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GIOVEDì

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Notiziario Marketpress di Giovedì 21 Aprile 2005
Web alimentazione e benessere
IL PARMIGIANO-REGGIANO NELL’ALIMENTAZIONE UFFICIALE DELLA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE  
 
Il “re dei formaggi” nella dieta di tutti gli astronauti degli enti spaziali che partecipano alle missioni sulla Iss. In questi giorni è utilizzato dagli astronauti della missione Eneide a cui partecipa l’italiano Roberto Vittori. Il Parmigiano-reggiano è entrato nella dieta di tutti gli astronauti in missione sulla Iss, la Stazione Spaziale Internazionale. È questa l’ultima tappa di un lungo cammino che vede anche in questi giorni il “re dei formaggi” tornare nello spazio, questa volta con un italiano, il colonnello Roberto Vittori, che ieri, con il russo Sergei Krikalev e l’americano Jhon L. Phillips è sbarcato sulla Iss nell’ambito della missione Eneide. Questa missione rafforza ulteriormente la presenza nello spazio del Parmigiano-reggiano, primo prodotto alimentare naturale ammesso nella dieta delle missioni aerospaziali. Dopo essere stato portato a bordo da astronauti italiani come “ospite” in alcuni viaggi effettuati alla fine degli anni ’90, dal 2000 il Parmigiano-reggiano è stato infatti inserito nella dieta dei cosmonauti russi per valutarne le caratteristiche nutrizionali e salutistiche durante la preparazione e dopo il rientro dalle missioni spaziali di lunga durata. Inoltre, dopo l’accordo siglato nel giugno del 2003 con il Centro spaziale “Yuri Gagarin”, questo formaggio è entrato anche nella dieta seguita dai cosmonauti russi durante i voli spaziali ed il Consorzio è diventato fornitore ufficiale di questo Centro. La novità suggellata da questa missione spaziale riguarda l’affermazione del Parmigiano-reggiano nella dieta ufficiale per tutti gli enti spaziali. Infatti la commissione spaziale internazionale Mmop (Multilateral Medical Operation Panel) ha recentemente approvato una nuova dieta, frutto del lavoro e dell’accordo dei vari enti spaziali, che prevede la presenza del Parmigiano-reggiano nell’alimentazione di tutti gli astronauti che partecipano elle missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale. Il gruppo di lavoro Nutrition Working Group, di cui fanno parte gli esperti dell’Ente Spaziale Russo, dell’Ente Spaziale Europeo, della Nasa e delle agenzie Spaziali del Canada e del Giappone, è stato incaricato di stabilire la dieta da seguire a bordo della Iss. “Le ragioni scientifiche per cui il Parmigiano-reggiano è stato e continua ad essere adottato come alimento dello spazio – ha dichiarato Umberto Solimene, dell’Università di Milano e consulente del Centro russo “Yuri Gagarin” – sono da ricercare nelle sue proprietà: alta digeribilità, elevato contenuto in calcio nella forma assimilabile dall’organismo (utilissimo per il ripristino del calcio nelle ossa dopo la perdita dovuta all’assenza di gravità), assenza di conservanti ed additivi, piacevolezza e gradimento organolettico”. L’introduzione del Parmigiano-reggiano nella dieta dei cosmonauti nella fase di preparazione ai voli, nella fase successiva alle lunghe missioni e durante i voli stessi è il frutto di numerose sperimentazioni condotte per valutare tutti gli aspetti chimico-fisici, microbiologici, nutrizionali e organolettici di questo formaggio. “Si tratta di un risultato importante – ha dichiarato Andrea Bonati, presidente del Consorzio – che testimonia tutta la preziosità ed unicità del nostro formaggio, sia per il suo alto valore nutrizionale e organolettico, sia per la sua naturalità, che è alla base della produzione del Parmigiano-reggiano”.  
   
   
IL MONDO DEL PARMIGIANO-REGGIANO AD ALEMANNO: SENZA REGOLE CERTE NON SI SOPRAVVIVE  
 
Occorre applicare le regole sulle quote latte, rendere effettivi il sistema e le sanzioni sulle ispezioni, consentire una programmazione delle produzioni “Chiediamo maggiori certezze sul rispetto delle regole, sia sulle quote latte, sia sulle norme di controllo delle Dop e relative sanzioni, e la possibilità di programmare le produzioni”. Questo l’appello lanciato dal Consorzio del Parmigiano-reggiano e da tutte le organizzazioni ed associazioni dei caseifici e dei produttori del comprensorio che hanno scritto al ministro Giovanni Alemanno ed agli assessori dell’Emilia Romagna Guido Tampieri e della Lombardia Viviana Beccalossi. Davanti alla difficile situazione di mercato che si sta protraendo da oltre un anno, il mondo produttivo del Parmigiano-reggiano è unito nell’analisi della situazione e nel chiedere i rimedi. Il prezzo è calato in circa un anno e mezzo del 20% a fronte degli sforzi compiuti dai produttori, che in pochi anni hanno sia modificato il Disciplinare di produzione adottando regole ancora più stringenti al fine di garantire la qualità e la tipicità del Parmigiano-reggiano, sia agito per difendere, tramite l’attività del Consorzio, la denominazione d’origine dalle imitazioni. Azioni che però sono “insufficienti a contrastare una crisi profonda e perdurante come quella attuale” se non c’è la volontà di far rispettare le regole “quale elemento essenziale per dare maggiore certezza al sistema produttivo”. Quali le regole su cui si chiede certezza? Innanzi tutto è essenziale il rispetto del sistema delle quote latte, dove appare indispensabile il ripristino delle competenze del Tar, che con il comma 551 della finanziaria sono state purtroppo attribuite alla Magistratura Ordinaria. Inoltre occorre mettere un freno al fenomeno del “latte in nero”, che provoca un sotterraneo e non controllato aumento della produzione del latte e quindi dei formaggi. Sulle Dop, appare poi improcrastinabile rendere efficaci le ispezioni sui diversi operatori per far rispettare le regole produttive con l’emanazione del regolamento applicativo del decreto sanzionatorio del 2004. Non solo, anche i tentativi di regolamentare la produzione per adeguarla alla domanda sono stati vanificati negli anni dagli interventi dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha sempre vietato programmi di autodisciplina e di contribuzione differenziata. La richiesta al ministro è di farsi interprete presso l’Autorità per rendere possibile la programmazione produttiva tramite il Consorzio, al quale dovrebbe essere concesso un adeguato potere di emettere sanzioni, così come accade anche in atri paesi dell’Unione Europea. Questo è uno dei temi trattati nell’assemblea odierna dei produttori della Sezione di Parma del Consorzio che, dopo quella di ieri della Sezione di Bologna, ha convocato per i prossimi giorni anche le assemblee dei produttori delle province di Mantova (15 aprile), Modena (18 aprile) e Reggio Emilia (19 aprile). Nelle cinque assemblee provinciali i produttori eleggono i delegati che parteciperanno all’Assemblea generale di Reggio Emilia il 22 aprile prossimo, per approvare il bilancio del Consorzio e per alcune importanti modifiche statutarie.  
   
   
NASCE IL FORMAGGIO “SALUTARE”  
 
Prodotti senza conservanti e con i probiotici. Lo studio, frutto della collaborazione di alcune aziende venete presentato nel corso di Bionova, il salone sulle biotecnologie in programma attualmente alla Fiera di Padova. Nasce una nuova generazione di formaggi – freschi e a media stagionatura – con un’elevata valenza salutistica. E’ quanto si propone un progetto messo a punto da Lattebusche, Latteria della Vallata Feltrina e Veneto Agricoltura; il progetto studia microrganismi utili alla produzione del formaggio e intende utilizzare colture microbiche probiotiche e colture microbiche protettive: le prime sono riconosciute per la loro capacità di influire positivamente sulla salute, le seconde, utilizzate come bioconservanti, possono sostituirsi ai conservanti chimico-sintetici utilizzati solitamente nella pratica casearia. Il progetto é stato presentato nel corso di Bionova, il salone sulle biotecnologie alla Fiera di Padova. L’obiettivo principale dello studio è quello di poter soddisfare la richiesta di prodotti lattiero-caseari a forte impatto salutistico e, di conseguenza, commerciale, perché migliori dal punto di vista nutrizionale per l’alta presenza di microrganismi probiotici. Da non dimenticare poi l’aspetto della maggior sicurezza, legato alla non presenza di sostanze aggiunte per conservare i prodotti. Alcuni mercati esteri, ad esempio, vietano l’uso di alcune sostanze conservanti e questo rende i formaggi che invece li utilizzano non commerciabili fuori dai nostri confini.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROROGA IL TERMINE PER L’ELIMINAZIONE DELLE ECCEDENZE DI ZUCCHERO IN CINQUE DEI NUOVI STATI MEMBRI CHE PUO' ESSERE TRASFORMATO IN PRODOTTI PER L’ALIMENTAZIONE ANIMALE O IN BIOCARBURANTI  
 
Il 20 aprile 2005 a Bruxelles la Commissione europea ha prorogato i termini concessi a cinque dei nuovi Stati membri per calcolare l’entità e procedere all’eliminazione delle scorte di zucchero in eccedenza accumulate prima dell’adesione del maggio 2004. Gli operatori in possesso di eccedenze di zucchero avranno quindi tempo fino al 30 novembre 2005 per eliminarle e le autorità dei cinque paesi interessati, Estonia, Cipro, Lettonia, Malta e Slovacchia, avranno tempo fino al 31 marzo 2006 per fornire le prove dell’eliminazione. Per le eventuali eccedenze che resteranno dopo il 30 novembre 2005 sarà imposto il pagamento di un importo, che sarà versato al bilancio comunitario. Come di consueto prima di ogni allargamento, agli Stati membri è stato chiesto di prevenire la costituzione di riserve speculative di prodotti agricoli che sarebbero fonte di squilibrio per l’intero mercato comunitario. Prima dell’allargamento del maggio 2004, come è avvenuto in occasione delle precedenti adesioni, ai nuovi Stati membri è stato chiesto di prendere misure per impedire che gli operatori costituissero scorte di zucchero a fini speculativi per approfittare del fatto che il prezzo dello zucchero nell’Unione europea è il triplo del prezzo dei mercati mondiali. La Commissione ha il dovere di gestire i mercati e di assicurarsi che le sue decisioni siano conformi a quanto stabilito nel trattato di adesione. Oltre alla necessità di impedire le speculazioni in quanto tali, occorre ricordare che un improvviso aumento delle scorte avrebbe un impatto negativo sugli equilibri di mercato e influenzerebbe il livello dei prelievi alla produzione (che dovranno essere fissati in settembre), danneggiando i produttori di zucchero e di barbabietole dell’intera Unione europea. Va aggiunto che ogni eventuale eccedenza di zucchero individuata nel corso di una determinata campagna di commercializzazione deve essere esportata nella campagna seguente senza restituzione. La Commissione potrà ora effettuare un ultimo controllo delle eccedenze presso gli Stati Membri interessati, i quali disporranno a loro volta di più tempo per eliminare tali eccedenze e fornire le prove dell’eliminazione. L’entità delle eccedenze viene determinata sulla base di un confronto tra produzione, importazioni ed esportazioni nei 12 mesi che hanno preceduto l’adesione, rispetto ad un triennio di riferimento precedente. I nuovi termini approvati dalla Commissione sono i seguenti: gli operatori in possesso di eccedenze hanno tempo fino al 30 novembre 2005 per eliminarle e fino al 28 febbraio 2006 per informare le autorità nazionali dell’avvenuta eliminazione; le autorità nazionali avranno tempo fino al 31 marzo 2006 per fornire alla Commissione le prove dell’avvenuta eliminazione delle scorte; gli Stati membri avranno tempo fino al 30 giugno 2006 per pagare gli importi dovuti per le eventuali eccedenze rimaste, anche se per tale termine è possibile che venga concessa una proroga. La Commissione confermerà le cifre definitive delle eccedenze di zucchero entro il 31 maggio 2005. Gli operatori potranno eliminare lo zucchero trasformandolo in prodotti per l’alimentazione animale o in biocarburanti, o esportandolo senza beneficiare di restituzioni. Ogni eventuale riduzione delle eccedenze così realizzata sarà presa in considerazione quando la Commissione prenderà una decisione definitiva sull’entità degli importi da pagare.  
   
   
DANIMARCA, CONGRESSO SUI PRODOTTI BIOLOGICI  
 
Un congresso dedicato a tutto ciò che riguarda la ricerca europea in materia di alimenti e agricoltura biologici avrà luogo a Odense (Danimarca) il 30 e 31 maggio. Il congresso prenderà in esame vari argomenti, tra i quali il contributo offerto dal potenziale di ricerca in materia di alimenti e agricoltura biologici allo sviluppo della produzione agroalimentare, allo sviluppo rurale e alla tutela dell'ambiente nell'Ue allargata. http://www.okologi-kongres.dk/uk/  Claus Bo Andreasen E-mail: Clausbo.andreasen@agrsci.dk  
   
   
DESIGNATO IL NUOVO CDA DI ALDEASA GILBERTO BENETTON, GIANMARIO TONDATO DA RUOS E GIANNI MION IN RAPPRESENTANZA DI AUTOGRILL CONFERMATI I TRE CONSIGLIERI DI ALTADIS  
 
Il Consiglio di Amministrazione di Aldeasa S.a. (Madrid: Ald Sm), riunitosi il 20 aprile, ha nominato Gilberto Benetton, Gianmario Tondato Da Ruos e Gianni Mion, rispettivamente Presidente, Amministratore Delegato e Consigliere di Autogrill, Consiglieri della Società in rappresentanza del Gruppo Autogrill. In rappresentanza di Altadis sono invece stati confermati i tre consiglieri già precedentemente espressi. Autogrill S.p.a. (Milano: Agl Im) e Altadis S.a. (Madrid: Alt Sm) hanno concordato di designare Javier Gómez Navarro alla Presidenza della Società e José María Palencia Saucedo, prima Direttore Generale, alla carica di Amministratore Delegato. Il rinnovo del Consiglio segue la chiusura del periodo di Offerta di Retail Airport Finance S.l.u. (oggi controllata al 50% da Autogrill Espana e al 50% da Altadis), che ha registrato adesioni per il 95,89% del capitale sociale di Aldeasa. Autogrill e Altadis hanno espresso piena fiducia nel progetto industriale di Aldeasa e sono fermamente convinti che l’esperienza internazionale di entrambi gli azionisti consentirà di rafforzare le prospettive future della Società.  
   
   
FINIFAST: QUATTRO NUOVI PUNTI DI RISTORO IN AUTOSTRADA  
 
Finifast spa, società interamente controllata dalla famiglia Fini, a seguito delle recenti gare per il rinnovo delle concessioni autostradali di Autostrade per l’Italia spa, si è aggiudicata altre tre nuove concessioni che comprendono quattro punti di ristoro (tre di ristorazione completa e uno di servizio bar). Le tre concessioni riguardano l'area di Bisenzio Ovest, a Firenze; l'area Flaminia Est, in uscita da Roma, l'area Fabro Ovest nella tratta Firenze-roma Il gruppo Finifast stima che le tre nuove concessioni vinte svilupperanno un fatturato annuo di circa 8 milioni di euro. In questa nuova aggiudicazione la Finifast si è collocata, in termini di ricavi potenziali, al secondo posto dietro Autogrill. Finifast si occupa fin dagli anni Sessanta della gestione diretta di aziende della ristorazione situate sull’autostrada. Il capitale è detenuto al 100% dalla famiglia Fini. Amministratore delegato e presidente è Vittorio Fini, figlio di Giorgio, il fondatore della società. A tutt'oggi gestisce 18 punti di ristoro e conta 830 dipendenti. Nel 2004 ha realizzato un giro d'affari di oltre 60 milioni di euro.  
   
   
ENOTECA ITALIANA: UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER IL MONDO DEL VINO - GRANDE SUCCESSO A VERONA PER LE DEGUSTAZIONI E I CONVEGNI NEL SALOTTO DEI VINI  
 
Un Vinitaly fra conferme e segnali di ripresa nel segno della qualità e della valorizzazione di uno dei prodotti principe del nostro paese. L’enoteca Italiana conferma a Verona il proprio ruolo di primo attore nel mondo del vino con appuntamenti, fra degustazioni e convegni, capaci di attirare visitatori ed esperti da tutto il mondo e mettendo a segno un importante accordo strategico con la Sicilia. <­<­Siamo fieri – afferma Flavio Tattarini, presidente dell’Enoteca Italiana – di aver riscontrato un grande successo nelle iniziative organizzate all’interno del Salotto dei vini; i vari appuntamenti, che hanno toccato diverse realtà del territorio italiano, hanno registrato in gran parte il tutto esaurito. Ciò che abbiamo notato, inoltre, è una sostanziale ripresa di interesse da parte degli operatori, italiani ed esteri, che speriamo si traduca in concreto in accordi per un rilancio del mercato. Il nostro impegno è quello di ricoprire un ruolo primario attuando strategie di promozione e vendita mirate unendo, anche attraverso i consorzi, gli sforzi delle nostre aziende>>. Alle parole del presidente Tattarini fanno eco quelle del direttore Fabio Carlesi:<­<­il Vinitaly è stato senza dubbio un importante momento di confronto costruttivo fra le varie realtà che operano nel settore e l’Enoteca Italiana ne esce con un’immagine decisamente rafforzata, alla luce anche dell’accordo siglato con alcune regioni per una corretta valorizzazione di tutto il comparto vitivinicolo, soprattutto rispetto a momenti di difficoltà come quelli vissuti nel 2004. A tale scopo è significativo rilevare l’impegno preso con la Regione Sicilia che sarà ospite alla prossima Settimana dei Vini in programma per fine maggio. Un importante accordo, inoltre, sarà firmato a fine mese con la Regione Toscana e Toscana Promozione che porterà ad un corso di formazione per gli operatori e all’apertura di un’enoteca a Pechino>>.  
   
   
L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CITTÀ DEL VINO CHIEDE IL COMMISSARIAMENTO DI ENOTECA D’ITALIA  
 
Gli avvisi di garanzia che hanno interessato i vertici di Enoteca d’Italia e di Buon’italia non devono compromettere i migliori progetti avviati e gli obiettivi innovativi di comunicazione del prodotto enogastronomico italiano nel mondo per cui i due strumenti promozionali erano stati ideati e costituiti. L’associazione nazionale Città del Vino invita perciò il Ministro per le Politiche Agricole e Forestali Gianni Alemanno a commissariare le due società coinvolte, affinché non s’interrompa la loro operatività, in attesa che si faccia piena luce sulla vicenda. “I programmi, talvolta un po’ fumosi, di Enoteca d’Italia - afferma Paolo Benvenuti, direttore dell’Associaziona nazionale Città del Vino - non possono comunque intaccare il valore complessivo che il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali aveva dato a questi strumenti; poco si conosce delle attività intraprese e non molto è stato fatto in questi ultimi anni, senza una strategia complessiva che evidenziasse l’efficacia delle energie messe in campo; però il mondo del vino italiano e delle produzioni tipiche non può attendere perché la concorrenza è sempre più forte ed agguerrita a livello mondiale. La promozione e la valorizzazione del ”made in Italy” è di fondamentale importanza perché tutto s’interrompa bruscamente. E’ sicuramente possibile rilanciare questi due strumenti con nuovi e più definiti programmi e con persone nuove.”  
   
   
"FISCO E VINO"  
 
"Fisco e vino", è questo il titolo della guida agli adempimenti fiscali per gli operatori del settore realizzata dall'Agenzia delle Entrate. Il vino, bevanda tra le più diffuse nei paesi mediterranei, è ottenuto dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche o di uve pigiate. L'italia è sicuramente una delle nazioni nel mondo che primeggia nella produzione di vino, riscontrando, da sempre, una fama mondiale per la qualità del vino e per i numerosi vini D.o.c. Che produce. Nella catena che va dal prodotto agricolo (l'uva) al bene finito (il vino) intervengono una serie di figure professionali. Scopo della guida "Fisco e vino", curata dall'Ufficio Relazioni esterne e dalla Direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate della Sicilia, in collaborazione con l'Assessorato regionale siciliano Agricoltura e Foreste, è quello di fornire le informazioni fiscali di base per chi opera nel settore vitivinicolo o per chi intende intraprendere l'attività di produzione e/o commercializzazione del vino.  
   
   
GIOVEDÌ 21 APRILE 2005 NELLA “GIORNATA NAZIONALE DI EDUCAZIONE SUL CONSUMO DI ALCOL” E IN OCCASIONE DELL’AVVIO DELLA CAMPAGNA CONTRO GLI ABUSI TRA I GIOVANI DEL MINISTERO DELLA SALUTE “ARRIVANO IN CLASSE I SOMMELIER”  
 
A Roma Centro Congressi Palazzo Rospigliosi - Via Xxiv Maggio, 43 Decine di ragazzi che frequentano le scuole superiori apprenderanno i fondamenti dell’arte di degustare il vino da professionisti sommelier presenti insieme a insegnanti, scrittori, esperti di settore, ricercatori e policy makers per affrontare con i giovani il tema dei rischi connessi all’abuso di alcol e per favorire un consumo responsabile. Si tratta dell’anteprima dell’iniziativa denominata "Conoscere il vino fa bene alla salute", promossa in tutta Italia da Coldiretti e Città del Vino. Alla speciale lezione interverranno tra gli altri: Giuseppe Sicheri - Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori ), Christoph Baker (autore "Il vino spiegato ai miei figli"), Marcello Di Martino (insegnante Istituto tecnico Agrario Sereni di Roma), Stefano Masini (Responsabile ambiente e consumi Coldiretti) e Floriano Zambon (Presidente Associazione Nazionale Città del Vino). Concluderà i lavori il presidente Nazionale della Coldiretti Paolo Bedoni.  
   
   
WINE BAR DEL BERE GIOVANE: I NUMERI DEL SUCCESSO  
 
Si è conclusa l'indagine di Agivi - Associazione Giovani Imprenditori, condotta nell'ambito del Wine Bar del Bere Giovane, svoltosi al Palazzo della Gran Guardia durante Vinitaly dal 7 al 10 aprile. Centinaia i questionari raccolti ed elaborati per capire cosa ne pensano i giovani, e i meno giovani, del mondo del vino italiano. Giunto alla terza edizione, l'evento, ideato da Agivi e organizzato da Ente Fiere Verona, ha ottenuto quest'anno un grande successo. Durante il Wine Bar del Bere Giovane i soci Agivi, tutti giovani produttori fra i 18 ed i 40 anni, hanno presentato a loro modo il meglio dell'enologia, dall'Alto Adige alla Sicilia, accompagnando le degustazione con le note musicali di Radio 2 Decanter e la visita di ospiti autorevoli come Luca Maroni, l'On. Flavio Tattarini, e la fondatrice del Movimento Turismo del Vino Donatella Cinelli Colombini.. I numeri dimostrano il successo dell'iniziativa: oltre 3.400 i visitatori presenti durante le giornate e più di 10.000 degustazioni sono solo alcuni numeri significativi. Il Wine Bar del Bere Giovane ha confermato il proprio nome: oltre il 44% dei visitatori ha un'età compresa tra i 18 e 30 anni, il 29% tra i 31e i 40, il 23% tra 41 e 60 e solo il 4 % oltre 60 anni. Interessanti i risultati emersi dalle molte interviste: oltre l'80% degli intervistati dichiara che l'occasione di consumo più frequente è a cena con gli amici o durante colazioni di lavoro. La maggioranza dei consensi vanno ai vini rossi e lo spaccato dei dati, analizzati per fascia di età, indica tra il 63 e il 70% la degustazione di vini rossi, tra il 24 ed il 28% di vini bianchi, tra il 6 ed il 10% di spumanti. Quanto sono disposti a spendere i visitatori per una bottiglia di vino al ristorante? A sorpresa, la fascia di età fra i 18 e i 30 anni è quella pronta a spendere di più . Per il segmento più giovane, infatti, la spesa media al ristorante si inserisce fra i 40 ed i 45 Euro. Nel campione fra i 31 ed i 40 anni la media oscilla fra 35 e 40 euro, anche se non mancano le sorprese con intervistati che dichiarano di pagare anche più di 1.000 euro per una bottiglia particolare! Dai 41 ai 60 anni si posiziona la spesa più contenuta, che oscilla fra i 25 ed i 30 euro, mentre sopra ai 60 anni si va dai 30 ai 35 euro. Il Wine Bar del Bere Giovane si è quindi confermato un interessante momento di approfondimento, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per il consumatore finale interessato ed attendo alla produzione enologica di qualità.  
   
   
VINTALY 2005: L’ANNO DEI GRANDI PROGETTI PER IL CONSORZIO OLTREPO  
 
5000 bicchieri: è questo il bilancio quantitativo di Vinitaly 2005 visto dalla parte del Consorzio Vini Oltrepo. Tanti, infatti, i bicchieri utilizzati per le degustazioni nello spazio Caveau e nello spazio Bonarda, i due allestimenti con cui il Consorzio è stato presente durante la kermesse di Verona appena conclusa. Bonarda Style, da bere e da vedere – Lo spazio Bonarda Style ha presentato i bozzetti, in formato pannello, della nuova campagna d’immagine pensata da Giorgio Siligardi per l’Oltrepo Bonarda. Molto colore, tratti decisi, cartoline da spedire, proiezione da computer: questi gli elementi dello stand Bonarda. Ma anche più di 60 etichette sul banco d’assaggio a disposizione dei visitatori: una degustazione libera, con tempi a discrezione dei degustatori, dinamica, vivace. Come il Bonarda. Caveau d’Oltrepo, un progetto fra bianco e nero – Dominavano il nero e il bianco nello stand dedicato al progetto Caveau d’Oltrepo, lo “scrigno” dei vini migliori che sarà realizzato fra qualche mese. L’eleganza del nero, combinata con il bianco indispensabile per una corretta valutazione visiva dei vini, ha condotto i visitatori in degustazioni particolari: etichette nascoste, schede di analisi sensoriale da compilare, rivelazione finale dell’etichetta degustata. Tempi lunghi e meditati, occasioni per parlare e confrontarsi. Anche molti produttori dell’Oltrepo sono entrati nel Caveau “virtuale” allestito al Vinitaly per conoscere i dettagli del progetto. Che, stando ai commenti raccolti, ha convinto produttori e visitatori. Gli appuntamenti – Il vino dell’Oltrepo è stato protagonista delle degustazioni proposte a giornalisti a buyers stranieri venerdì 8 aprile in collaborazione con Ice, e delle degustazioni Onav di sabato 9 e domenica 10 aprile. Ancora vino d’Oltrepo nel Ristorante d’Autore di sabato 9 aprile, in abbinamento con i piatti proposti dallo chef Mario Musoni del ristorante “Al Pino”. Sempre sabato 9 aprile, nel contesto di Food&wine Pairing, il vino dell’Oltrepo è stato abbinato alle portate preparate dallo chef olandese Eugene van Angelbeek del ristorante Molen de Jonge Dikkert, selezionato dall’associazione dei Jeunes Restaureateurs d’Europe. Il sito Bonarda – Durante i giorni di Vinitaly è stato inserito in Internet il sito completo dedicato al Bonarda (www.Bonarda.it), annunciato nei mesi scorsi. Dal sito sono fruibili tutte le informazioni relative al vino “naturalmente Oltrepo”, dalle caratteristiche di disciplinare alle iniziative di promozione Bonarda Style. Dopo Vinitaly – I progetti presentati a Vinitaly entrano nella fase operativa, soprattutto per quanto riguarda il Caveau. I vini presentati a Verona erano infatti una selezione destinata a Vinitaly: la selezione completa per il Caveau in allestimento nel 2005 sarà svolta a partire dai prossimi giorni. Si concretizzerà, intanto, l’individuazione della sede del Caveau e saranno programmate iniziative di presentazione sul territorio ed extraterritoriali.  
   
   
MEMORIA STORICA DELLA VITICOLTURA PICENA NELL’AZIENDA COCCI GRIFONI  
 
La storia della dinastia Cocci Grifoni inizia negli ultimi anni dell’800, quando la nobile famiglia Grifoni, di origini umbro-toscane, si unisce alla possidente casata Cocci, appartenente alla borghesia delle Marche del Sud. Fino alla fine degli anni ’40, l’azienda è dedita alla produzione estensiva di cereali. Tutto cambia, quando, alla testa della tenuta, arriva Guido, uomo caparbio e lungimirante, che intuisce il carattere estremamente positivo delle potenzialità della viticoltura. Grazie a lui, l’azienda si emancipa dall’atavico modello di mezzadria e acquisisce una struttura più snella e competitiva. Con questo cambiamento, Cocci Grifoni pone le basi per diventare ciò che è adesso: una delle espressioni più autentiche della cultura enologica picena. Fondamentale per la storia dell’azienda, è, all’inizio degli anni 60, l’acquisizione da parte di Guido e della moglie Diana del Podere San Basso, un terreno di 23 ettari da cui provengono le migliori uve di Montepulciano e Sangiovese per i vini rossi più importanti quali “Il Grifone” e le migliori uve a bacca bianca quali il pecorino e passerina dai quali si ottengono il Podere Colle Vecchio Offida Pecorino e Passerina Brut Offida Passerina. Nel 1968, l’introduzione legislativa della nuova Doc del Rosso Piceno Superiore consegna definitivamente la Tenuta alla storia della viticoltura marchigiana. La Tenuta Cocci Grifoni, così come la conosciamo oggi, viene fondata da Guido Cocci Grifoni e Marchetti Diana nel 1970 e coincide con il primo imbottigliamento dell’annata 1969 del Rosso Piceno Superiore Doc. Il 1970, infatti, tiene a battesimo le prime bottiglie di Rosso Piceno Superiore, vino mai prodotto prima nei 13 comuni sanciti dal disciplinare. Pochi anni dopo, nel 1976, è la volta di un’altra storica Doc, il bianco Falerio dei colli ascolani. Ma questo è solo l’inizio: la valorizzazione del territorio attraverso i suoi prodotti autoctoni più emblematici e la ricerca nell’ambito delle innovazioni tecnologiche sono costantemente al centro delle politiche aziendali di Cocci Grifoni. Il fondatore, Guido, uomo di forti passioni, persegue lucidamente e caparbiamente i suoi obiettivi di rivalutazione dei vitigni autoctoni. Fin dalla sua nascita, infatti, l’azienda produce vini di qualità superiore riscoprendo e valorizzando vitigni autoctoni di origine secolare come la Passerina e il Pecorino. Dopo queste tappe importanti, la cantina marchigiana continua a sperimentare nell’ambito delle innovazioni tecnologiche di processo. Di pari passo, prosegue anche l’acquisizione di nuovi terreni che consente di mettere in pratica gli studi e le ricerche condotte su cloni di bianchi pregiati, ma meno noti, quali appunto Passerina e Pecorino; il Pecorino era un vitigno completamente abbandonato, non presente nell’ampelografia viticola del Piceno e recuperato in montagna nel lontano 1984 da Guido, che caparbiamente ha investito risorse umane e finanziare nel progetto “vitigni autocotoni: recupero, valorizzazione e vinificazione”. Il Pecorino viene imbottigliato per la prima volta nel 1991 sotto il nome “Podere Colle Vecchio” vino da Tavola e, con grande soddisfazione di Cocci Grifoni, dopo 10 anni riceve la Doc nel 2001, anno in cui l’azienda acquisisce ben 22 ettari di terra nuda da destinare alla coltivazione delle varietà Doc Offida. In un’ottica di sviluppo, nel 1996 la Cocci Grifoni aveva colto l’opportunità di comprare l’azienda agricola confinante alla tenuta San basso per tre parti su quattro: si tratta di 20 ha di cui 6.5 a vigneto Montepluciano, vecchio ma soleggiato, asciutto, ventilato e con un uliveto di circa 4.5 Ha. I molti successi e riconoscimenti ottenuti negli anni dalla Tenuta sono il risultato di solide convinzioni, intuizione e lungimiranza. Se Cocci Grifoni è stata in grado di avere la meglio in sfide molto difficili, è anche grazie alla sua capacità di andare spesso controcorrente rispetto alle indicazioni di settore. Negli anni a cavallo tra il ’93 e il ’94 in totale controtendenza, Guido e Diana decidono di rinnovare vecchi impianti obsoleti e superati nel sesto di impianto, nei pali e soprattutto nella selezione delle barbatelle; si spiantano 7 ha di vigneto tra Montepulciano e Sangiovese: i più vecchi; ciò comporta carenza di ottime uve rosse quando proprio il mercato andava verso l’incremento della domanda dei vini Rossi. Questa difficile, ma lungimirante scelta, è stata fatta nell’ottica di modificare le modalità di coltivazione, diminuendo la densità e puntando a selezionare i vitigni ritenuti più caratterizzanti l’offerta picena. Anno dopo anno, la tenuta si è trasformata in un’azienda tecnologicamente all’avanguardia nei metodi di produzione e oggi si estende su un territorio di ben 80 ettari, di cui circa 50 vitati, circa 6/6.50 ha ad oliveto, ed il resto è dedicato a cereali, bosco e case coloniche. Le tipologie di vitigni coltivati direttamente nella superficie vitata sono: Montepluciano, Sangiovese, Pecorino, Passerina, Verdicchio, Trebbiano toscano, Merlot e Cabernet Sauvignon. In seguito all’evoluzione della legislazione le Doc attualmente oggetto di attività sono: Rosso piceno - rosso Piceno superiore, Falerio e Offida che si distingue in: pecorino, Passerina e Rosso. Le nuove generazioni affiancano il pioniere Guido nell’impegno di mantenere costante nel tempo l’eccelso standard qualitativo raggiunto, espressione assolutamente fedele dell’anima di un territorio ricco ed emozionante.  
   
   
L'AZIENDA GORIZIANA FELLUGA RAPPRESENTA IL FRIULI NEL "COMITATO GRANDI CRUS D'ITALIA"  
 
E' Marco Felluga di Gradisca d'Isonzo l'unico produttore friulano del Comitato Grandi Crus d'Italia. La neonata associazione riunisce prestigiose aziende del vino che da almeno vent'anni gestiscono vigneti e producono vini d'eccellenza, premiati da mercato e critica italiana e internazionale. I soci fondatori, oltre a Marco Felluga, sono Antinori, Biondi Santi, Ca' del Bosco, Castellare, Ceretto, Ambrogio Folonari, Frescobaldi, Rivella, Tasca, Castello di Volpaia e Zonin; il presidente è Piero Antinori. Il Comitato Grandi Crus si ispira al Conseil des Grands Crus Classés du Medoc. Ai dodici fondatori si uniranno circa 300 produttori, in rappresentanza di tutte le principali regioni vinicole italiane. Il Comitato si occuperà di promuovere l'immagine del vino italiano con una manifestazione annuale, durante la quale sarà consegnato il Premio giornalistico Comitato Grandi Crus d'Italia. Per la Marco Felluga, azienda che da sempre coniuga tradizione e ricerca, è una scelta doverosa quella di far parte del “Club dei dodici”. Il Gruppo Marco Felluga raggruppa quattro realtà vitivinicole: l'azienda omonima nel Collio goriziano, Russiz Superiore a Capriva del Friuli, Castello di Buttrio nei Colli Orientali del Friuli e San Nicolo' a Pisignano a San Casciano Val di Pesa in Chianti. www.Marcofelluga.it
 
   
   
LA CRESCITA BOOM DEL SAGRANTINO DI MONTEFALCO  
 
Per l’annata 2004, in commercio dal 2007, sono previste oltre 1,6 milioni di bottiglie. Una crescita che non si arresta: nel 2006-2007 oltre 600 gli ettari impiantati a sagrantino. Il sindaco: “Stiamo diventando grandi anche nei numeri” Il Sagrantino di Montefalco, uno dei più rinomati vini italiani di qualità, adesso cresce anche nei numeri. Per l’annata 2004, a fronte di 12.502 ettolitri, sono previste oltre 1,6 milioni di bottiglie (vedere tabella). Appena 7 anni fa (annata 1998) i 5 Comuni della Docg umbra producevano poco più di 500 mila bottiglie. E’ accaduto che negli ultimi anni, dopo le attestazioni ai principali concorsi enologici, gli investimenti delle aziende, i successi delle cantine leader, le attività del consorzio e delle amministrazioni locali, il Sagrantino ha trainato sempre di più il territorio verso un modello di sviluppo che ruota attorno al binomio vino-turismo. Un distretto cresciuto a tempo di record attorno a un vitigno autoctono - il sagrantino di Montefalco - di gran pregio. In 5 anni il vigneto iscritto a Docg è passato dai 100 mila ettari scarsi (dati 2000) ai 500 mila attuali. Una crescita che per il momento sembra non fermarsi, infatti tra il 2006 e il 2007 gli ettari in produzione saranno oltre 600. Il Sagrantino, con la sua tipicità e il legame con il territorio, si è avvantaggiato dell’interesse di grandi produttori che hanno investito nella zona. Basti pensare che 10 anni fa erano appena 7-8 le etichette, mentre oggi sono 40; oppure che negli ultimi 3 anni sono state rinnovate, ammodernate o costruite ex novo circa 30 cantine, con grossi investimenti aziendali. Il giro d’affari complessivo generato dai vini di Montefalco, sia Doc che Docg, è attualmente di circa 25milioni di euro, oltre all’indotto. “Il Sagrantino è un vino diventato grande anche in termini di volumi – dice il sindaco di Montefalco, Valentino Valentini – l’annata nelle botti supererà abbondamente il milione e mezzo di bottiglie, andando a rispondere a una domanda di mercato sempre più forte. Accanto a questo successo abbiamo raggiunto negli scorsi mesi un altro importante risultato: il nuovo accordo Stato-regioni che, dopo la polemica scoppiata con la regione Toscana che ha introdotto il sagrantino tra le varietà idonee alla coltivazione, sancisce definitivamente il legame del vitigno con il territorio. Un risultato di cui ci auguriamo venga tenuto conto – conclude Valentini – anche nella modifica della legge 164, ancora in discussione, per poter dare maggiori tutele ai vitigni autoctoni, come chiesto da noi insieme all’Associazione Città del Vino”. I 5 Comuni della Docg umbra (Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Giano dell’Umbria e Castel Ritaldi) avevano chiesto di rivedere l’accordo quadro del luglio 2002 che regola la classificazione delle varietà di vite. Il nuovo accordo del febbraio scorso prevede precise limitazioni per l’uso in etichetta del nome dei vitigni e dei relativi sinomini, secondo una lista che sarà approvata dal Ministero delle Politiche Agricole. Sulla tutela del nome Sagrantino il Consorzio di tutela dei vini di Montefalco aveva già ottenuto il riconoscimento di un decreto che vincola l’uso della menzione alla sola Docg umbra.  
   
   
CARPENE’ MALVOLTI : SUCCESSO DI PUBBLICO E INTERESSE DEI MEDIA PER LA GRAN MEDAGLIA D’ORO E LA GRAN MENZIONE ALLO STAND CARPENÈ MALVOLTI.  
 
I riconoscimenti conquistati dalla storica azienda di Conegliano alla 13a edizione del Concorso Enologico Internazionale organizzato dall’Ente Fiera di Verona in occasione del Vinitaly. La Cuvée Rosè Brut Carpenè Malvolti preferita dalle donne. Grande interesse della stampa e degli operatori per l’ultimo nato in casa Carpenè Malvolti. Infatti la storica azienda veneta leader nella produzione del Prosecco Doc di Conegliano e Valdobbiadene , in occasione della 39a edizione del Vinitaly è stata visitata da molti operatori italiani e stranieri e ben 14 emittenti televisive, hanno mostrato interesse alla conquista della Gran Medaglia d’Oro, con la Cuvée Rosè Brut Carpenè Malvolti 2004, nella categoria “Altri vini spumanti prodotti con metodo Charmat” e della Gran Menzione nella categoria Vini Spumanti a Denominazione di Origine (gruppo 1) dal Prosecco di Conegliano Doc Carpenè Malvolti Spumante Dry Cuvée Oro 2004 , prodotti con metodo Charmat, riconoscimenti consegnati alla 13a Edizione del Concorso Enologico Internazionale. <­Un’edizione molto positiva, dichiara Etile Carpenè, Presidente della Carpenè Malvolti Spa, abbiamo avuto incontri con operatori stranieri provenienti dagli oltre 30 paesi nei quali esportiamo, ma sono stati soprattutto i paesi del Sol Levante a mostrare interesse verso il nuovo prodotto presentato proprio in occasione del Vinitaly, la Cuvée Rosè Brut Carpenè Malvolti. Questo spumante, prodotto con uve di Pinot Nero e Raboso coltivate sulle rive del Piave, mostra l’interesse crescente verso vini distintivi e innovativi che rappresentano il gusto del territorio>. <­Carpenè Malvolti con la conquista dei due prestigiosi riconoscimenti, afferma Antonio Motteran, Direttore generale, dimostra la vitalità e la capacità enologica e tecnologica da sempre fiore all’occhiello dell’azienda. Da una parte, afferma, con il “Rosé”, tenuto a battesimo proprio al Vinitaly, abbiamo creato un prodotto innovativo, che ha ricevuto apprezzamenti notevoli, sia dai ristoratori che hanno visitato lo stand sia dalla stampa di settore e dagli operatori. Tra questi i giapponesi hanno già provveduto a mettere in carta il nuovo prodotto, inoltre soprattutto le donne hanno mostrato particolare preferenza per questo vino. Dall’altro con la conquista della Gran Menzione Carpenè Malvolti continua l'affermazione della storicità e della ricerca nel Prosecco di qualità, percorso intrapreso fino dall’anno di fondazione, il 1868 . E' da allora che Carpenè Malvolti si distingue per le capacità innovative non solo nella produzione del Prosecco di qualità ma nell'arte spumantistica in generale. I Carpenè già fondatori dell'Istituto Talento Metodo Classico ogni anno proporranno un nuovo Spumante attingendo alla cultura, alla competenza ed alla professionalità, il vero valore aggiunto della marca >. <­Il Vinitaly 2005, continua il direttore generale, nonostante il perdurare della crisi economica nel Paese e le aspettative non fossero delle migliori, per noi è andato molto bene. Abbiamo ampliato i nostri contatti con l’estero, e allo stand abbiamo registrato un afflusso superiore alla scorsa edizione di circa il 20%. Inoltre la stampa si è mostrata interessata alle novità ed ha dedicato molta attenzione al “Rosè” vincitore della Gran Medaglia d’Oro>.  
   
   
VINO & TERRITORIO 2005 :VETRINA INTERNAZIONALE PER I VINI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA  
 
I vini del Friuli Venezia Giulia per un’intera settimana sotto i riflettori internazionali: dal 3 all’8 maggio buyer, tour operator e giornalisti si incontreranno al Grand Hotel Astoria di Grado per Vino & Territorio, prestigiosa convention sul vino e sul turismo che richiamerà in regione operatori provenienti da tutto il mondo . Forte dei successi ottenuti negli anni passati e dei riscontri estremamente positivi, Vino & Territorio si propone quindi come un appuntamento fisso e ormai consolidato per la promozione vitivinicola del Friuli Venezia Giulia, confermandosi un’importante occasione di riflessione sul legame che unisce il vino al proprio territorio, e creando un mondo di valori da riscoprire e valorizzare. Non solo. I produttori del Friuli Venezia Giulia avranno modo di presentare i loro vini ad una selezionata élite di importatori stranieri, che oltre a degustarli, avranno modo di conoscere in prima persona i protagonisti che hanno reso grande il “vigneto Friuli”. L’obiettivo primario della manifestazione è quello di incrementare, tra i professionisti del settore, la conoscenza del vino e del territorio regionali, potenziando l’immagine del Friuli Venezia Giulia ed incentivando la commercializzazione del prodotto vino. La convention d’affari – che permetterà l’incontro diretto tra l’offerta vinicola locale e la domanda della distribuzione internazionale - è stata resa possibile grazie ad un importante contributo finanziario erogato nell’ambito dei programmi promozionali Ice – Regione. La Regione ha assegnato alla Cciaa di Gorizia il compito di coordinare, a fianco del Movimento Turismo Vino, l’iniziativa, con la collaborazione dell’Aiat di Grado e della Federdoc. La convention è sostenuta anche dalla Banca di Cividale e dalla Cattolica Assicurazioni. Il Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia, guidato da Elda Felluga è impegnato da anni nel diffondere la cultura del vino attraverso diverse manifestazioni e con questa importante iniziativa punta a dare slancio ad un proficuo rapporto di collaborazione tra aziende vitivinicole locali e buyer internazionali, provenienti non solo da tutta Europa, ma anche da Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone e Paesi Asiatici. Questi ultimi avranno l’opportunità di incontrare, in occasione del workshop in programma il 6 e 7 maggio, i produttori di vino della regione. Saranno fissati singoli appuntamenti, secondo le preferenze di produttori ed acquirenti, per permettere lo svolgimento di colloqui individuali e quindi per sfruttare al meglio l’occasione da ambo le parti, raggiungere concreti accordi di commercializzazione e ampliare la rete di distribuzione verso nuovi e più ampi mercati. Per l’edizione 2005 di Vino & Territorio è prevista, fra l’altro, una giornata di apertura al pubblico: domenica 8 maggio dalle 11 alle 18 appassionati del settore e quanti desiderano approfondire la conoscenza del mondo vitivinicolo della regione potranno degustare grandi vini, illustrati dagli stessi produttori, che ne racconteranno segreti e lavorazioni. L’esposizione sarà ospitata- come tutti i momenti della convention internazionale – nelle eleganti sale del Grand Hotel Astoria , che ha dato la fattiva collaborazione per la riuscita della manifestazione. Per partecipare alle degustazioni è necessario prenotare, consultando il sito www.Vinoeterritorio.it  Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia,  www.Mtvfriulivg.it  
   
   
VIGNAIOLI DELL’ALTO ADIGE NUOVO CONSIGLIO, NUOVA HOMEPAGE!  
 
I vignaioli dell’Alto Adige hanno eletto un nuovo Direttivo all’odierna assemblea dei soci. Al presidente in carica sin dalla fondazione nel 1999, il Conte Franz Pfeil segue nel 2005 Josephus Mayr dell’azienda Erbhof Unterganzner di Cardano. Attraverso la sua guida i vignaioli dell’Alto Adige si propongono di raggiungere importanti obiettivi e si presentano a tutti coloro che li volessero conoscere più da vicino con il nuovo sito internet www.Fws.it Sono 66 i produttori che riuniti prevalentemente in aziende a conduzione famigliare cercano di servire quella terra che è espressione della loro pazienza e dedizione. Ad impugnare le redini di quest’associazione è Josephus Mayr eletto con gran consenso alla sesta assemblea dei soci tenutasi a metà marzo presso il Centro Sperimentale di Laimburg. Ringraziando per la fiducia ripostagli si dimostra convinto che il nuovo Consiglio Direttivo composto da Peter Dipoli, Conte Franz Pfeil, Manfred Nössing, Christian Plattner, Kurt Rottensteiner, Norbert Blasbichler e la nuova Commissione revisori alla quale appartengono Andreas Nicolussi Leck, Conte Michael Göess-enzenberg, Franz Pratzner, Margareth Mumelter e Florian Brigl proseguiranno con successo l’ottimo lavoro fin ora svolto. Ringrazia inoltre il consiglio uscente nelle persone di Peter Pliger, Georg Ramoser, Hayo Loacker, Alois Ochsenreiter e il Barone Christian Dürfeld Giovanelli. Obiettivo del presidente è di guidare l’associazione con trasparenza e nuove proposte. “Riporrò i miei sforzi nello snellire le pratiche burocratiche per la gestione delle nostre aziende in quanto sono convinto che un vignaiolo indipendente ed appassionato debba concedere la maggior parte del proprio tempo alla cura del vigneto e del vino”, dichiara il nuovo presidente, che ritiene inoltre costruttiva una collaborazione con le altre due associazioni del vino presenti in Alto Adige. Peter Dipoli, membro del direttivo sin dalla fondazione, osserva: “Le nostre aziende sono relativamente piccole. Di conseguenza i vini prodotti hanno un valore di rarità. Questo comporta che la maggior parte di questi vini sono, a differenza di quelli prodotti dalle Cantine Sociali e dalle aziende commerciali, esauriti. Purtroppo dobbiamo constatare che c’è il tentativo di risolvere i crescenti problemi di mercato attraverso riduzioni notevoli dei prezzi di vendita. Ciò comporta sicuramente un effetto negativo sull’ottima immagine del vino altoatesino. Nella nostra associazione non esiste concorrenza, ma bensì una proficua collaborazione, anche perché abbiamo capito in tempo di collocare una parte della nostra produzione sui mercati extraregionali ed esteri.” Il prossimo appuntamento i vignaioli dell’Alto Adige lo danno il 23 Maggio a Parma, dove troveremo trenta di loro pronti a proporci i migliori vini altoatesini. L’associazione annuncia con gioia l’annuale Vinea Tirolensis che avrà luogo il 29 agosto al Kurhaus di Merano dove rinomate aziende del Palatinato (Pfalz-germania) affiancheranno i vignaioli impreziosendo i nostri calici con la loro prestigiosa presenza. Riservate ai soci saranno invece due uscite tra i vigneti della Wachau (Austria) e dell’Umbria. Servizi di consulenza rafforzati e ampliati saranno forniti ai vignaioli presso l’ufficio dell’associazione con sede a Terlano con la collaborazione del Centro Sperimentale di Laimburg. Obiettivo importante dell’associazione riguarda la collaborazione con i diversi organi provinciali soprattutto per quanto riguarda l’ottenimento di una rappresentanza autonoma all’interno del comitato provinciale vitivinicolo. Nell’ambito dell’assemblea è stato inoltre presentato il nuovo sito internet www.Fws.it  curato dal direttore Christian Rottensteiner, dove è possibile trovare tutte le informazione su attualità, appuntamenti, manifestazioni e pubblicazioni riguardanti i vignaioli dell’Alto Adige; saranno inoltre aggiornati i loro obiettivi e sviluppi affiancati da un intranet per ogni socio. Josephus Mayr: nato nel 1960, figlio di una nota famiglia vitivinicola bolzanina, passa a soli 21 anni alla conduzione dell’azienda Erbhof Unterganzner di Cardano, amministrando più di 8 ettari di vigneto. Lo spirito di servizio con il quale si dedica alle sue viti, lo hanno portato alla realizzazione di vini non convenzionali ed alla loro premiata presenza su guide internazionali rendendolo noto al mondo di coloro che nel buon vino riconoscono l’anima del territorio.  
   
   
FALERIO DEI COLLI ASCOLANI DOC, ROSSO PICENO DOC E PRODOTTI BIOLOGICI PROTAGONISTI DELLA BEA , BANCO DELL’ENOGASTRONOMIA A SAN BENEDETTO DEL TRONTO  
 
I vini e gli altri prodotti tipici agroalimentari del Medio Adriatico si presentano alla Bea di San Benedetto del Tronto il 23 e 24 aprile. Verranno presentate le annate del nuovo vino Doc “Offida”, che prevede le tipologie Offida Rosso, e i bianchi Offida Pecorino, Offida Passerina, anche nelle versioni Spumante, Passito e Vino Santo. La produzione vitivinicola in questa zona vanta una tradizione tanto antica che la sua fama era già consolidata in età romana: sono infatti numerose anche le testimonianze letterarie degli autori antichi che ricordano con accenti fortemente positivi i vini piceni. Qui nasce infatti il bianco Falerio dei Colli Ascolani doc e il Rosso Piceno doc che, in una zona più ristretta prevede anche la tipologia “Superiore”. Oltre ai migliori vini marchigiani, saranno protagonisti del Bea anche i prodotti biologici della cui produzione la regione Marche vanta una leadership mondiale, i prodotti alimentari tipici del territorio regionale e una rappresentanza di prodotti nazionali selezionati da un tema specifico. In questa edizione, infatti, oltre all’ottima qualità dei prodotti presentati in stretto legame con il territorio, Bea vuole contribuire alla nascita di un processo di Certificazione di Qualità del territorio promuovendo, attraverso incontri, seminari e workshop, una riqualificazione dei servizi e dei prodotti. La presenza dei nuovi partner, Regione Marche, Sistema Turistico Locale Piceno Mare Monti, Cna, Comune di San Benedetto del Tronto, Camera di Commercio, Provincia di Ascoli, Cassa di Risparmio di Ascoli, Assindustria di Ascoli e Coldiretti ha dato un forte impulso alla Bea orientandola verso la valorizzazione della qualità, la salvaguardia delle lavorazioni artigianali e l’informazione dei consumatori. Per questo, sono state attivate strette forme di collaborazione con l’Associazione Italiana Sommeliers (Ais) delle Marche, con l’associazione di produttori vitivinicoli del Piceno Vinea e con l’Istituto Alberghiero di Stato di San Benedetto del Tronto. Oltre all’esposizione-degustazione dei prodotti verranno proposte una serie di degustazioni guidate da esperti e sarà previsto uno spettacolo particolare per gli studenti delle scuole sull’educazione alimentare. Www.rivieradellepalme.it  
   
   
WEINKOST 2005: MOSTRA VINI DI BOLZANO  
 
La Mostra Vini di Bolzano si apre agli enoappassionati dal 21 al 23 aprile 2005 presso il regale Castel Mareccio. Per tre giorni protagonista sarà l’enologia dell'Alto Adige, con i nuovi prodotti dell'annata 2004 e le bottiglie Riserva degli ultimi anni, presentati personalmente dai produttori e dagli enologi altoatesini. La cultura del vino in Alto Adige al centro della scena La Mostra Vini di Bolzano è un vero e proprio forum d'incontri. La cultura e la produzione enologica dell'Alto Adige ne sono i protagonisti assoluti, un'esperienza indimenticabile per i cultori del bere bene. A partire dall’edizione scorsa della Weinkost, la Mostra Vini di Bolzano ha cambiato volto, orientandosi di più sul consumatore che sarà accompagnato per mano nel suo viaggio conoscitivo e gusto-olfattivo dentro l’enologia altoatesina attraverso un ricco programma di eventi e occasioni di degustazione e soprattutto un diretto approccio con i produttori e il territorio. Vendemmia 2004: un'annata eccelsa! Il 2004 si prefigura come un'annata memorabile per i vini bianchi per tipicità, freschezza e aromaticità. I vini rossi si preannunciano eleganti, ben strutturati e promettono grande piacere nella degustazione. I vini bianchi altoatesini dell'annata 2004 presentano intense note fruttate, freschezza, vivacità e buona struttura. Uve sane, gradazioni zuccherine ottimali e livelli di acidità nella norma hanno prodotto vini eccellenti e armonici, con tutte le caratteristiche tipiche dei raffinati bianchi dell'Alto Adige. Il 2004 è l'annata degli eleganti e seducenti Pinot Bianco e Chardonnay, dei robusti Sylvaner e dei fruttati Müller Thurgau. Il Sauvignon 2004 si presenta aromatico, fine e dal gusto deciso, mentre il Gewürztraminer mantiene i livelli eccellenti dello scorso anno. Tra i vini rossi altoatesini dell’annata 2004, la Schiava si presenta elegante e intensamente fruttata, con una fresca acidità e un basso contenuto tannico. Molto promettente il Pinot Nero, con i suoi aromi fruttati e la struttura finemente elegante. Per il Lagrein si delinea un'annata decisamente superiore alla media, con alte gradazioni zuccherine, buoni livelli di acidità ed elevato contenuto tannico. I Merlot e i Cabernet 2004 si presentano intensamente fruttati ed eleganti, ben strutturati e di lunga persistenza gustativa. Confronto e degustazione di varietà. Le degustazioni tematiche sono un’occasione preziosa per approfondire la conoscenza della cultura enologica dell’Alto Adige, dei suoi territori vitivinicoli e della variegata gamma dei vini altoatesini. Le varietà in primo piano quest’anno a Castel Mareccio sono il Pinot Bianco, il Gewürztraminer e le Cuvées bianche, la Schiava, il Pinot Nero e il Merlot, protagoniste di degustazioni tematiche in cui saranno presentati e messi a confronto prodotti di livello assoluto. La varietà di vitigni in Alto Adige riflette la varietà del paesaggio stesso: il Pinot Bianco è il tipico vino bianco altoatesino, fresco, fine e dal bouquet fruttato. Il Gewürztraminer dall'intensa aromaticità ha già iniziato la sua marcia trionfale in tutto il mondo. Le Cuvées bianche riflettono la varietà dei vitigni e la straordinaria abilità degli enologi. La Schiava è il vino rosso altoatesino per eccellenza: fruttato, leggero e beverino. Il Pinot Nero dell'Alto Adige seduce per eleganza e raffinatezza, il Merlot per il suo frutto intenso, la morbidezza e il basso contenuto tannico. Una mostra per incontrarsi. Il territorio vitivinicolo altoatesino si presenta al visitatore enoappassionato non solo nelle sale del regale Castel Mareccio: anche le cantine si aprono nei giorni della Mostra per chi voglia avere un approccio più diretto con i produttori e il territorio. In programma quest’anno vi sono visite guidate alla Cantina Produttori Colterenzio di Cornaiano, alla Cantina Vini Josef Brigl di S. Michele-appiano e alla Tenuta Manincor di Caldaro. Vino & gastronomia. Per i gourmet anche quest’anno la Mostra Vini di Bolzano rappresenta una golosa occasione. Un'attenzione tutta particolare viene riservata al giusto abbinamento tra vino e cibo. Il Bistro della Mostra Vini invita a un momento di relax e di piacevole convivialità: qui il visitatore ha la possibilità di riprendere le energie prima di immergersi di nuovo nelle degustazioni. Per ulteriori informazioni è consultabile il sito www.Mostravini.it  un'esperienza indimenticabile. In occasione del Wineparty verrà anche assegnato il Premio alla Cultura Enogastronomica dell’Alto Adige.  
   
   
DAGLI ZUCCHERINI DELLA VAL DI BISENZIO AGLI AMARETTI DI CARMIGNANO FINO AI BISCOTTI DI PRATO, DI CUI SI CONSERVA ANCORA LA RICETTA SETTECENTESCA: É LA "STRADA DEI BISCOTTI"  
 
E' la prima "Strada dei biscotti" in Italia, un itinerario goloso attraverso la ricca produzione del territorio, decine e decine di piccoli produttori e forni artigianali che si tramandano una secolare tradizione tipica della provincia di Prato ricca di laboratori artigianali e di forni equamente divisi su tutto il territorio. L'occasione per sperimentare la "Strada dei biscotti" è offerta dalla sesta edizione di Di vini profumi, l'evento organizzato da Provincia di Prato, Camera di Commercio e Strada medicea dei Vini di Carmignano. La produzione più famosa è quella dei biscotti di Prato, dolci di forma più o meno rettangolare di pasta farcita di mandorle e pinoli, tuttora prodotti in laboratori di antichissima tradizione sparsi un po' ovunque sul territorio. La prima ricetta documentata dei biscotti di Prato si trova in un manoscritto di Amadio Baldanzi, noto personaggio pratese vissuto nel Settecento. Il testo è ancora conservato nell'Archivio di Stato pratese. Da qui inizia la vicenda storica dei biscotti di mandorle, ma la loro origine è sicuramente più antica e affonda le radici nella tradizione secolare dei maestri fornai pratesi. E' da secoli infatti che il pane di Prato è famoso e ricercato in tutta la Toscana e con esso i biscotti che per consuetudine venivano fatti la domenica negli stessi forni da pane. Gli zuccherini, biscotti tondi e leggeri immersi dopo la cottura nello zucchero fuso, sono invece tipici della Val Bisenzio dove l'ambiente montano si caratterizza per gli splendidi castagneti e per i rigogliosi oliveti. I dolci declivi del Montalbano sono anche la patria degli amaretti di Carmignano, zona nota come la più piccola docg italiana ma con una produzione di eccezionale qualità anche di olio extravergine. Degni di attenzione sono anche i brutti boni, biscotti della tradizione pratese di forma rotondeggiante ed irregolare, ricchi di mandorle tritate, croccanti fuori e morbidi dentro: sono biscotti di origini semplici, per i quali anticamente si utilizzavano i noccioli di pesche e susine. La "Strada dei biscotti" si avvale di una mappa cartacea, comprendente tutti i forni e i laboratori artigianali attivi sul territorio.  
   
   
RASSEGNA PESTO E DINTORNI, LA BORSA ENOGASTRONOMICA DI PESTO, VINO E OLIO DI QUALITÀ A CHIAVARI, GOLFO DEL TIGULLIO DAL 17 AL 19 GIUGNO  
 
La varietà di paesaggio ligure ha consentito lo sviluppo di una varietà di prodotti enogastronomici molto importanti che oggi si vogliono valorizzare e far conoscere attraverso Pesto e dintorni & Vinolium. L’ulivo ad esempio è oggi il segno distintivo dell’agricoltura in Liguria; coltivato sulle innumerevoli terrazze fatte con muri a secco non se ne ricava solo olio d’oliva ma prodotti come le salse a base di olio d’oliva o prodotti da bagno. “Pesto e dintorni & Vinolium” è l’evento nato è per valorizzare il territorio ed i suoi prodotti che vedrà protagonista il Golfo del Tigullio ed in particolare Chiavari con i suoi prodotti tipici: il pesto, l’olio ed il vino. Chiavari con alle spalle il verde delle viti e degli ulivi diventerà teatro della Rassegna e Borsa enogastronomica dedicata al Pesto e alle produzioni di Vino e Olio di Qualità dal 4 al 19 giugno. Pesto e dintorni & Vinolium consisterà in una serie di eventi legati al mondo dell’enogastronomia ed iniziative culturali che coinvolgeranno il centro storico della cittadina ed il Golfo del Tigullio. Pesto e dintorni & Vinolium tende a valorizzare l’aspetto culturale dell’enogastronomia attraverso lo studio e la ricerca delle antiche tradizioni liguri. La programmazione della Rassegna Pesto e dintorni partirà dal 4 al 19 giugno e prevede la presentazione del Golfo del Tigullio e di Chiavari attraverso la valorizzazione della sua enogastronomia. Gli eventi previsti: salone espositivo, serate gastronomiche, seminari, laboratori di degustazione e presentazioni di prodotti enogastronomici coinvolgeranno il territorio. Durante la Rassegna il pubblico potrà visitare la Via del Pesto, un percorso dove saranno esposti e commercializzati gli ingredienti necessari per cucinare la prelibata salsa ligure. Citiamo alcune proposte presentate durante la Rassegna di ristoranti nella scorsa edizione di Pesto e dintorni: trofie e trenette al pesto, mandilli de sea al pesto, picagge al pesto, lavagnette al pesto, sformato di gamberi con crema di pesto, totanetti con olive e pesto e… persino la pizza e la focaccia con il pesto. Per dolce: cremino al basilico e pinoli, semifreddo al basilico ed altre leccornie a base di pesto. Gli eventi legati a Pesto e dintorni cominceranno, appunto sabato 4 giugno, con la proposta del Menu Pesto e Dintorni in alcuni ristoranti del Golfo del Tigullio. Visto il successo della precedente edizione, a cui hanno partecipato 30 ristoranti del Golfo, questa Rassegna, nell’edizione 2005, viene riproposta ed ampliata potenziando il numero dei ristoratori che aderiranno all’iniziativa. Il Menu Pesto e Dintorni prevede che nei ristoranti, si preparino pietanze a base di Pesto ed i suoi ingredienti. Ciò viene proposto per evidenziare come gli ingredienti del pesto ed il pesto stesso rappresentino la base della gastronomia locale e possano far esaltare svariate pietanze. Gli eventi Clou. La manifestazione sarà costituita dalla Rassegna enogastronomica e dall’esposizione legata al Pesto “Pesto e dintorni” e dalla “Borsa” “Vinolium” dedicata al vino e all’olio di qualità; gli eventi clou saranno incentrati il fine settimana che va dal 17 al 19 giugno. Nell’edizione scorsa la Borsa Vinolium si era tenuta solo per due giornate, mentre nell’edizione 2005, visto il successo e la richiesta del pubblico, verrà estesa a tutte e tre le giornate di Rassegna Pesto e dintorni. Quindi sempre venerdì 17 verrà inaugurata insieme alla Via del Pesto anche la Borsa Vinolium. Per quanto riguarda la Borsa si tratterà di un’area espositiva con stand che esporranno vino e olio di qualità. A Vinolium saranno esposti prodotti vitivinicoli e olivicoli liguri che rappresenteranno i padroni di casa, ma per valorizzare l’aspetto culturale dell’olio e del vino, saranno ospitati prodotti provenienti da altre regioni italiane. La Borsa sarà aperta al pubblico, ma sarà anche destinata agli operatori professionali che qui potranno incontrare direttamente i titolari delle qualificate aziende agricole espositrici. Gli eventi collaterali. Gli eventi collaterali alle esposizioni saranno costituiti da: convegni e seminari sul Pesto, corsi su come si prepara il Pesto, corsi di degustazione del Pesto e sui possibili abbinamenti Pesto-vino, simposi sull’olio, degustazione di vino e di olio. Quest’anno verranno potenziati i “laboratori di degustazione”che saranno organizzati durante le tre giornate di Rassegna e messi a disposizione del pubblico a titolo gratuito, come gratuito è l’ingresso alla Rassegna del Parco di Villa Rocca, dell’Auditorium San Francesco e della Sala delle Clarisse. Negli appuntamenti di Incontra il produttore ci saranno presentazioni di prodotti enogastronomici in alcuni negozi del centro storico di Chiavari. Tornerà l’appuntamento con le vetrine “Pesto e dintorni” nelle vie di Chiavari. Nella precedente edizione della manifestazione i commercianti hanno collaborato attivamente alla manifestazione allestendo delle vetrine molto originali sul tema del pesto, che per una settimana ha letteralmente invaso la splendida città del Tigullio.  www.Pestoedintorni.org  
   
   
MANTOVA AL PROFUMO DI PANE DAL 6 ALL’8 MAGGIO  
 
Nelle Piazze del Centro Storico e Palazzo della Ragione di Mantova si svolgerà la quarta rassegna Nazionale “Il Pane, i suoi luoghi e le sue città” dal 6 all’8 maggio. Un proverbio dice: “non c’è cibo di re, più saporito del pane”. E mai detto popolare è stato così sentito come a Mantova che darà vita alla quarta rassegna nazionale “Il pane, i suoi luoghi e le sue città”, sull’alimento principe della tavola. Nel week end 6-8 maggio i territori italiani si ritroveranno nelle piazze del centro storico della terra di Virgilio, per far riscoprire la tipicità e la tradizione gastronomica di ciò che può essere definito l’essenza della nostra civiltà. Gli antichi egizi furono i primi a fare del pane un alimento quotidiano. I greci ne erano dei grandi consumatori. In Italia, l’arte della cottura del pane arrivò a Roma, grazie ai panettieri greci fatti schiavi, nel 168 a.C. Da sempre offrire o condividire un pezzo di pane è la forma più autentica dell’accoglienza. E Mantova, farà appunto da capofila per una vera Kermesse del gusto. Del resto gli italiani amano il pane. E’ il paese europeo dove è più alto il consumo procapite: quasi 20 kg a persona in più della Francia seconda classificata. L’italia, inoltre vanta oltre 200 tipi di pane, con una stima di circa 1500 varianti. Molte di queste proposte - pane di Altamura (il pugliese di grano duro, l’unico al momento a fregiarsi del marchio Dop ), michetta (piccola pagnotta all’olio di oliva che trionfa sulle tavole di Milano), rosetta (pagnotta più leggera della capitale), coppia ferrarese (che ha l’Igp), solo per fare qualche nome, ma anche il “baule”, tipicamente mantovano che sembra uno scrigno - saranno esposte e messe in vendita dai panificatori negli stand allestiti in Piazza Sordello. A Palazzo della Ragione, e sarà la novità di quest’anno, ci sarà la mostra “Bello come il pane”, esposizione dei pani tipici italiani. Per ogni pane esposto ci sarà una scheda informativa relativa alla provenienza, modalità di produzione e curiosità varie ad esso legato. Un esempio: l’origine dei pani non lievitati che venivano cotti in forni rudimentali scavati nel terreno. Tutta la città profumerà di forme appena sfornate, i negozi del centro presenteranno la loro interpretazione delle tradizioni dell’arte bianca, in collaborazione con i Panificatori Mantovani, nelle “Vetrine di pane”, abbellite e arricchite con decorazioni caserecce dell’alimento più antico della tradizione culinaria. Sarà premiata la vetrina più originale. Non mancheranno percorsi gastronomici, laboratori didattici (“Mani in pasta”), che coinvolgeranno i più piccoli, ma, new entry, anche gli adulti nella preparazione di pani fatti in casa. E ancora, a cura del Centro Teatrale Corniani, lettura teatralizzata “Il pane ci racconta” e attività ludiche dedicate ai bambini (esempio “I Pangiochi”). Nell'isola del pane verranno proposte degustazioni a tema e abbinamenti tra i diversi tipi di pane e altri prodotti di nicchia, come il lambrusco, il miele e i formaggi, mentre il sindacato panificatori sarà presente in Piazza sordello con il "pane in piazza", produzione e vendita di specialità da forno mantovane. Sarà una vera e propria kermesse del gusto e un’occasione per un tour nella città gonzaghesca, così ricca di Palazzi ed opere d’arte, ma anche un momento di socializzazione e di incontro, perché il pane è “vita” e non solo nutrimento. Non per altro gli Amish lo chiamano lievito dell’amicizia. Info: Comune di Mantova tel. 0376/338359-560 www.Comune.mantova.it  
   
   
SISTEMA PREMIANTE GRUPPO CO.PRO.B. - ITALIA ZUCCHERI “PREMIO SICUREZZA 2004” ALLO STABILIMENTO CO.PRO.B. DI MINERBIO.  
 
Creare e promuovere una moderna “cultura della sicurezza” basata su valori di etica imprenditoriale collettiva e sull’integrazione della responsabilità sociale, al fine di ridurre o prevenire gli incidenti sui luoghi di lavoro e migliorare la qualità della vita lavorativa. È questa la filosofia sottesa all’istituzione del “Sistema Premiante”, alla seconda edizione e per il primo anno esteso anche a tutti gli Stabilimenti del Gruppo Co.pro.b., oltre che a quelli di Italia Zuccheri come avvenuto nell’edizione precedente. Il “Premio Sicurezza 2004” si inserisce nell’ambito dei progetti di miglioramento nell’area Qualità/ambiente/sicurezza volti a premiare gli Stabilimenti del Gruppo che attuano le disposizioni di legge con criteri di eccellenza ed alti standard qualitativi. Porre l’accento sulla necessità di intervenire nell’ambito della sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro, significa per il Gruppo Co.pro.b. E Italia Zuccheri farsi promotori di una cultura imprenditoriale responsabile, capace di divenire elemento di congiunzione tra il mondo industriale, il pubblico interno e gli stakeholder coinvolti. L’obiettivo è quello di sottolineare e far entrare in azienda la sicurezza come nuovo modello di progettualità della professionalizzazione delle singole risorse umane, anche attraverso incentivi aventi natura preventiva di tipo premiante e simbolica. Quest’anno, il “Premio Sicurezza 2004” viene assegnato allo Stabilimento di Co.pro.b di Minerbio (Bo), che ha ottenuto sia il migliore risultato in termini di calo percentuale dell’indice di frequenza degli infortuni (If) sia il miglior risultato in termini di minor indice di frequenza degli infortuni in valore assoluto nel corso del periodo di riferimento nella gestione 2004, rispetto agli altri Stabilimenti del Gruppo. “Una vera cultura della sicurezza deve essere alimentata e sostenuta continuamente sia attraverso l’organizzazione di attività mirate di prevenzione, manutenzione e formazione sia tramite la costruzione di un dialogo costruttivo tra azienda e mondo del lavoro, all’interno di un quadro condiviso di responsabilità e doveri.” – ha dichiarato Fabio Filippini - Direttore dello Stabilimento Co.pro.b. Di Minerbio – “Sono fermamente convinto che farsi portavoce di un percorso di sicurezza significhi soprattutto promuovere una produzione del sapere e del saper fare, nell’ottica di una massima ottimizzazione della gestione dell’imprevedibilità dell’infortunio”. Oltre 300.000 €uro il totale dell’impegno economico in sicurezza nel corso dell’anno 2004, che si sono tradotti in investimenti diretti sugli impianti, circa 3.000 ore in corsi di formazione sia del personale fisso che avventizio, acquisto di vestiario, Dpi (dispositivi di protezione individuali), segnaletica cartelli (stradali – sicurezza): sono questi i parametri che testimoniano il consistente impegno economico in sicurezza dello Stabilimento di Co.pro.b. Di Minerbio e che hanno portato alla performance positiva anche sotto il profilo della progressiva diminuzione della percentuale degli infortuni sul numero di addetti che è passata dal 9,02% del 2003 al 3,72% del 2004. “L’esperienza dimostra che una cultura della sicurezza rappresenta un vantaggio sia per i lavoratori che per l’azienda” - ha continuato Fabio Filippini – “Diverse tecniche di prevenzione si sono dimostrate efficaci, permettendo al contempo di evitare gli incidenti sul lavoro e di migliorare i risultati dell’impresa”. “Ma il rischio degli infortuni - ha concluso Filippini – “è un nemico sempre in agguato, per questo nonostante i risultati positivi ottenuti non bisogna mai abbassare la guardia e mantenere alto il livello di attenzione con continue azioni di prevenzione e formazione”. Lo Stabilimento di Minerbio, eletto “modello di sicurezza 2004”, sarà premiato con un assegno, da devolvere secondo regolamento ad una un’associazione no-profit, e un Trofeo realizzato dalla giovane artista ferrarese Lucia Bruni, la cui ideazione creativa è volta a valorizzare il connubio tra il mondo industriale e quello agricolo. Lo Stabilimento di Minerbio ha scelto di conferire l’intera somma ricevuta, pari a 2.500 €uro, alla Pubblica Assistenza Croce Italia Sezione di Malalbergo. “Questa seconda edizione del “Sistema Premiante” rappresenta una tappa importante per il Gruppo Co.pro.b. E Italia Zuccheri” - ha sottolineato Fabio Filippini – “Infatti, l’essere parte e motore di una cultura della sicurezza che segue e promuove i temi della responsabilità sociale e dell’etica, significa essere parte riconosciuta di quella rete di soggetti, singoli e collettivi, che quotidianamente rappresentano risorse ed energie di allargata, condivisa, partecipazione.”  
   
   
DA TRIESTE, I DOLCI DELLA MITTELEUROPA: PINZA, PUTIZZA, PRESNITZ E FAVE  
 
“Trieste golosa” offre una tradizione dolciaria vasta e curiosa per il palato. Le influenze slovene, austro-ungariche o ungheresi si ritrovano passeggiando tra i caffè storici della città e perdendosi nelle vetrine delle più famose pasticcerie. In un tripudio di leccornie, il vero goloso non potrà resistere ad una fetta di torta sacher (testimonianza del legame con l’impero austro-ungarico), immergersi nella tradizione slovena tra assaggi di struccolo de pomi (strudel alle mele), struccolo cotto (strudel alle noci), putizza e presnitz ed assaporare le influenze ungheresi nella torta ribojanci o dobos. E poi ancora tra crostoli (chiacchiere veneziane), krapfen (bomboloni alla marmellata o alla crema), fritole (specie di piccola frittella) o pinza (corrisponde più o meno alla “brioche” francese). Sulle origini dei dolci triestini le ipotesi sono tante, spesso fantasiose, ma caratterizzate da un comune denominatore nella provenienza di molti elementi dalla cucina ebraica e dalle cucine dei paesi del Mediterraneo. Si ritrovano infatti ingredienti simili nella composizione dei vari ripieni, come l’utilizzo di frutta secca (uvetta, mandorle, noci) portata dalle “calandre” (navi da trasporto greche), oltre all’utilizzo della pasta “fillo” di origine turca. I dolci tipici di Trieste scelti come rappresentanti nell’itinerario della grande iniziativa promozionale “Trieste golosa”, sono la Pinza, la Putizza, il Presnitz e le Fave Triestine. Pinza. “La pinza se fa con fior de farina, zuchero, ovi e acquavite de casa”. Il più diffuso dei dolci pasquali nella tradizione di Gorizia e Trieste, si presenta come una pagnotta o focaccia semi dolce frutto di una lunga preparazione e lievitazione. Le nonne impastavano a mano, intorno a un tavolo, incominciando il primo lievito alle prime luci del mattino, lavorando la pasta a più riprese con uova, burro e zucchero, per poi farlo cuocere al forno di fiducia. Alcune, le più diffidenti, mettevano un bigliettino sul proprio panetto o ne facevano un segno sopra, in modo da non rischiare che si confondesse con altre Pinze! La mattina di Pasqua, dopo la messa, la famiglia si riuniva per una colazione rituale, composta, tra le altre cose, dal prosciutto cotto o arrostito per il quale la Pinza faceva da companatico insieme al fiore di finocchio o al rafano grattugiato. L’origine etimologica della Pinza (o Pinsa) è fonte di discussione: alcuni sostengono derivi dal latino “pinsare = schiacciare” altri, ed è la tesi più probabile, ne ritrovano origini longobarde dal “bizzo/pizzo” (al femminile “pizza”) ovvero “boccone” e dal verbo “bizan” cioè “mordere”. Putizza . Tipico dolce della tradizione pasquale Teresina, come il Presnitz o la Pinza, la Putizza si distingue però per un carattere e un sapore più familiari. La sua caratteristica e grande raffinatezza, risiedono nella ricchezza di ingredienti del suo ripieno e nella formazione del dolce che viene arrotolato unitamente alla pasta formando un insieme soffice e profumato. Una rollata ripiena di noci, uvetta e pinoli, pasta lievitata e un ripieno, simile a quello della «gubana» friulana anche nella forma, arricchito da rhum e vino di Cipro e da alcune spezie come cannella, noce moscata e chiodi di garofano. L’origine è certamente slava, derivante dal termine potica, o meglio dal verbo poviti, ovvero avvolgere, arrotolare ed è ancora una volta specchio della complessità etnica e storica del territorio. Presnitz. Il Presnitz, particolare dolce della tradizione teresina nasce a metà del Xix secolo, quando un evento importante mise in movimento tutta la città di Trieste. Per accogliere degnamente "Sissi" Imperatrice d'Austria e Ungheria, in visita al Castello di Miramare, la città si fece festosamente bella. S’indissero concorsi e gare per oggetti d'arte, artigianato, gastronomia e pasticceria con un premio particolare alla torta più originale dedicata all’imperatrice. In un’elegante pasticceria del centro apparve per la prima volta un dolce creato per l'occasione. Portava sovrapposta la scritta "Se giri il mondo ritorna qui". Premiato con il titolo di "Preis Prinzessin" (Premio Principessa), ben presto i triestini lo chiamarono sbrigativamente e amorevolmente Presnitz. Trieste si arricchiva così di un dolce fatto di frutta, noci, nocciole, mandorle, uvetta, pinoli, liquore, avvolti in uno strato sottile di pasta sfoglia che rimarrà a suggello di tradizioni e liete ricorrenze. In realtà la filologia insegna che presnitz ha una chiara origine slava nel termine presnec, diminutivo usato per i pani non lievitati. In effetti la pasta del Presnitz è tirata e non lievitata, il ché ci riporta ad una tradizione tipicamente ebraica. Favette o fave del morto. Secondo Plinio, le fave contenevano le anime dei defunti e venivano usate quindi nel culto dei morti come “incantesimi protettori”. Dagli archivi di una delle più antiche pasticcerie triestine, la Pasticceria Pirona fondata il 1 gennaio 1900, risulta che le fave entrarono a far parte delle golosità di Trieste all’epoca dell’inaugurazione del Castello di Miramare. Dolci, rotonde, a base di mandorle, dalla dimensione di una piccola ciliegia, del colore bianco naturale, rosa o marron, apparivano verso la metà di ottobre in tutte le vetrine di pasticceria. Anche oggi le fave sono il dolce tipico nella ricorrenza della festività dei morti, quando le vetrine delle pasticcerie si riempiono di sacchettini marrone, rosa o bianchi. Nelle ricette originarie, a cui i migliori pasticcerie si attengono ancora, le mandorle venivano macinate e lasciate asciugare per due giorni in un canto del focolare, per poi essere amalgamate a zucchero, uova e alcool. L’amalgama ottenuta veniva poi divisa in tre parti alle quali si aggiungevano cedro per le fave bianche, cacao per quelle marroni e olio di rose per quelle rosa, lasciandole infine tostare in forno appena tiepido.  
   
   
LE ROTTE DEL GUSTO: SAPORI NOMADI - TAVOLA ROTONDA SULLE TRADIZIONI DEL CIBO DI STRADA, IN ITALIA E NEL MONDO  
 
Venerdì 29 aprile 2005 , Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Siena, sede di Arezzo. Chef Kumalé sarà relatore alla tavola rotonda. Queste le sue posizioni teoriche “Nell'orgia dell'attuale insipida trasparenza dei discorsi gastronomici, a cui partecipa da protagonista il mezzo televisivo, val la pena chiedersi quali categorie estetiche ed estetiche partecipino alla valorizzazione del cibo e delle bevande: tradizionale, tipico, creativo, rivisitato; globale, esotico, locale, casalingo; veloce, lento; leggero, pesante; materno, antimaterno, post-materno, etc. Terza via tra il fast-food e lo slow food, il cibo di strada si propone come oggetto privilegiato tra le modalità alimentari di una società che tende allo spiluzzicamento (cgr. Cl. Fischler, L'onnivoro). Le conversazioni aretine intendono riflettere sui modi, le tecniche, le regole antiche e nuove, le creolizzazioni, le collocazioni urbane ed extra-urbane, i rituali festivi, le resistenze da mettere in atto di fronte ai fantasmi igienici e salutisti, e così indicare le prospettive future dello street-food. In coerenza con il nomadismo, che il cibo ambulante implica, parteciperanno al convegno studiosi di differenti discipline, comunicatori e organizzatori di eventi, così come saremo curiosi nei confronti delle più diverse ed esotiche forme del mangiare in strada. Siamo convinti che lo street food offra oggi la propria sintassi, la leggerezza del gesto, il tempo breve del frammento ad una domanda che rifugga dalle forme attuali di comunicazione, tanto ossessive ed indigeste.”  
   
   
CHEF E RISTORATORI A CACCIA DI INNOVAZIONE RISCOPRONO LA TRADIZIONE - L’OSSERVATORIO S.PELLEGRINO PRESENTA LE CARTE VINCENTI DELL’ALTA RISTORAZIONE.  
 
Importante la sperimentazione, ma fondamentale la scelta e la selezione dei prodotti. “Saper rinnovare senza rinunciare alla tradizione”: questo è il segreto del futuro dell’alta ristorazione per i più famosi chef italiani ed internazionali. Una tendenza che coglie la domanda latente di una clientela sempre più esigente e attenta ai particolari: dall’arredamento all’atmosfera, dallo stile al design considerati, insieme alla tradizione, elementi fondamentali. Complici del cambiamento anche i media e la tv, ormai divenuti i principali promotori della cultura e della qualità dell’alta ristorazione. L’importante, però, è dare spazio ai veri esperti, senza lasciarsi condizionare troppo dalle mode del momento con il rischio di banalizzare, così, l’intero settore. Questo è quanto emerge da uno studio promosso dall’Osservatorio S.pellegrino, in collaborazione con Eta Meta Research: 164 gli chef e i ristoratori intervistati durante “Identità Golose”, il primo grande congresso italiano di cucina d’autore. Sapersi rinnovare, senza rinunciare alla tradizione e alla cura assoluta nella scelta degli ingredienti. Ecco le parole d’ordine per l’alta ristorazione. Quali le maggiori e più sentite esigenze dell’alta ristorazione? Il 31% ritiene essenziale il sapersi rinnovare senza rinunciare alla tradizione. Importante è, inoltre, mantenere un equo rapporto tra qualità e prezzo: un’esigenza manifestata dal 23,8% degli intervistati, che incide in maniera particolare sulle presenze nei ristoranti più blasonati. Segue la necessità di garantire la massima qualità degli ingredienti e delle materie prime utilizzate (17,8%). Irrinunciabile la continua sperimentazione (14,8%), ma non mancano nemmeno gli estremisti del fornello: per il 6% il prezzo non conta, a dover essere garantita è sempre e solo l’altissima qualità della propria cucina. Ma com’è cambiato il mondo della cucina d’autore rispetto al passato? Il 22,6% degli intervistati sottolinea l’attenzione per la sperimentazione, il 21,4% parla di una rilevante “influenza da parte di cucine estere”, ex aequo con la maggiore attenzione riservata al “singolo ingrediente”. Il 15,4% parla invece di una “maggior cura nella presentazione dei piatti”. E per il prossimo futuro quali saranno i cambiamenti? Per il 41,6% il trend più forte è sempre “Maggior attenzione agli ingredienti”. Il 15,4% si aspetta una evoluzione della clientela. Il “ritorno alla tradizione” è segnalato invece dall’11,3%, mentre il 10,1% degli di chef e ristoratori sono convinti di una “Maggiore commistione cibo/arredamento”. Ma negli ultimi anni come è cambiata la clientela dell’alta ristorazione italiana? Il 26,2% degli esperti ritiene che la clientela sia maggiormente “esperta e informata”, “più attenta ai particolari” (22%), più curiosa (17,3%) e, in generale, “più preparata” (13,7%). Dato importante, la presenza di una clientela sempre più giovane (12%). Una cucina sempre più protagonista, ma per crescere e diffondere la culturaeno-gastronomica devono aumentare comunicazione e immagine. “Quali sono i maggiori cambiamenti che hanno coinvolto i ristoranti?” Il 22% degli intervistati ha risposto che “la cucina è diventata sempre più “protagonista”. Il 17,8% ha invece evidenziato una “maggiore importanza verso la comunicazione”. “La presentazione dei piatti” (16,6%) assume sempre più un ruolo centrale, seguita dall’atmosfera come elemento fondamentale (15,3%), dall’aumento dell’offerta di vini e piatti (13,7%), per arrivare alla grande importanza data alla scelta dell’arredamento (13%). Ma quali sono gli elementi da privilegiare per soddisfare sempre più le esigenze della clientela? Ben il 31,5% pone come prioritaria la comunicazione. Basta dire che quasi nove chef e ristoratori su dieci (88,2%) sono convinti che oggi l’immagine è fondamentale per decretare il successo di un ristorante. Oltre al servizio, segnalato dal 28,5% e una cantina ben fornita (12,8%), è imprescindibile un ambiente super curato, con arredamento e oggetti rigorosamente di design (11,3%). Da migliorare anche elementi ritenuti in passato di secondaria importanza, come una grande cura nell’illuminazione del locale (7,1%) e in tutto ciò che comprende l’aspetto acustico e sonoro. Per 8 chef su 10 positiva l’attenzione dei mass media sull’eno-gastronomia: permette di far cultura e di promuovere l’Italian style e la qualità dei prodotti. Cosa ne pensano chef e ristoratori della grande attenzione che i mass media stanno dedicando al mondo dell’eno-gastronomia? La stragrande maggioranza degli intervistati ne da un giudizio assolutamente positivo (81,9%). I motivi? Consente di diffondere la cultura del buon mangiare e del buon bere (42,8%), oltre al fatto che è un ottimo strumento per esaltare e promuovere la qualità dei prodotti italiani (14,2%). Per molti (13%) è anche il miglior riconoscimento per il grande lavoro di sperimentazione e ricerca che viene fatto dal mondo dell’alta ristorazione. Non tutti gli intervistati, però la pensano esattamente allo stesso modo: il 18,1% degli chef considera in modo negativo tutta l’attenzione che viene rivolta dai media all’eno-gastronomia. Secondo loro, infatti, viene dato troppo poco spazio ai veri esperti (7,1%), ovvero si tende a far prevalere la spettacolarizzazione sulla tecnica, così come le mode alimentari del momento vengono eccessivamente enfatizzate (4,8%). Un 3,7% teme invece che tutta questa visibilità rischi di banalizzare l’intero settore. Naturalmente le risposte cambiano radicalmente quando si parla dei diversi tipi di trasmissioni che parlano e che hanno parlato di eno-gastronomia nell’ultimo periodo. Promossi a pieni voti Alice (voto 7,5) e Gambero Rosso (voto 6,8) i due canali satellitari che danno maggiore spazio alla cucina e all’eno-gastronomia, così come alla rubrica Eat Parade, del Tg2 (voto 6,8). Positivo anche il giudizio sulla rubrica del Tg5, Gusto (voto 6,4) e Linea Verde, su Rai 1 (voto 6,3). Non mancano però le bocciature: a partire da Melaverde, di Rete 4, appena insufficiente (voto 5,9), alle trasmissioni stroncate senza possibilità di recupero. Se Il ristorante, il reality di Rai 1 riesce a sommare una media di voti pari a 1,7, non va tanto meglio per La prova del Cuoco (voto 4,7), Fornelli d’Italia, in onda su Rete 4 (voto 4,4) o Il piatto forte, di Canale 5, la cui media dei voti è di 4,6.  
   
   
CAMBIA GESTIONE E IMMAGINE UN RISTORANTE STORICO DI TRADATE, IN PROVINCIA DI VARESE, IL RISTORANTE LA FERRATA  
 
Alessandro Lomazzi, sommelier e pasticcere proveniente da esperienze irlandesi e Giuseppe Fantoni, per anni responsabile della cucina di un prestigioso ristorante sulle rive del Lago di Como, insieme ad un terzo socio hanno ridato vita a questo locale che punta tutto sulla qualità degli ingredienti proposti e la creatività dei suoi piatti, pur sempre legati alla cucina tradizionale. Dalla zuppetta di moscardini con crostone agliato ai baci di dama in fonduta di formaggio profumati al tartufo, in un ambiente caldo che fa del giallo il suo colore caratteristico, La Ferrata offre all’ora di pranzo menu a prezzo fisso (12 euro) e la sera prelibate cene a 35\45 euro. Tel. 0331.843316  
   
   
ONORE ALL’ASPARAGO BIANCO DI CILAVEGNA CON LE PREPARAZIONI CREATIVE DELLO CHEF DOMENICO PASCOLI  
 
Per festeggiare l’asparago bianco di Cilavegna, il prezioso ortaggio dal sapore delicatissimo, Memorie di Lomellina e il Club di Papillon propongono una giornata speciale. L’asparago bianco di Cilavegna sarà l’assoluto protagonista di una serata evento da non perdere. Verrà infatti presentato nella rivisitazione creativa dello chef Domenico Pascoli, del celebre ristorante Pascoli di Cusago, che all’inizio della stagione dell’asparago, inserisce il prezioso ortaggio bianco nel suo menu. La serata sarà organizzata a Olevano di Lomellina, nello spazio per eventi "Al Museo" in via Uberto da Olevano. Ma prima di gustarlo a tavola sarà possibile assistere alla raccolta, e perché no, anche partecipare. Nel pomeriggio è prevista la visita al Molino Miradolo di Robbio, dove sarà possibile appunto partecipare alla raccolta dei primi asparagi bianchi. L'asparago di Cilavegna è uno dei protagonisti della tradizione gastronomica lomellina. Con le sue punte enormi, mantenute bianche dalla sola terra (sono vietate infatti tutte le coperture), raccolte a mano due volte al giorno, ci racconta di un gusto del vivere che risale a oltre 500 anni fa e che appartiene alla storia dell'uomo in tutte le latitudini. Le campagne intorno a Cilavegna sono ideali per la coltivazione dell’ortaggio di origine asiatica, che richiede terreni leggeri sabbiosi, profondi e ben coltivati. Così da più di cinquecento anni si conserva intorno alle campagne della cittadina pavese la tradizione di coltivare l’asparago, che ha portato a una varietà di particolare pregio e qualità. L’asparago di Cilavegna, bianco e di notevoli dimensioni, è forse l'unico asparago che può essere tranquillamente consumato anche crudo. Il suo aroma, infatti, è estremamente delicato e nel contempo molto persistente: nel palato lascia un’impressione tenue, ma riconoscibile, che rende possibili accostamenti gastronomici sia per affinità sia per contrasto. Per queste sue caratteristiche si presta in modo particolare a preparazioni elaborate come quiche e mousse, creme e gelati, e addirittura dolci da forno. Memorie di Lomellina presenterà il Laumellinum, un dolce all’asparago bianco di Cilavegna, elaborato in esclusiva dalla pasticceria La Dolce Vita di Vigevano. Overland s.R.l. www.Memoriedilomellina.it
 
   
   
“STAR PRESENTA I SEGRETI D’AUTORE”  
 
“Star. Il tuo segreto in cucina», una grande marca, storica ed affermata, che non ha bisogno di presentazioni e che é da sempre riconosciuta come il segreto delle ricette ben riuscite. Vicina ai consumatori e alle loro esigenze, Star é un’azienda attenta alle «nuove tendenze» di gusto e di servizio e proiettata a trovare soluzioni sempre nuove e adatte alla cucina moderna, pur non rinunciando al gusto e alla tradizione. Tendenze di gusto, tendenze di stile. Nella location di «Con Gusto» Star ha unito cucina e desiqn nelle quattro giornate monotematiche de “I segreti d’autore”. Quattro Incontri a tema nei quali Star e lo Chef di Con Gusto Dario Biotti hanno svelato i segreti degli Chef e come esaltare e rivisitare anche i più classici dei sapori reinterpretando in modo originale l’uso di quello che da sempre è un grande segreto nella cucina degli italiani: il dado. Cucina per single, cucina piatti unici mediterranei, cucina con le verdure, cucina per celiaci. E come ultimo segreto.., il dado diventa una «donna stella» , una «Fioritura nella tua testa» oppure un soggetto astratto di una rappresentazione pittorica, a seconda dell’interpretazione di noti artisti moderni che decorano per l’occasione le pareti e la sala espositiva di Con Gusto.  
   
   
ANTICA GELATERIA DEL CORSO PRESENTA LA PRIMA GELATERIA D’AUTORE  
 
Un nuovo modo di gustare e vivere il gelato tra innovazione e tradizione Nasce la Prima Gelateria d’Autore, firmata Antica Gelateria del Corso, nella quale il gelato diventa una vera e propria esperienza di “degustazione”. Uno spazio di design che esalta la presentazione del gelato attraverso un “gioco” di luci, colori, arredi e profumi. Situata nella cornice raffinata di uno dei luoghi simbolo di Milano, Corso Como 9, la Prima Gelateria d’Autore, fonde e armonizza tradizione e innovazione in un’esperienza completa. A lanciarla, in occasione dell’apertura del suo flagship, è Antica Gelateria del Corso, da anni interprete di qualità e ricercatezza nel campo della offerta del gelato. “Abbiamo voluto creare una gelateria con una forte identità – spiega Enrico Zanoni, Direttore Generale Divisione Gelati Nestlé - che fosse espressione concreta dei valori di Antica Gelateria del Corso e che rappresentasse l’emblema della costante qualità che caratterizza i nostri prodotti. Questa è una gelateria, ma è anche un luogo di sperimentazione da cui prende vita un processo di analisi e ricerca delle novità, senza mai dimenticare la tradizione e il prestigio che valorizzano il brand”. Nel solco della tradizione e dei valori che da sempre contraddistinguono Antica Gelateria del Corso, la Gelateria d’Autore reinterpreta il piacere del gelato mescolando la ricercatezza dei sapori, l’eleganza e la cura della presentazione all’attenzione per il design e all’utilizzo di forme inusuali realizzate con materiali tradizionali. Dall’esperienza di Antica Gelateria del Corso e dalla creatività dello Studio Marianelli Design prende vita uno spazio all’interno del quale il gelato trova la sua massima celebrazione. Le calde tonalità del legno massello, le tesserine vetrose dei mosaici di fine ottocento si sposano amabilmente con i led luminosi, il metallo e la resina. I lampadari e le appliques, formati da pendenti di cristallo, si mescolano al plexiglass e alle vernici perlescenti degli accessori. L’attenzione e la cura per i dettagli diventano la cifra distintiva della Gelateria d’Autore. Il gelato si trasforma in una vera e propria forma d’arte impreziosito da spezie, sciroppi e granelle. Cannella, amaretto, papavero, peperoncino e aceto balsamico esaltano il gusto e rendono il piacere del gelato un momento ogni volta diverso ed evocativo grazie ai perfetti abbinamenti tra colori e sapori. L’aroma della cialda calda, creata al momento, il Nevelatte che affonda nella cioccolata calda, le colorate decorazioni, così come la disposizione e la forma del gelato, diventano essenziali e ne determinano la scelta.  
   
   
ESPRESSO: SPAZIO/TEMPO DEL CAFFÈ. È UN GIOVANE DESIGNER CILENO IL VINCITORE DEL CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE INDETTO DA DOMUS E ILLYCAFFÈ  
 
Break in movement di Mauricio Bruna Fruns di Santiago, Cile, è il progetto vincitore del concorso internazionale d’idee “Espresso - spazio/tempo del caffè”, promosso da Domus e illycaffè. Il concorso - lanciato nell’aprile 2004 e rivolto a studenti e progettisti al di sotto dei 35 anni di età - si proponeva di stimolare idee in grado di individuare nuove modalità di fruizione del caffè espresso. 704 i progetti che hanno partecipato: 350 stranieri e 354 italiani. La mostra è curata da Massimiliano Di Bartolomeo; gli interventi grafici sono realizzati da Giuseppe Basile.i vincitori Il progetto di Fruns presenta un nuovo modo di consumare il caffè ed è centrato attorno ad una scala mobile che assolve alla funzione di macchina per il caffè e di dispositivo artistico. Il caffè viene servito alla partenza della scala e il tempo della salita è utilizzato per la consumazione o anche per la visione rapida di una mostra; al termine il bicchiere viene inserito in un raccoglitore e, appiattito, diventa di volta in volta un invito per una mostra, un biglietto per uno spettacolo, una cartolina ricordo. Il secondo classificato, di un designer italiano, è un progetto di interesse collettivo: (s)fondo caffè di Matteo Fioravanti di Bagno a Ripoli (Firenze) suggerisce di creare una rete fra i bar della città per raccogliere i fondi di caffè da utilizzare come concime per le piante e il verde pubblico. Terzo classificato è il progetto Coffee Carpet di Frederica Rijkenberg di Amsterdam, Olanda, in cui il luogo del caffè viene definito da un grande tappeto rosso steso sul suolo: le sedute e i tavolini sono come naturali increspature da attraversare casualmente. Dall’analisi dei progetti partecipanti emergono 4 macro tendenze: la capsula - progetti che racchiudono in una micro architettura il momento del consumo del caffè; il kit - progetti che si compongono di diversi elementi che si sommano tra loro per la degustazione del caffè; i progetti che aggiungono un elemento tecnico nuovo ad un contesto già conosciuto, rinnovandolo completamente; i progetti focalizzati sugli effetti sociali e culturali della produzione del caffè. I concept bar illy Illycaffé, grazie alla collaborazione con Domus ha promosso il concorso nell’ambito della ricerca applicata agli illy bar concepts: modelli architettonici innovativi che interpretano e valorizzano la cultura del “bar o Caffè all’italiana” attraverso l’attenzione alla qualità estetica e di contenuto e nel rispetto del genius loci. Progettati da architetti italiani, i concept bar illy sono offerti insieme alla consulenza di business, di gestione e di servizio, e prevedono un contratto di distribuzione selettiva che non richiede fees o royalties, lasciando la mansione di imprenditore al gestore del bar. Dopo gli architetti Luca Trazzi e Claudio Silvestrin, sarà Paola Navone ad interpretare con il proprio stile il “Caffé all’italiana” illy secondo le diverse tipologie di consumo. Questo terzo format sarà disponibile da luglio 2005 e sarà in visione in anteprima nell’ambito della mostra Domus – illy nello spazio messo a disposizione da Piazza Sempione.  
   
   
ALMAVERDE BIO - L’ANIMA DEL BIOLOGICO VUOLE PROMUOVERE UN NUOVO STILE DI VITA  
 
Piraccini “crediamo nel futuro del biologico e lo dimostriamo investendo in maniera importante” – Il Bio cresce di fronte alla stagnazione dei consumi alimentari. Nel 2004 e in parte del 2005, mentre il settore alimentare rimaneva stazionario o si riduceva (vedi ortofrutta), il Biologico nel segmento iper e supermercato è cresciuto del +3,6%. Non solo, ma il 25% degli italiani -di tutte le età- ha effettuato almeno un acquisto di Bio nell’ultimo anno (il Bio rappresenta poco meno del 2% del totale alementare). Sono dati emersi a Milano durante la presentazione della nuova campagna pubblicitaria del Consorzio Almaverde Bio di cui la cesenate Apofruit Italia è capofila. Il Consorzio, leader nel comparto dell’alimentazione biologica, vuole promuovere un nuovo stile di vita orientato al benessere, al rispetto verso se stessi e l’ambiente che ci circonda. E lo ha dimostrato avviando una comunicazione che parla di vita reale e di benessere attraverso un messaggio positivo che vuole dare al biologico nuovi argomenti e nuovi simboli. L’obiettivo primario della nuova campagna televisiva: fare di Almaverde Bio il promotore di un nuovo stile di vita. Il progetto nasce dalla consapevolezza che questo percorso possa essere una scelta concreta e quotidiana. Si affida allo slogan “passa al Biologico Almaverde Bio”. Come dire, “passando” al Bio non c’è solo benessere fisico, ma anche qualità della vita e modo di affrontare il quotidiano con maggior capacità di comprensione e calma. “Per noi il biologico rimane un impegno prioritario” ha sostenuto a Milano Renzo Piraccini, Presidente del Consorzio Almaverde Bio Italia “siamo stati i primi a crederci e oggi siamo i leader di mercato. Nella nostra concezione il biologico deve diventare sinonimo di alimentazione sana e sicura ed uno strumento per migliorare la qualità della vita. Per questo crediamo nel futuro del biologico, nell’importanza di una marca nota quale garanzia per il consumatore e lo dimostriamo investendo in maniera importante in comunicazione. “Il biologico è la risposta per chi aspira al benessere” conferma Roberto Della Casa Docente di marketing agroalimentare all’Università di Bologna, “da una indagine chiusa poco fa, effettuata su 17mila consumatori di Biologico, emerge che se prima si comprava Bio per mangiar bene, oggi c’è la consapevolezza che il Bio “fa star bene”. E’ la scelta di chi è attento alla qualità dell’alimentazione e della vita stessa. Con un così ampio campione, abbiamo scoperto che il consumo è trasversale a tutte le età e i ragazzi fra i 14 e i 19 anni sono in percentuale più alta della media, come le donne oltre i 65. E il consumo di Biologico si associa al servizio, anzi la richiesta è verso un aumento sia per coprire sempre più prodotti sia per mettere più servizio nel prodotto Bio. Proprio il servizio può essere la chiave per lo sviluppo del comparto”. Da qui la scelta per una campagna di comunicazione incentrata sulla forza simbolica ed evocativa del biologico. “Un impegno quello di Almaverde Bio -sottolinea Andrea Ruggeri Art Director della Jack Blutharsky Group (Agenzia alla quale Almaverde Bio ha affidato la nuova campagna di comunicazione)- che si concretizza primariamente nell’essere vicino alla sensibilità di chi ha il piacere di reinterpretare il proprio quotidiano” .Scegliere i prodotti da agricoltura biologica Almaverde Bio non significa solo acquistare un prodotto naturale e certificato secondo le norme definite dal regolamento comunitario, scegliere Almaverde Bio significa pensare alla qualità della propria vita a tutto tondo, fidarsi di una marca leader come punto di riferimento a cui affidare con sicurezza le proprie scelte alimentari. Almaverde Bio è il marchio del Consorzio Almaverde Bio Italia: una realtà che associa aziende italiane specializzate nelle produzioni agroalimentari che condividono un forte legame con il territorio e la produzione: Canova srl – Gruppo Apofruit (Frutta e Verdura Fresca) di Cesena, Fileni Simar srl (Carni Bianche e Carni Rosse), Italnature spa (Passata e Derivati del Pomodoro, Succhi e Nettari di Frutta, Legumi in scatola, Confetture, Olio Extra Vergine, Pasta), V. Besana spa (Frutta Secca ed Essiccata), S.i.p.o. Sas (Verdure Fresche di Iv gamma, Erbe Aromatiche) di Bellaria, Oranfrizer srl (Spremute Fresche di arance), Consorzio S.i.c.a. (Ortaggi Surgelati). Il Consorzio Almaverde Bio Italia è leader nazionale nel settore del biologico. Il presidente Renzo Piraccini e il Vicepresidente Roberta Fileni confermano il positivo andamento del Consorzio, che nell’anno 2004 ha realizzato un fatturato complessivo di 56 milioni di Euro, che è sui livelli dell’anno precedente, considerando, da una parte, che il calo generalizzato della spesa di ortofrutta si è avvertito anche nel segmento Bio e l’aumento di altri generi alimentari Bio. Va sottolineato che nel fatturato del Consorzio l’ortofrutta commercializzata da Canova, con 32 milioni di euro, rappresenta il 57% del totale.  
   
   
TUTTO IL CALORE DELLE BEVANDE BIO SMAAUCHAN … CON LE BEVANDE CALDE DELLA LINEA BIOLOGICA SMAAUCHAN IL PIACERE DI UN BREAK QUOTIDIANO ALL’INSEGNA DELLA NATURALITÀ  
 
Quando la pausa è un’esigenza, esigi che sia sana! Il caffè 100% arabica, l’orzo, il tè e la camomilla della linea biologica Smaauchan si rivolgono a quanti sono attenti alla propria salute anche quando si tratta di… concedersi un break. Bio “Smaauchan” è la linea di prodotti biologici concepita per rispondere alle richieste di quanti, sempre più numerosi, sono attenti al proprio benessere fisico e desiderosi di riscoprire il gusto di prodotti naturali. Le bevande calde vanno ad aggiungersi alle altre referenze Bio “Smaauchan” che si possono trovare nei reparti ortofrutta e grocery. La filosofia della produzione biologica è quella di garantire al consumatore un prodotto esente da residui di fitofarmaci, tutelando nello stesso tempo l'ambiente e preservando il territorio. I prodotti biologici a marchio “Smaauchan” sono certificati dal Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici (Ccpb), organismo di controllo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che verifica e controlla il sistema Bio “Smaauchan” appone la propria “firma” ai prodotti, sulla base di un preciso metodo di lavoro stabilito dall’Unione Europea per la certificazione delle produzioni biologiche. La certificazione dei prodotti biologici segue regole molto severe e viene rilasciata dopo attenti controlli su tutta la filiera produttiva. Sui prodotti Bio “Smaauchan”, oltre ai controlli dell’organismo certificatore, viene effettuato anche un ulteriore piano di controllo basato sui principi di Sma e Auchan.  
   
   
NASCE DA CONFRUIT VIVI G PERA: LA DOLCE LEGGEREZZA NATURALE  
 
Genuino perché prodotto utilizzando solo pere italiane, coltivate senza l’uso di prodotti chimici, nel totale rispetto dell’ambiente. Sano perché non contiene saccarosio o altri dolcificanti di sintesi, ma solo gli zuccheri naturali della frutta. Buono perché mantiene tutta la dolcezza e la freschezza delle pere appena raccolte. E’ Vivi G Pera, la bevanda innovativa nel gusto, naturale e particolarmente adatta per i bambini: la frutta utilizzata è infatti eccellente dal punto di vista organolettico e proviene principalmente da Produzione Integrata, in assenza completa di Ogm. Inoltre, nelle bevande a marchio Vivi G sono stati completamente eliminati il saccarosio, l’aspartame o qualsiasi altro edulcorante di sintesi, sostituiti con i soli zuccheri naturali della frutta. Questo consente un apporto calorico inferiore del 10% rispetto ai classici nettari, un gusto ed una dolcezza più simili a quelli della frutta fresca. Vivi G Pera: una bevanda più leggera e meno calorica rispetto ai nettari tradizionali, prodotta da Confruit – Gruppo la Doria per dissetare in modo naturale. Per la sua bontà e sue caratteristiche nutrizionali Vivi G Pera, arricchita di vitamina C, accontenta sia le mamme che i bambini: il gusto sfiziosamente dissetante della pera piace ai più piccoli mentre la presenza di vitamine energizzanti e un ridotto apporto calorico rassicurano anche le mamme. Di grande digeribilità, la pera possiede proprietà diuretiche e rinfrescanti ed è particolarmente indicata nell’alimentazione di tutta la famiglia. Cosa c’è allora di meglio di un sorso di pera per gustare la bontà di questo semplice ma prelibato frutto in qualsiasi momento della giornata? A scuola, in palestra, in viaggio Vivi G Pera è disponibile in comodi e maneggevoli tetra brik Mid da 200ml confezionati in cluster da tre e da sei. Per la colazione di tutta la famiglia o la merenda, Vivi G è disponibile anche in brik da 1500 ml con tappo a vite o in bottiglie di vetro da 600 ml. Confruit – Gruppo la Doria ha scelto di non utilizzare ingredienti derivanti da Organismi geneticamente modificati e di privilegiare materie prime coltivate secondo i principi della produzione integrata. Un metodo di coltivazione che rispetta l’ambiente, riducendo l’uso di prodotti chimici di sintesi. Grazie all’applicazione di un rigoroso sistema di rintracciabilità durante tutte le fasi della filiera produttiva, è sempre possibile risalire alla frutta utilizzata dall’azienda. Per il grande rispetto dell’ambiente e la grande attenzione per la qualità, Confruit – Gruppo La Doria ha ottenuto le certificazioni Uni En Iso 9001, che attesta la rispondenza del suo sistema a norme di qualità internazionali, ed Uni En Iso 14001, che conferma la presenza di un sistema di gestione che controlla e riduce l’impatto ambientale dell’azienda, in una prospettiva di sviluppo sostenibile. Confruit – Gruppo La Doria ha inoltre scelto di mettere l’uomo al centro dei suoi pensieri ottenendo la certificazione etica Sa 8000, il primo standard ufficiale in materia di responsabilità sociale.  
   
   
CREMOSA E BUBBLY DI CHUPA CHUPS: COCCOLE SENZA ZUCCHERO  
 
Ci sono due categorie: quella di chi conduce una vita salutista e si preoccupa per il proprio benessere e il grande gruppo di quelli che si abbuffano di manicaretti e sfiziosità fino a starne male per poi ordinare con molta discrezione un caffé con saccarina per sentirsi meno in colpa. Da oggi con Cremosa e Bubbly di Chupa Chups ci si potrà permettere di ritrovare il gusto e l’allegria di un lollipop a tutti gli effetti, Chupa Chups senza zucchero dal delicato ed amabile gusto panna e fragola per il primo, o con un intenso e deciso gusto di ciliegia e fragola per il secondo. Cremosa un Chupa Chups prodotto con Isomalto, un sostituto naturale dello zucchero che protegge i denti e soprattutto limita l’apporto calorico fino ad arrivare ad un 30% in meno per ciascun lecca lecca. Cremosa mantiene però lo spirito dei Chupa Chups più classici...Per l’occasione si é infatti vestito di elegantissime e simpatiche striature bianche e rosa per continuare a sorprendere e divertire anche i più grandi! Bubbly è la vera e propria rivoluzione, il leader incontrastato fra i Lollipops, colui che cambierà la mentalità a tutti coloro che erano indecisi...Lecca lecca o cicca, dolce o senza zucchero? Una favolosa novità che mette d’accordo tutti: un lollipop con tanto di gum, completamente sugar free a cui é stata aggiunta una carica in più di puro gusto! Ma non é tutto, perchè Bubbly ha una marcia in più, non solo é senza zucchero ed è stato prodotto con dei sostituti dello zucchero, quali isomalto e malto, capaci di proteggere i denti, ma contiene anche il 15% del fabbisogno giornaliero raccomandato di calcio per rendere i denti più forti ad ogni leccata www.Chupachups.com  
   
   
DA LACTALIS ITALIA I PRODOTTI PIÙ FRESCHI E GUSTOSI A MARCHIO INVERNIZZI  
 
Con l’arrivo dell’estate Lactalis Italia propone quattro deliziosi prodotti della vasta gamma Invernizzi, Ciliege Light, Crescenzissima, Squacquerone e Stracciatella particolarmente indicati per soddisfare l’esigenza di tradizione, genuinità e innovazione di un consumo moderno. Ciliege Light 120g. Con le Ciliege Light a marchio Invernizzi, Lactalis Italia arricchisce la sua attuale gamma di bocconcini e amplia l’offerta in un segmento in forte crescita in cui è anche leader di mercato. I consumatori, da sempre abituati alla qualità di Invernizzi Mozary Light, leader del segmento mozzarella leggera, troveranno da oggi anche le Ciliegie Light da 120g. Leggere e particolarmente indicate per un consumo pratico e veloce, le Ciliege Light sono facili da preparare e ideali per condire insalate e piatti freddi, o per sfiziosi aperitivi. I deliziosi bocconcini di mozzarella uniscono tutto il sapore della mozzarella con solo l’8% di grassi. Crescenzissima 200g. La Crescenzissima va ad allargare il portafoglio della storica Invernizzina con una crescenza di circa 200 grammi per il banco gastronomia. Frutto di una nuova ricetta, Crescenzissima racchiude in se’ la garanzia di qualità ed esperienza di Invernizzina ed è ancora più fresca e morbida grazie ad una maggior quantità di fermenti lattici vivi. Particolarmente cremosa e delicata, la nuova Crescenzissima soddisfa così la richiesta dei consumatori di un assortimento differenziato al banco gastronomia, con un prodotto di grande qualità, cremosità e gusto. Crescenzissima è ottima da gustare da sola o per preparare primi e secondi piatti ed è anche perfetta da spalmare per preparare deliziose tartine. Squacquerone 220g. Con il cremosissimo Squacquerone, Invernizzi porta in tavola tutto il gusto e la genuinità della tradizione italiana. Freschissimo e saporito, lo Squacquerone Invernizzi è un prodotto morbido, dolce e delicato, ideale da spalmare per preparare deliziose piadine, ma perfetto anche da gustare da solo o da accompagnare a piatti freschi. Il nuovo Squacquerone estende la gamma Invernizzi soddisfacendo la crescente richiesta del mercato di prodotti cremosi e dal gusto delicato. Invernizzi propone uno squacquerone a peso fisso da 220g, che garantisce il gusto della tradizione assieme ad un elevato livello di servizio e di modernità. Il nuovo Squacquerone, come le altre specialità Invernizzi (burrata e stracciatella) è disponibile nella pratica vaschetta azzurra con coperchio richiudibile. Stracciatella 200g. Con Stracciatella, Invernizzi porta in tavola la bontà e il piacere della tradizione italiana, con la garanzia e la sicurezza di un nome storico. Invernizzi estende così la sua offerta con un prodotto dall’elevato grado di servizio, in linea con i valori tipici del marchio: gusto, italianità e “esperienza del latte”. I morbidi sfilacci di mozzarella fresca, adagiati in una base di panna fresca, fanno di questo formaggio fresco un prodotto che si caratterizza per morbidezza e cremosità. Ideale da gustare da solo, senza alcun condimento, la Stracciatella Invernizzi si presta bene anche per la preparazione di primi piatti. La Stracciatella Invernizzi è disponibile nella comoda vaschetta salva-freschezza richiudibile da 200g.  
   
   
UN’INDAGINE COMMISSIONATA DA KELLOGG’S A EURISKO RILEVA LA PERCEZIONE DEL SOPRAPPESO TRA GLI ITALIANI: IL 50% NON FA NULLA; DISPONIBILI PERÒ A PARLARNE CON IL PROPRIO MEDICO DI FAMIGLIA  
 
Un’indagine commissionata da Kellogg’s a Eurisko per rilevare la percezione del soprappeso tra gli italiani ha messo in luce un dato molto interessante: delle persone che si “sentono” in soprappeso il 50% non fa nulla per perdere peso; ma gli stessi, ben il 71%, dichiarano di essere disponibili a fare qualcosa se fosse il proprio Medico a consigliarlo. Gerardo Medea, responsabile area metabolica Simg (Società Italiana di Medicina Generale) commenta: “Una grande maggioranza della popolazione si confronta regolarmente con il proprio medico su tutti gli aspetti di salute e di prevenzione. Il 70% è, purtroppo, soltanto un dato di disponibilità teorica, nella nostra esperienza. Tuttavia, in considerazione dell’elevata prevalenza del problema, un intervento educativo anche su una fascia relativamente più piccola di soggetti determinerebbe risultati sulla salute molto positivi e rilevanti a livello di popolazione”. Tra i maggiori problemi di salute pubblica, per non dire emergenze sanitarie del terzo millennio, sovrappeso e obesità si collocano senza alcun dubbio ai primi posti, sia per il loro costante e inarrestabile aumento nelle popolazioni dei paesi industrializzati, sia per le numerose comorbilità, quali diabete, ipertensione e dislipidemie. “Lo stesso scenario, tra l’altro, sta dilagando anche in età evolutiva, complici la scarsa attività motoria dei bambini e una dieta sregolata e profondamente sbilanciata” afferma Michele Carruba, farmacologo dell’Università degli Studi di Milano. “E’ dunque evidente che la multifattorialità e la complessità di queste condizioni patologiche impongono un approccio mirato e soprattutto multidisciplinare, nel quale peraltro la modificazione dello stile di vita, e in particolare delle abitudini alimentari, gioca un ruolo di primaria importanza”. In vista della bella stagione e della corsa alla forma a tutti i costi il messaggio degli esperti appare dunque evidente: le diete sono inutili e dannose, soprattutto se autoprescritte e finalizzate a una rapida e controproducente perdita di peso. “Un fenomeno, questo, particolarmente diffuso nel sesso femminile che spesso è espressione, oltre che di una pressione sociale, di uno stridente contrasto tra aspetto fisico e percezione della propria immagine corporea” osserva Arianna Banderali, presidente Aidap (Associazione Italiana Disturbi dell'Alimentazione e del Peso). Il miglioramento del proprio stile alimentare non può essere ricondotto ad un periodo più o meno lungo di dieta ma ad uno stile di vita più armonico da adottare quotidianamente. “Ecco perché l’alimentazione deve essere considerata uno strumento di benessere, strettamente connesso con il proprio stile di vita, e non deve essere affatto demonizzata” precisa Carruba. Ma, di fatto, come dovrebbe essere impostata una dieta ottimale? “Ciascuno di noi dovrebbe mangiare un po’ di tutto in quantità ragionevoli” osserva Carlo Cannella, Professore Ordinario di Scienza dell'Alimentazione, Università “La Sapienza” di Roma. “Non dobbiamo infatti dimenticare che l’alimentazione è e deve essere in primo luogo un motivo di soddisfazione e piacere, legato all’apprezzamento di una varietà il più possibile ampia di sapori e anche colori”. Un’alimentazione, quindi, all’insegna del buon senso e della responsabilità di ciascuno, basata sull’abbinamento corretto dei cibi, sulla moderazione e su una corretta ripartizione calorica nell’arco della giornata. Per instaurare una corretta educazione alimentare e promuovere il mantenimento di un peso corporeo adeguato, si dovrebbe incoraggiare fin dall’infanzia l’abitudine alla colazione, impiegando in particolar modo alimenti completi ed equilibrati, come i cereali pronti per la prima colazione.  
   
   
CONTROLLARE L’APPETITO E RITROVARE IL PROPRIO EQUILIBRIO FISICO CON LE COMPRESSE MASTICABILI EFFERVESCENTI DIMAGREFFE  
 
Contro i problemi di sovrappeso occorre prima di tutto seguire un regime alimentare adeguato, introducendo una bassa quantità di calorie e aumentando contemporaneamente il dispendio energetico con una costante attività fisica. La dieta ideale di una persona in sovrappeso, dovrebbe privilegiare frutta e verdura, da inserire sempre nei due pasti principali della giornata. Gli alimenti vegetali sono infatti poveri di grassi e ricchi di fibra e permettono di ridurre il consumo di sodio, presente nei cibi animali in maggiore quantità rispetto ai vegetali, causa di ritenzione idrica, ipertensione, disturbi gastrici e perdita di calcio. Si consiglia sempre nelle diete ipocaloriche anche l’introduzione in quantità del pesce che, oltre ad apportare pochissime calorie, aiuta le funzioni ottimali di organi e tessuti e a tenere sotto controllo il colesterolo. Bere molta acqua permette infine di eliminare maggiori quantità di scorie e di migliorare il drenaggio dei liquidi nell’organismo, con una conseguente diminuzione del gonfiore. Non sempre purtroppo un corretto e sano regime alimentare può essere sufficiente per ottenere il calo di peso desiderato ed è per questo che molti dietologi moderni prescrivono, oltre alla dieta, anche l’assunzione di integratori alimentari in grado di diminuire il senso di appetito e che aiutino a metabolizzare grassi e zuccheri. La ricerca scientifica ha recentemente scoperto l’effetto taglia-fame dell’estratto di Hoodia Goordonii, ovvero di un cactus che viene coltivato in Sud Africa da una tribu di cacciatori che rosicchiano da sempre questa pianta per poter digiunare nella savana desertica senza perdere la vitalità necessaria per la loro attività. Questo cactus fornisce infatti all’organismo una molecola dall’attività simile al glucosio, che agisce sulle cellule nervose del cervello trasmettendo loro un segnale di sazietà, senza però che vi sia un reale apporto di calorie. I prodotti anti fame di ultima generazione contengono l’estratto di questo cactus, poiché si tratta di una sostanza completamente naturale che può ridurre l’esigenza calorica di chi ne fa uso del 30-40%. E’ chiaro quanto possa essere utile la proprietà dello Hoodia Goordonii per le persone che nonostante gli sforzi fatti per seguire una dieta bilanciata e corretta vengono colti da raptus di fame di fronte ad un dolce o ad un panino al salame. Con Dimagreffe si può ritrovare la linea in modo effervescente. Dimagreffe è un integratore alimentare a base di estratti vegetali coadiuvante nelle diete ipocaloriche finalizzate alla riduzione del peso corporeo, sotto forma di compresse effervescenti. Dimagreffe contiene dei componenti attivi con duplice capacità di inibire lo stimolo della fame e ridurre le calorie assimilate con il cibo, in particolare dei grassi. Dimagreffe contiene estratto secco titolato 20/1 di Hoodia Gordoonii, ossia 20 volte più concentrato del prodotto allo stato naturale, che favorisce il conseguimento della sensazione di sazietà agendo direttamente a livello centrale. Questo cactus ha una attività simile al glucosio, ovvero grazie a una molecola in esso contenuta agisce direttamente sul centro di regolazione della fame, inviando ad esso dei messaggi di sazietà, senza che ci sia un apporto reale di calorie all’organismo. Aiuta a mangiare meno senza sforzo particolare e soprattutto senza effetti secondari e senza perdita di tonicità. Dimagreffe favorisce inoltre il metabolismo dei lipidi grazie alla presenza tra i suoi componenti di Rhodiola, una radice siberiana che oltre a facilitare il conseguimento della sensazione di sazietà migliora l’apprendimento e alza il tono dell’umore. Completa l’azione di Dimagreffe il Chitoligosaccaride, che rappresenta un’innovazione sul fronte dei chitosani poiché è l’unico completamente idrosolubile. Il Chitoligosaccaride non solo riduce l’assorbimento dei grassi introdotti con la dieta, ma non comporta la diminuzione dell’assorbimento delle vitamine liposolubili e dei minerali, come accade in genere per i chitosani. Se associato a una dieta ipocalorica e ad una regolare attività fisica l’assunzione di Dimagreffe aiuta a controllare il peso corporeo tutto l’anno. Venduto in farmacia.  
   
   
ACETO DI MELE, DAI RICONOSCIUTI EFFETTI DEPURATIVI E INULINA, FIBRA SOLUBILE, NELL’INTEGRATORE NATURALE SNELL’IT DI MARFARMA HOLDING SPA CHE DISSETA, DEPURA, AIUTA A PERDERE PESO  
 
Snell’it di marfarma holding Spa è l’integratore naturale in compresse effervescenti, buono da bere, che aiuta a perdere peso, oltre che a dissetare e a depurare l’organismo. Infatti una compressa di Snell’it sciolta in un bicchier d’acqua diventa una piacevole bevanda al gusto di mela fresca che contiene aceto di mele, dai riconosciuti effetti depurativi e inulina, fibra solubile dalle riconosciute proprietà depurative e snellenti. Quest’ultima, infatti, agisce sugli zuccheri regolandone l’assorbimento a livello intestinale e limitandone l’apporto calorico. L’inulina, inoltre, stimola lo sviluppo di alcuni batteri utili per l’organismo come il “bifidus”, che aiutano la normalizzazione delle funzioni digestive e intestinali. Utilizzato con regolarità, Snell’it limita l’assorbimento dei grassi e aiuta a controllare il colesterolo in eccesso, garantendo all’organismo maggiore vitalità e benessere e favorendo il riequilibrio della flora intestinale. A conferma delle proprietà assolutamente naturali del prodotto, Snell’it non ha controindicazioni, non contiene zuccheri e può essere assunto anche dai ragazzi. Snell’it di Marfarma Holding spa è in vendita in farmacia e nelle erboristerie. Numero verde Marfarma Holding spa: 800 013592. L’efficacia di Snell’it testata con uno studio clinico. La reale efficacia e tollerabilità di Snell’it di marfarma holding Spa è stata accertata con un test clinico nel quale il prodotto è stato utilizzato come complemento ad un regime dietetico personalizzato, cui vengono sottoposti pazienti affetti da obesità associata a diabete di tipo 2, uno dei maggiori fattori di rischio per malattie cardiovascolari. Nel corso degli ultimi anni, infatti, numerosi studi hanno evidenziato come una dieta ricca di fibre alimentari sia consigliata nel trattamento dell’obesità, soprattutto per coloro che necessitano di dimagrire in tempi brevi senza l’utilizzo di sostanze farmacologiche. Infatti, la capacità delle fibre idrosolubili di assorbire acqua e molecole organiche è in grado di ritardare l’assorbimento di zuccheri e grassi a livello della mucosa intestinale contribuendo ad una diminuzione dell’apporto calorico. La difficoltà di raggiungere questo obiettivo con la sola dieta ha suggerito la valutazione a livello clinico dell’utilizzo di Snell’it, integratore alimentare ricco di fibre, come un trattamento coadiuvante. Lo studio vede coinvolti dodici pazienti, a ognuno dei quali è stato prescritto un regime alimentare ipocalorico per un periodo di otto mesi. Alla dietoterapia è stata affiancata, secondo un preciso disegno sperimentale, l’assunzione di 3 compresse di Snell’it al giorno per quattro mesi. I risultati hanno confermato l’efficacia del trattamento con Snell’it nel calo ponderale di pazienti obesi e l’assenza di effetti collaterali; inoltre, i pazienti hanno giudicato positivamente sia il gusto sia il formato in compresse effervescenti.  
   
   
VITAMINE, L-GLUTAMMINA, D,L-FOSFOSERINA E ASTAXANTINA CON RIBOSIO COMPONGONO IL PREZIOSO INTEGRATORE ALIMENTARE MG K VIS MEMORY TOTAL PER MIGLIORARE MEMORIA, CONCENTRAZIONE E APPRENDIMENTO  
 
Le più recenti ricerche hanno stabilito che le informazioni vengono immagazzinate in tre depositi differenti da cui vengono richiamate. La "memoria sensitiva" trattiene per pochi attimi i dati che provengono dagli organi di senso, scartandone il 75%. Del rimanente 25% meno dell' 1% viene selezionato nell'area del linguaggio e immagazzinato nella "memoria primaria" o memoria a breve termine, il deposito più limitato dell'encefalo. Le informazioni sono trattenute nella memoria primaria per un periodo variabile tra pochi secondi e alcuni minuti. Alcune informazioni poi vengono trasferite tramite un delicato processo dalla memoria primaria a quella “secondaria” o memoria a lungo termine, ma una volta trasferite a quest’ultima le informazioni verranno conservate in modo stabile. L'informazione che arriva alla memoria a breve termine, se non è oggetto di attenzione o grande interesse, comincia subito a cancellarsi ma mediante una ripetizione può essere restaurata. La memoria a lungo termine invece è virtualmente illimitata, ma la riattivazione di un'informazione è possibile solo grazie alle “associazioni di idee” che permettono di recuperare un dato tra milioni di informazioni e se queste associazioni sono incomplete a volte non è possibile ricordare l’informazione. In molti momenti della vita si ha l’esigenza di sviluppare la propria memoria o la capacità di concentrazione necessaria per immagazzinare o ricordare le informazioni. Una buona memoria infatti aiuta a migliorare le nostre prestazioni professionali ma anche i rapporti umani. Memoria e concentrazione sono fondamentali durante un intenso periodo di studio, per esempio prima di importanti esami, ma anche nel caso di una professione che richieda prolungati sforzi mentali oppure quando con il passare del tempo ci si accorge di non ricordare più le cose con la stessa facilità di qualche anno prima. Molti processi cerebrali possono essere aiutati integrando nella dieta alcuni elementi naturali che aiutano per esempio a ossigenare meglio i tessuti dell’encefalo, a dare energia e a migliorare il metabolismo del cervello. La Divisione Dietetici della Pool Pharma ha messo a punto Mg K Vis Memory Total un integratore alimentare di vitamine, L-glutammina, L-glicerilfosforilclorina, D,l-fosfoserina e Astaxantina con Ribosio utile nei momenti in cui per carenze alimentari o per aumentati fabbisogni organici si renda necessario migliorare i processi metabolici cerebrali, con lo scopo di ottenere una maggiore capacità di memoria o concentrazione. Mg k vis memory total è un integratore alimentare di vitamine, l-glutammina, l-glicerilfosforilcolina, d,l-fosfoserina, astaxantina con ribosio utile per apportare una quota integrativa di tali nutrienti in presenza di carenze alimentari o di aumentati fabbisogni organici. I nutrienti contenuti in mg k vis memory total possono inoltre risultare utili per i processi biochimici metabolici a livello cerebrale. La L-glutammina in esso contenuta è infatti la prima fonte di energia per il cervello e il sistema immunitario. Una volta trasformata in acido glutammico, è impiegata come neurotrasmettitore e permette al potassio di raggiungere il cervello. Mg k vis memory total contiene inoltre ribosio, uno zucchero dalle spiccate proprietà energetiche che riduce la concentrazione di acido lattico nei tessuti ed è quindi un elemento prezioso in tutte le situazioni di recupero dopo uno sforzo. Mg k vis memory total aiuta a combattere la stanchezza mentale e migliora l’umore in caso di stress grazie alla presenza tra i suoi componenti della L-glicerilfosforilcolina, mentre la Astaxantina protegge le cellule dall’attacco dei radicali liberi e quindi combatte i problemi di memoria dovuti all’età. La Fosfoserina completa la formulazione di Mg k vis memory total. Si tratta di un regolatore dei processi biochimici a livello cerebrale che stimola il metabolismo cerebrale favorendo l’apprendimento. Prodotto distribuito da Pool Pharma srl Milano  
   
   
CON GENER BIOS LA PRIMA CARTA MAGNETICA AL MONDO PER ACCEDERE AI SERVIZI BENESSERE E ANTI-AGING IN UNA RETE DI CENTRI APERTI IN TUTTA ITALIA, SECONDO UN RIGOROSO PROTOCOLLO SCIENTIFICO  
 
Generbios – Antiaging Center é un marchio sinonimo di garanzia ed efficacia di risultati. Alle spalle un protocollo scientifico consolidato da lunghi studi negli Stati Uniti e in Israele e una società, la Generbios, che ha la mission di diffondere in Italia questo protocollo e i prodotti esclusivi già sperimentati in Usa. Vari ambulatori con il marchio Generbios- Antiaging Center sono aperti a Milano, Parma e Roma e altri stanno per essere aperti in gran numero in tutta Italia con la previsione di 300 centri entro il 2006. Come usufruire dei servizi in questi centri? E’ molto facile, come spiega l’Ingegnere Paolo Scarlata presidente della società Generbios. Il cliente acquista al numero verde 800.10.18.18 una carta prepagata che può variare da 1000 a 10.000 euro. In qualunque città si trovi, il cliente può quindi accedere, previo appuntamento, ai servizi dei Generbios- Antiaging Center, spendendo gradualmente il valore della sua carta, sicuro di trovare in ogni centro medici qualificati e preparati. Dalla diagnosi iniziale si passa ad una terapia che può avere un obiettivo curativo o preventivo, secondo la situazione personale, e può proporre farmaci oppure integratori alimentari ad elevata tecnologia, sperimentati e convalidati negli Stati Uniti e distribuiti in esclusiva da Generbios in Italia. Indiscutibile il vantaggio di trovare dovunque l’assistenza di un centro Generbios e la consulenza richiesta. Indiscutibile anche il vantaggio di essere seguiti costantemente presso un sistema operativo centrale dove vengono registrati i dati dei pazienti e vengono monitorate le varie tappe della terapia e le scadenze dei trattamenti.  
   
   
UNIRE LE SALUTARI CARATTERISTICHE DELLE ACQUE AD UN REGIME ALIMENTARE CONTROLLATO E CALIBRATO SULLE ESIGENZE INDIVIDUALI PER OTTENERE DIMAGRIMENTO E REMISE EN FORME ALLE TERME DI SALVAROLA  
 
Dimagrire alle terme, unendo alle salutari caratteristiche delle acque un regime alimentare controllato, studiato e calibrato sulle esigenze individuali da un’equipe medica specializzata. E’ l’occasione offerta dalle Terme di Salvarola, vicino a Modena, che propongono diverse soluzioni da meno di una settimana. Per perdere centimetri e bruciare i grassi in eccesso sono sufficienti anche pochi giorni. Chi sceglie di trascorrere un soggiorno alle Terme di Salvarola viene accolto con una visita medica di ammissione, seguita da una bioempedenziometria per l’analisi corporea totale e da una visita specialistica nutrizionale effettuata da una dietologa volta a stabilire una dieta personalizzata da proseguire anche una volta tornati a casa. Dopo un’accurata analisi degli in estetismi fisici che si vogliono eliminare inizia il programma “bruciagrassi”, che comprende due lezioni nutrizionali, al fine di comprendere gli errori alimentari ed evitarli in futuro, e un regime dietetico finalizzato al calo di peso. Per ottimizzare i risultati della dieta è necessario un adeguato percorso di sport e fitness: istruttori specializzati insegnano come usare al meglio le attrezzature della grande palestra, con una scheda personalizzata di esercizi volti al miglioramento della massa muscolare magra. I trattamenti di benessere fanno il resto: percorsi giornalieri “antico bagno romano”, con ingressi alle piscine termali a diverse temperature, con idromassaggi e giochi d’acqua. Inoltre percorsi flebologici caldo/freddo, sei saune o bagno turco secondo la prescrizione medica e sei lezioni in palestra o in piscina per bruciare i grassi secondo consiglio dell’insegnante Isef. www.Termesalvarola.it  
   
   
TRANSFORMATIONAL BREATH, UNA NUOVA TECNICA AMERICANA DI RESPIRO CONSAPEVOLE PER MIGLIORARE IL PROPRIO EQUILIBRIO PSICOFISICO SI IMPARA IN UN SEMINARIO DI TRE GIORNI PRESSO L’HOTEL TERME MAGNOLIA DI ABANO TERME  
 
Un workshop di tre giorni per imparare a incrementare la nostra energia respirando, grazie al Transformational Breath, una nuova tecnica americana di respiro consapevole “Quando fu analizzato il cervello di Albert Einstein, l’unica differenza che riscontrarono con quello di altre persone fu che il cervello di Einstein era più vascolarizzato (aveva una maggiore circolazione sanguigna) e ciò significava che riceveva più ossigeno della maggior parte dei cervelli.” Il respiro è il nostro filo di collegamento con la vita. Ma non basta inspirare ed espirare per avere una salute perfetta. Bisogna respirare profondamente e pienamente, bisogna mutare la struttura della nostra respirazione, riprogrammarla, rieducare i nostri muscoli respiratori repressi e generalmente utilizzati al 20% delle loro possibilità. Dal 29 aprile al 1 maggio e dal 24 giugno al 26 giugno 2005, all’Hotel Terme Magnolia di Abano Terme, Manuela Mancini, trainer di tecniche di respiro consapevole, terrà un seminario di “Transformational Breath”, la tecnica di respiro americana ideata dalla studiosa Judith Krawitz. “Transformational Breath” è un processo di auto-guarigione che, con un migliore e più consapevole utilizzo dell’intero sistema respiratorio, ci permette di vivere più a pieno nel presente, rilasciando endorfine e altre sostanze chimiche benefiche nel sangue, ossigenando le cellule e producendo più gioia, tranquillità e benessere. Schemi di respirazione contratta si creano quando inconsciamente blocchiamo il respiro per evitare l’intensità di un’esperienza spiacevole: in questo modo disattiviamo le nostre emozioni che vengono archiviate nella memoria cellulare. Mantenere queste emozioni archiviate richiede una grande energia e crea uno stato di tensione cronica. Ma con tecniche adeguate di respiro consapevole, lo schema può essere rilasciato e i muscoli dell’apparato respiratorio riallenati. Infatti il flusso del respiro di “Transformational Breath” è circolare, connesso (senza pause tra inspirazione ed espirazione), rilassato, con enfasi sulla inspirazione e espirazione lasciata uscire senza sforzo, facilmente. Il respiro comincia nell’addome, sale nel plesso solare e riempie i polmoni fino alle apici delle spalle e appena giunto in cima, viene lasciato uscire con la bocca aperta. Mantenendo la respirazione aperta e circolare, l’energia del corpo torna a muoversi. Questa tecnica, considerata l’evoluzione del Rebirthing, si serve anche dell’uso della voce – quindi dell’emissione di un suono puro per liberare l’energia – di appropriati movimenti del corpo, di affermazioni positive che riprogrammano l’inconscio e del “body mapping”, una serie di digitopressioni che seguono una vera e propria mappa fisica delle emozioni somatizzate e quindi bloccate nel corpo. Il respiro aiuta: il Corpo - Aumenta il livello di energia e disintossicazione fisica, migliora la capacità respiratoria, sostiene il sistema immunitario, regola la digestione, riequilibra gradualmente il ritmo del sonno, la Mente - Allevia lo stress, migliora la concentrazione, aiuta a ristabilire le priorità, risveglia la motivazione verso i propri obiettivi, le Emozioni - Permette di integrare le emozioni non risolte, ritrovando pace, entusiasmo ed energia. Www.tivigest.com  
   
   
LA TERAPIA ANTI-AGE A BASE DI “GEROVITAL H3” NEL LUOGO DOVE FU INVENTATA DALLA DOTTORESSA ASLAN  
 
Un rimedio all’invecchiamento e allo stress: provare gli effetti straordinari del “Gerovital H3”, scoperto da Anna Aslan, fondatrice e Direttrice dell’Istituto di Stato per la Ricerca e per la Medicina Geriatrica a Bucarest in Romania, e in grado di rallentare il processo di invecchiamento delle cellule. Anche personaggi celebri quali Fidel Castro, Omar Sharif, Charlie Chaplin, Pablo Picasso e Sylvester Stallone hanno sperimentato la terapia della Dr.ssa Anslan, beneficiando degli effetti rivitalizzanti della cura. Oltre alla somministrazione di essenze vegetali e metodi speciali come il Gerovital H3, nei centri benessere romeni vengono praticate la fisioterapia, l’agopuntura, la talassoterapia, cure anti-stress, cure per chi soffre di problemi reumatici, cardivascolari e all’apparato digerente. Sono infatti più di settanta le strutture in grado di accontentare chi vuole concedersi un soggiorno di cura di sé e del proprio corpo. Non mancano programmi di dimagrimento studiati ad hoc, trattamenti di estetica viso e corpo, massaggi con prodotti specifici, sedute di acquagym, fanghi da alternare ad attività più dolci e rilassanti come i bagni di salute con piante e fiori. Www.romania.it