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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Giugno 2012
RIO+20: UNEP E CDR CONCLUDONO UN ACCORDO DI PARTENARIATO PER LA SOSTENIBILITÀ UNEP E CDR INVITANO CITTÀ E REGIONI DI TUTTO IL MONDO A UNIRE LE LORO FORZE.  
 
Rio de Janeiro, 25 giugno 2012 - Il Programma delle Nazioni Unite per l´ambiente (Unep) e il Comitato delle regioni (Cdr) hanno sottoscritto il 22 giugno un memorandum d´intesa che apre un nuovo capitolo nella cooperazione tra le due istituzioni. L´accordo definisce il quadro per una stretta collaborazione al fine di realizzare il loro obiettivo congiunto di un futuro sostenibile. Le due istituzioni individuano cinque settori prioritari: la governance ambientale multilivello, l´economia verde e l´uso efficiente delle risorse, la mitigazione e l´adattamento ai cambiamenti climatici, la biodiversità e la gestione degli ecosistemi e, infine, la cooperazione decentrata allo sviluppo. Dall´accordo emerge ancora più forte la convinzione, da parte di entrambe le istituzioni, che, per conseguire questo obiettivo, va rafforzato il ruolo degli enti locali e regionali nell´ambito del processo decisionale. L´accordo è stato concluso in occasione di un evento organizzato congiuntamente dal Cdr e dalla Commissione europea, in collaborazione con l´Unep, nel quadro della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile di Rio de Janeiro (Rio+20). Nel memorandum d´intesa si ribadisce l´importanza di collocare le città sostenibili al centro della strategia globale per lo sviluppo sostenibile. Se si considera che le città consumano il 75 % circa delle risorse naturali del pianeta, le decisioni prese a livello locale riguardo a forniture e a scelte politiche possono contribuire al passaggio a un´economia verde e alla realizzazione degli obiettivi di Rio+20. La vicedirettrice esecutiva dell´Unep Amina Mohamed, che ha firmato l´accordo a nome della sua istituzione, ha fatto riferimento al rapporto strategico Unep dal titolo Green Economy: Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication ("Economia verde: come arrivare allo sviluppo sostenibile e all´eliminazione della povertà"), che evidenzia il ruolo importante delle amministrazioni locali e regionali. "Se si vuole veramente passare a un´economia verde inclusiva a livello globale - ha detto Amina Mohamed - allora tutte le città e le regioni devono partecipare a questo cambiamento di fondo. Una sfida cruciale, ma anche un´opportunità per l´Europa e per il mondo, è costituita dal fatto di promuovere l´efficienza energetica nell´edilizia per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, migliorare la sicurezza di approvvigionamento energetico, creare milioni di nuovi posti di lavoro e rendere più rispettosa dell´ambiente l´attività lavorativa di tante persone impegnate nel settore edilizio, che raggiungono, secondo le stime, 111 milioni". La Presidente Bresso ha sostenuto questo punto di vista affermando che "in quanto rappresentante delle città e delle regioni dell´Ue, il Cdr intende fissare obiettivi ambiziosi e una tabella di marcia efficace verso una economia verde, da concordare a livello mondiale. È ora di esigere un inquadramento istituzionale più forte per la governance globale delle risorse naturali del nostro pianeta. Ed è anche ora di investire nelle città e nelle regioni in quanto attori di governo in grado di promuovere la crescita, l´inclusione sociale e la protezione ambientale". La Bresso ha aggiunto che, così facendo, si contribuirà oltretutto a fronteggiare la crisi economica. La Presidente del Cdr ha colto l´occasione per invitare le città e le regioni di tutto il mondo a dar vita - insieme - a una rete globale che consenta di condividere le migliori prassi sviluppate nel campo dello sviluppo sostenibile urbano. Riferendosi alle due iniziative promosse dall´Unione europea - le Capitali verdi d´Europa e il Patto dei sindaci - la Bresso ha aggiunto che "oggi proponiamo di allargare e rafforzare questo partenariato e invitiamo a contribuire - insieme - a creare condizioni di parità tra i programmi dell´Ue e iniziative analoghe in altre parti del mondo. Ciò consentirà di confrontare le migliori prassi a livello urbano in tutti i continenti e di orientarle nella giusta direzione, nel pieno rispetto della diversità". Il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite - Il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (Unep), istituito nel 1972, si fa portavoce delle questioni ambientali nel quadro del sistema Onu. L´unep funge da catalizzatore, sostenitore, formatore e facilitatore al fine di promuovere un uso sensato e lo sviluppo sostenibile dell´ambiente mondiale. A tale scopo, l´Unep collabora con un´ampia gamma di partner, ivi compresi organismi delle Nazioni Unite, organizzazioni internazionali, governi nazionali, organizzazioni non governative, il settore privato e la società civile. Per maggiori informazioni sull´Unep consultare: http://www.Unep.org.  
   
   
UE: IL “REGISTRO PER LA TRASPARENZA” FESTEGGIA IL SUO PRIMO COMPLEANNO SUPERANDO LA QUOTA DI 5 150 ISCRITTI  
 
Bruxelles, 25 giugno 2012 - Il 23 giugno 2012, il “registro per la trasparenza”, un’iniziativa congiunta della Commissione e del Parlamento europeo destinata alle organizzazioni e ai cittadini che svolgono attività di promozione, rappresentazione di interessi, lobbying, ecc., compie un anno. Il registro online offre ai cittadini informazioni esaurienti su coloro che cercano di contribuire all’elaborazione delle politiche europee o di influire su di esse e costituisce un esempio innovativo di cooperazione tra istituzioni dell’Ue. L’anniversario coincide con la decisione del Consiglio dei Ministri di partecipare all’iniziativa inviando un osservatore al segretariato comune che si occupa quotidianamente della gestione del registro. Il vicepresidente Maroš Šefčovič ha dichiarato: “Il primo anno di vita del nuovo registro per la trasparenza è stato molto promettente. I dati relativi alle registrazioni parlano da soli: più di 5 150 organizzazioni sono ora vincolate dallo stesso codice di condotta nell’interazione con le nostre istituzioni e le registrazioni continuano ad aumentare." “La decisione del Consiglio di partecipare, in veste di osservatore, trasmette ai cittadini un messaggio di grande interesse: tutte e tre le principali istituzioni dell’Ue collaborano a questo importante progetto. Mi auguro che il Consiglio aderisca completamente all’iniziativa il più presto possibile.” Per porre le basi del processo di riesame che avverrà l’anno prossimo e per preparare la prima relazione annuale sul funzionamento del registro è stata organizzata una consultazione pubblica tra gli operatori del settore, che si chiuderà il 31 agosto 2012. L’anniversario segna anche la chiusura ufficiale del vecchio registro dei rappresentanti di interessi che la Commissione aveva introdotto nel 2008. Durante il periodo di 12 mesi nel corso del quale è avvenuto il graduale trasferimento delle organizzazioni registrate nel vecchio registro al nuovo, le nuove registrazioni sono state inserite direttamente nel nuovo registro per la trasparenza istituito e gestito dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea con il sostegno del Consiglio dell’Unione europea.  
   
   
LICENZIAMENTI COLLETTIVI: LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL´ITALIA DI PORRE FINE ALL´ESCLUSIONE DEI DIRIGENTI DAGLI OBBLIGHI DI INFORMAZIONE E CONSULTAZIONE  
 
 Bruxelles, 25 giugno 2012 - La Commissione europea ha chiesto all´Italia di porre fine all´esclusione dei dirigenti dalle garanzie procedurali relative all´informazione e alla consultazione dei lavoratori sul luogo di lavoro previste dalla legislazione dell´Unione. La direttiva sui licenziamenti collettivi armonizza le norme applicabili alla procedura e alle modalità pratiche dei licenziamenti collettivi a livello dell´Unione, in modo da garantire una protezione comparabile dei diritti dei lavoratori in tutti gli Stati membri. La legislazione italiana, come applicata dai tribunali, esclude attualmente i dirigenti dall´ambito di applicazione della procedura di mobilità, privando questa categoria di lavoratori della protezione garantita da tale procedura. L´esclusione dei dirigenti non solo costituisce un´ingiustificata discriminazione nei loro confronti, ma, in taluni casi, può comportare anche un abbassamento, ugualmente ingiustificato, del grado di protezione di altre categorie di lavoratori. In particolare, può rendere più difficile raggiungere la soglia di licenziamenti prevista dalla legislazione per dare inizio alla procedura di informazione e di consultazione. Perché la direttiva sia correttamente attuata, la definizione della nozione di "lavoratori" non può essere lasciata alla discrezione degli Stati membri, ma deve essere uniforme in tutta l’Unione europea e conforme agli obiettivi della direttiva, al principio della parità di trattamento e alla Carta dei diritti fondamentali dell´Unione europea. La richiesta della Commissione è formulata attraverso un "parere motivato", secondo la procedura prevista dall´Unione europea nei casi di infrazione. L´italia ha quindi a disposizione due mesi per informare la Commissione circa le misure attuate per adeguare la propria legislazione alla legislazione dell´Unione. Se ciò non avverrà, la Commissione potrà decidere di deferire l´Italia alla Corte di giustizia dell´Unione europea. Contesto - La direttiva 98/59/Ce impone al datore di lavoro che prevede di effettuare licenziamenti collettivi di procedere a consultazioni con i rappresentanti dei lavoratori al fine di giungere ad un accordo. Nelle consultazioni devono essere esaminate le possibilità di evitare o ridurre i licenziamenti collettivi, nonché di attenuarne le conseguenze ricorrendo a misure sociali di accompagnamento intese a facilitare la riqualificazione e la riconversione dei lavoratori licenziati. La Commissione è venuta a conoscenza dell´infrazione riguardante l´esclusione dei dirigenti in Italia grazie ad una petizione presentata al Parlamento europeo. Secondo la giurisprudenza, la categoria dei dirigenti comprende non solo gli alti dirigenti che esercitano un ampio potere discrezionale e decisionale nell´impresa, anche per quanto riguarda la gestione del personale, ma anche i quadri di livello medio e inferiore, che senza svolgere un ruolo di "alter ego" del datore di lavoro e senza avere un potere di gestione dei mezzi di produzione dell´impresa, dispongono di conoscenze professionali molto elevate. L’italia ha attuato la direttiva europea sui licenziamenti collettivi tramite la legge n. 223/1991. Nell´interpretazione di tale direttiva le autorità italiane competenti, compresi i tribunali, hanno escluso i dirigenti dal calcolo del numero di licenziamenti che il datore di lavoro intende effettuare e dalle garanzie procedurali relative all´informazione e alla consultazione dei lavoratori sul luogo di lavoro. Per ulteriori informazioni Direttiva 98/59/Ce del Consiglio del 20 luglio 1998 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di licenziamenti collettivi: http://eur-lex.Europa.eu/lexuriserv/lexuriserv.do?uri=celex:31998l0059:it:not    
   
   
EUROBAROMETRO: IL 98% DEGLI INTERVISTATI AFFERMA CHE L´APPRENDIMENTO DELLE LINGUE È POSITIVO PER I PROPRI FIGLI, MA DAI TEST EMERGONO CARENZE DI COMPETENZE  
 
 Bruxelles, 25 giugno 2012 - Quasi nove cittadini dell´Ue su dieci ritengono che la capacità di parlare lingue straniere sia estremamente utile e il 98% afferma che la padronanza delle lingue sarà positiva per il futuro dei loro figli, come risulta da una nuova indagine Eurobarometro sugli atteggiamenti dei cittadini dell´Ue nei confronti del multilinguismo e dell´apprendimento delle lingue straniere. Uno studio separato della Commissione europea, la prima Indagine europea sulle competenze linguistiche (European Survey on Language Competences) evidenzia tuttavia che vi è un divario tra le aspirazioni e la realtà allorché si esaminano le competenze in lingua straniera nella pratica: da test eseguiti tra studenti e adolescenti in 14 paesi europei emerge che soltanto il 42% è competente nella propria prima lingua straniera e soltanto il 25% nella seconda. Un numero significativo, il 14% nel caso della prima lingua straniera e il 20% nel caso della seconda, non raggiunge nemmeno il livello di base. Androulla Vassiliou, Commissario europeo responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato: "Questa indagine Eurobarometro indica che il multilinguismo e l´apprendimento delle lingue contano molto per i cittadini e di questo non possiamo che rallegrarci. Dobbiamo però fare di più per migliorare l´insegnamento e l´apprendimento delle lingue. Essere in grado di comunicare in una lingua straniera allarga gli orizzonti e apre porte; accresce l´occupabilità e, nel caso delle aziende, schiude un maggior numero di opportunità nel mercato unico." Dieci anni dopo la Dichiarazione di Barcellona del 2002 adottata dai capi di Stato e di Governo che hanno sollecitato l´insegnamento di almeno due lingue straniere in un´età precoce, i cittadini europei sono diffusamente consapevoli dei vantaggi del multilinguismo. Quasi tre quarti de cittadini (72%) è d´accordo con questo obiettivo e il 77% ritiene che dovrebbe costituire una priorità politica. Più della metà dei cittadini europei (53%) usa le lingue sul lavoro e il 45% ritiene di avere ottenuto un lavoro migliore nel proprio paese grazie alle competenze in lingue straniere. Tuttavia, il numero di cittadini europei che affermano di essere in grado di comunicare in una lingua stranierà è leggermente calato passando dal 56% al 54%. Ciò è dovuto in parte al fatto che il russo e il tedesco non sono più obbligatori nei curricoli scolastici dei paesi dell´Europa centrale e orientale. La proporzione di allievi che sono competenti nella loro prima lingua va dall´82% a Malta e in Svezia (dove l´inglese è la prima lingua straniera) a solo il 14% in Francia (apprendimento dell´inglese) e al 9% in Inghilterra (apprendimento del francese). Uno dei cambiamenti più rimarchevoli a partire dal 2005 è che internet ha incoraggiato le persone a ampliare le loro competenze "passive" di lettura e di ascolto di lingue straniere. Il numero di cittadini europei che usa regolarmente le lingue straniere su internet, ad esempio attraverso le reti sociali, è aumentato di 10 punti percentuali passando da 26% a 36%. I prossimi passi La Commissione europea intende accrescere il sostegno all´apprendimento delle lingue attraverso il nuovo programma "Erasmus per tutti" (Ip/11/1398). L´apprendimento delle lingue è uno dei suoi sei obiettivi specifici e la Commissione intende intensificare i finanziamenti per i corsi di lingua destinati alle persone che desiderano studiare, ricevere una formazione o far opera di volontariato all´estero. La Commissione proporrà entro la fine del 2012 un quadro di riferimento europeo delle competenze linguistiche che servirà a misurare i progressi compiuti dagli Stati membri nell´insegnamento e apprendimento delle lingue. I risultati dell´indagine Eurobarometro "Gli europei e le loro lingue" e l´Indagine europea sulle competenze linguistiche verranno discussi in occasione della Conferenza internazionale di Limassol (Cipro) che coinciderà con la prossima Giornata europea delle lingue (26 settembre). Contesto Il Consiglio di Barcellona del 2002 ha sollecitato interventi "per migliorare la padronanza delle competenze di base, segnatamente mediante l´insegnamento di almeno due lingue sin dall´infanzia" e per la "fissazione di un indicatore di competenza linguistica". L´eurobarometro speciale (386) sugli europei e le loro lingue è stato realizzato nella primavera del 2012. Quasi 27 000 persone sono state intervistate de visu nella loro madrelingua. Tutti i 27 Stati membri sono stati coperti dall´indagine e i rispondenti provenivano da gruppi sociali e demografici diversi. La madrelingua più parlata è il tedesco (16%), seguita dall´italiano e dall´inglese (13% ciascuna), dal francese (12%) e quindi dallo spagnolo e dal polacco (8% ciascuna). I paesi che registrano l´aumento più rimarchevole nella proporzione di rispondenti che affermano di essere in grado di parlare almeno una lingua straniera sufficientemente bene da sostenere una conversazione, rispetto ai dati dell´indagine Eurobarometro 2005, sono l´Austria (+16 punti percentuali, 78%), la Finlandia (+6 punti percentuali, 75%), e l´Irlanda (+6 punti percentuali, 40%). Di converso, la proporzione di persone capaci di parlare almeno una lingua straniera è diminuita notevolmente in Slovacchia (-17 punti percentuali, 80%), nella Repubblica ceca (-12 punti percentuali, 49%), in Bulgaria (-11 punti percentuali, 48%), in Polonia (-7 punti percentuali, 50%), e in Ungheria (-7 punti percentuali, 35%). In questi paesi si è registrato un calo rispetto al 2005 nelle proporzioni di persone capaci di parlare lingue straniere quali il russo e il tedesco. Le cinque lingue straniere più parlate rimangono l´inglese (38%), il francese (12%), il tedesco (11%), lo spagnolo (7%) e il russo (5%). A livello nazionale l´inglese è la lingua straniera più parlata in 19 dei 25 Stati in cui non è lingua ufficiale (escludendo quindi il Regno Unito e l´Irlanda). Per la prima volta si è esplorato il ruolo della traduzione in ambiti quali la salute e la sicurezza, l´istruzione, la ricerca di lavoro, l´informazione e le attività del tempo libero come ad esempio i film e la lettura. Le precedenti indagini Eurobarometro sulle lingue sono state condotte dalla Commissione nel in 2001 e nel 2005. L´indagine europea sulle competenze linguistiche è stata condotta nella primavera del 2011 e le risultanze sono pubblicate oggi in seguito a un´analisi dettagliata. L´indagine ha testato quasi 54 000 allievi di 14 paesi e di 16 sistemi educativi (le tre comunità linguistiche del Belgio, la Bulgaria, la Croazia, l´Inghilterra, l´Estonia, la Francia, la Grecia, Malta, i Paesi Bassi, la Polonia, il Portogallo, la Slovenia, la Spagna e la Svezia). La valutazione fornisce dati comparabili sul livello di competenze in lingue straniere degli allievi di 14-15 anni. In ciascun paese i test hanno misurato le abilità di lettura, ascolto e scrittura in due delle cinque lingue ufficiali dell´Ue maggiormente insegnate: inglese, francese, tedesco, italiano e spagnolo. Inoltre, sulla base di questionari compilati dagli allievi, nonché da quasi 5 000 insegnanti di lingue e 2 250 direttori di scuole, la valutazione conclude che le capacità di apprendimento delle lingue sono strettamente correlate alla motivazione, che è a sua volta funzionale alla situazione familiare, al livello d´istruzione e alla condizione sociale in generale.  
   
   
EUROPA: ABRUZZO LEADER AGLI OPEN DAYS DI OTTOBRE MACROREGIONE ADRIATICO-JONICA AL CENTRO DEL DIBATTITO  
 
 Pescara, 25 giugno 2012 - La Regione Abruzzo parteciperà da attore protagonista agli Open Days che si terranno dall´8 all´11 ottobre a Bruxelles nell´ambito della settimana europea delle Regioni e delle città. E sarà presente nelle vesti di lead partner del Consorzio della Macroregione Adriatico-jonica. Si tratta di un evento tra i più rappresentativi per le politiche europee e regionali e sarà la prima volta che il Consorzio presenta un partenariato molto forte e qualificato e il fatto che sia proprio la nostra Regione a coordinare i lavori, è motivo di orgoglio e di riconoscimento della capacità che l´Abruzzo ha nell´unire i particolarismi locali e regionali, coscienti che intorno a quest´area si muoveranno sempre più i nostri futuri destini economico-imprenditoriali. "L´area Adriatico-jonica e l´intero bacino del Mediterraneo - afferma il vice presiente della Regione, Alfredo Castiglione, - nei prossimi anni avranno un dinamismo economico notevole in grado di generare un Pil a due cifre e tutti i nostri sforzi, che stiamo producendo con iniziative di vario genere nei Paesi transfrontalieri, vanno in questa direzione. In quei giorni, - continua - avverranno scambi di parere e di best-practice, dibattiti costruttivi incentrati sui punti di forza delle politiche di cooperazione e di integrazione regionale. L´abruzzo è sempre più proiettato sullo scenario europeo come interlocutore consapevole. Al di là dei particolarismi territoriali, occorre riconoscere la priorità di dare una voce unanime alle esigenze di lungo periodo di quei Paesi che si riconoscono dentro realtà quali le Macro Regioni. Così come la realtà del Baltico e del Danubio, anche la Macroregione Adriatico-jonica si appresta ad essere riconosciuta tale, ma con il valore aggiunto di fare da ponte tra i Popoli dell´Europa continentale e l´Europa del Mediterraneo. La strada da seguire di certo - prosegue - non è l´Europa della Finanza e delle Banche, ma quella che consenta di essere attori nel costruire azioni orizzontali della così detta Europa dei Popoli, e che consenta alle Macroregioni di confrontarsi su territori sovranazionali in termini costruttivi, come l´attrarre finanziamenti Europei mirati ed entrare dentro le logiche dei corridoi infrastrutturali. Lo strumento della Macroregione è necessario per indirizzare una comune politica di sviluppo economico in grado di omogenizzare quelle disarticolate politiche che spesso hanno messo in concorrenza e in difficoltà gli stessi Paesi europei. Quanto stiamo facendo sottoscrivendo protocolli e lettere di intenti con quasi tutti i popoli dei Balcani Occidentali e oltre, intessendo rapporti economico-industriali con realtà come lo Zastava in Serbia, o con società di sviluppo economico locali, o l´aver avviato e consolidato il volo Pescara-mostar quindi un collegamento stabile con il mare dei Balcani, va assolutamente in questa direzione. Così come l´organizzare periodici incontri quali Forumed o Meeting del Mediterraneo, e la partecipazione a Mostar alla fiera più importante dei Balcani. Dalla crisi che vede l´Europa completamente coinvolta, o si esce con quel coraggio e quella lungimiranza che caratterizzò i padri fondatori dell´Europa, oppure si sconfinerà sempre più verso momenti caratterizzati da divaricazioni, egoismi, volontà egemoniche, che è certo meglio lasciarsi alle spalle. Essere coscienti di voler portare a compimento la Macroregione Adriatico-jonica significa prendere atto che, se il fallimento di un solo Paese potrebbe segnare la fine dell´Euro e l´implosione dell´Europa, bisogna comprendere la necessità di rivedere gli attuali trattati per adeguarli alle sfida in atto. Lo dobbiamo a noi stessi e alle nuove generazioni, e le Regioni non possono restare a guardare. I tre giorni dell´Open Days di Bruxelles, che vedranno la nostra regione coordinare i lavori, dovranno imprimere una determinante e rinnovata prospettiva se non vogliamo renderci responsabili di un fallimento politico epocale di tutto un continente. All´europa degli Stati dobbiamo sostituire l´Europa dei Popoli con tutto quello che ne consegue e la leva delle Macroregioni è la scelta giusta. Ciò significa non abbandonare l´Euro dato che rappresenta un pilastro importante e decisivo del processo di integrazione europeo. Esso infatti va invece difeso e consolidato con decisione e determinazione anche dalle istituzioni più periferiche, per far capire che l´Europa non può guardare al futuro se prima non antepone il valore dei Popoli a tutto il resto e quindi non si pone come obiettivo, assieme alla moneta unica, un coordinamento delle politiche di sviluppo economico, sociali, fiscali, infrastrutturali, che quanto stiamo facendo dentro il concetto di Macroregione Adriatico-jonica ma che è il filo conduttore dell´intera Europa. Vogliamo affermare, come attori protagonisti di una importante Macroregione che sta nascendo assieme a tutte le altre realtà, che si deve rafforzare il metodo comunitario. Le misure devono essere utili a tutti, occorre che siano confermati gli accordi presi e il nuovo ruolo della Bce. Mi auguro - conclude Castiglione - che potranno essere questi i veri temi che verranno trattati nell´appuntamento di Bruxelles, anche con incontri di avvicinamento come l´ultimo avvenuto a Trieste.  
   
   
BOLZANO, DIBATTITO SULLA POLITICA CULTURALE: ALTO ADIGE TERRA PONTE IN EUROPA  
 
 Bolzano, 25 giugno 2012 - "L´alto Adige diventi una terra ponte in Europa, puntando su una cultura in grado di produrre ricchezza e qualità di vita". Questi le linee strategiche illustrate il 20 giugno dall´assessore Christian Tommasini nell´incontro con il mondo della cultura. Durante l´acceso dibattito, Tommasini ha difeso le scelte degli ultimi anni, sottolineando che "nonostante i tagli, i contributi alle associazioni sono rimasti pressochè invariati". "Vogliamo che l´Alto Adige non diventi una piccola patria etnica, ma una terra ponte fra culture diverse". Lo ha annunciato ieri il vicepresidente della Giunta provinciale Christian Tommasini illustrando le linee di indirizzo strategiche del suo Assessorato. "Per farcela dobbiamo puntare con ancora più forza sul plurilinguismo - ha spiegato Tommasini - nonchè sulla pari dignità tra cultura italiana, tedesca e ladina, che possono arricchirsi a vicenda. La cultura deve essere messa al centro del progetto di sviluppo della società perchè è in grado di produrre ricchezza: dal punto di vista economico con le imprese culturali, ma anche dal punto di vista della qualità di vita. E´ dimostrato, infatti, che chi partecipa ad eventi culturali gode di una maggiore benessere". In quest´ottica, secondo l´assessore alla cultura italiana, si inquadrano tutte le iniziative messe in campo dal 2009 in avanti: dai festival come Upload, Liberamente e Resistenze, ai progetti sugli alpini, sul barocco e sul rinascimento, senza dimenticare i progetti per le lingue (volontariato, Hocus&lotus, ecc.) e quelli nei quartieri di Bolzano. Poi è stata la volta dei numeri, delle cifre. "Dal 2009 in avanti - ha sottolineato Christian Tommasini - abbiamo dovuto fare i conti con bilanci provinciali sempre più magri. I tagli, che comunque nella cultura sono stati inferiori rispetto ad altri settori, si sono concentrati soprattutto sull´attività diretta, ovvero sui progetti direttamente portati avanti dagli uffici provinciali, che nel giro di quattro anni sono stati quasi dimezzati. I fondi a disposizione delle associazioni e delle cooperative, infatti, sono rimasti pressochè invariati, e nel 2012 hanno toccato quota 2.381.300 euro, praticamente lo stesso livello del 2009". Incalzato dalle domande dei partecipanti all´incontro, Tommasini ha difeso le scelte compiute dal proprio Assessorato, in maniera particolare per quanto riguarda il sostegno alle cooperative. "Si tratta di una forma di impresa culturale che merita rispetto - ha spiegato - e che punta a far crescere le professionalità in questo settore. Il mondo dell´associazionismo e del volontariato puro continuerà ad essere sostenuto, ma ritengo che serva un nuovo patto fra gli operatori del settore: una guerra tra associazioni e cooperative non serve a nessuno". Tra i grandi progetti per far diventare l´Alto Adige terra ponte fra culture diverse, Christian Tommasini ha naturalmente citato la partecipazione dell´Alto Adige alla candidatura del Nord-est a capitale europea della cultura 2019. "E´ una grande occasione che dobbiamo cogliere - ha sottolineato l´assessore - e può rappresentare la chiave per sviluppare ulteriormente la società altoatesina in un´ottica plurilingue e pluriculturale. Mi preme precisare che i fondi destinati alla candidatura sono aggiuntivi al bilancio (600mila euro nel 2011, 380mila nel 2012), e dunque non vanno ad intaccare in alcun modo i contributi alle associazioni e alle cooperative. Anzi, tra breve partirà un nuovo bando di idee che ci auguriamo possa coinvolgere il numero maggiore possibile di soggetti".  
   
   
SPENDING REVIEW, LIGURIA DIMEZZA AGENZIE RATING  
 
Genova, 25 Giugno 2012. Spending review: per il 2012 la Regione Liguria dimezza le agenzie di rating che giudicano bilanci e la finanza dell’ente. Fino allo scorso anno la Regione Liguria si era avvalsa delle prestazioni delle agenzie Moody’s e Standard & Poor’s, ma fra qualche giorno l’incarico sarà assegnato solo a quest’ultima che si è aggiudicata una gara di appalto per un contratto biennale, con l’offerta economicamente più vantaggiosa. Alla gara hanno partecipato Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch. Standard & Poor’s ha offerto i propri servizi per un corrispettivo di 18 mila 500 euro annui, più Iva. “Con un risparmio delle casse regionali rispetto allo scorso anno di circa 97 mila euro, che contribuirà a mantenere i servizi ai cittadini”, afferma l’assessore alle Finanze della Regione Liguria Pippo Rossetti.  
   
   
EXPO. IL NUMERO DUE DEL BRASILE A FORMIGONI: IMPERDIBILE TEMER: L´EVENTO DEL 2015 È UN´OCCASIONE STRAORDINARIA PER NOI IL COMMISSARIO GENERALE PARTECIPA ALLA PLENARIA DI ´RIO+20´  
 
 Rio de Janeiro, 25 giugno 2012 - ´L´expo di Milano è veramente un´occasione straordinaria per il mondo. Il Brasile non può mancare, ci saremo certamente´. Lo ha detto il vicepresidente del Brasile, Michel Temer, a Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia e commissario generale di Expo, il 21 giugno nel corso del colloquio avvenuto in occasione dei lavori di Rio+20. Dunque, c´è una conferma molto autorevole della volontà del Brasile di partecipare al grande evento del 2015, che fa seguito alle dichiarazioni, altrettanto favorevoli alla partecipazione ad Expo, dei tre governatori brasiliani che hanno incontrato Formigoni: Renato Casagrande (Espiritu Santo), Eduardo Campos (Pernambuco) e Gerardo Alckmin (San Paolo). Condividere I Contenuti Strategici - ´A Michel Temer ho spiegato - ha fatto sapere Formigoni - le grandi opportunità che Expo potrà offrire al Brasile e alle sue imprese. Quanto ai contenuti, gli ho illustrato le linee programmatiche del Documento strategico (la cui stesura è prossima alla conclusione, ndr), e gli ho preannunciato l´invio del testo nei prossimi giorni, in modo da recepire eventuali integrazioni e giungere così a un testo condiviso´. I collaboratori del Vice Presidente hanno subito chiesto informazioni specifiche, ad esempio sugli allestimenti dei padiglioni e le metrature, entrando così anche nei dettagli pratici dell´evento. Sanita´, Universita´ E Ricerca - Formigoni e Temer non hanno mancato di parlare dei rapporti tra Italia e Brasile e tra Lombardia e Brasile in particolare. ´La nostra impostazione della sanità, - ha detto Formigoni - lo sviluppo del sistema delle nostre 12 università e il nostro modello di investimento in ricerca e innovazione sono le esperienze che hanno destato particolare interesse nel vicepresidente Temer´: I Rapporti Con Lo Stato Di San Paolo - A Rio Formigoni ha avuto un incontro anche con il governatore dello Stato di San Paolo, Gerardo Alckmin (che aveva partecipato alla prima edizione del World Regions Forum, a Miloano, nel 2009, garantendo allo stesso Wrf un forte supporto). ´Se il Brasile è figlio del Portogallo, San Paolo è figlio dell´Italia´, ha detto il governatore paulista. In effetti, la collaborazione tra Lombardia e Stato di San Paolo (41 milioni di abitanti, lo Stato più ricco e tra i più grandi del Brasile) dura da oltre un quindicennio. Nel corso del colloquio con Alckmin abbiamo posto le basi per un nuovo accordo di collaborazione, soprattutto negli ambiti della ricerca e dello scambio di tecnologie´, ha sottolineato Formigoni prima di partecipare ad alcune fasi della sessione plenaria dei lavori di Rio +20. ´Il collegamento tra Rio +20 e Expo Milano 2015 è molto profondo: il documento preparatorio della conferenza ha infatti evidenziato tra le questioni cruciali della sostenibilità del futuro il cibo, l´acqua e l´energia, temi che saranno al centro di Expo Milano 2015 in due modi´. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, nel corso di Rio +20, di fronte a una platea di delegati internazionali e giornalisti, che si sono dimostrati molto interessati a queste tematiche. Expo, Piattaforma Mondiale - ´Anzitutto - ha spiegato Formigoni - Expo Milano 2015 sarà una piattaforma mondiale di dibattito e di confronto su questi temi: cibo, pianeta e energia. Vogliamo approfondire le questioni della sicurezza alimentare, le dimensioni sociali e politiche della fame, le frontiere della scienza applicata alla produzione e alla trasformazione alimentare, lo sguardo al multiforme e affascinante mondo delle identità alimentari di popoli e civiltà. Non vogliamo che sia solo un momento di riflessione e di confronto, ma un ambito di proposte politiche concrete e di progetti eccellenti. Per questa ragione è in via di definizione un documento strategico e programmatico che verrà proposto a tutti i Paesi del mondo, ai Governi, alle associazioni e alle imprese per rilanciare il dibattito ma soprattutto per suscitare proposte da lanciare nel 2015´. Vetrina Di Sostenibilità - ´Il secondo modo in cui la sostenibilità è al centro del nostro evento - ha aggiunto il presidente - riguarda il progetto del sito espositivo e delle infrastrutture necessarie. Expo Milano 2015 sarà anche una vetrina di sostenibilità nel modo stesso in cui sarà fisicamente realizzato. Qualche esempio: l´impiego dell´acqua, il suo utilizzo razionale, le strutture di distribuzione saranno progettate in modo innovativo e sostenibile. Ma la gestione delle acque sarà anche occasione per rilanciare piani territoriali come i navigli o le vie d´acqua. Analogamente la mobilità per Expo sarà una mobilità vetrina di sostenibilità e innovazione, anche attraverso partnership con il mondo produttivo. La distribuzione e la gestione del cibo, poi, sarà all´insegna dello ´spreco zero´. Da ultimo, materiali, strutture e servizi saranno progettati e gestiti secondo i più rigorosi parametri di sostenibilità´. Cammino Verso Il 2015 - ´Da Rio +20 - ha concluso il presidente - abbiamo tratto spunti e contenuti importanti per definire il nostro documento in chiave di sostenibilità, ma anche decine di incontri che su questi temi potranno accompagnarci in questo appassionante cammino verso un mondo sempre più sostenibile che, siamo certi, avrà in Expo Milano 2015 un punto miliare di svolta e rilancio´.  
   
   
MINISTRO PROVINCIA ARGENTINA DEL CHACO RICEVUTO DA REGIONE VENETO  
 
Venezia, 25 giugno 2012 - L’assessore regionale alle politiche agricole Franco Manzato si è incontrato il 21 giugno a Palazzi Balbi, a Venezia, con il Ministro della produzione della Provincia argentina del Chaco, Enrique Roberto Orban. La Provincia del Chaco si trova nel nord dell’Argentina, nei pressi del confine con il Paraguay, con il Brasile e con la Bolivia. Il suo territorio è molto esteso, quasi 100.000 kmq. Ed è occupato in gran parte da un altopiano pianeggiante e da estese foreste. Agricoltura e allevamento sono le principali attività economiche. L´incontro tra Manzato e Orban si è svolto all´insegna della collaborazione e della condivisione di taluni progetti già avviati tra la provincia argentina e Veneto Agricoltura. Ora è in via di progettazione, da parte del Metadistretto Veneto dei Beni Culturali e Ambientali, una rilevante iniziativa – denominata Parafor - a carattere commerciale e ambientale. Consiste nel rimboschimento di una vasta area e nella successiva creazione di un distretto agro-industriale per lo sfruttamento delle risorse forestali, in particolare con l’avvio di una filiera del legno a fini di importazione di legname grezzo/semilavorato per il settore del mobile, di pellets, nonché per il possibile sviluppo di produzioni in loco per il mercato locale. Il progetto prevede anche attività di formazione, presso aziende italiane, di giovani argentini. “L’obiettivo di sviluppare e approfondire rapporti di collaborazione è di interesse comune”, ha affermato a conclusione l´assessore Manzato. “Las puertas estan abiertas, le porte sono spalancate all´intensificazione e al potenziamento di relazioni di questa dimensione e importanza”.  
   
   
IL MINISTRO CANCELLIERI A PALAZZO BALBI  
 
Venezia, 25 giugno 2012 - Il Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, in visita ufficiale alla giunta regionale del Veneto, è stata accolta il 22 giugno a Palazzo Balbi dal presidente della Regione Luca Zaia. Erano presenti assessori e consiglieri regionali, tra cui il presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato, parlamentari veneti, rappresentanti delle amministrazioni locali e provinciali, delle forze dell’ordine, autorità civili e militari. In apertura dell’incontro il ministro ha voluto rivolgere un saluto al Veneto. “La storia ed il recente presente – ha detto – hanno consegnato all’intero Paese la marcia in più del popolo veneto, che deve essere, oggi più che mai, fonte di profonda e sapiente ispirazione per rialzarsi dalla difficile congiuntura economica e per riaffermare la collaborazione costruttiva tra le istituzioni e tra le forze sociali, unico strumento necessario per consolidare la democrazia”. Ha concluso con l’impegno a mettere in atto “un processo di riforma della presenza dello Stato sul territorio e del modo di fare Amministrazione che costituisca in fattore di facilitazione tra il mondo delle Istituzioni e quello delle imprese e dei cittadini”. Da parte sua Zaia ha detto che il ministro Cancellieri si è sempre dimostrata “con i fatti” vicina all’amministrazione regionale e al Veneto. Ad esempio in partite importanti come quella dello Statuto – che il Veneto è stata l’ultima regione ad adottare ma è la prima in termini di novità introdotte – e quella del recente terremoto che ha avuto come epicentro l’Emilia Romagna ma che ha visto censiti anche 41 comuni veneti. Al ministro Zaia ha sottoposto alcune questioni da risolvere: la riforma della protezione civile, già passata alla Camera, che mette in discussione la presenza dei commissari per le grandi opere; i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione che hanno portato, tra l’altro, al verificarsi di diversi suicidi tra gli imprenditori veneti; il riordino delle competenze degli enti locali e delle Province; il pericolo delle infiltrazioni malavitose nel Veneto. Con il Ministero degli interni è già stato sottoscritto un accordo per la sicurezza – ha concluso Zaia – e il Veneto riconferma la sua disponibilità ad essere laboratorio anche di nuovi modelli di controllo del territorio. Il ministro ha assicurato che sono tutti temi all’attenzione del governo, su cui saranno date risposte.  
   
   
FSE: COMITATO SORVEGLIANZA, PRESENTATI A BOLOGNA I DATI: GIÀ IMPEGNATO IL 78,6% DELLE RISORSE  
 
Bologna, 25 giugno 2012 – Sono 633 milioni di euro le risorse del Fondo Sociale Europeo già impegnate dalla Regione Emilia-romagna a maggio 2012, pari al 78,6% del totale delle risorse a disposizione per il periodo 2007-2013, pari ad oltre 806 milioni. La capacità di pagamento della Regione si attesta al 58,1% con un ammontare di spesa di oltre 468 milioni di euro. Sono alcuni dei dati del Rapporto annuale di esecuzione 2011, aggiornati al maggio 2012, presentati il 21 giugno dalla Regione Emilia-romagna al Comitato di Sorveglianza, l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma Operativo Regionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo. Il Comitato di Sorveglianza è composto dalla Commissione dell’Unione Europea, dai Ministeri competenti in materia, dalle Province emiliano-romagnole, dalle Parti sociali regionali, dalla consigliera regionale di Parità, ed è presieduto dall’assessore regionale alla Formazione Patrizio Bianchi. All’incontro odierno erano presenti Pietro Tagliatesta della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e Pari opportunità della Commissione europea, Gianna Donati e Giulia Platone del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. I dati confermano l’efficienza della Regione e delle Province nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse comunitarie e nella capacità di realizzazione degli interventi da parte del sistema degli enti attuatori. Le spese totali certificate ammontano già al 50% del Piano Operativo complessivo, e con la prossima certificazione che sarà inviata all’Ue entro fine giugno sarà raggiunto il target di spesa previsto dalla delibera Cipe per il 2013. "L´efficienza organizzativa ci permette una attuazione efficace, concertata e condivisa delle risorse del Fondo sociale europeo - ha detto l´assessore Patrizio Bianchi - e consente alla Regione di non dover chiedere proroghe all’Unione Europea, nonostante gli eventi sismici che hanno recentemente colpito l’Emilia-romagna. In caso di simili emergenze l´Ue consente alle Regioni di avere deroghe e dilazioni nella realizzazione. Noi al contrario abbiamo chiesto un aiuto per accelerare il nostro Programma: dobbiamo riuscire ad aiutare ancora di più le persone colpite dal terremoto". Nel 2011 la Regione Emilia-romagna ha attuato una programmazione centrata da un lato sull’inserimento e sulla permanenza nel mercato del lavoro, soprattutto delle fasce più deboli, e dall’altro sull’aumento delle competenze tecniche alte e specialistiche dei giovani. Per quanto riguarda le politiche attive per il lavoro, si è aggiornato il catalogo dell’offerta della formazione permanente, erogata attraverso assegni formativi della Regione e delle Province, mentre per la formazione superiore la Regione ha approvato il Piano Triennale della Formazione superiore e della Rete Politecnica. La Rete Politecnica, un sistema regionale unitario di relazioni stabili tra istituzioni scolastiche, enti di formazione professionale, università, centri di ricerca e imprese, risponde esattamente alle raccomandazioni espresse dalla Commissione europea ai Paesi membri, nell’ottica della strategia Europa 2020, che si basa sull’investimento sulle persone. In questo modo le risorse messe a disposizione dal Fondo Sociale Europeo non sono viste come uno strumento straordinario, ma si integrano perfettamente con le politiche regionali. Una visione di sistema che consente di chiudere al meglio la programmazione attuale e avviare la riflessione sul prossimo periodo. "L´emilia-romagna si è inserita con largo anticipo negli orientamenti espressi recentemente dal presidente Barroso, che ha chiesto la riprogrammazione dei fondi strutturali con azioni mirate per l´occupazione giovanile - ha detto Pietro Tagliatesta della Commissione europea, che ha colto l´occasione per esprimere solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma - Storicamente l´Emilia-romagna è una delle Regioni più performanti, anche per la qualità delle azioni messe in campo". "La Regione Emilia-romagna si è portata avanti - ha spiegato Gianna Donati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - ha anticipato nel 2011 i contenuti dell´Action Team sull´occupazione giovanile predisposto dal presidente Barroso. Anche la modalità di realizzazione del Por, delineato in accordo con le parti economiche e sociali, incontra gli orientamenti europei". I dati del Rapporto annuale di esecuzione 2011 - Sono 23.862 gli interventi approvati nel 2011, di cui 21.984 conclusi al 31 dicembre. L’asse di intervento che presenta la miglior performance di impegno e di spesa è l’asse I, dedicato alle azioni per favorire l’adattabilità delle persone, seguono gli interventi sull’asse Ii per l’occupabilità. Le persone che hanno già concluso le attività formative nel 2011 sono 54.419. Dal 2007, anno dell’avvio della programmazione, sono complessivamente 155.205, di cui 83.875 donne. La fascia di età prevalente è quella degli adulti da 25 a 55 anni (26.889 nel 2011 e 129.342 dal 2007). Avanzamento del Programma Operativo al 31 maggio 2012 - Nei primi 5 mesi del 2012 assistiamo ad un ulteriore aumento della capacità di impegno e di pagamento del Programma Operativo, con un incremento del 2,5% rispetto al dicembre 2011 delle risorse impegnate e del 10,7% dei pagamenti. In valori assoluti gli impegni sono pari a oltre 633 milioni di euro e i pagamenti a oltre 468 milioni di euro. I percorsi formativi avviati nei primi mesi del 2012 sono 719, per un totale di 23.703, le persone che hanno avuto accesso ad una opportunità formativa sono 195.607, 12.529 persone in più rispetto alla fine del 2011. La Programmazione 2007-2013 - Per il periodo 2007-2013 l’Emilia-romagna ha un Programma Operativo che dispone di 806 milioni di euro. L’obiettivo generale individuato per l’attuazione del programma di competitività e occupazione attraverso il Fse è quello di sostenere la crescita economica e sociale e il suo impatto occupazionale, coniugando la qualità dell’occupazione e la valorizzazione delle risorse umane con la qualità dello sviluppo economico e la coesione sociale. Obiettivi che si raggiungono investendo sul sapere e sulla qualificazione del lavoro e promuovendo pari opportunità di accesso e permanenza nel sistema regionale dell’istruzione, della formazione e del lavoro.  
   
   
CON IL FONDO SOCIALE EUROPEO AIUTATI 55 MILA TRENTINI  
 
Trento, 25 giugno 2012 - Sono 55 mila i trentini destinatari degli interventi già realizzati e previsti in Trentino grazie al Fondo Sociale Europeo negli anni 2007-2013. Quasi la metà (47%) sono occupati, per il 31% disoccupati e per la restante parte quasi tutti studenti; nel 66% dei casi si tratta di persone che rientrano nella fascia di età intermedia, tra i 25 e i 54 anni. Per quanto riguarda i soggetti svantaggiati, il 40 % è rappresentato da disabili. Sono i numeri principali contenuti nel Rapporto di esecuzione 2011 della programmazione Fse 2007/2013 approvato oggi dal Comitato di sorveglianza che si è riunito nel Palazzo della Provincia. A fine 2011 erano stati impegnati per la azioni Fse in Trentino 201 milioni di euro, il 92 % del totale delle risorse dell´intero programma del settennio (218 milioni), un dato che colloca la Provincia autonoma di Trento al vertice delle Regioni e Province autonome italiane sia per capacità di utilizzo delle risorse europee sia per volume di risorse impiegate. "Il Trentino ha guardato alle risorse europee con grande senso di responsabilità - ha affermato, aprendo i lavori del Comitato di sorveglianza, l´assessore Marta Dalmaso - esplorando anche strade nuove per far fronte alla crisi. Ci sono elementi molto positivi ma occorre andare avanti, con una sana preoccupazione per il futuro, con un utilizzo rigoroso delle risorse". Alla riunione del Comitato hanno partecipato, accanto ai dirigenti e funzionari dell´Autorità di gestione e degli organismi intermedi ed alle parti sociali, anche i rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali Silvana Altieri e Maria Teresa Labella, e Andrea Mancini della Commissione europea - Direzione generale Occupazione e Affari sociali, intervenuto a fine riunione con una relazione sulla nuova programmazione 2014-2020 del Fondo Sociale Europeo. Dall’avvio del programma nel 2007 a oggi, anche il Trentino ha sofferto dell’emergenza crisi a partire dalla fine del 2008. Gli effetti della crisi economica hanno avuto un impatto sul Programma Fse a partire dal 2009, quando è stato attivato a cofinanziamento del Fse un set articolato di misure straordinarie anticrisi, che si sono andate ad affiancare alle altre misure attivate sul territorio provinciale. Anche il Programma dal 2009 ha visto la compresenza di un numero consistente di attività anticrisi. Alcuni dati sull’avanzamento finanziario: - l’annualità 2011 ha registrato un impegno finanziario di oltre 33 milioni di euro. Complessivamente alla fine del 2011 erano stati impegnati 201 milioni di euro, vale a dire il 92,2% del totale delle risorse dell’intero programma 2007/2013; - nel 2011 l’asse 2 – Occupabilità (azioni rivolte a persone disoccupate o sospese dal lavoro) è quello finanziariamente più consistente del programma, ha esaurito la sua capienza ed anzi presenta un overbooking. Anche per quanto riguarda gli altri assi comunque si è registrato un avanzamento abbastanza consistente, poiché oltre agli interventi anticrisi nel corso dell’anno sono state approvate anche le principali attività ordinarie; - le risorse impegnate nel 2011 per quasi la metà sono state dedicate all’Asse 2 Occupabilità, seguito dagli assi 4 Capitale umano (19%) e dall’asse 1 Adattabilità (18%). - da sottolineare è anche il rifinanziamento dello strumento dei buoni di servizio (dispositivi volti a conciliare la vita famigliare ed il lavoro principalmente per donne occupate, attraverso l’erogazione di un contributo per la copertura delle spese volte alla cura e custodia dei figli) che assomma a 6 milioni di euro e il finanziamento delle attività del Centro per la formazione professionale e l’aggiornamento del personale insegnante e l’Iprase (Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa) . Per quanto riguarda invece i dati fisici dell’attuazione del Programma operativo, a fine 2011 risultavano essere stati approvati complessivamente (dal 2007 al 2013) 3.612 progetti, di cui 3.336 risultavano avviati e 3.048 conclusi. Il totale dei destinatari previsti ammonta a oltre 55 mila persone, di cui 50.447 soggetti hanno avviato il corso e 41.722 lo hanno concluso. Con riferimento ai singoli Assi, corrispondentemente al maggior impegno finanziario, si registra anche il maggior numero di progetti e destinatari sull’Asse 2. Rispetto al totale di 3.612 progetti approvati, nel corso del 2011 sono stati approvati 830 nuovi progetti, vale a dire il 23% del totale, con una prevalenza di interventi sugli Assi 2 – Occupabilità (soprattutto percorsi anticrisi per persone disoccupate o sospese dal lavoro) e 4 – Capitale umano (in via principale percorsi in ambito scolastico e formativo). Allo stesso modo la quota maggioritaria dei destinatari previsti nel 2011 (12.220) si è concentrata su tali due Assi (ricordando che nell’Asse 2– Occupabilità vi sono anche i destinatari dei buoni di servizio). Stato di attuazione dei singoli Assi: Partendo dal primo Asse dell’Adattabilità, complessivamente, al 31 dicembre 2011 sono stati approvati 344 progetti su tale Asse, di cui 335 avviati e 289 conclusi, con il coinvolgimento previsto di 8.232 persone, di cui 7.017 avviate e 4.912 concluse. Per quanto riguarda le azioni riferibili all’Asse 2 – Occupabilità, complessivamente i progetti approvati alla fine del 2011 sono stati 1.728, tutti avviati e di cui 1.697 conclusi entro la fine dell’anno. All’interno di tale Asse è stata collocata finanziariamente la gran parte delle azioni anticrisi a cofinanziamento Fse attuate sul territorio provinciale. Complessivamente, nell’ambito dell’Asse 3 – Inclusione sociale, volto all’integrazione, inserimento e reinserimento dei soggetti svantaggiati, i progetti approvati sono stati 484, di cui 435 avviati e 360 conclusi. E veniamo all’asse 4, Capitale umano, dopo l’Asse 2 - Occupabilità, questo è l’Asse più importante del Programma per risorse finanziarie assegnate, che ammontano complessivamente a oltre 52 milioni di euro per l’intero periodo 2007-2013 (valore corrispondente a circa il 24% del Programma). Complessivamente, al 31 dicembre 2011, risultavano approvati all’interno dell’Asse 993 progetti, di cui 778 avviati e 664 conclusi. L’asse 5 - Transnazionalità e interregionalità rappresenta un’area d’intervento innovativa per la programmazione Fse 2007-2013: complessivamente sono stati approvati 18 progetti, di cui 17 avviati e solo 7 conclusi in quanto si tratta perlopiù di progetti con durata pluriennale. Per quanto riguarda l’assistenza tecnica, in continuità con la passata programmazione il Programma operativo 2007-2013 prevede la realizzazione di azioni specifiche destinate a rafforzare la governance della programmazione e ad implementare le disposizioni regolamentari in materia di gestione e di controllo, determinando migliori e più adeguate condizioni di attuazione degli interventi. Complessivamente al 31.12.2011 sono stati approvati 38 progetti all’interno dell’Asse, la maggior parte dei quali con durata pluriennale. Di questi ne sono stati avviati 36 e se ne sono conclusi 27.  
   
   
TERREMOTI FUORI PATTO STABILITÀ: DA CONFERENZA SÌ A DE FILIPPO LA RICHIESTA DEL PRESIDENTE LUCANO, FATTA PROPRIA DALL’INTERO ORGANISMO, SARÀ ORA SOTTOPOSTA AL GOVERNO. “DIVERSAMENTE CHI HA CALAMITÀ CORRE IL RISCHIO DI DOPPIA PENALIZZAZIONE”  
 
Potenza, 25 giugno 2012 - La Conferenza delle Regioni ha fatto propria all’unanimità la proposta del Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, di chiedere al Governo l’esclusione delle spese connesse ai terremoti dal computo delle spese soggette al tetto del “Patto di Stabilità”. La proposta avanzata dal presidente lucano ricalcava gli indirizzi che lo stesso De Filippo aveva indicato nel dibattito sul tema che si è tenuto in seno al Consiglio regionale della Basilicata. “Si tratta di un principio ragionevole – spiega lo stesso De Filippo – che tende ad evitare che chi si trova, suo malgrado, a far fronte a spese straordinarie per rimediare ai danni di una calamità naturale finisca anche con l’essere penalizzato dalle pesanti sanzioni che lo sforamento del Patto di stabilità comporta. Le Regioni hanno ben compreso che la richiesta oggi riguarda solo specifiche regioni, ma il principio coinvolge tutti, e per questo la proposta ha trovato un favore unanime che speriamo ora si estenda al Ministero dell’Economia e delle Finanze e al Governo tutto. Questo consentirà, alle Regioni alle prese con questi problemi, di allentare un po’ il rigore del patto che si riverbera su tutta la gestione finanziaria e, indirettamente, sul mondo produttivo”  
   
   
PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020: UMBRIA SI PREPARA CON SEMINARI TEMATICI: LA DIMENSIONE URBANA E TERRITORIALE  
 
 Perugia, 22 giugno 2012 - Sviluppo urbano sostenibile, investimenti territoriali integrati, sviluppo locale di tipo partecipativo, approcci integrati per i grandi progetti: sono queste le linee operative individuate dalla Regione Umbria per quanto riguarda la dimensione urbana e territoriale, che stamani, nel quadro dell´avvio della programmazione comunitaria 2014-2020, è stata al centro del secondo dei seminari tematici, organizzati dalla Regione per elaborare una strategia capace di armonizzare le finalità della nuova "politica di coesione" europea 2014-2020 con gli obiettivi di "Europa 2020". "Una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva": questo il "leit motiv" declinato negli interventi al seminario (introdotto e coordinato a Palazzo Donini dal direttore della Programmazione, Innovazione e Competitività della Regione Umbria Lucio Caporizzi). I vari aspetti della dimensione urbana e territoriale nell´ambito della "politica di coesione" (introdotta dall´Unione con il Trattato di Lisbona e allineata alla strategia "Europa 2020") sono stati affrontati da Claudio Tiriduzzi della Regione Umbria ("Obiettivi e strumenti previsti nelle proposte di regolamento comunitario"), Francesco Mantino dell´Istituto Nazionale di Economia Agraria ("L´approccio territoriale per lo sviluppo delle aree rurali"), Luciano Tortoioli della Regione Umbria ("Programmi urbani complessi: esperienza umbra e indicazioni per il futuro"), Roberto Meloni del Comune di Terni ("Riqualificazione urbana nel Comune di Terni: "Puc" e "Pit") e Franco Sotte dell´Università di Ancona ("Una unica programmazione con più fondi"). Uno sviluppo urbano sostenibile - è stato sottolineato - prevede la promozione di strategie per basse emissioni di carbonio per le aree urbane, il miglioramento dell´ambiente urbano attraverso la riqualificazione delle aree industriali dismesse e la riduzione dell´inquinamento atmosferico, la mobilità urbana sostenibile e la "rigenerazione" delle comunità urbane svantaggiate. Le parole-chiave sono "integrazione" e "partecipazione": almeno il 5 per cento delle risorse del Fondo Europeo di Sviluppo regionale saranno destinate ad azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile, delegate alle città per essere gestite nella forma d´investimenti territoriali, con "reti di città" e scambi di esperienze. Sono previsti inoltre di "investimenti territoriali integrati" (su più assi prioritari), quando la strategia di sviluppo urbano richieda un approccio comune. La partecipazione ai processi dei soggetti pubblici e privati (uniti in gruppi di azione locale) viene individuata come essenziale, così come la messa in sinergia degli strumenti finanziari a disposizione, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Fondo Sociale Europeo e Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale.  
   
   
FVG: PROGRAMMA FINANZIAMENTI UE 2014-2020  
 
Trieste, 25 giugno 2012 - Negoziare con il territorio regionale le priorità affinchè il programma per i prossimi sette anni possa contenere e rispecchiare le esigenze dei portatori di interesse del Friuli Venezia Giulia. Per questo motivo l´assessorato alle Relazioni Internazionali e Comunitarie della Regione ha indetto una serie di consultazioni, che - dopo i due precedenti incontri di Trieste e Udine - hanno il 21 giugno ha fatto tappa a Pordenone e si concluderanno a Gorizia. Scopo della riunione, presieduta dall´assessore Elio De Anna e alla quale hanno partecipato amministratori locali e rappresentanti delle associazioni di categoria, è stata quella di definire il percorso e la tempistica del Programma Europeo 2014-2020 che metterà a disposizione per l´Italia circa 50 miliardi di euro. Di questi, 1 miliardo dovrebbe essere destinato al Friuli Venezia Giulia. "La cifra riconosciuta alla nostra regione - ha detto De Anna nel corso della riunione - verrà suddivisa in parti uguali su tre linee di intervento. La prima, pari al 33 per cento dell´intero ammontare, sarà destinata al fondo sociale europeo Fse per politiche della formazione professionale e dei giovani. Un altro 33 per cento ai Pac, i piani agricoli comunitari, e il rimanente al Fesr, Fonde Europeo di Sviluppo Regionale. In particolare su quest´ultimo - ha specificato l´assessore - la Regione aggiungerà altre risorse attraverso i Piani di Azione Regionale per abbattere la quota di compartecipazione di chi presenta il progetto".  
   
   
FONDO SOCIALE EUROPEO, GIÀ IMPEGNATI DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA 633 MILIONI DI EURO PER IL PERIODO 2007-2013. I DATI DEL RAPPORTO ANNUALE DI ESECUZIONE 2011 E L´AVANZAMENTO A MAGGIO 2012 PRESENTATI QUESTA MATTINA A BOLOGNA AL COMITATO DI SORVEGLIANZA  
 
Bologna, 25 giugno 2012 – Sono 633 milioni di euro le risorse del Fondo Sociale Europeo già impegnate dalla Regione Emilia-romagna a maggio 2012, pari al 78,6% del totale delle risorse a disposizione per il periodo 2007-2013, pari ad oltre 806 milioni. La capacità di pagamento della Regione si attesta al 58,1% con un ammontare di spesa di oltre 468 milioni di euro. Sono alcuni dei dati del Rapporto annuale di esecuzione 2011, aggiornati al maggio 2012, presentati il 21 giugno dalla Regione Emilia-romagna al Comitato di Sorveglianza, l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma Operativo Regionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo. Il Comitato di Sorveglianza è composto dalla Commissione dell’Unione Europea, dai Ministeri competenti in materia, dalle Province emiliano-romagnole, dalle Parti sociali regionali, dalla consigliera regionale di Parità, ed è presieduto dall’assessore regionale alla Formazione Patrizio Bianchi. All’incontro odierno erano presenti Pietro Tagliatesta della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e Pari opportunità della Commissione europea, Gianna Donati e Giulia Platone del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. I dati confermano l’efficienza della Regione e delle Province nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse comunitarie e nella capacità di realizzazione degli interventi da parte del sistema degli enti attuatori. Le spese totali certificate ammontano già al 50% del Piano Operativo complessivo, e con la prossima certificazione che sarà inviata all’Ue entro fine giugno sarà raggiunto il target di spesa previsto dalla delibera Cipe per il 2013. "L´efficienza organizzativa ci permette una attuazione efficace, concertata e condivisa delle risorse del Fondo sociale europeo - ha detto l´assessore Patrizio Bianchi - e consente alla Regione di non dover chiedere proroghe all’Unione Europea, nonostante gli eventi sismici che hanno recentemente colpito l’Emilia-romagna. In caso di simili emergenze l´Ue consente alle Regioni di avere deroghe e dilazioni nella realizzazione. Noi al contrario abbiamo chiesto un aiuto per accelerare il nostro Programma: dobbiamo riuscire ad aiutare ancora di più le persone colpite dal terremoto". Nel 2011 la Regione Emilia-romagna ha attuato una programmazione centrata da un lato sull’inserimento e sulla permanenza nel mercato del lavoro, soprattutto delle fasce più deboli, e dall’altro sull’aumento delle competenze tecniche alte e specialistiche dei giovani. Per quanto riguarda le politiche attive per il lavoro, si è aggiornato il catalogo dell’offerta della formazione permanente, erogata attraverso assegni formativi della Regione e delle Province, mentre per la formazione superiore la Regione ha approvato il Piano Triennale della Formazione superiore e della Rete Politecnica. La Rete Politecnica, un sistema regionale unitario di relazioni stabili tra istituzioni scolastiche, enti di formazione professionale, università, centri di ricerca e imprese, risponde esattamente alle raccomandazioni espresse dalla Commissione europea ai Paesi membri, nell’ottica della strategia Europa 2020, che si basa sull’investimento sulle persone. In questo modo le risorse messe a disposizione dal Fondo Sociale Europeo non sono viste come uno strumento straordinario, ma si integrano perfettamente con le politiche regionali. Una visione di sistema che consente di chiudere al meglio la programmazione attuale e avviare la riflessione sul prossimo periodo. "L´emilia-romagna si è inserita con largo anticipo negli orientamenti espressi recentemente dal presidente Barroso, che ha chiesto la riprogrammazione dei fondi strutturali con azioni mirate per l´occupazione giovanile - ha detto Pietro Tagliatesta della Commissione europea, che ha colto l´occasione per esprimere solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma - Storicamente l´Emilia-romagna è una delle Regioni più performanti, anche per la qualità delle azioni messe in campo". "La Regione Emilia-romagna si è portata avanti - ha spiegato Gianna Donati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - ha anticipato nel 2011 i contenuti dell´Action Team sull´occupazione giovanile predisposto dal presidente Barroso. Anche la modalità di realizzazione del Por, delineato in accordo con le parti economiche e sociali, incontra gli orientamenti europei". I dati del Rapporto annuale di esecuzione 2011 - Sono 23.862 gli interventi approvati nel 2011, di cui 21.984 conclusi al 31 dicembre. L’asse di intervento che presenta la miglior performance di impegno e di spesa è l’asse I, dedicato alle azioni per favorire l’adattabilità delle persone, seguono gli interventi sull’asse Ii per l’occupabilità. Le persone che hanno già concluso le attività formative nel 2011 sono 54.419. Dal 2007, anno dell’avvio della programmazione, sono complessivamente 155.205, di cui 83.875 donne. La fascia di età prevalente è quella degli adulti da 25 a 55 anni (26.889 nel 2011 e 129.342 dal 2007). Avanzamento del Programma Operativo al 31 maggio 2012 - Nei primi 5 mesi del 2012 assistiamo ad un ulteriore aumento della capacità di impegno e di pagamento del Programma Operativo, con un incremento del 2,5% rispetto al dicembre 2011 delle risorse impegnate e del 10,7% dei pagamenti. In valori assoluti gli impegni sono pari a oltre 633 milioni di euro e i pagamenti a oltre 468 milioni di euro. I percorsi formativi avviati nei primi mesi del 2012 sono 719, per un totale di 23.703, le persone che hanno avuto accesso ad una opportunità formativa sono 195.607, 12.529 persone in più rispetto alla fine del 2011. La Programmazione 2007-2013 - Per il periodo 2007-2013 l’Emilia-romagna ha un Programma Operativo che dispone di 806 milioni di euro. L’obiettivo generale individuato per l’attuazione del programma di competitività e occupazione attraverso il Fse è quello di sostenere la crescita economica e sociale e il suo impatto occupazionale, coniugando la qualità dell’occupazione e la valorizzazione delle risorse umane con la qualità dello sviluppo economico e la coesione sociale. Obiettivi che si raggiungono investendo sul sapere e sulla qualificazione del lavoro e promuovendo pari opportunità di accesso e permanenza nel sistema regionale dell’istruzione, della formazione e del lavoro.  
   
   
FONDI UE, VIA AL NUOVO MODELLO DI SVILUPPO TERRITORIALE INTEGRATO. LA CAMPANAI SOSTENTA I PARTENARIATI LOCALI E I PROCESSI DI AGGREGAZIONE DEI COMUNI  
 
Napoli, 25 giugno 2012 - Si è svolto a palazzo Santa Lucia un incontro per la riorganizzazione del sistema delle Autonomie locali, alla luce del nuovo ordinamento regionale e degli indirizzi dell´Unione Europea sull´utilizzo dei fondi strutturali, sia sul versante della riprogrammazione 2007-2013 che su quello degli obiettivi 2020. Alla riunione, presieduta dall´assessore alle Autonomie locali Pasquale Sommese, erano presenti tra gli altri il presidente del Tavolo di Partenariato Socio/economico Luciano Schifone, l´Autorità di Gestione Por Fse Campania Giuseppe Carannante, il presidente della Federazione Autonomie locali Nino Daniele, i rappresentanti dell´Anci Maria Laura Esposito e della Lega delle Autonomie Osvaldo Cammarota, il presidente dell´Anpci Arturo Manera, il vicepresidente di Euroidees Emanuele Daluiso, il vicepresidente Formez Andrea Losco. Con il Tavolo del 21 giugno ha preso il via l´attuazione delle indicazioni emerse al seminario promosso dalla Regione e dalla Federazione delle Autonomie locali della Campania nello scorso marzo sulla territorializzazione delle politiche di sviluppo e coesione. Il Piano operativo messo a punto per un coerente utilizzo delle risorse Fse si muove in due direzioni: costituzione dei Partenariati locali all´interno dei 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo individuati dal Ptr per aree omogenee e per vocazione prevalente, con l´obiettivo, in stretto raccordo con il Tavolo di Partenariato regionale, di predisporre strategie di sviluppo locale per investimenti territoriali integrati; costituzione di forme associate tra i Comuni per la gestione di funzioni e servizi pubblici locali in grado da un lato di offrire maggiore efficienza e dall´altro di ridurre i costi a carico delle pubbliche amministrazioni. "Si apre una nuova fase - ha detto l´assessore Sommese - della governance territoriale. Nella consapevolezza che, oggi più che mai, l´attuale assetto istituzionale e amministrativo è inadeguato e dispendioso (551 Comuni, 5 Province, 117 enti territoriali, 30 società partecipate), avviamo una sua riorganizzazione in conformità con il nuovo ordinamento regionale sulla base di criteri di omogeneità e simmetria delle competenze, ed affidiamo in partnership alle Autonomie ed alle rappresentanze organizzate sul territorio, un ruolo centrale sia rispetto alle politiche di sviluppo che alla riprogrammazione delle risorse europee. Ce lo chiede - aggiunge Sommese - la Commissione Europea con il nuovo strumento del Contratto di Partenariato, che prevede la condivisione delle strategie con le autorità locali, cittadine, le parti economiche e sociali, gli organismi della società civile. E la Regione, grazie al nuovo modello organizzativo dipartimentale che si è dato, è pronta da subito a mettere in atto le indicazioni Ue. Continueremo a lavorare intensamente, d’intesa con il presidente Caldoro, gli assessori competenti per materia e il Partenariato regionale, per tradurre rapidamente in realtà questa grande riforma realizzata. Il traguardo da raggiungere è una organizzazione che veda finalmente allo stesso tavolo i sindaci a fare scelte di servizi ai cittadini sul territorio, in linea con la legge 13 sul Ptr, in grado di offrire prestazioni utili per tutti, di più elevata qualità e di minor costo a carico della collettività", ha concluso Sommese.  
   
   
SICILIA, TRA I PROVVEDIMENTI DELLA GIUNTA REGIONALE: EDILIZIA, ENERIGIE ALTERNATIVE, PANIFICAZIONE  
 
Palermo, 25 giugno 2012 - La giunta regionale di governo, presieduta da Raffaele Lombardo, nella riunione del 21 giugno ha approvato lo schema di regolamento che normera´ l´edilizia sociale in Sicilia. Il provvedimento, che mette ordine nel ´social housing´, e´ condiviso fra tre rami di amministrazione: Infrastrutture, Economia e Territorio. In materia di edilizia sociale, e´ stata rimodulata la distribuzione dei fondi ex Gescal pari a circa 83 milioni di euro, 3 milioni dei quali saranno utilizzati per fronteggiare l´emergenza abitativa verificatasi a Ribera (Ag). Un´altra quota sara´ destinata alla realizzazione o all´acquisizione di immobili da destinare a esigenze delle forze dell´ordine. In materia di energia, l´esecutivo ha approvato il regolamento del Pears che sara´ finalizzato soprattutto alla promozione dei piccoli impianti di produzione di energie alternative. In tema di rifiuti, via libera anche alla delibera che autorizza i sub-ambiti territoriali ottimali che saranno gestiti ciascuno da un minimo di 3 sindaci. Su proposta dell´assessore regionale per le Attivita´ produttive, Marco Venturi, la giunta ha deliberato la nomina del commissario straordinario della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane siciliane (Crias). E´ Mariella Amoroso, funzionario della Regione siciliana. La giunta ha inoltre nominato Fabio D´amore e Francesco Panepinto commissari liquidatori, rispettivamente, della Fiera di Messina e della Fiera di Palermo. Sempre in tema di attivita´ produttive, la giunta ha ratificato L´apq per Termini Imerese, che consentira´ l´utilizzo dei 150 milioni di euro che la Regione ha impegnato per il rilancio dell´area. L´esecutivo ha, poi, dato parere favorevole al disegno di legge che riordina il settore della panificazione in Sicilia. Proposto dall´assessore alle Attivita´ produttive, il testo - concertato con le associazioni sindacali e di categoria - adesso sara´ trasmesso all´Assemblea regionale siciliana. In materia di Pubblica amministrazione, e´ stato approvato il Piano regionale per la semplificazione 2012 proposto dall´Assessore alla Funzione pubblica e alle Autonomie locali, Caterina Chinnici. In tema di Beni Culturali, alcune economie realizzate su fondi comunitari permetteranno di completare i progetti di riqualificazione funzionale e nuovi allestimenti nella tonnara di Santa Panagia a Siracusa, che diventera´ Museo del Mare, e per il Museo Archeologico di Gela. Decisa la proroga di un anno dell´incarico di commissario straordinario del Teatro Massimo "Vincenzo Bellini" di Catania all´avvocato Vincenzo Zappulla. In materia economica, e´ stata decisa una rimodulazione del Par Fas 2007/2013. Avviata la procedura di apprezzamento del Piano strategico regionale per l´occupazione giovanile che permettera´, una volta completato, di utilizzare 452 milioni di euro del Fondo sociale europeo in piani di occupazione che riguarderanno circa 50.000 giovani siciliani. Infine, la giunta ha nominato presidente e componenti del Comitato Regionale per le Comunicazioni (Corecom), cosi´ come indicati dal Presidente dell´Ars, Francesco Cascio. Presidente resta Ciro Di Vuolo, componenti vengono nominati Salvatore Librizzi, Salvatore Li Castri, Monica Angela Piccione e Vincenzo Tanania.  
   
   
RIUNITO A TERAMO IL COMITATO SORVEGLIANZA ´PO/FSE ABRUZZO´ CERTIFICATO PIENO RAGGIUNGIMENTO OBIETTIVI DI SPESA  
 
 Pescara, 25 giugno 2012 - Si è svolto il 21 giugno, a Teramo, presso la sala consiliare del Comune, il Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo Abruzzo 2007/13, Obiettivo Cro, Competitività Regionale e Occupazione, presieduto dall´Assessore al Lavoro, Paolo Gatti e alla presenza dei funzionari Paola Bertolissi della Direzione Generale della Commissione Europea, del Ministero del Lavoro e di tutte le sigle sindacali e datoriali della Regione. Dopo l´approvazione del verbale della seduta precedente, sono state diverse le tematiche affrontate a iniziare dalla presentazione e approvazione del Rae 2011, il Rapporto Annuale di Esecuzione, cui è seguito un aggiornamento riguardante lo stato dell´arte su tutti gli affidamenti diretti attivi nel Programma Operativo, dal 2007 a oggi e un´informativa sulle attività di audit. Grande attenzione, da parte della platea degli addetti ai lavori è stata dedicata alla relazione sullo stato di avanzamento del Programma Operativo nel 2012 da parte dell´Autorità di Gestione. "L´europa ci promuove. Il pieno raggiungimento degli obiettivi di spesa da parte dell´Abruzzo - sottolinea il Presidente del Comitato di Sorveglianza, l´Assessore Regionale al Lavoro, Paolo Gatti - insieme ad una accelerazione costante nella realizzazione dei programmi e dei piani operativi, a partire dal nostro insediamento, consentono all´Abruzzo di evitare il disimpegno automatico delle risorse. In questi mesi abbiamo lavorato anche per giungere ad una programmazione 2012/13 sempre più innovativa nei suoi contenuti ma, al contempo, attenta alle trasformazioni e alle nuove urgenze che quotidianamente emergono dal nostro tessuto sociale. Le previsioni di spesa, inoltre, confermando un andamento crescente della certificazione dell´impegno delle risorse e ci rassicurano riguardo il raggiungimento anche degli obiettivi di fine anno." La dottoressa Paola Bertolissi della Commissione Europea ha sottolineato come "interventi di ampio respiro sono stati portati avanti dalla Regione Abruzzo." Mentre il funzionario del Ministero del Welfare, Danilo Tesei ha evidenziato come ci sia stato un "forte recupero rispetto al passato della capacità di spesa della Regione Abruzzo con ricadute positive sul tessuto sociale." Di Cesare segretario regionale della Cgil ha sottolineato altresì come "era insopportabile lo zero speso nel 2009, va dato atto all´Assessore Gatti il recupero fatto. Il rapporto di concertazione con l´assessorato del resto è davvero solido." Anche il segretario Regionale della Cisl, Maurizio Spina ha sottolineato come "è stato forte il miglioramento rispetto al passato, ma c´è ancora molto da fare. Con l´assessore Gatti abbiamo fatto un buon lavoro, ma vorremmo una programmazione unitaria delle risorse comunitarie a livello di Giunta Regionale. Se non fosse stato fatto un buon lavoro sul tema dell´occupabilità la condizione sociale della Regione sarebbe molto più critica". Anche Uil con il vicesegretario Di Toro ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto.  
   
   
FSE: ABRUZZO IN RECUPERO CON 100MLN SPESA CERTIFICATA  
 
Teramo, 25 giugno 2012 - Circa 100 milioni di euro di spesa certificata dall´Unione europea per il Fondo sociale europeo. Sono i numeri che l´assessore alle Politiche del lavoro, Paolo Gatti, ha illustrato il 21 giugno a Teramo nel corso del Comitato di sorveglianza del Po-fse Abruzzo 2007-2013. "E sono numeri rilevanti ? ha esordito l´assessore Paolo Gatti ? se è vero che nel 2009 siamo partiti da -26 milioni ed ora siamo di fronte ad una spesa di 100 milioni di euro caratterizzata da interventi importanti soprattutto in materia di contrasto e di lotta alle varie forme di crisi economica con gli immancabili risvolti di carattere sociale. In questo senso, il Fondo sociale europeo ci ha permesso di dare risposte ai cittadini e alle imprese in un momento di oggettiva difficoltà, ma è chiaro che da solo non basta a risolvere i problemi dell´Abruzzo, anche se il percorso intrapreso in regione è stata condiviso con le parti sociali le quali ci riconoscono il merito di aver ´normalizzato´ un settore importante per lo sviluppo regionale". Sul Fondo sociale europeo, dunque, si è portato avanti un discorso i cui frutti si stanno raccogliendo; ma è soprattutto sul fronte della qualità della spesa che sono arrivati gli elogi della Commissione europea. "Abbiamo avuto note di merito sia dalla Ue sia dal ministero del Lavoro ? ha aggiunto l´assessore al Lavoro ? sia per aver riportato sui binari della normalità la gestione della spesa, recuperando il tempo perduto, sia sul fronte delle misure anticrisi". Ma il Programma operativo dell´Fse guarda anche ai giovani e allo loro crescita professionale e lavorativa. "Stiamo portando avanti politiche di prospettiva rivolte all´orientamento professionale, ma soprattutto abbiamo messo in campo anche terapie d´urto come un il progetto ´giovani indeterminati´ rappresentato da incentivi all´assunzione molto forti rivolti a imprese e aziende che decidono di dare un lavoro a tempo indeterminato ai giovani fino a 35 anni. E su questo piatto ? conclude Paolo Gatti - la Regione ha messo 10 milioni di euro facendo una precisa scelta di politica di sviluppo".  
   
   
TONDO, INTERNAZIONALIZZAZIONE FATTORE DECISIVO PER FVG  
 
Passariano (Villa Manin), 25 giugno 2012 - L´internazionalizzazione delle aziende Fvg, la partita dell´innovazione, le politiche per le infrastrutture sono fattori decisivi e strategici per lo sviluppo del Friuli Venezia Giulia. Lo ha confermato il 21 giugno il presidente della Regione Renzo Tondo intervenendo alla prima giornata dell´incontro dedicato al "Futuro dell´internazionalizzazione per le imprese del Nord Est", promosso a Villa Manin di Passariano (il 22 giugno l´evento si è trasferito a Pordenone) dalla Finest, presieduta da Renato Pujatti, in collaborazione con la Sace. Evidenziando come le attività per l´export debbano costituire un obiettivo principale per l´economia del Friuli Venezia Giulia (esportazioni che contano circa il 10 per cento nell´ambito di tutto il Nord-est italiano - un totale 2011 di 117,5 miliardi di euro, ha illustrato Pietro Celi, del ministero dello Sviluppo economico), il presidente Tondo ha ricordato che la riduzione del debito regionale, oggi calato del 37 per cento, "con la prospettiva di contenerlo sotto il miliardo a fine anno", ha permesso alla Giunta regionale di convogliare maggiori risorse per lo sviluppo. Più finanziamenti al sistema economico, dunque, in questi difficili momenti di crisi, pari a 420 milioni di euro negli ultimi due anni, in grado di sostenere un globale di circa 3 mila imprese Fvg, ha osservato il presidente della Regione, che ha anche indicato nelle prossima manovra di assestamento al bilancio un "budget" di 100 milioni di euro per supportare il sistema economico. L´altra "gamba" importante dell´intervento regionale resta poi il settore delle infrastrutture di trasporto, ha evidenziato Tondo, nella consapevolezza che le direttrici viarie che attraversano il Friuli Venezia Giulia ("cerniera del Paese e dell´Europa mediterranea") rappresentano un servizio per la nostra regione e per l´Italia. Tondo ha quindi messo in evidenza l´esigenza - segnalata anche dall´assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti e da Luigi Dante, rappresentante esecutivo Sviluppo affari Italia della Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo/bers) - di uniformare le attività a favore dell´internazionalizzazione, considerata l´attuale "frammentazione" di interventi e soggetti istituzionali a ciò dedicati, ha affermato Dante, o "le presenti sovrapposizioni", secondo la Seganti. "L´internazionalizzazione non è una scelta, è un obbligo", ha detto lo stesso delegato Bers, per cui appare fondamentale la scelta della Regione degli scorsi mesi di dotarsi di un organico Piano strategico per l´Internazionalizzazione 2012-2014, ha poi illustrato l´assessore Seganti, che punta su quattro distinti assi di breve e medio periodo. In primis, per la Seganti, si tratta di "recuperare quote di mercati esteri", passando quindi alla diversificazione degli strumenti e delle strategie di internazionalizzazione, alla costituzione di nuove forme di aggregazione e reti d´impresa (un fattore molto importante, ha confermato il direttore generale per la Promozione degli scambi del dicastero dello Sviluppo economico, Celi) ed alla creazione di partenariati territoriali per l´internazionalizzazione. Oggi il Nord-est italiano contribuisce per il 31 per cento al totale nazionale dell´export (il Nord-ovest il 40 p.C.) e quasi 3/4 di questo esportazioni sono indirizzate verso Paesi europei, Ue e non Ue. Il 15 per cento delle vendite italiane all´estero raggiunge la Germania; a seguire nell´ordine Francia, Usa e Gran Bretagna. Sempre secondo il direttore Celi oggi l´export italiano, che comunque prosegue nella sua espansione, contribuisce al 25 per cento del Pil nazionale. Ma in prospettiva, ha concluso Luigi Dante, occorre che l´Italia da "esportatore" divenga "investitore all´estero", con il rischio, altrimenti, di perdere le posizioni raggiunte: come ha identificato il presidente Pujatti, "crescere all´estero per crescere in Italia".  
   
   
P.A.: SEMPLIFICAZIONE IN SICILIA, ECCO COSA PREVEDE IL PIANO  
 
Palermo, 25 giugno 2012 - Su proposta dell´assessore per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, la giunta ha approvato il primo piano regionale per la semplificazione amministrativa e normativa per il 2012. Il documento interviene a un anno dall´entrata in vigore della legge 5/2011 e dunque dall´effettivo inizio di un percorso di durata pluriennale che vedra´ impegnata la Regione siciliana nella complessa attivita´ di avvio e definizione di riordino e semplificazione. "Il Piano, cosi´ come gia´ fatto a livello nazionale - spiega l´assessore Chinnici - costituisce un primo tentativo di illustrare in modo organico tutto quello che e´ stato fatto nell´ultimo anno, in attuazione della legge 5, ma soprattutto quello che dovra´ essere fatto nel futuro, provvedendo, nei limiti del possibile, a una prima indicazione di criteri e metodologie di lavoro e dei relativi tempi di esecuzione". Proprio per supportare, coordinare e dare impulso all´attuazione delle politiche di semplificazione, e´ prevista la costituzione di un´apposita cabina di regia - i cui componenti non percepiranno alcun compenso - che avra´ il compito di ´trait d´union´ tra i vari soggetti coinvolti. In particolare, avra´ una funzione di supporto tecnico-giuridico, ma anche di vigilanza. Per assicurare adeguati e uniformi standard di trasparenza, completezza e accessibilita´ dei siti web istituzionali dei dipartimenti regionali, sara´ istituita una commissione di controllo composta da esperti della materia. Compito dell´organismo, il monitoraggio continuo dei siti, con la verifica che i dati pubblicati siano in linea con gli obblighi di legge e che siano assicurati i livelli di trasparenza e accessibilita´ previsti.  
   
   
EVASIONE FISCALE, RECUPERATI 39,9 MILIONI DI EURO BUONE NOTIZIE DAL FRONTE DELLA LOTTA ALL’EVASIONE DA PARTE DELLA REGIONE TOSCANA  
 
Milano, 25 giugno 2012 - Ancora buone notizie dal fronte della lotta all’evasione fiscale da parte della Regione Toscana. I dati al 31 maggio 2012 fanno infatti registrare un recupero di 39,9 milioni di euro, con un +13,5% rispetto allo stesso periodo del 2011 ed un aumento di 7 milioni rispetto allo scorso mese di aprile. Numeri importanti, che l’assessore a finanze e bilancio Riccardo Nencini legge come il risultato del lavoro della Regione Toscana e che confermano il trend positivo e sempre in crescita in questa prima parte dell’anno. “Ci impegneremo – dice Nencini – per mantenere questo trend e per replicare il risultato del 2011, quando il recupero dell’evasione fiscale sui tributi regionali fu di 167 milioni di euro. Un obiettivo che contiamo di confermare, nonostante le difficoltà di un contesto in cui la crisi economica persistente, le difficoltà crescenti per le imprese, i redditi dei cittadini fermi rendono tutto più difficile”. A questo proposito, Nencini ribadisce l’appello al Governo, già lanciato ad inizio di giugno, di emanare velocemente i decreti attuativi sul federalismo fiscale e di rivedere le norme sulla ‘privacy’ e quelle sul contrasto all’economia sommersa e al lavoro nero. Perché, spiega, “per combattere l’evasione fiscale e l’illegalità economica occorre che l’intero sistema istituzionale si unisca e lavori fianco a fianco”.  
   
   
CITTÀ METROPOLITANA, TORINO: SERVE CHE SIA GRANDE ED AUTOREVOLE  
 
Torino, 25 giugno 2012 - “La città metropolitana quando nascerà dovrà sostituire l’attuale Provincia: non servono doppioni, siamo contrari alla moltiplicazione degli Enti”. Lo ha detto il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta intervenendo il 22 giugno al convegno organizzato a Venaria dagli amministratori locali per affrontare il tema del futuro assetto istituzionale degli enti locali, alla luce delle novità in arrivo dal Governo. “La città metropolitana torinese - ha chiarito Saitta - dovrà coincidere con l’intero territorio provinciale attuale: un’eventuale piccola dimensione, intorno al milione e 200mila abitanti, non sarebbe competitiva né con la grande città metropolitana di Milano che supera i 4 milioni, né con le altre aree europee con cui la città metropolitana di Torino dovrà fare i conti”. Secondo Saitta infine “dovrà assumere le competenze della Provincia e i Comuni dovranno cedere le loro attuali competenze in materia di dimensione metropolitana: solo così si potranno assumere decisioni rapide e strategiche, soprattutto dal punto di vista dello sviluppo economico che richiede sempre più autorevolezza ed interventi urgenti oltre che omogenei”.  
   
   
"PRATO PERDERÀ LA SUA PROVINCIA"  
 
Prato, 25 giugno 2012 - E alla fine arrivò la verità: Prato perderà la sua Provincia e tutto il resto. Dopo aver fatto credere ai cittadini che le Province sono solo uno spreco e che chiudendole Prato non avrebbe perso i suoi uffici, adesso si scopre che la Motorizzazione tornerà a Firenze, chiuderà la Prefettura e con essa gli altri Uffici statali. Diciamoci la verità: la spending review non c´entra proprio nulla. Anche i muri sanno che se chiude la Provincia chiude pure lo Stato. Oggi Mazzoni e il Pdl chiedono uno sforzo comune per salvare il salvabile. Troppo tardi. Prima hanno attaccato la Provincia di Prato solo per convenienza politica e oggi propongono una mera resistenza che nella migliore delle ipotesi riuscirà a mantenere solo qualche Ufficio marginale che sarà chiuso al prossimo giro dei tagli governativi. Spiace dirlo, ma ormai questa partita è persa. Non serve resistere o fare una levata di scudi con Pistoia, che tra l´altro non avrebbe interesse ad unirsi soltanto con Prato. Dobbiamo rilanciare con forza il progetto di area metropolitana e ripartire dall´idea della Regione Toscana delle tre macro-province e creare, nella nostra area, un unico ente provinciale elettivo tra Firenze, Pistoia e Prato che accorpi in sé tutte le competenze delle Province, delle Agenzie regionali, dei Consorzi di bonifica, delle Società della salute e così via. Daremmo vita ad un Ente dotato di poteri reali e risorse importanti, nel quale Prato potrebbe avere, per grandezza e per popolazione, una rappresentanza assai importante numericamente e certamente decisiva. Governare il territorio non sotto Firenze, ma insieme a Firenze è per Prato un´opportunità. Si tratta di scegliere se vogliamo guidare o subire un processo inarrestabile ed irreversibile. Ed allora quello sforzo comune richiesto a gran voce potrebbe avere un senso e portare dei risultati. Il treno delle riforme ormai è partito, dobbiamo salirci su. Ed io mi auguro che Pd e Pdl insieme aiutino Prato a stare in testa a quel treno.  
   
   
PROVINCIA DI TORINO: SBLOCCATI DAL MINISTERO 4 MILIONI PER I PATTI TERRITORIALI  
 
Torino, 25 Giugno 2012 - “Una notizia che aspettavamo da tempo, per dare un po’ di ossigeno agli investimenti sul territorio”: così il presidente della Provincia di Torino Antionio Saitta commenta con soddisfazione lo sblocco da parte del ministero dello sviluppo economico dei fondi relativi alle rimodulazione dei Patti territoriali. “Si tratta - spiega Saitta - di risorse che tempo fa si erano rese disponibili nei vari territori a seguito di rinunce, revoche o economie nei progetti dei vari patti territoriali. Torna quindi nelle disponibilità locali una prima parte dei 20 milioni di euro di cui come Provincia di Torino sollecitiamo da tempo la rimodulazione”. L’assessore provinciale allo sviluppo economico Ida Vana precisa che l´indicazione fornita è quella di utilizzare le risorse per interventi infrastrutturali. “La Provincia di Torino si è lungamente battuta per ottenere queste risorse – dice Vana che a fine maggio aveva incontrato a Roma il direttore generale del ministero sottoponendo l’urgenza di sbloccare i fondi. Per l’area Torino sud arrivano 4 milioni e 300 mila euro, per il Pinerolese 145 mila euro ed altri 100 mila per progetti agricoli sulla Valle di Susa. La Provincia di Torino è il soggetto responsabile di 8 patti territoriali locali ed ha gestito in questi anni quasi 150 milioni di agevolazione per circa 700 milioni di euro di investimenti. “A giorni – conclude Saitta – quando riceveremo la comunicazione formale provvederemo all´individuazione puntuale degli interventi in un tavolo di concertazione con i soggetti che hanno sottoscritto i Patti territoriali interessati”.  
   
   
BOLZANO: AL VIA FASE OPERATIVA DEL PERCORSO "LAVORARE TUTTI CONVIENE A TUTTI"  
 
Bolzano, 25 giugno 2012 - Con la presentazione degli esiti della ricerca svolta, avvenuta, giovedì 21 giugno 2012, si è concluso il percorso sostenuto dall’assessorato al lavoro, all’innovazione e alle cooperative della Provincia avviato con il progetto Fse “Lavorare tutti conviene a tutti” sull´inserimento lavorativo di persone svantaggiate o escluse dal mercato del lavoro. Al via la fase operativa. "Il contesto sociale - come fa presente Roberto Bizzo, assessore provinciale al lavoro, all’innovazione e alle cooperative - vede da un lato sempre più allargarsi la fascia della popolazione a rischio povertà e dall’altro ridursi le risorse pubbliche. Per far fronte a questa situazione l’assessorato ha lavorato su due fronti essenziali: ad aprile di quest’anno abbiamo sottoscritto il protocollo d’intesa per l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, strutturando così la modalità dell’inserimento tra il servizio inviante e la cooperazione sociali di tipo B, preposte ad accoglierle. Sul fronte del sostegno economico alle cooperative, inoltre, abbiamo inserito nell’ultima finanziaria la cosiddetta ´clausola sociale´, in base alla quale una certa quota di appalti di beni e servizi che vengono assegnati dall’ente pubblico deve essere riservata alle cooperative.” Il percorso sostenuto dall’ assessorato al lavoro, all’innovazione e alle cooperative della Provincia avviato come progetto Fse “Lavorare tutti conviene a tutti” è stato posto in essere per sostenere l´inserimento lavorativo di persone svantaggiate o escluse dal mercato del lavoro. L´iniziativa è stata coordinata da Federsolidarietà e con la partecipazione di Synergia Srl di Trieste e l´istituto di ricerca Euricse ( European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises). La sfida è quella di rendere il sistema cooperativo pronto, capace ed adeguato sul piano della dotazione culturale, metodologica, delle competenze e della tecnologia a fungere, in modo efficiente ed efficace, alla sempre nuova domanda espressa dalle istituzioni, dai servizi e sopratutto, direttamente dalle persone che individuano nella cooperazione sociale l’unica opportunità di ingresso nel mondo del lavoro. I risultati della ricerca svolta mettono in evidenza i vantaggi socio-economici dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate o escluse dal mercato del lavoro. La presentazione degli esiti dell´indagine è avvenuta, giovedì 21 giugno 2012 da parte del Comitato scientifico Con la conoscenza costante della domanda e dell’offerta di lavoratori svantaggiati, la diffusione di buone prassi a tutte le cooperative sociali e la stima qualitativa del benessere dei lavoratori svantaggiati inseriti, si può ora dare avvio alla parte applicativa dei provvedimenti elaborati.  
   
   
CRISI MASSA CARRARA, INVIATE AL GOVERNO LE PROPOSTE REGIONALI TOSCANE PER L’ACCORDO DI PROGRAMMA  
 
Firenze, 25 giugno 2012 – Le proposte della Regione per l’accordo di programma per Massa Carrara area di crisi sono state inviate il 21 giugno al Ministero per lo Sviluppo Economico dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini. L’invio delle proposte, frutto della concertazione con le istituzioni locali, fa seguito all’incontro che lo stesso assessore ha avuto a Roma qualche giorno fa con i responsabili del Ministero. Il documento rappresenta il passo successivo dopo la definizione del Piano di sviluppo e reindustrializzazione delle aree produttive di Massa Carrara. Il riconoscimento di crisi industriale complessa per l’intero territorio è avvenuto prima con delibera da parte della Giunta regionale e, successivamente, con decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico. Il Piano di sviluppo e reindustrializzazione contiene gli ambiti di intervento prioritari per la salvaguardia funzionale e occupazionale delle situazioni più critiche, come lo stabilimento Nuovi Cantieri Apuania di Marina di Carrara e la Eaton di Massa. “Auspico – sottolinea l’assessore Simoncini – che dopo i tempi lunghi maturati in questi mesi, anche in relazione al passaggio di Governo ed alla revisione degli strumenti per l’intervento sulle aree di crisi, si possa arrivare rapidamente ad un confronto serrato sulle proposte del territorio ed alla attivazione degli interventi su un’area che risente fortemente degli effetti della crisi”.  
   
   
BOLZANO: CONSEGNATI I DIPLOMI A 38 NUOVI SEGRETARI COMUNALI  
 
Bolzano, 25 giugno 2012 - Sono stati consegnati il 21 giugno a Palazzo Widmann dal presidente Durnwalder i diplomi a 38 nuovi segretari comunali. Il corso è stato tenuto presso la sede dell’Eurac. Inizialmente i candidati per la partecipazione al corso di formazione per segretari comunali erano oltre 200 e dopo una prima selezione 60 sono stati ammessi alla frequenza del corso che si è articolato in due anni con circa 850 ore di formazione. Al termine del corso solamente 38 (18 uomini e 20 donne) hanno conseguito l’ambito traguardo del diploma di segretario comunale. Nel corso delle cerimonia il presidente Durnwalder ha sottolineato l’importante ruolo del segretario comunale.  
   
   
LOMBARDIA. RIFORMA LAVORO, LE REGIONI SIANO ASCOLTATE  
 
Milano, 22 giugno 2012 - In occasione dell´audizione tenutasi i, mercoledì 20 giugno, in Commissione Lavoro della Camera dei deputati sul Disegno di legge di riforma del mercato del lavoro, l´assessore all´Occupazione e Politiche del Lavoro della Regione Lombardia Gianni Rossoni, in qualità di coordinatore vicario della Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni, ha confermato la posizione delle Regioni stesse già formalmente espressa dal documento unitario uscito dai tavoli di consultazione. ´Non tenere in considerazione il ruolo delle Regioni - ha ribadito Rossoni - è un errore, non solo perché non vengono rispettate le competenze legislative, ma soprattutto in quanto viene elusa o dimenticata la ricchezza delle diverse esperienze di gestione del mercato del lavoro che le Regioni possono portare´. ´Mi auguro - ha concluso l´assessore - che la Commissione della Camera possa riprendere e valorizzare il documento dei presidenti delle Regioni: sarebbe il segno della volontà di una leale collaborazione istituzionale, per rendere il mercato del lavoro sempre dinamico e trasparente´.  
   
   
L´OFFERTA DI RICERCA DELL´AREA METROPOLITANA FIRENZE-PRATO-PISTOIA-CIRCONDARIO EMPOLESE  
 
 Firenze, 25 giugno 2012 - Giovedì 28 giugno in Palazzo Medici Riccardi a Firenze si svolgeranno i lavori di un convegno organizzato dalla Provincia di Firenze assieme alle Province di Prato, Pistoia, al Circondario Empolese Valdelsa e alle Fondazione Ricerca e Innovazione di Firenze sul tema della "Innovazione poli-centrica: le politiche dell´Innovazione del territorio nell´area metropolitana". Il Convegno ha lo scopo prioritario di far conoscere il territorio dell’Area Metropolitana (Province di Firenze, Prato, Pistoia e Circondario Empolese Valdelsa) dal punto di vista dell’offerta di Ricerca che offre al sistema produttivo locale e non solo: Università, Cnr, Centri di eccellenza, Centri di Competenza, Poli di Innovazione ecc .. Un territorio attraente non solo per il patrimonio culturale e artistico (straordinario) ma anche per i suoi motori dell’Innovazione costituiti appunto dalle eccellenze locali in tema di ricerca e trasferimento alle imprese. Con questo intento fra le tre Province e il Circondario è stato recentemente sottoscritto un accordo per svolgere attività coordinata in tema di Innovazione; in tale accordo (Protocollo d’intesa sottoscritto il 24 ottobre 2011) in cui viene impostata una strategia condivisa a livello di area metropolitana su Innovazione e Trasferimento tecnologico fra le Province di Firenze Prato Pistoia e Circondario Empolese Valdelsa. La premessa alla sottoscrizione del Protocollo di azione comune di livello sovraprovinciale fra le tre Province e il Circondario Empolese Valdelsa è costituita dal riconoscimento del collegamento fra tasso di innovazione e competitività del sistema sul mercato globale e dalla necessità di rafforzare politiche di rete al fine di incentivare la cooperazione fra singole imprese e fra queste e le Università e i Centri di Ricerca e di trasferimento del territorio dell’Area Metropolitana. L’area metropolitana si caratterizza per una economia ed un governo del territorio che raccoglie in strettissima connessione pubblica amministrazione, servizi avanzati ed interessi economici legati ad attività molto differenziate: la forte presenza di una grandissima concentrazione di attività di natura intellettuale (un grande Ateneo nazionale, alcuni principali Centri del Cnr, Istituti di Ricerca, aziende di informatica, finanziarie ecc.) rende l’Area Metropolitana uno dei principali centri della ricerca della regione nonché un importante centro nazionale. Le aree amministrate dalle Province di Firenze, Prato, Pistoia e Circondario Empolese condividono caratteristiche tali da rendere necessario un approccio di area vasta a determinate sfere di intervento pubblico locale e in questi ultimi anni il processo di integrazione delle politiche a livello metropolitano ha già intrapreso alcuni passi importanti. Per rafforzare la rete di relazioni fra tessuto produttivo e sistema della ricerca a livello di Area Metropolitana si è inteso agire dal lato della ricerca e del trasferimento tecnologico potenziando i punti di riferimento territoriali e proponendo nuovi servizi al fine di facilitare le relazioni fra ricerca e imprese. L’occasione di attualizzare questa operazione è stata fornita dall’Avviso (Regione Toscana) per il cofinanziamento di interventi finalizzati alla razionalizzazione e potenziamento del sistema regionale del trasferimento tecnologico (Decreto Regione Toscana n. 3840 del 2010) in cui le Province di Firenze, Prato e Pistoia con il Circondario Empolese Valdelsa, hanno svolto un lavoro comune e hanno concertato una strategia metropolitana finalizzata a rafforzare le eccellenze locali (la Regione ha poi approvato tale strategia condivisa di cui il protocollo descritto suggella l’accordo. Con il Protocollo sottoscritto viene organizzata un’attività di progettazione e programmazione in maniera stabile prevedendo un coordinamento permanente tramite il livello politico (gli Assessorati) e livello tecnico (tavolo tecnico) composto da funzionari dei quattro Enti in ragione delle competenze maturate. E’ prevista la promozione di un Forum sull’innovazione formato da soggetti locali istituzionali, imprese, associazioni, studiosi, professionisti ecc. A livello di Area metropolitana. Nel corso del Convegno verrà presentato inoltre un filmato su alcuni dei Centri di Competenza sopra indicati (durata max. 10 minuti) e due Ricerche commissionate ad Irpet su: - “Indagine 2011 sulle relazioni tra Università e Imprese nella provincia di Firenze quale sostegno alla competitività del sistema locale” - Le caratteristiche strutturali, la dinamica e le prospettive future dell’Area Firenze Prato Pistoia. La tavola rotonda verterà sui Motori dell’Innovazione e potrà avvalersi sia degli stimoli provenienti dall’esperienza coordinata a livello di Area Metropolitana sui ricordati Centri di Competenza nonché delle riflessioni apportate dalle due ricerche. La tavola rotonda è condotta dal Dott. Stefano Casini Benvenuti, direttore dell’Irpet.  
   
   
LOMBARDIA: DA LECCO PARTE IL PATTO PER IL WELFARE INTESA PER DARE RISPOSTE MIGLIORI ALLE FAMIGLIE IL 28 GIUGNO LA CONSULTAZIONE PROSEGUE A MONZA E A VARESE  
 
 Lecco, 25 giugno 2012 - ´Oggi cominciamo un giro che ci porterà in tutte le province della Regione, per confrontarci con tutti i soggetti sociali e costruire un ´Patto per il welfare´´. Lo ha detto il 21 giugno l´assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, dando avvio a Lecco alla prima fase di consultazioni con Istituzioni locali, sindacati, associazioni imprenditoriali, organizzazioni di categoria, enti non profit e del volontariato e cooperative, con cui si cercherà di stabilire principi e azioni per una riforma complessiva del sistema. Cambiare Il Welfare - ´Regione Lombardia - ha spiegato l´assessore Boscagli - è consapevole che il sistema che abbiamo ereditato fino a ora ha bisogno di un radicale ripensamento, da un lato, perché le risorse sono destinate a ridursi, da un altro, perché i bisogni sono cambiati. Pensiamo, ad esempio, al tema delle Sla. Fino a qualche anno fa il sistema era assente dal dibattito, perché il problema era classificato come sanitario e c´erano, da un lato, poche cure mentre, dall´altro, c´era una bassa offerta sul fronte dell´assistenza familiare. Oggi la situazione è cambiata tantoché, recentemente, abbiamo messo in campo contributi alle famiglie. Già da tempo, con diverse azioni, abbiamo iniziato a introdurre novità nel sistema di welfare, ma è comunque necessario un ripensamento più ampio, che sarà sancito da una nuova legge regionale di riforma, la cui base sarà appunto il ´Patto per il Welfare´. In questa fase di incontri non entreremo nel dettaglio ma guarderemo all´impalcatura sostanziale del problema attorno ad alcune grandi tematiche´. Centralità Della Famiglia - ´La famiglia - ha sottolineato Boscagli - è una delle nostre principali priorità. Tutto il welfare deve essere costruito a partire dalla persona e dalle relazioni che ne caratterizzano l´esistenza, prima di tutto quelle familiari, dove generalmente si esprime una elevata capacità di cura, di presa in carico, di sostegno rispetto ai bisogni. Se dunque la famiglia è la cellula nativa della società, un sistema di welfare partecipato deve valorizzarla pienamente e riconoscerla come soggetto attivo e sostenerla nelle responsabilità che essa assume nei confronti dei propri membri e della comunità. Il sistema va quindi ripensato in quest´ottica, per superare la frammentarietà delle prestazioni e degli interventi, razionalizzare la governance che si esprime nelle Asl e nei Piani di zona e semplificare l´accesso dei cittadini ai servizi´. Passaggio Dall´offerta Alla Domanda - ´Tra i punti cardine della riforma - ha ribadito l´assessore - vi è senz´altro il passaggio ´dall´offerta alla domanda´, che Regione Lombardia ha già avviato in alcune sperimentazioni e che intende perseguire. Sono convinto che una persona libera di scegliere e, quindi, di fatto, di controllare l´operato di chi le fornisce le prestazioni, sia più consapevole del valore del welfare e possa accedere a servizi di maggior qualità. Il passaggio dall´offerta alla domanda non deve essere uno slogan, ma un processo che deve essere governato, monitorato e valutato. Non si tratta solo di introdurre meccanismi di competizione, di rivedere il sistema di accreditamento e di trasferire i finanziamenti dalle unità di offerta alle famiglie ma anche e soprattutto di costruire il sistema a partire dagli effettivi bisogni delle persone´. Fattore Famiglia Lombardo - ´Un altro pilastro della questione - ha detto in conclusione Giulio Boscagli - è il ´Fattore famiglia´, introdotto con la legge 2/2012 e che definisce una disciplina uniforme dell´accesso delle famiglie ai servizi, sulla base sia della valutazione del bisogno, sia della valutazione della situazione economica. A luglio partirà la sperimentazione in 15 Comuni lombardi. Il ´Fattore famiglia´ è un modo per adeguare l´Isee, cioè l´indicatore di reddito, a una migliore conoscenza della condizione economica familiare, che guardi al peso dei figli, delle situazioni nuove che possano comprendere disabilità o cassa integrazione, anche perché il ´Fattore famiglia´ cerca di fare la fotografia nel momento in cui si presentano le domande, mentre l´Isee fa sempre riferimento al reddito dell´anno precedente. Se la sperimentazione andrà a buon fine, l´anno prossimo verrà esteso a tutti i Comuni della Lombardia´. I prossimi incontri saranno nelle province di Varese e Monza e Brianza, il 28 giugno.  
   
   
FVG, PARI OPPORTUNITÀ: DEPOSITATA PETIZIONE DOPPIA PREFERENZA DI GENERE  
 
Trieste, 25 giugno 2012 - Ha raccolto il consenso di ben 5.886 firme la petizione popolare promossa dalla Commissione regionale pari opportunità del Friuli Venezia Giulia, che intende promuovere l´introduzione di disposizioni normative che consentano il riequilibrio della rappresentanza di genere negli organi elettivi. Petizione che è stata depositata in Consiglio regionale dalla presidente Santa Zannier, assieme ad alcune componenti della Commissione, e consegnata al presidente Maurizio Franz, con il quale c´erano anche la vicepresidente Annamaria Menosso e la consigliera Mara Piccin. In pratica, ciò che si chiede è l´introduzione della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale della nostra regione, ossia che l´elettore possa esprimere sulla scheda uno o due voti di preferenza di due candidati compresi in una lista; nel caso di espressione di due preferenza, una dovrà riguardare una donna, pena l´annullamento non della scheda, ma della seconda preferenza. Si tratta di un criterio innovativo, ha sottolineato la Zannier, perché qui non si parla di quote rosa, ma con un´impostazione del tutto diversa si vuol dare una possibilità di elezione alle donne. Spero che il Consiglio regionale non voglia ignorare una petizione che ha ottenuto un così largo consenso, al quale hanno contribuito anche le firme di numerosi uomini. Le hanno fatto eco la vicepresidente Anna Maria Mozzi e le commissarie Ester Pacor e Annamaria Poggioli. In Friuli Venezia Giulia la popolazione è formata per il 52% da donne, che hanno modi di vedere le cose a volte diversi da quelli degli uomini, entrambi costruttivi ma con sensibilità diverse che, messe a confronto in un´Assemblea elettiva, potrebbero portare senza ombra di dubbio a decisioni più equilibrate. Nessuno vuole obbligare con questa petizione a votare due candidati, ma se lo farà una dovrà essere donna: un piccolo passo avanti verso una democrazia più rappresentativa. Ultime due precisazioni: la Corte costituzionale ha respinto il ricorso del Governo contro una legge simile adottata dalla Regione Campania, ritenendo che non possa pregiudicare il risultato elettorale né alterare artificiosamente la composizione della rappresentanza consiliare; la Campania è quindi andata al voto con questo sistema e la rappresentanza femminile è passata da 2 a 14. E se il presidente Franz ha assicurato l´immediata trasmissione della petizione alla competente Commissione consiliare per il suo esame, la vicepresidente Menosso e la consigliera Piccin hanno anticipato che depositeranno una proposta di legge che raccoglierà i contenuti della petizione, proposta sulla quale auspicano di ottenere una vasta convergenza.  
   
   
TRENTO: LA PROVINCIA A COPENAGHEN PER LA 20A CONFERENZA EUROPEA DEI SERVIZI SOCIALI  
 
Trento, 25 giugno 2012 - Anche la Provincia autonoma di Trento parteciperà da lunedì a mercoledì della prossima settimana ai lavori della 20a conferenza europea dei servizi sociali gestendo un workshop specifico sul tema del Family Audit. L´iniziativa è organizzata dall´European Social Network (Esn) in collaborazione con la Presidenza danese dell’Unione Europea. Copenaghen 25-27 giugno 2012. Il tema affidato al Trentino è quello del family audit, al centro di uno specifico workshop che sarà introdotto dall´assessore provinciale Ugo Rossi. Sono poi previsti gli interventi di Luciano Malfer dell’Agenzia della Famiglia e di Francesca Pelaia del Dipartimento delle politiche familiari della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I responsabili della progettazione e della fornitura dei servizi socio-sanitari locali sono consapevoli delle attuali pressioni finanziarie e demografiche ma non cessano di dimostrare entusiasmo e passione nell’offerta di servizi volti a migliorare e a preservare la qualità della vita. Per dimostrarsi sostenibile, la pianificazione dei servizi e del personale deve allinearsi e rapportarsi ai futuri bisogni sociali ma essere anche in grado di adattarsi ai cambiamenti nella domanda. Per essere sostenibili, i servizi devono premurarsi di far ricorso alla tecnologia di ultimissima generazione, per incoraggiare l’accesso ai servizi da parte dei cittadini e per dotare i responsabili di dati più attendibili in materia di bisogni, rischi e calcolo dei costi. E, se guardiamo al futuro, in che modo possiamo utilizzare al meglio l’esperienza, il know-how e gli esempi considerevoli propri dei sistemi di welfare più avanzati per investire in un futuro intelligente e garantire che ciascun cittadino, anche il più vulnerabile, possa disporre delle migliori possibilità per la sua vita? La Provincia Autonoma di Trento prenderà parte ai lavori della conferenza gestendo il workshop n. 11 riferito al tema del family audit. Ai lavori parteciperà ass. Ugo Rossi, Luciano Malfer dell’Agenzia della Famiglia e Francesca Pelaia del Dipartimento delle politiche familiari della Presidenza del Consiglio dei Ministri.  
   
   
ASILI NIDO; ROMA: PROMESSA MANTENUTA, RINNOVATE CONVENZIONI ANNUALI  
 
Roma, 25 giugno 2012 - «Sono felice di comunicare che siamo riusciti a rinnovare per il secondo anno le convenzioni anche con i 5 asili nido aziendali e con 2 strutture private autorizzate che l’anno scorso avevano optato per la soluzione annuale. Il prossimo 28 giugno i gestori firmeranno la nuova convenzione. È una promessa mantenuta, un segnale significativo della nostra attenzione nei riguardi delle famiglie e dei loro figli e una risposta chiara a quanti, nel recente passato, hanno paventato epiloghi differenti». È quanto dichiara l’assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, Gianluigi De Palo, sul rinnovo delle convenzioni dei nidi che avevano scelto di firmare impegni annuali con Roma Capitale e che in seguito ne hanno fatto richiesta anche per il prossimo anno educativo. Nello specifico, le convenzioni rinnovate riguardano 143 posti situati nei nidi: ‘Il giardino magico’ (Ospedale San Giovanni-addolorata, I Municipio, 16 posti), ‘Girodondolo’ (Ii Municipio, 24 posti), ‘I cuccioli’ (Ministero delle Infrastrutture, Iii Municipio, 4 posti), Asl Rm B-ospedale S. Pertini (Ospedale S. Pertini, V Municipio, 13 posti), ‘Ama Caterinetta’ (Ama, Xii Municipio, 50 posti), ‘Puffi e Pupe’ (Ministero delle Infrastrutture, Xii Municipio, 13 posti), ‘Pollicino’ (Xvii Municipio, 23 posti). «Vorrei sottolineare - prosegue De Palo - lo sforzo profuso per rendere possibile e veloce l’iter di approvazione delle nuove convenzioni, che consentiranno a tanti bambini di poter frequentare regolarmente le strutture anche il prossimo anno e daranno modo ai loro genitori di lavorare tranquilli. Con questi rinnovi offriamo una soluzione concreta in tempi congrui, garantendo il servizio nel rispetto delle esigenze di genitori e bambini e della sostenibilità economica di Roma Capitale. E lo facciamo nonostante le strutture in questione avessero deciso, due anni fa, di firmare convenzioni della durata di un solo anno, a differenza degli altri 212 nidi privati accreditati. L’esito positivo della vicenda - conclude l’Assessore capitolino - era una nostra priorità. Per questo abbiamo fatto il massimo per reperire le risorse necessarie. E ci siamo riusciti».  
   
   
ASILI NIDO, QUASI 7MILIONI DI CONTRIBUTI: CRESCE L’IMPEGNO DELLA PROVINCIA DI TORINO  
 
 Torino, 25 Giugno 2012 - Ammonta a 6milioni e 783mila euro (per l’esattezza 6.782.936) il contributo che la Provincia di Torino destina agli asili nido municipali per il 2012. Ne usufruiranno 131 nidi, rispondendo così in pieno alle richieste dei Comuni. Il provvedimento è stato deliberato ieri dalla Giunta provinciale: “Nonostante le incertezze e i tagli dei trasferimenti regionali, siamo riusciti a mantenere costante il nostro impegno nei confronti di un servizio essenziale per le famiglie” ha commentato con soddisfazione l’assessore alle politiche sociali Mariagiuseppina Puglisi. Rispetto al 2011 anzi il contributo è aumentato di quasi 200mila euro. I contributi provinciali sono destinati al concorso delle spese di gestione e mantenimento delle strutture per l´infanzia comunali, sia a gestione diretta che a gestione indiretta, e vengono assegnati sulla base di precisi parametri. Le richieste per quest’anno sono state 56, inviate da 53 Comuni del territorio, dalla Città di Torino, da un Consorzio intercomunale e da una Comunità Montana. Cinque i “nuovi” nidi che hanno ottenuto i contributi, a Baldissero, Bollengo, Druento, Poirino e Vigone.  
   
   
MILANO: IMPRESA E FAMIGLIA, UNIONE VINCENTE PER 6 IMPRENDITORI SU 10  
 
Milano, 25 giugno 2012 - Per sei imprenditori su dieci, l’economia su base familiare è un valore reciproco per impresa e famiglia in quanto entrambi elementi fondanti della società; anche in quanto rende l’impresa maggiormente flessibile. La solidarietà e la capacità di adattamento alle contingenze della famiglia rispetto ai dipendenti stipendiati rende la gestione familiare un vantaggio per quasi uno su due, con benefici economici di circa un decimo sul peso medio del fatturato annuo. Un imprenditore su due ha scelto di seguire le “orme professionali” paterne mentre circa uno su otto si è dedicato all’attività professionale della madre o dei nonni. I motivi principali di questa scelta? Lavorare nell’impresa di famiglia ma anche il rispetto per l’insegnamento dei valori dell’impresa. Un imprenditore su quattro sceglierà di affidare la propria attività ai figli anche se ritengono che le nuove generazioni facciano più fatica ad accettare rinunce e sacrifici per il bene dell’impresa rispetto a quelle precedenti. La consapevolezza di poter lasciare l’attività al proprio figlio tranquillizza il 20% degli imprenditori per quanto riguarda la crisi economica. Emerge da un’indagine della Camera di Commercio di Milano su oltre 130 imprenditori dell’area di Milano e Monza e Brianza a maggio 2012. Per promuovere il passaggio generazionale c’è il premio “Di padre in figlio – il gusto di fare impresa”. Il premio “Di padre in figlio”, ultimi giorni per le iscrizioni. Giunto alla sua quarta edizione, promosso da Camera di Commercio di Milano e da Camera di commercio di Monza e Brianza insieme a Eidos Partners, è rivolto agli imprenditori che abbiano avuto la capacità, l´attenzione e la dedizione nel proseguire e valorizzare il lavoro dei propri genitori subentrando alla guida operativa e strategica dell´impresa, garantendone il successo e la continuità. Le candidature dovranno essere inoltrate alla Segreteria del Premio "Di padre in figlio" entro e non oltre il 30 giugno 2012 compilando il form on line www.Eidospartners.com  o inviando la scheda di adesione debitamente compilata via fax al numero 02 8597 9222 o via posta c/o Eidos Partners, Via Santo Spirito 14, Milano.  
   
   
POLITICHE SOCIALI: DA G.R. UMBRIA 250 MILA EURO PER FINANZIARE AZIONI PREVISTE DA “DDL” A FAVORE DELL’INVECCHIAMENTO ATTIVO  
 
Perugia, 25 giugno 2012 - Ammonta a 250 mila euro la somma che la Giunta regionale dell´Umbria, su iniziativa della vicepresidente con delega al Welfare, Carla Casciari, ha destinato per finanziare le azioni previste dal disegno di legge a tutela della promozione e della valorizzazione dell´invecchiamento attivo. "Il ´ddl´ - ha spiegato la vicepresidente - promuove l´invecchiamento attivo e la valorizzazione delle persone anziane come risorsa della società. I suoi contenuti, in sintonia con quanto previsto dal Piano sociale regionale 2010-2012, sono stati fortemente condivisi attraverso una fase partecipativa con le parti sociali e i rappresentanti del Terzo settore". Relativamente alle risorse assegnate, la vicepresidente ha precisato che si tratta "di un primo stanziamento che potrà essere implementato attraverso altre ulteriori fonti di finanziamento". "L´invecchiamento progressivo della popolazione - ha detto Casciari - è un dato che non interessa solo il nostro paese, ma più in generale in tutta l´Unione europea tanto da promuovere per il 2012 l´Anno Europeo dell´invecchiamento attivo e della solidarietà internazionale. Si vive più a lungo e, soprattutto, in migliore salute, l´aspettativa di vita dal 1960 è salita di otto anni con una previsione di un ulteriore aumento di cinque anni nel corso dei prossimi quarant´anni. A livello nazionale l´Umbria è tra le regioni maggiormente interessate dal fenomeno con una popolazione anziana con età superiore ai 65 anni che è passata dal 12,4 per cento del 1971 al 23,1 per cento del 2011. Inoltre - ha aggiunto - all´interno della componente anziana, cresce il numero dei ´grandi vecchi´ con una quota di persone con più di 75 anni passata dal 4,4 per cento del 1971 all´odierno 11 per cento. In termini assoluti i ´grandi anziani´, over 80, sono oltre 100 mila, con una prevalenza di donne del 62 per cento". "Gli anziani rappresentano per la comunità una risorsa da valorizzare" - ribadisce la vice presidente - e proprio in questo contesto si colloca il disegno di legge che ha individuato come asse di intervento specifico la costruzione di percorsi per l´autonomia e il benessere della popolazione over 65 nell´ambito degli abituali contesti di vita e che valorizzano il patrimonio di relazioni personali costruito nel tempo". La vicepresidente ha quindi precisato che l´invecchiamento in buona salute, sia fisica che psichica, della popolazione non solo è prioritario per un buon amministratore alle prese con una spesa pubblica sanitaria e sociale in forte contrazione, ma è una concreta opportunità per la comunità che potrà avvalersi dell´esperienza e della disponibilità di tempo delle persone di età avanzata, ma ancora capace di dare molto agli altri". "Per scelta il disegno di legge, suddiviso in 11 articoli, ha una bozza leggera nella sua impostazione che ha prestato attenzione alle direttive europee e alle altre leggi regionali già in essere - ha concluso Casciari - Tra le azioni è prevista in primo piano la promozione del benessere della persona, sostenendo la prevenzione e la diffusione di corretti stili di vita, l´educazione motoria e fisica e favorendo gli strumenti di prossimità e di socialità". Verranno prioritariamente sostenuti inoltre interventi coordinati dalla Regione negli ambiti della protezione e promozione sociale, della formazione permanente, della cultura e del turismo sociale. Previsto anche l´incentivo ad azioni formative lungo l´arco della vita come modalità fondamentale affinché la persona anziana viva da cittadino attivo la longevità attraverso la promozione di iniziative tra cui la formazione con scambi di conoscenze tra le generazioni, e il sostegno di azioni formative che mettano gli anziani nella situazione di affrontare le criticità connesse anche alla modernità come l´utilizzo della rete informatica.