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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Ottobre 2013
ENERGIA: LA COMMISSIONE EUROPEA PRESENTA UN ELENCO DI 250 PROGETTI INFRASTRUTTURALI CHE POTREBBERO BENEFICIARE DI UN FINANZIAMENTO DI 5,85 MILIARDI DI EURO  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2013 - Un’infrastruttura moderna con adeguate interconnessioni e reti affidabili è fondamentale per un mercato integrato dell’energia in cui i consumatori beneficiano dei migliori servizi al prezzo più conveniente. La Commissione europea ha adottato oggi un elenco di circa 250 importanti progetti di infrastrutture energetiche. Questi “progetti di interesse comune” (Pic) beneficeranno di procedure accelerate per il rilascio delle licenze e di condizioni più vantaggiose del quadro regolamentare e avranno accesso al sostegno finanziario proveniente dal “meccanismo per collegare l’Europa”, dotato di uno stanziamento di 5,85 miliardi di euro destinato alle infrastrutture energetiche transeuropee per il periodo 2014-2020. Questo finanziamento consentirà di realizzare i progetti più rapidamente e nel contempo rafforzerà la loro attrattiva per gli investitori. Una volta completati, i progetti contribuiranno all’integrazione dei mercati energetici degli Stati membri, consentendo loro di diversificare le loro fonti energetiche e ponendo fine all’isolamento energetico di alcuni Stati membri. Consentiranno inoltre alla rete di assorbire quote crescenti di energie rinnovabili e dunque di contribuire a ridurre le emissioni di Co2. Günther Oettinger, Commissario per l’Energia, ha dichiarato: “Dobbiamo garantire che i nostri finanziamenti limitati siano utilizzati con oculatezza e che il denaro dell’Ue vada dove può apportare il maggior beneficio possibile ai consumatori europei. Con questo elenco di progetti di infrastrutture energetiche e i benefici che ne derivano speriamo anche di destare l’interesse di un maggior numero di investitori.” L’elenco comprende 140 progetti nel settore della trasmissione e dello stoccaggio dell’elettricità, circa 100 progetti nel settore della trasmissione e dello stoccaggio del gas e del Gnl e numerosi progetti concernenti il petrolio e le reti intelligenti. I progetti beneficeranno di una serie di vantaggi: procedure accelerate per la pianificazione e il rilascio delle autorizzazioni (termine vincolante di tre anni e mezzo); un’unica autorità nazionale competente fungerà da sportello unico per le procedure di rilascio delle autorizzazioni; meno costi amministrativi per i promotori di progetto e le autorità grazie a procedure più snelle di valutazione ambientale, nel rispetto del diritto dell’Unione; maggiore trasparenza e maggiore partecipazione del pubblico; maggiore visibilità e attrattiva per gli investitori grazie ad un quadro regolamentare più solido dove i costi sono a carico dei paesi che beneficiano maggiormente del progetto portato a termine; possibilità di beneficiare di un sostegno finanziario nel quadro del meccanismo per collegare l’Europa. Tutto ciò sarà cruciale ai fini dell’attivazione dei finanziamenti pubblici e privati necessari: i primi finanziamenti potranno essere disponibili già nel 2014. Per essere ripreso nell’elenco un progetto doveva offrire vantaggi considerevoli ad almeno due Stati membri; contribuire all’integrazione del mercato e al rafforzamento della concorrenza; rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento e ridurre le emissioni di Co2. La Commissione monitorerà da vicino l’attuazione delle misure concernenti il rilascio delle autorizzazioni e la realizzazione dei progetti. Infine, l’elenco di progetti di interesse comune sarà aggiornato ogni due anni al fine di integrare nuovi progetti utili e eliminare quelli obsoleti. Contesto L’ingente fabbisogno di investimenti nelle infrastrutture energetiche è alla base della proposta di regolamento del 2011 concernente gli orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee (orientamenti per la Ten-e). Questi orientamenti istituiscono un quadro strategico per la visione di lungo periodo nel settore delle infrastrutture energetiche dell’Unione europea e introducono il concetto di “progetti di interesse comune”. Essi identificano nove corridoi strategici prioritari per le infrastrutture nei settori dell’elettricità, del gas e del petrolio, e tre aree prioritarie di infrastrutture a livello Ue per le autostrade dell’elettricità, le reti intelligenti e le reti di trasporto di anidride carbonica. L’approvazione dell’elenco finale da parte della Commissione è il frutto di un accurato processo di scelta e valutazione. Dodici gruppi di lavoro regionali ad hoc, uno per ogni area o corridoio prioritario strategico, hanno valutato i progetti proposti e hanno elaborato un elenco regionale dei Pic nel luglio 2013. In questo processo sono stati consultati anche il pubblico e le parti interessate, comprese le Ong attive nel settore ambientale, sulle principali strozzature infrastrutturali e sul progetto di elenco di potenziali Pic. Alla stesura dell’elenco definitivo hanno partecipato - in qualità di membri dei gruppi regionali - rappresentanti degli Stati membri, la rete europea dei gestori dei sistemi di trasmissione per l’energia elettrica e il gas (Regst-e e Regst-g), i gestori nazionali dei sistemi di trasmissione e i promotori di progetti, le autorità nazionali di regolamentazione e l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia (Acer). Per ulteriori informazioni: Elenco completo dei progetti di interesse comune per paese: http://ec.Europa.eu/energy/infrastructure/pci/doc/2013_pci_projects_country.pdf  
   
   
UMBRIA: CIRCA 2 MILIONI A DISPOSIZIONE DEI COMUNI PER IL MIGLIORAMENTO DELL’EFFICIENZA ENERGETICA, PUBBLICATI 2 BANDI  
 
Perugia, 15 ottobre 2013 - Avranno tempo fino al 9 dicembre 2013 i Comuni che intendono presentare domanda di finanziamento per realizzare sugli edifici pubblici di proprietà comunale interventi per la riqualificazione energetica e l´utilizzo di energia rinnovabile: l´informazione arriva dall´assessore regionale all´Ambiente, Silvano Rometti, rendendo noto che il 9 ottobre scorso, sul Supplemento ordinario n.6 del Bollettino Ufficiale della Regione Umbria - Serie generale n.46, sono stati pubblicati in materia due nuovi bandi a sportello, che prevedono in pratica una modalità informatizzata per la raccolta delle domande che, a loro volta, saranno finanziate secondo l´ordine cronologico in cui sono pervenute e fino all´esaurimento delle risorse disponibili. "Con questi bandi - ha spiegato l´assessore Rometti - si rendono fruibili le ultime risorse disponibili nell´ambito dell´attuale programmazione dei fondi europei assegnati all´Umbria per il periodo 2007 - 2013 e, allo stesso tempo, si anticipa anche quella che sarà l´azione centrale della strategia regionale per la prossima programmazione 2014 - 2020, che sarà imperniata sui temi della promozione dell´efficienza energetica ponendo particolare attenzione alla riqualificazione degli edifici pubblici anche attraverso un utilizzo intelligente dell´energia e una maggiore valorizzazione delle fonti rinnovabili". Il primo dei due bandi assegnerà risorse pari a 600 mila euro per finanziare le amministrazioni comunali che intendono realizzare interventi per il rifacimento o il potenziamento di reti di teleriscaldamento di proprietà comunale connesse ad impianti che utilizzano biomassa solida o gassosa. "Si tratta di una novità assoluta per l´Umbria - ha spiegato l´assessore Rometti - visto che i destinatari del finanziamento sono le amministrazioni comunali, che potranno partecipare al Bando sia in forma singola, che associata". Il secondo avviso destina alle amministrazioni comunali dell´Umbria 1 milione 250 mila euro, per il finanziamento di interventi di riqualificazione energetica di immobili pubblici esistenti, con destinazione d´uso non residenziale, comprendenti anche l´utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Sono ammissibili a finanziamento spese relative al miglioramento dell´isolamento termico dei componenti dell´involucro edilizio, alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti ad alta efficienza o che utilizzano fonti rinnovabili, nonché interventi volti a migliorare l´efficienza dei sistemi di illuminazione, degli impianti termoidraulici e dei sistemi di ventilazione.  
   
   
GAS: NO A SITO ZAULE PREMIA POSIZIONE REGIONE FVG  
 
Trieste, 15 ottobre 2013 - "L´assenza del sito di Zaule dalla lista Ue dei progetti prioritari energetici che coinvolgono l´Italia premia la posizione della nuova amministrazione del Friuli Venezia Giulia, che con la presidente Serracchiani ha da subito e con forza espresso contrarietà a questo impianto". Lo ha affermato l´assessore regionale all´Ambiente e Energia, Sara Vito. Secondo l´assessore "infrastrutture che hanno un impatto ambientale e conseguenze dirette sul futuro delle attività produttive, com´è nel caso dell´ipotizzato rigassificatore nel porto di Trieste, devono essere ponderate fin dal´inizio con attenzione e in una logica di dialogo transfrontaliero. Siamo favorevoli a una strategia europea che punti a fornire energia a costo più basso per il sistema produttivo e per i cittadini, e quindi siamo disponibili a dialogare per raggiungere questi obiettivi. Ma certo - ha sottolineato Sara Vito - non possiamo accettare che la nostra Regione subisca senza discutere l´imposizione dall´alto di qualsiasi infrastruttura energetica". "Un sempre più stretto rapporto con il Governo nazionale anche nelle scelte energetiche che coinvolgono il Friuli Venezia Giulia - ha concluso l´assessore Vito - non può che essere auspicabile, e noi lavoreremo in questa direzione".  
   
   
SONDE GEOTERMICHE A PONTE ARCHE: VIA ALLA SPERIMENTAZIONE  
 
Trento, 14 ottobre 2013 - Se non produrranno alterazioni nella temperatura delle acque attualmente sfruttate dalle Terme di Comano a scopo terapeutico, anche nell´abitato di Ponte Arche potrebbero essere installate in un prossimo futuro sonde geotermiche a circuito chiuso. A chiedere l´autorizzazione ad installare tale tipo di impianti è il Consorzio elettrico industriale di Stenico (Ceis), interessato a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili da utilizzare per la propria sede amministrativa. L´autorizzazione arriverà però solo dopo un periodo di sperimentazione di 4 anni al quale la Giunta provinciale ha dato oggi il via libera. La zona di Ponte Arche figura attualmente tra le aree soggette a divieto assoluto di installazione di sonde geotermiche in quanto classificata come "area potenzialmente interessata da manifestazioni geotermiche, idrotermali o minerali". Alla luce di nuove conoscenze geologiche ed idrogeologiche acquisite successivamente alla stesura della prima "Carta delle limitazioni all´installazione di sonde geotermiche a circuito chiuso", tale divieto potrebbe però cadere. Tutto dipenderà dall´esito delle due fasi di sperimentazione programmate dal Servizio Geologico: nella prima fase, che durerà circa 6 mesi, verrà realizzato e messo in funzione un impianto costituito da una sola sonda geotermica, che verrà ubicata nella parte centrale dell´abitato di Ponte Arche; se non verrà rilevata alcuna anomalia nella temperatura delle acque del sottosuolo oggi sfruttate dalle terme, si passerà alla fase 2, aumentando il numero delle sonde (fino a 5) il cui funzionamento si protrarrà per un periodo di tre anni. Verificati i nuovi dati raccolti e se sarà dimostrata la non interferenza tra lo sfruttamento geotermico con pompe di calore a circuito chiuso e l´acquifero che alimenta le Terme di Comano, sarà valutata la fattibilità di una revisione dell´area di limitazione e le sonde geotermiche potranno quindi essere autorizzate. Le richieste da parte di privati e soggetti pubblici all´installazione di sonde geotermiche sono in Trentino 15-20 all´anno, per impianti che vanno da 1 a 4 sonde. Un trend - si fa notare al Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento - che si mantiene costante nonostante la crisi economica.  
   
   
FAMIGLIE ITALIANE E MERCATO IMMOBILIARE: INDAGINE TECNOBORSA 2013  
 
Roma, 15 ottobre 2013 - L’indagine Tecnoborsa 2013 presenta l’analisi delle transazioni nel settore residenziale effettuate dalle famiglie che vivono nelle maggiori città italiane negli anni 2011-2012 e quelle previste per il 2013-2014 con un‘ampia finestra sul credito immobiliare. L’indagine attuale mette in luce – come afferma Valter Giammaria, Presidente Tecnoborsa – che: “Nel biennio appena trascorso solo il 4,4% degli intervistati ha acquistato un’abitazione e, rispetto all’Indagine 2011 c’è stato un calo di 0,3 punti percentuali (ossia del -6,4%). Tra le grandi città la più attiva è stata Roma con il 5,8% di transazioni per acquisti di immobili”. Per quanto concerne l’utilizzo dell’immobile acquistato, al primo posto si continua a trovare l’acquisto dell’abitazione principale (81,6%), che sale ritornando ai valori del 2005; al secondo posto (11,2%), si trova la motivazione come seconda casa vacanze, seguita dal desiderio di effettuare un investimento (5,9%), (entrambe le percentuali sono rimaste invariate rispetto al 2011); infine, al terzo posto, vi sono coloro che hanno acquistato una seconda casa per parenti prossimi (1,4%), e qui la quota ha toccato il suo minimo storico scendendo di ben 5,3 punti percentuali rispetto all’Indagine precedente. Da un focus su chi ha acquistato un’abitazione principale è emerso che il requisito che ha pesato maggiormente nella scelta dell’immobile acquistata è stata la dimensione (70,9%); seguono con un notevole divario: vicinanza al luogo di lavoro (44,5%), vicinanza a servizi e alle aree commerciali (40,4%), comfort e qualità delle rifiniture (40,4%), prezzo (37,3%), ubicazione in zona centrale (27,4%), vicinanza ai parenti prossimi (25%), vicinanza ad aree verdi (25%), vicinanza dei trasporti pubblici (24%), tranquillità della zona (22,9%), facilità di parcheggio (16,1%), ubicazione in zona periferica (12%), e ubicazione in zona vicina alle principali vie di comunicazione (11,6%). Viceversa, meno appetibili sono state l’ubicazione in zona in fase di riqualificazione e le caratteristiche orientate al risparmio energetico – ciò evidenzia come, seppure gli italiani stiano diventando più sensibili a questo fattore, ancora oggi non risulta determinante nella scelta della casa da acquistare. Il taglio più richiesto continua a essere il bilocale (28,5%); abbastanza rilevante anche la richiesta del trilocale (27,7%), pur se in calo rispetto alle rilevazioni precedenti; seguono i quadrilocali (25,1%) e quelli con 5 e più vani (10,6%). Solo l’8,1% ha comprato monolocali, anche se è la percentuale più elevata riscontrata dal 2005 a oggi. “Per quanto riguarda lo stato dell’immobile – ha proseguito il Presidente – è emersa una notevole preferenza verso gli immobili abitabili o da ristrutturare; in particolare: il 13,4% ha acquistato un immobile nuovo, il 24,9% uno ristrutturato, il 33,2% uno abitabile e, infine, il 28,5% uno da ristrutturare. Questo dipende molto probabilmente dal fatto che gli alloggi che non sono in buone condizioni costano meno al momento dell’acquisto e possono essere poi ristrutturati in un secondo tempo, anche ricorrendo agli incentivi fiscali che hanno riscosso un discreto successo negli ultimi anni grazie alla loro inconfutabile convenienza”. Spostando l’analisi su coloro che hanno venduto almeno un’abitazione nel biennio 2011-2012 si è riscontrato che sono stati solo il 2,8% degli intervistati, valore inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quello rilevato nell’Indagine precedente. Le vendite avvenute hanno riguardato prevalentemente le abitazioni principali (55,5% di coloro che hanno venduto), fenomeno fortemente in crescita rispetto all’Indagine 2011, anche se non si sono raggiunti i valori del 2009; al secondo posto c’è chi ha venduto le abitazioni tenute per parenti prossimi (25%); a seguire ci sono coloro che hanno ceduto le seconde case destinate alle vacanze (17,5%); infine, le case per investimento (2%). Dal confronto con il 2011 emerge che è notevolmente salita la quota di chi ha venduto una casa per parenti prossimi e l’abitazione principale, mentre è scesa in modo significativo la percentuale di chi ha ceduto una casa tenuta per investimento. La motivazione predominante che induce alla vendita di un’abitazione si riscontra essere ancora la sostituzione con un’altra abitazione principale (41,5%); rilevante è anche la quota di chi ha venduto per bisogno di liquidità (38%); a seguire, con valori molto inferiori, c’è chi ha ceduto un’abitazione per fare altri investimenti immobiliari (10%); chi lo ha fatto per effettuare investimenti finanziari (7%); infine, vi sono coloro che hanno venduto per acquistare una seconda casa vacanze (2%), o per parenti prossimi (1,5%). Rispetto al biennio precedente sono cresciute le percentuali di chi ha venduto per fare investimenti alternativi o per l’esigenza di svincolare ricchezza; viceversa, sono scese le quote legate alle altre motivazioni e questo, molto probabilmente, è legato all’aumento del costo delle seconde case, per cui le famiglie sono propense a tenere solo quelle a reddito. Dall’incrocio tra il tipo di abitazione venduta e il motivo della vendita è emerso che il 70,3% di coloro che hanno venduto un’abitazione principale l’hanno fatto per acquistare un’altra abitazione principale, mentre il 20,7% per bisogno di liquidità; quest’ultimo dato è abbastanza allarmante, perché anche coloro che hanno ceduto altre tipologie di abitazione lo hanno fatto principalmente per svincolare ricchezza. Andando ad analizzare il mercato delle locazioni, è risultato che il 3% degli intervistati ha preso in affitto un immobile nel biennio considerato, e sono state per lo più coppie giovani senza figli che prendono in locazione una casa per creare un nuovo nucleo familiare, non potendola acquistare visto che i capofamiglia svolgono professioni non altamente remunerate; oppure persone mature con un buon titolo di studio e con occupazioni dirigenziali che molto probabilmente affittano un immobile per esigenze lavorative. Le città più attive sono state Milano e Torino. Rispetto all’Indagine precedente il fenomeno ha subito una crescita di 0,7 punti percentuali. Dal lato dell’offerta, è emerso che nel biennio 2011-2012 sono saliti coloro che hanno dato in locazione un bene (2,8%), con un lieve incremento della quota di chi ha affittato un immobile rispetto a quanto rilevato nelle due Indagini precedenti, perché le famiglie preferiscono mettere a reddito un immobile inutilizzato, anche a seguito dell’inasprimento fiscale. Giammaria ha evidenziato che: “Tra coloro che hanno acquistato una casa, il 49,2% ha dichiarato di aver fatto ricorso a un finanziamento o a un mutuo, valore decisamente inferiore a quelli riscontrati in passato; va segnalato che per tutto il 2011-2012 è continuato il trend decrescente delle famiglie che hanno fatto ricorso a una forma di finanziamento per comprare un’abitazione, dato suffragato anche dalle fonti bancarie ufficiali”. Prevalentemente, ricorrono ai mutui/finanziamenti il 58,2% di coloro che hanno acquistato un’abitazione principale, il 19% di chi lo ha fatto per investimento e il 5% di chi ha preso una seconda casa vacanze. In pratica, ci si indebita o per mettere a reddito o per acquistare un’abitazione principale. Rispetto agli anni precedenti è cresciuta la quota di coloro che hanno acceso un mutuo compreso tra il 21% e il 40% del prezzo pagato per l’immobile; sono scesi notevolmente, rispetto all’Indagine 2011, coloro che hanno preso un mutuo che copre dal 41% al 60% (28,1%). Bassissima è la percentuale di chi ha scelto un finanziamento che va dal 41% al 60% del valore del bene acquistato. Non risultano mutui che coprano oltre il 60% del prezzo pagato, dato coerente con le politiche restrittive adottate dagli istituti di credito negli ultimi anni. Circa l’86% delle famiglie che hanno acceso un mutuo negli ultimi due anni ha impegnato mediamente fino al 40% del proprio reddito annuo per il pagamento delle rate, il che denota una certa prudenza sia da parte dell’istituto che eroga il finanziamento sia da parte delle famiglie; il 13% ha impegnato per la rata dal 40% al 50% del proprio reddito; solo l’1,1% oltre il 50%. Dall’analisi delle garanzie richieste dagli istituti di credito a tutela del prestito erogato è emerso che nel 32% dei casi, oltre all’ipoteca sul bene acquistato, è stata richiesta dalla banca una garanzia aggiuntiva al fine di poter accedere al mutuo: un 19,6% di costoro ha dovuto fornire un’ulteriore garanzia ipotecando anche un secondo bene; un 30,4% è ricorso alla fidejussione bancaria di un terzo; infine, ben il 62,5% ha dovuto sottoscrivere una polizza assicurativa a copertura di parte del capitale erogato. Prendendo in esame le compravendite previste per il biennio 2013-2014, l’1,8% degli intervistati dichiara di avere intenzione di acquistare un’abitazione e, dalla comparazione con le precedenti Indagini sulle sei grandi città si evidenzia quanto già registrato per le transazioni nel loro complesso: infatti, si è riscontrato che continua il trend decrescente della quota di chi ha intenzione di acquistare. Tuttavia, le città più attive dovrebbero essere Napoli e Milano. Come per chi ha già comprato una casa, chi pensa di farlo è spinto dalla necessità di acquistare un’abitazione principale (56,2%), quindi, chi acquisterà nel prossimo futuro lo farà prevalentemente per la necessità di avere una casa propria o per migliorare le proprie condizioni abitative. Al secondo posto, con un notevole divario, si trova chi pensa di acquistare per investire il proprio capitale (24,6%), seguito da coloro che intendono acquistare una seconda casa per parenti prossimi (12,7%); infine, vi sono coloro che vorrebbero acquistare la seconda casa per le vacanze (6,5%). Rispetto all’Indagine 2011 è scesa notevolmente la quota di chi vorrebbe prendere una seconda casa per vacanze ed è stato registrato un calo anche tra chi pensa di prenderne una per investimento; viceversa, è salita la quota di chi pensa di acquistare un’abitazione principale o per parenti prossimi. Spostando l’analisi dalla parte dell’offerta futura emerge che nel biennio 2013-2014 solo l’1,8% delle famiglie intervistate ha intenzione di vendere un immobile e le città in cui ci saranno più offerte di vendita dovrebbero essere Roma e Torino. Il Presidente di Tecnoborsa ha sottolineato che: “In termini di intenzioni, il mercato delle compravendite immobiliari sembra stia raggiungendo un punto di equilibrio; infatti, la percentuale di famiglie che hanno dichiarato le intenzioni di acquisto uguaglia le intenzioni di vendita, mentre nel 2011 il gap era di 2,2 punti percentuali, nel 2007 di 4,2 punti e nel 2005 di 10 punti”. La motivazione predominante che induce alla vendita di un’abitazione è l’esigenza di acquistare un’altra abitazione principale (48,3%); al secondo posto c’è chi pensa di vendere per bisogno di liquidità (32,3%); al terzo posto chi intende vendere per fare altri investimenti immobiliari (9,7%); al quarto posto, a parità di punteggio, c’è chi pensa di cedere un’abitazione per fare investimenti finanziari (6,5%), seguito da chi vorrebbe acquistare una seconda casa per parenti prossimi (3,1%); da notare che nessuno prevede di vendere per prendere una seconda casa vacanze. In base al confronto con l’ultima Indagine, è scesa notevolmente la quota di chi intende vendere per fare altri investimenti immobiliari o per acquistare una seconda casa per parenti prossimi e/o vacanze; sale, invece, la percentuale di chi pensa di vendere per sostituire l’abitazione principale, mentre non compaiono variazioni significative per le altre motivazioni.  
   
   
CASA. DA COMUNE E REGIONE FONDI PER RISTRUTTURARE 300 ALLOGGI SFITTI AUMENTA LA DISPONIBILITÀ DI APPARTAMENTI A MILANO SALGONO A 1.134 GLI INTERVENTI GIÀ IN CORSO O IN FASE DI PROGETTAZIONE  
 
Milano, 15 ottobre 2013 - Trecento alloggi popolari sfitti di proprietà comunale saranno ristrutturati entro il 2014 grazie ad un cofinanziamento di 5 milioni di euro, tra Regione Lombardia (4 milioni) e Comune di Milano (1 milione). Lo ha deciso l’ 11 ottobre la Giunta comunale approvando la delibera che consente di presentare alla Regione i progetti di intervento relativi al finanziamento che destina complessivamente 10 milioni di euro al territorio cittadino, suddivisi tra patrimonio Aler (6 milioni) e del Comune (4 milioni). “Questi fondi regionali – ha commentato l’assessore alla Casa e Demanio Daniela Benelli – rappresentano un’opportunità importante per rimettere a disposizione del patrimonio appartamenti oggi non assegnabili e aumentare quindi la disponibilità di alloggi nella nostra città. Grazie ad un contributo aggiuntivo di risorse da parte del Comune, potremo ampliare ulteriormente la mappa degli interventi, con un numero complessivo di quasi 300 unità abitative che saranno ristrutturate e pronte per essere assegnate entro la fine del 2014. Alloggi che si uniranno agli interventi già in corso o in fase di progettazione da parte del Comune e di Aler per un totale di 1.134 appartamenti". Lo stanziamento di 5 milioni di euro consentirà di intervenire su 294 alloggi di proprietà comunale attualmente sfitti e non assegnabili in quanto bisognosi di ristrutturazione. Saranno effettuati interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di varia natura edile ed impiantistica, come il rifacimento dei pavimenti, la sistemazione delle porte e delle finestre, la realizzazione di nuovi intonaci e tinteggiature, la revisione dei servizi igienici, la messa a norma dei vari impianti. Come previsto dal bando regionale, i lavori dovranno iniziare entro maggio 2014 e terminare entro dicembre dello stesso anno.  
   
   
ALER MILANO: STANZIATI 30 MILIONI TORRAZZA  
 
Coste/pv, 15 ottobre 2013 - "I 30 milioni promessi per il risanamento dell´Aler di Milano sono stati stanziati". Lo ha annunciato l´assessore alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli al termine della seduta di Giunta che si è svolta l’ 11 ottobre presso la tenuta di Riccagioia, nel Pavese. "Abbiamo pensato - ha aggiunto l´assessore - ai lavoratori che non hanno mai mancato di costanza e dedizione, agli inquilini nell´approssimarsi della stagione fredda. Non si poteva attendere di più. I 30 milioni stanziati danno risposte immediate a problemi di cassa e a spese inderogabili". Il Finanziamento - "Si tratta di un finanziamento straordinario - ha precisato Bulbarelli -, che è il primo passo verso quelle soluzioni che la situazione drammatica dell´Aler di Milano richiede nel più breve tempo possibile". "Si parla tanto, troppo, dell´Aler di Milano - ha aggiunto -, nonché delle altre aziende lombarde che si occupano di edilizia popolare, ma se ne parla sempre in toni negativi. Non bisogna mai dimenticare invece la straordinaria funzione di queste aziende e lo straordinario lavoro che compie chi quotidianamente qui vi lavora. E´ ora di smetterla di gettare fango su persone che si dedicano a risolvere i problemi delle abitazioni proprio a quelle famiglie che oggi hanno bisogno di una casa in un momento di profonda crisi come quello che stiamo attraversando. Oggi dobbiamo dare risposte non solo a chi rientra nelle graduatorie per il canone sociale, ma anche a coloro che fino a pochi anni fa potevano permettersi un canone di mercato". Al personale delle Aler l´assessore ha dunque voluto mandare un "sentito ringraziamento personale". La Due Diligence - Bulbarelli ha anche spiegato che è già al lavoro la società incaricata di redigere una ´due diligence´ "che permetterà, entro la fine dell´anno, di conoscere in modo preciso la reale situazione in cui versa l´Aler di Milano. Dopodiché potrà essere definito il piano di rientro dell´azienda".  
   
   
DIFESA DEL SUOLO. DALLA REGIONE 4,4 MILIONI DI EURO PER 43 INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO A MODENA, REGGIO EMILIA, PARMA E PIACENZA  
 
Bologna, 15 ottobre 2013 - Quarantatre interventi di messa in sicurezza del territorio e prevenzione del dissesto, per un totale di 4,4 milioni di euro. Questo il contenuto dell’ordinanza firmata dal presidente della Regione Vasco Errani, con la quale sono stati assegnati i nuovi finanziamenti statali relativi ai danni provocati dal maltempo nei mesi di ottobre e novembre 2012 nelle province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza. “Si tratta di un nuovo pacchetto di interventi che testimoniano l’attenzione riservata ai territori colpiti da avversità eccezionali”, ha sottolineato l’assessore regionale alla Sicurezza territoriale Paola Gazzolo nel corso di un incontro in provincia di Parma per fare il punto con gli amministratori locali sull’emergenza frane, seguito da un sopralluogo nel comune di Tizzano. L’ordinanza interessa 35 comuni dell’Emilia-romagna e segue la prima assegnazione di risorse, pari a 2,2 milioni di euro, fatta lo scorso agosto. “Risulta ora importante - sottolinea Gazzolo - realizzare i lavori in modo tempestivo, dimostrando la stessa rapidità di attuazione messa in campo per le opere già finanziate nei mesi scorsi e in via di completamento entro l´autunno". Per quanto riguarda, inoltre, il maltempo della scorsa primavera, che ha colpito tutte le province dell’Emilia-romagna, è stata estesa la durata dello stato di emergenza fino al prossimo 3 febbraio. “Si tratta di un atto importantissimo per assicurare la continuità dell´assistenza ai cittadini che hanno perso l’abitazione - ha sostenuto l’assessore - così come è importantissima la previsione di norme sull’indennizzo dei danni a privati, imprese e infrastrutture, colpiti da calamità naturali, introdotta dal decreto 93 in corso di conversione al Senato. Per dare una possibilità di ristoro ai privati, il Dipartimento nazionale di protezione civile sta definendo le procedure per la ricognizione dei danni: sarà quella la base per decidere, da parte del Governo, lo stanziamento delle risorse e i criteri di utilizzo", ha concluso Gazzolo. Il quadro degli interventi - Per quanto riguarda la provincia di Modena, saranno realizzati interventi per 2.013.900 euro. In particolare a Fanano saranno ripristinate la viabilità comunale a Todena tra Fanano e Ospitale e la scarpata nel sottostrada del torrente Fellicarolo per proteggere la strada comunale Fanano-fellicarolo; sarà poi consolidato il versante della strada comunale Fellicarolo-taburri a Borrelle. A Fiumalbo saranno effettuate opere di consolidamento della strada di Rotari e lungo i rii Acquicciola, San Rocco, Motte e a valle del Ponte della Volturina. A Montecreto sono previsti interventi per la messa in sicurezza del versante e della strada comunale via Ronco-la Croce, a Palagano della viabilità nella località Casa Golino a Monchio e nella via Vecchia per Olina a Pavullo. Sarà inoltre ricostruito il Ponte della Piana tra Palagano e Montefiorino. A Pavullo saranno realizzati interventi urgenti di ripristino della viabilità comunale e a Pievepelago di costruzione di una difesa spondale a Tagliole e di ripristino di opere idrauliche e di sistemazione fluviale. In programma, infine, opere di ripristino della viabilità comunale a San Martino di Case a Polinago e la messa in sicurezza del versante e della strada comunale Sestola-passo del Lupo a Sestola. In provincia di Reggio Emilia, con finanziamenti pari a 860.000 euro, saranno realizzate innanzitutto opere di messa in sicurezza della strada vicinale n.58 a Cà dell´Esposto a Baiso e della strada via Monte Portola a Carpineti. A Castelnovo dei Monti è previsto un intervento di monitoraggio della parete Pietra di Bismantova e la messa in sicurezza dell’Eremo. A Ligonchio è in programma la messa in sicurezza della strada provinciale n.18 Busana-ligonchio-passo Pradarena, a Toano della strada comunale Cerrè Marabino-case Marastoni e a Vetto d´Enza della strada comunale Spigone. Infine,a Vetto e Canossa sono previsti interventi urgenti per il ripristino delle opere di difesa spondale del fiume Enza a protezione della strada provinciale 513. In provincia di Parma sono state finanziate opere per 950.000 euro. In particolare a Bedonia sarà ripristinata la presa dell´acquedotto a Bottasso e messa in sicurezza la viabilità della strada provinciale n.3 di Borgonovo. Interessate a interventi anche le strade provinciali n.15 di Berceto e n.20 di Borgotaro. A Corniglio saranno realizzati interventi urgenti lungo le frana di Signatico, Costa Venturina e di Vestana. A Lesignano saranno ripristinate la viabilità a Ciola-badia-cavana, le opere idrauliche nel Rio Canalazzo a Monchio delle Corti e l’attraversamento della strada provinciale 80 a Palanzano. A Solignano sarà consolidata la carreggiata stradale del centro abitato di Bottioni e a Valmozzola la strada Pieve-costadasino a Vetice. Infine, a Varsi sarà effettuata una sistemazione idrogeologica del versante a via Bassi. In provincia di Piacenza gli interventi ammontano a 576.100 euro. Si tratta della messa in sicurezza della strada comunale S.cristoforo-mogliazze e del ripristino di opere idrauliche sul torrente Carlone a Bobbio. A Castell’arquato sarà messo in sicurezza il cimitero e a Farini saranno ripristinati la strada comunale Nicelli-bolderoni e il Rio Mezzone a Campagna. A Ferriere sono previsti interventi di ricostruzione e consolidamento nel torrente Nure a Folli, mentre a Gropparello nel torrente Rossello e lungo la strada comunale in località Case Badini. A Lugagnano saranno effettuati interventi urgenti nella località Pierfrancesco e di messa in sicurezza della strada comunale di Montezago. A Ponte dell’Olio è previsto un intervento di somma urgenza della strada comunale Montesanto-biana a Tinivelli e, infine, a Vernasca il consolidamento della strada provinciale n.4 di Bardi.  
   
   
AFFITTI, TOSCANA: NEL 2014 LA REGIONE INCASSERÀ PIÙ DI QUANTO SPENDE: PER LA PRIMA VOLTA  
 
Firenze, 15 ottobre 2013 – L´ultimo palazzo in affitto ad essere stato lasciato è quello di via Toscana a Novoli, un paio di settimane fa: 156 dipendenti trasferiti nei palazzi di fianco A e B, con altri a loro volta spostati a villa Fabbricotti e palazzo Cerretani. Prima ancora, alla fine di marzo, erano stati liberati i locali di via Bardazzi. In questi giorni toccherà quindi a via Galliano, immobile che la Regione aveva messo a disposizione del Corpo Forestale. "Stiamo lavorando per risparmiare sugli affitti e utilizzare sempre di più solo immobili di proprietà – spiega l´assessore alla presidenza e al bilancio della Regione Toscana, Vittorio Bugli -. Non sempre logisticamente questo è possibile". Già nel 2014 comunqe, grazie agli affitti già dismessi, la spesa per gli affitti pagati sarà più bassa di quella per gli affitti riscossi. Ogni anno infatti la Regione incassa dagli immobili dati in concessione circa due milioni e mezzo. Fino all´anno scorso ne spendeva quasi 3 milioni e 800 mila per altri locali affittati. Già quest´anno scenderanno a 3 milioni e 182 mila euro (620 mila euro risparmiati) e l´anno prossimo caleranno a 2 milioni e 375 mila euro. "Non ci fermeremo comunque qui" annuncia l´assessore Bugli. Altri traslochi infatti sono previsti. I più rilevanti riguardano la sede del Genio Civile di Pisa, archivi compresi, che si sposterà da Navacchio ad Ospedaletto, in locali di proprietà della Regione. Ci sono poi gli uffici della sanità in via Alderotti a Firenze, destinati ad altra sede. L´operazione consentirà di risparmiare complessivamente un altro milione e mezzo, riducendo così la spesa degli affitti a meno di un quarto di quanto speso fino all´anno scorso: appena 875 mila euro l´anno. "Il trasloco – avverte Bugli – potrà però essere effettuato solo quando i lavori di ristrutturazione delle due sedi di proprietà saranno conclusi". Attualmente l´appalto per Ospedaletto è in corso di aggiudicazione.  
   
   
DAL 2006 LA REGIONE TOSCANA HA VENDUTO IMMOBILI PER OLTRE 20 MILIONI  
 
Firenze, 18 ottobre 2013 - La Regione l´anno scorso ha deciso di dismettere 45 case ed appartamenti, 26 edifici con uffici, magazzini, locali commerciali e produttivi e poi ancora un ex presidio ospedaliero a Borgo San Lorenzo, garage, alcuni alberghi ed un ex colonia, oltre a 31 terreni. Il patrimonio agricolo forestale che sarà ceduto - affidato per legge in gestione ad Unioni di Comuni, ex Comunità montane e Province - riguarda altri 340 beni: 73 fabbricati e 207 particelle di terreno. Immobili non più utili o incapaci di generare reddito. Dalla vendita la Regione Toscana ha ipotizzato di incassare 45 milioni, altri 1,6 milioni dai terreni e beni del patrimonio agricolo forestale: un´aspettativa, non una previsione di bilancio.Il mercato immobiliare vive però un momento difficile. Dall´anno scorso la Regione è così riuscita a vendere solo un ex casa cantoniera a Castiglione d´Orcia e cinque terreni tra Capalbio, Manciano, Castiglion Fiorentino e Magliano per 80 mila euro. L´asta per il complesso immobiliare in via Modena a Firenze, uno degli edifici di maggior valore tra quelli messi in vendita, è andata per due volte deserta: l´ultima a maggio. Altri bandi saranno pubblicati entro la fine dell´anno. Per lo più si tratta comunque di beni di modesto valore: gli immobili più pregiati sono stati venduti negli anni prima. Il patrimonio immobiliare della Regione Toscana - Il patrimonio immobiliare della Regione Toscana conta 931 fabbricati e terreni per 117 mila ettari. E non tutto è naturalmente alienabile. E´ un patrimonio variegato, che in base alla rendita catastale, chiaramente più bassa del valore di mercato, valeva tre anni fa 144 milioni. Ci sono immobili - frutto di acquisti, cessioni e donazioni -, che in parte la Regione utilizza per i propri uffici, in parte affitta o mette a disposizione di terzi e in parte appunto ha deciso di vendere. Oltre a case, fondi commerciali, qualche abbazia dismessa e qualche ex albergo ci sono anche più di 1.500 km di ex strade statali, opere idrauliche, porzioni di porto e tre tratti ferroviari in provincia di Arezzo: uno dismesso da sessanta anni (quello da Arezzo a San Sepolcro), con i caselli ferroviari diventati agriturismi e la strada ferrata, per buona parte, trasformata in un percorso trekking, altri due invece ancora funzionanti (quello da Arezzo a Stia e quello da Arezzo a Sinalunga, meno di cento chilometri tra tutti e due), in appalto alla Lfi, una spa di cui il socio di maggioranza è la Provincia di Arezzo per l´appunto. Le vendite passate - La Regione ha pubblicato dal 2006 ad oggi venti diversi bandi, vendendo più di cento immobili e terreni. Tutti sono stati offerti in prelazione a chi già li occupava. E in molti casi sono stati acquistati. Dalla vendita la Regione ha incassato più di 20 milioni. Cosa è stata venduto dal 2006 - Tra i beni messi all´asta negli ultimi sette anni c´erano un ex convento nell´aretino diventato nei secoli casa padronale (anche se un po´ malconcio), un appetitoso albergo ristorante, in ottimo stato, a Follonica. C´erano uffici e abitazioni di varie metrature a Firenze, un appartamento in condominio a Cecina ed altri in altri borghi toscani. C´erano tante case cantoniere, quelle con i muri rossi, le cornici bianche attorno alle finestre e il giardino fiorito attorno, nate negli anni lungo le vecchie strade statali. Magari in luoghi un po´ isolati..Alcuni immobili sono stati acquistati da Comuni, che magari li avevano già in affitto Prima del 2006 - Altri quattrocento immobili, fondi ed appartamenti sono stati venduti dalla Regione dal 1997 al 2006. C´erano ex colonie marine della Gioventù italiana, a volte già in concessione a privati. C´erano appartamenti e fondi commerciali, un ristorante anche – a Firenze come altrove - e poi di nuovo molte ex case cantoniere dell´Anas che non servivano più allo scopo. Tutte proprietà che spesso erano diventate parte del patrimonio della Regione con lo scioglimento nel 1977 dei cosiddetti ‘enti inutili´. L´ente profughi dalmati ed istriani possedeva ad esempio 38 appartamenti a Massa e 12 a Firenze, l´Ente nazionale ciechi un centinaio. Poi c´erano le colonie della disciolta gioventù italiana, appunto. Ed altri ancora.  
   
   
IMMOBILI E PROPRIETÀ DELLA REGIONE TOSCANA A PORTATA DI CLICK: MAPPA ON LINE  
 
Firenze, 15 ottobre 2013 - La Regione è proprietaria di 931 fabbricati e di terreni per 117 mila ettari, sparsi per tutta la Toscana e in qualche caso anche oltre: la sede a Bruxelles ad esempio. Alcuni sono affittati e la Regione incassa ogni anno 2 milioni e mezzo. Altri sono occupati da uffici E poi ci sono gli immobili che la Regione, per esigenze varie, è costretta a prendere in affitto. E quelli ancora che ha deciso di vendere, gli ultimi di una serie visto che dal 1997 ad oggi di immobili ne sono stati venduti oltre 500 incassando, solo negli ultimi sei anni, più di 20 milioni. Questi dati e tante altre informazioni erano già pubbliche. Adesso saranno ancora più accessibili e di facile lettura, con pochi click col mouse sul computer. La Regione Toscana ha messo infatti a punto un´applicazione web che consente di navigare all´interno di una mappa della Toscana, in maniera intuitiva, e scoprire quali sono le proprietà della Regione (vederle anche, attraverso una foto) e capire come la Regione le utilizza. Accanto alla mappa georeferenziata, nel sito, ci sono poi tre elenchi dettagliati ed anch´essi scaricabili. Nel primo, 90 pagine, non ci sono non solo gli immobili ma anche i terreni e i beni demaniali (boschi e sorgenti ad esempio) di proprietà della Regione. Ci sono i beni non alienabili, quelli utilizzati direttamente dalla Regione o per altre finalità pubbliche, quelli concessi in affitto e quelli in vendita: tutti con le loro coordinate catastali e in qualche caso la rendita. Le altre due schede riguardano invece gli affitti: quelli pagati dalla Regione e quelli percepiti. C´è scritto il canone annuo e quando scade l´affitto. "Tante volte si parla di amministrazione trasparente – commenta l´assessore alla presidenza della Toscana, Vittorio Bugli -. Questo è il modo più semplice per farlo: attraverso il web. Stiamo lavorando anche per rendere le pagine ancora più interattive, in modo che i cittadini che hanno suggerimenti e idee per un miglior utilizzo dei nostri immobili, oppure vogliono segnalare una situazione di degrado, lo possano fare scrivendo una mail ad un indirizzo di posta elettronica". "Allo stesso modo utilizzeremo il web e il sito della Regione, in altre pagine -aggiunge –, per fornire tutti i dettagli sugli immobili, non più strumentali all´attività dell´ente, che abbiamo deciso di mettere in vendita". L´applicazione per navigare all´interno del patrimonio immobiliare della Regione è accessabile dal sito della Regione dall´indirizzo www.Regione.toscana.it/-/patrimonio-georeferenziato  nella sezione dedicata all´amministrazione trasparente nelle pagine che riguardano appunto il patrimonio immobiliare: www.Regione.toscana.it/regione/amministrazione-trasparente/beni-immobili-e-gestione-patrimonio  
   
   
BOLZANO: BANDI DI GARA PER LE BANCHE SUL RISPARMIO EDILIZIO  
 
Bolzano, 15 ottobre 2013 - L´attuazione della legge sul risparmio edilizio ("Bausapren") procede spedita: la Giunta provinciale ha deciso il 14 ottobre di avviare due bandi di gara rivolti agli istituti di credito locali in materia di gestione dello specifico fondo di rotazione e di condizioni bancarie per il prestito ai fini dell´acquisto di un alloggio. Il progetto del risparmio edilizio (o Bausparen) varato con legge è uno degli obiettivi innovativi della Giunta in tema di sostegno all´edilizia agevolata: si vuole offrire ai risparmiatori e in particolare alle giovani famiglie la possibilità di accedere a un nuovo sistema di aiuti e contributi per realizzare il sogno di avere un alloggio di proprietà. In concreto, si tratta di un percorso costruito con capitale proprio risparmiato per un periodo minimo di 8 anni, al quale vanno aggiunti un mutuo senza interessi con una maggiorazione provinciale aggiuntiva per gli anni oggetto del risparmio - attinta dai 50 milioni di euro dello specifico fondo di rotazione - e l´eventuale accesso ad un secondo mutuo a condizioni particolarmente agevolate con una banca convenzionata. A tale proposito la Giunta ha deciso di bandire due gare rivolte agli istituti di credito locali per individuare i presupposti più favorevoli: una relativa alla gestione del fondo di rotazione destinato al Bausparen, l´altra riferita alle condizioni praticate al risparmiatore nel caso di accensione del mutuo bancario. L´approvazione del regolamento di attuazione ala legge provinciale sul risparmio edilizio, che prevede tra l´altro anche il coinvolgimento di Pensplan nel progetto, è prevista nella prossima seduta di Giunta.  
   
   
BENE IL COMUNE DI MILANO SUGLI ALLOGGI SFITTI  
 
Milano, 15 ottobre 2013 - "Sono molto soddisfatta che il Comune di Milano abbia deciso di aderire al bando voluto dal mio assessorato per recuperare i tanti alloggi sfitti presenti sul territorio". Così l´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità Paola Bulbarelli commenta la decisione dell´amministrazione milanese di ristrutturare 294 alloggi, grazie al finanziamento regionale di 4 milioni, per re-inserirli sul mercato. "La politica della Regione - continua Bulbarelli - non è quella di consumare nuovo suolo costruendo ex novo, ma piuttosto quella di recuperare l´ingente patrimonio oggi non affittato. Proprio in questo senso abbiamo destinato 20 milioni di euro al recupero di oltre 2.000 alloggi sfitti in tutta la Regione perché sono davvero tanti gli alloggi non abitabili che devono essere recuperati e messi a norma". "Ben venga dunque - conclude l´assessore - la scelta del Comune di usare subito i 4 milioni destinati proprio agli alloggi di sua proprietà e da mettere così velocemente a disposizione delle famiglie milanesi che attendono una casa da tanto tempo".  
   
   
ITALIA-CANADA, CALENDA IN MISSIONE PER RILANCIO RELAZIONI ECONOMICHE INIZIATIVA ALLA VIGILIA DEL CETA- 12 ANNI FA L’ULTIMA VISITA DEL GENERE  
 
Roma, 15 ottobre 2013 – A pochi giorni dalla missione di sistema negli Emirati Arabi, Il Vice Ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda prenderà parte alla missione imprenditoriale organizzata da Confindustria, Ance e dal Gse che inizia oggi e che interesserà l´intero Canada, dall´est all´estremo ovest, da Montreal all´Oceano Pacifico. Con una crescita economica “di qualità”, in grado di generare occupazione e aumento della produttività, ampie disponibilità di materie prime, soprattutto energetiche, un sistema imprenditoriale tecnologicamente avanzato e un mercato sofisticato, il Canada offre importanti occasioni di collaborazione che le imprese italiane hanno finora poco sfruttato. La missione - la prima di questo genere negli ultimi 12 anni - è l’avvio di una strategia di rilancio delle relazioni economiche bilaterali tra i due paesi. Si inizierà con il favorire il riposizionamento italiano in tre settori ad alto contenuto tecnologico e significato strategico, come quelli dell’oil&gas, infrastrutture e clean tech, nei quali grandi aziende italiane – come Enel Green Power e Saipem - hanno già posizioni consolidate nel mercato canadese e possono essere da traino per le piccole e medie imprese. Questa iniziativa si colloca sulla scia del successo della visita a Toronto e Ottawa del Presidente del Consiglio (22-23 settembre scorsi) e alla vigilia della fase finale del negoziato Canada – Ue per il Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta) che, secondo le previsioni, favorirà un incremento del 20% dei flussi commerciali tra le parti coinvolte e faciliterà gli investimenti bilaterali. Durante la visita il Vice Ministro Calenda incontrerà il suo omologo canadese, Ed Fast. Oltre a confrontarsi sull’andamento dei negoziati del Ceta e su ulteriori settori di collaborazione, il Vice Ministro proporrà di organizzare future missioni sullo stesso modello e azioni mirate anche ad attrarre investimenti canadesi in Italia.  
   
   
MISE, IDEAL STANDARD SOSPENDE PROCEDURA MOBILITA’ FINO AL 31 OTTOBRE  
 
Roma, 15 ottobre 2013- Stop alla procedura di mobilità fino al 31 ottobre, spazio alla ricerca di un’intesa sul futuro del gruppo Ideal Standard. E’, questo, l’esito della riunione che si è svolta ieri al Ministero dello Sviluppo Economico sulle prospettive produttive della multinazionale, presente in Italia con tre impianti. Alla riunione hanno partecipato, oltre ad alti dirigenti del Mise, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani l’Assessore al Lavoro della Regione Veneto Elena Donazzan, l’Ad Domenico Antetomaso, rappresentanti della Regione Lazio e di Confindustria ceramica. Nel corso del confronto, l’Azienda ha aderito alla richiesta del Governo di sospendere la procedura di mobilità fino al 31 ottobre prossimo per agevolare la soluzione dei problemi aperti nel gruppo e, in particolare, quelli relativi all’annunciata cessazione di attività per lo stabilimento di Orcenico. Nei prossimi giorni, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, sarà convocato un incontro con Azienda, Regioni interessate e sindacati nazionali per ricercare un accordo generale che risponda ai problemi presenti in tutti i siti italiani di Ideal Standard.  
   
   
IMPRESE SOCIALI: 5.400 DIPENDENTI IN MENO NEL 2013 GAGLIARDI (UNIONCAMERE), “PORLE AL CENTRO DELLE POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE”  
 
Roma, 15 ottobre 2013 - “Le imprese sociali risentono della crisi e della stretta dipendenza dalla committenza pubblica, ma mostrano una tenuta occupazionale ancora migliore rispetto al resto dell’economia italiana”, ha detto il segretario generale di Unioncamere, Claudio Gagliardi, intervenendo alle Giornate di Bertinoro per l’economia civile, promosse dall’Aiccon - l’Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit. “Stimiamo – ha aggiunto Gagliardi - che le quasi 15mila imprese sociali con almeno un dipendente (composte soprattutto da cooperative sociali) presenti nei Registri delle Camere di commercio impieghino, nel complesso, 435mila lavoratori. Sia per l’affacciarsi sul mercato di nuove imprese sociali, sia per l’aumento occupazionale di quelle già esistenti, dal 2008 al 2012 i dipendenti nel mondo delle imprese non profit sono aumentati di quasi il 6% l’anno, ben più di quanto hanno messo a segno tutte le altre aziende italiane. Una crescita legata alla diffusa esternalizzazione di servizi da parte della pubblica amministrazione, non accompagnata però da un credito capace di accompagnare la crescita di questo settore e in uno scenario caratterizzato dalla continua riduzione di finanziamenti pubblici. È per questi motivi, e non solo per le difficoltà dello scenario economico, che nel 2013 le imprese sociali prevedono una flessione occupazionale di -5.400 lavoratori dipendenti (-1,2%). Un dato negativo certo, ma molto inferiore a quello prospettato dall’insieme delle imprese italiane, i cui dipendenti quest’anno caleranno del -2,2%”. Per le imprese sociali, il fattore lavoro assume ancora un valore talmente elevato e originale che si rivela difficilmente sostituibile con il capitale. E per soddisfare al meglio i bisogni crescenti dei loro utenti, resta fondamentale l’impegno di queste imprese nel campo della formazione e della qualificazione della propria forza lavoro. Continua infatti ad aumentare anche nel 2013 la domanda di figure di profilo elevato: le professioni intellettuali, scientifiche e tecniche raggiungono il 34% delle assunzioni (contro il 23% del totale delle imprese), a fronte di un 27% rilevato nel 2006. I laureati rappresentano quest’anno il 28% delle entrate programmate, quasi il doppio della media delle imprese italiane e ben 10 punti percentuali in più di quanto avvenuto nel 2006. Più diffusa è poi l’offerta di formazione continua ai dipendenti: il 54% delle imprese sociali ha realizzato nel 2012 attività formative per i propri dipendenti, a conferma di una sempre maggiore attenzione prestata al miglioramento delle competenze tecniche e delle capacità professionali delle risorse umane già presenti in azienda, oltre che al livello di qualificazione delle nuove assunzioni. Movimenti e tassi previsti dalle imprese sociali nel 2013 per settore di attività, ripartizione territoriale e classe dimensionale
Movimenti previsti nel 2013* Tassi previsti nel 2013***
(v.A.)
Entrate** Uscite Saldo Entrata** Uscita Saldo
Totale 27.700 33.100 -5.400 6,4 7,6 -1,2
Industria 770 1.360 -590 4,6 8,2 -3,6
Servizi 26.930 31.740 -4.810 6,4 7,6 -1,2
Commercio e servizi di alloggio, di ristorazione e turistici 850 1.110 -270 7,9 10,3 -2,5
Servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio 370 460 -90 6,0 7,4 -1,5
Servizi informatici e delle Tlc; servizi avanzati alle imprese 360 470 -110 4,9 6,3 -1,4
Servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone 1.950 2.810 -860 5,5 8,0 -2,4
Istruzione e servizi formativi privati 2.880 3.920 -1.050 6,0 8,1 -2,2
Sanità, assistenza sociale e servizi sanitari privati 18.710 20.880 -2.180 6,3 7,0 -0,7
Altri servizi alle persone 1.810 2.070 -260 13,1 15,0 -1,9
Ripartizione Territoriale
Nord Ovest 10.850 12.170 -1.320 6,4 7,2 -0,8
Nord Est 8.690 9.630 -940 8,7 9,6 -0,9
Centro 4.010 5.400 -1.390 5,1 6,9 -1,8
Sud e Isole 4.140 5.900 -1.760 4,8 6,8 -2,0
Classe Dimensionale
1-9 dipendenti 1.410 2.140 -730 5,5 8,3 -2,8
10-49 dipendenti 4.320 6.310 -2.000 4,2 6,2 -2,0
50 dipendenti e oltre 21.970 24.650 -2.680 7,1 8,0 -0,9
* Valori assoluti arrotondati alle decine. A causa di questi arrotondamenti, i totali possono non coincidere con la somma dei singoli valori. Dati comprensivi dei contratti a tempo determinato a carattere stagionale. ** Per "entrate" si intendono le entrate complessive (stagionali e non stagionali) di lavoratori dipendenti. Si consideri tale precisazione anche per tutte le tavole seguenti. *** I tassi di variazione sono calcolati sulla base dei saldi occupazionali non arrotondati. Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2013 Per il segretario generale di Unioncamere, “la tenuta e la piena affermazione dell’impresa sociale in Italia passano però anche attraverso una profonda riflessione sul suo ruolo all’interno delle politiche di sviluppo locale, individuando strumenti innovativi per sostenere l’imprenditorialità e la microimprenditorialità”. A questo scopo, Unioncamere ha promosso l’iniziativa di sistema Start up imprenditoria sociale, il cui obiettivo è favorire la nascita di 400 nuove imprese sociali. Le Camere che partecipano al progetto stanno procedendo, in questa prima fase (il bando per la ricezione delle candidature chiude il 21 ottobre prossimo), alla selezione degli aspiranti imprenditori sociali che potranno beneficiare di informazioni e orientamento di base per l’avvio d’impresa, nonché di formazione e accompagnamento alla elaborazione del loro business plan. Già da una prima analisi delle domande a oggi pervenute è possibile tracciare alcune delle tendenze evolutive del mondo delle imprese sociali. A partire dalla diffusione sempre più evidente in ambiti quali il turismo sociale o la tutela ambientale. Molti candidati, poi, dichiarano di aver già maturato esperienze nel sociale, spesso legate al volontariato, e vogliono far diventare un “lavoro” le proprie competenze. Per il sostegno dell’imprenditorialità sociale, occorre poi favorire forme di collaborazione con il sistema del microcredito. Per questo, Unioncamere e Banca Etica hanno recentemente sottoscritto un Protocollo di Intesa con il quale vogliono integrare i servizi di informazione, formazione, orientamento, accompagnamento e assistenza tecnica per l’avvio di nuove attività imprenditoriali sociali offerti dalle Camere di commercio con l’offerta da parte di Banca Etica di un pacchetto integrato di prodotti di microcredito specificatamente dedicato all’imprenditoria sociale. Lo scorso 7 ottobre è stato inoltre presentato il rinnovato Protocollo d’intesa tra Unioncamere e Forum Nazionale del Terzo Settore per la valorizzazione dell’imprenditorialità sociale, che punta, tra l’altro, al rafforzamento della rete dei 33 Comitati per l’imprenditoria sociale e il microcredito (Cisem) costituiti dalle Camere. Queste strutture si prefiggono di cooperare con associazioni imprenditoriali, con quelle del Terzo Settore, con i Comuni e con il mondo della ricerca (a partire da quella universitaria) per promuovere lo sviluppo di queste imprese. “Le Camere di commercio - conclude Gagliardi – sono il soggetto in grado di rafforzare l’indispensabile triangolazione tra chi produce beni economici e chi produce beni sociali: fra imprese profit, mondo del non profit e istituzioni. La Camera può rappresentare la casa che sostiene lo sviluppo delle imprese sociali e del non profit, un indispensabile tassello nel nuovo modello di sviluppo dell’Italia basato sulla qualità, sulla sostenibilità, sulla cultura dei territori: perché la coesione e il benessere sociale non sono ininfluenti rispetto alla creazione di ricchezza, come dimostra l’esperienza dei nostri distretti produttivi, dell’imprenditorialità diffusa, delle aziende familiari”.
 
   
   
LOMBARDIA,GIUNTA: AZZERATA IRAP PER START UP INNOVATIVE MARONI:È LA PRIMA VOLTA, VOGLIAMO ABBATTERE PRESSIONE FISCALE MELAZZINI: 30 MLN PER LA NASCITA E IL RILANCIO DELLE IMPRESE  
 
Torrazza Coste/pv, 15 ottobre 2013 - Favorire l´avvio e lo sviluppo di nuove imprese lombarde (Start up) e supportare il rilancio di imprese esistenti (Re Start), attraverso un sostegno finanziario, l´affiancamento di una rete selezionata di soggetti fornitori di servizi e, per la prima volta in Lombardia, l´azzeramento dell´Irap per le Start up innovative. Sono questi gli obiettivi del provvedimento - accompagnato da una disponibilità finanziaria di 30 milioni di euro - approvato oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione Mario Melazzini. Lo stesso Melazzini ha presentato oggi il provvedimento nella conferenza stampa dopo Giunta, insieme al presidente Roberto Maroni. Riduzione Pressione Fiscale - "È la prima volta - ha spiegato Maroni - che viene deciso l´azzeramento dell´Irap per le Start up innovative. Si tratta di una misura coerente con il programma di governo, che prevede la riduzione della pressione fiscale. E´ il primo passo per l´azzeramento completo dell´Irap, cosa che la Lombardia vuole realizzare, sfidando le altre Regioni e il Governo a fare altrettanto". "L´azzeramento dell´Irap - ha aggiunto Melazzini - è un provvedimento fondamentale di sostegno alle imprese. Il nostro metodo di lavoro è fatto di ascolto e ricognizione precisa del bisogno dei territori e di individuazione di strumenti per dare risposte concrete. La misura per Start up e Re start è nata proprio da questo metodo e grazie a un ottimo lavoro di squadra. Con questa azione vogliamo creare occupazione, stimolare giovani a fare impresa e non abbandonare le aziende in difficoltà, intercettando le loro necessità prima di una crisi irreversibile. Agiamo in particolare sulla semplificazione (con sgravi fiscali e amministrativi), realizzando anche strumenti personalizzati di supporto". 400 Aziende - Per realizzare questo programma innovativo - destinato appunto non solo alla nascita di nuove attività, ma anche al riposizionamento di quelle esistenti - "la dotazione finanziaria iniziale - ha spiegato Melazzini - sarà di 30 milioni di euro, di cui 7 milioni di contributi 4 fondi disponibili secondo due modalità: finanziamenti agevolati del Frim: finanziamento a medio termine a tasso di interesse 0,5% fino ad un massimo di 100 mila euro (fino al 100% dell´investimento ammissibile) per spese di avvio/rilancio dell´attività d´impresa; servizi di affiancamento erogati dalla rete di professionalità selezionata: contributo fino ad un massimo di 30.000 euro per l´acquisto di servizi di affiancamento ai percorsi di avvio/rilancio d´impresa presso la rete di fornitori selezionati. Nuova Legge Sulla Competitività - Le imprese ammesse al programma Start up e Re start saranno il primo campione su cui sperimentare le innovazioni introdotte dalla nuova proposta di legge sulla competitività, il cui articolato è stato presentato oggi in Giunta e che sarà approvato la prossima settimana. "Non si tratta di una semplice revisione della legge - ha sottolineato Melazzini - ma di una svolta epocale, che introduce strumenti concreti di aiuto alle imprese". Il progetto di legge sulla competitività introduce una serie di modifiche che riguardano, tra le altre cose: semplificazione dei rapporti e delle procedure legate all´avvio d´impresa (Accordo di localizzazione produttiva con l´avvio e la sperimentazione di ´zone a burocrazia zero´); fiscalità di vantaggio con la previsione, nell´ambito degli stessi Accordi, di un minor carico fiscale per le nuove imprese, sulle imposte regionali e comunali; nuove modalità per l´avvio dell´attività di impresa; riforma degli Sportelli unici per le attività produttive e del sistema dei controlli.  
   
   
TAGLIO IRAP, MARONI: IL GOVERNO PRENDA ESEMPIO DA NOI  
 
Milano, 15 ottobre 2013 - "La nostra delibera, che prevede l´azzeramento dell´Irap per le nuove imprese costituite da giovani, introduce un principio rivoluzionario, perché è il primo passo che ci deve portare all´abbassamento della pressione fiscale". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, rispondendo, a margine della manifestazione ´Sport&talent´, alle domande dei cronisti che gli chiedevano un commento sui numerosi provvedimenti adottati dalla Giunta a sostegno del mondo delle imprese e non solo. Il governatore, sottolineando l´importanza del provvedimento assunto venerdì scorso, che taglia l´Irap per le Start up innovative, e ricordando brevemente l´impegno dimostrato dalla Giunta per sostenere "l´intervento della Regione in tutti i campi e in tutti i settori", ha incalzato il Governo nazionale, osservando che "se facesse tutto quello che fa la Regione Lombardia, avremmo risolto molti problemi".  
   
   
CALABRIA: PRESENTATO LA SECONDA FASE DEI PISL. 51 MILIONI DI EURO ALLE IMPRESE  
 
Catanzaro, 15 ottobre 2013 - L’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione Nazionale e Comunitaria, Giacomo Mancini, ha presentato, alla Fondazione Terina di Lamezia Terme, la seconda fase dei Progetti Integrati di Sviluppo Locale: quella concernente i bandi sugli aiuti alle imprese. Ad affiancare c’erano il direttore e le dirigenti del Dipartimento Turismo della Regione, Pasquale Anastasi, Gabriella Rizzo e Consolata Loddo, il responsabile del procedimento Pisl, Luigi Zinno e Tommaso Calabrò dirigente del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria. In particolare, alla presenza degli amministratori e degli imprenditori dei territori coinvolti, sono stati illustrati i due bandi relativi ai Pisl “Sistemi turistici locali/Destinazioni turistiche locali” che hanno una dotazione finanziaria complessiva di 51 milioni di euro, provenienti dalle Linee di intervento 5.3.2.3 (quarantuno milioni e sessantaduemila euro) e 5.3.2.2 (dieci milioni 508 mila) del Por Calabria Fesr 2007-2013. Dopo avere siglato le convenzioni Pisl per la realizzazione delle opere infrastrutturali, è arrivato il momento di dare attuazione alle agevolazioni previste, già finanziate con la delibera di Giunta regionale 466 del 19 ottobre 2012, che ha approvato le graduatorie dei Pisl. “Oggi iniziamo la seconda fase dei Pisl , quella che è rivolta agli imprenditori privati. Dopo aver concluso la prima fase per gli enti pubblici territoriali – ha dichiarato l’Assessore Giacomo Mancini - con i quali abbiamo siglato le convenzioni e ai quali abbiamo erogato le anticipazioni mettendo così nelle condizioni gli amministratori di realizzare le opere pubbliche, adesso lavoriamo sui bandi che sono rivolti ai privati. Questi strumenti sono pensati per gli imprenditori che operano in uno dei 217 comuni compresi tra il partenariato dei 17 Pisl finanziati che riguardano il turismo. Per loro abbiamo stanziato 51 milioni di euro a valere sui fondi comunitari ai quali dovranno aggiungersi i capitali privati investiti dagli imprenditori. Sul territorio ci sarà un vero e proprio effetto moltiplicatore. Mettiamo – ha aggiunto l’Assessore Mancini – nelle mani dei calabresi un altro strumento che consentirà di migliorare la ricettività della nostra regione e i servizi turistici. Continuiamo così sulla strada tracciata dal Presidente Scopelliti di puntare in particolare sul turismo come volano di sviluppo della Calabria. Perché ciò´ avvenga, è importante che sia il pubblico che il privato si rimbocchino le maniche continuando il lavoro di squadra già da tempo avviato. Adesso – ha concluso l’Assessore Mancini - ci aspettiamo che gli imprenditori che aderiscono a questi bandi realizzino progetti capaci di offrire una accoglienza di qualita´ che consenta di raccogliere flussi turistici sempre maggiori".M.v. I Beneficiari. Gli aiuti riguardano investimenti e servizi reali. Ne possono beneficiare piccole e medie imprese con sede operativa in tutti i comuni ricadenti nelle aree dei Pisl finanziati con la delibera 466 del 2012, che ha approvato le graduatorie dei Progetti integrati di sviluppo locale. Lo strumento individuato è quello dei Pacchetti integrati di agevolazione (Pia), che consentono la richiesta di contributi finanziari attraverso la presentazione di piani di sviluppo aziendale economicamente validi. I Territori. I Pisl coinvolti sono diciassette (di cui dodici in entrambi i bandi), con soggetti capofila: nel Catanzarese, la Provincia, il Comune di Gizzeria, la Comunità montana Monti Reventino, il Comune di Squillace; nel Cosentino, i Comuni di San Giovanni in Fiore, Scalea, Amantea, Castrovillari, Cassano allo Jonio e Belvedere Marittimo; nel Crotonese, la Provincia; nel Reggino, i Comuni di Gerace, Bagnara Calabra, Santo Stefano in Aspromonte e il Consorzio Locride; nel Vibonese, i Comuni di Vibo Valentia e di Tropea. Le Amministrazioni municipali coinvolte, in totale, sono 217, di cui sessantadue nel Catanzarese, sessantasette nel Cosentino, 23 nel Crotonese, trentasette nel Reggino e ventotto nel Vibonese. Quali Interventi Possono Essere Finanziati: Primo Bando (Linea 5.3.2.3). Sono finanziabili la qualificazione, il potenziamento e l’innovazione dei sistemi di ospitalità attraverso interventi per: migliorare le funzionalità e la qualità dei servizi delle strutture ricettive esistenti (anche attraverso la realizzazione di impianti e servizi connessi); realizzare nuova ricettività di alta qualità; realizzare “alberghi diffusi” nei centri storici. Quali Interventi Possono Essere Finanziati: Secondo Bando (Linea 5.3.2.2). Sono finanziabili interventi realizzati da imprese che operano nel comparto del turismo per la progettazione e la realizzazione di nuovi prodotti/servizi turistici basati prioritariamente sugli itinerari tematici (naturalistici, culturali, enogastronomici). Si possono inoltre ricevere contributi per interventi che prevedono la nascita e il potenziamento di imprese in grado di erogare le tipologie di servizi turistici per: organizzazione di eventi e iniziative; fruizione del patrimonio ambientale, architettonico e culturale; promozione e gestione di specifici Prodotti/pacchetti turistici; servizi alle imprese turistiche (innovazione tecnologica processi back office e front office, gestione comune acquisti, promozione e prenotazione, etc.). E’ data priorità alle imprese di servizi costituite da reti di Operatori turistici. Lo Strumento Di Incentivazione. Lo strumento individuato è quello Pacchetti integrati di agevolazione (Pia), che consentono la richiesta di contributi finanziari attraverso la presentazione di Piani di sviluppo aziendale relativi a: investimenti produttivi; servizi reali; formazione.  
   
   
WORKSHOP ALCOTRA INNOVAZIONE: PRE-COMMERCIAL PUBLIC PROCUREMENT E LIVING LABS IN VALLE D´AOSTA  
 
Aosta, 15 ottobre 2013 - L’assessorato delle attività produttive, energia e politiche del lavoro e la Chambre Valdôtaine organizzano, nell´ambito del progetto strategico Alcotra Innovazione, il 18 ottobre 2013 alle ore 14,30, al politecnico di Torino sede di Verrès, un workshop dal titolo: Alcotra innovazione: Pre-commercial Public Procurement e Living Labs in Valle d´Aosta. Il progetto strategico Alcotra Innovazione, nel contesto del Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-francia 2007-2013, ha sviluppato azioni di partenariato tra gli attori dell´innovazione da una parte e dall´altra della frontiera alpina, favorendo a livello locale e transnazionale la collaborazione tra imprese, cluster, centri di ricerca, università e istituzioni per lo scambio di buone pratiche e per attività di trasferimento tecnologico e di ricerca e sviluppo. In particolare la Valle d´Aosta, nell´ambito di questo progetto, ha attivato azioni pilota di domanda pubblica di innovazione, con l´inedito strumento dell´appalto pubblico pre-commerciale, e di open innovation, con la sperimentazione di Living Labs, con i quali la ricerca si sposta dai laboratori a contesti di vita reale in cui i cittadini, in qualità di utenti finali, sono invitati a partecipare attivamente al processo innovativo nel suo insieme in domini socio-economici strategici quali smart energies e infomobilità. All´incontro interverranno Francesco Fionda dell’Assessorato delle attività produttive, energia e politiche del lavoro, Francesco Molinari esperto di Living Labs per il progetto Alcotra Innovation, Andrea Manfredi Ceo - news.Supermoney.eu e Alessandra Donnini sviluppatrice software Etc Ware s.R.l. Segreteria organizzativa - tel.0165 573096  
   
   
TRIESTE - PRESENTAZIONE DEL PROGETTO CLUSTER CLUB  
 
Trieste, 15 ottobre 2013 - Si è chiusa sabato 12 ottobre la due giorni di incontri volti a favorire lo sviluppo delle reti d´impresa nell´Alto Adriatico, organizzata nell´ambito del Progetto Cluster Club. Si tratta di un´iniziativa cofinanziata dal Programma di cooperazione Transnazionale Ipa Adriatico, che mira a rafforzare la cooperazione fra i centri di competenza, distretti e le imprese appartenenti al settore della nautica, al quale partecipa anche Aries, l´Azienda Speciale della Camera di Commercio di Trieste, unitamente alle aziende speciali iter e concentro delle camere di commercio di Udine e Pordenone, e ad altri 14 partner su 6 paesi dell’area adriatica, con capofila Unioncamere Veneto. Il primo workshop, che ha animato nel pomeriggio di ieri lo stand del progetto Cluster Club all’interno del Villaggio Barcolana, si è focalizzato sulla presentazione delle eccellenze in tema di innovazione nella filiera della nautica presenti a Trieste e in Friuli Venezia Giulia grazie agli apporti del distretto nautico Ditenave, dei progetti in tema di formazione, reti di impresa e start up innovative. “Il Progetto Cluster Club mira a portare l’attenzione del mondo della nautica sulle possibilità offerte dall’alto Adriatico – ha detto il presidente della Camera di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti -. Ritengo che il mare possa essere l’elemento chiave per il rilancio di Trieste proprio grazie alla Blue Economy. Grazie al sostegno del sistema camerale siamo riusciti a creare Trieste Refitting System, una rete d’impresa tra cinque importanti aziende del settore del refitting, ed abbiamo inoltre messo in rete le tre più importanti marine dell’area giuliana creando il Trieste Yacht Berths. Si tratta di realtà che stanno già dando ottimi risultati, come dimostra l’alto numero di maxi yacht che solcano le nostre acque. Il tutto per fare in modo che queste imbarcazioni non vengano solo per turismo, ma anche per fare rimessaggio e fuire dei molti servizi d’eccellenza offerti dalle nostre aziende”. Tra i primi output del progetto, una mappatura completa dei centri d’eccellenza dei distretti e delle imprese afferenti la filiera nautica nell’area adriatica (disponibile sul portale www.Clusterclub.eu). Sono stati presentati inoltre lo studio di prefattibilità per un mini marina fluviale, il recupero del “trabacolo” l’antica imbarcazione della tradizione marinara veneziana che univa le due sponde dell’Adriatico, e un incubatore per startup a Pola.  
   
   
PRESENTATO A LAMEZIA IL PROGETTO “PAESE AUSTRALIA” RIVOLTO ALLE IMPRESE CALABRESI.  
 
Catanzaro, 15 ottobre 2013 - L’assessore alle politiche Internazionali Luigi Fedele ha aperto i lavori del progetto “Paese Australia”, presentando la Missione incoming in Calabria di operatori australiani. La manifestazione commerciale alla quale hanno aderito circa cinquanta aziende calabresi del settore agroalimentare e turistico, si è tenuta a Lamezia presso la Fondazione Terina del Centro Agroalimentare di Lamezia, alla presenza del Dirigente generale del Dipartimento Turismo della Regione Pasquale Anastasi, della Dirigente del settore Politiche Internazionali Saveria Cristiano, del Segretario generale del Ceo e della Camera di Commercio Italiana in Australia Nicola Carè e del vice Segretario generale della Camera di Commercio Italiana in Australia Luca De Leonardis. L’assessorato all’Internazionalizzazione, in attuazione del Pea 2013, ha avviato lo scorso mese di luglio il progetto “Paese Australia” che ha visto, nella sua prima fase, la realizzazione di una missione istituzionale finalizzata all’implementazione di proficui rapporti economici e commerciali con qualificati operatori australiani. Il progetto, inoltre, ha permesso l’attivazione del “Desk Calabria”, operativo presso la Camera di Commercio Italiana in Australia che consente alle imprese calabresi selezionate di usufruire di una vetrina espositiva gratuita e di servizi di assistenza e supporto specialistico in loco sul mercato australiano. “Abbiamo il piacere di ospitare in Calabria – ha dichiarato l’assessore Fedele – alcuni fra i più importanti operatori australiani del settore agroalimentare e turistico, a seguito della realizzazione della missione nelle città di Sydney e Melbourne con i settori più rappresentativi delle eccellenze produttive calabresi. L’azione di incoming, infatti, rappresenta un importante momento di promozione e di implementazione dei rapporti economici, commerciali e imprenditoriali con partner economici australiani sul territorio calabrese per lo sviluppo di iniziative legate al turismo e alle produzioni regionali. Le nostre aziende, infatti, avranno l’opportunità di mostrare le eccellenze di cui dispone la Calabria, attraverso la visita dei luoghi e delle stesse aziende che hanno aderito al progetto”. La giornata di incoming è continuata, poi, con gli incontri ‘b2b’ settoriali (alimentare – Turismo - Ict) tra operatori australiani e calabresi al fine di promuovere sia le produzioni d’eccellenza della regione che gli itinerari e i siti turistici calabresi. Nel corso delle giornate calabresi, inoltre, gli ospiti australiani avranno l’occasione di visitare le strutture ricettive e le aziende del settore agroalimentare selezionate sparse su tutto il territorio regionale.  
   
   
RETE DI IMPRESE: UN CONTRATTO PER CRESCERE E INNOVARE LE PMI DEL VENETO  
 
Venezia, 15 ottobre 2013 – Un contratto che unisce esperienze imprenditoriali diverse per renderle più competitive con minori costi e rischi, godendo di agevolazioni creditizie e prodotti finanziari dedicati a tale modello di aggregazione. Circa 200 imprenditori provenienti da tutto il Nordest hanno partecipato al convegno «Il contratto di rete di imprese: aggregarsi per crescere e innovare – Agevolazioni creditizie, rating e internazionalizzazione», svoltosi lunedì 14 ottobre ed organizzato da Unioncamere del Veneto, Veneto Promozione e Università Ca’ Foscari, in collaborazione con Banco San Marco – Gruppo Banco Popolare – e Unicredit. “Piccolo è bello” era il refrain che una decina d’anni fa caratterizzava il successo di un sistema imprenditoriale come quello Veneto, dove la colonna portante sono le piccole e medie imprese e la loro flessibilità produttiva. Un sistema che l’economia globalizzata ha messo in discussione. La soluzione, oggi, è fare squadra e mettere insieme risorse ed idee per salvaguardare e far crescere il patrimonio imprenditoriale. Questo sono le reti d’imprese. Attualmente la struttura produttiva del Veneto consta di oltre 457mila aziende, il 90% delle quali con meno di 10 addetti. In Veneto – dati Infocamere al 29 luglio 2013 – i contratti di rete sono 85 e coinvolgono 426 imprese mentre, a livello di Nordest, le aggregazioni sono 297 per complessive 1.396 imprese aderenti. «L’attuale crisi obbliga a fare sistema e lavorare in squadra - sottolinea Gian Angelo Bellati, segretario generale Unioncamere del Veneto –. Questo soprattutto quando imprese ed enti devono internazionalizzarsi e svolgere attività di ricerca e sviluppo tecnologico. Il convegno che abbiamo promosso voleva proprio offrire idee, servizi e strumenti finanziari per l´importante obiettivo di “fare rete” fra le nostre imprese». Il convegno ha infatti illustrato il quadro delle novità introdotte dalla normativa sul contratto di rete, le importanti agevolazioni creditizie e i prodotti finanziari dedicati a questo modello d’aggregazione. Paolino Donnarumma, responsabile Servizio Sviluppo e Alleanze del Banco Popolare, ha introdotto l’argomento illustrando come il fenomeno delle reti d’impresa sia cresciuto in maniera esponenziale a partire dal 2010, quando le reti costituite erano una ventina, per arrivare ai quasi 1.000 contratti di rete a fine luglio scorso, che coinvolgono oltre 4.900 imprese. L’intervento è proseguito con una sintesi della normativa che regola la materia, in particolare per quanto concerne i vantaggi, anche fiscali, che derivano dall’aggregazione, affrontando il tema delle differenze tra “Rete Contratto” e “Rete Soggetto”, figura recentemente introdotta dal legislatore. Per quanto concerne il Banco Popolare e le reti d’impresa, Donnarumma ha sottolineato l’importanza dell’accordo siglato con Retimpresa, sulla base del quale è stato anche istituito un premio alla miglior tesi di laurea sull’argomento “Reti”. Banco Popolare ha attivato con Bei/fei un plafond di 20 milioni di euro di finanziamenti dedicati alle imprese aderenti alle Reti ed è stata la prima banca ad attivare un conto corrente espressamente dedicato alle Reti di Impresa. «Il Contratto di rete è uno strumento estremamente flessibile che permette alle imprese di migliorarne la competitività sui mercati internazionali facendo parte di reti globali e di intercettare così nuove opportunità di business, pur senza perdere la propria autonomia – ha sottolineato Gino Garbin, responsabile Area Venezia di Unicredit –. Sotto il profilo dell’accesso al credito Unicredit mette a disposizione un modello di servizio specializzato, oltre che un processo creditizio in grado di migliorare anche sensibilmente il livello di rating delle reti con conseguenti benefici in termini di costo del credito». A portare la propria testimonianza di rete di imprese sono intervenuti Enrico Cancino (direttore Craca), Luca Castagnetti (Studio Impresa) e Giancarlo Taglia (manager di rete di Il Buongusto Veneto).  
   
   
PIANO STRATEGICO D´AREA VASTA PER LA SICILIA SUD-EST  
 
Ragusa, 15 ottobre 2013 - E´ stato sottoscritto nella sala consiglio della Cdc, il protocollo d’intesa tra le Cdc di Catania, Ragusa e Siracusa teso alla individuazione ed al sostegno di azioni comuni tra i tre enti camerali per la costruzione di un “piano strategico d’area vasta per il sud-est di Sicilia”. A firmare il documento sono stati, oltre al commissario straordinario della Cdc di Ragusa Sebastiano Gurrieri, il presidente della Cdc di Siracusa Ivan Lo Bello, e per la Cdc di Catania assente il commissario straordinario Dario Lo Bosco, il segretario generale dell’ente Alfio Pagliaro. Erano presenti alla cerimonia anche il vicepresidente della Camera di Siracusa Pippo Ganninoto e il segretario generale Roberto Cappellani, e, a fare da padroni di casa, il segretario generale di Ragusa Carmelo Arezzo ed il suo vice Vito D’antona. Con il protocollo i tre enti camerali, riprendendo un percorso di collaborazione avviato già nel 2007 (con allora artefice per la Cdc di Ragusa il compianto presidente Pippo Tumino), vogliono mettere insieme risorse ed impegno per una complessa e organica progettazione di interventi che vadano al di là dei meri confini territoriali delle province per guardare ad una visione più strategica che possa, creando anche rapporti forti di collaborazione con gli enti locali e con i comuni capoluogo, creare occasioni per aggregare risorse ed investimenti sul piano infrastrutturale, della logistica, dell’innovazione tecnologica, della ricerca, in modo da ingenerare processi virtuosi di sviluppo a favore del sistema complessivo delle imprese. Questa opzione di lavoro, frutto di precedenti contatti ed accordi anche con il Ministero della Coesione territoriale, guidato da Carlo Trigilia, potrà consentire all’area del sud est, coinvolgendo anche altri territori esterni alle tre province, ma accomunati da una identica visione di sviluppo, di trovare le linee più opportune per costruire un sistema in vista dei prossimi appuntamenti anche europei utili alla valorizzazione delle eccellenze che i tre territori sono in grado di esprimere e che non possono più essere spese con una logica meramente localistica. Nel presentare il protocollo, i rappresentanti delle Camere hanno sottolineato che sul piano operativo è previsto un comitato organizzativo, affidato ai tre segretari generali delle Cdc, ed un comitato tecnico-scientifico, in grado di farsi carico della stesura di una piano strategico verso il quale indirizzare, almeno per la progettazione, risorse delle tre Camere e della Regione da calare in un fondo di rotazione che possa efficacemente rendere produttivo e concreto l’impegno istituzionale, in piena sintonia con il mondo delle associazioni di categoria. Ivan Lo Bello da parte sua ha sottolineato come l’abolizione delle province rende ancora più urgente e necessaria una visione del territorio che vada oltre i vecchi confini amministrativi.  
   
   
PIÙ SPINTA ALL´IMPRENDITORIA GIOVANILE NELL´AGGIORNAMENTO DELLE POLITICHE DI SETTORE  
 
Trento, 15 ottobre 2013 - La Giunta provinciale ha aggiornato l’ 11 ottobre l’atto di indirizzo e coordinamento delle politiche giovanili che era stato a suo tempo approvato, sempre dall’esecutivo provinciale, nella seduta di Giunta del 18 luglio 2011. L’aggiornamento deciso oggi, che ha ricevuto il preventivo parere positivo della competente Commissione consiliare, si è reso necessario sia per adeguarlo alle modifiche normative intervenute sia, in particolare, a seguito dell’approvazione del Progetto per l’imprenditoria giovanile che la Giunta ha deliberato nella seduta del 28 marzo 2013. L’atto di indirizzo e coordinamento definisce gli obiettivi generali e gli indirizzi relativi agli interventi, ai progetti articolati per fasce di età e alle azioni delle politiche giovanili da realizzarsi direttamente, da parte dei comuni, delle comunità o di altri soggetti pubblici o privati senza scopo di lucro operanti in materia, anche al fine del coordinamento e del sostegno degli stessi; la tipologia dei progetti e le relative modalità attuative; i dati e le informazioni da acquisire ai fini della valutazione e del monitoraggio delle singole iniziative. L’atto di indirizzo e coordinamento delle politiche giovanili ha durata corrispondente alla legislatura ed è aggiornabile annualmente. L’aggiornamento deliberato oggi interviene su due punti. In primo luogo, a seguito dell’istituzione dell’Agenzia provinciale per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili e dell’incardinamento delle politiche giovanili all’interno della stessa a partire dal 18 luglio 2011, si è inteso incentivare un necessario e più esplicito raccordo tra politiche giovanili e politiche familiari, promuovendo anche l’adesione dei Piani giovani ai Distretti famiglia. In secondo luogo sono state recepite le indicazioni contenute nel Progetto per l’imprenditoria giovanile, individuando nell’atto di indirizzo e coordinamento alcune misure utili a favorire l’imprenditorialità giovanile in Trentino. In particolare, si è voluto orientare maggiormente i Piani Giovani di zona e d’ambito verso lo sviluppo della cultura imprenditoriale; è stato inoltre deciso di favorire la diffusione di informazioni di carattere generale sugli strumenti a sostegno dell’imprenditorialità giovanile, attraverso l’attivazione di uno sportello giovani e la creazione di una maggiore rete tra i referenti tecnici dei Piani Giovani; si è infine deliberato di attivare un percorso di alta formazione per i referenti tecnici dei Piani Giovani.  
   
   
NES: PRIORITÀ AI 650 LAVORATORI  
 
Venezia, 15 ottobre 2013 - “Mi attiverò dopo aver compreso bene la situazione dei contratti e dei servizi in essere di Nes, per accompagnare i lavoratori verso altre aziende del medesimo settore”. Lo afferma Elena Donazzan, assessore regionale al lavoro, in relazione alla situazione di Nes. “In Veneto - sottolinea - ci sono alcune tra le più grandi e migliori aziende nel settore della sicurezza privata e dei servizi verso i depositi degli istituti di credito, un settore che aveva in Nes una importante realtà. Dopo questo disastro su cui sta indagando la magistratura, a me preme preservare la realtà imprenditoriale che vede ben 650 persone occupate”. E annuncia: “Verificherò la possibilità di far transitare personale e contratti ad altra o altre aziende di settore per non far mancare i servizi di sicurezza e garantire il lavoro ai dipendenti”.  
   
   
CEMENTIFICI BASSA PADOVANA: SOTTOSCRITTO ALL’UNANIMITA’ DA TUTTE LE PARTI SOCIALI PROTOCOLLO SALVAGUARDIA CONTESTO PRODUTTIVO E TUTELA OCCUPAZIONE  
 
Venezia, 15 ottobre 2013 - “Tutte la parti sociali all’unanimità, affiancate da quelle istituzionali e del territorio, hanno sottoscritto un protocollo per la salvaguardia del contesto produttivo e la tutela dell’occupazione dei cementifici della Bassa padovana in cui si esplicita l’affermazione che il settore dei cementifici è e resta strategico per il nostro tessuto produttivo e per il nostro territorio”. Lo afferma l’Assessore regionale al lavoro Elena Donazzan che informa dell’accordo firmato l’8 ottobre scorso da Italcementi Spa, Cementizillo, La Cementeria di Monselice, Confindustria Padova, Fillea-cgil, Fenela-uil,filca-cisl e le Rsu di Italcementi. Cementizillo e La Cementeria, Comune di Monselice, Comune di Este, Provincia di Padova, Regione del Veneto nella persona di Donazzan e consiglieri regionali Mauro Bortoli e Stefano Peraro. L’accordo prevede specifiche e mirate azioni d’intervento da parte di tutti i soggetti coinvolti che sono: le imprese, Confindustria di Padova, le organizzazioni sindacali, la Regione del Veneto, la Provincia di Padova, i Comuni di Monselice ed Este, il Parco dei Colli Euganei. Ora il protocollo andrà all’esame della Giunta regionale per la formalizzazione. L’assessore Donazzan sottolinea come alla crisi che in questi anni ha investito il settore dei cementifici “si è aggiunta la criticità di un´azione di disturbo da parte di alcuni comitati ambientalisti che hanno impedito le scelte di investimento da parte delle aziende. In particolare, Italcementi oggi è costretta ad una ipotesi di chiusura a fronte del peggioramento della crisi e per non aver potuto effettuare scelte innovative degli impianti a causa proprio della ostilità dei comitati ambientalisti. Il Protocollo sottoscritto da tutte le parti è un atto importante che impegna sotto diversi aspetti: formativi per i lavoratori, di riqualificazione per gli espulsi dal settore, di coordinamento delle azioni di incrocio domanda offerta di lavoro, di semplificazione burocratica e amministrativa per le aziende. Permetterà anche – sottolinea Donazzan - di presentarci sui tavoli nazionali con una posizione unitaria e molto forte in particolare nei confronti del Mise per le scelte di politiche di valorizzazione e tutela di questo settore”. In estrema sintesi il protocollo, dopo aver descritto la situazione del settore nel Veneto, e in particolare nella Bassa padovana, descrive l’attività del Tavolo regionale sulle cementerie istituito nell’aprile 2013 ( “tavolo regionale che, tra l’altro – precisa l’Assessore – è slittato per lasciare lo spazio a un tavolo nazionale che non ha portato a nulla”) e da cui è emersa la proposta di redigere il protocollo sottoscritto due giorni fa. In esso le parti prevedono due linee d’azione: la prima per sostenere l’attività dei cementifici favorendo la massima occupazione di qualità, la massima riduzione tecnicamente raggiungibile dell’impatto ambientale, la trasparenza e la partecipazione della comunità locale ai processi di controllo e valutazione di tale impatto, partendo dall’impegno delle aziende a rispondere e attuare una reale responsabilità sociale territoriale; la seconda per sostenere la ri-occupazione in altri settori dei lavoratori espulsi, garantire loro un sostegno al reddito, promuovere azioni da inserirsi all’interno di un piano generale di sviluppo sostenibile dell’area della Bassa Padovana anche con riferimento al Piano ambientale del Parco dei Colli Euganei.  
   
   
EX ARSSA: LA REGIONE ABRUZZO HA SEGUITO IL PROGRAMMA  
 
Pescara, 15 ottobre 2013 - "Non è affatto vero quanto è stato dichiarato in una nota sindacale in merito alla situazione dei lavoratori dell´ex Arssa della sede di Avezzano. Non si può affatto parlare di immobilismo da parte della Regione che, anzi, ha fatto tutto quello che doveva fare nel processo di riorganizzazione della struttura. Se ci sono stati dei ritardi nella piena realizzazione della riforma lo si deve principalmente agli ostacoli e all´ostracismo nati dalla litigiosità delle Organizzazioni sindacali e delle Rsu sia dell´Arssa sia della Regione". Lo dichiara l´assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, che prosegue: "In attuazione di quanto disposto dalla Costituzione Italiana e dalla Legge regionale n.29 del 2011 si è proceduto a riformulare l´assetto organizzativo della Direzione Politiche agricole prevedendo due servizi, con specifiche competenze, sempre con sede ad Avezzano. In particolare ad uno di essi sono state assegnate competenze in materia di sviluppo dell´agricoltura ecocompatibile e delle agro-energie. All´altro servizio, invece, è stato affidato anche il sistema dei controlli da svolgere per ogni misura del Programma di Sviluppo Rurale. Non solo, ma quest´ultimo riveste un ruolo fondamentale nell´ambito della preparazione della nuova programmazione (nuova Pac per il periodo 2014-2020). Inoltre, sono stati conferiti ai Dirigenti assegnati alla Direzione gli incarichi dirigenziali ed è stato assegnato tutto il personale con sede di lavoro ad Avezzano, ai Servizi istituiti sempre ad Avezzano". "Ritengo insensato e strumentale ? riprende l´Assessore - lasciare intendere che la Regione si disinteressa della Marsica che è invece ritenuta un´area di altissimo interesse per quanto riguarda le sorti della nostra agricoltura. Per questo la struttura con sede ad Avezzano riveste un ruolo primario nella scrittura del documento per la nuova programmazione che costituisce uno strumento fondamentale per tutto il comparto regionale. L´obiettivo della nostra azione è migliorare e rendere sempre più efficienti le strutture a disposizione degli agricoltori. Inoltre voglio ricordare che ho proposto Avezzano come sede dell´Osservatorio faunistico regionale, uno strumento di importanza strategica in quanto indispensabile per una corretta gestione faunistica, anche ai fini della programmazione dei prelievi venatori. A oggi però la proposta giace ancora in Consiglio regionale ed è passato oltre 1 anno e mezzo". "Torno a sottolineare ? conclude Febbo ? che i servizi della sede di Avezzano sono stati istituiti nei termini previsti dalla Legge regionale n.29 del 2011, gli stessi servizi sono operativi e stanno svolgendo le competenze assegnate, tutto il personale è stato assegnato".  
   
   
TRENTO: AGEVOLAZIONI IRAP PER LE IMPRESE CHE ATTUANO LA STAFFETTA GENERAZIONALE  
 
Trento, 14 ottobre 2013 - Approvati l’ 11 ottobre dalla Giunta provinciale i criteri e le modalità di attuazione delle agevolazioni Irap in favore delle aziende che operano sul territorio provinciale, tra le quali quella relativa alla cosiddetta “Staffetta generazionale” contenuta nella legge finanziaria provinciale 2013. Un altro passaggio che fa parte dei provvedimenti dall’esecutivo provinciale per contrastare gli effetti della crisi economica e sostenere l’occupazione. In questo caso si è prevista la deduzione dalla base imponibile dell’Irap dei costi sostenuti per il personale assunto a tempo indeterminato in forza di contratti collettivi, anche aziendali, che prevedano – a fronte della riduzione dell’orario di lavoro dei lavoratori che raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento nei 36 mesi successivi alla data di stipulazione dell’accordo collettivo – la contestuale assunzione di giovani che non abbiano più di 35 anni di età. La deduzione opera se da questa assunzione deriva un saldo occupazionale positivo e spetta per la parte del costo del personale che non è già deducibile dalla base imponibile Irap ai sensi della normativa statale e provinciale vigente. Una norma dunque che incentiva l’adesione ai patti generazionali o staffetta generazionale. Si tratta di accordi sindacali, anche aziendali, in grado di favorire contemporaneamente l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro e l’accompagnamento alla pensione dei lavoratori prossimi al pensionamento, in un’ottica di solidarietà intergenerazionale e di passaggio di conoscenze ed esperienze tra generazioni. La staffetta o patto generazionale consiste nella trasformazione a part time del contratto di lavoro di lavoratori che abbiano superato i 50 anni di età e che raggiungano i requisiti minimi per il pensionamento nei 36 mesi successivi alla data di stipulazione dell’accordo sindacale, ma non prima di 12 mesi dalla stessa data, a fronte dell’assunzione con contratto di apprendistato o a tempo indeterminato di giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni. La disposizione provinciale interviene consentendo la completa defiscalizzazione ai fini Irap delle spese sostenute nel periodo d’imposta relative ai lavoratori assunti a tempo indeterminato, in attuazione dei patti, mediante la deduzione dalla base imponibile Irap di tali costi. L’agevolazione riguarda il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre ed il periodo successivo. I beneficiari sono i soggetti passivi del settore privato. Occorre ricordare inoltre che l’intervento 9 ter del Documento degli interventi di politica del lavoro prevede incentivi economici a favore dei lavoratori anziani che accettano la riduzione di orario a fronte dell’assunzione dei giovani. Si tratta di interventi che puntano alla copertura contributiva del periodo di lavoro ridotto e al recupero parziale della retribuzione persa.  
   
   
COMMERCIO AMBULANTE, INTESA REGIONE TOSCANA PER UNIFORME APPLICAZIONE DELLE NORME  
 
Firenze 15 ottobre 2013 - L´intesa tra Regione Toscana, Anci Toscana, Anva Confesercenti e Fiva Confcommercio, che è stata siglata l’ 11 ottobre alla presenza dell´assessore regionale al commercio Cristina Scaletti, è un impegno ad attuare tutte le azioni "finalizzate all´uniforme applicazione sul territorio regionale del Documento unitario delle Regioni e delle Province autonome e quindi delle nuova disciplina regionale in materia di commercio su aree pubbliche". Anche perché questa forma distributiva è caratterizzata dall´esercizio dell´attività nell´ambito di più mercati e fiere e dallo spostamento del medesimo operatore in più Comuni del territorio regionale. "Abbiamo l´ambizione di proporre per primi un modello a livello nazionale – ha commentato l´assessore Scaletti -, costruendo un meccanismo in grado di battere ogni tipo di conflitto in materia tra diverse competenze isitituzionali". D´altra parte il documento delle Regioni non è un atto normativo, e quindi vincolante, ma un atto che riveste valenza politica; lo scopo perseguito dalle Regioni è sostanzialmente quello di offrire un utile strumento di lavoro ai Comuni chiamati ad applicare la nuova normativa regionale proponendo ulteriori modalità applicative rispetto a quanto contenuto nell´intesa, in particolare in merito alla durata delle concessioni di posteggio, ai criteri di selezione per l´assegnazione dei posteggi, alla "spunta", alle disposizioni transitorie da applicare alle concessioni in essere. "Attraverso questa intesa - spiega Sabrina Sergio Gori, assessore del Comune di San Marcello Pistoiese e vicepresidente vicario di Anci Toscana - ci impegniamo a favorire e sostenere l´uniforme e omogenea applicazione del documento da parte dei Comuni Toscani, oltre che a promuovere iniziative per un´efficace implementazione e monitoraggio della nuova disciplina in materia di commercio su aree pubbliche sul territorio regionale". E analoga soddisfazione hanno espresso Attilio Camposano, presidente di Fiva Confcommercio, e Maurizio Innocenti, presidente di Anva Confersercenti. "Apprezziamo questro percorso condiviso fatto con Anci e Regione – sottolinea Campisano – che segna un punto di arrivo che in realtà è la partenza verso un´azione condivisa perché le amministrazioni comunali attuino un trattamento univoco". E per Innocenti "abbiamo portato a fine e bene un lavoro iniziato da tempo e con caratteristiche uniche per garantire una corretta applicazione della normativa Bolkestein; con l´obiettivo di vedere allineati gli enti locali in vista del rinnovo delle concessione per il periodo 2017-2029".  
   
   
TRENTO: FONDO DI ROTAZIONE PER IL CREDITO ALLE IMPRESE: APPROVATE DISPOSIZIONI E CONVENZIONE  
 
Trento, 15 ottobre 2013 - La Giunta provinciale, su proposta dell´assessore all’industria, artigianato, commercio e cooperazione e dell´assessore all’agricoltura, foreste, turismo, promozione, caccia e pesca, ha adottato due importanti provvedimenti in materia di credito alle imprese. Con una deliberazione ha approvato le disposizioni definitive per la costituzione del fondo di rotazione ad alimentazione mista per favorire l´accesso al credito da parte delle imprese, che era stato varato nel luglio scorso; con un´altra deliberazione ha definito le direttive per l´Agenzia provinciale per l´incentivazione delle attività economiche (Apiae) per l´affidamento, mediante convenzione, ai confidi e alle banche presenti sul territorio provinciale dell´attività istruttoria relativa alle pratiche di finanziamento delle imprese. Con questo passaggio amministrativo si è quindi giunti, da una parte, all´approvazione dei criteri per rendere operativo il nuovo strumento del fondo di rotazione, approvato in via preliminare il 26 luglio scorso, e, dall´altra, all´adozione dello schema di convenzione con le banche e con i confidi per la sua gestione. Questo intervento a favore delle imprese sarà finanziato con 80 milioni di euro, 40 stanziati dalla Provincia autonoma di Trento attraverso Apiae e 40 dalle banche. E´ prevista la possibilità di concessione di un mutuo della durata tra 5 e 15 anni per un importo minimo di 30.000 euro e massimo di 2,5 milioni di euro a tassi e con garanzie entro limiti concordati nelle convenzioni, con possibilità di ulteriore deroga da parte della Giunta per progetti di investimento di rilevante impatto di emissione finanziaria. La gestione dei fondi è affidata ai Confidi attraverso un organismo comune. Le imprese potranno accedere a mutui a medio-lungo termine, parzialmente sorretti da garanzie prestate da parte dei confidi e a tassi di mercato convenienti o agevolati, per progetti di investimenti per l’ammodernamento o l’ampliamento produttivo, la riqualificazione energetica, la ricerca e l’innovazione, l’internazionalizzazione e l’acquisizione di servizi all’esterno dell’azienda. Il fondo è destinato a favorire l’accesso al credito da parte delle imprese che presentano progetti di sviluppo aziendale e, previa deroga della Giunta provinciale, per progetti di rilancio e ristrutturazione finanziaria. Lo strumento è destinato quindi a sostenere finanziariamente le imprese che si trovano a dover affrontare la difficile situazione del mercato del credito determinata dagli effetti della crisi economica internazionale. L´origine dell´intervento risale al protocollo d´intesa siglato il 5 dicembre 2012 dalla Provincia con le parti sociali ed imprenditoriali con cui sono state individuate nuove azioni per promuovere la produttività e la competitività del Trentino. Tra le iniziative specificatamente orientate ad alleviare la stretta creditizia in atto rientra il fondo di rotazione ad alimentazione mista. Le difficoltà per le imprese non riguardano soltanto l’elevato tasso d’interesse da corrispondere alle banche ma soprattutto l’effettiva possibilità di ottenere credito. La Giunta provinciale già dall’autunno 2008 ha intrapreso un percorso di costante monitoraggio e sostegno della situazione finanziaria delle imprese trentine attraverso la costituzione di un apposito tavolo del credito al quale siedono i tecnici dei maggiori istituti bancari trentini, dei confidi e dell’amministrazione provinciale. Numerosi e cospicui sono stati gli interventi destinati ad immettere nuova liquidità nel sistema finanziario trentino e a ridurre il costo dei finanziamenti. Ai fondi di riassetto ed ai prestiti partecipativi - principali strumenti diretti rivolti a ridurre il costo di indebitamento delle imprese - si sono affiancate le iniziative attivate tramite Cassa del Trentino e quelle che prevedono interventi finanziari diretti da parte dei Confidi per il sostegno finanziario delle imprese coinvolte nei concordati di continuità. I finanziamenti previsti dal fondo, oggi disciplinato attraverso le deliberazioni della Giunta provinciale, saranno concessi a tutte le imprese beneficiarie degli interventi previsti dalla legge provinciale n. 6/1999 per progetti di sviluppo aziendale che comportano spese per investimenti fissi, per ricerca e innovazione, per export o per servizi. Una quota massima del 30% del finanziamento può essere destinata all’incremento dell’operatività aziendale. L’intervento del finanziamento potrà essere assistito dalla concessione di agevolazioni provinciali consistenti nell’azzeramento della quota interessi sui fondi apportati dalla Provincia e dalla concessione della garanzia da parte dei confidi attraverso risorse pubbliche loro assegnate.