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Notiziario Marketpress di Giovedì 23 Febbraio 2012
JOSE BARROSO PRESIDENTEDELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA SESSIONE PLENARIA DI ATTUAZIONE DEL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2012 – Di seguito il discorso del pesidente Ue Barroso: “ Signor Presidente del Comitato economico e sociale, Caro Staffan Nilsson, Signore e Signori, Cari amici, Vorrei innanzitutto ringraziarvi per le vostre parole di benvenuto e per le parole di sostegno per l´Europa 2020, il metodo comunitario, l´idea di sostenibilità. Questi sono gli obiettivi e le priorità che condividiamo pienamente. Vorrei elogiare l´ottimo lavoro del Comitato economico e sociale e sottolineano come il vostro ruolo è fondamentale. Perché tu sei un intermediario tra le istituzioni europee e le varie componenti della società civile, il vostro ruolo è fondamentale per la legittimità della nostra Unione. E questo è qualcosa a cui attribuisco la massima importanza. Accolgo quindi con favore il protocollo aggiornato di cooperazione che il presidente Nillson e io segno anteriore. E lasciatemi anche con favore la partecipazione del Vice-presidente Maroš Šefčovič nella preparazione del nostro nuovo protocollo. Hai un vero fan del Comitato economico e sociale. Ha investito una grande energia, grande abilità, e ogni volta che ha la possibilità alla Commissione, non manca mai di dire quanto sia importante coinvolgere altri partner, tra cui il Comitato sviluppo economico e sociale. Questo protocollo riflette perfettamente i recenti sviluppi nell´Unione europea e in particolare il contributo del trattato di Lisbona sulla democrazia partecipativa. Essa tiene inoltre conto della nuova governance economica dell´Unione europea. E voglio sottolineare, in particolare, l´importanza che attribuisco alla relazione che il Comitato presenterà il coinvolgimento della società civile nello sviluppo di programmi nazionali di riforma. Infatti, il futuro dell´Unione, è compito di tutti gli europei, e si gioca in tutta Europa e non solo a Bruxelles! In breve, l´aggiornamento del nostro protocollo di cooperazione la dice lunga su quanto abbiamo fatto di recente. Infatti, l´Europa non è rimasta sul ciglio della strada come semplice spettatore. L´europa sta cambiando e la verità è che, nonostante tutte le difficoltà che restano, ci stiamo muovendo in avanti in una direzione di integrazione europea. La verità è che oggi il dibattito in Europa non è come faremo a terminare il progetto europeo. Il dibattito è come faremo a integrare più. E ´attraverso il metodo comunitario, è con altri metodi? Qual è il ritmo? Fino a che punto possiamo andare a risolvere i problemi di partecipazione e di legittimità? Lei ha parlato di Cina - ci sono andato la scorsa settimana per il vertice con il presidente e primo ministro della Cina, sono andato anche in India. Il messaggio che ho inviato loro - e sanno anche e seguire con molta attenzione ciò che sta accadendo qui in Europa - è da notare che il dibattito in Europa si concentra sul modo in cui andare avanti. Non è sempre d´accordo, ci sono delle difficoltà, ma in realtà l´Europa è lì e va oltre la situazione attuale. Quindi, per superare questa situazione non è tornare al mondo prima. Il mondo non tornerà prima. Si sta entrando in una nuova fase dell´integrazione europea e in un contesto economico diverso. E così il nostro problema è come, se vogliamo che l´economia sociale di mercato, se vogliamo che il modello sociale europeo, come siamo in grado di attuare il 21 ° secolo, quando le condizioni di concorrenza globale stanno cambiando drammaticamente. Questa è la domanda. Non guardare indietro. Ci sarà un´altra Europa e un altro mondo dopo la crisi finanziaria che è emersa nel 2008. Per questo motivo trovo che dobbiamo uscire in cima a questa situazione e dare alla nostra Unione, un´Unione del 21 ° secolo, gli strumenti per noi far valere i nostri interessi ei nostri valori nella globalizzazione. È per questo che abbiamo bisogno di una maggiore integrazione, perché l´Europa non conta senza integrazione. Gli Stati membri, anche le più potenti per conto loro non hanno la forza e l´influenza di discutere con gli Stati Uniti, Cina, Russia e altre potenze emergenti. Quindi, se vogliamo difendere gli interessi di tutti i nostri cittadini, dobbiamo integrare questo. Questo non è perché c´è un tipo di integrazione teologica. Questo perché il mondo è cambiato completamente e ora in questo mondo di spazi aperti e la concorrenza crescente di cui abbiamo bisogno, ovviamente mantenendo l´identità del nostro paese, hanno anche la capacità di lavorare insieme per difendere i nostri interessi e valori. Ma l´Europa ha anche bisogno di essere più competitivi. La verità è che l´Europa di oggi, rispetto ad alcuni poteri che sono emerse e hanno tassi di crescita molto elevati, è ora, in alcune zone, meno competitivi. E poi la grande domanda è come, mantenendo il nostro modello sociale europeo, rafforzando la nostra economia sociale di mercato, rendere l´Europa più competitiva. È proprio l´intero scopo della nostra strategia di risposta alla situazione attuale. Ecco perché la nostra visione dell´Europa è quella di un´Europa della solidarietà e della responsabilità, la disciplina e la crescita. Ho detto più volte, compreso il Parlamento europeo un anno fa, non possiamo costruire l´Europa solo l´idea di disciplina e punizione. Naturalmente non credibili le finanze pubbliche non avremo fiducia. Senza fiducia non ci sarà alcun investimento. Quindi ci vuole disciplina, ma al tempo stesso mosto di solidarietà richiede stabilità finanziaria, ma allo stesso tempo è necessario per la crescita economica e stiamo lavorando su questo corso con le sfide che sono a volte di grande difficoltà. Questo è il motivo per cui dobbiamo tradurre in atto le modifiche che volevamo e che siamo tutti impegnati! In primo luogo, abbiamo preso tutta la dimensione dell´interdipendenza delle nostre economie molto da vicino e abbiamo tradotto in un nuovo quadro della governance europea basata su una maggiore convergenza e una maggiore disciplina. Siamo fermamente impegnati nel percorso di un´Europa più integrata. Dobbiamo continuare su questa strada perché è l´unico modo per garantire la sostenibilità, la sostenibilità della nostra ripresa economica. E dobbiamo assicurarci che il rispetto e rafforzare il nostro metodo avanzato della Comunità. Con questo in mente, che lo scorso novembre, la Commissione ha presentato due proposte di nuovi regolamenti per rafforzare il coordinamento e il monitoraggio delle procedure di bilancio dell´area dell´euro, e vorrei che potremmo avanzare rapidamente sulla loro adozione. Ma dobbiamo anche investire più energia di avanzare nuove proposte per attuare quelli che sono già state sottoscritte. Questo è il caso del semestre europeo è entrato in vigore nel gennaio 2011 e la legislazione del "Six Pack", applicabili dal 13 dicembre. Queste misure rafforzano già molto significativo di stabilità e di convergenza per la prima volta abbiamo una procedura per il controllo e la correzione degli squilibri macroeconomici. Abbiamo già presentato la scorsa settimana, il nostro primo rapporto su questo nuovo meccanismo di allarme. E l´importanza di una corretta attuazione di questa nuova procedura per misurare i rischi che gli squilibri macroeconomici si sono poste nella nostra Unione. So che l´attuazione di questa nuova governance europea implica dei cambiamenti radicali nel nostro approccio alla responsabilità fiscale e la sorveglianza economica. Ma il suo successo dipende da una mobilitazione generale di tutti gli attori sulle istituzioni europee, Stati membri, le regioni e la società civile. E ho anche contare sul ruolo del Comitato. Abbiamo bisogno di un´implementazione di passi interi coinvolti nelle decisioni politiche che gli Stati membri si sono impegnati a seguire. Per essere chiari, l´obiettivo non è quello di puntare il dito, non è da biasimare, ma di prevenire e, se necessario, corretta. Questa è davvero una nuova qualità di un dialogo economico all´interno della nostra Unione, perché i nostri cittadini non ci perdonano di non aver imparato tutte le lezioni della crisi. E una delle grandi lezioni di questo è che la disciplina e la convergenza, la prevenzione e la correzione sono necessarie per risolvere gli squilibri fiscali e macroeconomici. Essi sono la conditio sine qua non per un´Unione di stabilità, vale a dire, una solida base per una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. In questo modo siamo in grado di ripristinare la fiducia. Perché la nostra priorità è di tale diritto; tassi di occupazione della crescita, competitività e alta per il benessere delle nostre società. Si tratta di un obiettivo che possiamo raggiungere se abbiamo un ambiente che ha sostenuto favorevole. Questo significa che le finanze pubbliche, di un migliore sistema finanziario regolamentato (abbiamo fatto un lavoro enorme - noi siamo la prima riunione del G20 le nostre promesse per avere nuove regole per il sistema finanziario), investimenti mirati e riforme strutturali per aumentare il nostro potenziale di crescita e ridurre i nostri squilibri macroeconomici. E sono state queste le priorità che abbiamo descritto nella nostra recensione annuo di crescita, punto di partenza del semestre europeo 2012. Abbiamo anche invitato gli Stati membri di concentrarsi sulla lotta contro la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi. E ´ovvio che abbiamo oggi in alcune aree in Europa, l´emergere di vere e proprie situazioni sociali. È necessario disporre di strumenti eccezionali per situazioni eccezionali. Chiaramente, una ripresa della crescita senza creazione di posti di lavoro sarebbe un costo sociale ed economico molto elevato. Sarebbe anche il segno della persistenza di debolezze strutturali, medio e lungo termine, minare il nostro potenziale di crescita sostenibile. Sappiamo anche che non può esserci un´Europa forte senza una forte coesione sociale europeo. Questo è un elemento chiave della nostra visione europea e questo è ciò che riflette la nostra strategia per la crescita e l´occupazione per l´Europa nel 2020. Ed entro il 2020 è un orizzonte, ma la strategia sta già iniziando, e in effetti il ​​tempo passa. Ecco perché dobbiamo attuare le decisioni prese. Ho detto in precedenza, in un incontro con il Presidente, mi colpisce ogni volta che abbiamo un Consiglio europeo, discutiamo tutti i governi in Europa nel 2020, e dopo, a parlare francamente, non vedo a livello nazionale lo stesso tipo di dibattito. Non c´è una reale gestione del dibattito a tutti i livelli, da tutti i componenti della società civile ed è per questo ancora una volta il vostro ruolo è fondamentale. L´europa deve infatti sfruttare nuove fonti di crescita. Tutti vogliono la crescita, la domanda è come generare crescita? Bisogna avere nuove fonti di crescita come la conoscenza e l´innovazione. L´europa non può giocare la concorrenza con la più bassa, il meno costoso. Non possiamo fare - avremmo perso la battaglia. Per possiamo vincere contro i migliori, quello che richiede più conoscenza, più innovazione. In questo modo siamo in grado di modernizzare la nostra economia sociale di mercato e garantire la sua sostenibilità. Gli obiettivi dei nostri Europa 2020 sono obiettivi essenziali e dobbiamo continuare a perseverare. Non possiamo, ogni volta che abbiamo un incontro, mettendo in discussione gli obiettivi senza aver perseguito con tenacia, coerenza, coerenza nel tempo. Si tratta di una questione fondamentale ed è anche una questione di credibilità. So che in termini di comunicazione sociale, va bene se ogni giorno c´è un "sexy thing". Ma la riforma economica è la lunghezza, è la determinazione, si tratta sul serio. Tu sei leader a diversi livelli, si sono leader di diverse organizzazioni (organizzazioni di imprenditori, sindacati, organizzazioni di agricoltori, associazioni di volontariato sociale). Sapete qual è il dramma di un leader quando si tratta di applicazioni e non abbiamo i mezzi per rispondere immediatamente. Quindi penso che sono in grado di capire che dobbiamo avere un discorso veritiero e il discorso di verità è che in Europa dobbiamo fare degli sforzi per superare la situazione attuale esigente. Abbiamo anche bisogno di investimenti, ma dove l´investimento quando la maggior parte del nostro paese non ha alcun margine di manovra fiscale? Questa è la questione importante. Come possiamo chiedere ai paesi che già hanno debiti di oltre il 100% del loro Pil per stimolare la crescita attraverso gli investimenti. Come sarebbe se gli investitori hanno visto che la sostenibilità delle finanze pubbliche sarebbero state molto più coinvolti? Ecco perché abbiamo bisogno di investimenti mirati nelle zone che sono promettenti e per questo motivo dobbiamo utilizzare lo strumento europeo, come ad esempio le prospettive finanziarie. Discuteremo che la prossima settimana il Consiglio europeo - chiedere agli Stati membri di prevedere "project bonds", le obbligazioni di crescita, anche adesso, prima ancora che il prossimo passo per le prospettive finanziarie. Ci sono altre aree dove è possibile trovare la crescita, ma deve essere realmente determinato l´individuazione di queste azioni. Un settore in cui possiamo fare di più è il mercato unico. Abbiamo un mercato unico delle merci in Europa, ma non abbiamo un vero mercato unico dei servizi, per esempio. Dai nostri studi e analisi di altre istituzioni, ci sono 800 miliardi di guadagni economici che l´Ue potrebbe raggiungere mediante l´attuazione di un vero mercato interno dei servizi e la creazione di un mercato unico digitale. Il mercato del futuro è il mercato digitale. E non è incredibile, continuiamo ad avere 27 mercati nazionali. Sapete quanto è difficile fare transazioni transfrontaliere? Se andate negli Stati Uniti è completamente diversa, proprio perché hanno un mercato integrato è per questo che a volte hanno le imprese molto piccole che diventano leader mondiali in uno spazio molto piccolo. Quindi abbiamo bisogno di una profondità unica sul mercato a livello europeo e per rimuovere le barriere che esistono. Ci sono un potenziale di crescita per rilasciare. Abbiamo bisogno delle nostre piccole e medie imprese inoltre possono più facilmente entrare in questo mercato. E c´è un altro settore chiave è un ambiente più favorevole che abbiamo da offrire le nostre Pmi, accelerando l´attuazione della legge sul mercato unico. Ho discusso nella tesi da ultimo Consiglio europeo con tutti i Capi di Stato e di governo e ho visto un impegno concreto per fare more´m sua zona. Perché noi dobbiamo fare in modo che possiamo liberare il potenziale di crescita che esiste ancora in Europa. Non stiamo andando per conseguire tali figure delle economie a più rapida crescita di ritorno obiettivo del 9% a We Can livelli di crescita significativo se si sfruttare la aussi le sinergie che abbiamo a livello europeo. Dobbiamo ovviamente aussi sfruttare appieno le potenzialità del mercato globale. Sappiamo tutti che, entro il 2015, secondo nostre stime, il 90% di crescita economica sarà generato al di fuori dell´Unione europea. Perché l´Europa è 500 milioni di persone in modo seguenti Regioni, che sono molto più grandi di noi stanno crescendo di più abbiamo bisogno di avere accesso alla tesi Markets, l´accesso ancora più grande. Quindi dobbiamo essere in grado di trarre pieno vantaggio dei rapporti con i nostri partner e gli accordi commerciali che abbiamo già firmato, e dobbiamo essere pronti a concludere altri accordi nei mesi a venire. Dobbiamo ovviamente cercare di difendere aussi con forte risolvere la nostra tesi intérêts nei negoziati. Per quanto riguarda il bilancio ora once di nuovo per il periodo 2014-2020, perché questa è qualcosa che ho appena discusso con il Presidente di Cipro, Cipro sarà la prossima Presidenza del Consiglio. These Are We Have proposte avanzate, per un budget che è innovativo e ambizioso, l´obiettivo e aussi responsabile rigorosa. Un bilancio che garantisce un ´livello ragionevole di finanziamento per le nostre principali politiche europee, e ad esempio per la politica agricola comune, che è l´anno della politica europea, così ovviamente dobbiamo a ristrutturarla, per mantenere, prevedendo più fondi per le aree che offrono brillanti prospettive per il futuro. Un bilancio che non costerà la contribuable Any More Than quello attuale, obiettivo che può fare una grande differenza per la vita di 500 milioni di europei. Una delle nostre proposte è quella di utilizzare le obbligazioni per finanziare progetti importanti da sotto la strategia Europa 2020, a partire dal Fondo europeo di collegamento. Perché investire per costruire i collegamenti mancanti nel settore dei trasporti in Europa, infrastrutture energetiche e reti digitali è un modo di aiutare a lungo termine per migliorare la vita di tutti gli europei e di dare all´Europa un vantaggio più competitiva. Siamo profondamente coinvolto perché siamo tutti tesi fronti il ​​raggiungimento di ciascun obiettivo della strategia Europa 2020 significa che il clustering Above All Portare un cambiamento reale nella vita quotidiana dei nostri cittadini. Permettetemi di darvi un altro esempio - l´uso efficiente delle risorse. Raggiungere il nostro obiettivo di risparmio energetico del 20% entro il 2020 potrebbe tagliare Ogni Bill familiare annuo 1000 da una media dell´area dell´euro. L´efficienza energetica deve dare molto per l´Europa. E potrebbe aumentare la compétitivité aussi dell´industria europea, e creare fino a 2 milioni di posti di lavoro entro il 2020. Quindi, quando si parla di una crescita verde qualcosa che non ha senso dal punto di vista ambientale aussi obiettivo da un punto di vista economico e aziendale. Sono il suo contesto, voglio davvero ringraziarvi aussi Staffan Nilsson per il vostro impegno per rendere il Rio un successo e 20 per il contatto con gli altri comitati economici e sociali. Ii stava dicendo il Presidente che ero lì nel 1992 a Rio Quando abbiamo lanciato il primo vertice terra. Sono il suo tempo il mio paese che detiene la presidenza era di Comunità europea e che sta per essere una grande opportunità per vedere 20 anni di dove siamo ora seguito in termini di sostenibilità, che collega la sostenibilità per lo sviluppo e la lotta per aussi contro i cambiamenti climatici. Scopo così come tesi di risultati tangibili, il perseguimento del nostro obiettivo aussi Europa 2020 significa una difesa decisa e costante di una visione di Europa, un´Europa della crescita e della solidarietà. Europa mostra che la necessità di lavorare insieme. I nostri Stati membri sono attualmente alle prese con gravi difficoltà e una delle specifiche, è la scatola scatole difficoltà della Grecia. Per questo motivo la Commissione della dall´inizio abbiamo beens insieme con gli altri dicendo che ´a parte i progetti per ridurre il deficit è importante creazione progressiva di requisiti per la crescita maggiore. Stiamo aiutando le autorità greche per reindirizzare un miliardo di euro di finanziamenti europei Verso 11 180 grandi progetti che dovrebbero contribuire a creare circa 100.000 posti di lavoro. Un programma simile è in cantiere per il Sud Italia. Abbiamo recentemente riprogrammato i fondi per l´Italia con il nuovo governo perché ci sono soldi nei fondi strutturali non è ancora che ha speso. Quindi il problema ora è come possiamo farlo e cioè per la creazione di possibilità di più emploi. Si tratta di The Reason Why aussi, In réception Gli Stati membri un programma di assistenza finanziaria, abbiamo avviato un meccanismo di ripartizione dei rischi di fornire garanzie finanziarie per i progetti che altrimenti non potrebbero anche scendere a terra. Tesi di utilizzo dei fondi strutturali, così ora è disponibile come garanzia per le Pmi ad andare a ottenere prestiti dalle banche perché, come sapete uno dei problemi in Europa, ora che abbiamo è che molte nostre aziende non possono ottenere il credito di cui hanno bisogno per i progetti Che sono comunque comodo economicamente sostenibile. Portando la speranza aussi means offre brillanti prospettive per il 5,5 milioni di giovani europei che sono disoccupati. Significa raggruppamento Dare loro un motivo per rimanere in Europa. Ecco perché ho proposto un ´patto per i giovani in movimento´, che comprende una garanzia per un lavoro di formazione, o ha una formazione per ogni giovane pochi mesi dal forno lasciare la scuola. Ho proposto in questo l´ultimo Consiglio europeo e ora stiamo lavorando con tutti gli Stati membri specificamente per lanciare le squadre d´azione in otto Stati membri colpiti dalla disoccupazione maggior parte dei giovani. L´idea è molto semplice: abbiamo i soldi nel Fondo sociale europeo che non è ancora trascorso oro allocato, 22 un miliardo di euro, e noi diciamo Usiamo questi soldi per aiutare subito le Pmi ad avere un tirocinante, per avere un tirocinante, di avere anni apprendista a lavorare lì di avere una formazione gratuita in materia di formazione lavoro Invece di avere Quei giovani con istruzione secondaria volte, a volte con il superiore, alto livello di istruzione che non possono trovare un lavoro. In alcuni dei nostri paesi è allarmante questa proporzione. Ecco perché penso che dovremmo concentrarci molto sulla creazione di condizioni migliori per le Pmi. Avete sentito parlare, probabilmente, l´ho detto in sede di Consiglio europeo sotto forma di immagine: We Have circa 23 milioni di disoccupati in Europa e siamo 23 milioni di Pmi. Se per caso ogni operatore abbia un lavoro più saranno un reale progresso. Sappiamo che non funziona così che, in pratica il mio punto di mira è il seguente: per mostrare che è possibile per combattere il problema della disoccupazione e che la soluzione tornerà dalle aziende, è perché le imprese a creare posti di lavoro che Cdn. Non ci è colui che può creare posti di lavoro, le autorità pubbliche Possiamo creare condizioni migliori sono le piccole e medie imprese obiettivo che sono di un grande majorité Le più importanti in termini di guida emploi Loro Cdn dare un grande contributo per questo. Questo è il motivo per cui dobbiamo fare questa operazione con il dialogo sociale. Ed è per questo, per esempio, prima di formulare proposte tesi al Consiglio europeo, ho incontrato le parti sociali europee, Business Europe, le principali aziende pubbliche e le piccole imprese. Non sto dicendo questo perché io sono qui con voi, naturalmente si tratta di qualcosa che ci si aspetta che dica che ho detto obiettivo nel Consiglio europeo dei 27 capi di Stato e di governo che è Riforme criticamente importante per coloro che, per le estensioni massime possibili, cercano di avere un qualche tipo di consenso quanto più ampio possibile, con le parti sociali a livello nazionale. Credo che se noi non lo facciamo non ci diventeranno i termini politique, l´accettabilità o la sostenibilità sociale, per l´importanza di queste riforme. Vorrei concludere citando de Tocqueville, che ha scritto che ´La storia è una galleria di immagini in cui ci sono molti Pochi originali e copie.´ L´unione europea è una di quelle originali scarse - si ha un costrutto unico, ha esperienza unica di cui possiamo essere orgogliosi Giustamente, ci sono problemi, sì, lo scopo Possiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo ottenuto tutti questi anni e che vogliamo per vedere crescere e vogliamo rivendicare dell´Ue Inserire Tic nel mondo globalizzato. Tic e per garantire il successo di oggi e in futuro chiameremo su tutti i lati, come voi ben capirete, di unire le forze nell´interesse della nostra comune Europa, un´Europa più forte, più unita l´Europa, un confidente, l´Europa che Canon Affidatevi corrisponde più e meglio l´interesse dei nostri cittadini. Vi ringrazio per l´attenzione.  
   
   
CATHERINE ASHTON ALTO RAPPRESENTANTE DELL´UE PER GLI AFFARI ESTERI E LA POLITICA DI SICUREZZA E VICE PRESIDENTE DELLE OSSERVAZIONI DELLA COMMISSIONE EUROPEA ALL’ APERTURA DELLA PRIMA RIUNIONE DEL VERTICE UE-GIORDANIA  
 
Jordan, 23 febbraio 2012 – Di seguito il discorso di Catherine Ashton: “ Primo Ministro, Onorevoli colleghi, Eccellenze, signore e signori, Oggi è una giornata storica nel rapporto lungo e cordiale tra l´Ue e la Giordania. Come partner e vicini di casa, dobbiamo affrontare il futuro insieme. Voglio ringraziare in particolare Sua Maestà il Re Abdullah e lei, signor Primo Ministro, per l´ospitalità e l´impegno a lavorare con noi. Sono molto grato anche a voi, ministro degli Esteri, e ai membri del governo. C´è stato un ampio coinvolgimento nella preparazione di questa task force. Abbiamo membri del Parlamento europeo al quale omaggio per il loro lavoro nel processo politico non solo in Giordania ma in tutto il mondo e di essere buoni esempi di democrazia in azione. Voglio ringraziare Bernardino Leon per i suoi instancabili sforzi da quando sono convinto di prendere il ruolo di creazione di questa task force che oggi è il riconoscimento dell´importanza per l´Unione europea del nostro rapporto con la Giordania. Grazie anche va agli Stati membri che sono rappresentati oggi da ambasciatori, e la cui ministri hanno sostenuto gli sforzi che stiamo compiendo. E per le istituzioni finanziarie internazionali e soprattutto alla business community e per tutti voi qui in questa sala un´accoglienza enorme e un enorme grazie. Voglio anche individuare i rappresentanti dei partiti politici, società civile, ei rappresentanti delle imprese che ho avuto ieri i loro incontri. Ci sono stati oltre un centinaio di rappresentanti delle imprese, ci sono stati 42 i rappresentanti delle organizzazioni della società civile e oltre diciassette partiti politici. Si tratta di grandi numeri di persone in rappresentanza di molti altri che si uniscono nel dialogo e discussione. Queste sessioni più importanti di ieri andranno ad alimentare le nostre decisioni di oggi. Come lei ha detto il mio caro amico, il Ministro Judeh, quest´anno è il 10 ° anniversario dell´accordo di associazione fra l´Ue e la Giordania. E la Giordania è infatti un partner speciale con un ruolo di primo piano in quello che descrivono come un ambiente stimolante. Lavoriamo insieme per promuovere la pace, stabilità e prosperità sulla base dei valori in nostro possesso: lo Stato di diritto, diritti umani e la giustizia sociale. Il contesto politico in cui operiamo è un mondo sta attraversando transizione e di cambiamento. In Giordania, l´Unione europea, nel nostro quartiere vediamo trasformazioni storiche in atto; apertura di nuovi capitoli in progressione del nostro mondo e quei cambiamenti politici ed economici che si sovrappongono. In Europa siamo di fronte a sfide economiche, nel nostro quartiere vediamo le sfide politiche ed economiche in generale. Abbiamo una regione passa attraverso la trasformazione e in molte parti della nostra regione vediamo ancora instabilità e disordini. Penso che oggi il popolo della Siria così vicino a dove siamo ora che continuano a soffrire. Questa task force è la prima espressione del nostro impegno reciproco in un momento di cambiamento e spero che invierà un messaggio forte. Successo di Jordan è il nostro successo. Siamo pienamente impegnati ad accompagnare il paese nel suo cammino verso una società inclusiva e democratica della giustizia sociale e prosperità economica, che io sappia Sua Maestà, il governo e la gente vuole vedere. Credo che la Giordania è impegnata in un importante processo di riforma politica ed economica, poggia sulle basi che sono già in atto. Credo che il 2012 è l´anno in cui queste trasformazioni prenderà forma. Ma io vi dico: questo è il vostro paese, queste sono le tue riforme. Il lavoro dell´Unione europea, il mio lavoro, lavoro di Bernardino, di quelli che sono qui oggi, è quello di aiutare e sostenere, ma è il vostro paese. Questa task force dimostra che il sostegno e incoraggiamento e ho voluto segnare l´inizio di un rapporto nuovo e più profondo, che contribuirà a garantire il tipo di coordinamento efficace da parte della Ue ei suoi Stati membri, così come altri organismi europei e internazionali. Abbiamo inventato il concetto di task force in grado di riunire persone provenienti da diverse parti della nostra vita politica ed economica. Sono fermamente convinto che il mio ruolo è stato creato per riunire dell´economia e della politica a sostegno della trasformazione e cambiare in modo che siamo in grado di andare avanti con i valori che ci stanno. Oggi avremo una sessione politica dove si impara di più dalle riforme politiche già in corso e sulla linea temporale per la loro attuazione. Descrivo spesso questo concetto di democrazia "profonda": la democrazia non è solo un´elezione. L´elezione è un momento importante nel processo democratico, ma la costruzione del processo politico, le istituzioni che garantiscono i valori democratici e la possibilità di avere lo stato di diritto in società aperta, trasparente amministrazione, sistema giudiziario indipendente, imprenditori e società civile, tutte le di ciò è di quello che ho descritto come la democrazia "profondo". So anche che giordani si aspettano molto dal loro paese, dal loro governo ed è giusto così. E ´compito del loro governo di fornire per il popolo. Ma anche molti nella regione e nel mondo guardano a Jordan. Lei ha annunciato queste importanti riforme, si segue un modello giordano che ammiro molto: il cambiamento, senza caos, senza cambiare l´instabilità, ma irreversibile - come dice Sua Maestà - e profondo. Un modello per la regione, una monarchia costituzionale democratico. E ´una grande sfida, e ci vorrà un sacco di lavoro e di sostegno. Credo che questo paese ha la volontà politica e le idee per essere un grande successo e per realizzare tutto ciò che desidera fare. Una riforma di successo significa che tutti devono essere coinvolti: governo, politici, società civile, giovani, donne, la comunità internazionale, ma anche, soprattutto, le imprese. Crescita, occupazione, investimenti e le opportunità sono essenziali per sostenere le riforme politiche. Ecco perché sono lieto che il settore privato è oggi così ben rappresentato. Jordan ha un potenziale enorme, ha una fantastica capacità imprenditoriali, ha grandi persone, opportunità reali e quindi la seconda sessione che abbiamo oggi si concentrerà su questo fronte economico - l´economia incontra la politica. E nonostante il contesto economico della casa posteriore dell´Unione europea, rafforzeremo il nostro sostegno, ci metterà a disposizione assistenza finanziaria supplementare e intensificare tutti i nostri strumenti, con un focus particolare su una più stretta legami commerciali e di investimento e un dialogo sulla migrazione, mobilità e sicurezza. Spero che questa Task Force trasmettere al popolo giordano un forte messaggio di sostegno e di incoraggiamento ad andare avanti con gli sforzi di riforma. La nuova strategia di vicinato dell´Unione europea si basa sulla differenziazione e la responsabilità reciproca, più di più e un impegno condiviso per i valori universali dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. Questo è il nostro obiettivo comune. Così come ho iniziato, vi ringrazio per l´opportunità di essere qui e di realizzare qualcosa che può rappresentare un importante sostegno supplementare per i lavori in corso e il popolo della Giordania e vorrei che questo Task Force, oggi e in futuro, ogni possibile successo .  
   
   
IL COMMISSARIO BARNIER NOMINA I MEMBRI DI UN GRUPPO DI ESPERTI AD ALTO LIVELLO SULLE POSSIBILI RIFORME ALLA STRUTTURA DEL SETTORE BANCARIO DELL´UE  
 
Bruxelles, 23 febbraio 2012 - "Ringrazio i soci per aver aderito a questo gruppo. Essi portano una quantità impressionante di competenza al tavolo. So che faranno una valutazione indipendente, intellettualmente solida e pratica dei meriti potenziali di riforma strutturale. Faranno tutte le raccomandazioni riguarda la struttura delle banche che ritengono necessari per rafforzare la stabilità finanziaria e consentire alle banche di svolgere pienamente il loro ruolo a favore dei cittadini, il mercato unico e la crescita europea ", ha dichiarato il commissario Barnier. Presidente Liikanen ha dichiarato: "Non vedo l´ora di lavorare con i membri eminenti del gruppo. Portano una serie diversificata di esperienze e prospettive, che arricchirà le nostre discussioni. Ci è stato affidato un compito importante da considerare se vi è la necessità di strutturale riforme o non e di fare eventuali proposte del caso, con l´obiettivo di istituire un sistema bancario sicuro, stabile ed efficiente al servizio dei bisogni dei cittadini, l´economia dell´Ue e del mercato interno. Inizieremo il nostro lavoro immediatamente ". Background: Commissario Michel Barnier ha oggi nominato i membri del gruppo ad alto livello di esperti creato ad esaminare gli aspetti strutturali del settore bancario dell´Unione europea. La decisione di istituire questo gruppo è stata annunciata dal Commissario Michel Barnier al Parlamento europeo nel novembre dello scorso anno. In accordo con il Presidente Barroso, il Commissario Michel Barnier nel gennaio Erkki Liikanen ha nominato il presidente. Erkki Liikanen è attualmente Governatore della Banca di Finlandia e di un ex membro della Commissione europea. I membri sono stati scelti sulla base della loro competenza tecnica e la preparazione professionale, e sono nominati a titolo personale. I membri rappresentano una vasta gamma di interessi, da parte dei consumatori di servizi bancari, ai fornitori di tali servizi precedenti, i regolatori, ed economisti con competenze nel settore bancario, dei mercati finanziari e la regolamentazione finanziaria. Commissario Barnier e Liikanen hanno cercato di trovare un equilibrio in contesti professionali, opinioni, esperienze e geografia. Il gruppo adesso inizierà i suoi lavori e presenterà la sua relazione finale alla Commissione entro la fine dell´estate 2012. Essa effettuerà le audizioni e organizzare consultazioni. Il suo mandato sarà quello di determinare se, oltre alle continue riforme normative, le riforme strutturali delle banche dell´Unione europea sarebbe rafforzare la stabilità finanziaria e migliorare l´efficienza e tutela dei consumatori, e se questo è il caso si presenta eventuali proposte. Le riforme strutturali vanno al di là regolamentazione e alla supervisione sul comportamento delle banche e invece influenzano direttamente la struttura delle singole banche e del mercato nel suo complesso. Tali riforme potrebbero ad esempio includere le banche che vietano di svolgere alcune attività o richiedere alle banche di mettere alcune attività (ad esempio raccolta di depositi dalla clientela retail) in persone giuridiche distinte. Per maggiori informazioni: http://ec.Europa.eu/internal_market/bank/index_en.htm    
   
   
DICEMBRE 2011 RISPETTO A NOVEMBRE 2011 I NUOVI ORDINI NEL SETTORE INDUSTRIALE È AUMENTATO DEL 1,9% PER L´AREA DELL´EURO UP DEL 1,3% NELL´UE A 27  
 
 Bruxelles, 23 febbraio 2012 - Nella zona euro 1 (Ea17) , l´indice dei nuovi ordini nell´industria 2 è aumentata di 1,9% a dicembre 2011 rispetto a novembre 2011, dopo il calo 1,1% nel mese di novembre 3 . Nella Ue27 1 , i nuovi ordini è salito 1,3% nel dicembre 2011, dopo essere caduto 1.2% nel mese di novembre 3 . Escludendo costruzioni navali e delle attrezzature ferroviarie e aerospaziali 4 , che i cambiamenti tendono ad essere più volatili, i nuovi ordini nel settore industriale è aumentato del 2,5% nella zona euro e del 2,6% in l´ Ue27 . Nel dicembre 2011 rispetto a dicembre 2010, i nuovi ordini nel settore industriale è diminuito 1,7% in entrambe le zone. Escludendo costruzioni navali e delle attrezzature ferroviarie e aerospaziali 4 , i nuovi ordini nel settore industriale è diminuito dello 0,8% nella zona euro , ma è aumentato dello 0,9% nella Ue27 . I n 2011, l´indice medio di nuovi ordini nel settore industriale è aumentato, rispetto al 2010, 8,3% nella zona euro e del 7,6% in al -27 . Queste stime sono rilasciate dai Eurostat, l´Ufficio statistico dell´Unione europea . Confronto mensile Nel dicembre 2011 rispetto a novembre 2011, i nuovi ordini per beni capitali sono aumentati del 4,2% nella zona euro e 1,7% nella Ue27 . Proprietà intermediari sono aumentati del 1,5% e 1,9%. Le merci sono insostenibili consumi è aumentato dello 0,1% nella zona euro e dello 0,7% nella Ue27 . La proprietà dei beni di consumo durevoli sono diminuiti del 2 , 7% e 0,1%. Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili i dati, tutta la produzione lavorando su ordini è aumentato in nove É Stati membri e cadde in tredici anni. I maggiori incrementi sono stati registrati in Danimarca (+19,4%), in Svezia (10,4%) e Italia (+8,0%), e declina più pronunciati in Ungheria (-14,8 %), in Slovenia (-4,2%), e Paesi Bassi e Portogallo (-2,5%). Confronto annuale - Nel dicembre 2011 rispetto a dicembre 2010, i nuovi ordini per beni durevoli è sceso del 5,2% nella zona euro e del 4,2% nella Ue27 . I beni strumentali sono diminuiti del 2,5% e 3,5%. I beni intermedi sono diminuiti del 1,5% nella zona euro , ma è aumentato dello 0,6% nella Ue27 . I beni non durevoli di consumo è aumentato del 1,6% e 2,9%. Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, tutta la produzione lavorando su ordini è sceso in undici É Stati membri e ha aumentato in undici. Le maggiori diminuzioni sono state registrate in Estonia (-27,4%), i Paesi Bassi (-12,7%) e Regno Unito (-10,5%), e gli aumenti più elevati in Lettonia ( 40,0%), in Danimarca (+23,8%) e Bulgaria (+15,5%). Il presente comunicato stampa, che si conclude l´anno di riferimento 2011, è l´ultimo pubblicato sui nuovi ordinativi nel settore industriale. A causa delle difficoltà metodologiche per migliorare la qualità dei dati, la produzione di questo indicatore a livello comunitario sarà interrotta, il Sistema statistico europeo per cancellare l´obbligo giuridico europeo su questo indicatore per la metà del 2012. Fino ad allora, i dati continueranno ad essere pubblicato, ma solo per la banca dati online di Eurostat. Vedere anche il documento della Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Commissione europea sulla rilevanza dei dati dalla ricerca delle imprese e dei consumatori per valutare le voci di ordini nel settore manifatturiero : http://ec.Europa.eu/economy_finance/publications/cycle_indicators/2011/pdf/4_en.pdf L´area dell´euro (Ea17) comprende Belgio, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, la Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia e Finlandia. L´ue27 comprende il Belgio (Be), Bulgaria (Bg), Repubblica Ceca (Cz), Danimarca (Dk), Germania (De), Estonia (Ee), Irlanda (Ie), Grecia (El), Spagna (Es), Francia (Fr), Italia (It), Cipro (Cy), Lettonia (Lv), Lituania (Lt), Lussemburgo (Lu), il Ungheria (Hu), Malta (Mt), Paesi Bassi (Nl), Austria (At), Polonia (Pl), Portogallo (Pt), Romania (Ro), Slovenia (Si), il Slovacchia (Sk), Finlandia (Fi), Svezia (Se) e Regno Unito (Uk). L´indice dei nuovi ordinativi misura il valore delle forniture future di beni e servizi (diretta connessione con tali prodotti) che devono essere forniti da un produttore a un terzo sul mercato nazionale o sui mercati esteri. L´aggregato sul settore produttivo comprende solo i livelli della Nace essere comunicate dagli Stati membri a norma del regolamento in materia sta ciclico stiche (Nace 13, 14, 17, 20, 21 , 24 a 30) e viene indicato come "produzione totale lavorando ordini". Gli aggregati per l´area dell´euro e dell´Ue non includere gli Stati membri per i quali non sono disponibili dati. La serie destagionalizzate per l´area dell´euro e serie Eu sono calcolati aggregando i serie giornate lavorative per i singoli Stati membri e l´esecuzione di un adeguamento per gli effetti stagionali su queste serie. Di conseguenza, i dati destagionalizzati per gli aggregati europei si basano direttamente sulla serie di giornate lavorative degli Stati membri e non su una aggregazione degli Stati membri destagionalizzati . Il tasso di crescita dell´area dell´euro e dell´Ue possono differire dai tassi di crescita ponderata dei singoli Stati membri. Questa procedura implica anche che l´aggregazione dei dati complessivi non si basa sui dati pubblicati. I dati corretti per giorni lavorativi per la Germania, Irlanda, Spagna, Lettonia, Malta e Finlandia sono dal National Institutes of corrispondenti statistici degli Stati membri ´, usano i propri programmi nazionali. Dati corretti per i giorni lavorativi a tutti gli altri Stati membri sono calcolati utilizzando un calendario standard da Eurostat sulla base dei dati grezzi trasmessi dagli Stati membri. A causa della volatilità dei nuovi ordini nel settore industriale, i dati possono variare in modo significativo da un mese all´altro. Di conseguenza, i movimenti a breve termine devono essere interpretati con cautela.  
   
   
NAPOLITANO, CAPPELLACCI: "SARDEGNA CHIEDE GIUSTIZIA PER VERA UNITÀ NAZIONALE"  
 
 Cagliari, 23 Febbraio 2012 - "Questa è una terra che soffre e che resiste, aggrappata a quella bandiera con i quattro mori che non a caso prevale su tutte le altre nelle manifestazioni di piazza." Lo ha dichiarato il 21 febbraio il governatore Cappellacci al termine della visita istituzionale del presidente della Repubblica in Sardegna. "I Sardi, ai quali troppo spesso i Governi romani hanno voltato le spalle nei decenni passati e nella storia recente, sventolano la nostra bandiera come richiamo a un´identità, a una cultura e a delle radici che, nonostante il contributo dato dai nostri uomini alla storia patria, ancora faticano a trovare il giusto riconoscimento nella cosiddetta agenda politica nazionale. Lo facciamo senza scadere nell´autocommiserazione nè nel vittimismo nè limitando la nostra rivendicazione a un assistenzialismo che considereremmo offensivo della nostra dignità di cittadini, ma allo stesso tempo rivendicando con determinazione ciò che spetta di diritto alla nostra Isola per poter camminare con le proprie gambe e poter partecipare ai processi di sviluppo italiani. La Sardegna intende fare la propria parte per la crescita con progetti innovativi, legati alla ricerca, alla formazione culturale, alla promozione di politiche d´avanguardia nel campo dell´energia, della green economy, del rispetto e della valorizzazione dell´ambiente, ma chiede di essere messa in condizione di poterlo fare. Per questo abbiamo chiesto al presidente Napolitano, che per la Costituzione rappresenta l´unità nazionale, di essere costruttore di quella coesione sostanziale che resterebbe incompiuta, ove dovessero restare irrisolti i nodi storici che nei secoli hanno strozzato lo sviluppo della Sardegna. La questione insularità, il problema delle entrate, il divario infrastrutturale le vessazioni di Equitalia, la vergogna-Tirrenia, sono tutti problemi che rendono monco il nostro sistema economico sociale degli elementi essenziali per la crescita. Abbiamo preso atto con soddisfazione dell´impegno del presidente Napolitano a sollecitare il Governo e ad essere garante di quella leale collaborazione istituzionale che rappresenta l´unico modo per ottenere risultati concreti in tempi accettabili per la nostra società. In questo senso, in un momento in cui riemerge nel Paese una forte domanda di legalità, auspichiamo che il presidente Napolitano, invocando il rispetto delle leggi vigenti, del nostro Statuto e della Costituzione, sia promotore di quel concetto più ampio e complesso che è la giustizia. Perchè la Sardegna e i Sardi chiedono giustizia: il rispetto del diritto di ognuno mediante l´attribuzione di ciò che e´ dovuto secondo la ragione e la legge. In particolare - ha concluso Cappellacci - i chiediamo quella giustizia sociale intesa come fine della politica di garantire l´eguaglianza dei diritti di tutti i cittadini, la libera esplicazione della loro personalità, l´equa ripartizione dei beni secondo le loro necessità e l´apporto da essi dato alla società."  
   
   
TRENTO, L´INCONTRO CON MONTI: LA RELAZIONE DI DELLAI AL CONSIGLIO PROVINCIALE  
 
Trento, 23 febbraio 2012 - Il presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha informato ieri , come annunciato, il Consiglio provinciale sull´esito dell´incontro del 2 febbraio scorso con il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti. Nel suo intervento – di seguito riportato - Dellai ha ricordato i contenuti dell´accordo di Milano, il nuovo quadro di impegni e di richieste di ulteriori concorsi finanziari successive a tale accordo rivolte dallo Stato alle due province autonome di Trento e di Bolzano, e le richieste avanzate invece dalla Provincia autonoma allo Stato in occasione dell´incontro con il capo del governo. Comunicazione del Presidente Lorenzo Dellai al Consiglio provinciale Trento, 22 febbraio 2012: “Signor Presidente, Colleghe e Colleghi, ho aderito immediatamente e convintamente alla richiesta del Presidente del Consiglio provinciale di riferire all’Aula circa i contenuti del recente incontro con il Governo sui temi dei rapporti finanziari con lo Stato. La Giunta è convinta, infatti, che si tratti di un passaggio decisivo per il futuro della nostra Comunità. Riferisco pertanto quanto abbiamo prospettato al Governo, in piena sintonia con la Provincia autonoma di Bolzano, nell’incontro del 2 febbraio 2012, a seguito del quale il Presidente Monti ha incaricato il Ministro per gli Affari Regionali di istituire un tavolo specifico di trattativa. Con l’Accordo di Milano è stata operata una ridefinizione complessiva dei rapporti finanziari con lo Stato che ha dato luogo alle modifiche delle norme finanziarie dello Statuto di autonomia. La revisione ha ridisegnato la finanza delle Province secondo i principi sanciti dalla Legge n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale, stabilendo inoltre le modalità con cui le Province concorrono agli obiettivi costituzionali di perequazione e solidarietà. In conseguenza la revisione dell’ordinamento ha previsto l’eliminazione delle poste finanziarie attribuite alle Province non più compatibili con il quadro finanziario conseguente all’attuazione del federalismo (quota variabile, somma sostitutiva dell’Iva all’importazione, trasferimenti sulle leggi di settore), la ricomposizione delle devoluzioni spettanti alle Province e alla Regione Trentino- Alto Adige sulla base dei nove decimi dei soli tributi afferenti produzioni, consumi e trasferimenti di beni originati dal sistema economico locale. Infine, in attuazione dei principi di perequazione e solidarietà le Province hanno assunto nuove competenze di spesa ed oneri aggiuntivi per i comuni di confine pari a 100 milioni annui per ciascuna Provincia. Il concorso al riequilibrio delle finanza pubblica è stato poi assicurato, oltre che con gli effetti delle misure sopra indicate, anche con la previsione di accordi annuali per il patto di stabilità. In conclusione, l’Accordo di Milano ha consentito i seguenti miglioramenti per la finanza pubblica: - miglioramento annuo del bilancio dello Stato (saldo netto da finanziare) 568 milioni per la Provincia di Trento, 518,5 milioni per la Provincia di Bolzano e 31 milioni per la Regione Trentino Alto-adige; - effetti positivi sull’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche pari a: 250 milioni per la Provincia di Trento; 220 milioni per la Provincia di Bolzano; 30 milioni per la Regione Trentino Alto-adige. L’accordo di Milano è stato definito sulla base degli scenari di finanza pubblica antecedenti alla crisi economico-finanziaria che ha interessato l’economia mondiale e soprattutto alla crisi della finanza pubblica italiana originata dalle problematiche dei debiti sovrani e dalla crisi dell’euro e prima della definizione costituzionale dell’obbligo di pareggio di bilancio entro il 2013. Il Governo nazionale ha approvato le manovre di finanza pubblica necessarie per il conseguimento di un duraturo riequilibrio della finanza pubblica del Paese. Le manovre già decise risultano già idonee a garantire il pareggio del bilancio dello Stato nel 2013 e la permanenza dell’equilibrio anche negli anni successivi. In attuazione degli impegni assunti in sede comunitaria è in corso inoltre una modifica della Carta costituzionale, già approvata in prima lettura dal Parlamento, che assume l’obbligo del pareggio di bilancio dello Stato ma anche delle altre amministrazioni pubbliche e che intoduce limitazioni all’indebitamento, quali criteri fondamentali di regolazione della finanza pubblica. E’ pertanto un quadro profondamente modificato che segna una netta separazione delle condizioni di governo della finanza pubblica italiana a decorrere dal 2011 rispetto agli esercizi precedenti. Ai fini della profonda operazione di risanamento finanziario dello Stato è stata posta l’esigenza di una ristrutturazione complessiva degli assetti finanziari pubblici del Paese originando anche per le autonomie speciali impatti di straordinario rilievo, in particolare: - concorso finanziario (patto di stabilità e manovre Governo Monti): 3.725 milioni nel 2012; 4.095 milioni a decorrere dal 2013; - riserve all’Erario dei maggiori gettiti derivanti dalle manovre finanziarie; in particolare D.l. N. 138 del 2011 del Governo Berlusconi; D.l. N. 201 del 2011 del Governo Monti; Decreti del Ministro dell’Economia e delle finanze del 30 dicembre 2011; - riserve all’Erario anche di gettiti fiscali che attualmente costituiscono fonti finanziarie dei bilanci delle Province autonome: con il D.l. N. 201 del 2011 le Province autonome dovrebbero subire una contrazione dei gettiti fiscali attualmente percetti relativi all’Irpef sui redditi degli immobili non locati. L’intervento statale è stato perseguito con norme di legge ordinaria che si pongono in contrasto con l’assetto statutario delle competenze riconosciute alla Regione ed alle Province autonome dallo Statuto speciale e dalle relative norme di attuazione. In particolare, pur essendo destinate alle esigenze di raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica concordati in sede europea, le riserve all’erario delle maggiori entrate tributarie non sono riconducibili alle condizioni in cui è ammessa la riserva all’erario del gettito derivante da maggiorazioni di aliquote o dall’istituzione di nuovi tributi ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo n. 268 del 1992, né risultano rispettose del principio di leale collaborazione, del principio consensuale e dei meccanismi paritetici definiti nella normativa di attuazione statutaria (decreto legislativo n. 268 del 1992 che definisce specificamente le modalità con cui le predette riserve possono operare nei confronti delle Province autonome). Analogamente, la previsione di misure predefinite unilateralmente dallo Stato quali misure al concorso del patto di stabilità interno, o quali ulteriori misure di concorso al risanamento della finanza pubblica, accompagnate da specifiche misure di accantonamento delle entrate spettanti per Statuto alla Regione ed alle Province autonome, senza un preventivo accordo con le predette autonomie speciali, si pongono palese in violazione delle specifiche regole definite nello Statuto speciale, anche in seguito all´Accordo di Milano ed in particolare dell’articolo 79 dello Statuto speciale, che definisce un sistema compiuto dei rapporti finanziari con lo Stato in ordine al processo di attuazione del federalismo fiscale e di concorso al risanamento della finanza pubblica da parte della Regione e delle Province autonome di Trento e di Bolzano. In relazione al nuovo quadro della finanza pubblica le Province autonome e la Regione Trentino – Alto Adige intendono assicurare un concorso responsabile alla necessaria manovra finanziaria di risanamento del Paese, richiedendo che lo stesso possa avvenire nel rispetto di ineludibili principi: - definitività del concorso e responsabilità finanziaria. La destinazione del concorso al pareggio di bilancio dello Stato e alla sua permanenza anche nei prossimi anni, come previsto anche dalle modifiche costituzionali in atto, dovrebbe rendere definitivo il quadro finanziario anche relativamente ai contributi delle autonomie speciali. L’applicazione del principio di pareggio di bilancio e i forti limiti al ricorso a nuovo indebitamento da parte di tutte le amministrazioni pubbliche, dovrebbero comportare una precisa assunzione di responsabilità in capo al Governo per gli equilibri dello Stato e in capo agli altri enti per i bilanci di propria competenza. Conseguentemente, nel mentre le Province assicurano, già in base all’attuale normativa statutaria in vigore, la piena responsabilità per l’equilibrio dei loro bilanci senza alcun intervento a carico della finanza statale, parimenti dovrebbe essere sancito che le Province non saranno chiamate a concorrere a eventuali nuovi squilibri della finanza statale originati in violazione dei predetti principi; - equità nella distribuzione dei concorsi tra le diverse autonomie speciali. Tale principio può essere realizzato ripartendo i concorsi al patto di stabilità tenendo conto dei contributi garantiti dalle autonomie speciali in sede di attuazione dell’art. 27 della legge n. 42/2009 (per le Province autonome e la Regione Tentino-alto Adige dall’Accordo di Milano). Il concorso al patto di stabilità si traduce in obiettivi di razionalizzazione e riqualificazione della spesa pubblica delle regioni e delle province autonome ed in tale aspetto la ripartizione di tutti i concorsi a qualunque titolo sopportati in base ai volumi di bilancio costituisce l’equo e necessario contributo al processo di risanamento della finanza pubblica. La seconda tipologia di sacrificio che è richiesta alle autonomie speciali (riserve all’Erario) tiene già conto invece del diverso grado di sviluppo dei territori essendo rapportata al gettito fiscale di competenza di ciascuna autonomia; - valutazione del contributo positivo che le Province autonome assicurano con caratteristiche di continuità negli anni e con dinamiche significative alla crescita economica del Paese, quale leva fondamentale anche per il riequilibrio della finanza pubblica e la sostenibilità del debito; - definizione di un nuovo accordo, ai sensi dell’art. 104 dello Statuto, che assicuri la salvaguardia dell’autonomia finanziaria delle Province autonome. Il nuovo accordo potrebbe essere definito sulla base della disponibilità delle Province autonome e della Regione ad assicurare il concorso al risanamento della finanza pubblica nelle entità complessivamente richieste dalle manovre finanziarie già approvate. Si propone peraltro una diversa articolazione delle misure e delle modalità del concorso che devono essere coerenti con l’ordinamento finanziario definito dallo Statuto di autonomia. In particolare le Province e la Regione sono disponibili a concorrere con l’assunzione a proprio carico delle spese dello Stato sostenute nel territorio delle province. L’assunzione a carico delle Province/regione delle spese dello Stato sostenute sul territorio provinciale dovrebbe avvenire previo coinvolgimento delle Province nelle stesse e pertanto attraverso il trasferimento o la delega di funzioni, ove possibile, ovvero la fissazione d’intesa con lo Stato di standard di servizi e di costi per le spese ove è prevista la continuità di gestione da parte dello Stato. Nel contempo le Province e la Regione richiedono che l’accordo assicuri una migliore disciplina a taluni istituti dell’Accordo di Milano che non risultano adeguati rispetto al nuovo quadro di finanza pubblica attraverso: a) Integrazione del nuovo Titolo Vi dello Statuto (Accordo di Milano) per: la definizione della competenza provinciale in materia tributaria sia con riferimento ai tributi erariali sia con riferimento ai tributi locali, nonché la regolazione dei rapporti tra la legge statale e la legge provinciale relativamente alla disciplina dei tributi provinciali e locali istituiti nelle materie di competenza provinciale; la definizione in coerenza con la disciplina comunitaria di regole per gli accordi del patto di stabilità interno e per i casi di mancato accordo e di mancato rispetto del patto stesso; l’aggiornamento della disciplina dei casi in cui sono ammissibili riserve all’erario da parte dello Stato ora definita nel d. Lgs. N. 268 del 1992; b) Approvazione della norma di attuazione statutaria in materia finanziaria del nuovo Titolo Vi dello Statuto, a seguito delle nuove integrazioni; c) Approvazione della norma di attuazione relativa alla delega in materia di ammortizzatori sociali, in correlazione con la prevista nuova riforma del mercato del lavoro. In definitiva la proposta della Provincia si basa sui seguenti presupposti: a) ridefinizione dei criteri di riparto del concorso a carico delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome per tenere conto dei concorsi già garantiti allo Stato in sede di attuazione dell’articolo 27 della Legge n. 42 del 2009; b) assunzione di competenze di spesa dello Stato sul territorio provinciale; c) eliminazione delle riserve all’Erario e degli altri concorsi richiesti; d) riduzione del concorso al Patto di stabilità in misura necessaria per garantire la neutralità finanziaria per lo Stato. La richiesta complessiva dello Stato per il triennio 2012-2014 finalizzata all’operazione di risanamento finanziario del bilancio statale è la seguente: anno 2012 732 milioni di euro, di cui contributo patto stabilità 485 – riserve all’erario 244 anno 2013 883 milioni di euro, di cui contributo patto stabilità 536 – riserve all’erario 330 anno 2014 909 milioni di euro, di cui contributo patto stabilità 536 – riserve all’erario 356 Tenuto conto del contributo assicurato con l’Accordo di Milano l’impatto per la Provincia risulta: 1.300 milioni nel 2012, 1.451 milioni nel 2013 e 1.477 milioni nel 2014. A) La Provincia innanzitutto richiede una ridefinizione dei criteri di riparto del concorso a carico delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome che tenga conto dei concorsi già garantiti allo Stato in sede di attuazione del federalismo fiscale ai sensi dell’articolo 27 della Legge n. 42 del 2009. Le manovre Berlusconi e Monti richiedono al comparto delle autonomie speciali un concorso complessivo per l’anno 2012 di 3.725 milioni di euro e di 4.095 milioni di euro a decorrere dal 2013. A tal fine si rileva che solo alcune Autonomie speciali (Provincia autonoma di Trento, Provincia autonoma di Bolzano, Regione Trentino Alto Adige, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Valle d’Aosta) hanno garantito un contributo al miglioramento del saldo del bilancio dello Stato in attuazione del federalismo fiscale pari complessivamente a: anno 2012 1.436 milioni di euro; anno 2013 1.498 milioni di euro; anno 2014 1.556 milioni di euro. Le Regioni Sicilia e Sardegna non hanno ancora dato attuazione all’articolo 27 della Legge n. 42 del 2009. La richiesta della Provincia consiste nel ripartire tale contributo complessivo in proporzione all’incidenza della spesa dei singoli enti rispetto alla spesa totale del comparto delle autonomie speciali. In base a tale criterio il concorso della Provincia, al netto del contributo garantito con l’Accordo di Milano, sarebbe il seguente: anno 2012 146 milioni di euro in luogo di 485; anno 2013 206 milioni di euro in luogo di 536; anno 2014 214 milioni di euro in luogo di 536. B) La Provincia chiede inoltre l’assunzione delle competenze di spesa dello Stato sul territorio provinciale. Tali spese, determinate sulla base dei dati elaborati dalla Ragioneria Generale dello Stato afferente la spesa statale regionalizzata relativa all’anno 2009 (ultimo dato disponibile), sono stimate in: anno 2012 361 milioni di euro; anno 2013 477 milioni di euro; anno 2014 477 milioni di euro, ed afferiscono ai comparti difesa, ordine pubblico, giustizia, politiche economico finanziarie (Direzione territoriale Mef, Ragioneria provinciale Stato, Agenzia delle Entrate, Agenzia delle Dogane, Agenzia del Territorio), assegni / pensioni sociali (Inps). C) La Provincia richiede altresì la rimozione delle riserve all’Erario e degli altri concorsi richiesti che sono stimati in: anno 2012 247,1 milioni di euro; anno 2013 347,5 milioni di euro; anno 2014 373,2 milioni di euro. A tal fine si evidenzia che la seconda manovra Berlusconi (D.l. N. 138/2011) e la prima manovra Monti (D.l. 201/2011) hanno previsto che il maggior gettito derivante dalla maggiorazione delle aliquote (giochi e tabacchi, rendite finanziarie, contributi di solidarietà, accise, imposta di bollo, attività scudate, ecc.) e dalla istituzione di nuovi tributi (es. Imu sperimentale) sia riservato all’Erario per essere destinato al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, concordati in sede europea. Il concorso complessivo della Provincia è determinato in modo da assicurare la neutralità finanziaria per il bilancio dello Stato. Signor Presidente, Colleghe e Colleghi, la linea impostata dalla Giunta provinciale, in coerenza con le scelte del passato, è quella di non limitarsi ad un mero atteggiamento difensivo ma di partire dai capisaldi dello Statuto per rilanciare, nei rapporti con lo Stato, in direzione di una autonomia integrale, coerente con una Provincia che si sente “Comunità Autonoma”. L’impianto della nostra proposta può essere, infatti, riassunto come un coraggioso rilancio sul piano della piena assunzione di responsabilità: verso il nostro territorio, verso l’Italia e verso l’Europa. Vi sono due condizioni fondamentali perché il Trentino, assieme alla Provincia autonoma di Bolzano, possa affrontare positivamente questa sfida. La prima condizione riguarda il rafforzamento della coscienza e della cultura autonomistiche di tutti i cittadini, del senso di appartenenza e della identità della Comunità trentina. La seconda condizione consiste nella coerente volontà di tutti ad impegnarsi per la Comunità, sia sul piano dei valori della coesione sociale e del volontariato sia su quello dello sviluppo economico. Autonomia integrale vuol dire, infatti, piena consapevolezza dei diritti e dei doveri e percezione personale e collettiva di un destino comune che non dipende da nessun altro se non da noi stessi. Il richiamo alla sfida della responsabilità vale in modo particolare, naturalmente, per i comportamenti delle pubbliche istituzioni dell’autonomia, Provincia, Comuni e altre loro articolazioni istituzionali, chiamate a dare il buon esempio, mettendo anche in discussione assetti consolidati per ricercare forme nuove di efficienza e di efficacia. Questa trattativa con lo Stato sarà lunga, difficile e dovrà misurarsi con un forte e diffuso senso di ostilità nei confronti delle autonomie speciali. Tuttavia la Giunta provinciale non vede altre strade percorribili, se non quella devastante di un lento ed inesorabile declino della nostra peculiarità istituzionale e della omologazione. Si tratta di un percorso che dovrà trovare pieno compimento nell’adeguamento dello Statuto di autonomia, nei modi e nei tempi che saranno ritenuti più opportuni: un percorso che richiede l’impegno di tutti, di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, della delegazione parlamentare, della Commissione dei dodici e di tutte le competenze tecniche di cui è dotata, per fortuna in modo eccellente, la nostra autonomia. Da parte mia e nostra assicuro la piena disponibilità a costanti momenti di confronto e di informazione nei confronti del Consiglio provinciale.”  
   
   
EXPO. FORMIGONI-LOSCERTALES: CON GOVERNO MONTI TUTTO OK  
 
 Milano, 23 febbraio 2012 - Positivo incontro di lavoro ieri in Regione tra il presidente lombardo e commissario generale di Expo Roberto Formigoni e il segretario generale del Bie Vicente Loscertales; presente - in rappresentanza del sindaco di Milano e commissario straordinario Giuliano Pisapia - Gianni Confalonieri. Formigoni ha illustrato a Loscertales come la preparazione di Expo proceda nei tempi programmati e come con il Governo Monti sia stata messa in atto una piena e fattiva collaborazione, fino alla nomina di Luigi Roth - indicato da Formigoni stesso - come commissario del Padiglione italiano. Formigoni ha anche annunciato l´adesione del Pakistan. Con il che i Paesi aderenti hanno raggiunto quota 72, o meglio 73 contando anche l´Italia. E il 9 marzo è fissata la riunione del Coem, a Roma, presieduto da Monti stesso. "Abbiamo fatto il punto sull´avanzamento del progetto Expo 2015: è stato un incontro molto interessante e positivo". Il segretario generale del Bie Vicente Loscertales commenta così il momento di lavoro avuto al trentesimo piano di Palazzo Pirelli, sede dell´ufficio del commissario generale di Expo Roberto Formigoni: presenti al tavolo, tra gli altri, l´amministratore delegato di Expo 2015 Spa Giuseppe Sala, Gianni Confalonieri, in rappresentanza del sindaco di Milano e commissario straordinario Giuliano Pisapia, e il sottosegretario di Regione Lombardia per l´attuazione del programma ed Expo 2015 Paolo Alli. I Temi Trattati - Questi i grandi temi all´ordine del giorno: il sempre crescente numero di adesioni all´evento (73 Paesi compresa l´Italia), con l´interesse degli Usa per l´Expo italiano; la convocazione della Coem, presieduta dal premier Mario Monti, a Roma, per venerdì 9 marzo; il coinvolgimento del presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso; il lavoro preparatorio per l´accordo di sede; infine, la nomina del commissario generale di sezione del padiglione italiano nella persona di Luigi Roth. Doppio Ruolo Per L´italia - Per la prima volta Palazzo Pirelli ha ospitato un vertice sull´Esposizione universale partecipato dal segretario generale del Bie. "Sono molto soddisfatto - ha detto Loscertales durante l´incontro - del modo in cui la Regione Lombardia e la città di Milano stanno collaborando per l´Expo: il suo successo dipenderà dal coinvolgimento di tutti". E che sia un coinvolgimento sempre più ampio lo dimostrano l´adesione già di 73 Paesi e l´interessamento dimostrato dagli Usa tramite il governatore dell´Illinois Pat Quinn e il presidente Barack Obama. "Con la nomina del commissario generale di sezione del padiglione italiano - ha proseguito il segretario generale - l´Italia acquisisce il ruolo di Paese partecipante, al quale somma quello di Paese organizzatore: anche voi, dunque, potrete mettere la vostra bandiera accanto a quella delle altre 72 nazioni". Recentissima, a questo proposito, è l´adesione da parte di un altro stato dell´Asia meridionale, il Pakistan. Primo Incontro Coem A Roma - La partita dell´Expo, dunque, si gioca su ampia scala: la Lombardia, infatti, sta coinvolgendo il resto del Paese e del mondo: "Stiamo allargando l´orizzonte in diverse direzioni - spiega Formigoni - nella consapevolezza che l´Expo è una grande opportunità per tutti". In questa direzione si colloca l´interlocuzione con il Governo nazionale, avviata in modo proficuo con il presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti e con i sottosegretari Catricalà e Peluffo, con i quali "sono stati svolti vari incontri di approfondimento sulle singole tematiche connesse al progetto Expo 2015". Il prossimo 9 marzo - ha annunciato il commissario generale - avrà luogo la Commissione di coordinamento per le attività connesse all´Expo Milano 2015, la Coem, sede istituzionale di condivisione e di regia di tutte le iniziative assunte dai diversi livelli istituzionali per la realizzazione del grande evento di Expo Milano 2015. Al Lavoro Per Accordo Di Sede - In attesa dell´incontro a Roma prosegue il lavoro per la predisposizione dell´accordo di sede, la convenzione internazionale contenente il complesso di regole di carattere tecnico e legale che disciplinano la partecipazione e la presenza all´Expo di tutti i partecipanti. Su questo fronte - ha sottolineato Formigoni a Loscertales - "è stato avviato con il Governo un dialogo intenso: si sono susseguite numerose e approfondite riunioni del tavolo di lavoro coordinato dal Ministero degli Affari esteri, che sta affrontando le questioni più rilevanti, con l´obiettivo di arrivare a una bozza".  
   
   
FONDI COMUNITARI, VENDOLA BARCA: "RIMODULIAMO TARGET SPESA"  
 
 Bari, 23 febbraio 2012 - “Noi abbiamo bisogno di questo rapporto con il Governo perché i dossier che sentiamo aperti dalla realtà, possano avere dei luoghi istituzionali in cui vengano sviscerati, approfonditi e istruiti”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola durante la conferenza stampa tenuta ieri mattina insieme al Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. “Voi sapete – ha esordito Vendola - che ciò che orienta la Regione Puglia nel rapporto verso l’alto e verso il basso è sempre il precetto costituzionale della leale collaborazione. È per me una bussola particolarmente significativa perché l’altro mestiere che faccio potrebbe comportare qualche sovrapposizione inappropriata rispetto a tale dovere costituzionale”. Il Presidente della Regione ha ringraziato il Ministro Barca per la sua presenza in Puglia per un “viaggio che ha voluto compiere dentro il cuore dell’innovazione regionale. Non si è trattato di un viaggio nel quale è stato accompagnato, il Ministro ha scelto delle tappe e ha potuto vedere oggetti che, talvolta, a Roma distinguiamo astrattamente”. Per Vendola “è molto importante fare una discussione di merito. Non siamo sudisti, ma vogliamo essere meridionalisti, vogliamo fare una battaglia perché vinca il Sud della qualità e non il Sud piagnone e loffio che cerca di nascondere sotto al tappeto la polvere delle proprie contraddizioni e patologie, delle proprie tare antiche o recenti. Per questo, abbiamo bisogno di un corretto rapporto con il Governo, affinché i dossier che sentiamo aperti dalla realtà, possano avere dei luoghi istituzionali in cui vengano sviscerati, approfonditi e istruiti”. “Noi – ha proseguito Vendola - non vogliamo coprire le cose che non vanno. Non vogliamo un Sud con la mascherina, vogliamo toglierci la maschera ed essere aiutati a compiere un’opera impietosa di radiografia della qualità e della quantità della spesa, soprattutto in tempi di crisi”. Il Presidente della Regione Puglia si è detto “pronto a chiudere con il Ministro Barca una mediazione alta, perché sappiamo che il nostro interlocutore ha negli occhi una conoscenza più precisa non soltanto di ciò che in generale non va, ma di ciò che, invece, rappresenta il senso delle politiche della convergenza, il senso di un investimento europeo sulle regioni dell’Obiettivo 1”. L’accordo si dovrebbe sostanziare sulla nettizzazione dai vincoli del Patto di Stabilità delle spese per gli investimenti. “Noi – ha evidenziato Vendola – abbiamo discusso esattamente dei due punti di mediazione: il primo è sul senso finale del monitoraggio. Il monitoraggio non deve essere un processo meramente burocratico. Il punto è verificare il raggiungimento di obiettivi di qualità nella crescita e nell’implementazione del patrimonio infrastrutturale del Mezzogiorno. Lo sforzo è quello di connettere meglio tutti i salvadanai comunitari e leggerli dal punto di vista degli effetti finali. Noi stiamo proponendo al Ministro una rimodulazione dei target. Dato per acquisito che le risorse, quand’anche rimodulate, restino sempre nei territori a cui sono destinate e che le quote di co-finanziamento possano essere riallocate in una maniera svincolata dagli obblighi del Patto di Stabilità, noi chiediamo la possibilità di scandire in modo più elastico i punti di monitoraggio, collocando i target del 20% a fine giugno, anziché a fine maggio e di collocare il target del 70% della spesa a fine ottobre. Quindi, nessuna fuga dall’obiettivo di avere sempre una meta da raggiungere, ma una collocazione in forme compatibili con la capacità produttiva e con i tempi di lavoro degli enti regionali. Su questo penso che ci stiamo avviando a chiudere un accordo”. Il Ministro Barca si è detto molto contento di questa visita in Puglia perché “mi ha consentito di mescolare la conoscenza dei fatti con la responsabilità generale che è quella di assicurare che fondi europei siano utilizzati con il massimo dell’efficacia, della trasparenza e del ritorno”. “L’insieme delle cose che ho visto – ha continuato il Ministro – hanno confermato il mio pregiudizio positivo: siamo davanti a una regione sull’orlo del decollo. Siamo un Paese che è stato sull’orlo della crisi, e complessivamente rimaniamo ancora non troppo lontani, ma l’Italia ha sempre dimostrato di sapere fare il passo del cavallo, ossia di allontanarsi dal ciglio e decollare. La Puglia dà proprio l’idea di essere una regione pronta al decollo: lo dimostra la qualità delle Università, l’impegno fortissimo e visibile sulle scuole, che ha permesso di una riduzione della dispersione scolastica più forte del resto del Mezzogiorno. Lo dimostra l’imprenditoria innovatrice e esportatrice che anche in settori tradizionali sa giocare carte importanti”. “E colpisce - ha evidenziato il Ministro - guardare i numeri della disoccupazione giovanile di questa regione che sono sicuramente seri, che sono ovviamente peggiorati in una fase di crisi, ma che si sono acutizzati assai meno rispetto ad altre aree del territorio del Mezzogiorno, addirittura meno che nel Nord”. “Come Governo – ha concluso Barca – intendiamo avviare una cooperazione rafforzata con i livelli del governo regionale, che significa trattare anche le questioni delicate con un misto di competenza tecnica e tensione”.  
   
   
INCONTRO IN REGIONE CON UNA DELEGAZIONE SUDCOREANA DELL´AREA METROPOLITANA DI SEUL. NEL 2011 È CRESCIUTO DEL 32% L´EXPORT DELL´ECONOMIA DELL´EMILIA-ROMAGNA IN COREA.  
 
Bologna, 23 febbraio 2012 - «Stiamo guardando, con grande e crescente interesse, alla Corea del Sud, paese verso il quale il sistema economico dell´Emilia-romagna registra un forte aumento di interesse». Lo ha detto l’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli, incontrando ieri mattina una delegazione di sindaci di cinque distretti della città metropolitana di Seul. I primi cittadini incontrati appartengono, infatti, tutti al territorio della capitale sudcoreana ed amministrano ciascuno un territorio di oltre 500 mila abitanti. Nell´incontro, i sindaci hanno approfondito le caratteristiche del sistema sociale ed economico dell´Emilia-romagna, mostrando un grande interesse in particolare verso la qualità e lo sviluppo delle imprese cooperative. Il valore complessivo degli interscambi commerciali è stato nel 2010 superiore ai 300 milioni di euro. Gli ultimi dati disponibili, riferiti al terzo trimestre 2011, indicano una crescita del 32% dell’export dell’Emilia-romagna in Corea rispetto allo stesso periodo 2010 (294 milioni di euro contro i 222 milioni del 2010) e un +21% dell’import (232 milioni contro i 191 milioni del 2010). «Tra gli aspetti di maggiore interesse per la Regione - ha sottolineato Muzzarelli - il fatto che la Corea sia un paese che punta in modo deciso verso l’Ict e l’avanzamento tecnologico, la diffusione dell’informatica con la banda larga in tutto il territorio e la grande crescita nel settore dei servizi, della finanza e delle assicurazioni. Settori in cui le nostre pmi, che hanno una sempre maggiore propensione all’aggregazione per internazionalizzarsi, possono trovare opportunità rilevanti».  
   
   
DE FILIPPO: “ADDENDUM SULL’ACQUA DAL SIGNIFICATO STORICO” “UN ESEMPIO-PILOTA, CONSEGNATO ALL’INTERO PAESE, DI REALE FEDERALISMO SOLIDALE, DESTINATO PROBABILMENTE A FARE SCUOLA NELLA GESTIONE DELLA RISORSA IDRICA IN ITALIA”  
 
 Potenza, 23 febbraio 2012 - Di seguito l’ Intervento del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo: “Ci abbiamo lavorato per molti mesi. Sempre in silenzio. Senza mai ricorrere ai toni aspri della polemica. Ed anzi accentuando, pure nei momenti più delicati e difficili della complessa trattativa tra le sette Regioni interessate, quel senso di sobrietà e di responsabilità che il caso richiedeva. Alla fine però credo che la classe dirigente di Basilicata sia riuscita a far prevalere l’interesse dei lucani, ricorrendo come sempre alla linea del dialogo e del buon senso, in un’ottica che salvaguardasse, da un lato, i rapporti di “buon vicinato” tra le Regioni del Mezzogiorno, e consegnando, dall’altro, all’intero Paese un esempio-pilota di reale federalismo solidale, destinato probabilmente a fare scuola nella gestione della risorsa idrica in Italia. Mi riferisco all’Addendum sull’acqua. A quel documento cioè firmato nei giorni scorsi a Roma, nella sede della Regione Basilicata, da chi scrive e dai presidenti (o loro delegati) di Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Puglia. Si tratta, come è già stato riferito in sede di cronaca, di un atto importante che ha riempito – mettiamola così – un “vuoto” contenuto nel documento comune d’intenti finalizzato ad un governo coordinato e sostenibile della risorsa idrica, afferente il distretto idrografico dell’Appennino Meridionale, sottoscritto da tutte le Regioni, ad eccezione della Basilicata, ad aprile dello scorso anno. Vorrei richiamare l’attenzione dei lucani su questo passaggio, perché per effetto di una novità legislativa introdotta dal Dls 152 del 2006, abbiamo corso il rischio di perdere per strada tutto ciò che di buono era stato realizzato il 5 agosto del 1999, quando – come si ricorderà - Regione Basilicata, Regione Puglia e Ministero dei Lavori Pubblici sottoscrissero l’Accordo di Programma per la gestione della risorsa idrica. Un Accordo, a giusta ragione definito una sorta di pietra miliare del federalismo solidale, che per la prima volta nella storia delle relazioni istituzionali tra regioni contermini ha introdotto il concetto del “bene acqua”, inteso come risorsa non più disponibile in quantità illimitata. E come tale da utilizzare in modo efficiente ed equo. Per di più sapendo di dover sostenere dei costi di produzione, derivanti dalle spese di gestione e di manutenzione delle infrastrutture, oltre che dagli oneri di stoccaggio e di trasferimento della risorsa stessa. Nel momento in cui il decreto legislativo 152/2006 ha suddiviso l’Italia in otto distretti idrografici, includendo la Basilicata in quello dell’Appennino Meridionale, insieme con altre sei Regioni, c’è stato, fors’anche in buona fede, il tentativo da parte di taluni di rimettere in discussione l’Accordo di Programma del ’99. Perché s’è detto: oggi c’è un “comprensorio di riferimento” che include Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, Lazio, Molise e Abruzzo. Per cui non è più necessario un accordo per il trasferimento della risorsa idrica tra Basilicata e Puglia, essendo entrambe incluse nel Distretto dell’Appennino Meridionale. Ovviamente, non potevamo far passare una visione, come questa, che avrebbe penalizzato quasi esclusivamente la Basilicata: la Regione che più di altre, nell’ambito del Distretto dell’Appennino Meridionale, contribuisce ad alleviare la sete delle aree contermini. Sarebbe stato ingiusto, oltre che economicamente insopportabile, accollare sulle sole spalle di una Regione che “esporta” il 35 per cento dell’acqua movimentata nel Distretto, i costi di produzione di una risorsa che di per sé va garantita a tutti. Ma proprio perché è di tutti è altrettanto necessario che chi ne usufruisce faccia propria l’esigenza, espressa anche a livello comunitario, di adottare misure che, oltre a prevenire un peggioramento della qualità delle risorse naturali, ne promuovano un consumo sostenibile. Aver preteso, e ottenuto, che il Documento di intenti dell’aprile 2011 fosse integrato da un Addendum , quello del 16 febbraio scorso, che fa propria l’esperienza maturata nell’ambito dell’Accordo di Programma tra Puglia e Basilicata anche con riferimento alla definizione della cosiddetta componente ambientale della tariffa dell’acqua, non solo ci riempie di legittima soddisfazione, per aver saputo difendere, anche sulla scorta del mandato ricevuto dal Consiglio Regionale, gli interessi dei lucani. Ma ci conforta nel ritenere questo risultato come un ulteriore elemento che ci spinge ad andare avanti sulla strada del dialogo e della collaborazione costruttiva che, sin dall’inizio di questa legislatura, abbiamo cominciato a percorrere con tutte quelle forze politiche, tanto di maggioranza quanto di opposizione, che hanno veramente a cuore il bene della Basilicata”.  
   
   
ZAIA: REGIONI UNITE IN DURA BATTAGLIA PER FEDERALISMO  
 
Venezia, 23 febbraio 2010 - “Le Regioni saranno unite in una dura battaglia per il federalismo, senza il quale questo Paese non va da nessuna parte e continuerà a perpetuare antichi errori che hanno contribuito non poco a determinare l’attuale situazione di crisi interna”. Lo ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia, concordando pienamente con il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani sul fatto che il percorso verso il federalismo fiscale “pare essere ormai interrotto”, come dimostra il provvedimento del Governo sulla Tesoreria Unica. “Noi vogliamo che si vada invece avanti per la strada che era stata intrapresa – ha ribadito Zaia – perché il federalismo in generale rappresenta oggi la sola risposta per dare più efficienza, evitare sprechi e valorizzare le capacità del territorio. Nello specifico siamo di fronte ad un sostanziale stop all’essenziale federalismo fiscale e a quello demaniale, rimasti sulla carta, mentre ogni tanto si riaffacciano tentativi di continuare lungo la strada coprire i buchi di bilancio e le diseconomie del sud semplicemente con il prelievo delle risorse delle regioni del Nord che si sforzano di mantenersi virtuose”.  
   
   
ELEZIONI IN SENEGAL, SI VOTA ANCHE A MILANO COMUNE E CONSOLATO ORGANIZZANO 8 SEGGI PER LE PRESIDENZIALI DEL 26 FEBBRAIO  
 
Milano, 23 febbraio 2012 - città gemellata con Dakar, dà il proprio contributo alla costruzione del futuro democratico del Senegal. Il prossimo 26 febbraio, in occasione delle elezioni presidenziali nel Paese africano, i cittadini senegalesi potranno votare a Milano. Per garantire a tutti il libero esercizio del diritto di voto, l’Amministrazione comunale ha collaborato con il Consolato del Senegal nell’organizzazione di 8 seggi elettorali in città: 5 saranno allestiti presso i locali del Consolato in viale Legioni Romane 55 e via Val Blenio 1, mentre gli altri 3 saranno ubicati nella scuola Cardarelli-massaua in via Strozzi 11. Il Comune di Milano fornirà le cabine elettorali e le urne, predisponendo inoltre il servizio di vigilanza da parte della Polizia locale. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle ore 8.00 alle 18.00. Per recarsi alle urne i cittadini senegalesi dovranno essere in possesso della carta di identità del proprio Paese in corso di validità e della scheda elettorale. Sono 1.225 i nuovi iscritti nelle liste elettorali senegalesi, in aggiunta ai 2.965 del 2007, anno delle ultime elezioni in Senegal, per un totale di 4.190 elettori.  
   
   
REGIONE UMBRIA: ELEZIONE UFFICIO PRESIDENZA CONSIGLIO; MARINI: "BENE SENSO DI RESPONSABILITÀ MAGGIORANZA"  
 
Perugia, 23 febbraio 2012 - "Garantire il corretto funzionamento dell´Assemblea legislativa regionale. A questo senso di responsabilità, e a questo impegno che coinvolge sia le forze di maggioranza che di opposizione, ciascuno nei propri ruoli, avevo fatto appello già nel mio intervento in aula di questa mattina. Ciò affinché il Consiglio regionale si potesse occupare prioritariamente degli atti e dei provvedimenti necessari a fronteggiare la difficile situazione economica e sociale". E´ quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, al termine dei lavori del Consiglio regionale che ha parzialmente rinnovato l´Ufficio di presidenza. "In particolar modo perché, accanto alla straordinaria necessità di ricostituire l´Ufficio di presidenza per garantire il pieno funzionamento dell´assemblea legislativa, all´ordine del giorno dei lavori del Consiglio si trova il principale atto di programmazione economica della Regione, il Dap. Di fronte ad un inspiegabile e scarsamente motivato atteggiamento assunto dai consiglieri dell´opposizione, oltretutto mutato nel corso dei lavori del Consiglio, la maggioranza di centro sinistra, con senso di responsabilità istituzionale, si è trovata costretta ancora una volta a consentire il reintegro dell´Ufficio di presidenza per il corretto funzionamento dell´Assemblea". "Per me rimane il grande rispetto dell´aula consiliare quale unica sede nella quale esercitare il necessario confronto sulle priorità e sulle azioni da svolgere nella nostra regione, a cominciare dalla discussione dei provvedimenti già all´attenzione del Consiglio". "Voglio sottolineare il senso di responsabilità e lo spirito istituzionale di tutti i consiglieri del centro sinistra, ai quali va il mio ringraziamento, ed in particolare agli eletti alle funzioni di vice presidente del Consiglio e segretari d´aula che permetteranno così, comunque, il regolare svolgimento dei lavori dell´Assemblea legislativa".  
   
   
FVG: SU ZONE FRANCHE URBANE  
 
Trieste, 23 febbraio 2012 - L´assessore regionale alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Sandra Savino, risponde alle sollecitazioni battute ieri dalle agenzie di stampa, precisando come l´iniziativa assunta in merito alla possibile istituzione di Zone Franche Urbane nel territorio regionale intenda affrontare il tema degli svantaggi socioeconomici che le aree di confine della nostra regione vivono a seguito della concorrenza, essenzialmente di tipo fiscale, da parte delle nazioni confinanti. Le agevolazioni attualmente previste per le Zone Franche Urbane per le piccole e microimprese sono riconducibili a esenzioni da imposte sui redditi, sull´Irap, sugli immobili di proprietà utilizzati per l´esercizio di nuove attività economiche e sul versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente: interventi quindi estremamente concreti e di forte impatto economico per le aziende. Le caratteristiche della Zona Franca Urbana, così come delineate, possono costituire, quindi, una valida risposta alla crisi delle aree confinarie della nostra regione perché intervengono su quegli aspetti che rendono "il fare impresa" più gravoso rispetto a quanto accade in Austria e Slovenia. Le Zone a Burocrazia Zero hanno invece altra finalità, connessa ai meri aspetti procedimentali, e ricadute economiche molto meno incisive rispetto a quelli delle Zone Franche Urbane. Si segnala infatti che l´istituzione di una Zona a Burocrazia Zero, non prevedendo finanziamenti ad hoc, non ha le caratteristiche per costituire una valida alternativa alle agevolazioni fiscali delle Zone Franche Urbane. L´eventuale istituzione di una Zona a Burocrazia Zero, pur potendo avere riflessi positivi, limitati ad alcune materie, nella prima fase di impianto e avvio di una attività, non è in grado di incidere sulle condizioni strutturali che rendono meno concorrenziale il nostro paese rispetto ai confinanti. L´assessore Savino, non esclude che la Regione possa comunque richiedere l´istituzione di Zone a Burocrazia Zero, ma una tale richiesta non potrà che essere aggiuntiva e non certo alternativa rispetto alla costituzione delle Zone Franche Urbane. L´amministrazione Regionale, quindi, dovendo scegliere quale iniziativa portare avanti nei confronti del Governo centrale, preferisce puntare al "bersaglio grosso", quello in grado effettivamente di rovesciare a favore dei nostri territori l´attuale situazione di pesante svantaggio. Puntare sull´istituzione di Zone a Burocrazia Zero, peraltro inizialmente previste per il solo meridione d´Italia e solo recentemente estese al resto della nazione, costituirebbe di fatto una rinuncia in partenza a rivendicare la particolarità della zona di confine e quindi, sostanzialmente, a far valere le ragioni della specialità regionale. Infine, viene messo in evidenza come la richiesta di istituzione di Zone Franche Urbane sia stata sollecitata proprio dagli enti locali esponenziali delle aspirazioni dei rispettivi territori.  
   
   
SPESA PER IL PERSONALE UNA PRECISAZIONE DELLA REGIONE TRENTINO ALTO ADIGE  
 
 Trento, 23 febbraio 2012- Con riferimento agli articoli apparsi oggi sulla stampa locale relativamente alla spesa per il personale della Regione si ritiene di precisare i termini della questione. La Corte dei Conti, nell’ambito della prevista e periodica attività di controllo successivo, ha, nel corso del 2011, esaminato la gestione delle risorse umane da parte dell’Amministrazione regionale nel triennio 2008-2010. L’analisi dell’organo deputato al controllo è stata dettagliata e ha interessato, sotto diversi profili, la gestione svolta nel settore. La relazione finale della Corte dei Conti non implica valutazioni di “bocciatura”, né “bacchettate”, ma la mera constatazione di dati stipendiali diversi e magari leggermente più alti rispetto ad altre realtà. Quanto constatato dalla Corte dei Conti deriva da dinamiche contrattuali specifiche e conosciute, mentre talune anomalie evidenziate hanno origine da una non comparabilità dei dati utilizzati o in percorsi o situazioni che sono stati puntualmente ricostruiti e rappresentati alla Corte stessa. Tuttavia ciò che è importante sottolineare è che la verifica, da parte dell’organo deputato al controllo, ha trovato attuazione in un contesto di collaborazione e rispetto dei ruoli istituzionali che ha consentito alla Regione di esprimere, nel corso dell’istruttoria, il proprio punto di vista in merito alle osservazioni che emergevano. In altri termini ha trovato funzionale e corretta applicazione, nella circostanza, una fase essenziale del procedimento di controllo, cioè il contraddittorio che costituisce non soltanto un diritto e una garanzia procedimentale a tutela dell’interesse del controllato, ma anche una modalità che migliora l’esercizio della funzione di controllo, rendendola corrispondente alle sue finalità.  
   
   
PARMA: BILANCIO 2012: RIGORE E PRIORITÀ NUOVO BOCCHIALINI, CASSA DI ESPANSIONE DEL RAMAZZONE, 1° LOTTO DELLA TANGENZIALE DI SORBOLO: QUESTE ALCUNE DELLE OPERE PREVISTE NEL PIANO DEGLI INVESTIMENTI  
 
 Parma, 23 febbraio 2012 – “Sobrietà e rigore ma anche la volontà di giocare, pur in una fase così incerta, un ruolo attivo”. E’ un bilancio preventivo che ha caratteristiche particolari quello del 2012 presentato ieri mattina dal presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli e dall’assessore al Bilancio Roberto Zannoni. Particolari per le manovre finanziarie – ben quattro quelle che pesano sugli enti locali – e che si traducono con un ulteriore taglio di 3 milioni di euro alle casse provinciali. Ma particolari anche per la trasformazione che attende le Province, nel futuro ente di secondo livello con funzioni di indirizzo politico e coordinamento delle attività territoriali e un Presidente nominato da un Consiglio di non più di 10 membri, eletti dai comuni. Grado, con funzioni. “Tutto ciò riduce la capacità di intervento delle Province. Noi abbiamo affrontato questo tema non nascondendo la realtà o gonfiando le cifre, ma guardando negli occhi la situazione e agendo con tagli reali sulle spese, quella corrente, il personale. Così in questi anni abbiamo dato un nostro contributo per il risanamento del bilancio dello stato. – ha spiegato Bernazzoli – Poi abbiamo stabilito delle priorità di intervento che sono la viabilità, la scuola e la formazione. Vogliamo continuare a giocare il nostro ruolo per questo abbiamo deciso di adottare l’aumento dell’imposizione sull’rc auto, una scelta dolorosa ma sono risorse che tornano ai cittadini”. “L’indirizzo è stare sul pezzo – aggiunge Zannoni - e dare tutti i servizi in modo ottimale con la volontà di fare il proprio dovere fino in fondo. Il ritardo con cui approviamo il bilancio è determinato da due eventi: il decreto Monti che ci ha tagliato 3 mln di euro e il patto di stabilità che ha ridotto a zero la possibilità di fare mutui. Ciò nonostante abbiamo mantenuto inalterato il piano degli investimenti e sostituite le risorse provenienti da mutui con delle alienazioni. A questo si aggiunge la decisione faticosa di portare l’imposta sull’Rc auto dal 12,50 al 14, un aumento minimo rispetto alle altre Provincie”. La presentazione del bilancio è stata anche una occasione per il presidente per ringraziare il personale dell’Ente. “In un momento in cui anche il loro destino è incerto meritano prima di tutto da parte nostra e da parte di tutti i cittadini attenzione e ringraziamento per quello che fanno. Continuano a lavorare e ad assumersi responsabilità all’interno di una struttura organizzativa ridotta negli anni”. E sulla fase di transizione delle Province Bernazzoli ha sottolineato che “va trovata una soluzione in tempi brevi, una necessità evidenziata dal presidente della Repubblica,perché stiamo vivendo una incertezza a cui va posto rimedio. Per questo sono in corso contatti fra Upi, Anci e Regione in modo che se non ci sono risposte in tempi utili la regione possa muoversi”. I numeri del bilancio 2012 - I volumi di bilancio rispetto al novembre 2011 diminuiscono del 4% e ammontano complessivamente a 103mln. Gli effetti delle manovre nazionali sul bilancio dell’ente impongono una riduzione di circa 3 milioni di euro che l’ente affronta con la stessa politica di bilancio attuata in questi anni, basata su una rigorosa individuazione delle priorità e un altrettanto ferreo contenimento della spesa. Solo per citare l’esempio più recente: la riduzione ulteriore del 15% della spesa corrente rispetto al 2011, della spesa per il personale di circa 1 milione di euro, con i dirigenti che passano dai 17 del 2011 ai 10 del 2012 ( dal 1 milione 632 del 2010 a 800mila euro del 2012). In questo modo, e nonostante risorse non adeguate alle necessità, l’Ente di piazza della Pace sarà anche per il 2012 in campo a fianco delle realtà del territorio e dei cittadini, per supportarli nella crisi e creare opportunità. Gli investimenti - Le risorse previste per gli investimenti sono di 21 milioni e 734 mila. Al settore viabilità viene confermata la parte più consistente pari a 13,1 mln di euro, seguono l’ edilizia scolastica e il sistema educativo ( 4,3 mln ). Nel piano triennale, per il 2012 si trovano il nuovo polo scolastico agroalimentare (2,6 mln di euro), il 1° lotto della Tangenziale di Sorbolo (5,5 mln di euro), 3,9 mln per la manutenzione straordinaria delle strade. Rientra nel piano anche l’intervento per la cassa di espansione sul Ramazzone a Fontanellato. Nel triennio 2012-14 la Provincia di Parma non stipulerà nuovi mutui. Gli investimenti verranno realizzati con risorse ottenute da alienazioni e provenienti dagli enti sovraordinati o da privati. I contributi e trasferimenti regionali diminuiscono del 19,59% (3mln e 668mila euro) La spesa corrente - Ammonta a 51mln e 489mila euro (di fatto il 50% del bilancio 2012) ed è concentrata in particolare in 4 settori. Nell’ambito della scuola e formazione professionale (15,3 mln di euro quasi il 30%) il grosso degli interventi previsti sono per la qualificazione dei giovani – in particolare di quelli che hanno abbandonato la scuola –, per formare le persone alla ricerca della prima occupazione o che hanno perso il posto, per migliorare la professionalità di chi già lavora nelle imprese del territorio provinciale, per il lavoro e la professionalità dei lavoratori disabili, per il supporto al sistema scolastico in tutti i suoi gradi (diritto allo studio, potenziamento dell´offerta scolastica, ecc.). Per quanto riguarda la gestione del territorio (8,5mln il 16,5%) e tutela dell’ambiente (2.6 il 5%), oltre al settore viabilità e manutenzione sono comprese pianificazione e risorse naturali. Nell’ambito dello sviluppo economico (5.8mln l’11,5%) la maggioranza degli interventi riguardano l’agricoltura con i bandi previsti dal Prip destinati a rafforzare complessivamente il sistema delle aziende e le produzioni locali. Calano le spese per il personale di 1mln di euro (nel 2011 si erano spesi 400mila euro in meno) e diminuiscono anche le uscite per beni e prestazioni di servizi (- 2,6 mln). Il budget per incarichi esterni si abbassa del 15% (136 mila euro) e si rispettano i limiti di spesa per mostre, convegni e pubblicità (-80%), trasferte (-50%), gestione auto (-20%) e formazione del personale (-50%). Le entrate correnti - Calano anche le entrate correnti (-11,45%) stimate in 57mln di euro. Quelle tributarie, che sono la principale fonte di risorse per la Provincia, coprono il 67% del totale delle entrate. (nel quadriennio il calo è del 9%). E’ stata prevista una maggior entrata di 1,7 mln di euro determinata dall’aumento dell’Rc auto, possibilità stabilita sempre dal decreto sull’autonomia tributaria degli enti locali. Va rilevato che a differenza delle altre Provincie che hanno incrementato l’aliquota per il massimo consentito (3,5%) la Provincia di Parma ha deliberato un aumento del 1,5%.  
   
   
BOLZANO: PRECISAZIONI SULLE POLITICHE GIOVANILI: PROVINCIA PRESENTE CON INTERVENTI MIRATI  
 
Bolzano, 23 febbraio 2012 - Una rete di associazioni e di strutture formative, il coinvolgimento pubblico dei giovani in progetti mirati e di successo, gli interventi che si spostano dall’ambito della prevenzione a quello della valorizzazione: sono alcune delle linee portanti delle politiche giovanili della Provincia, "che quindi non sono assenti", dichiara l’assessore provinciale alla scuola e cultura italiana Christian Tommasini replicando a quanto affermato il 22 febbraio dal direttore del Forum Prävention Peter Koler ai microfoni della Rai regionale. In un passaggio dell’intervista al "Buongiorno Regione" della Rai regionale, l’ospite in studio Peter Koler, direttore del Forum Prävention, ha parlato tra l’altro di assenza delle politiche giovanili della Provincia e della mancanza di uno specifico concetto di giovane. A queste affermazioni replica il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini, competente anche nei settori scuola e cultura italiana, ricordando che "in questi anni le politiche giovanili si sono profondamente rinnovate ottenendo ottimi risultati in termini di partecipazione e di impatto sociale degli interventi." Tale rinnovamento ha seguito l´evoluzione delle politiche giovanili sia a livello europeo che italiano, "che hanno spostato l´asse degli interventi – spiega Tommasini – dall´ambito della prevenzione a quello della valorizzazione dei giovani attraverso il loro coinvolgimento pubblico in chiave democratica. In altre parole lo status di giovane è passato da potenziale disagio da prevenire a risorsa fondamentale da valorizzare per il rinnovo del contesto sociale." Nello specifico, ricorda l’assessore, "in Alto Adige queste linee di indirizzo sono diventate progetti concreti, che meglio di altro definiscono il nostro concetto di politiche giovanili." Le iniziative di successo sono molte: tra tutte il progetto Liberamente, progetto plurilingue che nasce per offrire ai giovani cultura e strumenti di partecipazione democratica. Altri esempi sono il Treno della memoria, progetto sulla memoria e la partecipazione dei giovani alla riflessione storica, il Festival delle resistenze, Upload per la musica, Giovani in scena per il teatro, Effetto notte per il cinema, il Cantiere delle parole (letteratura), il Festival studentesco (arti), solo per parlare degli esempi più noti nell´ambito della scuola e cultura italiana. "Ma soprattutto – vuole ribadire Tommasini – è attiva in tutta la provincia una rete di associazioni giovanili che limitare a tempo libero, come fa Koler nell´intervista, è assai riduttivo: i centri giovani si sono affermati come strutture formative non formali a pieno titolo e sono a tutti gli effetti presidi della democrazia sul nostro territorio." Proprio in queste strutture "i giovani esercitano la forza del dialogo, della responsabilità di sostenere le proprie idee ma anche la capacità di cambiarle attraverso il confronto. C´è sempre molto da lavorare, ma chi vuole considerare con obiettività quanto è stato avviato, specie negli ultimi anni, non può davvero parlare di assenza dell´intervento provinciale", conclude Tommasini.  
   
   
AUTO: I DATI DEL VENETO SONO I MIGLIORI D’ITALIA  
 
Venezia, 23 febbraio 2012 - “La Regione del Veneto ha sette auto di servizio in capo alla giunta e agli assessori. Erano 12 a inizio legislatura. Sono a noleggio e hanno una percorrenza media superiore ai centomila km. Se con il termine “auto blu” ci si riferisce a quelle ministeriali di grossa cilindrata, non ne abbiamo. Altre 34 automobili, di varia tipologia, sono attualmente a disposizione per i movimenti a fini istituzionali sul territorio della dirigenza e di tutto il personale della Regione, che per queste finalità non può usare la propria auto. Ne avevamo 38 e non ne è stata acquistata neppure una di nuova. Circa il 60% ha almeno sette anni di vita. La Regione ha, infine, ulteriori 266 mezzi utilizzati da Geni Civili, Servizi Forestali e altre strutture tecniche, per lo più per attività “di campagna”. Ma si vede che per qualcuno anche queste sono auto blu”. Il quadro del parco macchine a disposizione della Regione è stato delineato ieri dal vicepresidente Marino Zorzato, al termine della seduta della giunta, per fare chiarezza su quanto pubblicato da un quotidiano a diffusione nazionale in un articolo su questo tema con titoli e contenuto non corrispondenti alla realtà dei dati relativi al Veneto, segnalati in modo puntuale al ministero della funzione pubblica del governo Berlusconi. “Questi dati sono i migliori d’Italia – ha puntualizzato Zorzato – erano già buoni a inizio legislatura, ma ora sono ottimi e quindi almeno sul piano dell’informazione ci tenevamo a mettere i puntini sulle “i”. Non c’è Regione che, con cinque milioni di abitanti, abbia solo sette auto di servizio per la giunta e 34 per il personale. Ma non abbiamo intenzione di implementare il nostro parco macchine, anche se qualche volta siamo in difficoltà a tener dietro a tutte le richieste di mezzi”. “Non è vera neanche l’altra notizia che è passata – ha concluso - che abbiamo comprato, dopo l’entrata in vigore delle varie riforme che prevedevano limiti di cilindrata, auto nuove con cilindrata superiore ai 1900 cc. Dal momento che non ne abbiamo acquistate di nuove, il problema della cilindrata non si pone. E’ un settore su cui non siamo solo attenti, ma esageriamo nell’attenzione e queste precisazioni andavano fatte anche per rispetto dei dipendenti regionali che lavorano in questo campo con grande senso di responsabilità”.  
   
   
2011, CRISI BUONE E CRISI CATTIVE : RIPRENDE OSSERVATORIO SUL MONDO, IL CICLO DI CONFERENZE DEDICATO ALLA POLITICA ESTERA DIRETTO DA SERGIO ROMANO  
 
Milano, 23 febbraio 2012 - "2011, crisi buone e crisi cattive" è il titolo del primo incontro di Osservatorio sul Mondo, ciclo di incontri giunto ormai alla 15° edizione e realizzato dal Centro di Politica Estera dell´Università degli Studi di Milano, grazie al sostegno di Assolombarda, Ispi e Telecom. Crisi buone e crisi cattive che hanno attraversato il mondo in un 2011 ricco di cambiamenti negli equilibri internazionali. L´incontro propone una panoramica su Europa, Russia, Stati Uniti, Medio Oriente, Cina e Giappone; interverranno Paolo Calzini, Janiki Cingoli, Carlo Filippini, John Harper e Sergio Romano. I perché di una iniziativa - Da diversi anni a questa parte, e a maggior ragione dopo la fine della guerra fredda, la pubblica opinione s´interroga sul significato, sul valore e i limiti, di un mondo che da un lato è sempre più interdipendente e dall´altro presenta tensioni e divisioni logoranti e di difficile soluzione. Partendo da questa constatazione il Centro per gli Studi di Politica Estera e Opinione Pubblica promuove questo ciclo di conversazioni su argomenti di attualità politica internazionale considerati in una più ampia prospettiva storica. L´iniziativa si rivolge a un pubblico composto non da specialisti, ma da coloro che a vario titolo nutrono interesse per gli avvenimenti della vita internazionale, e che desiderano approfondire le informazioni di cui già dispongono attraverso i media. Ciascun incontro consisterà quindi in una conversazione fra Sergio Romano e un esperto scelto di volta in volta a seconda del tema, alla quale seguirà l´analisi del fatto del giorno ed il dibattito con la partecipazione del pubblico. La conversazione, il cui tema sarà scelto, di volta in volta, tra gli eventi di maggior interesse ed attualità dello scenario internazionale, verrà accompagnata da una scheda informativa che verrà distribuita a tutti i partecipanti. La scheda ricostruirà il contesto storico, politico e geografico dell´avvenimento oggetto della conferenza, anche attraverso una breve bibliografia e una succinta cronologia dei fatti. Giovedì 23 febbraio 2012 - ore 17. Auditorium Assolombarda, via Pantano 9, Milano. Per informazioni: www.Osservatoriosulmondo.com  polestra@unimi.It    
   
   
BOLZANO: KASSLATTER MUR A ROMA, PRESENTATO IL SISTEMA DELL´APPRENDISTATO ALTOATESINO  
 
Bolzano, 23 febbraio 2012 - L´apprendistato è al centro di un progetto di riforma a livello nazionale, e il modello altoatesino è considerato uno degli esempi da seguire. L´assessore Sabina Kasslatter Mur ha presentato il 21 febbraio a Roma le caratteristiche del sistema provinciale, chiedendo che in futuro vengano riconosciute a livello nazionale tutte le 105 qualifiche professionali offerte in Alto Adige. La riforma dell´apprendistato è stato il 21 gennaio l´argomento al centro della riunione della Commissione formazione e lavoro della Conferenza Stato-regioni. All´incontro di Roma ha partecipato anche l´assessore Sabina Kasslatter Mur, che ha presentato i progetti e le richieste della Giunta provinciale in tema di formazione professionale. Durante il suo intervento la Kasslatter Mur ha sottolineato "il valore aggiunto rappresentato dal sistema della formazione duale, che nelle altre regioni italiane risulta pressochè sconosciuto". Proprio il modello altoatesino è considerato uno degli esempi da seguire a livello nazionale nel percorso di riforma del settore. Tra le caratteristiche del sistema altoatesino, l´assessore provinciale ha citato i tirocini stagionali degli apprendisti, "che rappresentano basi fondamentali per la formazione professionale soprattutto nel settore alberghiero e della ristorazione. Ci auguriamo - ha proseguito la Kasslatter Mur - che questa opportunità venga mantenuta anche in futuro". A proposito di futuro, l´assessore Sabina Kasslatter Mur ha chiesto che le 105 qualifiche che compongono l´offerta della formazione professionale altoatesina vengano riconosciute in futuro su tutto il territorio nazionale. La presidente della Commissione, Stella Targetti, ha assicurato che tutti i temi saranno oggetto di trattative con i Ministeri competenti, ovvero quelli dell´istruzione e del lavoro. Ultimo punto affrontato dalla Kasslatter Mur è stato quello delle borse di studio: l´assessore altoatesino ha chiesto che non venga inasprita la pressione fiscale, proposta appoggiata da tutte le altre Regioni che la presenteranno al tavolo delle trattative con il governo.  
   
   
LA “SCUOLA DELLE DONNE” SI PRESENTA A PARMA L’INCONTRO VENERDÌ 24 A PALAZZO GIORDANI  
 
 Parma, 23 febbraio 2012 - Sarà presentata venerdì 24 alle 17,30 a Palazzo Giordani, nella sala A, la “La scuola delle donne” iniziativa promossa dall’Associazione “Sacre terre delle donne” e patrocinata dalla Provincia di Parma. Nata dall’esperienza che le donne dell’associazione conducono da diversi anni nell’ambito della ricerca sul femminile finalizzata a un cambiamento radicale della cultura e della società la scuola va in questa direzione: rendere consapevoli le donne delle qualità intrinseche del femminile, del loro “valore”, proponendo una serie di attività di carattere diversificato, da incontri divulgativi e formativi, a percorsi di crescita e trasformazione, a laboratori esperienziali e attività spirituali. All’incontro di presentazione interverranno Marcella Saccani, assessore alle Pari Opportunità della Provincia che patrocina l’iniziativa, Giovanna Tanzi vicepresidentessa dell’associazione Sacre Terre. Cos’è la scuola delle donne e a chi si rivolge - Tre le aree su cui la scuola interverrà. La prima mira a aumentare la conoscenza sul ruolo della donna nella trasformazione culturale. Il programma è intitolato “Caterina e Ipazia” due figure emblematiche sia per il mito che per la storia, ovvero Santa Caterina d’Alessandria, anche patrona della località in cui ha sede il villaggio Sacreterre e Ipazia d’Alessandria, filosofa e scienziata. Il secondo ramo d’attività riguarda il lavoro interiore di trasformazione e porta il nome di Ecate, l’antica dea madre preellenica, figura che chiama a creare una nuova vita. Con il terzo programma “Antenate” – condotto dalle componenti dell’Associazione- si intende ricercare la connessione con la tradizione arcaica, puntando a recuperare la conoscenza tramandata per generazioni da nonne e madri di grande saggezza. La scuola delle donne si rivolge a donne di tutte le età e la sezione dedicata agli incontri culturali divulgativi è aperta anche agli uomini. Sarà anche attivato un programma specifico rivolto alle giovanissime, ispirato alla volontà di creare un ponte fra le generazioni, tale da non lasciare sole le ragazze nel delicato processo di diventare donne. Alle attività della scuola collaboreranno esperte sulle tematiche femminili a livello internazionale come Luciana Percovich, Francesca Rosati Freeman  
   
   
PARI OPPORTUNITA´:CHIODI, RISORSE SU OBIETTIVI STRATEGICI  
 
Pescara, 23 febbraio 2012 - "In un momento economicamente difficile come quello che stiamo vivendo, ritengo che vada valutata in maniera positiva la scelta di convogliare risorse su obiettivi strategici, evitando di disperderle dietro iniziative isolate e prive di contenuti così come avveniva nel passato. Razionalizzare la spesa anche in un settore come quello delle pari opportunità è certamente un dovere, ma rappresenta anche un´opportunità per crescere ed oltretutto, consente di evitare sterili strumentalizzazioni sull´argomento". E´ il commento del presidente della Regione, Gianni Chiodi, all´indomani dell´incontro avuto con la Consigliera di parità regionale Letizia Marinelli e all´assessore al ramo, Federica Carpineta, incontro allargato ai Presidenti delle Commissioni Pari Opportunità regionale, provinciali e comunali ed alle Consigliere di parità provinciali. "Ho apprezzato la concretezza della proposta della Consigliera di parità regionale, Letizia Marinelli, di creare una rete "rosa" tra Istituzioni e organismi di rappresentanza di genere per una affermazione reale della cultura delle Pari opportunità: l´unica in grado di incidere realmente sul tessuto sociale. Si tratta di un metodo di lavoro che consente - prosegue Chiodi - di eliminare gli individualismi e crea, invece, le premesse per il perseguimento di un fine collettivo verso il quale dobbiamo convergere tutti insieme". Infine, Chiodi, al pari dell´assessore alle Pari Opportunità Carpineta, si mostra in via di principio favorevole all´ipotesi di introduzione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale. "Il percorso per approdare ad un simile obiettivo - ha concluso il Presidente della Regione -, inutile nascondersi dietro un dito, non sarà semplice poiché dipenderà dalla combinazione di diversi fattori. In ogni caso, la politica deve compiere ogni sforzo per individuare soluzioni il più possibile condivise e rispondenti ai sentimenti ed alle aspettative della società abruzzese. Interessante la proposta formulata dalla Consigliera di Parità della Regione, - ha continuato il Presidente - sulla necessaria revisione degli statuti regionali, comunali e provinciali al fine di aumentare la rappresentanza politica delle donne". In attesa della costituente rete, il prossimo appuntamento è fissato per il giorno venerdì 24 alle ore 11 presso la sala d´Ascanio della Regione Abruzzo a Piazza Unione, con la conferenza stampa del Cpo di Teramo.