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Notiziario Marketpress di Lunedì 27 Maggio 2013
IL COMMISSARIO EUROPEO HAHN A ROMA IL 27 E IL 28 MAGGIO PER DISCUTERE DI COME LA POLITICA DI COESIONE POSSA CONTRIBUIRE AL MEGLIO ALLA RIPRESA IN ITALIA.  
 
 Roma, 27 maggio 2013 – Oggi Lunedì 27 maggio il commissario Hahn arriva a Roma in un momento delicato per l’Italia e per il suo. Il Commissario incontrerà il nuovo Ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia per discutere l´utilizzo dei fondi strutturali dell’Ue, che rappresentano un investimento nella crescita futura, per creare posti di lavoro sostenibili ed aiutare il paese ad uscire dalla crisi. Martedì 28 maggio a Roma il commissario Hahn e il Ministro Trigilia parteciperanno a un’importante conferenza intitolata “Verso Europa 2020: la programmazione 2014 - 2020 nelle politiche comunitarie” in cui si rifletterà su come attuare una strategia adeguata per ottenere il massimo effetto benefico sull’economia italiana e la sua popolazione. Nel corso delle due giornate della sua visita in Italia, il commissario Hahn incontrerà inoltre il Ministro dell´Economia e delle finanze Fabrizio Saccomanni, il Presidente della Regione Siciliana Rosario di Crocetta, e il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti.  
   
   
UE: TAJANI A VENTOTENE PER PARLARE DI ORIGINI E FUTURO DELL´EUROPA CON 500 RAGAZZI  
 
Roma, 27 maggio 2013 - Il Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani, accompagnerà il prossimo 27 maggio più di cinquecento giovani alla scoperta delle origini dell´Europa unita, ripercorrendone le tappe più significative e discutendo delle sfide che abbiamo davanti. Come si esce dalla crisi? Siamo pronti per un´Europa federale? L´adesione di nuovi Stati membri ci renderà più deboli? Come affrontare insieme le grandi sfide dell´ambiente, della demografia e dei diritti umani in un mondo sempre più globale? Queste alcune delle domande cui Tajani risponderà insieme ai ragazzi, nel quadro del quinto appuntamento dei "Dialoghi con i cittadini", promossi dalla Commissione europea nell´Anno europeo dei cittadini. Alla vigilia del dibattito, Il Vicepresidente Tajani ha dichiarato "Solo uniti possiamo uscire dalla crisi e affrontare le sfide che ci aspettano. Per questo serve più Europa. Non possiamo lasciare cadere proprio ora la preziosa eredità di istituzioni europee democratiche lasciata dai padri fondatori. Abbiamo il dovere di continuare a lavorare per un´Europa politica e solidale che guardi alle nuove generazioni. Fermarsi adesso e tornare indietro, verso la disgregazione del continente, ci condannerebbe al declino e all´irrilevanza". L´incontro si terrà il 27 maggio a partire dalle 12:30 in Piazza Castello a Ventotene. E´ anche possibile partecipare al dibattito e porre domande al Vicepresidente via Twitter sin da ora, utilizzando l´hashtag #Eudeb8. Analoghe iniziative promosse dalla Vicepresidente della Commissione europea, Viviane Reding, sono in corso in tutti i 27 Stati membri dell´Ue. In Italia il dialogo aperto con i cittadini si articola in sette momenti diversi. Quattro già avvenuti: Napoli (30 novembre 2012) sul tema dell´occupazione con il Commissario europeo László Andor, Torino (21 febbraio) con la Commissaria Cecilia Malmström sulla sicurezza, Roma (18 marzo 2013) con Tajani su imprenditorialità e industria e Pisa (5 aprile 2013) con il Commissario Janez Potočnik sullo sviluppo sostenibile. Il dialogo tematico successivo a quello di Ventotene avrà luogo a Milano il 7 giugno 2013 con la partecipazione della Commissaria all´azione per il clima Connie Hedegaard. A conclusione di questo ciclo di eventi Viviane Reding avrà un incontro a livello europeo aperto a tutti – per tirare le somme di questo confronto.  
   
   
SVILUPPO, MINISTRO ZANONATO INCONTRA TAJANI: SERVE ANCHE INDUSTRIAL COMPACT  
 
Roma, 27 maggio 2013 - Il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha incontrato il 23 maggio presso il Dicastero di Via Veneto il Vice Presidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani. Al centro del colloquio, la necessità di affiancare al consolidamento fiscale misure di rilancio della competitività industriale, con riforme e investimenti mirati: accanto al fiscal compact, anche un industrial compact. In particolare, si è discusso della strategia Ue per re-industrializzare l´Europa passando dall´attuale 15.2% di Pil legato al manifatturiero al 20% entro il 2020. Zanonato e Tajani hanno convenuto che bisogna concentrarsi su priorità limitate: più investimenti in innovazione ed educazione vicino alle imprese e migliore accesso al credito e ai mercati. Si è evidenziato che la Commissione e i governi devono attuare politiche - quali quelle per il mercato interno, la standardizzazione, la concorrenza, il commercio, l´ambiente, l´energia, le materie prime, la ricerca o le infrastrutture - in maniera coerente con questo obiettivo. E’ necessario, ad esempio, promuovere misure che abbattano gli alti costi dell´energia nell’Unione europea, al fine di contrastare efficacemente la delocalizzazione di strategici comparti industriali e i problemi correlati ai cambiamenti climatici. Sono stati inoltre affrontati gli argomenti al centro dei prossimi vertici europei, a cominciare dal Consiglio di Competitività in programma il 28-29 maggio a Bruxelles, a cui prenderà parte il ministro Zanonato, e quello sull´industria del 27 giugno. In particolare si è discusso della necessità di affiancare al Fiscal Compact un Industrial Compact, rafforzando il ruolo del Consiglio Competitività affinché svolga un ruolo equiparabile all´Ecofin. Tra le misure approfondite, quelle per favorire l´accesso al credito, la piena entrata a regime della direttiva sui ritardi di pagamento e l´estinzione di tutto lo stock dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione. In proposito, è stato evidenziato come la restrizione e le disparità delle condizioni di accesso al credito nell´Ue rappresentino la più seria ipoteca per l´uscita dalla crisi. Per questo, secondo Zanonato e Tajani, la Banca Europea per gli Investimenti deve essere chiamata a uno sforzo straordinario in sinergia con il bilancio Ue per rafforzare gli strumenti di garanzia per credito e venture capital. Tajani ha illustrato l´iniziativa cui sta lavorando con i colleghi Commissari Rehn, Barnier, e Hahn. Il Ministro Zanonato, da parte sua, ha illustrato al Vice Presidente Tajani le misure all’esame del governo per rifinanziare il Fondo centrale di garanzia dello Stato e per fornire credito garantito a progetti innovativi, attivando una sinergia tra il Fondo per la crescita sostenibile del Mise, la Bei e la Cassa Depositi e Prestiti. E´ stata anche espressa forte preoccupazione per i livelli inaccettabili di disoccupazione giovanile in Europa e la necessità di mettere in cima all´agenda misure per l´assunzione di giovani, anche attraverso la detassazione del primo impiego e della formazione lavoro con utilizzo di fondi Ue. Importante, inoltre, favorire l´imprenditoria giovanile con programmi scolastici, accesso al credito e misure per le start up. Nel corso del colloquio, sono stati affrontati anche i principali nodi che frenano la competitività industriale: una pressione fiscale su imprese e lavoro, costo dell´energia, un contesto non favorevole al business per eccesso di regole e burocrazia e tempi della giustizia, difficoltà di accesso al mercato Ue a quelli internazionali, investimenti limitati nell’innovazione industriale e un sistema formativo ancora troppo lontano dalle imprese. Tajani ha poi illustrato le norme per rafforzare la sorveglianza dei prodotti sui mercati e la tutela dei consumatori approvati dalla Commissione e attualmente in discussione al Parlamento e Consiglio Ue, che prevedono l´inserimento dell´indicazione di origine (made in) al fine di rendere tracciabili i beni prodotti fuori e dentro l´Ue. In parallelo, Tajani ha chiesto sostegno al Ministro nella promozione della campagna promossa con il Commissario Barnier contro la contraffazione. Il Ministro Zanonato e il Vice Presidente Tajani hanno infine espresso fiducia che l’Italia possa nei prossimi giorni uscire dalla procedura per deficit eccessivo avviata dall’Unione europea e recuperare così importanti risorse per l’immediato rilancio di politiche di crescita e occupazione in linea con le strategie comunitarie.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE DI AVVIARE NEGOZIATI PER UN ACCORDO DI INVESTIMENTO CON LA CINA  
 
Bruxelles, 27 maggio 2013 - La Commissione europea ha deciso il 23 maggio di chiedere agli Stati membri per il loro accordo su un mandato per avviare negoziati su un accordo di investimento con la Cina. Questa è la prima proposta di sempre per un accordo di investimento autonomo in quanto gli investimenti diretti esteri è diventato di competenza esclusiva dell´Unione europea ai sensi del trattato di Lisbona. "Un accordo di investimento Ue-cina aiuterà ad approfondire i nostri legami e invia il segnale che siamo fermamente impegnati a costruire un partenariato forte", ha detto il commissario Ue al commercio Karel De Gucht. "L´accordo deve assicurare l´apertura esistente e fornire nuova liberalizzazione delle condizioni di accesso al mercato dei reciproci investimenti. Soprattutto, si dovrebbe anche migliorare il trattamento degli investitori e dei loro beni - compresi i principali tecnologie e dei diritti di proprietà intellettuale. Non vedo l´ora di lavorare con il nuovo governo cinese per raggiungere un accordo. " Le direttive di negoziato per i negoziati di investimento Ue-cina saranno ora sottoposte al Consiglio, il cui via libera è necessario per la Commissione ad avviare negoziati. La decisione di avviare negoziati per un accordo bilaterale di investimento era stata presa dalla Ue e la Cina in occasione del vertice Ue-cina 14 tenutosi nel febbraio 2012 a Pechino. Un accordo di investimento Ue-cina sarebbe snellire gli accordi di protezione degli investimenti bilaterali tra la Cina e 26 gli Stati membri dell´Ue in un unico testo coerente. I principali obiettivi di un accordo a livello Ue sono di migliorare la protezione degli investimenti dell´Ue in Cina, così come gli investimenti cinesi in Europa, per migliorare la certezza giuridica per quanto riguarda il trattamento degli investitori europei in Cina, riducendo le barriere investendo in Cina e, di conseguenza, aumentando i flussi di investimenti bilaterali. Dovrebbe anche, soprattutto, coprire un migliore accesso al mercato cinese - affrontare questioni importanti come la joint venture obbligatori. Una volta che gli Stati membri hanno adottato il mandato, l´Europa spera che i colloqui formali possano iniziare presto, in attesa che le autorità cinesi hanno concluso le loro procedure interne per l´adozione di un mandato di negoziazione. Questo passo da entrambe le parti confermano la volontà e l´impegno di una solida e in espansione del commercio reciprocamente vantaggioso e rapporto investimenti. Flussi commerciali tra la Cina e l´Ue sono impressionanti, con beni e servizi per un valore ben più di € 1000000000 scambiati tra i due partner ogni giorno. Tuttavia, gli attuali flussi di investimenti tra l´Ue e la Cina non raggiungono il potenziale della relazione economica tra due dei più importanti blocchi economici del pianeta: nel 2011 le imprese europee hanno investito 17500000000 € in Cina, mentre, secondo ufficiale di Eurostat dati, la Cina ha investito € 2,8 miliardi nell´Ue nello stesso anno. Anche se queste cifre sono in aumento, questo rappresenta ancora meno del 3% del totale dei flussi in uscita di Ide di entrambe le parti. Quindi, vi è un enorme potenziale per sviluppare ulteriormente i legami bilaterali di investimento.  
   
   
SOSTENIBILITÀ E RENDICONTAZIONE: L´EUROPA IN PRIMA LINEA  
 
 Amsterdam, 27 Maggio 2013 - L’intervento di Michel Barnier Commissario europeo per il Mercato interno ei servizi, alla Conferenza mondiale sulla sostenibilità e reporting (Gri): “ Signore e signori, Prima di tutto, permettetemi di ringraziare il Global Reporting Initiative e il suo amministratore delegato Ernst Ligteringen per avermi invitato oggi. Voglio anche ringraziare Teresa Fogelberg per il suo attivo contributo al lavoro della Commissione europea sulle informazioni non finanziarie. Oggi voglio concentrarmi sulla proposta dell´Ue sulla non finanziaria, informativa societaria, pubblicato nel mese di aprile di quest´anno. Vorrei anche attirare la vostra attenzione le regole di segnalazione europei recentemente concordati per le industrie estrattive e le banche. L´europa non è qui per insegnare altre parti del mondo le lezioni. Ma io credo che le nostre nuove regole possono servire come fonte di ispirazione per altre parti del mondo. Quindi, vorrei congratularmi con il Gri per aver raccolto questo splendido pubblico qui oggi. E vorrei dire che uno speciale ringraziamento a quelli di voi che hanno viaggiato qui da fuori dell´Europa. Mi permetta di mettere la questione della sostenibilità e reporting aziendale nel suo contesto più ampio: L´europa si sta ancora riprendendo dalla peggiore crisi degli ultimi 50 anni. Una crisi che si è diffuso dal settore finanziario per la vita quotidiana di molti cittadini e aziende. Una crisi con conseguenze drammatiche: le persone hanno perso il lavoro, le Pmi hanno perso l´accesso ai finanziamenti. E il populismo è in aumento in tutta Europa. Penso che siamo tutti d´accordo che questa crisi segna un punto di svolta. Non possiamo permetterci di tornare al business as usual. Abbiamo bisogno di disegnare tutti - ripeto tutti - le giuste lezioni dal passato. Abbiamo bisogno di istituzioni finanziarie più sicure. Le banche devono tornare al loro compito originario: finanziare l´economia reale. Attualmente, l´Unione europea è in prima linea in questa lotta. Abbiamo agito sui nostri impegni del G20. Rendendo le banche più sicuro e più solido. E stiamo costruendo un sindacato bancario per spezzare il legame tra banche, debito sovrano e contribuenti. Tuttavia ripristinare la solidità del settore finanziario non è sufficiente. Più in generale, abbiamo bisogno di eliminare la visione a breve termine che ha dominato il settore delle imprese per troppo tempo. Se vogliamo affrontare la sfida dell´invecchiamento e del cambiamento climatico; se vogliamo step-up la nostra capacità di innovazione e di istruzione superiore; se vogliamo costruire industrie di successo in Europa; quindi abbiamo bisogno di incoraggiare gli investimenti a lungo termine. Abbiamo lanciato un Libro verde sulla questione di qualche settimana fa. Incoraggio tutti voi a partecipare e di comunicare le tue idee. Vorrei promettere la vostra partecipazione nostre consultazioni è mai una perdita di tempo. Infine, abbiamo bisogno di imprese più responsabili. Principi di corporate governance già esistenti dovrebbero essere attuate in modo più efficace. Organi sociali dovrebbero riflettere i sessi, la diversità geografica, professionale ed età, istruzione,. Allo stesso modo, le aziende devono soddisfare i loro obblighi nei confronti dei dipendenti, consumatori, comunità locali e le autorità pubbliche. Ma soprattutto, il modo in cui questi impegni siano rispettati dovrebbe essere resa pubblica e trasparente. Ecco perché rendicontazione non finanziaria è una questione così importante. Sono convinto che questo serve gli interessi degli investitori, gli azionisti, i dipendenti e la società in generale. In parallelo, questo è un bene per le aziende stesse. L´esperienza dimostra che le imprese trasparenti hanno costi di finanziamento più bassi, attirare e trattenere i dipendenti di talento, e sono più di successo nel lungo termine. Pertanto, rendicontazione non finanziaria può essere parte della ripresa economica dell´Europa. E può migliorare l´impatto delle imprese europee per l´ambiente e le società di tutto il mondo. Ma, Signore e Signori, non siamo ancora lì. Le migliori pratiche sono ancora ben lungi dall´essere la norma. L´attuale legislazione ha dimostrato di essere inefficace. A questo punto, neppure il 10% delle più grandi società comunitarie fornisce regolarmente tali informazioni. Se vogliamo che l´Europa a guidare il modo di corporate responsabilità, trasparenza e responsabilità, dobbiamo fare meglio. Già da molto tempo, ho avuto la convinzione che non possiamo mantenere o ricostruire un rendimento economico sostenibile senza coesione sociale all´interno delle aziende, ma anche nella società nel suo complesso. Per affrontare questo problema, nel 2010 abbiamo lanciato una vasta consultazione con i paesi europei, le aziende, gli investitori e le altre parti interessate. Nel mese di ottobre 2011, questo processo ha portato ad una nuova strategia Ue per la responsabilità sociale delle imprese 1 , che ho presentato insieme con i miei colleghi Antonio Tajani e Laszlo Andor. Sulla base di questo lavoro preparatorio, il mese scorso, la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa che aumenti la trasparenza aziendale in materia sociale e ambientale. Questa nuova proposta riguarda tutte le aziende con più di 500 dipendenti. Essi dovranno comunicare informazioni su questioni ambientali, sociali e relativi ai dipendenti, in più, essi dovranno anche indicare sui diritti umani, la lotta contro la corruzione e le questioni anti-corruzione. Allo stesso tempo, le società quotate dovranno avere una politica in materia di diversità. Chiediamo concisa, solido, e utili informazioni necessarie per capire la posizione di una società. Le aziende non saranno tenuti a presentare una relazione "sostenibilità" a tutti gli effetti e dettagliata. Ma, naturalmente, essi sono naturalmente invitati a farlo se lo desiderano. La proposta è ora con i legislatori dell´Unione europea, il Parlamento europeo e al Consiglio dei Ministri per l´adozione. Vorrei cogliere l´occasione per ringraziare in primo luogo la Presidenza irlandese e, in secondo luogo il Parlamento europeo, in particolare l´onorevole Richard Howitt, il signor Raffaele Baldassaere e la signora Sirpa Pietikainen. Riconosco un processo democratico valido richiede un tempo sufficiente. Tuttavia, mi auguro sinceramente la legislazione verrà concordato entro un anno, prima delle elezioni europee del 2014. Signore e signori, E ´spesso il caso con le nostre proposte, che alcuni pensano che stiamo andando troppo lontano, mentre altri vorrebbero che andassimo ancora di più. Non è diverso per questa proposta. Ora, vorrei affrontare questi due problemi opposti. I - In primo luogo, stiamo andando troppo lontano? Alcuni dicono che avremmo dovuto aspettare fino a quando la crisi economica era finita. Ma io dico: La trasparenza è parte della soluzione, non il problema! Trasparenza porta a migliorare le prestazioni, la crescita economica sana e l´occupazione più sostenibile. Negli ultimi dieci anni, alcuni Stati membri, come i Paesi Bassi, Francia, Danimarca, Regno Unito, Spagna e Svezia hanno introdotto obblighi di pubblicità che vanno oltre i requisiti dell´Ue. Perciò abbiamo bisogno di aggiornare la normativa Ue e di garantire la parità di condizioni. Altre persone temono un aumento degli oneri amministrativi. Vi posso assicurare che abbiamo molto vigili su questo punto. Le aziende con meno di 500 dipendenti non saranno soggetti ad alcun nuovo obbligo. Per quanto riguarda le imprese di maggiori dimensioni, i costi di segnalazione devono essere proporzionate alla utilità delle informazioni, e di una dimensione e complessità delle società coinvolte. Inoltre, sono state incluse misure per ridurre gli oneri amministrativi. Le esposizioni richieste possono essere fornite a livello di gruppo, piuttosto che da ogni singola società all´interno di un gruppo. Infine, abbiamo mantenuto un elevato livello di flessibilità. La nostra proposta lascia la flessibilità per le imprese a fornire informazioni rilevanti nel modo che ritengono più utili. E non stiamo reinventando la ruota. Le aziende possono utilizzare le già esistenti molto buoni standard, elaborati a livello nazionale, comunitario o internazionale. Ii - Vorrei ora passare alla seconda, di tipo opposto di preoccupazione: è la nostra proposta abbastanza ambizioso? So che alcuni di voi sono interessati a come la nostra proposta di legge si riferisce alla rendicontazione integrata - questo significa completo e coerente integrazione finanziaria, ambientale, sociale e di altre informazioni. Stiamo seguendo con grande interesse l´evoluzione del concetto di comunicazione integrata, in particolare, i lavori del Consiglio Integrated Reporting. Ma abbiamo bisogno di andare passo dopo passo. Ecco perché la nostra proposta si concentra sulla divulgazione ambientale e sociale. Non necessita di reporting integrato. Signore e Signori, Come ultimo punto, vorrei menzionare le nuove regole di segnalazione concordati a livello europeo per l´industria e le banche estrattiva e la registrazione. Aziende nelle industrie estrattive e la registrazione dovranno pubblicare i pagamenti effettuati ai governi su un paese per paese. Comunità locali nei paesi ricchi di risorse saranno meglio informati su ciò che i loro governi sono pagati dalle multinazionali per sfruttare giacimenti di gas e petrolio, giacimenti minerari e le foreste. Il messaggio è chiaro: entrambe le aziende e governi possono essere tenuti a rendere conto dell´uso dei ricavi da risorse naturali. Sotto la guida del Presidente Barroso, l´Europa ha intrapreso un´azione decisiva in questo campo. Questo è simile alle norme vigenti negli Stati Uniti. E dal prossimo anno, le banche europee dovranno riferire sulla diversità delle loro tavole e come affrontare i rischi. Inoltre, le grandi banche dovranno inoltre comunicare i loro profitti, tasse e sovvenzioni in ciascuno Stato membro e non-Ue paese in cui operano. E in linea con la conclusione di ieri del Consiglio europeo, abbiamo deciso di ampliare tali obblighi di comunicazione a grandi aziende e gruppi. Per concludere, vorrei dire la politica di informativa non finanziaria in Europa è al tempo stesso audace ed equilibrato. La proposta che abbiamo adottato nel mese di aprile è un passo importante per promuovere la trasparenza e la responsabilità sociale e ambientale. E credo che i nuovi obblighi di comunicazione per le banche e le industrie estrattive e di registrazione, già concordati nella Ue, sarà un punto di riferimento per le altre giurisdizioni in tutto il mondo. Ma allo stesso tempo, continueremo a prestare attenzione a non oberare le imprese - in particolare le piccole e medie imprese - con il requisito irragionevole. Ecco come faremo buona pratica la norma. E questo è come rendicontazione non finanziaria contribuirà attivamente al nuovo, mondo delle imprese più responsabili che dobbiamo costruire insieme. Grazie.”  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: CONTRIBUENTI E RISPARMIATORI ULTIMI DELLA FILA PER SALVARE LE BANCHE  
 
Strasburgo, 27 maggio 2013 - I contribuenti e risparmiatori devono essere le ultime persone chiamate a salvare le banche, afferma la posizione negoziale del Parlamento, approvata dalla Commissione Affari economici e monetari lunedi 21 maggio, il progetto di norme sul salvataggio delle banche in difficoltà. Le regole di testo utilizzando i depositi inferiori a € 100.000 e dice che anche i depositi di cui sopra 100.000 € dovrebbe essere l´ultimo ad essere chiamato in La commissione ha votato contro l´uso di fondi di garanzia dei depositi per le azioni di risoluzione e anche stabilito rigorose condizioni per l´utilizzo di denaro del contribuente. La posizione negoziale è stata approvata con 39 voti favorevoli, 6 contrari e nessuna astensione. - "Sono molto felice che il comitato ha dato il suo ampio sostegno a chiarire la responsabilità degli azionisti e degli investitori, nonché per gli strumenti che forniranno stabilità ai mercati finanziari in tempi di crisi sistemiche", ha detto il relatore relatore Gunnar Hökmark (Ppe, Sv). Proteggere i depositanti - Secondo il progetto di regole, attività e passività di una banca che lotta sarebbe il primo utilizzato per risolvere una crisi o avvolgerlo in giù (il "salvataggio-in"). Il recente caso di Cipro ha chiaramente dimostrato la necessità di procedure chiare per assicurare agli azionisti, obbligazionisti, e solo allora i depositanti, a pagare il conto. La posizione approvato mantiene ampiamente ordine proposto dalla Commissione dei creditori della banca a prendere un colpo .. Tuttavia, anche le clausole inserti che prevede che i depositi assicurati di sotto € 100.000 non possono mai essere utilizzati, e che quelli non assicurati, cioè quelli superiori a € 100.000, può essere utilizzato solo come ultima risorsa. Il testo elimina anche la possibilità, suggerita dalla Commissione, di deviare i fondi da sistemi di garanzia dei depositi per contribuire a pagare per le misure di risoluzione delle crisi bancarie. Il "bail-in" sistema dovrebbe essere operativo entro il gennaio 2016, dice il testo, ossia due anni prima di quanto proposto dalla Commissione, ma un anno più tardi rispetto alle altre disposizioni della direttiva, in modo da consentire un po ´di tempo per l´adattamento . Usando il denaro pubblico - I dettagli testo approvato su come e quando i soldi dei contribuenti potrebbero essere chiamati. Le regole prevedono che questa sarebbe una misura di ultima istanza, essere presa solo dopo che tutto il capitale è stato scritto fino a zero e l´intervento dei contribuenti è necessario sia per evitare "effetti significativi negativi sulla stabilità finanziaria" o "a tutela del pubblico interesse, dove il banca avrebbe ricevuto in precedenza straordinaria di liquidità da parte della banca centrale ". Denaro dei contribuenti può essere utilizzato in tre modi specifici: a garanzia di passività o attività, a prendere una partecipazione nella banca, o di avviare pubblico temporaneo. Fondi di risoluzione Forti - Ogni paese è quello di creare un proprio fondo di risoluzione, finanziato dalle banche stesse. Entro 10 anni dall´entrata in vigore della direttiva, ogni fondo deve avere una capacità pari al 1,5% dell´importo dei depositi delle banche partecipanti. Il testo prevede inoltre che i fondi di risoluzione non saranno in dovere di prestarsi a vicenda. Prossimi passi - Il Consiglio deve adottare la sua posizione, dopo che i deputati e la Presidenza del Consiglio inizieranno negoziati raggiungere faticosamente un accordo. Nel frattempo, la Commissione dovrebbe presentare una nuova proposta di integrare tale sistema con una ripresa dell´Ue e l´autorità di risoluzione e fondo.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA SI MUOVE PER RAFFORZARE PRESTITI DELLA BEI AL DI FUORI DELL´UE NEL CORSO DEI PROSSIMI SETTE ANNI  
 
Bruxelles, 27 maggio 2013 - La Commissione europea ha adottato il 23 maggio una proposta su operazioni di finanziamento a sostegno di progetti di investimento al di fuori dell´Ue da parte della Banca europea per gli investimenti (Bei), sulla base di una garanzia di bilancio dell´Unione europea. La proposta semplifica gli obiettivi di finanziamento della Bei e prevede risorse più mirate per affrontare i cambiamenti climatici e per supportare i partner di pre-adesione e vicini meridionali e orientali dell´Ue. La nuova normativa si riferisce al periodo 2014-2020 e dovrebbe essere adottato nel corso del prossimo anno. Olli Rehn, vicepresidente della Commissione europea per i problemi economici e monetari e l´euro, ha dichiarato: "Questa proposta è di assicurare che la Bei è pienamente in grado di supportare gli obiettivi internazionali dell´Ue nei prossimi sette anni, in particolare, vogliamo che la Bei per giocare. Un ruolo importante nella lotta globale contro il cambiamento climatico e nel sostenere lo sviluppo economico dei paesi che intendono aderire all´Unione europea e dei nostri vicini orientali e meridionali ". La nuova proposta legislativa è accompagnata da una valutazione d´impatto globale elaborato dai servizi della Commissione. La proposta prevede la fornitura di una garanzia di bilancio dell´Unione europea per un massimo di euro 28 miliardi di operazioni di finanziamento della Bei al di fuori dell´Ue, di cui 3 miliardi di euro sarebbe facoltativo e, eventualmente attivato dopo una revisione intermedia. Esso prevede anche l´aggiunta del Myanmar alla lista dei paesi ammissibili a ricevere i prestiti della Bei a titolo della garanzia di bilancio dell´Unione europea. La proposta legislativa dovrebbe consentire alla Bei di sostenere ulteriormente le politiche esterne dell´Ue, tra cui l´allargamento, di vicinato e di cooperazione allo sviluppo. La proposta di rafforzare ulteriormente la capacità della Bei di sostenere indirettamente obiettivi di sviluppo dell´Ue e di aumentare l´impatto dei finanziamenti della Bei attraverso un migliore allineamento con le politiche e la coerenza e le sinergie con gli strumenti della Ue. I tre obiettivi di alto livello per il finanziamento in tutti i paesi ammissibili saranno riportati dalla garanzia di bilancio 2007-2013: sviluppo del settore privato locale, tra cui il sostegno alle piccole e medie imprese (Pmi); sviluppo delle infrastrutture sociali, ambientali ed economiche; mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento; La Commissione propone di concentrare ulteriormente la garanzia di bilancio dell´Ue per le più alte operazioni a valore aggiunto di finanziamento della Bei, in particolare all´interno della regione di preadesione e di vicinato meridionale e orientale dell´Unione europea. Inoltre, la dimensione del cambiamento climatico della garanzia di bilancio dell´Unione europea per le operazioni di finanziamento della Bei al di fuori dell´Ue sarebbe rafforzata mediante l´introduzione di un obiettivo minimo del 25% di tutte le operazioni finanziate dalla Bei nel periodo 2014-2020. La proposta dovrebbe essere esaminata dalla E uropea Parlamento e Consiglio secondo la procedura legislativa ordinaria al fine di avere una decisione adottata prima della scadenza del corrente mandato esterno della Bei.  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: LA COMMISSIONE AFFARI SOCIALE RIFIUTA IL TAGLIATO ALLE FINANZIARE PER I PIÙ INDIGENTI DELL´UE  
 
Strasburgo, 27 maggio 2013 - La Commissione Affari sociali ha votato il Lunedi 21 maggio contro i € 100 milioni di tagliati al Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti proposto dalla Commissione europea, e ha chiesto sostegno per i cittadini più bisognosi dell´Ue sono tenuti a livello di 2007-2013. 350 milioni €. "Il nuovo Fondo è uno strumento importante per alleviare gli effetti della crisi economica e sociale. Essa fornirà un aiuto concreto per le persone più svantaggiate e contribuirà a portare in persone vulnerabili dai margini della società, compresi i senzatetto e bambini in case povere . Si tratta in breve di una espressione concreta della solidarietà dell´Europa con i suoi cittadini più vulnerabili ", ha detto il relatore, Emer Costello (S & D, Ie). Il nuovo programma per il 2014-2020 è destinato a sostituire il programma di distribuzione di derrate alimentari che è stato progettato per utilizzare fino eccedenze alimentari prodotte nel quadro della politica agricola comune. Il campo di applicazione del nuovo fondo sarà ampliato al fine di fornire non solo la distribuzione di cibo, ma anche l´assistenza materiale di base per i cittadini più indigenti dell´Ue. Bugdet mantenuto al medesimo livello - La maggioranza dei parlamentari europei di commissione ha votato per mantenere il bilancio per il nuovo fondo per il periodo 2014-2020 a livello di € 3500000000 attualmente assegnati al Programma europeo di aiuto alimentare agli indigenti 2007-2013, invece di tagliarlo a 2,5 miliardi di euro, nell´ambito del bilancio di coesione dell´Unione europea, come proposto dalla Commissione europea e gli Stati membri nel corso dei negoziati del Consiglio europeo sul bilancio a lungo termine dell´Ue. La partecipazione al programma - La partecipazione al programma è stato il tema più dibattuto in commissione. La maggioranza ritiene che, come per la maggior parte dei programmi comunitari, la partecipazione dovrebbe essere obbligatoria, e che, se gli Stati membri decidano di non avvalersi del fondo, il bilancio dovrebbe rimanere a disposizione per i più bisognosi. Tuttavia, altri deputati hanno detto che gli Stati membri che non partecipano al programma devono essere in grado di ridistribuire il denaro per altri progetti finanziati a titolo dei fondi di coesione. Tasso di cofinanziamento - La Commissione Affari sociali vuole il tasso di cofinanziamento per il programma per l´85% della spesa ammissibile (la Commissione ha proposto 85% come livello massimo) e dice che dovrebbe essere possibile aumentare questa percentuale al 95% per quelli più colpiti dalla crisi Prossimi passi - La proposta di risoluzione è stata adottata con 36 voti favorevoli, 4 contrari e 3 astensioni. Mandato del Parlamento europeo per i negoziati con il Consiglio dovrà comunque essere deciso dalla plenaria, dal momento che i deputati in commissione non ha dato i necessari 25 voti per avviare negoziati informali con il Consiglio. Sfondo - Nel 2010, quasi un quarto degli europei (quasi 120 milioni) erano a rischio di povertà o di esclusione sociale, circa quattro milioni in più rispetto all´anno precedente. Il Parlamento ha lottato duramente nel 2011 per prolungare il programma di aiuto alimentare per i bisognosi cittadini dell´Ue fino alla fine del 2013 e ha chiarito che i deputati hanno voluto al programma di continuare dopo il 2014.  
   
   
UE: CASSE PENSIONI AZIENDALI O PROFESSIONALI (EPAP): PROSSIME TAPPE  
 
Bruxelles, 27 maggio 2013 - Sommario : il Commissario Barnier ha indicato l´intenzione di presentare una proposta di direttiva per migliorare la governance e la trasparenza dei fondi pensione, nell´autunno del 2013. In questa fase, e fino a quando i dati più completi sono necessari e Solvency 2 non è in vigore, la proposta di direttiva non riguarda la questione della solvibilità dei fondi pensione. Alla luce delle diverse situazioni degli Stati membri per quanto riguarda i prodotti pensionistici e fondi pensione, è necessario continuare il lavoro tecnico sulla questione della solvibilità. Dichiarazione del mercato interno ei servizi Michel Barnier, commissario: La società europea sta invecchiando. I sistemi pensionistici devono adattarsi. Non è una questione semplice. Tutti gli Stati membri dell´Unione europea sono interessati. Il Libro bianco della Commissione sulle pensioni del 2011 ha suggerito diversi approcci per trattare con una società che invecchia affrontare globalmente i tre elementi dei sistemi pensionistici esistenti in Europa, conosciuto come i 3 pilastri : 1) pensione statale di base che fanno parte dei sistemi nazionali di sicurezza sociale (di competenza esclusiva degli Stati membri); 2) professionale o pensioni aziendali (gestiti dai fondi pensione, compagnie di assicurazione o altri sistemi, finanziati o cofinanziati dai datori di lavoro, che scelgono il gestore del fondo); 3) prodotti pensionistici individuali , che sono non obbligatorie e finalizzati a singoli individui. Fondi pensione sono di crescente importanza in Europa, senza essere l´unico elemento di secondo pilastro pensionistico, le pensioni professionali. Ad esempio, in alcuni paesi (Francia e Svezia, per esempio) le compagnie di assicurazione sono attive anche in pensioni professionali, e altri sistemi esistono anche Fondi pensione hanno un enorme potenziale: sono parte della soluzione per affrontare la sfida di una società che invecchia e che sono essenziali per gli investimenti a lungo termine e quindi la crescita europea. La direttiva europea vigente in materia di previdenza professionale risale al 2003. Ha lo scopo di creare un mercato unico per i fondi pensione e per migliorare il loro funzionamento. Tuttavia, tali obiettivi sono stati solo molto parzialmente raggiunto. Ci sono tre aree in cui possono essere previsti miglioramenti: solvibilità, di governance e di trasparenza. Su di solvibilità , è evidente che alcuni fondi, fondi a benefici definiti in particolare, mostrano deficit significativi. Inoltre, la futura applicazione di Solvency 2 per gli assicuratori interesserà gli assicuratori che forniscono pensioni professionali. Questo solleva problemi di concorrenza. Eiopa (l´Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) ha appena effettuato uno studio sulla solvibilità di alcuni fondi pensione, il che evidenzia la necessità di approfondire la conoscenza prima di prendere decisioni in merito a un´iniziativa europea sulla solvibilità dei fondi pensione. Sul governo , la direttiva attuale presenta lacune. Ad esempio, essa non obbliga i fondi pensionistici aziendali o professionali di avere un sistema efficace di governance che garantisce una gestione sana e prudente del fondo. Esso non impone requisiti minimi per i gestori di fondi e manca di dettagli sui sistemi di gestione e controllo del rischio interno. Sulla trasparenza dei sistemi e reporting, il monitoraggio e la supervisione esistente variare tra gli Stati membri, il che aumenta i costi per i fondi operano a livello transfrontaliero, ostacola la cooperazione tra autorità di vigilanza e limita la circolazione delle informazioni. Le competenze di casa e gli supervisori dello Stato ospitante anche bisogno di essere chiarito. La necessità di ulteriori informazioni tecniche prima di prendere decisioni sulla solvibilità dei fondi pensione non deve impedirci di agire ora per migliorare la governance e la trasparenza. Questo è urgente. La diversità delle prassi nazionali, e le lacune in alcuni Stati membri, ostacolano lo sviluppo di un vero mercato interno delle pensioni aziendali e professionali, e danneggiano la protezione dei futuri pensionati. Tenendo conto di tutte queste considerazioni, ho deciso prima di tutto di presentare una proposta legislativa particolare attenzione ai requisiti di governance, di trasparenza e di rendicontazione per i fondi pensione. Per questi aspetti vi è ampio consenso, almeno sui principi. Questa proposta non riguarderà la questione delle norme di solvibilità per i fondi pensione, che per il momento rimane una questione aperta. A mio avviso, la situazione dovrebbe essere riesaminata una volta che abbiamo dati più completi. Sottolineo che per quanto riguarda le regole di solvibilità, non dobbiamo perdere di vista la necessità di garantire nel termine di un campo di gioco più lungo di livello tra i diversi fornitori di pensioni professionali. Tuttavia, ho già Invito paesi che hanno sottocapitalizzate fondi pensione ad adottare le misure necessarie, e accolgo con favore le iniziative già adottate in alcuni Stati membri per raggiungere questo obiettivo. Come ho detto spesso, la mia priorità è quella di proteggere i futuri pensionati. Dobbiamo affrontare le debolezze di alcuni fondi pensione aziendali. Tuttavia, non ho alcun desiderio di penalizzare i sistemi nazionali che funzionano bene. E soprattutto non voglio che, nell´attuale situazione economica fragile, a danneggiare la capacità dei fondi pensione a svolgere il loro ruolo di investitori a lungo termine. Ho intenzione di presentare la proposta di migliorare la governance e la trasparenza dei fondi pensionistici aziendali e professionali in autunno.  
   
   
SVILUPPO, MINISTRO ZANONATO INCONTRA TAJANI: SERVE ANCHE INDUSTRIAL COMPACT  
 
Roma, 27 maggio 2013. Il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, ha incontrato il 23 maggio presso il Dicastero di Via Veneto il Vice Presidente della Commissione europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria, Antonio Tajani. Al centro del colloquio, la necessità di affiancare al consolidamento fiscale misure di rilancio della competitività industriale, con riforme e investimenti mirati: accanto al fiscal compact, anche un industrial compact. In particolare, si è discusso della strategia Ue per re-industrializzare l´Europa passando dall´attuale 15.2% di Pil legato al manifatturiero al 20% entro il 2020. Zanonato e Tajani hanno convenuto che bisogna concentrarsi su priorità limitate: più investimenti in innovazione ed educazione vicino alle imprese e migliore accesso al credito e ai mercati. Si è evidenziato che la Commissione e i governi devono attuare politiche - quali quelle per il mercato interno, la standardizzazione, la concorrenza, il commercio, l´ambiente, l´energia, le materie prime, la ricerca o le infrastrutture - in maniera coerente con questo obiettivo. E’ necessario, ad esempio, promuovere misure che abbattano gli alti costi dell´energia nell’Unione europea, al fine di contrastare efficacemente la delocalizzazione di strategici comparti industriali e i problemi correlati ai cambiamenti climatici. Sono stati inoltre affrontati gli argomenti al centro dei prossimi vertici europei, a cominciare dal Consiglio di Competitività in programma il 28-29 maggio a Bruxelles, a cui prenderà parte il ministro Zanonato, e quello sull´industria del 27 giugno. In particolare si è discusso della necessità di affiancare al Fiscal Compact un Industrial Compact, rafforzando il ruolo del Consiglio Competitività affinché svolga un ruolo equiparabile all´Ecofin. Tra le misure approfondite, quelle per favorire l´accesso al credito, la piena entrata a regime della direttiva sui ritardi di pagamento e l´estinzione di tutto lo stock dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione. In proposito, è stato evidenziato come la restrizione e le disparità delle condizioni di accesso al credito nell´Ue rappresentino la più seria ipoteca per l´uscita dalla crisi. Per questo, secondo Zanonato e Tajani, la Banca Europea per gli Investimenti deve essere chiamata a uno sforzo straordinario in sinergia con il bilancio Ue per rafforzare gli strumenti di garanzia per credito e venture capital. Tajani ha illustrato l´iniziativa cui sta lavorando con i colleghi Commissari Rehn, Barnier, e Hahn. Il Ministro Zanonato, da parte sua, ha illustrato al Vice Presidente Tajani le misure all’esame del governo per rifinanziare il Fondo centrale di garanzia dello Stato e per fornire credito garantito a progetti innovativi, attivando una sinergia tra il Fondo per la crescita sostenibile del Mise, la Bei e la Cassa Depositi e Prestiti. E´ stata anche espressa forte preoccupazione per i livelli inaccettabili di disoccupazione giovanile in Europa e la necessità di mettere in cima all´agenda misure per l´assunzione di giovani, anche attraverso la detassazione del primo impiego e della formazione lavoro con utilizzo di fondi Ue. Importante, inoltre, favorire l´imprenditoria giovanile con programmi scolastici, accesso al credito e misure per le start up. Nel corso del colloquio, sono stati affrontati anche i principali nodi che frenano la competitività industriale: una pressione fiscale su imprese e lavoro, costo dell´energia, un contesto non favorevole al business per eccesso di regole e burocrazia e tempi della giustizia, difficoltà di accesso al mercato Ue a quelli internazionali, investimenti limitati nell’innovazione industriale e un sistema formativo ancora troppo lontano dalle imprese. Tajani ha poi illustrato le norme per rafforzare la sorveglianza dei prodotti sui mercati e la tutela dei consumatori approvati dalla Commissione e attualmente in discussione al Parlamento e Consiglio Ue, che prevedono l´inserimento dell´indicazione di origine (made in) al fine di rendere tracciabili i beni prodotti fuori e dentro l´Ue. In parallelo, Tajani ha chiesto sostegno al Ministro nella promozione della campagna promossa con il Commissario Barnier contro la contraffazione. Il Ministro Zanonato e il Vice Presidente Tajani hanno infine espresso fiducia che l’Italia possa nei prossimi giorni uscire dalla procedura per deficit eccessivo avviata dall’Unione europea e recuperare così importanti risorse per l’immediato rilancio di politiche di crescita e occupazione in linea con le strategie comunitarie.  
   
   
MOLISE: FRATTURA INCONTRA L´AMBASCIATORE CINESE, VIA A NUOVI SCAMBI COMMERCIALI E CULTURALI  
 
Campobasso, 27 maggio 2013 - «Collaboriamo insieme, rafforziamo il legame tra Molise e Cina attraverso rapporti commerciali, ma anche culturali». E´, questo, l´invito che il presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, ha rivolto all´ambasciatore cinese in Italia, Ding Wei, arrivato ieri sera a Campobasso per una visita nel palazzo regionale di via Genova. Nell´incontro ufficiale sono state gettate le basi per dare vita a nuovi rapporti e nuove opportunità all´estero per le aziende molisane. L´ambasciatore si è mostrato entusiasta: «Sono qui per rafforzare il legame tra il popolo cinese e quello molisano - ha detto -. Questo rapporto, ne sono convinto, avrà un futuro molto promettente». Dal canto suo, il governatore Frattura ha sottolineato come il mercato cinese offra scenari importanti alle aziende molisane: «Ne abbiamo avuto dimostrazione - ha ricordato - già in passato con lo straordinario successo ottenuto dai nostri prodotti a Pechino e Shangai. È il momento di lanciarsi. Rafforzeremo questi rapporti commerciali senza però tralasciare i servizi e, considerando anche l´importanza delle produzioni agricole in Cina, penso anche a rapporti forti con la Facoltà di Agraria della nostra Università. Metteremo in contatto i due mondi universitari anche attraverso percorsi formativi e garantendo l´ospitalità agli studenti cinesi». Ding Wei ha mostrato grande interesse, durante il colloquio avuto con Frattura, per i prodotti locali e per i vini in particolare, chiedendo informazioni sulla Tintilia. L´ambasciatore, che domattina avrà un incontro con gli imprenditori molisani, ha infine discusso con il presidente di temi della politica nazionale e dei nuovi scenari legati alla situazione economica. L´incontro si è concluso con uno scambio di doni: il diplomatico ha consegnato a Frattura un libro e una immagine ricordo dell´Anno della cultura cinese in Italia, mentre il governatore ha donato all´ambasciatore un volume contenente le immagini dei luoghi più belli del Molise.  
   
   
IL MINISTRO DELRIO RIBADISCE ALL´UPI LA NECESSITÀ DI UN ENTE DI AREA VASTA  
 
Roma, 27 maggio 2013 - “Il Ministro Delrio ci ha confermato di considerare indispensabile per il Paese mantenere una istituzione di area vasta, con funzioni chiare di amministrazione del territorio, e di condividere la nostra richiesta di definire una proposta di riordino complessivo che passi dall’eliminazione degli enti strumentali inutili e dalla riorganizzazione degli uffici periferici dello Stato sui territori. Da questo partiremo per cercare di costruire un percorso comune”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, al termine dell’incontro avuto il 23 maggio con il Ministro delle Regioni e delle Autonomie, Graziano Delrio, insieme al Vice Presidente Vicario Upi, Angelo Vaccarezza, al Presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, al Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, al Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza e al Presidente della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori. "La riforma delle istituzioni locali e delle Province – ha detto Saitta - non può più essere affrontata all’insegna delle banalità. Serve un confronto serrato tra Governo, Parlamento, Regioni, Province e Comuni, che possa portare a definire una proposta complessiva capace di produrre risparmi reali. Noi siamo i primi a credere nella necessità di razionalizzare le istituzioni locali. Ma vogliamo che sia chiaro che con la nostra proposta di razionalizzazione si risparmierebbero 5 miliardi e si semplificherebbe l´amministrazione". "Noi siamo disponibili a fare un percorso – ha detto il Vicepresidente Vicario Upi Angelo Vaccarezza al Ministro- ma vogliamo la disponibilità del Governo a discutere. Se le carte sono già scritte, se il percorso è già segnato, non ci stiamo. Crediamo di avere elementi per fare proposte serie in grado di fare risparmiare lo Stato e di semplificare l’amministrazione e da queste vogliamo si parta”. “Con il Ministro Delrio – conclude Saitta – abbiamo stabilito che quello di oggi è solo un primo incontro da cui inizierà un nuovo percorso. Apriremo un tavolo comune per analizzare tutti i dati che saranno alla base della proposta finale di riforma, per chiarire quali sono i veri centri di costi della spesa pubblica, a partire dagli oltre 7000 enti strumentali nei quali si annidano i maggiori sprechi. Abbiamo anche condiviso che la riforma delle istituzioni locali andrà di pari passo con la riorganizzazione degli uffici periferici dello Stato, perché è da qui che si potranno produrre quei risparmi di spesa pubblica da utilizzare per assicurare ai cittadini servizi essenziali moderni ed efficienti”.  
   
   
POR-FESR 2007-2013: RIUNIONE A UMBERTIDE COMITATO DI SORVEGLIANZA: “NELLA CRISI, ANDAMENTO SODDISFACENTE DEL PIANO”  
 
 Umbertide, 27 maggio 2013 - In un contesto in cui l´Umbria ha sofferto, al pari delle altre regioni, i colpi della crisi economico-finanziaria, lo stato di attuazione del "Por-fesr" (il programma europeo di sviluppo regionale) 2007-2013 ha marciato comunque a regime, facendo registrare, per tutte le attività del programma, uno stato di avanzamento complessivamente soddisfacente, sia dal punto di vista finanziario che dell´attuazione degli interventi programmati e delle procedure attivate per l´assegnazione delle risorse ai beneficiari: un andamento positivo, confermato nei primi mesi del 2013, anche per quanto riguarda i progetti realizzati, in linea con le politiche europee e con gli obiettivi di "Europa 2020". È quanto è emerso il 23 maggio nella riunione annuale del Comitato di Sorveglianza, incaricato di verificare lo stato di attuazione del "Por Fesr", giunto al traguardo del suo settimo anno di operatività, che si è svolto ad Umbertide presso la "Fabbrica Moderna", un edificio polivalente - come ha sottolineato nel suo indirizzo di saluto il prosindaco della città Marco Locchi -, "onorato di ospitare l´evento, una scelta - ha detto - che testimonia della volontà, da parte della Regione, di coinvolgere e valorizzare i territori". Alla riunione del Comitato di Sorveglianza (di cui fanno parte rappresentanti delle istituzioni e delle forze economico-sociali) hanno preso parte la "rapporteur" per la Regione Umbria presso la Direzione Generale delle Politiche Regionali della Commissione dell´Unione Europea Valentina Corsetti, e i rappresentanti del Ministero per lo Sviluppo Economico Marco Valenti e Maria Cristina Materazzi. Al 31 dicembre 2012, pur in presenza della crisi, del "patto di stabilità" e delle necessità di "riprogrammazione", la Regione Umbria ha certificato, sui cinque assi su cui si articola il "Por Fesr" spese per oltre 147 milioni di euro, evitando così il pericolo del "disimpegno automatico" delle risorse da parte della Commissione Europea. Né è un caso che il "disimpegno" (ovvero la restituzione dei fondi non spesi all´Unione) sia stato scongiurato proprio in forza del soddisfacente andamento del primo asse (quello relativo all´Innovazione e all´Economia della conoscenza), attraverso il sostegno alla ricerca industriale, allo sviluppo sperimentale per il sistema produttivo e ai progetti aziendali di investimento innovativo, "in una regione che, come l´Umbria - ha dichiarato stamani a Umbertide l´assessore regionale Silvano Rometti - ha fatto della ricerca, dell´innovazione e dello sviluppo sostenibile un tratto distintivo delle proprie politiche territoriali". Se l´asse 1 ha fatto registrare, nel 2012, una spesa certificata pari al 59 per cento della dotazione finanziaria, meno hanno fatto l´asse 2 (Ambiente e Prevenzione dei Rischi) con il 38 per cento, leggermente inferiore al "target", l´asse 3 (Efficienza Energetica e Sviluppo di Fonti Rinnovabili) con il 20 per cento e l´asse 4 (Accessibilità e aree urbane) con il 25 per cento della dotazione, con risultati inferiori alle previsioni stimate. Colpa della crisi - è stato detto -, i cui effetti la Regione Umbria ha cercato di ridurre e attenuare con strumenti e azioni specifiche mirate al rilancio dell´economia, e della forte riduzione nella propensione all´investimento da parte dell´economia regionale, che sta provocando - è stato sottolineato - "una sensibile rinuncia alla realizzazione delle iniziative ammesse a finanziamento", per non parlare della difficoltà degli Enti Pubblici ad erogare i contributi a causa del rispetto del "patto di stabilità". Nonostante questo, le procedure attivate dal "Por Fesr" attraverso bandi, piani e programmi per l´assegnazione delle risorse ai beneficiari nell´ambito dei quattro assi prioritari (cui si aggiunge un asse "trasversale" di "assistenza tecnica") hanno consentito di mettere a disposizione oltre 554 milioni di euro di contributi pubblici. I progetti approvati e finanziati sono 2 mila 612 per un importo pari a 357 milioni di euro (una cifra addirittura superiore alle risorse effettivamente disponibili, pari a 343 milioni di euro), che sono in grado di attivare un investimento complessivo di 554 milioni, concentrati, come si è detto, prevalentemente sulla ricerca e l´innovazione dell´asse. Se le attività più "performanti" sono dunque quelle che finanziano progetti che puntano sulla ricerca e l´innovazione e i servizi alle imprese, in generale - è stato sottolineato nel corso del Comitato di Sorveglianza - "il ´trend´ di avanzamento del Programma è in recupero sia dal punto di vista degli impegni che dei pagamenti". E una particolare attenzione, alla vigilia della nuova fase del Programma 2014-2020 - verrà posta sull´attività di informazione e "promoeducativa", se è vero che presso il grande pubblico il "Por Fesr" è conosciuto ancora "solo" dal 39 per cento degli intervistati. Una "riconoscibilità" che comunque cresce, se vengono richiamati i settori concreti in cui il Programma esercita la sua azione.  
   
   
RELAZIONI INTERNAZIONALI: SERRACCHIANI, PIÙ COLLABORAZIONE TRA UWC E REGIONE FVG  
 
Duino, 27 maggio 2013 - Il Collegio del Mondo Unito dell´Adriatico (Uwc Adriatic) è ´´la fotografia del mondo che vorremmo´´ e la sua fortuna e capacità consistono nel ´´riuscire a dare l´idea di un´Europa che cresce e si evolve negli Stati Uniti d´Europa´´. Così Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia ma anche ex deputato del Parlamento europeo, ha sottolineato il 23 maggio la valenza di una realtà che - ha rilevato - nascendo ha anticipato i tempi in un mondo che stava cambiando. Oggi, nel prender parte assieme al vicepresidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec ed a numerose altre autorità ai festeggiamenti per la chiusura del Xxxi anno accademico, la presidente ha auspicato che il prossimo anno sia anche ´´il primo di una collaborazione forte, stretta e fattiva´´ tra il Collegio e la Regione. Rivolgendosi in particolare al presidente del Collegio, ambasciatore Gianfranco Facco Bonetti, ed al rettore Michael Price, Debora Serracchiani ha sottolineato con determinazione l´importanza che l´Amministrazione Regionale attribuisce al Collegio. ´´Una struttura - ha detto - che ha un riconoscimento forte e radicato nel nostro territorio e fuori´´ ed ha assicurato appoggio anche nella prospettiva di un più stretto rapporto tra il Collegio ed una Regione che, anche grazie a quest´Istituzione, ´´punta a rafforzare le proprie relazioni internazionali´´. Per la presidente infatti, il Friuli Venezia Giulia è sempre di più ´´la regione che in Italia meglio può svolgere una funzione nei rapporti con i Paesi europei, quelli che stanno per entrare nella Ue e le nuove realtà´´. Debora Serracchiani ha quindi voluto ricordare ´´Antonio Comelli, che da presidente della Regione molto ha fatto per questa struttura´´, ma anche, tra i fondatori, Corrado Belci ed il direttore amministrativo Giorgio Pontoni, scomparso lo scorso marzo e citato ad esempio dei valori di operosità e buon lavoro portati avanti per così tanti anni.  
   
   
POSITIVO IL CONFRONTO SULL´APPORTO DEL TRENTINO AL RISANAMENTO DEI CONTI DEL PAESE INCONTRO A ROMA FRA IL PRESIDENTE PACHER E IL MINISTRO DELRIO  
 
 Trento, 27 maggio 2013 - Incontro cordiale il 23 maggio a Roma fra il presidente della Provincia autonoma di Trento Alberto Pacher, con il direttore generale Ivano Dalmonego, ed il ministro per gli affari regionali e le autonomie Graziano Delrio. Dal ministro Delrio è venuto l´impegno ad istituire un tavolo di lavoro per dare continuità al documento già presentato dalla Provincia al Governo nel febbraio del 2012 e oggi riproposto al ministro per gli affari regionali, nel quale si espongono gli impegni sostenuti dal Trentino a seguito dell´Accordo di Milano e alle manovre di finanza pubblica volte al raggiungimento, nel 2013, del pareggio strutturale del bilancio. Il ministro ha riconosciuto che l´apporto del Trentino al risanamento dei conti del Paese non è mai venuto meno. Soddisfazione del presidente Pacher che aveva messo in cima agli obiettivi della trasferta romana di oggi l´individuazione di un interlocutore e di un metodo di confronto condiviso da entrambe le parti. "L´incontro - ha detto Pacher - è stato importante perché ha permesso di riprendere il confronto sul documento che avevamo già a suo tempo elaborato e soprattutto su una pista di lavoro che ribadisce l´impegno del Trentino a partecipare allo sforzo nazionale per il risanamento della finanza pubblica, che è una responsabilità di tutti, al tempo stesso stabilizzando le nostre risorse finanziarie e quindi potendo porre mano a una programmazione finanziaria, nonché politico-amministrativa, di medio-lungo periodo. I capisaldi del documento possono essere riassunto così: noi siamo disposti, se viene rispettato il principio dei 9/10 del gettito erariale che rimangono in Trentino, a farci carico delle spese che lo stato sopporta nella nostra provincia, che riguardano ad esempio la giustizia , la gestione tributaria, la difesa, sia attraverso deleghe, sia attraverso assunzione di oneri. Naturalmente ci riferiamo solo alla parte finanziaria, perché queste funzioni rimarrebbero, come ovvio, allo Stato. In tal modo lo Stato potrebbe ´dimenticarsi´ finanziariamente del Trentino, permettendo però a noi di poter pianificare i nostri impegni finanziari in maniera certa e in una prospettiva ´lunga´. Insomma, in questo modo ne guadagna lo Stato e ne guadagnamo anche noi. E´ una delle rare situazioni nelle quali entrambe gli interlocutori possono uscirne positivamente. Qualora poi a fronte di situazioni particolari dovesse essere richiesto un ulteriore impegno alle regioni e alle province, è chiaro che non ci chiameremo fuori. Ma ´a regime´ dobbiamo avere una situazione stabile e riconosciuta da tutti".  
   
   
GRANDI PROGETTI: NUOVO VIA LIBERA DELLA UE È APPREZZAMENTO PER LAVORO REGIONE CAMPANIA  
 
 Napoli, 27 maggio 2013 - "Il nuovo via libera dell´Unione europea ai 19 Grandi progetti della Regione Campania rappresenta un ulteriore apprezzamento da parte della Commissione di Bruxelles per il grande lavoro organizzativo che stiamo compiendo." Così il 23 maggio l´assessore ai Lavori pubblici della Regione Campania, Edoardo Cosenza che, su delega del presidente Stefano Caldoro, ha il coordinamento strategico dei Grandi progetti. "La Regione - ha detto l´assessore Cosenza - si è anticipata rispetto ai tempi della Commissione Europea, arrivando alla firma di diversi decreti di ammissione a finanziamento: ciò al fine di far partire i lavori al più presto. Tant´è che il bando per i lavori della prima gara, quella che rientra nell´ambito del Grande progetto "Bandiera blu del Litorale Domizio", è già stata inviata alla Gazzetta europea. L´impegno ineludibile del presidente Caldoro e della Giunta - ha aggiunto Edoardo Cosenza - è quello di spendere tutto, spendere bene, creando lavoro e sviluppo in tutte le aree della Campania, a partire dalla risorsa mare."  
   
   
SESTO FIORENTINO: REDDITI 2012, LA DICHIARAZIONE DEL SINDACO GIANASSI ON LINE SU SITO DEL COMUNE DAL 2005 IL PRIMO CITTADINO SESTESE PUBBLICA SUL WEB I DATI RELATIVI AI PROPRI REDDITI PERSONALI SESTO  
 
Fiorentino, 27 maggio 2013 - Il sindaco Gianni Gianassi ha reso pubblica anche quest’anno la propria dichiarazione dei redditi rendendola consultabile liberamente sul sito internet del Comune di Sesto Fiorentino. Una scelta di trasparenza che il primo cittadino ha deciso di adottare a partire dal 2005, assai prima che il decreto legge 174 del 2012 stabilisse l’obbligo di trasparenza dei redditi degli amministratori dei comuni con più di 15mila abitanti. Il 730 del sindaco Gianassi è scaricabile accedendo alla sezione “La pagina del sindaco” del sito internet del Comune. Nella stessa sezione sono liberamente consultabili anche l’autocertificazione su reddito, patrimonio, beni mobiliari ed immobiliari, titoli e obbligazioni, nonché la dichiarazione relativa alla propria situazione associativa ai sensi dell’articolo 33 dello Statuto comunale.  
   
   
ISEE, RAGGIUNTO L’ACCORDO REGIONI GOVERNO SUL NUOVO REGOLAMENTO  
 
Ancona, 27 maggio 2013 - Raggiunto a Roma l’accordo di massima fra Regioni e Governo sul nuovo regolamento concernente la revisione delle modalità di determinazione e i campi di applicazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee). Presenti all’incontro sul tema, il ministro Enrico Giovannini e il vice ministro Maria Cecilia Guerra. L’accordo si avvia a conclusione dopo circa un anno di difficili trattative. La Regione Marche, rappresentata dall’assessore Luca Marconi, si è battuta perché si allargasse lo spazio di autonomia regionale nella determinazione di regole e programmazione delle politiche sociali relative all’Isee ed entrasse il patrimonio nel calcolo del reddito (per un 20%) e perché fossero allargate le fasce delle varie scale di equivalenza, in modo da favorire il più possibile le famiglie numerose. Questi punti sono stati tutti sostanzialmente recepiti, con particolare riferimento all’indicazione riportata sul decreto che prevede che il calcolo Isee sia fissato su base nazionale trattandosi di un livello essenziale da garantire, in maniera equa, su tutto il territorio, fatte salve però le competenze regionali in materia di normazione, programmazione e gestione delle politiche sociali e sociosanitarie. Ancora debole, invece, il riconoscimento dei figli all’interno del nucleo, anche se la battaglia andrà sempre più portata a livello di bilancio statale, affinché le famiglie più numerose e a basso reddito ottengano l’esonero totale dal pagamento dei servizi sociali fondamentali. Resta aperta la questione della compartecipazione ai costi da parte della famiglia di appartenenza, come nel caso degli anziani non autosufficienti ricoverati in Residenza protetta su cui il decreto prevede tipologie differenziate di agevolazioni che intervengono a copertura di attuali lacune normative.  
   
   
LOMBARDIA.SICUREZZA,ASSESSORE LANCIA ACCORDO PER IL PAVESE INCONTRO CON I SINDACI E LE FORZE DELL´ORDINE LE PRE ADESIONI SARANNO POSSIBILI DAL 29 MAGGIO AL 5 GIUGNO  
 
Pavia, 27 maggio 2013 - Un nuovo strumento per la collaborazione tra Regione Lombardia e il territorio pavese. Così l´assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione ha definito il 23 maggio, incontrando sindaci e agenti nell´Aula Magna della Questura, l´accordo di collaborazione con i Comandi di Polizia locale. Rilanciare La Virtuosa Pavia - Il territorio pavese è contraddistinto da grande laboriosità, ma ha risentito, come molti altri, della mutevolezza sociale che, in varie occasioni, come spesso in altre realtà, si è trasformata in disagio manifesto. I dati Istat segnalano che Pavia, pur provincia virtuosa, è al terzo posto per eventi criminali dopo Milano e Brescia, già interessate in passato da analoghi Accordi. L´accordo vuole portare soldi, sinergia tra forze dell´ordine e alta tecnologia, per far scendere il territorio da un gradino di un podio decisamente sgradito. Tutto questo con lo scopo di dare ai cittadini quella sicurezza che chiedono e meritano. Prevenzione - Con l´Accordo presentato a Pavia, unito alla richiesta di adesione ai Comuni, Regione Lombardia intende attuare anche sul territorio pavese, con maggiore incisività, le sue politiche di prevenzione del crimine. ´Regione Lombardia - ha rimarcato l´assessore - ha una lunga tradizione di impegno sul versante della sicurezza e auspica la definizione, quanto prima, di un protocollo d´intesa con il Ministero, che consentirà anche una maggiore sinergia tra le Forze dell´ordine operanti sul territorio´. ´Realizzando questo Accordo - ha spiegato l´assessore - si vuole, da un lato, essere sussidiari con il sostegno di un cofinanziamento e, dall´altro, poter contribuire a mitigare la fenomenologia del disagio nel territorio, perché non dobbiamo dimenticarci che l´insicurezza percepita si argina con un intervento progettuale preciso, che prevede la definizione di obiettivi, tempi, criticità, attori e una valutazione finale dei risultati raggiunti. Tutto questo è quanto intendiamo realizzare, da qui a fine anno, sul territorio pavese, in collaborazione con le realtà locali, per promuovere l´immagine di questo territorio´. Cofinanziamento Da 179.000 Euro - ´Un Accordo - ha detto l´assessore - che si svilupperà con azioni che saranno realizzate entro la fine del 2013 e che Regione Lombardia finanzierà con 179.000 euro, pari all´80 per cento dell´impegno totale, mentre la restante parte sarà cofinanziata dai Comuni aderenti, che potranno manifestare il proprio interesse a partecipare dal 29 maggio al 5 giugno on line, confermando quindi l´adesione effettiva´. L´accordo è stato significativamente illustrato nella ´Giornata della legalità´, come ha sottolineato l´assessore regionale. ´Proprio la cultura della legalità e la sua diffusione sul territorio fin dai bambini - ha proseguito - è uno dei pilastri dell´azione della Regione insieme alla conoscenza del territorio, delle sue peculiarità e delle sue problematiche´. Sistema Informativo Comune - Le politiche di sicurezza urbana regionali, nel cui alveo si colloca questo Accordo, prevedono la creazione di un sistema informativo comune, che realizzerà un dialogo stretto tra Prefetture ed Enti locali e una sinergia operativa tra Polizia locale e forze di Polizia dello Stato. Regione Lombardia prevede anche la formazione e l´aggiornamento professionale congiunto, oltre che la partecipazione congiunta, da parte di più Comandi, a operazioni di controllo e monitoraggio del territorio come ´Smart´ che, in un´occasione del 2012, ha visto la contestuale partecipazione di ben 441 Comandi di Polizia locale. In Arrivo Anche L´alta Tecnologia - In quest´ottica, Regione Lombardia non solo cofinanzierà l´Accordo, ma fornirà anche modelli e tecnologie particolarmente utili all´analisi territoriale quali il sistema regionale di georeferenziazione, un sistema in grado di raccogliere un´immensa quantità di dati utili a un lavoro congiunto di analisi. Politiche Attive - ´Sarà grazie anche a questi dati - ha detto l´assessore - che saremo in grado, insieme, Regione Lombardia e Comuni, singolarmente o in forma associata, di aumentare la sicurezza urbana´. ´Sottolineo - ha rimarcato l´assessore - che grazie alle autonomie locali, ai sindaci con tutti gli organi delle loro Amministrazioni, ma in particolare le Polizie locali, possono essere sviluppate politiche attive che hanno lo scopo di migliorare la qualità della vita dei cittadini, incrementando il controllo del territorio e garantendo la sicurezza´. ´La sicurezza - ha concluso l´assessore - è una priorità al pari della protezione civile. Dai pericoli legati alla criminalità ci vogliamo difendere con questo Accordo, mentre dalle calamità naturali ci stiamo difendendo e ci difenderemo con azioni che illustreremo il 28 maggio alla Sala dell´Annunciata della Provincia di Pavia e che evidenzieranno la connessione tra sicurezza urbana e protezione civile´.  
   
   
MILANO: UNIONI CIVILI. PRESENTATO IL VADEMECUM DEI DIRITTI DEI CONVIVENTI DA METÀ SETTEMBRE A OGGI ISCRITTE NEL REGISTRO COMUNALE 1.300 PERSONE, 650 COPPIE DI FATTO  
 
Milano, 27 maggio 2013 - Un vademecum per conoscere i diritti e i doveri che derivano dall’essere semplicemente persone legate da relazioni affettive, in una parola, conviventi. È stato realizzato gratuitamente da uno studio legale milanese specializzato in diritto di famiglia e messo a disposizione dall’Amministrazione comunale, che lo distribuirà a tutte le coppie iscritte al Registro delle unioni civili. Il manuale, primo esempio in Italia, è composto da una quarantina di pagine suddivise in capitoli tematici esposti in ordine alfabetico. Sarà pubblicato da oggi anche sul sito del Comune, per poter essere consultato da tutti. All’interno sono raccolte informazioni sui più svariati ambiti della vita quotidiana per i quali, anche le coppie di conviventi, possono trovare tutela nell’ambito della legislazione vigente. Tanti i temi trattati tra cui: congedi per i lavoratori, eredità, figli, fisco, mantenimento e alimenti, risarcimento del danno, trapianto di organi, violenza, pensione, assicurazione, regali e altre liberalità, acquisti, affido familiare e assistenza in ospedale. Sono complessivamente 22.800 le coppie di conviventi residenti a Milano (dati 2011 – Settore Statistica Comune di Milano): le coppie di conviventi senza figli sono 7.285 (di cui 1.515 con meno di 35 anni, 4.783 tra i 35 e i 64 anni), quelle con figli 15.515 (di cui 3.190 con meno di 35 anni e 12.099 tra i 35 e i 64 anni). Il 23 maggio a Palazzo Marino la presentazione del vademecum con l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, l’avvocato Laura Logli, autrice del vademecum specialista in Diritto di Famiglia e il direttore del Settore Servizi per il cittadino Andrea Zuccotti. “Grazie all’impegno dell’avvocato Logli e dei suoi collaboratori – ha detto l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – mettiamo a disposizione di tutti i conviventi milanesi un utile vademecum per capire quali diritti la legge già tutela in materia di convivenze. Sarà consegnato a tutti coloro che si iscriveranno al Registro delle unioni civili che abbiamo istituito lo scorso settembre proprio per dare un riconoscimento delle coppie di fatto. Questo è stato solo il primo passo di un percorso di difesa e divulgazione dei diritti che intendiamo continuare anche chiedendo al Parlamento di mettere ordine proprio a partire dal tema delle unioni civili”. “Ogni giorno – ha spiegato l’autrice del vademecum, l’avvocato Laura Loglio – mi capita di affrontare casi di persone non sposate ma conviventi che mi chiedono come tutelare i propri diritti e sono molto spesso all’oscuro di ciò che la legge prevede per il proprio status di coppia di fatto. Per questo insieme ai miei collaboratori ho raccolto in un manuale tutti i maggiori casi in cui esiste già una tutela per i conviventi e l’ho messo gratuitamente a disposizione del Comune e di tutta la città. Sono convinta che sia infatti utile a tutti conoscere le norme che tutelano gli ambiti più svariati della vita con un´altra persona, ad esempio anche solo per poter accedere a dati sensibili come quelli contenuti in una cartella medica o ad agevolazioni fiscali. Tutto ciò al fine di sapere cosa si può fare nel momento del bisogno durante una convivenza o alla sua conclusione”. “Attraverso il Registro delle unioni civili – commenta Daniela Benelli che, come assessore ai Servizi civici ne aveva tenuto a battesimo l’istituzione – abbiamo voluto lanciare un messaggio chiaro e preciso a tutti coloro che, legati da un vincolo affettivo fino ad oggi non avevano la possibilità di vederlo riconosciuto in un atto formale. Molte amministrazioni locali nel nostro Paese hanno già preso decisioni autonome in questa direzione, atti che fanno del tema una questione non ulteriormente rinviabile per il legislatore”. Il Registro delle Unioni civili è stato istituito con delibera del Consiglio comunale nell’agosto del 2012. Da metà settembre sono iniziate le prime iscrizioni. Entro questo mese saranno circa 650 le coppie iscritte nel Registro, 1.300 persone che hanno deciso di dichiarare il proprio status attraverso questo atto. Una coppia su quattro è composta da persone delle stesso sesso. L’età media varia dalla fascia di giovani tra i 25 e i 35 anni come scelta che non esclude in alcuni casi il matrimonio ma lo anticipa; nella fascia di età più matura, dai 50 in su, spesso si tratta di persone che convivono da anni, con figli propri o da precedenti relazioni, che hanno alle spalle matrimoni conclusi (separati o divorziati). La coppia più giovane è composta da 22enni; la coppia più anziana, due uomini, di 64 e 80 anni. Le coppie sono per la quasi totalità italiane, ma si sono iscritte anche coppie miste. In base al Regolamento per il riconoscimento delle unioni civili il Comune si impegna a tutelare e sostenere queste unioni al fine di superare situazioni di discriminazione e favorirne l’integrazione nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio. Le aree tematiche entro le quali gli interventi sono da considerarsi prioritari sono: a) casa; b) sanità e servizi sociali; c) politiche per i giovani, genitori e anziani; d) sport e tempo libero; e) formazione, scuola e servizi educativi; f) diritti e partecipazione; g) trasporti. Gli atti dell’Amministrazione devono prevedere per le unioni civili condizioni non discriminatorie di accesso agli interventi in tali aree, evitando condizioni di svantaggio economico e sociale. All’interno del Comune chi si iscrive al registro è equiparato al “parente prossimo del soggetto con cui si è iscritto” ai fini della possibilità di assistenza. L’amministrazione comunale rilascia, su richiesta degli interessati l´attestato di “unione civile basata su vincolo affettivo”, inteso come reciproca assistenza morale e materiale, ai sensi dell’art. 4 del Regolamento anagrafico, in relazione a quanto documentato dall’Anagrafe della popolazione residente (D.p.r.223/1989). Il riferimento alla famiglia anagrafica contenuto nell’art. 4 del D.p.r. 223/1989 va inteso in senso esclusivamente anagrafico, in considerazione della differenza tra le unioni civili, come formazioni sociali, previste e tutelate dall’art. 2 della Costituzione e la famiglia, prevista e tutelata dall’art. 29 della Costituzione. L’attestato è rilasciato per i soli usi necessari al riconoscimento di diritti e benefici previsti da “Atti e disposizioni dell’Amministrazione comunale”. Registro Delle Unioni Civili Di Milano Informazioni generali - Con deliberazione n. 30 del 26 luglio 2012 il Consiglio Comunale ha approvato il Regolamento sull’istituzione del Registro delle Unioni Civili. Nel Regolamento è stata definita l’organizzazione e la disciplina per l’iscrizione e la cancellazione nel registro amministrativo delle Unioni Civili. L’iscrizione può essere richiesta da due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, di qualsiasi nazionalità, residenti, coabitanti anagraficamente nel Comune di Milano e iscritti sul medesimo stato di famiglia. Nel caso in cui gli stessi non siano residenti, coabitanti e iscritti sul medesimo stato di famiglia è necessario rivolgersi prima presso qualsiasi sportello anagrafico per effettuare la variazione. Gli interessati non devono essere legati tra loro da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela e non devono appartenere al alcuna altra forma di Unione Civile, comunque riconosciuta. Come iscriversi Le iscrizioni nel registro avvengono esclusivamente sulla base di una domanda presentata congiuntamente dagli interessati unicamente su appuntamento presso l’Ufficio del Registro delle Unioni Civili dell’Anagrafe di Via Larga 12 - secondo piano - stanza 231, dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,00 e dalle 14,30 alle 15,30. Per fissare l’appuntamento è possibile: - contattare telefonicamente i seguenti numeri: 02.884.62114 – 02.884.62115 dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12,00 e dalle 14,30 alle 15,30. - via e-mail alla casella Dsc.registrounionicivili@comune.milano.it  All’atto della presentazione della domanda occorre che gli interessati si presentino entrambi con un valido documento d’identità. La domanda dovrà essere corredata da un bollo di Euro 14,62. L’attestazione che sarà emessa al termine della registrazione ha un costo di Euro 15,14. L’iscrizione nel Registro non può essere richiesta da coloro che facciano già parte di una diversa unione civile, i cui effetti non siano cessati al momento della domanda di iscrizione, né dalle persone coniugate fino al momento dell’annotazione della separazione personale sull’atto di matrimonio. Come cancellarsi La cancellazione dal registro delle unioni civili avviene nei seguenti casi: •cessazione della situazione di coabitazione e/o di residenza nel Comune di Milano di uno o entrambi i componenti dell’Unione Civile (cancellazione d’ufficio dal registro) ; •cessazione dei rapporti affettivi e/o reciproca assistenza morale e/o materiale (cancellazione su richiesta di una o di entrambe le parti interessate). La richiesta di cancellazione (in allegato in fondo alla pagina), unitamente ai documenti di identità dei dichiaranti dovrà essere inviata all’Ufficio Registro delle Unioni Civili secondo le seguenti modalità: •via fax al Protocollo del Settore Servizi al Cittadino: 02.884.60164; •via email alla casella di Posta Elettronica Certificata (Pec): Servizialcittadino@postacert.comune.milano.it  •via posta raccomandata all’indirizzo: Comune di Milano – Settore Servizi al Cittadino – Ufficio Registro delle Unioni Civili – Via Larga 12 Milano Nel caso di richiesta di cancellazione di una sola parte interessata, il Comune provvederà a inviare all’altro componente una comunicazione.  
   
   
PRESENTATA RICERCA ASSOCIAZIONISMO FAMILIARE IN UMBRIA  
 
 Perugia, 27 maggio 2013 - È il ´bisogno´ a fungere da collante per la nascita delle associazioni familiari in Umbria, un bisogno non generico, ma concreto e specifico degli associati che inerisce in senso stretto al sistema delle relazioni familiari: è quanto emerso il 23 maggio nel corso del seminario di presentazione della ricerca "Associazionismo familiare in Umbria", realizzata per conto della Regione Umbria dal Dipartimento di economia e statistica dell´Università degli Studi di Perugia. All´incontro sono intervenuti la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari, la dottoressa Cristina Montesi, dell´Università di Perugia che, con il professor Pierluigi Grasselli, ha curato la ricerca con la collaborazione di Simona Menegon dell´Istat e della psicologa Tania Mococci. Hanno portato il loro contributo i rappresentanti del Forum delle associazioni familiari dell´Umbria, dell´Associazione famiglie numerose, del Forum regionale del terzo settore. "La ricerca - ha spiegato Montesi - ha investigato, tramite questionario, l´associazionismo familiare in Umbria. Delle 75 associazioni individuate e contattate, hanno risposto in 54, quindi il 72 per cento. Delle 54 associazioni intervistate il 90,7 per cento sono associazioni vere e proprie, mentre soltanto il 9,3 per cento sono gruppi informali. Prevale quindi una forma di associazionismo istituzionalizzato a garanzia di una certa stabilità e continuità di operato". Si tratta più che altro di un associazionismo giovane - nato prevalentemente intorno al 2000 - e in continua crescita, più sviluppato nel Perugino che nel territorio Ternano e nei capoluoghi piuttosto che nelle altre realtà. L´obiettivo di lavoro è dare risposte concrete ai bisogni delle famiglie associate. E non solo: "Altra caratteristica che prevale - ha detto Montesi - è che l´associazionismo familiare non manifesta carattere corporativo e le attività vengono estese anche ai nuclei esterni. In sintesi, le associazioni familiari nascono più per rispondere a criticità esistenti che per soddisfare i bisogni ordinari legati alla vita quotidiana". Altra peculiarità è che nelle organizzazioni familiari umbre risulta prevalente la presenza femminile, più in generale gli associati sono di mezza età, prevalentemente colti, che ancora lavorano o che si sono ritirati da poco tempo dal lavoro e identificano l´attività profusa nell´organizzazione come un dono puro, senza aspettative di ritorno. Le attività prevalenti sono nell´ambito della cura della persona, ma anche nell´area dell´assistenza socio-sanitaria e dei servizi educativi. "Questo studio, che è il primo a livello regionale - ha riferito la vicepresidente Casciari - rientra in un percorso più articolato che ha portato alla realizzazione di altri due rapporti di cui uno sul lavoro di cura e l´altro sul dono, che si intrecciano in modo perfetto con quanto emerso dalla nuova ricerca sull´associazionismo familiare, evidenziando che ´dono´, ´associazionismo´ e ´lavoro di cura´ sono legati in maniera circolare e che sono anelli indissolubilmente legati tra di loro". La vicepresidente ha proseguito precisando che in Umbria questi tre fattori hanno permesso di non far scivolare verso il basso l´inclusione sociale che "tiene" proprio perché può contare su un tessuto sociale coeso: "La conferma arriva anche dal rapporto realizzato dall´Aur sui giovani - ha detto - che ha evidenziato come, per le nuove generazioni, sia determinante poter contare sulle relazioni familiari che, attualmente, sono messe a dura prova dalla crisi economica". Casciari in proposito ha annunciato che "la Regione Umbria è impegnata nella stesura del nuovo Piano Sociale regionale che si concentrerà sulle nuove emergenze, quindi famiglie, minori e non autosufficienza, inserendo anche la programmazione comunitaria e, contestualmente, si pensa anche di promuovere un piano per le povertà". La vicepresidente ha quindi ricordato tutte le azioni promosse dalla Regione a sostegno delle famiglie: "Abbiamo adottato specifiche misure per i nuclei in maggiore difficoltà ed a rischio di povertà. Le risorse sono state destinate alla non autosufficienza, agli asili nido, all´istruzione, alle abitazioni in locazione, all´abbattimento delle rette (tassa rifiuti e rette asili nido) e a contributi per l´associazionismo familiare e gli oratori. Per i nuclei familiari più ´vulnerabili´, invece, la Regione si è dotata di un quadro normativo ad hoc e ha messo in campo azioni e interventi con un pacchetto di risorse, 3 milioni di euro in due annualità, da destinare alla famiglia tramite lo strumento del contratto di sostegno. Inoltre, la Regione, con una sua legge, promuove e tutela la famiglia attraverso azioni, interventi e servizi rivolti a diverse finalità che vanno dal sostegno alle giovani coppie e alle nuove famiglie, al supporto per l´educazione e l´istruzione dei figli con particolare attenzione alle famiglie numerose e quelle gravate dai compiti di cura di familiari con disabilità o non autosufficienti, alla valorizzazione dell´associazionismo familiare e all´armonizzazione dei tempi di vita personale e professionale per conciliare gli impegni familiari con quelli lavorativi. "Dalla ricerca - ha concluso - possiamo trarre molti spunti per migliorare l´azione regionale, anche se mancano delle linee di indirizzo per l´attuazione di un piano nazionale che non sia un semplice ´libro dei sogni´ che non trova applicazione reale".  
   
   
ASSESSORE TOSCANA: RENDIAMO INCOSTITUZIONALE LA POVERTÀ  
 
Firenze, 27 maggio 2013 – Accrescere e rendere più capillare la rete dei punti di distribuzione degli aiuti alimentari, estenderla anche al vestiario, garantire un aiuto economico alle associazioni che si occupano della somministrazione degli aiuti e chiedere una normativa nazionale per dare incentivi fiscali alle aziende che invece di distruggere gli alimenti in scadenza li mettono gratuitamente a disposizione degli indigenti: è il programma a breve termine che l’assessore regionale al welfare, Salvatore Allocca, ha illustrato a conclusione del Convegno che si è tenuto questa mattina presso Palazzo Medici Riccardi a Firenze per presentare il Secondo rapporto sull’esclusione sociale in Toscana e l’indagine sulla povertà alimentare. “Siamo di fronte – ha detto l’assessore regionale – a vere e proprie patologie sociali che colpiscono l’Italia in misura maggiore degli altri Paesi dell’unione Europea, come la “scarsità dell’abbondanza” e l’estremizzazione delle disuguaglianze”. E’ per questo che dobbiamo essere capaci di costruire un’alleanza per aiutare i poveri, rendendo la povertà incostituzionale e illegale. Oggi il sistema degli enti territoriali toscani assicura circa 250 milioni di aiuto all’anno. Sarebbe sufficiente tassare di 10 euro al mese le case sfitte (ovvero dell’equivalente di un cappuccino e una brioche alla settimana) per ricavare altri 50 milioni di euro da destinare a questo scopo”. L’assessore ha motivato l’inadeguatezza dei servizi sociali italiani in confronto con quelli degli altri Paesi europei (i “successi” contro la povertà in Europa rappresentano il 10% del totale degli interventi, in Italia solo il 4%) con la mancanza di adeguate politiche abitative e di un reddito minimo per tutti. E’ per questo che anche la povertà alimentare è in crescita. Così la Regione Toscana entro l’estate presenterà una modifica alla legge regionale 32 del 2009 (Interventi per combattere la povertà ed il disagio sociale attraverso la redistribuzione delle eccedenze alimentari). “La Toscana sta meglio di altre regioni italiane – ha aggiunto Salvatore Allocca – ma una parte sempre crescente della popolazione sta scivolando nella povertà che oggi colpisce anche famiglie italiane che finora ne erano fuori. Per questo intendiamo anche sviluppare un sistema informativo per incrociare meglio domanda e offerta, diffondere i centri di distruzione anche nelle città meno popolose e offrire sostegno economico alle numerose associazioni che garantiscono questa rete di protezione sociale”. L’assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Firenze, Antonella Coniglio, ha detto che “La Provincia di Firenze si occupa del coordinamento della ricerca nell’ambito della Rete degli Osservatori Sociali che svolgono un’attività di osservazione, analisi e previsione dei fenomeni sociali nonché di monitoraggio e valutazione di impatto degli interventi per quanto riguarda le politiche di welfare sul territorio. Accanto al ruolo fondamentale di rilevazione e analisi la Provincia partecipa con una consistente rete no profit. Sono infatti oltre 1100 le associazioni presenti sul territorio provinciale fiorentino che operano attivamente nel sociale”. “Il Rapporto sull’esclusione sociale presentato oggi a Palazzo Medici Riccardi può dare significative indicazioni circa lo stato dell’arte nei servizi pubblici e del privato sociale – conclude – apportando un contributo essenziale alle politiche del welfare per migliorare i livelli di efficienza ed efficacia”.  
   
   
II RAPPORTO SULL’ESCLUSIONE SOCIALE IN TOSCANA, FOCUS SULLA POVERTÀ ALIMENTARE  
 
Firenze, 27 maggio 2013 – E’ stato presentato il 23 maggio in Provincia a Firenze, il Ii Rapporto sull’esclusione sociale in Toscana, realizzato dalla Regione attraverso l’Osservatorio Sociale regionale e la Rete degli osservatori provinciali. L’indagine fornisce un quadro conoscitivo approfondito su servizi e strutture che sul territorio toscano si occupano di contrastare il fenomeno della povertà alimentare, uno degli effetti della crisi che negli ultimi anni sta mettendo in difficoltà un numero sempre maggiore di famiglie, costrette ad affidarsi alla rete di associazioni ed enti che operano in questo settore. Famiglie in difficoltà - L’indagine fa il punto sulla difficoltà crescente da parte delle famiglie italiane, sempre più costrette ad eliminare, più che a ridurre, le spese legate a voci non strettamente necessarie e, per quanto riguarda la spesa alimentare, a cercare strategie di risparmio (in 6 anni sono più che raddoppiate quelle che vanno all’hard discount, toccando il 20%, e più di 2 su 3 hanno modificato quantità e/o qualità dei prodotti acquistati). L’istat ha stimato nel 2011 2,8 milioni di famiglie in condizioni di povertà relativa, circa 8,2 milioni di individui. La povertà assoluta nel 2011 ha riguardato il 5,2% delle famiglie, 3,4 milioni di residenti, in crescita rispetto al 2010 (4,6%). In Italia circa la metà della spesa sociale (in termini assoluti è il valore più alto fra i Paesi Ue) è assorbita dalla protezione della vecchiaia; risorse residuali sono dedicate al sostegno delle famiglie, alla disoccupazione e al contrasto delle condizioni di povertà ed esclusione sociale. Reddito familiare – 2,6%, disoccupati + 29% - L’incidenza della povertà relativa tra le famiglie toscane nel 2011 ha toccato il 5,2%, uno dei valori più bassi a livello nazionale. Per anni la Toscana è stata considerata regione ‘mediamente benestante’ con un reddito pro-capite superiore alla media. Ma dall’inizio della crisi (2007) la situazione è peggiorata, mettendo in evidenza alcune debolezze strutturali: crisi del manifatturiero, scarsa propensione ad investire in innovazione, contrazione dei consumi. Dal 2008 al 2011 il reddito reale delle famiglie toscane si è ridotto del 2,6%, varie le cause: perdita di lavoro, sia in termini di posti (-22 mila) che di ore, e distribuzione del lavoro in forme meno redditizie (Cassa Integrazione Guadagni, lavoro part-time, contratti atipici e forme di auto-impiego). Nel quadriennio sono peggiorati tutti gli indicatori occupazionali: disoccupati cresciuti del 29%, e occupati part-time del 6%, tasso di disoccupazione al 10%, in aumento anche il tasso di inattività tra le donne e tra i giovani, il tasso di disoccupazione giovanile (25%) e coloro che non cercano lavoro né studiano (Neet). Fino al 2010 ammortizzatori sociali e patrimonio accumulato dalle famiglie hanno attutito gli effetti ma la spirale recessiva innescata nel 2011 ha in parte vanificato la capacità di questi strumenti di compensare gli effetti destabilizzanti su famiglie ed imprese. Se a ciò aggiungiamo le misure di spending review adottate dalla pubblica amministrazione, l’irrigidimento dei criteri di accesso al credito privato e l’erosione dei patrimoni familiari arriviamo alle previsioni infauste per il 2012: caduta del Pil regionale di -1.7% e conseguente riduzione dell’occupazione di altre 20 mila unità. Strutture contro la povertà - L’indagine sulle strutture che si dedicano al contrasto della povertà alimentare è stata condotta attraverso un questionario on-line, cui hanno risposto 75 organizzazioni (il campo di osservazione è stato limitato a enti ed associazioni che hanno un’attività strutturata e continua nel tempo e che gestiscono casi inviati o segnalati dai Servizi sociali comunali, e approfondimenti attraverso studi di caso che hanno riguardato sei realtà del territorio regionale. Rispetto all’indagine on-line, sono prevalenti le associazioni di volontariato (61,3%) e gli enti di tipo religioso (25,3%). Più di recente hanno iniziato a svolgere questa attività anche soggetti del privato sociale (associazioni di promozione sociale e coop sociali). Più di un quarto sono dislocati in provincia di Firenze. La maggior parte, 8 su 10, opera in comuni di dimensioni medio-grandi. Circa un quinto dei soggetti ha iniziato l’attività prima degli anni ’90, soprattutto quelli appartenenti a enti religiosi e ad associazioni cattoliche. Tra gli anni ’90 e 2000 si colloca invece circa la metà dei soggetti. Oltre il 90% delle organizzazioni intervistate ha dichiarato di gestire soprattutto casi di persone inviate o segnalate dai Servizi sociali dei comuni. Questo avviene soprattutto da parte di quei soggetti che offrono servizi strutturati secondo giorni e orari stabiliti, a testimonianza del legame che nel tempo si è creato tra servizi pubblici e soggetti del volontariato ed associazionismo, considerati una componente strategica del sistema di welfare locale preposto al contrasto della povertà. L’indagine ha anche messo in evidenza le criticità sorte nel rapporto con gli enti locali: mancanza di procedure di segnalazione degli invii, scarsa progettualità condivisa, riduzione del sostegno finanziario. Come si finanziano i servizi - Riguardo al finanziamento dei servizi, in prevalenza avviene con risorse proprie o ricorrendo a specifiche azioni di fund raising (60% dei casi). Meno di un terzo dei soggetti rilevati finanzia i servizi con fondi pubblici derivanti da specifiche convenzioni che vengono stipulate soprattutto dalle organizzazioni che distribuiscono pasti a bassa soglia (29,4%), a domicilio (28,6%) o che sono mense sociali (27,3%). L’autofinanziamento è più diffuso per i servizi caratterizzati dalla bassa soglia di accesso (raccolta e stoccaggio di beni alimentari 67,4%, mensa sociale 45,5% e distribuzione dei pasti a bassa soglia 41,2%). Chi è e cosa chiede l’utenza - Per quanto riguarda l’utenza, le organizzazioni hanno evidenziato un netto aumento della domanda di assistenza negli ultimi anni. Gli utenti di nazionalità italiana prevalgono relativamente al servizio di mensa sociale (53,2%) e per la distribuzione di pasti a domicilio (61,4%). Più rilevante la quota di stranieri per la distribuzione di pasti a bassa soglia (53,5%). Se invece spostiamo l’attenzione alle categorie di utenza, famiglie, minori, anziani, pazienti psichiatrici e disabili sono i soggetti principali che ricorrono a quei servizi che, più di altri, si accompagnano ad una presa in carico da parte dei Servizi sociali dei Comuni: buoni spesa e distribuzione di pasti a domicilio. Immigrati ed utenti inquadrabili nell’emarginazione grave (senza dimora, detenuti ed ex detenuti, nomadi, donne vittime di violenza, adulti con grave disagio socio-economico) ricorrono più frequentemente ai servizi di bassa soglia e ai buoni spesa.  
   
   
MANTOVA - BANDO SOCRATE, CONTRIBUTI PER LE MICRO IMPRESE FEMMINILI  
 
Mantova, 27 maggio 2013 - Il nuovo Comitato per l’Imprenditoria Femminile, insediatosi ieri, mercoledì 22 maggio, presenta il Bando Socrate – Promozione della Cultura d’impresa, rivolto alle Micro imprese femminili in fase di consolidamento (nate da non più di 24 mesi alla data di apertura del bando), fase in cui necessitano di conoscenza, sostegno e assistenza adeguati per affrontare le difficoltà nel periodo di start up. Gli obiettivi del progetto sono i seguenti: aumentare le possibilità di sviluppo e il tasso di sopravvivenza delle nuove imprese, con conseguenti riflessi positivi sull’ampliamento dell’economia locale; creare nuovi posti di lavoro; offrire consulenza e docenze in affiancamento per sviluppare più coscientemente l’attività da poco intrapresa; promuovere cultura d’innovazione; creare flussi di conoscenza e tecnologia; aumentare la qualità della vita; creare sistema di rete. Si tratta di un bando per il quale la Camera di Commercio ha stanziato complessivamente 50.000,00 Euro per l’erogazione diretta da parte dell’Azienda Speciale Promoimpresa-borsa Merci di servizi di consulenza per le imprese, che potranno beneficiarne fino a un massimo di n° 10 ore ciascuna. I servizi di consulenza personalizzati potranno essere ricondotti ai seguenti ambiti di attività: 1. Attività di business planning, pianificazione strategica; 2. Innovazione di processo e di prodotto; 3. Servizi di consulenza tecnologica, manageriale e strategica mirati a specifici progetti di sviluppo aziendale; 4. Sviluppo di tecnologie informatiche; 5. Supporto nell’elaborazione di piani strategici di marketing e comunicazione; 6. Consulenza per l’analisi del fabbisogno finanziario; 7. Controllo di gestione; 8. Check up aziendale. Per informazioni è possibile consultare il sito di Promoimpresa - www.Promoimpresaonline.it  o contattare direttamente lo Sportello Punto Nuova Impresa (tel. 0376356043). Il bando è stato pubblicato venerdì 24 maggio.  
   
   
TRENTO: IL SEMINARIO ANNUALE DI FORMAZIONE PER LE DONNE ELETTE NELLE AMMINISTRAZIONI LOCALI  
 
Trento, 27 maggio 2013 - Si è tenuto sabato 25 maggio prossimo, a Terzolas in Valle di Sole, presso il Convento dei Frati Cappuccini, l’8°edizione del Seminario “Essere protagoniste nella vita pubblica”. Si tratta di un appuntamento nato nel 2005 per le donne elette in provincia di Trento ma che quest’anno presenta una novità, ossia l’invito a partecipare anche agli uomini eletti nelle amministrazioni locali. Infatti, sabato 25 maggio gli Amministratori e le Amministratrici dei comuni trentini e delle Comunità di Valle che si sono confrontate nel corso della giornata di formazione organizzate dall’Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza – Ufficio per le politiche di pari opportunità. L’appuntamento di quest’anno era dedicato all’integrazione delle pari opportunità nelle politiche pubbliche ed alla loro valutazione in un’ottica di genere. Grande spazio e stato dedicato al bilancio di genere, un importante strumento di analisi delle scelte politiche nei confronti di uomini e donne, previsto dalla legge provinciale sulle pari opportunità. L’alto gradimento registrato dall’iniziativa negli anni scorsi ha confermato l’opportunità di prevedere anche per il 2013 l’organizzazione del Seminario proseguendo in questo modo il cammino finalizzato all’approfondimento di specifiche tematiche, alla reciproca conoscenza degli amministratori locali del nostro territorio ed all’avvio di possibili progetti comuni. La mattina di sabato 25 maggio e stata dedicata alla discussione delle principali modalità di integrazione delle pari opportunità nelle politiche pubbliche. L’argomento e stato trattato dalla professoressa Paola Villa dell’Università di Trento e dalla professoressa Manuela Samek Lodovici dell’Isituto per la Ricerca Sociale. Nel corso del pomeriggio verranno invece presentate delle esperienze concrete di applicazione del Bilancio di genere nelle amministrazioni, più precisamente quelle del Comune di Trento e del Comune di San Giuliano Terme in provincia di Pisa. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito www.Pariopportunita.provincia.tn.it  oppure contattando l’Ufficio per le politiche di pari opportunità al numero 0461/493219  
   
   
NASCE EASYMAMMA, PERCHE´ DI COMPLICATO NELLA VITA C´E´ TANTO ALTRO  
 
Segrate, 27 maggio 2013 - Oggi alle ore 18.30, presso il nuovo Centro Civico di Segrate, da poco inaugurato in Via Xxv Aprile, viene presentata ufficialmente l’Associazione di promozione sociale, Easymamma. Easymamma nasce da un gruppo di mamme del territorio ed è sostenuta dal Comune di Segrate, da sempre attento a rendere, ancora di più, il suo territorio a misura di famiglia e, soprattutto, di mamme e bambini. Il Comune ha infatti messo a disposizione gli spazi del nuovo Centro Civico perché l’associazione possa svolgere il suo programma di attività. Easymamma si propone come punto di incontro per le mamme della zona, per ascoltare le loro voci, le loro idee, le loro esigenze. Appuntamenti con gli esperti per parlare di genitorialità, psiche, nutrizione, omeopatia ma anche “lezioni” di cake design, make up, stile, fitness… per essere mamme ma anche e sempre donne! E poi ancora un indirizzo a cui rivolgersi per avere un nominativo di una baby-sitter, di un’ostetrica che possa dare sostegno per l’allattamento, di un’estetista a domicilio… Insieme a Paola Malcangio, Dirigente Servizi Educativi, Culturali e Rapporti con il Cittadino del Comune di Segrate, interverranno Valeria Covini, direttore di Insieme, Donna e mamma, Dolce Attesa, Io e il mio bambino, Valentina Bensi, Presidente dell’Associazione, Antonella Pfeiffer, scrittrice, blogger e socio fondatore. Si parlerà delle esigenze e dei bisogni delle mamme, soprattutto nei primi mesi di vita del bambino e dell’importanza di avere luoghi di incontro sul territorio “di” e “per” le mamme. Verranno inoltre presentate le iniziative organizzate nei prossimi mesi da Easymamma. Www.easymamma.net    
   
   
“DIFFERENZE DI GENERE”, AL CONVEGNO “GENDER DIVERSITY”, PROMOSSO DALL’ASSOCIAZIONE ANIMA PER IL SOCIALE, SONO STATE ILLUSTRATE LE AZIONI PER VALORIZZARE, PROMUOVERE E INCENTIVARE LA PROFESSIONALITÀ FEMMINILE ALL’INTERNO DELL’AZIENDA  
 
Roma, 27 maggio 2013 - Accompagnare le neomamme nel loro rientro in Azienda dopo il periodo di maternità. Questo lo scopo del progetto avviato dal Gruppo Fs Italiane presentato al Convegno “Gender Diversity” (Roma, Palazzo Altieri), l’iniziativa dell’Associazione Anima per il Sociale - in collaborazione con Studio Santarsiero - nata per promuovere e valorizzare la differenza di genere all’interno delle Imprese. Fs Italiane ha testimoniato con il “progetto maternità” una delle principali iniziative avviate dall’Azienda per valorizzare la professionalità femminile nei processi produttivi. Nella consapevolezza che le donne sono talenti da riconoscere, il Gruppo valorizza questa “gender diversity” come valore aggiunto per l’Impresa, realizzando strategie per incrementare la presenza “rosa”. Oltre al “progetto maternità”, il Gruppo Fs Italiane è impegnato su diversi fronti per favorire la “diversità di genere”. Grande spazio hanno avuto, infatti, azioni di comunicazione e interventi, spesso in collaborazione con Istituzioni e Istituti nazionali, a sostegno della sicurezza e della prevenzione sui temi della salute. Tra le best practice presentate, le attività promosse da Fs Italiane in tema di “Diversity Management”. Tra queste spiccano percorsi di ascolto del personale ed iniziative per dare un segnale di forte attenzione alla valorizzazione della diversità (di genere e di età). In particolare, sul tema del sostegno alla genitorialità, Fs Italiane sta esaminando la possibilità di avviare convenzioni con alcuni asili nido del territorio nazionale, sperimentando, al contempo, strumenti innovativi di flessibilità lavorativa per una migliore conciliazione delle esigenze personali e professionali dei dipendenti (elasticità oraria, studi sulla possibilità di applicazione del telelavoro, eccetera). Nonostante il personale maschile sia ancora in forte maggioranza, Fs Italiane è comunque in linea con altre Imprese ferroviarie europee. Tuttavia ci sono importanti segnali di crescita della presenza femminile (nel 2012, le donne sono state oltre il 40% dei nuovi assunti; nelle aree di front-line la presenza femminile è molto superiore alla media aziendale), oltre ad avere dei veri e propri casi di eccellenza: ad esempio, Italferr è fra le grandi società di ingegneria europee che hanno un maggior numero di donne. Nella certezza che c’è ancora molta strada da fare, Ferrovie dello Stato Italiane continua ad incentivare la presenza femminile, considerata una risorsa competitiva e fondamentale per l’Impresa e per la società.