Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 WEB E DIRITTO PER LE NUOVE TECNOLOGIE GLI EUROINDICATORI
Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Febbraio 2008
PARLAMENTO EUROPEO: PER LA CRESCITA, INVESTIMENTI, CONCORRENZA E RIDUZIONI FISCALI  
 
Strasburgo, 21 febbraio 2008 - Esprimendo preoccupazione per l´elevato livello del tasso di cambio dell´euro, il Parlamento chiede una politica fiscale coordinata che agevoli la crescita e la creazione di nuove imprese e di posti di lavoro. Occorre anche integrare il mercato dei servizi, aprire le industrie di rete alla concorrenza e valutare il ruolo delle multinazionali sui mercati finanziari. Ma vanno anche garantiti una più equa distribuzione dei benefici della crescita e un rafforzamento della coesione sociale. Approvando con 519 voti favorevoli, 102 contrari e 3 astensioni la relazione di Margarita StarkeviČiŪtĖ (Alde/adle, Lt), il Parlamento osserva che i crescenti squilibri, la domanda aggregata e le pressioni inflazionistiche globali «potrebbero diventare una sfida significativa per la politica monetaria, vista la protratta incertezza sui mercati finanziari». Sottolinea inoltre i crescenti squilibri finanziari e l´eccessiva volatilità dei tassi di cambio come pure la stretta creditizia e, in proposito, esprime preoccupazione «per i livelli elevati del tasso di cambio dell’euro che danneggiano la competitività dell’economia europea e riducono i margini di manovra della politica monetaria», ma difende l´indipendenza della Bce. I deputati sottolineano poi la necessità di una politica fiscale sana «quale condizione preliminare per una crescita sostenuta e per la creazione di posti di lavoro». Notano poi che è necessario un quadro fiscale coordinato favorevole alle società e in particolare alle Pmi e impostato in funzione di una ripresa della crescita e dell´occupazione. A loro parere, inoltre, l´Unione europea deve promuovere disposizioni fiscali volte a incoraggiare la creazione di nuove imprese e l´innovazione tecnologica. Ciò, precisano, potrebbe anche comportare una riduzione delle imposte «che erodono l´efficienza e la creazione di posti di lavoro». Occorre poi «diminuire gli oneri sul lavoro per creare più occupazione e combattere l´economia sommersa» e trasferire il carico fiscale dal lavoro al degrado ambientale «quale soluzione efficace per affrontare sia le questioni ambientali che quelle occupazionali». Sottolineando la grande importanza dell´efficienza della finanza pubblica, i deputati osservano che, nella maggior parte dei paesi, il consolidamento delle finanze pubbliche «potrebbe contribuire a mantenere intatta la sostenibilità fiscale nel lungo periodo». Ritengono quindi importante «modernizzare l´amministrazione pubblica in modo da migliorare l´efficienza e l´efficacia delle finanze pubbliche». A loro parere, d´altra parte, «un ambiente macroeconomico sano e stabile richiede finanze pubbliche di qualità con bilanci più consolidati». Come pure «una politica intelligente in materia di investimenti privati e pubblici che produca infrastrutture orientate al futuro e apra oggi i mercati di domani». Alla luce delle continue pressioni al rialzo dei prezzi energetici e delle crescenti minacce per il clima, per i deputati è importante puntare sul miglioramento dell´efficienza energetica quale contributo sia alla crescita che allo sviluppo sostenibile. Sottolineano poi la necessità di aprire le industrie di rete alla concorrenza garantendo condizioni omogenee e un´effettiva concorrenza nei mercati integrati a livello europeo. Anche perché ritengono «che la proprietà pubblica sui mercati dell´elettricità e del gas rappresenti uno degli elementi fondamentali all´origine delle distorsioni a livello europeo e che l´incentivo alla competizione su questi stessi mercati debba essere ulteriormente migliorato». Allo stesso tempo, il Parlamento chiede l´adozione di provvedimenti per combattere il protezionismo sia all’interno che all’esterno dell’Unione europea, poiché questo «indebolisce e non protegge i diritti dei consumatori e dei cittadini». Sollecita inoltre una rapida integrazione del mercato dei servizi «applicando e facendo rispettare in modo coerente le norme concordate ed eliminando gli ostacoli alla concorrenza e all´accesso al mercato». Nel sottolineare poi che un sistema finanziario globale deregolamentato «si situa al di fuori della portata diretta delle politiche dell´Ue e può trasmettere rischi di instabilità finanziaria», ritiene che sia necessario procedere a una nuova valutazione dell´impatto del modello imprenditoriale e del ruolo dei gruppi finanziari multinazionali sui mercati finanziari globali. Il Parlamento accoglie poi con favore la proposta della Commissione di realizzare una “quinta libertà” nel contesto della ricerca e dell’innovazione - la libera circolazione delle conoscenze - a completamento delle quattro libertà di circolazione delle merci, dei servizi, delle persone e dei capitali. In un contesto di prezzi alimentari in aumento, «che sembra essere permanente piuttosto che ciclico», i deputati ritengono opportuno sottoporre a revisione i meccanismi della politica agricola comune (Pac) che limitano l’approvvigionamento. Anche perché la Pac può svolgere un ruolo fondamentale nella stabilizzazione dei prezzi alimentari. Per i deputati, infine, nel 2008 l´Europa deve rafforzare il suo potenziale di crescita per poter generare posti di lavoro. Nell´interesse della stabilità macroeconomica, inoltre, l´aumento di produttività «deve accompagnarsi ad una più equa distribuzione dei benefici della crescita e ad un rafforzamento della coesione sociale». L´aumento dei redditi deve quindi tenere il passo con la crescita di produttività a medio termine. .  
   
   
CENSIMENTI COMPARABILI A LIVELLO EUROPEO  
 
Strasburgo, 25 febbraio 2008 - Il Parlamento ha adottato il regolamento volto ad armonizzare i dati dei censimenti sulla popolazione e sulle abitazioni nell´Ue. Il compromesso con il Consiglio accoglie l´idea dei deputati di stabilire dei criteri per valutare la qualità dei dati raccolti che, peraltro, dovranno risalire allo stesso anno di riferimento in tutta l´Unione. E´ poi modificato l´elenco degli argomenti da trattare nei censimenti, ma alcune integrazioni suggerite a suo tempo dai deputati non sono state accolte. In quasi tutte le sfere d´azione dell´Ue che riguardino questioni economiche, sociali o ambientali, sono necessari dati di qualità sulla popolazione, utili ai fini della formulazione degli obiettivi strategici e della valutazione dei progressi. I dati censuari permettono di raffrontare in maniera efficace la situazione dei diversi Stati membri dell´Ue. Tali dati possono essere utilizzati direttamente (ad esempio, per accertare il numero delle persone interessate da un certo problema o da una data misura) o come denominatore "pro capite" a fini di comparabilità. I dati censuari comparabili a livello europeo costituiscono il cardine delle stime annuali della popolazione, delle indagini per campione e delle analisi regionali. Sottoscrivendo con 579 voti favorevoli, 41 contrari e 18 astensioni un compromesso negoziato con il Consiglio dalla relatrice Ona JukneviČienĖ (Alde/adle, Lt), il Parlamento ha approvato il regolamento teso a armonizzare la raccolta di dati necessari ai censimenti sulla popolazione e sulle abitazioni per renderli comparabili a livello europeo. Gran parte del compromesso ricalca quanto suggerito dai deputati nella relazione proposta dalla commissione per l´occupazione e gli affari sociali. Il compromesso ha riguardato soprattutto l´elenco degli argomenti da trattare nei censimenti. La raccolta di dati statistici periodici sulla popolazione e sulle principali caratteristiche familiari, sociali, economiche e abitative è necessaria per l´esame e la definizione di misure di politica regionale, sociale e ambientale che interessano la Comunità. Un emendamento alla proposta della Commissione precisa che è necessario raccogliere informazioni dettagliate sulle abitazioni a supporto di varie attività della Comunità, quali la promozione dell´inclusione sociale e il monitoraggio della coesione sociale a livello regionale, nonché la protezione dell´ambiente e la promozione dell´efficienza energetica. In forza al regolamento, gli Stati membri dovranno presentare i dati alla Commissione (Eurostat) secondo dettagliate modalità descritte nel provvedimento stesso. Questi dati dovranno riguardare «determinate caratteristiche demografiche, sociali ed economiche di persone, famiglie e nuclei familiari, come pure le abitazioni ai livelli nazionale, regionale e locale». Dati e metadati «definitivi, convalidati e aggregati» dovranno essere trasmessi entro 27 mesi dalla fine dell´anno di riferimento (contro i 24 proposti dalla Commissione). Un lungo emendamento precisa i criteri di "qualità" cui devono attenersi i dati trasmessi: rilevanza, accuratezza, tempestività, accessibilità, chiarezza, comparabilità e coerenza. La Commissione dovrà stabilire raccomandazioni metodologiche a tal fine. Per assicurare la comparabilità dei dati forniti dagli Stati membri e l´elaborazione di analisi affidabili a livello comunitario, un emendamento suggerito dai deputati prevede che i dati utilizzati si riferiscano allo stesso anno di riferimento. Ogni Stato membro potrà determinare una data alla quale si riferiscono i suoi dati, ma tale data di riferimento deve situarsi in un anno di riferimento stabilito dal regolamento. Il primo di questi anni deve essere il 2011, mentre i successivi saranno stabiliti dalla Commissione e dovranno situarsi all´inizio di ogni decennio. Gli Stati membri dovranno prendere «tutti i provvedimenti necessari per adempiere alle prescrizioni sulla protezione dei dati» E´ poi precisato che dovrebbero essere considerate come residenti abituali dell´area geografica in questione solamente «le persone che hanno vissuto nella propria dimora abituale senza interruzione per un periodo di almeno dodici mesi prima della data di riferimento» e quelle che «si sono stabilite nella propria dimora abituale nei dodici mesi precedenti la data di riferimento con l´intenzione di permanervi per almeno un anno». Laddove tali circostanze non possano essere determinate, per "dimora abituale" deve intendersi «il luogo di residenza legale o dichiarata». L´allegato del regolamento indica gli argomenti da trattare nel censimento, distinguendo tra temi "obbligatori" e temi "raccomandati", a loro volta suddivisi in temi "estrapolati" e "non estrapolati", sia per la popolazione sia per le abitazioni. Per quanto riguarda la popolazione, oltre ai dati classici (come sesso, età, stato civile de jure, cittadinanza, ecc), dovranno essere raccolti i dati sul luogo di dimora abituale, l´ubicazione del luogo del lavoro, la professione, il titolo di studio, la situazione, il tipo e la dimensione della famiglia. Un emendamento cancella una lunga lista di dati "raccomandati" proposti dalla Commissione che riguardano, ad esempio, il tragitto casa-scuola o casa- lavoro, l´occupazione informale, il reddito, l´alfabetizzazione e le competenze informatiche, la lingua, la religione e il numero di automobili. Cancella anche le informazioni sulla data di «matrimonio de jure di donne sposate» e «dell´inizio dell´unione (delle unioni) consensuali (i) di donne che hanno convissuto consensualmente». Il compromesso non ha accolto la proposta dei deputati di sostituire tali informazioni con le tre seguenti voci: "tragitto tra la principale unità sanitaria e la dimora abituale", "disponibilità di acqua e di luce", "telefono e collegamento a Internet normale e a banda larga". Un altro emendamento sopprime tra i "temi estrapolati" (sempre per i dati "raccomandati") i "gruppi socioeconomici", "persone con un contesto straniero", "sfollati", "unioni omosessuali", "famiglia allargata", "tipo di famiglia ricostituita", "tipo di famiglia allargata" e "composizione generazionale delle famiglie". Il compromesso, tuttavia, non ha accolto il suggerimento dei deputati di sostituire questi dati con un´unica voce: "famiglie omosessuali ed eterosessuali". Sulla stessa scia di quanto suggerito dai deputati in materia di popolazione, un emendamento sopprime l´elenco proposto dalla Commissione in materia di dati "raccomandati" e "non estrapolati" sulle abitazioni. Anche in questo caso il compromesso non ha accolto la proposta dei deputati di sostituire tali dati con le tre seguenti voci: "accessi agli edifici pubblici e privati per le persone con disabilità", "trasporti e traffico urbano", "mobilità all´interno dell´abitazione e dell´edificio contenente l´abitazione". .  
   
   
POLITICHE SOCIALI E WELFARE DEL FONDO SOCIALE EUROPEO SOTTOSCRITTO A VIENNA L’ACCORDO DI COLLABORAZIONE NELLA CAPITALE AUSTRIACA LA FIRMA TRA 9 NAZIONI CHE PARTECIPERANNO AL PROGETTO  
 
 Trento, 25 febbraio 2008 - – E’ stato sottoscritto il 21 febbraio a Vienna il protocollo di intesa che attiva una rete di collaborazione tra diversi paesi europei intenzionati a promuovere nell’ambito del Fondo sociale europeo le politiche sociali e il welfare, grazie alla scambio di informazioni, buone pratiche, personale e progetti condivisi. Capofila del network continentale sarà il Trentino che, oltre alla sede della segreteria permanente, ricoprirà la carica di presidenza per il primo semestre. L’accordo è stato firmato, oltre dalla Provincia autonoma di Trento, dall’Alto Adige, Toscana e Sicilia (per l’Italia), e da altri nove paesi europei (Austria, Finlandia, Germania, Irlanda del Nord, Lituania, Malta, Slovenia e Fiandre/belgio). La firma arriva ad una settimana dall’approvazione da parte della giunta provinciale dello schema del protocollo. Le politiche sociali e il welfare trovano da oggi un nuovo strumento di azione tra diversi paesi europei. E’ stato sottoscritto oggi a Vienna il protocolla di intesa per l’attivazione di un network europeo che ha come obiettivo la promozione concreta delle strategie del Fondo sociale europeo, in particolare per le politiche sociali e il welfare. Alla firma erano presenti, per l’Italia, i rappresentanti della Provincia autonoma di Trento (rappresentata dal segretario generale Paolo Duiella), la Provincia autonoma di Bolzano, le Regioni Toscana e Sicilia. L’accordo ha visto l’adesione di otto paesi della Comunità europea: il ministero dell’economia e lavoro dell’Austria, il ministero dello sviluppo ed economia della Finlandia, il ministero lavoro e affari sociali della Germania, il dipartimento per lo sviluppo e dell’educazione dell’Irlanda del Nord, il ministero della sicurezza sociale e del lavoro della Lituania, l’ufficio del primo ministro della repubblica di Malta, il gabinetto del governo locale della Slovenia e il ministero del lavoro della Regione delle Fiandre (Belgio). L’iniziativa di realizzare il network parte da Trento che conserva il segretariato permanente, i cui compiti sono quelli di incentivare e promuovere le azioni del network. La Provincia autonoma di Trento avrà la presidenza del primo semestre. Lo schema di protocollo era stato approvato dalla giunta provinciale nella seduta del 15 febbraio scorso. L’accordo sottoscritto oggi a Vienna stabilisce un network fra autorità di gestione, organismi interni e autorità centrali che si occupano di programmazione e attuazione di interventi previsti dal Fondo sociale europeo. Gli interventi riguardano l’ambito politiche del lavoro, educazione e formazione, le politiche sociali e welfare. Il protocollo prevede degli strumenti per i gestori degli interventi affinché siano datati di strumenti concreti per dialogare in maniera permanente, scambiarsi informazioni esperienze e conoscenze, e buone pratiche, ovvero di attivare processi positivi di interazione. In particolare i 9 stati europei intendono avviare azioni comuni e condivise, lo scambio di personale e di utenti così da creare un modello europeo di riferimento. Il ruolo propositivo della Provincia autonoma di Trento nel promuovere il network europeo conferma lo sforzo per un’apertura verso l’esterno del Trentino ed è la prima rete collaborativa internazionale che si avvia nella nostra provincia a seguito della nuova programmazione 2007-2013: “L’obiettivo è di garantire alle iniziative un taglio molto pratico e di promuovere un tema, qual è quello della inclusione sociale, su cui la Provincia ha investito molto negli ultimi anni. La Provincia ha fortemente condiviso con le altre amministrazioni regionali italiane e con la Commissione europea, la necessità che le azioni attivate nell’ambito dei singoli contesti geografici, non risultassero sconnesse o autoreferenziali e pertanto ritiene opportuna la necessità di sostenere uno sforzo affinché tra le azioni progettuali e le singole strategie programmatiche condotte a livello provinciale, portassero ad una interazione, una sinergia e un’integrazione con le esperienze ed i sistemi di altre realtà regionali, sia nazionali che di altri Paesi dell’Unione europea ”. L’esordio del network europeo avverrà a giugno proprio a Trento, in occasione del convengo internazionale sulle migliori pratiche dell’inclusione sociale e dell’integrazione sociale. .  
   
   
FONDO SOCIALE EUROPEO. GALAN: “UNA VISIONE DI SISTEMA E IN RETE DEL VENETO CHE GUARDI ALL’EUROPA E CHE UTILIZZI UNA CONCERTAZIONE COSTRUTTIVA”  
 
Vicenza, 25 febbraio 2008 - “Se penso al Veneto, mi vengono innanzitutto in mente i suoi innegabili punti di forza che dipendono in buona misura dai successi in campo economico. Da questi aspetti si deve partire per meglio sostenere le scelte future. Lo stiamo già facendo, continueremo a lavorare così. ” Lo ha detto Giancarlo Galan, presidente della Regione del Veneto, inaugurando stamane a Vicenzafiere il convegno “Il futuro della formazione individuale in Veneto tra tradizione ed innovazione. ” Secondo Galan, il primo motivo di orgoglio è la condizione felice del mercato del lavoro. Possiamo vantare un tasso di occupazione attorno al settanta per cento, superiore di sette, otto punti alla media nazionale. Buona è anche la performance dell’occupazione femminile. Il tasso di disoccupazione è quasi fisiologico e cioè sul quattro per cento. Le politiche per l’incontro tra la domanda e l’offerta in Veneto si fanno e si fanno bene. Motivo di grande soddisfazione è poi la presenza di un sistema produttivo vitale ed articolato che include i segmenti più noti e più tradizionali del made in Italy, quelli delle quattro A e cioè: arredocasa, abbigliamento, agroalimentare, automazione. Le imprese venete crescono e si irrobustiscono attraverso accordi e fusioni, proiettandosi sempre più sugli orizzonti della competizione internazionale. Un ulteriore punto di vanto lo offrono i dati demografici in aumento: il Veneto è infatti oggi abitato da cinque milioni di persone. Infine c’è da raccontare una regione in cui il livello di istruzione è in crescita: il settantasette per cento dei giovani tra i venti e ventiquattro anni ha almeno un diploma di scuola superiore. “Sono dati soddisfacenti, addirittura sono migliori – ha detto Galan - di quelli di altre Regioni come l’Emilia e la Toscana che sembravano offrire la migliore qualità delle politiche per il lavoro, per l’istruzione e per la formazione. ” Diversi i fattori che hanno contribuito a determinare una realtà così competitiva, dinamica e vivace. “Di sicuro – ha ricordato Galan – qualcosa di buono è venuto anche dalla politica. Credo che la politica conti molto quando si tratta di favorire lo sviluppo e purtroppo anche di più quando si tratta di ostacolarlo. Di certo la miglior cosa che la politica può fare – e noi in Veneto lo facciamo – è creare le condizioni materiali per la crescita della società e poi lasciare spazio alle energie che sul territorio e per il territorio lavorano senza scordare che esiste una concertazione buona che è quella che si fa in Veneto e una concertazione cattiva che primeggia in tante parti del Paese. ” “Per essere soddisfatti davvero del nostro Veneto – ha proseguito il presidente – l’orizzonte a cui dobbiamo puntare è quello delle migliori Regioni d’Europa come l’Olanda, la Danimarca, la Francia e la Germania. In materia di Fondi Europei (Fondo Sociale Europeo – Fse e Fondo di Sviluppo Regionale – Fesr) saranno dunque quattro gli ambiti di intervento principali: aumentare ancora di più il potenziale infrastrutturale; agire con decisione sul versante ambientale ed energetico avviando innanzitutto azioni volte a favorire lo smaltimento e il recupero energetico dei rifiuti; valorizzare il capitale umano, l’innovazione, gli investimenti in ricerca e sviluppo; rafforzare e potenziare le industrie culturali. ” La novità della stagione di programmazione 2007-2013 incorpora un nuovo principio: finalizzare i diversi strumenti della competitività (Fse e Fesr) congiuntamente e coerentemente. “Un obiettivo ambizioso – ha concluso il presidente Galan – ma sorretto da un forte impegno. Vogliamo avere oggi più di ieri una visione chiara, non campanilistica e non schizofrenica del Veneto e delle sue potenzialità con un linguaggio comune sia che si parli di strade che di turismo, che di tematiche ambientali, che di risorse umane e di industrie culturali. ” .  
   
   
UE: PROGRAMMAZIONE 2007-2013 DEL FONDO SOCIALE EUROPEO  
 
 Udine, 25 febbraio 2008 - Solidarietà, dignità umana, pari opportunità: sono alcuni dei valori sui quali con lungimiranza e pragmatismo 50 anni fa la Comunità europea diede vita al Fondo Sociale Europeo (Fse) con l´intento di trasferirli concretamente nella vita quotidiana dei cittadini europei. A inizio del cammino 2007-2013 del Fse, il 21 febbraio a Udine è stato fatto il punto della nuova programmazione regionale con il contributo dei rappresentanti della Commissione europea (Philippe Hatt), del ministero del Lavoro (Valentina Curzi), dell´Autorità regionale di gestione della Programmazione, delle parti sociali del Friuli Venezia Giulia, del presidente della Regione e dell´assessore regionale al Lavoro. Da parte della Commissione europea vi è apprezzamento per i risultati quantitativi e qualitativi raggiunti dal Friuli Venezia Giulia nella passata programmazione, unito allo stimolo a operare per raggiungere risultati sempre più vicini agli "Obiettivi di Lisbona". E da parte della Regione si sta già operando fattivamente per avviare con i primi bandi la nuova programmazione, che nel suo complesso può contare dal 2007 al 2013 su oltre 319 milioni di euro (di provenienza comunitaria, statale e regionale), una novantina dei quali riferiti agli anni 2007 e 2008. Una programmazione, quella regionale, che partendo dai positivi risultati di quella precedente - ha visto perfezionare azioni per l´occupabilità, per l´adattabilità e la formazione continua, i processi di "life long learning", la formazione superiore, la promozione della cultura imprenditoriale, la conciliazione fra vita lavorativa e familiare - ha ora come obiettivo strategico di accrescere la competitività e produttività del "sistema regione" attraverso la creazione e l´utilizzo della conoscenza e di consolidare e ulteriormente accrescere gli attuali livelli di occupazione, la qualità del lavoro e la coesione sociale. Tenendo conto che entro il 2010 andranno raggiunti gli Obiettivi di Lisbona, specie per quanto riguarda l´occupazione femminile, le principali linee d´intervento della prossima programmazione dovranno riguardare le fasce di utenza a più alto rischio di emarginazione dal mercato del lavoro: ovvero i giovani, gli over 45, le persone nell´area dello svantaggio, le donne. Andrà favorita la costituzione poli formativi di eccellenza in un´ottica di rete che veda il coinvolgimento del territorio e del sistema dell´educazione/formazione con priorità alle aree dell´economia del mare, del turismo (per i quali i bandi saranno emessi entro marzo), dell´Ict. Andrà allargata la base delle imprese coinvolte nei processi di formazione continua. Inoltre andranno rafforzati i processi inclusione sociale delle persone svantaggiate; sostenuta la creazione di reti, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell´innovazione; promossa la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base transnazionale; assicurata la più ampia diffusione delle opportunità che derivano dal Fse; promossa la cultura imprenditoriale; rendere più interessante per i giovani ricercatori lavorare in regione, riducendo la precarietà e incrementando prospettive e opportunità. Una risorsa importante per i raggiungimento degli obiettivi sono i Centri per l´impiego. Come emerso dal convegno, il buon uso dei fondi comunitari nella precedente programmazione 2000-2006, unito ai provvedimenti introdotti dalla Regione, ha portato a risultati positivi nell´economia del Friuli Venezia Giulia. Per il futuro, quindi, si tratta di considerare i cambiamenti in atto, di completare il passaggio dall´era industriale a quella della conoscenza. Bisogna insomma accettare la sfida più importante, ovvero la competitività, che si basa sul grado di qualità e conoscenza dei prodotti. Un cambiamento che ha come motore fondamentale l´apprendimento: per questo servono risorse umane più qualificate, che vanno messe a disposizione del sistema. Da qui la necessità - e questo è il senso delle azioni della programmazione Fse - di favorire l´educazione dei giovani ai livelli più alti, nonchè di favorire l´attività di formazione permanente a un maggior tasso di conoscenza e a tutti i livelli (compresi i cittadini fuori dal processo produttivo). Per fare tutto servono interventi puntuali di formazione ed educazione di tutte le categorie; ma servono anche interventi trasversali intesi come la formazione dei formatori, come trasferimento delle conoscenze informatiche a più ampi strati di popolazione, come la diffusione della cultura scientifica e dell´innovazione. Infine in questo processo di cambiamento vanno coinvolti anche il sistema finanziario, che a sua volta deve cambiare mentalità per saper sostenere la nascita di quelle imprese a più elevato tasso di conoscenza che richiedono forme diverse di finanziamento, e la pubblica amministrazione: essa deve innovarsi al proprio interno e porsi con mentalità nuova nei confronti del cittadino e dell´imprenditore. Un cambiamento, questo della pubblica amministrazione, che vedendo quel che accade in Friuli Venezia Giulia, gode di un clima favorevole. . .  
   
   
SLOVENIA, CAMBIA LA LEGGE SULLE REGIONI  
 
Lubiana, 25 febbraio 2008 -- Il primo ministro sloveno, Janez Jansa, ha preso parte a una consulta con i sindaci dei Comuni sloveni, organizzata per dibattere la legislazione sulle regioni. Dopo un dibattito, la maggioranza dei sindaci ha suggerito che il Governo ripresenti la "proposta regionale". La nuova legge dovrà essere emendata. Lo afferma il sito internet del Governo sloveno. Stabilire le regioni significherà assicurare uno sviluppo più uniforme e veloce, secondo Jansa. La prima proposta era stata rigettata perché, secondo gli oppositori, il numero di regioni era troppo elevato. Se la legislazione basilare non sarà completata entro il mandato di Jansa, le regioni non saranno completate prima delle elezioni locali del 2010. .  
   
   
WORKSHOP SUI CENTRI DI COMPETENZA PER LA RICERCA  
 
 Bruxelles, 25 febbraio 2008 - Nell´ambito dell´iniziativa Compera, finanziata dall´Ue, il 5 marzo a Bruxelles (Belgio) si terrà un workshop sui temi della continuità e delle strategie di lungo periodo riguardanti i centri di competenza per la ricerca. La maggior parte dei centri di competenza per la ricerca in Europa vengono finanziati da programmi di durata limitata. Cosa accade una volta terminato il periodo iniziale di finanziamento? Come possono i centri di competenza per la ricerca assicurarsi che i loro traguardi non siano persi e che i loro risultati vengano ripresi e utilizzati da aziende, istituti di ricerca e altri operatori? Quali sono le strategie possibili dopo il primo periodo di finanziamento? Quali sono le differenze in Europa tra le diverse strategie a lungo termine riguardanti i centri di competenza per la ricerca? Qual è il ruolo delle agende di ricerca già definite, e delle valutazioni finalizzate all´impatto? Durante il workshop cinque direttori di centri di competenza per la ricerca provenienti da diversi paesi europei parleranno della propria situazione e delle proprie esperienze presentando la propria opinione sui temi citati. Gli interventi saranno seguiti da una sessione interattiva che coinvolgerà tutti i partecipanti all´evento con l´obiettivo di consentire lo scambio di esperienze e idee. Le conclusioni del workshop verranno presentate alle organizzazioni partner di Compera. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Comp-era. Net/ .  
   
   
INCONTRO TRA REGIONE CALABRIA, MINISTERO E COMMISSIONE EUROPEA SULLO STATO DI AVANZAMENTO DEL POR 2000/2006 AREA D´INTERESSE: PROGRAMMAZIONE NAZIONALE E COMUNITARIA  
 
Reggio Calabria, 25 febbraio 2008 - Il Direttore generale del dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria Salvatore Orlando ha presieduto il 21 febbraio, l’incontro tra i Dirigenti generali dei dipartimenti regionali ed una rappresentanza del Ministero dello Sviluppo Economico e della direzione generale Politica Regionale della Commissione Europea, guidata da Alberto Piazzi. Presente anche il nuovo funzionario responsabile della Commissione Europea per la Calabria Jordi Torrebadella. Al centro del dibattito l’esplorazione analitica dello stato di avanzamento degli impegni e della spesa delle singole misure del Por 2000/2006, al fine di avere una base di conoscenza aggiornata della situazione corrente, in vista anche del prossimo incontro con il Comitato di sorveglianza, in programma dal 26 27 al 28 marzo prossimi. L’assessore alla Programmazione nazionale e comunitaria Mario Maiolo si è detto soddisfatto di come continua la collaborazione tra Regione e Commissione Europea “in un momento – ha detto - che si presenta particolarmente critico per la coincidenza temporale della chiusura del programma 2000/20006 con l’avvio del nuovo Por 2007/2013. In tal senso, nelle relazioni presentate, è stata riservata particolare attenzione alla connessione tra quanto già realizzato sul piano della spesa e dei controlli e quanto previsto nel nuovo programma operativo”. Per l’assessore Maiolo “la piena sintonia operativa tra i tecnici regionali e i referenti comunitari migliorerà il rapporto con la Calabria e consentirà il superamento delle difficoltà registrate in passato”. Il rappresentante della Commissione Torrebadella, dal canto suo, ha molto apprezzato lo sforzo improntato dalla Regione per rafforzare i sistemi di programmazione, gestione e controllo e ha annunciato la visita in Calabria della commissaria europea per la politica regionale, Danuta Hubner. .  
   
   
ENERGIA: ARRIVA ‘ENERGIA SEMPLICE’, LA GUIDA ALLE NOVITÀ E AI VANTAGGI DELLA LIBERALIZZAZIONE  
 

 Milano, 25 febbraio 2008 - L’iniziativa della Commissione europea e dell’Autorità per l´energia sarà presentata all´Università Bocconi – Via Sarfatti 25, Milano lunedì 25 febbraio 2008 alle ore 10. 30 da Andris Piebalgs, Mario Monti e Alessandro Ortis Informare il cittadino-consumatore delle opportunità e dei vantaggi offerti dalla liberalizzazione dei mercati europei dell’energia, per scelte sempre più libere, chiare, convenienti. E’ questo l’obiettivo della campagna di comunicazione congiunta che la Rappresentanza in Italia della Commissione europea e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas presenteranno alle ore 10. 30 di lunedì 25 febbraio a Milano, nell´ambito delle conclusioni della Conferenza internazionale "An Integrated Climate and Energy Policy" organizzata dallo Iefe-bocconi. Saranno il Presidente dell’Università Bocconi, Mario Monti, il Commissario europeo all´energia Andris Piebalgs e il Presidente dell’Autorità per l´energia Alessandro Ortis, ad illustrare "Energia semplice, le novità sul mercato dell´energia elettrica e il gas", una pratica guida per spiegare alle famiglie e ai piccoli consumatori cosa è cambiato nel mondo dell’energia elettrica e del gas e come approfittare dei nuovi diritti conquistati. In particolare, la brochure informativa sarà diffusa in più di un milione di copie, allegate a settimanali nazionali a larga diffusione; inoltre, sarà messa a disposizione delle Associazioni dei consumatori e “scaricabile” dai siti Internet delle istituzioni coinvolte. Www. Autorita. Energia. It

La liberalizzazione dell’energia in Europa e i vantaggi per i consumatori - Grazie alla liberalizzazione introdotta dall’Unione Europea, dal 1° luglio del 2007, in Italia e nel resto dell´Ue tutti i clienti, anche domestici, possono scegliere liberamente il fornitore di energia elettrica e di gas. Il primo vantaggio che i cittadini stanno toccando con mano, si radica nel cuore stesso della democrazia, ed è la libertà di scelta reale per tutti i consumatori che, da destinatari passivi di un servizio, diventano protagonisti attivi sul mercato: possono cambiare fornitore se riscontrano un servizio di cattiva qualità, se considerano eccessivo il prezzo offerto, se vogliono partecipare alla lotta contro i cambiamenti climatici, scegliendo energia da fonti rinnovabili oppure a basso tenore di carbonio. Nel nuovo contesto, i cittadini sono chiamati a svolgere un ruolo essenziale per favorire la concorrenza fra i fornitori e una maggiore efficienza del mercato, anche promuovendo una migliore qualità dei servizi. Ma per potere usufruire pienamente dei propri diritti, è necessario che comprendano che sono davvero liberi di cambiare fornitore, che hanno il diritto a condizioni trasparenti nei contratti, che saranno tutelati da pratiche ingannevoli o informazioni fuorvianti da parte dei fornitori. Un mercato dell’energia competitivo contribuirà inoltre all’uso razionale dell’energia. Nel nuovo mercato liberalizzato, le frontiere nazionali nel settore dell’energia stanno scomparendo: per favorire ulteriormente la concorrenza, la Ue sta finanziando lo sviluppo delle reti e la loro interconnessione, sia all’interno che verso l’esterno. Le regole del mercato unico dell’energia consentono già oggi a tutti i fornitori di accedere alla totalità delle reti di distribuzione e delle reti di elettrodotti, gas-dotti e oleodotti in condizioni di parità. Sono attualmente in discussione misure volte a rafforzare l’applicazione di tali diritti: con le misure proposte il 19 settembre del 2007, la Commissione Europea mira, di fatto, a rendere ancora più concorrenziale il mercato, attraverso la separazione delle reti di trasporto dai soggetti che producono e distribuiscono elettricità e gas. Per tutelare attivamente gli interessi dei consumatori perché possano sfruttare appieno i vantaggi dell´apertura dei mercati energetici, la Commissione Europea ha anche redatto una Carta europea dei consumatori di energia che prevede alcuni diritti fondamentali: • Allacciamento: il diritto di ricevere servizi regolari, prevedibili e sicuri di erogazione di energia elettrica e di gas. • Fornitura: il diritto di cambiare fornitore di energia elettrica e di gas e di beneficiare di procedure efficienti. • Contratto: la Carta elenca gli elementi minimi che deve comprendere qualsiasi contratto stipulato con un fornitore di energia. • Informazioni: il diritto ad avere informazioni aggiornate sulla fornitura di energia, le condizioni contrattuali, i prezzi e le tariffe, le misure di efficienza energetica, l´origine e le fonti di produzione dell´energia elettrica. • Prezzi: l´energia deve essere erogata a prezzi ragionevoli, facilmente e chiaramente comparabili e trasparenti. • Misure sociali: il diritto, per i cittadini vulnerabili, ad avere livelli minimi di servizi energetici (energia elettrica, riscaldamento e illuminazione) per evitare la “povertà energetica”. • Composizione delle controversie: il diritto a procedure di ricorso semplici e poco costose in caso di controversia. • Divieto di pratiche commerciali sleali e diritto a procedure giudiziarie trasparenti. Saranno invitati a firmare la Carta, su base volontaria, tutti i principali operatori del mercato energetico europeo: fornitori, autorità di regolamentazione, amministrazioni pubbliche ed associazioni di consumatori. In definitiva, con la liberalizzazione, l´integrazione del mercato e la Carta dell’energia, la Commissione ha voluto prima di tutto garantire ai cittadini il diritto ad un approvvigionamento energetico sicuro e conveniente, in un periodo segnato dall’aumento dei prezzi del gas e del petrolio e dalla mancanza cronica di investimenti nel settore energetico. Allo stesso tempo, sono stati introdotti nuovi diritti, tutele e obblighi per una migliore qualità dei servizi, affinché la realizzazione di un vero mercato unico dell´energia nell’Unione porti reali benefici a tutti, alle imprese e ai cittadini consumatori. Il mercato libero dell’energia elettrica Che cosa cambia con la liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica? Ci saranno vantaggi? Dal 1° luglio 2007 in Italia, come nel resto dell’Unione Europea, è scattata la completa liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica. Questo significa che tutti possono scegliere liberamente un nuovo venditore di elettricità o cambiare contratto, selezionando sul mercato libero l’offerta ritenuta più interessante e conveniente. Si tratta di una scelta volontaria, non obbligata. Con la liberalizzazione, le imprese che vendono energia elettrica sono in concorrenza tra loro, così come lo sono le imprese produttrici. Una vivace e corretta competizione promuoverà una pluralità di offerte, con possibili benefici in termini di prezzi e qualità di servizi o forniture. Posso scegliere una nuova offerta? Sì. Grazie alla “liberalizzazione” del mercato, i consumatori acquistano il nuovo diritto per una libera scelta: si può decidere in ogni momento di cambiare contratto o mantenere ancora la fornitura alle condizioni fissate dall’Autorità, il cosiddetto servizio di maggior tutela, disponibile solo per le famiglie e le piccole imprese (se connesse in bassa tensione, con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 10 milioni di euro). Costa cambiare? Scegliere un nuovo contratto o un venditore non comporta spese, a condizione che lo stesso cliente non abbia già cambiato venditore nei dodici mesi precedenti: solo in questo caso il distributore addebiterà un contributo fisso di 27 euro al venditore prescelto, che potrà a sua volta addebitarlo al cliente. Il contributo non è mai dovuto se il cliente intende tornare dal mercato libero al servizio di maggior tutela. Sul nuovo contratto è dovuta l’imposta di bollo (14,62 euro), in conformità alla normativa fiscale. È facile passare da un fornitore ad un altro? Sì. Per aderire ad una nuova offerta, basta stipulare il contratto con il fornitore prescelto: sarà lui ad inoltrare la richiesta di recesso al vecchio fornitore e ad occuparsi delle procedure necessarie ad attivare la nuova fornitura. Non va fatto alcun intervento sugli impianti e sui contatori: cambia infatti solo la gestione commerciale e amministrativa della fornitura. Una volta completato il passaggio, sarà il nuovo fornitore ad inviare le bollette. La continuità e sicurezza del servizio deve restare assicurata. L’impresa di distribuzione, che gestisce la rete elettrica locale, rimane la stessa anche se si sceglie di cambiare il proprio fornitore. Se cambio venditore rischio di pagare due volte gli stessi consumi? No. Quando si cambia venditore viene registrata una lettura del contatore, in modo che il vecchio venditore possa emettere la bolletta di chiusura del rapporto. L’ultima lettura viene utilizzata dal nuovo venditore come punto di partenza per conteggiare i consumi ed emettere le nuove bollette. Nessun venditore può chiedere pagamenti per un servizio fornito da altri: in questo caso il cliente, se ha già pagato per errore, può farsi restituire l’intera somma maggiorata degli interessi legali. È possibile modificare le proprie scelte? E dopo quanto tempo? Chi ha scelto un nuovo venditore può sempre cambiare scegliendone liberamente un altro, oppure tornare alle condizioni fissate dall’Autorità. L’autorità ha fissato tempi favorevoli ai consumatori per esercitare il “diritto di recesso” che estingue un contratto: a un cliente domestico può essere chiesto al massimo un mese di preavviso per passare a nuovo venditore; per una piccola impresa il preavviso massimo è di un mese quando sceglie per la prima volta di cambiare fornitore ed entrare nel mercato libero, mentre è di tre mesi per tutti i cambi successivi. Che cosa devo sapere per scegliere al meglio una fornitura di energia elettrica? Che cosa pago nella mia bolletta? Prima di scegliere una nuova offerta, è bene sapere che con la bolletta dell’energia elettrica si pagano: un prezzo di mercato per l’acquisto dell’energia (che può variare a seconda delle offerte dei venditori) al quale si aggiungono il costo per consegnare l’energia nelle case e misurare i consumi, gli oneri generali di sistema previsti per legge (lo sviluppo delle fonti rinnovabili, la ricerca, lo smantellamento delle centrali nucleari ecc. ) e le imposte. Non c’è un’offerta “buona per tutti”, controlliamo i nostri consumi Per decidere al meglio occorre prima di tutto analizzare le nostre specifiche necessità e l’andamento dei consumi: ognuno consuma l’energia elettrica in quantità e momenti o giorni diversi rispetto agli altri. Inoltre, è indispensabile leggere con attenzione le caratteristiche dettagliate delle offerte commerciali, evitando scelte non adeguatamente valutate. Un buon punto di partenza è quello di controllare i propri consumi (in Kilowattora, kWh, l’unità di misura dei consumi), effettuati negli ultimi mesi o anni: li troviamo evidenziati nelle bollette. Questi numeri sono utili per stimare le eventuali convenienze economiche. Occorre poi valutare le differenze di prezzo anche alla luce delle proprie esigenze. Ad esempio: si preferisce un prezzo costante per un certo periodo di tempo o averne uno che ri specchia le oscillazioni dei mercati dell’energia? Si vuole pagare la bolletta di elettricità e gas in modo congiunto? Tutte le considerazioni di questo tipo offrono elementi utili per valutare meglio quale, tra le diverse soluzioni offerte sul mercato, “fa al caso nostro”. La “scheda confronto” prezzi Nel presentare le proposte di offerta, i venditori debbono obbligatoriamente consegnare al consumatore domestico una “scheda di confronto” prezzi: è il prospetto (vedi figura) inserito nei documenti informativi con i quali viene proposta l’adesione a un nuovo contratto. È molto importante individuare questa “tabella” e leggerla con attenzione. Per i clienti domestici la scheda evidenzia la spesa annua presunta per cinque diversi livelli di consumi- tipo, calcolata ai prezzi dell’energia applicati al momento della proposta. Per ogni livello di consumo, viene indicato il possibile risparmio o la maggiore spesa, mettendo a confronto l’offerta del venditore con le condizioni di maggior tutela dell’Autorità.

Scheda di riepilogo dei corrispettivi Corrispettivi previsti dall´offerta valida fino alla per alla data data del i clienti finali del (gg/m domestici /aa/),
(gg/mm/aa/)
Calcolo a preventivo della spesa annua escluse le imposte
Cliente con potenza impegnata 3kW - contratto per abitazione di residenza
Consumo annuo (kWh) Stima della spesa annua escluse le imposte in base alla presente offerta (in euro) (A) Stima della spesa annua escluse le imposte in base alle tariffe o condizioni economiche di riferimento dell´Autorità (in euro) (B) Stima del risparmio annuo in base alla presente offerta (in euro) (B-a) Stima del risparmio annuo in base alla presente offerta in %
1. 200
2. 700
3. 500
4. 500
7. 500
La pubblicità di offerte commerciali potrebbe mettere in maggior risalto gli aspetti più convenienti dell’offerta, salvo poi precisare (magari in caratteri più piccoli) clausole che ne modificano la rilevanza. È bene pertanto leggere attentamente tutto il materiale fornito e valutarlo facendo particolare attenzione al “confronto prezzi” che l’Autorità ha reso obbligatorio, per una miglior tutela dei consumatori. Chi può vendere energia elettrica nel nuovo mercato libero? L’attività di vendita è libera, pertanto chiunque può operare nel mercato dell’energia elettrica in qualità di venditore. È importante sapere che ci sono: • le società di vendita che operano solo sul mercato libero e che fanno offerte commerciali; • le società che operano sia sul mercato libero che per il servizio di maggior tutela, che fanno offerte commerciali ma possono anche applicare le condizioni fissate dall’Autorità. Attenzione quindi a identificare correttamente il soggetto con cui vi relazionate: a questo scopo l’Autorità ha dettato norme precise per aiutare i consumatori a non confondersi, chiedendo alle imprese di inserire specifici messaggi nei loro servizi di call center e di indicare sui contratti e sulle bollette se si riferiscono al servizio di maggior tutela o al mercato libero, distinguendo tra imprese di vendita che operano sul mercato libero e quelle di maggior tutela. A chi posso rivolgermi per ottenere informazioni commerciali? All’impresa con cui si ha il contratto di fornitura. Se si sceglie un nuovo venditore, per tutte le informazioni che riguardano gli aspetti commerciali del servizio (consumi, bollette, pagamenti, rimborsi, chiarimenti, reclami…) è necessario rivolgersi al venditore con il quale è stato stipulato il contratto di fornitura. L’elenco dei venditori sul sito dell’Autorità Per avere maggiori informazioni sulle società di vendita, si può consultare l’elenco pubblicato sul sito dell’Autorità (www. Autorita. Energia. It). Attenzione: non è un elenco di aziende “certificate” dall’Autorità ma uno strumento informativo di utilità per i consumatori. Infatti la domanda di iscrizione viene avanzata dalla società di vendita, volontariamente, e viene accolta se in possesso di alcuni requisiti definiti dall’Autorità (ad esempio la solidità finanziaria, il controllo contabile gli ultimi due bilanci approvati). L’elenco viene aggiornato costantemente. Che cosa devo sapere prima di firmare un contratto? Chiunque contatti un cliente per proporre un nuovo contratto deve sempre: • farsi chiaramente identificare, specificare l’impresa di vendita per cui opera e fornire i recapiti per ogni eventuale contatto con l’impresa; • fornire informazioni dettagliate, in particolare su: • il prezzo del servizio e le sue possibili variazioni nel tempo; • le eventuali altre spese a carico del cliente; • la durata del contratto e i tempi di recesso; • come e quando saranno misurati i consumi; • con quali scadenze dovrà essere pagato il servizio; • informare il cliente sulle condizioni di riferimento fissate dall’Autorità, per la tipologia di cliente a cui appartiene; • consegnare al cliente la scheda di confronto dei prezzi e la scheda informativa sugli obblighi dei venditori, prevista dal “Codice di condotta commerciale” definito dall’Autorità; • specificare i tempi tecnici necessari per l’effettiva sostituzione del precedente venditore; • informare il cliente che il venditore gestirà per suo conto i contratti per i servizi tecnici necessari alla regolare consegna dell’energia fino al suo contatore (trasporto, distribuzione e misura); • indicare eventuali condizioni che limitano la possibilità di aderire all’offerta. Se il cliente viene contattato per telefono o e-mail, il venditore deve indicare come vengono rese disponibili le necessarie informazioni in forma scritta. Che cosa è la “proposta di contratto” o il contratto definitivo: che differenza c’è? Sul libero mercato è frequentemente richiesto di sottoscrivere una “proposta di contratto” prestabilita dal venditore. Si tratta di un documento che deve contenere tutti gli elementi di un contratto (inclusi prezzo e condizioni di fornitura) che il cliente può restituire firmato all’esercente per l’accettazione. Attenzione: una volta firmata, la proposta impegna da subito il cliente (generalmente è irrevocabile), ma per diventare vincolante, occorre l’accettazione espressa da parte del venditore entro un massimo di 45 giorni. Scaduto questo termine, la proposta è revocata automaticamente e il cliente non ha più alcun impegno nei confronti del venditore. Per il cliente che ha firmato la proposta di contratto, resta comunque salvo il diritto di ripensamento entro i 10 giorni dalla firma della proposta stessa. Chi legge il contatore? La lettura spetta all’impresa di distribuzione anche per i clienti che cambiano venditore. Sarà invece il venditore a stabilire in contratto la periodicità con cui dovrà essere letto il contatore, a calcolare quanto dovuto per l’energia consumata, e ad emettere la bolletta. In ogni caso, l’Autorità ha stabilito che il cliente ha diritto ad avere almeno un tentativo di lettura l’anno, se ha un contratto che prevede una potenza impegnata disponibile fino a 37,5 kW, e almeno una volta al mese negli altri casi. In caso di guasti a chi mi rivolgo? La riparazione dei guasti e il ripristino dell’alimentazione restano responsabilità dell’impresa di distribuzione. Se si cambia venditore, il numero di telefono del servizio guasti non cambia. Che cosa sono le offerte “biorarie”? Consentono di risparmiare? Nelle offerte “biorarie” o “multiorarie”, il costo dell’energia elettrica varia a seconda della fascia oraria in cui viene consumata. Le attuali soluzioni biorarie prevedono normalmente due livelli di prezzo: uno più elevato per le ore centrali (ore 8. 00 – 19. 00) dal lunedì al venerdì e uno più basso per le ore notturne (ore 19. 00 – 8. 00), il sabato, la domenica e gli altri giorni festivi. Per poter aderire a queste soluzioni è necessario disporre di un contatore elettronico telegestito. Per famiglie e piccole imprese, esistono sia le soluzioni biorarie stabilite dall’Autorità per il servizio di maggior tutela, sia dai venditori sul libero mercato: sono offerte diverse tra loro, con costi e caratteristiche diverse che non vanno confusi. Per aderire alle offerte biorarie stabilite dall’Autorità ci si deve rivolgere alla società che svolge il servizio di maggior tutela (l’impresa di distribuzione o un’apposita società di vendita). Per aderire alle offerte del mercato libero, ci si deve rivolgere a una delle società di vendita che offrono questo tipo di soluzione. Come faccio a sapere se la bioraria mi conviene? Le offerte biorarie, risultano tanto più vantaggiose rispetto ai corrispondenti prezzi monorari, quanto più si è in grado di concentrare i propri consumi nelle ore più convenienti (ore 19. 00 – 8. 00). Per una abitazione di residenza, scegliendo tra le condizioni dell’Autorità, di tipo monorario oppure biorario, la spesa rimane uguale se due terzi dei consumi avvengono la sera-notte, i fine settimana e nei festivi. Più si riesce a spostare i consumi oltre la soglia dei due terzi, più si risparmia. Attenzione però, perché se consumiamo di più durante il giorno si rischia di spendere di più. Se ci si accorge che la bioraria non risulta conveniente, si può tornare indietro esercitando il diritto di recesso nei modi stabiliti. Per verificarlo, basta leggere il dato puntuale dei consumi effettuati nelle diverse fasce orarie/giornaliere, chiaramente indicato sulle bollette che seguono l’adesione all’offerta bioraria. Altre informazioni utili Più trasparenza nella bolletta Per aumentare la trasparenza e tutelare meglio i consumatori, l’Autorità ha disposto che la bolletta debba contenere sia il riepilogo dei dati più importanti (nella prima pagina) sia altre informazioni di dettaglio come, ad esempio, i dati sui consumi medi (giornalieri, annuali) ripartiti in fasce orarie se il cliente ha una fornitura bioraria, nonché i calcoli effettuati per arrivare al totale da pagare. Sono informazioni che servono per effettuare eventuali controlli e agevolare il cliente nel rapporto con il fornitore (come inoltrare un reclamo, le procedure in caso di mancato o tardivo pagamento, ecc. ). A breve saranno indicate anche informazioni sul mix di fonti (rinnovabili, gas, carbone) utilizzate per produrre l’elettricità acquistata. “Numeri verdi” più efficienti A partire dal 2008 l’Autorità ha fissato standard di qualità obbligatori anche per i call center delle aziende di vendita e per quelle che forniscono il servizio di maggior tutela, per migliorare le prestazioni (ad esempio, standard minimi sulla semplicità di accesso, chiamate gratis almeno da rete fissa, tempi di attesa massimi). Proposta di contratto attenzione: una volta firmata, la proposta impegna da subito il cliente. Resta comunque salvo il diritto di ripensamento entro i 10 giorni dalla firma. Bioraria Prima di aderire ad un’offerta bioraria, occorre valutare con attenzione gli orari dei propri consumi. Se ci si accorge che non risulta conveniente, si può esercitare il diritto di recesso. Il mercato libero del gas Che cosa è cambiato con la liberalizzazione del mercato del gas? Nel mercato del gas già dal 1° gennaio 2003 è possibile scegliere il proprio venditore. Se la famiglia (o l’impresa con consumi fino a 200. 000 metri cubi l’anno) non ha scelto alcun nuovo fornitore, continua a pagare il gas in base alle condizioni economiche standard definite dall’Autorità con i “prezzi di riferimento” aggiornati periodicamente in base al costo del combustibile. Posso scegliere una nuova offerta? Il cambio di fornitore è un’opportunità offerta dalla liberalizzazione e può essere fatto in qualsiasi momento, quando il consumatore lo ritiene opportuno. Chi non cambia venditore usufruisce delle condizioni economiche standard dell’Autorità. Tutti i venditori devono sempre includere tra le proprie offerte ai clienti domestici anche le condizioni di riferimento dell’Autorità; i clienti sono quindi liberi di sceglierle tra queste condizioni di riferimento e nuove offerte. Per i soli clienti domestici è possibile ottenere le condizioni di riferimento definite dall’Autorità, sia se stipulano un contratto per la prima volta sia se intendano riottenere le condizioni di riferimento dopo essere passati al mercato libero. Costa cambiare? È facile passare da un fornitore all’altro? Cambiare fornitore di gas non costa. Se un’offerta sembra conveniente, basta stipulare il contratto con il nuovo fornitore prescelto: sarà lui ad inoltrare per conto del nuovo cliente la richiesta di recesso al vecchio venditore e ad occuparsi delle procedure per attivare la nuova fornitura. Per cambiare fornitore non occorre alcun intervento sugli impianti: cambia infatti solo la gestione commerciale e amministrativa della fornitura. Una volta completato il passaggio sarà il nuovo fornitore ad inviarvi le bollette e la continuità e sicurezza del servizio deve restare assicurata. La data prevista per il passaggio effettivo al nuovo fornitore deve essere comunicata al momento della sottoscrizione del contratto. Dopo quanto tempo si può cambiare la propria scelta? Chi ha scelto un nuovo venditore può sempre cambiare scegliendone liberamente un altro, oppure tornare alle condizioni dell’Autorità. L’autorità ha fissato tempi favorevoli ai consumatori per esercitare il “diritto di recesso” che estingue un contratto: a un cliente domestico può essere richiesto al massimo un mese di preavviso per passare a nuovo venditore; a una piccola impresa (con consumi fino a 200mila metri cubi) possono essere chiesti al massimo tre mesi di preavviso. Rimane garantita la sicurezza degli impianti? Nel mercato liberalizzato del gas rimangono garantiti tutti i livelli e le procedure di sicurezza, con competenze che riguardano sia il fornitore che il distributore. Si ricorda che fornitore o venditore è l’azienda che invia la bolletta, con cui si firma il contratto di “vendita” del gas; il distributore invece è un’altra azienda che, in una certa area, gestisce “i tubi” per fare arrivare il gas fino alle case. In caso di guasti a chi mi rivolgo? Se il contatore si blocca o registra i consumi in modo anomalo, senza che si verifichino dispersioni di gas, ci si deve rivolgere al proprio venditore per segnalare il problema ed eventualmente chiedere una verifica tecnica del contatore. Il venditore trasmetterà la richiesta di intervento al distributore: è lui che deve fare la verifica e, se il guasto è confermato, sostituire (gratuitamente) il contatore e ricalcolare i consumi. Se invece il guasto provoca una fuga di gas occorre telefonare immediatamente al servizio di pronto intervento, gestito dal distributore che ha l’obbligo di intervenire. Il numero telefonico da chiamare è indicato in bolletta e non cambia in caso di cambio del venditore. Per ogni tipo di reclamo ci si deve invece rivolgere al fornitore con cui si è firmato il contratto. Che cosa devo sapere per scegliere al meglio una fornitura di gas? Che cosa pago nella bolletta del gas? Nella bolletta si pagano: il prezzo del gas, il costo di trasporto e consegna fino al contatore, le imposte. Come analizzare i propri consumi? Le offerte sul mercato possono essere diverse tra loro ed è sempre opportuno valutarle attentamente: “tariffe bloccate”, forniture congiunte gas-elettricità ecc. , possono offrire vantaggi ma anche esporre i consumatori a maggiori costi. Prima di scegliere, quindi, è buona norma controllare dalle bollette i propri consumi (in metri cubi) negli ultimi mesi o anni. È opportuno anche valutare se possono essere ridotti, modificandoli in modo “efficiente” (ad esempio, ottimizzando l’isolamento termico della casa o non tenendo eccessivamente alte le temperature nei termostati casalinghi). Chi leggerà il mio contatore? La lettura del contatore del gas deve sempre eseguita dall’impresa di distribuzione, a meno che il nuovo venditore prescelto non si impegni ad effettuare direttamente le letture, tramite propri incaricati. Sarà comunque il fornitore a stabilire nel contratto la periodicità della lettura, obbligatoria almeno una volta all’anno, a calcolare quanto dovuto per il gas consumato e ad emettere la bolletta per il pagamento. Che cosa dobbiamo sapere prima di firmare un contratto? Quali sono le caratteristiche dell’offerta che mi devono sempre essere illustrate? Prima di aderire ad una nuova offerta, si ha il diritto di richiedere tutte le informazioni dettagliate dell’offerta e del contratto proposto. In particolar modo, nell’offerta devono essere specificati i tempi e gli eventuali costi per l’avvio del servizio, le condizioni necessarie per aderire all’offerta, nonché tutte le possibilità e modalità di recesso. Insieme ai documenti che contengono i dettagli del nuovo contratto offerto e, quindi, prima di firmare qualsiasi proposta, si deve analizzare la Nota informativa predisposta dall’Autorità, con elencate le informazioni chiare e complete che devono essere fornite da chi propone il contratto. Prima di sottoscrivere il contratto devono essere fornite almeno le seguenti indicazioni: • tutte le prestazioni offerte; la data di avvio e il prezzo del servizio, la durata del contratto, le possibili variazioni nel tempo; • tutti gli oneri a carico del cliente e le eventuali garanzie che deve fornire (ad esempio, un deposito cauzionale); • come e quando saranno misurati i consumi; quando saranno emesse le bollette; • quando e in che modo il cliente dovrà pagarle; • le conseguenze per il cliente che non paga le bollette entro la scadenza prestabilita; • i casi in cui l’impresa di vendita deve versare al cliente un indennizzo automatico; • come fare per ottenere informazioni, presentare un reclamo o risolvere una controversia con l’impresa di vendita. Devono poi essere presentate le informazioni sul prezzo di riferimento e le condizioni standard di fornitura definite dall’Autorità che devono essere sempre presenti nelle offerte dei venditori. L’elenco dei venditori di gas L’elenco dei venditori di gas autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico è reperibile sul sito www. Sviluppoeconomico. Gov. It oppure con l’apposito link presente sul sito dell’Autorità (www. Autorita. Energia. It). Cosa devo sapere quando mi viene proposta un’offerta per la fornitura di energia elettrica o di gas? Se mi arriva un’offerta per posta? Se un’offerta di fornitura per l’energia elettrica o il gas (o tutte e due insieme) arriva per posta, occorre controllare che siano chiaramente fornite tutte le informazioni previste; se esiste qualche condizione per cui non si può aderire; quali sono le clausole di recesso e l’indirizzo al quale si possono ottenere informazioni ancor più dettagliate o chiarire eventuali dubbi. Se si tratta di una proposta contrattuale, l’azienda chiederà di reinviare la proposta firmata: nel momento in cui si firma, la proposta di adesione diventa vincolante: spetta poi al nuovo fornitore comunicare se si è diventati un loro cliente o se ci sono eventuali problemi. Se il cliente cambia idea, ha 10 giorni per recedere, a partire dalla data di firma del contratto o della proposta contrattuale, senza dover pagare nulla (attenzione: per il servizio elettrico, il diritto di ripensamento attualmente vale solo per i clienti domestici). Se mi viene fatta un’offerta per telefono? Se si è contattati per telefono, si ha diritto di sapere chi parla e per conto di quale azienda viene fatta l’offerta di fornitura per l’energia elettrica o di gas (o tutte e due le offerte insieme). L’operatore deve poi fornire un numero telefonico dove poter chiedere informazioni anche scritte. Se si è interessati all’offerta, si può accettare di ricevere a casa la documentazione con le informazioni necessarie per aderire. A questo punto il fornitore potrà inviare due tipi di documenti: • una “proposta contrattuale”, con tutti gli elementi di un contratto (prezzo e condizioni di fornitura) che si può restituire firmato all’esercente per l’accettazione. Attenzione, la firma impegna il cliente che lo sottoscrive (generalmente è una proposta irrevocabile): spetta poi al nuovo venditore comunicare la propria accettazione senza modifiche o se ci sono eventuali problemi. • un vero e proprio “contratto” che si può decidere di restituire firmato; dalla data in cui si firma e si invia scatteranno i 10 giorni in cui si può recedere dal contratto stesso senza spese. Se invece si aderisce all’offerta per telefono, direttamente sulla base delle informazioni fornite dall’operatore, l’azienda deve comunque inviare entro 10 giorni il contratto completo, la scheda di confronto prezzi (per l’energia elettrica) e la nota informativa dell’Autorità (per le offerte di gas). Dal momento in cui si riceve il contratto si hanno 10 giorni per recedere senza spese. Se trovo un’offerta su Internet? I fornitori di energia elettrica e di gas possono promuovere offerte su Internet, consentendo di aderire direttamente attraverso il loro sito. In quest’ultimo caso devono essere fornite tutte le informazioni relative all’offerta, eventualmente richiedendo di inserire prima i dati del cliente. Il contratto e le altre informazioni che devono obbligatoriamente essere comunicate, possono essere ‘scaricate’ da Internet o spedite dall’azienda utilizzando i dati inseriti dal cliente. Generalmente il fornitore richiede che il contratto ‘scaricato’ dal sito gli sia rinviato, firmato, via posta. Dalla data in cui si firma scatteranno i 10 giorni per il recesso senza spese. Occorre comunque leggere con attenzione i documenti ‘scaricati’: la normativa europea ed italiana infatti consente anche l’adesione diretta ad un contratto via Internet. In questo caso vi deve essere esplicitamente chiesta una conferma nel corso della procedura. Una volta data conferma e quindi manifestato il vostro consenso a stipulare un contratto, si hanno 10 giorni per recedere senza spese. Se un venditore mi propone la sua offerta direttamente? Quando un fornitore di energia elettrica o di gas si presenta a casa per presentare direttamente la sua offerta, o comunque fuori dagli uffici dell’azienda (ad esempio al centro commerciale o al supermercato), deve anzitutto identificarsi, specificare l’impresa di vendita per cui lavora e fornire i recapiti attraverso i quali può essere contattata. In ogni caso si ha diritto a chiedere tutte le caratteristiche dell’offerta e del contratto proposto; se si tratta di forniture di energia elettrica si deve esaminare la scheda confronto prezzi o, nel caso del gas, la Nota informativa dell’Autorità. E’ bene prendere tutto il tempo necessario per leggere i documenti: anche se si decide di fornire al venditore i propri dati e le informazioni necessarie per ‘costruire’ una proposta contrattuale secondo le vostre esigenze, non c’è nessun obbligo di firma e si può decidere di aderire anche in seguito. Dal momento della sottoscrizione scattano i 10 giorni entro i quali poter cambiare idea senza spese. Se ho concluso il contratto negli uffici del venditore? Se il cliente ha stipulato il contratto negli uffici commerciali del venditore non può usufruire del diritto di ripensamento; tuttavia, se successivamente trova un’altra offerta più conveniente, può cambiare ancora venditore, recedendo secondo le modalità previste nel contratto che ha firmato e con un preavviso di 1 mese. Al secondo ripensamento/cambio nell’anno il cliente potrebbe però dover pagare 27 euro. Se ho una fornitura congiunta di energia elettrica e gas? In questo caso, al cliente devono essere specificati, sia le caratteristiche di entrambe le forniture sia gli effetti eventualmente previsti nel caso si decidesse di interrompere uno solo dei due contratti. In sintesi, se si è interessati a una nuova offerta che cosa è bene farsi chiarire in ogni caso? • Chi è l’azienda che propone il contratto e a quale recapito è possibile trovarla; • Qual è il prezzo del servizio e come può cambiare nel tempo; • Eventuali altre spese a carico del cliente; • La data di avvio del servizio, il tempo di attivazione, la durata del contratto, le modalità di recesso; • Come e quando saranno misurati i consumi; • Con quali scadenze si deve pagare; • Come ottenere informazioni, presentare un reclamo o risolvere una controversia con l’impresa di vendita; • In quali casi l’azienda deve versare un indennizzo automatico; • Come chiedere e ottenere una copia scritta del contratto. Come informarsi e valutare Il sito Internet e la “Finestra del Consumatore” L’autorità ha un sito www. Autorita. Energia. It che contiene tutti gli atti emanati e molte informazioni utili per conoscere il mercato dell’energia ed i diritti del consumatore. Una sezione specificamente dedicata ai piccoli consumatori (“La finestra del consumatore”) presenta le “Istruzioni per l’uso”, una serie di risposte alle domande più frequenti. I numeri verdi e l’e-mail attivati dall’Autorità Per avere chiarimenti ed informazioni sui propri diritti di consumatori e sulle regole del nuovo mercato libero, sia per l’elettricità che per il gas, è possibile rivolgersi al numero verde 800. 166. 654, un call center promosso dall’Autorità e gestito dall’Acquirente Unico. È possibile inviare le domande anche all’e-mail info@au-energia. It o via fax al numero verde 800. 185. 024. Attenzione: non possono essere forniti consigli su specifiche offerte; queste decisioni possono essere prese solo dal consumatore. L’autorità non può interferire promuovendo una qualsiasi delle offerte concorrenti: può invece fornire ogni spiegazione su come funziona il nuovo mercato e sulle regole da essa fissate a tutela del consumatore. Le Associazioni dei Consumatori Sono stati attivati anche da parte di Associazioni dei consumatori numeri telefonici o fax o e mail per facilitare una scelta libera e consapevole. I riferimenti e gli indirizzi utili sono reperibili anche sul sito del Cncu (Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti): http://www. Tuttoconsumatori. It. .
 
   
   
EMISSIONE BOT FEBBRAIO 2008  
 
Roma, 26 febbraio 2008 -. Il Mef ha disposto per il giorno 26 febbraio 2008, con regolamento 29 febbraio 2008, un´asta di Bot:
importo (in milioni di euro) scadenza giorni
Semestrali 9. 000 29. 08. 2008 182
Ha disposto, inoltre, per il medesimo giorno e con regolamento 29 febbraio 2008, l´emissione di una seconda tranche di Bot (durata residua 122 giorni) con godimento 15 febbraio 2008 e scadenza 30 giugno 2008, di cui al decreto 6 febbraio 2008 n. 14666, per un importo di 2. 500 milioni di euro. Si ricorda che, ai sensi del D. M. 12 febbraio 2004, sugli importi massimi delle commissioni applicabili alla clientela da parte degli intermediari, per i Bot a 122 giorni la commissione massima è fissata nella misura dello 0,10%. E´ da tener presente che il 29 febbraio 2008 vengono a scadere Bot per 9. 000 milioni di euro. I Bot sono posti all´asta con il sistema di collocamento dell´asta competitiva e senza l´indicazione del prezzo base da parte del Tesoro. I buoni possono essere sottoscritti per un importo minimo di mille euro. I prezzi indicati dagli operatori partecipanti alle aste dei Bot, espressi in termini percentuali, possono variare, per tutte le tipologie di titoli, di un millesimo di punto percentuale o multiplo di tale cifra. Non sono ammesse all´asta richieste senza indicazione di prezzo. L´importo di ciascuna richiesta non può essere inferiore ad un milione e mezzo di euro. Il collocamento dei Bot verrà effettuato nei confronti degli operatori indicati nei decreti di emissione. In attuazione di quanto disposto nella Sez. Ii - Tit. V del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, e relative norme di attuazione, in relazione alla dematerializzazione dei titoli di Stato, i buoni ordinari del Tesoro sono rappresentati da iscrizioni contabili a favore degli aventi diritto. La Banca d´Italia provvede a inserire in via automatica le partite dei Bot sottoscritti in asta da regolare nel servizio di compensazione e liquidazione avente a oggetto strumenti finanziari con valuta pari a quella di regolamento. Sulla base delle assegnazioni, gli intermediari aggiudicatari accreditano i relativi importi sui conti intrattenuti con i sottoscrittori. Le richieste di acquisto - con un massimo di tre - per ogni singolo titolo - dovranno pervenire alla Banca d´Italia, esclusivamente tramite la rete nazionale interbancaria, entro e non oltre le ore 11 del giorno 26 febbraio 2008, con l´osservanza delle modalità stabilite nei decreti di emissione. Si ricorda che in caso di malfunzionamento delle apparecchiature che non consenta l´immissione dei messaggi nella rete, le richieste di partecipazione all´asta debbono essere inviate con modulo trasmesso via fax. Le richieste non pervenute entro il termine stabilito dai decreti di emissione non vengono prese in considerazione. Eventuali richieste sostitutive di quelle corrispondenti già pervenute sono prese in considerazione solo se giunte entro il termine di cui sopra. Le richieste non possono essere più ritirate dopo il termine suddetto . Qualora le richieste di ciascun operatore, anche complessivamente, superino l´importo offerto dal Tesoro, esse verranno prese in considerazione a partire da quella a prezzo più alto, fino a concorrenza dell´importo offerto, salvo quanto diversamente stabilito nei decreti di emissione. Gli operatori "specialisti in titoli di Stato" hanno facoltà di partecipare al collocamento supplementare dei Bot semestrali previsto in via automatica per il giorno 27 febbraio 2008. L´offerta della tranche supplementare è stabilita nella misura del 10% dell´ammontare nominale offerto nell´asta ordinaria. Il Tesoro, comunque, si riserva di aumentare detta percentuale dopo la chiusura dell´asta medesima. In tale evenienza sarà emesso un comunicato stampa al riguardo. Gli "specialisti" che non hanno partecipato all´asta ordinaria non sono ammessi al collocamento supplementare. L´assegnazione avrà luogo al prezzo medio ponderato determinato nell´asta ordinaria. La procedura di collocamento supplementare seguirà le disposizioni contenute nel decreto di emissione. In particolare, le richieste di acquisto dovranno pervenire entro e non oltre le ore 15. 30 del 27 febbraio 2008. La circolazione dei Bot al 15 febbraio 2008 era pari a 141. 902 milioni di euro, di cui 3. 000 milioni di euro a 136 giorni, 3. 500 milioni di euro trimestrali, 54. 902 milioni di euro semestrali e 80. 500 milioni di euro annuali. .
 
   
   
EMISSIONE DI CTZ FEBBRAIO 2008  
 
Roma, 21 febbraio 2008 . Il Mef dispone, per il giorno 26 febbraio 2008, con regolamento 29 febbraio 2008, l´emissione dei seguenti certificati di credito del Tesoro "zero coupon": - Ctz 24 mesi: decorrenza : 2 gennaio 2008; quinta tranche, scadenza : 31 dicembre 2009, importo nominale dell´emissione : 2. 500 milioni di euro. I certificati suddetti, il cui importo minimo sottoscrivibile è di mille euro, sono emessi con il sistema dell´asta marginale riferita al prezzo, senza indicazione di prezzo base di collocamento ed escludendo le richieste effettuate a prezzi inferiori al "prezzo di esclusione"; ai fini della determinazione di quest´ultimo, non verranno prese in considerazione le offerte presentate a prezzi superiori al "prezzo massimo accoglibile", calcolato con le modalità riportate nel decreto di emissione. Sono ammesse a partecipare all´asta le banche italiane, comunitarie ed extracomunitarie, nonché le società di intermediazione mobiliare e le imprese di investimento comunitarie ed extra comunitarie indicate nei decreti recanti l´emissione dei suddetti titoli. Detti operatori partecipano in proprio e per conto terzi. Le domande di partecipazione devono essere inoltrate con indicazione, per ogni richiesta, del relativo prezzo offerto. Ciascun operatore può formulare sino ad un massimo di tre offerte, ciascuna ad un prezzo diverso e per un importo non inferiore a 500. 000 euro di capitale nominale; eventuali offerte di importo inferiore non verranno prese in considerazione. Ciascuna offerta non deve essere superiore all´importo in emissione; eventuali offerte di ammontare superiore verranno accettate limitatamente all´importo medesimo. I prezzi indicati varieranno dell´importo minimo di un millesimo di euro; eventuali variazioni di importo diverso vengono arrotondate per eccesso. Le domande di partecipazione degli operatori devono essere avanzate - entro le ore 11 del giorno sottoindicato - mediante trasmissione di richiesta telematica da indirizzare alla Banca d´Italia tramite Rete Nazionale Interbancaria con le modalità tecniche stabilite dalla Banca d´Italia medesima e conosciute dagli operatori. L´assegnazione dei certificati verrà effettuata, nella giornata in cui si perfezioneranno le operazioni d´asta, al prezzo meno elevato tra quelli offerti dai concorrenti rimasti aggiudicatari. Nel caso che le offerte al prezzo marginale non possano essere totalmente accolte, si procede al riparto pro-quota, con i necessari arrotondamenti. Il prezzo di aggiudicazione ed il prezzo di esclusione saranno resi noti mediante comunicato stampa, nel quale verranno pure indicati gli importi attribuiti agli "specialisti" nelle ultime tre aste. Gli operatori partecipanti all´asta provvederanno ad attribuire ai sottoscrittori i certificati assegnati, senza alcun onere aggiuntivo rispetto al prezzo di aggiudicazione. Il regolamento dei certificati assegnati, da parte degli operatori, verrà effettuato al prezzo di aggiudicazione. Agli operatori viene riconosciuta, quale compenso dell´impegno assunto di raccogliere le prenotazioni del pubblico, una provvigione - commisurata all´ammontare nominale dei certificati assegnati - pari allo 0,20%. Il pubblico potrà prenotare i certificati presso le suddette categorie di operatori nel giorno sottoindicato; gli intermediari potranno richiedere, a garanzia del buon fine della sottoscrizione, l´eventuale versamento di un acconto sull´importo nominale prenotato. Alla data prevista per il regolamento, il sottoscrittore verserà l´importo corrispondente ai certificati assegnati, sulla base del prezzo di aggiudicazione; a fronte di tale versamento, gli verrà rilasciata apposita ricevuta. Il calendario delle operazioni di sottoscrizione è il seguente: - prenotazione da parte del pubblico: entro il giorno 25 febbraio 2008; - presentazione domande in asta: entro le ore 11,00 del giorno 26 febbraio 2008; - regolamento sottoscrizione: il giorno 29 febbraio 2008. Gli operatori "specialisti in titoli di Stato" hanno facoltà di partecipare ai collocamenti di titoli di Stato, previsti automaticamente, in via supplementare alle aste di emissione. L´importo della tranche supplementare è stabilito nella misura massima del 10% dell´ammontare nominale offerto. Gli "specialisti" che non hanno partecipato all´asta di emissione non sono ammessi al collocamento supplementare. L´assegnazione supplementare avrà luogo al prezzo di aggiudicazione determinato nell´asta relativa alla presente emissione. Le modalità e le condizioni per la partecipazione degli "specialisti" all´assegnazione supplementare vengono indicate nel decreto recante l´emissione dei relativi titoli. . .  
   
   
EMISSIONE DI CCT E BTP FEBBRAIO 2008  
 
 Roma, 25 febbraio 2008 - Il Mef dispone, per il giorno 28 febbraio 2008, con regolamento 3 marzo 2008, l´emissione di titoli di Stato, rappresentati dai seguenti prestiti: - Certificati di Credito del Tesoro: - settennali decorrenza : 1º dicembre 2007; terza tranche scadenza : 1º dicembre 2014 tasso d´interesse semestrale lordo : pari al tasso di rendimento semestrale dei Bot a sei mesi relativo all´asta tenutasi alla fine del mese precedente la decorrenza della semestralità, maggiorato di uno spread di 0,15 punti percentuali; la cedola in corso, di scadenza 1º giugno 2008, è risultata pari a 2,14%. - Buoni del Tesoro Poliennali: - triennali decorrenza : 1º febbraio 2008; prima tranche scadenza : 1º febbraio 2011 tasso d´interesse annuo lordo : 3,75% - decennali decorrenza : 1º agosto 2007; undicesima tranche scadenza : 1º febbraio 2018 tasso d´interesse annuo lordo : 4,50% Tutti i titoli suddetti, il cui importo minimo sottoscrivibile è di mille euro, sono emessi con il sistema dell´asta marginale riferita al prezzo, senza indicazione di prezzo base di collocamento ed escludendo le richieste effettuate a prezzi inferiori al "prezzo di esclusione"; ai fini della determinazione di quest´ultimo, non verranno prese in considerazione le offerte presentate a prezzi superiori al "prezzo massimo accoglibile", calcolato con le modalità riportate nei relativi decreti di emissione. Sono ammesse a partecipare all´asta le banche italiane, comunitarie ed extracomunitarie, nonché le società di intermediazione mobiliare e le imprese di investimento comunitarie ed extracomunitarie indicate nei decreti recanti l´emissione dei suddetti titoli. Detti operatori partecipano in proprio e per conto terzi. Le domande di partecipazione devono essere inoltrate con indicazione, per ogni richiesta, del relativo prezzo offerto. Ciascun operatore può formulare sino ad un massimo di tre offerte, ciascuna ad un prezzo diverso e per un importo non inferiore a 500. 000 euro di capitale nominale; eventuali offerte di importo inferiore non verranno prese in considerazione. Ciascuna offerta non deve essere superiore all´importo in emissione; eventuali offerte di ammontare superiore verranno accettate limitatamente all´importo medesimo. I prezzi indicati varieranno di un importo minimo di un centesimo di euro; eventuali variazioni di importo diverso vengono arrotondate per eccesso. Le domande di partecipazione degli operatori devono essere avanzate - nel termine previsto dal sottoindicato calendario - mediante trasmissione di richiesta telematica da indirizzare alla Banca d´Italia tramite Rete Nazionale Interbancaria con le modalità tecniche stabilite dalla Banca d´Italia medesima e conosciute dagli operatori. L´assegnazione dei titoli verrà effettuata, nella giornata in cui si perfezioneranno le operazioni d´asta, al prezzo meno elevato tra quelli offerti dai concorrenti rimasti aggiudicatari. Nel caso che le offerte al prezzo marginale non possano essere totalmente accolte, si procede al riparto pro-quota, con i necessari arrotondamenti. Il prezzo di aggiudicazione ed il prezzo di esclusione saranno resi noti mediante comunicato stampa, nel quale verranno pure indicati gli importi attribuiti agli "specialisti" nelle ultime tre aste. Gli operatori partecipanti all´asta provvederanno ad attribuire ai sottoscrittori i titoli assegnati, senza alcun onere aggiuntivo rispetto al prezzo di aggiudicazione. Il regolamento dei titoli assegnati, da parte degli operatori, verrà effettuato al prezzo di aggiudicazione e con corresponsione dei dietimi d´interesse dal giorno successivo alla data di godimento dei titoli al giorno del regolamento. In particolare, per i Btp decennali, per i quali il 1º febbraio u. S. È pervenuta a scadenza la prima cedola, i sottoscrittori dovranno corrispondere dietimi d´interesse per 31 giorni. Agli operatori viene riconosciuta, quale compenso dell´impegno assunto di raccogliere le prenotazioni del pubblico, una provvigione - commisurata all´ammontare nominale dei titoli assegnati - pari allo: - 0,30% per i Cct settennali - 0,20% per i Btp triennali - 0,40% per i Btp decennali. Il pubblico potrà prenotare i titoli presso le suddette categorie di operatori nel termine previsto dal sottoindicato calendario; gli intermediari potranno richiedere, a garanzia del buon fine della sottoscrizione, l´eventuale versamento di un acconto sull´importo nominale prenotato. Alla data prevista per il regolamento, il sottoscrittore verserà l´importo corrispondente ai titoli assegnati, sulla base del prezzo di aggiudicazione, nonché ai dietimi d´interesse dovuti; a fronte di tale versamento, gli verrà rilasciata apposita ricevuta. Il calendario delle operazioni di sottoscrizione è il seguente:
Cct Btp triennali Btp decennali
Prenotazione da parte del pubblico entro il 27 febbraio 2008 27 febbraio 2008 27 febbraio 2008
Presentazione domande in asta: entro le ore 11,00 del 28 febbraio 2008 28 febbraio 2008 28 febbraio 2008
Regolamento sottoscrizioni 3 marzo 2008 3 marzo 2008 3 marzo 2008
Dietimi d´interesse da corrispondere 93 giorni 31 giorni 31 giorni
Gli operatori "specialisti in titoli di Stato" hanno facoltà di partecipare ai collocamenti dei titoli di Stato, previsti automaticamente, in via supplementare alle aste di emissione. L´offerta della tranche supplementare è stabilita per un importo massimo non superiore: - al 25% dell´ammontare nominale offerto per i Btp triennali, - al 10% dell´ammontare nominale offerto per i Cct settennali e per i Btp decennali. Gli "specialisti" che non hanno partecipato all´asta di emissione non sono ammessi al collocamento supplementare. L´assegnazione supplementare avrà luogo al prezzo di aggiudicazione determinato nell´asta della presente emissione. Le modalità e le condizioni per la partecipazione degli "specialisti" alle assegnazioni supplementari vengono indicate nei rispettivi decreti recanti l´emissione dei titoli suddetti. .
 
   
   
COLLOCAMENTO TRAMITE ASTA DEL BTP€I 2017 INDICIZZATO ALL´INFLAZIONE DELL´AREA EURO  
 
Roma, 25 febbraio 2008 - Il Mef dispone, per il giorno 27 febbraio 2008, con regolamento 29 febbraio 2008, l´emissione dei seguenti Buoni del Tesoro Poliennali indicizzati all´Inflazione dell´Area Euro: - Btp€i decennali: decorrenza : 15 marzo 2006; quattordicesima tranche, scadenza : 15 settembre 2017, tasso d´interesse reale : 2,10% annuo, pagabile semestralmente, ammontare nominale massimo dell´emissione : 1. 500 milioni di euro. Il meccanismo di collocamento utilizzato sarà quello dell´asta marginale con determinazione discrezionale del prezzo di aggiudicazione e della quantità emessa. L´ammontare collocato sarà determinato escludendo le offerte formulate a prezzi ritenuti non convenienti sulla base delle condizioni di mercato. Per il resto, la procedura di collocamento si svolgerà seguendo le modalità tecniche e le convenzioni utilizzate nel collocamento dei Btp nominali. Il pubblico potrà prenotare i buoni entro il 26 febbraio 2008. Ogni operatore, entro le ore 11,00 del 27 febbraio 2008, potrà sottoporre attraverso la Rete Nazionale Interbancaria, fino ad un massimo di tre offerte, ciascuna di importo reale (non rivalutato sulla base del Coefficiente di Indicizzazione) non inferiore a 500. 000 euro. I prezzi offerti, anche essi formulati in termini reali, dovranno differire tra loro per almeno un centesimo di euro. La Banca d´Italia, sulla base del Coefficiente di Indicizzazione riferito al giorno di regolamento, provvederà ad effettuare il calcolo dei controvalori relativi al capitale sottoscritto e ai dietimi da versare per il regolamento dei buoni sottoscritti in asta. Il regolamento avverrà due giorni lavorativi successivi al giorno di svolgimento dell´asta (T+2), il 29 febbraio 2008. Per i suddetti Btp€i, per i quali il 15 settembre u. S. È pervenuta a scadenza la terza cedola, i sottoscrittori dovranno corrispondere dietimi di interesse per 167 giorni. Agli operatori viene riconosciuta, quale compenso dell´impegno assunto di raccogliere le prenotazioni del pubblico, una provvigione - commisurata all´ammontare nominale dei buoni assegnati - pari allo 0,40%. Gli operatori Specialisti in titoli di Stato avranno la facoltà di partecipare al collocamento supplementare, il cui importo massimo sarà pari al 10% del quantitativo offerto in asta, facendo pervenire le domande di sottoscrizione entro le ore 15,30 del giorno 28 febbraio 2008. Le modalità e condizioni per la partecipazione degli Specialisti alle assegnazioni supplementari vengono indicate nel decreto recante l´emissione dei titoli suddetti. .  
   
   
ABI: NESSUN ALLARME SUI TASSI, VALORI IN CALO SUI NUOVI PRESTITI  
 
Roma, 25 febbraio 2008 - “Nessun allarme sui tassi di interesse in Italia”. A sottolinearlo è il Centro studi dell’Abi, secondo il quale “esistono anzi dei segnali positivi. I dati sui nuovi finanziamenti – rilevano gli economisti dell’Abi – evidenziano un trend in diminuzione dei tassi di interesse applicati nel nostro paese”. Secondo i dati diffusi oggi nel Rapporto mensile dell’Associazione, infatti, per i nuovi finanziamenti alle imprese accesi nel corso del mese di gennaio si registrata una diminuzione dei tassi di 17 centesimi, dal 5,48 di dicembre al 5,31 attuale. Un primo segnale in questo senso si è verificato anche per i tassi sui mutui alle famiglie, scesi dal 5,72% al 5,71%. “Meno indicativo – aggiunge il Centro studi Abi – è invece il tasso complessivo sui finanziamenti in essere, che a gennaio ha raggiunto il 6,22%, un valore tra i più alti degli ultimi anni. Esso, infatti, riguardando tutti i finanziamenti attualmente in essere, risente anche delle erogazioni effettuate nei mesi scorsi, quando a seguito del marcato incremento dei tassi di interesse interbancari era fortemente aumentato il costo della provvista delle banche”. . .  
   
   
INTESA SANPAOLO: PERFEZIONATA LA CESSIONE DI 84 SPORTELLI A GRUPPO CREDITO VALTELLINESE, BANCA POPOLARE ALTO ADIGE E BANCA POPOLARE DI BARI  
 
Torino, Milano, 25 febbraio 2008 – In data 21 febbraio ottenute le necessarie autorizzazioni, sono state perfezionate - con efficacia 25 febbraio 2008 - le seguenti cessioni: 35 sportelli, per un corrispettivo totale di € 395 milioni, al Gruppo Credito Valtellinese, di cui 12 a Credito Artigiano nella provincia di Pavia e 23 a Credito Piemontese nelle province di Alessandria (4) e Torino (19); 6 sportelli, per un corrispettivo totale di € 54 milioni, a Banca Popolare Alto Adige nella provincia di Venezia; 43 sportelli, per un corrispettivo totale di € 181 milioni, a Banca Popolare di Bari nelle province di Pesaro (2), Terni (11), Napoli (15), Caserta (10) e Brindisi (5). Questa operazione - che segue alla cessione di 36 sportelli a Veneto Banca del 14 febbraio scorso - costituisce il secondo perfezionamento dei contratti quadro di compravendita sottoscritti il 5 ottobre 2007, come successivamente modificati e integrati, riguardanti la cessione di 198 sportelli del Gruppo Intesa Sanpaolo, che è previsto venga completata entro il prossimo mese di marzo con la cessione dei rimanenti sportelli a Banca Carige, in ottemperanza a quanto stabilito dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato con provvedimento n. 16249 emanato in data 20 dicembre 2006 in relazione alla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi. .  
   
   
BANCA CR FIRENZE ESPRIME PARERE FAVOREVOLE ALL’ OFFERTA PUBBLICA D’ACQUISTO OBBLIGATORIA1 PROMOSSA DA INTESA SANPAOLO  
 
 Firenze, 26 febbraio 2008 - Il Consiglio di Amministrazione di Banca Cr Firenze, presieduto da Aureliano Benedetti, si è oggi riunito per esaminare e deliberare, tra l’altro, in merito all’offerta pubblica di acquisto obbligatoria promossa dal socio Intesa Sanpaolo, avente ad oggetto n. 255. 569. 436 azioni ordinarie della banca, pari al 30,835% del suo capitale sociale fully diluted. Per la sua valutazione, il Consiglio di Amministrazione ha tenuto conto dei comunicati emessi in data 25 e 27 luglio 2007 dai soci Ente Cassa di Risparmio di Firenze e Intesa Sanpaolo, degli ulteriori comunicati di quest’ultimo emessi in data 29 gennaio 2008 e 1 febbraio 2008, degli estratti dei Patti Parasociali pubblicati in data 4 agosto 2007, della bozza del Documento d’Offerta depositata presso Consob dall’offerente in data 18 febbraio 2008 e delle fairness opinion rilasciate dai consulenti finanziari Merrill Lynch International e Lehman Brothers in merito al prezzo dell’offerta. Il Consiglio di Amministrazione, preso atto del lavoro svolto dai consulenti finanziari e delle relative fairness opinion, ha espresso parere favorevole all’operazione, ritenendo congruo il prezzo unitario di euro 6,73 per ciascuna azione ordinaria Banca Cr Firenze portata in adesione all’Offerta ed ha approvato il comunicato dell’emittente, dovuto ai sensi dell’art. 103 comma 3 del Testo Unico della Finanza e dell’art. 39 del Regolamento Emittenti, che sarà allegato al Documento d’Offerta in occasione della sua pubblicazione. Il comunicato sarà reso disponibile anche attraverso il sito internet della società. .  
   
   
CITTADINANZATTIVA E UNICREDIT PRESENTANO “NON MISCHIAMO LE CARTE” CAMPAGNA DI INFORMAZIONE PER UN USO CORRETTO DI BANCOMAT CARTE DI CREDITO E PREPAGATE  
 
 Roma, 25 febbraio 2008 - Rapporto controverso quello tra gli italiani e le carte di pagamento: sono diffuse ma ancora poco usate. Questa è una delle principali conclusioni emerse dall’indagine conoscitiva sul rapporto tra gli italiani e le carte di pagamento realizzata da Cittadinanzattiva in collaborazione con Unicredit, e presentata in data odierna a Roma. Il 78% degli italiani ha ormai un bancomat, il 52% una carta di credito e il 19% una carta di credito prepagata. Inoltre, 8 esercizi commerciali su 10 accettano senza difficoltà il pagamento con bancomat o carte di credito ed il numero dei Pos ha superato il milione di unità, in linea con gli altri Paesi occidentali. Tuttavia l’utilizzo effettivo delle stesse è ancora frenato da mancanza di informazioni e pregiudizi. Infatti gli italiani non conoscono come funziona la moneta elettronica, che vantaggi presenta rispetto al denaro contante e dove può essere utilizzata. Sono inoltre sensibili al tema della sicurezza, che viene percepito in maniera molto forte ma che nella realtà risulta circoscritto (clonazioni: 3% bancomat, 4% carta di credito; furti e frodi: 4% bancomat, 2% carta di credito e 3% prepagata) e hanno una limitata percezione dei vantaggi derivanti dall’utilizzo: conoscono solo le operazioni base (prelievo, acquisto), mentre hanno una limitata consapevolezza di poter eseguire altre operazioni quali bonifici e versamento di contanti su sportelli Atm, pagamento di taxi e bollette. Ciò comporta che i pagamenti delle famiglie italiane 9 volte su 10 sono ancora effettuati mediante denaro contante e che le carte sono utilizzate solo per transazioni di importo medio (circa 80€), con un impatto notevole sull’incremento di costi per tutto il sistema che si riversano principalmente sui consumatori finali. “Nel nostro Paese siamo ancora troppo affezionati al contante - afferma Gabriele Piccini, Responsabile della Divisione Retail Italia di Unicredit - In Europa solo la Polonia effettua più transazioni cash rispetto all’Italia, ed è stato calcolato che la gestione del contante da parte delle imprese (conteggio monete, versamenti quotidiani, ecc), delle banche (prelievo e rifornimento banconote) e dei privati (rapine, perdita di interessi), ha un costo valutabile nell’ordine di 10 miliardi di euro all’anno. Si tratta quindi di incentivare i consumatori all’utilizzo della moneta elettronica anche per i piccoli acquisti. Il passaggio dal contante alla moneta elettronica porterebbe benefici anche alla pubblica amministrazione”. “In Italia avvengono il 50% del totale delle rapine in banca di tutta Europa - commenta Giustino Trincia, vice segretario generale di Cittadinanzattiva - Basta questo dato per capire gli enormi danni economici, sociali e di fiducia connessi allo scarso utilizzo della moneta elettronica nel nostro Paese, utilizzo che dovrebbe essere, invece, un fatto ordinario in un Paese moderno. Occorre un generale cambiamento culturale e una politica di riduzione dei costi per consumatori, imprese e banche, accompagnata dal rafforzamento delle garanzie. Obiettivi di questo genere, però, richiedono un’attitudine al facilitare le soluzioni da parte delle Istituzioni pubbliche (molto latitanti da decenni), delle Imprese del settore, delle Associazioni dei consumatori, degli organi d’Informazione e del mondo della Scuola e della Formazione a tutte le età”. Diventa dunque fondamentale educare i cittadini al fine di sfatare quei pregiudizi che costituiscono un freno ad un normale utilizzo della carta elettronica e portare i dati dell’Italia sull’utilizzo della moneta elettronica in linea con quelli dei principali paesi europei. È questo l’obiettivo che si pone il vademecum realizzato da Cittadinanzattiva in collaborazione con Unicredit che descrive dettagliatamente le diverse carte (bancomat, credito e prepagata) ed il loro funzionamento. Oltre che presso le sedi territoriali di Cittadinanzattiva e circa 700 filiali di Unicredit, 30. 000 vademecum verranno distribuiti gratuitamente anche sugli Eurostar nella settimana che va dal 3 al 9 marzo 2008. I principali risultati della ricerca Bancomat: Le percentuali di possesso più elevate si riscontrano al Centro (78%) e al Nord (76%), dove per altro circa il 15% dei cittadini dichiara di averne più di una, contro il 5% del Sud. Il bancomat viene utilizzato soprattutto per prelevare denaro contante in modo quasi omogeneo in tutta la penisola. Rispetto alle altre zone, al Nord si usa in misura maggiore per pagare gli acquisti nei negozi. Pressoché inutilizzato per operazioni di versamento contante, pagamento bollette, bonifici e acquisti su Internet.
Operazione Nord Centro Sud Operazione Nord Centro Sud
Prelevare contanti 87% 94% 89% Analisi cliniche 9% 11% 3%
Pagare acquisti 69% 61% 35% Bollette 9% 5% 9%
Ricariche telefoniche 23% 18% 21% Pagare all’estero 8% 7% 12%
Ristorante/albergo 17% 22% 20% Bonifico 3% 4% 5%
Carburante 16% 12% 12% Versare contanti 3% 8% 4%
Prelevare all’estero 12% 14% 11% Acquisti su Internet 0% 3% 1%
Casello autostradale 10% 12% 9% Taxi 0% 9% 1%
Italiani e bancomat: utilizzi ricorrenti. Fonte Cittadinanzattiva, 2008 Carte di credito e prepagate: Le percentuali di possesso delle carte di credito sono marcatamente diverse tra il Centro-nord e il Sud: nel primo caso oscilla tra il 60 al 70%; nel Sud, invece, ci si limita a poco più del 20%. Su tutto il territorio nazionale la carta di credito è utilizzata soprattutto come mezzo per pagare nei negozi. Al Nord, il secondo utilizzo più diffuso attiene il pagamento di acquisti all’estero, ristoranti o alberghi, come dichiarato dal 40% dei cittadini interpellati. Al Centro, invece, utilizzi diffusi sono il pagamento di ristoranti e alberghi (come confermato dal 35% del campione), al Sud il prelievo di denaro contante. Come i bancomat, anche le carte ci credito sono spesso ignorate all’atto di effettuare bonifici o pagare bollette e taxi. Dal canto loro, le carte di credito prepagate vengono utilizzate soprattutto per gli acquisti su Internet, in modo pressoché omogeneo in tutte le aree del Paese. Al Centro, il 47% dei cittadini le usa anche durante i viaggi all’estero, mentre al Sud per pagare nei negozi. (43%). Mediamente nelle aree settentrionali se ne fa un uso più limitato rispetto alle altre zone del Paese.
Operazione Nord Centro Sud Operazione Nord Centro Sud
Pagare acquisti 78% 72% 84% Analisi cliniche 8% 18% 12%
Pagare all’estero 41% 16% 14% Ricariche telefoniche 7% 20% 23%
Ristorante/albergo 42% 34% 21% Casello autostrada 5% 15% 13%
Acquisti su Internet 30% 30% 10% Bollette 4% 6% 13%
Carburante 17% 14% 24% Taxi 3% 12% 4%
Prelevare all’estero 15% 10% 13% Bonifico 1% 6% 0%
Prelevare contanti 12% 24% 52%
Italiani e carte di credito: utilizzi ricorrenti. Fonte Cittadinanzattiva, 2008 Frequenza d’uso delle carte di pagamento e importo minimo di utilizzo: Il 63% dei possessori di bancomat lo utilizza frequentemente durante la settimana, a fronte del 39% di chi detiene la carta di credito. La prepagata viene utilizzata per il 45% solo poche volte l’anno. In merito all’importo minimo, in media tale somma è rappresentata da circa 70 € nel caso della carta prepagata, circa 80 € nel caso del bancomat e oltre 90 € nel caso della carta di credito.
Frequenza Bancomat Carta di credito Prepagata
Da 1 a più volte a settimana 63% 39% 15%
Da 1 a 3 volte al mese 32% 37% 40%
Da 1 a 4 volte l’anno 5% 24% 45%
Totale 100% 100% 100%
Frequenza d’uso delle carte di pagamento. Fonte Cittadinanzattiva, 2008 Disagi ricorrenti: Tra le esperienze negative, i disagi lamentati riguardano principalmente: il cattivo funzionamento dei Pos in Italia e all’estero (16% bancomat; 8% carta di credito e 4% prepagata); gli sportelli Atm del proprio istituto di credito spesso fuori servizio soprattutto durante il fine settimana e i giorni festivi (9% bancomat); l’errata digitazione del codice Pin per tre volte consecutive e quindi carta trattenuta dallo sportello automatico (6% bancomat); il furto e l’uso fraudolento della carta (4% bancomat, 2% carta di credito e 3% prepagata); la clonazione (3% bancomat, 4% carta di credito); l’addebito erroneo di spese non sostenute (3% bancomat, 3% carta di credito). Infine, dall’indagine conoscitiva (per la quale sono stati interpellati circa 1500 cittadini) emerge un rapporto positivo tra banche e clienti dovuto in particolar modo ad una buona reattività da parte degli istituti di credito nella risoluzione dei problemi legati alle carte. Alla domanda: “Il suo istituto di credito si è attivato per la risoluzione del problema?” la risposta è stata positiva nell’82% dei casi relativi al bancomat, nel 58% di quelli inerenti la carta di credito e nel 39% per quelli che riguardano la carta prepagata. Su www. Cittadinanzattiva. It il dossier completo. .
 
   
   
ABI LAZIO, ANIA, CONFCOMMERCIO LAZIO, CONFINDUSTRIA LAZIO E FEDERLAZIO HANNO PRESENTATO OGGI LA CONSULTA DELLE IMPRESE DEL LAZIO.  
 
Roma, 25 febbraio 2008 - E’ stata presentata il 21 febbraio, nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Federlazio a Roma, la neonata Consulta delle Imprese del Lazio formata da Abi Lazio, Ania, Confcommercio Lazio, Confindustria Lazio E Federlazio, in quanto Associazioni più rappresentative delle Imprese operanti nella regione. All’incontro hanno partecipato il Segretario della Commissione regionale di Abi Lazio Bruno Di Buò, il Direttore Generale di Ina Assitalia Fabio Buscarini, il Presidente di Confcommercio Roma e Lazio Cesare Pambianchi, il Presidente di Confindustria Lazio Maurizio Stirpe, il presidente della Federlazio Massimo Tabacchiera (nominato coordinatore e portavoce della Consulta per il primo anno). La Consulta delle imprese del Lazio rappresenta circa 53. 000 aziende per 490. 000 addetti. Questi gli scopi prioritari della Consulta: favorire la preventiva consultazione tra le Associazioni partecipanti sui temi attinenti la promozione e la difesa degli interessi comuni delle rispettive imprese associate, nei confronti delle Istituzioni regionali; - sostenere la promozione e la difesa dello spirito d’impresa e dell’economia di mercato, attraverso il sostegno degli interessi comuni dell’imprenditoria; promuovere la valorizzazione della rappresentanza di impresa come strumento per lo sviluppo del valore del sistema economico e produttivo regionale. Nel corso dell’incontro i rappresentati del nuovo organismo regionale hanno dichiarato che entro novanta giorni presenteranno alla Regione Lazio il “Manifesto della competitività”, che conterrà i principali temi da affrontare per rilanciare lo sviluppo dal punto di vista del sistema imprenditoriale. .  
   
   
RICERCA: A ROMA PRESENTATO IL NUOVO CONTRATTO DELLE FONDAZIONI TRENTINE UNO STRUMENTO MODERNO, PER VALORIZZARE LE RISORSE UMANE E ´LIBERARE´ LE POTENZIALITÀ  
 
Trento, 25 febbraio 2008 - "Un contratto moderno, frutto di un lungo confronto, tutt´altro che locale perchè contiene stimoli esportabili altrove per ´liberare´ la ricerca, incentivarla, premiarla laddove produce eccellenza". Ecco come il senatore Tiziano Treu ha definito il nuovo Contratto provinciale di lavoro delle fondazioni di ricerca del Trentino – Fondazione Bruno Kessler e Fondazione Edmund Mach - presentato il 21 febbraio a Roma, nella Sala della Sacrestia alla Camera dei deputati alla presenza, fra i molti, del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, dell´assessore alla programmazione, ricerca e innovazione, Gianluca Salvatori, dei senatori Andrea Ranieri e Giuseppe Valditara, e del presidente della Fondazione Bruno Kessler, Andrea Zanotti (assente per malattia il presidente della Fondazione Mach, Giovanni Gius). Presenti in sala anche i parlamentari Laura Froner, Mauro Betta e Marco Boato, la sottosegretario uscente Letizia De Torre, il segretario della Cisl, Nicola Ferrante. Gli interventi si sono soffermati sulle novità e sulle potenzialità del nuovo contratto ("un sogno" lo ha definito Ranieri, mentre Valditara ha richiamato il tema della ricerca quale terreno sul quale è richiesta un´ampia convergenza da parte di tutti). "Mi fa piacere sentire che c´è una visione concorde sulla centralità del tema della ricerca - ha risposto Lorenzo Dellai - e l´auspicio è che questa disponibilità prosegua anche in futuro". "Se siamo qui a Roma per parlare di questo - ha detto il presidente Lorenzo Dellai - lo facciamo in punta di piedi ma al tempo stesso con la consapevolezza che anche così possiamo esercitare un´Autonomia responsabile". Dellai ha anche annunciato la volontà di allargare questa esperienza attraverso la costituzione di un laboratorio finalizzato all´elaborazione di una nuova proposta contrattuale per il settore scolastico capace di introdurre strumenti di valorizzazione delle professionalità nell´interesse di chi della scuola fruisce. Ma torniamo al contratto della ricerca. Meccanismi premianti, sistemi di valutazione capaci di inibire l´autoreferenzialità, orari flessibili che si spingono fino alla possibilità di ottenere part time finalizzati alla nascita di spin off, giusta valorizzazione delle invenzioni sono alcune parole chiave di questo nuovo strumento che ha come suo punto focale la risorsa umana. "Occorre certo investire in ricerca - ha detto l´assessore Gianluca Salvatori - ma bisogna che impariamo anche ad investire bene". Il contratto, che interessa alcune centinaia di ricercatori, si inquadra nella profonda riforma del sistema provinciale della ricerca realizzata in questa legislatura dalla Giunta provinciale, con l’obiettivo di renderlo ancora più dinamico, aperto e al passo con i tempi. La riforma ha riguardato in particolar modo, com’è noto, due realtà di eccellenza nel settore della ricerca pubblica del Trentino – l’Istituto trentino di cultura e l’Istituto agrario di San Michele all’Adige – trasformati rispettivamente nella Fondazione Bruno Kessler e nella Fondazione Edmund Mach. Il nuovo assetto consente a questi due soggetti – nei quali lavorano alcune centinaia di ricercatori - di operare come enti di interesse pubblico senza fine di lucro, potendo contare però su un’organizzazione interna di tipo privatistico. Alla loro costituzione è seguito il nuovo Contratto provinciale di lavoro, il cui elemento centrale è rappresentato dalla valorizzazione delle risorse umane e da un sistema di reclutamento innovativo nei confronti di un mercato che deve necessariamente abbracciare un orizzonte di respiro internazionale. La crescita professionale che si viene così a creare, unita ad una maggiore responsabilizzazione della ricerca stessa, è sancita dal capo Vi del contratto:«Formazione, aggiornamento e valorizzazione del personale». La piena valorizzazione del fattore ricerca che in esso viene delineata,sia in forma diretta (formazione, autonomia e libertà della ricerca) sia in forma indiretta (ad esempio attraverso il sostegno all’autoimprenditorialità, all’occupabilità, alle invenzioni) si accompagna anche ad una attenzione particolare nei confronti del suo impatto territoriale. Con ciò si intendono la creazione di nuova impresa come diretta conseguenza delle attività di ricerca, le attività di trasferimento tecnologico e di contributo all’innovazione rivolte al mondo produttivo e dei servizi ma anche la messa a disposizione di opportunità professionali per personale altamente specializzato. Quest’ultimo aspetto, in un paese come l’Italia, afflitto com’è noto da una cronica “fuga di cervelli” all’estero, rappresenta un obiettivo di importanza primaria. .  
   
   
VITTORIA ASSICURAZIONE PREMI 2007: PREMI EMESSI TOTALI: 636,5 MILIONI DI EURO (+8,4%) PREMI EMESSI VITA LAVORO DIRETTO: 141,1 MILIONI DI EURO (+7,1%) PREMI EMESSI DANNI LAVORO DIRETTO: 495,0 MILIONI DI EURO (+8,9%)  
 
 Milano, 25 febbraio 2008 - Il Consiglio di Amministrazione della Vittoria Assicurazioni riunitosi il 21 febbraio a Milano ha esaminato i primi risultati dell’esercizio 2007. I premi emessi globali salgono a 636,5 milioni di euro con un incremento del 8,4%. I premi del lavoro diretto dei Rami Vita ammontano a 141,1 milioni di euro (+7,1%). I premi del lavoro diretto dei Rami Danni ammontano a 495,0 milioni di euro, con un incremento del 8,9%. I premi dei Rami Auto ammontano a 340,8 milioni di euro con una crescita del 5,3%. I premi degli Altri Rami Danni ammontano a 154,2 milioni di euro, con un incremento del 17,8%. Il Consiglio ha inoltre deliberato di convocare l’Assemblea degli Azionisti per l’approvazione del bilancio annuale il 29 aprile 2008, in prima convocazione, ed occorrendo il 30 di aprile in seconda convocazione. .  
   
   
IFIL INVESTE € 61 MILIONI (US$ 90 MILIONI) IN VISION INVESTMENT MANAGEMENT SOTTOSCRI VENDO UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO CONVERTENDO  
 
Torino e Hong Kong, 25 Febbraio 2008. Il Gruppo Ifil ha raggiunto un accordo per investire € 61 milioni (Us $ 90 milioni) in un prestito obbligazionario con obbligo di conversione a scadenza della durata di 5 anni, che al momento della conversione consentirà all’Ifil di diventare un azionista rilevante di Vision Investment Management Limited (“Vision” o “la Società”), uno dei principali “alternative asset manager” dell’area asiatica. Vision, che ha uffici a Hong Kong, è stata fondata nel giugno del 2000 da Jerry Wang, uno dei pionieri del settore nell’area asiatica. Vision ha lanciato il suo prodotto di riferimento, il Vision Asia Maximus Fund, nel 2002 e da allora è diventato uno dei più grandi gestori locali di Fondi di Hedge Funds specializzato sui mercati asiatici. L’ifil farà fronte all’investimento utilizzando la liquidità disponibile. Il prestito obbligazionario, fino alla sua conversione prevista per la primavera del 2013, garantirà all’Ifil un rendimento fisso annuo pari al 5%. Il perfezionamento dell’operazione, che è soggetta all’approvazione delle autorità competenti, è atteso per la primavera del 2008. I proventi del prestito obbligazionario saranno prevalentemente utilizzati dal management di Vision per acquistare azioni proprie da un gruppo di investitori finanziari fondatori della Società - che detengono attualmente il 32% del capitale ordinario emesso di Vision - e per assicurare future risorse a sostegno dei piani di sviluppo nel settore dell’”alternative asset management” in Asia. Il management e i dipendenti di Vision resteranno i maggiori azionisti di Vision con una quota di controllo. Alla conversione del prestito obbligazionario, Ifil riceverà una quota di azioni pari al 40% del capitale sociale di Vision. L’investimento rientra nella strategia di diversificazione geografica del portafoglio dell’Ifil, con particolare attenzione al settore dei servizi finanziari. L’esperienza maturata dall’Ifil nel settore ha permesso in passato di conseguire risultati di successo, attraverso la partecipazione nel Gruppo Permal (uno dei più grandi e consolidati “alternative asset manager”, fondato più di 30 anni fa e specializzato nell’offerta di investimenti sui mercati finanziari internazionali). Ifil metterà l’esperienza acquisita a disposizione della nuova partnership per accompagnare Vision nei suoi piani di sviluppo. .  
   
   
NASCE RITMI: LA RETE ITALIANA DI MICROFINANZA: RENDERE BANCABILI I NON BANCABILI  
 
Bologna, 25 febbraio 2008 – Nasce “Ritmi”, Rete Italiana di Microfinanza, Associazione senza fini di lucro che opererà a livello nazionale e sarà la voce di tutti gli operatori italiani della microfinanza. “Rendere bancabili i non bancabili”: è questo l’obiettivo delle istituzioni di microcredito e microfinanza che operano a livello internazionale. L’esclusione dall’accesso al credito è infatti riconosciuta come uno degli ostacoli principali allo sviluppo umano e alla riduzione della povertà. In Italia, secondo l’ultima stima della Banca Mondiale, il tasso d’esclusione dal credito e da servizi finanziari sostenibili, arriva al 25% della popolazione, una delle quote più elevate dell’Unione Europea. Il settore italiano della microfinanza è caratterizzato dalla presenza di iniziative ancora piccole e poco conosciute, anche se dinamiche ed in costante crescita. Una delle difficoltà è la mancanza di una regolamentazione che ne favorisca lo sviluppo e la diffusione. La Rete Italiana di Microfinanza, collega istituzioni di microcredito, società di consulenza, centri di ricerca, promotori, investitori. Ritmi sarà associata allo European Microfinance Network, la rete europea del settore, ed aperta al dialogo con tutte le istituzioni e organizzazioni impegnate in questo campo. La rete è impegnata: a livello politico, dialogando con le istituzioni e le banche, attraverso azioni volte ad incidere sulla legislazione in materia e ad aumentare la flessibilità dei prodotti finanziari offerti; a livello operativo, mettendo in comune le esperienze acquisite, attraverso la creazione di banche dati comuni e la condivisione di servizi e strumenti a livello culturale, promuovendo una finanza attenta all´individuo e focalizzando l´attenzione sulla funzione produttiva dello strumento microcredito. . .  
   
   
IMPRENDITORI CINESI A MILANO: QUASI TREMILA, 500 MILIONI DI FATTURATO, IL 40% È DONNA IN CITTÀ, IL 70% DEI GROSSISTI CINESI SI CONCENTRA IN ZONA SARPI E NELLA PELLETTERIA QUASI UN TITOLARE SU DUE È CINESE  
 
Milano, 25 febbraio 2008 - Quasi tremila le piccole imprese “cinesi” in provincia di Milano e oltre 1. 900 a Milano città. E crescono, tra 2006 e 2007, del 3,5% in provincia e dell’1,5% nel capoluogo. Di queste, a Milano città oltre la metà sono legate all’attività commerciale, dettaglio e ingrosso, il 23% al manifatturiero e il 16% alla ristorazione. E in settori come quello delle confezioni di abbigliamento, un titolare di una ditta individuale milanese su tre è cinese mentre nella concia del cuoio e pelletteria si arriva quasi a uno su due. La stima del fatturato delle imprese cinesi è di 560 milioni di euro all’anno. Le imprese individuali cinesi sono più “rosa” rispetto a quelle italiane: ben il 39% degli imprenditori è donna contro il 20% italiano (il 14% di altri titolari extracomunitari). L’identikit dell’imprenditore “nato in Cina”? Oltre a essere più “rosa”, è anche più giovane (39 anni l’età media, rispetto ai 45 dell’italiano). Le imprenditrici cinesi sono più giovani dei colleghi uomini (38 anni). Se poi si considera la localizzazione geografica, la Zona preferita dalle ditte cinesi è la 8 (Fiera, Gallaratese, Quarto Oggiaro) con il 38% del totale cittadino, segue la Zona 9 (Stazione Garibaldi, Niguarda) con il 18%. Le vie con più imprese, invece, si concentrano in zona Sarpi: da via Bramante (con il 5% del totale del capoluogo: c’è una impresa “cinese” ogni 9 metri ) a via Sarpi (3,7%), da via Rosmini (2,2%) a via Messina (1,7%). In particolare in zona Sarpi si concentrano il 71% delle imprese cinesi attive nel commercio all’ingrosso. Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese del 2007 e Istat. Le prime dieci per presenza imprenditori individuali cinesi
Peso su tot
Totale ditte per vie 100,0%
Via Bramante Da Urbino 4,6%
Via Sarpi Paolo 3,7%
Via Padova 2,2%
Via Rosmini Antonio 2,2%
Via Messina 1,7%
Viale Monza 1,6%
Via Niccolini G. Battista 1,5%
Via Imbonati Carlo 1,5%
Viale Montello 1,3%
Via Giusti Giuseppe 1,1%
Elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 2007 Suddivisione delle imprese individuali con titolare di nazionalità cinese sulle nove zone della città di Milano
Zone di Milano Percentuale di imprese cinesi sul totale ditte individuali del comune di Milano
Zona 1: Centro storico 1,9%
Zona 2: Stazione Centrale, Greco, Turro, Gorla, Precotto, Bicocca 17,4%
Zona 3: P. Ta Venezia, Città Studi, Lambrate 8,9%
Zona 4: Vittoria, Forlanini 4,1%
Zona 5: Vicentino, Chiaravalle, Gratosoglio 4,0%
Zona 6: P. Ta Genova, Barona, Giambellino, Lorenteggio 4,4%
Zona 7: P. Ta Vercellina, Forze Armate, S. Siro, Baggio, Trenno 3,2%
Zona 8: Fiera, Gallaratese, Quarto Oggiaro 38,0%
Zona 9: Stazione Garibaldi, Niguarda 18,0%
Elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese 2007 .
 
   
   
FEDERLAZIO PRESENTA IL 4° RAPPORTO LAZIO  
 
 Roma, 25 febbraio 2008 - La Federlazio ha presentato il 22 a Frosinone il 4° Rapporto Lazio. Lo studio ha messo sotto osservazione la figura del piccolo e medio imprenditore attraverso la realizzazione di oltre 100 interviste. Il rapporto è stato realizzato dalla Federlazio con il contributo dell´Assessorato alle Pmi, Commercio e Artigianato della Regione Lazio. All´incontro sono intervenuti il Vice Presidente della Federlazio Luigi Volante, il Direttore Generale della Federlazio Giovanni Quintieri, il Presidente di Confindustria Lazio Maurizio Stirpe, la Preside della Facoltà Economia Università di Cassino Enrica Iannucci, l´Assessore alle Pmi, Commercio e Artigianato della Regione Lazio Francesco De Angelis. L´incontro è stato coordinato da Alberto Di Majo, Caporedattore Cronaca Roma de Il Tempo. Il 4° Rapporto sul Lazio segna il ritorno della Federlazio ad un filone di analisi che intende guardare il mondo imprenditoriale, segnatamente quello della piccola e media impresa, sforzandosi di superare gli angusti confini dell’economicismo. Solo per fare un po’ di memoria storica, ricordiamo che il 1° Rapporto di questa serie, risalente al 1998, si era soffermato sulle modificazioni, già allora evidenti, che riguardavano l’identità della nostra regione e le difficoltà di disegnare intorno ad essa un profilo univoco e una strategia di sviluppo unitaria. Il 2° Rapporto, che si colloca intorno alla metà del 2001, si era invece imperniato in particolar modo sull’importanza che assume la dimensione territoriale nella determinazione delle dinamiche di sviluppo in una regione a forte presenza di Pmi come il Lazio. Il 3° Rapporto, realizzato nel 2003, aveva posto invece l’accento sulle cosiddette “economie di relazione” e sulla programmazione negoziata quali strumenti di rilancio dello sviluppo locale. Con il 4° e finora ultimo Rapporto abbiamo voluto spingere un po’ di più sul pedale dell’analisi metaeconomica, per offrire più spazio alla dimensione socio-culturale dell’agire imprenditoriale. Nel farlo, siamo stati mossi soprattutto dalla constatazione che oggi le indagini rivolte allo studio delle dinamiche di sviluppo nella regione risultano, a nostro avviso, spesso incapaci di andare molto al di là della riproposizione di elementi conoscitivi già noti. Non che non possa essere utile talvolta anche un’operazione di riordino e sistematizzazione di conoscenze già acquisite, ma occorrerebbe quanto meno procedere con un certo senso della misura. Convinti di questo, e anche del fatto che alla fine, in questa sovrabbondanza di informazioni economico-statistiche, si corre il rischio di lasciare fuori fattori secondo noi non secondari, come ad esempio le determinanti socio-culturali del comportamento imprenditoriale, abbiamo allora orientato proprio su quelle il nostro focus di indagine, operando una trasposizione dell’oggetto di indagine dal concetto di impresa a quello di imprenditore. La differenza potrebbe apparire irrilevante, ma in realtà non è così. Quando parliamo di impresa, infatti, l’oggetto di osservazione è un’entità impersonale, è il locus dove i fattori produttivi vengono combinati in base a regole di razionalità economica, tecnologica, organizzativa, al fine di ottenere determinati risultati. Quando, viceversa, oggetto dell’analisi diventa l’imprenditore, allora l’attenzione si sposta sull’attore che rappresenta il vero dominus di quella combinazione, colui che vi immette la propria visione, la propria progettualità, le proprie aspirazioni, la propria cultura. Partendo da qui, la prospettiva diventa allora un po´ meno consueta e l’approccio tende a spostarsi dal piano “statistico-quantitativo” a quello “antropologico-qualitativo”, ovvero dall’analisi delle grandezze economiche alla ricostruzione dell’identità del piccolo e medio imprenditore di questa regione. La scelta di privilegiare questa direttrice di studio muove anche dalla presa d’atto dell’esistenza di un deficit di rappresentazione della figura del piccolo e medio imprenditore, non solo presso le istituzioni ma anche nella più ampia coscienza collettiva del paese. Le analisi economiche lasciano generalmente un po’ più in ombra quest’aspetto, che invece noi riteniamo niente affatto residuale, proprio ai fini della spiegazione delle dinamiche economiche in atto. Con questo studio noi abbiamo voluto provare a fornire una rappresentazione più realistica di un universo, che una parte almeno dell’opinione pubblica percepisce a nostro avviso in modo distorto. Vi è una parte della cultura corrente che tende infatti ad accreditare un’immagine dei piccoli e medi imprenditori tutt’altro che edificante. Non di rado essi vengono dipinti come individui che vivono allegramente nella ricchezza grazie allo sfruttamento del lavoro nero, alla violazione delle norme sulla sicurezza e all’evasione delle tasse. Per giunta, essi diventano destinatari di questo tipo di apprezzamenti senza neanche ricevere – diciamo così quale “contropartita” – tutte quelle gratificazioni in termini di status che la società dei mass media riserva ai grandi capitani d’industria, ai rampolli di nobili dinastie industriali, a coloro insomma che possono associare il proprio nome a quello della storia industriale ed economica di questo paese. Questi ultimi infatti, sebbene non siano risparmiati dagli strali della critica sociale, tendono almeno a conservare presso molta parte dell’opinione pubblica – e talora degli stessi “antagonisti di classe” – uno charme che un po’ li mette al riparo della disapprovazione sociale, rendendoli oggetto di palese ammirazione. Cosa che, viceversa, non accade nel caso del piccolo e medio imprenditore. Noi, riteniamo dunque ingeneroso, oltre che ingiusto, ignorare o non apprezzare debitamente, il contributo, la storia, il ruolo della miriade di piccoli e medi imprenditori che silenziosamente, con le sole proprie forze, senza il sostegno delle istituzioni, delle grandi banche, dei grandi mezzi di comunicazione, hanno costruito il tessuto economico di questo paese, creando benessere diffuso, dando occupazione, facendo coesione sociale, collocando infine l’Italia nel novero dei paesi più industrializzati del mondo. Generalmente tali imprese sono quelle che fanno meno clamore, sono quelle che quando nascono – ma soprattutto quando muoiono – lo fanno nella sostanziale indifferenza delle istituzioni, le quali, irresistibilmente attratte dai grandi numeri, sembrano scuotersi ed entrare in fibrillazione solo quando invece è una grande impresa a mostrare segnali di crisi e ad agitare lo spettro del licenziamento o della cassa integrazione. Senza peraltro fermarsi a riflettere sul fatto che il licenziamento di 1. 000 operai da parte di una sola grande impresa, ad esempio, non è di per sé cosa più grave del licenziamento, poniamo, di 2 operai ciascuna da parte di 500 ipotetiche piccole e medie imprese. L’unica differenza è che nel primo caso tutti – dai sindacati, ai governi, ai mass media – mostrano preoccupazione correndo al capezzale del malato, mentre nel secondo l’evento resta avvolto sostanzialmente in una generale coltre di indifferenza. Ecco, noi abbiamo voluto provare a ripristinare un equilibrio in questo quadro, almeno dal punto di vista della conoscenza e della rappresentazione sociale. E l’abbiamo fatto cercando di andare al di là degli stereotipi per provare a comprendere chi sia realmente questo attore, così centrale per la nostra economia e tuttavia così marginale dal punto di vista della considerazione sociale, quali valori, quali riferimenti ideali, quali tratti culturali lo connotino, cosa lo muova e cosa lo freni. Ne è nato una sorta di viaggio nella cultura del piccolo e medio imprenditore di questa regione. Lo strumento con il quale questo viaggio è stato compiuto è quello che in gergo tecnico viene definita intervista non strutturata, che ci ha consentito di scandagliare in profondità alcuni interessanti aspetti del suo sistema di riferimento. Questo tipo di intervista si distingue per il fatto che, diversamente dal questionario strutturato con risposte precodificate, essa lascia l’intervistato libero di esprimersi seguendo il filo naturale dei suoi ragionamenti e al contempo di reagire agli input di tanto in tanto provocati dall’intervistatore. In questo modo emergono più agevolmente gli orientamenti valoriali dell’intervistato, i suoi tratti culturali, i suoi riferimenti per l’azione. Rinviando pertanto alla lettura integrale del Rapporto per l’insieme dei contenuti emersi, offriamo in queste considerazioni introduttive una sintesi di alcuni degli elementi còlti dalle interviste. Dunque, che quadro ci restituisce questo studio? - Sul piano identitario, diciamo subito che ci troviamo di fronte ad un’imprenditoria decisamente connotata da due tratti peculiari: l’empirismo e la cultura del fare. Con questo si vuole intendere che il piccolo e medio imprenditore ha ricevuto la sua formazione ed acquisito il corpo di conoscenze poi riversato nella professione dall’esperienza pratica. E lo ha fatto secondo due modalità: dando spazio ad una preesistente vocazione artigiana, che egli decide ad un dato momento di mettere a frutto compiendo il “salto industriale”; oppure valorizzando il know how tecnico acquisito nella sua precedente esperienza di lavoro dipendente presso un’azienda. Un deciso impulso verso l’autorealizzazione, un’originaria spinta interna a mettersi in proprio, unitamente ad un potente ego hanno portato il nostro imprenditore a lasciarsi alle spalle la condizione di subordinazione connessa al lavoro dipendente, evidentemente ritenuto non più rispondente alle proprie aspirazioni, per tentare, forte delle conoscenze nel frattempo acquisite, l’avventura dell’intrapresa individuale. A ben vedere, questa è il percorso tipico di quasi tutta la nostra piccola e media imprenditoria nazionale; un percorso che non deve mai essere dimenticato, ma anzi tenuto sempre bene in vista dalle Istituzioni nel momento in cui esse elaborano le politiche per lo sviluppo e per l’impresa, se si vuole che non falliscano i propri obiettivi. In aggiunta a questa decisa componente di pragmatismo, il nostro imprenditore non può non coltivare dentro di sè anche una chiara visione prospettica delle cose, un senso del progetto e del costruire, senza i quali non potrebbe affrontare quel quid di incertezza e di aleatorietà su cui cammina qualsivoglia progetto imprenditoriale. Egli modifica gli equilibri esistenti e ne costruisce di nuovi. È l’artefice insomma di quella “distruzione creatrice” che si ritrova nell’idealtipo dell’imprenditore schumpeteriano. Tutto questo è nel suo Dna ed è anche la spinta che lo muove costantemente. Se tenta però di autovalutarsi in quanto categoria sociale all’interno del più ampio contesto sociale e istituzionale, il piccolo e medio imprenditore avverte nettamente la sua condizione di debolezza “politica”, quale portato della sua sostanziale sottorappresentazione sociale, che stride ancor più fastidiosamente se posta a confronto con la forza che invece questo soggetto è capace di esprimere sul piano economico. Su quest’aspetto si nota purtroppo l’affiorare di un sentimento di rassegnazione, che si impadronisce dei soggetti nel momento in cui essi avvertono di non riuscire a contrastare come vorrebbero questa deriva. Una deriva, si badi bene, verso la quale essi avvertono di essere spinti non solo da responsabilità altrui (delle istituzioni e/o della politica) ma anche da una colpevole mancanza di coesione interna da parte dell’intera categoria, che costituisce, a detta degli stessi attori, un limite strutturale alla difesa dei propri interessi. Interessi che invece i piccoli e medi imprenditori vedono molto ben difesi da quello che anche solo implicitamente diviene il punto di riferimento dialettico con il quale spesso ci si confronta, vale a dire la grande impresa. Rispetto alla quale, i nostri imprenditori paiono nutrire un atteggiamento diffuso di risentimento, che riposa non già su vaghe posizioni pregiudiziali, ma su una ben consapevole contrapposizione di interessi concreti, che si rende visibile agli occhi dei piccoli e medi imprenditori in una pluralità di ambiti. Ad esempio nelle gare d’appalto, dove i piccoli si sentono sistematicamente marginalizzati da una presenza invadente e monopolizzante dei grandi, anche in quelle gare che, per taglio e dimensione, potrebbero – anzi dovrebbero – essere ignorate da questi ultimi, che ne fanno invece terreno di facile conquista. Oppure nei ritardi dei pagamenti (che si vanno ad aggiungere a quelli che già le Pmi devono sopportare da parte della P. A. ) per i quali le imprese subfornitrici diventano di fatto, loro malgrado, finanziatori dei committenti. Queste sono le principali ancorché non esclusive questioni che delimitano altrettanti terreni di confronto, per non dire di scontro tra Pmi e grandi imprese. Scontro che potrebbe invece essere sostituito – auspicherebbero gli intervistati – da un leale e trasparente rapporto di collaborazione e complementarietà, in una logica di filiera, laddove le grandi imprese si sforzassero di introdurre delle discontinuità nei comportamenti consolidati. E’ infatti appena il caso di aggiungere che i piccoli e medi imprenditori non disconoscono affatto il ruolo positivo della grande dimensione, anzi è largamente diffusa la convinzione che quest’ultima sia assolutamente indispensabile per lo sviluppo del paese, ma a condizione che essa sappia svolgere il ruolo di testa di ponte del sistema-paese sui grandi mercati internazionali, senza invadere invece i mercati d’elezione delle piccole. Proprio in questo dualismo grande impresa/piccola e media impresa risiede una delle componenti di quel generale sentimento di disagio che percorre per intero le dichiarazioni degli intervistati. Quando questi ultimi affermano che oggi è più difficile fare impresa, anche a causa di un mercato più esteso di un tempo, ma anche assai più affollato, e comunque a più elevato tasso di concorrenzialità interna, significa per loro prendere atto che si sta operando in un contesto contrassegnato da una notevole incertezza, che rende il “fare impresa” un’attività con un po’ meno appeal e un po’ più aleatorietà di quanto comunemente non si ritenga. Va anche detto però, per completezza di informazione, che tale incertezza non viene considerata esclusivamente la conseguenza di condizioni oggettive e ineluttabili, ma con grande determinazione e nettezza essa viene attribuita in buona misura anche alla responsabilità della classe politica nella sua interezza, senza distinzioni tra livelli locale e nazionale. E’ qui che forse si può scorgere nella sua essenzialità quello scollamento tra classe politica e società civile che caratterizza in particolare la fase storica odierna. E’ qui che affiora più nitidamente la delusione e la conseguente disaffezione verso la politica. E’ qui, infine, che il risentimento per la “casta” si può toccare con mano. L’imprenditore, molto semplicemente mette a confronto i tempi dell’economia e dell’impresa con quelli della politica; la “cultura del fare” con “la cultura del parlare” e conclude che la politica è diventata disfunzionale all’economia. E’ interessante tuttavia sottolineare come, nonostante le difficoltà del fare impresa, il piccolo e medio imprenditore non smetta di avere un rapporto simbiotico con la propria azienda, che lo porta ad identificarvisi completamente. Qui, ad esempio, si coglie un altro importante elemento di difformità tra la grande e la piccola impresa, o, per meglio dire, tra l’atteggiamento dei manager, che governano la prima e l’atteggiamento imprenditoriale in senso proprio, tipico della seconda. In quest’ultimo caso l’azienda è vista dall’imprenditore come una sua creatura, qualcosa per la quale egli ha speso, oltre che risorse finanziarie, anche la sua passione e una parte importante della sua vita, non di rado sottraendola alla famiglia e agli affetti. E’ naturale che quell’azienda sia dunque per lui fonte di soddisfazioni morali non meno che materiali. Per il manager, evidentemente, anche quando egli possegga conoscenze, cultura e capacità persino superiori a quelle dell’imprenditore, vi può forse essere una qualche forma di identificazione con l’azienda, ma è difficile per non dire impossibile – sostengono gli intervistati – che scatti qualcosa di simile a quello che accade nella testa e nell’animo dell’imprenditore. Questo è un aspetto importante della psicologia e della cultura del piccolo e medio imprenditore, su cui vale senz’altro la pena richiamare l’attenzione. Ciò soprattutto in relazione alle tanto sbandierate politiche per favorire la crescita dimensionale, che – guarda caso – passano però tutte per “linee esterne”, ovvero proponendo fusioni, accorpamenti, incorporazioni, piuttosto che per “linee interne”. Le prime non hanno prodotto risultati apprezzabili proprio perché agiscono sui fattori “freddi” e trascurano il fatto che per il piccolo e medio imprenditore una fusione, un accorpamento, un’incorporazione non hanno soltanto il significato di mere operazione economiche ma rappresentano qualcosa di più profondo. Possono significare lo snaturamento della propria creatura, la sua perdita di identità, per diventare qualcos’altro cui manca inevitabilmente l’imprinting originario dell’imprenditore. E tutto questo, si può comprendere, diventa difficile da accettare. Alla luce di tutto ciò, ci sembra di poter dire che sarebbe probabilmente più utile che le istituzioni studiassero politiche volte a favorire più che le fusioni tout-court, dei processi di graduale avvicinamento operativo tra imprese diverse. In altri termini qualcosa di più simile a delle strutture dove le imprese che decidono di attivare delle sinergie possano, conservando ciascuna la propria identità e autonomia, innanzitutto approfondire la loro conoscenza reciproca, per poi procedere nel tempo – ci si passi il termine – a delle “cessioni parziali di sovranità”, a favore della costituenda struttura comune per il perseguimento di progetti operativi condivisi. Questa fase potrebbe preludere, laddove se ne rinvenissero le condizioni, a forme di collaborazione via via più evolute, e solo allora sfociare eventualmente in vere e proprie fusioni. Anche perché, è opportuno aggiungere, l’obiettivo della crescita aziendale è certamente avvertito anche dai piccoli e medi imprenditori, ma con un atteggiamento non eccessivamente ansiogeno, ovvero come una possibilità ma non da perseguire a tutti i costi. In fondo – sostengono gli intervistati – non esiste una “dimensione ottima” dell’impresa valida in assoluto, ma essa è funzione di variabili quali il settore, il tipo di prodotto, l’area di localizzazione, insomma il mercato. Si cresce se e quando le condizioni e le convenienze lo consentano e lo consentano stabilmente. La conclusione che si può ricavare su questo fronte è che è inutile sollecitare una crescita dimensionale delle imprese in astratto: bisogna prendere atto che l’Italia è fatta di Pmi, che sceglieranno di crescere nella misura in cui ciascuna lo riterrà opportuno e conveniente anche in base alle politiche di accompagnamento in questa direzione che le istituzioni saranno in grado di mettere in campo. E veniamo, infine, all’immagine del futuro e a che cosa esso ha in serbo, nell’ottica del nostro imprenditore. Le interviste hanno messo in luce un atteggiamento sostanzialmente ottimistico, che del resto è di solito connaturato allo spirito imprenditoriale. Ma si tratta – si badi bene – di un ottimismo riferito principalmente alle chances della propria azienda, in contrapposizione invece ad un più sostanziale pessimismo che ha per oggetto il contesto istituzionale più in generale. Ciò che gli imprenditori intervistati intendono con questo significare, in buona sostanza, è che la Pmi, a partire dalla propria, è strutturalmente meglio attrezzata per le sfide future rispetto alla grande, perché più flessibile, più adattabile, più pronta a reagire ai mutamenti del mercato. Essa ha dunque un futuro più roseo. Tuttavia, è altrettanto diffusa tra gli imprenditori interpellati la convinzione che l’incapacità dello Stato di creare un habitat “amichevole” per le Pmi farà sì che molte di loro, di fatto, non saranno in grado di esprimere appieno il proprio valore e le proprie potenzialità rischiando pertanto il declino. Ancora una volta in definitiva vediamo riproporsi il rapporto fortemente dialettico tra economia e politica, che ormai sembra diventato il segno distintivo dei nostri tempi in particolare in questo paese. Sulla capacità di ricomporre tale conflitto si giocherà dunque la credibilità del sistema politico e del sistema paese più in generale, ma soprattutto si giocherà la partita della competitività della nostra economia nei confronti degli altri sistemi nazionali, che già ora ci incalzano da vicino. La Metodologia D’indagine - Il contenuto del Iv Rapporto Lazio si basa sugli esiti di una serie di interviste effettuate ad imprenditori associati alla Federlazio. In particolare, si tratta di 106 imprenditori che l’Ufficio Studi e Comunicazione della Federlazio ha sottoposto a un’intervista non strutturata, articolata su quattro aree tematiche: L’identità imprenditoriale, Il contesto socio-istituzionale, Il disagio del fare impresa, La visione del futuro. L’intervista non strutturata ha consentito all’imprenditore di rispondere con grande libertà e senza essere costretto entro una griglia di domande con risposte codificate. Ciò ha permesso di cogliere una serie di elementi e di stati d’animo che altrimenti sarebbero rimasti inespressi. Laddove necessario, l’intervistatore si è limitato a ricondurre l’intervistato entro la traccia tematica definita, qualora se ne fosse involontariamente allontanato. La durata media di ogni intervista è stata di circa un’ora. Le interviste sono state svolte con la garanzia dell’anonimato. E’ stato inoltre eliminato qualsiasi riferimento che potesse consentire al lettore di ricondurre il contenuto dell’intervista a un determinato imprenditore. Tuttavia, alla fine del Rapporto, sono elencati i nominativi delle aziende che hanno acconsentito di figurare tra i ringraziamenti. .  
   
   
IN DIRITTURA DI ARRIVO LA NUOVA LEGGE TOSCANA SUGLI APPALTI SICUREZZA, TRASPARENZA, LEGALITÀ, GLI OBIETTIVI ! DEL TESTO DELLA GIUNTA  
 
 Firenze, 25 febbraio 2008 - Un nuovo testo ampiamente riformulato per tenere conto della sentenza della Corte Costituzionale ma che conserva sostanzialmente la sua efficacia nel perseguire gli obiettivi che erano propri anche del precedente testo: sicurezza del lavoro, trasparenza e legalità, crescita complessiva del sistema delle stazioni appaltanti. È questa la proposta di legge di iniziativa della giunta che, dopo aver passato l’esame in commissione con l’accoglimento di alcuni significativi emendamenti, la prossima settimana sarà portata alla discussione del consiglio. Ed è quanto intende sottolineare con soddisfazione la vicepresidenza della Regione Toscana, che all’interno del governo regionale ha coordinato e seguito il percorso sia della prima che di questa iniziativa legislativa. Questo nuovo testo, spiega la vicepresidenza, nasce dalla sentenza con cui i giudici costituzionali hanno confermato il riparto delle competenze in materia di contratti pubblici tra Stato e Regioni, ma mantiene in buona parte l’impianto precedente. In particolare, per quanto riguarda ancora la sicurezza del lavoro, spiega la vicepresidenza, saranno mantenute norme quali l’articolo 14 che impone alle stazioni appaltanti di valutare le offerte sulla base delle misure e dei requisiti di sicurezza; l’articolo 16, che prevede la verifica dell’idoneità tecnico professionale dell’impresa provvisoriamente aggiudicataria, l’articolo 17, sulla verifica della regolarità contributiva e assicurativa. Quanto all’articolo 20 in materia di subappalti, pur dopo l’eliminazione della parte giudicata incostituzionale, conserva significative disposizioni che rafforzano i poteri delle stazioni appaltanti sulle imprese subappaltatrici. Confermati anche gli altri articoli in materia di tutor di cantiere e comunque di sicurezza dei cantieri. Anche questo nuovo testo, conclude così rave; la vicepresidenza, propone un nucleo di garanzie di assoluto rilievo nell’auspicio che, pur essendo esplicitamente previste per i contratti pubblici, possano diventare di riferimento anche per quel settore privato dove le statistiche segnalano una maggiore concentrazione degli incidenti e degli infortuni. Questo avendo come riferimento anche il Patto per la sicurezza e la regolarità firmato nei mesi scorsi da tutte le parti sociali per recuperare, tra l’altro, le disposizioni delle legge venute meno: Patto che di per sé dimostra l’ampia e condivisa attenzione sul tema della sicurezza. In questa prospettiva una volta approvata la legge le Asl con carenze di organico avranno la possibilità di potenziare i loro servizi ispettivi. Il governo regionale, da parte sua, sta già lavorando agli aspetti applicativi della nuova normativa, e in particolare al regolamento attuativo, che si prevede possa essere presentato entro il prossimo giugno. .  
   
   
AQST- ACCORDO QUADRO DI SVILUPPO TERRITORIALE - BERGAMO, 847 MLN PER VALORIZZARE TERRITORIO IL PIANO D´AZIONE INDICA 27 GRANDI INTERVENTI GIA´ FINANZIATI OPERE PER TURISMO, TRASPORTI, AMBIENTE E RECUPERO EDIFICI  
 
Milano, 25 febbraio 2008 - Ventisette progetti già finanziati con oltre 847 milioni di euro, di cui 198 milioni di competenza di Regione Lombardia e 649 a carico di altri soggetti. Sono "i numeri" del primo piano di azione dell´Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (Aqst) di Bergamo che coinvolge, oltre a Regione Lombardia, Provincia, Comune, Camera di Commercio e Università di Bergamo, le 8 Comunità Montane del territorio bergamasco e la Diocesi. Ulteriori 34 progetti, elaborati con l´obiettivo di valorizzare il territorio orobico, costituiscono il piano d´azione integrativo che prevede interventi per i quali, pur in presenza di una condivisione di massima, non sono ancora stati compiutamente definiti tutti gli aspetti procedurali. Lo schema di Aqst per la provincia di Bergamo è stato ora approvato dalla Giunta regionale, su proposta del presidente Roberto Formigoni con la condivisione degli assessori coinvolti in base alle materie di loro competenza: Viviana Beccalossi (Agricoltura), Marco Pagnoncelli (Qualità dell´Ambiente - e presidente delegato del Comitato di Coordinamento dell´Accordo Quadro), Gianni Rossoni (Istruzione, Formazione e Lavoro), Gian Carlo Abelli (Famiglia e Solidarietà Sociale), Massimo Zanello (Culture, Identità e Autonomie della Lombardia), Pier Gianni Prosperini (Giovani, Sport e Promozione dell´Attività Turistica), Massimo Buscemi (Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo sostenibile), Massimo Corsaro (Industria, Piccola e Media Impresa e Cooperazione), Raffaele Cattaneo (Infrastrutture e Mobilità), Mario Scotti (Casa e Opere Pubbliche), Massimo Ponzoni (Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale), Davide Boni (Territorio e Urbanistica). "Interventi di qualità e quantità - ha sottolineato il presidente Formigoni - funzionali a una strategia complessiva di sviluppo per il territorio e dal quale ci aspettiamo risultati importanti per confermare le eccellenze presenti e favorire la ripresa economica delle aree la cui valorizzazione costituisce una sfida che intendiamo affrontare insieme". "Il piano d´azione è stato elaborato - aggiunge il presidente Formigoni - utilizzando il metodo del partenariato locale e si struttura in interventi che registrano la massima condivisione dei soggetti interessati. ". Dal 2001 ad oggi, infatti, in provincia di Bergamo si sono svolte numerose sessioni generali e tematiche del Tavolo Territoriale di Confronto. Tutte attività preparatorie per la definizione del testo dell´Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale, le cui linee guida sono: "Il turismo come progetto di sviluppo", "Una strategia per la mobilità sostenibile", "Qualità dell´ambiente come scelta strategica", "Il nuovo welfare locale, il patto sociale e la qualità dei servizi", "Infrastrutturazione integrata per lo sviluppo economico". Tra gli interventi previsti per lo sviluppo del settore turistico, il più importante riguarda il rilancio occupazionale in Val Brembana tramite l´utilizzo sinergico delle strutture del Casinò, del Grand Hotel e delle Terme di San Pellegrino, inserito in un Accordo di Programma che comporterà investimenti per 132,7 milioni di euro, 10,5 dei quali al momento finanziati da Regione Lombardia. Nello stesso ambito sono inseriti il recupero dell´Accademia Carrara (5 milioni di euro, conclusione lavori marzo 2009), il restauro dell´Abbazia benedettina di San Paolo d´Argon (12 milioni di euro, fine lavori prevista per 2010), il Teatro sociale (10 milioni di euro, 2009), il Teatro Donizetti (21 milioni di euro, primavera 2011), il Politecnico delle Arti (ex centrale elettrica di Via Daste e Spalanca, 4,7 milioni di euro, dicembre 2013), la Cittadella dello Sport (Palatenda, via Monte Gleno, 1 milione di euro per primo lotto, costo totale 4 milioni di euro, in corso predisposizione progetto preliminare), la segnaletica di musei e piste ciclabili (1. 680. 000 euro, conclusione estate 2009). Per quanto concerne le infrastrutture, l´intervento più significativo è la Tramvia delle Valli - Linea 1, Valle Seriana, che sarà realizzata nel sedime dell´ex ferrovia e avrà un costo di 135 milioni di euro (lavori in corso nel tratto Bergamo-albino). Altro progetto avanzato e finanziato (77 milioni di euro) l´interporto di Montello per favorire il trasporto merci su rotaia. Per la tangenziale Sud saranno finanziate opere per 150 milioni di euro, conclusione prevista per il 2014. Intanto il tratto che collega Stezzano a Treviolo sarà completato entro il 2009 (corrisponde al 2° stralcio del primo lotto di lavori). In materia ambientale spicca la realizzazione del bosco in città a Bergamo, con investimenti per 22 milioni di euro. Per il settore welfare, Aler Bergamo, nell´area interessata dalla realizzazione del Palatenda, finanzierà con 8 milioni di euro un pensionato studentesco di cui è già stato predisposto il progetto definitivo. Tra gli obiettivi previsti nell´area infrastrutturazione integrata c´è la nuova sede dell´Accademia e dei reparti territoriali della Guardia di Finanza (costo prima fase 37 milioni di euro), il recupero funzionale del complesso immobiliare "ex Colonia di Dalmine" a Castione della Presolana (11 milioni di euro). Il Piano d´Azione integrativo, infine, include, tra gli altri, interventi per il potenziamento degli impianti di risalita in Val Brembana (60 milioni di euro), la riqualificazione della stazione ferroviaria di Bergamo (220 milioni di euro), il rilancio dell´offerta turistico-ambientale del sistema rurale dei Colli di San Fermo (14 milioni di euro). .  
   
   
L’ EMILIA ROMAGNA PRESENTA IL PTR ALLA COMUNITÀ PIACENTINA  
 
 Piacenza, 25 febbraio 2008 - La Regione è sbarcata il 19 febbraio a Piacenza per raccogliere idee utili a meglio definire il suo Piano Territoriale (Ptr), e non se ne è andata a mani vuote: molte le proposte, le indicazioni, le sollecitazioni, venute da più parti, all’incontro che Vasco Errani e molti componenti della sua Giunta hanno avuto, nella sede del Politecnico di via Scalabrini, con i rappresentanti di pressoché tutte le componenti della nostra comunità (pubbliche istituzioni, mondo economico, rappresentanze sociali). L’incontro di Piacenza (Una regione attraente: verso il Piano territoriale regionale, questo il titolo) è una delle tappe del tour che la Giunta regionale sta compiendo in tutte le province emiliano romagnole per illustrare il Ptr e avere dalle comunità locali indicazioni utili a “calibrarlo”. Il Ptr, ricordiamo, è il documento del quale, quando sarà approvato, si dovrà tener conto per ogni intervento, di qualsiasi genere, che si realizzi in territorio regionale. Si fonda su basi e muove da presupposti che sono largamente condivisi anche a livello locale. Lo ha ribadito, nel suo intervento all’incontro, il Presidente della Provincia Gianluigi Boiardi. Boiardi: Verso Una Dimensione "Glocal" “Il nuovo piano di coordinamento provinciale che la Provincia sta definendo – ha detto il Presidente – si pone gli stessi obiettivi del Ptr: innovazione, sviluppo sostenibile, questione ambientale, miglioramento del posizionamento territoriale nel contesto internazionale, riordino Istituzionale nel quadro di una rinnovata governance”. Boiardi ha richiamato il ruolo svolto dalla Provincia all’interno della Consulta delle Province del Po (organismo che sarà presente nel comitato che dovrà gestir eil finanziamento Cipe di 180 milioni di euro per la valorizzazione del Po) ed i progressi compiuti in questi decenni dalla comunità regionale e da quella piacentina, quest’ultima anche e soprattutto grazie alla sua posizione geografica strategica. Che la pone in grado, tra l’altro, di sfruttare al meglio le occasioni che le vengono offerte dalla nuova forma organizzativa che va assumendo il pianeta: “una forma sempre più glocal – ha detto Boiardi -, dove le due dimensioni, locale e sopranazionale, si stanno fondendo. Il glocal è una nuova forma organizzativa caratterizzata dalla messa in crisi delle istituzioni tradizionali a prevalente base territoriale e dall´emergere di istituzioni "funzionali" metaterritoriali. I luoghi in questa nuova realtà si configurano – ha detto il Presidente - come "nodi locali di reti globali", nei quali sono appunto le istituzioni funzionali (Università, Camere di Commercio, Fondazioni etc. ) a svolgere un ruolo decisivo. Piacenza, sfruttando la centralità della sua posizione, siede nel consiglio direttivo della Fondazione delle Province del Nord Ovest. Lo scopo è costituire una rete organizzata di relazioni politiche tra le Province del Nord-ovest, per elaborare e realizzare una strategia comune, inserita in un piano strategico del Nord-ovest, su temi condivisi e di interesse generale”. Boiardi ha poi richiamato la vocazione “logistica” della nostra provincia, vocazione che la Regione sta valorizzando co iniziative adeguate, ed ha insistito sulla necessità di consolidare i legami tra i soggetti formativi, le università, i centri e i laboratori di ricerca e le imprese più innovatrici. “Alla Regione – ha continuato - chiediamo di favorire la piena integrazione e il riconoscimento delle due Università presenti a Piacenza nel sistema universitario regionale, sostenere l’attività e lo sviluppo dei due laboratori di ricerca e trasferimento tecnologico Musp e Leap ed il nuovo polo formativo superiore della logistica e trasporti, prestare particolare attenzione alle iniziative nel comparto agroalimentare, riconoscendo e sostenendo le produzioni tipiche locali ottenute nei territori più svantaggiati della collina e montagna (vitivinicoltura e microfiliere zootecniche)”. Dopo aver ricordato che il disegno territoriale della nostra provincia non può prescindere dalla considerazione di due nostri elementi distintivi, il fiume Po e l’Appennino, il Presidente ha concluso ricordando che “occorre ragionare e lavorare insieme, trovare una nuova “vision” comune che superi i confini provinciali, per avere tutti maggiori possibilità di successo, rendere le nostre società più aperte e flessibili, e dunque maggiormente in grado di governare i cambiamenti e di essere protagoniste in Europa e nel mondo. Per questo motivo qualche mese fa le province di Piacenza, Parma, Reggio-emilia e Modena hanno sottoscritto un documento di intenti che le impegna a lavorare insieme su grandi temi comuni, il Po, l’appennino, le infrastrutture di comunicazione stradali e ferroviarie, lo sviluppo del sistema produttivo, (in particolare la meccanica, l’agroalimentare, i distretti), l’integrazione con il sistema delle università e dei luoghi di produzione dell’innovazione più in generale”. Gli Altri Interventi Della Mattinata Numerosi gli interventi durante la mattinata. Tra i tanti, quelli del Sindaco di Piacenza Roberto Reggi, che ha ricordato quale occasione rappresenti per Piacenza la possibilità di disporre di ampie aree militari dismesse, che potranno essere utilizzate per migliorare la qualità dell’ambiente urbano. Paolo Rizzi, direttore del laboratorio di sviluppo locale dell´Università Cattolica, ha definito la Regione Emilia Romagna un bel cavallo di razza che corre, in economia, nello sviluppo sociale, nelle politiche territoriali. Con il Ptr si assiste al passaggio dal policentrismo al sistema regionale. Le Parole chiave degli indirizzi sono: attrattività, qualità della vita, innovazione, conoscenza. C’è urgenza di strategie esplicite per la sostenibilità e la qualità urbana; di politiche selettive di valorizzazione della progettualità locale (di pianificazione strategica); di politiche capaci di attuazione rapida; di obiettivi misurabili; e di un nuovo branding regionale. Serve rafforzare le specializzazioni locali (meccatronica, agroalimentare, energia, logistica, vino); riconoscere il ruolo del polo universitario piacentino; supportare anche economicamente Vision 2020. Gli ostacoli da superare sono: l’attuazione del Piano Strategico; il governo dello sviluppo logistico; il governo delle politiche di marketing territoriale; lo sviluppo universitario. Tiziano Rabboni, assessore regionale all´Agricoltura, ha sottolineato come l’agroalimentare piacentino sia quello cresciuto di più in regione per quanto a valore aggiunto e concorra con valori di prima grandezza al buon andamento del settore agroalimentare emiliano romagnolo. Cresce per tre motivi endogeni: 1. Abbiamo dimensione media aziendale più alta rispetto alla media regionale e delle altre province (ottimizzazione costi e fattori produttivi); 2. Concentrazione di alcune produzioni importanti in logiche distrettuali: pomodoro da industria, vino, grana padano e salumi tipici piacentini; 3. Relazione molto stretta tra agricoltura e trasformazione alimentare (vino, salumeria e grana padano). Una crescita durevole dell’agroalimentare piacentino deve essere impostata nel consolidamento di queste tre peculiarità, che connettono il settore con i grandi nodi del futuro: qualità, identità, governo dell’offerta nell’ambito delle filiere, e internazionalizzazione. Gli strumenti pubblici su cui puntare sono due: 1. Il programma regionale di sviluppo rurale (la ripartizione delle risorse sulla provincia di Piacenza è pari a 68milioni di euro cui si aggiungerà una quota di finanziamenti per progetti di filiera per un ulteriore budget di 160milioni di euro da distribuire tra le province). Le valutazioni saranno selettive: progetti innovativi e concertazione tra azione pubblica e soggetti privati; 2. Le nuove organizzazioni comuni di mercato europee sull’ortofrutta e il vino. Piero Bassetti, presidente di “Globus et Locus” (associazione che studia le conseguenze della “glocalizzazione”), ha indicato nel localismo, nel regionalismo e nel globalismo le parole chiave di un territorio che deve ripensarsi. Oggi la sfida di tutti i regionalismi è recepire la nuova dimensione che va oltre lo stato nazionale e che è quella globale (per noi l’Europa). E’ la dimensione di questo nuovo rapporto tra locale e globale che dobbiamo sviluppare reciprocamente: è importante porre il rapporto tra locale e globale in un’Europa che non sarà quella degli Stati nazionali ma farà inevitabilmente riferimento alle Regioni: il centralismo è infatti tramontato irreversibilmente con la fine dello Stato nazionale. Il Ptr è interessante quando sostiene di passare da funzione di sostegno a funzione di sistema, che deve fare riferimento ai nuovi sistemi che, con la caduta dei confini, si propongono come sistemi del terzo millennio. Per andare in Europa c’è una sola dimensione, quella del Nord Italia. Il rischio tuttavia è che ce ne siano due: quella della vecchia composizione regionale, microregionale, nella quale anche la Lombardia è inadeguata; e la vera dimensione, quella Padana, con cui possiamo insieme proporci in Europa. Il presidente Boiardi ha colto questa esigenza, ponendo il problema delle reti: c’è una rete micro, provinciale e comunale; una regionale istituzionale; ci sono poi dimensioni medie o medio lunghe, una delle quali è quella Padana e quella Europea. Come raccordiamo queste reti? Le Province, con l’idea della Fondazione del Nord Ovest, hanno affrontato questo tema: le Regioni sono sfidate, ma possono raccogliere la sfida solo se utilizzano la metodologia di un sistema intrinsecamente aperto, dove posizioni critiche come Piacenza trovano una sistemazione. Emilia o Lombardia? Piacenza è Piacenza, la logistica di Piacenza in gran parte è logistica italiana, ma in certa misura è milanese a dimostrazione che le reti trascendono i confini amministrativi. Ha seguito gli interventi, coordinati dall’assessore regionale alla protezione civile Marioluigi Bruschini, una tavola rotonda su mobilità e infrastrutture coordinata dal sociologo Aldo Bonomi ed alla quale hanno partecipato Alfredo Peri, assessore regionale mobilità e trasporti, Luigi Merlo, presidente Autorità portuale Genova, Giampio Bracchi, presidente Aifi di Milano, Carlo Merli, vice presidente Istituto Trasporti Logistica, Orazio Iacono, responsabile direzione compartimentale Fs Rfi Bologna. La Seduta Pomeridiana Nel pomeriggio, i lavori si sono aperti con l´incontro “Energia per il Territorio”, coordinato da Aldo Bonomi, durante il quale sono intervenuti l´assessore regionale Duccio Campagnoli, il direttore generale di Arpa Emilia Romagna Alessandro Bratti, il presidente C. D. S. A2a Renzo Capra e il presidente della Leap di Piacenza Stefano Consonni. Subito dopo è stata la volta di Guido Bertolaso, capo dipartimento della Protezione Civile: “Il ruolo della tutela del territorio è centrale in qualsiasi programmazione economica, sociale e politica che si voglia realizzare – ha detto: questa Regione ha sicuramente fatto passi avanti significativi in questa direzione. Pochi mesi fa, contestualmente al Congresso Nazionale del Po, 300 mm di acqua si sono abbattuti nell’arco di 36 ore sul territorio. Non se ne è accorto nessuno perché è stata fatta una grande opera di prevenzione e messa in sicurezza del territorio, fortemente voluta dalle autorità che governano questa regione, questa provincia”. “Con la prevenzione – ha proseguito Bertolaso - si realizzano molte opere importanti anche se forse non si riescono ad ottenere voti nell’urna. Ma questo è il bello della protezione civile: fare interventi in termini di sicurezza che escludano conseguenze dal punto di vista politico. Abbiamo difficoltà a far comprendere che, con una serie di investimenti, si possono fare opere di messa in sicurezza fondamentali. Oggi, il livello del Po ha una portata di metri cubi al secondo che ricorda il periodo di luglio o agosto. E’ oltre un anno che tutta l’asta del Po è in sofferenza gravissima, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza perché anche i mesi invernali e la prossima primavera saranno complicati. Una situazione critica che tuttavia non ha messo in ginocchio questo territorio, che si gestirà anche nei prossimi mesi, perché questo lavoro di pianificazione, programmazione, condivisione dei ruoli e delle responsabilità ha consentito al sistema di mettere da parte individualità e interessi specifici e valorizzare l’interesse comune dei territori. Collegato a questo ragionamento è la crisi idrica: essenziale a questo proposito, lo studio di fonti rinnovabili e alternative e di informazione ed educazione della cittadinanza sull’uso intelligente e sul risparmio, ove possibile, delle risorse di cui disponiamo sul piano energetico e dell’acqua. La realtà nazionale oggi viaggia a diverse velocità: c’è chi sta in folle e chi va avanti a tutta forza. Questo è un problema che la Protezione Civile e il Governo dovranno affrontare: appena al di sotto di questa regione, 300 mm di acqua significano vittime e conseguenze incalcolabili per il territorio. L’emilia Romagna è una regione attraente: vorrei che potesse calamitare in alcune realtà del Mezzogiorno del Paese la capacità emiliana di organizzare e programmare. Oggi vi sono regioni che devono ricorrere alla Protezione Civile per risolvere il problema della costruzione di alcune strutture ospedaliere o altri problemi che non sono di nostra competenza: ma non è un titolo di merito per chi, come noi, dovrebbe occuparsi di fare prevenzione o di emergenze. E’ importante riuscire a individuare nuovi sistemi, meccanismi e modalità perché la realtà del nostro Paese - che continua a frammentarsi invece di aggregarsi - possa essere affrontata e si riesca a riorganizzare tutto il sistema. Nell’arco di dodici mesi si è fatto un lavoro estremamente significativo perché non solo si è individuata la base logistica della protezione civile del Nord Italia, ma si è indicato in Piacenza un punto di riferimento per tutto il sistema, sfruttando le risorse logistica, stradali, aeroportuali, anche fluviali, avvalendosi delle disponibilità che ci ha messo a disposizione la Provincia e il Consorzio Agrario. Si partirà da qui per ragionare su come organizzare gli altri modelli: perché sta finendo il tempo di lavorare e agire secondo le diverse competenze. Bisogna capire che oggi il mondo cambia e noi dobbiamo essere in grado di rispondere alle esigenze, lavorando più per funzioni che per competenze. Dobbiamo riuscire a impostare anche la funzione pubblica in base alla cultura non delle competenze ma dei risultati. Lavorare per funzioni significa lavorare in squadra, per sistema. Troviamo ancora grandissime resistenze, ma la Protezione Civile nazionale segue questa nuova scuola ed è pronta a stringere alleanze con quelle realtà che hanno capito come si deve lavorare sul territorio per programmare il futuro. E’ questo il vero significato del protocollo che abbiamo firmato oggi con la provincia di Piacenza”. Vasco Errani: I Contenuti Del Ptr Sui contenuti del Ptr si è in particolare soffermato Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna: “Stiamo cercando di sperimentare un percorso partecipativo. La conclusione non sarà quella di alcune interpretazioni giornalistiche. Noi stiamo cercando di fare un confronto vero: non abbiamo le risposte precostituite e questo, in un confronto politico spesso astratto e demagogico, può apparire strano e originale. Il percorso che abbiamo avviato non è, e non ha, un risultato già scritto e prevede una partecipazione reale con alcuni obiettivi irrinunciabili. Vogliamo costruire una visione condivisa, una visione per il futuro senza dirigismi, senza stabilire nuove gerarchie territoriali. L’ambizione è di interpretare la modernità per esprimerne un punto di vista, per le caratteristiche nostre e per i valori nostri. Senza subalternità e per fare questo abbiamo bisogno di sapere chi siamo, meglio di ciò che ci capita di ascoltare o di dirci reciprocamente. A che punto siamo, cosa abbiamo fatto e dove vogliamo andare. Siamo di fronte a scelte molto importanti, non rinviabili: la prima è di fare i conti con una crisi reale della democrazia non solo nel nostro Paese, in tutte le democrazie occidentali c’è un problema di crisi e per fortuna se ne discute non in modo provincialistico come in questo Paese. Se ne discute per continuare ad essere un sistema territoriale competitivo e qualitativo. E’ stato detto oggi che il benessere non è una conquista una volta per sempre. Il mondo è cambiato, cambierà rapidamente, nessuna gerarchia territoriale è definita una volta per sempre, tanto più oggi e tanto più per noi che siamo a livelli alti. Dobbiamo fare presto ad affrontare i nodi. Abbiamo raggiunto in questi anni risultati in questo territorio straordinari, sia dal punto di vista economico che sociale. Questa è la Regione in Italia dove la differenza tra reddito medio pro capite è la più stretta di tutto il resto del Paese. Ma il nostro problema è avere la piena consapevolezza che ciò che abbiamo raggiunto non ci consente di fermarci o affrontare solo il problema della ridistribuzione delle risorse nel territorio. Dobbiamo produrre nuove risorse, nuovo consenso per essere all’altezza della situazione, affrontando le vecchie e le nuove contraddizioni: la questione ambientale e quella demografica. E’ un discorso culturale quello che ci deve interessare: siamo presi tra una forbice di due risposte perdenti. La paura del cambiamento, segno dominante delle nostre realtà e la sua risposta: la chiusura autarchica, nella propria ricchezza o l’individualismo di una società che cerca di proteggere ciò che ha conquistato (così chi si arricchisce si arricchisce di più e chi si indebolisce si indebolisce di più). C’è un’altra strada, quella della comunità, come luogo per elevare la competizione, per superare le vecchie antinomie: società, welfare, economia. Quando si parla del bilancio sociale dell’impresa si parla di questo. Qual è l’identità dell’Emilia Romagna? Scommettere sulla comunità. Il tema è come riuscire a garantire qualità nello sviluppo e la sua sostenibilità in una competizione che ci misurerà su questo. Il mio valore aggiunto ingloberà la qualità ambientale, perché sarà un fattore competitivo di quel prodotto. Questo è il Ptr, sapere decidere se davvero vogliamo giocare questa partita: ambiente, sviluppo, innovazione tecnologica, ricerca, sapere, economia della conoscenza. Credo sia finito il tempo in cui si ragiona di Pil in modo generico: è un indicatore ignorante. Io voglio sapere il livello di spesa che immettiamo nella ricerca e nell’innovazione e voglio capire come affrontare il problema di uno sviluppo che domanda lavoro e che ha una rendita immobiliare tanto alta che l’affitto di una casa copre l’80per cento del salario di un lavoratore. Il Ptr è il tentativo di ricostruire una visione, di dimostrare non ce qui è possibile fare qualcosa perché siamo geneticamente diversi: è il contrario. Qui si fa qualcosa nella chiave di un’innovazione profonda di questo Paese, del suo modo di essere governato perché si fanno politiche utili e praticabili in tutto il Paese. Il punto è costruire una classe dirigente che sia in grado di avere la responsabilità di fare le scelte nei tempi e nei modi giusti per rispondere ai problemi della società. Il primo problema è la governance, un termine vecchio e insopportabile. 1. Vogliamo fare un passo avanti rispetto al policentrismo. Solo un pazzo potrebbe pensare in questa regione di cercarne l’omologazione o una classificazione gerarchica tale da limitare le sue eccellenze. Abbiamo bisogno di fare un passo in avanti: il policentrismo, che è stato una grande risorsa, oggi ha bisogno di cambiare i risultati strutturali della competizione, ha bisogno di massa critica: di reti e di sistemi, aperti alla portata di tutti. Il nostro problema non è di quante fiere fa Piacenza, Parma, Bologna o Rimini, ma qual è il nostro livello competitivo nel sistema fieristico internazionale. Abbiamo bisogno di massa critica, perché la grande novità del glocal è che per competere competono sempre più i sistemi territoriali, non la nazione in quanto tale, con i suoi valori economici, sociali, ambientali. L’acqua andrà dove il cavallo beve, a prescindere dai territori: bisogna ragionare per funzioni. Una realtà come Piacenza ha solo da fare dei passi in avanti, perché ha le caratteristiche di un territorio che ha una condizione geografica storica di innovazione e di logistica. E’ una realtà che ha solo da guadagnarci in un sistema simile. 2. Vogliamo imparare a governare senza e prescindendo dai confini amministrativi così come sono. E’ una grande sfida, ma questo è il futuro. Se vogliamo governare il problema dell’acqua non ci seguono i confini amministrativi ma i bacini idrici. Voglio costruire sistemi volontari di decisione dei soggetti che ci sono, facendo leva sui comuni e sulle province. Noi ci stiamo muovendo in questo e proponiamo che si muovano tutti in questa direzione. La politica deve ritornare nei suoi confini, ma deve assumere molta più autorevolezza. Una democrazia con una cattiva politica è una democrazia debolissima. Anche questa è una sfida che dobbiamo prendere sulle nostre spalle. 3. Non dobbiamo semplificare troppo. Anche la società ha dei limiti: la crisi della rappresentanza riguarda tutti. E il cambiamento riguarda tutti i soggetti che fanno parte in una visione allargata della classe dirigente. Dalla percezione di chi svolge una funzione di rappresentanza coprendo quel vuoto di efficienza nella pubblica amministrazione. Dobbiamo costruire nuovi strumenti di democrazia partecipativa, più fondati sulla conoscenza, sul merito, sulla capacità di costruire anche nel conflitto luoghi di sintesi che non siano legati solo alla politica. Dobbiamo ridare alla società i termini per assumere orientamenti, per decidere. In questo quadro, le scelte che facciamo dal punto di vista del merito: abbiamo un´opportunità grande. Le risorse regionali, europee 2006-2013 e le risorse nazionali. Vogliamo costruire un accordo territoriale con le forze economiche sociali, con le istituzioni e decidere il disegno strategico: dove mettiamo queste risorse e a che fine. Vogliamo uscire dalla logica della spesa a pioggia e rientrare in quella della programmazione per fare rete e sistema in modo da essere competitivi anche tra dieci anni. Tutti siamo pro tempore, questa regione no. E allora dobbiamo dare futuro: investiremo sulla riqualificazione urbana per fare di Piacenza dal punto di vista della qualità urbana e della bellezza nella capacità di questa classe dirigente di lasciare qualche segno urbanistico. Logistica non come retroterra di un porto: la visione della logistica come occupazione di territorio a basa intensità di occupazione è una visione poverissima. E’ uno dei fattori decisivi oggi e ancora più domani, che catalizzerà una parte rilevante di valore aggiunto e di conoscenza. E qui avere una vocazione simile con gli investimenti fatti è una grande opportunità. Dobbiamo diventare esempio nazionale sull’uso dell’energia solare, sulla riconversione dell’edilizia a partire dagli edifici pubblici. Il welfare non è una spesa, è un investimento. C’è una nuova economia da costruire. La mia idea non è un welfare dei servizi: voglio un welfare delle persone, che istituzionalizzi sempre meno e investa sulla domiciliarità, su una pluralità di soggetti pubblici, no profit, privati, che dentro ad una programmazione integrata del territorio offrano soluzioni sempre più mirate. Stiamo facendo l’esperienza più avanzata in questo Paese di un incrocio tra territorio, bisogni e persone. Vogliamo cominciare a lavorare sulla sanità non in chiave ragionieristica: non è un valore la dispersione di domanda sui farmaci e sulla specialistica. Dobbiamo far crescere la comunità per fare scelte di appropriatezza. Vogliamo essere la Regione che dimostra che il sistema universalistico è possibile. Se devo garantire le migliori tecnologie devo crescere la cultura perché la sanità non è un mercato, non va consumata, richiede appropriatezza. In questi anni abbiamo fatto lavoro straordinario di manutenzione e messa in sicurezza del territorio: abbiamo risorse che possono raddoppiare per la montagna. Adesso la sfida è non cercare la via meno assistenziale, ma scegliere ciò che può divenire motore di sviluppo per la montagna, lo strumento che può far crescere in modo forte quel territorio. Cominciamo laddove ci sono le migliori condizioni, non vallata per vallata. Altra cultura della governance è la cultura del risultato, perché questo può convincere le comunità ad essere più comunità. Possiamo vincere questa sfida”. .  
   
   
ROMA: RIEPILOGO DELL´ATTIVITA´ DEL CONSIGLIO COMUNALE DAL 3 LUGLIO 2006 AL 13 FEBBRAIO  
 
Roma, 25 febbraio 2008 - Consiglio Comunale Riepilogo Dell’attivita’ Del Consiglio Comunale Dal 3 Luglio 2006 Al 13 Febbraio 2008
Totale Sedute Convocate 163
Sedute Tolte Per Mancanza Del Numero Legale 28
Sedute Di Seconda Convocazione 25
Tempo Complessivamente Impiegato In Sedute 589 h 30 m
Proposte Di Deliberazione Presentate 581
Di Iniziativa Della Giunta Comunale 431
Di Iniziativa Consiliare O Di Commissione 53
Di Iniziativa Dei Municipi 92
Di Iniziativa Popolare 5
Deliberazioni Adottate 473
Ordini Del Giorno Approvati 408
Mozioni Art. 109 Presentate (iscritte all’o. D. G. ) 190
Mozioni Approvate (art. 58 e art. 109) 175
Interrogazioni Presentate 1. 273
Interpellanze Presentate 5
innovazione, garanzia e salvaguardia del ruolo del Consiglio Comunale L’azione della Presidenza nei 20 mesi di consiglia tura - Nei venti mesi trascorsi, l’azione della Presidenza del Consiglio Comunale è stata caratterizzata da un’impronta fortemente innovatrice e garantista dei ruoli peculiari dell’Assemblea Capitolina nel suo insieme e nelle figure dei singoli rappresentati dei cittadini romani. In tal senso, si è riusciti sempre ad assicurare un confronto democratico e ricco di spunti positivi per l’azione di governo. Delle indicazioni e delle scelte dell’aula, anche la Giunta Municipale ha fatto tesoro. Un esempio su tutti sono le decisioni maturate in ordine a un tema scottante come quello della sicurezza. Ma questioni importanti e vitali per la crescita e lo sviluppo della città come l’urbanistica, il commercio, l’emergenza casa, la riqualificazione delle periferie, le scelte in materia culturale o di governance cittadina attraverso le aziende comunali, hanno visti l’Aula Giulio Cesare sempre protagonista positiva di una stagione breve ma efficace che passerà alla storia per l’approvazione, sia pure in extremis, del Piano Regolatore Generale. Dall’assemblea consiliare, anche attraverso un incremento delle sedute, da due a tre riunioni settimanali, sono sempre venute indicazioni, stimoli e decisioni ponderate e mai scontate. L’incremento del dibattito e la maggiore possibilità di espressione delle singole posizioni ha spesso contribuito a stemperare le tensioni predisponendo tutti ad un clima più collaborativo al di là dei ruoli di maggioranza e opposizione. A trarne giovamento sono stati in primo luogo la città e i suoi abitanti che attraverso i progetti e le linee di sviluppo della città delineate in questi venti mesi potranno trarre vantaggi dalla crescita del suo tessuto economico e sociale. L’amministrazione di una città complessa come Roma ha bisogno non solo di un buon governo in sintonia con le attese della cittadinanza, ma anche di far conoscere ai nostri interlocutori: i cittadini, chi e cosa stiamo facendo e come intendiamo operare per l’interesse comune. Per la prima volta sono state introdotte delle innovazioni tecnologiche e di comunicazione volte ad avvicinare la cittadinanza ai suoi rappresentanti, ecco alcuni esempi: Il video streaming; La ristrutturazione del sito internet; Le convocazioni delle sedute d’Aula e dei Presidenti di gruppo attraverso gli Sms; Gli stage formativi in collaborazione con l’Università “Sapienza”; La raccolta di codici e regolamenti utili per l’azione amministrativa dei Consiglieri e dei singoli dipendenti: Corso di formazione per i rappresentanti dei cittadini stranieri eletti nelle istituzioni comunali; Le campagne informative su: Bullismo e sicurezza nella rete internet; Il bando per le attività culturali nelle nuove centralità urbane dedicati ai più giovani e agli anziani; L’avviso pubblico per la concessione di contributi per gli anni 2007 e 2008 ad Enti, Associazioni ed Organismi di volontariato; L’avviso pubblico dedicato ad enti e associazioni delle comunità straniere presenti nella nostra città; Il concorso riservato alle scuole medie ed elementari per la realizzazione di un’immagine emblematica del Consiglio comunale città di Roma; La pubblicazione della Vii edizione del volume “Chi è Chi del Campidoglio”. Si è trattato di un’azione costante che ha avuto un attenzione particolare verso i giovani e i più piccoli. La nostra classe politica del futuro. Avremmo voluto fare di più, purtroppo alcuni progetti sono rimasti nel cassetto per l’interruzione anticipata della consigliatura. Il Consiglio Comunale in un Logo L’immagine emblematica realizzata dagli studenti romani - Nei mesi scorsi è stato indetto un concorso rivolto a tutti gli studenti delle scuole elementari e medie della città per la realizzazione di un’immagine emblematica del Consiglio Comunale di Roma. Si è trattato di una iniziativa per rendere esplicito, anche ai giovanissimi, il senso della rappresentanza democratica nelle istituzioni. L’iniziativa ha riscosso molto successo e ha visto la partecipazione di diverse decine di scuole. Gli elaborati sono stati eseguiti, in forma individuale o collettiva. Una commissione appositamente costituita ha visionato nei mesi scorsi centinaia di disegni e bozzetti grafici con l’intento di recepire le espressioni artistiche che meglio si adattavano all’immagine semplificata di un’assemblea elettiva. Gli esperti si sono orientati su tratti grafici semplici e riproducibili in forma di logo. La selezione si è rivelata estremamente difficile e impegnativa, vista la fantasia espressa e la qualità artistica dimostrata dagli studenti delle scuole romane. La simbologia più rappresentata è stata ovviamente quella che ritrae in varie forme il Colosseo, San Pietro, Marco Aurelio, i Centurioni, Lupi e Lupe con o senza gemelli e il “biondo” Tevere. Altre interpretazioni hanno raffigurato il Campidoglio. Non è mancato negli elaborati il riferimento alla squadra del cuore e al tifo calcistico per le squadre della capitale. Alcuni artisti in erba hanno preferito invece, collage e puzzle raffiguranti i problemi di Roma. L’ambiente e la sua salvaguardia ha offerto altri spunti importanti ed è stato molto presente soprattutto negli elaborati dei bambini immigrati. Quest’ultimi hanno sviluppato tematiche che più si sono discostate dall’ immagine classica della nostra città. L’immagine risultata vincitrice verrà utilizzata per contrassegnare il materiale divulgativo diffuso dall’Ufficio del Consiglio Comunale. Prima classificata è risultata l’alunna Alessandra Livieri della scuola media Gaio Cecilio Secondo classe Ii A . Secondi classificati gli alunni Silvia d’Orso, Valentina Cardona, Florentina Malaimare, Viola Malara e Vanessa Fortuna dell’Istituto Tecnico Comprensivo Tacito Guareschi classe Iii A Terzo classificato l’alunno Michelangelo Rutigliano della scuola media Gaio Cecilio Secondo classe Iii B. Progetti Vincitori Dell’avviso Pubblico Per Le Associazioni Che Svolgono Un Ruolo Di Mediazione Tra Le Comunita’ Straniere E La Cittadinanza Italiana - Categoria Visibilità Culturale - “B. E. K. 2008 Baobabetnokermesse” promosso dall’Associazione Erythros - Il progetto prevede la realizzazione di una kermesse finalizzata all’incontro, al dialogo, allo scambio etnico e culturale tra i giovani di paesi europei ed extra europei e le rispettive famiglie. L’obiettivo è quello di agevolare processi di inclusione sociale ed incoraggiare l’utilizzo delle tecniche espressive come strumento principe di amplificazione e divulgazione delle singole peculiarità linguistico-culturali. La kermesse finale verrà realizzata attraverso la formazione di quattro workshop realizzati da artisti italiani e stranieri. Musica, canto, arte e danza, caratterizzeranno le attività propedeutiche di integrazione e contaminazione artistica. Le attività si terranno presso il centro policulturale Baobab. Il progetto si svolgerà dal 4 marzo al 1° aprile 2008. Seguirà un evento finale cittadino il 5 aprile, in via Cuba 5. Categoria Informazione Ed Orientamento “Apply Yourself Point – Centro Servizi Per L’immigrazione” promosso dall’Associazione Dhuumcatu Onlus - Il progetto della durata di un anno ha preso avvio l’8 gennaio 2008 e si concluderà il 19 dicembre 2008. L’iniziativa punta ad incrementare in tale periodo la rete dei servizi informativi nelle diverse lingue di origine per favorire l’accesso da parte dei cittadini e delle comunità straniere ai servizi territoriali socio-assistenziali. Il servizio di front-office verrà svolto presso la sede dell’Associazione Dhuumcatu Onlus in via Bixio, 12. Categoria Partecipazione Allo Sviluppo Locale “Imprenditori Immigrati – Partecipazione Sviluppo Locale” promosso da Risvolti Cooperativa Sociale a. R. L. - Il progetto prevede la raccolta di informazioni sulle imprese gestite da cittadini stranieri e l’integrazione delle banche dati già esistenti in questo settore. Oltre agli imprenditori ed alla testimonianza delle loro esperienze, verranno esaminate e recepite le documentazioni risultanti dalla Camera di Commercio di Roma, dall’Ufficio Auto-promozione Sociale, dalle Associazioni di rappresentanza per le diverse categorie di imprenditori. A conclusione delle rilevazioni si svolgerà un evento cittadino di studio e riflessione sull’immigrazione imprenditoriale cui prenderanno parte gli Istituti Bancari, le Associazioni di Categoria, i rappresentanti degli Enti Pubblici e la Camera di Commercio. Nel corso dell’iniziativa verranno resi noti i dati aggiornati relativi all’imprenditoria immigrata. Seguirà una tavola rotonda e le testimonianze dell’esperienze più significative. Manifestazioni e progetti culturali - Per la prima volta quest’anno la Presidenza del Consiglio Comunale ha promosso direttamente, attraverso un avviso pubblico, iniziative culturali e di spettacolo. L’avviso è stato ripresentato anche per l’anno 2008. In piena autonomia, l’Organo di rappresentanza politica eletto dai cittadini romani, ha svolto così anche un ruolo importante di promozione e stimolo per iniziative che sono andate ad integrare la programmazione cittadina. E’ stato un intervento volto a favorire progetti ed innovazioni in luoghi meno interessati da programmazioni culturali. In particolare l’ impegno è stato indirizzato verso settori della cittadinanza con meno opportunità di partecipazione. Per questo motivo le manifestazioni sono state rigorosamente gratuite e possibilmente meno accentrate in parti della città che durante l’anno godono di un surplus di avvenimenti culturali. L’iniziativa denominata “Spettacoli E Manifestazioni Culturali D’autunno” è stata caratterizzata da quattro importanti eventi culturali svolti nei mesi di novembre e dicembre a Roma. I luoghi prescelti sono state zone periferiche, piazze e nuove centralità urbane. Due manifestazioni sono state dedicate più specificatamente ad un pubblico “Senior”, le altre hanno avuto un taglio più giovanile. Hanno preso parte alle iniziative artisti, come Wilma Goich e Nico Fidenco che hanno riproposto i loro storici successi in tutti i municipi romani attraverso un tour che li condotti nei centri anziani della Capitale. Nello storico quartiere di Montesacro, in piazza Sempione, è stato dato vita invece ad un “festival bandistico” all’aperto con gruppi provenienti da tutte le province del Lazio e da altre regioni,con repertori di musica classica e pop. Quattro appuntamenti hanno avuto come tema centrale il ballo e la danza cui ha partecipato la Compagnia di Danza Storica. Infine, un messaggio ai giovani protagonisti del sabato sera con la manifestazione: “Drink No Drive” nello “Spazio 900” di piazza G. Marconi. Una iniziativa che a visto la partecipazione di numerosi giovani band e artisti, molti sportivi ed un testimonial d’eccezione come Fabrizio Moro,. L’evento, ha posto nuovamente all’attenzione generale, la tematica delle “stragi del sabato sera”. Commissioni Consiliari Permanenti Anno 2006 (da luglio) Totale sedute n. 1202 di cui n. 142 deserte o non luogo. Anno 2007 Totale sedute n. 2529 di cui n. 298 deserte o non luogo. Anno 2008 (gennaio) Totale sedute n. 229 di cui n. 18 deserte o non luogo. .
 
   
   
RIUNIONE DI GIUNTA PIEMONTE-LIGURIA: TERZO VALICO, EXTRAGETTITO PER LE INFRASTRUTTURE, AMBIENTE: TUTTE LE LINEE DI COLLABORAZIONE  
 
Torino, 25 febbraio 2008 - Dopo l´appuntamento dello scorso 2 luglio a Noli (Sv), 20 Febbraio le Giunte regionali di Piemonte e Liguria si sono riunite in seduta comune a Torino, presso il Circolo dei lettori. I presidenti Bresso e Burlando hanno firmato cinque intese che segnano un altro passo importante nel percorso di unità e condivisione avviato in materia di trasporti, infrastrutture e ambiente. La prima è un accordo per la riorganizzazione e la gestione dello scalo intermodale di Alessandria. Una sorta di condivisione politica a monte della firma del protocollo d´intesa - che sarà sottoscritto nelle prossime settimane - da parte di tutti i soggetti coinvolti: Regioni, Ferrovie dello Stato, Provincia e Comune di Alessandria, autorità portuali, Camere di Commercio e associazioni imprenditoriali. Le due Regioni hanno sviluppato nel corso degli ultimi due anni una serie di iniziative comuni per lo sviluppo della portualità, dell´intermodalità e della logistica, imperniato, da un lato, sui porti liguri, e, dall´altro sugli scali e sulle piattaforme del basso Piemonte, in particolar modo sullo scalo di Alessandria. Questo è ora supportato dall´accordo con le Ferrovie dello Stato e dalla scelta del Comitato Portuale di Genova di individuare la propria area di retroporto nello scalo merci di Alessandria. La seconda, "Intesa in ordine all´attuazione degli interventi finanziabili ai sensi dell´art. 1, commi 247, 248, 249 e 250 della legge 244/2007 (finanziaria 2008)" stabilisce che l´extragettito Iva dell´import-export delle attività di porti e interporti venga utilizzato, come consentito dalla Finanziaria 2008, per il potenziamento della rete infrastrutturale e, in particolare, per il miglioramento del collegamento tra il sistema dei porti liguri e l´entroterra piemontese con funzioni di retroporto, in raccordo con le principali reti di trasporto plurimodale, privilegiando la modalità su ferro e il trasporto combinato. Con la terza intesa le due Regioni si impegnano a sostenere la candidatura congiunta di Torino e Genova a sede dell´Authority nazionale dei Trasporti, promuovendo la costituzione di un Comitato promotore, allargato ai rappresentanti delle forze imprenditoriali e delle forze sociali, agli enti territoriali, alle istituzioni universitarie e ai Centri di ricerca e alta formazione. La quarta intesa stabilisce di sviluppare una comune strategia di presenza nell´ambito dei principali eventi fieristici internazionali di promozione della logistica, coinvolgendo i porti, gli interporti e le piattaforme logistiche. Il quinto documento sottoscritto è un protocollo di intesa relativo alla bonifica dell´ex-Acna di Cengio e allo sviluppo ambientale ed economico della valle Bormida. Piemonte e Liguria si impegnano così a produrre, entro quattro mesi dalla firma odierna, una proposta di atto integrativo dell´accordo di programma dello scorso 4 dicembre del 2000 per il recupero ambientale e economico della Val Bormida e per effettuare un coordinamento sulla gestione delle risorse idriche comuni. Per quanto riguarda gli aspetti costituzionali e le relative ipotesi di cooperazione fra le due Regioni, le due Giunte hanno esaminato le opportunità fornite dalle interpretazioni degli articoli 116 e 117 della Costituzione. "Abbiamo deciso - ha dichiarato la presidente Bresso - di iniziare a sfruttare le possibilità offerte dall´articolo 117, che consente alle Regioni di varare intese su molte materie. Queste intese, che possono essere stabilite anche da "organi comuni" alle due Regioni, devono essere approvate dai rispettivi Consigli regionali con leggi distinte ma gemelle. A breve si svolgerà un incontro fra i due Consigli regionali proprio affinché esaminino una proposta di legge comune, che struttureremo insieme, per attuare l´articolo 117. Nel frattempo, continuiamo comunque a seguire il percorso dell´articolo 116 con l´intento di proporre al governo la richiesta di nuove competenze, sinergiche, come per esempio nei campi dell´ università ed energia". Un percorso completamente condiviso dal presidente ligure Burlando, che ha fatto, relativamente all´utilizzo dell´articolo 117, l´esempio di una legge che potrebbe stabilire il percorso di un´autostrada fra la costa e l´entroterra piemontese, la quale potrebbe in questo modo essere appaltata e finanziata in modo molto più agile ed efficace. "Al centro del nostro confronto sulle intese per le infrastrutture - ha dichiarato - vi è stato l´obiettivo di ottenere dal governo la più rapida attuazione della norma prevista dalla Finanziaria sul federalismo fiscale per le infrastrutture collegate ai porti. C´è accordo tra Piemonte e Liguria sulla priorità rappresentata dal Terzo Valico. Ne ho parlato ieri a Roma anche col ministro Padoa-schioppa: mi auguro che la norma sia stabilizzata e che possa al più presto consentire rapporti col mondo finanziario perché le infrastrutture necessarie a rispondere al previsto aumento dei traffici portuali possano essere programmate". Dopo la riunione i presidenti Bresso e Burlando hanno incontrato, presso la sede di via Fanti, le Giunte delle due Confindustrie regionali, guidate dai presidenti Luigi Rossi di Montelera e Umberto Risso, il presidente dell´Unione Industriale di Torino, Alberto Tazzetti e il presidente di Confindustria Genova, Marco Bisogno, per approfondire ulteriori possibilità di collaborazione, soprattutto nei campi dell´energia, università, ricerca e internazionalizzazione, infrastrutture e sostegno alle imprese. A seguire, una breve sintesi di altri argomenti affrontati durante la riunione di Giunta Piemonte-liguria: Ricerca e Università - L´accordo di collaborazione tra la Regione Piemonte e la Regione Liguria, firmato a Noli (Sv) lo scorso 2 luglio, prevede di instaurare una collaborazione permanente fra i due enti per la promozione della ricerca scientifica e dell´innovazione in materia di biotecnologie e salute e di favorire la collaborazione tra Università e Centri di ricerca del Piemonte e della Liguria. In attuazione dell´accordo, è stato presentato oggi, dall´assessore Bairati, un progetto di fattibilità per una collaborazione scientifica tra le due Regioni sulle cellule staminali e sull´imaging molecolare redatto dal Molecular Biotechnology Center (Mbc) dell´Università degli Studi di Torino. (Per il finanziamento del progetto, la Direzione Innovazione Ricerca e Università della Regione Piemonte ha destinato, per il biennio, due milioni di euro). L´obiettivo della collaborazione è quello di avviare un programma comune sullo studio delle cellule staminali e sul loro utilizzo terapeutico e sullo sviluppo di nuovi sistemi, dispositivi e reagenti di imaging molecolare "in vivo". Una ricerca di questo tipo è costosa e richiede, soprattutto in Italia, scelte strategiche corrette, quindi la collaborazione fra gli enti locali. Ciò può consentire di individuare nella comunità scientifica punti di forza sui quali far leva per realizzare indagini più sistematiche e come tali in grado di fornire soluzioni vincenti. Internazionalizzazione - Ceip e Liguria International, i due enti strumentali regionali che si occupano di internazionalizzazione e che rappresentano il sistema camerale e datoriale dei rispettivi territori, hanno firmato il 24 gennaio 2008 un Memorandum of Understanding, sostenuto dalle rispettive Giunte regionali, che prevede di avviare un percorso comune di coordinamento sull´organizzazione di missioni sui mercati esteri ritenuti di comune interesse. L´obiettivo è promuovere il sistema economico piemontese-ligure e ottimizzazione i rispettivi Sportelli Regionali per l´Internazionalizzazione (Sprint), anche al fine di connotare territorialmente il sistema Piemonte-liguria nell´ambito dell´Area Geografica Nord Ovest. Il raggiungimento di tale obiettivo presenta infatti importanti caratteristiche nella comprensione geopolitica delle rispettive attività imprenditoriali all´estero, con obiettive positive ricadute sulle imprese. Un primo esempio concreto frutto di questa collaborazione è la partecipazione congiunta al Mipim di Cannes, uno dei maggiori eventi internazionali in materia di real estate. Turismo - Sul fronte turistico è stata avviata la pianificazione di azioni congiunte sia in termini di promozione che di sviluppo dei prodotti e di pacchetti comuni, a partire dall´enogastronomia, in modo da potenziare e sfruttare al meglio la complementarietà dell´offerta turistica tra Piemonte e Liguria. Verrà istituito un tavolo di confronto per lo sviluppo dei collegamenti aerei low cost, a cui parteciperanno i rispettivi Assessorati ai Trasporti, Turismo e Bilancio e presso gli aeroporti di Torino Caselle e di Genova verranno inseriti gazebo informativi delle due regioni per una promozione incrociata. Una promozione congiunta sarà realizzata anche presso il terminal Costa a Savona. Sul mercato internazionale si punterà al marchio Piemonte/liguria come un marchio di qualità in particolare in America e Canada, target strategici per entrambe le regioni. Per questi mercati si lavorerà a prodotti di nicchia mirati, attraverso tour operator di qualità e Internet marketing. In particolare in occasione dell´apertura della sede di Eataly a New York, che coinvolge entrambe le regioni dal punto di vista commerciale e turistico, verranno realizzate, a partire dalla prima metà del 2008, azioni di promozione congiunte. Si lavorerà anche per una partecipazione congiunta all´edizione 2009 della Fiera Internazionale del turismo, Bit, di Milano. Istruzione - In materia di istruzione è stata ribadita, dalle due Regioni, la volontà di collaborare soprattutto per quanto riguarda l´accreditamento delle strutture formative che consentono l´assolvimento dell´obbligo di istruzione destinate ai giovani fino ai 18 anni. E´ stata ribadita una concordanza di fondo sulle linee di indirizzo da seguire, sui criteri sostanziali da stabilire a sostegno e a garanzia dell´utenza e sulla metodologia di lavoro. Le due Regioni hanno deciso di sviluppare insieme i parametri relativi alle certificazioni delle competenze, sia degli operatori formatori che degli allievi. L´obiettivo è quello di firmare al più presto un atto comune di intenti, tenendo conto anche delle linee guida contenute nel decreto nazionale recentemente approvato. .  
   
   
SANITÀ E VIABILITÀ LIGURI: POSITIVI INCONTRI DI BURLANDO CON PADOA-SCHIOPPA, LIVIA TURCO E DI PIETRO  
 
Roma, 25 febbraio 2008 - Positivi incontri, il 19 Febbraio a Roma, tra il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando e i ministri Tommaso Padoa - Schioppa, Livia Turco e Antonio Di Pietro. Sanita´ - Le questioni del bilancio regionale per la sanità sono state al centro degli appuntamenti di Burlando con il ministro dell´Economia e poi di quello, insieme all´assessore alla sanità Claudio Montaldo e i funzionari della Regione e del ministero, con Livia Turco. I rappresentanti della Liguria hanno comunicato a i due ministri che la Regione si presenterà al "tavolo di monitoraggio" previsto giovedì a Roma con il pieno rispetto del piano di rientro dal deficit: il piano prevede infatti il totale pareggio per il 2007. Ai due ministri è stato chiesto di poter approvare un bilancio complessivo per il 2007 che ottiene il pareggio operando su un mix di maggiori risparmi e di spese nei vari settori. Padoa - Schioppa e Livia Turco, e i tecnici ministeriali, hanno convenuto sulla positività dell´azione di risanamento svolta dalla Regione Liguria e sul carattere strutturale del risanamento stesso. "Adesso - ha commentato dopo i colloqui Claudio Burlando - aspettiamo la riunione tecnica con il "tavolo di monitoraggio". Ma posso già esprimere la mia soddisfazione per il fatto che abbiamo compiuto la "traversata nel deserto" che ci ha portato dal deficit di oltre 300 milioni di euro del 2004 alla situazione di pareggio attuale. Il nostro problema ora è quello di mantenere l´equilibrio e di qualificare la spesa in termini di migliore qualità dei servizi sanitari". Viabilita´- Molto positivo - a giudizio di Burlando - anche l´incontro con Di Pietro che ha aperto alle 9,30 la giornata romana del presidente ligure. Le richieste portate al ministro per le infrastrutture riguardano in primo luogo lo stanziamento per la legge obiettivo 2008 di 250 milioni di euro da destinare alla realizzazione dell´Aurelia Bis nella provincia della Spezia. "Questa - ha osservato Burlando - è la nostra priorità per il 2008: la sosteniamo con questo governo così come lo faremo con il prossimo. In analogia con quanto abbiamo ottenuto per il 2007, quando con la legge obiettivo fu stanziata la stessa cifra per l´Aurelia Bis nel Savonese". In secondo luogo Burlando ha chiesto al ministro Di Pietro, e poi ai responsabili di Anas, di valutare la possibilità - nel giro di pochi giorni - di trasferire all´Anas la gestione dell´Aurelia, cosa che potrebbe essere attuata con un Decreto della presidenza del consiglio (Dpcm), approvato dalla Conferenza stato-regioni. Per ottenere questo obiettivo è naturalmente necessario il parere positivo delle Province, che hanno attualmente in gestione l´arteria. E se questa operazione potesse essere definita rapidamente, l´Anas - anche questo è stato oggetto del confronto pomeridiano tra Burlando, il presidente Ciucci e i responsabili della società - sarebbe disponibile ad assumersi il compito di ripristinare il transito dell´Aurelia bloccato dalla frana verificatasi presso Noli. Una ulteriore richiesta rivolta a Di Pietro - che l´ha immediatamente accolta - riguarda poi l´opportunità di un intervento presso il concessionario che gestisce l´Autostrada dei Fiori affinché possa essere sospeso il pedaggio per gli automobilisti obbligati a transitare dai caselli di Finale Ligure e di Spotorno perché impossibilitati a percorrere il tratto dell´Aurelia bloccato dalla frana. "A questo proposito - ha detto Burlando - ho già contattato direttamente Marcellino Gavio per inoltrargli questa richiesta, mentre una iniziativa nei suoi confronti per questo stesso obiettivo sta per essere assunta sia dal ministro Di Pietro, sia da Anas". .  
   
   
FINANZE SICILIANE: NEL 2007 CRESCIUTE DEL 36,81% LE ENTRATE DALLE RISCOSSIONI DEI RUOLI  
 
Palermo, 25 febbraio 2008 - - Incrementati, nel 2007, del 36, 81 per cento in Sicilia le entrate provenienti dalle riscossioni dei ruoli erariali. Le somme riversate all´Erario, al 31 dicembre 2007, sono state 226 milioni e 568 mila euro di cui 200 milioni 412 mila riversate alla Regione siciliana e 26 milioni 156 mila euro allo Stato. E´ il Dipartimento Finanze e Credito dell´Assessorato regionale Bilancio che esercita le funzioni di riscossione, attraverso la società pubblica “Riscossione Sicilia Spa”, che a sua volta si avvale, per la parte operativa, della società partecipata “Serit Sicilia Spa”, anch´essa a capitale prevalentemente pubblico. Le cifre rappresentano un apprezzabile risultato ai fini del recupero delle somme iscritte a ruolo, considerato che la percentuale di incremento rispetto alle somme riscosse nell´anno precedente, è stata superiore a quella prevista in sede di programmazione di bilancio, che era pari al 25 per cento. Un risultato particolarmente favorevole per la Regione siciliana. Ed, infatti, l´aumento è stato più marcato per le somme spettanti alla Regione, attestandosi al 36,81% mentre complessivamente si è verificato l´ incremento del 33,30% per le entrate erariali. Soddisfazione è stata espressa dall´assessore al Bilancio Guido Lo Porto. “Negli ultimi due anni - ha commentato Lo Porto - le entrate da ruoli sono incrementate sensibilmente, rispetto già a un trend positivo iniziato nel 2004, confermando i risultati raggiunti nell´ambito della lotta all´evasione fiscale”. Nel corso del 2007 sono state attivate le seguenti procedure esecutive e cautelari : n. 200. 000 preavvisi di fermi amministrativi sui beni mobili registrati; n. 51. 000 iscrizioni di fermi amministrativi sui predetti beni mobili; n. 48. 000 iscrizioni ipotecarie; n. 1. 000 avvisi di vendita immobiliare; n. 11. 000 pignoramenti presso terzi; n. 8. 000 insinuazioni a passivi fallimentari. Dati che danno fiducia all´attività portata avanti da Riscossione Sicilia, i cui soci di maggioranza sono la Regione siciliana e l´Agenzia delle Entrate. .  
   
   
NUOVA PROVINCIA DI FERMO, SPACCA INCONTRA IL COMITATO DEI SINDACI  
 
Ancona, 25 febbraio 2008 - Le linee d´indirizzo per la gestione integrata dei servizi sociosanitari territoriali nell´area di Fermo verranno discusse nella prossima seduta della Giunta regionale. Il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, ha firmato l´atto deliberativo che verra` presento lunedi` 25 gennaio. Una copia e` stata data ai rappresentanti del Comitato ristretto dell´assemblea dei sindaci del Fermano che si sono incontrati, il 21 febbraio in Ancona, con Spacca, per ´accompagnare ´ ha detto il presidente - il processo di costituzione della nuova Provincia con la necessaria attenzione e gli adeguati strumenti amministrativi´. La delibera, sollecitata dagli stessi rappresentanti del Fermano, propone un percorso di sperimentazione che favorira` l´istituzione della Casa della salute: un progetto pilota di integrazione sociosanitaria che riunisce, in un´unica struttura, servizi territoriali, ambulatori e centri dedicati alla cure primarie. Il presidente Spacca e il Comitato ristretto hanno deciso di convocare, bimestralmente, una serie di riunioni (alternativamente in Ancona e a Fermo), per predisporre un´agenda di lavori che agevoli il consolidamento della nuova realta` provinciale entro maggio 2009 (data delle previste elezioni amministrative). Oltre alla sanita` (compresa l´assicurazione del finanziamento del pronto soccorso dell´Ospedale di Fermo), altri temi sono stati affrontati durante la discussione: la Giornata delle Marche 2008 (che si svolgera` lungo l´asse Fermo ´ Sidney), la viabilita` (il Fermano chiede di non deve essere escluso dai finanziamenti dei programmi infrastrutturali nazionali), il riordino degli ambiti territoriali, la valorizzazione delle eccellenze produttive locali (calzature, cappelli e ortofrutta), la ripartizione dei fondi di sviluppo regionale e i sostegni alle Unioni dei comuni. Il Comitato ha riconosciuto l´impegno della Regione nella vicenda che ha consentito la costituzione della sezione autonoma dell´Archivio di Stato a Fermo e nella definizione delle procedure per la costituzione della Camera di commercio. Luigi Vitali (coordinamento sindaci del Fermano) ha illustrato i lavori della commissione paritetica che sta procedendo alla divisione dei beni e del personale con la Provincia di Ascoli Piceno. Il commissario di governo, Michele De Feis, ha ribadito l´impegno per l´attuazione della nuova Provincia (oltre alla divisione del patrimonio e del personale, sono in fase di definizione gli appalti degli uffici statali). Il sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio, ha chiesto la costituzione di una sezione fermana dell´Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpam). All´incontro sono intervenuti anche i sindaci di Montappone (Ferruccio Vecchi), di Montegiorgio (Luciano Achilli), di Moresco (Amato Mercuri), di Magliano di Tenna (Nello De Angelis), di Porto Sant´elpidio (Mario Andrenacci) e l´assessore di Amandola, Giuseppe Cupelli. .  
   
   
NOMINATO IL COMMISSARIO STRAORDINARIO ALL’ASP DI CATANZARO, STAZIONE UNICA APPALTANTE  
 
 Reggio Calabria, 25 fbbraio 2008 - La Giunta regionale, che si è riunita 21 febbraio sotto la presidenza di Agazio Loiero, ha approvato, tra gli altri, i seguenti provvedimenti: Presidenza - Su proposta del presidente Loiero è stata approvata una delibera con la quale vengono apportate alcune modifiche alla recente Legge regionale 26/2007 sulla istituzione della “Stazione unica appaltante”, alla luce delle osservazioni fatte dal Governo. Sanità - Su proposta dell’assessore Vincenzo Spaziante viene nominata Angela Di Tommaso, già direttore generale dell’Asl di Lamezia Terme, commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Le Aziende ospedaliere di Catanzaro e Reggio Calabria, poi, vengono autorizzate ad assumere i vincitori dei concorsi già espletati relativi a posti di dirigenti di struttura complessa, mentre l’Azienda ospedaliera di Cosenza viene autorizzata all’espletamento delle procedure concorsuali per il conferimento di incarichi di direttori di strutture complesse. Bilancio - Su proposta dell’assessore Demetrio Naccari Carlizzi viene proposto al Consiglio regionale il bilancio di previsione 2008 predisposto dall’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica di Cosenza e sul quale hanno relazionato il Collegio dei revisori dei conti, il dipartimento ai Lavori Pubblici, che esercita la vigilanza, ed il dipartimento all’Economia. Lavori Pubblici - Su proposta dell’assessore Luigi Incarnato vengono individuati, con atto integrativo all’Accordo di programma quadro sul sistema delle infrastrutture di trasporto, gli interventi relativi all’area di Catanzaro, ritenuti urgenti, e, precisamente, il collegamento Catanzaro Sala-germaneto (Cittadella regionale), affidato al Sistema ferroviario metropolitano, ed i lavori di viabilità all’interno dell’area cittadina che saranno eseguiti dall’amministrazione comunale. La Giunta, inoltre, esprime parere positivo all’estensione della circoscrizione territoriale dell’Autorità portuale di Gioia Tauro anche al porto di Taureana di Palmi. Il parere viene rilasciato al Ministero dei Trasporti che, in precedenza, aveva già raccolto le espressioni positive dell’amministrazione comunale di Palmi e della stessa Autorità portuale di Gioia. Infine, vengono concesse proroghe alle Aterp calabresi per l’avvio e ultimazione di lavori riguardanti fabbricati di edilizia pubblica e ulteriori rateizzazioni a diverse amministrazioni comunali per quanto concerne i debiti per forniture idriche. Personale - Su proposta dell’assessore Liliana Frascà viene rideterminata la dotazione organica del personale della Giunta con riduzione delle unità lavorative attualmente impiegate dall’Ente. Vengono, comunque, garantiti i posti di lavoro per far fronte alla proroga del personale ex Consorzi agrari, al piano di stabilizzazione dei lavoratori Lsu-lpu e al Piano di trasferimento del personale addetto ai servizi socio-psico-pedagogici. Sono, poi, prorogati fino al quindici marzo prossimo, gli incarichi ai dirigenti generali, ai dirigenti non appartenenti al ruolo regionale e agli incaricati di funzione. Viene decisa la mobilità per alcuni dirigenti e la conseguente loro assegnazione ad altri dipartimenti. Agricoltura e Forestazione - Su proposta dell’assessore Mario Pirillo viene approvato il bando di concorso per titoli ed esami finalizzato alla copertura di 24 posti nell’Agenzia della Regione Calabria per l’erogazione in agricoltura. Vengono approvati i piani di massima per la liquidazione dell’Arssa e dell’Afor formulati dai relativi commissari liquidatori, all’uopo nominati dalla Giunta, per l’attuazione della Legge regionale 9/2007 che ha disposto la soppressione delle due Aziende. Viene approvato e trasmesso al Consiglio regionale, per le definitive valutazioni, il Piano 2008-2010 dei servizi di sviluppo agricolo. Il Piano costituisce il documento programmatorio per la divulgazione agricola, la ricerca applicata e i servizi tecnici di supporto. .  
   
   
INCUBATORE PER AZIENDE IN EX CHIESA A VENEZIA  
 
Venezia, 25 febbraio 2008 - “Questo è uno dei principali strumenti che abbiamo per evitare che Venezia sia e rimanga solo la più bella città turistica del mondo, ed abbia invece anche una sua precisa caratterizzazione economica”. Lo ha detto l’Assessore regionale alle Politiche Economiche Fabio Gava, inaugurando il 22 febbraio a Venezia, assieme all’Assessore comunale Mara Rumiz, il nuovo incubatore per imprese realizzato in collaborazione tra Comune e Regione recuperando l’ex Chiesa dei Ss Cosma e Damiano, alla Giudecca. L’iniziativa, costata circa 10 milioni di euro e finanziata con oltre 5 milioni e mezzo di Fondi Europei, oltre ad aver consentito uno straordinario recupero artistico e architettonico, renderà possibile l’avvio di una trentina di nuove attività imprenditoriali da parte di giovani aziende operanti in settori ad elevato contenuto tecnologico e innovativo, con la creazione di 280 nuovi posti di lavoro. “E’ il tipo di nuova imprenditoria – ha sottolineato Gava – che serve se si vuole dare uno sviluppo economico ad una città fragilissima, che non può certo sopportare insediamenti impattanti, ma può essere sede ideale, e prestigiosa, di attività moderne e innovative. Non a caso – ha aggiunto – la programmazione europea che abbiamo attuato nel periodo 2000-2006 ha tenuto in ampia considerazione lo sviluppo degli incubatori d’impresa a Venezia, portando a termine la realizzazione di tre strutture: oltre a quella di oggi non vanno infatti dimenticati l’incubatore di Cà Emiliani, finanziato con 1 milione 250 mila euro, e quello dell’ex Cnomv con 3 milioni 541 mila euro di finanziamenti”. .  
   
   
MILANO, SVILUPPO DEL TERRITORIO. MASSEROLI: “INCONTRERÒ CITTADINI GRATOSOGLIO CON UNA DELEGAZIONE DI IMPRENDITORI CINESI”  
 
 Milano, 25 febbraio 2008 - “Siamo certi di aver intrapreso la strada giusta”. Così si è espresso il 21 febbraio l’assessore allo Sviluppo del Territorio Carlo Masseroli a proposito del trasferimento delle attività del commercio all’ingrosso del quartiere cinese al Gratosoglio durante un incontro con alcune associazioni di cittadini per spiegare il nuovo Piano di Governo del Territorio. “Condivideremo con tutti, dai cittadini alle forze politiche, dalle parti sociali alle organizzazioni sindacali di categoria, dai comitati alle varie associazioni di cittadini, tutte le scelte e le linee di indirizzo della Giunta comunale”. L’assessore Masseroli ha anche annunciato che mercoledì prossimo, 27 febbraio, alle ore 10. 00, incontrerà i cittadini e le associazioni del quartiere Gratosoglio e del quartiere le Terrazze proprio per continuare il percorso di condivisione del progetto dell’Asian Trading Milan Center. Nell’occasione sarà accompagnato da una delegazione di imprenditori della comunità cinese. “La riunione con la commissione comunale prevista per domani – ha aggiunto Masseroli - è un ulteriore momento di condivisione del lavoro che sta compiendo la Giunta per trovare una soluzione ottimale anche sotto il profilo dell’integrazione tra le comunità”. “Mi preme sottolineare – ha concluso - che abbiamo iniziato un percorso importante per risolvere un problema pieno di ostacoli per ciò che riguarda l’area intorno alle vie Sarpi e Canonica”. .  
   
   
LA CHIAVE DEL SUCCESSO E´ L´INNOVAZIONE INCONTRO CON I GIOVANI IMPRENDITORI ABRUZZESI  
 
Pescara, 25 febbraio 2008 - "L´abruzzo ha un territorio comparabile ai migliori del nord. Non solo l´aeroporto, e i porti che sono strutture fondamentali per lo sviluppo industriale, ma l´Abruzzo, in generale, risulta oggi particolarmente attrattivo, ed infatti, sono in molti a guardare alla nostra Regione come una grande scommessa". E´ così che l´assessore alle Attività Produttive e allo Sviluppo Economico, Valentina Bianchi, ha esordito prima di ascoltare le idee e le richieste dei giovani imprenditori, durante un summit proprio da loro richiesto. "Oggi i giovani imprenditori abruzzesi mi hanno chiamato a questo incontro, con grande piacere da me partecipato - ha dichiarato Bianchi - perchè si affrontano temi per lo sviluppo della nostra Regione. E si affrontano in maniera innovativa, che guarda avanti. Nessuna polemica sul tavolo - ha inteso sottolineare l´Assessore - sul quale ci sono, invece, argomenti alti sul come cercare di cogliere al massimo le opportunità del quadro regionale, tenendo ben presente la nuova carta degli aiuti di stato. L´abruzzo deve giocare bene la sua carta per spendere al meglio le risorse, che tra fondi di stato e fondi comunitari, che sono a disposizione del nostro sistema regionale. Fondi che non sono irrilevanti - ha precisato - perchè parliamo di circa tre miliardi di euro per i prossimi 6 anni". Riforme strutturali, come quella sul commercio, sull´artigianato e la necessaria riforma del sistema industriale, sono alcuni dei temi trattati durante l´incontro, " e che ci è piaciuto affrontare - ha ripreso l´Assessore - con una voglia di cambiamento e di sviluppo che i giovani imprenditori hanno sempre sostenuto. Insisto su nuove politiche per l´innovazione, per l´internazionalizzazione, perchè sono le leve per il sostegno e l´accompagnamento di uno sviluppo che cominci a ragionare su un concetto di futuro che guardi ben lontano, lasciando già intravedere una Regione che sorprende". .  
   
   
ARTIGIANATO E PMI, PROTOCOLLO PER LINEE GUIDA OCSE SIGLATO DALL´ASSESSORE ZAMBETTI CON MINISTERO SVILUPPO ECONOMICO  
 
Milano, 25 febbraio 2008 Tra l´assessore all´Artigianato e Servizi della Regione Lombardia, Domenico Zambetti e il ministero dello Sviluppo Economico, è stato firmato il Protocollo d´Intesa tra per la diffusione delle Linee Guida Ocse (Organizzazione cooperazione sviluppo ecomomico) in Lombardia nel settore delle piccole e medie imprese, artigianato e servizi. Le Linee Guida sono raccomandazioni, rivolte dai Governi alle imprese nazionali operanti all´estero ed alle multinazionali, che enunciano principi volontari per il comportamento responsabile delle imprese. Con questo Protocollo le parti si impegnano ad avviare una stretta collaborazione al fine di sviluppare il processo di diffusione e divulgazione delle Linee Guida, anche tramite la realizzazione di progetti pilota nei diversi settori produttivi delle imprese artigiane. "Le piccole e medie imprese e l´artigianato lombardo - ha detto l´assessore Zambetti - manifestano una particolare propensione all´internazionalizzazione: la diffusione delle Linee Guida Ocse, raccomandazioni imprescindibili per il comportamento responsabile delle imprese, ne sono la dimostrazione". Alla collaborazione generale sui temi della diffusione delle Linee Guida si aggiungono gli obiettivi specifici di realizzazione di un piano operativo che favorisca il recepimento delle Linee Guida nei diversi settori interessati, di coinvolgimento delle aziende nelle missioni all´estero e di coinvolgimento di eventuali organismi pubblici e privati sulle tematiche delle Linee Guida. "Il Protocollo - ha concluso Zambetti - conferma l´attenzione di Regione Lombardia a temi quali responsabilità sociale d´impresa e fiducia da parte della società all´interno della quale le imprese si trovano ad operare". Il Protocollo avrà durata fino al 31 dicembre 2010 e potrà essere rinnovato d´intesa tra le parti. .  
   
   
LODI, SETTORE SERVIZI: INDEBOLITO NEL 2007  
 
 Lodi, 25 febbraio 2008 - Le imprese del settore dei Servizi (Commercio ingrosso, Alberghi e ristoranti, Trasporti e attività postali, Informatica e telecomunicazioni, Servizi avanzati, servizi alle persone, altri servizi, Costruzioni) hanno chiuso il 2007 con un volume di affari in tono minore. L’indagine congiunturale dell’ultimo trimestre 2007 ha segnalato una riduzione tendenziale degli affari dell’aggregato economico pari all’1,2%, mentre sul trimestre luglio-settembre i risultati raggiunti sono di sostanziale parità (+0,1%). In termini comparativi con le altre province della Lombardia, i dati riferiti a Lodi mostrano un andamento peggiore rispetto a tutte le altre realtà, ad eccezione di Sondrio. L’andamento medio del volume di affari registrato in Lombardia nel 2007 presenta una situazione di stabilità (+0,4%) rispetto a fine 2006 e un incremento del 2,2% sui tre mesi precedenti. Il calo degli affari ha coinvolto nei dodici mesi pressoché tutte le province lombarde, escluse quelle di Varese (+2,1%), Milano (+0,8%), Brescia (+0,6%). Disaggregando il dato della provincia di Lodi secondo il numero di addetti si coglie che nel 2007 gli affari sono migliorati solo per le medio-grandi imprese (50-199 addetti), che hanno messo a segno una crescita tendenziale del +0,8%. Mentre il dato trimestrale ha segnalato un incremento interessante (+4,7%) per le imprese medio-piccole (10-48 addetti). In chiave settoriale, il 2007 si è chiuso positivamente sul 2006 per le imprese dei Servizi alle persone, che hanno realizzato affari in crescita del +3,8%, un progresso che ha trovato consolidamento nel periodo settembre-dicembre, con una variazione congiunturale di oltre 5 punti percentuali. Una analoga performance è segnalata dai servizi di Informatica e telecomunicazione con gli affari in crescita del 6,4% nell’ultimo trimestre e un incremento superiore al 3% su base annua. Positivo anche l’andamento degli affari nelle specializzazioni dei Servizi avanzati che hanno concluso l’anno con variazioni del 3,2% congiunturale e dell’1,2% tendenziale. Una lieve perdita (-1%) di affari è stata segnalata nell’ultimo trimestre dell’anno dal Commercio all’ingrosso, che però a livello tendenziale ha conservato il volume d’affari realizzato nel 2006 (+0,1%) Qualche sorpresa dalle Costruzioni le cui imprese hanno dichiarato un andamento annuo negativo (-2,2%) a fronte di una perdita del -0,8% segnalata dal comparto in Lombardia, Nell’ ultimo trimestre dell’anno tuttavia, gli affari hanno ripreso ad aumentare, sia nel Lodigiano che in Lombardia. Prezzi stabili (+0,5% sia a Lodi che in Lombardia), e occupazione in calo (-4,2% a Lodi e -1,2% in regione). Le prospettive sono prevalentemente all’insegna della stabilità, con una maggioranza di giudizi in positivo. .  
   
   
VERBANO CUSIO OSSOLA – CONVEGNO SUI FINANZIAMENTI PER L’INNOVAZIONE  
 
Baveno, 25 febbraio 2008 – Lunedì 3 marzo alle ore 9,30 si terrà presso la sede della Camera di commercio del Verbano Cusio Ossola - Villa Fedora - a Baveno un convegno sulle opportunità di finanziamenti comunitari e regionali in materia di innovazione e trasferimento tecnologico. L´evento, organizzato nell’ambito della Rete Europea Alps-enterprise Europe Network, finanziata dalla Commissione Europea per favorire la competitività delle imprese, e del progetto regionale Pico 2, per promuovere l’innovazione delle imprese piemontesi, intende informare le aziende sul bando comunitario “Ricerca per le Pmi”. Verranno illustrate le iniziative regionali volte a sostenere l’attività di ricerca negli Atenei, nelle imprese e nei centri di ricerca piemontesi, previste dal Programma triennale della Ricerca (2007-2009). Attraverso il Vii Programma Quadro di ricerca e sviluppo tecnologico, la Commissione Europea intende rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell’Unione Europea, incrementando al contempo la partecipazione delle Pmi, a cui ha destinato una linea di finanziamento specifica Ricerca per le Pmi. Verrà anche fornito un panorama della partecipazione italiana, e saranno illustrati i criteri di valutazione, i servizi offerti alle aziende del territorio dalla rete Alps-enterprise Europe Network. Sono inoltre previste testimonianze di aziende che hanno partecipato a progetti di ricerca comunitari e la presentazione della neo-nata associazione di laboratori Lago Maggiore In Lab. Nel pomeriggio si terrà una sessione formativa per aziende, centri di ricerca e Università che intendono partecipare. . .  
   
   
CONVEGNO CNCU SULL´AZIONE COLLETTIVA RISARCITORIA A TUTELA DEI CONSUMATORI  
 
 Roma 25 febbraio 2008 – Oggi presso lo Spazio Etoile avrà luogo un convegno sul tema_ “ L´azione collettiva risarcitoria a tutela dei consumatori Opportunità e prospettive” Di seguito il programma: Ore 9,30 Registrazione partecipanti; Ore 10,00 Sessione Di Apertura “La nuova tutela dei consumatori e utenti : l’Italia capofila in Europa Il cammino dell’azione risarcitoria collettiva in Italia” Sergio D’antoni - Vice Ministro dello Sviluppo Economico; “La nuove sfide della tutela dei consumatori in Europa Pier Virgilio Dastoli – Direttore della Rappresentanza della Commissione europea in Italia” Messaggio del Commissario europeo Maglena Kuneva; Ore 11,30 Sessione Di Lavoro “Una nuova pagina per i consumatori italiani: opportunità, regole e ruoli” On. Alessandro Maran - Ii Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Sen. Roberto Manzione – Vice Presidente della 2ª Commissione Giustizia del Senato, On. Bruno Tabacci – V Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Ore 15. 00 Dibattito coordinato da Anna Bartolini - L’azione risarcitoria collettiva sperata e ottenuta: aspettative e responsabilità. Confronto tra gli operatori: “cosa cambia per i consumatori/utenti” Massimiliano Dona – Unione Nazionale Consumatori; Ivano Giacomelli – Codici; Paolo Landi – Adiconsum; Elio Lannutti – Adusbef; Marco Ramadori – Codacons; Rosario Trefiletti – Federconsumatori; Giustino Trincia – Cittadinanzattiva; Massimiliano Valcada – Confconsumatori. “cosa cambia per le aziende” Maurizio Beretta – Direttore Generale di Confindustria; Raffaele Morese - Presidente di Confservizi. Conclusioni : Pier Luigi Bersani – Ministro dello Sviluppo Economico. .  
   
   
UNIONCAMERE – SUPERMERCATI: AUMENTANO FATTURATO E COSTO DELLA SPESA  
 
Roma, 25 febbraio 2008 - Si consolida, nell’ultimo bimestre 2007, il giro d’affari di Iper e Supermercati. Il fatturato segna una crescita del 3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mantenendo così il ritmo conseguito nel corso del 2007 (+2. 8%). La crescita del giro d’affari ha risentito dell’aumento del costo della spesa, che raggiunge nel Vi bimestre un tasso del 2. 2%, in ulteriore accelerazione rispetto all’1. 7% del V bimestre. E’ il segmento alimentare del Largo consumo confezionato (che comprende drogheria alimentare, bevande, freddo, fresco, cura degli animali, cura della casa e cura della persona) a segnare i maggiori aumenti di prezzo. All’interno di alcuni reparti, in particolare Fresco e Drogheria alimentare, si sono concretizzate, nei mesi finali del 2007, le sollecitazioni provenienti dai mercati internazionali delle materie prime. La risalita dei prezzi si riflette quasi interamente nei minori volumi. L’incremento delle vendite nel Vi bimestre è stato infatti pari allo 0,8% a fronte dell’1,2% medio annuo. Sono sempre i volumi che provengono dalle nuove aperture a sostenere i quantitativi intermediati, con miglioramenti prossimi al 5%. Gli esercizi della rete preesistente faticano invece a mantenere il passo e registrano una contrazione prossima al 4%. E’ quanto mostra Vendite Flash, il bollettino del Centro Studi di Unioncamere dedicato al monitoraggio bimestrale del giro d’affari della Grande distribuzione organizzata di tutta Italia (la newsletter è disponibile sul sito www. Unioncamere. It). Il costo della spesa per reparto - Tra novembre e dicembre scorsi, fra i reparti alimentari è il Fresco che mette a segno il tasso di crescita dei prezzi più intenso, con un 4. 1%, che conferma la dinamica già registrata nel bimestre precedente. All’interno del reparto si registrano i rincari del latte fresco e dei formaggi, che aumentano su base tendenziale poco più del 5%, del latte Uht e del burro, in crescita oltre il 10% ed il 15% rispettivamente. Anche la Drogheria alimentare partecipa a questa fase di tensione, con un tasso di variazione che cresce dall’1. 2% del V bimestre al 2. 4% del Vi. A dare sostegno ai listini dei prezzi sono per lo più i derivati dei cereali, in particolare le farine, che mostrano un rincaro superiore al 15%, e la pasta di semola secca, che aumenta oltre il 10%. Nettamente più contenuto il maggior costo dei generi sostituivi del pane, in crescita del 3% circa. Vi sono poi gli oli di semi, che nel Vi bimestre costano al consumatore un 10% in più rispetto all’anno precedente. Entrambi i reparti riflettono sollecitazioni che trovano la loro origine sui mercati internazionali delle materie prime cerealicole. Mercati che non sembrano aver ancora trovato una nuova fase di equilibrio e che potrebbero continuare a porre sotto pressione gli equilibri di bilancio delle imprese e a rendere sempre più difficile la quadratura di quelli delle famiglie. Fra gli altri reparti alimentari le Bevande evidenziano una leggera decelerazione all’1. 4%, mentre i prodotti del Freddo si mantengono in lieve deflazione, con una flessione dei prezzi di pochi decimi di punto. Nel non alimentare dell’aggregato Lcc, sia i prodotti per la Cura della persona sia quelli per la Cura della casa mostrano al contrario una fase di sostanziale stabilità rispetto al bimestre precedente, entrambi fermi al +0. 8% annuo. Andamento regionale dei fatturati - Nel Vi bimestre, ad eccezione della Sardegna, tutte le regioni evidenziano aumenti del fatturato. Il tasso di incremento più elevato è quello del Trentino Alto Adige (+5. 4%). Nelle Marche, seconda regione della classifica, l’incremento del valore complessivo delle vendite è pari al 4. 7% su anno. Una dinamica del fatturato superiore al 4% si riscontra anche in Emilia-romagna. Nel Veneto si registra un tasso di variazione positivo, sebbene di intensità inferiore, pari al 2. 1%. Nelle regioni del Centro si segnalano buone performance commerciali in Toscana e Lazio (intorno al 3%), che riflettono un certo miglioramento nella parte finale dell’anno, mentre meno brillante è la crescita in Umbria, che si arresta all’1%. Relativamente al Nord-ovest, in Piemonte la crescita del fatturato nel bimestre si assesta poco sopra il 2%, mentre più modesto è il risultato della Lombardia, che non supera l’1%. Migliore la situazione ligure, che peraltro evidenzia un’accelerazione alla fine dell’anno. Nel Sud e nelle isole alla significativa flessione registrata dalla Sardegna si contrappone il vivace andamento di Campania e Calabria, con il 3. 5% circa. Le performance di Puglia e Sicilia si pongono sotto la media nazionale, con tassi di crescita compresi tra l’1% e l’1. 5%. .  
   
   
COMO: SEGNALA GLI AUMENTI INGIUSTIFICATI DEI PREZZI  
 
Como, 25 febbraio 2008 - Dopo aver attivato “Mister Prezzi” provinciale, ecco in arrivo il numero verde a disposizione di tutti i cittadini dal lunedì al venerdì dalle 9. 00 alle 15. 00 per segnalare i rincari ingiustificati dei beni di consumo: 800. 95. 59. 59. Sarà attivo da lunedì 25 febbraio 2008. L’operatore elettronico raccoglierà le segnalazioni, che saranno dirottate alle Camere di Commercio territorialmente competenti. Saranno le Cciaa a raccogliere periodicamente le richieste di intervento dei cittadini e ad attivare Mister Prezzi nazionale. “Mister Prezzi” nazionale (Garante per la sorveglianza dei prezzi, istituito con la Finanziaria 2008 ed entrato in funzione il 15 gennaio scorso) interverrà con tre mezzi contro i rincari ingiustificati: ispezioni della Guardia di Finanzia; attivazione della procedura di contestazione innanzi all’Antitrust; azione di moral suasion (tattica di persuasione usata per influenzare e imprimere “pressione” al fine di ottenere un effettivo comportamento socialmente responsabile, senza utilizzare la forza delle leggi e dei regolamenti). Il portale www. Osservaprezzi. It, ricco di informazioni utili ai consumatori per confrontare i prezzi, è già operativo e, anche in questo caso, sarà possibile nei prossimi giorni inviare segnalazioni di variazioni di prezzi giudicati eccessivi. “Mister Prezzi” nazionale, Antonio Lirosi, dopo aver emanato negli scorsi giorni il primo provvedimento contro i rincari ingiustificati della carne, è stato chiamato dalle associazioni dei consumatori a passare al setaccio gli aumenti delle assicurazione Rc Auto e quelli di frutta e verdura. .  
   
   
CAMPOBASSO: TUTELARE I CONSUMATORI CONTRO IL RINCARO DEI PREZZI  
 
Campobasso, 25 febbraio 2008 - La corsa contro i rincari dei prezzi ha un altro alleato: la Camera di Commercio di Campobasso, pronta a dare sostegno al Garante per la sorveglianza dei prezzi, figura istituzionale istituita presso il Ministero dello Sviluppo Economico, con compiti relativi alla sorveglianza dei fenomeni di mercato, valorizzazione delle buone pratiche per il ribasso dei prezzi, coordinamento e confronto con le altre istituzioni locali e nazionali per contrastare l’aumento dei prezzi e per favorire il dialogo tra le associazioni dei consumatori e le categorie imprenditoriali. E tra gli strumenti a disposizione di Mr. Prezzi per sorvegliare l’andamento del mercato, oltre al portale web www. Osservaprezzi. It, vi sono proprio le Camere di Commercio con gli “Uffici Prezzi e Tariffe”. Gli Enti camerali hanno da sempre competenze in materia di rilevazione dei prezzi all’ingrosso e, a seguito della Legge di riforma n. 580 del 1993, svolgono anche funzioni in materia di regolazione del mercato e tutela del consumatore. E proprio relativamente a tali nuove attribuzioni, le Camere di Commercio hanno il compito di favorire il diffondersi della cultura dei prezzi e orientare il consumatore, promuovendo l’adozione di comportamenti consapevoli, attraverso strumenti diversi, che vanno dalla possibilità di denuncia all’analisi delle segnalazioni, dal monitoraggio all’autoregolamentazione. Le Camere di Commercio hanno, dunque, un ruolo fondamentale nel raccogliere le segnalazioni dei consumatori in materia di prezzi. Infatti, da lunedì 25 febbraio 2008 sarà operativo per tutto il territorio nazionale il numero verde 800 95 59 59, gratuito da rete fissa e mobile, a disposizione dei consumatori che intendono segnalare rincari o anomalie sui prezzi anche nella provincia di Campobasso. Le segnalazioni verranno raccolte e inviate al Garante e ai responsabili dell’Ufficio Prezzi e tariffe delle Camere di Commercio. Per l’Ente camerale di Campobasso la responsabile dell’Ufficio Prezzi e Tariffe è la Dr. Ssa Marianna Tartaglia. La Camera di Commercio di Campobasso riceverà così unicamente il contenuto della segnalazione per attivare i tavoli consumatori/imprese, in fase di costituzione, previsti dalla legge finanziaria 2008 che ha istituito la figura del Garante. Se il consumatore preferisce rivolgersi direttamente alla Camera di Commercio di Campobasso, l’Ufficio Prezzi e Tariffe raccoglierà gli elementi della segnalazione e li trasferirà al call center. Il call center è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9. 00 alle ore 15. 00. Per ulteriori informazioni, Ufficio Prezzi e Tariffe, responsabile tel. 0874 471229 . . .  
   
   
IMPERIA: PREZZI, ATTIVO DA LUNEDÌ IL CALL CENTER PER LE SEGNALAZIONI  
 
Imperia, 25 febbraio 2008 – A partire da lunedì sarà attivo tutti i giorni, tranne sabato e domenica, il numero verde gratuito a cui i consumatori potranno segnalare aumenti di prezzi ritenuti ingiustificati. Di prossima costituzione il tavolo consumatori/imprese che, di concerto con l’Ufficio prezzi camerale, valuterà le comunicazioni pervenute Da lunedì 25 febbraio, dalle ore 9,00 alle ore 15,00, dal lunedì al venerdì, si potrà chiamare il call center che gestirà le segnalazioni dei consumatori in materia di prezzi. Il numero verde (gratuito da rete fissa e mobile) a cui gli utenti possono rivolgersi è il seguente: 800 95 59 59. Le segnalazioni verranno registrate su appositi moduli ed inviate, attraverso un sistema di posta elettronica certificata con invio di ricevuta al mittente, al Garante per la sorveglianza dei prezzi, nuova figura istituita dalla Finanziaria 2008, e ai responsabili dell’Ufficio prezzi e tariffe della competente Camera di Commercio. Le informazioni anagrafiche oggetto della segnalazione verranno portate all’attenzione del solo Garante, mentre le Camere di Commercio faranno riferimento esclusivamente al contenuto della segnalazione (senza conoscere i dati identificativi dell’utente). L’ufficio Prezzi provvederà ad avviare l’istruttoria della segnalazione rilevando se sussistono i requisiti di ammissibilità e, in caso positivo, valutando l’attivazione del tavolo consumatori/imprese, che avrà il compito di analizzare la segnalazione. I tavoli, attualmente in fase di istituzione, saranno costituiti da rappresentanti delle associazioni di categoria dei consumatori e delle imprese. Le valutazioni del tavolo saranno inviate al Garante, il quale deciderà se e quali iniziative intraprendere presso il Comune o la Guardia di Finanza competenti e, contemporaneamente, a darne informazione alla Camera di Commercio. In questa prima fase, il call center sarà l’unico strumento per gestire le segnalazioni. Pertanto, se i consumatori dovessero presentarsi alla Camera di Commercio di Imperia, l’Ufficio prezzi e tariffe provvederà a raccogliere gli elementi della comunicazione e trasferirli al centralino del numero verde. Con l’istituzione del Garante per la sorveglianza dei prezzi, si ampliano le competenze delle Camere di Commercio, già tradizionalmente impegnate nell’osservazione dei fenomeni economici locali. Il sistema camerale già dal settembre 2007 ha avviato una fase di messa in opera delle attività di monitoraggio delle dinamiche dei prezzi, accentuando in particolare l’analisi del settore delle tariffe che, in questi ultimi 10 anni, con aumenti significativi, ha dato un contributo sostanziale agli aumenti dell’inflazione incidendo sia sui bilanci delle famiglie che su quelli delle imprese. Nelle prossime settimane, con la collaborazione della Camere di Commercio, Unioncamere avvierà una ricognizione sui livelli tariffari praticati nei comuni capoluogo, con l’obiettivo di ritagliare un importante ruolo di monitoraggio per il sistema camerale, anche in vista di future politiche di liberalizzazione delle tariffe. .  
   
   
VERONA: AL VIA IL NUOVO UFFICIO PREZZI E TARIFFE  
 
Verona, 25 febbraio 2008 – Si è tenuto il 21 febbraio, presso la Camera di Commercio di Verona, un primo incontro tra le associazioni di categoria e dei consumatori, per approfondire le novità introdotte dalla Finanziaria del 2008 in tema di sorveglianza sugli andamenti di prezzi e tariffe. All’incontro, convocato dal Presidente della Camera di Commercio, Fabio Bortolazzi, hanno partecipato, oltre ad alcuni componenti della Giunta camerale, esponenti delle associazioni imprenditoriali e dei consumatori rappresentate nel Consiglio camerale. Obiettivo era quello di illustrare le novità in materia e le prime iniziative intraprese dal Garante per la sorveglianza dei prezzi e dalla Camera di Commercio per dare attuazione a queste nuove norme. A partire da lunedì 25 febbraio sarà infatti attivo un numero verde nazionale (800. 95. 59. 59, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15) che potrà essere utilizzato per fare delle segnalazioni in materia di prezzi e tariffe. Queste segnalazioni verranno poi inviate, in forma anonima (cioè senza l’indicazione né dei dati del segnalante né di quelli dell’impresa segnalata), all’Ufficio prezzi e tariffe della Camera di Commercio, che le sottoporrà a verifica avvalendosi di un Tavolo di analisi che verrà appositamente costituito e del quale faranno parte, oltre a rappresentanti delle associazioni, di categoria e dei consumatori, anche tecnici e rappresentanti di altre amministrazioni (come ad esempio i Comuni) che hanno già esperienza in materia di rilevazione e verifica degli andamenti di prezzi e tariffe. I rappresentanti delle associazioni, sia di categoria che dei consumatori, hanno espresso apprezzamento per questa iniziativa, volta soprattutto, a loro parere, ad introdurre elementi di maggiore chiarezza e trasparenza sulle dinamiche di prezzi e tariffe, sul loro reale andamento nella provincia di Verona e sulle cause effettive delle eventuali oscillazioni. Hanno quindi manifestato la massima disponibilità a collaborare, per l’analisi dei dati e delle segnalazioni che dovessero eventualmente pervenire, per garantire, non solo ai consumatori ma anche alle imprese veronesi, un’informazione più completa che possa consentire di effettuare scelte di acquisto più oculate e consapevoli. .  
   
   
ASCOLI PICENO: PREZZI SORVEGLIATI: MISTER PREZZI ALLA CAMERA DI COMMERCIO  
 
Ascoli Piceno, 25 febbraio 2008 - Occhio alla spesa. Potrebbe essere questo il monito rivolto a tutti i consumatori del Piceno al fine di contribuire a tenere a freno l´inflazione. Sono infatti proprio i cittadini ad avere un ruolo di primo piano nel controllo dei rincari ingiustificati dei prezzi dei beni e servizi di largo consumo. La Finanziaria 2008 ha apportato modifiche al testo originario del Codice del Consumo, tra cui anche una nuova disciplina sulle pratiche commerciali scorrette che ha previsto l´istituzione di un organismo di vigilanza sulle anomalie dei mercati, il "Garante per la sorveglianza dei prezzi", ormai da tutti chiamato "Mister Prezzi". "Mister Prezzi" ovvero il Dottor Antonio Lirosi, ha iniziato una serie di visite presso le Camere di Commercio italiane. Quarta tappa del suo "tour" (su oltre cento) è stata quella picena. L´attività del Garante sarà indirizzata verso tre filoni principali d’azione: la sorveglianza dei fenomeni di mercato, sia attraverso le segnalazioni dei cittadini sia attraverso una più stretta collaborazione con la Guardia di Finanza; il coordinamento ed il confronto con le altre istituzioni locali e nazionali nel contrasto all’aumento dei prezzi e per favorire il dialogo tra le associazioni dei consumatori e le categorie imprenditoriali; la valorizzazione delle iniziative virtuose di coloro che adottano politiche di ribasso dei prezzi. In questo contesto, la Camera di Commercio di Ascoli, rappresenterà per i consumatori uno tra i più importanti punti di riferimento per la segnalazione di fenomeni speculativi. Gli uffici prezzi delle Camere di Commercio, infatti, valuteranno le informazioni ricevute dai cittadini anche tramite verifiche sul campo ed eventualmente daranno notizia degli aumenti all´Osservatorio prezzi e tariffe. Si tratta di un nuovo servizio di informazione, trasparenza e orientamento ai consumatori realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico (Mse), Direzione Generale per la Concorrenza e i Consumatori in collaborazione con le Amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, con l´Istat, l´Unioncamere, le Associazioni dei Consumatori, le parti sociali. È stato individuato un paniere composto da beni e servizi, che rispecchia le voci di spesa più comuni delle famiglie italiane. Di questi vengono periodicamente rilevati i prezzi e le tariffe assicurando - quanto a numero di osservazioni, struttura merceologica del paniere, copertura territoriale - un sufficiente grado di rappresentatività. Per ciascun prodotto vengono rilevati i prezzi medi, minimi e massimi tenendo conto delle diverse fasce di consumo e delle diverse aree territoriali e quale elemento principale dell´"informazione al consumatore", ne vengono comunicati i livelli sull´intero territorio nazionale. «Ricordiamo che la Camera di Commercio di Ascoli è particolarmente sensibile alle dinamiche dell´economia locale – ha spiegato il Comm. Enio Gibellieri, Presidente della Camera di Commercio di Ascoli – come dimostra l´istituzione, molti anni or sono, della Borsa Merci e della Borsa Immobiliare, in grado di divulgare le reali quotazioni dei prodotti e degli immobili e che rappresenta una forma di tutela utile a rendere trasparente l´intera filiera e, dunque, più consapevole il consumatore». .  
   
   
ANTIMOBBING: APERTURA PUNTO DI ASCOLTO DELLA PROVINCIA DI PORDENONE  
 
Pordenone, 25 febbraio 2008 - Da giovedì 21 il Punto di Ascolto Antimobbing della Provincia di Pordenone che ha sede presso i locali di Villa Carinzia, in Viale Martelli 51 a Pordenone, dedicato alle lavoratrici ed ai lavoratori che si ritengono colpiti da azioni di "mobbing", sarà aperto nelle seguenti giornate: Lunedi´ 9. 00 -13. 00 ; Giovedi´ 12. 00 -- 18. 00; Venerdi´ 9. 00 -- 13. 00. . .  
   
   
LA TOSCANA ANTI-USURA PUNTA ANCHE SUL TEATRO SOCIALE FILM,! TEATRO E LIBRI. SI PARTE LUNEDÌ 25 FEBBRAIO AL TEATRO DELLA PERGOLA  
 
 Firenze, 25 febbraio 2008 - “Per evitare che il sovraindebitamento diventi un problema sociale, è necessario promuovere campagne per l’educazione all’uso responsabile del denaro”. Si muove da questa premessa – una frase di Lelio Grossi, presidente Fondazione toscana per la prevenzione dell’usura – il progetto “Vivere a rate – Famiglie a rischio di usura” lanciato da Regione Toscana, con il patrocinio del ministero della Pubblica Istruzione, e curato dalla Compagnia Teatri d’Imbarco in collaborazione con Mediateca Regionale Toscana e con la stessa Fondazione antiusura, operativa dal 2005 su input delle Misericordie. Inserito nel progetto regionale “Teatro Sociale”, “Vivere a rate” consiste in un pacchetto unico di ! proposte che saranno presentate a Firenze e successivamente in! altre 2 0 località toscane dove la Fondazione antiusura è presente con i suoi Centri d’Ascolto (in ordine alfabetico: Arezzo, Borgo San Lorenzo, Bucine, Buti, Cascina, Empoli, Figline Valdarno, Massa, Montepulciano, Montevarchi, Pisa, Pistoia, Poggibonsi, Pontassieve, Pontedera, Prato, San Casciano in Val di Pesa, San Giovanni Valdarno, Santa Croce sull’Arno, Siena). La partenza è prevista lunedì 25 febbraio al Teatro della Pergola di Firenze (inizio ore 15,30 con la proiezione di un film seguita da un dibattito e, alle 21, da uno spettacolo teatrale). Il tour a giro per la Toscana si svolgerà entro dicembre e sarà caratterizzato dallo stesso programma presentato alla Pergola: il film (“Vite strozzate” di Ricky Tognazzi con Luca Zingaretti e Sabrina Ferilli. Un film verità sul mondo sommerso dell’usura, visto dagli occhi delle vittime); il dibattito sul tema dei “Debiti familiari” (! con esperti di settore, vittime dell’usura, rappresentanti di istituti bancari, operatori locali dei Centri di Ascolto antiusura messi in piedi dalle Misericordie); lo spettacolo teatrale (“Un matrimonio quasi felice” di Nicola Zavagli con Beatrice Visibelli, Giovani Esposito e gli attori della compagnia Teatri d’Imbarco. Una commedia in due atti che analizza gli effetti distruttivi all’interno di una famiglia quando si scopre la situazione debitoria del padre). Sarà anche diffuso gratuitamente un volume (“Vita a credito”) con materiale sulla prevenzione dell’usura e sull’educazione alla legalità. Fra i risultati attesi – sottolineano alla vicepresidenza e all’assessorato alla cultura della Regione – è ritenuto fondamentale quello legato alla promozione di una sempre maggiore cultura della legalità fra i giovani. Ma si tratta anche di rendere sensibili le famiglie sul te! ma del sovraindebitamento: frontiera allarmante perché ! sono sem pre più numerose le persone, anche del ceto medio e anche in Toscana, che non riescono a far fronte ai debiti contratti. Nutrito il pacchetto delle forze, istituzionali e sociali, associate nel progetto: oltre alla Regione, le Province (Firenze, Pisa, Arezzo, Prato, Siena, Pistoia, Massa Carrara) e la Prefettura di Firenze ma anche soggetti del mondo scolastico (Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Università di Siena) e sociale (Libera, associazione Vittime di via dei Georgofili, Legacoop, Caritas, Arci, Fondo Etico e Sociale delle Piagge, Federconsumatori, Centro Documentazione cultura della Legalità). Fra gli sponsor anche il consorzio Toscana Costruttori, sindacati e – oltre a Banca Etica – anche una Banca di Credito Cooperativo: quella del Chianti Fiorentino. .  
   
   
SI CHIUDE A PISA LA CONFERENZA EUROPEA DELLE ELETTE REGIONALI E LOCALI PARITÀ TRA DONNE E UOMINI: LA TOSCANA SI CONFRONTA CON L’EUROPA! L’ASSESSORE ALLE PARI OPPORTUNITÀ HA PORTATO ESPERIENZE E PROPOSTE  
 
Firenze, 25 Febbraio 2008 Un patto tra Regione, enti locali, sindacati, associazioni di categoria, soggetti privati, per attivare finanziamenti a sostegno di nuovi progetti per la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Quella del ‘Patto territoriale di genere’ è una delle iniziative di imminente realizzazione da parte della Regione, che l’assessore alle pari opportunità della Toscana ha portato oggi a Pisa, alla seconda giornata della Conferenza europea delle elette locali e regionali. L’incontro, dal titolo “Azioni locali per l’uguaglianza”, era la conferenza finale del progetto “Attuazione della Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale”, ed era promosso dal Consigl! io dei Comuni e delle Regioni d’Europa, con il sostegno ! della Co mmissione Europea, e in collaborazione con l’Aiccre (Associazione Italiana per il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), la Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Pisa. La Regione Toscana ha seguito con interesse la Carta europea, fin dalla sua ‘presentazione’ a Rio nell’Elba, il 3 giugno 2006. Ad oggi, in Toscana, sono 249 gli enti che hanno già ratificato la Carta: 10 Province, 5 Comunità montane, 233 Comuni, più la Regione, che l’ha sottoscritta il 19 settembre 2006. Tutti gli enti che aderiscono alla Carta si impegnano a realizzare concretamente piani di azione per la parità a tutti i livelli - politico, economico, sociale e culturale -, entro due anni dalla sottoscrizione. Anche in Toscana il gender gap è ancora molto forte nell’ambito del lavoro e della posizione delle donne nel mondo dell’economia: le donne sono più scolarizzate degli uomini, l&rsqu! o;occupazione femminile è aumentata (55%, una percentuale più alta della media italiana del 46%, ma ancora lontana dal traguardo di Lisbona: 60% entro il 2010), però le donne restano sempre più esposte degli uomini alla disoccupazione. All’incontro di stamani, l’assessore alle pari opportunità della Regione ha illustrato il percorso intrapreso dalla Toscana per l’attuazione delle politiche di gender mainstreaming. Le iniziative già realizzate, come gli Stati Generali delle Pari Opportunità riuniti nel novembre 2006; le delibere che prevedono il trasferimento di risorse specifiche per le pari opportunità e le politiche di genere; il Tavolo di lavoro permanente del governo regionale per contrastare ed eliminare la violenza su donne e bambini, istituito sempre nel novembre 2006; l’approvazione, da parte del Consiglio Regionale, della Legge regionale contro la violenza di genere, nel novembre 2! 007; la realizzazione del video “Tempi di vita e di lavo! ro: la c onciliazione difficile”, presentato nel dicembre 2007, che verrà distribuito a Comuni, Province, scuole medie e istituti superiori, Università, associazioni di categoria. E quelle di prossima realizzazione: come, appunto, i Patti territoriali di genere, accordi tra amministrazioni locali, sindacati, associazioni di categoria, privati, per individuare, progettare e realizzare azioni volte a favorire la conciliazione vita-lavoro. E come la legge sulla cittadinanza di genere, alla quale gli uffici dell’assessorato stanno lavorando, e che dovrebbe giungere all’approvazione entro il 2008. .  
   
   
A VICENZA IL PRIMO PORTALE WEB DEDICATO ALLE MAMME  
 
Vicenza, 25 febbraio 2008 - Un sito web per venire incontro a tutte quelle che possono essere le esigenze di una mamma: dalle informazioni utili per tutto quello che riguarda la gravidanza, ai servizi per l’infanzia sul territorio, fino alle norme e alle opportunità in materia di lavoro e formazione. Vi si accede digitando www. Infomamma. Vi. It ed è stato realizzato dal comune di Vicenza grazie al sostegno finanziario della Regione. L’iniziativa è stata presentata il 22 febbraio a Vicenza dall’assessore comunale all’istruzione e alle politiche giovanili Arrigo Abalti e dall’assessore regionale alle pari opportunità Isi Coppola. E’ il primo esempio nel suo genere nel Veneto ed è – ha sottolineato Abalti – strettamente legato al tema delle pari opportunità. Dando attuazione alla filosofia di fondo che è quella di consentire un accesso diretto e immediato ai servizi e alle informazioni, Abalti ha affermato che questo progetto rappresenta una delle operazioni più innovative messe in campo da una pubblica amministrazione. Il portale, tra l’altro, riporta la mappa di tutta la rete degli asili nido e delle scuole materne di Vicenza, consentendo l’iscrizione e anche il calcolo delle rette scolastiche. L’assessore Coppola ha condiviso la convinzione dell’amministrazione comunale di Vicenza che “sarà un progetto che farà scuola, perché in nessun’altra città questo tema è stato approfondito finora in maniera così completa”. L’assessore ha ricordato che questo progetto affronta con soluzioni tangibili il problema della conciliazione dei tempi del lavoro e della vita familiare. La Regione – ha aggiunto – nell’ultima finanziaria, oltre all’attenzione per la costruzione di nuovi asili nido, si è fatta carico di una quota anche per sgravare le famiglie dei costi delle rette, aumentando la dotazione finanziaria di 5 milioni di euro. “Se vogliamo continuare a credere nella centralità della famiglia – ha aggiunto – è essenziale che i servizi incrocino quelle che sono le effettive necessità”. L’assessore ha sottolineato che il comune di Vicenza si distingue nel panorama regionale anche per la flessibilità degli orari degli asili nido, suddivisi in fasce, che le mamme possono scegliere in base alle proprie esigenze. In conclusione, l’assessore ha sostenuto che sul territorio veneto si è passati alla seconda fase delle pari opportunità, quella della concretezza delle risposte ai problemi che comprende anche la crescita di una rete diffusa di servizi erogati alla famiglia e in particolare all’universo femminile. .  
   
   
ALBO ASSOCIAZIONI FEMMINILI PUGLIESI: LE MODALITÀ PER L´ISCRIZIONE  
 
Bari, 25 febbraio 2008 - Arriva l’albo delle associazioni e dei movimenti femminili pugliesi, tenuto dall’Assessorato alla Solidarietà. E’ stata infatti pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione Puglia n. 27 del 19 febbraio 2008 la delibera di Giunta Regionale che istituisce l’Albo regionale delle associazioni e dei movimenti femminili e delle cooperative non profit di genere e definisce i criteri per la formazione dell’albo e modalità di iscrizione. L’iscrizione dell’Associazione rappresenta una opportunità per instaurare un flusso di comunicazione stabile e continuativa tra le iniziative regionali e quelle promosse a livello locale e poter cogliere le opportunità che la Regione offrirà per la partecipazione a progetti e ad eventi dedicati alle politiche di genere. In particolare, le associazioni iscritte all’Albo Regionale saranno convocate con scadenza almeno annuale per condividere il programma di lavoro del Centro Risorse Regionale per le Donne, l’organismo istituito dalla l. R. 7/07 che raccoglie tutte le istituzioni regionali di parità. L’albo costituisce un formidabile strumento di conoscenza delle tante esperienze locali che operano con efficacia sul proprio territorio, favorendo lo scambio di buone prassi e consolidando la rete interistituzionale che l’Assessorato alla Solidarietà ha iniziato a intrecciare già da due anni per rafforzare il percorso verso le valorizzazioni delle differenze di genere e verso una maggiore equità nei diritti di tutte e tutti. Previsto per la prima volta in Puglia dalla legge “Norme per le politiche di genere e i servizi per la conciliazione vita – lavoro in Puglia” l’Albo è tenuto presso il Settore Sistema Integrato Servizi Sociali dell’Assessorato alla Solidarietà della Regione Puglia. Queste le modalità di iscrizione: Possono iscriversi all’albo: le associazioni, i movimenti e le organizzazioni femminili e le cooperative non profit di genere, aventi sede operativa nel territorio pugliese. Le sedi periferiche di associazioni regionali non sono tenute a presentare la domanda di iscrizione, tranne nel caso in cui posseggano autonomia gestionale e funzionale. Requisito d’iscrizione è, dunque, il possesso di statuto e/o atto costitutivo che prevedano attività finalizzate a contribuire all’effettiva attuazione del principio di parità e di pari opportunità tra uomo e donna, diffondendone i principi, promuovendo e valorizzando la condizione femminile. Le iscrizioni avverranno annualmente, previa pubblicazione di un bando regionale. Per l’anno 2008 si accetteranno le domande di iscrizione che perverranno al Settore - esclusivamente con raccomandata A. R. O con corriere autorizzato - entro il 60° giorno dalla pubblicazione sul Burp della delibera di istituzione, all’Ufficio Terzo Settore, che curerà l’accertamento dei requisiti e della documentazione. La domanda di iscrizione deve essere redatta per iscritto in carta semplice, utilizzando il modello allegato alla Dgr n. 67/08, debitamente firmata dal rappresentante legale dell’associazione o movimento od organizzazione e alla domanda si devono allegare, a pena di esclusione: - copia dell’atto costitutivo e/o dello statuto o degli accordi tra le associate e/o fondatrici per la disciplina del coordinamento interno così come prescritto dall’art. 36 del codice civile; - una breve relazione sulle attività prevalenti dell’associazione, accompagnato dall’eventuale ultimo rendiconto consuntivo approvato; - elenco nominativo dei soggetti che ricoprono le cariche associative con l’indicazione dell’indirizzo presso cui è depositato l’elenco nominativo degli associati e del numero di codice fiscale dell’associazione. Al termine dell’accertamento dei requisiti delle domande pervenute, il Settore Sistema Integrato Servizi Sociali disporrà la pubblicazione sul Burp dell’elenco delle Associazioni iscritte. .  
   
   
OGGI A CATANZARO, INCONTRO CON LE ASSOCIAZIONI FEMMINILE IN MATERIA DI PARI OPPORTUNITÀ E POLITICHE DI GENERE  
 
Catanzaro, 25 febbraio 2008 – Oggi prossimo, alle ore 11, presieduto dalla consigliera di Parità Maria Stella Ciarletta, si riunirà, nell’ufficio di Catanzaro, il Tavolo tematico di lavoro con le associazioni femminili iscritte all’albo regionale in materia Pari opportunità e politiche di genere. “Su delega del presidente Agazio Loiero - ha detto Stella Ciarletta -, nel quadro dell’anno europeo per le Pari opportunità, abbiamo inteso promuovere la divulgazione e l’adozione da parte delle amministrazioni pubbliche locali della “Carta europea per l’uguaglianza e le parità delle donne e degli uomini nella vita locale” elaborata dall´Aiccre, sezione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni europee”. Secondo la consigliere Ciarletta “l’adozione di questo documento da parte delle amministrazioni locali, rappresenta una affermazione esplicita in materia di parità tra uomini e donne”. Pertanto, è stato elaborato un piano d´intervento per le Pari opportunità in Calabria, presentato ufficialmente lo scorso ottobre 2007. Dopodiché, alla presenza della vicepresidente dell’Aiccre, Maria Teresa Coppogavazzi, la Regione ha sottoscritto la “Carta europea per l´uguaglianza e le parità delle donne e degli uomini nella vita locale”. “Un atto - ha evidenziato Stella Ciarletta - che ha rappresentato un momento di avvio di un percorso partecipato, avente come tappa finale l’elaborazione di un progetto di legge regionale in materia di politiche di genere. Perciò, ritenendo che tale percorso debba essere condotto in maniera da assicurare che i principi che ispirano il documento vengano pienamente recepiti e concretamente applicati in tutti i settori della società, abbiamo già tenuto una serie di incontri preliminari con le amministrazioni pubbliche locali e i soggetti del partenariato economico e sociale e, il prossimo, con le associazioni femminili”. .  
   
   
CONVEGNO NAZIONALE SULL´AFFIDO IN PIEMONTE PIU´ DI 2.600 BIMBI AFFIDATI, AUMENTANO I MINORI STRANIERI  
 
Torino, 25 febbraio 2008 - Oltre 800 iscritti, provenienti da tutta Italia, partecipano, oggi e domani a Torino, presso il Centro Congressi del Lingotto, al convegno nazionale “Affido: legàmi per crescere”, organizzato dalla Regione Piemonte a 25 anni dall’approvazione della legge 184/1983 (modificata dalla legge 149/01), che ha istituito l’affido familiare. Grazie all’affido, migliaia di bambini hanno potuto beneficiare di uno strumento di sostegno che ha permesso loro di non spezzare il legame affettivo con i genitori naturali e di rientrare, superato il momento di difficoltà, nella propria casa. Secondo le ultime rilevazioni, sono 12. 500 i minori in affido residenziale in Italia e 2. 600 in Piemonte (compresi gli affidi diurni, a rischio giuridico e in comunità di tipo familiare). Rispetto al passato, crescono gli affidi consensuali, diminuiscono i minori in comunità e aumenta il numero di bimbi stranieri. All’affidamento residenziale si affiancano sempre più nuove forme di aiuto, come il sostegno limitato alle ore diurne o l’affido di una famiglia ad un’altra famiglia. Per fare il punto sullo stato dell’arte, la Regione Piemonte - una delle più attive in Italia nelle politiche per i minori, anche sotto l’aspetto economico - ha invitato esperti, operatori e associazioni delle famiglie affidatarie a raccontarsi e confrontarsi per rilanciare e promuovere lo strumento dell’affido, rivalutarne appieno le potenzialità e condividerne le criticità ancora aperte. Per supportare e completare questo viaggio a 360°, la Regione ha inoltre chiesto agli enti pubblici e alle associazioni di tutta Italia di fornire il materiale realizzato in occasione delle rispettive campagne di promozione dell’affido: video, spot, manifesti, dépliant, bibliografie, atti di convegni e volumi che sono confluiti nel dvd Galleria della Comunicazione sull’Affido familiare e, in parte, nella mostra allestita a margine del convegno. E’ stato così possibile dare vita a un’occasione inedita per riflettere, anche con l’ausilio delle immagini, su come siano cambiati nel tempo il linguaggio e la percezione sociale dell’affidamento familiare. «La Regione Piemonte – afferma l’assessore regionale al Welfare, Teresa Angela Migliasso – ha da sempre prestato particolare attenzione alla condizione dei minori e delle famiglie in difficoltà, attraverso azioni mirate e concrete di monitoraggio e la definizione di strategie, risorse e progetti di sostegno. Si è così arrivati a una significativa diminuzione del numero di minori presenti nelle comunità educative e socio assistenziali: dai 5. 000 bambini rilevati all’inizio degli anni Ottanta ai circa 1. 100 di oggi. In questo contesto, il convegno di Torino ha l’ambizione di fare da volano su tutto il territorio nazionale per lo sviluppo di politiche ed interventi efficaci ed innovativi a favore dei bambini e delle bambine in difficoltà e delle loro famiglie. Non è quindi un punto di arrivo, ma un’occasione da cui ripartire». .  
   
   
WORKSHOP ENEA “IL RANKING DELL’EFFICIENZA ENERGETICA NELL’EUROPA DEI 15. QUALE POSIZIONE PER L’ITALIA?”  
 
 Roma, 25 febbraio 2008 - Di seguito il programma relativo al Workshop che si tiene oggi presso la sede Enea di Roma per la presentazione del "Ranking" dell´efficienza energetica in Italia e nell´Europa a 15. Il Wec illustrerà il Rapporto (già presentato a gennaio a Londra) sui trend e sulle politiche di efficienza energetica in oltre 70 Paesi del mondo (che coprono oltre l´80% dei consumi globali di energia). Con "Il Rapporto sull´Europa a 15" , Ademe e Enea hanno realizzato un´analisi comparata fra i diversi paesi europei per valutare le differenze di impiego dell’energia, ovvero le differenze tra le efficienze energetiche e le rispettive tendenze, ai fini di definire nuovi obiettivi e misure per ciascuno degli Stati Membri dell´Unione Europea per favorire le capacità di un loro miglioramento nell´ambito di una crescente omogeneizzazione europea. L’efficienza energetica è un impegno che tutti i Paesi devono perseguire, per il raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto. In quest’ottica, è necessario assicurare un monitoraggio continuo del livello di efficienza energetica in modo da valutare i progressi e l’effettiva corrispondenza delle misure adottate al raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Il World Energy Council e Ademe, insieme, hanno di recente presentato uno studio riguardante le politiche e le misure di efficienza energetica adottate a livello Mondiale in più di 70 paesi. Sulla stessa tematica la Comunità Europea ha in corso dal 1993 un progetto, coordinato da Ademe, che coinvolge i Paesi membri (Unione Europea a 15 più la Norvegia prima, ora Unione Europea a 27), per la creazione e gestione del database di indicatori di efficienza energetico-ambientali Odyssee elaborati per tutti i settori di impiego. L’enea, per l’Italia, partecipa al progetto fin dal suo avvio. Gli indicatori sono costruiti secondo una metodologia comune per tutti i Paesi sia nella fase di raccolta dati che di elaborazione, in modo tale che siano possibili i confronti. Il Workshop intende fornire un contributo di conoscenza all’evoluzione dell’efficienza energetica del nostro Paese all’interno del contesto europeo. Programma 09:15 Registrazione partecipanti 09:30 Introduzioni Luigi Paganetto Presidente Enea; 9:45 Gilberto Callera Presidente Wec Italia; 10:00 Rapporteurs Didier Bosseboeuf Ademe, Emidio D’angelo Enea; 10:30 Tavola Rotonda modera: Lucia Pozzi “Il Messaggero”: Stefano Alaimo Gestore Mercato Elettrico; Massimo Beccarello Direttore Public Utilities Confindustria; Gianfranco Bologna Direttore Sostenibilità Wwf Italia; Flavio Cattaneo Amministratore Delegato Terna Spa; Tullio Fanelli Commissario Autorità per l’Energia elettrica e il Gas; Massimo Gallanti Responsabile Dipartimento Economia Sistemi Elettrici Cesi Ricerca; Mario Gamberale Amministratore Delegato Azzeroco2; Paolo Landi Segretario Generale Adiconsum; Ermete Realacci Presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati; Sara Romano Direttore Generale Energia e Risorse Minerarie Ministero dello Sviluppo Economico; Gianni Silvestrini Direttore Scientifico Kyoto Club; Giuseppe Tripoli Segretario Generale Unioncamere; Gianfranco Viesti Presidente Agenzia Regionale Tecnologia Innovazione. 12:30 Dibattito; 12:45 Conclusioni Filippo Bubbico Sottosegretario di Stato Ministero dello Sviluppo Economico. .  
   
   
ROMA: UNA SVOLTA INNOVATIVA ALL´UFFICIO POLITICHE ABITATIVE ALL´INSEGNA DELLA TRASPARENZA E DELLA SEMPLIFICAZIONE  
 
Roma, 25 febbraio 2008 - Semplicemente digitando il numero 48 27 01, sul proprio cellulare i cittadini potranno conoscere in pochi secondi la loro posizione nelle graduatorie del bando generale, del contributo economico per l’affitto, delle sanatorie delle case popolari. Per la prima volta una amministrazione comunale dà così un segnale di grande trasparenza soprattutto in un settore delicato come la casa, consentendo al cittadino di avere al proprio servizio uno sportello aperto 24 h su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni l´anno (… anche la notte di Natale) con il semplice uso del proprio cellulare, evitando gli affollamenti e le lunghe attese agli sportelli degli Urp . La soluzione che abbiamo messo a punto, in collaborazione con i gestori di rete telefonica mobile ( fatta eccezione per Vodafone che non ha aderito), è facilmente replicabile per tutti gli altri servizi e consente al cittadino di inviare ad un numero telefonico un Sms con i propri dati anagrafici al costo di 0,50 centesimi di euro a carico dell’utente da addebitarsi solo in caso di risposta utile. Il sistema, nel momento della ricezione del messaggio Sms, effettua una ricerca nelle banche dati dell´Ufficio per le Politiche Abitative, e restituisce, sempre tramite Sms, le eventuali informazione trovate. Tutto questo in tempo reale, ovvero nel tempo minimo necessario al reperimento e scambio delle informazioni, con una potenzialità di risposta di oltre tremila sms al minuto. Il servizio ad oggi è stato predisposto per prevedere l´interrogazione sulle graduatorie in vigore riguardante la casa. Ad esempio inviando un Sms con il testo: Roma Alloggi Mario Rossi 29121953 il signor Mario Rossi riceverà il seguente messaggio di ritorno: La domanda al bando casa del signor Mario Rossi, nato il 29 dicembre 1953 è ammissibile. La sua posizione in graduatoria è: 10 ovvero (in caso di esito non positivo) La domanda al bando casa del signor Mario Rossi, nato il 29 dicembre 1953 non è ammissibile per il seguente/i motivo/i: non risulta residente nel Comune di Roma .  
   
   
CASA, PRESIDIO SUNIA. VERGA: "DISPONIBILI A DIALOGO CON SINDACATI"  
 
Milano, 25 febbraio 2008 - “Il Comune di Milano partecipa al tavolo di lavoro e di approfondimento promosso dall’Anci che ha lo scopo di aprire un confronto fra i Comuni e la Regione Lombardia sull’applicazione della Legge regionale 8/11/2007, n. 27, che riguarda anche il tema della decadenza. Alla Regione è già chiesto lo slittamento del termine di applicazione della nuova normativa all’1° luglio 2008, in maniera tale da avere più tempo per una migliore valutazione complessiva degli incrementi economici derivanti dalla sua applicazione”. Così si è espresso l’assessore alla Casa Gianni Verga riferendosi al presidio delle rappresentanze sindacali organizzato oggi davanti a Palazzo Marino. “L’amministrazione comunale – ha proseguito Verga - ha ritenuto inoltre opportuno chiudere la raccolta dei dati ‘anagrafe utenza 2007’ al 31 marzo 2008, per agevolare gli inquilini nella compilazione della modulistica che, per la prima volta, riguarda anche ad aspetti patrimoniali e non solo reddituali”. L’entrata in vigore della legge regionale, in coincidenza con le richieste di conguaglio sugli oneri accessori relativi alle annualità pregresse, sta impegnando l’Amministrazione comunale a valutare, non solo politicamente ma anche sotto l’aspetto tecnico, iniziative che mirano a ridurne l’impatto sull’utenza. Proprio a questo scopo, la stessa legge istituisce il “contributo di solidarietà” per gli assegnatari in difficoltà nel pagamento dei canoni di locazione e dei servizi. La Direzione centrale Casa sta lavorando con la Direzione centrale Aree Cittadine e Consigli di Zona per la costituzione di un fondo “ad hoc” e di un’apposita Commissione (prevista dalla norma regionale), che avrà il compito di definire le modalità e i criteri per l’erogazione del contributo di sostegno. Sono inoltre in corso iniziative con la Direzione centrale Famiglia, Scuola e Politiche sociali per individuare nuove misure di aiuto a favore delle fasce più deboli. Per far fronte alle domande degli iscritti nelle graduatorie di assegnazione Erp, il Comune ha sensibilmente aumentato il numero degli appartamenti annualmente disponibili incrementando le risorse economiche necessarie per i lavori di sistemazione degli alloggi prima delle nuove locazioni. A ciò si aggiunge l’impegno dell’Amministrazione a incrementare il proprio patrimonio abitativo con nuove acquisizioni, recuperi e costruzioni. Data la complessità del fenomeno dell’abusivismo, che in molti casi è un sintomo di un forte disagio sociale, la Commissione consiliare Casa e Demanio ha istituito la “Sottocommissione occupazioni abusive” con l’obiettivo di elaborare proposte per affrontare il problema nella legalità e nel rispetto del bisogno sociale. Per quanto riguarda la legittimità dei conguagli sugli oneri accessori relativi agli anni pregressi, l’assessore Verga ricorda che la richiesta si riferisce agli anni 2003, 2004 e 2005 ed è stata avanzata nel 2007 poiché i termini prescrittivi per quei periodi erano già stati interrotti con precedenti comunicazioni. Gli inquilini stanno ricevendo lettere di interruzione dei termini di prescrizione dei conguagli che verranno esposti in bolletta nel corso dei prossimi mesi. I rendiconti dei gestori del patrimonio Erp relativi a quelle annualità sono già stati certificati. Gli inquilini interessati potranno prendere visione della documentazione giustificativa degli oneri accessori presso le sedi delle società di gestione. “Sono disponibile – assicura Verga - a riflettere assieme ai sindacati al Tavolo di lavoro già attivo con l’Assessorato”. .  
   
   
EX CASERME E STRUTTURE MILITARI LIGURI, PRONTI I PIANI PER VALORIZZAZIONE E RIUTILIZZO INCONTRO DI CLAUDIO BURLANDO CON IL DIRETTORE DELL´ AGENZIA DEL DEMANIO ELISABETTA SPITZ  
 
 Genova, 25 novembre 2008 - Nuovo passo avanti per il recupero e il riutilizzo delle ex strutture militari in Liguria, prima regione italiana ad aver avviato un processo unitario con l´Agenzia del Demanio e gli enti locali del territorio. Oggi, a Genova, nel corso di un incontro con il presidente della giunta regionale Claudio Burlando e il direttore dell´Agenzia del Demanio Elisabetta Spitz e l´assessore ai Lavori Pubblici Bianca Maria Berruti, la Regione Liguria ha consegnato all´Agenzia del Demanio gli indirizzi -il cosiddetto "Quadro delle suscettività d´uso e delle compatibilità urbanistiche e ambientali"- che dovranno guidare le future ipotesi di valorizzazione dei beni demaniali ex militari compresi nel Programma Unitario di Valorizzazione della Liguria (Puv ). Sempre oggi ,l´ Agenzia del Demanio, con la sottoscrizione di un contratto, ha affidato lo studio di fattibilità al gruppo Rti- Ati Scenari Immobiliari composto da Studio Viziano, Studio Leone-torrani e Words. Le trasformazioni in spazi di interesse sociale, espositivi, commerciali, culturale dei siti da valorizzare riguardano diversi comuni liguri. In provincia di Imperia i siti sono: la Caserma Pellizzari di Vallecrosia, la caserma Revelli di Taggia, la caserma Camandone di Diano Castello, il Sistema dei Forti del Colle di Nava, nel comune di Pornassio. Nel Savonese, i beni destinati a rientrare nel piano di sviluppo e riqualificazione del territorio sono: la caserma Turinetto , la caserma Piave di Albenga, il deposito munizioni Terra Coniglio di Alberga, il poligono Tsn di Albenga e Cisano sul Neva, il sistema dei forti del Passo del Giovo, nei comuni di Pontinvrea, Sassello e Stella. Tre le strutture del Genovesato, tutte nel capoluogo: il Forte Castellaccio, la caserma Gavoglio e la caserma Pilo. Nello Spezzino l´elenco comprende la Batteria Valdilocchi e la caserma Gandolfo alla Spezia, l´ex batteria Forte Bastia e Buon Viaggio di Vezzano Ligure, il Forte Pianelloni di Porto Venere. Con gli indirizzi sulle future trasformazioni i comuni e le Province sedi degli immobili potranno delineare la riutilizzazione dei diversi siti in modo condiviso e legato alle necessità e ai bisogni dei territori e delle comunità locali. Il "quadro" è il frutto di un´intensa fase di confronto, durata circa tre mesi, che ha visto la Regione Liguria coordinare tutti e i comuni interessati e le quattro Province. Risultato: uno schema di riferimento che ha la funzione di orientare non solo le decisioni di trasformazione o modificazione urbanistica delle aree ricomprese nel Puv Liguria, ma anche quella di costituire la base per agevolare la futura cooperazione tra tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, in modo da favorirne la mobilitazione per centrare gli obiettivi prefissati. .  
   
   
STRABAG ENTRA NEL MERCATO ALBANESE COSTRUZIONI  
 
Tirana, 25 febbraio 2008 - Il gruppo edile austriaco Strabag è entrato nel mercato albanese delle costruzioni. Lo afferma l´Ice. La società Strabag ha infatti annunciato di aver acquisito il 51 per cento della concorrente Trema Engineering, che impiega 230 collaboratori. .  
   
   
FONDO AFFITTI: SONO STATE 45MILA LE FAMIGLIE PUGLIESI AD USUFRUIRE DI CONTRIBUTI  
 
Bari, 25 febbraio 2008 - Nel corso della conferenza stampa svoltasi il 22 febbraio l´assessore Barbanente ha illustrato gli sforzi della Regione per incentivare , con la premialità, i Comuni alla coopartecipazione per venire incontro sempre di più e sempre meglio, alle esigenze delle fasce pòiù deboli Fondo Nazionale per il Sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione. Nel corso della prevista conferenza stampa, l’assessore all’assetto del territorio, Angela Barbanente, ha illustrato la delibera approvata dalla Giunta regionale nella seduta del 12 scorso, relativamente all’individuazione dei Comuni che hanno ottenuto della premialità , per l’anno 2006, già prevista dalla delib. 1158/07, per aver concorso con propri fondi ad incrementare le risorse loro attribuite. Come si ricorderà, i fondi a disposizione della Regione per le finalità di legge ammontavano a € 39. 768. 709,10. Di questi, 24. 768. 709,10 euro erano costruiti dall’assegnazione del Ministero delle Infrastrutture e 15 milioni di euro dal cofinanziamento regionale. Con la delibera 1158/07, la Giunta, accogliendo la proposta dell’assessore Angela Barbanente, aveva ripartito € 32. 168. 709,00, accantonando la somma residua di € 7. 600. 000,10 per la premialità ai Comuni, in base all’art. 2, comma 1, del D. M. 7/6/99, stabilendo di dividere la somma in due parti, la prima di importo pari a 4 milioni di euro e la seconda pari a € 3. 600. 000,10. Per la prima quota, la premialiatà è stata quantificata calcolando l’incidenza dell’importo messo a disposizione da ciascun Comune sul totale delle somme comunali messe a disposizione e applicando la stessa incidenza all’ importo di 4 milioni accantonato. La somma non è comunque in nessun caso superiore al 20% del fabbisogno evidenziato dal Comune nel precedente anno 2005. La seconda quota di € 3. 600. 000,00 invece, è stata ripartita moltiplicando per 2 l’importo che ciascun Comune ha messo a disposizione. Qualora questa seconda premialità da attribuire ai Comuni superasse l’importo di 3. 600. 000,10, il fattore di moltiplicazione è stato ridotto in misura uguale a ciascun Comune: in nessun caso, il contributo dato ai Comuni ( delibera 1158/07 + premialità) poteva superare il fabbisogno comunale. .