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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Ottobre 2006
AGRICOLTORI CHE DIVENTANO ANCHE PRODUTTORI DI ENERGIA DA BIOMASSE.  
 
Bologna - Con un duplice vantaggio: per l’azienda agricola che può in questo modo integrare il proprio reddito e per l’ambiente grazie all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Con questo obiettivo la Giunta regionale dell’ Emilia Romagna ha approvato il 9 ottobre un avviso pubblico per la concessione di aiuti a imprese agricole, singole o associate, che intendano realizzare impianti per la produzione di energia elettrica e/o termica con l’utilizzo di biomasse di origine forestale e agricola. A disposizione ci sono 1,5 milioni di euro. “Si tratta di progetti pilota per verificare la sostenibilità economica ed incoraggiare le imprese agricole ad intraprendere questa opportunità – ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – Stiamo cercando di porre le basi per il decollo della filiera agroenergetica in Emilia-romagna e nel prossimo Piano regionale di sviluppo rurale 2007-2013 destineremo significative risorse proprio per questo settore”. Il bando regionale punta in particolare a sostenere lo sviluppo di significative esperienze pilota di filiere energetiche “corte”, cioè con imprese agricole che contemporaneamente svolgono la funzione di produttrici della materia prima da trasformare (pioppo, salice, sorgo o altre coltivazioni dedicate), che ne gestiscono la trasformazione in energia e che poi vendono l’energia in tale modo prodotta. Esperienze dunque fortemente legate al territorio e alla multifunzionalità delle moderne imprese agricole. Gli impianti di produzione energetica così realizzati non dovranno superare 1,5 Mw di potenza elettrica installata, in analogia a quanto è già stato realizzato in diversi altri Paesi Europei. I contributi potranno interessare sia la fase di impianto, che la fase di consegna dell’energia, che la gestione dei residui di processo e saranno pari al 35% (aumentabile al 40% nelle aree di montagna o svantaggiate) della spesa massima ammissibile fissata in 0,5 milioni di euro per le aziende singole e in 1,5 milioni di euro per quelle associate. Per la presentazione delle domande ci sono 60 giorni di tempo, a partire dalla pubblicazione dell’avviso sul Bollettino Ufficiale della Regione, prevista per la metà di novembre. Complessivamente la Regione Emilia-romagna ha stanziato a tutt’oggi per il settore della produzione di energia da biomasse oltre 6,7 milioni di euro. Si tratta di 4,5 milioni di euro stanziati lo scorso anno per il finanziamento di 15 impianti per la produzione di biogas da scarti zootecnici, che hanno determinato un investimento dei privati beneficiari di oltre 9 milioni di euro. Inoltre la Regione ha finanziato con oltre 900 mila euro numerosi progetti attualmente in corso sempre nel settore delle agro-energie. Alcuni di questi hanno carattere interregionale come quello che riguarda l’uso di olio grezzo di girasole in collaborazione con la Regione Marche. Altri sono interamente regionali e riguardano la sperimentazione del sorgo da fibra per la produzione di biomassa a fini energetici su ampia scala; la sperimentazione di un gassificatore alimentato a biomasse da buccette di pomodoro; la sperimentazione di colture erbacee ed arboree per l’uso energetico. /Pf .  
   
   
CONVEGNO: LA PERCEZIONE DEL RISCHIO ALIMENTARE MAGGIORE INFORMAZIONE PER UN CONSUMATORE PIU’ CONSAPEVOLE  
 
 Il 50,2% della popolazione del Veneto colloca al primo posto tra i fattori ritenuti più pericolosi per la propria salute i problemi di inquinamento, in particolare quelli legati al traffico e il 26% del campione considera “quello che si mangia” un rischio. Per farvi fronte gli elementi di garanzia cui i consumatori ricorrono più spesso sono la possibilità di controllare il processo produttivo (un proprio orto) e il consumo di prodotti di minor livello di manipolazione industriale. Sono questi, in sintesi, alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta dall’Unità di Progetto Sanità Animale e Igiene Alimentare della Regione del Veneto relativamente alla percezione del rischio alimentare da parte del consumatore. I risultati dell’indagine, che ha coinvolto 800 famiglie venete, sono stati presentati nel corso del convegno “A tavola con sicurezza – La percezione del rischio alimentare in Veneto”, tenutosi questa mattina a Venezia, presso la Scuola Grande S. Giovanni Evangelista. Altro dato è quello relativo alla fiducia: le informazioni sono considerate veritiere se formulate da tecnici o da organizzazioni di consumatori, meno se provenienti da altre associazioni, da imprenditori o dalla pubblicità. A questo proposito è emersa la necessità di progredire sul piano comunicativo: gli esperti e i tecnici devono proporsi nella comunicazione e i politici acquisire fiducia da parte dei cittadini. L’indagine ha messo in evidenza anche la notevole importanza che viene data al livello di istruzione sulla percezione del rischio, confermando l’esigenza che la scuola debba offrire un supporto nella comprensione dei concetti scientifici che determinano il rischio, ovvero, le dimensioni e le variabili che ne determinano l’incertezza, i fattori socio-culturali che trasformano un pericolo in rischio. Nel suo intervento l’Assessore regionale alla Tutela del Consumatore, Sicurezza alimentare e Servizi Veterinari, Elena Donazzan, dopo aver ricordato quanto la Regione ha fatto in questi anni con i Piani Triennali Sicurezza Alimentare 2002/2004 e 2005/2007, ha voluto ribadire, che a seguito dei danni causati da una cattiva informazione relativa ad alcuni casi di emergenza, come mucca pazza, diossina nei prodotti a base di carne derivati da importazioni dal Belgio e, da ultimo, l’influenza aviaria, si è avvertita la necessità di un forte intervento di comunicazione del rischio, poiché la situazione sanitaria percepita dalla popolazione non corrispondeva assolutamente a quanto riportato negli interventi operati sui media dalle Autorità. “Sul fronte della sicurezza alimentare e più in generale della tutela del consumatore, – ha precisato l’Assessore Donazzan – la Regione del Veneto sta insistendo sulla necessità di un’adeguata ed efficace informazione al cittadino-consumatore. Infatti, questa tematica sarà parte rilevante dell’imminente piano annuale di riparto delle risorse per la tutela del consumatore, così come sarà oggetto di interventi mirati. Siamo certi – ha concluso l’esponente regionale – che un consumatore più informato è un consumatore più consapevole ed effettivamente più libero”. .  
   
   
MODENA OSPITERÀ IL PIÙ IMPORTANTE APPUNTAMENTO SULLA SICUREZZA ALIMENTARE  
 
Dal 18 al 20 ottobre Modena ospiterà il più importante appuntamento annuale per l’aggiornamento e la formazione di carattere tecnico scientifico sulla sicurezza alimentare. Promossa da importanti interlocutori istituzionali e da Modena Esposizioni, la convention, giunta alla sua terza edizione, costituisce un’accreditata occasione di confronto sul tema della sicurezza fra tutti gli attori della “filiera alimentare”: operatori della sanità, mondo della produzione e della distribuzione, consumatori. Nel corso di Sicura sono previsti 30 appuntamenti specifi ci con 170 relatori e oltre 1. 200 partecipanti, e la presenza di numerosi giornalisti accreditati; il dibattito affronterà temi collegati ai materiali di confezionamento, ai nuovi metodi di conservazione, ai sistemi di campionamento, alla contaminazione dell’aria nell’ambiente di lavorazione, al sistema di allerta rapido europeo, all’evoluzione legislativa in materia di sicurezza alimentare. I lavori si concluderanno con un’importante iniziativa pubblica a forte carattere mediatico sul tema delle “Emergenze alimentari tra informazione e disinformazione”. Www. Sicura. Info .  
   
   
DOCUMENTO REGIONI SU NUOVA LEGGE PER LA MONTAGNA  
 
Venezia - Sostegno del Veneto al documento approvato dalla Commissione per la Montagna, in cui vengono formulate le linee per un’iniziativa legislativa che ridisegni le norme per valorizzare e tutelare i territori montani. Lo ha espresso l’assessore regionale Oscar De Bona che ha la delega per le funzioni amministrative della provincia di Belluno, chiamato a far parte della Commissione “Politica della Montagna” istituita all’interno della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Il documento è stato predisposto da un gruppo tecnico e successivamente approvato dalla Commissione politica delle Regioni, a cui hanno partecipato anche Enrico Borghi presidente dell’Uncem e Erminio Quartini presidente dell’intergruppo parlamentare “Amici della Montagna”. Il testo raccoglie ampi spunti forniti dai disegni di legge già depositati alla Camera e al Senato e indica una serie di elementi ritenuti essenziali per la stesura di una nuova legge per la montagna, che superi la legge n. 97 del 1994 e tenga conto della riforma del Titolo V della Costituzione. “Sotto questo profilo – sottolinea De Bona – sono del tutto d’accordo con l’impostazione del documento, che auspica il superamento di un quadro giuridico frammentato in numerose norme settoriali. Abbiamo quindi l’opportunità di procedere, attraverso un dibattito aperto, ad una riorganizzazione della materia sul piano normativo ponendoci anche come obiettivo di arrivare ad un Testo Unico per la Montagna da adottare in Parlamento d’intesa con le Regioni”. “E’ ormai maturo il tempo – aggiunge De Bona - per riportare a sistema qualsiasi considerazione sulla montagna, puntando ad un testo legislativo che punti a sostenere l’identità e la capacità delle aree montane di essere artefici del proprio futuro”. Il documento dà indicazioni sulla ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni e su intese e accordi Stato-regioni-enti Locali oltre che sui principi per la definizione del territori montani. Linee di indirizzo vengono specificate anche per quanto riguarda gli interventi a sostegno della montagna. “Mi pare importante – commenta De Bona – che, in riconoscimento della specificità dei territori montani, si chieda che nelle diverse sedi comunitarie siano promosse deroghe ai principi generali della concorrenza”. Infine il documento rileva che, per uno sviluppo sostenibile e durevole delle attività economiche in montagna, occorre riservare quote significative di risorse pubbliche, incrementando in maniera consistente il Fondo Nazionale per la montagna da un lato e il sostegno dello Stato nell’ambito dei servizi dall’altro. Da parte sua il Veneto ha chiesto che ci sia l’impegno a definire una precisa scaletta dei tempi per arrivare alla nuova legge per la montagna e che ogni anno venga previsto un momento di confronto per dibattere i problemi del territorio montano, da portare poi a livello europeo. . .  
   
   
FONDO PER LA MONTAGNA, 2,2 MILIONI ALLE COMUNITÀ MONTANE CONTRIBUTI ANCHE AI 4 CAPOLUOGHI (VARESE, COMO, LECCO E SONDRIO) IN PARTE MONTANI  
 
La Giunta regionale lombarda, su proposta dell´assessore alle Risorse, Finanze e Rapporti Istituzionali, Romano Colozzi, ha approvato il piano di assegnazione alle Comunità montane e ai Comuni montani della Lombardia della quota regionale del Fondo nazionale per la montagna. Si tratta di 2. 253. 000 euro che verranno suddivisi fra le 30 Comunità montane e i 4 capoluoghi di provincia (Varese, Como, Lecco e Sondrio), il cui territorio ricade in aree montane ma che, per legge, non possono far parte di alcuna Comunità montana. Le risorse sono distribuite secondo quattro criteri predefiniti: il 30% in parti uguali, il 20% in proporzione alla popolazione montana, il 20% in quota inversamente proporzionale alla densità demografica e il rimanente 30% in proporzione alla superficie territoriale montana. Queste nuove risorse arricchiscono il quadro degli stanziamenti per la montagna e si aggiungono al Fondo regionale per la montagna che prevede lo stanziamento annuale di 19 milioni di euro e che finanzia progetti e interventi di sviluppo. L´obiettivo di Regione Lombardia - anche attraverso le opportunità e i finanziamenti messi a disposizione dalla legge regionale n. 6 del 2002 - è quello garantire ai cittadini che vivono nelle aree di montagna tutti gli strumenti necessari per completare la crescita del loro territorio in termini di servizi e qualità della vita. .  
   
   
LA TOSCANA DEI CONSUMATORI, OGGI CONVEGNO SUI PRODOTTI AGRICOLI SI PARLERÀ DI VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI E DELLE INIZIATIVE PER UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE  
 
Sarà Grosseto a ospitare l´iniziativa prevista per domani, mercoledì 11 ottobre, nell´ambito della manifestazione la Toscana dei consumatori, che si sviluppa per tutta la settimana in varie città toscane. Il programma di domani è incentrato sui prodotti agricoli regionali, sulle iniziative per la loro valorizzazione e per una corretta alimentazione. L´incontro si svilupperà per l´intera mattinata (inizio alle ore 9. 30) presso l´Istituto alberghiero Einaudi, in Piazza De Maria 31. Interverranno docenti, tecnici e amministratori. Sarà presente l´assessore regionale all´agricoltura Susanna Cenni il cui intervento, ore 13, concluderà i lavori. Toscana dei consumatori, organizzata dalla Regione, dal Comitato consumatori e utenti, dal Centro tecnico per il consumo e con la collaborazione di Provincia, Comune e Camera di commercio di Grosseto, Arsia, Unioncamere, Vetrina Toscana a Tavola, Istituto alberghiero Einaudi di Grosseto, del Consorzio istituti professionali alberghieri toscani, vede la partecipazione delle principali associazioni dei consumatori e degli utenti della Toscana, dell´Istituto per lo sviluppo e l´educazione al consumo, della Asl 9, dell´Azienda agricola di Alberese e di aziende, consorzi e cooperative della Maremma. A Grosseto, la manifestazione vederà svilupparsi anche la giornata clou, in programma sabato prossimo. .  
   
   
IL PRODOTTO È TIPICO? IL CONSUMATORE È DISPOSTO A PAGARE IL 30% IN PIÙ NELLA RICERCA PRESENTATA PREZIOSE INFORMAZIONI SU COME ORGANIZZARE LA STRATEGIA DELLA QUALITÀ  
 
La tipicità "paga" ed il consumatore medio è disposto a riconoscere un prezzo maggiore per un prodotto che la garantisca. L´effetto dell´etichetta che presenta prodotti di qualità e dimostra il legame con un territorio e le sue caratteristiche può innalzare la disponibilità a pagare fino al 30% in più. Lo ha rilevato una ricerca – compiuta su un focus group di acquirenti della grande distribuzione toscana - dal titolo "Prodotti tipici, percezioni di qualità lungo la filiera e possibilità di sviluppo nel mercato" che la Regione Toscana, tramite l´Arsia, ha affidato alle Università di Firenze e di Pisa. I risultati sono stati presentati in occasione del seminario "Strategie per la qualità dell´agricoltura toscana" che si è svolto oggi a Firenze all´Auditorium del Consiglio Regionale in vista della conferenza dell´agricoltura di dicembre, e cui hanno partecipato l´assessore regionale all´agricoltura e foreste della Regione Susanna Cenni e l´amministratore dell´Arsia, Maria Grazia Mammuccini oltre agli attori della filiera della qualità agroalimentare toscana. Il tema della qualità e tipicità è centrale in una regione come la Toscana, anche a giudicare dai numeri: sono 19 i prodotti certificati dall´Ue con i marchi Dop e Igp (e altri 23 sono in fase di riconoscimento), 40 i marchi di origine del vino, 451 i prodotti censiti come tradizionali, 1523 le aziende biologiche (con altre 737 aziende in fase di conversione), 620 le razze e varietà locali inserite nei repertori regionali. "Le ricerche presentate oggi - ha sottolineato Susanna Cenni - confermano come siano sempre più decisivi i concetti di qualità e tipicità nell´indirizzare le scelte dei consumatori e i mutamenti del loro comportamento. Questo è indubbiamente un grosso vantaggio per una regione come la nostra da anni si muove in questa direzione: basti pensare alle denominazioni di origine e al marchio Agriqualità, al biologico in costante crescita, al numero elevatissimo di presidi slow food e di prodotti tipici censiti". "Ma perché la qualità dei nostri prodotti si renda sempre più visibile e valorizzabile sui mercati – ha aggiunto - è necessario che tutta la filiera, dalla produzione alla commercializzazione, si organizzi e faccia ´rete´. Un offerta più coordinata può trovare nuovi spazi su mercati estremamente appetibili come quello della grande distribuzione. E´ in questa direzione che si muovono le politiche regionali: nel nuovo Piano di sviluppo rurale, per esempio, ci saranno i cosiddetti ´bandi di filiera´, cioè interventi che saranno finanziati solo se a presentarli saranno tutti i soggetti della catena produttiva". "Il Governo regionale e l´Arsia – ha evidenziato Maria Grazia Mammuccini, Amministratore Arsia - hanno sempre lavorato per rafforzare il legame prodotto-territorio, non solo per gli aspetti produttivi ma anche per quelli sociali legati al ´fattore umano´. Questa ricerca, che parte dal punto di vista del consumatore, evidenzia proprio che il consumatore è disposto a pagare di più non solo in funzione del gusto ma anche per ragioni etiche di rispetto effettivo dei valori che rappresentano il territorio di origine". Secondo la ricerca presentata oggi i consumatori italiani hanno consapevolezza delle caratteristiche di territorialità, tradizione e certificazione dei prodotti tipici e la possibilità di degustare e acquistare i prodotti sul posto non è una motivazione secondaria delle loro scelte turistiche; i turisti stranieri hanno invece la tendenza a riferire la tipicità alla Toscana, all´Italia o al Mediterraneo in generale e si lasciano guidare principalmente dal prezzo e dal gusto. All´allungarsi della filiera si complica il problema della percezione e della valutazione della qualità dei prodotti tipici e infatti dalla ricerca emerge che deve essere conservato un legame forte tra il consumatore e il territorio di origine, le sue valenze culturali, storiche, sociali. La ricerca ha poi approfondito anche le potenzialità e i limiti delle forme di certificazione di origine, come difesa dalle imitazioni e come segnale importante inviato ai consumatori sulla qualità. Insomma, la crescita registrata negli ultimi anni sia nella domanda di prodotti tipici sia nell´offerta sembrano costituire l´opportunità per la creazione di un vero e proprio ´sistema´ del tipico, favorendo però un´opportuna differenziazione e coordinamento delle forme di certificazione utilizzate e attivare processi di comunicazione collettiva capaci di promuovere un´immagine della Toscana come terra di produzioni tipiche che sia coerente con le caratteristiche delle produzioni offerte. .  
   
   
CREAZIONE DI UN MARCHIO DOC PER LE ACQUE MINERALI LIGURI  
 
 "Stiamo studiando un marchio doc per le acque minerali prodotte nella nostra regione allo scopo di valorizzare la loro qualità". Lo ha comunicato questa mattina a margine del consiglio regionale l´assessore all´Industria della Regione Liguria, Renzo Guccinelli a seguito di un´interrogazione di alcuni consiglieri di maggioranza sullo stabilimento di acque minerali Santa Rita nel Comune di Né, sopra Chiavari. "La Monti Azzurri Srl, la nuova proprietà dello stabilimento Santa Rita - ha detto Guccinelli - ci ha consegnato oggi il piano industriale che presenteremo al più presto ai sindacati, con cui si intende rilanciare l´azienda della Val Graveglia". "Mi sembra che l´intenzione della nuova proprietà - ha continuato Guccinelli - sia quella di investire e lo dimostra la riassunzione di 7 operai su 18 e di estendere il commercio non solo all´area ligure, ma soprattutto a quella nazionale attraverso accordi con la media e grande distribuzione". L´assessore ha inoltre comunicato l´intenzione della Regione di valorizzare le attività estrattive delle acque minerali della Liguria per le loro caratteristiche organolettiche, attraverso la creazione di un marchio doc da diffondere anche attraverso accordi con la grande distribuzione. .  
   
   
FIERACAVALLI E APASSIONATA, UNA NUOVA PARTNERSHIP PER PROMUOVERE IL MAGICO MONDO DEL CAVALLO VERONAFIERE DAL 9 AL 12 NOVEMBRE  
 
 Un nuovo accordo per sostenere l’universo del cavalli. Tra due leader internazionali del settore che condividono il medesimo amore e rispetto per un’animale speciale, che ha accompagnato la storia dell’uomo. Apassionata, il più grande show equestre in Europa, che arriverà per la prima volta in Italia, a Milano, il 27 ottobre, e Fieracavalli, la manifestazione leader nel mondo, in programma a Veronafiere dal 9 al 12 novembre prossimi (www. Fieracavalli. Com), uniscono le forze per promuovere e far conoscere ai giovani, alle famiglie e agli amanti della natura un nuovo modo di «vivere» il cavallo, uno stile di vita più sobrio e concreto, valorizzando la magica relazione che da sempre esiste tra cavalieri e purosangue. La partnership è stata presentata questa mattina a Milano da Maurizio Rosellini, brand manager di Fieracavalli, Ego Menghini, coordinatore generale per l’Italia di Apassionata, Susanna Messaggio, madrina dell’evento, e Peter Massine, produttore e ideatore dello show. Apassionata ha ottenuto un notevole successo in tutta Europa. Lo spettacolo nasce in Germania nel 2002 per volontà di due impresari tedeschi, Peter Massine e Robert Wagner. Da allora ha conosciuto fama e riconoscimenti, con 1 milione di spettatori e 100 cavalli delle migliori razze al mondo (utilizzati nelle due produzioni che ogni anno sono in giro per l’Europa), 150mila chilometri e 34 tir che trasportano tutto il materiale. Ogni esibizione costa 1. 5 milioni di euro. Finora i paesi toccati dallo show sono stati Olanda, Danimarca, Norvegia, Spagna, Svezia e Gran Bretagna. Con lo spettacolo Hommage Apassionata arriva, dal 27 ottobre, in Italia. Per il debutto a Milano sono stati realizzati spettacolari costumi, nuove scenografie e coreografie, che costituiscono lo sfondo di un racconto avvincente e poetico, basato sulla magica relazione uomo-cavallo nel corso dei secoli. Fieracavalli è la rassegna leader a livello internazionale del comparto. Nel 2005 gli espositori sono stati 584, di cui 136 da 25 nazioni, e i visitatori oltre 130mila (900 i giornalisti accreditati da 25 paesi); per l’edizione 2006 si prevede una crescita di tutti i parametri. L’intesa intende anche portare Apassionata, dal 2007, all’interno della rassegna veronese, trasformandola nella serata di apertura delle «Notti di Fieracavalli», l’iniziativa che da tre anni permette agli appassionati di partecipare alla manifestazione anche di sera. «La passione per il cavallo», ha spiegato Rosellini, «è un modo di interpretare la vita, perché coinvolge lo sport, la natura e il benessere, il divertimento e lo spettacolo, la bellezza e la moda. Noi appoggiamo tutte quelle iniziative, come Apassionata, che favoriscono la diffusione, presso il grande pubblico, dei valori di questo affascinante universo, che ha segnato e tuttora segna la storia dell’uomo». Peter Massine, in merito al debutto di Apassionata a Milano si è detto entusiasta: «Lo spettacolo sarà avvincente e bellissimo. Siamo soddisfatti di aver trovato in Fieracavalli un partner di così alto livello internazionale». Www. Apassionata. It www. Fieracavalli. Com .  
   
   
AL CENTRO LAIMBURG CONGRESSO INTERNAZIONALE SULLA LOTTA BIOLOGICA AGLI INSETTI DEL TERRENO  
 
Una cinquantina di esperti provenienti da 10 Paesi partecipano la prossima settimana al congresso internazionale promosso da Centro di sperimentazione "Laimburg" di Bolzano sul tema della lotta biologica agli insetti del terreno. L´appuntamento, aperto a tutti gli interessati, è in programma martedì 17 ottobre. Assieme alla "International Organisation of Biological Control" (Iobc) il Centro di sperimentazione "Laimburg" ha organizzato la tre giorni di congresso nel quale da martedì 17 esperti internazionali si scambieranno esperienze e pareri sui metodi di lotta biologica agli insetti del terreno, dannosi in agricoltura e nei giardini. È un campo nel quale il Centro sperimentale provinciale è attivo da anni con ricerche e progetti concreti. Le esperienze e i risultati del congresso sono rivolti anche al pubblico degli interessati, in primo luogo i coltivatori e i consulenti del settore. A tale riguardo martedì 17 ottobre dalle 9 nell´aula magna della scuola agraria di Ora è previsto un "Open Day". La partecipazione è gratuita, le relazioni avranno traduzione simultanea.  
   
   
BIO EXPRESS: DA MILANO A VERONA, IL SUCCESSO DEL BIOLOGICO SUDTIROLESE CONTAGIA IL NORD ITALIA  
 
La freschezza dei prodotti biologici dell’Alto Adige conquista il Nord-italia. Dopo un servizio consolidato in Alto Adige ed Emilia Romagna, Bio-express ha cominciato esattamente un anno fa ad effettuare a domicilio consegne di frutta e verdura a Milano, Varese e Como. Il successo riscontrato in questi 12 mesi ha spronato questa giovane cooperativa di Lagundo ad ampliare ulteriormente il raggio delle consegne, inserendo a partire dal prossimo ottobre tutta l’asse Milano – Verona. Ecco quindi che il biologico dell’Alto Adige conquista il nord-Italia, con un servizio veloce, affidabile e di provata qualità biologica. Bioexpress nasce grazie ad un gruppo di produttori dell’Alto Adige che si dedica alla coltivazione di frutta e verdura secondo le regole della produzione biologica. Particolare attenzione viene inoltre data alla commercializzazione diretta, consegnando i prodotti direttamente al domicilio dei consumatori. Questo sistema di vendita instaura un rapporto diretto e personalizzato tra produttore e consumatore, con un evidente vantaggio in termini di prezzo per il consumatore. Il regime di produzione biologica garantisce l’approvvigionamento di frutta e verdura, coltivate in armonia con la natura, rinunciando completamente all’uso di concimi e fitofarmaci sintetici. Una volta la settimana viene consegnata a casa una cassetta colma di prodotti freschissimi e di stagione. Il consumatore può scegliere fra varie dimensioni di cassette e vari assortimenti, secondo la disponibilità di stagione e riscoprendo così i naturali sapori della terra. Oltre a frutta e verdura si possono ordinare anche altri prodotti tipici biologici dell’alto Adige come latticini, pane, succhi di frutta, vini etc. Dopo il primo ordine, le consegne vengono effettuate automaticamente con scadenza settimanale, senza però alcun impegno fisso da parte del consumatore. Ulteriori informazioni e chiarimenti si trovano sul sito internet www. Bioexpress. It oppure direttamente al numero verde 848 694 693. .  
   
   
RITORNA “MISTER CHEESE”: UN “TOUR” PER TUTTA ITALIA PER PROMUOVERE UN’ALIMENTAZIONE SANA E CORRETTA  
 
Un assaggiatore entrerà nelle scuole per fare toccare con mano a bambini e adulti cosa significa riconoscere e gustare un formaggio e saperlo abbinare ai giusti alimenti. Il Consorzio Tutela Provolone Valpadana è presente da anni nel mondo scolastico con programmi didattici volti a proporre modelli educativi, culturali e comportamentali che migliorino le conoscenze alimentari, conservando e valorizzando la cultura e le tradizioni. In questo quadro, il Consorzio, in collaborazione con Aldabra Project, ha proposto per l’anno scolastico 2006/07 l’iniziativa denominata “Mister cheese in tour”, progetto che si colloca nella prospettiva delle innovazioni proposte dalla riforma scolastica, in quanto prevede attività legate all’Educazione Alimentare e spunti per l’attività di Informatica. Il progetto è volto a diffondere concetti legati alla sana e corretta alimentazione, alle tradizioni alimentari italiane, alla conoscenza del marchio D. O. P. E alla diffusione sul territorio nazionale e non dei prodotti ai quali è riconosciuto questo marchio. “Si intende dar vita a una realtà nuova”, ha dichiarato Vittorio Emanuele Pisani, direttore del Consorzio Tutela Provolone Valpadana, “che si avvicina alla scuola, agli insegnanti e ai bambini e li coinvolge direttamente in attività sperimentali e progettuali che mirano a illustrare con competenze tecniche la catena alimentare, l’apporto nutrizionale dei singoli alimenti con particolare attenzione al latte e ai suoi derivati, per puntare lo sguardo sui prodotti D. O. P. E le loro caratteristiche. Per la prima volta vede coinvolte anche realtà scolastiche dell’Unione Europea (una scuola in Francia ed una in Belgio), in aggiunta alle dieci selezionate su tutto il territorio nazionale”. L’aspetto più innovativo del progetto è la proposta di una figura specializzata. Si tratta di un assaggiatore - Mister Cheese - che entrerà nelle scuole per fare capire a bambini e adulti come riconoscere e gustare un formaggio e come saperlo abbinare ai giusti alimenti. Sul sito, www. Mistercheese. It , saranno pubblicati i percorsi didattici e le proposte operative da attuare in classe inerenti la corretta alimentazione, la conoscenza della produzione dei prodotti lattiero-caseari e del Provolone Valpadana D. O. P. In particolare, con agganci con altre discipline: storia, geografia, arte e immagine, lingue, educazione alla salute, educazione interculturale. Il sito riporterà inoltre le varie fasi di progettazione e un forum e diventerà un contenitore di informazioni adatto alla consultazione per tutte le fasce d’età. .  
   
   
MASSERIA DEL FEUDO, NEL CUORE DELLA SICILIA, ALLA RICERCA DELLA QUALITÀ: VERDEGGIANTI DISTESE DI VIGNETI, ULIVETI, PESCHETI E SUSINETI, OLTRE ALLA FILIERA ZOOTECNICA  
 
La Storia L’azienda Masseria del Feudo si trova nel cuore della Sicilia, in provincia di Caltanissetta, a guidarla due giovani fratelli Francesco e Carolina Cucurullo, ed è la prima azienda in Sicilia per diversificazione di colture agricole. La storia della famiglia Cucurullo ed il suo interesse per l’agricoltura risale a cento anni fa, quando, il bisnonno Salvatore, acquista nel 1906 dai Principi Branciforti una larga fetta dell’antico feudo. Oggi l’azienda si estende su una superficie complessiva di 110 ettari, nel corso del tempo è cresciuta, grazie anche all’impegno ed alla passione dei due fratelli, e le sue coltivazioni si sono diversificate, sulle antiche terre dove un tempo brillava il giallo grano, adesso si possono ammirare le verdeggianti colline di vigneto, uliveto, pescheto e susineto. Oltre alle coltivazioni, Masseria ha al suo interno anche una filiera zootecnica, attualmente sono 60 i capi bovini allevati. L’azienda ha tutti i numeri necessari per affermarsi come struttura di turismo rurale. La Filosofia aziendale Masseria del Feudo è il modello di una realtà nella quale si intersecano modernità e memoria. Il progetto di Francesco e Carolina Cucurullo si orienta nella promozione della viticoltura e dell´agricoltura in una terra dove l’innovazione trova il sostegno nella tradizione. La loro filosofia aziendale si traduce in responsabilità sociale nei confronti dell’ambiente e nel rispetto della qualità produttiva, ad iniziare dall’utilizzo del concime biologico prodotto dal loro allevamento bovino per la fertilizzazione dei terreni. Caratteristiche climatiche Un monitoraggio accurato delle caratteristiche climatiche del territorio, in cui sorge l’azienda, viene costantemente effettuato dalle stazioni metereologiche di Agrigento, Naro e Canicattì. I risultati emersi dalla ricerca dei dati termo-pluviometrici rilevano una piovosità annua che si aggira intorno ai 480/490 mm distribuiti in un periodo di 70 giorni. L’assenza di piogge, nel periodo primaverile-estivo, determina la necessità di un ausilio di acqua irrigua. Le temperature sono generalmente miti, grazie anche alla esposizione di gran parte dei terreni a sud-est. Il vento dominante è lo Scirocco, che rende più frequenti le piogge e attenua le escursioni termiche. Il monitoraggio dei fattori climatici ha una notevole importanza per comprendere, in maniera accurata, le caratteristiche ambientali che determinano la qualità dei prodotti agricoli. L’azienda agricola L’azienda è posta ad una altitudine di circa 480 metri s. L. M. Nelle culminazioni topografiche dei rilievi affiorano i calcari, mentre nelle fasce medio-basse dei versanti e lungo i fondovalle predominano le argille-marnose. Sul versante podologico i terreni aziendali si classificano come “suoli bruni di medio impasto”. Si tratta di terreni, ora a tessitura equilibrata, ora a tessitura tendenzialmente argillosa, con una discreta presenza dei principali elementi chimici della fertilità e con un contenuto di argilla che varia dal 25 al 30%. Dal punto di vista agronomico questa tipologia di terreno manifesta una spiccata potenzialità per le colture arboree di pregio come frutteti o vigneti. Sono 20 gli ettari che Masseria del Feudo coltiva a pescheto, 13 varietà di cui 5 nettarine a maturazione tardiva ed a pasta gialla. La raccolta di queste utime, infatti, inizia a fine agosto e termina a Ottobre. I terreni di coltura sono collinari. Le piante hanno un’età media di dieci anni e la raccolta viene effettuata a mano, seguendo una selezione diretta e accurata dei frutti. Ogni anno vengono prodotte circa 600 tonnellate di pesche. Accanto al pescheto, c’è l’uliveto che si estende su 3 ettari, due le qualità prodotte: la Nocellara e la Carolea. Entrambe danno origine ad un eccellente olio extra vergine di oliva. La raccolta viene eseguita a mano ed il metodo di conduzione è sempre biologico. Sono 3. 000 i litri di olio prodotti nell’anno. Alla coltura di tre varietà di Susine a maturazione tardiva sono dedicati 3 ettari. Le piante hanno un’età media di circa 8 anni e la produzione si aggira intorno ai 300 quintali annui. 60 ettari sono destinati alla coltivazione di seminativi, la metà dei quali a Mongibello, ed i restanti 30 a veccia ed avena destinati ai foraggi dei bovini. Ogni anno vengono prodotti 30 quintali per ettaro. La Filiera zootecnica Nella stalla vengono allevati 60 bovini, 2 le razze: la Frisona italiana e la Bruna Alpina. La produzione media di latte per ogni bovina è di 22 litri al giorno. La stalla è coperta da pannelli coibentati che proteggono le bovine dallo stress causato dagli sbalzi di temperatura. Inoltre la sala di mungitura è dotata di un sistema di monitoraggio computerizzato e di stazioni di autoalimentazione. Ogni mucca ha un collare con un microchip, che consente agli operatori di controllare attraverso il computer, l’attività giornaliera dell’animale in termini di produzione ed alimentazioni. Questi sistemi tecnologici permettono di migliorare il benessere e l’igiene degli animali. Nella sala di mungitura vengono trasmessi, costantemente, per essere analizzati i dati di produzione di ogni singola capo. L’allevamento viene sottoposto periodicamente a continui controlli da parte della Asl Veterinaria di Caltanissetta, e regolarmente viene rilasciato a Masseria la qualifica di ufficialmente indenne. L’azienda vitivinicola I Vigneti I vigneti di Masseria del Feudo sorgono all’interno di una lingua di terra che ha conosciuto la coltivazione della vite già nel 1860. Proprio in queste zone sono state fatte le prime sperimentazioni di impianto in Sicilia, sia con i vitigni autoctoni che con l’internazionale Chardonnay. I vigneti coprono una superficie collinare di 18 ettari. La densità media è di 4. 000 ceppi per ettaro. L’allevamento delle piante è a controspalliera con un sistema di potatura a cordone speronato. L’età dei vigneti è di 8 anni ed il terreno ha una composizione di medio impasto argilloso. I vitigni a bacca rossa sono l’autoctono Nero D’avola e gli internazionali Syrah e Cabernet Sauvignon. Quelli a bacca bianca sono gli autoctoni Ansonica e Grillo e l’internazionale Chardonnay. La Cantina La cantina sorge negli antichi fabbricati rurali della vecchia Masseria. La capacità complessiva della cantina è di 2. 000 ettolitri. I serbatoi e i vinificatori di affinamento sono in acciaio inox e cemento, e sono dotati di un controllo digitale della temperatura. In cantina è stata predisposta una linea di microvinificazione che consente, durante ogni vendemmia, di effettuare, in via sperimentale, prove di nuovi vitigni e nuove tecniche di vinificazione, una ricerca tesa ad accrescere la valorizzazione delle caratteristiche peculiari del proprio terroir. La barricaia climatizzata si trova nei locali dell’antico palmeto ed accoglie 300 bariques di rovere francese, di diverse tostature, ognuna delle quali ha una capienza di 225 litri. L’affinamento continua in bottiglia, posta in posizione orizzontale, per un periodo che va dai 3 ai 10 mesi, prima dell’immissione sul mercato. I Vini I vini in produzione sono quattro Igt, due rossi e due bianchi. Il “Rosso delle Rose” è un blend di Nero D’avola e Syrah. Il suo affinamento avviene col passaggio in barrique di Allier per 12 mesi, e successivamente in bottiglia - in posizione orizzontale - per altri sei mesi. Il Bianco Haermosa è uno Chardonnay in purezza. Viene affinato per 6 mesi in Barriques di Allier e per tre in bottiglia. Questo magnifico Chardonnay con caratteristiche di freschezza e rapporto acidità/alcool molto rare, viene prodotto in quantità limitata, il numero non supera le 10. 000 bottiglie. Il rosso “Il Giglio” è un Nero D´avola in purezza. I vitigni rossi ed in particolare il Nero D´avola, hanno il grande pregio, grazie alla tipologia del terroir, di non essere eccessivamente strutturati, ma particolarmente eleganti, equilibrati e ricchi nei profumi di frutta. Il bianco “Il Giglio” è un blend di Ansonica e Grillo. Viene affinato per 3 mesi in bottiglia. Il “Rosso delle Rose” ed “Haermosa” sono la più alta espressione della tradizione aziendale, si tratta di due vini importanti che esprimono le grandi potenzialità che offre questa fetta di territorio, che viene ospitata nel cuore della Sicilia, e sono il risultato di una produzione attenta e particolarmente vocata alla viticoltura. Gli ultimi nati a Masseria del Feudo sono il “Giglio” bianco e il “Giglio” rosso, due vini che esprimono vivacità ed eleganza. La Distribuzione Il mercato di Masseria del Feudo è, oggi, per il 92% Italiano, con un Estero che si attesta sull´8%. Nei prossimi mesi verranno conclusi nuovi contratti di importazione che ridisegneranno il profilo dell’export dell’azienda nissena. In Europa il vino viene esportato in Germania, Inghilterra, Svizzera, Olanda e Germania. Un altro canale è rappresentato dagli Usa e dal Giappone che, se ben gestiti, possono crescere in maniera esponenziale, sull’onda del successo dei marchi e dei vini siciliani. Il 50% del mercato italiano ricopre il territorio siciliano, l’altra metà interessa le regioni del centro-nord. Tra gli obiettivi che si pone l’azienda è quello dell’espansione nei mercati dell´Italia del nord est, nell´Europa centrale e settentrionale, oltre che in Russia, Cina e Usa. Il Canale di vendita utilizzato è prevalentemente quello dell´horeca. La rete vendita è affidata principalmente ad agenti per la copertura delle province o a distributori nelle regioni in cui i prodotti sono meno presenti. Dati sensibili Il numero totale di bottiglie ammonta a circa 100 mila. Nel dettaglio vengono prodotte 50. 000 bottiglie di Giglio Rosso, 15. 000 di Giglio Bianco, 20. 000 di Rosso delle Rose e 9. 675 di Haermosa. In un ventaglio di tre/cinque anni si prevede un aumento di produzione che porti la produzione complessiva sulla soglia delle 300 mila bottiglie. Il prezzo medio dei vini della Masseria del Feudo è di circa € 4. 60. Il dato sulla produzione di olio è di 1. 200 bottiglie da ½ litro l’anno. .  
   
   
UNA CONCESSIONARIA ONLINE PER LA PUBBLICITÀ WINE & FOOD  
 
C’è una novità per tutti gli operatori Wine & Food italiani ed esteri. L´ennesima concessionaria di pubblicità ? Non proprio. Un’esperienza di circa 10 anni trascorsi sulla rete di cui 7 investiti completamente nella conduzione di Tigulliovino. It (www. Tigulliovino. It), la padronanza delle diverse forme di comunicazione che la rete mette a disposizione e le competenze specifiche maturate nel settore Wine & Food, hanno stimolato la nascita di Vinoclic (www. Vinoclic. It), una concessionaria di pubblicità online per il solo settore enogastronomico. Un settore che sconta una certa arretratezza dal punto di vista tecnologico ma che, allo stesso tempo, è dotato di un incredibile potenziale di sviluppo per il mercato online. Uno dei maggiori freni allo sviluppo delle attività di comunicazione online da parte delle aziende è senz´altro rappresentato dall´estrema frammentarietà dell´offerta editoriale in rete, un microcosmo di testate e blog che ogni giorno appassiona migliaia di lettori ma che, da solo, non è in grado di offrire un´adeguata risposta alle esigenze dell´inserzionista : un´azienda che volesse essere presente su tutte o buona parte delle testate e dei wine & food blog, non avrebbe infatti altra strada se non quella di bussare, porta a porta, a ciascun editore, verificando singole condizioni e modalità di vendita della pubblicità. Un lavoro duro, anche per il più tenace dei marketer. Da qui, la necessità di offrire al mondo enogastronomico un referente unico per numerosi editori wine & food e poter così raggiungere, con poche operazioni, una moltepicità di “sfere” differenti. Vinoclic (operativo dal prossimo 2 ottobre 2006) è la risposta a questa necessità : un centro di consulenza e pianificazione per l´innovazione tecnologica dell´azienda che desidera sfruttare al meglio le potenzialità della rete e gli innumerevoli strumenti di comunicazione e interazione che essa offre. .  
   
   
PROSECCO, LA LATTINA CHE CI DEVE FAR RIFLETTERE E NON POLEMIZZARE LETTERA APERTA DI ANTONIO BISOL, EX PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI TUTELA DEL VINO PROSECCO DOC DI CONEGLIANO VALDOBBIADENE,TITOLARE E LEGALE RAPPRESENTANTE DELL’AZIENDA AGRICOLA BISOL DESIDERIO & FIGLI  
 
Quello che è avvenuto con il Prosecco è un fenomeno prettamente commerciale che ha fatto nascere molte polemiche all’interno ed all’esterno dell’area Doc, perché colpisce l’immagine dello spumante italiano più venduto. Purtroppo il mercato non guarda in faccia a nessuno e quando individua un prodotto che si presta alla speculazione, parte determinato per la sua strada. Il Prosecco è un vino meraviglioso che per la sua facile beva si presta a molte occasioni di consumo. Oltre al Prosecco Doc che garantisce il massimo della qualità, questo vino è sempre stato venduto nelle forme più disparate, anche improprie: spumante, frizzante, tranquillo, in bottiglie dai colori più diversi per cui non dobbiamo meravigliarci, se purtroppo è nata anche la lattina che proviene dalla libertà del mercato dell’Igt, non regolamentato da un disciplinare rigido come quello delle Doc. Non mi meraviglio quindi, se la Rich ha ingaggiato una star come Paris Hilton per fare il suo scoop, un sicuro business che offende però il lavoro di generazioni di viticoltori di collina. Ora ognuno dice la sua pro e contro la lattina: alcuni dicono che è una pubblicità per la zona, altri un danno e che bisogna fare una azione legale contro i responsabili. Altri ancora dicono che la Doc non è sufficientemente tutelata e che bisogna costituire una zona più forte e più ampia. Ecc. Sono idee che, per quanto possano essere buone, almeno per il momento, vanno analizzate all’interno del Consorzio. Oggi abbiamo un Consorzio di Tutela che raggruppa ormai tutte le aziende spumantistiche, alcune delle quali hanno all’interno del Consiglio di Amministrazione del Consorzio stesso un loro rappresentante. Contrariamente a quanto qualcuno afferma, il Consorzio ha fatto molto per la zona, anche se c’è sempre qualcosa di più che si potrà fare. Fin dalle origini, negli anni 60’, ci sono stati uomini validi, i primi artefici della tutela della Doc. All’inizio non immaginavano che il Prosecco diventasse così famoso. Se lo avessero saputo avrebbero registrato il nome. Guai però incolpare queste persone generose che hanno profuso la loro vita per far conoscere questo vino creando una economia fiorente nella zona. Né, tanto meno si possono incolpare coloro che in questi anni hanno lavorato per rendere rappresentativo ed efficiente il Consorzio di Tutela e continuano a lavorare per promuovere la qualità e mettere insieme tutti i produttori. Consci che il nome Prosecco stava per essere inflazionato, in questi ultimi anni abbiamo promosso una modifica del disciplinare dove in etichetta si può mettere in evidenza la sola zona di produzione Conegliano Valdobbiadene, una denominazione che nessuno ci potrà togliere. Molte sono le idee che si possono approfondire e la sede più opportuna secondo me rimane sempre quella del Consorzio che ci rappresenta. Quando presiedevo il Consorzio, oltre alla modifica del disciplinare, abbiamo richiesto la riserva del nome Prosecco alle sole Doc. Richiesta che anche l’attuale Presidente ha sostenuto con forza e decisione in questi anni e in questi ultimi giorni. Ci auguriamo che Regione e Ministero di fronte a questo nuovo evento, possano prendere finalmente la decisione definitiva. Insisto ancora sulla mia vecchia posizione che è quella di continuare sulla strada delle Docg del Cartizze e del Prosecco, come abbiamo tentato di fare nel passato. Bisogna che i produttori si convincano finalmente che questa operazione è la più veloce per differenziare e conferire un valore aggiunto al nostro prodotto. Penso che al di là dei diversi punti di vista sulla lattina, espressi da esponenti politici e da altri, ad alcuni dei quali dobbiamo riconoscere veramente il merito di aver promosso questo nostro territorio, dobbiamo abbandonare le inutili polemiche, e ritrovare una posizione comune in modo che il Consorzio possa portare avanti una iniziativa concreta per promuovere una più ampia tutela di questo nostro amato vino. .  
   
   
FINO ALL’11 NOVEMBRE , INFORMAZIONE BONARDA IN 40 CENTRI COMMERCIALI DI LOMBARDIA ED EMILIA  
 
Il Bonarda alla conquista della Grande Distribuzione Organizzata, all’insegna dell’origine: fino all’11 novembre 2006, il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese parteciperà all’iniziativa “Lombardia: una Regione di qualità e sapori”, promuovendo il Bonarda in una vasta rete di centri commerciali di Milano, Piacenza, Carpaneto (Pc), Desio, Lissone, Lecco, Busto Arsizio, Crema, Mantova, Cinisello Balsamo, Monza, Caravaggio, Como, Varese, Saronno, Pavia, Vigevano, Bergamo, Assago, S. Giuliano Milanese, Gallarate, Limbiate, Merate, S. Rocco al Porto (Lo), Vimodrone, Peschiera Borromeo e Cantù. L’iniziativa alla quale partecipa il Consorzio, ideata dalla Regione Lombardia, ha lo scopo di informare sulle produzioni tipiche lombarde, coinvolgendo le principali catene della Gdo (Auchan, Gs, Carrefour, Sma e Coop). I punti vendita coinvolti globalmente nel progetto sono 300; in ciascuno di essi, in un apposito info point, saranno distribuite locandine, shopper e materiale a stampa relativo ai prodotti tipici. Il Bonarda sarà presente in 40 centri commerciali con il nuovo dépliant realizzato dal Consorzio per la valorizzazione del rosso vivace d’Oltrepò. Il dépliant, in formato “finestra” apribile, propone la gamma completa delle immagini pop art “Provalo con…” realizzate da Giorgio Siligardi per le campagne di comunicazione Bonarda Style 2005 e 2006. Ogni dépliant conterrà l’immagine sviluppata di uno degli abbinamenti proposti (pesce, fusillo, pasta all’arrabbiata, uova), creando una mini raccolta collezionabile. All’interno della pubblicazione, tutte le informazioni per conoscere l’Oltrepò Bonarda. .  
   
   
UNA CARTA DEI VINI CHE RISVEGLIA I 5 SENSI AL NERI HOTEL&RESTAURANT - BARCELLONA  
 
Il neri h&r, appartenente al gruppo habitat hotels, presenta la sua nuova carta dei vini con un formato originale e differente. Tutte le referenze vinicole, infatti, sono accompagnate da note di degustazione, che ne descrivono le sensazioni evocatrici per tutti i sensi. In definitiva, una carta che risveglia i 5 sensi e che si rivela attraverso il profumo, il colore e il sapore della degustazione. La nuova carta dei vini del ristorante neri, offre piu´ di 70 referenze vinicole divise in bianchi, rosati, rossi, spumanti cava e champagne. Cosi´, per esempio, un rosato 100% merlot della d. O. Somontano, viene evocato con un "fresco color ciliegia come le tue guance quando arrossiscono" o un rosso della ribera del duero ricorda "la morbidezza vellutata della tua pelle e i tuoi aromi di vaniglia". Al comando della cucina del ristorante neri si trova lo chef jordi ruiz, che presenta una cucina d´autore, assai elaborata, con ingredienti della gastronomia mediterranea. Ruiz utilizza nelle sue ricette aromi e spezie classiche, come olio d´oliva, cumino, zafferano o cardamomo. Mostra anche alcuni tocchi fruttati ed esotici (melegrane e pistacchi), come pure aromi floreali, quali lo sciroppo di rosa. In definitiva, una cucina che eccita i sensi e che ben si coniuga con la nuova carta dei vini. Neri h&r, l´hotel con piu´ incanto del gruppo habitat hotels, sorge all´interno di una palazzina del xviii° secolo ed e´ stato specialmente disegnato e concepito per il diletto di tutti e cinque i sensi. Habitat hotels rappresenta una nuova generazione di hotel che marcano la tendenza in citta´: luoghi d´avanguardia e dal design che sposa estetica e comfort. Website: www. Hotelneri. Com .  
   
   
UNA DEGUSTAZIONE VERTICALE DEI DUE PRINCIPALI VINI DE “IL MOLINO DI GRACE” A LONDRA  
 
Situata nel cuore del Chianti Classico Il 26 settembre 2006, al ristorante Franco’s (61 Jermyn St. ) di Londra, ha avuto luogo una verticale dei due principali vini de “Il Molino di Grace”. Situata nel cuore del Chianti Classico in prossimità della storica strada Panzano-radda, l’azienda è stata fondata nel 1998 da Frank Grace, con l’acquisto di Villa Castagnoli, proprietà risalente al X secolo, di ben 28 ettari di terra di cui 2,5 destinati ai vigneti. Successivamente Gerhard Hirmer, che divide con Frank Grace la passione per l’arte e per il vino, si è unito al progetto e furono aggiunti ulteriori 3,5 ettari. Quest’anno è stata acquistata un’altra proprietà portando l’ammontare totale degli ettari dei vigneti in produzione a 45. Insieme hanno deciso di unirsi a un talentuoso enologo – Franco Bernabei – i cui recenti successi hanno rappresentato una spinta per cogliere l’occasione di dar vita ad un Chianti davvero unico. Tutti i vigneti sono situati tra i 250 e i 400 metri sul livello del mare, con una densità di 5000 viti per ettaro, e una produzione di circa 20hl di Gratius, 30hl di Margone, 35hl di Riserva e 42 di Chianti Classico, ben sotto il permesso ufficiale di 50. Il terreno sassoso e la grande esposizione migliorano la fase di maturazione del Sangiovese, che Bernabei valorizza ancora di più nel processo di produzione del vino. Dopo le verticali di Gratius dal 2000 al 2004, 100% sangiovese e di Chianti Classico Riserva Il Margone dal 1999 al 2004 composto per il 94% da sangiovese e per il 6% tra merlot e cabernet, ha seguito il pranzo. Durante la presentazione sono stati assaggiati anche gli altri vini del Molino di Grace: Il Volano Rosso di Toscana Igt 2003 e 2004 composto per il 90% dal sangiovese e per il restante 10% da altre varietà di rossi finendo con il Chianti Classico Docg Riserva 2001 e 2003 composto per il 90% da sangiovese e per il 10% da altre varietà di rossi con invecchiamento e maturazione in barriques di quercia francese. L’azienda possiede inoltre una grande collezione d’arte moderna a partire da I Portatori di Grappoli di Sylvester Anthony che ti danno il benvenuto all’ingresso, ai due serafici angeli lignei di Dotlef Schultz che vegliano la tradizionale facciata in pietra della cantina www. Ilmolinodigrace. It .  
   
   
PLYMOUTH GIN IMPORTATO DA MAXXIUM ITALIA SRL E DISTRIBUITO DA F.LLI GANCIA SPA: RICETTA ANTICA, NUOVO LOOK  
 
Plymouth, 350 km da Londra: un luogo reso famoso dagli eventi di cui è stato teatro. Charles Darwin, Sir Frances Drake, i Padri Pellegrini partirono tutti da questo porto sulla Manica per scrivere pagine importanti di storia. Questa cittadina della Cornovaglia è inoltre conosciuta in tutto il mondo per lo straordinario gin che, dal 1793, vi viene prodotto. Un gin unico, grazie alla maniacale selezione delle materie prime, ad una ricetta rimasta immutata per oltre 200 anni, all’utilizzo dell’acqua del parco naturale di Dartmoor. Un gin unico perché ogni goccia di Plymouth viene prodotta alla distilleria di Plymouth, ed esce da un solo alambicco di rame, attualmente 155 enne. Tutto questo rende Plymouth “unico e speciale”, tanto che, a differenza del London dry, il Plymouth gin può essere prodotto solo all’interno delle mura della città. Un’unicità ed una qualità meritevoli di una particolare tutela, che hanno permesso a Plymouth di diventare il primo english gin ad Indicazione Geografica protetta. Chiaro, morbido ed equilibrato, lievemente fruttato, molto aromatico, corposo: da oltre 200 anni il gin Plymouth conserva questo suo carattere unico ed eccezionale anche se oggi qualcosa è cambiato. La bottiglia di Plymouth è tutta nuova: con un occhio all’Art Déco anni Venti e Trenta ed uno alla più pura modernità, il design della rinnovata bottiglia di Plymouth segna l’inizio di un nuovo corso nella storia di questo distillato verso traguardi sempre più ambiziosi. La bottiglia perde la classica forma tondeggiante per acquisire angolature simili ad un brillante che riflettono la luce e fanno apparire ancora più puro e trasparente il prezioso distillato all’interno. Anche l’etichetta è stata modificata nella forma e nell’impostazione per connotare maggiormente il nome, la provenienza e la sua caratteristica principale “The Smooth” (la morbidezza). L’altro elemento, il veliero bianco su fondo blu, è la rappresentazione grafica del Mayflower, la barca dei Padri Pellegrini che abitarono il Monastero di Black Friars nel 1620, in seguito divenuto la distilleria di Plymouth. Sul retro della nuova bottiglia è presente il Monaco, figura importante nella storia di Plymouth riprodotto come era stato illustrato su alcuni testi trovati negli antichi archivi del Monastero. Se dal 1793 Plymouth è considerato uno dei migliori Gin del mondo, gli innumerevoli riconoscimenti che questo distillato ha ricevuto e continua a ricevere nelle più prestigiose competizioni internazionali lo portano a conquistare una platea sempre più vasta di estimatori in ogni angolo del mondo. Gli ultimi prestigiosi premi sono stati ottenuti nel mese di Aprile 2006 al San Francisco World Spirits Competition: Doppia medaglia d’oro nella “Categoria Gin”; Best in Show sempre nella “Categoria Gin” e addirittura Primo nella Categoria “Distillati bianchi”. Adesso tocca all’Italia scoprire la ricetta esclusiva di Plymouth che ottimamente si armonizza per la preparazione dei migliori cocktail e long drink grazie alla meravigliosa esplosione di aromi e alla sua gamma di sapori diversi e intensi come nessun altro Gin al mondo. Puro orgoglio britannico Il nome Franciscus de la Boe molto probabilmente ai più dirà ben poco…. Si deve però a questo medico olandese la creazione di un medicamento a base di alcol di grano aromatizzato con ginepro e spezie da utilizzarsi come diuretico. Dal Seicento il Genever incontrò subito i favori del pubblico, prima come medicinale e in seguito come bevanda. Si deve al re protestante Guglielmo d’Orange e alla moglie inglese Mary l’inizio di una produzione e di un consumo sostenuto di distillati di cerali in Inghilterra grazie al fatto che il nuovo sovrano scoraggiò l’importazione di brandy dai paesi cattolici produttori di vino imponendo alte tasse e dazi. A partire dal Xviii secolo l’Impero Britannico cominciò la sua espansione in tutto il mondo e dovunque arrivasse l’Union Jack lo seguiva il Gin, divenendo ben presto il distillato più bevuto nelle colonie del Nord America. Se alla metà dell’Ottocento il Gin perse i toni pungenti e dolciastri per lasciare il passo ad un nuovo e più pulito stile chiamato Dry Gin o London Gin, la storia del Plymouth Gin ha radici più antiche. Era il 1793 quando la famiglia Coates intravide nella vendita di Gin alla Marina Militare Inglese una ottima fonte di guadagno. Stabilì in un antico Monastero del Xv° secolo la sede della distilleria e qui cominciò la produzione di quello che sarebbe diventato “il” Plymouth Gin, l’unico al mondo degno di avere questa denominazione. La distilleria aveva sede in un’ala del monastero che ospitò i Padri Pellegrini nel 1620 prima della partenza con il Mayflower per il Nuovo Mondo ed ancora oggi alla Black Friars Distillery, la più antica distilleria d’Inghilterra, nasce Plymouth Gin. Come antico è l’alambicco utilizzato oggi come 150 anni fa: decenni di gorgoglii e ribollii da cui prende vita il Gin per eccellenza. Ma che cosa rende speciale il gin Plymouth? i suoi ingredienti, uniti a un metodo di preparazione unico al mondo. Per Plymouth viene utilizzato esclusivamente il distillato di frumento che proviene dalle migliori regioni agricole inglesi. La vicinanza della distilleria di Plymouth a ottime sorgenti naturali d’acqua è un fattore di primaria importanza. In particolare la Black Friars Distillery sfrutta le acque purissime ed eccezionalmente morbide del Parco Nazionale di Dartmoor che sorge intorno a Plymouth. Ma la ricetta esclusiva che i mastri distillatori di Plymouth si tramandano oggi come 200 anni fa prevede l’utilizzo dei “Magnifici Sette”, i sette elementi botanici che contribuiscono, ognuno in una determinata misura, a creare l’inconfondibile aroma di Plymouth. La loro accurata e rigorosa selezione consente di raggiungere un risultato finale di assoluta eccellenza, grazie ad una combinazione straordinaria di queste sette piante aromatiche che conferisce una intensità ed un equilibrio che non hanno eguali. Ecco le radici di angelica, dal sapore dolce e secco allo stesso tempo, le scorze di limone e di arancia dai toni leggeri e penetranti, i semi di coriandolo che aggiungono profondità di carattere con una nota pepata e agrumata. Poi vengono unite le radici di iris che legano tra loro i sapori con dolcezza e naturalità, i baccelli di cardamomo dalle importanti e distintive note aromatiche e, infine, le bacche di ginepro, il cuore distintivo ma non predominante della ricetta di Plymouth. Ora la soluzione di acqua, alcol ed erbe aromatiche viene immessa nell’antico alambicco e lasciata riposare per alcuni giorni. La fase successiva è quella della distillazione: durante la sua evaporazione l’alcol trascina con sé anche le componenti aromatiche. I vapori salgono dalla colonna ed escono nella parte posteriore per essere poi convogliati in un condensatore ad acqua che dà vita al vero e unico gin Plymouth. Il processo di produzione è comunque mirato ad esaltare gli aromi degli elementi botanici e non a mascherarli. E il risultato è un gin da degustare sia liscio che mixato come base per ottenere i più famosi cocktail e long drink. Chi non conosce il mitico Negroni, composto da gin, bitter e vermut rosso? Oppure il celebre Martini Cocktail, a base di gin e vermut bianco, il preferito da Ernest Hemingway? Plymouth è ottimo perché dona ad ogni cocktail un gusto pieno, conferendo il giusto carattere grazie al suo sapore morbido ed equilibrato e all’assenza di note eccessivamente amare. La sua gradazione di 41,2% garantisce un bilanciamento complessivo ottimale tale da rendere Plymouth il gin più apprezzato al mondo e con il più alto tasso di crescita: dal 1996 ad oggi le bottiglie vendute sono salite da 60. 000 ad oltre un milione! .  
   
   
A MILANO L’HAPPY HOUR E’ NORVEGESE: SI PROLUNGA PER UNA SETTIMANA L’INIZIATIVA, FINO AL 17 NOVEMBRE  
 
Grande successo degli happy hour norvegesi in corso a Milano: si prolunga per una settimana l’iniziativa, fino al 17 novembre, stoccafisso e baccalà di Norvegia protagonisti nei locali più trendy di Milano. La campagna “Norwegian happy hour” promossa dal Norwegian Seafood Export Council –Nsec - sta riscuotendo un grande successo. Inaugurata lo scorso 3 ottobre, presso l’Art Bar Le Biciclette, la campagna “Norwegian happy hour” che vede la Norvegia protagonista con i suoi prodotti ittici in una selezione di cinque locali tra i più trendy del capoluogo lombardo, si protrae per un’altra settimana, terminando non più il 10 novembre, ma bensì il 17 novembre. Ecco allora il nuovo calendario eventi per appassionarsi a due prodotti della tradizione rivalutati in chiave moderna e versatile, che si stanno dimostrando ideali anche per gli amanti dell’aperitivo: dal 10 al 13 ottobre – Bar Magenta, C. So Magenta (angolo Via Carducci) dal 17 al 20 ottobre – Palo Alto, Corso di Porta Romana dal 24 al 27 ottobre – Wish, Corso Sempione, 5 dal 7 al 10 novembre – Victoria Cafè, Via Clerici,1 dal 14 al 17 novembre – Il Volo, Via Bligny,39 In tutti i locali che aderiscono all’iniziativa, oltre al tradizionale buffet, sarà allestita una zona dedicata alla Norvegia con deliziosi piatti e finger food a base di stoccafisso e baccalà, due prodotti norvegesi di antichissima origine, fortemente radicati nella tradizione culinaria di alcune regioni e città italiane e che sta raccogliendo crescenti consensi anche nel giovane pubblico cosmopolita milanese e tra i buongustai di tutta Italia. In tutti i locali, inoltre, saranno a disposizione per il pubblico materiale informativo con foto della Norvegia e una selezione di ricette semplici e sfiziose da provare a casa, naturalmente con stoccafisso e baccalà! Per chi volesse avere maggiori informazioni, curiosità, ricette… su stoccafisso e baccalà di Norvegia può andare sul sito del Nsec - Norwegian Seafood Export Council, www. Seafoodfromnorway. Com .  
   
   
SI GIOCA SUI BANCHI DI SCUOLA CON IL FRUTTAPARTY DI BATTAGLIO  
 
Per l’anno scolastico 2006/07 Battaglio, azienda torinese leader nella produzione e distribuzione di frutta in Italia, lancia Fruttaparty, progetto sperimentale di educazione alimentare che coinvolgerà i bambini di alcune scuole per l’infanzia e scuole primarie di Torino e Provincia. Una vera festa organizzata all’interno della classe, dove gli esperti animatori del Fruttaparty, porteranno l’allegria, i colori e i sapori della frutta fresca di stagione coinvolgendo bambini ed insegnanti in simpatici giochi di gruppo. Un’ora e mezza di puro divertimento, per riscoprire insieme quanto può essere buona e fa bene la frutta. Colori, pennarelli, cartoncini colorati, musica, canti, bans, palloncini e naturalmente la frutta, che grazie alle attività proposte dagli animatori si trasforma in una divertente ed allegra compagna di giochi. Un’ amica da conoscere, per divertirsi ed imparare! Spesso si parla dell’importanza della frutta come alimento base per la corretta alimentazione dei bambini. Eppure spesso sono proprio loro a non amarla. Il progetto nasce dal desiderio di diffondere la cultura del cibo fra i più piccoli, insegnando l’importanza di un’alimentazione sana e corretta attraverso il linguaggio semplice ed universale del gioco. Nessuna forma di insegnamento infantile è più efficace del gioco e per questo Battaglio negli ultimi mesi ha lavorato con un pool di dietologi, psicologi infantili, nutrizionisti e animatori per dare vita ad un format che consenta ad insegnanti e bambini di imparare divertendosi anche sui banchi di scuola. Offrire prodotti in grado di far riscoprire i profumi e i sapori della tradizione: frutti genuini, sani, nutrienti e soprattutto ricchi di gusto: ecco l´obiettivo finale di Battaglio. Nell’ottica di perseguire questa filosofia, in occasione del Salone del Gusto che si terra’ dal 26 al 30 ottobre a Torino, Battaglio S. P. A parteciperà al progetto di Educazione Alimentare e del Gusto. L´iniziativa, sviluppata in collaborazione con Slow Food, è rivolta principalmente ai bambini delle scuole primarie e scuole medie e prevede quattro appuntamenti quotidiani con lezioni e giochi per imparare a conoscere e gustare il cibo attraverso anche la sperimentazione diretta. All’interno di questo divertente e ambizioso progetto promosso da Slow Food rientra anche l’iniziativa”Orti Scolastici”, che consiste nella realizzazione di veri e propri orti nelle scuole, mirata a trasmettere ai giovani il sapore legato alla terra e ai suoi cicli, la conoscenza dei metodi di coltivazione e la passione per i prodotti naturali e genuini, oltre a rappresentare un’occasione unica per conoscere e degustare i prodotti ortofrutticoli attraverso percorsi didattici e attività educative. .  
   
   
BARBIE DEBUTTA ALLA 13° EDIZIONE DI EUROCHOCOLATE A PERUGIA DAL 14 AL 22 OTTOBRE 2006  
 
Barbie, la bambola più famosa al mondo, sarà presente alla 13° edizione di Eurochocolate, il goloso evento annuale che si svolgerà a Perugia dal 14 al 22 Ottobre 2006. In particolare, Barbie sarà la protagonista dell´Area Chocofamily, lo spazio dedicato ai piccoli visitatori, under 14, dove il cioccolato sarà fonte d´ispirazione per il divertimento a "misura di bambino". Tra le diverse attività di animazione all´interno dell´ Area Chocofamily, Mattel presenterà una speciale edizione di Barbie da Collezione, Barbie Chocolate Obsession, all´inebriante aroma del cioccolato più puro. All´interno dell´ Area Chocofamily tutti i bambini saranno attesi e accolti da una vera Barbie Chocolate che li intratterrà con animazioni a tema e li accompagnerà per un dolce tour negli spazi gioco del villaggio. Per suggelare il "gustoso" momento, alle bambine sarà regalata una Barbie o un vestitino mentre ai maschietti saranno omaggiate le macchinine Hot Wheels. La serie esclusiva di "Barbie Collector" è una preziosa linea a "tiratura limitata", che ogni anno si arricchisce di nuove proposte, assumendo quotazioni sempre più elevate nel tempo. Nel 2006 la linea più richiesta e ricercata dai collezionisti italiani è stata la Barbie Obsession, nelle versioni Chocolate, Citrus e Peppermint. .  
   
   
GELATI SAMMONTANA SEMPRE AL FRESCO CON VOCOLLECT  
 
La famosa azienda italiana utilizza le soluzioni vocali di Vocollect per la gestione dei suoi magazzini dove si spediscono 3. 000 pallet al giorno Vocollect, il più grande fornitore e leader mondiale di soluzioni Voice-directed Work, annuncia che Sammontana S. P. A. (la più grande realtà tutta italiana nel campo del gelato) ha scelto le soluzioni Vocollect Voice per la gestione dei suoi due principali magazzini. La sfida: spedizioni di 3. 000 pallet al giorno Il fatturato di Sammontana si aggira intorno ai 180 milioni di Euro l’anno e l’azienda occupa 531 dipendenti fissi e circa 400 stagionali nel periodo da maggio a settembre, momento di tempo di maggiore consumo del prodotto gelato. I prodotti finiti, che comprendono oltre al gelato confezionato anche croissanteria e prodotti da forno, sono stoccati su pallet alti 90 cm in due celle frigorifere principali: presso la sede di Empoli, dove il magazzino frigorifero ha un volume di circa 50. 000 metri cubi per 25. 000 posti pallet, e presso il nuovo stabilimento di Vinci, le cui due sezioni del magazzino raggiungono un volume complessivo di circa 55. 000 metri cubi per 30. 000 posti pallet. In ulteriori 17 filiali con celle frigo di dimensioni ridotte si ricevono i pallet spediti dalle sedi principali e vengono riforniti i camioncini degli agenti. L’attività prevalente per gli operatori che lavorano in questi ambienti frigoriferi è quindi quella di picking. Attività di picking che diventa quasi un’impresa per gli operatori costretti a lavorare a temperature di –35°C. Dalle baie di carico dei due magazzini principali vengono spediti nel periodo estivo circa 3. 000 pallet al giorno, di cui circa il 60% sono composti multi prodotto. Con questi numeri, il rispetto delle consegne e la riduzione degli stock sono le sfide a cui Walter Barnini, Direttore della logistica di Sammontana, è chiamato giornalmente a rispondere. E la sua risposta nel lungo periodo non può certo prescindere dal continuo aggiornamento tecnologico dei sistemi informatici che gestiscono le operazioni di magazzino e degli strumenti che gli operatori utilizzano nella loro attività quotidiana. La soluzione: la voce per le celle frigorifere Sammontana ha da sempre gestito la movimentazione della merce nei propri magazzini tramite l’inserimento manuale dei dati sul sistema gestionale delle vendite. Conseguentemente all’adozione della procedura di etichettatura dei pallet, dal primo gennaio 2005 l’azienda ha adottato il software di gestione di magazzino Stocksystem di Replica Sistemi, sistema a radiofrequenza che permette ora di trasmettere automaticamente i dati al sistema di gestione del magazzino. Oggi infatti gli operatori addetti alla logistica operano con efficienza utilizzando terminali Rf interfacciati con ripetitori remoti Access Point. Rimaneva un problema da affrontare: le difficili condizioni ambientali per chi è chiamato a svolgere l’attività di picking nelle celle a –35°C avrebbero potuto condizionare la produttività dell’intero processo logistico. Per questo motivo, Sammontana ha deciso di adottare cinque terminali vocali di Vocollect integrati al sistema Stockvoice di Replica Sistemi nella cella frigorifera della sede di Empoli. Questa soluzione permette agli operatori impegnati nel picking di dialogare direttamente con il sistema operativo di gestione attraverso lo strumento più naturale a loro disposizione: la voce. Tutto ciò avviene grazie al terminale Talkman, un vero e proprio computer, leggero e indossabile alla cintura, dotato di cuffia e microfono. Il personale di Replica Sistemi e quello di Vocollect hanno assistito Sammontana in una fase di testing della nuova soluzione. Dopo una sola giornata di formazione, gli operatori hanno subito apprezzato la semplicità di utilizzo e la comodità del nuovo terminale vocale. Il risultato: massima produttività a –35°C La temperatura di –35°C è in grado di danneggiare quasi tutte le apparecchiature utilizzate per operare in magazzino, soprattutto quelle con display a cristalli liquidi. Anche i dispositivi scanner più resistenti sono inefficienti al di sotto di –20°C. L’abbigliamento del magazziniere all’interno della cella frigo crea ulteriore difficoltà nell’uso delle mani, protette da spessi guanti, per registrare i dati. Il terminale Talkman non solo è resistente a temperature estreme come quelle in cui si trovano ad operare gli operatori di un magazzino frigorifero, ma, permettendo a questi ultimi di utilizzare solo la voce per dialogare con il sistema informativo, velocizza le operazioni di picking grazie al nuovo modo di lavorare Hands-free, Eyes-free. Durante la fase di testing, che ha dotato due operatori della cella frigo del Talkman T2, i responsabili di Sammontana hanno infatti potuto notare sia un incremento della qualità del lavoro, sia dell’accuratezza nelle attività. Dopo un mese di test, i dati finali hanno inoltre denotato una crescita della produttività di entrambi gli operatori che superava il 10%, vantaggio che si va ad aggiungere all’azzeramento dei tempi legati all’attività dell’impiegato addetto all’emissione del documento di trasporto. Ciò che Sammontana ha previsto con l’installazione di cinque terminali, e che i benefici riscontrati ad oggi confermano, è un aumento della produttività a pieno regime del 20% e una riduzione degli errori del 15%. Questo dimostra come anche per installazioni di piccole dimensioni i benefici in termini di competitività portati dalla voce sono gli stessi di cui godono le aziende che utilizzano decine o centinaia di terminali vocali. .  
   
   
CAFFÈ BRISTOT “1919 SELEZIONE DOMENICO BRISTOT” E GRAPPA POLI UN CONNUBIO DI GUSTO PER UN PIACERE “CORRETTO"  
 
L’antica usanza di degustare la grappa nella stessa tazzina nella quale si è bevuto il caffè, chiamata "resentin", è ormai un “rito” da tempo uscito dai confini natii del Veneto, per suggellare dovunque, a casa, al ristorante, come al bar, ogni piacevole occasione conviviale o di incontro. Da grandi estimatori, i veneti sanno infatti che il calore della tazzina unito all´aroma del caffè ed allo zucchero residuo, sono in grado di esaltare tutto il profumo ed il sapore del caffè e di una buona grappa. Proprio per rinverdire questa tradizione, Bristot riscopre oggi un’antica ricetta elaborata dal suo fondatore, una miscela di caffè pregiati, “1919 Selezione Domenico Bristot”, che propone, in edizione limitata, in abbinamento con una bottiglia di grappa “Sarpa” dell’antica distilleria Poli, un marchio con oltre 100 anni di qualità e tradizione alle spalle. Un connubio antico quello di Caffè e Grappa, in un’elegante confezione “Piacere Corretto” - contenente due astucci di caffè più una bottiglia di grappa da 700 ml - commercializzata in esclusiva nelle migliori caffetterie, enoteche e gastronomie d’Italia. Un’originale idea-regalo fa fare o da farsi. La tradizione di Caffè Bristot si tramanda sin dal 1919, anno in cui il fondatore Domenico Bristot avviò una piccola torrefazione a Belluno. Da allora molte cose sono cambiate ma la stessa dedizione di allora è oggi protagonista: un sistema di produzione innovativo, personale altamente qualificato e un preciso controllo di qualità permettono l’eccellenza nel servizio e la soddisfazione del cliente. Consapevole dell’importanza del rispetto della tradizione, “1919 Selezione Domenico Bristot” è ottenuta, oggi come allora, attraverso un processo di produzione manuale, che ne valorizza l’aroma inimitabile. Www. Caffebristot. It .  
   
   
DA FRAU ALTA ALIMENTAZIONE, LE SOLUZIONI NATURALI PER IL BENESSERE E PER LA LINEA ALTAMENTE EFFICACI E SICURE. APPETITO CONTROL FRAU: L’AIUTA DIETA NATURALE, CONTRO LA FAME NERVOSA.  
 
Quando una persona si trova nella situazione di dover perdere peso, è importante che impari a distinguere la fame biologica, e cioè la reale sensazione di appetito, dalla fame nervosa, che è il desiderio di cibo scatenato da motivazioni di origine psicologica. La fame nervosa, infatti, è il termine comune per indicare ciò che gli studiosi del comportamento alimentare definiscono “eating emozionale”, e cioè “la situazione vissuta da quei soggetti che mescolano le emozioni con l’assunzione di cibo per far fronte alle emozioni che ogni giorno incontrano”. Si mangia quando si è nervosi o tristi, si mangia per sopportare la solitudine o la noia, si mangia quando si è ansiosi, arrabbiati, frustrati… In questi casi, il cibo diventa un riempitivo, un “tranquillante” che allontana e anestetizza rispetto alle emozioni negative. A chi non è mai capitato, almeno una volta, di ritrovarsi, senza neanche sapere perché, davanti al frigo in cerca di qualcosa da sgranocchiare, pur non avendo fame? La fame nervosa, quindi, non è legata alla necessità di introdurre “benzina” per le cellule, bensì alla ricerca di un aiuto per superare problemi psicologici e conflitti interiori, non necessariamente severi. Infatti, anche le emozioni legate alle normali attività di vita quotidiana possono essere uno stimolo per l’assunzione di cibo, talvolta anche in modo compulsivo. Inoltre, la fame nervosa, può essere scatenata anche dalla ricerca di sostanze contenute in particolari cibi, soprattutto a base di carboidrati, che influenzano i livelli di alcuni neurotrasmettitori cerebrali che, a loro volta, hanno l’effetto di migliorare l’umore. Ecco perché, per tirarsi su di morale, non c’è niente di meglio di un dolce, anche se l’organismo, in quel determinato momento, non ne avrebbe affatto bisogno… Per combattere la fame nervosa, Frau Alta Alimentazione ha messo a punto un integratore altamente innovativo: Appetito Control. Questo integratore, infatti, aiuta a contrastare la fame nervosa, agendo a livello psicologico su due fronti: migliora l’umore, riducendo l’ansia; aumenta il senso di sazietà. Appetito Control di Frau Alta Alimentazione contiene sostanze naturali di comprovata efficacia e sicurezza: Iperico: riduce in modo significativo i sintomi di malessere psicologico e migliora la comunicazione fra le cellule nervose, aumentando la presenza dei neurotrasmettitori come la Serotonina, che controlla l’umore e regola il senso di sazietà. Vitamina B6 e C: agiscono in sinergia con l’Iperico. Sono, infatti, indispensabili per aumentare i livelli di Triptofano, aminoacido utile per la “produzione” di Serotonina. Appetito Control di Frau Alta Alimentazione è in tavolette masticabili, al buonissimo gusto di cacao. La dose consigliata è di due tavolette al giorno, da “sgranocchiare” in qualunque momento della giornata. Confezione da 30 tavolette. Prezzo al Pubblico indicativo € 6,40. In vendita nei migliori supermercati ed ipermercati. .