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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 05 Giugno 2013 |
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Politica |
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DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARROSO A SEGUITO DEL VERTICE UE-RUSSIA A EKATERINBURG |
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Yekaterinburg. 5 giugno 2013 – “Grazie, signor Presidente,
Buon pomeriggio signore e
signori,
Sono molto lieto di essere
qui con voi oggi, nel cuore degli Urali. In passato gli Urali sono stati
considerati la frontiera naturale dell´Europa. E Yekaterinburg è proprio al
confine tra Europa e Asia. Alcuni chiamato questa città una finestra verso
l´Asia.
Tuttavia, nel 21 ° secolo la
nozione di frontiere, amministrativa o fisica, non ha esattamente lo stesso
significato e gli Urali dovrebbero essere visti più come un ponte che come una
barriera. Ecco perché, anche se la Commissione europea, come sapete non vota
per quanto riguarda l´Esposizione Mondiale del 2020, sono rimasto veramente
colpito dalla candidatura di Yekaterinburg e vi auguro tutto il meglio per
quella candidatura.
E ´in questo spirito di
"ponte" che abbiamo avuto oggi ei nostri scambi aperti il vertice
durante la cena informale di ieri. Queste discussioni hanno seguito gli scambi
molto utili che abbiamo tenuto a Mosca lo scorso marzo, in occasione delle
nostre consultazioni esecutivo-to-esecutivi, l´incontro tra il governo della
Federazione russa e della Commissione europea.
La nostra cooperazione si
estende su una vasta gamma di settori e oggi abbiamo firmato un accordo di
cooperazione in materia di precursori di droghe. Questo è importante per la
lotta alla droga, sia al livello dell´offerta e della domanda.
Più in generale, sono
contento che noi abbiamo una comune visione ambiziosa per il futuro delle
nostre relazioni. Abbiamo discusso oggi concretamente come andare avanti verso
un accordo ambizioso e globale Nuova Ue-russia.
Uno dei pilastri delle
nostre relazioni è, naturalmente, i nostri forti flussi commerciali. L´anno
scorso abbiamo raggiunto un livello record di 336 miliardi di euro di scambi.
Ma esiste la possibilità di più e dobbiamo creare le condizioni giuste per
ampliare questi flussi.
L´adesione della Russia
all´Omc è stato un importante passo avanti in questo senso. Abbiamo anche
discusso oggi l´effettiva attuazione degli impegni nell´ambito dell´Omc. Il
Presidente Putin citato già alcuni problemi. Abbiamo sollevato nuovamente
preoccupazioni con la tassa di riciclaggio auto che ci auguriamo possa essere
sollevata da luglio. Abbiamo ricevuto una buona notizia su questo argomento e
anche altre questioni per la molto ampia relazione commerciale tra la Russia e
l´Unione europea.
Stiamo anche facendo un buon
lavoro nel nostro partenariato per la modernizzazione, che è in fase di piena
attuazione, con nuovi progetti in fase di preparazione, e notevoli
finanziamenti prestito disponibili, tra cui ora € 800 milioni di prestiti per
le piccole e medie imprese. Come sapete la Banca europea per gli investimenti a
parte la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo è presente in questa
collaborazione anche.
La nostra cooperazione
energetica è anche reciprocamente vantaggiosa, ma dobbiamo approfondire
ulteriormente. Lo scorso marzo, la Commissione europea e il governo della
Federazione russa hanno concordato un Energy Roadmap congiunta 2050. Questo è
un risultato significativo.
Il mercato energetico
dell´Ue - più grandi del mondo - offre importanti opportunità di business per
le imprese russe, e la Russia rimarrà ovviamente una molto importante fornitore
di energia per l´Europa.
Visa gratuita rimane un
importante obiettivo comune. Per realizzarlo, è importante ora dare piena
attuazione alle misure comuni concordati.
L´ue è inoltre pronta a
concludere i negoziati per un accordo di facilitazione del visto aggiornato,
purché i dettagli tecnici sono chiarite e che le future normative in materia di
trasporti e mobilità non influenzare negativamente i nostri cittadini e gli
operatori dei trasporti.
Ci siamo impegnati a
lavorare insieme con la Russia per fare il vertice del G20 a San Pietroburgo un
successo, un successo per la Russia, ma anche un successo per l´Europa e per il
resto del mondo. In linea con il nostro lavoro interno nella Ue ci auguriamo
che la crescita può essere la priorità e che che il G20 possa affrontare anche
altre questioni importanti, come la lotta contro la frode e l´evasione fiscale.
Ho detto in passato che una
partnership strategica come la nostra deve essere basato sulla fiducia
strategico. Questi vertici servono proprio per costruire quella fiducia.
Questo è il motivo per cui
voglio concludere ringraziando ancora una volta il presidente Putin per averci
portato a questa grande città. Ekaterinburg non è più solo una frontiera. E
´oggi un luogo in cui tendiamo a tenere le mani e unire gli sforzi per il bene
di un futuro migliore per i nostri cittadini.
Vi ringrazio per la vostra
attenzione.”
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UE: IL RAFFORZAMENTO DEGLI STRUMENTI PER IL PROCESSO DECISIONALE A SOSTEGNO DELLA RIPRESA |
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Atene, 5 giugno 2013 – L’intervento
di ieri di Algirdas Šemeta Commissario responsabile per la fiscalità e l´unione
doganale, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode, al Parlamento greco: “
Signore e Signori,
Sono felice di essere ad
Atene e onorato di avere l´opportunità di rivolgermi a voi oggi.
Anche se la situazione
economica e sociale rimane molto difficile, ci sono segni evidenti di
miglioramento della fiducia nel processo di recupero a medio termine per la
Grecia. Gli investimenti e le esportazioni sono indicatori invocano un ritorno
proiettato alla crescita nel 2014. Questa è la testimonianza del duro lavoro
delle autorità greche, e per la determinazione e la capacità di ripresa del
popolo greco nel suo complesso.
Le istituzioni
internazionali sono stati con te, ogni passo del modo, nel processo di recupero
finora. E continueranno ad essere lì, con lo stesso impegno e sostegno, per
tutto il tempo necessario per tornare in Grecia per la stabilità economica.
Come sapete, il mio
portafoglio nella Commissione europea è ampia, che copre la fiscalità, le
dogane, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode.
Ognuno di questi settori è
di grande rilevanza per la Grecia nelle riforme che sta subendo, e di fondamentale
importanza per una crescita sostenibile a lungo termine.
Purtroppo, il tempo mi
impedisce di affrontarli tutti in dettaglio oggi. Quindi mi concentrerò su
fiscalità e le statistiche, in quanto questi tendono a cadere sotto i
riflettori più frequentemente.
Questo non vuol dire,
tuttavia, che le riforme doganali, o gli sforzi sulla lotta contro la frode,
sono di meno importanza e vi invito a perseguire ulteriori miglioramenti in
entrambe le aree con pieno vigore.
Tassazione
Ora vorrei passare prima a
tassazione.
Come sapete, le riforme
fiscali e il miglioramento della riscossione delle imposte e di recupero sono
due elementi essenziali dei programmi di aggiustamenti greci. In questo
contesto, in particolare attraverso il lavoro della task force, la Commissione
europea si è impegnata ad aiutare la Grecia a ridisegnare i propri sistemi
fiscali e migliorare la compliance fiscale.
Questa è un´opportunità per
me di sottolineare, ancora una volta, come i sistemi fiscali equi ed efficienti
sono essenziali per la competitività e la crescita, e per la coesione sociale
in generale.
Che cosa significa questo in
pratica?
Ciò significa che le regole
devono essere semplici e coerenti, facili da rispettare e facile da far
rispettare.
Ciò significa che i
meccanismi devono essere lì per scoraggiare, individuare e punire gli evasori
fiscali, in modo che ognuno paga quello che devono.
E ciò significa che, mentre
la riscossione delle entrate deve essere l´obiettivo primario della tassazione,
il peso deve essere equamente condiviso e deve sostenere gli obiettivi sociali
più ampi.
Questi sono i cartelli
indicanti che la Grecia, come ogni altro Stato membro, dovrebbe seguire
nell´attuare le riforme fiscali.
Possiamo già vedere il
movimento nella direzione giusta.
Per esempio, la nuova
funzione di segretario generale di entrate pubbliche è una buona iniziativa.
Questo offre la leadership mirata a portare avanti i cambiamenti essenziali e
di guidare una più efficace l´amministrazione fiscale con il necessario livello
di autonomia.
Allo stesso modo, sono state
prese misure positive per semplificare e modernizzare la legislazione fiscale.
I nuovi codici fiscali, per esempio, metteranno in atto le procedure più
moderne, in linea con gli standard internazionali.
L´impatto che questi possono
avere nel facilitare le imprese a pagare le tasse, e l´amministrazione a
raccoglierli, è enorme.
Tuttavia, vi è una lunga
strada ancora da percorrere prima che la Grecia ha un sistema fiscale che può
essere considerato pienamente idonei allo scopo.
Una priorità deve essere
quella di cementare la nuova struttura organizzativa dell´amministrazione
fiscale, e di garantire che sia adeguatamente equipaggiato con personale
professionale, ben addestrato ed affidabile.
Un´altra priorità deve
essere il miglioramento della raccolta di tasse.
Da un lato, le strutture
semplificate e regole, e una migliore amministrazione, faciliteranno la
conformità. Ma la Grecia deve adottare una posizione più dura nei confronti di
coloro che cercano di evitare di pagare quello che devono.
Meglio di recupero crediti e
di migliore controllo di ricchi contribuenti sono stati due aree di interesse
primario della nostra assistenza tecnica alla Grecia.
Ma temo che i progressi sono
ancora troppo lenti.
So che la legislazione è
stata sviluppata e nuovi "strumenti di recupero di massa" sono stati
progettati per affrontare questi problemi.
Ma questi devono essere
accompagnati da una forte volontà politica di attuare tutte le misure
necessarie e di raccogliere ciò che il denaro pubblico è legittimamente dovuto.
Questo è l´unico modo che la
Grecia può allontanarsi da un sistema in cui la pressione fiscale ricade in
modo sproporzionato sui lavoratori dipendenti e pensionati, ed è troppo
indulgente sui ricchi e dei lavoratori autonomi. Risale alla questione della
giustizia fiscale.
Legato a questo, la Grecia
ha anche bisogno di una politica di tolleranza zero contro la frode e
l´evasione fiscale.
Avrete visto il chiaro
invito da parte dei leader europei due settimane fa per un reale e concreto di
compiere progressi - e fatto in fretta, per affrontare questi problemi
pervasivi come unione.
Certo, la Grecia può sia
contribuire e beneficiare di misure più severe contro l´evasione e l´elusione a
livello dell´Ue.
A titolo di esempio
illustrativo, vorrei solo ricordare che la direttiva Ue sul risparmio rivista e
un accordo di risparmio Ue-svizzera più forte da solo potrebbe tornare miliardi
di euro alle tesorerie nazionali.
Qui, vi è la possibilità per
la Grecia di rafforzare la sua lotta contro l´evasione fiscale a casa - che ha
bisogno di rinforzo - sposando per le azioni adottate a livello comunitario e
mondiale.
Ad esempio, apprezzo la tua
intenzione di rafforzare norme antiabuso per evitare profitti spostando, e vi
invito a farlo, in linea con quella che abbiamo proposto nella raccomandazione
sui Aggressive Tax Planning.
Vorrei anche incoraggiarvi
ad attuare rapidamente le altre misure della presente raccomandazione, così
come le azioni che abbiamo proposto contro i paradisi fiscali.
Rafforzamento strumenti
antiriciclaggio esistenti sarebbero anche di grande aiuto nell´individuare gli
evasori fiscali e di congelamento dei loro beni. La Commissione ha contribuito
notevolmente alla assistenza tecnica alla Grecia nella lotta alla corruzione, e
continuerà a farlo.
Per concludere in materia di
fiscalità, la Commissione riconosce l´ambizioso programma di cambiamento che
viene perseguito in Grecia. Da parte mia, farò tutto a portata di mano per
sostenere le ulteriori azioni essenziali che devono essere prese.
Statistiche
Vorrei ora passare ad
un´altra area nel mio portafoglio, che è di particolare importanza per la
Grecia: Statistiche.
Sono sicuro che siete tutti
troppo consapevoli dell´importanza delle statistiche credibili per la fiducia
nelle decisioni prese a livello nazionale e comunitario.
Inoltre, le statistiche di
alta qualità sono cruciali per il sostegno pubblico per queste decisioni, per
la fiducia degli Stati membri nella vicenda, e per garantire le reazioni di
mercato misurate.
Con questo in mente, non
posso che plaudire la Grecia per il progresso che ha fatto in questo campo.
Sono state attuate riforme
impressionanti, in linea con il piano d´azione comune greco generale di
statistica, e attraverso la stretta collaborazione tra Eurostat e Elstat.
Di conseguenza, Eurostat ha
potuto pubblicare i dati Pde greci senza riserva per gli ultimi 6 notifiche
consecutive.
Questa è un´indicazione
inequivocabile che la qualità e l´affidabilità delle statistiche del governo
greco non sono più in discussione.
La fiducia nella produzione
di statistiche affidabili finanze nazionali è stato gradualmente ristrutturato.
E la Grecia è anche stato un
pioniere tra gli Stati membri a firmare l´impegno sulla fiducia nelle
statistiche dello scorso anno.
Ho già visto miglioramenti
nella situazione di Elstat come risultato, in particolare per quanto riguarda
la governance e indipendenza professionale sono interessati.
Su questa nota, devo esorto
a mettere la protezione dei Elstat e il suo staff proprio nel cuore delle
vostre priorità.
Solo un ufficio statistico
forte e autonomo in grado di garantire la trasparenza e la credibilità delle
informazioni statistiche che è necessario, in linea con gli standard dell´Ue.
Per quanto riguarda la
strada da seguire, direi mantenere il buon lavoro - e andare oltre. Ci sono
altre riforme necessarie per sostenere l´attuale qualità delle statistiche
greche.
Eurostat continuerà a
fornire assistenza tecnica e consulenza su questioni di Edp in stretta
collaborazione con tutte le istituzioni coinvolte, nel rispetto delle loro competenze.
E la Commissione è pronta a
sostenere la Grecia sul mantenimento di alta qualità, statistiche affidabili
quando e come può.
Signore e Signori,
Recupero dalla crisi
economica e finanziaria rimane un compito impegnativo per l´Europa nel suo insieme.
E a maggior ragione per la Grecia.
Recenti sviluppi in Grecia
dimostrano che le riforme avviate in un certo numero di domini sono la strada
giusta da seguire.
Il 2013 è un anno
importante. Dopo sei anni consecutivi di recessione, la Grecia dovrebbe tornare
a crescere.
Sono incoraggiato dai
colloqui che ho avuto con i miei interlocutori in questo viaggio. Sembra che ci
sia un impegno a condurre questo processo verso la trasparenza, l´efficienza e
soprattutto di equità.
Sono sicuro che questo
impegno è condiviso dai rappresentanti di questo Parlamento. E voi avete un
ruolo molto importante nel mobilitare il sostegno di tutte le parti che
partecipano del paese.
Mi rendo conto che ciò che
si faccia non sono facili battaglie, e spesso richiedono un cambiamento
fondamentale nella cultura.
Ma la determinazione di
questo Parlamento e il governo greco, il coraggio del popolo greco e il
sostegno dei partner europei, sono elementi chiave per il successo.
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UE: PROMUOVERE LA COESIONE SOCIALE E LA SOLIDARIETÀ IN UN MOMENTO DI CRESCENTI DISUGUAGLIANZE |
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Amsterdam, 5 giugno 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di László
Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e
l´inclusione: “Signore e signori,
Il mio cordiale saluto a
tutti voi.
Ho seguito il progetto Gini
da quando è iniziato a Londra nel 2010, quindi sono felice di essere qui per la
conferenza che si snoda in su.
Il mio obiettivo oggi è
quello di dare un breve resoconto di ciò che il nostro monitoraggio della
disuguaglianza spettacoli, e la nostra impressione del modo in cui la
situazione si è evoluta a partire dall´inizio della crisi e dopo la conferenza
Gini a Budapest nel marzo dello scorso anno.
Sono poi andato a delineare
la risposta dell´Ue alla situazione in seguito alla peggiore crisi finanziaria,
economica e sociale da quando l´Unione è stata fondata, e in particolare le
proposte della Commissione per migliorare la governance sociale dell´Ue.
L´analisi presentata nei
nostri rapporti recenti - in particolare il 2012 per l´occupazione e gli
sviluppi sociali in Europa di revisione e le nostre relazioni di monitoraggio
trimestrali - dimostra che la crisi abbia modificato sostanzialmente la
dinamica della disuguaglianza e colpite diverse fasce della popolazione in
diversi modi.
Un confronto dello sviluppo
sin dall´inizio della crisi del reddito medio dei quintili estremi - ignorando
i cambiamenti nel mezzo - fornisce un quadro piuttosto variegato.
Spagna mostra la più grande
divergenza tra le fasce di reddito superiore e inferiore, con i redditi di
coloro che in fondo in declino drammatico.
Lituania, Irlanda, Estonia e
Italia seguono lo stesso modello, ma su scala più piccola.
Nel Regno Unito, invece, il
reddito mediano del quintile più alto è sceso più ripida, il che suggerisce che
le famiglie più povere possono essere state relativamente più protetta.
In Lettonia, le perdite di
reddito erano pesanti in entrambi i gruppi di reddito, con il calo più
pronunciato nella parte superiore.
Negli Stati membri in cui il
reddito reale è aumentato, i redditi sono cresciuti di più nel quintile
superiore, anche se la Polonia e la Romania sono un´eccezione qui, insieme con
l´Austria e la Finlandia.
Nel complesso, il periodo
2008-11 è stato quello in cui più paesi hanno visto un allargamento del divario
tra i quintili estremi di restringimento.
Non possiamo ignorare il
grande ruolo che le misure nazionali di consolidamento fiscale hanno giocato.
Per analizzare l´impatto di
tali misure, la Commissione ha utilizzato i risultati forniti dal Euromod.
Euromod è un modello di
micro-simulazione che consente l´impatto dei cambiamenti in sistemi fiscali e
previdenziali da valutare in modo coerente.
Possiamo così analizzare
l´impatto di tali misure di risanamento di bilancio come:
• cambiamenti nelle imposte dirette e dei contributi sociali,
• prestazioni e pensioni in contanti, e
• salari del settore pubblico,
applicata dal 2008 a metà
del 2012 in nove Stati membri in cui le misure di risanamento sono stati
particolarmente vasta portata.
Che questa analisi ci dice è
che le misure di austerità possono avere un impatto distributivo molto diversi
a seconda della loro progettazione.
Misure di consolidamento
fiscale hanno avuto un impatto chiaramente regressivo in Estonia e Lituania: i
più poveri sono stati i più colpiti.
In Portogallo e in Grecia,
l´onere del risanamento di bilancio mostra un pattern a forma di U rovesciata.
Cadde più pesantemente sia
sul povero e il ricco non quello che ha fatto sui decili medio reddito.
Nel frattempo, la variazione
del reddito nel Regno Unito e in Italia è stata quasi proporzionale in tutta la
distribuzione del reddito.
Infine, in Spagna, Lettonia
e Romania, il migliore-off perso una percentuale maggiore del proprio reddito
rispetto ai poveri, anche se il reddito in Lettonia ha sofferto pesantemente in
tutta la distribuzione. In questo piccolo gruppo di paesi si potrebbe parlare
di consolidamento fiscale in fase di progettazione in modo un po
´progressista´.
Tuttavia, è importante
tenere a mente che una caduta del reddito proporzionale può effettivamente
influenzare il tenore di vita di quelli in basso fasce di reddito più
gravemente.
In altre parole, se una
persona povera perde il 6% del loro reddito e una persona ricca perde anche il
6%, il cambiamento è più difficile per il povero.
Forse l´osservazione chiave
per quanto riguarda questa crisi è la divergenza senza precedenti della
disoccupazione e di altri esiti socio-economiche tra i 17 paesi che condividono
la moneta comune.
Questa polarizzazione degli
Stati membri della zona euro è molto diverso da quello che è successo nei primi
anni dopo il varo dell´euro.
La tendenza alla convergenza
negli anni buoni si è invertita nel corso della crisi. Infatti, la divergenza
emersa durante la crisi è molto più grande della convergenza che è stato
raggiunto prima della crisi.
L´area dell´euro è ora, nel
2013, nella posizione più vulnerabile mai lo è stato, se si guarda alla
situazione occupazionale e sociale e le differenze tra i paesi.
Le attuali divergenze
ampliamento si prevede un picco di quest´anno, ma non è affatto chiaro se e
come sarà ridotto nei prossimi anni.
Molto dipende dalla politica
e sulla risoluzione della crisi dell´euro.
Questo crescente divario è
dovuto a una serie di fattori, tra cui le differenze del contesto
macroeconomico, molto diversi livelli di resilienza dei mercati del lavoro dei
singoli paesi.
Ma il fattore chiave è il
carattere incompleto della nostra Unione economica e monetaria, senza alcun
bilancio centrale o politica di crescita comune, e senza unione politica. Altri
aspetti del design sistemico della Uem hanno anche svolto un ruolo, come messa
a fuoco predominante della Bce sulla stabilità dei prezzi.
Infine, il carattere molto
incrementale della risposta europea alla crisi, che per lungo tempo incentrato
sulla salvaguardia della fiducia dei mercati finanziari e la tutela dei
creditori, piuttosto che ri-iniziare l´economia reale, è stato anche un fattore
importante.
La divergenza senza
precedenti dei tassi di disoccupazione riflette anche le enormi difficoltà in
cui versa un numero di Stati membri nella ricerca di un nuovo equilibrio e
mettendo le loro economie su una base sostenibile, nel contesto attuale di
svalutazione interna e di consolidamento dei bilanci pubblici.
Ma più di questo, questa
divergenza socio-economica rappresenta una sfida senza precedenti in termini di
tenere insieme l´Unione europea.
Sempre più, i cittadini ei
politici stanno iniziando a cercare soluzioni che implicano disintegrazione
piuttosto che rafforzare il progetto europeo.
Essi ritengono che l´Europa
non è riuscita la risposta alla crisi e - in effetti molte cose avrebbero
potuto essere gestite meglio, e la sfida per l´Ue in termini di azione
collettiva è stata massiccia.
Ma la preoccupazione
principale è che le persone si sentono che l´Europa non ha davvero imparato dal
risultato della sua risposta alle crisi fino ad ora, e che la zona euro non
saranno in grado di adattarsi alla shock asimmetrico continuando in modo tale
da offrire ai paesi periferici una futuro economico accettabile.
La gente ha paura che ci sia
svalutazione ancora più interno a venire.
In una situazione in cui il
ruolo di stabilizzazione automatica dei nostri sistemi di protezione sociale è
diminuita o addirittura cessato di applicare, vi è una chiara necessità di una
maggiore solidarietà tra gli Stati membri.
Spesa per la protezione
sociale è aumentato notevolmente nel 2009 in risposta alle condizioni
economiche molto gravi al momento.
Ma è diminuita in seguito,
anche se l´output gap continuato ad essere negativo, soprattutto a causa della
crisi del debito sovrano e l´assenza di trasferimenti fiscali da un momento
forte per i paesi più deboli momentaneamente ha costretto i più deboli a
tagliare i loro bilanci.
Questo è nettamente diverso
da precedenti periodi di contrazione.
Ci sono stati circa 40 casi
nel 1990 e il primo decennio del 21 ° secolo in cui l´output gap è stato
negativo, ma le spese di protezione sociale è rimasto molto più stabile.
Così che questa crisi ci
insegna è che l´austerità potrebbe essere stata la risposta necessaria per il
breve termine - data la mancanza di un progetto migliore per l´Unione economica
e monetaria, in assenza di una maggiore solidarietà - ma ha aggravato la crisi
e non può rappresentare la soluzione per gli anni a venire.
Molti Stati membri hanno
ancora bisogno di consolidare i loro bilanci, ma altre cose devono accadere
troppo.
Abbiamo bisogno di ampliare
la nostra attenzione per l´economia reale, e migliorare il design di Uem, con
più solidarietà tra gli Stati membri e di riequilibrare più simmetrica.
È necessaria anche la
solidarietà per garantire che il denaro risparmiato sul taglio dei servizi
pubblici non è semplicemente consegnato ai mercati finanziari, sotto forma di
premi per il rischio elevato derivante da on-going incertezza circa le
condizioni alle quali la periferia può continuare a far parte della zona euro.
La Commissione ha lavorato
per migliorare la tempestività dei dati comunitari armonizzati di sviluppi
sociali, compresa la riduzione del ritardo nei dati sul reddito.
Inoltre, rispondendo alla
necessità di monitorare la crisi più da vicino, abbiamo anche cercato di fonti
integrative tempestive, come ad esempio le indagini di consumo armonizzati Ue,
che danno un´indicazione della situazione più recente.
Abbiamo regolarmente
pubblicato l´indicatore che chiamiamo ´dissesto finanziario´, che si riferisce
alla percentuale di persone che hanno a disegnare sui loro risparmi o andare in
debito, al fine di coprire le spese correnti.
Questi dati confermano una
tendenza preoccupante in Spagna, per esempio, dove il divario tra quartili è in
crescita e in cui difficoltà finanziarie nel quartile inferiore si sta
avvicinando un livello allarmante.
Ma, in Austria, che si è
preso le distanze dalla crisi bene, il livello di stress non è sempre peggio e
rimane stabile di tutti i quartili.
Infine, non dovremmo
concentrarci sulla disuguaglianza nel reddito da solo, con l´esclusione di
tutto il resto.
Recente indagine ricchezza
della Banca centrale europea ci permette di esplorare la situazione per quanto
riguarda le disuguaglianze nella ricchezza, e rivela alcuni risultati
interessanti.
Maggiore è il rapporto della
media alla mediana, maggiore è la disparità nella distribuzione della
ricchezza.
Da questo punto di vista,
l´Austria e la Germania si distinguono come i paesi con di gran lunga la più
grande disuguaglianza nella ricchezza.
I loro rapporti sono circa
3,5 o più, mentre sono al di sotto di 2 per la maggior parte degli altri Stati
membri.
Ciò dimostra chiaramente che
la disuguaglianza di reddito non dà il quadro completo, e abbiamo bisogno di
prendere in considerazione reddito congiuntamente con la ricchezza.
Nei prossimi mesi ci
auguriamo di poter fare ulteriore uso dei risultati di questa indagine
ricchezza che si sono resi disponibili.
Signore e signori,
L´ue ha risposto alla
crescita delle disuguaglianze presentando proposte politiche ambiziose e
rafforzare il coordinamento della politica economica e sociale.
Europa 2020
Già nel 2010 l´Ue ha
adottato la strategia Europa 2020 come sua agenda globale per una crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva.
Europa 2020 ha cinque
ambiziosi obiettivi principali dell´Ue, compreso un obiettivo del lavoro per
aumentare il tasso di occupazione al 75% della popolazione in età lavorativa e
un obiettivo di riduzione della povertà per il sollevamento di almeno 20
milioni di persone dalla povertà entro il 2020.
Semestre europeo
Portare avanti Europa chiede
2020 per un forte sistema efficace di governance economica, e questo è ciò che
questa Commissione ha introdotto per il coordinamento Ue e l´azione politica
nazionale.
Una delle sue
caratteristiche principali è il ciclo annuale di coordinamento della politica
economica nota come il semestre europeo.
Il semestre europeo prevede
orientamenti politici a livello Ue rilasciata dalla Commissione europea e dal
Consiglio, gli impegni degli Stati membri in materia di riforma e di
raccomandazioni specifiche per paese elaborati dalla Commissione, discussa in
sede di Consiglio e dei suoi comitati, e, infine, approvato dal Consiglio
europeo.
Gli Stati membri sono tenuti
a prendere a bordo di queste raccomandazioni nella progettazione delle loro
politiche strutturali e dei budget annuali.
La Commissione ha presentato
le sue proposte per il 2013 raccomandazioni specifiche per paese proprio la
settimana scorsa, e ci ritornerò a loro in un istante.
Occupazione e Gioventù
Pacchetti
Ma oltre a linee guida
specifiche del paese, abbiamo anche rafforzato l´occupazione e le politiche
sociali in senso orizzontale.
Occupazione e Gioventù
Pacchetti della Commissione presentata nel 2012 hanno cercato di stabilire un
ordine del giorno per una ripresa fonte di occupazione e di rilanciare
l´occupazione, soprattutto tra i giovani.
Il pacchetto per
l´occupazione ha consigliato agli Stati membri di concentrarsi su misure volte
a facilitare l´incontro tra domanda e offerta di lavoro, gli investimenti in
competenze e il completamento del mercato del lavoro europeo. Ha inoltre
sottolineato il ruolo delle politiche dal lato della domanda, come ad esempio
l´assunzione di sussidi e la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro a bassa
retribuzione, e la necessità di salari decenti e sostenibili.
Il pacchetto per
l´occupazione giovanile ha presentato una proposta di raccomandazione che
istituisce una garanzia per i giovani, che gli Stati membri hanno adottato, al
fine di garantire che tutti i giovani di età inferiore ai 25 ricevono
un´offerta di qualità del lavoro, formazione continua, un apprendistato o un
tirocinio entro quattro mesi dalla disoccupazione o di lasciare l´istruzione
formale.
Nel febbraio 2013 il
Consiglio europeo ha deciso di istituire un dell´occupazione giovanile e
stanziato € 6 miliardi a sostegno di misure per l´occupazione giovanile.
Sociale pacchetto di
investimenti
Nel febbraio di quest´anno,
la Commissione ha adottato un pacchetto Social Investment.
Essa si basa sull´idea che
le politiche sociali giuste possono aiutare gli individui, le famiglie e la
società adattarsi a tali rischi come il cambiamento dei modelli di carriera,
nuove condizioni di lavoro e l´invecchiamento della popolazione, e di ridurre
la necessità che la politica (e le spese) per porre rimedio a tali rischi. E
´basato sull´idea "prevenire e preparare, in modo che non si deve
riparare".
Il pacchetto comprende tre
filoni di riforma della politica per aiutare gli Stati membri ad adeguare i
loro sistemi di protezione sociale alle sfide del 21 ° secolo.
I punti del pacchetto
centrali sono molto importanti per la disuguaglianza.
Per sua natura, la
previdenza sociale tende a contrastare le disuguaglianze.
Prevedendo sociale più
efficace, un approccio di investimento sociale consente alle persone -
specialmente quelli a rischio di povertà - e, quindi, tende a ridurre le disuguaglianze.
Invece di aspettare per i
rischi di materializzarsi, si sottolinea la necessità di dotare le persone e
anticipare i rischi, fornendo supporto proattivo e nei momenti giusti nella
loro vita.
A titolo di esempio pratico,
la trappola della povertà intergenerazionale è uno dei fattori chiave per la
disuguaglianza di replica.
Combattere lo svantaggio
della prima infanzia è fondamentale evitare questa trappola, e garantire che
tutte le persone a realizzare il loro pieno potenziale.
Questo può significare
fornire un´istruzione di qualità accessibile o attività extra-curriculari.
Misure per migliorare la
situazione della famiglia economica - come il sostegno all´occupazione, e
figlio adeguata e prestazioni familiari - anche aiutare prevenire la trappola
della povertà intergenerazionale.
Assistenza all´infanzia di
buona qualità e di educazione della prima infanzia, in particolare, hanno
dimostrato di avere un forte impatto positivo sulla probabilità di finire gli
studi e trovare un lavoro per bambini.
Essi possono aiutare i
bambini a evitare tali rischi estremi come delinquenza e droga in seguito.
Chiaramente,
aumentando-infanzia partecipazione all´istruzione e alle cure possono
beneficiare le persone di tutti i redditi, ma tende a beneficio di coloro che
sono altrimenti meno probabilità di essere impiegato e guadagnare un buon
reddito, e sono più propensi a correre rischi estremi.
Si riduce in tal modo la
disuguaglianza.
Dati recenti indicano che
investire nei bambini nella primissima infanzia è il modo più efficace di
promuovere la mobilità sociale.
Questo è supportato da
recenti sviluppi nel campo delle neuroscienze, che mostrano l´influenza
determinante di investimenti negli anni pre-scuola - soprattutto prima dei tre
anni - quando si formano le abilità cognitive e sociali più vitali.
Appare prima infanzia ad
essere il periodo in cui il ritorno sugli investimenti in salute e l´educazione
dei bambini è più alta.
I benefici per i bambini
provenienti da un contesto svantaggiato sono ancora più marcata.
Le prove dimostrano che
l´aumento della durata dell´istruzione pre-primaria da appena un anno può avere
un enorme impatto sul successo accademico successivamente nell´adolescenza.
Esiste una forte correlazione
tra il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli e la percentuale di
donne che hanno accesso a servizi di assistenza formale, soprattutto nei primi
tre anni di vita del bambino.
Questo grafico mostra che
maggiore è la percentuale di bambini in assistenza all´infanzia formale, più
alto è il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli.
Questo suggerisce che
l´infanzia rendendo accessibili in grado di rimuovere gli ostacoli alla
partecipazione delle donne al mercato del lavoro.
Signore e signori,
La seconda priorità del
pacchetto sociale investimento comporta l´investimento in competenze e le
capacità delle persone di migliorare le proprie opportunità.
Anche in un clima di
consolidamento fiscale, i benefici devono essere sufficientemente elevato da
fornire un´adeguata protezione sociale, e dovrebbero andare di pari passo con,
servizi di buona qualità accessibili.
Tali servizi includono
l´assistenza nella ricerca di lavoro, di formazione, opportunità di
apprendimento permanente, e servizi di assistenza accessibili.
Ma prestazioni e servizi
sociali non possono esistere in isolamento per poter affrontare efficacemente
la povertà e la mancanza di pari opportunità.
Il pacchetto pertanto
sottolinea anche la promozione di mercati del lavoro inclusivi, in modo che le
donne, i migranti, le persone anziane e gli altri hanno tutti una possibilità
di entrare nel mercato del lavoro e guadagnarsi da vivere.
In particolare, si chiede
agli Stati membri di adottare misure volte a colmare il divario retributivo tra
i sessi e di eliminare gli ostacoli che impediscono alle donne e ad altri
lavoratori sotto-rappresentati dalla partecipazione al mercato del lavoro.
Questo è sia un etica e un
imperativo economico.
E ´giusto che le persone
dovrebbero avere la stessa possibilità di raggiungere l´indipendenza economica
e l´incontro di uno aspirazioni individuali.
Ed è essenziale per ridurre
la povertà, la disuguaglianza e l´esclusione sociale.
Ma mostra anche che le spese
per le politiche attive del mercato del lavoro può portare a risultati diversi
- per esempio, in Belgio e Danimarca.
Questo può essere collegato
a differenze nei mercati del lavoro degli Stati membri, ma può anche dimostrare
che ci sia spazio per una maggiore efficienza.
Nel momento in cui gli Stati
membri si sforzano di fare il miglior uso dei loro bilanci, i punti del
pacchetto che ci sia spazio per migliorare l´efficienza e l´efficacia dei
bilanci di politica sociale di molti Stati membri.
Sappiamo che i risultati di
budget simili spesso sono molto diverse, come questa diapositiva mostra.
Il pacchetto sottolinea
inoltre che la semplificazione amministrativa beneficio può risparmiare tempo e
denaro, può rendere più facile l´accesso di sostegno e più facile da affrontare
situazione complessa dell´individuo correttamente.
Questo ci porta alla
prossima priorità nel pacchetto.
Gli Stati membri devono
esaminare qualsiasi tassa e disincentivi previdenziali che impediscono alle
persone di trovare un impiego.
Ciò è particolarmente vero
per i disincentivi fiscali per secondo-percettori nelle famiglie dichiarazione
dei redditi congiunta.
Trappole della povertà
dovrebbero essere affrontati anche - per esempio, si assottiglia
progressivamente per i meno abbienti soglie benefici.
Maggiore efficienza ed
efficacia possono essere raggiunti garantendo prestazioni e servizi sociali,
andiamo a destra gruppi target.
Per esempio, l´accesso agli
assegni familiari potrebbe progressivamente essere universale, e alcuni
benefici potrebbe essere subordinata a condizioni - per esempio, l´indennità di
disoccupazione potrebbe essere subordinata alla partecipazione a formazione
professionale.
Il pacchetto fornisce una
guida politica, ma sottolinea anche il sostegno finanziario concreto l´Unione
europea mette a disposizione per mettere le politiche in atto.
Lo strumento chiave è il
Fondo sociale europeo, che ha già fornito un sostegno sostanziale e variegato
di riforma che coinvolge un approccio di investimento sociale.
Per esempio, ha fornito il
supporto per l´innovazione sociale nella politica migratoria in Portogallo,
aiutare i disoccupati di lunga durata a tornare nel mondo del lavoro in
Ungheria, e di incoraggiare l´offerta di assistenza all´infanzia da parte delle
imprese sociali in Italia.
Il Fondo sociale europeo
avrà un ruolo ancora più importante nel sostenere gli investimenti sociali in
futuro, aiutando gli Stati membri ad attuare le raccomandazioni specifiche per
paese.
Stiamo anche sviluppando una
guida operativa per il Fondo sociale per garantire che il finanziamento è
strettamente in linea con le priorità politiche del Lavoro, liberta ´e
pacchetti di investimento.
Dal 2014, il programma per
il cambiamento e l´innovazione sociale fornirà un sostegno finanziario per la
capacità e la sperimentazione di nuove politiche innovative, con l´obiettivo di
up-scaling delle misure di maggior successo.
Il nuovo Fondo europeo per
gli aiuti agli indigenti sosterrà i sistemi nazionali di fornire assistenza non
finanziaria per le persone più povere della nostra società attraverso
organizzazioni partner. Ciò si baserà sul programma in corso di aiuti
alimentari, ma andrà oltre gli aiuti alimentari.
Il Fondo si occuperà
privazione di cibo, senza fissa dimora e la privazione materiale dei bambini.
La Commissione fornirà
inoltre agli Stati membri con il supporto per numerose iniziative di capacity
building e di condividere la sua analisi e delle competenze e una nuova banca
di conoscenza e di relazioni periodiche.
Un esempio che aiuterà a
ridurre la povertà e la disuguaglianza è l´elaborazione di una metodologia
comune per la progettazione dei budget di riferimento.
Budget di riferimento sono
il calcolo del costo di un paniere di beni e servizi di base che una famiglia
di dimensioni e di composizione specifica deve essere in grado di vivere.
Nella maggior parte degli
Stati membri, beneficiano di reddito minimo da sola non può essere sufficiente
a consentire l´uscita del rischio di povertà.
I politici possono
contribuire a garantire che il sostegno al reddito riflette il reale costo
della vita, e possono contribuire a incrementare il tenore di vita delle
persone in modo che essi vivono in dignità utilizzando budget di riferimento.
Ciò contribuirà a garantire
che i regimi minimi di sostegno al reddito sono adeguati.
Il coordinamento della
protezione sociale ´Stati membri e le politiche di inclusione sociale - quello
che noi chiamiamo il "sociale metodo aperto di coordinamento" - sarà
importante per l´attuazione del pacchetto sociale investimento.
Grazie a questo metodo, gli
sviluppi politici saranno monitorati, l´apprendimento reciproco e valutazioni
inter pares fra gli Stati membri migliorata, ed esempi di buone pratiche in
relazioni strategiche nazionali identificati.
Gran parte del lavoro
avviene attraverso il Comitato per la protezione sociale e dei suoi indicatori
sottogruppo.
La protezione sociale
Performance Monitor fornirà anche un supporto al monitoraggio della situazione
sociale nell´Unione.
Utilizzando indicatori
comuni sociali dell´Ue, identifica le tendenze sociali e le modifiche che sono
comuni a diversi Stati membri e alimenta le raccomandazioni specifiche per
paese.
Le proposte della
Commissione per le raccomandazioni specifiche per paese di quest´anno
riflettono alcuni dei punti principali del pacchetto sociale degli
investimenti, con l´obiettivo di elevare il livello di vita della popolazione,
ridurre la povertà e promuovere la crescita inclusiva.
Un numero maggiore di
raccomandazioni riguardano la povertà, in particolare per quanto riguarda i
bambini.
Ciò comporta, per esempio,
le strategie di attuazione per alleviare la povertà e rafforzare l´inclusione
sociale, comprese le raccomandazioni per alcuni Stati membri di intensificare
gli sforzi per l´inclusione dei Rom
Proporre raccomandazioni
specifiche per paese che si concentrano sulla lotta alla povertà e l´esclusione
sociale è un riflesso della responsabilità della Commissione per monitorare gli
sforzi degli Stati membri per affrontare uno degli obiettivi di Europa 2020.
Molte proposte di raccomandazioni specifiche per paese fanno inoltre
riferimento alla necessità di migliorare l´efficienza e l´efficacia dei
trasferimenti sociali nella lotta alla povertà, mentre alcuni richiesta di una
maggiore adeguatezza ed un aumento della copertura delle prestazioni e un
maggiore accesso alle prestazioni.
Ma dal momento che queste
raccomandazioni sono basate su annuale della crescita per il 2013, che è uscito
prima che il pacchetto sociale degli investimenti è stato pubblicato,
riflettono solo le priorità politiche della confezione in misura limitata.
Raccomandazioni specifiche
per paese del prossimo anno prenderanno il pacchetto più pienamente conto, a
condizione che la prossima analisi annuale della crescita rispecchia pienamente
la sua guida.
Consolidare dell´Unione
economica e monetaria e la sua dimensione sociale
Signore e signori,
L´ultimo punto che vorrei
sollevare in termini di governance è la necessità di consolidare l´Unione
economica e monetaria per dare sostanza ad alcuni articoli del trattato.
Il trattato sull´Unione
europea stabilisce che l´Unione:
si adopera per lo sviluppo
sostenibile dell´Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla
stabilità dei prezzi, altamente competitiva un´economia sociale di mercato che
mira alla piena occupazione e al progresso sociale e un elevato livello di
tutela e di miglioramento della qualità dell´ambiente.
Questo è il problema dietro
l´attuale dibattito sulla dimensione sociale più stretta unione economica e
monetaria e la forma che potrebbe assumere.
La Commissione ha sviluppato
le sue idee sul significato di un´Unione economica e monetaria vera e profonda
dallo scorso autunno.
Le proposte che abbiamo già
fatto sono:
• un meccanismo per il coordinamento ex ante delle principali
riforme di politica economica, e
• uno strumento di convergenza e di competitività combinando
accordi contrattuali con un meccanismo di solidarietà per le riforme
strutturali nazionali.
Il 19 giugno la Commissione
prevede di presentare proposte per rafforzare la dimensione sociale della Uem,
anche rafforzando il monitoraggio delle sfide sociali e occupazionali chiave
che hanno un impatto negativo sul buon funzionamento e anche la sostenibilità
dell´unione monetaria.
Avrà lo scopo di esporre
alcune idee modeste e realizzabile per come potremmo affrontare l´inedito
divergenza socio-economico che ho citato in precedenza.
Il punto chiave è che la
governance economica dell´Uem deve comprendere azioni collettive per affrontare
gravi problemi occupazionali e sociali prima che si sviluppino in modo
sproporzionato a livello nazionale e dell´area dell´euro.
Conclusione
Signore e signori,
Dobbiamo lavorare per
ottenere sia l´efficienza economica e l´equità sociale - senza sacrificare
neanche.
Senza affrontare la grave
crisi sociale che l´Europa sta attraversando, e senza salvare il capitale umano
di milioni di persone che attualmente mancano le opportunità economiche, non
siamo in grado di realizzare una ripresa.
Così le disuguaglianze non
sono qualcosa che dovremmo sperare di ridurre in cui la prosperità ritorna. Le
disuguaglianze sono qualcosa che dobbiamo affrontare qui e ora, e abbiamo
bisogno di mettere in atto investimenti sociali che assicura che tutti abbiano
una possibilità reale.
Grazie per la vostra
attenzione.
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LO SPAZIO SCHENGEN SOTTO LA LENTE D´INGRANDIMENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA |
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Bruxelles, 5 giugno 2013
- La Commissione ha adottato il terzo "check up" dello spazio di
libera circolazione, che permette a oltre 400 milioni di persone di muoversi
senza ostacoli all´interno dell´Ue.
Lo spazio Schengen di libera
circolazione consente a oltre 400 milioni di cittadini dell’Unione, provenienti
da 26 paesi europei, e a un numero crescente di cittadini di paesi terzi di
viaggiare senza controlli alle frontiere interne. La Commissione ha
adottato il terzo “check up” di Schengen, una panoramica semestrale sul
funzionamento dello spazio Schengen. La relazione presenta con chiarezza la situazione dello
spazio Schengen per garantire l’attuazione coerente delle norme comuni in tutti
i paesi membri di tale spazio1.
“Schengen è uno dei
risultati europei più preziosi e concreti. Sta molto a cuore ai cittadini
dell’Unione e dà un apporto fondamentale alla nostra prosperità economica. La
questione di come possiamo rafforzare la nostra cooperazione e salvaguardare la
libera circolazione è estremamente importante. È nostro dovere garantire ai
cittadini che lo spazio Schengen rimanga uno spazio senza controlli alle
frontiere”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari
interni.
La terza relazione copre il periodo che va dal 1° novembre 2012
al 30 aprile 2013 e valuta in particolare i punti riportati di seguito.
Applicazione delle norme
Schengen -
Durante il semestre oggetto
della relazione, i controlli alle frontiere interne sono stati ripristinati una
volta, dalla Norvegia, in occasione della cerimonia di consegna del premio
Nobel per la pace svoltasi a Oslo il 10 dicembre 2012. Dal 3 al 12 dicembre
2012, 3 136 persone sono state oggetto di verifiche di frontiera, a 19 è stato
rifiutato l’ingresso e 8 sono state trattenute.
Per controllare che le norme
siano applicate correttamente sono state svolte verifiche a campione in
numerosi Stati dello spazio Schengen (attraverso il meccanismo di valutazione
Schengen), per quanto riguarda la cooperazione di polizia (in Estonia, Lettonia
e Lituania), le frontiere aeree (in Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca), le
frontiere terrestri (in Estonia, Lettonia e Lituania) e i visti (in Estonia,
Polonia e Slovacchia). Dalle valutazioni non sono emerse carenze tali da
richiedere un intervento immediato da parte della Commissione.
Procedure di rilascio dei
visti e di sicurezza -
Il sistema di informazione
visti (Vis), recentemente lanciato in Africa occidentale e Africa centrale
(marzo 2013), è attualmente operativo in cinque regioni. Presto lo sarà anche
in Africa orientale e Africa meridionale (6 giugno 2013), in America meridionale
(5 settembre 2013), nonché in Asia centrale, in Asia sud-orientale e in
Palestina (14 novembre 2013). Il Vis sta dando buoni risultati e, al 6 maggio
2013, aveva permesso di trattare circa 2,9 milioni di domande di visto, di
rilasciare approssimativamente 2,4 milioni di visti e respingere circa 348 000
domande di visto.
Il 9 aprile 2013 il sistema
d’informazione Schengen di seconda generazione (Sis Ii) è entrato in funzione
(Ip/13/309 e Memo/13/309). Il Sis Ii mette a disposizione degli Stati membri
funzionalità e categorie di segnalazioni nuove e rafforzate, permettendo alle
autorità nazionali doganali, di polizia e di controllo delle frontiere di
scambiarsi agevolmente informazioni sulle persone che potrebbero essere
coinvolte in reati gravi o che potrebbero essere scomparse.
Situazione alle frontiere
esterne Schengen -
Nel periodo da ottobre a
dicembre 2012 sono stati rilevati circa 13 600 attraversamenti illegali delle
frontiere, con una diminuzione del 52% rispetto al quarto trimestre del 2011.
Mentre nel periodo da luglio a settembre 2012 oltre la metà di tutti i
rilevamenti di attraversamenti illegali sono stati segnalati dalla Grecia, la
situazione è cambiata nell’agosto 2012, quando la Grecia ha riassegnato circa 1
800 guardie di frontiera alla sua frontiera terrestre con la Turchia. Nel
periodo da ottobre a dicembre 2012 l’Italia ha comunicato il 31% di tutti i
rilevamenti (4 231 persone), seguita dalla Grecia con il 30% dei rilevamenti (4
035 persone).
Proseguiranno gli sforzi per
migliorare la raccolta di informazioni sui flussi migratori all’interno dello
spazio Schengen, al fine di iniziare nel 2014 la raccolta e l’analisi su base
regolare dei dati sui movimenti migratori irregolari.
Contesto
Nel settembre 2011 la
Commissione ha presentato alcune proposte per rafforzare l’efficacia e la
legittimità del sistema di Schengen (Ip/11/1036 e Memo/11/606). Nella
comunicazione “Governance Schengen - Rafforzare lo spazio senza controlli alle
frontiere interne”, la Commissione ha annunciato l’intenzione di presentare
alle istituzione dell’Ue, due volte l’anno, una panoramica sul funzionamento di
Schengen.
Tali relazioni getteranno le
basi per una discussione in seno al Parlamento europeo e al Consiglio e
contribuiranno a rafforzare gli orientamenti politici e la cooperazione tra i
paesi Schengen. La precedente relazione della Commissione è stata adottata nel
novembre 2012 (Ip/12/1256).
Inoltre, sono in corso i
negoziati sulle due proposte legislative presentate nel settembre 2011. Tali
proposte introducono un meccanismo più forte di valutazione e controllo a
livello dell’Ue per verificare e assicurare l’applicazione delle norme
Schengen, e un meccanismo decisionale europeo più strutturato che possa
permettere, in circostanze del tutto eccezionali, il ripristino temporaneo dei
controlli alle frontiere interne in caso di minaccia grave per l’ordine
pubblico e la sicurezza interna. Il 29 e 30 maggio è stato raggiunto un accordo
a livello di trilogo e Coreper sulle proposte Schengen, che rappresenta un passo
avanti verso un meccanismo più forte per la libera circolazione.
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UE: IL RAFFORZAMENTO DEGLI STRUMENTI PER IL PROCESSO DECISIONALE A SOSTEGNO DELLA RIPRESA |
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Atene, 5 giugno 2013 – Di seguito l’intervento di ieri Algirdas Šemeta Commissario responsabile per
la fiscalità e l´unione doganale, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode
al Parlamento greco: “
Signore e Signori,
Sono felice di essere ad
Atene e onorato di avere l´opportunità di rivolgermi a voi oggi.
Anche se la situazione
economica e sociale rimane molto difficile, ci sono segni evidenti di
miglioramento della fiducia nel processo di recupero a medio termine per la
Grecia. Gli investimenti e le esportazioni sono indicatori invocano un ritorno
proiettato alla crescita nel 2014. Questa è la testimonianza del duro lavoro
delle autorità greche, e per la determinazione e la capacità di ripresa del
popolo greco nel suo complesso.
Le istituzioni
internazionali sono stati con te, ogni passo del modo, nel processo di recupero
finora. E continueranno ad essere lì, con lo stesso impegno e sostegno, per
tutto il tempo che serve per tornare in Grecia per la stabilità economica.
Come sapete, il mio
portafoglio nella Commissione europea è ampia, che copre la fiscalità, le
dogane, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode.
Ognuno di questi settori è
di grande rilevanza per la Grecia nelle riforme che sta subendo, e di
fondamentale importanza per una crescita sostenibile a lungo termine.
Purtroppo, il tempo mi
impedisce di affrontarli tutti in dettaglio oggi. Quindi mi concentrerò su
fiscalità e le statistiche, in quanto questi tendono a cadere sotto i
riflettori più frequentemente.
Questo non vuol dire,
tuttavia, che le riforme doganali, o gli sforzi sulla lotta contro la frode,
sono di meno importanza e vi invito a perseguire ulteriori miglioramenti in
entrambe le aree con pieno vigore.
Tassazione
Ora vorrei passare prima a
tassazione.
Come sapete, le riforme
fiscali e il miglioramento della riscossione delle imposte e di recupero sono
due elementi essenziali dei programmi di aggiustamenti greci. In questo
contesto, in particolare attraverso il lavoro della task force, la Commissione
europea si è impegnata ad aiutare la Grecia a ridisegnare i propri sistemi
fiscali e migliorare la compliance fiscale.
Questa è un´opportunità per
me di sottolineare, ancora una volta, come i sistemi fiscali equi ed efficienti
sono essenziali per la competitività e la crescita, e per la coesione sociale
in generale.
Che cosa significa questo in
pratica?
Ciò significa che le regole
devono essere semplici e coerenti, facili da rispettare e facile da far
rispettare.
Ciò significa che i
meccanismi devono essere lì per scoraggiare, individuare e punire gli evasori
fiscali, in modo che ognuno paga quello che devono.
E ciò significa che, mentre
la riscossione delle entrate deve essere l´obiettivo primario della tassazione,
il peso deve essere equamente condiviso e deve sostenere gli obiettivi sociali
più ampi.
Questi sono i cartelli
indicanti che la Grecia, come ogni altro Stato membro, dovrebbe seguire
nell´attuare le riforme fiscali.
Possiamo già vedere il
movimento nella direzione giusta.
Per esempio, la nuova
funzione di segretario generale di entrate pubbliche è una buona iniziativa.
Questo offre la leadership mirata a portare avanti i cambiamenti essenziali e
di guidare una più efficace l´amministrazione fiscale con il necessario livello
di autonomia.
Allo stesso modo, sono state
prese misure positive per semplificare e modernizzare la legislazione fiscale.
I nuovi codici fiscali, per esempio, metteranno in atto le procedure più
moderne, in linea con gli standard internazionali.
L´impatto che questi possono
avere nel facilitare le imprese a pagare le tasse, e l´amministrazione a
raccoglierli, è enorme.
Tuttavia, vi è una lunga
strada ancora da percorrere prima che la Grecia ha un sistema fiscale che può
essere considerato pienamente idonei allo scopo.
Una priorità deve essere
quella di cementare la nuova struttura organizzativa dell´amministrazione
fiscale, e di garantire che sia adeguatamente equipaggiato con personale
professionale, ben addestrato ed affidabile.
Un´altra priorità deve
essere il miglioramento della raccolta di tasse.
Da un lato, le strutture
semplificate e regole, e una migliore amministrazione, faciliteranno la
conformità. Ma la Grecia deve adottare una posizione più dura nei confronti di
coloro che cercano di evitare di pagare quello che devono.
Meglio di recupero crediti e
di migliore controllo di ricchi contribuenti sono stati due aree di interesse
primario della nostra assistenza tecnica alla Grecia.
Ma temo che i progressi sono
ancora troppo lenti.
So che la legislazione è
stata sviluppata e nuovi "strumenti di recupero di massa" sono stati
progettati per affrontare questi problemi.
Ma questi devono essere
accompagnati da una forte volontà politica di attuare tutte le misure
necessarie e di raccogliere ciò che il denaro pubblico è legittimamente dovuto.
Questo è l´unico modo che la
Grecia può allontanarsi da un sistema in cui la pressione fiscale ricade in
modo sproporzionato sui lavoratori dipendenti e pensionati, ed è troppo
indulgente sui ricchi e dei lavoratori autonomi. Risale alla questione della
giustizia fiscale.
Legato a questo, la Grecia
ha anche bisogno di una politica di tolleranza zero contro la frode e
l´evasione fiscale.
Avrete visto il chiaro
invito da parte dei leader europei due settimane fa per un reale e concreto di
compiere progressi - e fatto in fretta, per affrontare questi problemi
pervasivi come unione.
Certo, la Grecia può sia
contribuire e beneficiare di misure più severe contro l´evasione e l´elusione a
livello dell´Ue.
A titolo di esempio
illustrativo, vorrei solo ricordare che la direttiva Ue sul risparmio rivista e
un accordo di risparmio Ue-svizzera più forte da solo potrebbe tornare miliardi
di euro alle tesorerie nazionali.
Qui, vi è la possibilità per
la Grecia di rafforzare la sua lotta contro l´evasione fiscale a casa - che ha
bisogno di rinforzo - sposando per le azioni adottate a livello comunitario e
mondiale.
Ad esempio, apprezzo la tua
intenzione di rafforzare norme antiabuso per evitare profitti spostando, e vi
invito a farlo, in linea con quella che abbiamo proposto nella raccomandazione
sui Aggressive Tax Planning.
Vorrei anche incoraggiarvi
ad attuare rapidamente le altre misure della presente raccomandazione, così
come le azioni che abbiamo proposto contro i paradisi fiscali.
Rafforzamento strumenti
antiriciclaggio esistenti sarebbero anche di grande aiuto nell´individuare gli
evasori fiscali e di congelamento dei loro beni. La Commissione ha contribuito
notevolmente alla assistenza tecnica alla Grecia nella lotta alla corruzione, e
continuerà a farlo.
Per concludere in materia di
fiscalità, la Commissione riconosce l´ambizioso programma di cambiamento che
viene perseguito in Grecia. Da parte mia, farò tutto a portata di mano per
sostenere le ulteriori azioni essenziali che devono essere prese.
Statistiche
Vorrei ora passare ad
un´altra area nel mio portafoglio, che è di particolare importanza per la
Grecia: Statistiche.
Sono sicuro che siete tutti
troppo consapevoli dell´importanza delle statistiche credibili per la fiducia
nelle decisioni prese a livello nazionale e comunitario.
Inoltre, le statistiche di
alta qualità sono cruciali per il sostegno pubblico per queste decisioni, per
la fiducia degli Stati membri nella vicenda, e per garantire le reazioni di
mercato misurate.
Con questo in mente, non
posso che plaudire la Grecia per il progresso che ha fatto in questo campo.
Sono state attuate riforme
impressionanti, in linea con il piano d´azione comune greco generale di
statistica, e attraverso la stretta collaborazione tra Eurostat e Elstat.
Di conseguenza, Eurostat ha
potuto pubblicare i dati Pde greci senza riserva per gli ultimi 6 notifiche
consecutive.
Questa è un´indicazione
inequivocabile che la qualità e l´affidabilità delle statistiche del governo
greco non sono più in discussione.
La fiducia nella produzione
di statistiche affidabili finanze nazionali è stato gradualmente ristrutturato.
E la Grecia è anche stato un
pioniere tra gli Stati membri a firmare l´impegno sulla fiducia nelle
statistiche dello scorso anno.
Ho già visto miglioramenti
nella situazione di Elstat come risultato, in particolare per quanto riguarda
la governance e indipendenza professionale sono interessati.
Su questa nota, devo esorto
a mettere la protezione dei Elstat e il suo staff proprio nel cuore delle
vostre priorità.
Solo un ufficio statistico
forte e autonomo in grado di garantire la trasparenza e la credibilità delle
informazioni statistiche che è necessario, in linea con gli standard dell´Ue.
Per quanto riguarda la
strada da seguire, direi mantenere il buon lavoro - e andare oltre. Ci sono
altre riforme necessarie per sostenere l´attuale qualità delle statistiche
greche.
Eurostat continuerà a
fornire assistenza tecnica e consulenza su questioni di Edp in stretta
collaborazione con tutte le istituzioni coinvolte, nel rispetto delle loro
competenze.
E la Commissione è pronta a
sostenere la Grecia sul mantenimento di alta qualità, statistiche affidabili
quando e come può.
Signore e Signori,
Recupero dalla crisi
economica e finanziaria rimane un compito impegnativo per l´Europa nel suo
insieme. E a maggior ragione per la Grecia.
Recenti sviluppi in Grecia
dimostrano che le riforme avviate in un certo numero di domini sono la strada
giusta da seguire.
Il 2013 è un anno
importante. Dopo sei anni consecutivi di recessione, la Grecia dovrebbe tornare
a crescere.
Sono incoraggiato dai
colloqui che ho avuto con i miei interlocutori in questo viaggio. Sembra che ci
sia un impegno a condurre questo processo verso la trasparenza, l´efficienza e
soprattutto di equità.
Sono sicuro che questo
impegno è condiviso dai rappresentanti di questo Parlamento. E voi avete un
ruolo molto importante nel mobilitare il sostegno di tutte le parti che
partecipano del paese.
Mi rendo conto che ciò che
si faccia non sono facili battaglie, e spesso richiedono un cambiamento
fondamentale nella cultura.
Ma la determinazione di
questo Parlamento e il governo greco, il coraggio del popolo greco e il
sostegno dei partner europei, sono elementi chiave per il successo.”
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I DEPUTATI EUROPEI INTERROGANO IL COMMISSARIO DESIGNATO SULLE PRIORITÀ FONDAMENTALI PER I CONSUMATORI |
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Strasburgo, 5 giugno 2013
- Ieri i deputati hanno interrogato il commissario
croato designato Neven Mimica sulla politica dei consumatori dell´Ue e dei suoi
piani per i prossimi 16 mesi, nel corso di un´audizione. Si sono concentrati
sulle barriere al commercio elettronico, sicurezza dei prodotti e la
sorveglianza del mercato, i dispositivi medici e la politica dei consumatori in
tempi di crisi.
La politica dei consumatori
è la più vicina alle preoccupazioni dei cittadini europei, ed è spesso la
risposta alla domanda fondamentale "Che cosa fa l´Unione per me?" ha
detto il sig Mimica. Egli ha riassunto le sue priorità come "Consolidamento,
cooperazione e comunicazione", e si è impegnato a lavorare con il
Parlamento europeo, dicendo: "La politica dei consumatori è la politica
della gente e si rappresenta il popolo".
Priorità -
Parlando per il mercato
interno e la protezione dei consumatori, Andreas Schwab (Ppe, De) ha chiesto al
sig Mimica per esempi di priorità legislative. Altri eurodeputati hanno chiesto
dettagli su come e quando il commissario, se nominato, avrebbe consegnato su
proposte specifiche. Heide Rühle (Verdi, De), gli ha chiesto di definire
"rischio" in relazione alla proposta della sorveglianza del mercato.
Evelyne Gebhardt (S & D,
De) ha chiesto al signor Mimica se egli avrebbe favorito un sistema di ricorso
collettivo per i reclami contro i prodotti difettosi. Egli rispose che avrebbe,
purché esso sistemi giuridici nazionali rispettati e gli interessi dei
consumatori. Inviata da Jaroslav Paska (Efd, Sk) come avrebbe informare i
consumatori dei loro diritti in materia di meccanismi di ricorso, il sig Mimica
ha sottolineato l´importanza di usare "un linguaggio chiaro e
semplice".
Sulle barriere al commercio
elettronico, Morten Løkkegaard (Alde, Dk) ha chiesto al sig Mimica "Come
si può fare in modo che i cittadini e le Pmi non siano discriminati sulla base
della loro residenza?" Mi ha risposto che le restrizioni al mercato unico
"non sono accettabili e devono essere rimossi" ..
Coerenza -
Dennis de Jong (Gue, Nl) ha
chiesto come Mr Mimica avrebbe difeso la politica dei consumatori in seno al
collegio dei commissari, in modo da "garantire la coerenza" in tutte
le politiche dell´Ue e che "i consumatori sono presi a bordo e
sentito".
"Come si può fare in
modo che i consumatori beneficiano di più dal mercato unico?", Ha chiesto
Adam Bielan (Ecr, Pl). "Il mio ruolo sarà quello di anticipare la consegna
di interessi dei consumatori", ha assicurato Mimica deputati.
Cosmetici e dispositivi
medici -
Per l´ambiente, la sanità
pubblica e la sicurezza alimentare, Richard Seeber (Ppe, At) ha chiesto il
signor Mimica di per le sue opinioni sulla sperimentazione animale per i
prodotti cosmetici. Peter Liese (Ppe, De) e Dagmar Roth-behrendt (S & D,
De) ha chiesto la sua posizione sulla creazione di una autorizzazione diversa e
procedura di accesso al mercato per i dispositivi medici ad alto rischio.
"Dove co-legislatori
venire con buoni emendamenti e proposte praticabili per rafforzare il sistema
di accesso al mercato e la sicurezza dei dispositivi medici ad alto rischio,
sarò pronto a discuterne a prescindere dalla natura della presente
proposta", ha detto il sig Mimica , aggiungendo però che "non vorrei
andare troppo in elaborando il passaggio a un sistema centralizzato di
autorizzazione pre-mercato".
Crisi e tutela dei
consumatori -
La crisi economica e il suo
impatto sui consumatori sono stati un tema ricorrente del dibattito. Molti
deputati hanno espresso la preoccupazione che la crisi economica sta
frammentando il mercato unico dell´Ue e la riduzione del potere d´acquisto in
alcuni Stati membri. Altri hanno sottolineato i vincoli di bilancio in materia
di misure di protezione dei consumatori. Mr Mimica ha sottolineato che la
crescita e il potenziale innovativo insito nella politica dei consumatori
Prossimi passi -
Martedì pomeriggio, i
deputati per il mercato interno e la protezione dei consumatori e
dell´ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare comitati hanno
valutato le prestazioni del sig Mimica a porte chiuse. Conferenza del
Parlamento dei presidenti di commissione incontrerà poi il Mercoledì, e la
Conferenza dei presidenti il Giovedi, per determinare la bozza di posizione
del Parlamento europeo, che sarà messo a votazione in seduta plenaria il 12
giugno a Strasburgo.
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VERTICE ITALIA-SERBIA AD ANCONA-SPACCA: OCCASIONE DI PRESTIGIO CHE VALORIZZERA’ LE MARCHE. PIGLIAPOCO: NON USUALE LA SCELTA DI UN CAPOLUOGO INVECE DI UNA CAPITALE PER UN VERTICE BILATERALE. |
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Ancona, 5 giugno 2013 - “E’ motivo di orgoglio e di grande onore per
le Marche la decisione del Governo di tenere ad Ancona il vertice bilaterale di
Stato Italia–serbia. Avere la sede del Segretariato dell’Iniziativa Adriatico
Ionica sicuramente avrà pesato sulla scelta delle Marche, così come l’apertura
internazionale della nostra regione. Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta,
con affettuosa determinazione ci ha chiesto questa disponibilità. Faremo di
tutto per offrire la migliore collaborazione istituzionale e logistica per lo
svolgimento del meeting.“ Così, in una conferenza stampa, il presidente della
Regione Marche, Gian Mario Spacca, all’indomani dell’incontro con il Presidente
del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta. E l’ambasciatore Fabio Pigliapoco –
segretario generale dell’Iniziativa Adriatico Ionica-iai – ha tenuto ad
evidenziare che un vertice bilaterale tra Governi, presenti nella loro forma
istituzionale, vale a dire con i Ministri dei due Stati, non è cosa usuale e
soprattutto è eccezionale la scelta di una sede diversa da una capitale. “Il
fatto che sia caduta su Ancona, oltre ad inorgoglirci – ha detto – assume una
valenza di riconoscimento delle politiche regionali in materia di rapporti con
l’estero. E posso dire – ha aggiunto- che questo omaggio alle Marche, come
terra vocata ai collegamenti con i Balcani, si deve anche al ruolo che il
presidente Spacca riveste in ambito europeo, come presidente del Comitato delle
Regioni d’Europa e al suo impegno per la cooperazione e lo sviluppo della
comunità europea. “ “Dobbiamo essere tutti più consapevoli – ha poi proseguito
il presidente Spacca – che qui nelle Marche abbiamo una funzione distaccata
della Farnesina, il Segretariato Iai, che sta lavorando con impegno per la
costruzione della Macroregione Adriatica-ionica. Una strategia che non
significa nuove istituzioni, nuove procedure né risorse finanziarie aggiuntive,
ma la riorganizzazione complessiva delle politiche europee in una regia
coordinata che richiama le responsabilità di tutte le regioni che si affacciano
sull’Adriatico e sullo Ionio in una logica di integrazione. In altri termini la
Macroregione non può essere la sommatoria di progetti di queste regioni, ma
qualcosa di più: un percorso di integrazione delle strategie territoriali in un
processo di coordinamento finalizzato alla coesione dell’Europa e al
riequilibrio delle relazioni tra Nord e Sud, restituendo un protagonismo al
fianco Sudest dell’Europa, oggi sicuramente quello più critico e preoccupante.
“ L’incontro con i giornalisti è servito anche per fare il punto dello stato di
avanzamento per l’approvazione da parte del Consiglio d’Europa della
Macroregione Adriatica, previsto per la fine del 2014, sotto la presidenza
Italiana. L’ambasciatore Pigliapoco, dopo aver sottolineato la valenza non solo
di coesione sociale della Macroregione come coinvolgimento della società
civile, ma anche il valore politico per l’inserimento nella Ue di 4 paesi
ancora fuori dell’Unione, ha spiegato le ultime fasi del processo di
avvicinamento alla realizzazione. “Conclusa una prima fase che è stata
prettamente focalizzata sulle attività legate al mare, ci sarà una riunione con
il Ministro della Coesione territoriale il prossimo 13 giugno, per avviare la
stesura più generale del Piano d’azione che implementerà la strategia macroregionale.
La Macroregione, che come concetto nasce da lontano con la Carta di Ancona del
2000 e la Iai nel 2008, ha un significato anche di pacificazione, confronto,
dialogo e cooperazione tra popoli che in questi periodi di crisi riveste un
valore straordinario.” Strategico inoltre, secondo Pigliapoco, che nella città
sede del Segretariato Iai vi siano anche tre forum molto operativi– Camere di
Commercio , Forum delle città Adriatiche e delle Università Adriatiche (
Uniadria) -con i quali il Segretariato Iai sta collaborando ormai
quotidianamente. “
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FVG: RICEVE AMBASCIATORE INDONESIA |
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Trieste, 5 giugno 2013 - L´assessore regionale alle Relazioni
internazionali e comunitarie
Gianni Torrenti ha ricevuto ieri a
Trieste, nel Palazzo della
Regione, l´ambasciatore della
Repubblica di Indonesia in
Italia, August Parengkuan. Al centro
dei colloqui l´analisi delle
aree di comune interesse tra la
Nazione asiatica e la nostra
Regione, dagli scambi economici a
quelli scientifici e
culturali.
Torrenti ha sottolineato
l´apertura del Friuli Venezia Giulia
alle relazioni con i Paesi
del Sud-est asiatico e ricordato il
variegato mondo delle
strutture scientifiche che ospitate sul
territorio regionale, dal
Centro internazionale di Fisica alla
Sissa, all´Area di Ricerca,
che con Friuli Innovazione
costituiscono un polo
regionale di estremo interesse per
l´innovazione, "una
sfida per l´attuale Governo regionale, che
sull´innovazione intende
investire corposamente per aumentare la
competitività della regione
e vincere la crisi", ha detto
Torrenti.
L´ambasciatore Parengkuan,
che era accompagnato dal console
onorario di Indonesia a
Trieste, Vincenzo Sandalj, da Gulfan
Afero, ministro consigliere
responsabile degli Affari economici e
politici, e dall´addetto per
l´Agricoltura Hamim Hamim, ha
dimostrato grande interesse
per il porto di Trieste, visitato nel
corso della sua presenza nel
capoluogo, per il sistema
imprenditoriale del Friuli
Venezia Giulia e per l´Università, che
ha indicato come possibile
sede di studi per i giovani
indonesiani attratti dalle
materie scientifiche, ed in
particolare dalla fisica.
L´argomento è anche al
centro delle politiche indonesiane per lo
sviluppo, ha osservato
l´ambasciatore, tanto che è stato creato
un ministero per l´Economia
creativa, ed il tema è considerato
importante per lo sviluppo
qualitativo dell´agricoltura in
Indonesia, forte esportatore
di caffè e cacao ed oggi Paese
sempre più interessato al
miglioramento della filiera di prodotto
anche attraverso
l´incremento dei rapporti internazionali.
Al caffè, come ha ricordato
Sandalj, si ricollegano gli ormai
consolidati rapporti tra il
capoluogo giuliano ed il Paese
asiatico, anche se oggi, ha
osservato il console, "l´Indonesia
non va più vista solo come
un esportatore di materie prime ma
anche e soprattutto come un
Paese con un alto potenziale di
consumo interno".
Da parte della presidente
Serracchiani, ieri a Roma per incontri
a livello governativo,
l´ambasciatore ha ricevuto un messaggio
con la conferma che
"l´attuale Governo regionale è interessato ad
un rafforzamento delle
relazioni con i Paesi extraeuropei che
hanno tradizionali e
duraturi scambi con il mondo economico
regionale. Rapporti
sviluppati anche in forza di un ruolo di
piattaforma infrastrutturale
aperta verso il cuore dell´Europa
che il Governo regionale
intende conservare e rafforzare nei
prossimi cinque anni, in
modo da incoraggiare l´ingresso di
merci, persone e nuove idee
in un contesto di sicurezza e
stabilità".
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ZAIA: “BEN VENGA LA CROAZIA NELL’UE, MA ATTENZIONE A DISTORSIONI SUL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO” |
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Venezia, 5 giugno 2013 -
“Sono sempre stato e
confermo di essere assolutamente favorevole all’entrata della Croazia
nell’Unione Europea. Il Veneto sostiene con convinzione questo ingresso perché
i croati sono nostri fratelli. Ma chiediamo al Governo di vigilare affinché non
si producano nel breve distorsioni sul mercato del lavoro, che in questa fase
di crisi ci metterebbero in serie difficoltà”. Lo ha detto ieri il governatore
del Veneto, Luca Zaia, nel consueto punto stampa del martedì.
“Scriveremo una lettera al
Presidente del Consiglio, Enrico Letta, per attirare la sua attenzione su
questo problema – ha proseguito Zaia – e per chiedere un intervento del Governo
italiano a Bruxelles, mirato a introdurre un principio di gradualità. Oggi il
costo del lavoro in Croazia è circa la metà di quello del Veneto e bisogna
evitare fenomeni di dumping, in cui delle persone vengano a lavorare da noi con
stipendi e contratti stagionali croati. Questo indebolirebbe ingiustamente la
posizione dei nostri giovani in un mercato del lavoro che vede già oggi tassi
di disoccupazione insostenibili”.
“I Trattati europei – ha
concluso il governatore – consentono la gradualità e credo sia nell’interesse
di tutti farvi ricorso. L’adesione della Croazia è importante e deve essere un
successo, evitando spiacevoli effetti collaterali: perciò è essenziale che il
nostro Governo nazionale presti la doverosa attenzione”.
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LOMBARDIA. IMPRESE, A LECCO TEST SU MISURE SEMPLIFICAZIONE |
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Lecco, 5 giugno 2013 - Il territorio di Lecco diventerà l´area in
cui sperimentare nuove forme
di rapporto tra la Pubblica
amministrazione e le
imprese, con l´introduzione di
provvedimenti di
semplificazione amministrativa da esportare poi
in tutta la Lombardia, una
volta verificata la loro efficacia.
L´assemblea Di Confindustria
- Lo ha annunciato il presidente
della Regione Lombardia,
intervenendo ieri pomeriggio
all´Assemblea generale di
Confindustria Lecco (´Ripartiamo
dall´industria … con i
giovani´), che si è svolta nel nuovo
campus del Politecnico.
Presenti all´appuntamento anche
l´assessore all´Istruzione,
Formazione e Lavoro e l´assessore
allo Sport e Politiche per i
giovani. All´incontro hanno
partecipato, tra gli altri,
il presidente nazionale di
Confindustria, il presidente
di Confindustria Lecco, il
responsabile della sede
lecchese del Politecnico di Milano, il
presidente del Cnr e il vice
presidente della Fondazione Edison.
Tempi Di Risposta Rapidi -
Individuando Lecco come ´area test´
per le nuove misure sulla
semplificazione, il presidente ha
accolto una proposta venuta
dagli stessi industriali. ´Da subito
- ha detto - si metterà
all´opera un gruppo di lavoro tra
Regione e industriali di
Lecco, per realizzare questo progetto.
La provincia di Lecco ha
infatti tutte le caratteristiche che
servono per realizzare
questa proposta´. ´Intendo questa ´area
test´ - ha spiegato il
presidente - soprattutto riguardo ai
tempi di risposta della
Pubblica amministrazione. Nel Cantone
Ticino ci sono tempi
rapidissimi; la stessa cosa possiamo farla
anche noi. Vorrei introdurre
regole come il silenzio-assenso,
ribaltando il principio oggi
in vigore e dando fiducia agli
imprenditori´.
Lavoro - Sul tema del
lavoro, che presenta ´dati allarmanti´ (in
4 anni la disoccupazione è
raddoppiata), il presidente ha
ribadito come ´questa
emergenza sia per noi il primo punto in
agenda´, ´Regione Lombardia
- ha confermato - è molto attiva e
ha già preso provvedimenti
in questa direzione´. A questo
proposito ha citato la legge
sui Pgt, ´che ha sbloccato 3.000
cantieri (500 milioni di
fatturato), di cui 240 a Lecco´ e il
miliardo di euro che Regione
Lombardia ha trovato per pagare i
debiti della Pubblica
amministrazione. I fondi saranno a
disposizione da fine giugno.
´Questo - ha sottolineato il
presidente - significa
aiutare le imprese concretamente. Il
lavoro si crea consentendo
alle imprese di lavorare e sviluppare
le proprie attività´.
Confidi, Formazione E
Ricerca - Va nella stessa direzione, ha
detto ancora il presidente,
il provvedimento approvato il 31
maggio di
patrimonializzazione dei Confidi (oltre 22 milioni,
che permetteranno di dare
garanzie per altri 500 milioni). Sui
tempi di pagamento, ha
ricordato, la Lombardia paga a 60 giorni,
ma l´obiettivo è arrivare a
45 giorni: ´Già pagare a 60 giorni è
una best practise, unica in
Italia ma io voglio ulteriormente
migliorarla´. Tra gli altri
punti fondamentali, il legame tra la
scuola e il lavoro, ´che è
una delle chiavi per aiutare giovani
a trovare un´occupazione´;
la ricerca, con l´obiettivo è di
portare al 3 per cento del
Pil il livello degli investimenti; lo
start up d´impresa; il
piano, ora allo studio, di mettere a
disposizione dei giovani i
terreni demaniali per creare nuove
imprese agricole. A proposito di Expo, il presidente ha
rivendicato la positività
della nomina dell´unico commissario e
il varo della legge, che gli
consente di lavorare, dopo che ´si
sono persi 2 anni´, ´spero -
ha aggiunto - che si riesca a fare
tutto´.
Macroregione - ´Rivedere il
Titolo V della Costituzione - ha
detto poi il presidente,
rispondendo a una domanda - è una
necessità, perché è esploso
il contenzioso tra Regioni e Governo
sulle competenze
concorrenti. Serve una riforma per stabilire
competenze esclusive´. ´La
Macroregione - ha aggiunto - non è
una sovrastruttura, ma deve
essere una cosa molto concreta´. A
questo proposito il
presidente ha citato il lavoro sulle
infrastrutture e trasporti
con il Piemonte e la Liguria e
sull´aiuto alle imprese e
l´internazionalizzazione con la
Regione Veneto. |
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FVG, SERRACCHIANI; RAPPRESENTERO´ TERRITORI IN OTTICA RINNOVAMENTO |
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Trieste, 5 giugno 2013 - "Rappresenterò i territori nell´ottica
di
quel rinnovamento che stiamo
portando avanti in Friuli Venezia
Giulia". Lo ha
affermato Debora Serracchiani dopo la nomina nella
segreteria nazionale del
Partito Democratico, annunciata ieri dal
segretario Guglielmo Epifani
durante la Direzione.
"Da Epifani è giunta
una forte richiesta di impegno che mi vede
coinvolta da oggi fino allo
svolgimento del congresso - ha
proseguito Serracchiani -
assieme alla collega Katuscia Marini,
presidente della Regione
Marche. Gli impegni regionali restano
ovviamente prioritari e
credo che possano trovare giovamento da
un ruolo nazionale di
rilievo come quello - ha concluso - che ho
accettato oggi".
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FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: MISURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO, FONDAZIONE TORINO PIEMONTE MUSEI, ORGANICO DELLA REGIONE SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI ESAMINATI QUESTA MATTINA DALLA GIUNTA REGIONALE. |
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Torino, 5 giugno 2013 -
La riunione del 3 giugno è
stata coordinata dal presidente Roberto Cota.
Industria. Su proposta del
presidente Roberto Cota è stata inserita nel fondo per la reindustrializzazione
la possibilità per le imprese aderenti di utilizzare le risorse derivanti dalla
cessione degli immobili anche per il risanamento e la ristrutturazione delle
posizioni debitorie che impedirebbero una corretta espansione sui mercati,
oltre che per ridimensionare la capacità produttiva e concentrare l’attività in
settori ritenuti più performanti.
Su proposta dell’assessore
Claudia Porchietto, sono stati destinati 2 milioni di euro per finanziare i
contributi da assegnare per la copertura delle spese di avviamento, assistenza
tecnica, formazione professionale e manageriale inerenti la creazione di
imprese e lo sviluppo di iniziative di lavoro autonomo.
Legale. Come proposto dal
vicepresidente Gilberto Pichetto, sono state autorizzate: l’appello avanti il Consiglio di Stato
avverso le ordinanze del Tar Piemonte che hanno accolto in sede di sospensiva i
ricorsi contro la riorganizzazione della rete dei laboratori di Emodinamica; la
costituzione della Regione avanti il Tar del Piemonte nei ricorsi presentati da
180 cittadini contro la disattivazione dell’ospedale Valdese di Torino e dalla
Federazione medici pediatri del Verbano-cusio-ossola contro la disattivazione
del punto nascite di Domodossola; la costituzione di parte civile nel
procedimento avanti il Tribunale penale di Torino nei confronti di coloro che
sono accusati di aver gestito in modo irregolare la riscossione del bollo auto
per conto della Regione.
Fondazione Torino Piemonte
Musei. Su proposta dell’assessore Michele Coppola sono state deliberate le
linee di indirizzo per la costituzione della Fondazione Torino Piemonte Musei,
con la quale Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino e Rivoli
intendono istituire un organismo unitario preposto alla gestione,
valorizzazione e promozione condivisa dell’offerta culturale anche mussale
utilizzando la già esistente Fondazione Torino Musei.
Comunità montane. Come
proposto dagli assessori Riccardo Molinari e Gian Luca Vignale, verrà emanato
un bando per la presentazione delle candidature a commissario liquidatore di
Comunità montana. Per parteciparvi occorrono determinati requisiti: essere
esterni alla Regione, non aver svolto negli ultimi tre anni alcun incarico
nell’ente per il quale si presenta la candidatura, l’iscrizione da almeno
cinque anni nell’albo degli avvocati o in quello dei revisori dei conti.
Ciclovia del Po. Alla
Ciclovia del Po viene riconosciuta la valenza di progetto strategico regionale.
Come riconosciuto nella delibera proposta dagli assessori Roberto Ravello,
Barbara Bonino, Alberto Cirio, Giovanna Quaglia e Gian Luca Vignale,
l’iniziativa può offrire straordinarie opportunità per incrementare un turismo
attento ai valori ambientali, all’identità e alle tradizioni del territorio
interessato. Un gruppo di lavoro interdirezionale provvederà ad individuare le
azioni prioritarie ed a promuovere i necessari raccordi con gli altri soggetti
coinvolti.
Organico della Regione.
Definita, su proposta dell’assessore Gian Luca Vignale, la nuova pianta
organica della Giunta regionale, composta da 2602 posti di cui 165
dirigenziali. Rispetto a quella precedente (2.948 posti), determinerà un
risparmio complessivo di oltre 10 milioni di euro l’anno (20,29% per la
qualifica dirigenziale e del 10,02% per le categorie).
Sono state inoltre
approvate:
- su proposta del
vicepresidente Gilberto Pichetto, la convenzione con l’Agenzia delle Entrate
per la gestione dell’Irap e dell’Irpef regionale anche per il 2013, in seguito
alla positiva valutazione dei risultati ottenuti lo scorso anno;
- su proposta dell’assessore
Giovanna Quaglia, il piano di vendita di 228 alloggi di edilizia sociale
presentato dalle Atc di Biella e Cuneo, l’autorizzazione all’Atc di Biella per
l’acquisto da un privato di un immobile di Chiavazza da destinare ad alloggi di
edilizia sociale convenzionata, lo schema di convenzione per la ricostruzione a
Torre Pellice del ponte sul torrente Pellice di via Bertenga, distrutto
dall’alluvione del novembre 2011;
- su proposta dell’assessore
Claudio Sacchetto, il completamento del finanziamento del piano di eradicazione
della batteriosi dell’actinidia con la somma di 1.630.000 euro derivante dalle
residue disponibilità di Arpea contro le fitopatie.
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L´ITALIA E IL FEDERALISMO MANCATO |
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Trento, 5 giugno 2013 - "Chi comanda in Italia?". Questa la
domanda che "lavoce.Info" ha posto nel suo Forum all´ex-ministro per i rapporti
con il Parlamento Piero Giarda, al presidente della Provincia autonoma di
Trento Alberto Pacher, al sindaco di Verona Flavio Tosi e all´economista e più
volte ministro della Repubblica Vincenzo Visco. Il tema, quello del "federalismo
all´italiana", e dei suoi evidenti limiti, che hanno spinto l´ex-premier
Monti ad evocare la necessità di una revisione della riforma del Titolo V della
Costituzione, che risale al 2001. Persistente centralismo dello Stato da un
lato, dunque, e autoreferenzialità degli
enti locali dall´altro, mentre sullo sfondo rimane inevasa la richiesta,
avanzata da più parti, di un Senato federale. Per Pacher "il tema della
riorganizzazione dei poteri e dei flussi di decisioni è fondamentale per la
politica nel momento in cui la politica ha perso credito e autorevolezza. I
Paesi dove è più forte il federalismo sono anche quelli dove è più forte
l’identità nazionale, come gli Stati Uniti o la Germania. Ciò vale anche per il
Trentino e il suo ruolo in seno all´Italia. Noi non ci siamo mai sottratti alle
nostre responsabilità, anzi, abbiamo anche rilanciato".
Il quadro tracciato da
Giarda in apertura dell´incontro è stato innanzitutto un quadro storico.
"Nel 1861, quando Roma presentava il primo progetto di regionalizzazione
della costituendo Regno d’Italia, risultava che il finanziamento statale ai
comuni copriva l’1% della spesa. Ma il ricorso all’indebitamento dai comuni
doveva essere autorizzato dal governo centrale, ovvero dal prefetto. Nel 1980
troviamo una proporzione rovesciata: le fonti di entrata proprie dei Comuni
coprivano il 7-8% della spesa totale. Con la riforma del 2000 sono stati quindi
introdotti 2 principi contraddittori: lo Stato ha il dovere di intervenire per
il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, ma anche per
correggere le differenze nella capacità contributiva dei territori. Ad oggi non
si è riusciti a conciliare questi due principi."
Un fenomeno a cui si è
assistito è stato quello della crescita della spesa sanitaria sulla spesa
pubblica complessiva, di 5 punti percentuali in 20 anni. Un costo sopportato
essenzialmente dalla scuola, rimasta una competenza del governo centrale (con
eccezione ad esempio del Trentino Alto Adige). Il federalismo fiscale, infine,
ha provocato risultati diseguali: la spesa locale è risultata più efficiente al
Nord piuttosto che a Sud. Chi spende peggio, però, non è chi spende di più, ma
generalmente chi spende di meno. Le regioni a Statuto speciale del Nord
spendono generalmente il 30% in più della media, ma amministrano anche meglio.
Per Visco "va operata
una distinzione fra decentramento dei poteri dello Stato e decentramento
finanziario e fiscale. Da noi abbiamo immaginato che il federalismo portasse
più soldi agli enti decentrati. Invece sul piano delle risorse ciò era avvenuto
semmai nella seconda metà degli anni 90, periodo in cui era triplicata
l’autonomia fiscale locale. La riforma del Titolo V ha riguardato invece i
poteri. E non mi pare che sia stata fatta bene. Ci sono oggi materie, beni e funzioni
pubbliche su cui è molto forte la sovrapposizione di competenze.Il modello
alternativo che andava applicato era quello del principio di
sussidiarietà".
Tosi ha chiosato
innanzitutto sulla sanità: "Nonostante in alcune – poche - Regioni la
spesa pro capite sia andata fuori controllo, l’Italia è uno dei paesi che
spende meno in questo settore (7%). Il problema in generale è che nel nostro
paese anziché attuare il federalismo si è attuato un regionalismo
irrensponsabile. Sono stati creati nuovi centri di spesa senza
responsabilizzarli sul come dovevano procacciarsi le risorse. A Verona un terzo
del bilancio era a carico dello Stato. Oggi questa percentuale è del 7% appena.
Se lo Stato ha tagliato trasferimenti gli enti locali hanno aggiunto tasse. Lo
Stato dal canto suo con i soldi risparmiati delle Regioni ha aumentato la spesa
a livello centrale. Ed infine, ci sono oggi Regioni che spendono di più, come
le Speciali (con modalità di spesa diversa, in genere hanno speso bene a parte
la Sicilia). In definitiva, si devono fissare parametri standard e si deve
imporre ad ogni Regione di rientrare in questi parametri".
Il presidente Pacher infine
ha ricordato che "il federalismo non mette a repentaglio la coesione
nazionale. Sembra una contraddizione ma non lo è. Il federalismo serve proprio
a rafforzare l’architettura del sistema nel suo complesso. L’autonomia speciale
pone il Trentino in una condizione particolare. Il percorso del confronto fra
noi e lo Stato è stato segnato in epoca recente dall’Accordo di Milano. Lì si è
prodotto un aggiornamento dello Statuto di Autonomia, un atto di ´manutenzione
straordinaria´, che noi giudichiamo indispensabile. La proposta concordata
prevedeva una accresciuta responsabilizzazione della Provincia sulla gestione
anche finanziaria dell’Autonomia, legando in maniera ancora più stretta la
finanza pubblica al gettito fiscale prodotto localmente. Dal 2009 ad oggi nel
frattempo è cambiato il mondo. Sono subentrate le manovre da parte dello Stato
per il risanamento dei conti pubblici, con la compartecipazione anche delle
Regioni e Province autonome. Il Trentino non si è mai chiamato fuori, anzi, ha
rilanciato ulteriormente: a fronte del riconoscimento dei 9/10 del gettito
erariale, siamo pronti ad assumerci tutte le spese che lo Stato ancora sostiene
sul nostro territorio, circa 480 milioni all’anno. O si segue questa strada, o
sarà difficile portare il Paese ad un più alto livello di consapevolezza
riguardo alle responsabilità di ognuno".
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SARDEGNA, PATTO DI STABILITÀ, CAPPELLACCI: BENE EMENDAMENTO. AVANTI FINO A RISULTATO FINALE |
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Cagliari, 5 giugno 2013
- "L´approvazione dell´emendamento
sul patto di stabilità deve rappresentare un punto di non ritorno nella
trattativa con lo Stato". Lo ha dichiarato il presidente della regione,
Ugo Cappellacci, commentando l´approvazione in Senato dell´emendamento alla
legge sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. "Un plauso
deve andare ai senatori sardi che, anteponendo gli interessi dell´isola a
quelli della fazione politica e personali, hanno dato un esempio di quella coesione
fondamentale per raggiungere risultati concreti. Questo passaggio - osserva il
Presidente - arriva dopo dure battaglie condotte sia sul piano politico che sul
piano giurisdizionale, con i nostri ricorsi alla Corte Costituzionale che hanno
accertato la fondatezza delle ragioni dei sardi. Ora - ha concluso Cappellacci
- auspichiamo un rapido passaggio anche alla Camera, che ponga le basi affinché
finalmente venga riconosciuto alla Sardegna un adeguamento che non è un
privilegio, ma un sacrosanto diritto. Se il laccio del patto, troppo stretto e
non adeguato alle modifiche delle norme sulle entrate, sarà finalmente
allentato, Regione e Comuni potranno dare pienamente seguito alle azioni
programmate per le famiglie, le imprese e i territori".
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MOLISE: STRUTTURA COMMISSARIALE, L´ORA DELLA CHIAREZZA |
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Campobasso, 5 giugno 2013
- «In merito alla situazione attuale
della gestione commissariale regionale, ritengo opportuno e non più rinviabile
fare un po´ di chiarezza così da sgombrare il campo da ogni confusione, anche
la più piccola. Soprattutto per quanto concerne ruoli, compiti e scadenze che
la legge fissa per ciascuno di noi. Tanto per essere espliciti e diretti,
l´incarico per cui il dottor Nicola Rosato era stato nominato dal Governo,
quello cioè relativo ai programmi operativi 2011-2012, è terminato il 31
dicembre 2012. E mai nessuna proroga ha detto il contrario. Questo risulta
dagli atti.
Ricordo, a me per primo, che
con delibera del 21 marzo scorso sono stato nominato commissario ad acta con
l´incarico prioritario di adottare i programmi operativi per gli anni 2012-2013
e di procedere alla loro attuazione. Tale incarico è stato affidato a me e a
nessun altro dal presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i
Ministeri dell´economia e della salute.
Non c´è carta ufficiale,
come non c´è provvedimento formale con i quali il Governo individui il dottor
Rosato o altri nelle vesti di subcommissario. Per questo, non posso firmare
nessun atto predisposto dal dottor Rosato. Sempre per la medesima ragione -
l´assenza di disposizioni del Governo - risulta illegittima la presenza dello
stesso nelle strutture commissariali e regionali. Il dottor Rosato non può
utilizzare risorse e personale della pubblica amministrazione, non può accedere
a atti e documenti interni. Non può percepire compensi, se non facendo correre
a tutti noi il rischio di un serio problema di responsabilità amministrativa e
contabile.
A tali precisazioni, mi pare
doveroso aggiungere un altro aspetto. Il ruolo del subcommissario è di supporto
e ausilio a quello del commissario, non viceversa. Sicché è inaccettabile tutta
una serie di ingerenze registrate a nostro carico da parte del dottor Rosato. A
che titolo l´intera struttura commissariale dovrebbe interloquire con un
subcommissario, non più tale dal 31 dicembre scorso? A che titolo il
subcommissario, non più tale dal 31 dicembre scorso, continua a inviare atti da
lui già predisposti al commissario? A che titolo il subcommissario, non più
tale dal 31 dicembre scorso, richiede con urgenza la ratifica di documenti da
lui stilati?
A tutti noi pare evidente
che il disastroso stato in cui versa la sanità molisana non è attribuibile a
noi, ma a chi c´era prima di noi, il governo regionale e l´allora struttura
commissariale di cui anche il dottor Rosato è stato parte integrante.
Ingiustificate ci suonano le accuse mosse nei confronti del soggetto attuatore.
Come si può tacciare di inadempienza un professionista appena nominato e, tra
l´altro, scelto dallo stesso Rosato?
Di fronte a questo scenario
piuttosto arbitrario, ci riserviamo di attivare ogni azione per individuare le
responsabilità dei singoli, ad ogni livello, per evitare che, ancora una volta,
ricadano sugli incolpevoli cittadini molisani le conseguenza negative di
attività svolte da altri».
Così il presidente della
Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, interviene in merito alle ultime
vicende che hanno coinvolto la struttura commissariale per la sanità regionale.
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BOLZANO: GIÀ DESTINATI I 74 MIO DEL FESR 2007-2013 |
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Bolzano, 5 giugno 2013 - I 74 milioni di Euro di finanziamenti
previsti nel periodo di programmazione 2007-2013 per rafforzare la
Competitività regionale e l´occupazione, di cui oltre un terzo provengono
dall´apposito fondo europeo Fesr sono già stati completamente destinati. Il 50
per cento sono anche già stati effettivamente liquidati. Così il presidente della
Provincia Luis Durnwalder, che martedì 4 giugno, a Palazzo Widmann a Bolzano ha
introdotto il lavori del Comitato di sorveglianza del programma.
In occasione dei cinque
bandi, come ha informato il presidente Durnwalder, sono stati presentati un
totale di 198 progetti.
Il Programma si propone di
rafforzare il peculiare modello di sviluppo della Provincia autonoma di
Bolzano, basato sull´interdipendenza dei settori, sulla capacità di innovare e
sulla priorità attribuita agli interessi ambientali rispetto a quelli a
carattere prettamente economico.
Tre le priorità del
programma: competitività del sistema economico, sostenibilità ambientale della
crescita economica, prevenzione di rischi naturali.
113 sono i progetti accolti
fra i 198 presentati nel periodo di programmazione 2007-2013. I progetti
realizzati e conclusi sono finora 51 ed i contributi effettivamente liquidati
si attestano sul 50 per cento dei finanziamenti impegnati.
Questo il bilancio
sull´andamento e l´attuazione del programma presentato questa mattina presso
Palazzo Widmann a Bolzano dal competente Comitato di Sorveglianza, presieduto
dal presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder.
Facendo un raffronto con
altre realtà territoriali, l´Alto Adige è ben posizionato, come ha riferito
Durnwalder, l´unico settore in cui deve ancora recuperare terreno è quello
della ricerca. Grazie ai progetti finanziati, come ha proseguito, si è potuto
compiere ulteriori passi in avanti in settori quali le energie alternative, la
valorizzazione della ferrrovia, al sicurezza e l´ambiente.
Accanto al presidente
Durnwalder hanno partecipato alla riunione del Comitato il direttroe della
Ripoartizione Europa della Provincia, Thomas Mathà, ed il responsabile di
programma presso la medesima, Peter Gamper, nonché in rappresentanza del
Ministero dell´economia, Germana Cavicchioli, e della Commissione Europea,
Francesco Brocani, nonché rappresentanti delle Ripartizioni provinciali
coinvolte e dei partner sociali e dei settori economici. Il presidente
Durnwalder ha ringraziato tutti per l´impegno profuso.
Nel corso della riunione,
accanto alla relazione annuale riferita al 2012 caratterizzata da note positive
in merito all´attuazione dei programmi, tra i temi in discussione si è parlato
anche del prossimo periodo di programmazione 2014-2020. I lavori preparatori
sono già in corso per poter partire nel prossimo anno.
Per prepararsi all´attività
di programmazione per il ciclo 2014-2020 l´Amministrazione provinciale si
affiderà al Comitato di coordinamento e sorveglianza delle politiche regionali
che è composto dai responsabili dei diversi programmi, da un membro del Nucleo
di valutazione e da un rappresentante della Ripartizione Europa. Questo
Comitato ha il compito di assistere e coordinare le singole Autorità di
gestione al fine di promuovere e garantire piú elevati livelli di sinergia e
complementarietà tra programmi, obiettivi e operazioni. Come ha riferito il
presidente Durnwalder la Giunta provinciale ha approvato in questi giorni una
prima bozza programmatica; come ha sottolineato, si cercherà di ottenere anche
per la nuova programmazione le stesse dotazioni finaziarie ottenute per quella
attuale.
Nel pomeriggio il Comitato
si occuperà di soluzioni nel campo della mobilità sostenibile con un sopralluogo
a Soprabolzano dove sarà illustrato il progetto di ammodernamento del trenino.
Ulteriori informazioni sul
sito www.Provincia.bz.it/europa/
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TRENTO: APPROVATI NUOVI INTERVENTI COFINANZIATI DAL FONDO SOCIALE EUROPEO |
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Trento, 5 giugno 2013 - La Giunta provinciale, su proposta del Presidente
Alberto Pacher, ha approvato il 30
maggio alcuni interventi a cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo, che
saranno attivati a seguito dell´approvazione dei relativi provvedimenti
attuativi. Il finanziamento riguarda i percorsi formativi individuali
finalizzati alla qualificazione, riqualificazione e all´aggiornamento
professionale con l´utilizzo delle carte Ila (Individual Learning Account) e le
azioni di formazione continua destinate a imprese e loro enti o associazioni.
Percorsi formativi
individuali, finalizzati alla qualificazione, riqualificazione e
all’aggiornamento professionale con l’utilizzo delle carte Ila (Individual
Learning Account) previsti nell’ambito del Progetto per l’imprenditoria
giovanile. Con la carta Ila possono essere finanziati percorsi
formativi/progetti articolati con formazione (che rilasci attestazione), ovvero
la partecipazione a stage presso aziende/enti/organismi, ovvero apprendimenti
specifici. Tali attività dovranno essere realizzate in contesto extra
provinciale e/o europeo su tematiche rilevanti in ambito dei servizi di
welfare, di wellbeing, della green economy, dell’agricoltura, dello sviluppo
sostenibile, del turismo e della cultura in un´ottica di
sviluppo/consolidamento delle capacità imprenditoriali e comunque finalizzati
allo sviluppo professionale ed imprenditoriale. La carta Ila può essere
utilizzata anche per finanziare altre attività di accompagnamento e
accomodation, purché a sostegno del percorso di sviluppo professionale individuale
e comunque al di fuori del territorio della Provincia autonoma di Trento. Per
tali azioni le risorse disponibili ammontano a 800.000 euro. Possono aderire
all’iniziativa residenti o domiciliati (con precedenza assoluta ai residenti),
al momento della presentazione della domanda di finanziamento, in provincia di
Trento. Ulteriore precedenza verrà attribuita alle domande presentate da
giovani con età inferiore ai 36 anni. È prevista una compartecipazione del 20%,
mentre il contributo massimo previsto è di 5.000 euro. Prossimamente è prevista
l´approvazione del relativo bando.
Azioni di formazione
continua destinate a imprese e loro enti o associazioni. Sono previste 35
“Iniziative di formazione finalizzate a riqualificazione, aggiornamento e
specializzazione” per complessivi 1.200 utenti con una spesa prevista in 2,35
milioni di euro. Le azioni di formazione continua promosse dalle imprese o dai
loro enti/associazioni, sempre a favore delle imprese e del loro personale
occupato, possono riguardare una pluralità e generalità di contenuti, purché si
dimostrino necessari per accompagnare i processi di sviluppo dei contesti
produttivi e gestionali.
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INFRASTRUTTURE. PROGETTO REGIONALE PER FORMAZIONE DIPENDENTI ENTI PUBBLICI DEL VENETO |
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Venezia, 5 giugno 2013 - In
questo momento di particolare difficoltà economica, la Regione offre agli enti
locali veneti uno strumento gratuito di crescita professionale mirato ad
approfondire lo studio dei contratti di partenariato pubblico-privato come il
leasing, il contratto di disponibilità, il project financing. Lo ha disposto la
giunta regionale, su proposta del vicepresidente Marino Zorzato. L’iniziativa è
rivolta a dipendenti pubblici (quadri dirigenti responsabili del procedimento)
regionali, provinciali, comunali, di aziende sanitarie locali, di enti
strumentali, di società partecipate.
“Il progetto formativo –
sottolinea Zorzato – è curato dal Nucleo di verifica e valutazione (Nuvv) della
Regione del Veneto che ha fra i suoi compiti istituzionali la diffusione della
cultura della valutazione. Si svilupperà in maniera diversificata sia dal punto
di vista organizzativo che dei possibili destinatari, allo scopo di rendere
accessibile il momento formativo al maggior numero possibile di utenti e, al
contempo, più funzionale alle esigenze di ciascuno”.
E’ prevista quindi
un’attività di formazione tradizionale frontale, con approfondimento specifico
di alcune tipologie infrastrutturali di intervento (case per anziani, scuole,
ospedali, strade, piscine, cimiteri ecc); un’attività di “e.Learning”
accessibile dal posto di lavoro attraverso il computer; infine, un’attività di
diffusione attraverso momenti pubblici di confronto e dibattito.
“Nello spirito sancito dal
nuovo Statuto – aggiunge Zorzato - la Regione si fa promotrice di azioni
formative innovative su ampia scala, strutturandole in maniera da rispondere
alle esigenze del territorio nel modo più esaustivo possibile. Nel caso
specifico, il nostro obiettivo è quello di creare fra gli operatori pubblici
una ampia base condivisa di conoscenza su tematiche particolarmente attuali
come la valutazione della sostenibilità economico-finanziaria degli interventi
infrastrutturali e come la scelta della forma di partenariato più rispondente
alle esigenze del committente e più idonea in relazione al tipo di intervento
infrastrutturale che si intende realizzare. Questa conoscenza si potrà rivelare
utile anche nella fase di nuova programmazione della politica di coesione
europea 2014-2020”.
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SAITTA: “LO STATO DEVE ALLA PROVINCIA DI TORINO 103 MILIONI DI SOLDI REALI E NON VIRTUALI: VIA AL DECRETO INGIUNTIVO PER RECUPERARLI” |
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Torino, 8 giugno 2013 - “Negli
ultimi anni, lo Stato ha trasferito alla Provincia di Torino soltanto soldi
virtuali: le casse di Palazzo Cisterna avanzano dai vari Ministeri ben 103
milioni di euro che è necessario destinare a nuovi pagamenti per le imprese che
hanno lavorato per noi. Per questo, ho dato il via al decreto ingiuntivo nei
confronti dello Stato”: il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta
lo meditava da tempo, adesso è passato all’azione legale.
Approvata questa mattina la
delibera di Giunta, Saitta ha conferito all’avvocato Carlo Emanuele Gallo
l’incarico “di patrocinio legale nei riguardi del Ministero dell’Interno per il
recupero dei crediti maturati nella situazione dei rapporti tra Stato e
Provincia di Torino”.
“Il decreto ingiuntivo nei
confronti dello Stato - spiega Saitta - rappresenta la richiesta estrema di
quanto abbiamo più volte sollecitato in termini di cassa: riguarda crediti che
risalgono in alcuni casi addirittura al 1998. Finora li abbiamo gestiti nella
logica della collaborazione istituzionale tra il Governo e gli Enti locali, ora
però questo presupposto sembra vacillare”.
“I 103 milioni certificati e
riconosciuti dal Ministero degli Interni - aggiunge l’assessore provinciale al
bilancio Marco D’acri - riguardano
trasferimenti erariali degli anni pregressi per le funzioni previste dall’art
54 della legge 142/1990: in particolare si tratta di fondi per l’esercizio
delle funzioni in materia di scuole secondarie, di viabilità e per il personale
collegato ai servizi. Con la legge
68/2011 sul federalismo fiscale, si è chiuso il periodo dei
trasferimenti dallo Stato ed è stato istituito, per i rapporti con gli enti
locali, il fondo sperimentale di riequilibrio che nei rapporti con la Provincia
di Torino ha significato l’azzeramento totale dei trasferimenti: addirittura,
con la spending review e la tesoreria unica il flusso si è invertito: è passato
a prelievi forzosi di tributi locali da parte dello Stato che negli ultimi anni
trattiene alla fonte nazionale i flussi di cassa dei tributi provinciali”.
L’assessore D’acri ricorda
che “queste risorse una volta incassate consentirebbero a Palazzo Cisterna di
anticipare anche nel 2013 i pagamenti alle agenzie di formazione professionale,
che versano in condizioni drammatiche a causa dei ritardi della Regione
Piemonte”.
Saitta ricorda che “sono già
cinque le Province italiane che si sono viste riconoscere i crediti dello Stato
attraverso un decreto ingiuntivo: sono Venezia per 44 milioni, Padova per 36 milioni,
Treviso per 24 milioni, Teramo per 15 milioni ed Arezzo per 10 milioni: per
Torino la cifra è molto più consistente, ma basta pensare che i mancati
trasferimenti erariali dallo Stato alle Province assommano a circa due miliardi
di euro”.
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GIUNTA CAMPANIA, I PROVVEDIMENTI. APPROVATO BILANCIO GESTIONALE |
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Napoli, 5 giugno 2013 - Si è
riunita ieri a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della Campania
presieduta da Stefano Caldoro.
Su proposta dell´assessore
al Bilancio Gaetano Giancane, è stato approvato il bilancio gestionale per gli
anni 2013, 2014 e 2015.
Su proposta del presidente,
la Giunta ha approvato il Piano triennale 2013 - 2015 So.re.sa. E rinnovato la
convenzione con la società fino al 31 dicembre 2015. Il Piano prosegue lungo la
strada del contenimento della spesa sanitaria, già in larga parte realizzato,
sulla base delle indicazioni fornite dal Commissario ad Acta per il Piano di
Rientro, con la centralizzazione delle gare per l´acquisto di beni e servizi,
che ha prodotto una riduzione dei volumi di acquisto e della spesa nella misura
del 5%, con l´allineamento del prezzo dei farmaci a quelli stabiliti dall´Autorità
di Vigilanza, con le economie di scala realizzate con il ripiano della
situazione debitoria pregressa e la regolarità dei pagamenti assicurata ai
fornitori aggiudicatari delle gare.
Sono state altresì approvate
delibere relative alle società Scabec, società partecipata che si occupa della
valorizzazione del sistema dei beni e delle attività culturali. Per la Scabec,
si riduce il numero dei componenti del Cda da 5 a 3 e si elimina la figura del
direttore generale.
La Giunta ha detto sì alla
partecipazione della Campania al progetto "Italmed Maroc" relativo
alle infrastrutturee materiali ed immateriali, definito nell´ambito del
programma di sostegno alla cooperazione regionale nel Mediterraneo finanziato
dal Ministero degli Esteri.
Di concerto tra il
presidente e gli assessori alle Attività produttive Fulvio Martusciello e al
Lavoro Severino Nappi è stato approvato lo schema di protocollo di intesa con
il Ministero dello Sviluppo economico con il programma di rilancio delle 5 aree
colpite da crisi industriale, ovvero Airola, Acerra, Castellammare di Stabia,
Avellino e Caserta.
D´intesa con l´assessore al
Lavoro Nappi è stato riprogrammato il pacchetto delle misure anticrisi,
innalzando le risorse ad esso destinate per completare gli interventi di politica
passiva ed attiva avviati.
Di concerto con l´assessore
all´Ambiente Giovanni Romano, la Giunta ha approvato lo schema di protocollo di
intesa con le Province e le Prefetture di Napoli e Caserta, Anci, 27 comuni
della provincia di Napoli e 18 di quella di Caserta, ed altri enti, sul
"Patto per le terra dei fuochi" per il contrasto ai roghi,
all´abusivo smaltimento e all´abbandono dei rifiuti.
D´intesa con l´assessore
alla Risorse umane Pasquale Sommese si è deciso di costituire gli Organismi
indipendenti di valutazione per la Giunta e gli enti strumentali, e per gli
enti e le aziende del servizio sanitario, a cui è affidato, sulla base del
decreto legislativo 150/2009 e del regolamento sull´ordinamento amministrativo,
il monitoraggio sul funzionamento del sistema della valutazione delle
performance e della trasparenza.
Di intesa tra gli assessori
Martusciello e Nappi la Giunta ha approvato in via definitiva il disciplinare
sui Centri commerciali naturali.
Infine su proposta
dell´assessore Romano è stato dato il via libera al finanziamento dei 49 siti
regionali di discarica.
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PUGLIA - GIUNTA DEL 4 GIUGNO, FRA I PROVVEDIMENTI PRINCIPALI: IMMOBILI, SCUOLE, CHIMICA |
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Bari, 5 giugno 2013 - La
Giunta ha concluso i suoi lavori intorno alle 16.30. Ecco i principali
provvedimenti adottati:
Bilancio regionale:
approvato il conto consuntivo 2012 che ora sarà trasmesso come previsto dalla
legge alla Corte dei conti. Approvato il protocollo di permuta tra gli immobili
di proprietà della Regione e del Demanio. Al fine di ottimizzare gli spazi
utilizzati dalla Regione e dall’Amministrazione statale, in modo da ridurre la
spesa per affitti passivi e valorizzare gli immobili, si procederà allo scambio
di immobili da utilizzare per le attività istituzionali. Con il protocollo che
sarà firmato da Agenzia del Demanio, Regione e Provveditorato alle Opere
Pubbliche, il provveditorato alle Oopp si impegna a dismettere e a liberare la
porzione di immobile sito presso l’attuale Presidenza della Regione (a Bari,
Lungomare Nazario Sauro, 31 – primo e parte del terzo piano), non appena
saranno terminati i lavori di ampliamento e ristrutturazione della sede del
Provveditorato alle Opere Marittime (Porto - Lungomare De Tullio), dove si
trasferirà. L’agenzia del Demanio si impegnerà a cedere a titolo di permuta lo
stabile, mentre la Regione si impegna a cedere al Demanio in cambio – sempre a
titolo di permuta – l’immobile ex Irif di Lecce (via Libertà) e la parte
dell’immobile “ex Genio civile” di Lecce in via Don Minzoni. Le modalità
saranno valutate da un apposito tavolo tecnico che avrà il compito di
eventualmente integrare i beni oggetto di permuta, condividere i criteri di stima,
vigilare e collaborare sull’attuazione del protocollo d’intesa. Rimodulato il
piano di interventi per adeguamento antisismico per le scuole. I fondi dell’
Ordinanza di protezione civile del Presidente del consoglio non utilizzati per
le scuole elementari di Apricena e Lesina saranno utilizzati per i lavori
presso l’Itc “Giannone” di Foggia, a cura dell’Amministrazione provinciale. Autorizzata
– nel piano di dimensionamento scolastico - la richiesta di attivazione
dell’articolazione per l’a.S. 2013-14 di “chimica e materiali” per il settore
chimica, materiali e biotecnologie dell’Iis “Piero Sette” di Santeramo. ^^^^^^
Approvata la convenzione tra Regione, Istituto Credito Sportivo e Coni per
l’impiantistica sportiva nel triennio 2013-16. 50 i milioni di euro che
l’istituto per il credito sportivo s’impegna a concedere in mutui per
costruzione, miglioramento, completamento, efficientamento energetico e messa a
norma di impianti da destinare a attività sportive. La Regione potrà
intervenire per il contenimento degli oneri di ammortamento dei singoli
finanziamenti emessi. Prorogate le convenzioni tra Regione e Arpa, Cnr e
Politecnico per redazione piani di messa in sicurezza e bonifica delle aree
Zona industriale di Bari-modugno e per l’anagrafe dei siti contaminati
pugliesi. Nell’ambito del “Titolo V”- aiuti alle medie imprese e ai consorzi di
Pmi per Programmi Integrati di Agevolazione, approvata – dopo l’istruttoria di
Puglia sviluppo - l’ammissione alla fasi di presentazione dei progetti
definitivi per le imprese Alfrus Srl (Modugno-ba, lavorazione frutta secca),
Minermix Srl (produzione calce – stabilimenti Galatina e Fasano), F.lli Barile
(ingrosso fiori e piante, Terlizzi), Cmc srl (carpenteria metallica, gru,
ponteggi – sede di Modugno). Approvata la costituzione del tavolo tecnico con
le funzioni di individuare i requisiti delle “strutture di riabilitazione”,
comprese le attività di “Medicina fisica e riabilitazione”, con la
partecipazione di dirigenti ass. Salute, Welfare, Ares e Asl. Partecipazione
sarà a titolo gratuito. Approvato definitivamente il regolamento “Definizione
dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività
sanitarie delle strutture di medicina trasfusionale”. Il regolamento prevede
anche le modalità di gestione di macchinari, relazione con associazioni e
sistemi di sicurezza contro gli errori. ^^^^^^^ Approvato regolamento per la
definizione dei requisiti minimi organizzativi, strutturali, tecnologici e
percorso terapeutico per le attività di radiologia stereotassica, Gamma Knife e
Cyberknife per le radioterapie. ^^^^^^ Emesso l’avviso pubblico per
l’aggiornamento degli albi regionali degli idonei alla nomina di direttore
amministrativo e sanitario delle Asl e Enti del Ssr. Avviato il procedimento di
verifica di metà mandato per i direttori generali delle Asl di Ba, Br, Bt, Le e
Ta. Componenti della commissione di verifica saranno le dott.Sse Lucia
Bisceglia, Anna Maria Candela e Katia Angelillo.
Approvato lo schema di
convenzione con il Corpo forestale dello Stato per il corso di aggiornamento
Dos (Direttore operazioni di spegnimento) per la campagna antincendio boschivo
2013. Sempre per la campagna antincendi, approvato lo schema di convenzione con
i Vigili del Fuoco – direzione regionale (importo per il 2013: 1 milione 74
mila euro) Approvato il programma triennale “Linee guida per lo sport” 2013-15.
Il programma snocciola i numeri nella pratica fisico motoria e sportiva in
Italia e in Puglia, indica come sostenere la cultura dell’attività fisica e
sportiva come strumento di prevenzione, come promuovere lo sport per
valorizzare il territorio e sviluppa in assi la promozione delle attività
sportive e fisico motorie: 1) conoscenza del sistema sportivo regionale, 2)
promozione della salute e dell’integrazione sociale, 3) manifestazioni sportive
e grandi eventi sportivi, 4) progetti strategici a grande rilevanza regionale.
In più un capitolo sull’impiantistica e sui soggetti beneficiari.
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COMUNITA´ MONTANE IN PIEMONTE. APPROVATI I CRITERI PER LA NOMINA DEI COMMISSARI LIQUIDATORI |
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Torino, 5 giugno 2013 -
Prosegue l’iter di
superamento delle Comunità montane previsto dalla legge regionale n. 11 del
2012. La Giunta regionale ha approvato la delibera, presentata dagli assessori agli
Enti locali, Riccardo Molinari e all’Economia montana Gian Luca Vignale, con i
criteri per procedere alla nomina con decreto del Presidente della Giunta, dei
Commissari liquidatori.
Saranno complessivamente 20
nomine, corrispondenti alle 20 Comunità oggetto di liquidazione, su un totale
di 22.
I soggetti interessati
dovranno avere competenze professionali in ambito giuridico-contabili e
rispondere ai seguenti requisiti: essere esterni alla Regione Piemonte; non
devono aver operato negli ultimi 3 anni nella comunitá montana da liquidare con
alcun incarico né professionale né amministrativo per evitare conflitti di
interessi; essere iscritti almeno da cinque anni all’albo degli avvocati, oppure
essere iscritti all’albo dei revisori dei conti. A breve verrà emanato il bando
per la presentazione delle candidature.
“Al fine di superare questa
delicata fase che riguarda l’ente Comunità montana - sottolineano l’assessore
regionale agli Enti locali Riccardo Molinari e l’assessore regionale
all’Economia montana, Gian Luca Vignale - abbiamo scelto di emanare il bando
per maggiore trasparenza e al fine di individuare delle persone tecnicamente
preparate e senza conflitti di interesse nonostante la legge regionale preveda
la nomina diretta dei liquidatori senza procedura pubblica.
Inoltre è stato deciso di
procedere a nomine non contestuali, in modo di dare tempo alle Unioni dei
Comuni montani e ai sindaci dei territori interessati alla liquidazione di
presentare, dove non ci siamo contestazioni, proposte di ripartizione dei
patrimoni da sottoporre al liquidatore. Si tratta di un atto di disponibilità e
di apertura verso gli amministratori, ai quali la Regione offre la massima
collaborazione per risolvere le problematiche sul territorio”.
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POPOLAZIONE TRENTINA IN CRESCITA GRAZIE AGLI STRANIERI |
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Trento, 5 giugno 2013 - Negli ultimi dieci anni la popolazione
trentina ha avuto una dinamica di crescita simile a quella registrata negli
anni del "boom" degli anni Sessanta e Settanta, con un incremento di
quasi 48 mila persone (+ 10 %, più del doppio dell´Italia nel suo complesso),
una crescita determinata in larga parte dagli stranieri, che sono quasi
triplicati passando da 15.990 a 45.704 unità (+185,8%) portando la popolazione
trentina a 524.832 unità. E´ quanto certificano i dati del 15° Censimento generale
della popolazione e delle abitazioni illustrati stamane al Palazzo della
Conoscenza, in via Gilli a Trento, in occasione di un incontro organizzato
dall´Istat e dal Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento.
L’iniziativa fa parte di una serie di incontri, svolti a livello nazionale, al
fine di presentare i primi risultati definitivi del censimento, fornire spunti
per una riflessione sulle prospettive future e sul censimento continuo della
popolazione e condividere l´esperienza censuaria con i soggetti che hanno
contribuito alla sua realizzazione, in primis i Comuni e l´Amministrazione
provinciale, nell´ottica di un miglioramento delle innovazioni censuarie. Ad
introdurre i lavori Enrico Zaninotto, presidente del Consiglio statistico
provinciale, al quale è seguita l´illustrazione dei dati di sintesi del
censimento da parte di Francesca Lanzafame del Servizio Statistica e gli
interventi di Fabio Crescenzi e Giuseppe Stassi, entrambi dirigenti dell’Istat,
che hanno spiegato le prospettive del censimento continuo della popolazione e i
risultati dell’indagine di valutazione del processo di rilevazione censuaria.
Ecco, in
"pillole", i principali indicatori emersi dal censimento in Trentino.
48.000 residenti in più in
dieci anni -
Al 9 ottobre 2011, data di
riferimento del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni,
la popolazione residente in provincia di Trento ammonta a 524.832 unità.
Rispetto al 2001, quando si contarono 477.017 residenti, l’incremento in valori
assoluti è di quasi 48.000 unità e in termini relativi è del 10,0%, da
attribuire in buona parte alla componente straniera. La popolazione di
cittadinanza italiana, infatti, è aumentata, ma meno di quella straniera, che
invece è quasi triplicata (+29.714 unità) contribuendo con una quota del 62,1%
alla crescita intercensuaria complessiva.
Più femmine che maschi -
In provincia di Trento
vivono 255.731 maschi e 269.101 femmine: ci sono, quindi, 95 uomini ogni 100
donne. A livello territoriale non si segnalano differenze significative. Il
rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore della componente maschile
in 71 comuni, per lo più di piccole o medie dimensioni, dove risiede
complessivamente il 12,9% della popolazione provinciale. Il primato spetta a Lardaro
(115,8 uomini ogni 100 donne), comune molto piccolo (con 110 maschi e 95
femmine), e a Garniga Terme (115,3). Al contrario, a Montagne si contano solo
75,7 uomini ogni 100 donne.
I comuni con una più
spiccata componente femminile sono sparsi sul territorio. In alcuni casi sono
di piccolissime dimensioni, in altri casi sono situati in zone periferiche o
sono sedi di case di riposo: per alcuni la componente femminile “in eccedenza”
risulta, almeno in parte, anziana. In quattro comuni (Brione, Cagnò, Grauno e
Romallo) si registra lo stesso numero di uomini e donne.
In forte aumento i “grandi
anziani”, soprattutto donne -
Dal 2001 al 2011 la
popolazione di 65 anni e oltre è passata dal 18,2% (86.778 persone) al 19,8%
(103.909). L’aumento decisamente più consistente si rileva per i grandi anziani
(i residenti di 80 anni e oltre), che incrementano il loro peso sul totale
della popolazione residente passando dal 4,5% del 2001 al 6,2% del 2011 e si
accrescono di quasi 11.000 persone (con una variazione percentuale del +50,9%).
Gli anziani e, soprattutto,
i grandi anziani, sono prevalentemente di sesso femminile. Complessivamente, la
quota di donne anziane è pari al 58,4% del totale ma la componente delle
“grandi anziane” ammonta a più del doppio di quella maschile: 22.003 (contro
10.321), il 68,1% della popolazione di 80 anni e oltre.
Quasi la metà dei comuni ha
meno di 1.000 abitanti -
Dal 2001 ad oggi, la
popolazione è aumentata in 179 comuni della provincia di Trento (82,5%) e in
uno (Grauno) è rimasta invariata. L’incremento più alto si riscontra, in
termini assoluti, nel capoluogo (+9.252 unità) e negli altri tre comuni di
maggiore dimensione demografica (Rovereto, Pergine Valsugana e Arco) e, in
termini relativi, a Vignola-falesina (+48,6%, con una crescita di 53
residenti), Calliano, Besenello e Dro. Viceversa i comuni che perdono il
maggior numero di residenti sono Castello Tesino (-127), Pieve Tesino (-91) e
Canal San Bovo (-77) mentre Montagne registra il calo più consistente (-19,1%,
pari a -58 residenti).
Quasi la metà dei comuni che
compongono la provincia hanno un’ampiezza demografica ridotta (meno di 1.000
abitanti residenti). La dimensione media di questi 105 comuni è pari a 548
abitanti e la popolazione ivi residente ammonta solo all’11% di quella totale
della provincia. La quota più consistente di abitanti risiede nei 98 comuni di
dimensione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti, in cui si concentra il 37,5%
della popolazione trentina. Quasi un quinto di questa risiede negli 11 comuni
che hanno da 5.001 a 20.000 abitanti: i più popolosi sono Arco e Riva del
Garda. Nei due comuni della classe da 20.001 a 50.000 abitanti (Rovereto e
Pergine Valsugana) vive l’11,1% della popolazione del Trentino mentre nel
capoluogo risiede più di un quinto della popolazione complessiva.
I comuni più grandi e quelli
più piccoli -
In termini di popolazione, i
cinque comuni più grandi della provincia sono Trento (con 114.198 residenti),
Rovereto (37.754), Pergine Valsugana (20.446), Arco (16.871) e Riva del Garda
(15.838). Sei comuni non raggiungono la soglia di 200 abitanti: sono Massimeno
(con 124 residenti), che detiene da alcuni decenni la palma di comune più
piccolo del Trentino, Brione (140), Grauno (142), Vignola-falesina (162), Palù
del Fersina-palai en Bersntol (169) e Sagron Mis (183).
Triplicata la popolazione
residente straniera -
Nel corso dell’ultimo
decennio la popolazione straniera residente in provincia di Trento è quasi
triplicata, passando da 15.990 a 45.704 unità, con una variazione percentuale
pari al +185,8%.
I comuni con la più elevata
incidenza di stranieri sono Lona-lases (il 22,9% della popolazione ivi
residente), Malosco (19,6%) e Villa Rendena (16,6%). In due comuni
(Fierozzo-vlarötz e Frassilongo-garait, nella Valle dei Mocheni) non c’è
nemmeno uno straniero e in dieci comuni gli stranieri sono meno di cinque.
Per quanto riguarda
l’analisi per età, il 44,1% degli stranieri residenti è compreso tra 25 e 44
anni; poco più di uno su quattro ha tra i 27 e i 37 anni. Relativamente al
genere, la componente femminile (costituita da 24.363 unità nel 2011)
rappresenta il 53,3% del totale degli stranieri. Il rapporto di mascolinità,
diminuito di circa 15 punti percentuali rispetto al 2001, è di 87,6 maschi ogni
100 femmine.
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TORINO: COMUNICARE L’INNOVAZIONE TRANSFRONTALIERA |
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Torino, 5 giugno 2013 - Si
svolge oggi, all’Environment Park di Torino (Via Livorno 60), Innovation Day,
il convegno organizzato dalla Provincia di Torino come uno degli eventi chiave
delle attività di animazione e comunicazione del progetto strategico Alcotra
Innovation, che terminerà a settembre dopo tre anni di attività. A dare il
benvenuto ai presenti sarà l’assessore provinciale alle Attività produttive e
ai Progetti europei Ida Vana.
Alcotra Innovation fa parte
del programma di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia “Alcotra
2007-2013”. Capofila del progetto è la Regione Piemonte, e i partner – oltre
alla Provincia di Torino – sono: Regione Valle d’Aosta, Regione Liguria, Region
Provence-alpes-cote d’Azur e Region Rhone-alpes. Obiettivo di fondo è aumentare
la competitività dei sistemi economici dell’area, favorendo la collaborazione e
la reciproca conoscenza tra imprese, poli di ricerca e istituzioni e
migliorando lo scambio di tecnologie, know-how, esperienze e il trasferimento
di innovazione. Condizione necessaria per raggiungere lo scopo è intervenire
nell’individuazione delle priorità strategiche regionali e nella programmazione
delle politiche di innovazione.
Innovation Day si prefigge
di presentare una valutazione in itinere del progetto, accompagnata da una
sintetica descrizione delle attività svolte. L’attenzione sarà focalizzata in
modo particolare sulla creazione dei Living Lab transfrontalieri, ecosistemi di
innovazione aperta e guidata dagli utenti, basata sullo sviluppo continuo di
partnership tra amministrazioni pubbliche, imprese e ricercatori, con la
partecipazione attiva dei cittadini. Le aree tematiche di sperimentazione
individuate nell’ambito del progetto Alcotra Innovation sono quattro: Mobilità
intelligente, Smart energies, Industrie creative/museografia,
Telemedicina/mantenimento a domicilio.
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BOLZANO: PRIMAVERA ARABA, TERMINATA L´EMERGENZA PROFUGHI IN ALTO ADIGE |
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Bolzano, 5 giugno 2013 - L´emergenza profughi può considerarsi
conclusa. Almeno per quanto riguarda la Provincia di Bolzano. La quasi totalità
delle 120 persone ospitate in questi mesi presso le strutture di Bolzano,
Merano e Vandoies hanno infatti trovato un´altra sistemazione, e restano una
dozzina di profughi all´interno della ex caserma Gorio di Bolzano e di Casa
Arnika a Merano.
Nel corso del 2011, durante
la cosiddetta "primavera araba", un´ondata migratoria aveva
interessato il territorio nazionale. Lo Stato aveva deciso di affrontare
l´emergenza assegnando ad ogni Regione un determinato numero di profughi:
l´Alto Adige se ne era visti attribuire 200, ed erano 120 le persone ospitate
all´interno delle strutture messe a disposizione dalla Provincia nello scorso
febbraio, al momento della conclusione del piano straordinario statale. In
gennaio la Giunta provinciale aveva prorogato il regime di aiuti sino alla fine
di maggio, ed ora l´emergenza può davvero considerarsi conclusa.
I profughi hanno iniziato a
lasciare i quattro centri di raccolta presenti sul territorio altoatesino
all´inizio del mese scorso, e molti di loro hanno già trovato una sistemazione
presso alloggi privati e altre strutture. Una parte ha lasciato l´Alto Adige
con destinazione sia l´estero, sia altre regioni italiane, e parecchi di coloro
che sono rimasti in Provincia hanno anche trovato un´occupazione. Per gli altri
è prevista la possibilità di restare un altro anno, sempre con lo status di
profugo e con l´obbligo di cercare un lavoro, e di ricevere un sostegno mensile
di 350 euro.
La situazione, dunque, è
tornata alla normalità: la casa del giovane lavoratore di Bolzano e la
Fischerhaus di Vandoies non ospitano più nessun profugo, ne restano una dozzina
all´interno di Casa Arnika a Merano e della ex caserma Gorio a Bolzano. Si
tratta in ogni caso di numeri inquadrabili nell´ordinaria amministrazione,
tanto che solo due dei profughi che si trovano alla ex Gorio provengono dal
Nord-africa (necessitano di particolare protezione), mentre tra la decina di
persone ospitate a Casa Arnika vi è una famiglia con tre bambini piccoli.
La gestione dell´emergenza
profughi in Alto Adige è stata possibile grazie alla collaborazione fra organi
statali e provinciali: dalla Questura al Commissariato del Governo, dalla
Protezione Civile nazionale e locale alle Ripartizioni famiglia e politiche
sociali, sanità, lavoro, formazione professionale e lavori pubblici.
L´assistenza ai profughi all´interno delle strutture dislocate sul territorio è
stata garantita dall´impegno di operatori e volontari di Caritas, Volontarius e
River Equipe.
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BERGAMO - JOB IN: SERVIZI PER GIOVANI ASPIRANTI IMPRENDITORI |
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Bergamo, 5 giugno 2013 - Bergamo
Sviluppo è partner di Job In, un progetto realizzato dal Comune di Bergamo, in
collaborazione con le Organizzazioni di categoria e cinque comuni dell´Ambito 1
(Gorle, Ponteranica, Sorisole, Orio al Serio e Torre Boldone), nell’ambito dei
Piani territoriali per le Politiche Giovanili; il progetto è finanziato dal
Dipartimento della Gioventù - Presidenza Consiglio dei Ministri e dalla Regione
Lombardia.
Tra le prime azioni previste
segnaliamo l’avvio di un percorso gratuito di servizi formativi e consulenziali
a supporto di giovani aspiranti imprenditori under 30, residenti o domiciliati
nei comuni coinvolti. Adesioni entro il 14 giugno. Per informazioni:
http://www.jobin.bg.it/
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TRENTO: FIRMATO L´ACCORDO PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA |
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Trento, 5 giugno 2013 - Il presidente Alberto Pacher e i
rappresentanti delle parti sociali hanno sottofirmato, il 31 maggio in
Provincia, il secondo accordo 2013 in materia di ammortizzatori sociali in
deroga, sulla base di quanto deliberato dalla Giunta provinciale nella sua
seduta del 24 maggio scorso. Erano seduti al tavolo, accanto al presidente
Pacher, il dirigente del Servizio lavoro Sergio Vergari, il dirigente
dell´Agenzia del lavoro Antonella Chiusole e i rappresentanti di Confindustria
Trento, di Confesercenti del Trentino, dell´Associazione artigiani e piccole
imprese, dell´Associazione Albergatori e imprese turistiche, della Federazione
Trentina della Cooperazione, della Coldiretti, della Cgil, della Cisle della
Uil.
"Con l´accordo che
firmiamo oggi – ha detto il presidente Pacher, – garantiamo le risorse per la
cassa in deroga fino a fine 2013: il futuro, poi, verrà affidato alla
contrattazione con il governo statale che è già stata da noi avviata in sede
romana, ma anche all´individuazione di nuovi strumenti alternativi di welfare
quali la mutualità e i fondi assicurativi di solidarietà". A breve, ha
quindi annunciato il Presidente, "è mia intenzione incontrarmi con i
rappresentanti delle parti sociali per illustrare nel dettaglio la fotografia
della situazione presente, aggiornandola con i risultati dei provvedimenti di
riorganizzazione e di razionalizzazione che la Provincia ha messo in atto nel
frattempo e che ci consentiranno di rendere meno gravi del previsto i futuri
tagli di risorse che saranno decisi in sede nazionale".
Dopo un primo finanziamento
statale per il 2013 pari a 1.200.000 euro, 700mila dei quali destinati alla
mobilità in deroga e 500mila alla cassa in deroga, e che sono andati
rapidamente esauriti, le domande pervenute e rimaste sospese per mancanza di
finanziamenti fanno prevedere a oggi un presumibile impegno di spesa non
coperto pari a 900mila euro.
Nel frattempo la Conferenza
delle Regioni ha approvato un piano di riparto delle risorse residue stanziate
dallo Stato e alla Provincia autonoma di Trento sono stati assegnati ulteriori
1.640.000 euro, comprensivo della somma di 350mila euro che sono stati
riconosciuti al settore artigiano in virtù del fatto che nel 2012 esso aveva
messo a disposizione risorse equivalenti attivando strumenti alternativi.
L´accordo firmato stamani, pertanto, conferma che il secondo contingente di
risorse statali stanziate per l´anno 2013, e pari a 1.640.000 euro, verrà
utilizzato per finanziare la sola cassa integrazione guadagni in deroga e la
ripartizione avverrà nel seguente modo:
- 350mila euro riconosciuti
al settore artigiano;
- dei residui 1.290.000
euro, il 70% sarà ripartito in base ai fabbisogni che sono emersi nei diversi
settori economici nel corso del 2012 (agricoltura, artigianato, industria,
terziario), mentre la quota rimanente sarà assegnata successivamente, in
relazione ai futuri bisogni.
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TOSCANA A FIOM CGIL: NEI BANDI RISORSE VINCOLATE AL MANTENIMENTO DELL’OCCUPAZIONE |
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Firenze, 5 giugno 2013 – “Dalla crisi possiamo uscire
soltanto con una svolta a livello nazionale, che metta lavoro e sviluppo al
centro e con politiche industriali degne di un paese, come l’Italia, che è il
secondo a livello europeo per il manifatturiero. Dal Governo ci aspettiamo che
vengano messi in campo strumenti per sostenere la competitività delle nostre
imprese e per allentare la tensione sociale”.
Lo ha detto l’assessore alle
attività produttive lavoro e formazione, Gianfranco Simoncini, che ha incontrato
ieri una delegazione della Fiom Cgil provinciale guidata dal segretario Daniele
Calosi. A richiedere l’incontro era stato il sindacato dei metalmeccanici, che
ha presentato un video dal titolo “Viaggio al centro della crisi”: una
carrellata delle principali crisi aziendali presenti sul territorio raccontate
dagli stessi protagonisti. Un viaggio che parla di quella che la Fiom ha
definito una “graduale deindustrializzazione del territorio fiorentino”,
riconoscendo l’impegno della Regione nel contrastarne il progresso. “E’ una
preoccupazione che la Regione condivide – ha spiegato l’assessore – convinta
che da questa situazione possiamo uscire con l’impegno di tutti. In Toscana la
crisi più grande è quella che colpisce la piccola e piccolissima impresa, che costituisce
oltre il 98% del tessuto produttivo e che, grazie alla qualità del suo
manifatturiero, ha fino ad oggi consentito alla Toscana, grazie all’export, di
reggere alla crisi. Per questo per la Regione sostenere il manifatturiero è una
priorità”.
Così, mentre sollecita il
governo ad una svolta nelle politiche industriali nazionali, la Regione
continua a fare la sua parte. L’assessore ha ricordato, a questo proposito, gli
interventi per la tenuta sociale, per gli ammortizzatori in deroga, gli incentivi
per l’occupazione e tutti gli strumenti per la tenuta sociali e l’attività
sulle vertenze. “Ma la Regione non si limita a mettere toppe – ha precisato –
il nostro principale sforzo è volto infatti a rendere più competitive le
imprese, alla crescita e allo sviluppo, con bandi per l’aggregazione delle
imprese, l’internazionalizzazione, ricerca e sviluppo e per favorire l’accesso
al credito. I numeri parlano chiaro: a fronte di 85 milioni per gli
ammortizzatori in deroga e i contratti di solidarietà, la Regione negli ultimi
due anni ha speso per sostenere lo sviluppo ben 597 milioni, e interventi per
l’ accesso al credito che hanno attivato investimenti per 1 miliardo e 400
milioni di euro”.
Ora al governo si chiede
un’azione più stringente. “Siamo soddisfatti perché il primo decreto ha
affrontato i problemi della cassa in deroga e dei contratti di solidarietà, ma
il rischio è che i soldi stanziati, che comunque reputiamo insufficienti per
tutto il 2013, arrivino troppo tardi. Siamo preoccupati per i tempi, perchè, ad
oggi, non sappiamo quando arriveranno queste risorse”.
L’assessore ha ricordato
ancora una volta che con le risorse decise dal decreto in Toscana si
arriverebbe appena ad autorizzare le richieste di cassa in deroga già arrivate
(come si ricorderà da aprile c’era stato uno stop per mancanza di fondi) con
l’aggiunta di quelle pervenute entro maggio.
Quanto ai prossimi bandi, in
vista del periodo di gestione dei fondi comunitari 2014-2020, l’assessore ha
risposto positivamente alla richiesta del sindacato di inserire nei bandi
vincoli più stringenti che leghino gli investimenti delle aziende beneficiarie
dei finanziamenti, al mantenimento dell’occupazione e alla permanenza sul
territorio.
Il segretario della Fiom
fiorentina ha ringraziato l’assessore per l’incontro, sottolineando la positiva
collaborazione già da tempo in atto e la volontà di rafforzarla ulteriormente
in vista delle sfide che ancora attendono la realtà fiorentina e l’intera
regione.
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I COMUNI AMICI DELLA FAMIGLIA A CAVALESE |
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Trento, 5 giugno 2013 - "In questi anni abbiamo investito molto
in tema di politiche familiari e molte iniziative si sono aggiunte man mano che
il progetto avanzava; questo anche grazie all´impulso dato dalla nuova legge in
materia": l´assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo
Rossi è intervenuto ieri mattina, al Palacongressi di Cavalese, al quarto incontro generale dei
Comuni amici della famiglia. Era presente anche l´assessore all’urbanistica,
enti locali, personale, lavori pubblici e viabilità Mauro Gilmozzi. Si è fatto
il punto su questa esperienza con una nutrita platea di amministratori pubblici
e operatori del sociale.
"La famiglia - ha
aggiunto l´assessore Rossi - è il primo ambito in cui sperimentiamo la
relazione e il confronto con gli altri, dove si consumano i primi conflitti e
si impara a gestirli; dove si apprende che ci sono diritti ma anche doveri. La
famiglia è il motore e l´acceleratore dei valori che ritroviamo anche nel mondo
del volontariato e della solidarietà. In famiglia si impara cos´è la
responsabilità e cosa significa prendere decisioni per affrontare i problemi
della vita, superando la dimensione del singolo individuo. Non è stato
difficile in Trentino investire nella famiglia perché essa ci ripropone i
modelli sociali che ci appartengono e in cui ci riconosciamo. In questa
legislatura abbiamo quindi cercato di impostare un investimento nella famiglia
che non fosse episodico ma strutturale, che entrasse nel patrimonio comune
coinvolgendo tutti, non solo le istituzioni. Abbiamo voluto caratterizzare
questo impegno con un grande senso della realtà e della praticità, valorizzando
il grande patrimonio di esperienze che c´era già nella nostra società".
"In questo incontro -
ha detto l´assessore Gilmozzi - si respira un clima positivo e carico di voglia
di fare e di costruire per il futuro. La cultura dell´area alpina si basa sulla
capacità di intessere relazioni e prendersi cura gli uni degli altri,
aiutandosi in diversi modi. La famiglia è il luogo dove si prende confidenza
con la fratellanza e la gratuità: valori che vengono esportati dalle famiglie
nell´esperienza del volontariato, che è una delle caratteristiche fondamentali
della nostra comunità".
Per quanto riguarda le cifre
del progetto "Family in Trentino", lanciato nel 2009 con il Libro
bianco sulle politiche familiari e la natalità, va detto che il 32 per cento
dei cittadini trentini vive oggi in un Comune "amico della famiglia".
I Comuni trentini che hanno già conseguito la certificazione sono infatti 36; a
questi se ne aggiungeranno a breve altri 32 che stanno completando il percorso
per ottenere il marchio.
Quella del legame con le
famiglie è un´esperienza che non riguarda solamente le istituzioni ma coinvolge
anche alberghi, associazioni sportive, cooperative sociali, biblioteche,
scuole, musei, pubblici esercizi e molte altre realtà. In alcuni territori,
come è stato spiegato oggi a Cavalese, le iniziative per le famiglie entrano a
pieno titolo nelle strategie commerciali e turistiche. Il benessere della
famiglia si trasforma quindi in un valore aggiunto per tutta la comunità.
Tra le novità di questo
periodo c´è la App, sviluppata da Trento Rise, che serve per informare le
famiglie sui servizi dedicati presenti sul territorio e sulle opportunità da
cogliere. Grazie a questa nuova applicazione, disponibile oggi per la
piattaforma Android e a breve anche per Iphone, si vuole creare una rete tra
fornitori di servizi e fruitori che comprenda anche commenti e suggerimenti da
parte delle famiglie e dei cittadini.
A Cavalese è stato
illustrato anche un progetto di leva civica pensato per coinvolgere i giovani
nel volontariato a servizio della comunità. Ogni anno compiono 18 anni circa
5000 giovani trentini; l´obiettivo è trovarne almeno 500 disposti a mettere a
servizio della comunità un po´ del loro tempo per servizi e progetti che vadano
a beneficio di tutti.
Hanno partecipato al quarto
incontro generale dei comuni amici della famiglia anche il sindaco di Cavalese
Silvano Welponer, il presidente del Consorzio dei Comuni trentini Marino
Simoni, Luciana Saccone del Dipartimento per le politiche della famiglia della
Presidenza del Consiglio dei ministri e numerosi tra amministratori locali e
rappresentanti delle realtà private e del sociale coinvolte nel progetto.
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NIDI E SCUOLE MATERNE: EMILIA-ROMAGNA IN LINEA CON OBIETTIVI EUROPEI |
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Bologna, 5 giugno 2013 – Con un 32,7 % di offerta rispetto alla
popolazione in classe d’età per i nidi e un 92% per le scuole materne, la
Regione Emilia-romagna è “in linea” con gli obiettivi europei. Lo rende noto
l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, a fronte di una
relazione della Commissione europea pubblicata in questi giorni in cui viene
ribadito che in Italia sono ancora pochi i bambini che trovano un posto
all´asilo nido.
“Mi pare doveroso
sottolineare – spiega l’assessore – , anticipando alcuni dati del monitoraggio
annuale che verrà presentato a breve in Commissione consiliare, lo sforzo
compiuto in Emilia-romagna”.
Nel caso dei servizi
educativi per la prima infanzia, da tempo sul territorio è presente un mix di offerta
tra servizi pubblici a gestione diretta, servizi privati convenzionati, servizi
privati propriamente detti (quest’ultimi in quota decisamente minore).
“Proprio questa pluralità di
offerta – prosegue Marzocchi – , caratterizzata da una dignità forte del
settore, fondata anche su norme regionali piuttosto dettagliate, ci ha
consentito di approssimarci molto all’obiettivo, indicato dal Consiglio europeo
di Lisbona del 2000, del 33% di posti rispetto all’utenza potenziale”.
Considerando i nidi e i
servizi educativi e sperimentali, pubblici e privati, in regione si è raggiunta
la media del 32,7% di offerta rispetto alla popolazione in classe d’età 0-2
anni per l’anno scolastico 2011-2012 (era del 31,6% per il 2010-2011). Per le
scuole dell’infanzia (3-5 anni), l’Emilia-romagna è al 92% di offerta, sopra
l’obiettivo europeo (che indica il 90%).
“Sono dati nel complesso
positivi - continua l’assessore - anche se si registrano segnali di difficoltà
per le famiglie e i Comuni, a causa della crisi economica e del venir meno
delle risorse. Il tema della scuola dell´infanzia e, più in generale, della
´filiera´ educativa che proprio dall´infanzia prende avvio, è centrale rispetto
al modello di Paese che vogliamo costruire. Per questo – conclude Marzocchi –
anche alla luce del recente dibattito sul finanziamento scuola pubblica e
privata e aldilà delle legittime posizioni personali, mi appare davvero urgente
un´alleanza rinnovata tra Regione e soggetti gestori pubblici e privati per il rilancio
di un disegno di ampio respiro, utile a valorizzare e non a dismettere la
cultura promossa dal sistema integrato, a partire dalla richiesta di un reale
investimento da parte dello Stato per la scuola dell´infanzia, assumendola come
priorità”.
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INFANZIA, CENTRI ANTIABUSO: NUOVE INDICAZIONI OPERATIVE: CREAZIONE 2 EQUIPES SPECIALISTICHE INTERPROVINCIALI C/O ULSS N.6 PADOVA E ULSS N.9 TREVISO |
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Venezia, 5 giugno 2013 -
Con l’obiettivo di
riorganizzare al meglio e nel modo più razionale i centri antiabuso operanti
nel territorio regionale dal 2003 e che hanno svolto un ottimo lavoro di
assistenza e accoglienza dei minori vittime di abuso sessuale e/o grave
maltrattamento, la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore ai servizi
sociali Remo Sernagiotto, ha approvato una deliberazione che fornisce
indicazioni operative d’intervento.
In pratica, il governo
veneto ha deciso di di recuperare il modello originario d’intervento e di dare
mandato alle Ullss di costituire due equipes specialistiche interprovinciali
che saranno di riferimento per tutto il Veneto: la prima sarà costituita a
Padova nell’Aziende Ulss n. 16 e sarà di riferimento anche per le Aziende Ulss
delle province di Padova, Rovigo, Vicenza e Verona (parte sud-ovest della
Regione); la seconda, nell’Azienda Ulss n. 9 di Treviso, che sarà di
riferimento anche per le Aziende Ulss delle province di Treviso, Venezia e
Belluno (parte nord-est della Regione).
Il finanziamento per
consentire l’operazione di riorganizzazione sarà di 400 mila euro,
Gli attuali 5 Centri -
Azienda Ulss n. 6 - Vicenza, Centro “L’arca”; Associazione S. Maria Mater
Domini - Marghera (Ve), Centro “Il Germoglio”; Aziende Ulss n. 20 - Verona, Centro “Il Faro”;
Associazione Telefono Azzurro – Treviso, Centro “Il Tetto Azzurro”; Azienda
Ulss n. 16 – Padova, Centro “I Girasoli” – saranno sosteneuti nella fase di
chiusura della progettualità da riferirsi al primo semestre 2013.
“Ringrazio i centri
provinciali per lo straordinario lavoro svolto in questi anni – ha detto
Sernagiotto-. Lavoro che avrà modo di continuare in questa nuova cornice
organizzativa- gestionale a carattere interprovinciale, già sperimentati da due
Centri (I Girasoli di Padova e Tetto Azzurro di Treviso), con lo scopo di
facilitare la fruibilità dei servizi offerti, da parte delle Aziende Ulss di
riferimento, in termini di sensibilizzazione/informazione/formazione e
consulenza ai servizi socio-sanitari e valutazione diagnostica”.
Il monitoraggio e la
verifica delle centinaia di interventi realizzati dai Centri, effettuati anche
attraverso la Banca Dati regionale sui Minori, ha evidenziato, come negli anni
essi si siano sempre più specializzati, sia in termini di prevenzione che di
sostegno e cura dei minori e delle loro famiglie, creando e sviluppando una
fitta rete collaborativa con i servizi pubblici e privati afferenti all’area
materno-infantile e famiglia. Per quanto riguarda specificatamente gli
interventi di presa in carico, considerando la durata nel tempo di tali
interventi e quindi la difficoltà di attivarli con minori che vivono in
territori distanti dalle Equipes specialistiche, essi vengono erogati dai
servizi dell’area socio-sanitaria competente (Lea) delle Aziende Ulss.
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ESSERE DONNE IN UN MONDO DAI FRAGILI EQUILIBRI |
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Trento, 5 giugno 2013 - Cos´è il potere? Come viene declinato dalle
donne? E a quale prezzo? Nel ricordo ancora vivo di Franca Rame, la saggista e
giornalista de l´Espresso, Chiara Valentini, si è confrontata con Alessandro
Ciglieri sulle contraddizioni odierne dell´identità femminile, in bilico fra
auto-affermazione privata e professionale.
I costi individuali per il
raggiungimento dell´eccellenza professionale sono alti, ma è necessario fare
una scelta. Alessandro Ciglieri - Dirigente Ufficio Welfare, Direzione Centrale
Inps - interpreta così le variabili in gioco nella definizione dei ruoli nella
società in famiglia: “La carriera di un individuo si disegna attorno a quattro
variabili: “capacità professionale, capacità relazionale, dedizione alla
propria carriere ed etica del comportamento”. Quanto siamo disposti a forzare
queste matrici in funzione del raggiungimento della felicità?
"Per noi donne il
problema non è tanto di scalare il potere o di rinunciare a qualcosa - sostiene
invece Chiara Valentini - quanto di trovare spazio in un mondo in rapido
cambiamento. Uomini e donne oggi - prosegue - parlano un linguaggio profondamente
diverso. La diversità di genere traccia dei solchi nel modo di pensare, nei
disegni di vita". Situazione molto diversa dal Sessantotto. “Eravamo
sicure di avere ragione, avevamo uno spazio da conquistare”. Una volta
spalancate queste porte davanti alle donne delle generazioni successive si è
aperto un campo pieno di contraddizioni e stereotipi. “Nell´immaginario delle
giovani d´oggi - prosegue Valentini - le parole lavoro e famiglia sono elementi
indispensabili all´identità, definiscono uno spazio imprescindibile nella loro
vita sociale e personale". Ad un´eccellenza del genere femminile nel campo
dell´istruzione e della professione corrisponde invece un rifiuto alle
richieste di entrare nel mondo del lavoro. “Gli studi sul nostro Paese ci
dicono che la condizione delle donne è svantaggiata: la maternità è vista come
un´ombra lunga che si proietta sul percorso professionale”. Oggi le donne
vogliono essere protagoniste in ogni campo, ma in Italia non si è ancora voluto
fare i conti con questa rivoluzione. C´è ancora tanta strada da fare, anche se
ci sono alcuni elementi di speranza. L´insicurezza nel lavoro ha prodotto una
maggiore solidarietà fra generi. Gli uomini partecipano alla vita familiare.
“Un valore simbolico fortissimo” - prosegue Valentini - la condivisione non
mette più in imbarazzo, ma viene quasi rivendicata”. Possiamo essere ottimisti
inoltre perché si diffondono sempre di più fra le donne efficenti reti di
sostegno. Un ricordo infine per Franca Rame. “E´ stata una delle prime a
parlare dei temi più scottanti senza paura. Una testimonianza di quanto le
donne possano fare per le donne”.
http://www.festivaleconomia.it/
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VIBO VALENTIA: DONNE E IMPRENDITRICI OGGI, RIFLESSIONI ED ESPERIENZE |
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Vibo Valentia, 5 giugno 2013
- La Fidapa e la Camera di Commercio di
Vibo Valentia valorizzano la creatività e le competenze delle donne e
analizzano cause ed effetti di un sistema di discriminazioni che ritarda la
piena attuazione delle pari opportunità.
Qualche giorno fa,
precisamente lo scorso 30 Maggio, al Valentianum, sede dell’ente camerale, è
stata realizzata un’interessante iniziativa che si è sviluppata in due sezioni
distinte e successive, una di rappresentazione, l’altra di riflessione,
rispettivamente una mostra di manufatti e creazioni artigianali di aziende femminili nel
chiostro, di seguito, nella Sala Consiglio della Camera di Commercio, il
Convegno su “Donna e Imprenditrice. La diversità di genere tra luoghi comuni e
conformismo”.
La scelta di Fidapa e Camera
di Commercio, guidate dai rispettivi presidenti Sandra Genco e Michele Lico, è
stata chiara e precisa: raccontare le donne prima attraverso esempi di
esperienze positive nel mondo del lavoro, a testimonianza delle doti che le
caratterizzano -impegno, determinazione, capacità- e poi evidenziare, nella
loro inammissibilità, quelle differenze di genere che, invece che opportunità,
diventano, di fatto, ostacolo alla loro affermazione sociale e professionale.
La mostra che si è
sviluppata lungo il porticato perimetrale del Chiostro del Valentianun ha
presentato esempi di un’imprenditorialità femminile capace di armonizzare
tradizione, tipicità e innovazione nei più diversi settori di riferimento:
agroalimentare, artigianato artistico, ceramica, tessuti e ricami, servizi,
arte, pubblicità e grafica. Particolarmente gradita l’esposizione ai numerosi
visitatori, così come partecipato è stato, a seguire, il Convegno, che sulla
tematica prescelta, ha avuto punto centrale le qualificate relazione del
prof. Andrea Lanza –docente Università
della Calabria e Sda Bocconi- e della prof.Ssa Simona Cuomo –docente Sda
Bocconi.
Nell’avviare i lavori, la
presidente Fidapa Sandra Genco, ha ricordato come “obiettivo dell’iniziativa è
evidenziare l’importanza del il ruolo
sociale ed economico della donna, quindi, di costruire insieme una lettura
della realtà mettendo al centro la prospettiva della Cultura di Genere e le
difficoltà che le donne imprenditrici possono incontrare nell’abitare un mondo
disegnato secondo regole e valori maschili. Pari opportunità non per promuovere
processi omologanti ma per valorizzare le differenze, elementi importanti di
specificità. Anche la Calabria è terra di grandi donne-talento. Dobbiamo avere
maggiore fiducia nelle nostre capacità per sconfiggere anche qui luoghi comuni
e dannosi pregiudizi”.
“Le donne -ha poi
sottolineato il presidente della Camera di Commercio Michele Lico- sono vere e autentiche risorse per la loro
intuitività, capacità, creatività, equilibrio e concretezza. I dati
sull’occupazione femminile sono emblematici, dimostrando, infatti, che i Paesi
con una più alta percentuale di donne occupate, più presenti e attive nella
struttura organizzativa e nella governance territoriale, sono quelli a
ricchezza e benessere più diffusi. Quelli sulla scolarizzazione segnano livelli
sempre più elevati per le donne rispetto agli uomini. Superare i pregiudizi che
penalizzano le donne e investire sulle loro idee e il loro coraggio, dunque, è essenziale per garantire la
crescita della comunità, il successo delle strategie aziendali, sia pubbliche
che private, delle politiche di sviluppo sia locali che nazionali”.
Concetti ripresi anche dal
Sindaco D’agostino nel suo intervento di saluto. La relazione del Prof. Andrea
Lanza, rievocando due figure storiche femminili, l’artista Artemisia
Gentileschi e la biologa/ricercatrice Barbara Mcclintock, ha evidenziato come
ancora oggi le pari opportunità per le donne non siano solo una questione di
competenze, ma anche di legittimazione e di credibilità, difficile da affermare
in un mondo scritto e diretto con regole al maschile. “Bisogna riscrivere le
regole –ha più volte ribadito. A fare le differenze non sono le competenze, ma
i meccanismi attraverso cui è data possibilità di esprimerle”.
In sintonia con questa tesi,
Simona Cuomo, che partendo dalla sua postazione privilegiata, l’Osservatorio
Diversity Management di Sda Bocconi, ha evidenziato i vari aspetti della
presenza della donna nelle Aziende dimostrando come la diversità sia una
risorsa strategica per l’impresa e il successo dipenda dal grado di gestione
della stessa diversità. “Esistono poi delle convinzioni manageriali sulle
diversità che si rivelano dei veri e propri stereotipi: la maternità costa, la
performance legata alla presenza in Azienda, la bassa performance legata
all’età. Nulla di più errato –sostiene la Cuomo-; bisogna affrontare le
diversità riscrivendo le regole nella logica dell’effettiva pratica del
cambiamento, perché la diversità non è solo risorsa strategica per l’Azienda,
ma anche risorsa socialmente rilevante”.
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IN PIEMONTE PIÙ DI 110MILA IMPRESE FEMMINILI |
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Torino, 5 giugno 2013 - Il Piemonte vanta oltre 110mila imprese
guidate da donne, pari al 24,2% del totale regionale, concentrate soprattutto
nei settori degli altri servizi (32,4%) e del commercio (27,3%). È quanto
emerso dall’indagine “Piccole imprese, grandi imprenditrici 2013” (scaricabile
all’indirizzo www.Pie.camcom.it/imprenditoriafemminile), presentata oggi da
Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte nell’ambito del protocollo d’intesa
sottoscritto insieme alla Commissione Abi del Piemonte per dare voce
all’Osservatorio regionale per l’imprenditoria femminile.
Dopo i saluti dell’Assessore
alle Pari opportunità della Regione Piemonte Giovanna Quaglia e del Segretario
Generale di Unioncamere Piemonte Paolo Bertolino, Sarah Bovini, Responsabile
Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, ha illustrato “I numeri
delle imprese femminili in Piemonte e in Italia”, seguita da Paola Casagrande,
Direttore Istruzione, Formazione professionale e Lavoro della Regione Piemonte,
con un intervento su “Imprenditoria femminile: il ruolo della Regione
Piemonte”.
Hanno fatto seguito gli
interventi di Susanna Barreca, esperta in sostegno all´imprenditoria della
Regione Piemonte, sul tema degli “Incentivi e sostegno all’imprenditoria
femminile”, e di Valentina Gusella, Presidente del Comitato per l’imprenditoria
femminile di Biella e referente Pari opportunità per Legacoop Piemonte, su “Le
attività dei Comitati per l’imprenditoria femminile”. L’ultimo intervento della
giornata, dal titolo “Imprenditrici e servizi territoriali: un binomio vincente”,
è stato presentato da Elenia Rotundo di Clipit e Alessandra Messina, del Centro
Ludico Linguistico First Word.
“La fotografia scattata da
Unioncamere per rappresentare la realtà delle imprese rosa in Piemonte -
sottolinea l’assessore regionale alle Pari opportunità, Giovanna Quaglia -
costituisce per la Regione uno strumento molto utile per leggere ed
interpretare, in modo trasversale, le dinamiche
che caratterizzano il legame donna-impresa. Certo, in un momento di
grande difficoltà come quello attuale, in cui le percentuali di disoccupazione
stanno purtroppo raggiungendo livelli record, è un dato di fatto importante che
l’impresa femminile faccia registrare un trend positivo. Questo non significa
in alcun modo che le Istituzioni debbano in qualche modo abbassare la guardia.
Nella consapevolezza del ruolo fondamentale che le imprese femminili ricoprono
per la crescita del nostro Paese, è importante intensificare l’impegno per
favorire la piena occupazione delle donne. E mi riferisco in particolare alle
politiche di conciliazione, fondamentali per non mettere le donne di fronte a
una scelta tra il lavoro e la famiglia. Anche in questo senso l’analisi degli
strumenti utilizzati dalle nostre imprese ci permette di correggere e
migliorare le molte azioni messe in campo dalla Regione”.
“La realizzazione di
indagini conoscitive, come quella che presentiamo oggi, è un passaggio
imprescindibile per individuare le esigenze e gli ostacoli che le donne
incontrano nella loro attività imprenditoriale e poter così programmare,
insieme agli altri attori istituzionali, attività di sviluppo e qualificazione
della loro presenza nel mondo dell’imprenditoria, per prepararle al meglio alle
sfide del mercato. Le Camere di commercio sono da sempre attive nel campo della
promozione della cultura imprenditoriale in rosa: da tempo, infatti, il Sistema
camerale ne ha intuito l’importanza, istituendo i Comitati provinciali per la
promozione dell’imprenditoria femminile, con l’obiettivo di realizzare
specifiche attività di formazione e sostegno alle donne imprenditrici” dichiara
Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte.
Le Imprese Femminili
Registrate In Piemonte -
Il numero delle imprese
femminili registrate presso il Registro Imprese delle Camere di commercio piemontesi
al 31 marzo 2013 ammonta a 110.195 unità, per un tasso di crescita su base
trimestrale pari a -0,83%. Sebbene la base imprenditoriale femminile piemontese
continui a subire gli impatti della fase recessiva iniziata a fine 2011, essa
mantiene costante la propria quota sul totale delle imprese registrate, pari al
24,2%, dato lievemente superiore a quello nazionale (23,5%).
Le imprese femminili si
costituiscono prevalentemente sotto forma di imprese individuali (61,5%) e di
società di persone (27,9%), mentre soltanto il 9,1% predilige la forma delle
società di capitale (quota in lieve aumento rispetto a fine marzo 2013, quando
era pari all’8,7%) e l’1,5% quella delle altre forme (che comprendono i
consorzi e le cooperative). Sono soltanto le società di capitale a registrare
un tasso di crescita positivo (+0,59%), mentre risulta negativa la performance
delle altre classi di natura giuridica, in particolare delle imprese
individuali (-1,18%).
Le imprese femminili operano
soprattutto nei settori del terziario tradizionale, vale a dire negli altri
servizi (32,4%), nel commercio (27,3%) e nel turismo (8,8%). Il 15,5% opera
nell’agricoltura, il 7,5% nell’industria in senso stretto e il 3,9% nelle
costruzioni. Valutando le variazioni trimestrali dello stock di imprese
femminili per settore di attività economica, si osserva come soltanto il
comparto del turismo sia rimasto stabile, mentre la base imprenditoriale di
tutti gli altri settori ha registrato una contrazione.
A livello territoriale, il
peso delle imprese femminili è sostanzialmente omogeneo: il gap tra Biella e
Alessandria - province in cui la concentrazione di imprese femminili sul totale
è rispettivamente la minore e la maggiore - è infatti di lieve entità.
I Bilanci Delle Societá Di
Capitale Femminili Piemontesi -
Concentrando l’attenzione
sulle società di capitale femminili con sede legale in Piemonte, si osserva
come nel 2011 il relativo volume d’affari sia aumentato del 4,6% rispetto al
2010, a fronte di un incremento del 2,3% dei ricavi delle vendite delle società
di capitale piemontesi nel loro complesso.
Le società di capitale
femminili piemontesi si contraddistinguono per una liquidità sufficiente
(indice di liquidità immediata), nettamente migliore rispetto a quella
conseguita dall’aggregato complessivo regionale, che manifesta, al contrario,
una situazione di lieve squilibrio finanziario.
L’incidenza del costo
dell’indebitamento finanziario sul volume d’affari (oneri finanziari sul
fatturato) si colloca su livelli bassi e risulta nettamente inferiore rispetto
a quella che grava sul complesso delle società di capitale piemontesi. Sul
fronte del grado di solidità patrimoniale, le società di capitale femminili
finanziano con mezzi propri il 37,55% delle proprie attività (indice di
indipendenza finanziaria), quota inferiore rispetto a quella dell’aggregato complessivo
regionale.
La performance reddituale
delle società di capitale femminili appare, nel complesso, migliore rispetto a
quella concretizzata dall’insieme delle società di capitale piemontesi.
L’incremento del volume d’affari generato tra il 2010 e il 2011 si è tradotto
in una redditività lorda delle vendite positiva: nel 2011, il rapporto tra
l’Ebitda e il fatturato delle vendite si attesta al 7,66%, livello che, seppure
lievemente inferiore rispetto agli anni precedenti, risulta nettamente superiore
al dato medio regionale. Nel 2011, inoltre, le aziende femminili sono riuscite
a trasformare in utili i ricavi delle vendite (il valore dell’indice Roe si
colloca su un livello positivo e pari al 2,42%), mentre l’aggregato delle
società di capitale piemontesi ha conseguito una perdita di esercizio. Anche la
redditività del capitale investito (Roa) è risultata positiva e in linea con
quella realizzata nel 2010, passando dal 2,84% al 2,89%, attestandosi su
livelli decisamente superiori rispetto a quelli medi regionali.
La produttività delle
società di capitale femminili piemontesi, misurata attraverso il valore
aggiunto pro capite, risulta, invece, inferiore a quella dell’aggregato
regionale e in diminuzione rispetto al 2009 e al 2010.
L’indagine Sull’imprenditoria
Femminile In Piemonte -
Nel rapporto “Piccole
imprese, grandi imprenditrici” si è deciso di affiancare, alle analisi
quantitative sulla struttura dell’imprenditoria femminile in Piemonte e sulla
performance economica-finanziaria delle società di capitale femminile,
un’analisi qualitativa, resa possibile attraverso un’indagine sul campo, volta
a indagare gli aspetti legati all’attività delle imprese femminili, tra cui le
motivazioni alla base della scelta imprenditoriale, le strategie intraprese e le
politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro adottate.
L’indagine è stata condotta
nel mese di marzo 2013 e ha visto la partecipazione di 964 imprese femminili
con sede legale in Piemonte. Si tratta per lo più di imprese di piccole
dimensioni (il 98,5% ha, infatti, meno di 50 addetti) che si concentrano
soprattutto nell’area metropolitana torinese (44,0% delle imprese femminili
intervistate) e nelle province di Cuneo (22,8%), Alessandria (7,8%) e Novara
(7,1%). Operano prevalentemente nelle attività commerciali (39,7% delle aziende
intervistate), nei servizi alle imprese (22,5%), nelle costruzioni (11,3%) e
nei servizi alle persone (10,0%).
Dall’indagine qualitativa è
emerso come la volontà di sviluppare un’autonoma idea imprenditoriale costituisca
la motivazione più ricorrente alla base della scelta di mettersi in proprio
(indicata dal 43,4% delle intervistate). Tra gli altri fattori che spingono le
donne a intraprendere l’attività imprenditoriale, spiccano il desiderio di
proseguire la tradizione familiare o la scelta di valorizzare le eccellenze del
territorio (28,5%). Significativa, inoltre, anche la quota di coloro che
dichiarano di aver avviato l’attività imprenditoriale per la necessità di
trovare lavoro (un’impresa su quattro) e per il desiderio di maggior
indipendenza e riconoscimento economico (un’impresa su cinque).
Le imprese intervistate
segnalano come la qualità dei prodotti/servizi e l’assistenza ai clienti siano
i principali punti di forza alla base del modello di impresa “al femminile” (il
71,2% e il 41,9% delle aziende ha, infatti, indicato questi fattori).
Per quanto riguarda, infine,
le politiche di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, cruciali per
l’esercizio dell’attività imprenditoriale, quelle più frequentemente adottate
sono l’introduzione di contratti di lavoro part-time e di formule organizzative
miste (ad esempio, la banca delle ore) e la possibilità di usufruire di
permessi straordinari o del lavoro a distanza.
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