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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Marzo 2012
LA STRATEGIA UE PER LA BIODIVERSITÀ HA BISOGNO DI UNA PAC PIÙ VERDE, UNA MIGLIORE APPLICAZIONE DEL DIRITTO COMUNITARIO  
 
Mentre l´Ue non è riuscita a raggiungere il suo obiettivo 2010 di biodiversità, una maggiore priorità politica dovrebbe andare a preservare e ripristinare gli ecosistemi danneggiati, dicono i deputati della commissione ambiente in una risoluzione votata Mercoledì. Altre politiche dell´Unione europea dovrebbero farsi carico di obiettivi a bordo della biodiversità, l´ambiente e sussidi dannosi devono avere un nome ed eliminate, hanno aggiunto. La Commissione per l´ambiente indica i recenti studi che mostrano un costante declino della biodiversità nella Ue, una perdita che "porta a devastanti costi economici per la società che fino ad ora non sono stati sufficientemente integrati nelle politiche economiche e di altro tipo", in una risoluzione adottata il Mercoledì con 58 voti a favore, astenuti nessuno contrario e 4. Il testo deve essere votato in sessione plenaria di aprile a Strasburgo. La risoluzione si presenta come un ingresso dopo la strategia della Commissione europea per il 2020 è stato pubblicato nel maggio dello scorso anno. "La vera chiave di questo problema non è questa nuova strategia, ma, piuttosto, le prossime riforme della politica agricola comune e le politiche della pesca e del quadro finanziario pluriennale (Qfp)", dicono i deputati. Il prossimo Qfp (2014-2020) dovrebbe dedicare almeno l´1% delle risorse alla protezione dell´ambiente, hanno aggiunto. Verde Una politica agricola comune - I deputati sottolineano che la Pac non è solo uno strumento per la fornitura alimentare e sviluppo rurale, ma anche per la conservazione della biodiversità. Si dispiace che Pac misure dirette alla tutela dell´ambiente "sono ancora riusciti a fermare il declino complessivo della biodiversità". Dicono che la Pac dovrà essere destinata alle compensare gli agricoltori per la fornitura di beni pubblici ", poiché il mercato non riesce attualmente a integrare il valore economico dei beni pubblici importanti, che l´agricoltura può offrire". Unione europea dovrebbe nominare i sussidi che danneggiano la biodiversità, i deputati dicono - Pagamenti della Pac, comprese quelle effettuate a partire dal 2014, dovrebbero "essere sostenuta da una forte condizionalità regole che contribuiscono alla conservazione della biodiversità e servizi ecosistemici" copertura normativa in materia di uccelli e degli habitat, acqua, pesticidi e nei biocidi, i deputati dicono. Ispezione delle pratiche agricole dovrebbe essere rafforzata al fine di prevenire la perdita di biodiversità. "Tutti i sussidi esistenti dannose per l´ambiente" dovrebbe essere identificato, e gradualmente eliminato entro il 2020, hanno aggiunto. Guardia costiera europea per aumentare il controllo comune della pesca - La politica comune della pesca dovrebbe garantire l´attuazione dell´approccio ecosistemico. Un guardacoste europeo corpo dovrebbe essere istituito per garantire che la normativa viene applicata, dice il testo. Applicazione del diritto ambientale dell´Ue, in generale, deve essere migliorata, dice il testo. La Commissione europea è invitata a "aumentare la sua capacità di elaborare e controllare in modo efficace denunce e delle violazioni" della normativa sugli uccelli e sugli habitat e anche di presentare una proposta di direttiva sulle ispezioni ambientali. Verso un obiettivo più ambizioso per il 2020? L´obiettivo di ripristinare il 15% degli ecosistemi degradati entro il 2020, stabiliti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, deve essere considerato "un minimo", dicono i deputati, aggiungendo che l´Ue dovrebbe "fissare un obiettivo di ripristino notevolmente più elevato che riflette il suo titolo proprio più ambizioso" . Specie minacciate e commercio di animali domestici - Restrizioni al commercio di specie minacciate deve essere rafforzata, dicono i deputati. La Commissione europea ha anche chiesto di valutare e fare proposte per il divieto di animali selvatici catturati per il commercio dell´animale domestico. La Commissione è inoltre invitata a presentare quest´anno con una proposta legislativa sul problema delle piante invasive esotiche e specie animali.  
   
   
5º FORUM IBERO-AMERICANO SU RISORSE MARINE E ACQUACOLTURA  
 
Il quinto forum ibero-americano sulle risorse marine e l´acquicoltura si svolgerà dal 26 al 29 novembre 2012 a Cadice, in Spagna. La crescita della popolazione mondiale sta creando preoccupazioni tra gli esperti e le parti interessate circa la capacità di fornire cibo a una popolazione in aumento. Sistemi acquatici, mari e oceani occupano due terzi della superficie della Terra e hanno un ruolo fondamentale nel fornire cibo e beni commestibili. Allo stesso tempo, le catture di pesce sono rimaste generalmente stagnanti sin dal 1995 e si trovano di fronte a diverse restrizioni. Anche le Nazioni Unite avvertono che il 52% degli stock marini sono sfruttati eccessivamente. L´america Latina e la Spagna sono interessate da tassi di natalità in crescita e da un crescente consumo di pesce come alimento sano. L´evento rappresenta una possibilità di discutere la diagnosi e la rilevanza delle strategie riguardanti la pesca e l´acquicoltura in Spagna e America Latina. Lo scopo è quello di promuovere importanti dibattiti sulle politiche che influiscono sulla gestione della pesca e sulla promozione dell´acquicoltura. Questa sarà anche un´opportunità essenzialmente per rivedere lo stato delle relazioni di cooperazione tra America Latina e Spagna. Per ulteriori informazioni, fare clic: qui http://www.Juntadeandalucia.es/agriculturaypesca/ifapa/firma2012/texto/41f107aa-d885-11e0-a65c-c5d9efb4b7b6    
   
   
OGM, VENETO: E ORA IL GOVERNO ITALIANA SEGUA L’ESEMPIO DELLA FRANCIA  
 
Venezia - “Il 15 marzo scorso il ministro Clini ha pubblicato sul Corriere della Sera una lunga intervista a favore degli ogm. Dal 16 marzo, ma lo scopro oggi, il Governo francese ha sospeso la messa a coltura del mais ogm Monsanto Mon 810, per intenderci quello improvvidamente piantato due anni fa in campi del vicino Friuli Venezia Giulia. Quando si tratta di interessi materiali, credo poco nel caso”. L’assessore all’agricoltura Franco Manzato è tornato sulla questione delle colture di organismi geneticamente modificati, risollevata la scorsa settimana dalle dichiarazioni del ministro dell’ambiente Corrado Clini, alla luce della scelta francese, chiara e precisa, “che considero un esempio anche per il nostro Governo, il quale non può ignorare che le Regioni tutte, ovvero la politica agricola italiana, si sono pronunciate con chiarezza e unanimemente contro l’utilizzo di sementi ogm in Italia, scelta confortata anche dalle dichiarazioni più recenti del ministro dell’agricoltura Mario Catania”. “Finora questa posizione politica certa e chiara è stata contrastata con cavilli giuridici, anziché fortificata da decisioni amministrative precise e inequivoche, in linea peraltro con il dibattito sviluppatosi in Europa – ha aggiunto Manzato – anche se il pronunciamento di Clini ha dato modo di spiegare alcune questioni che sono non ideologiche ma scientifiche, sulle quali vale la pena di tornare perché ci sono equivoci di fondo incredibili. E dove c’è confusione c’è torbido e nel torbido c’è sempre chi rimesta”. “La scorsa settimana, peraltro, nessuno ha sollevato il caso delle notizie diffuse su questo argomento da Wikileaks circa un anno fa. Certo – ha ricordato Manzato – la fonte è decisamente anomala, ma non mi risulta che ciò che ha diffuso sia stato davvero smentito. Non intendo qui ripeterne i contenuti, anche perché chi voglia saperne di più può cercare in Internet. Ribadisco però alcune cose: la discussione sugli ogm va fatta lasciando fuori dalla porta le multinazionali che oggi li producono, perché il loro interesse è tutt’altro che scientifico ed umanistico. Seconda cosa: ricordo e ribadisco che prodotti e selezioni tipiche sono del tutto diverse da ogm: i primi sono ottenuti operando sul dna della pianta interessata, i secondi fondono pezzi di Dna di specie diverse, e magari di regni diversi, cosa che non accade in natura in alcun modo. Terza cosa: per questo motivo le produzioni ogm possono contaminare quelle naturali e sapremo solo a cose fatte con quali conseguenze. Quarta cosa: bene alla ricerca, per fare tutte le cose che dice Clini, che non ha però bisogno di transgenesi. Per il sale, ad esempio, gli ricordo che c’è un vivaista da noi, in Polesine, che riproduce piante che in natura lo assorbono, utilizzate anche per le rinaturalizzazioni del Mose. Quinta cosa: la salubrità dell’ ogm, proprio per sua natura, è sempre dubbia: non è un farmaco che può avere effetti collaterali. Sesta e ultima cosa, ma forse la più importante: finiamola con la diceria che gli ogm salveranno l’umanità dalla fame. Si può raggiungere questo obiettivo senza mescolare le specie e brevettare le sementi, mentre l’esempio attuale è che laddove, nel cosiddetto terzo mondo, le colture ogm hanno cominciato a prendere piede, la fame è aumentata e la gente è stata privata della terra che lavorava da millenni, per produrre e vendere sui mercati ricchi”.  
   
   
BIO SOIL EXPERT VINCE A FIRENZE IL PREMIO AGRISTART UP L’AZIENDA, NATA DAL CONCORSO D2T, PREMIATA COME MIGLIORE INIZIATIVA ITALIANA NELL’AGROALIMENTARE  
 
E’ Bio Soil Expert, azienda nata dal Premio D2t di Trentino Sviluppo, la migliore start up italiana nel settore agroalimentare secondo Agristart Up, concorso promosso da Agriventure. Oltre 100 i progetti in gara, 20 i finalisti tra i quali si è imposta l’azienda con sede a Rovereto. Il premio di 30 mila euro è stato consegnato a Firenze dal direttore generale vicario di Intesa Sanpaolo Marco Morelli alla presenza del ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Mario Catania. Grande soddisfazione per i tre giovani startupper che hanno messo a punto un originale sistema di piante e microrganismi in grado di bonificare terreni inquinati, contrastare il dissesto idrogeologico e salvaguardare i corsi d’acqua in agricoltura. Un successo che Bio Soil Expert cercherà ora di capitalizzare trasformandolo in occasione di business, grazie all’accompagnamento di Trentino Sviluppo e alla scelta di insediarsi nella “Greenhouse” di Progetto Manifattura. Vincitrice, nel maggio 2011, del Premio D2t Start Cup di Trentino Sviluppo, primo investimento dei Business Angel trentini, ed ora prima classificata al concorso nazionale Agristart Up, l’iniziativa di Agriventure che premia le migliori idee imprenditoriali giovanili (18-28 anni) con carattere di innovatività nell’ambito del settore agroalimentare. Viaggia a vele spiegate Bio Soil Expert, azienda fondata da tre giovani startupper veronesi - Alberto Ferrarese, Paolo Campostrini ed Andrea Zerminiani, 27 anni d’età - che hanno scelto Rovereto per muovere i primi passi. Bio Soil Expert è stata attratta in Trentino dai servizi di Trentino Sviluppo, dalla possibilità di insediamento negli spazi di Progetto Manifattura e dall’affiancamento di sei investitori privati facenti capo a Ban Trentino, il nodo locale dei Business Angel, che entrando in società hanno apportato capitali ma soprattutto esperienza e contatti di mercato. «Davvero una grande soddisfazione la vittoria ad Agristart Up – commenta Alberto Ferrarese – che si è rivelata una vetrina importante per farci conoscere ad un pubblico ampio e qualificato di potenziali partner e clienti. Ora il nostro obiettivo è quello di far partire alcuni impianti pilota così da dimostrare l’efficacia del nostro sistema che vuole dare una risposta 100% bio nei settori della bonifica dei terreni, della prevenzione dei dissesti idrogeologici e della preservazione dei corsi d’acqua in agricoltura». Bandite le tradizionali terre armate o le impattanti opere di calcestruzzo armato, per gli interventi di contenimento idrogeologico i tre startupper di Bio Soil Expert propongono un rimedio assolutamente biocompatibile. Hanno infatti messo a punto dei batteri in grado di colonizzare determinate piante, entrando in simbiosi con esse ed accelerandone in modo importante lo sviluppo vegetativo, in particolare dell’apparato radicale che può raggiungere una profondità di 3-5 metri. Sistema che permette un naturale consolidamento dei terreni, efficace tanto quanto i tradizionali sistemi utilizzati nelle opere di consolidamento e ripristino ambientale. I clienti di Bio Soil Expert saranno anzitutto enti pubblici, ma anche privati per quanto riguarda in particolare le applicazioni in agricoltura. «Singoli imprenditori agricoli, consorzi di bonifica o consorzi agrari – auspica Alberto Ferrarese – potranno sperimentare la bontà delle nostre fasce tampone, che preservano i corsi d’acqua dal rischio di contaminazioni provenienti dal trattamento dei frutteti piuttosto che dalla concimazione dei terreni. In ogni caso siamo alla ricerca di clienti che vogliono investire sul nostro prodotto di qualità, per il suo impatto nullo sull´ambiente». Maggiori informazioni su www.Biosoilexpert.com    
   
   
CONTRASTO ARAV – APA. REGIONE VENETO GARANTISCE INTERVENTO IMMEDIATO PER SANARE SITUAZIONE  
 
Venezia - L’assessore all’agricoltura Franco Manzato ha comunicato il 20 marzo ai rappresentanti dell’Associazione Regionale Allevatori del Veneto, delle Associazioni Provinciali Allevatori e successivamente alle organizzazione sindacali, di aver individuato un percorso comune per ridurre le tensioni sul territorio emerse nell’ultimo periodo in merito alla ripartizione delle competenze tra i due livelli associativi in materia di controlli funzionali. “Ho convocato personalmente l’incontro di stamane con gli esponenti delle associazioni interessate – ha detto Manzato – con l’obiettivo di sanare delle incomprensioni che si stanno protraendo ormai da troppo tempo e che, tra l’altro, incidono sulla tranquillità degli operatori. La Regione del Veneto intende farsi carico della situazione con due operazioni fondamentali – ha comunicato l’assessore – la prima delle quali è il trasferimento della competenza ad Arav, con l’impegno di assumere il personale delle Apa, le quali potranno applicare dei aggiuntivi a carico però degli allevatori. In secondo luogo sarà creato un tavolo tecnico che raggruppi gli attori in questione sotto la regia della Regione”. “L’intervento regionale avviene nel momento in cui le realtà associative segnalano il problema e richiedono un intervento super partes – ha concluso Manzato – rispetto al quale gli obiettivi che ci dobbiamo porre riguardano il consolidamento e il miglioramento del settore zootecnico, il mantenimento dell’attuale stato occupazionale, l’ottimale allocazione delle risorse a disposizione. Per quanto mi riguarda, la Regione sta già lavorando per assicurare il miglior servizio in questo settore, determinante per il sistema allevatoriale”.  
   
   
AGRICOLTURA: A PARMA OLTRE 1 MILIONE E MEZZO DI EURO PER L’INNOVAZIONE DUE BANDI SOPRIP. VENERDÌ IN PROVINCIA LA PRESENTAZIONE AGLI OPERATORI DEL SETTORE  
 
 Parma – Sostenere progetti pilota di innovazione produttiva e commerciale dei prodotti agricoli e forestali, con attenzione ai prodotti di qualità tipici ad alta distintività territoriale, e supportare la diversificazione delle aziende in attività agrituristiche. Sono gli obiettivi prioritari dei due bandi Soprip proposti alle aziende del territorio di Parma e Piacenza nell’ambito del Piano rurale integrato provinciale (Prip). Bandi già aperti (il primo) o di imminente apertura (il secondo) con i quali si punta a dare concretamente una mano alle aziende agricole in una fase delicata come quella che il settore primario sta attraversando in questi anni. Nel complesso oltre 1 milione e mezzo di euro le risorse messe a disposizione: alle domande accolte e finanziate sarà concesso un contributo del 40-45% delle spese ammesse. Si tratta dunque di una buona opportunità per le aziende agricole del territorio, che insieme agli altri “addetti ai lavori” interessati sono invitate venerdì mattina in Provincia per un incontro ad hoc. I due bandi saranno illustrati agli operatori venerdì 23 marzo alle 10 nella Sala Savani della Provincia. Interverranno il vice presidente della Provincia Pier Luigi Ferrari e il presidente di Soprip Alessandro Cardinali. Con loro anche i responsabili tecnici delle iniziative per Soprip, che approfondiranno i contenuti dei bandi e risponderanno ai quesiti della platea.  
   
   
POMODORO IN TOSCANA, ACCORDO PER GARANTIRE QUALITÀ E LAVORO  
 
Firenze – Tre enti pubblici (Regione, Provincia di Livorno e Comune di Campiglia Marittima), un’azienda privata (Italian Food del gruppo Petti, industria internazionale di conserve alimentari, che in Toscana ha sede a Venturina), le aziende dell’acqua e quella dei rifiuti, le organizzazioni professionali agricole, le centrali cooperative e un’associazione locale di produttori: sono 12 i soggetti che si sono riuniti il 20 marzo intorno allo stesso tavolo per il “protocollo d’intesa per la lavorazione del pomodoro da industria”. Tutti insieme per sottoscrivere un documento che rappresenta una pratica virtuosa per la coltivazione, il trasporto, la lavorazione del pomodoro in Toscana. Un protocollo che riunisce l’intera “filiera” del pomodoro, con impegni per tutti i contraenti volti a garantire l’occupazione, un giusto reddito per i produttori agricoli, la massima tutela dell’ambiente, la salvaguardia delle acque e il corretto smaltimento dei rifiuti e un prodotto di qualità, interamente prodotto e lavorato in Toscana. I numeri: in Toscana 2600 ettari coltivati a pomodoro - La superficie coltivata a pomodoro da industria in Toscana nel 2011 è stata di oltre 2600 ettari, con 230 aziende agricole coinvolte. La produzione è di circa 200.000 tonnellate annue, di cui oltre il 3% è rappresentato da produzione biologica. La produzione di pomodoro si concentra in cinque zone geograficamente ben definite ed in particolare nelle zone costiere delle province di Grosseto, Livorno e Pisa e nell’area della val di Chiana, fra le province di Siena ed Arezzo. Pomodoro: 6 stabilimenti di lavorazione in Toscana. A Venturina il più grande - In Toscana si trovano 6 stabilimenti (due più grandi e quattro di dimensioni minori) per la lavorazione del pomodoro da industria. I due stabilimenti più grandi sono: - lo stabilimento di Italian Food S.p.a. Situato nell’ area di Venturina (Comune di Campiglia Marittima) durante la stagione estiva trasforma pomodoro fresco per un quantitativo giornaliero che oscilla da 1.200 a 2.500 tons. Di materia prima destinata alla produzione di passata, polpa, cubettato ed altri derivati. Nella rimanente parte dell’anno i derivati del pomodoro vengono rilavorati, confezionati e immessi sul mercato; - lo stabilimento di Conserve Italia ad Albinia, comune di Orbetello (Gr). I quattro stabilimenti di dimensioni minori sono: Mediterranea Belfiore s.R.l. A Cecina (Li), la Dispensa di Campagna a Castagneto Carducci (Li), Primetta a Massarosa (Lu), Toscana Pomodoro a Vada (Li). Italian Food: risorsa per l’occupazione e il territorio. Criticità per la presenza nell’abitato di Venturina - Lo stabilimento di Venturina di Italian Food S.p.a. Occupa un’ area di circa 34.000 mq di cui circa 8.000 mq coperti, impiega stabilmente 100 dipendenti e altri 220 come stagionali . La zona dove lo stabilimento è ubicato, divenuta nel tempo residenziale, presenta oggi difficoltà di coesistenza tra l’attività produttiva e l’abitato, in particolare per quanto riguarda i trasporti su camion del prodotto concentrati nel periodo estivo di luglio-settembre. L’attuale localizzazione dello stabilimento non consente inoltre ulteriori sviluppi della sua capacità produttiva. La presenza sul territorio ha prodotto una sinergia ritenuta importante con la parte agricola, con le associazioni di categoria e con gli organi istituzionali di riferimento. Dal confronto fra tutti i soggetti interessati è scaturita la necessità di innovare il processo produttivo, con la prospettiva di far diventare lo stabilimento di Venturina come terminale della filiera del pomodoro toscano, con la capacità di assorbire la gran parte della produzione regionale. In questa ottica si intende completare la gamma dei prodotti, con particolare riferimento all’utilizzo di materiali di confezionamento a basso impatto ambientale. Il nuovo stabilimento: progetto da 89 mila metri quadrati a Campo alla Croce - Il nuovo progetto di Italian Food riguarda un’ area di circa mq. 89.000 in località Campo alla Croce, che verrà attuato congiuntamente con la riqualificazione urbanistica dell’ area attuale a Venturina, per la quale è già prevista la trasformazione ad edilizia residenziale con una quota riservata a finalità sociali. In attesa del nuovo impianto le norme urbanistiche del Comune di Campiglia prevedono la possibilità che lo stabilimento continui la produzione e sul piano degli investimenti sono ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre agli adeguamenti funzionali ed igienico sanitari necessari per soddisfare i requisiti di legge. Italian Food nell’area attuale è concessionaria di pozzi di acqua di falda profonda. L’acqua è un fattore determinante per questo tipo di industria alimentare ed il suo consumo è altissimo e concentrato prevalentemente nei tre mesi estivi della produzione ( circa 160.000 metri cubi all’anno). Un’idonea disponibilità di risorsa idrica dovrà essere assicurata anche per la nuova localizzazione. Gli impegni di tutti per il nuovo stabilimento e per risolvere le criticità - Per assicurare gli interventi necessari alla realizzazione del nuovo stabilimento Italian Food di Campo alla Croce e per risolvere le criticità a Venturina, ciascuno dei 12 soggetti firmatari assume una serie di impegni, ciascuno in relazione alle proprie prerogative. Eccoli in sintesi. La Regione Toscana assume impegni per verificare e promuovere le possibilità di finanziamento per il rinnovamento tecnologico, il miglioramento del ciclo delle acque e dei rifiuti e agevolare il ricorso al credito anche con l’intervento di Fidi Toscana. La Provincia di Livorno assume impegni di coordinamento e impulso tra i vari organismi preposti per la disponibilità di acqua al nuovo stabilimento per facilitare le procedure burocratiche e autorizzative, anche attivando specifiche Conferenze di Servizio. Il Comune di Campiglia Marittima: riservare a Campo alla Croce l’area per la localizzazione del nuovo impianto, concederla in diritto di superficie per 99 anni rinnovabile per altri 99; prevedere gli strumenti per facilitare il pagamento degli oneri del diritto di superficie e quant’altro per facilitare l’insediamento in relazione alle opere di urbanizzazione. L’a.t.o. 5 Toscana Costa e e la società Asa spa assumono impegni circa lo smaltimento dei reflui (depuratore di Venturina) e l’approvvigionamento delle acque, per possibili sinergie per il trattamento dei fanghi e degli scarti di lavorazione, per massimizzare il recupero di energia e materia con impianti ubicati in prossimità dello stabilimento e del depuratore di Venturina, anche al fine di minimizzare i trasporti su gomma dei rifiuti. Gli impegni di Italian Food per lo stabilimento di Campo alla Croce - - mantenere lo stabilimento nel territorio del Comune di Campiglia Marittima - mettere in campo tutte le azioni, le strategie aziendali, la ricerca di misure finanziarie per la localizzazione a Campo alla Croce del nuovo stabilimento - realizzare un intervento che preveda consistenti incrementi della produzione e dell’ occupazione, a fronte di eventuali finanziamenti del Ministero dello Sviluppo Economico. Il progetto verrà presentato entro il dicembre del 2014, prevede un investimento di 60 milioni di euro e consentirà di espandere l’occupazione a un totale di 500 addetti. L’azienda assume ulteriori impegni in relazione al trattamento di acque reflue e scarti delle lavorazione, in sinergia con i servizi pubblici locali, con l’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali e favorire il recupero di energia e materia e preservare la disponibilità dei pozzi esistenti a beneficio dell’approvvigionamento idrico sia dei propri fabbisogni che dell’uso potabile. Asport, a nome dei produttori impegni per la qualità e la tutela dell’ambiente - A sostegno degli accordi contenuti nel protocollo le firme dei rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole (Cia, Coldiretti, Confagricoltura), della Lega delle Cooperative e quella di Asport. Quest’ultima in particolare si impegna sul versante della produzione e del miglioramento della qualità del prodotto, per pratiche colturali e tecniche di produzione che tutelino l’ambiente e favoriscano la biodiversità, nonchè per la vendita del prodotto conferito dai soci agricoltori.  
   
   
“PREZZO POMODORO: PER L’ANNATA IN CORSO I PRODUTTORI VENGONO CASTIGATI DA UN ACCORDO CHE SEGNA UNA RIDUZIONE DEL 10% DEL PREZZO EFFETTIVO A TONNELLATA” LO DENUNCIA AL CIA DELL’EMILIA ROMAGNA DOSI (PRESIDENTE CIA ): “PESSIMA L´INTESA RAGGIUNTA”  
 
Bologna - “Prezzo pomodoro: per l’annata in corso i produttori vengono castigati da un accordo che segna una riduzione del prezzo di 4 euro a tonnellata, passando da 88 dello scorso anno a 84, importo stabilito il 20 marzo scorso tra le Organizzazioni dei produttori – Op e Aiipa (Associazione italiana industrie agroalimentari)”. Lo denuncia Antonio Dosi, presidente della Cia dell’Emilia Romagna a seguito dell’accordo siglato a Bologna. La Cia giudica negativamente l’atteggiamento contrattuale definito “inaccettabile e insensato” assunto da Aiipa in sede di rinnovo del contratto di fornitura alle industrie del pomodoro per la campagna 2012. Il nuovo accordo ha portato a sfavorire la parte agricola con una perdita del 4,55% dei ricavi ed un aggravamento delle penalizzazioni per altre 5 euro a tonnellata, tutto ciò a fronte di aumenti dei costi di produzione del 2,4% medio e dell’8,7% per i carburanti. “Questa ultima intesa, paradossalmente, riduce di 1 euro a tonnellata l’accordo precedente con Confapi sconfessando anni di dialogo e confronto costruttivo teso a consentire l’adattamento della filiera alle scelte conseguenti al disaccoppiamento degli aiuti Pac. Sconcerta inoltre il soccombere delle ragioni di aziende industriali orientate alla competizione sui mercati – prosegue Dosi - legate alla diversificazione in segmenti di elevata qualità ed alla loro valorizzazione rispetto a logiche proprie alle imprese meno dinamiche e competitive”. L’atteggiamento di Aiipa nella fase contrattuale ha evidenziato, a giudizio della organizzazione agricola, azioni di disimpegno rispetto agli impegni assunti nell’ambito del Distretto pomodoro “che – sottolinea - al di là delle diverse valutazioni, evidenzia una visione arretrata delle relazioni interprofessionali volta solo al proprio interesse spicciolo, del momento, fuori da ogni programmazione con caratteristiche di correttezza relazionale, pianificazione e tutela della qualità ed equanimità”. "La Confederazione, che ha comunque sostenuto nei limiti imposti alla propria competenza l’azione contrattuale delle Op, non può che giudicare pessimo l´accordo raggiunto – sottolinea Dosi – sia nei termini economici, come pure nella gestione finale della contrattazione e fino alla decisione di andare alla firma di un accordo che lascia in capo agli agricoltori - e solo agli agricoltori - l´onere di quanto di peggiore sancisce. Occorre vigilare nella contrattazione e nella programmazione delle produzioni affinché l’approccio negativo da parte degli industriali non nasconda ulteriori volontà di penalizzazione nella fase di consegna dei prodotti”, aggiunge ancora la Cia. “Riteniamo tuttavia utile - conclude la nota - proseguire il dialogo per rafforzare l’azione della produzione organizzata all’interno di obiettivi, impegni comuni e coerenti per il mantenimento e lo sviluppo della filiera del pomodoro, il consolidamento dell’occupazione, la sua distintività di ‘made in Italy’ e la sua capacità di internazionalizzazione”.  
   
   
PUNTI DI SBARCO DEL PESCATO. INCONTRO IN REGIONE VENETO. PRESTO BANDO PER PROGETTI  
 
Venezia, - Sarà una prossima delibera della Giunta regionale a formalizzare gli esiti del bando, emanato qualche mese fa, che consente l’attivazione di punti di sbarco, bando che ha fissato criteri, modalità, punteggi per la presentazione di domande e la formulazione della relativa graduatoria. E’ quanto comunicato nel corso dell’incontro conclusivo tra i rappresentanti di Regione e Comuni di Venezia, Chioggia e Cavallino Treporti, insieme a Provincia di Venezia. Ussl 12 e 14 e Gral, finalizzato ad approfondire i dettagli tecnico normativi e le esigenze di queste particolari strutture, la cui realizzazione è prevista dalla normativa europea in tema di sicurezza e tracciabilità della filiera ittica. Quest’ultima impone di realizzare punti di sbarco del pescato anche nella laguna veneta, dover far transitare prodotti ittici con più immediatezza e maggiori controlli. Tali strutture dovranno rispondere a precisi standard per tipologia, ampiezza e dimensionamento interno. Il tema riguarda la sicurezza alimentare e la tutela del consumatore, ma anche e soprattutto gli operatori, per i quali il pescato non sarà commercializzabile se non transiterà attraverso i punti di sbarco, con i relativi controlli sanitari. “Realizzare questi strumenti è un´operazione conveniente – ha ribadito in proposito l’assessore regionale alla pesca Franco Manzato – che ci consentirebbe di controllare maggiormente i prodotti immessi nei nostri mercati, oltre ad agevolare il lavoro dei pescatori, migliorandone le condizioni di operatività. Non sfruttare questa opportunità interamente finanziata dal Fondo Europeo della Pesca significherebbe perdere una possibilità per dare maggiore qualità ai cibi sulle nostre tavole, a vantaggio dei circa 700 operatori coinvolti”. Le strutture in questione possono essere realizzate dalle amministrazioni comunali con i finanziamenti messi a disposizione dal Fep tramite i bandi regionali, già pubblicati, che coprono fino al 100 per cento della spesa ammissibile.  
   
   
AGRICOLTURA E PAESAGGIO RURALE: G.R. UMBRIA ASSEGNA TRE MILIONI DI EURO  
 
Perugia - La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alle politiche agricole Fernanda Cecchini, ha dato il via libera alla misura prevista nel Programma di sviluppo rurale per il sostegno agli investimenti riguardanti la tutela ed il miglioramento del paesaggio rurale, mediante la ricostituzione di infrastrutture ambientali e il restauro o la ricostruzione di elementi fissi del paesaggio rurale tradizionale. “Si tratta di tre milioni di euro complessivi, ha dichiarato l’assessore Cecchini, che saranno utilizzati per la promozione di azioni volte alla diversificazione ambientale del territorio agricolo e al miglioramento della rete ecologica. Sono quindi finanziabili interventi per supportare gli investimenti aziendali necessari alla realizzazione degli obiettivi delle misure agro ambientali e per valorizzare le funzioni ambientali della rete Natura 2000 e delle Aree Protette”. Gli obiettivi specifici della misura sono quelli di contribuire alla tutela dell’ambiente e al miglioramento del paesaggio; tutelare la qualità delle risorse idriche superficiali e profonde; conservare la biodiversità, tutelare e diffondere sistemi agro-silvo-forestali ad alto valore naturalistico. Potranno fare domanda sia gli imprenditori agricoli in forma singola o associata che altri soggetti titolari di terreni agricoli (proprietario, usufruttuario, affittuario). Da un punto di vista operativo e finanziario, la misura 2.1.6 è suddivisa in due azioni. La prima riguarda gli investimenti per la diversificazione ambientale delle aree Natura 2000, Aree Naturali Protette ed ambiti delle Reru, alla quale saranno destinati 450.000 euro, tenuto conto che le aree di pregio ambientale, rappresentate dalla rete Natura 2000 e dalle Aree Naturali Protette ricoprono circa il 15% della superficie totale della Regione Umbria, al fine di garantire la realizzazione di progetti dedicati alla conservazione della biodiversità in queste aree. La seconda azione invece riguarda gli investimenti a finalità agro-ambientale, a sua volta suddivisa in interventi di protezione dei suoli agricoli e realizzazione e ripristino di elementi del paesaggio di importanza ecologica, alla quale saranno destinati 2.590.273 euro per gli interventi volti alla riqualificazione del paesaggio rurale anche in considerata dell’elevata vocazionalità di tipo paesaggistico del territorio rurale umbro. “In particolare, ha aggiunto l’assessore Cecchini, vogliamo supportare la cura e la salvaguardia del patrimonio ambientale che rende ineguagliabile il paesaggio dell’Umbria. Una particolare attenzione, ad esempio, andrà agli interventi riguardanti il territorio dove viene ancora prodotto il “muraiolo”, una qualità di olivo che caratterizza la tradizione olivicola umbra e, con i suoi storici “muretti” di contenimento” anche il paesaggio della nostra regione. Cerchiamo insomma, conclude la Cecchini, di unire l’aiuto alle aziende agricole che mantengono la qualità del prodotto, con costi superiori rispetto ad altre coltivazioni, con la salvaguardia del paesaggio umbro”. La Giunta regionale ha anche approvato il Bando relativo a questa misura che ora sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Umbria.  
   
   
CENTRO DI SPERIMENTAZIONE LAIMBURG PRESENTA RICERCHE SULLEVARIETÀ LOCALI DI SEGALE DELLA VAL VENOSTA IL 27 MARZO  
 
Bolzano - Il 27 marzo 2012 dall ore 9.00 presso l’istituto tecnico agrario e forestale Fürstenburg a Burgusio avrà luogo la presentazione delle ricerche sulle varietà locali di segale della Val Venosta. Il progetto è stato svolto dalla sezione dell’agricoltura montana in cooperazione con l’associazione “Kornkammer Vinschgau” (“granaio Val Venosta”) e la banca del germoplasma del Land austriaco del Tirolo. Qualche secolo fa la Val Venosta era nota come granaio del Tirolo. Non c´è da stupirsi che un quarto delle varietà locali di segale presenti in Alto Adige provengano da questa vallata. Le varietà locali sono varietà tradizionali, cresciute in un certo luogo grazie all’azione dei fattori ambientali e degli agricoltori. La sezione Agricoltura Montana del Centro di Sperimentazione Laimburg ha eseguito delle ricerche sulle varietà locali per poter offrire agli agricoltori interessati dati affidabili sulla scelta delle varietà e sulle modalità di coltivazione. Riagganciandosi a questa tradizione, l’associazione “Kornkammer Vinschgau! ha lanciato nel 2008 un progetto con lo scopo di ravvivare la coltivazione di cereali in Val Venosta. Nell’ambito del progetto “Caratterizzazione agronomica delle varietà locali di segale della val Venosta”, autofinanziato dal Centro di Sperimentazione Laimburg, i ricercatori hanno studiato in un esperimento triennale 15 varietà locali e altre 6 varietà moderne ad Allitz (località in Val Venosta, vicino a Lasa) a quota 1.500 m. Sono stati raccolti dati su 15 caratteristiche agronomiche (quali i danni da svernamento, la resistenza all’allettamento e la resa) e qualitative delle varietà. Tutti questi dati scientifici sono indispensabili per gli agricoltori, perché rappresentano la base informativa per una stima concreta dei costi di produzione e per losviluppo dei prodotti. Giovanni Peratoner ed il suo gruppo di ricerca presenteranno al pubblico interessato i risultati della loro ricerca assieme all’associazione „Kornkammer Vinschgau“ martedì 27 marzo 2012, dalle ore 9.00 alle 12.00 presso l’Istituto tecnico agrario e forestale Fürstenburg a Burgusio (val Venosta). Come arrivare: http://www.Fachschule-fuerstenburg.it/kontakt/anfahrt.asp    
   
   
POMODORO DA INDUSTRIA, RAGGIUNTA L´INTESA PER L´ACCORDO QUADRO 2012. RABBONI: CONFERMATA LA COESIONE DELLA FILIERA, ORA IL NOSTRO IMPEGNO PER FAR DECOLLARE IL DISTRETTO DEL NORD ITALIA  
 
Bologna - “Questo accordo conferma e rilancia la coesione di tutta la filiera e ci dice che il sistema è ancora unito. Ora rafforziamo tutti il nostro impegno per far decollare effettivamente il Distretto del pomodoro da industria del nord Italia come Organismo interprofessionale, così da mettere in atto tutte le iniziative volte a dare più valore alle nostre produzioni”. E’ il commento dell’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni all’intesa, raggiunta ieri a Bologna presso la sede della Regione Emilia-romagna, tra le Organizzazioni dei produttori del nord Italia e le industrie di trasformazione aderenti ad Aiipa, per definire il contratto quadro per la campagna di trasformazione del pomodoro da industria 2012. “Desidero esprimere tutta la mia soddisfazione per la disponibilità dimostrata dalle parti che hanno accolto l’invito della Regione a riaprire la trattativa dopo che questa si era interrotta. Questo dà ancora più valore a un’intesa che ci permetterà di evitare lo sgretolamento di una filiera che è stata sempre il nostro fiore all’occhiello e le pesanti inevitabili conseguenze sul piano economico e della qualità”. L’accordo stabilisce una diminuzione del prezzo e una diversa modalità di valutazione del prodotto, più esigente rispetto alla campagna scorsa. Sono stati inoltre allungati i tempi per i pagamenti e aumentate le penali di rispetto degli obblighi contrattuali per la reciproca tutela delle parti. Nel corso dell’incontro sono emerse con chiarezza le numerose difficoltà del settore, che si deve confrontare con prezzi dei derivati di pomodoro (soprattutto concentrato) a livello di mercato mondiale estremamente bassi, che mettono in seria difficoltà la remunerazione dei soggetti della filiera produttiva  
   
   
IL PIEMONTE AL 46° VINITALY VERONA 25-28 MARZO 2012  
 
La partecipazione del Piemonte al Vinitaly di Verona ha una lunghissima tradizione e costituisce una delle più importanti iniziative di promozione e di marketing dei produttori e delle istituzioni piemontesi. Si tratta,infatti, di una delle più importanti fiere internazionali del comparto, con i suoi 4.300 espositori, 150.000 visitatori, di cui 50.000 operatori, provenienti da 114 nazioni; e 2.500 giornalisti, provenienti da 140 nazioni. Una fiera di grande importanza per il Piemonte, soprattutto per il mercato estero: basti pensare che il Piemonte esporta circa il 60% dei propri vini, per un valore che nel 2010 è stato di 1.176 milioni di euro e che nel 2011 si stima in circa 1.300 milioni di euro; valori che rappresentano circa il 32% dell’export agroalimentare piemontese e circa il 16% dell’export nazionale di vino. Anche in questa 46° edizione,dunque, risulta forte e qualificata la presenza piemontese che comprende oltre 600 espositori, che occupano l’intero padiglione 9, a cui si aggiunge la grande area espositiva del Consorzio di tutela dell’Asti nel padiglione 7b. Gli espositori piemontesi sono in gran parte singole aziende, alle quali si aggiungono una ventina di Cantine cooperative, 5 Associazioni di produttori, 8 Consorzi di Tutela, organizzazioni economiche e professionali dei produttori e numerosi enti e istituzioni, come le Province di Alessandria, Asti, Novara, Cuneo, Torino Una partecipazione che in questa edizione si rafforza con l’intervento del nuovo consorzio Piemonte Land of Perfection che affianca la Regione Piemonte e Unioncamere Piemonte nell’organizzazione della presenza dei circa 200 produttori nella area espositiva collettiva, all’interno del padiglione 9, che comprende l’area istituzionale in cui si svolgeranno 25 incontri che rappresentano un piccolo compendio di tutto quello che si fa per tutelare e valorizzare la vitivinicoltura piemontese. Sempre in quest’area è previsto anche uno spazio per presentare e degustare i vini piemontesi, rappresentati da ben 18 Docg e 42 Doc. Infine, per la Medaglia Cangrande, conferita ogni anno dalla Fiera di Verona ai benemeriti della vitivinicoltura segnalati dalle Regioni, il designato per il Piemonte è Paolo Rovellotti, produttore di Ghemme in Provincia di Novara, attualmente presidente della Coldiretti Novara e Vco, presidente della Coldiretti Piemonte, e presidente della Camera di Commercio di Novara. Una designazione che rende omaggio al territorio vitivinicolo dell’Alto Piemonte e ad uno dei suoi importanti esponenti, da sempre fortemente impegnato nella difesa e valorizzazione del Piemonte agricolo e vitivinicolo, dimostrato nel suo lavoro nelle organizzazioni economiche e professionali e ancor più in quello di vitivinicoltore e produttore di grandi vini piemontesi. Assessore Regionale all’Agricoltura Claudio Sacchetto: “Il sistema vino della Regione Piemonte rappresenta un efficiente esempio di professionalità ed eccellenza, frutto non del caso ma, al contrario, della competenza e dell’impegno dei lavoratori appartenenti a questa filiera. Il settore vino negli anni scorsi ha risentito del difficile periodo economico, ma il mercato con il trascorrere del tempo ha dato risposte importanti e il comparto si sta riprendendo decisamente bene. L’arma in più del vino piemontese, non mi stancherò mai di dirlo, è l’altissima qualità del prodotto. Tale eccellenza deve essere portata in Europa e nel mondo intero, e non vi è occasione migliore di un appuntamento quale il Vinitaly. Il Piemonte conosce il suo vino e crede fortemente nella promozione, per questo negli anni ha sempre assicurato il proprio sostegno per la partecipazione alla rassegna internazionale di Verona. I risultati sono sempre stati ottimi, sono sicuro che il vitivinicolo piemontese ripeterà anche quest’anno i successi passati”. “Il sistema camerale piemontese è da sempre molto attento alla promozione e valorizzazione dei prodotti tipici e, in particolare, di quelli vitivinicoli: le produzioni a denominazione d’origine della nostra regione sono tra i nostri migliori ambasciatori nel mondo, perché testimoniano la qualità e la passione del lavoro dei tanti produttori locali - ha commentato il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. È quindi con orgoglio che, ancora una volta, portiamo queste realtà al Vinitaly, accogliendo e coordinando all’interno della collettiva regionale circa 200 imprese, a cui si aggiungono nel resto della fiera le singole presenze di altre grandi e piccole aziende, per un totale di circa 600 espositori, che possono contare tutto l’anno e in tutte le fasi cruciali della loro attività produttiva - non solo in occasione di questa straordinaria vetrina internazionale che è il Vinitaly - sul sostegno del sistema camerale piemontese”. Il Vinitaly e la gestione di questo grande spazio collettivo dedicato ai vini piemontesi sono il primo banco di prova concreto nel quale come “Piemonte Land of Perfection” ci impegneremo per dare un senso di compattezza del mondo vitivinicolo piemontese di fronte alle sfide che a livello internazionale e nazionale attendono la realtà produttiva della vite e del vino – è il commento di Andrea Ferrero, presidente della nuova Società Consortile “Piemonte Land of Perfection”-. Nel nostro gruppo organizzato, promosso in piena sintonia con la Regione Piemonte, abbiamo coalizzato l’attività dei Consorzi di Tutela più rappresentativi e delle Organizzazioni dei Produttori più significative per contribuire, con una serie di interventi autorevoli e strategici, al sostegno dell’immagine dei vini piemontesi e al costante rafforzamento dei loro mercati, in un’ottica di esportazione, ma anche di piena condivisione del mercato nazionale”.  
   
   
VINITALY 2012. I VINI VENETI E I LORO PRIMATI. 30,2 PER CENTO DELL’EXPORT NAZIONALE  
 
Il Veneto conferma all’ormai prossimo Vinitaly la sua leadership nel panorama vitivinicolo nazionale. Le cifre complessive del 2011 parlano di una vendemmia che darà circa 8,5 milioni di ettolitri di vino (oltre il 40 per cento a Denominazione d’Origine o a Docg), rispetto ai quali una quantità pari al 60 per cento partirà per i mercati stranieri, principalmente Germania, Stati Uniti e Regno Unito. L’export veneto, dati 2011, vale oltre 1,33 miliardi di euro, con un aumento del 15 per cento rispetto all’anno precedente, che fa crescere ulteriormente il suo primato storico di prima regione esportatrice d’Italia arrivando al 30,2 per cento sul valore totale nazionale. Due delle prime tre province italiane esportatrici sono venete: al primo posto Verona, per la quale si tratta di un primato storico, mentre Treviso è balzata dal settimo posto del 2001 al terzo, grazie alla Rivoluzione del Prosecco, scavalcando Firenze, Trento ,Siena e Milano. I produttori veneti si presentano a Vinitaly concentrati soprattutto nei Padiglioni 4 e 5, ma alcune aziende e consorzi sono collocati anche in altri padiglioni. All’interno del Padiglione 4, negli spazi D4 – E4 sarà allestito lo stand istituzionale della Regione del Veneto, luogo di degustazioni, ma anche di appuntamenti informativi, economici e politici. Nell’enologia veneta si sono evolute e convivono tante tipologie diverse di aziende: 37.335 aziende agricole, grandi gruppi, numerose cantine sociali (che lavorano il 60% delle uve prodotte nel territorio regionale e tra le quali vi sono le due più grandi e la più piccola d’Europa), piccolissimi produttori che hanno saputo pur senza grandi numeri ritagliarsi interessanti nicchie di mercato. Il merito è anche di una filiera impegnata a ottimizzare un rapporto virtuoso tra tutti i segmenti che la compongono e che, dal singolo produttore al consorzio, alle istituzioni regionali, collaborano per moltiplicare il valore. Questo sistema può inoltre contare su una viticoltura basata in gran parte su vitigni autoctoni e su territori particolarmente vocati, dal quale si ottengono vini eccellenti e molto caratterizzati anche dai cosiddetti vitigni internazionali, mentre la filiera, con salde radici nella tradizione, è impegnata a cogliere e anticipare le tendenze del mercato, come è successo nel caso del “fenomeno” Prosecco o, come molti stanno facendo, con le uve biologiche, cui sono dedicati già in Veneto 1.800 ettari. Un successo simile non si improvvisa ma va ricercato in una solida tradizione contadina e nella propensione dei nostri imprenditori a non cullarsi sugli allori ottenuti, ma ad investire in tecnologia, ricerca, innovazione e formazione. Il lavoro di questi produttori ha costruito un indotto importante che dà occupazione alle aziende che producono tini, botti, imbottigliatori e tutta la tecnologia legata al settore vinicolo. Oltre al vino, dunque il Veneto crea ed esporta tecnologia, alla quale si aggiunge un fortissimo know-how, con gli enologi formati alla Scuola Enologica di Conegliano e nel centro di eccellenza universitaria del Cirve che trovano occupazione in tutto il mondo. Sul solo territorio veneto operano 1.400 tecnici specializzati e 730 tra enologi ed enotecnici, simbolo di un settore a alta qualità di capitale umano. Alla costruzione di una filiera sempre più interattiva e interprofessionale, si aggiungono anche i frutti di una promozione che da aziendale e per tipologie è diventata sempre più integrata.  
   
   
TUTTO IL MONDO VIGNAVIVA IN VENETO DAL 24 AL 28 MARZO  
 
È Marzo ed è tempo di fiere. Quando si dice fiere, nel settore vitivinicolo Italiano, si pensa immediatamente al Vinitaly, lo storico appuntamento veronese giunto alla 46° edizione dove ogni anno migliaia di aziende presentano le loro ultime produzioni (nuovi vini o nuove annate di vini già affermati). Da qualche anno, però, la settimana fieristica si è arricchita di due eventi che da tempo incrociano l´attività di Vignaviva, lo studio di consulenza vitivinicola coordinato da Fortunato Sebastiano con la collaborazione di Gennaro Reale. Dal 24 al 28 marzo 2012 in Veneto allora non solo Vinitaly ma Viniveri, ritrovo del Consorzio Viniveri (a Cerea, da sabato 24 a lunedì 26 marzo) e Vinnatur (negli stessi giorni a Villa Favorita a Monticello di Fara, Sarego). Tutto il mondo del vino Italiano nel raggio di pochi chilometri per quasi una settimana. Quest´anno il Vinitaly dedica per la prima volta uno spazio specifico ai vini naturali prodotti da agricoltura biologica e biodinamica con il salone Vivit. Ogni azienda e ogni vignaiolo, con la propria personale filosofia produttiva, trovano posto in uno di questi quattro saloni potendo scegliere quello che più gli somiglia, che più gli si addice, che più dà la possibilità di esprimere al meglio le proprie passioni. Noi di Vignaviva vogliamo fare alle Nostre aziende un grandissimo in bocca al lupo, convinti della bontà del lavoro svolto e dell’assoluta personalità dei vini che abbiamo fatto insieme. Quest´anno all´interno dei saloni Vivit,vinnatur e Viniveri sarà inoltre possibile individuare in maniera semplice le aziende con le quali collaboriamo attraverso il marchio “Gruppo Vignaviva”, utilizzato da quelle fra di esse che sono più affini per intenti e filosofia aziendale e che intendono con ciò presentarsi come gruppo di lavoro, di confronto e di reciproco arricchimento professionale. Di seguito le aziende da presenti in Veneto e i rispettivi Saloni ai quali partecipano. Vi invitiamo a visitare i loro stand per scoprire le loro storie, i loro prodotti, le loro facce. Boccella (Campania - Irpinia) – Vivit; Calafè (Campania – Irpinia) – Vinitaly; Villa Raiano (Campania – Irpinia) – Vinitaly; Zampaglione (Campania – Irpinia) – Viniveri; I Cacciagalli (Campania – Caserta) – Vivit; Migliozzi (Campania – Caserta) – Vivit; Starnali (Campania - Caserta) - Vivit; Mustilli (Campania - Sannio) - Vinitaly Casa di Baal (Campania - Salerno) – Vivit; Tiziana Marino (Campania – Salerno) – Vinitaly; Casebianche (Campania – Cilento) - Vivit – Viniveri; Reale (Campania - Costa d´Amalfi) – Vinitaly; M.carmelitano (Basilicata - Vulture) - Vivit – Vinnatur.  
   
   
IL PON SICUREZZA AL VINITALY: DAI TERRENI CONFISCATI ALLE MAFIE NASCONO I VINI DELLA LEGALITA’  
 
Saranno i beni sottratti alle mafie e i vini prodotti sulle terre confiscate i protagonisti dello stand del Pon Sicurezza alla 46esima edizione del Vinitaly, in programma dal 25 al 28 marzo a Verona. La presenza del Programma gestito dal Ministero dell’Interno e cofinanziato dall’Unione Europea al salone internazionale dei vini e dei distillati ha lo scopo di far conoscere l’azione del Pon Sicurezza in materia di recupero e riqualificazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Il Programma fino ad oggi ha stanziato 61 milioni di euro per questo tipo di interventi, grazie ai quali i beni un tempo appartenuti alla mafia stanno tornando a vivere in nome della legalità. Su terreni improduttivi, a lungo abbandonati, sono nate aziende agricole gestite da cooperative sociali che producono vini di qualità riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Reinserendo le terre delle mafie nel circuito dell’economia legale, il Pon Sicurezza persegue uno dei suoi obiettivi principali: favorire la crescita economica e sociale di quelle regioni del Sud Italia in cui la presenza della criminalità organizzata ha a lungo ostacolato sviluppo ed economia legale. Lo stand del Pon Sicurezza verrà allestito presso il Padiglione 2 della Regione Sicilia, di fronte allo spazio dedicato al marchio Centopassi, che individua i vini coltivati nelle terre confiscate nell’Alto Belice Corleonese. Presso lo stand del Pon, attraverso pannelli fotografici verrà raccontata la storia dei beni confiscati e dei progetti finanziati dal Programma. Verrà inoltre distribuito materiale informativo. Per maggiori informazioni www.Sicurezzasud.it    
   
   
VINITALY VETRINA DELLA “PROSECCO SUPERIORE GOLF CUP” CON LUCA ZAIA. QUANDO VINO È SPORT E STILE  
 
I grandi vini sono anche ottimi testimonial di eventi sportivi, a loro volta capaci di trasmettere e diffondere lo stile e i prodotti di un territorio. Lo dimostra il Prosecco Superiore Docg Conegliano Valdobbiadene, cui da oltre un lustro è abbinato un affascinante campionato di golf. E proprio la “Prosecco Superiore Golf Cup 2012/2013”, sesta edizione del roadshow golfistico più importante d’Europa per la promozione integrata della Conegliano Valdobbiadene Docg, sarà presentata alla stampa lunedì prossimo 26 marzo, alle ore 10, al Vinitaly di Verona, nello stand della Regione del Veneto (Padiglione 4, spazi D4/e4 della Fiera di Verona), presente lo stesso presidente Luca Zaia. Al fianco di Zaia ci saranno i presidenti del Consorzio Prosecco Superiore Docg Conegliano Valdobbiadene Innocente Nardi, Gianni Garatti presidente del Consorzio Marca Treviso, che organizza l’iniziativa ed è capofila del progetto turistico d’eccellenza per promuovere l’ospitalità dei 40 green presenti nel territorio veneto, e i rappresentanti degli Enti partners del tour 2012/2013. La Prosecco Golf Cup nasce nel 2006, da un’idea di Stefano Ghirardi e Simone Bressan, e si è evoluta e sviluppata al punto che, nell’edizione 2012, le tappe – degustazione in programma saranno una novantina. Nel corso della Conferenza Stampa, verrà premiata la Cantina della Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore vincitrice del Trofeo 2011/2012.  
   
   
VINITALY 2012, UN’EDIZIONE PIENA DI NOVITÀ  
 
Un Vinitaly 2012 all’insegna delle eccellenze per quanto riguarda Tenuta del Buonamico, Michele Satta e Boroli che porteranno le più originali interpretazioni dei loro terroir di elezione: Montecarlo, Bolgheri e Langhe. Tenuta del Buonamico presenta le sue bollicine, il Particolare Brut Rosé, un blend di Sangiovese e Syrah che ha trovato a Montecarlo il migliore terreno per esprimere il suo carattere delicato, fragrante, fruttato con sentori di fragola, lampone e rosa. L’eleganza di questo rosé Gran Cuvée, spumantizzato secondo il metodo Charmat, esprime al meglio il suo potenziale qualitativo. Stand C-3, Padiglione 8. Michele Satta sarà al Vinitaly con i suoi Vini d’autore interpreti di quello che lui stesso ha definito il “carattere Bolgheri”: Cavaliere un Sangiovese in purezza, il Syrah ed infine il Giovin Re un 100% Viognier. Tre espressioni di “purezza” rese possibili dalla qualità del terroir di Bolgheri, dalle sperimentazioni in vigna e da quelle in cantina messe in atto da Satta. Con Cavaliere il viticoltore ha valorizzato originalmente le doti naturali del Sangiovese, esaltandone l’eleganza, la piacevolezza di beva, le sensazioni aromatiche raffinate, sensuali ma sempre discrete; con il Syrah ha rappresentato al meglio la complessità aromatica del terroir mediterraneo, seguendo una personale identificazione con alcune grandi bottiglie del Rodano ed infine con il Giovin Re ha espresso al meglio la straordinaria ricchezza aromatica del Viognier in purezza. Stand E-16 E-17, Padiglione 8. Gruppo Matura Boroli presenta il Barolo Villero Riserva 2004 . Una scelta importamte quella di Boroli che ha deciso di non uscire con le annate 2002 e 2003 ma di concentrarsi solo su quelle annate “Top” Ecco quaindi il Barolo Villero Riserva 2004. Un vino creato da uve nebbiolo provenienti dalla vigna storica Villero, nel comune di Castiglione Falletto. Un Barolo Riserva che esprime tutto il carattere della sua annata, frutto di una selezione iniziata nel vigneto ed estesa in cantina dalla Famiglia Boroli per produrre profumi ancora freschi e persistenti, un colore profondo come quello del Barolo ma con una tonalità più viva. Basta degustarlo per riconoscere subito l’ equilibrio perfetto dei gusti - bacche rosse, frutti di sotto bosco, vaniglia - con un buon tenore tannico ma mai esuberante. Il risultato un Villero 2004 di cui sono state prodotte solo 1200 bottiglie. Una vera “Limited Edition” del vino. Stand H-2, Padiglione 9. Tenuta del Buonamico | scheda tecnica - Particolare Gran Cuvée Brut Rosé - Denominazione: Docg, Terreno: medio Impasto, Zona di origine: Loc. Cercatoia, Comune di Montecarlo, Vitigni: Sangiovese e Syrah, Alcool %: 12, Temperatura di servizio: 8/10°C. Fermentazione e affinamento: vinificazione in rosato e spumantizzato secondo il metodo Charmat. La spumantizzazione si effettua in autoclave ad una temperatura costantemente controllata dove, grazie ai lieviti selezionati, si ha un’ottimale presa di spuma. Trascorso il tempo della fermentazione, circa sei mesi, si ha la quasi immediata filtrazione così da preservare la naturale freschezza. L’imbottigliamento è la fase conclusiva di questo processo preceduto da alcune settimane di affinamento in autoclave. Il vino prosegue un affinamento in bottiglia per 4 mesi. Colore: rosa tenue. Profumo: il profumo è delicato e fragrante, fruttato con sentori di fragola, lampone e rosa. Gusto: al gusto risulta particolarmente strutturato e complesso contrapponendo alla spiccata acidità un equilibrato tenore zuccherino. Il perlage è fine e molto persistente. Abbinamenti: Particolarmente indicato per pranzi a base di pesce o di carni bianche... Indicato comunque in ogni occasione Particolare. Michele Satta | scheda tecnica Cavaliere I.g.t. Toscana - Selezione di Sangiovese nelle vigne aziendali, raccolto e scelto in piena maturazione. Diraspato, viene fatto fermentare in tini aperti di legno di quercia di piccole dimensioni, e la macerazione è effettuata con la sommersione soffice del cappello. A mano, con il sistema della follatura per oltre venti giorni. Alla svinatura il vino viene messo nelle barriques dove sosta per dodici mesi. Senza essere filtrato, viene imbottigliato per riposare in vetro fino all’ anno seguente. Nel lavoro di campagna c’è estrema attenzione ad ottenere, vigna per vigna con soluzioni differenti, l’equilibrio produttivo adeguato, cercando di favorire le doti naturali di questo vitigno: grande eleganza, molta piacevolezza di beva, sensazioni aromatiche raffinate, sensuali, mai invadenti. Colore: rosso rubino con tonalità fresca ed elegante. Profumo: intensi aromi primari di frutta con note di prugna, ciliegia e violetta che si armonizzano con la vaniglia ed il cacao. Nel tempo tabacco, cuoio, terra di bosco. Sapore: pieno e sapido con tannini molto morbidi ed eleganti. Nel retrogusto si esaltano note di liquirizia e cacao; una grandissima profondità nelle note di frutta e tabacco conferisce lunghezza e persistenza in un finale di straordinaria eleganza Abbinamenti: grandi piatti di carne e caccia. Uve: Sangiovese 100% Syrah - Il primo vigneto in cui ho piantato Syrah è del 1991. La scelta del Syrah era nata dalla volontà di rappresentare meglio sia la complessità aromatica propria del nostro terroir mediterraneo, sia per seguire una personale identificazione con alcune grandi bottiglie del Rodano. Ho aspettato che l’età media dei vigneti fosse di oltre 15 anni per poter dare risalto al carattere grandissimo di un’uva così esigente. Le uve sono raccolte a piena maturità la macerazione e la fermentazione avvengono in grandi botti di legno con sommersione del cappello manuale (follatura) più volte al giorno. Questo per circa 20 giorni. Subito dopo la svina, il vino è messo in barriques, 1/3 di primo passaggio, in cui il vino invecchia per 12 mesi. Questo vino è imbottigliato senza filtraggi e considero che sia pronto per essere goduto a partire dal marzo successivo. Colore: Rosso di Toscana Igt. Uve: 100% Syrah. Giovin Re I.g.t. Toscana - Vino nato da un´improvvisa intuizione (è stato assaggiando l´uva in vendemmia e trovandone straordinaria la ricchezza aromatica che ho deciso di vinificare questo Viognier in purezza), il Giovin Re conferma anno dopo anno il suo valore. Dopo breve macerazione a contatto con le bucce il mosto fermenta in barriques riasciate e sosta fino a maggio prima di essere imbottigliato senza alcuna chiarifica e filtratura. In vendita dopo altri 6 mesi, raggiunge la piena espressione nei due anni seguenti. Si esalta accompagnando piatti di forte personalità, sapidi e speziati. Colore: giallo paglierino intenso. Profumo: incredibile vastità di sensazioni, dalla frutta in cui ben si distinguono albicocca e agrumi, alle note speziate con sensazioni di incenso e profumi orientali. Sapore: grande continuità delle sensazioni percepite al naso, in una larga e morbida progressione di notevole persistenza. Abbinamenti: piatti di pesce molto strutturati come cacciucco, baccalà, pesce azzurro, tutte le carni sapide alla griglia, piatti speziati. Uve: Viognier 100%. Boroli | scheda tecnica Barolo Villero Riserva 2004 - Il Barolo Villero Riserva è il risultato di una selezione iniziata nel vigneto e continuata in cantina curandone i minimi particolari; infatti per i nostri cru, a partire dall´inizio dell´estate, prima della "chiusura del grappolo", si effettua manualmente una prima scelta dei grappoli con l´eliminazione delle punte e una prima sfogliatura per abituare i medesimi all´esposizione al sole. A metà estate c´è poi la fase molto importante del "diradamento di grappoli" per lasciare ad ogni vite un carico di uva adatto alla vigoria di ogni singola pianta, in modo da avere le basi per produrre un grande vino. In cantina poi, visto la potenzialità del prodotto, si seguono le varie fasi di lavorazione in modo da migliorare e conservare tutte le selezioni qualitative fatte in vigna. E´ in questo modo che si può arrivare ad ottenere un prodotto come Villero Riserva, dotato di una potenzialità eccezionale (alcool oltre il 14%, estratto oltre i 31 g/l, acidità tra il 5 - 6 gr/l, un ph ottimale, una quantità di tannino nobile atta a preservare il vino per un lungo invecchiamento). Tutte queste caratteristiche, dopo un invecchiamento di otto anni e dopo un attento esame del prodotto (profumi ancora freschi e persistenti, colore classico del Barolo, ma con una tonalità molto viva, in bocca un gusto di bacche rosse, di frutti di sotto bosco, di vaniglia equilibrati tra di loro e in armonia con un buon tenore di tannino) ci permettono di affermare che questo vino, a nostro giudizio, ha davanti a sé ancora grandi potenzialità di invecchiamento.  
   
   
IL BUONO, IL BELLO E IL NUOVO A VINITALY  
 
Per eno-nauti e gourmet, l’occasione è unica per poter assaggiare le ultime annate dei nettari di Bacco e le neo-etichette della Cantina di Alberobello del cavalier Dante Renzini che, nella città scaligera, presenterà la linea “Due Trulli Selezione” e “Lui 2009”, riconosciuto il 2° vino Migliore d’Italia dalla Guida di Luca Maroni: abbinati con il celebre prosciutto crudo della Casa e tra i protagonisti dell’enogastronomia turistica pugliese e della beneficenza Wine For Life in Fiera. Postazione vincente non si cambia: Dante Renzini, norcino e vignaiolo doc, sarà presente con la sua Cantina-museo Albea di Alberobello a Vinitaly, a Verona, dal 25 al 28 marzo p.V., nello stesso stand delle edizioni precedenti, al Pad. 10-Puglia, in Corsia D 5, ma reso più spazioso e migliorato nell’arredo. Come sempre, il famoso personaggio umbro verrà accompagnato dal fido Benito che, armato di un coltello affilato, darà saggio e assaggio al pubblico di saporite e rosee fette di prosciutto crudo di Norcia Igp “Lui”, stagionato per almeno 15 mesi. Ma all’evento degli eventi del vino, Mastro Dante porterà grandi novità enologiche che riceveranno senz’altro il consenso degli intenditori. Innanzitutto nello spazio di Albea/renzini non mancherà di farsi notare il Lui 2009 che, come il Lui 2008, è stato giudicato il secondo Migliore Vino d’Italia dalla Guida di Lm. L”i.g.p. Puglia Rosso Nero di Troia” è un vino di colore rubino scuro, molto concentrato, con sfumature purpuree; al naso è intenso e persistente, di buon equilibrio tra note fruttate e speziate con piacevoli sentori di liquirizia e vaniglia; al palato si rivela morbido e corposo, fine ed equilibrato, con un tannino elegante e maturo, ideale servito a 18° C con piatti saporiti e carni rosse alla brace. Nella vetrina di Vinitaly, il cavalier Renzini mostrerà per la prima volta in Italia la sua nuovissima linea “Due Trulli Selezione”, che, contraddistinta in etichetta dalla tipica costruzione di Alberobello, è costituita da un “poker d’assi”: “Trullo Bianco”, Valle d’Itria Igp Verdeca, piacevole ed elegante, con sentori di fiori di campo e note agrumate sorrette da un gusto fresco, sapido e piacevolmente persistente; “Terra Lucente” Puglia Igp Nero di Troia, morbido, aromatico e con ottimo corpo e buona persistenza; “Sole del Sud” Salento Igp Negroamaro, di media struttura, con un timbro varietale caratteristico e con nota amarognola, e “Nobile Latino” Salento Igp Primitivo, corposo, pieno e vellutato, avvolgente e di lunga persistenza. Per quest’anno, nella prestigiosa location veronese, patron Dante ha scelto come slogan della Cantina Albea l’enogastronomia turistica, che suggella l’incontro tra le tradizioni locali e i prodotti enogastronomici e grazie alla quale il territorio di appartenenza trova la sua completa espressione e le tipicità vengono valorizzate. Renzini abbraccia questa filosofia e organizza una giornata dedicata, martedì 27 marzo, a Vinitaly, presso il suo stand che diventerà il set di un viaggio interattivo alla scoperta di Alberobello e della Valle d’Itria. In collaborazione con l’Associazione Ristoratori di Alberobello, il team Albea/renzini offrirà degustazioni di piatti che rievocano la storica gastronomia locale, come strascinate integrali e fave ingrapiate, affiancati ed esaltati dai profumi e dai sentori dei vini della linea “I due trulli selezione”, il brand ideato dalla Cantina per sottolineare il legame imprescindibile con il suo territorio. Dalle ore 11 e 30 alle 16 circa, il 27 marzo, tutti i presenti in Fiera, appassionati, opinion leader, giornalisti, esperti e operatori del settore, potranno fruire dell’evento e godere di uno scorcio di Puglia ricreato a Verona. Non solo: la Cantina Museo Albea, avvalendosi del supporto di una delle tante strutture recettive di Alberobello, proporrà pacchetti turistici formulati per l’occasione. L’intenzione degli organizzatori è quella di coinvolgere nell’immediato futuro il maggior numero possibile di operatori locali, di fare rete e di creare un polo di accoglienza integrato. I primi pacchetti, creati secondo quest’ottica, offrono al turista la possibilità di fare del suo viaggio un’esperienza completa della cultura del territorio, di soggiornare ad Alberobello e di essere accompagnato alla scoperta dei vigneti, dei centri antichi, delle tradizioni storiche e culinarie. Trekking, percorsi in bicicletta, corsi di cucina e di abbinamento vino-cibo sono solo alcune delle proposte, completate dall’immancabile visita alla Cantina Albea e al suo Museo del Vino Desantis, la cui valorizzazione è uno degli obiettivi cardine del cavalier Dante Renzini. Tra le iniziative a Vinitaly che stanno a cuore a Mastro Dante, va segnalata la sponsorizzazione da parte della Renzini della “Trattoria degli Amici”, istituita dalla Comunità di Sant’egidio a Roma per inserire nel mondo della ristorazione i ragazzi disabili, e che, per l’occasione, si trasferisce a Verona, secondo il progetto Wine For Life. Per soddisfare le 8.000 persone previste a pranzo in questo particolare ristorante, durante i quattro giorni della Fiera, dal salumificio a marchio e dalla Cantina Albea per il momento sono partiti 30 chilogrammi di guanciale e decine e decine di bottiglie di vino, ma non si possono mettere limiti a Renzini... Che invita tutti a incontrarlo di persona a Vinitaly, al Pad. 10-Puglia, Corsia D 5, per saperne di buone, di belle e di nuove. Www.renzini.it  www.Albeavini.com  www.Museodelvino.biz    
   
   
VINITALY 2012. LA PEDEMONTANA COLLINA VENETA SI PRESENTA. GLI ITINERARI ENOTURISTICI DEI GRANDI VINI D’ITALIA. 8 MAGNUM PER IL PUBBLICO  
 
Ci sono in Italia 150 km di colline e alture che si snodano ai piedi delle Alpi e che costituiscono il più straordinario areale vinicolo mondiale. Da Ovest verso Est, qui si producono, per fare solo alcuni nomi: Bardolino, Valpolicella, Amarone, Recioto, Soave, Durello, Torcolato, Prosecco, Montello, Asolo, Cartizze e Conegliano – Valdobbiadene, Refrontolo, Torchiato di Fregona. E’ la Pedemontana Collina Veneta, che dal Lago di Garda arriva fino alle pendici del grande Bosco del Cansiglio, ai confini con il Friuli Venezia Giulia, dove insistono anche otto strade dei vini e dei sapori e, oltre a vini tra i più famosi e apprezzati del mondo, si ottengono 14 prodotti a Denominazione, tra Dop e Igp, tra i quali la Ciliegia di Marostica, l’Asparago di Bassano, la sopressa Vicentina, il Formaggio Asiago, il Formaggio Monte Veronese e via dicendo. Proprio la “Pedemontana collina veneta: la terra dei grandi vini” sarà presentata a Vinitaly come proposta enoturistica domenica 25 marzo, alle ore 15, nello stand istituzionale della Regione del Veneto, nel Padiglione 4, spazi D4/e4, alla Fiera di Verona. All’iniziativa interverranno Marino Finozzi, assessore regionale al turismo del Veneto (prima regione turistica d’Italia con circa 3 milioni e mezzo di presenze), i presidenti delle otto Strade del vino che percorrono le colline della Pedemontana veneta e Nazzareno Leonardi, coordinatore del progetto turistico di eccellenza “Pedemontana Collina Veneta”. Nell’occasione sarà presentata la proposta turistica, di visitazione e di ospitalità, fatta di aziende vinicole e di eccellente enogastronomia del territorio interessato, con percorsi anche tra i vigneti e in mountain bike. Verrà proiettato un filmato e saranno distribuite brochure con informazioni e punti di riferimento; ci sarà anche un momento di intrattenimento con il pubblico, con in palio ad estrazione otto magnum di vino, una per ciascuna delle Strade del vino coinvolte.  
   
   
VINITALY 2012:PRESENTATE LE INIZIATIVE DELL’UMBRIA. CECCHINI “GRANDE MOMENTO DI PROMOZIONE PER I NOSTRI PRODOTTI AGROALIMENTARI”  
 
Perugia - Cinquanta realtà umbre, tra cui 46 cantine e 4 consorzi di tutela, insieme per presentare al meglio il prodotto vinicolo della nostra regione nella più grande manifestazione italiana ed internazionale dedicata al vino. L’assessore regionale alle politiche agricole Fernanda Cecchini insieme al presidente di Umbria Top, Piero Peppucci, ha presentato questa mattina, nel salone d’onore di Palazzo Donini a Perugia, la partecipazione dell’Umbria alla quarantaseiesima edizione di Vinitaly che si svolgerà a Verona dal 25 al 28 marzo prossimi. “Questa manifestazione, ha affermato l’assessore Cecchini ha raggiunto ormai un livello altissimo perché riesce a mettere insieme la più completa rappresentazione dei produttori vinicoli italiani con il grande pubblico che solitamente affolla i padiglioni della Fiera ed anche con tutti gli operatori del mercato nazionali ed esteri”. “Nello stand della Regione Umbria, disegnato da Oliviero Toscani, non ci sarà solo la presenza dei produttori, ha dichiarato la Cecchini, ma anche quella delle grandi peculiarità che la nostra regione può mettere insieme al prodotto e cioè la storia, la cultura, il paesaggio e le tradizioni dell’Umbria che sono il valore aggiunto da offrire agli operatori ed al grande pubblico. Non a caso lo slogan che accompagnerà la presenza dell’Umbria al Vinitaly sarà “comunicare antichi profumi al mo(n)do nuovo” legato anche ad un progetto che stiamo elaborando insieme a Nomisma ed Inea per la migliore promozione e commercializzazione del vino umbro”. “E non a caso, ha sottolineato Piero Peppucci, presidente di Umbria Top, il consorzio umbro formato da 68 cantine della nostra regione, all’interno dello stand abbiamo riservato uno spazio per i blogger, cercando di incentivare così una comunicazione diretta delle aziende con i social network e quindi un contatto on line con i consumatori finali. Avremo anche, ha aggiunto Peppucci, l’esposizione del modello di una nuova cantina progettata da Arnaldo Pomodoro che sarà realizzata in Umbria”. Il Presidente Peppucci ha poi ringraziato la Regione per il sostegno dato al settore del vino, anche in questa occasione. “La partecipazione al Vinitaly delle nostre aziende è possibile perché la Regione dell’Umbria è intervenuta con un finanziamento di circa 350.000 euro derivante dal Programma di sviluppo rurale e che va a coprire il 70 per cento delle spese che saranno affrontate. Il restante trenta per cento sarà a carico delle aziende”. Accanto al vino, come ogni anno, sarà significativa anche la presenza dell’olio, visto che undici aziende umbre parteciperanno al Sol 2012, lo spazio che il Vinitaly dedica ai produttori olivicoli italiani. L’assessore Cecchini ha poi evidenziato tutte le iniziative che si svolgeranno nei tre giorni della manifestazione nel padiglione Umbria, realizzate anche in collaborazione con l’Azienda di promozione turistica e le Strade dell’Olio e del Vino umbre. Si inizierà domenica 25, al mattino con la premiazione del 1° concorso enologico per Istituti Agrari, al quale partecipa l’Istituto agrario Ciuffelli di Todi e nel pomeriggio con un’iniziativa dell’Associazione nazionale delle donne del vino, che è ospite dello stand umbro. Lunedì 26 marzo invece al mattino si parlerà appunto del progetto regionale in corso di definizione “Vino & Comunicazione”, mentre nel pomeriggio si terrà la riunione della Conferenza degli Assessori regionali alle politiche agricole che farà il punto sulle nuove politiche comunitarie in materia di agricoltura e sui problemi della pesca con il Vice-presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani. Martedì 27 marzo si inizierà con la presentazione del “Mese del Sagrantino” a New York a cura del Consorzio di tutela dei vini di Montefalco. A seguire un dibattito sul tema “L’olivino: cultura del vino, della vite, dell’olio e dell’olivo in Umbria”. La giornata si concluderà con la presentazione della manifestazione “Unesco: giornate della dieta mediterranea” che si terrà ad Assisi, dal 21 al 23 settembre prossimi. “E’ l’Umbria nel suo complesso insomma che si presenta al Vinitaly: la qualità dei prodotti con la qualità del territorio. Un abbinamento che fino ad oggi ha dato ottimi risultati e valore aggiunto alle nostre produzioni agroalimentari”, ha concluso l’assessore Fernanda Cecchini.  
   
   
AGROALIMENTARE, I CALICI DOC E IGT DI LIGURIA A VINITALY 2012  
 
La Liguria è pronta anche quest’,anno, a conquistare, sedurre e incantare tanti eno-appassionati e consumatori con i suoi vini, pochi ma importanti e di qualità. Anche quest’anno la Liguria punta a una promozione a pieni voti”, afferma l’assessore all’Agricoltura Giovanni Barbagallo che sottolinea come la “pur limitata produzione regionale sia di altissima qualità e rappresenti una grande eccellenza del territorio”. “Vinitaly è una delle tappe più importanti e obbligate per il mondo del vino, un appuntamento annuale a cui i nostri produttori non possono mancare”. Barbagallo, domenica mattina parteciperà alla cerimonia inaugurale di Vinitaly e alle 11, premierà il produttore ligure “Benemerito” con la Gran Medaglia Cangrande di Veronafiere. La presenza a Vinitaly 2012, la più importante fiera del settore vitivinicolo a livello mondiale, è una iniziativa della Regione Liguria e di Unioncamere Liguria, in collaborazione con le Camere di Commercio. La valorizzazione, la tutela e la promozione del vino e più in generale il sostegno alle imprese vitivinicole “rappresentano sicuramente gli impegni strategici dell’assessorato che mi onoro di rappresentare con il mandato ricevuto e passano anche attraverso la partecipazione e l’organizzazione di manifestazioni e eventi regionali e nazionali”, ha aggiunto Barbagallo. L’elenco provvisorio dei produttori vinicoli liguri che hanno aderito a Vinitaly 2012 vede in testa l’Imperiese con 27 aziende, seguito dallo Spezzino con 19, il Savonese con 17 e il Genovesato con 3. In tutto 66 aziende e 150 etichette di vini liguri. Lo stand dei vini liguri al padiglione 11, B4- allestito anche in chiave di promozione turistica con grandi foto del paesaggio ligure, una sala laboratorio per le degustazioni e diversi point, sarà curato dall’Enoteca Regionale della Liguria che ha di recente ottenuto il riconoscimento dalla regione e dall’Ais-associazione Italiana Sommeliers. Lo stand della Regione liguria ospita una spazio enoteca dedicato alla degustazione dei vini liguri , una saletta per le presentazioni guidate e un salotto riservato alle aziende per incontrare gli operatori e la stampa. Le aziende vinicole in Liguria sono oltre1700. Si tratta, nella stragrande maggioranza, di piccoli produttori. La superficie vitata regionale è di 1477 ettari, di cui 777 a Doc- Denominazione di origine controllata di 103 quella dove si producono vini Igt e 597 quelli da tavola. La produzione totale di vino è di circa cento mila ettolitri , pari a una produzione di circa 4 milioni e mezzo di bottiglie. Il “sistema qualità” della vitivinicoltura ligure si esprime in otto Denominazioni di Origine Controllata. Sono: Doc Ormeasco di Pornassio, Doc Rossese di Dolceacqua, Doc Riviera Ligure di Ponente, Doc Val Polcevera, Doc Golfo del Tigullio –Portofino, Doc Colline di Levanto, Doc Cinque Terre, Doc Colli di Luni) e in quattro Indicazioni Geografiche Tipiche (Igt Liguria di Levante, Igt Colline del Genovesato, Igt Colline Savonesi, Igt Terrazze dell’Imperiese). Tra le uve a bacca bianca il vitigno più diffuso in tutte le quattro province liguri è il Vermentino, seguito dal Pigato e Lumassina per la provincia di Savona, il Bosco e l’Albarola per La Spezia, la Bianchetta e il Moscato per Genova. Tra le uve a bacca nera il Rossese di Dolceacqua, l’Ormeasco, la Granaccia e il Ciliegiolo sono tra i vitigni più rappresentativi. Tra i vini passiti da segnalare il celebre Schiacchetrà delle Cinque Terre. A questi vitigni “tradizionali” si aggiungono quelli frutto della valorizzazione del patrimonio varietale autoctono ligure curata dall’assessorato all’agricoltura regionale che ha permesso un recupero capillare su tutto il territorio di numerose varietà autoctone minori a bacca bianca e rossa di particolare valore enologico fra cui Ruzzese, Moscatello di Taggia, Barbarossa, Massaretta, Bruciapagliaio, Picabon, Fratepelato , Vermentino nero.  
   
   
MANI DONATE ALLA VITICOLTURA – IL VENETO E I SUOI VINICOLTORI A VINATALY 2012  
 
Venezia - Il Veneto, regione ospitante, prima realtà enologica italiana e maggiore esportatore del Paese con il 30,2 per cento del valore dell’intero export vinicolo nazionale 2011, aprirà la sua presenza a Vinitaly onorando gli imprenditori che più hanno contribuito al raggiungimento dei primati vinicoli regionali. Domenica 25 marzo, ricorrenza dei natali della città di Venezia e giorno dell’avvio alla Fiera di Verona della maggiore vetrina mondiale dell’enologia, nello stand istituzionale allestito nel Padiglione 4, spazi D4/e4 si svolgerà infatti la cerimonia delle “Mani donate alla viticoltura”: alle ore 12,30, in occasione dell’inaugurazione dello stand da parte del presidente del Veneto Luca Zaia e dei rappresentanti istituzionali intervenuti alla cerimonia di apertura di Vinitaly, presente l’assessore al commercio estero Marino Finozzi, i quattro produttori veneti che lo scorso anno hanno ricevuto la Gran Medaglia d’Oro al Concorso Enologico Internazionale imprimeranno il calco delle loro mani, che rimarrà nel tempo a testimoniare come il fattore umano sia il principale artefice nel ricavare il meglio da territori e vitigni vocati. Lo spazio veneto, attraversato da una struttura che alla sua estremità richiama il ferro da gondola veneziano, è collocato al centro del padiglione 3, che ospita quasi un terzo di tutte le aziende vitivinicole della regione presenti alla grande kermesse veronese, a ribadire l’attenzione dell’Istituzione regionale per la sua realtà produttiva, che costituisce un’eccellente e straordinario biglietto da visita del “made in Veneto” nel mondo. Al suo interno, oltre alle tradizionali degustazioni proposte dall’Unione Vini Veneti a Doc dei vini delle Denominazioni del territorio regionale (ce ne sono 28) e dei 14 vini a Denominazione d’Origine Controllata e Garantita, si svolgeranno le principali iniziative di conoscenza e di supporto al sistema produttivo regionale. Lunedì 26 marzo, alle 11,30, è in programma “Insieme per l’Agricoltura”: firma della convenzione tra Avepa e Istituti di Credito del Veneto, con il presidente Luca Zaia, per anticipare agli imprenditori agricoli finanziamenti pari ai premi della cosiddetta Domanda Unica della Politica Agricola Comunitaria. Sempre lunedì, alle 13, incontro sul tema “Tracciabilità: la qualità garantita”. Mercoledì 28, alle ore 12, si parlerà di “Mercato Globale: la protezione dei vini a Denominazione di Origine” Non mancheranno, come sempre spazi dedicati al pubblico, i tradizionali premi dell’Ais Veneto per la migliore carta dei Vini e l’immancabile appuntamento col vino realizzato, imbottigliato ed etichettato dai ragazzi dell’Associazione Italiana Persone Down della Marca Trevigiana.  
   
   
ABRUZZO:"REGIONE IN AZIENDA" DE CECCO  
 
Pescara - Nell´ambito del progetto "La Regione in Azienda, iniziativa promossa dal vicepresidente della Giunta regionale, Alfredo Castiglione, oggi è in programma la visita al pastificio De Cecco di Fara e della Cometa di Casoli. La De Cecco fu fondata nel 1886 a Fara San Martino (Ch) da Filippo Giovanni De Cecco. Nei primi anni Filippo De Cecco ebbe l´intuizione di essiccare opportunamente la pasta fresca in modo da potersi conservare e resistere ai lunghi viaggi verso l´America. Fino ad allora, la pasta veniva stesa al sole e fatta essiccare. Alla De Cecco questo è avvenuto fino al 1889, anno nel quale Filippo De Cecco inventò un impianto di essiccazione che ottenne un brevetto ancora oggi citato nell´Enciclopedia Treccani. Fin dagli inizi ed a tutt´oggi la De Cecco vanta riconoscimenti alla propria qualità acquisiti in tutto il mondo. L´attuale stabilimento di Fara San Martino fu realizzato nei primi anni Settanta quando quello dell´epoca non riusciva più a produrre i quantitativi richiesti dal mercato. La Cometa, invece, nasce nel 1980. In 30 anni ha costruito un know how specialistico nello sviluppo e realizzazione di sottogruppi meccanici e sistemi. Si rivolge a clienti che richiedono prodotti con alti livelli di finitura e ad elevato contenuto tecnologico. Il Gruppo Cometa/ Premec, con sede a Casoli (Ch), oggi rappresenta sicuramente una delle realtà più importanti della nostra regione.  
   
   
AOSTA, DIVIETO DI TRATTAMENTO ALLE COLTURE  
 
L´assessorato dell’agricoltura e risorse naturali ricorda agli agricoltori, in particolare ai frutticoltori, che durante il periodo di fioritura, dall’apertura del fiore alla completa caduta dei petali, i trattamenti alle colture sono vietati ai sensi della legge n. 313/2004 e della legge regionale n. 56/1982. I trattamenti antiparassitari, se effettuati nella fase della fioritura o in quella immediatamente precedente, uccidono in massa gli insetti impollinatori e in particolare le api, patrimonio prezioso per la qualità dell’ambiente e fondamentali per l’ottenimento di produzioni frutticole abbondanti e di qualità. Solo all’instaurarsi di particolari situazioni tecniche o patologiche l’Assessore Giuseppe Isabellon, sentito il parere del presidente del Consorzio apistico della Valle d’Aosta e del presidente della Cooperativa Miel du Val d’Aoste, autorizzerà l’effettuazione di trattamenti fungicidi e diradanti su melo e pero durante il periodo di fioritura (ai sensi della l.R. N. 56/1982, modificata dalla l.R. N. 78/1993, recante Provvedimenti per la difesa e l’incremento dell’apicoltura in Valle d’Aosta). I trattamenti fungicidi su specie frutticole in fiore che dovessero rendersi necessari potranno essere effettuati solo in seguito agli specifici avvisi diramati dall’Ufficio servizi fitosanitari dell’Assessorato attraverso i consueti canali (sms, indirizzo internet www.Regione.vda.it/agricoltura , comunicati stampa, bacheche della sede e degli uffici periferici dell’Assessorato Agricoltura e Risorse naturali). In tali casi potranno essere utilizzati esclusivamente i principi attivi indicati nelle schede dei trattamenti e approvati ai fini dei pagamenti agroambientali. I trattamenti diradanti sono invece autorizzati nelle fasi fenologiche riportate sull’etichetta del prodotto impiegato, compresa la fase di fioritura, se questa è prevista, e indipendentemente dai comunicati dell’ufficio competente in materia fitosanitaria. Resta il divieto assoluto di trattare gli alberi in fiore con altri prodotti antiparassitari, soprattutto con insetticidi e acaricidi. Per ogni dubbio o ulteriore informazione è possibile contattare l’Ufficio servizi fitosanitari (tel. 0165.275405) e l’Ufficio apicoltura (tel. 0165.275297), in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe.  
   
   
80’, 90’ E 2000: TRENT’ANNI DI AMARONE D’ARTE. A VINITALY LE 12 FAMIGLIE DELL’AMARONE CELEBRANO IL MITO DELLA VALPOLICELLA CON UNA DEGUSTAZIONE STORICA  
 
Dalle cantine di dodici produttori storici della Valpolicella ai calici di Vinitaly: le Famiglie dell’Amarone d’Arte presentano trent’anni d’Amarone, la retrospettiva storica dedicata al grande rosso. In degustazione il 27 marzo 2012 (Veronafiere ore 10.30 – Sala Argento) 12 annate selezionate in rappresentanza di un trentennio di tradizione e qualità. Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’antonio, Tommasi, Venturini, Zenato che da tre anni fanno squadra per difendere ed esaltare la qualità e il mito dell’Amarone, hanno scelto per la vetrina mondiale del vino un’annata ciascuno, dal 1983 al 2007, che sarà presentata dal giornalista e wine writer Ian D’agata, da poco critico del vino per il prestigioso “Le Figaro”. L’evento esclusivo saprà offrire al pubblico di Vinitaly un racconto unitario della storia e della particolarità che hanno portato l’Amarone, in soli sessant’anni, ai vertici dell’enologia internazionale, sul podio dei rossi più apprezzati al mondo. Per la prima volta sarà possibile degustare contemporaneamente alcune delle migliori annate degli ultimi trent’anni che sono rimaste tra le riserve delle dodici Famiglie dell’Amarone d’Arte che insieme rappresentano 2000 anni di storia enologica italiana. Vinitaly, 27 marzo 2012 Sala Argento ore 10.30 Dettaglio degustazione : 1983 - Speri, Amarone della Valpolicella Doc Classico Vigneto Monte Sant’urbano 1983; 1986 - Brigaldara, Amarone della Valpolicella Classico Doc Recioto 1986; 1988 - Masi, Vaio Armaron Amarone Classico 1988 Serego Alighieri; 1990 - Allegrini, Amarone Allegrini 1990; 1995 - Tenuta Sant´antonio, Amarone della Valpolicella Doc Campo dei Gigli 1995; 1996 - Tedeschi, Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella Doc Classico 1996; 1997 - Tommasi, Tommasi Amarone della Valpolicella Classico doc, 1997; 1998 - Zenato, Amarone della Valpolicella Doc Classico Riserva Sergio Zenato 1998; 2000 - Nicolis, Amarone Ambrosan 2000; 2001 - Venturini, Amarone della Valpolicella Doc/dop Classico 2001; 2004 - Begali, Amarone Classico Monte Cà Bianca 2004; 2007 - Musella, Amarone della Valpolicella Riserva 2007.  
   
   
“MONTEPULCIANO”: FIRMATO L’ACCORDO PER TUTELARE E PROMUOVERE I VINI DI TOSCANA E ABRUZZO  
 
Firenze – In una situazione in cui si sarebbero potute verificare forti tensioni per la omonimia delle due denominazioni, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e il Consorzio di tutela Vini di Abruzzo, per il vino “Montepulciano di Abruzzo”, hanno firmato ieri a Roma un protocollo d’intesa per condividere un percorso finalizzato a eliminare ogni possibile elemento di confusione nei consumatori di questi vini. L’accordo è stato siglato dai presidenti dei due Consorzi, Federico Carletti (Vino Nobile) e Tonino Verna (Vini d’Abruzzo), ed è stato sottoscritto anche dai due assessori regionali all’agricoltura, Gianni Salvadori (Toscana) e Mauro Febbo (Abruzzo), presente il direttore generale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, Giovanni Piero Sanna. Il “Vino Nobile di Montepulciano” è un vino Docg, prodotto esclusivamente nell’ambito del territorio amministrativo del Comune di Montepulciano. Nell’ultima vendemmia il “Vino Nobile di Montepulciano” è stato prodotto da 1.210 ettari per un totale di circa 64.880 ettolitri di vino; il termine “Montepulciano” è utilizzato proprio per identificare l’origine geografica del prodotto di cui è stata riconosciuta la denominazione di origine controllata nel 1996. Due anni dopo è stata riconosciuta la denominazione di orgine controllata “Montepulciano d?Abruzzo”, prodotta su un vasto territorio e che nel tempo ha avuto una notevole espansione di mercato. Per quest’ultima denominazione il termine “Montepulciano” indica il nome del vitigno utilizzato per la produzione del vino abruzzese. Negli ultimi anni è emersa chiaramente la necessità di intervenire al fine di garantire che l’utilizzo del termine “Montepulciano” possa essere utilizzato senza recare pregiudizio a nessuna delle due denominazioni e, conseguentemente, assicurando ad entrambe una proficua coesistenza sul mercato. I due vini sono molto diversi tra loro, non solo sotto il profilo delle caratteristiche organolettiche, ma anche per le peculiarità dei rispettivi disciplinari di produzione; e pertanto la coesistenza sul mercato nazionale ed estero di due denominazioni diverse che contengono entrambe il termine “Montepulciano” rende necessario intervenire per garantire una immediata identificabilità. “La stipula di questo protocollo – ha commentato l’assessore Salvadori – ha esattamente lo scopo di promuovere sul mercato una corretta conoscenza e affermazione delle due denominazioni, con il comune interesse di far venir meno ogni possibile elemento di confusione nel pubblico dei consumatori . I due Consorzi si impegnano ad intraprendere iniziative che valorizzino la corretta identificabilità dei due vini ed in particolare dei rispettivi territori di origine, anche con l’ausilio del Ministero, per una comunicazione ed informazione corretta che vada a ben identificare e distinguere i due prodotti”. E’ prevista a questo scopo la costituzione di un comitato paritetico permanente di monitoraggio dei mercati e della comunicazione, con la volontà di sostenere congiuntamente gli interventi a tutela delle denominazioni per la difesa del nome “Montepulciano” da ogni utilizzo distorto o lesivo dell’immagine e della qualità dei due vini.  
   
   
LE BOLLICINE ROMAGNOLE DEL VOLLÌ PROTAGONISTE AL CAVALLI CLUB DI DUBAI E AL CENTENARIO DI MILANO MARITTIMA. AL VINITALY LA PRESENTAZIONE LUNEDÌ 26 MARZO, ABBINATI AD ASSAGGI DI CUCINA TRADIZIONALE CUCINATI SU UNA MATTONELLA DI SALE PREGIATO DI CERVIA.  
 
Ravenna – Da Lugo di Romagna dove viene vinificato e messo in bottiglia, alla esotica Dubai dove primeggia nella carta dei vini del Cavalli Club, il più esclusivo dei locali della perla degli Emirati Arabi, per tornare a Milano Marittima che lo ha eletto la bollicina del suo primo Centenario. Protagonista dello slalom a cinque stelle è Vollì, la bollicina tutta romagnola del Gruppo Cevico, ispirato nel nome e nei fatti ai versi del grande Vittorio Alfieri. Quel “Volli, fortissimamente volli!” del grande poeta calza infatti a pennello con questi primi mesi del 2012 che hanno visto il brut charmat del grande gruppo romagnolo del vino scalare i santuari più trend del turismo alla moda. Dopo un ‘apprendistato’ durato tutto il mese di febbraio il Vollì è stato infatti selezionato come bollicina permanente ai tavoli del Cavalli Club tempio a Dubai della vita notturna e rifugio degli amanti dello stile italiano. Poi nel mese di marzo ha ottenuto a Milano Marittima l’ambito riconoscimento di spumante ufficiale del Centenario, anche in questo caso dopo un’anteprima, all’Urban Center di Milano insieme alla rivista ‘Milanomarittimalife’. La presentazione di questo doppio riconoscimento avverrà lunedì 26 marzo alle 11,00 nella più importante vetrina dell’enologia nazionale, il Vinitaly a Verona (Padiglione 1 Emilia Romagna – Stand C14), alla presenza dell’assessore al Turismo del Comune di Cervia Michele De Pascale. Primo dato, che salta agli occhi, è la particolarità dei luoghi che hanno sposato il Vollì. Località modaiole, in qualche modo gemellate dalla propensione al lusso e al ben vivere. Così è Milano Marittima, un secolo fa colonia di gentiluomini milanesi che la fondarono il 14 agosto del 1912. Così è Dubai e il suo Cavalli Club emblema trendy rivolto a un pubblico facoltoso, amante di tutto ciò che l’Italia, la sua moda e i suoi sapori, rappresenta nel mondo. I primi passi in punta di piedi del Vollì negli Emirati risalgono al mese scorso, quando per tutto febbraio i vini del Gruppo Cevico sono stati gli unici vini italiani ad essere serviti nell’esclusivo ristorante del Club, accompagnati da piatti della tradizione gastronomica della Romagna. Un intero mese in esclusiva, che ha talmente appassionato i frequentatori del ristorante da convincere il maitre du vin del Cavalli Club a ritagliare per il Vollì una posizione stabile nella carta vini del locale, accanto ad altre prestigiose etichette di respiro mondiale. Matrimonio annunciato anche quello fra le bollicine romagnole e Milano Marittima. Già la scorsa estate infatti il Vollì aveva fatto il suo ingresso nei ristoranti del Circuito gastronomico del Sale, fra Cervia e Milano Marittima, riscontrando un notevole consenso di pubblico. Un fidanzamento, che si è trasformato in legame duraturo con l’esclusiva concessa al brut del Cevico, che accompagnerà le celebrazioni e gli eventi dei primi cent’anni della località balneare. Per l’occasione, lunedì 26 marzo al Vinitaly, nello stand del Gruppo Cevico (C14 Pad. 1), Umberto Bagnolini del Ristorante ‘Al Deserto’ di Cervia, propone in degustazione piccoli assaggi della tradizione cucinati sulla mattonella di Sale di Cervia, un particolare sistema di cottura che consente di cucinare ‘alla piastra’ senza l´aggiunta di grassi, rendendo unico il sapore delle pietanze. Per l’abbinamento Vollì si fa’ in tre. Oltre alla versione Brut ed Extradry, ci sarà infatti anche la novità del Rosè. Prodotto da uve pregiate di vitigni a bacca rossa, il neonato brut rosè di Cevico presenta profumi di bouquet intenso, con note di frutti di bosco e ciliegia marasca, pieno, sapido e rotondo al gusto.  
   
   
ULIVI IN PUGLIA: UNA BARBARIE L´AGGRESSIONE AI RILEVATORI  
 
Bari - “Il censimento degli ulivi monumentali è un processo di valutazione del patrimonio della nostra regione sulla scorta di una legge di tutela degli ulivi unica in tutto il Mediterraneo e, da più parti, guardata con attenzione ed interesse. Il caso di aggressione ai rilevatori che, per conto di una società incaricata dalla regione, stanno effettuando il lavoro sul territorio è una vera e propria barbarie che non dovrà ripetersi”. Così l´Assessore alla Qualità dell´Ambiente Lorenzo Nicastro commenta la notizia di un episodio accaduto in agro di Monopoli. “L´accaduto, che deploro e condanno, è frutto di un clima di diffidenza e di sospetto di cui ignoro l´origine – prosegue Nicastro – ma che mi preoccupa, tanto più che riguarda una città, Monopoli, che ha ben altra storia e ben altra cultura. Il mio punto di vista che, sono certo, è condiviso anche dalle istituzioni locali, in primis dal Sindaco Romani col quale ho avuto un contatto telefonico questo pomeriggio, è che non si può lasciare cadere nel vuoto un atteggiamento di questo genere e che, soprattutto, ne va individuata l´origine”. “Intanto ho scritto formalmente sia al sindaco di Monopoli che alle forze dell´ordine presenti sul territorio, per chiedere il loro supporto all´attività di censimento con il duplice obiettivo di tutelare il lavoro degli operatori e, dall´altro lato, di assicurare i proprietari dei fondi in merito ai rilevamenti che si vanno effettuando. Il caso isolato – conclude l´assessore – è un segnale che cogliamo immediatamente per evitare nuovi episodi e ulteriori conseguenze”.  
   
   
SIENA: ASSEMBLEA CITTÀ DEL VINO SONO TANTI 25 ANNI DI ASSOCIAZIONE.  
 
Per questo l’Associazione Città del vino ha dato ieeri una particolare solennità alla sua assemblea annuale, in cui ha chiamato a raccolta da tutta Italia tutti i 500 Comuni associati; a confermare quel connubio tra prodotto e territorio, che rappresenta un legame vincente tra tanti piccoli centri che tengono a conservare le loro tradizioni come elemento di partenza per lo sviluppo nell’oggi e nel futuro. “Le Città del vino rappresentano per questo – ha affermato l’assessore regionale alla cultura e al turismo Cristina Scaletti nel suo intervento all’assemblea svoltasi a S. Maria della Scala – uno strumento importante anche per la promozione turistica come testimonianza viva e visibile di quel turismo di esperienza e motivazione su cui da alcuni anni la Regione Toscana sta lavorando. Proprio l’enogastronomia, dopo cultura e arte, è la seconda motivazione per individuare una destinazione di vacanza”. Una sezione specifica del portale turistico della Regione è non a caso dedicata alle Strade del vino e dell’olio; e un canale tematico è intitolato alla campagna e a tutte le esperienze legate al turismo lento. “Sostenibilità e valorizzazione delle diversità territoriali costituiscono le linee guida di tutta la politica turistica regionale – ha aggiunto l’assessore Scaletti -. A questo fine stiamo lavorando con l’associazione delle città del vino della Toscana a due progetti: la possibilità di creare itinerari legati alle cantine d’autore, progettate da grandi architetti contemporanei, e da qui puntare anche alla valorizzazione delle cantine storiche. Un progetto che vuole valorizzare il tradizionale legame tra vino e cultura dei territori”. “In secondo luogo – ha concluso il suo intervento l’assessore regionale – stiamo procedendo alla valorizzazione della rete di piccola distribuzione di vicinato e della ristorazione nell’ambito del progetto Vetrina Toscana. Un modo per sottolineare la connessione tra produzioni locali e rete culturale diffusa sul territorio rappresentata anche dalle Città del vino che ne diventano partner naturale”.  
   
   
“SCAMPAGNATE IN FATTORIA” IN…. ROSA LE DONNE PORTANO IDEE E INNOVAZIONE NEL SETTORE AGRICOLO  
 
“Scampagnate in fattoria” è un modo per avvicinare la gente, soprattutto i più giovani, al mondo dell´agricoltura, ai sapori genuini, al mangiare sano, al preferire prodotti a km 0. Ma anche per favorire un rapporto più virtuoso e positivo tra agricoltori e comunità, per far sì che la gente percepisca i contadini ed il loro lavoro come una risorsa per il territorio, quale è in effetti. Ne sono convinte le Donne in campo, imprenditrici e lavoratrici agricole che nel 2006 hanno dato vita in Trentino a questa associazione, cresciuta in seno alla Confederazione italiana agricoltori (Cia), e che hanno messo a punto un fitto programma di visite guidate, laboratori didattici, percorsi informativi, alla scoperta del mondo agricolo locale e dei suoi prodotti. Dal 15 aprile all´11 novembre (tradizionale data di chiusura dell´annata agraria) sarà possibile infatti visitare e prendere contatto con la realtà di 18 fra aziende agricole e agritur distribuiti su tutto il territorio provinciale con il comun denominatore di avere una gestione in rosa. Una realtà significativa e in crescita ancorché poco conosciuta quella delle donne nel settore agricolo, una professione ancora considerata prevalentemente maschile, anche a livello sociale. In Trentino il 70% circa delle 1.500 donne impiegate in questo settore è costituito da lavoratrici autonome, mentre solamente il 30% da dipendenti. Un dato che ci parla di un´emancipazione della donna e di un suo nuovo protagonismo imprenditoriale, molto più elevato della media nazionale (40%) e di gran lunga superiore al tasso di imprenditorialità femminile riscontrabile in altri settori (industria, commercio ecc). Ma anche di un radicale cambio di mentalità, dalla donna “obbligata” per necessità a seguire il lavoro dei campi alla nuova generazione della scelta consapevole, con tutto il suo portato di nuove conoscenze e preparazione tecnica. Donne in campo - ha detto durante la conferenza stampa di presentazione dell´iniziativa l´assessore provinciale all´agricoltura Tiziano Mellarini – racconta in poche parole l´impegno delle donne in agricoltura, laddove “campo” non rappresenta solo il luogo fisico dove si produce, ma in primis una scelta di impegno, di mettersi in gioco, di misurarsi. Quella della donna è una presenza che arricchisce questo settore e che può dare un valore aggiunto a livello di idee, innovazione e di apertura. Questa iniziativa è importante anche per puntare l´attenzione verso tematiche come la salubrità e la sicurezza alimentare, e la rivalutazione dei prodotti agricoli a km 0». «Con Scamagnate in fattoria, giunta al terzo anno – ha detto Mara Baldo, presidente di Donne in campo - vogliamo davvero aprire le nostre aziende alla comunità e alle famiglie, far conoscere la salubrità dei nostri prodotti, l´attenzione al territorio e tanti esempi di esperienze imprenditoriali al femminile». E la necessità di valorizzazione del lavoro in rosa è emersa anche nell´intervento delle consigliere provinciali Margherita Cogo e Sara Ferrari che hanno sottolineato l´importanza dell´attività di Donne in campo per un protagonismo femminile in un settore strategico per il futuro come quello primario.  
   
   
SUCCESSO LEGALE IN GERMANIA PER AICIG E IL CONSORZIO DI TUTELA DEL FORMAGGIO ASIAGO DOP: DOPO IL SEQUESTRO DEL PRODOTTO CONTRAFFATTO ALLA FIERA ANUGA DI COLONIA ORA ARRIVA PER L´AZIENDA AMERICANA CHE LO AVEVA CONTRAFFATTO E IMPORTATO ILLEGALMENTE LA CONDANNA AL PAGAMENTO DELLE SPESE LEGALI  
 
Vittoria piena per il Consorzio di tutela del Formaggio Asiago Dop - assistito legalmente da Aicig - che ha ottenuto con sentenza del 23 febbraio 2012, la conferma dal Tribunale di Colonia in Germania della condanna al pagamento integrale delle spese legali (giudiziarie, onorari di avvocati e spese di sequestro) a suo favore da parte dell´azienda americana che nel corso della Fiera di Anuga a Colonia, svoltasi dall’8 al 12 ottobre 2011, aveva presentato un prodotto contraffatto e importato illegalmente. Il tempestivo intervento del Consorzio dell´Asiago ed il supporto legale di Aicig, furono fondamentali per l’ottenimento in poche ore da parte delle autorità tedesche di un provvedimento di sequestro per l´Asiago contraffatto, prodotto in violazione alla normativa comunitaria sulle denominazioni di origine. L’ottimo gioco di squadra ha portato ad un risultato molto importante non solo per il Consorzio dell’Asiago, ma anche per tutti i consorzi di tutela delle indicazioni geografiche, poiché questo è un forte segnale contro la contraffazione e le pratiche commerciali scorrette. “Operazioni come queste – commenta il Presidente dell’Aicig Giuseppe Liberatore – sono indispensabili per difendere la qualità del nostro patrimonio agroalimentare anche all’estero. La sinergia e la collaborazione messa in atto, dimostra l’impegno costante che l’Associazione svolge per assistere i consorzi nella tutela delle produzioni dop e igp, che rappresentano un traino vitale dell’economia nazionale ed europea.”  
   
   
PESCE IN SCATOLA? IL VALORE NUTRITIVO È ANALOGO AL FRESCO UN’INDAGINE SVELA I FALSI MITI IL PROGETTO “DAL MARE ALLA TAVOLA: IL PESCE NELL’ALIMENTAZIONE MODERNA” PROMOSSO DA NOSTROMO IN COLLABORAZIONE CON SPRIM ITALIA, SVELA UN NUOVO POSIZIONAMENTO DELLE CONSERVE DI PESCE NELLA DIETA MEDITERRANEA  
 
Secondo quanto emerge dall’“Indagine nazionale sui consumi alimentari in Italia: Inran-scai 2005-06”, gli italiani hanno dimenticato la dieta mediterranea, e con essa il consumo di pesce: infatti, ne consumiamo in media 90 grammi a settimana, contro i 300-450 grammi raccomandati. Quali le motivazioni? Secondo l’indagine intitolata “Dal mare alla tavola: il pesce nell’alimentazione moderna” promossa da Nostromo, condotta da Sprim Italia e presentata a Milano il 14 e 15 marzo durante Nutrimi-vi Forum Internazionale di Nutrizione Pratica, le ragioni sono principalmente dovute a fattori socio-economici, primi fra tutti il costo della materia prima e la difficoltà nel cucinarlo. E gli esperti lanciano l’allarme: la Prof.ssa Alessandra Bordoni del Dipartimento di Scienze degli Alimenti della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, che ha partecipato al progetto, ricorda che “il pesce ha un elevato contenuto di omega -3, vitamine in particolare del gruppo B, e diversi sali minerali. Nutrienti difficilmente reperibili all’interno dei nuovi modelli alimentari che contraddistinguono la dieta occidentale moderna, caratterizzata invece dalle cosiddette “calorie vuote”, ovvero quei prodotti che sono carenti di nutrienti fondamentali e spesso ad elevata densità calorica”. Ma se la vita moderna di oggi, complice lo stile sempre più frenetico, fa sì che abbiamo sempre meno tempo da passare ai fornelli, una soluzione per assumere pressappoco gli stessi nutrienti del pesce fresco esiste, ed è il pesce in conserva. L’analisi, condotta su tonno, sgombro e sardine a marchio Nostromo, evidenzia come questi prodotti siano caratterizzati da un’importante quantità di proteine nobili e da una significativa quantità di acidi grassi insaturi, presenti anche in seguito al processo di trasformazione. Per quanto riguarda i micronutrienti, un importante contributo è dato da alcuni sali minerali come il selenio, lo iodio e il fosforo e da vitamine del gruppo B e vitamina D. È tempo dunque di sfatare i falsi miti del pesce in scatola: buono ma povero di nutrienti? In realtà la scatoletta di tonno (80 g) che ben conosciamo è ricca di proteine nobili, omega 3, vitamine B3, B12, D3 e selenio, nonché fonte di fosforo. Al di là di quanto si pensi poi, non contiene conservanti: è un semplice trattamento termico, unito alla presenza di olio e sale, a garantire la conservazione ottimale del prodotto a lungo. E a proposito di grassi e sale, come si posizionano le conserve? La quantità di sale presente in una scatoletta di tonno sott’olio (52 g, sgocciolato) è pari a quella di una mozzarella, mentre i grassi contenuti sono inferiori a quelli di una porzione di merluzzo al forno. “Abbiamo scelto di sostenere una campagna informativa con l’obiettivo di introdurre nelle famiglie italiane una dieta varia e consapevole, in linea con le indicazioni fornite dalla comunità scientifica internazionale” commenta Matteo Candotto, direttore marketing Nostromo. E aggiunge “Nostromo da sempre sostiene l’incremento della cultura sul consumo del pesce e della sua fondamentale rilevanza nell’alimentazione moderna.” Nostromo, non a caso, è l´unico marchio ad aver ottimizzato la propria offerta di prodotti all’olio extravergine d’oliva, completandola con la totale assenza di sale aggiunto, ovvero con il tonno basso in sale. L’indagine evidenzia anche il ruolo alimentare delle conserve ittiche nelle diverse fasce d’età: se nell’infanzia e adolescenza rappresentano un ‘alleato’ per la crescita e lo sviluppo grazie a proteine, omega-3 e indispensabili microelementi, per gli anziani, grazie anche alla loro palatabilità e alla facilità di masticazione, diventano dei veri e propri ‘integratori’ di sali minerali, il cui fabbisogno aumenta con l’avanzare dell’età. Perciò l’elevato valore nutrizionale delle conserve di pesce le rende adeguate a tutte le fasce di consumatori e facilmente integrabili all’interno di un’alimentazione varia ed equilibrata  
   
   
A UDINE IL CONGRESSO NAZIONALE DEI JEUNES RESTAURATEURS D’EUROPE ITALIA ANNUNCIATO IL NUOVO PRESIDENTE CHE SUCCEDE A EMANUELE SCARELLO  
 
Una celebrazione del talento e della passione dei giovani rappresentanti della gastronomia italiana: è il Congresso dei Jeunes Restaurateurs d’Europe Italia (Jre), appuntamento annuale del network europeo di cuochi e ristoratori professionisti, interpreti lungimiranti della propria epoca che - con grande rigore, inesauribile creatività e rispetto del patrimonio gastronomico locale - danno vita a una cucina moderna e profondamente radicata nel territorio. Nell’edizione 2012 il congresso, che ha avuto luogo a Udine, ha visto l’elezione del nuovo Presidente, che resterà alla guida dall’associazione per i prossimi tre anni: si tratta di Andrea Sarri, chef e titolare del ristorante Agrodolce di Imperia. Andrea Sarri subentra a Emanuele Scarello, del ristorante Agli Amici di Godia (Ud), in carica nel triennio 2009 – 2010 - 2011 che ha traghettato l’associazione verso la maggiore età consolidandone la forza e la struttura. “Per me, che sognavo di essere uno dei Giovani Ristoratori ancor prima di entrare nelle guide gastronomiche, è un onore essere il portavoce e rappresentante di tutti i componenti dell’associazione”, ha commentato Sarri introducendo il suo programma che si pone in entusiasta continuità con quello di Emanuele. Lo chef ligure punta sul gioco di squadra e sulla coesione che contraddistingue l’associazione con una particolare attenzione agli chef del sud. Il Congresso Nazionale 2012 si è svolto nella città d’origine del Presidente uscente Emanuele Scarello e ha pubblicato a valorizzare le eccellenze locali: durante l’Assemblea sono state consegnate a 24 chef Jre altrettante Magnum (con etichetta realizzata in mosaico dalla prestigiosa scuola per mosaicisti di Spilimbergo) da parte dei viticoltori finalisti dell’edizione 2011 del Friulano&friends. Il congresso è stato inoltre l’occasione per presentare i nuovi associati Jre Italia che portano a 85 il numero dei componenti divisi fra 57 soci ordinari e 28 onorari. Sono 6 gli chef che iniziano il loro percorso nell’associazione: Marianna Vitale del ristorante Sud di Quarto (Na), Antonia Klugmann de L’argine di Dolegna del Collio (Go), Fabrizio Ferrari de Al Porticciolo 84 di Lecco, Marianna Pillan dello Zenzero di Grumolo delle Abbadesse (Vi), Christian Milone della Trattoria Zappatori di Pinerolo (To), Arcangelo Tinari e Angela Di Crescenzo di Villa Maiella a Guardiagrele (Ch). Il congresso si è concluso con la tavola rotonda sul tema L’importanza del lavoro di squadra, tematica molto cara all’associazione, che, oltre a far leva sui due punti cardine Jre -talento e passione - deve la sua forza alla stretta e continua collaborazione tra gli associati con la finalità di promuovere e tutelare il patrimonio gastronomico locale. Il dibattito, coordinato dal giornalista Beppe Cordioli, ha avuto come testimone dell’importanza del fare squadra Marco Lant, Comandante delle Frecce Tricolori. L’appuntamento di Udine è stato inoltre l’occasione per presentare la nuova Guida Jeunes Restaurateurs d’Europe Italia 2012 pubblicata con Mondadori Electa. In questa edizione, la guida è stata impreziosita dalle illustrazioni di Gianluca Biscalchin, famosa penna dell’enogastronomia italiana che si è cimentata a ritrarre gli chef dell’associazione. Www.jre.it  
   
   
CAMPIONATO NAZIONALE DI POTATURA DELL´OLIVO.  
 
Prendono il via venerdi` prossimo ad Ascoli Piceno le iniziative del campionato nazionale di potatura dell´olivo, denominato ´Forbici d´oro´, organizzato da dieci anni dall´Assam (Agenzia servizi settore agroalimentare delle Marche), in collaborazione con Cra ´ Oli e Sole24ore Business media. La tre giorni inizia con un incontro dibattito al Palazzo dei Capitani ´ alle 16.00 - inerente l´innovazione nei modelli e nelle tecniche di coltivazione dell´olivo. Vi prenderanno parte il vicepresidente e assessore all´Agricoltura della Regione Marche, Paolo Petrini, l´amministratore unico dell´Assam, Gianluca Carrabs, il sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, l´assessore all´Agricoltura della Provincia di Ascoli Piceno, Giuseppe Mariani, il presidente della locale Camera di commercio, Adriano Federici. Coordinera` i lavori il direttore scientifico della rivista Olivo e Olio de Il Sole 24 Ore, Antonio Ricci. Sono previste relazioni di tecnici ed esperti dell´Universita` di Palermo, di Perugia, dell´Assam, del Cnr. L´iniziativa prosegue nelle giornate di sabato e domenica ad Abbazia di Rosora (Ascoli Piceno). Nella mattinata di sabato si svolgera` dalle dieci il vero e proprio campionato di potatura, preceduto alle 9 e 30 da dimostrazioni tecniche da parte della giuria. Alle 15 ci sara` la premiazione dei vincitori e la consegna degli attestati di partecipazione. Mentre domenica, dalle 9 e 30, ci sara` il campionato dei campioni, riservato ai primi tre classificati delle precedenti edizioni della gara. Maggiori informazioni al sito www.Assam.marche.it    
   
   
IL GORGONZOLA, PRODOTTO D.O.P. LA STORIA DI UN PRODOTTO DELL’ECCELLENZA GASTRONOMICA ITALIANA, LA STORIA DEL SUO TERRITORIO.  
 
Il gorgonzola è stato inserito dalla Comunità Europea nella lista dei prodotti D.o.p. Il 12 giugno 1996 con Reg. Cee n° 1107/96. Solo due regioni italiane, Piemonte e Lombardia, non solo per tradizione ma anche per legge, prevedono la produzione del formaggio gorgonzola e solamente le provincie di Novara, Vercelli, Cuneo, Biella, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia e Varese, Verbano-cusio-ossola e il territorio di Casale Monferrato. Solo il latte degli allevamenti di queste provincie può essere utilizzato per produrre e dare quindi la denominazione di origine protetta al formaggio gorgonzola. La qualità e l´autenticità di questo formaggio è assicurata da una severa legislazione che definisce gli standard di produzione e la zona "D.o.p." della raccolta del latte e della stagionatura. Inoltre stabilisce che ogni forma di gorgonzola venga marchiata all´origine e riporti l´indicazione del produttore. Infine, perché possa essere venduto come tale, il gorgonzola deve essere avvolto in fogli di alluminio recanti il marchio del Consorzio senza il quale il formaggio non è gorgonzola. Il Consorzio Il Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola è stato creato nel 1970 ed ha sede a Novara. E’ un ente senza fini di lucro che raggruppa 40 caseifici che rappresentano il 100% della produzione globale. Il Consorzio, che dipende direttamente dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha il preciso scopo di vigilare sulla produzione e sul commercio del gorgonzola Dop e sull´utilizzo della sua denominazione al fine di tutelare produttori e consumatori. Il Consorzio promuove tutte le iniziative tese a salvaguardare la tipicità e le caratteristiche del gorgonzola preservandole da ogni abuso, concorrenza sleale, contraffazione, uso improprio della Dop e comportamenti illeciti. Inoltre, in collaborazione con le Università, gli Istituti di ricerca e gli Istituti Tecnici Lattiero-caseari, il Consorzio promuove ricerche tecnico-scientifiche. I Numeri • Con il 10% della produzione nazionale e circa il 6% dei consumi di formaggio nel nostro paese, il gorgonzola è il 3° formaggio di latte vaccino per importanza nel panorama dei formaggi Dop italiani, dopo i due grana • Più di 4 milioni di forme, pari a circa 500.000 quintali annui, è stata la produzione globale di gorgonzola nel 2011 da parte delle circa 3000 aziende agricole e 40 caseifici dislocati nel territorio consortile. • 500 milioni di euro è il giro d’affari del gorgonzola al consumo. • In Italia le vendite si suddividono per il 65% nel nord-ovest, 19% nel nord-est, 9% nel sud e nelle isole e il 7% al centro. • Il 31 % della produzione è destinato all’esportazione, prevalentemente nell’Unione Europea (con la Germania e la Francia che assorbono più del 50% dell´esportazione totale), ma anche negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone, paese in cui il consumo di formaggi italiani è in forte crescita. Le Origini Il formaggio gorgonzola prende il nome dall’omonima cittadina alle porte di Milano. La sua data di nascita non è certa, come accade per molti alimenti tradizionali, ma si fa risalire al Medioevo, intorno all’anno 879, più di undici secoli fa. Inizialmente si chiamava “stracchino di gorgonzola” con riferimento alle vacche "stracche", ovvero stanche dopo la transumanza dalle zone alpine della Valsassina alla zona pianeggiante di Gorgonzola. Quest’area, grazie alle particolari condizioni climatiche e all’efficiente sistema di irrigazione, presentava pascoli stabili e foraggi di ottima qualità che favorivano la produzione di molto latte, ingrediente primario e indispensabile per produrre formaggio. La produzione del gorgonzola comincia ad estendersi di pari passo con la canalizzazione delle risorse idriche e la costruzione dei navigli, completati intorno al 1500, nelle aree del Milanese, del Lodigiano e del Pavese. In questo modo il formaggio poteva essere velocemente trasportato a Milano, insieme agli altri prodotti alimentari, dove il commercio era più fiorente soprattutto in occasione delle fiere. Un’ulteriore condizione geografica favorevole del territorio era rappresentata dalle grotte naturali della Valsassina perfette per la maturazione del gorgonzola anche nei mesi estivi durante i quali solitamente la lavorazione si interrompeva. Col tempo nel nome rimane solo la parola “gorgonzola” e l’area di produzione si estende alla zona a cavallo tra Lombardia e Piemonte che comprende le provincie di Novara, Vercelli, Cuneo, Biella, Verbano-cusio-ossola e il territorio di Casale Monferrato per il Piemonte; Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza, Pavia e Varese per la Lombardia. Solo il latte appena munto degli allevamenti di queste provincie può oggi essere utilizzato per produrre il gorgonzola conferendogli la Denominazione di Origine Protetta (D.o.p.). Vera svolta nella produzione del gorgonzola e dei formaggi in generale si ha nel 1860 con le prime strutture di stagionatura. Per volere dell’allora Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio vengono messi a punto, infatti, interventi per migliorare le competenze tecniche degli operatori e, di conseguenza, il livello tecnico-produttivo. Nel caso del gorgonzola questo significa essenzialmente la stagionatura nelle celle frigorifere. Oggi come allora il latte di altissima qualità insieme alla sana produzione dei foraggi, all´elevato standard igienico delle stalle nei territori consortili e all’accurato procedimento tuttora manuale sono la premessa per la realizzazione di un prodotto dell’eccellenza italiana, espressione di una tradizione antichissima fatta di sapori sinceri e genuini. Ecco perché si dice che l’unico segreto del gorgonzola è quello di non avere segreti! Metodo Di Produzione Anche nella grande industria nazionale il procedimento di produzione del gorgonzola prevede ancora un forte intervento manuale. Il formaggio si ottiene utilizzando esclusivamente latte vaccino intero pastorizzato cui si aggiungono fermenti lattici, caglio e spore di penicilli. A coagulazione avvenuta la cagliata viene sistemata nei fassiroli, o fascere, in quantità di circa 15 kg per ogni forma e viene lasciata riposare per permettere la perdita di siero. Successivamente le forme vengono girate e marchiate su entrambe le facce con il numero identificativo del caseificio di produzione. Quindi vengono spostate in celle, dette "purgatorio", con una temperatura di 18/24°C, dove le forme vengono salate manualmente. Dopo 3 settimane circa di stagionatura, in celle frigorifere a 2/7° C, con umidità del 85/99%, ha luogo la foratura con grossi aghi metallici che permette all´aria di entrare nella pasta, sviluppare le colture già innestate nella cagliata e dare così vita alle inconfondibili venature blu/verdi del gorgonzola. A stagionatura ultimata, dopo circa 2 mesi, le forme vengono tagliate e ciascuna parte viene avvolta in alluminio riportante l’inconfondibile in rilievo del Consorzio, unica garanzia di qualità dove C stà ad indicare il Consorzio e G si riferisce al formaggio gorgonzola. Senza il numero del caseificio d’origine, i marchi del Consorzio e l´alluminio in rilievo, infatti, il formaggio non è gorgonzola. Caratteristiche Il gorgonzola è un formaggio molle a pasta cruda che appartiene alla famiglia degli “erborinati” (da “erborin”, che in dialetto milanese vuol dire prezzemolo) ovvero di quei formaggi che presentano le tipiche striature verdi date, non dall’utilizzo del prezzemolo, bensì dalla formazione di muffe. Altri “erborinati” famosi sono il castelmagno della provincia di Cuneo, il Blu del Moncenisio, lo stilton inglese e il Roquefort francese. Occorre circa un quintale di latte per ottenere una forma del peso di circa 12 kg. Dolce O Piccante? Il gorgonzola del tipo piccante, si differenzia, oltre che per il gusto forte e deciso più simile al "roquefort" francese o allo "stilton" inglese, per le venature blu/verdi più accentuate e per la pasta più consistente e friabile. Il gorgonzola piccante prevede un periodo di stagionatura più lungo e durante la lavorazione vengono innestate colture di penicilli differenti. Questo tipo di gorgonzola, detto anche "gorgonzola del nonno" o "antico" perchè consumato maggiormente in passato, rappresenta oggi circa il 7% della produzione nazionale. Informazioni Nutrizionali Il gorgonzola ha un alto contenuto di minerali e vitamine. 100 gr. Di prodotto equivalgono ad un valore energetico di 330 kcal e contengono 19 gr. Di proteine, 0 carboidrati e 27 gr. Di grassi; quindi 360 mg. Di fosforo (45% rda), 420 mg. Di calcio (52% rda) oltre alle vitamine A - B1 - B2 - B6 - B12 - Pp. E’ inoltre appurato che il gusto e l’aroma del gorgonzola provocano un’attivazione sensoriale che stimola la secrezione di bile e di succo pancreatico, favorendo in questo modo la digestione dei grassi e delle proteine. Inoltre, secondo una recente ricerca commissionata dal Consorzio per la tutela del formaggio gorgonzola al professor Mario Del Piano, primario di gastroenterologia presso l’Ospedale Maggiore di Novara, il gorgonzola è privo di lattosio, una buona notizia per chi soffre di intolleranze alimentare (circa il 70% della popolazione adulta). Già in passato il professor Del Piano aveva sottolineato le particolari qualità nutritive del gorgonzola, impiegato sin dal Medioevo nella cura dei disturbi gastro-intestinali, e ancor oggi somministrato agli ammalati inappetenti per malattie croniche e neoplastiche.”Il Gorgonzola – ha aggiunto il professor Del Piano – grazie alla triplice fermentazione cui è sottoposto il latte (lattica, con i lieviti e le muffe) è consigliabile a tutti coloro, che pur avendo l’intolleranza al lattosio, non vogliono rinunciare a mangiare un buon formaggio!”. Il Gorgonzola A Tavola Il gorgonzola è un alimento dalla forte personalità che si presta ad essere utilizzato sia come portata in un pranzo di tutti i giorni sia come ingrediente principale nelle creazioni degli chef più rinomati. Curiosita’ E Leggende Durante la seconda guerra mondiale Winston Churchill fece segnare la cittadina di Gorgonzola con un cerchietto rosso sulle carte per evitare che venisse bombardata in quanto produttrice del formaggio di cui era ghiotto. Negli anni ’40 i quotidiani dell’epoca riportavano che l’italianissimo gorgonzola era il formaggio più consumato nel ristorante della Camera dei Comuni di Londra. Il gorgonzola ha anche un Santo protettore, San Lucio, il cui culto cominciò nell’800 quando i formaggiai offrivano al santo una lira in cambio della sua benevolenza. Al santo fu anche dedicato un grande quadro nella Chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano, proprio vicino al grande mercato del Verziere dove il formaggio era tra i generi più contrattati e, tra questi, il gorgonzola era il Re. Con lo spostamento del mercato il culto scemò restando comunque attivo fino ad oltre il 1960. Le più celebri leggende sulla nascita del gorgonzola sono due e la fanno risalire una alla sbadataggine, l’altra all’amore. Nel primo caso si racconta che un mandriano si concesse una sosta in quel di Gorgonzola e, avendo dimenticato l´attrezzatura per lavorare il latte destinato a diventare crescenza o quartirolo, lasciò la cagliata in un recipiente riservandosi di unirla a quella del giorno dopo per poi lavorare il tutto con gli attrezzi recuperati. Tuttavia l’unione delle due “paste” di consistenza diversa provocò il passaggio dell’aria negli interstizi e di conseguenza la diffusione delle muffe. Nacque così il gorgonzola. Stesso copione nella storia più romantica in cui il protagonista non è un mandriano, bensì un giovane casaro sbadato per amore!  
   
   
RASSEGNA IN TRENTA RISTORANTI DAL 13 APRILE AL 4 GIUGNO A TAVOLA SI GUSTA L’ASPARAGO PIACENTINO  
 
Un appuntamento per veri gourmand dal titolo e dal gusto davvero unici: la “Rassegna Gastronomica dell’Asparago Piacentino” permette di scoprire (e assaggiare) piatti per veri intenditori. L’idea è del locale “Consorzio per la Promozione, Sviluppo e Tutela dell’Asparago Piacentino” che, in collaborazione con trenta ristoranti dislocati un po’ in tutta la provincia, propone menu a tema dal 13 aprile al 4 giugno. Moltissime e assai gustose le ricette che gli chef portano in tavola: ricordiamo fra le altre, a titolo di esempio, il carpaccio di carne con punte di asparago, le lasagne di asparagi e scamorza, l’involtino di branzino e asparagi, il gelato di asparago. Piatti dal gusto insolito e dagli incredibili aspetti nutrizionali: l’asparago è infatti ricco di fibre assai importanti per l’organismo quali i frutto-oligosaccaridi-Fos, le vitamine B1, B6, A e C, l’acido folico e l’asparagina, che possono agire in modo positivo come antidepressivi, antiossidanti, sviluppano la flora batterica intestinale, tengono sotto controllo il colesterolo, regolano la diuresi e il metabolismo del sistema nervoso. Grande novità della Rassegna, che nell’edizione 2012 compie il suo quarto anno di vita, è poi l’abbinamento gusto e cultura. Chi va a pranzo o a cena in uno dei ristoranti che aderiscono alla kermesse riceve infatti un coupon valido per la visita gratuita a una delle bellezze artistiche del Piacentino. Ognuno può così scegliere di entrare, a Piacenza, a Palazzo Farnese (con la Pinacoteca e i suoi prestigiosi musei), alla Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi, nella Rocca di Castell’arquato o nei castelli di San Pietro in Cerro o Gropparello. Ma torniamo ai piaceri del palato e alle sorprese. Tutti i commensali della Rassegna, ma pure i semplici amanti della buona cucina (anche se non sono presenti in prima persona a una serata in uno dei ristoranti), sono invitati a dare il loro contributo, partecipando al concorso “Inventa la ricetta e vinci un weekend da sogno nel Piacentino”. Per aderire basta scrivere e far pervenire la propria ricetta entro il 20 maggio (o via mail all’indirizzo info@asparagopiacentino.It o per posta al Consorzio per la Promozione, Sviluppo e Tutela dell’Asparago Piacentino, c/o Comune di Pontenure, via Ugo Moschini 16, 29010 Pontenure (Pc), specificando sulla busta la dicitura “concorso inventa la ricetta”), chi darà l’idea più sfiziosa e meritevole si aggiudicherà un weekend da sogno nel Piacentino per due persone. Di particolare richiamo, poi, quattro speciali cene a tema – venerdì 13 e 27 aprile, 11 e 18 maggio – con autorevoli personaggi piacentini che si sfidano ai fornelli, servendo in tavola un particolarissimo menu tutto a base di asparagi, dall’antipasto al dolce. Sarà così possibile vedere con il cappello da chef in testa il Presidente della Provincia Massimo Trespidi, l’assessore provinciale al Turismo Maurizio Parma, l’assessore provinciale all’Agricoltura Filippo Pozzi, l’assessore provinciale alle Politiche del Lavoro e Scuola Andrea Paparo, il direttore del quotidiano locale La Libertà Gaetano Rizzuto, il presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti, il direttore dell’Unione Commercianti Giovanni Struzzola, il presidente Cna Dario Costantini, il direttore de Il Nuovo Giornale don Davide Maloberti. Una giuria popolare costituita dai commensali delle serate decreterà i piatti migliori. La rassegna si chiuderà il 4 giugno con una grande festa nella centrale piazza Cavalli, a Piacenza. In programma happy hour, degustazioni di prelibatezze a base di asparago preparate dai grandi della cucina piacentina e accompagnate dai migliori vini del territorio, spettacoli musicali dal vivo. Per concludere ricordiamo che in occasione della rassegna è stato predisposto il pacchetto turistico “Sogno d’Asparago” (con soggiorno a scelta al Relais Cascina Scottina di Cadeo o all’albergo ristorante Il Cervo di Agazzano; costo rispettivamente di 250 e 120 euro a coppia) che comprende: aperitivo di benvenuto, pernottamento con prima colazione, cena con menu degustazione a base di asparago, visita guidata alle coltivazioni di asparagi per assistere alla raccolta (con possibilità di acquisti in cascina), biglietto omaggio per l’ingresso a una delle bellezze artistiche del territorio a scelta fra Palazzo Farnese, Galleria Ricci Oddi, Rocca di Castell’arquato, castello di San Pietro in Cerro o castello di Gropparello. Stesse condizioni sono offerte anche dall’azienda agrituristica Case Riglio di Paderna di Pontenure al costo di 280 euro (inclusi però in questo caso due pernottamenti per due persone). Chi fosse interessato può anche acquistare gli asparagi freschi di raccolta da: Azienda Agricola Finetti Iolanda, Maria e Cabrini Emanuela (località Muradello, Pontenure), Agriturismo Case Riglio (Paderna di Pontenure), Azienda Agricola Il Colombarone (località San Nazzaro, Monticelli d’Ongina), Zaffignani Diego (Roncarolo di Caorso), Zaffignani Claudio (Besenzone), Benzi Paola (Rottofreno), Barabaschi Stefano (Rottofreno), Azienda Agricola Agrifood (Piacenza), Azienda Agricola Francesco Nicolini (Agazzano). Www.asparagopiacentino.it  
   
   
L’INNOVAZIONE AL SERVIZIO DELLA SALUTE DEI CONSUMATORI: I PRODOTTI AMADORI SENZA GLUTINE BUONI PER TUTTI, PERFETTI PER CELIACI  
 
Amadori ha presentato alla comunità scientifica riunita a Nutrimi, il Iv Forum Nutrizionale di Nutrizione Pratica a Milano il 14 e 15 marzo, la propria gamma di prodotti presenti sul Prontuario dell’Associazione Italiana Celiachia ed. 2012: arrosti, hamburger, polpettine, rollate, salsicce, würstel. Prima i würstel, poi gli arrosti, in seguito le salsicce, le rollate, gli hamburger, e ora anche le deliziose polpettine: il Gruppo Amadori, uno dei principali leader nel settore agroalimentare italiano, offre la più ampia gamma di prodotti elaborati freschi a base di carne, senza glutine, buoni per tutti, perfetti anche per i celiaci. Amadori ha presentato alla comunità scientifica riunita a Nutrimi, il Iv Forum Nutrizionale di Nutrizione Pratica in programma a Milano il 14 e 15 marzo, il percorso intrapreso anni fa insieme all’Associazione Italiana Celiachia, per garantire l’assenza di qualsiasi fonte di glutine nell’intero stabilimento di produzione di San Vittore di Cesena e, di conseguenza, in tutte le referenze qui prodotte. Attualmente, sono sei le tipologie di prodotti Amadori inclusi nel Prontuario degli Alimenti dell’Associazione Italiana Celiachia ed. 2012. Si va dalle rollate Buona Domenica, a base di carne di tacchino, con tanti ripieni gustosi, ai würstel Evviva, a base di carne di pollo e tacchino, con le varianti ripiene di formaggio e ketchup, e di suino e tacchino, fino agli Hamburger, le Salsicce e le Polpettine della linea I Grandi Classici, l’ultima deliziosa novità Amadori. Oltre a questi prodotti, che hanno la licenza di utilizzo del logo Spiga Barrata rilasciato dall’Aic, sono senza glutine anche gli arrosti “Le Buone Forchette”, in versione a fette (di fesa di tacchino, di petto di pollo, di pollo alle erbe aromatiche, Kebby – inserite nel Prontuario Aic) e gli arrosti in versione trancetto (di fesa di tacchino, di coscia e di filetto di pollo, di coscia di tacchino, di fesa di tacchino e spinaci). “Amadori continua la sua politica di sensibilità verso diverse tipologie di consumatori – commenta Flavio Amadori, Direttore Generale del Gruppo. – La celiachia è un’intolleranza alimentare permanente al glutine che interessa 1 persona su 100, ma che spesso non è riconosciuta in quanto le sue manifestazioni cliniche sono estremamente variabili. Siamo orgogliosi di essere riusciti a rendere libero dal glutine un intero stabilimento e di aver eliminato le fonti di glutine da molti prodotti elaborati, per offrire alle tante persone intolleranti al glutine il piacere di mangiare con serenità prodotti gustosi, facili e veloci da preparare, e di vivere la passione per la buona tavola. L’azienda offre così, oltre alla qualità della marca Amadori, la garanzia delle verifiche e dei controlli dell’Associazione Italiana Celiachia.”  
   
   
IL LATTE FRESCO ALTA QUALITÀ GRANAROLO INVITA ALLE SCOPERTE  
 
Scoprire il mondo degli animali divertendosi: è questo lo spirito da cui nasce la nuova promozione che Granarolo, insieme a Discovery Networks, media company leader a livello globale, e a Preziosi Collection, brand leader nel mercato dei collezionabili edicola, ha dedicato a tutti i bambini. Dal 19 marzo, acquistando il Latte Fresco Alta Qualità Granarolo da litro e staccando l’etichetta, all’interno sarà possibile trovare le figurine per completare più velocemente l’album di Animal Planet, dedicato al mondo degli animali e distribuito in edicola da Preziosi Collection, scoprendo curiosità e caratteristiche delle più affascinanti creature provenienti da tutto il mondo. L’attività prevede la distribuzione di diversi milioni di etichette promozionate, comunicazione a supporto sulle testate dedicate ai bambini, pubblicità su reti ad alta frequentazione del target e numerose attività a punto vendita. Il Latte Granarolo Alta Qualità è al 100% italiano, nasce in allevamenti selezionati dove le mucche sono alimentate naturalmente e allevate con rispetto. È un latte buono e nutriente, un alimento prezioso e completo per l’alimentazione quotidiana di tutta la famiglia. Per saperne di più: www.Granarolo.it  
   
   
ABRUZZO IN GRAN SPOLVERO A VINITALY E SOL PRESENTI 87 CANTINE E 28 AZIENDE OLEARIE; IL VIA DOMENICA 25  
 
 Pescara - Sono 87 le cantine abruzzesi che partecipano all´edizione 2012 di Vinitaly, il salone internazionale dedicato al vino, in programma da domenica 25 a mercoledì 28 a Verona, al quale l´Abruzzo prende parte grazie all´impegno organizzativo del Consorzio di tutela Vini d´Abruzzo e del Consorzio di tutela Colline Teramane Docg. Ad entrambe, infatti, è stata affidata la parte promozionale e del programma delle degustazioni, mentre alla Regione Abruzzo e al Centro Interno delle Camere di Commercio spetterà il compito di coordinamento delle aree istituzionali. Questa mattina, a Pescara, la presentazione dell´assesore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, intervenuto insieme a Tonino Verna, presidente del Consorzio Vini d´Abruzzo, Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Colline Teramane Docg, e ad Alberto Amoroso, presidente di Confrantoiani. Ad accogliere i visitatori all´interno del padiglione 11 sarà come di consueto il grande banco d´assaggio dell´Enoteca Regionale d´Abruzzo con il servizio gestito dai sommelier dell´Ais Abruzzo, mentre nella sala degustazione si susseguiranno gli appuntamenti dedicati alle eccellenze vitivinicole regionali, notoriamente caratterizzate dalla fortissima identità territoriale dei vitigni storici quali Montepulciano, Trebbiano, Pecorino, Passerina, Cococciola, Montonico, Malvasia e Moscatello. "La grossa novità di quest´anno - ha sottolineato l´assessore Febbo - è rappresentata dal fatto che saranno i nostri produttori vitivinicoli a scendere direttamente in campo con i due consorzi di tutela del vino. Già nella scorsa edizione - ha aggiunto l´aassessore - avevamo avviato un discorso sperimentale che andava in questa direzione nonostante ci fosse scetticismo da più parti. Invece, questa formula si è rivelata vincente ed eccoci di nuovo a presentare il meglio della nostra produzione vitivinicola con ben 87 cantine in vetrina all´appuntamentamento fieristico più importante del settore agrolimentare. Senza dimenticare le 28 aziende presenti al Sol, il salone internazionale dell´olio extravergine di qualità dove, per la prima volta, un produttore abruzzese, l´azienda agricola Fantasia di Raiano, è stato premiato con la medaglia di bronzo". Il tema principale della presenza dell´Abruzzo è l´anniversario dei 40 anni della Doc Trebbiano d´Abruzzo, il cui disciplinare di produzione è stato riconosciuto nel 1972 e successivamente aggiornato nel 2009, che sarà protagonista di due grandi degustazioni organizzate dal Consorzio di Tutela d? Abruzzo (domenica 25 alle ore 11,30 guidata dalla sommelier Adua Villa) e dall´Associazione Vignaioli in Abruzzo (lunedì 26 ore 11,35 ospiti il giornalista sportivo Italo Cucci e il "trebbianista" storico Francesco Paolo Valentini) nel corso delle quali saranno proposte alcune ultime annate e le migliori dei quattro decenni. Dedicata a 5 nuove Docg italiane organizzata da Civiltà del Bere. La presenza dell´Abruzzo a Vinitaly e a Sol si connota anche dalle numerose iniziative che, insieme alla produzioni vitivinicole e olearie, hanno lo scopo di valorizzare le altre eccellenze alimentari, turistiche e dell´artigianato artistico: il Movimento Turismo del Vino Abruzzo si occuperà della gestione dell´area ristoro proponendo ogni giorno una serie di itinerari per far scoprire le tipicità enogastronomiche regionali (formaggi, salumi, pasta alla mugnaia, dolci tradizionali), denominato "Viaggio nell´Abruzzo del Vino", che prevede una serie di prodotti e di preparazioni dolci e salate con il coinvolgendo produttori e cuochi dei diversi territori abruzzesi in abbinamento ai vini delle aziende socie del Movimento Turismo del Vino Abruzzo. Tuttavia, l´Abruzzo a Verona sarà rappresentato anche da 28 aziende olearie all´interno del padiglione del Sol con uno stand di circa 500 mq, che quest´anno si illumina con i premi ricevuti nell´ambito del Concorso "Sol d´Oro" al quale hanno partecipato circa 220 oli internazionali e che ha visto le aziende abruzzesi riportare alcuni importanti riconoscimenti: Sol di Bronzo (cat. Fruttato leggero): Az. Agr. Fantasia di Raiano (Aq); Gran Menzione (cat. Fruttato leggero): Frantoio Montecchia di Morro d´Oro (Te) e Frantoio Zappacosta di Bucchianico (Ch); Gran Menzione (cat. Fruttato medio): Az. Agr. Tommaso Masciantonio di Casoli (Ch) e Soc. Agr. Forcella di Pescara; Gran Menzione (fruttato intenso): Frantoio Claudio Di Mercurio di Penne (Pe). Questi e altri oli potranno essere degustati in occasione della degustazione guidata dal capo-panel Marino Giorgetti: domenica 25 alle ore 14.30 "Oli d´Abruzzo" (sala Mantegna, Palaexpò).  
   
   
IL GRUPPO WARSTEINER ENTRA NEL MONDO DEL GOLF CON L’EUROPEAN TOUR  
 
Warsteiner, prestigioso marchio di birra Premium tedesco, sarà Fornitore Ufficiale di Birra dell’European Tour. Questa nuova partnership rafforza ulteriormente la crescita e la strategia di comunicazione del marchio a livello internazionale, evidenziando allo stesso tempo i valori chiave di Warsteiner, qualità e tradizione. Come Fornitore Ufficiale di birra dell’European Tour, Warsteiner offrirà ai partecipanti e al pubblico la possibilità di degustare le proprie birre Premium durante i ricevimenti e le cerimonie officiali dell’European Tour che si terranno sia presso la sede centrale del torneo, a Wentworth nel Regno Unito, sia durante le tappe nei diversi Paesi nel corso della stagione. Il Gruppo Warsteiner darà visibilità alla partnership sulle confezioni di birra, attraverso attività di Pr, promozioni per i canali on-trade e off-trade, nonché con una campagna Adv in televisione e sulla stampa. L’accordo prevede anche una serie di sponsorizzazioni a livello regionale, quali il Sicilian Open alla fine di marzo; il Bmw Pga Championship nel Regno Unito a maggio e il Klm Open a Hilversum, nei Paesi Bassi a settembre. In qualità di Fornitore Ufficiale di Birra, Warsteiner godrà di grande visibilità in linea con il posizionamento ‘Modern Class’ del marchio, e presso le diverse tappe della gara metterà a disposizione del pubblico un’esclusiva Warsteiner Lounge e numerosi punti di ristoro firmati Warsteiner presso i singoli campi da golf. Tim Shaw, Sales Director dell’European Tour, sottolinea: “Siamo lieti di annunciare questa nuova partnership con Warsteiner e di poter contare sulla presenza di questo prestigioso marchio Premium all’European Tour. In veste di Official Supplier, Warsteiner ha l’opportunità di rivolgersi a un mercato perfettamente in target con il proprio brand e pertanto siamo certi che questa partnership sarà di grande successo”. Marc Büker, Warsteiner international director of marketing and sales, continua: “La nostra strategia internazionale rispecchia i valori chiave di Warsteiner, quali classe, passione e qualità – una combinazione perfetta con uno sport esclusivo quale il golf internazionale, che vede l’ascesa di tanti giovani talenti internazionali. Ognuno di loro, nell’ambito del golf, ben rappresenta il concetto di ‘Modern Class’”. Warsteiner International Marketing Director Ulrich Kunert, aggiunge: “Abbiamo una lunga tradizione di sponsorizzazioni internazionali nel mondo dello sport e questa collaborazione ci aiuterà a sviluppare questo binomio birra premium e sport d’élite. Inoltre, costituisce una ulteriore opportunità di raggiungere nuovi target di consumatori e di accrescere la nostra reputazione nella produzione birraria a livello globale”. L’impresa familiare Warsteiner produce birra pilsner dal lontano 1753, anno in cui Antonius Cramer realizza la sua prima birra. Da allora, nove generazioni della famiglia Cramer hanno lavorato perché Warsteiner potesse diventare il primo marchio d’importazione Premium Pilsener tra le birrerie private tedesche. Warsteiner è attualmente venduta in oltre 60 Paesi, compresi Regno Unito, Paesi Bassi, Italia, Usa, Spagna, Francia, Canada e Ucraina e tra gli accordi commerciali di distribuzione all’estero figurano Carlsberg, Castel, Efes, Mahou San Miguel e Sab Miller.  
   
   
LE MARCHE A VINITALY CON 105 ESPOSITORI, 200 VINI E LA NUOVA DOCG OFFIDA PECORINO  
 
Una terrazza per degustazioni “live” non stop di oltre 200 vini. Una nuova Docg – il Pecorino di Offida, caratteristico del Piceno - per rilanciare una varietà che aveva rischiato di scomparire dal territorio. Percorsi sensoriali sul pianeta vino, con assaggi di Verdicchio, Vernaccia di Serrapetrona, vini biologici e autoctoni. La Regione Marche si presenta al Vinitaly (Veronafiere, 25-28 marzo, pad 7) con 105 aziende (fra consorzi, cantine e produttori), uno spazio espositivo che prevede il raddoppio di superficie della terrazza e importanti novità, forte di un crescente riconoscimento internazionale: l’export dei vini marchigiani ha infatti segnato nel 2011 un +8% circa sull’anno precedente, superando i 44 milioni di euro di fatturato (pari a circa il doppio di quanti ne fattura il Verdicchio, uno dei vini simbolo della regione). A trainare la crescita, non solo il terzo vino bianco più esportato al mondo – 14 milioni di bottiglie prodotte (pari al 78% della produzione regionale a denominazione) e 22 milioni di euro di fatturato nel 2011 (+2% sul 2010) - ma anche la riscoperta di vitigni autoctoni. Dall’anteprima di un’indagine condotta da Symphonyiri Group per Vinitaly infatti, a fronte di una diminuzione dei consumi sul mercato interno, il Pecorino delle Marche si guadagna la palma di “emergente”, cioè col maggior tasso di crescita (+26,5%, secondo solamente al Pignoletto dell’Emilia, che mette a segno un +29,6%). E proprio il Pecorino di Offida Docg è una delle novità Vinitaly 2012 targata Marche: nella fase di lancio saranno 17.300 le bottiglie commercializzate ma la produzione arriverà presto a 400.000 bottiglie l’anno, per un valore di 2 milioni di euro. Il vino prodotto dall’uva “appetibile alle pecore al pascolo”, come pubblicato in uno studio del 1873, ha modificato molto il palinsesto produttivo dell’area del Piceno, oggi trainata dai bianchi Pecorino e Passerina. E va ad arricchire un panorama enologico che oggi conta 15 Doc, 5 Docg (tra cui i Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, il primo nome di vino comparso nella più antica etichetta italiana) e l’Igt Marche. Una ricchezza tutta da scoprire anche attraverso i profili sensoriali delle Denominazioni, il nuovo vademecum realizzato dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini: una carta d’identità per scoprire caratteristiche organolettiche e i profondi legami di ogni vino con il proprio territorio di origine. Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d’Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica) Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva,verdicchio di Matelica Riserva