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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Maggio 2013
Politica
LUCE VERDE PER LANCIARE I COLLOQUI FORMALI SU BILANCIO UE PER IL PERIODO 2014-2020  
 
Bruxelles, 8 maggio 2013 - Un incontro il Lunedi sera (6 maggio) tra il Presidente della Commissione José Manuel Barroso, Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz e Taoiseach Enda Kenny per la Presidenza irlandese del Consiglio ha concluso la fase di stallo in corso e ha spianato la strada per avviare negoziati politici sul futuro bilancio dell´Unione europea 2014-2020 tra Consiglio, Parlamento e Commissione e su un bilancio rettificativo per il 2013. Nel corso della riunione è stato concordato quanto segue: Per avviare negoziati formali sul futuro bilancio 2014-2020 e in parallelo a negoziare sul progetto di bilancio rettificativo per il 2013 che sarà approvata in due fasi. La Presidenza del Consiglio ha presentato una proposta di una prima tranche di 7,3 miliardi di euro, che sarà presentata al Consiglio Ecofin per l´approvazione il 14 maggio. Questa cifra è 3,9 miliardi di euro al di sotto del 11,2 miliardi di euro proposto dalla Commissione il 27 marzo come il minimo necessario per far fronte agli obblighi finanziari dell´Ue nel 2013. Eur 11,2 miliardi di euro è anche la quantità ancora disponibile sotto il massimale che può essere accettato a maggioranza qualificata. La Presidenza del Consiglio collaborerà con gli Stati membri su un impegno politico per quanto riguarda la seconda tranche e su come verranno rispettati gli obblighi rimanenti da inizio autunno. I presidenti del Parlamento europeo e la Commissione hanno sottolineato la necessità di Eur 11,2 miliardi. I negoziati sul futuro bilancio inizierà con un dialogo a tre il 13 maggio, sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo del febbraio 2013, concentrandosi su quattro punti principali: Flessibilità - Una clausola di revisione - Risorse proprie - Unità di bilancio Si è inoltre convenuto di accelerare i negoziati sul nuovo statuto per tutti i dipendenti dell´Ue in linea con le decisioni prese dal Consiglio europeo. Entrambi i negoziati sul futuro bilancio e il progetto di bilancio 2013, che modifica dovrebbero convergere più rapidamente possibile - ma nessun accordo senza un accordo su tutto. Il Presidente del Parlamento europeo ha ricordato la risoluzione del Parlamento europeo del 13 marzo 2013 sul futuro bilancio, in cui si afferma che "il Parlamento europeo non concluderà i negoziati prima dell´adozione definitiva da parte del Consiglio e del Parlamento di questo bilancio rettificativo".  
   
   
DISCORSO DI APERTURA ALLA CONFERENZA SUL PIANO PER UNA VERA E PROFONDA EMU (UNIONE MONETARIA EUROPEA)  
 
Bruxelles, 8 maggio 2013 Di seguito l’intervento di ieri di José Manuel Durão Barroso Presidente della Commissione europea, alla Conferenza sul Piano per un Progetto di una vera e profonda conferenza Uem / Bruxelles, 8 maggio 2013 - Caro Jean-claude Grazie, ministro Vitor Gaspar, Illustri membri del Parlamento europeo, dei parlamenti nazionali, ambasciatori, ospiti, signore e signori, ´La strategia più pericolosa,´ Benjamin Disraeli una volta ha detto, ´è di saltare un abisso in due salti. Questo, si deve ora ammettere, con il senno di poi, è ciò che sta accadendo in quanto i paesi della zona euro originariamente istituiti l´unione economica e monetaria: mentre il salto verso l´unione monetaria è stata presa, la gamba economica dell´Uem è rimasta indietro. Le conseguenze di questo non sono state del tutto previste, al momento, il che è comprensibile. Come in tutti i grandi progetti di questa natura, i successi e le carenze diventano visibili solo quando il progetto è in corso di attuazione. Lo sviluppo di Emu inoltre mostra chiaramente che, invece di problemi concettuali, è stata soprattutto la non corretta applicazione delle norme che portano ad un malfunzionamento di questo dell´Uem. Allo stesso tempo, la realtà economica ha superato rapidamente le istituzioni pubbliche e il pensiero accademico. Dal lancio dell´Uem, l´integrazione finanziaria ha accelerato in misura mai vista o anche immaginato prima. La conseguente asimmetria tra mercati finanziari integrati, da un lato e un´architettura stabilità finanziaria ancora segmentati a livello nazionale, dall´altro, era di avere conseguenze di vasta portata. Le carenze nascoste di questo set-up è diventato chiaro con le ricadute della crisi finanziaria. Poi le carenze nella concezione iniziale della Uem divennero evidenti. Prima della crisi, l´unione monetaria ha fornito un senso ingiustificato di sicurezza, schermatura stati membri dalle pressioni dei mercati contro il loro comportamento economico e di bilancio molto spesso inetta. Allo stesso tempo, il set-up era insufficiente e gli incentivi troppo deboli per motivare gli Stati membri a far passare le riforme economiche hanno chiaramente bisogno. Tutto questo tappezzata sopra i problemi della concorrenza e l´irresponsabilità di bilancio di alcuni governi. E ´solo dopo che l´Europa ha imparato, a mie spese, che il quadro sbilanciato e norme indebolite dell´Uem erano impari al compito di gestire l´economia dell´area euro in tempi di maggiore interdipendenza e di insicurezza. Non dobbiamo sottovalutare fino a che punto il contesto globale è evoluta da allora la concezione della Uem. La globalizzazione e l´interdipendenza economica ha cambiato radicalmente il nostro modo di lavorare, la tecnologia sta cambiando il nostro modo di vivere e fare business, l´integrazione finanziaria ha registrato progressi su scala imprevisto. Le decisioni da parte dei governi nazionali, ma anche la salute economica del settore bancario e societario, e delle famiglie in uno specifico paese, indipendentemente dalla sua dimensione economica, hanno un forte impatto sulla situazione in altre parti della Uem. Questa è la nuova realtà della crisi ha portato alla luce. Ha dimostrato che l´Uem, come è stato progettato, si era infatti diventata obsoleta. Dobbiamo adattare il nostro quadro politico e istituzionale per affrontare efficacemente questa realtà, o sarà senza pietà che fare con noi. Creeremo nuove certezze, o subire l´incertezza per qualche tempo a venire. Abbiamo indubbiamente bisogno di una versione profondamente rivista, un´unione economica e monetaria vera e profonda. Signore e signori, Trattare con il ´lavoro incompiuto di Maastricht´, come si poteva chiamare, ha dimostrato di essere difficile e impegnativo lavoro. Per il momento la crisi finanziaria scoppiata dall´altra parte dell´Atlantico, un certo numero di paesi della zona euro aveva sviluppato debolezze che trasformerebbe la crisi finanziaria mondiale in una crisi del debito sovrano europeo: erano in ritardo in termini di competitività, che avevano accumulato grandi privato e debiti pubblici, e gli squilibri macroeconomici stavano crescendo al di là del loro controllo. La scarsa supervisione del settore finanziario e insufficiente rispetto dei criteri del Patto di stabilità e crescita ha permesso alla situazione di scivolare drammaticamente. Questo ha reso le economie particolarmente vulnerabili quando la crisi ha colpito. Attraverso effetti di contagio che sono stati anche sottovalutati al momento, questo ha reso l´intera zona euro particolarmente vulnerabile, ma anche l´Unione europea nel suo complesso. In sostanza, questo non è stato - questo non è - una crisi dell´euro, ma una crisi economica e finanziaria nei singoli paesi che condividono la stessa valuta e quindi l´impatto sulla zona euro nel suo complesso. In effetti, l´euro rimane una valuta credibile, stabile e forte. E la crisi finanziaria non è stata, inoltre, euro-specifico, perché colpito i paesi della zona euro e al di fuori, all´interno dell´Unione europea e al di fuori, come il caso dell´Islanda mostra chiaramente. L´economica, finanziaria, ma anche, in alcuni casi, la crisi sociale profonda è stata il risultato della combinazione di irresponsabilità di una parte significativa del settore finanziario con un debito pubblico insostenibile aggravanti e la mancanza di competitività strutturale in alcuni Stati membri. L´unione monetaria assorbito alcune delle scosse - come è stato destinato a fare - ma è esso stesso gravemente scosso come risultato, ed è il caso di dire che, mentre questo non è una crisi della zona euro in quanto tale, e non era certo creato dal l´Unione europea, ma ha posto molto specifiche sfide - sul piano economico, ma anche istituzionalmente e politicamente - per la zona euro e implicitamente alla nostra Unione europea. Quindi il ruolo delle istituzioni europee è stato - ed è - non è semplicemente quello di riformare se stessi, ma per sostenere la riforma degli Stati membri, sia nel settore pubblico e il settore privato, che aveva infatti resistito riforme da troppo tempo. La revisione del nostro ruolo, delle responsabilità e delle istituzioni può essere visto solo alla luce di questo triangolo delle Bermuda di imprudenza privata, indulgenza pubblico e inefficienza economica dove le nostre prospettive di crescita immediati scomparsi. L´eventuale successo dei nostri sforzi dipende il progresso costante che facciamo su tutti e tre i fronti. Non voglio, signore e signori, soffermarsi troppo a lungo sull´analisi di ciò che è andato male prima della crisi e su tutto ciò che è accaduto dopo. Ma è importante sottolineare che abbiamo percorso una lunga strada da allora, passo dopo passo, per affrontare alcune delle principali incongruenze e problemi nella Uem. Abbiamo bisogno di non essere timido circa la risposta dell´Europa alla crisi e dobbiamo tenere presente la rilevanza e la logica alla base di questi passaggi: L´area dell´euro ha ora un meccanismo permanente di risoluzione delle crisi, il meccanismo europeo di stabilità, con la capacità di fornire assistenza finanziaria per la somma di circa € 700 miliardi ai paesi in difficoltà finanziaria. Infatti una delle principali carenze della costruzione iniziale Uem era l´inesistenza di un tale meccanismo. Dopo aver permesso alla Grecia di difetto avrebbe avuto conseguenze disastrose per la zona euro nel suo complesso. Si è deciso, e giustamente, per sostenere la Grecia, nonostante l´assenza di meccanismi ben definiti per farlo. Ma è stato fatto! E poi il Efsm e l´Efsf sono stati creati, come predecessori del Mse, che ora è un istituto basato trattato. Passi decisivi sono stati anche riportati sul fronte della governance economica. Con il ´six pack´, una serie di misure per rafforzare il follow-up e l´attuazione di dal dicembre 2011, il Patto di stabilità e crescita, in vigore, e la ´due pack´, che rafforza ulteriormente il controllo e il coordinamento dei bilanci nazionali e che entrerà in vigore alla fine di questo mese, abbiamo notevolmente cambiato il modo in cui le politiche economiche e di bilancio degli stati membri sono valutati, coordinate e, se necessario, riveduto. Con la nuova procedura per gli squilibri macroeconomici, situazioni deragliare come abbiamo visto, in alcuni Stati membri di recente non sarebbe successo. Invece del sistema incompleta di riesaminare le politiche economiche che avevamo prima, ora abbiamo, strumenti proattivi e correttive armato, comprese eventuali sanzioni, per essere assolutamente sicuri che i governi agiscano in modo responsabile. E la Commissione europea sta attuando e continuerà ad attuare questo nuovo quadro in modo coerente e molto determinato. Il semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche, che culmina con l´adozione delle raccomandazioni specifiche per paese prima dell´estate, consente un approccio globale per le riforme necessarie per aumentare la competitività, rafforzare la crescita e creare le condizioni in modo tanto necessaria per la creazione di posti di lavoro. Con la firma del Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance, gli Stati membri sono giuridicamente sottolineato il loro impegno per pareggio di bilancio e insediato supervisione molto più forte da parte della Commissione. E ´interessante notare che, anche in un tale strumento che è stato progettato come uno strumento intergovernativo, gli Stati membri hanno convenuto di dare più competenze alla Commissione come istituzione sovranazionale. Un elemento tecnico, ma comunque cruciale è la riforma del sistema statistico dell´Unione europea. Anche prima della crisi, la Commissione europea ha messo in guardia che la qualità e la credibilità dei dati fiscali raccolte dagli Stati membri a volte lasciato molto a desiderare. Nel 2005, durante la mia prima Commissione, abbiamo presentato una proposta per rafforzare il mandato di Eurostat, che è stato osteggiato e poi notevolmente annacquato dagli Stati membri in quel momento. Lo stesso è accaduto con una nuova proposta che abbiamo fatto nel 2007, e alla fine ci sono voluti gli stati membri fino al 2012 per accettare le regole solide e forti meccanismi di monitoraggio per garantire l´indipendenza, l´integrità e la responsabilità delle autorità statistiche. Con le regole e gli strumenti che abbiamo oggi, una situazione come quella che abbiamo inaspettatamente e spiacevolmente si trovano in Grecia nel 2010, non hanno bisogno di avere successo o almeno non su quella scala. Signore e signori, Molti progressi sono già stati compiuti nel corso degli ultimi due anni, più di chiunque altro avrebbe ritenuto possibile prima, e questi sono certamente passi importanti per muoversi verso l´unione economica. Ma concentrarsi sulle singole riforme istituzionali eravamo ancora manca un quadro più ampio dei cambiamenti - o anche più - un senso di scopo - ad andare avanti sulla strada per completare il disegno della Uem. Con il suo progetto, la Commissione europea colma questa lacuna e guida il giorno di una unione economica e monetaria vera e profonda. Il nostro scopo principale è quello di presentare la visione politica che giustifica il cambiamento istituzionale nel breve termine, costruisce la consapevolezza politica e di leva, a medio termine, e lancia un dibattito pubblico anche sul nostro periodo più lungo. Questa visione è completato con una descrizione della meccanica della nuova e migliorata versione della Uem. Questo approccio globale si basa su principi chiave che devono essere accolta al fine di approfondire l´Uem, mentre allo stesso tempo preservare l´integrità dell´Unione europea in generale. Questo è circa l´Uem, ma per l´Ue nel suo complesso. In primo luogo, l´area dell´euro è un prodotto dei trattati, e il suo approfondimento dovrebbe essere fatto anche nel quadro istituzionale e giuridico dei trattati. Muovendo al di fuori di tale quadro non porterebbe solo rischi di frammentazione giuridica, ma anche compromettere responsabilità democratica, oltre ad aumentare la complessità generale del sistema e della mancanza di leggibilità molte delle decisioni. In secondo luogo, l´approfondimento della Uem deve principalmente e pienamente sfruttare il potenziale degli strumenti a livello dell´Ue, fatta salva l´adozione di misure specifiche per l´area dell´euro. Ogni volta che giuridicamente possibile, misure mirate a gli attuali membri della zona euro dovrebbero essere aperti alla partecipazione di altri Stati membri. Dobbiamo ricordare che l´attuale configurazione della zona euro è solo temporanea, poiché tutti gli Stati membri, ma due sono destinati a diventare membri a pieno titolo dell´Uem ai sensi dei trattati. E in terzo luogo, si muove verso una vera e propria Uem dovrebbero principalmente essere effettuate attraverso la legislazione secondaria. Modifica del trattato dovrebbe essere contemplato solo dove e quando necessario e dopo un´attenta preparazione. La maggior parte degli elementi costitutivi del Uem nel medio termine, tuttavia, va al di là di ciò che è possibile in base al trattato attuale. La Commissione, pertanto, presentare le proprie opinioni e idee espliciti di modifica del trattato in modo per loro di essere discusse prima delle elezioni europee. Questi principi ci dovrebbero fornire la guida tanto necessaria sulla via da seguire, soprattutto quando si prepara per le questioni particolarmente sensibili e politicamente ambizioso a lungo termine o di indirizzamento sulla strada verso una banca vera e profonda, unione fiscale ed economica che discuterete anche in dettaglio oggi. Il Programma stabilisce anche le grandi questioni di cui ci atterrare alla fine, e come avanzare su tutti i fronti contemporaneamente. Unione fiscale, unione bancaria e unione politica, tutti e tre necessità di andare avanti insieme, attraverso ogni fase dello sviluppo della Uem. Perché se la crisi, in questa fase, ha fatto una cosa chiara, è che la governance economica, la legittimità democratica e gli impegni sociali devono andare avanti di pari passo, al passo con gli altri. Ma questo può essere raggiunto solo attraverso un pubblico dibattito fondamentale su quanto vogliamo andare con la nostra integrazione politica e di quanto siamo disposti e in grado di andare a riformare le nostre istituzioni politiche. Tutto ciò che è la vera sfida che abbiamo di fronte oggi, e ´piuttosto un formidabile uno. Signore e signori, Dal momento che abbiamo presentato il Blueprint su una profonda e genuina Uem scorso novembre, la Commissione ha lavorato duramente per preparare i prossimi passi, le iniziative immediatamente necessari che possono ancora essere intraprese prima delle elezioni europee, e senza modifiche al trattato, di sviluppare ulteriormente il nostro quadro di riferimento per la governance economica e di sostenere la riforma economica: La prima priorità è stata quella di costruire un sindacato bancario. E sono felice che ora questa espressione è più o meno d´accordo. Mi ricordo che all´inizio, quando abbiamo parlato di questo, si è riunito con la forte resistenza. Con l´accordo su un meccanismo di controllo unico, che affida alla Banca centrale europea, con la responsabilità di supervisionare la gestione della banca in tutta la zona euro, stiamo mettendo in atto il primo elemento principale di una vera unione bancaria. Ancora una volta, questa è una cosa per la quale non vi era alcuna appetito o slancio politico prima della crisi, che sta diventando realtà. Se già in atto sarebbe probabilmente potuto evitare un dramma sulla scala di Cipro. Già prima della crisi, nel maggio 2008, la nostra relazione Emu @ 10 ha dichiarato: ´In contrasto con la tendenza all´accelerazione dell´attività finanziaria transfrontaliera nell´Ue e nell´area dell´euro, le modalità per la stabilità finanziaria sono state relativamente statica e restano prevalentemente nazionali- base. Il risultato è l´inefficienza nel quadro di vigilanza finanziaria e di gestione delle crisi, il che implica la possibilità di una risposta inadeguata ai rischi di contagio all´interno di un sistema finanziario integrato ´. Poco dopo, questa inefficienza e quei rischi di contagio abbiamo messo in guardia circa diventato dolorosamente visibile. E ora, stiamo rivedendo il quadro statico e nazionali a base, perché un sistema finanziario integrato richiede semplicemente un sistema integrato di vigilanza bancaria e risoluzione. Nella stessa logica, dobbiamo anche andare oltre, al di là del meccanismo unico di vigilanza. Il legame tra debito sovrano e debito bancario si deve rompere una volta per tutte. Dobbiamo porre fine al circolo vizioso per cui l´uso dei fondi dei contribuenti per salvare le banche - tutto compreso, con garanzie, più di € 4500000000000 finora - indebolisce governi budget, mentre le banche sempre più avversi al rischio fermare i prestiti alle imprese che hanno bisogno di fondi, minando l´economia ancora di più. Una vera e propria unione economica e monetaria ha bisogno di regole comuni, la responsabilità condivisa per polizia il settore bancario e l´intervento congiunto in caso di crisi bancarie. Un codice unico per i servizi finanziari nel mercato unico è ormai consolidata, rafforzando la capacità di ripresa del settore bancario europeo di assorbire gli shock economici. Il meccanismo unico di vigilanza è concordato, mettendo in atto l´architettura per il controllo coordinato e coerente in tutta la zona euro. Sulla base di questo, abbiamo bisogno di un meccanismo unico Risoluzione in caso migliori banche e una migliore vigilanza devono ancora rivelarsi insufficienti, per essere in grado di stabilizzare efficacemente il settore finanziario, di beneficiare di economie di scala e ad impedire esternalità negative derivanti da decisioni puramente nazionali . La Commissione verrà fuori con la sua proposta il mese prossimo. Nel mese di marzo, abbiamo presentato alcune idee sul cosiddetto coordinamento ex ante delle principali piani di riforma economica negli Stati membri, al fine di tener pienamente conto di possibili effetti di ricaduta che possono avere sugli altri. Abbiamo anche avviato il dibattito su uno strumento di convergenza e competitività, che è l´esempio più concreto di coniugare responsabilità individuale degli Stati membri ´, da un lato, evidenziato nei benchmark vincolanti e tempi per i piani di riforma specifiche, e dall´altro vera solidarietà mano con gli Stati membri che subiscono una particolare stress economico. Questo nuovo strumento, che potrebbe essere stato progettato sulla base di alcuni strumenti esistenti nel quadro del rafforzamento della governance economica, dovrebbe includere garanzie contro il rischio morale di riforme in quasi premiati perché sono in ritardo, ma potrebbe anche aiutarci di Catch-22 situazione in cui molti paesi si sentono intrappolati, lottando per trovare fondi e sostegno per le grandi riforme economiche, perché sono in uno stato così male economicamente. Un altro importante filone di lavoro è la dimensione sociale della Uem. Stiamo lavorando su una migliore integrazione degli indicatori sociali e una maggiore partecipazione delle parti sociali nel semestre europeo, pur mantenendo il processo coerente e razionale. Questo coinvolgimento delle parti sociali nei dibattiti politici e decisionali europei è fondamentale, sia attraverso meccanismi di livello europeo e di instaurare legami con partner nazionali. Abbiamo bisogno di rivedere i processi esistenti per la consultazione delle parti sociali a livello Ue - il dialogo macroeconomico, vertice sociale trilaterale, comitato per il dialogo sociale, lo scambio trilaterale di opinioni e, se necessario, introdurre nuove forme coerenti di consultazione. La Commissione presenterà alcune proposte in questo settore prima dell´estate. Signore e signori, Il sottotitolo del nostro Blueprint è ´lancia un dibattito europeo´. Questo è importante da notare perché non abbiamo né l´intenzione o l´insolenza di suggerire che abbiamo tutte le risposte. No - vogliamo avviare e alimentare un dibattito democratico con il Parlamento europeo, i membri dei parlamenti nazionali, governi, studiosi, uomini di cultura e di pensatori, cittadini, su cui il futuro dell´Europa dovrebbe mentire. Vogliamo mettere tutti gli elementi sul tavolo, in modo chiaro e coerente, anche se alcuni di loro possono sembrare fantascienza politica oggi. Essi saranno in realtà nel giro di pochi anni, prima di quanto si possa pensare. Non solo vogliamo essere pronti per quando ciò accade, ma anche noi abbiamo l´ambizione di garantire la legittimità democratica delle decisioni prese. Questo è anche il ruolo della Commissione europea, per avanzare idee, per preparare il terreno e di fornire una visione coerente. Sono felice di notare che il Blueprint è seguita da dibattiti aperti al Consiglio, al Parlamento europeo e in un certo numero di Stati membri, alcuni dei quali possono anche organizzare una conferenza nazionale sul Blueprint, simile a questo evento. Il fatto che, per esempio, il mese scorso uno dei filosofi più importanti e rispettati in Europa, Jürgen Habermas, di cui il Blueprint come "il documento prima più dettagliato in cui l´Unione Europea sviluppa una prospettiva di riforme a medio e lungo termine che vanno oltre il presente "e il fatto che Habermas ha utilizzato come base per le sue idee sulla visione più ampia per l´Europa, rafforza la mia convinzione che questo dibattito possa progredire oltre i confini delle istituzioni europee o oltre i confini di Bruxelles e Strasburgo. Un dibattito pubblico veramente europea è necessario per sostenere l´unione politica intensificata che è un complemento fondamentale per l´integrazione fiscale ed economica. Legittimità e responsabilità democratica in Europa devono tenere il passo con il suo accresciuto ruolo e il potere, e spero che l´ultimo pannello tardi oggi mostrerà i molteplici modi per fare questo. Una maggiore integrazione economica avrebbe trascendere i limiti del metodo intergovernativo di gestire l´Unione europea e la zona euro, in particolare, in modo da garantire la legittimità democratica è sempre più una priorità. In questo contesto, il ruolo del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali sarà fondamentale. Soprattutto, il sostegno pubblico per l´Europa richiede un cambiamento di atteggiamento leader politici per creare una sfera politica veramente europea. Un´unione europea full-grown non può fare a meno di un dibattito democratico maturo. Per quanto difficile possa essere quello di convincere i cittadini in tempi di crisi, tuttavia è difficile da spiegare decisioni spesso tecnici e, a volte molto impopolare, non c´è altra scelta, in una democrazia. L´europa sarà aperta e democratica, o fallirà. Questo è il motivo per cui credo che le forze principali della politica europea deve prendere l´iniziativa, devono lasciare la loro zona di comfort per accogliere e abbracciare questo dibattito, piuttosto che abbandonare lo slancio per euroscettico o forze eurofobiche. Se si crede nella capacità di ripresa democratica dell´Europa, se si prende sul serio i cittadini europei, si deve combattere con argomenti razionali e convinzioni incrollabili - e di essere convinti, come lo sono io personalmente, che questi vinceranno il dibattito per noi alla fine. Signore e signori, Il mondo è andato avanti da quando abbiamo istituito l´Unione economica e monetaria. Che 20 anni fa è stato un grande passo in avanti, ora è stato superato da rapide evoluzioni nella tecnologia, nell´economia e nelle nostre società. Interdipendenza economica dell´Europa - così sorprendentemente evidenziato dalla crisi finanziaria - chiede una maggiore integrazione politica. Noi non cavarsela con soluzioni poco convinti più, e le istituzioni a metà integrato dovrà più fare. Noi non riconquistare la fiducia degli investitori se permettiamo che lo slancio per la riforma di scivolare ancora una volta. Non servire i nostri cittadini se non facciamo quello che dobbiamo fare - tutto questo - e di farlo bene. Questa è la sfida che abbiamo di fronte. E anche se si tratta di una sfida seria, in un contesto problematico e con un dibattito democratico riscaldata circa le decisioni che dobbiamo prendere, sono assolutamente convinto che riusciremo a trasformare l´Unione europea in modo che esso è in grado di affrontare le esigenze di questo 21 ° secolo. Vi ringrazio molto per la vostra attenzione. E vi auguro un dibattito molto ricco e interessante.”  
   
   
IL FUTURO DELL´UEM: L´APPROFONDIMENTO DEL DIBATTITO  
 
 Bruxelles, 8 maggio 2013- Di seguitio l’intervento di ieri di Olli Rehn Vice-presidente della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli Affari economici e monetari e l´euro, al Convegno "Il Piano per una Emu profondo e genuino; discutere il futuro economico, monetario, bancario e politico sindacale": “Signore e Signori, Permettetemi di prendere a calci questo pannello spento collegando la riforma della governance dell´Uem alle attuali politiche e sfide economiche dell´Ue, in particolare della zona euro. A mio avviso, la lunga durata della Uem può essere garantita solo a condizione che il breve termine è su una solida e sostenibile base. Venerdì scorso ho presentato le nostre previsioni economiche di primavera, che forniscono una base per le raccomandazioni politiche nell´ambito del semestre europeo. Dopo una prolungata recessione, ci aspettiamo che l´economia dell´Ue per stabilizzare nel primo semestre di quest´anno, con una crescita guadagnando ulteriore slancio il prossimo anno. Purtroppo, la disoccupazione dovrebbe rimanere al livello insostenibile del 11% nell´Ue e il 12% nella zona euro quest´anno. Ci aspettiamo una graduale inversione di tendenza per iniziare solo il prossimo anno, come il recupero raccoglie terra. Di fronte a questa sfida, dobbiamo fare tutto il necessario per superare questa crisi, la disoccupazione. Ogni istituzione Ue avrà bisogno di lavorare all´interno del proprio mandato, ogni Stato membro sia le proprie sfide e congiuntamente insieme sulle nostre sfide economiche e occupazionali comuni. Mix di politiche dell´Ue è focalizzata sulla crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. La politica monetaria è accomodante e rimarrà tale. In politica fiscale, il consolidamento è continuato, anche se a un ritmo più lento, pur garantendo la sostenibilità a medio termine delle finanze pubbliche. Il ritmo più lento di consolidamento è stato reso possibile da tre fattori, che sono profondamente legati alla riforma della governance dell´Uem: in primo luogo, la maggiore credibilità della politica di bilancio che gli Stati membri dell´area dell´euro hanno raggiunto dal 2011; che, in secondo luogo, ha ridotto i rischi macro-finanziari e ha permesso alla Bce di agire ulteriormente determinante per stabilizzare i mercati e In terzo luogo, la riforma della governance economica europea, che ora fornisce un quadro di medio termine efficace per un aggiustamento fiscale progressivo e l´avanzamento delle riforme strutturali. Quindi, dobbiamo risolvere la trappola della liquidità corrente, o la trappola finanziamento di famiglie e imprese, in particolare nel sud dell´Europa, utilizzando tutti i possibili modi e mezzi a disposizione delle istituzioni dell´Ue. Una serie di iniziative sono state introdotte di recente per facilitare le condizioni di finanziamento delle famiglie e delle imprese, anche attraverso l´aumento del capitale della Banca europea per gli investimenti di 10 miliardi di euro. Inoltre, per sbloccare il potenziale di crescita dell´Europa, le riforme strutturali devono essere perseguiti intensamente. Politiche del lavoro attive, essenziali nella lotta contro la disoccupazione giovanile, devono essere ulteriormente sviluppate come una priorità assoluta. Noi lavoriamo mano nella mano con il presidente Barroso e il mio collega Commissario Laszlo Andor per garantire che il lavoro per approfondire l´unione economica riflette adeguatamente questa ´dimensione sociale´ della Uem. Questo contesto attuale prevede, ovviamente, il punto di partenza per Blueprint della Commissione per una Emu vera e profonda. Vale la pena ricordare che abbiamo già rafforzato notevolmente la nostra governance economica. Abbiamo messo in atto un sistema più robusto e credibile per garantire finanze pubbliche sane e di perseguire le riforme strutturali. E abbiamo creato un quadro per prevenire e correggere gli squilibri macroeconomici. Il nuovo toolbox è già in azione per sostenere la crescita sostenibile e il consolidamento costante delle finanze pubbliche. Esso fornisce un fondamento necessario per ulteriori passi per ricostruire l´Uem. Quali sono i possibili prossimi passi? Nel breve termine, abbiamo bisogno di migliorare la governance del sistema finanziario europeo. La costruzione di un sindacato bancario sarà rafforzare la stabilità finanziaria attraverso un regime più uniforme e affidabile per il controllo e la risoluzione delle banche. Essa rafforzerà ulteriormente la stabilità finanziaria diluendo il legame tra le banche e il sovrano nazionale. Dall´inizio della crisi abbiamo ridisegnando l´architettura finanziaria in Europa, anche attraverso il recente accordo su un meccanismo di controllo interno e la creazione del meccanismo europeo di stabilità dello scorso anno. Avanti si passa con il secondo pilastro dell´Unione bancaria - il meccanismo sola risoluzione, con un´autorità di risoluzione unica e cassa comune risoluzione, finanziato attraverso prelievi per il settore stesso, per far fronte a mancanza di banche in maniera ordinata. La possibilità e le regole per la ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del Mes è un´altra caratteristica importante del sindacato bancario che stiamo costruendo. Presi insieme, questi passi verso l´unione bancaria rappresentano un contributo decisivo per la riparazione del sistema bancario in Europa. Che dire l´unione economica più ampia? Dove dovremmo andare da qui? Alcune scelte difficili dovranno essere fatte. Il Programma si basa sul principio che qualsiasi passo verso una maggiore solidarietà e mutualizzazione del rischio dovrebbero essere combinati con una maggiore responsabilità e disciplina: cioè, con l´ulteriore condivisione di sovranità e di una più profonda integrazione del processo decisionale. Lo strumento Convergenza e Competitività, che prevede un sostegno finanziario mirato per le riforme strutturali, è un buon esempio di come una maggiore responsabilità e maggiore solidarietà possono andare di pari passo. La nostra visione è saldamente basata sul metodo comunitario, che è l´unico modo per garantire strumenti di politica realmente sostenibili e la legittimità democratica e la responsabilità. Questo include anche portando gli strumenti intergovernativi vigenti nel quadro comunitario. Sottolineiamo inoltre che con l´ulteriore sviluppo della Uem, dobbiamo sempre garantire l´integrità della Ue nel suo insieme. Infine, al fine di promuovere gli interessi dei cittadini dell´Unione europea sulla scena mondiale, l´area dell´euro dovrebbe essere rappresentato in modo commisurato al suo peso economico. Per raggiungere questi obiettivi, la Commissione presenterà le proposte per la rappresentanza esterna dell´area dell´euro nelle organizzazioni economiche e finanziarie internazionali e forum. Per concludere, come è stato detto, "l´unico luogo in cui successo viene prima del lavoro è un dizionario". Così abbiamo molto lavoro davanti a noi per portare avanti la ricostruzione dell´Unione economica e monetaria. Il dibattito è in corso in molti ambienti. Cerchiamo di perseguirlo con la visione e la mente aperta. Cari amici, non vedo l´ora di una discussione illuminante questa mattina e per ascoltare le vostre opinioni su i modi a venire. Grazie!”  
   
   
INVESTIRE PER LA CRESCITA: I COMMENTI AL PARLAMENTO EUROPEO SUL BILANCIO, COMITATO DISCUSSIONE SU AUMENTO DI CAPITALE DELLA BEI  
 
Bruxelles, 8 maggio 2013 – Diseguito l’intervento di Olli Rehn Vice-presidente della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli Affari economici e monetari e l´euro, allp Ep Comitato Budg con Vp Rehn e il Presidente della Bei Hoyer di ieri: “ Signor Presidente, Presidente Hoyer, Onorevoli deputati, Sono lieto di essere qui oggi in commissione il bilancio per uno scambio di opinioni per quanto riguarda l´aumento di capitale della Bei, che è stato approvato su iniziativa della Commissione da parte del Consiglio europeo di giugno 2012 come parte del Patto per la crescita e l´occupazione. L´aumento di capitale genererà 60 miliardi di euro di prestiti aggiuntivi per i prossimi tre anni, e costituisce quindi un importante stimolo per l´economia europea. Il Gruppo Bei fornisce un contributo fondamentale per promuovere la crescita e ridurre la disoccupazione. Questa è la priorità assoluta per l´Ue, insieme con le riforme strutturali necessarie per riequilibrare ed aumentare il potenziale di crescita dell´economia europea. I prestiti della Bei deve essere allineato con le raccomandazioni specifiche per paese del semestre europeo al fine di massimizzare l´impatto sulla crescita e la competitività. Ritengo che l´impatto dell´aumento di capitale non sarà valutato solo in termini di volume, ma anche per quanto riguarda il valore aggiunto ottenuto dal prestito Bei. Mentre la Commissione riconosce l´importanza della tripla A della Banca e la necessità di gestire correttamente i rischi di portafoglio, è fondamentale che la Bei distribuisce i nuovi fondi per i progetti ad alto valore aggiunto nei 27 Stati membri, compresi i paesi più vulnerabili e di programma, per i quali non siano disponibili da altre fonti, a condizioni ragionevoli. Ad esempio, l´attività della Bei nel 2012 ha sostenuto la ripresa economica in Grecia e Portogallo. La Banca fornito ingenti somme a sostegno delle strutture scolastiche in tutta la Grecia e per lo sviluppo della produzione ecologica di energia. Le piccole e media capitalizzazione le aziende svolgono un ruolo chiave nel greco e l´economia portoghese e il finanziamento Bei li aiuta ad accedere al credito, nonostante le difficili condizioni di mercato. Nel breve periodo, dobbiamo affrontare i problemi di aziende si trovano ad affrontare nell´accedere ai finanziamenti. Spread creditizi si differenziano notevolmente tra gli Stati membri, che sembra riferirsi meno alla qualità intrinseca del credito del debitore e di più per la sua posizione geografica. In questo senso, le differenze riflettono i problemi più fondamentali della frammentazione del settore bancario dell´Ue. Ci sono prove che le Pmi sono particolarmente colpite da vincoli di offerta di credito. Incoraggiamo la Bei, come la banca europea, di mobilitare le proprie risorse su una scala più ampia per avviare un´iniziativa dell´Ue per alleviare i vincoli di finanziamento per le Pmi, in particolare in Stati membri vulnerabili. Inoltre, l´Europa si trova di fronte, gli investimenti su vasta scala ea lungo termine ha bisogno di rispondere a sfide come il cambiamento climatico e l´invecchiamento, ma anche per completare il mercato unico e il passaggio a un´economia della conoscenza competitiva. Affrontare queste esigenze ora darebbe una spinta tanto necessaria per l´attività economica come l´Europa combatte la sua via d´uscita dalla crisi. Il Libro verde della Commissione sul finanziamento a lungo termine si propone di avviare un ampio dibattito su come favorire l´offerta di finanziamento a lungo termine e di migliorare e diversificare il sistema di intermediazione finanziaria per gli investimenti a lungo termine in Europa. Tenendo conto del feedback ricevuto durante la attualmente in corso di consultazione pubblica, la Commissione preparerà un piano d´azione ancora quest´anno. Tale piano d´azione può assumere diverse forme, come ad esempio l´azione normativa, di coordinamento più forte e la promozione delle migliori pratiche e specifiche di follow-up con i singoli Stati membri nel contesto del semestre europeo. Se le esigenze di finanziamento del capitale di mercato delle piccole e medie imprese e progetti di infrastrutture non sono affrontati oggi, l´Europa rischia di incontrare una grave carenza di finanziamenti, in un contesto di contrazione dei bilanci bancari, mercati cartolarizzazioni deteriorate, un mercato di obbligazioni garantite sotto sviluppato e l´impatto del nuovo regolamento sul mercato degli investimenti di capitale o prestiti diretti da compagnie di assicurazione e fondi pensione. Alla luce delle nuove condizioni di mercato, riteniamo che una sfida importante per la Bei negli anni a venire sarà quello di utilizzare la sua capacità catalitica di attrarre risorse provenienti dai mercati dei capitali a sostegno di investimenti prioritari dell´Ue. Allo stesso tempo, si dovrebbe rafforzare e razionalizzare la sua collaborazione con le banche di investimento pubblico negli Stati membri. In vista del prossimo quadro finanziario pluriennale, vorrei sottolineare che la Bei è il partner naturale della Commissione per gli strumenti finanziari innovativi, come la miscelazione di prestito-sovvenzione e meccanismi di condivisione del rischio. Questi strumenti sono uno strumento molto efficace per combinare e sfruttare le limitate risorse a carico del bilancio dell´Unione, le istituzioni europee, della Bei e di altri per promuovere la crescita e l´occupazione in Europa. Pertanto, la Commissione ha proposto di ampliare considerevolmente il loro utilizzo sotto Cosme, Orizzonte 2020 e per collegare l´Europa. Inoltre, per migliorare ulteriormente l´impatto dell´intervento dell´Ue, dobbiamo continuare ad esplorare le sinergie tra i finanziamenti della Bei e dei Fondi strutturali. Un chiaro esempio di una combinazione intelligente di bilancio dell´Unione europea con le risorse Bei è la fase pilota dell´iniziativa di project bond. Tutte le condizioni legali sono a posto. Il contributo del bilancio Ue di 230 milioni di euro si prevede di raccogliere circa 4,5 miliardi di euro in termini di costi del progetto. Il feedback positivo da parte degli operatori del mercato fornisce la fiducia su questo nuovo modo di finanziare progetti di infrastrutture in Europa e più in generale l´uso di strumenti innovativi a sostegno della strategia Europa 2020. Il gasdotto progetto è buono con i progetti nei tre settori dei trasporti, dell´energia e della banda larga. [Spetta alle autorità locali gara ora di prendere questo modo di finanziamento innovativo.] In conclusione, la straordinaria situazione economica e finanziaria richiede un´azione politica decisa, ed è per questo che l´attività della Bei è di fondamentale importanza per la lotta contro la crisi finanziaria ed economica in Europa. In questo difficile contesto, la Bei deve assumere il ruolo di una banca policy-driven, agire come un istituto anticiclico e di continuare a fornire finanziamenti all´economia reale. Non vedo l´ora per un proseguimento della stretta ed efficace cooperazione tra la Commissione e la Banca. Grazie Presidente, grazie onorevoli parlamentari.”  
   
   
CONTRASTARE LA CRISI: FISSARE L´UNIONE MONETARIA EUROPEA E IL POTENZIAMENTO DELLA POLITICA EUROPEA DELL´OCCUPAZIONE  
 
London, 8 maggio 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di László Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, nel corso di un incontro alla London School of Economics: “ Signore e Signori, Potreste aver visto le previsioni economiche di primavera, che la Commissione europea ha pubblicato lo scorso Venerdì. Esso contiene molto poco in termini di buone notizie. Il Pil dovrebbe rimanere negativo nell´Ue a 27 per tutto il 2013, con una possibile crescita di circa l´1% nel 2014. Ci sono anche molti rischi al ribasso, connessi soprattutto a un ulteriore sviluppo della crisi dell´euro, e avreste ragione nel sottolineare che nel corso degli anni passati, le previsioni economiche ufficiali riguardanti l´Europa hanno per lo più dimostrato troppo ottimista. Infatti, l´area dell´euro è stata in una doppia recessione per più di un anno. Naturalmente, con tale prospettiva preoccupante, il dibattito su come raggiungere la crescita si sta intensificando. Nel 2010-11, le aspettative erano basate su una uscita di sicurezza dalla crisi. Pertanto, il consolidamento fiscale è stata data priorità al fine di assicurare i mercati finanziari di responsabilità dei governi, sul presupposto che gli investimenti e la crescita sarebbe poi tornare grazie ad una maggiore fiducia. Ma in pratica questo è stato seguito da una doppia recessione, con un aumento della disoccupazione, nonché i rapporti al Pil del debito. Abbiamo anche visto una crescente divergenza tra il ´core´ e dei paesi "periferici" della zona euro, come dimostrerò. Nel marzo 2012, 25 governi europei hanno sottoscritto il cosiddetto Fiscal Compact, impegnandosi a limiti rigorosi disavanzi di bilancio strutturali e ad una graduale riduzione dei livelli di debito al 60% del Pil, mentre la media attuale è di circa il 90%. Ma poi il fuoco ha iniziato lentamente spostando dal numeratore per il denominatore del rapporto debito / Pil. In giugno, il Consiglio europeo ha approvato un Compact per la crescita e l´occupazione, che comprendeva ad esempio un aumento di capitale per la Banca europea per gli investimenti. Una discussione ha anche ri-emersa a dare un occhio più favorevole per le spese di investimento nel valutare i disavanzi eccessivi. E oggi possiamo vedere che il ritmo di riduzione del disavanzo è in qualche modo rallentando, mentre aumenta l´accento viene messo su ´riforme strutturali´ e non vi cresce la sensibilità per l´importanza della domanda aggregata. L´europa ha una buona strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva entro il 2020. Non direi che abbiamo una strategia convincente per una ripresa nel breve termine ancora, ma il dibattito è certamente spostando nella direzione giusta. Oggi voglio presentarvi come vedo la giusta strategia di recupero dal punto di vista della politica di occupazione, sulla base di tre grandi iniziative politiche, la Commissione ha presentato nel corso dell´ultimo anno: il pacchetto per l´occupazione, il pacchetto per l´occupazione giovanile e il pacchetto sociale investimento. Ma voglio anche approfondire la questione della ricostruzione dell´unione monetaria europea. Io sostengo che lo sviluppo di una solida architettura a lungo termine per l´Unione economica e monetaria (Uem) è di fondamentale importanza se vogliamo vedere una ripresa nel corso dei prossimi anni. Crisi e divergenza in Europa - Il tasso di disoccupazione in Europa è aumentata molto significativo dal 2008. A partire dal marzo 2013, è quasi l´11% nell´Ue-27, e supera il 12% nella zona euro. Questo significa che 26,5 milioni di persone che sono alla ricerca di un posto di lavoro in tutta l´Ue non riesce a trovare uno. Più di 19 milioni di disoccupati sono nella zona euro. Il doppio minimo carattere della nostra crisi economica è anche ovvio: dopo una lieve ripresa nel 2010, la disoccupazione è in costante aumento di nuovo a partire dalla metà del 2011. Confrontate questo con gli sviluppi attraverso l´Atlantico: mentre la disoccupazione è aumentato più velocemente negli Stati Uniti nella prima fase della crisi, la ripresa è stata molto più forte e il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti è ora sotto l´8%. Ma forse l´osservazione chiave per la crisi attuale è che ci sia una divergenza senza precedenti - o polarizzazione - della disoccupazione e di altri esiti socio-economiche tra i 17 paesi che condividono la moneta comune. Questo è molto diverso da quello che abbiamo visto nei primi anni dopo il lancio dell´euro. Il periodo fino al 2004 è stato caratterizzato da una convergenza della produzione e dell´occupazione, a favore dei paesi dell´area meridionale e periferiche che hanno visto le loro economie raggiungono gradualmente con quelli del nucleo della Ue. Il tasso di disoccupazione medio ponderato del gruppo formato da Cipro, Estonia, Grecia, Irlanda, Italia, Malta, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna, poi divenne anche più bassa, di circa 1 punto percentuale, rispetto al tasso medio per l´Austria, il Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi. Nel 2005-07, sia i tassi aggregati sono diminuite in parallelo. Infine, la convergenza si fermò nel 2008 e la disoccupazione ha iniziato a salire molto più velocemente nei paesi meridionali e periferici della zona euro. Abbiamo visto divergenza da allora. Di conseguenza, il divario centro-periferia nel tasso di disoccupazione ha raggiunto un inedito 10 punti percentuali nel 2012. Questo divario era stato ´solo´ 3,5 punti percentuali nel 2000. Possiamo dire che il trend di convergenza dei buoni anni si è invertita - di gran lunga - durante la crisi. Questa divergenza si prevede un picco di quest´anno, ma non è affatto certo se e come sta andando a ridursi nei prossimi anni. Molto di questo dipende dalla politica e sulla risoluzione della crisi dell´euro. La divergenza socio-economica all´interno dell´unione monetaria può anche essere molto ben osservata in termini di tassi di disoccupazione giovanile, che sono pari o inferiore al 10% in Germania, Austria e Paesi Bassi, ma superano il 30% in molti paesi. In Spagna e in Grecia, più della metà dei giovani in cerca di lavoro non riesce a trovare lavoro. In tutta Europa, abbiamo oltre 14 milioni di persone di età compresa tra 15-29 anni, che non sono né occupati né istruzione né formazione (Neet). Questo è quasi il 3% della popolazione dell´Ue, e queste sono le persone su cui la creazione di prosperità in Europa dipenderà nei prossimi 40 o 50 anni. Si può indovinare che cosa tale massiccia disoccupazione giovanile e l´inattività significano in termini di possibilità di occupazione e di produttività di queste persone. Si può anche provare a indovinare cosa simile concentrazione di crisi occupazionale e sociale nei paesi periferici significa per il futuro economico e politico dell´Unione monetaria. C´è crisi e divergenze anche in termini di capacità dei governi nazionali di contrastare una crisi economica. Questa capacità è molto ridotta all´interno dell´Unione economica e monetaria, in cui i paesi non possono unilateralmente influenzare i loro tassi di cambio come la politica monetaria è centralizzata, e dove lo spazio fiscale nazionale è limitata, soprattutto se il debito sovrano è già alto. Tradizionalmente, dalla seconda guerra mondiale, i sistemi di welfare in Europa schermati famiglie contro gli effetti di shock economici . Se hai perso il lavoro, si dovrebbe ricevere l´indennità di disoccupazione, più si avevano diritto a una serie di altri vantaggi a seconda della situazione familiare e di altre esigenze. Durante una crisi economica, i pagamenti delle prestazioni aumenterebbero e governi dovrebbero anche accettare minori entrate fiscali. Paesi europei hanno costruito questi ´stabilizzatori automatici "cosiddetta come strumenti anticiclici - Strumenti di mitigare il boom e bust carattere del capitalismo. Questo è anche ciò che abbiamo osservato nel 2009, quando il Pil è sceso drasticamente: aumento della spesa per prestazioni e riscossione fiscale inferiore in gran parte compensato il calo dei redditi delle famiglie dal mercato del lavoro e di proprietà. Questo ha contribuito a mantenere i consumi e la domanda. Insieme con lo stimolo discrezionali nella forma del programma europeo di ripresa economica, questo ha contribuito al lieve ripresa nel 2010. Ma poi è arrivata la crisi del debito sovrano, strettamente legato alla crisi sistemica della unione monetaria. Paesi periferici erano quelle più colpite dalla crisi, soprattutto a causa dello scoppio di bolle immobiliari. Ristrutturazione e ricapitalizzazione delle banche in difficoltà era nell´interesse di tutta l´Europa, compresi i creditori nel nucleo, ma non c´era la capacità europea, nessuna unione bancaria, di prendersi cura di questo. Pertanto paesi come l´Irlanda, la Spagna e Cipro hanno dovuto salvare le loro banche per conto loro, generando paure dei mercati finanziari riguardo alla solvibilità dei sovrani. Ma il disegno di Maastricht dell´Uem esplicitamente esclusa ogni responsabilità comune per i debiti nazionali: questo è stato conosciuto come la clausola di non-salvataggio. Inoltre non prevedeva trasferimenti fiscali tra paesi, e quindi non ci sono stabilizzatori automatici europei che possano contribuire a ristabilire il recupero in paesi sottoposti a uno shock asimmetrico. Permettetemi di fare un po ´di svago qui: Due settimane fa, uno dei filosofi politici più importanti d´Europa, Jürgen Habermas, ha dato una lezione a Leuven su "democrazia, la solidarietà e la crisi europea". Ci ha ricordato che il concetto di solidarietà è essenzialmente politico: aiutare qualcuno che ha bisogno di aiuto in un processo di cambiamento economico, perché si condivide la prospettiva di un futuro comune all´interno di una comunità politica. Una prospettiva di un futuro comune è molto meglio quando il partner si può fidare in aiuto reciproco nel corso del tempo. Ecco perché un sindacato ha bisogno di solidarietà tra i suoi membri, altrimenti non può durare. Purtroppo, il disegno originale dell´unione monetaria non prevedeva la solidarietà tra i suoi membri, e che anche per questo che l´Unione economica e monetaria - e implicitamente l´Unione europea nel suo complesso - ora sta subendo un momento davvero esistenziale. Resta ancora da vedere se i membri saranno d´accordo a sostenere adeguatamente l´altro in tempi di crisi in modo che possano mantenere la prospettiva di un futuro comune all´interno di un sindacato. Ma per tornare a stabilizzatori automatici nazionali: a causa della mancanza di una unione fiscale, i paesi in difficoltà hanno dovuto affrontare la pressione dei mercati finanziari per conto proprio, il che significa che hanno dovuto aumentare le tasse e ridurre la spesa pubblica in modo molto rapido, e la spesa per la protezione sociale e dei servizi pubblici è stata pesantemente colpita. La funzione automatica di stabilizzazione dei sistemi sociali ha indebolito notevolmente dopo il 2010 in poi, e in alcuni paesi si è praticamente scomparso. Di conseguenza, i redditi delle famiglie - e di conseguenza la domanda interna - sono stati meno tutelati rispetto a prima e questo ha aggravato la recessione nei paesi colpiti. Ecco perché parlo di divergenza nella capacità dei governi per contrastare la crisi economica e le sue conseguenze occupazionali e sociali. Il bisogno di stabilizzatori automatici di funzionare ha naturalmente variava tra i paesi, a seconda che il paese in questione ha subito un urto o stava facendo bene. In Germania, per esempio, i redditi di mercato è aumentata e le prestazioni sono diminuite dopo il 2010. Germania attualmente ha la capacità di consentire agli stabilizzatori automatici di funzionare, ma c´è poco bisogno per loro in Germania in questo momento. Ma in Spagna, la situazione è l´opposto: i redditi di mercato ha continuato a diminuire e benefici non compensare gran parte di questo declino dopo il 2010 la Spagna ha dovuto implementare austerità. Il paese è in grave recessione e avrebbe bisogno di stabilizzatori automatici per aiutare, ma non ha la capacità. Finché non ci sono trasferimenti fiscali all´interno dell´unione monetaria, questa divergenza è destinata a continuare. Alla fine, ognuno è peggio, perché come abbiamo visto dal 2012, la recessione in periferia avvolge anche il nucleo della domanda complessiva cade. Recupero sarebbe stato più vicino se l´unione monetaria ha avuto stabilizzatori automatici transnazionali in atto, ad esempio, un sistema europeo di indennità di disoccupazione. Se facciamo un confronto storico, possiamo vedere che nella crisi attuale, la spesa per la protezione sociale è stato ridotto anche se l´output gap continuato ad essere negativo, soprattutto a causa della crisi del debito sovrano. Questo è molto diverso da precedenti recessioni: ci sono stati circa 40 casi nel 1990 e 2000, quando l´output gap è stato negativo, ma spesa per la protezione sociale utilizzati per rimanere molto più stabile. La mia conclusione sulle lezioni da trarre da questa crisi è dunque che l´austerità era forse una risposta necessaria a breve termine, in assenza di una migliore progettazione dell´unione monetaria e, in assenza di una maggiore solidarietà, ma che ha peggiorato la crisi . Chiaramente, abbiamo bisogno di soluzioni migliori. Abbiamo bisogno di allargare la nostra attenzione dalla disciplina fiscale per l´economia reale, e abbiamo bisogno di migliorare il design della Uem. Lavoro, liberta ´e Pacchetti Viaggio Durante lo scorso anno, la Commissione ha presentato una serie di iniziative volte a rilanciare l´economia reale. Permettetemi di riassumere tre che ricadono sotto la mia responsabilità. Il pacchetto per l´occupazione di aprile 2012 ha ampliato e rafforzato l´agenda politica per l´occupazione. Tradizionalmente, la Strategia europea per l´occupazione si è concentrata molto sul lato dell´offerta del mercato del lavoro, come ad esempio sulla legislazione modernizzazione della protezione del lavoro, lo sviluppo delle competenze attraverso l´apprendimento permanente, ecc Ma è chiaro che se vogliamo passare a una ripresa fonte di occupazione, abbiamo bisogno di aumentare anche la domanda di lavoro. Abbiamo bisogno di sostenere la creazione di posti di lavoro, e mantenere l´occupazione esistente. Questo può essere fatto attraverso una serie di diverse misure, come ad esempio spostando la tassazione dal lavoro, facendo un uso più efficace delle assunzioni sovvenzioni, e sostenendo l´imprenditorialità e l´economia sociale. Ma dobbiamo anche assicurare che ci sono persone abbastanza adeguatamente qualificati e mobili per soddisfare la domanda di lavoro prevista in aree che hanno un grande potenziale di creazione di posti di lavoro a causa di tendenze strutturali, in particolare per l´economia verde, il settore sanitario e la cura e l´economia digitale. Il pacchetto per l´occupazione richiede anche un approccio equilibrato alle riforme del mercato del lavoro in modo che i mercati del lavoro diventano più dinamico e inclusivo. Un elemento chiave è quello di ridurre la segmentazione del mercato del lavoro in gruppi con diversi livelli di protezione del lavoro: la segmentazione condanna a molte persone di precaria esistenza economica e impedisce loro di sviluppare correttamente e utilizzando le loro competenze. Allo stesso tempo, alcuni gruppi sono sovra-protetti e l´economia non possono significativamente ristrutturare senza ridurre i loro diritti. Abbiamo anche bisogno di contrastare la povertà dei lavoratori: abbiamo bisogno di costruire la competitività su alti livelli di produttività, non a spremere il costo del lavoro e costringendo le persone a passare da un contratto instabile ad un altro. Il pacchetto per l´occupazione mostra anche i modi per meglio prevedere le esigenze del mercato del lavoro e di identificare le competenze necessarie, in modo che gli investimenti si concentra su le giuste competenze e che i lavoratori sono meglio abbinato con i lavori che ne hanno bisogno. Infine, il pacchetto per l´occupazione mira a creare un vero e proprio mercato europeo del lavoro, rimuovendo gli ostacoli alla libera circolazione dei lavoratori in Europa, e trasformando l´attuale rete di servizi europei dell´occupazione (Eures) in una vera collocazione europea e servizio di reclutamento che abbinerà e luogo in cerca di lavoro attraverso le frontiere. Tutte queste misure, sia sul lato della domanda del mercato del lavoro, sono le riforme strutturali che possono contribuire ad una ripresa e la crescita sostenibile. Nel mese di dicembre, la Commissione ha adottato un pacchetto occupazione giovanile di intensificare l´azione contro i livelli di continuo aumento della disoccupazione giovanile e di inattività. Questo pacchetto comprende quattro iniziative: In primo luogo, si propone di migliorare decisamente le transizioni scuola-lavoro attraverso programmi di garanzia per i giovani. Il 22 aprile, il Consiglio ha adottato una raccomandazione - proposto dalla Commissione in questo pacchetto per l´occupazione giovanile - che ogni Stato membro deve garantire che tutti i giovani sotto i 25 anni riceve un´offerta di qualità del lavoro, istruzione o formazione entro quattro mesi di disoccupazione o in uscita istruzione formale. Sono necessari tali regimi per assicurare che ogni giovane diventa veramente una possibilità. L´introduzione di garanzie per la gioventù è una riforma strutturale fondamentale che potrebbe aiutare l´economia funziona meglio, come la perdita economica dovuta al distacco dei giovani dal mercato del lavoro è molto più grande rispetto al costo di intervento. Possono essere impostati con l´aiuto dei finanziamenti comunitari, in particolare il Fondo sociale europeo, nonché l´ulteriore 3000000000 € che i leader europei hanno deciso di mettere da parte nel bilancio pluriennale 2014-20 sotto una nuova iniziativa per l´occupazione giovanile. In secondo luogo, ci sarà istituito un quadro europeo di qualità per i tirocini, che dovrebbe incoraggiare le imprese ad offrire tirocini con un buon contenuto di apprendimento e di condizioni di lavoro dignitose. In terzo luogo, cerchiamo di migliorare la qualità e l´offerta di posti di tirocinio con il lancio di un´alleanza europea per tirocini, promuovere il trasferimento di successo modelli dual-learning in Europa. Apprendimento duale (in-scuola e in azienda), è un grande successo in paesi come la Germania e l´Austria, ma quasi inesistente in molti altri. Posti di tirocinio può essere un ottimo modo per migliorare la qualità della formazione e di conseguenza di rendere i giovani più occupabili e produttivo. Infine, puntiamo a ridurre gli ostacoli alla mobilità dei lavoratori tra i giovani in Europa, ad aprire l´accesso a maggiori opportunità di lavoro. Il 53% dei giovani sono disposti o pronti a lavorare in un altro Stato membro. Per facilitare questo, la Commissione sta modernizzando il portale della mobilità professionale Eures di offrire maggiori possibilità di lavoro-matching on-line, anche per apprendistato e tirocinio tirocini. Stiamo anche facendo funzionare un progetto pilota per il collocamento transnazionali, chiamato "Il tuo primo lavoro Eures". Infine, nel febbraio 2013 abbiamo presentato un pacchetto Social Investment , che definisce una visione politica per rendere Stati sociali europei più efficaci in termini di riduzione della povertà e di esclusione sociale e, quindi, a rafforzare l´economia. Investimento sociale è spesa che aiuta a sviluppare l´ azione di capitale umano, come la capacità e competenze, per tutta la vita, o le spese che migliora il flusso di capitale umano verso e all´interno del mercato del lavoro, aiutando tutti a fare il miglior contributo possibile. Aree di investimento sociali fondamentali sono le politiche attive del mercato del lavoro, per l´infanzia, educazione, riabilitazione sociale e l´invecchiamento attivo. La garanzia per i giovani ho detto prima è un chiaro esempio di investimento sociale. Investimento sociale significa ´anticipare´ e prevenire l´esclusione sociale ed economica piuttosto che ´riparare´ le cose a posteriori . Investimento sociale è necessaria ora, se vogliamo evitare grandi perdite di capitale umano e di una erosione della coesione sociale. Se non ci impegniamo investimento sociale ora, i costi economici, in futuro sarà molto più alto. Ricostruire l´Unione Monetaria Signore e Signori, Ho detto che per raggiungere una ripresa in Europa, abbiamo bisogno di mettere in atto una robusta architettura a lungo termine per l´Unione economica e monetaria. Di ´robusta architettura´ intendo un accordo che assicura un futuro economico accettabile per tutti gli Stati membri che condividono la stessa moneta, anche durante gli shock asimmetrici. Senza dubbio, questo richiede capacità fiscale comune. Ma una unione monetaria sostenibile deve anche essere in grado di individuare collettivamente e affrontare i problemi occupazionali e sociali: essa deve avere una dimensione sociale. Nel mese di dicembre, la Commissione ha presentato il suo Piano per una Emu vera e profonda . Essa cerca di delineare un percorso verso una più robusta architettura dell´Uem. Infatti, proprio oggi, una conferenza si svolge a Bruxelles discutere le proposte della Blueprint quanto riguarda il rafforzamento della governance economica, unione bancaria e la legittimità democratica. Nel breve termine, il Blueprint si concentra principalmente su un ulteriore rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche. Questo include ex ante coordinamento delle grandi riforme nazionali, vale a dire la loro discussione a livello europeo, prima che vengano effettivamente implementate. E ´chiaro che in un´unione monetaria, azione nazionale - o inazione - può avere effetti di ricaduta. Per incentivare le riforme nazionali, la Commissione ha anche proposto la creazione di un piccolo fondo, chiamato la Convergenza e Competitività strumento. Questo potrebbe diventare un embrione per una corretta capacità fiscale comune all´interno dell´unione monetaria. Nel medio termine, ulteriori iniziative sono previste, come ad esempio la creazione di un fondo di rimborso del debito e del eurobills a breve termine. Questo rappresenterebbe parziale condivisione del debito sovrano e potrebbe contribuire ad alleviare il costo di rifinanziamento per i paesi periferici, aiutandoli a recuperare. Questo sarebbe già richiedere modifiche del trattato. A più lungo termine, l´Uem avrebbe una adeguata capacità fiscale, tra cui stabilizzatori automatici transnazionali che contribuiscono a contrastare gli shock asimmetrici a breve termine. Come ho già detto, di un regime di indennità di disoccupazione che copre l´intero unione monetaria sarebbe il meccanismo più evidente. Per arrivarci, ci sarebbe ovviamente bisogno di sviluppare ulteriormente meccanismi di governance economica e di controllo, assicurando che i trasferimenti di bilancio sono utilizzati nel modo giusto, e avremmo bisogno di vedere una maggiore solidarietà tra i paesi. Per rendere tale unione rinforzato legittimo, abbiamo anche bisogno di lavorare sulla costruzione di una vera democrazia sovranazionale a livello europeo, e qui vorrei nuovamente incoraggiarvi a leggere Jürgen Habermas. Tutti insieme, abbiamo anche bisogno di lavorare sullo sviluppo della dimensione sociale dell´Unione monetaria, che è strettamente legata sia alla performance economica e legittimità politica. Una chiara lezione degli ultimi tre anni è che una crisi sistemica di un´unione monetaria non può essere superata se ci basiamo principalmente sulla regolazione all´interno dei singoli paesi in difficoltà - fissazione dei bilanci, il salvataggio delle banche nazionali e cercando di ripristinare la competitività nazionale nei confronti di altri paesi, tagliando del lavoro costi. Svalutazione interna non è la soluzione per una crisi sistemica. Il cosiddetto ´modello Baltic´ del consolidamento fiscale brusco e tagli salariali potrebbe aver ripristinato la fiducia dei mercati in queste piccole economie, ma questo adeguamento ha assunto un importante tributo sociale, con alto tasso di disoccupazione e di un´emigrazione netta significativa di giovani. Applicando questo contemporaneamente in economie molto più grandi è certo di produrre un disastro, anche per l´effetto sulla domanda aggregata in Europa. Riequilibrio all´interno dell´unione monetaria deve essere simmetrico, almeno in assenza di unione fiscale. Il risanamento di bilancio e la svalutazione interna in periferia devono essere bilanciate da maggiori consumi e degli investimenti nel core. Questo richiede riforme strutturali nei paesi in surplus, come adeguati salari minimi e la prevenzione di povertà nel lavoro. Se i paesi in surplus erano disposti ad aiutare a ripristinare il potenziale di crescita della periferia attraverso grandi trasferimenti fiscali, la necessità di espansione del nucleo sarebbe più piccolo. Ma senza tali trasferimenti fiscali, non possiamo avere il recupero - o anche corretto riequilibrio - in Europa solo se la domanda interna nei paesi centrali cresce e si accetta l´inflazione superiore alla periferia. Un vero e proprio Uem ha anche bisogno di essere basata su una comprensione che occupazionali e sociali crisi in alcune delle sue parti hanno un impatto negativo sugli altri Stati membri e l´Unione monetaria nel suo complesso. L´alta disoccupazione, inattività o la povertà in parti dell´unione monetaria deprimono la domanda nel breve termine, e nel medio-lungo termine, in grado di ridurre l´occupabilità delle persone e dare luogo a costi fiscali impliciti. Inoltre, minano la legittimità dei governi nazionali e della Uem nel suo insieme, riducendo la possibilità per l´Unione monetaria deve essere efficacemente governata. Per questo motivo la Commissione sta lavorando allo sviluppo di un modo per rilevare e diagnosticare occupazionali e sociali degli squilibri nei singoli paesi che possono influenzare il corretto funzionamento dell´Uem. Alti livelli di disoccupazione giovanile e l´inattività sono forse l´esempio più semplice. Su questa base, gli Stati membri dell´Uem devono collettivamente dare adeguata occupazione e le politiche sociali sono in atto per ridurre - e possibilmente evitare - questi squilibri. Per questo, abbiamo bisogno di rafforzare ulteriormente il coordinamento e la supervisione delle politiche occupazionali e sociali nell´Uem. Tutti i paesi dovrebbero convergere verso determinati standard di politica o valori di riferimento. Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile e l´inattività, tutti i paesi dovrebbero attuare una garanzia per i giovani, come proposto dalla Commissione nel dicembre 2012. Un´unione monetaria è sostenibile solo se gli Stati membri siano in grado di gestire collettivamente i fondamentali economici, in modo che ogni paese mantiene le opportunità per creare la prosperità e il progresso sociale. Se vogliamo davvero venire in avanti con soluzioni sistemiche che consentano l´unione economica e monetaria a prosperare nei prossimi decenni, dobbiamo basare tali soluzioni su una chiara comprensione di ciò che il lavoro e le dinamiche sociali sono state durante la crisi attuale, e come la crisi dell´euro e la crisi sociale sono collegati. Spero di essere riuscito a spiegare questo legame e la nostra visione delle soluzioni. Non vedo l´ora alle vostre domande.  
   
   
FUTURO DELL´EUROPA: OGGI TAJANI RISPONDE AI CITTADINI SUL WEB  
 
Bruxelles, 8 maggio 2013 Oggi, alla vigilia della Festa dell´Europa, il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani, risponderà alle domande dei cittadini sul web tramite la pagina Facebook di Ansa Europa. Per Tajani serve una nuova Europa, capace di dare speranza di crescita alle nuove generazioni. Servono strumenti più forti per affiancare al risanamento delle misure per la competitività e per andare verso gli Stati Uniti d´Europa. Tra i temi in discussione, accesso al credito, ritardi di pagamento, meno burocrazia, imprenditoria e reindustrializzazione. La chat si aprirà alle 14:30. Per partecipare occorre inviare le proprie domande alla pagina di Ansa Europa www.Facebook.com/ansaeuropa  
   
   
CONFERENZA DEI DONATORI PER LO SVILUPPO IN MALI: MEDIA ADVISORY  
 
 Bruxelles, 8 maggio 2013 - Cosa: La Conferenza dei donatori per lo sviluppo in Mali ("Insieme per una Nuova Mali") è un evento di alto livello organizzato congiuntamente dall´Unione europea e la Francia, in stretta collaborazione con il Mali. Perché: Lo scopo di questa conferenza è quello di mobilitare e coordinare il sostegno di tutta la comunità internazionale per lo sviluppo del Mali. Diversi capi di Stato e di governo della regione saranno presenti, insieme ai rappresentanti a livello ministeriale. Una volta che il governo del Mali ha esposto le proprie priorità di sviluppo per il 2013-14, la Conferenza esprimerà il suo sostegno per la strategia di recupero del Mali, e gli impegni finanziari della comunità internazionale sarà registrata. Quando: 15 maggio 2013 - La conferenza inizia alle 9.00 e termina con una cerimonia di firma di quattro accordi finanziari con il Commissario Piebalgs e il ministro degli Affari Esteri del Mali Coulibaly, e una conferenza stampa prevista alle 17.30 con i presidenti Francois Hollande, José Manuel Barroso e Dioncounda Traoré. Ministro Laurent Fabius, il presidente Herman Van Rompuy, il Commissario Georgieva e il Vice Ministro Pascal Canfin potranno anche partecipare alla manifestazione per dare un indirizzo pubblico. Dove: Comitato delle regioni (Cdr) / Comitato Sede economico e sociale europeo (Cese): Jacques Delors Rue Belliard 99-101 B, 1040 Bruxelles (Belgio) Accreditamenti: Per motivi di sicurezza e per la quantità limitata di spazio in Jacques Delors il numero di giornalisti autorizzati a partecipare alla conferenza sarà strettamente limitato. Registrazione in anticipo è obbligatoria per i giornalisti tramite: http://donor-conference-mali.Eu/signup  (fino al 7 maggio alle 22:00). Servizi a disposizione dei mezzi di comunicazione: Una sala d´ascolto (stanza 51), dove verranno trasmesse le immagini ei suoni della sessione plenaria (in versione inglese e francese) Una stanza di lavoro al 5 ° piano di circa 30 giornalisti. Questa camera è dotata di tavoli, sedie e connessione Wi-fi, ma non con le stampanti o fotocopiatrici Un "angolo intervista" (stanza 63): anche questa è una stanza di ascolto e tiene uno sfondo per interviste e foto. Questa camera è accessibile solo a coloro che mostrano un documento che attesti che hanno un incontro con un delegato partecipa alla conferenza e che sono accompagnati da un addetto stampa impiegato dalla Commissione europea o il subappaltatore. Contatti: ana.Aguilar@mostra.Com  o rafaela.Gracio@mostra.Com  Un «angolo intervista» (accessibile senza condizioni) aree ad hoc saranno riservati per consentire ai giornalisti di condurre interviste prestabiliti con i rappresentanti delle delegazioni. In interessi, si prega di contattare ana.Aguilar@mostra.Com  per la stampa scritta e arrate.Velasco@mostra.Com  per la televisione e la radio Uno studio televisivo (Atrium 5 ° piano) collegato ad un Ob van. Trasmissioni dirette o differite sono possibili. Per utilizzare lo studio televisivo, l´Ob van e le trasmissioni, si prega di effettuare una prenotazione in anticipo: arrate.Velasco@mostra.Com  Webstreaming : le immagini dei momenti più importanti della manifestazione saranno filmate e saranno a disposizione dei giornalisti attraverso il sito web: www.Donor-conferenza-mali.eu  Europe by Satellite trasmetterà anche vivere una selezione dei momenti chiave della giornata, tra cui la conferenza stampa alle ore 17.30 Copertura fotografica sarà disponibile sul sito web www.Donor-conferenza-mali.eu  Per ulteriori informazioni Sito web: www.Donor-conferenza-mali.eu    
   
   
LAVORO DI SVILUPPO DELL´UE IN SOMALIA CHE HA SUBITO DUE DECENNI DI CONFLITTO, PEGGIORAMENTO SICCITÀ E PESANTI INONDAZIONI  
 
Bruxelles, 8 maggio 2013 - Gruppi di miliziani controllano parti significative del paese, il che rende difficile per gli operatori umanitari per portare aiuto in questi settori. Mentre una risposta umanitaria continua ad essere di vitale importanza al fine di salvare vite umane, soluzioni a lungo termine e sostenibili sono la chiave per affrontare in Somalia endemica politici, di sicurezza e le sfide socio-economiche. L´ue è il principale donatore mondiale in Somalia. Il suo scopo è quello di combattere la povertà e promuovere lo sviluppo sostenibile. Negli ultimi dieci anni, l´Ue ha contribuito a migliorare la sicurezza, la pace e la governance del Paese. C´è ancora molta strada da fare, ma continui sforzi dell´Ue hanno già beneficiato molte persone somale. Aiuti europei allo sviluppo è stato progettato per mettere in atto le condizioni minime per uno Stato funzionante, la pace e la sicurezza, nonché per fornire servizi di base alla popolazione. Supporto per il popolo somalo copre l´agricoltura, la zootecnia, le infrastrutture di base, formazione professionale, della sanità e del settore privato. La povertà e il 50% di disoccupazione sono di primaria importanza in Somalia, con l´aspettativa di vita media di 45 anni, il sostegno al settore dell´istruzione e della formazione professionale svolgono un ruolo importante, non solo per la riduzione della povertà, ma anche nella lotta contro la pirateria, dando ai giovani somali Tecniche alternative di reddito attraverso il lavoro. Parallelamente, l´Ue rafforza la resistenza e previene l´impatto della siccità, che sono un fenomeno ricorrente nel Corno d´Africa (solo recentemente la carestia colpito 750.000 persone), grazie al sostegno dell´Ue più di 2 milioni di persone beneficiano di aiuti umanitari. Dati e cifre: L´accesso all´acqua potabile per un massimo di 700.000 persone e di servizi igienico-sanitari di base per oltre 80.000. Continuando il sostegno dell´Ue consentirà la missione dell´Unione africana in Somalia (Amisom) per raggiungere la sua forza massima di 17.731 personale in uniforme. 50.000 famiglie direttamente beneficiato di sostegno alla riabilitazione delle infrastrutture di irrigazione e di controllo delle inondazioni nel 2010. Il trattamento e la vaccinazione per 6,7 milioni di pecore e capre, contro le malattie che limitano la produttività e il commercio. Affrontare la situazione della sicurezza - L´ue è uno dei maggiori donatori alla missione dell´Unione africana in Somalia (Amisom), che è stato lanciato nel gennaio del 2007 per creare le condizioni necessarie per la ricostruzione, la riconciliazione e lo sviluppo sostenibile della Somalia. Numeri truppe correnti ´hanno raggiunto quasi 17.000. Dal 2007, l´Ue ha fornito 444.000.000 €. Il ruolo di Amisom rimane cruciale nel fornire lo spazio di sicurezza necessario per il funzionamento della governance da parte delle istituzioni federali transitorie e l´accumulo delle forze di sicurezza somale in modo che possano riprendere progressivamente i compiti attualmente svolti dai Amisom. Finora, la missione di Amisom ha avuto successo nel creare il minimo di sicurezza pre-condizioni per proseguire il processo di pace. Aiuti Ue si concentra su una migliore governance, l´istruzione e le opportunità più economiche Tra il 2008-2013, l´Ue ha stanziato circa € 415.000.000 a centinaia di progetti di sviluppo in Somalia. Gli sforzi dell´Ue hanno raggiunto risultati notevoli: 1. Governance Il sostegno dell´Ue alla governance include il supporto alla creazione di istituzioni, la riconciliazione, Stato di diritto, i diritti umani e il sostegno alla società civile somala. Mi ha aiutato ad esempio ad organizzare elezioni libere e giuste nel giugno 2010 in Somaliland, e per sostenere consigli di quartiere che hanno creato mercati dei villaggi (che ha permesso di accedere al cibo e al commercio, che a sua volta aumentare il loro reddito), posti di salute e centri comunitari che raggiungono più di 95.000 persone. Nel 2011 solo 6.300 poliziotti e 170 funzionari legge - giudici, pubblici ministeri, membri giudiziari e personale giudiziario - sono stati formati, tra cui in principi dei diritti umani. Aiuti dell´Ue ha contribuito a stabilire le prime facoltà di giurisprudenza di sempre in Somaliland e del Puntland per la formazione dei giudici e dei pubblici ministeri. Attualmente 385 studenti sono registrati presso la Facoltà di Giurisprudenza presso l´Università Hargeisa e 277 si sono laureati dal 2002. L´ue ha inoltre fornito assistenza legale per le persone vulnerabili, tra cui sfollati interni (Idp) e le donne. Nel 2010 in Somaliland, cliniche legali fornito assistenza legale a 6.290 persone - quattro volte in più rispetto al 2009. Con il sostegno dell´Ue campi mobili nel Somaliland registrati circa 321 casi. Aiuti Ue sostiene la creazione di gestione delle finanze pubbliche tra le diverse amministrazioni, compresa la gestione delle entrate e la pianificazione a lungo termine. L´inclusione della società civile è una dimensione molto importante in quanto garantisce la sostenibilità dei processi. Diritti umani e di genere in tutti i programmi. 2. Educazione Dal 2010: più di 40.000 studenti hanno avuto accesso all´istruzione di base, primaria e secondaria - Più di 330 classi sono state costruite o riabilitate - 4.000 insegnanti di scuola primaria e secondaria qualificata quasi il 30% di questi erano donne - 5.279 allievi sono stati iscritti nella formazione professionale, assicurando lo sviluppo delle competenze e la promozione dell´occupazione. Il numero di bambini che si iscrivono nelle scuole primarie è notevolmente migliorata, da livelli molto bassi (35%) nel 2007 a circa il 45% nel 2010. Tuttavia, solo il 3-6% dei somali giovani hanno accesso all´istruzione secondaria. Eppure, gli aiuti dell´Ue ha iniziato a migliorare la situazione e le regioni del Somaliland e del Puntland offrire esempi incoraggianti: da una iscrizione di soli 450 studenti nel 1999, ci sono stati oltre 50.000 studenti per l´anno accademico 2010-11. 3. Lo sviluppo economico e la riduzione della povertà: agricoltura, mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare La parte settentrionale della Somalia è una terra arida, con la maggior parte delle persone che fanno la loro vita da mantenere bestiame. Agricoltura è ridotta a poche aree vicino Hargeisa-boroma (Nord-ovest del Somaliland) e alcune oasi del Puntland. Pertanto, la maggior parte della popolazione vive in Somaliland e Puntland sono vulnerabili all´insicurezza alimentare a causa della siccità ricorrenti. La resilienza dei pastori alla siccità può essere migliorata piccole iniezioni di denaro per le persone più povere. Le famiglie che ricevono denaro contante sono propensi ad acquistare cibo a livello locale e pagare i debiti contratti con i commercianti locali. L´ue ha finanziato progetti in contanti in Puntland, che si è rivelata uno strumento di successo. Nelle aree agricole irrigue del sud, l´Ue ha sostenuto la creazione di un settore delle sementi che ha raggiunto prestazioni di alta qualità e ha generato un mercato redditizio per gli agricoltori. I risultati mostrano che i semi somali migliorate distribuiti a livello locale per le associazioni di agricoltori possono aumentare la resa del 50-100%, raddoppiando la produzione per ettaro e di ridurre l´insicurezza alimentare. L´ue è inoltre impegnata nella riabilitazione di canali in aree agricole: nel 2010, circa 50.000 agricole e agro-pastorale delle famiglie direttamente beneficiato di sostegno alla riabilitazione delle infrastrutture di irrigazione e il controllo delle inondazioni e di sviluppo delle colture. Più di 3 milioni di somali anche beneficiato di informazioni di mercato finanziata dall´Ue: la sicurezza alimentare e la nutrizione Unità di Analisi (Fsnau) è co-finanziato dalla Ue e fornisce informazioni affidabili sulla situazione della sicurezza economica e alimentare in Somalia. Bestiame - Oltre 70.000 famiglie coinvolte nella produzione zootecnica, trasformazione e commercio beneficiato del sostegno finanziato dall´Unione europea. Il settore zootecnico è stimato per creare il 65% di tutte le opportunità di lavoro in Somalia, generano l´80% dei guadagni conseguiti all´estero (esclusi rimesse), e contribuiscono al 40% del Pil totale per il paese. Le comunità rurali rappresentano circa il 60% della popolazione somala. Un progetto finanziato dall´Ue ha contribuito a migliorare la salute del bestiame nella produzione e commercializzazione di sistemi in Somalia. E ´consentito il trattamento e la vaccinazione per 6,7 milioni di pecore e capre, per la protezione contro le malattie che limitano la produttività e il commercio. Acqua - L´acqua è una risorsa scarsa in Somalia e progetti Ue-finanziati hanno sostenuto i sistemi di alimentazione sia rurali che urbane. Questo aumenta l´accesso a fonti di acqua sostenibile tramite lo sviluppo delle infrastrutture, incoraggiando il settore privato per promuovere la forte gestione finanziaria e amministrativa dei servizi di pubblica utilità. I progetti idrici in corso mirano a fornire un accesso sostenibile all´acqua potabile per un massimo di 700.000 persone e oltre 80.000 con servizi igienici di base, per portare la Somalia più vicino al raggiungimento Mdg 7.  
   
   
FESTA EUROPA: REGIONE SARDEGNA, CONVEGNO 8 MAGGIO PROGRAMMAZIONE  
 
 Cagliari, 8 Maggio 2013 - In occasione della Festa dell’Europa 2013, la Regione Sardegna, nell’ambito di un convegno in programma il prossimo 8 maggio, illustrerà i risultati di un originale progetto che qualifica l’eccellenza dell’Isola nel panorama nazionale per l’attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi europei per lo sviluppo. L’iniziativa "La Sardegna nell’Europa 2020: verso un nuovo modello di governance: enti Locali e politiche di coesione" si svolgerà al Centro Servizi Nuraghe Losa (Ss 131 km 124 – Abbasanta), a partire dalle 10 e fino alle 17, per una prima occasione di confronto e condivisione delle innovazioni sperimentate e delle proposte di supporto in vista della nuova programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali. Il convegno sarà aperto dall’assessore degli Affari generali, personale e riforma della Regione, Mario Floris, mentre le conclusioni della giornata saranno tratte dall’assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi. In particolare i lavori, con la partecipazione di numerosi funzionari regionali e esponenti della amministrazioni locali, saranno incentrati sull’esperienza della Regione Sardegna nell’ambito del Por Fesr 2007-2013 con il progetto 360° Fesr che si concluderà a luglio 2013 e che ha coinvolto, insieme alle strutture regionali, molti enti locali attivi nell’attuazione di progetti finanziati. Il progetto 360° Fesr, avviato nel primo semestre del 2011 e affidato a un Raggruppamento Temporaneo di Imprese composta da Lattanzio e Associati (capofila) e Paadvice, è un intervento di sostegno organizzativo-gestionale al personale della Regione coinvolto nell´attuazione del Por Fesr 2007-2013, finanziato con i fondi dell’Asse Vii – Assistenza Tecnica dello stesso Por, gestito dal Servizio Organizzazione e Formazione della Direzione generale dell´organizzazione e metodo e del personale della Regione Sardegna e coordinato da una cabina di regia a cui partecipa il Centro Regionale di Programmazione, Autorità di Gestione del Por. Il progetto, che punta al rafforzamento delle competenze per migliorare il processo di gestione della spesa dei fondi strutturali, ha sviluppato, con la collaborazione dei partecipanti – dirigenti e funzionari della Regione, degli enti locali e delle società partecipate - importanti strumenti e modelli per una gestione innovativa che potrà essere impiegata già nella nuova programmazione 2014-2020. La governance multilivello tornerà utile, quindi, per realizzare un modello organizzativo efficace, in linea con le indicazioni comunitarie, e capace di ottimizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie che verranno messe a disposizione. Il progetto ha offerto, infatti, una consulenza organizzativa e di formazione delle competenze per la gestione di un Por, fornendo soluzioni strutturali e durature ai problemi di attuazione del Por e collaborando con le strutture. Le attività consulenziali e formative hanno coinvolto, finora, oltre 900 partecipanti al progetto, di cui circa 300 dell’amministrazione regionale e almeno 600 in rappresentanza di oltre 150 Comuni dell’isola e 10 agenzie, società in-house e altri enti.  
   
   
CALABRIA: PRESENTATA LA MANIFESTAZIONE “SENTIRE L’EUROPA”  
 
Catanzaro, 8 maggio 2013 - L’assessore al Bilancio e Programmazione Nazionale e Comunitaria Giacomo Mancini ha illustrato ieri , nel corso di una conferenza stampa a palazzo Alemanni, i dettagli della manifestazione “Sentire l’Europa” che si svolgerà a Cosenza presso il Cinema Teatro Italia il prossimo nove maggio. I giovani anche quest’anno, in Calabria, saranno i protagonisti dell’evento che celebra la nascita dell’Europa. L’iniziativa, organizzata dalla Regione Calabria in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e il coordinamento regionale delle Consulte provinciali degli studenti, prevede l’esibizione delle orchestre dei cinque licei musicali della Calabria e il coinvolgimento degli studenti degli istituti superiori calabresi. All’incontro con i giornalisti – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - hanno preso parte anche l’assessore alla Cultura Mario Caligiuri, l´Autorità di gestione del Por Calabria Fesr 2007/2013 Paola Rizzo e il Direttore generale dell´Ufficio Scolastico regionale Francesco Mercurio. “L’europa – ha affermato l’assessore Mancini - rappresenta una grande opportunità di crescita, conoscenza, sviluppo e formazione per tutti i calabresi e in particolare per le giovani generazioni. La Giunta guidata dal Presidente Scopelliti, fin dal suo insediamento, ha voluto che anche in Calabria si celebrasse la Festa dell’Europa e quest’anno abbiamo inteso rinnovare l’appuntamento organizzando una manifestazione sobria, perché attraversiamo un momento complesso e difficile, che si propone soprattutto come occasione per invitare gli studenti calabresi alla riflessione”. “L’europa è un grande spazio di pace fondamentale per costruire il futuro. Anche attraverso i fondi europei - ha detto l’assessore Caligiuri - è indispensabile sperimentare modelli formativi per valorizzare l’identità e le potenzialità della nostra terra laddove la scuola si afferma come luogo della speranza e della costruzione di una dimensione europea”, “Giovedì sarà la musica a collegare i giovani all’Europa, per spingerli – ha aggiunto il Direttore dell’Ufficio scolastico Francesco Mercurio – ad escludere le posizioni più estreme e andare alla ricerca degli aspetti positivi, tra i quali la diversità. Questa iniziativa rappresenta l’ennesimo successo raggiunto grazie alle sinergie interistituzionali tra la Regione e l’Ufficio Scolastico. Si tratta di una cooperazione che dobbiamo sviluppare e consolidare anche per rafforzare il ruolo baricentrico che deve avere la scuola”.  
   
   
EUROPA: I COMPLIMENTI DI CHIODI PER LA NOMINA DI TANCREDI  
 
L´aquila, 8 maggio 2013 - "La nomina di Paolo Tancredi a vicepresidente della commissione permanente Politiche dell´Unione Europea è un segnale importante per l´Abruzzo". Lo ha detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, al termine della votazione in Commissione che nella seduta di ieri ha eletto il presidente, i vicepresidenti e i segretari. "All´onorevole Tancredi - aggiunge Chiodi - voglio rivolgere i miei complimenti per la nomina e gli auguri di buon lavoro. Ma soprattutto la nomina del parlamentare abruzzese permette di avere alla Regione un interlocutore privilegiato nella pianificazione e organizzazione delle politiche dell´Unione europea. Di questa nomina ne gioverà l´intero Abruzzo, in un momento di particolare importanza nelle decisioni che riguardano la programmazione dei fondi strutturali 2014-2020. In questo contesto - ribadisce il presidente della Regione - l´Abruzzo sta giocando con l´Unione europea e il governo nazionale la complessa partita nel bilancio europeo delle Regioni in transizione e sapere che la Regione Abruzzo potrà contare su un interlocutore privilegiato nell´ambito del Parlamento nazionale, non può che favorire questo obiettivo".  
   
   
9 MAGGIO 2013 FESTA DELL’UNIONE EUROPEA EVENTI ORGANIZZATI O PROMOSSI DAL CENTRO EUROPE DIRECT - CARREFOUR EUROPEO EMILIA  
 
Reggio Emilia – Parma, 8 marzo 2013 - In occasioni delle celebrazioni del 9 maggio, Festa dell’Unione europea, il centro Europe Direct - Carrefour europeo Emilia sarà impegnato in una serie di eventi che coinvolgeranno differenti gruppi di cittadini nei territori delle province di Reggio Emilia e Parma. Si inizia il 4 maggio 2013, quando la classe Iii A dell’Istituto “Scaruffi-levi-tricolore” di Reggio Emilia, a conclusione del percorso formativo “Dal produttore al consumatore: la normativa europea nel campo della sicurezza alimentare” coordinato dalla Prof.ssa Loretta Piccinini insieme allo staff di Europe Direct - Carrefour europeo Emilia, parteciperà a Parma alla giornata Porte Aperte dell’Efsa incontrando gli esperti dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare. Il progetto, che ha accompagnato la classe durante tutto questo anno scolastico e ha avuto come obiettivo principale quello di integrare il normale percorso didattico con informazioni aggiornate sulle evoluzioni del quadro normativo relativo al settore agro-alimentare, troverà nella visita all’Efsa un importante completamento. Il 6 maggio 2013 la classe Ii F del Liceo Classico-scientifico “L. Spallanzani” di Reggio Emilia, l’8 maggio la classe Ii A della Scuola Secondaria di Primo Grado “E. Fermi” di Reggio Emilia e il 10 maggio la classe Ii G dell’Istituto Tecnico “L. Nobili” di Reggio Emilia parteciperanno alle attività sulla cittadinanza europea presso la sede del Laboratorio Europa, struttura didattica permanente del centro Europe Direct- Emilia. Gli studenti partecipanti, saranno guidati in un viaggio simulato all’interno dell’Unione europea, alla scoperta dell’Europa e della sua integrazione. Le visite, che si svolgeranno dalle 9.00 alle 12.00, saranno condotte da Mara Bertoldi, animatrice di Europe Direct – Emilia, anche attraverso l’uso di strumenti diversificati audiovisivi, test, giochi di ruolo. Agli incontri parteciperanno anche dei giovani formatori di Eu@school selezionati tra gli studenti di Laurea Magistrale dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Campus di Forlì Il 9 Maggio prossimo a Reggio Emilia, alle ore 17.00 presso la sede di Europe Direct – Emilia, si terrà un incontro dal titolo “Destre e sinistre: le culture politiche del Novecento nell’Europa mediterranea”. L’evento, promosso insieme all’Istoreco di Reggio Emilia e alla Sezione di Reggio Emilia del Movimento Federalista Europeo, vede la collaborazione dell’Ufficio d’Informazione in Italia del Parlamento europeo. All’incontro parteciperanno il Prof. Maurizio Ridolfi, ordinario di Storia contemporanea all’Università degli Studi della Tuscia – Viterbo, il Prof. Alfonso Botti docente di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia e Bruno Marasà, direttore dell’Ufficio d’informazione a Milano del Parlamento europeo. Presiederà e modererà l’incontro Mirco Carrettieri, presidente dell’Istoreco di Reggio Emilia. Il Prof. Ridolfi incontrerà nel corso della mattina del 9 maggio gli studenti della sezione classica del Liceo “Ariosto-spallanzani” nella sede di Piazzetta Pignedoli, 2 a Reggio Emilia in una Lectio magistralis sul tema delle dinamiche politiche dell’Europa mediterranea. A.a.a. - Giovani senza esperienza cercasi è, invece, il titolo dell’evento organizzato dal Comune di Fidenza (Pr), in collaborazione con la Provincia di Parma e Europe Direct - Emilia, per celebrare la Festa dell’Unione europea. Si terrà a Fidenza (Pr) presso l’Auditorium Of Orsoline, sabato 11 maggio 2013, dalle 9.00 alle 13.00. Si tratta di un incontro pubblico indirizzato, in modo particolare, ai giovani del territorio parmense, che mira a fornire ai partecipanti informazioni e orientamento per un futuro formativo e lavorativo con una forte dimensione europea. Andrea Poluzzi, del centro Europe Direct - Carrefour europeo Emilia, prenderà parte all’incontro con un intervento dal titolo A.a.a. Europa cercasi: le opportunità dell’Unione europea per studiare, fare tirocinio e volontariato all’estero. Dopo i saluti introduttivi del Sindaco di Fidenza, aprirà l’evento Piergiacomo Ghirardini, del Servizio Formazione Professionale e Politiche Attive del Lavoro della Provincia di Parma, con un intervento dal titolo Il mercato del lavoro in Provincia di Parma, a cui farà seguito Francesca Michelotti, del Centro per l’impiego della Provincia di Parma, che parlerà di Giovani alla ricerca del lavoro in tempo di crisi. Chiuderanno l’evento le presentazioni de funzionari delle principali agenzia di lavoro interinale presenti sul territorio del comune di Fidenza. L’evento s’inserisce nell’ambito dell’Orientalavoro - Stand informativi, presentazioni e approfondimenti dedicati al mondo del lavoro, organizzato dal Comune di Fidenza in collaborazione con i Comuni di Noceto, Fontevivo, Roccabianca e Zibello.  
   
   
VISITA AMBASCIATORE CANADA, LA REGIONEINVITA JAMES FOX A TORNARE IN MOLISE AD OTTOBRE  
 
 Campobasso, 8 maggio 2013 - «La nostra speranza è di replicare questa bella visita il prossimo 14 ottobre, quando cadrà il 70mo anniversario dell´arrivo dei canadesi nella nostra città». Con queste parole, il Presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, ha ricevuto il 6 maggio nel palazzo di via Genova a Campobasso l´ambasciatore del Canada in Italia, James Fox. Si rafforza così il già ben saldo e radicato legame che unisce il Molise al Canada. Ad ottobre, infatti, ricorreranno i 70 anni dell´arrivo in città delle truppe alleate nordamericane e Campobasso venne ribattezzata Canada town. Negli anni dell´emigrazione, poi, il Canada è stato per i molisani la terra delle grandi opportunità. Oggi nello Stato federale del Nord America la comunità molisana è la più numerosa in termini percentuali. Un milione di concittadini vive là. «Con voi molisani abbiamo un rapporto speciale», ha riconosciuto l´alto diplomatico, accompagnato nella sua visita istituzionale in regione dal colonnello di origini molisane, Tony Battista. «La vostra è una comunità importante e molto attiva. Siamo convinti di poter intensificare ancora di più i nostri contatti, soprattutto sul piano della crescita imprenditoriale e culturale anche attraverso l´università. Il Canada è attento e interessato ai giovani, all´Europa, all´Italia e al Molise». «Noi saremo sempre grati al Canada - è stato il pensiero del governatore Frattura -, perché è stata la terra dove tantissimi nostri concittadini sono riusciti a fare fortuna, affermandosi in tantissimi settori. Continuiamo a credere che per le nostre imprese, per le aziende dell´agroalimentare e per l´export questo grande Paese sia un Paese nel quale investire. Per questo incentiveremo i processi di internazionalizzazione, confidando nel vostro intervento per un carico burocratico più leggero». A ricevere l´ambasciatore James Fox e il colonnello Tony Battista con il governatore anche il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Niro. Frattura e Niro hanno consegnato ai prestigiosi ospiti due pubblicazioni sul Molise. Al diplomatico è stato donato anche un coltello tagliacarta della pregiata tradizione artigianale locale.  
   
   
VERTENZA SARDEGNA, CAPPELLACCI CHIEDE INCONTRO A LETTA IL TESTO DELLA LETTERA SCRITTA DAL GOVERNATORE UGO CAPPELLACCI AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ENRICO LETTA.  
 
Cagliari, 8 Maggio 2013 - Il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, il 6 maggio ha chiesto con una lettera un incontro al presidente del Consiglio, Enrico Letta, per fare il punto sulle vertenze aperte con lo Stato, a cominciare da quella sulle Entrate e il Patto di Stabilità. Il Governatore sottolinea, tra l’altro, che da parte della Regione vi e’ stata sempre la massima e leale collaborazione con il Governo nazionale, ma a questo rispetto istituzionale "continua a non seguire una corrispondente risposta del Governo". Questo il testo della lettera: "Caro Presidente, mi rivolgo a Lei con qualche motivo di speranza in più, rispetto al passato, confidando nel reciproco orgoglio per le nostre comuni origini sarde e nella sua riconosciuta attenzione e disponibilità, da sempre manifestata nei confronti della Sardegna. Come ho più volte rappresentato ai suoi predecessori, il governo regionale della Sardegna, dal suo insediamento, è impegnato a fronteggiare una crisi economica senza precedenti nella storia autonomistica e, nel contempo, con determinazione, ad individuare nuove prospettive di occupazione, crescita e sviluppo. La crisi però continua a mordere con effetti negativi gravissimi per l´occupazione, per il sistema economico, industriale e sociale di tutta l´Isola, la cui portata ha più volte superato il livello di guardia con rischi concreti per la pace sociale e lo stesso ordine pubblico. Spiace dover sottolineare che il Governo nazionale ha avuto nel passato, e continua ad avere oggi, forti responsabilità: vi sono alcune importanti partite aperte, decisive per il futuro della nostra Isola che, purtroppo, non hanno ancora trovato soluzione. Profonde sono le conseguenze dei ritardi accumulatisi nel tempo per il non avere affrontato, entro i fondamentali principi dell’unità nazionale, i nodi storici e le cause strutturali che non assicurano ai sardi parità di diritti e condizioni rispetto al resto dei cittadini italiani, continuano ad ostacolare lo sviluppo e rendono sempre più difficile contrastare la dura crisi che oggi colpisce il tessuto sociale e produttivo. La nostra Regione, nel rispetto dei principi cardine della sua profonda e radicata cultura e tradizione autonomistica, non è mai venuta meno ai doveri di massima e leale collaborazione con il Governo nazionale. A questo profondo senso di rispetto istituzionale, continua però a non seguire una corrispondente risposta del Governo. Non è stato sufficiente neanche il prezioso e qualificato intervento del Presidente della Repubblica che, a seguito di una Sua recente visita in Sardegna, aveva favorito la "riapertura" del confronto con il Governo Monti sui temi centrali della cosiddetta "Vertenza Sardegna". Un accurato dossier era stato da noi portato all´attenzione del Governo nazionale su questi temi prioritari riguardanti: la vertenza entrate e la ridefinizione del patto di stabilità; la continuità territoriale ed in particolare quella marittima; il riconoscimento della condizione di insularità, il federalismo fiscale e la zona franca; la riduzione dei divari infrastrutturali e lo sblocco delle risorse ex-Fas; le vertenze industriali di valenza strategica nazionale, come quelle del settore della chimica, della mineral-metallurgia (alluminio e carbone in particolare) e della produzione energetica. Quattro settimane dall´istituzione del tavolo del confronto Stato-regione (avvenuta con apposito Dpcm), era stato il tempo definito dallo stesso decreto per chiudere i lavori ed individuare le possibili soluzioni per risolvere in particolare la questione delle entrate e del patto di stabilità. Con grande rammarico abbiamo dovuto rilevare che, ancora una volta, nonostante i propositi originari, anche quel percorso si è risolto in un nulla di fatto. Caro Presidente, come Lei ben sa, essendo stato uno dei protagonisti che all´epoca si occuparono del caso, al nuovo regime delle entrate per la Sardegna si era pervenuti, dopo una pluriennale vertenza con lo Stato, proprio per sopperire alle gravi e palesi insufficienze determinatesi nel quadro finanziario regionale, come riconosciuto anche dall´Avvocatura dello Stato. Non è bastato, inoltre, che proprio sui temi delle entrate e del patto di stabilità, si sia recentemente pronunciata la Corte costituzionale che ha, in modo cristallino, riconosciuto le ragioni della Sardegna, sia sull´immediata percettibilità delle nuove entrate, sia sulla correttezza dell’iscrizione delle stesse nei nostri bilanci regionali, sia sul conseguente adeguamento proporzionale del patto di stabilità che il Governo deve riconoscere alla Sardegna. Pur in presenza, quindi, di queste importanti novità del quadro normativo di riferimento che riconosce le nostre ragioni, ancora una volta il Governo “tradisce” la Sardegna. Non rimaneva altra strada che intensificare, come abbiamo fatto, il ricorso alle vie giurisdizionali per la difesa della legalità e dei fondamentali principi della leale collaborazione istituzionale. Abbiamo anche dovuto procedere a notificare al Presidente del Consiglio dei Ministri un atto di diffida e contestuale messa in mora per l’attribuzione delle somme ancora dovute alla Sardegna. Un atto estremo, che sottolinea la gravità dello scontro in atto. La Sardegna non intende certo sottrarsi agli obblighi di risanamento dei conti pubblici, ma non si possono però chiedere alla nostra Regione sacrifici di gran lunga superiori a quelli richiesti alle altre Regioni. La Sardegna chiede soltanto che, una volta per tutte, sia riconosciuto quello che stabiliscono le leggi di questo Paese. Null´altro. Come ho più volte rappresentato ai massimi vertici dello Stato, mi permetto di richiamare in conclusione alcuni concetti da Lei ben conosciuti Presidente e per noi irrinunciabili. Il Popolo Sardo non cerca assistenzialismo. L´insularità è un fatto oggettivo e la specialità della Sardegna poggia su solide basi culturali, storiche ed identitarie. Nel solco della nostra tradizione autonomista, rivendichiamo solo ed esclusivamente il rispetto della nostra specialità, eguali opportunità e la rimozione delle disparità territoriali per quella reale coesione posta alla base dello stesso Trattato europeo. Caro Presidente, per le ragioni esposte e per una più puntuale rappresentazione dei possibili percorsi solutori che auspico possano essere condivisi, Le chiedo di poterLa incontrare con tutta la consentita urgenza. Nel rinnovato clima di collaborazione politica ed istituzionale di cui il nostro Paese ha forte bisogno, sono certo vi possano essere tutte le condizioni per ristabilire equilibrio e correttezza nei rapporti fra il Governo e la Regione. Confido, pertanto, che Ella saprà cogliere l´urgenza e lo spirito di questo accorato appello che è anche, nel contempo, una piena ed ampia disponibilità della Sardegna a fare la propria parte per la crescita e lo sviluppo di tutto il nostro Paese."  
   
   
PATTO STABILITÀ 2013: GIUNTA PUGLIA APPROVA DELIBERA  
 
 Bari, 8 maggio 2013 - La giunta ha approvato la delibera sul patto di stabilità interno per il 2013. Con la delibera vengono emanate direttive ai fini della modulazione della spesa regionale che consenta di perseguire il rispetto del patto di stabilità interno per l’anno 2013. L’assessore al Bilancio, Leonardo di Gioia, ricorda che “il riparto interregionale delle disponibilità di spesa continua a penalizzare la Regione Puglia in quanto gli spazi finanziari assegnati evidenziano un riparto pro-capite che colloca la regione nelle posizioni più basse”. “Il criterio della suddivisione rimane infatti non oggettivo, ma resta ancorato, di fatto, alle risultanze contabili dell’esercizio finanziario 2005, anno nel quale la spesa – soprattutto per quanto riguarda i pagamenti – è stata particolarmente bassa”. Con la delibera viene stabilito che la spesa regionale sia indirizzata verso le spese obbligatorie di funzionamento, al cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali ed agli interventi finanziati con le risorse liberate della programmazione comunitaria 2000-06 al fine di non incorrere in perdita di risorse europee e – per la parte residuale – ripartita tra le strutture regionali di spesa, sulla base di un criterio di ponderazione, con prioritaria destinazione agli interventi in materia di lotta alla povertà e al disagio sociale e al sostegno dell’occupazione, in particolare giovanile. In relazione alla notevole compressione dell’obiettivo di competenza finanziaria stabilito dalla Legge di stabilità 2013, per ora non è attuabile il “patto regionale verticale incentivato” che si auspica possa essere riattivato anche in relazione a modifiche normative che dovessero arrivare in corso di conversione del Dl 35/2013 (accelerazione pagamenti da parte Pubbliche amministrazioni).  
   
   
STATO-REGIONE: OGGI PRESIDENTE FVG SERRACCHIANI A ROMA PER INCONTRI  
 
Trieste, 8 maggio 2013 - La presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, è oggi a Roma per una serie di incontri con esponenti del Governo presieduto da Enrico Letta. L´agenda prevede nel pomeriggio presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, la partecipazione a una riunione con il ministro Maurizio Lupi, sullo stato di attuazione delle infrastrutture strategiche, sulle emergenze relative alla gestione del Trasporto Pubblico Locale, sulla mobilità di pianificazione nazionale dell´offerta portuale e aeroportuale. E´ previsto inoltre un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi per un confronto tra quanto indicato nel nuovo programma del Governo nazionale e i contenuti di quello della nuova amministrazione del Friuli Venezia Giulia. La presidente Serracchiani incontrerà anche il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, per una verifica del ´protocollo di collaborazione´ tra la Regione Friuli Venezia Giulia ed il Ministero della Giustizia e un confronto sullo stato dell´edilizia penitenziaria regionale, con particolare riguardo alla situazione del carcere di Pordenone. "Sicuramente uno dei punti rilevanti all´ordine del giorno domani a Roma sarà la terza corsia della A4 - anticipa Serracchiani - sulla quale gli elementi di oscurità sono al momento di gran lunga superiori a quelli di chiarezza. Prima di compiere qualunque passo voglio avere la certezza della mia condizione attuale rispetto alle deleghe commissariali. Solo allora potrò capire quale strada prendere per iniziare a sbrogliare una matassa che già il presidente di Autovie Emilio Terpin aveva definito ´supercomplicata´. Definizione che, a una prima rapida visione mi sembra appropriata".  
   
   
LA REGIONE HA INCONTRATO I SINDACI DEL CANAVESE E DELL´EPOREDIESE  
 
Torino, 8 maggio 2013 - L’assessore regionale alla Protezione Civile e Difesa del Suolo Roberto Ravello si è recato il 6 maggio presso il Municipio di Montalto Dora per incontrare i sindaci delle Amministrazioni del Canavese e dell’Eporediese, colpite dalle abbondanti precipitazioni piovose e temporalesche dell’evento che ha interessato il territorio piemontese ed in modo particolare la fascia pedemontana delle province settentrionali tra il 27 ed il 30 aprile. “Il bilancio del violento temporale - ha dichiarato l’Assessore Ravello - è indubbiamente pesante, anche se per fortuna non ci sono state vittime. Ho voluto recarmi qui personalmente proprio per rendermi conto dei danni alle strutture ed alle abitazioni.” “L’incontro di oggi – prosegue Ravello- oltre a rappresentare un doveroso segnale di vicinanza dell’Amministrazione regionale ai territori colpiti, è servito a fare il punto della situazione e mettere a sistema le energie e le competenze dei diversi soggetti coinvolti. La Regione è intervenuta con la massima tempestività, monitorando la situazione e garantendo il supporto necessario alle amministrazioni locali, per il tramite della Protezione Civile, con uomini e mezzi, e dei funzionari che non hanno fatto mancare il loro supporto per le verifiche necessarie alla redazione di un completo e puntuale rapporto di evento.” “L’occasione è stata utile anche per comunicare ai Sindaci che il Presidente Cota ha già firmato la lettera con la quale si richiede alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l´attivazione dello stato di calamità, necessaria per poter dare risposte concrete ai territori e fortemente attesa dai comuni. Di fronte ad eventi di tale portata ed assolutamente straordinari, per intensità e quantità di pioggia caduta, insieme ai comuni ci aspettiamo che lo Stato riconosca un reale aiuto economico per contribuire alle spese che si dovranno sostenere per la messa in sicurezza del territorio e ristabilire la viabilità ove ancora interrotta. Al momento, stiamo ancora raccogliendo le segnalazioni necessarie alla quantificazione dei danni e, inoltre, si è anticipata la volontà di costruire uno strumento di governo dell´emergenza di area vasta, un piano intercomunale di Protezione civile per gestire al meglio eventi che interessano diverse amministrazioni.”  
   
   
UPI: PROVINCE - SAITTA “SIA RIFORMA NON SMEMBRAMENTO DI SERVIZI E PERSONALE”  
 
Roma, 8 maggio 2013 - “Se il lavoro della Convenzione delle riforme costituzionali si riducesse alla smobilitazione delle Province e allo smembramento dei servizi che queste erogano e del personale che vi lavora sarebbe l’ennesima burla per il Paese. Non si produrrebbero risparmi ma aumento della spesa pubblica, si metterebbe il personale in mobilità e crollerebbe il livello dei servizi ai cittadini”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, a proposito della Convenzione per le riforme costituzionali annunciata il 29 aprile dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta. “Chi conosce il Paese reale – ha detto Saitta – sa bene che i comuni italiani non sono in grado di esercitare le funzioni che oggi sono delle Province. Se si è detto che 107 province sono troppe perché troppo piccole per esercitare funzioni di area vasta, come si può ora dire che comuni piccoli e piccolissimi sarebbero in grado di farlo senza problemi? E siamo sicuri che le Regioni, cui da sempre si imputa di non svolgere la loro funzione essenziale, cioè legiferare, siano le istituzioni più idonee a gestire l’amministrazione di servizi diretti ai cittadini? Non è un caso se in tutta Europa le Province esistono ed esercitano le stesse funzioni di quelle italiane. La Convenzione – aggiunge Saitta – deve essere l’occasione per sciogliere questi dubbi, per ridefinire l’intero sistema istituzionale del Paese, per intervenire su Regioni, Province, Comuni, per ridurre la spesa pubblica tagliando gli enti strumentali, che sono inutili fonti di spreco, e riducendo gli uffici dello stato sul territorio, un costo ormai insostenibile per la pubblica amministrazione, per rivedere il sistema bicamerale e dimezzare il numero dei parlamentari. Se si continua a raccontare ai cittadini che, tolte le Province, vedranno risolti tutti i loro problemi – conclude Saitta - il riscatto della buona politica ancora una volta non ci sarà e quello dell’astensione alle elezioni di qualunque livello istituzionale diventerà il primo partito italiano”  
   
   
PROVINCIA DI PARMA: BILANCIO IN ORDINE E SERVIZI EFFICIENTI IL CONSIGLIO APPROVA IL CONTO CONSUNTIVO 2012.  
 
Parma, 8 maggio 2013 – Un bilancio sano e in equilibrio, l’erogazione di servizi di qualità a sostegno del territorio e in particolare delle persone e delle imprese colpite dalla crisi. Sono questi i due aspetti che il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli ha sottolineato nell’intervento con il quale ha concluso la discussione sul bilancio consuntivo 2012 approvato il 30 aprile a maggioranza dal Consiglio provinciale. L’atto prelude alla discussione sul preventivo 2013 le cui date, comunicate dal presidente De Blasi al consesso saranno il 7 maggio la presentazione, il 20 la discussione e il 29 l’approvazione. “Vorrei sottolineare innanzitutto – ha detto Bernazzoli - come in carenza di risorse si sia agito nel settore dei servizi e a sostegno della crisi sociale con interventi mirati. Abbiamo dimostrato di essere un Ente in grado di garantire servizi di qualità, pur riducendo gli investimenti, e lo abbiamo fatto grazie all’impegno degli assessori e al lavoro del personale dell’ente”. Il secondo aspetto su cui il presidente ha richiamato l’attenzione è il fatto che si tratta di un bilancio sano. “Consegniamo un bilancio in equilibrio e senza debiti ed è una assunzione di responsabilità essere virtuosi in una situazione come questa” – ha detto il presidente ringraziando i consiglieri per l’iniziativa congiunta portata avanti insieme davanti al Prefetto dopo la notizia dell’ulteriore taglio di 3,3 milioni di euro. “Il segnale mandato alla cittadinanza è stato chiaro, informare su una provincia che non è più nelle condizioni di operare a causa di tagli insopportabili – ha spiegato Bernazzoli - In queste ultime settimane a seguito dei disastri provocati dal maltempo in montagna così come nella bassa abbiamo visto che c’è una forte richiesta di Provincia. Per noi non è una novità. C’è un punto di quello che sta accadendo sull’abolizione di questi enti che non possiamo accettare ed è la chiusura senza che sia stata indicata una modalità di ricollocazione delle competenze. Anche questa mattina incontrando il presidente della Regione – ha concluso - ho fatto presente questo aspetto e la necessità di avere le risorse e l’investitura necessarie per poter continuare ad agire finché ci sarà possibile. Questa giunta e questo consiglio hanno senso di continuare a esistere se permangono le condizioni per poter amministrare”.  
   
   
LOMBARDIA.ESODATI,ASSESSORE LAVORO:GOVERNO ASCOLTI REGIONE LOTTA ALLA CRISI: UN FONDO DI ROTAZIONE PER I CASSINTEGRATI  
 
Milano, 8 maggio 2013 - La Giunta regionale della Lombardia si farà portavoce con il nuovo ministro del Lavoro della necessità impellente della soluzione del grave problema degli esodati e, in questo senso, si ribadirà la necessità di una trasparenza completa sui dati effettivi degli esodati in Lombardia. Problema Esodati In Conferenza Regioni - Domani, 8 maggio, nella seduta della Ix Commissione della Conferenza delle Regioni, competente in materia di Lavoro, l´assessore regionale all´Istruzione, Formazione e Lavoro porrà la necessità di una comunicazione al Ministro in sede di Conferenza Stato-regioni. E´ quanto prevede la mozione approvata all´unanimità dal Consiglio regionale della Lombardia, condivisa dall´assessore regionale al Lavoro. Nel suo intervento l´assessore ha sottolineato con forza che ´Il Consiglio, nella scorsa legislatura, è intervenuto diverse volte con mozioni e ordini del giorno, invitando a più riprese l´Esecutivo regionale a intervenire in sede governativa, per sollecitare azioni che consentissero di conoscere il fenomeno nella nostra regione e di intervenire tempestivamente, per risolvere il problema che aveva ormai assunto un tasso di problematicità sociale di assoluta gravità´. Le Azioni Della Giunta Regionale - ´Questi interventi da parte di Regione Lombardia - ha ricordato l´assessore - così come di tutte le Regioni e di tutte le forze sociali, ci sono stati, forti e chiari, ma, nonostante tutto, il Governo precedente non ha ritenuto di attivare un´azione direttamente con le Regioni´. Concetto, questo, ripreso anche nel testo della mozione, in cui si legge: ´La disponibilità a collaborare con il Governo, in passato espressa dalla Conferenza Stato-regioni, non ha trovato ascolto presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e presso Inps, ente incaricato di valutare le posizioni e le carriere contributive individuali al fine di salvaguardare i lavoratori ´esodati´ dagli effetti delle riforme pensionistiche´. Anticipo Cassa Integrazione Con Fondo Rotazione - Buone notizie anche per i cassintegrati. Approvata all´unanimità dal Consiglio regionale la mozione che impegna la Giunta a definire, in accordo con le parti sociali, Commissione regionale Abi (Associazione Banche Italiane) Lombardia e Unioncamere, l´istituzione di un fondo di rotazione. L´obiettivo è quello di anticipare in un tempo ragionevole di 30 giorni parte rilevante delle quote spettanti come anticipo della cassa integrazione maturata da parte dei lavoratori. La decisione è stata presa anche sulla scorta del positivo intervento, a Milano, della Fondazione Welfare Ambrosiano, che ha stipulato intese in cui le parti sociali e fondazioni locali, attraverso accordi con l´Abi, hanno definito fondi di garanzia atti a favorire primi interventi di anticipo dei pagamenti rispetto ai tempi lunghi dell´Inps. Impegno Concreto Per Offrire Sostegno - ´Un modo concreto per manifestare la vicinanza della Giunta regionale - ha commentato l´assessore - a chi, oltre a trovarsi nella condizione di cassintegrato, si trova a dover far fronte a scadenze o impegni improrogabili senza poter disporre in tempi brevi di quanto gli spetta, spesso a causa di ritardi dei pagamenti da parte dell´Inps´.  
   
   
“GIOVANISÌ OPEN UP” PARTECIPA GIOVEDÌ 9 MAGGIO AL FESTIVAL D’EUROPA  
 
 Firenze, 8 maggio 2013 – “e-Skills Profiles. Agenda Digitale Europea. Nuovi profili professionali per il web e opportunità per enti pubblici e soggetti privati”. E’ il tema dell’incontro che “Giovanisì open up”, format che affronta i temi formulati da Europa2020 con il coinvolgimento di giovani e aziende, promuove nell’ambito del Festival d’Europa 2013 in corso da oggi a Firenze (fino al 12 maggio). L’appuntamento è per giovedì 9 maggio nello spazio Suc delle Murate, ore 15-19. Apre i lavori, con un intervento centrato sul rapporto fra la creatività giovanile e l’imprenditoria toscana, Carlo Andorlini, responsabile Progetto Giovanisì della Regione Toscana. Fabrizio Caccavello, di Iwa Italia, interviene sulle “Nuove opportunità di lavoro per i giovani: le professioni del Web”, mentre Sauro del Turco, che si occupa di progetti di riuso e attuazione dell’Agenda Digitale nella Rtrt della Regione Toscana, analizza le nuove frontiere per pubbliche amministrazioni e Pmi. “Si puo’ fare! Il nuovo ecosistema per le Start-up digitali” è il titolo dell’intervento di Alessandro Sordi, cofondatore di Nana Bianca (acceleratore per le startup italiane). In programma anche le testimonianze di alcune Start-up innovative. Ingresso libero previa iscrizione inviando una mail a iscriviti@giovanisi.It  L’incontro sarà trasmesso anche in diretta streaming su giovanisi.It e si potranno commentare su twitter le fasi dell’evento usando l’hashtag #eskills.  
   
   
SERVIZI SOCIALI IN VENETO: “APPROVATO DDL RICONOSCIMENTO PROMOZIONE E SOSTEGNO FAMIGLIA; E’ UN NUOVO MODELLO: PASSIAMO DA WELFARE STATE A WELFARE COMMUNITY CHE COSTA IL 30-40% IN MENO DELLE RISORSE”  
 
Venezia, 8 maggio 2013 - La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto, ha approvato il disegno di legge regionale “Disposizioni in materia di politica organica e integrata per il riconoscimento, la promozione e il sostegno della famiglia”. Il testo del disegno di legge, che sarà ora inviato al Consiglio regionale per il proseguimento dell’iter legislativo, si compone di tredici articoli che contengono, in estrema sintesi, primo esempio del genere in Italia, la sistematizzazione e razionalizzazione di tutti gli interventi regionali sulla famiglia (dai consultori familiari, al potenziamento del sistema di servizi domiciliari per la non autosufficienza) e alcune novità tra cui la previsione di un Piano d’azione triennale per la famiglia per coordinare tutte le politiche di settore, l’istituzione di un Osservatorio permanente, la concessione di un “contrassegno impronta famiglia” ad amministrazioni pubbliche e a privati come strumento di valorizzazione e di coerenza con gli interventi regionali per la famiglia. Articoli specifici riguardano: i consultori familiari, il sistema dei servizi socio educativi per l’infanzia, l’assistenza domiciliare integrata (per consentire ai non autosufficienti/disabili di continuare a vivere a casa propria ricevendo l’assistenza necessaria), la promozione dell’associazionismo familiare e delle reti di famiglie (affido, vicinanza e convivenza solidale, buon vicinato) in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale e di solidarietà tra famiglie, i benefici e interventi relativi a famiglie in difficoltà per la casa (previsti accordi con le Ater), o in difficoltà economica (prestiti senza interessi). E ancora il disegno di legge d’iniziativa della Giunta regionale prevede misure per favorire la conciliazione tra i tempi della famiglia e i tempi di lavoro: dalla gestione specifica delle risorse umane nelle aziende pubbliche e private, al potenziamento dei servizi per la prima infanzia, dalla promozione dei tempi e degli orari del territorio presso gli enti locali alla facilitazione del rientro al lavoro per le lavoratrici in congedo parentale, dal sostegno di modalità come la banca delle ore o il telelavoro, al sostegno di progetti come ‘Audit’, ‘Distretto Famiglia’. “Il disegno di legge – ha detto Sernagiotto – afferma la centralità della famiglia nelle politiche della Regione Veneto, e nasce dai nuovi bisogni emersi negli ultimi anni nel Veneto nei cambiamenti sociali e culturali, dall’invecchiamento della popolazione all’impegno lavorativo delle coppie. C’è la necessità di più flessibilità nelle misure esistenti e di una maggior articolazione rispetto alle esigenze delle famiglie, secondo il principio di sussidiarietà. Inoltre il disegno di legge segna un passaggio di fondo: l’ambito nel quale ci muoviamo non è più il ‘welfare state’ ma il ‘welfare di comunità’ che attribuisce alla comunità locale la responsabilità e la competenza in merito alla gestione delle dinamiche collettive e, appunto, rende centrale la famiglia e le sue risorse. Non è una legge che si baserà su ulteriori impegni di spesa – ha concluso – anzi con la sua attivazione le casse pubbliche spenderanno il 30-40% in meno delle risorse attualmente impiegate ”.  
   
   
FVG: PRESIDENTE PARI OPPORTUNITÀ: VIOLENZA DONNE EMERGENZA SOCIALE  
 
Trieste, 8 maggio 2013 - La violenza sulle donne si conferma un´emergenza sociale. A metterlo in evidenza è Santa Zannier, presidente della Commissione regionale Pari opportunità, che aggiunge. Quando l´odio di genere colpisce in modo così vasto, quando mariti, fidanzati, compagni ed ex, italiani o stranieri, si accaniscono sulle loro vittime molestandole, perseguitandole, violentandole fino a ucciderle, lo Stato deve far sentire tutto il suo peso: non è una scelta è un dovere. E´ assolutamente necessario - aggiunge Zannier - prevenire con ogni mezzo quanto sta succedendo: il sopruso la violenza l´arroganza, la mancanza di rispetto, sembrano diventati comportamenti abituali tra le persone, ma sono quasi sempre le donne a rimetterci, anche la vita. La legge sullo stalking c´è, ma deve essere applicata senza sconti e con più convinzione: gli atti persecutori non vanno mai sottovalutati e soprattutto deve essere punito colui che invade con violenza la sfera privata di un´altra persona; devono essere applicate misure restrittive severe a carico del persecutore e non si devono sottovalutare i comportamenti. E´ necessario adottare sempre un piano di protezione della vittima e non sottovalutarne le minacce; si devono rafforzare i principi culturali e morali della nostra società che stanno alla base del vivere civile; bisogna reagire a quest´ondata di violenza e forse è ora che a prendere posizione siano gli uomini per consolidare principi condivisi, di dignità della persona, rispetto degli altri e libertà individuale. La famiglia e la scuola hanno una responsabilità primaria nella condivisione di questi principi e dovrebbero essere anche un fondamentale veicolo di questi principi. Bene hanno fatto - conclude Santa Zannier - la presidente della Camera e il ministro delle Pari opportunità a intervenire pesantemente su questo atavico problema e ci auguriamo che non siano solo le donne a far sentire la propria voce in merito.