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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Aprile 2013
TRASPARENZA: ONLINE “CANTIERE CRESCITA” PER RENDICONTARE LAVORO SVOLTO DA MISE E MIT. PASSERA: “NON RASSEGNARSI AL DECLINO, CRESCITA CONTINUI A ESSERE PRIORITÀ”  
 
Roma, 15 aprile 2013 - Il pagamento di 40 miliardi di debiti scaduti della pubblica amministrazione; l’avvio di una serie di riduzioni della bolletta elettrica e del gas per famiglie, Pmi e grandi imprese; la nascita di diverse centinaia di imprese startup innovative nel giro di poche settimane; l’azzeramento del divario digitale per la banda larga e la diffusione della banda ultralarga per oltre 4 milioni di cittadini nel Mezzogiorno; le liberalizzazioni e le semplificazioni. E, ancora, lo sblocco di circa 45 miliardi per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali, la riqualificazione di importanti aree urbane su tutto il territorio nazionale attraverso il Piano Città; l’introduzione di sgravi per le famiglie che intendono ristrutturare la propria casa. Sono solo alcune delle misure, introdotte dal ministero dello Sviluppo economico e dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti nel corso della legislatura che va a concludersi, per avviare un´azione strutturale di contrasto degli effetti della crisi e favorire il superamento delle difficoltà che stanno attraversando cittadini e imprese. A queste, vanno aggiunte diverse riforme di sistema attese da molti anni, come l’approvazione della Strategia Energetica Nazionale, la riforma degli incentivi alle imprese e l’accesso al mercato dei capitali anche per le società non quotate, il nuovo diritto fallimentare, la proposta di Piano Nazionale Aeroporti, il completo ridisegno e semplificazione della normativa su infrastrutture e trasporti, il Piano Export 2013-15 e la nuova governance delle politiche per l’internazionalizzazione. Una sintesi delle misure promosse da Mise e Mit - il cui dettaglio è stato inserito nel Piano Nazionale delle Riforme - è ora disponibile online su “Cantiere Crescita” (http://www.cantierecrescita.gov.it/ ), un sito creato ad hoc per facilitare la consultazione del lavoro svolto, aumentando il livello di consapevolezza e trasparenza tra la Pubblica Amministrazione e i cittadini. “La sintesi che potete leggere in queste pagine – scrive il ministro Corrado Passera nell’introduzione del sito – è stata predisposta per il passaggio di consegne al Governo che verrà. Abbiamo inoltre pensato che fosse utile metterla a disposizione di tutti, così da rendicontare a cittadini e a imprese il frutto del portato avanti, in modo congiunto, dal Ministero dello Sviluppo economico e dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti”. “Non siamo riusciti a fare tutto ciò che ci eravamo proposti – penso, innanzitutto, al credito di imposta per gli investimenti in innovazione – soprattutto per mancanza di risorse e per il poco tempo a disposizione” riconosce Passera. Il sito raccoglie in 11 sezioni tutte le misure promosse da Mise e Mit, incluse quelle a cui i due dicasteri hanno collaborato in modo particolare: Infrastrutture ed Edilizia; Trasporti; Energia e Green Economy; Comunicazioni, Tv e Frequenze; Agenda Digitale e Semplificazioni; Innovazione e Startup; Internazionalizzazione ed Export; Credito e Finanza di Impresa; Liberalizzazioni e Concorrenza; Ridisegno degli Incentivi; Crisi aziendali e territoriali. A queste, se ne aggiunge una dodicesima, relativa al metodo di lavoro, frutto della collaborazione con i principali rappresentanti e attori del mondo istituzionale e produttivo. “Nel corso di questi 16 mesi, superando diverse difficoltà – scrive l’ 11 aprile ancora Passera – abbiamo iniziato a riannodare tanti fili che possono ricondurre alla crescita, mettendo in moto un’ampia serie di interventi mirati a risolvere un gran numero di problemi accumulati nel tempo e fatti esplodere dalle gravissime crisi internazionali degli ultimi anni. Certamente da molto tempo alle politiche per lo sviluppo non si è data la giusta priorità e la dovuta attenzione, condannandoci a oltre 10 anni di mancata crescita. Interventi strutturali che, singolarmente presi, hanno un impatto contenuto, ma che, consolidandosi nel tempo in modo integrato, possono consentirci di compiere significativi passi in avanti verso l’obiettivo ambizioso, ma alla nostra portata, del rilancio competitivo”. Il sito fornisce inoltre un report dettagliato sullo stato d’attuazione dei provvedimenti di competenza Mise-mit approvati dal Governo Monti: su un totale di 109 decreti adottabili ad oggi, ne sono stati attuati 106 (cui aggiungere l’attuazione di tutti i 50 provvedimenti lasciati in eredità dal precedente esecutivo). È stato più che dimezzato il numero di infrazioni europee trovate aperte e sono state recepite tutte le 7 direttive comunitarie di competenza primaria dei due dicasteri. Per Passera “rilanciare la crescita sostenibile richiede grande vicinanza ai bisogni del Paese. Bisogna stare concretamente, e non solo a parole, al fianco di imprenditori e lavoratori per arginare un disagio diffuso e prossimo a livelli di guardia. Bisogna, giorno dopo giorno, ascoltare, motivare e coinvolgere in modo trasparente – ad esempio attraverso il metodo della consultazione pubblica – il mondo produttivo, delle professioni e delle parti sociali. Non dobbiamo rassegnarci mai al declino. Non è questo il destino dell’Italia che ha invece tutte le forze, le energie e le potenzialità per tornare a crescere - conclude il ministro - abbiamo di fronte a noi difficoltà ancora ingenti da superare e molta strada da fare. Ma sappiamo di poter contare su un vantaggio competitivo naturale, insito nella nostra identità storica, nella nostra unicità, nel nostro straordinario patrimonio culturale che dà qualità e competitività al nostro saper fare”.  
   
   
SEMINARIO ENEA A BRINDISI INAUGURATO MICROSCOPIO PER NANOTECNOLOGIE  
 
Bari, 15 aprile 2013 - “Per diventare competitive le imprese private devono investire in innovazione e dotarsi di ricercatori”. È questa la sfida che l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone ha lanciato l’ 11 aprile a Brindisi, nella Cittadella della Ricerca, durante un seminario dell’Enea su “Infrastrutture di ricerca come strumento di innovazione e supporto al sistema produttivo”. “La Regione – ha spiegato l’assessore – in questi anni ha investito ingenti risorse in ricerca I nostri bandi hanno totalizzato una dotazione complessiva di quasi 292 milioni di euro. Tra i tanti interventi abbiamo potenziato i Laboratori pubblici con 48 milioni di euro a cui si sono aggiunti 11 milioni proprio per il reclutamento di ricercatori con altro profilo di esperienza dedicati alla funzionalità della rete ed al raccordo con il sistema produttivo regionale”. “Adesso – ha continuato Loredana Capone – giriamo la sfida alle imprese: se impareranno ad investire in ricerca e innovazione, oltre a diventare più competitive sul mercato nazionale e soprattutto su quelli esteri, daranno opportunità occupazionale ai ricercatori”. “Queste professionalità qualificate da un’alta formazione hanno pochissime possibilità di lavoro in Italia se si affidano alla sola ricerca pubblica. L’investimento sulla ricerca non può essere solo pubblico anche se le commesse pubbliche in ricerca e innovazione possono aumentare. Benché noi continuiamo a sostenere le imprese con i nostri incentivi e ci stiamo impegnando a costruire flussi di rapporti con i laboratori finanziati per migliorare i servizi erogati, adesso chiediamo alle aziende un impegno più diretto”. “Le imprese, infatti - ha aggiunto l’assessore - hanno due strade per diventare più competitive: o risparmiare sul costo del lavoro, soluzione per noi impraticabile, o investire in ricerca. Notiamo invece che preferiscono assumere risorse meno specializzate proprio per pagarle di meno. Invece, aprire gli organici a personale altamente qualificato è l’investimento più importante per un’azienda che punta a crescere in competitività”. “Oggi lanciamo proprio questa sfida alle nostre imprese: assumano ricercatori per migliorare prodotti e processi”. Il seminario di questa mattina è stato organizzato dall’Enea in occasione dell’inaugurazione del primo laboratorio – finanziato nell’ambito del progetto Tedat Pona3, Infrastrutture di Ricerca – dotato di un microscopio a scansione di ioni elio particolarmente innovativo perché permette innumerevoli applicazioni a cominciare dalle nanotecnologie ed è presente solo in un numero limitato di centri di ricerca al mondo.  
   
   
INTERNET. INCONTRO A CASALSERUGO SUI SERVIZI GRATUITI DI ACCESSO PER I CITTADINI  
 
Casalserugo (Padova), 15 aprile 2013 - Ai 166 “punti di accesso pubblici” a Internet, denominati “P3@”, già realizzati in 156 comuni in base ad un bando della Regione del 2010, se ne aggiungono ora altri 122 in 117 comuni con un secondo bando, per un finanziamento complessivo di oltre 2,3 milioni di euro. Il progetto, nell’ambito del Programma Operativo Regionale (Por) 2007-2013, ha come obiettivo incentivare l’accesso ad Internet ed ai servizi digitali da parte dei cittadini in forma gratuita, nonchè di favorire il processo d’inclusione e di diffusione della cultura digitale mediante l’erogazione alle Amministrazioni comunali di contributi per l’attivazione di spazi attrezzati, in collaborazione con le associazioni locali di volontariato. Se ne è parlato l´ 11 aprile a Villa Ferri a Casalserugo (Padova), presente il vicepresidente e assessore regionale all’informatica e al territorio Marino Zorzato, in un incontro con i referenti dei comuni della provincia di Padova ma anche delle altre province venete che hanno ottenuto il finanziamento, per illustrare il progetto e fare il punto sulle attività connesse all’apertura dei Centri e all’erogazione dei servizi di accesso, assistenza e acculturazione, che dovrà avvenire entro il 10 giugno prossimo. Il saluto dell’amministrazione ai partecipanti è stato portato dal sindaco di Casalserugo, Elisa Venturini. Zorzato ha messo in evidenza che rispetto a qualche anno fa, complice anche la crisi economica, oggi l’approccio per quanto riguarda gli investimenti è cambiato e si guarda soprattutto ai risultati. “Le risorse sono più limitate – ha aggiunto – ma tutti convengono che le nuove tecnologie e l’accesso ad Internet sono gli strumenti del futuro, con un grande valore anche rispetto al Pil. Di conseguenza il problema non è più di risorse, ma culturale perché occorre ridurre quel “digital divide” che ancora c’è in Veneto e far sì che tutti i cittadini, di qualsiasi età, siano aiutati a conoscere questi strumenti e ad accedere alla rete e ai servizi digitali”. “Nel tempo – ha concluso Zorzato - oltre all’eliminazione del cartaceo, il nostro obiettivo è che tutto ciò che è pubblico sia facile, accessibile e in rete”. Ai 166 centri P3@ già attivati – è stato reso noto durante l’incontro – si sono presentate quasi 180 mila persone con l’assistenza di circa 300 operatori. Oltre alla componente giovanile, il 20,3% degli utenti è di nazionalità straniera, il 21,4% con un età superiore ai 50 anni e l’11,6% in età non più lavorativa. I centri finanziati sono distribuiti complessivamente in 273 Comuni del Veneto come riportato nella tabella:
anno 2010 anno 2012 Totale
Provincia Comuni beneficiari Centri finanziati Comuni beneficiari Centri finanziati Comuni Centri
Verona 20 20 24 25 44 45
Vicenza 27 28 18 18 45 46
Belluno 18 18 11 11 29 29
Treviso 20 20 12 13 32 33
Venezia 15 18 14 17 29 35
Padova 28 31 24 24 52 55
Rovigo 28 31 14 14 42 45
Veneto 156 166 117 122 273 288
 
   
   
VIA FRANCIGENA NEL SUD: MARTEDÌ IL CONVEGNO A ROMA, CON LA PRIMA APP UFFICIALE DEL PERCORSO SACRO NEL LAZIO  
 
Roma, 15 aprile 2013 - “Promuovere un accordo con tutte e 31 le Diocesi attraversate dalla via Francigena nel Sud, per rendere fruibile l’accoglienza ‘povera’, ossia quella ‘extra alberghiera’, potenzialmente offerta al pellegrino dalle parrocchie, ma spesso inibita da incoerenti leggi regionali”. A lanciare la proposta è l’ing. Livio Augusto Del Bianco, presidente della fondazione Percorsi Giubilari ( http://www.percorsigubilari.it/ ), promotore del convegno “Via Francigena nel Sud, cammino tra tecnologia e tradizione”, che si terrà martedì 16 aprile (ore 16.30) a Roma, alla Pontificia Università Lateranense di Roma (Aula Paolo Vi, piazza San Giovanni 4, Roma). Sarà l’occasione per presentare la prima App ufficiale del percorso sacro nel Lazio (creata dalla Nova Ict http://www.novaict.it/ ), per smartphone e tablet, in italiano, inglese e spagnolo, che si potrà “scaricare” gratuitamente. Si tratta di una ricca audioguida che promuove l’itinerario dell’antica Prenestina, da Piglio (Frosinone) alla Capitale, passando per Serrone, Paliano, Genazzano, Cave, Palestrina, Zagarolo e Gallicano nel Lazio. Dopo i saluti di Livio Augusto del Bianco, Presidente Fondazione Percorsi Giubilari, di S.e. Mons. Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense e di Rodolfo Lena, Consigliere della Regione Lazio, tra gli interventi: S.e. Mons. Domenico Sigalini, Vescovo della Diocesi di Palestrina (“Il senso cristiano del pellegrinaggio”); Don Paolo Asolan, prof. Pontificia Università Lateranense (“Santiago, Roma, Gerusalemme”); Massimo Tedeschi, Presidente dell’Associazione Europee delle Vie Francigene (“Altri progetti verso il sud”); Dino Gasperini, Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale (“Gabii - San Pietro: la via Francigena nel cuore di Roma”) e Mauro Valletta, titolare della Nova Srl (“La nuova App per la Via Francigena nel sud”).  
   
   
TELECOM ITALIA: CDA ESAMINA IPOTESI DI INTEGRAZIONE DI 3 ITALIA MANDATO A DEFINIRE IL PROGETTO OPERATIVO DI SEPARAZIONE DELLA RETE  
 
Milano, 15 Aprile 2013 - Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia, riunitosi l’ 11 aprile sotto la presidenza di Franco Bernabè, ha esaminato l’ipotesi di integrazione di 3 Italia e lo stato di avanzamento del progetto sulla separazione della Rete. Il management ha riferito dei contatti preliminari intervenuti con 3 Italia e il suo azionista di controllo Hutchison Whampoa relativi a un percorso di integrazione di 3 Italia in Telecom Italia, eventualmente mediante conferimento o fusione per incorporazione, che il gruppo Hutchison Whampoa ha condizionato, tra l’altro, all’acquisizione di un’ulteriore quota azionaria in Telecom Italia, tale da farne l’azionista di riferimento della Società. Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato la costituzione di un comitato ristretto, presieduto dal Presidente del Consiglio di Amministrazione (Consigliere Franco Bernabè) e composto dal Lead Independent Director (Consigliere Zingales), dal Presidente del Comitato per il Controllo e Rischi (Consigliere Catania) e dai Consiglieri Galateri e Linares, per verificare entro tempi ristretti l’interesse della Società alla prosecuzione del percorso. Il Consiglio di Amministrazione ha altresì deliberato di dare mandato al management a definire il percorso operativo di fattibilità per la separazione della rete di accesso. La Società precisa infine che il Consiglio di Amministrazione è stato, come di consueto, preceduto dalla riunione dei Consiglieri indipendenti.  
   
   
M2M FORUM XII EDIZIONE - 14 MAGGIO 2013 CENTRO CONGRESSI MILANOFIORI  
 
Milano, 15 aprile 2013 - Dal 2002 il primo evento dedicato al Machine-2-machine e ora l´evento italiano dedicato alla nascente Internet of Things. Speciali Smart Grid - Cloud Of Things & Big Data – Matchmaking. Tra le sessioni di conferenza si segnala la Main Session : Verso la prossima fase del business M2m: Big Data e il Cloud sono fattori chiave per la trasformazione? Breakout Session: Smart Grid e Iot: i primi tasselli per costruire il futuro prossimo sostenibile delle Smart City. Partecipazione gratuita previa registrazione - Riservato operatori settore http://www.m2mforum.it/  
   
   
ALTA TECNOLOGIA IN TOSCANA, IL 15/4 LA PRESENTAZIONE DEL 4° RAPPORTO CURATO DA OSSERVATORIO IMPRESE HIGH TECH DEL SANT´ANNA DI PISA E DA UNIONCAMERE  
 
Firenze,15 aprile 2013 - “L´alta Tecnologia in Toscana” è il tema del convegno che si svolgerà a Firenze il 15 aprile, con inizio ore 9.30 presso la sala Onice del Palacongressi in piazza Adua 1, durante il quale sarà presentato il quarto rapporto annuale elaborato dall’Osservatorio sulle imprese high tech della Toscana, attivo nell’ambito del Laboratorio Main (Management e Innovazione) dell´Istituto di Management della Scuola Superiore Sant´anna, insieme a Unioncamere Toscana. Il rapporto presenterà una fotografia per conoscere e per valorizzare i settori a maggiore contenuto tecnologico della Toscana, attraverso una sinergia delle competenze e delle conoscenze della Scuola Superiore Sant’anna di Pisa e di Unioncamere. Il programma sarà il seguente: ore 9.30 apertura con Vasco Galgani, Presidente di Unioncamere Toscana ore 9.45 presentazione dei risultati del quarto rapporto sull’alta tecnologia in Toscana con Cristina Marullo e Riccardo Perugi (Ufficio Studi Unioncamere Toscana), Alessandra Patrono e Andrea Piccaluga (Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’anna) ore 11.00 intervento programmato su temi della finanza innovativa a cura di Marzia Guardati (Assefi - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Pisa) Ore 11.30 tavola rotonda coordinata da Andrea Piccaluga, con la partecipazione di Albino Caporale (Regione Toscana), Marco Celestino (Abm – Agenzia Brevetti & Marchi, Pisa), Marco Bellandi (Università di Firenze), Roberto Camisi (Incubatore del Polo Tecnologico Lucchese), Giovanni Baldi (Colorobbia Spa), Gabriele Benedetti (Extrasolution Srl). La presenza dei colleghi giornalisti ci sarà particolarmente gradita, e in allegato trovate un “save the date” sintetico ed il programma dettagliato dei lavori.  
   
   
EUROPA. STUDENTI DEL COLLEGIO IMMACOLATA DI CONEGLIANO VISITANO LE ISTITUZIONI EUROPEE E LA CASA VENETO A BRUXELLES.  
 
Venezia, 15 aprile 2013 - Un viaggio d’istruzione nel cuore dell’Europa. Novanta studenti di terza media del Collegio Immacolata di Conegliano (Tv) accompagnati dalla preside suor Nives hanno visitato la sede del Parlamento Europeo a Strasburgo, e successivamente, la sede del Parlamento di Bruxelles e la “Casa Veneto” con la sede di Unioncamere Veneto dove gli studenti sono stati ricevuti dal Direttore Stefano Beltrame, per la Regione, e dal Segretario Generale Gian Angelo Bellati per Unioncamere. Sempre a Casa Veneto, e anche da Barbara Trentin, Presidente del Comitato Direttivo della rete europea Elisan, attiva nel sociale. Questo appuntamento ha dato la possibilità al gruppo di studenti veneti di capire meglio il ruolo delle istituzioni comunitarie e l’importanza della Regione Veneto in Europa. In quanto cittadini europei, i ragazzi hanno potuto constatare la vicinanza delle istituzioni europee e l’importanza di avere una sede a Bruxelles che possa avvicinarli ulteriormente all’Europa. Il loro tour europeo continuerà oggi con Bruges e terminerà con la visita della città alsaziana di Colmar. Soddisfazione per l’iniziativa è stata espressa dall’Assessore Regionale per i servizi sociali, Remo Sernagiotto, che ha sottolineato come: “sia fondamentale far conoscere dal vivo ai giovanissimi studenti l’Europa e il suo ruolo chiave perché questo rappresenta un elemento centrale per poter usufruire, fin da subito, dei benefici che il grande progetto comunitario può portare a tutti i cittadini” .  
   
   
PROGRESSI NELLA LOTTA CONTRO L´ABBANDONO SCOLASTICO NELL´UE, MA I MASCHI RESTANO INDIETRO. IN ITALIA RESTA BASSA LA QUOTA DI DIPLOMATI  
 
Bruxelles, 11 aprile 2013 - Secondo i dati più recenti pubblicati oggi da Eurostat per il 2012, la maggior parte degli Stati membri dell´Ue ha compiuto passi avanti nel raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 nel campo dell´istruzione: riduzione del tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10% e aumento al di sopra del 40% della percentuale di giovani in possesso di qualifiche dell´istruzione superiore (terziaria o equivalente) entro il 2020. Permangono, tuttavia, profonde disparità tra uno Stato membro e l´altro e tra maschi e femmine. Attualmente la percentuale di abbandono scolastico tra i giovani è in media del 12,8% nell´Ue, in calo rispetto al dato del 13,5% registrato nel 2011. Nel 2012, erano il 35,8% le persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni nell´Ue ad aver completato l´istruzione terziaria, contro un 34,6% l´anno precedente. Androulla Vassiliou, Commissaria europea responsabile per l´Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha dichiarato: "I passi avanti compiuti nel raggiungimento dei nostri obiettivi in materia di istruzione sono un messaggio positivo in un periodo di incertezza economica. In futuro i posti di lavoro richiederanno qualifiche di livello più elevato e questi dati indicano che un maggior numero di giovani è deciso a sviluppare appieno le proprie potenzialità. Constatiamo anche che stanno dando frutti gli sforzi volti a migliorare i sistemi di istruzione dell´Ue e ad accrescerne l´accessibilità. Auspico che gli Stati membri, in particolare quelli che non hanno realizzato passi avanti o i cui risultati sono stati peggiori che nell´anno precedente, proseguano nell´impegno in modo che si possano conseguire gli obiettivi fissati per il 2020. Li invito a intensificare gli sforzi e a seguire i numerosi esempi di buone pratiche." Dodici Stati membri (Austria Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia) hanno ormai tassi di abbandono scolastico inferiori all´obiettivo fissato dalla strategia Europa 2020 al 10% e l´Irlanda ha raggiunto per la prima volta questo traguardo. Spagna (24,9%), Malta (22,6%) e Portogallo (20,8%) sono i paesi dove si registrano i più alti tassi di abbandono scolastico, ma va detto che rispetto al 2011 sono stati compiuti passi avanti. In Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia e nel Regno Unito il tasso di abbandono scolastico è diminuito di almeno un punto percentuale, mentre è cresciuto in Bulgaria, a Cipro, nella Repubblica ceca, in Ungheria, Lussemburgo, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Nel 2012, in 12 Stati membri (Belgio, Cipro, Danimarca, Finlandia, Francia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Regno Unito) la percentuale di persone tra i 30 e i 34 anni in possesso di un diploma di istruzione superiore si collocava al di sopra dell´obiettivo della strategia Europa 2020, fissato al 40%. L´anno prossimo si prevede che questa soglia del 40% venga superata dalla Polonia e dalla Slovenia. La percentuale di giovani con una qualifica dell´istruzione superiore resta bassa in Italia (21,7%), Slovacchia (23,7%), Romania (21,8%), Malta (22,4%), Repubblica ceca (25,6%) e Portogallo (27,2%). Preoccupa il fatto che il già basso tasso di completamento dell´istruzione terziaria della Bulgaria (26,9%) abbia subito un calo nel 2012. Nel complesso i dati per le femmine sono migliori: tra loro il tasso di abbandono scolastico è inferiore del 24% a quello dei maschi. La maggiore differenza riguarda Cipro (+ 58%), la Lettonia (+ 57%), il Lussemburgo (+ 57%) e la Polonia (+ 55%), dove il tasso di abbandono scolastico dei maschi è oltre il doppio rispetto a quello delle femmine. Va aggiunto che la probabilità del completamento dell´istruzione superiore è del 27% superiore tra le femmine. Il divario di genere più accentuato si registra in Lettonia (+ 85%), Estonia (+ 79%), Slovenia (+ 68%) e Bulgaria (+ 67%). Contesto - I dati sono stati elaborati da Eurostat nel quadro dell´indagine sulle forze di lavoro dell´Ue, che fornisce dati sulla situazione e sull´andamento del mercato del lavoro dell´Ue, anche per quanto riguarda la partecipazione ai sistemi di istruzione e di formazione e i livelli educativi raggiunti. Il tasso di abbandono scolastico è definito come la percentuale della popolazione di età compresa tra i 18 e i 24 anni che ha terminato soltanto l´istruzione secondaria inferiore o possiede un livello di istruzione ancora più basso e non partecipa più al sistema di istruzione o formazione. Il livello di istruzione superiore (terziaria) è calcolato come la percentuale della popolazione di età compresa tra i 30 e i 34 anni che ha completato l´istruzione terziaria (o equivalente). Prossime tappe - Gli Stati membri hanno convenuto, nella riunione del Consiglio del marzo 2013, di concentrarsi sul miglioramento dei risultati dei giovani ad alto rischio di abbandono scolastico precoce e in possesso di scarse abilità di base, obiettivo questo che può essere realizzato, ad esempio, individuando tempestivamente i soggetti interessati nel sistema dell´istruzione e fornendo loro un sostegno personalizzato. Il mese prossimo la Commissione europea valuterà le misure adottate dagli Stati membri per il concreto conseguimento degli obiettivi principali della strategia Europa 2020 per la crescita e l´occupazione. Potrà anche proporre raccomandazioni specifiche per paese. La Commissione riferirà inoltre sugli ultimi sviluppi in tema di abbandono scolastico e di diffusione dell´istruzione terziaria nella prossima relazione di monitoraggio del settore dell´istruzione e della formazione (autunno 2013). Http://ec.europa.eu/europe2020/targets/eu-targets/index_it.htm  
   
   
UNA RELAZIONE RIVELA CHE I FIGLI DEI MIGRANTI HANNO MAGGIORI PROBABILITÀ DI APPRODARE IN SCUOLE MEDIOCRI  
 
Bruxelles, 15 aprile 2013 - Secondo un nuovo studio svolto per conto della Commissione europea, i minori di recente immigrazione sono maggiormente esposti al rischio di subire la segregazione scolastica e di frequentare scuole dotate di meno risorse. Ciò si traduce in uno scarso rendimento e in un´elevata probabilità di abbandono scolastico precoce. Ai fini di una migliore integrazione lo studio propone che gli Stati membri forniscano un sostegno educativo mirato ai figli dei migranti, ad esempio attraverso insegnanti specializzati e un coinvolgimento sistematico dei genitori e delle comunità. Lo studio esamina le politiche nazionali a sostegno dei minori di recente immigrazione relative a 15 paesi recentemente interessati da flussi migratori significativi: Austria, Belgio (comunità fiamminga), Cipro, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica ceca e Svezia. Secondo le conclusioni della ricerca, il modello migliore è quello della Danimarca e della Svezia, che si basa sull´offerta di un sostegno mirato e su un ragionevole livello di autonomia delle scuole. Gli altri paesi tendono a concentrarsi soltanto su uno di questi aspetti e il risultato è che non pervengono a una migliore inclusione dei figli dei migranti. Androulla Vassiliou, Commissaria responsabile per l´Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha dichiarato: "Ogni minore, indipendentemente dalla sua origine, merita di avere la possibilità, attraverso l´istruzione, di acquisire le competenze necessarie per la vita e che danno migliori prospettive di lavoro. Dobbiamo migliorare i risultati europei in questo settore e fornire maggiore sostegno ai gruppi vulnerabili. Occorre cambiare la mentalità che resiste in troppe scuole. Gli studenti cresciuti in un paese sono i primi a doversi adattare ai figli dei migranti. Dovrebbero essere incoraggiati all´accoglienza e su questo punto abbiamo bisogno dell´appoggio dei genitori. Non intervenendo rischiamo di creare un circolo vizioso in cui la mancanza di opportunità si traduce in risultati scolastici mediocri e in una maggiore probabilità di disoccupazione e di povertà." L´analisi sottolinea l´importanza dell´autonomia scolastica e di un approccio olistico in materia di sostegno educativo ai minori di recente immigrazione, comprendente il sostegno linguistico e scolastico, il coinvolgimento dei genitori e delle comunità e l´educazione interculturale. Secondo lo studio, le scuole dovrebbero evitare la segregazione e la selezione precoce degli alunni sulla base delle abilità, in quanto ciò potrebbe sfavorire i figli dei migranti che si stanno adattando a una nuova lingua. Viene inoltre sottolineata la necessità di migliorare il monitoraggio e la raccolta di dati statistici sull´accesso, sulla partecipazione e sul rendimento degli alunni e degli studenti migranti. I risultati dello studio riflettono le statistiche dell´indagine Pisa (Programme for International Student Assessment) dell´Ocse, che valuta le competenze e le conoscenze dei quindicenni. L´ocse ha rilevato che nel 2010, in Europa, il tasso di abbandono precoce dell´istruzione o della formazione è stato del 25,9% tra gli alunni stranieri, contro un livello del 13% tra quelli autoctoni. Contesto Lo studio della Commissione rileva che nella maggior parte dei paesi le scuole sono lasciate a loro stesse per quanto riguarda l´applicazione degli orientamenti nazionali generali in materia di assegnazione dei fondi oppure, al contrario, non dispongono dell´autonomia necessaria per adattare il sostegno alle singole esigenze e per calibrare le politiche nazionali in funzione della situazione locale. Lo studio individua cinque tipi di sostegno educativo: il modello del sostegno complessivo (esempi: Danimarca e Svezia), che prevede un sostegno continuativo nei settori più importanti ai fini dell´inclusione dei minori di recente immigrazione: sostegno linguistico, sostegno scolastico, coinvolgimento dei genitori, educazione interculturale e ambiente favorevole all´apprendimento; il modello del sostegno non sistematico (esempi: Italia, Cipro e Grecia), caratterizzato da un approccio casuale per quanto riguarda il sostegno fornito. Le politiche non sono sempre formulate in modo chiaro, né dotate di risorse adeguate o attuate in modo efficace. Gli insegnanti, i genitori e le comunità locali restano in larga misura privi di orientamenti precisi; il modello del sostegno compensativo (esempi: Belgio e Austria), che prevede svariate forme di politiche di sostegno ed è caratterizzato dall´insegnamento continuativo della lingua del paese ospitante, dal sostegno didattico, pur piuttosto contenuto, dall´individuazione precoce delle abilità dei discenti e dalla divisione precoce in gruppi di abilità. Questo modello è "compensativo", nel senso che mira a correggere le differenze piuttosto che a contrastare lo svantaggio di partenza; il modello dell´integrazione (esempio: Irlanda) caratterizzato da politiche di cooperazione e di educazione interculturale ben sviluppate. Il collegamento tra scuola, genitori e comunità locale è sistematico e l´apprendimento interculturale è ben integrato nei programmi scolastici e promosso nella vita scolastica quotidiana. Il modello non si concentra sul sostegno linguistico; il modello del sostegno centralizzato all´ingresso (esempi: Francia e Lussemburgo), basato sull´accoglienza centralizzata dei figli dei migranti e sull´offerta di un sostegno scolastico. Offre programmi articolati di sostegno mirato a favore degli alunni con scarso rendimento, come pure un sostegno linguistico e l´ascolto dei genitori. Lo studio indipendente è stato realizzato per la Commissione dal Public Policy and Management Institute della Lituania. L´unione europea, nel quadro della strategia per la crescita e l´occupazione, incoraggia gli Stati membri a investire di più nell´istruzione, in modo da rafforzare le economie europee e far acquisire ai giovani le competenze richieste dal mercato del lavoro. I paesi dell´Ue si sono impegnati a ridurre, entro il 2020, la percentuale di giovani in possesso di scarse competenze di base (nella lettura, nella matematica e nelle scienze) e di coloro che abbandonano prematuramente la scuola. Hanno convenuto che entro il 2020 la percentuale di quindicenni in possesso di abilità insufficienti nel campo della lettura, della matematica e delle scienze debba essere inferiore al 15%, che la percentuale di abbandono precoce dell´istruzione e della formazione debba essere inferiore al 10% e che quella delle persone di età compresa tra i 30 e i 34 anni con un livello di istruzione terziaria debba essere almeno del 40%. Dal 1960 la migrazione netta verso l´Europa è triplicata. L´insegnamento ai figli dei migranti sta diventando una questione di importanza cruciale: nell´anno scolastico 2009/2010 gli alunni di prima lingua diversa dal tedesco iscritti nelle scuole austriache erano il 17,6% del totale e negli ultimi cinque anni la percentuale degli alunni non autoctoni in Grecia è salita dal 7,3 al 12% nell´istruzione primaria e secondaria.  
   
   
EUROPA 2020 INDICATORI CHIAVE SULLA FORMAZIONE PERCENTUALE DELLA POPOLAZIONE DI ETÀ COMPRESA TRA 30 A 34 NELLA UE-27 CHE HANNO COMPLETATO L´ISTRUZIONE TERZIARIA FINO AL 36% NEL 2012, PERCENTUALE DI GIOVANI CHE ABBANDONANO PREMATURAMENTE L´ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE FINO AL 13% NEL 2012  
 
Bruxelles, 15 aprile 2013 - Migliorare le prestazioni dell´Ue in materia di istruzione è uno degli obiettivi chiave della strategia Europa 2020 1 , adottato dal Consiglio europeo nel giugno 2010. Gli obiettivi in materia di istruzione sono quelli di aumentare la percentuale di persone che hanno completato l´istruzione terziaria e di ridurre il numero di giovani che abbandonano prematuramente dall´istruzione e dalla formazione . Oggi, Eurostat, l´ufficio statistico dell´Unione europea , pubblica i dati più recenti per l´Ue e gli Stati membri relative a tali obiettivi. Nella Ue a 27 , il 36% delle persone di età compresa tra i 30 ei 34 aveva completato l´istruzione terziaria nel 2012, rispetto al 34% nel 2010 e 28% nel 2005. L´obiettivo della strategia Europa 2020 è che almeno il 40% della popolazione in questa fascia di età in -27 dovrebbe aver completato l´istruzione terziaria nel 2020. Per i giovani che abbandonano prematuramente l´istruzione e la formazione , il 13% della popolazione di età 18-24 nella Eu27 avuto in più di istruzione secondaria inferiore e non erano attualmente in ulteriore istruzione o di formazione, rispetto al 14% nel 2010 e 16% nel 2005. L´obiettivo per il 2020 per l´ Ue-27 è di ridurre la quota al di sotto del 10%. Percentuale di persone di età 30-34 che ha completato istruzione terziaria varia dal 22% in Italia, Romania e Malta al 51% in Irlanda Nel 2012, le percentuali più alte di quelle di età compresa tra i 30 ei 34 che hanno completato l´istruzione terziaria sono stati trovati in Irlanda (51,1%), Cipro (49,9%), il Lussemburgo (49,6%) e Lituania (48,7%), e la più bassa in Italia (21,7 %), la Romania (21,8%) e Malta (22,4%). Otto Stati membri hanno già raggiunto o superato i 2020 obiettivi nazionali per questo indicatore (Danimarca, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia). In media nella Ue-27 , una percentuale più alta di donne di età compresa tra i 30 ei 34 aveva completato l´istruzione terziaria rispetto agli uomini (40,0% contro 31,6%). Questo è stato vero per quasi tutti gli Stati membri, con le più grandi lacune in Estonia , Lettonia e Slovenia . Per le donne, la percentuale varia dal 23,2% in Romania al 57,9% in Irlanda , mentre per gli uomini varia tra il 17,2% in Italia e il 50,4% in Lussemburgo . Nel 2012, la percentuale di coloro di età compresa tra i 30 ei 34 che hanno completato l´istruzione terziaria è aumentata rispetto al 2005 in tutti gli Stati membri. La percentuale, in particolare, è quasi raddoppiato in Lettonia (dal 18,5% del 2005 al 37,0% nel 2012), la Repubblica Ceca (13,0% e 25,6%) e la Romania (11,4% e 21,8%). Quota di giovani che abbandonano prematuramente l´istruzione e la formazione varia dal 4% in Slovenia al 25% in Spagna Nel 2012, le percentuali più basse della popolazione 18-24 anni che hanno avuto al massimo livello secondario inferiore e non sono stati al momento corsi di istruzione o di formazione sono stati osservati in Slovenia (4,4%), Slovacchia (5,3%), la Repubblica Ceca (5,5% ) e Polonia (5,7%), e il più alto in Spagna (24,9%), Malta (22,6%) e il Portogallo (20,8%). Nove Stati membri hanno già raggiunto o superato i loro obiettivi nazionali 2020 per questo indicatore (Repubblica ceca, Danimarca, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Austria, Slovenia, Slovacchia e Svezia). In media Ue27 , una percentuale più bassa di donne erano giovani che abbandonano prematuramente l´istruzione e la formazione rispetto agli uomini (11,0% contro 14,5%). Questo è stato vero per tutti gli Stati membri, ad eccezione di Bulgaria . Nel 2012, la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente l´istruzione e la formazione sono diminuiti rispetto al 2005 in tutti gli Stati membri, ad eccezione della Polonia e il Regno Unito . La diminuzione più notevole è stato registrato in Portogallo (dal 38,8% del 2005 al 20,8% nel 2012).  
   
   
CONCORSO JUVENES TRANSLATORES: LA COMMISSARIA VASSILIOU PREMIA I MIGLIORI GIOVANI TRADUTTORI EUROPEI  
 
Bruxelles, 15 aprile 2013 - Giovedì 11 aprile i 27 vincitori del concorso annuale di traduzione Juvenes Translatores sono stati premiati da Androulla Vassiliou, Commissaria per l´Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, durante una cerimonia che si terrà a Bruxelles. Segui la diretta streaming. Il concorso, riservato agli studenti della scuola secondaria, è organizzato ogni anno dalla Direzione generale della Traduzione della Commissione europea e consiste in una prova che si svolge contemporaneamente nelle scuole selezionate di tutti gli Stati membri: tradurre in due ore un testo da una delle 23 lingue ufficiali dell´Ue verso una delle rimanenti 22 lingue. Le oltre 3000 traduzioni sono state valutate dai traduttori della Commissione europea, che hanno poi scelto un vincitore per ogni Stato membro. In questo video alcuni commenti sulle prove pervenute: http://youtu.Be/2dvkyuxrvnw. La cerimonia di premiazione si è svolta alle 11:00 ed è stata trasmessa in diretta streaming sul sito http://ec.Europa.eu/translatores. Alle 14:30 i vincitori si sono ritrovati davanti alla sede principale della Commissione europea, il Palazzo Berlaymont, per una foto di gruppo. Tra gli ospiti speciali della giornata, i vincitori di un altro concorso di traduzione ispirato da Juvenes Translatores e riservato a studenti universitari turchi. La vincitrice italiana di quest´anno si chiama Francesca Magri e frequenta il Liceo Linguistico Europeo paritario S.b Capitanio di Bergamo, scuola che ottiene così la seconda vittoria in cinque anni. Ecco il commento di Francesca sulla propria partecipazione al concorso: "Ho partecipato traducendo dal tedesco, lingua che studio da tre anni e alla quale mi sono particolarmente affezionata. Partecipare a questo concorso mi ha dato l´occasione di avvicinarmi al mondo della traduzione, molto più complicato e affascinante di quanto mi aspettassi. Tradurre un testo da una lingua ad un´altra è ben lungi dal darne una traduzione sterile e perfettamente combaciante. E´ interpretare una frase, riscriverla colorandola di tutte le sfumature che presenta nella sua lingua madre, prendendo tutte le libertà che il traduttore si concede. Il concorso è stato inoltre un modo -per me efficace- di misurare me stessa e le mie capacità." Durante la premiazione Francesca, insieme ad altri tre vincitori (Plamena Maleva, Bulgaria; Maria Myrianthopoulou, Cipro; Sophie Maurer, Austria) descriverà la propria esperienza di traduttrice in erba durante una speciale parte della cerimonia chiamata "Juvenes Oratores". Dal canto suo la professoressa Carla Giudice, che ha curato lo svolgimento del concorso per la scuola bergamasca, ha osservato: "Aderiamo al concorso ormai da cinque anni e siamo sempre più convinti che per i nostri studenti esso sia un´occasione per mettere alla prova non solo le loro competenze linguistiche, ma anche la loro creativitá. E i risultati sembrano darci ragione visto che è la seconda volta che vinciamo questo concorso!".  
   
   
CON LA VIDEOCONFERENZA IN BICOCCA CI SI LAUREA NEGLI USA SENZA SPOSTARSI DA MILANO. GRAZIE AL NUOVO SISTEMA, ALL´UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA STUDENTI, DOCENTI E RICERCATORI HANNO LA POSSIBILITÀ DI COMUNICARE OVUNQUE NEL MONDO CON UN’ESPERIENZA PARAGONABILE ALL’INCONTRO “DI PERSONA”, ABBATTENDO I COSTI DI TRASFERTA.  
 
Milano, 15 aprile 2013 – In un’aula dell’Università di Milano-bicocca il 12 aprile si è discussa una tesi di laurea in Scienze e Tecnologie Geologiche sulla relazione tra terremoti ed eruzioni vulcaniche nelle Ande. Fin qui nulla di particolare. Non fosse che la commissione d’esame sarà seduta, incorniciata in un monitor a 52 pollici, in un’altra aula a più di tremila chilometri da quella in cui si trova il laureando. Per la precisione a Houghton nel Michigan, nella sede della Michigan Technological University. Eppure studente e professori interagiscono come se fossero nella stessa stanza. Sono i vantaggi del nuovo e avanzato sistema di videoconferenza di cui si è dotata l’Università, che permette di gestire, con audio e immagini in alta qualità e con alto grado di interazione, le tesi di laurea dei programmi internazionali, le riunioni di docenti e ricercatori con partner in tutto il mondo e, dal prossimo anno accademico, di erogare anche alcuni corsi di dottorato in modalità “video”. La nuova applicazione è stata progettata dai Sistemi informativi dell’Ateneo in collaborazione con Cisco e Pres che sviluppano, rispettivamente, la soluzione di videoconferenza e l’integrazione del sistema con l’architettura informatica. I risultato finale è una soluzione di videoconferenza evoluta che utilizza video e audio in altissima definizione per permettere di comunicare ovunque nel mondo con un’esperienza paragonabile all’incontro “di persona”, che facilita la cooperazione a distanza. I vantaggi sono molteplici: dal sostegno ai programmi di internazionalizzazione e di scambio con altre università al risparmio dei costi di viaggio e missioni all’estero per meeting e riunioni, alle quali si può partecipare senza spostarsi dall’Ateneo. Senza contare i vantaggi ambientali legati alle minori emissioni di Co2, grazie a voli e spostamenti in treno o auto non più necessari. «Siamo molto soddisfatti di aver sviluppato con i nostri partner tecnologici il nuovo sistema di videoconferenza – dice il rettore Marcello Fontanesi. Per noi l’innovazione è un investimento strategico perché, come in questo caso, ci permette di rafforzare l’internazionalizzazione e le relazioni con altre università e centri di ricerca con ricadute positive sulla qualità della nostra offerta di studio e della nostra produzione scientifica». «Questa occasione dimostra ancora una volta come essere connessi e saper immaginare nuovi utilizzi del digitale offre grandi opportunità. In un mondo connesso, i saperi, le esperienze e le persone che si possono raggiungere sono potenzialmente infiniti; si abbattono i confini e si può collaborare in modo più produttivo ed efficace in ogni progetto», commenta Agostino Santoni, l’amministratore delegato di Cisco Italia. «Siamo molto orgogliosi di essere parte di una tesi di laurea discussa a livello internazionale; un’occasione che ancora una volta ci rende consapevoli del fatto che il vero valore aggiunto delle tecnologie di rete su cui lavoriamo ogni giorno è la capacità di sviluppare il potenziale degli individui, della società, dell’economia». Il sistema, ribattezzato vconf@unimib, è stato installato in tre aule didattiche, quattro sale medio-piccole con megaschermo dedicate alla videoconferenza, tre aule convegni di grandi dimensioni, per un totale di 1.500 posti a sedere, nelle quali garantisce anche lo streaming in diretta di convegni e seminari. Ci sono, inoltre, tre postazioni mobili attrezzate con la stessa tecnologia. L’automazione del sistema è completa, infatti videocamere, schermi e microfoni si attivano automaticamente e solo nel momento in cui ha inizio la sessione di uso.  
   
   
ISTRUZIONE: ANNO SCOLASTICO 2013-14 DAL 12 SETTEMBRE IN FVG  
 
Trieste, 15 aprile 2013 - La Giunta regionale ha approvato il calendario scolastico 2013-14 del Friuli Venezia Giulia. Nelle scuole primarie, nelle scuole secondarie di primo grado e nelle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, le lezioni inizieranno il 12 settembre 2013 e termineranno l´11 giugno 2014 per un totale, tenuto conto dei giorni di festività nazionale e di sospensione regionale delle attività didattiche, di 207 giorni utili per lo svolgimento delle attività didattiche, ai quali andrà sottratta la festa del Santo Patrono qualora non coincidente con altra giornata festiva. Nelle scuole dell´infanzia, statali e paritarie, l´anno scolastico prenderà il via sempre 12 settembre 2013 e terminerà il 28 giugno 2014 per un totale di 222 giorni utili, Santo Patrono escluso. La sospensione delle lezioni è comunque stabilita per le festività nazionali (tutte le domeniche; 1 novembre, 25-26 dicembre, 1 e 6 gennaio, 21 e 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno) e per i periodi fissati a livello regionale (2 novembre, dal 23 dicembre 2013 al 4 gennaio, 3-5 marzo, 17-22 e 26 aprile).  
   
   
ANCHE LA SARDEGNA NEL PROGRAMMA EUROPEO ´FRUTTA NELLE SCUOLE´.  
 
Cagliari, 15 Aprile 2013 - Resteranno aperti fino al 10 maggio i termini per l’adesione al programma europeo coordinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali "Frutta nelle scuole", per l’anno scolastico 2013/2014. Il Programma prevede la distribuzione, nell’orario della merenda, di frutta e verdura di qualità, intera o porzionata, di produzione esclusivamente italiana, pronta ad essere consumata. "E’ un iniziativa importante – commenta l’assessore dell’agricoltura Oscar Cherchi – che condivido nel concetto, ma avrei preferito che il bando per la fornitura della frutta nell’isola fosse stato riservato alle sole imprese agricole sarde. Senza voler scavalcare le regole che impongono che i bandi debbano essere aperti a tutte le imprese italiane, avrei gradito che il Ministero avesse tenuto in maggiore considerazione la nostra condizione di insularità che ci impedisce di essere concorrenziali sul prezzo, ma ne avrebbe guadagnato la freschezza delle merci e l’ambiente grazie alla cosiddetta ´filiera corta´. Sarà questo un motivo per reclamare in occasione della prossima Conferenza Stato-regioni, anche se il progetto si fonda su basi decisamente condivisibili. Condivisibili perché hanno come obbiettivo quello di ´insegnare´ ai nostri ragazzi ad alimentarsi correttamente. Troppo spesso i nostri giovani e giovanissimi si lasciano sedurre dalla pubblicità e, complice la fretta che contraddistingue i tempi moderni, si preferisce consumare una merendina o uno snack, trascurando i prodotti della nostra terra che oltre ad esser buoni pure quelli, certamente non fanno male, anzi, sono parte integrante della dieta alimentare più corretta per evitare in futuro di andare incontro a patologie legate ad un’alimentazione sbagliata´. Per il prossimo anno scolastico la Commissione europea ha previsto di coinvolgere nel programma poco meno di 30.000 studenti sardi. ´Quando certe buone abitudini si apprendono a scuola – conclude Oscar Cherchi - è più facile che si mantengano anche in età adulta. A giovarsene, oltre che i consumatori, sarà anche l’economia locale, perché in futuro, se sapremo essere dei buoni ‘insegnanti’, buona parte della spesa delle famiglie oggi destinata a prodotti industriali sarà utilizzata per acquistare prodotti della nostra terra e, ancora meglio, a ´kilometri zero´. Le scuole primarie interessate potranno fare richiesta di adesione tramite una procedura informatica che sarà disponibile sul sito ministeriale ´Frutta nelle scuole´.  
   
   
GIORNATA DELLA TRASPARENZA: 16 APRILE 2013 AULA MAGNA DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA  
 
Pavia, 15 aprile 2013 - Nel 2013 l’ Università di Pavia ha condotto sia un’analisi del clima organizzativo, tesa a capire in profondità le dinamiche organizzative e relazionali interne all’Ateneo, sia un’analisi di customer satisfaction, che ha coinvolto, accanto a docenti e personale tecnico e ammnistrativo, anche gli studenti. I risultati di queste indagini saranno presentate martedì 16 aprile in aula Magna (con inizio alle ore 15), nel corso della Giornata della Trasparenza. Si tratta di un’occasione significativa e stimolante per conoscere più a fondo la realtà dell’Ateneo, partendo da alcune parole chiave della giornata della trasparenza: coinvolgimento, leadership, team, autonomia, equilibrio casa-lavoro, apertura ed effetti del cambiamento, chiarezza del ruolo, sistema di sviluppo, comunicazione. Questi aspetti, cruciali per l’intera comunità accademica, così come gli esiti dei questionari e l’analisi dei dati, saranno presentati dal prof. Piergiorgio Argentero, che ha coordinato il gruppo di lavoro insieme al dott. Barbieri, dalle dott. Varasio e Bruttocao e dalla dottoressa Albera che illustrerà la customer satisfacion. Nel corso dell’incontro saranno discusse anche le azioni future, per elaborare un progetto comune e condividere gli obiettivi di miglioramento. Programma: 16 aprile 2013 – aula Magna - Saluto del Magnifico Rettore - Introduzione di Giuseppino Molinari, Direttore Generale dell’università di Pavia - L´analisi del clima organizzativo dell’Università di Pavia Intervengono: Davide Barbieri, Piergiorgio Argentero, Emma Varasio, Grazia Bruttocao - L´analisi di customer satisfaction interviene Elena Albera - Conclusioni a cura del Direttore Generale Giuseppino Molinari - Domande e discussione.  
   
   
AMBIENTE: SARDEGNA COMPRA VERDE, AL VIA LABORATORI SU ACQUISTI SOSTENIBILI  
 
Cagliari, 15 Aprile 2013 – È stato pubblicato on-line il catalogo dei 24 laboratori di approfondimento sugli acquisti sostenibili e il modulo per la pre-iscrizione. I laboratori sono rivolti ad amministratori e tecnici di tutti gli enti pubblici sardi, la scadenza è fissata per il prossimo il 23 aprile. I laboratori tecnici rappresentano il luogo in cui approfondire aspetti specialistici e analizzare i risvolti pratici degli acquisti sostenibili. L’obiettivo è quello di far acquisire ai partecipanti competenze pratiche e strumenti operativi (atti di indirizzo, capitolati tecnici, impegni formali, etc.) per attuare il Green Public Procurement, attraverso la simulazione in aula e l’accompagnamento on the job. Nei mesi scorsi la campagna Sardegna Compra Verde, promossa dall’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente attraverso il Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti (Savi), ha coinvolto oltre trecento amministratori e funzionari di enti locali e regionali in un percorso informativo e formativo sulle opportunità offerte dagli acquisti pubblici ecologici per la diffusione di nuovi modelli di produzione e consumo. "La pubblicazione on line del catalogo e del modulo di pre-iscrizione ai laboratori tecnici, precede l’avvio di questo importante momento di approfondimento e confronto sugli acquisti pubblici sostenibili, rivolti ad amministratori e tecnici di tutti gli enti pubblici sardi e alcuni destinati specificamente all’amministrazione regionale", sottolinea l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Andrea Biancareddu che puntualizza "gli acquisti verdi rappresentano una forma avanzata di risparmio e comportamento sostenibile e rispettoso dell’ambiente sulla quale la Sardegna ha avuto modo di distinguersi". Per raccogliere e diffondere i contenuti dei laboratori è stato predisposto un catalogo che oltre ad essere facilmente consultabile propone un percorso guidato per semplificare la scelta dei laboratori più vicini alle esigenze di ciascuno. Le pre-iscrizioni saranno aperte fino al giorno 23 aprile, a seguire verrà definito il calendario con le sedi e gli orari dei laboratori. Visitando il sito Sardegnacompraverde alla sezione attività è possibile consultare il catalogo ed effettuare la pre-iscrizione ai laboratori. Http://www.regione.sardegna.it/sardegnacompraverde/  
   
   
PROTEZIONE CIVILE, LA CURA PROTERINA PER LA LIGURIA  
 
Genova, 15 aprile 2013 - Si chiama Proterina-c, non si trova in farmacia, ma è pur sempre una medicina. O meglio, una sorta di “vitamina” finanziaria che serve a migliorare le capacità di protezione dai rischi idrogeologi. Da Proterina-c , il nome di un progetto del programma transfrontaliero marittimo Italia- Francia di cui la Regione Liguria è capofila, nasce adesso il progetto Proterina Due. Ed è finanziato con 436 mila euro. Proterina Due rappresenta, per la Regione Liguria, una sfida per favorire una migliore conoscenza da parte dei cittadini dei rischi che insistono su territorio e aiutare i comuni nello sviluppo di piani di emergenza della protezione civile con una partecipazione attiva delle comunità locali. Il progetto Proterina-due ha come capofila la Fondazione Cima di Savona, un centro di competenza di livello nazionale sulla protezione civile, vede tra i partner, oltre la Regione Liguria, l’Università di Corsica, la Regione Autonoma della Sardegna, l’Arpa Sardegna, l’Università ed il Cnr-imibet di Sassari, il Consorzio Lamma in Toscana. Prevede due linee principali di investimento. La prima riguarda il potenziamento delle reti di osservazione delle regioni di interesse, con attenzione alle problematiche legate ai rischi idrogeologico e degli incendi boschivi. In Liguria saranno potenziati il sistema di osservazione meteo-idrologico ligure ed il sito web che ne diffonde i dati. Il monitoraggio dei dati sulla pioggia caduta e sul livello di fiumi e soprattutto rivi e torrenti che ssaranno trasmessi in tempo reale ai comuni dei territori. “La Regione Liguria risponde così alle necessità del territorio con un piano di investimenti destinati a migliorare il sistema di protezione civile regionale con atti concreti su tre diversi fronti. Con tre parole d’ordine: sapere, come capacità di una migliore disponibilità e fruibilità dei dati provenienti dalle centraline meteo , condividere, per migliorare la collaborazione tra tutti i soggetti e i cittadini e agire, con un modello di piano di emergenza “partecipato” che intercetti, anche con l’uso delle nuove tecnologie, i bisogni reali delle popolazioni”, spiega l’assessore alla Protezione Civile Renata Briano. La prima sperimentazione di questo modello verrà portata avanti coinvolgendo gli amministratori, i tecnici, la cittadinanza e le scuole di Quiliano, in provincia di Savona dove sarà aggiornato il piano di emergenza comunale. Gli altri comuni interessati potranno seguire passo passo l’esperienza di Quiliano grazie a un portale web con tutte le informazioni utili e gli strumenti per farlo. Un altro progetto sempre sull’’informazione dei rischi di protezione civile, è stato di recente finanziato nell’ambito del programma di Cooperazione transfrontaliera Alcotra. Il progetto Riskinet , capofila la Regione Valle d’Aosta ha tra i partner, la Regione Liguria, che promuoverà moduli formativi sulla prevenzione dei rischi naturali, ponendo particolare attenzione al mondo della scuola ed a quello dell’amministrazione comunale. Il progetto interesserà i comuni delle Provincie di Imperia e Savona.  
   
   
TRENTO: UN WORKSHOP PER GESTIRE LE SITUAZIONI AMBIENTALI CON RISCHI PER LA SALUTE  
 
Trento, 15 aprile 2013 - Martedì 16 aprile dalle 9 alle 17.30, presso il Polo universitario delle professioni sanitarie in via Briamasco a Trento, si terrà un workshop organizzato con il coordinamento dell´Organizzazione Mondiale della Sanità - ufficio di Venezia (World Health Organization), rivolto a responsabili: della direzione prevenzione dell´Azienda provinciale per i Servizi sanitari, dell´Agenzia provinciale protezione ambiente e dell´Assessorato alle salute e politiche sociali. Obiettivo: fornire indicazioni su come rendere più efficaci le informazioni e la comunicazione in caso di situazioni ambientali con possibili rischi per la salute. Il workshop sarà aperto alle 9 da: Ugo Rossi,assessore provinciale alla salute e politiche sociali; Erio Ziglio, dell´Ufficio europeo dell´Oms per gli investimenti per la salute e lo sviluppo, Venezia; Marco Martuzzi, dell´Ufficio europeo dell´Oms per l´ambiente e la salute, Bonn. Amministrazioni pubbliche a vario livello si trovano frequentemente nella condizione di gestire complesse situazioni concernenti determinanti ambientali di salute. Questa problematicità è molto evidente nei casi di episodi di allarme o preoccupazione per la salute legate alla presenza di fattori di rischio ambientali accertati o sospetti, legati ad esempio ad attività industriali o agricole. La gestione di queste problematiche da parte delle autorità locali richiede competenze diverse e comporta interventi di diversa natura. Non solo è necessaria la capacità tecnica per valutare realisticamente la portata dei possibili impatti, ma occorre anche una accorta gestione delle informazioni, delle evidenze, della comunicazione sul rischio e delle relazioni con gli ´stakeholder´ rilevanti. Un esempio che illustra bene queste problematiche è quello delle implicazioni di salute delle “aree a rischio di crisi industriale” (per usare la terminologia legislativa italiana di qualche anno fa), particolarmente difficile per la complessità, l’incertezza, la frequente carenza di dati affidabili, i forti interessi invariabilmente presenti (quali il conflitto fra istanze industriali, occupazionali e ambientali), la necessità di intraprendere simultaneamente azioni di ricerca e di bonifica, spesso attraverso collaborazioni fra diversi settori, e altro ancora. La tematica dei siti contaminati è peraltro quanto mai attuale a livello locale oggi dopo il recente decreto ministeriale di declassamento di 22 Siti di Interesse Nazionale a Siti di Interesse regionale. La crescente domanda di partecipazione nelle politiche di gestione del rischio da parte di cittadinanza e gruppi di interesse rappresenta una ottima opportunità per l’adozione di politiche partecipate e sostenibili, ma richiede all’autorità sanitaria, e non solo, ulteriori competenze in tema di ´risk management´. È quindi importante disseminare e promuovere le conoscenze accumulatesi in materia e le migliori esperienze, a cominciare da quelle italiane più prossime. Il bagaglio di conoscenze disponibili è infatti notevole e notevoli sono le esperienze dalle quali si può trarre insegnamento. Gruppi esperti di lavoro operano da molti anni, in Italia e in altri Paesi europei, in questo campo, conducendo analisi epidemiologiche ed ambientali, formulando raccomandazioni di ricerca, di policy (ad esempio circa bonifiche e monitoraggio ambientale e sanitario) e in generale assistendo autorità prepose alla gestione di queste situazioni. Una attenta riflessione sulla comunicazione del rischio ha inoltre chiarito, in tempi recenti, alcuni fondamentali criteri da seguire.  
   
   
AMBIENTE: NUOVE TRACCE ORSI SULLA MONTAGNA DEL FVG  
 
Trieste, 15 aprile 2013 - Negli scorsi giorni gli addetti del Corpo forestale regionale hanno riscontrato e verificato alcune sequenze di impronte ed altre tracce inequivocabilmente attribuibili alla presenza di due orsi bruni sia nell´area montana dei Comuni di Polcenigo ed Aviano sia nel Tarvisiano, nella zona di Rutte Grande. Secondo la Forestale regionale è possibile che le orme fresche dell´orso segnalato nel Pordenonese (ora dunque uscito dal periodo del letargo) possano appartenere allo stesso esemplare segnalato lo scorso anno nel territorio di Barcis. Gli addetti del Corpo forestale regionale in entrambi i casi hanno effettuato i necessari rilievi ed inviato le relative informazioni all´Ufficio Studi faunistici regionale.  
   
   
RETI DI RISERVE: NASCE IL "PARCO DEL BALDO"  
 
Trento, 15 aprile 2013 - Sviluppo e sostenibilità: è in questo binomio - tradotto dalle direttive europee in materia ambientale nel paradigma delle "3 E": ecologia, equità, economia - che trovano terreno fertile anche le reti di riserve del Trentino. Tema del quale si è occupata nuovamente il 12 aprile, con due distinti atti, la Giunta provinciale. Le delibere, firmate dal presidente Alberto Pacher, riguardano l´approvazione del Piano di gestione della Rete di riserve dell´alta Valle di Cembra - Avisio e l´approvazione dell´Accordo di programma per l´attivazione di una nuova rete di riserve, quella del "Parco Naturale Locale del Monte Baldo". Rete di Riserve dell´Alta Valle di Cembra La Rete di riserve dell´alta Valle di Cembra, alla quale viene data ora concreta attuazione, è stata fortemente voluta dai Comuni di Capriana, Faver, Grauno, Grumes e Valda, che hanno già provveduto ad adottare in via definitiva il relativo piano di gestione, che si apre proprio con un capitolo dedicato alla definizione delle strategie di conservazione che si intendono mettere in atto attraverso la rete, evidenziando come il collegamento tra valorizzazione e conservazione delle risorse naturali sia l´elemento essenziale nella scelta degli obiettivi e delle azioni inserite nel piano. Per quanto riguarda la valutazione delle incidenze ambientali, le azioni previste dal piano di gestione - si legge nella delibera - sono costituite in parte rilevante da interventi ed attività finalizzati al miglioramento ambientale, sia nell´ambito dei siti della Rete Natura 2000, sia nei contesti circostanti. Ne risultano azioni aventi ricadute dirette per lo più positive sulle specie e gli habitat tutelati. La Rete di riserve dell´alta Valle di Cembra occupa una superficie complessiva di circa 3.300 ettari, da quota 439 a 1.806 metri, un´area nella quale sono comprese varie aree protette, quali i S.i.c. (siti di interesse comunitario) Lago Nero, le riserve naturali provinciali Prati di Monte, Paluda la Lot e Laghetto di Verdes, le riserve locali Cavallo e Palù del Moro e naturalmente il torrente Avisio. Aree di grande interesse e valore naturalistico la cui gestione passa ora di fatto in capo ai Comuni, che in esse vedono una opportunità di volano economico, turistico in particolare, a vantaggio delle comunità locali. Rete di Riserve del Monte Baldo "Erede" della Rete di riserve di Brentonico è invece la nascente Rete di riserve del Monte Baldo, che assumerà la denominazione di Parco Naturale Locale, ferma restando la possibilità di attribuire un nome tematico che connoti il parco rispetto agli elementi naturalistici del territorio del Baldo. Il relativo Accordo di programma, approvato oggi dalla Giunta provinciale contestualmente alla prima adozione del progetto di Piano di gestione, vede l´adesione dei Comuni di Ala, Avio, Brentonico, Mori, Nago-torbole e della Comunità della Vallagarina e dell´Alto Garda e Ledro. L´idea di individuare nell´istituzione di un Parco Naturale sul Baldo trentino il progetto chiave per uno sviluppo culturale, sociale ed economico sostenibile dell´Altopiano trova le sue premesse fin dai primi anni settanta. Al 1972 risale infatti l´istituzione della Riserva Botanica di Corna Piana, mentre nel 1987 il Pup individuò i biotopi protetti di "Corna Piana", "Fobbie - Laghetto della Polsa" e "Pasna", a cui seguirono, in attuazione della direttive comunitarie "Habitat" e "Uccelli" e nell´ambito della Rete europea Natura 2000 i Siti di interesse comunitario (Sic) "Corna Piana", "Bocca d´Ardole/corno della Paura", "Monte Baldo di Brentonico", "Talpina-brentonico" e "Monte Baldo - Cima Valdritta", e la Zona di protezione speciale (Zps) "Bocca d´Ardole/corno della Paura". A connotare l´alto valore naturalistico del Monte Baldo è la sua straordinaria biodiversità floreale e botanica, un "paradiso" che già i botanici, gli speziali-farmacisti, gli studiosi ed i naturalisti del 1440 avevano imparato a conoscere. E fu proprio grazie a tale ricchezza botanica che il Monte Baldo fu definito nel 1584 "Hortus Italiae" e poi nel 1745 "Rarorum plantarium hortus". Lo stesso scrittore trentino Aldo Gorfer ci ricorda che la storia del Baldo s´intreccia con la storia della nomenclatura botanica e che parecchi vegetali si denominano nell´aggettivo qualificante la specie baldensis, cioè del Monte Baldo. Da allora, attraverso i secoli fino ai giorni nostri, il Monte Baldo è stato mèta di studiosi botanici di tutto il mondo che ne hanno esaltato tale ricchezza botanica evidenziandone le peculiari caratteristiche che non finiscono mai di stupire. A conferma di ciò nell’estate del 2007 proprio sul Baldo i botanici Alessio Bertolli e Filippo Prosser del Museo Civico di Rovereto hanno rinvenuto gli unici esemplari di un’entità botanica (Brassica repanda subsp. Baldensis) fino ad allora sconosciuta. Per conservare e valorizzare tale biodiversità, negli anni Ottanta del ‘900 una serie di rassegne floreali biennali, organizzate da cittadini e associazioni di volontariato di Brentonico sotto il nome “Il Fiore del Baldo” hanno riportato alla ribalta nazionale e internazionale le peculiarità botaniche della montagna suscitando vasta eco non solo nel mondo degli specialisti ma anche tra gli appassionati, i cittadini comuni, le scolaresche e i turisti di ogni parte d’Italia e d’Europa. In linea con le profonde tradizioni che hanno mantenuta viva la sensibilità dei residenti sulla qualità dell’ambiente, la corretta gestione del territorio in armonia con le attività antropiche tradizionali è sempre stata una delle grandi preoccupazioni e aspirazioni delle amministrazioni comunali dell’Altopiano, che nel tempo hanno attivato e sostenuto iniziative volte alla valorizzazione delle peculiarità ambientali del Monte Baldo. Tra le azioni prioritarie individuate per il primo triennio di gestione del nuovo Parco del Baldo vi sono misure di tutela e conservazione per gli habitat, per la flora e la fauna, monitoraggi e azioni di promozione socio-economica e di fruizione sociale. E´ prevista anche l´adesione della Rete di riserve alla Carta europea del turismo sostenibile. Due specifiche azioni sono poi previste nell´ambito del progetto Life + T.e.n., finalizzate alla realizzazione di un inventario degli interventi di tutela attiva e di ricostruzione della connettività e di un progetto integrato di salvaguardia degli habitat e di sviluppo socio-economico. Obiettivo di carattere generale dell´Accordo di Programma è quello di assicurare una gestione unitaria e coordinata delle aree protette afferenti al Monte Baldo, finalizzata alla conservazione attiva delle stesse, alla tutela e al miglioramento dello stato di conservazione delle emergenze ambientali e alla loro valorizzazione in chiave educativa e ricreativa. In particolare l’accordo di programma, che ha durata triennale, è finalizzato alla salvaguardia, sostegno e promozione delle tradizionali attività che fanno riferimento all’uso civico, alla selvicoltura, all’allevamento zootecnico, al pascolo, all’agricoltura di montagna, al taglio del fieno, alla raccolta del legnatico, alla caccia, alla pesca, alla raccolta dei funghi e dei frutti del bosco e all’apicoltura, nonché le attività ricreative, turistiche e sportive compatibili, come elementi costitutivi fondamentali per la presenza antropica nelle aree di montagna; Accanto all´impegno di mantenere in uno stato di conservazione soddisfacente le specie e gli habitat dei siti Natura 2000, si vuole promuovere, in coerenza con quanto afferma la Carta Europea del Turismo Sostenibile, la rete di riserve in un´ottica di valorizzazione del turismo sostenibile, la promozione della partecipazione dei cittadini e portatori di interesse (attraverso il Forum territoriale), la qualificazione e diversificazione dell´offerta turistica sostenibile riconoscendo il territorio come primo fattore di attrattiva. Per perseguire tali obbiettivi non saranno introdotti ulteriori vincoli e divieti rispetto a quelli già stabiliti dalla normativa comunitaria, nazionale e provinciale per le specifiche tipologie di aree presenti nella Rete di Riserve, in materia di gestione del territorio e di svolgimento delle attività tradizionali, fatte salve decisioni prese all’unanimità dalla Conferenza della Rete, l´organo di gestione composto dai sindaci dei Comuni e dai presidenti delle Comunità aderenti. Saranno altresì facilitate e rese accessibili a tutti gli operatori economici (allevatori, agricoltori e operatori turistici in particolare) attraverso idonei sportelli in loco, le procedure burocratico/amministrative relative alle attività economiche e tradizionali che dovessero interessare l’area della Rete di Riserve. Tali sportelli dovranno anche facilitare l’accesso a misure di finanziamento (fondi provinciali, P.s.r., ecc.) da parte degli operatori privati per le operazioni di gestione della Rete di riserve previste nel Piano di gestione della stessa.  
   
   
MALTEMPO IN EMILIA ROMAGNA, IN AUMENTO DISSESTI E CRITICITÀ IDRICHE: SALE A 116 MILIONI LA STIMA DEI COSTI PER REALIZZARE GLI INTERVENTI PIÙ URGENTI. L´ASSESSORE GAZZOLO: INVIATO A ROMA IL RAPPORTO PRELIMINARE D´EVENTO  
 
Bologna, 15 aprile 2013 - Sale la stima dei danni causati dall’ondata di maltempo che ha colpito l’Emilia-romagna, da Piacenza a Rimini, nei mesi di marzo e inizio aprile, a causa del costante aumento delle segnalazioni di dissesto. Le circa 850 indicate nella relazione fatta dall’assessore regionale alla Sicurezza territoriale Paola Gazzolo durante l’Assemblea legislativa del 9 aprile hanno già superato quota 1100 (con circa 200 Comuni colpiti). Si tratta peraltro di un dato che potrà essere soggetto a ulteriori aggiornamenti. Dai sopralluoghi, dalle verifiche tecniche e della segnalazioni degli enti è emersa la necessità di realizzare interventi – i più urgenti – per un totale di 116 milioni di euro: una cifra significativamente superiore ai 63 milioni indicati nella richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, proprio a causa dell’evoluzione eccezionalmente negativa degli eventi in corso. “Come temevamo gli eventi meteo-idrogeologici hanno innescato una serie drammatica di effetti, che si stanno manifestando di ora in ora: il quadro della situazione – sottolinea l’assessore Gazzolo – è contenuto nel Rapporto preliminare d’evento che abbiamo inviato a Roma, e che viene costantemente aggiornato. Ribadisco: occorrono risorse certe, e subito, per far fronte alle emergenze. E’ quanto chiediamo al Governo. Ma non si può lavorare solo sull’emergenza: è fondamentale avviare un piano regionale per la manutenzione ordinaria del territorio”. I dissesti hanno provocato 23 interruzioni totali di strade con l’isolamento di 20 località o abitazioni; 29 le abitazioni distrutte o fortemente danneggiate; 68 le persone evacuate in 13 Comuni: Casalfiumanese, San Benedetto Val di Sambro e Vergato (Bologna), Marano sul Panaro, Lama Mocogno, Pavullo e Palagano (Modena), Tizzano Val Parma (Parma), Canossa, Carpineti, Castellarano, Ramiseto e Vetto (Reggio Emilia). Sono state riscontrate inoltre ulteriori situazioni di potenziale rischio per una quarantina di edifici residenziali (su cui al momento non sono state emesse ordinanze di evacuazione) e per 8 edifici produttivi/allevamenti con sospensione o riduzione dell’attività. Sul sito della Protezione civile regionale, all’indirizzo http://www.protezionecivile.emilia-romagna.it/  l’aggiornamento dei dissesti.  
   
   
DISSESTO: NEL PARMENSE LUNEDÌ LA COMMISSIONE GRANDI RISCHI CONTINUA L’EMERGENZA FRANE NELLA ZONA DI TIZZANO. ALTRE 4 CASE EVACUATE.  
 
Parma, 15 aprile 2013 – Continua a muoversi la frana di Capriglio, nella zona di Tizzano, sull’Appennino Parmense. Il fronte dello smottamento si è allargato velocemente raggiungendo l’estensione di quasi un chilometro. La frana inghiotte strade (questa notte la comunale) trascina piloni della luce (l’Enel è al lavoro da giorni nella zona), provoca grandi fessure nella terra e nei muri delle case che si trovano sulla sua scia. E’ una emergenza che continua, una situazione preoccupante, per questo arriverà qui lunedì la Commissione grandi rischi. La richiesta è partita il 13 aprile durante il sopralluogo che l’assessore dell’Emilia Romagna Paola Gazzolo insieme al responsabile dell’Agenzia regionale di Protezione Civile Maurizio Mainetti ha compiuto nelle zone dissestate dalle frane. Con loro il prefetto di Parma Luigi Viana, il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli che insieme all’assessore Andrea Fellini ha promosso la visita, i parlamentari Giorgio Pagliari e Patrizia Maestri, il Consigliere regionale Gabriele Ferrari. Tanti i tecnici e volontari che li hanno accompagnati: della Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Servizio Tecnico di Bacino, Croce Rossa, Carabinieri. Prima tappa a Signatico, sulla provinciale 13 che porta a Corniglio, dove per fortuna la situazione è in miglioramento e le ruspe riescono a tenere il passo con la colata di fango e mantenere sgombro il ponte. Poi a Boschetto dove una frana di versante si è portata via circa 70metri di strada Massese, preziosissima arteria per il territorio, trascinandola verso il rio Parmossa. La strada è chiusa e mentre la Provincia prova a progettare una viabilità provvisoria, lo smottamento continua a erodere con la sua forza la strada. Per precauzione altre tre case sono state evacuate portando a cinque il numero delle abitazioni in cui, fino a che la situazione non sarà più chiara, nessuno potrà dormire. Il sopralluogo è continuato a Capriglio dove la terra si muove sotto i piedi al punto che per raggiungere il fronte della frana si è passati per i campi, perché un buon tratto della comunale da questa notte non c’è più. E’ lì che si è svolto l’incontro più toccante e al tempo stesso più significativo di quello che sta succedendo perché al signor Bocchi la frana non ha dato nemmeno il tempo di portare fuori dalla casa ormai inagibile le cose più care, i ricordi, i mobili. “Siamo in emergenza, non è una riunione rituale – ha detto Paola Gazzolo ai sindaci e amministratori che ha incontrato dopo il sopralluogo presso la sede della Comunità montana a Langhirano – Ci sono fenomeni in continua evoluzione che preoccupano. Delle 1548 segnalazioni pervenute e verificate dall’agenzia di Protezione Civile regionale in questa circostanza, 557 arrivano dalla provincia di Parma, la più colpita.” L’assessore regionale ha insistito sul fatto che quella accaduta nelle ultime settimane in Emilia è una emergenza di grande significato: 82 le persone evacuate, 28 le abitazioni distrutte,11 attività produttive a rischio, 3 ponti crollati, 28 strade chiuse. I 63 milioni di euro che hanno supportato la richiesta dello stato di emergenza avanzata il 5 aprile scorso dal presidente della Regione Vasco Errani sono diventati 116 milioni e la conta è in continua evoluzione. “Tutto il sistema di protezione civile funziona e dobbiamo essere orgogliosi di questo– ha continuato Gazzolo - Lunedì saranno qui con noi i geologi dell’Università di Firenze, che fanno parte della commissione grandi rischi nazionale, per ragionare con i nostri tecnici di questa evoluzione E’ importante farlo per la sicurezza dei cittadini e per accompagnare la richiesta dello stato di emergenza, sostenuta dal territorio, e reclamata con una certa urgenza perché c’è bisogno di intervenire”. “Garantiamo impegno e abbiamo fatto il possibile, ma abbiamo bisogno di un intervento dello Stato” ha dichiarato il presidente Vincenzo Bernazzoli mentre il Prefetto di Parma Luigi Viana ha segnalato come si sia avuta ancora una volta conferma di quanto sia importante avere “organi e enti operativi sul territorio per l’immediatezza e l’efficacia degli interventi”. I parlamentari di Parma Patrizia Maestri e Giorgio Pagliari hanno spiegato l’azione svolta a sostegno della richiesta della Regione: “vogliamo sia il Governo attuale a dare una risposta immediata e urgente al nostro territorio” . Tante le sollecitazioni venute dai sindaci durante l’incontro, soprattutto riferite alle difficoltà che si sono venute a creare per i cittadini e le attività produttive a causa delle interruzioni di importanti collegamenti viari. Questi gli intervenuti: Claudio Moretti (Monchio), Giancarlo Bodria (Tizzano), Giorgio Maggiali (Palanzano), Luigi Bassi (Varano Melegari), Luigi Lucchi (Berceto), Stefano Bovis (Langhirano), Cristina Merusi (Sala Baganza), Barbara Lori (Felino) Emanuela Grenti (Fornovo), Tancredi Vignali (assessore a Lesignano), Luigi Spinazzi (presidente Consorzio di Bonifica), Gabriele Ferrari (Consigliere Regionale Emilia Romagna). Presenti anche i consiglieri regionali Gabriella Meo e Roberto Garbi, rappresentanti delle istituzioni locali, delle categorie economiche, del sindacato.  
   
   
PARMENSE, NON SI FERMA LA FRANA DI CAPRIGLIO OGGI SOPRALLUOGO AEREO DELL’ AGENZIA DI PROTEZIONE CIVILE REGIONALE CON I VIGILI DEL FUOCO. LA REGIONE DISPONIBILE A FINANZIARE IL BYPASS SULLA MASSESE INTERROTTA DA GIORNI A BOSCHETTO PER UNO SMOTTAMENTO  
 
Parma, 15 aprile 2013 – Sono crollati nella notte la casa della famiglia Bocchi e il capannone costruito nelle vicinanze. La frana di Capriglio, frazione del comune di Tizzano, nel Parmense, continua ad allargarsi ai lati, muovendo la terra come onde di un mare in tempesta. Nel corpo della frana c’è ancora molta acqua, laghetti che si cerca di drenare. Anche oggi l’escavatore continuava il suo lavoro metodico per aiutare il deflusso delle acque. Lo si è visto bene dall’elicottero dei Vigili del Fuoco che ieri mattina, con Gian Marco Venturoli, dell’Agenzia di Protezione Civile regionale, che coordina gli interventi urgenti, ha sorvolato tutte le zone dissestate dell’Appennino Parmense. Un sopralluogo aereo al quale hanno partecipato anche l’assessore provinciale alla Viabilità Andrea Fellini insieme al dirigente del Sevizio Ambiente Gabriele Alifraco, il sindaco di Tizzano Amilcare Bodria e il vicesindaco di Corniglio Tito Cattani. “E’ persino più impressionante vedere dall’alto quello che è successo e che continua a succedere perché ci si rende ben conto che l’evento è ancora in evoluzione – spiega Fellini che questa mattina si è incontrato con l’assessore provinciale alle Infrastrutture Ugo Danni per un aggiornamento sulla situazione e valutare insieme l’eventuale tracciato alternativo della Massese a Boschetto, progetto su cui gli uffici tecnici della Provincia sono pronti a lavorare. “Per noi quella è una priorità del territorio, una esigenza condivisa dalle istituzioni e dal mondo economico – dice ancora Fellini - L’assessore regionale alla Protezione Civile Paola Gazzolo ha dato al presidente Vincenza Bernazzoli la propria disponibilità sui fondi, da assegnare alla Provincia, per realizzare il bypass e noi troveremo in tempi rapidi la soluzione migliore” Il materiale che è stato girato questa mattina dai Vigili del Fuoco sarà visionato domani da un geologo dell’Università di Firenze che è il centro di riferimento nazionale della Commissione grandi rischi. Lo stesso effettuerà con i tecnici dei servizi interessati un sopralluogo sui luoghi del dissesto al termine del quale si terrà un incontro istituzionale per condividere le azioni da intraprendere. Sempre domani, lunedì 15, alle 17 a Tizzano si riunirà il Coordinamento provinciale della Protezione Civile per organizzare la presenza dei volontari sul territorio e sulle situazioni che ancora hanno bisogno di un monitoraggio h24. Intanto a Boschetto la situazione sembra evolvere al meglio e la Provincia sta cercando le risorse per effettuare lo svuotamento dei laghetti che si sono formati in cima al corpo di frana, nei pressi della frazione di Costa Venturina. Al momento nel Parmense sono stati segnalati più di 540 dissesti, 11 le persone evacuate, 5 le abitazioni distrutte o fortemente danneggiate, 2 le attività produttive, 7 le strade provinciali chiuse per frana di cui due in due punti.  
   
   
3 MILIONI IN VENETO PER SOLUZIONI IRRIGUE INNOVATIVE  
 
Venezia, 15 aprile 2013 - Il Veneto ha messo a disposizione 3 milioni complessivi per finanziare soluzioni innovative per l’irrigazione. A questo proposito è in fase di pubblicazione il bando del programma di Sviluppo Rurale relativo all’Azione 3 “Ottimizzazione ambientale delle tecniche agronomiche ed irrigue”, Sottomisura 214/i “Gestione agrocompatibile delle superfici agricole”. “Tale azione – ha ricordato l’assessore all’agricoltura Franco Manzato – intende promuovere sistemi di gestione agronomica a supporto della sottomisura 214/i, attraverso il raggiungimento di due obiettivi: la riconversione e la razionalizzazione delle tecniche irrigue; la riduzione dei fenomeni di dispersione dei nutrienti (composti fosfati e azotati) provenienti dagli appezzamenti coltivati nelle acque superficiali e profonde”. I termini per la presentazione delle domande scadranno il 15 maggio 2013. Per avere informazioni sui requisiti per accedere al finanziamento e sulle modalità di presentazione della domande, sarà possibile rivolgersi allo Sportello Agricolo Unico Avepa della propria provincia. I testi ufficiali dei bandi saranno pubblicati nelle prossime settimane sul Bollettino Ufficiale della Regione.  
   
   
TARANTO, ASSESSORE REGIONE INCONTRA COMMISSARIO BONIFICHE E SOGGETTO ATTUATORE PROTOCOLLO  
 
Bari, 15 aprile 2013 – Lo scorso giovedì all´esito dell´incontro della Cabina di regia per il coordinamento del “Protocollo d’intesa per interventi urgenti di bonifica ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto”, l´assessore alla Qualità dell´Ambiente della Regione Puglia, Lorenzo Nicastro, ha incontrato presso la sede dell´Assessorato il Commissario per le Bonifiche Alfio Pini ed il soggetto Attuatore per gli interventi individuati dal protocollo Antonio Strambaci. L´occasione è stata utile per ribadire gli esiti operativi della Cabina tenutasi a Taranto il 10 aprile scorso soprattutto in relazione alla Bonifica del Mar Piccolo e agli interventi sugli edifici scolastici del Quartiere Tamburi. Sul primo punto la Cabina ha recepito la proposta di Arpa Puglia per lo studio di un modello conoscitivo che tenga conto di tutte le ispezioni già effettuate sull´area con la restituzione entro sei mesi di un quadro conoscitivo della circolazione dei sedimenti all´interno del Mar Piccolo per verificare gli effetti sul secondo seno di un eventuale dragaggio effettuato all´interno del primo seno. In relazione invece agli interventi relativi al Comune di Statte, la Cabina ha preso atto che il Comune ha già trasmesso al Ministero dell’Ambiente il Piano di caratterizzazione delle aree pubbliche interne all´area Pip ed ha garantito la copertura finanziaria degli interventi, stimati nell´ordine di 400 mila euro. Sugli interventi relativi al Quartiere Tamburi di Taranto, il Comune ionico ha presentato i progetti redatti dagli uffici che prevede la rifunzionalizzazione e riqualificazione di 5 scuole, tra cui la Deledda, per complessivi 12.000 mq migliorando la classe di efficienza energetica per un importo complessivo stimato di 8,87 milioni di euro. Il Comune ha anche confermato l´impegno a trasmettere i progetti di bonifica delle aree dei Tamburi, il cui accesso era interdetto per motivi sanitari da ordinanze sindacali. “Ho manifestato al Commissario Pini e al dott. Strambaci – dichiara al termine dell´incontro l´assessore Nicastro - la piena e totale collaborazione delle strutture regionali e di quelle connesse alla Regione: oggi più che mai abbiamo l´obbligo morale di dare risposte concrete a Taranto ed ai suoi abitanti. Questo risultato è raggiungibile solo ed esclusivamente attraverso una forte responsabilizzazione ed una fattiva collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nella Cabina di Regia”. “Ringrazio pubblicamente entrambi – conclude Nicastro - per le parole di stima e di apprezzamento sia sul lavoro che la Cabina di regia sta svolgendo a Taranto che nei confronti del supporto tecnico-scientifico offerto da Arpa Puglia. Abbiamo utilmente convenuto che, a partire dalla prossima convocazione della Cabina a Taranto, al termine dei lavori si tenga in loco un incontro con la stampa perché gli organi di informazione e i cittadini abbiano, passo dopo passo, il polso dell´impegno che tutte le istituzioni stanno mettendo nell´affrontare il tema dell´emergenza ambientale di Taranto”.  
   
   
RIFIUTI, ROSSI: “LA TOSCANA PRONTA A DARE UNA MANO A ROMA”  
 
Firenze, 15 aprile 2013 – ”Siamo pronti a dare una mano alla Regione Lazio. La Toscana offre la propria disponibilità a ricevere una parte dei rifiuti di Roma e a trattarli”. Così il presidente della Regione, Enrico Rossi, dopo quanto richiesto dal ministro dell’ambiente Corrado Clini per sostenere la Capitale, dove è stato verificato che non è più possibile il conferimento di rifiuto tal quale a Malagrotta. “Naturalmente adesso dovremo fare le verifiche con le aziende – ha continuato Rossi – per poi, nel caso, ricevere per un periodo limitato di 30 giorni i rifiuti che saranno tutti avviati a trattamento e comunque non destinati a impianti di smaltimento della regione”. “Siamo evidentemente in presenza di una situazione di emergenza – ha proseguito il presidente toscano–, di fronte alla quale deve prevalere il senso di responsabilità. Mi sembrano quindi inaccettabili – ha sottolineato – le parole del presidente della Lombardia Maroni, che si è chiamato fuori da un dovere di solidarietà istituzionale e nazionale. E se proprio non vuole prendere rifiuti dal Lazio, almeno taccia, senza agitare gli animi con dichiarazioni che sono più adatte a una campagna elettorale, ed evitando di far fare al nostro una brutta figura”.