture nel mercato del biologico, è stato per la Rigoni di Asiago, un traguardo importante. Ancora più lusinghiero il fatto che alla fine del 2006, le confetture Fiordifrutta siano diventate prodotto leader in tutto il mercato italiano delle confetture (dati Ac Nielsen). E questo nonostante sia noto a tutti che il biologico, per le sue caratteristiche di naturalità certificata, ha un prezzo di vendita superiore a quello del prodotto usuale. Decisamente incredibile ed entusiasmante l’ultima eccezionale performance di Fiordifrutta. Dopo solo 3 anni di esportazione e distribuzione in Danimarca Fiordifrutta si è aggiudicato un premio prestigioso che fa onore a tutta l’Italia: il Premio Børsen. Questo importante riconoscimento è assegnato dal più noto giornale economico danese - il Børsen appunto - a quelle specialità gastronomiche che si sono particolarmente distinte per le proprie qualità organolettiche. Selezionato tra più di 100 articoli diversi Fiordifrutta alla fragola è stato giudicato miglior prodotto venduto nelle catene distributive e nel mercato danesi nel 2007. Il risultato è frutto di una serie di degustazioni alla cieca (blind test) che hanno visto il coinvolgimento di consumatori e di esperti. Non poteva essere diversamente dal momento che Fiordifrutta utilizza una tecnologia d’avanguardia con cottura a “bassa temperatura” della frutta, che preserva il contenuto in vitamine e sali minerali e nel contempo esalta il gusto genuino. Per ogni vasetto da 330/340 grammi sono impiegati oltre 2 kg di frutta biologica e al posto dello zucchero tradizionale è utilizzato come dolcificante uno sciroppo estratto da mele anch’esse rigorosamente biologiche. Grazie a questa ricettazione esclusiva, non sono alterati i principi nutritivi della frutta fresca e si riduce notevolmente il contenuto di sostanze zuccherine (30% ed oltre, rispetto ad altre confetture). In un luogo come la Danimarca, dove gli abitanti sono particolarmente sensibili alla naturalità degli alimenti e al proprio benessere, un prodotto biologico autenticamente italiano, senza aggiunta di zuccheri e nel contempo buono e naturale come Fiordifrutta ha conquistato in poco tempo la fiducia dei consumatori e lo scettro della qualità a tutti i livelli. Www. Rigonidiasiago. Com Numero Verde: 800 – 851 – 451 .  
   
   
DAL 13 AL 17 NOVEMBRE SIMEI ED ENOVITIS OSPITANO PRESSO FIERA MILANO UNA MOSTRA ORGANIZZATA DA UNIONE ITALIANA VINI E DEDICATA ALLA COLLEZIONE PERSONALE DI VIGNETTE UMORISTICHE DI VINCENZO BUONASSISI  
 
Un grande personaggio come non lo avete mai visto…Vincenzo Buonassisi è conosciuto come il giornalista che per primo rese la cucina spettacolare e, al tempo stesso, alla portata di tutti portandola nel piccolo schermo con trasmissioni come “L’almanacco del giorno dopo” e sulla carta stampata nelle riviste di attualità. Non molti però conoscono la sua passione per le vignette umoristiche, nata dal rapporto personale con alcuni dei più importanti artisti italiani. A fare conoscere questo patrimonio sarà l’Unione Italiana Vini nell’ambito dell’edizione 2007 di Simei (22° Salone internazionale macchine per l’enologia e l’imbottigliamento) ed Enovitis (6° Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura e l’olivicoltura), che si svolgeranno presso i nuovi padiglioni del polo espositivo di Fiera Milano a Rho. La mostra Vignette di Buongusto, visitabile dal 13 al 17 novembre, presenterà per la prima volta la collezione privata di Vincenzo Buonassisi che riunisce oltre 100 opere dei più grandi artisti e vignettisti contemporanei, da Laura Fiume a Emilio Isca, da Jacovitti a Cava. Autori con stili anche molto diversi fra loro ma accomunati dal tema, l’enogastronomia, e dal legame con Buonassisi. Vignette di Buongusto, infatti, non è una semplice collezione ma il racconto di una storia di amicizia. Ognuna di queste opere, infatti, è stata realizzata per “l’amico Vincenzo”. La dote più straordinaria di Vincenzo Buonassisi era infatti la capacità di conciliare, nel privato così come nella vita professionale, il “buonumore, il buongusto e la buona tavola”. Al termine della mostra sarà possibile acquistare le opere. Per tutti gli interessati sarà inoltre disponibile il catalogo Vignette di Buongusto, a cura dell’amico Alessandro Molinari Pradelli, edito da Unione Italiana Vini, reperibile durante Simei ed Enovitis e nelle migliori librerie. La mostra Vignette di Buongusto aperta al pubblico dalle ore 9. 30 alle 18. 00, si terrà al padiglione 24, dove sarà visitabile anche la mostra Vignettando, opere di alcuni fra i più noti caricaturisti italiani selezionate dal noto giornalista e scrittore di enogastronomia Alessandro Molinari Pradelli. .  
   
   
IL GRANDE CRITICO LUCA MARONI METTE IL SAGRANTINO NELL’OLIMPO DEI GRANDI VINI ITALIANI: “MA SI INVESTE POCO IN COMUNICAZIONE”. IL CONSORZIO DI TUTELA LANCIA PERÒ IL PRIMO SAGRANTINO DAY INTERNATIONAL, UNA DEGUSTAZIONE “GLOBALE” PER CENTINAIA DI SOMMELIER EUROPEI E USA  
 
“Non esiste un’altra denominazione italiana che abbia una media organolettica così alta tra quelle da me valutate finora”. Lo ha dichiarato il famoso critico di vino Luca Maroni parlando del Sagrantino di Montefalco docg, che stamattina è stato presentato alla stampa e agli operatori nella sala del comune umbro, alla presenza del presidente del Consorzio di tutela Vini Montefalco, Lodovico Mattoni, dell’assessore all’Agricoltura della regione, Carlo Liviantoni, del sindaco Valentino Valentini, dell’enologo agronomo Stefano Chioccioli. Secondo Luca Maroni il Sagrantino è in una posizione di leadership nella gerarchia dei vini di gamma alta, una denominazione di vertice. “Non c’è altra docg in Italia – ha sottolineato il critico – con queste performance, con una capacità di eccellere che non è appannaggio di pochi, ma ben distribuita sul territorio. Anche le aziende che entrano sul mercato per la prima volta con il Sagrantino lo fanno con standard di qualità molto elevati”. Un vino di grandi profumi, secondo Maroni, con un livello di acidità fissa di mezzo punto di grammo/litro più alto, un vino molto espressivo, con una grande ricchezza di polifenoli e antociani, grandi profumi, molto pulito, insomma “un fuoriclasse assoluto”. E questo, ha sottolineato sempre Maroni, è il risultato di intenti e investimenti di persone che hanno dato l’anima e il portafoglio, mettendo in pratica una “qualità attualizzata, grazie a un lavoro di sistema”. “Tuttavia – ha puntualizzato Maroni – bisogna aprire la fase di comunicazione e di investimenti per far conoscere meglio questo vino, soprattutto all’estero. Non è possibile che per ogni bottiglia prodotta vengano spesi appena 0,05 €, l’equivalente delle vecchie 100 lire”. Il Consorzio di tutela Vini Montefalco, apprezzando molto l’intervento di Maroni, ha sottolineato i nuovi sforzi e investimenti che vanno proprio nella direzione indicata dal critico. La novità principale del nuovo piano di comunicazione è rappresentata dal Sagrantino Day International, una grande degustazione “globale” riservata ai sommelier internazionali dell’Ais, che ad aprile 2008 si svolgerà in contemporanea in 20 grandi città italiane e in 4 metropoli di Gran Bretagna, Germania, Belgio e Stati Uniti. Un’uscita in grande stile per il Sagrantino di Montefalco che dai confini dell’Umbria aspira a diventare un “brand di territorio” conosciuto in tutto il mondo. .  
   
   
1907 – 2007: CENTO ANNI DI SUCCESSI PER LA STORICA CANTINA PRODUTTORI SAN MICHELE APPIANO, FONDATA IN UN PERIODO ECONOMICAMENTE DIFFICILE DA UN PICCOLO GRUPPO DI VITICOLTORI.  
 
E’ situata ad Appiano, nel cuore di una zona rinomata per la sua vocazione vitivinicola, su quella “Strada del Vino” che dal Lago di Caldaro arriva alla conca di Bolzano, tra distese interminabili di frutteti e filari di vigne minuziosamente ordinati. E’ la cooperativa per eccellenza, la più famosa in Alto Adige, con 350 soci, 370 ettari vitati, 2. 300. 000 bottiglie e un am plein di successi alle spalle, 370 ettari tra i più vocati per la composizione del terreno, per il microclima, ad altitudini che vanno dai 250 ai 700 m. S. L. M. Requisiti ideali per la produzione dei famosi vini San Michele Appiano. Una filosofia delineata dal famoso kellemeister Hans Terzer che ha marcato un’identità propria e che asseconda le potenzialità di ogni singolo vigneto all’insegna dell’equilibrio imposto dalla natura: un perfetto connubio tra la vinificazione sperimentale e l’uso delle barrique, per rendere al massimo i risultati della vendemmia. Ma a creare il successo di questa importante realtà vitivinicola altoatesina è anche il “gioco di squadra” che Hans Terzer ha sapientemente costruito perché convinto che al di là della vigna, del microclima e della sapiente miscela tra tradizione e innovazione, un pool affiatato di persone, un’unione di sinergie, esperienze e professionalità possa condurre alla perfezione, o quasi. I festeggiamenti per i 100 anni sono stati suddivisi in più momenti: cene con i soci, momenti di incontro con le istituzioni e i politici, durante i quali sono stati ricordati i numerosi successi della Cantina Produttori San Michele Appiano: “Cantina dell’Anno” del Gambero Rosso 2000, 17 conquiste dei “Tre bicchieri”, e al Vinitaly 2007, nella lista dei 50 migliori vini italiani, il Sauvignon St. Valentin ha ottenuto l’undicesimo posto. I risultati ottenuti soprattutto dagli eccellenti vini bianchi sono tutti opera del kellermeister Hans Terzer, che ha rivoluzionato il modo di fare vino in Alto Adige, realizzando dei veri fuoriclasse: bianchi esclusivi, spiccati nel carattere, prototipi di una qualità assoluta che possono competere anche a livello internazionale. Nella classifica dei vini bianchi più amati dai clienti dell’alta ristorazione, secondo un’inchiesta della rivista “Civiltà del Bere” il Sauvignon St. Valentin rivaleggia con i prestigiosi Vintage Tunina di Jermann e Cervaro della Sala di Antinori. La produzione si distingue per finezza, complessità, piacevolezza e tipicità, suddivisa dal punto di vista commerciale, in 3 linee di proposta ai consumatori che si differenziano tra di loro nella selezione delle uve e nei sistemi di vinificazione. La Linea Classica, contraddistinta da un ottimo rapporto qualità-prezzo, offre le varietà tipiche dell’Alto Adige. Alla Linea Cru sono riservati i vini ottenuti da uve provenienti da zone vocate, i più conosciuti sono: il Pinot Bianco Schulthauser, il Riesling di Montiggl, lo Chardonnay Merol e la versatile Schiava Pagis. Di questa linea fanno parte anche il Pinot Nero, Merlot e Cabernet Riserva. E infine la Linea St. Valentin, il ‘fiore all’occhiello’ della cantina, riservata ai vini più prestigiosi che vengono prodotti con un’attenta selezione delle migliori uve dei vitigni locali. La gamma è completata dal Comtess, un vino da dessert con un uvaggio di Gewürztraminer, Sauvignon e Riesling e realizzato solo in particolari annate, quando l’autunno consente l’ottimale maturazione delle uve appassite in pianta premiato con l’ ”Oscar del Vino” 2002. “Il mio obiettivo è quello di produrre vini di qualità elevata, ma non in quantità ridottissime e per un gruppo esclusivo d’intenditori,“ spiega Hans Terzer: „Ogni appassionato dovrebbe trovare sul mercato i nostri vini pregiati ad un prezzo accessibile!“ ed è questa la filosofia del famoso Pinot Bianco „Schulthauser“ di cui ogni anno vengono prodotte ca. 200. 000 bottiglie di qualità elevata e costante. Per il pubblico: l’enoteca della cantina è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8. 00 alle12. 00 e dalle 15. 00 alle 18. 30 il sabato dalle 8. 00 alle 12. 00. Da maggio ad ottobre anche il sabato pomeriggio. .  
   
   
CANTINE NOVELLI:IL TREBBIANO SPOLETINO PREMIATO DA MUNDUSVINI 2007  
 
Anche Mundusvini, la più importante competizione tedesca dedicata al vino, premia il lavoro di Cantine Novelli. La giuria ha infatti assegnato la medaglia d´argento al "Trebbiano Spoletino 2006", un vitigno recuperato grazie ad un ambizioso progetto di ricerca, punta di diamante di Cantina Novelli. E´ questo un risultato davvero importante, se si pensa che tra ben 5. 000 vini di oltre 35 paesi arrivati alla commissione giudicante, Mundusvini assegna un riconoscimento solamente al 30% delle bottiglie presentate. Il giudizio è infatti legato alla valutazione di numerosi elementi: corpo, eleganza e gamma aromatica del vino sono i parametri presi in considerazione dalla giuria. Con questo riconoscimento viene quindi premiato il lavoro di recupero del vitigno attuato da Cantina Novelli, che ha affrontato un investimento di oltre un milione di euro per riportare questo vitigno all’antico splendore e fare conoscere nel mondo l’Umbria dei Grandi Bianchi. "Questo nuovo risultato rappresenta per noi un grande successo" afferma il Presidente del Gruppo Stefano Novelli "Cantina Novelli si propone infatti come una giovane azienda, che si distingue per il gran lavoro di ricerca nel vigneto, di cui il progetto di recupero del Trebbiano Spoletino è il progetto più importante. La medaglia d´argento assegnata al nostro vino, oltre a premiare il nostro impegno, dimostra che la qualità del Trebbiano Spoletino è riconosciuta a livello internazionale. Si tratta inoltre di un ottimo biglietto da visita, che ci permetterà di affrontare l´importante mercato tedesco con una marcia in più. La Germania rappresenta infatti ancor oggi il primo mercato di export del vino italiano. " Il Trebbiano Spoletino Cantina Novelli: il vigneto è situato sulle pendici dei Monti Martani, su terreno argilloso e ricco di scheletro esposto a sud, da cui si scorge la Rocca Albornoziana di Spoleto. Il clima, caratterizzato da estati calde ed inverni molto freddi, consente alla vite di esprimere al meglio le caratteristiche di questo vitigno autoctono. La vendemmia avviene manualmente nella seconda metà di ottobre. La fermentazione alcolica, della durata di 12 giorni, avviene in vasche di acciaio inox ad una temperatura di 18° controllata automaticamente. Resta sui lieviti 5-6 mesi prima di essere messo in bottiglia. Caratteristiche sensoriali Colore giallo paglierino con intense sfumature verdi. All’olfatto discretamente profumato con sentori di erbe aromatiche di gusto morbido, rotondo, fresco, leggermente sapido. Di buona lunghezza, leggermente agrumato e ammandorlato .  
   
   
LEGGE TOCAI, BUON ESEMPIO DELL´´USO DELLA SPECIALITÀ  
 
Trieste - Un improvvido e contestato accordo del novembre 1993 tra Unione europea e Ungheria ha decretato che solo ai produttori magiari del vino liquoroso Tokaj, spetta l´uso di tale denominazione e che dal 31 marzo 2007 la denominazione Tocai non sarebbe stata più utilizzabile. Quattordici anni dopo quell´accordo, il finale è tutt´altro che scontato e la legge proposta dai Cittadini per il Presidente e votata in Consiglio regionale apre nuove prospettive. La legge diventa anche un esempio di buon uso della specialità regionale per difendere un diritto dei produttori e per non far perdere al Friuli uno dei suoi valori identitari più rappresentativi. Il Tar del Lazio ha confermato la tesi sostenuta dalla Cantina produttori di Cormons e dalla azienda Vivai Pinat sulla carenza di base giuridica della parola Friulano scelta per i vini di produzione regionale, sospendendo così l´efficacia del decreto ministeriale che aveva individuato il sinonimo Friulano per indicare il vino prodotto da uve di Tocai da utilizzare dopo il 31 marzo 2007. Il ministero delle Politiche agricole e la Regione Friuli Venezia Giulia hanno impugnato la sentenza del Tar. Il 27 febbraio 2007 il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 1086/2007, ha rigettato il ricorso proposto dallo Stato. Lo scorso 7 marzo il ministro De Castro ha dato il via libera all´uso del nome Tocai per il vino imbottigliato quest´anno e destinato sia all´Italia che all´estero, legandolo alla denominazione di origine controllata. Il Governo, vista anche la sentenza del Consiglio di Stato, non emanerà alcun decreto per l´utilizzo del sinonimo Friulano prima che si esprima la Corte di Giustizia europea. Il gruppo dei Cittadini per il Presidente, per mantenere la storica denominazione sul territorio regionale e nazionale (che rappresenta oltre il 90% del mercato del Tocai friulano) ha depositato una proposta di legge che, attraverso il recepimento dell´articolo 24, paragrafo 6 dell´Accordo Trip´s, attribuisce agli stati firmatari la facoltà di riconoscere le omonimie tra vini nazionali e denominazioni geografiche di altri Stati. La Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha competenza esclusiva in materia di agricoltura e competenza concorrente nelle materie elencate all´articolo 117 della Costituzione. Questa norma prevede che le Regioni possano provvedere autonomamente all´attuazione e all´esecuzione degli accordi internazionali e degli atti dell´unione Europea. La nostra Regione ha quindi i poteri per poter recepire l´art. 24 par. 6 dell´accordo di diritto internazionale (Trip´s) successivo e prevalente rispetto all´Accordo sui vini stipulato tra la Comunità europea e l´Ungheria nel 1993, ora in ogni caso decaduto. L´art. 24 par. 6 dell´Accordo Trip´s consente, nel caso di specie, di mantenere il nome del vino "Tocai friulano" all´interno dell´Italia. Una volta adottata, la legge regionale renderebbe direttamente applicabile in Italia l´art. 24 par. 6 dell´Accordo Trip´s, con la conseguenza che tale norma potrà essere fatta valere nei confronti di chiunque, e potrà prevalere anche nei confronti del diritto comunitario ai sensi dell´art. 300 par. 7 del Trattato Ce. Bruno Malattia relatore di maggioranza della legge: "Questa è una bella giornata per il Friuli. Il Consiglio regionale ha dato prova di forte coesione e di saper tutelare gli interessi reali dei nostri produttori trovando una soluzione che ne concilia le esigenze mantenendo un marchio di prestigio, che si coniuga anche con l´identità del Friuli sul mercato nazionale e lasciando spazi nei mercati internazionali al Friulano". "La legge votata - ha evidenziato Maurizio Paselli - è un indubbio successo per tutti coloro che non hanno mai smesso di credere nella possibilità di mantenere la denominazione Tocai friulano. E´ anche significativo che questa discussione sia caduta in un momento in cui un Tocai di Cormons (l´annata 2006 di Dario Raccaro) è stato votato come il migliore d´Italia". "Va anche ribadito - ha concluso Carlo Monai - che questo provvedimento consentirà la coesistenza dei due marchi lasciando ai produttori che lo desiderino di utilizzare il sinonimo Friulano. Non è infatti necessario che il Tocai muoia perché nasca il Friulano. E i produttori potranno così fare una scelta di marketing più indicata alle loro esigenze". .  
   
   
VINO – ZAIA: BANDO PER CONCESSIONE DIRITTI DI IMPIANTO DI RISERVA REGIONALE  
 
La Giunta veneta, su proposta del vicepresidente Luca Zaia, ha approvato il bando per la concessione di diritti di impianto di vigneti per circa 267 ettari prelevati dalla riserva regionale, che saranno assegnati alle imprese agricole del settore per la produzione di vini di qualità a Denominazione d’Origine Controllata con un sicuro sbocco sul mercato. “Il provvedimento è molto atteso – ha spiegato Zaia – perché risponde all’esigenza di dare una marcia in più ai nostri vini che non hanno problemi di particolare commercializzazione, e che nello stesso tempo soffrono delle restrizioni e dei vincoli imposti dall’Unione Europea. Basti pensare, secondo i dati provvisori dell’Istat, nel 2006 le esportazioni di vini a Doc veneti ammontano a circa 920 mila ettolitri, per un valore di 215,6 milioni di euro, mentre per noi il riquilibrio tra domanda e offerta dipende dalla possibilità di migliorare la qualità delle produzioni in rapporto al mercato e alle esigenze del territorio”. “Nello stesso tempo – ha aggiunto Zaia – abbiamo voluto far fronte ad una brutta situazione nella quale si sono venuti a trovare alcuni nostri viticoltori, che hanno acquistato legittimamente e in buona fede diritti di impianto sui quali sono poi emerse irregolarità, talvolta sulla esistenza stessa del diritto ceduto”. “In sostanza, viene data ai produttori veneti la possibilità di utilizzare il vigneto già impiantato e debitamente autorizzato, ma risultato poi “dubbio”, in attesa che la situazione si chiarisca, con restituzione del diritto alla riserva regionale se quello acquistato in precedenza dovesse risultare regolare. Il tutto a prezzi di mercato e non di speculazione. In ogni caso nessuna delle superfici vitate dell’azienda deve essere stata oggetto di regolarizzazione”. I diritti non assegnati così a titolo preferenziale saranno distribuiti percentualmente tra le singole Doc sulla base di specifiche categorie economiche: consolidare e stabilizzare il mercato delle Doc storiche di maggior successo; riorganizzare e rilanciare talune Doc storiche con limitata capacità di penetrazione nel mercato; favorire una maggiore visibilità e possibilità di sviluppo alle Doc di recente riconoscimento ed alle Doc di “base”. Per quanto riguarda la provincia di Treviso, il 10 per cento degli diritti che si renderanno disponibili viene assegnato alla Doc Conegliano – Valdobbiadene, l’1 per cento alla Colli di Conegliano e altrettanto alla Doc Montello e Colli Asolani. La gestione tecnica del provvedimento è stata affidata ad Avepa, l’agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura. .  
   
   
COL VETORAZ IN VERSIONE MAGNUM PER FESTEGGIARE ALLA GRANDE LE PROSSIME FESTE  
 
Sorprendere con un prodotto di alta qualità, dal design particolare ed estremamente sofisticato, completamente made in Italy. Di cosa parliamo? Dell’esclusiva bottiglia in formato Jeroboam (3 litri) della cantina Col Vetoraz, che per le prossime festività propone il Prosecco Valdobbiadene Doc Brut Jeroboam con prestigiosa cassetta in legno. Il pack chic ed elegante riprende i colori delle feste grazie al collo di color oro e la particolare etichetta tripartita unica nel suo genere che comunica la vocazione innovativa dell’azienda. Proveniente da vigneti di colline esposti a ponente dove la maturazione è ideale per produrre questo vino spumante, il Brut Jeroboam si caratterizza per una testure delicata e leggermente aromatica e da un gusto asciutto ed intenso senza spigolature. Inoltre la Col Vetoraz vi offre la possibilità di spedire i propri prodotti in tutta Italia per poter fare i migliori auguri anche a parenti ed amici che abitano lontano. La versione Magnum (1,5 litri) è disponibile anche per il Prosecco di Valdobbiadene Doc Col Vetoraz Brut, Extra Dry e Millesimato 2006. .  
   
   
IL GAMBERO ROSSO 2008 PREMIA L´ENOTECA REGIONALE E I PRODOTTI DI TUTTO IL LAZIO  
 
“Un riconoscimento che premia, insieme a Palatium, tutto il comparto agricolo ed agroalimentare del Lazio di cui è ricca l’Enoteca Regionale”. Questo il commento del Commissario Straordinario di Arsial, Fabio Massimo Pallottini, alla notizia che l’Enoteca Regionale del Lazio ha ottenuto le "due bottiglie", speciale menzione dedicata alla categoria ´enoteche´, nella guida ‘Roma del Gambero Rosso 2008’. Per il terzo anno consecutivo l’Enoteca Regionale entra nell’elite della ristorazione romana, a conferma dell´attento lavoro svolto da Palatium nella selezione e nella lavorazione dei migliori prodotti regionali. Una gratifica ottenuta da un´autorevole testata specializzata, che mette in luce l’originalità delle offerte di Palatium: aperitivi, assaggi sfiziosi, pasti informali realizzati con materie prime di grande qualità, accompagnati dai migliori vini regionali. Il tutto esposto da personale specializzato, in grado di raccontare la provenienza, le tecniche di produzione e le peculiarità dei prodotti. Una filosofia apprezzata anche dai consumatori, che trovano nell’Enoteca Regionale piatti e prodotti autentici grazie al rapporto di filiera diretta con i produttori del Lazio. .