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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 11 Settembre 2006 |
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UN´ÉQUIPE DI RICERCATORI SCOPRE I SEGRETI DELLA DIVISIONE CELLULARE |
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Bruxelles, 11 settembre 2006 - Un´équipe di ricercatori dell´Istituto di ricerca biomedica (Irb) di Barcellona, del Laboratorio europeo di biologia molecolare (Embl) di Heidelberg e dell´Istituto Pasteur di Parigi ha pubblicato un articolo sulla rivista "Current Biology" in cui gli scienziati spiegano di essere riusciti a isolare una proteina di fondamentale importanza per l´assemblaggio e la struttura del nucleo della cellula. Secondo quanto sostiene l´illustre evoluzionista Richard Dawkins, la divisione del Dna è l´essenza stessa della vita e tutti gli organismi viventi, ad avviso dello studioso, fungono semplicemente da veicoli per l´ancestrale Dna che si cela nel nucleo di ogni cellula. Agli albori della vita, alcuni miliardi di anni fa, i filamenti del Dna sarebbero sopravvissuti nel brodo primordiale senza alcuna protezione fisica, semplici molecole libere alla deriva negli oceani primigeni. Poiché a una prima divisione delle molecole ne sono seguite numerose altre, sarebbero comparse piccole imperfezioni, alcune delle quali avrebbero presentano notevoli pregi. Noi essere umani, e tutti gli organismi viventi che ci circondano, siamo il risultato di miliardi di anni di perfezionamento, selezione naturale e mutazioni fortuite, mentre dentro ciascuno di noi permangono le molecole di Dna che contengono le informazioni relative alla nostra fisiologia. Al fine di non interrompere il viaggio intrapreso, il Dna ha tuttora bisogno di dividersi, ma oggi il processo è più complicato, in quanto i filamenti di Dna presenti all´interno delle cellule devono essere destrutturati, divisi e riassemblati nei nuclei di due nuove cellule. Affinché questo fenomeno avvenga, si deve rompere una membrana protettiva che avvolge il nucleo della cellula originaria e la si deve ricostruire seguendo un metodo estremamente complesso. Il nucleo all´interno della cellula è protetto da quanto lo circonda da un "involucro" che regola i rapporti di scambio con il nucleo e il suo prezioso carico di Dna. Le molecole cui è consentito il passaggio sono regolate dai pori nucleari, canali dell´involucro nucleare a forma cilindrica. "Non abbiamo ancora individuato tutte le molecole presenti nell´involucro nucleare e rimangono molti interrogativi riguardo al processo in base al quale alle molecole è consentito o negato il passaggio", spiega Peter Askjaer dell´Irb. La ricerca è incentrata sulla proteina chiamata Mel-28, un componente dei pori nucleari di un verme, C. Elegans, noto agli studiosi. La Mel-28 è una delle particelle che formano l´involucro. Quando l´équipe ha inibito l´attività della Mel-28, ha osservato che nel momento in cui le cellule si dividevano, gli involucri a protezione del nucleo non riuscivano a riformarsi adeguatamente e gli elementi che componevano l´involucro si mescolavano in modo disordinato, in modo tale che le membrane non potevano più essere regolate ad hoc e non funzionavano più in modo corretto. Negli essere umani è presente una proteina molto simile alla Mel-28, e in un prossimo studio si esaminerà se questa molecola svolge un ruolo analogo a quello osservato nel C. Elegans. Nelle persone affette da certe malattie genetiche, quali la progeria, ossia una patologia caratterizzata da invecchiamento precoce, e da determinate distrofie muscolari, gli involucri nucleari presentano una forma anomala. "Riuscire a comprendere il processo di formazione dell´involucro nucleare nella sua posizione iniziale può forse aiutarci a individuare in che misura i cambiamenti che lo interessano possono provocare queste patologie ed eventualmente quale cura adottare", ha affermato Askjaer. Http://www. Current-biology. Com . |
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AL VIA “SMILE 2006”, PRIMO SUMMIT INTERNAZIONALE SULLA FORMAZIONE A DISTANZA IN CAMPO MEDICO. |
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Sestri levante, 11 settembre 2006 - A partire dal 13 settembre, nella splendida cornice del borgo marinaro di Sestri Levante, prenderà il via Smile 2006, primo summit mondiale sulla formazione a distanza in campo medico, organizzato da Amee (Association for Medical Education in Europe, www. Amee. Org), una delle principali associazioni internazionali operanti nella formazione medica con oltre 2000 professionisti da oltre 50 paesi, e Giunti Interactive Labs (www. Giuntilabs. Com), società di Giunti Editore, leader europea nella produzione di tecnologie e servizi per l’eLearning. L’evento è realizzato con il supporto della Provincia di Genova e del Comune di Sestri Levante. Organizzato come premessa all’annuale Meeting Internazionale sulla Formazione Medica, che si tiene quest’anno presso il Centro Congressi dei Magazzini del Cotone in Genova dal 16 al 19 settembre 2006, Smile 2006 intende fare il punto sull’adozione delle nuove tecnologie eLearning in campo medico. Numerosi, e di qualità, gli interventi di relatori da aziende ed enti pubblici da tutto il mondo: Clinica Mayo, San Diego State University, Medbiquitous, Mit (Massachussets Institute of Technology), Università di Birmingham, Pfizer, iniziativa R-iti (Radiology Integrated Training Iniziative, in cui il Sistema Sanitario Inglese ha previsto l’utilizzo della formazione a distanza per integrare e supportare il training dei radiologi del Regno Unito), Ivimeds (International Virtual Medical School, il primo metacampus virtuale di scuole ed enti formativi in campo medico), Izs (Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo), e tanti altri… La conferenza sarà affiancata da un’area espositiva per sessioni dimostrative (prodotti, soluzioni e sistemi per l’eLearning in medicina) e da workshop tematici paralleli. L’evento si rivolge a tutti coloro che operano strategicamente, in ambito medicale, nel campo della formazione e dell’accrescimento delle competenze come valore competitivo aziendale, e a chi vuole cogliere ed implementare le opportunità offerte dal mercato dell’eLearning, con particolare riguardo alle possibilità offerte dall’utilizzo delle nuove tecnologie Mobile e Tv. Ha dichiarato Fabrizio Cardinali, Amministratore Delegato di Giunti Labs: “Questo evento rappresenta una prova tangibile di come la ricerca e l’innovazione tecnologica possano servire anche per far conoscere il territorio e promuoverne la ricettività ad una pubblico internazionale di alto livello. Sono sicuro che molti dei 300 professionisti e medici previsti per l’evento torneranno con le loro famiglie e amici a visitare questo naturale connubio di paesaggio e tecnologie che oggi passiamo offrire nei nostri laboratori della Fondazione Mediaterraneo. ” . Aggiunge Andrea Lavarello, Sindaco di Sestri Levante: “Grande è il nostro piacere nell’ospitare questo convegno di rilevanza mondiale, frutto dell’ennesima collaborazione tra Giunti Labs e Comune di Sestri Levante, comune in grado di acquisire visibilità internazionale e offrire un contributo importante in un settore dalla forte portata sociale, come la formazione in ambito medico”. Conclude Alessandro Repetto, Presidente della Provincia di Genova: ”Smile 2006 è un appuntamento che la Provincia di Genova non poteva non cogliere, soprattutto per le prospettive di superamento del gap fra centro e periferia, problema tipicamente connesso con ogni area vasta. Sotto questo aspetto il simposio si pone come momento fondamentale in un settore, come quello dell’aggiornamento telematico in campo sanitario, in rapidissima evoluzione. ” . |
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MOTIVEGEEKS LABS E SIEMENS PRESENTANO CHIPILOTS, SOLUZIONE DI SICUREZZA MEDICA PERSONALE PER IL SOCCORSO STRADALE REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON SIS 118 CARTELLA CLINICA DIGITALE CONTENUTA IN UN CHIP ED IMMEDIATAMENTE VISUALIZZABILE SUI PALMARI DELLE UNITA’ DI SOCCORSO. |
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Monza, 11 settembre 2006 – E’ stato presentata all’Autodromo Nazionale di Monza la soluzione Chipilots, progetto di sicurezza medica personale realizzato da Motivegeeks Labs e Siemens Italia in collaborazione con Sis 118. Specificamente studiata per facilitare gli interventi di soccorso stradale e tutelare la salute dei cittadini siano essi alla guida, ma anche al lavoro o in altre situazioni, la soluzione Chipilots sarà disponibile al pubblico a partire dal prossimo autunno. E’ costituita da un apparato di identificazione personale contenente i dati medici, anagrafici e diagnostici, che saranno sempre disponibili per essere immediatamente visualizzati su appositi palmari, in caso di emergenza, dalle Unità di Soccorso Medico. Oltre all’apparato di identificazione, che dovrà essere portato al polso o al collo, l’utente potrà fruire anche del dispositivo per collegarsi, tramite il proprio personal computer, alla Centrale Multiservizi realizzata da Siemens e provvedere così all’inserimento dei propri dati medici, nel rispetto più totale delle normative sulla privacy. Gli specifici palmari Chipilots in dotazione al personale di soccorso in grado di resistere ad urti e ad agenti atmosferici esterni, consentiranno di avere a disposizione i dati del paziente-infortunato direttamente sul luogo dell’evento anche in condizioni ambientali critiche. Il Progetto Chipilots assicura reali benefici per i sistemi di emergenza sanitaria in termini di immediatezza, tempestività e precisione per ogni intervento operato. Grazie all’utilizzo di un’ulteriore applicazione software, in grado di registrare in modo corretto e sequenziale le varie fasi dell’intervento di soccorso e del trasporto, diventa possibile la compilazione, da parte del personale medico, della Scheda di Soccorso Sanitario che permette di rendere fruibile tutti i dati dell’intervento sul personal computer del Pronto Soccorso ove il paziente viene trasferito (nello sviluppo futuro si prevede l’invio in tempo reale dei dati via rete Gprs). Con l’obiettivo di fornire un servizio a reale valore aggiunto alle Unità di Soccorso Medico Nazionale, il servizio prevede la dotazione e la manutenzione gratuita dei palmari, la cui efficienza verrà garantita da un servizio tecnico coordinato dalla Centrale Multiservizi Siemens. Oltre a gestire e ad aggiornare i dati contenuti negli apparati di identificazione personale, la Centrale supporterà sia gli utenti nell’utilizzo del kit Chipilots, sia il personale sanitario nell’impiego dei palmari a bordo dei mezzi di soccorso (elicotteri e ambulanze). Attualmente sul mercato non sono disponibili soluzioni con le stesse caratteristiche, Chipilots risulta un’applicazione unica in quest’ambito, sviluppata su piattaforma Microsoft Windows Mobile 2003/2005. L’elemento caratterizzante è il modulo software Chipilots presente sul palmare che permette: la lettura dei dati contenuti nell’apparato di identificazione personale, a contatto (iButton) o Rfid Radio Frequency (smart card, underskin microchip); la registrazione delle informazioni relative all’intervento medico (Scheda di Soccorso Sanitario); la trasmissione a distanza delle informazioni raccolte sul territorio alle strutture ospedaliere riducendo i tempi operativi e migliorando la qualità delle attività specialistiche. In particolare l’estrema facilità di trasferimento dati e d’integrazione con soluzioni informatiche in essere, evidenzia le possibili estensioni del modulo Chipilots in ambiti sanitari diversi, nel rispetto delle direttive del Piano Sanitario Nazionale, quali: registrazione automatica degli interventi delle strutture 118 nei software della Centrale Operativa e in quelli delle Strutture Ospedaliere esistenti; trasferimento dei dati registrati territorialmente alle strutture centralizzate permettendo il monitoraggio della qualità dell’assistenza sanitaria erogata. Diventa possibile In questo modo garantire il potenziamento dei servizi di urgenza ed emergenza e un migliore utilizzo delle infrastrutture e delle risorse presenti. La Soluzione Chipilots allo stato attuale privilegia, per versatilità e caratteristiche fisiche, l’adozione dello smart microchip iButton, un apparato in cui l’utente memorizza la propria Scheda Medica - attraverso una procedura estremamente semplice e rispettosa della privacy - rendendola immediatamente fruibile alle Unità di Soccorso Medico e permettendo alle stesse un più alto livello qualitativo dell’intervento. Lo smart microchip Chipilots è una soluzione tecnologicamente ideale sia per le sue caratteristiche di durevolezza e di resistenza ad eventi esterni, sia per la facilità di essere integrato in oggetti indossabili (medaglia, bracciale) ed allo stesso tempo facilmente individuabile dalle Unità di Soccorso Medico. Inoltre l’identificativo univoco a livello mondiale (Unique Id) all’interno dello Smart Microchip Chipilots permette di strutturare una soluzione con caratteristiche di sicurezza e riservatezza uniche nel mercato dell’Identificazione personale (Strong Authentication). Indipendentemente dagli apparati di identificazione utilizzati, la soluzione Chipilots prevede la gestione della Scheda di Soccorso Sanitario che consente al personale delle Unità di Soccorso Medico di compilare in tutti i suoi dettagli la tipologia dell’intervento prestato e di trasmetterlo, in una fase successiva dell’implementazione, direttamente alle accettazioni dei Pronto Soccorso in cui il paziente verrà trasportato. Il Palmare Chipilots prevede l’utilizzo di schede modulari in grado di gestire: la comunicazione Gsm/gprs; la lettura in Radio Frequenza (Rfid); la localizzazione satellitare Gps. Il progetto Chipilots prevede, nel breve periodo, la creazione di un Comitato Tecnico Scientifico, in sinergia con Sis 118, per lo sviluppo di ulteriori moduli applicativi su piattaforma Chipilots che possano soddisfare esigenze derivanti dai dettami dell’Oms e dalle direttive Europee in tema di sicurezza medica personale e nuove tecnologie applicate. Il Sis 118 prevede inoltre la costituzione di una Fondazione con l’obiettivo di estendere i risultati del Comitato Tecnico Scientifico in campo sociale e di favorire un incremento della sicurezza personale ed una riduzione dei danni derivanti da incidenti e malori che si dovessero verificare in campo stradale, quotidiano e professionale. . |
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NEONATA GUARISCE GRAZIE A MICROCHIP PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA INTERVENTO SENZA INCISIONI GRAZIE AD INNOVATIVA TECNOLOGIA GIAPPONESE |
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Milano, 11 settembre 2006 – L’equipe del professor Cristiano Hüscher, neo Direttore della Divisione di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale San Carlo, in collaborazione con il Dipartimento Materno Infantile (diretto dal professor Mauro Buscaglia), l’Unità Operativa di Pediatria (diretta dal Professor Alberto Podestà) e quella di Chirurgia Pediatrica (diretta dal professor Luciano Cucchi) ha guarito una bambina affetta da una grave disfunzione all’intestino, che le impediva di mangiare e digerire correttamente, con un intervento di carattere eccezionale. E’ stato infatti possibile utilizzare la procedura mininvasiva grazie ad una microcamera costituita esclusivamente da un microchip inserito nell’addome della piccola paziente. In questo modo si sono potute ottimizzare sicurezza e precisione dell’intervento. Lo strumento di tecnologia giapponese, utilizzato per la prima volta in Italia, ha sostituito la telecamera finora a disposizione negli interventi in laparoscopia, che è situata all’esterno del corpo e consente di vedere il campo operatorio, cioè l’interno del paziente, attraverso un lungo tubicino. La nuova microcamera, posizionata direttamente dentro l’addome e manovrabile dall’esterno, è ad altissima definizione: offrendo una visione perfetta di organi, vasi e tessuti, garantisce un’elevata sicurezza e precisione del bisturi, di grande rilievo soprattutto negli spazi ridotti. “La procedura si è rivelata estremamente delicata” - spiega il professor Hüscher - “per le dimensioni microscopiche degli organi. Ma è perfettamente riuscita permettendo di ricostituire la normale funzionalità anatomica della bimba di pochi mesi. L’intervento mininvasivo rappresentava un’importante possibilità aggiuntiva di guarigione della neonata: il doloroso ed ampio taglio della chirurgia tradizionale - dallo sterno al pube - sarebbe stato molto traumatizzante”. In sole due ore il professor Hüscher, esclusivamente attraverso 3 fori di 5 millimetri ciascuno, ha asportato 25 centimetri di intestino e le ha ricostruito la normale funzionalità anatomica. Senza l’incisione dell’intervento tradizionale, la bimba ha ben sopportato l’operazione, dopo due giorni ha potuto alimentarsi e muoversi in modo naturale, e dopo una settimana ha lasciato l’ospedale. Oggi, a distanza di oltre un mese dall’intervento, sta bene ed è perfettamente normale. “Ma già il giorno successivo all’intervento mia figlia girava a 4 zampe per i corridoi dell’ospedale” – ricorda la madre della piccola. Questo intervento potrà essere ripetuto in futuro, in caso di neonati con malformazioni urologiche, come, ad esempio, al rene, oppure di costruzione di una plastica per reflusso esofageo. . |
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CHIRURGIA MININVASIVA E TUMORI: PIÙ APPLICAZIONI E VANTAGGI PER I PAZIENTI |
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Milano, 11 settembre 2006 – Nella Divisione di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale San Carlo di Milano la grande maggioranza degli interventi in ambito oncologico oggi vengono eseguiti con la procedura laparoscopica, con importanti vantaggi per i pazienti. E’ noto che la procedura mininvasiva permette di dimezzare la degenza e la convalescenza grazie al fatto che si evitano le ampie incisioni e il relativo trauma e dolore in quasi tutte le operazioni per asportazioni di tumore. Meno risaputo, invece, è il fatto che evitando il taglio sul paziente, non si espone all´ambiente esterno (contaminato da germi e batteri) la cavità addominale: in questo modo si riducono le possibilità che si impiantino nuove cellule tumorali a seguito dell´intervento. E ancora che, senza incisione, le successive perdite di sangue e le necessarie trasfusioni, si evita il crollo delle difese immunitarie, importanti per salvare la vita al paziente. "La no touch tecnique, così viene chiamata la laparoscopia negli Usa" – spiega il professor Cristiano Hüscher, neo Direttore della Divisione di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale San Carlo – “garantisce al malato una migliore qualità di vita, sia nell´immediato postoperatorio che successivamente, a parità di efficacia oncologica. E la gente ha diritto di sapere che può sottoporsi a questi interventi mininvasivi per quasi tutti i tipi di tumore, benigni e maligni". Presso la Chirurgia dell’ospedale San Carlo si eseguono per via mininvasiva interventi per tumore del colon, del fegato, dell’esofago, dello stomaco, dei reni ed anche del pancreas. La casistica del professor Hüscher è tra le più ampie al mondo: ha effettuato, ad esempio, oltre 1. 500 interventi al colon ed è tra i pochi ad aver eseguito la procedura mininvasiva per i tumori dell’esofago e del pancreas. Pubblicazioni scientifiche: la validità della procedura laparoscopica per la chirurgia dei tumori Nhs, National Institute for Health and Clinical Excellence (2006), Laparoscopic Surgery for Colorectal Cancer. British Journal of Surgery (2004), Randomized clinical trial of the costs of open and laparoscopic surgery for colonic cancer. The New England Journal of Medicine (2004), A Comparison of Laparoscopically Assisted and Open Colectomy for Colon Cancer. The Lancet (2004), Laparoscopic resection of rectosigmoid carcinoma: prospective randomised trial. Cancer Treatment Reviews (2004), Laparoscopically assisted colectomy is as safe and effective as open colectomy in people with colon cancer. The Lancet (2002), Laparoscopy-assisted colectomy versus open colectomy for treatment of non-metastatic colon cancer: a randomised trial. Centri di eccellenza di chirurgia mininvasiva per i tumori: Milano, Ospedale San Carlo, professor Cristiano Hüscher. Milano, Ospedale Niguarda, professor Raffaele Pugliese. Alessandria, Ospedale Ss. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, dottor Giuseppe Spinoglio. Camposampiero (Pd), Ospedale Civile, dottor Annibale D´annibale. Monfalcone (Go), Ospedale San Polo, dottor Giusto Pignata. Grosseto, Ospedale della Misericordia, professor Pier Cristoforo Giulianotti. Roma, Ospedale Madre Giuseppina Vannini, dottor Francesco Crafa. Civitanova (Mc), Clinica Villa dei Pini, dottor Giorgio Cutini. Napoli, Ospedale Monaldi, dottor Francesco Concione. . |
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NASCE IL PRIMO TRAUMA CENTER DI CHIRURGIA “DOLCE”: UNICO IN ITALIA PER BAMBINI, RIFERIMENTO PER DONNE E ANZIANI PRIMA MONDIALE: ASPORTATA PARTE DI PANCREAS A BIMBO DI 7 ANNI CADUTO DALLA BICI INCIDENTI STRADALI, TRAUMI AL TORACE E ALL’ADDOME: OPERAZIONI SENZA CICATRICI E MILZA SALVA |
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Milano, 11 settembre 2006 – All’ospedale San Carlo di Milano nasce il Primo Trauma Center Italiano di chirurgia “dolce”, cioè mininvasiva. E’ la prima struttura in Italia dove questa procedura viene eseguita sui bambini: le ridotte dimensioni dei pazienti e l’urgenza di intervenire, magari dopo un incidente, hanno finora precluso l’utilizzo di una tecnica che garantisce importanti vantaggi ai pazienti ma che richiede lunghi tempi di apprendimento e di esecuzione da parte del chirurgo. L’arrivo a Milano di uno dei maggiori esperti mondiali di laparoscopia, il professor Cristiano Hüscher, Neo Direttore della Divisione di Chirurgia Generale e d’Urgenza dell’Ospedale San Carlo, e la contestuale introduzione nella struttura di nuove tecnologie che ottimizzano sicurezza e precisione della tecnica, hanno permesso questo salto di qualità della Chirurgia Generale e d’Urgenza. Il nuovo Centro costituirà, quindi, un punto di riferimento per i traumi infantili, ma anche per le donne e gli anziani, e, più in generale, per tutte le vittime dei traumi addominali ed al torace. Sottoporsi ad un intervento in mininvasiva, infatti, permette di evitare le lunghe cicatrici frutto delle incisioni della chirurgia tradizionale. Per i più piccoli significa non portare per tutta la vita sul corpo il segno di una brutta esperienza infantile, cioè una cicatrice di 20 o 30 centimetri, per le donne scongiurare una tragedia estetica e, per i più anziani, la categoria di pazienti più deboli, ridurre il dolore di un intervento chirurgico e riprendersi più in fretta. La chirurgia mininvasiva, infatti, permette di diminuire drasticamente degenza e convalescenza di tutti i pazienti. “La tecnica laparoscopica in Italia non è mai stata utilizzata in precedenza in caso di traumi infantili” - illustra il professor Hüscher – “mentre nella nostra Divisione la eseguiamo regolarmente. L’ultimo paziente che abbiamo operato è un bimbo di 7 anni che, a seguito di una caduta dalla bicicletta, ha subito una rottura del pancreas, un trauma molto grave. Ma siamo riusciti ad operarlo per via mininvasiva, evitandogli una ferita ed una cicatrice a vita di 25 centimetri sull’addome. E’ la prima volta al mondo che si esegue un’operazione così delicata con la tecnica laparoscopica”. L’utilizzo della procedura mininvasiva nei traumi garantisce ai pazienti della nuova struttura di eccellenza un altro vantaggio, probabilmente ancora più importante. Cioè quello di conservare un organo che quasi sempre risulta danneggiato in occasione di questo tipo di traumi, la milza: nella chirurgia tradizionale, infatti, viene spesso asportata. “Negli ultimi mesi abbiamo già operato in urgenza con la procedura mininvasiva 15 pazienti che presentavano una rottura della milza a seguito di un trauma” – prosegue Cristiano Hüscher – “e siamo sempre riusciti a salvare l’organo “racchiudendolo” in una speciale reticella oppure lo abbiamo asportato per via mininvasiva. Offrendo a tutti, quindi, la possibilità di una qualità di vita decisamente migliore, oltre ad un risultato estetico senza confronti. Più in generale, comunque, tutti i pazienti hanno diritto a non subire una lesione a seguito di un intervento chirurgico, se naturalmente è possibile, sia in caso di trauma che di asportazione di un tumore”. I numeri del Primo Trauma Center di chirurgia mininvasiva - Si potranno rivolgere al Trauma Center dell’Ospedale San Carlo le vittime dei traumi: in Italia se ne registrano ogni anno 30. 000, di cui oltre 6. 000 in Lombardia; 3. 000 di questi si verificano nella provincia di Milano e la maggior parte, ben 2. 200, proprio nel capoluogo. In media un trauma su tre interessa l’addome o il torace. Spesso si tratta della conseguenza di incidenti stradali, ma può verificarsi anche a seguito di cadute accidentali, dalla bicicletta, dai pattini o dallo skate: sono i traumi infantili. (Fonte: Dati Istat e relative stime) Ventidue i chirurghi che operano nel centro, 24 ore al giorno sette giorni alla settimana, in modo da poter intervenire in qualsiasi momento. Ventotto i letti a disposizione. Lo scorso anno nella Divisione di Chirurgia Generale e d’Urgenza sono stati eseguiti 450 interventi. Quest’anno, con il nuovo Trauma Center, saranno complessivamente oltre 1. 000. La chirurgia mininvasiva si inserisce all’interno del contesto multidisciplinare del Trauma Center dell’Ospedale San Carlo, attrezzato per affrontare diversi tipi di emergenze, dalla frattura all’occlusione intestinale, ecc. Gli incidenti stradali prima causa dei traumi: 20. 000 all’anno solo a Milano - I traumi spesso sono il frutto di incidenti stradali: sono 220. 000 all’anno in Italia con oltre 310. 000 feriti, di cui quasi 47. 000 in Lombardia (oltre 63. 000 feriti) e quasi 28. 000 nella sola provincia di Milano (guida questa speciale classifica nazionale, seguita dalla provincia di Roma, con 22. 000 sinistri). E gli incidenti si verificano il 75% delle volte in città: a Milano ogni anno se ne contano circa 20. 000. (Fonte: Dati Istat e relative stime) La milza, organo prezioso soprattutto per i più piccoli - Si tratta di un organo che produce alcuni elementi del sangue, soprattutto nei bambini, ma anche nell´adulto, ad esempio dopo un´emorragia. Svolge, poi, una funzione emolitica, per cui filtra, seleziona e distrugge i globuli rossi vecchi o anomali recuperando il ferro, e quella di serbatoio, di difesa immunitaria e di regolazione della pressione del sangue, in caso di emorragie, infezioni oppure di lavoro muscolare intenso. Bambini vittime di incidenti, cadute dalla bicicletta, dagli skate, pattini - Sono 11. 000 ogni anno in Italia i bambini che si feriscono a seguito di un incidente stradale e sono diverse migliaia quelli che cadono dalla bicicletta, con i pattini, lo skate, ecc. Negli Usa ogni anno 50. 000 ragazzi sotto i 15 anni si recano al pronto soccorso per un trauma legato alla caduta dallo skate (Fonte: Pediatrics). Sempre negli Usa ogni anno si verificano 200. 000 traumi a causa di cadute dalla bicicletta. Nei bambini e negli uomini fino a 44 anni il trauma è la principale causa di morte. Nelle persone fino a 34 anni di età i traumi uccidono più di tutte le altre malattie messe insieme. . |
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RICONOSCIMENTO ALLE RICERCHE SUI TUMORI DELL’IEOS-CNR |
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Roma, 11 settembre 2006 - Promettenti indagini sulle patologie della tiroide e della prostata. Per questi studi l’Accademia dei Lincei ha attribuito all’Istituto per l’endocrinologia e l’oncologia sperimentale (Ieos) del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli il Premio 2006 “Cataldo Agostinelli e Angiola Gili Agostinelli”, destinato agli Istituti italiani di ricerche per la cura di malattie cancerose. L’ieos-cnr ha, infatti, raggiunto un importante risultato nel campo della biologia e fisiopatologia della tiroide, in particolare per quanto concerne le patologie tumorali. I ricercatori hanno sviluppato un modello unico di cellule tiroidee differenziate e, quindi, caratterizzato un importante evento nella trasformazione neoplastica: la perdita della differenziazione cellulare. “Gli studi successivi sui retrovirus e sugli oncogeni”, spiega Eduardo Consiglio, direttore dell’Ieos-cnr, “hanno condotto alla scoperta che l’oncogeno Ret/ptc è attivato nel carcinoma papillifero della tiroide, la più importante neoplasia maligna tiroidea. Tutto questo grazie ad un processo di ‘riarrangiamento’ molecolare che induce a sua volta una nuova proteina di funzione”. L’attività di ricerca dell’Istituto “è stata recentemente estesa alle proteine coinvolte nella trasformazione neoplastica come la proteina Hmga, la proteina p27Kip1, inibitore di chinasi ciclino-dipendenti che regolano la proliferazione cellulare, il recettore per l’urochinasi e della laminina, implicati nei processi di invasività e metastasi, e, infine, la proteina Pyk2, che si comporta come gene oncosoppressore nella cellula della prostata”, aggiunge Consiglio. Le ricerche attualmente in corso sono rivolte allo studio dei meccanismi di base, in particolare all’analisi delle vie di segnale e dei geni coinvolti nella trasformazione neoplastica. Inoltre, saranno sviluppati ‘kit’ diagnostici e trattamenti in grado di bloccare la progressione tumorale. “Particolare interesse assume la produzione, nei laboratori dell’Ieos-cnr, di anticorpi monoclonali diretti specificamente contro l’oncogeno ret e di composti chimici con capacità inibitoria nei confronti della chinasi Ret”, conclude il direttore dell’Istituto. . |
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IBM IMPLEMENTA SERVIZI E INFRASTRUTTURE IP PRESSO LA ASL DI PESCARA REINGEGNERIZZAZIONE INFRASTRUTTURA LAN, POTENZIAMENTO DELLA SICUREZZA PERIMETRALE, REALIZZAZIONE DEI SISTEMI DI NETWORK SERVICES ED E-MAIL SERVER |
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Milano, 11 settembre 2006 - Usl di Pescara, esplica le sue attività su un territorio che coincide geograficamente con l´area della provincia, ha un bacino di utenza di circa 300. 00 abitanti e comprende 46 comuni, è costituita da tre presidi ospedalieri di Pescara, Penne e Popoli e da 15 distretti periferici. Negli ultimi anni, le attività e il modo di operare di questa Asl sono cambiate in maniera radicale. Oggi l’elaborazione e la gestione dei dati vengono affidati a piattaforme informatico-telematiche. Inoltre mentre in precedenza gli utenti esterni che richiedevano servizi o informazioni si rivolgevano direttamente al personale preposto, oggi sempre più spesso il primo punto di contatto è attraverso l’infrastruttura informatica (portale, sito web, call center). Il Sistema Informativo risulta costituito da più di ottocento client collegati tra loro nelle diverse Strutture Aziendali, e da più di duecento client stand-alone. In questo scenario evolutivo sono inevitabilmente emerse nuove necessità. La prima è stata quella di individuare un’unico sistema di trasporto su cui far convergere tutti i flussi di traffico inerenti ai servizi aziendali, con due obiettivi principali: ridurre i costi d’infrastruttura ed unificare i diversi budgets, cercare delle forme di integrazione tra questi servizi, rendendo l’azienda molto più dinamica e più flessibile. Alla base di tutto: la scelta del protocollo Ip, che ha portato alla luce il concetto di “Ip Convergence”. In pratica oggi ad un’infrastruttura di rete Ip non viene più richiesto esclusivamente il trasporto di dati tradizionali ma anche quello relativo ad immagini, suoni e voce, con le conseguenti enormi potenzialità per la creazione di nuovi servizi multimediali integrati, da rendere disponibili per varie tipologie di utenza. Una seconda esigenza fondamentale è stata quella di consentire ad un utente, di usufruire dei servizi in qualunque momento, da qualsiasi luogo e con qualsiasi tecnologia di accesso; il tutto con le garanzie di sicurezza e confidenzialità richieste. Questo ha introdotto concetti come “mobile user” o “virtual office” che hanno comportato il prepotente affiancamento delle tecnologie wireless (Gprs, Wlan, Bwn, Umts. ) alle tradizionali reti wired. Una terza esigenza, è stata quella di calibrare al meglio e, dove necessario, potenziare i sistemi di sicurezza informatica a protezione dei dati e dei nuovi modelli di comunicazione aziendali. Tutto questo ha comportato che le tradizionali Reti Trasmissione Dati (Rtd), sono dovute evolvere verso un concetto di Reti Infrastrutturali per la Comunicazione Integrata (Rici), per mettere a disposizione in modalità sicura, affidabile, flessibile un’infrastruttura di trasporto in grado di veicolare, garantendo i livelli di servizio richiesti, i flussi di traffico delle nuove tipologie di sistemi informativi Tcp/ip oriented che convergono in rete. Per realizzare questa infrastruttura il modello architetturale proposto da Ibm indirizza tre aree fondamentali che riguardano gli impianti di rete trasmissione dati: sistemi infrastrutturali (sottosistema di cablaggio strutturato , sottosistema di networking; sottosistema di elaborazione), sottosistema di sicurezza, sistema di Management Il progetto ha coinvolto la Ibm Global Services in tutte le fasi: dallo studio al disegno, dalla realizzazione ai servizi di manutenzione. I punti principali sono stati i seguenti: Modifiche e/o integrazioni al sistema di cablaggio per innalzarne i livelli di affidabilità e qualità. La definizione di un adeguato modello architetturale per l’infrastruttura di rete. L’utilizzo di tecnologie con elevati standard prestazionali, in ogni area di specifico utilizzo (switching, routing, wireless, firewalling. ). L’introduzione di un adeguato sistema di Network Management che consenta di avere continuamente sotto controllo i livelli di servizio della rete. Il potenziamento del sistema di sicurezza perimetrale (Front-end), nell’ottica di adeguarsi alle indicazioni espresse dal Testo Unico sulla Privacy emesso dal Consiglio dei Ministri (Decreto Legislativo del 27 giugno 2003). Per quanto riguarda l’architettura, la Ibm ha proposto un modello che garantisce tutti i requisiti tecnici, i livelli di servizio e di affidabilità che devono contraddistinguere una Rici con cinque livelli funzionali: i livelli di Access, Distribution e Core che definiscono la Intranet aziendale; il livello di Front-end che connette in sicurezza la Intranet aziendale con il mondo esterno (Internet); il livello di Management che deve garantire la gestibilità dell’intera Rici. La Ibm ha realizzato il progetto in collaborazione con Cisco Systems e Lenovo. Il progetto ha coinvolto personale Ibm specializzato per far migrazione l’infrastruttura di rete dei presidi ospedalieri di Pescara, Penne e Popoli da un concetto tradizionale di Rtd ad un moderno concetto di Rici, per garantire i livelli di servizio richiesti dalle nuove applicazioni aziendali (es. Trasferimento via rete di cartelle cliniche ed immagini radiologiche). Il progetto ha previsto anche l’adeguamento del Sistema di cablaggio Strutturato, la reingegnerizzazione del Sottosistema Networking, la realizzazione di un’adeguata infrastruttura wireless e l’introduzione di un Sistema di Network Management. Oggi la Asl di Pescara può contare su un’infrastruttura in grado di evolvere in funzione delle future esigenze e pronta a recepire e interagire con le tecnologie emergenti. Tutti i dati sono integrati e fruibili in maniera flessibile e gli utenti possono ottenere informazioni e servizi in maniera semplice e tempestiva. . |
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MUNDIPHARMA SIGLA UN ACCORDO DI LICENZA A LIVELLO EUROPEO PER FLUTIFORMä, NUOVO FARMACO PER IL TRATTAMENTO DELL’ASMA E DELLA BPCO |
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Milano, 11 settembre 2006 – Mundipharma annuncia di aver siglato con la società britannica Skyepharma un accordo di licenza, valido a livello europeo, per lo sviluppo, la commercializzazione e la distribuzione del farmaco Flutiformä, innovativa formulazione indicata nel trattamento dell’asma e della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (Bpco). Mundipharma avrà l’esclusiva per la vendita di Flutiformä in Europa e in alcuni altri mercati internazionali, al di fuori del continente americano. Secondo quanto prevede l’accordo, Mundipharma ha già versato a Skyepharma un importo pari a 15 milioni di Euro, cui si aggiungerà un ulteriore riconoscimento economico che potrà arrivare fino a 70 milioni di Euro, in base al raggiungimento di determinati obiettivi. Åke Wikström, Direttore Regionale Europeo di Mundipharma International Limited, ha commentato: “Questo accordo è estremamente importante per noi, dal momento che Flutiformä ha le prerogative per rivelarsi un’eccellente opzione terapeutica nel trattamento dell’asma e della Bpco e rappresenta per Mundipharma un’ulteriore opportunità di crescita”. Flutiformä è una innovativa combinazione di formoterolo, broncodilatatore a lunga azione, e di fluticasone, steroide da assumere per via inalatoria. Il farmaco, che deve essere assunto due volte al giorno, si contraddistingue per la rapidità di azione (1-3 minuti) e la capacità di fornire un effetto broncodilatatore che si mantiene per 12 ore. Gli studi clinici, attualmente in fase Iii, non hanno evidenziato interazioni tra i due principi attivi né rischi di eventuali effetti collaterali. La richiesta di approvazione del nuovo composto con l’indicazione per il trattamento dell’asma negli adulti e negli adolescenti sarà sottoposta alla Fda nella seconda metà del 2007 e all’Emea nel 2008. Indicativamente, il farmaco potrà essere disponibile in Europa nel 2009. Mundipharma promuoverà a proprie spese ulteriori studi clinici necessari per estendere l’indicazione ai pazienti pediatrici e a sostegno degli alti dosaggi. . |
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MARKETING MANAGEMENT DELLA FARMACIA. RISPOSTE DI MARKETING OPERATIVO COERENTI CON IL CAMBIAMENTO DEL SISTEMA COMPETITIVO NELLE FARMACIE. |
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Milano, 11 settembre 2006. – L’aumento della pressione competitiva, il contenimento della spesa sanitaria e la sempre maggiore aggressività della Grande Distribuzione, stanno apportando cambiamenti anche nel settore della distribuzione dei prodotti farmaceutici. L’area Marketing di Sda Bocconi, partendo da questo spunto, si rivolge ai titolari, ai responsabili di farmacie e ai collaboratori più stretti, alle associazioni, agli ordini e ai distributori intermedi del farmaco per far assumere un nuovo ruolo alla farmacia, fornendo competenze di marketing e recenti strumenti manageriali, indispensabili per fronteggiare i cambiamenti in atto. In un unico modulo di tre giornate, dal 27 al 29 settembre 2006 “Marketing Management della Farmacia”, si svolgerà a Milano presso la sede Sda Bocconi. I docenti Sda Bocconi, consapevoli che la modernizzazione della farmacia non deve trascurare il posizionamento di questa forma distributiva, i valori di fondo che la accompagnano e l’orientamento al servizio, intendono fornire risposte di marketing coerenti con i cambiamenti in atto. I contenuti trattati riguarderanno in particolare: Il nuovo ruolo della farmacia: vincoli e nuove opportunità derivanti dall’evoluzione del sistema sanitario, dall’analisi del consumatore e dalle politiche di marketing distributivo; Le scelte di assortimento: la classificazione, la formazione dell’assortimento in chiave di marketing e la gestione delle relazioni con i fornitori; Il miglioramento della qualità del servizio e della soddisfazione del cliente; Il merchandising della farmacia: i nuovi lay-out, i criteri espositivi, la comunicazione visiva, il visual merchandising e l’ambientazione; Le valutazioni economico finanziarie e il controllo dei costi della farmacia: l’impiego di indici di produttività e di redditività per l’analisi dell’attività commerciale e la gestione delle scorte. . |
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ALLARME FEGATO: FARMACI PIÙ TOSSICI DELLE ERBE MEDICINALI |
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Firenze, 11 settembre 2006 - Paradossi delle autorità sanitarie. Una pianta medicinale sicura come la Cimicifuga (Cimicifuga racemosa Nuttal), da anni usata senza problemi per curare i disturbi della menopausa, è stata appena sospesa dal commercio dal Ministero della Salute perché, all’improvviso e senza alcuna prova, l’Agenzia del farmaco europea (Emea), la sospetta in un documento ufficiale di danneggiare il fegato. Al contrario, un farmaco clamorosamente epatossico come il Paracetamolo, noto antifebbrile nonché riconosciuto killer di 100-150 persone all’anno nel solo Regno Unito, continua a essere venduto senza alcun problema. E’ quanto denuncia l’Associazione Nazionale dei Medici Fitoterapeuti (Anmfit), che sul caso sta mettendo a punto un dossier da inviare un questi giorni all´Emea ed al Ministero della Salute. “L’agenzia del farmaco europea”, spiega il presidente dell’Associazione Fabio Firenzuoli, “sta suscitando un vespaio mettendo all’indice, senza prove concrete, una stimatissima pianta medicinale, fin qui sempre molto ben tollerata dai pazienti e priva di significativi effetti collaterali. E’ una decisione che ci fa temere ripercussioni su altre ottime piante tradizionalmente usate in fitoterapia. Ci auguriamo perciò che si intervenga almeno con pari rigore sui farmaci di dimostrata tossicità. E per quanto riguarda le erbe medicinali chiediamo alle autorità sanitarie di adottare strumenti e metodologie adatti a valutare bene le segnalazioni di sospetta tossicità”. Chiamata anche “erba delle indiane” perché scoperta dalle tribù nord-americane che la usavano come decotto contro artrite, stanchezza e morsi di serpente, la Cimicifuga è in effetti presente ormai da molti anni anche sul mercato europeo e italiano, come componente di numerosi integratori, fitoterapici e preparati omeopatici. “In base alla nostra lunga esperienza clinica ed alla letteratura scientifica”, ricorda Firenzuoli, “i pazienti hanno sempre risposto molto bene, senza denunciare effetti collaterali degni di nota. Se in proposito non bastasse il conforto della letteratura scientifica, potremmo perciò appellarci alla casistica italiana ed europea: in tutti questi anni non c´è mai stata alcuna segnalazione in Italia. In tutta Europa esiste un solo caso sospetto, neppure dichiarato certo. ”. Nel dossier per il Ministero l’Anmfit sottolinea quindi le non poche preoccupanti incongruenze del documento stesso dell´ Emea, a partire dalla clamorosa citazione di un caso di "epatite fulminante da Cimicifuga" in un reparto di medicina dell´Università dello Utah (Usa) senza peraltro menzionare il prodotto assunto dalla paziente, che, come dichiarato nello stesso documento dell´ Emea, faceva uso di vari farmaci tra cui il famigerato Paracetamolo. L’aspetto più bizzarro della questione è che la stessa Emea denuncia come poco documentati tutti i casi descritti a carico della Cimicifuga. “Occorre peraltro sottolineare”, conclude Firenzuoli, “che i danni al fegato provocati dal Paracetamolo sono più che noti. Impressionanti i dati 2006 della Food and Drug Administration: negli Stati Uniti 458 morti all’anno associati a sovradosaggio del farmaco, responsabile ogni anni di ben 26. 000 ricoverio e di numerosi trapianti di fegato. Il sovradosaggio di Paracetamolo, anche a scopo suicida, è del resto la causa più comune di danno epatico acuto. Dunque perché dare la colpa all’erba delle indiane?”. . |
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DOPO IL SUCCESSO DELL’EDIZIONE 2005 TORNA “APRI GLI OCCHI” LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE DEI DISTURBI DELLA VISTA A FAVORE DEI BAMBINI |
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Milano, 11 settembre 2006 - Riparte la seconda edizione della campagna nazionale per la conoscenza e la prevenzione dei disturbi della vista dedicata ai bambini, “Apri gli occhi” 2006. Inizierà a ottobre e proseguirà fino alla fine di marzo 2007. La campagna è promossa dalla Sezione italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (Iapb Italia) in collaborazione con il Ministero della Salute. La vista è un senso molto delicato e la prevenzione gioca un ruolo decisivo fin dalla tenera età. Quest’anno un’importante novità, la campagna “Apri gli occhi” 2006, vista la grande adesione al progetto nella scorsa edizione, porterà il tema della salvaguardia della vista in luoghi più grandi, nei teatri e cinema di 30 città in tutta Italia (Ravenna, Sassari, Cagliari, Trapani, Agrigento, Caltagirone, Ragusa, Reggio Calabria, Cosenza, Potenza, Matera, Bari, Lecce, Roma, Isernia, Caserta, Avellino, Viterbo, Terni, Pescara, Ancona, Firenze, Siena,genova, Torino, Novara, Pavia, Brescia, Trento, Padova e Gorizia),. In ogni scuola, teatro o cinema verrà organizzato uno spettacolo educativo-scientifico. Gli attori coinvolgeranno direttamente i bambini con dimostrazioni pratiche di alcuni fenomeni legati alla vista. Durante lo spettacolo, della durata di 40 minuti, si farà riferimento ai personaggi di una storia contenuta nel Dvd divulgativo, Il pipistrello Bat, che verrà distribuito a tutti i bambini. Un divertente cartoon della durata di circa 20 minuti, dove, in una inusuale cornice boschiva, Bat, un piccolo pipistrello miope, insieme a Mr Gugù, un insegnante-gufo dal caratteristico accento inglese, e a Foxy, una volpe-oculista, tra le dispettose incursioni dei gufetti Gupy, Mugy, Whoopy e Nerino, parlano della vista, dell’occhio e del modo di conservarli in salute. Il Dvd contiene al termine un questionario interattivo che permetterà alla Iapb di fare una mappatura dei problemi più diffusi connessi alla vista e dei comportamenti delle famiglie italiane in fatto di salute visiva. Oltre al Dvd verrà distribuito un opuscolo da leggere insieme ai genitori con alcuni consigli per salvaguardare la vista. Si tratta di un’iniziativa che unisce a un alto valore scientifico un forte richiamo sociale: nel mondo vi sono circa 37 milioni di non vedenti (dei quali 1 milione e 500 mila sono bambini sotto i 15 anni) e 124 milioni di ipovedenti (coloro che hanno un visus inferiore a 3/10). In Italia i non vedenti sono circa 350 mila e gli ipovedenti oltre 1 milione e 500 mila. La Iapb, con questa campagna, coinvolgerà più di 60 mila bambini dai 6 ai 10 anni e, naturalmente, i loro genitori e insegnanti. . |
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AL VIA LA SESTA EDIZIONE DELL’EVENTO TECNICO DEDICATO AL VINTAGE DI RICERCA E RIVOLTO AGLI OPERATORI DELLA MODA |
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Milano, 11 settembre 2006 - E’ arrivato alla sesta edizione (la terza di Milano) Vintage Workshop , esposizione-vendita collettiva a cura di Angela Eupani in collaborazione con l’Associazione culturale no-profit "Ricercatori moda d´epoca" che in ottobre festeggerà il primo anno di attività. La manifestazione aprirà la mattina di martedì 12 settembre, incrociando le proprie date espositive con alcune importanti fiere rivolte al pubblico degli addetti ai lavori della moda: Anteprima, Milano Unica – Moda In, Intertex/ready to Show. Frutto di un approfondito studio di mercato che ha evidenziato come la sede - giusto di fronte alla Porta n. 5 Domodossola di Fieramilanocity - e le date di svolgimento siano le più favorevoli per l’utenza a cui si rivolge, Vintage Workshop è nato con lo scopo primario di programmare eventi mirati a raccogliere un’ampia e variegata selezione merceologica proveniente da espositori qualificati - commercianti, esperti, collezionisti, studiosi, raccoglitori – interessati a diffondere, condividere, promuovere e sviluppare un Vintage autentico e di qualità. Vintage Workshop – Milano si è progressivamente affermato presso l´intero settore degli addetti ai lavori della moda che dal Vintage di ricerca traggono utili spunti, idee ed ispirazioni oltre che per il pubblico degli appassionati della moda d’antan. Altre importanti tipologie di visitatori/compratori invitati saranno costituite da: produttori, pelletterie, calzaturifici, buyers, boutiques, arredatori d´interni, responsabili di centrali d´acquisto italiane ed estere, uffici stile e di ricerca tendenze. Durante il workshop i visitatori professionali potranno documentarsi su specifiche ricerche o temi che intendono effettuare nell’ambito della moda vintage in un ambiente allestito in formula di showroom e quindi più consono alle loro esigenze di riservatezza e molto diverso da situazioni di sovraffollamento tipiche dei grandi calderoni fieristici. Un momento quindi di concentrazione, di lavoro che gioca d’anticipo, una preview che presenterà proposte Vintage destinate a diventare spunti e talvolta veri e propri temi di tendenza finalizzati alla progettazione delle future collezioni autunno / inverno 2007-2008. Questa nuova formula espositiva più sinergica e funzionale ai creatori della moda è stata studiata e messa a punto a seguito di due ricerche di mercato svolte dall’Associazione nell’inverno 2004 e nell’estate 2006. L’ingresso per i visitatori è libero. L’accredito può essere richiesto mediante e-mail alla Segreteria organizzativa info@vintageworkshop. It www. Vintageworkshop. It Tel/fax. 0445-851323 ) o direttamente presso l’hospitality desk dell’Admiral nei giorni dell’esposizione. . |
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INAUGURATO 30.MO SALONE INTERNAZIONALE DELLA SEDIA |
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Udine, 11 settembre 2006 - La parola d´ordine è fare sistema, utilizzando anche gli strumenti messi a disposizione dalla Regione, come la legge sulle Pmi e quella sull´Innovazione, per rilanciare un comparto - quello della sedia - che dopo la flessione nelle esportazione registrata nel 2005 sta evidenziando cenni di ripresa nel primo semestre di quest´anno. Ne è convinto l´assessore regionale alle Attività Produttive Enrico Bertossi, intervenuto il 9 settembre all´inaugurazione del 30. Mo Salone internazionale della Sedia allestito a Udine Fiere. In particolare, Bertossi ha evidenziato che delle 200 domande presentate in virtù della Legge sulle Pmi - un dato superiore alle aspettative - ben 12 hanno interessato progetti riguardanti il distretto della Sedia, attivando investimenti per 8 milioni di euro a fronte di un contributo di 4 milioni: "si può fare di più, soprattutto a favore delle piccole realtà che nell´azione sinergica possono accedere a vantaggi che individualmente è difficile raggiungere". L´assessore regionale ha poi indicato la possibilità di dare vita in Friuli Venezia Giulia a due "Outlet" da 15 mila metri quadrati ciascuno, o uno da 30 mila (previsti dalla normativa regionale sul Commercio), quale vetrina regionale per la promozione e la vendita dei nostri prodotti. Quanto ai ritardi nell´avvio dell´Agenzia del distretto della Sedia si deve capire, secondo l´assessore, se questo ente si costituisce attorno ad un progetto di rilancio e di sviluppo del comprensorio; in caso contrario l´Agenzia rischia di diventare un contenitore vuoto dove non si riescono ad elaborare strategie significative. Dello stesso avviso il presidente della Camera di commercio di Udine, Adalberto Valduga, che ha rimarcato la necessità per il Triangolo della Sedia di trovare uno slancio di competitività per rimanere sul mercato. Ecco allora l´importanza di ampliare la gamma dei prodotti, le tipologia dei materiali (non basta solo il legno), dedicare spazio alla formazione professionale e imprenditoriale e creare un ambiente attrattivo per i giovani. In apertura Franco Zanirato, presidente del nuovo complesso fieristico, frutto della recente fusione tra la Fiera di Udine e quella di Gorizia (a questo proposito Bertossi ha auspicato in futuro la possibilità di creare almeno un´unica cabina regionale di promozione fieristica), ha ricordato che "con l´Amministrazione regionale il dialogo è intenso e proficuo, con una particolare attenzione e sostegno finanziario per la fiera Innovaction, prova ne sia il recente invito formulato dal presidente Riccardo Illy, al presidente del Consiglio Romano Prodi, per una sua presenza all´edizione 2007 di questa Fiera della Conoscenza". Il Salone della Sedia, che rimarrà aperto fino al 12 settembre, propone su 11 mila metri quadrati di esposizione il meglio della produzione e creatività del mondo della sedia "made in Italy" (una scelta non protezionistica ha ricordato il presidente di Promosedia, Franco Buttazzoni, ma di valorizzazione dei nostri prodotti), annoverando tra i 140 espositori grandi marchi di prestigio insieme a piccole ma dinamiche aziende artigiane. All´inaugurazione sono intervenuti anche numerosi consiglieri regionali, il presidente della Provincia di Udine Marzio Strassoldo, la direttrice di Promosedia, Renata Ballarin, il direttore di Federlegno, Roberto De Martin, amministratori locali, imprenditori ed esponenti delle associazioni di categoria. . |
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INAUGURATA "MULTIFIERA 60" A PORDENONE |
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Pordenone, 11 settembre 2006 - "Multifiera è modo originale per rinnovare e dare nuovi contenuti alla tradizionale Campionaria e già questo è un motivo importante da sottolineare. Ma oggi siamo qui anche per altri e fondamentali motivi: inaugurare un nuovo padiglione della Fiera, realizzato in soli quattro mesi, ricordare e festeggiare i 60 anni della Fiera di Pordenone". Così si è espresso il presidente della Regione, Riccardo Illy, intervenuto l0 8 settembre - assieme al presidente del Consiglio regionale, Alessandro Tesini, ed a numerosi altri esponenti del Consiglio regionale e ai rappresentanti delle istituzioni locali - all´inaugurazione di "Multifiera 60", che apre la stagione fieristica ´06-07 di Pordenonefiere, la società presieduta da Alvaro Cardin. Soffermandosi sul 60. Mo di Pordenonefiere, il presidente Illy ne ha messo in evidenza la dinamicità "che si accompagna a quella di tutto il territorio di questa provincia. Una dinamicità in campo economico e segnatamente industriale: un settore, quello industriale, che se ha avuto momenti di difficoltà a causa della globalizzazione, del passaggio all´era della conoscenza e della concorrenza straniera, ha dimostrato di saper reagire e di saper guardare avanti". Illy ha ricordato a tal proposito l´operazione - promossa dalla Regione e che ha visto protagonisti il Polo Tecnologico di Pordenone, alcune aziende locali ed una tedesca - che ha portato a bloccare il trasferimento all´estero della produzione della "piastra comandi" per lavatrici di Electrolux, mantenendo la produzione sul territorio e fornendo alla multinazionale un produzione tecnologicamente avanzata e competitiva. Concludendo il presidente della Regione ha affermato che "la qualità della vita non viene solo dall´economia, ma anche da altri settori. E in questo periodo Pordenone e il suo territorio stanno dimostrando una grande vivacità in campo culturale con molte manifestazioni di rilievo e grazie anche al nuovo Teatro Comunale, che proprio ieri ha presentato la nuova stagione, ricca e stimolante". . . |
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IL MART PORTA IN CINA LA GRANDE ARTE ITALIANA DEL ‘900 LE OPERE APPARTENENTI RESTERANNO NELLA CAPITALE FINO ALL’11 OTTOBRE PER POI SPOSTARSI A CANTON |
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Trento 11 settembre 2006 – Il Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto – porta in Cina la grande arte italiana del ‘900, con una mostra che si è aperta l’8 settembre al Namoc – National art museum of China – di Pechino, dove rimarrà fino all’11 ottobre. Dal 25 ottobre al 10 dicembre la mostra – che raccoglie più di un centinaio di opere appartenenti alle collezioni permanenti del Mart – sarà invece a Canton, al Guangdong museum of art. “È questo un risultato che ci riempie di orgoglio – ha detto oggi nell’ambito della presentazione dell’evento alla stampa internazionale, tenutasi nel primo pomeriggio al Namoc, la vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Margherita Cogo – che valorizza gli importanti investimenti realizzati dal Trentino sul versante della cultura e dell’arte contemporanea. L’obiettivo al quale tendiamo con operazioni come questa è mettere in relazione le nostre istituzioni artistiche e culturali con le realtà più fertili e creative del mondo. Al tempo stesso ci attendiamo che musei come il Namoc vengano da noi proponendoci le loro opere, per un interscambio che sia di stimolo per entrambi”. Soddisfazione anche da parte della direttrice del Mart Gabriella Belli, giunta nella capitale cinese lo scorso mercoledì. “Il compito che ci eravamo prefissati era quello di raccontare il ‘900 italiano attraverso le arti figurative. Un compito non facile, ma con l’aiuto delle opere dei grandi maestri che abbiamo portato al Namoc credo che siamo riusciti ad offrire un quadro sufficientemente esaustivo della creatività italiana, una creatività che non si esaurisce nelle epoche classiche, ma si spinge fino ai giorni nostri”. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il vicedirettore del Namoc Ma Sulin, che era stato in Trentino per mettere a punto il progetto, e l’ambasciatore italiano in Cina Gabriele Menegatti, che non ha mancato di sottolineare come, nel corso della sua prossima visita al paese asiatico, programmata fra una decina di giorni, anche il presidente del Consiglio Romano Prodi farà tappa al Nomac per visitare le sue esposizioni. Si alza dunque il sipario sulla grande mostra organizzata dal Mart in Cina. L’evento era stato propiziato dalla vicepresidente Cogo nel corso di una sua precedente missione in Cina, nel 2005, nel corso della quale erano state poste le basi per la mostra al Namoc, inserita assieme ad alcuni altri eventi dedicati all’arte e al design nel nostro paese nel calendario delle manifestazioni autunnali previste nell’ambito del “2006, anno dell’Italia in Cina”. La mostra “Immagini e figure del ‘900”, che aprirà i battenti al pubblico domani sera alle 19 ora locale, con un vernissage che si concluderà con una sfilata di Valentino, è stata allestita dall’architetto Paolo Baldessari. La curatrice è la direttrice del Mart Gabriella Belli; hanno collaborato alla sua realizzazione Beatrice Avanzi, Davide Sandrini e Costantino Charalabopoulos, assieme al personale messo a disposizione dal Namoc. Su una superficie di circa un migliaio di metri quadri essa presenta per la prima volta al pubblico cinese una vasta selezione di opere rappresentative dell’elaborazione artistica nel nostro paese nel corso del Xx secolo, spaziando dal divisionismo a futurismo, fino ad arrivare all’arte povera e alla transavanguardia, con capolavori di maestri come Boccioni, Depero, Carrà, Morandi, Guttuso, Fontana. La missione in Cina della vicepresidente Cogo, che si concluderà domenica con il ritorno a Trento, e’ servita però anche per avviare altri rapporti di cooperazione culturale, che si concretizzeranno nel prossimo futuro. Prima di giungere a Pechino, infatti, la vicepresidente è stata a Hong Kong, dove ha incontrato i responsabili del Science center cittadino e della sede locale della Camera di commercio italiana, e a Canton, dove la mostra del Mart approderà ad ottobre. “Consolidare i rapporti con i centri della scienza cinesi, che sono all’avanguardia nel mondo, è per noi di estrema importanza – ha detto infatti la Cogo – anche perchè è ormai noto il loro ruolo nell’incrementare la propensione degli studenti superiori ad iscriversi a facoltà universitarie di tipo scientifico. Inoltre vogliamo che in futuro essi possano collaborare con il nuovo centro della scienza trentino, che sarà progettato da Renzo Piano. In ogni modo la nostra provincia è già conosciuta anche in questo campo: a novembre il direttore del Museo tridentino di scienze naturali Michele Lanzinger farà parte, in qualità di delegato italiano, della delegazione europea che visiterà il paese per avviare nuove collaborazioni. Inoltre, su invito dell’università di Trento-dipartimento di Fisica, e di nuovo del Museo tridentino di scienze naturali, il direttore del Centro della scienza di Shangai verrà prossimamente in visita al Trentino, per valutare iniziative congiunte”. A Pechino inoltre la vicepresidente Cogo ha visitato il nuovo distretto degli artisti Dashanzi 798 (solo “798” per i frequentatori abituali), un’area industriale dismessa sulla quale trovano oggi collocazione numerose gallerie d’arte e agenzie culturali, come ad esempio la galleria “Continua” o l’agenzia “Officina”, di proprietà italiana. È questa una delle fucine delle nuove tendenze dell’arte cinese, in campi che vanno dalla pittura alla videoarte. L’obiettivo in questo caso è ipotizzare delle collaborazioni che possano magari arricchire il cartellone di “Manifesta”, la biennale europea che il Trentino si prepara ad ospitare assieme all’Alto Adige nel 2008. Durante la permanenza a Pechino la vicepresidente della Provincia autonoma di Trento ha anche visitato la Camera di Commercio italiana, dove è attivo un desk trentino, incontrando il direttore Davide Cuccino e la segretaria generale Erica De Stales. “Lavoriamo molto bene con la vostra provincia – ha detto la De Stales riferendosi anche alla recente visita in Trentino del presidente della Camera di commercio di Pechino – per la sua capacità di dare continuità al rapporto con noi e per la sua concretezza. Tra l’altro sono in programma nel prossimo futuro sia la visita di una delegazione cinese nelle regioni dell’arco alpino italiane, fra cui il Trentino, sia anche una missione di imprenditori trentini nel sud della Cina”. Infine la vicepresidente Cogo, assieme ad alcune collezioniste che hanno arricchito il Mart con le loro collezioni, fra cui Paola Giovanardi, si è recata in visita a Xian, la città cinese famosa per l’eccezionale scoperta archeologica, avvenuta nel 1974, del cosiddetto “esercito di terracotta”, su invito della municipalità locale. Anche a Xian infatti l’arte trentina ha lasciato il segno, con due murales di Paola De Manincor collocate in un parco cittadino e all’esterno di un grande centro commerciale. Ricche di simbologie care sia all’Oriente che all’Occidente, le opere raccontano dei rapporti e dell’amicizia fra I nostri paesi e le nostre culture. La visita della delegazione trentina in Cina è stata organizzata con la collaborazione di Erica Brunello, trentina, dieci anni di esperienza lavorativa in Cina, dove si è anche laureata in lingua e cultura cinese. . |
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OLIVIER RICHON AL NEPENTE ART GALLERY 15 SETTEMBRE AL 4 NOVEMBRE 2006 |
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Milano, 11 settembre 2006 - Nature morte che rivelano un tempo sospeso, antichi dipinti che interrogano lo sguardo contemporaneo. Una luce cristallina delinea precisi i contorni degli oggetti che vanno a comporre fotografie enigmatiche in cui ogni significato sembra essere stato messo in gioco. Tutte le immagini di Olivier Richon chiamano sadicamente in causa l’osservatore, mostrandogli quanto la comprensione delle opere d’arte, o meglio, dell’arte in generale, possa essere complessa, talvolta impossibile. Ancor più la fotografia, apparente rappresentazione della realtà, addirittura realtà stessa e invece, a ben vedere, linguaggio codificato, ‘codice’, come la pittura, la letteratura. Le fotografie di Richon creano un vuoto tra l’oggetto rappresentato e la sua immagine. E’ lo spazio del ‘codice’ o forse dell’interpretazione personale. E l’immagine, per quanto realistica, è sempre distante dal suo referente. Rappresenta innanzitutto se stessa e in secondo luogo qualcos’altro che all’osservatore non sarà mai dato sapere. Chi osserva, sembra dire Richon ironicamente, non è molto diverso dalla piccola scimmia di Imitatio Sapiens after Joseph Wright of Derby, Arkwright Mills at Night. Niente è evidente nelle sue immagini, proprio a dispetto di quel senso comune che pretende che la fotografia sia innanzitutto evidenza. Fin dal primo sguardo. Le sue fotografie sono sempre connotate da uno spiccato realismo, ma si tratta di un realismo assolutamente pittorico, quello del Diciottesimo secolo. Sembrano dipinti, vogliono confondere lo spettatore, ancora una volta metterlo alla prova. E il realismo, sembra proseguire l’artista, che aggiunge un libro all’antica natura morta di Juan Sanchez-cotan, non appartiene solo al senso della vista, ma è anche discorsivo, retorico. La fotografia è il frutto di convenzioni culturali esattamente come le altre arti. E’ stratificazione di significati. Le fotografie di Olivier Richon rivelano tutto questo eppure lasciano all’osservatore la possibilità di conoscere molto altro. Olivier Richon nasce a Losanna nel 1956. Ha studiato al Polytechnic of Central London con Victor Burgin. Nel 1980 ha conseguito la Laurea in Arti Visive - Cinema e Fotografia e nel 1988 un Master in Filosofia. Nel 1991 ha ottenuto il Camera Austria Award per la Fotografia Contemporanea. Le sue opere sono state esposte al Victoria & Albert Museum di Londra, al Musée d’art moderne de la ville di Parigi, al Museum Folkwang di Essen, al National Museum of Modern Art di Kyoto, al Brooklyn Museum di New York e in moltri altri musei e gallerie private. Dal 1997 è Capo del Dipartimento di Fotografia al Royal College of Art di Londra. . |
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INAUGURATA LA MOSTRA DI ARTISTI ALTOATESINI AL PARLAMENTO DI VIENNA |
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Bolzano, 11 settembre 2006 - Successo della mostra “Obiettivo Sudtirolo – La fotografia nelle opere di artiste ed artisti dell´Alto Adige” inaugurata lo scorso 6 settembre nella sala delle colonne del Parlamento di Vienna. L’assessora provinciale alla cultura, Sabina Kasslater Mur ha inaugurato ieri assieme al presidente del parlamento austriaco, Andreas Kohl, la mostra fotografica che raccoglie le opere di 22 artisti altoatesini dei tre gruppi linguistici. “Questa mostra è un’ottima occasione per far conoscere gli artisti altoatesini, appartenenti ai tre gruppi linguistici, anche al di fuori dell’ambito provinciale” ha sottolineato l’assessora Sabina Kasslatter Mur nel corso della cerimonia di inaugurazione. La mostra, organizzata in collaborazione con l’Associazione degli artistici sudtirolesi, presieduta da Helga von Aufschnaiter, svolgerà il ruolo di ambasciatrice della cultura artistica dell’Alto Adige. Secondo Letizia Ragaglia, curatrice dell’esposizione “Si tratta di una produzione artistica eterogenea che però consentirà di offrire un quadro complessivo del livello raggiunto dagli artisti che operano in Alto Adige”. Molte delle opere vanno al di là dell’ambito fotografico e rappresentano una riuscita integrazione tra la fotografia ed altre forme espressive come il disegno, il collage e la grafica su legno. Alla mostra presso il Parlamento di Vienna partecipano gli artisti: Thea Blaas, Julia Bornefeld, Ivo Corrà, Arnold Mario Dall’o, Ulrich Egger, Tomas Eller, Michael Fliri, Werner Gasser, Elisabeth Hölzl, Wil-ma Kammerer, Erich Kofler-fuchsberg, Hubert Kostner, Philipp Messner, Christian Niccoli, Brigitte Niedermair, Josef Rainer, Valentina Sartori, Peter Senoner, Barbara Tavella, Paul Thuile, Karl Heinz Unterfrauner e Gustav Willeit. . |
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LA MOSTRA “I PRINCIPI E LE ARTI. DIPINTI E SCULTURE DELLA COLLEZIONE LICHTENSTEIN” DAL 28 SETTEMBRE AL 17 DICEMBRE AL MUSEO POLDI PEZZOLI DI MILANO |
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Milano, 11 settembre 2006 - Quattro secoli di storia del collezionismo saranno celebrati al Museo Poldi Pezzoli con la mostra “I Principi e le Arti. Dipinti e sculture della collezione Liechtenstein”. L’esposizione, che sarà inaugurata alla presenza del Principe del Liechtenstein, Hans-adam Ii, sarà aperta al pubblico da giovedì 27 settembre fino a domenica 17 dicembre 2006. La mostra si inserisce all’interno di un nuovo progetto di studio e di ricerca, dal titolo “Collezioni e collezionismo al Museo Poldi Pezzoli” che si propone di valorizzare e rafforzare l’identità della casa-museo milanese. Esposizioni, studi, pubblicazioni e convegni permetteranno di approfondire e di portare alla conoscenza del pubblico nuovi elementi legati al collezionismo privato, con particolare attenzione a quello milanese e lombardo del Xix e del Xx secolo. Il progetto di studio del Museo Poldi Pezzoli inaugura con una prestigiosa mostra che presenta al pubblico italiano una selezione delle opere più significative della collezione Liechtenstein. Tema centrale della mostra è la passione per il collezionismo che, così come ha caratterizzato la vita di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, si ritrova altrettanto viva nell’antica famiglia di origine asburgica che oggi possiede una fra le più ricche raccolte private al mondo per varietà e qualità artistica. Il ruolo politico e la posizione di grande potere rivestiti da tutti gli esponenti della famiglia Liechtenstein hanno consentito loro di accumulare nel corso dei secoli un’enorme ricchezza e di sviluppare un forte amore per l’arte. È il principe Karl I che nel Xvii secolo inizia la raccolta di un grande numero di capolavori, dando vita a una tradizione collezionistica che si tramanda e si consolida fino ai giorni nostri. I capolavori esposti nella mostra, tutti pezzi di grandissima qualità e valore artistico, sono stati selezionati privilegiando in particolare due filoni: i dipinti, soprattutto ritratti, e i bronzetti. Tra i dipinti, la mostra può vantare opere dal Rinascimento all’Ottocento, sia appartenenti da tempo alla dinastia, sia di recente acquisizione, in un equilibrato rapporto tra arte nordica e tradizione classica italiana. I visitatori potranno ammirare il Ritratto di Anna Maria de Tassis, uno dei più famosi capolavori di Anthony van Dyck, Il consiglio alla vendetta, opera di Francesco Hayez presente per la prima volta in Italia, e l’olio su tavola Sprofondata nei sogni del celebre Friedrich von Amerling. In arrivo da Vienna anche il bozzetto d’ispirazione classico-mitologica di Marte e Rea Silvia di Rubens, schizzo ad olio preparatorio del dipinto finale, nonché forma espressiva in cui il pittore mostra eccezionali abilità. I preziosi bronzetti delle collezioni principesche sono rappresentati nell’esposizione milanese da capolavori di tradizione rinascimentale, classica e manierista. Tra questi, il Marsia, l’unica opera scultorea che è stata attribuita ad Andrea Mantenga e che l’artista avrebbe realizzato durante il suo soggiorno alla corte dei Gonzaga, e Nesso rapisce Deianira del Giambologna. La mostra è anche l’occasione per ammirare opere che per oltre sessant’anni non sono state visibili al pubblico. Nel 1938, infatti, a causa dei conflitti della seconda guerra mondiale, le collezioni principesche, che dal 1700 erano esposte nel sontuoso palazzo della Bankgasse di Vienna, sono state trasferite a Vaduz e mai più esibite, se non in una sola occasione, nel 1985, per una mostra al Metropolitan Museum di New York. Alla fine degli anni Settanta Hans-adam Ii metteva in atto una politica progressista volta a nuove acquisizioni, ampliava la raccolta di famiglia, integrava le perdite subite durante il conflitto mondiale e nel 2004 riportava nuovamente a Vienna le collezioni, oggi esposte in modo permanente al Liechtenstein Museum. . . |
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L’ARTE D’AVANGUARDIA VIENE DALL’AFRICA ARTE DI RICERCA IN UNA NUOVA GALLERIA A LUGANO |
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Lugano, 11 settembre 2006 - Sono reduci dal Beaubourg di Parigi, dal Mori Museum di Tokio e dai maggiori musei tedeschi i nuovi artisti africani contemporanei, da Cyprien Tokoudagba, a Seni Awa Camara, a Dominique Zinkpé, a Frederic Bruly Bouaré solo per citare alcuni nomi, con la loro pittura meticolosa e inquietante, le sculture coloratissime e proteiformi, cui la casa editrice d’arte più trendy del momento, la Taschen, ha dedicato vari volumi tra cui Inside Africa ed African Style. È un mondo tutto da scoprire quello dell’arte africana contemporanea, che Finter Bank Zürich dal 5 settembre 2006 al 13 novembre al presenta nelle sue vetrine di Lugano in Via al Forte 1 e di Chiasso in Via San Gottardo 35, oltre che negli spazi della Galleria Nerart in Via Somaini 6 a Lugano. Le opere in mostra rappresentano quella parte sconosciuta, ma di valore della produzione artistica africana, troppo spesso confusa con l’oggettistica etnica. Si tratta invece di arte d’avanguardia innovativa che usa materiali pregiati e mano d’opera abile ed esperta per realizzare un’arte di ricerca che affonda le sue radici nella tradizione, ma sa tenere presenti le esperienze occidentali più avanzate, dalla pop art al concettuale alla transvanguardia. L´esposizione comprende artisti in provenienza dalla Repubblica del Benin: Cyprien Tokoudagba, Yves Appolinaire Pédé, Syl Pâris Kouton, Virgil Nassara, Dominique Zinkpé, Zecas; dalla Costa d´Avorio: Frédéric Bruly Bouabré, dal Senegal: Seni Awa Camara, Camara Gueye e dalla Rep. Dem. Del Congo: Cheri Cherin. Chi ci guida in questa esplorazione di un universo di forme e colori sconosciuti è Fabrizio Sommaruga, un esperto svizzero di arte africana che da anni risiede nel Benin, il suo campo-base per un’indagine articolata e approfondita delle personalità e delle espressioni artistiche più dinamiche ed emozionanti della creatività nel continente africano. Un’avventura sul campo dal Benin, al Togo, al Burkina Faso e alla Nigeria, tra mille difficoltà logistiche, alla ricerca delle opere più intense, sempre a contatto diretto con gli artisti. L’arte contemporanea africana, proprio per la sua forte novità, è un fenomeno d’enorme rilievo internazionale, in grado di travolgere e sovvertire la tradizionale percezione delle arti plastiche e figurative africane, a lungo ancorata in Occidente ad una generica e limitante definizione di “primitivismo”. A Lugano, la Galleria d’Arte Nerart di Fabrizio Sommaruga, in Via Somaini 6 a pochi passi dal Palazzo dei Congressi, è un centro espositivo che sta già emergendo non solo in Svizzera, ma in linea con altre situazioni analoghe presenti in Belgio, Francia e Italia e da tempo collabora con musei per l’organizzazione di mostre ed esposizioni d’arte africana d’avanguardia. . |
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“FILIPPO DE PISIS, CANTORE DI BELLEZZA” : PALAZZO DE ANDRÈ |
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Ravenna 25 agosto 11 novembre 2006 Ravenna, 11 settembre 2006 - A cinquant’anni dalla sua morte, inaugura il 26 agosto a Ravenna, alla presenza del Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, la mostra dal titolo "Filippo de Pisis, Cantore di bellezza", una selezione di opere provenienti dalla Collezione De Pisis di Palazzo Massari a Ferrara. Oltre 50 tra le sue opere più belle, una trentina di dipinti e 24 disegni, tutte acquisite per il museo di Ferrara dalla Fondazione Giuseppe Pianori. Questa mostra, a cura di Silvana Costa, viene realizzata in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Ferrara, nella persona di Gaetano Sateriale, Sindaco e Assessore alla cultura del comune di Ferrara e Andrea Buzzoni, dirigente del Settore Attività Culturali del Comune di Ferrara, con il patrocinio: Ministero dei Beni Culturali Italiani, Regione Emilia-romagna, Provincia e Comune di Ravenna, Comune di Ferrara. La mostra costruita su un catalogo di trenta dipinti cui si aggiungono ventiquattro disegni è ordinata come un racconto del percorso creativo e del viaggio fisico di De Pisis, a partire dal primo dipinto realizzato nel 1908 (ancora bambino) dal titolo “Uccelli”, e proseguendo raccontando i molteplici spostamenti della sua carriera pittorica, lui, pittore di infinito gusto e raffinato intelletto, protagonista di una vita appassionata dedicata al viaggio. Nel 1920 si trasferisce a Roma: “La gabbietta” e “Natura morta con martin pescatore”. Nel 1925 si trasferisce a Parigi dove inizia il suo periodo felice come pittore: “Le Cipolle di Socrate” - dove si legge chiaramente l’influenza dei fratelli De Chirico - “Natura Morta Alla dolce Patria” - donata dallo stesso De Pisis nel 1932 alla sua città, quando Renzo Ravenna era podestà di Ferrara - “Strade di Parigi” e “lepre”, solo per citarne alcuni. Nel 1935 soggiorna a Londra, dove frequenta e lavora nello studio di Vanessa Bell sorella di Virginia Woolf: “Paesaggio Londinese” 1935. Con l’avvento della guerra nel 1940 torna in Italia e si trasferisce a Milano, frequenta molti luoghi tra cui anche Rimini, si trasferisce a Venezia e poi di nuovo a Milano dove muore nel 1956. Di questo ultimo periodo ricordiamo “Natura morta davanti alla finestra”, 1951. Ogni momento della sua vita è ben raccontato attraverso la lettura delle sue opere e dei suoi dipinti, che non tralasciano nulla del suo peregrinare da una città all’altra. Luigi Filippo Tibertelli, scomparso a Milano il 2 aprile del 1956 e nato a Ferrara l´11 maggio 1896, in seguito adotta l´antico cognome di famiglia, de Pisis. Laureato in lettere, poeta, grande viaggiatore, uomo di gusto raffinato e di grande cultura e intelletto, De Pisis dispensa un’arte che è un elogio alla bellezza di cui l´artista è stato innamorato e che ha reso il maestro ferrarese uno dei massimi esponenti della pittura italiana nell´arte europea del Novecento. Lo è stato coniando il concetto stesso di bellezza con accento personalissimo, nei più diversi campi, dalla letteratura alla poesia. Non si parla della bellezza classica di armonie e proporzioni, ma della sua essenza drammatica. Una bellezza raccolta e scoperta negli attimi brevi della vita come: i fiori recisi, protagonisti assoluti delle nature morte o la poesia degli oggetti poveri di uso quotidiano, delle conchiglie svuotate, dei pesci avvolti nella carta povera, della selvaggina appena uccisa, degli ortaggi collocati nell´atmosfera metafisica. La pennellata leggera e veloce e i colori chiari tra cui trapela la tela, restano i segni più inconfondibili e riconoscibili dell’arte di De Pisis. Una sezione particolare è dedicata al disegno su carta, una forma d´arte non secondaria per De Pisis. Anzi un mezzo per esprimere in modo veloce e istantaneo l´immediatezza della sua percezione del mondo, uno sguardo composto di illusione e meraviglia di cui citiamo, ”nudo sdraiato sulla schiena”. |
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A MULTIFIERA DI PORDENONE UNA MOSTRA SU: "ITALIA 1946-2006 DALLA RICOSTRUZIONE AL NUOVO MILLENNIO" |
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Pordenone, 11 settembre 2006 - Il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Tesini, ha partecipato l’ 8 settembre all´inaugurazione di "Multifiera" alla Fiera di Pordenone e in particolare della mostra "Italia 1946-2006 dalla Ricostruzione al Nuovo Millennio" realizzata in occasione del 60° compleanno della Fiera stessa che coincide con quello della Repubblica Italiana. Portando il saluto e il compiacimento del Consiglio regionale alla manifestazione e all´attività di "Pordenonefiere Spa", Tesini ha sottolineato come il comparto delle fiere del Friuli Venezia Giulia sia in fase di riorganizzazione, andando verso esposizioni sempre più specializzate, "riuscendo però a mantenere, come in questo caso, anche una vetrina complessiva come ´Multifiera´ che mette a diretto contatto produttori e consumatori". Soffermandosi, quindi, sulla mostra, "che ebbe una prima edizione ridotta nelle sale del Consiglio regionale a Trieste e che ora trova qui lo spazio per essere proposta nella sua interezza prima di volare in Canada e in altri Paesi", il presidente ha messo in evidenza la collaborazione fra Consiglio regionale e Craf (Centro di ricerca e archiviazione della fotografia) di Lestans, che ha portato alla realizzazione di diverse mostre fotografiche. Circa i contenuti della mostra, Tesini ha affermato che essa "attraverso oltre 140 immagini significative e di altissimo livello culturale, propone una sorta di rivisitazione del percorso ideale che il Paese ha seguito dal 1946 a oggi". Curata da Walter Liva, Cesare Colombo e Claudio Ernè, la mostra presenta "il meglio della fotografia italiana di questi 60 anni, un vero e proprio spaccato di vita italiana con tutte le sue connotazioni e le emozioni che solo fotografie di grande rilievo sanno riservare". Tutte stampe originali d´epoca, le fotografie vanno dalle prime espressioni della ritrovata libertà e della volontà degli italiani di ricostruire una vita normale dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale, al racconto che copre un intero periodo storico, nel quale la fotografia assume la valenza stessa di un vero e proprio linguaggio. . . |
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TRA PICASSO E DUBUFFET OPERE DALLA FONDAZIONE JEAN E SUZANNE PLANQUE PALAZZO BRICHERASIO DAL 20 OTTOBRE 2006 AL 21 GENNAIO 2007 |
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Milano, 11 settembre 2006 - Palazzo Bricherasio ospita, per la prima volta in Italia, la collezione della Fondazione Jean e Suzanne Planque: l’esposizione, curata da Florian Rodari, mette in mostra circa 100-130 opere tra dipinti e disegni dei più grandi artisti della prima metà del Novecento. La collezione, nell’eterogeneità ed insieme straordinaria coerenza delle opere, pazientemente raccolte nell’arco di cinquant’anni di vita, esprime in toto l’eccezionale qualità dello sguardo di Jean Planque e rende omaggio alle diverse sfumature della sua sensibilità. Straordinario insieme di capolavori, la collezione è meritevole di grande attenzione per l’oculatezza delle scelte operate dal collezionista e per la rara finezza di certe opere. Il pubblico avrà l’opportunità di ammirare lavori dei più importanti Maestri dell’Arte moderna (da Cézanne a Picasso, da Degas a Bonnard, da Van Gogh a Rouault, da Dubuffet a Klee) grazie ai quali potrà apprezzare l’efficacia e la profondità del linguaggio pittorico, confrontandosi con quella nuova ricerca espressiva, che rompendo con il carattere accademico imposto dalla tradizione, aprirà le porte allo sperimentalismo che caratterizzerà tutta la produzione figurativa degli anni successivi. Nel corso della sua sistematica ricognizione delle mostre nelle gallerie di maggior prestigio in Svizzera e a Parigi, alla ricerca di capolavori da acquistare per il gallerista Beyeler, Planque è riuscito a regalarsi ancora alcuni dipinti e disegni di impressionisti quali Gauguin, Van Gogh, Degas, Monet e Renoir. Lo speciale rapporto con la città di Parigi, che lo ha risvegliato all’arte, dà corpo ad un consistente nucleo di opere di artisti francesi, da Braque a Dufy, da Delaunay a Léger. Infine la collezione si arricchisce di due prestigiosi insiemi di opere di Picasso e Dubuffet, grandi amici di Jean Planque. L’aver “amato più i quadri che la vita” è una sorta di dichiarazione programmatica con cui Planque giustifica il suo approccio irrazionale e passionale all’arte. Quella stessa energia ed entusiasmo che armano il riscatto culturale di chi ha “fatto tutto da solo, partito dal nulla, senza cultura, senza mezzi economici”. Un favoloso destino che gli ha permesso di divenire, grazie soprattutto all’incontro con il grande gallerista di Basilea Ernst Beyeler, conoscitore raffinato delle opere in circolazione dei grandi maestri delle avanguardie, ma anche di conoscere e diventare amico di molti artisti. La sua, però, non è da intendersi solo come la carriera di un mercante, ma il suo è anche il destino di un collezionista animato dalla volontà di acquisire, conservare e proteggere il maggior numero di opere degli artisti più amati del tempo, ed evitare che la dimensione spirituale dell’arte sia eccessivamente contaminata da quella più materiale dell’economia di mercato. La dedizione totale ad una passione unica, la consapevolezza di aver rinunciato ad un futuro sereno per seguire l’irrazionale impulso che lo spinge a bussare alla porta delle gallerie, ad acquistare le sue prime tele, a dialogare con i più rappresentativi artisti della sua generazione, non fa altro che accrescere il fascino malinconico della figura singolare e per certi versi eccezionale di Jean Planque. . |
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CAPSELLAE. CASSETTE-RELIQUIARIO E COFANETTI DELLA COLLEZIONE FORNARO GAGGIOLI (SECOLI XIII-XVI) BOLOGNA, GALLERIA ANTICHITÀ ALL’ORATORIO, VIA DE’ GIUDEI 3/D 14 OTTOBRE – 11 NOVEMBRE 2006 |
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Bologna, 11 settembre 2006 - Sabato 14 ottobre sarà inaugurata a Bologna, presso la Galleria Antichità all’Oratorio in Via de’ Giudei 3/d, l’esposizione “Capsellae. Cassette-reliquiario e cofanetti della collezione Fornaro Gaggioli (secoli Xiii-xvi)”. L’evento, che si pone in scia all’ampio successo di pubblico e di critica riscosso nel 2005 dalla mostra “Sculptores. Opere scelte della collezione Fornaro Gaggioli (secoli Xiv-xvii)”, consentirà di ammirare sedici capolavori inediti suddivisi tra preziose cassette-reliquiario, cofanetti intarsiati “alla certosina” con complessi motivi geometrici in osso, corno e legni colorati, o rivestiti con eleganti scene di soggetto profano. Non ultimo è il piccolo gruppo delle scatole da gioco, molto rare e anch’esse ingentilite da ricchi ornamenti a ghiera o losanga, a cui si aggiunge quello di tre importanti cassette “veneto-ferraresi” di uso cortese. Si tratta di una rassegna eterogenea e rappresentativa di uno dei capitoli più attraenti delle cosiddette Arti Minori, qui ripercorso attraverso significativi oggetti d’arte che vanno dall’età Tardo-romanica al pieno Rinascimento. La varietà geo-culturale della collezione è altresì garantita da una coppia di pregiati reliquiari di provenienza transalpina, rispettivamente una cassetta di atelier limosino - in lamina di rame con tipiche figure in smalto champlevé (Xiii secolo, secondo quarto ca. ) – ed eccezionalmente uno scrigno gotico della Francia centrale dedicato a Santo’ambrogio - lavorato a sbalzo in lamina dorata su legno (Xiii secolo, fine). Due rimangono comunque i nuclei principali attorno ai quali si svilupperà l’esposizione: accanto a quello più numeroso dei cofanetti intagliati in osso - diffusi tipologicamente soprattutto verso gli ultimi decenni del Xiv secolo con l’articolata Bottega fondata dal mercante fiorentino Baldassarre degli Embriachi e affidata allo scultore Giovanni di Jacopo -, si evidenzia il gruppo già menzionato degli esemplari di ambito veneto-ferrarese finemente realizzati con pastiglia dorata su anima di legno (Xv secolo, fine - Xvi secolo, inizio). Tra questi, una nota particolare va riservata a due prodotti ascrivibili alla raffinata Bottega conosciuta come dei “Trionfi Romani”, il cui repertorio iconografico prende spunto dall’omonimo ciclo eseguito da Andrea Mantegna per lo studiolo di Isabella d’Este, marchesa di Mantova. Le scene, gremite e all’insegna della riscoperta dell’Antico, rivelano infatti soluzioni figurative difficilmente possibili senza il magistrale impiego di un materiale duttile come la pastiglia. Esiti tecnici dunque distanti da quelli rappresentati dai cofanetti in osso o corno frutto della cultura umanistica italiana di fine Trecento. La rigorosa selezione degli oggetti proposti testimonia con rigore filologico anche le vicende storico-funzionali di questa singolare categoria di opere: da un’antica destinazione soprattutto liturgica a una prevalentemente profana affermatasi con lo schiudersi del Rinascimento - per esempio come contenitori di doni nuziali. Mostra e catalogo a cura di Francesca Gualandi con la collaborazione scientifica di Luca Mor. Schede tecniche di Giuliano Gaggioli. . |
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A VILLA MANIN DI PASSARIANO (UD)INAUGURATA MOSTRA "LE SCULTURE LIGNEE DI DANIEL TEMRESIAN" |
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Trieste, 11 settembre 2006 - E´ stata inaugurata a Villa Manin di Passariano (Ud) la mostra "Le sculture lignee di Daniel Temresian", una quindicina di opere dell´artista italo-armeno di madre friulana, da sempre residente nella nostra regione. Il vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Carlo Monai, nell´inaugurare la mostra - alla presenza anche dei consiglieri regionali Annamaria Menosso e Bruno Di Natale - ha sottolineato come essa sia uno dei risultati della collaborazione instauratasi tra la nostra Regione e la Repubblica di Armenia a seguito della firma del protocollo sottoscritto a Trieste il 5 aprile 2004. Il Friuli Venezia Giulia, grazie all´allargamento europeo e a questo suo nuovo ruolo di cerniera verso l´Est, ha aggiunto, sta sviluppando positivi rapporti con nuovi Stati e con nuove Regioni, dando il suo contributo al progetto di un´Unione europea più grande e integrata, che si alimenti di pace e di cooperazione fra i popoli, che spesso hanno radici o relazioni comuni, bandendo dalla Storia eventi quali lo sterminio nazista o il genocidio degli armeni del 1915, di cui fu vittima anche il nonno dell´artista. Questo evento culturale, così come quello della mostra sui Turchi, può essere un piccolo ma significativo tassello del progetto di integrazione e di reciproca conoscenza. Al sostegno della presidenza del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, ha evidenziato Carlo Monai, si aggiungono il patrocinio del capo supremo della Chiesa Armena, S. S. Karenin Ii, e dell´ambasciatore della Repubblica Armena in Italia, Rouben Shugarian. Le opere di Daniel Temresian - che predilige il legno di acero considerato ideale per rispondere in termini di plasticità e di monumentalità alle sue esigenze - sono ispirate ai simboli cristiani, molto radicati anche nella cattolica Armenia. L´artista stesso ha inoltre forti legami con la nostra regione: la sua famiglia fu costretta a numerose emigrazioni e abitò anche a Travesio e a Pasian di Prato, in Friuli, terra natale di sua madre, Gisella De Martin, e divenuta patria di elezione dello scultore. La mostra sarà aperta a Villa Manin fino al primo ottobre con orario 10. 30-19. 30 (lunedì chiuso), ingresso libero. . |
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FONTEVIVO (PR) : L’AFFRESCO DEL SEICENTO RITROVATO NEL COMPLESSO FRANCESCANO RITORNA ALLA LUCE |
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Fontevivo (Parma) 11 settembre 2006 - – E’ riemersa dal muro della controfacciata sotto alla trifora e all’oculo della Chiesa dei Frati Cappuccini di Fontevivo una straordinaria “Madonna con Bambino” in affresco, altrimenti detta “Vergine Incoronata con Angeli” che a pieno titolo diventa oggi perno religioso del complesso francescano, già punto di riferimento spirituale e religioso della Famiglia Farnese dal 1605. L’affresco seicentesco – restaurato in questi mesi dall’amministrazione comunale di Fontevivo in stretta collaborazione con Provincia di Parma e la Soprintendenza ai Beni Storico Artistici di Parma con la neo-soprintendente accompagnata dalla funzionaria Mariangela Giusto – è stato ufficialmente presentato alla cittadinanza e alla provincia nel giorno dedicato al Santo Patrono Bernardo, domenica 20 agosto nella Chiesa dei Frati Cappuccini di Fontevivo. Al complesso francescano – prospiciente all’Abbazia Cistercense - era stato dedicato un anno fa il volume “Il Convento Cappuccino di San Francesco a Fontevivo” realizzato nel quarto centenario della sua fondazione. Sotto un manto molto consistente di polvere, il tempo celava da secoli la “Vergine col Bambino incoronata dagli Angeli e Santa in adorazione” che grazie alla sapiente mano della restauratrice Anna Maria Morestori (esperta che opera anche nella Cattedrale di Parma e ha coordinato in team anche il recupero degli affreschi nella Rocca di Sala Baganza, oltre ai restauri di affreschi e chiostro della Badia di Torrechiara) sotto l’occhio attento della Soprintendenza, ha ridato vita a sagome, cromie, contorni, volumi riportando in luce un’opera sulla cui attribuzione s’è aperto un interessante dibattito storico-artistico. I lavori di pulitura e recupero dell’affresco su ponteggio, a circa quattro metri dal suolo, sono durati un mese. Chi ha dipinto l’affresco ritrovato? Un mistero avvolge ora la Chiesa dei Cappuccini di Fontevivo: chi ha dipinto l’affresco? Chi è la Santa che adora il sacro Bambino? È Santa Margherita scelta iconografica che si collega direttamente alla storia fontevivese, perchè il duca Ranuccio Farnese, fondatore del Convento dei Cappuccini, sposò la nobildonna Margherita Aldovrandini? O si tratta come sostengono alcuni critici che hanno visto in anteprima l’affresco di Santa Marta? Quali sono gli attributi iconografici inattesi che spiccano e che potrebbero sciogliere i nodi delle interpretazioni? Chi è l’autore di quell’ovale dolcissimo della Vergine dal seno fiorito? Il pittore conosceva il Coreggio e il Parmigianino? La religiosità della famiglia Sanvitale, nobile dinastia residente a pochi ettari dai possedimenti della famiglia Farnese, può riguardare in qualche modo l’iconografia dell’affresco? In che modo le colte committenze chiamavano a corte i pittori? Lo riveleranno critici d’arte, esperti, funzionari della soprintendenza e storici proprio domenica 20 agosto durante la presentazione dell’affresco. Il Comune: scelta culturale che si traduce in scelta politica «La scelta culturale di finanziare il restauro dell’affresco da parte dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Fontevivo diventa così una precisa valutazione e azione politica volta a fare riaffiorare, tutelare, ripercorrere l’identità storica, devozionale e culturale del nostro territorio» ha sottolineato l’assessore alla Cultura Franco Ballarini. «L’intervento di restauro è stato articolato per restituire al suo antico splendore un gioiello segreto della chiesa francescana – ha detto Ballarini che ha creduto e voluto procedere nelle operazioni - Nel corso dei lavori, grazie all’opera di ripulitura dell’affresco che ora impreziosisce il complesso, la restauratrice è intervenuta con maestria e costante rapporto con la Soprintendenza e l’amministrazione comunale. Morestori ha lavorato a più riprese sul recupero pittorico». La restauratrice Anna Maria Morestori illustra le tecniche usate È la restauratrice che ha firmato il recupero, Anna Maria Morestori, a illustrare come si è proceduto: «La pulitura dell’affresco è stata tutta effettuata a più riprese con acqua distillata per rimuovere le polveri – ha spiegato Morestori -, In alcune parti ho usato solventi per rimuovere i cospicui depositi di sporco soprattutto sugli incarnati. La cornice dell’opera è stata descialbata. Ho eseguito in seguito un attento lavoro di fissaggio della pellicola pittorica in alcune parti dell’affresco. Ciò che emoziona sempre è il fatto che un dipinto che non si vede, poi torna alla luce e riacquista vita grazie allo sguardo del pubblico che lo ammira. Nella parte bassa dell’affresco c’erano porzioni abrase, illeggibili di fatto. Con una tecnica dove si abbassano le lacune per fare riemerge l’originale che si ricompone, ho ridato forma alla parte finale dell’opera d’arte senza fare aggiunte ma con una integrazione e ricomposizione visiva spontanea». La storia di Fontevivo tra due chiese: l´Abbazia Cistercense e la Chiesa dei Frati Cappuccini La storia di Fontevivo è legata all´Abbazia Cistercense fondata nel 1142 da dodici monaci su un terreno donato dal vescovo di Parma Lanfranco e da Delfino Pallavicinis, membro della prestigiosa famiglia ubertenga. Solo successivamente dal 1600 al 1800 furono i Padri Cappuccini, frati francescani, a reggere il “governo” spirituale della zona. In particolare quattro artisti – di fama nazionale – abbellirono le pareti della chiesa dei cappuccini di Fontevivo, dipingendo affreschi, pale d’altare e tele a soggetto sacro e devozionale: si tratta di Frate Semplice da Verona, Bartolomeo Schedoni, il Malosso e l’Amidano. Il duca di Parma Ranuccio I Farnese volle i Frati Cappuccini a Fontevivo «Fu il duca di Parma, Ranuccio I Farnese, a scegliere il luogo di Fontevivo come sede di una nuova comunità di frati cappuccini ai quali era particolarmente devoto. – ha spiegato l’assessore Ballarini - L’eccezionalità della struttura architettonica e soprattutto dell’insieme decorativo del convento di Fontevivo rispetto a molti altri del medesimo Ordine, assai più semplici e austeri, si dovette infatti alla volontà di magnificenza del committente, che vi impiegò i suoi più fidati artisti di corte, tra cui Bartolomeo Schedoni e fra’ Semplice da Verona per le pale d’altare. Giovanni Battista Trotti, detto il Malosso, fu incaricato per gli arredi mobili». «La dispersione delle opere d’arte seguita alla soppressione napoleonica nel 1805 del convento - di cui si pubblica per la prima volta l’inventario completo redatto in quella occasione - ha ormai privato l’edificio di questo straordinario patrimonio: la lunga e minuziosa ricerca d’archivio che ha condotto a questo volume ha inteso risalire all’attuale collocazione delle opere e ricostruire così virtualmente il complesso, per offrire poi un’interpretazione globale delle scelte iconografiche compiute dagli artisti e dal duca Farnese, volte a realizzare a Fontevivo una sorta di santuario, arricchito dell’indulgenza papale, che riproducesse in miniatura, a beneficio della corte farnesiana e dei sudditi del ducato, i due pellegrinaggi cristiani per eccellenza, a Roma e a Gerusalemme». La presentazione dell’affresco: autorità presenti Sono stati invitati a partecipare all’evento tutti i frati superiori dei conventi Cappuccini della zona, i delegati dei provinciali e i parroci vicari della provincia cappuccina dell’Emilia Romagna, comprese la zona ligure e quella piacentina. Interverrà la Soprintendente ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Parma e Piacenza, l’ispettrice della Soprintendenza Mariangela Giusto, il presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli, il direttore dell’Archivio di Stato di Parma Marzio Dall’acqua, il sindaco di Fontevivo Massimiliano Grassi con l’assessore alla Cultura Franco Ballarini, oltre a numerose autorità provinciali e regionali. Al termine della presentazione dell’affresco l’Amministrazione Comunale di Fontevivo offrirà ai presenti un rinfresco. . |
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NATURA: MORTE E RESURREZIONE VENTICINQUE ARTISTI INTERNAZIONALI VERSO UN´ECOLOGIA DELLA MENTE PARCO BIOENERGETICO E ANTICHE SCUDERIE DEL BORGO STORICO SEGHETTI PANICHI (CASTEL DI LAMA, ASCOLI PICENO) |
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Roma, 11 settembre 2006 - Da domenica 17 settembre a domenica 5 novembre 2006 nello splendido Parco Bioenergetico del Borgo Storico Seghetti Panichi, inaugura la mostra curata da Marisa Vescovo Natura: Morte E Resurrezione, sul tema controverso della trasformazione e della distruzione operata dall´uomo ai danni della Natura. Installazioni, sculture, fotografie di artisti giovani e grandi nomi dell´arte che diventano anche un´occasione per rendere un omaggio a Joseph Beuys nel ventennale della morte del grande artista tedesco, straordinaria figura-chiave dell´arte e della cultura europea degli anni Settanta, fondatore del partito dei "Verdi" in Germania, politico, artista, ecologista, visionario. Tra gli artisti partecipanti, l´americano Denis Oppenheim, esponente di spicco della Land Art e gli italiani Luigi Mainolfi, Vettor Pisani, Nino Migliori, Giuseppe Penone, Piero Gilardi e Vittorio Messina; inoltre le opere di giovani artisti emergenti come la canadese Margot Quan Knight e Jan Van Oost, gli italiani Andrea Caretto e Raffaella Spagna, Paolo Grassino, Paolo Consorti, Enrica Borghi. . |
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7° PREMIO CAIRO LE NUOVE TENDENZE IN PITTURA, SCULTURA E FOTOGRAFIA. MILANO, MUSEO DELLA PERMANENTE DAL 10 AL 22 OTTOBRE 2006 |
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Milano, 11 settembre 2006 - Martedì 10 ottobre, alle ore 19, a Palazzo della Permanente di Milano sarà proclamato il vincitore del 7° Premio Cairo. Istituito per volontà dell’editore Urbano Cairo, presidente della Giorgio Mondadori, il premio dal 2000 valorizza l’arte italiana e mette in luce le nuove tendenze in pittura, scultura e fotografia. Quest’anno gli artisti in gara sono 20, selezionati dalla redazione di Arte: Alessandra Ariatti, Davide Bramante, Manuele Cerutti, Gehard Demetz, Tessa Manon Den Uyl, Till Freiwald, Marina Giannobi, Chris Gilmour, Francesco Lauretta, Anna Madia, Andrea Mastrovito, Daniela Perego, Giacomo Piussi, Luigi Presicce, Giuseppe Rado, Luisa Raffaelli, Roberta Savelli, Alessandra Spranzi, Fabio Viale e Massimiliano Zaffino. Nessuno di loro ha mai partecipato alle edizioni passate, sono tutti giovani ma già affermati nel circuito dell’arte contemporaea. Espongono due lavori ciascuno: un’opera rappresentativa dell’attuale ricerca e un lavoro realizzato appositamente per l’evento. Le 40 opere, che interpretano la figurazione in tutte le sue declinazioni, resteranno in mostra alla Permanente dal 10 al 22 ottobre. Il vincitore, proclamato da Urbano Cairo la sera dell’inaugurazione, sarà eletto da una giuria di esperti, composta da Fabio Cavallucci (direttore della Galleria civica di Trento), Daniela Clerici (direttore di Arte), Massimiliano Gioni (direttore della Fondazione Trussardi di Milano), Gianfranco Maraniello (direttore della Galleria d’arte moderna di Bologna), Marco Pierini (direttore del Centro d’arte contemporanea Palazzo delle Papesse di Siena), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (presidente della Fondazione Sandretto di Torino) e Stefano Zecchi (presidente dell’Accademia di Brera). Al vincitore sarà dedicato un ampio servizio e la copertina del numero di gennaio della rivista Arte. I premiati delle precedenti edizioni del Premio Cairo sono: Luca Pignatelli (2000), Bernardo Siciliano (2001), Federico Guida (2002), Matteo Bergamasco (2003), Andrea Chiesi (2004), Valentina D’amaro (2005). Un catalogo, edito da Giorgio Mondadori e allegato al numero di ottobre della rivista Arte, raccoglie le 40 opere in mostra e i profili degli artisti. Il progetto dell’allestimento è a cura dell’architetto Filippo De Filippi. In contemporanea alla mostra del Premio Cairo, la Permanente ospita la mostra dei 40 selezionati del Premio Arte, manifestazione riservata agli artisti che non hanno ancora avuto l’opportunità di esporre le loro opere in mostre personali di rilievo. 7° Premio Cairo, Milano, Museo della Permanente , via Turati 34, tel. 02-6551445, . |
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OPEN2OO6 9. ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI SCULTURE ED INSTALLAZIONI 30 AGOSTO 1 OTTOBRE 2006 VENEZIA LIDO |
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Venezia 11 settembre 2006 - La prerogativa di Open, Esposizione Internazionale di Sculture ed Installazioni, sta nell’ ‘arte’ di catturare il visitatore, colto in flagrante lungo i viali e gli Hotel (The Westin Excelsior, Des Bains ed Hungaria) del Lido di Venezia, con una ricchissima selezione di interventi artistici, in gran parte ‘site specific’. Ideata da Paolo De Grandis, la mostra utilizza, con innegabile impatto, una strategia espositiva, per superare l’ordinaria retorica imperante anche sulle scene dei circuiti più ‘off’. Rientrano nell’operazione tanto l’impiego di artisti provenienti da tutto il mondo che, nel mutuo scambio danno forma ad un percorso espositivo ricco di suggestioni, quanto il ricorso ai suggestivi spazi verdi vitalizzati dalla kermesse della Mostra del Cinema. Open, è una ricerca pionieristica che mette in scena l’arte giocandola metaforicamente su coordinate espressive, in bilico tra forma e spazio e soprattutto nella dimensione visiva per rivelare il senso positivo dell’incedere personale e collettivo nell’esperienza artistica interattiva. Se nelle precedenti edizioni si era cercato di individuare un nucleo plurale, capace di determinare i percorsi della creatività di artisti riconosciuti a livello internazionale, ora, in occasione della nona edizione, che prenderà corpo in un numero incrementato di partecipazioni (41), sarà data voce anche ad una serie di artisti provenienti dalla Accademie di Belle Arti, che, risultati marginali, se non del tutto assenti da ogni rassegna espositiva internazionale, trovano oggi occasione di vivo confronto. Ci si attende da questa scelta curatoriale, sostenuta da Gloria Vallese, una nuova linfa da coniugare in un percorso espositivo comune che faccia il punto dell’esperienza delle Accademie internazionali e dei risultati ottenuti. Open2oo6 cerca allora di definire alcuni ambiti, alcuni contesti che arricchiscono il bouquet di questa ‘fabbrica di arti’, dei percorsi della creatività accademica proveniente da Macao, Venezia e Vienna. Il nucleo portante restano comunque le arti plastiche declinate tuttavia non solo nella forma canonica, ma anche in quelle zone di confine dove la creatività si confronta con la comunicazione, con i suoi meccanismi e con le sue finalità. Il drappello di artisti provenienti dai tre continenti, presenta figure di rilievo quali Luigi Mainolfi e tra gli internazionali John Henry, Gabriela Malvido Oest, Zhao Guanghui, Chen Changwei, la performer Xiao Ge fino agli outsider come Massimo Franchi, Giuseppe Linardi e Stefano Fioresi. Il progetto lega il territorio in un unico evento - happening stimolando i visitatori ad orizzonti di ricerca sempre più emozionanti. Arte e spazi aperti: binomio sempre più stretto, anzi inscindibile. La mostra, a cura di Paolo De Grandis ed organizzata da Arte Communications in collaborazione con l’Assessorato alla Produzione Culturale del Comune di Venezia ed il Centro Italiano per le Arti e la Cultura di Torino, si terrà dal 30 agosto al 1 ottobre 2006. Per celebrare l’aspetto ‘interattivo’ delle mostra, sarà possibile, nella serata inaugurale, partecipare alle performance delle artiste Xiao Ge e Brigitte Kovács. Artisti Partecipanti Cina - Chen Changwei; Cina - Xiao Ge; Cina - Zhao Guanghui; Cipro - Kakia Catselli Trachoniti; Francia – Arman; Francia - Louise Bourgeois; Francia – Nisa; Francia - Dorothée Selz; Italia - Roberto Bricalli; Italia - Stefano Fioresi; Italia - Massimo Franchi; Italia – Massimo Galliani; Italia - Michelangelo Galliani; Italia - Bobo Ivancich de la Torrente; Italia - Giuseppe Linardi; Italia - Luigi Mainolfi; Italia - Marco Nereo Rotelli; Laos – Aligna; Messico - Gabriela Malvido Oest; Messico - Javier Marín; San Marino - Giovanni Giulianelli; Svizzera - Alessandro Lo Monaco; Usa - John Henry. Civic And Municipal Affairs Bureau, Macao Museum Of Art: Ng Fong Chao - Macao Cina; Wong Ka Long - Macao Cina; Ieong Kent - Macao Cina; Chan Pan - Macao Cina. Accademia Di Belle Arti Di Venezia: Alex Bellan – Italia; Nebojša Despotović – Serbia; Marco Rodolfo Fin – Italia; Resi Girardello – Italia; Jaša & Meta – Slovenia; Giacomo Roccon – Italia; Cristina Treppo – Italia; Giuseppe Vigolo – Italia; Dania Zanotto – Italia; Stefano Zaratin - Italia. University Of Applied Arts, Vienna: Christian Eisenberger – Austria; Brigitte Kovács – Austria; Claudia Larcher – Austria; Benjamin Tomasi – Italia. . |
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A CENTO (FERRARA) DAL 14 OTTOBRE AL 5 NOVEMBRE 2006 IN MOSTRA UNA GRANDE OPERA DI ETTORE GRECO NELL’AUDITORIUM SAN LORENZO, PIÙ DI MILLE SCULTURE IN GESSO COMPONGONO L’INSTALLAZIONE DELL’ARTISTA PATAVINO |
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Cento (Fe), 11 settembre 2006 - Un progetto suggestivo e ardito è alla base della mostra dello scultore patavino Ettore Greco che porterà, dal 14 ottobre al 5 novembre 2006, nell’Auditorium San Lorenzo di Cento (Ferrara) una sua opera inedita dal titolo Risultato di un confitto, che consiste in una grande scenografia orizzontale collocata verso l’altare che chiude lo spazio espositivo, su cui sono poste più di mille sculture (h 30 cm circa) che rappresentano corpi umani adulti in posizione distesa o rannicchiata che si fondono tra di loro, in scene di lotta o semplicemente si trovano a vivere la stessa situazione di "sconfitta" esistenziale. L’opera dialogherà con una grande statua, un tronco di figura umana, posta direttamente sull’altare. L’artista ha concepito il percorso proprio pensando alle caratteristiche dell’edifico che lo ospita, una chiesa sconsacrata ed adibita ad auditorium, che fu intitolata a San Lorenzo dai frati della Compagnia di Gesù, che ne promossero la costruzione. Accompagna questa iniziativa un catalogo Silvana editoriale, con testi del curatore, Flavio Arensi, di Vittorio Sgarbi e Mattia Signorini. Ettore Greco nasce a Padova il 12 maggio 1969. È diplomato all´Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 1986 frequenta l´atelier dello scultore A. Pardini col quale realizza opere monumentali per importanti musei (Museo F. Léger, Museo Salvator Dalì, ecc. ). Nel 1994 apre il proprio atelier, e due anni più tardi, inaugura la sua prima personale alla Scoletta del Duomo di Padova. Nel 1999, in occasione del primo centenario della Fondazione Bevilacqua La Masa, il critico Mario De Micheli tiene una conferenza dal titolo: "Discorso su due artisti: uno scultore, Ettore Greco ed un pittore Paolo Smali" poi pubblicato nell´omonimo catalogo. Nello stesso anno vince al Salon Grands e Jeunes d´Aujord´hui il Gran Prix per la scultura e per lunghi periodi soggiorna a Parigi dove tiene alcune mostre personali e collettive. Nel settembre 2002 espone allo Spazio Creativo di Pierre Cardin assieme al designer Rodrigo Basilicati e, a gennaio 2003, al Pitti Uomo di Firenze presenta una grande scultura in fibra di vetro. . |
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12 MUMMIE PERUVIANE ESPOSTE AL MUSEO ARCHEOLOGICO DELL’ALTO ADIGE. |
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Bolzano, 11 settembre 2006 - Dal 12 agosto al 15 novembre il Museo Archeologico dell’Alto Adige ospita un’eccezionale esposizione dedicata alla civiltà dei Chachapoya del Perù (800 - 1500 d. C. Circa). Fra gli affascinanti oggetti esposti, figurano, oltre ad una novantina di reperti di insediamenti e siti funerari, anche una dozzina di mummie umane ed animali. L’esposizione, presentata dall´assessora alla cultura, Sabina Kasslatter Mur, dal presidente dei Musei Provinciali Altoatesini, Bruno Hosp, dal professor Horst Seidler, direttore dell´Istituto di antropologia dell´Università di Vienna, da Sonia Guil`´en, direttrice del Museo di Leymebamba in Perù e dalla direttrice del Museo Archeologico dell’Alto Adige, Angelika Fleckinger, rientra nell’ambito di uno scambio di ricerche in atto tra il Museo Archeologico di Leymebamba/perù, il Museo Tecnico di Vienna ed il Museo Archeologico dell’Alto Adige. Nell’ambito di questo trasferimento di metodi e conoscenze, durante la loro permanenza in Europa le mummie saranno esaminate dagli esperti con l’ausilio di apparecchiature di indagine specializzate. Dalle ricerche tecniche, gli archeologi si attendono di scoprire nuovi dettagli su questi uomini leggendari: il cosiddetto “popolo delle nuvole”, per molti versi ancora avvolto nel mistero. Prima di giungere a Bolzano, la mostra ha fatto tappa a Vienna dall’12 maggio al 30 luglio scorso. L’esposizione al Museo Archeologico di Bolzano punta ad un approfondimento di carattere culturale ed antropologico sulla cultura dei Chachapoya. Oltre alle 12 mummie umane, infatti, sono esposti anche un centinaio di oggetti d’uso corrente e prodotti dell’artigianato artistico: tessuti, ceramiche, legno e metallo. Modelli e planimetrie tenteranno di ricostruire la realtà culturale del popolo delle nuvole. Modelli e planimetrie tenteranno di ricostruire la realtà culturale del popolo delle nuvole. Contrariamente a mummie analoghe ritrovate sulle Ande, come la famosa mummia femminile rinvenuta nel ghiaccio (Juanita, della civiltà Inca), risalente al 1450, le mummie degli uomini delle nuvole sono defunti provenienti da un grande complesso funerario. L’esposizione sul popolo delle nuvole è nata da una stretta collaborazione tra il Ministero Federale Austriaco dell’Istruzione, della Scienza e della Cultura, retto dalla sig. Ra Elisabeth Gehrer, il presidente del Comitato Scientifico per l’Uomo venuto dal ghiaccio, il professore universitario Dr. Horst Seidler ed il presidente dei Musei Provinciali Altoatesini Dr. Bruno Hosp. In cambio dell’esposizione itinerante, il Museo di Leymebamba, eretto con il sostegno austriaco, beneficerà di aiuti tecnici. Mummie e reperti saranno studiati a Vienna e Bolzano con metodi non invasivi assicurati dall’impiego di apparecchiature tecniche all’avanguardia altrimenti non disponibili in Perù. Il nome “popolo delle nuvole” venne dato agli appartenenti della civiltà Chachapoya dai loro conquistatori, gli Incas. Si suppone che ciò sia in relazione con la tendenza di queste genti di erigere insediamenti su alture di montagna avvolte nella nebbia. Gli Incas li descrivono come “guerrieri dalla pelle e dai capelli chiari”. Il popolo, non ancora studiato a fondo, si espanse a partire dall’800 d. C. Su alture dalla fitta vegetazione comprese tra i corsi dei fiumi Huallaga e Maranon nelle Ande peruviane. Prima ancora dell’arrivo degli Spagnoli, i Chachapoya vennero sottomessi nel Xv secolo dagli Incas. Un secolo più tardi l’intero popolo si estinse in conseguenza delle infezioni portate sul continente dall’Europa. Il microclima secco di queste tombe poste a 5. 000 metri di altitudine ha offerto le condizioni ideali affinché i cadaveri mummificassero e potessero essere conservati, praticamente intatti, fino ad oggi. Stando agli esperti, pare che i Chachapoya si servissero dei loro morti come oracolo. Della cultura di questo popolo si sa ancora relativamente poco vista la mancanza di una scrittura. Gli studi tecnici sulle mummie contribuiranno dunque a fare luce sul mistero che ancora avvolge, come la nebbia, questi abitanti della foresta. Http://centromallqui. Org. Pe/ley_museo_en. Htm . |
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TEATRO CARCANO DI MILANO: STAGIONE 2006/2007 DICIASSETTE SPETTACOLI (QUATTORDICI TITOLI DI PROSA, DUE BALLETTI E UN’OPERETTA) COMPONGONO IL CARTELLONE 2006/2007 DEL TEATRO CARCANO. |
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Milano, 11 settembre 2006 - La stagione sarà aperta da “La Bisbetica Domata” di William Shakespeare che il regista Matteo Tarasco riporta nel solco della più pura tradizione allestendola per una compagnia di soli uomini: banditi travestitismi o omosessualizzazioni che traviserebbero il senso profondo della storia, lo spettacolo riscopre la misteriosa forza dei personaggi femminili shakespeariani che, interpretati da uomini, acquistano una valenza strettamente contemporanea. Nel ruolo di Petrucchio Tullio Solenghi, in quello di Caterina Francesco Bonomo (Compagnia Lavia 4-15 ottobre). A più di vent’anni dalla sua morte, la presenza di Maria Callas nella memoria collettiva è più forte che mai. Rossella Falk, che le fu amica per lungo tempo, l’ha voluta ricordare raccogliendone le memorie e raccontandola in prima persona in “Vissi d’Arte, Vissi d’Amore”, spettacolo da lei stessa scritto basato su ricordi personali, interviste e scritti vari. La regia è di Fabio Battistini (Falk srl, 18-29 ottobre). “Il Piccolo Principe”, tratto dal romanzo di Antoine De Saint-exupéry, torna al Carcano per la sesta volta nell’edizione diretta da Italo Dall’orto, anche interprete nel ruolo del Pilota, mentre il ruolo del piccolo protagonista è affidato a turno a bambini pieni di talento che restituiscono al pubblico tutta l’ingenuità e il disincanto della creatura letteraria (Associazione Culturale Mannini Dall’orto Teatro, 7 – 12 novembre). Ricco di suggestioni, fantasia e sfarzo è l’allestimento de “La Tempesta” di William Shakespeare che Tato Russo interpreta e dirige alla testa di una numerosa compagnia tutta di ottimo livello. Uno spettacolo singolare, che privilegia ed esalta i caratteri metafisici dell’opera e si caratterizza per l’interessante uso della doppia lingua, l’italiano per le parti in versi e il napoletano per quelle in prosa. (Teatro Bellini, 15-26 novembre). Paolo Bonacelli, Patrizia Milani e Carlo Simoni sono i protagonisti di “Danza di Morte”, testo tra i più potenti di August Strindberg, un’opera di confessione disperata e implacabile da cui è nato tanto teatro (e cinema) moderno. Di qui viene il gioco al massacro, il delirio a due, il tema della coppia che si sbrana sotto gli occhi dello spettatore, di qui il teatro sadomasochistico del Novecento, il Bergman di Scene da un matrimonio. La regia è di Marco Bernardi (Teatro Stabile di Bolzano, 29 novembre-10 dicembre). “Sorelle Materassi”, tratto dal celebre romanzo di Aldo Palazzeschi, attraverso le vicende di due mature sorelle ricamatrici “in bianco” che avranno la loro quieta vita sconvolta dall’adozione di un giovane e affascinante nipote, evidenzia il desiderio nascosto in tutti noi di rivivere la giovinezza passata. Maurizio Nichetti dirige l’allestimento che vede brillanti protagoniste Marina Malfatti e Simona Marchini (Emmevu Teatro, 12-22 dicembre). A San Silvestro e Capodanno sarà in scena per la terza stagione consecutiva il Balletto di Mosca – La Classique che quest’anno presenterà “La Bella Addormentata”, coreografia di Alexander Vorotnikov e musica di Petr I. Ciaikovskij (31 dicembre ore 19,30 e 22,30 – 1 gennaio ore 17). Ancora danza con Raffaele Paganini che presenta “Da Tanto a Sirtaki -Omaggio a Zorba”, una coreografia di Luigi Martelletta in cui la narrazione di sentimenti e di passioni viene scandita dal fascino dei tanghi di Astor Piazzolla e dalla forza e vitalità del sirtaki e di altre danze nuove o tradizionali (Compagnia Nazionale Raffaele Paganini, 4 – 7 gennaio). Il nuovo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Paolo Poli, “Sei Brillanti”, è incentrato su sei brevi racconti sceneggiati pubblicati, in periodo che va dagli anni ’20 agli anni ‘80 da altrettanti celebri firme del giornalismo femminile: Mura, Masino, Brin, Cederna, Aspesi, Gianini Belotti. Le voci delle giornaliste si alternano in un gioco frizzante e imprevedibile, nell’inconfondibile stile di Poli, sostenuto da una narrazione caustica ma emblematica di una società in continua evoluzione (Produzioni Teatrali Paolo Poli, 11 – 28 gennaio/Ospitalità in collaborazione con Teatridithalia). Quella di “Antigone” di Sofocle è la storia di una giovane donna che affronta la morte per non tradire la pietà dovuta ai morti: le leggi degli déi contro quelle degli uomini, le ragioni del progresso contro quelle della giustizia, mente contro cuore. Il dibattito è aperto da 2500 anni e riguarda tutti, ovunque, in ogni tempo. Lo spettacolo, che viene ripreso dopo aver concluso con grande successo la passata stagione, si avvale di una importante traduzione di Giovanni Raboni, e ha per protagonisti Giulio Bosetti – anche regista - nel ruolo di Creonte, Marina Bonfigli in quello di Euridice e Sandra Franzo nel ruolo del titolo (Compagnia del Teatro Carcano, 31 gennaio – 11 febbraio). Scritto nel 1961, “Il Giorno della Civetta” è il primo romanzo di Leonardo Sciascia: un giallo anomalo e amaro intorno a due uccisioni misteriose e alle successive indagini che mettono in moto una serie di rivelazioni in una lotta contro il muro di gomma dell’omertà, fra depistaggi e squarci di verità che condurranno ad un amaro finale. Lo spettacolo è interpretato da Giulio Base e Gaetano Aronica diretti da Fabrizio Catalano (Dreamers Productions, 14 – 25 febbraio). Consueto l’appuntamento con la Compagnia Corrado Abbati che quest’anno mette in scena “La Principessa Sissi”, operetta elegante e ricca d’atmosfera dedicata alla popolarissima figura dell’imperatrice d’Austria (Inscena, 2 – 4 marzo). “La Trilogia della Villeggiatura”, il grande affresco goldoniano in tre “puntate”costituito da altrettante commedie- Smanie, Avventure e Ritorno- viene rappresentato, in questa edizione diretta da Luca De Fusco nel trecentesimo anniversario della nascita del grande veneziano, in un’unica soluzione, come già avvenuto in occasione di altri due importanti allestimenti, quello di Strehler del ’54, ripreso poi negli anni 70, e di Missiroli del 1980. Per il suo spettacolo, De Fusco gioca la carta dell’attualizzazione, immergendo la seconda e terza parte dello spettacolo in atmosfere che ricordano rispettivamente un film in bianco e nero anni 60 e un film noir, mentre la prima mantiene una certa ambientazione settecentesca. Interpreti principali sono Lello Arena, Gaia Aprea e Max Malatesta (Teatro Stabile di Catania-teatro Stabile del Veneto “Carlo Goldoni”, 7 – 18 marzo). Scritto nel 1946, “Questi Fantasmi!” è uno dei testi più famosi di Eduardo. , un capolavoro che scorre in equilibrio tra dramma e farsa, ironia e inquietudine. Silvio Orlando è un memorabile Pasquale Lojacono di agro-dolce complessità, incapace di dedicarsi a qualsiasi mestiere, anche di avviare la pensione sfruttando un appartamento di 18 stanze, rimasto sfitto a causa di una leggenda di fantasmi. Sarà lui, con la sua ingenuità disarmante , alla fine, l’unico a credere ai fantasmi, anche se il fantasma non è altro che l’amante della moglie. Regista dello spettacolo, che giunge al Carcano dopo una tournée trionfale nei principali teatri italiani, è Armando Pugliese (Nuovo Teatro-gli Ipocriti, 21 marzo – 1 aprile). Mario Pirovano, porta in scena il tema della pace e della guerra presentando l’opera di Dario Fo “Lu Santo Jullare Francesco”, in particolare il discorso di Francesco ai Bolognesi all’epoca della guerra contro gli Imolesi, ricostruito da Fo sulla base della tradizione popolare, delle testimonianze dirette (Associazione Teatro Mancinelli Orvieto, 3 – 7 aprile). “Processo a Dio”, scritto dal giovane Stefano Massini nel 2005, affronta il tema della Shoa e ricrea uno dei processi contro Dio che gli ebrei tennero dopo la fine della Seconda guerra mondiale e la liberazione dei campi di sterminio. Parola chiave del testo è il non-senso: se l’uomo è un burattino, chi lo muove? E quale logica segue il teatrino del mondo? Sono queste le domande che, come un magma, muovono il testo dal suo interno. A dirigere Ottavia Piccolo, interprete principale, è Sergio Fantoni (La Contemporanea, 11 – 22 aprile). A chiudere il cartellone la ripresa, per la terza stagione, di “Così è (se vi pare)” di Luigi Pirandello che Giulio Bosetti dirige e interpreta nel ruolo di Laudisi accanto a Marina Bonfigli (la Signora Frola) e Francesco Migliaccio (il Signor Ponza). L’allestimento di questa enigmatica, inquietante “parabola”, quasi un giallo per gli elementi di mistero e tensione che la caratterizzano, è stato accolto con straordinario calore del pubblico sia a Milano che in tournée e segnalato dalla critica per il suo elegante rigore e la recitazione degli attori (Compagnia del Teatro Carcano, 2 –13 maggio). Www. Teatrocarcano. Com . |
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MARTEDÌ 19 SETTEMBRE ENZO JANNACCI APRE LA STAGIONE DEL PICCOLO TEATRO |
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Milano, 11 settembre 2006 - Martedì 19 settembre, al Teatro Grassi, Enzo Jannacci prosegue con lo spettacolo Teatro il racconto della sua Milano, luogo privilegiato dal quale gettare uno sguardo sui vizi e le virtù dell’Italia contemporanea. Sul palcoscenico, accanto a Jannacci, il figlio Paolo al pianoforte e fisarmonica, Daniele Moretto (tromba e flicorno), Sergio Farina (chitarra acustica), Ellade Bandini (batteria e percussioni), Marco Ricci (contrabbasso e violoncello). Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Filodrammatici. «Il teatro per me è una fumisteria, è entrare in un film, un po’ vero e un po’ surreale». E come definire altrimenti il nuovo spettacolo di Jannacci, ripresa e reinvenzione di quello che, con straordinario successo, ha debuttato all’inizio della scorsa stagione al Teatro Filodrammatici con il titolo, appunto, Teatro. Il mondo dell’artista milanese, fatto di diseredati, senza tetto e poveracci, torna a popolare il palcoscenico, dando vita a un’emozionante magia teatrale, fatta di gesti, silenzi, parole e musiche. Ricordo e attualità si inseguono, si rincorrono, si sovrappongono, entrando in scena come allegorie visive. La satira più tagliente diventa denuncia di una società dove la voce del barbone solitario, con indosso le scarpe da tennis, è sovrastata da chi rivendica in città più campi da tennis, da golf e da polo. Una sezione ritmica (batteria, basso chitarra), il figlio Paolo al pianoforte e il suono malinconico di una tromba sono i compagni di viaggio di una voce inconfondibile del panorama artistico milanese e italiano, una voce che continua a sostenere fantasia, sentimento e pensiero come irrinunciabili diritti di tutti ed elementi fondamentali per dare un senso alla nostra vita. . |
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DA MARTEDÌ 19 A GIOVEDÌ 21 SETTEMBRE AL TEATRO STUDIO L’ULTIMA CREAZIONE DI CORTE SCONTA AL PICCOLO |
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Milano, 11 settembre 2006 - Martedì 19 settembre, al Teatro Studio, Corte Sconta apre la stagione di danza del Piccolo Teatro con la sua ultima creazione, Kol. Kol (parola dell’antico testamento: voce, suono, fiato, vento, forza…) ispira la danza nel suo susseguirsi tra stasi e dinamiche. Sulla scena sette danzatori toccati e commossi fino all’ultimo respiro. La coreografia di Laura Balis, affiancata da Paolo Baccarani e Paolo Rudelli, gioca con elementi scenografici semplici ed è accompagnata da una ricerca sonora che pervade tutto lo spettacolo. Kol si avvale delle collaborazioni di Franco Maurina, musicista e compositore, che ha elaborato il progetto sonoro; Carlo Sala, scenografo milanese che ha realizzato le scene e collaborato per i costumi con gli studenti dell’Accademia di Brera di Milano, guidati della docente e costumista Paola Giorgi. Il breve testo di Erri De Luca, appositamente scritto per Laura Balis, è stato fonte di conoscenza e ispirazione per la realizzazione dello spettacolo. Kol è stato allestito in prima assoluta lo scorso luglio nella suggestiva cornice del Convitto Nazionale Paolo Diacono di Cividale del Friuli ed è stato creato in collaborazione con due importanti festival estivi italiani (Mittelfest 2006 e Bolzano danza 2006) e il Mess, festival di teatro internazionale di Sarajevo, dove “Kol” prosegue la tournée il 22 ottobre. La compagnia prende nome da una celebre avventura che Hugo Pratt immaginò per il suo eroe, Corto Maltese. “Corte sconta” in dialetto veneziano significa “cortile nascosto”. Fondata da Laura Balis e Cinzia Romiti nel 1991, si apre ben presto a un orizzonte internazionale, partecipando a numerose tournée in Francia, Canada, Germania, Gran Bretagna, Sud America. In Italia collabora con i principali enti e festival come Romaeuropa, La Biennale di Venezia, Festival sul Novecento di Palermo. Ottiene premi e riconoscimenti con Il Guardiano dei coccodrilli, Strapiombo, Dimmi che sono bella, La scala del fuoco. Maggio, produzione 2004, è stata presentato in prima nazionale al Piccolo. Del 2005 è la seconda tappa dello spettacolo Dimmi che sono bella 2. L’adolescenza. Www. Piccoloteatro. Org . |
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TEATRIDITHALIA STAGIONE 06/07 |
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Milano, 11 settembre 2006 - Otto produzioni di Teatridithalia, di cui quattro sono novità assolute, sei compagnie ospiti, con alcuni tra gli artisti più intelligenti e innovativi della scena italiana, e cinque titoli della “premiata ditta” Quellidigrock. Questo in sintesi quanto offre la stagione 2006/07 nei teatri Elfo e Leonardo, con le consuete formule di abbonamento economiche, facili e senza vincoli. Spettacolo di punta dell’autunno Il giardino dei ciliegi diretto da Ferdinando Bruni: una pièce leggendaria che ci racconta dell’avvicendarsi di generazioni, di vite che si chiudono dopo aver attraversato secoli e di vite che si aprono a un futuro di speranza. Undici attori, guidati da Ida Marinelli e Elio De Capitani, mettono in gioco la coralità, la sensibilità e la maturità del gruppo dell’Elfo. Le altre novità guardano alla scrittura contemporanea: apre la stagione Nicola Russo (attore poco più che trentenne già noto al nostro pubblico) con Le muse orfane di Michel Marc Bouchard, nome di punta teatro canadese che s’interroga senza censure e pregiudizi sulla più grande fatalità della vita: la nostra famiglia, la nostra genesi; tra slanci d’affetto, gelosie, ripicche, confessioni e colpi di scena. Ancora un testo attuale con Libri da ardere, unico testo teatrale della scrittrice belga Amélie Nothomb, diretto da
Cristina Crippa nello spazio suggestivo della Rotonda della Besana. Elio De Capitani, Elena Russo Arman e Corrado Accordino interpretano un professore cinico e tronfio, il suo assistente e la sua amante di turno, costretti alla convivenza in una città assediata e bombardata. Happy Family è invece, nelle parole del suo autore, Alessandro Genovesi “una confessione camuffata, un diario mascherato, una commedia che parla della paura di diventare grandi, di cambiare la nostra vita per qualcos’altro che non conosciamo”. Arrivano a Milano, nei nostri teatri, gli spettacoli di Valerio Mastrandrea, Il migliore, e di Vincenzo Pirrotta, Eumenidi, entrambi già applauditi in molte piazze italiane, il Copi di Lorenzo Fontana con Ida Marinelli, e le novità di Teatrino Clandestino, Ossigeno, e dell’Atir, 1989. Tra gli spettacoli che il pubblico milanese ha già apprezzato, tornano i classici filtrati attraverso lo stile dell’Elfo: La Bottega del caffè di Goldoni riletta da R. W. Fassbinder in chiave corrosiva, La tempesta di Shakespeare per attore, fantocci, figure animate e musica nella versione di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia e la Medea di Heiner Müller, diretta da Elio De Capitani. Infine Italiani cincali! Andata e Turnàta, l’epopea umile e avventurosa di milioni di emigranti del dopoguerra, interpretata da Mario Perrotta. Quellidigrock festeggiano i trent’anni di vita della compagnia con la ripresa di due spettacoli cult, Caos e La clé du chapiteau, e con una nuova produzione, Questo matrimonio non s’ha da fare, che rilegge senza pregiudizi il grande romanzo di Manzoni. Grande attesa infine per la novità di Paolo Poli, Sei brillanti, ospitato in collaborazione con il Teatro Carcano, . |
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DIVERTIMENTO SOFISTICATO, COMMEDIE TRASPOSTE NEL CINEMA, ESEMPI DI UMORISMO E GRANDI CLASSICI NELLA STAGIONE DEL TEATRO MANZONI DI MILANO |
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Milano, 11 settembre 2006 - Sarà “Indovina chi viene a cena”, l’intrigante pièce di William Arthur Rose, a Nell’invitante calendario della stagione 2006-07 del Teatro Manzoni confluiscono spettacoli che svariano dal divertimento sofisticato a commedie che nella trasposizione filmica sono assurte a capolavori del cinema, accostando inoltre campioni dell’umorismo a novità di sicuro coinvolgimento, per infine concludersi nel nome taumaturgico di Shakespeare. Sarà “Indovina chi viene a cena”, l’intrigante pièce di William Arthur Rose, a inaugurare la nuova stagione nell’interpretazione di Gianfranco D’angelo e di Ivana Monti con la regia di Patrick Rossi Gastaldi. Nel lontano 1967 erano stati Katharine Hepburn e Spencer Tracy a impersonare sul grande schermo, con la regia di Stanley Kramer, i due genitori dell´alta società californiana messi in crisi dall’annuncio della figlia che intendeva sposare un uomo di colore (l´attore Sidney Poitier). Sui palcoscenici italiani la commedia era stata allestita nel maggio 1991 dalla Compagnia capeggiata da Ernesto Calindri e Liliana Feldmann con la regia di Gabriele Calindri. Il secondo appuntamento stagionale sarà con "Il sogno del Principe di Salina: l’ultimo Gattopardo" di Andrea Battistini, liberamente ispirato agli appunti e alle lettere di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Universalmente noto è il film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Rina Morelli. Sulle tavole del palcoscenico “Il Gattopardo" apparve nel 1980 con la regia di Franco Enriquez, e venne ripreso una decina di anni fa da Lamberto Puggelli con l´interpretazione coinvolgente di Turi Ferro, che il Principe Fabrizio di Salina aveva già impersonato nel 1969 in un radiodramma di Giuseppe D´agata. La regia di Andrea Battistini nell’attuale spettacolo consente a Luca Barbareschi di penetrare appieno nel personaggio del Principe di Salina, mentre compie l’ultimo tentativo di mantenere ancora viva l’identità di una terra. Assurta a simbolo dello spettacolo italiano della seconda meta del Novecento, Loretta Goggi riproporrà se stessa e il coevo mondo teatrale, cinematografico, televisivo in "Se stasera sono qui…" con la regia di Gianni Brezza, accompagnata da un’orchestra dal vivo e da dieci ballerini. Il suo lontano esordio risale a quando aveva soli dieci anni con lo sceneggiato televisivo “Sotto processo” di Anton Giulio Majano, avvio di una carriera che poi continuò con le partecipazioni ai più significativi sceneggiati degli anni Sessanta ("La freccia nera", "La Cittadella", "E le stelle stanno a guardare", “I Miserabili", “Le avventure del commissario Maigret") in cui recitò accanto a Aldo Reggiani, Arnoldo Foà, Alberto Lupo, Giancarlo Giannini, Gino Cervi. Nel decennio successivo esplose addirittura rivelandosi cantante, imitatrice, ballerina, autentica prima donna assoluta. In teatro ebbe grande successo accanto a Gigi Proietti in “Stanno suonando la nostra canzone”, successo riconfermato con la scelta vincente di Pietro Garinei di affidarle i quattro atti di "Bobbi sa tutto", avendo come partner Johnny Dorelli. Un´altra signora dello spettacolo, Sabrina Ferilli, sarà "La Presidentessa" nella arcifamosa commedia di Charles-maurice Hennequin e Pierre Veber, entrata nella storia del teatro dopo il trionfale battesimo del 27 novembre 1912 al parigino Palais Royal. Divenuta dieci anni dopo in Italia simbolo della commedia brillante grazie alla felice combinazione interpretativa di Dina Galli e Amerigo Guasti, "La Presidentessa" ebbe tra le sue successive protagoniste Laura Adani con Ernesto Sabbatini, Filippo Scelzo, Ave Ninchi e Giusi Raspani Dandolo. Tentò contemporaneamente i registi Pietro Germi (1952) e Luciano Salce (1977) che elessero a protagonisti delle loro trasposizioni cinematografiche rispettivamente Silvana Pampanini, Carlo Dapporto, Ave Ninchi, Aroldo Tieri, Ernesto Calindri e Mariangela Melato, Johnny Dorelli, Gianrico Tedeschi, Vittorio Caprioli. Tra le riprese più recenti va segnalato lo sceneggiato televisivo del 1968 con Valeria Moriconi, Alberto Lionello, Mario Scaccia e un giovanissimo Gigi Proietti con la regia di Franco Enriquez. In questa nuova edizione la regia di Gigi Proietti ha trasferito la vicenda dalla provincia francese alla Roma della età giolittiana eleggendo coprotagonisti Maurizio Micheli, Paila Pavese, Virgilio Zernitz. Tenuto a battesimo di palcoscenico da Tato Russo, cresciuto alla scuola di Eduardo De Filippo e di suo figlio Luca, Vincenzo Salemme con la sua affiatata Compagnia sarà il protagonista del successivo spettacolo. Incoraggiato dal successo del pubblico a moltiplicarsi in autore e regista, la sua multiforme attività lo ha ora indotto a scrivere “Bello di papà“, una commedia che porta in scena genitori che non sono veri genitori, figli che non sono veri figli. Salemme tuttavia non accentua il versante drammatico, anzi lascia spazio alle più paradossali varianti in carattere con la scrittura prediletta da un autore-attore che ha eletto la farsa a viatico esilarante di comunicazione. Al giro di boa della stagione 2006-07 figura "Due partite" scritto e diretto dalla figlia d´arte Cristina Comencini. Regista e autrice molto apprezzata dalla critica e dal pubblico letterario e cinematografico, ha al suo attivo numerosi film di successo e una candidatura all’Oscar per “La bestia nel cuore”. “Due partite”, sua recentissima opera, si avvale della partecipazione di quattro attrici della fama e del richiamo di Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Valeria Milillo, impegnate in una settimanale partita a carte durante la quale si abbandonano a confidenze, confessioni, speranze mentre le loro figlie giocano nella stanza accanto. Nel secondo tempo, a distanza di quarantacinque anni, saranno le figlie di allora a ritrovarsi in un´altra casa inconsciamente confrontandosi con la generazione precedente. La regia di Gigi Proietti non si limita alla già accennata riproposta di "La Presidentessa" ma si riconferma nella ripresa di "Quella del piano di sopra" di Pierre Chesnot con Pino Quartullo e Sandra Collodel nei panni di Bertrand e Sophie impersonati nella stagione 1992-93 da Giuseppe Pambieri e Lia Tanzi sotto il titolo di "L´ inquilina del piano di sopra" con la regia di Gianfranco De Bosio. L´invenzione scenografica di Alessandro Chiti ricostruisce accortamente il "piano basso" occupato dal solitario e insoddisfatto Bertrand e il "piano alto" dove si macera nello sconforto l´altrettanto solitaria e depressa Sophie, indotta addirittura a un tentato suicidio. Il gioco dialogico nella migliore tradizione brillante della commedia boulevardière innerva il colloquio sempre più ravvicinato tra la passionale e incongruente Lei e il noioso, impraticabile, uggioso Lui. Lo spettacolo conclusivo della stagione teatrale evoca addirittura la prosa inconfondibile di Shakespeare proponendo una delle opere giovanili della tragedia seicentesca, ovvero "La commedia degli errori" che nel 1977 andò in scena a Villa Litta sotto il titolo di "La commedia degli equivoci", protagonisti Andrea Giordana, Magda Mercatali, Piero Nuti, Mita Medici. Sei anni dopo la stessa compagnia, con Giancarlo Zanetti nel ruolo che era stato di Piero Nuti, ripropose al Teatro Carcano lo spettacolo con il titolo "La commedia degli errori" conservato nell´odierna traduzione di Luca Simonelli, protagonista e regista Giuseppe Pambieri affiancato dalla figlia Micol, da Nino Bignamini e da Vera Castagna. La catena degli equivoci nasce dalla straordinaria somiglianza dei due gemelli Antifolo aggravata dall´altrettanto inquietante somiglianza dei loro servi Dromio. Una edizione della stessa commedia fu allestita nel 1992 da Antonio Sixty con la compagnia dell’Arca di Forlì. Inoltre, fuori abbonamento, nel calendario della nuova stagione figura, a rendere onore a un corpo di ballo di tradizione bisecolare, il nuovo spettacolo della Scuola di ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, con i suoi duecento anni portati elegantemente. Lo spettacolo della Scuola nasce come il classico saggio di fine anno ed è grazie alle idee innovative di Anna Maria Prina (direttore dal 1974), che trent’anni or sono prese forma quello che è diventato un appuntamento annuale per il pubblico meneghino e per quello internazionale: ”Incontro con la danza”, questo il nome delle prime manifestazioni, che erano volte principalmente alle giovani scolaresche con una forte valenza didattica anche per gli allievi della Scuola stessa, chiamati a dar prova del loro livello tecnico e artistico. Nel corso degli ultimi quindici anni abbiamo assistito ad un costante perfezionamento delle performances che si sono trasformate in veri e propri spettacoli con grande afflusso di pubblico e un eccellente impegno professionale da parte dei giovani protagonisti e dei loro maestri. . |
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AL TEATRO DELLA LUNA PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA UNA GRANDE NOVITÀ: ARRIVANO LE PREVIEW A MILANO COME A BROADWAY, PRIMA DELLA “PRIMA”, TUTTA L’EMOZIONE DEI GRANDI MUSICAL |
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Milano, 11 settembre 2006 - È una grande novità quella che caratterizza il cartellone 2006-2007 del Teatro della Luna: arrivano infatti, anche nel nostro paese, proprio come è tradizione a Broadway e a Londra, le preview. Si tratta di spettacoli veri e propri che, dopo la prova generale, precedono, per un periodo più o meno lungo, la presentazione alla stampa e consentono di testarne la resa: gli artisti, infatti, hanno la possibilità di confrontarsi con un pubblico vero e ogni sera differente, per verificare “on stage” quali sono i momenti che regalano più emozione, se le battute sono efficaci e quali sono le reazioni degli spettatori. Questa prassi, ormai consolidata all’estero, viene introdotta anche in Italia per giungere al debutto ufficiale con uno spettacolo già rodato e offrire al pubblico tutta l’emozione dei grandi musical, con in più un prezzo conveniente rispetto alle normali rappresentazioni. Nel corso delle preview, comunque, la qualità dei musical sarà garantita perché non si interverrà sulla struttura dello spettacolo né gli interpreti saranno differenti: potranno variare, piuttosto, i dettagli di una scenografia per renderla più funzionale o l’intensità dei riflettori per esaltare nel modo migliore possibile i colori scintillanti dei costumi. E sarà proprio il pubblico, ogni sera, a costituire il valore aggiunto di queste recite, grazie al contributo che potrà regalare agli artisti impegnati in scena. Anche il pubblico italiano potrà così, prima della “prima”, assistere ai grandi musical del Teatro della Luna; nella stagione 2006-2007, in cui i più celebri musical di Broadway affiancano attesissime novità, la formula delle preview sarà proposta per la prima volta in occasione di uno dei più grandi successi planetari che ha cambiato la storia del musical, finalmente in italiano: “Jesus Christ Superstar”. La stagione del Teatro della Luna prenderà infatti il via il 19 ottobre (preview dal 13 ottobre) con il musical capolavoro di Andrew Lloyd Webber, che racconta in musica gli ultimi sette giorni della vita di Gesù di Nazareth. “Jesus Christ Superstar” arriva sui nostri palcoscenici per la prima volta interamente tradotto, prodotto dalla Compagnia della Rancia, che dal 1988 propone in Italia i maggiori musical internazionali in versione italiana; la regia dello spettacolo sarà firmata da Fabrizio Angelini, già coreografo della Rancia e oggi tra i registi italiani specializzati nel musical. Discusso, contestato, ma indiscutibilmente amato dagli appassionati del rock come dai melomani, “Jesus Christ Superstar”, la prima opera professionistica di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, debuttò sul palcoscenico del Mark Hellinger Theatre di Broadway nel 1971. Il fenomeno esplose a Londra nel 1972 e da allora è stato rappresentato in decine di paesi al mondo, compresi Kenya, Messico, Zimbabwe e Israele. Non poteva mancare, insieme alla traduzione in oltre 10 lingue - tra cui tedesco, francese, spagnolo, portoghese, russo, ungherese e giapponese - la versione italiana di uno dei più straordinari successi della storia del teatro musicale di tutti i tempi. Anche il pubblico italiano potrà finalmente cogliere tutte le sfumature di questa autentica “musicalissima” rievocazione, in un allestimento che vedrà in scena oltre 20 interpreti e un’orchestra dal vivo, per rivivere le indimenticabili canzoni, diventate autentici cult. Dal 16 novembre (preview dal 14 novembre) sarà la volta di “Grease”, il musical dei record, che si conferma un fenomeno senza precedenti. Arrivato in Italia al decimo anno di rappresentazione, e prossimo al traguardo delle 1. 000 repliche, lo spettacolo torna con una versione rinnovata nelle scene, nei costumi, nel cast e nella regia, affidata a Federico Bellone, collaboratore di Saverio Marconi in numerosi musical della Rancia. Con oltre 90 artisti che si sono avvicendati sul palcoscenico dal 1997 a oggi, “Grease”, grazie al ritmo e all’energia, coinvolge il pubblico per due ore di spettacolo che culminano in un finale travolgente. Lorella Cuccarini, che nella scorsa stagione ha conquistato 30. 000 spettatori in poche settimane, a partire dal 15 dicembre e per tutto il periodo natalizio, sarà di nuovo l’applauditissima protagonista di “Sweet Charity”; insieme a lei l’affascinante e spiritoso Cesare Bocci nel ruolo di Oscar e Gianni Nazzaro in quello di Vittorio Vidal. Lo spettacolo, con la regia di Saverio Marconi e le coreografie di Luca Tommassini, alterna numeri divertenti nei camerini del night Fandango a spettacolari coreografie e momenti romantici, regalando il lieto fine per una storia d’amore con la “A” maiuscola, dove i sogni, tra mille avventure, diventano realtà. Per questo spettacolo, che ha già debuttato nella scorsa stagione, naturalmente non sono previste preview. Dai camerini del Fandango nella New York degli anni ’60 alle magiche atmosfere del Kit Kat Klub di Berlino negli anni ‘30: dal 1 febbraio 2007 (preview dal 25 gennaio) sarà in scena “Cabaret”, il nuovo musical della Compagnia della Rancia firmato da Saverio Marconi, che regalerà una lettura inedita del più “europeo” dei musical, annunciato per questa stagione anche in Inghilterra e in Francia, dopo i recenti successi in Germania, Spagna e Olanda. Michelle Hunziker torna così in teatro con una grande storia d’amore, intepretando un personaggio accattivante, Sally Bowles, una cantante-ballerina ingenua e piena di sogni, ma allo stesso tempo frivola ed eccentrica; accanto a lei Christian Ginepro nei panni del Maestro delle Cerimonie. La stagione del Teatro della Luna si chiuderà con l’attesissimo spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Federico Moccia: arriva infatti “Tre metri sopra il cielo”, vero e proprio “cult” delle nuove generazioni, in scena dal 19 aprile (preview dal 13 aprile), prodotto da Palazzo Irreale con la regia di Mauro Simone. Un romanzo scoperto dai giovani che per anni è circolato sotto forma di fotocopia e che oggi è diventato uno dei libri più venduti e uno straordinario caso di costume che ha conquistato anche il pubblico più adulto. Il protagonista Step avrà il volto di Massimiliano Varrese, lanciato lo scorso anno dalla fiction “Grandi Domani” e amatissimo dai giovani. La magica storia d’amore tra Step e Babi regalerà agli spettatori di ogni età la possibilità di vivere, ricordare o sognare quel momento della vita dove si può volare “tre metri sopra il cielo”. . |
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GOLF - ITALIANI AL PROSCENIO: NEL L.E.T. STEFANIA CROCE QUINTA NEL SENIORS TOUR GIUSEPPE CALI’ TERZO, IN TURCHIA QUARTO NICCOLO’ RAVANO |
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Milano 11 settembre 2006 - Stefania Croce è tornata ad esprimesi ad ottimi livelli e ha ottenuto il quinto posto con 280 colpi (65 72 70 73) nel Nykredit Masters, il torneo del Ladies European Tour disputato all’Odense Eventyr Golf Klub di Odense in Danimarca. Profeta in patria la trentunenne danese Karen Margrethe Juul (273 - 72 67 66 68) che dopo aver rilevato nel terzo giro la Croce, leader nelle prime 36 buche, ha contenuto agevolmente con un 68 ogni possibile ritorno delle avversarie conquistando il primo titolo nel circuito. In seconda posizione con 277 Laura Davies (70 69 72 66) e Trish Johnson (72 71 66 68), in quarta con 279 l’altra danese Amanda Moltke-leth. Al 34° posto Federica Piovano con 290 (69 72 75 74), che dopo essere stata quarta a metà torneo ha avuto un calo di rendimento. La Croce ha iniziato male il giro conclusivo con due bogey in apertura. Dopo un birdie ha perso altri tre colpi consecutivamente (dalla 9ª alla 11ª buca), ma nel finale con tre birdie nelle ultime cinque buche ha recuperato cinque posizioni. Eliminate al taglio le altre tre italiane in gara: Tullia Calzavara 83ª con 152 (75 77), Federica Piovano 92ª con 153 (76 77) e Margherita Rigon 110ª con 156 (79 77). Seniors Tour: Giuseppe Cali’ Si Classifica Terzo - Ancora un’ottima gara di Giuseppe Calì, terzo con 212 colpi (74 69 69) alla pari con Eamonn Darcy e José Rivero, nell’European Senior Masters (Seniors Tour) al Woburn Golf Club di Woburn, in Inghilterra. Al 63° posto Alberto Croce con 230 (76 76 78). Ha ottenuto il dodicesimo successo nel circuito l’inglese Carl Mason (209 - 73 67 69), che ha preceduto di due colpi l’argentino Horacio Carbonetti (211 - 69 70 72). Quanto a Calì può sicuramente recriminare per la falsa partenza (74), che di fatto gli ha precluso la seconda vittoria stagionale. Azzurri In Turchia: Bel Quarto Posto Di Ravano - Niccolò Ravano ha recuperato nel finale cinque posizioni e si è classificato quarto con 296 colpi (74 74 76 72) nel Campionato Internazionale Dilettanti di Turchia sul percorso del Golf Club Kemer di Istanbul. Marco Guerisoli ha chiuso al 19° posto con 306 (83 74 73 76) e Luca Beneduce al 29° con 317 (81 81 78 77). Ha vinto il danese Peter Baunsoe (288 - 73 69 69 77) che ha superato due giocatori di casa, Sayin Hamza (292) e Gencer Ozcan (293) Lpga Tour: Veronica Zorzi Resta In Gara - Con un buon giro in 71 colpi e lo score di 146 (75 71), Veronica Zorzi è salita dal 94° al 63° posto ed è rimasta in gara con l’ultimo punteggio utile nel John Q Hammons Hotel Classic (Lpga Tour) al Cedar Ridge Cc di Tulsa, nell’Oklahoma. Sono state eliminate Giulia Sergas, 89ª con 148 (74 74), e Silvia Cavalleri, 124ª con 153 (78 75). Sorpresa in vetta alla graduatoria dove con un incredibile 61 Cristie Kerr (131 - 70 61) ha superato Annika Sorenstam (132 - 64 68). Terza con 137 Allison Hanna, quarte con 138 Diana D’alessio, Jill Mcgill e Lorena Ochoa. Skins Game Telecom Italia A Villa D’este - I Campionati Internazionali d’ Italia Dilettanti, che si svolgeranno al Golf Club Villa d’Este di Montorfano (13-17 settembre), avranno come prologo d’eccezione, domani lunedì 11 settembre, lo Skins Game Telecom Italia al quale parteciperanno quattro fra i migliori professionisti italiani: Emanuele Canonica, Costantino Rocca, Edoardo e Francesco Molinari per disputarsi un montepremi di 36mila euro. Telecom Italia prosegue così il suo impegno nel golf dopo cinque edizioni del Telecom Italia Open e le giornate di “Tutti al golf”. La sfida rientra nell’ambito dei festeggiamenti per gli ottant’anni del glorioso circolo comasco. Si gioca sulla distanza delle 18 buche: in palio 1. 000 euro su ciascuna delle prime sei buche, 2. 000 dalla 7ª alla 12ª e 3. 000 nelle ultime sei. In ogni buca il giocatore dei quattro che effettuerà il minor numero di colpi guadagnerà il montepremi su quella buca. In caso di parità la cifra in palio sarà riportata e sommata alle buche successive fino a quiando che uno dei quattro pro non realizzerà il miglior risultato. Giudice arbitro della sfida sarà Niccolò Nesti, unico italiano a ricoprire il ruolo di referee nell’European Tour. Ingresso gratuito. Alps Tour: Dominio Francese - Transalpini ai primi quattro posti nell’Open International de la Mirabelle d’Or (Alps Tour) sul percorso del Golf de la Grange aux Ormes a Marly, in Francia: ha vinto Michael Lorenzo-vera (271 - 68 69 69 65) con un colpo di vantaggio su Jacques Thalamy e Christophe Braziellier e due su Renaud Guillard. Al 26° posto con 285 Nicola Maestroni (71 73 69 72), al 31° con 287 Andrea Zanini (72 70 75 70). Us Pga Tour: Justin Rose Solitario - L’inglese Justin Rose (199 - 63 71 65) è il nuovo leader del Canadian Open (Us Pga Tour), che si conclude all’ Hamilton G&cc di Hamilton nell’Ontario in Canada. Ha un colpo di vantaggio su un quartetto composto da Bart Bryant, Trevor Immelman, Jonathan Byrd e Sean O’hair. Sesto con 201 Jim Furyk, 31° con 207 Vijay Singh. . |
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EUROPEAN TOUR: NUOVA GRANDE PRESTAZIONE DI FRANCESCO MOLINARI SECONDO NELL’EUROPEAN MASTERS IN SVIZZERA |
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Milano, 11 settembre 2006 - Un’altra grande prestazione di Francesco Molinari (275 - 68 68 70 69) che ha ottenuto la seconda posizione nell’Omega European Masters, uno dei tornei più prestigiosi dell’European Tour che si è disputato sul percorso di Crans sur Sierre, a Crans Montana in Svizzera, dove ha vinto il gallese Bradley Dredge (267 - 68 67 65 67). Molinari è stato affiancato dal tedesco Marcel Siem (68 67 67 73), mentre al quarto posto con 276 si sono classificati lo spagnolo Sergio Garcia, alla vigilia grande favorito del torneo, il danese Soren Kjeldsen e lo scozzese Marc Warren. Buona difesa di Alessandro Tadini, 37° con 283 colpi (69 71 71 72). Il ventiquattrenne torinese è rimasto sempre in alta classifica. Ha iniziato con un 68 e l’ottavo posto, poi bissando lo stesso score è salito al quarto dopo 36 buche, mentre nel terzo turno ha perso una posizione (70 colpi). Infine nel quarto giro ha fatto valere tutta la sua classe e la sua grinta. Scontato il successo di Dredge, che partito con due colpi di vantaggio è schizzato via imprendibile con tre birdie e ha fatto corsa solitaria, c’è stata accesa lotta per il secondo posto. Molinari ha iniziato a risalire posizioni con un birdie alla buca 5 e con un eagle alla 7 (303 metri), un par quattro che ha chiuso in due soli colpi, dopo un maestoso legno con palla da tee in green e un lungo putt. Stessa impresa che aveva compito sulla medesima buca nel secondo giro. Con un altro birdie alla 13 andava solitario al secondo posto con “meno 11”, ma due buche dopo rimetteva tutti in corsa con un doppio bogey. Sbagliava dal tee, poi aveva un recupero difficoltoso passando anche per un bunker e quando la sua pallina finiva in buca aveva consumato sette colpi, scendendo al “meno 9” che sarebbe divenuto definitivo. A quel punto Molinari finiva terzo, preceduto dal tedesco Siem, ma questi si faceva raggiungere per un bogey alla buca 17 dove rinveniva anche Marc Warren con un birdie. Non era la situazione definitiva, perché Warren falliva il par alla 18 e scendeva al quarto posto. Al torneo hanno preso parte senza superare il taglio dopo 36 buche: Emanuele Canonica (72 72) e Michele Reale (74 70), entrambi 67. I con 144, Costantino Rocca, 77° con 145 (71 74), ed Edoardo Molinari, 112° con 147 (74 73). E’ stata eliminata anche la sedicenne hawaiana Michelle Wie, che ha chiuso al 152° e ultimo posto con 157 (78 79). . |
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MATTEO MANASSERO HA VINTO LA XVI EDIZIONE DEL TROFEO TOPOLINO GOLF 2006 |
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Sanremo, 11 settembre 2006 – Il torneo si è disputato mercoledì 6 e giovedì 7 settembre al Circolo Golf degli Ulivi di Sanremo. Manassero ha chiuso il suo secondo giro in 70 colpi (uno sopra il par del campo) che, sommato al 68 del giorno pirma, gli ha permesso di distaccare il nutrito gruppo dei secondi classificati di ben nove colpi. Un importante successo per il giovane portacolori di Gardagolf, classe 1993, già vincitore quest¹anno del Campionato Pulcini: ³Potevo fare meglio, ad esempio alla buca 9, ma l¹importante è stato non aver combinato guai! In generale non posso lamentarmi dell¹andamento della giornata, con un birdie alla buca 1, un doppio bogey alla 3 e il resto tutti par². Dietro Manassero, nella classifica generale, Emanuele Sesia, Guido Dania, Alessandro Marsala, Corrado De Stefani e la norvegese Michela Gunhildrud, prima fra le ragazze. Nella classifica femminile, invece, dietro alla Gunhildrud, si sono piazzate la slovena Ursa Orehek (150) e Paola Cappelli (154). Ed ecco i commenti di due importanti addetti ai lavori. Donato Di Ponziano, direttore della Scuola Nazionale di Golf e presidente del Comitato Organizzatore dell¹Open d¹Italia, ha dichiarato: ³Sicuramente l¹organizzazione è molto migliorata rispetto alle ultime edizioni e il Trofeo Topolino Golf sta ritornando ai livelli assoluti che ne avevano fatto anni fa un vero e proprio campionato mondiale juniores. L¹obiettivo su cui puntare ora è quello di una maggiore presenza di ragazzi provenienti dall¹estero. ² Gianluca Crespi, responsabile del settore giovanile della Federazione Italiana Golf, ha invece detto: ³Siamo molto contenti del livello dei ragazzi e delle ragazze in gara. Ai vertici abbiamo infatti trovato quasi tutti i giovani migliori d¹Italia, emersi dai recenti campionati di categoria. Molto importante anche l¹impegno del circolo golf di Sanremo, storico organizzatore della prova. Dal punto di vista organizzativo si tratta di un¹esperienza molto positiva, che lascia ben sperare per un successo ancora in crescita per il Trofeo Topolino Golf nelle sue prossime edizioni. ² La competizione, che rientra nel progetto Topolino Sport di The Walt Disney Company Italia, è patrocinata dalla Federazione Italiana Golf e ha coinvolto anche Comune di Sanremo, Regione Liguria e Provincia di Imperia. Ottima la gestione della gara e degli eventi collaterali predisposti da Promomax. Due le postazioni dedicate ai ragazzi: l¹ingresso della club house è stato investito dai colori degli stand degli sponsor, che con giochi, bibite e merende hanno allietato i minuti di partecipanti e genitori tra una partenza e l¹altra. Piramidi di cioccolato Milka, ripiani colmi di bottiglie di Cola Cola e Gaudianello e montagne di snack Parmareggio e Nesquik sono stati lentamente svuotati, mentre mai sguarnita di appassionati di videogames era la tenda gonfiabile di Nintendo Ds. E per mantenersi in esercizio, genitori e giocatori non hanno mancato di colpire qualche pallina alla postazione della Fig. H3g, che ai ragazzi ha mostrato le curiose abilità della videocamera Umts Pupillo, ha riservato ai partecipanti due graditissime sorprese, regalando videofonini 3 al vincitore del Nearest to the Pin alla buca 9, Tommaso Sordon, e del Driving Contest alla buca 10, Nicolas Kuchel. Nel pomeriggio di ieri, al termine della gara, grande spettacolo in Piazza Colombo nella Città dei Fiori, dove è stata montata l¹altra area di intrattenimento del Trofeo Topolino Golf 2006: i ragazzi e tutti i sanremesi, in particolare nonni e nipotini, sono accorsi numerosi davanti al palco con musica e animazione. Affollata la tenda Topolino, dove un abile disegnatore regalava ai più piccolini ritratti dei personaggi Disney più amati dai bambini. E per i più informati che rispondevano alle domande dello speaker (³Quanti metri cubici di soldi ci sono nel deposito di Paperon¹ De Paperoni?²), in premio dei Cd della Disney. Ma grande spettacolo soprattutto questa sera, con la musica dell¹Istituto Musicale G. B. Pergolesi di Sanremo, Vallecrosia e Santo Stefano al Mare, le danze della Scuola ³Jacqueline De Min² di Vallecrosia, le Majorettes di Barge e la sfilata in grande stile dei personaggi del fumetto più letto da grandi e piccini. Proprio in piazza, in questo contesto di festa, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi ai vincitori, con la partecipazione di alcuni nomi di spicco: il Sindaco di Sanremo, Claudio Borea, l¹Assessore al Turismo Igor Varnero, il Presidente Accademia Walt Disney Umberto Virri, il Responsabile dell¹Attività Giovanile della Fig Liguria Egle Ponzano, Donato Di Ponziano, e Francesco Lanzillo, Presidente di Promomax. L¹occasione è stata l¹ideale per rinnovare l¹appuntamento per il prossimo anno quando, intorno a febbraio, la Xvii edizione del Trofeo Topolino Golf tornerà a viaggiare da Nord a Sud, alla ricerca di giovani campioni. Classifiche: Maschile: 1° Matteo Manassero 138; 2° Emanuele Sesia 147; 3° Guido Dania 147; 1° under 12 Federico Maccario 160; 2° under 12 Riccardo Celerino 171; 1° netto Simone Perfili 135. Femminile: 1° Michela Gunhildrud 147; 2° Ursa Orehek (Slovenia) 150; 3° Paola Cappelli 154; 1° under 12 Silvia Bottaio 160; 2° under 12 Anna Taboni 170; 1° netto Brigitta Brumek 131. Vincitore assoluto del Xvi Trofeo Topolino Golf 2006: Matteo Manassero (68+70) 138. . . |
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CLANDESTEAM DEL GIOVANE GARDESANO CARLO FRACASSOLI VINCE LA 56A CENTOMIGLIA HOLAMTRO DI HAGARA E SOLDINI LA MULTICENTO PRESENTATA A GARGNANO LA TRAPANI CENTO CUP CHE SI CORRERÀ IN SICILIA |
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Gargnano, 11 settembre 2006 - Clandesteam, maxilibera gardesano, condotto dallo skipper di casa Carlo Fracassoli ha vinto la 56a Centomiglia del Garda. Holmatro, il catamarano Volvoextreme 40, condotto dall´olimpico austriaco Andy Hagara e nel suo equipaggio Giovanni Soldini si è imposto nella Multicento. Clandesteam dopo aver battagliato con Principessa dell´austriaco Joschi Entner e del gardesano Roby Benamati ha tagliato il traguardo alle 16 e 35 di sabato, Principessa dopo 12 minuti, Holmatro alle 16 e 48. Terzo nella Centomiglia si è piazzato l´ungherese Raffica, quarto Brokernet, quinto Grifo e sesto l´olimpionico inglese Jo Richars con Full Pelt. Il Trofeo Beppe Croce per le barche cabinate è andato a Machete del gardesano Bruno Fezzardi con a bordo l´ex Guardasigilli Roberto Castelli. Negli Asso 99 conferma per il neo campione d´Italia, lo skipper di casa Pierre Luigi Omboni. Tra di Dolphin di Mauto Roversi, nei Protagonist del circuito Vodafone di Andrea Barzaghi di Salò, negli Ufetti 22 di Roberto Bini nei Fun di Alberto Azzi, nei Prototipi dell´olimpionico britannico Jo Richards. Nella veleggiata della Centopeople, senza una classifica, ha tagliato per primo il traguardo lo "Skorpion" condotto dal velista non vedente Gigi Bertanza del Gruppo di Homerus. Questa mattina il senatore Antonio Dalì, presidente della Provincia di Trapani, ha presentato a Villa Bettoni di Gargnano la 18a edizione della "Trapani Cento Cup", Match-race di Grado 1 che si correrà in Sicilia dal 20 al 24 settembre. Al via ci saranno 12 specialisti e ben 3 rappresentati dei Consorzi di Coppa America con i due italiani "+39" e "Mascalzone Latino". . |
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PRESENTATA LA MARATONINA CITTA´´ DI UDINE |
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Udine, 11 settembre 2006 - Prove di Mondiale 2007. Per il percorso allestito e le presenze internazionali annunciate così si presenta la Maratonina di Udine in programma il 24 settembre 2006, che anticipa il grande evento in calendario il prossimo anno con l´organizzazione - il 14 ottobre 2007 - dei Mondiali di corsa su strada, e prima ancora i Campionati assoluti italiani di mezza maratona, in programma il 27 maggio. La manifestazione di quest´anno, giunta alla settima edizione, è stata presentata il 9 settembre a Udine nel corso di una conferenza stampa che ha visto presenti l´assessore regionale alle Attività Produttive, Enrico Bertossi, il sindaco di Udine, Sergio Cecotti, il presidente dell´Associazione Maratonina, Paolo Bordon e la medaglia d´oro di fondo alle recenti Olimpiadi invernali di Torino, Giorgio di Centa. "Quando ero ancora presidente della Camera di commercio e mi chiesero finanziamenti per una manifestazione che partiva in sordina - ha ricordato Bertossi - mi avrebbero preso per pazzo se avessi pronosticato un crescendo di questa portata. Invece abbiamo saputo fare squadra e i risultati sono venuti. L´edizione di quest´anno si annuncia ricca di grandi atleti e di partecipazione. Siamo contenti di quanto è stata fatto perché significa che il lavoro che la Regione sta facendo per portare grandi eventi su tutto il territorio sta dando grandi risultati; vediamo come il mondo sportivo mondiale guardi a noi con grande rispetto e stima nel segno della professionalità e dell´efficienza". Non so, ha aggiunto, se il 2007 sarà un punto di arrivo o un ulteriore trampolino per fare della Maratonina un evento sempre più importante che dia lustro alla città di Udine ed a tutta la regione. Certo si tratterà di una occasione dove lo sport e il turismo si coniugano per diffondere l´immagine complessiva del Friuli Venezia Giulia. Per Paolo Bordon, presidente dell´associazione Maratonina e vicepresidente del Comitato organizzatore del Mondiale (presidente è l´assessore Enrico Bertossi), si tratta di un´edizione importante perché rappresenta un momento di crescita e di apertura della città e della manifestazione stessa sul palcoscenico internazionale. La Maratonina, secondo Cecotti, in questi anni è diventata uno degli appuntamenti più attesi da parte del pubblico e degli appassionati e questa edizione si apre anche al territorio coinvolgendo il comune limitrofo di Tavagnacco, interessato da una tappa volante. Accanto alla Maratonina, il 24 settembre si correrà anche la Straudine lungo l´anello della circonvallazione cittadina su un percorso di 7 chilometri (lo stesso che verrà proposto tra un anno in occasione del Mondiale, da percorrere tre volte per un totale di 21 chilometri), la Minirun di un chilometro e mezzo dedicata ai bambini e ai genitori e la Dog Walking, riservata ai cani e ai loro padroni. E´ prevista pure la gara degli atleti disabili. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Roberto Asquini, il vicesindaco e assessore allo Sport del Comune di Udine, Vincenzo Martines, il sindaco di Tavagnacco, Mario Pezzetta, il consigliere nazionale Fidal Luciano Baraldi e Alberto Cudiz in rappresentanza della Banca Popolare di Vicenza, sponsor dell´evento. . |
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VELA/ELBA: IL TROFEO VESPUCCI CHIUDE IL CALENDARIO SPORTIVO DEL CVMM |
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Marciana Marina, 11 settembre 2006 – Il mese di agosto del Circolo della Vela Marciana Marina si è concluso come di consueto con le classiche gare di pesca riservate ai soci e amici: la gara di pesca d’altura- Light Drifting- ha visto la vittoria di Fabrizio Ghelardi, mentre la gara di bolentino-Trofeo Roberto Volonterio – ha visto primeggiare la coppia formata da Adalberto Petrucci e Giancarlo Segnino. In tutte e due i casi a fine gara i partecipanti hanno potuto assaporare in compagnia presso la sede del circolo il pesce pescato durante la giornata. La stagione agonistica del Cvmm si avvia ora alla conclusione di un anno che ha visto atleti internazionali sfidarsi sul campo di regata nel campionato Europeo L’equipe e ha come sempre avuto una serie di manifestazioni che hanno raggiunto importanti traguardi nel tempo: la conclusione finale avverrà in occasione dell’undicesima edizione del Trofeo Vespucci, organizzato dal Comitato Circolo Velici Elbani, anch’esso presieduto da Piero Canovai, come il sodalizio marinese. Confermata anche quest’anno la presenza della Nave Scuola A. Vespucci per la regata d’altura che porterà i concorrenti a compiere un percorso di circa 20 miglia con partenza da Cavo e arrivo a Portoferraio. La manifestazione si svolge con la collaborazione del Comitato Circoli Velici Costa Etrusca e della Ii Zona Fiv, nonché con la presenza dell’Accademia Navale di Livorno. Nel frattempo il Circolo Nautico Cavo, che recentemente ha perso il suo presidente Plinio Puletti e con il nuovo presidente Tullio Casali è tornato a far parte del Comitato Circoli Velici Elbani. Diventano così nove i circoli che compongono il comitato molto attivo nell’organizzazione delle regate sull’isola d’Elba. = . |
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