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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Giugno 2006
50 MILIARDI DI EURO PER IL PROGRAMMA DI RICERCA 2007-2013  
 
Bruxelles, 19 giugno 2006 - Con il prossimo Programma quadro, l´Ue spenderà per la ricerca una quota maggiore del suo bilancio. Anche se i deputati avrebbero preferito un aumento ancora più sostanziale, il Parlamento ha approvato un importo di circa 50 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, che corrisponde a un raddoppio della spesa annuale rispetto al precedente Programma. Sono state anche fissate delle norme sul finanziamento della ricerca sulle cellule staminali. L´aula ha adottato la relazione di Jerzy Buzek (Ppe/de, Pl) sulla proposta di decisione relativa al Settimo programma quadro di attività comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione per il periodo 2007-2013. Alla luce dell´accordo raggiunto con il Consiglio, il Parlamento ha allineato la dotazione del Programma alle nuove prospettive finanziarie che coprono lo stesso periodo. L´importo globale, escluse le spese per il programma Euratom, sarà quindi di 50,524 miliardi di euro, contro i 72,726 miliardi proposti inizialmente dalla Commissione. Va però considerato che la dotazione del programma per il periodo precedente ammontava a 16,279 miliardi per cinque anni e, pertanto, gli stanziamenti annuali sarebbero più che raddoppiati. I deputati propongono una ripartizione della dotazione globale che privilegi la cooperazione tra industrie e università. Precisano poi che non si possono finanziare attività di ricerca volte alla clonazione umana o che siano intese a produrre modificazioni ereditabili del genoma umano o a creare embrioni umani per l´approvvigionamento di cellule staminali. Il programma quadro si articolerà in quattro programmi specifici: Il programma Cooperazione, che promuoverà la collaborazione tra l’industria e la ricerca accademica in tutta Europa per conseguire la leadership nei settori chiave della tecnologia. E´ suddiviso nei seguenti temi prioritari: Salute, Prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie; Tecnologie dell´informazione e della comunicazione; Nanoscienze e nanotecnologie; Energia, Ambiente, Trasporti, Scienze socioeconomiche, Sicurezza e spazio. Il programma Idee, da realizzare sotto la guida del Consiglio europeo per la ricerca, che sosterrà la ricerca di frontiera tenendo conto unicamente del criterio dell’eccellenza scientifica. Il programma Persone, che offrirà un sostegno significativo alla mobilità e allo sviluppo di carriera dei ricercatori sia in Europa sia su scala mondiale. Il programma Capacità, destinato a contribuire allo sviluppo delle capacità di cui l’Europa ha bisogno per essere una fiorente economia fondata sulla conoscenza, e che per la prima volta sosterrà infrastrutture di ricerca su larga scala a livello europeo. E´ così suddiviso: Infrastrutture di ricerca; Ricerca a favore delle Pmi, Regioni della conoscenza; Potenziale di ricerca, Scienza e società; Attività di cooperazione internazionale. Alcuni emendamenti avanzati dai deputati, prevedono anche una ridistribuzione dei fondi tra le diverse componenti del Programma, sia tra i quattro programmi specifici sia al loro interno. Così, rispetto a quanto proposto dalla Commissione, i deputati assegnano una quota maggiore di fondi al programma Cooperazione e la riducono agli altri. Inoltre, contrariamente alla proposta iniziale, destinano più fondi al programma Persone che a quello Capacità. Più in particolare, per il programma Cooperazione prevedono il 64% degli stanziamenti (32,492 miliardi di euro), a Idee è assegnato il 15% (7,560 miliardi), a Persone il 9,5% (4,777 miliardi) ed a Capacità il 7,8% (3,944 miliardi). Alle azioni non nucleari del Centro comune di ricerca, invece, destinano il 3,5% delle risorse (1,751 miliardi), ossia una proporzione più elevata rispetto alla proposta della Commissione (2,5%). All´interno del programma Cooperazione, i deputati hanno poi privilegiato, in proporzione, i temi dell´energia e delle scienze economiche. Più in particolare, un emendamento chiede che «circa due terzi della dotazione» devono essere destinati alla ricerca in merito all´energia rinnovabile nonché all´efficienza e ai risparmi energetici. Nel programma Capacità, invece, sono stati sacrificati campi delle infrastrutture di ricerca e delle attività internazionali a favore di tutti gli altri. Occorre anche precisare che numerosi emendamenti riguardano i nove temi prioritari individuati dalla Commissione nel programma Cooperazione. Pur accogliendo con favore questa selezione, i deputati ne ampliano e chiariscono le definizioni. Inoltre, auspicano che ad essi siano aggiunte una serie di attività che, ai loro occhi, meritano il sostegno dell´Ue. Propongono, peraltro, la scissione del tema Sicurezza e Spazio in due rubriche distinte, dotate di pari finanziamento. I temi diverrebbero quindi dieci. Questioni etiche - clonazione e cellule staminali Le questioni etiche sono state al centro del dibattito tenutosi in Aula (in proposito si veda il resoconto). I deputati sostengono che il 7Pq non debba finanziare le attività di ricerca «volte alla clonazione umana a fini riproduttivi» né quelle intese a modificare il patrimonio genetico degli esseri umani che potrebbe rendere ereditabili tali modifiche. Con 284 voti favorevoli, 249 contrari e 32 astensioni, il Parlamento ha accolto l´emendamento proposto dalla commissione per l´industria e la ricerca sulle cellule staminali che vieta il ricorso a fondi comunitari per finanziare la ricerca volta «a creare embrioni umani esclusivamente a fini di ricerca o per l´approvvigionamento di cellule staminali, anche mediante il trasferimento di nuclei di cellule somatiche». D´altra parte, la ricerca sull´utilizzo delle cellule staminali umane, adulte o embrionali, può essere finanziata nell´ambito del programma quadro, «in funzione sia dei contenuti della proposta scientifica che del contesto giuridico esistente nello Stato membro/negli Stati membri interessati». Tuttavia, il Parlamento precisa che un´eventuale richiesta di finanziamento in tale campo «deve comprendere i particolari delle misure adottate in materia di licenza e di controllo da parte delle autorità competenti degli Stati membri». E, per quanto concerne l´uso di cellule staminali embrionali umane, le istituzioni, gli organismi e i ricercatori «devono essere soggetti a un regime rigoroso in materia di licenze e di controllo conformemente al quadro giuridico dello Stato membro/degli Stati membri interessati». Riguardo alle questioni etiche, i deputati ritengono poi che i campi di ricerca dovrebbero essere riesaminati in occasione della seconda fase del Programma, in funzione dei progressi scientifici. In proposito, giova sottolineare che - con 238 voti favorevoli, 287 contrari e 40 astensioni - l´Aula non ha accolto un emendamento molto restrittivo del finanziamento comunitario alla ricerca presentato da Giuseppe Gargani (Ppe/de, It). Più in particolare, proponeva di non finanziare i progetti «vietati negli Stati membri per ragioni legate al rispetto dei diritti umani fondamentali e dei principi costituzionali» nonché tutte le attività di ricerca «che compromettono i valori fondamentali della dignità umana». Oltre alla clonazione umana, vietava il sostegno a interventi sulla linea germinale umana nonché all´impiego e la creazione di embrioni e cellule staminali embrionali, «in quanto l´essere umano è fine a se stesso e il corpo umano, in particolare quello della donna, non deve essere commercializzato. L´ue, infine, non avrebbe dovuto erogare fondi alla ricerca sulle chimere. Parimenti - con 255 voti favorevoli, 274 contrari e 35 astensioni - il Parlamento ha respinto un emendamento che chiedeva di limitare il finanziamento della ricerca alle sole linee di cellule staminali embrionali create prima del 31 dicembre 2003. Sostegno alle Pmi, ai giovani e alle donne I deputati propongono di rafforzare l´implicazione delle Pmi nel Settimo Programma Quadro (7Pq) e di incoraggiare la partecipazione dei giovani ricercatori e delle donne nel mondo scientifico. In proposito, adottano a larghissima maggioranza un emendamento proposto dai Verdi con il sostegno di deputati di altri gruppi - tra cui gli italiani Patrizia Toia (Alde/adle, It), Umberto Pirilli (Uen, It) e Pia Elda Locatelli (Pse, It) - il Parlamento chiede «particolare attenzione» all´esigenza di garantire la partecipazione adeguata delle piccole e medie imprese, «mirando a destinare alle Pmi almeno il 15% della dotazione del programma Cooperazione». Al fine di conseguire tale obiettivo, è precisato, la loro partecipazione sarà agevolata «attraverso progetti strategici o cluster collegati a temi particolari o a progetti che fanno capo alla piattaforma tecnologica europea». Le Pmi dovrebbero inoltre beneficiare di un migliore accesso al prefinanziamento. Se gli strumenti destinati specificatamente alla Pmi dovessero venire a mancare, i deputati reclamano che il finanziamento di altri programmi sia rivisto al fine di stornare i fondi verso quegli strumenti che hanno esaurito le risorse. Per sostenere la diffusione delle conoscenze, poi, propongono l´applicazione di un sistema di "buoni di conoscenza" per le Pmi, finanziato a livello degli Stati membri con il sostegno del 7Pq. Questi "buoni" offrirebbero gratuitamente alle Pmi conoscenze e know how suscettibili di essere trasformati direttamente in prodotti commerciali innovativi. Una vera autonomia per il Consiglio europeo della ricerca I deputati accolgono con favore l´idea di creare un Consiglio europeo della ricerca (Cer), un nuovo strumento teso a sostenere la ricerca di punta, ma chiedono che sia dotato di una vera autonomia. In un primo tempo, il Cer dovrebbe avere la forma di un´agenzia esecutiva che, dopo un breve periodo di transizione, diverrebbe una struttura indipendente. La Commissione europea dovrebbe quindi presentare una proposta in questo senso al Parlamento e al Consiglio, da esaminare con la procedura di codecisione. Per evitare un´amministrazione pesante, i deputati hanno adottato un emendamento che stabilisce che il Cer dovrebbe sostenere un costo di amministrazione e personale non superiore al 3% della sua dotazione. Revisione I deputati chiedono che il Programma sia oggetto di una revisione continua e sistematica. A loro parere, infatti, la Commissione non dovrebbe limitarsi ad una sola valutazione di metà percorso nel 2010, bensì a due revisioni intermedie nel 2009 e nel 2011. Altri emendamenti tendono a incoraggiare i giovani ricercatori e a offrire loro un sostegno finanziario all´inizio della loro carriera scientifica. Sono poi introdotte misure volte a ridurre la "fuga di cervelli" attraverso contributi per la reintegrazione. I deputati auspicano anche maggiori sforzi per favorire la partecipazione ai programmi di un numero superiore di donne. Infine, una serie di emendamenti introducono tra i temi del programma Cooperazione quello della "Pesca e sfruttamento sostenibile degli oceani e le attività "Ricerca urbana". Programma Euratom Il Parlamento ha anche adottato a larga maggioranza la relazione relativa al settimo programma quadro della Comunità europea dell´energia atomica (Euratom) per le attività di ricerca e formazione nel settore nucleare che sarà dotato di un budget complessivo di 2,751 miliardi di euro. .  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO DIBATTE IL 7PQ  
 
 Bruxelles, 19 giugno 2006 - Nel corso della seduta plenaria che si è tenuta a Strasburgo il 13 giugno il Parlamento europeo ha espresso un ampio sostegno alla proposta dell´Ue relativa al Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo (7Pq). Intervenendo all´inizio del dibattito, il commissario per la Scienza e la ricerca, Janez Potocnik, ha dichiarato che la Commissione può accettare facilmente i due terzi degli emendamenti proposti dal Parlamento. Per quanto riguarda l´ultimo terzo, ha affermato che molti di loro erano troppo dettagliati o non rientravano nell´ambito del fascicolo attinente alla ricerca e alla tecnologia. Riguardo al Consiglio europeo della ricerca, Potocnik ha dichiarato che procedere a una revisione nel 2008, dopo appena un anno di funzionamento, non avrebbe molto senso. Egli ha suggerito di effettuare una revisione in modo tale da stabilire la futura struttura del Cer prima del 2010. Come previsto, il tema della ricerca sulle cellule staminali è stato al centro di un acceso dibattito. Il commissario Potocnik ha dichiarato che, se da un lato nutriva un "profondo rispetto" per ogni opinione personale, dall´altro le idee della Commissione corrispondevano a quelle espresse dalla commissione per l´industria, la ricerca e l´energia (Itre) del Parlamento. A fine maggio la commissione Itre aveva reso noto che mentre gli embrioni non devono essere prodotti solo ai fini della ricerca sulle cellule staminali, i fondi di cui dispone il 7Pq potrebbero essere destinati a tale ricerca nei paesi in cui l´ordinamento giuridico lo permette e in un contesto in cui le licenze vengono concesse in condizioni rigorose. L´eurodeputato polacco Jerzy Buzek, relatore per la proposta del 7Pq, ha dichiarato di aver cercato di raggiungere un compromesso che avrebbe ottenuto l´appoggio della maggioranza. Resta tuttavia un gruppo cospicuo di parlamentari che si oppone fermamente alla ricerca sulle cellule staminali. Il dibattito era incentrato anche sulla ricerca nel settore dell´energia. Diversi gruppi hanno rilevato che le risorse di energia sostenibile meriterebbero maggiori finanziamenti. All´inizio della settimana i responsabili dell´Agenzia europea dei centri per le energie rinnovabili (Eurec) hanno scritto agli eurodeputati per chiedere loro di sostenere alcuni emendamenti proposti al testo del 7Pq, secondo i quali i due terzi del bilancio destinato alla ricerca nel settore dell´energia non nucleare sarebbero attribuiti all´energia rinnovabile e al rendimento energetico. Uno degli emendamenti citati da Eurec è stato presentato da Philippe Busquin, ex commissario europeo per la Ricerca. L´eurec ha inoltre espresso preoccupazione per il fatto che, a differenza del 6Pq, il 7Pq comprende una linea di bilancio per la ricerca sul "carbone pulito". La ricerca in questo campo usufruisce già di ciò che resta del Fondo di ricerca per il carbone e l´acciaio, istituito dal trattato della Comunità europea del carbone e dell´acciaio (Ceca) che non è più in vigore. L´eurec sostiene che la ricerca sul carbone dovrebbe essere finanziata per mezzo degli interessi (di un valore di 16 milioni di euro) percepiti su 1,6 miliardi di euro di attivi lasciati dalla Ceca. Il 7Pq dovrebbe invece concentrare i suoi sforzi sulla ricerca che contribuirà a un settore dell´energia europeo sicuro e sostenibile. I rappresentanti dei gruppi politici del Parlamento hanno delineato le opinioni principali sul programma quadro. Il Gruppo Ppe-de (partito popolare europeo e dei democratici cristiani) ha insistito sull´importanza della prevenzione delle malattie e del miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, mentre il partito dei socialisti europei ha sottolineato l´importanza del Cer e deplorato la riduzione del bilancio destinato a ravvicinare la scienza alla società, decisa dal Consiglio. L´alleanza dei democratici e liberali per l´Europa (Alde) ha evidenziato l´importanza del ravvicinamento della scienza alla società e della formazione del pubblico all´analisi e alla gestione dei rischi. I rappresentanti del partito hanno aggiunto che se l´Europa vuole essere competitiva a livello mondiale, è fondamentale instaurare legami scientifici con l´industria e le piccole e medie imprese (Pmi). Il partito dei Verdi ha dichiarato che alla ricerca industriale è stata assegnata una priorità troppo importante e ha sottolineato l´importanza della ricerca sulle energie rinnovabili che a suo parere non ha ricevuto un sostegno adeguato. I rappresentanti di tutti i partiti erano concordi nel dire che i tagli al bilancio destinato al programma di ricerca erano più alti del dovuto. La Commissione aveva inizialmente proposto un bilancio di circa 72 miliardi di euro, ma l´importo è stato ridotto a 54,5 miliardi di euro in seguito alla modifica del bilancio comunitario globale. Intervenendo alla fine del dibattito, Jerzy Buzek ha definito la riduzione del bilancio come un´"opportunità persa". Gli eurodeputati hanno votato la proposta giovedì 15 giugno. Per ulteriori informazioni sul 7Pq visitare: http://cordis. Europa. Eu/fp7/home. Html . . . . .  
   
   
BRUXELLES - CONVEGNO SU OPPORTUNITÀ E STRATEGIE RELATIVE AL 7PQ  
 
 Bruxelles, 19 giugno 2006 - Il 13 luglio a Bruxelles (Belgio) si svolgerà un corso della durata di un giorno sul tema "Opportunità e Strategie di aggiornamento sul 7Pq" organizzato dalla Berkley Associates di Bruxelles in collaborazione con la Walker Associates di Cambridge. Scopo del corso è informare i partecipanti sugli ultimi sviluppi relativi al procedimento di approvazione del Settimo programma quadro (7Pq) e facilitarli nell´adozione delle migliori strategie per sfruttare le opportunità offerte dal nuovo programma quadro. Le lezioni verteranno su una panoramica dei programmi del 7Pq (cooperazione, idee, persone e competenze), sulle piattaforme tecnologiche e sulla gestione del 7Pq da parte della Commissione. Http://www. Ipr-helpdesk. Org/controlador/evento?seccion=evento&id=0000002536&len=it&tipolistado=all .  
   
   
CONVEGNO SUGLI ASPETTI ETICI DELLA SCIENZA E DELLE NUOVE TECNOLOGIE E NANOSCIENZE  
 
Bruxelles, 19 giugno 2006 - Il 27 giugno a Roma si svolgerà un convegno internazionale di studio su nanoscienze e nanotecnologie. Nel corso dell´iniziativa saranno discusse la convergenza tra biotecnologie, tecnologie dell´informazione, nanotecnologie e scienze cognitive, nonché le implicazioni etiche di tali discipline scientifiche. Il convegno è organizzato dalla Cattedra Jean Monnet in collaborazione con l´Università di Roma "La Sapienza", il Centro studi per l´etica e il diritto delle scienze della vita e delle nuove tecnologie (Ecsel) e l´Agenzia italiana per la promozione della ricerca europea (Apre). Http://www. Ecsel. Org/convegni. Htm .  
   
   
NANOSTRUTTURE: CONFERENZA EUROPEA SULL´ANALISI DEL CEDIMENTO STRUTTURALE  
 
Bruxelles, 19 giugno 2006 - Si terrà dal 3 al 7 luglio ad Alessandropoli (Grecia) la 16a conferenza europea dedicata al cedimento strutturale (European Conference of Fracture, Ecf16). La manifestazione verterà su tutti gli aspetti dell´integrità strutturale e avrà l´obiettivo di migliorare la sicurezza e la resa di strutture, componenti, sistemi ingegneristici e dei relativi materiali. Nello specifico saranno sviluppati due filoni, uno dedicato all´analisi del cedimento dei materiali e delle strutture, l´altro ai nanomateriali e alle nanostrutture. Si darà particolare enfasi ai sistemi micro e nanoelettromeccanici (Mems e Nems). La manifestazione intende essere un forum per lo scambio di idee tra gli esponenti del mondo accademico e dell´industria e i responsabili politici. La conferenza è organizzata sotto l´egida della European Structural Integrity Society. Http://ecf16. Civil. Duth. Gr/index. Php .  
   
   
GIORNATA DI INTERMEDIAZIONE EPIST SU EHEALTH ED EINCLUSION  
 
Bruxelles, 19 giugno 2006 - Il 13 luglio a Linz (Austria) si svolgerà un evento di intermediazione organizzato dal progetto Epist nell´ambito di Icchp 2006, la decima edizione del Convegno internazionale sulla tecnologia al servizio di persone con necessità particolari. L´iniziativa si rivolge a un´ampia gamma di fornitori di servizi: gruppi di utenti, autorità pubbliche, centri di ricerca, piccole e medie imprese (Pmi) e associazioni di industrie attive nei settori dell´eInclusion e dell´eHealth provenienti dagli Stati membri dell´Ue e dai paesi candidati associati. La giornata di intermediazione consentirà di scambiare idee per progetti e avviare partenariati invitando le associazioni a fornire brevi presentazioni su organizzazioni, competenze e idee per progetti, allo scopo di creare consorzi per il 7Pq. Il progetto Epist offre sostegno, consulenza, assistenza tecnica, servizi informativi e di altro tipo a esperti, organizzazioni pubbliche e private provenienti dai nuovi Stati membri dell´Ue in vista della cooperazione con i paesi dell´Ue a 15, concentrandosi sui settori dell´eHealth e dell´eInclusion. Per maggiori informazioni o per le iscrizioni, visitare: http://www. Epist. Org/ .  
   
   
BALCANI, WORKSHOP A UDINE CON 30 ESPERTI  
 
 Trieste, 19 giugno 2006 - Oltre trenta esperti di internazionalizzazione indicati da Eurispes e provenienti da Italia, Malta, Croazia e Serbia saranno protagonisti giovedì prossimo, 22 giugno, di un workshop sulla cooperazione nei Balcani che coinvolgerà anche la Regione, le Camere di Commercio e l´Università. L´incontro di lavoro - presentato il 16 giugno nel capoluogo friulano dall´assessore ai Rapporti internazionali del Friuli Venezia Giulia e, tra gli altri, dal sindaco di Cividale - sarà organizzata dall´associazione Carta di Cividale in collaborazione con Eurispes, Banca Popolare Friuladria e Centro studi Banca Intesa e sarà ospitato nella sede di rappresentanza della Regione a Udine. L´iniziativa - hanno spiegato gli organizzatori - servirà ad individuare gli indirizzi strategici, le iniziative e gli strumenti necessari a potenziare la cooperazione economica fra l´Italia ed i Balcani, rafforzando la centralità nazionale ed internazionale del Friuli Venezia Giulia e potenziandone il livello di interazione con l´area balcanica. Uno degli obiettivi - è stato detto - è definire il programma di una specifica Conferenza internazionale sui Balcani che dovrebbe svolgersi il prossimo autunno a Cividale, dove, in funzione di una riconosciuta valorizzazione europea del sito, si vorrebbe costituire anche una struttura di coordinamento denominata Osservatorio permanente sull´Area balcanica. Tutto quanto si muove nella direzione del centro-est Europa riguarda il Friuli Venezia Giulia - ha sostenuto l´assessore - perché l´area balcanica rappresenta una priorità istituzionale, sociale ed economica dell´attuale Governo regionale che, attraverso una forte azione di partenariato e di collegamenti reali, si impegna da capofila per una sempre più vicina costituzione dell´Euroregione. L´unione europea - ha infatti affermato il responsabile politico dei rapporti internazionali del Fvg - sta predisponendo il regolamento di istituzione dei gruppi europei di collaborazione territoriale, il passo decisivo verso rapporti istituzionali nell´ambito di un´Euroregione. Con i Balcani prossimi a divenire interlocutori fondamentali per l´Europa, l´assessore ha sostenuto la necessità di fare nascere al più presto un sistema europeo di relazioni da affiancare a quelli americano e cinese. Proprio in quest´ottica - ha commentato prendendo spunto dal workshop che vede coinvolta Banca Friuladria - dev´essere valutata molto positivamente la presenza attiva del sistema finanziario regionale ed italiano nei Balcani. .  
   
   
IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA MONTEZEMOLO E IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO PIERLUIGI BERSANI LUNEDI’ IN ASSOLOMBARDA PER L’ ASSEMBLEA GENERALE 2006  
 
Milano, 19 giugno 2006 - Si tiene oggi con inizio alle ore 11. 00 presso l’Auditorium di Via Pantano 9 a Milano l’assemblea generale 2006 di Assolombarda. Alla riunione, uno dei tradizionali eventi del calendario economico, interverranno quest’anno oltre al Presidente di Assolombarda, Diana Bracco e a tutti i rappresentanti delle autorità locali e regionali, il Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e il Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. Tra i tantissimi imprenditori che hanno assicurato la loro presenza, Marco Tronchetti Provera, Fedele Confalonieri, Gianfelice Rocca, Federico Falck, Andrea Pininfarina, Cesare Romiti, Emma Marcegaglia, Gianmarco Moratti, Salvatore Ligresti ed Elio Catania. Numerosi anche gli esponenti del mondo bancario e finanziario: da Gabriele Galateri a Corrado Passera, da Dieter Rampl a Roberto Mazzotta da Luigi Abete a Giusepe Guzzetti oltre al Presidente della Consob Lamberto Cardia e a quello della Confcommercio Carlo Sangalli. Numerosi saranno anche i rappresentanti delle forze politiche e del Governo: il Ministro delle Infastrutture Antonio Di Pietro, il Ministro dei Diritti e Pari Opportunità Barbara Pollastrini, il Viceministro Economia e Finanze Vincenzo Visco, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, il Vicepresidente della Camera dei Deputati Giulio Tremonti. Moltissime, infine, le personalità della vita politica, economica e sindacale milanese, tra cui, il Prefetto, il Questore e i Segretari di Cgil-cisl-uil Milano. Tra i tanti temi che Diana Bracco, Presidente di Assolombarda, metterà al centro della sua relazione spiccano: una decisa rivendicazione della centralità di Milano e del suo sistema industriale per il futuro dell’intera economia italiana; un forte appello a tutte le Istituzioni affinché realizzino con urgenza le indispensabili nuove infrastrutture, superando veti localistici e barriere ideologiche; l’importanza dell’innovazione e della ricerca e dei suoi meccanismi d’incentivazione; la semplificazione normativa e l’efficienza della burocrazia, vere riforme a costo zero. Infine, gli interventi prioritari che gli industriali di Milano sollecitano con urgenza al Governo Prodi per modernizzare il Paese, favorire la competitività delle imprese e agganciare stabilmente la ripresa economica internazionale; a iniziare dalla consistente riduzione del cuneo contributivo e fiscale. .  
   
   
REGIONI EUROPA: UE HA BISOGNO DI NUOVI STIMOLANTI OBIETTIVI  
 
Sarajevo, 19 giugno 2006 - L´assemblea delle Regioni d´Europa/are "cambia pelle" riducendo a tre il numero delle sue commissioni (Economia e Sviluppo regionale, Politiche sociali e della salute, Cultura ed Educazione) e riorganizzandone i compiti. Si tratta del primo cambiamento dalla sua costituzione negli anni ´80 (entrerà ufficialmente in vigore dopo la conferenza annuale di metà novembre prossimo in Spagna), che e´ stato proposto dal presidente dell´Assemblea e del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy, oggi a Sarajevo, ed è stato ratificato dal Bureau dell´Are, composto dai rappresentanti di 14 Regioni europee. La riorganizzazione consentirà all´Are, ha sottolineato il presidente, di confermare il suo ruolo politico di soggetto che sollecita una maggiore attenzione nei confronti delle realtà regionali, ma renderà anche più operativa la sua attività di collaborazione, di scambio di informazioni, di confronto tra le oltre 250 Regioni aderenti: un modo dunque per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini. Ma il presidente dell´Are e del Friuli Venezia Giulia (che ha incontrato anche l´alto rappresentante della Comunità internazionale della Bosnia e Erzegovina, Christian Scharz-schillig) ha avuto modo di ricordare proprio in una città simbolo come Sarajevo l´esigenza di una nuova politica Ue per i Paesi del Sud-est Europa. Già allorchè venne siglato in Grecia, nel 2003, l´accordo per l´adesione di 10 nuovi patner comunitari, ricorda il presidente dell´Are, l´allora presidente dell´Unione europea Romano Prodi lanciò un messaggio molto forte per indicare la necessità di integrare quanto prima nella Ue le Nazioni del Sud-est Europa, soprattutto quelle nate dalla disgregazione dell´ex Jugoslavia, allo scopo di dare una definitiva stabilizzazione all´area e per favorirne lo sviluppo socio-economico. Molti i passi avanti fatti da allora ma credo, ha aggiunto il presidente, siano ancora troppo timidi: occorre la consapevolezza dell´urgenza di facilitare questa integrazione di tutti i Paesi del Sud-est Europa all´interno della Ue, anche per congiungere "fisicamente" membri comunitari come Italia e Slovenia da un lato e Grecia dall´altro. Più in generale, secondo il presidente dell´Are, occorre peraltro che l´Europa "recuperi" non solo nuove idee ma anche nuova leadership politica. Il problema della leadership è evidente, segnala: personaggi come De Gasperi ed Adenauer, fondatori di quella che oggi è la Ue, o come Jacques Delors (che in pochi anni ha consentito all´Europa di realizzare il Mercato unico, l´area di libera circolazione delle persone, l´Unione monetaria) oggi non si vedono all´orizzonte. Vediamo la difficoltà a realizzare quanto già concordato - ad esempio dare attuazione alla nuova Costituzione europea - ma anche la difficoltà (che indica chiaramente la carenza di questa leadership) ad individuare nuovi e stimolanti obiettivi, per i Paesi membri e soprattutto per i cittadini europei, osserva il presidente dell´Are. Credo, conclude il presidente, che il primo obiettivo da perseguire sia quello della vera Unione politica dell´Europa, attraverso la creazione degli Stati Uniti d´Europa. . .  
   
   
EUROPA 2006 SVILUPPO LOCALE: TANTE LE IDEE MA ANCORA INSUFFICIENTE LA COLLABORAZIONE SUL TERRITORIO EPPURE PER GLI IMPRENDITORI ESTERI L’ITALIA È UN PAESE DAVVERO APPETIBILE  
 
Roma, 19 giugno 2006 – Tante idee per favorire lo sviluppo locale, ma una collaborazione ancora insufficiente tra i diversi soggetti che operano sul territorio. Il monitoraggio annuale sui soggetti e progetti dello sviluppo locale, condotto da Retecamere per conto dell’Unioncamere e dell’Upi, ha registrato 105 progetti attivati da 57 tra Camere di Commercio e Province, ma anche una scarsa sinergia tra i diversi attori istituzionali. L’anticipazione dello studio è stata presentata a Rimini, nell’ambito della manifestazione Europa. Secondo i primi dati, provenienti dal 30% delle Province e delle Camere di Commercio italiane, solo un terzo dei 105 progetti di sviluppo (50 promossi dalle Camere e 55 dalle Province) coinvolgono più attori (Camere, Province, Comuni, Regioni e Consorzi), mentre un altro 30% nasce dall’iniziativa delle singole Camere o Province. Il 15% delle iniziative si deve, invece, alla collaborazione tra Camere e Province. Ancora meno estesa la rete delle alleanze con gli altri soggetti del territorio: solo il 12% dei progetti indicati dalle Camere sono promossi con il supporto della Regione, mentre l’11% di quelli segnalati dalle Province risultano realizzati in sinergia con i Comuni. Un richiamo alla collaborazione che diventa ancora più pressante se si considerano i primi risultati di un’indagine attualmente in corso, curata da Assocamerestero (l’Associazione delle Camere di Commercio italiane all’estero), dalla quale emerge che il 71% degli imprenditori esteri che vorrebbero investire in Italia ha aspettative decisamente positive e che addirittura l’89% degli operatori stranieri che già hanno rapporti d’affari con l’Italia esprimono un giudizio positivo sul nostro Paese, anche se talvolta hanno dovuto rimodulare i progetti iniziali sulla base dell’esperienza diretta. Altro dato positivo che emerge dalle prime anticipazioni della ricerca, effettuata attraverso interviste dirette ai soggetti esteri che promuovono l’internazionalizzazione (rappresentanti di enti fieristici, associazioni di categoria, Camere di Commercio, agenzie di sviluppo, istituzioni locali e società private per l’internazionalizzazione), è che la quasi totalità del campione è convinto che gli italiani siano partner d’affari affidabili, sia per le tradizionali operazioni di import-export (82%), che per accordi distribuzione (47%), joint-venture (46%), trasferimento di know-how (45%) e investimenti diretti (39%). .  
   
   
CHIAMPARINO NUOVO PRESIDENTE DELLE CITTÀ STRATEGICHE IL SINDACO DI TORINO NOMINATO DALL’ASSEMBLEA DELLA RETE. CON NAPOLI, BARI, CAGLIARI, ASTI, FERRARA, OLBIA, BRINDISI E PRATO SALGONO A 27 LE CITTÀ DELL’ASSOCIAZIONE  
 
Verona, 19 giugno 2006 - Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino è il nuovo presidente della Rete delle Città Strategiche, l’associazione che riunisce i comuni italiani, grandi e piccoli, che hanno adottato il Piano Strategico con strumento innovativo di governo del territorio. L’annuncio è stato dato il 16 giugno a Verona nel corso del convegno sulla Governance Urbana organizzato dalla Rete. Chiamparino resterà in carica per un anno. Sostituisce il sindaco di Verona, Paolo Zanotto. L’assemblea della Rete ha nominato anche il successore di Chiamparino: si tratta del sindaco di Bari Michele Emiliano che sarà operativo nel 2008. L’assemblea ha inoltre ufficializzato l’ingresso nell’associazione di otto comuni (Napoli, Bari, Cagliari, Asti, Ferrara, Olbia, Brindisi e Prato) che portano a 26 il totale delle città della rete. Le altre sono Verona, Firenze, Torino, Venezia, La Spezia, Trento, Pesaro, Lecce, Catania, Bolzano, Barletta, Perugia, Piacenza, Jesi, Carbonia, Cuneo, Terni, Caserta e i Comuni copparesi (Ferrara). Numerose altre stanno perfezionando l’adesione. “Sono molto onorato per la nomina”, commenta il neo presidente Chiamparino, “Credo che oggi il Piano Strategico sia uno strumento fondamentale per progettare il futuro delle nostre città. Mi impegnerò a livello nazionale per sostenere una programmazione integrata e coerente delle politiche urbane”. Intanto a Torino si sta organizzando per novembre un appuntamento internazionale che metterà a confronto i piani strategici delle città italiane con quelli delle città del Mediterraneo, Francia, Spagna, Turchia, Libano, Tunisia, eccetera. .  
   
   
CARO GOVERNO, LE CITTÀ SI ASPETTANO DI CONTARE DI PIÙ  
 
Verona, 19 giugno 3006 -  “Ci aspettiamo che il governo dia risposta alla richiesta delle città italiane di maggiore autonomia e flessibilità organizzativa nel raggiungimento dei gravosi obiettivi di risanamento della spesa”. Lo ha affermato il 16 giugno il sindaco di Firenze e presidente dell’Associazione dei Comuni Italiani, Leonardo Domenici, intervenendo a Verona a convegno sulla Governance Urbana organizzato dalla Rete delle Città Strategiche. “Apriremo un confronto puntuale”, ha aggiunto, “sull’utilizzo dei fondi strutturali per favorire la crescita e lo sviluppo urbano. Per esempio, è ipotizzabile anche l’utilizzo di meccanismi premiali per quelle realtà che hanno una progettazione matura e un disegno di sviluppo. Infatti non sono da considerarsi brave i comuni che hanno solo risparmiato, ma soprattutto quelli che hanno saputo realizzare una progettualità per lo sviluppo”. Secondo Domenici, “le città europee devono acquisire una capacità di iniziativa più incisiva che in passato. Il convegno di Verona ci ha confermato l’esigenza di un ruolo crescente dei centri urbani nelle scelte e nelle decisioni operative in relazione alle politiche e ai fondi comunitari, per rimuovere le resistenze e gli ostacoli che si frappongono a un’affermazione di questo ruolo anche in ambito europeo”. Il presidente dell’Anci ha inoltre ricordato di aver incontrato ieri il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa per parlare del coinvolgimento delle realtà locali nel progetto di risanamento del Paese. “Spero”, ha spiegato, “che l’incontro sia servito a stabilire un linguaggio comune. Ci rendiamo conto della preoccupazione del ministro che deve recuperare 2 o 3 punti di Pil. Ma se si dovesse continuare con il contenimento della spesa, i comuni andrebbero incontro a risultati disastrosi. L’errore fondamentale della Finanziaria 2006 è stato di aver imposto un tetto di spesa uniforme, pesante ed indifferenziato con un effetto, per i comuni, assolutamente depressivo sugli investimenti”. Con il governo Berlusconi, ha commentato Domenici, pareva di essere come Robin Hood alle prese con lo sceriffo di Nottingham. “Spero”, ha aggiunto, “che il nuovo governo abbia un approccio diverso al problema del debito. Occorre che la riduzione di 2 punti percentuali di Pil sia affiancata da una politica di crescita che favorisca l’autonomia e i comportamenti virtuosi delle città”. . .  
   
   
CITTÀ STRATEGICHE, APPELLO A PRODI: INVESTI SULLE POLITICHE URBANE ZANOTTO, PRESIDENTE DELLA RETE: “E’ IL SOLO MODO PER RILANCIARE IL PAESE”.  
 
Verona, 19 giugno 2006 - Dal convegno sulla Governance Urbana che si è concluso 16 giugno a Verona, le città della Rete del Piano Strategico rivolgono un appello al governo Prodi, sottolineando la necessità urgente di particolari attenzioni e risorse da dedicare alle politiche urbane. “Il solo modo per rilanciare sviluppo e competitività del Paese”, dice il presidente della Rete, il sindaco di Verona Paolo Zanotto, “è di investire in modo convinto e massiccio sulle città medie, che rappresentano il vero tessuto connettivo italiano sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista sociale”. E aggiunge: “Non si devono considerare motori dello sviluppo solo le grandi aree metropolitani o i capoluoghi di regione. Anche città come Verona, Catania o Ferrara sono sedi di servizi e competenze di eccellenza, che hanno necessità di essere potenziati e di essere messi in rete. Possono così diventare traino di un’area vasta, che spesso va oltre i tradizionali confini amministrativi costituiti da comuni, province e regioni”. Della Rete delle Città Strategiche fanno parte, oltre a Verona, Firenze, Torino, Venezia, La Spezia, Trento, Pesaro, Lecce, Catania, Bolzano, Barletta, Perugia, Piacenza, Jesi, Carbonia, Cuneo, Terni, Caserta e i Comuni copparesi (Ferrara). Proprio oggi, l’assemblea dei soci ne ha cooptate formalmente altre otto: Napoli, Bari, Cagliari, Asti, Ferrara, Olbia, Brindisi e Prato. Sempre al convegno di Verona, il sindaco di Bari, Michele Emiliano, in qualità di presidente della Commissione Mezzogiorno dell’Anci, ha annunciato che l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha chiesto un incontro al ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani per aprire un confronto politico circa l’utilizzo dei fondi strutturali che, dal prossimo anno, saranno disponibili su tutto il territorio. Si tratta di 50 miliardi, tra finanziamento Ue e co-finanziamento nazionale, da destinarsi alla competitività e alla crescita economica e sociale dei territori. “Ora che il programma Urban non c’è più”, ha detto Emiliano, “i fondi strutturali devono incorporare la priorità urbana. I comuni possono esprimere una capacità progettuale e gestionale adeguata alle sfide della globalizzazione, se messi in condizione di essere protagonisti di strategie di sviluppo. Se ancora ce ne fosse stato bisogno le Olimpiadi di Torino lo hanno dimostrato: quando gli enti locali dispongono di adeguate risorse e di strumenti attuativi, sanno dare prova di efficienza e dinamismo con grandi risultati”. . .  
   
   
NÉ CITTÀ NÉ REGIONE, MA CITY-REGION IL CONVEGNO SULLA GOVERNANCE URBANA DI VERONA LANCIA IL MODELLO TERRITORIALE DISEGNATO DAI FLUSSI ECONOMICO-SOCIALI REALI. IL SOCIOLOGO PERULLI: SIAMO AMMINISTRATI COME NELL’800, SERVE CAMBIARE  
 
Verona, 19 giugno 2006 - “Ecco tre esempi pratici di figure che non appartengono più allo schema territoriale classico, bensì alla city-region”, dice Paolo Perulli, docente di Sociologia Economica all’Università del Piemonte Orientale, “Primo: per trasportare i prodotti le imprese hanno bisogno di reti logistiche, di vettori su ferro, gomma o altro. Secondo: studenti che vivono a Piacenza e vanno all’università a Milano o Bologna. Terzo: il lavoratore del nord est che si muove non più solo tra casa e fabbrica, ma in un sistema produttivo articolato. E’ questo l’amalgama socio-territoriale che sta cambiando la geografia italiana e che ha bisogno di essere riconosciuto come tale e come tale governato”. City-region, ovvero città-regione. E’ uno dei temi forti del convegno sulla Governance Urbana in corso a Verona. City-region sono le macro unità territoriali disegnate dai flussi economico-sociali reali, che hanno ormai scardinato i tradizionali confini amministrativi, comuni, province, regioni. A Verona Perulli coordina appunto una specifica sessione di lavoro, con l’aiuto del guru dell’argomento Allen Scott (University of California Los Angeles) e con un obiettivo: analizzare le risorse (europee, nazionali, regionali, fiscali, project financing, rendite fondiarie, partnership e quant’altro) che pubblico e privato possono mobilitare sui progetti urbani. “Il fatto è”, sostiene il professore, “che in Italia le amministrazioni locali continuano nel solito tran tran di sempre. Al massimo dichiarano di voler fare sistema, ma la verità è che non sono assolutamente in grado di governare un sistema regione. Ecco perché continuano a comportarsi come se il Paese combaciasse ancora con i confini ottocenteschi, mentre la gente vive e opera da tempo in un’altra dimensione territoriale. Ragionare dunque in termini diversi mette in crisi in particolare la politica dei ministeri e quella delle regioni, istituzioni che lavorano per politiche settoriali e non hanno occhi per vedere il territorio”. Che cosa si dovrebbe fare, dunque, per rispondere alle esigenze dell’Italia reale? “Per prima cosa”, spiega Perulli, “si dovrebbe fare un’accurata analisi dei flussi, capire a fondo il territorio. E su questa base costruire poi i piani strategici. I quali sono anche forme di allargamento territoriale, proprio perché riferiti ad aree più complesse, che possono includere altre città e, quando occorre, altre regioni. Per ognuno dei tre casi citati all’inizio, l’impresa, gli studenti, l’operaio, il piano strategico diventa occasione per allargare la sfera territoriale senza bisogno di alcuna legge specifica. E si avvicina così a quella forma chiamata città-regione, che sta a cavallo tra le due, e che è anche una soluzione pragmatica alla difficoltà di trovare forme di rappresentanza istituzionale di questa nuova realtà”. Poiché segue i flussi reali dell’economia e della società, avverte il professore, le città-regione hanno confini mobili, variabili anche a seconda del fenomeno analizzato e delle politiche da mettere in atto. La città-regione dell’economia, dunque, può non corrispondere a quella dei servizi sociali o a quella dell’educazione. “Se il governo Prodi e la stessa Commissione Europea vogliono davvero elaborare quadri strategici a livello nazionale e continentale”, conclude Perulli, “sempre di più dovranno misurarsi con queste forme, incentivarle e premiarle. Del resto, come può un governo continuate a riferirsi singolarmente a 8000 mila comuni, 100 province, 20 regioni senza capire che la società e l’economia reale si organizzano altrimenti? In realtà, una politica territoriale coordinata oggi manca anche a livello europeo e per questo motivo sono nate varie associazioni di città, con lo scopo di fare lobbying a Bruxelles. E’ un processo agli inizi, ma è in corso. E credo che anche il nostro governo debba rendersi conto della necessità di cominciare a confrontarsi con la vera Italia del 2000”. .  
   
   
BASSANINI, VIA LE PROVINCE, LARGO ALLE AGENZIE DEI SINDACI NON AVER RINNOVATO IL SISTEMA PER TEMPO, HA DETTO AL CONVEGNO DELLE CITTÀ STRATEGICHE, CI HA PORTATO A QUESTO REFERENDUM SULLA COSTITUZIONE  
 
Verona, 19 giugno 2006 - Le Province come organo elettivo non hanno più ragione di esistere. Occorre abolirle e attribuire le loro funzioni amministrative a una specie di consiglio di amministrazione formato dai sindaci. Lo ha proposto a Verona Franco Bassanini, intervenendo in qualità di presidente dell’associazione Astrid al convegno di Verona sulla Governance Urbana organizzato dalla Rete delle Città Strategiche. Il sistema Italia, ha spiegato, è clamorosamente in crisi e la sola via per uscirne è valorizzare radicalmente le città in quanto “principali motori di innovazione e sviluppo”. Per dare alle amministrazioni comunali “un effettivo dominio dei processi decisionali occorre portare province, regioni e stato a una posizione servente”. Secondo Bassanini le province non sono enti del tutto inutili, ma si può fare benissimo a meno del loro ruolo politico, trasferendone le funzioni fondamentali (in particolare strade e scuole) a organi non elettivi, per esempio a un “servizio articolato in agenzie” gestite da assemblee dei sindaci. Quanto al prossimo referendum sulla Costituzione, Bassanini ha ammonito che la vittoria del No non è più scontata come si pensava, definendo tuttavia “deprimente” il fatto di dover discutere della “riforma sgangherata” approvata da Polo. “Avremmo dovuto e potuto dare per tempo una risposta alle esigenze di modernizzare il rapporto tra Stato e amministrazioni locali”, ha detto, “La crisi italiana nasce appunto da una mancata manutenzione straordinaria del sistema costituzionale”. .  
   
   
PRONTA UNA PROPOSTA LEGISLATIVA SUL CREDITO EDILIZIO PER RIQUALIFICARE IL TERRITORIO VENETO  
 
 Verona, 19 giugno 2006 - “Con la nuova Legge urbanistica, il Veneto ha posto le basi per governare in maniera partecipata e rendere migliore il proprio territorio, che è irripetibile ma non è statico. Lunedì presenteremo, a Verona e a Venezia, un progetto di legge, elaborato dal presidente della seconda Commissione consiliare Tiziano Zigiotto e da altri consiglieri, di “disiciplina per la formazione e la commercializzazione di crediti edilizi e la riqualificazione ambientale”, che consentirà di avviare concretamente la riqualificazione di parti del nostro territorio, compromesse dalla furia edificatoria del passato, ma che hanno concreti elementi di nuova fruibilità”. Lo ha annunciato l’assessore alle politiche del territorio del Veneto Renzo Marangon, intervenendo questa mattina a Verona ai lavori del convegno sul tema della “Governance Urbana”, promosso dalla rete delle Citta Strategiche e dall’amministrazione comunale scaligera. Marangon ha richiamato la “rivoluzione copernicana operata nel 2004 dalla Regione con la nuova legge urbanistica, che ha trasferito le competenze ai Comuni, dando loro con questo più autonomia ma anche più responsabilità, individuando due livelli di pianificazione: uno di carattere generale e culturale, il Piano di Assetto territoriale con il quale il Comune o più Comuni delineano e decidono il proprio futuro; l’altro di carattere attuativo del primo, che passa attraverso la sintonia e il dialogo tra amministrazione e cittadini. “Abbiamo sancito che la programmazione del territorio non va imposta ma condivisa - ha sottolineato Marangon - e non è un caso che ben 330 dei 581 Comuni del Veneto abbiano firmato con la Regione l’accordo di copianificazione. Abbiamo anche introdotto nuovi strumenti, quali il credito edilizio e la perequazione. Finora era pressoché impossibile demolire l’esistente per riqualificare; noi abbiamo dato concretezza a questa possibilità dicendo che il cittadino interessato acquista un credito che può esigere in altra parte della città. La proposta che sarà presentata lunedì punta a rendere immediatamente fruibile tale previsione - ha concluso Marangon - rendendo possibile alle amministrazioni, in un dialogo chiaro, trasparente e condiviso con la propria comunità, il rifacimento dell’esistente finalizzato a migliorare concretamente il proprio territorio”. . . .  
   
   
CALDO: CONTA PIÙ L’EFFETTO URBANO CHE L’EFFETTO SERRA PROGRESSIVA DIMINUZIONE DEL VERDE NELLE CITTÀ E POLITICHE URBANISTICHE INADEGUATE HANNO CAUSATO ELEVATE PUNTE DI TEMPERATURA PERICOLOSE PER LA SALUTE DELL’UOMO. DI UN CORRETTO USO DELLA GESTIONE URBANA, CHE VEDA AL CENTRO IL BENESSERE DEL CITTADINO, SI DISCUTERÀ A FERRARA IN UN CONVEGNO ORGANIZZATO DAL CNR  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - Chi vive in città, cioè oltre la metà della popolazione mondiale, deve fare i conti più con l’effetto urbano che con il cambiamento climatico globale. E se il global warming ha comportato un aumento delle temperature medie di 0. 5-0. 6 °C in un secolo, nello stesso periodo l´effetto nelle grandi realtà urbane è stato in molti casi superiore. Ad esempio, la città di Milano in 158 anni ha manifestato un aumento complessivo della temperatura dell’aria al suolo di 2. 54°C per le massime e di 0. 88°C per le minime. Non privo di conseguenze, visto che, durante l’ondata di calore del 2003, ci sono state oltre 35. 000 morti in eccesso nella sola Europa occidentale, e 4. 175 decessi in più rispetto all´anno precedente in Italia. Lo studio degli effetti che architettura, morfologia urbana, materiali ed usi degli spazi hanno sul benessere dei cittadini, sarà al centro del convegno Il respiro della città - strumenti per gestire lo sviluppo urbano: uomo, benessere e ambiente urbano nell´era tecnologica, che si terrà a Ferrara, domani 17 giugno 2006, con inizio alle ore 10,30. “Mentre il tema del riscaldamento globale”, sottolinea Federico Margelli, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del Cnr di Bologna, “ha vasta eco nel mondo scientifico e sui mezzi d’informazione, assai limitato è oggi il dibattito sul riscaldamento dello strato limite (lo strato atmosferico più vicino al suolo la cui altezza varia da poche decine di metri a circa 1000-2000 metri) dovuto all’urbanizzazione”. Il principale fattore che determina le caratteristiche dello strato limite è il bilancio energetico di superficie, che in ambito urbano è condizionato dalle caratteristiche di riflessione e assorbimento dell’energia solare dei materiali utilizzati, dalla struttura della città (canyoning urbano) e dall’attività antropica. La presenza della città agisce prevalentemente sull’albedo, frazione della radiazione solare riflessa verso lo spazio. Infatti, nel caso di vegetazione spontanea o coltivata, l’albedo è dell’ordine del 20-30%, mentre nelle città il valore è mediamente più basso, fino a valori inferiori al 5% nel caso di superfici asfaltate. “In altri termini”, prosegue il ricercatore, “la superficie urbana assorbe più energia solare rispetto alle aree rurali. Inoltre, la città stessa è fonte di produzione di energia, che si va a sommare a quella della radiazione solare incidente, a causa delle attività antropiche principalmente legate al riscaldamento, o più in generale al condizionamento della temperatura indoor, e trasporti. In complesso dunque la città è più ricca d´energia rispetto alla campagna e tale squilibrio si acuisce ulteriormente in virtù delle fonti di calore primarie”. Il convegno di Ferrara nasce dalla realizzazione di un gruppo di lavoro coordinato dall’Istituto di Biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Bologna e composto da vari centri di ricerca pubblici e privati, Università e imprese, formatosi in occasione della presentazione del progetto europeo “Heat- Human Environment from Architectural Technology”, attualmente in fase di valutazione da parte della Commissione Europea. Il progetto, attraverso uno studio multidisciplinare ha l’obiettivo di analizzare come la morfologia urbana e la sua architettura influenzano il microclima urbano al fine di ottenere un qualche strumento di pianificazione urbanistica e di valutazione delle soluzioni adottate, nell’ottica di incrementare la capacità di realizzare città che meglio si adattino alle molteplici e variabili esigenze, non solo di comfort fisico, dei suoi cittadini. .  
   
   
LE REGIONI DEL MEZZOGIORNO A RISCHIO DESERTIFICAZIONE I RISULTATI DEGLI STUDI PRESENTATI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE SULLA DESERTIFICAZIONE NELL’ANNO INTERNAZIONALE DEI DESERTI E DELLA DESERTIFICAZIONE  
 
 Alghero, 19 giugno 2006 - Il 17 giugno, Giornata Mondiale sulla Desertificazione, nell’ambito delle manifestazioni per l’Anno Internazionale dei Deserti e della Desertificazione, si è concluso ad Alghero il Workshop organizzato dall’Enea, Acs S. P. A. E dal Nucleo Ricerca Desertificazione (Nrd) dell’Università degli Studi di Sassari, nel corso del quale sono stati presentati i risultati di diverse attività di ricerca svolte nelle Regioni del Mezzogiorno d’Italia a rischio di desertificazione nell’ambito del progetto Riade* sulla Desertificazione. Dall’analisi e dalla comprensione delle relazioni di causa-effetto dei processi di degrado delle risorse naturali (acqua, suoli ed ecosistemi vegetali) sono stati individuati le tecnologie, i processi innovativi e gli interventi di lotta alla desertificazione. L’italia, tradizionalmente fertile e temperata, vede progressivamente crescere il rischio e l’impatto dei fenomeni di degrado del territorio (circa il 30% della superficie complessiva), che producono danni ambientali, sociali ed economici. Malgrado l’esperienza e le conoscenze acquisite su queste tematiche, raramente i risultati degli studi sono stati trasformati in sistemi strutturati ed integrati. Ciò è in gran parte dovuto alla focalizzazione dell’attenzione degli esperti sulle condizioni locali e sui diversi processi più che sulla loro interazione complessiva. Per fare fronte a queste carenze il progetto Riade (www. Riade. Net) si è posto l’obiettivo di sviluppare un sistema informativo integrato e tecnologicamente innovativo per il monitoraggio dei processi di desertificazione e per promuovere interventi di salvaguardia del territorio, a cui è stato associato un master universitario di primo livello, finalizzato alla formazione metodologica e tecnologica di esperti sulla desertificazione. Il progetto è fortemente multidisciplinare sia nelle applicazioni tecnologiche che nelle conoscenze impegnate e sviluppate. Da un lato, infatti, propone l´integrazione di tecnologie tradizionalmente applicate in campi molto diversi come il telerilevamento, la spettroscopia laser e le analisi isotopiche, dall´altro affronta una tematica che richiede l´integrazione di discipline quali la meteorologia, la pedologia, l’agronomia, la geologia, l´idrologia, l´archeologia, ecc. Lo scopo finale del progetto è lo sviluppo di un sistema di supporto alle decisioni, condiviso con le amministrazioni locali per l’individuazione dei migliori interventi di mitigazione dei processi di degrado in corso. .  
   
   
ALPINE SPACE SUMMIT 19 E 20 GIUGNO 2006 A STRESA  
 
Stresa ,19 giugno 2006 - Rafforzamento di un’identità comune, sviluppo sostenibile, accessibilità e trasporti, valorizzazione delle ricchezze ambientali e culturali dell’area alpina. Sono questi alcuni degli argomenti che saranno discussi il 19 e 20 Giugno 2006 a Stresa durante il Summit internazionale “Alpine Space” in programma al Centro Congressi (piazzale Europa 3 ang. Via Canonica). L’area del Programma “Alpine Space” si colloca nel cuore della Comunità Europea e coinvolge 7 Paesi Partner (Austria, Germania, Francia, Italia, Slovenia, Svizzera e Liechtenstein) su progetti di iniziativa comunitaria Interreg Iiib. Il punto focale di tale Programma, infatti, è la transnazionalità, impostato quale obiettivo principale atto a contribuire ad uno sviluppo territoriale dell’area in maniera coesa, bilanciata e sostenibile. Il Summit darà l’opportunità di conoscere gli oltre 50 progetti finanziati dal Programma “Alpine Space” in Italia e nei Paesi partner in questi anni (2007-2013) e delle loro importanti ricadute sullo spazio alpino. Ma non solo. Si tratterà di un’imperdibile opportunità per riflettere e discutere della programmazione futura (2007-2013), delle sfide da affrontare e degli obiettivi da raggiungere. L’evento sarà articolato in due giornate suddivise in quattro sessioni di lavoro dedicate agli adempimenti del Programma e all’analisi dei risultati così come alla presentazione delle prospettive di cooperazione future. Tale programma sarà affiancato da una ricca agenda di eventi che forniranno l’occasione per conoscere i temi principali e per incontrare direttamente i protagonisti. Per tutta la durata dell’evento, inoltre, sarà possibile visitare l’area espositiva dei progetti che presenteranno le loro attività e i risultati raggiunti. L’evento è multilingue, e sarà disponibile un servizio di traduzione simultanea in italiano, francese, tedesco, sloveno e inglese. Http://www. Alpinespace. Org/ .  
   
   
IL SISTEMA CAMERALE PIEMONTESE PARTECIPA AL PROGETTO EUROPEO PAMELA VERRÀ REALIZZATA UNA BANCA DATI SOCIO-ECONOMICA SULLE REALTÀ TERRITORIALI DELL’ARCO MEDITERRANEO-LATINO  
 
 Torino, 19 Giugno 2006 - Unioncamere Piemonte e la Camera di commercio di Torino partecipano al progetto Pamela (acronimo di Portail de l’Arc Méditerranéen Latin), finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma di sviluppo Interreg Iii. Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare riflessioni e analisi socio-economiche sulla realtà dell’arco mediterraneo-latino, territorio che si sviluppa dal sud della Spagna alle regioni del sud Italia, e nel quale si inscrive anche il Piemonte: si tratta di uno spazio transnazionale, che ricopre un ruolo chiave tra i Paesi dell’Africa settentrionale e l’Europa del centro-nord. È un territorio che presenta proprie specificità culturali, storiche e ambientali, ma con un’unità economica ancora da dimostrare e valorizzare: paradossalmente, questo spazio, a cui si fa spesso riferimento sul piano concettuale, è oggi ancora poco identificato attraverso dati socio-economici accessibili e analizzati. “Il progetto Pamela conferma la capacità del sistema delle Camere di commercio di essere un interlocutore privilegiato nella creazione e nella diffusione della conoscenza economica territoriale, indispensabile per programmare politiche e azioni mirate e incisive” ha commentato Massimo Deandreis, direttore di Unioncamere Piemonte. “Creare uno strumento che aumenta la conoscenza di come si evolvono economicamente territori a noi vicini, soprattutto evidenziandone aspetti come la capacità innovativa e di ricerca, può essere utile anche operativamente per le nostre imprese” ha sottolineato Guido Bolatto, Segretario generale della Camera di commercio di Torino. Con la finalità di colmare queste lacune, il progetto Pamela, sviluppando una base dati georeferenziata incentrata sulla conoscenza delle economie e sulle dinamiche di sviluppo del tessuto imprenditoriale dei diversi territori (con attenzione anche ai temi socio-demografici, dei trasporti, del tessuto urbano, della ricerca e dell’innovazione), utilizzerà un sistema di rappresentazione e di diffusione delle informazioni in forma cartografica interattiva via web. La partecipazione di esperti di analisi cartografica al progetto consentirà una corretta e omogenea scelta di indicatori e garantirà, grazie al loro apporto metodologico, la validità scientifica dei lavori del progetto. È anche prevista la realizzazione di una base dati sulle reti di impresa dell’arco mediterraneo-latino: dai distretti industriali italiani ai poli di competitività francesi. Il tema dei “pôles de compétence”, e più in generale ogni attività di politica industriale con forti valenze territoriali, è un argomento di assoluto intereresse per enti che - come le Camere di commercio - hanno tra le proprie finalità lo sviluppo della competitività delle imprese. Capofila del progetto Pamela, a cui parteciperanno 15 partner italiani (tra cui la Camera di commercio di Cuneo, di Genova e l’Unioncamere Liguri), francesi e spagnoli, è la Camera di commercio italiana di Nizza. La durata del progetto è stata fissata in 24 mesi, a partire da giugno 2006. Il budget totale dell’iniziativa ammonta a circa 763mila euro, di cui il 95% finanziato con i fondi Interreg Iiib Medocc e dalle contropartite nazionali. .  
   
   
PORTLAND NOMINATA CITTÀ PIÙ VIVIBILE DEGLI STATI UNITI  
 
Portland – Oregon, 19 giugno 2006 - è stata nominata “La città più vivibile d’America” da Sustainlane (www. Sustainlane. Com), una comunità online che si dedica alla promozione dello stile di vita sano e naturale. Nell’inchiesta effettuata nel 2006, Sustainlane ha misurato la vivibilità delle città degli Stati Uniti, con un questionario suddiviso in 15 categorie economiche e di qualità della vita. Le categorie includevano, ad esempio, qualità di aria e acqua, costruzioni ecologiche, cibo locale/agricoltura, innovazioni, trasporti, pianificazione urbanistica, utilizzo del terreno. Portland si è classificata al primo posto, seguita da altre due città della West Coast: San Francisco e Seattle. Portland era già stata nominata “La migliore città del 2006 per andare in bicicletta” dalla rivista Bycicling, “Il miglior luogo dove vivere” da Man’s Journal e “La città ideale” dal New York Times. Portland offre grandi opportunità, sia ai residenti che ai visitatori, di sperimentare “il viver bene” in modo tangibile. I mercati ortofrutticoli e i ristoranti che offrono cibi biologici, l’uso della bicicletta e il benvenuto per lo shopping: la vivibilità ed il benessere è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Www. Travelportland. Com. . .  
   
   
CONCORSO INTERNAZIONALE DI PROGETTAZIONE PER NEW ORLEANS: IL CONCORSO DI PROGETTAZIONE SOSTENIBILE FARA’ DA CATALIZZATORE DEL DESIGN VERDE  
 
 Roma 19 Giugno 2006- Global Green Usa e il presidente della giuria Brad Pitt hanno reso noti oggi i dettagli del Concorso di Progettazione per New Orleans. Nella prima tappa del concorso l’attenzione è rivolta alla storica zona di Holy Cross nel distretto di Lower Ninth Ward. Il 20 Aprile Gobal Green e Brad Pitt hanno annunciato che si sarebbero uniti nel sostenere un concorso che fornisse ad architetti di talento, pianificatori urbani, disegnatori, ecologisti e studenti l’opportunità di proporre una visione creativa ma anche realistica di New Orleans. Coloro che sono interessati possono registrarsi per il concorso ed avere maggiori informazioni riguardo al Global Green’s “Healthy Homes, Smart Neighborhoods” all’indirizzo www. Globalgreen. Org/competition. Tutte le sottoscrizioni devono pervenire al competition sponsor a New Orleans entro le 5:00 (ora centrale degli Stati Uniti)del 6 luglio 2006. Il concorso sarà diviso in due tappe. Nella prima, ai partecipanti viene chiesto di fornire un progetto urbano sostenibile di un’area di 1. 25 acri, il quale preveda un edificio multifamiliare verde, un centro di ritrovo della comunità e un’abitazione monofamiliare. La proposta presentata dovrà raggiungere determinati obiettivi di progettazione sostenibile e di edilizia verde, tra i quali quello di edifici ad emissione zero (ad esempio, soddisfando tutti i bisogni energetici degli edifici nell’area attraverso sistemi passivi e attivi). Nella seconda tappa, i finalisti della prima tappa svilupperanno le loro proposte, lavorando con architetti locali e gruppi della comunità, per creare una progetto per aree scelte in differenti quartieri della città. Progetteranno un’abitazione monofaniliare e servizi pubblici nel quartiere. Ai concorrenti viene anche chiesto di sviluppare soluzioni architettoniche e progettazioni innovative che rispettino e provengano dalla ricca eredità di progettazione di New Orleans bilanciando sostenibilità e fattibilità. Si sono uniti a Brad Pitt, sponsor e primo sottoscrittore del concorso, Suzanne Friewald, Sean Cummings, un abitante di New Orleans e un anonimo donatore. Il concorso è aperto ad architetti, architetti del paesaggio, disegnatori urbani, ingegneri, disegnatori industriali, artisti e studenti. I partecipanti possono presentarsi individualmente o come parte di una squadra. Sono incoraggiate le squadre multidisciplinari. Comunque, qualora non vi sia nella squadra un architetto registrato, e la squadra o il singolo arrivino alla seconda tappa, verranno affiancati da un architetto locale della Louisiana. I progetti saranno giudicati per la qualità di progettazione, la progettazione sostenibile e la competenza tecnica. Tra i membri della giuria vi saranno Brad Pitt e Mat Petersen, William Morrish - University of Virginia School of Architecture; David Orr – Oberlin College Environmental Studies Program e Pam Dashiell – President of the Holy Cross Neighborhood Association in the lower 9 th Ward. La giuria tecnica sarà composta da 3 a 5 organizzazioni rappresentate attraverso singoli esperti delegati del Usgbc, Aia, e possibilmente da altre 2 organizzazioni. Due esperti di New Orleans stanno aiutando Global Green nell’organizzazione di questo progetto: Reed Kroloff e Casey Jones del Jones-kroloff Design Services e John Williams del John Williams Architects. Stanno collaborando nel definire le tappe del concorso, la struttura della giuria e la scelta dell’area. Williams si occuperà del coinvolgimento della comunità e della selezione dei quartieri con un certo numero di società locali impegnate nella preparazione delle aree selezionate per la seconda tappa del concorso. La zona di Holy Cross è stata scelta da Williams con l’aiuto di Bob Berkebile, Bill Browning e Bill Becker (rappresentante del U. S. Green Building Council). Da tre a sei finalisti verranno scelti per partecipare alla seconda tappa e sarà loro assegnata una somma di $25,000 per ricoprire le spese per lo sviluppo delle loro proposte e per partecipare nella “Community Charrette” all’elaborazione del progetto. Al termine della seconda tappa verranno distribuiti premi in denaro per un totale di $25,000. Un’ampia selezione dei lavori dei concorrenti, inclusi tutti quelli risultati vincenti, sarà esibita a New Orleans e in una delle principali sedi espositive nazionali e le opere saranno anche riprodotte in una pubblicazione e all’interno di un sito web. Il Concorso di Progettazione per New Orleans - "Advancing the Sustainable Rebuilding of New Orleans and the Gulf Coast" – unisce l’impegno di Global Green Usa a favore della creazione di abitazioni verdi, di città sostenibili e di soluzioni climatiche adeguate per le comunità, con la passione di Brad Pitt per l’architettura intelligente. Il concorso è un elemento centrale all’interno dell’iniziativa di Global Green di ricostruzione sostenibile in favore di New Orleans e della Costa del Golfo, iniziativa che è partita dieci giorni dopo il passaggio dell’uragano Katrina. Questo concorso rappresenta un’opportunità perché New Orleans torni ad essere la culla di una grande cultura, musica, cibo e architettura. A causa degli ingenti danni le infrastrutture e i quartieri della città necessitano di una rilevante opera di ricostruzione. Fino ad oggi i progressi sono stati lenti. Questo concorso intende aiutare l’avvio di questo processo offrendo alla città – e alla nazione – una serie di proposte stimolanti e fattibili di architettura sostenibile, di edifici ad alta efficienza energetica e di urbanizzazione sostenibile. Considerato il peggioramento della situazione a causa dell’erosione costiera e del riscaldamento globale, Global Green Usa spera di incoraggiare progetti che siano esempio di progettazione sostenibile. Per fornire un ulteriore sostegno alla regione, Global Green aprirà anche un proprio ufficio a New Orleans e un Centro per le Risorse nel centro di New Orleans il 3 giugno. Il Centro per le Risorse di Global Green e l’attività a New Orleans è sostenuta dalla Home Depot Foundation, da Jerry e Ann Moss, dalle donazioni dello staff di Global Green e da dozzine di donazioni individuali. . .  
   
   
DESPERATE HOUSEWIVES? UNO STUDIO DELL´UE SCOPRE CHE LA CULTURA DEL LAVORO INDEBOLISCE LE POLITICHE FAMILIARI  
 
 Bruxelles, 19 giugno 2006 - Uno studio finanziato dall´Ue ha evidenziato il conflitto che contrappone, da un lato, globalizzazione e intensificazione dei carichi di lavoro e, dall´altro, necessità per i genitori di dedicare tempo alla cura dei propri figli. Negli ultimi anni, sia i governi che le imprese hanno iniziato, a livelli differenti, a mettere in atto politiche intese ad aiutare i dipendenti a mantenere un "equilibrio tra lavoro e vita privata". Dette politiche possono riguardare i diritti al congedo parentale, gli accordi per la cura dei figli, l´orario di lavoro flessibile e la possibilità di lavorare a tempo parziale. Il progetto Transition, finanziato a titolo dell´azione prioritaria "Accrescere la base di conoscenze socioeconomiche", nell´ambito del Quinto programma quadro, ha analizzato il modo in cui giovani genitori di sette paesi europei gestivano i limiti che circoscrivono vita professionale e vita familiare. I genitori che hanno partecipato allo studio erano dipendenti di organizzazioni del settore sia pubblico che privato. Dallo studio è emerso che, pur esistendo politiche ufficiali a livello nazionale e aziendale, volte a fornire sostegno ai genitori, nella pratica vengono indebolite troppo spesso da culture del lavoro contrastanti e da pratiche associate all´intensificazione. La ristrutturazione e la riorganizzazione del luogo di lavoro, nonché il ridimensionamento e altre iniziative intese a rafforzare la competitività e l´efficienza, hanno comportato tendenzialmente un´intensificazione dei carichi di lavoro, secondo le esperienze dei genitori europei, sia nel settore pubblico che in quello privato. Il fenomeno dell´intensificazione è in contrasto con le politiche familiari a vali livelli. Ad esempio, se la scelta di un orario di lavoro flessibile può aiutare i genitori a combinare lavoro retribuito e vita familiare, nel contesto dell´intensificazione può rendere indistinti i confini tra lavoro e famiglia e prolungare l?orario di lavoro, andando così ad intaccare il tempo da dedicare alla famiglia. Inoltre, i pesanti carichi di lavoro derivanti dall´intensificazione rendono il lavoro flessibile praticamente impossibile per alcuni. Ad esempio, i genitori sono spesso restii a fruire dei congedi familiari perché è improbabile che, durante la loro assenza, il lavoro di loro competenza sarà seguito interamente. Un´enorme mole di lavoro rende inoltre difficile per i dirigenti gestire i congedi familiari; nell´ipotesi in cui i genitori decidano di fruire del congedo, durante la loro assenza il lavoro viene assegnato ad altri colleghi, già oberati, o semplicemente continua ad accumularsi. Una sensazione di mancanza di sicurezza sul lavoro induce i genitori ad astenersi dal richiedere il congedo parentale cui hanno diritto. In particolare, molti genitori che hanno scelto un´attività a tempo parziale ritengono che il loro impegno sul lavoro sia messo in discussione. Lo studio ha rivelato, nella pratica, che uno dei principali fattori che induce i genitori a fruire dei benefici è la presenza di dirigenti e di colleghi accomodanti. Diventare genitore rimane un "punto critico" nel cammino verso la parità fra i sessi. Anche in Norvegia e Svezia, i paesi più avanzati fra quelli oggetto dello studio, le esperienze della maternità e della paternità sono molto legate ai ruoli di genere. In Europa, la maggior parte dei padri lavora ancora a tempo pieno, tendenza rafforzata dal fatto che molti dirigenti ritengono che le politiche favorevoli alla famiglia siano formulate principalmente, o esclusivamente, per le donne. Nei rari casi in cui, per motivi pratici, è il padre ad occuparsi in via principale dei figli, mentre la madre va a lavorare, entrambi i genitori subiscono immancabilmente tensioni di identità di genere. Lo studio ha inoltre individuato alcuni gruppi di persone che attualmente non possono fruire appieno dei vantaggi derivanti dalle politiche familiari. Ad esempio, è meno probabile che gli impiegati a diretto contatto con la clientela abbiano condizioni di lavoro flessibili rispetto ad altri. Oggi, sono numerose le grandi aziende e le organizzazioni che ricorrono a personale esterno, in particolare per lavori non qualificati come le pulizie. Non essendo assunti direttamente dall´organizzazione, questi lavoratori non hanno accesso ai diritti e ai benefici che l´azienda offre al proprio personale. Nelle loro raccomandazioni, gli autori invitano i governi, i datori di lavoro, i sindacati e altri operatori ad affrontare la contraddizione fra l´intensificazione dei carichi di lavoro e le esigenze di genitori e figli. Un tale dibattito dovrebbe necessariamente riguardare questioni più ampie sugli obiettivi e sui valori europei. Da parte loro, i datori di lavoro devono mettere in atto pratiche e processi più chiari per aiutare i genitori, compresi i padri, a negoziare con successo la linea di demarcazione tra lavoro e famiglia. Entro la fine dell´anno verrà pubblicato un libro con alcuni studi di casi tratti dal progetto. Alcuni partner del progetto continueranno a collaborare su un altro progetto dell´Ue, che riguarderà la qualità della vita nelle organizzazioni e nella vita familiare in tutta l´Europa. Http://www. Workliferesearch. Org/transitions/ .  
   
   
CENSIS: LA SEGMENTAZIONE DEI CETI PROFESSIONALI NELL´IMMOBILITÀ SOCIALE ATTRAGGONO LE LOGICHE DI CETO  
 
Roma, 19 giugno 2006 - L’immobilismo e la vischiosità che caratterizza l’attuale struttura sociale produce una nuova, ma non inedita, attrazione verso le logiche di ceto. Finita l’illusione dell’imborghesimento di massa, come processo di omologazione di consumi e stili di vita più che come reale crescita verso l’alto, le dinamiche corporative hanno ripreso il sopravvento e il rinserrarsi nelle identità di ceto diventa l’elemento di distinzione in una società in cui si è affievolita la spinta alla mobilità verticale, vero motore del cambiamento sociale. Solo il 6,2% degli occupati ha manifestato intenzione di cambiare il proprio lavoro e, tra questi, solo l’1,1% si è attivato per migliorare la propria condizione professionale, o per cercare un lavoro più qualificato; la maggior parte, pur in una prospettiva “verticale”, ha pensato soprattutto ad un miglioramento di carattere economico: il 2,4% vuole cambiare lavoro per guadagnare di più; l’1,8% cerca un altro lavoro per tutelarsi rispetto all’ipotesi di perdere quello attuale e lo 0,7% per motivi che prescindono da considerazioni di ordine professionale. E’ forte la sensazione che l’immobilismo in cui è incagliato il Paese generi una domanda crescente di ceto, che è di protezione e di identità al tempo stesso. C’è qualcosa che va oltre la legittimazione sociale o il riconoscimento di diritti d’esclusiva di mercato, nell’affanno con cui gruppi professionali affollato i luoghi della rappresentanza, politica e professionale, alla ricerca di identità in questi ultimi anni; dal 2004 ad oggi, il numero delle associazioni non regolamentate aderenti al Colap, l’organo collettore delle principali associazioni professionali italiane, è passato da 146 a 163, con una crescita dell’11,6%; nelle ultime due legislature, sono state presentate diverse proposte di legge per l’istituzione di quattro nuovi Ordini professionali (informatici, stenotipisti, traduttori ed interpreti, doppiatori cinematografici) e più di 70 per l’istituzione di 42 nuovi Albi professionali. In una società in cui l’immobilismo paralizza le classi e rende ostici i processi di ascesa sociale, l’unica dimensione di mobilità che si va affermando nel Paese è appunto quella di ceto. Le cronache dell’ultimo anno, l’intensa campagna elettorale, hanno mostrato in sostanza agli italiani una storia fatta di ceti e dai ceti, in una complessa rappresentazione di dinamiche, in cui gli italiani si sono immedesimati e per molti versi riconosciuti: individuando nel ceto, l’orizzonte di riferimento delle loro aspettative di ascesa e crescita sociale. Tra chi sale e chi scende, non è possibile ignorare il crescente prestigio e la forza che tre ceti sono andati consolidando in questi ultimi anni: i politici, i magistrati e i giornalisti; il cui intreccio con il potere, per alcuni intrinseco, per altri derivato, è diventato ancora più stretto. E’ emblematica da questo punto di vista la fotografia resa dalle ultime elezioni politiche di aprile, che presenta l’immagine di un Parlamento fatto innanzitutto di molti più veterani rispetto al precedente. I neoeletti alla camera sono il 38,7% contro il 52,5% del 2001; al senato il 33,6% contro il 58,7% della precedente legislatura. Sotto il profilo “professionale” si registra, in entrambi i rami un significativo consolidamento dei funzionari di partito, alla Camera passano dal 9,4% al 21,4%, e dei giornalisti, dall’8,2% al 10,9%, a scapito di ceti che solo fino a cinque anni prima contavano su un peso ben diverso: imprenditori, che scendono dal 16,2% al 4,9%, docenti universitari, dal 15,7% al 13,3% alla Camera, ma al Senato la diminuzione è ancora più marcata, pubblici dirigenti e funzionari, dal 9,2% al 5,1%, avvocati, medici e altri professionisti che riducono di oltre un terzo la loro presenza. Questi sono alcuni dei principali risultati del lavoro di ricerca “La segmentazione dei ceti professionali” realizzato nell’ambito dell’iniziativa Un mese di sociale “Un’italia articolata per ceti”, che sono stati presentati al Censis da Ester Dini, ricercatrice, Giuseppe Roma, direttore generale, e da Giuseppe De Rita, segretario generale del Censis. .  
   
   
GIOVANI: VENTURI, ´´LA SOCIETÀ DEL FUTURO SI COSTRUISCE OGGI´´  
 
Roma, 19 giugno 2006 - Dividono la giornata tra studio, amici, musica e tv, guardano con preoccupazione al mercato del lavoro ed al rischio incombente di guerra e del terrorismo internazionale. Credono nella politica, nella famiglia e nelle istituzioni. Da grandi faranno i medici o gli avvocati, ma saranno decisamente meno che in passato: aumenteranno cuochi, agenti di viaggio e commercianti mentre pochi, anzi pochissimi, sceglieranno la carriera di manager, carabiniere o assistente sociale. E’ questo, in estrema sintesi, l’identikit tracciato dall’indagine Confesercenti- publica. Swg sui giovani e la società su un campione di ragazzi tra i 14 ed i 18 anni, presentato mercoledì 14 giugno dal presidente della Confesercenti, Marco Venturi, alla presenza del ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, Giovanna Melandri. Quello che emerge è dunque un giovane attivo, responsabile, consapevole, ottimista ma anche preoccupato per il proprio futuro. Promuove le forze politiche (il 79% del campione ha dato giudizi positivi, contro il 68% del 2004), l’Unione Europea (97%), le forze dell’ordine (91%), la magistratura (l’89% la giudica positivamente), la scuola (promossa dall’81% degli intervistati contro il 69% del 2004), e la famiglia (97%), ma è fortemente preoccupato per il proprio futuro, per quello del proprio Paese e per le sorti del pianeta. In testa ai motivi di preoccupazione resta la carenza di posti di lavoro (18% rispetto al 22% del 2004), insieme alla paura della guerra (15%). Aumenta però la percentuale di coloro che temono il terrorismo (dal 13 al 14%), la criminalità (dal 9 al 10%) la povertà (dal 9 al 10%) e l’andamento dell’economia (dal 5 al 7%), insieme al problema della droga (8%). Violenza e droga rappresentano motivi di forte allarme per i giovani all’interno delle scuole: il 34% degli intervistati indica nello spaccio di droghe il reato più diffuso, seguito dalle molestie sessuali (22%), da atti di violenza (16%) e da furti (13%). Il 51% dei giovani denuncia la facilità con la quale è possibile entrare ed uscire dagli istituti scolastici. Quanto alle aspirazioni lavorative, perdono terreno le professioni più gettonate in passato come medico (dal 16 al 9%), ingegnere (dal 10 all’8%), avvocato (dal 7 al 6%) e programmatore (dal 5 all’1% delle preferenze), mentre aumenta l’attenzione sui lavori legati al commercio, al turismo ed alla ristorazione: raddoppiano gli aspiranti cuochi, i camerieri ed i musicisti, aumentano gli agenti di viaggio, e le hostess, mentre perde terreno tra i giovani il mestiere di attore. Ben lontano dalle aspettative lavorative degli under 18 è invece un ruolo da carabiniere, poliziotto, finanziere o assistente sociale, così come da manager. Così come una carriera da calciatore o da velina. “E’ un quadro importante quello che ci offrono i risultati dell’indagine – ha sottolineato il presidente della Confesercenti, Marco Venturi – perché ci permette di capire le preoccupazioni, le aspettative, le abitudini, le scelte dei nostri giovani, il rapporto con la politica e con le istituzioni, con la droga e la violenza, con la famiglia e con i coetanei. La società del futuro si costruisce oggi ed è importante sapere se le scelte di oggi preparano prospettive di successo per il nostro Paese o di difficoltà”. “Il futuro dell’Italia è sicuramente legato all’innovazione, alla ricerca, allo sviluppo della qualità: quanti ricercatori, quanti ingegneri, quanti tecnici specializzati produrranno le ultime generazioni di giovani? Le scelte scolastiche, con 2 milioni di iscritti a licei scientifici ed istituti tecnici su un totale di 2,5 milioni di alunni fanno ben sperare. Certamente – ha precisato Venturi – occorre creare le condizioni per incentivare i giovani a continuare gli studi, investendo in campus universitari attrezzati ed organizzati e sostenendo i più meritevoli che scelgono facoltà tecnico-scientifiche. “L’identikit che viene fuori dall’indagine – ha concluso il presidente di Confesercenti – è quello di un giovane responsabile, attento ai mutamenti politici, economici e sociali del mondo che lo circonda e questo, comunque, è un buon inizio per il domani del Paese”. .  
   
   
SCENARI E IDEE PER LO SVILUPPO PETTA (FONDAZIONE NOMISMA): L’IMPORTANZA DEI VALORI INTANGIBILI DELL’IMPRESA L’ECONOMIA DEL NON PROFIT HA BISOGNO DI NUOVI CRITERI DI EFFICIENZA.  
 
Bologna, 19 giugno 2006 - “I giovani di oggi, che sono il nostro domani, sembrano disorientati, privi di punti di riferimento. Se vogliamo offrire loro un orizzonte di senso, un motivo per impegnarsi e guardare lontano, dobbiamo far emergere i valori intangibili che sono alla base dell’agire imprenditoriale, quelli, ad esempio, che incontriamo nelle aziende familiari, nelle multinazionali tascabili di cui è ricco il nostro Paese”. Il futuro dell’Italia è nelle mani delle nuove generazioni, ricorda Maurizio Petta, amministratore delegato della Holding Mais, presidente della Fondazione Isabella Seràgnoli e consigliere della Fondazione Nomisma Terzo Settore. Etica ed economia si intrecciano in questa prospettiva, che pone al centro del sistema un’impresa collocata in un contesto sociale, dotata di identità, fonte di stimolo per chi si affaccia alla vita adulta. Dottor Petta in un’economia globalizzata, dominata da gruppi industriali di dimensioni ciclopiche, c’è ancora spazio per altri valori oltre la massimizzazione del profitto? Certo, non dimentichiamo che il nostro Paese è denso di aziende dove la figura dell’imprenditore è ancora molto importante. È vero però che oggi stiamo percorrendo un crinale difficile. La concorrenza diventa sempre più feroce e se una vera multinazionale decide di sbaragliare una media azienda nostrana può farlo senza troppa fatica, magari abbassando i prezzi fino a vendere i prodotti sottocosto, mantenendo alti i profitti grazie a flussi di cassa che provengono da altri settori. Una possibilità che non è alla portata di un’azienda normale, che non può erodere oltre un certo limite la propria redditività. In questo contesto si innesta un ulteriore aspetto critico, cioè il famoso passaggio generazionale che in Italia tocca trasversalmente tutti i tipi di azienda. Un imprenditore che vede innalzarsi sempre di più il livello della competizione e che si accorge di mettere suo figlio in una situazione troppo difficile spesso decide di vendere. Per queste situazioni le famiglie industriali bolognesi Seràgnoli e Vacchi hanno inventato B. Group? In un certo senso sì, B. Group investe in imprese che vogliano andare avanti e abbiano bisogno non solo di risorse finanziarie, ma anche di capacità manageriali, di una visione complessiva e di lungo periodo. Ma vorrei tornare alle motivazioni, anche queste “intangibili”, che spingono l’imprenditore non a vendere ma ad andare avanti. È a questo complesso di valori che dobbiamo guardare per immaginare il nostro futuro. Un imprenditore che decide di fare cassa è libero di compiere questa scelta, ma in un certo senso sottrae qualcosa alla comunità nella quale vive. Un’impresa ben radicata nel territorio crea occupazione e ricchezza, inoltre è parte di un complesso di valori dati dal controllo sociale che quel territorio esercita. Anche l’imprenditore è parte di quella comunità e per questo il più delle volte è animato dal desiderio di mettere sul mercato prodotti di un certo livello e realizzati secondo criteri condivisi. Per la preservazione di questi valori un ruolo fondamentale spetta ai consumatori. In questo senso sono abbastanza ottimista per il futuro, sono convinto che noi tutti, in quanto consumatori, diventeremo sempre più selettivi nella scelta dei prodotti. Sceglieremo sempre con più fiducia chi conosciamo e rifiuteremo quanto viene messo sul mercato senza seguire un tracciato trasparente. Sono questi contenuti intangibili che, nel tempo, faranno la differenza. Sono questi aspetti che un giovane dovrebbe cogliere e fare propri. Insomma etica ed efficienza possono andare a braccetto in economia: ma le imprese non profit, che per loro natura hanno un contenuto etico, non smentiscono questa affermazione? In parte sì, ma proprio su questo terreno io e tutte le attività non profit che ruotano attorno all’imprenditrice Isabella Seràgnoli, stiamo conducendo una battaglia di efficienza. Anche le istituzioni ed i servizi come la sanità oggi devono fare i conti con criteri di efficienza che garantiscano la sostenibilità di quanto fanno. L’impresa deve attingere ai valori, ma anche l’economia sociale deve attingere all’efficienza aziendale, deve mettersi in moto fra questi mondi un rapporto di proficuo scambio. Istituzioni ed economia di mercato non sono universi separati. Per diffondere questa cultura cosa state facendo? La Fondazione Nomisma Terzo Settore, voluta dalle Fondazioni Bancarie bolognesi, dalle Cooperative e dalla Fondazione Isabella Seràgnoli, ha proprio questo scopo. La sua missione è anche di promuovere l’applicazione di principi di gestione negli enti dell’economia sociale. I bisogni di una comunità saranno sicuramente soddisfatti meglio da una struttura capace di mantenersi e di investire in quegli ambiti sociali per i quali è stata creata. In sostanza la cultura imprenditoriale viene messa a disposizione dei bisogni sociali, non per ridurre l’effetto qualitativo, al contrario, per potenziarlo, garantendo la sostenibilità di un progetto. Come agisce la Fondazione Nomisma Terzo Settore? La Fondazione mette a disposizione modelli gestionali ed analisi strategiche, modelli di impresa applicati senza alterare il ruolo sociale dell’ente destinatario. Qual è oggi il ritratto del non profit in Italia? Nel nostro Paese sta maturando una cultura importante del non profit: c’è molto volontariato e risorse, destinate in gran parte da chi ritiene di aver goduto nella nostra società di privilegi che, in certa misura, vuole restituire. Nel non profit esistono però ancora aree sostanziali di inefficienza, infatti se un ente non a scopo di lucro spende la maggior parte delle risorse ricevute attraverso donazioni per pagare i costi di struttura è chiaro che qualcosa non funziona e a danno della comunità. E’ misurabile il ritorno di spesa nel terzo settore? La questione è delicata e ha di nuovo a che fare con l’”intangibile”. Penso che almeno il processo con cui si persegue un risultato sia misurabile. Ottimo sarebbe poter misurare anche il risultato. Di certo l’esperienza internazionale insegna che applicare modelli di gestione efficiente agli enti non a scopo di lucro porta maggiore trasparenza e genera valori per le comunità. Inoltre può fornire ai giovani nuovi strumenti culturali e validi motivi per mettere a disposizione il loro entusiasmo e la loro creatività nella costruzione del futuro economico ed etico della nostra società. . .  
   
   
DOCUMENTO DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEI CRISTIANO SOCIALI: AL REFERENDUM VOTIAMO NO  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - Il No dei Cristiano Sociali nel Referendum del 25-26 giugno sulla legge di riforma Costituzionale del centrodestra è netto e convinto sia per ragioni di merito che di metodo. 1. Il No Di Merito - I contenuti della riforma sono per un verso pericolosi in quanto introducono elementi di confuso autoritarismo nella forma di governo del paese e, per l’altro, inadeguati e contraddittori a rispondere alle esigenze di un vero federalismo solidale e alla necessità di un nuovo protagonismo delle Regioni e delle autonomie locali. L’assetto istituzionale proposto ruota infatti, per un verso, intorno alla figura del Primo Ministro che assume una posizione dominante rispetto al Parlamento svilito nelle sue funzioni fondamentali, e per l’altro, rafforza i poteri di veto dei piccoli partiti già aumentati per effetto del pessimo sistema elettorale, mentre risultano indeboliti i poteri di garanzia, dal Presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale. E’ l’intero equilibrio del sistema istituzionale ad essere gravemente rimesso in discussione. Quanto alla cosiddetta devolution le norme relative alla sanità, all’istruzione e alla polizia amministrativa lungi dal fare chiarezza nelle competenze tra Stato e Regioni, appaiono destinate, vista l’ambivalenza della loro formulazione, a creare tensioni e contenziosi, senza che venga escluso il rischio di infrangere il principio di uguaglianza tra i cittadini nella fruizione di diritti fondamentali. Né d’altra parte la riforma affronta il nodo cruciale del federalismo fiscale, che anzi è rinviato di tre anni, così come la creazione di un vero senato federale. Nel suo complesso la riforma mostra l’assenza di un disegno coerente in quanto essa è la risultante di compromessi e mercanteggiamenti tra visioni e interessi diversi, tutti interni allo schieramento del centro destra che ha preteso di agire in modo unilaterale e autosufficiente nella preparazione del testo e poi nel voto parlamentare di una maggioranza blindata. 2. Il No Di Metodo E L’esigenza Di Forte Partercipazione - Il No dei Cristiano sociali nel referendum è quindi anche l’espressione del rifiuto di un metodo che escludendo a priori il confronto tra l’insieme delle forze politiche e parlamentari, nega la fondamentale esigenza di ricercare il più largo consenso possibile, quando si tratti di porre mano a norme costituzionali che definiscono principi e regole che sono alla base della convivenza democratica e del funzionamento delle istituzioni repubblicane. I Cristiano sociali, convinti che le modifiche costituzionali non possono essere appannaggio di una maggioranza politica contingente quale che essa sia, si impegnano ad operare affinché in futuro queste modifiche vengano adottate unicamente con modalità che promuovano il più vasto consenso ma, anche e non meno, la più larga partecipazione dei cittadini. In questa prospettiva i Cristiano sociali propongono come già richiesto da larga parte dell’associazionismo cattolico e laico, e come già sperimentato nel Friuli Venezia Giulia, di affidare ad una Convenzione composta da rappresentanti dei due schieramenti politici, delle Regioni e delle altre autonomie locali, delle forze sociali ed economiche, dell’Università, della cultura e delle organizzazioni della società civile, il compito di preparare una proposta che affronti in modo organico le questioni irrisolte del federalismo, anche attraverso una rivisitazione del Titolo V, della governabilità, dell’efficienza del processo legislativo, della democrazia partecipativa. Questo progetto elaborato da una convenzione autorevole e rappresentativa e sottoposto naturalmente al vaglio del Parlamento, potrebbe essere approvato con relativa rapidità e largo consenso, accompagnato da una radicale riforma di una pessima legge elettorale che ha in particolare gravemente ridotto il diritto dei cittadini alla scelta della rappresentanza parlamentare. 3. Mobilitarsi Per Il No - Il No dei Cristiano sociali nel Referendum contrariamente a quanto pretende la polemica del centro destra, è tutt’altro che una scelta di conservazione dell’esistente. Essa è una scelta indispensabile per spazzare via un progetto confuso ed insieme pericoloso ed aprire così la strada, in modo responsabile, equilibrato e consensuale, ad un disegno di riforma della Seconda parte della Costituzione, secondo le esigenze di oggi, senza stravolgere i principi e i valori che sono da 60 anni il fondamento della democrazia repubblicana e che tali devono restare. Per questo obiettivo i Cristiano sociali impegnano i propri aderenti a partecipare con grande slancio alla Campagna referendaria e fanno appello per lo stesso fine alle realtà associative di comune ispirazione. . .  
   
   
DATI SINTESI CONTO SETTORE STATALE DEL - APRILE 2006  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di aprile 2006. Fabbisogno del settore statale del mese di aprile 2006
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 26. 410
Spese 34. 360
di cui: spesa per interessi 2. 342
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) -7. 950
Copertura
Totale 7. 950
Titoli a breve termine 4. 000
Titoli a medio-lungo termine 6. 358
Titoli esteri -1. 722
Altre operazioni (1) -686
(1) Comprendono la raccolta postale e il conto di disponibilità. In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (Sdds) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito (http://dsbb. Imf. Org). .
 
   
   
EUROPA: ABI,BANCHE ITALIANE PRONTE PER AREA UNICA DEI PAGAMENTI  
 
Roma, 19 giugno 2006 - Nasce l’area unica europea dei pagamenti, all’intero della quale non esisterà più alcuna differenza tra le operazioni “nazionali” e quelle verso gli altri paesi. È la Sepa – Single euro payments area – in cui tutti i cittadini potranno effettuare pagamenti in euro nei venticinque paesi dell’Ue (più Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera) indipendentemente dal paese o dalla banca dove si ha il conto corrente o la carta di pagamento. E, per realizzarla, si è messa in moto un’autentica “rivoluzione” delle regole, procedure e infrastrutture attualmente esistenti nei vari sistemi di pagamento nazionali – ancora ampiamente frammentati e con strumenti diversi fra loro – dalla quale nascerà un una rete europea unica, più moderna, solida ed efficiente. Il tutto entro il 2010, secondo una Roadmap definita dal Consiglio europeo dei pagamenti (Epc), che prevede però fin dal gennaio 2008 l’offerta alla clientela di strumenti di pagamento basati sugli schemi Sepa. Per centrare questo obiettivo – sul quale si è fatto il punto nel corso del convegno dell’Abi “Spin2006” in programma oggi e domani al Palazzo dei Congressi a Roma – il settore bancario italiano si è messo al lavoro, avviando un Comitato nazionale di Migrazione per elaborare un piano d’azione. Chiusa la fase di elaborazione, durante la quale il Consiglio europeo dei pagamenti ha definito le norme di autoregolamentazione dei futuri schemi Sepa per bonifici e incassi e i principi che dovranno governare le infrastrutture di supporto per tali schemi, si apre ora la vera e propria fase di realizzazione dell’area unica dei pagamenti. Gli strumenti di pagamento basati sugli schemi Sepa saranno offerti alla clientela a partire dal gennaio del 2008. Fino al 2010 gli strumenti nazionali continueranno ad essere utilizzati in parallelo, mentre dal dicembre del 2010 l’intera massa dei flussi di pagamento sarà migrata agli schemi Sepa e l’infrastruttura sarà completamente adattata alla nuova realtà dell’area unica. Per realizzare il passaggio a Sepa entro i tempi previsti da parte del settore bancario italiano, l’Abi ha creato un Comitato nazionale di Migrazione con il compito di definire un Piano d’azione – il Masterplan, presentato per la prima volta agli addetti ai lavori nel corso della due giorni “Spin2006” – che delinei le aree di attività, le azioni da intraprendere e la relativa tempistica per conseguire gli obiettivi concordati a livello europeo. In pratica, per il mercato nel suo complesso e per ciascuno strumento di pagamento (bonifici, carte, ecc. ) sarà definito nel dettaglio tutto ciò che occorre per passare a Sepa: individuazione delle differenze tra gli schemi Sepa e quelli attualmente esistenti a livello nazionale e conseguente adeguamento o affiancamento delle norme e delle procedure esistenti, degli aspetti infrastrutturali e dei profili giuridici. Tale piano sarà predisposto dall’Abi in stretto coordinamento con la Banca d’Italia e con un continuo scambio di informazioni con gli interlocutori abituali del settore bancario interessati alla migrazione( come Confindustria, Confcommercio, Associazioni dei consumatori, ecc. ). Una volta definito il piano generale d’azione, alle singole banche spetterà di realizzare entro i tempi previsti tutti gli interventi necessari per adeguarsi. Il superamento delle barriere nazionali tra sistemi di pagamento porta con sé vantaggi per tutti. Innanzitutto per i consumatori, che potranno svolgere operazioni verso i conti correnti di qualunque paese o banca dell’area esattamente come se fosse una operazione “nazionale” – anche per quanto riguarda il numero di giorni necessari – e potranno servirsi della propria carta di pagamento in tutti i negozi e su tutti gli sportelli automatici nei diversi paesi. Vantaggi, questi, validi anche per commercianti (che potranno contare su di un maggior numero di operazioni con carta di pagamento riducendo rischi e pericoli del denaro contante), imprese e pubblica amministrazione (che potranno raggiungere tutti i conti bancari nell’area dell’euro con la stessa istruzione di pagamento sia per effettuare bonifici che per gli incassi e avranno la garanzia dell’uso di standards Iso). Le banche, dal canto loro, avranno maggiori opportunità di essere presenti su nuovi mercati e sviluppare nuovi prodotti da mettere a disposizione di cittadini e imprese, in un contesto con sempre maggiore concorrenza e quindi prezzi ancora più competitivi e convenienti. .  
   
   
MAGISTRATURA E BANCHE, A BARI INIZIATIVE COMUNI CONTRO LA CRIMINALITÀ  
 
Roma, 19 giugno 2006 - Banche e magistratura insieme per intensificare e mettere a punto nuove forme di collaborazione contro la criminalità, dall’antiriciclaggio agli accertamenti. Magistrati civili e penali e operatori bancari pugliesi, si sono ritrovano oggi fianco a fianco, in un seminario di formazione su “La banca e il mercato finanziario”, nel corso del quale sono stati affrontati temi come la gestione e il controllo delle banche, i contratti bancari e finanziari, le norme sulla trasparenza e sulla privacy, la nuova disciplina della legge fallimentare e le aste immobiliari, gli strumenti per contrastare e prevenire il riciclaggio e gli accertamenti bancari. L’iniziativa, organizzata dall’Abi e dai rappresentanti per la formazione decentrata del Consiglio superiore della magistratura della Corte di appello di Bari, ha da un lato l’obiettivo di aumentare la reciproca conoscenza dei rispettivi campi di intervento, dall’altro di intensificare la collaborazione tra banche e magistratura sul territorio, fissando anche le basi per ulteriori iniziative comuni nella lotta ai fenomeni criminali, in particolare nel campo dell’antiriciclaggio e degli accertamenti. Quella di Bari è la quinta edizione, dopo gli incontri analoghi di Roma, Napoli, Salerno e Venezia, di una serie di appuntamenti che toccheranno progressivamente tutte le regioni italiane, in seguito al Protocollo di convenzione sulla formazione congiunta che l’Abi e il Csm hanno sottoscritto nel luglio 2004. “Anche alla luce delle proficue esperienze. Di collaborazione già in corso con il Csm – ha sottolineato il direttore centrale dell’Abi Enrico Granata – il corso di formazione mira a sviluppare e approfondire la conoscenza dei processi gestionali ed operativi dell’industria bancaria che, dopo anni di profonde trasformazioni, è impresa fra le altre imprese e agisce in un contesto altamente concorrenziale, in un quadro normativo radicalmente mutato a livello nazionale e comunitario”. Il Seminario abbraccia un ampio ventaglio di tematiche con due sessioni parallele, una dedicata ai profili civili, l’altra a quelli penali. La sessione civile affronta gli aspetti, da un lato relativi ai profili organizzativi e alle procedure dei controlli interni ed esterni delle banche, dall’altro alle caratteristiche dei principali contratti bancari e finanziari, dai servizi di investimento ai contratti di garanzia. Approfondimenti saranno inoltre dedicati all’informazione, alla trasparenza e alla riservatezza nel rapporto tra banca e cliente, nonché alle recenti riforme della legge fallimentare e del processo esecutivo immobiliare e alle procedure per l’erogazione dei mutui per partecipare alle aste immobiliari. La sessione penale è dedicata al funzionamento delle indagini bancarie, agli strumenti per il contrasto del riciclaggio e al ruolo della Banca d’Italia e dell’Ufficio italiano cambi nell’attività di prevenzione e repressione del riciclaggio. Particolare attenzione è dedicata anche agli strumenti dell’indagine bancaria (anagrafe dei rapporti di conto e deposito, archivio unico informa tico) e a quelli necessari per accrescere l’efficienza degli accertamenti (soluzioni informatiche, modello standardizzato per la richiesta di accertamento, banche dati a supporto dell’attività di prevenzione dei reati). Al seminario, tenutosi a Bari ed ospitato dalla Ugc Banca e dalla Banca Popolare di Bari, hanno partecipato, tra gli altri, Luigi Agostinacchio, Sebastiano Gentile, Anna Maria Tosto, referenti del Csm per la formazione decentrata della Corte d’appello di Bari, Gaspare Sturzo del Dipartimento affari generali e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri, Giuseppe Maresca del Dipartimento del tesoro del Ministero dell’economia e delle Finanze, Maria Luisa Traversa del Tribunale di Bari. La sessione penale dei lavori è stata coordinata dal responsabile del settore affari legali dell’Abi, Luigi Capaldo. .  
   
   
UBS PREVEDE PER IL 2006 UNA CRESCITA RAFFORZATA DI 3% AL MOMENTO L’ECONOMIA SVIZZERA È IN SPLENDIDA FORMA E, STANDO AGLI INDICATORI ANTICIPATORI, IL SUO SLANCIO SI PROTRARRÀ ANCHE NEI PROSSIMI TRIMESTRI.  
 
Zurigo / Basilea, 19 giugno, 2006 - Con una crescita annua del prodotto interno lordo (Pil) pari al 3,5% nel primo trimestre, il motore economico elvetico è decisamente salito di giri. Sia la solidità che l’ampia base dell’attività economica invitano all’ottimismo. La maggior parte degli indicatori congiunturali conferma un andamento favorevole per il resto dell’anno. E come anche nella vicina Europa la congiuntura accelera, l’export dovrebbe confermarsi uno dei pilastri della crescita. L’elevato grado di sfruttamento delle capacità industriali e il buon livello di utili e ordinativi prospettano inoltre nuovi marcati progressi altresì sul fronte degli investimenti in beni strumentali. La ripresa del mercato occupazionale va ulteriormente consolidandosi e i sondaggi tra le imprese segnalano un costante aumento del fabbisogno di organico. Secondo Ubs, ciò consentirà anche ai consumi privati di conservare il loro significativo ruolo di sostegno della congiuntura. In complesso, commercio estero, investimenti e consumi privati concorreranno a spingere il tasso di espansione annuo medio del Pil 2006 al 3,0%. Nel 2007, tuttavia, gli impulsi congiunturali favorevoli cominceranno ad affievolirsi. Il rallentamento economico globale iniziando negli Usa, unito all’apprezzamento del franco, porrà probabilmente un freno alla crescita delle esportazioni. Ipotizzando quindi un conseguente chiaro indebolimento anche a livello degli investimenti, Ubs stima per il 2007 un incremento del Pil elvetico di solo il 1,4%. L’attuale forte dinamica economica non ha però intaccato le prospettive a medio termine di un basso tasso inflazionistico. Per quanto infatti quest’anno il caro-petrolio e l’aumento degli affitti contribuiscano notevolmente al rincaro dei prezzi, non mancano comunque vari effetti calmieranti. Cambiamenti strutturali potrebbero far scendere ancora i prezzi, soprattutto nell’ambito delle telecomunicazioni e del commercio al dettaglio. Allo stesso tempo, il graduale rafforzamento del franco ostacola l’inflazione importata, così come la liberalizzazione del mercato del lavoro per i cittadini dell’Ue dovrebbe continuare a esercitare una modesta pressione sui salari. In complesso, Ubs prevede un aumento dei prezzi al consumo pari all’1,2% per il 2006 e all’1,1% per il 2007. A fronte della forte crescita economica interna, la Banca nazionale svizzera continuerà la graduale normalizzazione della politica monetaria e, a giudizio di Ubs, effettuerà ancora tre interventi sui tassi a giugno, a settembre e a dicembre di 25 punti base ciascuno, facendo così arrivare il Libor a tre mesi a quota 2,0% entro la fine del 2006. Dall’inizio dell’anno in corso i rendimenti del mercato obbligazionario sono notevolmente aumentati e, secondo gli economisti Ubs, per ora questa tendenza è destinata a proseguire. Nei prossimi tre mesi i rendimenti delle obbligazioni decennali della Confederazione dovrebbero attestarsi al 2,8% per poi stabilizzarsi su questo livello. Non è escluso, tuttavia, che a breve termine possano arrivare fino al 3%. Il franco è ancora sottovalutato, ma dovrebbe tendenzialmente rafforzarsi. Sembra realistico prospettare un tasso di cambio di 1. 53 rispetto all’euro per i prossimi sei a dodici mesi, mentre, alla luce dei gravi deficit statunitensi, quello nei confronti del dollaro Usa potrebbe temporaneamente andare incontro a movimenti più marcati e arrivare all’1. 15. .  
   
   
BANCA DEL VENEZIANO: UNA NUOVA FILIALE AD ARINO. PRESENZA CAPILLARE SUL TERRITORIO  
 
 Arino di Dolo Ve, 10 giugno 2006 - L´espansione nel territorio della Banca del Veneziano segna una nuova importante tappa. Domenica 18 giugno è stata inaugurata ad Arino di Dolo (in via Chiesa 7) la diciottesima filiale dell´istituto di credito cooperativo. La nuova agenzia, attesa da anni dagli abitanti, è stata ottenuta attraverso il restauro della vecchia canonica della chiesa parrocchiale. L´evento cade a pochi giorni di distanza dall´inaugurazione della filiale di Venezia, che ha portato Banca del Veneziano ad essere la prima Bcc ad inaugurare una sede nel capoluogo lagunare. La nuova sede di Arino ha una funzione principalmente di servizio a favore di una parte consistente della comunità locale e costituisce un vantaggio per i clienti che finora, da Arino, hanno fatto riferimento alla filiale di Dolo. "La filiale numero 18 non è semplicemente un numero che si aggiunge agli altri - sottolinea Amedeo Piva, presidente di Banca del Veneziano -. La nuova apertura è simbolo della consapevolezza che da oggi c´è un ulteriore sportello a servizio della comunità locale. Contiamo molto sul fatto che i clienti di Dolo possano fare da zoccolo duro e da traino per gli utenti della nuova filiale, che preluderà ad altre aperture nell´ottica di un´ulteriore espansione nel territorio". Alla cerimonia di inaugurazione, che avverrà alle ore 12 dopo la Santa Messa, saranno presenti le autorità locali con in testa il sindaco di Dolo Antonio Gaspari, mentre il presidente Piva farà da padrone di casa. Dopo la benedizione di rito verrà offerto un brindisi augurale ai partecipanti. .  
   
   
PIRELLI: CEDE IL 15,26% DI F.C. INTERNAZIONALE PER 13,5 MILIONI DI EURO  
 
Milano, 19 giugno 2006 - Pirelli & C. Spa comunica di aver ceduto una quota del 15,26% di F. C. Internazionale Spa all’attuale azionista di maggioranza di tale società per un corrispettivo pari a 13,5 milioni di euro. Tale operazione si inquadra nell’ambito del programma, approvato dal Consiglio di Amministrazione dello scorso 14 febbraio, di ulteriore concentrazione di Pirelli & C. Sul proprio core business anche attraverso la dismissione di partecipazioni finanziarie non strategiche. Pirelli & C. Spa rimane, comunque, azionista di F. C. Internazionale con una quota del 4,2%. È intenzione della società proseguire gli attuali rapporti di sponsorizzazione che la legano a F. C Internazionale Spa e valutare eventuali nuove future opportunità di collaborazione, anche alla luce dei notevoli benefici che tale partnership ha portato al marchio Pirelli in questi anni. .  
   
   
MILANO: LA PAGELLA DEI GIOVANI E DEGLI ANZIANI PREMIATI 392 LAVORATORI E 283 IMPRESE MILANESI  
 
Milano, 19 giugno 2006 - Milano, città più a misura di anziano che di giovane. Il 78% degli over 65, infatti, vi vive bene contro il 74,8% dei giovani con età compresa tra 18 e 35 anni. Entrambe le categorie vi si trovano bene per le molte opportunità di lavoro (28,2% dei giovani, 13,9% degli anziani) ma mentre i giovani apprezzano a seguire, soprattutto, i suoi locali, ristoranti e negozi (14,4%) i milanesi in età da pensione vi vivono bene perché è una città internazionale (12,2%) e per i servizi pubblici e privati (11,8%). Per entrambi tempi di attesa più brevi per visite mediche (42,9% giovani, 46,3% anziani). Più aree verdi per i giovani (38,5%), più zone a traffico limitato per gli over 65 (16,7%). E mentre gli anziani, pensando più a se stessi, chiedono maggiore assistenza domiciliare (35,7%) e la creazione di un albo delle badanti (7,1%), i giovani pensano agli altri con più case e assistenza alimentare per i meno abbienti (25%). Se il 4,8% dei giovani chiede più piste ciclabili, il 5,2% degli anziani vuole più severità nei confronti degli automobilisti. Più vigili di quartiere per entrambi (31,3% anziani, 28,6% giovani), più sorveglianza nelle fermate dei mezzi pubblici nelle ore notturne (21,4%) per i giovani, più videocamere nei quartieri per gli anziani (7,5%). E’ quanto emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su 574 milanesi. Di Milano e delle esigenze dei suoi cittadini si è parlato oggi alla diciassettesima edizione di Milano Produttiva 2006. Una medaglia d´oro con il logo della Camera di commercio di Milano e un diploma sono stati consegnati alle 283 imprese per la correttezza commerciale e l’impegno imprenditoriale e ai 392 lavoratori, distinti per la diligenza e l’attaccamento al lavoro. Requisiti: almeno 20 anni di attività ininterrotta per le imprese, 25 anni di servizio continuativo nella stessa azienda per i lavoratori, 15 anni per i dirigenti. Valorizzare l´abilità competitiva degli imprenditori milanesi, espressa nell´originalità, nella tenacia e nell´eccellenza delle attività di impresa: questo il “goal” del Premio Milano Produttiva 2006 della Camera di commercio di Milano oggi, 18 giugno al Teatro alla Scala. Il premio è giunto alla sua 17° edizione (la 76° edizione se andiamo agli inizi del premio, quando si chiamava “Fedeltà al lavoro”). Consegnato dal presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, anche il Premio Piazza Mercanti, destinato a 7 imprenditori milanesi che si sono distinti per nuova imprenditoria, internazionalizzazione, innovazione, mecenatismo e sviluppo del territorio, imprenditoria femminile e tutela dell´ambiente. E a tre imprese premi speciali. Alla cerimonia di premiazione ha partecipato anche il Prefetto Gian Valerio Lombardi. Il premio Piazza Mercanti consiste nella riproduzione di un mosaico in ferrite raffigurante le regioni italiane realizzate in materiale magnetico, il cui dono ai vincitori sottolinea la molteplicità dei sistemi: culturali, imprenditoriali, urbani e territoriali che caratterizza e compone il territorio nazionale, mosaico di interessi e sensibilità. Il dopo premiazione è proseguito con il Concerto Accademia di perfezionamento per cantanti lirici – Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, con musiche di Gioacchino Rossini, Wolfgang Amadeus Mozart, Vincenzo Bellini, Piotr Ilic Caikovskij, Charles Gounod e Giacomo Puccini. “Milano Produttiva” - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano - non è un premio come tutti gli altri. E’ un riconoscimento, un attestato di stima e di rispetto profondo a tutti coloro che con il proprio lavoro ed il proprio impegno professionale, contribuiscono, giorno dopo giorno, alla crescita competitiva del sistema milanese d´impresa e della cultura imprenditoriale”. Le imprese premiate - Premiate con un diploma e una medaglia d’oro con il logo della Camera di Commercio, raffigurante l’effigie di S. Ambrogio, 283 aziende, di Milano e della provincia. Per la maggior parte si tratta di imprese artigiane (153, il 53,9%). Tra le altre anche 90 imprese del commercio (31,8%), 21 dell’industria (7,4%), 11 dei servizi (3,9%) e 8 dell’agricoltura (2,8%). Ai loro titolari va il riconoscimento per la correttezza commerciale e l’impegno imprenditoriale. I lavoratori premiati - Sono 392 i lavoratori (333 della Provincia e 59 di Milano) che si sono distinti per la diligenza e l’attaccamento al lavoro. 244 uomini (il 62,2%) e 148 donne (37,8%). Gli impiegati rappresentano il 62,2% (244), gli operai il 35,2% (138) e 10 sono i dirigenti (2,6%). Per la maggior parte si tratta di premiati del settore dell’industria (196, il 50%). Tra gli altri anche 79 premiati del settore dei servizi (20,2%), 56 artigianato (14,3%), 51 del settore commercio (13%) e 10 agricoltura (2,6%). Le principali zone di provenienza. Milano, Abbiategrasso, Agrate Brianza, Aicurzio, Albairate, Albiate, Arconate, Arese, Arluno, Assago, Bareggio, Barlassina, Bellinzago Lombardo, Bernate Ticino, Bellusco, Besana in Brianza, Biassolo, Binasco, Boffalora sopra Ticino, Bollate, Bovisio Masciago, Bresso, Brugherio, Buccinasco, Buscate, Bussero, Busto Arsizio, Busto Garolfo, Cairate, Caleppio di Settala, Canegrate, Carate Brianza, , Caravaggio, Caronno Pertusella, Carugate, Casal Pusterlengo, Casorezzo, Cassago Brianza, Casarile, Cassano d’Adda, Cassina dé Pecchi, Castano Primo, Cernusco sul Naviglio, Cerro Maggiore, Cerro al Lambro, Cesano Boscone, Cesano Maderno, Cinisello Balsamo, Cisliano, Codogno, Cogliate, Cologno Monzese, Concorezzo, Corbetta, Cormano, Cornate d’Adda, Corsico, Cuggiono, Cusago, Dairago, Desio, Gaggiano, Garbagnate Milanese, Gessate, Giussano, Gorgonzola, Gorla Maggiore, Inveruno, Inzago, Lacchiarella, Lainate, Legnano, Lentate sul Seveso, Lesmo, Limbiate, Liscate, Lissone, Locate Triulzi, Lo mazzo, Macherio, Magenta, Magnago, Marnate, Meda, Melzo, Misinto, Monza, Morimondo, Motta Visconti, Muggiò, Nerviano, Nova Milanese, Novate Milanese, Ozzero, Paderno Dugnano, Parabiago, Paullo, Pero, Peschiera Borromeo, Pieve Emanuele, Pioltello, Pogliano Milanese, Pozzo d’Adda, Renate, Rho, Robecco sul Naviglio, Robecco sul Naviglio, Rosate, Rovello Porro, Rozzano - Milanofiori, Saleranno sul Lambro, San Colombano al Lambro, San Donato Milanese, San Giorgio su Legnano, San Giuliano Milanese, San Vittore Olona, San Zenone al Lambro, Sedriano, Segrate, Senago, Seregno, Sesto San Giovanni, Settala, Settimo Milanese, Seveso, Somma Lombardo, Sulbiate, Toscolano Maderno, Tradate, Trezzano sul Naviglio, Trezzano sull’Adda, Trezzo sull’Adda, Triuggio, Turate, Turbigo, Vailate, Vanzago, Vanzaghello, Vaprio d’Adda, Varedo, Veduggio, Verano Brianza, Villa Cortese, Vimercate, Vittuone, Vizzolo Predabissi, Voghera, Zibido San Giacomo. Maggior rappresentanza delle imprese di Milano (99), Monza a pari merito con Rho (8), Seregno (7), Carate Brianza a pari merito con Cinisello Balsamo e Desio (6). Maggior rappresentanza dei dipendenti di Milano (59), Desio (16), Monza (12), Cinisello Balsamo a pari merito con Seregno, Legnano e Lissone (10), Muggiò (9). Premio "Piazza Mercanti". In questa 17° edizione del premio Milano Produttiva 2006, la Camera di commercio di Milano ha voluto dare un riconoscimento speciale a 7 imprenditori che si sono distinti per nuova imprenditoria, internazionalizzazione, innovazione, mecenatismo e sviluppo del territorio, imprenditoria femminile e tutela dell’ambiente. E a tre imprese premi speciali. Il premio consiste nella riproduzione di un mosaico in ferrite raffigurante le regioni italiane realizzate in materiale magnetico, il cui dono ai vincitori sottolinea la molteplicità dei sistemi: culturali, imprenditoriali, urbani e territoriali che caratterizza e compone il territorio nazionale, mosaico di interessi e sensibilità. E’ realizzato dall’artista Liliana Moro, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera ed autrice di apprezzate opere d’arte contemporanea. I premiati. Gabriele Villa, Demetra Specialist S. R. L. (Besana in Brianza); Sandro Salmoiraghi, Salmoiraghi Automatic Handling S. P. A. (Monza); Dante Siano, Aser S. R. L. (Cernusco sul Naviglio); Giovanni Carrara, Cooperativa “Farsi Prossimo” (Milano); Berardino Abbascia’, Fratelli Abbascia’ S. P. A. (Milano); Elena Fiorani, Oltremoda Italia S. R. L. (Milano); Angelo Civaschi, Panificio Civaschi Angelo E C. S. N. C. (Rho). I premi speciali. Marco Biondi, Gruppo Public Consult S. P. A. (Milano), per il contributo allo sviluppo di significative esperienze di sinergia pubblico-privato legate all’innovazione e all’ambiente. Davide Oldani, Ristorante “D’o” (Cornaredo), per il contributo allo sviluppo della cultura dell’eccellenza nell’arte culinaria, vicina alla migliore tradizione gastronomica milanese e all’insegna del risparmio e dell’attenzione al cliente. Marina Verderajme, Actl, Associazione per la Cultura e il Tempo Libero (Milano), per il contributo alla diffusione della cultura dello stage sul fronte delle imprese in Lombardia, in una collaborazione tra pubblico e privato, attraverso lo “Sportello Stage”. Tutti i dati della ricerca Milano, città più a misura di anziano che di giovane. Il 78% degli over 65, infatti, vi vive bene contro il 74,8% dei giovani con età compresa tra 18 e 35 anni. Entrambe le categorie vi si trovano bene per le molte opportunità di lavoro (28,2% dei giovani, 13,9% degli anziani), ma mentre i giovani apprezzano in seconda battuta i suoi locali, ristoranti e negozi (14,4%) i milanesi in età da pensione vi vivono bene perché è una città internazionale (12,2%) e per i servizi pubblici e privati (11,8%). Sanità. Giovani e anziani sul tema della sanità hanno esigenze simili. Entrambi chiedono tempi di attesa più brevi nella prenotazione di visite ed esami (rispettivamente 42,9% e 46,3%) e medicine e servizi ospedalieri gratuiti o scontati (22,9%, 24,4%), oltre che medici motivati (20%, 14,6%). Sono però i giovani ad avvertire l’esigenza di strutture e dotazioni più moderne (14,3% contro 2,4% degli anziani). Ambiente. E qui i desideri si differenziano: se i giovani chiedono più aree verdi (38,5%), gli over 65 vogliono più zone a traffico limitato (16,7%). In generale, si allineano sulle richieste di blocco del traffico (rispettivamente 10,9%, 13,3%), sui limiti e controlli sui riscaldamenti (13,5%, 11,8%) e sui parcheggi gratuiti in periferia (10,9%, 13,8%). Gli anziani vorrebbero meno auto in giro. Infatti le idee tra le due generazioni divergono su ingresso a pagamento in città per le auto (giovani 5,8%, anziani 8,9%) e più giorni a targhe alterne (1,9%, 3,4%). Scuola. 1 anziano su 2 chiede libri gratuiti o scontati. Da parte dei giovani arrivano esigenze di modernizzazione: strutture ed edifici più moderni e più laboratori e computer (29,4% ciascuno), insegnanti più competenti e più motivati (23,5%). Servizi sociali. Esigenze diverse: se gli anziani pensano di più a se stessi, chiedendo maggiore assistenza domiciliare (35,7%) e la creazione di un albo delle badanti (7,1%), i giovani pensano agli altri con più case e assistenza alimentare per i meno abbienti (25% contro 7,1% per anziani), asili gratuiti o scontati per le mamme che lavorano (12,5%), abbattimento barriere architettoniche per i meno fortunati (12,5%) e azioni per affrontare il disagio giovanile (12,5%). Gli anziani chiedono strutture per maggiore integrazione degli immigrati (7,1%) e luoghi di aggregazione per se stessi (7,1%). Servizi pubblici e trasporti. Qui la differenza d’età non si fa sentire: entrambi chiedono mezzi pubblici migliori, più frequenti e più diffusi e più puntuali (giovani 56%, anziani 58,3%), si allineano anche nella richiesta di un potenziamento della linea metropolitana (7,1%, 7,3%). E se il 4,8% dei giovani chiede più piste ciclabili, il 5,2% degli anziani vuole più severità nei confronti degli automobilisti. Prezzi. Quali gli interventi necessari per contenere il carovita? Maggiore controllo sull’esposizione e trasparenza dei prezzi per il 35,6% dei giovani e sussidi per le categorie svantaggiate per il 37,5% degli anziani. E per entrambi è importante anche avere prezzi agevolati per le fasce deboli da spendere in cultura e tempo libero (30,1%, 28,6%). Abitazione. Prezzi agevolati per l’acquisto (32,1%) e più alloggi per studenti fuori sede (17,9%) sono le priorità dei giovani. Gli anziani chiedono più fondi per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare l’affitto (20%) e più rigore nell’assegnazione degli alloggi popolari (20%). Sicurezza. Se entrambi auspicano maggiori interventi contro la micro criminalità locale (anziani 44,8%, giovani 28,6%) e più vigili di quartiere (31,3%, 28,6%), le richieste si differenziano su altri fronti: i giovani chiedono più sorveglianza nelle fermate dei mezzi pubblici nelle ore notturne (21,4%), gli anziani più videocamere nei quartieri (7,5%). Indagine Camera di commercio di Milano attraverso la sua Azienda speciale Cedcamera – metodo C. A. T. I. Su 574 milanesi appartenenti alle due fasce di età 18-35 anni e over 65 anni
Perché vive bene a Milano? 18 – 35 anni > 65 anni
E’ una città internazionale 8,9% 12,2%
Offre numerose opportunità di lavoro 28,2% 13,9%
E’ un centro innovazione/ricerca/tecnologia 3,0% 3,0%
E’ un centro intellettuale importante/ apprendimento/corsi 5,0% 5,9%
Per il carattere della gente 7,9% 5,1%
Per la sua bellezza architettonica 0,5% 3,0%
Per i servizi pubblici/privati 5,9% 11,8%
Per i negozi/ristoranti/bar locali 14,4% 6,3%
Per gli eventi culturali/sportivi 5,4% 5,1%
Per i servizi ai bambini/anziani 1,0% 2,5%
Per i Servizi sociali 1,0% 2,5%
Per le Infrastrutture 5,0% 3,0%
Altro (testo) 13,9% 25,7%
Totale 100,0% 100,0%
Scuola – interventi necessari 18-35 anni >65 anni
libri scolastici gratuiti/ scontati 0,0% 50,0%
tempo pieno 5,9% 0,0%
più supporti didattici (computer, laboratori) 29,4% 0,0%
pulmino scolastico 0,0% 0,0%
strutture più moderne (edifici, sicurezza) 29,4% 0,0%
insegnanti più competenti e motivati 23,5% 0,0%
altro 11,8% 50,0%
Totale 100,0% 100,0%
Ambiente– interventi necessari 18-35 anni >65 anni
più blocchi del traffico 10,9% 13,3%
aumentare zone verdi 38,5% 15,8%
più zone a traffico limitato 12,8% 16,7%
più giorni a targhe alterne 1,9% 3,4%
limiti e controlli sulle emissioni da riscaldamento 13,5% 11,8%
parcheggi gratuiti/scontati in periferia e potenziamento del collegamento col centro 10,9% 13,8%
ingresso in città a pagamento 5,8% 8,9%
altro 0,0% 5,4%
non so 5,8% 10,8%
Totale 100,0% 100,0%
Sanita´ – interventi necessari 18-35 anni >65 anni
medicine e servizi ospedalieri gratuiti/scontati 22,9% 24,4%
dotazioni strutturali e di ricerca più moderne 14,3% 2,4%
medici e infermieri più competenti e motivati 20,0% 14,6%
tempi di attesa più brevi nelle prenotazioni di visite ed esami 42,9% 46,3%
altro 0,0% 2,4%
non so 0,0% 9,8%
Totale 100,0% 100,0%
Servizi Sociali – interventi necessari 18-35 anni >65 anni
asili gratuiti/scontati per mamme che lavorano 12,5% 0,0%
assistenza domiciliare per anziani 0,0% 35,7%
assistenza alimentare e casa per i più poveri 25,0% 7,1%
creazione/potenziamento di un albo per le badanti professionali 0,0% 7,1%
luoghi di incontro/ centri aggregazione per la socialità degli anziani 0,0% 7,1%
scuole di lingua e cultura per immigrati 0,0% 7,1%
potenziamento delle azioni per affrontare il disagio giovanile/droga/dispersione scolastica 12,5% 7,1%
abbattimento barriere architettoniche per portatori di handicap 12,5% 0,0%
maggiori servizi di supporto alle famiglie di portatori di handicap 12,5% 7,1%
altro 25,0% 21,4%
Totale 100,0% 100,0%
Servizi Pubblici E Trasporti – interventi necessari 18-35 anni >65 anni
servizi di trasporto gratuiti/scontati 6,0% 5,2%
più metropolitane, rete da potenziare 7,1% 7,3%
più tram e bus 8,3% 5,2%
mezzi pubblici migliori/più frequenti/più diffusi/puntuali/puliti 56,0% 58,3%
più parcheggi 13,1% 8,3%
più piste ciclabili 4,8% 0,0%
più severità nei confronti degli automobilisti 1,2% 5,2%
meno severità nei confronti degli automobilisti 1,2% 0,0%
non so 0,0% 4,2%
altro 2,4% 6,3%
Totale 100,0% 100,0%
Prezzi – interventi necessari 18-35 anni >65 anni
azioni per ridurre i prezzi per mangiare fuori in pausa pranzo 9,6% 0,0%
prezzi agevolati per giovani e anziani per cultura e tempo libero 30,1% 28,6%
sconti sul trasporti per classi sociali meno abbienti 9,6% 7,1%
maggiori controlli sull’esposizione e la trasparenza dei prezzi 35,6% 21,4%
sussidi per categorie svantaggiate (es. Pensioni minime) 9,6% 37,5%
non so 2,7% 3,6%
altro 2,7% 1,8%
Totale 100,0% 100,0%
Abitazione – interventi necessari 18-35 anni >65 anni
più fondi per aiutare le famiglie in difficoltà a pagare l’affitto 10,7% 20,0%
più rigore nell’assegnazione degli alloggi popolari e lotta all’abusivismo 14,3% 20,0%
più case popolari 7,1% 10,0%
più edilizia per l’acquisto della casa a prezzo agevolato 32,1% 20,0%
più alloggi per accogliere da fuori studenti e lavoratori 17,9% 0,0%
altro 17,9% 30,0%
Totale 100,0% 100,0%
Sicurezza – interventi necessari 18-35 anni >65 anni
interventi contro la piccola criminalità locale (furti, scippi) 28,6% 44,8%
interventi contro il terrorismo 3,6% 0,0%
interventi contro la criminalità economica (usura, falsi dei marchi più noti) 0,0% 1,5%
più vigili di quartiere 28,6% 31,3%
potenziamento della lotta all’evasione fiscale 0,0% 4,5%
potenziamento delle videocamere nei quartieri 0,0% 7,5%
vie più illuminate di notte soprattutto in periferia 3,6% 0,0%
maggiore sorveglianze nelle fermate dei mezzi pubblici nelle ore notturne 21,4% 7,5%
non so 0,0% 1,5%
altro 14,3% 1,5%
Totale 100,0% 100,0%
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MICROSOFT ANNUNCIA IL PIANO DI TRANSIZIONE IN VISTA DEL NUOVO RUOLO DI BILL GATES NEL LUGLIO DEL 2008  
 
 Milano, 19 giugno 2006 - L’azienda ha annunciato che Ray Ozzie, Chief Technical Officer, assumerà immediatamente la carica di Chief Software Architect e affiancherà Gates nelle sue responsabilità tecniche e di supervisione dei prodotti, per assicurare un passaggio graduale. Contemporaneamente Craig Mundie, anch’egli Chief Technical Officer, assumerà immediatamente la carica di Chief Research and Strategy Officer e lavorerà a stretto contatto con Gates per rilevare gradualmente le sue responsabilità sulle funzioni di ricerca e nuove opportunità della società. Mundie, inoltre, collaborerà con Brad Smith, General Counsel, per quanto riguarda i programmi relativi alla proprietà intellettuale e alle policy nel campo delle tecnologie. “Il nostro business e la nostra leadership tecnologica non sono mai stati così forti e Microsoft è ben posizionata per raggiungere nuovi successi nei prossimi anni. Sono davvero fortunato di poter contare su professionisti del calibro di Ray e Craig nella società”, commenta Gates. “Continuerò a dedicarmi a tempo pieno a Microsoft fino a giugno 2008 e lavorerò fianco a fianco con loro per garantire continuità all’azienda”. “E’ stata una decisione difficile per me”, ha aggiunto Bill Gates. “Ho la fortuna di avere due grandi passioni che ritengo importanti e stimolanti. Mentre mi preparo per questo cambiamento, sono fermamente convinto che il futuro di Microsoft sarà brillante come sempre”. Nel settembre 2005 il Chief Executive Officer di Microsoft, Steve Ballmer, ha organizzato l’azienda in tre divisioni che rispondono ai presidenti Jim Allchin, Kevin Johnson, Robbie Bach e Jeff Raikes, ai quali è stata data una maggiore responsabilità in termini di sviluppo di prodotto e di strategia decisionale per le rispettive aree di business. Nell’agosto del 2005 l’azienda ha inoltre nominato Kevin Turner Chief Operating Officer. “Io e Bill siamo certi di poter contare su una squadra di collaboratori in grado di “fare un passo avanti” per sostituirlo degnamente e guidare l’innovazione di Microsoft senza perdere un colpo”, ha dichiarato Steve Ballmer. “Continueremo ad assumere i migliori talenti tecnologici nel mondo e a offrire loro gli strumenti per dare il meglio e continueremo ad affrontare le sfide più grandi e a offrire le migliori opportunità ai nostri clienti investendo nel lungo termine”. Ballmer e Gates hanno sottolineato che negli ultimi anni Microsoft ha progressivamente allargato il proprio senior leadership team e che l’annuncio di oggi si inserisce in questo processo di transizione già iniziato da diversi anni. Nel gennaio del 2000 Gates ha assunto il ruolo di Chief Software Architect e Ballmer quello di Ceo con la responsabilità della gestione operativa dell’azienda e della sua strategia di business. “E’ un approccio molto appropriato e accurato. Una transizione di due anni garantirà all’azienda un trasferimento graduale della strategia e della competenza da Bill alla nuova generazione di leader”, ha commentato James I. Chash, Ph. D, membro del Microsoft board of directors e in precedenza professore alla Harvard Business School. “Steve e il suo team di collaboratori sono veramente eccellenti e sono convinto che la società non risentirà di questo cambiamento”. Ozzie, 50 anni, ha lavorato sul primo foglio di calcolo elettronico, Visicalc, nei primi anni ottanta; successivamente è entrato in Lotus Development Corp nel 1983 per sviluppare Lotus Symphony, un prodotto per la gestione integrata del software basato su Ms-dos, che riuniva applicazioni di scrittura, calcolo, grafica, gestione dei dati e strumenti di comunicazione. Nel 1984 Ozzie ha fondato Iris Associates Inc. Per sviluppare Lotus Notes e nel 1997 Groove Networks, dove ha sviluppato Groove Virtual Office. Microsoft ha acquisito Groove Networks nell’aprile 2005 e ha nominato Ozzie quale Chief Technical Officer. Mundie, 56 anni, è entrato in Microsoft nel 1992 per creare e guidare la Consumer Platforms Division, con la responsabilità di sviluppare una piattaforma basata su dispositivi diversi dal Pc e un’offerta di servizi che include il sistema operativo Microsoft Windows Ce, software per Pc portatili, Pocket Pc e Auto Pc e i primi prodotti per la telefonia. Mundie ha inoltre avviato le attività di Microsoft per la Tv digitale e ha acquisito e gestito la Webtv Networks Inc. Mundie è stato inoltre il promotore dell’iniziativa Trustworthy Computing, che ha influenzato la strategia di sviluppo del software in Microsoft. Le sua attuali responsabilità comprendono inoltre la definizione di policy di global technology e una serie di attività tecniche e di sviluppo del business. Ozzie e Mundie continueranno a riportare a Gates. Al momento opportuno, nel corso di questi due anni di transizione, passeranno a riporto di Steve Ballmer. Gates, 50 anni, ha fondato Microsoft nel 1975 con l’amico d’infanzia Paul Allen. Microsoft è divenuta società quotata nel 1986 e Gates ne è stato il Chairman e Ceo fino al 2000, quando Ballmer ha ricoperto il ruolo di Ceo. Negli ultimi sei anni Gates si è dedicato allo sviluppo del software Microsoft in qualità di Chairman e Chief Software Architect della società. Nel 2000, insieme a sua moglie, ha fondato la Bill & Melinda Gates Fondation il cui patrimonio è attualmente pari a 29,1 miliardi di dollari. Fondata nel 1975, Microsoft è stata pioniera nell’innovazione del software ponendo le basi per la rivoluzione dell’informazione digitale e ha lanciato l’industria del Personal Computer. Iniziando con Ms-dos, il primo sistema operativo Microsoft e proseguendo con prodotti quali Microsoft Office, Microsoft Windows e Xbox, l’azienda ha sviluppato un’ampia gamma di software, servizi e soluzioni che hanno trasformato il modo in cui le persone lavorano, comunicano e giocano. Microsoft ha 63 mila dipendenti in oltre 100 Paesi e produce ogni anno vendite per più di 40 miliardi di dollari. Grazie a prodotti per Pc desktop, server e dispositivi mobili, Microsoft continua a essere leader mondiale nell’aiutare le persone e le aziende a realizzare il loro pieno potenziale. .  
   
   
CENTO MILIONI DI EURO PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE PIEMONTESI, LIGURI E VALDOSTANE, GRAZIE AD UNA CONVENZIONE TRA UNIONFIDI E BNL  
 
Torino, 19 giugno 2006 - Le piccole e medie imprese piemontesi, liguri e valdostane potranno beneficiare di 100 milioni di euro di finanziamenti per effettuare investimenti finalizzati alla crescita del loro business: è il risultato della nuova convenzione, siglata tra Unionfidi e Bnl, per offrire – attraverso un unico ed articolato strumento - una concreta risposta alle esigenze finanziarie, e in particolare di credito, che si evidenziano nelle diverse fasi di vita e di sviluppo di questo segmento di imprese, soprattutto nell’attuale fase congiunturale connotata da un continuo confronto concorrenziale. L’attivazione del plafond di conseguenza potrà avere ripercussioni positive anche sul trend economico del Nord-ovest. I fondi, riservati alle aziende socie di Unionfidi, sono a disposizione dal 1° giugno fino al prossimo 31 ottobre. Bnl, tramite la garanzia Unionfidi, mette a disposizione delle imprese dei settori industria, commercio, agricoltura, agroindustria, turistico/alberghiero e servizi del Nord Ovest, crediti a medio termine della durata di 5 anni che vanno da un minimo di 50mila euro ad un massimo di 1 milione di euro. Il tasso di interesse varia in base alla classe di merito dell´azienda e della durata dell’investimento. I finanziamenti sono caratterizzati comunque da tassi di interesse basati sull’Euribor a 3/6 mesi – più spread a partire da 0,875% - snellezza operativa e velocità di erogazione Sono finanziabili gli investimenti materiali e immateriali, in progetti di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica, quelli specifici nel settore dell´Information & Communication Technology, i progetti di internazionalizzazione, la formazione, la costituzione di scorte ed il miglioramento dell´equilibrio finanziario. L´importo finanziabile è fino al 100% del programma di investimento. Le modalità di accesso ed ulteriori informazioni possono essere richieste tramite le sedi di Unionfidi, dislocate nelle varie province piemontesi, e la rete commerciale Bnl, presente nelle regioni interessate dall’accordo con 80 sportelli. Unionfidi rilascia garanzie a livello nazionale ad imprese appartenenti a tutti i settori. Gli associati sono circa 8400. .  
   
   
CENNI DI RIPRESA PER L´INDUSTRIA TOSCANA TORNA A CRESCERE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE TOSCANA: RIMBALZO TECNICO O USCITA DA UNA LUNGA CRISI?  
 
 Firenze, 19 giugno 2006 - Dopo il ritorno, poco più che "simbolico", in terreno positivo a fine 2005 (+0,2%), la produzione industriale toscana registra in avvio d´anno un incremento significativo, +2,3%, rispetto allo stesso periodo dell´anno scorso. Lo rileva l´indagine congiunturale Unioncamere Toscana-confindustria Toscana. Il dato è in linea con l´andamento nazionale (+2,2%, Istat) e con le dinamiche degli indicatori anticipatori del ciclo, a cominciare dal clima di fiducia delle imprese rilevato dall´Isae. Lungamente atteso - occorre tornare al I trimestre 2001 per rintracciare una variazione dello stesso ordine di grandezza - esso si accompagna ad indicazioni generalmente positive degli altri indicatori congiunturali (con l´eccezione dell´occupazione), così che l´industria manifatturiera toscana può senz´altro archiviare il I trimestre 2006 come il più dinamico degli ultimi anni. Questi dati sembrano confermare la progressiva attenuazione delle difficoltà registrate a partire dalla seconda metà del 2005, pur lasciando aperti i dubbi sul fatto che l´inizio dell´anno in corso possa costituire un effettivo punto di svolta del ciclo congiunturale. È tuttavia certo che, malgrado i miglioramenti rilevati, restano sul tappeto i problemi di carattere strutturale che l´apparato manifatturiero regionale deve ancora affrontare e risolvere compiutamente. Tre elementi di valutazione sembrano a tale riguardo particolarmente significativi. Primo: i dati rilevati in questo avvio d´anno hanno come termine di riferimento il primo trimestre 2005 e, più in generale, i "primi trimestri" degli anni scorsi, i quali sono stati particolarmente negativi (-3,1% nel 2005, -2,9% nel 2003, terza e quarta peggiore performance negli ultimi quattro anni). Pertanto, il livello assoluto della produzione industriale resta depresso, a dispetto del +2,3% registrato nel trimestre in esame (in effetti, se come termine di confronto si prende il Iv trimestre 2005 - cioè se si considerano le variazioni congiunturali - la dinamica della produzione industriale torna ad essere in linea con quella degli anni scorsi, +0,5). Secondo: permangono forti segnali di incertezza sul lato della domanda. Sul fronte interno, il +0,3% degli ordinativi, pur riportando l´indicatore in terreno positivo dopo quasi due anni, non rappresenta certo la spinta di cui necessita l´industria regionale per crescere a ritmi sostenuti e stabili. I prevedibili interventi del Governo centrale per il riassesto della finanza pubblica potrebbero inoltre rallentare ulteriormente la dinamica della domanda interna, la cui importanza per l´industria toscana è nota, a dispetto della vocazione export-oriented delle nostre imprese, di cui sempre si parla. Sul fronte estero, peraltro, nel 2005 le vendite in valore sono calate (-1,2%) a dispetto della dinamica positiva degli ordini e le prospettive nel 2006 restano ancora tutte da capire. Terzo: anche in un trimestre positivo come il I 2006, permangono sia a livello territoriale che settoriale situazioni di affanno più o meno pronunciato. E´ il caso delle province di Prato, Arezzo ed in minor misura di Grosseto, o del comparto tessile e abbigliamento e del settore "varie", con particolare riferimento all´oreficeria. La domanda: fatturato, ordini esteri ed ordini interni Continuano a salire, tra gli indicatori di domanda, il fatturato e gli ordinativi esteri. Per quanto riguarda il fatturato che, a valori correnti, è cresciuto del 2,8%, si tratta di una crescita in atto dalla seconda metà del 2005. Peraltro, a livello nazionale, la variazione tendenziale del fatturato manifatturiero stimata dall´Istat, per il I trimestre 2006, è significativamente superiore. Da tre trimestri consecutivi si registrano anche incrementi negli ordinativi provenienti dal mercato estero (+2,4% rispetto al I trimestre del 2005). Come già ricordato, una novità di questa prima rilevazione del 2006 riguarda la crescita degli ordinativi provenienti dal mercato interno (+0,3%). Sebbene sia soltanto una modesta risalita, si tratta comunque dell´interruzione di un lungo periodo recessivo in atto dal Ii trimestre 2004, anche se, per il prosieguo dell´anno, il rafforzamento della domanda interna resta più un auspicio che una previsione economicamente fondata. Anche per gli ordinativi, inoltre, per il complesso dell´Italia l´Istat nel I trimestre 2006 incrementi ben più consistenti sia sul versante interno che estero. Il livello dei prezzi alla produzione rimane orientato alla moderazione, +1,5% rispetto al I trimestre 2005. Questa evoluzione conferma il raffreddamento della dinamica dopo un 2004 ed un inizio 2005 piuttosto "caldi". In un periodo di forti pressioni sul fronte dei costi degli input (a solo titolo di esempio il costo di un barile di greggio Cif importato in Italia secondo i dati del Ministero delle Attività Produttive è aumentato nel I trimestre 2006 rispetto alla media dei primi tre mesi del 2005 del 35,1%[1] e variazioni molto consistenti hanno interessato altre materie come il rame, il platino e i minerali ferrosi), la dinamica dei prezzi ex fabbrica segnala probabilmente il tentativo di mantenere quote di mercato sacrificando, almeno in parte, la quota di profitto. L´occupazione nel I trimestre 2006 rispetto al medesimo trimestre del 2005 registra una flessione (-0,3%). Pur trattandosi di una modesta riduzione risulta essere la seconda flessione trimestrale consecutiva. Dopo la sostanziale tenuta occupazionale del 2004 ed il peggioramento avvenuto nel 2005, la flessione occupazionale di inizio 2006 sottolinea comunque quantomeno il permanere di una situazione di incertezza che interessa il sistema manifatturiero toscano. Sul fronte della demografia imprenditoriale, nel corso del I trimestre 2006, il numero delle imprese manifatturiere non artigiane registrate presso le Camere di Commercio toscane è cresciuto di 593 unità rispetto al I trimestre 2005. Un dato, quello del I trimestre 2006, che denota un´accelerazione della crescita per il sistema imprenditoriale manifatturiero toscano e che, se riportato in termini percentuali, risulta pari al +2,1%. Il +2,1% della Toscana la pone al primo posto tra le regioni di benchmark del Centro-nord. Peraltro, buona parte della crescita è da imputarsi ad imprese individuali (+8,1% nel I trimestre 2006), sicché la sua capacità di tradursi in un rafforzamento del sistema industriale è limitata. Dopo un Iv trimestre 2005 nel quale si era registrato un timido segnale di inversione di tendenza di questa categoria d´impresa, si rafforza nei primi tre mesi del 2006 la congiuntura della piccolaindustria (da 10 a 49 addetti). La produzione tendenziale è infatti in crescita dell´1,1% mentre il fatturato nominale cresce dell´1,2%. Rallentano, anche se rimangono in terreno positivo, gli ordini di mercato provenienti dall´estero (+1,8%) mentre rimangono sostanzialmente stagnanti quelli provenienti dall´interno (-0,1%), rilevanti per le piccole imprese ancor più di quanto non lo siano per media e grande industria. Si osserva, anche in questo trimestre, una riduzione dell´occupazione dello 0,8% rispetto al I trimestre 2005. La situazione della piccola industria rimane la più problematica tra le diverse categorie d´impresa. Dopo cinque trimestri consecutivi di difficoltà, nel I trimestre 2006 la grande industria (oltre 250 addetti) mostra visibili segnali di recupero. Tornano a salire produzione industriale (+3,4%) e fatturato nominale (+5,2%). Tale crescita si ripercuote sul grado di utilizzo degli impianti passato dal 76,4% del I trimestre 2005 all´83,1% dei primi tre mesi del 2006: il valore più elevato da inizio 2003 per le grandi imprese. Dal lato della domanda, preoccupa la diminuzione degli ordinativi interni (-2,0%) nonché la riduzione del tasso di crescita della domanda estera (+0,8%). Anche nel I trimestre 2006 il fatturato (+5,4%) e la produzione (+4,9%) della media impresa manifatturiera toscana (50 - 249 addetti) rimangono i più dinamici rispetto alla altre classi dimensionali, mettendo a segno i valori più elevati dal 2003. Il proseguire di questa fase favorevole per la media industria si riflette direttamente sull´utilizzo della capacità produttiva che passa dal 78,6% del I trimestre 2005 al 79,9% del I 2006. Segnali positivi vengono anche dal fronte occupazionale se è vero che l´occupazione, rispetto al I del 2005, continua ancora guadagnare qualcosa (+0,2%). Dal lato della domanda si rileva la crescita prepotente degli ordinativi provenienti dai mercati esteri (+5,1%) così come il buon recupero di quelli interni (+2,5%). Il confronto tra l´andamento della produzione del I trimestre 2006 di ciascun settore rispetto alla variazione registrata nella media del biennio 2004-2005 fornisce qualche segnale incoraggiante sulla reazione del sistema industriale toscano alla difficile situazione congiunturale. Il più importante di tali segnali è costituito dall´estendersi del recupero produttivo ad un numero via via crescente di comparti. Il numero di quelli che si trovano in espansione o in ripresa è infatti passato da 0 nel I trimestre 2005 ai 3 nel Ii 2005, dai 5 nel Iii 2005 ai 4 del Iv 2005 fino a giungere, nel I trimestre 2006, a ben 8 settori su 10. Tra i settori in espansione troviamo la produzione di metallo e fabbricazione di oggetti in metallo, la meccanica, l´elettronica e mezzi di trasporto, l´alimentare, la chimica, farmaceutica, gomma e plastica, il legno mobili mentre si trovano in ripresa i minerali non metalliferi ed il pelli-cuoio-calzature. In fase recessiva si trovano altri due importanti settori regionali quali il tessile-abbigliamento e le industrie varie. Accelera nel I trimestre 2006 tanto la produzione quanto il fatturato della produzione di metallo e fabbricazione di oggetti in metallo (rispettivamente +6,5% e +6,3%). La crescita degli ordinativi (+5,8% quelli interni, +7,2% quelli esteri) lascia ben sperare per l´attività dei prossimi trimestri. Si conferma anche il miglioramento congiunturale della meccanica. Tanto la produzione (+7,0%) quanto il fatturato (+8,0%) risultano in crescita in una fase di moderazione dei prezzi ex-fabrica del settore (+1,0%). Bene anche gli ordinativi (+10,9% esteri, +2,0% interni). Il settore dell´elettronica e mezzi di trasporto, dopo la battuta d´arresto del ottobre-dicembre 2005, torna a far crescere la produzione (+4,5%). E´ peraltro da rilevare come tale andamento sia determinato quasi completamente dalla buona evoluzione dei mezzi di trasporto (+9,7% la produzione tendenziale) mentre l´elettronica accresce la propria produzione di solo l´1,6%. Continua la crescita del fatturato complessivo settoriale (+3,5%) determinato, in questo caso, da un andamento divergente tra mezzi di trasporto (in aumento del 7,7%) ed elettronica (in calo dello 0,4%). Destano una certa apprensione la riduzione degli ordinativi in calo tanto nella componente interna (-5,4%) quanto in quella estera (-2,6%) anche in questa circostanza determinati dalla flessione dell´elettronica e dalla buona tenuta dei mezzi di trasporto. Dopo un trimestre di flessione, torna a crescere la produzione del comparto alimentare (+2,3%). Tra gli indicatori di domanda accelerano il fatturato tendenziale (+2,6%) così come gli ordinativi: +4,7% quelli esteri e +0,4% quelli provenienti dall´interno. Dopo due trimestri di sostanziale stagnazione, cresce la produzione del macro-comparto della chimica, farmaceutica, gomma e plastica (+4,3%) con un andamento migliore della farmaceutica (+9,3%) rispetto al pur non disprezzabile +3,8% della chimica-gomma-plastica. Il fatturato complessivo, stimolato dalla ottima performance della farmaceutica (+10,5%), continua la sua crescita (+6,6%): la variazione più elevata del settore dal Iv trimestre 2002. Tornano a crescere nel I trimestre 2006, rispetto allo stesso periodo del 2005, gli ordinativi provenienti dall´interno (+2,5%) mentre continuano ad espandersi gli ordinativi esteri (+3,1%). Continua nella sua fase espansiva, in atto da metà 2005, il settore legno-mobili: (+2,3%) la produzione tendenziale. Dopo le discrete performance registrate dalla seconda metà del 2005, si evidenzia una battuta d´arresto negli ordinativi esteri (-4,1%); per contro, gli ordinativi interni, dopo una serie di sette trimestri con il segno meno, tornano a salire (+1,2%). Dopo quattro trimestri di variazioni negative si riprende la produzione tendenziale dei minerali non metalliferi (+1,0%). Riprende quota anche il fatturato (+3,2%). Rimangono stagnanti gli ordinativi provenienti dall´interno (+0,5%) mentre quelli provenienti dall´estero compiono un incoraggiante balzo in avanti del 7,9%. Tra i settori con evoluzioni leggermente positive troviamo il pelli-cuoio-calzature: +0,2% la produzione. Rispetto ai trimestri precedenti è da segnalare un elemento di novità che consiste in una ripresa del settore delle calzature (+1,7%) a fronte di una flessione del comparto pelli-cuoio (-2,3%). Analizzando l´andamento del fatturato si evidenzia, anche in questo caso, un miglioramento marcato nella produzione di calzature (+4,3%) e, di contro, una diminuzione del pelli-cuoio (-0,9%). Gli ordinativi esteri crescono tanto nel calzaturiero (+4,1%) quanto nel pelli-cuoio (+5,0%). Gli ordini interni flettono invece nel calzaturiero (-1,6%) mentre crescono nel pelli-cuoio (+1,5%). Un settore che nel complesso si trova ancora in difficoltà risulta essere quello del tessile-abbigliamento: -0,5% la produzione ed anche il fatturato flette dell´1,0%. Anche dagli ordinativi non provengono segnali incoraggianti (-0,1% quelli interni e -0,6% quelli esteri). La situazione che vede la flessione complessiva del settore è però frutto di comportamenti differenziati tra tessile, che perde, e abbigliamento, che invece sembra difendersi. Gli ordinativi dall´estero sono stagnanti per entrambi i settori (-0,8% nel tessile e -0,3% nell´abbigliamento) mentre hanno andamenti marcatamente differenziati quelli interni: -1,8% quelli del tessile e +3,9% per l´abbigliamento. Per i rimanenti comparti, raggruppati sotto la voce varie, continua la stagnazione produttiva (-0,2%) che spinge ai minimi del settore, calcolati dal 2002, l´utilizzo della capacità produttiva (72,8%). Tale evoluzione sembra determinata, ancora una volta, dall´andamento negativo dell´orafo-argentiero, in atto omai da inizio 2002, con la sola interruzione registrata nel Iii trimestre 2005. Stagnante l´andamento degli ordinativi tendenziali: -1,6% per quelli interni e -0,1% per quelli provenienti dall´estero. Le aspettative degli imprenditori, relative all´andamento atteso della produzione industriale per il periodo aprile-giugno 2006, continuano ad indicare un miglioramento. Infatti, il 29% degli imprenditori prevede un aumento della produzione tendenziale, mentre il 10% si aspetta una diminuzione, per un saldo complessivo pari a +19 punti percentuali. Questo risultato è molto migliore rispetto alle previsioni formulate un anno fa, che vedevano un saldo positivo di un solo punto percentuale fra "ottimisti" e "pessimisti". Migliorano le aspettative imprenditoriali per il Ii trimestre 2006 rispetto al trimestre precedente, relative a produzione, occupazione, domanda interna ed esterna. Per quanto riguarda la produzione, il confronto con le previsioni formulate lo scorso anno vede il saldo passare da +22 punti percentuali a +26. Torna in positivo il saldo relativo alle aspettative occupazionali (da -5% a +2%), dove prevalgono, comunque, attese di mantenimento degli organici. Per quanto riguarda la domanda, il saldo tra "ottimisti" e "pessimisti" relativamente alle prospettive per gli ordinativi dall´estero passa da +19 punti a +26, mentre quello per gli ordinativi interni passa da +18 punti a +23. .  
   
   
INNOVALAZIO: UN PREMIO ALL’INNOVAZIONE  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - La Regione Lazio attraverso la Filas, la società strumentale dedicata al sostegno dei processi di innovazione, ha consegnato giovedì 15 giugno tre premi da 100. 000 euro a tre imprese innovative del Lazio. Le tre aziende vincitrici, premiate dall’assessore Raffaele Ranucci, sono: Das, premiata per la realizzazione di un metodo automatizzato di trattamento dei vetrini impiegati in analisi di laboratorio, con tecniche di immunofluorescenza. Carind, che ha vinto grazie al suo impianto di produzione per rotoli carta tissue ad alta sicurezza e capacità di processo Romana Ambiente, che ha ottenuto il riconoscimento per aver sviluppato un sistema integrato di gestione di flussi informativi per aziende del settore disinfestazione ambientale. Agli altri partecipanti che hanno soddisfatto i requisiti richiesti, circa 40, è stata consegnata una targa e l’autorizzazione all’uso del “Marchio Innovalazio” come certificazione della loro attività. Innovalazio si inserisce nel quadro delle azioni che la Regione, per mezzo della Filas, ha progettato per sostenere e promuovere l’innovazione tecnologica nelle Pmi e si propone come riconoscimento e segno distintivo per tutte quelle imprese che abbiano messo in atto significative innovazioni. All’evento sono intervenuti: Raffaele Ranucci Assessore regionale allo Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo; Antonio Rosati, Assessore alle Politiche Finanziarie di bilancio della Provincia di Roma; Gian Carlo Elia Valori, Presidente di Sviluppo Lazio spa; Guido Fabiani, Rettore dell’Università degli Studi “Roma Tre”; Attilio Celant, Preside della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma; Fabrizio Sacerdoti, Amministratore Unico di Filas spa. L’iniziativa Innovalazio dimostra senza ombra di dubbio che, anche in aree con difficoltà strutturali, il tessuto produttivo del Lazio presenta realtà notevoli per creatività, innovazione e hi-tech. Pertanto attribuire un Premio e un Marchio di riconoscimento ai soggetti rilevanti e “virtuosi” è un’azione importante all’interno del più ampio quadro d’azione dell’Assessorato allo Sviluppo economico, ricerca, innovazione e turismo della Regione Lazio e della Filas, che punta a mettere a sistema tutte le risorse e i soggetti interessati all’innovazione: istituzioni, industria, finanza, mondo dell’istruzione e della ricerca e tutta la società civile. Motivazioni ai premi - Categoria Innovazione di Prodotto: Das Strumentazione per il trattamento automatizzato dei vetrini impiegati in analisi di laboratorio, con tecniche di immunofluorescenza, in grado di migliorare la qualità e la produttività dei laboratori di analisi cliniche. Il prodotto rappresenta una novità nel settore biomedicale internazionale. L’applicazione innovativa incorpora tecnologie originali detenute dall’azienda e sviluppate dai suoi tecnici. L’innovazione pervade tutte le funzioni aziendali: dalle lavorazioni meccaniche di precisione al software, passando attraverso la ricerca, lo sviluppo ed il marketing. Il collegamento continuo con gli utilizzatori ed il mondo della ricerca (Enti ed Università) consente a Das di proporre soluzioni innovative ed economicamente interessanti, orientate al mercato internazionale, in cui volutamente si trova a competere. Categoria Innovazione di Processo: Carind Nuovo lay-out di impianto di produzione di rotoli carta per uso domestico (tissue) che aumenta la sicurezza dei lavoratori e l’igiene dell’ambiente di lavoro e raddoppia la produttività rispetto alle realtà pre-esistenti. Il nuovo apparato, realizzato in collaborazione con sub-fornitori, ha consentito il lancio di una nuova linea di prodotti. La progettazione e l’avvio della nuova linea di produzione rappresenta una tappa rilevante di un piano di investimenti finalizzato a : recupero di produttività attraverso l’automatizzazione spinta; piena e consapevole tutela della sicurezza dei lavoratori; acquisizione di nuove quote di mercato. L’impresa, che si pone l’obiettivo a medio termine di entrare nei primi cinque produttori nazionali e di aumentare il fatturato estero, diviene così elemento catalizzatore dello sviluppo e punto di raccordo con il mercato della filiera cartotecnica che caratterizza il bacino di riferimento territoriale. Categoria Innovazione del Modello di Sviluppo: Romana Ambiente Software gestionale per aziende del settore disinfestazione ambientale. Il sistema consente di integrare in un’unica piattaforma la totalità dei processi aziendali e rappresenta una novità assoluta per il settore. Il prodotto, grazie alla sua potenzialità di definire gli standard delle prestazioni per i servizi, consente ai clienti una visione completa e immediata sullo stato degli interventi garantendo alti livelli qualitativi. L’utilizzo del prodotto, che rappresenta in sé un ottimo strumento di gestione e supporto alle decisioni, può essere esteso e personalizzato secondo le esigenze delle singole aziende di settore interessate. .  
   
   
DA MODENA TRE PROGETTI PER IL PREMIO NAZIONALE INNOVAZIONE  
 
Modena, 19 giugno 2006 - Si chiude domani 20 giugno il concorso ‘Modena Laboratorio d’Innovazione’ valido come selezione provinciale del Premio nazionale per l’innovazione 2006. L’iniziativa è promossa da Provincia di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Promo, Camera di Commercio di Modena, in collaborazione con l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, e ha come obiettivo quello di premiare e sostenere inventiva, originalità e capacità d’innovazione degli aspiranti e neoimprenditori modenesi. Il concorso è infatti riservato a gruppi di futuri imprenditori, anche associati in modo informale, oppure alle imprese di qualsiasi forma giuridica con sede operativa in provincia di Modena e costituite dopo il primo gennaio 2006. Entro il 20 giugno dovranno quindi pervenire i business plan delle idee imprenditoriali che saranno selezionati da una giuria di esperti provenienti dal mondo universitario, delle imprese, finanziario e delle professioni: le tre idee più brillanti avranno diritto a rappresentare la nostra provincia alla competizione nazionale del Premio per l’Innovazione 2006 organizzato dalle Università italiane. Saranno quindi tre i progetti innovativi che rappresenteranno la nostra provincia a questa importante competizione di respiro nazionale che mette in palio premi davvero importanti: il primo di 60mila euro, il secondo di 30mila euro e il terzo di 20mila euro. I progetti che parteciperanno, oltre ad essere totalmente originali, dovranno caratterizzarsi per un alto contenuto di conoscenza tecnica e tecnologica. Per partecipare è necessario presentare il business plan dell’idea imprenditoriale, in formato libero, ma riproducibile in formato elettronico (saranno accettati i formati pdf e doc). Il business plan deve essere accompagnato dalla scheda di partecipazione scaricabile dal sito www. Laboratoriodinnovazione. It La scheda di partecipazione e il business plan dell’idea imprenditoriale dovranno essere inviati in numero due copie cartacee, unitamente al supporto informatico (cd o floppy disk), tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o consegnati a mano a Promo, viale Virgilio 55, 41100 Modena. E’ possibile ottenere supporto contattando Promo al numero di telefono 059-848811 oppure via mail: g. Bergianti@promoline. It .  
   
   
BETA80 GROUP NEL PANEL DEL CONVEGNO L’OPPORTUNITÀ ITIL PER LE AZIENDE – DIPARTIMENTO IT: MIGLIORARE LA QUALITÀ E CONTENERE I COSTI TRIESTE, PALAZZO FERDINANDEO – 22 GIUGNO 2006  
 
Milano, 19 giugno 2006 - Mib-school of Management, in collaborazione con Beta80 Group, Sun Microsystems Italia, Pacorini Group e itSmf Italia, organizza L´opportunità Itil per le aziende - Dipartimento It: migliorare la qualità e contenere i costi, un incontro per le aziende che desiderano migliorare i propri servizi It, attraverso il ricorso a Information Technology Infrastructure Library (Itil). Nata negli anni ‘80 per la gestione ottimale dei servizi It della Pa Britannica, Itil è una raccolta di direttive e “best practice" per pianificare, sviluppare e gestire i servizi It, migliorandone efficacia e qualità, pur contenendo i costi. La necessità di migliorare e ottimizzare la qualità dei servizi It è oggi condivisa da tutte le imprese. Itil offre una risposta adeguata a questa esigenza, tanto da risultare lo standard più diffuso e apprezzato per la gestione dei dipartimenti It delle aziende. Il convegno è rivolto a imprenditori, manager, direttori dei sistemi informativi e gestori di servizi, come help desk e contact center, che hanno intenzione di avvalersi di uno standard qualificato di gestione dei servizi informativi; ai professionisti It in cerca di nuovi mercati in espansione. Sarà un momento di confronto tra le aziende che hanno già adottato Itil, quelle interessate ad adottarlo, e professionisti in grado di fornire le competenze necessarie per avviare il processo. Ivan Grumelli, Responsabile Divisione Consulenza Ict di Beta80, terrà una relazione dal titolo Itil: dalla teoria alla pratica. Da dove partire?, nel quale illustrerà la strategia di Beta80 nell’implementazione di processi di It Service Management. Una volta che un’azienda decide di adottare i suggerimenti di Itil, si trova davanti a un bivio: adottare il classico approccio analitico che prevede una fase di assessment, una di disegno/progettazione e una di implementazione; o fare propri i consigli proposti nel libro dell’Office of Government Commerce (Ogc), Planning to implement Service Management. Il percorso indicato da Beta80 è un connubio dei due metodi, affinato in più di dieci anni di esperienza nell’implementazione di processi di It Service Management, e nello specifico con la divisione “Enterprise Information System & Business Alignment”. È un approccio pragmatico, capace di porre le fondamenta per la pratica di It Governance con tempi di avvio dei progetti assai veloci, benefici a breve per gli stakeholder e un miglioramento graduale dei processi. .  
   
   
LE IMPRESE DI SERVIZI: NO A TAGLI SELETTIVI DEL CUNEO FISCALE  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - Nel vivace e contraddittorio dibattito politico sul taglio di cinque punti del cuneo fiscale previsto dal Governo interviene il mondo dei servizi che rappresenta ormai circa il 60% del Prodotto Interno Lordo nazionale. “Il taglio del cuneo fiscale”, dichiara il Presidente Fise (Federazione Imprese di Servizi di Confindustria), Carlo Noto La Diega, “deve riguardare anche le imprese di servizi, un settore labour intensive ad elevata concentrazione occupazionale, peraltro già fortemente penalizzato dall’incidenza dell’Irap. I servizi ricoprono oggi un ruolo strategico per soddisfare la domanda del mercato dei beni industriali, ormai inscindibile dagli altri fattori di sviluppo economico”. “Senza dimenticare”, aggiunge Noto La Diega, “che la Pubblica Amministrazione è il principale cliente delle imprese di servizi e che, a un eventuale taglio del cuneo fiscale, corrisponderebbe anche una riduzione di spesa per la P. A. ”. “La misura prevista dal Governo non dovrà prevedere discriminazioni tra le diverse categorie produttive. Come ha sostenuto in diverse occasioni il Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, l’unica selezione per le imprese che investono e competono, la deve fare il mercato”. .  
   
   
INDESIT COMPANY: IL RAPPORTO EURISPES “NOSTRA ECCELLENZA” PREMIA I MIGLIORI ESEMPI IMPRENDITORIALI D’ITALIA  
 
 Fabriano, 19 giugno 2006 – La capacità di innovazione di processo e di prodotto, la qualità dei processi organizzativi, la buona gestione delle relazioni industriali, il clima interno e il valore del marchio: questi alcuni dei fattori che hanno permesso a Indesit Company, unica azienda di elettrodomestici, di essere inserita tra le 100 aziende eccellenti d’Italia. È questo il risultato del rapporto “Nostra Eccellenza”, realizzato da Eurispes. L’istituto di ricerca ha monitorato le più significative esperienze imprenditoriali, istituzionali e associative nazionali e individuato cento soggetti eccellenti del sistema Italia. In un contesto economico nazionale di lenta ma costante ripresa della produzione industriale, del fatturato e degli ordinativi, diventa strategico sostenere e incoraggiare il sistema paese che funziona e promuovere la cultura dell’eccellenza e della qualità per affrontare le sfide della competitività mondiale. Il riconoscimento è la dimostrazione della cultura della qualità e dell’eccellenza che da sempre caratterizza il modo di fare impresa di Indesit Company, buon esempio di un modello organizzativo e produttivo italiano consolidato e riconosciuto a livello internazionale. .  
   
   
MSE,ELECTROLUX: RIPRENDE DIALOGO TRA IMPRESA E SINDACATI. IL 23 GIUGNO NUOVO INCONTRO  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - Giovedì 15 giugno si è svolta, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, una riunione di verifica sugli esiti delle iniziative per il rilancio del sito produttivo di Susegana nel quadro delle più generali politiche di sviluppo del Gruppo Electrolux. Alla riunione, coordinata dall’On. Borghini e dal Dr. Ruta in rappresentanza del Ministero, hanno partecipato il Dr. Trevisanato per la Regione Veneto, il Dr. Biagioni e ed il Dr. Vena in rappresentanza della Società, le Oo. Ss. Nazionali, di categoria e territoriali nonché le Rsu aziendali. Il Rappresentante del Ministero ha richiamato le specifiche azioni che il Ministero dello Sviluppo Economico (Mse) ha avviato a sostegno del settore al fine di contrastare le attuali dinamiche che lo espongono alla concorrenza dei Paesi emergenti. In tale contesto il Mse non lesinerà sforzi finalizzati alla salvaguardia dei siti produttivi nazionali, come quello di Susegana, che rappresenta un valore patrimoniale dell’industria manifatturiera. Le Oo. Ss. , nel richiamare le motivazioni che hanno portato alla situazione di stallo nei rapporti con l’Azienda sulle iniziative di rilancio produttivo dello stabilimento di Susegana, hanno richiamato l’esigenza di essere poste nelle condizioni di contrapporre, alle richieste di un piano di incremento della produttività, la piena visibilità sulle politiche di investimento della Società, finalizzate alla permanenza dello stabilimento sul mercato. I Rappresentanti dell’Azienda hanno illustrato la situazione di criticità che caratterizza l’intero settore del freddo, in presenza di una concorrenza aggressiva di nuovi “players”, della volatilità dei rapporti commerciali con la clientela a seguito delle modifiche intervenute nel sistema distributivo dove un ruolo predominante viene ora svolto dalle grandi reti di distribuzione e dalla conseguente esigenza di ricercare costantemente economie di produzione, innovazione del prodotto e l’innalzamento degli standard qualitativi, abbandonando le produzioni più esposte alla concorrenza. Il Mse, alla luce delle posizioni emerse dal confronto, ha invitato le Oo. Ss. A non considerare pregiudiziale l’ipotesi di un innalzamento delle cadenze di produzione e del miglioramento della produttività a livelli più corrispondenti a quelli richiesti dall’Azienda; ha invitato inoltre Azienda e Oo. Ss a concordare piani ferie e ricorso allo straordinario in una logica univoca. Lo stesso Ministero ha sollecitato l’Azienda a rendere visibili i piani di investimento, pur in considerazione degli effetti potenzialmente distorsivi del mercato, almeno per il prossimo biennio, nonché a non attivare per un analogo periodo, iniziative traumatiche nei confronti del personale qualora dovessero emergere esigenze di contenimento della forza lavoro. Alla luce di quanto sopra l’Azienda ed Oo. Ss si sono impegnate a rendersi disponibili alla ripresa del confronto. Il Mse, preso atto delle indicazioni emerse dal confronto e della disponibilità dell’Azienda e delle Oo. Ss a ricercare una soluzione condivisa al programma di rilancio del sito di Susegana, ha sollecitato le parti a ricercare il tempestivo raggiungimento di un accordo, riconvocando il tavolo per il 23 giugno alle ore 12,00. .  
   
   
UNIVERSITÀ LIUC DI CASTELLANZA, II CONVEGNO NAZIONALE ASSOCHANGE: SI AFFERMA IL CONCETTO DI “GOVERNO DEL CAMBIAMENTO” OLTRE 160 MANAGER, DOCENTI UNIVERSITARI, CONSULENTI E PROFESSIONISTI HANNO CONDIVISO E DISCUSSO IDEE ED ESPERIENZE SUL CHANGE MANAGEMENT NELLE ORGANIZZAZIONI DEL NOSTRO TEMPO  
 
 Milano, 19 giugno 2006 – Si è svolto nei giorni 5/6 giugno, presso l’Università Liuc di Castellanza (Va), il Secondo Convegno Nazionale di Assochange (Associazione Italiana per il Change Management) incentrato sul tema “Il Change Management che innova”. Il Convegno è stato organizzato in collaborazione con la Liuc e con la rivista “Studi Organizzativi”. Dopo le introduzioni di Giovanni Sgalambro, presidente Assochange, Gianfranco Rebora, rettore Liuc e Salvatore Merando, tesoriere Assochange, è intervenuto Andrea Pontremoli, presidente e Ad di Ibm Italia, che ha approfondito alcuni aspetti del Change Management: "Il ciclo dell’innovazione, di per sè non breve, richiede tempo, risorse e impegno. E tra i fattori del successo, al di là degli obiettivi e dell´individazione metodologia per raggiungerli, l’intervento di persone esperte è probabilmente quello più importante". Le testimonianze di Franco Porrari (Inps), Federica Guidi (vice-presidente nazionale Confindustria Giovani), Igino Bosoni (Whirlpool), Carlo Colaiacovo (Ceo Colacem) e Giacomo Lorusso (Sas) oltre a quelle di prestigiosi accademici tra i quali Ehrard Friedberg (Università di Parigi), hanno messo in evidenza come le specificità di ogni situazione organizzativa richiedano di comprendere in profondità lo specifico contesto di intervento. Per essere efficace, la gestione del cambiamento dovrà essere contestualizzata infatti nel singolo scenario e dovrà misurarsi con una quantità variegata di approcci, che vanno dai cambiamenti imposti dall´alto ai cambiamenti veicolati tra pari. “Il Convegno ha consentito un proficuo confronto tra relatori e partecipanti”, ha detto Giovanni Sgalambro, “e le diverse angolature di osservazione hanno permesso di focalizzare punti comuni. In sintonia con l’ampia definizione di Change Management propria di Assochange, che parla di Governo del Cambiamento, si sta cominciando ad affermare la comprensione che il Change Management va oltre la gestione di un cambiamento intrapreso, ma include anche la Progettazione di una evoluzione affrontabile con successo in uno scenario in costante modificazione e la creazione di una Cultura motivata e protesa verso l’innovazione sia all’interno dell’impresa che nelle relazioni di territorio, tra imprese, filiere, Istituzioni, Associazioni e Università”. “Inoltre si è acquisita la consapevolezza”, ha proseguito Giovanni Sgalambro, “che la gestione del cambiamento è una responsabilità dei Ceo e di chi guida il business, alla quale l´esperto di Change Management partecipa, in qualità di agente del cambiamento, apportando le competenze necessarie per affrontare tale trasformazione. Infine, si è condiviso che il Change Management non è un´attività meccanicistica di project management, ma deve confrontarsi e integrare diversi fattori, tra i quali la componente emozionale dell´individuo che gioca un ruolo decisivo. ”. “È importante che i massimi responsabili delle imprese e delle pubbliche amministrazioni”, ha aggiunto Gianfranco Rebora, “affrontino l’impegno del cambiamento organizzativo con un salto di qualità che implica una visione più ampia, un proprio più diretto coinvolgimento e la diffusione di professionalità adeguate e di skills di comportamento , non solo tecnologico”. “Il Convegno ha rafforzato la convinzione dell’importanza nel panorama italiano di un’associazione altamente innovativa come Assochange”, ha concluso Salvatore Merando, “in quanto la trasversalità professionale, la focalizzazione su aziende e pubblica amministrazione e il desiderio di perseguire un’integrazione con il mondo della ricerca, le università e le Management School costituiscono un significativo valore aggiunto non solo per la comunità di interessi di Aziende ed Enti oggi associate (circa 70), ma può diventare un volano per l’intero sistema paese”. .  
   
   
CAMBIO AL VERTICE DI UCR: CRISTIANO NARDI E’ IL NUOVO PRESIDENTE  
 
Milano, 19 giugno 2006 - Ucr, l’Unione costruttori regolatori per gas, aderente ad Anima (Federazione Nazionale dell’Industria Meccanica varia ed Affine), ha nominato Presidente per il biennio 2006-2007 Cristiano Nardi. Cristiano Nardi è Presidente del Consiglio di Amministrazione della Società Pietro Fiorentini Spa di Milano, una delle aziende più importanti del settore in Italia con un’attività di oltre 60 anni nel campo della riduzione, misura e trattamento dei gas. L’associazione Ucr, che raggruppa i principali costruttori italiani di regolatori per gas, partecipa attivamente attraverso i propri rappresentanti ai lavori in ambito normativo. L´attività a livello nazionale si sviluppa nell´ambito della Commissione D3 del Cig "Organi di intercettazione e regolazione per reti di distribuzione" mentre a livello internazionale i lavori sono seguiti dal Cen/ct 235 "Pressure regulators and associated safety shut-off devices for use in gas trasmission and distribution" del quale l´Italia ha assunto presidenza e segreteria. L´associazione partecipa inoltre ai lavori del Comitato europeo Faregaz nel cui ambito particolare importanza ha assunto l´attività della Commissione tecnica, soprattutto in questi ultimi anni. I temi tecnici sviluppati da tale comitato riguardano l´applicazione della direttiva Ped (Pressure equipment directive) e della direttiva Cpd (Construction product directive). .  
   
   
NOMISMA-GABETTI: ROMA, CITTÀ APERTA ALLA COMPETIZIONE  
 
Bologna, 19 giugno 2006 - Milano è ancora una volta la regina del mercato immobiliare per l’impresa, ma Roma si avvicina a ritmo sempre più incalzante, mentre città come Firenze e Bologna consolidano il loro appeal e i piccoli centri rivelano una vivacità e una capacità attrattiva crescente e per certi versi inedita. La Capitale inoltre appare sempre più competitiva secondo diversi parametri. È quanto emerge dal secondo rapporto Nomisma-gabetti, denominato “Classifica della competitività dei mercati immobiliari italiani - Edizione 2006”, volto a stabilire l’attrattività immobiliare. Fra le novità più interessanti di quest’anno i risultati di città come Padova, Bergamo, Ancona, Parma o Modena in grado di rispondere con eccellenti performance a parametri come “elevata e differenziata domanda d’uso e d’investimento”, “ambiente urbano qualificato per servizi e qualità della vita”, “offerta immobiliare adeguata e di qualità”. L’indagine, che si propone come supporto decisionale per utilizzatori e investitori, prende in esame 26 città che costituiscono il 55% del mercato nazionale e incrocia oltre cento indicatori in base ai quali stila la classifica finale. .  
   
   
CAMBIO AL VERTICE DI ASSOSIM DOPO ANNI DI IMPEGNO IL SEGRETARIO GENERALE DOTT. FRANCO GHERRA LASCIA L’INCARICO. DAL 1° LUGLIO IL NUOVO SEGRETARIO GENERALE SARÀ DOTT. GIANLUIGI GUGLIOTTA.  
 
Milano, 19 giugno 2006 - Importante novità ai vertici di Assosim, l’Associazione Italiana Intermediari Mobiliari che rappresenta gli interessi delle Associate nei confronti degli Organi Istituzionali, delle Amministrazioni, delle Associazioni e di Enti pubblici e privati, oltre a fornire agli intermediari consulenza ed assistenza tecnica. Franco Gherra, Segretario Generale dal 1998, dopo una lunga carriera nel settore finanziario presso gruppi italiani ed esteri, lascia l’incarico, pur proseguendo la sua collaborazione con l’Associazione. Il Presidente ed il Comitato Direttivo di Assosim, hanno ringraziato sentitamente il Dott. Gherra per il contributo dato in questi anni allo sviluppo dell’Associazione e per il prezioso ruolo svolto a favore degli Associati sui temi fondamentali che hanno segnato l’evoluzione del mercato mobiliare. Il nuovo Segretario Generale sarà Gianluigi Gugliotta, romano, laureato in giurisprudenza, dal 2003 Responsabile delle Politiche Europee presso l’Isda e, precedentemente, funzionario della Consob a Roma e Bruxelles e, prima ancora, consulente per il Ministero delle Finanze. Con lui Assosim dovrà affrontare innanzitutto l’implementazione della Mifid, la direttiva che ridisegna l’attività degli intermediari ed i servizi di investimento nel quadro dell’integrazione dei mercati finanziari europei. Secondo gli esperti molte questioni dovranno essere risolte prima della data di partenza, fissata per novembre 2007, in modo da non penalizzare inutilmente chi opera sulla Piazza Finanziaria italiana. Tutto ciò in un contesto di evoluzione delle borse europee il cui assetto è ben lungi dall’essere definitivo. Una sfida ambiziosa che Gianluigi Gugliotta sarà in grado di affrontare con successo grazie all’importante esperienza istituzionale maturata in Italia ed all’estero. Il passaggio del testimone Gherra-gugliotta è previsto per il prossimo 1° luglio. . .  
   
   
CERCHI CASA? CHIEDI IL MUTUO E POI LA TROVI NASCE UN NUOVO STRUMENTO FINANZIARIO: LA PREDELIBERA. IN SEI MESI RAGGIUNTO IL 35% DEI MUTUI EROGATI NEL NORDOVEST (+130% RISPETTO AL 2005). IL 70% DELLE TRATTATIVE SODDISFATTE ENTRO 60 GIORNI  
 
Milano, 19 giugno 2006 - Hanno pochi mesi di vita, ma hanno già raggiunto il 35% della quota di mercato dei mutui erogati nel Nordovest italiano. I dati, offerti dall’Ufficio Studi di Ital Fin (società di intermediazione creditizia con sedi in Lombardia e Piemonte) si riferiscono a un nuovo prodotto finanziario: le predelibere. Nate nel 2005, già a fine dicembre avevano raggiunto il 15% del totale mutui erogati nell’area compresa tra Lombardia e Piemonte. Nei primi sei mesi dell’anno in corso, le predelibere hanno ottenuto un aumento di oltre il 130%. Si tratta di una novità apparsa nell’inverno dello scorso anno sulla scena finanziaria e che sta assumendo, sempre più, un’importanza strategica per lo sviluppo del mercato immobiliare. «Siamo di fronte – ha spiegato Giuseppe Gentileschi, direttore di Ital Fin Servizi – al capovolgimento dei canoni tradizionali dell’acquisto di una casa. Il mercato ha dettato le nuove regole e sta ai mediatori e consulenti creditizi accettarle e cercare di offrirle alla clientela. Ci troviamo di fronte a un’innovazione di processo che sta cambiando le logiche del business». In sintesi: la predelibera consiste in una “promessa di mutuo” che un istituto di credito fa nei confronti di un cliente che, successivamente e sulla base di un reale e già concordato finanziamento, si mette alla ricerca della casa dei propri sogni. «Sono state capovolte le regole del gioco – continua Gentileschi -. Fino a poco tempo fa, l’iter che portava all’acquisto di un casa era quello da tutti conosciuto: si trovava l’abitazione che interessava, ci si recava in banca per la richiesta del mutuo, la banca effettuava le perizie e, nel caso, concedeva il finanziamento. Ma poteva accadere che l’erogazione finanziaria non fosse concessa con un’evidente perdita di tempo per tutti i soggetti coinvolti». Con l’allungarsi della durata dei mutui e degli importi finanziati (che hanno raggiunto i 40 anni per il 100% dell’importo complessivo, spese comprese), infatti, anche le modalità di acquisizione di un’abitazione hanno necessariamente subito delle metamorfosi. Il rischio, inoltre, con il tradizionale iter, era quello di vedere l’abitazione preferita “svanire” nel nulla per una risposta negativa da parte della banca o perché i tempi di verifica degli istituti di credito portavano l’abitazione in mani con maggiori disponibilità “liquide”. «Con l’introduzione di questo nuovo strumento - continua il direttore di Ital Fin Servizi -, ne hanno giovato tutti i soggetti interessati: i clienti perché si recano nelle agenzie immobiliari già consapevoli della propria disponibilità finanziaria, le agenzie perché operano nella certezza della disponibilità del cliente con una velocizzazione della trattativa». Soddisfazione anche da parte delle banche. Angelo Chiesa, direttore della Banca di Roma per l’Area Lombardia Sud è esplicito: «Le predelibere sono uno strumento importante per la clientela. Ci troviamo di fronte a un esame della capacità reddituale del cliente che, seppur informalmente, può concentrarsi sulla ricerca di una casa ben consapevole del mutuo che gli sarà erogato». In quanti casi, le predelibere si tramutano effettivamente in mutui erogati? «È ancora difficile stilare dei dati – precisa Chiesa -. Da poco più di sei mesi siamo in possesso di questo strumento. Teniamo conto, inoltre, che la predelibera non rappresenta una vera e propria delibera, ma l’analisi della capacità reddituale di un determinato cliente. In seguito, quando viene inoltrata la richiesta di finanziamento, dobbiamo svolgere ulteriori verifiche. Ma, in sintesi, posso dire che una predelibera ha possibilità molto buone di tramutarsi in un finanziamento reale». Caratteristica principale della predelibera è la velocità di erogazione. Marcella Frati, director di Nmg Consulting, è chiara: «Il panorama economico dei mutui è cambiato radicalmente negli ultimi due anni. I consulenti in generale devono essere in possesso di strumenti che siano utili alla clientela, ma che li rendano professionalmente qualificati. La predelibera è uno strumento che aggiunge valore professionale alla consulenza. La competizione, oggi, non si misura soltanto nel prezzo di un immobile, ma anche, e soprattutto, nei servizi. E la velocità di erogazione di un mutuo è essenziale». Di fatto,una predelibera ha una durata media di circa 60 giorni. Un lasso di tempo che nel 70 per cento dei casi è sufficiente per giungere alla conclusione di un’intermediazione immobiliare. .  
   
   
CRACK CIRIO, MDC SI COSTITUISCE PARTE CIVILE CONTRO CRAGNOTTI E TRE BANCHE  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - Il Movimento Difesa del Cittadino (Mdc) si è costituito parte civile quest’oggi all´udienza preliminare del procedimento per il crack Cirio. L’avvocato Francesco Luongo, in rappresentanza dell´associazione e di un gruppo di risparmiatori, ha chiesto il rimborso integrale dei bond acquistati nonché un risarcimento pari a 500. 000 euro da destinare a iniziative di alfabetizzazione finanziaria per i cittadini. Il Giudice dell’udienza preliminare, dr. Barbara Callari, esaminerà le costituzioni di parte civile nelle prossime settimane. Il Movimento punta a far accertare la responsabilità penale di Cragnotti e di quelle banche (Banca di Roma, sanpaolo Imi, Banca Popolare di Lodi) che hanno collocato parte delle obbligazioni Cirio presso i risparmiatori occultando la propria situazione di creditori della Cirio e omettendo ogni dovuta informazioni sulla natura ed i rischi connessi all’investimento. In via extra giudiziaria Mdc ha già ottenuto rimborsi dal 50 al 100% con la procedura della conciliazione, che ha permesso di risolvere numerose controversie tra i risparmiatori e le banche, in seguito alle crisi che hanno caratterizzato in questi ultimi anni il mondo finanziario italiano. Il Movimento Difesa del Cittadino ha inoltre chiesto al nuovo Governo che rapidamente venga ripreso in Parlamento il disegno di legge che introduce anche in Italia la class action, strumento fondamentale di tutela di fronte a truffe di massa, come nel caso di Parmalat. .  
   
   
DONNE D’AFRICA, UN NUOVO INIZIO  
 
 Milano, 19 giugno 2006 - Favorire la conoscenza dell´Africa nei suoi aspetti socio-culturali e sviluppare rapporti di collaborazione e conoscenza reciproca fra Italia e Africa, partendo dall’esperienza della cooperazione internazionale come modello per l’educazione allo sviluppo in Italia. Questo l’obiettivo del progetto Italiaafrica realizzato nel corso del 2005 da Cesvi, Vita non profit magazine, Cocis con il sostegno del Ministero Affari Esteri Italiano – Direzione Generale Cooperazione Sviluppo (Dgcs), che si conclude con il convegno “Donne d’Africa, un nuovo inizio”. Il progetto ha voluto infatti costruire una sorta di ponte Italia – Africa attraverso un percorso di conoscenza delle culture “altre”, basato sull’esperienza degli operatori delle ong italiane impegnati sul campo, la descrizione della società africana attraverso le testimonianze dal “terzo settore” africano e la definizione della realtà africana in Italia attraverso storie di integrazione di immigrati e testimonianze di giornalisti africani in Italia. Il tutto veicolato principalmente attraverso la pubblicazione di 25 pagine dedicate al tema, 3 inserti monografici all´interno del settimanale Vita e un convegno a conclusione del percorso educativo, dedicato all’Africa questa volta raccontata proprio dalle donne, volano di sviluppo futuro di questo continente con l’obiettivo di bucare l’informazione stereotipata sull’Africa. << L’affermazione del diritto e della democrazia e l’affermazione dei diritti delle donne sono due facce della stessa medaglia. Non ci può essere vera democrazia, non è pensabile una cultura moderna delle libertà civili, senza una piena partecipazione di tutti gli individui, e quindi senza un’emancipazione autentica delle donne, che non a caso figura tra gli obiettivi prioritari nell’ agenda del Millennio delle Nazioni Unite>> ha sottolineato la Direzione Generale Cooperazione Sviluppo (Dgcs) del Ministero Affari Esteri Italiano. <<Non si può discutere d’Africa senza donne africane. Sono loro infatti il primario motore di sviluppo del continente nero. Chi progetta e costruisce un futuro diverso per l’Africa sono proprio le donne >> così commenta Giangi Milesi, presidente del Cesvi << Abbiamo ritenuto fondamentale coinvolgere poi donne di diversi paesi e con diverse esperienze umane e professionali per rappresentare pienamente tutto il continente africano>>. <<Il titolo del convegno "Donne d´Africa. Un nuovo inizio" che convoca in uno spazio prestigioso e casa dei linguaggi, come la Triennale di Milano, una rappresentanza del tutto significativa delle nuove leadership femminili in Africa, esprime una profonda convinzione, quella che il riscatto del continente africano, il "nuovo inizio" passerà dal crescere e dal rafforzarsi di queste leadership. E´ una convinzione che a Vita ci siamo fatti dopo un anno di inchieste, interviste, eventi>> ha sottolineato Riccardo Bonacina, presidente società editoriale Vita. .  
   
   
TUTORE MINORI: CORSO PER TUTORI VOLONTARI  
 
Trieste, 19 giugno 2006 - Da martedì 20 a venerdì 23 giugno, il Tutore dei minori, Francesco Milanese, presenterà nei quattro capoluoghi di provincia della nostra regione il "Corso formativo per tutori legali volontari per minori", promosso dall´Ufficio del Tutore pubblico dei minori e realizzato dall´Irsses, (Istituto Regionale per gli Studi di Servizio Sociale). Il Corso, giunto alla seconda edizione, rispondendo all´oggettiva necessità di una migliore qualificazione della figura del tutore legale volontario, ha assunto un particolare rilievo nel panorama dell´aiuto e del sostegno ai minori in situazione di disagio, anche in considerazione della nuova legge regionale in tema di famiglia, recentemente approvata dal Consiglio regionale, che rafforza e sottolinea l´importanza di questa figura attraverso l´istituzione dell´elenco regionale delle persone che hanno i requisiti a norma di legge per esercitare la facoltà di tutori o di protutori legali volontari, di curatori speciali e degli amministratori di sostegno che, in particolare per i tutori volontari, sarà gestito dall´Ufficio che fa capo a Milanese. Le presentazioni seguiranno il seguente calendario: martedì 20 a Pordenone alle 11. 30 presso la sala Giunta al primo piano della sede di rappresentanza della Regione in via Ospedale Vecchio 11; mercoledì 21 a Udine alle 11. 00 presso la sede di rappresentanza della Regione in Via San Francesco 4; giovedì 22 a Gorizia alle 12. 00 presso la sede di rappresentanza della Regione in via Roma 9; venerdì 23 a Trieste alle 11. 00 presso la sala Gialla del Consiglio Regionale in piazza Oberdan .  
   
   
POTOCNIK DELINEA IL RUOLO DELL´ENERGIA BASATA SULL´IDROGENO NELLA RICERCA EUROPEA  
 
Bruxelles, 19 giugno 2006 - Il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik è intervenuto all´apertura della sedicesima edizione della Conferenza mondiale sull´energia da idrogeno, tenutasi a Lione (Francia) e ha evidenziato il ruolo chiave dell´energia basata sull´idrogeno nella ricerca europea. Il commissario Potocnik ha sottolineato che l´Ue resta una vorace consumatrice di combustibili fossili, in quanto brucia ogni anno circa il 15 per cento dell´utilizzo totale mondiale e immette nell´atmosfera milioni di tonnellate di biossido di carbonio, il gas a effetto serra più comune. "Molti considerano che i cambiamenti climatici rappresentino una delle maggiori sfide mai affrontate dall´uomo. Vogliamo essere accusati dalle generazioni future? Possiamo permetterci di perdere l´occasione di sistemare il loro mondo? Non credo", ha affermato. Secondo il commissario il passaggio dai combustibili fossili costituisce una sfida enorme, ma anche una straordinaria opportunità. "Ripulire i nostri sistemi energetici convenzionali basati sui combustibili fossili per introdurne di nuovi sarà complesso, scomodo e costoso. Ma è anche un´occasione d´oro per creare benessere, migliorare la nostra salute, il nostro ambiente e stabilizzare questo mondo tormentato", ha aggiunto. Le nuove tecnologie si tradurranno in nuovi prodotti o servizi. Assistiamo a un netto spostamento verso forme di energia più pulite, e l´idrogeno, il cui unico prodotto di scarto è l´acqua, è particolarmente interessante perché naturalmente pulito. Se l´Europa guiderà il mondo per quanto concerne l´energia basata sull´idrogeno, svilupperà anche mercati leader per le nuove tecnologie, a vantaggio dell´intera economia. Sono tre le aree essenziali per un´infrastruttura all´idrogeno operativa: metodi economici per ricavare l´idrogeno, attraverso la piroscissione (cracking) dei combustibili fossili o l´acqua; metodi sicuri di immagazzinamento e trasporto dell´idrogeno, altamente infiammabile: il tristemente noto disastro dello Zeppelin Hindenburg fu causato dall´incendiarsi dell´idrogeno usato per tenere in aria l´aeronave; e infine nuove forme di motori per utilizzare l´idrogeno nel modo più efficace possibile. Potocnik ha sottolineato un ruolo essenziale del Settimo programma quadro (7Pq) in questa ricerca, e in particolare il lavoro iniziato dalla piattaforma tecnologica europea per l´idrogeno e le celle a combustibile. "A breve dovremmo ricevere la proposta della piattaforma per un piano di attuazione. Sarà un documento fondamentale che indicherà obiettivi e priorità per la ricerca intergrata e azioni dimostrative necessarie affinché l´idrogeno e le celle a combustibile possano arrivare sul mercato entro cinque o dieci anni", ha affermato. La proposta della piattaforma darà la priorità anche alla ricerca nell´ambito del 7Pq e di altri partenariati pubblico-privati. Janez Potocnik ha fatto presente che la Commissione sostiene già il partenariato internazionale per l´economia dell´idrogeno e si è quindi impegnata a seguire gli sviluppi nella tecnologia dell´idrogeno. "In sintesi, l´idrogeno soddisfa tutti i requisiti in termini di benefici politici globali che può portare", ha affermato. "Potrà essere o meno il ´Santo Graal´ per l´energia, ma sono convinto che svolgerà un ruolo importante nei nostri futuri sistemi di energia". "L´idrogeno è l´elemento più semplice e leggero della tavola periodica ma, paradossalmente, impiegarlo per il consumo quotidiano è certamente una delle sfide tecniche e politiche più dure affrontate da molto tempo", ha dichiarato il commissario nelle sue conclusioni. La Conferenza mondiale sull´energia da idrogeno proseguirà fino al 16 giugno. Per ulteriori informazioni consultare il sito della conferenza all´indirizzo http://www. Whec2006. Com Consultare il sito della piattaforma tecnologica europea per l´idrogeno e le celle a combustibile https://www. Hfpeurope. Org/ .  
   
   
ITER: IKEDA PRESENTA A ROMA GLI OBIETTIVI CONFERENZA EUROPEA SULLA FISICA DEL PLASMA: DALLA FUSIONE ALL’APPLICAZIONE INDUSTRIALE  
 
 Roma, 19 – 23 giugno 2006 Roma, 19 giugno 2006 - Il Prof. Kaname Ikeda, Direttore Generale di Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor), interverrà alla 33° Conferenza sulla Fisica del Plasma organizzata dall’Enea per la Società Europea di Fisica, che si terrà a Roma, presso la Pontificia Università di S. Tommaso “Angelicum”, Largo Angelicum 1, dal 19 al 23 giugno p. V. , per illustrare gli obiettivi ed il programma per la realizzazione del reattore sperimentale a fusione Iter, che verrà realizzato a partire dall’anno prossimo in Francia, a Cadarache. Iter verrà realizzato nell’ambito di una collaborazione tra Europa, Stati Uniti, Giappone, Russia, Cina, India e Corea del Sud. Il Direttore Generale dell’Enea, ing. Giovanni Lelli, illustrerà le attività di coordinamento del programma fusione italiano svolte dall’Enea e il ruolo dell’Italia nell’ambito di Iter e del Jet, attraverso l’accordo con l’Euratom. L’enea presenterà una relazione sui problemi dei plasmi ad altissima temperatura per i prossimi esperimenti di fusione nucleare, anche nell’ambito delle attività di collaborazione a Iter. I plasmi per le ricerche sull’energia da fusione termonucleare controllata, fonte energetica pressoché illimitata, ma anche i plasmi astrofisici e le applicazioni del plasma all’industria, saranno tra gli argomenti che verranno presentati agli oltre 600 scienziati provenienti da tutti i paesi del mondo. Il programma dettagliato della Conferenza è consultabile sul sito: www. Eps2006. Frascati. Enea. It .  
   
   
UN ITALIANO ALLA GUIDA DEL JET DAI LABORATORI PER LA FUSIONE NUCLEARE DI FRASCATI DELL´ENEA A CULHAM  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - Il Dott. Francesco Romanelli dell´Enea dall’ 1 luglio sarà il nuovo Direttore del Jet (Joint European Torus), la macchina per l´energia da fusione termonucleare controllata più grande del mondo, che si trova a Culham, vicino a Oxford (Gb). Il Dott. Romanelli, che dal 1996 è responsabile delle attività di Fisica della Fusione a Confinamento Magnetico dell´Enea e della conduzione scientifica dell´esperimento Ftu (Frascati Tokamak Upgrade) del Centro Ricerche Enea di Frascati, ha anche ricoperto l´incarico di Presidente del Comitato Tecnico-scientifico del Programma Fusione europeo. La nomina del Dott. Romanelli costituisce un riconoscimento del forte impegno italiano, coordinato dall´Enea, nel perseguimento dell´energia da fusione nel quadro del programma europeo. L´ing. Giovanni Lelli, Direttore Generale dell´Enea, ha dato l´annuncio della nomina del Dott. Romanelli nel corso del 33° Conferenza Europea di Fisica del Plasma in corso a Roma. Il Jet, costruito dalla Comunità Europea a metà degli anni ´80, è una macchina a forma toroidale (ad anello), chiamata "Tokamak", che nel 1997 ha ottenuto il record nella produzione di potenza da reazioni di fusione, con un plasma di deuterio-trizio e sperimentando alcune tecnologie necessarie per il funzionamento del reattore a fusione. La fusione, che è lo stesso meccanismo che alimenta il sole e tutte le stelle, è praticamente una fonte di energia sicura e illimitata, rispettosa dell´ambiente. La nuova sfida del Jet è adesso quella di preparare i regimi di operazione del reattore sperimentale Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor), che dovrà dimostrare la fattibilità scientifica e tecnologica della fusione nucleare come fonte di energia. Iter verrà costruito nei prossimi anni nel sito europeo di Cadarache in Francia, nell´ambito di una collaborazione tra Europa, Stati Uniti, Giappone, Russia, Cina, India e Corea del Sud. .  
   
   
ENERGETICA PER UN FUTURO SOSTENIBILE ROMA, 21-22 GIUGNO  
 
Milano, 19 giugno 2006 – Si svolgerà il 21 e 22 giugno a Roma, nella sede della Regione Lazio, Energetica – per un futuro sostenibile, il convegno annuale che Repubblica e Somedia dedicano ai grandi temi dell’energia. Due giorni di incontri e dibattiti, a poco più di un anno dall’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, che consentiranno di fare il punto sul futuro energetico del nostro Paese insieme con i protagonisti della politica energetica nazionale e internazionale e i più importanti operatori del settore. Si parlerà tra l’altro di: destino del petrolio, fonti di energia rinnovabile, ruolo dell’idrogeno, carburanti a basso inquinamento, casa ecologica. Oltre ad Angelo Bonelli, presidente della Regione Lazio, a Daniela Valentini, assessore all’Agricoltura della Regione Lazio, e a Walter Veltroni, sindaco di Roma, interverranno al convegno: Cinzia Abbate (Aev - Abbate e Vigevano architetti), Roberto Ballarotto (direttore Federabitazione Europe), Gaetano Benedetto (vicedirettore Wwf Italia), Dante Benini (studio Dante O. Benini & Partners Architects), Vanni Bulgarelli (presidente Hera), Marco Caliceti (responsabile Bioenergie Confagricoltura), Rita Caroselli (direttore Assogasliquidi – Federchimica), Corrado Clini (direttore generale Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio), Edgardo Curcio (presidente Aiee - Associazione italiana economisti dell’energia), Roberto Della Seta (presidente Legambiente), Giorgio Gallo (direttore tecnico scientifico Agenzia Energia e Ambiente di Torino), Sergio Garribba (direttore generale Ministero delle attività produttive), Enzo Gatta (presidente Assoelettrica), Paolo Ghislandi (segretario generale Aiget), Benito Guerra (presidente Robur), Pietro Novelli (responsabile P. O. Sostenibilità dello Sviluppo Locale Regione Toscana), Fabio Orecchini (ideatore e coordinatore scientifico H2roma – responsabile Gea), Alessandro Ortis (presidente Autorità per l’energia elettrica e il gas), Giuseppe Onufrio (direttore Campagne Green Peace), Rodolfo Pasinetti (responsabile Unità Operativa Energia Ambiente Italia), Gianni Silvestrini (direttore Kyoto Club), Raffaele Tognacca (amministratore delegato Egl Italia), Raffaele Vellone (direttore Grande Progetto Idrogeno Enea), Oreste Vigorito (presidente Anev – Associazione nazionale energia del vento), Federico Vitali (presidente Faam), Giovanni Battista Zorzoli (Consiglio Direttivo Ises Italia). Un appuntamento importante, a partecipazione libera e gratuita, per comprendere oggi gli scenari dell’energia di domani. .  
   
   
RIGASSIFICATORI: LA GIUNTA FVG È MOLTO FAVOREVOLE  
 
Trieste, 19 giugno 2006 - L´assessore regionale alla pianificazione Ludovico Sonego, intervenuto alle audizioni organizzate dalla Iv Commissione, ha espresso la posizione politica della Regione sulla rigassificazione, con considerazioni metodologiche rispetto ai due progetti. La Giunta è molto favorevole alla politica della rigassificazione, che considera un´opzione ineludibile per il Paese e per il Friuli Venezia Giulia in quanto parte del Paese - ha detto rammentando le apprensioni registrate anche pochi mesi fa sui rischi per le forniture di gas all´Europa, con l´orizzonte di case fredde e attività produttive che si fermano: in altri termini, prospettive di freddo e fame. L´italia ha bisogno di una forte accelerazione in fatto di rigassificazione - ha insistito parlando del ddl Bersani e degli impianti previsti per consentire che ci sia la disponibilità di gas per case e fabbriche, a un prezzo compatibile con il reddito delle famiglie e con le necessità di competitività dell´apparato produttivo. Siamo consapevoli che la politica della rigassificazione in Friuli Venezia Giulia debba essere motivata anche da un sistema di convenienze specificatamente regionali, che si sommino complementariamente a quelle che la politica di rigassificazione può e deve dare al Sistema Paese. Stiamo lavorando a questa politica tutta da creare, speriamo di avere presto un quadro di riferimento. I due progetti presentati, con soluzioni tecnologiche diverse, garantiscono entrambi 8 mld di metri cubi di gas. La procedura di valutazione in sede di Conferenza dei servizi è di competenza della Regione per il rigassificatore a terra, di competenza dello Stato per quello in mare: in entrambi i casi la Regione sta già svolgendo e svolgerà con scrupolo la funzione amministrativa che le compete. Alle preoccupazioni di pescatori e associazioni dedicheremo grande attenzione: pensiamo che sia possibile affrontare i problemi avendo a cuore presente e futuro della comunità regionale, la sicurezza e l´ambiente. L´autorità portuale ha espresso interesse per il progetto di Gas Naturale che ricade nell´ambito anche dell´Ente zona industriale al quale però, ha detto il presidente dell´Ezit, non è stato chiesto alcun insediamento. Valutazioni favorevoli sono state espresse da Iris isontina Spa e da Acegas Aps. L´amministratore delegato di Acegas, esprimendo apprezzamento per le posizioni dell´assessore, ha parlato dell´escalation dei costi, dei rischi che pesano su vendita e distribuzione, delle ricadute positive che l´intervento avrebbe, e in proposito ha fatto alcune proiezioni dei benefici annuali che si avrebbero. Ineludibile anche una politica di diversificazione delle fonti del gas (rigassificazione, tubi, importazione diretta) per raggiungere una massa che consenta di negoziare una autonomia (il consumo generale in Friuli Venezia Giulia a fine 2004 era di 1 miliardo e 825 milioni di metri cubi; il Veneto 7 mld e 800 ml: insieme, circa il 12% del dato nazionale). I rappresentanti di Gas Natural non sono intervenuti all´audizione, mentre i vertici di Endesa hanno presentato il progetto, descrivendo il terminal, parlando delle caratteristiche tecniche, sottolineando la valutazione di tutte le conseguenze. L´unica attività di processo nel terminale è lo scambio di calore, con un delta termico di 4,5 C° - hanno spiegato ricordando anche che il punto di forza del sistema è proprio la sicurezza in tutte le fasi del progetto, la cui localizzazione al largo è stata scelta perché è quella a minor impatto. Possibili anche soluzioni alternative, già allo studio, all´utilizzo del cloro, altro punto al centro di molte preoccupazioni, mentre molti sono anche gli studi per monitorare l´impatto sull´ecosistema. La riconversione a gas della centrale di Monfalcone è distinta dal progetto del terminal, hanno ancora precisato parlando anche dell´accordo con Friulia per dare una quota di rigassificazione al territorio alle stese condizioni alle quali Endesa si approvvigiona. Hanno quindi risposto alle domande poste da diversi consiglieri: Igor Kocijancic (Prc), Gaetano Valenti (Fi), Mirko Spacapan (Margh), Mauro Travanut (Ds), Fulvio Follegot (Ln), e lo stesso Fortuna Drossi, a cui si sono poi aggiunti gli interventi anche di Igor Dolenc (Ds) e di Alessandro Metz (Verdi). . .  
   
   
ENI: ACCORDO QUADRO PER L’ESPANSIONE DELL’IMPIANTO DI LIQUEFAZIONE DEL GAS A DAMIETTA E LA RICERCA E LO SFRUTTAMENTO DI NUOVE RISERVE DI GAS IN EGITTO  
 
 Il Cairo, 19 giugno 2006 – Eni ha firmato ieri al Cairo l’accordo quadro (framework agreement) per l’espansione dell’impianto di liquefazione del gas di Damietta, sulla costa a nord ovest di Port Said in Egitto. La realizzazione della nuova struttura (secondo “treno”) pone le premesse per la ricerca e la valorizzazione nei prossimi anni di nuovi giacimenti in Egitto per la produzione di gas destinato sia al mercato domestico che all’esportazione. All´annuncio dell´importante accordo erano presenti il ministro egiziano del Petrolio Sameh Fahmi, il Presidente di Eni Roberto Poli e l´Amministratore Delegato Paolo Scaroni. Il ministro egiziano del Petrolio Sameh Fahmi e l´Amministratore Delegato Paolo Scaroni hanno inoltre firmato l’accordo per la nuova concessione esplorativa di El-bougaz, situata nell’offshore del Mar Mediterraneo. Il forte slancio alle attività di sviluppo associato alla costruzione del secondo “treno” dell’impianto di Damietta consentirà la messa in produzione di nuovi giacimenti ubicati nell’offshore del delta del Nilo, alcuni dei quali in acque profonde. Ciò consentirà a Eni di rafforzare ulteriormente la sua posizione nell’upstream egiziano dove la Società prevede di continuare la sua prolifica campagna di investimenti esplorativi. Il secondo “treno” per la liquefazione del gas avrà una capacità di trattamento pari a 7,6 miliardi di metri cubi di gas all’anno per 20 anni, raddoppiando così la capacità dell’attuale struttura. Per la realizzazione dell’impianto sarà costituita una società i cui partner saranno Eni, Union Fenosa, Segas (Spanish Egyptian Gas Company), Bp, Egas ed Egpc. L’accordo porterà l’impianto di Damietta a svolgere sempre più il ruolo di hub del gas nel bacino del Mediterraneo, costituendo un’ulteriore tappa importante verso la diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas. Questi nuovi programmi di sviluppo sono il modo migliore per celebrare gli oltre 50 anni di straordinaria collaborazione con le autorità del Paese e le società petrolifere egiziane. L’egitto è il primo paese estero in cui Eni ha operato. Le attività, iniziate nel 1954, hanno portato Eni ad essere il primo operatore internazionale di idrocarburi in Egitto, con una produzione che nel 2005 ha rappresentato il 34% del totale complessivo del Paese. Eni ha investito ad oggi nel Paese 6,5 miliardi di dollari, producendo 3,45 miliardi di barili di olio equivalente. I programmi di sviluppo prevedono una produzione in quota Eni in forte crescita che raggiungerà entro il 2007 circa 240. 000 barili di olio equivalente al giorno.  
   
   
PIANO D´AZIONE UE PER LA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE FORESTE BOSCHI E FORESTE COPRONO OLTRE IL 37% DEL TERRITORIO EUROPEO  
 
Bruxelles, 19 giugno 2006 - la Commissione ha adottato un "Piano d´azione europeo per la gestione sostenibile delle foreste", dimostrando ancora una volta il suo impegno per questo importante habitat naturale. Il piano d´azione prende spunto dall´ultimo rapporto annuale sull´attuazione della "Strategia forestale dell´Unione europea" e dalle successive conclusioni del Consiglio. Sono quattro i principali obiettivi del piano: 1) accrescere la competitività nel lungo periodo; 2) proteggere e migliorare le condizioni dell´ambiente; 3) contribuire a un miglioramento della qualità della vita tra i cittadini europei; 4) promuovere il coordinamento e la comunicazione. La Commissione ha proposto 18 azioni principali che dovranno essere attuate nei prossimi cinque anni (dal 2007 al 2011) in collaborazione con gli Stati membri. La Comunicazione è stata presentata congiuntamente dal commissario per l´agricoltura e lo sviluppo rurale, Mariann Fischer Boel, dal vicepresidente Günter Verheugen, responsabile per le imprese e l´industria, dal commissario per l´ambiente, Stravos Dimas, dal commissario per l´energia, Andris Piebalgs e dal commissario per la scienza e la ricerca, Janez Potočnik. Insieme alla Comunicazione, è stato presentato un rapporto dettagliato sulla situazione delle foreste e della silvicoltura nell´Unione europea e sul processo di preparazione del "Piano d´azione europeo per la gestione sostenibile delle foreste". Il commissario Fischer Boel, a commento dell´iniziativa di oggi, ha dichiarato: "Questo Piano d´azione è disegnato per fornire il maggior contributo possibile alla gestione sostenibile dell´ambiente forestale. La nostra intenzione è quella di salvaguardare e rafforzare il ruolo multifunzionale del patrimonio forestale europeo, consolidandolo maggiormente e rendendo più sostenibile da un punto di vista ambientale la fornitura di beni e servizi ai cittadini". Le foreste attualmente coprono il 37,8% del territorio Ue. Da alcuni decenni l´area forestale in Europa è in costante crescita: secondo un recente rapporto, tra il 2000 e il 2005 le foreste europee sono cresciute di circa 2,3 milioni di ettari. La superficie varia da paese a paese in misura anche sensibile: si passa dal 73,9% del territorio della Finlandia e dal 66,9% della Svezia (gli Stati membri con le foreste più ampie), al 10,8% dell´Olanda e al 9,7% dell´Irlanda. Nell´ue oltre il 60% del patrimonio forestale è di proprietà di circa 15 milioni di privati, con una media di 15 ettari di foresta ciascuno; vi sono tuttavia molti piccoli proprietari con appezzamenti inferiori ai 3 ettari. La silvicoltura e più in generale l´industria legata allo sfruttamento delle foreste dà lavoro a oltre 3,4 milioni di persone. L´ue è responsabile del 20% della produzione mondiale di legname, superata soltanto dagli Usa. Nonostante questa enorme produzione, il totale del legname raccolto nell´Ue è solo di poco superiore al 60% della crescita annuale di boschi e foreste. Basandosi sulla risoluzione del Consiglio del 15 dicembre 1998, il Piano d´azione fornisce un quadro d´orientamento per le azioni legate all´ambiente forestale sia a livello comunitario che di singoli Stati membri, fungendo da strumento di coordinamento tra gli interventi dell´Ue e le politiche degli Stati membri in questa materia in modo da rendere più efficiente la cooperazione in questo settore. Partendo dal riconoscimento della vasta particolarità di condizioni naturali, sociali, economiche e culturali che caratterizza l´Ue, e dalla varietà della proprietà terriera (in particolare in termini di grandezza degli appezzamenti), il Piano d´azione prende atto della necessità di operare interventi specifici sulla base di differenti approcci per ogni tipologia di ambiente forestale. Il piano riconosce inoltre l´importante ruolo svolto dai proprietari di boschi e foreste per una gestione sostenibile del patrimonio boschivo europeo. Al fine di accrescere nel lungo periodo la competitività in questa area, la Commissione incoraggia le attività di ricerca e innovazione e la formazione e l´aggiornamento dei proprietari così come dei lavoratori del settore. In linea con il "Piano d´azione per la biomassa" e con la "Strategia europea per i biocarburanti", il piano propone azioni indirizzate a incrementare l´uso delle risorse boschive e forestali per la produzione di energia. Per quanto riguarda la qualità della vita, la Commissione intende incoraggiare l´educazione ambientale (in particolare tra i giovani), sottolineando l´importanza della protezione dei boschi. Il Piano d´azione contiene infine un numero di interventi specifici che permetteranno all´Ue di rispettare gli impegni presi in materia di cambiamento climatico e biodiversità. Tra le varie proposte del documento in questo campo vi è anche quella di lavorare per un migliore sistema europeo di monitoraggio forestale. .  
   
   
AMBIENTE: PIOPPICOLTURA CERTIFICATA IN FVG  
 
 Trieste, 19 giugno 2006 - L´istituto di certificazione Aqa di S. Michele all´Adige (Tn) ha assegnato, giovedì 18 maggio, alla Federazione regionale pioppicoltori del Friuli Venezia Giulia il certificato di Gestione sostenibile della Pioppicoltura, primo in Italia per la corretta gestione di pioppeti con lo schema Pefc (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) riconosciuto a livello internazionale, premiando così l´impegno di ben 43 diversi produttori per un totale di superficie certificata di 1800 ettari. La Regione è tra i soci fondatori del Pefc-italia, la sezione italiana del sistema internazionale che permette di certificare i prodotti legnosi, e già 68. 000 ettari di foreste del territorio regionale sono ora certificati secondo questo protocollo. Da alcuni anni gli stessi funzionari di Pefc-italia, al fine di rispettare il rigore e la trasparenza che contraddistinguono il sistema di certificazione, insieme alla Regione, ai rappresentanti dei produttori e degli industriali del legno e con il contributo scientifico dell´Istituto sperimentale della Pioppicoltura di Casale Monferrato, hanno deciso di procedere all´elaborazione di regole specifiche per certificare i pioppeti italiani, regole condivise da tutti i portatori di interesse attraverso forum pubblici. Ora, subito dopo la validazione dello schema per la pioppicoltura da parte del Pefc internazionale (la risposta è attesa tra pochi mesi), i pioppicoltori friulani potranno immettere sul mercato pioppo certificato secondo le regole dello sviluppo sostenibile. Questa certificazione è una scelta strategica per i produttori, capace di assicurare una redditizia permanenza sui mercati internazionali e nel contempo garantisce i consumatori sul fatto che i prodotti acquistati sono stati realizzati senza danneggiare l´ecosistema o riducendo al minimo i danni ambientali. Attraverso la sinergia tra mondo istituzionale, produttivo e scientifico, anche la pioppicoltura friulana vedrà premiato lo sforzo fatto nel ricercare instancabilmente un metodo colturale equilibrato, poco impattante e rispettoso degli equilibri naturali e potrà promuovere la propria produzione come sostenibile ed in equilibrio con l´ambiente. .  
   
   
ESOF 2006 A MONACO  
 
 Bruxelles, 19 giugno 2006 - Dal 15 al 19 luglio si svolgerà a Monaco (Germania) il forum aperto di Euroscience, Esof 2006. Il programma dell´iniziativa interdisciplinare paneuropea prevede oltre 70 seminari, simposi e workshop suddivisi nelle tematiche seguenti: gestione delle catastrofi; funzionamento della vita; unione di culture; struttura della scienza; scienza e società; particelle e pianeti; Terra e ambiente. Tra i principali oratori figurano i premi Nobel Theodor Hänsch, Linda Buck, Robert Huber and Jean-marie Lehn. Durante l´Esof si svolgerà inoltre una fiera alla quale Cordis parteciperà con uno stand. Http://www. Esof2006. Org .  
   
   
LOMBARDIA, QUALITÀ DELL´ARIA, VARATO IL PROGETTO DI LEGGE FORMIGONI: "PRIMO PROVVEDIMENTO ORGANICO CONTRO L´INQUINAMENTO ATMOSFERICO"  
 
 Milano, 19 giugno 2006 - Un progetto di legge per la qualità dell´aria e la tutela della salute e dell´ambiente, che rappresenta un vero punto di svolta nell´azione contro l´inquinamento atmosferico per tutto quanto attiene a energia, traffico, riscaldamenti, agricoltura, ricerca ed innovazione tecnologica. Lo ha varato la Giunta regionale, su proposta degli assessori alla Qualità dell´Ambiente, Domenico Zambetti, e alle Reti e Servizi di Pubblica Utilità, Maurizio Bernardo. "Con questo progetto di Legge - ha commentato il presidente della Regione, Roberto Formigoni - si apre un nuovo capitolo della costruzione di una Lombardia moderna, capace di lottare e vincere contro condizioni climatiche e ambientali avverse e di porsi all´avanguardia nelle politiche di contrasto all´inquinamento". "Con questo provvedimento - ha aggiunto il presidente - rendiamo sistematico quanto fatto in questi anni, forti dell´esperienza maturata, nell´affrontare i vari capitoli (traffico, riscaldamento, risparmio energetico) fino ai provvedimenti per eliminare l´inquinamento nell´industria e nell´agricoltura, oltre a consentire interventi a salvaguardia della salute, a rendere più attrattivo il territorio e ad aumentare la competitività della nostra Regione". "E´ inoltre - ha detto ancora Formigoni - la prima legge in Italia così sistematica, elaborata dialogando intensamente con l´Unione Europea. Ma noi intendiamo anche sviluppare sempre più la collaborazione con le altre Regioni del bacino padano, che si sono dimostrate interessate alla nostra metodologia". Per l´assessore Zambetti si tratta di "un progetto di legge decisamente all´avanguardia, parte integrante della strategia di divieti, incentivi e azioni strutturali che la Regione Lombardia porta avanti da anni e che ha già prodotto risultati importanti: dal 1997 a oggi la qualità dell´aria in Lombardia è infatti progressivamente migliorata, nonostante l´aumento di tutti i fattori di pressione sull´ambiente". Il provvedimento passa ora all´esame del Consiglio regionale per l´approvazione definitiva. .  
   
   
TEMPESTIVA CONVERSIONE DEI SISTEMI DI REFRIGERAZIONE A BASE DI R-22: SUCCESSO DEL PROGETTO PILOTA ATTUATO DAL GRUPPO REWE CON UN NOTEVOLE POTENZIALE RISPARMIO DI COSTI  
 
Milano, 19 giugno 2006 - In base al regolamento Ue 2037/2000 e alle norme di prossima emanazione sulle sostanze chimiche e lo strato d´ozono, a partire dal 31 dicembre 2009 sara´ proibito ricaricare i refrigeratori e i sistemi di climatizzazione con Hcfc vergine (principalmente R-22). In Germania, la maggior parte degli oltre un milione di impianti presumibilmente esistenti e funzionanti a R-22 sono utilizzati nella grande distribuzione alimentare. Tuttavia, sebbene tale scadenza appaia ancora lontana, e´ necessario prendere subito dei provvedimenti per evitare un´eventuale scarsita´ nell´offerta di prodotti, l´inattivita´ degli impianti di refrigerazione, la perdita di prodotti e, nel peggiore dei casi, sanzioni amministrative. Il Gruppo tedesco Rewe, e´ stato il primo ad approvare un progetto pilota per la conversione di un impianto di refrigerazione di uno dei suoi supermercati al refrigerante Dupont Isceon Mo29, non lesivo dello strato di ozono. I 5. 000 supermercati del Gruppo Rewe presenti in Germania sono dotati di circa 2. 000 impianti di refrigerazione che funzionano ancora con R-22. Cio´ significa che per rispettare la scadenza del 2010, nei prossimi tre anni, ben 13 supermercati alla settimana dovranno essere convertiti al nuovo refrigerante o, se in fase di ristrutturazione, dovranno essere dotati di nuovi impianti. Per non correre il rischio di rimanere senza il nuovo refrigerante per eccesso di domanda e per evitare eventuali sanzioni amministrative, il Gruppo ha deciso di affrontare la questione con largo anticipo rispetto alla scadenza prevista. Per il primo progetto pilota e´ stato scelto un Minimal Markt del Gruppo Rewe a Munster, nel nord della Germania. Decisiva per l´adozione di questa iniziativa e´ stata la consulenza fornita da Mathias Diebold, product manager di Linde Kältetechnik Gmbh, responsabile dei sistemi di refrigerazione presso il punto vendita, e di Joachim Gerstel, market development manager di Dupont per i refrigeranti Isceon. L´impianto a base di R-22 in uso presso il supermercato, costruito nel 1989, e´ utilizzato per la refrigerazione di oltre 40 metri di scaffali ed espositori per carne, latte e altri prodotti caseari, e per tre celle frigorifere. La conversione a Isceon Mo29 e´ stata eseguita lo scorso marzo da Ralf Sievert, refrigeration unit engineer di Linde, che e´ rimasto colpito dalla sua semplicita´: "Un procedimento di routine! Non e´ stata necessaria pressoche´ alcuna modifica tecnica". Mentre Harald Van Dillen, store manager a Munster, ha illustrato il principale vantaggio del sistema: "L´attivita´ non ha risentito della conversione. Questo e´ di grande aiuto per i rivenditori, perche´ i prodotti alimentari non si guastano e le vendite non si fermano, con un notevole risparmio di tempo e di costi". Isceon Mo29 (R-422d), e´ uno dei tre prodotti di Dupont che sostituiranno l´R-22, sviluppati specificamente per l´uso in applicazioni a temperature medio-basse e per gli impianti di aria condizionata. Tutti e tre i prodotti offrono un importante vantaggio: sono compatibili con i lubrificanti Mo e Ab degli impianti esistenti, pertanto non e´ necessario cambiare il tipo di olio utilizzato per passare al piu´ costoso Poe. Cio´ comporta un risparmio sui costi dei materiali, sui tempi di realizzazione e sulla manodopera. Il consumo energetico puo´ ridursi in media del 12%, come dimostrato dalle numerose conversioni gia´ effettuate in Inghilterra e negli Usa. Nel settore alimentare, dove la refrigerazione rappresenta il 40-60% del consumo di energia, questo sistema puo´ comportare significativi risparmi sui costi. .  
   
   
PIANO RACCOLTA E MALTIMENTO PCB  
 
Trieste, 19 giugno 2006 - La Giunta regionale ha approvato - su proposta dell´assessore all´Ambiente - il programma della provincia di Pordenone per la raccolta e lo smaltimento degli apparecchi contenenti Pcb non soggetti a inventario. Il programma - che tiene conto delle disposizioni in materia ambientale sia statali che regionali - è volto a consentire la raccolta e lo smaltimento degli apparecchi contenti Pcb, ovvero "policlorodifenili". La sigla è l´abbreviazione inglese usata per indicare un gruppo di prodotti di derivazione industriale detti appunto policlorodifenili. I Pcb si presentano in varie forme: si tratta di prodotti molecolari composti principalmente da atomi di cloro e carbonio. I Pcb sono usati principalmente usati negli apparecchi elettrici, soprattutto nei trasformatori, condensatori, adattatori di tensione ed elettromagneti. Sono inoltre impiegati nei sistemi idraulici, come plastificanti e additivi nei lubrificanti. Fra le caratteristiche industriali più importanti dei Pcb vi sono la stabilità chimica e la resistenza alla degradazione. Proprio queste importantissime caratteristiche di robustezza fanno dei Pcb delle sostanze molto persistenti e problematiche per l´ambiente. .  
   
   
IMPREGILO: CEDUTA PARTECIPAZIONE IN CONTARINA S.P.A. LA TRANSAZIONE HA COMPORTATO PER IL GRUPPO IMPREGILO UN INCASSO COMPLESSIVO DI 2,6 MILIONI DI EURO.  
 
Sesto San Giovanni, 19 giugno 2006 - Impregilo comunica che la propria controllata Impregilo International Infrastrucures Nv ha ceduto il 49% del capitale detenuto in Contarina S. P. A. , società attiva nella provincia di Treviso nella raccolta dei rifiuti solidi urbani e nel loro smaltimento attraverso impianti di compostaggio e di produzione di Cdr (combustibile da rifiuti). La cessione della quota in Contarina S. P. A. È avvenuta in favore del Consorzio intercomunale Priulia, proprietario del restante 51% della società. La transazione ha comportato per il Gruppo Impregilo un incasso complessivo di 2,6 milioni di euro, rispetto ad un valore di carico di circa 2,2 milioni di euro. La dismissione si inquadra nella progressiva razionalizzazione del portafoglio del Gruppo. Nell’ottica, tuttavia, di preservare il rapporto di proficua cooperazione sul territorio instauratosi negli anni con il Consorzio, il Gruppo Impregilo, come parte dell’accordo di cessione, si è visto riconosciuto il diritto, compatibilmente con le leggi vigenti, di partecipare quale partner dello stesso Consorzio Priulia e di Contarina ad eventuali gare per la realizzazione di nuovi impianti di termovalorizzazione e recupero energetico dei rifiuti che si dovessero realizzare nella zona. .  
   
   
ERASMUS MUNDUS 2006-2007: PIÙ DI 1.600 PARTECIPANTI CRESCONO GLI STUDENTI E I PROFESSORI CHE USUFRUIRANNO DEI CORSI DI MASTER DEL PROGRAMMA COMUNITARIO  
 
Bruxelles, 19 giugno 2006 - Dal loro lancio nel 2004, i corsi di master Erasmus Mundus - il programma comunitario volto al miglioramento della qualità dell´istruzione superiore europea e alla promozione della comprensione interculturale mediante la cooperazione con i Paesi terzi - hanno incontrato un tale successo che, per rispondere alla crescente domanda, hanno dovuto ampliarsi. Il programma sostiene master europei di grande qualità e rafforza la visibilità e l´attrattiva dell´istruzione superiore europea nei paesi terzi. Attualmente, i candidati possono scegliere fra 57 master, che riguardano diversi settori, dall´ingegneria industriale al diritto e alle lettere, passando per le scienze naturali, le scienze biologiche, le scienze sociali, il commercio e l´economia. Per l´anno universitario 2006-2007, la Commissione europea ha selezionato 1. 377 studenti e 231 professori che beneficeranno di una borsa di studio Erasmus Mundus. Gli studenti vengono ammessi attraverso una selezione molto severa destinata a garantire un alto profilo dei partecipanti, e seguono il master europeo per uno o due anni, almeno in due università situate in due paesi europei: un sistema che consente di scoprire i modi di vita, le culture e le diverse lingue del nostro continente. I professori Erasmus Mundus passano fino a tre mesi in Europa a lavorare per uno dei master del programma, cosa che rafforza i legami tra le università a livello mondiale. Ján Figel’, commissario europeo responsabile per l´istruzione, la formazione, la cultura e il multilinguismo, ha dichiarato: "Grazie al programma Erasmus Mundus, le università europee attirano ormai in numero sempre maggiore i migliori laureati e i migliori insegnanti del mondo. Questo programma incoraggia le università europee a unirsi - ha proseguito il commissario -, cosa che contribuisce ad aumentare il loro livello di eccellenza". Figel’ ha inoltre sottolineato come, alla fine, questo meccanismo vada a vantaggio non solo delle università europee, ma anche dell´economia dell´Unione e del dialogo interculturale. I 57 master Erasmus Mundus hanno attirato nell´anno accademico 2006-2007 circa 6. 000 domande di borse di studio, presentate da studenti e universitari di tutto il mondo. Per rispondere alla richiesta di alcuni paesi asiatici, la Commissione ha predisposto fondi supplementari, con la creazione degli "sportelli asiatici" che andranno a finanziare la concessione di borse di studio per i cittadini di paesi asiatici specifici come la Cina o l´India. Quasi 52 milioni di euro saranno destinati al finanziamento delle 1. 377 borse per gli studenti e circa 2,5 milioni di euro saranno assegnati ai professori universitari. Questi fondi saranno gestiti dall´agenzia esecutiva "Istruzione, audiovisivo e cultura". Nello specifico, i 741 studenti scelti nel quadro del programma Erasmus Mundus vengono da 92 paesi diversi; i più numerosi sono gli studenti cinesi (81), seguiti dai brasiliani (43), i russi (36), gli indiani (31), gli americani (28), i malesi (25) e i messicani (24). I 636 studenti supplementari che beneficiano di una borsa di studio grazie agli "sportelli asiatici" vengono principalmente da India (288), Cina (99), Tailandia (53), Pakistan (42), Malesia (32) e Vietnam (29). Sui 231 professori universitari, 199 sono stati scelti nel quadro del programma Erasmus Mundus e 32 attraverso lo "sportello cinese". I primi vengono da 45 paesi diversi. Fra i più rappresentati figurano gli Stati Uniti (42), la Russia (14), l´India (12), il Canada (11) e il Brasile (10). . .  
   
   
UNICAM TRA GLI ATENEI CHE HANNO CORSI IN INGLESE  
 
Camerino, 19 giugno 2006 - L’università di Camerino parla sempre di più inglese: in base ad una indagine realizzata dalla Fondazione Crui l’Ateneo camerte è infatti l’unica Università statale delle Marche ad avere corsi erogati interamente nella lingua di Shakespeare. Unicam è presente tra le 7 Università italiane ad avere corsi di laurea in inglese; tra le 11 che hanno corsi di laurea specialistica e tra i 19 Atenei italiani che erogano corsi di dottorato di ricerca in inglese . “L’università di Camerino – afferma il Magnifico Rettore dell’Università di Camerino, Prof Fulvio Esposito – deve progressivamente assumere una forte caratterizzazione internazionale, nei suoi programmi di formazione e di ricerca, nel suo corpo docente, nella composizione della sua utenza studentesca”. Essere un Ateneo ‘aperto al mondo’ significa quindi partecipare attivamente alla ricerca internazionale e dare una spinta propulsiva alla didattica, ed è quello che Unicam vuole realizzare. In linea con la politica di aumentare le collaborazioni internazionali e di istituire un sistema internazionale di alta formazione, pertanto, già dallo scorso anno accademico le attività didattiche del corso di laurea in Biotecnologie, dell’indirizzo “Acqua: Risorse e Rischi” del corso di laurea specialistica in Rischi e Risorse geoambientali e del corso di laurea specialistica in Fisica sono in lingua inglese. Unicam ha inoltre istituito una Scuola di Dottorato (School of Advanced Studies), con l’obiettivo di aumentare la partecipazione di studenti stranieri ai corsi di dottorato di ricerca. Anche in questo caso le attività formative sono in lingua inglese e il numero degli iscritti, in particolare stranieri, conferma la valenza positiva della scelta e la qualità della ricerca Unicam. La prossima estate inoltre sarà ripetuta la positiva esperienza delle Summer School, corsi di perfezionamento e aggiornamento professionale in diversi settori scientifici rivolti a ricercatori, professionisti e manager interessati ad approfondire argomenti quali gli affari internazionali, il commercio nel mercato asiatico, la bioinformatica, l’architettura. Nella maggior parte dei casi le attività didattiche saranno in lingua inglese. Www. Unicam. It .  
   
   
I VINCITORI DI DESIGN AT WORK_I WORKSHOP DELLA FACOLTÀ DEL DESIGN DEL POLITECNICO DI MILANO DIDATTICA, IMPRESE E PROFESSIONISTI AL SERVIZIO DEL PROGETTO  
 
 Milano, 16 giugno 2006 - Il 12 maggio scorso si è conclusa l´ultima edizione dei workshop progettuali, iniziativa didattica organizzata dalla Facoltà del Design del Politecnico di Milano, che ogni anno coinvolge per una settimana di lavoro intensivo importanti aziende e professionisti di chiara fama. I workshop costituiscono un momento preziosissimo di attività, sia per i docenti sia per gli studenti, che quest´anno si sono confrontati in parallelo con ben 29 rappresentanti del mondo professionale e imprenditoriale. L´impegno profuso è stato particolarmente significativo ed è importante che il lavoro frutto di questa esperienza progettuale non venga disperso, bensì raccolto, conservato, valorizzato. A tale scopo ieri, mercoledì 14 giugno, presso lo Spazio Fitzcarraldo di Viale Filippetti 41 (Milano), nell’ambito della serata evento organizzata a coronamento dell´intera manifestazione a cui hanno partecipato i docenti, le aziende, gli studenti e tutte le persone coinvolte in questa esperienza didattica, la Facoltà del Design del Politecnico di Milano, nella persona del Preside, prof. Alberto Seassaro e Mr. Hong Pyo Kim, lead designer del Design center di Samsung Electronics Italia, azienda sponsor della serata, hanno premiato gli 8 migliori progetti di questa sessione di Workshop, selezionati da 4 giurie competenti per area disciplinare (disegno industriale, design della comunicazione, design degli interni e design della moda). Tutti i progetti sono attualmente in mostra presso lo Spazio Fitzcarraldo. Tale esposizione -allestita su supporto video- è aperta al pubblico fino al 20 giugno. Orari: dalle ore 20. 00 I Vincitori_design del Prodotto: La giuria dell’area disciplinare Design del Prodotto, composta dai proff. Alberto Seassaro, Antonella Penati, Alessandro Deserti e Laura Anselmi decreta Vincitori: “Per i Workshop condotti nell’ambito del 3 anno di Studi (Laurea)” Federico Piccinini, Andrea Plebani, Serena Pollastri con il progetto “Fin” condotto nell’ambito del Workshop Un progetto per l´esterno in rotazionale, con Serralunga e prof. Luisa Bocchietto. Motivazione: Progetto che ha raggiunto un buon livello di sintesi formale dove alla semplicità dell´oggetto corrisponde comunque un’attenta ricerca di integrazione funzionale. Buona la ricerca cromatica. “Per i Workshop condotti nell’ambito del 2 anno di Studi (Laurea magistrale) Lucia De Monte, Domenico Andrea Orefice, Fabiana Mastropaolo, Staffan Strand con il progetto “Rotolami” condotto nell’ambito del Workshop Una borsa per la Facoltà di Design, con il prof. Naomi Hasuike con Mh Way. Motivazione: Progetto originale, con forte attenzione oltre che agli aspetti funzionali, alla gestione complessiva del sistema-prodotto (comunicazione, packaging ecc. ). Completa anche la parte di rappresentazione e modellizzazione dei risultati progettuali. I Vincitori_design della Comunicazione: La giuria dell’area disciplinare Design della Comunicazione, composta dai proff. Giovanni Baule, Valeria Bucchetti, Gianluca Brugnoli, Giancarlo Iliprandi e Andrea Manciaracina decreta Vincitori “per i Workshop condotti nell’ambito del 3 anno di Studi (Laurea)” Giuseppe Sartorio con il progetto “Produci Consuma Crepa” condotto nell’ambito del Workshop Grafici o artisti, con Mondadori e prof. Giacomo Callo. Motivazione: Il progetto si muove secondo una poetica dove una specifica sensibilità governa i modi del bricolage. Riesce, attraverso la tecnica del montaggio, a rimescolare frammenti distinti, per arrivare a creare un percorso di lettura intenso e spiazzante. “per i Workshop condotti nell’ambito del 2 anno di Studi (Laurea magistrale)” Valentina Bianchi, Mario Brioschi, Massimiliano Frangi, Andrea Magni, Alessandro Pai con il progetto “Why not” condotto nell’ambito del Workshop Gli Innocenti, con i proff. Steffen Kaz & Catharina Lorenz. Motivazione: Il progetto mostra una forte unitarietà e personalità. In particolare, presenta un linguaggio illustrativo inedito, risultato di una ricerca espressiva e di una sperimentazione nel campo della rappresentazione Menzioni Speciali: “Per i Workshop condotti nell’ambito del 3 anno di Studi (Laurea)” Emanuele Copioli, Irene Delledonne, Maria Jesus Guarda, Julia Hutzler con il progetto “Bovista” condotto nell’ambito del Workshop Tbvs, un progetto di grafica urbana, con Triennale - Bovisa e prof. Valeria Bucchetti. “Per i Workshop condotti nell’ambito del 2 anno di Studi (Laurea magistrale)” V. Ciliberti, S. Cresimini, G. Ferradino, F. Luca, M. Nicotra, L. Perri, G. Rizzo, A. Rucci, M. Tettamanzi, E. Tonini con il progetto “Mauro, domani” condotto nell’ambito del Workshop Ritratto di un artista, con prof. Gianni Rocco. I Vincitori_design della Moda. La giuria dell’area disciplinare Design della Moda, composta dai proff. Paola Bertola, Raffaella Mangiarotti, Marco Turinetto, Giovanni Conti, Arturo dell’Acqua Bellavitis decreta Vincitori “per i Workshop condotti nell’ambito del 3 anno di Studi (Laurea)” Ex Aequo Nicol Romina Amato, Beatrice Citterio, Carla Goddi, Gloria Somaschini, Diletta Spreafico con il progetto “Wild_e” condotto nell’ambito del Workshop Borsesofficidamoto , con S. I. T. I. S. R. L e prof. Alessandro Fumagalli. Motivazione: Capacità di coniugare tecnicità e linguaggi moda, di proporre un’ampia gamma di prodotti e possibili funzioni in grado di intercettare un pubblico ampio di utenti. Interessante il richiamo allo scenario dei primordi della storia motociclistica. Ex Aequo Jessica Prunotto, Valentina Sembenini, Antonella Vagaggini, Isabella Valli, Lynnkong Hui Ling con il progetto Ladybirds condotto nell’ambito del Workshop Poli. T-shirt con Poli. Shop e proff. Luisa Collina, Umberto Tolino motivazione: Originalità e freschezza nell’interpretazione del brief con grande attenzione al target di riferimento e alle possibilità di personalizzazione del prodotto. “Per i Workshop condotti nell’ambito del 2 anno di Studi (Laurea magistrale)” Luca Bigarella, Chiara Lia Gazzi, Melchionna Jlenia, Michela Ardizzone con il progetto “???????,” condotto nell’ambito del Workshop Un´aria Di Famiglia con la Prof. Rina Gerbelle. Motivazione: Interpretazione contemporanea dei valori del marchio e soluzioni di dettaglio interessanti I Vincitori_design degli Interni La giuria dell’area disciplinare Design degli Interni, composta dai proff. Andrea Branzi, Silvia Piardi, Francesco Scullica, Giacomo Rizzi decreta Vincitori: “Per i Workshop condotti nell’ambito del 3 anno di Studi (Laurea)” Caterina Marazzi, Beatrice Pernigotti, Giada Pirlo con il progetto “Lacero” condotto nell’ambito del Workshop D’ogni Dove Chiusi Si Sta Male con Fatebenefratelli e Prof. Francesca Murialdo. Motivazione: Lavoro approfondito. Interessante integrazione spazio interno/ spazio esterno. Buona la grafica. Lavoro coerente in rapporto alla delicata tematica sociale. “Per i Workshop condotti nell’ambito del 2 anno di Studi (Laurea magistrale)” Chiara Butti, Nicola Ghirardelli, Selena Orbello, Francesca Passerini, Simona Pedrini, Michela Perego, Emanuela Zanotti con il progetto “11235813…, “ condotto nell’ambito del Workshop Abitare I Luoghi con Prof. Ivana Porfiri. Motivazione: Progetto simbolico / concettuale per segnare” luoghi” in contesti diversi. Menzioni Speciali : “Per i Workshop condotti nell’ambito del 3 anno di Studi (Laurea)” Roberta Bonaiti, Laura Cera con il progetto “Pannelli di facciata in legno” condotto nell’ambito del Workshop Design per una facciata vivibilecon Uniform Spa e Prof. Stefano Garaventa. Valentina Fumagalli, Paola Germinati, Chiara Ornati, Veronica Lorenzini con il progetto Bus For Biz condotto nell’ambito del Workshop Scenari polisensoriali, con Moroso e prof. Marta Conconi. .  
   
   
SCUOLA: RIVOLUZIONARIA SENTENZA DEL TAR LAZIO IL FIGLIO CONCEPITO DA’ ALLA MADRE GLI STESSI PRIVILEGI DEL FIGLIO GIA’ NATO UNA DOCENTE INCINTA OTTIENE I PUNTI IN GRADUATORIA IN UN CONCORSO DA DIRIGENTE SCOLASTICO SPETTANTI ALLE MADRI CON FIGLI A CARICO  
 
Roma, 19 giugno 2006 - La Iii sezione del Tar Lazio (Presidente Corasaniti, Relatore Arzillo) ha emesso una clamorosa sentenza, stabilendo che alla madre incinta che partecipa ad un concorso statale spettano gli stessi privilegi di una madre con figlio a carico. Questa la vicenda: Una candidata al concorso ordinario per il reclutamento di Dirigenti Scolastici, le cui iniziali sono S. F. , aveva fatto domanda di partecipazione a tale concorso per la Regione Umbria, avendone interesse ed essendo in possesso di tutti i requisiti richiesti nella normativa di riferimento e dal bando di concorso. La stessa S. F. , inoltre, aveva superato le selezioni previste per la prima fase selettiva, sia per titoli sia delle due prove scritte e la prova orale, risultando in un primo momento inserita nella graduatoria dei vincitori al 18° posto, ultima dei vincitori. Ma le successive modalità procedurali applicate dal Ministero dell’Istruzione, finalizzate alla formazione della graduatoria definitiva generale ed alla selezione degli ammessi al corso di formazione e quindi alla prosecuzione della procedura concorsuale, si sono rilevate pregiudizievoli per la effettiva partecipazione di S. F. Alle ulteriori prove concorsuali, tanto che la stessa pur avendo i titoli per partecipare e pur essendo stata in una prima fase inserita tra i vincitori, ne è stata poi esclusa. In particolare a danneggiarla è stata la mancata valutazione del titolo di preferenza relativo allo status di “coniugata con figlio a carico” che in un primo tempo è stato riconosciuto e poi depennato. Ora il Tar Lazio ha deciso che la madre incinta ha, nel concorso in oggetto, gli stessi diritti e gli stessi privilegi spettanti alla madre con figlio già nato, ed ha riconosciuto a S. F. I punti in graduatoria che gli erano stati concessi e poi ingiustamente sottratti. .  
   
   
LANCIATO CON SUCCESSO DA BAJKONUR (KAZAKISTAN) PAMELA ESPLORERÀ ANTIMATERIA E MATERIA OSCURA PER SVELARE I MISTERI DELL’UNIVERSO ALL’ESPERIMENTO COLLABORANO RICERCATORI DELL’INFN DI TRIESTE  
 
 Trieste, 19 giugno 2005 - Nello spazio a caccia di antimateria e materia oscura: è questa la missione di Pamela, lo strumento lanciato in orbita il 15 giugno dalla base di Bajkonur, in Kazakistan. Il lancio è avvenuto alle 10 ora italiana. Pamela (Payload for Antimatter Matter Exploration and Light-nuclei Astrophysics) rimarrà nello Spazio per almeno tre anni, su un’orbita ellittica quasi polare tra 300 e 600 chilometri d’altezza, ed è frutto di una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale e Istituti di ricerca russi e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con la partecipazione dell’Agenzia Spaziale Italiana e il contributo delle agenzie spaziali e università tedesche e svedesi. Il progetto coinvolge le sezioni dell’Infn dell’Università di Roma Tor Vergata (coordinatore), Firenze, Napoli, Roma Tor Vergata, Trieste, Bari, dei Laboratori Nazionali di Frascati e altri partner internazionali. Uno dei componenti principali dell’esperimento Pamela è stato interamente progettato e realizzato nell’Area Science Park Trieste dai ricercatori della locale sezione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Si tratta del calorimetro elettromagnetico, un rivelatore in grado di misurare con grande precisione l’energia delle particelle che lo attraversano e di separare, grazie alle sue caratteristiche uniche, le diverse componenti dell’antimateria nei raggi cosmici: antiprotoni e positroni. Questo avanzatissimo rivelatore è costituito da 22 strati di tungsteno intervallati da 44 strati di rivelatori al silicio, i cui segnali vengono letti da sofisticati dispositivi elettronici. I componenti del gruppo di ricerca che ha realizzato il calorimetro di Pamela sono Valter Bonvicini, Mirko Boezio, Emiliano Mocchiutti, Andrea Vacchi, Gianluigi Zampa e Nicola Zampa. L’antimateria e la materia oscura sono tra le questioni più controverse e affascinanti che la fisica moderna si trova ad affrontare: oggi sappiamo che l’universo è costituito soltanto per il 5% dalla materia a noi più familiare, quella fatta di protoni, neutroni ed elettroni. Si calcola invece che il 70% di ciò che esiste nel cosmo sia costituito da una sostanza invisibile e omogenea chiamata “energia oscura”. L’ultimo 25% sarebbe invece formato da materia oscura, cioè da particelle molto diverse dalla materia ordinaria, non aggregate in corpi celesti, e in parte ancora sconosciute. L’antimateria è invece rarissima nel nostro universo, ma secondo le teorie più accreditate, dopo il Big Bang si sarebbe formata in quantità uguale alla materia. Materia e antimateria si sarebbero poi quasi immediatamente annientate vicendevolmente in un lampo di energia. Da questo processo sorprendentemente “avanzò” una piccolissima percentuale di materia, la quale oggi forma le stelle, i pianeti, noi stessi e tutto ciò che conosciamo. Perché, se in origine materia e antimateria erano in quantità uguali avanzò solo un po’ della prima? Quale è la differenza fra di esse? Gettare luce su questi quesiti sarà parte delle sfide che affronterà Pamela dallo spazio. Ma in che modo? Pamela indagherà su materia oscura e antimateria studiando i raggi cosmici: particelle energetiche di diversa natura che giungono dallo spazio, fornendo importanti informazioni sulla sorgente cosmica che li ha emessi e sul cosmo in generale. In particolare, Pamela misurerà il flusso, l’energia e le caratteristiche di raggi cosmici di origine galattica, interplanetaria e solare, con una precisione mai ottenuta prima. .  
   
   
PAMELA RIVELA I SEGRETI DELL´ANTIMATERIA E DELLA MATERIA OSCURA  
 
Bruxelles, 19 giugno 2006 - Pamela (Payload for Antimatter Matter Exploration and Light-nuclei Astrophysics) è stato lanciato la mattina del 15 giugno dalla base di Baikonur (Kazakstan). Il satellite, che è il frutto di una collaborazione finanziata dall´Ue tra astrofisici italiani, russi, svedesi e tedeschi, consentirà di demistificare alcune materie oscure dell´universo: l´antimateria e la materia oscura. Il progetto è importante perché aiuterà a gettare luce su due dei problemi misteriosi e universali dell´astrofisica moderna: che cos´è la materia oscura e qual è stato il destino dell´antimateria. I fisici ritengono che solo il cinque per cento dell´universo sia costituito dalla stessa materia che osserviamo sulla terra. Il 70 per cento è composto di "energia oscura" e il restante 25 per cento di "materia oscura". Non è una coincidenza che le due sostanze siano definite come "oscure" dal momento che non sappiamo che cosa siano. Mentre l´energia oscura è omogenea e onnipresente, ma invisibile, la materia oscura è formata da particelle che si discostano notevolmente dalle particelle che costituiscono il mondo che ci circonda. L´antimateria è rara nel nostro universo, ma i fisici ribadiscono che poco dopo il big bang la quantità di antimateria e di materia era equivalente. Che cosa ne è successo? Pamela misurerà i raggi cosmici con una precisione straordinaria. I raggi cosmici consentiranno di aprire una finestra sul passato e forniranno risposte a questi interrogativi persistenti. Il satellite studierà i raggi per mezzo di un grande elettromagnete collegato a diversi rivelatori in grado di individuare le particelle che costituiscono i raggi cosmici, le loro traiettorie e la loro energia. La missione è doppiamente importante perché collocherà la rete di ricettori al di fuori dell´atmosfera terrestre, dove interagiranno i raggi cosmici. In precedenza gli unici metodi per studiare dettagliatamente i raggi cosmici erano costituiti dai palloni lanciati ad elevate altitudini e da brevi esperimenti eseguiti a bordo della sonda spaziale. "Al momento Pamela è lo strumento più avanzato in questo settore dell´astrofisica. Quando Pamela entrerà in orbita, inizierà la seconda fase più sorprendente della sua avventura scientifica con l´obiettivo di svelare alcuni dei misteri più intriganti e complessi dell´universo", dichiara Piergiorgio Picozza, direttore della sezione Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare) dell´Università di Tor Vergata, che ha coordinato la collaborazione italiana e internazionale della ricerca. E il sito del progetto Pamela: http://wizard. Roma2. Infn. It/pamela/pam_home. Htm .  
   
   
FISICA: SCOPERTO UN NUOVO MATERIALE ULTRADURO, LA “CARBONIA” LA RIVISTA NATURE PUBBLICA IL RESOCONTO DELLA SCOPERTA OPERATA DA RICERCATORI DEL CENTRO CNR-INFM SOFT DI ROMA IN COLLABORAZIONE CON COLLEGHI DI FIRENZE, E LA COMMENTA CON UN EDITORIALE  
 
 Roma, 19 giugno 2006 - Un importante passo avanti è stato compiuto da ricercatori italiani impegnati nella ricerca sulla fisica delle alte pressioni, nel campo dei nuovi materiali vetrosi (o amorfi). Studiosi e ricercatori italiani del Centro di ricerca Cnr-infm “Soft” istituito presso l´Università di Roma "La Sapienza" in collaborazione con fisici del laboratorio Lens (Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non Lineare) dell’Università di Firenze hanno sintetizzato un nuovo materiale amorfo: la Carbonia. Parte del lavoro è stato svolto anche al Centro Cnr-infm “Democritos” di Trieste. Questo materiale ha una struttura atomica del tutto simile a quella della comune Silica (componente base della maggior parte dei vetri di uso commerciale), o Sio2, ma vede il carbonio sostituire il silicio. La “carbonia”, nome coniato dagli scopritori per assonanza con la “silica”, possiede dunque la formula chimica Co2, e la struttura atomica e’ quella di un reticolo tridimensionale disordinato formato da atomi di carbonio, ognuno di questi connesso con quattro atomi di ossigeno che formano “ponti” con altri atomi di carbonio. Una struttura totalmente diversa da quella che si ottiene solidificando la comune anidride carbonica, solido, questo, comunemente detto “ghiaccio secco”, nel quale viene preservata la natura molecolare del Co2. La “carbonia” è dunque un nuovo composto che rientra nella famiglia dei materiali vetrosi o amorfi, normalmente ottenuti raffreddando velocemente un liquido al di sotto della temperatura di cristallizzazione, hanno importanti proprietà strutturali che li rendono spesso preferibili nelle applicazioni pratiche alla loro controparte cristallina. I materiali amorfi, infatti, non possedendo l’ordine atomico a grande scala tipico dei cristalli, sono meno soggetti alla aggressione chimica superficiale e alle rotture e indebolimenti strutturali prodotti dall’usura meccanica. “Il nuovo materiale”, spiega il coordinatore del Centro di Ricerca Cnr-infm “Soft” Giancarlo Ruocco, “e’ stato ottenuto a partire dalla comune anidride carbonica in forma gassosa, che viene poi compressa a pressioni estreme (circa 7∙105 atmosfere, la pressione che si trova all’interno della terra ad una profondità di oltre 1000 km). Il materiale viene poi riscaldato a 400 gradi centigradi e la pressione gradualmente rilasciata sino a 1∙105 atmosfere”. Questo materiale possiede un modulo di rigidità (quantità che determina la capacità del materiale di non deformarsi se sottoposto a compressioni e deformazioni prodotte dall’esterno) estremamente elevato, M=365 Gpa, che lo rende il materiale amorfo meno “compressibile” tra quelli noti, e che lo avvicina al valore del cristallo di diamante (M=443 Gpa), valore record per quanto riguarda il modulo di compressibilità. La carbonia, ottenuta secondo il procedimento sopra descritto, non e’ stabile in condizioni normali (P=1 Atm, T=300 K) dove si riconverte rapidamente in Co2 molecolare. Studi teorici e considerazioni estrapolate dal comportamento di miscele Sio2-geo2 permettono di supporre che miscele di Co2-sio2 possano mantenere le notevoli proprietà meccaniche della carbonia, pur essendo stabili in condizioni ambiente, aprendo dunque enormi potenzialità applicative. L’importante studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Nature” in uscita oggi 15 Giugno 2006 [M. Santoro et al. , Nature 441, 857 (2006)] e sarà inoltre oggetto di un editoriale (News and Views), di P. F. Mc Millan nella stessa rivista. .