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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Ottobre 2013
ALLA RICERCA DEI GENI RESPONSABILI DELLE MALATTIE  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2013 - L´era informatica che stiamo vivendo ha fornito gli strumenti affinché la biologia possa produrre un numero enorme di sequenze di Dna di molte specie diverse. La tecnologia moderna ha reso il sequenziamento del Dna più semplice, meno costoso e più affidabile, con enormi benefici per la diagnosi e la cura delle malattie. In passato la difficoltà stava nel raccogliere dati genetici, oggi la sfida è dare loro un senso. "Stiamo assumendo un approccio evolutivo per dare un senso alle sequenze di Dna, ciò significa che esaminiamo il modo in cui i geni si sono evoluti, per capire meglio come funzionano", dice la prof.Ssa Aoife Mclysaght del Trinity College di Dublino, in Irlanda, che per il progetto ha ricevuto una sovvenzione Starting Grant del Consiglio europeo della ricerca (Cer) del valore di circa 1,4 milioni di euro. Con il suo progetto Dose ("Dosage sensitive genes in evolution and disease"), finanziato dall´Ue, Mclysaght sta studiando le differenze tra le dosi dei geni, ovvero, possedere una quantità minore o maggiore del gene, e le conseguenze che questo ha per la salute. "Le variazioni delle quantità di un gene tra individui - variazioni di dose - sono una scoperta relativamente recente e a volte sono implicate nella malattia", spiega Mclysaght. In termini semplici, la dottoressa ha adottato un approccio evolutivo per scoprire quali variazioni di dose sono accettabili e quali sono probabilmente coinvolti nelle malattie umane. Per Mclysaght questo ha un senso se si pensa all´evoluzione come a un esperimento naturale su larga scala. La dottoressa spiega come nel corso dell´evoluzione, quasi tutte le variazioni e ricombinazioni di Dna sono state provate, ma solo quelle che ci permettono di sopravvivere sono state conservate. "Osservando l´evoluzione possiamo capire le variazioni accettabili e inaccettabili del Dna", spiega Mclysaght. "I cambiamenti del Dna che si sono rivelati inaccettabili durante l´evoluzione sono probabilmente gli stessi di quelli che oggi causano le malattie". Con il reclutamento di un team di studenti di dottorato e post-dottorato di talento, Mclysaght spera di riunire molti diversi tipi di informazioni sull´evoluzione e la genomica in modo da fare una sofisticata previsione degli effetti del dosaggio di qualsiasi gene sul genoma umano. "In questo modo, accelereremo la scoperta dei geni della malattia", dice. Anche se il progetto è ancora in fase iniziale e la sua conclusione non è prevista prima della fine del 2017, Mclysaght e i suoi colleghi hanno già pubblicato un articolo sulla ricerca. La pubblicazione, "Genome-wide deserts for copy number variation in vertebrates", delinea la strategia da loro seguita per dirigersi verso i geni malati. Il team spiega come le alterazioni del Dna di un genoma conosciute come variazioni del numero di copie (Cnv), che rappresentano geni duplicati o cancellati, sono frequentemente associati alle malattie umane. "Speriamo di poter dare un contributo significativo durante i cinque anni del progetto", dice la professoressa. Arricchendo le informazioni usate per identificare i geni delle malattie, il team spera di accelerare il processo di rilevazione e renderlo meno costoso. Questo ha un potenziale enorme per una diagnostica più precisa, che rappresenta il primo passo verso terapie migliori. La nuova strategia genetica potrebbe preparare il terreno per un paradigma tutto nuovo per la cura di malattie congenite, dalla cecità all´osteoartrite. Per maggiori informazioni, visitare: Scheda informativa del progetto Dose http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/104726_it.html  
   
   
OLTRE LA GENETICA: SCOPRIRE RETI BIOLOGICHE PER NUOVE TERAPIE  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2013 - I nostri geni definiscono noi e tutti gli altri organismi viventi. Contengono informazioni essenziali per costruire e mantenere le cellule dell´organismo e passare tratti genetici alla prole - tutto, dal colore degli occhi e dei capelli alla predisposizione o la resistenza alla malattia. I geni non sono però l´unica fonte di informazioni biologiche: proteine, reti metaboliche e reti di interazione tra geni e proteine, per citarne solo alcune, contengono potenzialmente tante informazioni. Insieme, questi dati potrebbero portare a importanti progressi nella ricerca biomedica e a nuove cure per la malattia. Il progetto Bionet ("Network topology complements genome as a source of biological information"), finanziato dall´Ue, usa la teoria dei grafi, una branca della matematica, per costruire modelli delle interazioni delle reti biologiche e sviluppare algoritmi avanzati per analizzare questi dati complessi. Prendiamo per esempio il lievito di birra. Una singola cellula contiene circa 6.000 proteine e approssimativamente 50.000 interazioni tra di esse. Le informazioni genetiche sono importanti perché contengono il cianotipo della cellula, ma queste interazioni tra proteine che formano la rete sono altrettanto importanti perché specificano come funziona la cellula. "Proprio come costruiamo le abitazioni in modo diverso rispetto alle scuole o ai centri commerciali, la selezione naturale ha "selezionato" la struttura delle reti biologiche per svolgere al meglio una funzione biologica," spiega la dott.Ssa Nataša Prulj dell´Imperial College di Londra nel Regno Unito, che ha ricevuto una sovvenzione Starting Grant del Consiglio europeo della ricerca (Cer) del valore di 1,6 milioni di euro per lavorare al progetto Bionet. La dott.Ssa Prulj e i suoi colleghi stanno usando matematica avanzata, calcolo parallelo e tecniche di data mining per scoprire le informazioni sepolte nella struttura delle reti di interazione genetica, le reti metaboliche, le reti strutturali delle proteine e le reti funzionali del cervello, tra le altre cose. È una sfida enorme che comporta set di dati vasti e complessi, problemi computazionali che richiedono quantità enormi di tempo per l´analisi al computer. Il team si sta basando su competenze e tecnologie di diversi campi, come la matematica, il calcolo parallelo, il calcolo scientifico e il data mining, nonché la biologia e la medicina. "Decifrare queste grandi reti non è facile perché comporta molti problemi non trattabili dal punto di vista computazionale", dice la dott.Ssa Prulj. "Queste reti biologiche sono molto grandi, contengono per esempio tutte le proteine e le loro interazioni conosciute in una cellula, e noi estraiamo informazioni da un tipo diverso di dati biologici, la topologia delle reti biologiche. È importante perché nessuna fonte singola di dati biologici è in grado di spiegare completamente i processi biologici e dobbiamo estrarre informazioni da ognuna di esse prima di poterle associare per avere il quadro completo dei sistemi biologici complessi". Il vantaggio è potenzialmente enorme però. Capire come funzionano le reti biologiche e le loro interazioni all´interno e tra di esse potrebbe, tra le altre cose, portare a cure rivoluzionarie per una grande varietà di malattie. In questo senso il team di Bionet sta collaborando con il prof. Charles Coombes della Facoltà di medicina dell´Imperial College di Londra, il prof. Djordje Radak dell´Istituto di malattie cardiovascolari dell´Università di Belgrado, in Serbia, e il prof. Anand Ganesan del Dipartimento di dermatologia dell´Università della California, Irvine, negli Stati Uniti, per studiare i processi biologici coinvolti nel cancro alla pelle, nel cancro al seno e nelle malattie cardiovascolari. "Lavoriamo con medici e ricercatori per sfruttare le informazioni nascoste nella topologia della rete scoperta dalle nostre nuove tecniche computazionali", dice la dott.Ssa Prulj. Per esempio, dalla topologia della rete di interazione umana proteina-proteina, il team ha identificato tramite il calcolo nuove proteine coinvolte nella produzione di melanina e ha ottenuto conferme biologiche dei propri risultati. È particolarmente significativo per la ricerca sul cancro alla pelle, perché alcune di queste nuove proteine potrebbero essere potenziali obiettivi per nuovi farmaci in grado di contribuire alla cura di questa complessa malattia. Allo stesso modo, i ricercatori di Bionet hanno identificato anche proteine coinvolte nella comparsa e l´avanzamento di molte altre malattie complesse, come altri tipi di cancro e problemi cardiovascolari. L´impatto di Bionet però non si limita alla ricerca biologica e biomedica. Le tecniche di calcolo sviluppate dal team per trovare dati di rete potrebbero essere applicate anche in molti altri campi, dall´economia e la demografia alla risposta ai disastri. La dott.Ssa Prulj osserva, per esempio, che il team ha lavorato anche con economisti per applicare le tecniche di calcolo alla rete commerciale mondiale per ricercare le cause delle crisi economiche e scoprire potenziali processi di recupero. Il progetto Bionet dovrebbe completarsi a dicembre 2016. Per maggiori informazioni, visitare: Bionet http://www.Doc.ic.ac.uk/~natasha/erc-project.html Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/101088_it.html  
   
   
CORSO INTENSIVO DI ECOGRAFIA ADDOMINALE NELLE MALATTIE INFETTIVE E MEDICINA TROPICALE  
 
Pavia, 15 ottobre 2013 - Il 3 e 4 febbraio 2014 si terrà a Pavia, in Italia, un "Corso intensivo di ecografia addominale nelle malattie infettive e medicina tropicale" (Short Course on Abdominal Ultrasound in Infectious Diseases and Tropical Medicine). Questo corso è pensato per i medici che desiderano acquisire le competenze di base in ecografia dell´addome e una panoramica generale dell´ecografia in medicina tropicale. È stato inoltre progettato per i medici che hanno intenzione di lavorare nelle zone tropicali o povere di risorse con accesso limitato a strumenti diagnostici. Le sessioni pratiche e i workshop comprenderanno l´interpretazione di immagini ecografiche in aggiunta alla diagnosi clinica e gestione nelle zone tropicali. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Tropicalultrasound.org/index.htm    
   
   
ARTRITE PSORIASICA ATTIVA: USTEKINUMAB RICEVE L’APPROVAZIONE DALLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
Beerse, Belgio, 15 ottobre 2013 – Janssen ha annunciato il 23 settembre che la Commissione Europea ha approvato l’utilizzo di ustekinumab, in monoterapia o in associazione a metotrexate, come terapia dell’artrite psoriasica attiva in pazienti adulti, nei quali si sia rivelato inadeguato il precedente trattamento con farmaci antireumatici non biologici (Dmard). La decisione della Commissione Europea segue il parere positivo espresso dal Chmp nel luglio scorso. Ustekinumab è il primo di una nuova classe di farmaci biologici ora disponibile per i pazienti con artrite psoriasica attiva, una malattia autoimmune cronica, così come la psoriasi, caratterizzata da articolazioni tumefatte e dolenti, infiammazione delle strutture periarticolari (entesite, ovvero flogosi dei siti di inserzione dei tendini e dei legamenti sull’osso, e dattilite, ovvero flogosi delle dita delle mani o dei piedi spesso detta “dito a salsicciotto”). Questa patologia colpisce circa 4,2 milioni di persone in Europa1-5 e al momento non ha una cura. “L’approvazione dell’utilizzo di ustekinumab da parte della Commissione Europea nell’artrite psoriasica attiva rende disponibile una nuova importante opzione terapeutica per i pazienti e segna il primo trattamento approvato per questa patologia devastante e complessa dall’introduzione delle terapie anti fattore di necrosi tumorale (Tnf) alfa – dichiara Jerome A. Boscia, M.d., Vice Presidente Responsabile Sviluppo Immunologia di Janssen Research & Development Llc - I risultati del programma di sviluppo clinico di Fase Iii, uno dei maggiori condotti ad oggi su un farmaco biologico per l’artrite psoriasica, hanno dimostrato che ustekinumab è efficace nel migliorare sintomi e segni dell’artrite psoriasica attiva sia in pazienti naïve, sia in pazienti pre-trattati con terapie anti fattore di necrosi tumorale (Tnf) alfa. Crediamo che ustekinumab, d’ora in avanti, giocherà un ruolo importante nella terapia di questa patologia cronica”. La Commissione Europea ha dato la propria approvazione sulla base dell’esame dei risultati di due studi pivotal di fase Iii multicentrici, randomizzati, in doppio cieco, controllati verso placebo (Psummit I e Psummit Ii) condotti con ustekinumab, anticorpo monoclonale interamente umano anti-interleuchine (Il)-12/23p40, somministrato per via sottocutanea, in pazienti con artrite psoriasica attiva, che hanno valutato efficacia e sicurezza di ustekinumab 45 mg o 90 mg somministrato per via sottocutanea alle settimane 0, 4 e successivamente ogni 12 settimane. Questi studi hanno incluso pazienti con diagnosi di artrite psoriasica attiva, che avevano almeno cinque articolazioni dolenti e cinque tumefatte e livelli di proteina C-reattiva (Crp) di almeno 0,3 mg/dL nonostante il precedente trattamento con terapie convenzionali. Psummit Ii ha coinvolto altresì pazienti che erano stati precedentemente trattati con inibitori di Tnf. Gli endpoint primari in entrambi gli studi sono stati la percentuale di pazienti che hanno dimostrato un miglioramento di segni e sintomi dell’artrite di almeno il 20% secondo i criteri dell’ American College of Rheumatology (Acr 20) alla settimana 24. Gli endpoint secondari alla settimana 24 hanno compreso: miglioramenti dei punteggi Haq-di (Health Assessment Questionnaire Disability Index), miglioramento di segni e sintomi dell’artrite del 50 o 70% (Acr 50 o Acr 70) e miglioramento delle lesioni cutanee da psoriasi di almeno il 75% misurato con Indice “Psoriasis Area Severity Index” (Pasi 75) in pazienti con almeno il 3% della superficie corporea coinvolta alla visita basale. Gli studi hanno anche rilevato miglioramenti dei punteggi di entesite e dattilite in pazienti con entesite e/o dattilite al basale. I risultati di sicurezza di ustekinumab osservati negli studi Psummit sono stati coerenti con il profilo di sicurezza del farmaco nell’indicazione approvata, psoriasi a placche da moderata a grave, con oltre 5 anni di esperienza nei trial clinici.  
   
   
INTRODURRE NEI PAESI BALTICI COMPETENZE INNOVATIVE PER LA SCOPERTA DI FARMACI  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2013 -È stato lanciato un progetto finanziato dall´Ue progettato per rafforzare le capacità multidisciplinari di ricerca, e per meglio gestire le questioni di proprietà intellettuale riguardanti la scoperta di farmaci innovativi. La cerimonia di apertura si è svolta presso l´Istituto lettone per la sintesi organica (Lios), dove sono stati esposti gli scopi e gli obbiettivi del progetto. Innovabalt mira a incoraggiare l´integrazione del Lios nello Spazio europeo della ricerca, e così facendo ad aiutare ad affrontare alcune delle principali sfide nel settore europeo della sanità. Il Lios è uno dei principali centri di ricerca regionali dedicati alla scoperta di nuovi farmaci ma, per essere competitivo a livello globale, necessita di competenze in molte discipline, quali sintesi organica, chimica medica e lo sviluppo farmaceutico di composti progettati per numerose malattie. Tutto ciò naturalmente richiede investimenti, formazione e continue collaborazioni, che è proprio quello a cui Innovabalt intende dedicarsi. In particolare, questo progetto mira a rafforzare la gestione della proprietà intellettuale (Pi) e delle risorse umane per la scoperta di farmaci innovativi al Lios, allo scopo di garantire un futuro certo e solido al centro. Uno dei modi mediante cui si otterrà questo risultato è quello di attirare 14 professionisti esterni con competenze in questo campo. Un altro obbiettivo chiave di Innovabalt è quello di sviluppare le attività di ricerca dell´istituto nella medicina innovativa in altri modi. Questi comprendono la creazione di collaborazioni scientifiche di lunga durata e partenariati strategici con 50 importanti enti di ricerca, che aiuteranno ad aumentare la visibilità del Lios all´interno dello Spazio europeo della ricerca (Ser). Questo migliorerà la partecipazione dell´istituto al programma quadro Orizzonte 2020 e in altre attività dei programmi di ricerca europei. Le infrastrutture di ricerca e le qualifiche al Lios verranno aggiornate in settori quali procedimenti chimici moderni, chimica verde, chimica biofisica, scoperta di farmaci, forme avanzate di somministrazione dei farmaci e gestione di ricerca e innovazione, allo scopo di promuovere le abilità nella ricerca ad alto livello sullo sviluppo di farmaci innovativi. Si svolgeranno dei corsi di formazione su Orizzonte 2020 e sulla questioni relative alla gestione della proprietà intellettuale, che aumenteranno la competitività dell´istituto. La maggiore partecipazione del Lios in progetti, network e altre attività a livello europeo consentirà inoltre al centro di realizzare più pienamente il proprio potenziale. In questo modo, il progetto non solo sbloccherà le esistenti capacità di ricerca e innovazione del Lios; esso contribuirà anche alla creazione di capacità di ricerca e innovazione nella regione baltica. Con un contributo di 4,7 milioni di euro dalla Commissione, questo è il più grande progetto del 7º Pq implementato finora in Lettonia. Per maggiori informazioni, visitare: Innovabalt http://www.Osi.lv/index.php?lang=en&pos=1 Scheda informativa del progetto http://cordis.Europa.eu/projects/rcn/108745_it.html  
   
   
CONVEGNO NAZIONALE MOTORE SANITA’ A VENEZIA: BASTA TAGLI, A RISCHIO SISTEMA UNIVERSALE. IN ATTO RIACCENTRAMENTO ROMANO. I LEA SOCIALI NEL NUOVO PATTO PER LA SALUTE  
 
Venezia, 15 ottobre 2013 - “Il ministro Lorenzin tuona (giustamente) contro ogni altro ipotizzabile taglio alla sanità; da altri ambienti governativi trapelano notizie di ulteriori sforbiciate da 3,5 miliardi che si aggiungerebbero a 2 anni di spietata e trasversale spending review. La verità la sanno loro. Io so che continuando così si portano tutte le Regioni, comprese quelle virtuose come il Veneto che da 3 anni ha i conti in attivo, verso il default, si scaricano sulla povera gente le colpe di anni e anni di allegre gestioni, si rischia di smantellare l’assistenza universalistica che è il fiore all’occhiello di questo paese. E in un momento di crisi economica e sociale come questo sarebbe da irresponsabili”. Lo ha detto l’assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto, aprendo oggi a Venezia i lavori del Convegno nazionale “Motore Sanità”, incentrato proprio sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale. “In tutto questo – ha aggiunto Coletto – appare chiaro un disegno di riaccentramento della sanità a livello romano, perché quando tutte le Regioni finiranno in piano di rientro il vero potere, compresa la gestione, sarà in mano ai governativi e sarà stato gettato alle ortiche l’unico embrione di vero federalismo, rappresentato dalla gestione sanitaria a livello regionale, che ha avuto il grande merito di evidenziare le disparità e le difficoltà e di avviare un cammino verso l’eliminazione degli sprechi, che da qualche parte vuol dire purtroppo veri tagli ai servizi, da qualche altra, come in Veneto, significa riorganizzazione, modernizzazione, attenzione maniacale anche ad un solo euro di spesa. Se vogliono riaccentrare, per eliminare le eccellenze livellando verso il basso le prestazioni, e le Regioni in equilibrio di bilancio, basta che lo dicano apertamente agli italiani.”. “Bisogna guardare e colpire le inefficienze dove si trovano, e scovarle non è difficile – ha aggiunto Coletto – bisogna introdurre al più presto i costi standard e la tassazione locale aggiuntiva per chi non li rispetta, bisogna costruire il nuovo Patto per la Salute avendo ben presente le necessità della povera gente (quella ricca non ha problemi a rivolgersi al privato anche costoso) e l’opportunità di inserirvi anche il capitolo dei Livelli Essenziali di Assistenza Sociali, eliminando quella zona grigia che oggi esiste tra ciò che va considerato sanitario e ciò che va considerato sociale”. “Solo così – ha concluso – potremo puntare in tutto il Paese ad una vera integrazione tra sanitario e sociale, sapendo chi fa cosa e chi paga e creando così una vera sinergia tra due settori attigui che caratterizza il modello veneto”.  
   
   
"AGGIORNAMENTO SULL´ASSISTENZA NEONATALE"  
 
Vienna, 15 ottobre 2013 - Dal 21 al 23 marzo 2014 si terrà a Vienna, in Austria, un "Aggiornamento sull´assistenza neonatale" (Update in Neonatal Care). Una madre su nove non porta a termine la gravidanza e ogni anno circa 100 000 bambini finiscono nell´unità di terapia intensiva neonatale. L´evento si propone di esaminare gli ultimi sviluppi nella ricerca neonatale. Affronterà argomenti sul ruolo dei probiotici e prebiotici, l´immunizzazione e la terapia farmacologica in neonatologia. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Ia-neonatology.org/conferences/ia_confernces/conf1/welcome.html  
   
   
SALUTE, FVG: DA RETI ECCELLENZA SPUNTO PER RIFORMA EFFICACE  
 
Udine, 15 ottobre 2013 - Il Friuli Venezia Giulia si caratterizza per una particolare e positiva tradizione di sicurezza e qualità delle cure, condizione riconosciuta dalla quale la Regione intende trarre gli spunti necessari a predisporre la riforma complessiva del sistema sanitario. Lo ha affermato l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, intervenendo a Udine, nell´affollato auditorium dell´Amministrazione, alla Giornata regionale della sicurezza e qualità delle cure promossa dall´Azienda ospedaliero universitaria Santa Maria della Misericordia di Udine in collaborazione con la Regione. In questo mesi, ha ricordato Telesca, "si è aperto un cantiere per la riforma che sarà definita attraverso un confronto a tutto campo già avviato con gli operatori". La Giornata regionale della sicurezza e qualità delle cure è infatti valsa a mettere in luce efficacia, eccellenze, criticità del sistema sanitario regionale. Secondo l´assessore, in Friuli Venezia Giulia sono già stati compiuti grandi passi avanti ma occorre ora mettere in rete le eccellenze per ridisegnare un sistema sanitario sostenibile. "Occorre ora - ha concluso Telesca - lavorare sui percorsi diagnostico, terapeutico, assistenziale e riabilitativo che ci permettano di portare la qualità e la sicurezza della salute su tutto il territorio".  
   
   
VENDOLA E GENTILE A DIBATTITO A ORDINE MEDICI:"NO A NUOVI TAGLI LEGGE STABILITÀ"  
 
Bari, 15 ottobre 2013 - Serrato dibattito ieri all’Ordine dei Medici tra i rappresentanti dei consigli provinciali di tutta la Regione e il presidente Vendola con l’assessore al Welfare Elena Gentile. Al centro della discussione, le politiche sanitarie all’indomani della tragica morte della dottoressa Paola Labriola e – più in generale – il rapporto tra classe medica e organizzazione politico-amministrativa del servizio sanitario regionale. Durante la riunione è arrivata la notizia della bozza della legge di stabilità con nuovi tagli nazionali alla sanità e il presidente Vendola ha commentato che “questa è la linea del Piave tra la vita e la morte. La bozza della legge di stabilità dice che nel 2014 il finanziamento è diminuito di 500 milioni, per il 2015 di un miliardo, per il 2016 di 1 miliardo e 65 milioni. Tagliare di 500 milioni di euro nel 2014 è come tagliare di 2,5 miliardi dal punto di vista della dotazione reale il sistema sanitario. Per fare il minimo delle assunzioni necessarie alla sopravvivenza del sistema regionale, 2.400 assunzioni, abbiamo bisogno di 174 milioni di euro. Servono per puntellare il sistema, che non può reggere un’altra estate con i pronto soccorso gli ospedali senza personale”. Il confronto è andato avanti dopo la relazione del presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, Filippo Anelli: rispondendo alle sollecitazioni sulla tragedia di Castellaneta (quando nel 2007 un errore nella costruzione di un impianto per ossigeno uccise alcuni pazienti dell’ospedale), Vendola ha sottolineato che “la strage avvenne sia a causa dell’inaugurazione senza perizia di variante con in corso una campagna elettorale, sia per mancanza di personale, sia per mancanza di terapia. Perché la democrazia è terapeutica, permette alle equipe mediche di confrontarsi, tra di esse, con i pazienti e con i familiari. Non si può mimare senza democrazia il soddisfacimento del bisogno di salute”. Sul più recente omicidio Labriola secondo il presidente “sarebbe paradossale, per Paola, per la sua vita di medico, per i suoi pensieri, che la questione finisse in un’invocazione di tipo securitario. La sicurezza è un tema importante, ma Sim e Sert stanno diventando discariche sociali e i problemi di salute sono leggibili tramite l’incremento di povertà. Certo, non è possibile tagliare sistemi di sicurezza minimi come citofoni, sistemi allarme, ma l’accusa di ragionierismo da parte del presidente Anelli non è accettabile: noi abbiamo di fronte i tagli del tavolo Massicci e i suoi diktat che ci hanno impedito di assumere personale. Il personale è sicurezza, avere operatori è sicurezza. Invece stiamo andando verso la privatizzazione del sistema, che distruggerà il sistema sanitario universale, con esiti catastrofici. Se avremo successo, taglieranno di meno ma taglieranno in un organismo già mutilato. L’asticella della salute in Italia è sempre più alzata: 9 milioni di anziani l’anno scorso non si sono più curati, nelle famiglie si fa a turno per curarsi”. Sulle responsabilità del management per la tragedia del Sim, Vendola ha confermato che “è in corso un’ispezione. Se ci saranno responsabilità, qualcuno dovrà pagare. Ma di converso, da quando non si affronta un dibattito su cosa sono i Sim e i Sert in questo Paese, su come sono organizzati?” Vendola ha poi rivendicato i risultati ottenuti in questi anni nel settore sanitario: “Monumenti alle paralisi amministrative come i policlinici di Bari e Foggia sono oggi tra i più grandi cantieri del Mezzogiorno, migliorano i dati di mobilità passiva: dalla mobilità passiva si vedono i punti critici e si cerca di analizzarli”. Vendola ha ancora puntato il dito contro le commistioni tra politica e sanità: “C’è sia la politicizzazione della sanità che la sanitizzazione della politica. Non conosco una sola campagna elettorale nella quale i medici non siano stati protagonisti. E a capo delle rivolte contro la chiusura degli ospedali spesso non c’era la popolazione, ma i primari che stavano per perdere il reparto. Noi non vogliamo, come disse monsignor Magrassi – ospedali per curare campagne elettorali, ma ospedali per curare persone”. “Sappiamo – ha rimarcato rivolgendosi alla platea – che ad esempio il 52% di parti cesarei è un problema: lo si affronti”. “Non abbiamo bisogno di corporativismo – ha proseguito – nelle professioni, ma di rimettere al centro il diritto alla salute, oggi in discussione e non potremo cavarcela con un “adda passà la nuttata”. “La sfida che accettiamo è quella della cooperazione nella programmazione, non nella gestione – ha concluso – sapendo bene che 2400-2500 assunzioni erano il minimo indispensabile per mettere in sicurezza al minimo il sistema, ma che al ministero dell’Economia stanno lavorando per impedircelo e a quel ministero non importa che non possiamo rispettare i Lea”. L’assessore Gentile ha confermato che “ci sono aggiustamenti non rinviabili, come l’Adi e l’abbattimento delle liste di attesa, il 118, ma i tagli fanno esplodere ogni possibilità di proposta. Nessuno sopravviverà se i tagli continueranno: è minata la tenuta del sistema pubblico universale e si va verso la privatizzazione: con questo tsunami in vista la categoria non può non sentirsi minacciata. Non è tempo di invocare norme che risalgono al 1946, ma di mettere mano al confronto con la perimetrazione puntuale di compiti istituzionali, sindacali, professionali. Parta infine dalla classe medica il grido contro i tagli, la privatizzazione la precarizzazione dei rapporti di lavoro”.  
   
   
DOLORE CRONICO PER 1 ROMAGNOLO SU 4: SPESSO È MAL DI SCHIENA. A SAN LEO SUMMIT DI ESPERTI PER GESTIRLO AL MEGLIO  
 
San Leo (Rn), 15 ottobre 2013 – Si svolgeranno presso lo storico Palazzo Mediceo di San Leo, in provincia di Rimini, dal 17 al 20 ottobre e chiameranno a raccolta decine di specialisti che operano nel campo del dolore vertebrale, tra cui, Algologi, Neurochirurghi, Fisiatri, Neurologi, Psicologi e Fisioterapisti. Sono i 3 corsi promossi da Advanced Algology Research, associazione per la ricerca scientifica senza scopo di lucro, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza e la terapia del dolore vertebrale. “Diagnosi e Terapia del Dolore vertebrale: lo Spine Center” è il corso teorico rivolto ai clinici, in programma dal 17 pomeriggio al 19 mattina; “Il supporto ecografico nella medicina del dolore vertebrale” e “Pain management in terapia manuale nello Spine Center”, dal 19 pomeriggio al 20 mattina, sono invece due corsi teorico-pratici rivolti rispettivamente a medici e a fisioterapisti. “Per la prima volta si trovano nello stesso congresso tutti gli specialisti che si interessano di mal di schiena”, dichiara il dottor Gilberto Pari, medico algologo, Presidente di Advanced Algology Research. “Fisiatri, algologi, neurochirurghi, fisioterapisti, psicologi si danno appuntamento allo scopo di valutare il paziente e i suoi bisogni seguendo un percorso comune e condiviso. L’obiettivo è definire un approccio unanime e appropriato, superando la consuetudine secondo cui, in base al medico cui si rivolge il malato, vengono attivati svariati percorsi diagnostico-terapeutici, che rispecchiano la cultura di quel singolo specialista”. Secondo il Pain in Europe Survey – la più importante indagine condotta in Europa sull’incidenza del dolore cronico – il 20% della popolazione del Vecchio Continente soffre di una forma cronica di sofferenza, ma in Italia questa percentuale sale a quota 26. In circa un quarto dei casi il dolore è rappresentato dal Back Pain (più comunemente detto mal di schiena). Insieme al raffreddore, il dolore vertebrale è la ragione più comune che spinge a rivolgersi al medico di famiglia, con richieste di ulteriori visite e accertamenti diagnostici. È anche una delle principali cause di assenza dal lavoro, con conseguente notevole impatto a livello di costi sanitari e sociali. “Per il trattamento del dolore vertebrale – continua Pari – esistono diverse terapie, di tipo farmacologico, infiltrativo e riabilitativo; nei casi di cronicizzazione, che non rispondono ai trattamenti sopra elencati, può essere indicato l’utilizzo della neuromodulazione, con il posizionamento di elettrodi e pacemaker. I medici approfondiranno anche il ruolo dell’ecografia nella medicina del dolore vertebrale: con l’implementazione dell’uso dell’ecografo, infatti, non solo si possono contenere i costi ma, aumentando la precisione del trattamento (grazie a una migliore visualizzazione del target da raggiungere), si può sensibilmente diminuire il numero di terapie infiltrative, con evidente beneficio del paziente. Ai fisioterapisti verranno invece fornite indicazioni univoche per la terapia manuale nel paziente con mal di schiena”. L’evento formativo è reso possibile anche grazie al supporto della Fondazione per la Qualità di Vita Onlus, ente senza fini di lucro fondato nel giugno 2013 allo scopo di promuovere la nascita e lo sviluppo di progetti che mettano al centro la qualità di vita delle persone e per favorire l’assistenza sanitaria e o riabilitativa gratuita nel campo della Medicina del Dolore.  
   
   
CERIGNOLA: REPARTO FIBROSI CISTICA: TRAGUARDO IMPORTANTE  
 
Cerignola, 15 ottobre 2013 - “Credo che disertare il teatro delle polemiche e frequentare il teatro delle opere concrete sia una scelta sempre giusta. Oggi per centinaia e centinaia di famiglie pugliesi si raggiunge un traguardo molto importante, un traguardo costruito con la passione di tanti medici, di tanti infermieri, di tanti pazienti e familiari, di tante associazioni. Il reparto di Fibrosi cistica nell’Ospedale di Cerignola oggi è un punto di riferimento per il Sud d’Italia, un reparto di assoluta eccellenza, di avanguardia nella sua concezione. Occorre vedere il volto dei padri e delle madri dei bambini ammalati di Fibrosi cistica per capire di cosa si tratta e quanto è importante per loro questo risultato”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola inaugurando l’ 11 ottobre, insieme con l’assessore alla Salute Elena Gentile, il nuovo reparto di Fibrosi cistica dell’Ospedale di Cerignola “G. Tatarella”. Per l’assessore Elena Gentile, che ha ricordato l’esperienza da “pionieri spericolati” fatta insieme con il primario del reparto Luigi Ratclif, “quella di oggi è una tappa straordinariamente importante che corona lo sforzo di tutti i professionisti”. “Oggi abbiamo realizzato un sogno dopo aver coltivato un’ambizione, quella di offrire le migliori cure ai nostri bambini e alle nostre bambine – ha concluso la Gentile – ma non ci fermiamo, anzi. Ripartiamo da qui, avendo di fronte altre sfide altrettanto affascinanti, come quella di portare a casa l’assistenza ai nostri piccoli ammalati o quella di consentire una diagnosi immediata”.  
   
   
ACCORDO CON MINISTERO SUI FINANZIAMENTI PER L´OSPEDALE FELETTINO DELLA SPEZIA  
 
Genova, 15 Ottobre 2013 - Sono confermati tutti i finanziamenti necessari per la realizzazione del nuovo ospedale Felettino della Spezia. Lo ha detto venerdì 11 ottobre l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo. A disposizione della nuova struttura, oltre ai 152 milioni destinati all´immobile, all´area esterna e agli impianti, anche 23 milioni circa che la Regione si è impegnata a stanziare per gli arredi e le attrezzature. L´assessore alla salute si è detto soddisfatto della disponibilità del Ministero della sanità ad articolare il quadro dei finanziamenti coerentemente con l´evoluzione dell´opera, posticipando così l´impegno contabile regionale. Le risorse per il successivo appalto delle attrezzature, pari a 23 milioni di euro, potranno essere impegnate dalla Regione successivamente". "Entro fine anno – ha spiegato Montaldo – è prevista la conclusione del progetto definitivo in corso di realizzazione e, con l´inizio dell´anno nuovo, l´avvio delle procedure di autorizzazione regionale. Al termine sarà possibile procedere alla pubblicazione del bando, intorno al marzo 2014, per la gara di appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione dell´opera, con conseguente aggiudicazione entro l´autunno dello stesso anno". Nel frattempo sta procedendo l´aggiudicazione dell´appalto per il nuovo edificio destinato alla radioterapia per il quale si prevede l´avvio del cantiere entro gennaio 2014.  
   
   
SALUTE: FARMACOSORVEGLIANZA CONFERMA INNOVAZIONE FVG  
 
Udine, 15 ottobre 201 - "Gli esiti del progetto multiregionale di farmacosorveglianza rappresentano un´altra conferma che questa regione è all´avanguardia nell´innovazione, anche nella sanità". Secondo l´assessore regionale alla Salute, Maria Sandra Telesca, intervenuta a Udine, nel palazzo dell´Amministrazione, alla presentazione dei risultati dell´indagine che ha coinvolto 21mila cittadini, e ha consentito di informare la comunità regionale sull´importanza di far conoscere le eventuali reazioni avverse riscontrate nell´assunzione dei farmaci, il progetto ha rappresentato una tappa importante per l´ottimizzazione dello sviluppo del Sistema sanitario del Friuli Venezia Giulia. Un passo avanti significativo verso la riorganizzazione complessiva della sanità regionale. L´indagine, per la Telesca, ha inoltre confermato l´elevato livello di sicurezza del sistema sanitario, e ha evidenziato in particolare la partecipazione attiva e convinta di alcune componenti essenziali della rete sanitaria, come i medici di base, i farmacisti e le farmacie. Gli attori di questa rete fondamentale per la salute dei cittadini hanno infatti accettato di essere protagonisti dell´informazione dei cittadini sul corretto uso, sull´impiego adeguato e appropriato, sugli effetti dei farmaci. Spesso accade, infatti, com´è stato ricordato dai partecipanti alla presentazione in rappresentanza delle categorie coinvolte (Luigi Canciani, presidente regionale della Società Italiana Medici Generici; Michele Favero, presidente della consulta regionale dell´ordine dei Farmacisti; Alessandro Fumaneri, presidente regionale di Federfarma; Alessandra Forgiarini, presidente di Federfarma Udine), il 50 per cento della popolazione anziana non aderisce correttamente alle terapie farmacologiche prescritte, spesso per mancanza di informazione, o anche di aiuto da parte dei familiari o di chi li segue. Da tale considerazione, come ha insistito l´assessore, emerge evidente l´importanza di offrire ai cittadini, in particolare alle fasce interessate da tale problema, l´opportunità di essere informati dai soggetti di maggiore prossimità del sistema sanitario. E il progetto di farmacovigilanza, ha concluso Telesca, ha dimostrato proprio che il nostro sistema sanitario è in grado di mettere in rete, anche per questo, le competenze adeguate. La farmacosorveglianza rappresenta un´attività fondamentale per quanto riguarda la sicurezza dei medicinali oggi comunemente utilizzati che vengono inizialmente testati sulla base di indagini cliniche. Tale metodologia si basa, oltre che sulle indicazioni da parte medici, infermieri e farmacisti, anche sulle segnalazioni di eventuali reazioni inattese e avverse da parte dei cittadini ai quali vengono prescritti i farmaci. Segnalazioni che avvengono attraverso la compilazione di schede di segnalazione. La Regione aveva aderito al progetto multiregionale di farmacosorveglianza dell´Agenzia italiana del farmaco, realizzato in collaborazione con Federfarma, assieme alle Regioni Veneto, Campania, Calabria, Basilicata e Puglia. Nel Friuli Venezia Giulia hanno aderito 45 farmacie e 119 farmacisti.  
   
   
SOVRAPPESO E OBESITÀ NELLE MARCHE, L’INDAGINE CONDOTTA IN REGIONE.  
 
Ancona, 15 ottobre 2013 - Nelle Marche il 31% degli adulti di 18-69 anni è in sovrappeso e il 10% obeso, complessivamente circa quattro persone su dieci (41%) sono in eccesso ponderale: è quanto emerge da una indagine condotta a livello regionale, coordinata dall’Agenzia Regionale Sanitaria e dalla Rete epidemiologica delle Marche. I dati sono stati diffusi in occasione dell’Obesity Day, giornata nazionale dedicata alla sensibilizzazione al tema dell’obesità organizzata dall’Adi - Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica. “L’obesità non è un problema confinato in una sfera estetica, ma una vera e propria patologia clinica - rileva l’assessore alla Sanità, Almerino Mezzolani - prevenirla è importante, perché l’eccesso ponderale è uno dei principali fattori che sostengono l’aumento delle malattie cronico-degenerative, quelle che oggi rappresentano il principale problema in termini di mortalità. Per questo occorre sensibilizzare l’opinione pubblica e di chi opera in sanità a prestare massima attenzione”. Gli operatori sanitari e non sanitari rivestono un ruolo importante nelle iniziative di comunicazione finalizzate all’attivazione di processi di consapevolezza e di empowerment nella popolazione. Anche per questa ragione in molte zone delle Marche sono in atto iniziative, formative ed informative, dei Servizi Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’Asur. Per conoscere qual è la situazione nelle Marche per quanto riguarda gli adulti, sono di riferimento i dati del sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia) che ha l’obiettivo di stimare la frequenza e l’evoluzione dei fattori di rischio per la salute, legati ai comportamenti individuali, oltre alla diffusione delle misure di prevenzione. Un campione di residenti di età compresa tra 18 e 69 anni viene estratto con metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie. Personale dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aree Vaste Asur, specificamente formato, effettua interviste telefoniche (circa 25 al mese per ogni Area Vasta) con un questionario standardizzato. I dati vengono poi trasmessi in forma anonima via internet e registrati in un archivio unico nazionale. Secondo i dati del Passi, nel 2009-2012 nelle Marche, il 31% degli adulti di 18-69 anni risulta in sovrappeso e il 10% risulta obeso. Questa condizione cresce al crescere dell’età, è più frequente negli uomini, tra le persone con più bassi livelli d’istruzione, tra quelle economicamente più svantaggiate. Percepire di essere in sovrappeso può essere motivante per un eventuale cambiamento dello stile di vita. Nel campione regionale del quadriennio 2009-2012, la percezione di essere in sovrappeso non sempre coincide con lo stato nutrizionale calcolato in base ai dati antropometrici riferiti dagli intervistati: tra le persone in sovrappeso 4 su dieci (40%) ritiene che il proprio peso sia più o meno giusto; tra gli obesi questa percentuale è del 5%. Nel 2012 le persone in sovrappeso o obese mostrano profili di salute più critici di quelli della popolazione generale, sopportano un maggior carico di malattia e più frequentemente di altre dichiarano di soffrire di condizioni croniche: oltre il 30% riferisce una diagnosi di ipertensione o di ipercolesterolemia (nella popolazione generale queste percentuali sono pari rispettivamente al 19% e 29%), il 6% riferisce una diagnosi di diabete (contro il 3% nella popolazione generale), il 3% riporta di aver avuto un infarto del miocardio e il 9% di malattia respiratoria cronica. “Per diffusione e conseguenze sulla salute l’eccesso ponderale è tra i principali fattori di rischio che si possono correggere – rileva Mezzolani -. Esistono programmi validi per rendere le condizioni di vita più favorevoli a scelte che contrastino l’obesità come aumentare i consumi di frutta e verdura e il movimento. Nell’ambito del Piano regionale della Prevenzione sono stati attivati progetti specifici. Fondamentale per avviare programmi di questo tipo anche l’azione dei Comuni e delle altre agenzie territoriali, assieme alla Azienda Sanitaria Unica Regionale, che in occasione di Obesity Day ha messo in campo numerose iniziative per sensibilizzare la popolazione”.  
   
   
BURLANDO, CASA DELLA SALUTE DI SARZANA  
 
Genova, 15 Ottobre 2013 - "È il restauro di un bellissimo edificio ottocentesco che ospitava il vecchio ospedale, si è fatto un recupero molto importante che inaugureremo il 25 ottobre. Subito dopo, da fine ottobre, gli uffici verranno trasferiti e entro metà/fine novembre l´edificio sarà completamente operante a disposizione dei cittadini di Sarzana e della val di Magra. I tempi di realizzazione sono stati rispettati perfettamente e anche i costi sono rimasti entro i limiti previsti". Lo ha detto venerdì 11 ottobre il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando parlando della nuova casa della salute di Sarzana in occasione della conferenza stampa dopo la seduta di giunta, presenti il vicepresidente e assessore alla salute Claudio Montaldo, il sindaco di Sarzana Alessio Cavarra – che ha sottolineato il passo avanti per i servizi territoriali anche dal punto di vista della spesa - e il direttore generale Asl 5 Spezzino Gianfranco Conzi, che ha definito l´opera come il punto di arrivo della ristrutturazione del distretto 19 attorno a cui ruoterà l´organizzazione del distretto stesso.Iniziati nel dicembre 2012, i lavori di realizzazione della casa della salute di Sarzana si sono conclusi nel mese di agosto 2013; la struttura verrà inaugurata il 25 ottobre e lavorerà a pieno regime entro metà novembre. L´opera, costata 4 milioni e 395 mila euro, è stata commissionata dall´Azienda Sanitaria Locale n° 5 – Spezzino e pagata con 2 milioni e 800 mila euro di fondi ex art. 20 per investimenti strutturali in sanità, 807 mila euro di fondi regionali, 720 mila euro di fondi intramoenia e 67 mila 700 euro provenienti dall´alienazione di immobili Asl. L´intervento, realizzato nel vecchio ospedale di San Bartolomeo ha comportato la ristrutturazione dell´edificio destinato a sede dell´assistenza territoriale dell´Asl 5 del distretto sanitario 19 della val di Magra. L´edificio è costituito da un manufatto risalente all´ottocento, a cui nei primi anni del ´900 furono aggiunti due edifici simmetrici, che, con la ristrutturazione, sono stati demoliti riportando l´immobile alle sue proporzioni originali. Trattandosi di un´immobile storico l´intervento è stato realizzato nel rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza del Ministero per i beni e le attività culturali. Le opere interne eseguite, nei tre piani fuori terra in cui si articolava l´edificio, sono state condizionate dalla struttura portante. E´ stata utilizzata la notevole altezza del primo piano per creare un piano intermedio, di ridotta superficie, mediante la costruzione di una soppalco. Nei vari piani si svolgeranno le seguenti funzioni: al piano terra ci saranno un consultorio con 4 ambulatori, l´ufficio di igiene pubblica con un ambulatorio e le attività distrettuali (punto prelievi, uffici cure primarie e domiciliari, front-office); il primo piano ospiterà 16 ambulatori, oltre ad uffici per attività protesica e assistenza disabili; nel piano soppalcato saranno situati 4 uffici dei servizi sociali del comune, 4 ambulatori di psicologia clinica consultoriale e un ufficio di assistenti sanitarie del consultorio; infine, al secondo piano, si troveranno i 6 uffici della direzione del distretto.  
   
   
SANITA: CHIODI AI MANAGER ASL, RIVEDERE SEDI GUARDIE MEDICHE  
 
Pescara, 15 ottobre 2013 - Una rimodulazione dell´articolazione delle sedi di continuità assistenziale (servizi di Guardia medica) è stata chiesta dal commissario ad Acta per la Sanita, Gianni Chiodi, ai manager delle Asl abruzzesi, ai quali ha inviato una specifica nota. Rispetto all´attuazione della nuova determinazione dei centri, stabilita con deliberazioni direttoriali dei manager, Chiodi scrive essere state "rappresentate delle criticità territoriali, che potrebbero sfociare in ricorsi amministrativi". Il Commissario ha chiesto che, "pur nell´ambito dei parametri fissati dalla legge", si valuti "un´approfondita ed ulteriore riflessione circa la corretta individuazione delle sedi di continuità assistenziale". Secondo Chiodi "dovrebbero essere puntualmente collocate in modo da garantire i servizi soprattutto nelle aree svantaggiate, sia per ragioni orografiche e sia di densità abitativa e, comunque, in posizione baricentica rispetto al territorio di utenza".  
   
   
SALUTE, LIGURIA: FIRMATO DAL MINISTRO DECRETO CHE FINANZIA STRUTTURA RIABILITATIVA A CALICE AL CORNOVIGLIO  
 
Genova, 15 Ottobre 2013. È stato firmato dal Ministro della salute, Beatrice Lorenzin il decreto che assegna le risorse alla Regione Liguria per la realizzazione della struttura residenziale riabilitativa per pazienti psichiatrici a Calice al Cornoviglio in provincia della Spezia. È stato comunicato venerdì 11 ottobre al termine della Giunta regionale dall´assessore alla salute, Claudio Montaldo. Il decreto assegna circa 6 milioni per la realizzazione della struttura e del progetto operativo che comprende anche la formazione degli addetti. Ora il decreto andrà all´esame della Corte dei Conti. "Non appena arrivano i soldi – ha spiegato l´assessore Montaldo - partirà immediatamente la gara per l´affidamento dei lavori, sicuramente entro fine anno". Nella struttura saranno ospitati 20 pazienti psichiatrici, autori di reato che oggi si trovano a Montelupo Fiorentino per l´esecuzione delle misure di sicurezza. Il percorso riabilitativo un massimo di due anni.  
   
   
TERMOABLAZIONE: SANDRO ROSSI AL VERTICE MONDIALE DELLA RICERCA “I NOSTRI STUDI SUL FEGATO SONO I PIÙ IMPORTANTI DEGLI ULTIMI 70 ANNI”  
 
Pavia, 15 ottobre 2013 – La radiologia nel mondo parla italiano. Sandro Rossi, presidente della ‘Fondazione cura mini-invasiva tumori’ e direttore della Struttura Complessa di Medicina Vi ed Ecografia interventistica della Fondazione Policlinico San Matteo Irccs di Pavia, è tra i 100 autori più citati nella letteratura scientifica nel campo della radiologia tra il 1945 e il 2012. È quanto emerge da un articolo pubblicato sul numero di settembre della più importante rivista americana del settore, l’‘American Journal of Roentgenology’. Lo studio ha analizzato i lavori pubblicati sulle dodici principali riviste di radiologia, selezionate per impact factor (il parametro più utilizzato per valutare l’impatto di una pubblicazione) e valore storico, che hanno ricevuto il maggior numero di citazioni. Il prof. Rossi è stato il primo ricercatore al mondo ad aver pubblicato, nel 1996, uno studio sulla termoablazione a radiofrequenza nel tumore del fegato, una tecnica innovativa che ha aperto la via a un metodo rivoluzionario nel trattamento di questa neoplasia, alternativo rispetto alla chirurgia tradizionale. Nella top 100 i due lavori che portano la firma del prof. Rossi (oltre a quello del 1996, un altro del 1998) sono stati gli unici ad aver raddoppiato in pochi anni il numero di citazioni (passando da 259 a 515 e da 202 a 405). “È un risultato prestigioso per la ricerca italiana che dimostra di saper competere a livello mondiale - spiega il prof. Sandro Rossi –. La termoablazione percutanea o intra-operatoria permette di eliminare le cellule malate in 10-15 minuti, con meno rischi e complicanze per i pazienti rispetto alla chirurgia tradizionale, che richiede di solito almeno 2 ore. Ogni anno in Italia circa 1500 persone sono operate con questa tecnica. Il tumore del fegato nel nostro Paese nel 2012 ha fatto registrare 12.800 nuove diagnosi ed è al terzo posto per mortalità nella fascia di età compresa fra i 50 e i 69 anni. In oltre il 90% dei casi insorge in persone colpite da cirrosi epatica. Con questa tecnica inoltre i pazienti possono tornare in poco tempo alle attività quotidiane perché non richiede tagli sulla pelle e viene eseguita in anestesia locale”. Nella classifica dell’‘American Journal of Roentgenology’ il nostro Paese, con 10 articoli, è il secondo dopo gli Stati Uniti (57) per numero di studi che hanno ottenuto il maggior numero di citazioni. Seguono Germania (9), Francia (7) e Regno Unito (6).  
   
   
PAVIA: DAL 31 OTTOBRE NUOVO DEA SAN MATTEO  
 
Torrazza Coste/pv, 15 ottobre 2013 - Il nuovo Dipartimento di Emergenza e Urgenza (Dea) dell´ospedale San Matteo di Pavia verrà inaugurato il prossimo 31 ottobre. Lo ha annunciato il vice presidente e assessore alla Salute della Regione Lombardia Mario Mantovani, al termine della seduta di Giunta, che si è svolta presso la tenuta di Riccagioia, nel Pavese. "Oggi - ha detto Mantovani - dal cuore dell´eccellenza lombarda per quanto riguarda la salute, possiamo annunciare che il prossimo 31 ottobre sarà inaugurato il nuovo Dea del San Matteo. Abbiamo fatto un investimento di 700 milioni di euro e il 13 dicembre inizierà il trasferimento effettivo dei degenti". Il vice presidente Mantovani ha anche fatto sapere che è già stata autorizzata l´assunzione di 40 persone a tempo determinato per favorire gli spostamenti. "Sono già stati approvati anche i primi protocolli scientifici - ha concluso Mantovani - che consentiranno di venire in Italia, a Pavia, a chi si vorrà curare presso il Cnao (Centro nazionale di adroterapia oncologica".  
   
   
OSTEOARTROSI: IN PROVINCIA DI VERONA NE SOFFRE IL 60% DI CHI SI RIVOLGE A UN CENTRO DI TERAPIA DEL DOLORE  
 
Dossobuono (Vr), 14 ottobre 2013 – In provincia di Verona 6 pazienti su 10 che si rivolgono a un centro di terapia del dolore soffrono di patologie osteoarticolari. In particolare tra i pazienti affetti da artrosi, circa il 10% dovrà sottoporsi nel corso della vita a un intervento chirurgico di artroprotesi. Proprio con l’obiettivo di discutere le novità più attuali nel campo della protesica e approfondire il tema della gestione del dolore ortopedico, sabato 5 ottobre a Dossobuono, si sono dati appuntamento Specialisti Ortopedici e di Medicina Fisica Riabilitativa per il corso “La chirurgia protesica: applicazioni, revisioni e gestione di sintomi e complicanze”, che si svolgerà presso l’Hotel Veronesi La Torre. Attesi oltre 50 medici provenienti dal Nord-est e dall’Emilia. “Particolare risalto al tema delle protesizzazioni ‘difficili’ e alla gestione delle tanto temute infezioni periprotesiche”, spiega il professor Araldo Causero, Direttore della Clinica Ortopedica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine, tra i relatori del corso. “L’intento è stato quello di evidenziare le corrette indicazioni nella scelta dell’impianto protesico e nel trattamento delle possibili complicanze. Altro importante argomento, di grande attualità e che ha suscitato clamore da parte dei media, sarà la tossicità da metallosi degli impianti protesici. La liberazione di ioni di metallo da parte di alcuni impianti è possibile, ma va ridimensionato l’eccessivo allarmismo che si è creato attorno a questo problema. Il corso ci consentirà di fare chiarezza sulla corretta gestione dei paziente con protesi potenzialmente a rischio. Ad oggi il problema può essere giudicato assolutamente sotto controllo”. Tra i focus del corso anche la gestione del dolore. “I farmaci più utilizzati nel trattamento sintomatico del dolore da osteoartrosi sono gli antinfiammatori non steroidei (Fans), gli analgesici e i farmaci intra-articolari”, illustra il dottor Vittorio Schweiger, Ricercatore presso l’Università di Verona, Specialista in Anestesia e Rianimazione, Responsabile Ospedale senza Dolore e relatore del corso. “Per i rilevanti effetti collaterali e le implicazioni sul rischio cardio-vascolare, tuttavia i Fans devono essere limitati a un utilizzo di breve durata. Gli analgesici oppiacei rappresentano una valida alternativa. Accanto a quelli deboli, possono essere utilizzati gli oppioidi forti, tra i quali i più interessanti sono il fentanil e l’ossicodone. Quest’ultimo, in particolare, presenta una notevole efficacia analgesica. Inoltre, la disponibilità dell’associazione ossicodone-naloxone protegge il paziente dal rischio di stipsi, effetto indesiderato spesso presente e particolarmente fastidioso”. Un buon controllo del dolore è funzionale anche nei pazienti che arrivano all’intervento di protesi: “Garantisce la ripresa funzionale, con una maggiore aderenza del paziente al trattamento riabilitativo”, evidenzia Causero. “Dal punto di vista ortopedico, ci permette di ottenere un miglior grado di soddisfazione del paziente ma anche dimissioni più rapide, riducendo, almeno dal punto di vista teorico, i tempi di degenza. Vi sono inoltre alcuni lavori in letteratura che dimostrano come un miglior controllo delle algie nei pazienti in attesa di intervento chirurgico di protesizzazione garantisca una soglia di dolore maggiore nella fase peri e post-operatoria, con dei valori di dolore più bassi, rilevati dalle scale numeriche”. Il trattamento appropriato del dolore è ormai per il medico un vero e proprio obbligo, sancito dalla Legge 38/2010, che ha riconosciuto il diritto di ogni cittadino a non soffrire. “Per quanto riguarda l’applicazione di questa normativa a livello regionale, dopo alcune incertezze, la situazione del Veneto sembra essere in rapido sviluppo, potendo contare su realtà operative di eccellenza e con un’esperienza più che trentennale, che necessitano solo di una sistemazione organizzativa territoriale. Sono state, infatti, identificate le strutture di riferimento regionale (Centri Hub) nel Centro di Terapia del Dolore del Policlinico di Verona, diretto dal Prof. Enrico Polati, e nel Centro di Terapia del Dolore dell’Ospedale di Treviso, diretto dal dott. Marzio Bevilacqua. Sono stati identificati inoltre i centri satellite (Centri Spoke), con i requisiti minimi ai quali debbono rispondere. Per quanto attiene il monitoraggio della rete di cure palliative e di terapia del dolore rivolta al paziente in età pediatrica, solamente quattro regioni dichiarano che la rete è attiva e tra queste è presente il Veneto, insieme a Lombardia, Emilia Romagna e Basilicata”, conclude Schweiger.  
   
   
OSTEOPOROSI: IL 20 OTTOBRE ‘H-OPEN DAY’ IN OLTRE 70 OSPEDALI CON IL BOLLINO ROSA  
 
Milano, 15 Ottobre 2013 – Torna per il quarto anno consecutivo, in occasione della Giornata mondiale contro l’osteoporosi del 20 Ottobre, l’H-open Day organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.n.da) insieme a oltre 70 ospedali premiati con i Bollini Rosa, impegnati a sensibilizzare le italiane nei confronti di una malattia che si previene e si risolve, non solo grazie a un sano stile di vita e a una dieta corretta, ma anche grazie a un’adeguata informazione. L’iniziativa, realizzata grazie al contributo di Amgen, prevede negli ospedali aderenti convegni, consulenze mediche ed esami gratuiti. “L’osteoporosi – spiega la Presidente di O.n.da, Francesca Merzagora – è una patologia a largo impatto sociale, con diverse e comprovate conseguenze negative di matrice sanitaria, sociale ed economica, spesso sottovalutata e affrontata con grave ritardo. Si tratta, infatti, di una malattia silenziosa, che può progredire per diversi anni fino a quando viene confermata la diagnosi o finché non avviene una frattura. I numeri parlano chiaro: a causa dell’alto indice di invecchiamento, si stima che entro il 2050 le fratture di femore saliranno dagli attuali 1,6 milioni annui a 5-6 milioni; solo in Italia, si passerà da 86 mila fratture di femore, registrate nel 2000, a circa 150 mila entro il 2020. Fondamentali sono dunque, da un lato, l’attenzione per la malattia nella fase di prevenzione e di prescrizione delle cure, che devono ridurre il rischio di frattura e di rifrattura, e dall’altro, la motivazione del paziente al proseguimento della terapia, spesso interrotta o non adeguatamente seguita, con un grave spreco economico. L’iniziativa dell’H-open Day, che coordiniamo quest’anno in collaborazione con oltre 70 ospedali italiani premiati con i nostri Bollini Rosa, ha come obiettivo quello di accompagnare le donne nei centri di riferimento della loro città per ricevere un’assistenza appropriata”. A conclusione degli eventi organizzati sul territorio, si terrà Martedì 22 Ottobre a Milano il convegno aperto alla cittadinanza “Osteoporosi e farmaci: quale futuro?” (Ore 11,30, Sala Ricci - Fondazione culturale San Fedele, Piazza San Fedele). Per maggiori informazioni e l’elenco dei centri dove si svolgerà l’iniziativa visitare il sito http://www.bollinirosa.it/ telefonare allo 02/29015286 o scrivere a openday@ondaosservatorio.It  
   
   
LAZIO: PARTE LA CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTI INFLUENZALE L´INIZIATIVA È RIVOLTA ALLE PERSONE CHE HANNO SUPERATO I 65 ANNI, AI BIMBI SOPRA I SEI MESI E AGLI ADULTI CON PATOLOGIE PARTICOLARI  
 
Roma, 15 ottobre 2013 - Parte la campagna di vaccinazione anti-influenzale promossa dalla Regione Lazio. E’ rivolta alle persone che hanno maggiori rischi di contagio del virus: anziani sopra i 65 anni, bimbi sopra i sei mesi, adulti con patologie particolari, come ad esempio malattie cardiache e respiratorie, insufficienza renale, diabete, tumori e immunosoppressione causata da Hiv . “La prevenzione unisce il diritto alla difesa della salute del cittadino con politiche di governo che non taglia, ma, prevenendo le malattie aumenta il servizio”, ha spiegato il presidente Nicola Zingaretti. Per questa iniziativa, infatti, la Regione ha investito 12 milioni di euro. L’obiettivo è quello di raggiungere il 75% dei soggetti a rischio, risultato che verrà centrato grazie al coinvolgimento del medici di medicina generale coinvolti.  
   
   
SALUTE: MERCOLEDÌ 16 OTTOBRE SERA SUPERSHOW BENEFICO AL POLITEAMA GENOVESE PER IL BRA-DAY DEDICATO ALLE DONNE COLPITE DA TUMORI ALLA MAMMELLA  
 
Genova, 15 Ottobre 2013. Mercoledì 16 ottobre, sarà celebrata a Genova l´edizione 2013 del Bra-day , la giornata internazionale "Breast Reconstruction Awareness, per la ricostruzione della mammella, dedicata a tutte le donne che devono misurarsi con la malattia. L´irccs S. Martino Ist, con il patrocinio della Regione Liguria, ha organizzato un evento al Teatro Politeama Genovese ,alle 21 con lo spettacolo "Donna, tutto si fa per te", condotto da Corrado Tedeschi. La sala del Politeama Genovese ospiterà tanti personaggi dello spettacolo da Francesco Baccini, Alba Parietti, Alessio Boni i comici di Zelig Paci e Bottesini, la ballerina di danza orientale Ailema, alla band degli F40 con Alberto Marafioti e Massimo Gori. Attesi anche calciatori, fra cui il capitano della Sampdoria Daniele Gastaldello. Ii filo conduttore della serata benefica sarà l´amore verso la donna, per ricordarle che è un suo dovere e diritto, amarsi, informarsi, curarsi ed infine ritrovarsi. Anche la moda sarà presente, per proporre, con Patrizia Dioli, le nuove tendenze autunno inverno 2013/14, "ma la particolarità della sfilata ed il messaggio che si vuole dare, consiste nel fare sfilare donne che non hanno avuto problemi oncologici, insieme con altre che hanno invece affrontato e superato il percorso che porta dalla diagnosi, alla ricostruzione", spiegano gli organizzatori della serata. La regia dello spettacolo è di Marco Rampoldi. Il ricavato andrà alla ricerca Irccs S. Martino Ist. In Italia, il tumore alla mammella è al primo posto per frequenza e il 29 % di tutte le nuove diagnosi tumorali di ogni età. Si stimano ogni anno 47 mila nuovi casi in Italia, milleduecento in Liguria. Solo poche città italiane, sono state scelte, per celebrare questa giornata, Genova è tra queste in quanto l´Irccs ha una struttura in grado di seguire l´intero percorso oncologico del trattamento della mammella (breast unit). Biglietti in vendita al Politeama Genovese, costo 20 euro.  
   
   
CAPITIGNANO: CHIODI, SODDISFAZIONE PER CENTRO SPORTIVO REALIZZATO CON FONDI REGIONE ABRUZZO, LA SPEZIA E FONDAZIONE  
 
l´Aquila, 15 ottobre 2013 - Una nuova struttura polivalente di circa 300 mq a disposizione dei giovani e di tutta la comunità inaugurata l’ 11 ottobre a Capitignano. Un complesso sportivo attrezzato, realizzato grazie al contributo della Regione, al sostegno della provincia di La Spezia e della Fondazione Abruzzo Risorge Onlus del Consiglio regionale. Presenti alla cerimonia, tra gli altri il presidente della Regione Gianni Chiodi, il sindaco del paese, Maurizio Pelosi, il Presidente della Provincia di La Spezia, Marino Fiasella e il presidente della Provincia dell´Aquila Antonio Del Corvo. "Una struttura di aggregazione sociale che è oggi motivo di grande gioia per tutti noi - ha commentato Il Presidente Chiodi - Del resto quando si raccolgono i frutti del proprio lavoro si raggiunge un traguardo di grande soddisfazione. Messa in sicurezza di mille edifici con un piano straordinario che non ha eguali, migliaia di cantieri avviati in tutto il cratere, quasi 50mila cittadini rientrati nelle proprie abitazioni. E´ stato un lavoro fondamentale e propedeutico alla fase della ricostruzione vera e propria. Capitignano da oggi può disporre di un centro di aggregazione giovanile importante per la ripresa sociale e sportiva del territorio grazie anche alla generosità della provincia di La Spezia che ringraziamo di vero cuore . Prospettive positive si prefigurano con il completamento della superstrada l´Aquila Amatrice le cui procedure sono in via di ultimazione in questi giorni. L´infrastruttura - ha concluso Chiodi - è di vitale importanza, un´arteria di collegamento tra due territori regionali, l´Abruzzo e il Lazio, la cui valenza è strategica nell´ambito della mobilità provinciale, con ripercussioni anche sull´intero sistema economico e produttivo del territorio aquilano.  
   
   
NASCE A FIRENZE LA SCUOLA DI PALLANUOTO LEONARDO BINCHI  
 
Firenze, 15 ottobre 2013 - Un’occasione importante offerta ai giovani per perfezionare gli stili natatori ma soprattutto per avvicinarli al mondo della pallanuoto sotto la guida di un campione toscano di questa disciplina affiancato da istruttori specializzati. Tutto questo è la Scuola di Pallanuoto Leonardo Binchi, fondata dall’atleta fiorentino ex difensore della Rari Nantes Florentia, della An Brescia ed ex componente della Nazionale. Aperta a bambini e bambine di età tra gli 8 e 10 anni, la Scuola di Pallanuoto Leonardo Binchi organizzerà corsi in tre piscine fiorentine – quella dell’Isolotto in via Bandinelli, alla Paganelli di Viale Guidoni e a San Marcellino in zona Firenze Sud – con sedute bi o tri-settimanali e possibilità di inserimento da settembre a giugno. “Un olimpionico della pallanuoto come Leonardo Binchi – ha affermato il delegato provinciale Coni Eugenio Giani – che è stato un esempio e un riferimento per lo sport nazionale, torna a Firenze al termine della sua splendida carriera con uno spirito di servizio, scegliendo la strada dell’insegnamento e per di più rivolto ai giovani, inaugurando una scuola alla quale auguro i migliori successi”. Una scuola che vuole coinvolgere i giovani in questo affascinante sport di vasca, dando loro la possibilità, sin dalle prime lezioni, di disputare partite di pallanuoto su campi ridotti per poi favorire un eventuale inserimento nei settori agonistici della società Firenze Pallanuoto. Ad affiancare Binchi nella sua attività in piscina uno staff tecnico di prim’ordine che comprende Leonardo Solfanelli, Marta Colaiocco, Silvia Motta, Marco Simoncini, Filippi Felici, Lorenzo Cenci e Antonio Landi. “Ho giocato per tanti anni ai massimi livelli, raccogliendo come pallanuotista grandi soddisfazioni in termini di risultati – afferma Leonardo Binchi – ma sempre portandomi dentro l’atmosfera unica della piscina, la passione e lo spirito di squadra che rendono grande la pallanuoto. Sono questi valori che voglio ora trasmettere da istruttore ai giovani. Un mio personale ringraziamento va al presidente della Firenze Pallanuoto Cipriano Catellacci che ad inizio estate mi ha proposto questo progetto. La voglia di tornare a casa era tanta, e tanta anche quella di rimanere a lavorare in piscina.” Un progetto sportivo per i bambini che ben si coniuga con importanti iniziative sul piano sociale. Proprio Leonardo Binchi sarà infatti il testimonial di Casa Ronald Firenze, la struttura inaugurata in città lo scorso marzo da Fondazione Ronald Mc Donald e che ha l’obiettivo di accogliere bambini e famiglie in cura presso il vicino Ospedale Pediatrico Meyer.  
   
   
CANOTTAGGIO, SUCCESSO A GENOVA DEI CAMPIONATI DI COASTAL ROWING. REGIONE LIGURIA: SERVONO RAPPORTI PIÙ STRETTI FRA SPORT E TURISMO  
 
Genova, 15 Ottobre 2013 - Promuovere sempre di più le manifestazioni sportive legate al mare per far crescere le motivazioni turistiche e di vacanza in Liguria. Lo ha detto domenica 13 ottobre nel pomeriggio l´assessore allo Sport della regione Liguria Matteo Rossi al termine dei campionati Italiani di Coastal Rowing che hanno visto competere 83 equipaggi nello specchio d´acqua antistante la zone di corso Italia e Porto antico. Giunto all´ottava edizione, dopo Sanremo (2006, 2007, 2008), Monopoli (2009), Santa Margherita Ligure (2010), Duino (2011) e San Benedetto del Tronto (2012), il massimo evento nazionale di coastal rowing ha visto in Genova l´approdo naturale per una competizione di altissimo livello perfettamente inserita nel contesto culturale e turistico della Città. "Una disciplina – ha spiegato Matteo Rossi a margine della premiazione al porto Antico – che nasce in Francia ed è molto praticata nei paesi nordici, ma che stiamo sempre di più facendo nostra. Ho assistito a due giorni di grande sport, in grado di sfruttare al meglio il connubio esistente tra promozione sportiva e del territorio. Rispetto ad altri, poi, abbiamo un notevole vantaggio: ogni chilometro dei 330 complessivi della costa ligure rappresenta lo scenario ideale per allestire un campo di regata sia per manifestazioni agonistiche sia per gli eventi amatoriali e turistici". Ha aggiunto l´assessore regionale allo sport: "Se a questo aggiungiamo il nostro clima mite e la possibilità di organizzare grandi competizioni durante il corso di tutto l´anno, capiamo quanto la nostra Regione abbia in sé la naturale predisposizione ad ospitare eventi di prim´ordine del panorama sportivo internazionale, dando garnde visibilità alle nostre bellezze paesaggistiche. Un´occasione da saper sfruttare al meglio,coinvolgendo gli operatori economici del settore , a partire dai balneari,consapevoli di quanto sport, turismo e sviluppo economico vadano di pari passo".  
   
   
LA REGIONE LOMBARDIA PROMUOVE LO SPORT CHE FA STARE BENE  
 
Milano, 15 ottobre 2013 - "Noi crediamo che lo Sport non sia solo quello che si vede sui campi di calcio della serie A. Lo sport è una cultura, è svolgere una pratica sana con l´obiettivo di stare bene, non di diventare ricco". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni intervenendo a ´Sport&talent´, la premiazione dei giovani talenti sportivi lombardi, che si è tenuta a Milano, in piazza Città di Lombardia. L´impegno Della Regione - Facendo i complimenti all´assessore allo Sport Antonio Rossi per il lavoro svolto, il governatore ha ricordato l´impegno della Regione per la diffusione dei valori dello Sport, che ha visto, fra le altre cose, "l´approvazione, la scorsa settimana, di un protocollo d´intesa con le scuole, il Coni e il comitato italiano paralimpico proprio per il sostegno e la diffusione di queste attività fra i giovani". La manifestazione di oggi, ha aggiunto, "è il giusto riconoscimento verso i ragazzi, gli atleti, gli allenatori, gli oratori, le associazioni e tutto quel ricchissimo mondo che svolge pratiche sportive per il piacere di farlo, per la sana competizione con gli altri, per divertirsi, per stare bene. Con eventi come questo - ha aggiunto Maroni - vogliamo tenere accesi i riflettori sullo Sport con la ´s´ maiuscola, troppo spesso invisibile ai grandi media". Stile Di Vita Vincente - Di Sport come "stile di vita", ha parlato anche l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi, rivolgendosi dal palco ai tanti giovani atleti presenti: "Questa - ha detto - è la vostra festa. Abbiamo cercato di coinvolgere tutte le discipline - ha spiegato - perché pensiamo sia importante darvi un´opportunità in più per conoscervi fra voi, scambiarvi informazioni e magari provare nuove discipline". Tanto Impegno E L´oro E´ Possibile - Con alle spalle tanti successi e numerose medaglie d´oro olimpiche, Rossi ha anche esortato i ragazzi a dare sempre il massimo, perché un giorno sul podio a cinque cerchi potrebbero esserci proprio loro. "Oggi - ha osservato - sarete premiati da atleti che hanno primeggiato ai Giochi di Vancouver e a Londra, domani potreste esserci voi. Arrivare alle Olimpiadi è facile, basta impegnarsi e lavorare duro. Così anche centrare l´obiettivo della medaglia è possibile".  
   
   
SPORT: MONDIALI VOLLEY DONNE VETRINA PER TRIESTE E FVG  
 
Trieste, 15 ottobre 2013 - "I mondiali femminili di pallavolo 2014 aprono importanti prospettive per Trieste per l´intero Friuli Venezia Giulia: certamente dal punto di vista della visibilità della regione e dell´incoming degli appassionati di questa disciplina, e dunque sotto il profilo del ritorno economico; ma anche in quanto rappresentano una straordinaria occasione per crescere sportivamente, per promuovere la pallavolo e più in generale i valori e l´etica dello sport". Lo ha affermato l´assessore regionale allo sport, Gianni Torrenti, che oggi a Trieste ha ricevuto i vertici nazionali e locali della Fipav, la Federazione Italiana pallavolo, e i responsabili del Comitato organizzatore locale, in vista dei Mondiali femminili di Volley che l´Italia ospiterà dal 23 settembre al 12 ottobre del prossimo anno, con Trieste chiamata ad essere sede di ben due fasi della competizione. "La Fipav - ha detto Renato Arena, del Comitato organizzatore nazionale - ha scelto Trieste come una delle tre città principali del torneo, insieme a Bari e Roma, le sole che ospiteranno due fasi, in virtù del successo ottenuto nell´organizzazione nel girone di qualificazione dei Mondiali maschili di pallavolo, nel 2010". Quell´anno infatti il Palatrieste fu invaso da supporter provenienti soprattutto da Polonia, Germania e Serbia. Allora si giocò in dieci diverse città ma l´impianto di via Flavia risultò il terzo per numero di presenze: dopo Roma e Milano (dove era di scena la nazionale italiana) poté contare su ben 32.990 spettatori durante le 3 giornate di gara. E a risentirne positivamente fu l´intero indotto economico cittadino, con un giro d´affari fra alberghi, ristoranti e tutta la filiera del terziario locale che, secondo quanto accertato da Promotrieste, superò i 3 milioni di euro. Grazie alla copertura Rai , che ha trasmesso tutti gli incontri in diretta, e al coinvolgimento della stampa nazionale ed internazionale, la città e tutta la regione hanno potuto usufruire di un notevole veicolo promozionale. Anche per questo motivo la Regione (con la presidente Debora Serrachhiani che, per tramite dell´assessore Torrenti) ha garantito il suo sostegno) e la Fipav svilupperanno azioni sinergiche di promozione del torneo, della città e del territorio. Trieste sarà dunque una delle sei città in cui si disputeranno gli incontri insieme a Roma, Milano, Bari, Modena e Verona. La prima fase è in programma dal 23 al 28 settembre per complessivi 15 partite, mentre la seconda inizierà il 30 settembre per concludersi il 5 ottobre per ulteriori 8 incontri. Complessivamente quindi le giornate di gara al Palatrieste saranno 9 per un totale di 23 incontri nei quali si affronteranno le migliori nazionali a livello mondiale. Le qualificazioni per designare le 24 formazioni che si contenderanno il titolo di Campione del Mondo sono ancora in corso e si concluderanno nei primi mesi del 2014. Ad oggi sono sette le compagini che hanno staccato il "pass" per Italia 2014: Brasile, Germania, Giappone, Russia, Thailandia, Cina e, naturalmente, la squadra azzurra in qualità di nazione ospitante. Il ranking internazionale, in questo momento, vede la Russia al primo posto seguita da Giappone, Brasile, Stati Uniti, Italia, Turchia, Germania, Serbia e Polonia. E´ molto probabile che Trieste possa ospitare una o più nazionali europee di prima fascia, attraendo in questo modo tifosi ed appassionati provenienti da quelle nazioni. All´incontro nella sede della Regione hanno partecipato, tra gli altri, anche il presidente del Comitato organizzatore locale Franco Rigutti, con il vice Alessandro Michelli, il presidente regionale della Fipav, Giorgio Tirel, il vice presidente del Coni Fvg Francesco Cipolla, il presidente del Consorzio Promotrieste Guerrino Lanci, nonché, per il Comitato organizzatore nazionale, Luciano Cecchi.