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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Novembre 2007
SCIENZIATI ACQUISISCONO MAGGIORE CONOSCENZA SUL «GENE DELL´OBESITÀ»  
 
Bruxelles, 13 novembre 2007 - Un´équipe di scienziati finanziata dall´Ue ha acquisito nuove informazioni sul modo in cui il «gene dell´obesità», Fto, causa l´aumento di peso nelle persone. In un articolo pubblicato sulla rivista «Science», gli studiosi spiegano che il gene è attivo soprattutto nell´ipotalamo, la regione del cervello responsabile del controllo della fame e della sazietà. All´inizio di quest´anno, i ricercatori hanno scoperto che le persone che presentano una determinata variante del gene Fto tendono a pesare di più rispetto agli altri e sono soggette ad un rischio maggiore di sviluppare il diabete. Da allora gli scienziati si sono impegnati a cercare di comprendere come il gene Fto influenzi il nostro peso corporeo. Il finanziamento dell´Ue a favore della ricerca è stato stanziato a titolo del progetto Diabesity, nell´ambito del Sesto programma quadro, che studia l´azione dei geni implicati nell´obesità al fine di valutarli come bersagli di farmaci. «Si tratta del primo studio in assoluto dei possibili meccanismi attraverso i quali questa variante genetica molto comune può incidere sul rischio di obesità di una persona», ha osservato il professore Stephen O´rahilly dell´Università di Cambridge. I ricercatori hanno scoperto che il gene Fto codifica un enzima che è in grado di agire sul nostro Dna e modificarlo. Ciò fa supporre che potrebbe essere responsabile dell´attivazione e della disattivazione di altri geni. Inoltre, il gene Fto è particolarmente attivo nell´ipotalamo, la parte del cervello che controlla i livelli della fame, e i livelli del Fto sono influenzati dall´alimentazione e dal digiuno. «La scoperta che il Fto è un enzima con queste azioni sul Dna è davvero sorprendente. Rimane ancora molto lavoro da fare per capire come la sua azione influenzi il peso del corpo», ha dichiarato il professore O´rahilly. «La scoperta che il Fto può avere un qualche coinvolgimento nel controllo dell´ipotalamo fa supporre che, come altri geni dell´obesità individuati in precedenza, può svolgere un ruolo nell´influenzare il modo in cui il cervello percepisce le sensazioni di fame e sazietà. » Secondo il professore O´rahilly, il fatto che i livelli di attività del Fto possano essere alterati da piccole molecole significa che sarebbe possibile manipolarlo dal punto di vista terapeutico per trattare l´obesità. «Si tratta di un´importante ricerca», ha dichiarato Sara Hiom del Cancer Research Uk, cofinanziatore dello studio. «Sappiamo che l´obesità aumenta il rischio nelle persone di sviluppare una serie di tumori e altre patologie e il numero sempre maggiore di soggetti in sovrappeso avrà significative implicazioni per il cancro in futuro. La scoperta del funzionamento di questo gene è molto stimolante e potrebbe portare un giorno a nuove terapie per l´obesità. » Un europeo bianco su sei è portatore di due copie della variante del Fto legata all´obesità. I soggetti con questa caratteristica pesano, in media, tre chili in più e il 70% corre un rischio maggiore di sviluppare l´obesità rispetto alla persone che non presentano alcuna copia del gene «dell´obesità». Coloro che presentano solo una copia della variante «dell´obesità» del Fto pesano 1,6 kg in più e hanno il 30% in più di rischio di essere obesi rispetto a quanti non presentano nessuna copia. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Sciencexpress. Org .  
   
   
UNO STUDIO COLLEGA LA DEPRESSIONE NEGLI ANZIANI A LESIONI CEREBRALI  
 
Bruxelles, 13 novembre 2007 - Alcuni scienziati francesi hanno dimostrato l´esistenza di un evidente collegamento tra la depressione negli anziani e la presenza di lesioni della materia bianca nel cervello. I ricercatori hanno sottoposto a risonanza magnetica cerebrale oltre 1 500 individui tra i 65 e gli 80 anni di età, accertando nel contempo eventuali sintomi depressivi negli stessi soggetti. Dopo quattro anni, la maggioranza dei partecipanti allo studio è stata sottoposta a una successiva risonanza magnetica. I risultati ottenuti dai ricercatori sono pubblicati nella rivista «Biological Psychiatry». Dalla risonanza magnetica è emerso che i soggetti con una storia di depressione presentavano un maggior volume di lesioni della materia bianca rispetto a coloro che non avevano mai sofferto di grave depressione. Inoltre, nei quattro anni dello studio le lesioni di questi soggetti erano cresciute più rapidamente rispetto a quelle degli altri. Per le persone che non avevano mai sofferto di depressione, la presenza di lesioni diffuse della materia bianca all´inizio dello studio è stata associata ad un aumento del rischio di episodi di depressione nei successivi quattro anni. Le lesioni della materia bianca si riscontrano quando alcune parti del cervello risentono di uno scarso afflusso di sangue. L´età e la pressione sanguigna elevata sono entrambi fattori che aumentano il rischio di sviluppare delle lesioni. I ricercatori si chiedono da qualche tempo se la depressione negli ultrasessantacinquenni si possa collegare a problemi vascolari, quali ipertensione, diabete o colesterolo alto. «Il nostro studio, che mette in evidenza una correlazione tra le lesioni della materia bianca e la depressione nei soggetti anziani, conferma decisamente la plausibilità dell´esistenza di una correlazione tra depressione negli anziani e disturbi vascolari», ha affermato Carole Dufouil dell´Istituto nazionale francese della salute e della ricerca medica (Inserm). La depressione negli anziani è un problema serio; nelle case di riposo, si ritiene che ne siano affetti tra il 15% e il 45% dei residenti. I ricercatori rilevano che i recenti risultati confermano l´importanza di considerare i fattori di rischio vascolari negli anziani. Per maggiori informazioni, consultare: http://www. Inserm. Fr .  
   
   
“CELLULE E GENETICA: UN VERO AIUTO AD UNA VITA MIGLIORE?” OGGI UN INCONTRO PER RIFLETTERE SULLE ULTIME, TALORA SCONVOLGENTI PROSPETTIVE DELLA RICERCA OSPITE IL PROF. ANGELO VESCOVI  
 
Milano, 13 novembre 2007 - Le domande sulla presenza della vita sulla Terra e oltre la Terra si fanno sempre più pressanti nella speranza che la scienza possa fornire risposte accettabili. Ma talvolta le scoperte della scienza sono difficili da accettare perchè sembrano contro un’idea della vita in cui crediamo. Grandi scienziati e teologi ne discutono in tre incontri organizzati dalla Fondazione Corriere della Sera. Martedì 13 novembre, presso la Sala Buzzanti dalle ore 18. 00, il prof. Angelo Vescovi, biologo di fama internazionale e Presidente del Comitato Scientifico di Neurothon, Associazione per la Ricerca sulle Malattie Neurodegenerative sarà protagonista del dibattito – aperto al pubblico – dal titolo “Cellule e genetica: un vero aiuto ad una vita migliore?”. Con la ricerca sulle cellule staminali si è aperto un capitolo nuovo della scienza, importante sia per la genetica sia per la medicina. Ma la strada da percorrere è ancora lunga e difficile, tra interrogativi scientifici ed etici. Il Prof. Vescovi, da anni impegnato nell’ambito della ricerca sulle cellule staminali cerebrali per trovare una cura alle malattie neurodegenerative farà inoltre il punto sull’andamento dei lavori del progetto ‘L’officina del Cervello’, promosso dall’associazione Neurothon riassumendo anche le fasi salienti del convegno romano che lo vedrà protagonista la stessa mattina del 13 presso l’Istituto Superiore di Sanità. Al dibattito “Cellule e genetica: un vero aiuto ad una vita migliore?” interverranno anche Andrea Ballabio, docente di Genetica medica all’università Federico Ii di Napoli e Direttore dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina di Napoli e Giovanni Boniolo, docente di filosofia della scienza presso l’Università di Padova e della Scuola Europea di medicina Molecolare (Ifom-ieo Campus, Milano). L’incontro sarà moderato da Giovanni Caprara, giornalista de Il Corriere della Sera L’iniziativa rientra in una serie di appuntamenti, I Martedì del Corriere della Sera, tavolo di discussione e di approfondimento su questioni che ogni giorno si propongono sulle pagine del quotidiano. Martedì 13 novembre 2007 – ore 18 Sala Buzzati, Via Balzan 3, angolo via S. Marco 21, Milano Ingresso libero, prenotazione obbligatoria allo 02. 29532248 .  
   
   
PARKINSON: A DISPOSIZIONE DEI MALATI FARMACIMIRATI RICERCATORI ITALIANI STANNO SPERIMENTANDO CONSUCCESSO NUOVI FARMACI A BASE DI SALI DI LITIO IN GRADO DI ‘SBLOCCARE’ UNNEURONE CAUSA DELLA MALATTIA.  
 
Roma, 13 novembre 2007 - La malattia di Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa per frequenza dopol´Alzheimer. In Italia le persone colpite sono circa 250 mila, con 5. 000 nuovicasi ogni anno. Ma con l’invecchiamento della popolazione questo numero èdestinato a raddoppiare nei prossimi 15-20 anni. Il parkinsonismo è una malattiapiuttosto rara prima dei 40 anni e colpisce in particolare gli uomini, cherischiano 1,5 volte di più rispetto alle donne. Se ne è parlato, oggi, nel corso di una Conferenza stampa,organizzata dal Consiglio nazionale delle ricerche e dalla Limpe, dove sonostati anticipati alcuni dei temi che saranno discussi nel convegnoDisturbi del sonno nelle demenze e nei disordini delmovimento(Roma, Centro Congressi Angelicum della Università Pontificia, 10 novembre), e a cuipartecipano ricercatori universitari e del Cnr. Le terapieattualmente utilizzate comprendono la levodopa e un gruppo di farmaci chiamatiDopamino agonisti che sono in grado di migliorare significativamente i sintomidella malattia, la qualità e l’aspettativa di vita, anche se non sono in gradodi arrestare né rallentare l’evoluzione della malattia, che rimane associata adisabilità progressiva. “La scelta del farmaco o dei farmaci nel trattamento delpaziente parkinsoniano”, spiega Giuseppe Nappi, presidente della fondazioneLimpe onlus (Lega Italiana perlaLottacontrolamalattiadi Parkinson lesindromi extrapiramidali e le demenze) “è diventata complessa, perché ognisforzo diretto a migliorare la sintomatologia deve evitare e soprattuttocontenere la comparsa delle fluttuazioni e dei movimenti involontari, che sonogli effetti collaterali della terapia attuale più dannosi, quelli cioè menocontrollabili e più fortemente invalidanti. Alcuni recenti studi clinici e diricerca di base su un farmaco a base di litio stanno dando ottimi risultati. Questo principio attivo, utilizzato da decenni in terapia con altre indicazioni,ha recentemente prodotto risultati sorprendenti nella terapia della Sla(sclerosi Laterale Amiotrofica), una grave malattia degenerativa che ha moltipunti in comune con il Parkinson. Il litio è in grado di attivare l’autofagia,un meccanismo fondamentale per contrastare e riparare la degenerazioneneuronale. Infatti, “Il punto nodale della cura della degenerazione neuronale”,spiega Stefano Ruggieri, dell’Università Sapienza di Roma e presidente dellaLimpe, “è proprio l’attivazione dell’autofagia, ossia del processo per cui ilneurone è in grado di eliminare le sue strutture danneggiate e di ricostruirle,evitando la sovrabbondanza dei ‘detriti’ che causano lentamente la morteneuronale. I nostri sforzi ora sono puntati a valutare l’efficacia del carbonatodi litio nel proteggere dalla degenerazione i neuroni dopaminergici estabilizzare clinicamente la sintomatologia parkinsoniana (tremore, rigidità elentezza dei movimenti)”. Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto progressima moltoresta ancora da fare, soprattutto sul fronte dell´assistenza aipazienti. Tenere accesi i riflettori su questi malati, sempre più numerosi, èl´appello che viene da esperti ed associazioni. .  
   
   
ASMA: ARRIVA IL PRIMO SPRAY EXTRAFINE PER UN MIGLIOR CONTROLLO DELLA PATOLOGIA  
 
Milano, 13 novembre 2007 - Grazie a un’innovativa tecnologia “made in Italy”, gli asmatici possono oggi disporre della prima associazione in soluzione extrafine di un broncodilatatore e uno steroide, rispettivamente formoterolo e beclometasone (Foster). Le particolari caratteristiche della nuova formulazione offrono uno strumento in più per migliorare il trattamento dell’asma: una malattia di notevole impatto non solo per la sua diffusione, ma anche per l’elevata percentuale di pazienti non controllati in maniera ottimale. “L’asma colpisce circa il 5% della popolazione generale – conferma Leonardo Fabbri, Professore Ordinario e Direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Presidente della European Respiratory Society – e ha picchi fino al 10% in bambini ed anziani”. La sua presenza viene diagnosticata in base alla clinica e alla dimostrazione di un’ostruzione reversibile delle vie aeree. “Dopo un primo inquadramento, è possibile impostare la terapia, il cui obiettivo è di mettere e tenere sotto controllo il paziente”, prosegue l’esperto. “Il trattamento va iniziato basandosi sulla gravità identificata nella prima fase di valutazione della malattia e seguendo lo schema proposto dalle Linee Guida Gina”. Nonostante l’attenzione dei medici al problema, l’esistenza di Linee Guida di terapia condivise e la disponibilità di terapie efficaci, l’asma è ancora una malattia non adeguatamente controllata. “Quando si effettua una valutazione anamnestica mirata, con domande specifiche (relative ad esempio alla qualità del riposo notturno o alla possibilità di condurre una vita priva di condizionamenti), si scopre che la percentuale di pazienti asmatici con un ottimale controllo della malattia è intorno al 5%”, ricorda Germano Bettoncelli, Responsabile Nazionale Area Pneumologica della Società Italiana di Medicina Generale. Alla base di questo scarso controllo, può esserci, da un lato, un’imperfezione nella diagnosi conseguente al limitato ricorso alla spirometria, dall’altro un problema di “presa in carico” e di educazione del paziente. Spesso l’asmatico non sa che l’infiammazione delle vie aeree rappresenta l’evento centrale nell’asma e che questa condizione persiste, anche quando i sintomi scompaiono; inoltre, non è informato della differenza fra terapia al bisogno e terapia di fondo per il controllo dell’infiammazione. È per queste ragioni che di frequente, quando sta bene, il paziente tende a interrompere la cura, compromettendone così i risultati. “Il riconoscimento del ruolo fondamentale dell’infiammazione nell’asma ha fatto sì che gli steroidi inalatori assumessero una posizione centrale nella terapia di questa malattia, già a partire dalle forme lievi persistenti”, puntualizza Alberto Papi, Professore Straordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio e Direttore della Clinica Pneumologica dell’Università degli Studi di Ferrara. Spesso, tuttavia, lo steroide da solo non è sufficiente a garantire un adeguato controllo clinico della malattia. In questi casi, l’aggiunta di un broncodilatatore a lunga durata d’azione consente di migliorare sensibilmente l’effetto della terapia, tanto che questo approccio è raccomandato dalle Linee Guida Gina quale prima scelta, nei pazienti con asma non adeguatamente controllata col solo steroide inalatorio. Foster, la nuova combinazione precostituita di formoterolo, un broncodilatatore a lunga durata d’azione, con lo steroide inalatorio beclometasone dipropionato è la prima associazione spray extrafine disponibile per la terapia dell’asma. La formulazione sfrutta la tecnologia Modulite- per la quale Chiesi Farmaceutici ha ricevuto il premio Frost & Sullivan 2006 per l’Innovazione Tecnologica - che offre la possibilità di usare i farmaci in soluzione anziché in sospensione, modulare la dimensione delle particelle in modo da ottenere quelle ottimali per ciascun farmaco ed erogarle in dimensioni più piccole e omogenee, con una nube più “lenta”. Queste caratteristiche si traducono in una serie di benefici in termini di efficacia, maggior facilità d’uso, migliore distribuzione dei farmaci lungo tutto l’albero respiratorio, fino ai bronchi periferici, e ottimizzazione della quantità di steroide. La nuova tecnologia ha consentito, ad esempio, di ridurre di 2,5 volte la dose di cortisone rispetto alle vecchie preparazioni. “La tecnologia Modulite - sottolinea Papi - ha consentito una piccola rivoluzione. I suoi punti di forza sono fondamentalmente due: la riduzione della velocità di fuoriuscita dello spray, con conseguente riduzione della velocità d’impatto in orofaringe, e le ridotte dimensioni delle particelle. Un altro vantaggio legato alla minor velocità della nube di farmaco erogata è quello di permettere una migliore coordinazione, un aspetto che può essere particolarmente importante per esempio negli anziani, che possono avere difficoltà nel sincronizzare la respirazione con l’erogazione del farmaco”. A ciò va aggiunto che la formulazione extrafine permette ai principi attivi di arrivare meglio e in maggior quantità nelle vie aeree periferiche. L’efficacia di Foster è stata confermata da studi di confronto sia con formulazioni “classiche”, non extrafini, di formoterolo e beclometasone, sia con le uniche altre due associazioni finora disponibili in commercio (salmeterolo/fluticasone e formoterolo/budesonide). Nei confronti dell’associazione salmeterolo/fluticasone non si sono rilevate differenze funzionali e cliniche. “Tuttavia, essendo il formoterolo caratterizzato da un’azione più rapida - ricorda Papi -, con la nuova formulazione si è registrata una maggior rapidità di insorgenza dell’effetto broncodilatatore, sia in occasione della somministrazione della prima dose, sia al termine dei tre mesi dello studio”. “Nello studio di confronto con l’associazione formoterolo/budesonide – precisa l’esperto – entrambi i prodotti miglioravano i parametri funzionali e clinici, i sintomi e i giorni liberi da sintomi, con dosi giornaliere rispettivamente di 400 µg di beclometasone - 24 µg di formoterolo per Foster e di 800 µg di budesonide e 24 µg di formoterolo per l’associazione formoterolo/budesonide”. .  
   
   
NUOVO ACCORDO SU TRAPIANTI DI ORGANI  
 
Tavagnacco, 13 novembre 2007 - In occasione del convegno del Nord Italian Transplant (Nitp), il coordinamento dell´attività trapiantistica nel Nord Italia, svoltosi a Tavagnacco nella sede dell´Hypo Group Alpe Adria, l´assessore regionale alla Salute e Protezione Sociale, Ezio Beltrame, ha siglato un patto federativo. L´accordo coinvolge il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia e il Veneto, cioè le Regioni fondatrici del Nitp, assieme alle Marche, alla Liguria e alla Provincia autonoma di Trento, e ha lo scopo di imprimere un ulteriore sviluppo al programma delle attività di donazione e trapianto di organi, tessuti e cellule, già avviato nel 1974 sui singoli territori. "Un accordo - come ha specificato Beltrame - finalizzato a garantire eccellenza clinica, omogeneità nell´applicazione delle normative, equità di accesso e massima trasparenza", secondo quanto stabilito dalla legge nazionale numero 91 del 1999. "Si tratta - ha precisato l´assessore - di un atto di responsabilità assunto dalle realtà coinvolte, che rafforza anche la rete nazionale dei trapianti, e attraverso il quale gli enti firmatari si impegnano ad assicurare l´uniformità delle procedure, la condivisione dei protocolli per la sicurezza e la qualità, la condivisione della modulistica per la dichiarazione di assenso alle donazioni, e l´integrazione dei sistemi informatici". L´atto si occupa anche "del sistema del trasporto degli organi, della banca dei tessuti, ma anche della formazione del personale e della continuità delle cure ai trapiantati, interessando anche i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta". "Il Friuli Venezia Giulia - ha affermato Beltrame - è impegnato nel riaccreditamento dell´intera rete trapiantistica, e nella revisione delle procedure, che debbono essere ottimizzate". L´esponente regionale ha quindi annunciato che la Regione sta per siglare un nuovo accordo con il Governo in materia di trapianti, attraverso il quale il Friuli Venezia Giulia si impegna ad introdurre nuove modalità per il consenso alle donazioni. "I cittadini - ha detto a tale proposito l´assessore - debbono essere informati, senza forzature, sui valori legati alla donazione, ma occorre nel contempo che le dichiarazioni di assenso siano semplificate". "Operare per il sistema dei trapianti - ha concluso Beltrame nel ringraziare per l´inteso lavoro svolto dal sistema sanitario, ma anche dalle associazioni - significa assicurare qualità all´intero sistema sanitario perseguendo l´eccellenza, e quindi nel contempo offrendo condizioni di salute migliori per tutti i cittadini". Dopo l´assessore Beltrame sono intervenuti Nanni Costa, direttore del centro nazionale Trapianti e Cristiano Martini del Nitp. Costa ha affermato che l´atto sottoscritto in data odierna apporta a livello nazionale un notevole valore aggiunto al sistema sanitario, evidenziando poi il ruolo della Regione Friuli Venezia Giulia, che è capofila dell´iniziativa. Martini ha invece rilevato il compito degli operatori del Nitp, fortemente impegnati a ridurre il numero dei pazienti in lista d´attesa di trapianto. L´accordo siglato, secondo Martini non è un punto d´arrivo, ma rappresenta l´avvio dell´attività istituzionalizzata nel settore da parte di tutte le realtà territoriali coinvolte. Mario Scalamogna, direttore del centro di ricerca del Nitp, ha quindi affermato che è precisa responsabilità del sistema sanitario, ma anche dell´intera società e dei media, sensibilizzare i cittadini sugli effetti delle donazioni di organi. Ha quindi preso la parola Fabrizio Bresaola, direttore dell´Azienda ospedaliero-sanitaria Santa Maria della Misericordia di Udine, per affermare che "l´attività dei trapianti fa bene all´intera struttura sanitaria; non costituisce un compito del solo reparto di chirurgia, ma coinvolge l´intera organizzazione ospedaliera che ne riceve benefici in termini di efficienza". Francesco Giordano, coordinatore del Centro trapianti del Friuli Venezia Giulia, ha parlato del lieve aumento delle opposizioni alle donazioni registrato negli scorsi mesi rispetto ai periodi precedenti, dovuto alla campagna di sensibilizzazione sul dono degli organi, che è stata più capillare e ha così toccato un maggior numero di cittadini mettendo in evidenza il problema. .  
   
   
TRAPIANTI, CALANO I DONATORI: “SERVE UNA COMUNICAZIONE CONDIVISA”  
 
Bologna, 13 novembre 2007 - "Cogliamo l´occasione di Com-pa per avanzare una proposta operativa e chiedere che le Regioni siano presenti al tavolo delle associazioni per costruire una rete e percorsi condivisi". Così Alessandro Nanni Costa, Direttore del Centro Nazionale Trapianti, ha aperto i lavori del convegno "Donazioni e trapianti: percorsi di comunicazione", che si è svolto al Salone Europeo della Comunicazione Pubblica dei Servizi al Cittadino e alle Imprese, al quartiere fieristico di Bologna. Nel 2007 in Italia si è registrata una diminuzione dei donatori di organi e tessuti del 5%, dopo anni di costante crescita. "Stiamo lavorando - ha spiegato Nanni Costa - affinché la dichiarazione di volontà per la donazione possa essere fatta anche nei Comuni e non più solo nelle Asl". Al convegno hanno partecipato anche Donato Greco, capo del Dipartimento Prevenzione e Comunicazione del Ministero della Salute, e Vincenzo Passarelli, presidente Aido nazionale, che hanno sottolineato l´importanza di una corretta informazione in materia di donazione e trapianti. Al centro dell´incontro le prospettive di collaborazione tra la rete trapiantologica, le associazioni, le istituzioni territoriali e le amministrazioni per promuovere e realizzare una comunicazione vicina al cittadino. Il Centro Nazionale Trapianti, che partecipa per la prima volta alla kermesse bolognese, ha presentato anche il kit di materiali informativi realizzato per le scuole medie e superiori, dal titolo "Tvd Ti Voglio Donare". .  
   
   
TRASPARENZA NEI CONTI. DA GENNAIO MODELLO UNICO PER I BILANCI DI ASL E OSPEDALI DEL LAZIO  
 
 Roma, 13 novembre 2007 - Dal 1 gennaio 2008 le aziende sanitarie locali, le aziende ospedaliere, i policlinici ospedalieri, i policlinici universitari, gli Irccs e l´Ares utilizzeranno lo stesso modello per redigere il proprio bilancio e le stesse voci per le entrate e le uscite. A deciderlo l’ultima giunta regionale che ha approvato la delibera sul nuovo Piano conti. "È uno strumento fondamentale che facilita il monitoraggio dei conti – ha affermato l´assessore regionale alla Sanità Battaglia - e rappresenta il presupposto per la riorganizzazione dei flussi finanziari e nel contempo responsabilizza sia le aziende che i direttori generali". Battaglia ha poi precisato che “il testo della delibera è stato fornito alle organizzazioni sindacali dalle quali siamo disponibili ad accogliere osservazioni per migliorare il provvedimento”. “Abbiamo ereditato un sistema non uniforme di elaborazione dei bilanci – ha sottolineato l’assessore – questo ha reso molto difficile il monitoraggio della spesa. Per la prima volta il Lazio si allinea ad altre Regioni più virtuose e sarà in grado di fare previsioni di spesa sempre più attendibili. Già a ottobre, comunque, il monitoraggio della spesa è stato reale”. .  
   
   
SANITA’. MARTINI: “ENTRO IL 20 NOVEMBRE SARA’ COMPLETATA LA MAPPATURA DEL PERSONALE PRECARIO DELLA DIRIGENZA NON MEDICA AI FINI DELLA STABILIZZAZIONE”  
 
Venezia, 13 novembre 2007 - “I miei uffici hanno inviato questa mattina ai direttori generali delle Aziende ospedaliere e sanitarie, al direttore generale dello Zooprofilattico delle Venezie, al commissario straordinario dell’istituto oncologico veneto il sollecito a fornire l’integrazione della mappatura del personale precario della dirigenza medica con il personale precario dell’area della dirigenza sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa. Si potrà, così, valutare come sarà possibile procedere alla stabilizzazione del personale precario non medico secondo le reali esigenze del territorio e nel rispetto dei vincoli di bilancio. Entro il 20 novembre i dati saranno a disposizione dell’assessorato alle Politiche sanitarie e della Direzione risorse umane per iniziare il procedimento. ” L’assessore alla Politiche sanitarie, Francesca Martini, commenta la stabilizzazione dei precari della dirigenza non medica: “Che la situazione dei precari medici e non medici mi stia a cuore l’ho detto in diverse occasioni e l’ho dimostrato con i fatti siglando l’accordo con le rappresentanze sindacali del Comparto e della Dirigenza medica. Da mesi mi sto occupando della stabilizzazione del personale precario del Servizio sanitario regionale, una categoria dopo l’altra. Mi serve, però, il tempo utile e necessario per conoscere le richieste effettive del territorio e per valutare la compatibilità finanziaria. Voglio, peraltro, ricordare ancora una volta che la Finanziaria dello Stato non ha previsto trasferimenti per assumere a tempo indeterminato né dirigenti medici, né dirigenti non medici e che, pertanto, siamo obbligati a trovare la copertura finanziaria con risorse regionali. ” Conclude Martini: “Al personale precario dell’area della dirigenza non medica posso dire sin da ora che la loro condizione professionale è per me una priorità come è stata per gli altri lavoratori del Servizio sanitario regionale. ” .  
   
   
CALABRIA, LOIERO: "DAL PIANO SANITARIO RISPOSTE DI QUALITÀ ASSISTENZIALE"  
 
 Reggio Calabria, 13 Novembre 2007 - "Dare ai calabresi una sanità capace di offrire le risposte che fino a ora non ha sempre dato. Darla in maniera equamente distribuita evitando sacche da terzo mondo. Evitare sprechi e disfunzioni. Creare poli di eccellenza per evitare fughe di pazienti verso presidi sanitari di altre regioni. Valorizzare i presidi territoriali e assicurare, ovunque, strutture e dotazioni strumentali di avanguardia". Per il presidente della Regione Agazio Loiero, sono questi i cinque principali obiettivi che il governo regionale si è proposto varando un Piano sanitario che, "se approvato presto e se ben applicato in futuro, potrà finalmente liberare la Calabria dalla prigione di un inefficace sistema sanitario pensato cinquant´anni fa e non più rispondente ai bisogni, facendola avvicinare a quella modernità assistenziale possibile e dovuta". "Essere riusciti poi ad arrivare una sintesi condivisa - secondo il capo dell´esecutivo calabrese - sta a significare che, pur con i necessari piccoli ritocchi derivati dal confronto con il territorio e con i sindaci, c´è un generale assolvimento delle necessità". "Non solo nessuno viene penalizzato - sottolinea Loiero - ma il Piano prevede un rafforzamento nelle prestazioni e nella loro qualità. È il frutto di una razionalizzazione, della eliminazione di doppioni e sovrapposizioni, della valorizzazione di specificità. A Piano attuato i calabresi avranno due vantaggi: una qualità assistenziale degna di un paese civile e un risparmio nei conti pubblici che eviteranno nuovi balzelli, altrimenti necessari. Che ci siano sprechi è un dato di fatto, che sia necessario eliminarli al più presto per mantenersi nel patto di stabilità è altrettanto pacifico. Ecco, questo Piano innovativo, al quale si è lavorato da due anni, è la risposta adeguata". .  
   
   
L’OSPEDALE COTUGNO DI NAPOLI PORTA I LIBRI IN CORSIA  
 
 Bologna, 13 novembre 2007 - A Com-pa, l´Ospedale Cotugno presenta Librus, un programma per l´umanizzazione che nasce dalla collaborazione tra l´U. O. C. Psichiatria di Consultazione dell´azienda ospedaliera e l´associazione Compagni di Viaggio Onlus e che si sviluppa attraverso lo scambio di libri. La struttura di Napoli, specializzata nella diagnosi e terapia delle malattie infettive, ospita prevalentemente pazienti affetti da Hiv e quindi a lunga degenza. Il bookcrossing in corsia è una delle iniziative attivate per coinvolgere degenti, operatori e tutti coloro che vivono l´ospedale con il fine di ridurre lo stress del ricovero e favorire l´incontro. Le regole sono semplici: scambiare con giocatori sconosciuti, ma legati da un filo ideale, libri posseduti attraverso la lettura, non donandoli semplicemente ma "abban-donandoli" e provvedendo a fornire gli indizi utili a rintracciarli. Ogni giocatore utilizza un sito-web dedicato al gioco per comunicare agli altri il luogo fisico e il momento del "lascito", nonché le motivazioni che lo spingono a "liberare" proprio quel libro. Attraverso questa iniziativa i degenti escono dall´ottica ristretta dell´ospedale per attenuare e comunicare ansie, sofferenze, paure. Il dono di un libro ai ricoverati è un segno di attenzione e di disponibilità e propone una metodologia attenta al benessere del paziente. Lo scopo è quello di trasformare gli ospedali da "luoghi di cura" a "luoghi di cure", ovvero di attenzioni verso se stessi, dove la sofferenza connessa alla malattia possa venire attenuata attraverso un ampio processo emozionale e comunicativo. .  
   
   
UNA STAZIONE DI RADIOTERAPIA PRESSO IL CENTRO ONCOLOGIO DEL VALDARNO (OSPEDALE DELLA GRUCCIA).  
 
 Firenze, 13 novembre 2007 - Con il protocollo siglato ieri dall’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi, da Leo Failli in rappresentanza del C. A. L. C. I. T. , da Sauro Testi per la Conferenza dei Sindaci Usl8-articolazione Zonale Valdarno e dal direttore generale della stessa Asl Monica Calamai si avvia formalmente il percorso per la realizzazione di una Stazione di radioterapia presso il centro Oncologio del Valdarno (Ospedale della Gruccia). Una realizzazione che parte con il piede giusto, considerando che il Calcit ha già dato la disponibilità a sostenere l’acquisizione e la messa in opera di un acceleratore lineare con un contributo complessivo di 2 milioni di euro. «Proprio in questi giorni – commenta l’assessore Enrico Rossi – ci sono state segnalate difficoltà nella gestione tempestiva di queste prestazioni, essenziali nella cura dei tumori. Siamo corsi ai ripari, aumentandone subito il numero grazie a una più intensa utilizzazione dei macchinari a disposizione, ma è evidente che il vero salto di qualità potremo compierlo quando andranno a regime tutti i nuovi impianti che il nostro piano prevede e di cui quello della Gruccia fa parte». Il protocollo precisa che la consistenza della popolazione relativa alle aree del Valdarno Aretino e dell’Area Fiorentina Sud Est è superiore alla soglia prevista dal Piano Sanitario Regionale per l´attivazione di una struttura di Radioterapia e che quindi questa realizzazione è coerente con gli obiettivi del triennio 2008-2010. La Stazione di radioterapia verrà realizzata in conformità ai requisiti per l’accreditamento regionale con riferimento alla sua vocazione di struttura a valenza ultraprovinciale e sarà strutturata all’interno della rete oncologica regionale con tecnologie di avanguardia. Sempre secondo il protocollo, a cui è allegato uno studio che approfondisce nei dettagli gli aspetti tecnici, gestionali e economico-finanziari dell’operazione, la Regione provvederà a finanziare le ulteriori azioni necessarie per il completamento della installazione, sia sotto il profilo degli investimenti sia sotto il profilo del personale. Un cronoprogramma definisce la tempistica delle varie operazioni di progettazione ed affidamento lavori, fornitura arredi e strumentazione. Tutte le procedure verranno gestite dall’Estav Sud Est. .  
   
   
SORIN GROUP RISULTATI DEL TERZO TRIMESTRE CHIUSO AL 30 SETTEMBRE 2007: RICAVI NETTI PARI A EURO 182,9 MILIONI, IN CRESCITA DELL’1,3% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DEL 2006, GRAZIE ALLA CONTINUA BUONA PERFORMANCE NEI SEGMENTI STRATEGICI CRM, VALVOLE BIOLOGICHE, CARDIOPOLMONARE  
 
Milano, 13 novembre 2007 – Il Consiglio di Amministrazione di Sorin S. P. A. , riunitosi l’ 8 novembre a Milano sotto la presidenza di Umberto Rosa, ha approvato la relazione sull’andamento della gestione del terzo trimestre 2007 chiuso al 30 settembre, presentata dal neo-nominato Amministratore Delegato André-michel Ballester. Sorin Group ha registrato nel trimestre Ricavi pari a Euro 182,9 milioni, rispetto a Euro 184,7 milioni dello stesso periodo del 2006, ma in aumento dell’1,3% a parità di tassi di cambio. Le principali attività strategiche hanno realizzato una buona performance, con il segmento cardiopolmonare (dispositivi monouso e attrezzature per interventi di cardio-chirurgia, incluse macchine cuore-polmone, ossigenatori e A parità di tassi di cambio sistemi per auto-trasfusione) in crescita del 4%*, le valvole biologiche in crescita del 6,9%* e il Crm (dispositivi impiantabili per la gestione del ritmo cardiaco) in crescita del 10%*. Questi segmenti rappresentano insieme circa il 73% dei ricavi del gruppo nel periodo. Per contro, i segmenti delle valvole meccaniche e della terapia vascolare hanno registrato nel periodo un andamento negativo, mentre il segmento Renal Care ha avuto una performance in sostanziale stabilità rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. I ricavi delle Business Unit nel Terzo Trimestre 2007: La Business Unit Cardiac Surgery (dispositivi impiantabili e sistemi per gli interventi di cardiochirurgia) ha generato ricavi per Euro 98,1 milioni, da Euro 101,0 milioni del terzo trimestre 2006, sostanzialmente stabile se confrontato a parità di tassi di cambio (+0,1%). Il segmento cardiopolmonare ha generato ricavi per Euro 77,6 milioni (79,1% dei ricavi totali della Business Unit), in crescita del 4%* rispetto allo stesso periodo dell´anno scorso, generati dallo stabile contributo del segmento monouso, e dalla continua ottima performance delle macchine cuore-polmone (con una crescita dell’11,9%*, a conferma del continuo incremento delle quote di mercato della macchina S5). Il segmento delle valvole cardiache (che include le valvole meccaniche e biologiche, così come i prodotti per la riparazione valvolare) ha generato ricavi per Euro 20,5 milioni (20,1% dei ricavi totali della Business Unit), in calo del 12,4% a parità di tassi di cambio. Il calo è imputabile alla debole performance del segmento delle valvole cardiache meccaniche (-15,7%*): il Gruppo ha sostanzialmente mantenuto la propria quota di mercato nei mercati chiave in tutto il mondo, ma ha subito gli effetti della chiusura di alcuni contratti di fornitura Oem, della riduzione gestita delle scorte presso alcuni distributori indipendenti in Asia, nonché della generale tendenza negativa del mercato negli Stati Uniti, Europa e Giappone. Questo rallentamento è stato in parte compensato dalla forte performance delle valvole biologiche (+6,9%*). A seguito della recente approvazione da parte della Food and Drug Administration, la società sta attualmente lanciando negli U. S. A. La valvola biologica Mitroflow, entrando per la prima volta in questo attraente segmento del mercato statunitense. La Business Unit Cardiac Rhythm Management (dispositivi impiantabili per la gestione del ritmo cardiaco) ha confermato la buona performance anche nel terzo trimestre, con un fatturato pari a Euro 55,1 milioni, in crescita del 10,0%* rispetto allo stesso periodo del 2006. La Business Unit ha incrementato le proprie quote di mercato nel segmento High Voltage, registrando una significativa crescita del 20,3%* a Euro 14,6 milioni. Il segmento Low Voltage è cresciuto del 4,7%* a Euro 37,9 milioni. Il Gruppo ha recentemente annunciato il primo impianto clinico negli Stati Uniti dell’Ovatio Crt, il più piccolo defibrillatore bi-ventricolare al mondo, così come il lancio dei defibrillatori Ovatio in Giappone. La Business Unit Vascular Therapy (stent coronarici - a rilascio di farmaco e tradizionali -, stent endovascolari, cateteri per angioplastica) ha generato nel terzo trimestre 2007 ricavi per Euro 6,1 milioni, in diminuzione del 19,7%*. La Business Unit Renal Care (dispositivi biomedicali per il trattamento dei pazienti con patologie renali) ha generato ricavi per Euro 23,1 milioni, sostanzialmente immutati* rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente. Come annunciato in precedenza, il Gruppo sta valutando le opzioni strategiche per il futuro di queste due business unit. Il Profitto Lordo del Gruppo Sorin nel terzo trimestre è stato pari a Euro 91,7 milioni, sostanzialmente stabile a parità di tassi di cambio, per l’effetto favorevole del mix derivante dalla crescita delle vendite in segmenti strategici, controbilanciato da altri costi non aventi un impatto di cassa. Le spese di Marketing e Vendite ammontano nel trimestre a Euro 57,8 milioni, con una crescita del 7,2%* generata dal continuo impegno ad investire nella struttura commerciale nelle valvole cardiache biologiche e nel Crm, in particolari aree geografiche inclusi gli Stati Uniti. Le spese di Ricerca e Sviluppo sono state pari a Euro 14,1 milioni, in crescita del 15,6%*, a testimonianza del costante impegno del Gruppo nell’innovazione in aree selezionate. Le spese Generali e Amministrative, dall’altro lato, sono scese del 3,3%* a Euro 14,2 milioni. Di conseguenza, il Risultato Operativo del Gruppo è stato pari a Euro 1,5 milioni (rispetto a Euro 4,8 milioni nel terzo trimestre 2006). Il Margine Operativo Lordo è stato pari a Euro 13,5 milioni (rispetto a Euro 18,9 milioni nello stesso periodo del 2006). L’indebitamento Finanziario Netto del Gruppo al 30 settembre 2007 ammonta a Euro 328,9 milioni (Euro 309,9 milioni al 30 giugno 2007), sostanzialmente piatto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nonostante l’impatto negativo di componenti non ricorrenti. La variazione per Euro 19,0 milioni nel trimestre è stata generata da una voluta diminuzione dei debiti commerciali e dal perfezionamento dell’accordo con Jll in Giappone. Nei primi nove mesi del 2007 i Ricavi sono ammontati a Euro 583,2 milioni (+2,3%*), il Risultato Operativo a Euro -20,6 milioni (in calo da Euro 17,8 milioni del 2006) e il Margine Operativo Lordo a Euro 55,4 milioni (-0,9%*). Il Gruppo prevede per il quarto trimestre 2007 Ricavi sostanzialmente in linea con l’anno precedente a parità di tassi di cambio, e un’incidenza percentuale del Margine Operativo Lordo sui Ricavi in recupero rispetto al terzo trimestre e analoga a quanto registrato nel quarto trimestre dell’anno precedente. .  
   
   
L’IMAGING DIGITALE CLINICO: NOEMALIFE SIGLA ACCORDO CON LA COREANA INFINITT  
 
Bologna, 13 Novembre 2007 – Noemalife annuncia di avere sottoscritto un accordo con la coreana Infinitt per la distribuzione in Italia della sua innovativa suite di prodotto per l’imaging digitale clinico. L´accordo prevede che Noemalife distribuisca in esclusiva in Italia i prodotti Infinitt. La suite di digital imaging della Infinitt si rivolge principalmente all’automazione dei dipartimenti di radiologia e comprende i sistemi Pacs (Picture Archiving and Communication System), utilizzati per l’archiviazione e la gestione delle immagini digitali cliniche, e i sistemi di visualizzazione a due e a tre dimensioni. Grazie a questo accordo Noemalife completa la propria gamma prodotti per la gestione del processo clinico e fa il suo ingresso in un mercato, quello dell´imaging digitale, in forte crescita e con prospettive di grande sviluppo per il futuro. .  
   
   
ASSISTENZA AI BAMBINI CON MALATTIE GENETICHE RARE: UN DOCUMENTO PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA. VERRÀ PRESENTATO SABATO 17 NOVEMBRE IL PRIMO DOCUMENTO IN QUESTO CAMPO, A CURA DELLA SIMGEPED  
 
Vicenza, 13 novembre 2007 - Sabato 17 novembre, con inizio alle 9,30, presso la sede dell’Ordine dei Medici di Vicenza , in via Lioy, 13, ci sarà un Convegno dal titolo: “Assistenza, formazione e ricerca nelle malattie genetiche e/o disabilità ad elevata complessità assistenziale in età evolutiva. Riflessioni, proposte ed impegni”. Questo incontro, specifico per la regione del Veneto ma inserito in un contesto di 14 convegni che si terranno in Italia tra il 17 e il 24 novembre, vuol configurarsi come un momento di discussione propositiva sul documento nazionale di consenso relativo al modello di assistenza per una buona gestione dei pazienti con disabilità complessa e/o malattia rara in età evolutiva. Il documento che verrà presentato, "Proposta di un modello assistenziale per bambini e adolescenti con malattie genetiche e/o disabilità congenite ad elevata complessità assistenziale e per le loro famiglie", nasce dal confronto tra 56 tra Società Scientifiche e Associazioni di familiari che si occupano di malattie rare. Il tema forte è la “rete assistenziale”, con una proposta di potenziamento dei centri di riferimento, un ruolo più decisivo dei pediatri di famiglia e dei neuropsichiatri infantili e delle associazioni dei familiari. Titolare del documento è la Simgeped, Società Italiana Malattie Genetiche Pediatriche e Disabilità Congenite, nata nel settembre 2006. Interverranno: · Mattia Doria, Presidente dell’Associazione Culturale Lucrezia Corner, Venezia; · Fabrizio Fusco, Referente Acp per il Veneto, Presidente dell’Associazione Culturale Arp Vicenza, Valdagno (Vi); · Mirella Finco, Presidente dell’Associazione Culturale Acp Jacopo Da Ponte, Bassano del Grappa; · Oliviero Fuzzi, Neuropsichiatra Infantile, Dirigente Servizio Npi, Uoppe Mestre Sud Ulss 12 Veneziana, Segretario Regionale Sinpia; · Michele Gangemi, Pediatra di Famiglia, Presidente Acp, Verona; · Luigi Memo, Neonatologo, Genetista Clinico, Consigliere Nazionale Sin, Ospedale S. Maria Ca’ Foncello, Treviso; Franco Raimo, Pediatra di Famiglia, Presidente dell’Associazione Culturale Apcp Verona; · Giacomo Toffol, Pediatra di Famiglia, Presidente dell’Associazione Culturale Acp Asolo. .  
   
   
A MILANO, PALAZZO REALE DAL 3 DICEMBRE L’ARTE DELLE DONNE DAL RINASCIMENTO AL SURREALISMO  
 
 Milano, 13 novembre 2007 - Nell’anno Europeo delle Pari Opportunità, il primo grande evento espositivo dedicato a cinque secoli di arte al femminile, attraverso 110 artiste e 200 opere, da Sofonisba Anguissola a Camille Claudel, da Lavinia Fontana a Frida Kalho, da Marietta Robusti Tintoretto a Tamara de Lempicka, ad altre ancora. Artematica, in partnership con Abo Project, organizzazione nata con il compito di sostenere la ricerca contro il cancro, e Fondazione Umberto Veronesi, destinerà il 5% degli incassi della mostra al finanziamento del progetto di ricerca “Radioterapia Intraoperatoria e Radioterapia Fast”, un nuovo schema terapeutico nel trattamento del carcinoma della mammella, realizzato dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (Ieo). Valorizzare la figura della donna come pittrice e non più solo come soggetto dipinto, assegnandole il ruolo di protagonista della scena artistica a lungo dominata dalla figura maschile, è quello che si propone la mostra L’arte delle Donne, dal Rinascimento al Surrealismo, in programma a Milano, Palazzo Reale, dal 3 dicembre 2007 al 9 marzo 2008. Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, e realizzata da Artematica, con la partnership di Gobbetto e Stefanel, sponsor tecnico “The Westin Palace, Milan” l’esposizione è curata da un comitato scientifico presieduto da Hans Albert Peters, storico dell’arte, ex direttore del Kunstmuseum di Düsseldorf, e composto da Elena Pontiggia, storica dell’arte, Accademia di Brera, Milano, Sergio Benedetti, curatore capo della National Gallery of Ireland, Francesco Petrucci, direttore del Museo di Palazzo Chigi in Ariccia, Marco Vallora, professore di Storia dell´Arte Contemporanea all´Università di Urbino, di Estetica al Politecnico di Milano e di Storia dell´arte e Storia della Critica alla Facoltà di Architettura di Parma, Nicola Spinosa, sovrintendente Polo Museale Napoletano, Beatrice Buscaroli, storica dell’arte, docente di Storia dell´Arte Contemporanea all´Università di Bologna-ravenna, direttore artistico delle collezioni d’Arte della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, Edoardo Testori, critico d’arte, Susan Fischer Sterling, curatore capo National Museum of Women in the Arts, Washington, Gutman Ilene, direttore Affari Nazionali ed Internazionali del National Museum of Women in the Arts, Washington. L’iniziativa si propone, nell’Anno Europeo delle Pari Opportunità, di promuovere ed evidenziare il ruolo della donna nell’arte e di recuperare il valore scientifico, sociale e antropologico delle opere di alcune fra le più illustri artiste della storia, così come di figure meno note, ma egualmente rilevanti nel panorama creativo internazionale, nonché analizzare com’è cambiata l’immagine della donna artista nel corso degli ultimi cinque secoli. Artematica, in partnership con Abo Project, organizzazione nata con il compito di sostenere la ricerca contro il cancro, e Fondazione Umberto Veronesi, destinerà il 5% degli incassi della mostra al finanziamento del progetto di ricerca “Radioterapia Intraoperatoria e Radioterapia Fast”, un nuovo schema terapeutico nel trattamento del carcinoma della mammella, realizzato dall’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (Ieo). La mostra presenterà oltre 200 opere realizzate tra il Xvi e il Xx secolo da 110 artiste, tra cui Rosalba Carriera, Artemisia Gentileschi, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Nathalie Gontcharova, Camille Claudel, Tamara de Lempicka, provenienti da musei e collezioni di 14 paesi europei e mondiali, quali il Museo Nacional del Prado e il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, il Centre National d’Art et de Culture Georges Pompidou di Parigi, il National Museum of Women in the Arts di Washington, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli. “Certo in nessun’altra età”, ebbe modo di scrivere Giorgio Vasari nelle sue Vite, “s’è ciò meglio potuto conoscere, che nella nostra; dove le donne hanno acquistato grandissime lettere”. Il percorso espositivo non poteva quindi che prendere inizio proprio dal Rinascimento, quando, in Italia e in Europa, il caso di una donna artista non rappresentava più, come nel Medioevo, un fenomeno isolato. Sofonisba Anguissola e Lavinia Fontana sono alcune delle prime artista attive nel Cinquecento italiano. Figura mitica, per aver ricevuto, vecchissima e cieca, l’omaggio di una visita di Anton van Dyck, Sofonisba Anguissola (c. 1535-1625), cremonese, si specializzò, come le sue sorelle, soprattutto nel ritratto e nell’autoritratto, introducendo un tema che avrà, nelle biografie delle artiste, uno speciale rilievo e un significato preciso, destinato a divenire uno dei filoni principali della produzione femminile fino ai nostri giorni. “Dama di honore de la Reyna” di Spagna, l’Anguissola, di cui si espongono due tra le opere maggiori, (Autoritratto al cavalletto e Partita a scacchi) fu la prima donna a godere dell’appoggio dei monarchi europei. Lavinia Fontana (1552-1614), sua quasi coetanea bolognese, divenne a sua volta ritrattista ufficiale delle famiglie nobili della città. Figlia di uno dei protagonisti del manierismo bolognese molto attivo a Roma a metà del Cinquecento, Lavinia si formò alla scuola del padre, animata da un gusto eclettico che univa ai modelli tosco-romani e parmensi i primi sentori di quello spirito nuovo che avrebbe nutrito la “riforma” dei Carracci. Era assai frequente che le artiste fossero figlie o sorelle e mogli di artisti. È il caso di Marietta Robusti (c. 1550-1590), figlia di Tintoretto, detta la Tintoretta, presente col suo luminoso Autoritratto della Galleria degli Uffizi, che fa cenno alla sua educazione musicale, in accordo con le regole educative del tempo. Ma è la romana Artemisia Gentileschi (1593-1654) ad avere ricoperto un ruolo fondamentale nell’affermazione della donna artista, non solo perché fu una grande pittrice, ma anche perché fu lei a ispirare, negli anni Settanta del secolo scorso, un nuovo interesse di natura femminista e sociale, su tutto il mondo femminile nelle arti. Figlia di Orazio Gentileschi, caravaggista della prima ora, subì violenza da Agostino Tassi, pittore raffinatissimo, e lo denunciò. La raccolta degli atti del processo per lo stupro subito è uno dei primi documenti di questo tipo e spiega l’oscuro fascino che, unendosi a quello della sua pittura, la trasformò in una eroina senza tempo. Continuò a dipingere scene dove il sangue gronda purpureo e lasciò alcune delle più stupefacenti immagini di Giuditta, l’eroina biblica. Giuditta, Susanna, Betsabea divengono i soggetti preferiti di Artemisia e delle artiste seicentesche, che scelsero decisamente di rappresentare donne eccezionali della storia classica e della storie biblica, femmes fortes in cui identificavano il loro stesso destino. Elisabetta Sirani (1638-1665), figlia di un pittore allievo di Guido Reni, Giovanni Andrea Sirani, ebbe un destino assolutamente opposto a quello di Artemisia. Dedita soltanto alla sua arte, visse soli ventisette anni, lavorando indefessamente, ma morì all’improvviso, e si parlò di avvelenamento. Entrò quindi nella leggenda: era donna, era pittrice, era figlia di un pittore. La morte giovane aggiunse un’aura alla sua figura; il sospetto avvelenamento trasformò l’intera vicenda in giallo. Nel Settecento il palcoscenico delle donne dell’arte si apre per accogliere biografie straordinarie, quali quelle dell’italiana Rosalba Carriera (1675-1757) specializzata nella raffinatissima tecnica del pastello qui rappresentata da uno splendido Autoritratto e da un Ritratto maschile, che fu attiva presso le maggiori corti d’Europa, da Parigi a Vienna e della svizzera Angelica Kauffmann (1741-1897), colta interprete di un precoce neoclassicismo ancora intriso di grazie rococò, splendidamente rappresentato nelle due opere in mostra, Erminia e l’Immortalità. Con l’Ottocento le schiere s’infoltiscono: ecco dunque Berthe Morisot (1841-1895) cognata di Edouard Manet e protagonista dell’Impressionismo e delle sue battaglie, specializzata nella resa di temi domestici e intimi, e le americane Mary Cassatt (1845 - 1926) scoperta da Degas e da lui introdotta nell’ambiente impressionista. Suzanne Valadon (1867-1938), madre di Maurice Utrillo, fu in intelligente equilibrio tra i due secoli, tanto da anticipare molte delle visioni fauviste o cubiste. Negli stessi anni scorse la vita tormentata di Camille Claudel, (1864-1943) maggior scultrice dell’Ottocento, la cui esistenza fu segnata dalla relazione col suo maestro Auguste Rodin. La mostra accoglie il famoso ritratto che la giovane allieva eseguì del maestro, e un bronzo raffigurante La Valse. Grande scultrice, potente artigiana, infaticabile lavoratrice, era la sola donna dell’atelier di Rodin che potesse tagliare il suo marmo - compito da uomini. Allo stesso tempo è interprete delicata e sensibilissima di una misura che declinava il modello rodiniano nella sfumatura più moderna delle curve e dei motivi decorativi: abbassò il tono stentoreo e monumentale del maestro, per scoprire la forza anche dentro una scultura di dimensioni inferiori. Si giunge così al Novecento, attraverso l’opera elegantissima di Elisabeth Chaplin (1890-1982), artista francese di origine ma di cultura italiana, di cui si espongono due capolavori provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, alle prime avanguardie e all’inglese Vanessa Bell (1879-1961), protagonista, con la sorella Virginia Woolf, di un movimento straordinariamente vivace nell’Inghilterra tra i due secoli. Tedesche come Gabriele Münter (1877-1962), Marianne von Werefkin (1860-1938), Paula Modersohn-becker (1876-1907) e Käthe Kollwitz (1867-1945), presente con un nutrito gruppo di opere, vissero da protagoniste l’atmosfera cosmopolita della Germania del primo espressionismo gareggiando con le prime donne italiane lanciate nell’entusiasmo mediatico del futurismo. Meteore fuori dal coro, Tamara de Lempicka (1902-1980) e Frida Kahlo (1907-1954) sconcertano non solo con le opere, ma anche con le loro biografie. Autrici di altissima individualità, seppero tracciare linee uniche e indipendenti tra le correnti del secolo. Il Novecento spalanca la complessità del contemporaneo presentando voci sparse, ormai non più elencabili secondo un ordine, né di nazione, né di tendenze, come Meret Oppenheim (1913-1985), indiscussa protagonista di uno sperimentalismo sempre all’avanguardia. Accompagna la mostra un catalogo Motta editore. .  
   
   
LOOKING FOR THE BORDER UNA LINEA CONCETTUALE DELL’ARTE ITALIANA E BELGA TRA L’ICONICO E L’IRONICO ALLA FONDAZIONE STELLINE DI MILANO DAL 13 DICEMBRE 2007 AL 3 FEBBRAIO 2008  
 
 Milano, 13 dicembre 2007- Da oggi al 3 febbraio 2008, alla Fondazione Stelline di Milano si terrà la mostra Looking for the Border, che prende il nome dall’omonimo progetto internazionale che lega due pesi europei da sempre attenti alle dinamiche e agli sviluppi dell’arte contemporanea, quali l’Italia e il Belgio. L’iniziativa, curata da un pool di quattro critici – due italiani, Roberto Pinto e Francesca di Nardo, e due belgi, Luk Lambrecht e Koen Leemans – col patrocinio del Comune di Milano – Assessorato allo Sport e Tempo Libero, coinvolge la Fondazione Stelline di Milano e due istituzioni belghe, il De Garage di Mechelen e il Cultuurcentrum di Strombeek, che ospiteranno momenti espositivi in tempi diversi. Looking for the Border. Una linea concettuale dell’arte italiana e belga tra l’iconico e l’ironico è una mostra di confronto e di approfondimento, che permette di leggere le nuove proposte creative italiane e belghe, attraverso le opere di 8 artisti (Rossella Biscotti, Dafne Boggeri, Michael Fliri, Geert Goiris, Sophie Nys, Matthieu Ronsse, Luca Trevisani, Sarah Vanagt), presentate in rapporto a figure artistiche importanti del passato prossimo di entrambi i Paesi, quali Alighiero Boetti e Marcel Broodthaers, Cesare Pietroiusti e Guillaume Bijl. Come ricorda Giovanni Terzi, Assessore allo Sport e Tempo Libero del Comune di Milano, il progetto Looking for the Border è “un’occasione per ampliare le nostre relazioni internazionali e favorire lo sviluppo della creatività giovanile italiana sul territorio e all’estero, nella convinzione che ogni singola azione in questo senso possa un domani coniugarsi in possibilità lavorative”. Questo progetto illustra quella linea della ricerca artistica italiana e belga che ha origine dalle opere di due importanti figure di riferimento, una italiana e una belga — Alighiero Boetti e Marcel Broodthaers — i cui lavori sono di stringente attualità e costituiscono, soprattutto per le giovani generazioni, materiale di studio e di confronto vitale. La loro influenza e visione, infatti, sono ancora fortemente propositive e le loro riflessioni critiche sull’arte e la sua funzione, sul ruolo dell’artista, sui confini di questa disciplina, accompagnate sempre da una lucidità intellettuale e da una dimensione ironica, si sono rivelate col passare del tempo centrali nel dibattito e nella ricerca artistica. A essi sono affiancati, come figure di riferimento e di collegamento con la produzione più contemporanea, due artisti viventi: Cesare Pietroiusti e Guillaume Bijl, che più di altri nei rispettivi Paesi hanno indagato gli ambiti e i confini di cosa sia o non sia l’arte, e quali siano gli intrecci che si instaurano tra la messa in scena e la sfera del reale. Le installazioni di Bijl sono spesso incentrate sulla costruzione di ambienti distanti dal contesto artistico (come negozi, stanze di ospedale, agenzie di viaggio, ecc. ), assolutamente credibili — tanto da creare un forte senso di straniamento nello spettatore — quanto falsi. L’ironia e lo smascheramento della simulazione sono le sue armi. Armi che possiamo ritrovare anche nel lavoro di Cesare Pietroiusti che attraverso performance, installazioni o video, si pone continuamente l’interrogativo di come entrare in comunicazione con il pubblico, in modo da stabilire una relazione che non si limiti a far vedere delle cose o a spiegarle; si genera così un processo che non smette di domandarsi quali siano i meccanismi di costruzione del pensiero e i pregiudizi che ognuno porta con sé. Come evoluzione successiva del percorso proposto sono stati individuati quattro artisti belgi e quattro artisti italiani, dell’ultima generazione - Rossella Biscotti, Dafne Boggeri, Michael Fliri, Geert Goiris, Sophie Nys, Matthieu Ronsse, Luca Trevisani, Sarah Vanagt - che con la loro opera possano interpretare e indagare i temi sopra evidenziati. Tali artisti, scelti di comune accordo dal team curatoriale, costituiscono un campione rappresentativo e già internazionalmente riconosciuto dell’arte dei due Paesi. Le loro opere permettono di analizzare come si è trasformata e declinata, a volte in modi diversi e contraddittori, questa linea analitica dell’arte italiana e belga, che ha costituito negli anni una caratteristica forte e distintiva di entrambe le culture figurative, ma non sempre è stata analizzata e approfondita sia a livello teorico che espositivo. Il progetto è accompagnato da un catalogo in inglese/italiano/fiammingo, con testi critici dedicati all’opera di Marcel Broodthaers e Alighiero Boetti, Guillaume Bijl e Cesare Pietroiusti, e pagine su ognuno dei giovani artisti, con interviste appositamente realizzate. Tra gli eventi collaterali è in progettazione un breve ciclo di incontri e conferenze, sia in Italia e in Belgio, sull’argomento chiave del progetto espositivo: una particolare indagine sugli ambiti e i confini di cosa sia o non sia l’arte, e quali siano gli intrecci che si instaurano tra la messa in scena e sfera del reale. .  
   
   
TERRE DI LAVORO QUADRI SOCIALI DELL´ESCLUSIONE REGGIA DI CASERTA - MOSTRA COVILI_SALGADO COMPLESSO MONUMENTALE DEL BELVEDERE DI SAN LEUCIO 3 NOVEMBRE 2007 – 6 GENNAIO 2008  
 
Caserta, 13 novembre 2007 - Un progetto singolare, che intende sperimentare un programma innovativo di comunicazione e sensibilizzazione sulla problematica del lavoro, cardine oggi dei meccanismi di inclusione nella comunità e chiave di ogni politica diretta a contrastare l’esclusione sociale. La comunicazione è affidata a due importanti rassegne: “In cammino” esposizione fotografica di Sebastião Salgado e “Gli esclusi” ciclo pittorico di Gino Covili. L’esposizione di Salgado, suddivisa in 5 sezioni, è frutto di sette anni di lavoro, testimonianza visiva della mobilità forzata, “In cammino”, a cui è sempre costretta, dai conflitti e dalla divisione internazionale del lavoro, una alta percentuale della popolazione mondiale. Il ciclo “Gli esclusi” di Covili, composto da 139 opere, raffigura la condizione umana determinata dall’internamento in manicomio. “Terre di Lavoro. Quadri sociali dell’esclusione” è riferito a questa fetta di Campania Felix della Terra di Lavoro che insegue da secoli i grandi mutamenti sociali ed economici. La storia delle migrazioni di queste terre è la storia degli esodi delle popolazioni che si spostano nel mondo alla ricerca di possibilità di un futuro. L’evento si presenta come un’occasione unica, per scolaresche e gruppi di adulti, per aggiungere alla visita del Belvedere di San Leucio un singolare approfondimento storico e culturale sul tema dell’emarginazione. Durata visita: 2:00 h circa Costo: - Scuole: € 6,00 ad alunno; gratuito per i docenti accompagnatori; - Gruppi organizzati: € 9,00 a persona. Prenotazione obbligatoria. . .  
   
   
IL PITTORE VITO TIMMEL (VIENNA 1886 – TRIESTE 1949) ALLA GALLERIA CARTESIUS  
 
Trieste, 13 novembre 2007 - E’ stata inaugurata a sabato 10 novembre 2007 alla Galleria Cartesius di via Carducci, 10 una rassegna dedicata a Vito Timmel, realizzata in collaborazione con l’architetto Marianna Accerboni. Autore immaginifico, raffinato e personalissimo, cresciuto alla Gewerbewschule triestina sotto la guida di Scomparini e successivamente alla Kunstgewerbwschule e all’Accademia di Vienna - scrive Accerboni - il pittore seppe transitare nell’ambito artistico della prima metà del secolo scorso, riuscendo a interpretarne in modo del tutto originale alcune fondamentali tendenze espressive dell’epoca. Ciò accadde grazie a una creatività senza fine, portata a volte al limite estremo del linguaggio narrativo in bilico tra Secessione e Liberty da una parte, divisionismo e palpiti surreali dall’altra. Una ventina di opere su carta, connotate da grande eleganza, quasi tutti pezzi rari e poco noti, tra tempere, tecniche miste, oli, disegni a penna e matita e incisioni, assieme a un inedito di grande bellezza intitolato “Tramonto”, ricompongono fino al 28 novembre - conclude il critico - l’atteggiamento mentale e le scelte estetiche ricche e virtuose dell’artista, nato a Vienna nel 1886 con il nome di Viktor Tümmel da nobile stirpe tedesca e friulana e spirato nel nostro ospedale psichiatrico nel 1949. . .  
   
   
“IL GENIO VICENTINO NELLE FOTOGRAFIE DEI VAJENTI” DAL 10 AL 25 NOVEMBRE 2007 ATRIO DEL PALAZZO DELLE OPERE SOCIALI – PIAZZA DUOMO, VICENZA  
 
 Vicenza, 13 novembre 2007 - Da sabato, 10 novembre è aperta al pubblico nell’Atrio del Palazzo delle Opere Sociali in città la nuova mostra fotografica dedicata ai Vajenti, storici fotografi vicentini che da quattro generazioni immortalano luoghi, eventi ed aziende del nostro territorio e della città di Vicenza. “Il genio vicentino nelle fotografie dei Vajenti. Scorci di vita economica dagli anni Trenta agli anni Ottanta” è un’esposizione retrospettiva con una significativa selezione di immagini che fotografano il cammino di Vicenza e della sua provincia verso quella crescita economica che ha portato la città ad essere una delle aree più sviluppate d’Europa. Momenti e situazioni di vita ritratti dall’obiettivo dei Vajenti: un incrocio di esperienze quotidiane, ecco quindi il settore dell’abbigliamento, della ceramica, delle pietre, dei marmi, della meccanizzazione, dell’oreficeria, dei mobili, dell’alimentazione, ed ancora delle arti figurative, dell’edilizia, della grafica e dell’informazione. Un quadro esaustivo del miracolo della ripresa che vide protagonisti i padri e i nonni di molti vicentini. “Il successo e il valore di un’attività imprenditoriale dipende anche dalla cultura d’impresa che ogni imprenditore possiede, credo fermamente che la storia debba essere soprattutto uno stimolo e un insegnamento per chi oggi decide di operare nel mercato globale”. Spiega Franco Masello, presidente del Centro Studi: “Un titolo scelto non per caso ma proprio perché la genialità degli uomini chiamati ad essere capitani d’industria, amministratori di enti pubblici, ma anche e soprattutto collaboratori di costoro, è stata la vera protagonista dello sviluppo dell’economia provinciale. In questo senso speriamo di rendere fruibile ad un pubblico sempre più ampio un patrimonio inestimabile”. La mostra nasce come seconda tappa – la prima mostra risale al maggio 2006 - di un percorso di valorizzazione dell’archivio fotografico dei Vajenti, fortemente voluto dalla Camera di Commercio di Vicenza, dal Centro Studi sull’Impresa e sul Patrimonio Industriale, dalla Banca Popolare di Vicenza e dall’Associazione Artigiani della Provincia di Vicenza. Obiettivo del progetto, avviato nel 2005 è di rendere disponibile ad un pubblico sempre maggiore il ricco patrimonio di immagini, con la creazione di una banca dati virtuale oltre 500. 000 scatti, che testimoniano le tappe della crescita dell’economia berica, attraverso la realizzazione di un luogo virtuale dove posizionare l’archivio per renderlo consultabile via web. .  
   
   
NASCE MILANO ACCADEMIE POLO DI ALTA FORMAZIONE ARTISTICA  
 
Milano, 13 Novembre 2007 - Questo risultato è stato raggiunto grazie all’impegno del Sottosegretario all’Università e Ricerca, Nando Dalla Chiesa, che per conto del Governo Prodi ha portato a termine un progetto importante per la nostra città, per le istituzioni culturali di Milano, facendo nascere il primo Polo Culturale del Sud Europa. Anche noi, dice Andrea Fanzago, consigliere Ulivo, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito alla realizzazione del progetto, proponendo che anche le Scuole Civiche, attraverso la Fondazione, partecipassero come partner alla nascita di questo Polo. L’iniziativa aiuterà a sviluppare il sistema culturale della nostra città, rendendolo competitivo con quello delle altre grandi metropoli europee. Questo modello di intervento deve essere perseguito anche dal Comune in modo da favorire la collaborazione e la cooperazione tra enti di altissimo profilo scientifico. Ora l’Amministrazione comunale faccia la sua parte, sostenga e non mortifichi il lavoro svolto dalla Scuola di arte Drammatica Paolo Grassi e dalle Scuole Civiche di Milano. .  
   
   
MANIFATTURA SCALZA IN PRIMA MILANESE AL PIM DI MILANO CON “…E DA QUEL GIORNO NON SI CANTA PIÙ” UNA STORIA DI LAVORO, TABACCO E POVERA GENTE IN SCENA IL 16, 17 E 18 NOVEMBRE  
 
Milano, 13 novembre 2007 - Semifinalista al Premio Ustica 2007, “… e da quel giorno non si canta più” di Manifattura Scalza arriva per la prima volta a Milano nella sala di Pim Spazio Scenico dal 16 al 18 novembre. Interpretato da Paola Fresa e Ivano Pantaleo, lo spettacolo ha le musiche originali di Andrea Gabellone e racconta la storia di Giuseppe e Maria, due lavoratori del tabacco figli di un sud assolato, tenaci nel lottare per il lavoro e la sopravvivenza quotidiana. “La linea di partenza da cui inizia questa storia – spiega Paola Fresa - è un fatto, la rivolta di Tricase del 15 maggio 1935, che vide contadini e tabacchine scendere in piazza per impedire la chiusura dell’A. C. A. I. T. , Consorzio Agrario di Capo di Leuca. Quel giorno di una primavera lontana, in una terra-appendice, non fu semplicemente un episodio nella lunga storia delle lotte di classe. Fu un moto spontaneo libero da ideologie, una necessità umana dettata dall’istinto di sopravvivenza che gli uomini accomuna e che dà valore universale a ciò che, altrimenti, sarebbe solo un episodio Per noi il fatto è diventato un pretesto per raccontare qualcos’altro: la coltivazione di una pianta e un mestiere che segnarono in modo indelebile luoghi e persone. Un passato che è nitido nella memoria della gente, vivo nella cultura di una terra”. Giuseppe e Maria raccontano e rivivono la loro esperienza individuale e di coppia e, inconsapevolmente, lasciano testimonianza di un intero tempo che fu. Rappresentano un’esistenza, una delle tante possibili, fatta di foglie a seccare al sole e di campi disegnati a filari. Raccontano, con quel protagonismo che è degli ingenui, quello che sanno, come fosse un evento straordinario per il semplice fatto che è loro. Spiegano come si fa a fare il tabacco, come si pianta, come si coltiva, raccontano di tutta la vita che brulica intorno a questo mestiere antico. Dell’attesa, del sudore, del tempo che c’è in mezzo e di come viene impiegato, da gennaio ad agosto, anno dopo anno, stagione dopo stagione. Ricordano il loro amore nato fra le foglie, cresciuto come le piante. Manifattura Scalza. Paola Fresa e Ivano Pantaleo iniziano un comune percorso di studio, crescita e creazione teatrale nel 1999 quando partecipano come attori all’allestimento di “Atto Quinto” (1999) e dei “Sei personaggi in cerca d’autore” (2000) per la regia di Ippolito Chiariello, in collaborazione con l’Università di Lecce e i Cantieri Teatrali Koreja. Scrivono, dirigono e rappresentano il loro primo lavoro inedito “L’antro della bestia” nel 2000, all’interno di un percorso laboratoriale di scrittura per la scena promosso dalla cattedra di Letteratura Teatrale Italiana dell’Università di Lecce. A questa esperienza segue “L’ultima scena”, lavoro scritto a quattro mani da Andrea Gabellone e Ivano Pantaleo rappresentato nel 2001 presso i Cantieri Teatrali Koreja. Negli anni successivi Ivano Pantaleo si trasferisce in Francia (dal 2002 al 2004) dove collabora come attore con la compagnia Art’euro e Paola Fresa si trasferisce a Milano dove continua a studiare teatro con Elena Lolli di Alma Rosè, Brunella Andreoli, Fernanda Calati e con Danio Manfredini, Lorenzo Loris, Gigi Gherzi, Emma Dante e Davide Enia. Nel 2006 Paola Fresa, Ivano Pantaleo, Alice Leonardi e Luca Marengo fondano l’Associazione culturale “Manifattura Scalza” con l’obiettivo di dar vita a progetti per il teatro, espressione dell’incontro delle diverse individualità e professionalità del gruppo. Con lo spettacolo …e da quel giorno non si canta più Manifattura Scalza è stata semifinalista a Premio Ustica 2007. .  
   
   
AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO DI MILANO PETER PAN IL MUSICAL PER VOLARE SULL’ISOLACHENONC’È  
 
Milano, 13 novembre 2007 - Mercoledì 28 novembre 2007, alle ore 20. 45 la favola avrà inizio al Teatro Ventaglio Smeraldo, con Peter Pan il Musical. Lo spettacolo, una produzione Ati Il Sistina in collaborazione con Teatro Delle Erbe e Officine Smeraldo che vede Arturo Brachetti direttore artistico, torna per il pubblico del Teatro Ventaglio Smeraldo dal 27 novembre al 26 dicembre 2007, dopo aver registrato nella scorsa stagione il record di presenze con 135. 141 spettatori. Il Peter Pan Manuel Frattini, star del musical italiano, accompagna grandi e piccini fino alla magica Isolachenonc’è, per una serata in cui è d’obbligo sognare. A capo della ciurma dei pirati il Capitan Uncino di Claudio Castrogiovanni, con al fianco il fedele Spugna, Riccardo Peroni. A interpretare la dolce Wendy è Alice Mistroni. Le note dello storico concept-album “Sono Solo Canzonette” di Edoardo Bennato, riarrangiato in versione Musical, fanno da colonna sonora dello spettacolo, insieme al nuovo singolo “Che paura che fa Capitan Uncino”, composto ad hoc dall’artista per il musical. “Peter Pan il musical è uno spettacolo d’ispirazione volutamente cartoonistica” afferma il regista Maurizio Colombi. La magia e la suggestione del volo, le acrobazie di uno straordinario corpo di ballo, le scenografie fiabesche, le affascinanti coreografie curate da Gillian Bruce e Chiara Valli, la fatina Trilly realizzata con tecnologie laser, contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente che appassiona spettatori di tutte le età. D’autore anche la locandina dello spettacolo, disegnata da Silvano Campeggi, detto “Nano”, pittore e cartellonista che ha creato per le maggiori case cinematografiche americane più di 3000 manifesti, tra cui “Via col vento”, “Un Americano a Parigi”, “Cantando sotto la pioggia”, “West side story”. La produzione esecutiva è curata da Fabrizio Carbon. .  
   
   
AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO DI MILANO MASSIMO RANIERI IN CONCERTO “CANTO PERCHE’ NON SO NUOTARE… DA 40 ANNI…..”  
 
Milano, 13 novembre 2007 - Massimo Ranieri torna ad esibirsi con uno spettacolo che ha i colori e le emozioni di un grande show. Martedì 20 novembre Massimo Ranieri arriva sul palco del Teatro Ventaglio Smeraldo con uno spettacolo che ha i colori e le emozioni di un grande show. Il cantante napoletano canta, balla e recita raccontando tappe emozionanti della sua vita. Anche questa volta Ranieri canta i suoi brani piu’ famosi e tanto amati dal pubblico ma oltre a questo esegue per la prima volta alcune fra le più belle canzoni d’autore degli ultimi decenni: brani di grandi cantanti come Battisti, Battiato, Mina ed altri. In scena con Ranieri un’orchestra di tutte donne ed un corpo di ballo sempre completamente al femminile. Coreografie di Franco Miseria arricchite dagli splendidi costumi di Giovanni Ciacci che rendono ogni brano un quadro a sé Suo compagno di viaggio è anche il piccolo Lele D’angelo nei panni di un amico immaginario che sorprenderà gli spettatori con un numero degno di Brodway. “Ho cominciato a cantare a otto anni. Per un motivo soltanto. La paura. Ma questa è la storia che vi racconterò…” M. R. Alla fine del 2006 Massimo Ranieri decide di “ regalarsi” un album dove vuole cantare le sue canzoni oltre a quelle che ha sempre amato…nasce così il doppio cd. “Canto perche’ non so nuotare …. Da 40 anni”. “Questo album è un regalo che mi sono fatto per i miei quarant ‘anni di musica… Ci sono tutti i brani che avete fatto diventare grandi successi e poi ci sono alcune fra le più belle canzoni d’autore degli ultimi decenni. Alcune le cantavo da piccolo tra i tavolini dei bar di Napoli,altre avevo sempre sognato di cantarle…Ho cominciato a cantare a 8 anni…per un motivo soltanto…la paura…ma questa è la storia che vi racconterò… .  
   
   
AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO DI MILANO ORNELLA VANONI IN CONCERTO “UNA BELLISSIMA RAGAZZA”  
 
 Milano, 13 novembre 2007 - Le canzoni del nuovo album di Ornella Vanoni “Una bellissima ragazza” hanno appena debuttato dal vivo nel lungo tour che l’artista milanese ha intrapreso a partire dal 30 ottobre e che si protrarrà fin nei primi mesi del prossimo anno. Una Vanoni ancora protagonista sui palcoscenici italiani, che nelle ultime stagioni l’hanno vista impegnata in una tournèe “senza fine” con Gino Paoli. L’entusiasmo e la partecipazione che Ornella ha espresso in questo nuovo lavoro anche come autrice, le donano la forza e l’energia per affrontare un nuovo e impegnativo tour teatrale. Le canzoni del nuovo album non saranno naturalmente le sole protagoniste di questi concerti, ed è difficile prevedere quali brani del suo immenso repertorio l’artista proporrà al pubblico. Sicuramente non mancherà il suo amore per il Brasile – non dimentichiamo che è stata la prima artista a far conoscere in Italia la poesia e la musica di giganti come Jobim o Vinicius De Moraes; così come ascolteremo di sicuro molti capolavori d’autore e qualche incursione nel jazz, altra passione che ha saputo estendere al grande pubblico con naturalezza e semplicità. Ad accompagnare Ornella sul palco ci saranno l’argentino Natalio Luis Mangalavite al pianoforte, Luca Scarpa al pianoforte, tastiere e alla programmazione, Michele Ascolese alle chitarre, Dino D’autorio al basso, Roberto Testa alla batteria e Carlo di Francesco alle percussioni. La Regia dello spettacolo è affidata ad uno dei migliori e più “innovativi” registi dell’avanguardia teatrale : Giancarlo Cauteruccio, curatore anche della bellissima scenografia che non mancherà di suscitare consensi per l’essenzialità e l’eleganza. .  
   
   
´FUTURA MEMORIA´, LE MARCHE PROTAGONISTE NELLO SPETTACOLO MINARDI: ´FORMIDABILE DINAMISMO DI QUALITA` E CAPACITA` PROGETTUALE´  
 
 Ancona, 12 ottobre 2007 - ´E´ un´aria frizzante quella che si respira nel settore culturale della regione´. Questo il commento dell´assessore ai Beni e attivita` culturali, Luigi Minardi, alla presentazione di ´Futura memoria´, segmento dedicato al teatro e alla danza di Palcoscenico Marche. Dal 14 novembre in tutto il territorio regionale con produzioni, ospiti, incontri e progetti di formazione. Si tratta di un progetto integrato per lo spettacolo dal vivo nato, su input del Ministero per i Beni e le Attivita` Culturali, tra Regione Marche, Sistema Teatro Marche (Associazione temporanea d´impresa tra Amat, Teatro Stabile delle Marche, Inteatro e Teatro del Canguro) in collaborazione con le Province di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro-urbino ed i Comuni di Ancona, Ascoli Piceno, Civitanova Marche, Fabriano, Fano, Fermo, Jesi, Macerata, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Senigallia e Urbino. ´Le Marche - ha osservato Minardi ´ stanno dimostrando un dinamismo formidabile, di grande qualita` e capacita` progettuale. Un lavoro di squadra che ci ha permesso di vincere la sfida col Ministero dei beni culturali, una sfida giocata sul piano della qualita` della proposta progettuale´. Smentito quindi, ha aggiunto l´assessore, chi ancora crede che i marchigiani siano individualisti, il progetto per lo spettacolo dimostra il contrario: ´e` stata la formula della collaborazione, della sinergia e del buon senso tra i soggetti a siglare la vittoria: le Marche sono l´unica regione ad aver sottoscritto un accordo col ministro Melandri ed una tra quelle che lo hanno sottoscritto con il Ministro Rutelli. Mancano all´appello molte Regioni anche quelle considerate particolarmente virtuose ed innovative´. Un percorso condiviso basato su produzione, promozione e formazione e` dunque la chiave di questa nuova, bellissima, stagione teatrale: questo il parere concorde di tutti i presenti, rappresentanti istituzionali e delle associazioni teatrali. Anche Gino Troli, presidente Amat, ha ribadito il fatto che oggi la Regione Marche e` divenuta protagonista nello spettacolo italiano. Il progetto Futura Memoria si sviluppa nel triennio 2007-2009, prevedendo tre Nuove produzioni che vedranno la luce quest´anno: il Teatro Stabile delle Marche curera` la messinscena de I due gemelli veneziani di Carlo Goldoni ad opera di Michele Modesto Casarin (6-7 dicembre, Teatro alla Mole, Ancona; 11 dicembre, Teatro Arlecchino, Monturano; 16 dicembre, Teatro Novelli, Grottazzolina). Inteatro produrra` un nuovo testo di Giampiero Rappa, Sogno d´amore (lettura scenica il 26 e 27 novembre al Teatro alla Mole di Ancona), mentre il Teatro del Canguro portera` in scena Come Moby Dick (in forma di studio il 18 e 19 dicembre al Teatro Alfieri). Le produzioni avranno il loro primo momento di visibilita` in Atto primo, scena prima, una grande rassegna regionale di teatro e danza - curata dall´Amat - che dal 14 novembre al 20 dicembre presentera` piu` di trenta appuntamenti, volti ad arricchire le singole identita` e vocazioni territoriali. Oltre alle Nuove produzioni, tre sezioni compongono la rassegna: ´Trasmissioni´, che focalizza l´attenzione sul concetto di ´trasmissione del sapere´, ospitando alcune importanti esperienze, tra ´botteghe d´arte´, scuole e incontri. La sezione ´Emergenze´, che scruta il panorama delle nuove drammaturgie e dei giovani artisti. Ultima sezione, ´Formazioni´, ovvero i progetti di formazione del pubblico. .  
   
   
MUSICA: PRESENTATA LA RASSEGNA COLLA+ERAL: COLLABORAZIONI, SIDE PROJECTS, TRA ARTISTI ITALIANI E STRANIERI. 6 SPETTACOLI DAL 15 AL 9 DICEMBRE  
 
Bologna, 13 novembre 2007 - Secondo anno per il progetto "Colla+eral", la rassegna musicale, che esalta la collaborazione tra artisti italiani e stranieri di vario genere, anche apparentemente lontani come storia, gusto, estetica. La rassegna coinvolge quest´anno sei circoli giovanili con sede a Ferrara, Piacenza, Cavriago (Reggio Emilia), Forlì, Modena e Bologna e si articola in altrettanti appuntamenti nell’arco di quasi un mese, dal 15 novembre al 9 dicembre. L´iniziativa, organizzata da Roberto Roversi, si avvale quest´anno, come novità ,della direzione artistica dei "Giardini di Mirò", una delle realtà più influenti del rock indipendente italiano. "L´assessore regionale alla cultura e progetto giovani Alberto Ronchi ha sottolineato che la Regione si avvale del piano triennale dello spettacolo come strumento per innovare le politiche culturali ma anche per favorire la crescita di progettualità sul territorio nel tempo: come Colla+eral che, giunto alla seconda edizione, proseguirà anche l´anno prossimo. "Il progetto mi sta particolarmente a cuore - ha sottolineato l´Assessore - per le caratteristiche innovative della direzione artistica, per l´intreccio e la collaborazione tra formazioni italiane e straniere e per il programma di qualità, che porterà nel nostro territorio esclusive italiane e regionali". "E´ inoltre importante - ha riferito l´Assessore - il fatto che la rassegna coinvolga l´intero territorio, sostenendo un mondo musicale che spesso viene considerato di serie B, con una modalità di progettazione attenta alla spesa, in particolare al rapporto qualità prezzo". "Questa strada nuova e intelligente e se vogliamo sperimentale - ha concluso Ronchi - ci colloca come Regione all´avanguardia nel settore musicale all´interno del panorama italiano". Stefano Brugnara, coordinatore di questo progetto per l´Arci regionale ha evidenziato la capacità di fare rete dei vari centri, "che non sono più solo contenitori, ma diventano luoghi di progettazione e di ricerca". "Quest´anno - ha affermato - si è scelto di innalzare il livello della proposta anche per dare una maggiore organicità al progetto". Brugnara ha riferito infine che gli ingressi agli spettacoli saranno gratuiti, rendendo "la qualità accessibile a tutti". "L´iniziativa - ha sottolineato Roberto Roversi curatore della rassegna - nasce dalla volontà di evidenziare una delle tendenze più radicate della scena musicale contemporanea, cioè il proliferare di collaborazioni tra musicisti. Sempre più artisti affermati sentono il bisogno di abbandonare le sonorità con le quali sono arrivati al successo per rimettersi in discussione, abbracciando generi e stili diversi, in definitiva incanalando la loro vena creativa in una miriade di progetti collaterali, di cui si compone la rassegna". "L´edizione 2007 - ha sottolineato Roversi - ha segnato un’ulteriore evoluzione del progetto, valorizzando, oltre agli spazi, le eccellenze artistiche presenti in Regione, e affidando la direzione artistica a uno stimato gruppo musicale come i Giardini di Mirò, tra i primi in Italia a lanciare progetti a latere dell’attività consolidata del gruppo". Infine Corrado Nuccini (Giardini di Mirò) ha sottolineato che "l´obiettivo era prendere diversi artisti mescolarli insieme per ottenere un risultato sorprendente: dall´elettronica neoclassica di Murcof passando per il kraut rock di Damo Suzuki, fino alle derive letterarie di Emidio Clementi". L´esperienza di direttore artistico è stata per Nuccini molto divertente: "Per chi fa musica poter scegliere e avere come missione la qualità artistica è un sogno che si realizza. In particolare - ha aggiunto - ho puntato a valorizzare artisti e personaggi significativi nella nostra crescita come gruppo musicale, offrendo largo spazio alla musica che non trova posto ovunque ". Colla+eral è organizzata dal Comitato Arci dell’Emilia Romagna, attraverso il suo circuito di circoli giovanili Passpartout, con il patrocinio e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura, Sport e Progetto Giovani della Regione Emilia Romagna. .  
   
   
DAL 29 NOVEMBRE ALLÌ 1 DICEMBRE CONCERTI DI “UMBRIA JAZZ” IN BRASILE  
 
Perugia, 13 novembre 2007 – Sarà la prima volta di “Umbria Jazz” in una “favela”, e la prima volta in assoluto di una manifestazione musicale, di un evento culturale non “su”, “a proposito di”, ma “dentro”, all’interno di una “favela”: si svolgerà all’insegna di questa singolare novità la trasferta in Brasile di “Umbria Jazz”, che, dopo un concerto a Brasilia il 29 novembre e il 30 a San Paolo, si presenterà con il pianista Stefano Bollani per l’occasione unito ad un quintetto di musicisti brasiliani nello spazio allestito a “La Quadra” della “Favela Pereira da Silva”, nota come “Pereirâo”, nella zona “Sul” di Rio de Janeiro. È la “favela” che ospita il “Collettivo Morrinho”, un gruppo di ragazzi di Rio che hanno dato vita al “Morrinho Project”, appena presentato in Italia alla Biennale di Venezia: una sorta d’installazione, di scultura che riproduce in miniatura la stessa favela “Pereira da Silva”, che dalla collina (il “morro”) guarda il mare e la spiaggia di Rio, Una “favela-giocattolo”, cominciata da due fratelli nel 1997, che diedero vita al collettivo, realizzando la loro idea con materiali di risulta, oggetti riciclati, immagini e testi: un luogo dell’immaginario, un ideale quartiere urbano, una utopia chiamata ad anticipare una città, un mondo ed una vita migliore. L’iniziativa (nel quadro del Progetto di Cooperazione Internazionale con il Governo Federale Brasiliano, che coinvolge le Regioni Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e, di recente, anche la Liguria) è stata ufficialmente presentata ieri sera a Roma, presso l’Ambasciata del Brasile in Italia a Piazza Navona, in una conferenza-stampa, dall’Ambasciatore Ademar Bahadian, dal Coordinatore del Progetto di Cooperazione Giampiero Rasimelli e dal presidente della “Fondazione Umbria Jazz” Giovanni Tarpani. “È la prima volta – ha detto l’Ambasciatore del Brasile, sottolineando l’importanza dell’evento – che ‘Umbria Jazz’ viene presentata all’interno della nostra ambasciata, così come sarà la prima volta che ci sarà un concerto di questo livello in una ‘favela’”. “Sulla scia dell’esperienza cominciata l’anno scorso a Ouro Preto (dove “Umbria Jazz” fu presente al locale festival jazz, uno dei più importanti del Brasile, con un concerto di Francesco Cafiso, N. D. R. ), abbiamo deciso quest’anno, visto il successo e l’accoglienza, di dar vita ad un secondo tentativo, su scala più larga – ha detto Giampiero Rasimelli -. C’è la possibilità – ha sottolineato -, nel quadro delle iniziative previste dal progetto, di collegare proficuamente numerosi eventi culturali, che sono espressione dell’identità dei rispettivi territori: in questo senso, ‘Umbria Jazz’ fa da ‘apripista’, nel discorso più generale di un rilancio della presenza italiana in Brasile, dove c’è una grande voglia d’Italia”. “Siamo in grado di portare in Brasile, con Stefano Bollani, un esempio della migliore musica jazzistica italiana – ha detto Giovanni Tarpani, presidente della Fondazione “Umbra Jazz” -, e nello stesso tempo – ha aggiunto, sottolineando come questo sforzo sia sostenuto da istituzioni pubbliche, da agenzie di sviluppo e aziende che hanno scelto “Umbria Jazz” come marchio di promozione – siamo felici di essere il veicolo sia della cultura musicale che di significative eccellenze produttive e progettuali del nostro paese”. Stefano Bollani, davanti ad un pubblico di quasi quattrocento persone che ha affollato la Sala della Musica dell’Ambasciata (fra cui esponenti del mondo politico e imprenditoriale), ha offerto un saggio di quanto suonerà a Brasilia, San Paolo e Rio, deliziando la platea con brani ispirati e rivisitati della tradizione brasiliana. .  
   
   
GOLF - NEL TOURNAMENT OF CHAMPIONS TRIONFA PAULA CREAMER SILVIA CAVALLERI CONCLUDE QUASI IN COSA  
 
 Roma, 13 novembre 2007 - Paula Creamer (268 - 67 65 68 68) ha letteralmente dominato il Mitchell Company Lpga Tournament of Champions, sul tracciato del Rtj Golf Trail di Mobile in Alabama, torneo del Lpga Tour al quale sono state ammesse a partecipare le vincitrici di tornei del circuito a partire dal 2004. La ventunenne statunitense, unica a realizzare quattro scores sotto i 70 colpi, ha colto il secondo titolo stagionale e il quarto in carriera lasciando a otto lunghezze la coreana Birdie Kim (276 - 72 70 66 68). Al terzo posto con 278 la svedese Annika Sorenstam e le americane Natalie Gulbis e Pat Hurst e solo al nono con 280 la messicana Lorena Ochoa, numero uno mondiale, che era la favorita. Dopo una discreta partenza ha nettamente ceduto Silvia Cavalleri, che con due 80 in sequenza è finita al 33° e penultimo posto con 306 (74 72 80 80). La milanese ha segnato un birdie, quattro bogey, un doppio bogey e un triplo bogey. Il Lpga Tour si concluderà con il l´Adt Championship, in programma da giovedì 15 novembre a domenica 18 al West Palm Beach in Florida dove non saranno in campo proette italiane. Finale Qs Alps Tour Con Sedici Giocatori Italiani - Sedici giocatori italiani prendono parte alla finale della Qualifying School dell´Alps Tour (14-16 novembre) in programma sui due percorsi del Golf du Cap d´Agde e del Golf de St. Thomas a Cap d´Agde, nei pressi di Beziers in Francia. Sei sono stati ammessi di diritto: Simone Brizzolari, Marco Cidonio, Marco Guerisoli, Nicola Maestroni, Angelo Regno e Michele Zanini. Dieci si sono qualificati attraverso lo Stage 1: Daniele Bellacci, Oscar Cazzaniga, Luca Galliano, Lorenzo Magini, Alessio Mastriforti e i dilettanti Luca Beneduce, Marco Beneduce, Alberto Campanile, Federico Malossini e Andrea Signor. Si gioca sulla distanza di 54 buche. Nelle prime 36 i 144 partecipanti si alterneranno sui due percorsi, poi i primi 65 classificati e i pari merito al 65° posto disputeranno il giro conclusivo al Golf du Cap d´Agde. I primi 35 riceveranno una "carta" categoria 6, gli altri una "carta" categoria 8 e saranno soggetti, nel corso dell´anno, al re-rank. L´italia Alla Copa Tailhade In Argentina - Federico Colombo e Nino Bertasio difenderanno i colori azzurri nella prestigiosa Copa Tailhade che si svolgerà dal 22 al 25 novembre a Los Lagartos Country Club a Pilar, nei pressi di Buenos Aires in Argentina. La gara si disputa a coppie sulla distanza di 72 buche. .