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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 15 Aprile 2013 |
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STRASBURGO, FRA I TEMI DELLA SESSIONE DEL 15-18 APRILE 2013 DEL PARLAMENTO EUROPEO: BANCHE, BCE, CIPRO, GAS SERRA, UNGHERIA, AEROPORTI, CROAZIA |
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Strasburgo, 15 aprile 2013 - Riforma
del sistema bancario: voti su bonus bancari, capitale e prestiti -
Il Parlamento approverà un tetto per i bonus bancari, rafforzerà i
requisiti patrimoniali delle banche e renderà più facile la concessione, da
parte delle banche, di prestiti alle piccole imprese, in una votazione sul
pacchetto legislativo sulla riforma bancaria prevista per martedì.
Discussione della gestione delle crisi da parte della Bce con Mario
Draghi -
I deputati discuteranno le azioni intraprese in passato e le prospettive
per il futuro della Banca centrale europea con il suo presidente Mario Draghi,
martedì alle 15.00. I prestiti facilitati della Bce alle banche devono essere
subordinati alla garanzia che tali fondi siano poi prestati all´economia reale
e la stessa Bce deve diventare più trasparente e responsabile, dice un progetto
di risoluzione che sarà votato mercoledì.
Cipro: i deputati chiederanno ulteriori chiarimenti sul programma di
assistenza finanziaria
Mercoledì, i deputati interrogheranno il Commissario Olli Rehn e il
Ministro irlandese per gli Affari europei Lucinda Creighton sulla gestione del
recente programma di assistenza finanziaria a Cipro. Chiederanno anche chiarimenti
sull´importo effettivo del pacchetto di salvataggio e sul contributo di Cipro.
Gas serra: necessaria una "licenza di inquinare" più costosa?
I deputati discutono le modifiche alla Costituzione ungherese -
Il Parlamento discuterà delle riforme costituzionali in Ungheria con il
Consiglio e la Commissione, mercoledì, in seguito alla recente adozione di una
serie di emendamenti alla legge fondamentale ungherese da parte del Parlamento
di Budapest. La commissione libertà civili sta svolgendo una verifica sulla
conformità di tali modifiche al diritto comunitario.
Aeroporti: Pe in favore di un´ulteriore liberalizzazione dei servizi di
assistenza a terra -
Il Parlamento europeo si esprimerà martedì su una proposta di aprire i
servizi di assistenza dei principali aeroporti dell´Ue a una maggiore
concorrenza. La commissione trasporti ha votato a favore della liberalizzazione
dei servizi a terra e inserito standard minimi di qualità, nonché le misure per
la salvaguardia delle condizioni di lavoro.
Seguito Aeroporti: Pe In Favore Di Un´ulteriore Liberalizzazione Dei
Servizi Di Assistenza A Terra
Il primo ministro finlandese Katainen discuterà con i deputati europei
-
Martedì 16 aprile, il primo ministro della Finlandia Jyrki Katainen si
recherà in visita al Parlamento europeo a Strasburgo. Discuterà con i leader
dei gruppi politici sul futuro dell´Unione europea alle 10:30.
Seduta solenne con Michael D. Higgins, presidente dell´Irlanda -
Michael D. Higgins, presidente di Irlanda terrà un discorso ufficiale
ai deputati mercoledì a mezzogiorno. L´irlanda detiene attualmente la
presidenza di turno del Consiglio dell´Unione europea, fino alla fine di giugno
di quest´anno.
Come calcolare la popolazione di uno Stato membro?
Una nuova proposta legislativa che mira a stabilire regole comuni per
le statistiche demografiche nell´Ue sarà votata giovedì. I dati raccolti
costituiranno anche la base per il calcolo del voto a maggioranza qualificata
in seno al Consiglio e per alcuni finanziamenti europei.
Una valutazione del primo anno d´iniziativa dei cittadini -
Dal mese di aprile 2012, i cittadini dell´Unione europea possono
prendere parte alla costruzione politica dell´Ue attraverso l´iniziativa dei
cittadini. Giovedì, i deputati valuteranno con la Commissione le esperienze e i
problemi incontrati nel primo anno di vita di questo nuovo strumento, che
permette a un milione di cittadini provenienti da almeno sette paesi
dell´Unione europea di chiedere alla Commissione di proporre nuove leggi.
Fondo di globalizzazione Ue: aiuti ai lavoratori in Italia e Austria -
Circa € 13 milioni di aiuti europei del Fondo europeo di adeguamento
alla globalizzazione (Feg) saranno utilizzati per aiutare a trovare nuovi posti
di lavoro per 2.500 lavoratori in Italia e Austria che hanno perso il lavoro a
causa di fallimenti di imprese, se il Parlamento darà opinione favorevole
martedì.
Permessi di soggiorno Ue di breve durata per ucraini e moldavi -
Per i giornalisti, rappresentanti della società civile, delle Ong e
giovani provenienti da Moldova e Ucraina diventerebbe più facile ottenere visti
turistici di breve durata per i viaggi nell´Ue, se il Parlamento approverà due
accordi sulle procedure di visto in votazione mercoledì e giovedì.
Il Parlamento dirà se la Croazia è pronta a entrare nell´Ue a luglio -
I deputati mercoledì chiederanno agli ultimi due Stati membri che
devono ancora ratificare il trattato di adesione della Croazia, di procedere
senza indugio. In una risoluzione in votazione giovedì, l´ultima a essere
votata prima della data prevista d´ingresso della Croazia del 1° luglio, i
deputati diranno che il paese è pronto a diventare 28° Stato membro dell´Unione
europea. 12 deputati europei croati saranno eletti il 14 aprile.
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IL TUO CONTRIBUTO ALLA LEGISLAZIONE EUROPEA – L´INIZIATIVA DEI CITTADINI EUROPEI COMPIE UN ANNO |
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Bruxelles, 15 aprile 2013 - I
cittadini europei hanno a disposizione diversi strumenti per far sentire la
propria voce nell´Unione europea e presso le sue istituzioni, contribuendo così
al processo legislativo europeo. Ne menzioniamo solo alcuni: il diritto di
indirizzare una petizione al Parlamento europeo, quello di partecipare alle
consultazioni pubbliche o di rivolgersi al mediatore europeo (Ombudsman). Ma lo
strumento forse più innovativo e incisivo è l´iniziativa dei cittadini europei,
introdotta proprio un anno fa.
L´iniziativa dei cittadini, tra le principali novità introdotte dal
Trattato di Lisbona, è in pratica un´esortazione alla Commissione europea
affinché proponga un atto legislativo su temi per i quali l´Ue ha la competenza
di legiferare. L´iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di
cittadini europei in almeno 7 dei 27 Stati membri dell´Ue. Per ciascuno dei 7
paesi è inoltre richiesto un numero minimo di firme. Le norme e le procedure
che disciplinano questo nuovo strumento figurano in un regolamento adottato dal Parlamento europeo e dal
Consiglio dell´Unione europea nel febbraio 2011.
Da un anno i 500 milioni di europei possono dunque dire la loro su cosa
si dovrebbe fare per migliorare la vita nell’Unione. Si tratta di un modo
concreto e utile per far comprendere meglio l´importanza dei diritti garantiti
dall’Ue e della partecipazione degli individui a processi che li riguardano da
vicino. Questo strumento di partecipazione acquista ancora più importanza
nell´ambito dell´Anno europeo dei cittadini - che pone in primo piano il
dibattito sul futuro dell´Europa - e in vista delle elezioni per il Parlamento
europeo nel 2014.
Delle 14 iniziative registrate fino ad oggi, alcune riguardano aspetti
della vita quotidiana (ad esempio le tariffe della telefonia mobile in Europa o
il limite di 30 km/h nei centri urbani), mentre altre riguardano le azioni
dell’Ue in materia di clima.
Http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/welcome?lg=it
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RELAZIONI INDUSTRIALI: SI IRRIGIDISCE IL DIALOGO SOCIALE IN EUROPA |
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Bruxelles, 15 aprile 2013 - Da
una relazione pubblicata l’ 11 aprile dalla Commissione europea emerge che
l´attuale crisi economica compromette seriamente il dialogo tra i
rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro e i governi. La relazione
sottolinea che le riforme adottate recentemente dai governi non sono sempre
state accompagnate da un dialogo sociale efficace, con la conseguenza che in
Europa le relazioni industriali sono sempre più conflittuali.
László Andor, Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali
e l´inclusione, ha dichiarato: "Il dialogo sociale è soggetto a crescenti
pressioni nell´attuale contesto di calo della domanda macroeconomica, di
inasprimento fiscale e di tagli della spesa pubblica. Dobbiamo rafforzare il
ruolo delle parti sociali a tutti i livelli, se vogliamo uscire dalla crisi e
preservare i vantaggi del modello sociale europeo. Un dialogo sociale ben
strutturato è altresì indispensabile per rispondere alle sfide del cambiamento
demografico e per riuscire a migliorare le condizioni di lavoro e a rafforzare la
coesione sociale. Il dialogo sociale deve essere intensificato negli Stati
membri dell´Europa centrale e orientale, nei quali è attualmente molto più
debole."
È di cruciale importanza che i rappresentanti dei lavoratori e dei
datori di lavoro (parti sociali) partecipino all´elaborazione delle riforme
della pubblica amministrazione, dal momento che le soluzioni individuate
attraverso il dialogo sociale sono in genere più ampiamente accettate dai
cittadini, più facili da attuare nella pratica e meno atte a suscitare
conflitti. Accordi consensuali con l´intervento delle parti sociali
contribuiscono quindi a garantire la sostenibilità a lungo termine delle
riforme economiche e sociali - un dialogo sociale ben strutturato può
contribuire alla ripresa economica dell´Europa. Di fatto, i paesi con un
dialogo sociale consolidato e relazioni industriali forti sono generalmente
quelli in cui la situazione economica e sociale è più solida e meno soggetta a
pressioni. La relazione illustra in che modo i risultati del dialogo sociale in
Europa possono incidere concretamente sulla vita lavorativa dei cittadini, ad
esempio migliorandone le condizioni di lavoro e la salute e sicurezza sul luogo
di lavoro.
In considerazione dei tagli della spesa pubblica in numerosi Stati membri,
la relazione affronta i rapporti di lavoro nel settore pubblico:
amministrazione pubblica, istruzione e assistenza sanitaria. I governi hanno
ritenuto prioritario ristrutturare il settore pubblico puntando ad un aumento
dell’efficienza. In alcuni paesi questo processo è stato portato avanti secondo
un approccio equilibrato che suscita meno tensioni e lascia un margine per
individuare soluzioni collettive tra i sindacati e il settore pubblico. In
altri paesi, invece, il dialogo sociale è stato del tutto escluso dal processo
decisionale; di conseguenza, in molti Stati membri l´inasprimento fiscale e i
tagli alla spesa pubblica hanno generato un´ondata di vertenze di lavoro e
hanno messo in evidenza la natura contestata di alcune delle misure di riforma che
non sono passate al vaglio delle parti sociali.
Nella relazione sono state esaminate altre questioni, in particolare il
coinvolgimento delle parti sociali nella riforma del regime di disoccupazione e
pensionistico e nella transizione verso un´economia più sostenibile e meno
dipendente dai combustibili fossili. Mentre in paesi come il Belgio, la
Francia, i Paesi Bassi e la Spagna i sindacati hanno partecipato al processo di
riforma pensionistica, in altri il ruolo delle parti sociali è stato minimo, il
che ha generato conflitti. Per quanto riguarda il cambiamento climatico, la
relazione rileva che le attività delle parti sociali in questo settore si
intensificano e che il loro ruolo di sostegno all´agenda verde è sempre più
incisivo.
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RELAZIONI INDUSTRIALI: IL DIALOGO SOCIALE A DURA PROVA IN EUROPA, DICE NUOVO RAPPORTO - LE DOMANDE PIÙ FREQUENTI |
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Bruxelles, 15 aprile 2013 -
Che cosa è il "dialogo sociale"?
In generale, "dialogo sociale" si riferisce a
discussioni, consultazioni, negoziati e azioni congiunte che coinvolgono le
organizzazioni che rappresentano le parti sociali (datori di lavoro e
lavoratori). Può avvenire a tutti
i livelli (società, nazionale settoriale, regionale, europeo) e prendere la
forma di un dialogo bilaterale tra datore di lavoro e organizzazioni sindacali
o di un dialogo a tre che coinvolge le autorità pubbliche. A livello europeo, il dialogo sociale
bilaterale avviene a livello interprofessionale e nei comitati di dialogo sociale settoriale , mentre il Vertice sociale
trilaterale per la crescita e l´occupazione (che precede la Marcia e le
riunioni del Consiglio europeo di ottobre) è il principale forum di dialogo
tripartito (vedi Memo/13/224 ).
Quali sono stati i principali risultati del dialogo sociale
europeo nel corso degli ultimi due anni?
Le parti sociali a livello europeo hanno
raggiunto numerosi risultati tangibili nel corso degli ultimi due anni. Nel corso del 2012, quattro
comitati di dialogo sociale settoriale hanno concordato accordi vincolanti. Per due di questi, il tempo di
lavoro in fluviale e sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro dei
parrucchieri, le parti sociali hanno richiesto l´applicazione della
legislazione Ue, in conformità dell´articolo 155 del trattato sul funzionamento
dell´Unione europea (Tfue). La Commissione sta attualmente valutando le richieste. Le parti sociali in materia di
pesca marittima sono inoltre tenuti a chiedere l´attuazione legislativa volta è
finalizzato il loro accordo sul lavoro nella pesca. Il quarto accordo, sui
requisiti minimi per i contratti giocatore standard nel settore del calcio
professionistico, viene attuato autonomamente dalle parti sociali.
Oltre a questi accordi, le parti sociali
hanno adottato più di 70 progetti comuni riguardanti una vasta gamma di
argomenti. La crisi economica, la ristrutturazione, la crescita verde, le
condizioni di lavoro, e le competenze e le misure di formazione costituiva
l´obiettivo principale. Le parti sociali hanno continuato il loro lavoro sulla creazione
di capacità, soprattutto nei più recenti degli Stati membri.
L a lui prima riunione del comitato
per il dialogo appena creato europeo settoriale sociale per alimentare e delle
bevande ha avuto luogo anche nel 2012. Questo porta il numero dei
comitati a 41. L´industria alimentare e delle bevande era stato l´ultimo settore
industriale che non era coperto da un comitato di dialogo sociale europeo. Organizzazioni europee
settoriali delle parti sociali e la Commissione stanno lavorando sulla
creazione di altri tre comitati settoriali di dialogo sociale nello sport e per
il tempo libero attivo, i porti e l´industria grafica.
Quali sono le relazioni industriali in relazione l´Europa?
Le relazioni industriali in
Europa 2012 rapporto fornisce una panoramica dei recenti sviluppi nei rapporti
collettivi tra datori di lavoro, sindacati ed enti pubblici in tutta l´Ue. Il rapporto combina l´analisi
sia quantitativa che qualitativa e comprende contributi di alto profilo delle
relazioni industriali ricercatori europei. Esamina il dialogo e le
relazioni industriali sociali a vari livelli: locale, aziendale, regionale,
nazionale ed europeo. La Commissione ha pubblicato la relazione ogni due anni dal 2000.
L´edizione 2012 si concentra sul dialogo
sociale nella pubblica amministrazione, l´istruzione e la sanità e sulle
relazioni industriali in Europa centrale e orientale degli Stati membri
europei. Capitoli aggiuntivi riguardano il coinvolgimento delle parti
sociali nel processo di greening dell´economia e le riforme delle pensioni e
sussidi di disoccupazione. Il rapporto racconta anche i recenti sviluppi nel dialogo sociale
europeo e di diritto del lavoro europeo.
Quali sono gli ultimi sviluppi del dialogo sociale nel settore
pubblico?
La crisi economica e finanziaria ha messo
relazioni industriali nel settore pubblico sotto sforzo. I governi hanno preso di mira
il settore pubblico, che impiega circa un quarto della forza lavoro dell´Ue,
come un settore chiave per la regolazione, promozione della riallocazione a
favore di altri settori.Le misure hanno incluso tagli pagare, pagare blocca e
riduzioni di posti di lavoro, mentre in alcuni casi, queste misure comprendono
le riforme dei sistemi di contrattazione collettiva in cui sono stati visti come
una parte dei problemi da affrontare.
L´efficacia e l´efficienza della spesa
pubblica è stata oggetto di attento esame e il ruolo delle parti interessate,
come i sindacati del settore pubblico è stata contestata. In risposta alla crisi del
debito pubblico, l´approccio dei governi nazionali al settore pubblico è stato
quello di accelerare drasticamente e intensificare le riforme strutturali e le
modalità scelte per attuare le decisioni sono spesso esclusi dialogo sociale. Questo ha portato ad un dialogo
sociale più conflittuale in molti paesi.
Perché sono le relazioni industriali sempre più conflittuale, in
molti paesi, ma non in altri?
Ci sono due ragioni principali per cui i
conflitti industriali erano più diffusi in alcuni paesi e meno pronunciato in altri. In primo luogo, la crisi
economica e finanziaria ha colpito diversi Stati membri in modi molto diversi. I rapporti più conflittuali
possono essere trovati in generale in quei paesi che hanno implementato i
programmi di riforma più approfonditi a un ritmo molto veloce e senza un
effettivo dialogo sociale. Questo è stato il caso in alcuni dei paesi che beneficiano di un
programma di assistenza Ue-fmi, ma anche in diversi paesi dell´Europa centrale
e orientale, dove alcune riforme minato il consenso che è necessario per un
efficace coinvolgimento delle parti sociali nel processo di adattamento alla
cambiare.
In secondo luogo, come era già avvenuto
nella prima fase della crisi nel 2008-10, i paesi in cui il dialogo sociale è
una realtà consolidata e istituzioni relazioni industriali sono forti, sono
generalmente quelli in cui la situazione economica e sociale è più resistente e
sotto meno pressione. Questa situazione si riflette anche modelli storici o f relazioni industriali nei
singoli paesi. L´evidenza mostra che forti istituzioni delle relazioni
industriali e dialogo sociale ben strutturato in grado di produrre risultati
economici e sociali positivi e contribuire alla resilienza.
Quanti lavoratori del settore pubblico sono coperti da contratti
collettivi?
Le relazioni industriali nel settore pubblico sono caratterizzate
da differenze di status occupazionale, con alcuni lavoratori godendo possesso e
la vita lunga carriera, mentre il diritto di sciopero e contrattazione
collettiva può essere limitato. Tuttavia,
nel settore pubblico, la copertura della contrattazione collettiva è superiore
a quella del settore privato e del dialogo sociale è generalmente più
centralizzata.
Il tasso di copertura della contrattazione indica quanti
dipendenti sono coperti da contratti di lavoro collettivamente negoziati. Nella maggior parte degli Stati
membri, questo tasso è significativamente più alto per il pubblico rispetto ai
lavoratori del settore privato. Nella
Repubblica ceca, Slovacchia, Irlanda, Regno Unito e Cipro, la differenza tra la
copertura della contrattazione nel settore pubblico e l´intera economia è
particolarmente grande. In venti
Stati membri, almeno il 90% dei lavoratori del settore pubblico sono coperti da
un contratto collettivo. Al
contrario, tutta l´economia solo sei Stati membri hanno una copertura
altrettanto elevato contrattuale di circa il 90%: Belgio, Austria, Svezia,
Slovenia, Francia e Finlandia.
Il
motivo per cui la copertura della contrattazione collettiva è normalmente più
elevato nel settore pubblico in confronto con il dato nazionale è duplice. Primi pubbliche relazioni
industriali del settore sono più centralizzato rispetto ad altri settori dell´economia,
perché le autorità centrali dello Stato sono coinvolte nella contrattazione
collettiva e spesso preferiscono mantenere il controllo su questioni di lavoro
del settore pubblico per l´intero Paese. In secondo luogo, i datori di
lavoro pubblici sono stati storicamente più predisposti a riconoscere i sindacati come
partner nel regolare questioni occupazionali rispetto ai datori di lavoro del
settore privato.
Quanti sono sindacalizzati lavoratori del settore pubblico?
Densità sindacale è l´indicatore più comune di forza sindacale,
che indica la percentuale di lavoratori che sono membri di un sindacato. Il grafico qui sotto mostra
chiaramente che nella maggior parte degli Stati membri il settore pubblico è
più pesantemente sindacalizzati rispetto al resto dell´economia. Questo è in particolare il caso della
Grecia, dove la densità sindacato del settore pubblico è più di quattro volte
superiore al dato nazionale. Differenze
significative tra il settore pubblico e privato possono essere identificati anche
in Austria e Lussemburgo. Solo
nella Repubblica ceca, in Estonia e in Polonia è leggermente inferiore densità
sindacale nel settore pubblico che per tutta l´economia.
Mentre i sindacati rimarrà probabilmente più forte nel settore
pubblico che nel settore privato, in futuro, la combinazione di tendenze
demografiche con le politiche di austerità che portano ad una contrazione del
settore pubblico è in grado di ridurre ulteriormente la densità sindacale nel
settore dei servizi globali per i prossimi anni . Pertanto l´impatto della crisi sulle
relazioni industriali nel settore pubblico è grave, in particolare per i sindacati.
Qual è la situazione del dialogo sociale in Europa centrale e
orientale?
Industrial istituzioni e pratiche nei paesi
dell´Europa orientale (Peco) centrale e relazioni sono piuttosto eterogenei. Con l´eccezione notevole di
Slovenia, i Peco generalmente mancano le associazioni dei datori di lavoro
stabiliti ´, avere più deboli sindacati e una erosione più veloce di densità
sindacale, nessuna tradizione di bipartito contrattazione più datori di lavoro
collettivo, la copertura della contrattazione persistentemente bassa, e la
consultazione formale tripartito tra la parti sociali e il governo che in parte
sostituisce a livello di settore sistemi di contrattazione collettiva
sotto-sviluppati.
In alcuni di questi paesi, le risposte alle
crisi stanno generando relazioni industriali sempre più conflittuali. La relazione conclude che vi è
la necessità di rivitalizzare i sistemi nazionali di relazioni industriali e di
sostenere le loro azioni al fine di promuovere e ripristinare il consenso per
garantire la sostenibilità a lungo termine delle riforme economiche e sociali
in atto.
La debolezza del dialogo sociale nei Peco è evidenziato dal basso
grado di organizzazione dei datori di lavoro. I
tassi di densità di organizzazione dei datori di lavoro indicano la percentuale
dei datori di lavoro, ponderata per dimensione occupazionale, che sono membri
di una organizzazione rappresentativa.
Densità organizzazione datore di lavoro è strettamente legato al
tasso di copertura della contrattazione collettiva. Nell´ue-15, il 70% dei lavoratori sono
coperti da accordi negoziati, mentre nei Peco questa cifra è solo il 44%. La copertura contrattuale mostra anche
la diversità della regione con meno del 25% dei dipendenti coperti nei paesi
baltici, 35-45% tra i paesi del Gruppo di Visegrad (Repubblica ceca, Ungheria,
Polonia, Slovacchia) e in Bulgaria, e il 70% e più per la Romania e la
Slovenia.
Come hanno fatto i salari concordati collettivamente sviluppano
nella zona euro?
Secondo la Banca centrale europea (Bce) i
dati, nel corso del 2000 lo sviluppo globale dei salari collettivamente
concordate nell´area dell´euro è stato relativamente stabile, con aumenti solo
moderati. Mentre i tassi di crescita nominali variano tra il 2,1 e il 2,7
per cento, c´era solo un minimo aumento dei salari reali. L´anno 2008 è stato
eccezionale, con aumenti reali di sopra del 2%. Nel corso degli ultimi due anni
collettivamente salari effettivamente diminuiti in termini reali convenuto
quanto l´inflazione ha superato un modesto incremento dei salari.
Chart: Bce indicatore delle retribuzioni contrattuali per l´area
Euro, 2000-2012 (variazione percentuale annua)
Dietro a
questa immagine piuttosto stabile per il complesso dell´area dell´euro,
l´andamento dei salari nazionali mostrano alcune differenze significative. Nel periodo 2001-2010 l´aumento
delle retribuzioni nominali concordate collettivamente-variava tra il 23 per
cento in Germania e il 41 per cento in Spagna. Queste differenze sono molto
meno pronunciata rispetto in termini reali (con una differenza di soli 10 punti
percentuali). Con l´eccezione di Finlandia e Italia, l´andamento dei salari
reali erano al di sotto della crescita della produttività.
Come sono le parti sociali coinvolte nella prestazione di
disoccupazione e pensioni riforme del sistema?
Vi sono ampie differenze tra i sistemi pensionistici nazionali, ma
comuni a tutti sono questioni che circondano i vantaggi percepiti e gli
svantaggi di coinvolgimento delle parti sociali nella formulazione delle
politiche. Ci sono evidenti
vantaggi in incoraggiando le parti sociali di partecipare a riforma delle
pensioni, legati a garantire soluzioni sostenibili. Tuttavia, si teme che le parti sociali
possono non essere in grado di realizzare le riforme radicali che sono necessari
in alcuni casi.
Gli ultimi anni hanno visto importanti
opposizione ai piani di riforma delle pensioni, in particolare, per
l´innalzamento dell´età pensionabile, da parte dei sindacati in molti Stati
membri dell´Ue. Le organizzazioni dei datori di lavoro sono stati più favorevoli
delle riforme previdenziali. I sindacati in Belgio, Francia, Paesi Bassi e Spagna sono stati
coinvolti nel processo di riforma e sono riusciti a influenzare gli esiti
finali. Negli altri paesi, i sindacati o non erano state consultate, non
ha avuto un impatto sulle riforme o le trattative sono ancora in corso.
In che modo le parti sociali contribuiscono al greening
dell´economia?
Come parte della strategia Europa 2020 , l´Europa sta
lavorando per la transizione verso un´economia più sostenibile e meno
dipendente dai combustibili fossili. Coinvolgimento delle parti sociali in questa fase di transizione è
stata gradualmente aumentando, ma molto resta ancora molto da fare. Mentre alcune parti
sociali inizialmente erano critici del programma per la crescita verde,
l´approccio è diventato più favorevole e positivo. I sindacati, in
particolare, hanno sottolineato la necessità di una "giusta
transizione" che collega la sostenibilità ambientale e la giustizia
sociale. La
relazione conclude che il rafforzamento e la promozione delle attività delle
parti sociali a tutti i livelli (europeo, nazionale, settoriale, regionale e
aziendale) è cruciale per il successo della transizione verso un´economia
verde.
Le parti sociali sono fortemente coinvolti
nel plasmare il greening dell´economia nel nord e ovest degli Stati membri come
la Finlandia, il Belgio e la Germania. In una dozzina di paesi
europei, tra cui molti di più recenti degli Stati membri, sono stati istituiti
organi tripartiti per discutere di un approccio comune per il cambiamento
climatico e di trovare soluzioni negoziate per le sfide poste dalla
transizione. Il rapporto (capitolo 5) Dettagli casi particolari in cui le parti
sociali hanno contribuito con successo a un´economia più verde in settori
manifatturieri costruzioni, energia, chimica e non-metallo.
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BEI E LA REPUBBLICA DI TAGIKISTAN FIRMANO UN PROTOCOLLO D´INTESA PER PROMUOVERE LA COOPERAZIONE RECIPROCA |
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Lussemburgo / Bruxelles, 15 Aprile 2013 - Il Vice Presidente della Banca Europea degli
Investimenti (Bei), Wilhelm Molterer e il Presidente del Comitato di Stato per
investimenti e di gestione di proprietà dello Stato, Davlatali Saidov, alla
presenza del Presidente del Tagikistan, Emomali Rahmon, hanno firmato un
protocollo d´intesa, che rappresenta un passo significativo per approfondire la
cooperazione tra la Repubblica di Tagikistan e la Bei.
Mr Molterer ha dichiarato: "Questo protocollo d´intesa contribuirà
a promuovere la cooperazione tra la Bei e la Repubblica di Tagikistan
focalizzata sulla finanza di progetto, in modo da beneficiare sia l´Ue e il
Tagikistan. I settori prioritari di finanziamento della Bei sono fonti
energetiche rinnovabili, compresi produzione di energia idroelettrica,
l´efficienza energetica e infrastrutture agricole nel contesto del più ampio
obiettivo di mitigazione dei cambiamenti climatici e l´adeguamento e lo
sviluppo delle infrastrutture sociali ed economiche. "
Discussioni regolari tra la Bei e il Tagikistan sono tenuti a esplorare
e individuare i progetti prioritari per il coinvolgimento della Bei, in linea
con il suo mandato e gli obiettivi. La Bei opera e continuerà ad operare in
Tagikistan in stretto coordinamento con le autorità tagike e altre istituzioni
finanziarie internazionali presenti in questa importante regione.
La Repubblica di Tagikistan stipulato un accordo quadro con la Bei il
10 febbraio 2009, che istituisce il quadro giuridico per le attività della Bei
nel paese. Ha fatto seguito la firma del primo prestito Bei in Asia centrale
nel giugno 2011 per finanziare la riabilitazione delle reti di distribuzione di
energia elettrica nella regione Sugd.
La Bei è in procinto di condurre la due diligence per la Hydro-power
Progetto impianto Riabilitazione Kairakkum in stretta cooperazione con la Bers.
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DURNWALDER A BRUXELLES, INCONTRO CON IL COMMISSARIO CIOLOS |
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Bolzano, 15 aprile 2013 -
Trasferta a Bruxelles per il presidente della Giunta provinciale Luis
Durnwalder, che l’ 11 aprile ha
incontrato il Commissario europeo all´agricoltura Dacian Ciolos. "Il
lavoro portato avanti dalla Provincia di Bolzano in questi anni sta dando i
suoi frutti - ha commentato Durnwalder - la riforma della politica agraria si
muove nella direzione che sosteniamo".
Riferendosi direttamente a Ciolos, Durnwalder, accompagnato a Bruxelles
dall´europarlamentare Herbert Dorfmann, ha sottolineato che "anche il
Commissario è un convinto sostenitore dei piccoli produttori e dell´agricoltura
di montagna". Il presidente della Giunta provinciale ha sottolineato gli
ottimi risultati ottenuti dal lavoro di lobbying della politica altoatesina in
questi ultimi anni sul fronte europeo: "Sia l´eurodeputato Dorfmann che
l´ex assessore provinciale Hans Berger - ha spiegato Durnwalder - si sono
impegnati a fondo per far conoscere al Commissario Ciolos e ai suoi
collaboratori la realtà e le peculiarità del territorio altoatesino".
Tra gli argomenti affrontati durante l´incontro con il Commissario
europeo, quello di una più adeguata redistribuzione dei contributi diretti
all´interno dello Stato italiano, "una questione che dobbiamo risolvere
con Roma - ha spiegato Durnwalder - ma sulla quale possiamo contare sul
sostegno di Ciolos". Nel campo dei programmi Leader contro lo
spopolamento, il presidente della Giunta provinciale, nonchè assessore
all´agricoltura e alle foreste, ha chiesto a Bruxelles un aiuto prolungato nel
tempo, mentre per il settore lattiero-caseario è annunciata a breve
un´iniziativa di Dorfmann nel Parlamento europeo. "Si tratta di un
pacchetto di misure in grado di ammortizzare gli effetti dell´attuale
regolamentazione delle quote latte - ha sottolineato Durnwalder - e che offrono
più margini di manovra agli enti locali".
"Per quanto riguarda la ricerca - ha proseguito Luis Durnwalder -
il Commissario Dacian Ciolos ci ha suggerito di presentare alle Ue, tramite il
Centro Laimburg, alcuni nostri progetti per ottenere dei finanziamenti",
mentre in ottica futura è giunta "l´assicurazione di un maggiore sostegno
per gli agricoltori che devono stipulare costose polizze assicurative contro i
rischi di perdita del raccolto causa maltempo". In tema di foreste,
infine, sono previste possibilità di sostegno europeo nell´ambito di programmi
di tutela dei boschi.
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DURNWALDER A BRUXELLES, INCONTRO CON IL PRESIDENTE DELL´EUROPARLAMENTO SCHULZ |
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Bolzano, 15 aprile 2013 - La
situazione politica italiana e l´Alto Adige come "laboratorio
europeo". Questi i temi al centro dell´incontro dell’ 11 aprile a Bruxelles tra il presidente della Giunta
provinciale Luis Durnwalder, e Martin Schulz, presidente del Parlamento
europeo. Schulz si è dichiarato molto interessato allo sviluppo dell´Alto
Adige, e ha annunciato una sua possibile visita.
Durante l´incontro, al quale ha partecipato anche l´eurodeputato
altoatesino Herbert Dorfmann, Durnwalder e Schulz hanno scambiato le proprie
considerazioni sull´attuale situazione politica ed economica. Al centro della
discussione soprattutto le possibili opzioni in grado di risolvere la crisi di
governo italiana, con il presidente altoatesino che ha espresso la propria
"preoccupazione per l´enorme indebitamento dello Stato, che richiede
l´applicazione di drastiche riforme".
Il presidente del Parlamento europeo, invece, si è detto
particolarmente interessato allo sviluppo dell´Alto Adige, che ha definito
"laboratorio europeo". "Schulz segue con attenzione e da
parecchio tempo la politica locale - ha spiegato Durnwalder dopo l´incontro -
grazie anche agli "stimoli" ricevuti durante i suoi incontri con
Reinhold Messner". Il presidente altoatesino ha brevemente illustrato a
Martin Schulz l´evoluzione politica ed economica della nostra Provincia,
rimarcando che gli ottimi risultati raggiunti (l´Alto Adige è la 19esima
regione europea per Pil pro capite) "sono frutto di un´Autonomia che ci
consente di trovare localmente le soluzioni ai nostri problemi".
Durnwalder, inoltre, ha ribadito come proprio l´Autonomia rappresenti
il "garante" della pacifica convivenza fra i diversi gruppi
linguistici. "Siamo passati dal vivere vicino ad un altro gruppo - ha
spiegato - al vivere assieme, condividendo valori ed obiettivi: il cosiddetto
"Miteinander". L´alto Adige può essere paragonato ad una piccola
Europa, la cui ricchezza è rappresentata proprio dalla diversità delle persone
che la popolano". Al termine dell´incontro, il presidente del Parlamento
europeo Martin Schulz ha espresso il proprio interesse ad effettuare a breve
una visita in Provincia di Bolzano.
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LOMBARDIA. MARONI HA INCONTRATO L´AMBASCIATORE FRANCESE IL GOVERNATORE: ´ ABBIAMO PARLATO DI MACROREGIONE´ ´FRANCIA CONFERMA L´IMPEGNO PER ESPOSIZIONE UNIVERSALE´ |
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Milano, 15 aprile 2013 - Macroregione, rapporti con le regioni
francesi alpine, investimenti strutturali e l´impegno per
l´Expo. Sono stati questi i temi al centro dell´incontro,
avvenuto l’ 11 aprile a Palazzo Lombardia tra il presidente di
Regione Roberto Maroni e l´ambasciatore francese Alain Le Roy.
´Abbiamo parlato - ha detto Maroni - in particolar modo del
progetto di Macroregione che per noi resta uno dei punti forti
del nostro programma. Ovviamente si è parlato con l´ambasciatore
francese del rapporto che si instaura tra le nostre regioni del
nord e quelle francesi che confinano con il Piemonte e che sono
parte integrante della Macroregione´.
´Nel corso dell´incontro - ha ribadito il presidente lombardo -
abbiamo trattato di importanti investimenti tra i due paesi nel
segno di una vivace e leale competizione´. ´Passaggio
assolutamente importante - ha concluso Maroni - è quello
dell´impegno francese per quanto riguarda Expo 2015.
L´ambasciatore ha infatti confermato come il paese transalpino
sia assolutamente interessato all´Esposizione universale che ci
sarà a Milano nel 2015´. Maroni ha ribadito al diplomatico
francese e alla sua delegazione che vi saranno ulteriori
incontri per approfondire le tematiche che oggi sono state
trattate in questa prima visita. |
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PIEMONTE: IL PRIMO BILANCIO A DEBITO ZERO DEGLI ULTIMI ANNI |
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Torino, 15 aprile 2013 - Il
bilancio 2013 della Regione sarà il primo “a debito zero” degli ultimi anni. Ad
annunciarlo è il presidente Roberto Cota dopo la riunione della Giunta
regionale dell’11 aprile, durante la quale è stato approvato l´emendamento al
bilancio di previsione che passerà ora all’esame della competente commissione
del Consiglio regionale.
“Nel 2013 non faremo altro debito - aggiunge Cota - e proseguiremo il
nostro lavoro coniugando la messa in sicurezza dei conti con le prospettive di
sviluppo”.
L’emendamento prevede risorse di competenza per più di 11 miliardi, 386
milioni e 558mila euro e l’assorbimento di tutte le passività pregresse divise
su più anni. Questa metodologia garantisce l’equilibrio di bilancio e
l’attuazione del risanamento, mettendo in sicurezza i conti della Regione.
L’azione è finalizzata alla garanzia dei servizi essenziali per i cittadini
piemontesi, al sostegno per il mondo dell’impresa e del lavoro, alla riduzione
dei tempi di pagamento verso i fornitori di beni e servizi.
Durante la riunione si è provveduto a completare la ripartizione delle
risorse di competenza sulle singole direzioni regionali, alla luce anche delle
disposizioni contenute nel dl n.35/2013.
Si valuteranno nei prossimi giorni i tempi e le modalità di una
eventuale diversa rimodulazione dell’addizionale Irpef.
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ROSSI: “BUONA L’INIZIATIVA DI DELLA VALLE, ESEMPIO DA SEGUIRE ANCHE IN TOSCANA” |
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Firenze, 15 aprile 2013 – “Una buona iniziativa”. Così il presidente
della Regione Toscana, Enrico Rossi, commenta la decisione di Diego Della Valle
di devolvere l’1 per cento degli utili delle proprie aziende per interventi
sociali sul territorio. L’imprenditore marchigiano ha anche rivolto un appello
a tutte le aziende in salute, a partire da quelle del Mib30 quotate alla borsa
italiana, perché seguano il suo esempio.
Prosegue Rossi: “Sarebbe bello, e so che ci stanno già pensando, se
anche le aziende grandi, medio-grandi e piccole della Toscana, che sono sane ed
hanno fatto utili, seguissero l’esempio di Della Valle. Non so valutare quanto
concretamente questa iniziativa potrà produrre in termini finanziari, ma è
certo che avrebbe un significato di solidarietà e vicinanza delle aziende
regionali al loro contesto territoriale in sofferenza”.
“Mi permetto di suggerire – dice ancora il presidente – che queste
donazioni potrebbero essere convogliate sull’iniziativa regionale del
microcredito per i prestiti alle famiglie in difficoltà, a cui la Regione
Toscana ha già destinato 5 milioni di euro. Si tratta di fondi che saranno dati
in gestione alle associazioni di volontariato presenti sul territorio che poi
decideranno, sulla base di criteri oggettivi, di assegnare alle famiglie in
stato di bisogno un contributo fino ad un massimo di 3 mila euro.
“Apriamo un dibattito – è l’invito di Rossi-. Nei prossimi giorni
invierò alle aziende regionali e a tutte le associazioni di categoria, i
contenuti del protocollo che la Regione sottoscriverà, a breve, con le
associazioni di volontariato, invitandole a contribuire a questa iniziativa.Mi
auguro – conclude – che si ottenga insieme un risultato positivo per le tante
persone che in questa Regione hanno bisogno di non sentirsi sole e di ricevere
un aiuto concreto”.
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CAPPELLACCI-ZEDDA: "INCONTRO CON GRILLI E PASSERA PER RISCRITTURA DEL PATTO" |
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Cagliari, 15 Aprile 2013 - "Il rispetto del Patto porterebbe
pesanti conseguenze per il nostro bilancio, per questo abbiamo previsto una
norma che prevede la riscrittura unilaterale dei limiti. In questi anni abbiamo
cercato di trovare un accordo con lo Stato senza ottenere risposte, e il
mancato recepimento delle nostre rivendicazioni mi porta oggi a scrivere ai
ministri Grilli e Passera per chiedere un incontro urgente sull’adeguamento del
Patto di stabilità interno che oggi è il principale problema che sta vivendo la
Sardegna: una tagliola che sta fortemente penalizzando il sistema economico e
sociale dell’isola". E´ quanto affermato il 10 aprile dal presidente della
Regione, Ugo Cappellacci, nel corso di una conferenza stampa insieme
all’assessore della Programmazione, Alessandra Zedda, sull’adeguamento del
Patto di stabilità e sui pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni
alle imprese.
"Nella Finanziaria - ha aggiunto il presidente Cappellacci -
abbiamo inserito una norma che fissa unilateralmente la riscrittura dei limiti
del Patto, e auspichiamo che passi con il voto coeso di tutta la maggioranza.
Sullo stesso argomento ho chiesto ai parlamentari sardi di tutte le componenti
politiche di sottoscrivere un emendamento al decreto Grilli sui pagamenti delle
pubbliche amministrazioni alle imprese".
"In questo momento - ha sottolineato l’assessore della
Programmazione Alessandra Zedda - la Sardegna non ha difficoltà di cassa, ma ha
solo bisogno di adeguare la spesa alle maggiori entrate che le vengono
riconosciute. Nel primo semestre continueremo a far valere i diritti della
Regione in tutte le sedi di giudizio, ma entro il secondo semestre approveremo
la riscrittura unilaterale del Patto. Attiveremo un mutuo da ottocento milioni
senza fare ricorso alla Cassa di Depositi e Prestiti".
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LOMBARDIA. REGIONE A PROVINCE: NOSTRI TECNICI PER 500 PGT ASSESSORE TERRITORIO INCONTRA ANCHE VERTICI ANCE REGIONALE |
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Milano, 15 aprile 2013 - ´I
Comuni che non ancora hanno provveduto
alla definitiva approvazione del Piano di governo del territorio
(Pgt) potranno richiedere alla Regione e alla propria Provincia
il supporto operativo degli uffici tecnici di queste
amministrazioni´.
Lo ha riferito l’ 11 aprile Viviana Beccalossi, assessore regionale al
Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo, durante il primo
incontro con tutti gli assessori provinciali che si occupano di
questa materia, anticipando parte della proposta del progetto di
legge che verrà presentata in giunta per poi passare alla
discussione del Consiglio regionale.
Percorso Condiviso - ´Ho ritenuto importante e doveroso - ha
aggiunto Viviana Beccalossi - conoscere subito e personalmente i
miei colleghi provinciali. L´incontro è stato utile e positivo
per avviare un percorso condiviso con l´obiettivo di definire un
modo di lavorare che abbia nella concretezza il motivo
portante´.
Sostegno E Supporto A Comuni - ´Agli assessori provinciali - ha
proseguito l´assessore Beccalossi - ho ribadito che tra i punti
di partenza della nostra attività c´è il sostegno e il supporto
ai cittadini degli oltre 200 Comuni lombardi che ancora non sono
stati in grado di adottare il nuovo Pgt, così come siamo pronti
ad assistere e monitorare il percorso verso la definitiva
approvazione dei Comuni, circa 300, che hanno il Pgt solo
adottato´.
Incontro Con Vertici Ance - Sempre nella giornata di oggi
l´assessore Beccalossi ha incontrato i vertici lombardi dell´
Ance, l´Associazione nazionale costruttori edili.
´Con il presidente Colombo e il vicepresidente Campana abbiamo
convenuto che bisogna ragionare in termini di semplificazione e
aggiornamento delle normative vigenti. Nella riunione - ha
concluso Viviana Beccalossi -
abbiamo gettato le basi per
operare al meglio e per iniziare a individuare le leve lombarde
che possano rimettere in moto l´economia e i sistemi che ruotano
intorno a questo settore, nel rispetto di un concetto di
sostenibilità ambientale e territoriale condiviso da tutti i
livelli coinvolti´. |
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OPERE PUBBLICHE: ECCO TASK FORCE REGIONALE. VENDOLA: "EMERGENZA PATTO STABILITÀ" |
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Bari, 15 aprile 2013 - Si è
tenuta l’ 11 aprile una riunione convocata dal presidente Vendola per discutere
delle questioni relative alle opere pubbliche e allo sblocco dei cantieri.
Hanno partecipato gli assessori Giovanni Giannini (Infrastrutture e trasporti),
Angela Barbanente (Urbanistica), Lorenzo Nicastro (Ambiente), oltre ai
rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
La riunione era stata richiesta dai sindacati anche per affrontare le
tematiche relative alla crisi economica indotta dallo stallo di alcune opere
pubbliche dovuto – a loro dire – anche per problemi burocratici. E’ stato
deciso questa sera di dar vita a una task force per le opere pubbliche, in seno
alla Presidenza, con le stesse caratteristiche della task force per
l’occupazione.
Sarà un organismo partecipato, con all’interno rappresentanti delle
strutture interessate e che prenda in carico la documentazione e affronti i
singoli problemi delle opere pubbliche, con un rapporto strettissimo con le
stazioni appaltanti (esempio: Acquedotto Pugliese, Aeroporti di Puglia) “Questo
è un tavolo che diventerà permanente – ha sottolineato il presidente Vendola in
apertura – per verificare dove e se ci siano problemi per le opere pubbliche.
Dopo che più volte i sindacati hanno lamentato scarso ascolto su questo tema,
ricominciamo a tessere la tela dei rapporti.
E’ comunque importante che il tema della inconsapevolezza della
politica sul tappo rappresentato dal patto di stabilità sia squadernato per
bene su ogni tavolo: non c’è affatto consapevolezza a Roma su cosa rappresenti
tener bloccate risorse per colpa del patto di stabilità. In più a Roma non è
chiaro quale tragedia sia in vista se non dovesse essere rifinanziato il
sistema degli ammortizzatori sociali in deroga. Sono due problemi serissimi,
quello del patto di stabilità e quello degli ammortizzatori sociali. A causa
del primo, non possiamo spendere nulla di quello che abbiamo in cassa per far
ripartire i cantieri: abbiamo interi salvadanai che non possiamo spendere.
Mentre a causa del secondo, avremo tra poche settimane centinaia di migliaia di
persone in tutta Italia senza reddito e protezione alcuna. La drammaticità di
tutto ciò se non si trasferirà su un tavolo romano dove trovare soluzioni,
potrebbe innescare un principio di guerra civile”.
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CONFERENZA DELLE REGIONI, EMENDAMENTO SBLOCCO FONDI TERREMOTO BASILICATA E MOLISE |
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Campobasso, 15 aprile 2013 - Il
primo sì alla ripresa della ricostruzione post-sisma del Molise arriva dalla
Conferenza delle Regioni. Il governatore Paolo di Laura Frattura, nella
riunione romana del 10 aprile, ha ottenuto l´inserimento di un importante
emendamento al decreto pagamenti debiti della Pubblica amministrazione. Si
tratta di un intervento necessario per svincolare dal Patto di stabilità i
finanziamenti destinati al terremoto.
Tale emendamento, infatti,
consentirebbe al Molise il medesimo trattamento oggi riconosciuto all´Abruzzo e
all´Emilia, i cui fondi di contabilità speciale non sono già quantificati ai
fini del Patto. E questo dovrebbe essere il percorso da garantire anche al Molise
attraverso una deroga esplicita che superi i limiti della legge che nei fatti
paralizza la ripresa delle attività nei comuni del Cratere.
«Un semplice primo passo - ha
dichiarato il presidente Frattura al termine dell´incontro in via Parigi -,che,
però, va nella direzione giusta. In Molise oggi i fondi per la ricostruzione
sono bloccati dalla regola del Patto di stabilità. Il nostro emendamento, che
la Conferenza delle Regioni ha accolto dimostrando grande sensibilità
istituzionale, mira a evitare questo vincolo. Per questo abbiamo chiesto alla
Commissione speciale in audizione di farlo proprio e di promuovere il
definitivo accoglimento in sede di conversione del decreto».
«Sono certo che i nostri
parlamentari, anche grazie all´interesse dell´Anci per i comuni e delle
associazioni delle imprese edili, sapranno attivarsi, assieme a noi, perché
questo emendamento diventi testo di legge», ha concluso il governatore
Frattura.
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SALDA DEBITI, DE FILIPPO: EMENDAMENTI REGIONI PER RILANCIARE PAESE |
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Potenza, 15 aprile 2013 - “Nel lavoro fatto con le Regioni e che
sottoporremo al Governo passa una linea di principio in cui crediamo fortemente
e un risvolto concreto per la Basilicata: che ci siano spese da non conteggiare
nel patto di stabilità e che le spese relative ai terremoti in Basilicata siano
tra queste”. E’ il commento del presidente della Regione Basilicata, Vito De
Filippo, al lavoro fatto l’ 11 aprile in seno alla Conferenza delle Regioni con
cui sono stati messi a punto gli emendamenti da portare all’attenzione del
Governo per la conversione in legge del così detto “decreto salda debiti”.
“Le Regioni – ha detto De Filippo – ritengono indispensabile che tutte
le possibili leve per favorire lo sviluppo e fronteggiare la crisi siano
attivate e in questo senso hanno chiesto al governo di non escludere da questo
sforzo la finanza locale. Certo – ha aggiunto – per come stanno ora le cose, al
di là degli annunci, restano il patto di stabilità e un sistema di vincoli
troppo stretti a strangolare la possibilità di effettivo pagamento delle spese
togliendo ossigeno all’economia reale ed è su questo che dobbiamo
concentrarci”.
Quanto allo specifico della Basilicata De Filippo ha spiegato che “la
previsione della nettizzazione delle spese per la ricostruzione, con espresso
riferimento al nostro territorio, contenuta negli emendamenti proposti dalla
Conferenza appare in grado di liberare diverse decine di milioni di euro che
potrebbero rappresentare uno spazio di manovra non esaustivo ma interessante
per la nostra capacità di pagamento. E ora, già negli incontri che
nell’immediato si avranno con il Governo, dobbiamo lavorare affinché a questa
previsione si affianchi anche l’esclusione dai vincoli delle risorse rivenienti
da royalty sulle estrazioni di idrocarburi”.
Le ricadute peculiari sulla Basilicata, ha osservato il governatore,
andrebbero a sommarsi agli effetti delle altre misure proposte con emendamenti
dalla Conferenza delle Regioni. “Di particolare importanza – ha detto De
Filippo – sono da considerare sia la richiesta di ampliamento del trasferimento
incentivato verticale di quote di Patto di Stabilità a favore degli enti
locali, che la possibilità, per quelle Regioni che hanno cassa, di utilizzarla
per pagare residui passivi in conto capitale. Nel primo caso, la cessione di
capacità di spesa dalle Regioni ai Comuni, incentivata dallo Stato con quote di
riduzione di indebitamento per investimenti da parte degli enti regionali,
otterrebbe comunque il risultato di immettere in circolazione liquidità per il
sistema produttivo. Nel secondo – ha aggiunto – si andrebbe ad estendere alle
Regioni quanto già previsto dal decreto per i Comuni, risolvendo il paradosso
per il quale ci sono creditori allo stremo e amministrazioni con fondi fermi in
cassa ma impossibilitate a pagare”:
“Le nostre richieste – ha concluso De Filippo – sono chiaramente
indirizzate a sostenere il Paese sia sotto il profilo di bilancio che
dell’economia reale, poiché è del tutto evidente che il risanamento dei conti
pubblici non possa prescindere da una contemporanea crescita economica cui
contribuire attraverso la sinergia delle risorse, anche marginali, attribuite
alla responsabilità degli enti territoriali. E le risorse che si potrebbero
mettere in campo in Basilicata, con l’applicazione delle previsioni generali ed
escludendo dal patto ricostruzione e royalty potrebbero dare un contributo
tutt’altro che marginale alla ripresa del sistema economico lucano”.
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DECRETO SBLOCCO SPESA PUBBLICA: ASSESSORE PUGLIA A ROMA PER EMENDAMENTI E MODIFICHE |
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Bari, 11 aprile 2013 - L’assessore al Bilancio Leonardo di Gioia ha
partecipato il 10 aprile alla conferenza nazionale degli assessori al Bilancio
per dare un parere ragionato sul decreto legge appena varato dal Governo per
sbloccare i pagamenti delle Pubbliche amministrazioni.
L’ 11 aprile invece ha partecipato all’incontro con la Commissione
speciale in seno a Camera e Senato (organismo che sostituisce le commissioni
regolamentari che devono essere ancora costituite, in delegazione con la
Conferenza delle Regioni.
“Ieri in riunione con gli assessori – ha spiegato – abbiamo condiviso
con le regioni un pacchetto di emendamenti al decreto legge governativo, questa
mattina abbiamo presentato lo stesso pacchetto di emendamenti, dando al
contempo un giudizio non soddisfacente sul decreto”. “Infatti – prosegue di
Gioia – ci aspettiamo modifiche perché insieme alle regioni cosiddette
“virtuose”, quelle che hanno disponibilità di cassa, e quindi insieme a
Lombadia e Veneto, chiediamo un allentamento complessivo del patto di stabilità
o l’adozione della ‘nettizzazione’ della quota di cofinanziamento dei programmi
europei”.
“Oggi – ha continuato – le proposte sono state fatte proprie dal Tavolo
dei presidenti delle Regioni (per la Puglia era presente l’assessore Alba
Sasso) e le abbiamo riportate davanti alla Commissione speciale del
Parlamento”. “L’auspicio – ha concluso l’assessore al Bilancio – è che con
l’aiuto dei parlamentari pugliesi e con la convergenza delle Regioni si possa
elaborare una proposta da approvare alle Camere che comprenda sia l’accesso
alla liquidità per le regioni che non hanno disponibilità di cassa, sia
l’allentamento dei vincoli per le regioni ‘virtuose’ come la Puglia che hanno
disponibilità di cassa.
Ora quindi la palla passa al Parlamento, anche per il varo di due
articoli – che abbiamo predisposto di concerto con gli assessori Gentile e
Caroli – uno che riguarda i fornitori della sanità e che sia soddisfacente sia
per le Asl che per le Regioni, l’altro sul finanziamento degli ammortizzatori
sociali in deroga con fondi da reperire da almeno un miliardo sui 40 previsti
dal decreto per lo sblocco della spesa pubblica”.
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PIANIFICAZIONE: APPROVATO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (PGT) |
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Trieste, 15 aprile 2013 - La
Giunta regionale, su proposta dell´
assessore alla Pianificazione territoriale, ha approvato l’ 11 aprile il
Piano di Governo del Territorio (Pgt).
Il Piano e tutta la documentazione allegata - consistente in
complessivi 22 documenti ed elaborati grafici, tra cui la
Relazione di analisi del territorio, il Documento territoriale
strategico regionale, la Carta dei valori ed il Rapporto
ambientale - sarà ora messa a disposizione del pubblico
attraverso la pubblicazione sul sito Internet della Regione.
La proposta di Piano e la documentazione relativa alla procedura
di Vas/valutazione ambientale strategica erano stati pubblicati
sul Bollettino ufficiale della Regione dello scorso 9 novembre e
nei 60 giorni successivi erano pervenute agli uffici regionali
quasi un centinaio di osservazioni.
Il Piano aveva ottenuto lo scorso 2 aprile parere favorevole a
maggioranza da parte della Iv Commissione del Consiglio regionale.
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STATISTICA. COME SI ABITA IN VENETO: DATI CENSIMENTO 2011 |
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Venezia, 15 aprile 2013 - Secondo i dati dell’ultimo Censimento Istat
della popolazione e delle abitazioni – anche se ancora provvisori per le
abitazioni - nel 2011 in Veneto risultano complessivamente oltre 1.200.000
edifici, pari all´8,6% dell´intero stock nazionale. Al censimento è dedicato il
numero appena uscito di “Statistiche flash”, la pubblicazione curata dalla
Direzione Sistema Statistico della Regione. Il Veneto si caratterizza per la
compresenza di aree altamente e mediamente urbanizzate. Accanto a superfici
urbane estese si affianca un territorio periurbano dove l´insediamento della
popolazione è diffuso e irregolare. Per il Veneto si può parlare di
policentrismo reticolare, ovvero edilizia residenziale e non residenziale non
concentrate in un unico agglomerato urbano, ma distribuite in centri di
dimensione e importanza equilibrate.
I dati del censimento indicano che l´85% degli edifici è a uso
residenziale, in crescita del 7% rispetto a dieci anni prima. L´aumento
dell´offerta abitativa è ancora più evidente se si considerano le abitazioni
(+15,6%), che nel 2011 raggiungono quota 2.332.926, con incrementi vicino al
20% nelle province di Treviso e Padova. La preferenza si mantiene per edifici
composti da poche unità abitative, in media circa due abitazioni per
costruzione (2,3), meno che a livello nazionale (2,5); solo la provincia di
Venezia è vicina ai tre alloggi per edificio. Anzi, in Veneto si vive ancora
prevalentemente in case unifamiliari o plurifamiliari (59% delle famiglie), la
forma abitativa che garantisce la maggiore libertà e privacy; tuttavia, per
ragioni di economia abitativa e di salvaguardia del territorio, anche nella
nostra regione vanno diffondendosi proposte di verticalizzazione delle
costruzioni residenziali. L´83,4% delle case sono abitate da residenti, le
altre sono occupate da non residenti o risultano vuote (387.016), con percentuali
in crescita rispetto al 2001 (+21,7%), soprattutto nelle province di Treviso,
Padova e Rovigo.
Al tema della “Qualità dell’abitare” in Veneto, la Regione ha dedicato
anche una pubblicazione specifica, nell’ambito di una serie di monografie sulla
qualità della vita”.
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PROVINCIA FIRENZE, "LAVORARE SULLA CITTA´ METROPOLITANA" |
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Firenze, 15 aprile 2013 - Nei recenti
incontri con l´Upi nazionale e con il candidato premier Pierluigi Bersani il
Presidente della Provincia Andrea Barducci ha condiviso e riproposto la
prospettiva di una riforma generale del sistema istituzionale italiano, mentre
finora si è colpito con miopia il livello di rappresentanza intermedio creando
problemi gravosi nella gestione di servizi essenziali e decisivi, come gli
edifici scolastici e oltre 130 mila chilometri di strade (l´80 per cento della
rete viaria nazionale). I pesanti tagli ai bilanci delle Province mettono a
serio rischio l´erogazione dei servizi ai cittadini. La Provincia di Firenze
non è arrivata impreparata alle riforme istituzionali, semmai ha anticipato con
passi concreti una lettura complessiva della filiera istituzionale e ha messo
in campo il percorso per la creazione della Città metropolitana, mentre le
Regioni appaiono esprimere sempre più ridondanze e i Comuni si arroccano.
Si è scaricato sul groppone delle autonomie locali il malfunzionamento del
Paese facendo salva l´amministrazione statale che porta invece grosse
responsabilità. Alla riforma non ha giovato la divisione tra autonomie locali.
Segnali positivi nel territorio fiorentino vengono non tanto dalle Unioni dei
Comuni quanto dall´accorpamento dei Comuni stessi. La Provincia di Firenze
punta, con la Commissione speciale, a non lasciare indefinito lo statuto della
Città metropolitana. E´ stato svolto un lavoro robusto che consente di guardare
avanti seppure in un quadro di difficoltà pesantissime.
Guido Sensi (Fratelli d´Italia, nel Gruppo Misto) trova "un po´
ottimistica questa visione. La verità è che siamo prossimi a un
commissariamento sine die e prima di una vera riforma ci vorrà qualche
anno". Si attende, tuttavia, la sentenza della Corte Costituzionale a
luglio sul decreto che ha colpito le Province.
Marco Cordone, della Lega Nord, rivendica per il suo partito di "aver
difeso il territorio dell´invadenza del centralismo. Si è fatto scempio della
Costituzione con le Province e ora si abusa del commissariamento. Per decreto
si cerca di mettere il bavaglio a un ente costituzionale".
"A me sembra - rileva per Rifondazione comunista Andrea Calò - che stia
proseguendo la campagna elettorale e l´unico vero dato concreto di confronto è
l´elezione del Presidente della Repubblica. Il resto del Paese, per la classe
politica, non esiste. Si è ottenuto qualcosa solo in ordine alla città
metropolitana".
"Di fatto le Province sono state additate come capro espiatorio
istituzionale", osserva Massimo Lensi, radicale nel Gruppo Misto.
"Non ho la palla di vetro per vedere quale sarà il futuro, ma rilevo che
alle condizioni date c´è lo spazio per l´inizio di un percorso".
All´interno di questo discorso si dovrà insistere sugli sprechi della filiera
delle Regioni che "ha depauperato con metodo le Province".
"Non si è voluto finora procedere a una riforma organica delle
Istituzioni", dice Samuele Baldini (Udc), mentre molti fatti ne hanno
evidenziato la necessità e mettessero in risalto come con le Province sia stata
compiuta un´azione poco seria e pericolosa per la gestione di servizi
essenziali.
Piergiuseppe Massai (Pdl)crede che si debba "stare sul serio all´interno
di un dibattito, non per fare una scommessa campanilistica, ma perché siamo
certi che questo serve al Paese. L´ipotesi di Convenzione per le riforme è un
bene purché non finisca come la Bicamerale".
Secondo Stefano Prosperi, per il Pd,"c´è estremo bisogno del protagonismo
politico delle Province. Il Consiglio provinciale di Firenze, anche attraverso
la Commissione speciale, può lavorare sula riforma del governo, per la fusione
dei Comuni e lo statuto della Città metropolitana".
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FVG, PATTO STABILITÀ: CESSIONE SPAZI FINANZIARI REGIONE A ENTI LOCALI |
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Trieste, 15 aprile 2013 - La Giunta regionale ha approvato l’ 11 aprile
la
delibera per la cessione alle Province e ai Comuni di spazi
finanziari della Regione (90 milioni di euro) in relazione al
patto di stabilità 2013 per gli Enti locali.
Con la delibera di oggi è autorizzata la cessione di spazi
finanziari da parte della Regione, per l´anno 2013, in misura
pari a 15 milioni di euro per le Province e 75 milioni di euro
per i Comuni, in base a quanto stabilito dalla legge regionale 27
del 2012 (Legge finanziaria 2013).
Con una successiva deliberazione della Giunta regionale saranno
ripartiti ulteriori spazi finanziari per un ammontare pari a 25
milioni di euro, nel rispetto dell´equilibrio e dei vincoli del
patto di stabilità regionale sottoscritto con il Governo.
Sull´atto deliberativo approvato oggi dovrà essere acquisito il
parere del Consiglio delle Autonomie locali, posto all´ordine del
giorno della seduta del Cal già convocata per il prossimo 15
aprile alle ore 15.00 nella sede regionale di via Sabbadini a
Udine.
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SIGLATO A SPEZZANO ALBANESE L’ACCORDO DI PROGRAMMAZIONE NEGOZIATA PER IL PISL “ARCIPELAGO ARBERIA”, RISORSE PER ATTRARRE FLUSSI DI VISITATORI ATTRAVERSO L’AMPLIAMENTO DELL’OFFERTA CULTURALE |
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Catanzaro, 15 aprile 2013 - 7.209.726 euro sono a disposizione della
minoranza linguistica arbereshe presente in Calabria grazie alla firma
dell’accordo di programmazione negoziata, siglato a Spezzano Albanese, tra
l’Assessore Giacomo Mancini e Cesare Marini, sindaco di San Demetrio Corone che
è capofila del Pisl “Arcipelago Arberia”, in sostituzione del comune di
Spezzano Albanese che naturalmente continua a far parte del progetto.
In seguito a questo accordo la Regione
il comune sottoscrittore, le amministrazioni del partenariato di
progetto (di cui fanno parte 29 comuni e l’Unione di comuni Arberia) hanno
assunto congiuntamente precisi obblighi rispetto all’utilizzo delle risorse e
alla realizzazione degli interventi. A essere coinvolti sono i comuni in cui
risiedono le comunità della minoranza Albanese. Questi ricadono in tre
province: Cosenza (21 comuni), Catanzaro (5 comuni) e Crotone (3 comuni).
Il Pisl (Progetto Integrato per lo sviluppo locale), infatti, era stato
già ammesso a finanziamento in attuazione del Pisr (Progetto Integrato di
Sviluppo Regionale) “Tutela, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio
etnoantropologico delle Minoranze Linguistiche della Calabria”. E questa con
questa firma si chiude il ciclo di accordi con le minoranze, in quanto fa
seguito alle tappe dei giorni scorsi a Guardia Piemontese (occitani) e Roghudi
(grecanici).
Le risorse legate alla cultura arbëreshe sono notevoli e includono il
rilevante patrimonio storico‐architettoniche (chiese, centri storici, gjitonie/quartieri),
i riti (soprattutto legati alla religione a alla commemorazione dei defunti),
eventi e manifestazioni folkloristiche, la musica. In generale la cultura
arbëreshe è orale e si basa su una lingua esclusivamente parlata e non scritta,
e su manifestazioni, atteggiamenti e comportamenti tipici trasmessi per via
orale.
«Il Pisl vuole rendere più riconoscibile e fruibile il patrimonio
etnoantropologico, linguistico e culturale delle comunità albanesi – ha
spiegato Mancini - per migliorare la competitività del territorio. Buona parte
degli interventi consiste nella ristrutturazione e il recupero di immobili
storici, di proprietà pubblica, da adibire a centri culturali, biblioteche,
musei, laboratori, parchi culturali/letterari, per realizzare programmi,
eventi, manifestazioni culturali e iniziative di intrattenimento a tema, per
valorizzare il patrimonio culturale arbëreshe. Gli interventi più significativi
sono la realizzazione del Parco Culturale del Collegio di S. Adriano a San
Demetrio Corone; l’adeguamento strutturale del museo etnico arbereshe in piazza
Municipio a Civita; la riqualificazione del Percorso Serembiano a San Cosmo
Albanese; il recupero e riqualificazione del Monastero dei Basiliani da
destinare ad attività culturali d’incontro, laboratori tematici e fornitura di
servizi residenziali a San Basile; la Mediateca Arbereshe Calabria-mac a
Marcedusa; rifunzionalizzazione degli ambienti ex convento dei padri Dominicani
per l’ampliamento del museo etnografico e servizi connessi a Firmo; recupero
strutturale e funzionale edifici comunali da adibire a museo delle icone e
della tradizione a Frascineto. Il Pisl – ha detto ancora Mancini - ha come
obiettivi quello di sostenere la tutela e la valorizzazione delle radici
culturali delle comunità albanesi di Calabria, mediante la creazione e il
potenziamento di centri e strutture all’interno di immobili pubblici esistenti;
salvaguardare e promuovere le radici culturali e le tradizioni delle minoranze
linguistiche albanesi presenti in Calabria, attraverso la realizzazione di
iniziative pubbliche (parchi culturali e letterari, eventi e manifestazioni,
itinerari) e private, in grado di migliorare l’attrattività e la fruibilità del
patrimonio culturale arbereshe; potenziare e qualificare i luoghi deputati alla
diffusione e alla divulgazione dei contenuti culturali etnoantropologici
arbereshe, recuperando siti e beni di interesse storico-culturale. Il
principale risultato atteso – ha concluso l’Assessore - è l’attrazione di
flussi di visitatori attraverso l’ampliamento dell’offerta culturale
dell’Arberia e la realizzazione di un programma di iniziative e di
manifestazioni culturale».
Ai comuni del partenariato presenti è stato, inoltre, consegnato un
attestato in ricordo di questo solenne momento. A riceverlo: il sindaco di
Castroregio Tonino Franco Dante Santagada; il sindaco di Acquaformosa Giovanni
Manoccio; la rappresentante del comune di Spezzano Albanese Cristina Chirico;
il sindaco di Firmo Antonio Salvatore Palermo; il sindaco di Gizzeria Pietro Raso;
il sindaco di Mongrassano Ferruccio Mariani; il sindaco di Santa Sofia d´Epiro
Francesco Vincenzo Severino; il vicesindaco di Vaccarizzo Giorgio Sprovieri; il
sindaco di Civita Vittorio Blois; il sindaco di San Cosmo Albanese Cosmo
Azzinari; il sindaco di Cerzeto Giuseppe Rizzo e il sindaco di Falconara Ercole
Conti.
Ora le procedure dovranno essere portate avanti dalle amministrazioni
locali nei tempi richiesti dalla Ue: entro il 31 dicembre di quest’anno si
dovrà dare vita agli impegni giuridicamente vincolanti ed entro il 31 dicembre
del 2015 dovranno essere spese tutte le risorse.
In totale sono 14,4 milioni i fondi comunitari stanziati per 41 comuni
in cui sono insediate le tre minoranze presenti in Calabria: albanese,
grecanica e occitana. Le risorse sono destinate alla realizzazione di musei
etnografici, biblioteche e mediateche, conservatori musicali, parchi culturali
e letterali laboratori della memoria storica, festival di musica etnica.
Questi progetti s’inseriscono nella procedura dei Pisl, per la quale
sono stati attivati 406 milioni di fondi europei e con i quali sono state
premiate le migliori progettualità della Calabria.
Prossimo appuntamento: la firma dell’accordo di programmazione
negoziata per il Pisl “Universo Comune” - per “contrastare lo spopolamento” –
del valore di 15.443.500 euro.
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VILLA UMBRA: SEMINARIO SU RESPONSABILITÀ ERARIALE DEGLI AMMINISTRATORI DI SOCIETÀ PARTECIPATE ED ATTUAZIONE DEI CONTROLLI |
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Perugia, 15 aprile 2013 - La responsabilità erariale degli
amministratori di società partecipate e gli aspetti regolamentari e operativi
sull´attuazione dei controlli: è questo il tema di cui si tratterà lunedì 15 aprile, alle ore 9, nel corso di un
seminario in programma alla Scuola Umbra
di Amministrazione Pubblica.
"Negli ultimi anni - ha
affermato l´amministratore unico della Scuola, Alberto Naticchioni - il
fenomeno della partecipazione delle pubbliche amministrazioni in società ed
organismi ha assunto dimensioni di rilievo, determinando l´intervento del
legislatore che ha dettato una serie di norme relative alle società a
partecipazione pubblica in deroga alla disciplina civilistica. Per questo motivo la Scuola ha deciso di
organizzare un corso per fare chiarezza sulle normative che pongono obblighi a
carico delle pubbliche amministrazione e rispetto a quelle che trovano
applicazione diretta nei confronti delle società a totale o parziale
partecipazione pubblica".
Gli argomenti del seminario saranno trattati da Roberto Camporesi,
esperto in ´governance delle partecipate´, e dal magistrato della Corte dei
Conti-sezioni Riunite in sede di controllo, Cinzia Barisano.
La giornata sarà divisa in due parti, nella prima saranno analizzati i
temi relativi alle società partecipate, nella seconda parte si analizzerà la
struttura del regolamento per il controllo delle società partecipate non
quotate.
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LAVORO: NUOVE SELEZIONI RETE EURES |
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Roma, 15 aprile 2013 - Eures
(European Employment Services) è una rete di cooperazione, informazione e
orientamento sul mercato del lavoro promossa dalla Commissione Europea a cui
partecipano oltre ai Servizi Pubblici per l’Impiego di tutti i Paesi Ue anche
l’Islanda, la Norvegia, il Liechtenstein e la Svizzera. In Italia è coordinata
dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il Servizio Eures è rivolto a disoccupati, giovani in cerca di prima
occupazione e occupati che intendano modificare la propria condizione attraverso
una esperienza di lavoro all’estero ed anche alle imprese interessate a
selezionare personale oltre il territorio nazionale.
Lo scopo è favorire l’incontro domanda/offerta di lavoro, la mobilità
territoriale e la libera circolazione dei lavoratori nei paesi che fanno parte
dell’Unione Europea.
Il portale europeo della mobilità professionale http://ec.Europa.eu/eures/
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PUGLIA: AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA |
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Bari, 15 aprile 2013 - Ammontano
a 82 milioni di euro le risorse destinate per l’intero anno 2013 agli
ammortizzatori sociali in deroga. Una cifra assolutamente insufficiente per
coprire le effettive necessità della platea richiedente. «Come è possibile con
82 milioni di euro, di cui 61 milioni concessi dal Governo per l’annualità 2013
e altri 23 milioni di euro strappati dalla Puglia durante l’ultima conferenza
delle regioni, a pagare richieste che solo per i primi tre mesi del 2013
rischiano di esaurire tutte le risorse attribuite?” dichiara Leo Caroli,
assessore al lavoro. Al 2 aprile 2013 risultano infatti pervenute alla Regione
2254 domande di cassa integrazione in deroga per un importo totale richiesto di
€ 49.372.892,00. Il tiraggio effettivo per i primi due mesi (con riferimento
alle aziende che hanno rispettato l’obbligo di rendicontazione) è pari ad euro
13.418.563,96. Se il tiraggio fosse confermato, è ragionevole prevede una spesa
per la Cigd per i primi 4 mesi pari a circa 26 milioni di euro. Se a queste
cifre si aggiungono le domande per la mobilità in deroga ricevute dall’Inps che
ammontano a circa 13.800 (ma il numero potrà essere confermato dall’Inps solo a
seguito della completa istruttoria delle pratiche) per un importo teorico di 32
milioni di euro in riferimento ai primi due mesi, il calcolo è presto fatto: in
quattro mesi tra i 26 milioni di euro per il Cigd e i 64 milioni di euro per la
mobilità in deroga si arriverebbe alla somma di 90 milioni di euro circa, già
superiore alle somme corrisposte dal Governo. La problematica finanziaria è poi
aggravata da annose questioni burocratiche: le istruttorie per il pagamento
delle indennità di mobilità in deroga per il 2013 sono state bloccate dal
Ministero del Lavoro e dall’Inps che hanno richiesto la stipula di accordi
siglati in sede istituzionale. La Regione Puglia e le parti sociali hanno
chiesto a gran voce al Ministero di eliminare quanto prima questo ulteriore
ostacolo. «Nell’incontro che abbiamo avuto nei giorni scorsi con la Direzione
Generale del Ministero del Lavoro abbiamo ricevuto la conferma di un preciso
cambio di orientamento e che, dunque, l’Inps potrà finalmente avviare le
istruttorie» - fa sapere l’assessore al lavoro Caroli. In riferimento all’anno
2012, la Regione Puglia comunica di aver completato tutte le istruttorie e i
relativi provvedimenti di autorizzazione o rigetto e di aver interamente
liquidato la propria quota di cofinanziamento per gli ammortizzatori in deroga.
Con riferimento ai pagamenti la competenza è dell’Inps che ha ricevuto dal
Ministero il via libera per pagamenti complessivi pari a 180 milioni di euro,
rispetto ai quali nessuna informazione è in possesso delle Regioni. Il Ministero
del Lavoro ha tuttavia fornito garanzie circa la copertura dei trattamenti
maturati nel corso dell’anno. «Abbiamo poi incontrato la Direzione Generale
dell’Inps al fine di costituire un gruppo permanente di lavoro per la
condivisione della gestione degli ammortizzatori sociali in deroga composta da
funzionari dell’ente e dell’assessorato. La situazione è drammatica – prosegue
Caroli – ma la Regione Puglia più di ogni altra ha creduto, già dal 2009, allo
strumento degli ammortizzatori sociali in deroga, garantendo ai lavoratori
pugliesi il livello di tutela più alto d’Italia e sta provando con i propri
mezzi a fornire risposte anche sul piano delle politiche attive e del sostegno
al reddito». Va avanti, infatti, il Piano Straordinario Percettori Ammortizzatori
in deroga: è pronto il catalogo formativo per le figure professionali, è pronto
l’avviso per gli enti di formazione, sono stati convocate l’Anci e l’Upi per la
sottoscrizione del Protocollo d’Intesa ed è stata attivata la collaborazione
con le Province per la gestione nei Centri per l’Impiego. «Resta il tema
drammatico del sostegno al reddito su cui solo l’allentarsi dei vincoli del
patto di stabilità ci permetterà di erogare i circa 13 milioni di euro che
abbiamo già impegnato per una parte dei lavoratori esclusi da questi benefici»
conclude Caroli.
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VENDOLA: "AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA INSUFFICIENTI. QUESTIONE SOCIALE" |
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Bari, 15 aprile 2013 - “Nel giro di poche settimane, in tutta Italia,
non ci saranno più le risorse per finanziare la cassa integrazione in deroga e
la mobilità. Si tratta di circa un milione di persone, e quindi di relative
famiglie, che hanno campato galleggiando nella povertà con 7/800 euro al mese e
che di colpo precipiteranno, senza paracadute, nella indigenza. Non è un
problema pugliese, è un problema drammatico in Toscana, un problema drammatico
in Emilia Romagna, è un problema serissimo in tutta Italia. La dotazione assolutamente
insufficiente per gli ammortizzatori sociali in deroga è diventata una grande
questione nazionale. È il passaggio dalla povertà all’indigenza per una
porzione cospicua e rabbiosa di società italiana”.
Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo
l’ 11 aprile in conferenza stampa, insieme con l’assessore al Lavoro Leo
Caroli, per fare il punto sulla situazione degli ammortizzatori sociali in
deroga e sul fabbisogno della Regione Puglia per il 2013. Attualmente sono disponibili
84 milioni di euro, sufficienti solo per coprire fino al mese di aprile. Le
risorse mancanti, sempre per la Puglia, ammonterebbero, per il 2013, a circa
180 milioni di euro.
“Non si può sopportare uno scenario del genere – ha aggiunto Vendola –
per questo la mia proposta è che la commissione speciale, istituita in
Parlamento per discutere dello sblocco dei pagamenti alle imprese e che una
dotazione finanziaria di 40 miliardi di euro, destini 1 miliardo di euro,
possibilmente in più, per finanziare gli ammortizzatori sociali in deroga per
tutto il 2013 e per tutta Italia. Fra qualche settimana non ci saranno più
risorse e vorrei sottolineare che non è un problema di alcuni, ma è una grande
questione sociale che rischia di essere lacerante, rischia di essere il
possibile innesco di una guerra civile”.
Vendola pensa alla formalizzazione di un emendamento al decreto per
“ragioni di tenuta della convivenza civile e per ragioni di tenuta dell’ordine
democratico”.
Poi Vendola ha inteso chiarire come la competenza del finanziamento
degli ammortizzatori sociali in deroga, sia del Governo e non di Regioni e
Comuni.
“Il Governo ci ha dato la competenza di essere l’interfaccia dei
cittadini – ha spiegato Vendola - gli ammortizzatori sociali sono competenza e
cassa del governo. Non è una minaccia, è una logica conseguenza, noi
restituiremo le deleghe al Governo perché non è possiible immaginare che il
nostro compito sia di essere catalizzatori della rabbia e del rancore. La
responsabilità di tutto è del Governo e delle sue scelte”.
La seconda questione che il Presidente Vendola ha affrontato in
conferenza stampa è quella del Patto di stabilità.
“Noi non ce la facciamo più – ha detto Vendola - abbiamo soldi in
cassaforte e ci viene impedito di spenderli. Noi costruiamo un piano di
sostegno per quella platea che galleggia nella sopravvivenza con gli
ammortizzatori sociali in deroga e rischiamo di non poter concretamente
spendere le risorse individuate e accantonate a causa dei vincoli del Patto di
stabilità. Ci viene impedito di dare l’integrazione al reddito per le persone
che vivono in condizoni di indigenza. I vincoli del Patto di stabilità che ci
impediscono di spendere i soldi che abbiamo, sono un cappio al collo che si sta
stringendo di giorno in giorno. Io l’ho detto a Montecitorio – ha proseguito
Vendola - anche gridando e con dolore l’ho detto al Presidente del Consiglio
Mario Monti. Stiamo crepando, tutte le Regioni, tutti i Comuni, stiamo crepando
per i vincoli del Patto di stabilità. Che qualcuno ascolti questo grido di
dolore. Questa questione oggi - ha concluso Vendola - non è una delle 10 o 20
questioni piu importanti del Paese, questa questione è il confine che separa la
vita con la morte”.
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TOSCANA: CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA, RISORSE ESAURITE E BLOCCO DELLE AUTORIZZAZIONI |
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Firenze 15 aprile 2013 ¨C La Regione ha terminato le risorse assegnate
dal ministero per la gestione degli ammortizzatori sociali in deroga per il
2013 ed ¨¨ quindi costretta a bloccare le autorizzazioni, dopo aver coperto le
richieste pervenute per la cassa integrazione al 30 gennaio scorso e per la
mobilit¨¤ al 28 febbraio. Lo ha annunciato l¡¯ 11 aprile l¡¯assessore alle
attivit¨¤ produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini informando che
nell¡¯incontro previsto per questo pomeriggio a Roma col Ministro del lavoro
Elsa Fornero solleciter¨¤ lo sblocco dei fondi a livello nazionale. ¡°Le risorse
assegnate o comunque certe ¨C spiega l¡¯assessore - ammontavano per la nostra
regione a 49 milioni e 600 mila euro. Con queste riusciamo a coprire al massimo
le richieste pervenute entro gennaio per quanto riguarda la Cassa integrazione
ed entro febbraio per la mobilit¨¤. Ci¨° significa che abbiamo autorizzato quelle
relative a 12 mila lavoratori su 24 mila per la cassa in deroga e 1583 su 1795
per la mobilit¨¤¡±.
I numeri nel dettaglio Nel dettaglio, le domande di Cig in deroga
pervenute agli uffici regionali sono 6808 e riguardano, come si ¨¨ detto, 24.462
lavoratori, per un impegno di spesa di circa 83 milioni di euro, alle quali si
aggiungono le 1.795 domande di mobilit¨¤ in deroga per altrettanti lavoratori.
Le risorse ammontano a 49.613.564 euro, di cui la prima tranche, di
33.332.743 euro, ¨¨ oggetto di un accordo siglato tra Stato e Regione Toscana.
La seconda tranche, di 16.280.821 euro, ¨¨ allo stato attuale una proposta di
ripartizione concordata a livello di Coordinamento delle Regioni ed inviata al
Ministero, una proposta che la Regione Toscana, al contrario di altre regioni,
in accordo con l¡¯Inps regionale, ha deciso di tenere comunque presente in modo
da poter autorizzare pi¨´ domande possibile.
¡°A partire da oggi le autorizzazioni sono bloccate ¨C continua Simoncini
¨C per questo faremo presente al ministro Fornero la nostra forte preoccupazione
per una situazione che, nella totale incertezza sulle risorse, rischia di
ripercuotersi pesantemente sul piano sociale, privando i lavoratori di un
reddito cui hanno diritto. Al ministro chiederemo lo sblocco immediato delle
risorse gi¨¤ previste dalla legge di stabilit¨¤, provenienti dalla L. 845/78,,
che ammontano in circa 200 milioni a livello nazionale di cui circa 10 milioni
dovrebbbero essere assegnati alla Toscana. Questo potrebbe permettere di avere
ancora una quota di risorse che, se sommate all¡¯effettivo tiraggio della spesa,
potrebbero consentire una parziale ripresa delle autorizzazioni, comunque insufficiente
a far fronte alle richieste pervenute ad oggi. Abbiamo bisogno, dal governo, di
risposte urgenti e definitive che ci permettano di contare su risorse certe per
l¡¯intero fabbisogno del 2013¡å.
L¡¯assessore aggiunge che, in questa fase, l¡¯unica indicazione che la
Regione pu¨° dare alle imprese per fare fronte a queste difficolt¨¤ ¨¨ quella di
utilizzare strumenti diversi previsti dall¡¯ordinamento come ad esempio i
contratti di solidariet¨¤, rispetto ai quali ¨¨ prevista anche un¡¯integrazione
regionale del reddito perso.
¡°Il prossimo 16 aprile ¨C annuncia infine l¡¯assessore ¨C anche se non ¨¨
cosa usuale, sar¨° presente a Roma per portare la testimonianza della Regione
Toscana alla manifestazione unitaria indetta da Cgil, Cisl e Uil per
rivendicare adeguati finanziamenti per gli ammortizzatori in deroga. Mi sembra
un dovere rispetto alla condizione di gravissimo disagio che vivono decine di
migliaia di lavoratori in Toscana e nel nostro paese ¡°.
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GIOVANISÌ, TIROCINI EFFICACI PER L’INGRESSO NEL MERCATO DEL LAVORO |
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Firenze, 15 aprile 2013 – Buona
performance della legge regionale che ha introdotto, nell’ambito del progetto
Giovanisì, l’obbligo di rimborso per i tirocini effettuati da giovani sotto i
30 anni. I tirocini si dimostrano efficaci, oltre che per completare un
percorso formativo, anche per ampliare le possibilità di ingresso nel mercato
del lavoro dei giovani.
Ruota attorno a queste conclusioni report effettuato dal servizio
formazione e che analizza i dati forniti dalla banca dati dei servizi per
l’impiego (Idol) e quelli del progetto Giovanisì voluto dal presidente della
regione Enrico Rossi e nell’ambito del quale viene gestita la legge sui
tirocini. L’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco
Simoncini terrà su questo una prima relazione informativa in consiglio.
I tirocini attivati da aprile 2012 (data di avvio, della legge) al
dicembre dello stesso anno, registrati dalla banca dati dei servizi
dell’impiego (Idol) sono in tutto 6732, per 2937 di questi (43,63%) è stata
fatta richiesta di rimborso sulla base della legge regionale della quota di 300
euro a fronte dei 500 erogati. Sottraendo a questi dati la quota dei soggetti
over 30 e che quindi non possono accedere al contributo previsto dalla legge, i
soggetti che avrebbero potuto accedere potenzialmente al beneficio risultano
4338. Dal rapporto fra questo dato e i 2397 per cui è stata fatta effettiva
richiesta di rimborso portano a definire un livello di copertura del 67,7%, un
livello decisamente superiore rispetto a quello del periodo precedente la
legge, che era del 27.67%.
“Una buona performance – sottolinea l’assessore Simoncini – che ci
incoraggia nella strada intrapresa con l’obiettivo di eliminare l’uso distorto
di uno strumento che vogliamo ricondotto alla sua finalità formativa
scongiurandone l’utilizzazione come veicolo di sfruttamento occulto. Una strada
che ha visto la Toscana nel ruolo di apripista anche a livello nazionale e che,
dopo la positiva sentenza della Consulta sulla competenza delle Regioni in
materia, ha visto un’altra importante tappa nella definizione di linee guida
nazionali che serviranno da base per le leggi che anche le altre regioni si
daranno”.
Ma i tirocini si rivelano utili anche per favorire l’ingresso nel
mercato del lavoro. Nel periodo aprile-dicembre 2012 sono arrivate alla Regione
84 domande per l’erogazione del contributo previsto per le aziende che assumono
a tempo indeterminato il tirocinante dopo la fine del tirocinio. Se aggiungiamo
anche quelle arrivate a partire dal giugno 2011 (prima della legge), le domande
sono in tutto 92, di cui 53 liquidate per un totale di 381 mila 200 euro. Molti
di più i rapporti di lavoro a tempo determinato: dal 2011 al dicembre 2012 i
tirocinanti occupati sono stati in tutto 1578, circa il 33% di tutti i
tirocinanti passati dai servizi per l’impiego (ovvero 4.764). Di questi la
stragrande maggioranza ha avuto contratti non a tempo indeterminato, della
durata da 1 a non meno di 60 giorni.
“Per adeguarsi a questa realtà sicuramente legata all’acuirsi e al
perdurare della crisi che rende più difficile il concretizzarsi di rapporti a
tempo indeterminato – ricorda Simoncini – abbiamo esteso l’incentivo previsto
dalla legge anche ai contratti a tempo determinato, purché non inferiori a due
anni. Il provvedimento è partito ora e nel prossimo rapporto verificheremo la
sua efficacia. Resta il fatto che questi dati ci dimostrano come i tirocini si
dimostrino uno strumento utile per aumentare le possibilità di ingresso nel
mercato del lavoro. Uno strumento di recente rafforzato anche dall’avvio dei
tirocini curricolari e dei praticantati”.
Per quanto riguarda infine i settori in cui sono stati attivati i
tirocini in base al progetto Giovanisì, sia i dati Idol che quelli di Giovanisì
mostrano una netta prevalenza delle attività manifatturiere e del commercio. Il
numero dei tirocini liquidati, al netto delle proroghe, è di 1520 per 1,7
milioni di euro. Le risorse complessivamente impegnate sono state, a partire
dal giugno 2011, poco meno di 8 milioni di euro.
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TIROCINI E PRATICANTATI RETRIBUITI, ECCO COME FUNZIONANO |
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Firenze, 15 aprile 2013 – La legge regionale del 2012 ha reso obbligatorio
per l’azienda il rimborso di almeno 500 euro mensili lordi per l’attivazione di
un tirocinio extracurricolare. Nel caso in cui il tirocinante abbia un’età
compresa tra i 18 e i 30 anni la Regione Toscana cofinanzia il tirocinio per
300 euro, per un importo complessivo erogato di 500 euro.
Tirocini. Dopo la recente modifica la legge include la possibilità, per
le assunzioni effettuate a partire dal 14 febbraio 2013, per aziende o altri
soggetti ospitanti, di chiedere un contributo come incentivo all’assunzione, a
tempo determinato, di coloro che hanno concluso il tirocinio. La durata
dell’assunzione non potrà essere inferiore a due anni. Il contributo previsto è
di 4000 euro per tirocinanti fra i 18 e i 30 anni e 5000 per l’assunzione di
persone svantaggiate. In caso di assunzioni part time, il contributo sarà pari
alla metà. Per le assunzioni a tempo indeterminato la legge ha previsto fin
dall’inizio contributi di 8 mila euro, che arrivano a 10 mila in caso di
soggetto svantaggiato o disabile.
Praticantati. Va ricordato poi il recente avvio, sempre previsto dalla
legge, delle disposizioni per praticantati svolti in Toscana e finalizzati
all’esercizio della professione. Negli accordi stipulati con gli ordini
professionali la Regione si impegna a rimborsare 300 euro mensili agli studi
professionali o agli enti che attivano praticantati per almeno 500 euro mensili
lordi. Il Consorzio Professional Service (Cps), come rappresentante dei
professionisti, gestirà le procedure tramite il portale web dedicato.
Beneficiari del contributo sono i giovani in età compresa tra i 18 e i 32 anni
(non compiuti alla data di presentazione della domanda, limite di età invece
non previsto per i soggetti disabili e le categorie svantaggiate) e residenti o
domiciliati in Toscana. I praticanti non devono avere in corso un rapporto di
lavoro autonomo, subordinato o parasubordinato con il soggetto ospitante.
Tipologie di tirocinio incluse negli accordi sono: praticantati
obbligatori: contributo a partire dal settimo mese di praticantato per un
massimo di 12 mesi. Praticantati non obbligatori comunque finalizzati
all’esercizio della professione: modalità e entità del contributo sono le
stesse dei praticantati obbligatori, ma deve essere previsto un progetto
formativo che espliciti gli obiettivi e le competenze da acquisire nel periodo
di tirocinio. Destinatari del contributo sono sia soggetti privati che enti
pubblici. Il cofinanziamento regionale è corrisposto al soggetto ospitante per
i praticantati, obbligatori e non, che hanno una durata minima di 2 mesi e per
un massimo di 12 mesi. Nel caso dei praticantati obbligatori il contributo
regionale sarà corrisposto a partire dal settimo mese.
Requisiti per l’ammissibilità al contributo regionale. Il praticantato
deve essere svolto in Toscana presso la sede del soggetto ospitante. La domanda
deve essere inoltrata mediante il sito web dedicato. Per le professioni
ordinistiche con tirocinio obbligatorio, i praticantati devono essere in corso
da almeno 6 mesi, mentre per quelli non obbligatori deve essere previsto un
progetto formativo. Il praticante non può essere utilizzato per funzioni che
non rispettino gli obiettivi formativi. Deve essere previsto un rimborso spese
forfettario da parte del soggetto ospitante di almeno 500 euro mensili lordi.
Deve essere previsto un tutore presso il soggetto ospitante.
Info: http://www.giovanisi.it/
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ANTIMAFIA IN PUGLIA: UNA MAPPATURA PARTECIPATA DEI BENI CONFISCATI |
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Bari, 15 Aprile 2013 - “La confisca dei beni è uno degli strumenti che
più fa male al crimine organizzato, colpisce il portafoglio e lo sfregia ancora
di più quando il bene sottratto diventa un bene sociale. E´ stata un´intuizione
fondamentale, ma ormai c´è bisogno di fare il tagliando a quella legge perché
ci sono troppi ostacoli, pochi fondi e c´è il rischio di offrire la percezione
di un arretramento. Intanto come Regione Puglia lanciamo una nuova sfida: la
mappatura partecipata dei beni confiscati”. Guglielmo Minervini, assessore
regionale alle politiche giovanili e legalità, sceglie la tappa barese della
Carovana antimafia di Libera per presentare l´ultimo progetto al quale sta lavorando
in collaborazione con l´associazione fondata da don Luigi Ciotti, l´Agenzia
nazionale dei beni confiscati e Anci Puglia. In Puglia ci sono circa 600 beni
confiscati alla criminalità, destinati e consegnati alle amministrazioni
comunali, ovvero già disponibili nel patrimonio immobiliare dei comuni.
Tuttavia non esiste una esatta conoscenza degli interventi di riuso sociale di
tali spazi o dello stato di conservazione degli stessi. “E´ un tema – spiega
Minervini - ancora poco socializzato, enti locali e associazioni ne condividono
gli scopi ma c´è bisogno di allargare la responsabilità sociale. Il progetto al
quale stiamo lavorando è quello di una mappatura dal basso dei beni confiscati.
Promuoveremo un sistema di segnalazione per i cittadini e le associazioni sul
territorio perché vogliamo integrare le informazioni dell´agenzia nazionale e
individuare quei beni sui quali si può agire subito con il riuso sociale”. La
Regione Puglia con il bando del 2010 ´Libera il bene´ ha già avviato e
finanziato interventi di riqualificazione e l´assessore fa il punto sullo stato
di avanzamento dei progetti. “Tre comuni Cerignola, Ugento, Taurisano hanno già
avviato le attività sociali; sei comuni, Lecce, Cassano, Mesegne, Putignano,
Sannicandro di Bari e Andria, hanno in corso d´opera i lavori di
ristrutturazione del bene e Altamura, Casarano e Latiano firmeranno in questi
giorni il disciplinare”. “E´ stata una esperienza molto bella – conclude
Minervini - che sta dando risultati positivi e intendiamo rifinanziarla nel prossimo
ciclo di programmazione. Ciò che sta accadendo in questi ultimi mesi in Puglia
è la dimostrazione che l´utero del crimine è sempre gravido. Non possiamo mai
considerarci appagati dai risultati, occorre mutare strumenti e forme di
contrasto alla criminalità. In prima linea ci sono gli amministratori, e penso
al sindaco di Toritto, che con coraggio stanno in trincea e non arretrano anche
a fronte di minacce. Noi non vogliamo avere eroi ma buoni amministratori”.
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MONTAGNA PISTOIESE: PROPOSTA COMUNE UNICO ENTRA NEL VIVO ASCOLTATI IN COMMISSIONE AFFARI ISTITUZIONALI I SINDACI DI ABETONE, CUTIGLIANO, PITEGLIO E SAN MARCELLO PISTOIESE |
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Firenze, 15 aprile 2013 - Il
percorso della legge che potrebbe portare al Comune unico della Montagna
Pistoiese è stato al centro dei lavori della commissione Affari istituzionali
presieduta da Marco Manneschi, Idv, che ha ascoltato in audizione i sindaci dei
territori interessati e le rappresentanze sociali.
Si tratta di una proposta d’iniziativa consiliare presentata da Antonio
Gambetta Vianna e Gianluca Lazzeri di Più Toscana. Quattro sono i Comuni
interessati al progetto. Sui loro territori, se il Comune unico sarà
realizzato, arriveranno degli importanti finanziamenti regionali in aggiunta a
quelli dello Stato.
L’ 11 aprile, in commissione Affari istituzionali, si sono presentati i
sindaci Giampiero Danti dell’Abetone, Carluccio Ceccarelli di Cutigliano,
Claudio Gaggini di Piteglio e Silvia Cormio di San Marcello Pistoiese. Con
loro, Andrea Brachi della Cgil di Pistoia.
L’unico ad aver espresso delle perplessità è stato Danti, secondo cui
“deve essere la popolazione a decidere” e per il quale esistono “aspetti
culturali ed economici che differenziano l’Abetone”. Per il resto, l’idea di
andare verso l’unione dei Comuni è stata condivisa dagli altri sindaci e dal
rappresentante della Cgil, fermo restando che la Cormio ha chiesto di attivare
un “percorso partecipativo”, Ceccarelli si è detto “convinto assertore
dell’unione” e Gaggini ha parlato di “importante progetto”. Per quanto riguarda
la Cgil, Brachi ha evidenziato che “nel mezzo di crisi come questa, l’unione
dei Comuni rappresenta una prospettiva utile ed interessante”.
Sollecitato da un’osservazione della Cormio, Alberto Magnolfi, Pdl, ha
chiesto se anche Sambuca Pistoiese, eventualmente, potrebbe far parte del
Comune unico. Ma Gambetta Vianna, uno dei promotori, ha ricordato che “con
Sambuca non vi è continuità territoriale in quanto la zona di Pracchia, che
potrebbe collegare Sambuca, fa parte di Pistoia, non coinvolta nel progetto”.
Il presidente Manneschi ha ricordato che “la legge regionale che
disciplina le unioni di Comuni può essere modificata, tenendo conto della
volontà dei cittadini”. Inoltre non ha escluso che pure la legge sul Comune
unico della Montagna Pistoiese, in un secondo momento, possa interessare il
Comune di Sambuca.
Il consigliere Gabriele Chiurli del gruppo Misto, infine, ha chiesto di
mettere l’accento sulla possibilità che dei territori già uniti, e che dunque
hanno usufruito di finanziamenti, potrebbero avere ulteriori finanziamenti se
dovessero provvedere a fondersi con un altro Comune ancora.
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CALABRIA: TRATTAMENTO DEL PERSONALE REGIONALE TRASFERITO ALLE PROVINCIE |
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Catanzaro, 15 aprile 2013 - La Regione in riferimento alla problematica
relativa al trattamento del personale regionale trasferito alle Amministrazioni
Provinciali e alle richieste dei sindacati, comunica che a breve saranno
liquidate le spettanze della prima semestralità.
Inoltre è stato avviato un confronto tra i Dipartimenti interni della
Regione, Personale, Bilancio e Ufficio Legislativo, coordinato dal Dirigente
Generale della Presidenza Francesco Zoccali, per proporre alle Provincie il
nuovo protocollo per la regolamentazione dei rapporti, (ciò in quanto la
previsione dell’art.38 della finanziaria regionale, che dava alla Giunta
regionale il termine di 180 giorni per la proposizione di una proposta di legge
da portare in Consiglio regionale, è stato sospeso dall’art. 1 comma 115 della
Legge di stabilità nazionale) nonché per la definizione delle procedure
concernenti il pregresso nei rapporti con le Provincie, sempre in riferimento a
quanto disposto dall’art. 38 comma 3 e 4 della Legge regionale 69/2012.
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PUGLIA - IMPRENDITORIA FEMMINILE: COSTITUITO COORDINAMENTO REGIONALE |
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Bari, 15 aprile 2013 - “Siamo certe che attraverso il Coordinamento
regionale si potrà far sentire al meglio la voce delle circa 93mila imprese
femminili presenti sul territorio pugliese e si potranno rappresentare i loro
interessi con una maggiore efficacia in una visione d’insieme strategica”.
Lo ha dichiarato Daniela Eronia, neo presidente regionale del
Coordinamento dei Comitati per l’imprenditoria femminile (C.i.f.) delle Camere
di commercio pugliesi. Il coordinamento si è insediato nei giorni scorsi presso
la sede di Unioncamere Puglia. Ne fanno parte, oltre a Daniela Eronia,
presidente del C.i.f. Di Foggia, le presidenti degli altri Comitati: Nunzia
Bernardini (Bari), Maria Concetta
Malorzo (Brindisi) e Maria La Marca (Taranto).
La nomina della presidente regionale ha una durata biennale e, a
rotazione, sarà assegnata ad ogni
Comitato provinciale. Il Coordinamento, nella prossima riunione, provvederà
alla redazione del proprio programma di attività.
Soddisfazione per la costituzione del coordinamento è stata espressa
dal presidente di Unioncamere Puglia, Sergio Prete.
Nella riunione di insediamento è stata focalizzata l’attenzione sul
ruolo svolto dall’imprenditoria femminile nell’economia pugliese, sulle
difficoltà che stanno vivendo le imprese femminili e si è soffermato sulle
prospettive di un nuovo posizionamento delle donne che fanno impresa nel
sistema economico pugliese.
La discussione si è inoltre incentrata sul rinnovato Protocollo
d’intesa dello scorso febbraio, fra ministero dello Sviluppo Economico,
Presidenza del Consiglio dei Ministri-dipartimento Pari Opportunità e
Unioncamere nazionale, che rafforza il ruolo dei Comitati e dello stesso
Coordinamento e sui contenuti della riunione nazionale dei Coordinamenti
regionali, svoltasi a Roma, per l’organizzazione delle attività a livello
nazionale.
Tra queste, spicca la
candidatura del Comitato di Brindisi quale tappa del Giro d’Italia delle donne
che fanno impresa.
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FVG, ATTIVITÀ PRODUTTIVE: CONTRIBUTI IMPRENDITORIA GIOVANILE E FEMMINILE |
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Trieste, 15 aprile 2013 - La Giunta
regionale ha approvato l’ 11 aprile
modifiche ai regolamenti per la concessione di contributi a
sostegno dell´imprenditoria giovanile (legge regionale 5 del
2012) e di progetti di imprenditoria femminile (legge regionale
11 del 2011).
Gli adeguamenti sono conseguenti alla necessità di armonizzare la
normativa con le direttive sull´utilizzo di fondi comunitari e
con le mutate esigenze di identificazione delle imprese
beneficiarie.
Per il 2013 il canale contributivo per l´imprenditoria femminile
è dotato di 900 mila euro ed il canale per l´imprenditoria
giovanile dispone di 500 mila euro.
Entrambi i canali di erogazione dei contributi saranno gestiti
attraverso delega ad Unioncamere del Friuli Venezia Giulia.
I relativi bandi saranno pubblicati tra la fine del mese di
aprile e la metà del mese di maggio.
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TERNI - I POMERIGGI AL FEMMINILE: INIZIATIVA PROMOSSA DAL COMITATO IF |
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Terni, 15 aprile 2013 - Si terrà
mercoledì 17 aprile alle ore 16.30, l’evento “I pomeriggi al femminile”,
organizzato dal Comitato Imprenditoria della Camera di Commercio di Terni, in
collaborazione con il Ristorante Piermarini di Ferentillo, che ospiterà le
imprenditrici della provincia.
Questa volta l’evento si collega al Progetto "Dieta
Mediterranea" a cui partecipano, oltre alla Camera di Commercio di Terni
anche altre nove Camere tra cui la Camera di Matera, in qualità di capofila.
Tra gli obiettivi del progetto, la maggior conoscenza a livello
nazionale ed internazionale delle caratteristiche nutrizionali ed
organolettiche proprie degli alimenti base della Dieta Mediterranea, oltre alla
promozione dei prodotti tipici locali, che ne costituiscono una perfetta
sintesi di sapore e genuinità.
La giornata sarà l’occasione per dar vita ad un laboratorio
esperienziale di cucina ed avere l’opportunità di incontrare il Prof. Giorgio
Calabrese, nutrizionista di fama internazionale, che illustrerà le
caratteristiche e le qualità degli alimenti della dieta mediterranea, anche
rispetto ai prodotti tipici del nostro territorio.
Il programma prevede inoltre alcune testimonianze di imprenditrici
locali che presenteranno la loro personale "memoria" culinaria e la
valorizzazione di uno stile di vita salutare e sano attraverso le produzioni
tipiche.
Per informazioni ed invio delle schede di adesione all’evento può
essere contattata la segreteria del Comitato per la promozione
dell’imprenditorialità femminile al numero tel. 0744/489205 - fax 0744/489206 o
via e- mail: imprenditoria.Femminile@tr.camcom.it
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