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Notiziario Marketpress di Giovedì 19 Giugno 2008
PARLAMENTO EUROPEO: DIBATTITO SUL CONSIGLIO EUROPEO DEL 19 – 20 GIUGNO: ALCUNI GRUPPI MINORI, HANNO RICHIESTO DI PORRE IMMEDIATAMENTE FINE AL PROCESSO DI RATIFICA.  
 
 Bruxelles, 19 giugno 2008 - In vista del prossimo Consiglio europeo di Bruxelles del 19 e 20 giugno, i deputati hanno dato vita ad un ampio dibattito. Tutti i gruppi hanno accettato e rispettato il risultato del voto irlandese. In molti hanno sottolineato la necessità di continuare con il processo di ratifica e rispettare quegli Stati membri che hanno già ratificato il trattato di Lisbona. Alcuni gruppi minori, tuttavia, hanno richiesto di porre immediatamente fine al processo di ratifica. Dichiarazione della Presidenza - Janez Lenarcic, Ministro sloveno degli affari europei ha dichiarato che il primo punto all´ordine del giorno per il Consiglio europeo sarà il risultato del referendum irlandese sul trattato di Lisbona. La Presidenza slovena è «delusa» del risultato del referendum, tuttavia «rispetta» la volontà dell´elettorato irlandese. Ciononostante ha avuto contatti con vari Capi di Stato e di governo che si sono detti decisi a portare avanti la ratifica. In linea generale, per il ministro, si può trovare una soluzione ma, prima di tutto, il Consiglio europeo ascolterà il punto di vista del Primo ministro irlandese. Passando poi alle altre tematiche che saranno in discussione durante il Vertice, ha sottolineato i prezzi alle stelle degli alimenti e del petrolio, indicando alcune misure che potrebbero essere prese - a corto e medio termine - per mitigare il problema. Queste spaziano da misure nell´ambito della politica agricola allo sviluppo sostenibile dei biocarburanti. Ma anche i Balcani occidentali, l´attuazione degli obiettivi di sviluppo del millennio, i cambiamenti climatici, il pacchetto energetico e la politica europea di vicinato. In conclusione, si è congratulato con la Slovacchia che entrerà nella zona euro il 1° gennaio 2009. Dichiarazione della Commissione José Manuel Barroso, ha a suo turno riconosciuto che, mentre il Consiglio europeo discuterà vari temi, «nella testa di tutti ci sarà il no dell´Irlanda». Anche per il Presidente della Commissione il voto è stato «una delusione» per tutti quelli in favore di un´Unione europea più forte, più efficiente e responsabile. Ha quindi sottolineato che «il no non ha risolto i problemi che il trattato cerca di risolvere». Nel pieno rispetto del risultato del referendum irlandese, ha sottolineato che «dobbiamo dimostrare lo stesso rispetto per tutte le ratifiche nazionali». Fino ad ora si è proceduto a 19 decisioni democratiche e, di queste, 18 erano in favore del trattato di Lisbona ed una contraria ed ancora 8 Stati membri devono presentare la loro posizione. Il Presidente ha poi rivolto un accorato appello: «non c´è dubbio che i governi abbiano una responsabilità particolare». «Per anni le istituzioni europee sono state considerate il capro espiatorio e sono diventate un terreno fertile per campagne populiste», ha proseguito, «alla fine sono solo serviti per agevolare la vita agli euroscettici». Non si può colpire violentemente Bruxelles dal lunedì al sabato e aspettarsi poi che i cittadini votino a favore dell´Europa la domenica», ha esclamato. Per quanto riguarda gli altri temi all´ordine del giorno, ha citato l´aumento dei prezzi alimentari e del petrolio e descritto le misure sostenute dalla Commissione per farvi fronte anche se, nell´immediato, esse costituiscono sono un parte della risposta. Più in generale, «la pressione cui devono far fronte oggi gli europei dimostra come gli obiettivi dell´Unione europea nel campo della sicurezza e dell´efficacia energetica nonché dei cambiamenti climatici siano così cruciali». Infine, «la risposta strutturale a sfide strutturali che stiamo fronteggiando consiste nel risparmio e nella diversificazione». Alla luce di ciò, «l´adozione del pacchetto sui cambiamenti climatici e sulla sicurezza energetica costituisce la nostra priorità». In conclusione ha ricordato che il compito principale del Consiglio europeo di questa settimana sarà di «dimostrare che contrattempi come il no non significano la paralisi dell´Europa», in quanto «un´Unione europea più efficace è più forte che mai». Interventi in nome dei gruppi politici - Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha sottolineato che il suo gruppo rispetta la decisione degli irlandesi nella stessa misura in cui rispetta i 18 Stati membri che hanno ratificato il trattato di Lisbona. Ha poi ricordato che l´Unione europea è fondata sulla libertà di espressione e sulla democrazia e che il risultato negativo di uno Stato membro non può vietare ad un altro di esprimersi. Spetta ora al Consiglio europeo, ha proseguito, analizzare il messaggio del popolo irlandese che si preoccupa del commercio, dell´agricoltura e della politica fiscale europei. Le giovani generazioni non si riconoscono più nell´obiettivo dell´Unione europea di garantire la pace in Europa. Il Parlamento europeo - che spesso approva testi molto elaborati - deve prendersi le proprie responsabilità. Si è quindi augurato che il Consiglio europeo sappia farsi carico delle preoccupazioni dei cittadini sul prezzo dei prodotto alimentari e dei petrolio. A suo parere il trattato di Lisbona rende possibile il progresso e permette all´Unione europea di funzionare meglio e fa sì che la sua voce sia sentita in tutto il mondo». Ha quindi concluso ricordando che il periodo di introspezione dovrebbe concludersi velocemente. «L´europa ha dedicato otto anni alla ratifica di vari trattati» ha rilevato Martin Schulz (Pse, De) , ma non è ancora in grado di mettere ordine in casa propria nonostante sia quello che richiede ai futuri Stati membri. Si è poi chiesto chi sia ad aver fatto delle istituzioni i capri espiatori, suggerendo che il Consiglio dei ministri potrebbe essere meno libero di dare la colpa dei disastri a Bruxelles se i suoi dibattiti non si tenessero a porte chiuse. Il «no» irlandese, in contrasto con la richiesta dei partiti politici irlandesi di votare «sì», indica una crisi di fiducia nelle istituzioni nazionali e sovranazionali - ha proseguito - e «il processo di integrazione è in attesa». La visita in Irlanda del commissario per il mercato interno Mccreevy, - in occasione della quale egli ha ammesso di non aver letto il trattato di Lisbona, facendo capire che ciò non era necessario - non ha di certo aiutato. Bisognerebbe togliere il portafoglio a Mccreevy, ha dichiarato, poiché si è impegnato in una «strada a senso unico» verso una «deregolamentazione ad ogni costo senza affiancare misure sociali». Per il leader socialdemocratico «dobbiamo trovare il modo per uscire dall´impasse e riportare a bordo gli irlandesi», e ha rilevato che, se in passato era il movimento pro-europeo ad avere un´anima, ora sono gli antieuropei ad averla. Si è quindi domandato: «dove è finita la passione?». «La gente non ne può più dell´Europa perchè è ängst [ndr. Angoscia esistenziale]», ma «l´Europa è un grande tributo alla pace nel mondo e lotta per la tolleranza» e, concludendo, ha invitato non seguire questo esempio. Per Graham Watson (Alde/adle, Uk) il Primo ministro irlandese, arrivando a Bruxelles giovedì, si dovrebbe chiedere «dove abbiamo sbagliato?». Rilevando poi che il «no» irlandese arriva alla vigilia della Presidenza francese, lasciando l´Unione europea con il trattato di Nizza ha dichiarato che «siamo partiti da Nizza e ci torniamo». Affermando che «una maggioranza di Stati membri sostiene l´Unione europea» ha però osservato che la fiducia nelle istituzioni sta scemando. L´europa non può essere creata «con o senza di voi - non potete dissolvere la gente», ha proseguito, sottolineando che «in uno scenario pieno di bugie, la gente non è convinta e abbiamo fatto poco per convincerli». Ogni governo nazionale deve pianificare un dialogo, è compito dei partiti politici in ogni Stato membro porvi rimedio, nonostante «la ricchezza, a differenza del passato, oggigiorno viene ammessa in modo meno onesto ed è condivisa in maniera meno giusta». La posta dei deputati europei è piena di complicazioni transfrontaliere, ha sottolineato, come ad esempio i diritti di proprietà o la protezione dei dati, quindi «sappiamo di aver bisogno di Lisbona, sebbene ciò non sia ovvio per i cittadini». Ha poi incoraggiato l´Unione europea a «proseguire i lavori», se necessario utilizzando il trattato di Nizza per far fronte ai problemi reali. Per Monica Frassoni (Verdi/ale, It) «quello di cui l´Unione europea ha bisogno è di una Costituzione breve, con una carta dei diritti vincolanti, procedure decisionali democratiche, trasparenti, competenze limitate ma reali, risorse economiche conseguenti». Una Costituzione elaborata da questo Parlamento o da un´Assemblea costituente, da difendere con forza e convinzione, «senza ipocrisie», da ratificare per via parlamentare o da un referendum europeo. Dopo aver ribadito di rispettare molto l«a volontà degli irlandesi», ha però dichiarato: «nessuno mi convincerà mai che un referendum, al quale ha partecipato la metà degli elettori, sia più democratico di una ratifica parlamentare». Se la maggioranza dei popoli e degli Stati votano "sì", ha proseguito, si va avanti, e coloro che votano "no" «possono allegramente restare fuori e negoziare, come già diceva il trattato Spinelli nell´84, "un sistema di rapporti nuovi e meno stretti"». «Cosa è successo in questi anni?» si è poi chiesta. Gli Stati membri e la Commissione, a suo parere, «hanno scelto la via di un trattato complicato, contraddittorio, difficile da vendere, negoziato nell´ultima fase in segreto, in fretta, e reso ancora meno leggibile da eccezioni e protocolli, e hanno confermato l´obbligo di ratifica all´unanimità, in perfetta linea con il complesso spagnolo del cane e dell´ortolano, che non mangia né lascia mangiare». «Come se non bastasse», ha poi aggiunto, «l´Unione europea continua ad approvare politiche sbagliate, deboli, come la direttiva Jackson (sui rifiuti, ndr) ieri, oggi la Weber (sul rimpatrio degli immigrati illegali, ndr), incapaci di dare una prospettiva positiva e di speranza, dove ogni cosa, dai diritti dei lavoratori a quelli dell´ambiente, a quelli dei migranti, trovano spazi sempre più ristretti, dove le lobby industriali hanno più voce dei cittadini, dove l´interesse europeo è introvabile, seppellito dagli urletti di questo o di quel governo, dove il diritto di scelta e le liberte individuali o l´arrivo di nuovi europei viene vissuto come un´insopportabile attacco all´identità di popoli che, come quello italiano e quello irlandese, hanno migranti sparsi in ogni parte del mondo». «È possibile e forse anche auspicabile che i paesi che devono ancora ratificare lo faranno», ha sottolineato, «e che il governo irlandese ci farà qualche proposta brillante». Ma la soluzione diplomatica, a suo parere, «non basta». Infatti, oggi occorre più che mai «affermare alto e chiaro che l´Europa dei governi, dell´opacità e della non chiarezza è quella che ha perso: quella che ha rifiutato la Costituzione e che continua a fare politiche sbagliate, di conservazione, di chiusura nazionalista, di egoismo; quella che ha ucciso lo spirito della Convenzione europea del 2003 per arrivare a un accordo su un testo positivo ma minimo e senz´anima». Tutto questo, ha poi affermato, non rende però meno necessaria un´Europa unita «più democratica e più capace di agire». Ciò di cui oggi c´è bisogno, ha concluso, è «un´iniziativa che parta dalle forze politiche e da quegli Stati membri convinti della necessità di un´Europa più efficiente, più democratica, più coesa, dal momento che non è più necessario, non è più possibile, continuare con il trattato di Nizza. Un´iniziativa dove non ci sia spazio per coloro che non vogliono andare avanti». Per Brian Crowley (Uen, Ie) il "no" rappresenta una «profonda trasformazione del giudizio di alcuni elettori dell´Unione europea» per il trattato e, vista la diversità delle persone che si sono opposte al trattato, abbiamo bisogno di più tempo per analizzarne i motivi. Ha inoltre ricordato che «questo è tempo per il rispetto, rispetto non solo per gli elettori irlandesi che hanno dato il loro parere democratico su questo trattato, ma anche rispetto per gli altri paesi ed i loro diritti individuali su come agire e come ratificare un trattato», ha concluso. Secondo Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr), «il Consiglio europeo è stato ammonito dall´evitare qualsiasi arroganza nei confronti degli irlandesi» ed ha osservato che il trattato di Lisbona, presentato in forma «incomprensibile», è l´esempio della «sindrome della torre di avorio presente nell´Unione europea che sta creando tante preoccupazioni fra i nostri cittadini». Il "no" al referendum, ha aggiunto, è stato dato al «ruolo che gioca l´Europa a livello mondiale» e ha concluso auspicando che ora «avremo dei politici imparziali in Europa». «Ben fatto irlandesi!», ha esclamato Nigel Farage (Ind/dem, Uk), sottolineando come sia «perfettamente chiaro che le ratifiche dovrebbero finire adesso e l´attuazione del trattato dovrebbe finire adesso». Ha quindi aggiunto che la decisione di proseguire con la ratifica del trattato è «nazionalismo europeo ed è il più pericoloso fenomeno che ha travolto l´Europa dal 1945» e ha ribadito all´Aula che «sta demolendo l´Unione europea agli occhi degli elettori». Replica della Commissione - José Manuel Barroso si è rallegrato per il consenso del Parlamento europeo di procedere nel processo di ratifica che permetterà di «dialogare con gli irlandesi in un´atmosfera di solidarietà». A suo parere, l´unico modo per dare legittimità è di «presentare concreti risultati ai cittadini». Infine, ha chiesto di «non individuare facili capri espiatori, attaccare il commissario irlandese non è la via migliore per un dialogo costruttivo. Saremo in grado di risolvere il problema se ci concentriamo sulle aspettative dei cittadini», ha concluso. Interventi dei deputati italiani - Mario Borghezio (Uen, It) ha esordito chiedendo: «se il referendum irlandese non ha alcuna importanza e conseguenza perché lo si è fatto? Perché si è voluto dare questa possibilità plebiscitaria come abbiamo sentito dire?». Ha quindi giudicato «grave» quando in un Parlamento «si nega la possibilità e l´importanza ai popoli di esprimere in piena libertà come hanno fatto gli irlandesi». Questo voto, ha aggiunto, «è semplicemente una bella pietra tombale, con tanto di croce celtica sopra, sulla prospettiva del Superstato europeo che non piace ai nostri popoli. Non piace la svendita della sovranità politica e anche monetaria». Si tratta, ha proseguito, di «una prospettiva che apre alle migliori speranze per noi che crediamo fortemente, come il popolo irlandese, nell´Europa dei popoli e delle regioni». Per questo «anche noi in Padania chiediamo il referendum, anche se ormai evidentemente sul piano giuridico il trattato è disconosciuto». Si è fermato «a questa procedura incredibile di far procedere l´approvazione di un trattato che riguarda il futuro dei nostri popoli a colpi di voto parlamentare, escludendo i popoli e i cittadini». Per fortuna, ha aggiunto, «c´è un popolo libero che ha nel Dna il senso della propria libertà, forse è perché se l´è conquistata combattendo che ha questa forza». Ha quindi concluso affermando: «è ora di dire il significato vero di questo voto che è un basta agli eurocrati di Bruxelles che vogliono costruire un Superstato lontano dall´interesse e dall´anima dei cittadini. Noi padani ci sentiamo oggi tutti irlandesi». Stefano Zappalà (Ppe/de, It) ha osservato innanzitutto che il Consiglio europeo «ha una serie di argomenti all´ordine del giorno e non soltanto il risultato del referendum in Irlanda». Ha tuttavia convenuto che questo argomento, che ha occupato quasi tutto il dibattito, «è un fatto rilevante». Ha inoltre osservato che sono state dette e analizzate varie motivazioni per le quali i cittadini irlandesi hanno dato questa risposta, «per la verità con un piccolo scarto rispetto ai sì». A suo parere, occorre affrontare «in maniera concreta» i motivi della risposta irlandese e le modalità per procedere. Ha quindi osservato: «i cittadini europei non hanno informazioni. È colpa un po´ di tutti, è colpa un po´ nostra, colpa dei governi». Inoltre si è detto d´accordo con chi ha rilevato che, in generale, «quando ci sono effetti positivi i meriti sono dei governi, quando ci sono effetti negativi o effetti criticabili la colpa è sempre dell´Europa». «Nessuno impone a nessuno di restare per forza in Europa», ha osservato, e occorre rispettare il risultato del referendum man allo stesso tempo, bisogna rispettare anche la volontà di altri 26 Stati membri. «L´europa deve andare avanti, l´Europa non si può fermare», ha concluso e il Consiglio europeo «deve decidere in maniera netta una nuova strategia». .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, IMMIGRAZIONE: APPROVATA LA DIRETTIVA RIMPATRI  
 
Strasburgo, 19 giugno 2008 - Il Parlamento europeo ha approvato un compromesso con il Consiglio sulla direttiva che costituisce una prima tappa verso una politica europea dell´immigrazione stabilendo norme minime comuni sul rimpatrio degli immigrati illegali. Promuove il ritorno volontario degli immigrati illegali, fissa a un massimo di 6 mesi la detenzione temporanea, estendibile per altri 12 a determinate condizioni, e prevede un divieto di reingresso in tutta l´Ue degli immigrati già espulsi. Approvando con 369 voti favorevoli, 197 contrari e 106 astensioni la relazione di Manfred Weber (Ppe/de, De) che accoglie il compromesso negoziato con il Consiglio, il Parlamento ha adottato definitivamente la direttiva che stabilisce norme e procedure comuni da applicarsi negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi in posizione irregolare, nel rispetto dei diritti fondamentali e del diritto internazionale, compresi gli obblighi in materia di protezione dei rifugiati e di diritti umani. Con 114voti favorevoli, 538 contrari e 11 astensioni, peraltro, il Parlamento non ha accolto la proposta di Verdi e Gue/ngl di respingere in toto la proposta di direttiva. La direttiva incoraggia il ritorno «volontario», stabilisce la durata massima di detenzione - che attualmente è illimitata in alcuni Stati membri - e definisce degli standard minimi comuni da garantire per le condizioni di vita, fra cui il diritto all´assistenza medica e all´istruzione dei bambini. Il testo prevede inoltre talune garanzie e la possibilità di ricorso a favore delle persone espulse, per evitare rimpatri arbitrari o collettivi. Una persona espulsa, inoltre, potrebbe vedersi imporre un periodo di "divieto di reingresso" durante il quale non potrà accedere nuovamente nel territorio dell´Ue. Gli Stati membri sono liberi di prevedere condizioni più favorevoli. La direttiva sottolinea peraltro la necessità di accordi comunitari e bilaterali di riammissione con i paesi terzi, poiché la cooperazione internazionale con i paesi d´origine in tutte le fasi della procedura di rimpatrio «è la condizione preliminare per un rimpatrio sostenibile». Gli Stati membri dovranno attuare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro 24 mesi dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Campo d´applicazione La direttiva si applica ai cittadini di paesi terzi in posizione irregolare nel territorio di uno Stato membro, il quale può però decidere di escluderne i cittadini di paesi terzi sottoposti a respingimento alla frontiera, ovvero fermati o scoperti dalle competenti autorità in relazione all´attraversamento irregolare della frontiera esterna di uno Stato membro, e che non hanno successivamente ottenuto un´autorizzazione o un diritto di soggiorno. Come pure a quelli sottoposti a rimpatrio come sanzione penale o come conseguenza di una sanzione penale, in conformità con la legislazione nazionale, o sottoposti a procedure di estradizione. Non si applica, comunque, alle persone beneficiarie del diritto comunitario alla libera circolazione. Il testo precisa d´altra parte che, in conformità dei principi generali del diritto comunitario, le decisioni adottate in base alla direttiva «dovrebbero essere applicate caso per caso e tenendo conto di criteri obiettivi, non limitandosi quindi a prendere in considerazione il semplice fatto del soggiorno irregolare». Disposizioni più favorevoli e principio di "non refoulement" - La direttiva, inoltre, lascia impregiudicate le disposizioni più favorevoli vigenti in forza di accordi bilaterali o multilaterali tra la Comunità, o la Comunità e i suoi Stati membri, e uno o più paesi terzi, nonché di accordi bilaterali o multilaterali tra uno o più Stati membri e uno o più paesi terzi. Non inficia, poi, le disposizioni più favorevoli ai cittadini di paesi terzi previste dall´acquis comunitario in materia di immigrazione e di asilo, né la facoltà degli Stati membri di introdurre o mantenere disposizioni nazionali più favorevoli, purché siano «compatibili con le norme» stabilite dalla direttiva. Quando applicano la direttiva, è anche precisato, gli Stati membri devono tenere nella dovuta considerazione l´interesse superiore del minore, la vita familiare, le condizioni di salute del cittadino di un paese terzo interessato, e devono rispettare il principio di "non-refoulement". Partenza volontaria - In base al compromesso, una decisione di rimpatrio deve anzitutto fissare «un periodo congruo» per la partenza volontaria che abbia una durata compresa tra sette giorni e trenta giorni e, se la legislazione nazionale prevede che tale periodo sia concesso unicamente su richiesta, devono informare gli interessati di questa possibilità. Il periodo previsto, comunque, non esclude la possibilità di partire prima. E´ inoltre possibile prorogare tale periodo per tenere conto delle circostanze specifiche del singolo caso, quali «la durata del soggiorno, l´esistenza di figli che frequentano la scuola e l´esistenza di altri legami familiari e sociali». Per la durata del periodo in questione, possono essere imposti obblighi diretti a evitare il rischio di fuga, come l´obbligo di presentarsi periodicamente alle autorità, la costituzione di una garanzia finanziaria adeguata, la consegna dei documenti o l’obbligo di dimorare in un determinato luogo. D´altro canto, se sussiste il rischio di fuga o se una domanda di soggiorno regolare è stata respinta in quanto manifestamente infondata o fraudolenta o se l´interessato costituisce un pericolo per la sicurezza pubblica, l´ordine pubblico o la sicurezza nazionale, gli Stati membri «possono astenersi dal concedere un periodo per la partenza volontaria o concederne uno inferiore a sette giorni». Decisione di rimpatrio e allontanamento - Gli Stati membri dovranno adottare tutte le misure necessarie per eseguire una decisione di rimpatrio qualora non sia stato concesso un periodo per la partenza volontaria o per mancato adempimento dell’obbligo di rimpatrio entro il periodo per la partenza volontaria. La direttiva precisa che se gli Stati membri ricorrono - «in ultima istanza» - a misure coercitive per allontanare un cittadino di un paese terzo che oppone resistenza, tali misure dovranno essere «proporzionate», non potranno eccedere «un uso ragionevole della forza» e dovranno essere attuate, conformemente a quanto previsto dalla legislazione nazionale, «in ottemperanza ai diritti fondamentali e nel debito rispetto della dignità e dell´integrità fisica del cittadino». L´allontanamento, d´altra parte, può essere rinviato per tenere conto delle condizioni fisiche o mentali della persona e delle ragioni tecniche, come l´assenza di mezzi di trasporto o l´assenza di identificazione. Inoltre, prima di adottare una decisione di rimpatrio nei confronti di un minore non accompagnato, dovrà essere fornita un´assistenza da parte di organismi appropriati tenendo nel debito conto l´interesse superiore del minore. E prima di allontanarlo dal loro territorio, le autorità dello Stato membro dovranno accertarsi che questi «sarà ricondotto ad un membro della sua famiglia, a un tutore designato o presso adeguate strutture di accoglienza nello Stato di ritorno». Divieto di reingresso per un massimo di cinque anni - La direttiva prevede che provvedimenti di allontanamento comportino un divieto di reingresso per una durata che non può superare cinque anni se non è stato concesso il periodo di ritorno volontario o se l´obbligo di rimpatrio non è stato rispettato. D´altra parte, è prevista la possibilità di prolungare oltre i cinque anni tale divieto se il cittadino in questione «rappresenta una grave minaccia per l´ordine pubblico, per la sicurezza pubblica o per la sicurezza nazionale». Gli Stati membri possono però astenersi dall´imporre un divieto di ingresso, revocarlo o sospenderlo in singoli casi, per motivi umanitari o per altri motivi. Garanzie procedurali e mezzi di ricorso - La decisione di rimpatrio e - se prese - la decisione di divieto di ingresso e la decisione di allontanamento dovranno essere adottate in forma scritta, dovranno essere motivate e informare sulle modalità di impugnazione disponibili. Se richiesto, gli Stati membri sono anche tenuti a tradurre (per iscritto o oralmente) i principali elementi delle decisioni «in una lingua comprensibile per il cittadino» interessato. A determinate condizioni, sarebbe possibile non procedere di sorta nel caso di persone entrate illegalmente nel territorio di uno Stato membro e che non hanno successivamente ottenuto un´autorizzazione o un diritto di soggiorno in tale Stato. Alla persona interessata, dovranno essere concessi «mezzi di ricorso effettivo» contro le decisioni connesse al rimpatrio, o per chiederne la revisione dinanzi ad un´autorità giudiziaria o amministrativa competente e indipendente che avrebbero la facoltà di rivedere decisioni, «compresa la possibilità di sospenderne temporaneamente l´esecuzione, a meno che la sospensione temporanea sia già applicabile ai sensi del diritto interno». Il cittadino deve inoltre avere la facoltà di farsi consigliare e rappresentare da un legale e può, se necessario, avvalersi di un’assistenza linguistica. Se non dispone di risorse sufficienti, gli Stati membri, su sua richiesta, devo garantire un´assistenza legale gratuita in base alla pertinente normativa nazionale in materia e alle condizioni fissate dalla direttiva europea sulle procedure in materia di asilo. Prima del rimpatrio, gli Stati membri devono come regola generale provvedere affinché si tenga conto il più possibile di alcuni principi, quali il mantenimento dell´unità del nucleo familiare per quanto riguarda i membri della famiglia presenti nel territorio, le prestazioni di pronto soccorso e il trattamento essenziale delle malattie, la garanzia di accesso al sistema educativo di base per i minori, «tenuto conto della durata del soggiorno», e la presa in considerazione delle esigenze particolari delle persone vulnerabili. Permanenza per massimo sei mesi, prolungabile di altri dodici - Salvo se nel caso concreto possano essere efficacemente applicate altre misure sufficienti ma meno coercitive, la direttiva consente agli Stati membri di trattenere il cittadino di un paese terzo sottoposto a procedure di rimpatrio «soltanto per preparare il rimpatrio e/o effettuare l´allontanamento». In particolare quando sussiste un rischio di fuga o il cittadino del paese terzo evita o ostacola la preparazione del rimpatrio o dell´allontanamento. La direttiva prevede che il trattenimento avvenga di norma in appositi centri di permanenza temporanea ma, qualora ciò non sia possibile e non resta che ricorrere a un istituto penitenziario, «i cittadini di paesi terzi trattenuti sono tenuti separati dai detenuti ordinari». Tale trattenimento, disposto dalle autorità amministrative o giudiziarie, deve avere una durata «quanto più breve possibile . Solo per il tempo necessario all´espletamento diligente delle modalità di rimpatrio». Spetta a ciascuno Stato membro stabilire un periodo limitato di trattenimento che, comunque, «non può superare i sei mesi». Il periodo fissato dalla legislazione nazionale, tuttavia, può essere prolungato per un periodo limitato «non superiore ad altri dodici mesi» nei casi in cui, nonostante siano stati compiuti tutti gli sforzi che è lecito aspettarsi, l´operazione di allontanamento rischia di durare più a lungo «a causa della mancata cooperazione da parte del cittadino di un paese terzo o dei ritardi nell´ottenimento della necessaria documentazione dai paesi terzi». Anche per la decisione di trattenimento vi deve essere la possibilità di presentare ricorso e, in ogni caso, questa deve essere soggetta a riesame periodico. Il cittadino del paese terzo deve essere liberato immediatamente se non esiste più alcuna prospettiva ragionevole di allontanamento per motivi di ordine giuridico o per altri motivi e «se il trattenimento non è legittimo». Condizioni di vita nei centri di permanenza temporanea - I cittadini trattenuti in un centro, su richiesta, devono avere la possibilità di entrare, a tempo debito, in contatto con rappresentanti legali, familiari e autorità consolari competenti. Inoltre, le pertinenti e competenti organizzazioni ed organismi nazionali, internazionali e non governativi devono avere la possibilità di accedere ai centri di permanenza temporanea, previa autorizzazione. Particolare attenzione deve essere prestata alla situazione delle persone vulnerabili e vanno assicurati le prestazioni di pronto soccorso e il trattamento essenziale delle malattie. I minori non accompagnati e le famiglie con minori devono essere trattenuti «solo in mancanza di altra soluzione e per un periodo il più possibile breve in funzione delle circostanze». Le famiglie trattenute devono poter usufruire di una sistemazione separata che assicuri loro «un adeguato rispetto della vita privata». Ai minori, inoltre, deve essere offerta la possibilità «di svolgere attività di tempo libero, compresi il gioco e le attività ricreative, consone alla loro età e, in funzione della durata della permanenza, l´accesso all´istruzione». A quelli non accompagnati, poi, deve essere fornita, per quanto possibile, una sistemazione in istituti dotati di personale e strutture «consoni a soddisfare le esigenze di persone della loro età». In generale, il prevalente interesse del minore «costituisce un criterio fondamentale per il trattenimento dei minori in attesa di allontanamento». L´aula ha respinto un emendamento del Pse (404 no, 256 sì e 14 astensioni) che intendeva rafforzare ulteriormente le garanzie da assicurare ai minori per il rimpatrio. Deroghe per le situazioni di emergenza - Come richiesto dal Consiglio, nei casi in cui un numero eccezionalmente elevato di cittadini di paesi terzi da rimpatriare comporta un notevole aggravio imprevisto per la capacità dei centri di permanenza temporanea di uno Stato membro o per il suo personale amministrativo o giudiziario, la direttiva consente, sino a quando persiste la situazione anomala, di accordare per il riesame giudiziario periodi di tempo superiori e prendere di misure urgenti quanto alle condizioni di trattenimento. E´ peraltro precisato che ciò non autorizza gli Stati membri a derogare al loro obbligo generale di adottare «tutte le misure di carattere generale e particolare atte ad assicurare l’esecuzione degli obblighi derivanti dalla presente direttiva». .  
   
   
RINNOVO DELLA DELEGAZIONE ITALIANA AL PARLAMENTO EUROPEO  
 
Strasburgo, 19 giugno 2008 - E´ stata ufficializzata ieri la nomina dei subentranti di altri due eurodeputati italiani che, eletti lo scorso aprile alla Camera e al Senato, hanno rinunciato al seggio europeo. Queste cariche sono infatti incompatibili con il mandato di deputato europeo. Inoltre un eurodeputato appena subentrato ha rassegnato le dimissioni ed è stato sostituito. Sui 19 eurodeputati italiani che si sono candidati alle elezioni politiche e amministrative del 13 e 14 aprile scorsi, ben 13 sono stati eletti alla Camera o al Senato, oppure hanno ottenuto un mandato a livello locale (comunale, provinciale o regionale). Sono stati ufficializzati oggi i nomi di altri due sostituti degli eurodeputati che hanno rassegnato le dimissioni per tornare in Patria: Rapisardo Antinucci subentra a Nicola Zingaretti (Pse, It); Antonio Basile sostituisce Adriana Poli Bortone (Uen, It). E´ anche stata comunicata la sostituzione di Giuseppe Bova (Pse, It), appena subentrato a Alfonso Andria, con Maria Grazia Pagano. Il loro mandato prende effetto a partire dal 17 giugno 2008. Nel corso delle precedenti sessioni erano stati annunciati i seguenti avvicendamenti: Roberto Fiore al posto di Alessandra Mussolini (Ni, It), eletta alla Camera, Catiuscia Marini al posto di Lapo Pistelli (Alde/adle, It), eletto alla Camera, Giuseppe Bova al posto di Alfonso Andria (Alde/adle, It), eletto al Senato, Fabio Ciani al posto di Luciana Sbarbati (Alde/adle, It), eletta al Senato, Iva Zanicchi al posto di Mario Mantovani (Ppe/de, It), eletto al Senato, Sebastiano Sanzarello al posto di Raffaele Lombardo (Ppe/de, It), eletto Presidente della Regione Sicilia, Elisabetta Gardini subentra a Renato Brunetta (Ppe/de, It), eletto alla Camera e Giovanni Robusti sostituisce Umberto Bossi (Uen, It), eletto alla Camera. Cristiana Muscardini (Uen, It), eletta alla Camera, ha rinunciato al seggio nazionale per portare a termine il suo mandato europeo fino alla naturale scadenza della legislatura (giugno 2009). Ancora nessuna comunicazione ufficiale è giunta in merito ai sostituti dei seguenti eurodeputati eletti lo scorso aprile: Francesco Musotto (Ppe/de, It), eletto all´Assemblea regionale siciliana, Gian Paolo Gobbo (Uen, It), eletto sindaco del Comune di Treviso. Le incompatibilità “europee” La carica di membro del Parlamento europeo è incompatibile con molte altre funzioni a livello comunitario: membro della Commissione europea; giudice, avvocato generale o cancelliere della Corte di giustizia o del Tribunale di primo grado; membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea; membro della Corte dei conti; Mediatore europeo; membro del Comitato economico e sociale; membro del Comitato delle Regioni; membro dei comitati od organismi istituiti in virtù o in applicazione dei trattati Ue; membro del consiglio d´amministrazione, del comitato direttivo ovvero impiegato della Banca europea per gli investimenti; funzionario o agente, in attività di servizio, delle istituzioni delle Comunità europee o degli organismi specializzati che vi si ricollegano o della Banca centrale europea. Le incompatibilità “nazionali” A livello nazionale, il mandato europeo è incompatibile con l´ufficio di deputato e di senatore, con la carica di componente del governo di uno Stato membro e con l´incarico di Presidente di Regione o assessore regionale. Una legge del 2004 ha introdotto le ulteriori incompatibilità con le cariche di consigliere regionale, presidente di provincia e sindaco di comune con popolazione superiore a 15. 000 abitanti. Riguardo al mandato di sindaco e di presidente di provincia, tuttavia, la legge italiana prevede una norma transitoria che consente agli eletti al Parlamento europeo nel 2004 di continuare a ricoprire le loro cariche nei rispettivi enti locali fino alla conclusione del mandato nazionale. Gli eurodeputati che hanno già optato per un mandato nazionale Dall´inizio della legislatura, nel luglio 2004, sono stati 18 gli eurodeputati che hanno rinunciato al mandato europeo per assumere un incarico a livello nazionale o locale (un seggio, per la verità, è tuttora oggetto di una disputa): 1. Ottaviano Del Turco - Pse, 01. 05. 2005 ; 2. Antonio De Poli - Ppe, 15. 05. 2005; 3. Mercedes Bresso - Pse, 24. 05. 2005; 4. Michele Santoro - Pse, 13. 11. 2005; 5. Pier Luigi Bersani - Pse, 27. 04. 2006; 6. Fausto Bertinotti - Gue/ngl, 27. 04. 2006; 7. Emma Bonino - Alde, 27. 04. 2006; 8. Lorenzo Cesa - Ppe, 27. 04. 2006; 9. Paolo Cirino Pomicino - Ppe, 27. 04. 2006; 10. Massimo D´alema - Pse, 27. 04. 2006; 11. Armando Dionisi - Ppe, 27. 04. 2006; 12. Antonio Di Pietro - Alde, 27. 04. 2006; 13. Enrico Letta - Alde, 27. 04. 2006; 14. Giovanni Procacci - Alde, 27. 04. 2006; 15. Corrado Gabriele - Gue/ngl, 18. 06. 2006; 16. Matteo Salvini - Ni, 07. 11. 2006; 17. Marta Vincenzi - Pse, 29. 06. 2007; 18. Achille Occhetto - Pse (seggio contestato con Beniamino Donnici). .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO, ELETTRICITÀ: PROPRIETÀ DIVERSE PER PRODUZIONE E TRASMISSIONE  
 
Strasburgo, 19 giugno 2008 - Il Parlamento europeo chiede di separare la proprietà delle attività di produzione e di trasmissione dell´energia elettrica, respingendo le alternative per consentire una separazione funzionale corredata di garanzie d´indipendenza di gestione. Propone poi di vietare il possesso della rete di trasmissione da parte di società non Ue e insiste sull´integrazione dei mercati regionali e sull´efficienza energetica. Propone inoltre di rafforzare i diritti dei consumatori, specie di quelli più vulnerabili, anche attraverso una carta dei diritti e un mediatore indipendente. Approvando con 449 voti favorevoli, 204 contrari e 19 astensioni la relazione di Eluned Morgan (Pse, Uk), il Parlamento sottolinea anzitutto che gli obiettivi principali della direttiva dovrebbero essere «la garanzia di norme comuni per il mercato interno realmente europeo» dell´energia elettrica, «lo sviluppo di una rete comune» ed «un´ampia offerta di energia accessibile a tutti». Rileva poi che il buon funzionamento del mercato interno dell´energia elettrica dovrebbe offrire ai produttori incentivi adeguati per investire in nuove centrali elettriche e ai consumatori misure idonee per promuovere un impiego più efficiente dell´energia. Allo stesso tempo avanza una serie di proposte volte a proteggere i consumatori e a tutelare i loro diritti, nonché a definire gli obblighi di servizio universale e chiarire i requisiti in materia di concorrenza. Disaggregazione della proprietà per produzione e trasmissione (unbundling) - La legislazione vigente impone la disaggregazione giuridica e funzionale delle operazioni di rete dalle attività di approvvigionamento e generazione o di produzione. Gli Stati membri hanno rispettato tale obbligo applicando strutture organizzative diverse. Alcuni di essi hanno creato imprese completamente separate per la gestione della rete, mentre altri hanno costituito un’entità giuridica all’interno di un’impresa integrata. In Italia, dopo una transizione caratterizzata da un organismo interno all´azienda ex monopolista, si è giunti nel 2005 alla separazione totale della proprietà, le cui maggioranze azionarie sono rimaste in mano pubblica (si veda il Background in calce). Il Parlamento ha accolto, con talune precisazioni, la proposta della Commissione di imporre la disaggregazione completa della proprietà (full ownership unbundling): un soggetto non può esercitare il controllo su un’impresa di approvvigionamento e, allo stesso tempo, detenere una qualsiasi forma di interesse in un operatore di sistemi di trasmissione (intesa come il trasporto di energia ad alta tensione, non come distribuzione/fornitura ai clienti finali), e viceversa. Più in particolare, dopo un anno dalla data di attuazione della direttiva, gli Stati membri dovranno garantire che la stessa persona o le stesse persone non siano autorizzate, «individualmente o congiuntamente», ad esercitare, direttamente o indirettamente, un controllo su un´impresa che esercita l´attività di generazione o l´attività di fornitura e a esercitare direttamente o indirettamente un controllo o detenere partecipazioni o esercitare diritti su un gestore di sistemi di trasmissione. Oppure ad esercitare, direttamente o indirettamente, un controllo su un gestore di sistemi di trasmissione e a esercitare direttamente o indirettamente un controllo o detenere partecipazioni o esercitare diritti su un´impresa che esercita l´attività di generazione o l´attività di fornitura. Queste stesse persone non dovranno essere autorizzate a nominare membri dei vari organi di governo delle imprese suddette né esserne membri loro stesse. I deputati precisano inoltre che tali persone non potranno gestire il sistema di trasmissione attraverso un contratto di gestione o esercitare un´influenza «in qualsiasi altro modo diverso dalla proprietà», o esercitare un controllo o detenere partecipazioni o esercitare diritti su un´impresa che esercita l´attività di generazione o di fornitura. Queste "incompatibilità", precisa un emendamento, non valgono se il soggetto in questione è lo Stato membro o un ente pubblico. Con 569 voti favorevoli, 58 contrari e 10 astensioni, il Parlamento ha peraltro respinto l´alternativa proposta dalla Commissione che prevedeva la possibilità di affidare a società indipendenti designate dagli Stati membri - i Gestori di sistema indipendenti (Iso - Indipendent system operator) - la concessione e la gestione dell´accesso ai servizi, nonché del funzionamento, del mantenimento e dello sviluppo del sistema di trasmissione e della capacità a lungo termine. Questa soluzione prevedeva il mantenimento della proprietà della rete da parte dei produttori. Ha inoltre respinto (con 261 sì, 381 no e 31 astensioni) un emendamento che intendeva riprendere il compromesso raggiunto dal Consiglio dei Ministri che, pur esplicitando la preferenza per il "full unbundling" e non escludendo il ricorso all´Iso, prevedeva anche la possibilità per le aziende integrate verticalmente di non vendere la proprietà della rete e di ricorrere a un Gestore di trasmissione indipendente (Ito, Indipendent Transmission Operator) interno all´azienda stessa ma totalmente separato a livello contabile e societario. L´indipendenza, con questo approccio, sarebbe stata garantita da una serie di norme e sistemi di controllo, nonché dal rafforzamento del ruolo dei regolatori nazionali dell´energia. Per il Consiglio, peraltro, questo sistema andrebbe applicato sia al mercato dell´elettricità sia a quello del gas. Va notato che per il gas i deputati della commissione per l´industria e l´energia avevano già proposto una soluzione simile a questa (il voto in Plenaria è previsto a luglio). I deputati, inoltre, accolgono la regola generale proposta dalla Commissione secondo cui i sistemi di trasmissione o i gestori di sistemi di trasmissione non possono essere oggetto di controllo ad opera di una o più persone di paesi terzi. Anche se sono ammesse delle deroghe in virtù di un accordo concluso con uno o più paesi terzi, del quale la Comunità sia parte. Più diritti per gli utenti e tutela dei più vulnerabili - L´attuale normativa prevede già talune garanzie riguardo all´obbligo di servizio pubblico e tutele per i consumatori. Il Parlamento precisa la portata di alcune di queste e chiede l´integrazione di nuovi diritti. Ritiene infatti che gli interessi dei consumatori «dovrebbero essere al centro» della direttiva, mentre i cittadini dell´Ue e le piccole e medie imprese devono poter godere del servizio universale, «cioè del diritto alla fornitura di energia elettrica di una qualità specifica a prezzi basati sui costi e facilmente comparabili, trasparenti e non discriminatori». Un emendamento chiede poi di imporre agli Stati membri di provvedere affinché tutti i clienti abbiano il diritto di essere riforniti di elettricità da un fornitore - ove questi accetti - «a prescindere dallo Stato membro in cui il fornitore sia registrato». Le autorità nazionali di regolamentazione, d´altra parte, dovrebbero far rispettare i diritti degli utenti «predisponendo incentivi e imponendo sanzioni alle imprese che non rispettano le norme in materia di protezione dei consumatori e di concorrenza». Il Parlamento chiede inoltre agli Stati membri di istituire sportelli unici che mettano a disposizione dei consumatori tutte le informazioni necessarie concernenti i loro diritti, la legislazione in vigore e le modalità di ricorso a loro disposizione in caso di controversia. Più in generale, accogliendo una proposta del Pse, l´Aula chiede alla Commissione di elaborare - consultando tutte le parti interessate - una carta che elenchi i diritti dei consumatori di energia sanciti dalla normativa Ue. Carta che i fornitori dovrebbero trasmettere ai loro clienti. Tra questi diritti figura l´obbligo del fornitore del servizio di energia elettrica di specificare i diritti dei consumatori «mediante la loro chiara indicazione sulla fattura e nei siti web delle imprese elettriche». Dovrà inoltre precisare l´esistenza di eventuali diritti di recesso «senza alcuna penalizzazione», nonché l´indennizzo e le modalità di rimborso applicabili se i livelli di qualità del servizio stipulati non sono raggiunti, «anche in caso di fatturazione imprecisa e tardiva». Gli utenti dovranno poter «facilmente cambiare fornitore» e, in tale eventualità, dovranno poterlo fare «entro due settimane» e avranno il diritto di ricevere «un conguaglio definitivo . Non oltre un mese dopo la notifica al fornitore interessato». Quest´ultimo, peraltro, dovrà fornire all´utente le coordinate dell´autorità di ricorso competente nonché le informazioni dettagliate riguardanti la procedura da seguire in caso di controversia, la cui composizione dovrà essere rapida e efficace. In proposito, facendo proprio un emendamento del Pse, l´Aula chiede inoltre alle autorità nazionali di regolamentazione di predisporre "servizi reclami" indipendenti e sistemi alternativi di ricorso quali un mediatore indipendente dell´energia o un organismo dei consumatori. I consumatori dovrebbero avere inoltre il diritto di essere adeguatamente informati, «quanto meno con cadenza trimestrale», del loro consumo effettivo di energia elettrica e dei costi relativi, ma anche di ricevere adeguata comunicazione dell´intenzione di modificare le condizioni contrattuali e di essere informati del loro diritto di recesso al momento della notifica. Dovrebbero in particolare essere avvisati direttamente - «in modo trasparente e comprensibile» e in tempo utile - di eventuali aumenti delle tariffe. Inoltre, i deputati chiedono agli Stati membri di completare l´installazione dei contatori intelligenti «con un disagio minimo per i consumatori entro 10 anni dall´entrata in vigore della direttiva». La povertà energetica - ossia la situazione in cui un cittadino «non può permettersi di riscaldare la propria abitazione in modo accettabile» - costituisce, per i deputati, un problema crescente all´interno dell´Ue. Un emendamento chiede quindi agli Stati membri di elaborare piani d´azione nazionali per affrontare il problema e «garantire il necessario approvvigionamento energetico per i clienti vulnerabili». A tal fine, precisano, è necessario un approccio integrato ed è opportuno che le misure comprendano politiche sociali, politiche tariffarie e miglioramenti dell´efficienza energetica per le abitazioni. La direttiva, pertanto, dovrebbe quanto meno «ammettere politiche nazionali di discriminazione positiva, in termini di modelli di tariffazione, per i clienti vulnerabili». Il Parlamento chiama poi gli Stati membri a garantire i clienti finali vulnerabili dalle interruzioni del servizio in inverno, soprattutto ai pensionati e ai disabili. Reti transfrontaliere e cooperazione regionale - Secondo i deputati il mercato interno dovrebbe rafforzare gli scambi e i flussi di elettricità a livello transfrontaliero, al fine di «assicurare l´uso ottimale della capacità disponibile di generazione elettrica e i prezzi più bassi possibili». Ciò tuttavia «non deve costituire un pretesto per gli Stati membri e i produttori per non investire nelle nuove tecnologie per la generazione di energia elettrica». Su questa materia, il Parlamento ha approvato la relazione di Alejo Vidal-quadras Roca (Ppe/de, Es) relativa al regolamento che mira a facilitare lo sviluppo di un mercato all’ingrosso trasparente ed efficiente con un elevato livello di sicurezza dell´approvvigionamento e che, a tal fine, prevede i meccanismi per l’armonizzazione. Per il Parlamento, una maggiore cooperazione regionale dovrebbe essere il primo passo nello sviluppo di una rete elettrica europea pienamente integrata, che alla fine incorpori le isole energetiche attualmente presenti nell´Unione europea. Gli Stati membri devono pertanto promuovere, a livello europeo, e anche a livello regionale ove possibile, l´integrazione dei loro mercati nazionali e la cooperazione dei gestori delle reti a livello europeo e nazionale. Un emendamento, d´altra parte, chiede agli Stati membri di provvedere affinché i piccoli impianti di generazione decentrata e/o distribuita che generano meno di 50 Mw e tutti i generatori integrati «beneficino di procedure di autorizzazione semplificate». Inoltre, approvando la relazione di Giles Chichester (Ppe/de, Uk), il Parlamento si è pronunciato sul regolamento che istituisce l´Agenzia per la cooperazione fra regolatori nazionali dell´energia, che dovrebbe essere competente per tutte le questioni transfronatliere, allo scopo di integrare a livello europeo le funzioni di regolamentazione svolte dalle autorità nazionali. Efficienza energetica e cambiamenti cimatici - Gli Stati membri dovranno incoraggiare la modernizzazione delle reti di distribuzione, che devono essere costruite in modo da favorire la generazione decentrata e assicurare l´efficienza energetica. Un emendamento precisa che essi dovrebbero in particolare incoraggiare maggiormente la produzione combinata di calore ed elettricità. Per promuovere l´efficienza energetica, i deputati ritengono che occorre imporre alle imprese elettriche l´introduzione di formule tariffarie «basate su prezzi crescenti in caso di livelli di consumo elevati». Attribuiscono inoltre agli Stati membri la possibilità di imporre che gli introiti derivanti dalla fornitura di elettricità ai clienti civili vadano ad alimentare programmi di efficienza energetica. Un altro emendamento chiede agli Stati membri di provvedere affinché i fornitori di energia elettrica specifichino nelle fatture e in tutto il materiale promozionale inviato ai clienti finali la quota di ciascuna fonte energetica nel mix complessivo di combustibili utilizzato «in modo armonizzato e comprensibile» al fine di agevolare il raffronto. L´aula ha peraltro respinto la proposta di imporre ai fornitori di fornire informazioni sull´impatto ambientale, «in termini almeno delle emissioni di Co2 e dei rifiuti radioattivi derivanti dall´elettricità prodotta dalla miscela complessiva di carburante utilizzata». Inoltre, i deputati chiedono di inserire «il contributo al raggiungimento dell´obiettivo del 20% di energie rinnovabili entro il 2020» tra i criteri per il rilascio delle autorizzazioni alla costruzione di impianti di generazione. Background - Il mercato italiano: Enel, Terna e gli altri - Secondo i dati dell´Autorità per l´energia elettrica e il gas, nel 2006, più dell´80% dell´energia elettrica italiana era prodotta dal gas naturale, da combustibili solidi e da prodotti petroliferi. Tra le fonti rinnovabili, il 70% della produzione traeva origine dagli impianti idroelettrici. In testa ai principali produttori figurava il Gruppo Enel seguito, con meno della metà della generazione, dal Gruppo Edison. Venivano poi Edipower, Endesa Italia, Gruppo Eni e Tirreno Power. Le importazioni di energia elettrica da altri paesi ammontavano a circa il 15%. I maggiori fornitori, in ordine decrescente, erano: Svizzera, Francia, Slovenia, Austria e Grecia. Enel è la più grande azienda elettrica d’Italia e la seconda utility (azienda di servizi pubblici) quotata d’Europa per capacità installata. Enel produce, distribuisce e vende elettricità e gas in tutta Europa (Bulgaria, Francia, Grecia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna), in Russia, Nord America e America Latina. A seguito dell’acquisizione della compagnia elettrica spagnola Endesa è ora presente in 21 paesi, con una potenza di 75,5 Gw (al 31 dicembre 2007) e serve più di 50 milioni di clienti nell’elettricità e nel gas. Quotata dal 1999 in Borsa, Enel è la società italiana con il più alto numero di azionisti, circa 1,7 milioni tra privati (retail) e istituzionali. Il Ministero dell’Economia detiene direttamente il 21,1% del capitale e indirettamente un ulteriore 10,1% attraverso la Cassa depositi e Prestiti. Il capitale flottante è pari a circa 68,8%. Sin dal maggio 1999, il Decreto Legislativo n. 79/99 (Decreto Bersani) ha sancito la separazione tra la proprietà e la gestione della rete di trasmissione introducendo, in una prima fase, il modello Iso e, successivamente, la separazione proprietaria. Ciò ha portato alla costituzione dell´impresa di trasmissione Terna all´interno del Gruppo Enel, che è si è poi trasformata in "Terna - Rete Elettrica Nazionale Spa" nel novembre 2005 quando è diventata operativa l´unificazione tra proprietà e gestione della "Rete di Trasmissione Nazionale" (Rtn). Il Gruppo Terna ha acquisito nel 2006 Edison Rete e Aem Trasmissione e, l´anno successivo, Aem Trasporto Energia s. R. L. Torino, diventando così proprietaria di oltre il 98% della Rtn. Ha inoltre il controllo di quattro società che operano nel settore della trasmissione di energia in Brasile. L’azionista di maggioranza relativa è la Cassa Depositi e Prestiti, che detiene il 29,99% del pacchetto azionario. Il 64% del capitale sociale è in mani italiane, mentre il 36% è detenuto da fondi esteri. Gli altri Stati membri che hanno proceduto alla "ownership unbundling" sono il Regno Unito, la Spagna, il Portogallo, la Svezia, la Danimarca, la Finlandia, la Lituania, la repubblica ceca e la Slovacchia. Da dati elaborati dall´Enel, nel 2005, risulta che il 19% della generazione elettrica nell´Ue25 proveniva dal gruppo pubblico francese Edf, seguito da E-on e Rwe con il 7% ciascuno, da Vattenfall con il 6%, da Enel e Endesa con entrambe il 5%, da Electrabel con il 4% e da Iberdrola con il 2%. Il restante 45% era prodotto da altre imprese minori. Dal 1° luglio 2007 in Italia, come nel resto d’Europa, è scattata la completa liberalizzazione della domanda di energia, in attuazione delle Direttive Ue del 2003. Quasi 30 milioni di famiglie hanno quindi la possibilità di rivolgersi a venditori di energia elettrica anche diversi da quello da cui sono state rifornite sino ad allora, scegliendo l’offerta ritenuta più interessante. Fino ad allora poteva cambiare fornitore di elettricità solo chi aveva una partita Iva. Da prime stime, sembra che la percentuale di utenti privati che hanno optato per il mercato libero sia relativamente bassa e che, tra questi, la maggior parte abbia scelto l´ex monopolista come fornitore. L´enel rimane il principale fornitore di elettricità nelle case degli italiani con circa un quarto del mercato. Le imprese concorrenti sono, essenzialmente, Edison, Eni, Asm Energy, Sorgenia, Egl ed Acea. .  
   
   
LANCIATA LA RETE ERA-LINK CON IL GIAPPONE  
 
Bruxelles, 19 giugno 2008 - La Commissione europea ha ufficialmente lanciato la rete dei ricercatori europei in Giappone. Attraverso questa rete, la Commissione aiuta i ricercatori ad incrementare i loro contatti e offre loro accesso a informazioni riguardanti sviluppo della carriera, finanziamenti per la ricerca e opportunità di cooperazione Europa-giappone. Il Giappone ospita diverse migliaia di ricercatori europei, i quali potrebbero diventare un importante strumento per collegare il Giappone con lo Spazio europeo della ricerca (Ser). "I ricercatori europei che lavorano in Giappone rappresentano un patrimonio di sapere e esperienza," ha detto Janez Potocnik, il commissario europeo per la Scienza e la ricerca. "Sono gli ambasciatori della ricerca europea in Giappone e questa rete sarà un importante strumento per rafforzare la collaborazione nella ricerca tra Europa e Giappone. " Con il nome di Euraxess-links, la rete avrà il compito di fornire una serie di servizi: un sito web contenente informazioni sui finanziamenti alla ricerca, carriera e opportunità di lavoro al livello dello Stato membro e dell´Ue, e anche strumenti interattivi per lo scambio di informazioni; messaggi e-mail di avvertimento di nuove opportunità; una newsletter via e-mail; informazioni su networking, incontri e eventi; partecipazione e organizzazione di fiere dedicate alle professioni e laboratori che permettano ai ricercatori di stabilire legami con il mondo dell´industria, gli istituti di ricerca e altri potenziali datori di lavoro. Per valutare la potenziale utilità di una rete di questo tipo, la Commissione ha condotto un sondaggio online rivolto ai ricercatori europei che lavorano in Giappone. I risultati (pubblicati l´anno scorso) hanno rivelato che il 74% degli intervistati era a favore della istituzione della rete, ritenendola "utile" o "molto utile". Allo stesso tempo, il sondaggio ha mostrato che le attività di ricerca dell´Ue non sono molto conosciute in Giappone: solo il 43% degli intervistati aveva sentito parlare del Consiglio europeo della ricerca (Cer), il 37% conosceva il settimo Programma quadro (7° Pq) e appena il 23% era a conoscenza dello Spazio europeo della ricerca (Ser). Il Giappone ospita diverse migliaia di ricercatori europei e per questo motivo incrementare la collaborazione con questo paese costituisce un importante obiettivo per l´Ue. Eppure, l´attuale cooperazione fra Ue e Giappone è per lo più limitata ad una serie di progetti internazionali, come il reattore a fusione Iter. La partecipazione giapponese ai programmi di ricerca dell´Ue si è concentrata fino a questo momento sul settore, tradizionalmente forte, della tecnologia dell´informazione e della comunicazione (Tic), mentre in molti altri campi dei programmi quadro il paese si trascina dietro a Stati Uniti, Cina e India. I cambiamenti che dovranno essere apportati dalla rete riguardano l´integrazione di altre misure come, per esempio, un Accordo di cooperazione per scienza e tecnologia tra Ue e Giappone, che è attualmente in fase di negoziazione. In generale, la Commissione, con l´aiuto di queste reti, spera di promuovere l´Europa come un mercato del lavoro aperto, competitivo e invitante per i ricercatori, trasformando i concetti di "fuga dei cervelli" e "rientro dei cervelli" in quello di "circolazione dei cervelli". La nuova Euraxess-links è la seconda rete di questo tipo, dopo il lancio dell´Era-link con gli Usa nel giugno 2006. Fino a questo momento, si sono iscritti 3. 500 ricercatori europei che lavorano negli Stati Uniti. Ci sono altre reti Era-link in cantiere, tra cui una per i ricercatori che lavorano in Cina. Per ulteriori informazioni sul sondaggio dei ricercatori europei in Giappone: fare clic qui European Researchers Abroad network: http://cordis. Europa. Eu/euraxess-links/japan/index. Cfm .  
   
   
RIUNIONE DEI RAPPRESENTANTI DEL CESE CON IL PARLAMENTO POLACCO IL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO ESORTA AD ADOTTARE MISURE PER PROMUOVERE L´OCCUPAZIONE DEI DISABILI  
 
 Bruxelles, 19 giugno 2008 - La presidente della sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza del Comitato economico e sociale europeo (Cese) Brenda King è intervenuta ieri dinanzi al Parlamento polacco e ha esortato a creare condizioni che consentano di avvalersi di una riserva di lavoratori potenzialmente ampia rappresentata dalle persone disabili, integrandole nel mercato del lavoro. Alla riunione fuori sede della commissione per la Politica sociale e la famiglia del Parlamento polacco tenutasi a Breslavia con la partecipazione del sindaco della città Rafał Dutkiewicz e presieduta dall´onorevole Sławomir Piechota, King ha presentato la posizione adottata da tempo dal Cese in materia di politiche europee sulla disabilità e ha sottolineato che i luoghi di lavoro devono essere più adatti ai disabili e occorre creare nuovi posti di lavoro adeguati a tali persone, che hanno il diritto di far parte della popolazione attiva. In Europa occorrerebbe una direttiva specifica sui disabili che vieti le discriminazioni sul posto di lavoro e garantisca una migliore attuazione della direttiva del 2000 sull´occupazione e una maggiore partecipazione delle associazioni nazionali dei disabili alla definizione dei piani di riforma nel quadro dell´agenda di Lisbona riveduta. King ha sottolineato che la Commissione europea, e soprattutto gli Stati membri, dovrebbero mettere a punto una serie di indicatori e di obiettivi quantitativi che ogni Stato membro dovrà realizzare nelle proprie politiche a favore dei disabili, e dovrebbero concentrarsi maggiormente sulla raccolta di dati affidabili e coerenti, cosa fondamentale per definire una politica coerente e per valutarne i risultati sia a breve che a lungo termine. Tali azioni dovrebbero essere sostenute da maggiori sforzi di tutte le parti interessate per combattere le molte forme di discriminazione e di svantaggi di cui continuano ad essere vittima solo i disabili, soprattutto per quanto riguarda l´accesso all´istruzione, al mercato del lavoro e alla formazione continua. In questo contesto, il Comitato ha sottolineato che le attività previste durante l´Anno europeo della lotta alla povertà e all´esclusione 2010 dovrebbero contribuire positivamente a realizzare l´obiettivo delle pari opportunità. .  
   
   
IL COMITATO DELLE REGIONI APPROVA IL PARERE DI BRESSO SUL GECT BRESSO, ´STRUMENTO INDISPENSABILE PER L´INTEGRAZIONE TRA I TERRITORI DELL´UNIONE EUROPEA´  
 
Bruxelles, 19 giugno 2008 - Il Comitato delle Regioni (Cdr) ha adottato, nel corso dell’assemblea plenaria del 18 giugno, il parere redatto dalla presidente Mercedes Bresso «Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale: un nuovo slancio alla cooperazione territoriale in Europa». Con questo parere il Cdr, assemblea politica rappresentante la voce dei governi locali e regionali presso le istituzioni comunitarie, intende spronare gli Stati membri dell’Unione Europea a una rapida ed effettiva applicazione del regolamento Gect che consentirà a collettività regionali e locali appartenenti a Stati diversi di creare gruppi europei di cooperazione territoriale - euroregioni, semplificando il concetto - dotati di personalità giuridica. La presidente Bresso ha sottolineato il fatto che la maggior parte degli Stati Ue non abbia ancora provveduto ad adottare le disposizioni di applicazione del regolamento, nonostante dal 31 luglio 2007 tutti abbiano la possibilità di farlo. Grazie ai Gect Regioni, autorità locali e nazionali, organismi di diritto pubblico e associazioni potranno gestire in comune progetti a medio e lungo termine in diversi settori, quali la sanità pubblica, le infrastrutture e i trasporti, l’organizzazione di interventi di emergenza o la creazione di strutture internazionali per il turismo. I Gect costituiscono quindi uno strumento fondamentale per lo sviluppo regionale, in quanto agevolando le cooperazioni transfrontaliere permettono alle Regioni di unire le proprie energie per affrontare problematiche comuni e migliorare la qualità dei servizi ai cittadini. “Con questo parere”, ha commentato Bresso, “il Comitato delle Regioni vuole lanciare un messaggio forte alle istituzioni dell’Unione Europea e degli Stati membri: le collettività regionali e locali d’Europa credono fermamente in questo nuovo strumento giuridico e nelle sue potenzialità”. La Presidente ha inoltre specificato come in questa fase della costruzione europea i Gect rappresentino strumenti indispensabili per approfondire il processo di integrazione tra i territori dell’Unione, per rafforzare i partenariati tra diversi livelli di governo dando vita a un modello di governance più democratica, flessibile e soprattutto capace di produrre risultati concreti per i cittadini. .  
   
   
BRESSO NOMINATA A BRUXELLES PRESIDENTE DELL´AEM ´SONO ONORATA DI PRESIEDERE UN´ASSOCIAZIONE CHE RAPPRESENTA LE POPOLAZIONI DI MONTAGNA IN EUROPA´  
 
Bruxelles, 19 giugno 2008 - La presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, ha assunto a Bruxelles la presidenza dell’Associazione Europea degli Eletti della Montagna (Aem), organizzazione non governativa che rappresenta presso le istituzioni europee oltre quaranta regioni montane di nove Paesi membri dell’Unione. L’associazione Aem, formata da eletti di regioni montane (dal sindaco al parlamentare europeo), collettività territoriali di montagna d’Europa e organizzazioni che le rappresentano, è nata nel 1991 su iniziativa dall’intergruppo montagna del Parlamento Europeo, dell’Associazione nazionale degli eletti di montagna (Anem) di Francia, dell’Unione nazionale dei comuni e comunità di montagna(Uncem) d’Italia. L’aem rappresenta quindi un fondamentale strumento di rappresentanza delle regioni e delle popolazioni di montagna nell’ambito comunitario, che intende promuovere una politica europea equilibrata e durevole per lo sviluppo dei territori montani dell’Unione. L’associazione lavora alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni alle tematiche che direttamente o indirettamente interessano le regioni montane, agevolando inoltre il confronto e lo scambio di informazioni tra autorità locali e collettività di diverse regioni d’Europa che condividono problematiche simili. “Le comunità montane” ha commentato Bresso “sono i luoghi da cui nacquero la cultura e l’economia della nostra Regione. Sono quindi onorata di presiedere un’associazione che davvero vuole rappresentare presso le istituzioni europee la voce delle popolazioni di montagna. Attraverso l’Aem sarà possibile avvicinare l’Unione Europea ai cittadini delle aree montane, facendo sentire che essa è sensibile alla specificità dei loro territori e delle loro esigenze”. .  
   
   
INIZIATIVE PER MONTAGNA E EUROREGIONI PRESENTATE A BRUXELLES DA LUIS DURNWALDER E MERCEDES BRESSO  
 
Bolzano, 19 giugno 2008 - Il varo di un Libro verde sulla politica per la montagna e dei gruppi di cooperazione dotati di personalità giuridica: sono le richieste che il Comitato delle Regioni rivolge alla Commissione europea e che sono state presentate il 18 giugno ai mass media a Bruxelles dai due relatori incaricati, il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder e la presidente del Piemonte Mercedes Bresso. "Le competenze sulla montagna vanno assegnate ad un unico Commissario", ha chiesto Durnwalder. Nel primo giorno della sua trasferta nella sede del Parlamento europeo, il presidente Durnwalder ha illustrato ai mass media a Bruxelles il suo parere di iniziativa che domani verrà messo ai voti dal plenum del Comitato delle Regioni nell´Ue. Significativamente Durnwalder ha aperto l´incontro commemorando lo scomparso Mario Rigoni Stern, "un vero difensore e cultore della montagna". Durnwalder ha spiegato il perchè della richiesta alla Commissione Ue di varare un Libro verde dedicato alle politiche per la montagna, al pari di quanto giá fatto per le aree marittime e i centri urbani: "La montagna copre il 35% della superficie europea ed è abitata dal 17% della popolazione, non è soltanto pendii o boschi ma anche valli e comunitá, un tessuto socioeconomico che va tutelato. " Durnwalder ha sottolineato che "l´Europa ha bisogno della montagna e deve compensare gli svantaggi del territorio con misure mirate, per scongiurare il suo spopolamento. " Tra le concrete richieste contenute nella sua proposta figurano l´istituzione di un congresso biennale dedicato alla montagna e soprattutto l´assegnazione dal 2009 ad un unico Commissario Ue di tutte le competenze in materia, superando l´attuale assetto trasversale. La nuova politica per la montagna dovrebbe inserire in un quadro organico gli interventi su traffico e paesaggio, energia e protezione civile, occupazione e economia, ha ricordato Durnwalder. La presidente del Piemonte, Mercedes Bresso, ha ribadito che le Regioni sostengono la relazione Durnwalder e ha illustrato il progetto dei Gruppi di cooperazione territoriale, che vuole favorire l´avvio di collaborazione tra enti dotati di personalità giuridica: "Possono riguardare Euroregioni giá strutturate, come quella tra Tirolo, Alto Adige e Trentino, ma anche enti trasfrontalieri come due parchi o cooperazioni tra grandi aree urbane", ha detto Bresso, che si è detta pronta a valutare anche progetti tra Piemonte e Provincia di Bolzano specie nei settori del turismo e della montagna. Sul tema Durnwalder ha rinnovato l´invito al Parlamento italiano a ratificare il protocollo dell´Accordo di Madrid, "che potrà dare una veste istituzionale ad ogni Euroregione. " Come annunciato, domani mattina Durnwalder illustra nell´aula del Parlamento europeo, davanti agli oltre 500 rappresentanti delle Regioni europee, il suo parere di iniziativa a tutela della montagna. Il plenum dovrà poi decidere se approvarlo e inviarlo alla Commissione Ue. . .  
   
   
INNOVAZIONE, EFFICIENZA ENERGETICA E VALORIZZAZIONE RISORSE UMANE: I PROSSIMI OBIETTIVI DEL COMITATO DI SORVEGLIANZA PER LA PROGRAMMAZIONE 2007-2013  
 
Bruxelles, 19 giugno 2008 - Sono 63. 000 (per circa l’83% già conclusi), i progetti finanziati sul fronte delle politiche del lavoro e dei servizi per l’impiego dal 2000 al 2006 a cui hanno preso parte oltre 670. 000 lavoratori. Oltre 800, invece, i progetti avviati nell’anno 2007 e più di 13. 000 le persone coinvolte, a cui presto si affiancheranno i destinatari degli interventi previsti per il 2008. E’ quanto emerge dal Documento di programmazione strategico-operativa regionale che si è concluso nel 2006 e da quello inerente la nuova programmazione 2007-2013, presentati oggi, presso il Circolo dei Lettori, dal Comitato di Sorveglianza del Fondo Sociale Europeo, organismo al quale competono funzioni di vigilanza e indirizzo delle risorse comunitarie destinate alla promozione di politiche educative e del lavoro coerenti con i fabbisogni territoriali. All’ordine del giorno del Comitato le tematiche riguardanti la chiusura della programmazione 2000-2006 e il primo anno di attuazione del “nuovo” Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo (Fse) 2007-2013 - Obiettivo 2 “Competitività regionale e occupazione”. I lavori sono stati presieduti congiuntamente dagli assessori regionali Angela Migliasso (Welfare, Lavoro) e Gianna Pentenero (Istruzione e Formazione Professionale) e hanno visto la partecipazione di soggetti in rappresentanza, tra gli altri, della Commissione Europea, del Governo nazionale, delle Province piemontesi e delle Parti sociali. La programmazione 2007-2013 prevede, per il Piemonte, una dotazione finanziaria di oltre 1 miliardo di euro per una tipologia di attività articolate in 6 assi di intervento (Adattabilità, Occupabilità, Inclusione sociale, Capitale Umano, Transnazionalità e interregionalità e Assistenza Tecnica) finalizzati a sostenere lo sviluppo della regione, sia sul versante della formazione, sia su quello del lavoro in relazione agli obiettivi fissati per il 2010 dalla Strategia di Lisbona. Le risorse dei fondi strutturali europei saranno quindi destinate, nei prossimi anni, ad incrementare la competitività regionale ed accrescere qualità e numero di posti di lavoro, migliorare la ricerca finalizzata all´innovazione e all´accompagnamento del sistema di internazionalizzazione delle imprese, il risparmio energetico e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la riqualificazione territoriale attraverso progetti di sviluppo urbano e di recupero del patrimonio artistico-culturale e la formazione permanente delle persone, con particolare attenzione ai giovani e alle donne, di cui si vuole aumentare il tasso di occupazione dall´attuale 55 al 60%. Nell’ambito della riunione del Comitato di Sorveglianza, si è svolta la Tavola rotonda dal titolo “Por Piemonte 2007-2013. I punti di forza del passato e le sfide del futuro”. All’iniziativa, vero e proprio evento di lancio della programmazione unitaria della politica regionale di coesione 2007-2013 - dunque non soltanto Fse, ma anche Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) destinato a favorire la competitività del sistema economico piemontese mediante contributi alle politiche per la ricerca e l’innovazione, la sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica, la riqualificazione territoriale - hanno preso parte i competenti assessori regionali, Sergio Conti l’assessore alle Politiche territoriali, l’assessore al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso, l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale, Gianna Pentenero, l’assessore all’Università, Ricerca e Innovazione, Andrea Bairati, le Direzioni generali “Occupazione, affari sociali e pari opportunità” (Fse) e “Politica regionale” (Fesr) della Commissione Europea, i Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo Economico, l’Unione delle Province Piemontesi e le rappresentanze delle imprese e dei lavoratori. La tavola rotonda, moderata dal capo redattore Rai di Torino, Carlo Cerrato, ha permesso ai diversi interlocutori di pronunciarsi su luci ed ombre della programmazione 2000-2006 in Piemonte, prefigurando le priorità di intervento per il nuovo settennio in termini non soltanto di politiche da realizzare, ma anche di procedure da perfezionare al fine di assicurare al territorio efficacia ed efficienza nell’impiego dei Fondi comunitari. Un aspetto sottolineato come di cruciale importanza da parte di tutti i soggetti attiene all’integrazione tra i due Fondi strutturali comunitari, nonché tra questi e le risorse che, complessivamente, la Regione Piemonte avrà a disposizione negli anni a venire per il conseguimento degli obiettivi strategici stabiliti sin dal varo dell’attuale legislatura. .  
   
   
TAVOLA ROTONDA “DOVE VA L’AMERICA LATINA”  
 
 Milano, 19 giugno 2008 - L´evento che si terrà a Milano Lunedì 23 giugno 2008, alle ore 18. 15 presso il Palazzo Affari ai Giureconsulti (Piazza Mercanti, 2) è organizzato da Rial, Ispi e Iila (Istituto Italo-latino Americano) e promosso da Ministero degli Affari Esteri, Regione Lombardia e Camera di Commercio di Milano in occasione della pubblicazione del volume “America Latina e Caraibi, tendenze economiche e prospettive di sviluppo” curato dall’Iila e dalla Comisión Económica para América Latina (Cepal). Porgramma: Keynote Speeches: Enrique Iglesias, Segretario Generale della Cumbre Iberoamericana, Vincenzo Scotti, Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri. Discussants: Paolo Bruni, Segretario Generale dell’Istituto Italo-latino Americano (Iila); Antonella Mori, Senior Research Fellow, Ispi e Isla-università Bocconi; Giovan Battista Verderame, Direttore Generale per le Americhe del Ministero degli Affari Esteri; Alessandro Merli, Caporedattore de “Il Sole 24Ore”. Interventi di: Roberto Ronza, Sottosegretario allo Sviluppo e Consolidamento delle Relazioni Internazionali della Regione Lombardia; Pier Andrea Chevallard, Segretario Generale della Camera di Commercio di Milano. L’incontro trae spunto dalla pubblicazione del volume “America Latina e Caraibi, tendenze economiche e prospettive di sviluppo”. Curato dall’Istituto Italo-latino Americano (Iila) e dalla Comisión Económica para América Latina (Cepal). Partecipazione libera con iscrizione obbligatoria: www. Ri-al. Org . .  
   
   
BOSNIA-ERZEGOVINA: 152,4 MLN DI EURO DESTINATI A PROGETTI DI SVILUPPO NELLA REPUBBLICA SRPSKA  
 
Sarajevo, 19 giugno 2008 - Il Ministero delle finanze della Rs ha reso noto che il Consiglio per lo sviluppo della Repubblica Srpska e la Banca per gli investimenti (Irb) hanno approvato un finanziamento da 298 mn Km (152,4 mln euro) per progetti nell’ambito del programma di sviluppo dell’Entità per il periodo 2007-2010. La maggior parte delle risorse andranno alla costruzione di infrastrutture (229,2 mln Km), alla riforma del sistema sanitario (20 mln Km) ed allo sviluppo delle risorse umane (18,4 mln Km). Il 63% di tutti i progetti finanziati nell’ambito del programma riguardano la parte orientale dell’Entità. Il Ministero delle finanze ha evidenziato che finora sono stati destinati ai progetti concordati solo 68,4 mln Km, pari al 23% dei fondi resi disponibili. Nell’ambito del programma di sviluppo della Repubblica Srpska fino al 2010, adottato lo scorso luglio, 8,7 mld Km andranno a progetti negoziati nei settori energia, autostrade e servizi idrici. Grazie alle entrate delle privatizzazioni, stimate attorno a 1,259 mld Km, ed agli investimenti previsti in società privatizzate per 1,272 mld Km, il finanziamento complessivo del programma raggiungerà I 11,25 mld Km. .  
   
   
CINA: LA PRODUZIONE INDUSTRIALE CINESE È AUMENTATA DEL 16,4% A/A  
 
Pechino, 19 giugno 2008 - I dati dell’Ufficio nazionale di statistica mostrano che la produzione industriale cinese è salita del 16% a/a a maggio 2008, con un tasso di crescita di 0,3 p. P. In più rispetto ad aprile 2008 e di 2,1 p. P. In meno rispetto a maggio 2007. Nei primi cinque mesi dell’anno, la produzione industriale è incrementata del 16,3% a/a, 1,8 p. P. In meno rispetto allo stesso periodo del 2007. La riduzione nella crescita della produzione industriale è attribuita agli sforzi del governo per prevenire il surriscaldamento dell’economia. .  
   
   
MEF: ISTITUTO POLIGRAFICO, APPROVATO BILANCIO 2007 E NOMINATO NUOVO COLLEGIO SINDACALE  
 
 Roma, 19 giugno 2008 - Si è tenuta in data odierna l´Assemblea degli Azionisti dell´Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S. P. A che ha provveduto all´approvazione del bilancio dell´esercizio al 31 dicembre 2007, chiuso con un utile pari a 40,8 milioni di euro - in crescita del 29% nei confronti dell´utile di 31,7 milioni di euro conseguito nel 2006 - che è stato così destinato: - 2,0 mln di € alla "riserva legale" - 38,8 mln di € alla "riserva disponibile" Infine, si è provveduto alla nomina del collegio Sindacale, così composto: Presidente Dott. Pietro Voci Sindaci Effettivi Dott. Gianfranco Tanzi Dott. Antimo Raucci Sindaci Supplenti Dott. Miriam Lanza Dott. Giuseppe Cerasoli .  
   
   
OPERAZIONI IN DERIVATI DEL COMUNE DI MILANO: ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA. CONTESTATA ALLE BANCHE LA TRUFFA AGGRAVATA, CON RICHIESTA DI CONFISCA DEI BENI.  
 
Milano 19 giugno 2008 - E’ stato depositato alla Procura della Repubblica di Milano un esposto circostanziato relativo alle operazioni in strumenti derivati concluse dal Comune di Milano, dal giugno 2005 ad oggi, con istituzioni finanziarie estere. Nell’esposto viene richiesto alla Procura di valutare l’applicazione del reato di truffa aggravata a carico di quattro banche intermediarie residenti a Londra (Deutsche Bank Ag, Ubs, Jp Morgan, Depfa Bank), reato previsto dal Codice Penale all’art. 640, secondo comma, n. 1. Il reato di truffa aggravata - nella ricostruzione fornita alla Procura - emergerebbe a seguito di una verifica dettagliata di tutte le operazioni condotte dal 2005 ad oggi, analisi che individua l’esistenza di ingenti commissioni occulte indebitamente incassate dalle banche intermediarie a danno del Comune di Milano. Tali commissioni occulte - secondo una stima dettagliata allegata all’esposto – potrebbero ammontare ad un cifra superiore a 73 milioni di Euro. A tale riguardo è stato richiesto alla Procura della Repubblica di valutare l’acquisizione all’estero dei “book” giornalieri delle quattro banche, contenenti le registrazioni di tutti gli incassi realizzati a seguito delle operazioni in derivati poste in essere con il Comune di Milano. L’esposto chiede inoltre alla Procura di considerare, qualora si ravvisasse l’ipotesi di truffa aggravata, l’opportunità di procedere nei confronti delle banche alla confisca di beni per un importo pari all’ingiusto profitto realizzato a danno del Comune di Milano, in applicazione dell’art. 322 ter del Codice Penale, nonché di adottare le misure precauzionali nei confronti delle persone giuridiche ai sensi delle Legge 231/01. La decisione di sottoporre all’attenzione della Procura l’ipotesi di reato di truffa aggravata e la confisca di beni a carico delle banche è stata presa dopo avere ravvisato in tutte le operazioni condotte dal 2005 ad oggi l’applicazione a carico del Comune di condizioni economiche fortemente peggiorative rispetto ai valori riscontrabili in pari data sui mercati finanziari. L’ammontare complessivo di tali scostamenti contribuisce inoltre in modo significativo alla valorizzazione negativa della posizione in derivati del Comune di Milano, stimata qualche tempo fa in 250 milioni di Euro e la cui valutazione attuale - probabilmente aggravatasi a seguito di recenti turbolenze finanziarie - sarà oggetto di accertamento da parte di un collegio di probi viri di cui si attende la nomina da parte del Comune. “Nelle prossime settimane - hanno dichiarato i consiglieri Davide Corritore e Fabrizio Spirolazzi, coordinatori del gruppo di lavoro del Pd sui derivati – si procederà alle definizione di ulteriori iniziative da intraprendere, con la collaborazione del network di studi legali italiani ed esteri che ci stanno assistendo. Verranno innanzitutto valutate le modalità con cui impugnare, eventualmente anche presso la giurisdizione inglese, i contratti in essere con le quattro banche. Ci impegneremo su quest’ultimo fronte con tutte le nostre energie, con lo scopo - hanno concluso Corritore e Spirolazzi - di ottenere il risparmio integrale delle centinaia di milioni di sofferenze che pesano sui futuri bilanci del Comune di Milano, sofferenze generate a seguito di attività in derivati che reputiamo essere state condotte in modo illecito”. Il capogruppo Pierfrancesco Majorino aggiunge: “Ma il sindaco apra gli occhi, rompa il silenzio e non perda ulteriore tempo, sottostimando i rischi sul Bilancio comunale” .  
   
   
110MLD SPESI OGNI ANNO DAGLI ITALIANI IN POLIZZE ASSICURATIVE: ECCO COME 69 MILIARDI DI EURO PER IL RAMO VITA, 37 PER IL RAMO DANNI DI CUI 18 MILIARDI PER LA R.C. AUTO, MA IL MERCATO È SBILANCIATO TRA NORD E SUD E IN ITALIA MANCA LA CULTURA DEL RISCHIO. SONO AUMENTATI, NEGLI ULTIMI ANNI, I PREMI DELLE POLIZZE R.C. AUTO: +43% AL CENTRO, SUD E ISOLE, CON RECORD IN CAMPANIA.  
 
 Roma, 19 giugno 2008 - Mercato assicurativo sbilanciato nel Paese: al Sud troppa e cara la r. C. Auto (responsabilità civile auto). Italia sottoassicurata per mancanza di cultura del rischio. Aumentati di oltre il 43%, negli anni 2000-2006, i premi per la r. C. Auto nel meridione. Più contenuto, invece, l’aumento nelle regioni settentrionali, +20,7%, ed in quelle centrali, +32,7%. Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca sugli effetti che le innovazioni tecnologiche producono in ambito assicurativo, condotta da Antonio Coviello, docente di Marketing Assicurativo nella Seconda Università di Napoli e ricercatore presso l’Istituto di ricerche sulle attività terziarie (Irat) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli. "Il fenomeno delle frodi nel ramo r. C. Auto, in particolare nel Sud”, spiega Coviello, “contribuisce a far innalzare i premi con pesanti ricadute sociali sugli automobilisti. Infatti, la variazione dei premi nel periodo 2000-2006 rilevata dai dati Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo), ci conferma che la regione Campania - dove si registra il maggior numero di frodi - presenta l’incremento dei premi del +43,4% (+4,4% la variazione solo tra il 2005 ed il 2006), più elevato rispetto al Piemonte (+19,1%) ed al Veneto (+24,3%), che nel 2000 avevano una produzione simile a quella campana. Più in generale, l’aumento medio dei premi r. C. A. , tra il 2000 ed il 2006 è stato del 20,7% nell’Italia del Nord (unica zona italiana che registra un -0,9% tra il 2005 ed il 2006, contro aumenti generalizzati - anche se minimi- delle altre zone), del 38,7% nel Centro, del 43,2% nel Sud e 42,9% nelle Isole, per una media nazionale pari al 28,5%". Ma quanto e come spendono gli italiani in assicurazioni? "All’italia meridionale”, continua l´esperto, “è riferibile il 12,54% della produzione nazionale dei rami vita (che ammonta a oltre 69 miliardi di euro totali annui, il 14,02% di quella dei rami danni (oltre 37 miliardi di euro totali), il 19,75% di quella del ramo r. C. Auto (oltre 18,4 miliardi di euro); in particolare l’incidenza del ramo r. C. Auto sui rami danni è del 68,87 al Sud. Il confronto di tali dati con quelli delle regioni del Nord Italia, rispettivamente il 57,46%, il 54,10%, il 47,15% e 47,5%, evidenzia una composizione del portafoglio molto differenziata". In relazione alla distribuzione provinciale dei premi, nei ‘rami danni’ le province che registrano il maggiore volume di premi sono Milano (11,4% del totale nazionale), Roma (9,2%), Torino (4,6%), Napoli (3,2%). Nel ramo r. C. Auto le province che registrano la maggiore raccolta premi sono Roma (8,3% del totale nazionale), Milano (7%), Napoli (4,4%), Torino (3,9%). Il mercato assicurativo napoletano risulta nel 2006 tra i primi quattro più importanti d’Italia, con una produzione di 2 miliardi di euro nei rami vita, 1,2 miliardi nei rami danni e 0,81 miliardi nel ramo r. C. Auto, per una raccolta premi totale di 3,2 miliardi di euro. "Il mercato assicurativo meridionale dei rami danni nel 2006”, precisa Coviello, “è sostanzialmente legato alla copertura r. C. Auto (69,87%) ma vi è assoluta dipendenza da tale ramo in Campania dove il 71,98% dei premi dei rami danni è costituito dalle polizze r. C. Auto. Nelle regioni dell’Italia settentrionale, invece, assume un peso predominante la produzione dei rami vita e il portafoglio dei rami danni è più equilibrato risultando maggiore l’incidenza della produzione degli altri rami danni e più contenuto il peso del ramo r. C. Auto (solo il 47,5%) sul totale dei rami danni", conclude il ricercatore. .  
   
   
DRIADE: DISTRETTI, 23 MLN A AZIENDE INDUSTRIALI E ARTIGIANE LOMBARDE ATTUATA LA LEGGE COMPETITIVITA´ PROGETTO SPERIMENTALE E INNOVATIVO A LIVELLO NAZIONALE  
 
Milano, 19 giugno 2008 - Con il programma Driade (Distretti regionali per l´innovazione, l´attrattività e il dinamismo dell´economia locale) le imprese industriali e artigiane della Lombardia hanno a disposizione 23 milioni di euro per accrescere la propria competitività, in linea con quanto prevede la legge regionale 1/2007. Driade - progetto varato dalla Giunta regionale su proposta del presidente Roberto Formigoni di concerto con gli assessori all´Industria, Piccola Media Impresa e Cooperazione, Massimo Corsaro e all´Artigianato e Servizi, Domenico Zambetti - ha l´obiettivo di contribuire al processo evolutivo del modello meta-distrettuale e di sostenere l´emergere di diverse e nuove forme di aggregazione, di sistemi produttivi locali e di filiere come fattori rilevanti per la realtà economica della Lombardia. Dei complessivi 23 milioni di euro, 7,4 sono stanziati direttamente da Regione Lombardia, altrettanti lo saranno dal Ministero dello Sviluppo Economico e circa 9 provengono da cofinanziamenti privati. "Questo innovativo programma - spiega Massimo Corsaro - è un altro concreto esempio di attuazione della nostra legge per la competitività con cui abbiamo deciso di premiare chi veramente vale, dicendo definitivamente basta ai finanziamenti a pioggia, rimettendo allo stesso tempo ´a sistema´ l´insieme delle politiche e degli strumenti a favore delle imprese". Driade si incentra su tre assi di intervento. Il primo ha come obiettivo quello di sperimentare nuovi percorsi di supporto alla nascita e al consolidamento dei sistemi produttivi, favorendo la nascita di esperienze pilota, nella strumentazione e nelle modalità operative che permettano di aumentare la capacità innovativa e tecnologica dei sistemi locali. Il secondo, anche tramite il coinvolgimento e il supporto finanziario delle Province e delle Camere di Commercio, ha lo scopo di rafforzare la coerenza del programma con le strategie indicate dalla Regione, sviluppando nuovi percorsi metodologici, accompagnando l´emersione di realtà settoriali aggregate, moltiplicando gli effetti e le ricadute delle azioni sviluppate e mettendo a disposizione strumenti trasversali per l´allargamento del campo di azione. L´ultimo, invece, mette a disposizione tutti gli strumenti per un´efficace ed efficiente attuazione di Driade. Le risorse saranno quindi utilizzate per le fasi di preparazione, attuazione, monitoraggio e controllo finanziario, affinché il progetto possa realizzarsi al meglio e nel pieno rispetto dei tempi. "Driade - commenta Zambetti - grazie alla struttura scelta, si pone come progetto sperimentale e innovativo nel quadro nazionale, valorizzando artigiani e microimprese lombarde affinché la nascita di nuove forme di aggregazione sia sempre più testimonianza della vivacità e dinamicità della nostra realtà economica". L´adozione di questo programma da parte della Giunta regionale è stata preceduta dalle consultazioni con le Camere di Commercio, le Province e le associazioni di categoria nei settori dell´industria, dell´artigianato e dei servizi, e dal Tavolo di Segreteria del Patto per lo Sviluppo. Regione Lombardia, auspicando una rapida risposta dal Ministero che a breve dovrebbe approvare e cofinanziare il Programma, si appresta ad attivare nuovi incontri con gli stessi Enti così da definire, di concerto, tutti gli ambiti di collaborazione. .  
   
   
MANOVRA: DEL TURCO, NECESSARIO INCONTRO CON PARLAMENTARI  
 
L´aquila, 19 giugno 2008 - Il presidente della Regione Ottaviano Del Turco ha intenzione di convocare per lunedì prossimo una riunione con tutti i parlamentari eletti in Abruzzo, i presidenti delle quattro province e la Giunta regionale per esaminare la manovra finanziaria e il Dpef 2009-2011 proposti dal Governo. Lo ha annunciato lo stesso Del Turco uscendo da Palazzo Chigi dove ha partecipato alla riunione che una delegazione dei presidenti delle Regioni ha avuto con Berlusconi. "Abbiamo preso atto che su alcuni temi importanti inseriti nella manovra il Governo non procederà con decreto legge - ha detto il presidente della Regione -, ma è necessario che nel Ddl che andrà a presentare ci sia la massima condivisione, cosa che al momento non esiste. Proprio per questo motivo, è necessario un confronto con tutte le forze politiche della regione in vista di una manovra finanziaria che rischia di mettere in ginocchio l´ente regionale. Con i parlamentari abruzzesi e le altre forze amministrative della regione - ha aggiunto - voglio esaminare i provvedimenti che il Governo ha anticipato nella bozza presentata dal ministro Tremonti, nella speranza di concordare una strategia comune da dispiegarsi nelle varie fasi parlamentari legate alla discussione del provvedimento di legge". .  
   
   
GLI AMBASCIATORI DI 11 PAESI DI ASIA E OCEANIA IN VISITA IN EMILIA-ROMAGNA PER CONOSCERE LE ECCELLENZE DEL SISTEMA PRODUTTIVO REGIONALE E RAFFORZARE I RAPPORTI DI COOPERAZIONE.  
 
Bologna, 19 giugno 2008 - Dall’asia e dall’Oceania in Emilia-romagna per rafforzare sempre più i rapporti di interscambio e di collaborazione in campo economico, tecnologico e istituzionale. E’ cominciata ieri a Bologna e terminerà venerdì 20, dopo aver toccato le province di Modena, Parma e Forlì-cesena, la visita di studio di 11 ambasciatori di Australia, Pakistan, Afghanistan , Nuova Zelanda, Indonesia, Corea, Thailandia, Cina, Malesia, Vietnam e India, organizzata dalla Regione Emilia-romagna in collaborazione con il Ministero degli Affari esteri, per promuovere le eccellenze del sistema produttivo e della ricerca emiliano-romagnolo e per rafforzare le relazioni con paesi ed economie emergenti. Prima tappa la sede della Regione Emilia-romagna dove la delegazione è stata ricevuta questo pomeriggio dal vicepresidente Flavio Delbono. Delbono ha ricordato le performance del sistema produttivo emiliano-romagnolo , in particolare nel campo delle esportazioni che ormai rappresentano il 35% del Pil regionale. Delbono ha sottolineato il ruolo della rete di imprese che caratterizza il tessuto produttivo emiliano-romagnolo – 1 ogni 10 abitanti – ma anche il contributo dell’Amministrazione regionale nel sostenere i processi di internazionalizzazione. “In questi anni la Regione - ha detto Delbono - ha cercato di sposare le proprie politiche con la strategia di Lisbona sull’innovazione e la società della conoscenza e con una grande attenzione ai processi di globalizzazione”. “La visita di questa delegazione – ha aggiunto l’assessore regionale alle attività produttive Duccio Campagnoli – è un riconoscimento e un’opportunità straordinaria per l’Emilia-romagna che in questi due giorni potrà essere la vetrina del ‘made in Italy’ e toccare con mano quanto è apprezzata nel mondo. ” “Questa iniziativa – ha detto ancora l’ Assessore - sarà uno stimolo per ricercare ulteriori opportunità di sviluppo e per rafforzare il ruolo delle nostre imprese nel panorama internazionale”. In rappresentanza degli 11 ambasciatori presenti è intervenuto l’ambasciatore del Vietnam Nguyen Van Nam. “Questa visita sarà un’occasione per sviluppare i rapporti di cooperazione tra un polo di eccellenza, quale è l’Emilia-romagna , e i Paesi asiatici e del Pacifico che sono oggi tra i centri dello sviluppo mondiale. Sono certo che la vostra regione potrà offrire molto al processo di modernizzazione dei nostri paesi”. “Questa viaggio promosso da una Regione tra le più dinamiche, quale l’Emilia-romagna, si inserisce perfettamente nell’azione del Governo italiano nei confronti dell’area asiatica, azione che ha avuto un forte rilancio negli ultimi anni – ha detto il ministro plenipotenziario Raffaele Trombetta, in rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri – il programma di questi due giorni sarà un’occasione importante per presentare le realtà produttive e culturali più emblematiche dell’Emilia-romagna”. Un’area cruciale per l’economia regionale. In crescita l’interscambio commerciale. Questa visita arriva dopo una precedente, analoga esperienza positiva del 2002, rispetto alla quale è stata allargata all’Oceania , un continente molto legato all’Asia e dove è tra l’altro è molto forte la popolazione di origine italiana. L’interscambio commerciale della Emilia-romagna con l’area Asia-oceania è sempre più cruciale per l’economia regionale, sia in termini assoluti sia per l´ eccezionale rapidità di crescita. Il saldo commerciale è strutturalmente positivo. Asia e Oceania rappresentano infatti il 13% delle esportazioni regionali e il 17% delle importazioni (dati 2007). Considerando solo il commercio extra-Ue le esportazioni rappresentano il 30% e le importazioni il 54%. La dinamica peraltro è fortissima . Tra 2000 e 2007 le esportazioni sono cresciute del 63% e le importazioni del 71%. Tra i settori trainanti sul fronte export: la meccanica, l’elettronica e l’automotive. Alla fine del 2007 erano 149 le imprese regionali in Asia e Oceania, insediate in particolare in Australia, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, India, Indonesia, Malesia, Pakistan, Singapore, Taiwan, Thailandia e Vietnam. Tra i settori principali : la meccanica (27%), l’agroindustria (14%) e la moda (8%). Sulla scia di quanto già fatto con Cina, India e Giappone, la Regione sta lavorando per incrementare le relazioni con questi Paesi , promuovendo rapporti di partenariato con Regioni, Provincie, Città, in campo istituzionale , economico , tecnologico e della ricerca . Puntando in particolare a rafforzare l’interscambio, ad attrarre gli investimenti , a realizzare progetti di ricerca comuni. Il programma della visita La visita prevede un ricco programma di incontri istituzionali, visite aziendali , seminari. Si parte nel pomeriggio di oggi con un incontro presso la Fondazione Marconi di Pontecchio Marconi (Bo) in cui verrà presentato il sistema della ricerca e sviluppo regionale con un approfondimento per quanto riguarda il settore dell’alta tecnologia. Successivamente un incontro presso l’ Università di Bologna permetterà di illustrare agli 11 ambasciatori il sistema dell’alta formazione universitaria. Nella giornata di giovedì 19 la delegazione farà ancora tappa a Bologna presso lo stabilimento e il museo della Ducati, per poi trasferirsi in provincia di Parma dove visiterà Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Colorno . Nel pomeriggio è in programma una visita allo stabilimento Ferrari di Maranello. La giornata si concluderà con un incontro a Villa Guastavillani di Bologna incentrato sul sistema dei distretti emiliano-romagnoli e il settore della meccanica. La giornata del 20 sarà dedicata ad alcune delle eccellenze produttive della Romagna, con tappa alla Technogym di Gambettola (Fc) e alla sede del Gruppo Trevi di Cesena. La delegazione Questi gli ambasciatori componenti la delegazione in visita in Emilia-romagna : Amanda Elisa Vanstone (Austrialia); Tasnim Aslam (Repubblica Islamica del Pakistan); Musa M. Maroofi (Repubblica Islamica di Afghanistan); Douglas Frederick Lawrence Markes (Nuova Zelanda); Susanto Sutoyo (Repubblica di Indonesia); Kim Joong-jae (Repubblica di Corea); Pradap Pibulsonggram (Regno di Thailandia); Sun Yuxi (Repubblica Popolare Cinese); Mohammad Azhar Bin Mazlan (Malesia); Nguyen Van Nam (Repubblica Socialista del Vietnam); Shamma Jain (India). .  
   
   
“TRENTINO MEETS MOSCOW” CULTURA, ECONOMIA, TURISMO, RICERCA: IL PICCOLO TRENTINO DIVENTA GRANDE IN RUSSIA L’AMBASCIATORE ITALIANO IN RUSSIA: “QUESTO È IL MODO GIUSTO PER PRESENTARSI QUI”  
 
Trento, 19 giugno 2008 – Cultura, turismo, economia, ricerca e innovazione: è il Trentino più dinamico, aperto al nuovo e proiettato nel mondo quello che la grande Russia - il mercato dove oggi più conviene investire, come disse al Festival dell’Economia l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne – ha conosciuto nei giorni scorsi a “Trentino meets Moscow”, la missione promozionale promossa dal governo provinciale che si è chiusa ieri a Mosca. Una missione che ha inaugurato un nuovo modo di presentare il Trentino all’estero, un piccolo territorio dalle grandi ambizioni, che “fa squadra” e che si presenta come sistema territoriale integrato. Evento clou di “Trentino meets Moscow” l’inaugurazione, lunedì scorso, al celeberrimo Museo Puškin della grande mostra “Futurismo Italia-russia. La rivoluzione radicale”, realizzata dal museo moscovita in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e curata da Irina Antonova, direttrice del Puškin, e Gabriella Belli, mostra che anticipa a livello europeo gli eventi e celebrazioni che si terranno il prossimo anno per il centenario (20 febbraio 2009) della fondazione della maggiore avanguardia italiana del Novecento. A guidare la folta delegazione trentina - composta da rappresentanti e responsabili di Trentino Sprint, Trentino Spa e Apt d’ambito, Confindustria Trento con alcune imprese di punta del sistema industriale trentino, Università di Trento e Federazione trentina della cooperazione - la vicepresidente della Provincia e assessore alla cultura Margherita Cogo e l’assessore alla programmazione, ricerca e innovazione Gianluca Salvatori. “Presentarsi in questo modo sulle platee internazionali – ha affermato l’ambasciatore italiano a Mosca, Vittorio Claudio Surdo, intervenuto in più occasioni al meeting – è la maniera più corretta ed efficace per una realtà regionale come il Trentino. Sono certo che i risultati non mancheranno”. Tre i momenti promozionali di alto livello, rispettivamente dedicati alla promozione delle produzioni trentine sul mercato russo, alla promozione turistica e alle prospettive di cooperazione tra il sistema della ricerca trentino e quello russo, che hanno attirato all’Hotel Metropol di Mosca, a due passi dalla Piazza Rossa, esponenti di alto livello del mondo produttivo russo quali Sergei Borisov, presidente di Opora, associazione che rappresenta 150mila piccole e medie imprese russe, Andrei Kutznetzov dell’Unione imprenditori e produttori russi, Egor Ludkevich responsabile del dipartimento relazioni esterne dell’Agenzia federale per il turismo russa con i maggiori tour operator russi, il direttore del Kurchatov Institute e vice presidente dell’Accademia delle Scienze di Mosca, Mikhail Kovalchuk. Grande risonanza ha avuto, con la partecipazione delle maggiori reti televisive e giornali russi, l’inaugurazione (conclusa da un grande buffet, curato dallo chef Rinaldo Dalsasso, con assaggio dei più rinomati prodotti tipici trentini) della mostra sul futurismo al Museo Puškin, con oltre 300 opere esposte provenienti, oltre che dal Mart, dai maggiori musei europei, da Stati Uniti, Israele e da collezioni private. Ispirata ai balletti meccanici di Fortunato Depero l’affascinante performance, organizzata dall’Istituto italiano di cultura a Mosca rappresentato dal suo direttore Alberto Di Mauro, che ha aperto ai moltissimi visitatori intervenuti le sale del Puškin che ospiteranno fino al 24 agosto l’importante esposizione d’arte incentrata sul rapporto tra l’avanguardia russa e il futurismo, mostra completata anche da una sezione fotografica sul futurismo, curata dall’Istituto italiano di cultura a Mosca, che è stata inaugurata oggi. “Questa mostra realizzata in collaborazione con il Mart – ha affermato la direttrice del Museo Puškin, Irina Antonova – è per il nostro museo uno degli eventi più importanti degli ultimi anni. Quanti sono interessati al futurismo rimarranno molto soddisfatti”. “Il Mart – ha detto la direttrice Gabriella Belli – è felicissimo di realizzare questa mostra, che realizza anche un sogno importante della critica d’arte italiana, un progetto concreto che mette in relazione la ricerca delle avanguardie futuriste italiane con quelle cubofuturiste russe. Sarà per tutti l’occasione per scoprire una contiguità parallela tra due movimenti che ebbero le stesse intuizioni creative in uno stesso momento storico e che ci hanno lasciato in eredità la possibilità di vedere il futuro”. Al “filo rosso” che, all’inizio del secolo scorso, ha legato attraverso gli artisti futuristi Italia e Russia, ha fatto riferimento la vicepresidente e assessore alla cultura Margherita Cogo, presentando il Trentino come uno dei territori italiani a maggiore valore aggiunto legato, oltre che al patrimonio ambientale, alla cultura: “I capolavori esposti al Museo Puškin testimoniano una stagione e un dialogo altissimo tra i nostri due paesi – ha affermato all’inaugurazione della mostra – e ripercorrere oggi quelle vicende artistiche e culturali è davvero importante, perché ci permette di riaffermare un’amicizia tra due musei, il Puškin e il Mart, che vuole simboleggiare anche l’amicizia tra due popoli”. Due territori, Russia e Trentino, imparagonabili sul piano delle dimensioni territoriali ed economiche ma che hanno una cosa in comune: una forte volontà di affrontare il futuro senza aver paura del cambiamento. E’ quanto ha messo in luce l’assessore Salvatori: “Ci troviamo nuovamente, come fu all’inizio del Novecento con il Futurismo, di fronte ad un momento storico di grande accelerazione, nel quale occorre accettare la sfida del cambiamento contrapponendola al timore del nuovo. La creatività artistica espressa dalla mostra al Museo Puškin e gli incontri a vari livelli tra i mondi più avanzati dell’economia e della ricerca trentini e russi sono aspetti comuni di uno sguardo sul mondo che non vuole lasciare spazio alla paura del cambiamento”. Un incontro, quello tra il piccolo Trentino e la grande Russia, che gli stessi russi vogliono ora ampliare: “Abbiamo ancora molto da fare insieme” ha infatti affermato al forum dedicato al turismo che si svolgeva in contemporanea all’Hotel Metropol, Egor Ludkevich responsabile del dipartimento relazioni esterne dell’Agenzia federale per il turismo russa. Il workshop dedicato al turismo ha avuto un taglio molto operativo, con il coinvolgimento di una platea selezionata e ristretta di grandi buyer ed operatori del settore turistico russi che programmano le destinazioni invernali dolomitiche ed ai quali il responsabile di Marketing Trentino, Maurizio Rossini, ed i rappresentanti di Dolomiti Superski e delle Aziende di promozione turistica di Valle di Fassa, Madonna di Campiglio e Valle Rendena, e Paganella-andalo-molveno hanno presentato le novità per la prossima stagione invernale 2008/09. Un’occasione preziosa per rinsaldare gli ottimi rapporti che legano i product manager russi agli operatori Trentini, un modo per incontrarli e proporre loro gli aggiornamenti ultimi della prossima stagione. In Trentino, infatti, sono arrivati la scorsa stagione invernale oltre 20. 000 turisti russi, una quota in continua ascesa. Anche il seminario incentrato sui temi scientifici, aperto dall’ambasciatore italiano in Russia, Vittorio Claudio Surdo, è servito a valorizzare e rafforzare l’avvio di una recente collaborazione tra l´Università di Trento, l´Accademia delle scienze di Mosca e il prestigioso Centro di ricerca Kurchatov. I tre centri hanno firmato circa due mesi fa un importante accordo di collaborazione scientifica e tecnologica. Il seminario che ha visto presenti tra gli altri il rettore dell’università di Trento Davide Bassi, l’assessore alla ricerca e innovazione della Provincia autonoma Gianluca Salvatori e, da parte russa, Michael Kovalchuk, direttore del prestigioso Centro di Ricerca Kourchatov, vicepresidente dell´Accademia delle scienze e coordinatore del programma nazionale russo in materia di fisica e nanotecnologia, ha offerto l’opportunità per la firma dei tre primi protocolli operativi dell’Accordo quadro incentrati in particolare sulla cooperazione nel campo delle nanotecnologie per applicazioni biomediche, della fisica nucleare teorica, e dello scambio di ricercatori e dottorandi tra l’Università degli studi di Trento e l’Istituto Kourchatov. “Il Trentino – ha tra l’altro affermato in questa occasione l’assessore Salvatori, illustrando le peculiarità della nostra provincia – vuole distinguersi per essere aperto all’innovazione come strumento per aumentare la propria capacità competitiva, sapendo che può contare su creatività, conoscenza e dinamismo d’impresa”. Ieri mattina, infine, l’ultima sessione di lavoro che ha visto all’Hotel Metropol la promozione economica del sistema trentino, al quale ha preso parte una platea selezionata di operatori economici, rappresentanti delle categorie produttive ed esponenti istituzionali di settore russi. Obiettivo la presentazione ad una qualificata audience di alcune selezionate realtà settoriali e produttive a più alto potenziale di proiezione nel mercato russo, anche attraverso l´illustrazione di alcuni casi aziendali di eccellenza e rappresentativi dell´intero contesto economico provinciale (Pama, Acquafil, Ferrari, Apot, Gruppo Mezzacorona). Erano presenti, tra gli altri, Enrico Zobele, presidente di Trentino Sprint, la presidente di Confindustria di Trento Ilaria Vescovi, il presidente della Federazione Trentina delle cooperative Diego Schelfi, Sergei Borisov, il presidente di Opora, la più grande confederazione delle piccole e medie imprese russe e Andrey Kuznetsov, direttore esecutivo dell’International committee dell’Unione degli Industriali della Federazione russa. .  
   
   
IN PUGLIA E´ BOOM PER LE RICHIESTE DI FINANZIAMENTO PER LABORATORI RICERCA  
 
Bari, 19 giugno 2008 - È boom di richieste per la costituzione dei laboratori pubblici di ricerca. Agli uffici dell’Assessorato allo Sviluppo economico sono giunte domande per 170 milioni di euro. I progetti, 78 in totale, spaziano dall’aeronautico, all’agroalimentare, alle biotecnologie, all’energia, alla meccatronica, ai nuovi materiali e nuove tecnologie per i sistemi produttivi. Sono tutti finalizzati a potenziare le infrastrutture dei centri di ricerca che svolgono attività a favore dei settori produttivi regionali e che si sono distinti per l’innovazione tecnologica. Alla selezione (riferita alla misura Apq Ricerca – Ii atto integrativo), potevano partecipare Università, Enti pubblici di ricerca con sede operativa in Puglia, e l’Enea (l’Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente). Il censimento delle richieste è stato ultimato oggi. La mole delle domande ha sorpreso gli addetti ai lavori. Un vero record, di fronte al quale il Vicepresidente e Assessore allo Sviluppo economico Sandro Frisullo, esprime grande soddisfazione: “Questo bando ha evidentemente intercettato il bisogno di realizzare infrastrutture per la ricerca. Siamo soddisfatti per aver individuato uno strumento di cui c’era grande necessità, ma allo stesso tempo adesso ci impegniamo a valutare con il massimo rigore le richieste in modo da garantire che i selezionati siano davvero i migliori”. Per questo bando l’Assessorato allo sviluppo economico ha impegnato 28 milioni 500mila euro, risorse derivanti dal Fondo aree sottoutilizzate per il periodo 2005-2008 (destinate alla Regione Puglia con delibera Cipe 35/2005). Tuttavia si riserva di destinare ulteriori risorse se ci dovessero essere proposte che abbiano ottenuto un punteggio non inferiore a 70. La durata del progetto ammesso a finanziamento è di massimo 24 mesi dalla data di avvio delle attività. Entrando nel dettaglio delle proposte presentate, spicca il record di richieste per il settore “Nuovi materiali e nuove tecnologie per i sistemi produttivi”, con 22 progetti, segue il settore “Biotecnologie per la salute dell’uomo (21 le proposte), di seguito l’ “Agroalimentare” (13 domande), i settori “Aeronautico, spaziale e avionico” ed “Energia” ( 8 le richieste per ciascuno), e infine la “Meccatronica” (settore per il quale sono stati presentate 6 istanze). In tutto 78 progetti con un costo complessivo pari ad € 169. 948. 995,24, dei quali 147. 162. 080 euro è il contributo richiesto alla Regione Puglia, 15. 074. 175,14 euro è il cofinanziamento dei soggetti proponenti, 7. 712. 739,88 è la partecipazione economica di altri soggetti. .  
   
   
ENTRA NEL VIVO L´INTESA TRA VENETO E TRENTINO PER LA COOPERAZIONE TRA TERRITORI DI CONFINE  
 
Venezia, 19 giugno 2008 - "Ecco la politica che mi piace", parola di Giancarlo Galan che ieri - assieme al presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai - ha sottolineato con soddisfazione la firma che fa decollare l´intesa sottoscritta nel luglio 2007 a Recoaro per la "cooperazione tra i territori di confine". Con il via libera ai criteri per la formulazione delle domande, ora i soggetti aventi diritto potranno presentare richiesta di finanziamento per progetti nei settori delle opere e infrastrutture, dei servizi pubblici e dello sviluppo economico. Il bando si apre il 7 luglio per chiudersi il 1 settembre 2008: "Per il primo anno - ha specificato l´assessore Gianluca Salvatori - saranno disponibili 12 milioni di euro e siamo certi che questo progetto potrá proseguire anche in futuro". "Il principio - ha aggiunto l´assessore Oscar de Bona - è quello della compartecipazione". Niente sovvenzioni a pioggia quindi ma progetti ad ampio raggio d´azione (trasporti, turismo, sanitá, scuola, tecnologia sono alcune voci prioritarie) per i quali gli stessi comuni dovranno intervenire finanziariamente con una percentuale che va dal 5 al 20 per cento a seconda del grado di "disagio" di cui soffrono realtá oggettivamente a rischio di spopolamento e marginalizzazione. "È una bellissima invenzione - ha spiegato il governatore Galan – perché nessuno ci ha imposto di costruire questo percorso né suggerito come farlo e devo ringraziare quanti in un anno di lavoro serio hanno portato a questo risultato". Un risultato visibile anche sulla cartografia che disegna una fascia che a Galan ricorda l´Euroregione, ma che comunque rappresenta, per dirla con le parole del presidente Dellai, "un bell´esempio di come i confini, anziché dividere, possano rappresentare occasione di collaborazione e di amicizia". Un Trentino, insomma, che difende la propria autonomia ma - ha spiegato Dellai - senza chiudersi gelosamente su se stesso per proporre, al contrario, formule all´insegna della responsabilitá, tanto dentro quanto all´esterno dei confini provinciali. Sessantuno i comuni che rientrano nell´intesa, ventinove dei quali trentini. Tutti gli interventi che verranno proposti devono avere carattere transfrontaliero e raggiungere obiettivi di integrazione dell´area di confine oggetto dell´intesa. Nel primo macrosettore, quello delle opere e delle infrastrutture, le azioni previste riguardano progetti integrati di infrastrutturazione primaria (acquedotti, depuratori, strade, banda larga), come pure iniziative per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse ambientali e identitarie del territorio, o - ancora - per realizzare infrastrutture finalizzate allo sviluppo economico e alla valorizzazione turistica e culturale (ad esempio le piste ciclabili), nonché per programmi di investimento in materia di edilizia sostenibile su strutture dedicate alla fornitura di servizi pubblici. A quest´ultima voce è dedicato il secondo macrosettore che prevede in particolare azioni nel campo dei servizi scolastici, dell´alta formazione,dei servizi socio assistenziali e sanitari e di quelli del trasporto collettivo pubblico (anche a finalitá turistiche). In quest´area ricadono anche i progetti integrati per l´innovazione dei servizi pubblici sul territorio, dalla raccolta dei rifiuti, al trasporto alunni alla mobilitá dei non autosufficienti. Il terzo macrosettore è quello dello sviluppo economico per il quale si prevedono azioni nel campo della promozione turistica e culturale, della valorizzazione di prodotti tipici e di qualitá, ma anche progetti di mantenimento del commercio e dei multiservizi nei piccoli centri di montagna. Possono presentare domanda i soggetti pubblici (enti locali, singoli o associati) ma anche soggetti privati purché gli interventi siano presentatati tramite uno dei soggetti pubblici previsti dall´intesa. Le proposte vanno indirizzate rispettivamente alla Direzione programmazione della Regione del Veneto e del Dipartimento programmazione, ricerca e innovazione della Provincia autonoma di Trento. .  
   
   
SBUROCRATIZZAZIONE FVG: DAL 4 LUGLIO VIA ALLE MODIFICHE  
 
Trieste, 19 giugno 2008 - Il prossimo 4 luglio il presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo riceverà singolarmente, assieme agli assessori competenti, i rappresentanti delle diverse categorie (industriali, artigiani, agricoltori, commercianti, liberi professionisti, etc. ) per chiedere loro quali siano le norme ed i regolamenti che andrebbero modificati, valutare le loro proposte e renderle compatibili con un sistema regionale che sia complessivamente più snello e flessibile. Nasce così la "Giornata della Sburocratizzazione", che il presidente ha fortemente voluto per dare inizio a quel processo che mira a ridurre le conseguenze dell´impianto burocratico sul comparto produttivo di questa regione. Un obiettivo inserito nel programma di governo e rilanciato dal presidente nel corso del suo intervento al seminario su "La misurazione degli oneri amministrativi per la riduzione dei costi sostenuti dalle imprese", svoltosi questa mattina a Trieste nel palazzo della Giunta regionale. "Il sistema pubblico del Paese costa in media 4500 euro a cittadino contro i 3000 euro a persona spesi dalla Spagna", ha ricordato Tondo, evidenziando così l´importanza di una riduzione dei costi della burocrazia e della politica, responsabilità che l´attuale governo regionale si è già assunta. "Il sistema Paese è chiamato ad erogare sempre più servizi, qualità della vita, sicurezza e stabilità e dobbiamo recuperare risorse mettendo le imprese in condizione di lavorare e produrre ricchezza", ha aggiunto Tondo, spiegando che "se si continua a sottrarre ricchezza al sistema produttivo, disperdendola nei costi della pubblica amministrazione, non si va più da nessuna parte". Il seminario è stato organizzato a conclusione della sperimentazione che ha coinvolto, a partire dallo scorso febbraio, Dipartimento della Funzione Pubblica, Centro di formazione studi Formez, Regione, Comuni di Udine e Pordenone e categorie produttive per la misurazione degli oneri amministrativi connessi al procedimenti di apertura e trasferimento di sede nel settore commerciale. Una sperimentazione a livello nazionale alla quale Il Friuli Venezia Giulia ha aderito anche per il ruolo che riveste all´interno del Tavolo permanente per la semplificazione, oltre che del Tavolo di monitoraggio per l´attuazione dell´Accordo Governo-regioni e Autonomie Locali in materia di semplificazione e qualità della regolamentazione. A monte di tutto ciò, va considerata l´approvazione da parte della Commissione europea, nel 2007, del Programma per la riduzione degli oneri amministrativi dell´Unione europea (i costi connessi agli oneri amministrativi rappresentano attualmente il 3,5 p. C. Del Pil Ue) ed in particolare per l´abbattimento del 25 per cento, entro il 2012, degli oneri amministrativi alle imprese, obiettivo a cui ha aderito anche il Governo Italiano. .  
   
   
LIEVE MALORE PER IL PRESIDENTE REGIONE TOSCANA CLAUDIO MARTINI  
 
 Firenze, 19 giugno 2008 - Lieve malore per il presidente della Regione Toscana Claudio Martini: nel corso di ieri notte, dopo una intensa giornata di lavoro conclusa con la lunga trattativa per le sorti dello stabilimento Buitoni, è stato ricoverato all’ospedale fiorentino di Careggi, nel reparto Osservazioni Brevi. Secondo primi accertamenti la causa dell’indisposizione è da ricercare in una intolleranza a un farmaco assunto nella serata di ieri. Sono in corso ulteriori accertamenti, ma il presidente sarà dimesso entro 24 ore. .  
   
   
INCLUSIONE SOCIALE: GLI EMARGINATI DEL WELFARE, NUOVA SFIDA DELLE POLITICHE SOCIALI: APERTO A TRENTO UN SEMINARIO EUROPEO  
 
Trento, 18 giugno 2008 – Un brindisi e un applauso hanno salutato nella Sala Depero della Provincia l’avvio di Esf-co. Net, la rete transnazionale fra autorità di gestione e organismi centrali del Fondo sociale europeo promossa dalla Provincia autonoma di Trento, un partenariato che vede unite, accanto alle province autonome di Trento e di Bolzano, altre 8 regioni italiane (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Toscana, Marche, Molise, Sicilia) e 10 autorità di gestione europee (Finlandia, Germania, Austria, Polonia, Slovenia, Isole Aarland, Malta, Irlanda del Nord, Romania e la regione delle Fiandre) interessate a mettere a fattor comune le rispettive esperienze in materia di inclusione sociale. L’atto d’avvio dell’iniziativa, lanciata il febbraio scorso a Vienna e che sarà completato tra due giorni da un altro incontro a Roma, è il seminario dedicato alle “nuove frontiere” dell’inclusione sociale, con particolare attenzione alle sfide che s’impongono oggi in tutta Europa in materia di politiche del lavoro, sanitarie, previdenziali e formative, seminario ospitato appunto oggi a Trento ed i cui lavori sono stati aperti dall’assessore alle politiche sociali della Provincia autonoma, Marta Dalmaso. Oggetto del confronto allargato fra le realtà regionali italiane ed europee, le “buone pratiche” maturate su un tema che sta diventando cruciale: l’esclusione sociale di individui e gruppi che si trovano ad essere emarginati ed in situazioni di svantaggio rispetto alle condizioni medie di vita delle comunità nelle quali vivono. Un fenomeno che riguarda anche il Trentino – che su questi temi da anni sta sviluppando una approfondita azione di ricerca e proposta - e che rappresenta una sfida per i sistemi di welfare, perché richiede strumenti ed interventi aggiuntivi, eccezionali e straordinari e dunque attenzioni, sforzi e strumenti particolari. Per questo si parla, specificamente, di “politiche di inclusione sociale”, politiche che variano da paese a paese, che si rivolgono a target diversi e che attivano attori diversi. Le esperienze praticate in questo campo in Europa sono varie, a volte assai diverse tra loro, ma in esse sono rintracciabili alcune linee di fondo che fanno riferimento al contenimento dei costi (limitazione dei criteri di accesso alle prestazioni, razionalizzazione dei sistemi di gestione, aumento della contribuzione da parte dei destinatari), allo sviluppo di un’economia mista di servizi (welfare mix) ed alle cosiddette “politiche di attivazione” (incentivazione delle persone a lavorare e svolgere un ruolo attivo nelle società piuttosto che essere destinatari passivi di misure e programmi di protezione sociale). E proprio l’”inattività sociale”, che nasconde fenomeni quali la disoccupazione di lunga durata, i costi eccessivi dei sussidi di disoccupazione, la diffusione dell’esclusione sociale e l’esistenza diffusa di atteggiamenti di dipendenza dal welfare, è il vero rischio che ogni sistema di politiche sociali, per quanto avanzato, si trova oggi a dover affrontare. Di questo ha parlato, introducendo il seminario, anche l’assessore Dalmaso: “Ciò che dobbiamo fare – ha affermato – è far conoscere, diffondere, scomporre e rimodellare le buone azioni e le pratiche positive che, grazie ai Fondi comunitari a finalità strutturale ed in particolare il Fondo sociale europeo, e grazie all’azione di amministrazioni particolarmente attente e innovative su questo fronte, hanno avuto successo nei contesti europei in cui sono state sviluppate. Da queste esperienze potremo trarre, anche qui in Trentino, indizi di riproducibilità e linee guida generali da proporre poi a tutti i portatori d’interesse coinvolti”. Al seminario di ieri a Trento hanno partecipato non solo i massimi esperti in materia a livello europeo ma anche attori istituzionali che hanno effettivamente condotto delle concrete esperienze di rilievo in settori d’intervento quali povertà e deprivazione, immigrazione, disabilità, invecchiamento attivo ed altre forme di svantaggio sociale. . .  
   
   
«SAHARAWI, LA TOSCANA SEDE DI UN NUOVO NEGOZIATO DI PACE » FIRMATO NUOVO PATTO DI COOPERAZIONE CON IMPEGNI SU ACQUA, SALUTE, LAVORO  
 
Firenze, 19 giugno 2008 - La Toscana potrebbe essere la sede di un nuovo negoziato fra il popolo dei Saharawi e il Governo del Marocco per risolvere l’annosa questione che vede i Saharawi costretti a vivere in esilio nel deserto. La proposta è stata avanzata dall’assessore alla cooperazione internazionale della Regione Toscana, Massimo Toschi, durante l’incontro avuto stamani a Palazzo Bastogi con una delegazione di Saharawi guidata dal Ministro Salek Baba e dal Governatore della Wilaya di Auserd, Alien Habib Kentaui. L’occasione è stata la firma di un nuovo protocollo d’intesa, che rinnova il patto già firmato fra la Toscana e i Saharawi nel 2004 e ne porta avanti gli obiettivi. L’assessore Toschi, che aveva a fianco l’assessore Daniela Pampaloni del Comune di Pontedera rappresentante del “Coordinamento regionale Saharawi”, ha sottolineato come il “patto” sul quale ha apposto la firma impegna in realtà l’intero “sistema Toscana” che da oltre 30 anni coopera con i Saharawi. Un “sistema” che comprende 230 comuni, le province, il mondo del volontariato e che ha portato innumerevoli gemellaggi e patti di amicizia e una serie di opere di cooperazione. «Quando sono arrivato qui – ha detto Toschi – nel 2000, ho trovato in primo piano la cooperazione con i Saharawi. In questi anni molte cose sono state fatte insieme, ma il vostro popolo vive ancora nel deserto. Io credo – ha aggiunto l’assessore – che forse una nuova sede di negoziato, la Toscana invece di New York, sede dell’Onu, e nuovi soggetti come “facilitatori” del dialogo con il Marocco, potrebbero aiutare a trovare quella soluzione che in tanti anni non è stata trovata. Io credo – ha sottolineato Toschi – che non! sia possibile che dei bambini nascano e vivano nel deserto e credo che il loro diritto di vivere una vita migliore imponga a tutti noi di trovare nuove soluzioni di pace. Per questo noi in Toscana ci mettiamo a disposizione e per questo, se i Saharawi e il Governo del Marocco daranno il loro assenso, prenderemo contatto a tutti i livelli, nazionali e internazionali, per facilitare una nuova azione di dialogo che porti alla pace e ad una soluzione condivisa fra Marocco e Saharawi. » La risposta dei rappresentanti dei Saharawi è stata di interesse e di apertura per la proposta. Il patto di cooperazione sottoscritto punta l’accento su questioni prioritarie come l’acqua, lo smaltimento dei rifiuti, la salute, il sostegno al lavoro e all’economia, oltre all’impegno della Toscana a contribuire ad una soluzione condivisa che rispetti il diritto all’autodeterminazione del popolo Saharawi attraverso! un referendum e al tempo stesso sia in grado di dialogare con! le prop oste del Governo marocchino. .  
   
   
SEGRETARIATO ADRIATICO. IL 19 GIUGNO INAUGURAZIONE - DICHIARAZIONE DI SPACCA: L´EUROPA NON PUO´ NON TENER CONTO DEI NUOVI EQUILIBRI..  
 
Ancona, 19 giugno 2008 - ´Domani sara` (19 giugno) una bella giornata per le Marche e per Ancona ´ ha detto il presidente Gian Mario Spacca ´ Con l´inaugurazione ufficiale del Segretariato dell´Iniziativa Adriatico Ionica nella sede della Cittadella, ci troviamo al centro del due Mari, nel bacino del Mediterraneo. Infatti, al di la` degli aspetti ufficiali, apriamo una nuova stagione di rapporti tra tutti i Paesi che vi fanno parte e con l´Unione Europea. Contiamo di sensibilizzare l´Europa a spostare il baricentro del suo interesse verso il sud, rispetto ad ora, che e` tutto calibrato sui Paesi del centro nord Europa. Non e` cosa da poco, questo significa inserirsi nelle grandi problematiche, come le infrastrutture ed i corridoi europei. Significa anche dare autorevolezza ad un´area, che appartiene alle nostre radici e che negli equilibri internazionali e` destinata ad assumere un rilievo sempre piu` importante. E´ bene, a questo proposito non dimenticare che, dall´anno prossimo, l´Italia avra` la presidenza dell´Iniziativa Iai e quindi potra` autorevolmente gestire questo problema. E´ un riconoscimento per le Marche e per il lavoro svolto in questi anni nel campo della cooperazione internazionale. ´ . .  
   
   
OTTANTAQUATTRO MILIONI DI EURO PER L’ATTUAZIONE DEI “PIA” IN CALABRIA  
 
Reggio Calabria, 19 giugno 2008 - La Giunta regionale, nel corso dei lavori di ieri, ha approvato, inoltre, i seguenti provvedimenti “fuori sacco”: Presidenza - costituzione di parte civile della Regione nel procedimento, pendente davanti al Giudice delle udienze preliminari di Catanzaro, a carico di Gennaro Oppido, Gerardo Liguori e Salvatore Tiano rinviati a giudizio per l’illecito conseguimento del contributo regionale per l’acquisto o il recupero della prima casa; Bilancio Su proposta dell’assessore Demetrio Naccari Carlizzi: - documento tecnico, articolato per unità revisionali di base e per capitoli, inerente al Bilancio di previsione per l’anno 2008; Attività Produttive Su proposta dell’assessore Francesco Sulla: - presa d’atto del parere favorevole espresso, per decorrenza del termine legale, dalla Commissione consiliare sulla deliberazione della Giunta del 19 marzo scorso avente per oggetto l’assenso delle direttive di attuazione dei Pacchetti integrati di agevolazione e dei Contratti di investimento per industria, servizi e artigianato. Lo stanziamento economico da destinare all’attuazione dei “Pia” viene determinato, per la pubblicazione del bando di gara, in 84 milioni di euro così ripartiti: 51 milioni per i Piani di investimento produttivi, nove per i Piani dei servizi reali, dodici milioni per i Piani di innovazione e dodici per quelli di formazione aziendali. Le risorse destinate ai Contratti di investimento ammontano a 56 milioni di euro così ripartiti: trentaquattro per i Piani di investimenti produttivi interaziendali e aziendali, sei per i Piani di servizi reali, otto milioni per i Piani di innovazione e otto per quelli di formazione; - calendario delle vendite di fine stagione per il periodo estivo 2008 e per l’anno 2009: saldi estivi 2008 dal primo sabato di luglio al trentuno agosto, saldi invernali 2009 dal primo sabato di gennaio al 28 febbraio e saldi estivi 2009 dal primo sabato di luglio al 31 agosto; Sanità e Politiche sanitarie Su proposta dell’assessore Vincenzo Spaziante: Programmazione e istruzioni operative riguardo ai controlli in materia di alimenti destinati al consumo umano e mangimi, nonché classificazione degli stabilimenti di produzione di alimenti in base alla valutazione del rischio. .  
   
   
IL PRESIDENTE SORU: NON CAMBIA NULLA, FACCIAMO I MUTUI  
 
Cagliari, 19 Giugno 2008 - "Dovrebbe dimettersi e rinunciare a qualsiasi incarico pubblico anche nel futuro chi ha costruito e lasciato quel debito sulle spalle dei sardi". Così il Presidente della regione, Renato Soru, risponde a chi gli ha chiesto di dimettersi in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale sul bilancio della Regione. "Noi abbiamo il dovere di risanare il bilancio e ci siamo impegnati a farlo ricorrendo alle entrate future. Deve essere chiaro che per il bilancio in corso della Regione non cambia nulla. Cambia semplicemente un mero aspetto formale, e cioè la Corte Costituzionale ci dice che, per finanziare il disavanzo del passato, dobbiamo fare ricorso a mutui bancari, indebitandoci ulteriormente invece di costringerci - come abbiamo fatto - a una maggiore disciplina non prendendo nuovi mutui". .  
   
   
BOLZANO: VALUTAZIONE POSITIVA DELLA CORTE DEI CONTI PER IL RENDICONTO DEL BILANCIO PROVINCIALE 2007  
 
Bolzano, 19 giugno 2008 - Le sezioni riunite della Corte dei Conti hanno presentato ieri , per la prima volta a Bolzano, la loro valutazione positiva sul rendiconto del bilancio provinciale 2007. L’assessore provinciale alle finanze, Werner Frick, ha appreso con soddisfazione la valutazione positiva espressa dall’organismo di controllo. Per quanto riguarda specificatamente le indicazioni della Corte dei Conti in materia di consulenze esterne l’assessore provinciale Werner Frick esprime una valutazione positiva “Nella gestione del denaro pubblico vi deve essere trasparenza, aspetto questo che è stato garantito”. In questo ambito, aggiunge l’assessore, non si è compiuta una distinzione tra gli incarichi esterni e le consulenze per ricerche, consulenze e l’innovazione. “È come voler paragonare tra loro unità di misura diverse” afferma Frick. Da un’attenta analisi delle cifre pubblicate emerge infatti che oltre il 72% dei 98,4 milioni di euro non riguardano incarichi di consulenza bensì “outsourcing”, cioè l’efficiente ersternalizzazione di attività sinora svolte dall’amministrazione provinciale. “Rientrano in questa voce ad esempio le spese sostenute per la realizzazione delle campagne pubblicitarie comuni con la Camera di Commercio e con la società Alto Adige Marketing e gli incarichi per la realizzazione dei programmi fieristici da parte dell’Informatica Alto Adige Spa o le spese sostenute per la convenzione con l’Aci per la gestione della tassa di circolazione o quella sottoscritta con l’Agenzia delle entrate” rileva Frick. Le consulenze in senso stretto vengono richieste dalla provincia, secondo l’assessore Frick, poiché in alcuni casi manca il personale specializzato e queste consulenze hanno inoltre delle ripercussioni positive per le casse della Provincia. Sono comunque prestazioni che hanno carattere di eccezionalità ed una durata limitata nel tempo. La Giunta provinciale ha comunque adottato le misure necessarie per ridurre le spese riguardanti le consulenze esterne e le ripercussioni di queste misure saranno evidenti ed avranno delle ricadute concrete nei prossimi anni. .  
   
   
LOMBARDIA: PIANO D´AREA NAVIGLI, VIA ALLA FASE DI APPROVAZIONE  
 
Milano, 19 giugno 2008 - Via libera all´iter che porterà alla definizione di un nuovo Piano d´area in Lombardia, quello che riguarda i Navigli Lombardi (Grande, Pavese, Bereguardo, Paderno d´Adda e Martesana) e interessa 51 comuni, compreso Milano, 4 province (Milano, Pavia, Varese e Lecco) e 3 parchi regionali (Ticino, Agricolo Sud Milano e Adda Nord). La Giunta regionale ha infatti varato, su proposta dell´assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, la delibera che avvia la fase di approvazione del Piano territoriale d´Area Navigli Lombardi (Ptra). Un ambito di significativo valore storico, ambientale e culturale, che spazia dal Ticino all´Adda passando per il capoluogo milanese, che ha segnato il territorio e ha contraddistinto la storia economica e sociale della Lombardia, divenendo uno degli elementi peculiari dell´identità regionale. "Il Piano Territoriale Regionale d´Area dei Navigli - spiega l´assessore Boni - rappresenta un´importante azione di governo su una zona complessa del territorio, in alcuni casi fortemente urbanizzata ma sempre caratterizzata da marcati connotati identitari, già identificata negli elaborati del Piano Territoriale Regionale come una delle più significative a livello regionale e che, nelle intenzioni della Regione, dovrà essere adeguatamente valorizzata, soprattutto attraverso il coordinamento e l´integrazione delle strategie e delle azioni dei vari attori che operano sul territorio". Punto di partenza di questo come degli altri Piani d´area (Malpensa, fiume Po, grandi laghi lombardi, solo per fare alcuni esempi) è il Piano Territoriale regionale (Ptr), approvato dalla Giunta regionale il 16 gennaio scorso che, tra i diversi obiettivi, formula appunto indicazioni per i piani d´area intesi come progetti di sviluppo condivisi tra Regione, enti locali e territoriali. Il Piano d´area, partendo dalle indicazioni del Ptr, ha come obiettivo principale la tutela e valorizzazione di questo importante patrimonio, per promuovere, attraverso un attento governo del territorio, uno sviluppo sostenibile in un ambito di alto valore qualitativo. Punta inoltre a potenziare la fruizione del patrimonio storico-architettonico e naturalistico-ambientale, attraverso un utilizzo corretto delle risorse e limitando i danni dovuti alla forte urbanizzazione e congestione delle aree presenti in alcuni tratti dei Navigli, a salvaguardare il complesso delle risorse e del patrimonio culturale da fattori di rischio (degrado, scarsa tutela e uso improprio del territorio circostante) e ad attuare politiche di governance con il coordinamento degli interventi e degli strumenti di pianificazione intercomunali e interprovinciali. L´obiettivo di tutela è strettamente correlato con quello della valorizzazione: la protezione e la cura delle risorse territoriali rappresentano un aspetto fondamentale dello sviluppo socio-economico e tutte le iniziative che qualificano le risorse del territorio contribuiscono alla sua valorizzazione e al rafforzamento dell´attrattività. Grazie anche alla collaborazione con la Società Navigli Lombardi, che mette a disposizione il proprio patrimonio conoscitivo, Regione Lombardia promuove uno strumento di governo del territorio capace di individuare modelli gestionali per il reperimento delle risorse necessarie per la conservazione e la valorizzazione. Per il 9 luglio prossimo è in programma il Forum di confronto e partecipazione all´elaborazione del Ptra nel quale saranno confrontati gli obiettivi specifici, il percorso e i tempi di elaborazione del Piano con gli attori territoriali (Comuni, Province, enti di gestione dei parchi, Direzioni regionali coinvolte). .  
   
   
MISSIONE IMPRENDITORIALE IN GIAPPONE  
 
Pordenone , 19 giugno 2008 - Il Giappone è da sempre considerato uno dei mercati più floridi e ricettivi del Made in Italy. In questo particolare momento vi è in particolare un fattore che incoraggia a guardare al Giappone: l’aumento delle importazioni in generale che questo Paese ha fatto registrare nel 2006 e nel 2007 rispetto agli anni precedenti, è un segno che la ripresa dell’economia dopo quasi un decennio di stagnazione si è ormai consolidata. Unioncamere nazionale organizza dal 29 novembre al 6 dicembre 2008 una missione imprenditoriale che toccherà le città Tokyo, capitale politica ed economica e principale centro commerciale del Paese e Osaka, interessante mercato di investimento situata nella Regione del Kansai. I settori coinvolti sono il Sistema Persona, Sistema casa e complemento di arredo, agro-alimentare. Per ciascuna impresa sarà realizzato uno studio di prefattibilità, successivamente al quale si procederà a predisporre un’agenda personalizzata di incontri. Le aziende interessate potranno manifestare il proprio interesse contattando l’ufficio internazionalizzazione di Concentro (tel. 0434. 381609) entro il 30 giugno. La quota di partecipazione per ogni rappresentante è Euro 500,00 + Iva. .  
   
   
CONFERENZA SULLA CHIMICA DEI SISTEMI  
 
 Acquafredda di Maratea, 19 giugno 2008 - Dal 3 all´8 ottobre si terrà a Acquafredda di Maratea (Italia) una conferenza di alto livello sulla chimica dei sistemi. La conferenza è organizzata dalla Fondazione europea della scienza (Esf) e dall´Iniziativa di cooperazione europea nel campo della ricerca scientifica e tecnologica (Cost). La conferenza riunirà esperti internazionali in vari settori rilevanti per chiarire i raggiungimenti nella chimica dei sistemi. I contributi a questo campo interdisciplinare della ricerca giungeranno dalla geochimica e dalla organocatalisi, la chimica biomolecolare e la tecnologia liposomica, la chimica metallorganica e la teoria delle reti e dell´evoluzione. La chimica dei sistemi rappresenta uno sforzo congiunto della chimica prebiotica e della chimica sopramolecolare, insieme alla biologia teorica e ai sistemi complessi di ricerca per affrontare problematiche legate all´origine e alla sintesi della vita. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Esf. Org/index. Php?id=4566 .  
   
   
LAVORO SICURO E RISPETTO DELL’AMBIENTE  
 
Piacenza, 19 giugno 2008 - Il 23% delle imprese italiane è costituito da imprese femminili, imprese in cui la presenza femminile è almeno maggioritaria e tale da influire sulle decisioni che vengono assunte. Il numero complessivo registrato negli archivi delle camere di commercio è di 1 milione 426. 029 realtà. Nel 2003 lo stock era di 1. 314. 528 unità, nel quinquennio si è quindi registrato un incremento di 111mila imprese. Tenuto presente che in questo lasso temporale lo stock complessivo di unità imprenditoriali nel Paese è aumentato di 218. 389 unità, è fuor di dubbio che l’imprenditoria femminile vi abbia giocato un ruolo importante. Per parlare di queste imprese, dei talenti, delle capacità e delle esperienze delle donne che hanno deciso di intraprendere, è partito ieri a Roma il primo Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, una manifestazione itinerante per valorizzare la realtà dell’imprenditoria femminile esaltando il legame delle imprenditrici con il territorio. Sei tappe, Roma, Firenze, Torino, Piacenza, Palermo e Bari, del giro d’Italia delle donne che fanno impresa realizzato dai Comitati per l’imprenditoria femminile, Unioncamere e le Camere di commercio anche per scoprire i nuovi talenti e premiare le imprese più attente alla tutela delle pari opportunità, al rispetto dell’ambiente e del territorio, alla qualità del lavoro e all’innovazione. Tappa dopo tappa un viaggio tra le imprese femminili che lavorano ogni giorno per lo sviluppo economico, sociale, culturale. A Piacenza, città che ospiterà la tappa del Nord Est, si parlerà di lavoro sicuro e rispetto dell’ambiente, con l’intervento di Giuseppe Tripoli, Segretario generale dell’Unione nazionale delle camere di commercio, di Ugo Girardi, Direttore dell’Unione regionale, di Antonella Ninci, presidente del Comitato nazionale Pari Opportunità dell’Inail e di Valeria Rossi Corsini, della Cabina di regia nazionale per l’imprenditoria femminile. Interverranno alla tavola rotonda anche Fernando Tribi, assessore al lavoro della provincia di Piacenza, Katia Tarasconi, assessore alle Pari Opportunità del Comune di Piacenza, Roberta Bortolucci, presidente di Progetto Donna di Bologna, Patrizia Bomben, presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile di Pordenone e Margherita Maculan Carretta, Coordinatrice dei Comitati del Veneto. Ilva Paola Moretti, coordinatrice dei Comitati dell’Emilia Romagna, oltre a fare gli onori di casa, si concentrerà su una tematica centrale “Responsabilità è informazione, cultura, conoscenza”. L’apertura dei lavori – a cura del Presidente della camera di commercio di Piacenza, Giuseppe Parenti- è fissata per le 10 di sabato 21 giugno. La sede è Palazzo Galli, in via Mazzini 14 a Piacenza. Il convegno si chiuderà intorno alle 13. 00. La segreteria organizzativa è presso la Camera di commercio di Piacenza, Comitato per l’imprenditoria femminile, tel. 0523/386255-292 – e-mail:donne@pc. Camcom. It. .  
   
   
INIZIATIVE DI INFORMAZIONE E SUPPORTO PER LO SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE IN PIEMONTE CONVEGNO E SECONDA TAPPA DEL GIRO D’ITALIA DELLE DONNE CHE FANNO IMPRESA  
 
 Torino, 19 giugno 2008 – Oggi presso il Centro Incontri della Regione Piemonte in Corso Stati Uniti 23, si terrà una giornata dedicata alll’imprenditoria femminile in Piemonte, organizzata da Regione Piemonte, Unioncamere Piemonte e Ministero dello Sviluppo Economico. Nella mattinata, a partire dalle ore 9. 30, si terrà il convegno “Iniziative di informazione e supporto per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in Piemonte”. Verrà presentata l’eccellenza del Piemonte nella formazione avanzata - rappresentata dal mentoring -, nell’assistenza e consulenza alle imprese femminili in difficoltà e nella promozione delle misure a sostegno della flessibilità d’orario previste dall’art. 9 della L. 53/2000, obiettivi previsti dal Programma regionale Vi bando a sostegno dell’imprenditoria femminile realizzato in collaborazione con Unioncamere Piemonte e cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Nel pomeriggio, a partire dalle ore 14. 00, si terrà poi la seconda tappa del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, una manifestazione itinerante, organizzata da Unioncamere nazionale per promuovere, sostenere e valorizzare le donne che fanno impresa in cinque tappe territoriali: nord est, nord ovest, centro, sud e isole. L’obiettivo è quello di portare all’attenzione dei nuovi interlocutori governativi la complessa realtà dell’imprenditoria femminile nelle differenti realtà locali, esaltando il legame che le imprenditrici hanno con il territorio. Le tappe sono state progettate d’intesa con i Comitati per l’imprenditoria femminile di riferimento, concordando le modalità organizzative e di realizzazione con le Unioni camerali regionali e le Camere di commercio. La tappa di Torino, organizzata in collaborazione con i Comitati imprenditoriali di Cagliari e della Valle d’Aosta, si concentrerà sul tema “L’accesso al credito come opportunità per l’imprenditoria femminile”: il Piemonte presenterà l’esperienza del Fondo di garanzia per l’accesso al credito a favore dell’imprenditoria femminile che, insieme al Protocollo d’intesa sottoscritto da Regione Piemonte, Commissione regionale Abi del Piemonte e Unioncamere Piemonte, risponde alla necessità di realizzare un’unica strategia a livello regionale e agevolare l’attuazione di quanto previsto dalla legislazione regionale in materia di sostegno all’imprenditoria femminile. Durante l’intera giornata si darà visibilità alle imprese che hanno partecipato al mentoring organizzando una presentazione delle loro attività con degli stand nell’atrio del Centro Incontri. Programma della giornata Sessione mattutina Moderatore: Ludovico Albert, Direttore Istruzione Formazione professionale e Lavoro Regione Piemonte Ore 9. 30 Teresa Angela Migliasso, Assessore Welfare e Lavoro Regione Piemonte: “Interventi diretti al sostegno, al consolidamento e allo sviluppo dell’imprenditoria femminile”; Massimo Deandreis, Direttore Unioncamere Piemonte: “L’esperienza del sistema camerale a sostegno dell’imprenditorialità femminile”; Ore 10. 30 “Il mentoring in Piemonte: testimonianze di mentori e neo-imprenditrici”; Ore 11. 30 Giovanna Boschis, Apid: “Azioni di assistenza e rilancio per le imprese in difficoltà”; Ore 12. 00 Barbara Chiavarino, Casartigiani: “Assistenza e consulenza alle imprese che vogliono usufruire delle misure di flessibilità d’orario: utilità della figura di sostituzione”; Ore 12. 30 Gianna Grillone, Coordinatrice Comitati imprenditoriali femminili piemontesi: “Il ruolo dei Comitati imprenditoriali femminili piemontesi”. Sessione pomeridiana Moderatore: Silvana Pilocane, Dirigente Settore Sviluppo dell’Imprenditorialità Regione Piemonte Ore 14. 00 Susanna Barreca, esperta di sostegno all’imprenditoria Regione Piemonte: “Strumenti per l’accesso al credito: l’esperienza del Piemonte”; Ore 14. 30 Marina Tabacco, Presidente Abi Piemonte: “Il Protocollo d’intesa per l’accesso al credito a favore delle imprenditrici”; Ore 15. 00 Esperienze a confronto: Romina Congera, Assessore Lavoro Regione Sardegna, Maria Cocco, Presidente Comitato imprenditoriale femminile di Cagliari, Marilena Bertolin, Presidente Comitato Imprenditoriale Femminile di Aosta, Mariangela Gritta Grainer, Retecamere, Barbara Longo, Unioncamere Nazionale. Ore 16. 30 Dibattito; Ore 17. 30 Conclusione dei lavori con stesura di un documento comune quale proposta di lavoro per il Ministero competente in materia di imprenditoria femminile. . .  
   
   
SEMINARIO SULLE PARI OPPORTUNITÀ IL 21 GIUGNO A BOLZANO  
 
Bolzano, 19 giugno 2008 - "Salto, Rolle und Spagat“, questo il titolo del seminario (in lingua tedesca) sulle pari opportunità, organizzato dal Servizio donna e dal Comitato pari opportunità. L´appuntamento è a Bolzano il 21 giugno, le interessate e gli interessati possono già iscriversi. Il seminario, che si svolgerà in lingua tedesca, offrirà una panoramica della storia mondiale partendo da un approccio di genere, e soffermandosi sui passaggi chiave per l´affermazione femminile e delle pari opportunità. Verranno inoltre analizzate le statistiche sulle attuali, e reali, condizioni per quanto riguarda la parità di trattamento tra uomini e donne nei diversi ambiti della vita sociale, politica ed economica, e verranno presentate alcune proposte per sostenere e migliorare la condizione della donna nella nostra società. Il seminario "Salto, Rolle und Spagat" si svolgerà sabato 21 giugno, dalle 9 alle 13, presso la Casa Kolping di largo Kolping 3, a Bolzano. Interessate e interessati possono prenotare la propria partecipazione e chiedere ulteriori informazioni contattando il Servizio Donna della Provincia (via Crispi 3, Bolzano): tel. 0471 411180/81, e-mail serviziodonna@provincia. Bz. It. .  
   
   
“VOTE FOR WOMEN”: IL 20 GIUGNO CONFERENZA A MERANO  
 
 Bolzano, 19 giugno 2008 - Venerdì 20 giugno, alle ore 19. 30, a Merano presso la Sala della Cassa di Risparmio, avrà luogo la conferenza in lingua italiana “Sebben che siamo donne, testi, immagini e canzoni sulla storia delle donne”, come appuntamento di contorno alla mostra “Vote for Women”. Partecipano Alessandra Spada e Milena Cossetto. Ingresso libero. Quinto incontro nell’ambito della mostra “Vote for Women”, allestita per celebrare i sessant’anni trascorsi dalla prima volta in cui le donne altoatesine hanno esercitato il diritto di voto. Venerdì 20 giugno alle ore 19. 30, a Merano presso la Sala della Cassa di Risparmio, avrà luogo la conferenza “Sebben che siamo donne, testi, immagini e canzoni sulla storia delle donne”, con la partecipazione di Alessandra Spada e Milena Cossetto. L’ingresso è libero. La mostra interdisciplinare “Vote for Women” e le manifestazioni inerenti, organizzate da “Merano arte” e dal Comitato provinciale per le pari opportunità, approfondiscono la storia delle donne e il loro ruolo nella società attuale. “Vote for Women” sarà fino al 29 giugno presso la Galleria Merano Arte” in via Portici 163, a Merano: all’analisi della condizione femminile nel corso delle diverse epoche storiche si affianca l’interpretazione che dieci artiste hanno dato dei ruoli della donna nella società. .  
   
   
SOSTENERE L´IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
Firenze, 19 giugno 2008 - Unioncamere Toscana in collaborazione con la Camera di commercio di Firenze e con il supporto di Retecamere, organizza il convegno "Sostenere l´imprenditoria femminile, promuovere lo sviluppo locale", che si tiene oggi 19 giugno 2008 alle ore 9. 30, presso l´Auditorium della Camera di Commercio in Piazza dei Giudici 3. .  
   
   
CONFERENZA “FAMILY MATTERS” COSA SUCCEDE IN FAMIGLIA SE IL FIGLIO GAY FA COMING OUT UNA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DEL PIEMONTE ORIENTALE SU 200 FAMIGLIE  
 
 Firenze, 19 giugno 2008 - Solo qualcuno confessa di aver reagito con uno schiaffo, o aver cacciato il figlio di casa. Ma per contarli bastano le dita di una mano. La stragrande maggioranza dei genitori, anche se messa in crisi dal coming out del figlio gay o della figlia lesbica, non lo rifiuta. Anzi, dopo una fase iniziale di smarrimento, paura, dolore, la famiglia circonda il figlio di amore e solidarietà; cercando anche di offrirgli protezione nei confronti di una società ancora ostile. E molti genitori raccontano che, dopo la rivelazione, i rapporti familiari sono diventati più autentici. Le reazioni di genitori, sorelle, fratelli, alla rivelazione dell’omosessualità del figlio/a, sorella, fratello, sono state studiate, indagate, approfondite, da uno studio condotto su circa 200 famiglie da due ricercatrici dell’Università del Piemonte orientale, Chiara Bertone e ! Marina Franchi. La ricerca verrà presentata a Firenze il 20 e 2 1 giugno prossimi, nel corso della conferenza internazionale ‘Family matters. Sostenere le famiglie per prevenire la violenza contro giovani gay e lesbiche’, organizzata da un gruppo di associazioni tra cui l’Agedo (Associazione genitori di omosessuali), con il sostegno della Regione Toscana. Le due giornate sono l’evento finale di un progetto di ricerca realizzato dall’Università del Piemonte orientale “Amedeo Avogadro”, con la partnership di organizzazioni di famiglie con figli/e omosessuali in Italia (Agedo), Gran Bretagna (Fflag) e Spagna (Ampgil), nel quadro del programma Daphne della Commissione Europea. Nel corso del convegno, oltre alla ricerca, verrà presentato in anteprima anche il video “Due volte genitori”, di Claudio Cipelletti, un prezioso documentario di 90 minuti, in cui i genitori di giovani gay e lesbiche escono allo scoperto, raccontando le loro esperienze. «Per qualità, dimensione europea, argomenti trattati e campo di indagine – dice Agostino Fragai, assessore alle riforme istituzionali e alla partecipazione – questa ricerca contribuirà non poco ad una maggiore conoscenza, anche per le istituzioni, dei problemi connessi con l’accettazione dell’omosessualità. L’impegno a costruire un contesto sociale rispettoso di ogni orientamento sessuale è presente nell’azione della Regione Toscana, la quale, peraltro, dispone di una legge specifica la cui attuazione è affidata a una task force. Tutto questo non è estraneo alla scelta di Firenze come luogo della conferenza internazionale. Trovo inoltre di particolare valore che oggetto dell’indagine siano le famiglie che, insieme alla scuola, rappresentano i luoghi fondamentali degli affetti e delle relazioni, soprattutto in età infantile e adolescenziale. E proprio in direzione della formazione degli insegnanti, a! nche in funzione di lotta al bullismo omofobico, abbiamo promo! sso lo s corso anno un interessante e partecipatissimo convegno». «Le famiglie dei giovani gay e lesbiche – dicono gli organizzatori della conferenza – si trovano sostanzialmente sole nell’affrontare le difficoltà di accettare l’omosessualità e nell’aiutare i propri familiari a fronteggiare discriminazioni e violenze». Alla conferenza parteciperà anche Paolo Brunetto, il diciottenne palermitano che a fine maggio è stato accoltellato dal padre, che aveva scoperto, e non accettava, la sua omosessualità. Ora Paolo Brunetto vive in Toscana, dove ha trovato lavoro e alloggio nel locale “Friendly Versilia”, di Torre del Lago. Scheda Prima la crisi, poi amore incondizionato e solidarietà - “Family matters. La esperienze dei familiari di giovani lesbiche e gay in Italia” è la più ampia ricerca sociologica effett! uata in Europa sui familiari di giovani omosessuali. E’ stata condotta da Chiara Bertone e Marina Franchi, del Dipartimento di ricerca sociale dell’Università del Piemonte orientale. «La ricerca – spiegano le autrici – è stata realizzata in Italia, dove i rapporti dei giovani omosessuali con le loro famiglie emergono come particolarmente significativi. A differenza di molti altri Paesi occidentali, in Italia, come tutti i giovani, anche gay e lesbiche tendono a vivere con le loro famiglie di origine a lungo, ben oltre i vent’anni, e i legami con i genitori restano spesso fondamentali, anche come fonte di sostegno, successivamente all’uscita dalla famiglia”. Analoghe ricerche sono state condotte in Spagna e nel Regno Unito, ma con taglio diverso: la ricerca spagnola è sui “Programma pubblici a sostegno delle famiglie con giovani omosessuali”, quella britannica su “Le organizzazioni non gov! ernative che sostengono le famiglie con giovani omosessuali in Europa. La ricerca italiana è stata condotta raccogliendo direttamente, attraverso la distribuzione di un questionario e la realizzazione di interviste in profondità, le esperienze di oltre 200 familiari di giovani gay e lesbiche tra i 14 e i 22 anni (o che comunque sono divenuti visibili in quella fascia di età). Le famiglie sono diverse per provenienza geografica (il campione è uniformemente distribuito tra Nord, Centro, Sud e isole, grandi città e piccoli centri) e livello di istruzione (dalla licenza media alla laurea). L’82% degli uomini e il 72% delle donne si dichiara cattolico. Il 70% degli intervistati si dichiara di sinistra, il 4% di destra, il restante 26% si distribuisce equamente tra centro-sinistra e centro-destra. Al questionario hanno risposto 119 madri e 53 padri. Le interviste sono state realizzate anche con fratelli e sorelle. Nel 64% dei casi la scoperta è avvenuta in modo diretto, con un ! esplicito coming out del figlio/a. Negli altri casi, lo si è saputo da un’altra persona, lo si è scoperto leggendo il diario del figlio, trovando una lettera o del materiale sull’omosessualità. Centrale la figura della madre, che spesso è stata la prima tra i familiari ad averlo saputo, ed ha avuto poi un ruolo di mediazione nel rapporto con il padre («aiutami a dirlo a papà»). Un ruolo importante lo giocano anche fratelli e sorelle, che in molti casi sanno prima dei genitori, ed esprimono complicità e condivisione. Per molti genitori (53% dei padri e 44% delle madri) la scoperta arriva inaspettata. Negli altri casi, raccontano di aver già avuto dei sospetti. La prima reazione alla scoperta è di smarrimento, paura, dolore. Ma solo una minima percentuale confessa di aver avuto reazioni violente: tre madri hanno dato uno schiaffo, altre due hanno cacciato il figlio di casa. Un padre ha detto! al figlio maschio: «Non sei più mio figlio»! ;. Due m adri hanno definito i figli maschi dei «pervertiti». Qualcuno ha avuto una reazione ricattatoria: «Perché mi dai questo dolore?», altri hanno ritenuto che il figlio/a fossa stato «traviato» da qualcuno. Quasi tutti, comunque (161 su 168) rifiutano il concetto di omosessualità come malattia. Dopo la crisi, la forte emozione della scoperta, a prevalere sono comunque sentimenti di amore incondizionato, solidarietà, protezione, talvolta complicità. Il legame col figlio non viene mai messo in discussione, non viene spezzato dalla scoperta della sua omosessualità. Le frasi in cui la maggioranza dei genitori si riconoscono sono «l’importante è che tu sia felice» (88%), e «mi dispiace non esserti stato vicino quando ne avevi bisogno» (69%). Spesso la rivelazione rende più autentici i rapporti all’interno della famiglia: genitori e fratelli descrivono i! cambiamenti in termini di «liberazione», «maggiore confidenza», «maggiore intimità». «Ci dobbiamo ritrovare – dice una madre – Siamo una famiglia diversa, ma sempre una famiglia, anzi… forse una famiglia vera». «Dopo la scoperta – osservano le ricercatrici - si riflette di più sulla famiglia, si cercano nuovi codici di comunicazione e regole non fondate sul modello dato per scontato dell’eterossesualità». A quel punto il problema si pone semmai al di fuori del contesto familiare: «I genitori – riferiscono le ricercatrici - si trovano a dover fare essi stessi delle scelte rispetto al proprio “coming out”, se e quando diventare visibili come genitori di una ragazza o un ragazzo omosessuali». Allora si evita di dirlo a parenti e amici che «non potrebbero capire», perché magari hanno in altre occasioni dato prova! di atteggiamenti negativi verso l’omosessualità,! o perch é molto religiosi. L’integrazione dell’omosessualità del figlio nella vita familiare è accompagnata comunque da un desiderio di ‘normalizzazione’: per il figlio/a si desidera una vita affettiva appagante, una coppia stabile. Ma a fronte di questi desideri di normalità, resta chiara per i genitori la percezione che i figli dovranno fare i conti con una società ostile, con un Paese che nega loro diritti. E molti genitori pensano, e desiderano, che i figli vadano in futuro a vivere all’estero, in un contesto di maggiore accettazione e riconoscimento di diritti. .  
   
   
PROGETTO EMA: RISPARMIARE ENERGIA  
 
 Lodi, 19 giugno 2008 - Come risparmiare energia? Questa domanda si pone oggi sempre più frequentemente, in relazione alla preoccupazione per i cambiamenti climatici globali, ai costi economici per l’industria, ai dibattiti sugli impatti locali e alle tensioni sul mercato internazionale dei prodotti energetici. Il cittadino, almeno il cittadino responsabile, la ripropone ai propri referenti (politici o rappresentativi degli interessi) e, sempre più spesso, si chiede che cosa può fare in prima persona, mentre l’imprenditore vuole una risposta in termini di nuove opportunità per la competitività dei processi produttivi. Anche nel lodigiano il problema si sta manifestando con accenti di preoccupazione, almeno in alcune delle specializzazioni maggiormente esposte al fattore competitività, tanto da suggerire la necessità di una affermazione di modelli e buone pratiche in materia di risparmio energetico. Al fine di venire incontro a questa necessità delle imprese, sentite tutte le rappresentanze di categoria provinciali la Giunta della Camera di Commercio ha deliberato la partecipazione al progetto “Energy Management nella provincia di Lodi” che ha trovato il consenso e il cofinanziamento di Regione Lombardia. Il progetto tiene conto della particolare struttura del sistema economico e produttivo locale costituito da Pmi, e, di conseguenza, maggiormente esposto ai problemi di economie nei consumi energetici. Il progetto messo in campo dalla Camera con il supporto tecnico del Politecnico di Milano, si prefigge di trovare soluzioni innovative al problema delle imprese in materia di gestione dell’energia ed è rivolto a far cogliere tutte le opportunità che dipendono dall’adozione una politica aziendale di efficienza nei consumi in materia. Il progetto si estrinseca attraverso alcuni interventi: Un gruppo di esperti del Politecnico Innovazione visiteranno le aziende, individuando processi di autoregolamentazione e suggeriranno i livelli ottimali di recupero energetico e le implementazioni innovative utili all’impresa per raggiungere un grado di efficienza energetica. Tramite una formazione mirata del capitale umano interno all’azienda, le imprese verranno accompagnate all’introduzione di “buone prassi” in materia di energy management. Per il successo del Progetto Ema Camera di Commercio di Lodi e Regione Lombardia hanno investito 104. 000,00 euro con cui si farà carico all’85% dei costi della visita, mentre il restante 15% resterà di competenza dell’impresa. Nel progetto sono coinvolte le imprese del commercio e dei servizi, le microimprese, artigiane e non, le imprese manifatturiere “semplici” e quelle “complesse” e le imprese agricole. Le domande di adesione dovranno pervenire alla Camera di Commercio per essere esaminate dal “Tavolo lodigiano per l’Energia”, costituito da Camera di Commercio, Politecnico e Associazioni di categoria e ammesse alle valutazioni energetiche in ordine di presentazione cronologica, fino ad esaurimento dei fondi disponibili. Ulteriori informazioni allo Sportello Unico per le Imprese (dottoressa Federica Melis) tel 0371. 4505. 234. .  
   
   
ESTONIA: LA BERS SUPPORTERÀ LA COSTRUZIONE DI UN PARCO PER L’ENERGIA EOLICA  
 
Tallinn, 19 giugno 2008 - La Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha annunciato il proprio impegno per supportare la costruzione di un parco per l’energia eolica da 14 mln Eek (0. 9 mln Eur). Il progetto vedrà nascere il maggiore parco eolico dei Paesi baltici, con una capacità di oltre 150 Mw. L’iniziativa è stata sviluppata dalla Raisner, di proprietà della società energetica spagnola Iberdola Energias Renovables, le cui entrate nel 2007 hanno raggiunto i 272 mld Eek. Attualmente vi sono 26 progetti di parchi eolici da creare nel Paese. Uno di questi è quello di Aulepa, sviluppato da Eesti Energia, con una capacità di 39 Mw e la cui prima pietra è stata posata lo scorso mese. .  
   
   
PARTE CON I "MASSACRE", IL 22 GIUGNO A FERRARA, LA STRAORDINARIA SERIE DI CONCERTI DI FRED FRITH IN EMILIA-ROMAGNA, PROGETTO ORGANIZZATO DA ANGELICA E REGIONE.  
 
Bologna - Una prima assoluta e una prima italiana e unica data italiana: cinque concerti dal 22 al 30 giugno con Fred Frith, chitarrista, band leader e compositore inglese. Cinque tappe che attraversano il ricchissimo panorama festivaliero emiliano-romagnolo, con il coordinamento di Angelica, che ritrova così sulla sua strada quell’artista più volte compagno di viaggio nei diciotto anni di attività della del suo festival e che con la sua poliedricità e il suo eclettismo bene ne rappresenta la ricerca musicale e artistica. Dalle sperimentazioni underground degli Henry Cow a quelle contemporanee della Downton Scene newyorkese capeggiata da John Zorn, Fred Frith arriva in Emilia-romagna quale protagonista assoluto del progetto che attorno alla sua figura hanno costruito l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-romagna e Angelica, Festival Internazionale di Musica. Primo appuntamento a Ferrara domenica 22 giugno (ore 21. 15, piazza Castello), nell’ambito di Aterforum Festival, con una delle formazioni più celebrate, i Massacre, che tornano dopo 10 anni in Italia in questa unica data italiana: al fianco di Frith in questo radicalissimo progetto, un’altra gloria come il bassista Bill Laswell, mentre alla batteria troveremo Charles Hayward; alla regia del suono, Oz Fritz. Perfetto contraltare alla formazione collaudata dei Massacre sarà invece il progetto in prima assoluta Tessitura, risultato della collaborazione tra Fred Frith – che per una settimana sarà in residenza a Lugo di Romagna – e musicisti italiani (molti dei quali attivi in Emilia-romagna), e figlio delle grandi potenzialità che il nostro territorio ha e che spesso rimangono sommerse. Eccole tuttavia emergere grazie a questo progetto, per tre concerti a Mondaino (giovedì 28 giugno, ore 21. 15, Teatro Dimora), Lugo di Romagna (venerdì 27 giugno, ore 21. 15, Teatro Rossini, nell’ambito di Lugo Musica Estate) e Vignola (sabato 28 giugno, ore 21. 30, Piazza dei Contrari, nell’ambito di Jazz in’it Festival): Paolo Angeli, Olivia Bignardi, Daniela Cattivelli, Gianni Gebbia, Pasquale Mirra, Claudio Puntin, Massimo Simonini e il tecnico del suono Roberto Monari si uniranno ai nomi internazionali di Fred Frith, Charles Hayward e Zeena Parkins, per dare vita a una musica istantanea che nascerà – come suggerisce lo stesso Frith – sulla scia di quelle idee artistiche portate avanti dal grande regista teatrale Peter Brook, e che vuole che la forma dell’opera si sviluppi in un certo senso a partire da se stessa, ovvero dall’apporto paritario durante le prove di tutti i singoli artisti coinvolti. Acquisisce così un significato ancora più profondo la residenza di Fred Frith a Lugo di Romagna, che per una settimana diventerà realmente il centro produttivo di una nuova opera musicale. Il gran finale sarà invece al Teatro Due di Parma lunedì 30 giugno (ore 21), con la prima italiana dell’ensemble internazionale Eye to Ear, composto da Fred Frith, Gerdur Gunnarsdottir, Charles Hayward, Karoline Höfler, Tilman Mueller, Zeena Parkins, Claudio Puntin, che eseguirà un programma di colonne sonore, progetto che Frith sta portando avanti con una delle etichette leader nel panorama sperimentale contemporaneo, la Tzadik di John Zorn. Fred Frith - Nato in Inghilterra nel 1949, è polistrumentista, compositore e improvvisatore. Fondatore del gruppo rock d’avanguardia Henry Cow, è stato componente degli Art Bears, dei Naked City, dei Massacre e degli Skeleton Crew. Ha inoltre collaborato con i più importanti musicisti degli ultimi trent’anni, fra cui Robert Wyatt, Brian Eno, Lars Hollmer, The Residents, Lol Coxhill, John Zorn, Bill Laswell, Derek Bailey, Iva Bittová, Bob Ostertag e tanti altri, attività che si affianca a quella di chitarrista solista. Nel 1968 Fred Frith fonda il gruppo Henry Cow, assieme a Tin Hodgkinson, Cris Cutler: sono loro i membri che compariranno in tutti i dischi degli Henry Cow, usciti dal 1973 al 1978, a cui si sono tuttavia aggiunte nel tempo diverse collaborazioni, da Lindsay Cooper a John Greaves. Trasferitosi negli Stati Uniti verso la fine degli anni Settanta, Frith è entrato in contatto con molti degli esponenti di spicco del panorama newyorkese, da John Zorn a Tom Cora, da Ikue Mori a Zeena Parkins, dando vita egli stesso ad alcune tra le formazioni più interessanti in ambito sperimentale, dai Massacre (con Bill Laswell e Fred Maher) agli Skeleton Crew e ai Keep the Dog. Attualmente Frith insegna al Mills College di Oakland in California. Il programma: 22 – 30 giugno 2008 Ferrara, Mondaino, Lugo di Romagna, Vignola, Parma Massacre Esclusiva italiana. Ferrara, domenica 22 giugno, ore 21. 15, Piazza Castello Tessitura prima assoluta. Mondaino (Rn), giovedì 26 giugno, ore 21. 15, Teatro Dimora. Lugo di Romagna (Ra), venerdì 27 giugno, ore 21. 15, Teatro Rossini. Vignola (Mo), sabato 28 giugno, ore 21. 30, Piazza dei Contrari Eye to Ear prima italiana. Parma, lunedì 30 giugno, ore 21, Teatro Due. Massacre - Formatisi in risposta ad un invito da parte di Peter Blegvad ad aprire un suo concerto il 14 febbraio 1980, i Massacre, inizialmente composti da Fred Frith (chitarra), Bill Laswell (basso) e Fred Maher (batteria), furono una cometa che illuminò brevemente il cielo durante i diciotto mesi della loro esistenza. Il loro unico album di quel periodo, “Killing Time”, fu estremamente importante, contribuendo a definire un nuovo approccio all’improvvisazione, influenzato tanto dal punk rock quanto dal free jazz. Per una fortunata coincidenza (le registrazioni di Meridiem con Percy Howard) il gruppo si ricostituì nel 1988 con l’incontenibile Charles Hayward al posto di Maher, e da allora il gruppo suona insieme con entusiasmo. Tessitura è uno dei più recenti progetti di Frith basato sull’idea di Incontro. La musica inizia con un gruppo di persone (che possono anche non aver mai lavorato insieme prima di quel momento) che si presentano con l’idea di creare un linguaggio di gruppo, privato di tutto ciò che non è considerato essenziale. Tale lavoro rappresenta la continuazione del progetto Clearing Customs, creato nel 2007 a Baden Baden, in occasione dell’illustre New Jazz Meeting della Swr. Basata sugli esperimenti degli anni Settanta condotti da Peter Brook con un teatro che non comprende l’uso della lingua parlata, la musica non verrà scritta o concepita finchè durante le prove non si capirá chiaramente in cosa potrebbe e dovrebbe consistere il materiale, creando quindi un’esperienza intensa ed emozionante sia per il musicista che per l’ascoltatore. Eye to Ear è il titolo di una serie di Cd attualmente in pubblicazione da parte dell’etichetta Tzadik. Essi reppresentano compilation di musiche composte e incise da Fred Frith per svariati film. Il gruppo dallo stesso nome si formò in occasione del Huddersfield Contemporary Music Festival, e rappresenta la prima occasione in cui le colonne sonore di Fred Frith sono state suonate dal vivo. Molti tra i musicisti di Eye to Ear (Tilman Mueller, Karoline Höfler, Claudio Puntin) avevano contribuito alle performance originali delle colonne sonore, e questa componente del lavoro di Fred è per loro molto familiare. Altri, come Zeena Parkins e Charles Hayward, hanno collaborato frequentemente con lui nel corso di quasi 30 anni. Le musiche sono tratte da una vasta gamma di film, tra cui il documentario Rivers & Tides, film per la Tv come Thea un Nat e Drei Gegen Troja, e molti altri ancora. Nel 2007, Fred ha ricevuto un premio ala carriera dal Music on Film, Film on Music Festival di Praga per il suo lavoro come compositore di musiche per film. . .  
   
   
POMERIGGIO PER L’IDROGENO CON ANDRÉ MARTININ  
 
 Milano, 19 giugno 2008 - Al fine di conoscere e investire nel vettore del futuro e nelle sue tecnologie presso la Fast di Milano Lunedì 23 giugno è stata organizzata una conferenza con André Martinin sull´ idrogeno. Programma: A. Ore 14. 00 Sessione riservata ai soci di H2it; Assemblea annuale H2it. Riservata ai soci vecchi e nuovi in regola con la quota per il 2008 (modulo di iscrizione) con il seguente ordine del giorno: 1. Approvazione del verbale dell’ultima Assemblea; 2. Delibera sull’attività dell’Associazione; 3. Delibera sul rendiconto consuntivo 2007 e preventivo 2008; 4. Delibera sulle quote associative per il 2008; 5. Elezione del Consiglio direttivo per il triennio 2008-2010. B. Ore 15. 45 Sessione aperta al pubblico; 15. 45 I programmi di lavoro dell’Iniziativa europea comune per le celle a combustibile e l’idrogeno (Ju Fch) e del Programma nazionale per l’idrogeno (Nih) della Germania conferenza di André Martin, direttore ufficio Fch Instruct, incaricato di preparare la struttura della Ju Fch; 16. 30 Dibattito e indicazioni per una strategia nazionale da proporre al nuovo governo: . Creazione di task force con Ministeri Regioni industrie e centri di ricerca per definire il programma della Nuova piattaforma italiana per l’idrogeno e le celle a combustibile . Definizione del piano per la partecipazione italiana alle iniziative e ai fondi della Jti (Joint technology initiative) europea. E’ gradita la segnalazione della partecipazione alla segreteria Fast- H2it fast@fast. Mi. It .  
   
   
POLLINO, INCONTRO ENTE PARCO-ENEL SU CENTRALE DEL MERCURE  
 
Potenza, 19 giugno 2008 - Il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, ha incontrato il 17 giugno, alcuni rappresentanti nazionali dell’Enel, che aveva richiesto un incontro all’Ente Parco per discutere della Centrale del Mercure, di Laino Borgo in provincia di Cosenza. L’enel ha, infatti, ripreso l’interlocuzione con il territorio incontrando anche gli amministratori locali. Lo rende noto, con un comunicato lo stesso Ente Parco. “Fermo restando che si è in attesa di conoscere l’esito della Valutazione d’Incidenza Ambientale, richiesta anche dall’Ente Parco alla Regione Basilicata, la priorità assoluta - ha detto il presidente - è conoscere se la riattivazione dell’impianto comporti problemi alla salute delle popolazioni calabro-lucane che risiedono nella vasta area in cui la centrale è ubicata. Non a caso il Parco del Pollino, ha fatto rilevare Pappaterra, ha aderito alla richiesta del Comune di Laino Borgo di istituire una Commissione medico-scientifica che valuti le conseguenze della messa in funzione dell’impianto sulla salute delle popolazioni. Commissione in cui il Parco desidera indicare un’alta personalità del mondo scientifico. “Desideriamo sapere - ha dichiarato Pappaterra - se la Centrale del Mercure, qualora venisse riattivata, sarebbe nociva alla salute delle popolazioni calabro-lucane che vivono nell’area in cui l’impianto sorge”. Chiesti chiarimenti circa l’approvvigionamento delle biomasse e il depotenziamento della portata prevista, che è di 35 Mw. Sull’approvvigionamento Enel si è impegnata a fornire i chiarimenti richiesti dando la sua disponibilità a trovare le soluzioni idonee alla tutela dell’ambiente. Sul dimensionamento della centrale Enel ha, invece, dichiarato che la riduzione dell´impianto comporterebbe una revisione tecnica molto complessa con tempi lunghi non ipotizzabili per un impianto già autorizzato da quattro anni e finito di realizzare nel 2005. In ogni caso il confronto avviato dovrebbe essere solo il primo di una serie di altre riunioni da tenersi nelle prossime settimane. .  
   
   
INTUBE CONTRASTA LE EMISSIONI EUROPEE  
 
Bruxelles, 19 giugno 2008 - Chi sostiene che il risparmio energetico comprometterà il benessere e la comodità, avrà una sorpresa. Il progetto da 4 Mio Eur finanziato dall´Ue Intube (Intelligent Use of Buildings´ Energy Information) si è posto come obbiettivo di ridurre della metà la quantità di energia che usiamo nelle nostre case e uffici, senza mettere a rischio le nostre comodità. L´energia è ritenuta il principale fattore che influenza i cambiamenti climatici, poiché è responsabile dell´80% delle emissioni di gas serra dell´Ue. Anche se l´Ue è determinata a ridurre le emissioni, il suo attuale uso dell´energia potrebbe aumentare le emissioni del 5% entro il 2030. Con il prezzo del petrolio alle stelle e le forniture di gas che si riducono, i principali protagonisti sono determinati ad aumentare l´efficienza energetica. È quindi necessario un aiuto per trovare dei modi per risparmiare energia, ed è qui che entra in gioco il progetto Intube. Riunendo ricercatori e imprenditori da nove Paesi europei, il progetto vuole aiutare l´Ue a raggiungere il suo obbiettivo di migliorare l´efficienza energetica del 20% nei prossimi 12 anni. Le case e gli uffici europei consumano circa il 40% dell´energia usata in tutto il continente. Per affrontare questa area del consumo energetico, il progetto si propone di lavorare con l´industria delle costruzioni per aiutare a costruire case e uffici più efficienti dal punto di vista energetico. A Intube partecipa Nashwan Dawood, professore di costruzioni e direttore del Centre for Construction Innovation & Research all´Università di Teesside nel Regno Unito. "Parte della risposta è rappresentata dall´uso della tecnologia dell´informazione per analizzare e controllare in modo intelligente il consumo di energia, non solo negli edifici nuovi, ma anche nelle case e negli uffici già esistenti," ha detto il professore. Anche se invitare la gente a ridurre il loro consumo per riscaldamento e illuminazione sarebbe l´ideale, questo non è fattibile, ha detto il prof. Dawood. "Se gli uffici diventano insopportabilmente caldi, si accende l´aria condizionata, o se fa troppo freddo in casa, si accende il riscaldamento," ha spiegato. "Ciò che invece potrebbe funzionare è fornire ai consumatori le informazioni relative al loro consumo energetico e sistemi di controllo più intelligenti, che permettano di usare l´energia in modo molto più efficiente", suggerisce il prof. Dawood. Secondo il professore di Teesside, l´obbiettivo dell´Ue di aumentare l´efficienza energetica del 20% è destinato a fallire se si concentrerà solo sugli edifici nuovi o ristrutturati. Per aiutare a garantire che questo obbiettivo venga raggiunto, il consorzio Intube progetta di sviluppare edifici che usano risorse energetiche naturali, per avere minori costi energetici del ciclo di vita e un minore impatto ambientale. "Vogliamo aumentare l´efficienza energetica del ciclo di vita degli edifici senza compromettere la comodità o le prestazioni," ha sottolineato il prof. Dawood. "Otterremo questo risultato integrando gli ultimi sviluppi del campo delle Tic in edifici intelligenti e sistemi di gestione locali, e presentando nuovi modelli di impresa basati sulle Tic per la fornitura di servizi relativi alle informazioni energetiche. " Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Intube. Eu/ .  
   
   
MILANO, FONDI IMMOBILIARI. SCELTA DEL COMUNE SI CONFERMA AZZECCATA  
 
Milano, 19 giugno 2008 -L’assessore alla Casa Gianni Verga è intervenuto ieri , alla presentazione del Rapporto 2008 dei Fondi Immobiliari in Italia e all’estero, realizzato da Scenari Immobiliari. “Il buon andamento dei fondi, come dimostra il rapporto 2008, è una conferma della bontà delle scelte fatte dall’Assessorato alla Casa - ha spiegato Verga -. Aver costituito per tempo un fondo immobiliare darà dei risultati concreti, anche perchè il trend è positivo”. “I fondi immobiliari - ha aggiunto l’assessore - si sono rivelati inossidabili alle crisi dei mercati e, se lo sono stati per i privati, è ancora più evidente che lo saranno per un fondo ad apporto pubblico”. Qualche dato. I fondi immobiliari hanno superato indenni sia la crisi dei mutui subprime, sia l’esodo del risparmio dai fondi comuni. Il 2007 si è chiuso in positivo per i fondi immobiliari e il 2008 conferma l’ottimo momento di questo strumento. Il numero dei fondi operativi è passato dai 7 del 2001 ai 186 di fine 2007, con una previsione di circa 220 a fine 2008. Nel 2008 i fondi immobiliari con 27,5 miliardi di euro di patrimonio hanno superato i patrimoni delle Assicurazioni (21,8), delle Banche (16,0) e dei Fondi previdenziali (14,6). .  
   
   
IL MERCATO DEI BOX: USO DIRETTO MA ANCHE INVESTIMENTO  
 
Milano, 19 giugno 2008 - Nel secondo semestre del 2007 si evidenzia a livello nazionale una crescita delle quotazioni dello 0. 1% per i box e una diminuzione dell’1. 5 % per i posti auto. Nelle grandi città la variazione delle quotazioni è stata leggermente negativa: -0. 2% per i box e -2. 2% per i posti auto, dinamica che non accadeva da diversi semestri. Tra i motivi che hanno portato alla diminuzione dei prezzi dei box la decisione di tanti acquirenti di rinunciare all’acquisto per ridurre l’investimento complessivo nell’abitazione e il completamento, soprattutto nelle grandi città, di interventi di nuova costruzione che hanno portato ad una maggiore offerta sul mercato per queste tipologie. Tra le grandi città, Firenze e Genova hanno segnalato quotazioni in lieve aumento sia sui box che sui posti auto, mentre nelle altre città si registrano ribassi o su entrambe le tipologie oppure solo su una di esse. Le diminuzioni più consistenti si segnalano a Napoli (-2. 6% e -7. 5%), Roma (-0. 4% e -2. 8%) e Bologna (-0. 7% e -2. 5%). I valori più alti si registrano sempre nelle zone centrali dove comunque la domanda di box è sempre più alta rispetto all’offerta. I top prices si evidenziano a Roma dove si possono toccare anche valori di 150 mila € per una soluzione singola. Nella maggior parte dei casi chi acquista un box o un posto auto lo fa per uso diretto, più bassa la richiesta per investimento (nonostante i box nelle grandi città riescano a garantire un rendimento annuo lordo interessante, nell’ultimo semestre si è registrato un valore medio dei rendimenti nelle grandi città del 5. 1%). Coloro che acquistano il box per uso diretto, prediligono le tipologie annesse all’abitazione o non troppo lontane, la presenza di un adeguato spazio di manovra, l’ingresso largo, la posizione preferibilmente a piano terra (meno favoriti i box seminterrati sia per motivi legati alla sicurezza che per il rischio di eventuali infiltrazioni). Preferita anche la disposizione in larghezza piuttosto che in lunghezza. Il taglio più richiesto è quello di 15-18 mq. Apprezzata la possibilità di realizzare un soppalco da usare come deposito materiale, la porta/ingresso basculante, la presenza di un punto luce e di un punto acqua e l’inserimento all’interno di un cortile con un cancello esterno che lo rende più sicuro. Chi vuole investire in questo segmento immobiliare deve valutare bene la zona, prediligendo quelle con scarsa possibilità di parcheggio. Sarebbe inoltre opportuno informarsi sull’esistenza di interventi edilizi di nuova costruzione che hanno in dotazione il box oppure di progetti relativi esclusivamente alla nascita di box e posti auto. Variazione percentuale dei prezzi (Ii sem 07)
Città Box Posto auto
Bari -2. 1% -5%
Bologna -0. 7% -2. 5%
Firenze +0. 9% 0%
Genova +0. 7% +1%
Milano +0. 6% -0. 7%
Napoli -2. 6% -7. 5%
Palermo +0. 8% -1. 2%
Roma -0. 4% -2. 8%
Torino +1. 4% -2. 4%
Verona -0. 3% -1. 2%
Fonte: Ufficio Studi Tecnocasa . .