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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2012
UE: COMITATO APPROVA I BILANCI ACCORDO SUL PROJECT BONDS  
 
Bruxelles, 4 giugno 2012 - Giovedi scorso è stato approvato dalla commissione per i bilanci del Parlamento europeo uno stanziamento Ue di € 230 milioni di garanzia per l´emissione privata di "project bonds" per progetti di tecnologia dei trasporti, dell´energia e delle informazioni delle infrastrutture. La decisione - di essere messa ai voti nella sessione plenaria di luglio - consente dei test pilota di questo progetto innovativo per attirare gli investimenti privati ​​in progetti tecnologici dei trasporti, dell´energia e delle informazioni di rete. € 200 milioni saranno accantonati per garantire gli investimenti nelle reti di trasporto, € 20 milioni per le reti Ict e € 10 milioni per il collegamento di energia. Il sistema sarà gestito dalla Banca europea per gli investimenti (Bei). Garanzie sottofondo dei titoli di società di progetto gare deve fare i legami che esse rilasciano più sicuro e più attraente per gli investitori sul mercato dei capitali, come pensione e fondi di investimento. Con un rapporto moltiplicatore atteso tra 15 e 20, le garanzie in grado di mobilitare fino a € 4,6 miliardi di investimenti privati. Necessità di investimento per le tecnologie dei trasporti, dell´energia e dell´informazione e della comunicazione (Tic) progetti infrastrutturali in Europa sono stimati in € 1500000000000 per il 2010-2020. Infrastrutture moderne ed efficienti sia considerata essenziale per raggiungere gli "Europa 2020" obiettivi di crescita. "Mentre il settore privato dovrebbe finanziare la maggior parte di questi - per lo più redditizia - investimenti, il ruolo del settore pubblico in Europa sarà fondamentale per il raggiungimento degli Europa 2020 obiettivi, ha detto lo sterzo eurodeputato della legislazione in Parlamento, Göran Färm (S & D, Sv). Project bonds saranno introdotti nel 2012 e nel 2013 per spianare la strada per un possibile utilizzo più ampio quadro del "Fondo Connettere l´Europa" all´inizio della Ue del nuovo quadro finanziario pluriennale (Qfp) per il periodo 2014-2020. L´idea è quella di verificare come i mercati finanziari li percepiamo e ad utilizzare l´esperienza pratica dei prossimi 18 mesi per mettere a punto l´iniziativa. "Crisi economica europea non deriva solo da quello finanziario, ma anche dal calo degli investimenti. Dato gravi restrizioni di bilancio nazionali e dei requisiti patrimoniali delle banche, dobbiamo trovare nuovi modi per incoraggiare gli investimenti per la crescita. Project bonds dovrebbero investire in importanti progetti infrastrutturali più attraenti agli investitori sul mercato dei capitali, senza rischi eccessivi per i contribuenti. Questo nuovo regime potrebbe svolgere un ruolo chiave nella strategia di crescita ora chiamato da molti Stati membri dell´Ue ", ha aggiunto Färm. La decisione di assegnazione deve essere messa ai voti dal Parlamento nella sua interezza in nella sessione plenaria di luglio.  
   
   
L´EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA È OGGI IMPARTITA IN TUTTI I PAESI EUROPEI MA MANCA UNA FORMAZIONE SPECIALISTICA PER I DOCENTI  
 
Bruxelles, 4 giugno 2012 – Tutti gli Stati membri hanno integrato "l´educazione alla cittadinanza" nei loro piani di studio scolastici primari e secondari – anche se con approcci diversi, secondo quanto riferisce la relazione pubblicata oggi dalla Commissione europea. Migliorare le conoscenze e le competenze per insegnare questa materia rimane tuttavia una sfida, dal momento che solo due paesi (Regno Unito – Inghilterra e Slovacchia) offrono una formazione per i futuri docenti specializzati nei programmi di istruzione iniziale destinati ai docenti. La relazione evidenzia un consenso generale sul fatto che l´educazione alla cittadinanza dovrebbe mirare a sviluppare il pensiero critico, le capacità e gli atteggiamenti analitici al fine di favorire una partecipazione attiva nella scuola e nella società. Androulla Vassiliou, Commissario per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha affermato: "L´educazione alla cittadinanza sviluppa negli alunni le conoscenze, le competenze e i valori necessari per impegnarsi attivamente nella nostra società. Dobbiamo incoraggiare questo tipo di educazione poiché la partecipazione attiva è alla radice dei nostri valori democratici in Europa. Dobbiamo inoltre compiere maggiori sforzi per la formazione dei docenti in questo settore, in modo tale che i giovani siano incentivati a divenire cittadini attivi." La relazione informa che le scuole in tutti i paesi europei hanno introdotto regole e raccomandazioni volte a incoraggiare le prassi e la partecipazione democratiche, ad esempio attraverso l´elezione dei rappresentanti di classe, i consigli studenteschi e le rappresentanze studentesche degli organismi di gestione delle scuole. In questo modo aumenta la probabilità che i giovani si impegnino attivamente nella vita sociale e politica. Tutti i paesi hanno adottato orientamenti destinati a dare agli alunni un ruolo nella gestione della loro scuola ed inoltre dal 2007 più della metà1 hanno attuato almeno un programma o progetto finanziato con fondi pubblici destinato a coltivare i valori e gli atteggiamenti collegati alla cittadinanza al di fuori della scuola. I programmi comprendono iniziative volte a incoraggiare gli alunni di diversi gruppi etnici e socioeconomici a partecipare ad attività congiunte (ad esempio la Lettonia ha lanciato un progetto di questo tipo) o a riunire gli alunni delle scuole primarie e gli anziani nelle case di riposo (la Francia è uno dei paesi che incoraggiano questi progetti "intergenerazionali"). La partecipazione attiva è inoltre sempre più utilizzata nella valutazione degli alunni. Più di un terzo dei paesi europei2 attualmente prende in considerazione la partecipazione alle attività scolastiche o comunitarie al momento di valutare gli studenti. Contesto La relazione L´educazione alla cittadinanza in Europa, elaborata per la Commissione dalla rete Eurydice, comprende 31 paesi europei – gli Stati membri dell´Ue, l´Islanda, la Norvegia, la Croazia e la Turchia. Lo scopo è di analizzare in che modo le politiche e le misure collegate all´educazione alla cittadinanza si sono evolute negli ultimi anni. La relazione fornisce un quadro della situazione attuale suddiviso in cinque temi principali: 1) finalità e organizzazione dei curricula; 2) partecipazione degli studenti e dei genitori nelle scuole; 3) cultura scolastica e partecipazione studentesca nella società; 4) valutazione; 5) sostegno per i docenti e i responsabili degli istituti scolastici. La relazione sottolinea inoltre i progressi compiuti in casi in cui essi sono evidenti, dal primo studio Eurydice su questo tema effettuato nel 2005. L´anno di riferimento è il 2010/2011. Migliorare le conoscenze e le competenze dei docenti nel settore dell´educazione alla cittadinanza rimane una sfida. Anche se in generale l´educazione alla cittadinanza è integrata nei corsi iniziali di formazione dei docenti destinati a specialisti dell´istruzione secondaria in materie come la storia e la geografia, solo due dei 31 paesi valutati (Inghilterra e Slovacchia) formano i futuri docenti come specialisti dell´educazione alla cittadinanza. Inoltre, anche se alcuni paesi hanno ristrutturato negli ultimi anni i loro curricula nel settore dell´educazione alla cittadinanza, di rado queste riforme sono state introdotte nella formazione iniziale dei docenti o nei programmi continui di sviluppo professionale. La relazione sottolinea inoltre che mancano in generale metodi standardizzati di orientamento dei docenti nella valutazione degli alunni. Http://eacea.ec.europa.eu/education/eurydice/    
   
   
LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI: LA COMMISSIONE EUROPEA INVITA L’ITALIA E LA ROMANIA AD APPLICARE LE NORME UE SUI TRASFERIMENTI INTRA-UE DEI PRODOTTI DEL SETTORE DIFESA  
 
Bruxelles, 4 giugno 2012 - La Commissione europea ha deciso il 31 maggio di invitare Italia e Romania a recepire nella legislazione nazionale entro il 30 giugno 2011, una serie di norme Ue relative a prodotti del settore difesa (direttiva 2009/43/Ce). Fino a poco tempo fa, la frammentazione del mercato europeo della difesa e approcci nazionali divergenti hanno causato molti problemi all’industria europea della difesa. I sistemi nazionali che controllano il trasferimento di attrezzature militari verso un altro Stato membro non distinguono, ad esempio, tra esportazioni verso paesi terzi e trasferimenti tra Stati membri. La direttiva 2009/43/Ce sui trasferimenti intra-Ue di prodotti per la difesa mira a ridurre questi ostacoli. Essa è un nuovo passo avanti verso un mercato europeo vero e proprio delle attrezzature militari e permette agli Stati membri di mantenere il controllo sui propri interessi essenziali di difesa e sicurezza. Gli Stati membri dovevano recepire nella legislazione nazionale la direttiva 2009/43/Ce, adottando e pubblicando le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi a tale atto legislativo, entro il 30 giugno 2011. La Romania e l’Italia non hanno ancora comunicato l’adozione di tali disposizioni. La richiesta odierna adotta la forma del “parere motivato” ai sensi delle procedure di infrazione della Ue. Se, entro 2 mesi, gli Stati membri interessati non informano la Commissione delle misure adottate per ottemperare senza riserve agli obblighi imposti dalla direttiva, la Commissione potrà deferirli alla Corte di giustizia della Ue. Memo/12/387 Per ulteriori informazioni sulla libera circolazione delle merci: http://ec.Europa.eu/enterprise/policies/single-market-goods/free-movement-non-harmonised-sectors/index_en.htm  Ulteriori informazioni sulla direttiva 2009/43/Ce : http://ec.Europa.eu/enterprise/sectors/defence/documents/index_en.htm    
   
   
IN ARRIVO 18 MILIONI DI EURO PER TOSCANA E LIGURIA DAL FONDO DI SOLIDARIETÀ EUROPEO  
 
Bruxelles, 4 giugno 2012 - La commissione bilanci ha votato a favore dell’invio di aiuti finanziari alle zone della Toscana e della Liguria gravemente colpite dalle alluvioni del 2011. La decisione dovrà essere approvata in via definitiva dal Parlamento il prossimo 12 giugno. I deputati hanno approvato, giovedì, la decisione di inviare aiuti finanziari alla Toscana e alla Liguria, in seguito agli ingenti danni a imprese, residenze e infrastrutture causati dalle alluvioni lo scorso ottobre 2011. La commissione parlamentare ha dato il via libera alla mobilitazione del Fondo di solidarietà europeo (Fse) per inviare oltre 18 milioni di euro alle regioni italiane della Toscana e della Liguria, le cui imprese, case, e principali mezzi di trasporto sono stati gravemente danneggiati dalle alluvioni. Le autorità italiane hanno stimato il danno diretto totale delle alluvioni a 772,5 milioni di euro. L’italia ha fatto domanda per ottenere assistenza dal Fse nell’ottobre dell’anno scorso, e riceverà in totale la cifra di €18,061,682, da utilizzare per ricostruire l’industria, i mezzi di trasporto e le case. Si tratta della prima mobilitazione del Fondo nel 2012. Il Fondo di solidarietà europeo è stato creato nel novembre del 2002 per aiutare le popolazioni delle regioni colpite da disastri naturali. Ha un massimale annuo di 1 miliardo di euro ed è diretto alle regioni che hanno bisogno di sostegno finanziario.  
   
   
BANCHE E DIBATTITO SULLA GOVERNANCE SUPERIORE CON MARIO DRAGHI  
 
Bruxelles, 4 giugno 2012 - Banca, problemi e come risolverli hanno dominato la discussione con Mario Draghi, al Comitato economico e monetario di Giovedi. Parlando nella sua veste di presidente del consiglio europeo per il rischio sistemico (Esrb), Draghi ha sottolineato la necessità imperativa di un sistema di risoluzione delle crisi bancaria, e ha ammesso che i governi avrebbero dovuto ascoltare le richieste del Parlamento di tale sistema nel 2010. Nel presentare la prima relazione annuale del Cers, Draghi ha detto ai membri della commissione che i livelli attuali di rischio nell´Ue erano inferiori a quelli del mese di novembre 2011 e che i due obiettivi principali dovrebbero essere di limitare il contagio e promuovere la crescita e la competitività. Il sistema bancario problema - Molti deputati hanno posto domande su questo tema. Wolf Klinz (Alde, De), ha chiesto se il prossimo miglior passo è quello di andare avanti con un sindacato bancario. Draghi d´accordo, ha detto però che una tale unione sarebbe solo per la zona euro. Sven Giegold (Verdi, De), ha chiesto se l´intero processo di ricapitalizzazione della Spagna Bankia banca non era stata pasticciata fin dall´inizio. Draghi ha ammesso che il rilascio di stime molto conservative del costo di una ricapitalizzazione, e poi correggerli verso l´alto, "era probabilmente il modo peggiore di fare le cose. La decisione giusta è stata presa, ma al prezzo più alto". Draghi ha anche rassicurato i deputati che la Bce dovrebbe mantenere aprire le sue linee di liquidità a tutte le banche solvibili e aveva appena cominciato a prestare di nuovo a quattro banche greche, in seguito alla loro ricapitalizzazioni. Ampliata la governance e il ruolo della Bce - I deputati hanno anche chiesto a Draghi per le sue opinioni in materia di governance economica e un possibile ruolo nuovo per la Bce, come un modo per uscire dalla crisi. Pablo Zalba Bidegain (Ppe, Es), ha evidenziato il contrasto tra l´alto prezzo v pagato dalla Spagna a servizio del suo debito e valorosi sforzi del governo per imbrigliare nel suo deficit. "Non sono i mercati a punire la mancanza generale di azione per proteggere la zona euro, compreso il solo azioni limitate della Bce?", Ha chiesto. Elisa Ferreira (S & D, Pt), ha detto che il debito bancario era ormai una centrale dei rischi per le economie degli Stati membri e le loro situazioni fiscali. "Come faremo a riformare i meccanismi per affrontare questo debito bancario e il ruolo che è lì per la Bce?", Ha chiesto. Draghi ha insistito che la Bce non ha potuto riempire per i governi degli Stati membri, o compensare la mancanza di governo della zona euro. "Quello che i leader devono fare è venire con una visione di dove vedono l´euro nel giro di pochi anni. Le correnti tempestose rimarranno con noi per ora, ma è il momento di togliere la nebbia che nasconde la nostra destinazione finale. Questo sarà il migliore contributo alla riduzione del debito i tassi di servizio di interesse ". La Bce continuerà a lavorare per aiutare le banche a uscire dalla loro debito e affrontare i loro problemi ma non era per la Bce per risolvere la mancanza di capitali e il clima di avversione al rischio, ha concluso Draghi.  
   
   
UE: FACILITARE L´ACCESSO AL CAPITALE DI RISCHIO E FONDI D´IMPRENDITORIALITÀ SOCIALE, PER STIMOLARE LA CRESCITA  
 
Bruxelles, 4 giugno 2012 - I progetti di leggi comunitarie per rendere più facile per le start-up accedere al capitale di rischio e le imprese sociali di accedere al finanziamento dell´imprenditoria sociale sono state modificate giovedi scorso dal Comitato economico e monetari della commissione. I deputati hanno cercato di facilitare l´accesso a entrambi i tipi di finanziamento, al tempo stesso eventuali investitori speculativi dal dirottamento dei fondi di investimento. I negoziati tra il Parlamento e gli Stati membri iniziano questa settimana un tentativo di trovare un accordo. La legislazione è vista come uno strumento utile nella strategia complessiva di restituire l´Ue per la crescita e canalizzare finanziamenti all´economia reale. I due relatori hanno accolto con favore l´adozione, da una larghissima maggioranza, dei testi. Sophie Auconie (Ppe, Fr), detto "investimento sociale e imprenditorialità sono in pieno sviluppo e l´Ue ha la responsabilità di sostenere questo movimento attraverso un meccanismo di investimento che sia sicuro e attraente". Philippe Lamberts (Verdi, Be), ha dichiarato: "La commissione ha votato un testo che può sicuramente aiutare a superare l´attuale frammentazione del mercato del venture capital, che costituisce una delle cause principali della performance venture poveri in Europa". Fondi europei imprenditoria sociale - Il testo adottato, redatto da Sophie Auconie (Ppe, Fr), modifica le proposte della Commissione per rendere più facile sia per gli investitori e per le imprese beneficiarie di accedere ai fondi d´imprenditorialità sociale, che investono in imprese sociali. Imprese sociali, che si concentrano sulla generazione di prestazioni sociali, piuttosto che i profitti per i proprietari e azionisti, rappresentano il 10% delle imprese dell´Ue e danno lavoro a circa 11 milioni di persone. In periodi di difficoltà economica, hanno quindi difficoltà ad accedere ai finanziamenti e molti vedono il loro tradizionale fondato su sovvenzioni diminuiscono i finanziamenti, anche. Per aumentare la consapevolezza dell´esistenza di tali fondi, il testo propone di intensificare le campagne di comunicazione e divulgare le migliori pratiche degli Stati membri più esperti in tutta l´Ue Il testo aumenta la sicurezza della gestione dei fondi, proponendo un depositario per loro di fornire una chiara traccia di investimenti, così come in generale chiarire le regole che i gestori devono seguire. I deputati hanno anche modificato il modo in cui il denaro può essere investito in tali fondi, per includere gli investimenti effettuati da organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (Oicvm), cioè veicoli di investimento che sfruttano piccoli investitori individuali. Le modifiche permetteranno non professionisti singoli individui a investire in fondi di imprenditoria sociale, via Oicvm, senza abbassare la soglia delle 100.000 € soglia minima di investimento originariamente proposto dalla Commissione. Oicr sarà quindi in grado di investire fino al 10% delle loro finanze in fondi di imprenditoria sociale. Fondi - European Venture Capital Start-up innovativa anche le imprese hanno difficoltà di accesso ai fondi di investimento nell´Ue, in cui il capitale di rischio è fortemente sottosviluppate rispetto agli Stati Uniti. Il testo adottato, redatto da Philippe Lamberts (Verdi, Be), modifica la proposta della Commissione a garantire che né i fondi di capitale di rischio né i loro beneficiari sono stabiliti in paradisi fiscali. Per scoraggiare gli investitori speculativi, e consentire ai gestori di fondi di adottare una visione a lungo termine, un altro emendamento richiederebbe che i fondi investiti solo essere restituiti agli investitori originali dopo un determinato periodo (vale a dire dopo la liquidazione del fondo), rendendo così impossibile per gli investitori a tirare i loro soldi prima di questo tempo sia trascorso. Per aumentare la probabilità che i fondi andranno a real-economy piccole e medie imprese, il testo del comitato vieta inoltre i gestori di fondi di investire in prodotti innovativi di aziende di servizi finanziari. Come il testo sui fondi d´imprenditorialità sociale, questo prevede anche un deposito, in modo da rendere la gestione del fondo più sicuro e più trasparente.  
   
   
UE: TUTTI I CITTADINI EUROPEI DEVONO AVERE IL DIRITTO LEGALE DI UN CONTO DI PAGAMENTO DI BASE  
 
 Bruxelles, 4 giugno 2012 - Avere un conto in banca dovrebbe essere un diritto legale per il 10% dei cittadini dell´Ue che attualmente non ne hanno uno, incluse le persone senza fissa dimora, quelle con redditi molto bassi, studenti, persone con nessun conto di credito e di lavoratori espatriati, ha detto Giovedi scorso il comitato per gli affari Economici e Monetari della commissione. I deputati hanno invitato la Commissione Ad affrontare questa esclusione finanziaria entro il gennaio 2013. L a risoluzione dice che dovrebbe essere offerta a tutti un conto di pagamento per le operazioni quotidiane a basso costo. "Sono molto felice che i deputati hanno mostrato il loro forte sostegno a introdurre un diritto legale per l´accesso ai conti di pagamento di base Nelle nostre società sempre più moderne, pagamenti in contanti stanno perdendo di importanza quotidiana E ´quindi difficile vivere una vita normale -.. Anche trovare un lavoro o di affittare un appartamento - per i cittadini senza una carta di credito o conto corrente bancario ", ha affermato il relatore Jürgen Klute, dopo 36 deputati hanno votato a favore e 2 contro. Approccio soft non funziona - È necessaria una normativa a livello comunitario, perché semplici raccomandazioni della Commissione hanno dato i risultati desiderati in pochi paesi. Inoltre, i paesi che hanno vigenti leggi nazionali per affrontare questo problema hanno visto ridursi il numero di cittadini senza conti bancari, dice la risoluzione. La legislazione è necessaria perché il sistema bancario tende a concentrarsi sui consumatori commercialmente attraenti piuttosto che fornire semplici prodotti di conto di pagamento. La soluzione più economica senza stringhe allegate ... Il conto di pagamento di base deve essere sempre più conveniente rispetto a qualsiasi alternativa offerta da un determinato istituto, dice la risoluzione. L´obiettivo principale è quello di offrire a tutti un semplice senza fronzoli sistema con cui pagare le bollette. Le banche e altre istituzioni che offrono conti di pagamento non deve essere in grado di rifiutare la concessione di un account su ragioni quali il basso reddito, tipo di occupazione, storia di credito, o il livello di indebitamento per esempio. Soprattutto, non deve essere permesso di fare il conto di base condizionato all´acquisto di altri prodotti o servizi, aggiunge il testo. Infine, la risoluzione indica specificamente gli Stati membri per aiutare le persone senza indirizzo fisso per soddisfare le esigenze di due diligence necessarie per l´apertura di tale conto. Che permette tutte le operazioni di base - Il conto di base permetterebbe una persona di effettuare qualsiasi operazione di pagamento essenziali come la ricezione di reddito o di prestazioni, pagare le bollette o tasse, l´acquisto di beni e servizi, effettuare prelievi di contante, e la stampa di estratti conto.  
   
   
UE: NASCE DALLE REGIONI DI CONFINE LA NUOVA IDENTITÀ EUROPEA  
 
Trieste, 4 giugno 2012 - Le regioni di confine come stimolante punto di partenza per costruire una nuova identità europea capace, in tempo di crisi, di proiettare lo sguardo verso il futuro, con spirito aperto e creativo. Scrittori, docenti universitari e giornalisti di lingua tedesca, italiana, slovena si stanno confrontando a Trieste in un convegno sul tema "Europa nuovo pensiero. Regioni, innovazione cultura", che si è aperto l’ 1 giugno nel Salone di rappresentanza della Presidenza della Regione in piazza Unità d´Italia. Il convegno, voluto dal commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn, e organizzato dall´Università di Salisburgo con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, si concluderà domani pomeriggio con una tavola rotonda alla quale prenderanno parte anche gli scrittori Claudio Magris e Boris Pahor. Oggi si sono svolte le prime due sessioni sui temi "Europa: tradizione, innovazione, differenza" e "Isole linguistiche e i loro racconti". Trieste rappresenta un "luogo ideale per pensare in modo nuovo l´Europa", ha osservato l´assessore regionale alla Cultura e alle Relazioni comunitarie, Elio De Anna, aprendo questa mattina i lavori del convegno. "Il venir meno dei confini, ci obbliga infatti a pensare assieme il nostro futuro", ha aggiunto l´assessore riferendosi al nuovo soggetto istituzionale dell´Euroregione "Senza confini", costruito assieme a Veneto e Carinzia e aperto a Slovenia e Istria croata. "Nell´epoca in cui in Europa riemergono i nazionalismi e i particolarismi, occorre che gli intellettuali europei facciano sentire alta la loro voce", ha detto il commissario Hahn. In questo senso i programmi di cooperazione transfrontaliera, anche le piccole e concrete forme di collaborazione culturale nelle aree di confine, possono fornire un aiuto decisivo. E questo vale a maggior ragione se si pensa che, su 500 milioni di cittadini dell´Unione europea, ben 200 milioni, pari al 40 per cento del totale, vivono in regioni di confine. Uno dei promotori del convegno è stato Michael Fischer, studioso di scienze sociali e culturali, docente all´Università di Salisburgo. "Per la generazione del dopoguerra - ha detto oggi - l´Europa ha rappresentato una grande utopia, e anche una storia di indubbio successo, perché ha saputo garantire pace e benessere. È tuttavia mancato un ´sentimento del noi´, un´autentica identità europea". Un punto di partenza per sopperire a questa carenza identitaria possono essere proprio le regioni di confine, dove differenze e affinità si intrecciano, dove le "narrazioni" della cultura e del quotidiano oltrepassano le barriere creando un ambiente stimolante, aperto, innovativo. Per questo nel corso del convegno sono posti a confronto linguaggi, forme d´arte e di spettacolo tipiche delle aree di confine, ma anche cibi e modi di vita quotidiana. Tutto ciò aiuta a superare un regionalismo chiuso, tutto ripiegato su se stesso, per proiettare invece nostalgia e tradizione in un orizzonte aperto di un´Europa plurale che guarda al futuro.  
   
   
NAPOLITANO IL 7 GIUGNO NELLE ZONE DEL TERREMOTO  
 
Bologna, 4 giugno 2012 – “Ho avuto in giornata una nuova cordiale telefonata con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si è informato su come procedono gli interventi legati all´emergenza terremoto. Nel corso del colloquio abbiamo concordato per giovedì 7 giugno una sua visita nelle aree colpite dal sisma”. Lo annuncia il presidente della Regione Vasco Errani.  
   
   
SISMA - RAFFORZATA L´ASSISTENZA NEI 32 CAMPI DELLA PROTEZIONE CIVILE. LE INFORMAZIONI UTILI: DONAZIONI, CONTRIBUTI, DISPONIBILITÀ IN ALBERGHI. NON UTILIZZARE IL NUMERO VERDE DELLA PROTEZIONE CIVILE PER OFFRIRE AIUTI O DENARO  
 
Bologna, 4 giugno 2012 - Prosegue la sistemazione e il rafforzamento dell’assistenza nei 32 campi della protezione civile (in 17 Comuni delle province di Modena, Ferrara e Bologna, di cui 10 nuovi istallati dopo il sisma di martedì 29) ma anche in alberghi, palestre e scuole messe a disposizione dai Comuni. Dopo l’ultima scossa avvertita alle 9 del 29 maggio, sono state soddisfatte pressoché tutte le richieste di sistemazione da parte di coloro che hanno avuto necessità. Oggi sono 6 le squadre della Protezione Civile dell’Emilia-romagna impegnate nella verifica della funzionalità dei servizi essenziali dei campi quali energia elettrica, rete fognaria, idraulica ed igienica. In queste ore – in vista dell’arrivo dell’estate - è stata avanzata la richiesta di 1500 climatizzatori. Sono 305 le scosse che si sono verificate dopo quella di martedì. Donazioni e aiuti - In questa fase di emergenza c’è bisogno soprattutto di soldi. Si possono donare 2 euro via sms da cellulare o con chiamata fissa al 45500. Anche la Regione Emilia-romagna ha attivato una raccolta fondi, con versamento postale o bancario. Se si vuole dare un aiuto in questa fase di emergenza, è necessario rivolgersi ai Centri servizio del volontariato provinciali. Per facilitare il lavoro dei Centri, però, è meglio non telefonare ma inviare la richiesta con i propri dati e disponibilità via mail ad un unico indirizzo per tutti: http://terremoto.Volontariamo.com/  Serve donare il sangue? No, non c’è attualmente una necessità aggiuntiva di sangue. Disponibilità negli alberghi - Gli albergatori devono comunicare la loro disponibilità ai Comuni oppure a Federalberghi o a Assohotel con i quali il Dipartimento di protezione civile ha stipulato una apposita convenzione. I cittadini che vogliono usufruire di ospitalità in albergo devono fare riferimento al proprio Comune. Verifiche di agibilità - Ingegneri, architetti e geometri che vogliono proporsi per le verifiche di agibilità devono avere frequentato un corso di valutazione e di rilievo del danno e ottenuto la relativa attestazione dalla Protezione civile. In questo caso possono inviare il curriculum a sisma2012@regione.Emilia-romagna.it  Il numero verde della Protezione civile - Il numero verde della Protezione civile regionale 800 333911 è un servizio destinato solo al coordinamento dei soccorsi e non alla raccolta di offerte materiali o di aiuti in denaro.  
   
   
NESSUNA COMMISSIONE BANCARIA PER I BONIFICI IN FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAL SISMA.  
 
Bologna, 4 giugno 2012 - Con riferimento alle notizie circolate sulla stampa in merito alle commissioni applicate ai bonifici bancari in favore delle popolazioni colpite dal sisma, si informa che tali commissioni erano legate ad un conto corrente di tesoreria della Regione Emilia-romagna che, per questioni tecniche, non distingueva tali contributi di solidarietà. Attraverso un intervento straordinario di Unicredit, le commissioni sono state ora completamente azzerate. Si è deciso inoltre che Unicredit provvederà a devolvere in beneficenza anche la cifra corrispondente alle commissioni finora incassate. La Regione invita tutte le altre banche a non esigere commissioni per i bonifici sul conto destinato ad aiutare le popolazioni colpite dal sisma (Iban – It – 42 - I - 02008 - 02450 - 000003010203)  
   
   
TERREMOTO, LE INFORMAZIONI UTILI  
 
Bologna, 4 giugno 2012 - Prosegue la sistemazione e il rafforzamento dell’assistenza nei 32 campi della protezione civile (in 17 Comuni delle province di Modena, Ferrara e Bologna, di cui 10 nuovi istallati dopo il sisma di martedì 29) ma anche in alberghi, palestre e scuole messe a disposizione dai Comuni. Dopo l’ultima scossa avvertita alle 9 del 29 maggio, sono state soddisfatte pressoché tutte le richieste di sistemazione da parte di coloro che hanno avuto necessità. Oggi sono 6 le squadre della Protezione Civile dell’Emilia-romagna impegnate nella verifica della funzionalità dei servizi essenziali dei campi quali energia elettrica, rete fognaria, idraulica ed igienica. In queste ore – in vista dell’arrivo dell’estate - è stata avanzata la richiesta di 1500 climatizzatori. Sono 305 le scosse che si sono verificate dopo quella di martedì. Donazioni e aiuti - In questa fase di emergenza c’è bisogno soprattutto di soldi. Si possono donare 2 euro via sms da cellulare o con chiamata fissa al 45500. Anche la Regione Emilia-romagna ha attivato una raccolta fondi, con versamento postale o bancario. Se si vuole dare un aiuto in questa fase di emergenza, è necessario rivolgersi ai Centri servizio del volontariato provinciali. Per facilitare il lavoro dei Centri, però, è meglio non telefonare ma inviare la richiesta con i propri dati e disponibilità via mail ad un unico indirizzo per tutti: http://terremoto.Volontariamo.com/  Serve donare il sangue? No, non c’è attualmente una necessità aggiuntiva di sangue. Disponibilità negli alberghi - Gli albergatori devono comunicare la loro disponibilità ai Comuni oppure a Federalberghi o a Assohotel con i quali il Dipartimento di protezione civile ha stipulato una apposita convenzione. I cittadini che vogliono usufruire di ospitalità in albergo devono fare riferimento al proprio Comune. Verifiche di agibilità - Ingegneri, architetti e geometri che vogliono proporsi per le verifiche di agibilità devono avere frequentato un corso di valutazione e di rilievo del danno e ottenuto la relativa attestazione dalla Protezione civile. In questo caso possono inviare il curriculum asisma2012@regione.Emilia-romagna.it  Il numero verde della Protezione civile - Il numero verde della Protezione civile regionale 800 333911 è un servizio destinato solo al coordinamento dei soccorsi e non alla raccolta di offerte materiali o di aiuti in denaro.  
   
   
SISMA EMILIA: IL PIEMONTE ESTENDE IL SERVIZIO COMUNIC@ENS PER SORDI  
 
Torino, 4 giugno 2012 - La Regione Piemonte e il Consiglio regionale dell’Ente nazionale sordi hanno esteso la fruizione del servizio Comunica@ens all’intero territorio nazionale. In questo modo si intende consentire a tutte le persone sorde che si trovano in grave stato di emergenza e di isolamento a causa del terremoto che ha colpito l’Emilia di comunicare agevolmente con familiari ed amici anche se sono costrette a vivere fuori dalle loro abitazioni. Grazie a Comuni@ens la persona sorda può mettersi in contatto per mezzo del telefono con chiunque grazie alla collaborazione dell’operatore del servizio, che stabilisce il contatto con la persona udente e fa “da ponte” tra i due traducendo vocalmente alla persona udente quanto scritto dalla persona sorda e viceversa. Il servizio è sempre accessibile inviando un sms al numero 320.20.43.207, mentre dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 20 ed il sabato dalle ore 9 alle ore 13 è utilizzabile anche componendo il numero verde gratuito 800.601.541 mediante e-mail, fax, telefono, chat e cellulare. “Sono orgoglioso - commenta il presidente della Regione, Roberto Cota - che il Piemonte sappia dare l’esempio soprattutto in momenti così drammatici ed agevolare le persone che hanno bisogno di un aiuto in più rispetto alle altre”. Cota ha anche telefonato al presidente dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, per un aggiornamento della situazione delle zone terremotate. E per dichiarare la disponibilità di alcune imprese piemontesi ad ospitare le attività di quelle aziende emiliane i cui i capannoni sono fermi fino quando la normale attività non sarà ripristinata: “Abbiamo convenuto che siano direttamente le associazioni di categoria a valutare l’opportunità e la fattibilità di questa proposta e le conseguenti azioni”. “Il mondo imprenditoriale che ha avanzato questa proposta - ha aggiunto l’assessore al Lavoro, Claudia Porchietto - conferma di essere a disposizione. E in qualsiasi momento fosse ritenuto opportuno, siamo pronti a sostenere questa concreto gesto di solidarietà”. Il campo Piemonte2 a San Giacomo di Mirandola è completamente allestito ed ha accolto finora 120 nuovi ospiti ed è operativo il presidio medico avanzato. In totale, la Regione Piemonte offre assistenza a 358 cittadini emiliani. Resta ancora la disponibilità di 180 posti. Il numero di pasti forniti è superiore rispetto al numero degli ospiti presenti in quanto si supportano anche persone alloggiate autonomamente e che usufruiscono solo della mensa. Si sta allestendo una seconda tensostruttura con funzione di mensa per il campo 2, che da domani avrà una cucina autonoma. Il campo è stato visitato da numerosi giornalisti italiani e stranieri.  
   
   
SISMA, PROTEZIONE CIVILE CAMPIDOGLIO ATTIVA “CAMPO ROMA” A ROVERETO  
 
Roma, 4 giugno 2012 - È stato allestito ed è già attivo nella frazione di Rovereto sulla Secchia nel territorio di Novi di Modena, cittadina tra le più colpite dal secondo sisma che ha interessato l’Emilia Romagna, il “Campo Roma”. Si tratta di un attendamento composto da 30 moduli interamente attrezzati che ospiteranno 240 persone. Oltre alle strutture di pernottamento sono state installate una tensostruttura ed un modulo gonfiabile, già adibiti a spazi per la socializzazione e sala mensa. Il Campo Roma è stato montato da 30 operatori che la Protezione civile del Campidoglio ha inviato in Emilia il 29 maggio scorso per offrire il contributo di aiuti della Capitale agli sfollati emiliani. Agli operatori si sono affiancati il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e il capo della Protezione civile capitolina, Tommaso Profeta. L’allestimento del campo è avvenuto in tempi da record grazie alla perizia degli operatori capitolini che nel 2009 hanno montato attendamenti e gestito campi per tutta la durata dell’emergenza seguita al terremoto che investì L’aquila. Domani il Campo Roma sarà reso completamente autonomo grazie all’attrezzamento di una cucina da campo inviata dalla Barilla. Per garantire le migliori condizioni possibili, le unità operative della Protezione civile capitolina hanno bonificato, sanificato e messo in sicurezza i terreni anche in tutto il perimetro esterno al Campo. Lo rende noto l’Ufficio Stampa di Roma Capitale.  
   
   
SISMA/LOMBARDIA, FORMIGONI: NO A COMMISSARI PER RICOSTRUIRE  
 
Milano, 4 giugno 2012 - "Ha ragione il presidente Errani: questa volta possiamo innovare nelle modalità con cui ricostruiamo le nostre province devastate dal terremoto. Non facciamo la scelta del commissariamento per la ricostruzione. Come in Emilia, anche in Lombardia ci sono Istituzioni che funzionano, dai Comuni, alle Province, alla Regione e che sono capaci di coinvolgere le imprese, le associazioni, i cittadini". Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, commenta così la proposta del presidente dell´Emilia Romagna, Vasco Errani, di non prevedere commissariamenti per la ricostruzione dopo il sisma. "Errani ed io - continua Formigoni - siamo d´accordo di parlarne al Governo per realizzare questa importante novità di metodo. Ovviamente occorre che anche il Governo sia pienamente al nostro fianco perché i problemi che dobbiamo affrontare, non solo in Emilia, ma anche nella provincia di Mantova, sono grandi e i danni sono estremamente rilevanti".  
   
   
LOMBARDIA/SISMA. ACCOLTE 2400 PERSONE, PREPARATI 800 PASTI  
 
Milano, 4 giugno 2012 - E´ salito a 2400 il numero delle persone ospitate nelle strutture di accoglienza per gli evacuati: 1793 nelle strutture allestite in 14 comuni e oltre 600 nelle due tendopoli della Protezione civile regionale. Il 31 maggio sono stati distribuiti dalle colonne mobili regionali 800 pasti. Tecnici sono all´opera per i controlli suglli edifici danneggiati e la rilevazione dei danni. Ecco un maggior dettaglio. Strutture Di Accoglienza - Il totale degli ospitati dalle strutture di accoglienza, nella notte tra il 30 ed il 31 maggio è stato di 1793. I dati sono in corso di aggiornamento. Le strutture di accoglienza allestite si trovano nei seguenti 14 comuni (in grassetto le strutture realizzate da Regione): 1) Borgofranco sul Po (44 ospiti); 2) Felonica (2 strutture) (20 ospiti); 3) Gonzaga (150 ospiti); 4) Moglia Cmr (360 ospiti); 5) Ostiglia (15 ospiti); 6) Pegognaga (220 ospiti); 7) Pieve di Coriano (15 ospiti); 8) Poggio Rusco (300 ospiti); 9) Quigentole (48 ospiti); 10) Quistello (220 ospiti); 11) San Giacomo delle Segnate Cmr (250 ospiti); 12) San Giovanni del Dosso (120 ospiti); 13) Sermide (25 ospiti); 14) Villa Poma (6 ospiti). Verifiche Delle Strutture E Rilevazione Dei Danni - Le attività di rilevazione del danno vengono svolte in priorità sugli edifici dichiarati inagibili a seguito delle verifiche speditive effettuate dai Vigili del Fuoco. Tali verifiche hanno portato all´emissione di più di 90 ordinanze di inagibilità nei diversi comuni, che si aggiungono alle 100 del Comune di Moglia. Continua l´attività di raccolta segnalazioni e pianificazione di eventuali attività di verifica nei comuni colpiti dal sisma. Nella giornata odierna è stata condotta - con 6 squadre di tecnici - l´attività di verifica delle segnalazioni nei Comuni di Moglia e San benedetto Po. Per i prossimi giorni si prevede un potenziamento delle squadre, con tecnici delle Amministrazioni locali e degli Ordini professionali. Attivita´ Delle Colonne Mobili - Sono stati impegnati circa 160 volontari della Colonna Mobile Regionale e delle Colonne Mobili Provinciali (Mn, Bs, Mi, Pv, Cr, Mb) per la realizzazione e gestione delle 2 strutture di accoglienza nei Comuni di Moglia e San Giacomo Delle Segnate, per un totale di 610 persone ospitate. In tali strutture vengono garantiti i servizi socio-assistenziali di base. Oggi sono inoltre stati garantiti e distribuiti più di 800 pasti alla popolazione. "Ha ragione il presidente Errani: questa volta possiamo innovare nelle modalità con cui ricostruiamo le nostre province devastate dal terremoto. Non facciamo la scelta del commissariamento per la ricostruzione. Come in Emilia, anche in Lombardia ci sono Istituzioni che funzionano, dai Comuni, alle Province, alla Regione e che sono capaci di coinvolgere le imprese, le associazioni, i cittadini". Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, commenta così la proposta del presidente dell´Emilia Romagna, Vasco Errani, di non prevedere commissariamenti per la ricostruzione dopo il sisma. "Errani ed io - continua Formigoni - siamo d´accordo di parlarne al Governo per realizzare questa importante novità di metodo. Ovviamente occorre che anche il Governo sia pienamente al nostro fianco perché i problemi che dobbiamo affrontare, non solo in Emilia, ma anche nella provincia di Mantova, sono grandi e i danni sono estremamente rilevanti".  
   
   
SISMA/ LOMBARDIA ACCOLTE 2400 PERSONE, PREPARATI 800 PASTI  
 
Milano, 4 giugno 2012 - E´ salito a 2400 il numero delle persone ospitate nelle strutture di accoglienza per gli evacuati: 1793 nelle strutture allestite in 14 comuni e oltre 600 nelle due tendopoli della Protezione civile regionale. Sono stati distribuiti dalle colonne mobili regionali 800 pasti. Tecnici sono all´opera per i controlli suglli edifici danneggiati e la rilevazione dei danni. Ecco un maggior dettaglio. Strutture Di Accoglienza - Il totale degli ospitati dalle strutture di accoglienza, nella notte tra il 30 ed il 31 maggio è stato di 1793. I dati sono in corso di aggiornamento. Le strutture di accoglienza allestite si trovano nei seguenti 14 comuni: 1) Borgofranco sul Po (44 ospiti); 2) Felonica (2 strutture) (20 ospiti); 3) Gonzaga (150 ospiti); 4) Moglia Cmr (360 ospiti); 5) Ostiglia (15 ospiti); 6) Pegognaga (220 ospiti); 7) Pieve di Coriano (15 ospiti); 8) Poggio Rusco (300 ospiti); 9) Quigentole (48 ospiti); 10) Quistello (220 ospiti); 11) San Giacomo delle Segnate Cmr (250 ospiti); 12) San Giovanni del Dosso (120 ospiti); 13) Sermide (25 ospiti); 14) Villa Poma (6 ospiti). Verifiche Delle Strutture E Rilevazione Dei Danni - Le attività di rilevazione del danno vengono svolte in priorità sugli edifici dichiarati inagibili a seguito delle verifiche speditive effettuate dai Vigili del Fuoco. Tali verifiche hanno portato all´emissione di più di 90 ordinanze di inagibilità nei diversi comuni, che si aggiungono alle 100 del Comune di Moglia. Continua l´attività di raccolta segnalazioni e pianificazione di eventuali attività di verifica nei comuni colpiti dal sisma. E´ stata condotta - con 6 squadre di tecnici - l´attività di verifica delle segnalazioni nei Comuni di Moglia e San benedetto Po. Per i prossimi giorni si prevede un potenziamento delle squadre, con tecnici delle Amministrazioni locali e degli Ordini professionali. Attivita´ Delle Colonne Mobili - Sono stati impegnati circa 160 volontari della Colonna Mobile Regionale e delle Colonne Mobili Provinciali (Mn, Bs, Mi, Pv, Cr, Mb) per la realizzazione e gestione delle 2 strutture di accoglienza nei Comuni di Moglia e San Giacomo Delle Segnate, per un totale di 610 persone ospitate. In tali strutture vengono garantiti i servizi socio-assistenziali di base. Sono inoltre stati garantiti e distribuiti più di 800 pasti alla popolazione.  
   
   
DELLAI AL MINISTRO FORNERO: IL TRENTINO AL SERVIZIO DEL SISTEMA-PAESE  
 
Trento, 5 giugno 2012 - Il ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero ha visitato il 2 giugno, assieme al presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, il Centro per l´impiego di via Maccani, a Trento, che è parte della rete di 12 centri facenti capo all´Agenzia del Lavoro. Accolta dal presidente dell´Agenzia Michele Colasanto e dal dirigente generale Antonella Chiusole, Fornero ha espresso vivo interesse per il modello trentino delle politiche attive del lavoro, così come per altre peculiarità del sistema locale, a partire dalla cooperazione. "Credo che dovremo mettere a confronto, mescolare le esperienze positive, e qui in Trentino ce ne sono molte, e quelle negative - ha detto il ministro - pensando anche al Sud del nostro Paese. Sono convinta infatti che o l´Italia ´aggancia´ il Mezzogiorno o non ce la farà." Dellai ha illustrato al ministro l´esperienza avviata qualche anno fa nella Locride, grazie alla presenza, all´epoca, di monsignor Giovanni Bregantini, un´esperienza centrata proprio sulle imprese cooperative e sull´interscambio giovanile, confermando la disponibilità del Trentino ad approfondire questi percorsi di collaborazione con le Regioni del Sud dell´Italia. L´agenzia del Lavoro di Trento come un esempio di "buona prassi" nel campo delle politiche attive del lavoro, a cui il resto del Paese può guardare con interesse e attenzione: questo quanto emerge dalla visita di stamani al Centro per l´impiego di via Maccani, del ministro Elsa Fornero, che questa sera parlerà all´auditorium Santa Chiara di Trento nell´ambito della settima edizione del Festival dell´Economia. Con 12 centri per l´impiego sparsi sul territorio provinciale, uno staff di circa 180 persone, 18.000 colloqui all´anno, l´Agenzia del Lavoro rappresenta un esempio felice di ciò che la concertazione fra soggetti pubblici - in questo caso la Provincia autonoma di Trento - e organizzazioni del settore può realizzare in un settore così vitale. Ad illustrare al ministro le attività dell´Agenzia il presidente Colasanto e la dirigente Chiusole: "I nostri utenti sono soprattutto persone fra i 30 e i 50 anni; sono persone che hanno perso il lavoro piuttosto che giovani inoccupati, i quali di solito si muovono in maniera più autonoma. Il 50% circa del bilancio dell´Agenzia proviene dal Fondo sociale europeo e anche questa è una cosa importante da sottolineare. Facciamo capo all´amministrazione provinciale, ma abbiamo una nostra autonomia e un nostro bilancio. L´agenzia è fortemente informatizzata, ma lo strumento-principe che utilizziamo rimane il colloquio, che viene svolto con l´ausilio di personale specializzato, fra cui soprattutto diversi psicologi." "Dico spesso che qui le cose funzionano - ha sottolineato il ministro nel corso della sua visita - ed in genere mi viene risposto che è perché ci sono molte risorse. Ma mi colpisce ad esempio che il 50% dei finanziamenti voi li riceviate dall´Europa." Fornero ha anche espresso il suo interesse per il modello cooperativo, che ha avuto modo di conoscere nel corso di precedenti visite in Trentino, prima dell´assunzione del suo attuale incarico istituzionale (visite per le quali ha ringraziato Andrea Schir, attualmente alla Cassa rurale di Aldeno e Cadine): "Vorrei che esperienze di questo genere potessero essere di aiuto anche al Meridione d´Italia", ha aggiunto. Il presidente Dellai ha illustrato al ministro le caratteristiche salienti del mercato del lavoro trentino, che anche in epoca di crisi presenta un tasso di disoccupazione significativamente inferiore alla media nazionale ed anche, fra le altre cose, un tasso di occupazione femminile migliore rispetto al resto del Paese. Per quanto riguarda l´occupazione giovanile Dellai ha insistito in particolare sugli investimenti realizzati sul versante della scuola e della formazione professionale, sulle eccellenze del sistema universitario e della ricerca trentino, e sulla saldatura che si sta cercando di realizzare fra questi mondi e il panorama economico-produttivo locale, sull´esempio dei più avanzati modelli europei. "Per quanto riguarda i nostri rapporti con le regioni del Sud, abbiamo avviato alcuni anni fa una collaborazione con la Locride - ha poi proseguito Dellai - grazie a monsignor Giovanni Bregantini, all´epoca vescovo di quella diocesi. Ha funzionato molto bene soprattutto con le associazioni e con gli interscambi giovanili; crediamo però che queste esperienze dovrebbero essere rafforzate sul versante istituzionale, ad esempio sul modello della cooperazione interregionale realizzato in Germania. Comunque, su questo terreno, il Trentino c´è ed è pronto a fare la sua parte."  
   
   
"I PAESI SVILUPPATI SONO IN BANCAROTTA"  
 
Trento, 4 giugno 2012 - Non ha usato mezze parole, Laurence Jacob Kotlikoff per definire la situazione finanziaria internazionale: "È il momento di guardare in faccia la realtà: i paesi sviluppati sono in bancarotta adesso, non fra 50, 30 o 10 anni! Il mondo industrializzato ha operato per sei decenni un enorme schema Ponzi e sta portando i nostri paesi, i nostri figli e noi stessi alla rovina". "Game over" è, in sostanza, uno schema arrivato al suo epilogo, per il professore della Boston University, intervenuto il 2 giugno alla Facoltà di Giurisprudenza, nell´ambito della settima edizione del Festival dell´Economia. Ad introdurre i lavori Ferdinando Giugliano, editorialista del "Financial Times". Laurence J. Kotlikoff professore di economia alla Boston University, oltre ad essere stato consulente per il Fondo Monetario internazionale e per la Banca d´Italia, è famoso anche per aver tentato la corsa alla Casa Bianca, come candidato di un movimento indipendente. Ed è infatti sull´America che si è concentrata la relazione dell´economista: "L´america, al pari degli altri paesi sviluppati, è in bancarotta. I politici ci hanno mentito e lo hanno fatto per essere di nuovo eletti. L´elettorato del resto non vuole sentire la verità. Lo schema Ponzi - ha chiarito Kotlikoff - ci ha portato sull´orlo della bancarotta, noi abbiamo creato una sorta di grande catena di Sant´antonio che funziona in questo modo: il governo si rivolge ai giovani e dice loro ´ho bisogno di denaro da te, questo prelievo lo chiamo tasse e queste tasse serviranno per gli anziani. Ma non preoccuparti, ti restituirò queste tasse con gli interessi´. Si tratta, in sostanza, di una promessa fatta dal governo ai giovani, ma questo non è altro che un debito implicito, che non viene registrato sui libri contabili". La crisi del debito sovrano ha focalizzato l´attenzione sul debito ufficiale, mentre il debito implicito sarebbe di dieci volte maggiore: "Partiamo da ciò che definisco il gap fiscale - ha proseguito Laurence Kotlikoff - che è uguale al debito ufficiale più il debito non ufficiale. Ebbene, il gap fiscale dei paesi sviluppati è enorme. Negli Usa è pari a 211.000 miliardi di dollari, 211 triliardi, è 14 volte il Pil, mentre il debito ufficiale si ferma a 10.000 miliardi di dollari. Il gap greco è 12 volte più grande del Pil, il gap tedesco 3 volte più grande del Pil. Per chiudere il gap fiscale americano, per ripianare questo enorme debito, bisognerebbe aumentare del 64% le tasse, oppure tagliare sussidi e pensioni del 40%, mentre per chiudere il gap fiscale tedesco basterebbe aumentare le tasse del 13% o tagliere sussidi e pensioni dell´11%". La situazione americana è sull´orlo del collasso: "Questo perché la spesa sanitaria è senza controllo come pure il sistema di welfare, mentre i paesi europei anche se hanno una demografia peggiore rispetto agli Usa sono riusciti a mettere in atto importanti riforme del sistema pensionistico, oltre ad avere un controllo diretto sulla spesa per la sanità". Ma soprattutto l´America non risparmia: "Il mio paese spende tutto ciò che guadagna, i paesi che non risparmiano non investono e non possono crescere. Basti pensare - ha commentato Kotlikoff - che il reddito medio, negli Usa, aggiustato all´inflazione, non è più elevato di quello del 1964. Il grande sogno americano si è infranto, i nostri figli non avranno una vita migliore della nostra, abbiamo fatto cose fantastiche per i nostri anziani, sia ricchi che poveri, ma a scapito dei nostri figli". Si è arrivati al famoso "game over": "Il deficit aumenta di anno in anno, il gap fiscale in America è cresciuto di 6.000 miliardi solo l´anno scorso, quando tutta la generazione dei baby boom arriverà alla pensione, essi riceveranno l´85% del Pil, sarà un conto salatissimo". Poche le scelte che si possono fare per evitare il tracollo economico: "Io ed altri economisti abbiamo individuato quelli che abbiamo chiamato i ´Piani viola´, un colore scelto perché è la combinazione di rosso e blu, i colori dei due partiti americani, i repubblicani e i democratici, a indicare che questi Piani valgono per entrambi. I Piani viola sono una sorta di manifesto per risolvere la questione fiscale, dell´energia, la sanità, le pensioni". L´economista ha quindi spiegato come, a suo avviso, il sistema bancario, che ha causato l´attuale crisi, deve muoversi per evitare la bancarotta: "Nelle banche c´è molta opacità, chiedono i soldi ai risparmiatori, ma poi con quei soldi giocano per così dire all´azzardo sul mercato finanziario. Questo è troppo pericoloso, dobbiamo avere la massima trasparenza. Bisognerebbe perciò impedire che le banche prendano a prestito troppi soldi, impedendo il loro indebitamento. Le banche dovrebbero costituire dei fondi, diventare una sorta di fondo aperto, senza debiti. Solo così il sistema diventerà più stabile e non ci saranno più fallimenti".  
   
   
GEORGE SOROS: L´UNIONE EUROPEA E´ UNA "BOLLA"  
 
Trento, 4 giugno 2012 - Filantropo illuminato o speculatore finanziario? George Soros, uno degli ospiti più attesi di questa settima edizione del Festival dell´Economia di Trento, non ha sciolto naturalmente l´enigma, nel suo intervento sul palco del teatro Sociale del 2 giugno. Il suo approccio è stato inizialmente molto accademico: Soros ha spiegato perché la scienza economica non può dirsi una scienza esatta al pari delle scienze naturali. Passando dalla teoria all´attualità politica, invece, ed in particolare alla crisi dell´euro, Soros è stato molto esplicito: "I paesi creditori dell´Unione europea, Germania in testa, hanno costruito un sistema bacato, e ne stanno scaricando i costi sulle ´periferie´, a partire dalla Grecia." Per Soros, responsabilità della crisi è in primo luogo della politica, non dei mercati finanziari; la salvezza dell´Europa passa dunque necessariamente per una più piena assunzione di responsabilità politica, in particolare da parte della Germania. "Ma abbiamo solo tre mesi per farlo, prima che la situazione precipiti", ha aggiunto. Presentato dal giornalista Federico Fubini, Soros ha esordito dicendo che "la crisi chiama in causa le basi stesse della teoria economica, basata sulla fisica newtoniana. Fra scienze naturali e scienze sociali c´è una certa differenza. Nelle scienze naturali i fatti hanno valenza oggettiva. Gli eventi sociali sono il risultato di soggetti pensanti che hanno una loro volontà, non di puri osservatori. Il mio approccio è basato su Karl Popper, il mio maestro, che mi ha insegnato come l´interpretazione della realtà quasi mai corrisponda alla realtà stessa. Fallibilità e riflessività sono le caratteristiche di questo tipo di conoscenza, di comprensione, che è fallace. Esse producono una discrepanza fra le aspettative degli attori sociali e ciò che realmente si verifica. Io ho cercato di focalizzarmi sul ruolo degli errori, su come essi influenzino il comportamento degli attori economici, ad esempio nel caso delle bolle finanziarie. Insomma, dobbiamo abbandonare l´idea che i modelli di carattere universale siano in grado di prevedere il futuro. Fino al 2008 in pochi la pensavano come me. Dall´inizio della internazionale le cose sono cambiate. Anche la crisi dell´euro dimostra quanto sianimportante il ruolo delle convinzioni errate. Le autorità hanno pensato che fosse generata da un problema fiscale, e quindi hanno usato la medicina sbagliata. Hanno applicato politiche di austerità anziché espansive. La crisi dell´euro minaccia di distruggere l´Unione europea. Ma la stessa Unione è una bolla, un oggetto irreale. E´ nata inizialmente per iniziativa di un piccolo numero di statisti, che hanno scelto la politica dei piccoli passi, ben sapendo che una volta che il processo fosse giunto a maturazione essa si sarebbe rivelata insufficiente. Il problema è venuto presto alla luce: si era realizzata l´unione monetaria ma non un´unione politica. Presto la Germania ha accresciuto la propria competitività mentre altri paesi, grazie alla facilità di accesso al credito, sono diventati meno competitivi e dal 2008 in poi hanno accresciuto il proprio disavanzo. Sono diventati come i paesi del terzo mondo quando, a suo tempo, si erano pesantemente indebitati in una valuta molto più forte della loro. Alcuni paesi sono diventati creditori, altri debitori. Oggi la Germania e gli altri paesi creditori stanno spostando l´onere dell´adeguamento alla crisi ai paesi debitori. Tutta la colpa è stata scaricata ad essi, ai paesi della ´periferia´ (negli anni ´80 quelli del Terzo mondo, oggi i paesi debitori della Ue): In verità i paesi del ´centro´ hanno costruito un sistema bacato. La dinamica che si è creata mette a rischio la stessa esistenza dell´Unione.questa è quella che io chiamo la ´bolla politica´ della crisi. Oggi tutti i paesi stanno riallineando le loro politiche finanziarie come se il fallimento dell´eurozona fosse possibile. Ciò riduce di fatto la disponibilità del credito verso le piccole-medie imprese, facendo ulteriormente peggiorare la crisi. L´economia reale sta declinando, tranne che in Germania, il che accresce le fratture interne alla Ue. L´opinione pubblica dal canto suo si oppone sempre di più all´austerità. Le autorità, soprattutto la Germania, possono ancora modificare il proprio comportamento. I greci probabilmente daranno fiducia ad una coalizione che sia disposta ad accettare le condizioni imposte dalla Ue. Ma in autunno la crisi arriverà anche in Germania. Servirebbero politiche straordinarie per dare respiro ai mercati finanziari. Esse dovranno affrontare il problema bancario e il problema dell´eccessivo indebitamento. Le banche hanno bisogno di un sistema di garanzia dei depositi a livello europeo. I paesi gravemente indebitati hanno bisogno di respiro. E´ indispensabile il sostegno del governo tedesco e della Bundesbank. Comunque andranno le cose da qui a ottobre, è probabile che l´euro sopravviva. Altrimenti gli stessi paesi creditori, Germania in testa, si troverebbero con una montagna di crediti inesigibili. La Germania quindi probabilmente farà il possibile per salvare l´euro, ma nulla di più. La periferia probabilmente diventerebbe una zona perennemente depressa, cosa che renderebbe la Ue una cosa ben diversa rispetto a quella sognaata in origine. Del resto i tedeschi non capiscono perché una ricetta che ha funzionato per loro, basata sull´autorità, oggi non funzioni su scala europea. Dobbiamo fare il possibile per convincere la Germania ad assumersi interamente il ruolo di leadership che le spetta, e abbiamo solo pochi mesi per farlo." Fubini ha incalzato il finanziere ricordandogli che molti lo considerano uno dei responsabili della crisi, al pari di altri grandi attori della finanza mondiale. Soros ha glissato: "Anch´io ho visto l´Unione europea come un bellissimo sogno, e cerco come posso di difenderla. I passi dimostrano come le politiche di salvataggio adottate fino ad oggi non funzionino. La responsabilità principale ricade sulla politica, non sugli hedge funds, non sui mercati finanziari, che in fondo fanno ciò per cui sono stati creati. La politica scarica le proprie responsabilità sui mercati finanziari, ma è come sparare sul messaggero. La crisi non è stata creata dagli strumenti finanziari."  
   
   
PIEMONTE: NECESSARIO UN INTERVENTO STRAORDINARIO PER LA CRESCITA  
 
Torino, 4 giugno 2012 - Il presidente Roberto Cota ha partecipato il 31 maggio alla riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di Torino, che per l’occasione è stata presieduta dal ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. “Abbiamo toccato diversi temi - ha dichiarato Cota al termine dell’incontro - e ne evidenziato uno in particolare, quello del forte disagio sociale che abbiamo in Piemonte a causa della crisi economica. Il peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini è un aspetto preoccupante e potenzialmente può essere una miccia per qualcos’altro. Per questo motivo ho chiesto al ministro Cancellieri, ed è una richiesta che porterò anche al presidente Monti, un intervento straordinario per quanto riguarda la crescita”. Secondo Cota, “il nostro è un problema di imprese che non riescono ad essere competitive perché c’è una tassazione troppo alta. Se vogliamo salvarci bisogna adottare dei provvedimenti straordinari, per dare un nuovo impulso al sistema produttivo e frenare questa emorragia, perché torno a dirlo, quando un’azienda chiude, muore. Io non ho mai visto un’azienda chiusa per un certo periodo poi riaprire: i macchinari vengono smantellati, si perdono quelle quote di mercato che faticosamente si cercano di mantenere”. Infine, il presidente ha rimarcato “la proficua collaborazione che esiste sul tema sicurezza a livello istituzionale” ed ha ringraziato “le forze dell’ordine e la magistratura per il prezioso lavoro che svolgono nell’interesse del nostro territorio”.  
   
   
COMUNICATO GUARDIA DI FINANZA, IL PRESIDENTE DEL MOLISE IORIO PRECISA  
 
Campobasso, 4 giugno 2012 - In merito ai "primi esiti investigativi condotti dal Nucleo della Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Campobasso", pubblicati sulla stampa locale e riguardanti la definizione dell´area interessata dal terremoto 2012, il Presidente della Regione Michele Iorio ha il 31 maggio ha dichiarato: «Resto sconvolto dall´enfasi del comunicato della Guardia di Finanza che sicuramente suscita notevole clamore e diffonde, a mio giudizio in maniera discutibile, notizie del tutto infondate e dimostrabili tali con degli atti concreti e da tutti reperibili. In questo Paese fare il proprio dovere, difendere i diritti dei cittadini, rispettare le norme che, ovviamente, vanno lette con attenzione e correttamente interpretate, significa correre il rischio di pagare in proprio il prezzo della personale disponibilità. Insieme ai Sindaci dei Comuni coinvolti, abbiamo tutti rispettato la decisione del Primo Ministro Silvio Berlusconi che, all´indomani del sisma del 2002, individuò, nella provincia di Campobasso, l´area di influenza di un terremoto che all´epoca fu definito devastante. Un terremoto che, invece, oggi sembrerebbe, a dire di alcuni, inesistente. Lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri demandò alla Protezione Civile nazionale, ad un Commissario, quindi al sottoscritto, insieme ai Sindaci dei vari Comuni colpiti, l´individuazione dei danni all´interno dell´area originariamente definita: per l´appunto, la provincia di Campobasso. Successivamente, sempre insieme al Dipartimento della Protezione Civile nazionale, sono stati rilevati e certificati, da tecnici regolarmente autorizzati della Regione Molise e della stesso Dipartimento, i danni segnalati dai singoli amministratori dei Comuni interessati. L´area del "cratere" non è giuridicamente mai stata definita se non come area di maggiore dimensione dei danni in relazione all´entità della scossa sismica. Tale individuazione diede vita all´emanazione di provvedimenti di esenzione fiscale e di vantaggio per le popolazioni di quelle zone. Nessuno ha mai deliberato allargamenti, e nessuno ha mai definito l´area del "cratere" come l´unica zona colpita dal sisma. Ricordo che ci fu molto clamore e subii svariate opposizioni da parti politiche che intendevano solo denigrare ogni cosa si muovesse o si facesse nella nostra regione. Ciò ieri come oggi. Ad ogni modo, resto convinto della giustezza di quello che ho fatto, o meglio, di quello che abbiamo fatto - Governo nazionale, Regione ed Amministrazioni locali - per difendere i legittimi diritti del nostro territorio. Penso ai tecnici che hanno lavorato per la ricostruzione. Penso alle tante abitazioni ristrutturate, soprattutto nell´area più colpita. Penso alle scuole che abbiamo messo in sicurezza per effetto dei danni certificati del terremoto e per la pericolosità che esse dimostravano non difforme dalla situazione presente a San Giuliano di Puglia. Oggi i nostri bambini vanno a scuola sicuri di essere protetti. Penso alle tante mamme, ad esempio quelle di Bojano o dei vari Comuni coinvolti, che allora richiesero con forza aiuto ed interventi rapidi per proteggere i loro figli. Penso alla frase storica del Presidente Ciampi, che a San Giuliano di Puglia ebbe a dire: "Non siamo stati in grado di difendere i nostri figli". Penso al Presidente Napolitano, che sollecitò la stessa Protezione Civile nazionale ad essere molto attenta ai danni alle strutture pubbliche e principalmente alle scuole. Penso alle tante Chiese ricostruite, che hanno consentito una ripresa delle attività e, dunque, della vivibilità sociale e religiosa in tutti i Comuni. Penso ai tanti cittadini che ancora aspettano fiduciosi che la ricostruzione continui e possano finalmente tornare nelle loro case. Penso ai sentimenti di solidarietà che all´epoca ci vennero dimostrati anche in sede europea. Ricordo che, sulla base di una certificazione tecnica sottoscritta da Silvio Berlusconi e da Guido Bertolaso, la Regione Molise ottenne dal Presidente Prodi, all´epoca al vertice della Commissione Europea, un contributo straordinario per le infrastrutture pubbliche. E questo avendo certificato tutti e tre, Berlusconi Bertolaso ed io, "un danno esteso ad oltre la metà del territorio regionale". Proprio tale condizione era indispensabile per attingere a questo specifico fondo europeo per le catastrofi naturali. Quella fu attività politica seria, consapevole, trasparente ed onesta. E proprio su quella si vorrebbe gettare l´ombra del dubbio e della illiceità. Mi rivolgerò presto al Procuratore della Corte dei Conti e solleciterò i Sindaci, nei prossimi giorni, a dimostrare insieme a me la giustezza delle nostre posizioni. Oggi il clamore di questa notizia, data, lo ripeto, con troppa enfasi e sicurezza, getta un´ombra sull´intera vicenda del terremoto molisano e rischia di penalizzare ancora una volta la nostra regione. So che le indagini devono essere fatte, sono consapevole della necessità che ci sia una sede di giudizio sereno su questa vicenda, ma non posso non constatare che, se in Molise continuiamo ad essere così autolesionisti, rischiamo davvero di danneggiare il nostro futuro. Per quanto mi riguarda, non intendo arrendermi. Lunedì prossimo, alle ore 12.00, presso la Giunta regionale, convocherò una conferenza stampa invitando tutti i Sindaci interessati e dimostrerò, con gli atti in mio possesso, la veridicità di quanto affermato».  
   
   
PROGRAMMA OPERATIVO FSE, LA CALABRIA HA SPESO E CERTIFICATO, ALLA DATA DEL 30 APRILE 2012, IL 27% DELLE SOMME PREVISTE  
 
Catanzaro, 31 maggio 2012 - L’autorità di Gestione del Programma Operativo Calabria Fse 2007/2013, Bruno Calvetta ha preso parte nei giorni scorsi a Roma alla riunione del sottocomitato delle risorse umane del Por nel corso della quale è stato evidenziato il trend positivo che riguarda l’avanzamento di spesa del Por Calabria Fse 2007-2013. Dai dati resi pubblici sul sito dell´Igrue emerge, infatti, che la Calabria ha speso, alla data del 30 aprile 2012, il 27% delle somme previste dal Programma Operativo Fse. “Un’ottima performance della Regione – ha sottolineato Calvetta - che rappresenta un’importante conferma del cambio di passo che l’amministrazione guidata dal Governatore Scopelliti con il fattivo contributo in questo settore degli assessori Stillitani, Mancini e Caligiuri hanno saputo imprimere nell’utilizzo delle risorse comunitarie balzate in poco più di un anno di attività da un esiguo 6% al 27%, soprattutto se si considera che il percorso di progressivo miglioramento, allo stato lusinghiero, deve tener conto del rispetto del patto di stabilità e con il blocco dei rimborsi risalente al 2009”. Un dato che evidenzia la capacità progettuale e di spesa segno di una vera e propria inversione di tendenza rispetto al passato e che vede oggi la Calabria attestata su posizioni nazionali superiore a ben due regioni dell´obiettivo competitività. Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, appresa la notizia, ha espresso soddisfazione per questo risultato segno di scelte lungimiranti in un periodo in cui, a causa della diminuzione delle risorse statali, i fondi comunitari devono essere utilizzati per conseguire risultati concreti, che esprimano e rappresentino significativi passi avanti, sia per quanto riguarda l´avanzamento che per quanto attiene la capacità di spesa. A conferma della qualità degli interventi l’Autorità di Gestione del Programma Operativo Calabria Fse 2007/2013 Bruno Calvetta ha ricevuto per la Regione Calabria l´apprezzamento per le diverse iniziative avviate, tra le quali il progetto Microcredito della Regione Calabria, inserito in un ristretto gruppo di lavoro coordinato dal governo tedesco tra le buone prassi in fase di attuazione da parte della commissione europea. In tale contesto l´adg Fse della Calabria ha avuto l´opportunità, su designazione del Ministero del Lavoro, capofila del Fse, di relazionare per lo stato membro Italia in Commissione di coordinamento Esf a Bruxelles e di contribuire alla stesura delle linee guida per le Adg europee sugli strumenti di ingegneria finanziaria (Mf) per il futuro ciclo della programmazione 2013-2020. Il testo del manuale è stato ufficialmente presentato nel mese di aprile a Berlino.  
   
   
ROSSI AL MINISTRO GIARDA: “ACCISA SULLA BENZINA UGUALE IN TUTTE LE REGIONI”  
 
 Firenze, 4 giugno 2012 – Una accisa sulla benzina uguale in tutte le Regioni. E’ la proposta che il presidente Enrico Rossi, il 31 maggio a Roma, ha presentato al ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda. “Il ministro l’ha giudicata ragionevole – riferisce il presidente – Oggi stesso invierò una lettera ai capigruppo parlamentari oltre che ad Alfano, Bersani, Casini e Di Pietro. Ho poi investito di questo anche il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti e il vicecapogruppo del Pd alla Camera, Michele Ventura”. “Noi non chiediamo nulla per il pregresso” precisa il presidente, ricordando come la Regione abbia già imposto una accesa di 5 centesimi per reperire le risorse necessarie a far fronte all’emergenza delle alluvioni di Lunigiana e Isola d’Elba. “Ci basta un intervento che modifichi la situazione da ora in poi, applicando in tutto il Paese la medesima accisa sulla benzina. Per i cittadini toscani questo significherebbe ridurre di 3 centesimi al litro il costo della benzina e avere ugualmente le risorse previste per gli interventi in Lunigiana e all’Elba. Per il governo Monti questa è l’occasione per ristabilire il principio della solidarietà nazionale in un momento così difficile per l’intero Paese. Continuerò ad impegnarmi per ottenere in risultato concreto in nome dell’interesse dei cittadini toscani e di un principio generale di giustizia e solidarietà”.  
   
   
BENI E SERVIZI: REGIONE SICILIA RIDEFINISCE CONVENZIONE CON CAMERA COMMERCIO PA  
 
Palermo, 4 giugno  2012 - E´ stata ridefinita il 31 maggio la convenzione tra l´assessorato per l´Economia e la camera di Commercio di Palermo con cui la Regione affida all´ente camerale, che ha gia´ elaborato lo studio base, la redazione della piattaforma per la Centrale acquisti di beni e servizi. La firma e´ stata apposta questa mattina dall´assessore per l´Economia, Gaetano Armao, e dal presidente della camera di Commercio, Roberto Helg, dal ragioniere generale della Regione, Biagio Bossone, e dal segretario della camera di Commercio Vincenzo Genco. "La positiva esperienza di questo primo anno di attivita´ - ha commentato l´Assessore Armao - ci ha portato a rinnovare una convenzione che puo´ dare ulteriori vantaggi proprio all´amministrazione regionale, in un momento in cui occorre essere attenti e oculati in ogni voce di spesa. L´unificazione della spesa in un unico centro decisionale, non soltanto produce risparmi, ma consente, come l´esperienza fin qui condotta dimostra, di combattere meglio fenomeni di corruzione e di pressione mafiosa, che spesso si verificano in queste occasioni. Eliminare le lungaggini dei procedimenti, rende, infatti, la spesa piu´ celere e trasparente". In base a questo accordo, la Camera di commercio indira´ le gare d´appalto secondo il sistema "in convenzione" per l´acquisizione dei beni e servizi di cui necessitano gli enti pubblici siciliani, in sintonia con la Consip spa in un´ottica di decentramento del sistema, di tutela delle imprese siciliane che rischiano altrimenti la fuoriuscita dal mercato dell´approvigionamento della pubblica amministrazione siciliana e per rispettare le esigenze e i bisogni dei territori, che spesso non sono in grado per la loro perifericita´ di godere negli acquisti dei medesimi servizi e delle stesse condizioni. Le parti convengono di effettuare verifiche bimestrali sull´esperienza via via maturata, anche utilizzando la piattaforma di e-procuremente regionale che e´ pronta a partire. Con decreto saranno individuate le categorie merceologiche da mettere a gara e quelle per le quali sara´ attivato il Mercato elettronico regionale. Sara´ cura della Camera di commercio verificare il rispetto dei protocolli di legalita´ da parte delle imprese interessate al sistema di acquisto della convenzione. La convenzione e´ a titolo gratuito e decorrera´ dal 5 luglio prossimo; avra´ la durata di un anno e potra´ essere riconfermata. Alla sua conclusione, il know-how acquisito dalla Camera di commercio palermitana sara´ trasferito all´assessorato dell´Economia. "Di fronte alle attuali difficolta´ delle imprese siciliane - ha detto Helg - alle prese con la partecipazione dei bandi della Consip spa, l´acquisto mediante e-procurament della camera di Commercio di Palermo si rivela particolarmente utile per superare le difficolta´ presenti nel sistema di approvvigionamento, evitando ulteriori penalizzazioni per le aziende siciliane".  
   
   
BASILICATA: RIFORMA LAVORO, 7 GIUGNO INIZIATIVA UFFICIO AUTONOMIE LOCALI  
 
 Potenza, 4 giugno 2012 - In un momento di grande discussione in materia d’impiego pubblico, l’Ufficio Autonomie Locali della Regione Basilicata, organizza a Matera per il giorno 7 Giugno 2012 una giornata formativa sui principali aspetti della contrattazione decentrata e sul disegno di legge inerente la riforma del mercato del lavoro pubblico. La giornata formativa/informativa è organizzata con la gratuita collaborazione della rivista giuridica “Guida al Pubblico Impiego del Sole 24 Ore”; parteciperanno all’incontro il dr. Arturo Bianco docente Scuola superiore Pubblica Amministrazione Locale, il dr. Francesco Verbaro esperto in materia di Lavoro pubblico e Diritto del lavoro. Il Coordinamento è affidato alla redazione di Guida al Pubblico Impiego mentre l’introduzione sarà a cura del dr. Pasquale Monea dirigente Ufficio Autonomie Locali e collaboratore della stessa rivista “Guida al Pubblico Impiego”. I lavori sono programmati nella sala del Consiglio della Provincia di Matera a partire dalla ore 9.30.  
   
   
LA RIFORMA DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN TRENTINO  
 
Trento, 4 giugno 2012 - Similitudini e differenze tra l’impianto ‘Fornero’ della riforma sugli ammortizzatori sociali, approvato oggi dal Senato, e le linee di indirizzo della Provincia di Trento verso l’attuazione della delega: questi i temi al centro della conversazione sotto la ´Tenda aperta ´ in piazza Duomo. A parlarne: Michele Colasanto, presidente dell’Agenzia del lavoro di Trento; Lorenzo Pomini, segretario provinciale Cisl; Franco Ianeselli, segretario provinciale Cgil; Paolo Ferrari, Uil del Trentino; Gianni Anichini vicedirettore Confindustria Trento e Adriano Chinellato (Ebat artigiani). “Una delle principali novità della riforma degli ammortizzatori sociali è una diversa flessibilità del mercato del lavoro – ha esordito Colasanto – la riforma degli ammortizzatori sociali in Trentino, in attesa della delega, non è lontanissima dall’impianto ‘Fornero’. Un esempio su tutti è il trattamento in modo egualitario di tutte le indennità di ammortizzatori sociali, anche di quelli in deroga. Le differenze invece sono sul piano del miglioramento in Trentino: in primis le risorse pubbliche sono destinate a tutte le imprese piccole o grandi, con enti bilaterali e con sostegni pubblici di tipo fiscale e promozionale. Inoltre a livello locale è data molta importanza alle politiche attive del lavoro". Per il vicedirettore di Confindustria Trento Gianni Anichini “l’obiettivo fondamentale è trovare un sistema equilibrato di ammortizzatori sociali per garantire l’inclusione a tutti i livelli. Perché uno dei problemi principali oggi è quello della conservazione del posto di lavoro, anche se in Trentino, il grado di disoccupazione è ancora a livelli mediamente bassi (4,5%) Da un anno stiamo lavorando alla delega sugli ammortizzatori e sono fiducioso che possa arrrivare a buon fine". Lorenzo Pomini (Cisl) è intervenuto sottolineando che “la riforma delle pensioni, se la Camera confermerà quanto approvato in Senato, ci consegnerà un futuro in cui si lavorerà di più, dove anche le crisi aziendali dovranno essere affrontate in altro modo. Con la riforma si pongono anche nuove sfide alle parti sociali. Il fatto di dover lavorare di più comporterà anche il fatto di trattenere i lavoratori in età avanzata e credo che il modello tedesco sia il più adeguato ad affrontare il problema, così come è importante oggi avere fondi di previdenza complementari." Sempre sul versante delle parti sociali la posizione di Franco Ianeselli (Cgil) è che “il sostegno al reddito accompagnato da ammortizzatori sociali vada considerato un contributo al miglioramento del tessuto economico, e non assistenzialismo. La spesa in Provincia di Trento per le politiche attive e passive del lavoro è più simile - rispetto al resto d’Italia - a quella dell’Europa del Nord. Se viene accordata l’autonomia integrale dovremo ragionare su quali settori selezionare e dove allocare risorse. Un ragionamento che andrà fatto con i Centri dell’impiego come fanno in Germania”. Paolo Ferrari (Uil) ha affermato che “per la prima volta dopo anni di liti i sindacati in Trentino hanno ricomposto una piattaforma unitaria”. Anche per la Uil del Trentino il modello tedesco è, in buona sostanza, valido perché “è un sindacato partecipativo che fa assumere responsabilità ai lavoratori e che come nel caso della Volkswagen, funziona bene”. Adriano Chinellato dell’Ente bilaterale dell’associazione artigiani (Ebat) ha sottolineato che dal suo osservatorio la nuova riforma avrebbe peggiorato le già esistenti misure di ammortizzatori sociali. “Per noi è di fatto una ‘controriforma’ del mercato del lavoro perché è un intervento di espulsione dal mondo del lavoro e non di accompagnamento durante la fase di crisi”.  
   
   
REGIONE-IMPRESE - CAPPELLACCI, AZIONI CONDIVISE SU VERTENZA SARDEGNA E DOCUMENTO VALLERMOSA  
 
Cagliari, 4 giugno 2012 - "Abbiamo consegnato al Governo l´"Atu de intima" per il conseguimento delle somme dovute alla Sardegna". Con un aggiornamento sulla Vertenza Sardegna il presidente Ugo Cappellacci ha aperto il 31 Maggio a Villa Devoto l´incontro Regione-organizzazioni datoriali. Dopo aver ripercorso gli ultimi sviluppi conflittuali del confronto con lo Stato, il presidente della Regione ha ribadito la necessità di un´azione condivisa con la classe dirigente regionale, registrando una piena disponibilità da parte delle Associazioni degli imprenditori a valutare insieme le iniziative, anche eclatanti, da adottare nei confronti del Governo nazionale alla scadenza dei 30 giorni dell´atto di diffida e messa in mora del Governo. Il Presidente ha anche fatto il punto sui percorsi avviati in seguito all´accordo siglato al termine della due giorni di Vallermosa. "E´ stata approvata - ha dichiarato Cappellacci - una prima graduatoria per le opere cantieriabili, pari a € 45.493.463,84 che coinvolgerà un centinaio di Comuni della Sardegna che nei prossimi giorni riceveranno l´anticipazione delle somme per l’avvio dei cantieri; entro pochi mesi la graduatoria verrà fatta scorrere e saranno impegnate somme complessive per € 108.767.295,72 a favore dei Comuni, che potranno così beneficiare di una importante iniezione di risorse a favore del tessuto produttivo dei diversi territori. Inoltre - ha aggiunto - con l´ultima finanziaria, come concordato con gli imprenditori a Vallermosa, sono stati stanziati 9 milioni di euro per l´abbattimento degli interessi per operazioni di Pmi regionali garantite dai Confidi ed assicurati agli stessi Confidi per i loro fondi di garanzia, anche per il 2012,7 milioni di euro e 20 milioni di euro per il 2013 ed il 2014. In materia di accesso al credito, il Presidente ha sottolineato che è pienamente operativo il fondo di garanzia istituito presso la Sfirs che ha già approvato interventi di concessione di garanzie dirette alle imprese per circa 50 milioni di euro. Nel contempo la Giunta regionale, ha ricordato il Presidente alle Associazioni degli imprenditori, ha approvato e si appresta a sottoscriverlo lo schema di protocollo d’intesa Regione - Cassa Depositi e Prestiti per l’attivazione a favore delle Pmi di un fondo rotativo che, in fase di prima applicazione, renderà disponibili circa 65 milioni di euro finalizzati alla concessione di finanziamenti agevolati per investimenti e attività di ricerca. E’, inoltre, in via di approvazione la delibera per il recepimento della intesa sottoscritta dal Governo, dall´Abi e dalle Associazioni imprenditoriali per nuove misure per il credito alle Pmi che consentirà anche alle imprese sarde in difficoltà di sospendere o allungare i tempi di restituzione delle rate dei mutui contratti per investimenti a valere sulle leggi di settore regionali. Il governatore ha poi annunciato l´intenzione di recuperare i fondi della L.r. 36 per destinarle all´incentivazione delle assunzioni a tempo indeterminato. "Stiamo facendo ogni sforzo possibile per contenere gli effetti della crisi e creare nuove opportunità di sviluppo e allo stesso tempo contribuire ad abbattere i costi di lavoro per le nostre imprese, consapevoli che serve un cambio di passo della pubblica amministrazione. Andiamo avanti nello spirito di Vallermosa - ha concluso Cappellacci - con la ferma volontà di accelerare i procedimenti affinché l’istituzione Regione sia concretamente accanto alle imprese in una fase particolarmente critica per l’economia”. Il 14 giugno è stato già fissato il prossimo incontro che consentirà, come concordato a Vallermosa, di definire i contenuti del Ddl sulla competitività e lo sviluppo e rendere operativo il fondo anti-crisi per le imprese.  
   
   
FORMAZIONE, FVG: APPROVATO REGOLAMENTO PER PROFILI FORMATIVI APPRENDISTATO  
 
Trieste, 4 giugno 2012 - La Giunta regionale ha approvato - su proposta dell´assessore al lavoro e formazione, Angela Brandi - il Regolamento di disciplina dei profili formativi dell´apprendistato - delegato alle Regioni (sentite le parti sociali) dal Decreto legislativo 167/2011 - per la qualifica e il diploma professionale riservato ai giovani dai 15 ai 25 anni. L´assessore Brandi fa notare che "in una delle giunte precedenti abbiamo approvato l´apprendistato ´professionalizzante´, che è già attivo e in base al quale le aziende possono assumere giovani dai 18 ai 29 anni unendo la parte lavorativa a quella formativa. Un altro tipo di apprendistato invece è quello relativo al regolamento approvato il 31 maggio dalla Giunta: esso permette ai giovani dai 15 ai 25 anni di conseguire una qualifica professionale regionale o un diploma professionale regionale. Ovvero riconosce gli stessi titoli che vengono conseguiti dagli allievi che frequentano un percorso triennale/quadriennale di istruzione e formazione professionale". Entrando nel merito del regolamento, i percorsi formativi prevedono una componente di formazione strutturata (interna ed esterna all´impresa) e un´altra destrutturata svolta sul posto di lavoro secondo le modalità stabilite dalla contrattazione collettiva. La formazione strutturata esterna viene finanziata dalla Regione Friuli Venezia Giulia ed erogata da soggetti formativi accreditati e individuati attraverso una procedura pubblica. La durata complessiva del percorso formativo viene indicata nel piano formativo individuale, sulla base del bilancio delle competenze e di eventuali crediti formativi. La durata annuale della formazione strutturata prevista all´interno di ciascuno percorso formativo è di 500 ore, nel caso di apprendisti fra i 15 e i 18 anni non ancora compiuti, e di 400 ore invece per apprendisti fra i 18 e i 25 anni.  
   
   
PUGLIA: DIVENTA OPERATIVO IL FONDO PER LA FLESSIBILITÀ NEL LAVORO  
 
 Bari, 4 giugno 2012 - La sottoscrizione delle Convenzioni, Venerdì 1 giugno, con l’Assessorato al Welfare - Servizio Politiche di Benessere sociale e pari opportunità, ha reso operativo il Fondo per la Flessibilità nel lavoro costituito presso tre Enti Bilaterali: Artigianato, Commercio, Turismo e l’Ordine degli Avvocati di Bari, risultati idonei alla selezione effettuata con avviso pubblico. La costituzione del Fondo rappresenta una prima sperimentazione nazionale scaturita dalla volontà di rispondere al bisogno di conciliazione vita-lavoro delle lavoratrici e lavoratori che hanno necessità sia di maggiore flessibilità negli orari di lavoro, sia di servizi versatili e di qualità in grado di semplificare la gestione degli impegni professionali e dei carichi di cura familiare. Il Fondo integra le misure già previste dalla legislazione e dalla contrattazione collettiva nazionali in tema di sostegno al reddito in caso di astensione per la cura di familiari, con contributi diretti alle persone occupate nelle imprese aderenti ai rispettivi enti bilaterali e alle avvocate/i iscritti all’Ordine di Bari. La selezione dei destinatari finali degli interventi avviene tramite avviso che ciascun ente/ordine dovrà predisporre al proprio interno. Alcuni esempi di interventi finanziabili con il Fondo: sostegno alla contribuzione per il part time, integrazione al reddito per congedo parentale, integrazione al reddito per astensione facoltativa a seguito di maternità. Nel caso degli avvocati, sono previste anche misure innovative per gli iscritti all’Ordine, fra cui, a titolo esemplificativo, l’integrazione della base di reddito per il calcolo dell’indennità di maternità, così da innalzare l’indennità stessa delle giovani professioniste. Sono 1,7 milioni di euro le risorse totali messe a disposizione del Fondo. Ogni ente disporrà di 375 mila euro rese disponibili dalla Regione a cui si aggiungono 50 mila euro di cofinanziamento. Dice l’assessore Gentile: “Il Fondo è pensato per sostenere l’occupazione e al contempo la conciliazione nella prospettiva di favorire un’equilibrata distribuzione dei carichi di cura all’interno delle famiglie, ancora oggi spesso responsabilità quasi esclusiva delle donne”.  
   
   
LAVORO, DIECI MILIONI DI EURO PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA NEL MOLISE  
 
Campobasso, 4 giugno 2012 - Il Presidente della Regione, Michele Iorio, ha firmato il 30 maggio a Roma, con il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, il Protocollo di intesa che vede l´impiego di risorse statali pari a 10 milioni di euro da utilizzare per gli ammortizzatori sociali in deroga nel territorio molisano per l´anno 2012. Il Molise è nel gruppo ristretto di tre regioni ad aver firmato per prime un accordo del genere con il Ministero del Lavoro. «Quella di oggi è un´importante boccata di ossigeno - ha detto il Presidente Iorio - per i tanti lavoratori molisani che in questo momento di crisi vivono condizioni di disagio e di preoccupazione. Con questi fondi potremo dare sostengo a diversi casi. Parallelamente, ci stiamo muovendo come Governo regionale per attivare altre politiche di sostegno alle imprese per evitare che si giunga a rallentare o, addirittura, a fermare la loro produzione con evidenti ricadute negative a livello occupazionale e di sviluppo. Il momento è difficile, ma dobbiamo andare avanti facendo ricorso a tutte le iniziative possibili e sostenibili dal sistema istituzionale ed economico».   
   
   
LAVORO, SARDEGNA: LO STATO MANTENGA GLI IMPEGNI  
 
Cagliari, 4 giugno 2012 – "La Regione ha fatto il suo dovere, spendendo interamente la quota regionale di 40 milioni euro. Ora lo Stato mantenga gli impegni versando la sua parte, visto che è nostro debitore di almeno 57 milioni". Così l’assessore del Lavoro, Antonello Liori, al termine dell´incontro coi sindacati sul tema degli ammortizzatori sociali. "E´ un problema che arriva da lontano e che avevo già segnalato, ma ora, – ha detto Liori – non è più tempo di fare dibattiti. La crisi si è certamente aggravata e l´elevato aumento delle domande necessita di una risposta immediata. Lo Stato non versa nelle nostre casse dal luglio 2011, urge un suo intervento. Anche il Consiglio regionale, lo dirò stasera in audizione alla Commissione Lavoro, deve fare la sua parte, stabilendo delle priorità nella spesa". "Alla riunione è emerso che quasi tutte le Regioni sono in sofferenza ed hanno annunciato che, se entro metà giugno non riceveranno risposte dal Governo sulla copertura finanziaria, saranno costrette a prendere gravi provvedimenti, come la chiusura dei pagamenti". "Nel contempo dobbiamo imprimere un´accelerazione alle politiche attive, sopratutto quelle che riguardano i corsi di formazione e di riqualificazione dei lavoratori in ammortizzatori sociali. Non voglio rischiare un taglio dei fondi a noi spettanti. Perciò, oltre ad un aumento di attività dei Csl provinciali, ho chiesto ai sindacati un impegno di collaborazione anche in questo senso".  
   
   
L’APPRENDISTATO IN TRENTINO UN ‘UNICUM’ TRA ITALIA E EUROPA  
 
 Trento, 4 giugno 202 - Sindacati, categorie economiche del commercio, turismo e artigianato insieme all’Agenzia del lavoro di Trento hanno delineato i possibili scenari economici e occupazionali che un nuovo apprendistato potrebbe far emergere per la comunità autonoma del Trentino. In definitiva si attua in Trentino un nuovo modello che è un ‘unicum’ in Europa per la sinergia tra pubblico e privato nei percorsi professionalizzanti. Questa in sintesi la conversazione del 2 giugno pomeriggio alla "Tenda aperta" di piazza Duomo con Luigi Pitton (Agenzia del lavoro) Ennio Bordato (Associazione artigiani), Alberto Revolti (Unione Unione commercio e turismo) , Lorenzo Pomini (Cisl), Franco Ischia (Cgil). “La novità del Trentino sul panorama nazionale, ma anche europeo è che l’apprendistato in Provincia di Trento già dal 2005 è stato affidato alle aziende, d’accordo con i sindacati, quindi le aziende sono state libere di organizzare la formazione o al loro interno o approfittando degli orientamenti trasversali. Il testo unico, oggi, ha definito che la formazione professionalizzante è di 120 ore minime annuali, di cui solo 40 affidate agli enti trasversali. Il modello trentino di apprendistato rappresenta in tale contesto un ‘unicum’ in Europa perché contempla una sinergia tra pubblico e privato. Nel 2011 in Trentino sono stati 5300 gli apprendisti, di cui 4300 in formazione professionale, con 16.000 ore erogate presso gli enti paritari secondo il modello cooperativo. 71.000 sono state le ore di formazione certificate da parte degli imprenditori. Oggi ottenere un 56% di certificazione è un ottimo risultato. Il sistema trentino è un mix di formazione interna ed esterna”. A fornire questi dati è stato oggi Luigi Pitton, responsabile dell’area formativa dell’Agenzia del lavoro di Trento. “E’ un ‘unicum’ in Europa, perché prevede la collaborazione tra pubblico e privato”. In Germania, infatti, la formazione si fa o a scuola o internamente alle aziende. In Francia sono degli enti misti che offrono due tipi di percorsi: uno professionalizzante e uno finalizzato al titolo di studio nelle scuole. Chi fa il percorso professionalizzante, ha un plafond di 400 ore, mentre chi segue quello relativo ai titoli di studio fa 800 ore. “Attualmente stiamo ragionando con i sindacati e con gli enti bilaterali per decidere in che direzione andare sia per le ore trasversali affidate agli enti pubblici che per quelle in capo alle aziende. Alla luce del fatto che lo Stato ha riservato a sé l’ ingresso nel lavoro tramite apprendistato, ma ha riservato alle Province autonome di Trento e Bolzano la decisione del modello organizzativo, sempre con l’ accordo con le parti sociali”. Per l’Associazione artigiani, per voce di Ennio Bordato, “l’apprendista è una figura propria della sua storia. Le 14.500 aziende trentine lo hanno sempre usato come momento formativo. Per noi artigianato e apprendistato sono sinonimi. Tuttavia – ha specificato Bordato - la crisi impone oggi la riduzione dei posti di lavoro, quindi anche l’apprendistato ne viene influenzato e utilizzato di meno”. Per la Confcommercio del Trentino, il settore del commercio risente della congiuntura e “se fino a qualche anno fa l’apprendistato era il sistema migliore per entrare in azienda, sia nel turismo e nelle Pmi del commercio in Trentino, spesso a conduzione familiare. Oggi anche l’apprendista fa fatica in tempi di crisi”. “L’apprendistato è importante in primis perché la disoccupazione giovanile è elevata in Italia – ha aggiunto Franco Ischia della Cgil – ma è importante anche costruire un sistema che favorisca l’ingresso del mondo del lavoro ai giovani. Con questa ultima legge (testo unico) di fatto l’ apprendistato oggi diventa la modalità di ingresso nel mondo del lavoro, inoltre fa recuperare professionalità a giovani che non hanno concluso un percorso formativo ( dai 16 anni in su) come gli istituti professionali. E ancora diventa una tipologia professionalizzante: il giovane che entra nel mercato del lavoro, tramite apprendistato, può ottenere un percorso formativo che lo porta ad una qualifica professionale".  
   
   
APPRENDISTATO. MODIFICA A LEGGE REGIONALE VENETA  
 
Venezia, 4 giugno 2012 - “Oggi abbiamo approvato l´adeguamento della legge regionale sul lavoro con l´importante Riforma intervenuta con l´approvazione del Testo unico, a settembre 2011, grazie alla scelta del Governo Berlusconi e del ministro Sacconi di semplificare il più possibile la normativa per permettere che l´apprendistato possa diventare la via d´accesso principale per i giovani nel mercato del lavoro”. Così l’assessore regionale alla formazione e al lavoro Elena Donazzan in merito all’approvazione il 31 maggio in Consiglio regionale della modifica dell´articolo 42 della Legge regionale n. 3/2009 in materia di contratto di apprendistato. “La legge del Veneto – fa rilevare l’assessore - aveva infatti normato in maniera eccessivamente dettagliata questa materia, anche complice la crisi e erano notevolmente diminuiti gli apprendisti nella nostra Regione. Con il provvedimento di oggi mi auguro possa riprendere fiducia il mercato del lavoro nei confronti dei giovani e possa essere di sostegno alle imprese, essendo un contratto più´ leggero sotto l´aspetto del costo lavoro”.  
   
   
AIUTI ALLE PMI, VENDOLA: LA LEGALITÀ È CONVENIENTE  
 
Bari, 4 giugno 2012 - “Questo è un bando che parla alle piccole imprese non con un linguaggio della predica repressiva, ma proponendo un patto: la legalità è conveniente”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo il 31 maggio, insieme alla Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo Economico Loredana Capone e all’Assessore regionale al Lavoro Elena Gentile (ne riferiamo in altra agenzia), alla conferenza stampa di presentazione del regolamento approvato dalla Giunta regionale, che incentiva consorzi o reti di imprese che presentino progetti integrati per il trasferimento delle unità produttive esistenti dai centri urbani dei Comuni verso agglomerati industriali o aree di insediamento produttivo. “Proprio la crisi – ha spiegato il Presidente Vendola – che rappresenta un rischio mortale soprattutto per le piccole imprese, può diventare l’occasione per una maturazione che la Regione intende incoraggiare. Noi abbiamo sempre negli occhi le scene drammatiche del 3 ottobre 2011, quando la morte ha colpito una piccola azienda tessile nella città di Barletta: una strage operaia e una strage di donne”. La Regione Puglia, ha evidenziato Vendola “non ha inteso semplicemente piangere per quella morte, ma ha voluto operare. Noi oggi mettiamo in campo una sperimentazione d’avanguardia che è anche una sfida nei confronti del sistema industriale: bisogna rimboccarsi le maniche per uscire fuori dai sottoscala, dai garage, da condizioni, talvolta, igienicamente indegne e di violazione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e di violazione della dignità umana”. Ma la legalità, secondo Vendola, “non può essere una predica e non serve evocare, semplicemente, la repressione. Noi vogliamo rendere conveniente la legalità. Per questo mettiamo risorse importanti (10 milioni di euro, ndr) per accompagnare le piccole imprese ad uscire fuori dagli scantinati, a ricollocarsi in aree industriali che noi riqualificheremo, a consorziarsi, a dotarsi di infrastrutture moderne, ad avere attorno un circuito di consulenza che consenta loro di pensarsi come imprese moderne e, in una dimensione di rete, a poter competere. “C’è la Barletta degli scantinati – ha continuato il Presidente della regione Puglia – e noi vorremmo vederla evolvere, ma c’è anche la Barletta che sta diventando apripista di un processo di modernizzazione. In questa città sta nascendo, per esempio, sulle calzature e l’abbigliamento di protezione, un vero e proprio distretto della sicurezza. Noi vogliamo accompagnare il sistema d’impresa verso il futuro e fare in modo che viva la crisi senza paura, ma come occasione per diventare un soggetto più moderno, più rispettoso dei diritti e più capace di mettere sui mercati prodotti evoluti”. “Questa sarà la nostra maniera – ha concluso Vendola – di commemorare cinque donne uccise da tante cattive ragioni il 3 ottobre scorso a Barletta”.  
   
   
POLITICHE GIOVANILI, EMANATO IL BANDO “I LUOGHI DELL’ANIMAZIONE”.  
 
Ancona, 4 giugno 2012 - Valorizzare i beni culturali come volano di crescita e sviluppo economico e sostenere l’occupazione dei giovani under 35: a questo è finalizzato il bando, appena emanato dalla Regione Marche, dal titolo “I luoghi dell’animazione”. Con una dotazione finanziaria pari a 1.390.000 euro, il bando rientra nell’accordo “I giovani c’entrano”, siglato lo scorso 30 settembre con il Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il bando innovativo intende sostenere progetti di rete presentati da soggetti pubblici e privati del territorio marchigiano con il massimo coinvolgimento dei giovani che dovranno esserne i protagonisti. Guidati da un capofila, gli enti aderenti – almeno cinque - dovranno presentare progetti che prevedano azioni di animazione e valorizzazione all’interno dei contenitori culturali presenti sul territorio regionale in grado di valorizzare la creatività giovanile attraverso il coinvolgimento dei giovani stessi. Numerose le azioni ammissibili, tra cui tutte le attività rivolte ad arti visive come mostre, corsi di fotografia, realizzazione di video, proiezioni di film; ma anche eventi musicali, promozione della lettura, laboratori multimediali, progetti creativi legati alla valorizzazione e promozione del territorio con degustazione di prodotti tipici, attivazione di servizi nuovi di natura commerciale. Il sostegno all’occupazione giovanile sarà garantito da ogni progetto attraverso l’attivazione di almeno una borsa lavoro di 12 mesi o l’assunzione a tempo indeterminato per giovani laureati. Misure utili ad attuare quelle politiche di sostegno all’occupazione a cui la Regione dedica un focus particolare rivolto a giovani laureati fino a 35 anni.  
   
   
SARDEGNA, POLITICHE GIOVANILI - CAPPELLACCI, CONFRONTO APERTO CON ASSOCIAZIONI  
 
Cagliari, 4 giugno 2012 - "Le azioni rivolte alle nuove generazioni sono di vitale importanza per costruire un sistema-Sardegna capace di affrontare la sfida della modernità non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto sotto l´aspetto culturale, sociale, ideale". Lo ha dichiarato il presidente Ugo Cappellacci al termine dell’incontro del 31 Maggio a villa Devoto con una delegazione delle associazioni giovanili, composta dai rappresentanti di Tdm 2000, Yourope Sardegna, Mine vaganti, Giovani Iddocca, Elsa e Aegee. Durante il confronto, al quale ha partecipato il presidente dell´Viii Commissione consiliare, on. Carlo Sanjust, è stato fatto un approfondimento sulle attività relative alle politiche giovanili, con particolare riguardo alle opportunità offerte dai progetti europei, alle iniziative già avviate e alle risorse per le attività delle associazioni non lucrative. E´ stata altresì rimarcata l´esigenza di promuovere specifici percorsi normativi dedicati alle politiche giovanili. “Convocheremo a breve – ha spiegato il presidente della Regione - un incontro operativo per condividere strategie, percorsi e provvedimenti. Le politiche rivolte ai giovani rappresentano un dovere non solo nei loro confronti, ma un impegno verso l’intera comunità che può giovarsi del contributo in termini di idee, di professionalità e di partecipazione alla vita pubblica come classe dirigente indispensabile per ripristinare un tessuto sociale lacerato dalla crisi".  
   
   
FVG, SICUREZZA: APPROVAZIONE PRELIMINARE PROGRAMMA FINANZIAMENTI 2012  
 
 Trieste, 4 giugno 2012 - Su proposta dell´assessore regionale alle attività produttive, delegato alla polizia locale e sicurezza, Federica Seganti, la Giunta regionale ha approvato in via preliminare la proposta di Programma regionale di finanziamento in materia di sicurezza per l´anno 2012. Complessivamente, come spiega l´assessore, vi sono a disposizione 710 mila euro. La quota prevalente (400 mila euro) è destinata a proseguire nella realizzazione e nella manutenzione di impianti di videosorveglianza e impianti di difesa passiva per le sedi dei Comandi di Polizia locale. 200 mila euro andranno alla prevenzione e al contrasto di fenomeni di bullismo e vandalismo, anche attraverso adeguate iniziative di formazione e comunicazione rivolte ai giovani, nonché a corsi di autodifesa per le donne e all´aiuto delle persone, in prevalenza anziani, più esposte a fenomeni di criminalità. Infine ammontano a 110 mila euro gli incentivi allo svolgimento associato di servizi di polizia locale, al fine di garantirne una maggiore efficienza. "Il programma, previsto dalla legge 9 del 2009 - precisa Seganti - deriva da un´attenta analisi delle criticità che investono il Friuli Venezia Giulia in termini di qualità della vita e di ordinata e civile convivenza. Sono infatti i dati relativi all´andamento dei fenomeni criminali (forniti dalle prefetture regionali) l´indice più importante che ci ha consentito di programmare ambiti di intervento e modalità operative". In proposito "a fronte di un generale calo dei reati registrati nel 2010, che confermava il positivo trend degli anni precedenti - ha detto l´assessore - lo scorso anno, dopo un primo semestre che potremmo definire stabile, nel secondo si è assistito ad un aumento della criminalità". Incremento su cui spicca in particolare il dato dei furti, che rappresentano oltre la metà dei delitti commessi in Friuli Venezia Giulia e che sono cresciuti nel 2011 rispetto al 2010 dell´8,7%. "Proprio per questa ragione la parte più rilevante dei contributi regionali è indirizzata a posizionare sempre più impianti di videosorveglianza, che ad esempio a Trieste metteremo anche negli autobus", ha sottolineato l´assessore seganti. La bozza del Programma regionale di finanziamento in materia di sicurezza sarà ora portata all´attenzione del Consiglio delle Autonomie Locali e della competente Commissione del Consiglio regionale, per l´acquisizione dei previsti pareri prima della definitiva approvazione.  
   
   
MAFIA: IMPRENDITORE ANTIRACKET CUTRO´ ESEGUIRA´ LAVORI PER IL CAS  
 
 Palermo, 4 giugno 2012 - Ignazio Cutro´, l´imprenditore di Bivona che ha denunciato e fatto condannare gli estorsori mafiosi, autori degli attentati che tra il 1999 e il 2006 avevano danneggiato i mezzi della sua impresa edile, stamattina, a palazzo d´Orleans, alla presenza del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, ha firmato il contratto con il Consorzio autostrade siciliane per la prima commessa pubblica dopo aver, finalmente, ottenuto il Durc, (documento unico di regolarita´ contributiva). "Oggi - ha detto l´imprenditore agrigentino - grazie alla Regione siciliana, si apre un´era nuova per i testimoni di giustizia. Per la prima volta, si riesce a far rinascere un´azienda che e´ stata messa in ginocchio dalla mafia e a dare agli imprenditori che denunciano, un forte segnale che le istituzioni sono al loro fianco". La commessa riguarda un lavoro di manutenzione e messa in sicurezza delle cabine elettriche che alimentano le gallerie di Petraro e Baglio sull´autostrada Palermo - Messina, per un importo di 110 mila euro e 60 giorni di lavoro. "Un lavoro di piccole dimensioni - ha detto il presidente Lombardo - ma che consente a questo imprenditore di riprendere a lavorare. Noi gli siamo vicini. La felicita´ e il sorriso che ho visto oggi sul suo volto e su quello dei suoi familiari, rispetto alla disperazione di qualche mese fa, sono il segno chiaro che abbiamo fatto una cosa positiva". Ma oggi e´ soprattutto la rinascita di un´azienda che dopo aver fronteggiato la mafia stava combattendo anche contro la burocrazia per ottenere il Durc. A causa dei danneggiamenti, aveva perso il 40% dei mezzi e tutti i lavori, non riuscendo piu´ a pagare i contributi previdenziali e i tributi, fino ad accumulare debiti per 126 mila euro con il fisco. Una situazione che impediva a Cutro´ di ottenere il Durc e di partecipare ai bandi per le commesse pubbliche. L´odissea si e´ conclusa grazie all´intervento della Regione, che ha coperto parte del debito. Cutro´ ha ottenuto nei giorni scorsi il Documento e, oggi, ha potuto firmare il contratto con il Cas. Il commissario straordinario, Annarosa Corsello, ha annunciato: "questa non e´ un´iniziativa isolata, avvieremo una collaborazione con l´associazione Libera e stipuleremo dei protocolli d´intesa per garantire a tutti gli imprenditori che credono e si battono per la legalita´, le condizioni per competere correttamente". "Oggi - ha detto ancora l´imprenditore - non ha vinto Ignazio Cutro´. Hanno vinto i siciliani onesti che ogni giorno combattono contro l´illegalita´ e la mafia. Io e la mia famiglia abbiamo fatto la scelta di restare nella nostra terra. E´ una questione di dignita´, la nostra terra va difesa. Noi non siamo disertori e non vogliamo lasciare spazio a quei mafiosi che prenderebbero il nostro posto se andassimo via". Un segnale importante nella battaglia per la legalita´ che fa dire al presidente Lombardo: "per quello che abbiamo fatto e per quello che abbiamo impedito, dalla sanita´ ai termovalorizzatori, credo che concretamente nessun governo abbia fatto per il contrasto alla mafia quanto abbiamo fatto noi. Fare il proprio dovere, contrastare la criminalita´, essere trasparenti deve diventare la regola".  
   
   
CROTONE: INCONTRO SU USURA E RACKET, COSTRUIRE INSIEME LEGALITÀ  
 
Crotone, 4 giugno 2023 - Nell’ambito delle iniziative sulla legalità ed in particolare del progetto “Io Denuncio”, l’Ente camerale e la Prefettura di Crotone, riprendendo le finalità dello stesso, organizzano il convegno dal titolo: “Conoscere e Prevenire i Fenomeni dell’Usura e del Racket per Costruire insieme la Legalità”, il prossimo 7 giugno alle ore 15.30, presso la sede camerale. Considerato che il contingente periodo di crisi economica può costituire un rilevante fattore di rischio per un possibile espandersi di tali fenomeni criminali, si ritiene fondamentale l’attività di prevenzione basata sull’informazione e l’educazione all’uso responsabile del denaro, in quanto possono contenere la diffusione dei fenomeni criminali dell’usura e del racket, costituenti una grave minaccia alla libertà degli operatori economici ed agli equilibri di mercato. Queste le finalità del convegno. Un ringraziamento particolare lo rivolgo a S.e. Il Prefetto Vincenzo Panico - sottolinea il Presidente Vincenzo Pepparelli – che con grande disponibilità e particolare sensibilità ai problemi del ns. Territorio, contribuisce notevolmente alla realizzazione di questo filone di iniziative sulla legalità. Possiamo ottenere sviluppo e libertà – continua Pepparelli – solo facendo sistema, nel rispetto delle regole. Interverranno, dopo i saluti delle autorità e l’apertura dei lavori del Presidente, Vincenzo Pepparelli, le Associazioni di Categoria di tutti i settori, l’imprenditrice Silvana Fucito ed il Presidente Onorario Fai Tano Grasso. I lavori saranno conclusi dal Prefetto di Crotone, Vincenzo Panico. Al convegno parteciperanno anche due artiste calabresi, la musicista- cantastorie, Francesca Prestia che eseguirà alcuni brani a tema e, la pittrice Berenice che esporrà alcune delle sue opere.  
   
   
IN TOSCANA UN PATTO CONTRO LO SFRUTTAMENTO PER IL REINSERIMENTO DELLE VITTIME DELLA TRATTA  
 
Firenze, 4 giugno 2012 – L’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo delle vittime della tratta di uomini, donne, ragazzi che vivono o transitano nella nostra regione è l’obiettivo dell’intesa firmata 31 maggio dalla Regione (assessorati al welfare e alle attività produttive) e dall’Unione delle Province Toscane, con il proposito di realizzare un sistema regionale di servizi, con articolazioni sul territorio. L’idea nasce dalla constatazione che anche la Toscana è, come l’Italia, terra di transito o destinazione di molte delle persone vittime di violenza e di sfruttamento a carattere prevalentemente sessuale ma anche lavorativo. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di giovani donne o di ragazzi provenienti soprattutto dalla Romania, ma anche dall’Albania, dalla Nigeria, dal Pakistan. Proprio per questo da tempo la Regione lavora come capofila e partner di progetti transnazionali. Con la Romania, è stato siglato nel 2008 un protocollo d’intesa per l’inserimento al lavoro, che coinvolge anche lo Stato italiano e altre regioni. “L’intesa con le Province – osserva l’assessore al welfare Salvatore Allocca – punta a mettere a sistema le esperienze nate all’interno di questi progetti e portate avanti da tutti quei soggetti che sono chiamati ad operare per contrastare la riduzione in schiavitù degli esseri umani. Grazie a queste sinergie contiamo di predisporre servizi di pronta accoglienza, assistenza e reinserimento socio-lavorativo delle vittime”. “Si tratta – spiega l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – di strumenti che grazie all’emersione del lavoro irregolare e al sostegno a forme di occupazione legali, si propongono di estirpare e prevenire il fenomeno, così come previsto dalla carta dei diritti fondamentali dell’Ue, da atti delle Nazioni Unite e di altri organismi nazionali e internazionali. Anche la Toscana, purtroppo, è interessata al triste fenomeno, che pensiamo di contrastare efficacemente dando a queste persone opportunità di inserirsi nel mercato del lavoro regolare, e creare le basi per sottrarsi o non cadere vittima del traffico clandestino”. Le province metteranno a disposizione l’esperienza maturata nel contrasto al fenomeno, realizzando con una metodologia comune, progetti specifici sul territorio insieme a tutti i soggetti che operano nel settore, con l’obiettivo dell’inserimento lavorativo delle vittime. In particolare, la Regione si impegna a mettere a disposizione 200 mila euro e gli strumenti contenuti nel progetto Con-trat-to (Contro la tratta in Toscana) e nel protocollo d’intesa sottoscritto con la Presidenza del consiglio dei ministri italiana e la Romania. Secondo l‘Atlante sociale sulla tratta, pubblicato dal Cesvot nel 2011, in Toscana negli anni 2009-2011 si sono rivolte agli operatori di strada presenti ad Arezzo, Firenze e Pisa circa 13 mila persone, di cui 38 minori e 76 transessuali. Le nazionalità di provenienza sono prevalentemente Romania, Nigeria, Albania e Sudamerica. La principale tipologia di sfruttamento è quella sessuale, seguita da sfruttamento lavorativo, matrimonio coatto, accattonaggio.  
   
   
ASSOCIAZIONI CONSUMATORI SU VICENDA PONZELLINI: RECUPERARE I SOLDI DELLA BPM RUBATI AI RISPARMIATORI  
 
Roma, 4 giugno 2012 - Dalla Banca Popolare di Milano giunge l’ennesimo caso di finanza corrotta e irresponsabile, dannosa per i risparmiatori e per tutto il sistema bancario. In una nota congiunta, Adusbef, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Movimento Consumatori prendono posizione sul malaffare bancario portato alla luce dalla magistratura. Le notizie di questi giorni relative all´arresto di Massimo Ponzellini, ex presidente della Bpm, delineano un sistema di redistribuzione delle risorse rovesciato, nel quale i soldi dei risparmiatori venivano utilizzati dal banchiere per sostenere politici amici e gruppi malavitosi. Una sorta di Robin Hood al contrario. In sostanza, mentre da una parte ai cittadini vengono chieste mille garanzie per ottenere dei crediti anche modesti, a parlamentari e mafiosi sono elargite somme cospicue senza alcuna verifica della effettiva finanziabilità delle società. Ne emerge un sistema di favori e scambi incrociati dal quale i primi ad essere penalizzati sono proprio i risparmiatori. Chiediamo, pertanto, in primo luogo, il recupero del maltolto e la restituzione ai clienti della banca. La vicenda conferma una volta di più l’incapacità degli organi di vigilanza e controllo del settore bancario di intervenire prontamente per tutelare – da una parte - i risparmiatori direttamente coinvolti e – dall’altra –un sistema bancario da anni ai minimi storici per popolarità e trasparenza. La Banca popolare di Milano, tra l’altro, non è nuova a simili scandali. Per anni, infatti, sono andate avanti, malgrado ripetute segnalazioni a Antitrust, Consob e Banca d’Italia da parte delle Associazioni dei Consumatori, sospette attività compiute in seno alla banca, ad esclusivo beneficio di solo alcuni soci, riuniti nell’associazione “Amici della Bpm” e rappresentanti solo del 2-3% del capitale sociale, relegando ai margini gli interessi legittimi dei piccoli risparmiatori.  
   
   
TOSCANA: PROGETTO BE-WIN, PARTE L´ATTIVITÀ DI MENTORING  
 
 Firenze, 4 giugno 2012 - Si è conclusa nelle 16 regioni italiane coinvolte nel progetto “Be Win – Business Entrepreneurship Women in Network” la selezione di imprenditrici esordienti o mentee da ammettere all’azione formativa di mentoring prevista dal progetto; l’iniziativa, cofinanziata dalla Commissione Europea, si pone l´obiettivo di sviluppare una "Rete italiana di donne imprenditrici" esperte in ambito manageriale ed imprenditoriale, disponibili ad una trasmissione di esperienza nei confronti di neo-imprenditrici nella fase dello start-up di impresa. Le 49 neo-imprenditrici selezionate in tutta Italia stanno formalizzando in questo periodo la loro adesione tramite sottoscrizione di Lettere di Impegno, con cui confermano la propria volontà di partecipare gratuitamente alle attività previste e per l’intera durata dell’azione. Ora che le fasi propedeutiche – selezione di Mentor e Mentee – si sono concluse, prende avvio l’azione di mentoring. Si svolgeranno infatti prossimamente nelle varie regioni gli incontri di apertura del percorso formativo dal titolo “Formazione congiunta Mentor/mentee – Teambuilding”. In questo primo meeting i partner presenteranno alle imprenditrici selezionate il progetto Be Win, focalizzandone gli obiettivi ed i risultati attesi ed illustrando l’itinerario delle attività. In seguito, ogni Mentor e Mentee partecipante si presenterà: le Mentor illustreranno la propria esperienza di successo professionale e le caratteristiche che si sentono capaci di mettere a disposizione delle Mentee nel percorso di mentoring; le Mentee presenteranno se stesse, le proprie imprese, illustreranno le questioni ed i problemi che stanno affrontando in questi primi anni di vita delle loro imprese e le aspettative sulle attività da realizzare in stretta collaborazione con le Mentor. Alla fine dell’incontro, i partner, con il supporto delle Mentor, creeranno i due gruppi Mentor-mentees. Le imprenditrici iniziano così un percorso formativo articolato in incontri, sessioni di coaching, visite aziendali, incontri nazionali, che si concluderà nell’estate del 2013. E’ stato pubblicato su www.Be-win.it  il calendario delle prossime attività.  
   
   
LA SOLIDARIETÀ TRA GENERAZIONI PESA SULLE SPALLE DELLE DONNE  
 
Trento, 4 giugno 2012 -Esiste ancora il divario di genere in ambito lavorativo? Si può dire che le figlie stiano oggi meglio delle madri e delle nonne? Donne, conciliazione e opportunità di lavoro oggi al centro del dibattito del Festival dell’Economia di Trento che affronta il tema in una in prospettiva intergenerazionale. Se ne è parlato il 2 giugno alla Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento con l’economista Agar Brugiavini (Università Ca’ Foscari di Venezia), presidente della Scuola Superiore di Economia. Le interazioni tra scelte di lavoro, fertilità e cura della famiglia mettono le donne sotto pressione. Agar Brugiavini: «Queste interazioni sono particolarmente forti (e a volte sottovalutate) se viste nel ciclo di vita. Tra l’aiuto con i figli e l’assistenza ai nonni, la reciprocità intergenerazionale pesa sulle spalle delle donne. Le giovani donne hanno condizioni di vita e aspirazioni diverse dalle loro madri, ma sono sotto pressione. Le politiche di welfare devono assumere una prospettiva di ciclo di vita tenendo conto delle relazioni intergenerazionali». L’incontro, coordinato dal giornalista Dario Laruffa, si è aperto con alcuni dati che fotografano le condizioni lavorative e di vita delle donne nel nostro Paese, tratte dal Rapporto annuale dell’Istat e dalla Relazione annuale della Banca d’Italia. Dal punto di vista occupazionale, il tasso di occupazione femminile in Italia è attualmente al 46,5%, inferiore rispetto al 58,5% europeo. Lavorano il 55% delle donne al Centro-nord ma solo il 30% al Sud e Isole. Eppure dal 1993 al 2011 nel totale dell’occupazione si trovano 40mila uomini in meno e 1,7 milioni di donne in più, per lo più nei servizi. Solo 46 donne su 100 lavorano, ma tra gli attuali quarantenni è laureato il 15% degli uomini, contro il 21% delle donne. Nelle famiglie il 33% è composto da donne che non portano reddito. Un dato basso, analogo a quello di Malta, Grecia e Romania, contro il 10% dell’Inghilterra e della Germania. Nella media europea, solo il 4% delle coppie trae reddito del lavoro esclusivo della donna. Un’equa ripartizione del lavoro nelle coppie in Italia arriva al solo 6%. L’italia, inoltre, è al 21 posto in Europa quanto alla partecipazione e alle opportunità. A parità di condizioni, le donne guadagnano il 13% in meno e solo il 12% dei dirigenti è donna. «Negli ultimi decenni si è ridotto il divario fra uomini e donne in ogni aspetto riguardante la vita lavorativa ed è aumentata la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro – ha commentato Agar Brugiavini, presentando i dati dell’indagine Share che ha condotto. Le donne delle generazioni più giovani lavorano di più, guadagnano meglio e hanno prospettive di carriera migliori delle loro madri. Queste invece lavorano meno, in parte per pensionamento, in parte per un generale aumento di partecipazione al mercato del lavoro delle nuove generazioni. Le figlie hanno un livello di istruzione più elevato, migliori prospettive di lavoro e reddito ad inizio carriera e tendono a fare meno figli o a ritardare il momento della maternità (primo figlio a 32 anni, contro i 24 del 1970). La conseguenza della diminuzione della fertilità è un calo nel numero di famiglie. Dal punto di vista lavorativo, si rileva ancora una pesante differenza di genere nei salari e nelle pensioni, soprattutto in alcuni Paesi. «La maternità in Italia è tutto sommato abbastanza protetta» ha però ammesso Brugiavini. «Introdotti nel 1970, i congedi di maternità in Italia sono diventati progressivamente più lunghi e generosi. Negli ultimi anni la tendenza è quella di accorciare i congedi ed aumentare il livello delle prestazioni». Ma qual è l’impatto dei congedi di maternità? I congedi aumentano la partecipazione delle madri al mercato del lavoro o piuttosto hanno un effetto simile ai sussidi di disoccupazione allungando solamente le interruzioni? «La presenza di questi congedi aumenta la flessibilità e la possibilità di scelta – ha risposto Brugiavini. Consentono alla donna di rimanere temporaneamente fuori dal mercato dal lavoro, anche se questo, se si protrae troppo, può costituire un limite. In generale, le generazioni più giovani godono di maggiori protezioni durante la maternità di quanto non fosse accaduto per le madri. Al tempo stesso, però, hanno pensioni in generale più basse e più legate agli anni di contribuzione. In una prospettiva di lungo termine, la generazione delle quaranta-cinquantenni (nate 1965-1975) è stretta fra cura dei figli e dei genitori anziani e molte donne, in particolare nei Paesi mediterranei, per far fronte a queste doppie esigenze di cura rinunciano alla propria carriera. Una situazione che non può che peggiorare, dato che l´allungamento della vita media amplifica i rischi di malattie debilitanti in età avanzata e che il numero di persone che avranno bisogno di assistenza salirà per puro effetto dell’accresciuta longevità. Le madri (baby boomers, nate negli anni 1945-1965) stanno uscendo dal mercato del lavoro, e nel 2030 avranno 80 anni». «La spesa pubblica per le cure di lungo termine in Europa rappresenta una quota fra il 10% e il 20% della spesa sanitaria complessiva – ha commentato Brugiavini. Nei Paesi mediterranei vi è maggiore prevalenza di informal care e il primo familiare a cui si ricorre per aiuto è il coniuge. Ma al di fuori del nucleo familiare, i principali “caregivers” sono le figlie femmine. Con oltre 18 ore a settimana per la cura dei genitori (contro le due ore settimanali della Danimarca), le donne delle generazioni più recenti sono quelle ad essere più sotto pressione. Spinte da altruismo, ma anche da un senso di reciprocità e solidarietà, sono le donne a portare il peso di questo patto intergenerazionale: le figlie aiutano le madri, le nonne si prendono cura dei nipoti. Via via però questo patto si sta sgretolando, perché le cinquantenni di oggi sono ancora attive nel mercato del lavoro e non riescono più ad occuparsene come potevano fare le cinquantenni delle precedenti generazioni». «Le condizioni di vita e le aspirazioni delle figlie sono diverse da quelle che le loro madri avevano alla stessa età – ha concluso Brugiavini. Per le figlie ci sono maggiori opportunità di lavoro e gratificazione, più elevata scolarità e l’eguaglianza di genere è un principio (generalmente) accettato. Le figlie però non stanno necessariamente “meglio” perché il loro benessere dipende dalla interazione di alcuni fattori, tra cui le esigenze di cura di figli (piccoli o adolescenti) e genitori anziani e le politiche di sostegno alla famiglia, assistenza di lungo termine ad anziani non autosufficienti. Le misure a sostegno dell’assistenza informale esistono: si va dai permessi da lavoro (pagati o non pagati), agli orari di lavoro flessibili, gli assegni a beneficio del datore/ricevente di assistenza, gli interventi che forniscono sollievo temporaneo dal peso dell’assistenza. Anche la legislazione si sta muovendo nel senso di incoraggiare il coinvolgimento dei padri. Tuttavia il peso di questo doppio incarico che attualmente grava sulle donne e la tensione che induce le donne a lasciare prematuramente il mercato del lavoro è ancora troppo poco riconosciuta».  
   
   
FAMILY DAY, SETTE IMPRESE SU DIECI A MILANO SONO FAMILIARI  
 
Milano, 4 giugno 2012 -Per l’incontro mondiale delle famiglie, un imprenditore su sette si sente direttamente coinvolto e circa la metà è pronto a seguirne gli sviluppi. È un’iniziativa che contribuisce a rendere Milano punto di riferimento internazionale (la risposta più scelta), per uno su sette è importante la scelta di Milano. Milano è pronta a mostrare la sua disponibilità all’apertura e all’accoglienza per quasi la metà delle imprese, insieme a capacità organizzativa e internazionalità. Per una città più a misura di famiglia chiedono più verde e parchi e un piano di iniziative mirate alla famiglia tutto l’anno. Circa 7 su 10 sono familiari e lo considerano un vantaggio perché impresa e famiglia sono elementi importanti della nostra società (61%) e quasi la metà la ritiene più resistente alla crisi grazie alla flessibilità. Nella scelta del lavoro il 42,6% ha seguito il padre. Per promuovere le imprese familiari e storiche chiedono un marchio per la tutela (30,8%), aiuti per la valorizzazione (29,7%), giornate aperte con visite guidate ogni anno (26,2%), con attenzione a Expo 2015 (24%). Emerge da un’indagine della Camera di commercio a maggio 2012 su circa 200 imprenditori. “Il Vii Incontro Mondiale delle Famiglie, con l’arrivo del Papa a Milano - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano -, è un momento che fa bene alla nostra città che diventa crocevia di esperienze, di domande e di aspettative importanti per credenti e non credenti. E’ un momento atteso anche dalle nostre imprese fatte da uomini – imprenditori e lavoratori – che si confrontano con la grande crisi economica. Imprese attente alla famiglia perché a Milano 7 su 10 sono familiari e considerano un valore e un vantaggio esserlo. Per questo grande incontro abbiamo voluto realizzare un’indagine dedicandola proprio alle imprese familiari milanesi perché, come dice il titolo di questo evento “La famiglia: Il lavoro e la festa”, se fatti con dedizione e amore - sia la famiglia che il lavoro - diventano occasioni di gioia comune”. Le imprese considerano le imprese familiari un valore importante per l’economia milanese: il 61% perché vede nella famiglia e nell’impresa i cardini della società mentre il 16,9% sostiene che siano più flessibili. Il vantaggio principale di una gestione familiare è la maggiore adattabilità di fronte alle congiunture (44,6%). Le difficoltà sono costituite dalle nuove generazioni che non vogliono fare rinunce e sacrifici per l’azienda (34,9%), l’organizzazione del management di solito inferiore alla media delle imprese (21%), la commistione con i soldi di famiglia (20%) e i litigi frequenti (19,5%). E per il futuro? Il 15,4% vuole continuare a seguire la linea che ha sempre seguito fino all’età della pensione mentre il 14,9% desidera ampliare l’attività coinvolgendo anche persone esterne alla famiglia.  
   
   
DONNE CHE DECIDONO: SERATA INFORMATIVA IL 7 GIUGNO A CALDARO  
 
Bolzano, 4 giugno 2012 - La Commissione provinciale per le pari opportunità organizza un nuovo incontro informativo nei comprensori sul progetto Interreg "Donne che decidono" al quale aderisce. Giovedì 7 giugno 2012, alle ore 20.00, alla Prima + Nuova Cantina di Caldaro. La partecipazione è aperta a tutte le persone interessate. Nelle posizioni direttive e decisionali, le donne rappresentano tuttora una ristretta minoranza. Per invertire questa tendenza è nato il progetto Interreg Iv Italia-austria 2011-2013 “Donne che decidono”. In sostanza, il progetto vuole dar vita a una piattaforma elettronica in cui scambiarsi conoscenze ed esperienze acquisite, rendere visibili le donne in una banca dati delle competenze, promuovere reti di coordinamento, rafforzare la coesione fra le donne nelle imprese, nella pubblica amministrazione e nella politica, e aumentare la percentuale delle donne che occupano posizioni davvero importanti. Per l’Alto Adige al progetto aderisce la Commissione provinciale per le pari opportunità delle donne insieme al Servizio donna della Provincia Autonoma di Bolzano. Il progetto “Donne che decidono” viene presentato mano a mano in tutti i comprensori dell´Alto Adige in collaborazione con i Comitati per le Pari Opportunità dei Comuni. Dopo il primo appuntamento per il Burgraviato a Merano, sarà la volta dell´Oltradige/bassa Atesina, giovedì 7 giugno 2012, alle ore 20.00, alla Prima + Nuova Cantina di Caldaro. La presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità Ulrike Oberhammer e la responsabile di progetto per l´Alto Adige Astrid Pichler invitano tutte le donne interessate a partecipare alla serata informativa. Ulteriori informazioni sul progetto: www.Provincia.bz.it/pariopportunita