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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Dicembre 2006
NUOVA SPERANZA PER I PAZIENTI AFFETTI DA TUMORE CEREBRALE  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2006 - Alcuni ricercatori hanno individuato una proteina che arresta la crescita del glioblastoma, un tipo di tumore cerebrale per il quale al momento non esistono cure. Il progetto Plurigenes, in parte finanziato dal Sesto programma quadro dell´Ue (6Pq), è pubblicato nell´ultimo numero della rivista «Nature». Sono sempre più numerose le prove che dimostrano un nesso tra le cellule staminali e lo sviluppo di alcuni tumori, per esempio i tumori ematici, della mammella e del cervello. Si ritiene che i glioblastomi abbiano origine da cellule che hanno proprietà simili a quelle delle cellule staminali e in quanto tali sono in grado di riprodursi e creare tutti i diversi tipi di cellule che costituiscono un tumore. La differenziazione delle cellule staminali normali presenti nel cervello in un tipo di cellula cerebrale denominata cellula gliale è controllata dalle proteine morfogenetiche ossee (Bmp). Per studiare l´effetto delle Bmp sui glioblastomi i ricercatori hanno utilizzato dei topi come cavie. Hanno somministrato dosi di Bmp4 a topi affetti da glioblastoma umano e hanno rilevato che le proteine Bmp4 hanno bloccato efficacemente la crescita tumorale riducendo la mortalità. Inoltre hanno scoperto che la Bmp4 non uccide le cellule tumorali simili alle cellule staminali, bensì le costringe a differenziarsi in cellule benigne non cancerose. I risultati della ricerca offrono una nuova speranza per curare il glioblastoma e altri tumori controllati da cellule che hanno proprietà simili alle cellule staminali. «Il fatto che la proteina Bmp4 somministrata in vivo blocchi lo sviluppo tumorale innalza il potenziale di utilizzo nei pazienti in seguito all´intervento chirurgico. I risultati ottenuti sostengono un nuovo approccio terapeutico per la cura del Gbm (glioblastoma) che induce la differenziazione delle cellule responsabili della proliferazione tumorale anziché provocarne la morte», sostengono gli autori dell´articolo. I ricercatori dichiarano infine che «la somministrazione di Bmp4 o di farmaci Bmp-mimetici, accompagnata da una terapia classica, può favorire la riduzione della mortalità dei pazienti affetti da Gbm». Ftp://ftp. Cordis. Europa. Eu/pub/ile-de-france/docs/plurigenes_en. Pdf .  
   
   
CELL THERAPEUTICS, INC. (CTI) CHIUDE LO STUDIO PGT305 (PIONEER) STUDIO CLINICO DEL CANCRO AL POLMONE; È PREVISTA LA PRESENTAZIONE ALL’ FDA DEL NUOVO PROTOCOLLO PGT306 ENTRO LA FINE DELL’ANNO.  
 
Seattle e Bresso, 11 Dicembre 2006 - Cell Therapeutics, Inc. Ha annunciato il 7 dicembre di aver deciso, in accordo con il Data Safety Monitoring Board (Dsmb), di chiudere lo studio clinico Pgt305 Pioneer sul cancro al polmone e di sospendere il trattamento di entrambi i gruppi di pazienti. La scelta si deve in parte all’utilità della sperimentazione in corso, dato che la Cti ha in programma di presentare all’Fda (l’ente statunitense per il controllo su alimentari e farmaci) un nuovo protocollo, oltre che al numero anormalmente basso di decessi nel gruppo di controllo. La Cti ha in previsione di proporre all’Fda entro la fine dell’anno, tramite Special Protocol Assessment, una revisione del protocollo definito Pgt306. Come annunciato in precedenza lo studio sarà focalizzato esclusivamente sulle donne con normali livelli di estrogeni, il sottogruppo di pazienti nelle quali Xyotax ha dimostrato il miglior risultato in termini di sopravvivenza. Il Presidente e Ceo di Cti James A. Bianco, Md ha affermato che “Il cancro al polmone rappresenta la causa primaria di decessi nelle donne negli Stati Uniti ed in Europa ed il nuovo protocollo ci darà la miglior possibilità per offrire Xyotax ai pazienti che ne potranno maggiormente beneficiare. ” .  
   
   
DASATINIB, UNA NUOVA ARMA CONTRO LA LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA AD ORLANDO (FLORIDA) IL 48° CONGRESSO DELLA SOCIETÀ AMERICANA DI EMATOLOGIA GLI ESPERTI: “REALI SPERANZE PER PAZIENTI RESISTENTI O INTOLLERANTI ALLE TERAPIE OGGI DISPONIBILI”  
 
Orlando, 11 dicembre 2006 – Quaranta relazioni fra studi, lavori clinici e presentazioni orali: il dasatinib per il trattamento degli adulti con leucemia mieloide cronica (Lmc) in fase cronica, accelerata o blastica con resistenza o intolleranza a precedente terapia è al centro dell’attenzione degli oltre ventimila medici riuniti a Orlando (Florida) per il 48° Congresso dell’American Society of Hematology in corso fino al 12 dicembre. Dasatinib, a cui è stato riconosciuto lo status di farmaco orfano, ha ricevuto l’approvazione dell’Emea nello scorso mese di novembre. È attualmente disponibile in Austria, Germania, Francia, Finlandia, Svezia e Regno Unito; in Italia è al vaglio delle autorità regolatorie locali. L’agenzia Europea del Farmaco (Emea) per la sua approvazione ha verificato l’efficacia e la sicurezza di dasatinib sulla base dei risultati di cinque studi multicentrici di Fase Ii condotti in pazienti con resistenza o intolleranza a imatinib in tutte le fasi della Lmc e Lla Ph+. “Fin dalle prime fasi – spiega il prof. Sergio Amadori, presidente della Società Italiana di Ematologia - l’Italia ha partecipato attivamente allo sviluppo clinico di dasatinib con centri clinici universitari ed ospedalieri di eccellenza in tutto il territorio”. Da tutti gli studi, condotti a livello mondiale in oltre 30 Paesi, è emerso come dasatinib presenti un profilo di effetti collaterali che può essere agevolmente gestito. Nei 911 pazienti che hanno ricevuto dasatinib durante i trial clinici, i più comuni effetti collaterali sono stati ritenzione di liquidi, sintomi gastrointestinali (diarrea, nausea e vomito), rash cutanei, cefalea, emorragia, affaticamento e dispnea (difficoltà di respiro). La mielosoppressione (riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo) è stata osservata in tutti gli studi ed era in genere reversibile. La frequenza era più elevata nei pazienti con Lmc o Lla Ph+ in fase avanzata che nei pazienti con Lmc in fase cronica. A Giugno 2006, la Food and Drug Administration (Fda) americana aveva autorizzato dasatinib, con procedura di registrazione accelerata, per la Lmc con resistenza o intolleranza alle terapie precedenti e per la Lla Ph+ con resistenza o intolleranza alle terapie precedenti. La Lmc e la Lla Ph+ sono malattie devastanti – come emerge con forza al congresso degli ematologi americani - con un crescente problema di resistenza e intolleranza al trattamento. Per molti pazienti con Lmc, il rischio di sviluppare resistenza aumenta con il numero degli anni di trattamento e con la gravità della malattia. Nuove evidenze cliniche, da uno studio condotto in un centro europeo, indicano che la resistenza a imatinib mesilato può manifestarsi nel 25% circa dei pazienti in fase cronica, nel 41% dei pazienti in fase accelerata e nel 92% dei pazienti in crisi blastica della Lmc. Fino ad oggi erano disponibili solo limitate opzioni terapeutiche per questi pazienti. .  
   
   
INTERNATIONAL MYELOMA FOUNDATION (IMF): STUDI PRESENTATI ALLA CONFERENZA ANNUALE DEL 2006 DELLA AMERICAN SOCIETY OF HEMATOLOGY (ASH)  
 
Orlando, Florida, e North Hollywood, California, 11 dicembre 2006 - La International Myeloma Foundation (Imf) - che fa ricerca, fornisce corsi di aggiornamento, appoggio e sostegno per i pazienti affetti da mieloma, le loro famiglie, i ricercatori ed i medici curanti - oggi ha notato che studi multipli presentati al Congresso annuale del 2006 della American Society of Hematology (Ash) illustrano i notevoli passi avanti che si sono compiuti nel trattamento del mieloma multiplo e delle neoplasie ematologiche correlate. I risultati mostrano che i regimi del nuovo trattamento iniziato con Thalomid e poi esteso con l´uso sia di Velcade che del trattamento orale più recente Revlimid stanno aiutando un numero crescente di pazienti se usato da solo, in successione ed in varie combinazioni. Nell´insieme, questi studi rappresentano una conoscenza significativamente maggiore su come il mieloma risponde al trattamento, che sta già diventando applicabile ad altri tipi di tumore. I gruppi di pazienti studiati coprono l´intera gamma, a partire da pazienti recidivi a quelli cui è stato diagnosticato il mieloma da poco, da giovani a persone anziane, comprendendo pazienti con prognosi scarsa a causa di anomalie cromosomiche. In alcuni casi i dati presentati alla conferenza costituiscono sicuramente dei passi in avanti rispetto agli studi precedenti mostrando delle risposte a lungo termine in pazienti a cui il mieloma è stato diagnosticato da poco. In uno degli studi più significativi, i ricercatori della Mayo Clinic riportano che il 67% dei pazienti che hanno usato Revlimid (oltre al desametasone steroide) come terapia primaria, hanno ottenuto una risposta classificata come completa o molto buona, con un basso tasso di progressione della malattia anche dopo due anni. "I molti studi presentati all´Ash non solo confermano le buone nuove sperimentate di prima mano nel nostro lavoro con pazienti affetti da mieloma, ma mostrano anche che lavorare con le nuove categorie di farmaci ci insegna realmente come trattare le neoplasie," ha detto Brian G. M. Durie, M. D. , specializzato in mieloma e presidente e co-fondatore della International Myeloma Foundation. "Stiamo imparando come attaccare non solo la cellula tumorale, ma l´ambiente in cui essa vive. Sappiamo che farmaci come Revlimid, per esempio, hanno molteplici meccanismi di azione, bloccando la crescita dei vasi sanguigni tumorali, sensibilizzando le cellule tumorali alle cellule killer naturali e sopprimendo i Tnf-alfa, un fattore di crescita associato all´infiammazione. La comprensione di questi meccanismi di azione ci aiuta ad aumentare l´efficacia dei nostri trattamenti, a ridurre gli effetti collaterali ed a poterli applicare ad una gamma crescente di tumori compreso l´Mds, il linfoma non-Hodgkins ed la leucemia linfocitica cronica. " Oltre allo studio citato precedentemente proveniente dalla Mayo clinic, altri studi chiave dimostrano che Revlimid e Velcade possono essere usati assieme efficacemente persino in pazienti che non hanno risposto alla terapia basata su di un farmaco solo. Gli studi coprono un lungo arco di tempo durante il quale si è usato Thalomid, Revlimid e Velcade in pazienti che hanno ricevuto la diagnosi da poco e forse questi farmaci sono stati usati in varie combinazioni come parte di nuovi potenti trattamenti cocktail. Inoltre, studi provenienti da Imf myeloma Dna-bank, Bank On A Cure, studiano in alcuni pazienti gli effetti collaterali alle origini, mentre altri gruppi usano profili genetici per comprendere meglio la resistenza al farmaco. "Le neoplasie sanguigne, compreso il mieloma, sono la terza forma più comune di cancro e oggi alcune nuove terapie stanno trasformando il modo in cui noi le trattiamo," ha detto Susie Novis, presidente e co-fondatore della International Myeloma Foundation. "Gli studi prensentati in occasione di questo convegno ci confermano quanto abbiamo sperimentato come organizzazione premier che si dedica al supporto ed al sostegno dei pazienti affetti da mieloma - mentre la maggior parte dei benefici ottenuti con il trattamento contro il cancro vengono misurati in mesi, noi abbiamo osservato che la maggior parte dei nostri pazienti ottiene delle risposte a lungo termine misurate in anni ed ottenute senza i danni della chemioterapia. Come risultato, un numero crescente di pazienti affetti da mieloma è oggi in grado di vivere attivamente ed in modo produttivo. " Il mieloma, denominato anche mieloma multiplo, è una neoplasia del midollo osseo che interessa la produzione di globuli rossi, globuli bianchi e cellule staminali. E´ la seconda neoplasia sanguigna più diffusa che colpisce nel mondo 750. 000 persone; nei paesi industrializzati in numero sempre crescente, interessando sempre più persone giovani. Il dr. Durie ha proseguito: "La vasta gamma di presentazioni all´Ash dovrebbe permettere a noi ed ai nostri partner di continuare a migliorare la prospettiva per i nostri pazienti. Questo forse è il convegno Ash più incoraggiante in tutti questi anni che ho lavorato nel campo del mieloma. " http://www. Myeloma. Org http://www. Myelomala. Org .  
   
   
7° CONGRESSO NAZIONALE E I CONFERENZA HEALTH GRID ITALIA DELL’ ASSOCIAZIONE ITALIANA DI TELEMEDICINA E INFORMATICA MEDICA SISTEMI INFORMATIVI SANITARI REGIONALI, STANDARDS, INFORMATICA BIOMEDICA, WEB SERVICES IN TELEMEDICINA TORINO, 11-13 DICEMBRE 2006  
 
Torino, 11 dicembre 2006 – Di seguito i i Programmi definitivi del Vii Congresso Nazionale @Itim che avrà luogo a Torino dall’ 11 al 13 dicembre 2006 e della I Conferenza Nazionale su Health Grid Italia che si svolgerà sempre a Torino l’ 11 dicembre 2006 presse l’ Università di Torino Dipartimenti di Fisica, Aula Magna via Giuria 1 Programma: Lunedì 11 7° Congresso @Itim 2006: Ore 9,00-15,00 1a Conferenza Nazionale Health Grid Italia Tecnologie Grid in Sanità; Ore 14,00 Registrazione partecipanti; Ore 15. 00 “Apertura 7° Congresso @Itim e indirizzi di saluto di Autorità Accademiche e della Pubblica Amministrazione Locale e Regionale”, Introduzione di Francesco Sicurello (Presidente @Itim); Relazioni invitate: Elaborazione e diagnostica per immagini in medicina ed altrove. Nello Balossino (Università di Torino); Gianni Pellicanò (Ospedale Careggi-università di Firenze, Vicepresidente @Itim); Ore 16. 00-17. 15 “e-Health nei Sistemi Informativi Sanitari Locali, Regionali e Nazionali” (Moderatori: P. Cristiani, Cbim; C. Peroni, Università Torino); Sistema Informativo integrato di un’Azienda Ospedaliera vasta, G. Del Grossi (Azienda Ospedaliera di Vimercate); Sviluppo dell’Ict nel Sistema Sanitario Regionale della Toscana, G. Almansi (Regione Toscana); Progetti infrastrutturali della Regione Piemonte a supporto della sanità, R. Moriondo (Regione Piemonte); Evoluzione del Sistema Informativo della Regione Siciliana ed e-Health nella cooperazione Euro-mediterranea, S. Corrao (Università di Palermo, Regione Siciliana); Progetto interregionale di monitoraggio della spesa sanitaria per farmaci, dispositivi medici e servizi, integrato con i sistemi informativi del Ministero della Salute, M. Velardi (Area Project Management Cbim); Ore 17. 15 Tavola Rotonda: Sanità Elettronica, Telemedicina ed Innovazione della Rete dei Servizi alla Persona (Moderatore: F. Sicurello) Intervengono: Roberto Arione, Direttore Sanitario, Ospedale Molinette, Torino; Angela Di Tommaso, Direttore Generale Ausl di Lamezia Terme; Luciano Bresciani, Vicedirettore Direzione Generale Sanità, Regione Lombardia; Mario Valpreda, Assessore alla Tutela della Salute e Sanità, Regione Piemonte; On. Dorina Bianchi, Vice Presidente Xii Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati; Sen. Beatrice Magnolfi, Sottosegretario Funzione Pubblica e Innovazione; On. Livia Turco, Ministro della Salute – Invitata. Martedì 12 Ore 8. 30 Registrazione partecipanti; Ore 8. 45-11. 00 “Record Medici, Data Base e sistemi di supporto” (Moderatore: P. Rota Sperti, Pfizer Italia; Roma, P. G. Cerello, Infn, Torino); Schede cliniche e sistemi informatici per la loro gestione nel campo psichiatrico e psicoterapeutico, C. Galizia, G. Audisio (Ismac Cnr), A. Mazzoccola (Matech S. R. L, Milano); Progetto di diagnosi psichiatrica con sistemi intelligenti, G. Piraccini (Dipartimento Salute Mentale Auslcesena), F. Sicurello (Cnr Milano), P. Rota Sperti, G. Dall´asta (Pfizer Italia, Roma); La Classificazione Icf e le nuove tecnologie Ict: la definizione di nuovi approcci per ausili migliori e per una maggiore partecipazione delle persone con disabilità, M. Leonardi, F. Di Salvo, A. G. Malafarina, D. Ajovalasit, G. Cattoni, C. Pisoni, A. Raggi (Istituto Nazionale Neurologico C. Besta); L´ontologia è la nostra cura, D. M. Pisanelli, M. Battaglia, C. De Lazzari, I. Apolloni (Cnr-istc, Roma); Base dati e Servizi informativo decisionali in Sanità , N. Coué (Csi Piemonte); Iris-prot: Iniziiativa di Ricerca per la Standardizzazione dei Protocolli clinici, G. Cognetti (Isituto Regina Elena, Roma), D. Luzi (Cnr - Irpps, Roma), F. L. Ricci (Cnr - Itb, Roma); Cad Colon (Computer Aided Detection): nuove tecnologie per nuove strategie di prevenzione, D. Regge (Ircc Istituto per la Ricerca e la Cura del Cancro di Candiolo), D. Dettori (im3D Medical Imaging Lab); Ore 11. 15- 13. 15 “Sistemi di Telemedicina e di teleconsulto” (Moderatori: F. Ceratti, Aso Alessandria, F. Graffi,regione Lombardia); Teleradiologia e servizi di consulto a distanza, G. Pellicanò (Ospedale Careggi e Università di Firenze); Sistemi di teleconsulto ed utilizzo clinico in radioterapia, L. Fariselli (Istituto Nazionale Neurologico C. Besta); Sistemi di Telepatologia: Teseo e Reti Regionali, M. Pagani (Responsabile Area Project Management Cbim); Teleconsulto in cardiologia, C. Buzzone, M. A. Penco, S. Squarcia (Laboratorio di Fisica e Statistica Medica, Dipartimento di Fisica, Università degli Studi di Genova), V. Fontana (Unità di Epidemiologia e Biostatistica, Istituto Scientifico per lo studio e la cura dei Tumori (Ist), Genova), G. Molinari (Dipartimento di Cardiologia, Università degli Studi di Genova); Il teleconsulto e la strategia per la Sanità Elettronica (Tse-ibse), B. Belliero (Regola S. R. L. ); Ermhan una piattaforma multicanale per il supporto collaborativi a operatori sanitari mobili, R. Bernazzani; (Cratos - Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza), F. Paganelli, D. Chini (Cnit - Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), A. Mamelli (Hewlett-packard Italiana – Italy Innovation Center); La videocomunicazione interattiva e le sue applicazioni in live surgery: il caso Otorinolaringoiatria dell´Ospedale Martini di Torino, C. Ambrosini (Feedback Interactive Systems Italia S. P. A. ); Ore 14. 00-16. 00 “Telemedicina e Telecare” (Moderatore: G. Piacentini, Univ. Cattolica Piacenza, V. Nicosia Eni); Progetto Oldes: un sistema di telecompagnia e teleassistenza per anziani facile da usare e a basso costo, M. Busuoli (Enea Bruxelles); Tele Home Care per il paziente scompensato: l´esperienza tedesca, P. Celen (Cardiotel); Dimissione protetta del paziente cronico con l’ausilio della telemedicina, B. Martella, O. Terranova (Università di Padova); Safe@home, C. Noya (Elsag); Tecnologie wireless per disabili e persone anziane, M. Griva, R. Spertino, P. Giraudo (Associazione Datarc); Wfarmter – Web e wireless per la distribuzione diretta dei farmaci a domicilio, R. Gullstrand, P. Giraudo (Smg srl, Soluzioni Metodologiche e Gestionali per la sanità), S. Papaspyrou (Protekno srl); Interfaccia aptica controllabile a distanza, F. Martini e M. Tausel, (Microsystems Milano); Riabilitazione a Distanza - Misura del Movimento, M Avaro, R. Sandroni, M. Sparpaglione (Ms Webcare), M. Tausel (Microsystems S. R. L); Ore 16. 00- 17. 30 Assemblea Soci @Itim; Mercoledì 13 Ore 8. 45-11. 00 “International Session/ International session” (Chairs : E. Ayad, University of Cairo, Egypt; C. Gimenez, Institut de Biologie et Chimie des Proteines, Cnrs Lyon); �� Complex cognitive and behavioural models for multi-agent e-learning architectures, Ioana Moisil (University of Sibiu, Romania) invited speaker; Multi-agent architectures for e-learning, I. Pah (University Babes-bolyai, Cluj-napoca, Romania); �� A critical view of most popular e-learning platforms, D. Ioan Hunyadi (University of Sibiu, Romania); �� Web services for e-learning, B. A. Brumar (University of Sibiu, Romania); �� Evidence-based-education - Ebe A new model for continuing medical education, N. Fabris, D. Colacicco (C. I. R. M. Consorzio Italiano per la Ricerca in Medicina); �� Mobile agents for medical database integration, A. Amato, M. Calabrese (Diass - Politecnico di Bari), R. Dario (A. O. Ospedale Policlinico Consorziale Bari); Microbiological Monitoring Tools based on Hl7, Giacomini, A. Omari, M. Bortolu (Università di Genova); Personal Health Assistant: an Accessible and Usable Iui for Healthcare Portals, L. Lella, A. F. Dragoni, (D. E. I. T. , Università Politecnica delle Marche), G. Giampieri (A. R. C. H. I. – Advanced Research Center for Health Informatics, Ancona); Ore 11. 15-13. 15 (Chairs: I. Moisil, University of Sibiu -Romania ; P. Gerthoux, A. O. Vimercate); Bioinformatics Applications in Egee, Cristina Gimenez (Institut de Biologie et Chimie des Proteines, Cnrs Lyon) invited speaker; Telepathology systems in Euro-mediterranean project between Egypt and Italy, E. Ayad (Italian Hospital Umberto I, University of Cairo), F. Sicurello (@Itim), S. Corrao (University of Palermo); Neuroweb project: a knowledge integration for cerebrovascular diseases, E. Parati, G. Boncoraglio, N. Gianotti, (Inn C. Besta, Milan), F. Sicurello (@Itim), G. Mauri, F. De Paoli (University of Milan Bicocca); Automated detection of pulmonary nodules in computed tomography, I. Gori (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Pisa) on behalf of the Magic-5 Collaboration; A Lung Ct Computer Aided Diagnosis System using Artificial Life Models, S. C. Cheran (Infn Torino) on behalf of the Magic-5 Collaboration; General Purpose Web-based System for Active Support in using Protocols, C. Ghiselli, E. Binaghi, I. Gallo, L. Levrini (Medica, Università degli Studi dell’Insubria, Varese); Volume properties of the Hippocampal Region, P. Calvini, A. Chincarini, S. Donadio, G. Gemme, D. Grosso, M. A. Penco, S. Squarcia, (Dipartimento di Fisica e sezione Infn di Genova); Swalis: a computer-aided prioritisation model to access elective surgery, R. Valente, M. Fato, A. Testi, I. Porro, E. Tanfani, M. Santo, G. Ansaldo, G. Torre for Swalis Project; Ore 14. 00-16. 15 “Workshop: Un medico nel Pc. Il Risk Management e i Sistemi di Supporto alle Decisioni in sanità,”Clinic, Noesis e Cocoon (Moderatore: E. Martinelli, Consorzio Clinic); Ruolo dei sistemi Ict di supporto alle decisioni in ambito sanitario, L. Buccoliero (Sda, Cergas - Università Bocconi, Centro di Ricerche sulla Gestione dell´Assistenza Sanitaria e Sociale); Strategie europee per l’eHealth: Sistemi informativi per la medicina e la salute: le proposte della Commissione Europea, M. Vitali (Ausl Parma); Sistemi di gestione e condivisione delle conoscenze in medicina. Clinic: un’esperienza di validazione del mercato, E. Martinelli (Consorzio Clinic); Noesis: a decision support system for cardiology, M. Tzima (University of Ioannina); Noesis: gestione dell´informazione medica attraverso meccanismi di ricerca adattativi, S. Chessa (Siemens- Spagna); Risk management nelle cure primarie: il progetto Cocoon, V. Costigliola (European Medical Association) Distribuzione di questionari per gli intervenuti; Sessioni dimostrative: Progetto Clinic, Eftihia Despiri (Anco); Progetto Noesis, M. Tzima (University of Ioannina), D. Nikas (Hellenic Cardiology Society), Salvatore Chessa (Siemens – Spagna); Compilazione di questionari di valutazione da parte degli intervenuti. Ore 16. 30-18. 00 “Management e security in Sanità” (Moderatore:s. Scarpetta, Csi Piemonte, C. Beretta, Regione Lombardia); La rete intranet come strumento di informazione e gestione in azienda, G. Pittau, R. Manai, M. Fidalis, N. Sotgiu, A. F. Virdis, A. V. Maniga (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Sassari); Controllo dei dati di prova dal web: un servizio interattivo con l’utente, R. Manai, G. Pittau, M. Fidalis, N. Sotgiu, A. F. Virdis (Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, Sassari); Il T. S. R. M. : comunicatore tra tecnologia e umanità, C. Campanaro (Azienda Materno-infantile Oirm-s. Anna di Torino), S. Palandri (Azienda Sanitaria Ospedaliera Ordine Mauriziano Di Torino – Ospedale Umberto I); Un sistema standardizzato di trasmissione di dati clinici, M. Guerisoli, M. Giacomini (Dipartimento di Informatica, Sistemistica e Telematica – Dist – Università di Genova); Applicazioni di metodologie informatiche per l’identificazione antropometrica, N. Balossino, M. Lucenteforte, S. Siracusa (Università di Torino); La sicurezza dei pazienti, G. Tirelli (Telemoney); Lo sviluppo della funzione risk management nelle aziende sanitarie: una prospettiva economico aziendale, P. Di Giacomo (Centro per la Ricerca Biomedica, Università “La Sapienza” di Roma); Assegnazione "Premio Riccardo Maceratini" per i migliori papers presentati da giovani Ricercatori e Operatori in Informatica Medica e Telemedicina. Comitato Scientifico: Claudio Azzolini Università Insubria, Varese; Nello Balossino Università degli Studi di Torino; Claudio Beretta Regione Lombardia; Francesco Ceratti Aso Alessandria; Piergiorgio Cerello Infn Torino; Salvatore Corrao Università di Palermo; Paolo Cristiani Cbim Pavia; Aldo Franco Dragoni Università Politecnica delle Marche; Angela Di Tommaso Usl Lamezia Terme (Cz); Piermario Gerthoux A. O. Vimercate, Osp. Sesto S. Giovanni; Pasquale Marino Ospedale di Castellana Grotte (Ba); Alfredo Nicolosi Cnr-itb, Milano; Giancarlo Mauri Università degli Studi di Milano-bicocca; Vincenzo Nicosia e-Medicine Eni, S. Donato Milanese; Immacolata Pannone Ministero degli Esteri; Gianni Pellicanò Univ. Di Firenze; Osp. Careggi; Cristiana Peroni Università di Torino; Gianfranco Piacentini Università Cattolica, Piacenza; Sergio Pillon Ospedale San Camillo - Forlanini, Roma; Silvana Quaglini Università di Pavia; Paolo Rota Sperti, Pfizer Roma; Carmelina Ruggiero Università di Genova; Stefano Scarpetta Csi Piemonte; Chairman: Francesco Sicurello, Presidente @Itim; Ptu Desio - Regione Lombardia; Università di Milano-bicocca. .  
   
   
IL BIOTECH ITALIANO SEGNA UN ALTRO PASSO AVANTI NELLA TERAPIA DEL DOLORE LAY LINE GENOMICS CONCEDE IN LICENZA A PANGENETICS UN ANTICORPO TERAPEUTICO PER IL TRATTAMENTO DEL DOLORE  
 
Trieste e Roma (Italia), Utrecht (Olanda), 11 dicembre 2006 - Lay Line Genomics Spa (Llg), società biotech spin-off della Sissa di Trieste, e Pangenetics Bv annunciano un accordo di licenza esclusiva per lo sviluppo dell’anticorpo monoclonale umanizzato Hu-alphad11, un prodotto innovativo dotato di spiccate proprietà analgesiche. Con questo accordo di licenza, l´azienda olandese ottiene da Llg i diritti esclusivi per sviluppare, produrre e commercializzare Hu-alphad11, un anticorpo diretto contro il Nerve Growth Factor (Ngf), che ha mostrato efficacia terapeutica in test preclinici condotti su modelli di dolore cronico e infiammatorio. Le aziende collaboreranno per il completamento del programma preclinico; successivamente Pangenetics proseguirà nel percorso di sviluppo clinico e di commercializzazione del prodotto. A fronte di tale licenza Llg ottiene un corrispettivo in termini di upfront payment, milestone e royalty sulle vendite, oltre a finanziamenti per il contributo che darà alle attività precliniche previste dal piano di sviluppo del farmaco. Il trattamento del dolore cronico rappresenta ancora oggi una autentica urgenza terapeutica. I principi attivi attualmente in uso, principalmente oppiacei come la morfina, sono spesso caratterizzati da gravi effetti collaterali rendendo necessari l’identificazione e lo sviluppo di nuove classi terapeutiche con un miglior profilo di sicurezza e di efficacia terapeutica. Un approccio nuovo e molto promettente per il trattamento del dolore cronico è rappresentato dalla inibizione del segnale di Ngf, il cui ruolo nella patofisiologia del dolore è ampiamente sostenuto da recenti evidenze scientifiche e dati clinici. Pangenetics e Llg collaboreranno per convertire queste conoscenze in una terapia efficace per pazienti che soffrono di dolore di eziologia diversa, quale il dolore infiammatorio, neuropatico e tumorale. “Questa collaborazione con Llg aggiunge un ulteriore, promettente candidato al portafoglio di anticorpi terapeutici che abbiamo costruito nell’ultimo anno” dice Kevin Johnson, Ceo di Pangenetics. “con il sostegno preclinico di Llg, il nostro chiaro obiettivo è quello di avere Hu-alphad11, rinominato Pg110, pronto per la sperimentazione nell’uomo nel 2008. Considerato che riguarda una patologia del sistema nervoso, questo programma presenta evidenti sinergie con il progetto Pg102, per il quale stiamo pianificando uno studio clinico in pazienti affetti da sclerosi multipla; tutto ciò permetterà di massimizzare i risultati della nostra snella organizzazione. ” Antonino Cattaneo, Chief Scientist e Presidente di Llg aggiunge “Siamo entusiasti di lavorare insieme a Pangenetics su questo programma così innovativo. La nostra conoscenza approfondita di Ngf e del suo ruolo nella biologia del dolore, combinata con l’esperienza del team di Pangenetics nello sviluppo preclinico e clinico degli anticorpi terapeutici, consentirà un rapido avanzamento di questo programma. Questo accordo, il secondo di questo tipo siglato durante l’anno in corso, contribuisce ulteriormente a fare di Llg un protagonista nel campo degli anticorpi terapeutici per le patologie del sistema nervoso. Inoltre, questa collaborazione ci consentirà di focalizzare i nostri sforzi sui programmi interni, quali la malattia di Alzheimer e la generazione di anticorpi ricombinanti attraverso la piattaforma Splint. ” Hu-alphad11 è frutto della ricerca e della peculiare esperienza di Llg, che integra uno specifico know-how nel settore degli anticorpi con una conoscenza approfondita nel campo dei fattori neurotrofici, conoscenza basata, tra l’altro, sui fondamentali studi del premio Nobel Rita Levi Montalcini, con cui ricercatori di Llg hanno da tempo una profonda collaborazione scientifica. Alcuni esperimenti in modelli preclinici sono stati condotti da Llg in collaborazione con il gruppo della dott. Ssa Flaminia Pavone dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr (sezione di Roma). Ngf è il prototipo dei fattori di crescita appartenenti alla famiglia molecolare delle neurotrofine. Durante le fasi di sviluppo e maturazione del sistema nervoso, Ngf e i suoi due recettori (Trka e p75) sono responsabili del differenziamento e della sopravvivenza di specifiche popolazioni neuronali periferiche e centrali. Nel sistema nervoso adulto, Ngf gioca un ruolo importante nel processo di trasduzione del dolore. E’ inoltre noto che, nel corso dei processi infiammatori, i livelli di Ngf sono incrementati e che la somministrazione di Ngf esogeno produce effetti di iperalgesia, ipersensibilità a stimoli termici e dolori muscolari . Sono dunque molteplici le evidenze che qualificano Ngf come bersaglio privilegiato per una terapia analgesica. Hu-alphad11 è un anticorpo umanizzato che lega Ngf con altissima affinità, impedendo l’interazione di Ngf con i suoi recettori Trka e p75. Hu-alfad11 non interagisce con neurotrofine diverse da Ngf ed esplica la propria azione inibitoria a concentrazioni equimolari (o addirittura inferiori) rispetto a Ngf. Questo reagente rappresenta quindi un bloccante altamente specifico dell’attività biologica di Ngf, sia in vitro sia in vivo. L’anticorpo è stato umanizzato da Llg, utilizzando una propria tecnologia. .  
   
   
TUMORE ALLA PROSTATA E LESIONI MIDOLLARI: NUOVI FARMACI GRATUITI VERRANNO ASSICURATI DALLE ASL QUANDO PRESCRITTI PER LA CURA DELLA DISFUNZIONE ERETTILE  
 
Firenze, 11 dicembre 2006 - Le ragioni possono essere diverse. Ad esempio un trauma gravissimo, oppure l´insorgenza di un tumore. La vita della persona colpita, magari un giovane uomo, si salva, ma è la qualità della vita che resta irrimediabilmente colpita. E nell´ambito della qualità della vita anche la possibilità di poter godere di un soddisfacente rapporto sessuale. La moderna ricerca scientifica mette oggi a disposizione farmaci, anche per via orale, che possono migliorare il recupero dei pazienti anche da questo punto di vista. Ma attualmente questi prodotti (a base di Sildenafil, Vardenfil e Tadalafil), indicati nel trattamento della disfunzione erettile, non vengono considerati rimborsabili dal servizio sanitario nazionale. In Toscana invece sì, in seguito a una delibera recentemente approvata dalla giunta. Grazie alla delibera le persone che hanno subito lesioni midollari e coloro che sono stati sottoposti a prostatectomia radicale potranno farsi prescrivere gratuitamente questi farmaci dagli specialisti urologi, andrologi e dagli specialisti delle Unità spinali dipendenti dal Servizio sanitario regionale, sulla base del programma terapeutico. Le specialità medicinali verranno fornite a distribuzione diretta. Attualmente le persone paraplegiche e tetraplegiche in Toscana sono 1. 056 e si stima che aumentino di circa 50 all´anno, per la maggior parte giovani uomini. Il carcinoma della prostata è invece la malattia più frequente dopo i tumori del polmone e del colon nella popolazione maschile e conta 9. 000 casi l´anno in Italia. La terapia chirurgica permette un´ottima prognosi (sopravvivenza del 90% a 10 anni) ma puo´ comportare come complicanza la disfunzione erettile. .  
   
   
RICERCA: NUOVI RISULTATI SULLA FARMACOPREVENZIONE IN ONCOLOGIA DELEGAZIONE DI SCIENZIATI USA IN VISITA AL GALLIERA  
 
Genova, 11 dicembre 2006 – Oggi una delegazione del National Cancer Institute Usa sarà in visita per l’intera giornata alla S. C. Oncologia Medica dell’Ospedale Galliera di Genova per verificare lo stato di avanzamento degli studi clinici di chemioprevenzione sul tumore alla prostata condotti presso la Struttura diretta dal dott. Andrea Decensi. Il Galliera, con lo Ieo (Istituto Europeo di Oncologia di Milano), è una delle tre istituzioni extra-americane, l’altra si trova in Israele, ad essere accreditate dal Nci - parte del National Institute of Health, l´equivalente dell’Istituto Superiore di Sanità italiano- a far parte del consorzio per l’esecuzione di sperimentazioni cliniche di fase I/ii di farmacoprevenzione. I consorzi, creati e controllati dal N. C. I. , sono delle aggregazioni di strutture di ricerca per la gestioni di studi clinici con lo scopo di razionalizzare l´utilizzo delle risorse e ottimizzarne i risultati. Per la conduzione di questo tipo di indagini è spesso necessario, l´arruolamento di un gran numero di soggetti, risultato possibile solo attraverso la collaborazione di più strutture cliniche (vedi a fondo pagina quelle consorziate insieme al Galliera per questo specifico studio)*. Inoltre il consorzio evita inutili doppioni e dispersione di risorse per la valutazione dell’efficacia preventiva di nuove sostanze e favorisce collaborazioni tra centri clinici e laboratori di ricerca. “Presso la S. C. Oncologia Medica - spiega Andrea Decensi - sono in corso numerose sperimentazioni cliniche di trattamento e prevenzione dei tumori; in particolare nell’ambito della prevenzione, sono in studio sostanze come la bicalutaminde, un antiandrogeno, l´allopurinolo (farmaco utilizzato per ridurre l´acido urico) il licopene (carotenoide derivato dal pomodoro) e il tè verde. L’utilizzo della “bicalutamide a basse dosi” per la prevenzione del tumore alla prostata nei soggetti ad alto rischio ha fornito, a livello sperimentale, risultati molto promettenti: riduce il livello di Psa (antigene prostatico specifico) e le alterazioni pre-tumorali definite come “neoplasia intraepiteliale prostatica” o displasia dimostrando così la capacità di interferire nel processo di cancerogenesi. Con gli americani- conclude Decensi- faremo il punto sugli studi di chemioprevenzione del tumore della prostata, ma sarà anche l’occasione per presentare lo stato dell’arte della ricerca clinica condotta presso la S. C. Oncologia Medica del Galliera che si sviluppa anche in altri ambiti, come la prevenzione del carcinoma del colon in soggetti con poliposi (studio Apac) e la prevenzione del carcinoma della mammella in donne con precancerosi”. Il programma di lunedì prevede - dopo una prima mattinata di incontri con gli specialisti del Galliera- alle ore 15, nel Salone Congressi (Via Volta, 8 – 1° piano) un seminario del Prof. Scott Lippman, Direttore del Dipartimento di Oncologia Medica Toracica e Testa-collo del Md Anderson Cancer Center Università del Texas e coordinatore del Consorzio, sui risultati delle sperimentazioni di chemioprevenzione del tumore della prostata, attualmente in corso; il Dott. Howard Parnes, Direttore della Ricerca sui Tumori Urologici e della Prostata della Divisione di Oncologia Preventiva del National Cancer Institute di Bethesda, fornirà una dettagliata panoramica sui programmi futuri del N. C. I. In ambito di chemioprevenzione. La delegazione è presieduta dalla Dott. Ssa Leslie Ford, Direttore Associato per la Ricerca Clinica del N. C. I. In allegato programma della giornata. .  
   
   
“PREVENIRE E RIABILITARE: DUE SCOMMESSE VINCENTI IN ONCOLOGIA” OBESITÀ, FUMO, POCO MOTO ED INQUINAMENTO LE MAGGIORI CAUSE DI TUMORE  
 
Firenze, 11 dicembre 2006 - Prevenire è meglio che curare, soprattutto quando si parla di patologie tumorali, le più diffuse ed aggressive non solo in età avanzata. Complici di una maggiore incidenza di queste patologie, ed in particolare del tumore al rene, al colon retto, al seno e al polmone, sono l’obesità, quindi una dieta poco equilibrata unita ad una vita sedentaria, l’inquinamento atmosferico e il fumo di sigaretta. Per assicurarci una vita longeva e in salute occorre dunque mangiare meglio (più frutta e verdura, meno alcolici e grassi polinsaturi) e muoversi di più. La conferma di questa “ricetta vincente” per diminuire l’incidenza di patologie tumorali arriva dallo Studio Epic condotto, a partire dal 1992, su un campione di 500mila volontari in 10 Paesi Europei (di questi, 13. 500 - 10mila donne e 3500 uomini - risiedono fra Firenze e Prato) presentato questa mattina dalla dott. Ssa Simona Salvini, dietista del Centro Studio di Prevenzione Oncologica di Firenze (Cspo) durante il convegno organizzato da Cna Firenze in collaborazione con la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e la Società della Salute di Firenze. Certo in alcune città, come Firenze, dove il tasso di inquinamento è così elevato, una passeggiata nel centro cittadino non è poi così salutare. “Recenti studi – ha commentato la dott. Ssa Adele Seniori Costantini direttore dell’Unità Operativa Epidemiologica Ambietale-occupazionale Cspo - dimostrano un evidente aumento della mortalità proprio in coincidenza dei maggiori picchi di inquinamento. Ogni anno, a Firenze, circa 100 decessi di persone affette da patologie cardiache sono attribuibili proprio all’inquinamento atmosferico. L’incidenza dell’inquinamento atmosferico sul tumore al polmone – chiarisce la dott. Ssa Seniori – è comunque decisamente minore (1,5 a 1) rispetto al rischio di contrarre la malattia di un fumatore (20 a 1). Smettere di fumare, a qualsiasi età ed anche dopo molti anni di tabagismo, riduce il sensibilmente il pericolo di contrarre il tumore al polmone”. In ogni caso “una maggiore attenzione alla questione dell’inquinamento ambientale e della riduzione del traffico da parte della pubblica amministrazione – ha proseguito la dott. Ssa Salvini – potrebbe migliorare la qualità della vita. In questo senso sarebbe utili anche un impegno da parte di tutti i cittadini ad utilizzare meno l’auto, preferendo passeggiate a piedi o in bicicletta”. Durante il convegno, ospitato nel Salone de’ Dugento in Palazzo Vecchio, il Vicepresidente di Cna Firenze Rossano Cioppi, responsabile delle politiche sociali, ha ricordato come non si debba sottovalutare “il nesso che esiste fra la prevenzione oncologica, che trova il suo naturale fondamento nella continuità dei controlli medici, e gli aspetti sociali e culturali che condizionano, orientano e danno valore alla prevenzione stessa. Ecco perché prevenzione e riabilitazione in campo oncologico si trasformano non solo in una grande iniziativa di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini ma, anche, nell’arricchimento del bagaglio culturale di ognuno di noi in modo tale da comprendere che, quando si viene colpiti da terribili malattie, non siamo soli”. Il sostegno medico, unito a quello psicologico e terapeutico, sono diventati oramai elementi connaturati fra loro capaci di accompagnare e sostenere i pazienti in un percorso talvolta molto articolato a faticoso. I notevoli progressi della scienza moderna hanno permesso di anticipare notevolmente i tempi di diagnosi, assicurando così un intervento terapeutico più efficace ed incisivo. Occorre però sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione, necessaria non solo per coloro che si trovano in età avanzata. “Ringrazio Cna, da sempre attenta alle tematiche di promozione della cultura della prevenzione e dell’aiuto al paziente oncologico, con cui abbiamo una storica e proficua collaborazione – ha commentato Riccardo Poli, presidente della Lega Italiana per la Lotta con i Tumori - per l’opportunità che ci ha dato di poter affrontare queste tematiche e di fornire una corretta informazione, indispensabile per il coinvolgimento della popolazione. E sono bene felice che questo incontro si realizzi sotto l’egida della Società della Salute, che conferisce all’iniziativa un senso globale che va al di là dei singoli enti coinvolti ed è garanzia di coinvolgimento di tutti i cittadini. La Lilt è da sempre impegnata nell’ambito della prevenzione: sappiamo bene infatti come questa sia l’arma più efficace per combattere il cancro. Per questo motivo ribadiamo con forza l’importanza della corretta alimentazione, dell’attività fisica praticata fin da giovani e il contenimento degli inquinanti ambientali come elementi necessari di un corretto stile di vita. Parallelamente, la percentuale di guarigione delle persone colpite da tumore risulta oggi migliorata grazie alla diagnosi precoce e a terapie e interventi sempre più qualificati e innovativi, che tuttavia possono provocare disabilità che necessitano di un adeguato trattamento riabilitativo. Da qui la necessità di investire nella cosiddetta “prevenzione terziaria”, cioè nella riabilitazione come prevenzione degli esiti, che debba garantire al paziente una adeguata qualità della vita”. Prevenzione da una parte e riabilitazione dall’altra sono quindi le grandi scommesse che ci vedono impegnati con forza al fianco delle istituzioni e dei cittadini e che costituiscono i temi centrali della più grande sfida: un futuro senza cancro. “La tutela della salute – ha concluso il presidente di Cna Firenze Mauro Fancelli – è innanzi tutto un diritto, sancito dalla carta costituzionale. Sviluppare la ricerca, perfezionare le tecniche cliniche, accrescere le conoscenze e le capacità d’intervento sono tematiche che hanno uno straordinario valore etico. Migliorare il nostro benessere e la qualità della vita, permette all’uomo di guardarsi con occhi diversi dal passato, permette forme di solidarietà e sostegno verso soggetti più deboli, consente di guardare al nostro futuro e a quello dei nostri figli con minori preoccupazioni”. .  
   
   
SCIENZIATI RALLENTANO LA PROGRESSIONE DELLA SCRAPIE NEI TOPI  
 
Bruxelles, 11 dicembre 2006 - Alcuni ricercatori tedeschi sono riusciti a rallentare la progressione dell´encefalite mortale scrapie nei topi. La scrapie, al pari del morbo di Creutzfeld-jakob (Mcj) e dell´Esb (encefalopatia spongiforme bovina), è una malattia da prioni. I prioni sono un tipo di proteina presente nell´organismo di persone e di animali sani. I prioni normali hanno una forma differente da quelli associati ad alcune malattie. Tuttavia, nel momento in cui vengono a contatto con prioni malati, i prioni normali alterano la propria forma e «si ammalano» a loro volta. Ha inizio così una reazione a catena poiché un numero sempre maggiore di prioni normali viene infettato. I prioni alterati si depositano nel tessuto cerebrale, danneggiandolo durante la progressione. In questo studio, pubblicato nell´ultimo numero del «Journal of Clinical Investigation», i ricercatori hanno esaminato la possibilità di interrompere la reazione a catena, bloccando la produzione di prioni normali. Nei topi, il prione normale è chiamato Prp-c, mentre il prione che causa la scrapie è noto come Prp-scr. Per accertare se la cessazione della produzione di Prp-c può rallentare la progressione della malattia, l´équipe ha applicato la ricerca che è valsa ai suoi scopritori il premio Nobel per la medicina di quest´anno: l´interferenza dell´Rna. I piccoli Rna interferenti (siRna) impediscono la produzione di proteine specifiche, bloccando i geni che le codificano. I ricercatori tedeschi hanno modificato le cellule cerebrali di topi ai fini della produzione di siRna che hanno bloccato la produzione dei prioni sani Prp-c. Nelle colture cellulari, la produzione di Prp-c si era ridotta del 97%. La sfida successiva è stata riprodurre l´esperimento nei topi affetti da scrapie. «Se vogliamo che le cellule cerebrali producano i siRna, dobbiamo introdurre di nascosto il gene corrispondente», ha spiegato Hans Kretschmar, direttore del Centro dei prioni all´Università Ludwig Maximilian di Monaco. Tuttavia, riuscire a inserire il gene siRna in ogni cellula cerebrale sarebbe estremamente difficile. I ricercatori volevano quindi scoprire anche quante cellule avrebbero dovuto essere in grado di produrre siRna affinché il trattamento fosse efficace. Hanno scoperto che i topi, nei quali solo poche cellule cerebrali producevano i siRna, morivano in media solo a distanza di pochi giorni rispetto a quelli non trattati. Tuttavia, i topi in cui la maggior parte delle cellule cerebrali era protetta vivevano fino a 230 giorni, un terzo in più rispetto agli esemplari non trattati. «Sostanzialmente, i siRna sembrano costituire un´opzione terapeutica promettente contro la scrapie, il morbo di Creutzfeld-jakob o l´Esb», ha dichiarato Alexander Pfeifer, direttore dell´Istituto di farmacologia dell´Università di Bonn. «Ci vorranno anni, tuttavia, prima che il metodo possa essere applicato sugli esseri umani. » Per ulteriori informazioni consultare il «Journal of Clinical Investigation» (accesso libero): http://www. Jci. Org/ .  
   
   
FORMARE PER PREVENIRE GLI ABUSI SUI MINORI - UN``ESPERIENZA PILOTA DESTINATA A QUARANTA OPERATORI PUBBLICI  
 
Ancona, 11 dicembre 2006 - Un duplice percorso formativo per aggiornare quaranta operatori dei servizi socio-sanitari che trattano abusi sui minori. E` lo scopo del provvedimento, approvato nell´ultima seduta dalla giunta regionale, che prevede lo stanziamento di 40 mila euro per 280 ore complessive di lezione organizzate dalla Scuola di formazione del personale regionale. ´Si tratta di un´esperienza pilota ´ ha spiegato l´assessore alla formazione professionale, Ugo Ascoli- nell´ambito di un intervento gia` previsto dal Programma annuale per l´occupazione e la qualita` del lavoro 2006. La finalita` e` far acquisire competenze specifiche e qualificate, di cui possano servirsi anche le autorita` giudiziarie, nell´ascolto dei minori maltrattati e poter quindi definire gli interventi piu` adeguati per la loro tutela. Per questo saranno coinvolte molte figure professionali: neuropsichiatri infantili, pediatri, ginecologi, psicologi e assistenti sociali che in una prima fase si confronteranno sull´acquisizione di strumenti clinico-giuridico utilizzabili nelle azioni di prevenzione, poi sulle metodologie operative caratterizzate da un approccio multidisciplinare. Vista l´alta professionalita` dei destinatari coinvolti ´ ha aggiunto Ascoli- contiamo anche sul contributo d´esperienza delle piu` importanti cariche istituzionali nell´ambito della magistratura minorile e della dirigenza di strutture pubbliche o private dedicate alla questione minorile. In ogni caso, l´intervento sperimentale su questi temi non si esaurira` con la realizzazione di corsi, ma abbiamo intenzione di promuovere altre iniziative per sensibilizzare, scuole, famiglie, centri di accoglienza e i tutti i soggetti interessati. ´ La Scuola di Formazione del personale regionale mettera` a disposizione le sue strutture e le figure professionali che progetteranno l´intervento da realizzare entro il 2007. Un vantaggio pratico quindi in termini di economie e di coordinamento che ha consentito di organizzare due percorsi e coinvolgere un maggior numero di beneficiari. L´azione sperimentale prevede, infatti, la distribuzione in due gruppi accorpati in base alla provenienza territoriale che seguiranno due percorsi paralleli di aggiornamento, l´uno propedeutico all´altro: il primo di 100 ore e il secondo di 40. .  
   
   
3MILANO, INAUGURATE SEI SALE PARTO AL BUZZI  
 
 Milano, 6 dicembre 2006 - Ci sono sei candeline speciali tra le 100 che l´Ospedale dei Bambini di Milano "Vittore Buzzi" spegne in questi giorni per festeggiare il suo primo secolo di vita. Sono quelle delle sei nuove sale parto inaugurate il 5 dicembre dall´assessore regionale alla Sanità, Alessandro Cè, che ha sottolineato l´eccellenza dell´ospedale lombardo, "diventato un punto di riferimento non solo a livello cittadino e regionale, ma anche e soprattutto nazionale". Una delle nuove sale ospita una vasca per il parto e, come le altre cinque, è dotata di ogni comfort e attrezzata con arredi funzionali. La novità consiste nel fatto che ciascuna di esse può accogliere la gestante sin dalla fase di travaglio, nel pre e poi nel post parto evitandole così i disagi provocati dagli spostamenti da un luogo all´altro della struttura. "E´ il primo ospedale in Italia che realizza un´esperienza di questo genere", ha sottolineato Francesco Beretta, direttore generale degli Istituti Clinici di Perfezionamento, di cui il Buzzi fa parte. Oggi intanto sono stati inaugurati da Cè anche i nuovi reparti di pediatria e il ristrutturato pronto soccorso. "Regione Lombardia - ha detto l´assessore Cè - ha da sempre dimostrato grande attenzione per l´ospedale Buzzi, investendo negli ultimi due anni oltre 2 milioni e mezzo di euro". Di questi 600. 000 sono stati utilizzati per la realizzazione delle nuove sale parto - ai quali si aggiungono i 200. 000 stanziati dall´ospedale - e altri 1,9 milioni di euro sono stati impiegati per i lavori di rifacimento degli impianti elettrici, l´adeguamento alle norme di sicurezza antincendio e per il restauro delle facciate del nosocomio che sarà ultimato in primavera. Il Presidio Ospedaliero "Vittore Buzzi", in via Castelvetro a Milano, dispone di 173 posti letto ordinari e 26 in regime diurno, ha 15 strutture sanitarie complesse di cui 11 con possibilità di ricovero. Vi lavorano oltre 500 dipendenti, tra cui 115 medici e 350 tra operatori infermieristici, tecnici e di assistenza. I suoi settori di eccellenza sono l´area ostetrica, la neonatologia e la pediatria, la chirurgica e la diagnostica. Al Buzzi ha sede il Centro di riferimento regionale per lo screening neonatale delle patologie congenite e per la diagnosi biochimica di malattie metaboliche ereditarie. Con oltre 400. 000 esami/anno repertati, rappresenta il maggior polo specialistico italiano di questo settore. Lo scorso anno ha erogato quasi 415. 000 prestazioni specialistiche ambulatoriali, ospitato circa 3. 300 parti e registrato oltre 12. 000 ricoveri ordinari cui si aggiungono gli oltre 6. 000 in day hospital. .  
   
   
AMBITA CERTIFICAZIONE AL CENTRO SENOLOGICO BRESSANONE – MERANO  
 
Bolzano, 11 dicembre 2006 - Cerimonia di consegna del certificato di partner della Clinica Universitaria di Innsbruck, lunedì 11 dicembre, alle ore 16,30, presso l’Ospedale “F. Tappeiner” (3° piano) in via Rossini,1 a Merano. Dal mese di settembre i reparti ginecologici degli Ospedali di Merano e di Bressanone hanno ottenuto la certificazione di partner della Clinica Universitaria di Innsbruck. Si tratta di un riconoscimento particolarmente ambito per il Centro Senologico Bressanone – Merano che testimonia l’alto livello di qualità e di specializzazione raggiunto. Il Centro è ora in grado di offrire alle donne con patologia mammaria, sia benigna che maligna, un servizio ancora più competente e qualificato. Dietro a questo risultato ci sono naturalmente molto impegno e lavoro e per celebrare degnamente il momento della consegna del certificato da parte della Clinica Universitaria di Innsbruck lunedì 11 dicembre, alle ore 16,30, avrà luogo una cerimonia nella sala conferenze “Reha” al 3° piano dell’’Ospedale “F. Tappeiner” in via Rossini,1 a Merano. Saranno presenti alla cerimonia l’assessore provinciale alla sanità ed alle politiche sociali, Richard Theiner, il direttore generale della Asl di Merano, Andreas Fabi, il direttore generale della Asl di Bressanone, Siegfried Gatscher. .  
   
   
TUMORE ALLA PROSTATA E LESIONI MIDOLLARI: NUOVI FARMACI GRATUITI VERRANNO ASSICURATI DALLE ASL TOSCANE QUANDO PRESCRITTI PER LA CURA DELLA DISFUNZIONE ERETTILE  
 
 Firenze, 11 dicembre 2006 - Le ragioni possono essere diverse. Ad esempio un trauma gravissimo, oppure l´insorgenza di un tumore. La vita della persona colpita, magari un giovane uomo, si salva, ma è la qualità della vita che resta irrimediabilmente colpita. E nell´ambito della qualità della vita anche la possibilità di poter godere di un soddisfacente rapporto sessuale. La moderna ricerca scientifica mette oggi a disposizione farmaci, anche per via orale, che possono migliorare il recupero dei pazienti anche da questo punto di vista. Ma attualmente questi prodotti (a base di Sildenafil, Vardenfil e Tadalafil), indicati nel trattamento della disfunzione erettile, non vengono considerati rimborsabili dal servizio sanitario nazionale. In Toscana invece sì, in seguito a una delibera recentemente approvata dalla giunta. Grazie alla delibera le persone che hanno subito lesioni midollari e coloro che sono stati sottoposti a prostatectomia radicale potranno farsi prescrivere gratuitamente questi farmaci dagli specialisti urologi, andrologi e dagli specialisti delle Unità spinali dipendenti dal Servizio sanitario regionale, sulla base del programma terapeutico. Le specialità medicinali verranno fornite a distribuzione diretta. Attualmente le persone paraplegiche e tetraplegiche in Toscana sono 1. 056 e si stima che aumentino di circa 50 all´anno, per la maggior parte giovani uomini. Il carcinoma della prostata è invece la malattia più frequente dopo i tumori del polmone e del colon nella popolazione maschile e conta 9. 000 casi l´anno in Italia. La terapia chirurgica permette un´ottima prognosi (sopravvivenza del 90% a 10 anni) ma puo´ comportare come complicanza la disfunzione erettile. .  
   
   
BRESADOLA DIRETTORE GENERALE AZIENDA UNICA UDINE  
 
 Codroipo, 11 dicembre 2006 - La Giunta regionale ha nominato il 7 dicembre Fabrizio Bresadola direttore generale dell´Azienda ospedaliero - universitaria di Udine. L´incarico diventerà esecutivo il primo gennaio del 2007 e durerà tre anni. Contestualmente è stato deciso che la nuova Azienda, nata dalla fusione dell´Azienda ospedaliera con il Policlinico universitario, assuma il nome di "Santa Maria della Misericordia". . .  
   
   
DISABILITA´: PRESENTATA GUIDA PROGETTAZIONE FUNZIONALE  
 
Udine, 11 dicembre 2006 - In Friuli Venezia Giulia solo 29 strutture ricettive - su un totale di 780 - presentano un livello di accessibilità eccellente per le persone con difficoltà di deambulazione, 250 rispondono ad uno standard sufficiente/medio, gli edifici rimanenti non risultano "accessibili" ai disabili. Lo evidenzia un "monitoraggio" svolto a tappeto su tutto il territorio regionale dall´Associazione Tetra-paraplegici del Fvg - grazie al sostegno della Regione, in particolare dell´assessore Enrico Bertossi - fatto conoscere questa sera in occasione della presentazione all´Hotel Là di Moret, a Udine, della "Guida alla progettazione accessibile e funzionale", realizzata dall´Associazione stessa. All´incontro sono intervenuti il presidente dell´Associazione Tetra-paraplegici Sebastiano Marchesan, rappresentanti delle associazioni dei disabili, architetti, geometri e periti edili. L´idea di realizzare questa Guida (curata dagli architetti Raffaella Cattaruzzi, Gabriele Indovina e Federica Quendolo) nasce secondo Marchesan dall´osservazione quotidiana, dove balza all´occhio il fatto che le norme sull´accessibilità vengono applicate più per obbligo che per conoscenza reale dei problemi. Basti pensare, ha osservato Marchesan, ad alcuni scivoli lungo i marciapiedi realizzati per le persone disabili ma non utilizzabili per l´alta pendenza, oppure la mancanza del vano ascensore previsto - ma non obbligatorio - per gli edifici fino a tre piani, pensando che l´accessibilità per i disabili si possa risolvere con una eventuale installazione di un impianto di servoscala. Per non parlare dei locali pubblici serviti da bagni accessibili per i disabili: a Udine su oltre 170 bar e ristorante solo 2 risultano correttamente accessibili. Vi è la necessità, quindi, di un rinnovato approccio culturale all´accessibilità, e questa Guida - scrive il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini, nella presentazione del Vademecum - rappresenta un contributo per realizzare l´uguaglianza di opportunità. Le leggi da sole non bastano, è stato detto nel corso della presentazione odierna, bisogna recepire con più attenzione e buon senso i bisogni della collettività (oltre ai disabili sono interessate a queste problematiche anche gli anziani, i cardiopatici, gli obesi e le persone oggetto di infortuni temporanei). La Guida, frutto di un lavoro collegiale che ha visto insieme rappresentanti delle persone disabili e professionisti del settore, propone soluzioni semplici e funzionali atte ad eliminare le barriere architettoniche e a promuovere la cultura dell´accessibilità. E´ suddivisa in due parti che fanno riferimento all´ambiente esterno (strade, parcheggi, marciapiedi) e all´ambiente interno (abitazioni, luoghi di lavoro, negozi ed altri spazi). L´iniziativa rientra in un Progetto triennale denominato "Io elimino una barriere" che si concluderà, dopo un´ampia azione di sensibilizzazione e promozione della cultura dell´accessibilità, con la consegna di un apposito distintivo - contraddistinto dal simbolo "accessibile" - a tutti gli esercizi commerciali e locali pubblici che risulteranno privi di barriere architettoniche. .  
   
   
ICE: COSTRUZIONI, AL VIA A RIAD IL "SAUDI BUILD 2006"  
 
Roma, 11 dicembre 2006 - Con un tasso medio annuo di crescita attorno al 6%, si può tranquillamente affermare che il settore edilizio in Arabia Saudita sta vivendo una fase di vero e proprio boom. La crescente espansione urbanistica sta portando alla nascita di nuovi quartieri e centri commerciali nelle periferie delle principali città saudite, mentre ulteriori impulsi arrivano dal turismo religioso e dall´edilizia a scopo sociale. In questo contesto, l´Italia rappresenta il terzo fornitore del comparto, con una quota complessiva di mercato del 8%. Per far conoscere nuove aziende italiane agli operatori sauditi, l´Ice accompagnerà 15 imprese del settore alla manifestazione "Saudi Build 2006", dal 10 al 14 dicembre presso l´Exhibition Centre di Riad. Giunta quest´anno alla sua 18ª edizione, la Fiera rappresenta, con oltre 20. 000 visitatori e circa 280 espositori provenienti da venti Paesi, una delle principali rassegne dell´area del Golfo nel settore dei materiali e tecnologie da costruzione, in particolare i rivestimenti, i prodotti idro-termo-sanitari, gli articoli igienico sanitari, i serramenti, l´illuminazione, gli impianti per il condizionamento, le macchine lavorazione marmo, il vetro, la ceramica e le tecnologie per il trattamento delle acque. L´ice sarà presente alla fiera per il terzo anno consecutivo. Al termine della Fiera, le imprese italiane potranno incontrare i principali importatori, agenti, rappresentanti e rivenditori al fine di esplorare le potenzialità del mercato dell´edilizia nell´area del Golfo. .  
   
   
UN CODICE A BARRE PER LE OPERE D’ARTE IL SISTEMA, MESSO PUNTO DAL GRUPPO NAZIONALE DI GEOFISICA DELLA TERRA SOLIDA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE, CONSENTE DI DARE UN ‘MARCHIO’ INCONFONDIBILE NEL CASO DI FURTI E FALSI  
 
Roma, 11 dicembre 2006 - Furti e traffico internazionale di opere d’arte, produzione di falsi e cloni non autorizzati rappresentano un grande rischio per il nostro patrimonio culturale. Come tutelarlo in maniera efficace? La soluzione arriva dal ‘codice a barre’ dei beni artistici ricavato dal rilievo dell’impronta ‘sonica’ di ciascun manufatto, un ‘marchio’ che identifica l’oggetto come le impronte digitali per l’uomo. “Il principio è quello di far risuonare gli oggetti con opportune sollecitazioni meccaniche, come ad esempio con un martelletto gommato, valutando tutte le frequenze delle vibrazioni che si producono nell’opera”, spiega il prof. Pietro L. Cosentino, del Gruppo nazionale di Geofisica della Terra Solida del Consiglio nazionale delle ricerche e ordinario di Geofisica all’Università di Palermo. “Lo spettro di queste frequenze può essere rappresentato in un grafico del tutto simile al codice a barre che contrassegna i prodotti al supermercato. Questa impronta identificativa può essere rilevata, senza alcuna invasività sull’opera, in materiali lapidei, metallici, lignei e ceramici”. Il sistema di rilevamento, ricavato dall’applicazione di una tecnica della microgeofisica ad alta risoluzione, in particolare della tomografia sonica, è stato recentemente presentato dal prof. Cosentino in un convegno, e già sperimentato, in collaborazione con il Centro di Restauro della Regione Sicilia, su opere notevoli conservate nel territorio, come la Venere ‘anadiomene’ del Museo P. Orsi di Siracusa, l’Efebo di Mozia, il Cratere dei Niobidi del V sec. A. C. Nel Museo Archeologico di Agrigento, la Statua di San Michele Arcangelo di Antonello Gagini nel Museo Abatellis di Palermo, piatti ceramici e altri capolavori, che oggi grazie al loro ‘marchio’ sono inequivocabilmente distinguibili da qualunque copia o contraffazione. “L’impronta sonica potrebbe costituire l’elemento fondamentale per arricchire i dati delle schede tecniche in possesso delle istituzioni preposte alla tutela e alla conservazione dei beni culturali. La diversità di impronta di due vasi apparentemente uguali”, continua Cosentino, “dipende non solo dalla forma e dal materiale costitutivo dell’oggetto, ma anche da tutti i ‘difetti’ sempre presenti nell’opera realizzata a mano. Tali caratteristiche determinano modi diversi di vibrare per ogni manufatto. Quando l’oggetto si degrada, l’impronta può variare: lentamente se il degrado è nella norma, velocemente se il deperimento è più grave e repentino, a causa di lesioni, rotture, imbibizioni. Pertanto sarebbe opportuno controllare periodicamente, ogni due – tre anni, eventuali piccole variazioni”. Lo strumento per il rilievo, poco costoso, è sostanzialmente simile a un sismografo multicanale munito di una serie di sensori che catturano le vibrazioni in vari punti del manufatto. “Il metodo, in via di brevettazione”, conclude Cosentino “può essere utilizzato anche all’interno delle strutture museali e permette di ottenere un’impronta sonica in poche ore di lavoro; inoltre può essere utilizzato come tecnica di monitoraggio per il controllo delle proprietà fisiche delle opere d’arte, quali eventuali lesioni, fratture e decoesioni interne”. .  
   
   
IL NOVECENTO ITALIANO E INTERNAZIONALE IN MOSTRA A SIENA A PALAZZO SQUARCIALUPI OLTRE 100 CAPOLAVORI RACCOLTI DA CESARE BRANDI E LUIGI MAGNANI  
 
Siena, 11 dicembre 2006 - Paul Cezanne, Auguste Renoir, ma anche Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Claude Monet, Giorgio Morandi, Giacomo Manzù, Alberto Burri, Filippo De Pisis, Antonio Scialoja, Leoncillo, Piero Sadun. Sono solo alcuni degli artisti che si potranno ammirare dall’ 8 dicembre 2006, fino all’11 marzo 2007 nella mostra La passione e l’arte. Cesare Brandi e Luigi Magnani collezionisti, allestita nel Complesso museale Santa Maria della Scala. Una rassegna di oltre cento opere che attraversa le più importanti correnti artistiche del secolo scorso, grazie alle collezioni di due personalità di spicco nella cultura del Novecento, di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita: Cesare Brandi e Luigi Magnani. Nella ricca rassegna dei capolavori - inaugurata oggi a Palazzo Squarcialupi - sono rappresentati alcuni dei momenti più alti della produzione artistica contemporanea: la mostra si articola in varie sezioni che accompagneranno il visitatore nella vita e nel pensiero di due grandi personaggi accomunati dalla passione per l’arte. L’esposizione, a cura di Lucia Fornari Schianchi e Anna Maria Guiducci, è frutto dell’attenta selezione di opere provenienti dai tre nuclei, la raccolta Magnani Rocca conservata a Mamiano presso Parma, la donazione Brandi-rubiu alla Galleria Nazionale d´Arte Moderna di Roma, la collezione Brandi allestita nella villa di Vignano. La visita prende il via dall’arte antica e, in particolare, dalla scuola senese, dal Trecento al Seicento, con le raffinate opere di Benedetto di Bindo con il Cristo Benedicente (Xiv secolo), di Alessandro Casolani e di Rutilio Manetti provenienti da Vignano. Dalla Fondazione Magnani Rocca arrivano invece la Madonna dell’Umiltà di Pietro di Giovanni Ambrosi, la Sacra Famiglia con quattro angeli di Pietro di Francesco degli Orioli (acquistata nel 1943 dalla famiglia Palmieri Nuti di Siena) e Domenico Beccafumi con la Madonna col Bambino e i Santi Giovannino, Elisabetta e Caterina da Siena (1540-50). Si prosegue con la pittura francese, grande passione di Luigi Magnani: sono infatti tutte opere provenienti dalla Fondazione Magnani Rocca di Parma. Acquarelli di Paul Cézanne, dipinti in Provenza tra il 1890 e il 1895, splendide composizioni di Pierre August Renoir come Paysage de Cagnes (1905 – 1908) e il paesaggio, intriso di luce, Falaises à Pourville (1897) di Claude Monet. Dell’arte italiana si potranno apprezzare i numerosi dipinti di Renato Guttuso, alcuni dei quali eseguiti nella villa di Brandi a Vignano ed ispirati dai soggiorni nella campagna senese, come per esempio Paesaggio del 1938 in cui si possono ammirare le linee morbide delle colline toscane così come l’artista le vedeva dalla villa. Un altro famoso pittore italiano è protagonista de La passione e l’arte: si tratta di Giorgio Morandi. Accanto alle sue tradizionali nature morte si affianca una ricca raccolta di pittura e grafica ed un’interessante “composizione con strumenti musicali” eseguita per Magnani nel 1941. Non solo dipinti, ma anche sculture: i bronzi di Giacomo Manzù, i capolavori di Leoncillo o la Scogliera di Pino Pascali, provenienti dalle due collezioni. La passione e l’arte vuole essere non solo un omaggio alle poliedriche personalità di Cesare Brandi e Luigi Magnani ma anche un percorso alla scoperta del loro gusto, della qualità delle loro scelte e del loro amore per l’arte in tutte le sue forme. Le opere in mostra testimoniano il continuo dipanarsi di vicende storiche, artistiche ed umane, basato sull’intreccio tra cultura e passione, sulla condivisione intellettuale e sui rapporti tra i vari artisti e i due collezionisti. Cesare Brandi e Luigi Magnani sono senza dubbio due protagonisti della storia dell’arte del secolo scorso. La loro solida amicizia si è costruita nel tempo grazie alla passione comune per la musica, i viaggi, la scrittura, la pittura. Nel 1988 Cesare Brandi lasciava in eredità allo Stato la sua importante collezione di opere d´arte raccolte nel tempo nella Villa di Vignano a Siena. Una raccolta che testimonia la lunga e assidua frequentazione, spesso sfociata in amicizia, con gli artisti più significativi del Novecento italiano. Agli inizi degli anni Trenta risale la sua amicizia con Luigi Magnani, imprenditore, musicologo, raffinata figura di collezionista che proprio grazie al rapporto con Brandi intensificò la sua passione per l´arte figurativa; passione che lo portò ad acquisire ciò che di meglio poteva offrire il mercato antiquario negli anni Cinquanta-sessanta, spaziando dai contemporanei alle opere d´arte antica. Così, nelle dimore di famiglia, e specialmente nella villa di Mamiano nel parmense, si raccolse una collezione che vedeva come protagonisti i grandi nomi delle avanguardie del Novecento. Per molti di essi furono fondamentali i consigli accorti ed esperti di Cesare Brandi. Nelle ampie sale del Santa Maria della Scala queste opere raccontano così il dipanarsi delle vicende artistiche, storiche, umane nell´incessante intreccio di cultura e passione per l´arte che accomunò due delle più rilevanti figure intellettuali del Novecento. La passione e l’arte. Cesare Brandi e Luigi Magnani collezionisti è promossa dal Comune di Siena, dall’Istituzione Santa Maria della Scala, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (attraverso la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto e la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico per le province di Parma e Piacenza), dalla Fondazione Magnani Rocca e dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. La Banca Monte dei Paschi di Siena s. P. A. È il main sponsor della mostra. La passione e l’arte. Cesare Brandi e Luigi Magnani collezionisti rimarrà aperta tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 10,30 alle ore 19,30. Per tutti coloro che lo desiderano sarà anche possibile visitare tutti i fine settimana, la villa a Vignano di Cesare Brandi, così da poter vivere in prima persona lo spirito di un luogo a lui tanto caro. In omaggio all’amore per la musica di Luigi Magnani e Cesare Brandi, l’Accademia Musicale Chigiana allestirà per l’occasione una piccola esposizione di rarità che si trovano nel Palazzo Chigi Saracini: strumenti musicali, libri, autografi di musicisti, oggetti e altre curiosità provenienti dalle collezioni delle famiglie Saracini e Chigi dal titolo “La Collezione Chigi Saracini fra Arte e Musica”. .  
   
   
PENSIERI PREZIOSI 3 ASSEMBLAGGI, GEOMETRIE, MITO E MEMORIA NEI GIOIELLI DI KRUGER, PETERS, PUIG CUYÀS E VISINTIN 16 DICEMBRE 2006 – 4 MARZO 2007  
 
Padova, 11 dicembre 2006 - Grazie alla presenza di un’alta tradizione di oreficeria artistica legata all’Istituto Statale d’Arte “Pietro Selvatico” e alle numerose esposizioni di livello internazionale organizzate dall’Assessorato alla Cultura, la città veneta è oramai riconosciuta quale centro deputato a rappresentare l’Italia nell’ambito della gioielleria contemporanea europea. Dopo il successo delle precedenti rassegne, Padova ripropone al pubblico la terza edizione di Pensieri preziosi, iniziativa che vuole porre a confronto l’evoluzione del linguaggio di artisti contemporanei provenienti da scuole e paesi diversi, che operano nel campo della oreficeria artistica. Oratorio di San Rocco Via S. Lucia. Le due edizioni precedenti hanno suscitato un rilevante interesse tra estimatori, esperti, addetti ai lavori, collezionisti ma anche tra il grande pubblico che ha iniziato a conoscere e ad essere affascinato dal mondo del gioiello d’autore. Invariata la formula del confronto, del dialogo fra opere di artisti della stessa generazione. La prestigiosa rassegna si aprirà quindi nel prossimo dicembre e quest’anno presenterà le opere di quattro artisti di fama internazionale: Daniel Kruger (Germania), Ruudt Peters (Olanda), Ramon Puig Cuyàs (Spagna) e Graziano Visintin (Italia). Sono tutti docenti rispettivamente presso, l’Università di Arti e Disegno ad Halle, la Gerrit Rietveld di Amsterdam, la scuola Massana di Barcellona e l’Istituto Statale d’Arte “Pietro Selvatico” di Padova, di cui egregiamente rappresentano tendenze formali e pensiero. Le opere, circa una trentina per autore, saranno esposte nella prestigiosa sede dell’Oratorio di San Rocco dove oramai tradizionalmente si svolgono le mostre dedicate alla gioielleria contemporanea. La ricerca e la sperimentazione di originali linee, di materiali innovativi e arditi, di nuovi significati caratterizza la carriera artistica di questi autori, provenienti da distinti Paesi europei, ma accomunati da un percorso formativo orientato, fin dagli albori, all’anticonformismo e alla volontà di abbandonare il cammino già segnato, per giungere a provocatorie e inaspettate soluzioni, in linea con i fermenti culturali e sociali che attraversarono l’Europa e l’America nella seconda metà del Novecento. Pur con filosofie e linguaggi espressivi assai differenti, dettati dalla diversità di scelte personali, di vita e di pensiero, i quattro orafi partono da un identico assunto: il gioiello perde il significato originale di oggetto decorativo, di simbolo di prestigio sociale, di ricchezza e potere per appropriarsi di un ruolo più concettuale e diventare sintesi privilegiata di profonde riflessioni, di studio, emozioni, perizia tecnica e creatività. La scelta di utilizzare materiali poveri, umili, dall’aspetto dimesso, molto simili a rottami e avanzi della moderna civiltà o a tuberi e sassi incrostati di terra e salsedine, porta l’oggetto a spogliarsi della sua antica pretesa di merce preziosa, arricchendolo di altri significati e obbligando così il fruitore a porre attenzione alla forma e alle profonde motivazioni che l’hanno determinata. Gli artisti, nelle loro scelte formali, oscillano tra l’adesione alle forme pure ed essenziali della geometria, vista come armonia, eleganza, equilibrio e la più libera creatività da cui scaturiscono le più svariate forme, dagli assemblaggi di materiali eterogenei a creazioni di tipo organico che sembrano germinare, moltiplicarsi, sciogliersi e sfaldarsi, quasi vivessero di vita propria. Gli Artisti - Daniel Kruger è nato nel 1951 in Sud Africa dove riceve la sua prima formazione artistica presso le Università di Stellenbosch e di Cape Town. Dal 1974 vive in Germania dove frequenta l´Akademie der bildenden Kunsten sotto l´insegnamento del Prof. Hermann Junger. Attualmente insegna gioiello e design all´University of Art and Design a Burg Giebichstein in Halle. Artista versatile, sa muoversi con disinvoltura in più ambiti con particolare attenzione al campo del gioiello e della ceramica dove sa esprimersi con varietà di temi e ricchezza di idee. Molteplici e diverse sono le sue fonti di ispirazione, dagli oggetti preziosi a quelli più comuni, alle immagini a stampa, ai materiali riciclati, che filtrati attraverso una conoscenza storica e antropologica danno origine a nuove forme e interpretazioni che li rendono indiscutibilmente contemporanei. Utilizza materiali grezzi, frammenti di vetro, di specchio, di madreperla, pezzi di ossidiana, cristallo di rocca infilato con cura a formare collane trattenute da regolari maglie d´argento, ma anche coralli, lapislazzuli, pietre dure fissate su fondi in ordine regolare e simmetrico, ornate da colorati fili di seta. Le sue composizioni rivelano il gusto per tutto ciò che è minuto, prezioso, intimo, una grande abilità nel creare reti di perle o di pietre e nel contrapporre, con l’utilizzo di materiali tanto diversi, il chiaro allo scuro, il fisso al mobile, il morbido al rigido in un insolito gioco di luci e colori. Ruudt Peters è nato nel 1950 a Naaldwijk (Olanda) e ha studiato presso la Gerrit Rietveld Academie ad Amsterdam ove attualmente vive e lavora quale Direttore del Dipartimento di Gioielleria presso la Gerrit Rietveld, e a Stoccolma, presso l’Ädellab Metaldepartment Konstfack University of Arts and Crafts. Ruudt Peters crea gioielli che ad un primo momento sconcertano, stupiscono, che attraggono e respingono, oggetti che non rientrano certo nel gioiello di tradizione e che, anche nella vivace Olanda, sono segno di un’inusuale ricerca e di un’insolita quanto originale creatività. Le sue opere, i suoi titoli rivelano un’erudizione profonda, un’attrazione forte per quanto è simbolo, mito, magia, rito e religione, aspetti che trasudano dai suoi gioielli e che ne fanno oggetti unici, ricchi di concetti, racconti, sensazioni. Pietre naturali, cristalli, paraffina, stearite, gesso, plastiche, argento formano oggetti che paiono esiti di procedimenti alchemici, dove pietre vengono polverizzate e ricostituite in altra forma, dove l’argento viene occultato da infiniti strati di poliuretano, dove forme plastiche racchiudono il vuoto, dove corpi cavi diventano bolle trasparenti in cui si innestano minuti frammenti di pietre e protesi d’oro. Ogni oggetto, che si può ascrivere ad un particolare gruppo tematico, va osservato, indagato e conosciuto a fondo; ne emergono elementi storici, biblici, letterari, astrologici, scientifici derivati da una profonda cultura fatta di ampie letture ma anche di viaggi, esperienze, conoscenze sempre nuove ed in fieri. Gioielli quindi in cui l’estetica non conta, gioielli “autonomi”, non scevri da brio e da senso del colore, liberi di esprimere la mutevolezza e la complessità della vita, di suscitare domande e, per chi è curioso, dare risposte. Ramon Puig Cuyàs è nato a Matarò in Spagna nel 1953. Ha studiato arte orafa nella famosa Scuola Massana di Barcellona dove è da ventisette anni Direttore. Più volte è stato vincitore del premio "Herbert Hofmann" a Monaco di Baviera. I gioielli di Ramond Puig Cuyàs sono una gioia dell’anima. Realizzati con la tecnica dell’assemblaggio e con materiali “trovati”, per lo più poveri, con qualche concessione all’argento, essi diventano documenti, testi su cui leggere una storia, un’esperienza, un ricordo, un’emozione. Rivendicando una assoluta libertà creativa l’autore sceglie, fin dagli inizi, di creare un gioiello che poco abbia a che fare con la tradizione e che, nato da parti scartate, buttate, rifiutate, abbia una nuova e inedita preziosità. Intimi stati interiori ed esperienze personali legate ai grandi temi dell’esistenza umana, proposti quali metafore, sono il filo conduttore delle sue creazioni che possono distinguersi nei seguenti gruppi tematici rappresentati in mostra: il Viaggio quale metafora del cammino, della conoscenza, della ricerca e della crescita spirituale (con pezzi come Il Golfo di Sirte, Le memorie di Atlantide, La casa di Sicilia…), o Costellazioni, Arcipelaghi che rivelano l’interesse per il rapporto scienza e arte, e quindi Circuiti e Walled Gardens, ossia spazi intimi ma anche spazi chiusi, blindati da cui non si può uscire. Le sue spille sono assieme pittura e scultura, il gioco cromatico è intenso, dominante, la composizione, che vede insieme i materiali più diversi, è calda, viva, ambiguamente infantile, in realtà piena di suggestioni, evocazioni, messaggi. Il più forte è il richiamo alla vita, all’amore per il mare, per le stelle, per l’universo e poi per l’uomo, piccolo e grande protagonista dell’avventura del vivere. E’ considerato il grande innovatore della scuola catalana e spagnola del gioiello. Graziano Visintin, figura di rilievo della Scuola Padovana di oreficeria, è nato a Pernumia (Pd) nel 1954. Si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte “Pietro Selvatico” di Padova ove dal 1976 insegna. Tiene periodicamente corsi presso l’École des Arts Décoratifs di Ginevra, il Symposium Schmuck Europa di Francoforte e il Royal College of Art di Londra. Graziano Visintin è l’unico fra i quattro che pare percorra la via ortodossa dell’oreficeria, utilizzando l’oro e tecniche che rientrano nella tradizione del banco orafo quali battitura, saldatura, fusione, trafilatura, smalto e niello. Egli è un esteta e lavora per la bellezza. Ma la sua è una bellezza senza orpelli, è ricerca di equilibrio, di una forma “perfetta” data dall’uso disinibito di complessi rapporti matematici, di programmati rapporti spaziali, di precisi calcoli modulari, da un processo di smaterializzazione e alleggerimento della materia che lo porterà ad essere, nel panorama della produzione artistica padovana, il signore della linea e del minimalismo in oreficeria. Oro e linea diventano i suoi privilegiati e straordinari strumenti espressivi; la geometria delle forme si allunga, si svuota; inventa disegni che giocano col corpo e con la luce. Elementi modulari sono aurei ricami alla base del collo, un semplice esagono si trasforma in collana, la studiata incidenza di segmenti dorati su triangoli, tetraedri, quadrati crea eleganti spille, anelli, orecchini. La sua geometria, che non appare mai rigida, si adatta alla luce e si muove col corpo che la indossa. L’uso sempre più pittorico del niello e una spiccata sensibilità nell’usare gli smalti lo portano alle forme più libere delle spille di quest’ultimo periodo, dove l’artista sembra maggiormente cedere all’emozione e alla forte seduzione che oro e colore hanno da sempre esercitato. Le opere di questi artisti sono presenti in importanti musei di tutto il mondo. .  
   
   
HANS HARTUNG : IN PRINCIPIO ERA IL FULMINE PITTURA, FOTOGRAFIA, ARCHITETTURA ALLA TRIENNALE BOVISA  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - La nuova Triennale Bovisa, si pone come uno spazio interamente dedicato alla contemporaneità: un luogo destinato soprattutto ai giovani, all’intrattenimento e al tempo libero, con la possibilità di realizzare grandi mostre d’arte, ma anche eventi e manifestazioni all’aperto, come concerti, performance artistiche, attività culturali. 1400 metri quadrati destinati a mostre ed esposizioni temporanee, cui si aggiungono altri 500 metri quadrati per il bookshop, il caffé ristorante e altre attività di servizio. Il progetto di ristrutturazione dello spazio, sotto la direzione artistica dell’architetto Pierluigi Cerri, è basato su un innovativo sistema di architetture effimere. L’esposizione dedicata a Hans Hartung, che inaugura la Triennale Bovisa, raccoglie una selezione di più di 200 tele realizzate dall’artista dal 1922 a Dresda al 1989 (anno della morte) ad Antibes. Insieme ai quadri, in mostra saranno visibili anche molti disegni a china dell’artista, schizzi e disegni preparatori nonché circa 50 fotografie originali e altro materiale d’archivio. Tutti i documenti e le opere sono stati selezionate direttamente dell’archivio della Fondazione Hans Hartung di Antibes, l’ultima residenza dell’artista. Molte delle opere qui presentate non sono mai state esposte e molti dei temi trattati sono originali ed inediti. La quantità della documentazione che sarà visibile in mostra caratterizza l’esposizione come una delle più importanti realizzate nel mondo e sicuramente in Italia. La mostra ha il carattere di un’antologica perché riporta tutta la produzione artistica di Hartung, ma l’originalità dei temi trattati consente di caratterizzarla con una maggiore complessità. Hartung viene presentato non solo come maestro-innovatore della pittura del Novecento, ma anche come figura poliedrica, interessato a “sconfinamenti” in altri ambiti artistici. In una parte dell’esposizione viene approfondito il suo interesse per l’architettura, che si lega indissolubilmente alle esperienze biografiche, e un’altra sezione è dedicata ai risultati della sua ricerca nell’ambito della fotografia. In particolare, conoscendo gli ambiti di interesse del pubblico della Triennale, viene dato maggior rilievo alle fotografie di Hartung dedicate all’architettura. La mostra, così come il catalogo, si articola su 7 capitoli, preceduti da un introduzione generale all’opera. L’allestimento è progettato pensando alla dilatazione e contrazione degli spazi in funzione delle opere esposte (in alcuni casi si tratta di opere di grandissimo formato) e in alcune parti per ricreare le stesse dimensioni dell’atelier dell’artista. Sono stati ricostruiti, inoltre, alcuni elementi formali che caratterizzano le architetture di Hartung. Accanto a una selezione di dipinti che presentano diverse tecniche pittoriche sono visibili gli strumenti inusuali inventati da Hartung per arricchire la sua pittura, elemento che sottolinea la complessità della sua ricerca. Www. Triennale. It .  
   
   
MOSTRA INTERNAZIONALE IL PICCIO UN PITTORE ROMANTICO NELL’EUROPA DELL’OTTOCENTO A CREMONA  
 
 Milano, 11 dicembre 2006 - La mostra, promossa e organizzata dall’Apic di Cremona in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Lombardia, la Galleria d’Arte Moderna di Milano, il Comune e la Provincia di Bergamo, l’Accademia Carrara di Bergamo, i Musei Civici di Pavia e il Museo civico Ala Ponzone di Cremona, è stata ideata e sviluppata a partire dalla ricorrenza del bicentenario della nascita di Giovanni Carnovali, detto il Piccio (Montegrino Valtravaglia, Varese, 1804) allo scopo di valorizzare un artista particolarmente significativo nell’innovazione di un linguaggio specificamente lombardo in grado di confrontarsi con le sperimentazioni più moderne in ambito europeo. La scelta di Cremona come sede espositiva è stata dettata dallo stesso percorso biografico del Piccio il quale, dopo pochi anni trascorsi nel paese natale, il periodo di formazione avvenuto a Bergamo presso l’Accademia Carrara e il successivo periodo milanese, vive in questa città tutta l’ultima fase di attività, per molti versi probabilmente la più affascinante, fino alla scomparsa nel Po avvenuta nel 1873. La mostra si presenta come la prima iniziativa monografica dedicata al maggior pittore dell’Ottocento italiano da più di trent’anni a questa parte, essendo stata l’ultima esposizione di significativa importanza quella realizzata a Bergamo nel 1974. L’attività artistica del Piccio, presentata rispettando il percorso cronologico e stilistico della sua evoluzione, è scandita da alcuni temi portanti che ne caratterizzano le scelte iconografiche (le bagnanti, Agar. ) e permette l’individuazione di significativi confronti con artisti coevi a lui legati da rapporti di amicizia o affinità. L’interesse del Comitato Scientifico si è soffermato sulle opere più significative della produzione del Carnovali e di altri artisti come Diotti, Trécourt, Coghetti. , concentrando la scelta di dipinti e disegni dei musei di Milano, Bergamo, Cremona e Pavia, oltre che di prestigiose collezioni pubbliche e private, sia italiane che europee (fra le quali il Museo del Louvre). Eccezionale evento la ricostruzione della cosiddetta “Sala ovale” della famiglia Berizzi, con il confronto tra quattro diverse interpretazioni del tema paesistico ad opera di quattro diversi artisti, tra cui il Piccio stesso. La mostra, costituita da circa 150 dipinti, disegni e bozzetti, si articola su nove sezioni che individuano nella cronologia dell’attività del Piccio alcuni temi iconografici fondamentali: L’immagine Dell’artista, una selezione di autoritratti del Piccio ritratti dipinti da Piccio per i colleghi pittori e ritratti realizzati da artisti coevi. La Formazione E Il Rapporto Con La Prima Committenza A Cremona E Bergamo: la frequentazione dell’Accademia Carrara e la conoscenza di alcune grandi personalità della cultura bergamasca e cremonese. Opere A Soggetto Sacro, Di Mitologia E Di Storia: le prime opere a soggetto narrativo, inizialmente improntate ai modelli lombardi dei secoli precedenti, le grandi commissioni per opere sacre, i soggetti mitologici e di storia che ricercano naturalezza e immediatezza pittorica. Ritrattistica Del Reale. Ritratti, per lo più di personaggi bergamaschi, caratterizzati da una verosimiglianza accanita e impietosa, nel solco della fondamentale tradizione lombarda con la quale Piccio si confronta reinterpretando il gusto del vero. Bozzetti E Disegni testimoniano la continua attività di studio; a volte sono preparatori per opere più grandi, ma spesso sono destinati più semplicemente alla elaborazione di nuovi spunti figurativi o cromatici. Agar. Il lunghissimo iter preparatorio della pala di Alzano evidenzia che il vero riferimento neoclassico per il Piccio era più Appiani che Diotti: Piccio giunge a una rivoluzionaria impostazione iconografica e a un’interpretazione pittorica e naturalistica assolutamente inattesa di questo tema sacro. Le Bagnanti, uno dei temi profani più ricorrenti nell’opera del Piccio, viene reintepretato in una forma naturalistica che diviene panteismo e immersione nella natura incontaminata, per certi versi in grado di ricordare analoghe esperienze degli stessi anni in particolare nella pittura francese. Paesaggio. Questo tema, inizialmente sfondo per i temi sacri e di storia, più tardi assume validità autonoma e diventa occasione per descrizioni di straordinaria efficacia cromatica e atmosferica. A testimoniare la piena consapevolezza della pittura en plein air, In mostra sarà ricostruito – fatto del tutto eccezionale – l’ambiente della cosiddetta “Sala ovale” di casa Berizzi, nella quale sono raccolti dipinti di paesaggio che costituiscono una sorta di gara tra Piccio stesso, Ronzoni, Trécourt e Canella. Ritrattistica “Romantica” E Figure Femminili Di Genere. Nell’ultimo periodo della ritrattistica del Piccio (anni ’60 e primi anni ’70), quando le novità di stesura pittorica e di immediatezza espressiva, in qualche modo già sperimentate nei bozzetti e in particolare nei dipinti di paesaggio, rendono ancora più vitale il sentimento del vero già adottato dal pittore fin dalla ritrattistica giovanile. Si spiegano così quelle immagini di personaggi che talvolta si presentano quasi in un apparente non-finito e che comunque fanno di una materia accesa e crepitante il loro segno distintivo. Soprattutto in quest’ultimo periodo l’artista indulge inoltre alla ripetizione di soggetti tra loro molto simili, in particolare per quanto riguarda immagini di personaggi femminili, che non sono necessariamente dei ritratti (come ad esempio le Flore) e che godono però di notevole fortuna proprio per l’inusitata e raffinata vibrazione dei colori. .  
   
   
ALBERTO GIACOMETTI. I PRIMI ANNI BROLO, CENTRO D´ARTE E CULTURA - MOGLIANO VENETO (TV) 3 FEBBRAIO – 6 MAGGIO 2007  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - È la più ampia mostra mai dedicata ai primi anni della carriera artistica di Alberto Giacometti (1901-1966), l´esposizione che si terrà al Brolo, Centro d´Arte e Cultura di Mogliano Veneto dal 3 febbraio al 6 maggio 2007. Promossa dall´Amministrazione comunale di Mogliano Veneto e realizzata in collaborazione con la Fondazione Alberto Giacometti e il Kunsthaus di Zurigo, questa mostra costituirà un passo significativo nel percorso degli studi critici sulla produzione dell´artista svizzero. L’esposizione curata da Casimiro Di Crescenzo è posta sotto il patrocinio dell´Ambasciata di Svizzera in Italia. Alberto Giacometti. I primi anni riunisce la più vasta raccolta di opere di questo periodo che, secondo gli studi più recenti, è riconosciuto sempre più come cruciale nel cammino artistico di Giacometti. Grazie al fondamentale sostegno della Fondazione Alberto Giacometti e del Kunsthaus di Zurigo e al generoso prestito del Bündner Kunstmuseum di Coira, della Fondazione Marguerite Arp di Locarno e di numerosi collezionisti privati, tra cui citiamo la galleria Pieter Coray di Lugano e la Famiglia Berthoud, saranno presenti in mostra oltre 70 opere tra sculture, dipinti, disegni e acquarelli dal 1911 (anno in cui l´artista ha dieci anni) fino al 1929, quando Giacometti è scoperto dai surrealisti. I numerosi inediti provenienti da collezioni private - 3 dipinti e oltre 20 tra acquarelli e disegni, tutti mai esposti prima - concorreranno, insieme ad una esclusiva documentazione fotografica, a gettare nuova luce sulla datazione di alcune opere. Data la rilevanza del progetto e degli aspetti critici affrontati, il Kunsthaus di Zurigo accoglierà la mostra in seconda sede dal 16 maggio al 26 agosto 2007. .  
   
   
VENEZIA ´900 DA BOCCIONI A VEDOVA CASA DEI CARRARESI  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - Venezia ‘900 : primo eccellente bilancio 25mila, tra gruppi e singoli, i visitatori che in questo primo mese di apertura hanno ammirato le 180 opere e le 27 sculture esposte a Casa dei Carraresi per la mostra ³Venezia Œ900. Da Boccioni a Vedova², (curata da Giuseppe Pavanello e Nico Stringa e organizzata da Andrea Brunello di Artematica per la Fondazione Cassamarca di Treviso) con una media giornaliera di 780 ingressi; oltre 30. 000 le prenotazioni per i primi mesi del prossimo anno, periodo di punta per le esposizioni della fortunata sede espositiva della Fondazione Cassamarca; più di 900 i cataloghi venduti al bookshop della mostra mentre quelli distribuiti nelle 150 librerie d¹Italia, in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna sono stati già riassortiti per la seconda volta. Dati davvero incoraggianti che lasciano prevedere un afflusso totale di oltre 150mila visitatori alla chiusura del prossimo 8 aprile 2007. ³Nell¹intento di Cassamarca erano previste mostre con cadenza biennale, ma non è stato possibile fermarci ¬ afferma il presidente della Fondazione Cassamarca Dino De Poli -. Dopo la mostra sull¹Ottocento veneto e la fortunata esposizione sulla Cina, ora, grazie al lavoro di Artematica ecco questa mostra sul Novecento veneto, un prodotto di grande qualità; il Novecento è difficile da capire senza una guida e il catalogo che accompagna la mostra è davvero straordinario. Desideriamo dunque puntare su iniziative dedicate alla cultura veneta che, se organizzate con qualità, possono davvero diventare di livello nazionale. E per il 2008 stiamo già lavorando ad una mostra evento di altissimo livello dedicata a Canaletto e ai Vedutisti ¬ annuncia Andrea Brunello di Artematica ¬ un progetto cui si affiancano l¹Ermitage, il Prado e le Gallerie Nazionali, che eccezionalmente presteranno i capolavori del pittore veneziano realizzati intorno al 1750. Il comitato scientifico di questa prossima mostra, presieduto da Giuseppe Pavanello, è già al lavoro e vedrà tra i membri i rappresentanti di tutti i musei prestatori. E proprio per ospitare le tele di grandi dimensioni del Settecento veneto - riprende il presidente di Fondazione Cassamarca Dino De Poli ¬ stiamo trattando per acquisire la Chiesa sconsacrata di Santa Margherita a Treviso, che utilizzeremo come sede espositiva da affiancare a Casa dei Carraresi. Una curiosità legata alla mostra ³Venezia Œ900. Da Boccioni a Vedova²: Un mese fa a New York è stata battuta all¹asta un¹opera di Jackson Pollock di due mesi posteriore a quella esposta nella sezione dedicata alle ³Presenze internazionali², per la valutazione record di 140 milioni di dollari, ottenendo il primato per il 2006 dell¹opera più quotata dopo Van Gogh nel 2004 e Klimt nel 2005. Ciò conferma l¹eccezionalità del lavoro svolto dal comitato scientifico della mostra che ha saputo centrare la propria scelta ¬ conclude Andrea Brunello di Artematica. Www. Venezia900. It .  
   
   
ONE PIECE INAGURA OSPITANDO IL MISTERO DI GRETA FRAU  
 
Roma, 11 dicembre 2006 - Inaugura venerdì 15 dicembre a Roma in Vicolo Orto di Napoli 5 alle ore 19. 00 la prima galleria d’arte in Italia che ospiterà un unico artista con un’unica opera alla volta: si chiama One Piece, da un’idea di Olimpia Orsini e Carlo Madesani e debutterà con l’arte di una enigmatica e misteriosa artista, Greta Frau. Chi sia veramente Greta Frau non sappiamo visto che l’artista rifiuta di apparire in pubblico e di presenziare alle inaugurazioni delle proprie mostre. Nessuno l’ha mai vista, ma di lei si sanno aneddoti e storie, raccontate dalle adepte della sua setta o scritte su carta. Con la sua biografia improbabile, Greta Frau è stata e permane un mistero. Di certo c´è solo che, in occasione di questa mostra, a dar forma alle sue allucinate fantasie sono tredici studentesse dell’istituto Giuseppe de Merode: tredici adolescenti agili e delicate che tengono stretta al petto l´immancabile cartella con un ritratto ciascuna. In loro Greta ritrova, come avviene ad ogni nuova rappresentazione, le proprie ex compagne di classe. Le giovani rappresenteranno leggere rondini sul punto di prendere il volo, accompagnate da un tenero cinguettìo: la migrazione sta per iniziare e le rondini esprimono la gioia della partenza, il lungo viaggio che le porterà verso sud, verso il grande continente africano. Nella sala cominciano infatti a succedersi scorci d´Africa in un video fatto di paesaggi e, così pare, di pura bellezza che, secondo i principi di Greta Frau, di sola bellezza può essere fatto il cosmo. Questo è ciò che appare. Ma qualcosa d´inquietante ci deve essere se un turbamento prende le ragazze tanto intensamente da farle svenire. In trance, alcune di loro giacciono languidamente abbandonate, altre si irrigidiscono, lo sguardo improvvisamente duro e distante. Le cartelle si spargono a terra, mentre le immagini d’Africa continuano a scorrere sullo schermo. Più tardi le fanciulle si dilegueranno, e le cartelle si ricomporranno su un tavolo che resterà a testimoniare l´accaduto. Resta da scoprire cosa abbia trasformato l´idillio in dramma: cosa si celi in quei paesaggi d´Africa; quale distorta percezione, quali rimosse perversioni, quale tragica realtà sia stata trasmessa attraverso un messaggio subliminale: subliminale come tanti messaggi cui noi tutti siamo quotidianamente sottoposti senza rendercene conto. Greta Frau è una pittrice con un unico soggetto, le ex compagne di classe che chiama Trance: da “trance” come fenomeno paranormale di dissociazione della personalità o di estasi mistica e anche da “trans”, prefisso indicante attraversamento e metamorfosi. Le trance le appaiono in stati di dissociazione psichica e Greta le educa alla filosofia della Bellezza intesa non solo come ideale estetico ma anche come ideale etico e conoscitivo. “Tutto E’ Bello, Fate” è il suo slogan preferito che utilizza con le sue trance nelle crociate in difesa della Bellezza universale. .  
   
   
“IL CAMMINO E I CAMMINATORI DI SANTIAGO DI COMPOSTELA” FOTOGRAFIE E RICERCA STORICA A TORINO PALAZZO BRICHERASIO  
 
 Milano, 11 dicembre 2006 - Inaugura il 18 dicembre, nella splendida cornice delle sale storiche di Palazzo Bricherasio, la mostra Il cammino e i camminatori di Santiago di Compostela: una cinquantina di fotografie scattate da Maria Luisa Gaetani dell’Aquila d’Aragona che non rappresentano un reportage giornalistico o la documentazione di un viaggio, ma sono un vero e proprio diario delle emozioni vissute dall’autrice. 800 Chilometri lungo 12 secoli della storia europea, che devono essere percorsi per potersi inginocchiare davanti alla tomba di San Giacomo l’Apostolo, di Santiago, il Santo! Il cammino di Maria Luisa Gaetani dell’Aquila d’Aragona si snoda da Roncisvalle a Pamplona, attraverso la Navarra e i luoghi di Carlo Magno e Orlando, lungo la Castiglia, da Burgos a Leon, con le loro meravigliose cattedrali e i ricordi di el Cid, da Astorga a Ponferrada nel Bierzo, con il Castello dei Templari, fino alla Galizia ed a Santiago de Compostela. L’obiettivo della macchina fotografica fissa le infinite sensazioni e le trasforma in toccanti immagini a colori, in bianco e nero o virate al seppia. Scrive l’autrice: “Non esiste alcun peccato nell’essere felici. Qualche esercizio e un orecchio attento sono sufficienti per far si che un uomo realizzi i propri sogni più impossibili. A causa del mio orgoglio riguardo alla sapienza, mi ha fatto percorrere il cammino che ciascuno può affrontare, e scoprire quello che ogni essere umano già conosce, purché osservi attentamente la vita. Mi hai fatto vedere che la ricerca della felicità è individuale e che non esiste un modello da consegnare agli altri. Prima di ritrovare la mia spada, ho dovuto scoprirne il segreto: un mistero semplicissimo, quello di sapere cosa farne. Ho percorso a piedi chilometri per scoprire cose che già sapevo, ma che sono difficilissime da accettare. Esiste forse per l’uomo, o signore, qualcosa di più difficile di apprendere che può raggiungere il potere? Pochi hanno accettato il fardello della propria vittoria: la maggior parte ha abbandonato i propri sogni allorché sono divenuti possibili. Essi hanno rifiutato di combattere perché non sapevano cosa farsene della felicità, essendo troppo concentrati sulle cose mondane. Proprio come me, che volevo trovare la mia spada senza sapere cosa farne”. Anche i Re d’Aragona, Navarra e Pastiglia favorivano i pellegrinaggi con la costruzione di ponti, ospedali, ostelli e addirittura nuove città allo scopo di accorciare le tappe. Questo lavoro venne affidato principalmente all’ordine francese di Cluny, le cui opere contribuirono a diffondere in tutta la penisola l’arte romanica, fino allora poco conosciuta a sud dei Pirenei. Sotto la sua protezione, il cammino fu una via non solo di passaggio, ma anche di insediamento: attirati dall’intensa attività economica che i pellegrinaggi favorivano, le genti di tutta Europa giunsero per stabilirsi nelle città dell’itinerario, dando vita ad un fertile incrocio tra le società peninsulari e quelle del resto del continente. In questo modo si definì. Un cammino. Fino ad allora, si poteva giungere a Compostela, per strade molto diverse: ma già nel Xii secolo era diventato molto popolare il cosiddetto “cammino francese”. Questo itinerario è quello descritto nel Liber Sancti Jacobi, che partiva da quattro grandi strade che attraversavano la Francia per congiungersi nella località navarrese di Puente de la Reina. Questo è il cammino da me percorso. Per rendere onore ai milioni di pellegrini che mi hanno preceduta attraverso i secoli e per apprezzare l’esperienza che il cammino offre oggi, il viaggio deve essere compiuto con spirito di gratitudine. Camminare verso Santiago de Compostela è certamente un’avventura che deve condurre ad una profonda riscoperta di se stesso. ” .  
   
   
FRANCESCO BANDARIN: “LA QUALITA’ AL CENTRO DEL PATRIMONIO CULTURALE”  
 
 Roma, 11 dicembre 2006 - Si è conclusa l’8 dicembre, con l’intervento di Francesco Bandarin, Direttore del World Heritage Center dell’Unesco, la terza giornata della Prima Conferenza Internazionale Herity (Organismo per la Certificazione di Qualità della Gestione del Patrimonio Culturale). “La qualità è al centro della conservazione del patrimonio culturale ed è al centro di un circolo virtuoso che deve comprendere elementi come l’identificazione, la protezione, la conservazione, la valorizzazione, l’accesso al pubblico e l’informazione trasmessa del bene culturale”. Così a margine dell’incontro ha dichiarato Bandarin. “In questo senso il lavoro che fa Herity è pioneristico perché consente di legare tutti questi pezzi del sistema gestionale”. “Gestori, esperti e il pubblico – conclude Bandarin - sono le grandi interfacce che la certificazione Herity utilizza per il raggiungimento di livelli di qualità sempre maggiori”. .  
   
   
“EVANESCENTI RICHIAMI D’ASSENZA” MOSTRA DEGLI ARTISTI BRUNIVO BUTTARELLI, MAX MARRA, ANTONIO PIZZOLANTE, STEFANO SODDU, PIERANTONIO VERGA A CURA DI CLAUDIO RIZZI.  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - Martedì 12 dicembre alle ore 18 alla Galleria Scoglio Di Quarto, nel nuovo spazio di via Ascanio Sforza 3, si inaugura la mostra “Evanescenti Richiami D’assenza”, a cura di Claudio Rizzi, che accomuna le personalità convergenti degli artisti Brunivo Buttarelli, Max Marra, Antonio Pizzolante, Stefano Soddu e Pierantonio Verga attorno ad un brano di attualità quale l’ assenza talvolta incombente più della presenza. Il richiamo, ricordo soggettivo o memoria collettiva, determinato dal prorompere di una sensazione oppure dallo specifico rimando dell’assenza. L’evanescenza della visione, nitida ma avvolta nel filtro del tempo, quasi fotografia in color seppia, a dichiarare realtà ma nei meandri delle nozioni consolidate. E spazio e luogo fluttuanti nella percezione che dall’immagine radicata del passato volge alla percezione del futuro, transitando talvolta attraverso la realtà elusa. Il recupero della radice, fondamento dell’umanità, nel paesaggio affiorante di Buttarelli, come nel simbolo di Soddu, nella corporeità di Marra, nel reperto d’archetipo colto di Pizzolante, nella visione onirica di Verga. L’intensità del tempo sedimentato, corroso e inciso nelle materie di Marra e Soddu, nella stratificazione di Buttarelli, nelle dinamiche dialoganti di Pizzolante e Verga. La volontà di dialogo espressa da ogni opera, dai ferri apparentemente inerti eppure pulsanti in Soddu, dalle stratificazioni imprigionate in Buttarelli, dall’estasi allarmante in Verga, dalle geografie della visione in Pizzolante sino alla sinuosa suggestione di materia e vita in Marra. Evocazioni a richiamo che condurranno a dialogo la sensibilità dell’osservatore. .  
   
   
AL MAESTRO MARCO TUTINO IL PREMIO AMICI DELLA LIRICA 2006  
 
 Roma, 12 dicembre 2006 - Torna l’appuntamento consueto al Galà di Natale dell’ Associazione milanese Amici della Lirica (A. M. A. L. ) che, come da tradizione, assegna il Premio Amici della Lirica a chi ha contribuito e contribuisce a diffondere il “bel canto”. Quest’ anno la serata (Milano,17 dicembre 06, Hotel Four Seasons, via del Gesù 8, ore 20) sarà dedicata a ‘Maria Callas e la Grande Musica’. A fare gli onori di casa, come sempre, saranno Daniela Javarone e il Marchese Alberto Litta Modignani, rispettivamente presidente e fondatore dell’ A. M. A. L. Durante la kermesse, alla quale partecipano personalità della cultura e della pubblica amministrazione, saranno assegnati diversi riconoscimenti. In particolare, il compositore Marco Tutino, 52 anni, milanese, sarà premiato per l’importante nuovo incarico come Sovrintendente e Direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna. E’ la prima volta nella storia che i due ruoli sono ricoperti dalla stessa figura, che è oltretutto un artista riconosciuto a livello internazionale. Un compito che si preannuncia su misura per un geniale ‘enfant terribile’della lirica, come Tutino è stato considerato per anni. Tutino arriva a Bologna da Torino, dove era Direttore artistico del Regio. Oltre al Maestro Tutino saranno premiati: Claudio Orazi – Sovrintendente della Filarmonica e dell’Arena di Verona (dove Maria Callas debuttò il 24 agosto del 1952 ne “La Gioconda”) Maestro Alberto Veronesi – Direttore artistico del Festival pucciniano di Torre del Lago e dell’ Orchestra sinfonica siciliana Graziella Vigo – fotografa. Per aver raccontato l’Anno verdiano della Scala (1999 – 2000) attraverso le sue opere. Lucia Aliberti – soprano; considerata l´ultima grande diva del bel canto Flavio Trevisan – regista; ha portato in scena i suoi spettacoli nel mondo intero Attesi nel parterre: l’ Assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi, il Vicesindaco Riccardo De Corato, il Sociologo Francesco Alberini, la cantante Milva, che per l’ occasione canterà un brano tratto dal “Capitan Uncino” del Maestro Tutino, e l’ attrice Valentina Cortese. . .  
   
   
AL TEATRO CIAK “CHE COSA C’E’ DI STRANO?” CON GENNARO COSMO PARLATO E LA SUA COMPAGNIA DI MUSICI, LIRICI E TRASFORMISTI…  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - A poche settimane dall’uscita del nuovo album Remainders, contenente una personalissima rivisitazione di 25 hit internazionali degli anni Ottanta, Gennaro Cosmo Parlato torna al Teatro Ciak domenica 17 dicembre 2006, a poco meno di un anno dal fortunato debutto del suo spettacolo teatrale Che Cosa C’e’ Di Strano? con una serata unica, non solo un concerto ma un vero e proprio spettacolo teatrale. Gennaro Cosmo Parlato è il capocomico di una sorprendente compagnia di musici, lirici e trasformisti, la cui formazione, per questa occasione, si è allargata a tutti coloro che hanno preso parte alla registrazione del nuovo cd. L’istrionico cantattore tosco-napoletano, conosciuto anche per le sue performance vocali a Markette, il programma di Piero Chiambretti su La7, accompagna lo spettatore in un viaggio negli anni dell’edonismo reaganiano e dello yuppismo rampante. Sulla scena i musicisti Pierluigi Petris alla chitarra, Christian Schmitz al pianoforte, Sandro De Bellis alle percussioni, Paolo Dassi al contrabbasso, il trio di cantanti lirici Giovanni Carpani, tenore, Marco Calabrese e Antonio Corsano, baritoni, e le ormai mitiche “bambole” Marco Lugli, Andrea Allione e Nicola Olivieri. Inoltre un quartetto d’archi, un trio di fiati, un suonatore di ukulele, un suonatore di vibrafono e glockenspiel, un fisarmonicista. Il risultato è una divertente e raffinata operazione di trasformismo musicale, grazie alla quale i brani sottoposti a nuovo arrangiamento hanno assunto non solo sonorità, ma anche atmosfere del tutto inaspettate. Così Donatella di Donatella Rettore si trasforma in un intenso sirtaki, Don’t you forget about me dei Simple Mind in un poderoso brano western, Comprami di Viola Valentino in un grottesco bolero, Paradise di Phoebe Cates in un appassionante tango argentino. A queste poi si aggiungono dei classici come Maledetta Primavera di Loretta Goggi, Call me dei Blondie, Woman in love di Barbra Streisand, Fotoromanza di Gianna Nannini e persino Material girl di Madonna. .  
   
   
AL TEATRO CIAK DI MILANO QUEENS OF GOSPEL IN “I AIN’T ONE TO GOSSIP…”  
 
 Milano, 11 dicembre 2006 - Grande esclusiva al Teatro Ciak: per la prima volta in Italia lo spettacolo di musica gospel più chiacchierato e atteso del momento Dal 19 dicembre al 7 gennaio debutterà al Teatro Ciak di Milano, in prima nazionale, I Ain’t One to gossip, un esilarante show dalla comicità esplosiva interamente dedicato alla musica gospel. Knagui Giddins, direttore artistico e creatore dello spettacolo, porterà in scena un cast unico e stravagante: tutti uomini, ad eccezione di una sola donna. Da questa scelta scaturirà una geniale quanto umoristica rappresentazione del mondo della musica gospel, una pantomima delle grandi protagoniste americane, chiamate appunto Queens of Gospel: le loro divertenti interazioni ‘dietro le quinte’, le stravaganze e alcune delle più celebri ‘leggende metropolitane’ ad esse collegate. Come il noto lancio della scarpa di Mattie Moss-clark, il famosissimo ‘shh’ per zittire la band e il pubblico durante i funerali di James Cleveland, il finto accordo con il diavolo di Aretha Franklin nel tentativo di lasciare la Chiesa per diventare una cantante R&b. …e molte ancora. Dopo molti anni di produzione ed esibizione in gruppi corali misti e omogenei (lo ricordiamo quale creatore e protagonista dello strepitoso spettacolo gospel della scorsa stagione: Women of God) Giddins, ha deciso di dare una scossa decisa al suo repertorio e creare la più controversa e brillante produzione della sua giovane carriera. Queens of Gospel, è infatti uno spettacolo vivace con indimenticabili parentesi ironiche - uomini che piroettano in bellissimi abiti di lustrini - e momenti di tenerezza, emozione e riflessione. Per il pubblico italiano una vera e propria ‘gospel experience’. In America sta diventando sempre più comune mettere in scena spettacoli in cui i personaggi femminili vengono interpretati da uomini: non solo perché la società sta diventando più tollerante rispetto alle comunità omosessuali, ma anche perché molte delle stesse Chiese tentano con decisione di insegnare più tolleranza e accettazione universale delle comunità improntate su diversi stili di vita. In città come New York, Atlanta, Chicago o San Francisco è piuttosto comune imbattersi in locandine di teatri che annunciano spettacoli con protagonisti maschili travestiti. Ma Knagui ha spinto questa idea ancora più in là: creando un’intera produzione di uomini. Il suo intento è quello di porre l’accento con umorismo, gusto, rispetto e buon umore, sugli aspetti più divertenti della cultura nera. Ecco come Knagui descriverebbe il suo spettacolo: “E’ come se Jesus Christ Superstar scoprisse il suo Hairspray nel Rocky Horror Picture Show. ” . .  
   
   
AL TEATRO FILODRAMMATICI CHIAMATEMI GROUCHO ELABORAZIONE DRAMMATURGIA DI EMILIO RUSSO  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - «Una volta era il pubblico a ridere; adesso ridono gli attori al suo posto. Viviamo proprio nell´era del fai da te. » (Groucho Marx) Groucho Marx è indubbiamente uno dei fondatori del comico moderno. Dei quattro fratelli Marx, per chi non lo sapesse, è quello con i baffoni, gli occhiali, il sigaro e la parola incontenibile. Lo spettacolo è un omaggio alla sua straordinaria arte, ma anche un viaggio in America tra musica e cinema, miti e disincanti. La costruzione della sua personale icona (i baffi e gli occhialoni li portava solo in scena) ha forse superato il valore della sua opera attorale e letteraria: eppure l´intero umorismo contemporaneo, cinematografico e non solo, gli deve qualcosa di immenso: da Woody Allen ai Fratelli Cohen, da Zucker-abrahams-zucker a tutti i comici venuti fuori dal Saturday Night Live nonché a molti dei comici di tutto il pianeta: tutti hanno guardato al nonsense surreale dei fratelli Marx come a un faro. Quando a Robin Williams fu chiesto che metodo di recitazione preferisse, la sua risposta fu immediata: "Groucho Marx". 
Era amico personale di Thomas Eliot, con cui instaurò un buffo scambio di lettere e fotografie. "Caro T. S, la sua fotografia è arrivata in ottimo stato e spero che questa lettera la trovi nelle stesse condizioni. Non credevo che lei fosse così bello. Se non le hanno ancora offerto il ruolo di protagonista in qualche film sexy, ciò è da attribuire solo alla stupidità dei responsabili del casting. ". Groucho dominò anche l´era preistorica dei quiz televisivi americani: You bet your life (scommetti la tua vita) è stato uno dei più grandi successi di sempre della Tv americana. 
"Chiamatemi Groucho" riporta in scena la sua scombinatezza e dissennatezza lungo un percorso da compiere in apnea tra musica dal vivo, canzoni, sketches, dialoghi e sceneggiature assurde, per ritrovare quell´urlo liberatorio e di scherno che lui e i suoi fratelli hanno saputo scagliare con il loro fantastico umorismo anarchico e surreale alla società vanagloriosa, alle ipocrite convenzioni e alle tronfie istituzioni. Tre casi da risolvere per lo "Studio legale e investigativo Fratelli Marx". Tra i clienti serpeggia il dubbio e la paura. Tutti diventano vittime spaesate delle assurde logiche di quell´ufficio. Il mondo e i linguaggi si rovesciano: un marito tradito troverà le prove dell´infedeltà della moglie, ma sarà sconvolto dall´esito delle indagini, gli ambasciatori di due nazioni confinanti trattano per un accordo di pace e tolleranza, ma trovano la guerra, un quadro di grande valore è stato rubato, ma verrà ritrovato in circostanze ancora più misteriose. Nei pochi tempi morti c´é chi suona il pianoforte, chi canta in coro, chi sviene. L´happy end c´é, ma non per tutti. A vincere in questo ritratto dell´America a testa in giù sarà sempre la follia e lo scarto dalla norma. Sconfitte le convenzioni, il perbenismo, la retorica. Non rimane che ridere Emilio Russo www. Teatrofilodrammatici. It .  
   
   
LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI IN ARRIVO AL TEATRO OSCAR  
 
 Milano, 11 dicembre 2006 - “La piccola bottega degli orrori” è uno tra i musical più famosi in Italia, oltre ad essere stato un grande successo a Broadway e a vantare rappresentazioni in tutto il mondo, anche grazie ai successi degli omonimi film (il primo, film di serie B del 1960, girato in soli 2 giorni e ad un costo bassissimo, divenuto un vero e proprio cult, che vede il debutto di un giovanissimo Jack Nicholson e il secondo del 1986, di Frank Oz, con la partecipazione di Steve Martin, Bill Murray e James Belushi). Un mix di comicità, suspance, emozione e ritmo della musica anni ’60, composta dall’autore dei più grandi successi Disney (“La sirenetta”, “La Bella e la Bestia”, “Aladdin”, ecc. ), ed effetti speciali, tra cui quello della pianta carnivora gigante che “mangia” gli attori in scena!!! Trama Un piccolo negozio di fiori, in un povero quartiere di una New York anni ’60, sta per dichiarare bancarotta, quando il giovane commesso, Seymour, propone al suo principale, il signor Mushnik, di esporre in vetrina una piccola pianta carnivora, trovata in circostanze misteriose durante un’eclissi di sole. Come per magia l’attività del negozio rinasce improvvisamente. L’inaspettata fortuna viene attribuita alla presenza della pianta, battezzata dal timido botanico col nome di Audrey, lo stesso che porta la dolce collega di cui egli è segretamente innamorato. Presto però Seymour scopre che la pianta si nutre in modo… insolito e cresce a dismisura fino a sviluppare addirittura la capacità di parlare! La pianta sembra proprio avere una sua volontà in grado di cambiare radicalmente l’evolversi degli eventi. Note di regia. Il musical “La piccola bottega degli orrori”, per esplicita volontà degli autori, fa della satira sui film di fantascienza degli anni ’60 e la commedia musicale stessa. Il fatto che però i personaggi della storia prendano tutto seriamente crea un contrasto assolutamente divertente. Di conseguenza la scelta è stata quella di fare una serie di riferimenti espliciti sia ai film di fantascienza di quell’epoca, sia agli stereotipi del musical per eccellenza. Così la scenografia ricorda spesso alcuni fondali loro malgrado finti, tipici di quel tipo di cinema, i costumi riecheggiano le paillettes degli spettacoli di Broadway, la musica è arrangiata a volte a rock ‘n’ roll in stile Supremes e a volte come la più tipica tra le canzoni d’amore da commedia musicale. Alcuni momenti riportano alla memoria i due innamorati sulla scala antincendio di “West Side Story”, qualcuno cha canta per strada sotto la pioggia, i trii vocali di colore alla “Dreamgirls”, le automobili fiammanti alla “Grease” o il numero orientale tipo “Cin-cillà”. .  
   
   
AL TEATRO STUDIO, LA TERZA PARTE DELLE TRILOGIA DI UGO CHITI STORIE SCELLERATE PER I RAGAZZI DI VIA DELLA SCALA  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - Approda al Teatro Studio, dal 12 al 17 dicembre 2006, I ragazzi di via della Scala – Cinque storie scellerate, lo spettacolo scritto e diretto da Ugo Chiti. Anni Cinquanta. Alcuni ragazzi si ritrovano per raccontarsi “storie di paura”, si riuniscono nel grande androne di un palazzo di periferia; il pianerottolo e il vano delle scale diventano un luogo dove il fantastico della narrazione s’intreccia al quotidiano dei personaggi. L’androne si tramuta in luogo deputato a evocare fiabe e leggende come quella, tanto per citarne una, di San Giuliano, il Santo assassino spinto da una profezia a trucidare i genitori per poi espiare la colpa. La “legenda aurea” di Jacopo da Varagine assume così i risvolti di un’ossessione, un’inconscia risposta ad un potere subìto come abuso e coercizione. Allo stesso modo la presenza quotidiana di un personaggio misterioso che attraversa le scale suggerisce una fiaba solo in parte riconducibile a quella del “Re porco” o a quella più nota de “La bella e la bestia”. I “ragazzini” sono quattro, tre maschi e una femmina, anzi sono cinque perché a loro si unisce sempre Giovannino che dice di avere compiuto sei anni, in realtà è un sedicenne mentalmente ritardato. Su e giù per le scale si muovono varie “presenze”, voci, caratteri appena accennati, un mondo di adulti sufficienti o intolleranti verso il gruppetto di ragazzi. Lo spettacolo è una metaforica riflessione su un’età indifesa dell’uomo e, in senso più allargato, una parabola sull’abuso e la violenza del potere. Il meccanismo narrativo di questo testo differenzia in modo sostanziale l’ultimo pannello della trilogia “La recita del popolo fantastico” dai testi precedenti. In Il vangelo dei buffi come in Quattro bombe in tasca la cifra drammaturgica era sempre riconducibile ad un contesto reale. Inoltre, sia il pretesto della religiosità contadina che il racconto epico e tragico della guerra partigiana, si attenevano alla comune radice della narrazione orale. Nel presentare, anni fa, il progetto della trilogia si era annunciato un capitolo dedicato alle “fiabe di paura” intendendo con questa generica definizione una serie di fiabe orrorifiche e di leggende delittuose. I ragazzi di Via della Scala risponde in parte a quelle premesse, non si tratta più di una semplice compilazione di fiabe, nel testo le vicende dei cinque “bambini” s’intrecciano ad un doppio gioco di rappresentazione dove il “quotidiano” e il “fiabesco” diventano sublimazione ed esorcizzazione di paure, angosce e smarrimenti dell’età infantile. Una cifra comune a tutta la trilogia verrà rispettata: l’alternanza tra comico e tragico, il grottesco divertito e allusivo, una sospensione onirica, qui ovviamente più accentuata, fino ad una conclusione che torna nel segno dolente di una realtà. Arca Azzurra e Ugo Chiti Dal 1982 una storia più che ventennale di lavoro nel segno esclusivo della drammaturgia italiana contemporanea in un ininterrotto sodalizio che fa di Ugo Chiti il vero e proprio “poeta di compagnia” dell’Arca Azzurra. Dal primo spettacolo prodotto, Volta la Carta… ecco la Casa, alla produzione di Genesi – i ribelli in programma per l’estate 2005, un’attenzione continua all’evolversi della società contemporanea analizzata attraverso messe in scena più volte riprese e premiate, prima fra tutte La provincia di Jimmy. Una attività precisa e coerente, attenta ai mutamenti storici e sociologici del nostro paese, mai fine a se stessa, ma sempre pensata attraverso percorsi progettuali comprendenti più spettacoli di volta in volta attenti agli aspetti più diversi della società italiana, da quello del costume, a quello psicologico a quello fantastico, con titoli come Allegretto… perbene ma non troppo, Paesaggio con Figure, Il Vangelo dei buffi, Come naufraghi in un mare di città, che vantano una presenza continua nei cartelloni dei più importanti teatri italiani. Un’attenzione costante alla riscoperta delle radici della nostra lingua attraverso i classici della letteratura toscana, con riscritture originali che hanno portato in scena testi di Machiavelli come La Clizia, La Cena delle beffe di Sem Benelli, novelle del Decamerone, racconti poco conosciuti della grande stagione letteraria a cavallo tra ottocento e novecento. Un ampio repertorio, con spettacoli di grande impegno produttivo o di più piccole dimensioni, disponibili in qualunque momento della stagione, dalle ultime produzioni Amleto in farsa tragedia, Genesi – i ribelli, Racconti, solo racconti, Buffi si nasce premiate dal consenso della critica e del pubblico e segnate da uno straordinario dinamismo scenico e drammaturgico, alle produzioni “storiche” Quattro bombe in tasca, I ragazzi di via della Scala, Bottegai, La Clizia, al lavoro di Alberto Severi La guerra piccola, premio Fondi La Pastora. Www. Piccoloteatro. Org .  
   
   
AL TEATRO ELFO DI MILANO LA BOTTEGA DEL CAFFÈ DI RAINER WERNER FASSBINDER DA GOLDONI  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - Uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani La Bottega del caffè, nella versione corrosiva di Fassbinder e diretta a quattro mani da Bruni e De Capitani, ha debuttato nell’ottobre del ’91 imponendosi subito al pubblico per i suoi ritmi incalzanti e la comicità irresistibilmente cattiva. Entrata a pieno titolo nel repertorio dell’Elfo, è stata più volte ripresa nel corso di questi quindici anni e, da ultimo, riallestita per la Biennale Teatro dello scorso luglio. Partendo dal testo che Fassbinder aveva scritto nel ’69 per il Teatro Comunale di Brema e usandolo liberamente per confrontarsi con la commedia originale, i due registi hanno sperimento un procedimento di “riscrittura al cubo” che si è rivelato uno dei punti di forza dello spettacolo; per questa via si sono riappropriati di Goldoni cercando di sottolinearne la portata sulfurea e di aggiungere un tassello a una comprensione non mummificata del nostro grande drammaturgo. “Il segreto è stato quello di attenersi al Fassbinder drammaturgo – sottolineano Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani – ma di lasciar perdere le sue intuizioni registiche, riportando la commedia nel suo ambiente originale: la nostra Bottega si svolge in una Venezia laida, cupa, infestata dai ratti; abbiamo portato alle estreme conseguenze quell’idea di città aperta, luogo di frontiera che aveva spinto Fassbinder a situare la pièce in una specie di Las Vegas del Far West. Noi ci siamo resi conto che Venezia era proprio questo, un luogo in cui l’interesse mercantile si trasformava in una spinta a mercificare tutto, già nell’epoca di Goldoni. Abbiamo anche recuperato dall’autore veneziano il senso di un linguaggio che ferisce attraverso la cerimonia e diviene immagine di un mondo in cui le buone maniere sono uno schermo per l’aggressione e la cattiveria”. In un impianto scenografico dal forte segno espressivo, la Venezia settecentesca di Goldoni diviene dunque una laguna urbana livida e violenta, dove l’elemento dominante è l’acqua. Una combriccola di relitti umani, di parassiti attenti allo spicciolo e infoiati di sesso, si affanna sui pontili traballanti di questa città mefitica, per perpetuare il suo mercanteggiare. Il denaro è tutto ciò che rimane e ovunque ci si trovi - bottega, bisca e bordello – impone le sue regole costringendo i personaggi a un ossessivo calcolo per tradurre rapidamente gli zecchini in dollari o lire: somme, capitali, prestiti e bolle speculative che si gonfiano e si sgonfiano in un turbinio di cifre e di parole, degno presupposto per gli scenari della fanta-finanza più attuale. Elio De Capitani, con parlata napoletaneggiante, è anche in questa edizione Ridolfo, un pigro e insofferente padrone della bottega; confermati anche i ruoli di Corinna Agustoni, una spudorata Lisaura, Cristina Crippa, un’energica Placida moglie di Leandro, il finto conte interpretato da Gabriele Calindri; Luca Toracca è sempre l’assatanato biscazziere Pandolfo e Fabiano Fantini l’ottuso e cupo servo Trappolo. Cambio della guardia per il sordido Don Marzio, interpretato in questa versione da Alessandro Genovesi, per il nobile e impetuoso Eugenio, interpretato da Nicola Russo, e per l’ingenua Vittoria, una Marina Remi dall’accento bergamasco. Www. Elfo. Org .  
   
   
AL TEATRO FILODRAMMATICI DI MILANO SOLITUDINI 2 ATTI UNICI DI DINO BUZZATI  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - Allora qui in casa, da solo, mi metto a recitare. Mi metto a recitare. L’unico modo per essere meno solo. Per essere un po’ meno solo …E per salvarmi. D. Buzzati Il progetto Piacere, Dino Buzzati, che il Teatro Filodrammatici ha portato avanti insieme al Comune di Milano, si conclude con la performance Solitudini, in scena dal 15 al 18 dicembre ad ingresso libero. Lo spettacolo, che riprende e rinnova quello che nella stagione 2000-2001 aveva concluso il progetto dedicato dal Filodrammatici a Buzzati, scava e miscela due figure femminili, quella della cartomante Iris e quella dell’avventuriera Velia, entrambe interpretate da Adriana De Guilmi. La prima è la protagonista dell’atto unico Sola in casa, scritto da Buzzati per Paola Borboni, e racconta del giro di carte che mette Iris faccia a faccia con la morte, nella figura di un maniaco, il misterioso serial-killer cavalier Intronico, che imperversa nel quartiere e che la terrorizza al punto da portarla ad interloquire con lui in un dialogo immaginario. Ma soprattutto lo sfondo pauroso diventa occasione per un bilancio con la vita e con la solitudine. Il finale noir è già scritto e quasi cercato dalla protagonista. Analogamente Velia, la protagonista di Spogliarello, testo scritto da Laura Adani ma mai rappresentato prima di quest’edizione, attraversa una sorta di discesa agli inferi, o di vera e propria via crucis suddivisa in sette quadri, in cui si ritrae nei vari ruoli di prima mantenuta d’alto bordo di un ricco industriale, poi di proprietaria di un bar e infine di condannata a morte in un lettuccio di ospedale, dopo essere finita sul marciapiedi per debiti. L’occasione è quella di un incontro ravvicinato con il mondo umanissimo, introspettivo ma anche visivo, di uno dei maggiori autori del Novecento, rappresentato qui, con mille cambi e sfaccettature da una delle attrici storiche del Teatro Filodrammatici. .  
   
   
SUL PALCOSCENICO DEL TEATRO SAN BABILA MASSIMO LOPEZ NEL RUOLO DI WILLIAM SHAKESPEARE E DI PADRE LORENZO IN OH ROMEO  
 
 Milano, 11 dicembre 2006 - Ephraim Kishon, grande drammaturgo, giornalista, umorista e Premio Nobel per la Letteratura, ha rivisitato il testo shakespeariano creando una straordinaria farsa della storia d’amore di tra la candida Giulietta e il bel Romeo. Nel suo testo, infatti, Giulietta si sveglia prima del previsto e impedisce a Romeo di suicidarsi. Quindi i due innamorati hanno finalmente modo di ottenere quello che il pubblico di tutto il mondo, in fondo, gli ha sempre augurato: una straordinaria storia d’amore, e anche una vita normale. Diventano però una coppia come le altre, con i problemi di vita quotidiana, la convivenza, la figlia che cresce anche un po’ impertinente. E’ così che, dall’al di là, interviene Lopez-shakespeare, assolutamente determinato a ricondurre il proprio capolavoro alla versione originale: la più grande, bella e triste storia d’amore di tutti i tempi non può finire con un battibecco. Insomma, Giulietta e Romeo, questa volta, devono davvero morire, o, almeno, mettersi in riga. Ma il povero Shakespeare, per giunta corteggiato dalla figlia degli amanti, non riuscirà a riportare la sua opera agli antichi lumi: Giulietta e Romeo ancora una volta non moriranno, si faranno beffe di lui fingendo di avvelenarsi, ma solo per togliersi dalle scatole l’ingombrante drammaturgo. Non lacrime quindi, ma grandi risate. Note Di Regia di Giorgio Lopez “Poiché non vi fu mai storia più triste di quella di Giulietta e del suo Romeo”. Così Shakespeare conclude la sua Opera, ma non è così in quest’intreccio incredibile, irresistibilmente comico e paradossale, che scaturisce dalla mente di Ephraim Kishon. Il testo è infatti una comica e paradossale “rivisitazione” delle note vicende di Romeo e Giulietta. La vera tragedia, in questa commedia, è caratterizzata dalla loro permanenza in vita ed il loro matrimonio. Tutto assurge al paradosso ed al grottesco e quindi trascina inevitabilmente lo spettatore alla risata, una risata forse dissacrante se si pensa all’armoniosa e soave poesia che ha sempre permeato questa storia d’amore. Ma di questi tempi tale dissacrazione si rivela estremamente d’attualità in un mondo di single, disperati, soli, disturbati e nevrotici umanoidi alla ricerca di una serenità ed un equilibrio che evidentemente non appartengono a questo mondo. Ma vediamo in sintesi questa vicenda paradossale. Romeo, disperato, sulla tomba di Giulietta assiste incredulo al suo anticipato ed inaspettato risveglio e per questo fortuito caso non beve il veleno e rimane in vita. Lo spettacolo ha inizio rappresentando un quadro familiare composto da Romeo e Giuletta sposati, trent’anni dopo lo “scampato suicidio” dimorati a Verona. Qui ha inizio la loro vera tragedia e la tragedia dell’autore William Shakespeare che decide di intervenire personalmente per ricondurre la propria Opera nei giusti canoni della tragedia classica, così come lui l’aveva originariamente pensata e scritta. Ma tutto ciò è quasi impossibile. Romeo e Giulietta sposati, vivono in ristrettezze economiche, litigano quotidianamente per cretinate, lei pretende da lui, che si rimpinza solo di carote e cipolle, un po’ d’amor proprio e soprattutto un aiuto in casa tramite l’assunzione di una donna ad ore che le allevi un po’ le fatiche domestiche. Romeo che da tempo fa il maestro di tango Argentino, non ne può più di Giulietta e di Lucrezia Benvolia, figlia di Giulietta (figliastra di Romeo) un’adolescente ribelle che avendo un rapporto conflittuale con i genitori, pensa solo di fuggire di casa. La nutrice è una vecchia sorda napoletana che denuncia la civetteria di Giulietta che è sempre andata alla ricerca di facili avventure con chiunque, frati compresi. Frate Lorenzo che li ha sposati è affetto da demenza senile e non ricorda nemmeno i loro nomi e li confonde con quelli di personaggi di altre tragedie Shakespeariane. E infine Shakespeare, avvilito per la piega mediocre che ha preso la sua Opera, interviene e irrompe nella scena per rimettere in riga i due propinandogli i suoi versi immortali, ma non ottenendo alcun risultato. L’importante però è salvaguardare l’eternità e la paternità della sua tragedia. Ma con tutti i suoi goffi tentativi non vi riesce anche perché nel frattempo s’innamora perdutamente di Lucrezia che gli propone di fuggire. Questo straordinario intreccio si chiude con il tentativo da parte dello stesso Shakespeare di convincere Romeo ad avvelenare Giulietta per accaparrarsi l’intera eredità della famiglia Capuleti e viceversa di convincere Giuletta ad avvelenare Romeo per proteggere il suo patrimonio dalle insidie del suo “avido” coniuge. Risulterà vano anche questo tentativo di avvelenamento. Romeo e Giulietta infatti fingono di avvelenarsi, ma uscito di scena Shakespeare, convinto di aver così ricondotto la sua opera alla stesura originale, riprendono la vita di tutti i giorni, nella squallida routine che incomberà ancora sovrana sui due amanti più famosi della storia della Letteratura. .  
   
   
AL TEATRO VENTAGLIO SMERALDO THE CHRISTMAS SHOW LA MAGIA DEL NATALE TORNA SUL PALCOSCENICO PER INCANTARE GRANDI E PICCINI.  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - Babbo Natale e i suoi aiutanti si stanno preparando a partire dal Polo Nord per approdare a Milano, al Teatro Ventaglio Smeraldo. La grande festa del Natale inizierà il 14 dicembre, tra le acrobazie di renne volanti, gnomi e folletti che coinvolgeranno il pubblico in sala con musica ed effetti speciali. Sul palco anche Jonathan Kashanian, vincitore del Grande Fratello 5, nel ruolo dell’inviato della “Santa Claus News Tv”, emittente ufficiale di Babbo Natale. Trasmetterà informazioni, news e anedotti su Santa Clasu da Korvatunturi, sua citta segreta. Christmas Show non è una commedia o una rappresentazione classica, ma un vero e proprio spettacolo. Sulle note delle canzoni a tema più popolari – “Jingle bells”, “White Christmas”, “Silent night”, “Santa Claus is coming to town” - il musical permette ai sognatori, ma anche agli scettici di vivere la magia del Natale. Tante, sul paloscenico, le situazioni capaci di creare un’autentica e suggestiva atmosfera natalizia, come lo shopping sotto la neve con ballerini-manichini che per l’occasione prendono vita facendo gli auguri agli spettatori o la fabbrica dei giocattoli di Babbo Natale, dove sono tutti indaffarati a incartare gli ultimi pacchetti. Pensato come risposta italiana ai sontuosi show natalizi di Broadway, Christmas Show è uno spettacolo per tutta la famiglia. Perché mentre i più piccoli ci credono, i grandi – mogli e mariti, fidanzati e nonni - si divertono, e per una sera, forse, riescono a rivivere le emozioni provate da bambini. E come in ogni favola che si rispetti, questa magia natalizia si concluderà con soffici fiocchi di neve che cadranno “dal cielo”, mentre ai piccoli ospiti verranno distrubuiti variopinti regali, dolci e panettoni. Www. Officinesmeraldo. It .  
   
   
L’ASSOCIAZIONE PIER LOMBARDO E L’ASSESSORATO AL TURISMO, MARKETING TERRITORIALE E IDENTITÀ PRESENTANO MEMORIE E IDENTITÀ QUATTRO VOCI PER INTERROGARE MILANO E SOLLECITARE LA NOSTRA CURIOSITÀ, LA NOSTRA INTELLIGENZA E LE NOSTRE EMOZIONI  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - L’atelier di via Melone, in collaborazione con L’assessorato al turismo, Marketing territoriale e Identità, ha organizzato, dal 12 al 15 dicembre, quattro incontri con protagonisti: Indro Montanelli, Emilio Tadini, Giovanni D’anzi, Umberto Simonetta, per capire attraverso il loro operato il significato di identità, ma soprattutto per verificare quanto, attraverso le loro parole, Milano sia stata generosa, non solo con i concittadini, ma anche nei confronti dei non milanesi. Gli incontri seguono la linea, da tempo utilizzata dal Teatro Franco Parenti, attenta ad attraversare la memoria di Milano e riflettere sul concetto di identità. Negli ultimi anni, le manifestazioni organizzate dal Teatro Franco Parenti sono state dedicate a Dino Buzzati, Franco Fortini, Carlo Emilio Gadda, Giovanni Testori e Ottiero Ottieri. L’atelier di via Melone intende continuare questa linea di ricerca e proporsi come osservatorio sui grandi temi della vita artistica, culturale e politica della città. Gli incontri avranno inizio alle ore 18,00, un’ora durante la quale, insieme ai pensieri, alle immagini e alle parole, verrà servito un aperitivo speciale. .  
   
   
MICHEL ALTIERI & FRIENDS IN CONCERTO PER I BAMBINI ABBANDONATI A MILANO  
 
 Milano, 11 dicembre 2006 - Il 19 dicembre al Teatro Nuovo va in scena un concerto-evento i cui ricavati andranno devoluti all’Associazione Nazionale per la difesa della Fanciullezza di Milano. Michel Altieri, l’attore-cantante che per la critica è “il primo Pop Idol teatrale italiano,” protagonista dei musical più importanti degli ultimi anni, si esibirà accompagnato dal coro gospel Lift Your Voice, a seguire Michele Carfora, alcuni comici di Colorado Cafè , Zelig, e tanti altri. Mentre a Maria Teresa Ruta invece verrà affidata la conduzione. L’associazione, fondata a Milano nel 1898 si occupa di bambini dai 2 ai 12 anni, abbandonati e che hanno per giunta, nella maggioranza dei casi, subito violenze di ogni tipo. Per informazioni, prenotazioni chiamare allo 02. 29524761 - 02. 29523798 dal lunedì al venerdì dalle ore 9. 00 alle ore 17. 00 Michel Altieri dichiara: -“Sono bimbi piccoli, piccolissimi, non hanno né mamma né papà. Ripeto niente e nessuno. E’ stato difficile per me essere lì, di fronte a loro e trattenere la commozione. Non sono abituato a perdere il controllo delle mie emozioni, lavoro con le emozioni, ma vedere quella realtà, vedere quell’ingiustizia…mi ha fatto perdere ogni forza ed ho ceduto a qualcosa che si potrebbe definire un pianto… impacciato. Ho sentito una dinamica potente dentro di me che mi ha fatto promettere il massimo dell’impegno, della disponibilità, della responsabilità. Ho scelto di essere attore per regalare un pensiero, per far riflettere lo spettatore attraverso i miei personaggi o attraverso le mie azioni. Io e mia moglie avevamo già devoluto ciò che potevamo in occasione delle nostre nozze ad un’altra Onlus per l’Afghanistan, ma a volte ciò che è dietro l’angolo passa inspiegabilmente inosservato. ”- Il messaggio stampato sulla maglietta nelle foto è: “L’uomo è vivo nella misura in cui comunica” .  
   
   
MUSEO DEL DESIGN ALLA TRIENNALE PRONTO TRA UN ANNO SIGLATO IN REGIONE DA ZANELLO L´ACCORDO DI PROGRAMMA  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - Nascerà all´interno della Triennale di Milano su una superficie di circa 3. 000 mq, costerà in tutto 12,7 milioni di euro (2,2 a carico della Regione Lombardia) e vedrà la luce entro la fine del prossimo anno: è il nuovo Museo del Design, frutto dell´Accordo di Programma firmato oggi a Palazzo Pirelli dai rappresentanti delle istituzioni e degli enti coinvolti nel progetto: in particolare, l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione Lombardia, Massimo Zanello, il direttore del Ministero per i Beni Culturali per la Lombardia, Carla Di Francesco, l´assessore alla Cultura della Provincia di Milano, Daniela Benelli, l´assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano, Carlo Masseroli, e il presidente della Fondazione "La Triennale di Milano", Davide Rampello. All´accordo di Programma hanno aderito anche altri 8 soggetti: la Camera di Commercio di Milano, Assolombarda, l´Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, il Cosmit, la Fondazione Adi, la Fondazione Fiera di Milano, lo Iulm e il Politecnico di Milano. "Siamo orgogliosi di presentare oggi un progetto antico e storico - ha dichiarato l´assessore Zanello - come antico e storico è il ruolo di Milano e della Lombardia in un comparto come quello del design di altissima qualità e profilo". Nel ringraziare tutti gli attori coinvolti, Zanello ha poi spiegato come con "questa iniziativa si sia una volta di più dimostrata la straordinaria capacità della Lombardia di fare sistema". "Tutte le istituzioni cittadine - ha aggiunto - hanno creduto intensamente ed economicamente a questo progetto, dal quale nascerà il nodo centrale di una rete museale regionale, comprendente le numerose collezioni e tutti i musei d´impresa presenti sul nostro territorio. Una rete museale che non si fermerà qui, ma che dovrà crescere di pari passo con le innovazioni e con il progresso del design milanese e lombardo". . .  
   
   
CONCERTO DI STING: OGGI POMERIGGIO SARANNO DISTRIBUITI I BIGLIETTI GRATUITI  
 
Milano, 11 dicembre 2006 – Nel pomeriggio di oggi dalle ore 16. 00 alle 19. 00, presso l’Assessorato allo Sport e Tempo libero, in via Marconi 2, saranno distribuiti i biglietti offerti dal Comune di Milano per assistere al concerto di Sting. Per ritirare i biglietti, non più di due a persona fino a esaurimento, occorre presentarsi muniti di un documento di identità. Lo spettacolo è previsto per mercoledì 13 dicembre, alle ore 21. 00, presso la chiesa di Santa Maria delle Grazie, in via Caradosso, e sarà trasmesso gratuitamente il 20 dicembre via internet sul portale di Rosso Alice. .  
   
   
GOLF – EUROPEAN TOUR: IN SUDAFRICA OTTIMA PRESTAZIONE DI ALESSANDRO TADINI (8°) IL TITOLO AL VENTIDUENNE SPAGNOLO ALVARO QUIROS  
 
Milano, 11 dicembre 2006 - Ottima prestazione di Alessandro Tadini che si è classificato ottavo con 282 colpi (68 74 71 69), alla pari con Ernie Els e Alan Mclean, nell’Alfred Dunhill Championship, il quinto torneo nel calendario dell’European Tour 2007 svoltosi sul percorso del Leopard Creek Gc a Mpumalanga in Sudafrica. Si è imposto il ventiduenne spagnolo Alvaro Quiros (275 - 74 66 68 67), "rookie del circuito", che con un birdie sull´ultima buca ha lasciato a un colpo un altro ventiduenne, il sudafricano Charl Schwartzel (276 - 68 68 68 72), vincitore di questa gara due stagioni addietro. Al terzo posto con 279 l´inglese Lee Westwood, al quarto con 280 Darren Fichardt e Ross Fisher. Non aveva superato il taglio dopo 36 buche Edoardo Molinari, 90° con 149 (75 74). Dopo aver concluso al comando il primo giro, Tadini ha avuto una flessione ed è scivolato al 18° posto nel secondo dopo un 74. Poi la rimonta con un 71 e la 16ª posizione nel terzo e il 69 per l´impennata finale. Nel suo score cinque birdie e due bogey. Quiros ha conquistato la "carta" per l´European Tour con il 18° posto nell´ordine di merito del Challenge Tour 2006 al termine di una stagione nella quale aveva ottenuto un successo nel Morson Internatinal Pro-am Challenge. Challenge Tour: In Vetta Felipe Aguilar – Il cileno Felipe Aguilar (207 - 69 69 69) inizierà al comando il giro finale dell’Abierto Mexicano Corona, torneo in combinata tra Challenge Tour e Tour de Las Americas che si disputa sul percorso del Club de Golf de la Hacienda, a Città del Messico. Lo seguono al secondo posto con 208 l´argentino Rodolfo Gonzalez, il messicano Daniel De Leon e lo svedese Klas Eriksson, In corsa per il titolo anche Ricardo Carrillo, Pablo Del Grosso e Carlos Cardeza, quinti con 209, così come i sei giocatori ottavi con 210. Non ha superato il taglio Alessio Bruschi, unico italiano in gara, 61° con 146 (73 73) e fuori per un colpo. Copa Juan Carlos Tailhade: Gli Azzurri Si Fermano - Marco Guerisoli è stato costretto all´abbandono nel corso del terzo giro e l´Italia, seconda dopo 36 buche, non ha potuto continuare a disputare la Copa Juan Carlos Tailhade, torneo a squadre che termina al Los Lagartos Country Club di Pilar, nei pressi di Buenos Aires in Argentina. E´ rimasto in gara Andrea Pavan, che ha girato in 76 colpi e che sta concorrendo per la classifica individuale dove è al settimo posto con 218 colpi (69 73 76). Guida la graduatoria, che comprende anche giocatori in campo a titolo personale, l´argentino Luciano Dodda (208 - 67 69 72) in vetta sin dal turno iniziale. E´ seguito dall´inglese Seve Benson con 210 (70 69 71) e da Alex Ochoa con 211. Nel torneo a squadre ha ceduto il Portogallo (439 - 144 141 154), sceso dal primo al terzo posto dove si trova alla pari con l´Olanda (146 145 148). In vetta con 435 (149 141 145) l´Inghilterra di Seve Benson ed Edward Richardson, seguita dall´Australia (436 - 142 148 146) di Andrew Dodt e di Jamie Arnold. .  
   
   
GOLF –WORLD CUP: LA GERMANIA BATTE IL PLAY OFF LA SCOZIA L´ITALIA SI CLASSIFICA ALL´OTTAVO POSTO  
 
 Milano, 11 dicembre 2006 - L´italia si è classificata all´ottavo posto con 273 colpi (68 70 64 71) nella World Cup, disputata al Sandy Lane Resort´s Country Club Course a St. James, nelle Isole Barbados e vinta dalla Germania (268 - 65 69 68 66) di Bernhard Langer e Marcel Siem in play off sulla Scozia (67 67 65 69) di Colin Montgomerie e Marc Warren. Gli azzurri Francesco Molinari ed Emanuele Canonica nel foursome finale hanno avuto qualche difficoltà nelle prime nove buche, dove sono andati sopra par di due colpi (birdie alla 6 e bogey alle buche 2, 7 e 9), poi nella seconda parte si sono ripresi riportandosi in par con due birdie (13 e 15). Insieme all´Italia sono terminate l´Australia (John Senden/mark Hensby), il Messico (Octavio Gonzalez/esteban Toledo) e il Galles (Stephen Dodd/bradley Dredge), campione uscente. In un finale molto emozionante la Germania si è trovata leader in club house insieme alla Scozia e alla Svezia (Henrik Stenson/carl Pettersson), entrambe con una buca da giocare. Gli svedesi con un bogey hanno perso l´opportunità di giocare il play off, finendo al terzo posto con 269 (64 70 63 72). Nello spareggio Langer ha dato la vittoria alla Germania mettendo a segno il putt per il par dopo che Montgomerie aveva mancato la sua opportunità. Al quarto posto con 270 il Sudafrica (Rory Sabbatini/richard Sterne), al quinto con 271 gli Stati Uniti (Stewart Cink/j. J. Henry), la Spagna (Miguel Angel Jimenez/gonzalo Fernandez Castaño) e l´Argentina (Angel Cabrera/andres Romero) molto deludente nel finale. La World Cup ha chiuso il ciclo delle quattro gare stagionali del World Golf Championship, ossia il circuito mondiale. Ha distribuito quattro milioni di dollari con la Germania che ha intascato 1. 400. 000 dollari. .  
   
   
ARGENTO A SYDNEY PER MASCALZONE LATINO  
 
 Sydney, 11 dicembre 2006 - L´equipaggio del Mascalzone Latino-capitalia Team Farr 40 ha concluso al secondo posto a Sydney la tre giorni di regate del Rolex Trophy 2006 - One Design Series, l’ultimo appuntamento della trionfale stagione 2006 per gli uomini di Vincenzo Onorato. Solo due punti di distacco dal vincitore, Ichi Ban -vicecampione del mondo Matt Allen -che correva nelle acque di casa- e sei dal terzo in classifica. "In questo weekend di regate ci siamo divertiti molti -ha detto l’armatore napoletano-. Le gare di oggi sono state fantastiche e il valore di questa regata è cresciuto molto. Credo proprio che torneremo a farla ogni anno". Il Farr 40 dei Mascalzoni ha concluso le nove prove disputate nella baia di Sydney sulla piazza d´onore dopo aver mantenuto il secondo posto sin dal primo giorno con un minimo distacco. In questa serie di regate, inoltre, gli uomini di Onorato, hanno tagliato più volte per primi il traguardo rispetto agli avversari: tre le vittorie conquistate dal Mascalzone Latino-capitalia Team Farr 40, due dall’equipaggio di Ichi Ban e da Sputnik –terzo classificato- e una da Kokomo -quarto-. Vincenzo Onorato e i suoi Mascalzoni torneranno a correre nella classe Farr 40 dal 15 al 19 gennaio 2007 a per l’Acura Key West Race week. .