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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Novembre 2007
Politica
LA COMMISSIONE EUROPEA ESPONE LA SUA VISIONE PER UN MERCATO UNICO MODERNO PER TUTTI  
 
Bruxelles, 21 novembre 2007 - La Commissione europea ha definito un pacchetto di iniziative che, fondandosi sui successi passati, dovrebbero rendere il mercato unico europeo più moderno e più vantaggioso per i cittadini europei. Il mercato unico ha già contribuito a creare imprese competitive, ridurre i prezzi, aumentare la scelta per il consumatore e rendere l´Europa più interessante per gli investitori. Le misure della Commissione si fondano su un´ampia consultazione e garantiranno che il mercato unico faccia ancora di più per trarre vantaggio dalla globalizzazione, dare più potere ai consumatori, aprirsi alle piccole imprese, stimolare l´innovazione e contribuire a mantenere elevati standard sociali ed ambientali. Tra le azioni più importanti del pacchetto sul mercato unico adottato oggi dalla Commissione figurano iniziative per aiutare i consumatori ad esercitare i loro diritti contrattuali e ad assisterli nelle procedure transfrontaliere di ricorso; migliorare l´informazione ai consumatori e alle piccole imprese; reagire alle carenze nei settori in cui il mercato unico dovrebbe dare maggiori risultati; proporre una legge sulle piccole imprese; istituire un "passaporto del ricercatore"; chiarire le modalità di applicazione delle norme dell´Unione europea ai servizi (compresi i servizi sociali) di interesse generale; promuovere la qualità dei servizi sociali in tutta l´Unione. Il Presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato: "Il pacchetto adottato oggi mette in primo piano i consumatori e le piccole imprese e segna l´avvio di un nuovo ciclo del mercato unico. Dobbiamo riuscire a far funzionare ancora meglio la solida base che già abbiamo. Perciò intendiamo aumentare i poteri dei consumatori e delle piccole imprese tramite iniziative quali il quadro di valutazione per i consumatori, la legge sulle piccole imprese e il´servizio di assistenza per il mercato unico´. Agiremo per eliminare le strozzature che non consentono di trasferire integralmente ai consumatori i benefici del mercato unico, come abbiamo fatto per il mercato del roaming della telefonia mobile. Un mercato unico per tutti implica una forte dimensione sociale e per tale motivo presentiamo oggi anche la visione sociale della Commissione e una specifica modalità per progredire nel settore dei servizi, anche sociali, di interesse generale. Questo pacchetto equilibrato determinerà un mercato unico più attivo nel rafforzare la risposta dell´Europa alla globalizzazione, creare crescita e occupazione, garantire prezzi equi e contribuire alla protezione sociale e ambientale". Maggiori poteri per i consumatori La Commissione vuole dare ai consumatori più diritti e informazioni, nel loro interesse e al tempo stesso per stimolare la competitività e l´innovazione. Ad esempio, in dicembre proporrà miglioramenti delle norme in materia di etichettatura dei prodotti alimentari; nel 2008 presenterà iniziative in materia di diritti contrattuali dei consumatori e di ricorso collettivo, che consentirà ad un gruppo di persone dell´Unione europea che hanno lo stesso contenzioso con la stessa azienda di agire insieme; verranno presentate misure di miglioramento della vigilanza del mercato dei medicinali e dell´informazione sui prodotti farmaceutici; la Commissione elaborerà proposte per integrare ulteriormente i mercati dei servizi finanziari al dettaglio, per migliorare l´alfabetizzazione finanziaria dei consumatori e per agevolare la commutazione dei conti bancari senza spese di chiusura. Far beneficiare della globalizzazione tutti i cittadini europei La Commissione è convinta che i benefici della globalizzazione non possano essere "spazzati via" da interessi particolari con sproporzionato potere di mercato bensì che debbano giungere a tutti i cittadini europei. Pertanto, la Commissione interverrà nei casi in cui i mercati non danno risultati per i consumatori. L´esempio dei tessili ha dimostrato che non sempre i vantaggi dell´apertura degli scambi vengono trasferiti al consumatore finale, a causa di strozzature e di mancanza di concorrenza. La Commissione approfondirà l´analisi di una serie di settori e proporrà politiche per quei mercati che non funzionano in modo effettivo. Il pacchetto della Commissione illustra come, in un mondo globalizzato, l´Europa può prendere spunto dalle realizzazioni del mercato unico e negoziare con i paesi terzi l´apertura dei mercati e la convergenza normativa, sulla base delle migliori pratiche europee. Legge europea per le piccole imprese Nel 2008 la Commissione proporrà una legge per le piccole imprese, intesa a ridurre gli oneri burocratici, aumentare l´accesso delle Pmi ai programmi europei, incrementare la quota di appalti pubblici a loro aggiudicati e ridurre gli ostacoli all´attività transfrontaliera, anche mediante uno statuto europeo delle piccole società. La Commissione esaminerà come le politiche fiscali incidono sulla crescita delle Pmi. Conoscenza e innovazione nel mercato unico Una nuova strategia di standardizzazione si prefiggerà di garantire il trasferimento dei risultati di R&s ai mercati e di incentivare l´utilizzo di tecnologie per il risparmio energetico. Fondandosi sul pacchetto in materia di comunicazioni elettroniche presentato la settimana scorsa (cfr. Ip/07/1677), iniziativa faro del nuovo mercato unico, nel 2008 la Commissione presenterà iniziative in materia di servizio universale e interoperatività dei sistemi di e-government. La Commissione si prefigge progressi in materia di protezione Ue dei brevetti e proporrà un "passaporto del ricercatore" per promuovere la mobilità dei ricercatori. Migliore gestione corrente del mercato unico Il programma comunitario di Lisbona riveduto, annunciato nella relazione intermedia di dicembre sulla strategia 2005-10 per la crescita e l´occupazione, rispecchierà in modo ancora più completo rispetto al passato le priorità del mercato unico. Gli Stati membri saranno invitati a inserire nelle rispettive relazioni annuali sulla strategia di Lisbona informazioni sul funzionamento del mercato unico. La Commissione collaborerà con funzionari nazionali di alto livello per individuare quali sono i modi migliori per aiutare gli Stati membri ad applicare e far rispettare le politiche Ue, ad esempio tramite "centri per il mercato unico" a livello nazionale. Eventualmente, la Commissione perseguirà con determinazione le infrazioni, coadiuvando allo stesso tempo la rete Solvit, che risolve in via extragiudiziaria l´80% dei casi sottoposti. La Commissione ha avviato un progetto pilota di "ambasciatori del mercato unico" che cominceranno visitando le Rappresentanze della Commissione negli Stati membri per illustrare il pacchetto adottato oggi ai soggetti interessati e ai mezzi d´informazione nazionali e locali. Essa sta inoltre istituendo un nuovo "servizio di assistenza per il mercato unico" sotto forma di sportello per i cittadini e le imprese. Il quadro di valutazione del mercato unico (cfr. Ip/07/991) permetterà dal 2008 di sorvegliare i risultati globali del mercato unico, invece di concentrarsi sui ritardi di recepimento e sulle infrazioni, e comprenderà anche un "quadro di valutazione del consumatore" per i risultati dei mercati al consumo. La dimensione sociale Il mercato unico ha sempre avuto una forte dimensione sociale e il suo successo è andato di pari passo con la solidarietà e la coesione. Il pacchetto di oggi comprende la visione sociale della Commissione per l´Europa del Xxi secolo in rapida evoluzione e illustra come, nell´era della globalizzazione, tutti i cittadini europei debbano avere accesso a risorse che migliorino le loro opportunità e consentano loro di beneficiare della crescente prosperità. La visione sociale della Commissione individua il fabbisogno di investimenti, a carico principalmente degli Stati membri ma con contributi europei di vario tipo, in una serie di ambiti: giovani; opportunità professionali; vita più lunga e in migliori condizioni di salute; parità di genere; inclusione e non discriminazione; mobilità e integrazione; cultura, partecipazione e dialogo. La visione sociale arricchisce la consultazione della Commissione "Inventario della realtà sociale", aperta fino al 15 febbraio 2008. Essa fornirà materiale per un´Agenda sociale rinnovata, che la Commissione presenterà a metà 2008. Per ulteriori informazioni, cfr. Memo/ 07/475 Servizi di interesse generale Il pacchetto comprende anche una comunicazione sui servizi di interesse generale, compresi i servizi sociali di interesse generale. Essa evidenzia il ruolo del Protocollo al progetto di trattato di Lisbona sui servizi di interesse generale, che conferisce loro visibilità politica. Inoltre, la comunicazione comprende iniziative miranti a chiarire l´applicazione delle norme comunitarie, in particolare in materia di aiuti di Stato e di appalti pubblici, e ad aiutare le autorità pubbliche, i prestatori di servizi e gli utenti a comprendere meglio e ad applicare tali norme. Fondamentalmente, le regole europee in materia di mercato unico e di concorrenza si applicano ai servizi di interesse economico generale, ossia quelli forniti contro remunerazione, quali le telecomunicazioni, l´energia, i trasporti e i servizi postali. Ma tali regole vengono applicate tenendo conto delle specificità di tali servizi, in modo da non impedirne l´effettiva fornitura. I servizi non economici di interesse generale, quali la polizia, la giustizia e la sicurezza sociale di base non sono assoggetti a tali norme. La chiarificazione pone l´accento in particolare sui servizi sociali. (Per ulteriori informazioni, cfr. Memo/07/475) La comunicazione propone inoltre una strategia di promozione della qualità dei servizi sociali, quali l´edilizia popolare, l´assistenza all´infanzia, l´aiuto alle famiglie e alle persone in difficoltà. Essa rappresenta il seguito di un precedente Libro bianco e di una vasta consultazione pubblica e attinge al contributo dato al dibattito dal Parlamento europeo. Innanzitutto, però, sviluppa i principi stabiliti in uno specifico protocollo sui servizi di interesse generale allegato al trattato di Lisbona. Si tratta di una novità importante che fornisce una solida base per la definizione dei servizi di interesse generale. La Commissione intende passare dal dibattito all´azione, procedendo a riforme pratiche relative a questioni specifiche, allo scopo di mantenere il ruolo sociale dei servizi di interesse generale e promuoverne la qualità e accessibilità di prezzo, per migliorare la qualità di vita dei cittadini. La dimensione ambientale L´esperienza dell´Europa nel campo della tutela ambientale e dell´avvio della creazione di un´economia a basse emissioni di carbonio ha influenzato le impostazioni globali e generato nuovi mercati europei e di esportazione per beni e servizi ecocompatibili. Nel mercato unico è necessario continuare a vigilare per garantire che i prezzi di mercato rispecchino il costo reale di beni e servizi per la società. Tale ricerca della sostenibilità rappresenta un motore per l´ innovazione e un investimento per le generazioni future. Contesto Accanto al principale documento strategico "Un mercato unico per l´Europa del Xxi secolo" il pacchetto include: una rassegna dei risultati ottenuti dal mercato unico (per le statistiche di base si rimanda al Memo/ 07/475); un documento che illustra come una migliore gestione e governance possono contribuire a migliorare il mercato unico; un documento sulla dimensione esterna (come il mercato unico può migliorare l´influenza globale dell´Europa); un documento su un migliore monitoraggio dei mercati e settori chiave; nonché documenti politici sui servizi di interesse generale compresi i servizi sociali di interesse generale e una visione sociale per l´Europa (cfr. Memo/07/475). Nella sua comunicazione del maggio 2006 "Un´agenda per i cittadini per un´Europa dei risultati" la Commissione ha annunciato un´ampia revisione del mercato unico. Ha presentato una relazione intermedia ai leader dell´Ue in occasione del Consiglio europeo del marzo 2007, che hanno invitato la Commissione a proporre un pacchetto "ambizioso ed esaustivo". Si prevede che le nuove priorità del mercato unico saranno convenute in occasione del Vertice di primavera del 2008. Il testo integrale dei documenti del pacchetto sul mercato unico saranno disponibili sul sito: http://ec. Europa. Eu/citizens_agenda/index_it. Htm .  
   
   
AIUTI DI STATO: LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE ALL´ITALIA IL RECUPERO DEGLI AIUTI AL FUNZIONAMENTO PER CIRCA 80 MILIONI DI EURO CONCESSI A THYSSENKRUPP, CEMENTIR E TERNI NUOVA INDUSTRIE CHIMICHE  
 
 Bruxelles, 21 novembre 2007 - La Commissione europea ha deciso che, alla luce delle norme in materia di aiuti di Stato del trattato Ce, gli aiuti al funzionamento di importo pari a circa 80 milioni di euro che l´Italia ha concesso, a partire dal 2005, sotto forma di tariffa elettrica agevolata sono incompatibili con il mercato unico e devono essere recuperati presso i beneficiari. La tariffa elettrica agevolata viene concessa agli impianti produttivi di Thyssengroup (acciaio), Cementir (cementi) e Terni Nuova Industrie Chimiche (prodotti chimici) situati in Umbria. La tariffa agevolata è stata introdotta nel 1962, come misura di risarcimento per l´esproprio di una centrale idroelettrica. A seguito di un´indagine approfondita, avviata nel luglio 2006 (cfr. Ip/06/1038), la Commissione ha concluso che la proroga della tariffa elettrica fino al 2010 costituisce un aiuto al funzionamento, in quanto la tariffa agevolata non può più essere considerata di natura risarcitoria e il suo unico effetto è quello di migliorare la posizione concorrenziale dei beneficiari. Tali aiuti alterano la concorrenza e gli scambi tra Stati membri e sono quindi vietati dal trattato Ce. La Commissaria responsabile per la Concorrenza, Neelie Kroes, ha dichiarato quanto segue: "Il risarcimento per un esproprio non può essere illimitato. Esso deve essere definito chiaramente fin dall´inizio, al momento dell´esproprio. Un risarcimento permanente diventa un aiuto di Stato incompatibile se, come in questo caso, altera la concorrenza. Gli aiuti e i relativi interessi devono essere restituiti integralmente". La tariffa elettrica preferenziale è stata istituita nel 1962, come misura di risarcimento per la nazionalizzazione di una centrale idroelettrica di proprietà della società Terni, della quale i tre beneficiari sono i successori legali. Secondo l´accordo relativo all´esproprio, la società Terni avrebbe ricevuto forniture di energia elettrica a prezzo di costo per trent´anni (fino al 1992), ovverosia per tutta la durata residua della concessione idroelettrica della società. Dopo una prima proroga relativa al periodo 1992 – 2007, approvata dalla Commissione nel 1992 in base alle regole sugli aiuti di Stato, l´Italia ha ulteriormente esteso, con la legge n. 80/2005, l´applicazione della tariffa preferenziale al periodo 2005 - 2010. Tale misura non è stata però notificata alla Commissione. Su propria iniziativa, nel 2006 la Commissione ha aperto un´indagine poiché non era convinta che le reiterate proroghe della tariffa potessero essere ancora considerate parte del risarcimento relativo all´esproprio. In effetti, le misure di risarcimento dovrebbero essere definite in modo prevedibile all´epoca in cui i beni sono espropriati e non possono essere arbitrariamente aumentate quarant´anni dopo i fatti. Il risarcimento originale era inoltre proporzionato e non penalizzava la società Terni. Il risarcimento concesso dallo Stato ad un´impresa in occasione di un esproprio non si configura solitamente come aiuto di stato. Nel caso in oggetto, tuttavia, l´indagine ha permesso di concludere che le successive proroghe dell´applicazione della tariffa preferenziale non possono più essere considerate misure di risarcimento, per le due seguenti ragioni: a) la congruità del risarcimento previsto dall´accordo originale relativo all´esproprio e b) la mancanza di prevedibilità solitamente associata alle misure di risarcimento. Il sostegno statale concesso sotto forma di fornitura di energia elettrica ad un prezzo inferiore al prezzo di mercato riduce i costi di esercizio sostenuti del beneficiario, permettendogli di vendere i propri prodotti ad un prezzo più basso e alterando di conseguenza la concorrenza rispetto agli altri produttori Ue che non ricevono gli stessi aiuti. La Commissione ha appurato che non sussiste alcuna delle eccezioni che, secondo il trattato Ce, possono giustificare tali aiuti. Gli aiuti vanno quindi ritenuti incompatibili. La versione non riservata della decisione sarà disponibile al numero C 36/A/2006 del registro degli aiuti di Stato sul sito della Dg Concorrenza quando saranno risolte tutte le questioni legate alla riservatezza. Il bollettino elettronico di informazione settimanale in materia di aiuti di Stato (State Aid weekly e-News) riporta le ultime decisioni in materia di aiuti di Stato pubblicate su Internet e nella Gazzetta Ufficiale. .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE NUOVE OPZIONI PER INCORAGGIARE LO SVILUPPO DEL MICROCREDITO IN EUROPA  
 
Bruxelles, 21 novembre 2007 - Danuta Hübner, Commissario responsabile per la politica regionale, ha presentato il 19 novembre un’iniziativa tesa a migliorare l’accesso al credito per le piccole imprese e le persone che versano in una situazione di esclusione sociale, come le minoranze etniche, che desiderino avviare un´attività autonoma. Questa iniziativa, in linea con la strategia di Lisbona per la crescita e l´occupazione, intende rendere più ampiamente accessibili in Europa piccoli prestiti, ovvero microcrediti, al fine di rispondere a una domanda non ancora soddisfatta. "I cittadini vogliono lavorare, e molti intendono gestire una propria piccola impresa o diventare lavoratori autonomi. Il microcredito è un sistema estremamente efficace per sviluppare nuove aziende o per aiutare i disoccupati a rientrare nel mondo economico quali lavoratori autonomi o creando microimprese" Ha affermato il Commissario Hübner. Il microcredito ha avuto grande successo in paesi in via di sviluppo e in questo campo esistono nell’Ue alcune iniziative sia a livello comunitario che nazionale. Nell’ue la domanda di questo tipo di credito - solitamente prestiti per un importo medio di circa € 7. 700 - proviene essenzialmente da persone che creano piccole imprese di servizi. Destinati a imprese, persone o famiglie, i servizi spaziano dalla consulenza nell’uso del Pc alla pulizia di finestre e giardini, alle cure per persone e animali – il microcredito può aiutare a trasformare in un’attività imprenditoriale capacità e abilità individuali. Tutto indica che vi è un´elevata domanda potenziale da parte di persone che, per diversi motivi, non sono in grado di ottenere prestiti dal settore bancario tradizionale. "Questa iniziativa intende costituire un quadro per coordinare i nostri sforzi a livello dell´Uem migliorando il quadro giuridico e istituzionale in cui operano gli erogatori di microcrediti e accrescendo la disponibilità di capitale. Con il microcredito potremmo aumentare di € 6,1 miliardi il capitale investito in Europa" ha aggiunto il Commissario. Ecco i principali aspetti dell’iniziativa: In primo luogo, essa sollecita gli Stati membri a adattare i loro quadri istituzionali, giuridici e commerciali a livello nazionale per promuovere un contesto più favorevole allo sviluppo del microcredito. In ciò dovrebbero rientrare anche i cambiamenti da apportare ai loro programmi nazionali di riforma in forza della strategia di Lisbona per la crescita e l´occupazione, al fine di stabilire opportuni obiettivi in tale ambito. In secondo luogo, essa raccomanda la creazione di una nuova struttura a livello europeo dotata del necessario personale e avente il compito di fornire consulenze e sostegno per lo sviluppo di istituzioni di microfinanziamento di tipo non bancario negli Stati membri. Ciò aiuterebbe i microfinanziatori a offrire ai prestatari non solo un prestito, ma anche un servizio di consulenza per aiutarli a sviluppare la loro impresa e assicurarne il successo. Questo tipo di accompagnamento è essenziale per il successo delle operazioni di microcredito. Per reperire maggiori capitali per gli erogatori di microcredito questa iniziativa propone di istituire, nell’ambito della nuova struttura, un microfondo. Ciò contribuirà a finanziare le attività di prestito delle istituzioni di microfinanza che possono anche attirare i contributi di tutta una serie di investitori e donatori. La Bei e il Fei hanno già manifestato il loro interesse a gestire questa struttura. .  
   
   
MERCATI DEL LAVORO E FLESSISICUREZZA. È LA DIMENSIONE SOCIALE DELL’EUROPA?  
 
Milano, 21 novembre 2007 - È possibile coniugare la flessibilità del mercato del lavoro con la sicurezza sociale e i diritti del lavoratore? Questa sembra la sfida che il mondo del lavoro, in Europa, ha di fronte a sé. La Commissione europea, ha ricordato il direttore della Rappresentanza a Milano della Commissione Roberto Santaniello, da tempo sta elaborando a questo proposito una serie di principi guida rivolti ai Paesi Ue: il Libro verde del 2006 “Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del Xxi secolo” e la Comunicazione del giugno scorso “Verso principi comuni di flessicurezza”. Su queste basi le organizzazioni sindacali stanno discutendo e suggerendo le possibili vie per il nuovo mercato del lavoro europeo. Il convegno organizzato dalla Rappresentanza a Milano della Commissione europea, tenutosi lunedì 19 novembre al Palazzo delle Stelline di Milano, ha fatto il punto sul dibattito in corso in vista del Consiglio europeo di dicembre, indicando i possibili modelli da seguire, le condizioni poste dai sindacati e i nodi che restano da sciogliere. Il primo tra questi, hanno concordato tutti i rappresentanti sindacali presenti (Ces, Cgil, Cisl e Uil), è superare la genericità con cui vengono indicate le strade verso la “Flessicurezza”. I mercati globalizzati spingono l’Ue alla ricerca di strategie di crescita compatibili con la salvaguardia dell’occupazione, ma il termine ‘flessibilità’ nasconde alcune ambiguità: “libertà di licenziare (f. Esterna) o riforma dell’organizzazione (f. Interna)?” e inoltre, “chi paga la ‘sicurezza’, cioè ammortizzatori sociali, formazione ecc. ?” Queste domande nascono dall’esperienza del mercato italiano e dei rapporti tra politica e consenso basato sulla promessa di riduzioni fiscali. Al pubblico intervenuto numeroso e agli esponenti dei sindacati è infatti sembrato molto distante il ‘modello danese’ presentato dal prof. Henning Jørgensen dell’Università di Aalborg. Questo modello, incentrato su generose politiche di sostegno alla sicurezza sociale, finanziate da imposte sul reddito (il prelievo fiscale in Dk è pari a circa la metà del Pil), è apparso lontano non solo dalle pratiche, ma anche dalla situazione politica italiana. L’“etica protestante”, alla base del funzionamento del modello danese, non può essere immediatamente esportata negli altri paesi. Il suo successo in un paese in cui “il 78% dei cittadini dichiara che lavorerebbe anche se non avesse bisogno di soldi”, è stato da tutti riconosciuto, anche se lo stesso Jørgensen si è detto preoccupato per la continuità dell’azione virtuosa degli anni ’90, messa a rischio dalle riforme dell’attuale governo. Se il modello danese dimostra che il trade off tra occupazione e crescita senza inflazione è superabile, purché si seguano strade di negoziazione tra parti sociali, anche senza l’intervento statale (“governance senza governo”), è vero però, ha detto Walter Cerfeda della Confederazione europea dei sindacati, che le linee guida della Commissione paiono troppo sbilanciate privilegiando il lato esterno della flessibilità, che nei fatti si traduce nella precarizzazione: “In Europa sono cresciuti soprattutto i settori labour intensive, quelli in cui la competitività è data dalla pressione sul costo del lavoro, mentre i settori tecnologici stanno perdendo la sfida”. È così che crescono i contratti ‘atipici’: “140 mln di lavoratori europei non hanno contratti a tempo indeterminato”. Non bastano i principi, occorre fissare regole minime comuni a tutti i 27 membri Ue, ha ribadito Giorgio Santini (Cisl). La mancanza di unità politica rende fragile l’economia europea. Ai principi devono seguire le regole, altrimenti la flessicurezza diventa uno strumento al servizio solo delle imprese: “Occorre impedire la marginalizzazione del lavoro, ridargli centralità – negli anni ’70 parlavamo del lavoro come variabile indipendente…”. La flessicurezza, ha concluso Santini, può funzionare solo se viene garantita la sicurezza anche del rapporto di lavoro, dei diritti, e non solo del mercato; e la sicurezza sociale dev’essere garantita dalla corresponsabilità di imprese e sindacati, senza scaricarne l’onere sullo Stato. In altre parole, la flessibilità non può essere merce di scambio con i diritti del lavoro: “L’abolizione del lavoro nero, la formazione, i contratti tipici e atipici, le politiche attive e passive devono essere al centro dell’elaborazione del diritto del lavoro europeo” ha ricordato Claudio Treves della Cgil, che ha rivendicato l’azione vincente del sindacato e del governo italiano sui contenuti del Libro verde della Commissione. “Non esiste contrapposizione – ha aggiunto – tra i tutelati e gli atipici, gli insider e gli outsider, come conferma la quasi piena occupazione dell’Italia a Nord del Garigliano”. In conclusione, non è il concetto di flessicurezza in sé a preoccupare i sindacati, che anzi sono d’accordo sulla sua ineluttabilità, ma l’interpretazione a senso unico della ‘flessibilità in uscita’, con il rischio che il mercato del lavoro diventi il luogo dove alcuni soggetti, le imprese, hanno mano libera mentre altri, i lavoratori, debbono piegarsi alle variabili esogene della globalizzazione. Di tutto ciò dovrà tener conto, il 15 dicembre prossimo, il Consiglio europeo. .  
   
   
ATTUAZIONE DELLE RIFORME PER I DIRITTI UMANI IN TURCHIA  
 
Strasburgo, 21 novembre 2007- Il progetto “sostegno per l’attuazione delle riforme per i diritti umani in Turchia” si conclude con una mostra sul tema “Che ne è dei diritti umani?” che avrà luogo il 21 novembre 2007 alle ore 19:00, presso l’hotel Dedeman di Ankara. Prenderanno parte alla cerimonia di chiusura il professore Hasan Tahsin Fendoðlu della Presidenza dei Diritti dell’Uomo, Roberto Lamponi del Consiglio d’Europa e Michael Vögele della Commissione Europea. Il progetto finanziato dall’Ue e promosso dal Consiglio d’Europa in concertazione con la Presidenza dei Diritti dell’Uomo, è volto a garantire ai cittadini turchi e alla società civile nel suo insieme una tutela più efficace dei loro diritti. In quest’ultimo anno, tali istituzioni hanno lavorato in stretta collaborazione con il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Interno ed i Comitati per i diritti umani, concentrandosi sulla formazione di diverse figure. In particolare, la collaborazione si è incentrata sulla formazione di 450 giudici e procuratori, 180 ispettori dell’Ispezione del Ministero della Giustizia, 2250 governatori, vice-governatori, sotto-governatori, poliziotti, funzionari della Gendarmeria e 420 membri dei Comitati per i diritti umani su diverse questioni relative a tale ambito tra cui: la libertà d’espressione, il diritto alla vita, il divieto della pratica della tortura e la lotta contro il terrorismo nel rispetto dei diritti umani e della libertà di riunione. L’esposizione “Che ne è dei diritti umani?” presenta una serie di poster selezionati tra più di cento opere presentate al concorso nazionale per la progettazione di poster organizzato nell’ambito di una campagna di pubbliche relazioni volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla concezione dei diritti umani e sulle missioni della Presidenza dei Diritti dell’Uomo e dei 931 Comitati per i diritti umani. I poster vincenti riceveranno un premio all’apertura della mostra, e verranno in seguito presentati ad Izmir e Erzurum. Inoltre, alcuni poster che affrontano diverse tematiche relative ai diritti umani sono stati progettati ed affissi nei luoghi pubblici; dieci spot su questioni quali il diritto alla vita, il divieto della pratica della tortura, le libertà d’espressione e di riunione sono stati trasmessi nei cinema di tutto il paese. Gli spot hanno registrato un’audience di 725 000 spettatori ed attirato, allo stesso tempo, la loro attenzione sull’assistenza telefonica della Presidenza dei Diritti dell’Uomo (150), destinata alle persone che desiderino sporgere denuncia contro qualsiasi violazione delle loro libertà e dei diritti fondamentali. .  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE: INIZIATIVE EUROPEE E DI INTERESSE REGIONALE  
 
 Trento, 21 novembre 2007 - Scade il prossimo 30 novembre il termine per la presentazione alla Regione delle domande di finanziamento di iniziative di promozione dell’integrazione europea e d’interesse regionale, da realizzare nel corso del 2008. La Regione promuove e sostiene iniziative che favoriscono l’integrazione europea e la costruzione di una comune identità, promosse da enti, comuni o associazioni. Si tratta di manifestazioni culturali e convegni di respiro europeo, gemellaggi, borse di studio e soggiorni in Europa o di pubblicazioni e ricerche su tematiche europeistiche. Per quanto concerne le iniziative d’interesse regionale, si tratta di attività svolte da istituzioni, enti o associazioni, ritenute di particolare importanza per la Regione. In questo ambito rientrano tutte le iniziative che abbiano per oggetto la valorizzazione, il recupero, la tutela e la promozione della specificità del patrimonio culturale, antropologico, storico e socio-economico delle popolazioni del Trentino-alto Adige. Le iniziative possono concretizzarsi in manifestazioni, convegni, congressi, sfilate tradizionali, commemorazioni e celebrazioni. Le domande di finanziamento per le iniziative europee e d’interesse regionale devono essere presentate entro il 30 novembre 2007 all’Ufficio per l’Integrazione Europea e gli Aiuti Umanitari della Regione in via Gazzoletti 2 a Trento, oppure al medesimo ufficio presso la sede della Regione a Bolzano in Piazza Sernesi 3. Per ulteriori informazioni: www. Regione. Taa. It/europa. I moduli per la presentazione delle domande possono essere richiesti agli Uffici regionali oppure scaricati dal sito della Regione. .  
   
   
TURISMO: PER VENEZIA VISITE PROGRAMMATE  
 
Venezia, 21 novembre 2007 - “Per il Veneto, Venezia si conferma un importante biglietto da visita a livello nazionale e internazionale”. Lo ha ribadito il vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia, commentando i dati presentati ieri dall’assessorato comunale al turismo che parlano per il 2007 di 20 milioni di turisti nella città lagunare. “Certo è che, di fronte a un numero così elevato di visitatori e alle problematiche ad esso connesse – ha aggiunto Zaia – l’unica strada percorribile rimane quella delle visite programmate. La prenotazione, però, non dovrà avvenire sulla base di discriminazioni di carattere sociale: tutti infatti hanno il diritto di visitare il nostro patrimonio artistico, indipendentemente dal loro reddito, ma è anche un diritto di tutti vederlo conservato e non preso d’assalto”. “Non dimentichiamo – ha detto il Vicepresidente – che il turismo su Venezia è importantissimo e lo è anche per il resto del territorio Veneto, ma che gran parte dei visitatori arrivano dall’entroterra, che fa registrare di media 40 milioni di turisti l’anno. Esiste dunque un legame biunivoco Venezia – entroterra che deve essere consolidato e lo si può fare anche grazie alla partecipazione di tutti gli operatori della regione, compresi quelli veneziani, alle fiere internazionali, grandi vetrine e occasioni promozionali di ottimo livello”. .  
   
   
IL PRESIDENTE DELLA CCIU INCONTRA IL PRESIDENTE DELLA BANCA NAZIONALE UNGHERESE PER DISCUTERE LE RIFORME DEL PROGRAMMA DI CONVERGENZA DEL GOVERNO UNGHERESE LA BUSINESS COMMUNITY EUROPEA IN UNGHERIA DICE NO ALL’UNIFICAZIONE DELLE TASSE MINORI  
 
 Budapest, 21 novembre 2007 - Nel corso di un business lunch organizzato dalla Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria, dalla Camera di Commercio Svizzero – Ungherese, dalla Camera di Commercio Britannica in Ungheria, dall’Associazione Joint Venture e sotto il patrocinio dell’Eu Chambers in Ungheria, il presidente della Cciu il dott. Alessandro Stricca si è confrontato con il presidente della Banca Nazionale Ungherese il dott. Andràs Simor sui temi caldi dell’economia ungherese. Il governatore Simor ha sostanzialmente dato un parere positivo sulle riforme messe in atto dal governo ungherese incitando l’esecutivo a proseguire con convinzione in questa direzione eventualmente corregendo alcune misure che porterebbero ad una spesa pubblica eccessiva (riforma pubblica amministrazione e provvedimenti sociali). Il Presidente della Cciu dott. Alessandro Stricca quale portavoce della business community europea in Ungheria ha aperto la discussione su temi di politica monetaria ed economica, toccando anche argomenti di economia internazionale. Come rappresentate del “Manifesto per le riforme” il presidente Stricca ha criticato la proposta di legge del governo per quanto riguarda l’unificazione delle tasse minori (contributi per l’istruzione qualificata, per la riabilitazione, per l’innovazione) :«Posso esprimere grande soddisfazione per la vittoria ottenuta qualche giorno fa quando il provvedimento che voleva sommare le tasse minori non è passato in Parlamento, così come auspicato dal “Manifesto per le riforme”. Bisogna proseguire sulla strada della rifoma fiscale per ridare competitività all’economia ungherese. La business community europea in Ungheria è pronta a collaborare con il governo alla stesura di una riforma fiscale più efficace che garantisca il raggiungimento degli obbiettivi del programma di convergenza». .  
   
   
CATTOLICA ASSICURAZIONI E BARCLAYS ITALIA AVVIANO UN ACCORDO DI BANCASSURANCE  
 
Verona, 21 novembre 2007 - Cattolica Assicurazioni e Barclays hanno siglato un accordo di bancassicurazione per la distribuzione di prodotti assicurativi vita tramite il network di filiali italiane Barclays e la rete di promotori finanziari della Banca Inglese. Con tale intesa il Gruppo Cattolica rafforza ulteriormente la propria presenza nel canale bancassicurativo italiano con un partner di rilevanza internazionale. Cattolica metterà a disposizione della clientela di Barclays un portafoglio di prodotti vita e previdenza in grado di soddisfarne le crescenti esigenze assicurative e finanziarie. A disposizione dei clienti Barclays, quindi, un’arricchita gamma prodotto oltre ai conti correnti, ai mutui e ai prodotti d’investimento offerta in modo capillare sul territorio italiano attraverso le filiali, attualmente 30, e la rete dei promotori finanziari. A livello mondiale Barclays è una delle principali istituzioni finanziarie, operativa in oltre 50 Paesi, con più di 127 mila dipendenti e 27 milioni di clienti. L’intesa si inquadra nelle linee di sviluppo strategico del comparto bancassicurativo del Gruppo Cattolica, che punta allo sviluppo di partnership stabili con primarie realtà bancarie, caratterizzate da dinamismo e innovazione nel servizio e da un solido rapporto con la propria clientela di riferimento. .  
   
   
GEMINA TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2007 UTILE NETTO DEL 3° TRIMESTRE DI 7,3 MILIONI DI EURO CONTRO 10,0 MILIONI DI EURO DELL’INTERO PERIODO 2007  
 
Milano, 21 novembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione di Gemina S. P. A. , riunitosi il 13 novembre , presieduto dal Dr. Guido Angiolini, ha esaminato ed approvato la relazione trimestrale della Società e del Gruppo al 30 settembre 2007.
Dati Consolidati Di Sintesi
3° Trim. 3° Trim. Gen/sett Gen/sett
(in milioni di euro) 2007 2006 (*) 2007 2006 (*) 2006
Dati Economici Ricavi 182,8 98,0 357,5 270,5 360,1
Margine operativo lordo 78,2 42,4 138,3 107,3 141,7
Ammortamenti e svalutazioni (28,1) (15,9) (60,2) (47,5) (64,0)
Risultato operativo 50,1 26,5 78,1 59,8 77,7
Risultato ante imposte 17,6 9,7 23,3 14,5 13,1
Risultato netto delle attività cessate - 3,4 23,1 128,1
Risultato netto 7,8 5,5 10,7 20,0 118,3
Risultato netto di competenza 7,3 5,5 10,0 19,5 117,4
Dati Patrimoniali Capitale investito netto (Cin) 30/09/07 31/12/06
3. 392,2 1. 462,3
Posizione finanziaria netta (1) (2. 803,7) (890,4)
Patrimonio Netto 588,5 571,9
Patrimonio Netto di competenza del gruppo 547,7 562,9
L’importo tra parentesi indica indebitamento. I dati esposti prevedono la riclassifica dell’apporto netto di Adr Handling S. P. A. (“Adr Handling”) ed il risultato pro-quota del Gruppo Impregilo alla voce “Risultato netto delle attività cessate”.
Gen/sett Gen/sett
Indici Margine operativo lordo/Ricavi 2007 2006 (*) 2006
38,7% 39,7% 39,3%
R. O. I. (Risultato operativo/Capitale Investito Netto) 3,1% 5,1% 5,3%
Debt/equity 4,8 2,3 1,6
Indebitamento finanziario netto/Ebitda 20,3 8,6 6,3
Oneri finanziari netti/Ebitda 0,5 0,4 0,4
Il Gruppo Conto economico - La tabella sopra riportata mette in evidenza i risultati del 3° trimestre con Adr consolidata integralmente al 100% dopo l’acquisizione da Macquarie dell’ulteriore 44,68%, mentre nei primi 6 mesi Adr è consolidata proporzionalmente con una quota del 51,08%. Risultano: ricavi complessivi pari a 357,5 milioni di euro (270,5 milioni di euro al 30 settembre2006). L’ aumento è dovuto per 75,9 milioni di euro alla variazione dell’area di consolidamento; un risultato operativo positivo per 78,1 milioni di euro, pari al 21,8% dei ricavi (59,8 milioni di euro al 30 settembre 2006, pari al 22,1% dei ricavi); l’incremento è dovuto per 24,4 milioni di euro alla variazione dell’area di consolidamento, parzialmente bilanciato da maggiori costi per 6,1 milioni di euro; risultato netto di competenza del Gruppo pari a 10,0 milioni di euro (19,5 milioni di euro al 30 settembre 2006). Situazione patrimoniale I valori patrimoniali e finanziari al 30 settembre 2007 comprendono il consolidamento integrale (100%) di Adr, presente invece al 5 1,08% nella situazione al 31 dicembre 2006 posta a confronto. Risulta: un capitale investito netto di 3. 392,2 milioni di euro rispetto a 1. 462,3 milioni di euro al 31 dicembre 2006. L’aumento è attribuibile sostanzialmente alla variazione dell’area di consolidamento ed alla differenza tra il costo di acquisto del 44,68% di Adr e la corrispondente quota di Patrimonio Netto; un patrimonio netto di 588,5 milioni di euro, di cui 40,8 milioni di euro di competenza di terzi, che rappresenta una quota pari a circa il 17,3% del capitale investito netto (39,1% al 31 dicembre 2006); un indebitamento finanziario netto di 2. 803,7 milioni di euro (890,4 milioni di euro al 31 dicembre 2006). Indebitamento finanziario netto - L’indebitamento finanziario netto è di 2. 803,7 milioni di euro contro 890,4 milioni di euro al 31 dicembre 2006. La variazione è dovuta per 665,4 milioni di euro alla variazione dell’area di consolidamento e per 1. 250,3 milioni di euro all’utilizzo del finanziamento ponte di 1. 400 milioni di euro per l’acquisto dell’ulteriore 44,68% di Adr (“Finanziamento Ponte”). L’aumento di capitale sociale di 1. 249,4 milioni di euro sarà destinato, al netto delle spese, al rimborso del Finanziamento Ponte. Saranno parimente destinati al rimborso di tale finanziamento il ricavato della vendita delle azioni Rcs pari a 31,9 milioni di euro ed il ricavato dalla vendita di azioni proprie pari a 15 milioni di euro al lordo della imposte. Andamento dei principali settori di attività Gruppo Aeroporti di Roma - Andamento del trasporto aereo Rispetto all’analogo periodo del 2006, il traffico del sistema aeroportuale romano nel terzo trimestre 2007 ha fatto registrare il seguente andamento:
Dati Periodo Luglio-settembre 2007 (tra parentesi sono evidenziate le variazioni rispetto al periodo precedente)
Componente Di Traffico Sistema Fiumicino Ciampino Nazionale Intern. Le
Movimenti (n. ) 107. 310 90. 458 16. 852 45. 475 61. 835
(+6,5%) (+7,8%) (+0,1%) (+1,3%) (10,7%)
Tonnellaggio (ton. ) 7. 772. 459 6. 955. 302 817. 157 2. 599. 547 5. 172. 912
(+7,6%) (+8,0%) (+3,8%) (+5,3%) (+8,8%)
Passeggeri totali (n. ) 11. 199. 210 9. 730. 291 1. 468. 919 3. 771. 557 7. 427. 653
(+10,7%) (+11,1%) (+8,2%) (+10,1%) (+11,1%)
Merce totale (Ton. ) 39. 359 33. 970 5. 389 2. 359 37. 000
(+7,5%) (+9,8%) (-5,3%) (+ 18,2%) (+6,8%)
Posta (Kg) 3. 971. 957 3. 971. 957 - 2. 631. 996 1. 339. 961
(-59,1%) (-59,1%) (-100,0%) (-66,1%) (-31,2%)
Andamento economico e patrimoniale (dati Ias/ifrs)
Andamento economico
Gen/sett Gen/sett
Valori in milioni di euro 2007 2006 (*)
Ricavi 421,7 392,0
Margine operativo lordo 183,9 186,5
Ammortamenti (70,6) (68,4)
Risultato Operativo 113,3 118,1
Oneri finanziari netti (67,9) (69,3)
Risultato di competenza del Gruppo 13,5 16,5
(*) Dati che prevedono la riclassifica dell’apporto di Adr Handling nel “risultato netto delle attività cessate”.
La gestione del sistema aeroportuale romano anche nel 2007 beneficia di importanti tassi di crescita del traffico: nel terzo trimestre 2007, coincidente con il periodo di alta stagione nel settore aeronautico, i movimenti sono aumentati del +6,5% e i passeggeri del 10,7%, portando la crescita complessiva dei primi nove mesi dell’esercizio rispettivamente al +5,9% per i movimenti e al +9,3% per i passeggeri. I ricavi del Gruppo nei primi nove mesi del 2007 sono aumentati complessivamente del 7,6%, trainati dallo sviluppo del comparto “aviation” (+5,1%) e soprattutto di quello “non aviation” (+10,3%). I "consumi di materie prime e costi operativi", pari a 141,8 milioni di euro nei primi nove mesi del 2007, sono aumentati del 13,5% per effetto principalmente dei maggiori costi per l’acquisito dei prodotti per la rivendita, connessi alla crescita delle vendite dirette, e dei costi per servizi esterni che includono i nuovi impegni posti a carico delle gestioni aeroportuali, a partire dal 1° gennaio 2007, in materia di servizi antincendio e di canone di concessione aggiuntivo. Tali oneri, per ora non compensati da un corrispondente aumento delle tariffe, stimati per i primi nove mesi in 6,6 milioni di euro per il servizio antincendio e in 0,7 milioni di euro per il canone di concessione, sono stati prudenzialmente imputati a conto economico, coerentemente con l’impostazione della Relazione semestrale al 30 giugno 2007. Conseguentemente il margine operativo lordo del periodo si è attestato a 183,9 milioni di euro registrando una diminuzione dell’1,4% rispetto all’analogo periodo del 2006. Tale trend è confermato anche a livello di Risultato operativo pari a 113,3 milioni di euro, rispetto ai 118,1 milioni di euro del precedente periodo. Per effetto delle dinamiche sopra esposte, il gruppo Adr ha quindi chiuso il periodo con utile netto di competenza di 13,5 milioni di euro, in diminuzione di 3 milioni di euro rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Andamento patrimoniale
30 settembre 31 dicembre
Valori in milioni di euro 2007 2006
Capitale investito netto 2. 067,7 2. 106,7
Indebitamento finanziario netto 1. 360,2 1. 378,9
Patrimonio netto 707,5 727,8
Il capitale investito del Gruppo si è attestato a 2. 067,7 milioni di euro, in diminuzione di 39 milioni di euro rispetto alla fine dell’esercizio precedente; le immobilizzazioni sono diminuite di 23,5 milioni di euro per ammortamenti superiori agli investimenti, mentre il capitale circolante netto è diminuito di 12,9 milioni di euro. Il Patrimonio Netto passa da 727,8 milioni di euro al 31 dicembre 2006 a 707,5 milioni di euro al 30 settembre 2007 per effetto della distribuzione di dividendi per complessivi 51,5 milioni di euro, in parte compensata dall’utile del periodo e dalla variazione positiva (+16,9 milioni di euro) del fair value degli strumenti derivati cash flow hedge, al netto del relativo effetto fiscale. L’indebitamento finanziario netto del gruppo Adr, pari a 1. 360,2 milioni di euro, ha subito una diminuzione di 18,7 milioni di euro, principalmente per la riduzione del valore delle "Obbligazioni in circolazione" di 13,6 milioni di euro, ascrivibile all’adeguamento al cambio di fine trimestre della tranche A4 emessa in sterline, nonché per la variazione netta positiva del fair value degli strumenti derivati per 7,4 milioni di euro. Evoluzione della gestione per l’esercizio 2007 Anche per l’ultima frazione dell’esercizio è prevista una conferma della crescita del traffico che, in assenza di accadimenti allo stato imprevedibili, consentirà di chiudere il 2007 con dei volumi di passeggeri molto positivi. Permangono le incertezze sul futuro di Alitalia anche se appare probabile, con effetto dal 2008, un impegno maggiore della compagnia sullo scalo di Fiumicino. Prosegue l’esecuzione del programma di investimenti il cui trend, già a fine 2007, risulta in linea con l’evoluzione prevista per il prossimo anno. Il risultato netto di fine esercizio è previsto in linea, se non in miglioramento, rispetto al 30 settembre. La posizione finanziaria è prevista in ulteriore miglioramento, nonostante il maggiore impegno sul fronte degli investimenti. Altri Settori - Il gruppo Elilario (detenuto al 100% da Gemina), la cui capogruppo Elilario Italia S. P. A. È la prima società di servizi elicotteristici in Italia, conferma i propri andamenti positivi. I ricavi dei primi nove mesi ammontano 53,1 milioni di euro in contrazione rispetto allo stesso periodo 2006 principalmente per variazioni dell’area di consolidamento. Il risultato operativo è cresciuto a 7,7 milioni di euro (6,9 milioni di euro al 30 settembre 2006) con un’incidenza sui ricavi del 14,4% rispetto all’11,8% del 30 settembre 2006. Il gruppo Sistemi di Energia (detenuto al 45,55% da Gemina), opera nel settore della produzione di energia elettrica e termica con centrali alimentate da fonti rinnovabili e di cogenerazione. I primi nove mesi del 2007 presentano ricavi (13,3 milioni di euro) e risultato operativo (1,3 milioni di euro) in diminuzione rispetto all’analogo periodo del 2006 (rispettivamente: 14,7 e 2,3 milioni di euro). Tale risultato è principalmente attribuibile alla contrazione di alcuni incentivi sulle tariffe termoelettriche (Cip 6/92). Sitti S. P. A. (detenuta al 40% da Gemina) è la società attiva nella fornitura di sistemi di comunicazione fra torri di controllo e aeromobili. Il portafoglio ordini al 30 settembre 2007 ammonta a 27,3 milioni di euro rispetto a 23,1 milioni di euro al 31 dicembre 2006. Si registra un incremento dei ricavi (15,9 milioni di euro al 30 settembre 2007 rispetto a 12,4 dell’analogo periodo del 2006) e un risultato operativo che passa da 0,8 a 2,7 milioni di euro (incremento legato ai volumi e al un miglioramento del mix di redditività delle commesse). La Capogruppo - Per quanto attiene la capogruppo Gemina S. P. A. , al 30 settembre 2007 si è registrato un utile di 35,5 milioni di euro (utile di 26,3 milioni di euro nell’analogo periodo del 2006). Il miglioramento del risultato è imputabile alle plusvalenze realizzata dalla cessione delle partecipazioni in Rcs Mediagroup e in Servizio Titoli, oltre ai positivi effetti del consolidato fiscale di Gruppo. L’indebitamento finanziario netto ammonta a 86,2 milioni di euro rispetto a 91,1 milioni di euro al 31 dicembre 2006; il valore comprende il finanziamento infragruppo concesso alla controllata Leonardo S. R. L. (fusa per incorporazione in Gemina con efficacia dal 4 ottobre 2007) per l’acquisto del 44,68% di Adr per 1. 237 milioni di euro utilizzando il ricavato del Finanziamento Ponte di 1. 400 milioni contratto con Mediobanca Banca di Credito Finanziario S. P. A. , Mcc Mediocredito Centrale S. P. A. , Banca di Roma S. P. A. E Calyon S. A. Fatti Di Rilievo Avvenuti Dopo La Chiusura Del Periodo - In data 8 novembre Consob ha rilasciato il nulla osta alla pubblicazione del Prospetto Informativo relativo all’aumento di capitale ed il 12 novembre è iniziato il periodo di offerta e negoziazione dei diritti di opzione. La fusione di Leonardo in Gemina è stata iscritta al Registro delle Imprese in data 4 ottobre 2007. Nel corso del mese di ottobre sono state vendute n. 5. 400. 000 azioni proprie di Gemina per un corrispettivo di 13,3 milioni di euro, realizzando una plusvalenza di circa 8,8 milioni di euro. Tale plusvalenza, al netto dell’effetto fiscale, sarà imputata direttamente a Patrimonio Netto. Evoluzione Prevedibile Della Gestione - In mancanza di eventi straordinari e tenuti presenti i risultati al 30 settembre e prima di eventuali oneri conseguenti all’allocazione della differenza di consolidamento della quota Adr acquisita, il risultato dell’esercizio, dopo aver assorbito gli oneri finanziari del Finanziamento Ponte, dovrebbe confermare, se non migliorare, il risultato acquisito al 30 settembre. Per quanto attiene la struttura finanziaria essa dovrebbe riflettere l’aumento del capitale sociale ed il rimborso del Finanziamento Ponte. .
 
   
   
PIRELLI: TUTTI I SOCI DEL PATTO DI SINDACATO RILEVANO LE AZIONI POSTE IN VENDITA DA CAPITALIA PARTECIPAZIONI  
 
Milano, 21 novembre 2007 – Lo scorso 16 novembre Capitalia Partecipazioni S. P. A ha ceduto pro-quota agli altri partecipanti al patto di Sindacato di Blocco Azioni Pirelli & C. S. P. A. Le proprie n. 81. 665. 400 azioni ordinarie Pirelli & C. S. P. A. Già conferite al patto (pari a circa l’1,56% del capitale sociale ordinario). Il prezzo è di 0,826 euro per ciascuna azione, ed è pari, in conformità a quanto stabilito dal patto, alla media delle quotazioni di Borsa registrate nei tre mesi antecedenti l’offerta di vendita. Le suddette azioni sono state ripartite come segue:
Partecipante al Sindacato n. Azioni rilevate
Camfin Spa 35. 905. 123
Mediobanca Spa 8. 142. 405
Edizione Holding Spa 8. 142. 092
Fondiaria – Sai Spa 7. 811. 876
Allianz Spa 7. 791. 434
Assicurazioni Generali Spa 7. 791. 434
Intesa Sanpaolo Spa 2. 853. 852
Massimo Moratti 2. 107. 226
Sinpar Spa 1. 119. 958
Totale 81. 665. 400
A seguito della predetta compravendita la nuova composizione del Sindacato di Blocco Azioni Pirelli & C. Spa è quindi la seguente:
Partecipante al Sindacato Numero azioni conferite % sul totale azioni conferite % sul totale azioni ord. Emesse
Camfin S. P. A. 1. 063. 360. 850 43,97 20,32
Mediobanca S. P. A. 241. 144. 264 9,97 4,61
Edizione Holding S. P. A. 241. 135. 003 9,97 4,61
Fondiaria - Sai S. P. A. 231. 355. 374 9,57 4,42
Allianz S. P. A. 230. 749. 971 9,54 4,41
Assicurazioni Generali S. P. A. 230. 749. 965 9,54 4,41
Intesa Sanpaolo S. P. A. 84. 519. 252 3,49 1,62
Massimo Moratti 62. 407. 310 2,58 1,19
Sinpar Spa 33. 168. 521 1,37 0,63
Totale 2. 418. 590. 510 100 46,22
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GRUPPO DANIELI RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2007: MIGLIORA LA REDDITIVITÀ DELLE ATTIVITÀ DEL GRUPPO  
 
Buttrio (Ud), 21 novembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione della Danieli, riunitosi oggi 14 novembre 2007, ha esaminato ed approvato la relazione trimestrale al 30 settembre 2007.
Situazione Consolidata Infrannuale Al 30. 09. 2007 redatta secondo i principi contabili internazionali Ias/ifrs (Milioni di Euro)
(dati in milioni di euro)
al 30/09/2007 al 30/09/2006 Variazione al 30/06/2007
Ricavi 542,1 461,0 18% 2. 456,6
Ebitda 47,1 43,3 9% 231,5
Ebit 27,8 20,3 37% 135,4
Ebt 26,2 18,1 45% 141,4
Imposte dell´esercizio (8,4) (6,9) 22% (67,5)
Risultato Netto attribuibile al Gruppo 17,6 11,1 59% 73,3
Il consiglio di amministrazione ha preso atto che la redditività delle attività del Gruppo Danieli è migliorata sia con riferimento allo stesso periodo del precedente esercizio, che in proporzione rispetto ai dati al 30 giugno 2007; continua inoltre il processo interno di internazionalizzazione con notevoli investimenti in impianti ed in ricerca; si prevede altresì che le previsioni di bilancio a fine esercizio possano essere rispettate, pur permanendo l’incertezza per possibili impatti negativi derivanti da maggiori costi per fattori energetici e per eventuali fluttuazioni anomale nei mercati finanziari e dei cambi. Portafoglio ordini - Il portafoglio ordini complessivo del Gruppo Danieli al 30 settembre 2007 è di circa Euro 3. 411 milioni (Euro 3. 098 milioni al 30 giugno 2007); i ricavi del periodo hanno raggiunto un valore consolidato di Euro 542,1 milioni (Euro 461,0 milioni per i tre mesi dell’esercizio precedente) con un risultato operativo di Euro 27,8 milioni rispetto Euro 20,3 milioni al 30 settembre 2006, ed un utile netto di competenza del Gruppo di Euro 17,6 milioni rispetto a Euro 11,1 milioni al 30 settembre 2006. Dipendenti del gruppo - Il numero dei dipendenti al 30 settembre 2007 del Gruppo Danieli è di 7. 079 unità, aumentato di 263 unità rispetto al 30 giugno 2007. Il mercato - Nel corso del terzo trimestre del 2007 il mercato dell’acciaio ha mantenuto un andamento in linea con quello del semestre precedente permettendo di superare i record di produzione già raggiunti nel 2006. La Cina mantiene, con la Russia e l’India, una posizione di leadership nella produzione e consumo mondiale di acciaio assieme ai paesi dell’area del next billion (India, Brasile, Europa dell’Est e Middle East) con la prospettiva di aumentare l’utilizzo di prodotti nobili per applicazioni legate all’industria meccanica e delle costruzioni di qualità. Sebbene i prezzi di vendita abbiano ormai raggiunto valori elevati, si ritiene che tali livelli saranno mantenuti anche nei prossimi anni grazie ad una domanda stabile e soprattutto a fronte di un’incidenza sempre più elevata dei costi di produzione legati all’energia, alla logistica ed ai trasporti; la redditività si mantiene buona in generale ed ottima soprattutto per quei produttori che operano già in paesi dove la contemporanea presenza di minerale ed energia garantiscono economie di produzione altrimenti inattuabili. La consapevolezza della rilevanza strategica ed economica dell’industria siderurgica e la buona prospettiva sui consumi futuri di acciaio hanno portato un rinnovato interesse per la realizzazione di nuovi impianti, soprattutto utilizzando tecnologie innovative per prodotti di qualità a condizioni competitive, nel rispetto dell’ambiente. Nel corso del 2007 il mercato degli impianti sta mantenendo un trend positivo di crescita con un livello di ordini soddisfacente sia per tipologia che in margini: soprattutto nei paesi emergenti si è generata una concreta prospettiva di mercato, confortata da un buon livello di ordini in via di definizione o in corso di trattativa finale. Il gruppo Danieli ha il fermo obiettivo per i prossimi 12 mesi di migliorare l’internazionalizzazione della sua struttura completando l’avviamento delle nuove unità produttive in Thailandia, Cina, India, Ucraina, Austria e Giappone ed inserendo eccellenze straniere nel suo organico per elevare la competenza ed intellettualità dello stesso. .
 
   
   
SICUREZZA NELLE CITTÀ, LE PROPOSTE DELLA REGIONE TOSCANA AL LAVORO SULLA NUOVA LEGGE, CONFRONTO SUGLI UFFICI PER LA MEDIAZIONE  
 
Firenze, 21 novembre 2007 - Il governo regionale ha già predisposto l’articolato di una nuova legge che consentirà di affrontare le varie tematiche relative alla sicurezza, alla convivenza civile e alla vivibilità delle città, alla pubblica quiete e alla tranquillità delle persone e che conterrà tutta una serie di indicazioni concrete sia sulle possibili sanzioni che su altri tipi di strumenti, come gli uffici per la mediazione. È questa la principale novità annunciata questa mattina dal vicepresidente della Regione Toscana Federico Gelli, con il suo intervento introduttivo alla conferenza regionale sulla sicurezza che si è aperta al Palaffari di Firenze. «Una legge – ha spiegato Gelli – con cui in primo luogo intendiamo esercitare quel ruolo di coordinamento cui la Regione è senz’altro chiamata, dato che la Costituzione riconosce una competenza regionale esclusiva in materia di polizia amministrativa locale. Per questo vogliamo individuare in modo omogeneo per tutta la Toscana i comportamenti rilevanti per le loro conseguenze sul disordine e il degrado, anche se di per sé non necessariamente criminali, e quindi definire le azioni più opportune per farvi fronte, nella consapevolezza che le ordinanze di singoli comuni possono avere una efficacia limitata. Ma puntiamo anche a un percorso condiviso con gli enti locali, e forte anche della partecipazione attiva delle polizie, in modo da rendere più vivibili le nostre città senza nulla togliere ai diritti delle persone più deboli». Per questo nella parte dedicata alla disciplina sanzionatoria è stata introdotta anche l’ipotesi di indirizzare a “uffici per la mediazione” le persone eventualmente coinvolte nei comportamenti oggetto di sanzione, così da affrontare le situazioni di conflitto in modo non esclusivamente repressivo. Per Gelli la conferenza regionale è stata l’occasione per illustrare anche altre iniziative. Su questo terreno, infatti, la Regione Toscana è impegnata in un percorso di semplificazione dei procedimenti sanzionatori contenuti nelle normative regionali, attraverso anche una ricognizione e individuazione delle priorità in collaborazione con le polizie locali: un esempio per tutti riguarda l’impegno a velocizzare i tempi necessari per la distruzione della merce posta in vendita abusivamente. La Regione Toscana guarda anche con estrema attenzione a tutto quanto può essere fatto per valorizzare il ruolo delle polizie locali. «Il nostro obiettivo – spiega Gelli – è il completo riconoscimento della presenza a pieno titolo delle polizie locali nel complessivo sistema di polizia a livello nazionale. In questo senso, per inciso, riteniamo insufficiente la previsione delle modifiche normative introdotte dal Pacchetto sicurezza del governo nazionale, governo con cui intendiamo confrontarci anche su alcune nostre proposte, per esempio la possibilità di assegnare alle polizie locali la competenza delle indagini di polizia giudiziaria in relazione ai reati assegnati al Giudice di pace in sede penale, reati meno gravi e soprattutto più diffusi nel contesto urbano». Obiettivo sicurezza, questa la situazione in Toscana I dati della relazione annuale: meno omicidi ma cresce l’illegalità di strada. Crescono ancora i reati, anche se in modo molto differenziato tra le varie tipologie, tanto che se aumenta notevolmente l’illegalità di strada, se aumentano sensibilmente le truffe informatiche, diminuiscono però gli omicidi volontari e i delitti legati alla criminalità organizzata. E in ogni caso, se i reati crescono in percentuale superiore alla media nazionale, la Toscana continua a essere percepita come una regione più sicura rispetto alla grande maggioranza delle regioni italiane. Questo, in estrema sintesi, quanto si ricava dalla relazione annuale sullo stato della sicurezza in Toscana che, presentata nelle scorse settimane, è stata al centro del confronto di oggi alla conferenza regionale. Questi i dati principali che si ricavano da essa. I reati. Nel 2005 – anno a cui si riferisce la relazione – in Toscana sono stati denunciati oltre 172 mila reati. Un incremento rispetto all’anno precedente, pari all’8,7 % a fronte del 6,7% registrato a livello nazionale. Anche il quoziente di criminalità (il rapporto tra numero di reati denunciati e la popolazione residente) è superiore alla media nazionale, ma questo appunto si spiega con la maggiore propensione alla denuncia. In base a questo quoziente, la Toscana è al sesto posto dietro a Liguria, Emilia, Lazio, Piemonte e Lombardia. La tipologia dei reati. L’andamento è comunque marcatamente diverso in relazione alle varie tipologie. Nell’ambito della cosiddetta “criminalità violenta” aumentano dell’7,6% le lesioni volontarie e dell’8,6% le violenze sessuali, diminuiscono del 13,8% gli omicidi volontari. Aumentano ancora (+6%) le denunce per furto, che superano la cifra assoluta di 100 mila e che da sole rappresentano il 60% dei reati denunciati. Aumentano anche le denunce per estorsione (+8,4%), ma il vero boom è quello delle truffe e delle frodi informatiche (+32,9%). Per le cosiddette “illegalità di strada” aumentano lievemente le denunce per droga (+1,1%) e assai più sensibilmente i reati connessi alla prostituzione (+25%). Rispetto alle medie nazionali la Toscana ha un quoziente di criminalità superiore per i furti, ma inferiore per le estorsioni e inferiore di quasi la metà per le rapine. È allineato al dato nazionale per le truffe e superiore per le lesioni, le minacce, le ingiurie e le violenze sessuali. Inferiore e in discesa anche rispetto agli anni passati il dato sulla criminalità organizzata. Chi commette reati. Sempre più giovani, sempre meno donne, un po’ più stranieri che nella media nazionale. È questo l’identikit degli autori di reati che emerge dalla relazione sulla base dei dati sulle condanne, che si riferiscono al 2004. In un anno sono state più di 14 mila – per la precisione 14. 359 – le persone condannate, con un trend in leggera diminuzione che risulta in controtendenza rispetto ai dati nazionali ( meno 2,6% contro il più 9%). La classe di età in cui si concentra la quota di condannati più consistente è quella compresa tra i 25-34 anni (34,2%) seguita da quella compresa tra i 18-24 anni (22,9%). Questa non è una novità rispetto al passato, ma si registra comunque uno spostamento verso le classi più giovani d’età, con un incremento degli under 35 fra gli autori dei reati. I minorenni condannati, comunque, rappresentano solo l’0,5% del totale. Per quanto riguarda il sesso, la percentuale delle donne condannate continua a scendere, seguendo un trend che dal 1998 al 2004 è passato dal 18,3% al 14,3%. La percentuale resta comunque superiore al dato nazionale, che è del 13,6%. Per quanto riguarda la nazionalità, in Toscana la componente straniera tra gli autori dei reati risulta più consistente che a livello nazionale: sono il 31% contro il 26% dell’Italia. Due sono le principali aree di provenienza, l’Africa (45%) e i paesi europei non Ue (36%). Sono inoltre stranieri il 46% dei minori denunciati. La percezione del rischio. Crescono i reati commessi, o perlomeno quelli denunciati, in Toscana, ma l’esposizione al rischio percepita dai toscani è ancora più bassa della media nazionale e comunque nella valutazione dei disagi e delle difficoltà della realtà in cui si abita la criminalità è sopravanzata dal traffico. Non solo, anche la sporcizia e il degrado sono segnalati dai toscani come fenomeni che segnano la qualità della loro vita più che il pericolo criminalità. Il rischio criminalità percepito in Toscana nel 2005 si attesta al 25,6% di risposte, a fronte del 29,2 denunciato a livello nazionale. Un valore inferiore alla media italiana, dunque, anche se dal 2003 l’incremento è stato decisamente marcato (in quell’anno l’allarme criminalità riguardava il 17,6% dei cittadini). Nella graduatoria del rischio percepito la Toscana risulta all’ottavo posto dopo Campania, Veneto, Umbria, Lazio, Lombardia, Piemonte e Puglia. .  
   
   
LO SVILUPPO DEL PAESE PASSA PER LA CRESCITA CULTURALE E SOCIALE DEI GIOVANI: LE IMPRESE POSSONO CONTRIBUIRE A DARE LORO UN FUTURO MIGLIORE  
 
Milano, 21 novembre 2007 – Lo sviluppo del Paese passa attraverso la crescita culturale e sociale dei giovani. Le imprese possono fare molto in questo senso contribuendo, in un’ottica di Responsabilità sociale, a supportare gli studenti nel passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, moltiplicando le opportunità di relazione soprattutto per coloro che vivono situazioni di emarginazione, cercando una più efficace integrazione con scuole e università. Di questi temi si è dibattuto durante il convegno “L’impresa e i giovani. Percorsi di Responsabilità Sociale” tenutosi oggi in Assolombarda, organizzato da Sodalitas nell’ambito della Vi Settimana della Cultura di Confindustria. Attraverso testimonianze eccellenti di aziende impegnate a favore dei giovani, sono stati toccati 3 ambiti particolarmente significativi: la sostenibilità, che vede Edison, Air Liquide ed Eni impegnate a fianco delle scuole per stimolare negli studenti una cultura più attenta ai problemi ambientali; lo sviluppo delle relazioni e dell’interazione tra adolescenti, attraverso le testimonianze di Bracco e Ca, che sostengono l’integrazione dei giovani rispettivamente attraverso lo sport e l’alfabetizzazione informatica in aree disagiate; la formazione e l’orientamento verso scelte di studio e di lavoro coerenti con le caratteristiche e gli interessi personali, tramite l’impegno della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese ed Ibm. Questi progetti sono stati raccolti in una pubblicazione distribuita durante la mattinata. Sodalitas è attivamente impegnata dal 2000 a sostenere lo sviluppo professionale degli studenti attraverso il programma Giovani&impresa che, sviluppato in collaborazione con Assolombarda e l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, ha attivato, per il solo 2006, 69 corsi in 31 istituti scolastici a beneficio di 1779 studenti. “Per sviluppare una cultura responsabile di lungo periodo è necessario partire dai giovani, che rappresentano il futuro della nostra società. La crescita sociale delle nuove generazioni non può prescindere da una cultura del territorio e della sostenibilità. Fondamentali, in tal senso sono le partenership strutturali tra impresa e scuola . ” - ha affermato Anna Maria Dominici, Direttore dell’Ufficio Scolastico della Lombardia - “Progetti come Giovani&impresa e iniziative come quella di oggi sono un passo fondamentale in questa direzione. ” Anche la diffusione delle best practices di Csr può contribuire significativamente ad attivare un processo di emulazione tra le aziende. Sodalitas è da tempo impegnata in tal senso con iniziative come il Sodalitas Social Award - il Premio che ogni anno viene attribuito alle migliori iniziative di Responsabilità Sociale d’Impresa - il “Libro d’oro della Responsabilità sociale” – il volume che raccoglie i casi di tutte le aziende candidate al Premio di anno in anno – fino ad arrivare al sito www. Orsadata. It, che rappresenta il più completo database sulla Csr in Europa, con oltre 700 casi aziendali. . .  
   
   
PER IL BENESSERE SOCIALE NON BASTA LA CRESCITA DEL PIL  
 
 Firenze, 21 novembre 2007 - Non è vero che ‘si stava meglio quando si stava peggio’, ma non è vero neppure che alla crescita del Pil sia collegata un’equivalente crescita di benessere. In realtà, hanno spiegato nei loro interventi agli Stati generali della sostenibilità Alessandro Vercelli e Stefano Bartolini, docenti di politica economica ed economia politica dell’Università di Siena, ci sono studi che comparano il benessere sociale e la crescita del Pil, in particolare negli Usa, e mostrano come il reddito influisca nella felicità degli individui, ma non in percentuale molto rilevante. «Gli aumenti di reddito fanno aumentare la percezione di benessere – ha spiegato Bartolini - ma ci sono altri fattori che la fanno aumentare di più. Negli Usa, dove dal dopoguerra ad oggi si è avuta una impressionate crescita del Pil, la felicità non è aumentata, ma al contrario è diminuita drasticamente. Questo perché l’aumento del benessere economico è stato più che compensato da altri fattori negativi, in particolare dal calo dei rapporti affettivi, dal peggioramento delle relazioni umane, dalla sfiducia nelle istituzioni. In pratica il Paese più prospero del mondo è popolato da individui infelici, una condizione che in Europa, dove pure la felicità è in calo ma non con trend minori, torna con proporzioni analoghe solo in Gran Bretagna. Perché?». La risposta per Bartolini sta in una caratteristica comune a Stati Uniti e Regno Unito: la cultura della competizione e del possesso. «Una società orientata verso la competizione non funziona socialmente, così come non funziona una società dove ogni competizione è annullata. Serve un giusto mix tra competizione e cooperazione, e servono politiche volte a favorire le relazioni. Molto può essere fatto nelle scelte urbanistiche, nella gestione dei trasporti pubblici, ma anche a livello scolastico, facendo sì che le scuole formino individui con capacità relazionali migliori, e non individui sempre meno capaci di essere felici». Altri settori chiave sarebbero il mondo dei media e della comunicazione, la sanità, il lavoro. «Se vogliamo costruire un’economia migliore – ha aggiunto Vercelli – dobbiamo liberarci dalla schiavitù del Pil, perché è un indice fuorviante, non necessariamente legato al benessere. Esistono indici migliori e dovremmo prendere quelli come punto di riferimento se vogliamo garantire la felicità della generazione presente e di quelle future». Su aspetti più prettamente economici e fiscali si sono, invece, orientati gli interventi di Giorgia Giovannetti ed Alessandro Petretto, ordinari di economia politica ed economia pubblica all’Università di Firenze. «Le nuove tecnologie - ha spiegato la Giovannetti - fanno sì che oggi anche i lavoratori specializzati si sentano minacciati dal mercato globale del lavoro. In Italia ed in Toscana è forte il meccanismo della delocalizzazione delle imprese, specialmente nei settori ‘tradizionali’ come il tessile o le calzature. Questo fenomeno porterà cambiamenti nel mondo del lavoro e serve una buona governance per diminuire le incertezze dei lavoratori sul loro futuro e consentire di fruire degli aspetti positivi dell’internazionalizzazione limitandone quelli negativi. Fondamentale è imparare ad imparare, in un processo di formazione continua».  
   
   
IN TRENTINO IL MERITO CONTA PIÙ CHE NEL RESTO D’ITALIA E LA FLUIDITÀ SOCIALE APPARE IN CONTINUA CRESCITA  
 
 Trento, 21 novembre 2007 – Il Trentino è una società più meritocratica di quanto non siano l’Italia settentrionale e, ancora di più, l’intero Paese. Non solo: la maggiore fluidità sociale mostrata dal Trentino appare crescente nel tempo. Il Trentino sta quindi aumentando i propri livelli di meritocrazia molto più velocemente di quanto non facciano le altre province e regioni dell’Italia. E’ questo il dato più evidente che emerge dai dati sulla mobilità sociale in Trentino, ovvero sul grado di apertura sociale e meritocratica della collettività trentina rispetto al resto dell’Italia. Dati che fanno parte dell’Indagine sulle condizioni di vita delle famiglie trentine, in corso di realizzazione da parte dell’Opes, l´Osservatorio Permanente per l´economia, il lavoro e per la valutazione della domanda sociale costituito dalla Provincia autonoma di Trento, dall´Università degli Studi di Trento e dalla Camera di Commercio Industria Agricoltura e Artigianato di Trento. Proprio i dati e le indicazioni sulla mobilità sociale sono stati presentati in anteprima oggi nella sala stampa di piazza Dante, nell’incontro cui ha partecipato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. A fornire e commentare i dati, Antonio Schizzerotto, professore ordinario presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento e presidente dell’Opes e Giovanna Fambri, dirigente del Servizio Statistica della Provincia che ha ricordato come questa indagine coinvolge tremila famiglie, 8. 000 persone, 80 rilevatori ed è durata tre mesi. “E’ importante questa fotografia statistica non episodica – ha detto Dellai – perché ci permette di addentrarci nelle pieghe della società trentina, in un momento nel quale è sempre più evidente che non ci si può affidare al solo Pil quale unico indicativo della situazione di una terra. Questi dati dimostrano che siamo più avanti del resto d’Italia nel fornire opportunità di lavoro, carriera e studio anche a chi parte da condizioni sociali umili, ma certamente molto resta da fare per arrivare al livello del Nord Europa. Però non siamo statici, siamo in ebollizione e questo è assai positivo. Perché questo è il vero welfare: dare opportunità di mobilità sociale e lo facciamo con le borse di studio, con i prestiti d’onore, con i progetti mirati al mondo giovanile e alla nuova imprenditoria”. Quindi è toccato al professor Schizzerotto fornire i dati (disponibili nel sito internet dell’ufficio stampa, allegati a questo comunicato) ed una loro prima interpretazione. Uno dei tratti che distingue una comunità dinamica e aperta, nonché coesa – ha detto - è la capacità di unire efficienza ed equità nella collocazione degli individui nelle varie posizioni sociali e occupazionali. In una simile collettività i destini delle persone dipendono principalmente dalle loro capacità e dai loro meriti personali e non dalle loro origini ed appartenenze sociali. Il livello di mobilità sociale rappresenta dunque uno dei modi più rigorosi per misurare fino a che punto una collettività sia socialmente aperta e fluida, sia capace, cioè, di fare emergere i migliori, anche se di umili origini. ” Come si colloca dunque il Trentino quanto a mobilità sociale? “In base all’Indagine – è stato detto – si può dire che il tasso di mobilità sociale intergenerazionale assoluta sia pari al 58,9%. Ciò significa che circa i tre quinti dei trentini e delle trentine hanno raggiunto una collocazione nella stratificazione sociale difforme da quella dei loro genitori. Si tratta di una quota decisamente elevata e non molto dissimile da quella registrata nel resto dell’Italia settentrionale (59,7%) e nel resto del Paese (60,1%). Molti dei movimenti ai quali abbiamo appena fatto riferimento non sono, però, generati dall’applicazione del principio delle pari opportunità di successo, bensì dalle trasformazioni subite della struttura occupazionale. Se oggi molti discendenti di coltivatori diretti non fanno più il mestiere dei loro padri è perché il settore agricolo ha visto diminuire nel tempo i suoi addetti. Analogamente, se molte figlie di operai dell’industria si trovano a svolgere ruoli da colletto bianco è perché gli impiegati sono cresciuti di numero più dei lavoratori manuali. Ed è proprio perché – a causa delle sue contenute dimensioni demografiche – la struttura occupazionale del Trentino è un po’ meno variegata di quella dell’insieme del Paese che il suo tasso di mobilità intergenerazionale assoluta è lievemente inferiore, come si è visto, a quello nazionale”. Per stabilire, dunque, quale sia l’effettivo grado di fluidità sociale del Trentino e del resto del Paese è necessario guardare alla mobilità relativa, ossia all’intensità dell’associazione tra posizioni di provenienza e posizioni di arrivo che rimane dopo avere, per così dire, azzerato gli effetti delle trasformazioni strutturali. Ebbene, dalle analisi condotte appare che il Trentino è una società più meritocratica di quanto non siano l’Italia settentrionale e, a maggior ragione, l’intero Paese. Ma ciò che più conta è che la maggiore fluidità sociale mostrata dal Trentino appare crescente nel tempo. Il Trentino sta aumentando i propri livelli di meritocrazia molto più velocemente di quanto non facciano le altre province e regioni dell’Italia settentrionale e il resto del Paese. Ma perché il Trentino è più europeo del nord Italia o, meglio, perché il Trentino è più fluido e meritocratico non solo del resto del Paese ma anche delle regioni e delle province settentrionali? E come mai il Trentino tende a sviluppare questa caratteristica più velocemente di quanto riescano a fare queste ultime? L’analisi dei dati raccolti induce a ritenere – afferma ancora il professor Schizzerotto - che tre siano i fattori capaci di spiegare le peculiarità trentine. Il primo ha carattere storico e si configura come una sorta di pre-condizione favorevole all’instaurarsi di un regime di elevata fluidità sociale. Si tratta della sostanziale assenza dal Trentino di forme arcaiche, tradizional-nobiliari, di stratificazione sociale e della plurisecolare presenza di forti istanze comunitarie di stampo solidaristico. Su questo terreno, che ha impedito la formazione e la cristallizzazione di stridenti fenomeni di disuguaglianza e di chiusura sociale, ha agito lo sviluppo economico degli anni Sessanta che ha innescato un processo di crescita materiale del territorio locale in tempi molto più stretti di quelli conosciuti dal resto dell’Italia. Non è stata così possibile la sedimentazione, attraverso le generazioni, di gruppi occupazionali chiusi capaci di trasmettere per via ereditaria i loro privilegi ai propri discendenti e di impedire l’accesso al loro interno da parte dei figli di gruppi sociali più svantaggiati. A fluidificare ulteriormente il processo di allocazione degli individui nelle varie posizioni della stratificazione sociale sono, poi, intervenute le norme sull’autonomia regionale e provinciale. Queste ultime hanno prodotto due ordini di conseguenze rilevanti. Innanzitutto, hanno dato vita ad apparati amministrativi relativamente ampi alle cui posizioni si può accedere prevalentemente per concorso e che comunque non sono, per definizione, trasmissibili ereditariamente. In secondo luogo – ha aggiunto Schizzerotto - ha consentito una serie di importanti investimenti in politiche pubbliche, segnatamente quelle sull’istruzione e in materia economica (e il presidente Dellai ha aggiunto anche la capacità dell’autonomia di liberare energie nel rapporto tra centro e periferia), le quali hanno aperto le porte all’ingresso nella competizione per assicurarsi posizioni occupazionali e sociali vantaggiose anche a persone provenienti da strati sociali che, altrimenti, mai sarebbero riuscite acquisire le risorse immateriali e materiali necessarie a ciò. Si è così innescato un processo virtuoso di relativamente equa competizione sociale che, in quest’ultimo decennio, è stato ulteriormente rafforzato dagli interventi provinciali in materia di politiche giovanili, educative, per la ricerca, per le imprese e contro la povertà e la deprivazione sociale. Si spiega così non solo perché il Trentino faccia registrare livelli di meritocrazia superiori a quelli del resto del Paese, ma anche perché questi livelli crescano nel volgere delle generazioni. Naturalmente, hanno ricordato Schizzerotto, anche in Trentino permangono non trascurabili fenomeni di disuguaglianza nelle chance di mobilità sociale. Ma è certo che se proseguirà nel migliorare “le politiche pubbliche (soprattutto nel campo dei provvedimenti di welfare, del lavoro, per l’innovazione, per le imprese e per le pari opportunità di genere), essa potrebbe davvero eguagliare e – perché no? – sopravanzare quelle che attualmente paiono le società più aperte e fluide finora conosciute, ossia le democrazie nordiche”. .  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, IL SALDO DEL MADE IN ITALY CRESCE FINO A 12 MILIARDI (+40%) E DETERMINA L’ATTIVO DELLA NOSTRA BILANCIA COMMERCIALE IN EUROPA  
 
Roma, 21 novembre 2007 - Il saldo commerciale tra l’Italia ed i Paesi europei passa da –794 milioni di euro dei primi nove mesi del 2006 agli oltre 5,4 miliardi dello stesso periodo 2007. Si dimezza (- 58,4% ) il deficit complessivo, che vale oggi 7,8 miliardi. L’incremento record dell’interscambio in Europa appare fortemente determinato dalle produzioni tradizionali del made in Italy: se queste infatti hanno raggiunto e superato i 12 miliardi, il saldo totale degli altri settori (agricoltura e pesca, chimica, prodotti petroliferi e minerari nonché il comparto energetico) presenta un deficit di oltre 6,6 miliardi. D’altronde, l’export di made in Italy tradizionale in Europa rappresenta oggi, in termini di saldi, oltre un terzo (36,1%) del valore delle esportazioni degli stessi prodotti nel resto del mondo (12 miliardi di euro su un saldo complessivo di 33,2 miliardi). Ancora rilevanti i tassi di incremento delle nostre esportazioni verso i Paesi dell’Europa dell’Est (Polonia 29%; Repubblica Ceca 20,3%; Slovacchia 20,2%). Il dato principale però riguarda la crescita dei flussi diretti verso i nostri tradizionali partner commerciali: Francia in primo luogo, per cui la variazione dell’export passa dall’1,5% registrato nei primi nove mesi del 2006 all’8,4% del 2007, ma anche Regno Unito, dove si rileva un’inversione di tendenza (da –2,5% a +6,3%), e Spagna, dove la variazione è di cinque volte superiore a quella dell’analogo periodo 2006 (dal 3% a circa il 15%). In Germania, che si conferma primo partner commerciale per le imprese italiane assorbendo il 13% circa del nostro export, le esportazioni crescono (+9,7% nel gennaio-settembre 2007) anche se il saldo resta negativo (-11,6 miliardi). Le vendite di prodotti italiani in Germania continueranno a crescere anche nel primo trimestre 2008 – secondo le previsioni di Assocamerestero presentate alla 16ª Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero che si chiude oggi a Livorno - pur se con differenti andamenti settoriali: il Paese rappresenta ancora un importante mercato di riferimento per le vendite di strumenti elettronici e di precisione (per cui si prevede un incremento del 13% circa) nonché per la meccanica (+11% circa). Prosegue invece il trend negativo del tessile: la variazione prevista per il primo trimestre 2008 (-2,7%) si inserisce in un generale contesto di progressiva erosione della quota di mercato dell’export settoriale nel Paese, con parallela riduzione del valore delle esportazioni. .  
   
   
VENETO: 44 MILIARDI DI ESPORTAZIONI, PIU’ 7,8% SUL 2005  
 
Rovigo, 21 novembre 2007 – Con quasi 44 miliardi di euro di esportazioni, nel 2006 il Veneto si conferma regione leader in Italia. In occasione della Xix^ edizione del premio regionale “Marco Polo”, tenutasi il 16 novembre presso la Camera di Commercio di Rovigo, Federico Tessari, presidente di Unioncamere del Veneto, ha presentato “Veneto Internazionale 2007”, primo rapporto sull’internazionalizzazione del sistema economico regionale realizzato dal Centro Studi di Unioncamere del Veneto. Dopo il saluto di Loredano Zampini, presidente della Camera di Commercio di Rovigo, il presidente Federico Tessari e Renzo Marangon, assessore regionale alle Politiche per il Territorio, hanno illustrato la situazione internazionale del Veneto. Il rapporto, oltre al tema del commercio estero, affronta tutte le principali forme di internazionalizzazione del sistema economico veneto, dall’analisi dell’interscambio commerciale di servizi e della bilancia tecnologica dei pagamenti, agli investimenti diretti esteri, fino alle partecipazioni venete all’estero e quelle estere in Veneto. “Per interpretare la situazione attuale – spiega il presidente Federico Tessari – ci vengono in aiuto i dati diffusi qualche giorno fa da Unioncamere nazionale in cui si evidenzia che sono soprattutto le regioni del Nord-est a trainare lo sviluppo economico dell’Italia. Il 2007 dovrebbe chiudersi con una crescita del Pil nazionale pari al +8,1% mentre l’incremento atteso per l’area nord-orientale e per il Veneto è del +2,2%, un risultato che pone la nostra regione, con Emilia Romagna, Lombardia e Valle d’Aosta, tra quelle col maggior incremento del Pil. Sempre Unioncamere nazionale prevede che nel 2008 il Pil del Veneto possa crescere dell’1,8%: il dato migliore a livello nazionale con quello dell’Emilia Romagna. Senza dimenticare che il Veneto concorre alla formazione del Pil nazionale con una quota del 9,4%, seconda dopo la Lombardia”. “Il commercio internazionale di beni e servizi – entra del dettaglio il presidente Tessari – registra una forte crescita e le esportazioni del Veneto nel 2006 hanno sfiorato i 44 miliardi di euro, più 7,8% rispetto al 2005. Il Veneto si conferma anche in questo caso la seconda regione d’Italia, dopo la Lombardia, per valore delle esportazioni. I prodotti che hanno sostenuto la crescita dell’export regionale sono stati i beni strumentali, in particolare i macchinari industriali con un +6,3% pari ad 8 miliardi di euro, ed i prodotti tipici del “made in Italy”: l’abbigliamento 2,7 miliardi +3,6%, le calzature 2,3 miliardi +5,6%, i mobili 2 miliardi +7,1% ed i prodotti alimentari 2,2 miliardi +8%. Il primo mercato di sbocco rimane sempre la Germania, che assorbe il 12,6% dell’export veneto, ma si evidenzia l’apertura verso altri mercati finora poco esplorati, come la Federazione Russa, che nell’ultimo anno è cresciuto del 26,5% e del 54,5% nel biennio”. Incoraggianti anche le tendenze per il 2007: nel primo semestre si è registrato un +8,1% rispetto allo stesso periodo del 2006, superando in valore le vendite dell’Emilia Romagna. Anche in questo caso si registra la forte crescita delle vendite verso la Federazione Russa (+35,6%), che diventa la settima regione di destinazione dell’export regionale. Ma “Veneto Internazionale 2007” presenta anche numerose novità. Fra queste l’analisi dell’interscambio commerciale dei servizi. Il 2006 ha fatto registrare un avanzo di 2. 204 milioni di euro, più 24,2% sul 2005. Il valore complessivo delle importazioni è di 3. 562 milioni di euro, più 6,6% sul 2005. Il Veneto si colloca al terzo posto in Italia per contributo all’export di servizi, con l’8,9% sul totale. Per l’import è in quinta posizione col 6,2%. Negativa la bilancia tecnologica dei pagamenti: nel 2006 il Veneto ha registrato un deficit di oltre 51 milioni di euro, evidenziando una situazione di dipendenza dall’estero. Positivo il trend degli investimenti diretti esteri in Veneto che nel 2006 hanno raggiunto i 6,3 miliardi di euro, oltre 1 miliardo in più rispetto al 2005, in linea con l’aumento nazionale (160 miliardi: il Veneto incide col 4% collocandosi al quarto posto). Bene anche il flusso degli investimenti diretti di operatori residenti in Veneto verso l’estero, cresciuti nel 2006 da 1,3 a 1,6 miliardi di euro, mantenendo un saldo positivo di 1 milione di euro (quarto posto in Italia). “L’interscambio commerciale dei servizi e la bilancia tecnologica del Veneto – analizza il presidente Tessari – hanno ancora ampi margini di sviluppo, mentre è decisamente positivo l’andamento degli investimenti diretti del Veneto all’estero e quello estero nella nostra regione, anche se esistono ulteriori opportunità di espansione pure in questo campo. In particolare è confortante il dato sulle partecipazioni estere delle imprese venete che arriva ormai al 15,4% del totale nazionale mentre proporzionalmente inferiore è la concentrazione delle multinazionali estere nel Veneto, pari al 6,5% del totale italiano”. All’inizio del 2006 le imprese venete con partecipazioni all’estero sono state 864. Ad esse corrispondono 2. 245 imprese estere partecipate (13,1% del totale nazionale), che occupano quasi 103mila dipendenti (9,2% dell’occupazione veneta all’estero) e registrano un fatturato di oltre 19 milioni di euro (6% del totale nazionale). Per numero di imprese investitrici, il Veneto si colloca al secondo posto in Italia dopo la Lombardia (35,1% del totale nazionale), mentre si trova al quarto posto per numero di imprese estere partecipate dopo Lombardia (37%), Piemonte ed Emilia Romagna (12%). “Questo quadro generale – spiega il presidente Tessari – evidenzia una situazione positiva e ricca di ulteriori sviluppi se sapremo mantenere ed incrementare i risultati ottenuti nell’export. L’esportazione di beni rimane il fulcro della nostra politica di sviluppo, mentre i servizi avanzati, le tecnologie e gli investimenti innovativi, più che scambiarli con l’estero, dovrebbero servire a rafforzare la competitività dei nostri settori tradizionali per mantenere e migliorare le relative posizioni sui mercati internazionali”. Per rafforzare la posizione sui mercati internazionali, “Veneto Internazionale 2007” dedicata ampio spazio ai servizi che il sistema camerale mette a disposizione delle imprese. “Il sistema camerale veneto, dalle singole Camere di Commercio alle aziende speciali, a Unioncamere, all’Eurosportello e Centro Estero – conclude il presidente Tessari - è impegnato a sostenere e rafforzare il nostro sistema produttivo. Gli interventi della parte pubblica devono essere coerenti e capaci di moltiplicare le opportunità di crescita. Va sottolineata l’attuale carenza di infrastrutture per lo sviluppo, anche internazionale, dove pesa sempre più la mancata attuazione del federalismo fiscale. A tale proposito si deve rilevare che il saldo della bilancia commerciale del Veneto, pur rimanendo ampiamente positiva per 7,7 miliardi di euro, si è ridotta negli ultimi 5 anni a 3 miliardi. Eppure attualmente copre oltre un terzo del deficit commerciale con l’estero del nostro Paese. Ma di un dato sono certo: le imprese venete continueranno ad impegnarsi, superando il pessimismo della ragione con l’ottimismo della volontà”. “La Regione Veneto e Unioncamere del Veneto hanno un comune obiettivo: lo sviluppo socio-economico della nostra regione a medio-lungo termine – sottolinea Marangon, assessore regionale alle Politiche per il Territorio -. Nell’ultimo anno e mezzo la Regione ha approvato il Piano Regionale di Sviluppo, sistema nervoso del Veneto del futuro. A breve disporremmo l’approvazione del Piano Territoriale Regionale del Veneto, piano regolatore che fotografa come è stata la nostra regione e cerca di delineare il Veneto che verrà. I veneti sono 4 milioni e 800mila e si prevede che, entro 20 anni, saranno 5 milioni e 500mila, unica regione fra le top leader in Europa a crescere così tanto. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Liguria rappresentano il 45% della popolazione italiana e il 55% del Pil nazionale. Queste regioni sono la locomotiva dell’economia italiana, ma per rendere deve essere messa nelle condizioni migliori. Per questo la Regione Veneto e Unioncamere mettono in atto i medesimi strumenti di programmazione e si confrontano per crescere assieme”. Durante l’evento, il presidente Federico Tessari ha consegnato all’onorevole Giuseppe Fini, ex presidente della Camera di Commercio di Rovigo dal 1999 al 2006 ed ex presidente del Centro Estero delle Camere di Commercio dal 2001 al 2006, col medagliere di Unioncamere del Veneto. “Sono contento di ricevere questo riconoscimento – sottolinea l’onorevole Fini -, ma soprattutto di riceverlo a Rovigo, dove conservo grandi ricordi e dove ho cercato, durante il mio mandato, di sostenere l’economia della provincia di Rovigo col massimo impegno”. La giornata si è conclusa con la cerimonia di consegna del premio “Marco Polo”, istituito da Unioncamere del Veneto e dal Centro Estero delle Camere di Commercio quale riconoscimento a 14 imprese venete, due per provincia, per il contributo allo sviluppo dell’interscambio del Veneto. .  
   
   
LOMBARDIA/FILIPPINE. FORMIGONI INCONTRA PREMIER E MINISTRI LANCIATO FONDO COMUNE PER SOSTEGNO INVESTIMENTI IMPRESE LOMBARDE STANZIAMENTI PREVISTI DA PARLAMENTO E BANCHE. SI´ A EXPO 2015  
 
 Manila, 21 novembre 2007 - La costituzione di un fondo comune per il sostegno degli investimenti delle imprese lombarde nelle Filippine, che coinvolgerà una parte del capitale del Fondo per il Sud Est asiatico lanciato da Finlombarda (la cui dotazione è di 50 milioni di euro); una parte dei contributi che il Parlamento delle Filippine è pronto a stanziare e registrerà la partecipazione diretta delle banche filippine; un sì deciso per votare la candidatura di Milano ad ospitare l´Expo 2015; l´invito rivolto alla presidente delle Filippine a venire in Lombardia nei prossimi mesi, insieme ai suoi ministri, per conoscere le opportunità offerte dalla business community milanese. Sono alcuni dei fattori che hanno chiuso positivamente la tappa di un solo giorno a Manila della missione istituzionale che il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sta guidando nel Sud Est asiatico. L´altro elemento emerso nel corso della giornata di incontri con i massimi livelli istituzionali della Repubblica delle Filippine è la proposta che il presidente rivolgerà alle banche lombarde, coinvolgendole in un´azione di cooperazione "con cui cercheremo di far convergere - ha detto Formigoni - le rimesse degli immigrati filippini presenti in Italia con un duplice vantaggio: la certezza dell´utilizzo di questo fondo per iniziative di sviluppo nel Paese d´origine e la maggiore remuneratività di questa forma di risparmio rispetto al normale deposito bancario". Secondo gli ultimi dati disponibili si stima che ammontino a circa 1. 500 miliardi di dollari le rimesse che i filippini di tutto il mondo inviano ai loro congiunti rimasti nelle città in cui sono nati. Il presidente Formigoni nella serie di incontri avuti a Manila era accompagnato dall´ambasciatore d´Italia nelle Filippine Rubens Fedele e dal sottosegretario alla Presidenza della Regione Lombardia con delega ai rapporti internazionali Robi Ronza. Proficui scambi di opinioni e proposte di collaborazione hanno caratterizzato i momenti di lavoro con il primo ministro delle Filippine, che qui si chiama executuve secretary, Eduardo Eremita, con il ministro degli Esteri Alberto Romulo e con il presidente della Camera Josè de Venecia. "Tutti hanno mostrato grande interesse per la nostra missione - ha commentato il presidente - e vogliono collaborare con l´Italia e la Lombardia. Per noi è un´altra tappa positiva per la cooperazione economica". In parallelo agli appuntamenti istituzionali si sono svolti anche il 15 novembre gli incontri della delegazione economica che ha avuto contatti con la Banca Asiatica di investimento, che capitalizza 50 miliardi dollari e investe in progetti di sviluppo dell´Asia. In particolare si è dialogato con i responsabili delle aree India, Vietnam e Filippine. Questi funzionari ritengono estremamente importante venire in Lombardia a presentare le potenzialità che i loro Paesi offrono per chi intende investire nel Sud Est asiatico. Il workshop sarà organizzato nel giro di pochi mesi a Milano. Con gli stessi tempi si terrà nel capoluogo lombardo un altro seminario riservato a operatori economici filippini interessati ai settori food e vino, agro-industria (conservazione e trasformazione di prodotti agricoli), energia e costruzioni (considerato il boom edilizio che sta assumendo proporzioni ragguardevoli e crescita consistente). Nel corso dei colloqui il presidente Formigoni è tornato ad affrontare la delicata situazione a Myanmar: "La posizione delle Filippine è chiara - ha detto Formigoni - e in linea con quanto il Governo fa da dieci anni: preme su Myanmar in sede Asean perché aprano alla democrazia ma non si va oltre le dichiarazioni di intenti. Il ministro degli Esteri filippino è anche intervenuto al Consiglio di Sicurezza dell´Onu affermando che non si può permettere che prosegua il blocco della vita democratica in Birmania e si ipotizzano sanzioni pesanti nei suoi confronti". Secondo il ministro Romulo esistono responsabilità da parte delle grandi potenze come Cina e India ma anche il "non - intervento" di Malesia e Singapore. .  
   
   
LOMBARDIA/FILIPPINE. FORMIGONI INCONTRA RESPONSABILE PIME A PADRE GIANCARLO BOSSI IL PREMIO PER LA PACE DELLA REGIONE  
 
 Manila, 20 novembre 2007 - "Ho avuto paura che volessero eliminarlo ma mi sono sempre rifiutato di trattare con chi mi chiamava dicendo di sapere dove si trovava. E´ evidente che per la sua liberazione qualcosa è stato fatto ma il mio Istituto non ha utilizzato denaro. Se mi chiede perché tutto ciò sia avvenuto la mia risposta è: non lo so". Lo ha detto sorridendo Padre Gianni Sandalo, responsabile del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) delle Filippine, incontrando il 15 novembre il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, in visita a Manila mentre sta guidando una missione istituzionale nel Sud Est asiatico. Nella grande area di Mindanao fu rapito e tenuto sotto sequestro per 40 giorni padre Giancarlo Bossi, il sacerdote originario di Abbiategrasso la cui vicenda ha tenuto l´Italia con il fiato sospeso fino a quando, il 18 luglio, tornò in libertà. "Siamo nelle Filippine da 40 anni - ha ricordato Padre Sandalo - e già in passato la nostra comunità ha subito il dramma di due sequestri: uno durato sei mesi, l´altro due. Questa tempistica mi aveva indotto a pensare che il rilascio di Padre Bossi avrebbe richiesto tempi molto più lunghi. Un grosso contributo per la risoluzione della vicenda è arrivata dall´ambasciata italiana e in particolare dall´ambasciatore Rubens Fedele che ha condiviso con me quei lunghi giorni". Il sacerdote ha ringraziato il presidente della Regione Lombardia per l´esposizione della foto del padre missionario rapito davanti al grattacielo Pirelli che, insieme all´analoga iniziativa fatta in Campidoglio a Roma, ha seguito via internet. Molte le attestazioni di solidarietà ricevute sul sito del Pime, segno che l´intera opinione pubblica italiana si è mobilitata. Formigoni ha preannunciato che tra poche settimane a Padre Bossi sarà consegnato il Premio per la Pace e questa notizia è stata accolta con soddisfazione da Padre Sandalo che, con molta semplicità, ha commentato: "Se dovessi ascoltare le voci dall´esterno, i pericoli che corriamo ogni giorno lavorando qui, il rischio che episodi analoghi si ripetano, dovrei decidere di lasciare subito la missione; se non lo facessi sarei un pazzo. Ma essere pazzi d´amore per Dio, per me, dà senso alla nostra vita". Padre Sandalo, conversando con il presidente Formigoni e i giornalisti al seguito della delegazione lombarda ha raccontato cosa fanno i 21 confratelli, di cui 17 italiani, che operano presso il Pime nelle Filippine: si occupano di piccole cooperative rurali, promuovono scambi culturali e interreligiosi con i musulmani, gestiscono progetti di formazione nel mondo tribale e aiutano i 100 mila baraccati con cui lavorano affinché sentano meno il peso della grande povertà che accompagna il loro vivere quotidiano. Tra le attività che svolgono anche le adozioni a distanza: "Adesso sono di moda - ha sottolineato il missionario italiano - ma noi le facciamo dal 1986 e abbiamo accompagnato oltre 2000 bambini dalla scuola elementare al college. Se poi hanno voglia di proseguire gli studi devono farcela da soli". In mattinata il presidente Formigoni ha avuto un lungo scambio di opinioni con il Cardinale arcivescovo di Manila, Rosales. Durante l´incontro il cardinale ha tracciato un dettagliato profilo della comunità cristiana presente nelle Filippine illustrando l´iniziativa cui ha dato vita attraverso la Fondazione che raccoglie le "briciole", ossia un terzo di un centesimo di euro per aiutare i poveri e chi vive in situazione di estrema indigenza. "Il miracolo di questa Fondazione - ha detto il cardinale - è che possono dare un contributo anche coloro che poi ricevono un sostegno: il ricavato fornisce risorse economiche per la cura dei bimbi denutriti al fine di prevenire deficienze mentali". .  
   
   
VIETNAM,PAESE CHE CORRE IN MOTORINO VERSO IL FUTURO LA GENTE NON RICORDA LA GUERRA, L´ECONOMIA CRESCE CON I CONSUMI E IL GOVERNO PRIVATIZZA CONCEDENDO AGEVOLAZIONI A CHI INVESTE  
 
Ho Chi Minh City, 20 novembre 2007 - Si è chiusa il 15 novembre con un bilancio ampiamente positivo la tappa vietnamita della missione lombarda in Sud est asiatico, guidata dal presidente della Regione, Roberto Formigoni, che ora prosegue nelle Filippine e a Singapore. Gli incontri con i ministri, le realtà economiche e sociali e gli enti di formazione e ricerca hanno permesso di aprire nuove e interessanti opportunità di scambio e collaborazione per il "sistema Lombardia". Ecco un servizio da Hanoi e Ho Chi Minh City dell´inviato di Lombardia Notizie. Sarà che ha cambiato nome in Ho Chi Minh City in omaggio al nuovo che avanza ma il fatto stesso che l´Hyatt Park Hotel, lo Sheraton e lo storico Continental fondato nel 1880 continuino ad abbinarsi al nome di Saigon un significato avrà. Questa città ostenta la sua ricchezza proponendo le vetrine delle firme di moda più famose del mondo, ospita convention delle filiali asiatiche di multinazionali americane, la sera è illuminata e pullula di persone che fermano gli stranieri per strada proponendo intrattenimenti di ogni tipo. Eppure questa generazione non ha conosciuto la guerra, il dramma della povertà e della precarietà che trent´anni fa ha messo in ginocchio questo Paese costringendo migliaia di vietnamiti a cercare la "libertà con i piedi" come si diceva qui a proposito di coloro che cercavano di fuggire dalle oppressioni di regimi totalitari e repressivi. Ora la libertà circola sui milioni di ciclomotori che ad ogni ora del giorno invadono le strade come gruppi di cavallette apparentemente incontrollabili nel loro dirigersi non si sa bene dove ma, pur in un caos che agli occidentali è difficile comprendere, procedono ordinatamente trasportando uomini e donne con il volto coperto da mascherine antismog e, spesso, anche i loro figli. Quando non impegnati a trasportare oggetti e merci di ogni genere: scatoloni per imballaggio, frutta, verdura, cassette di uova, televisori e perfino vasche da bagno. Convivono pacificamente con le biciclette ormai in via di estinzione e con chi trasporta a piedi ortaggi o generi alimentari appoggiando sulla propria spalla aste con ai loro estremi pesi che si contrappongono come per le bilance di una volta. In genere sono donne vestite con pantaloni scuri e camicie ravvivate da colorati e diversi motivi floreali ma tutte con il caratteristico copricapo a forma di cono. Il passato e il futuro della vecchia Saigon si sono mescolati in un presente in cui l´idea della provvisorietà che per decenni ha accompagnato l´esistenza di questo popolo oggi ha lasciato spazio alla fiducia per ciò che verrà. A differenza di un tempo, non si aspetta l´intervento risolutivo di qualche potente della Terra portatore di effimero e discutibile "benessere" ma esiste la consapevolezza di poter decidere con il proprio lavoro e con l´impegno e la tenacia di cui sono capaci i trentenni di Ho Chi Minh City. Una generazione che ha vent´anni in meno rispetto a quella di chi in Italia ha fatto una "bandiera" della popolare canzone di Gianni Morandi "C´era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" incisa nel 1966, e che non ha conosciuto nemmeno il brano pubblicato nel 1985 da Paul Hardacstle il cui titolo "Nineteen", ripetuto ossessivamente per evocare il suono delle mitragliatrici, si riferiva alla vicenda di un soldato americano diciannovenne mandato a combattere a Saigon. A dieci anni di distanza da quel 25 aprile del 1975, data con cui si identifica la fine della guerra del Vietnam. Il mondo, le canzoni, la letteratura,i libri di storia, i film ne parlano ma i vietnamiti no. E pensare che il Vietnam è stato in guerra per 50 anni, cominciando dalla seconda guerra mondiale contro i giapponesi, quindi fino al 1954 contro i francesi, al 1975 contro gli Usa e fino al 1990 contro la Cambogia e per un breve periodo anche contro la Cina. Ora il Paese gode di stabilità politica. Il sistema politico vietnamita resta monopartitico con l´esclusivo esercizio di potere del partito comunista del Vietnam guidato dagli eredi di Ho Chi Minh. Il paese è governato da una troika composta dal Segretario Generale del partito comunista (il moderato Nong Duc Manh rieletto nel X Congresso che rappresenta di fatto la massima autorità nella gerarchia vietnamita), dal Presidente della Repubblica e dal Primo Ministro. Nel corso del X Congresso il partito comunista per la prima volta ha ammesso nelle sue fila, accanto a operai contadini e intellettuali, anche i capitalisti ed è stata data priorità alla lotta alla corruzione e alla riforma dell´economia. Nel maggio 2007 è stata eletta una nuova Assemblea nazionale che negli ultimi anni ha assunto più prestigio e potere nel quadro istituzionale affermandosi come motore del processo di rinnovamento del sistema politico. Nel giugno 2007, Nguyen Minh Triet è stato il primo Presidente vietnamita a compiere una visita ufficiale negli Stati Uniti dalla fine della guerra del Vietnam; la visita conferma i buoni rapporti ora esistenti tra i due paesi, che un anno prima avevano firmato un accordo commerciale bilaterale Nel gennaio 2007 il Primo Ministro Nguyen Tan Dung ha incontrato in Vaticano papa Benedetto Xvi. In aprile Bill Gates (Microsoft) ha visitato il paese, ha avuto una grande accoglienza popolare ed ha incontrato i dirigenti del partito comunista al potere. In questo contesto di rinnovamento generale e di apertura all´economia di mercato si muovono gli interessi di imprenditori e operatori finanziari dell´Europa con in testa Gran Bretagna, Francia e Germania. L´italia sta incominciando a valutare le potenzialità di questo Paese e la Lombardia è la prima regione italiana ad aver dato concretezza alle proposte fatte e ricevute dcal governo vietnamita con una serie di Protocolli d´Intesa che coinvolgono non solo istituzioni e imprese ma anche le Borse. Nel gennaio 2007 il Vietnam, inoltre, è diventato il 150° membro del World Trade Organization (Wto). L´adesione all´organizzazione impegnerà il paese nella realizzazione di interventi per favorire una maggiore apertura del mercato alle imprese straniere mediante incentivi ed una riduzione delle barriere tariffarie. Al tempo stesso le imprese vietnamite beneficeranno di un maggiore accesso ai mercati internazionali. Membro dell´Asean dal 1995, cioè di un´area che costituisce un mercato di circa 500 milioni di consumatori potenziali, il Vietnam ha dovuto ripensare il suo sistema di relazioni internazionali ed infatti dai primi anni novanta il paese ha avviato la politica del "friend with all" basata sul multilateralismo, sul rafforzamento della cooperazione regionale (soprattutto in ambito Asean,) sulla normalizzazione dei rapporti con i principali partner asiatici, l´apertura verso nuovi partner strategici (Usa ed Unione europea) ed il mantenimento delle relazioni con i paesi socialisti. In questo quadro la Cina esercita un peso rilevante sulla politica estera del Vietnam perché rappresenta un paese vicino, anche se ci sono ottimi rapporti anche con il Giappone che è il primo paese donatore con un volume complessivo di aiuti pubblici allo sviluppo di 11 miliardi di dollari dal 1992 al 2005. La visita a Tokyo del Primo Ministro Nguyen Tan Dung nell´ottobre 2006 ha confermato gli eccellenti rapporti fra i due paesi. Oggi tecnici e società nipponiche sono impegnati nel campo dell´ammodernamento delle infrastrutture vietnamite. L´unione Europea rappresenta un importante partner strategico infatti è il secondo donatore mondiale dopo il Giappone con circa il 20% degli aiuti totali. Inoltre il paese è il principale beneficiario degli aiuti umanitari nell´area Asean. La Ue ha fornito un forte sostegno al Vietnam nel processo di adesione al Wto. A conferma di questo, il programma di cooperazione della commissione europea per il periodo 2007-2013 prevede la concessione di 160 milioni di euro per il supporto alle riforme istituzionali e alla riduzione della povertà e la cooperazione in ambito sanitario; vi sono anche tre importanti programmi di cooperazione regionale in vari settori: Asia Invest per rafforzare le reti commerciali, Asia Link per sostenere la collaborazione fra enti ed istituzioni universitarie e Asia Pro-eco per realizzare interventi nel settore ambientale. Sono le condizioni che hanno permesso all´economia vietnamita di registrare tassi di crescita elevati: 8,4% del Pil nel 2005 e 8,2% nel 2006, con una forte domanda interna in continua crescita sostenuta da una rapida crescita dei consumi. La guerra, le canzoni e la musica restano nei ricordi di chi trent´anni fa sentiva al telegiornale italiano notizie in cui si pronunciavano nomi diventati tragicamente noti per i conflitti cui erano legati e che coinvolgevano direttamente o indirettamente i Paesi vicini al Vietnam, la Cambogia e il Laos. Di quel periodo il portato storico è rappresentato dalla diaspora vietnamita nel mondo: in totale secondo le stime fra i 2 e i 3 milioni di persone (di cui 500mila cattolici) sparsi in oltre 30 paesi. Si possono distinguere due tipi di migrazioni: da una parte quella dei "rifugiati politici" dopo il 1975 nei paesi occidentali (Usa, Francia Canada, Germania ecc. ) e d´altra parte quella nei paesi dell´Est europeo e in Russia come migrazione di forza lavoro nell´ambito del mondo comunista dell´epoca. In Italia si stimano circa 3000 vietnamiti, di cui 700 cattolici. E a Milano c´è chi ha voluto dare al suo ristorante il nome di "Vietnam mon amour". .  
   
   
TORINO: BUONI I RAPPORTI DI COLLABORAZIONE CON LA ROMANIA  
 
Torino, 21 novembre 2007 – I rapporti dell’Italia con la Romania sono positivi e le relazioni economiche tra i due Paesi forti e in fase di ulteriore sviluppo. È quanto emerge dall’incontro tenutosi il 19 novembre tra la delegazione del Ministero per Piccole e Medie Imprese, Commercio e Turismo della Romania e i rappresentanti di Confagricoltura, C. I. A. (Confederazione Italiana Agricoltori), Coldiretti, Cna, Confartigianato, C. A. S. A. , Confesercenti, Ascom, Confcooperative, Lega nazionale delle cooperative e mutue, Ordine degli Ingegneri, Collegio Costruttori Edili della provincia di Torino - A. N. C. E. Torino. L’incontro, organizzato dalla Camera di commercio di Torino, ha visto come ospite d’onore il Ministro dell’Economia rumeno Ioan Ovidiu Silaghi. Duplice l’interesse nei confronti del Paese: da un lato è grande l’attenzione delle aziende italiane verso la Romania come Paese meta di possibili investimenti e di nuove attività produttive, dall’altro si conferma rilevante l’apporto degli imprenditori romeni nello sviluppo dell’economia locale. Il peso dell’imprenditoria romena nella provincia di Torino è particolarmente significativo: nel capoluogo subalpino si concentra il 76% degli imprenditori romeni che operano in Piemonte e il 13% di quelli che lavorano sull’intero territorio nazionale. Le posizioni ricoperte dagli imprenditori romeni a Torino sono 4. 456, con una forte specializzazione nel settore delle costruzioni (oltre il 70%). Con la nazionalità marocchina rappresentano il gruppo di maggior peso nello sviluppo dell’economia locale. Quelle romene sono soprattutto imprese individuali (82%) cui seguono a grande distanza le società di persone (15%). Si tratta di un’imprenditoria relativamente giovane: il 67,8% è di età compresa fra 30 e 50 anni, mentre più di un quarto ha meno di trent’anni. Ma, soprattutto, si tratta di un’imprenditoria in forte crescita, come ha sottolineato Guido Bolatto, Segretario generale della Camera di commercio di Torino: “La Romania rappresenta una delle nazionalità che ha evidenziato gli aumenti più significativi di consistenza negli ultimi anni: al terzo trimestre 2007 gli imprenditori romeni che operano in provincia di Torino ammontano a 4. 456, con una crescita del 75,1% rispetto a nove mesi prima. Si tratta, tra l’altro, di una presenza decisamente attiva: sono molti i cittadini romeni che richiedono al nostro Settore Nuove imprese informazioni e regole per l’avvio di un’attività, a loro da anni dedichiamo specifici materiali in lingua. ” La Romania è uno dei paesi europei destinatario del maggior numero di fondi strutturali Ue, per aiutare le imprese nell’avviare contatti e relazioni con imprenditori locali la Camera di commercio di Torino ha organizzato un ufficio a Bucarest, il desk Romania, ospitato presso la Camera di Commercio e Industria Rumena. A chiusura dell’incontro il Ministro Silaghi ha ribadito che “L’esperienza economica torinese é un esempio della grande collaborazione fra romeni e italiani”. I rappresentanti del mondo economico torinese hanno concordato sull’importanza dello sviluppo di rapporti reciproci (risale al 25 settembre scorso l’apertura del Consolato romeno in città) e che la nascita di attività gestite da cittadini stranieri è un fenomeno positivo per il territorio: contribuisce ad aumentare la vivacità dell´offerta e l´eterogeneità delle attività produttive locali, ma soprattutto evidenzia una forte intraprendenza e un desiderio di riscatto da parte dei nostri nuovi concittadini. .  
   
   
COMMERCIO, NUOVI ORARI E PIU´ APERTURE LA DOMENICA NICOLI: LEGGE CHE AMPLIA L´OFFERTA E LE POSSIBILITA´ DI ACQUISTO  
 
Milano, 21 novembre 2007 - Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato il progetto di legge che prevede una nuova regolamentazione degli orari del settore del commercio. E´ previsto un numero di giornate di ´apertura domenicale e festiva´ per i punti vendita di maggiori dimensioni (medie e grandi strutture di vendita) in misura omogenea sul territorio regionale: nella prima domenica dei mesi da gennaio a novembre; nell´ultima domenica dei mesi di maggio, agosto e novembre; nelle giornate domenicali e festive del mese di dicembre. Sono previste, inoltre, fino a tre domeniche di apertura a discrezione dei Comuni. Solo i Comuni capoluogo (limitatamente alle zone non inserite nel centro storico) e i Factory outlet centre (Foc) hanno facoltà di apertura delle attività di vendita per un massimo di 31 domeniche o festività annue. Rispetto alla normativa precedente è eliminata la categoria dei "Comuni a prevalente economia turistica" mentre vengono individuati "ambiti a forte attrattività", in cui è consentita l´apertura domenicale e festiva. Il provvedimento riguarda i Comuni rivieraschi, quelli con impianti sciistici, stabilimenti termali, i centri storici dei Comuni capoluogo di provincia e le fasce del territorio fino a 500 metri di distanza dall´ingresso pubblico degli scali aeroportuali di Linate, Malpensa, Orio al Serio e Montichiari (è prevista, infatti, una deroga per le strutture di vendita poste nelle immediate vicinanze degli accessi agli scali aeroportuali). Ma c´è di più: il provvedimento varato dal Consiglio prevede la possibilità di apertura domenicale per gli esercizi sotto i 250 metri quadri di superficie che hanno così la possibilità di rimanere aperti per tutto l´anno solare. Tale provvedimento riguarda anche gli esercizi, a prescindere dalle dimensioni, che esercitano in via esclusiva o per almeno l´80% della superficie di vendita in determinati settori: edicole, tabaccai, gelaterie, gastronomie, pasticcerie. L´ampliamento delle possibilità di apertura viene bilanciato con l´obbligo di chiusura in sette giornate l´anno, corrispondenti alle principali festività religiose. E´ previsto, inoltre, un generale divieto di vendere il pane fresco nelle giornate domenicali o festive, per garantire il riposo settimanale dei panificatori. "Il progetto di legge - ha detto l´assessore al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani - punta ad ampliare l´offerta commerciale e la possibilità di consumo a beneficio del consumatore ma anche degli operatori del settore che intendano usufruire delle possibilità di differenziazione dell´offerta proposte dal mercato. Vogliamo, inoltre, favorire un equilibrio reale tra le diverse forme di distribuzione e rendere più trasparenti le condizioni di concorrenza tra gli esercizi, favorendo - ha concluso Nicoli Cristiani - la competitività territoriale della Lombardia con il riconoscimento degli ambiti a forte attrattività". .  
   
   
LE OPPORTUNITÀ DEL MERCATO ARGENTINO  
 
Perugia, 21 novembre 2007 – Si è tenuto a Roma, il 16 novembre scorso, presso l’Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia, l’incontro tra il Presidente della Camera di commercio di Perugia, Alviero Moretti, e l’Ambasciatore Victorio M. J. Taccetti. Hanno preso parte ai lavori anche il Segretario Generale della Camera di commercio di Perugia, Andrea Sammarco, il Consigliere commerciale dell’Ambasciata Argentina, Ponzalo Sabaté, e il responsabile dei progetti per l’America Latina di Unioncamere e Segretario Generale della Camera di commercio Italo Argentina, Carlo Spagnoli. La Camera di commercio si è impegnata a organizzare un tavolo di presentazione delle opportunità dell’Argentina, che si svolgerà a Perugia nei primi mesi del 2008. Con questa iniziativa si intende valorizzare a pieno le potenzialità di un mercato, quello argentino, che presenta notevoli possibilità di investimento e collaborazione commerciale. Dopo la nota crisi del 2001, infatti, il sistema economico argentino, ha affermato l’Ambasciatore Taccetti, cresce a ritmi “asiatici”, con una media del 7- 8% l’anno, una crescita che, secondo un recente studio della Prosperar, Agenzia Nacional de Desarollo de Inversiones-repubblica Argentina, poggia su salde basi macroeconomiche. Inoltre l’Argentina rappresenta un paese “ponte” verso un mercato, quello latino americano, di oltre 261 milioni di consumatori ed un Pil complessivo di quasi 1400 miliardi di dollari l’anno nel 2006. In occasione di questo incontro verrà presentata, quindi, al sistema istituzionale ed economico umbro l’intera gamma di opportunità economico-commerciali dell’Argentina. In parallelo si lavorerà, sulla base dell’interesse che verrà riscontrato dal sistema imprenditoriale, per una missione di sistema umbro, che si potrà svolgere nella seconda metà del 2008. L’intero progetto si inserisce nel filone di iniziative già avviate a livello regionale e che ha già portato importanti risultati, ad esempio, nei settori del turismo e della cultura. .  
   
   
VERBANO CUSIO OSSOLA: LE IMPRESE NEL TERZO TRIMESTRE 2007  
 
Verbania, 21 novembre 2007 - Il sistema imprenditoriale della nostra provincia, secondo i dati del Registro Imprese tenuto dalla Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola, mette in luce che nel terzo trimestre 2007 sono nate 188 nuove imprese mentre gli imprenditori che hanno deciso di chiudere l´attività sono 152: il saldo risulta quindi positivo di 36 unità. I dati Movimprese, rilevazione periodica realizzata da Infocamere, registrano 522 cessazioni ufficiali, le quali portano lo stock da 14. 348 nel secondo trimestre a 14. 393 a fine settembre. Questa diminuzione deve essere letta considerando la cessazione d´ufficio di 370 sedi di impresa ancora iscritte al vecchio Registro Ditte, di fatto non più esistenti. Tale cancellazione è avvenuta in data 20 settembre 2007. E’ bene sottolineare che la revisione non è obbligatoria ed al momento questa Camera di commercio risulta l’unica che lo sta realizzando in Piemonte. Il Registro delle Imprese è il principale strumento di conoscenza del territorio economico locale: la revisione degli archivi consente quindi di accedere ad un patrimonio di informazioni sul sistema economico del Verbano Cusio Ossola più completo ed attendibile. Questi sono in sintesi i dati principali sulla dinamica della nati-mortalità delle nostre imprese, elaborati dal Servizio Promozione delle imprese e Sviluppo del territorio della Camera di Commercio. Tasso di sviluppo del sistema economico del Vco Nel Verbano Cusio Ossola il tasso di sviluppo del terzo trimestre 2007 risulta, al netto delle cancellazioni d´ufficio di cui sopra, pari a +0,25% rispetto al trimestre precedente, valore simile a quello riscontrato nel terzo trimestre 2006 (+0,23%). Il grafico 1 confronta il trend del tasso di sviluppo delle imprese provinciale, regionale e nazionale. In particolare emerge come gli andamenti siano piuttosto allineati, con picchi positivi nei secondi trimestri, una progressiva diminuzione nel terzo e quarto trimestre fino a raggiungere i picchi negativi nei primi trimestri dell’anno, quando per ragioni amministrative e fiscali si concentrano una buona parte di cessazioni. In particolare dal grafico si evince che a partire dal secondo trimestre 2006 il tasso di sviluppo del Verbano Cusio Ossola e quello medio regionale hanno valori praticamente coincidenti. Analisi settoriale Nell’analisi degli andamenti dei singoli settori, occorre premettere che una lettura dettagliata non è agevole, poiché alcune delle imprese nuove iscritte non hanno ancora dichiarato puntualmente l’attività svolta o stanno al momento predisponendosi ad iniziarla. Escludendo dunque le imprese non ancora classificate, nel terzo trimestre 2007 il tasso di natalità (numero di imprese iscritte rapportato allo stock dell’anno precedente) più elevato si è registrato nel settore dei servizi pubblici e sociali (2,3%), che pesa però solo per il 5% sull’economia locale; buoni risultati sono stati raggiunti dalle imprese delle costruzioni (1,8%), che rappresentano il 19% dell’intera economia locale. In totale il tasso di natalità della nostra provincia nel terzo trimestre 2007 si assesta su un valore di +1,31%, lievemente inferiore sia a quello nazionale +1,36%, che piemontese +1,39%. Per quanto riguarda i tassi di sviluppo (differenza tra le imprese iscritte e le cessate rapportata al totale imprese dell´anno precedente, per 100) i comparti dei servizi pubblici e sociali, dell´intermediazione finanziarie, dei trasporti e delle costruzioni hanno ottenuto tassi positivi (rispettivamente +1,4%, 1,1%, 1%, 0,6%) e superiori alla media provinciale. Continuando nell´analisi della dinamica settoriale, i due macrosettori della manifattura e del commercio chiudono il trimestre in esame con un tasso di sviluppo negativo (-0,7%) il primo e di poco positivo (+0,1) il secondo. Per quanto riguarda i risultati relativi ai settori di eccellenza per l´economia locale, il settore alberghiero registra un tasso di natalità rispettivamente dell´1,2%, in linea con la media provinciale mentre i settori metalmeccanico e lapideo finiscono il trimestre con dati più bassi e rispettivamente 0,78%, e 0,42% . Per quanto riguarda i tassi di sviluppo si nota che il lapideo riesce ad ottenere risultati positivi anche sopra la media provinciale, mentre metalmeccanico e alberghiero registrano risultati negativi. Questi dati, evidenziati nella tabelle sottostanti, mostrano quindi una discreta vivacità nel settore alberghiero, una dinamica leggermente negativa nel settore metalmeccanico e una situazione di sostanziale stabilità nel lapideo. Forme giuridiche e caratteristiche degli imprenditori Relativamente all’analisi per forma giuridica, l’andamento trimestrale dei tassi di sviluppo conferma due fenomeni: da una parte la crescente rilevanza delle società di capitale, ormai consolidata dinamica di lungo periodo. Le società di capitali infatti registrano un tasso di sviluppo positivo, +0,9%, le imprese individuali registrano un andamento in linea con la media provinciale, le società di persone registrano una lieve diminuzione rispetto al secondo trimestre, mentre sono negativi i tassi delle altre forme giuridiche. .  
   
   
PERUGIA: RALLENTA NEL III TRIMESTRE 2007 L’ECONOMIA PROVINCIALE  
 
Perugia, 21 novembre 2007 – “Produzione, fatturato e ordinativi del manifatturiero nel Iii trimestre del 2007 avanzano leggermente sullo stesso periodo del 2006, ma rispetto ai primi due trimestri del 2007 registriamo una contrazione in tutte le tre variabili osservate. Per la prima volta dall’inizio dell’anno i dati su produzione e fatturato della provincia di Perugia scendono sotto la media nazionale, mentre manteniamo un migliore andamento rispetto alla ripartizione territoriale del Centro Italia, che sconta performance decisamente negative. Vanno bene le imprese di maggiori dimensioni (con 50 dipendenti e oltre), in difficoltà le piccole imprese e l’artigianato. Il rischio è che gli effetti della ripresa avvertita a cavallo tra il 2006 e il 2007 stiano già sfumando. Nota positiva viene dalle previsioni delle aziende improntate all’ottimismo per l’ultimo trimestre dell’anno”. Queste le dichiarazioni di Alviero Moretti, presidente della Camera di Commercio di Perugia, che oggi ha presentato l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Congiunturale sul Settore Manifatturiero della provincia di Perugia. L’osservatorio è realizzato su base trimestrale dall’Ufficio Studi e Statistica dell’ente camerale perugino, in collaborazione con l’Unioncamere nazionale, su un campione di circa 300 aziende, rappresentativo dell’universo delle piccole e medie imprese (fino a 500 dipendenti) del settore manifatturiero della provincia di Perugia. Produzione - L’andamento della Produzione provinciale nel Iii trimestre 2007, rispetto all’analogo periodo del 2006, registra ancora un risultato positivo, ma l’incremento è limitato a un +0,3%, in frenata rispetto ai primi due trimestri dell’anno. Il risultato della provincia di Perugia è inferiore a quello nazionale (0,9%), ma al di sopra di quello del Centro Italia (-1,1%). Fatturato - Ancor più contenuta è la crescita del volume d’affari delle imprese manifatturiere perugine, che registra una variazione quasi nulla (+ 0,1%) rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente e negativa se il confronto avviene sul 1° e 2° trimestre del 2007. L’andamento del Fatturato provinciale risulta al di sotto di quello nazionale (+0,8%), ma superiore a quello del Centro, che fa registrare un calo dello 0,7%. Ordinativi - Il risultato migliore del Iii trimestre 2007 viene dagli Ordinativi delle imprese manifatturiere che registrano un incremento tendenziale dello 0,7%; di poco inferiore rispetto allo 0,9% registrato lo scorso trimestre. In questo caso la variazione provinciale risulta, seppur di poco, superiore al dato nazionale (+0,5%) e decisamente migliore rispetto al valore delle regioni del Centro (- 0,7%). Sottolinea il Presidente Moretti: “Da questi dati emerge con chiarezza che a trainare il manifatturiero sono le imprese di maggiori dimensioni che riescono, anche se di poco, a compensare le difficoltà delle imprese più piccole. E difatti le imprese con 50 dipendenti e oltre, realizzano incrementi del 3,3% nella produzione, del 3,7% nel fatturato e del 4% negli ordinativi. Al contrario le imprese più piccole fanno registrare un calo in tutte le variabili considerate: da 10 a 49 dipendenti - 1,4 nella Produzione, - 1,7 nel Fatturato e - 0,9 negli Ordinativi; da 1 a 9 dipendenti - 3% Produzione, - 4,2% Fatturato e - 3,1% Ordinativi”. A livello settoriale si segnalano ottimi risultati per le industrie del trattamento dei metalli e minerali metalliferi, con un incremento del 5,7% nella Produzione, del 5,5% nel Fatturato e del 5% negli Ordinativi. Buono l’andamento anche per le industrie del trattamento dei minerali non metalliferi, con un aumento della Produzione del 2,6%, del Fatturato del 6,4% e degli Ordinativi del 4%. Nuovi segnali di sofferenza vengono dal Settore Moda/abbigliamento/calzature, dall’Alimentare, dall’Industria del Legno e del Mobile. Fanno ben sperare per il quarto trimestre 2007 le previsioni delle imprese manifatturiere perugine. Il saldo tra attese d’incremento e di diminuzione della Produzione, a livello provinciale, si attesta a +34, al di sopra del +25 nazionale e del Centro. Il saldo del Fatturato è pari a +35, superiore al +27 registrato a livello nazionale e al +25 delle regioni del Centro. Per gli Ordinativi Interni il saldo si attesta a +34, migliore rispetto al +22 nazionale e del Centro, mentre per gli Ordinativi Esteri, il saldo provinciale è pari a +40 e risulta superiore al +28 nazionale e al +31 registrato nelle regioni centrali. “Dai comparti artigiani – dice Moretti – vengono ancora risultati negativi, ma gli imprenditori restano ottimisti su una ripresa a breve termine. Per il quarto trimestre 2007 tra gli imprenditori artigiani, prevalgono attese di incremento delle principali variabili economiche: + 9 il saldo tra le attese di aumenti e di riduzione della produzione e degli ordinativi interni e + 10 quello del Fatturato. Buone le aspettative riguardo agli Ordinativi Esteri, che fanno registrare un saldo pari a +33”. .  
   
   
CONVENZIONE REGIONE-DIOCESI PER SCHEDATURA BENI  
 
Cordenons (Pn), 21 novembre 2007 - Una convenzione tra la Regione e le Diocesi di Concordia-pordenone, Vittorio Veneto e Udine consentirà la schedatura dei beni culturali mobili di proprietà ecclesiastica ricadenti nel territorio delle tre Diocesi (di quella di Vittorio Veneto fanno parte alcune parrocchie della provincia di Pordenone). Lo ha stabilito la Giunta regionale approvando la proposta dell´assessore all´Istruzione e Cultura, Roberto Antonaz, e lo schema di convenzione. La spesa complessiva per la Regione sarà di 300 mila euro, pari al 50 per cento della spesa ritenuta ammissibile e necessaria per la schedatura del patrimonio. Alla Diocesi di Concordia-poerdenone andranno 102 mila euro per la realizzazione di 10. 200 schede, a quella di Vittorio Veneto 8 mila euro per 800 schede, all´Arcidiocesi di Udine andranno 190 mila euro per 19 mila schede. In base alla Finanziaria regionale di quest´anno, la Regione riconosce l´alto valore di testimonianza storico-artistica del patrimonio culturale mobile conservato dalle realtà diocesane, plebanali e parrocchiali del Friuli Venezia Giulia e promuove e sostiene la sua inventariazione e catalogazione. L´attuale convenzione, inoltre, fa seguito al protocollo del 2005 tra ministero dei Beni culturali e Regione, che costituiva il Sistema informativo regionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia (Sirpac), gestito dal Centro regionale di catalogazione e restauro di Villa Manin, ed all´accordo tra ministero, Regione e Diocesi del Friuli Venezia Giulia (a seguito dell´intesa tra ministero e Conferenza episcopale italiana) per la tutela e valorizzazione dei beni culturali appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche della regione. .  
   
   
SI E’ PARLATO DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO NELL’INCONTRO DI LUNEDI’ IN PROVINCIA  
 
Gorizia, 20 novembre 2007 - L’africa è stata nuovamente la protagonista all’interno della rassegna “Un Mese di Pace”, promossa dalla Provincia di Gorizia, assessorato alla Pace, con la collaborazione del Crelp, dell’Associazione Alce, del Cvcs, dell’Associazione Arti Visive e di vari sodalizi locali. Dopo l’intervento a Staranzano del Presidente del Consiglio provinciale di Bolzano Riccardo Dello Sbarba sulla sua esperienza al Forum Sociale Mondiale di Nairobi, lunedì sera è stata la volta di Federico Coan, socio dell’Associazione Oikos Fvg che, assieme all’assessore provinciale agli Affari internazionali e alla Pace Marco Marincic, ha parlato di cooperazione allo sviluppo in occasione di un incontro pubblico che si è tenuto nella Sala Grasp della Provincia di Gorizia alle 17. 30. “Un´esperienza di cooperazione vissuta sul campo. Una riflessione sui significati e le implicazioni dell´incontro con le persone e le organizzazioni del Sud del Mondo” è stato il titolo dell’iniziativa in cui è stato presentato “Mtaani”, un Dvd che contiene due video “A daily life in a slum” e “Agli Europei. Lettere dall´Africa” curati da Michela Monte (Bottega Video 2007), unitamente ad una selezione di fotografie scattate a Nairobi in occasione del Social Forum 2007. Il Dvd, prodotto dal Coordinamento degli Enti locali per la pace e Tavola della pace, è un´esperienza che unisce giornalismo e riscatto sociale e parte dall’assunto che solo chi vive la realtà sulla propria pelle può raccontarla in modo efficace. E’ questa l’idea che sta dietro a “A daily life in a slum”, il video realizzato da una troupe di ragazzi provenienti da Kibera, il più grande slum di Nairobi. Francis, Victor e Newton hanno lavorato insieme ad alcuni operatori italiani per imparare le basi del mestiere e in breve sono diventati una vera troupe, prendendo il nome di Ndugu Mdogo Crew (“piccolo fratello” in swaili). Francis, Victor and Newton, riunitisi nella "Ndugu Mdogo crew", hanno condotto un viaggio nella baraccopoli di Kibera, il più grande slum africano, raccontando consuetudini e storie quotidiane delle periferie delle città dove, ogni anno, oltre 5 milioni di persone cercano un alloggio. Ecco, dunque, il moltiplicarsi della popolazione negli slum, spazi autocostruiti su terreni demaniali, causato dalla fuga dai villaggi per la mancanza di progetti tesi a proteggere le aree rurali. “Agli Europei. Lettera dall´Africa” è stato anch’esso realizzato a Nairobi in Kenya nel cuore dell’Africa, dove, dal 20 al 25 gennaio scorsi, si è svolto il Forum Sociale Mondiale: un’occasione per ascoltare gente privata persino del diritto di parola. Gente che sta lottando per avere un futuro e che ha diritto di avere i nostri stessi diritti. Al termine della proiezione, Federico Cohan ha parlato della sua ricca esperienza come cooperante nei paesi del “Sud del mondo”. Ma, soprattutto, ha stimolato la riflessione sui rischi che si possono correre quando ci si impegna in un progetto di cooperazione allo sviluppo: «Attraverso un progetto di cooperazione è sempre elevato il rischio di esportare visioni, soluzioni, modelli, procedure che appartengono al nostro mondo e alla nostra cultura. Si introducono e si utilizzano linguaggi e principi che appartengono al nostro sistema socio-economico, come efficienza, efficacia, competitività, concorrenza, sostenibilità economica, calcolo costi/benefici, logiche di mercato. Gli stessi progetti che costruiamo devono, in qualche misura, rispondere a questi criteri per essere valutati positivamente e finanziati. Per noi è logico che sia così ma non è così scontato ed evidente per società che hanno una concezione del tempo, dello spazio, dell´ambiente e del lavoro diversa dalla nostra. Per certi aspetti anche la cooperazione rischia di esportare lo stesso "modello unico" che attraverso i mercati neoliberisti si sta espandendo globalmente, incontrando ormai solo sacche residuali di "resistenza"». L’associazione Oikos (Organization for International Kooperation and Solidarity), da cui proviene Federico Coan, ha sede a Udine ed è composta da un gruppo di persone che hanno deciso di mettere insieme le professionalità acquisite in campi diversi, con l’obiettivo di lavorare per la cooperazione allo sviluppo. .  
   
   
DISOCCUPAZIONE: L´ALTO ADIGE TRA I MIGLIORI D´EUROPA  
 
Bolzano, 21 novembre 2007 - È dedicato ai dati di Eurostat relativi alla disoccupazione in Europa e alla lusinghiera situazione in Alto Adige il nuovo numero di "Mercato del lavoro news", la pubblicazione dell´Osservatorio mercato del lavoro. Secondo Eurostat la Provincia di Bolzano si trova – con un tasso di disoccupazione del 2,7% – al secondo posto tra le regioni europee. Secondo i dati dell´Istituto europeo di statistica, nel 2005 l´Alto Adige era al secondo posto tra le 268 regioni europee per quanto riguarda la più bassa percentuale di disoccupati. "Gli altoatesini che cercano lavoro lo trovano molto più facilmente rispetto alla forza lavoro delle altre regioni europee", sottolinea l´assessora provinciale Luisa Gnecchi. Con un tasso di disoccupazione tra i più bassi in Europa, in provincia di Bolzano la situazione occupazionale è particolarmente favorevole. Eurostat conferma che la Provincia di Bolzano si trova – con un tasso del 2,7% – al secondo posto tra le regioni europee. Anche per i giovani e le donne, pur mostrando come in passato tassi di disoccupazione più elevati della media, la situazione è nettamente migliore che nel resto dell’Unione Europea. L´andamento occupazionale nei singoli Paesi Ue si riflette sull´Alto Adige, dove dal 2000 al 2006 il numero di cittadini slovacchi e polacchi è più che triplicato, mentre il numero degli ungheresi non è nemmeno raddoppiato (+85%) e quello dei cechi è aumentato solo del 25%. I primi dati del 2007 mostrano inoltre che per la Polonia e la Slovacchia l’immigrazione stagionale continua a crescere, mentre per l’Ungheria e la Repubblica Ceca pare si sia stabilizzata. I dati sull´andamento della disoccupazione in Alto Adige sono contenuti nell´ultimo numero di "Mercato del lavoro news", pubblicato dalla Ripartizione provinciale Lavoro. .  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ TRA UOMO E DONNA, VENERDÌ 23 UN SEMINARIO A BOLZANO  
 
 Bolzano, 21 novembre 2007 - Varie - Strategie e misure per la realizzazione delle pari opportunità tra donna e uomo. Questo il titolo di un seminario organizzato dalla Rete "Donne-lavoro" in programma venerdì 23 novembre alla biblioteca delle donne di Bolzano. La Rete "Donne-lavoro" raccoglie servizi e associazioni presenti sul territorio provinciale, e si occupa della diffusione di una cultura di genere progettando e realizzando azioni mirate al raggiungimento delle pari opportunità fra uomini e donne. Una di queste è il seminario "strategie e misure per la realizzazione delle pari opportunità tra donna e uomo", in programma venerdì 23 novembre 2007 dalle 15 alle 19. 30 presso la biblioteca delle donne in piazza Parrocchia 15, a Bolzano I lavori saranno aperti da Fabiola Moruzzi della Rete "Donne-lavoro" e dalla referente Katharina Mitterbauer. .  
   
   
BENI STABILI RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2007 POSIZIONE FINANZIARIA NETTA A -2.170,6 MILIONI DI EURO (-2.149,5 MILIONI AL 30/06/07)  
 
Roma, 21 novembre 2007 – Il Consiglio di Amministrazione di Beni Stabili ha approvato il 14 novembre i dati consolidati del terzo trimestre 2007. I primi nove mesi del 2007 si chiudono con un utile netto consolidato di Gruppo pari a 62,4 milioni di Euro a fronte di un risultato di 36,6 milioni di Euro realizzato nei primi nove mesi del 2006. Il reddito operativo dei primi nove mesi del 2007 è pari a 201,7 milioni di Euro contro 135,4 milioni di Euro nel 2006. Ai fini del confronto tra i risultati dei primi nove mesi del 2007 e del 2006 si precisa che, in linea con le procedure del Gruppo Foncière des Régions che prevedono la valutazione del portafoglio immobiliare su base semestrale, il reddito operativo comprende gli effetti della valutazione ante imposte del portafoglio immobiliare effettuata al 30 giugno 2007, che contribuisce per 75,2 milioni di Euro. I ricavi netti da locazione si incrementano di 10,1 milioni di Euro (da 138,8 milioni di Euro al 30/9/06 a 148,9 milioni di Euro al 30/9/07), i ricavi per servizi si incrementano di 1,6 milioni di Euro (da 3,3 milioni di Euro al 30/9/06 a 4,9 milioni di Euro al 30/9/07), prevalentemente per l’incremento dell’attività della Beni Stabili Gestioni S. P. A. Sgr, compensando la riduzione dei ricavi da vendita -9,6 milioni di Euro (da 10,8 milioni di Euro al 30/9/06 a 1,2 milioni di Euro al 30/9/07). Gli oneri finanziari netti ammontano per i primi 9 mesi del 2007 a 87,8 milioni di Euro a fronte di 66 milioni di Euro dei primi nove mesi del 2006 che includevano, peraltro, proventi finanziari straordinari per 15,2 milioni di Euro. L’incremento degli oneri finanziari, depurato della componente straordinaria, è imputabile principalmente al finanziamento delle acquisizioni effettuate nel corso del 2006. A livello patrimoniale il valore complessivo del portafoglio immobiliare risulta pari a 4. 393,7 milioni di Euro al 30/9/07 (4. 364,2 milioni di Euro al 30/6/07) di cui circa il 90% rappresentato dal portafoglio “investment”. La Posizione finanziaria netta rimane pressoché invariata da 2. 149,5 milioni di Euro al 30 giugno 2007 a 2. 170,6 milioni di Euro al 30 settembre 2007. Conseguentemente anche il debt/equity ratio rimane stabile a 1,06 rispetto a 1,05 del 30 giugno 2007 così come il rapporto tra debiti finanziari netti e portafoglio immobiliare di Gruppo pari al 49,4% al 30 settembre 2007 rispetto al 49,3% al 30 giugno 2007. “Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari Luca Lucaroni dichiara ai sensi del comma 2 articolo 154 bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri, ed alle scritture contabili”. .  
   
   
NAPOLI DA SOTTO IN SÙ IL CNR INTERPRETA IL SOTTOSUOLO PER CAPIRE LA STORIA E IL FUTURO DELLA CITTÀ PARTENOPEA.  
 
Roma, 21 novembre 2007 - Per capire Napoli bisogna capovolgerla. E’ l’originale punto di osservazione di alcuni studiosi che, con strumenti operativi e approcci interpretativi diversi, hanno studiato la città dal sottosuolo per coglierne i processi di urbanizzazione, secondo l’approccio già suggerito da David Pike che lo propose per Londra e Parigi ma mai utilizzato in Italia. L’istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche, con il convegno ‘I sottosuoli napoletani’, organizzato presso la propria sede, ha inaugurato questo approccio ‘capovolto’, affinché “il sottosuolo acquisti la funzione di chiave interpretativa rispetto alle vicende della città emersa”, spiega Roberta Varriale dell’Issm del Cnr. Come la rete fognaria, ad esempio, che ha molto influito sull’equilibrio geologico del sottosuolo a livello urbano e su scala regionale: “La realizzazione delle fogne è stato solo un capitolo ancorché fondamentale dell’ampio programma di revisione urbanistica della città noto come ‘il Risanamento’, iniziato dopo l’epidemia di colera del 1884”, prosegue la Varriale. “La soluzione di un sistema di fognature a doppia canalizzazione, con la divisione fra acque bianche e nere, è stata spinta dall’Amministrazione con la motivazione che le acque nere avrebbero potuto essere usate per la concimazione, quelle bianche nel campo industriale. Si sapeva però, fin da allora, che la riconversione sarebbe stata difficile da realizzare in tempi brevi. Così per ovviare alle emergenze sanitarie di Napoli, divenute una questione nazionale si decise di soprassedere alla riconversione. La conseguenza è stata che il litorale a nord di Napoli ha dovuto subire gli effetti delle scelte operate sulla città, visto che si è deciso di sversare lì tutto il materiale, compromettendo il futuro turistico di quest’area”. Paradossalmente, l’unico piano di recupero dei materiali reflui andato a buon fine fu quello degli stabilimenti dell’Italsider di Bagnoli dove operava un impianto di riciclaggio all’interno del processo dell’acciaieria. Ma i mali di Napoli dipendono non solo dalle scelte operate dall’uomo. “La natura tufacea, facile a scavarsi, ha fatto sì che la città fosse dotata da tempo immemorabile di una rete acquedottistica, come quella della Bolla”, spiega Giacomo Rasulo dell’Università Federico Ii. “Eppure a questo acquedotto e alla permeabilità del tufo si devono ascrivere le varie epidemie coleriche, che hanno afflitto la popolazione napoletana, e le cosiddette ‘febbri napoletane’ causate da una contaminazione perenne tra acque scaricate sul e nel suolo e la rete acquedottistica”. Il sottosuolo racconta anche una storia di abusi e speculazioni iniziata dal ‘500. “In seguito al divieto di reperire materiali edili all’interno delle mura, per evitare le costruzioni in un centro storico già saturo”, commenta la Varriale, “i giacimenti di tufo sotterranei servirono a eludere la norma e continuare a edificare in città. Per arrivare poi alla ricostruzione post bellica, quando gli stessi spazi sotterranei vennero usati come sversatoi”. Un archivio informatizzato e georeferenziato del Servizio di sicurezza geologica e sottosuolo del Comune ha censito le cavità naturali, per prevenire crolli improvvisi. “Il fenomeno riguarda soprattutto il centro storico, popolato da cisterne, antiche cave, gallerie stradali, ferrovie e cuniculi vari”, spiega Goffredo Lombardi, dirigente del Servizio. “Con tale strumento è possibile eseguire la ricerca per numero di catasto assegnato oppure per strada, ottenendo tutte le informazioni, quali planimetria, relazione tecnica, foto e filmati”. Il sottosuolo è chiamato in causa anche per il traffico cittadino. La stratificazione storica di 2. 500 anni, la presenza del tufo giallo, già a 30 metri da piano di calpestio, e di falde acquifere, rendono difficile la messa in opera di infrastrutture sotterranee per il trasporto pubblico, come la metropolitana. Questa complessa ‘architettura’ geologica rappresenta però un vantaggio per la cosiddetta ‘banda del buco’. “I 900. 000 metri quadrati di vuoti sotterranei sono però una ‘risorsa’ per la criminalità. Furti e rapine hanno come protagonisti ingegnosi malviventi i quali entrano prevalentemente all’interno di banche e uffici postali passando attraverso catacombe, acquedotti, fogne, gallerie e camminamenti sotterranei”, conclude Massimo Sacco, Commissario Capo della Polizia di Stato. Alcuni componenti della banda, comunicando con l’esterno via radio, entrano nel sottosuolo e scavano a turno il cunicolo per raggiungere l’obiettivo. Studiano percorsi e tempi, trascorrendo intere notti fra tombini, cunicoli e topi. Nel giorno prestabilito ‘sbucano’ nell’edifico preso di mira, per poi sparire con il bottino nel dedalo di vie, sotto e sopra la città. .  
   
   
PANARIAGROUP INDUSTRIE CERAMICHE S.P.A. RELAZIONE TRIMESTRALE AL 30 SETTEMBRE 2007. RICAVI NETTI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI CONSOLIDATI PARI A 271,6 MILIONI DI EURO (+6,2 MILIONI DI EURO RISPETTO AL 30 SETTEMBRE 2006).  
 
Milano, 21 novembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione di Panariagroup Industrie Ceramiche S. P. A. , Gruppo attivo nella produzione e distribuzione di materiale ceramico per pavimenti e rivestimenti di fascia alta e lusso, ha approvato il 14 novembre la Relazione Trimestrale 30 settembre 2007, redatta secondo i principi contabili internazionali (Ifrs). L’ottimo andamento delle Business Unit europee nei primi nove mesi del 2007 porta i ricavi consolidati a 271,6 milioni di Euro, in crescita del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’esercizio 2006. La leggera diluizione della marginalità del Gruppo è dovuta sia agli effetti della profonda riorganizzazione in atto della società americana Florida Tile che alla pesante svalutazione della valuta statunitense rispetto a quella europea. I risultati del terzo trimestre evidenziano importanti miglioramenti della marginalità operativa rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente; il margine operativo lordo del terzo trimestre 2007 si attesta a 10,3 milioni di Euro (9,1 milioni di Euro nel terzo trimestre 2006) mentre il margine operativo netto nel trimestre è pari a 5,4 milioni di Euro (4,5 milioni di Euro nel terzo trimestre 2006). Ricavi Nei primi nove mesi del 2007 i ricavi netti delle vendite si sono attestati a 271,6 milioni di Euro, registrando una crescita del +2,3% rispetto ai 265,4 milioni di Euro dello stesso periodo del 2006. L’incremento registrato è riconducibile principalmente all’andamento positivo dei ricavi delle società europee che hanno registrato un incremento complessivo del 3,9%. Analizzando i ricavi per area geografica e le tendenze divergenti riscontrate sui tre principali mercati di riferimento si conferma la validità della strategia di internazionalizzazione e di diversificazione attuata dal Gruppo sui principali mercati mondiali, a tutela del Rischio Paese. I tre principali poli geografici di riferimento di Panariagoup sono: Italia – il mercato italiano registra al 30 settembre 2007 ricavi pari a 81,6 milioni di Euro e un’incidenza sul totale dei ricavi di circa il 29% confermando sostanzialmente il risultato dei primi nove mesi del 2006 e l’importante quota di mercato. Europa - sui mercati europei, che hanno un’incidenza sul fatturato complessivo del 42%, continua la crescita complessiva del Gruppo con un tasso pari circa all’8,4%. In particolare, eccellenti sono le performance sul mercato francese (+10,4%) e britannico (+24,5%), così come molto positivi sono gli andamenti realizzati in Portogallo, Olanda e Belgio, che sono mercati presidiati storicamente da Panariagroup. Da segnalare anche le performance registrate in nuove aree commerciali nei Paesi dell’Est (Polonia, Romania, Russia e Bosnia). Usa – l’incidenza del mercato statunitense sul fatturato complessivo è pari a circa il 23%. In un contesto come quello statunitense caratterizzato nel 2007 da una crisi strutturale del settore immobiliare, dalla cosiddetta “crisi dei mutui” e da un pesante indebolimento della valuta americana il Gruppo ha registrato una contrazione del volume di affari. La società americana Florida Tile ha registrato una contrazione pari a circa il 16% rispetto ai primi nove mesi 2006 mentre le società europee hanno complessivamente mantenuto lo stesso livello di vendite in dollari dell’anno precedente. Una particolare menzione va fatta relativamente ai significativi risultati di sviluppo ottenuti sui mercati meno tradizionali per il nostro Gruppo, quali i paesi dell’est europeo e i principali mercati asiatici. In tali aree si registra un incremento di fatturato di circa 4 milioni di euro (+35% rispetto al 2006). Margini Reddituali - Il Margine operativo lordo è pari a 37,8 milioni di Euro. Nei primi nove mesi del 2007 le Business Unit europee del Gruppo confermano i buoni livelli di redditività registrando, al netto dell’effetto cambio, un margine operativo lordo pari a circa il 18% sui ricavi netti di vendita. Utile Netto Consolidato - L’utile al netto delle imposte è di 11,5 milioni di Euro, pari al 4% del Valore della Produzione. Posizione Finanziaria - La Posizione finanziaria netta del Gruppo, infine, registra un saldo passivo di 75,7 milioni di Euro al 30 settembre 2007. Patrimonio Netto - Il patrimonio netto del Gruppo è pari a 152,6 milioni di Euro al 30 settembre 2007 rispetto ai 151,6 milioni di Euro al 31 dicembre 2006. Evoluzione Prevedibile Della Gestione - Nel prossimo esercizio il Gruppo conta sia di confermare gli ottimi trend di crescita registrati sui mercati europei e su quelli emergenti che di poter beneficiare di un progressivo recupero del volume d’affari nell’area statunitense grazie anche ai primi effetti positivi del turnaround di Florida Tile. .  
   
   
ENERGIA RINNOVABILE: CONFERENZA E FIERA COMMERCIALE  
 
Stoccarda (Germania), 21 novembre 2007 - Dal 7 al 9 marzo si terranno una conferenza sull´innovazione e una fiera commerciale internazionale dedicate alle energie rinnovabili e alla costruzione e restauro efficienti dal punto di vista energetico. L´iniziativa analizzerà tecnologie attuali e temi futuri. Un forum consentirà ad aziende ad aspirazione internazionale di presentare i loro prodotti, servizi e innovazioni. La conferenza e la fiera commerciale sono dedicate alla gamma completa delle energie rinnovabili e dei settori della creazione e del restauro efficienti dal punto di vista energetico, dal calore di processo biogeno all´energia solare e geotermale, e a temi quali le pompe di calore nel settore edile e le abitazioni passive. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Cep-expo. Com .  
   
   
GRUPPO KERSELF: LA CONTROLLATA HELIOS TECHNOLOGY HA CONCLUSO UN’IMPORTANTE COMMESSA CON IL GRUPPO PRAMAC PER LA CONSEGNA DI PANNELLI FOTOVOLTAICI FINO A 45 MW NEL TRIENNIO 2008-2010  
 
Correggio, 21 novembre 2007. La controllata del Gruppo Kerself, Helios Technology Srl attiva nella produzione di celle fotovoltaiche, ha sottoscritto un importante accordo di fornitura di pannelli fotovoltaici con la società Pramac S. P. A. Attraverso il quale si impegna a fornire moduli fotovoltaici di propria produzione per un totale di 45 Mw nel triennio 2008-2010 cosi suddivisi: relativamente all’anno 2008, moduli fotovoltaici per una potenza di 8 Mw; relativamente all’anno 2009, moduli fotovoltaici per una potenza di 10 Mw; relativamente all’anno 2010, moduli fotovoltaici per una potenza di 15 Mw; oltre alla facoltà concessa a Pramac di incrementare la richiesta di fornitura dei moduli fotovoltaici di ulteriori 2 Mw per l’anno 2008, di 5 Mw per l’anno 2009 e di ulteriori 5 Mw per l’anno 2010. Tale commessa va ad aggiungersi agli ordini già in portafoglio del Gruppo Kerself per il settore fotovoltaico per l’anno 2008 e garantirà alla società Helios Technology la distribuzione di una parte della futura produzione che, a partire dal prossimo anno, beneficerà dell’entrata a pieno regime delle due nuove linee produttive acquistate nel corso dell’anno da Centrotherm e ciascuna con potenzialità di 30 Mw. Helios Technology Srl è leader in Italia nella produzione di celle fotovoltaiche con una capacità produttiva potenziale pari a circa 60 Mw e si ricorda inoltre che recentemente si è garantita l’approvvigionamento della materia prima necessaria alla produzione a prezzi estremamente vantaggiosi attraverso un accordo siglato con la società Sil Fab. Ad ulteriore conferma della fiducia nelle positive prospettive del Gruppo Kerself, il Presidente Pier Angelo Masselli, ha incrementato la propria partecipazione nella società passando dal 24,8% al 26,8% attraverso acquisti sul mercato di oltre 250 mila azioni ordinarie Kerself. “Quest’accordo – commenta Pier Angelo Masselli Presidente del Gruppo Kerself - fa seguito agli eccellenti risultati conseguiti dalla controllata Helios Technology nella definizione dei contratti di lunga durata. Collaborare con un importante gruppo come Pramac S. P. A. Ci fornisce un’ulteriore conferma della qualità dei nostri pannelli. ” “Lo scorso settembre – dichiara Paolo Campinoti, Vice Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Pramac - abbiamo concluso un accordo di joint venture con la società spagnola Union de Proyectos Solares S. L. , capofila del Gruppo Prosolia, per la distribuzione ed installazione di pannelli fotovoltaici ed altri sistemi solari nei mercati europeo ed africano. L’intesa con il Gruppo Kerself è la dimostrazione del nostro impegno nel settore fotovoltaico e rappresenta solo il primo passo per Pramac verso il campo delle energie rinnovabili”. .  
   
   
RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA DEL GRUPPO ALERION AL 30 SETTEMBRE 2007 RICAVI E PROVENTI OPERATIVI: 12,7 MILIONI DI EURO (+14,6 MILIONI RISPETO AL 30 SETEMBRE 2006)  
 
Milano, 21 novembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione di Alerion Industries S. P. A. Ha esaminato ed approvato in data 14 novembre 2007 la relazione trimestrale consolidata del gruppo Alerion al 30 settembre 2007, redatta utilizzando i principi di valutazione e misurazione stabiliti dagli “International Accounting Standard”/”international Financial Reporting Standard” (Ias/ifrs). Nel corso dei primi nove mesi del 2007 l’attività del Gruppo si è focalizzata sulla costruzione di parchi eolici in Puglia, Sicilia e Campania e di impianti fotovoltaici in Puglia, sullo sviluppo di nuovi progetti di investimento nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e sulla valorizzazione e razionalizzazione del portafoglio partecipazioni. I Ricavi e proventi operativi al 30 settembre 2007 sono positivi per 12,7 milioni di Euro (negativi per 1,9 milioni di Euro al 30 settembre 2006), e includono ricavi per la vendita di energia elettrica e certificati verdi per 1,4 milioni di Euro delle società operative Eolo S. R. L. (parco eolico di Albanella) e di Wind Power Sud S. R. L. (parco eolico di Agrigento e Naro) e la plusvalenza di 9,6 milioni di Euro sulla cessione parziale di Reno De Medici S. P. A. Il Risultato Operativo (Ebit) al 30 settembre 2007 è positivo per 6,9 milioni di Euro (negativo per 8,0 milioni di Euro al 30 settembre 2006), dopo costi operativi per 5,0 milioni di Euro (6,0 milioni di Euro al 30 settembre 2006). Il Risultato Netto di Gruppo al 30 settembre 2007 è pari a 4,0 milioni di Euro, (negativo per 8,6 milioni di Euro al 30 settembre 2006). Tale risultato riflette, oltre a quanto sopra descritto, anche la presenza di oneri finanziari pari a 1,9 milioni di Euro relativi sia ai finanziamenti connessi allo sviluppo e alla costruzione dei parchi eolici, sia all’effetto economico della valutazione al fair value, come previsto dagli Ias 32/39, dell’opzione di acquisto (“call”) sulle azioni Enertad per 0,9 milioni di Euro. Quest’ultima componente rappresenta una perdita non realizzata e non troverà comunque manifestazione nel bilancio d’esercizio 2007. Il Capitale Investito Netto del Gruppo al 30 settembre 2007 è pari a 250,7 milioni di Euro, con un incremento rispetto al 31 dicembre 2006 di 67,1 milioni di Euro. Il Patrimonio Netto di Gruppo al 30 settembre 2007 è pari 153,6 milioni di Euro, con un aumento rispetto al 31 dicembre 2006 pari a 6,1 milioni di Euro. La Posizione Finanziaria Netta al 30 settembre 2007 è negativa per 97. 0 milioni di Euro (50,0 milioni di Euro al 30 giugno 2007 e 34,9 milioni di Euro al 31 dicembre 2006). L’incremento di 62. 1 milioni di Euro registrato nei primi nove mesi del 2007 (di cui 47,0 milioni di Euro nel terzo trimestre 2007) deriva principalmente dagli investimenti effettuati nel settore della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e dalla variazione dell’area di consolidamento, con particolare riferimento all’acquisizione della società Wind Power Sud S. R. L. Effettuata nel corso del terzo trimestre 2007. In particolare, si evidenzia che l’indebitamento lordo verso il sistema bancario al 30 settembre 2007 è pari a complessivi 76 milioni di Euro (12,9 milioni di Euro al 31 dicembre 2006) e si riferisce a finanziamenti bancari di competenza delle società operative del settore della produzione di energia da fonte rinnovabile (finanziamenti bridge attivati su accordi di project financing, finanziamenti in project financing e mutui bancari) per 62,9 milioni di Euro e linee di credito ordinarie per 13,1 milioni di Euro. Si sottolinea inoltre la posizione finanziaria netta al 30 settembre 2007 include, tra le passività finanziarie, il valore dell’opzione call Enertad, valorizzata al fair value, per un importo pari a circa 11,9 milioni di euro. Tale passività finanziaria si estinguerà senza esborso monetario entro il 16 dicembre 2007 (data di scadenza dell’opzione call), sia in caso di esercizio sia in caso di mancato esercizio dell’opzione. Fatti di rilievo avvenuti durante i primi nove mesi del 2007 e successivi alla chiusura del Iii° trimestre 2007 Nel corso dei primi nove mesi del 2007 l’attività del Gruppo si è focalizzata sulla costruzione di parchi eolici in Puglia, Sicilia e Campania e di impianti fotovoltaici in Puglia, sullo sviluppo di nuovi progetti di investimento nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e sulla valorizzazione e razionalizzazione del portafoglio partecipazioni. In particolare, il 1° marzo 2007 è stata perfezionata l’acquisizione di Ordona Energia S. R. L. (di seguito “Ordona”) una società titolare dei diritti di costruzione e gestione di un parco eolico in Puglia. Il parco eolico, che ha già ottenuto le necessarie autorizzazioni, ha una potenza installabile di 34 Mw; la produzione a regime si attesterà a circa 75 Gwh/anno. Nel mese di giugno 2007, Alerion Energie Rinnovabili (“Aer”) ha rilevato il 40% delle società Alcamo Wind S. R. L (società controllante la società progetto titolare dei diritti di costruzione e gestione di un parco eolico a Callari da 36 Mw) e Castel di Lucio Wind S. R. L. (società controllante la società progetto titolare dei diritti di costruzione e gestione di un parco eolico a Castel di Lucio da 25 Mw), acquisendone il controllo integrale. Il 20 luglio 2007, Aer ha acquisito il 50% di Ecoenergia Campania S. R. L. , società titolare dei diritti per la costruzione e gestione di un parco eolico a Lacedonia, in provincia di Avellino. Il parco eolico, che ha già ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni, ha una potenza installabile di 15 Mw; la produzione a regime si attesterà a circa 33 Gwh/anno. In data 25 luglio 2007, inoltre, Aer ha sottoscritto tre contratti preliminari per l´acquisizione di progetti per impianti fotovoltaici in Puglia (provincia di Brindisi e Lecce), per i quali sono state ottenute le autorizzazioni per la realizzazione e gestione. La potenza complessiva installabile è pari a circa 1,1 Mw con una produzione annua a regime stimata di circa 2. 100 Mwh. In data 5 settembre 2007, Aer ha perfezionato l’acquisto, attraverso la società Monte Petrasi S. R. L. (società controllata al 50% dalla stessa Aer), di un parco eolico sito in Sicilia nel territorio di Agrigento e Naro con una potenza installata di 34 Mw, già operativo da fine 2006 e con una produzione prevista a regime pari a circa 68 Gwh/anno. In data 27 marzo 2007 Alerion Industries S. P. A. Ha formalizzato la cessione di n. 40 milioni di azioni Reno De Medici S. P. A. (di seguito “Rdm”). Le azioni sono state cedute ad un prezzo di 0,67 Euro/azione, per un controvalore di 26,8 Milioni di Euro. Successivamente al 30 giugno 2007 si sono manifestati i seguenti fatti di rilievo: Nel mese di ottobre 2007, Aer ha rilevato dai soci terzi il 15% di Eolo S. R. L, società titolare di parco eolico di 8,5 Mw sito in Albanella, acquisendone il controllo integrale. In data 5 novembre 2007 Alerion Industries S. P. A. Ha ceduto le azioni corrispondenti al 90% del capitale della controllata Ream S. G. R. Con realizzazione di una plusvalenza consolidata di 0,7 milioni di Euro. Prevedibile evoluzione della gestione Nel corso del 2007 il management del Gruppo sarà impegnato a supportare la crescita del business della produzione di energia da fonte rinnovabile, che si focalizzerà nella realizzazione dei parchi eolici e impianti fotovoltaici autorizzati e nello sviluppo di nuovi progetti di investimento. Verranno parallelamente perseguiti interventi di razionalizzazione del portafoglio di partecipazioni, che potranno tra l’altro concretizzarsi in cessioni volte a consentire la realizzazione delle plusvalenze ad oggi maturate. .  
   
   
SORGENIA (GRUPPO CIR) SI AFFERMA COME PRIMO OPERATORE PRIVATO ITALIANO NELLA PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FOTOVOLTAICO ATTRAVERSO LA SUA CONTROLLATA SOLUXIA  
 
Milano, 21 novembre. Il gruppo Sorgenia, attraverso la propria controllata Soluxia, è diventato il primo produttore privato italiano di energia elettrica da fotovoltaico. Dopo la connessione alla rete dei due impianti a Villacidro (Sardegna), avvenuta ad agosto, tra ottobre e novembre 2007 sono stati collegati alla rete anche gli impianti di Benevento (Campania) e di Enna (Sicilia). A oggi, Soluxia può contare sulla connessione alla rete di 4 Mw di potenza installata. Le quattro centrali fotovoltaiche realizzate fino ad oggi sono le prime di una serie di 15; il piano prevede che i rimanenti 11 impianti entreranno in produzione entro marzo 2008, portando la potenza installata a circa 15 Mw, e saranno localizzati nelle regioni dell’Italia Meridionale, principalmente all’interno di Consorzi industriali. L’investimento complessivo allocato dal Gruppo Sorgenia nel fotovoltaico è di circa 85 milioni di euro. L’attività di Soluxia nel business fotovoltaico si inquadra nel più complessivo impegno del Gruppo Sorgenia per la generazione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrica, eolica e fotovoltaica), un impegno coerente con l’obiettivo di aumentare la produzione elettrica nel rispetto dell’ambiente. Il gruppo Sorgenia sta infatti attuando un piano di investimento di 660 milioni di euro per sviluppare la produzione da fonti rinnovabili che, oltre a contribuire alla riduzione delle emissioni inquinanti, favorisce la produzione distribuita grazie all’utilizzo diretto di risorse locali. Soluxia, grazie all’esperienza sviluppata con i propri siti, si propone ad altri investitori per la realizzazione di grandi impianti. Inoltre offre ai clienti la possibilità di realizzare impianti di taglia inferiore per l’autoproduzione di energia fotovoltaica attraverso un servizio di consulenza globale. Il cliente è seguito in ogni passo della realizzazione dell’impianto: dallo studio di fattibilità alla gestione di tutte le pratiche burocratiche, dalla ricerca di convenzioni con istituti di credito per il finanziamento al supporto per l’ottenimento degli incentivi statali, dal servizio di manutenzione e garanzia degli impianti per il periodo di esercizio. .  
   
   
FRI-EL ENTRA IN BORSA  
 
Bolzano, 21 novembre 2007 - L´assessore provinciale Thomas Widmann esprime la propria soddisfazione per l´ingresso in Borsa dell´azienda altoatesina Fri-el Green Power. "Mi fa particolarmente piacere - sottolinea Widmann - che la prima impresa locale a compiere il grande salto verso la quotazione in Borsa sia specializzata nella produzione di energia rinnovabile e carburanti alternativi". "E´ da rimarcare - prosegue l´assessore - il fatto che ad aprirsi al grande mercato azionario non sia un´azienda "tradizionale", ma un´impresa attiva in un settore caratterizzato da una grande spinta all´innovazione tecnologica". Widmann si dice particolarmente colpito dal fatto che la Fri-el dia grande importanza allo sviluppo di carburanti alternativi, che in futuro potranno essere utilizzati anche dal servizio di trasporto pubblico locale. Uno degli obiettivi dell´Assessorato alla mobilità, infatti, è quello di offrire un servizio pubblico non solo efficiente, moderno e puntuale, ma anche compatibile dal punto di vista ambientale. "Puntiamo a fare in modo che tutti gli autobus urbani siano a metano - precisa Widmann - e ci stiamo concentrando anche sulla sperimentazione di mezzi alimentati da carburanti alternativi come l´idrogeno. Tutte le imprese che operano in questo settore, dunque, si candidano a diventare partner del servizio di trasporto pubblico locale". .  
   
   
ENI: CONCLUSIONE DELLE DISCUSSIONI CON BURREN ENERGY PLC (“BURREN”)  
 
 San Donato Milanese, 21 Novembre 2007 - Eni chiarisce la propria posizione in riferimento a Burren annunciando che nessuna ulteriore offerta verrà proposta per la società. In data 9 ottobre 2007, Eni ha annunciato che un’offerta indicativa per cassa pari a 1. 050 pence per azione non è stata accettata dal Consiglio di Amministrazione di Burren e che Eni avrebbe continuato a richiedere il parere positivo del Consiglio di Amministrazione di Burren, la possibilità di effettuare limitata due diligence nonchè l’ottenimento di un impegno irrevocabile da parte dei principali azionisti della società prima di procedere ad effettuare un’offerta formale a tutti gli azionisti. Dopo varie discussioni tra Burren e Eni, appare chiaro che le parti non sono in grado di raggiungere un accordo sui principali termini di un’offerta raccomandata dalla società. .  
   
   
SOCOTHERM LA BARGE - CONTROLLATA AMERICANA DEL GRUPPO CON SEDE A HOUSTON - HA RAGGIUNTO UN PORTAFOGLIO ORDINI PARI A 52 MLN USD PER IL NUOVISSIMO IMPIANTO DI CHANNELVIEW  
 
Vicenza, 21 Novembre 2007 – Socotherm Americas S. A. , controllata di Socotherm, Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm. Mi), ed uno dei principali operatori mondiali nel settore dei servizi per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, annuncia che la controllata americana Socotherm La Barge può contare su un portafoglio ordini di 52 Mln Usd per il nuovissimo impianto di Channelview (Houston). L’impianto entrerà in funzione nei primi mesi del 2008 e sarà uno degli impianti tecnologicamente più avanzati a livello mondiale per la realizzazione di rivestimenti esterni anticorrosivi, interni, isolamenti per il Deep Water e servizi di double jointing. All’interno di questo portafoglio ordini sono inclusi circa 15 Mln Usd relativi al progetto Thunderhawk, il primo progetto da realizzarsi in questa nuova marine base che doveva partire nel quarto trimestre 2007 e che invece è stato posticipato al primo trimestre 2008 a causa di ritardi nella consegna dei tubi. Come conseguenza di questo slittamento, Socotherm Americas prevede di chiudere l’anno 2007 con ricavi pari a circa 220 Mln Usd. Nonostante questo slittamento e la forte svalutazione della moneta statunitense nei confronti dell’Euro, (che ha effetti soltanto nella traduzione dei bilanci delle controllate estere), i ricavi consolidati della capogruppo Socotherm Spa si attesteranno intorno a 320 Mln di Euro con un incremento di circa il 20% a cambi correnti (ben assorbendo, quindi, l’impatto negativo derivante dalla svalutazione del dollaro statunitense). A cambi costanti l’incremento è pari a +30%. Questa crescita dimostra come il nostro Gruppo stia guadagnando quote di mercato rispetto alla concorrenza in particolare nel settore del deep-water e nelle aree del Golfo del Messico e del West Africa. .  
   
   
RISULTATI AL 30 SETTEMBRE 2007 DEL GRUPPO ACEA: RICAVI CONSOLIDATI: 1.809,1 MILIONI DI EURO (+17,0%) UTILE NETTO DI GRUPPO: 105,4 MILIONI DI EURO (+11,2%)  
 
Roma, 14 novembre 2007 – Il Consiglio di Amministrazione di Acea Spa, presieduto da Fabiano Fabiani, ha approvato la Relazione trimestrale al 30 settembre 2007. I risultati dei primi nove mesi del 2007 sono influenzati dall’ingresso nell’area di consolidamento delle società acquisite nel precedente esercizio (Tea – luglio 2006, Publiacqua – aprile 2006, Alpenergie – agosto 2006). Come già evidenziato nel primo semestre, i primi nove mesi dell’anno in corso risentono del recepimento della modifica normativa relativa al Tfr introdotta dalla Legge Finanziaria 2007, che riduce il costo del lavoro di 7,3 milioni di Euro. A parità di perimetro di consolidamento e al netto delle componenti straordinarie, l’incremento dell’Ebitda è pari al 5,6%. Risultati Al 30 Settembre 2007 I ricavi consolidati sono cresciuti del 17,0%, raggiungendo 1. 809,1 milioni di Euro (1. 546,6 milioni di Euro al 30/9/06), grazie principalmente al positivo contributo delle società di gestione del servizio idrico e all’aumento dei volumi venduti di energia elettrica. Il costo del lavoro è passato da 170,5 milioni di Euro del 30/9/06 a 171,0 milioni di Euro al 30/9/07 (+0,5 milioni di Euro). La variazione è influenzata dal recepimento, ai fini del calcolo Ias 19, della modifica normativa relativa al Tfr. Escludendo tale effetto, il costo del lavoro aumenta di 7,8 milioni di Euro a 178,3 milioni di euro, per effetto delle modifiche del perimetro di consolidamento. Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) consolidato è aumentato del 10,5% a 357,7 milioni di Euro contro i 323,7 milioni di Euro al 30/9/06. La variazione risente: del consolidamento di Publiacqua e di Tea; dell’incremento dei volumi venduti di energia elettrica; della revisione tariffaria dell’Ato5-frosinone (conclusasi nel mese di febbraio 2007); della riduzione della produzione idroelettrica (per la minore idraulicità e per il fermo della centrale di Salisano) che ha riassorbito completamente il contributo di Roselectra; del fermo per guasto della centrale di San Vittore. Alla formazione dell’Ebitda complessivo hanno concorso: le reti dell’energia per il 47%; il mercato dell’energia per il 7%; la termovalorizzazione per il 5%; le gestioni idriche per il 41%. Il Risultato Operativo (Ebit) consolidato è passato da 195,2 milioni di Euro del 30/9/06 a 196,8 milioni di Euro al 30/9/07 (+0,8%), risentendo di maggiori ammortamenti derivanti essenzialmente dalle variazioni di perimetro e dalle centrali di Voghera e Roselectra e di più elevati accantonamenti relativi principalmente alla stima del fabbisogno legato alle iniziative di esodo e mobilità. L’utile netto consolidato, dopo le attribuzioni a terzi è risultato pari a 105,4 milioni di Euro (+ 11,2% rispetto ai 94,8 mln di Euro del 30/9/06). Il tax rate di periodo è pari al 40,6%, in linea con quello di chiusura dell’esercizio 2006. Escludendo l’effetto della modifica normativa relativa al Tfr, l’utile netto del Gruppo si attesta a 100,5 milioni di Euro, con un incremento del 6,0% rispetto al 30 settembre 2006. L’utile per azione è pari a 0,4948 euro (0,4454 euro al 30/9/06). Gli investimenti del Gruppo, ammontano a 252,6 milioni di Euro rispetto ai 197,6 milioni di Euro del 30/9/06 e sono ripartiti nel seguente modo: reti dell’energia: 93,8 milioni di Euro; mercato dell’energia: 25,7 milioni di Euro; termovalorizzazione: 3,9 milioni di Euro; gestioni idriche: 125,8 milioni di Euro; capogruppo: 3,4 milioni di Euro. La Situazione patrimoniale consolidata al 30 settembre 2007 evidenzia un capitale investito netto di 2. 794,2 milioni di Euro (2. 574,5 milioni di Euro al 31/12/06), coperto per 1. 375,2 milioni di Euro dal patrimonio netto complessivo (1. 376,9 milioni di Euro al 31/12/06) e per 1. 419,0 milioni di Euro dall’indebitamento finanziario netto (1. 197,6 milioni di Euro al 31/12/06 e 1. 343,4 milioni di Euro al 30/6/07). Quest’ultimo registra il consueto aumento che caratterizza il terzo trimestre dell’anno derivante essenzialmente dal disallineamento fra il costo di acquisto e quello di vendita dell’energia elettrica, abitualmente riassorbito a fine anno. L’incremento dell’indebitamento è inoltre influenzato dai maggiori investimenti che crescono di 55 milioni di Euro rispetto al 30 settembre 2006. Il gearing (rapporto tra indebitamento finanziario netto e capitale investito) è pari al 50,8% (46,5% a fine 2006). Risultati Al 30 Settembre 2007 Per Settore Di Attivita’ Area idrica - Nei primi nove mesi del 2007 l’Ebitda dell’area idrica è aumentato del 10,6% a 152,0 milioni di Euro. Al 30/9/07, i volumi di acqua fatturata dell’Ato2-lazio Centrale hanno raggiunto 334 milioni di metri cubi (329 milioni di metri cubi al 30/9/06) e degli altri Ato 185 milioni di metri cubi (157 milioni di metri cubi al 30/9/06). Reti dell’Energia . Le Reti dell’Energia nei primi nove mesi del 2007 hanno registrato un incremento dell’Ebitda dell’8,8% a 176,0 milioni di Euro. Al 30/9/07, l’energia elettrica immessa in rete è risultata pari a 8. 739,3 Gwh (8. 655,2 Gwh al 30/9/06), così ripartita: mercato vincolato 4. 642,0 Gwh (5. 434,3 Gwh al 30/9/06); mercato libero 4. 097,3 Gwh (3. 220,9 Gwh al 30/9/06). Mercato dell’Energia - Nei primi nove mesi dell’anno in corso, l’Ebitda dell’area Mercato dell’Energia è aumentato del 28,7% a 25,1 milioni di Euro. La produzione di energia elettrica è pari a 3. 221,1 Gwh (di cui 169,3 Gwh da impianti idroelettrici, 3. 042,8 Gwh da impianti termoelettrici e 9 Gwh da impianti eolici), rispetto a 2. 064,9 Gwh al 30/9/06. Si fa presente che al 30 settembre 2007 il contributo della centrale di Voghera è stato di 1. 148,1 Gwh e quello dell’impianto di Roselectra di 1. 442,0 Gwh. Le vendite di elettricità sono state pari a 12. 678 Gwh (9. 387 Gwh al 30/9/06) ripartite nel seguente modo: mercato vincolato 4. 289 Gwh (5. 039 Gwh al 30/9/06); mercato libero 8. 389 Gwh (4. 348 Gwh al 30/9/06). Termova lorizzazione - Il contributo dell’attività di termovalorizzazione all’Ebitda del Gruppo nei primi 9 mesi del 2007 è stato pari a 17,9 milioni di Euro (4,5 milioni di Euro al 30/9/06). L’incremento del margine è influenzato: dal diverso periodo di consolidamento (luglio 2006); dal riconoscimento di una maggiore tariffa per la vendita di energia elettrica da parte del Gse; dai minori volumi a causa del fermo per guasto dell’impianto di San Vittore. Fatti Di Rilievo Successivi Alla Chiusura Del Terzo Trimestre 2007 Ed Evoluzione Prevedibile Della Gestione Con riferimento all’istruttoria, notificata ad Acea l’8 giugno 2006 da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per presunta violazione dell’art. 81 del Trattato di Roma (intese restrittive della concorrenza) in relazione all’acquisizione di una quota del 40%, congiuntamente con Suez, della società Publiacqua che gestisce l’Ato di Firenze, in data 17 ottobre si è svolta l’Audizione finale delle parti davanti all’Autorità. La decisione è prevista per la fine del mese di novembre. Alla fine del mese di settembre è stata avviata l’installazione di pannelli fotovoltaici su 40 cabine elettriche di Roma per un investimento di 3,2 mln di euro. L’iniziativa fa parte di un programma più ampio che prevede entro la fine del 2008 una produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili pari a circa 3Mw. Sempre con riferimento all’attività di generazione, si è conclusa la realizzazione dell’impianto Ccgt di Leinì; nel mese di agosto è stato effettuato il primo parallelo e si prevede l’entrata in esercizio entro la fine dell’anno. Nel settore della termovalorizzazione, prosegue l’attività di potenziamento e realizzazione di nuovi impianti. .  
   
   
NASCE L´OSSERVATORIO SCOLASTICO REGIONALE TOSCANO  
 
 Firenze, 20 novembre 2007 - Come e dove si verificano bocciature e abbandoni scolastici? Chi sono gli studenti che interrompono gli studi? Come e dove è necessario agire per migliorare la qualità della scuola e accrescere il successo scolastico degli studenti? Sono queste le principali domande cui la Regione cerca di rispondere con l’Osservatorio scolastico regionale, che fa il suo debutto on line nel corso della rassegna “Dire e Fare. Il primo nucleo di quello che sta per diventare il Sistema informativo scolastico regionale è consultabile su www. Osservatorioscolastico. Regione. Toscana. It. E’ uno strumento di presentazione, a livello toscano, dei dati presenti nelle banche dati regionali, costruite attraverso le anagrafi provinciali degli studenti, delle scuole pubbliche e degli edifici scolastici. Oltre ai dati sulle iscrizioni, la frequenza e il percorso scolastico di tutti gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, l’Osservatorio regionale gestisce l’anagrafe regionale dell’edilizia scolastica, costantemente aggiornata, indispensabile per la programmazione dei vari interventi da parte della Regione. «L’osservatorio – spiega l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini – è uno strumento prezioso per chi ha il compito non solo di programmare gli interventi, ma anche e soprattutto di mettere in campo tutte le possibili iniziative per prevenire i rischi di dispersione scolastica e offrire a tutti gli alunni pari opportunità nell’accesso e nella prosecuzione degli studi. Grazie all’Osservatorio scolastico regionale saremo in grado di monitor! are il percorso degli alunni da quando entrano nel sistema scolastico a quando ne escono con un diploma o una qualifica professionale, o quando abbandonano prematuramente gli studi». L’osservatorio scolastico regionale nasce a Pisa dove, dal 2000, funziona, presso la Provincia, la prima anagrafe degli studenti. Nel 2001 la Regione ha riconosciuto l’osservatorio pisano come modello di riferimento da diffondere nelle altre nove province toscane. I dieci osservatori, che vengono costituiti nel tempo, diventano così la base per il sistema informativo scolastico regionale. Navigando fra le pagine dell’Osservatorio è possi! bile acc edere a tutti i numeri del pianeta scuola in Toscana. Oltre all’anagrafe degli studenti e dell’edilizia (cui si accede con apposite password), sono indicate, provincia per provincia, tutte le scuole di ogni ordine e grado, gli indirizzi di studio delle superiori, i servizi offerti dalle scuole e dalle istituzioni locali. Il portale regionale raccoglie l’intero bacino di dati regionali relativo alle scuole, ai plessi scolastici, ai referenti, ai recapiti e, per le scuole secondarie di Ii grado, ai quadri orari, ai titoli di studio rilasciati. Ciò consente agli utenti (docenti, studenti, famiglie), di conoscere attraverso il portale regionale, l’intero sistema scolastico regionale e il quadro completo dell’! offerta scolastica. Ciò è particolarmente importante, ad esempio, per l’orientamento nella scelta dell’indirizzo di studi che gli alunni effettuano dopo la scuola media. Inoltre, attraverso i collegamenti ai portali provinciali, consente un approfondimento di tutti dati raccolti dai diversi Osservatori provinciali (mobilità, esiti e criticità del sistema scolastico locale, pubblicazioni, ecc. ). Attraverso i portali provinciali si può accedere (solo da parte di Comuni, Province, Scuole e Regione), all’anagrafe del patrimonio scolastico regionale, ciascuno per quanto di propria competenza. .  
   
   
UNIVERSITA: BENVENUTO DI COSOLINI A 190 STUDENTI ERASMUS  
 
 Trieste, 20 novembre 2007 - "Vi auguro che questa esperienza di pochi mesi sia bella, vi metta a contatto con un realtà universitaria di alta qualità in una città vivibile e vi offra stimoli ed opportunità per la vostra formazione e, in generale, per la vostra crescita". Così l´assessore regionale al Lavoro Università e Ricerca Roberto Cosolini ha dato il 15 novembre il suo benvenuto nell´aula magna dell´ateneo giuliano ai 190 studenti "Erasmus" giunti all´Università di Trieste per il primo semestre (un altro centinaio è atteso nella seconda parte dell´anno) da mezza Europa. Sono 61 gli spagnoli, seguiti da 26 tedeschi e da 19 turchi. Seguono i 18 romeni e gli altrettanti polacchi, ma non mancano i giovani provenienti da Austria, Belgio, Gran Bretagna, Portogallo, Slovenia, Ungheria. Completa il quadro un unico ragazzo lituano. La miglior conclusione, ha detto l´assessore, sarebbe che quest´esperienza vi spinga a tornare in una città ed in una regione che hanno motivi di eccellenza nelle istituzioni formative, importanti centri di ricerca e imprese internazionali. Realtà che "possono offrire occasioni nella formazione permanente" ha notato Cosolini, ricordando che la professionalità va stimolata ed accresciuta di continuo e che la stessa Università di Trieste si sta specializzando in corsi post laurea. Sottolineando la centralità della mobilità nella crescita culturale e umana dei giovani, Cosolini ha espresso l´auspicio che "il rettore Francesco Peroni ed i suoi collaboratori vogliano intensificare l´attività di Erasmus, sia per la parte in entrata che per quella in uscita, consentendo così ai nostri studenti di effettuare le loro esperienze anche presso altri atenei". E ha confermato l´appoggio della Regione "perché il risultato migliore è nel vedere, come accade oggi, che le strategie hanno contenuto effettivo". .  
   
   
BANCHE, STUDENTI SICILIANI IN ABI PER PARLARE DI ECONOMIA INIZIATIVA REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON ADICONSUM E LA PROVINCIA DI PALERMO  
 
Roma, Palazzo Altieri, 21 novembre 2007 - Dal conto corrente alle carte di credito, dal credito al consumo alle garanzie necessarie per chiedere un mutuo, dai derivati fino all’impatto della crisi americana sul mercato italiano. Studenti siciliani “a lezione” di economia, di banche e di finanza presso l’Associazione Bancaria Italiana (Abi) a Roma, per conoscere gli strumenti che servono a gestire ed investire il denaro e per contribuire a contrastare il fenomeno criminale dell’usura attraverso la diffusione di una sempre maggiore cultura finanziaria, specie tra i più giovani. Nel corso dell’incontro, che si è svolto questa mattina a Roma, il direttore generale dell’Abi Giuseppe Zadra ha risposto alle domande di una delegazione di studenti siciliani di sei istituti superiori della provincia di Palermo, accompagnati da docenti e dall’Assessore alla Legalità della Provincia di Palermo Giuseppe Colca e dal dirigente delle Attività Produttive Filippo Spallina. L’iniziativa rientra nel progetto “Conoscere l’Economia Per Prevenire l’Usura” – organizzato dalla Provincia di Palermo, dall’Adiconsum nazionale e regionale e dall’Abi – e prevede una serie di incontri tra la delegazione di alunni ed una serie di Enti ed Istituzioni che si occupano di economia e di finanza in Italia. “Una iniziativa – ha sottolineato Zadra – che bene si sposa con la grande attenzione verso l’educazione finanziaria da parte dell’Abi e delle banche italiane. Accrescere la cultura finanziaria del nostro paese – ha infatti aggiunto il direttore generale dell’Abi – è un presupposto indispensabile non solo per fronteggiare fenomeni criminali come l’usura, ma anche per garantire, più in generale, un sempre maggiore sviluppo e progresso dell’economia e del mercato finanziario nel nostro paese, e stare al passo con quello che avviene a livello internazionale”. L’appuntamento di Roma è l’ultima tappa di una serie di incontri che si sono già svolti presso le scuole di Palermo e provincia, ai quali hanno partecipato esperti dell’Abi, dell’Adiconsum e della provincia. Nell’aula di Palazzo Altieri, sede dell’Abi, le domande degli studenti siciliani si sono incentrate soprattutto sul tema del credito alle piccole e medie imprese e alle famiglie: “come fanno le banche a decidere se dare un prestito oppure no”, “cosa devono fare i giovani o i lavoratori precari per avere un mutuo per comprare case”, “quali accortezze bisogna avere per evitare di incappare nel sovraindebitamento”, “e se si vuole avviare un’attività imprenditoriale a chi bisogna rivolgersi”? Rispondendo a questi quesiti, Zadra ha ricordato la stretta collaborazione tra le banche e le fondazioni antiusura sul territorio, oltre ai protocolli che l’Associazione ha siglato in numerose province per contrastare questa piaga criminale. Né sono mancate domande più dirette, come: “cosa dobbiamo fare per lavorare in banca”. “Studiate!”, ha risposto Zadra. “E soprattutto studiate l’inglese. Del resto – ha concluso il direttore generale dell’Abi – oggi conoscere le lingue è importante, tanto quanto avere una maggiore educazione finanziaria. Conoscere i prodotti finanziari, gli strumenti per la gestione del denaro, per avere finanziamenti e per fare investimenti sono ingredienti indispensabili per contribuire a mettere frutto le potenzialità importanti di regioni come la Sicilia”. .  
   
   
PER LA MOBILITÀ DI STUDENTI E LAVORATORI 27 MILIONI DI EURO  
 
Firenze, 21 novembre 2007 - Un programma di scambi promosso e finanziato dalla Regione porterà gli studenti delle scuole superiori toscane nelle regioni europee dell’Andalusia, Catalogna, Vastra Gotaland, nell’ambito del programma europeo Comenius. Entro la fine dell’anno sarà operativo anche il progetto Rappin (regional apprentices in mobility) che prevede la mobilità di 22 apprendisti attivi in aziende toscane che lavoreranno presso imprese con sede in Catalogna. E ancora, il progetto partito dal 1995 all’interno del programma Socrates (Roots and wings), che coinvolge Toscana, West Wales e contea di Vejle in Danimarca, ha consentito scambi fra 120 scuole di 12 paesi europei, per un totale di 15 mila studenti e oltre 1000 insegnanti. «Abbiamo deciso di puntare sulla costruzione di una società della conoscenza - afferma l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini - che vada al di là dei confini geografici fra gli stati e sia aperta agli scambi di competenze e professionalità, contribuendo a qualificare il nostro capitale umano e anche a far crescere una cittadinanza comune europea. Per noi è una priorità, ed è per questo che con il nuovo programma operativo 2007-2013 la Toscana ha deciso di destinare alla mobilità 27 milioni di euro, sull’asse “Transnazionalità e interregionalità”, pari al 4% dei fondi assegnati alla Toscana dal Fondo sociale europeo». Mettere in comune informazioni ed esperienze, elevare la qualità della formazione e dell’insegnamento, rendere studenti e lavoratori più competitivi sul mercato del lavoro. Questi gli obiettivi entro cui si muove la Regione nelle sue politiche per la valorizzazione della dimensione internazionale. «Sono tutti obiettivi – prosegue l’assessore - che abbiamo inserito anche nel Piano generale di indirizzo integrato 2006-2010 per istruzione, formazione e lavoro, prevedendo per questo azioni e risorse». Le linee di fondo attorno alle quali si articolano le politiche regionali sono due: la mobilità internazionale a fini formativi (istruzione, educazione, formazione professionale) e la mobilità a fini professionali. La Regione si è già mossa, in entrambi i casi, attivando una serie di accordi bilaterali. Sono stati firmati accordi con le Regioni di Catalogna, Andalusia, Vastra Gotaland, Isole Baleari, Bretagna; nei primi mesi del 2008 verrà stipulata un0’intesa anche con la regione tedesca del baden Wurtemberg. “Grazie a questi accordi - spiega Simoncini - ci proponiamo di promuovere la mobilità internazionale con scambi fra studenti, insegnanti, lavoratori e apprendisti, di favorire la loro partecipazione a stage e il riconoscimento reciproco dei titoli e delle qualifiche conseguite. In particolare, le regioni firmatarie si impegnano a sviluppare azioni comuni in materia di formazione professionale e a mettere in comune informazioni ed esperienze». .  
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE DEL 7PQ: PROGRAMMA «MARIE CURIE»  
 
Bruxelles, 21 novembre 2007 - La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte nell´ambito del programma «Persone» del Settimo programma quadro (7°Pq). L´invito riguarda l´azione «Marie Curie» denominata «Cofinanziamento di programmi regionali, nazionali e internazionali» (Cofund). L´azione è relativa a programmi che sostengono la mobilità transnazionale di ricercatori esperti in varie fasi della loro carriera attraverso l´ampliamento o l´approfondimento delle loro competenze individuali, in particolare in termini di acquisizione di qualifiche pluri/interdisciplinari o esperienze intersettoriali, sostegno ai ricercatori nel raggiungere e/o rafforzare una funzione indipendente di rilievo, ad es. Ricercatore principale, e (re)inserimento dei ricercatori in una carriera professionale nel campo della ricerca negli Stati membri e nei paesi associati, compreso il paese d?origine, dopo un´esperienza di mobilità, Ulteriori informazioni sulla suddetta azione saranno disponibili nel prossimo programma di lavoro 2008, la cui approvazione è prevista a breve termine. Per ulteriori indicazioni sull´invito, http://cordis. Europa. Eu/fp7/dc/index. Cfm?fuseaction=usersite. Peopledetailscallpage&call_id=77 .  
   
   
NON SOLO UNIVERSITA’! IL PRIMO APPROCCIO AL LAVORO E LE OPPORTUNITÀ DI FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE DOPO IL DIPLOMA  
 
 Milano, 21 novembre 2007 - Le opportunità di formazione superiore non universitaria e gli strumenti per l’inserimento nel mercato del lavoro. Questi alcuni dei temi che saranno affrontati durante il convegno. L’incontro si propone di orientare i giovani diplomandi e diplomati, delle scuole che hanno aderito all’iniziativa, nelle scelte possibili al termine della scuola secondaria superiore. I giovani avranno modo di ascoltare e porre domande a responsabili dell’orientamento e, attraverso un percorso guidato, di interpretare le proprie attitudini professionali. A tutti i partecipanti sarà consegnata in omaggio una copia della guida di Actl “Dopo il diploma. Le opportunità formative e professionali per i neodiplomati”. Mercoledì 21 novembre 2007 ore 9. 30 Auditorium “Giò Ponti” Assolombarda Via Pantano, 9 – Milano Il Programma: Ore 9. 30 – Saluti di apertura A cura di Assolombarda; Introduzione Alla Guida Actl “Dopo Il Diploma” Claudio Marcellino, autore del volume; 1° Panel - I Primi Passi Nel Mondo Del Lavoro: Quali Competenze, Quali Strumenti Proiezione del cortometraggio di Assolombarda “Una finestra sul mondo del lavoro” Si confrontano: Ivana Pais, Sociologa, esperta di processi di transizione scuola-lavoro “Il passaggio dagli studi al mondo del lavoro come momento di crescita individuale e sociale; come cambia il concetto di “carriera professionale”; Marina Verderajme, Presidente Actl “Lo stage come “ponte” tra mondo della scuola e mondo del lavoro: aspettative, strumenti, risultati”; Stefano Naratone, Assolombarda “Continuare a imparare lavorando: il nuovo contratto di apprendistato come strumento di inserimento formativo nel mondo del lavoro”. Presentazione dei risultati del test di autovalutazione delle inclinazioni al lavoro Antonella Carbone, Actl. 2° Panel - Continuare A Studiare Con La Formazione Tecnico-superiore Si confrontano: Mattia Dolci, Agenzia Lavoro Lombardia “L’impegno della regione Lombardia per la valorizzazione dell’istruzione tecnico-professionale e il panorama dell’offerta formativa a disposizione”; Amedeo Veglio, Assolombarda Cosa sono i Poli e come funzionano; presentazione del sito internet “Formajob” ; Mauro Colombo, Direttore Formazione Robert Bosch Spa Le competenze più richieste dalle imprese ai diplomati, i percorsi di carriera, consigli per i giovani Ore 12. 00 - Spazio domande e fine lavori Conduce: Christian Elevati, redattore editoriale ed esperto di orientamento .  
   
   
BULLISMO. AVVIATO UN PROTOCOLLO D’INTESA TRA REGIONE PIEMONTE, USR, QUESTURA E COMANDO DEI CARABINIERI  
 
 Torino, 21 novembre 2007 - Collaborare in sinergia per diffondere e far crescere la cultura di rispetto e non violenza tra le giovani generazioni, creando un continuum educativo tra i diversi ambiti. E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa che Regione Piemonte, Ufficio Scolastico regionale, Questura di Torino e Comando provinciale dei Carabinieri, hanno firmato questa mattina, 20 novembre, presso la sala Giunta di piazza Castello a Torino, per promuovere iniziative sulla prevenzione e contrasto al bullismo, alla criminalità e devianza giovanile. I diversi soggetti si impegnano a collaborare nelle attività volte alla sensibilizzazione, all’educazione e alla promozione nei giovani e nei nuclei familiari di una cultura della legalità, per lo sviluppo di nuovi stili di vita positivi. Il protocollo si impegna inoltre ad offrire al personale della scuola (dirigenti, docenti e personale Ata) un supporto tecnico- scientifico per attuare forme di prevenzione dei comportamenti a rischio e dei fenomeni di bullismo; favorire la collaborazione interistituzionale e la partecipazione di ulteriori soggetti, quali, ad esempio, gli altri Enti locali territoriali, le espressioni della società civile ad iniziative conformi a quelle indicate dal protocollo; veicolare le esperienze migliori realizzate sul territorio regionale, in modo da accrescere la cultura del dialogo tra scuole e tra queste e le istituzioni. Nei prossimi giorni sarà distribuito, in tutte le scuole primarie e secondarie di Torino e provincia che ne faranno richiesta attraverso la Questura di Torino e il Comando provinciale dei Carabinieri, la nuova edizione di “Bulli e Bulle? No grazie”, una pubblicazione dedicata agli studenti e gli insegnanti che ha riscosso notevole successo negli scorsi anni. Si tratta di un efficace strumento per discutere, parlare e condividere in classe opinioni, esperienze e modalità di comportamento quando si vivono o si assiste a situazioni di bullismo, tanto a scuola quanto in famiglia, superando l’abitudine al silenzio o alla vergogna. Si tratta di un’azione sperimentale che si pensa di poter estendere, già nei prossimi mesi, attraverso il coordinamento degli Uffici Scolastici Provinciali, anche al resto delle province piemontesi. Alla campagna di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole, prenderanno parte anche polizia e carabinieri che, attraverso il confronto a scuola con i ragazzi, tenteranno di far acquisire loro il significato e il rispetto del diritto alla privacy propria e altrui e dei diritti e doveri che ne conseguono anche in sede di responsabilità civile e penale. Parallelamente alla campagna nelle scuole, procederà il lavoro svolto fino ad oggi dall’Osservatorio regionale sul bullismo, il cui compito sarà quello di garantire sia una rilevazione e un monitoraggio costante del fenomeno sia il supporto alle attività promosse dalle istituzioni scolastiche singolarmente o in collaborazione con altre strutture operanti nel territorio. “Appare evidente - sottolinea l’assessore all’Istruzione e Formazione Professionale, Giovanna Pentenero - che alle azioni che abbiamo previsto, va aggiunto il sostegno e la valorizzare del ruolo degli insegnanti, dei dirigenti scolastici e di tutto il personale tecnico ed ausiliario che, ogni giorno, svolgono un’azione impegnativa e delicata per la realizzazione della funzione educativa. Le iniziative che abbiamo previsto rappresentano pertanto un’opportunità, una risorsa ulteriore e di supporto per lo svolgimento del loro compito”. “La collaborazione interistituzionale prevista da questo Protocollo - aggiunge Francesco de Sanctis, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale - fornirà un aiuto concreto alle scuole per realizzare azioni di prevenzione dei comportamenti a rischio, partendo dalla promozione di una cultura della legalità e del benessere dei bambini e degli adolescenti, fondamentale per la loro crescita e la loro formazione come cittadini responsabili e consapevoli. Sarà un’occasione per incrementare la conoscenza reciproca ed il dialogo tra le scuole e le istituzioni”. Il comandante territoriale dei carabinieri di Torino ten. Col. Crescenzio Nardone precisa: "I carabinieri sono da sempre impegnati nel prevenire e nel combattere i fenomeni di bullismo. In tal senso, per stimolare i giovani ad una presa di coscienza del fenomeno, l’Arma ha pianificato numerosi incontri con studenti e insegnati delle scuole di Torino e provincia. La prevenzione è fondamentale e il protocollo d’intesa siglato quest’oggi, ne è la dimostrazione. Altrettanto importante è la lotta al disagio, tra gli obiettivi primari indicati del nostro “Programma Sicurezza 2007”. “In una società in cui la cultura dell’illegalità sembra prevalere - conclude Il Vicario del Questore di Torino, Spartaco Mortola - è doveroso per le Istituzioni far comprendere ai giovani che ciò non corrisponde alla normalità e al vero. Il protocollo d’intesa rappresenta una strategia sinergica, una grande opportunità per sensibilizzare i giovani sul senso della legalità, sul rispetto delle regole. Rappresenta anche strumento di “rete” che permetterà di rispondere al problema con le varie risorse che caratterizzano ogni singolo rappresentante di questo tavolo interistituzionale”. .  
   
   
“APERTE LE ISCRIZIONI AL MASTER UNIVERSITARIO IN DIRITTO ED ECONOMIA DEL MARE”  
 
Pescara, 21 novembre 2007 - E’ in fase di avvio il Xvii Master Universitario post-lauream in “Diritto ed Economia del Mare”, organizzato dal Centro Ricerche Giuridiche per la Pesca e la Navigazione della Camera di Commercio di Pescara, sotto la direzione scientifica dell’Università degli Studi di Teramo. Al Master sono ammessi i laureati in Giurisprudenza, Scienze politiche, Economia e Commercio, Architettura, Ingegneria, Lingue, Sociologia e in altre lauree specialistiche ritenute equipollenti. Il Master, unico nel suo genere in Italia, è finalizzato all’approfondimento delle tematiche attinenti il diritto e l’economia della attività marittime, della pesca, delle gestione delle risorse marine, delle tutela dell’ambiente e del territorio costiero, nonché della portualità e dei trasporti marittimi ed aerei. Il Master prevede sia lezioni frontali (tenute il venerdì presso la Camera di Commercio), sia esercitazioni e stage (di cui uno obbligatorio da effettuarsi presso un’Università straniera). L’aspetto didattico-scientifico del Master è curato dalla Università degli Studi di Teramo che rilascerà il relativo diploma ai corsisti che avranno svolte tutte le attività previste nel programma e superato l’esame finale davanti a Docenti appositamente nominati dalla Direzione Scientifica. Il conseguimento del Master comporta l’attribuzione di 60 crediti formativi universitari. Le richieste di ammissione dovranno pervenire entro le ore 12:00 del 10 dicembre 2007. Per eventuali informazioni e per l’ottenimento della modulistica ci si può rivolgere alla segreteria del Centro Ricerche Giuridiche presso la Camera di Commercio di Pescara (tel. 085/4536230-229 fax 085/690870), oppure consultare i siti internet: www. Pe. Camcom. It e www. Unite. It . .  
   
   
AMBIENTE PRESENTATI DAL PRESIDENTE MARTINI AGLI STATI GENERALI DI FIRENZE IN 10 PUNTI LE PRINCIPALI AZIONI PER UNA TOSCANA PIÙ SOSTENIBILE  
 
Firenze, 21 novembre 2007 - I recenti dati sullo stato del Pianeta indicano con chiarezza che il cambiamento climatico ha subito un’imprevista accelerazione determinata in particolare dalle attività umane. Gli effetti avranno forti ripercussioni non solo sull’ambiente ma anche sull’economia e sui rapporti sociali. La Regione Toscana, con gli Stati Generali, ha già iniziato il nuovo percorso necessario per far fronte a questi problemi, presenti e futuri. Per ridurre i danni ed adattarsi è necessario: elaborare strategie che tengano conto delle dinamiche ambientali, economiche e sociali integrando le politiche e unificando gli sforzi, come si è già iniziato a fare con il Piano regionale di sviluppo; sviluppare un’ampia e attiva partecipazione - utilizzando il nuovo modello di partecipazione previsto dall’apposita legge regionale - di tutte le forze economiche e sociali della regione per individuare e condividere le strategie da adottare un via prioritari. Il documento che è alla base degli Stati Generali e il seguente ‘decalogo’ sono il punto di partenza di questo impegno. 1) In Tutte Le Scuole Un Programma Di Educazione Al Paesaggio Per Una Nuova Generazione Piu’ Consapevole A partire dall’anno scolastico 2008-2009, saranno elaborati precisi progetti didattici per istituire un programma curriculare di educazione al paesaggio in ogni scuola primaria, secondaria di primo e di secondo grado della Toscana per favorire la diffusione di una cultura dello sviluppo sostenibile. Il sistema dei saperi che nei secoli ha dato vita al paesaggio toscano rischia di essere disperso. Dobbiamo impedirlo. Per questo, accanto alla tradizionale attenzione da parte degli enti locali che governano il territorio, dobbiamo diffondere in tutta la regione elementi di base condivisi e una unanime percezione del suo valore. Da qui la proposta: formare una nuova generazione di toscani sensibile e consapevole dell’importanza della sostenibilità, in modo quindi da diffondere in tutta la regione elementi di base condivisi di cultura del paesaggio. Una nuova generazione capace di compiere scelte individuali ambientalmente corrette e al tempo stesso di svolgere un consapevole ruolo di censura verso quelle poco rispettose del paesaggio e del patrimonio toscano. 2) L’1% Del Pil Locale Per Ridurre L’effetto Serra Le istituzioni locali si impegnano ad adottare le indicazioni del rapporto Stern per la stabilizzazione e l’adattamento all’effetto serra. Si impegnano, di concerto con il livello nazionale ed europeo, a far destinare il corrispettivo dell’1% del Pil per questi obiettivi. Il Pil toscano ammonta a 98,7 miliardi di euro, quindi la cifra che l’intero sistema regionale pubblico-privato, comprensivo degli interventi nazionali ed europei, è impegnato a destinare alla riduzione ed all’adattamento dell’effetto serra è di di circa 1 miliardo di euro all’anno. L’osservatorio regionale su Kyoto sarà chiamato, a partire dal 2008, a rilevare sia il livello delle emissioni, sia l’ammontare della “spesa pubblica e privata” a ciò destinata. 3) Sviluppare Le Fonti Energetiche Rinnovabili E Istituire Il Registro Regionale Delle Emissioni Di Co2 Entro il 2020 vogliamo raggiungere i tre obiettivi europei ambientalmente più avanzati: 1 - ridurre del 20% le emissioni di gas serra immettendo in atmosfera 7,2 milioni di tonnellate di Co2 in meno ogni anno; 2 - produrre il 40% dell’energia elettrica e il 12% di quella termica da fonti rinnovabili (il 50% da geotermia e l’altra metà da solare, eolico, biomasse, mini-idrico, ecc. ), abbattendo le emissioni di ulteriori 2 milioni di tonnellate; 3 - ridurre del 20% i consumi energetici, attraverso azioni concrete soprattutto nel settore della mobilità, con un risparmio di altre 5,2 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra. Entro giugno 2008 approveremo un regolamento per rendere obbligatoria l’installazione di pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sulle nuove costruzioni e sulle abitazioni che verranno ristrutturate. Vogliamo arrivare a produrre con il sole il 50% del fabbisogno annuale di acqua calda. Entro il 2010 saranno realizzati 20 Distretti Energetici Abitativi, cioè lottizzazioni pubbliche e private ad altissima efficienza energetica in grado di risparmiare fino al 70% dei consumi rispetto ad un insediamento tradizionale. Sarà attivato un registro regionale delle emissioni di Co2 (oltre quelle previste dal Protocollo di Kyoto) nell’agricoltura, nell’industria e nei servizi, calcolando per ogni scelta pubblica l’anidride emessa o risparmiata, come primo passo verso una contabilizzazione delle emissioni, da utilizzare per la valutazione del Pil regionale. 4) Limitare L’espansione Edilizia, Privilegiare Il Recupero, Liberare I Centri Dalle Auto L´uso di nuove aree di espansione dovrà essere limitato e dovrà privilegiare una edificazione di qualità sia in termini di paesaggio che di disegno architettonico. E tutto ciò solo dopo attente verifiche di utilizzabilità di territori già urbanizzati e di edifici e strutture non utilizzate. Qualsiasi aumento di carico urbano dovrà essere compensato da una adeguata disponibilità di acqua e di servizi di base. Le coste dovranno essere protette dall’erosione e si dovrà prevedere una progettazione contro gli effetti di lungo periodo del possibile innalzamento delle acque del mare. La Toscana non è comunque una regione aggredita da uno sviluppo incontrollato. Da noi le aree urbanizzate sono il 4,08% della superficie totale (Lombardia 10,4; Emilia 4,7; Veneto 7,7); quelle ad uso agricolo sono il 45,1% del territorio e il restante 50,2% è costituito da boschi (dati 2000). Nel corso di 10 anni le aree urbanizzate sono aumentate dello 0,3% (una crescita inferiore alla media nazionale), quelle agricole diminuite dello 0,5 e i boschi cresciuti dello 0,1 per cento. Nei centri storici e anche in aree periferiche densamente popolate dovranno essere rafforzate le politiche di pedonalizzazione e di apertura esclusiva a mezzi elettrici e alle biciclette. 5) Ostacolare La Rendita, Favorire Gli Investimenti, Contrastare Lo Sfruttamento Del Suolo Per Far Cassa Vogliamo ostacolare la rendita e favorire il reddito e gli investimenti in innovazione. I Comuni dovranno utilizzare per i grandi progetti urbanistici il sistema dell’Avviso pubblico per scegliere il progetto migliore, riducendo la pressione della rendita sui terreni liberi o sulle aree di recupero. Saranno sviluppate politiche regionali e comunali che penalizzino fiscalmente i comportamenti meno virtuosi in termini ambientali. Occorre contrastare l’uso scorretto degli oneri di urbanizzazione e dell’Ici ai fini della copertura dei bilanci rifiutando la distorta relazione tra più edificazione e più entrate per le spese correnti. Gli investimenti sui grandi contenitori a fini commerciali dovranno essere indirizzati a produrre reddito e non a sfruttare la rendita. Per questo potrà essere previsto dai Comuni che, alla fine dell’uso commerciale, gli immobili ritornino agli enti locali per essere usati a fini pubblici. 6) Costruire Bioarchitettonicamente I nuovi edifici e in particolare quelli pubblici, quelli recuperati e ristrutturati, dovranno essere costruiti secondo criteri di efficienza energetica, idrica e di impatto ambientale. In tal senso dovrà essere favorito l’impiego di materiale ecocompatibili. 7) Favorire Il Risparmio E Il Riuso Dell’acqua Dal 1992 al 2000 i consumi in Toscana sono cresciuti del 32,3%, passando da 230 a 304 miliardi di m3. L´acqua deve essere usata senza sprechi e favorendo al massimo il riuso delle acque reflue depurate sia per usi civici non potabili che per usi industriali. A questo scopo saranno previsti interventi specifici di riordino delle reti di distribuzione e strumenti appropriati per il controllo degli sprechi. Deve essere spinta al massimo la raccolta dell´acqua piovana e quella in invasi di piccola-media dimensione. 8) Meno Rifiuti, Piu’ Raccolta Differenziata Occorre sostenere una forte riduzione della quantità dei rifiuti prodotti da ogni singolo cittadino e l´incremento della raccolta differenziata per giungere almeno al 60% entro il 2010. L’obiettivo può essere raggiunto attraverso lo sviluppo della raccolta porta a porta, il completo utilizzo dei materiali recuperati e con una politica tariffaria fortemente selettiva, capace di indurre la riduzione della produzione di rifiuti alla fonte che invece dal 1999 al 2004 è cresciuta del 18,4%, passando da 2,1 a 2,5 milioni di tonnellate. Per la componente residua dei rifiuti, occorre evitare il conferimento in discarica e realizzare impianti di termodistruzione con recupero energetico, che servano ai soli fini del trattamento delle quote residue. 9) Mobilita’ Sostenibile Con Trasporto Pubblico Efficiente La Regione e le istituzioni locali devono puntare al massimo sulla mobilità sostenibile attraverso il rilancio e la qualificazione del trasporto pubblico con particolare riferimento al ferro. L’obiettivo è quello di arrivare nel 2013 a trasportare sul treno almeno 500mila passeggeri al giorno. Significa più che raddoppiare rispetto agli attuali 220. 000. Con gli interventi sull’Alta Velocità saranno messe a disposizione del trasporto locale, una serie di linee ferroviarie oggi utilizzate a scala nazionale. Questo rafforzerà il servizio interno all’Area Metropolitana Firenze-prato-pistoia, la più critica in termini di mobilità e di accessibilità. 10) Produzioni Agricole Locali A Basso Impatto Ambientale Anche per contrastare il cambiamento climatico devono essere privilegiate colture e allevamenti a basso impatto ambientale, con il potenziamento della rete di vendita diretta, il contenimento dei costi energetici e delle emissioni di Co2 derivanti dal trasporto di derrate su lunghi percorsi e quindi la valorizzazione delle produzioni e dei consumi a livello locale. A ciò si accompagna la tutela della biodiversità e il rifiuto degli Ogm (organismi geneticamente modificati), l’educazione dei cittadini al consumo e all’alimentazione sostenibile. .  
   
   
RAPPORTO APAT SULLE FRANE : IL DISSESTO DA FRANA È UNO DEI FENOMENI CHE MAGGIORMENTE COLPISCE IL TERRITORIO ITALIANO PROVOCANDO SEMPRE PIÙ DANNI.  
 
Roma, 21 novembre 2007 - Sono 5. 596 su 8. 101 i comuni italiani interessati da frane (pari al 69%). Questo il quadro emerso dal Rapporto sulle frane in Italia, realizzato da Apat, Regioni e Province Autonome e presentato lo scorso 13 novembre 2007 a Roma, nell’ambito del Progetto Iffi (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia), dal Commissario Straordinario dell’Apat Avv. Giancarlo Viglione, alla presenza del Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio. Il rapporto, sulla base dei risultati del progetto, mette a fuoco lo stato del dissesto su scala nazionale e regionale e conferma il quadro preoccupante di una nazione fortemente esposta al dissesto, censendo quasi 470. 000 frane per un totale di circa 20. 000 km2, pari al 6,6% dell’intero territorio nazionale. Un numero così elevato di fenomeni franosi è legato principalmente all’assetto morfologico del nostro paese, per circa il 75% costituito da territorio montano – collinare e alle caratteristiche meccaniche delle rocce affioranti. Negli ultimi 50 anni le vittime per frana ammontano a 2. 552, più di 4 vittime al mese. Gran parte dei fenomeni franosi, come è noto, si riattivano nel tempo. Risulta evidente il ruolo fondamentale rivestito dall’attività conoscitiva del Progetto Iffi che, basato sulla raccolta e l’archiviazione delle informazioni sulle frane, permette una corretta pianificazione territoriale (individuazione di aree di nuova urbanizzazione, limitazione d’uso e vincoli), progettazione di nuove infrastrutture riducendo, di conseguenza, rischio, danni ed eventuali vittime. Per rendere fruibili il patrimonio conoscitivo, l’Apat ha reso disponibili on line la cartografia, i documenti, le foto e, grazie ad un accordo con la Direzione Teche Rai, più di 50 filmati relativi a fenomeni franosi, che oltre ad avere una importante valenza storica, forniscono un grande ausilio nella ricostruzione degli eventi del passato. .  
   
   
AMBIENTE IL PROFESSORE AMERICANO, IN VIDEOCONFERENZA, INTERVISTATO DA ALAN FRIEDMAN CHOMSKY: «IL SENSO DELLA SOSTENIBILITÀ? IL FUTURO DEI NIPOTI» IL GOVERNO USA DOVRÀ FARE I CONTI CON L’AMBIENTE. ETANOLO SCELTA IRRAZIONALE  
 
 Firenze, 21 novembre 2007 - «Il senso della sostenibilità? Garantire un futuro ai nostri nipoti». Con queste semplici parole Noam Chomsky, riassume il concetto di sostenibilità intervenendo in diretta dal Massachusetts Institute of Technology durante il dibattito tra l’economista Alan Friedman, il presidente della Regione Toscana Claudio Martini e il ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani. E’ Friedman a condurre una breve intervista nella quale si spazia dalle opportunità offerte dalle biomasse alla necessità di coinvolgere le grandi aziende in processi ‘virtuosi’, dall’influenza dell’opinione pubblica sui governi al futuro della Casa Bianca. «Chiunque guiderà gli Usa – ha detto Chomsky - dovrà fare i conti con la questione ambientale. Il divario tra la sensibilità della popolazione e gli atteggiamenti del governo riguardo alla politica energetica è evidente. La forza dell’opinione pubblica è proprio questa, la possibilità di esercitare pressione sulle istituzioni e sulle aziende private indirizzandole verso sistemi sostenibili». «Non ci saranno svolte radicali – avverte Chomsky – ma qualcosa si farà. Oggi si è investito sull’etanolo ricavato dal grano turco, ma è una scelta irrazionale e avventata, dato che serve solo per far arricchire le grandi aziende agricole. Non solo l’etanolo ricavato da canna da zucchero in Brasile costa meno, ma non è politicamente sostenibile l’idea di ricavare carburante da prodotti commestibili quando una larga fetta della popolazione mondiale muore di fame. Ed anche se ricavassimo l’etanolo da vegetali non commestibili, dovremmo comunque destinare alla produzione di carburante terreno che così sarebbe tolto all’agricoltura”. Altrettanto avventata e sicuramente non lungimirante è per Chomsky anche la riluttanza di Paesi in forte sviluppo, come la Cina e l’India, a tenere conto dei problemi di sostenibilità ambientale. «Ignorare questi temi sarebbe una scelta senza prospettiva, anche perché da quello che sappiamo in questi paesi la crescita economica non ha migliorato le condizioni di vita delle maggior parte della popolazione, mentre si sono verificate conseguenze negative come l’aumento del numero dei suicidi, la migrazione dalle campagne. Stiamo parlando di nazioni che contano centinaia di milioni di persone, è brutto che l’Occidente debba chiedere loro di fare quello che i Paesi sviluppati fino ad ora non hanno fatto, ma è necessario che sia così». Concludendo lì intervista Friedman ha ricordato il ruolo di precursore avuto da Chomsky e lo ha invitato a spiegare filosofia lo abbia indotto a promuovere nel modo l’idea di uno sviluppo sostenibile. «Una filosofia molto semplice – ha detto Chomsky – un giorno mi sono chiesto se volevo che i miei nipoti avessero la possibilità di una vita decente, oppure se preferivo portare avanti uno stile di vita privo di prospettiva. E mi sono risposto». .  
   
   
PAVIA, CORRIDOIO ECOLOGICO TRA TICINO E APPENINO INTESA PER LA SUA REALIZZAZIONE LUNGO IL TORRENTE SCUROPASSO ABELLI: FONDAMENTALE IL RUOLO DEGLI ENTI LOCALI  
 
Pavia, 20 novembre 2007 - Un "corridoio ecologico" tra la valle del Ticino (e quindi la valle Padana) e l´Appennino dell´Oltrepò pavese lungo il torrente Scuropasso. Sarà realizzato in attuazione del Protocollo d´Intesa "per la definizione delle linee di indirizzo e modalità d´intervento per la realizzazione di un corridoio ecologico utilizzando la fascia fluviale del Torrente Scuropasso", siglato il 15 novembre nella sede territoriale della Regione (Ster) di Pavia, su delega del presidente della Regione Roberto Formiogni, dall´assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale, Gian Carlo Abelli, presidente dell´Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (Aqst) della provincia di Pavia, dal presidente della Provincia di Pavia, Vittorio Poma, dal direttore dell´Agenzia Interregionale per il Fiume Po (Aipo), Bruno Brunetti, dal direttore del Consorzio del Parco del Ticino, Dario Furlanetto, e dai rappresentanti dei Comuni interessati. Il "corridoio ecologico" dello Scuropasso è tra i progetti previsti dall´Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale, sottoscritto nel 2005. La riqualificazione di questo torrente Scuropasso ha un´importante valenza ecologico - naturalistica ma consentirà anche di raggiungere finalità di carattere paesaggistico e turistico - ricreativo, con interventi compatibili con l´ambiente e con il paesaggio circostanti nonché con interventi di promozione turistica, come le piste ciclo-pedonali. "In questo quadro - ha commentato l´assessore Abelli - gli Enti locali, che hanno sottoscritto l´intesa, svolgono un ruolo fondamentale ed insostituibile nella gestione delle risorse territoriali, poiché sono anche responsabili della tutela e della salvaguardia dei valori ecologico - ambientali, sociali, storici, paesaggistici ed economici locali. Tutela e salvaguardia sono raggiungibili solo orientando lo sviluppo verso la sostenibilità, ovvero rispondendo ai bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai propri". La Valle del Ticino è di per sé un insostituibile corridoio ecologico, un vero e proprio ponte tra Alpi ed Appennini, tant´è che nel 2002 l´Unesco ha riconosciuto il sistema dei parchi della Valle del Ticino quale "Riserva della Biosfera". Inoltre, poiché la Pianura padana lombarda ha conservato meno di altri territori le tracce del paesaggio originario, essendo costituita per lo più sia da terre coltivate sia da piccoli, medi e grandi insediamenti urbani, diventa imprescindibile la creazione di reti ecologiche che colleghino fra loro le aree protette, in modo da garantire la sopravvivenza della comunità biologiche e dei processi riproduttivi sia per la flora sia per la fauna, stanziale e di passo. E proprio a sostegno di questi obiettivi il Programma Regionale di Sviluppo (Prs) 2006-2010 ed il Documento di Programmazione Economico Finanziaria Regionale (Dpefr) 2006-2008 prevedono azioni di tutela e valorizzazione della fauna e vegetazione. "Su queste basi pertanto - ha concluso l´assessore Abelli - nasce il Protocollo, realizzato attraverso il confronto costante degli attori istituzionali locali. Siamo pienamente soddisfatti del risultato appena raggiunto, perché questi luoghi sono la nostra storia e rappresentano il nostro futuro". Gli Enti firmatari designeranno un Gruppo di lavoro, che entro sei mesi dovrà delineare le linee guida d´intervento, e cioè definire priorità, modalità ed ambiti d´intervento anche suddividendo eventualmente il progetto in stralci funzionali per facilitare il reperimento di fondi su specifiche leggi di settore e ricercare i possibili canali di finanziamento. .  
   
   
PROGETTO UE PER DETERMINARE IL RUOLO DELLE POLVERI SOTTILI ATMOSFERICHE NEI CAMBIAMENTI CLIMATICI  
 
 Bruxelles, 21 novembre 2007 - Un´équipe internazionale formata da scienziati di 25 paesi impegnati nello studio di nubi e aerosol è pronta a iniziare le misurazioni delle polveri sottili rilevate nella nostra atmosfera da varie postazioni nel mondo. Dopo il primo anno impiegato nello sviluppo dello stato dell´arte di strumenti di misurazione dell´aerosol, ora il progetto Eucaari (Aerosol Cloud Climate and Air Quality Interactions) è pronto ad avviare la propria ricerca intesa alla comprensione del ruolo degli aerosol nei cambiamenti climatici. Gli aerosol sono microparticelle solide o goccioline liquide sospese nell´atmosfera. Vengono originate da fonti umane e naturali e le loro dimensioni possono variare da nuclei (cluster) di molecole subnanometriche a particelle di polveri e goccioline in scala millimetrica che costituiscono le nubi. Inoltre, incidono sul clima in maniera diretta, in quanto possono disperdere o assorbire le radiazioni solari, ma anche in maniera indiretta, quando fungono da nuclei di condensazione e provocano la formazione di nubi. Attraverso lo studio degli aerosol nell´atmosfera, i ricercatori auspicano di riuscire a comprendere meglio tali processi e di accrescere la conoscenza dell´impatto di queste polveri sottili sul clima e la qualità dell´aria. Nel corso del primo anno, il progetto di ricerca paneuropeo ha sviluppato un dispositivo per la misurazione degli aerosol estremamente sensibile, che consente di rilevare in modo attendibile le particelle di dimensioni inferiori ai 3 nanometri. Tale tecnologia svolgerà un ruolo fondamentale nel risolvere le questioni fisiche e chimiche relative alla generazione e formazione di aerosol. Il progetto sarà avviato nella prossima primavera e raccoglierà dati sull´aria dell´Europa attraverso misurazioni simultanee di terra e di aria. L´équipe del progetto ha inoltre creato una rete globale di stazioni di misurazione in Brasile, Sudafrica, Cina e India, che copriranno le aree di misurazione geograficamente importanti ai fini del monitoraggio dell´inquinamento atmosferico. Per esempio, la stazione brasiliana è situata nella regione delle foreste pluviali, mentre quella sudafricana nella zona della savana. Le stazioni saranno operative dall´inizio del 2008. I risultati del progetto quadriennale Eucaari, lanciato a gennaio del 2007, rientreranno nelle conclusioni politiche e sul clima globale. Il bilancio complessivo di Eucaari, attualmente il progetto maggiore riguardante gli aerosol in Europa, è pari a 15 Mio Eur, 10 dei quali erogati dall´Unione europea a titolo del Sesto programma quadro (6°Pq). L´istituto meteorologico finlandese di Helsinki, uno dei partner del progetto, ospiterà il primo incontro annuale del progetto dal 19 al 22 novembre. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Atm. Helsinki. Fi/eucaari/index. Php?option=com_frontpage&itemid=67 .  
   
   
AMBIENTE: 1,5 ML. EURO A COMUNI PER BONIFICA SITI INQUINATI  
 
Cordenons (Pn), 21 novembre 2007 - La Giunta regionale, su proposta del vicepresidente e assessore all´Ambiente Gianfranco Moretton, ha ripartito oggi una somma di oltre 1,5 milioni di euro a favore di sei Comuni del Friuli Venezia Giulia per interventi di bonifica dei suoli inquinati o di recupero di siti degradati. Questi i Comuni beneficiari, con l´indicazione degli interventi previsti e, fra parentesi, dello stanziamento della Regione: Budoia (Pn): recupero dell´area degradata denominata Ligugnan-rui de Brosa sul torrente Artugna (26. 000 euro); Montereale Valcellina (Pn): messa in sicurezza d´emergenza della golena del torrente Cellina, caratterizzazione del sito inquinato (360. 000); Muggia (Ts): intervento finalizzato alla bonifica del sito Acquario, caratterizzazione del sito inquinato (499. 800); Savogna d´Isonzo (Go): caratterizzazione del sito di via Malnisce 12 (499. 920); Gorizia: recupero dell´area degradata denominata Casermette (130. 000); San Giorgio della Richinvelda (Pn): recupero delle aree degradate in golena dei fiumi Tagliamento e Meduna (4. 999 euro). .  
   
   
RIFIUTI, BUSCEMI: VIA LIBERA A DISCARICA DI INZAGO AUTORIZZATA DAL GOVERNO, NECESSARIA PER L´AUTONOMIA PROVINCIALE VERRA´ BONIFICATO A COSTO ZERO UN VECCHIO SITO ABUSIVO INQUINATO  
 
 Milano, 20 novembre 2007 - "La discarica di Inzago si fa. Tra qualche giorno, con un decreto della direzione regionale Reti e Servizi di Pubblica Utilità verrà data l´Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) e quindi il via libera per la discarica ad Inzago, limitando il conferimento ai rifiuti inerti e a quelli urbani trattati. Contemporaneamente verrà bonificata, a spese del gestore, la vecchia discarica abusiva, problema irrisolto dal Comune fin dal 2002". Lo ha detto l´assessore regionale alle Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile, Massimo Buscemi, alla conferenza stampa che si è svolta il 15 novembre in Regione Lombardia. La decisione della Regione si innesta su alcuni fatti. Il primo: il Governo, il 30 ottobre, ha prorogato fino al 30 giugno 2008 l´autorizzazione al privato esistente da maggio 2005. Ciò significa che, in assenza di determinazioni regionali, il privato avrebbe potuto conferire in questa discarica ogni genere di rifiuti. Il secondo: la Conferenza dei Servizi, che è un organo tecnico, il 29 ottobre, alla presenza della Provincia di Milano e del Comune di Inzago, ha dato parere tecnico favorevole. "In realtà la Provincia - ha aggiunto l´assessore regionale - ha espresso due pareri, uno politico (che in quella sede non ha valore) e uno tecnico (che invece ha valore). Quello tecnico prevede che l´autorizzazione sia legata a prescrizioni, tutte recepite da Regione Lombardia e quindi contenute nell´Aia". Le prescrizioni riguardano la bonifica dell´area limitrofa alla Cascina Redenta (la discarica abusiva), l´ autorizzazione a ricevere le sole frazioni trattate di rifiuti urbani, quindi rifiuti secchi e non maleodoranti. "Per il Comune - ha continuato Buscemi - è un risultato positivo importante. La bonifica del terreno contaminato sarà effettuata a spese dell´azienda che gestisce la discarica di Inzago, vi sarà una limitazione qualitativa dei rifiuti con la garanzia che il sito che metteva a rischio la salute dei cittadini verrà messo in sicurezza". La Provincia di Milano, 3. 800. 000 abitanti, produce 2. 000. 000 di tonnellate (il 60% proviene dalla Città) all´anno di rifiuti. "La Legge regionale approvata nel luglio scorso (12/2007) - ha proseguito l´assessore Buscemi - prevede che le Province siano autonome nello smaltimento dei rifiuti urbani e di quelli urbani trattati. Ora la provincia di Milano non lo è dal momento che esporta in altre province lombarde (Brescia e Pavia) 200. 000 tonnellate, pari al 10%, e una quota maggiore in altre Regioni o all´estero. Per cui non solo il sito di Inzago è necessario, considerando i flussi di rifiuti, ma è necessaria anche la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore in provincia di Milano. La nostra linea è infatti di dire basta alle discariche e puntare sui termovalorizzatori che, tra l´altro, hanno il vantaggio di produrre energia per il teleriscaldamento e per gli impianti industriali, e di non emettere sostanze inquinanti nell´aria". Attualmente in Lombardia ci sono 12 termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti urbani e 80 centri di compostaggio per il riciclaggio della frazione umida. "Rimane fermo l´obiettivo - ha concluso l´assessore Buscemi - di potenziare ulteriormente la raccolta differenziata, attualmente al 47% (il massimo livello in Italia), portandola entro il 2010 al 50%". Buscemi Replica A Consiglieri Opposizione - "La legge regionale non prevede alcun divieto all´apertura della discarica di Inzago (Milano). Prevede invece che, in tema di gestione e localizzazione dei rifiuti, le Province possano esprimere parere vincolante purché motivato e che, in caso di diniego, vengano definite delle alternative. Queste alternative non sono state definite dalla Provincia di Milano che, in sede di Conferenza dei Servizi, ha invece indicato delle prescrizioni, tenute tutte in considerazione da Regione Lombardia". Replica così l´assessore regionale alle Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile, Massimo Buscemi, ai consiglieri regionali dell´opposizione in merito all´intenzione della Regione di autorizzare la discarica di Inzago. "La Regione Lombardia - conclude Buscemi - ha quindi dimostrato di avere il massimo rispetto delle leggi, del Consiglio e dei suoi cittadini". .