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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Ottobre 2010
LA COMMISSIONE E IL PARLAMENTO EUROPEI FIRMANO IL NUOVO ACCORDO QUADRO  
 
Strasburgo, , 25 ottobre 2010 - A Strasburgo il 20 ottobre il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek hanno firmato l´accordo quadro rivisto che regola i rapporti tra le due istituzioni. Si è così concluso con successo un processo iniziato quasi un anno fa con l´entrata in vigore del trattato di Lisbona. L´accordo quadro rivisto adatta l´accordo del 2005 al nuovo quadro istituito dal trattato. Entrambi i presidenti si sono detti fiduciosi che tale accordo rafforzerà i legami tra le due istituzioni e fornirà soluzioni pratiche conformi alle competenze rafforzate del Parlamento ai sensi del trattato di Lisbona. Alcuni elementi importanti dell´accordo, come il programma di lavoro della Commissione per il 2011, sono già stati attuati prima ancora che il nuovo accordo entri in vigore. Il Presidente Barroso ha dichiarato: "Questo accordo segna un nuovo inizio dopo l´entrata in vigore del trattato di Lisbona che rafforza i ruoli della Commissione e del Parlamento europeo nella promozione dell´agenda europea. Sono fiducioso che la nostra collaborazione sarà sempre più intensa." Il Presidente Buzek ha affermato: "Il Parlamento europeo è orgoglioso di questo nuovo accordo quadro quinquennale con la Commissione. Esso rispecchia la posizione più influente del Parlamento europeo a seguito del trattato di Lisbona e innalza il livello del nostro partenariato speciale con la Commissione. Mi compiaccio in particolare che la Commissione abbia assunto l´impegno di rendere conto del seguito concreto dato alle richieste d´iniziativa legislativa del Parlamento europeo e abbia accettato il principio della parità di trattamento tra il Parlamento e il Consiglio dei ministri nelle questioni legislative e di bilancio." Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione e commissario per le Relazioni interistituzionali e l´amministrazione, che ha condotto i negoziati a nome della Commissione, ha aggiunto: "Per collaborare è fondamentale disporre di una base solida concordata ufficialmente e applicarla effettivamente nella pratica quotidiana. Farò tutto il possibile per assicurarlo. Voglio ringraziare i negoziatori del Parlamento per gli sforzi compiuti durante le discussioni che sono sempre state molto franche!". Tra i vari miglioramenti, il nuovo accordo prevede norme e un calendario per un dialogo più intenso e strutturato tra le due istituzioni, permettendo così alla Commissione di beneficiare dei contributi del Parlamento nella preparazione del suo programma di lavoro e dei suoi apporti alla programmazione dell´Unione europea. L´accordo contiene norme dettagliate sul modo in cui la Commissione informerà il Parlamento circa la negoziazione e la conclusione di accordi internazionali, qualora tale responsabilità spetti alla Commissione. Conforma le norme sulla trasmissione di informazioni riservate al Parlamento agli standard internazionali in modo che sia più semplice tenere il Parlamento informato. Contempla inoltre norme per migliorare le informazioni fornite al Parlamento riguardo al lavoro degli esperti che assistono la Commissione. Rafforzerà altresì il dialogo e il coordinamento relativi alla programmazione delle tornate del Parlamento. Tutti questi elementi mirano a intensificare il dialogo politico tra le istituzioni nel pieno rispetto dell´equilibrio tra le stesse previsto dai trattati e del loro impegno a cooperare proficuamente. Sarà così possibile realizzare più efficacemente le politiche dell´Unione.  
   
   
PARTENARIATO UE-RUSSIA: IL VICEPERESIDENTE DELLA COMMISSIONE TAJANI E IL MINISTRO RUSSO KHRISTENKO SI IMPEGNANO AD INTENSIFICARE IL DIALOGO E APPROFONDIRE LA COOPERAZIONE  
 
 Roma, 25 ottobre 2010 - Il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile dell´Industria e dell´ Imprenditoria, Antonio Tajani ha incontrato il 22 ottobre a Roma il Ministro per l´Industria e il Commercio della Federazione russa Viktor Khristenko. L´incontro si è svolto nell´ambito del Partenariato Ue-russia per la modernizzazione, avviato lo scorso 1° giugno 2010 e volto a migliorare la cooperazione Ue-russia al fine di contribuire alla modernizzazione, diversificazione e apertura dell´economia russa. Il Vicepresidente Tajani e il Ministro Khristenko hanno pertanto esaminato i progressi raggiunti fino ad oggi nel dialogo sulla regolamentazione e le politiche industriali e si sono accordati sulla necessità di incontrarsi due volte l´anno per imprimere l´impeto politico necessario, coinvolgendo nelle discussioni le parti interessate dell´amministrazione russa e della Commissione europea, oltre che i rappresentanti delle industrie e delle associazioni imprenditoriali. In particolare, sottoscrivendo oggi una dichiarazione congiunta, le controparti si sono impegnate a rafforzare il dialogo in materia di regolamentazione e di politiche industriali e delle imprese, accrescere la continuità, l´efficienza e l´efficacia di questo dialogo e accelerare la convergenza dei regolamenti tecnici, degli standard industriali e della procedure di valutazione della conformità in modo da ridurre le barriere tecniche al commercio e agevolare l´accesso reciproco ai mercati. Il Vicepresidente Tajani e il Ministro Khrisenko si sono inoltre impegnati a individuare le nuove aree volte allo scambio di esperienze e delle migliori pratiche, segnatamente riguardo alle politiche industriali e in materia di innovazione. Duratne i colloqui, è stato anche sottolineato che l´Ue e la Russia si trovano ad affrontare la sfida rappresentata dalla necessità di stimolare l´innovazione, migliorare la competitività e realizzare una crescita economica sostenibile, improntata a un uso efficiente delle risorse, riconoscendo la disponibilità e la ricerca intensiva nell´uso efficiente delle materie prime come un fattore chiave per una politica industriale moderna e di successo. Roma, 22 ottobre 2010 Dichiarazione Stampa Congiunta - Oggi noi, Viktor B. Khristenko, Ministro per l´Industria e il Commercio della Federazione Russa, e Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione Europea responsabile per l´Industria e l´Imprenditorialità, ci siamo incontrati a Roma al fine di esaminare i progressi raggiunti fino ad oggi nel nostro dialogo in materia di regolamentazione e di politiche industriali e delle imprese. Le nostre discussioni si sono svolte nell´ambito del partenariato Ue-russia per la modernizzazione, avviato in occasione del vertice Ue-russia del 1° giugno 2010 a Rostov sul Don. Il partenariato mira a migliorare la cooperazione Ue-russia al fine di contribuire alla modernizzazione, diversificazione e apertura dell´economia russa. Come riconfermato durante il nostro incontro, l´Ue e la Russia si trovano ad affrontare la sfida rappresentata dalla necessità di stimolare l´innovazione, migliorare la competitività e realizzare una crescita economica sostenibile, improntata a un uso efficiente delle risorse. In questo contesto, a Roma siamo giunti ai seguenti accordi: • mettere al centro del partenariato per la modernizzazione il dialogo in materia di regolamentazione e di politiche industriali e delle imprese, al fine di sostenere il partenariato con attività mirate sui risultati in questi settori; • accrescere la continuità, l´efficienza e l´efficacia di questi dialoghi; in particolare coinvolgendo nelle discussioni le parti interessate dell´amministrazione russa e della Commissione europea, oltre che i rappresentanti delle industrie e delle associazioni imprenditoriali; • accelerare la convergenza dei regolamenti tecnici, degli standard industriali e della procedure di valutazione della conformità in modo da ridurre le barriere tecniche al commercio e agevolare l´accesso reciproco ai mercati; a tale proposito individueremo un numero limitato di regolamenti tecnici per i quali sia possibile raggiungere una convergenza delle regolamentazioni russa ed europea entro un anno; verrà stilata inoltre una lista più ampia di regolamentazioni allineabili entro il 2012, sempre tenendo contro degli obblighi derivanti alla Federazione russa dalla sua partecipazione all´Unione Doganale con il Kazakistan e la Bielorussia; • individuare, attraverso il nostro dialogo, le nuove aree volte allo scambio di esperienze e delle migliori pratiche, segnatamente riguardo alle politiche industriali e in materia di innovazione. Abbiamo altresì riconosciuto che la disponibilità e la ricerca intensiva nell´uso efficiente delle materie prime rappresenta un fattore chiave per una politica industriale moderna coronata dal successo. Per ottenere questi obiettivi, ci siamo accordati sulla necessità di incontrarci due volte l´anno per imprimere ai nostri dialoghi l´impeto politico necessario. Viktor B. Khristenko Ministro per l´Industria ed il Commercio della Federazione Russa responsabile per l´Industria e l´Imprenditorialità. Antonio Tajani Vicepresidente della Commissione europea.  
   
   
OGGI IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO, JERZY BUZEK INCONTRA PAPA BENEDETTO XVI  
 
Roma, 26 ottobre 2010 - Lunedì 25 ottobre 2010, alle 11:30, il Presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek sarà ricevuto in udienza privata in Vaticano da Papa Benedetto Xvi. Prima della visita, il Presidente Buzek ha dichiarato: "Questo è l´anno europeo contro la povertà e l´esclusione sociale. Questa visita è un riconoscimento al ruolo chiave della Chiesa cattolica nella lotta a questi mali. La lotta alla povertà e all´esclusione richiede una partnership di tutti gli attori interessati. Le azioni della chiesa cattolica non solo danno rifugio e conforto ai più marginalizzati nella nostra società, ma aiutano anche a diffondere un forte messaggio di solidarietà, uno dei principi fondanti dell´Unione europea. In un momento di difficoltà economiche, questo è un messaggio cruciale. Questo incontro con il Papa avviene nel contesto dell´articolo 17 del Trattato di Lisbona, che prevede un dialogo continuo tra l´Ue e le chiese. L´unione apprezza il contributo della religione e delle diverse confessioni nella nostra società." Programma della visita: 11:30 Udienza con Papa Benedetto Xvi; 12:00 Incontro con il Segretario di Stato, Cardinal Bertone; 12:30 Dichiarazioni per la stampa in Piazza San Pietro (tra l´obelisco e la fontana); 13:00 Incontro con gli ambasciatori dei 27 stati membri presso la Santa Sede; 15:00 Incontro con Matthew Festing, Grande Maestro dell´Ordine di Malta.  
   
   
UE, "MADE IN": ETICHETTA OBBLIGATORIA PER NUMEROSI BENI IMPORTATI  
 
Bruxelles, 25 ottobre 2010 - I beni importati da fuori l´Ue dovrebbero sempre indicare chiaramente il paese d´origine per aiutare i consumatori a compiere una scelta informata, affermano i deputati approvando giovedì una proposta di regolamento che prevede anche sanzioni in caso di violazione delle regole e la possibilità di utilizzare l´inglese sulle etichette ovunque nell´Unione. Un sistema chiaro e pan-europeo sull´etichettatura sul paese d´origine per prodotti importati da paesi terzi, secondo i deputati, "fornirà ai cittadini dell´Unione maggiori informazioni e un maggiore controllo sulle loro scelte, mettendoli in tal modo al riparo dall´acquisto inconsapevole di prodotti potenzialmente di dubbia qualità". La relazione è stata adottata con 525 voti in favore, 49 contrari e 44 astensioni, ed è stata preparata da Cristiana Muscardini (Ppe, It), che, prima della votazione, ha detto che la sua approvazione garantisce "ai cittadini europei il diritto di conoscere la provenienza di ciò che acquistano", come succede già in India, Cina e Usa, cancellando cosi "il deficit democratico fino a ora subito". All´inizio della votazione, i deputati hanno respinto una mozione per rigettare la proposta di regolamento. Una disciplina europea del marchio di origine rafforzerebbe la competitività delle aziende europee e di tutta l´economia europea, sostengono i deputati. La mancanza di norme comunitarie, tranne per alcuni casi specifici nel settore agricolo, e le differenze tra i sistemi in vigore negli Stati membri hanno "fatto sì che, in alcuni settori, la maggior parte dei prodotti importati da paesi terzi e distribuiti sul mercato comunitario risultino non riportare alcuna informazione, o informazioni ingannevoli, relativamente al paese di origine", dice il testo approvato. Regime linguistico - Le parole "Fabbricato in", insieme con l´indicazione del paese, potrebbero essere scritte, secondo la proposta della Commissione, "in una qualsiasi delle lingue ufficiali delle Comunità europee, in modo tale da risultare facilmente comprensibile per i clienti finali dello Stato membro". I deputati hanno però aggiunto la possibilità che sia utilizzata la lingua inglese e quindi la dicitura "Made in" con il paese d´origine anche in inglese. Quali prodotti da etichettare? Secondo il testo approvato, il paese d´origine deve essere impresso su beni destinati al consumatore finale, tranne che nei casi in cui ciò sia tecnicamente impossibile o danneggi il bene stesso. Per i prodotti impacchettati, l´etichetta dovrebbe apparire sia sulla confezione sia sul prodotto. Il regolamento non coprirebbe prodotti agricoli e ittici, ma comprenderebbe, fra altri, tessili, prodotti farmaceutici, strumenti di lavoro, rubinetteria e mobili. La lista potrebbe in seguito essere ampliata dalla Commissione, dopo il parere favorevole di Parlamento e Consiglio. Sanzioni comuni - La proposta della Commissione non prevedeva un regime di sanzioni comuni, nel caso di violazione del regolamento. I deputati chiedono invece alla Commissione di proporre livelli sanzionatori minimi per assicurare l´applicazione uniforme delle nuove disposizioni in tutti i Paesi membri. I deputati chiedono inoltre ala Commissione di presentare uno studio di valutazione sugli effetti del regolamento, tre anni dopo l´entrata in vigore. Prossime tappe - Perché il progetto di regolamento diventi legge, il testo deve ora essere approvato dal Consiglio, dove alcuni Stati membri si oppongono all´idea di una legislazione europea sul "Made in". Una volta che il testo è stato concordato fra Parlamento e Consiglio, le nuove regole entreranno in vigore in tutta l´Unione un anno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell´Ue. Dopo 5 anni, il regolamento, secondo un emendamento approvato dalla Aula, scade e toccherà a Parlamento, Commissione e Consiglio decidere se prorogarlo modificarlo.  
   
   
UE, IL VALORE REALE DELLA NATURA: UNA RELAZIONE ORIGINALE E INNOVATIVA CHE RIVELA LA CRITICITÀ ECONOMICA DELLA BIODIVERSITÀ  
 
Bruxelles, 21 ottobre 2010 - È stata pubblicata la relazione finale contenente i risultati di un progetto di studio durato tre anni dedicato all´esame dei benefici che il mondo deriva gratuitamente dalla natura. Il progetto Teeb – The Economics of Ecosystems and Biodiversity – che analizza il valore economico degli ecosistemi e della biodiversità, ha raccolto i migliori dati economici disponibili e dimostrato quanto i costi derivanti dal degrado degli ecosistemi e dalla perdita di biodiversità siano davvero troppo alti perché la nostra società possa permetterseli. Il progetto ha fatto riferimento ai risultati di migliaia di studi e ha preso in esame metodologie di valutazione, strumenti politici ed esempi di azioni provenienti da tutto il mondo. Basandosi su numerosi studi comparativi, la relazione propone dieci raccomandazioni per aiutare sia i cittadini che i responsabili politici a tenere conto della biodiversità quando giornalmente si trovano di fronte a scelte e decisioni. La Commissione europea è uno dei principali finanziatori dello studio, gestito dal programma delle Nazioni Unite per l´ambiente. Il commissario europeo responsabile per l´ambiente Janez Potočnik ha dichiarato: "Sebbene il valore intrinseco della natura ci sia senza dubbio chiaro, è altrettanto importante riconoscerne il valore economico nella battaglia per arrestare la perdita di biodiversità. La Commissione europea ha sostenuto il progetto Teeb sin dall´inizio e continuerà a farlo. Rifletteremo su come inserire e attuare all´interno delle nostre politiche le analisi sviluppate dal progetto. La Commissione è inoltre disposta a sostenere iniziative provenienti da altri paesi che intendono dimostrare costi e benefici derivanti dagli investimenti per la gestione della biodiversità e dei servizi ecosistemici." Il responsabile dello studio Teeb, Pavan Sukhdev, ha affermato: "Lo studio ha documentato non solo l´importanza del mondo naturale per l´economia globale, valutabile nell´ordine di diverse migliaia di miliardi di dollari, ma il genere di mutamenti politici e di meccanismi di mercato intelligenti che possono generare idee nuove e stimolanti in un mondo assediato da un numero sempre maggiore di sfide a catena. La nota positiva è costituita dal fatto che molte comunità e molti paesi sono già perfettamente coscienti dell´utilità potenziale che deriva dal tener conto del valore della natura nel processo decisionale." Imparare a dare un valore alla natura - La relazione finale del progetto Teeb, intitolata "Mainstreaming the Economics of Nature", si aggiunge alle quattro già pubblicate nel corso degli ultimi tre anni. La relazione prende in esame tre ambiti – un ecosistema naturale (foreste), un insediamento umano (città) e un settore commerciale (attività mineraria) – illustrando come i concetti e gli strumenti economici descritti nello studio Teeb possono aiutare la società a incorporare nel processo decisionale, a tutti i livelli, il parametro costituito dal valore della natura. La relazione mostra come i pagamenti destinati ai servizi ecosistemici (Pes, payments for ecosystem services) possano contribuire a una migliore gestione del capitale naturale. In Messico, ad esempio, l´uso di un sistema Pes ha dimezzato la percentuale annua di deforestazione, protetto i bacini idrogeografici e le foreste pluviali ed evitato emissioni per un totale di 3,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica. Dato che più della metà della popolazione mondiale vive in aree urbane, le città rivestono un ruolo cruciale nel riconoscimento del capitale naturale necessario a mantenere e migliorare il benessere di chi vi risiede: per questo, l´approccio indicato dallo studio Teeb può rivelarsi estremamente importante. Un esempio: a Nagoya, in Giappone, un sistema basato sullo scambio di quote di diritti all´edificazione obbliga le imprese edili che sorpassano i limiti imposti agli edifici di grande altezza a controbilanciarne l´impatto tramite l´acquisto e la conservazione di appezzamenti di terreno tipici del paesaggio agricolo tradizionale giapponese. Dieci suggerimenti preziosi per tutelare la biodiversità - Lo studio Teeb si conclude con dieci raccomandazioni: 1.Rendere pubblici gli impatti provocati sulla natura e assumerne la responsabilità: ogni valutazione sulla biodiversità dovrebbe includere questi due elementi imprescindibili. 2.Migliorare la contabilità nazionale includendovi il valore economico dei flussi dei servizi ecosistemici e dei cambiamenti nel capitale naturale. 3.Dare priorità immediata alla compilazione di una rendicontazione concreta e coerente delle riserve forestali e dei servizi ecosistemici. 4.Includere nella contabilità aziendale fattori esterni quali i danni ambientali. 5.Far rientrare nella normale prassi commerciale i principi "impedire la perdita netta di biodiversità" oppure "impatto positivo netto". 6.Utilizzare i principi "chi inquina paga" e "recupero integrale dei costi" quali orientamenti autorevoli per riallineare i meccanismi di incentivo e le politiche fiscali. In alcuni contesti, il principio "chi beneficia paga" può essere invocato a sostegno di nuovi incentivi positivi. 7.I governi si pongano l´obiettivo di rendere conto pienamente degli aiuti erogati onde evitare effetti incentivanti perversi. 8.Mirare a creare, su scala transnazionale, una serie di aree protette più estese, efficaci ed equamente gestite; in quest´ambito, la valutazione degli ecosistemi può essere d´aiuto. 9.Procedere al più presto all´attivazione del meccanismo Redd per la riduzione delle emissioni causate dalla deforestazione e dal degrado forestale. 10.Prendere in maggior considerazione - negli interventi a favore dello sviluppo e nelle politiche che incidono sull´ambiente - il fatto che le popolazioni più povere del mondo dipendono dai servizi ecosistemici.  
   
   
IL CESE HA UN NUOVO PRESIDENTE  
 
 Bruxelles, 25 ottobre 2010 - Il Comitato economico e sociale europeo (Cese) ha appena eletto proprio Presidente il consigliere svedese Staffan Nilsson. Il nuovo Presidente, che sarà alla guida dell´organo consultivo europeo per i prossimi due anni e mezzo, sarà affiancato da due vicepresidenti: la maltese Anna Maria Darmanin e il polacco Jacek Krawczyk, responsabili rispettivamente per la comunicazione e il bilancio. Il Cese, organo consultivo dell´Unione europea, rinnoverà la sua composizione nel corso della sessione plenaria inaugurale del nuovo mandato, in programma dal 19 al 21 ottobre. Dei 344 membri che lo compongono, 102 ne fanno parte per la prima volta. Oltre a gestire un´azienda agricola nella Svezia rurale, il Presidente Staffan Nilsson è stato a lungo membro del consiglio di amministrazione della Federazione degli agricoltori svedesi (Lrf) ed è tuttora membro del consiglio di amministrazione del Centro cooperativo svedese (Scc), un organismo che lotta contro la povertà aiutando i poveri ad aiutare sé stessi. La vicepresidente Anna Maria Darmanin vanta un´esperienza nel campo delle risorse umane e della comunicazione maturata presso varie società maltesi. È inoltre docente presso l´Università di Malta, sua alma mater. Dal canto suo, il vicepresidente Jacek Krawczyk, responsabile per il bilancio del Cese ha una vasta esperienza di prima mano in materia di gestione aziendale, acquisita nel corso della sua carriera economico-finanziaria presso la Banca della cooperazione europea e la Banca polacca per lo sviluppo. In quanto ex pilota di professione, è anche un illustre esperto di aviazione. Nilsson presenterà il suo programma giovedì 21 ottobre alle ore 10.00 presso l´emiciclo del Parlamento europeo, edificio Paul-henri Spaak. Nilsson e Darmanin incontreranno la stampa lo stesso giorno, alle ore 11.00, nella sala Vip 1. Istituito nel 1957 dai Trattati di Roma, il Cese è composto da rappresentanti delle organizzazioni dei datori di lavoro, dei lavoratori dipendenti e di altre componenti rappresentative della società civile, in particolare nei settori socioeconomico, civico, professionale e culturale, dei 27 Stati membri. Il suo compito principale è quello di consigliare il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio dei ministri attraverso l´elaborazione di pareri riguardanti le proposte legislative e le politiche dell´Ue in una gran numero di settori. Il Trattato di Lisbona ha rafforzato la funzione consultiva del Cese e ha aumentato il numero degli ambiti nei quali è prevista la sua consultazione. I suoi membri sono nominati dal Consiglio su proposta dei rispettivi Stati membri con un mandato quinquennale. Non sono retribuiti per l´attività consultiva che svolgono a Bruxelles.  
   
   
EUROREGIONE: FVG RIENTRI IN PROGETTO DANUBIANO  
 
 Trieste, 25 ottobre 2010 - "In occasione dell´assemblea dell´Are, l´associazione delle Regioni d´Europa, in programma dal 10 al 12 novembre prossimi ad Istanbul, in Turchia, avanzerò la proposta affinché il Friuli Venezia Giulia possa essere ricompreso all´interno del macroprogetto Danubiano dal quale attingere fondi per lo sviluppo socioeconomico nel nostro territorio". Lo ha assicurato il 22 ottobre a Gorizia l´assessore regionale alle Relazioni internazionali, Elio De Anna, intervenendo al Vi Forum Mitteleuropeo dell´Euroregione Aquileiese. All´iniziativa, organizzata dall´associazione Mitteleuropa, hanno aderito istituzioni parlamentari, governative, euro-regionali, regionali e diplomazie dell´area balcanica, nonché il presidente del Parlamento della Repubblica di Moldova. De Anna ha ricordato gli elementi sui quali inevitabilmente devono poggiare le basi di un accordo internazionale. "Se è vero che simili iniziative non possono prescindere dai rapporti diplomatici - ha detto - è altrettanto vero che questi non bastano perché è necessario trovare alcuni elementi comuni di coesione tra i vari Paesi. Per questo motivo, ritengo che lo sport e la cultura abbiano al loro interno quegli elementi che possono far dialogare le regioni tra loro, al di là e al di sopra della lingua. Ad esempio, le regole e i valori dello sport si possono coniugare in qualsiasi parte del pianeta - ha ricordato - ed è su questi che ci dobbiamo aggrappare per poi aprire porte anche nei settori economici e commerciali". L´assessore ha quindi sottolineato come il Friuli Venezia Giulia si trovi al centro di due assi strategici che passano sul nostro territorio. "Da una parte - ha evidenziato de Anna - c´è il corridoio 5 che da Lisbona va fino a Kiev. Dall´altro, le autostrade del mare che, grazie all´impegno del ministro Frattini, stanno dando nuovo impulso all´economia europea. L´impegno in questo settore, infatti, sta consentendo di migliorare il trasporto, facilitando l´attracco delle navi nei porti dell´Adriatico e, di conseguenza, garantendo la consegna delle merci nel nord Europa in tempi molto più stretti". Nel corso del forum, il presidente dell´associazione Mitteleuropea, Paolo Petiziol, ha spiegato che il Friuli Venezia Giulia sarebbe stato escluso dai fondi 2013-2020 dedicati all´area Danubiana. A questo proposito, De Anna ha annunciato che porterà la questione all´attenzione della prossima seduta dell´Are, cercando in quell´occasione di allargare il raggio della confederazione fino all´estremo Nordest d´Italia.  
   
   
EUROPA: TONDO VICEPRESIDENTE ASSOCIAZIONE REGIONI DI CONFINE  
 
Trieste, 25 ottobre 2010 - Il presidente della Regione Renzo Tondo è stato eletto vice presidente del Comitato esecutivo dell´Associazione Europea delle Regioni di Confine - Aebr. Ne ha dato notizia il segretario generale Martin Guillermo Ramirez, rendendo noto il risultato delle elezioni degli organi di governo dell´Associazione tenutesi ieri a Dundalk (Irlanda). Il Segretario generale si è congratulato per la riconferma, per il terzo biennio consecutivo, della presenza del Friuli Venezia Giulia ai vertici dell´Associazione, alla quale aderiscono 110 regioni europee.  
   
   
ALBANIA, VERSO ELIMINAZIONE VISTI INGRESSO IN PAESI UE  
 
Tirana, 25 ottobre 2010 - Il Primo Ministro albanese Sali Berisha ha esortato il proprio Governo a organizzare una campagna di informazione pubblica riguardo a benefici e restrizioni che deriveranno dall´imminente eliminazione dei visti per gli spostamenti nell´Unione europea. La liberalizzazione permetterà ai cittadini albanesi di spostarsi sul territorio dell´Area Schengen senza dover utilizzare visti, ma solo per un periodo di 90 giorni e senza poter richiedere un permesso di residenza o di lavoro per cui il visto sarà ancora necessario. Il Governo vuole evitare che si ripeta quanto avvenuto per Macedonia e Serbia, i quali cittadini dopo essere stati inclusi nell´area Schengen sono partiti per vari Paesi europei, richiedendo poi l´asilo. Il Parlamento europeo ha già deciso di sostenere l´eliminazione dei visti per i cittadini di Albania e Bosnia Herzegovina; ora si attende la decisione definitiva del Consiglio d´Europa che dovrebbe arrivare il prossimo mese. L´obiettivo è di poter far viaggiare i cittadini albanesi in Europa senza visto entro la fine dell´anno.  
   
   
BULGARIA, DISOCCUPAZIONE IN COSTANTE CALO (9,03%)  
 
Sofia, 25 ottobre 2010 - Secondo quanto rivelato dall´Agenzia bulgara per l´occupazione, il tasso di disoccupazione nel Paese è leggermente calato anche nel corso di settembre, per il settimo mese consecutivo. Nel corso di quel mese, infatti, il tasso è stato pari al 9,03 per cento, con 334,671 persone iscritte nelle liste di collocamento. Il numero di nuovi registrati come disoccupati nel corso del mese di settembre è stato pari a 30.930 unità. Le persone che hanno invece trovato un´occupazione sono state 13.908, in incremento di 2.666 unità rispetto al mese di agosto.  
   
   
UNGHERIA, +1% DEFICIT NEL I SEMESTRE 2010  
 
Trieste, 22 ottobre 2010 - Nella prima metà del 2010 il deficit statale in Ungheria è cresciuto dell´1 per cento del Pil rispetto allo stesso periodo del 2009. L´istituto nazionale di statistica ungherese Ksh spiega che la crescita del disavanzo sarebbe avvenuta a causa del calo delle entrate combinato all´aumento delle spese. Nella seconda metà del 2010, secondo i dati preliminari, il deficit si assesta sul 6,2 per cento del Pil, arrivando a 413 miliardi di fiorini, pari a quasi 1 miliardo e mezzo di euro. Rispetto alla seconda metà del 2009, il deficit sarebbe cresciuto di 182 miliardi di fiorini (660 milioni di euro circa), corrispondenti a 2,6 punti percentuali del Pil. Ricordiamo che i dati sono pubblicati come indicazioni preliminari, su un semestre ancora in corso. Secondo i dati compilati tramite il sistema di linee guida per i conti nazionali (Esa95), le entrate del settore pubblico nella prima metà del 2010 sono state di 5.855 miliardi di fiorini (21 miliardi di euro), le spese di 6.566 miliardi di fiorini (24 miliardi di euro) e il deficit di 711 miliardi di fiorini (2,5 miliardi di euro).  
   
   
CROAZIA, CALANO INVESTIMENTI ESTERI DIRETTI  
 
Zagabria, 28 ottobre 2010 - Gli investimenti diretti esteri in Croazia sono stati pari a 645,8 milioni di euro durante la prima parte dell´anno, quasi 300 milioni in meno rispetto a quanto conseguito nella stessa parte del 2009. Ad evidenziare tali dati è stata, negli scorsi giorni, la Banca nazionale croata, secondo cui i maggiori investimenti (206,3 milioni di euro) sarebbero stati effettuati nel settore dei servizi finanziari. Gli altri maggiori settori sono stati quelli industriali, della produzione di prodotti chimici e immobiliari.  
   
   
INCENTIVI: MINISTRO ROMANI RIMODULA LO STANZIAMENTO PER PROSEGUIRE IL SOSTEGNO DELLA DOMANDA SONO CIRCA 110 MILIONI DI EURO DISPONIBILI IN UN FONDO UNICO PER TUTTI I SETTORI DEL PIANO INCENTIVI AVVIATA ANCHE LA PROCEDURA DI SALDO DEI CONTRIBUTI SPETTANTI AI RIVENDITORI  
 
Roma, 25 ottobre 2010 – Le risorse residue del piano governativo di incentivi, varato in aprile per sostenere i consumi nei settori previsti, sono state rimesse in circolo liberando così circa 110 milioni di euro. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, infatti, ha firmato il decreto con cui sono riassegnati i fondi ancora disponibili per il sostegno della domanda finalizzata ad obiettivi di efficienza energetica, eco compatibilità e di miglioramento della sicurezza sul lavoro. La rimodulazione è stata fatta sulla base delle informazioni sullo stato delle prenotazioni dei contributi per i 10 settori incentivati fornito da Poste Italiane Spa. Contestualmente è stata anche avviata la procedura di pagamento dei contributi spettanti ai rivenditori. Il Ministro Romani ha sottolineato che «la misura di sostegno ai consumi si è dimostrata un successo: ben quattro dei dieci settori economici interessati agli incentivi hanno esaurito le risorse originariamente loro destinate già a poche settimane dall’avvio del provvedimento». In particolare, ha precisato il Ministro dello Sviluppo Economico, «ad oggi risultano concessi oltre 925.000 contributi, per un totale di 189 milioni di euro di risorse erogate, sui 300 milioni di euro originariamente messi a disposizione. Con questa rimodulazione intendiamo consentire da parte dei consumatori il pieno ed ottimale utilizzo delle risorse residue, in questo momento pari a 110 milioni di euro, e di massimizzare i risultati che il Governo si era posto con il Decreto (L. 40 del 25 marzo scorso) a favore del sistema delle imprese, ossia il sostegno della domanda di mercato per la ripresa economica, di cui fortemente tuttora si avverte l’esigenza in un contesto di perdurante stagnazione». A tal fine, è stato deciso di effettuare un’unica variazione compensativa tra tutti i settori che consentirà di far confluire tutte le risorse ancora non prenotate in una disponibilità comune ai settori stessi. Il fondo unico così costituito sarà reso disponibile per le prenotazioni dei rivenditori e consumatori a partire dal 3 novembre prossimo. Fino a tale data, i 7 settori incentivati che ancora presentano una disponibilità di risorse rispetto alla dotazione iniziale, potranno continuare a prenotare i contributi secondo le modalità già in vigore. Il nuovo decreto conferma sia i requisiti e le modalità di erogazione dei contributi relative a ciascuno dei settori incentivati, come dettagliate dal decreto del 26 marzo 2010 [art. 2, comma 1, lettere da a) a s) ed art. 3], che le modalità e ragioni di eventuale revoca dei contributi in quella sede indicate [art. 5]. In un momento di difficile congiuntura economica, la misura governativa ha dato un forte sostegno ad importanti settori del nostro Made in Italy. In particolare, c’è stato il sostegno statale a favore di settori a forte presenza di imprese italiane, come la nautica, che ha permesso l’acquisto di 155 stampi industriali per scafi da diporto, per quasi 20 milioni di euro, e di oltre 1.300 motori fuoribordo. Come pure il sussidio alla produzione di macchine agricole e per il movimento terra che, seppur con numeri inferiori in termini di contributi erogati (quasi 4.300), hanno visto il veloce esaurirsi delle risorse loro destinate. Anche nel settore degli elettrodomestici ad alta efficienza energetica, gli incentivi hanno dato uno stimolo alla domanda: con il sostegno pubblico di oltre 35 milioni di euro sono state acquistate a condizioni agevolate, oltre 50 mila cucine a gas, quasi 90 mila forni elettrici, oltre 176 mila lavastoviglie, più di 105 mila piani di cottura. Cui si sono aggiunte oltre 78.200 cucine componibili, con uno specifico contributo statale di più di 54 milioni di euro. Con lo sblocco della disponibilità di cassa delle risorse da parte del Ministero dell’Economia e Finanze, il Ministero dello Sviluppo Economico, tramite Poste Italiane Spa, ha contestualmente dato il via alla procedura di saldo dei contributi spettanti a rivenditori (e agli acquirenti per i soli immobili ad alta efficienza energetica), in relazione alle pratiche di incentivo inviate nei mesi di operatività della misura. A questo proposito sono oltre 755.000 le pratiche già controllate nella loro correttezza formale, per un totale di oltre 128 milioni di euro di contributi di cui a breve verrà avviato il pagamento. Le restanti 172.000 richieste di incentivo fino ad oggi presentate risultano ancora da perfezionare e/o validare nella loro parte documentale, per un importo totale di 61 milioni di euro di contributi prenotati. Per consentire a Poste Italiane i necessari adeguamenti alla nuova modalità di gestione della misura, nonché per testare le funzionalità del nuovo sistema unico di prenotazione degli incentivi, martedì 2 novembre il sito web dedicato http://incentivi2010.Sviluppoeconomico.gov.it/  non sarà operativo per le fasi di autenticazione e prenotazione di nuovi incentivi, ma solo per le attività di consultazione ed informazione a rivenditori e consumatori. -  
   
   
BANCHE-IMPRESE: ABI-COMMERCIALISTI-UNIONCAMEREINSIEME PER L’ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESESOTTOSCRITTO A NAPOLI IL PROTOCOLLO D’INTESA TRA ABI, COMMERCIALISTI E UNIONCAMERE PER MIGLIORARE LA RELAZIONE BANCAIMPRESA E LA CAPACITÀ DI CREDITO DELLE PICCOLE E MICROIMPRESE  
 
Napoli, 25 ottobre 2010 - Migliorare la quantità e la qualità dell’informazione finanziaria, aumentare la possibilità di accesso al credito delle piccole imprese e sostenere percorsi virtuosi tesi a migliorare l’attendibilità e la trasparenza informativa aziendale, nonché a promuovere la legalità dei comportamento economici. Sono questi gli obiettivi del Protocollo d’intesa sottoscritto oggi a Napoli tra l’Associazione Bancaria Italiana (Abi), il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (Cndcec) e Unioncamere. La firma dell’intesa è avvenuta nell’ambito del secondo Congresso nazionale del Cndcec svoltosi nella città partenopea, i cui lavori si sono conclusio il 23 ottobre. Ai sensi del Protocollo, i soggetti firmatari si impegnano – tra le altre cose – a: i) diffondere i progetti avviati dall’Abi in tema di autodiagnosi dell’impresa tramite piattaforme web; ii) condividere ed avviare iniziative di educazione finanziaria rivolte ai piccoli imprenditori e, iii) implementare, a livello locale e come prima applicazione sperimentale, un progetto per l’attestazione degli asset aziendali volta a favorire un processo di convergenza tra i valori contabili e i valori oggetto dell’informativa trasmessa alla banca. Resta ferma la assoluta libertà e responsabilità delle banche di applicare i propri modelli di analisi del rischio di credito e, ovviamente, di assumere le decisioni conseguenti. L’iniziativa pilota prevede l’identificazione della figura di un professionista dotato di requisiti di onorabilità e professionalità, nonché di autonomia e di indipendenza rispetto alle singole imprese interessate – secondo un apposito elenco tenuto dalle Camere di Commercio con l’ausilio di rappresentanti degli Ordini territoriali dei Dottori Commercialisti – il cui compito è quello di attestare l’esistenza di taluni specifici asset (crediti vantati nei confronti di terzi, rimanenze di magazzino, ecc.), ivi inclusi anche asset immateriali. Ad attestazione avvenuta, il professionista rilascerà all’impresa una dichiarazione che quest’ultima potrà utilizzare nei rapporti con il sistema bancario, al momento della richiesta di finanziamento. Le banche aderenti all’iniziativa avranno così un supporto informativo aggiuntivo da considerare nel proprio processo di valutazione del merito creditizio. Per quanto riguarda l’individuazione dei soggetti abilitati, Unioncamere coordinerà le attività delle Camere di Commercio locali. A queste spetta di redigere e gestire l’Elenco dei professionisti autorizzati allo svolgimento delle suddette attività, su base nazionale, nel quale possono essere inclusi esclusivamente i professionisti iscritti nella sezione A-commercialisti dell’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili istituito ai sensi del d.Lgs 28 giugno 2005, n. 139 e Revisori Legali iscritti ad Ordini professionali, a condizione che ne facciano domanda e siano dotati dei requisiti previsti, secondo apposito regolamento.  
   
   
ABI: APPROVATE ALL’UNANIMITÀ LE MODIFICHE DELLO STATUTO  
 
Roma, 25 ottobre 2010 - L’assemblea straordinaria dell’Associazione bancaria italiana, riunita questa mattina a Roma, ha approvato all’unanimità le modifiche dello Statuto, che erano già state valutate favorevolmente dal Comitato esecutivo e dal Consiglio. In sintesi: • per quanto riguarda i criteri di scelta e la durata del mandato del Presidente si è stabilito che il mandato rimanga biennale, rinnovabile per una volta. La proposta del Presidente al Comitato esecutivo verrà effettuata di volta in volta o dalle banche che siedono di diritto in Comitato esecutivo e in Consiglio, o cumulativamente dalle banche che vi siedono su indicazione dei quartili, dalle banche di credito cooperativo e dagli intermediari finanziari non facenti parte di un gruppo bancario; • il Comitato esecutivo, su proposta del Presidente, delegherà ai Vice Presidenti competenze rientranti nella responsabilità della presidenza; • viene stabilito il principio del riconoscimento, accanto ai gruppi bancari nazionali, anche dei gruppi bancari internazionali dell’area euro - per le componenti che operano in Italia e aderiscono all’Abi – come unità di riferimento per la definizione della graduatoria in funzione della quale procedere di biennio in biennio all’assegnazione dei posti in Consiglio e in Comitato esecutivo.  
   
   
ABI, DA FINANZA ISLAMICA NUOVE OPPORTUNITÀ PER BANCHE E IMPRESE ITALIANE AL IV° FORUM INTERNAZIONALIZZAZIONE IL PUNTO SULL’INTRODUZIONE IN ITALIA DEGLI STRUMENTI SHARIA COMPLIANT.  
 
Roma, 25 ottobre 2010 - Consolidare la collaborazione economica coi Paesi del Golfo per accrescere gli scambi e cogliere le opportunità di investimento e finanziamento, anche attraverso l’introduzione in Italia di strumenti Sharia compliant: dai Sukuk, ossia i certificati di investimento conformi ai principi del Corano, agli strumenti islamici per la raccolta di fondi, fino ai prodotti di finanza islamica destinati al comparto retail. Con questo obiettivo, banche, imprese ed istituzioni italiane ed arabe si sono incontrate il 22 ottobre a Roma al Forum Internazionalizzazione dell’Abi, dedicato quest’anno al tema “Fare finanza islamica: come e perché”, anche in vista della prossima missione di sistema che, all’inizio di novembre, vedrà dieci delle principali banche italiane in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Il Forum – giunto alla sua quarta edizione - è stato l’occasione per fare il punto sulle relazioni economiche e finanziarie coi Paesi del Golfo all’indomani della crisi ed, in particolare, sul ruolo che l’Islamic Banking può giocare nell’economia italiana. Secondo studi recenti, infatti, la finanza islamica - che risponde sia alle regole del mercato che ai principi del Corano - è il segmento dell’industria finanziaria globale col più alto tasso di crescita (15-20% l’anno) ed entro il 2015 potrebbe superare i 4 trilioni di dollari di attività, con oltre 1,5 miliardi di risparmiatori interessati a questi prodotti. Nello stesso periodo, la finanza islamica potrebbe raggiungere in Italia un volume di ricavi pari a circa 170 milioni di euro, con una raccolta pari a circa 4,5 miliardi. “Già oggi - ha detto il Vicepresidente dell’Abi, Guido Rosa, aprendo i lavori del Forum – diversi paesi europei sono pronti ad introdurre strumenti finanziari Sharia compliant. È importante non restare indietro e modificare il nostro impianto normativo, civilistico e fiscale, per favorire lo sviluppo della finanza islamica in Italia, aprendo la strada a nuove opportunità per gli intermediari e intercettando la grande liquidità dei paesi arabi”. Gli aspetti regolamentari connessi all’emissione di strumenti Sharia Compliant, alla luce dell’attuale quadro normativo italiano, sono stati uno dei temi al centro del dibattito che ha animato il Forum dell’Abi. Mentre i lavori delle diverse sessioni hanno analizzato le prospettive di partecipazione delle banche italiane a prestiti sindacati in linea coi principi del Corano e le possibili declinazioni dell’offerta retail di prodotti islamici (dalle cosiddette Islamic Windows alla creazione di una vera e propria banca islamica). Al Forum hanno preso parte, tra gli altri, il Vice Ministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, il Presidente della Piccola Industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, il Segretario Generale Unione Banche Arabe, Abi Said, il direttore generale Assaif, Alberto Brugnoni, l’amministratore delegato Simest, Massimo D’aiuto e Giuseppe Mansur Baudo, membro dello Sharia Board della Comunità Religiosa Islamica Italiana.  
   
   
ABI–ANIA: LA FEDERAZIONE SI RAFFORZA E APRE A NUOVI INGRESSI SI CHIAMERÀ FEDERAZIONE DELLE BANCHE, DELLE ASSICURAZIONI E DELLA FINANZA. LA DECISIONE È STATA PRESA ALL’UNANIMITÀ DAI COMITATI ESECUTIVI DI ANIA E ABI.  
 
Roma, 25 ottobre 2010 - La Federazione Abi–ania ha superato positivamente il primo biennio di sperimentazione ed è pronta a rafforzarsi. I Comitati Esecutivi di Ania e Abi hanno deciso all’unanimità nei giorni scorsi di modificare lo Statuto che nel 2008 diede vita alla Federazione congiunta tra le due associazioni in rappresentanza delle banche e delle assicurazioni. La Federazione apre alla possibilità di nuovi ingressi da parte delle associazioni rappresentative di imprese finanziarie ed assume quindi la denominazione di “Federazione delle banche, delle assicurazioni e della finanza”. La Federazione, che “ha per scopo di promuovere il ruolo dell’impresa bancaria, assicurativa e finanziaria coniugandolo con gli interessi generali del Paese”, si propone di “rappresentare nei confronti delle Istituzioni, delle Autorità politiche e monetarie, delle Associazioni di categoria e dell’opinione pubblica le posizioni delle Associazioni aderenti in tema di politiche economiche e sociali”. Come già previsto, la Federazione intende promuovere la tutela della logica di impresa e la cultura della concorrenza. In questi ambiti, sono stati organizzati negli scorsi mesi una serie di comitati scientifici e sono stati pubblicati studi e analisi in particolare sul tema del risparmio. Nel nuovo Statuto, che sarà approvato entro novembre da un’Assemblea straordinaria della Federazione, Abi e Ania hanno deciso un nuovo meccanismo di governance che tiene conto delle novità e prevede un mandato biennale del Presidente. Il nuovo Consiglio Direttivo durerà in carica due anni e si riunirà per la prima volta dopo l’Assemblea per eleggere “il Presidente scegliendolo tra personalità eminenti del mondo dell’industria bancaria, assicurativa e finanziaria”. L’elezione dovrà essere assunta con il voto favorevole dei rappresentanti dell’Abi e dell’Ania.  
   
   
MISSIONE IN CINA : ECONOMIA, WELFARE ED EXPO PRESENTATA DA FORMIGONI E GIBELLI LA FITTA AGENDA DI IMPEGNI A EXPO-SHANGAI L´ALIANTE DI LEONARDO. LA VISITA DI NAPOLITANO  
 
 Milano, 25 ottobre 2010 - "Dopo le missioni del 2002 e del 2004, torniamo in Cina per dare ulteriore impulso alla cooperazione, decollata allora, soprattutto nei settori dell´innovazione tecnologica e della ricerca scientifica, dell´energia, e nella riforma del welfare". Ha sintetizzato così il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni il senso dell´imminente missione in Cina, presentandola in una conferenza stampa il 21 ottobre a Palazzo Pirelli, insieme al vicepresidente Andrea Gibelli. Formigoni guiderà la missione a Pechino e Shanghai, Gibelli - che è anche assessore all´Industria e Artigianato - accompagnerà in particolare folte delegazioni di imprenditori, artigiani e operatori nel campo dell´energia (in tutto circa 120 aziende). Ci sarà anche una presenza significativa all´Expo di Shanghai nell´ambito del Padiglione Italia, dove Regione Lombardia mette in mostra, con la piazza di Vigevano, il senso italiano e lombardo della città e del suo buono governo e, con l´ala di Leonardo, il genio tecnologico e creativo più rappresentativo della nostra storia. "La missione cinese - ha spiegato Formigoni - è stata programmata in stretto raccordo con il Ministero degli Affari Esteri e con le rappresentanze diplomatico-consolari italiane e cinesi: in tutti gli incontri verranno promossi i rapporti di scambio tra il nostro Paese, la nostra Regione e il colosso cinese". Ma per alcuni giorni la missione di quest´anno si svolgerà in contemporanea con la visita di Stato del presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, con il quale Formigoni condividerà una parte del programma. "Non ho difficoltà a rendervi noto - ha detto tra l´altro - di aver chiesto al capo dello Stato se riteneva opportuna una compresenza e, avendo avuto risposta positiva, ho fatto scivolare di una settimana la missione lombarda".  
   
   
MISSIONE IN CINA ,FORMIGONI: ESPORTIAMO WELFARE 170 MILIONI DI ANZIANI, PECHINO GUARDA AL MODELLO LOMBARDO EXPO, IL 31 OTTOBRE PASSAGGIO DI CONSEGNE SHANGHAI-MILANO  
 
 Milano, 25 ottobre 2010 - A Shanghai e Pechino il presidente Formigoni sottoscriverà Memorandum di intesa con le rispettive Municipalità. Il contenuto riguarderà il rafforzamento della cooperazione in campo economico, energetico, della formazione professionale. E poi, in particolare, si approfondirà la sinergia per quanto riguarda la riforma cinese del welfare. In Cina vivono 170 milioni di anziani con più di 60 anni, cioè il 13% della popolazione, 20 milioni con più di 80 anni (e 30 mila con più di 100 anni). "Regione Lombardia è già presente in Cina con progetti di collaborazione nel settore del welfare, in particolare dell´assistenza agli anziani - ha ricordato Formigoni - ma ora i Cinesi ci hanno chiesto esplicitamente una forte collaborazione per quanto riguarda l´approfondimento del modello di welfare, dei metodi gestionali, delle risorse professionali, delle reti sociali". Perciò, per sviluppare ulteriormente la partnership, alla delegazione istituzionale si affiancherà una delegazione di enti e imprese che operano in questo ambito. Altre Tappe - A Shanghai Formigoni visiterà il Parco tecnologico di Zhangjiang, nell´area di Pudong, in grado di ospitare più di 6.000 imprese, di cui il 60% straniere: la Lombardia farà da apripista agli interessi italiani ed europei rispetto a questa opportunità. Sempre a Shanghai incontrerà i rappresentanti della società Huawei, azienda leader mondiale nel settore delle telecomunicazioni, che ha sviluppato un interesse ad investimenti produttivi in Lombardia (è presente dal 2006 a Segrate, alle porte di Milano, e sta valutando possibilità di aumento dell´impegno in Lombardia). Nel programma di Formigoni figura poi l´intervento conclusivo al forum economico "La Lombardia a Shangai 2010" - a cui parteciperà anche il vice presidente Gibelli - e quello all´Università Fudan, organizzato dall´Università Bocconi di Milano, dove terrà una "lectio magistralis" sui temi della governance. Leonardo All´expo - La missione comprende anche la partecipazione di Regione Lombardia all´Expo di Shanghai, all´interno del padiglione Italia, con una mostra intitolata "La persona, cuore della città: la città nella storia e nel futuro della Lombardia". Aperta il 16 ottobre all´interno del padiglione Italia, l´esposizione si è avvalsa della collaborazione del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano e affronta il tema del rapporto tra città, territorio e tutela dell´ambiente, riservando anche un´attenzione particolare all´integrazione tra le strutture metropolitane e le aree verdi. Il direttore generale del Museo Fiorenzo Galli ha spiegato il senso dell´allestimento, che propone la realizzazione della grande "ala" disegnata da Leonardo nel cielo di una piazza Ducale di Vigevano presa a emblema e cornice del tema. La mostra sta attraendo decine di migliaia di visitatori ogni giorno. Passaggio Di Consegne - Nelle giornate del 30 e del 31 ottobre si svolgeranno a Shanghai gli eventi di chiusura dell´Esposizione universale, con il simbolico passaggio delle consegne tra Expo 2010 ed Expo 2015, alla presenza anche del capo dello Stato, Giorgio Napolitano.  
   
   
MISSIONE IN CINA,GIBELLI: PONTE TRA DUE EXPO "ACCOMPAGNO LE PMI ALLA PORTA DELLA FABBRICA DEL MONDO" 2010-15, QUINQUENNIO DI OCCASIONI.ENERGIA SETTORE NEVRALGICO  
 
 Milano, 25 ottobre 2010 - Le occasioni di business per le piccole e piccolissime imprese lombarde e le opportunità di inserirsi nelle dinamiche di sviluppo del settore energetico sono i due campi principali di lavoro del vice presidente della Regione Lombardia, Andrea Gibelli. "Il settore dell´energia, da quella rinnovabile a quella nucleare - ha spiegato Gibelli - è centrale e nevralgico per l´economia mondiale, basti pensare alla previsione di investimento per il prossimo quindicennio di 200 miliardi di euro su scala planetaria. Per le industrie lombarde che accompagno in questa missione cinese è importantissimo essere aiutate a cogliere le opportunità in questo vasto campo". Ma tutta l´ampia gamma delle possibilità di business per le Pmi lombarde è oggetto dell´attenzione di Gibelli in questo viaggio. "Sono aziende, alcune anche molto piccole - ha sottolineato Gibelli - ma che vantano livelli straordinari di eccellenza, frutto del patrimonio di intelligenza collettiva lombarda. Le abbiamo già sostenute nella loro propensione all´internazionalizzazione. Ora intendiamo imprimere un´accelerazione alla loro capacità di stare in maniera competitiva su questo grande mercato orientale, disegnando un grande ponte, fatto di intrapresa e di scambi, tra Expo Shanghai 2010 e Expo Milano 2015". La consistenza dei rapporti economici Lombardia-cina è testimoniata dai dati di interscambio: la Cina è il quarto partner commerciale della Lombardia. Nel 2009 l´interscambio è stato pari a 9,3 miliardi di euro. In termini di export il mercato cinese rappresenta la quarta piazza di sbocco delle merci lombarde con 2,3 miliardi di euro pari al 2,8% del totale. Per quanto concerne l´import la Cina è il quarto partner della Regione Lombardia con 6,96 miliardi di euro. In quest´ottica, accanto agli incontri business to business riservati alle imprese lombarde, sono in programma una serie di scambi finalizzati ad attivare relazioni in ambiti di cooperazione su settori in cui la Lombardia può vantare punte di eccellenza. Una volta di più "Shanghai come porta della fabbrica del mondo", ha concluso Gibelli, "occasione importante da cogliere per tutto il nostro sistema".  
   
   
FORMIGONI E SINDACI VARANO PATTO DEL NORD OVEST LEGNANO MAGENTA E ABBIATEGRASSO VERSO TAVOLO DI COORDINAMENTO  
 
Milano, 25 ottobre 2010 - La speciale e continuativa attenzione della Regione (insieme alla Provincia di Milano) alla peculiarità dei territori dell´Alto milanese, magentino, castanese e abbiatese trova dal 22 ottobre il suo perno in un Patto del Nord Ovest Milano, grazie all´intesa tra il presidente Roberto Formigoni e il presidente della Conferenza dei sindaci dell´Alto Milanese e sindaco di Legnano Lorenzo Vitali, di Magenta Luca Del Gobbo, di Abbiategrasso Roberto Albetti, che si sono incontrati oggi a Palazzo Pirelli, presente anche il consigliere provinciale con delega all´Alto Milanese Gianbattista Fratus. "Regione Lombardia - ha sottolineato Formigoni nel corso dell´incontro - ha voluto sostenere e continuerà a farlo, le iniziative partite dal vostro territorio, come le piste ciclabili, i distretti del commercio, il cluster dell´energia. Tra le azioni per la riqualificazione del territorio non possiamo dimenticare il contratto di fiume Olona-bozzente-lure, che prevede un investimento di 235 milioni. Quanto a Legnano, il nuovo ospedale realizzato con il piano regionale di edilizia sanitaria, sta avendo un generale apprezzamento per qualità ed efficienza". Insomma ci sono buone basi per rendere ancora più organico un lavoro per affrontare i problemi e valorizzare le opportunità che i sindaci hanno rappresentato. I problemi principali, hanno detto Albetti e Del Gobbo, sono la carenza di infrastrutture (specie i collegamenti Magenta-tangenziale Ovest e, per Abbiategrasso, la linea ferroviaria Milano-mortara da riqualificare). Le opportunità sono quelle offerte da un territorio ricco di beni ambientali, acque, agricoltura. Via dunque alla preparazione di un vero e proprio Tavolo Territoriale di Coordinamento - regista il sottosegretario regionale all´Attuazione del Programma Paolo Alli - sul modello di quelli che esistono da tempo in ogni provincia lombarda, presieduti da un assessore. "Non intendiamo percorrere la strada di una nuova provincia lombarda - ha detto Vitali e ha in sostanza ribadito Fratus - ma istituzionalizzare un punto di riferimento tra il nostro territorio e la Regione, oltre che con la Provincia di Milano. Servono forme di governo snelle e operative, per affrontare e risolvere i problemi e favorire lo sviluppo del nostro territorio".  
   
   
FESTA STATUTO,FORMIGONI: CITTADINI FORZA REGIONE PREMIATO DAL PRESIDENTE MOGOL, ESEMPIO DI DOTI E VIRTU´  
 
Milano, 25 ottobre 2010 - "Premiamo alcuni cittadini e cittadine illustre della Lombardia ma, simbolicamente, premiamo tutti i cittadini di Lombardia. La forza della Lombardia è la forza delle persone, dei nostri imprenditori, artigiani, lavoratori e giovani". Con queste parole il presidente Roberto Formigoni è intervenuto alla Festa dello Statuto con la tradizionale consegna delle 5 medaglie d´oro al valore civile e dei 12 sigilli longobardi. "Quest´anno - ha sottolineato Formigoni dal palco del teatro alla Scala - celebriamo il 40esimo anniversario di Regione Lombardia e lo Statuto che, dal 2008, ha lasciato il passo alla nuova Carta in cui abbiamo voluto sottolineare in maniera forte la centralità della persona e dei corpi intermedi. Vogliamo che lo statuto diventi sempre di più la carta ispiratrice dei rapporti tra le istituzioni e i cittadini. Non vogliamo una regione che pesi sulla vita dei cittadini, non vogliamo una regione che comandi: governare non è comandare. È certamente esercitare un´autorità legittimata dal voto democratico, ma occorre verificare sempre la sintonia tra le iniziative, che come governo prendiamo, e il consenso dei cittadini". Nel giorno della Festa dello Statuto, presentata da Manuela Maffioli, Formigoni ha evidenziato come l´azione del Governo lombardo sia fondata sul partenariato: "Sussidiarietà significa, per noi, riconoscere la centralità del cittadino, il primato della società civile. La forza della nostra regione è realmente la forza dei nostri cittadini: tutto questo ci fa orgogliosi di essere lombardi, non con spirito di separatezza e di contrapposizione, ma nella consapevolezza che vogliamo portare il nostro contributo alla società nazionale, europea e internazionale". È Formigoni a consegnare il dodicesimo sigillo assegnato al paroliere Giulio Rapetti Mogol, nato a Milano: "Consegnando queste onorificenze - ha concluso il presidente - vogliamo premiare le doti e le virtù che sono presenti in tutta la società lombarda. Questa di oggi è, dunque, la festa di tutti i cittadini".  
   
   
TONDO-THORNE, APERTURA USA A SISTEMA FVG  
 
Trieste, 25 ottobre 2010 - Una regione piccola ma con una società ed un´economia molto dinamiche, orientate all´internazionalizzazione ed all´innovazione, e con una posizione geografica strategica al centro della nuova Europa allargata. Così il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha voluto sintetizzare i caratteri salienti del Friuli Venezia Giulia incontrando il 21 ottobre , nella sede della Presidenza, l´Ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, David Thorne, per la prima volta in visita a Trieste. Tondo era affiancato dal vicepresidente Luca Ciriani e dagli assessori alle Attività produttive, Federica Seganti, ed alle Relazioni internazionali, Elio De Anna. L´ambasciatore Thorne era invece accompagnato dal Console generale di Milano degli Stati Uniti, Carol Perez. All´incontro con il presidente e gli assessori è seguita una riunione con un gruppo selezionato di imprenditori del Friuli Venezia Giulia, guidati dal presidente regionale di Confindustria Alessandro Calligaris. Tondo si è detto onorato della presenza a Trieste dell´ambasciatore Thorne, "una visita che potrà aprire al sistema delle imprese del Friuli Venezia Giulia - ha osservato - importanti relazioni commerciali". Il presidente della Regione ha voluto ricordare il ruolo storico che il popolo americano ha avuto, con il suo impegno nel secondo conflitto mondiale, per la libertà dell´Europa. "In Friuli Venezia Giulia il rapporto con gli Stati Uniti è rafforzato - ha rilevato ancora Tondo - dalla presenza della base Usa di Aviano, di cui l´Ambasciatore ha confermato il ruolo strategico nello scacchiere europeo, dal comune impegno per la pace in aree delicate come l´Irak e l´Afghanistan, oltre che dalla presenza in Nord America di una folta e attiva comunità di emigrati friulani e giuliani". "Da regione di frontiera, con una città come Trieste chiusa e condizionata dalla presenza della cortina di ferro, il Friuli Venezia Giulia - ha ricordato il presidente all´ambasciatore - oggi si trova di nuovo al centro dell´Europa grazie al processo di allargamento: cinque capitali dei Paesi del Centro e dell´Est sono più vicine a Trieste rispetto a Roma. La società e la cultura regionali sono inoltre caratterizzate - ha aggiunto - dalla presenza di minoranze, ponendo il Friuli Venezia Giulia al crocevia tra il mondo latino, germanico e slavo". L´ambasciatore Thorne ha voluto prima di tutto esprimere il cordoglio per la recente scomparsa dei quattro militari italiani in Afghanistan. Il capo della diplomazia Usa in Italia ha detto di essere stato colpito molto favorevolmente dal dinamismo dell´economia del Friuli Venezia Giulia e in particolare, dopo aver visitato Area Science Park, dal ruolo della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico per promuovere l´innovazione nelle imprese. Il modello multiculturale della società regionale, e la sua posizione strategica al centro dell´Europa, possono rappresentare un modello, secondo Thorne, per l´Italia. L´incontro con gli imprenditori guidati dal presidente di Confindustria, Calligaris, ha assunto un carattere operativo, con l´obiettivo di favorire e migliorare i rapporti tra il sistema economico regionale e gli Stati Uniti. Le aziende presenti al tavolo, tra le quali Illy, Ansaldo Sistemi Industriali e Wartsila, hanno infatti tutte stabili rapporti con partner americani e sono presenti, anche con proprie filiali dirette, sul mercato Usa.  
   
   
PALAZZO CHIGI CHIAMA IL VENETO PER RILANCIARE IL “DOING BUSINESS” NELLE REGIONI ITALIANE  
 
 Venezia, 21 ottobre 2010 - “Il Veneto punto di riferimento, una eccellenza, la cui operatività viene presa come modello dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che intende sollecitare le regioni italiane a seguire la strada che per primi abbiamo intrapreso per individuare, e quindi superare, i limiti che frenano lo sviluppo dell’economia e la capacità di attrarre capitali”. Così Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio, al termine del tavolo di lavoro convocato da Palazzo Chigi in una giornata che ha visto il Veneto protagonista in un campo strategico, quello dello studio e dell’analisi dei fattori qualificanti il sistema-territoriale e della capacità di richiamare investitori. “La Regione Veneto – ha spiegato Ciambetti – è stata la prima al mondo, dei cosiddetti ‘Paesi donatori’, a firmare un accordo con la Banca Mondiale per la realizzazione di questa analisi a livello sub-nazionale: il rapporto ‘Doing Business’, costruito grazie anche ad Unioncamere del Veneto. Questo permette oggi alla nostra realtà di confrontarsi, attraverso criteri standard e oggettivi, con 183 Paesi sulla capacità di fare e sviluppare economia. ‘Doing Business’ fornisce infatti un’analisi comparativa delle principali procedure amministrative, dei loro tempi e costi, che le imprese devono affrontare”. “In questa classifica – ha rilevato l’assessore – l’Italia, complessivamente, finisce al 78° posto, cioè in fondo alla lista stilata dalla Banca Mondiale, all’ultimo posto dei paesi industrializzati Ocse. Al primo posto, invece, troviamo Singapore e la Nuova Zelanda”. Ciambetti ha sottolineato come lo studio, non a caso preso ad esempio dalla Presidenza del Consiglio, possa trovare applicazioni concrete: “La Regione e Unioncamere del Veneto hanno voluto fare un’analisi dell’efficacia ed efficienza della nostra Pubblica Amministrazione e dei servizi che essa dà al cittadino e all’impresa. I dati ottenuti dovrebbero spingere gli enti nel territorio regionale ad individuare le migliori soluzioni per rendere il Veneto attraente per gli investimenti”. L’assessore non nasconde i limiti evidenti emersi dall’analisi: “Fra i problemi da affrontare – ha detto – i principali sono quelli della semplificazione e dei ritardi della giustizia: l’inefficienza del sistema giudiziario civile pesa nella valutazione molto più di quanto non si pensi per un investitore o imprenditore estero. Altri elementi che trascinano verso il basso l’Italia sono le rigidità del mercato del lavoro, i meccanismi fiscali e la loro farraginosità oltre che la gravosità dell’imposizione. Ma anche la difficoltà nell’accesso al credito e i costi del sistema bancario hanno una grande rilevanza. Come Veneto possiamo già presentare delle proposte migliorative che, tuttavia, devono essere recepite a livello nazionale se l’Italia vuole risalire la china”. Nel corso dei lavori Ciambetti ha dichiarato la “disponibilità della nostra Regione a mettere a disposizione la propria competenza e quindi coordinare il lavoro a livello nazionale con la Presidenza del Consiglio ed Unioncamere nazionale”.  
   
   
GIUNTA DEL LAZIO RIDUCE SOCIETA´, RISPARMIO 350 MILA EURO SPARISCONO LITORALE E RISORSA  
 
Roma, 25 ottobre 2010 - La Giunta regionale del Lazio ha approvato, su proposta della presidente Renata Polverini e di concerto con l´assessore al Bilancio, Programmazione economico-finanziaria e Partecipazione, Stefano Cetica, la delibera che dispone la fusione per incorporazione della società Litorale Spa in Sviluppo Lazio Spa e della società Risorsa srl in Lazio Service Spa. Per effetto di questa semplificazione societaria, i Fondi Regionali precedentemente affidati in gestione alle società incorporate verranno attribuiti alle società incorporanti. Il provvedimento si colloca nell´ambito delle politiche di razionalizzazione e di risparmio attuate dalla Giunta Polverini in materia di contenimento dei costi, riduzione e riqualificazione della spesa pubblica regionale.  
   
   
BILANCIO ABRUZZO: VERIFICA MUTUI EE.LL. A CARICO DELLA REGIONE RATE PER 30MLN ALL´ANNO VERSTATE A CASSA DEPOSITI E PRESTITI  
 
Pescara, 25 ottobre 2010 - Tremilacinqucento posizioni di mutuo con onere a carico della Regione intestate agli Enti locali Abruzzesi: tante sono le pratiche comunicate agli uffici finanziari regionali dalla Cassa Depositi e Prestiti ed oggetto di verifica di stretta collaborazione, scaturita nel corso di una prima riunione svoltasi a Roma. "La riduzione dell´indebitamento complessivo della Regione - ha dichiarato l´assessore al Bilancio, Carlo Masci - passa anche attraverso la riduzione del debito indiretto assunto con la Cassa Depositi e Prestiti, per il pagamento delle rate di mutui contratti dagli enti locali". Al termine della verifica sarà possibile stabilire i procedimenti da svolgere per formalizzare la eliminazione di quella parte del debito nata da contributi o finanziamenti concessi dalla Regione negli anni passati, tutt´ora non utilizzati dagli enti locali mutuatari. "Si tratta di un obiettivo finanziario strategico, da perseguire per condurre a livelli di sostenibilità l´entità delle spese che il bilancio regionale deve destinare a rimborsare debiti - ha proseguito Masci - senza sottacere il dovere di porre rimedio al danno rappresentato dallo spendere danaro pubblico per rimborsare mutui che non vengono erogati, perché destinati ad interventi che non si realizzano". L´incontro svoltosi a a Roma tra l´Assessore e i vertici dirigenziali competenti della Cassa, ha confermato quanto era stato intuito dai servizi finanziari regionali: taluni mutui registrano un livello di erogazione di risorse da parte della Cassa molto basso o addirittura pari a zero, per la mancata richiesta da parte degli enti beneficiari. Gli uffici regionali e quelli della Cassa procederanno ora con la verifica di tutte le posizioni per mutui ancora in corso di rimborso da parte della Regione, per i quali quest´ultima versa alla Cassa Depositi e Prestiti oltre 30 milioni di rate ogni anno. "Le Direzioni regionali competenti nei settori di riferimento ‘ approfondisce l´Assessore - dovranno applicare le norme che, sulla scorta di quanto gli uffici finanziari avevano avuto modo di intuire, ho fatto prevedere già nella Legge finanziaria regionale". L´applicazione di queste norme costituisce un presupposto indispensabile per rivedere i contratti di mutuo sottoscritti dagli enti e ridurre il debito con la Cassa che grava attualmente sulla Regione. Si stima in circa 17 milioni di euro la riduzione del debito residuo verso la Cassa Depositi e Prestiti e si tende a recuperare gli importi già pagati per rimborso dei mutui non utilizzati, in tutto o in parte, dagli enti beneficiari. "Si tratta di un lavoro complesso che è finalizzato a raggiungere un risultato di grande rilievo - ha concluso l´assessore Masci ‘ poiché sul bilancio regionale gravano vincoli di spesa per il pagamento del debito (diretto ed indiretto) troppo elevati e ciò concorre a rendere praticamente impossibile l´adozione di politiche finanziarie dirette a perseguire lo sviluppo economico e sociale dell´Abruzzo".  
   
   
FINANZE FVG: TONDO, AVREMO UNA FINAZIARIA A MAGLIE STRETTE  
 
Pordenone, 25 ottobre 2010 - Sollecitato dai giornalisti presenti all´apertura dell´A28 il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha confermato che la prossima Finanziaria regionale "non sarà, come del resto è accaduto lo scorso anno, di lacrime e sangue, ma sarà comunque a maglie strette". "Avremo qualche difficoltà perchè, se è vero che abbiamo recuperato fondi - ha proseguito il governatore - è altrettanto vero che, a fronte dei trasferimenti che ci vengono riconosciuti, dobbiamo registrare un calo di circa 70 milioni di entrate fiscali". "L´autonomia del Friuli Venezia Giulia dipende anche dalla nostra autonomia finanziaria" ha detto, rilevando che "quello delle entrate è un fronte su cui saremo penalizzati perchè non è che l´economia sia andata poi così bene neanche nella nostra regione".  
   
   
STATUTO FVG: GOVERNO APPROVA DUE NUOVE NORME DI ATTUAZIONE  
 
 Trieste, 25 ottobre 2010 - Due provvedimenti di attuazione dello Statuto speciale del Friuli Venezia Giulia, riguardanti l´assistenza sanitaria nei penitenziari ed il trasferimento di beni immobili, sono stati approvati il 21 ottobre dal Consiglio dei Ministri. Ne da notizia il presidente della Regione Renzo Tondo. Nel settore della sanità, la norma prevede che l´assistenza sanitaria ai detenuti è competenza della Regione, che espleta, attraverso le Aziende per i Servizi Sanitari competenti per territorio, le funzioni trasferite dal dipartimento dell´Amministrazione Penitenziaria e dal dipartimento per la Giustizia Minorile. Sarà la Regione a disciplinare, nell´ambito della propria autonomia, le modalità organizzative, gli obiettivi e gli interventi da attuare a tutela della salute dei detenuti e dei minori sottoposti a provvedimento penale. Con ulteriore norma di attuazione dello Statuto di autonomia, lo Stato trasferisce alla Regione l´impianto per la raccolta, stagionatura e commercializzazione di formaggi di Rivolto, affidato in gestione al Consorzio regionale del Formaggio Montasio, e l´impianto di tipicizzazione e commercializzazione vini di Cormons affidato alla gestione della Cantina Produttori Cormons. Si tratta di due impianti di particolare interesse regionale, affidati dal ministero dell´Agricoltura alla gestione dei due consorzi locali, che hanno garantito la continuità produttiva realizzando, anche a proprie spese, i necessari investimenti per lo sviluppo delle attività.  
   
   
LIGURIA: 200 MILIONI DI EURO DAL FSE PER INVESTIRE SULLE RISORSE UMANE. TAGLI PESANTI DALLO STATO AL SISTEMA DEI SERVIZI  
 
Genova, 25 Ottobre 2010. Ammontano a 200 milioni di euro i finanziamenti del Fse, il fondo sociale europeo, da destinare a interventi per investire nelle risorse umane. Risorse che la Regione Liguria potrà utilizzare per prevenire e combattere la disoccupazione e inserimenti lavorativi di giovani, disoccupati, donne, over 45enni che hanno perso il lavoro, disabili. Lo hanno comunicato il 22 ottobre gli assessori regionali al Bilancio e alla Formazione, Pippo Rossetti, alle Politiche Sociali, Lorena Rambaudi e al Lavoro, Enrico Vesco nel corso della presentazione della campagna finanziata esclusivamente con risorse del fondo sociale europeo destinate alla comunicazione. “In un momento come questo – ha spiegato l’assessore Rossetti – in cui siamo alle prese con una manovra che prevede un taglio a livello nazionale ai servizi di 4 miliardi di euro e per la Liguria di 150 milioni di euro, i finanziamenti del fondo sociale europeo rappresentano un segnale forte da parte della Regione Liguria nei confronti delle nuove povertà”. Le risorse previste puntano sull’apprendimento lungo tutto l’arco della vita per valorizzare le proprie potenzialità e per favorire l’inserimento lavorativo di giovani, donne, disoccupati, persone con disagio e disabilità. I finanziamenti dovranno essere utilizzati entro il 2015 e saranno assegnati con bandi pubblici. Da lunedì 25 ottobre prenderà il via la campagna di comunicazione attraverso affissioni, radio e stampa tradizionale, successivamente si proseguirà con campagne mirate che accompagneranno i progetti regionali. Da novembre partirà una nuova campagna dedicata all’inclusione sociale che culminerà in un progetto regionale per l’inserimento professionale delle fasce deboli. “Con questi finanziamenti del Fse – ha aggiunto l’assessore regionale la lavoro, Enrico Vesco – si potrà anche prevedere interventi per il rientro in azienda con accrescimento delle competenze, di sostegno alla cassa integrazione in deroga e a favore delle aziende in crisi”. “Inoltre abbiamo pensato –conclude Vesco – di programmare una specifica indagine sui giovani liguri per valorizzare i loro talenti e favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro”. “I finanziamenti del Fondo sociale europeo – ha continuato l’assessore Rambaudi – rappresentano una boccata di ossigeno per il welfare anche a fronte dei tagli previsti dalla Finanziaria su questo capitolo che rischiano di mandare in tilt un sistema nazionale di protezione sociale. In questo momento infatti il fondo sociale nazionale prevede solo a livello italiano 75 milioni di euro di cui circa il 3% per la Liguria, a fronte dei 380 milioni a livello nazionale previsti lo scorso anno, il fondo per la non autosufficienza non è finanziato, mentre l’anno scorso alla Liguria erano stati assegnati 14,5 milioni di euro; inoltre non è finanziato il fondo per gli affitti e i fondi per la famiglia sono passati dai 100 milioni del 2010 previsti a livello nazionale, di cui 3 milioni per la Liguria, ai 52 milioni del 2011 e non sappiamo ancora cosa spetterà alla nostra regione”. Il Fondo sociale europeo è uno strumento finanziario dell’Unione Europea a sostegno della strategia per l’occupazione e per prevenire e combattere la disoccupazione e investire nelle risorse umane. Il Fse è uno dei quattro fondi strutturali esistenti oltre al Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale), Feoga (Fondo europeo e agricolo di orientamento e garanzia) e lo Sfo (strumento finanziario di orientamento per la Pesca).  
   
   
LOMBARDIA: SERVONO STRUMENTI PER AREA NOVARA-VICENZA  
 
Milano, 25 ottobre 2010 - "L´economia di questo Paese si costruisce sulle piccole e medie imprese. Questi imprenditori non hanno subito le chimere delle mode; sono sfuggiti alle definizioni di natura economica e sono andati avanti a fare impresa nonostante il fisco, le infrastrutture, la giustizia amministrativa e la malavita organizzata. Per merito di questi l´Italia si è scoperta, anche con la crisi in corso, la seconda forza europea e la Lombardia risulta essere la 29esima economia del mondo". Lo ha spiegato, il 22 ottobre , Andrea Gibelli, vice presidente della Regione Lombardia, intervento all´Università Cattolica del Sacro Cuore al convengo "Nessun futuro è per sempre", organizzato dal Gruppo Giovani imprenditori di Confapilombardia. "Nel nuovo modello delle imprese - ha detto ancora Gibelli - serve connettere l´imprenditore al sistema delle conoscenze attraverso le reti, l´università, la piccola e media impresa e aumentare il grado di competitività, scommessa del Paese su piccoli imprenditori e artigiani". Il vice presidente è tornato a parlare anche della richiesta di strumenti straordinari a favore della Lombardia. "La nostra regione - ha detto - subisce quattro ostacoli: la concorrenza esercitata dalle regioni del sud, dalle regioni a statuto speciale, dagli Stati neo comunitari ed extra comunitari. Questi elementi impediscono investimenti su quella regione allargata che va da Novara a Vicenza, su cui si gioca il futuro del Paese. Se non si salva questa area c´è il rischio di non salvare il Paese". Un altro tema toccato dall´assessore all´Industria e all´Artigianato è stato quello delle infrastrutture. "Su questo noi subiamo scelte a livello europeo, dove siamo stati pensati come la periferia del mondo, perché i percorsi dovevano passare da altre parti verso il Medio Oriente". "Per noi - ha concluso Gibelli - la scommessa del Paese è su piccoli imprenditori e artigiani".  
   
   
ROMA, UNA "CABINA DI REGIA" PER IL SUD  
 
Campobasso, 25 ottobre 2010 - Per rilanciare l´economia meridionale serve una "cabina di regia" tra Governo, Regioni e parti sociali che lavori su una estione condivisa del Piano per il Sud e per una coerente spesa dei Fondi strutturali e dei Fas: è la proposta scaturita dall´incontro che si è tenuto  il 21 ottobre presso la Sede romana della Confindustria, e che ha visto insieme i vertici dell´Organizzazione confindustriale, guidati da Presidente Marcegaglia, e i Governatori delle regioni del Sud. Presenti anche il Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, e il Presidente di Assindustria Molise, Michele Scasserra. Nel corso della riunione, si è discusso della necessità di mettere a punto uno strumento programmatico comune che inglobi i progetti regionali, interregionali e di interesse nazionale, da inserire all´interno del Piano per il Sud che il Governo sta redigendo. Il Tavolo ha anche deciso di avviare un nuovo metodo di lavoro che realizzi una governance più efficace e innovativa per la spesa dei fondi Europei e per i Fas, nonché per una migliore capacità ed incisività delle politiche per la facilitazione dell´accesso al credito, per la ricerca, per la formazione e per l´infrastrutturazione. Al termine dei lavori, si è convenuto di redigere un documento comune sui principali temi trattati da condividere nei prossimi giorni con tutti i partecipanti.  
   
   
BASILICATA, DE FILIPPO DA MARCEGAGLIA: “PIANO E FONDI PER RILANCIO SUD" INCONTRO COI VERTICI DI CONFINDUSTRIA A ROMA: “IMPORTANTE UN’OPERA DI CONDIVISIONE E CONCERTAZIONE PER IL RILANCIO DEL MEZZOGIORNO, MA VA INVERTITO IL TREND CHE HA VISTO UN COSTANTE CALO DI RISORSE”  
 
Potenza, 25 ottobre 2010 - “Mettere a punto un Piano per il Mezzogiorno partendo dalla concertazione è una pratica a cui la Regione Basilicata non può che guardare con favore, essendo lo stesso modo di procedere adottato a livello regionale. Ma è importante che ci siano volontà politica e relative risorse per mettere su un piano che riesca effettivamente a ridurre il gap esistente tra il Sud del resto del Paese, come è pure necessario che nel confronto tutte le istanze, e in particolar modo quelle dei territori interessati, trovino la giusta considerazione”. E’ la posizione espressa dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, partecipando a Roma a una riunione con i vertici di Confindustria, dalla presidente Emma Marcegaglia alla vicepresidente per il Mezzogiorno Cristina Coppola, in cui l’associazione imprenditoriale ha voluto presentare alcune proprie proposte su cui discutere al fine di mettere a punto un piano di interventi per il Mezzogiorno. “Le proposte di Confindustria – ha ripreso De Filippo – non sono tutte automaticamente condivisibili, ma possono essere una delle basi di lavoro su cui portare avanti un’azione che deve vedere la convergenza non solo di Governo e Regioni, ma anche delle parti sociali. Uno dei grandi temi che dobbiamo affrontare è sicuramente quello delle infrastrutture. La Basilicata ha ottenuto risultati importanti nell’utilizzo delle varie linee di finanziamento, partendo dai fondi propri per arrivare a quelli per le aree sottoutilizzate e, ancora, a quelli europei, ma ci siamo resi conto che i nostri sforzi, a fronte dei quali abbiamo ottenuto unanimi riconoscimenti, restano vani senza un impegno del Paese. Per questo ci aspettiamo dal Governo segnali concreti per il Piano per il Sud, al momento registriamo le buone intenzioni, ma non supportate dai numeri. E’ necessario che quell’obbligo di legge di destinare al Mezzogiorno almeno il 45% della spesa dello Stato in conto capitale previsto dalle leggi diventi innanzitutto una scelta strategica, invertendo il trend che ha fatto registrare un calo dopo il 2001 e che ha visto, nel 2008, tale percentuale scendere al 30%. In queste condizioni qualunque idea e qualunque piano sono destinati a non produrre effetti, mentre il gap tra Sud Italia e resto del Paese continuerebbe ad allargarsi, come purtroppo è avvenuto negli ultimi anni”.  
   
   
LA REGIONE CALABRIA ASSEGNERÀ CENTOCINQUANTA MILIONI ALLE IMPRESE PER CREARE SETTEMILA POSTI DI LAVORO  
 
 Reggio Calabria, 25 ottobre 2010 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’assessore regionale alle Politiche del Lavoro Francescantonio Stillitani hanno presentato il 21 ottobre , nel corso di una conferenza stampa, la pubblicazione di due bandi per rilanciare l’occupazione giovanile. Il tutto è appunto finalizzato a promuovere azioni che mirano a garantire migliori opportunità di inserimento e reinserimento lavorativo a beneficio di lavoratori anche svantaggiati coinvolgendo, direttamente, il sistema delle imprese attraverso borse lavoro, incentivi all’occupazione e formazione continua per la riqualificazione del capitale umano. “Abbiamo messo in campo - ha dichiarato il Governatore Scopelliti - due dei cinque bandi che avevamo precedentemente annunciato con l’obiettivo di rilanciare il tema dell’occupazione giovanile. Le nostre imprese potranno così investire sui fondi comunitari. “Gli interventi proposti - aggiunge l’assessore Stillitani - consistono nell’assegnazione di una borsa lavoro, presso le imprese, finanziata dalla Regione, pari a 900 euro mensili per nove mesi. Inoltre, vi possono accedere le società, le imprese private individuali e collettive, i professionisti ed ogni soggetto che eserciti un’attività economica, tutti i datori di lavoro, fondazioni, associazioni di volontariato, società sportive ed associazioni iscritte al Coni. Tutte le attività dovranno comunque essere svolte nel territorio regionale”.  
   
   
FONDO UNICO PER PRESTITI A TASSO ZERO PER LE IMPRESE LA REGIONE TOSCANA INTERVIENE PER RENDERE PIÙ COMPETITIVO IL SISTEMA IL BANDO SARÀ PUBBLICATO IL 27 OTTOBRE E SCADE IL 31 DICEMBRE 2010  
 
 Firenze, 25 ottobre 2010 - Risorse della Regione per sostenere le piccole e medie imprese toscane. Nei prossimi giorni sarà pubblicato il bando per le domande di finanziamenti a tasso zero a favore delle piccole e medie imprese industriali, artigiane e cooperative. Le richieste di finanziamento saranno sostenute da un fondo rotativo unico, articolato in tre sezioni (artigianato, industria, cooperazione). Il fondo rotativo è stato razionalizzato, unificando i settori e rendendo omogenei i criteri per accedere ai finanziamenti per tutte le imprese. La disponibilità attuale è di circa 42 milioni di euro e sarà incrementata dagli ulteriori rientri relativi alle agevolazioni concesse negli anni precedenti, sulla base dei diversi programmi di investimento che si sono succeduti per le diverse tipologie di impresa e che, fino ad oggi, erano gestiti in modo separato. «Con il fondo rotativo unico - spieg a l´assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini - si punta a sostenere in maniera organica i programmi di investimento innovativi presentati dalle piccole e medie imprese industriali, artigiane e cooperative. Il nostro obiettivo è quello di guardare oltre la crisi e rafforzare il sistema produttivo per renderlo in grado di competere sui mercati globali. Per questo è necessario disporre delle risorse necessarie a fare gli investimenti che servono per innovare, per il rafforzamento patrimoniale, l´incremento delle loro capacità di generare innovazione. Con questo fondo puntiamo su questo, distaccandoci così da una logica di finanziamenti a pioggia. L´omogeneità dei criteri è garantita dall´unicità del bando che copre tutti gli ambiti produttivi e l´intero territorio regionale». Il bando prevede quindi il sostegno a investimenti innovativi presentati dalle piccole e medie imprese industr iali, artigiane e cooperative relativi a investimenti per l´acquisto di terreni, impianti industriali, opere murarie, macchinari, mezzi di trasporto, ma anche per coprire i costi di brevetti, trasferimenti di tecnologia, partecipazione a fiere. L´agevolazione, per le imprese che saranno ammesse, consiste in un finanziamento a tasso zero per un importo pari al 60% o al 70% del progetto di investimento ammesso all´agevolazione o di prestito partecipativo, pari al 100% del valore degli investimenti. La durata del piano di rientro è prevista in cinque anni nel caso di investimenti fino a 500 mila euro, sette anni nel caso di programmi di investimento di importo superiore. Il prestito non può in ogni caso essere inferiore a 50 mila euro né superiore a 1 milione e 500 mila. Per la prima attuazione, le domande potranno essere presentate a partire dal giorno successivo alla pubblicazione del bando sul Burt, prevista per il 27 ottobre, fino al 31 dicembre 20 10. Soggetti gestori dell´agevolazione sono Fidi Toscana, per le domande presentate dalle imprese industriali e cooperative e Artigiancredito Toscano, per le domande presentate dalle imprese artigiane. Attraverso un punteggio specifico vengono premiati, tra gli altri, imprese a titolarità femminile e giovanile, nuovi impianti, imprese che investono per la sicurezza dei lavoratori, per rilocalizzare in aree industriali o artigianali, per trasformare il processo produttivo. «Anche attraverso questo intervento – dice l´assessore – la Regione intende legare il sostegno alle imprese alla creazione di un nuovo modello di sviluppo e al suo rilancio. Un intervento che si inserisce nella strategia complessiva della regione, che sarà confermata da Piano regionale di sviluppo al quale la giunta sta lavorando e che si muove su tre direttrici: l´impegno per il riposizionamento competitivo delle imprese, il supporto ai settori strategici dell´ec onomia regionale, l´attrazione di nuove imprese e la semplificazione burocratica e procedurale». Se con questo bando si guarda oltre la crisi, prosegue in parallelo l´attività dei due fondi di garanzie rispettivamente per la liquidità delle imprese e per gli investimenti. Dal febbraio 2009 a oggi le operazioni deliberate e perfezionate da Fidi Toscana per il fondo sulla liquidità sono state 2875, per un totale di 581 milioni di euro di finanziamenti concessi. Per l´altro fondo, le operazioni sono state 1.111, per complessivi 194 milioni di finanziamenti.  
   
   
LAVORO FVG: SUCCESSO PROGETTI SOCIALMENTE UTILI (189 DOMANDE)  
 
 Trieste, 25 ottobre 2010 - Sono 189 i progetti di pubblica utilità presentati alla Regione dalle amministrazioni pubbliche del Friuli Venezia Giulia entro la scadenza del 20 ottobre. Molto soddisfatta del successo ottenuto dall´iniziativa relativa ai lavori di pubblica utilità (Lpu), l´assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, rileva che potranno essere coinvolti 510 disoccupati di lunga durata privi di qualsiasi ammortizzatore sociale. A questo proposito, la spesa prevista è di 10.463.762 euro, il 95 per cento dei quali a carico della Regione che, precisa Brandi, per garantire l´avvio di tutti i progetti ritenuti ammissibili dovrà ora reperire le risorse aggiuntive rispetto allo stanziamento iniziale di 6.900 milioni di euro. A fronte di un risultato "al di là delle più rosee aspettative", Brandi sottolinea l´impegno di tutti, in particolare quello di Anci ed Upi, "soprattutto in considerazione del fatto che vi erano delle forti perplessità da parte delle amministrazioni pubbliche per l´alto costo a carico dei loro bilanci". "E´ stata comunque determinante - precisa l´assessore - la modifica apportata al regolamento degli Lpu, elevando la quota di partecipazione a carico della Regione dall´80 al 95 per cento e prorogando il termine per la presentazione dei progetti dal 30 settembre al 20 ottobre". Entrando nel dettaglio, dalla provincia di Udine sono pervenute 102 domande (263 lavoratori coinvolti, 5,2 milioni di euro di impegno spesa), da Trieste 37 (103 lavoratori, 2,2 milioni di euro), da Pordenone 28 (87 lavoratori, 1,8 milioni di euro) e da Gorizia 22 (57 lavoratori, 1,2 milioni di euro). La maggior parte dei progetti è stata presentata dai Comuni, seguiti dalle Università di Udine e di Trieste, dalle Province di Gorizia, Trieste e Udine, dalle direzioni Didattiche primo e terzo circolo di Pordenone, dall´Ente zona industriale di Trieste, dal Giudice di pace di Trieste e dalla Procura della Repubblica di Trieste. La ripartizione dei progetti per settore di attività vede al primo posto la valorizzazione del patrimonio pubblico urbano e rurale con 86 progetti (241 lavoratori coinvolti per 4,7 milioni di euro di impegno finanziario) davanti al riordino degli archivi e il recupero dei lavori arretrati di tipo tecnico o amministrativo (67 domande, 162 lavoratori e 3,5 milioni di euro). Al terzo posto le attività di valorizzazione dei beni culturali ed artistici (12 domande, 41 lavoratori e 880 mila euro), seguite dai servizi ausiliari di tipo sociale a carattere temporaneo (14 progetti, 36 lavoratori e 740 mila euro) e, infine, dai servizi di custodia e vigilanza finalizzati a migliorare la fruibilità di impianti e attrezzature sportive, centri sociali, educativi o culturali gestiti dalle amministrazioni pubbliche (10 domande, 30 lavoratori, 633 mila euro).  
   
   
IN PIEMONTE L´INNOVATION VOUCHER PER TRASFORMARE UNA BRILLANTE IDEA IN REALTA´ AZIENDALE COMPETITIVA  
 
Torino, 25 Ottobre 2010 - L´assessore Giordano : La misura e´ completamente nuova e applicata in Piemonte dopo le positive esperienze nel nord Europa Rendere un’idea innovativa una realtà imprenditoriale di successo diventa più facile con l’Innovation voucher, nuova e importante misura del Piano Straordinario per l’occupazione di cui il 21 ottobre è stato pubblicato il bando su http://www.Regione.piemonte.it/innovazione/bandi-e-attivit.html , Per la prima volta questo strumento viene applicato nella Regione ed è rivolto ad un’ampia platea di possibili beneficiari, dalle persone fisiche ai liberi professionisti, dalle micro imprese alle pmi. La misura è finalizzata a stimolare le idee innovative su nuovi prodotti di mercato o sul miglioramento di quelli già presenti, anche attraverso un perfezionamento dei processi e dei servizi. Obiettivo da raggiungere è promuovere la competitività del sistema Piemonte sostenendo lo sviluppo, la realizzazione e la diffusione in forma tutelata delle idee di impresa. "La misura dell´Innovation voucher è un tassello molto importante - dichiara l´assessore allo Sviluppo Economico, Massimo Giordano - che mettiamo in campo già oggi per rendere il Piemonte un sistema competitivo a tutti i livelli. E´ la prima volta che questo voucher viene attuato nella nostra regione, dopo le esperienze positive registrate in altre parti d´Europa, come in Inghilterra e Irlanda. Bisogna riuscire a dare anche al singolo individuo la possibilità di trasformare in impresa una sua brillante idea e questo strumento che abbiamo approvato va proprio nel senso di valorizzare le proposte più innovative, dedicando particolare attenzione alle start up aziendali e alle proposte presentate dai giovani. L´innovazione non deve essere attuata solamente a livello di macro impresa, ma anzi è soprattutto dalle piccole idee che nascono i grandi successi di mercato. E´ un potere di straordinario valore, che noi vogliamo stimolare e incentivare perchè siamo consapevoli delle grandi potenzialità e professionalità di cui può vantare il nostro territorio piemontese" Per idee innovative si intendono quelle proposte che puntano a realizzare nuovi prodotti, processi o servizi oppure l’innovazione dei processi di organizzazione, produzione e distribuzione di prodotti o servizi che sono già presenti sul mercato. La gestione del bando (consultabile su www.Regione.piemonte.it/innovazione/bandi-e-attivit.html ) è affidata a Finpiemonte. Il voucher consiste nell´erogazione di un contributo a fondo perduto concesso, a seconda della natura dei beneficiari, con queste modalità: per le persone fisiche il contributo coprirà il 70% dei costi ammissibili fino a un massimo 10 mila euro, che diventano 20 mila se si tratta di liberi professionisti o microimprese, mentre il contributo copre fino al 50% se a beneficiarne sono piccole e medie imprese (l´importo massimo finanziabile, anche in questo caso, è 20 mila euro). Le domande devono essere inviate via Internet compilando il modulo telematico reperibile sul sito internet www.Sistemapiemonte.it , dal 1 dicembre al 14 gennaio. Dopo la fase di accertamento della regolarità formale della domanda e il possesso dei requisiti per i soggetti che la presentano (che spetta a Finpiemonte), si apre la fase di istruttoria di merito, che sarà effettuata da un Nucleo Tecnico di Valutazione, composto da rappresentanti della Regione Piemonte, di Finpiemonte e da almeno un esperto esterno in politiche dell´innovazione. E´ proprio in questo contesto che verranno valutate le qualità tecnico/scientifiche e l’originalità dell’idea innovativa, la congruità dei costi e le ricadute sul beneficiario coerenti con la finalità della misura ovvero, fra tutte, rafforzamento e sviluppo di nuove realtà imprenditoriali,la propensione all’innovazione, l’incremento occupazionale atteso da un punto di vista qualitativo e/o quantitativo.  
   
   
COMUNI:MONTAGNA, WORKSHOP SU RIORDINO  
 
Pescara, 25 ottobre 2010 - "La montagna va sostenuta non soltanto attraverso il riordino degli enti e il supporto all´associazionismo tra Comuni per servizi essenziali, ma anche consentendo la conciliazione dei tempi di lavoro, famiglia e relazioni sociali" Lo ha dichiarato l´assessore agli Enti locali, Carlo Masci, anticipando i temi dei due workshop, all´Aquila e a Pescara, intitolati "Ripensiamo la montagna, dal riordino delle comunità montane alla programmazione dei tempi di conciliazione nei comuni montani". Durante i lavori saranno anche illustrate le buone pratiche poste in essere da altre Regioni in materia di conciliazione dei tempi e sarà anche presentato il bando pubblicato sul Bura per accedere ai fondi regionali, nella prospettiva della redazione del piano dei tempi. Ai workshop, cui porterà il saluto il presidente della Giunta regionale, Gianni Chiodi, parteciperanno gli assessori, Carlo Masci e Federica Carpineta. Il primo workshop e calendarizzato all´Aquila lunedì 25 ottobre (Auditorium Piervincenzo Gioia, palazzo Silone, ore 9.00).  
   
   
EMERGENZA PALERMO, REGIONE STABILIZZA 3218 PRECARI  
 
Palermo, 25 ottobre 2010 - Alessia Citati e´ stata la prima a firmare il contratto a tempo indeterminato con la "Social Trinacria Onlus", l´associazione che gestira´ l´avviamento al lavoro dei 3218 precari appartenenti al bacino dell´ex Emergenza Palermo. Tutti gli altri contratti saranno firmati entro questa settimana ed entro questo mese il personale dovrebbe ricevere un contributo una-tantum. I fondi per la stabilizzazione, messi a disposizione della Regione, ammontano a 24 milioni di euro per il 2010 e a 36 milioni per il 2011 e il 2012. I lavoratori saranno distribuiti in circa 40 enti, tra cui i dipartimenti regionali, alcuni comuni della provincia di Palermo, l´ospedale Civico e l´Istituto dei ciechi e nelle scuole regionali cittadine. "Lo stanziamento e´ inalterato - ha detto il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche l´assessore alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro, Andrea Piraino, il dirigente generale del Dipartimento regionale delle Politiche sociali, Letizia Di Liberti, e il presidente della "Social Trinacria onlus", Gioacchino Lavanco - ma risparmieremo la spesa in quanto e´ venuta meno l´intermediazione della precedente societa´. Abbiamo offerto al comune di Palermo la possibilita´ di avvalersi delle prestazioni degli ex Pip ma finora c´e´ stata solo una disponibilita´ generica mentre non invieremo personale nelle scuole statali. Adesso contiamo sul senso di responsabilita´ di questi lavoratori affinche´ il progetto vada avanti e sia utile alla comunita´". "La Regione - ha spiegato l´assessore Piraino - ha mantenuto gli impegni, nonostante il momento di difficolta´ finanziaria. Adesso, alla volonta´ della Regione, deve corrispondere l´impegno dei lavoratori che finalmente sono usciti da una lunga fase di precariato". Soddisfatto Gioacchino Lavanco, presidente della "Social Trinacria Onlus": "La Regione - ha sottolineato - ha chiuso la vertenza di Emergenza Palermo che durava da dieci anni. E´ un risultato importante che incidera´ positivamente migliorando il tasso di disoccupazione dello 0.7%".  
   
   
INDAGINE CONGIUNTURALE DEL SETTORE ARTIGIANO IL QUADRO E´ ANCORA PROBLEMATICO, MA CI SONO RISVOLTI POSITIVI LE INDICAZIONI EMERSE DALLA RILEVAZIONE REALIZZATA DAL SISTEMA INFORMATIVO DELLA REGIONE PIEMONTE  
 
Torino, 25 Ottobre 2010 - E’ stata pubblicata il 21 ottobre sul Portale dell’Artigianato ( www.Regione.piemonte.it/artig/ind-con_ind.htm ) l’indagine congiunturale sul settore artigiano nella nostra regione relativa al consuntivo del primo semestre 2010 ed al preventivo del secondo semestre dell’anno in corso. Le indicazioni emerse dalla rilevazione, realizzata dal Sistema Informativo della Regione Piemonte, si inquadrano in un clima di allentamento delle criticità manifestate a livello nazionale e in Piemonte, almeno per quanto riguarda l’attività produttiva . Pur rimanendo infatti un quadro generale ancora non positivo, l’indagine segnale un piccolo rialzo della percentuale di imprese che hanno effettuato investimenti rispetto al 2009 (dal 21,5 al 26,5 di oggi), che è più elevata nel settore costruzioni e nei servizi rispetto all’artigianato manifatturiero. Tra le aziende più strutturate è maggiore la percentuale di quelle imprese che sembrano avviate sulla china di una risalita, seppure ancora problematica. “ I numeri erano abbastanza prevedibili – commenta l’ assessore allo Sviluppo Economico, Massimo Giordano - anche perché è necessario un fisiologico lasso di tempo affinché i segnali di ripresa della nostra economia producano effetti conclamati. Bisogna lavorare su politiche strutturali di intervento che mettano la competitività del Piemonte al centro dell´azione e come obiettivo primario da raggiungere. I provvedimenti che abbiamo già messo in campo, come il piano straordinario per l´occupazione e il piano per la competitività sulle cui linee guida siamo in dirittura d´arrivo, vanno proprio in questo senso ”. Note positive arrivano comunque sull’aggiornamento delle dotazioni tecnologiche Ic: il processo di adeguamento agli standard tecnologici minimi richiesti dal mercato, registra infatti un nuovo significativo balzo: oggi il pc è presente nell’84,3% delle aziende (nel 2005 erano solamente il 53%) e l’accesso a Internet nel 79,4% (41% nel 2005). “ Segno evidente – commenta ancora l’ assessore Giordano – che le politiche di innovazione devono riguardare tutti, anche i settori più tradizionali come quello artigiano ”. Contestualmente all’indagine congiunturale, il Sistema Informativo regionale dell’Artigianato ha provveduto anche all’aggiornamento della banca dati, incrociando i dati Infocamere Albo Artigiani con gli archivi dell’Inps e suddividendo i settori in industria metalmeccanica, aziende manifatturiere, costruzioni, riparazioni, trasporti, servizi alla persona, servizi all’impresa .  
   
   
TOSCANA: NUOVE ENTRATE SOLO DAL RECUPERO DELL’EVASIONE INDIVIDUATA UNA DITTA CINESE DI SESTO FIORENTINO CHE HA EVASO IL FISCO PER 9 MILIONI LA VITA MEDIA DI UNA DITTA CINESE È DI QUATTORDICI MESI E POI SCOMPARE NEL NULLA  
 
Firenze, 25 ottobre 2010 - «L´operazione che ha portato a scoprire a Sesto Fiorentino un ditta cinese messa in piedi solo per emettere fatture false ed evadere dazi doganali, quella che in gergo viene definita una ditta ´cartiera´, è un esempio tra i tanti di come, per scardinare un sistema che ricorre non sempre ma spesso all´illegalità, sia importante agire con tempestività: soprattutto quando la vita media di una ditta cinese è di quattordici mesi e poi scompare nel nulla». Così l´assessore al bilancio e ai tributi della Regione Toscana, on. Riccardo Nencini, plaude all´operazione della Guardia di Finanza messa a segno in questi giorni. La ditta cinese di Sesto Fiorentino, che ufficialmente commercializzava all´ingrosso articoli in pelle ma di fatto importava illegalmente e produceva solo ´carta´ e fatture, aveva evaso il fisco per 9 milioni di euro. «In Regione abbiamo fatto della lotta all´evasione e del contrasto all´illegalità una priorità – commenta Nencini - per una ragione anzitutto di equità, perchè tutti devono rispettare le regole e pagare le tasse, ma anche perchè il recupero dell´evasione è l´unica vera ´nuova´ fonte di entrata per un sistema pubblico che deve fare i conti con tagli sempre più pesanti». «Più risorse riusciremo a recuperare – spiega - e maggiori potranno essere i servizi e le politiche di sostegno per le imprese e i cittadini». «Dobbiamo agevolare lo scambio di informazioni tra i diversi settori della pubblica amministrazione – conclude l´assessore -. Dobbiamo coinvolgere i Comuni, a cui la Regione lascia metà dei tributi regionali recuperati. E per questo abbiamo firmato o rinnovato negli ultimi sei mesi, intese e protocolli con l´Anci, con la Guardia di Finanza e con l´Agenzia delle Entrate».  
   
   
NELL´ANNO EUROPEO DI LOTTA ALL´ESCLUSIONE SOCIALE PRESENTATO IL DOSSIER 2010 VECCHIE E NUOVE POVERTÀ IN TOSCANA: ECCO I DATI CARITAS LA POVERTÀ È IL FRUTTO DI SCELTE POLITICHE SBAGLIATE  
 
Firenze, 25 ottobre 2010 - Oltre 24 mila le persone in disagio ascoltate l´anno scorso nei 118 Centri Caritas sparsi sul territorio toscano: sull´anno precedente il 7,4% in più; rispetto al 2005 quasi 9 mila persone in più. Sono alcuni dati tratti dalle oltre 260 pagine di “Dossier 2010 sulle povertà in Toscana”, settimo rapporto che il sistema Caritas, con il contributo di Regione Toscana, ha elaborato per raccontare il disagio crescente di tante persone e di intere famiglie che vivono, o transitano, nella regione. Oltre 66 mila i colloqui realizzati nei Centri di Ascolto diocesani e un dato di fondo: quasi il 77% delle persone ha una provenienza straniera. Il rapporto italiani-stranieri sta però subendo un incremento sensibile: gli italiani salgono dal 21% del 2008 al 23,1% del 2009. In termini di valori assoluti, se nel 2008 gli italiani erano 4.663 l´anno success ivo sono saliti a 5.577 con un aumento di oltre 900 persone. Al primo posto, fra le problematiche emerse, con un 31,7% dei casi, quelle che toccano il lavoro (disoccupazione, sottoccupazione, sfruttamento). Poi seguono le povertà di risorse materiali (31,3%) e la salute (10,4%, dato in notevole aumento rispetto agli anni precedenti). Sfiora il 9% dei casi la problematica legata alla casa (con una incidenza legata agli sfratti che, in pratica, è raddoppiata salendo dal 10,1 al 18,4%). La disoccupazione colpisce il 73,5% delle persone: un dato elevatissimo e in leggero aumento rispetto all´anno precedente (72,4%). La valanga di dati e valutazioni nei sette capitoli del dossier è stata presentata e analizzata a Firenze su iniziativa congiunta di Regione Toscana, Caritas e Osservatorio Sociale Regionale. Si è anche svolta una tavola rotonda con il volontariato ed esperti. “Non è vero - scrive l´assessore toscano al Welfare, Salvatore Allocca – che la povertà sia un fenomeno incidentale e ineludibile; al contrario è il prodotto di decisioni e norme politiche sbagliate che finiscono per incidere non poco nel disegnare la struttura della società. E´ dunque fondamentale il ruolo della politica, che deve tornare innanzitutto a proporre una sua centralità nella lotta al bisogno materiale e alle nuove disuguaglianze sociali”. In linea con l´assessore regionale una osservazione di mons. Renzo Chesi, delegato di Caritas Toscana, che ricorda come le Caritas, attraverso i Centri di Ascolto, “si impegnano non ad assistere gli indigenti ma a creare la cultura della prevenzione”. Navigando tra la mole dei dati si scopre che oltre il 53% delle persone frequentanti i Centri Caritas ha tra i 25 e i 45 anni: se l´età media degli stranieri è intorno al 37 anni, assai più alta quella degli italiani (48,3) con un 12% degli italiani che risulta pensionato. Molto elevata la percentuale degli italiani che vivono soli (il 28,8%): forte la incidenza di separazioni e divorzi nel determinare disagio e, in certi casi, addirittura povertà. Il 46,8% degli stranieri che nel 2009 ha frequentato un Centro di Ascolto Caritas ha un titolo di studio almeno pari al diploma di scuola media superiore. Ciò a fronte di un 78% di italiani che ha un titolo di studio uguale o inferiore alla licenza media. Le donne si confermano in media più istruite degli uomini (se i laureati che chiedono aiuto a Caritas sono il 4,5% le laureate raggiungono il 7,5%). Come provenienze si riduce, in percentuale, la presenza di persone dall´Est Europa: se nel 2007 chi proveniva dall´Europa Centro Orientale superava il 50%, l´anno successivo era scesa al 45 e l´anno scorso al 42%. La provenienza principale resta dalla Romania, comunque in sensibile rid uzione, seguita da Marocco e Perù (in aumento). Gli italiani chiedono soprattutto sussidi economici (45,7% del totale rispetto al 38,9% del 2008), consulenze professionali (56,3%), beni e servizi materiali (32,1%). Gli interventi di sanità e di igiene personale (in particolare: docce) e quelli di istruzione sono chiesti quasi esclusivamente (attorno al 90%) da stranieri. Raffrontando i dati del quinquennio 2005-2009 un aspetto particolare è legato ai problemi di indebitamento: questi, adesso, incidono per oltre il 6% mente cinque anni fa il dato era stabile sul 3%. “Quasi 3 famiglie su 10 hanno difficoltà ad arrivare a fine mese e non più – evidenzia il dossier Caritas – a partire dalla fatidica quarta settimana, bensì già dalla terza.” Una parte del terzo capitolo è proprio dedicata ai temi dell´indebitamento (“La mentalità del mettere da parte & egrave; stata ... Messa da parte, lasciando ampio spazio di manovra alle mille tentazioni del tasso zero e prima rata a gennaio dell´anno successivo”). Per far fronte all´indebitamento, le soluzioni che vanno per la maggiore tra le persone ascoltate nei Centri Caritas sono purtroppo tre: utilizzare il credito al consumo, rincorrere il “guadagno facile” con i giochi d´azzardo e ricorrere all´usura. Sempre in materia di indebitamento, Caritas punta il dito su due aspetti: “la mancanza di una massiccia e strutturata campagna di informazione sul credito responsabile” e “l´esistenza di una azienda privata (Sisal) che ha in concessione dai Monopoli di Stato la gestione di scommesse e giochi d´azzardo”. Secondo i dati di Caritas – che si avvale, con il contributo di Regione Toscana, di un proprio progetto denominato Mirod: Messa in Rete Osservatori Diocesani – la Toscana è stata divisa in 4 grandi aree (Areti na, Maremmano-senese,costiera, Metropolitana) e per ciascuna di queste il “dossier 2010” presenta altrettanti capitoli di specifico approfondimento. Un capitolo intero, nel Dossier, è dedicato a commenti forniti dagli operatori dei Centri: qui, in particolare, emergono storie e volti che certo i dati non possono raccontare. Un esempio riferito alla condizione abitativa “con amici e parenti” (riguarda il 27% dei casi, con particolare riferimento agli stranieri). Questo tipo di condizione – sottolineano i volontari Caritas – “spesso nasconde situazioni di subaffitto, normalmente al nero”. Fenomeno, pare, assai diffuso: chi ospita stranieri, e dice di farlo a titolo “gratuito”, spesso si fa pagare (500 euro per la residenza più altri 400/500 euro per una stanza) così come, per le badanti, vengono chiesti dai 300 ai 500 euro per trovare lavoro presso famiglie. “Della serie – è il commento di una volontaria Caritas – io ti trovo lavoro ma se entri nel giro, mi devi pagare”.  
   
   
SERVIZI SOCIALI IN EUROPA. ‘OPEN DAYS’ SETTIMANA EUROPEA REGIONI E CITTA’  
 
Venezia, 25 ottobre 2010 - L’assessore regionale alle politiche sociali Remo Sernagiotto ha aperto il 21 ottobre a Mestre presso il Centro Servizi della Provincia di Venezia il convegno "Io volontario in Europa", promosso dal servizio Europe Direct del Comune di Venezia in collaborazione con la Regione Veneto e la Provincia di Venezia. L´incontro informativo-formativo ha avuto come obiettivo la realizzazione a livello locale del tema degli Open Days 2010 di Bruxelles "Competitività, cooperazione e coesione" alla luce dell´anno europeo 2010 della lotta alla povertà e all´esclusione sociale e del prossimo anno europeo 2011 del volontariato per esplorare il ruolo della società civile come veicolo di cooperazione e innovazione. L´incontro è stato rivolto in particolare alle associazioni locali, agli studenti, agli insegnanti. Il convegno era parte, assieme all’incontro dal titolo "La progettazione europea nelle politiche sociali" che si è tenuto nel pomeriggio, agli eventi organizzati nell´ambito di "Open Days 2010: settimana europea delle regioni e delle città", giunta alla sua ottava edizione e organizzata a Bruxelles dal Comitato delle Regioni (Cor), dalla Direzione generale politica regionale della Commissione europea, dalle Regioni e dalle Città partner. “Si tratta – ha ricordato Sernagiotto - del più grande appuntamento annuale in cui si riuniscono i protagonisti attivi della politica regionale, sia a livello locale che europeo. Per quanto riguarda il Veneto, la Regione intende, in collaborazione con la Provincia e il Comune di Venezia, interessare i livelli locali coinvolgendo gli attori che ogni giorno producono i servizi sociali e sociosanitari per la cittadinanza, promuovendo la loro partecipazione ai progetti comunitari che già, allo stato presente, ci vede impegnati.  
   
   
FAMIGLIA, PRIMO IMPEGNO DELLA COMUNITA´ DELLA VALLE DI NON FIRMATO L´ACCORDO VOLONTARIO D´AREA PER LA NASCITA DEL DISTRETTO  
 
Trento, 25 ottobre 2010 - Tra i "poteri" che le future Comunità di valle sono chiamate a gestire in proprio vi sono anche le attività socio-assistenziali, un campo nel quale vi è grande spazio, in particolare, per le politiche territoriali a favore delle famiglie. Si tratta di una grande occasione per i territori e per le famiglie, che si aspettano misure concrete, sostegno, facilitazioni, contesti nei quali crescere, non solo incentivando la natalità, ma anche nelle relazioni interne promuovendo una conciliazione possibile, e in quelle esterne, con gli altri ambiti della comunità nella quale sono inserite. E´ quanto ha ricordato il 21 ottobre il presidente della Provincia Lorenzo Dellai intervenendo, assieme all´assessore alle politiche sociali Ugo Rossi, alla firma dell´Accordo volontario d´area per la nascita del Distretto Famiglia nella Valle di Non. Attorno al tavolo tutti i 9 soggetti, pubblici e privati, che hanno dato vita, facendo da battistrada, al tavolo di lavoro per la costituzione di quello che sarà, dopo l´Alta Val Rendena, il secondo Distretto Famiglia del Trentino. "Un territorio, la Valle di Non - ha affermato Dellai, ricordando l´imminente approvazione in Consiglio della legge sulla famiglia - che storicamente ha saputo offrire al Trentino spunti e indicazioni che poi sono diventati pilastro per tutta la comunità". La "credibilità" del Distretto Famiglia - lo ha sottolineato l´assessore Rossi - è nel fatto che nasce dal basso: "Se i bisogni sono gestiti il più vicino ai cittadini, si riesce a dare risposte anche migliori". E che vi sia la forte convinzione di tutte le organizzazioni ed enti "battistrada" è apparso oggi in modo chiaro, in attesa dei progetti e delle iniziative concrete (ma molte sono già attivate) che saranno messe sulla carta e che diventeranno uno dei primi compiti della Comunità di valle che uscirà dalle urne domenica 24 ottobre. Per Eleonora Stenico, Consigliera di parità, il progetto di Distretto Famiglia significa soprattutto conciliazione, non solo per la donna ma per l’intera famiglia: "Si possono fare molte iniziative innovative sui territori, valorizzandone le risorse e le energie". Particolarmente soddisfatta la sindaco di Cles, Maria Pia Flaim, per la velocità con la quale si è arrivati alla firma di oggi (del progetto si è iniziato a parlare appena all´inizio dell´estate) e per la convinzione che lo supporta: "E´ un progetto che integra ciò che i 9 soggetti promotori hanno già iniziato a fare da tempo e che ora potranno diventare di maggior spessore e di più facile comunicazione. La volontà è quella di creare rete per facilitare la vita delle famiglie oggi, agevolandole nelle loro esigenze e bisogni, dai parcheggi alla flessibilità nei servizi. Ognuno di noi deve fare da capofila per portare dentro questo progetto altri soggetti, e sono sicura che questo percorso porterà anche a delineare per la Valle di Non un modello attrattivo turistico di grande spessore". Tra i promotori dell´accordo volontario vi è anche la stessa Comunità di valle. "E´ un progetto - ha affermato il presidente Rolando Valentini - che ha il sapore della comunità, che va intesa come una grande famiglia estesa dentro la quale si trovano tutte le politiche di sostegno e solidarietà che riguardano le persone e il territorio. In valle di Non c’è bisogno di pensare a quali strutture servono, alle priorità da dare. Da questo progetto penso che deriveranno indicazioni importanti per Cles e per tutta la valle. L’orientamento dovrà essere alla famiglia ma anche al turismo. Stiamo affrontando un primo passo per qualcosa che restituirà al futuro un’azione pianificatoria che aiuterà la Comunità intesa come comunità sociale ed economica". Dalle dichiarazioni dei firmatari emerge anche l´orgoglio di questo territorio. Se ne sono fatti interpreti il presidente della locale Apt, Andrea Paternoster ("Quando saremo tutti consapevoli di vivere in un territorio straordinario quale è questa valle, allora saremo pronti per farla decollare anche come ambito turistico: c’è una grande voglia di fare turismo, piano piano gli operatori stanno crescendo, e il tavolo del Distretto Famiglia servirà a portare avanti progetti in tal senso"), e Tiziano Odorizzi, direttore di un´altra organizzazione "che ci sta", la Cassa Rurale di Tuenno - Val di Non: "L’adesione della Cassa è convinta, rientra nei suoi scopi statutari: siamo un soggetto economico ma abbiamo come fine il sostegno delle famiglie. Ben venga che le iniziative siano coordinate a livello di vallata, abbiamo già messo in cantiere molte iniziative per le famiglie e intendiamo avere una particolare attenzione per le donne che lavorano presso la Cassa rurale". Orgogliosi ed onorati di far parte del tavolo sono anche il Parco Naturale Adamello Brenta, la Cooperativa "La Coccinella", la Pro Loco di Cles. "Da questa firma - ha concluso la vicesindaco di Cles, Flavia Giuliani - parte il lavoro vero, cose concrete; come Comune di Cles vogliamo estendere il nostro ruolo, ma vogliamo capire anche come aiutare le famiglie che non riescono a pagare la bolletta. Partiamo dalle risorse più che dai bisogni, ciascuno è chiamato a fissare obiettivi molto significativi e concreti. Alla comunità chiediamo di tenerci d’occhio e di esserci quando costruiremo il nostro Piano per la famiglia".  
   
   
I SISTEMI FAMILIARI IN CALABRIA  
 
Reggio Calabria, 25 ottobre 2010 - La Regione Calabria, attraverso la Fondazione “Calabria Etica” e con la collaborazione dell’Università della Calabria–dipartimento di sociologia e scienza politica, ha avviato il progetto di ricerca “I sistemi familiari in Calabria”. I contenuti del progetto, che si basa sulla realizzazione di un’indagine sulla famiglia in Calabria, sono stati illustrati, il 21 ottobre , nel corso di una conferenza stampa, dall’assessore regionale alle Politiche sociali Francescantonio Stillitani, dal presidente della Fondazione “Calabria Etica” Luigi Bulotta, dal presidente del corso di laurea in sociologia dell’Unical Vincenzo Bova e da Michela Marchetti, coordinatrice del Centro per la famiglia di Crotone e supervisore della ricerca. La ricerca si svolgerà attraverso metodologie di ricerca di tipo quantitativo, mediante la realizzazione di un questionario appositamente ideato, da somministrare, seguendo le indicazioni del comitato scientifico espresso dal Dipartimento di sociologia e di scienza politica dell’Unical, ad un campione rappresentativo di ognuna delle cinque province calabresi, per un totale a campione di ottantotto Comuni. L’intervento di analisi si inserisce tra le iniziative di sostegno alle famiglie calabresi portate avanti da “Calabria Etica”, attraverso l’istituzione dei “Centri per la Famiglia”, da tempo già operanti nelle cinque province calabresi. “Si tratta di un progetto particolarmente importante - ha detto l’assessore Stillitani – perché si parla di famiglia: un settore molto sottovalutato in passato, ma messo al centro della politica regionale dalla Giunta Scopellti. Tra gli interventi messi in atto finora dalla Regione ricordo, ad esempio, i corsi di formazione per le badanti, il sostegno economico per le famiglie bisognose e per i consultori familiari, interventi sulla mediazione familiare. Tuttavia, siamo convinti che senza una reale conoscenza dei sistemi familiari diventa impossibile programmare piani a sostengo delle famiglie. Appunto per questo, l’indagine ha lo scopo di focalizzare l´attenzione sullo studio della struttura dei sistemi familiari presente su tutto il territorio regionale e di fornire un quadro significativo delle diverse realtà familiari”. L’assessore Stillitani ha poi aggiunto che per la somministrazione dei questionari “si è inteso fare sinergia con il mercato del lavoro. Saranno utilizzati, infatti, settantacinque lavoratori della Why not”. Per quanto riguarda, invece, la spesa, Stillitani ha parlato di “costi contenuti. Solo veticinquemila euro – ha detto - per un progetto che dovrebbe concludersi entro tre mesi con l’elaborazione dei dati, da parte dell’Unical, che ci forniranno uno strumento concreto per la conoscenza dei principali fenomeni sociali di ogni singola provincia calabrese”. Duemila interviste da realizzare, quattrocento per provincia, per un numero di famiglie di circa 710mila. Questi i numeri forniti dal presidente Bulotta il quale, entrando nel dettaglio della ricerca, ha spiegato che “il questionario, orientato su diverse direttrici, ricalca il modello di indagine ‘multiscopo sulle famiglie’ realizzate dall’Istat”. Bulotta ha descritto anche gli ambiti della ricerca ed ha precisato che “il numero complessivo dei Comuni calabresi è stato suddiviso in sei classi di ampiezza, dai Comuni più piccoli con meno di 500 nuclei familiari residenti, fino a quelli maggiori in cui risiedono 6000 famiglie. In totale – ha concluso – sono 153 le domande del questionario dal quale uscirà fuori un rapporto importante che sarà da ausilio, non solo per la Regione, ma anche per i Comuni che più direttamente possono progettare politiche d’ intervento”. “Un ricerca scientifica. Una ricerca sul campo - ha affermato Bova – focalizzata sulla figura femminile del nucleo familiare. Domande a tutto campo che interessano elementi della tradizione, del percorso formativo, delle relazioni fra coniugi o conviventi e di questi con i loro figli, religiosità, eutanasia, eccetera, domande che ci daranno la possibilità di avere un quadro preciso sulla situazione reale delle famiglie calabresi”. Per Michela Marchetti è importante “fare una ricerca che non resti sulla carta, ma che diventi strumento per guardare ai bisogni delle famiglie. La cosa fondamentale – ha sottolineato Marchetti – è dare parola alle famiglie. E i tanti centri sparsi sul territorio sono la dimostrazione che le famiglie vogliono esserci, vogliono contare”.  
   
   
BUSTO ARSIZIO (VA), AL VIA SERVIZIO ANTIVIOLENZA UNA RETE DI ASSOCIAZIONI E ISTITUZIONI PER PREVENZIONE  
 
Busto Arsizio/va, 22 ottobre 20910 - Nasce a Busto Arsizio (Va) un nuovo servizio di prevenzione e contrasto alla violenza nei confronti dei soggetti più deboli (donne, bambini, anziani). L´avvio ufficiale dell´operazione "S.av@ Servizio Antiviolenza" è stato sancito oggi con la firma di un protocollo d´intesa, che vede coinvolti numerosi enti e istituzioni, che daranno vita a un vero e proprio network, una rete di informazione e assistenza, in grado di dare una risposta complessiva e articolata a un fenomeno purtroppo ben presente, come le cronache anche recenti dimostrano. Per Regione Lombardia ha partecipato alla firma l´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli, che ha siglato il documento insieme ai rappresentanti, tra gli altri, di: associazione Pianet@scolto e Comune di Busto Arsizio (soggetti capofila dell´iniziativa), Provincia di Varese, Procura della Repubblica, Polizia e Carabinieri, Ufficio scolastico, Ordine degli Avvocati e degli Assistenti Sociali, Azienda Ospedaliera e Azienda Sanitaria Locale. La molteplicità dei soggetti coinvolti è proprio la caratteristica di questo progetto, che intende appunto creare un network istituzionale che promuova strategie condivise dedicate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza, in particolare nei confronti dei soggetti deboli. "I nostri giornali - ha ricordato Giulio Boscagli - in questi giorni sono invasi dal problema della violenza in famiglia che tutti conosciamo. Sappiamo molto meno invece di tutte quelle reti che sul territorio sono presenti e si adoperano per arginare questi fenomeni. La nostra regione è ricca di associazioni e il progetto a cui abbiamo aderito è importantissimo, perché nasce dalla presenza sul territorio di un´associazione". L´assessore Boscagli ha ricordato la recente apertura, con il contributo di Regione Lombardia, di due sportelli antistalking negli ospedali di Lecco e di Niguarda. "Noi facciamo la nostra parte - ha concluso Boscagli -. Il tema della prevenzione è fondamentale, ma se sul territorio le associazioni di volontariato si affiancano a noi il compito di prevenzione è facilitato". Al termine della firma del protocollo sono state consegnate all´assessore Boscagli due tessere dell´associazione Pianet@scolto: una andrà al presidente Roberto Formigoni, che ha concesso l´Alto Patronato all´iniziativa.