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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Ottobre 2009
UE: LA CRISI EVIDENZIA LA NECESSITÀ URGENTE DI UN COORDINAMENTO E UNA VIGILANZA PIÙ CAPILLARI E DIFFUSI A LIVELLO MACROECONOMICO NELL ´AREA DELL´EURO CRISI. G20 FORUM FONDAMENTALE PER LA GOVERNANCE ECONOMICA MONDIALE.  
 
 Bruxelles, 12 ottobre 2009 - L´euro ha svolto una funzione indispensabile di scudo protettivo contro le onde d´urto provocate dalla peggiore crisi economico-finanziaria del dopoguerra. La crisi ha tuttavia messo in luce anche l´importanza di affrontare – con la massima sollecitudine in quanto materia di comune interesse – i divari in materia di competitività. Secondo la dichiarazione annuale sull´area dell´euro per il 2009 questo obiettivo può essere conseguito grazie a un efficace adeguamento interno che avvii l´area dell´euro su un cammino di crescita sostenuta e equilibrata e che permetta di ripristinare la sostenibilità di lungo termine delle finanze pubbliche. " La moneta unica si è rivelata uno scudo fondamentale durante la crisi, anche per gli Stati membri che non fanno parte dell´area dell´euro ma, da sola, non può risolvere squilibri interni ed esterni. L´area dell´euro e l´Eurogruppo devono prodigarsi maggiormente per fare delle politiche economiche e di bilancio una questione di interesse comune e per affrontare gli squilibri di competitività", ha dichiarato Joaquín Almunia, commissario per gli affari economici e monetari, che ha poi aggiunto: "l´avvio di un nuovo quadro per la crescita deciso dai leader del G20 a Pittsburgh impone all´area dell´euro di parlare efficacemente con una sola voce per garantire una solida difesa dei suoi interessi a livello mondiale". L ´euro ha protetto l´area omonima dalle turbolenze sui tassi di cambio e di interesse, rivelatesi così perniciose durante le crisi passate, e ha inoltre svolto un ruolo importante per orientare verso sane politiche macroeconomiche gli Stati membri che perseguono attivamente l´adozione dell´euro o le cui valute sono legate allo stesso. La capacità della Bce di intervenire rapidamente in cooperazione con le principali banche centrali ha contributo alla stabilità del sistema monetario internazionale nel suo insieme. La crisi ha tuttavia messo in luce la vulnerabilità di taluni Stati membri che hanno accumulato squilibri macroeconomici. Le stesse favorevoli condizioni macroeconomiche, che hanno facilitato in tutto il mondo l´espansione del credito, hanno consentito ad alcuni Stati membri dell´area dell´euro di finanziare una crescita economica rapida ma soggetta a squilibri crescenti, in quanto i capitali raccolti non sono stati sempre destinati agli usi più produttivi. Su un altro versante, i paesi che vantavano un avanzo delle partite correnti hanno dovuto far fronte a un immediato calo della crescita innescato dalla riduzione della domanda a livello mondiale, senza che ciò sia stato veramente compensato da un aumento della domanda interna. Il mancato completamento degli interventi in materia di consolidamento di bilancio e vigilanza finanziaria, nonché di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri all´interno dell´Uem, hanno ulteriormente accentuato i citati aspetti di vulnerabilità e inciso negativamente sulla capacità dell´area dell´euro di reagire alle crisi. Il G20 pone l´area dell´euro di fronte a nuove sfide Come già illustrato nella comunicazione della Commissione 2008 Emu@10 sui 10 anni di Unione economica e monetaria, per utilizzare al meglio le potenzialità della moneta unica i membri dell´area dell´euro devono coordinare più efficacemente le rispettive politiche macroeconomiche, estendere la vigilanza agli aspetti della stabilità macrofinanziaria e della competitività e migliorare la loro capacità di parlare con una sola voce. La risposta a queste sfide riveste un´importanza cruciale in questa fase per garantire una transizione agevole da una ripresa ancora fragile a una crescita autonoma ed equilibrata e per riportare le finanze pubbliche nell´alveo di un percorso sostenibile. Migliorare il potenziale di crescita, anche reperendo nuove e più equilibrate fonti, e ridurre i livelli del debito lievitati a causa della crisi non sono esigenze proprie soltanto all´area dell´euro. Tuttavia, dal momento che tale area dispone di un´unica valuta e presenta gli stessi tassi di cambio e di interesse, ha un interesse maggiore a coordinare le proprie politiche; la strategia di uscita dalla crisi impone inoltre di affrontare in modo organico le cause alla base di sviluppi sul piano della competitività tra gli Stati che ne fanno parte. Una revoca – adeguatamente pianificata e coordinata – delle misure di sostegno al bilancio e alle imprese, non appena la situazione lo consenta, corredata di progetti di riforme strutturali credibili, contribuirebbe a migliorare le prospettive di stabilità dei prezzi, facilitando la messa in atto di una politica monetaria unica. Nell´essenziale il coordinamento dovrebbe concretizzarsi in un accordo sui tempi, i ritmi e la sequenza della normalizzazione delle politiche. La dichiarazione annuale propugna inoltre una più efficace rappresentanza dell´area dell´euro negli organismi e nei forum economico-finanziari mondiali. Con il G20 ormai saldamente stabilito come nuova piattaforma per il coordinamento delle politiche economiche mondiali, deve essere riconosciuta la particolare identità economico-istituzionale dell´area dell´euro. In questo ambito l´Eurogruppo deve cercare di elaborare una posizione comune per contribuire all´attuazione del Quadro per una crescita economica solida, sostenibile ed equilibrata concordato dal G20 a Pittsburgh. La Commissione invita gli Stati membri a dimostrare la volontà politica e la leadership per trasformare la consonanza di intenti in azione politica concertata. Il trattato di Lisbona darà, auspicabilmente, ulteriore slancio per migliorare la governance economica dell´area dell´euro, riconoscendo formalmente l´Eurogruppo e il suo presidente e rafforzando il ruolo di vigilanza della Commissione. Gli aspetti economici sollevati nella dichiarazione annuale sono analizzati più nel dettaglio nella contestuale relazione annuale che, tra l´altro, si sofferma in modo analitico sugli interventi politici per rispondere alla crisi e sull´affermarsi del G20 come forum fondamentale per la governance economica mondiale. .  
   
   
G20: EVITARE DI IMPORRE ONERI ECCESSIVI SULLE GENERAZIONI FUTURE  
 
 Bruxelles, 12 ottobre 2009 - L´ue ha bisogno di una struttura di vigilanza finanziaria più forte che miri all´istituzione di un´autorità unica in materia. E´ quanto afferma il Parlamento europeo in una risoluzione sul vertice del G20 di Pittsburgh, sottolineando anche la necessità di risanare le finanze e garantire la sostenibilità fiscale a lungo termine per evitare eccessivi oneri sulle generazioni future. Secondo i deputati, occorre poi rafforzare la lotta all´evasione fiscale e assicurare una crescita forte dell´economia reale. Nella risoluzione approvata per alzata di mano, il Parlamento accoglie con favore gli accordi raggiunti al Vertice del G20, compreso l´impegno ad evitare ogni prematura soppressione degli incentivi cui si è ricorso per stabilizzare i mercati. Esorta poi a mettere a punto fin d’ora efficaci strategie di uscita, "affinché esse possano essere attuate rapidamente non appena la ripresa lo permetterà". Tuttavia, osservando con preoccupazione "il rapido aumento del debito pubblico e dei disavanzi di bilancio", sottolinea l´importanza di "risanare le finanze pubbliche e di garantire la sostenibilità fiscale a lungo termine al fine di evitare di imporre un onere troppo pesante alle generazioni future". Come prevenire future crisi - Per i deputati è necessaria una maggiore centralizzazione in materia di vigilanza dei mercati finanziari al fine di prevenire altre crisi. L´unione europea deve quindi adoperarsi "a favore di una struttura di vigilanza finanziaria più forte che miri all´istituzione di un´autorità unica in materia". Sottolineano poi che, per evitare che in futuro si verifichino crisi finanziarie, è necessario affrontare le cause soggiacenti (compresi un deficit o un surplus commerciale eccessivo). Ritengono peraltro che una risposta multilaterale efficace alla crisi debba affrontare le cause degli squilibri registrati nei tassi di cambio e della volatilità dei prezzi delle materie prime in quadri multilaterali. Priorità all´occupazione - Il Parlamento sottolinea che la priorità immediata deve essere quella di "assicurare una crescita forte e sostenibile dell´economia reale, di garantire il corretto funzionamento dei mercati dei capitali e dei prestiti, di sostenere e promuovere l´occupazione e di tutelare i cittadini dagli effetti negativi della crisi, rivolgendo particolare attenzione ai più poveri e ai più vulnerabili". Evidenzia inoltre l´importanza di sostenere il dialogo sociale a tutti i livelli "per evitare la deflazione dei salari e garantire che gli aumenti salariali siano in linea con l´aumento della produttività". Bonus e paradisi fiscali - Il Parlamento invita poi la Commissione a trasporre rapidamente in atti legislativi europei vincolanti gli impegni assunti in occasione del Vertice del G20 per quanto riguarda i bonus. Si compiace inoltre dei progressi compiuti in relazione al segreto bancario, chiede l´istituzione di un sistema efficace inteso a prevenire, rilevare e perseguire l´evasione fiscale. Riconosce poi che “i risultati conseguiti nella lotta contro i paradisi fiscali sono stati notevoli" ma, aggiunge, "non sono ancora sufficienti". No al protezionismo - Accogliendo con favore gli impegni assunti in vista di un´economia globale aperta, il Parlamento ribadisce il proprio rifiuto nei confronti di ogni forma di protezionismo e continua ad insistere a favore di progressi nel garantire un accesso al mercato che non vada a detrimento dei paesi in via di sviluppo. Cambiamento climatico - Il Parlamento, infine, si rammarica del fatto che non siano stati conseguiti progressi per quanto concerne il finanziamento della lotta globale contro il cambiamento climatico. .  
   
   
PLENARIA DI OTTOBRE A BRUXELLES: TRATTATO DI LISBONA DOPO IL VOTO IRLANDESE E LIBERTÀ DI ESPRESSIONE  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009 - Il 7 ottobre l´aula ha discusso con il presidente della Commissione europea Barroso e il Consiglio le conseguenze del ´Si´ irlandese, in particolare la ratifica da parte della Repubblica ceca e la nomina dei tre nuovi posti chiave europei creati dal Trattato. La maggioranza dei parlamentari ha espresso soddisfazione per il risultato del voto in Irlanda, ma non mancano le voci critiche. Irlanda "al cuore dell´Europa unita". Il presidente del Parlamento Jerzy Buzek ha aperto la sessione affermando che "il popolo irlandese ha mandato un segnale chiaro: vogliono restare al cuore dell´Europa unita. Ma non dobbiamo dimenticarci di quelli che hanno votato no - ha continuato - perché ci stanno dicendo qualcosa che abbiamo il dovere di ascoltare". "Una maggioranza travolgente" - secondo il capogruppo popolare Joseph Daul - "ha detto sì non solo al Trattato di Lisbona ma all´Europa come area di sicurezza e di valori condivisi". Di opinione diversa il leader degli euroscettici Nigel Farage (Efd) che ha chiesto "un terzo referendum, poi scegliamo il migliore di tutti e tre. Ma questa volta dovrebbe essere libero e giusto. Intanto noi in Gran Bretagna faremo campagna per andarcene dall´Ue, e andarcene il più presto possibile". La Sinistra unita, per voce del suo leader Lothar Bisky, preferirebbe "referendum obbligatori" in tutti i Paesi Ue e ha messo in guardia sul fatto che "una volta che si fa un referendum, bisogna accettare il risultato". Critico anche Timothy Kirkhope, del nuovo gruppo conservatore Ecr: "il Trattato significa un passo in avanti verso un´Europa-superstato che molti cittadini non vogliono". Occhi puntati su Praga. I due soli Paesi che non hanno completato la ratifica del Trattato di Lisbona sono la Polonia e la Repubblica ceca: i rispettivi Presidenti della Repubblica devono ancora apporre la loro firma. Mentre Varsavia lo farà nei prossimi giorni, Praga aspetta il verdetto della Corte costituzionale. Ma l´Europa chiede al presidente Vaclav Klaus di accelerare il passo. Per Daul il presidente ceco dovrebbe comportarsi "in maniera responsabile", mentre il leader socialdemocratico Martin Schulz ha detto che il Trattato di Lisbona non é fatto per "rendere gli Stati Membri più forti rispetto all´Europa, ma perché l´Europa diventi un leader mondiale e renda più forti gli Stati membri". Anche lui ha chiesto al presidente Klaus di prendere atto del risultato irlandese e firmare il Trattato in tempi brevi. Nomina dei nuovi organi. Dal gruppo liberale arriva la richiesta all´attuale presidenza del Consiglio "di non aspettare l´entrata in vigore per nominare la nuova Commissione": il capogruppo Guy Verhofstadt ha dichiarato che "non possiamo stare qui con le mani in mano aspettando che Klaus firmi". Gli ha risposto il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, dicendosi pronto a iniziare la formazione della nuova Commissione appena c´é la sufficiente "chiarezza giuridica" da parte del Consiglio. Più cauto il premier svedese Fredrik Reinfeldt, che preferirebbe attendere la fine del processo di ratifica. Daniel Cohn-bendit,a nome dei Verdi, ha insistito sulla trasparenza nelle nomine del nuovo Presidente del Consiglio e Alto rappresentante europeo per la politica estera: "l´Europa si merita un vero dibattito pubblico, non vogliano che i nomi siano calati dall´alto all´ultimo momento, dopo una riunione a porte chiuse fra Primi Ministri". .  
   
   
DIBATTITO SULLA LIBERTÀ D´INFORMAZIONE IN ITALIA (1)  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009 - Nel corso di un dibattito sulla libertà di informazione in Italia, svoltosi l’8 ottobre i rappresentanti dei gruppi Ppe, Ecr e Efd hanno ammonito dall´utilizzare l´Unione europea quale forum per risolvere le questioni di politica interna. D´altro lato, i gruppi S&d, Alde, Verdi/ale e Gue/ngl hanno chiesto alla Commissione di proporre un´ampia legislazione europea sul pluralismo dei media. Dichiarazione in nome della Commissione: Il commissario per i media, Viviane Reding, ha sottolineato che l´Unione europea ha poteri limitati nel campo della stampa scritta ma che tutti gli Stati membri hanno istituzioni proprie per risolvere eventuali problemi legati ai diritti fondamentali. Ha quindi invitato i deputati a non risolvere i problemi tramite le istituzioni europee se possono farlo a livello nazionale. Interventi in nome dei gruppi politici: Il Presidente del gruppo Ppe, Joseph Daul, condannando l´utilizzo del Parlamento quale forum per un dibattito nazionale ha sottolineato che l´Italia è un paese democratico dove l´ordinamento giuridico è rispettato. Il Parlamento non ha poteri su questa materia e non dovrebbe essere strumentalizzato per i regolamenti di conti. Per David-maria Sassoli (S&d, It) l´Italia è un grande paese democratico, come dimostrato dalla sentenza di ieri della sua Corte costituzionale. Tuttavia, a suo parere, nei paesi dell´Unione il diritto di informazione dovrebbe essere garantito da standard comuni. Ha pertanto chiesto una direttiva europea con indicatori applicabili a tutti. Il leader belga del gruppo Alde, Guy Verhofstadt, ha dichiarato che non dovrebbe essere negata l´esistenza di un problema. Il fatto che tre paesi dell´Unione siano stati classificati dall´organizzazione Freedom House come aventi media solo "parzialmente liberi" lo preoccupa e rende necessaria la richiesta alla Commissione di garantire il pluralismo dei media. La deputata olandese del gruppo Verde, Judith Sargentini, ha precisato che il tentativo di depennare questo dibattito dall´agenda è stato vergognoso. A causa di pressioni, i giornalisti italiani applicano l´autocensura e la democrazia italiana è diventata vulnerabile. Gli Stati membri attuali, come quelli in via di adesione, dovrebbero rispettare i criteri di Copenaghen. Per Ryszard Czarnecki (Ecr, Pl) questi temi sono emersi anche in altri Paesi dell´Unione europea, inclusa la Polonia, senza che di ciò si dibattesse al Parlamento europeo. Spetta agli italiani risolvere i loro problemi interni. Patrick Le Hyaric (Eul/ngl) ha criticato l´influenza sui mezzi di comunicazione del Primo ministro italiano che, a suo parere, risulta incompatibile con una democrazia moderna. Ha poi richiesto la creazione di un osservatorio europeo per la libertà di stampa. Francesco Speroni (Efd, It) ha sottolineato che in Italia l´opposizione ha un ampio spazio sui media. Chi ritiene che in Italia non vi sia libertà di espressione, ha aggiunto, dovrebbe avviare la procedura prevista dall´articolo 7 del Trattato per violazione dei diritti fondamentali, che richiede prove e documentazione allo stato dei fatti assolutamente inesistenti. Replica della Commissione Replicando al termine del dibattito, la commissaria Reding ha asserito che una normativa sul pluralismo dei media sarebbe possibile unicamente allo scopo di risolvere eventuali problemi legati al mercato interno. Il Parlamento europeo adotterà una risoluzione sulla libertà d´informazione nel corso della sessione del 19-22 ottobre a Strasburgo. A titolo individuale sono anche intervenuti i seguenti deputati italiani: Cristiana Muscardini (Ppe, It) - Mario Mauro (Ppe, It) - Sonia Alfano (Alde, It) - Potito Salatto (Ppe, It) - Oreste Rossi (Efd, It) - Gianni Vattimo (Alde, It) - Mario Borghezio (Efd, It) - Carlo Casini (Ppe, It) - Gianluca Susta (S&d, It) - Fiorello Provera (Efd, It) - Salvatore Iacolino (Ppe, It) - Rita Borsellino (S&d, It) - Debora Serracchiani (S&d, It) - Clemente Mastella (Ppe, It) - Alfredo Pallone (Ppe, It) - Elisabetta Gardini (Ppe, It) - Licia Ronzulli (Ppe, It) - Sergio Silvestris (Ppe, It) E´ possibile rivedere tutti gli interventi sul seguente sito: http://www. Europarl. Europa. Eu/wps-europarl-internet/frd/vod/player?date=20091008&language=it . . .  
   
   
DIBATTITO SULLA LIBERTÀ D´INFORMAZIONE IN ITALIA (2)  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009  -  Deputati italiani in nome dei rispettivi gruppi: David-maria Sassoli (S&d, It)- Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissario, ognuno di noi è influenzato dal contesto in cui vive e capiterà anche a voi di sentirsi dire prima di venire qui a Bruxelles: "ricordati che hai una grande responsabilità, che noi abbiamo una grande responsabilità", quella di far diventare migliore il tuo paese. Noi sappiamo che i nostri paesi saranno migliori se l´Europa sarà più forte, in grado di rispondere con un senso di giustizia alle aspettative dei cittadini. Noi sappiamo che questo è possibile se lo facciamo tutti insieme, naturalmente; se sapremo mettere in comune i beni più preziosi, le nostre Costituzioni, quel bagaglio di valori e di norme giuridiche, di diritti, che sono la vera ricchezza dell´Europa. Tante polemiche colpiscono il mio paese ma voglio rassicurare subito tutti che stiamo parlando di un grande paese democratico, che ha una grande Costituzione. Ieri per noi italiani è stato un giorno molto importante, perché la Corte costituzionale, di fronte agli sbandamenti e alle richieste di impunità, ha riaffermato un principio semplice e antico, quello secondo cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla giustizia. Però noi sappiamo che anche i grandi paesi possono sbandare, possono confondere beni pubblici e interessi privati. Ma noi non possiamo permetterci che gli Stati nazionali si indeboliscano. Il diritto all´informazione libera, senza pressioni né condizionamenti da parte delle autorità di governo, deve essere garantito e questo è un bene pubblico, un bene di tutti, in ogni paese. E questo bene dev´essere difeso senza esitazioni da parte dell´Unione. Dobbiamo adoperarsi per fornire norme comuni, per stabilire limiti oltre i quali l´informazione non è più considerata libera. È urgente che l´Unione intervenga, che sia adottata una direttiva volta a definire indicatori sul pluralismo e sulla difesa di un bene che deve essere disponibile a tutti. Signora Reding, non dimentichi mai che noi siamo un Parlamento e non un museo dove conservare oggetti ammuffiti. La direttiva che noi chiediamo alla Commissione deve essere per tutti gli Stati membri. Non c´è una questione italiana: c´è una questione europea. Dirò di più: vogliano che l´interrogazione che presenteremo a Strasburgo venga modificata. Vogliamo che si tratti della discussione del pluralismo in Italia e in Europa. Francesco Speroni (Efd, It): Signor Presidente, l´Unione europea è uno spazio di libertà e di democrazia: non fa eccezione l´Italia, anche per quanto riguarda l´informazione. Se non bastasse esaminare la pluralità di pubblicazioni presenti nelle edicole, vedere l´ampia offerta di canali televisivi, anche a diffusione locale, si dovrebbero valutare le relazioni di organismi indipendenti come l´Osservatorio di Pavia, secondo il quale l´opposizione, sui telegiornali della televisione statale, ha uno spazio pari al 60 percento e del 49 percento sulle reti Mediaset. Si consideri poi che, su 455 pronunce della Corte per i diritti umani di Strasburgo in merito alla libertà d´informazione, solo sette riguardano l´Italia, rispetto alle 29 della Francia e alle 28 del Regno Unito. Quanto a sostenere che gli organi d´informazione sarebbero condizionati dal fatto che il presidente del Consiglio, esercitando come cittadino un suo diritto costituzionale, ha intentato azioni giudiziarie contro taluni di essi, è di stretta attualità riconoscere come in Italia, dai primi gradi di giudizio fino a quelli finali e inappellabili, la magistratura di certo non sia certo prona rispetto al capo del governo; anzi a volte l´impressione è quella contraria. In Italia la libertà di espressione è garantita: chi sostiene il contrario, abbia il coraggio, non già di proporre generiche proposte di risoluzione di taglio meramente politico, ma di avviare la procedura di cui all´articolo 7 del Trattato, che richiede prove e documentazione allo stato dei fatti assolutamente inesistenti. Deputati italiani a titolo individuale: Cristiana Muscardini (Ppe, It) Signor Presidente, solo perché dopo le dichiarazioni dell´onorevole Sassoli - che ha affermato in Aula che sarà cambiato il testo che voteremo a Strasburgo - ritengo inutile discutere un testo che gli stessi proponenti hanno già dichiarato che cambieranno. Mario Mauro (Ppe, It): Signor Presidente, le immagini televisive di quest´Aula vuota saranno il miglior giudice della forzatura e della finzione che è questa discussione. Infatti, nel 2004 si è svolta in quest´Aula una discussione sulla libertà d´informazione in Italia. Abbiamo votato una risoluzione nella quale i proponenti si dichiaravano allarmati per la situazione del mio paese. C´era un governo di centrodestra, c´era un presidente del Consiglio: Silvio Berlusconi. Dopo la vittoria della sinistra nel 2006, come per miracolo il problema è scomparso. Basta drammatiche discussioni al Parlamento europeo, basta allarmi internazionali, basta raccolte di firme, così care alla gauche caviar. D´improvviso però, dopo l´ennesima vittoria elettorale di Berlusconi, torna come per magia il pericolo per la libera circolazione delle idee. La sintesi è che quando governa il centrodestra la stampa corre dei rischi; quando governa il centrosinistra non vi sono problemi. Peccato, però, che la percentuale di cause civili e penali intentate contro giornalisti nel mio paese veda il record assoluto di promotori tra esponenti della sinistra, come Massimo D´alema o Romano Prodi, fino a raggiungere il 68 percento di queste cause. Mi chiedo, insomma, se sia possibile che la libertà di stampa sia stata messa in pericolo da una singola richiesta di giustizia da parte di Berlusconi. Ciò può essere forse spiegato meglio di me da un´intervista dell´onorevole Cohn-bendit, che cito testualmente: "È assurdo paragonare Berlusconi a un dittatore: non ci sono le prigioni per i dissidenti, egli ha il consenso della maggioranza e il centrosinistra ha semplicemente perso". Semplicemente perso. È una gravissima umiliazione per la nostra cara Italia essere costretti da un manipolo di professionisti della disinformazione a una discussione surreale e farsesca; e questa umiliazione costerà cara, perché perderanno ancora una volta il consenso degli italiani che riverseranno – ancor di più di oggi – i propri voti su Berlusconi, anche in considerazione del fatto che lo reputano impegnato a battersi per il benessere dell´Italia. Voi, invece, cari amici, apparite intenti, con determinazione, a distruggere l´immagine del nostro paese. Ma il danno che fate all´Europa è forse maggiore di quello fatto all´Italia: perché quella che proponete ai cittadini è un´Europa caricaturale, dove vi illudete di dispensare patenti di democrazia con l´intento, non di difendere i diritti delle persone, ma di ribaltare la realtà secondo uno stile stalinista oggi caratteristico – stranamente – di esponenti di un gruppo che si dice liberale. Negatelo infatti, se potete – cari amici del partito di Antonio Di Pietro – di essere comunisti. La vostra storia infatti vi segue ed è una storia di chi non ha mai rinunciato a usare come metodo la menzogna per qualificare l´avversario politico come pericoloso. Ma il vero politico per la democrazia è costituito da coloro che non accettano il verdetto di elezioni libere ed evocando fantasmi, tentano di sottrarci il nostro futuro. A quel futuro non rinunciamo: ci batteremo pertanto in questa legislatura per evitare che il progetto europeo, in cui crediamo fortemente, venga snaturato, confondendo libertà di espressione con mistificazione, giustizia con manovre di potere. Sappiate, sedicenti liberali, che non piegherete la nostra voglia di contribuire al bene comune… Signor Presidente, ringrazio di cuore il presidente Schulz. Voglio sottolineare che se c´è una discussione alla quale, non solo non ci sottrarremo, ma alla quale vorremmo partecipare con generosità, è una discussione sulla concentrazione dei media in Europa, per poter parlare anche del ruolo di Murdock, ad esempio. E soprattutto, ovviamente, perché questa discussione non venga utilizzata ad arte per colpire un singolo paese. Ovviamente devo sottolineare che ho risposto volentieri a Martin Schulz, perché lo considero la creazione politica più importante di Silvio Berlusconi. Sonia Alfano (Alde, It): Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei anzitutto rivolgermi alla Commissaria, la quale ha affermato che non è compito di questo Parlamento risolvere alcune questioni. Io ricordo invece che è compito di questo Parlamento far rispettare il Trattato e le costituzioni degli Stati membri. È di qualche mese una dichiarazione del ministro della Giustizia italiano, il quale ha detto che avrebbe – di lì a poco tempo – provveduto a chiudere alcuni canali di Youtube e la rete. Ricordo che solo in Cina accadono queste cose. L´articolo 21 della Costituzione italiana sancisce che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Come già ribadito da altri colleghi, l´Italia è l´unico paese in cui il capo del governo detiene il monopolio delle Tv pubbliche e adesso anche di quelle private e in cui sta passando, purtroppo, una legge che impedirà di fatto ai giornalisti di pubblicare persino le cronache giudiziarie. Questo perché probabilmente gli italiani verrebbero a conoscenza altrimenti delle responsabilità dello stesso Berlusconi nelle stragi del ´92, stragi mafiose nelle quali morirono Falcone e Borsellino. Signor Presidente, la invito a far rispettare l´ordine in questo Parlamento, perché non siamo al mercato. Potito Salatto (Ppe, It): Signor Presidente, già tre volte ho sollevato il cartello, lei non mi ha dato la parola, cosa che invece ha fatto con l´onorevole Schultz. Rivolgo allora adesso la domanda all´interlocutore e a tutti coloro che hanno preso la parola, a prescindere dalla parte politica cui appartengano: si sono informati se i governi di centrosinistra abbiano mai emanato una legge che potesse evitare la concentrazione dei mass-media nelle mani del presidente Berlusconi? Oreste Rossi (Efd, It): Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa mattina ho sentito dire veramente di tutto contro il Presidente del Consiglio italiano, meno il fatto che, grazie alle sue attività imprenditoriali, dà da lavorare a decine di migliaia di persone. Scusatemi se è poco in un momento come questo. Chi sostiene che in Italia non c´è libertà e pluralità d´informazione mente sapendo di mentire. Io vi invito, colleghi – non solo italiani, ma anche gli altri – ad prendere in esame gli articoli pubblicati, in un qualunque mese del 2009, sui tre principali quotidiani nazionali: Il Corriere, La Stampa, La Repubblica. Potrete così rendervi conto che, fra il 60 e il 70 percento, a seconda dei mesi, di tali articoli è contrario sia al governo di maggioranza che ai ministri che la compongono. La percentuale di articoli negativi rispetto al governo e, nella fattispecie, al ministro Maroni, nel mese successivo all´approvazione del pacchetto "sicurezza" è salita all´80 percento. Per quanto riguarda le televisioni, vi invito a guardare i programmi di Floris, Santoro e Fazio: solo dopo potrete così esprimervi con un voto su questa risoluzione. Gianni Vattimo (Alde, It): Signora Presidente, cercherò di essere breve. L´italia è davvero un campione di libertà, anzi di libertinaggio – per così dire – come si evince dalla lettura dei giornali, che Berlusconi cerca di far tacere, che querela perché rivelano, tra l´altro, le sue storie private, attraverso cui sceglie anche i candidati politici. Le sue signore che vanno a trovarlo vengono compensate o con denaro o con promesse di candidatura. Questa è la situazione: Berlusconi comanda i media italiani. È vero, non ci sono leggi contro la libertà di stampa – non ancora. Berlusconi si appresta a introdurle. Solo ieri abbiamo abolito il lodo Alfano, che era legge inventata da Berlusconi per proteggersi dai tribunali e da tutti i processi che ha in corso. Ci troviamo quindi di fronte a questa situazione. È lecito chiedere all´Europa di occuparsi di questo problema? Certo, perché in Italia non ce la facciamo. Noi chiediamo all´Europa un´ingerenza umanitaria sul problema della libertà di stampa in Italia. Questo vogliamo che voi facciate e crediamo che sia importante anche per l´Europa se non vogliamo che ben presto il virus si diffonda anche qui. Mario Borghezio (Efd, It): Signora Presidente, non è esaltante questa giornata del Parlamento europeo, sprecata per una discussione inutile, quando tutti sappiamo che in Europa non c´è paese in cui ci sia più libertà di espressione e di stampa che nel nostro. Ma quando in Italia governava la sinistra e un partito come il mio, pur rappresentato alla Camera, in Senato e al Parlamento europeo, godeva di uno spazio dello 0,1% nei telegiornali, Sassoli – ci lavoravi tu in quei telegiornali – non ti stracciavi le vesti, non manifestavi per la strada e meno che mai ti dimettevi dai sontuosi stipendi della Rai. Voi difensori della libertà di stampa contro la censura! Abbiamo sentito i belgi: ma il Vlaams Belang, in Belgio, gode di questa libertà di stampa, di quest´ampia informazione o è censurato come lo eravamo noi? In Italia censuravano persino il buon Pannella e stavano tutti zitti. Anche voi della sinistra. Ha dovuto fare gli scioperi della fame: bei difensori della libertà! Il sindacato soviet dei giornalisti. Che libertà consente alla minoranza la Federazione della stampa italiana? Devono tacere, non hanno spazio. Bei difensori della libertà! Scusate: queste manifestazioni – voi che siete così coraggiosi – andate a farle incatenandovi a Pechino, a Cuba, a Teheran, dove si muore per la libertà di stampa! Vergognatevi, conigli! Andate a Teheran, andate a Teheran, conigli, conigli, conigli, conigli! Evviva la libertà, evviva il nostro paese, libero, democratico. Carlo Casini (Ppe, It): Signora Presidente, vorrei razionalizzare un sentimento apparentemente ambiguo che provo dopo questa prima fase della discussione, perché mi riconosco pienamente nelle forti parole pronunciate dal mio presidente Dohle, ma mi sono riconosciuto anche nelle parole del collega Sassoli, che apparentemente dovrebbe essere un mio avversario politico. Mi spiego meglio: sono schizofrenico io nel provare questa ambivalenza di sentimenti o sto cercando indebitamente di mediare tra il fatto che in Italia siedo all´opposizione, mentre qui mi trovo accanto al Popolo della libertà, nel Partito popolare? Credo di poter rispondere sottolineando un contrasto evidente fra la grandezza e l´importanza dell´argomento della libertà d´informazione, argomento importantissimo. Se Montesquieu fosse vissuto oggi, non avrebbe parlato soltanto dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, ma anche di altri, ponendo al primo posto il quarto potere: la stampa, che rappresenta un problema di libertà, di lotta alla schiavitù mentale, un problema di democrazia. D´altra parte, la goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo mesi e mesi di un imbarbarimento di tutta la stampa italiana - consentitemi di dirlo - di destra e di sinistra - è caduta la qualità della stampa italiana, da mesi, perché la politica è veramente caduta in basso - ebbene dopo questo periodo, la goccia: l´azione giudiziaria di Berlusconi. Beh, consentitemi di dare ragione all´onorevole Mario Mauro, dal momento che ho fatto il magistrato penale per quattro anni alla Corte di cassazione, nella Quinta sezione penale, dove si giudicava il reato per diffamazione a mezzo stampa - ne ho viste tante di querele per diffamazione a mezzo stampa, e nessuno ha protestato. È un diritto del cittadino difendersi anche nel contesto di queste situazioni. Mi auguro pertanto che, cercando davvero di conciliare i pareri apparentemente opposti, si arrivi a un nuovo e più alto modo di affrontare il problema sotto il profilo europeo e non soltanto italiano. Gianluca Susta (S&d, It); Fiorello Provera (Efd, It); Salvatore Iacolino (Ppe, It); Rita Borsellino (S&d, It); Debora Serracchiani (S&d, It); Clemente Mastella (Ppe, It); Alfredo Pallone (Ppe, It); Elisabetta Gardini (Ppe, It); Licia Ronzulli (Ppe, It); Sergio Silvestris (Ppe, It). . .  
   
   
DIBATTITO SULLA LIBERTÀ D´INFORMAZIONE IN ITALIA (3)  
 
Bruxelles, 13 ottobre 2009  - Deputati italiani a titolo individuale Gianluca Susta (S&d, It): Signora Presidente, onorevoli colleghi, chi cerca di far passare per anti-italiano, sovversivo, comunista, tutti coloro che chiedono una normativa nel campo della comunicazione e della libertà d´informazione, rispettosa del pluralismo e caratterizzata da una netta separazione tra i destini di chi assume importanti responsabilità istituzionali e il patrimonio che a lui deriva da attività imprenditoriali nel campo dell´editoria e dell´informazione, commette un grave errore che qui, in Europa, non può essere né perdonato, né giustificato, né ammesso. Nei nostri interventi noi non abbiamo mai nominato il presidente del Consiglio. Avremmo potuto ricordare quante testate possiede: 150 in Italia; quante Tv: circa 40. Ma non è questo il problema. Il problema è che il pluralismo dell´informazione – e nell´informazione – è un caposaldo di ogni democrazia liberale e va posto al riparo di ogni logica monopolista, oligopolista e conflitti di interessi. La sovranità di ogni Stato, la riaffermazione che l´Unione europea non è un superstato, signora Commissario Reding, non ci può far dimenticare che l´Unione europea dispone anche di una Carta dei diritti fondamentali, da cui discende un sistema ordinamentale che gli Stati nazionali non possono disattendere. Lei sa che, proprio su questi temi, più volte la Corte di giustizia – sul caso Italia, e non su questioni di sistema, caro onorevole Speroni – si è pronunciata con sentenze tuttora in attesa di attuazione. La globalizzazione dei mercati e il sempre maggior utilizzo dell´etere richiedono ormai una più puntuale normativa europea che disciplini questa delicata materia che tanto incide sul formarsi delle convinzioni dell´opinione pubblica e quindi anche sul principio di sovranità popolare, che è alla base dell´Unione europea e non solo alle fondamenta della Repubblica italiana, nonché sulle modalità con cui questo principio si esercita. Nessuno deve più poter invocare i sacrosanti diritti della maggioranza popolare per giustificare intimidazioni alla libertà di stampa in un contesto fino a ieri di disparità tra il querelante e il querelato – che ciò avvenga in Italia o in Portogallo, come ci è stato ricordato prima – perché questo mina alla base le regole di convivenza che sono alla base dell´Unione. È per questo che occorre con urgenza una direttiva contro le concentrazioni nel settore dell´informazione, che disciplini i rapporti tra chi fa politica e allo stesso tempo controlla importantissimi mezzi d´informazione. Fiorello Provera (Efd, It): Signora Presidente, è curioso che, nel parlare di libertà di espressione in Italia in questa seduta, si sfori continuamente il tempo, censurando in maniera indiretta l´oratore successivo. Cercherò quindi di attenermi strettamente ai tempi concessi. Devo dire che riterrei questa discussione molto più appropriata al Parlamento italiano che non al Parlamento di Bruxelles, a meno che – come ha già affermato qualcuno – non si considerasse di discutere sulla libertà di stampa in generale, cioè nell´ambito del continente europeo. Tuttavia, al di là di quelle che sono le opinioni, credo che valga la pena citare alcuni dati già esposti in precedenza dall´onorevole Speroni, sui quali è opportuno riflettere. Ribadisco che, su 455 sentenze della Corte europea dei diritti dell´uomo per la violazione dell´articolo 10 sulla libertà di espressione, 29 riguardano la Francia, 28 il Regno Unito, 15 la Grecia, 10 la Romania, 8 la Polonia e soltanto 7 l´Italia. Vi prego di riflettere su questi dati. Salvatore Iacolino (Ppe, It): Signora Presidente, signora Commissario, onorevoli colleghi, in Italia l´articolo 21 della Costituzione e l´articolo 3 della legge 102 del 2004 definiscono la portata della libertà di stampa e ne descrivono i limiti: essa deve essere obiettiva, completa, leale e imparziale, tutelando sempre la dignità della persona, in linea con i principi sanciti dall´Unione europea. Nell´epoca di Internet e del digitale in cui continuano a nascere nuovi giornali, il servizio pubblico fa sfoggio di programmi dichiaratamente ostili al capo del governo, mentre la stampa e i media inorridiscono per l´azione di risarcimento danni presentata da Silvio Berlusconi nei confronti di due giornali. In concreto, 1. 100 radio, 162 giornali e alcune centinaia di televisioni private non basterebbero a garantire la pluralità dei mezzi d´informazione, che risulterebbero intimiditi dall´iniziativa di Silvio Berlusconi. Viene il sospetto che certo potere mediatico, diventato censorio, ambisca a diventare esso stesso potere politico. Un sistema dove frattanto, in altre parti del mondo, giornali autorevoli come El Pais, The Sun e il Tarin sembrano velocemente modificare i propri orientamenti. Ma la sinistra italiana, piuttosto che dotarsi di una proposta politica, si affida a pezzi del sindacato nazionale dei giornalisti per scendere in piazza,provando - stavolta con interventi coordinati nei tempi - la più sleale e ostinata spallata antidemocratica al governo in carica. Ciononostante, i cittadini mantengono alto il gradimento nei confronti del premier, liberamente scelto dal popolo italiano, fiduciosi che il Parlamento europeo saprà confermare - come avvenuto nel 2004 - che la libertà di stampa è un valore riconosciuto e consolidato. Rita Borsellino (S&d, It): Signora Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, non è mia intenzione, né tantomeno quella del mio gruppo – che ha sostenuto e voluto questa discussione – trasferire a livello europeo diatribe di politica interna italiana. La questione della libertà d´informazione riguarda tutti noi - riguarda l´Unione europea, che può e deve regolare la materia a livello comunitario, al fine di contrastare condizionamenti politici ed economici e di garantire un reale pluralismo dell´informazione. L´anomalia italiana, dove il premier è anche proprietario di alcune tra le più importanti reti private, consiste proprio nell´esistenza di un pericoloso intreccio tra poteri mediatici, politici ed economici. Proprio per questo chiediamo un intervento regolamentare europeo, intervento che – lungi dall´essere un atto di anti-italianità – serva a tutelare il pluralismo dell´informazione, evitando le concentrazioni e il conflitto di interessi. Per questo oggi chiediamo alla Commissione di intervenire al più presto - come ha già chiesto in passato questo Parlamento – al fine di dotare l´Unione europea di norme comuni a tutela della libertà d´informazione di tutti i cittadini europei. Debora Serracchiani (S&d, It): Signora Presidente, sono a conoscenza che lo scorso 30 settembre la Commissione ha presentato uno studio sugli indici di pluralismo dei media negli Stati membri. Ma nel 2008 è stata votata una relazione (relatrice: Marianne Mikko) con la quale si invitavano la Commissione europea e gli Stati membri a tutelare, cito testualmente "la molteplicità di opinioni sui media, a difendere il pluralismo dell´informazione, a garantire a tutti i cittadini dell´Unione europea pari accesso a mezzi d´informazione liberi e diversificati". Ancor prima, nel 2004, è stata votata in Parlamento una relazione (relatrice:Bogerd Quak) sui rischi di violazione nell´Unione europea della libertà di espressione e d´informazione, con la quale si chiedeva alla Commissione di presentare una comunicazione sulla garanzia del pluralismo dei media in tutti gli Stati membri. A tutt´oggi, la Commissione non ha ancora dato delle chiare risposte alle richieste del Parlamento. Noterà, signora Commissario, che non ho nominato né il mio paese né il mio presidente del Consiglio, ma in questa sede - da cittadina europea - le chiedo che cosa intende fare la Commissione a livello europeo per far sì che il pluralismo dei media sia garantito in tutti gli Stati membri. Clemente Mastella (Ppe, It): Signora Presidente, onorevoli colleghi, la mozione contro il presunto attentato alla libertà di stampa in Italia è la scelta, a me pare, di una strada politicamente obliqua e inconsistente. E anche alcune parole forzate, venate di collera e un po´ di odio, mi pare che abbiano preso oggettivamente la mano. È molto strano, però, che questa eclissi della democrazia (o presunta tale) in Italia si veda solo ora e di qua in maniera così vistosa, tenuto conto che i governi di centrodestra ma anche di centrosinistra – dei quali anch´io ho fatto parte – si sono alternati alla guida del mio paese. Se in Italia esiste davvero questo macigno dell´illiberalità e dell´antidemocrazia, come ma in tanti anni di governo della sinistra non è stato mai rimosso? Si tratta di negligenza, reticenza, convenienza o invece – a me pare, molto più logico – la semplice considerazione che la cifra democratica italiana è in linea con gli standard occidentali e quelli europei? Se davvero si vuole, come misura insolita – come quella, mi dispiace, per l´onorevole Serracchiani, utilizzata in questa circostanza, quella cioè di discutere di un paese e non dell´Europa – accertare la verità sullo stato di salute della democrazia nel nostro paese, si chieda allora al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con garbo istituzionale se egli si sente il Presidente di un paese dove il pluralismo dell´informazione annaspa, la libertà fa testa-coda, la democrazia è in fase regressiva. Ma non credo che, se la situazione fosse questa, il Presidente Napolitano si asterrebbe dal denunciare un tale stato di cose, fedele come egli è alle sue prerogative di garante della nostra Costituzione. Poiché la questione però tocca – amici e colleghi della sinistra e mi dispiace dirlo – in maniera molto provinciale le vicende politiche italiane, recuperata dimensione fintamente europea e ora ad uso domestico, occorre rilevare che fino a quando la sinistra italiana, quella storicamente più forte e consistente, si farà guidare politicamente da comici e tribuni, la sua distanza dal potere aumenterà sempre di più. Io non credo che Woody Allen detti la linea al Presidente Obama. Alfredo Pallone (Ppe, It): Signora Presidente, onorevoli colleghi, molti di voi avranno letto "Il Processo" di Kafka: si tratta di un libro ma è ciò che sta accadendo oggi nel mio paese, un paese di grandi tradizioni democratiche, con un governo eletto dal popolo sovrano, ma in cui si cerca di sovvertire il voto democratico con un attacco mediatico-giudiziario che non ha precedenti nelle storia. Stiamo discutendo della libertà d´informazione quando il 72 percento della stampa non è a favore del governo e del presidente Berlusconi. Il 70 percento delle azioni legali intentate contro i giornali sono state avviate ai leader della sinistra, con una pretesa risarcitoria che ammonta a 312 milioni di euro, sui 486 totali che, dal 1994 ad oggi, si è richiesto: 32 milioni di euro all´anno. Una sorta di finanziamento aggiuntivo di carattere giudiziario. A voi, colleghi, che rappresentate le democrazie europee, noi diciamo e affermiamo che in Italia il potere giudiziario-mediatico sta battendo la volontà del popolo sovrano per interessi politici di parte e di casta. Pertanto è a rischio la democrazia in Italia se cade il governo. Il primo eversivo di questo concetto, da un punto di vista semantico, porta il nome di Antonio di Pietro. Concludendo, vorrei ringraziare per l´alto senso di equilibrio e di democrazia, il Commissario Reding, che ha elaborato una relazione intelligente e corretta. Elisabetta Gardini (Ppe, It): Signora Presidente, vorrei ribadire che in Italia la libertà di stampa esiste ed è più forte che mai. Sono le parole di un grande giornalista, Gianpaolo Pansa, che ha scritto per tanti anni, per decenni, come una delle firme più prestigiose, sul giornale "La Repubblica", del gruppo "Espresso-repubblica", dal quale si è dovuto dimettere perché accusato dalla dirigenza del gruppo di revisionismo che, come sapete, in Italia è uno dei reati più gravi in assoluto quando viene fatto dall´intelligenzia dominante, dalla cultura dominante in Italia che è tutta di sinistra, basti vedere le primarie del partito democratico, dove sfilano dai banchieri a tutti gli attori, registi e giornalisti più importanti del nostro paese. Ebbene, pur non essendo la libertà d´informazione libertà di insulto o di diffamazione, il diritto alla difesa è concesso solo alla sinistra: Prodi querela, va bene; D´alema querela, va bene; Di Pietro querela, va bene. Di Pietro è il recordman (a proposito, più che dai politici la stampa è querelata dalla magistratura) – i dati sono di "Repubblica" – Di Pietro:357 denunce con già 700. 000 euro di risarcimento. Abbiamo ascoltato i dati forniti dai colleghi Concludendo, se esiste un problema di riequilibrio - e ritengo che in Italia questo problema vi sia - l´unica parte politica che ha i titoli per invocarlo è il centrodestra. Licia Ronzulli (Ppe, It): Signora Presidente, nel 2008 il governo Berlusconi ha complessivamente erogato 206 milioni di euro per contributi diretti alla stampa e alle emittenti radiofoniche e televisive. Guarda caso, la maggior parte di questi milioni è andata ai quattro principali quotidiani di sinistra. La libertà di stampa in Italia ha nel governo Berlusconi il sostenitore più generoso. La sinistra, in Italia e in tutt´Europa, ha iniziato una campagna sulla libertà di stampa in pericolo, basata su falsi clamorosi e menzogne spudorate. E, fatalità - guarda caso anche qui - lo ha fatto solo dopo che il presidente Berlusconi ha chiesto un legittimo risarcimento danni ai due quotidiani di sinistra che lo hanno calunniato attribuendogli comportamenti infamanti, accuse basate su invenzioni assolute, indegne di un giornalismo rispettoso della propria funzione. Il presidente Berlusconi è il primo ad affermare che la libertà di stampa è un valore, mentre non lo è la libertà di insultare, di mistificare, di diffamare e di calunniare. In questo caso, ogni cittadino - e quindi anche il presidente Berlusconi - ha il diritto di potersi difendere con i mezzi democratici a sua disposizione, chiedendo a un giudice civile di valutare l´offensiva di alcuni scritti, come peraltro hanno fatto anche altri leader di sinistra. Sergio Silvestris (Ppe, It): Signor Presidente, la discussione di oggi ha davvero dell´incredibile, perché in Italia la libertà d´informazione è un diritto costituzionale garantito e riconosciuto. Altri prima di me hanno fornito dati sul numero e sull´orientamento politico dei quotidiani presenti in Italia. Io mi permetterò di fare, a beneficio dei colleghi stranieri, una rassegna stampa. Questi sono alcuni quotidiani che ho comprato ieri in aeroporto; questo è Il Manifesto, quotidiano comunista; questa è L´unità, quotidiano fondato da Gramsci, del Pd-pds; questo è L´europa, quotidiano della Margherita, che ha aderito al Pd. Poi il Pd ha anche una corrente di D´alema-letta, che ha un suo giornale, Il Riformista. Poi c´è Rifondazione, che ha il suo giornale, Liberazione. L´anno scorso c´è stata la scissione di Rifondazione, e il partitino scissionista ha fondato il suo giornale, L´altro. C´è infine il caso politico di questa discussione, Il Fatto quotidiano. Sapete questo giornale a chi fa riferimento? Al partito di Di Pietro, che oggi anima questa discussione. C´è un partito che afferma qui che non c´è libertà d´informazione, mentre dieci giorni fa in Italia organizzava un dibattito. Per concludere, signora Presidente, è come se io stessi qui a dirvi che in Italia c´è la carestia e la fame, mentre la settimana scorsa stavo nel mio paese alla sagra della salsiccia a mangiare carne arrostita e a bere vino. È questo il paradosso di una sinistra che possiede tanti giornali, ma non ha lettori e non ha voti. Cerchi argomenti più seri se vuole recuperarli. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: WOLF KILNTZ, PRESIDENTE DELLA NUOVA COMMISSIONE SULLA CRISI FINANZIARIA  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009 - I deputati hanno stabilito di costituire una commissione parlamentare speciale sulla crisi finanziaria. Alla testa del gruppo dei 45 membri, il liberale tedesco Wolf Klinz. Lo abbiamo intervistato prima del voto dell´aula che darà il via libera ai lavori del nuovo organismo, chiamato ´Cris´. I leader politici del Parlamento hanno stabilito di costituire questa commissione speciale. Perché ora, e a che cosa servirà? Questa commissione doveva essere creata nell´autunno 2008, all´indomani del tracollo della ´Lehman and Brothers´. Ma siccome ci avvicinavamo alla fine del mandato e alle elezioni europee, il tempo a disposizione sarebbe stato troppo breve. Così abbiamo deciso di rimandare la costituzione di un organismo al nuovo Parlamento, dopo le elezioni di giugno. La commissione speciale ´crisi finanziaria´ non ha poteri legislativi. Ma stabilirà una guida per il futuro, indicando nuove possibili strutturazioni dei mercati finanziari, analizzando le implicazioni della legislazione comunitaria e valutando la coordinazione fra i diversi Stati europei. Ma alla fine, che cosa produrrete? La commissione ´Cris´ proporrà una serie di raccomandazioni politiche in tutte le aree rilevanti per evitare nuove crisi. A questo scopo condurremo un´analisi in profondità della recente crisi e del suo impatto sull´Ue e sugli Stati membri. Elencheremo le azioni necessarie a ricostruire una struttura sana dei mercati finanziari, in grado di sostenere la crescita e l´occupazione senza socializzare le perdite. Lo scopo della ´Cris´ è sviluppare un approccio olistico, che possa davvero produrre raccomandazioni decisive. Quali sono i prossimi passi? La commissione verrà ufficialmente approvata dalla plenaria domani 8 ottobre, il 15 abbiamo la nostra prima riunione, e poi si va avanti, con audizioni, workshop e discussioni. Membri della commissione speciale sulla crisi economica - Ppe (17) : Balz Burkhard, Bastos Regina , Bonsignore Vito , Dati Rachida, Engel Frank, García-margallo Y Marfil José Manuel , Gauzès Jean-paul , Hohlmeier Monika, Hökmark Gunnar, Ivanova Iliana, Karas Othmar , Mitchell Gay, Pallone Alfredo , Saryusz-wolski Jacek, Stolojan Theodor Dumitru, Surján László , Wortmann-kool Corien . S-d (12): Alvarez Magdalena, Berès Pervenche, Bullmann Udo, Cofferati Sergio Gaetano, CreŢu Corina , Goebbels Robert , Hughes Stephen, Jaakonsaari Liisa , Kalfin Ivailo, Moreira Vital, Podimata Anni, Ulvskog Marita . Alde (5): Goulard Sylvie, Iovine Vincenzo, Klinz Wolf, Schmidt Olle , Vajgl Ivo. Verts/ale (3): Canfin Pascal , Giegold Sven, Smith Alyn. Ecr (3): Ford Vicky, Swinburne Kay , ZĪle Roberts . Gue/ngl (2): Chountis Nikolaos, Portas Miguel . Efd (2): Borghezio Mario , Paksas Rolandas. Ni (1): Martin Hans-peter. .  
   
   
L´ERAB AUSPICA UN "NUOVO RINASCIMENTO" PER L´EUROPA  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009 - Il Comitato dello Spazio europeo della ricerca (Erab) ha rilasciato una prima relazione annuale in cui sottolinea la necessità di un nuovo spirito per la ricerca europea entro il 2030. Il messaggio dominante della pubblicazione è quello della necessità di diffondere in Europa una specie di fervore verso il cambiamento, come quello che portò al Rinascimento nel quindicesimo e sedicesimo secolo. Oggi una tale rivoluzione nel pensiero, nella società e nella scienza sono indispensabili per vincere le sfide che la popolazione mondiale - presto nove miliardi di persone - si troverà ad affrontare. "In quanto organo consultivo, abbiamo il mandato di stilare una bozza del futuro dell´Europa per quanto riguarda la ricerca, e di suggerire modi per realizzarla", spiegano i membri del comitato. "Riteniamo che sia un importante contributo al nostro futuro comune, il fatto di incoraggiare al pensiero e all´azione volti a rispondere alle seguenti due domande fondamentali: Dove intendiamo andare e come possiamo raggiungere la nostra meta?" L´ Erab ha individuato sei aree politiche generali in cui il "nuovo Rinascimento" può essere realizzato: (1) creazione di un Ser unificato; (2) soluzioni per le grandi sfide; (3) interazione di scienza e società; (4) collaborazione tra settore pubblico e privato per l´innovazione aperta; (5) incoraggiamento dell´eccellenza; (6) promozione della coesione. Per ogni punto, il comitato ha anche fissato dei traguardi attraverso i quali misurare il progresso. I membri fanno notare che, prima di tutto, occorre ristabilire la fiducia tra la scienza e la società, e che ciò potrebbe avvenire attraverso un contratto sociale basato su tre "R": rigore nel prendere decisioni, rispetto reciproco e per l´ambiente, e assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Nella premessa della relazione, il commissario europeo per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik spiega che nessun cittadino può permettersi di fare finta di niente, quando si tratta di confrontarsi con le conseguenze dei cambiamenti che avvengono intorno a noi. "Questo pensiero e approccio olistico è il paradigma del Rinascimento, quando studiosi e artisti si muovevano più o meno liberi in tutta Europa, spostandosi tra i vari centri di scienza e di cultura", scrive il commissario Potocnik. "Mentre a quell´epoca si trattava però del privilegio di pochi, nel nuovo Rinascimento questo potrebbe essere reso possibile per tutti i cittadini, soprattutto nel campo della ricerca e dell´innovazione. " Presieduto dal professor John Wood dell´Imperial College di Londra (Regno Unito), l´Erab è composto da 22 membri eminenti appartenenti al campo della scienza, dell´università e degli affari, ai quali è stato chiesto di fornire consigli indipendenti alla Commissione europea sulla realizzazione dello Spazio europeo della ricerca (Ser). La visione del Ser è stata lanciata nel 2000 con l´obiettivo di unificare la ricerca in Europa, in modo da poter sviluppare programmi congiunti transfrontalieri, condividere le conoscenze e permettere ai ricercatori di collaborare più efficacemente. La relazione "Preparing Europe for a New Renaissance - A Strategic View of the European Research Area" rappresenta il culmine del primo anno di lavoro del comitato. Per maggiori informazioni, visitare: Comitato dello Spazio europeo della ricerca http://ec. Europa. Eu/research/erab/ Spazio europeo della ricerca: http://ec. Europa. Eu/research/era/index_en. Html .  
   
   
UE, APPALTO: MISURAZIONE E ANALISI DEI FLUSSI DI SFRUTTAMENTO DI CONOSCENZA E R&S, VALUTATI ATTRAVERSO I DATI RELATIVI A BREVETTI E CONCESSIONE DI LICENZE  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009 - La direzione generale della Ricerca della Commissione europea ha pubblicato un bando di gara d´appalto per la misurazione e analisi dei flussi di sfruttamento di conoscenza e R&s, valutati attraverso i dati relativi a brevetti e concessione di licenze. Il principale scopo del presente appalto è contribuire alla creazione di un sistema capace di monitorare i flussi di sfruttamento di R&s in Europa e fra l´Europa e il resto del mondo, nel settore privato nonché fra il settore pubblico e il settore privato. Il sistema dovrà essere in grado di misurare la condivisione di tecnologia e conoscenza all´interno dei paesi, in Europa e al suo esterno. A tal fine il contraente raccoglierà e aggiornerà dati relativi a brevetti e concessione di licenze e costruirà una serie di indicatori per flussi di conoscenza (diffusione della conoscenza) dal settore della ricerca al settore tecnologico e delle aziende, basati su dati ed indicatori relativi a brevetti e concessione di licenze, utilizzando metodologie accettate a livello internazionale. Per ulteriori informazioni, contattare: Commissione europea , Direzione generale della Ricerca , Ufficio Sdme 09/62 , All´attenzione di: Yves Dejaegere , B-1049 Bruxelles Per i dettagli completi del bando consultare il seguente indirizzo internet: http://ted. Europa. Eu/udl?uri=ted:notice:266986-2009:text:it:html .  
   
   
CONFERENZA SULLE CONDIZIONI SFAVOREVOLI E LE POLITICHE IN ATTO PER IL MERCATO DEL LAVORO,  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009 - Il 9 novembre si terrà a Bruxelles (Belgio) un meeting intitolato "Employer´s recruitment decisions, labour market disadvantage and active labour market policies". L´evento è organizzato nel quadro della rete di eccellenza Recwowe ("Reconciling work and welfare in Europe"), sostenuta attraverso il tema "Scienze sociali e umanistiche" del Sesto programma quadro (6° Pq). Le decisioni dei datori di lavoro nelle procedure di assunzione rappresentano un punto chiave delle tensioni tra lo stato del welfare e il mercato del lavoro. Questo sarà il tema principale del meeting, durante il quale saranno discusse le conclusioni della ricerca di gruppo svolta sulle decisioni di assunzione, le condizioni sfavorevoli del mercato del lavoro e le politiche del mercato del lavoro in atto. Http://recwowe. Vitamib. Com/webevents/pudiac-meeting-brussels-employer2019s-recruitment-decisions-labour-market-disadvantage-and-active-labour-market-policies . .  
   
   
PREMIO SACHAROV 2009, I TRE FINALISTI  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009 - Il ginecologo palestinese Izzeldin Abuelaish, lo scrittore eritreo Dawit Isaak, in carcere dal 2001, e Lyudmila Alexeyeva, Oleg Orlov e Sergei Kovalev a nome dell´Ong Memorial e tutti gli altri difensori dei diritti umani in Russia. Sono i tre finalisti del Premio Sacharov 2009, il riconoscimento europeo per chi lotta a difesa dei diritti umani e della democrazia nel mondo. Il vincitore sarà scelto a fine ottobre. I tre finalisti sono stati scelti in una riunione congiunta delle Commissioni Affari esteri e Sviluppo del Parlamento ieri pomeriggio fra una rosa di dieci nomi, fra cui c´era anche quello di Roberto Saviano, che è stato escluso. Ecco i profili dei tre candidati: Il Dottor Izzeldin Abuelaish – Ginecologo e ostetrico di Gaza, lavorava dai due lati della frontiera, curando sia pazienti israeliane che palestinesi e credendo sempre nella pace fra i due popoli. Durante la guerra di Gaza, nel gennaio 2009 in un raid israeliano un missile ha colpito la sua abitazione, uccidendo le sue tre figlie. L´immagine del medico disperato dopo la morte delle tre ragazzine ha fatto il giro del mondo. In loro memoria il Dottor Abuelaish vuole costituire una fondazione con lo scopo di migliorare l´educazione femminile a Gaza e in tutto il mondo. Nonostante la sua tragedia familiare, il Dottor Izzeldin Abuelaish continua a lottare per la pace fra Israele e la Palestina, costruendo ponti fra le due comunità logorate dalla guerra e dalla violenza. Dawit Isaak – Giornalista, scrittore e sceneggiatore svedese di origine eritrea, Isaac è in prigione dal 2001. E´ stato arrestato insieme ad altri nove giornalisti e quindici politici dell´opposizione, accusati di tradimento per aver chiesto riforme democratiche e un´indagine indipendente sulla guerra fra Eritrea e Etiopia. I giornalisti sono anche accusati di aver ricevuto finanziamenti dall´estero, un crimine secondo la legge eritrea. In una risoluzione di gennaio, il Parlamento europeo ha espresso "grave preoccupazione per la perdurante detenzione del giornalista svedese-eritreo Dawit Isaak che dal suo arresto, avvenuto nel settembre 2001, si trova in carcere senza essere stato sottoposto a un processo, e ne chiede l´immediato rilascio, insieme agli altri giornalisti incarcerati". Lyudmila Alexeyeva, Oleg Orlov and Sergei Kovalev a nome di Memorial e di tutti i difensori dei diritti umani in Russia- L´organizzazione Memorial, il cui fondatore fu Andrei Sacharov, promuove i diritti fondamentali nei Paesi dell´ex-Unione sovietica, come l´Azerbaigian, l´Armenia, la Georgia, il Tagikistan, la Moldavia e l´Ucraina. Originariamente Memorial è stata creata per costruire un memoriale alle vittime dello stalinismo alla fine degli anni ´80, ma è poi diventata un´organizzazione di spicco nella difesa dei diritti umani. Apparteneva a Memorial anche Natalia Estemirova, l´attivista uccisa in Cecenia in luglio. Nella giustificazione della candidatura i parlamentari spiegano che "Memorial promuove la verità sulle repressioni politiche e lotta contro le violazioni dei diritti umani nell´ex-Unione sovietica, per garantire a quei Paesi un futuro democratico. " Il vincitore scelto a fine ottobre - I leader dei sette gruppi politici del Parlamento si riuniranno il 22 ottobre per scegliere il vincitore finale. Il premio sarà consegnato il 16 dicembre a Strasburgo: oltre al titolo, una somma di 50. 000 €. Il premio Sacharov - Dal 1988 il Parlamento europeo attribuisce a una persona o un´organizzazione che lotta per i diritti umani un riconoscimento intitolato al celebre scienziato russo, dissidente politico e Premio Nobel per la pace Andrei Sacharov. Quest´edizione del premio cade a 20 anni dalla sua morte. .  
   
   
COOPERAZIONE: CHIODI LANCIA IL PROGRAMMA IPA ADRIATICO COINVOLTE REGIONI DI SETTE PAESI OLTRE ALLA SERBIA  
 
Pescara, 12 ottobre 2009 - Ii programma di Cooperazione Transfrontaliera Ipa Adriatico che raccoglie l´eredità di Interreg Iiia e che vede la Regione Abruzzo in veste di capofila, intende fornire un´asssistenza mirata ai Paesi candidati o potenziali candidati a diventare Stati membri dell´unione Europea. Obiettivi specifici di tale programma sono quelli di rafforzare la ricerca e l´innovazione per facilitare lo sviluppo dell´area adriatica attraverso la cooperazione economica sociale ed istituzionale, promuovere e valorizzare le risorse naturali e culturali attraverso una gestione congiunta dei rischi naturali e tecnologici ed infine rafforzare ed integrare le rete delle infrastrutture esistenti, promuovendo e sviluppando i servizi di trasporto, di informazione e comunicazione. "Lo sviluppo non si incentiva come in passato limitando la strategicità degli interventi nell´ambito di aree territoriali circoscritte. Per incidere sul tessuto socio-economico di una certa area geografica occorre, infatti, che le iniziative frutto di un´attenta programmazione siano inserite all´interno di alcune grandi direttrici di sviluppo che abbracciano territori di riferimento anche extra-nazionali". Lo ha sottolineato il presidente della Regione, Gianni Chiodi, in chiusura della sessione plenaria della giornata dedicata a "Moving Abruzzo Forward - L´abruzzo va avanti" nell´ambito del Programma Ipa Adriatico, in svolgimento presso l´Auditorium "De Cecco", a Pescara. Al programma Ipa Adriatico prendono parte le Provincie marittime delle sette Regioni adriatiche italiane, (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia), della Slovenia e della Grecia, le Regioni equivalenti (cosidette Nuts 3) della Croazia, dell´Albania, della Bosnia Erzegvina e del Montenegro. La Serbia, non avendo sbocchi sull´Adriatico, è ammessa al programma in regime di "pashing out" con una partecipazione limitata alle attività di cooperazione istituzionale. Entro un limite del 20 per cento è consentita anche la partecipazione a talune Provincie adiacenti alle zone ammissibili in applicazione della cosiddetatd eroga territoriale come le Provincie dell´Aquila, di Isernia e di Taranto. "Il successo di questo Programma - ha proseguito Chiodi - dipenderà da tre circostanze: dall´estrema qualità dell´organizzazione e dei metodi di lavoro adottati, dalla trasparenza e dalla qualità dei processi selettivi e dalla strategicità e qualità delle proposte che riceveremo. Puntiamo si a spendere il 100 per cento delle risorse - ha rilanciato il presidente della Regione - ma l´auspicio è che si spenda bene e quindi si finanzino progetti di eccellenza". Il presidente Chiodi ha, inoltre, espresso il suo ottimismo per il fermento che sta caratterizzando l´avvio di questo programma di cooperazione internazionale che "può migliorare alcuni settori fondamentali della nostra realtà come l´energia, l´ambiente, il turismo ed i trasporti. "Le Regioni del sud non hanno ancora compreso appieno che la strategicità delle iniziative non può essere limitata ai ristretti confini dei loro territori - ha rimarcato Chiodi - mentre quelle del nord sono riuscite più abilmente ad intercettare i "corridoi europei" di sviluppo. La sfida che l´Abruzzo raccoglie grazie a questo tipo di opportunità è legata proporio all´acquisizione della giusta mentalità per guardare con più fiducia al futuro". Il costo complessivo del Programma è pari a 244 milioni 800 mila euro con una quota comunitaria (Ipa) pari all´85 per cento mentre 43 milioni 200 mila euro rappresenta la quota nazionale pubblica che corrisponde al 15 per cento del totale. Beneficiari di Ipa Adriatico possono essere enti pubblici e organismi di diritto pubblico, Università, Istituti di ricerca, Pmi, imprese pubbliche e private e loro associazioni, Agenzie di sviluppo, Ong, strutture di volontariato operanti nel settore sanitario e sociale ed enti turistici. I primi bandi relativi alle tre priorità del Programma, Cooperazione economica, sociale ed istituzionale, Risorse naturali culturali e prevenzione rischi ed Accessibilità e reti, sono stati lanciati lo scorso 31 luglio e potranno essere presentati fino al prossimo giovedì 29. .  
   
   
SLOVENIA, PREVISIONI SU PIL: MENO 7,3 P.C.  
 
Lubiana, 8 ottobre 2009 - L´istituto del governo sloveno per le analisi macroeconomiche e lo sviluppo (Imad) ha pubblicato le previsioni sull´andamento del Pil nell´anno corrente, che dovrebbe subire una contrazione pari al 7,3 per cento, secondo quanto riporta l´Ice. Le stime per il prossimo anno prevedono una crescita contenuta del Pil pari allo 0,9 p. C. , mentre per l´anno 2011 la crescita dovrebbe essere pari al 2,5 p. C. .  
   
   
BANCA DEL SUD: TESORO, NESSUNA POLEMICA IN CONSIGLIO DEI MINISTRI  
 
Roma, 12 ottobre 2009 - Spiace deludere chi, sperando nelle polemiche, le inventa. Nessun blitz e conseguentemente nessuno stop. Il 9 ottobre, all´inizio del Consiglio dei Ministri, il Ministro dell´Economia e Finanze, Giulio Tremonti, ha chiesto l´avvio della discussione sulla Banca del Sud in applicazione del Decreto Legge 112 del 2008. Fatta la discussione iniziale, preliminare, il testo dell´articolato è stato depositato all´ufficio legislativo di Palazzo Chigi per il preconsiglio preparatorio in vista del Consiglio dei Ministri di giovedì prossimo. La Banca del Sud è prevista come istituto di diritto privato e per questo non può e non deve essere confusa con gli strumenti di intervento e di diritto pubblico noti come "piano per il sud". Interventi e strumenti che sono in elaborazione presso Palazzo Chigi. Così chiariti i termini della questione - quanto è del pubblico, quanto è del privato - non ci sono state né polemiche né mediazioni. .  
   
   
AMMONTARE DI BTP IN EMISSIONE OTTOBRE 2009  
 
Roma, 12 ottobre 2009 - Il Mef, facendo seguito al comunicato stampa del 7 ottobre 2009, comunica l´ammontare dei Btp che verranno offerti nell´asta del prossimo 14 ottobre. - Buoni del Tesoro Poliennali in corso di emissione: decorrenza - scadenza: 1º giugno 2009/2014; nona tranche ammontare nominale dell´emissione: da un minimo di 2. 250 milioni di euro a un massimo di 3. 000 milioni di euro decorrenza - scadenza: 1º marzo 2009/2025; quarta tranche ammontare nominale dell´emissione: da un minimo di 1. 250 milioni di euro a un massimo di 2. 000 milioni di euro decorrenza - scadenza: 1º settembre 2009/2040; seconda tranche ammontare nominale dell´emissione: da un minimo di 1. 000 milioni di euro a un massimo di 1. 500 milioni di euro. .  
   
   
BANCHE: ABI, MERCATO COVERED BOND FACILITA ACCESSO AL CREDITO PER FAMIGLIE E IMPRESE  
 
 Roma, 12 ottobre 2009 - Il consolidamento del mercato dei covered bond è un obiettivo delle banche italiane per facilitare ulteriormente l’accesso al credito per famiglie e imprese. Questo strumento di raccolta è infatti di cruciale importanza per consentire alle banche il reperimento di fondi a basso costo e mediolungo temine, garantendo così un costante afflusso di finanziamenti verso il settore privato a condizioni vantaggiose. È quanto emerge dal convegno su “Covered bond e cartolarizzazione” organizzato l’ 8 ottobre a Roma dall’Abi in collaborazione con l’European Securitisation Forum (Esf). Il Direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, ha sottolineato la “necessità di rafforzare e rendere sempre più efficiente questo segmento di mercato. Ciò può consentire alle banche italiane di diversificare gli strumenti di raccolta e ridurre i costi, con l’obiettivo ultimo di offrire finanziamenti ancora più in linea con le aspettative della clientela”. I segnali un po’ più confortanti che arrivano dai mercati finanziari lasciano prevedere una ripresa di questo segmento, grazie soprattutto alla buona normativa messa a punto nel 2007. I principali gruppi bancari hanno avviato programmi di emissione di questi strumenti finanziari. A pieno regime, secondo prime stime, il mercato delle obbligazioni bancarie garantite potrebbe sviluppare un volume potenziale di 200 miliardi di euro. Da una prevedibile diminuzione del costo della raccolta di fondi da parte degli istituti di credito è atteso un maggiore sviluppo del segmento dei mutui ipotecari e dei finanziamenti alle opere pubbliche e un rafforzamento del livello di competitività rispetto ai concorrenti europei, attivi già da lungo tempo su questo settore. Tutto ciò con un effetto positivo per i consumatori: in particolare per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni di finanziamento e la possibilità di ottenere scadenze più a lungo termine. La cartolarizzazione mostra invece ancora qualche difficoltà nella ripresa ed è per questo necessario continuare l’impegno comune da parte del sistema bancario e delle diverse autorità di vigilanza nazionali ed europee. Si tratta infatti di uno strumento di raccolta di fondamentale importanza per le banche e per l’economia in generale. Negli Stati Uniti è stato dimostrato che il ricorso a tale tecnica nel corso degli anni ha aumentato la quantità di credito disponibile e ne ha ridotto il costo. In particolare, secondo recenti stime, un aumento del 10% nell’attività di cartolarizzazione determinerebbe una riduzione dei tassi d’interesse fino a 64 punti base, a seconda delle caratteristiche del prestito. .  
   
   
LOMBARDIA: VERTICI BEI DA FORMIGONI PER FINANZIARE PROGETTI  
 
Milano, 12 ottobre 2009 - La collaborazione tra Regione Lombardia e Bei, la Banca europea per gli investimenti, si intensifica. L’ 8 ottobre il presidente della Regione, Roberto Formigoni, e il presidente della Bei, Philippe Maystadt, nel corso di un incontro al Grattacielo Pirelli, presente anche il vicepresidente di Bei responsabile per le operazioni in Italia, Dario Scannapieco, hanno dato il via libera al perfezionamento di un Accordo quadro (di alcune centinaia di milioni) che sarà sottoscritto nelle prossime settimane. Lo ha annunciato lo stesso Formigoni, dicendosi "molto soddisfatto per lo spirito di forte collaborazione che impronta le nostre relazioni con la Bei" e "certo di risultati molto positivi, in tempi brevi, per il rilancio della nostra econonomia". L´accordo dovrà definire: una linea di finanziamento per le imprese e una linea di finanziamento che potrà essere utilizzata nei prossimi anni in relazione alle eventuali esigenze finanziarie di Regione Lombardia per investimenti soprattutto nel campo delle infrastrutture. Si rafforza inoltre la collaborazione tra Bei e Regione Lombardia come facilitatore dei rapporti tra sistema bancario e sistema delle imprese per la concessione di finanziamenti. .  
   
   
EXPO 2010,REGIONE LOMBARDIA A SHANGAI DAL 18 AL 31 OTTOBRE FIRMATA INTESA TRA FORMIGONI E IL COMMISSARIO QUINTIERI  
 
 Milano, 12 ottobre 2009 - Regione Lombardia sarà presente all´Expo 2010 di Shangai ("Better city. Better life"), in uno spazio dedicato all´interno del Padiglione Italia dal 18 al 31 ottobre. Lo stand, di 190 metri quadri, sarà allestito da Fiera Milano. La presenza lombarda alla manifestazione è stata sancita l’8 ottobre con la firma di un Protocollo d´intesa tra il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e il Commissario generale del Governo per l´Expo di Shangai 2010, Beniamino Quintieri. Diverse le iniziative che si svolgeranno nello spazio lombardo. "La Direzione generale Ambiente, insieme ad Arpa Lombardia - ha spiegato Formigoni - realizzerà una mostra mentre saranno anche organizzati una serie di eventi di promozione dei prodotti tipici, del turismo e dell´artigianato, con il coinvolgimento delle diverse Direzioni generali". E´ previsto inoltre un nutrito programma di missioni commerciali di imprese lombarde a Shanghai e in Cina che si svilupperà nel corso dei sei mesi di durata dell´Expo (1 maggio - 31 ottobre), e che culminerà nel periodo di presenza della Regione all´esposizione. La scelta del periodo di presenza della Lombardia a Shangai non è stata casuale. Le ultime due settimane della manifestazione ne rappresentano il culmine; in più in questo periodo avverrà il passaggio di consegne tra l´Expo di Shangai 2010 e l´Expo di Milano 2015. "La nostra presenza a Shangai - ha aggiunto Formigoni - è una ulteriore tappa di avvicinamento a Expo 2015, uno dei modi in cui faremo conoscere al mondo intero il nostro modo di concepire e realizzare l´esposizione universale". Dal 18 al 31 ottobre sono in programma infatti - oltre a momenti seminariali, incontri ed eventi che verranno realizzati anche in coordinamento con la Società Expo Milano 2015 - le cerimonie che sanciranno il passaggio di testimone tra le due esposizioni universali. Sono molti i punti di eccellenza, legati al tema della città e al suo rapporto con il territorio e la tutela dell´ambiente, che Regione Lombardia intende presentare a Shangai. Innanzitutto l´integrazione tra le città, che rappresenta un elemento di forza e costituisce uno dei motivi del successo del "sistema Lombardia" a livello nazionale e internazionale. In secondo luogo, il modello metropolitano lombardo: lo sviluppo delle principali città e la loro espansione ha portato ad un avvicinamento dei confini tra le aree urbanizzate, il che ha consentito l´integrazione tra infrastrutture e servizi, altrove non realizzabile. Terzo leit motiv, l´integrazione tra le città e la campagna: nonostante la forte urbanizzazione che caratterizza il contesto lombardo, le aree verdi sono considerate un fattore primario e imprescindibile non solo di sviluppo economico ma anche e soprattutto di qualità della vita e attrattività. .  
   
   
"FANNULLONI SI DIVENTA? UNA CURA PER LA BUROCRAZIA MALATA". FORMIGONI: SIAMO L´ENTE MENO COSTOSO ALL´UNIVERSITA´ BOCCONI PRESENTATA LA RICETTA DELLA REGIONE LOMBARDIA: MERITOCRAZIA, ORGANICO SNELLITO E RIDUZIONE DEI DIRIGENTI  
 
Milano, 12 ottobre 2009 - Premiare e incentivare chi lavora bene, sanzionare chi, al contrario, facesse il "fannullone". E´ questa la "ricetta" da anni applicata da Regione Lombardia per rendere efficiente e snella la macchina amministrativa. Un processo illustrato l’ 8 ottobre dal presidente Roberto Formigoni, all´Università Bocconi, dove è intervenuto ad una tavola rotonda sul libro di Giovanni Valotti "Fannulloni si diventa? Una cura per la burocrazia malata". Il volume, curato dall´ordinario di management pubblico e direttore della scuola universitaria della Bocconi, cerca di individuare la terapia giusta per le pubbliche amministrazioni italiane. "Regione Lombardia - ha detto Formigoni - può esibire un risultato notevolissimo: i costi del personale e della gestione pesano solo per il 9% del suo bilancio. Cioè siamo l´ente pubblico italiano che, in proporzione, pesa meno sui suoi contribuenti". Meno Personale - Si tratta del risultato di un percorso iniziato sin dal primo Governo Formigoni, nel 1995. "Un passo importante - ha spiegato Formigoni - è stato sicuramente lo snellimento del numero di funzionari, passato oltre 4. 000 a meno di 3. 000 di oggi. E soprattutto del numero di dirigenti, scesi addirittura da 548 a 250". "Abbiamo 3 dirigenti ogni 100. 000 abitanti - ha specificato Formigoni - cosa che non succede in nessun´altra parte d´Italia. Il 33,1% è donna a fronte di un dato nazionale pari al 26,6%, e la loro età media è inferiore ai 52 anni contro la media nazionale di quasi 54,2". Meritocrazia - La seconda leva utilizzata da Regione Lombardia. "Il 30% dello stipendio dei nostri dirigenti - ha spiegato il presidente lombardo - è legato al conseguimento di obiettivi, assolutamente oggettivi e quantificabili, previsti dal Piano regionale di sviluppo. La percentuale è del 10% per tutti gli altri funzionari". La prima regola applicata è dunque incentivare che si applica maggiormente così che possano diventare essi stessi stimolo e traino per i colleghi. E´ quello che una volta si sarebbe definito "dare il buon esempio". Viceversa i fannulloni vanno sanzionati. Fino ad arrivare, in casi estremi, al licenziamento: Regione Lombardia, prima fra tutti gli enti amministrativi, ha licenziato in questi anni 6 dipendenti. Controlli - Il "badge", che per tante amministrazioni è una scoperta recente, è in uso agli ingressi di Regione Lombardia sin dal 1996. Dal 2000 è stato introdotto anche nelle società ed enti regionali, nelle Asl e negli ospedali del sistema sanitario regionale. Riguarda quindi oltre 100. 000 persone. "Rigorosi controlli degli orari di lavoro - ha spiegato Formigoni - e l´obbligo di giustificare tutte le assenze, anche per malattie di un solo giorno, hanno abbassato le assenze del 25%". "Meno assenteismo - ha sottolineato il presidente lombardo - significa più qualità. Che si raggiunge anche tenendo ben separati gli organi di governo dalle responsabilità della dirigenza. Il nostro è un no deciso a cambi che derivano da scelte fatte con lo ´spoil system´". Certo, va da sé che risultati così significativi non possano che passare anche attraverso una selezione molto rigorosa del personale. Le assunzioni di personale regionale sono state "certe, rispettose dei tempi stabiliti (vale a dire 4/5 mesi per esaurire tutte le fasi concorsuali), con prove vere e severe valutate da commissioni composte prevalentemente da membri esterni". Scommessa - "Trasformare la burocrazia della pubblica amministrazione, troppo spesso percepita come una palla al piede, ostile ai cittadini e complicata per le imprese in risorsa positiva - ha concluso Formigoni - è la scommessa che sappiamo di poter vincere. Per fare questo, però, è altrettanto importante che i virtuosi siano messi nelle condizioni di correre ancora più veloci. Le realtà delle pubbliche amministrazioni non sono identiche, ed è giusto che se ne tenga conto anche nella consapevolezza che ciò può rappresentare uno stimolo ulteriore per chi è rimasto indietro". .  
   
   
BRUXELLES: I PRESIDENTI DELLE REGIONI DEL SUD UTILIZZERANNO I FONDI UE PER GRANDI PROGETTI, MA CHIEDONO CHE LE RISORSE COMUNITARIE NON SOSTITUISCANO QUELLE NAZIONALI  
 
Bruxelles, 12 ottobre 2009 - E´ quanto è emerso al termine di una giornata di incontri a Bruxelles a cui hanno partecipato il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero, quello della Campania, Antonio Bassolino, della Puglia Nichi Vendola e della Basilicata Vito De Filippo, nonché gli assessori di Sicilia e Sardegna. Secondo i calcoli di Bruxelles, le misure anti-crisi attuate al Sud, riferite all’anno in corso, hanno visto interventi con fondi per il 40% Ue, per il 21% delle Regioni e del 35% dello Stato, mentre al Nord queste percentuali sono invertite e si passa da un 20% Ue ad un 80% tra risorse regionali e nazionali. Durante un incontro con il commissario europeo per le Politiche regionali, Pawel Samecki, il Presidente della Basilicata De Filippo ha detto che: “I fondi comunitari vengono spesso usati per attività ordinarie e viene indebolita l´addizionalità, ossia la spesa congiunta di risorse Ue con quelle nazionali”. I rappresentanti delle Regioni hanno avuto un colloquio anche con il direttore della Politica regionale dell´esecutivo Ue, responsabile per l´Italia, Raoul Prado, e successivamente con il commissario agli Affari regionali Pawel Samecki che ha raccolto le loro preoccupazioni ed ha ribadito che "é necessario il rispetto dell´addizionalità", ossia che alle risorse comunitarie devono sommarsi quelle regionali e nazionali. .  
   
   
UE: DE FILIPPO A COMMISSIONE,RAFFORZATE STRUTTURE CONTROLLO  
 
Potenza, 12 ottobre 2009 - "Programmazione, gestione e controllo": queste le parole chiave usate dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo nell´incontro a Bruxelles tra i presidenti delle Regioni dell´obiettivo ´convergenza´, con il direttore della Politica regionale Ue con responsabilità per l´Italia, Raoul Prado, e gli altri dirigenti dell´Unione Europea che si occupano dei Programmi Operativi Regionali. "Abbiamo rafforzato le strutture responsabili per l´attuazione del Programma - ha spiegato De Filippo - valorizzando così il modello organizzativo del Fesr 2007/2013 che innesta le innovazioni sull´esperienza molto positiva sviluppata con il Por 2000/2006". "La Regione Basilicata - ha ricordato De Filippo - ha approvato il Documento Unico di Programmazione nel quale, in linea con il Quadro Strategico Nazionale, è racchiusa la politica regionale 2007/2013. Con le risorse aggiuntive provenienti dalle royalties dell´acqua e del petrolio, abbiamo potuto garantire un potenziale di sviluppo anche in una situazione di crisi generale dell´economia". "Proprio a ragione della crisi finanziaria nazionale e mondiale - ha concluso De Filippo - abbiamo fatto alcune modifiche al Programma 2007/2013, inserendo le opportunità relative all´ingegneria finanziaria e al quadro temporaneo degli aiuti alle imprese. In più, le innovazioni regolamentari apportate in materia di energia, ci permettono poi di cogliere in maniera più efficace le opportunità che l´Europa ha dato alle Regioni per la realizzazione di misure anti-cicliche". Nell’incontro, dunque, sono stati analizzati i progressi realizzati nella prima fase del ciclo programmatorio 2007-2013, i risultati conseguiti e le eventuali criticità, ma anche i temi delle prospettive della politica di coesione comunitaria. Le Regioni stanno attraversando un momento di crisi economica a livello globale e nazionale e lamentano anche difficoltà nella fase di avvio della nuova programmazione, causate dalla complessità dei nuovi regolamenti comunitari. La Basilicata, però, può guardare con fiducia e tranquillità alla scadenza del 31 dicembre 2009, data entro la quale dovrà essere rendicontata la spesa del biennio 2007-2009, evitando il disimpegno automatico. Il Presidente De Filippo, nel ricordare che in questa coda del 2009 saranno spesi 102 milioni di euro e che la Regione ha già certificato una spesa pari a circa 28 milioni di euro, si è soffermato anche sulla qualità delle scelte operate in tema di inclusione sociale, per sostenere fondi di garanzia impegnati nei campi dell’innovazione, della ricerca e dell’energia e i regimi di aiuto per le Piccole e medie imprese, nel settore dell’ambiente e per la realizzazione di interventi infrastrutturali su tutto il territorio regionale. .  
   
   
FVG: REGIONI E STABILITA´ DELLA UE  
 
Gorizia, 09 ott - "Nell´attuale configurazione politica, economica e sociale dell´Unione europea è sempre più importante, a garanzia della sua stabilità, il ruolo propulsivo delle Regioni e dei rapporti che sanno costruire, degli scambi di risorse umane, interessi, scopi e valori che attuano nell´intento di innescare e incrementare lo sviluppo delle rispettive popolazioni". L´ha dichiarato l´assessore alle Autonomie locali, Sicurezza e Relazioni internazionali Federica Seganti tirando le somme, il 9 ottobre, del V Forum dell´Euroregione Aquileiese, dedicato quest´anno proprio a "Europa: dall´espressione geografica all´identità politica. Ruolo ed apporto delle Euroregioni". Due giorni di interventi ed incontri "che hanno avuto lo scopo di far diventare patrimonio comune le esperienze singolarmente maturate dalle istituzioni dei diversi Paesi attraverso il confronto tra i principali attori delle politiche di questi Paesi e le loro proposte" ha rilevato Paolo Petiziol, console onorario della Repubblica Ceca e consulente della Regione per l´area del Sud Europa che ha coordinati i lavori del Forum, organizzato a Gorizia nella sala convegni della Fondazione Cassa di Risparmio dall´Associazione culturale "Mitteleuropa". La valutazione di strategie progettuali comuni in vista delle risorse riservate dall´Unione europea alla cooperazione transfrontaliera ed ai progetti interregionali (fondi destinati a crescere nella programmazione 2014-2020) è stata il secondo motore dell´iniziativa, che ha unito nel dialogo i presidenti dell´Euroregione dei Carpazi e quella del Danubio-mures-tibisco, le regioni Trans- e Sud carpatiche e diverse personalità di spicco, tra cui il segretario generale di Alpe Adria Hellwig Valentin, i rappresentanti politici di Moldavia, Macedonia, Croazia e tanti altri. Un parterre al quale l´assessore si è rivolto confermando che la Regione Friuli Venezia Giulia e nello specifico il suo presidente, Renzo Tondo, intendono portare avanti con fermezza le politiche di cooperazione internazionale ed in particolare quelle con l´area europea centro-sud-orientale, considerandole una delle punte di diamante del programma di governo di questa legislatura. "Il messaggio che arriva dai lavori di questo forum conferma l´opportunità di intervenire a favore della crescita di questi rapporti - ha rilevato l´assessore - e la necessità di trasformarli nella base per la fattiva evoluzione di progetti comuni, nell´interesse della crescita dell´intera collettività europea". "Non esiste - ha notato Seganti - un´Europa di serie A ed una di serie B: esiste l´Europa che, attraverso l´interazione delle sue diverse componenti nazionali, contribuisce all´evoluzione del concetto di Unione europea in una più generale e completa visione di progresso sociale e sviluppo economico". .  
   
   
CITTADINI DEL LAZIO IN PIAZZA PER DECIDERE SUL BILANCIO REGIONALE  
 
Roma, 12 ottobre 2 009 - I cittadini del Lazio (di 20 comuni del territorio e 7 municipi di Roma) sabato 10 ottobre hanno potuto decidere su quali ambiti del bilancio la Regione Lazio dovrà investire più risorse per l´anno 2010. E´ questo, in sintesi, l´obiettivo della ´Giornata della partecipazione´, iniziativa promossa dall´assessorato al Bilancio della Regione Lazio per favorire la condivisione delle scelte e una maggiore partecipazione alla vita democratica. Si è votato a Frosinone, Sora, Veroli, Fondi, Roccagorga, Rieti, Orvinio, Scandriglia, Bracciano, Trevignano, Cerveteri, Pomezia, Rignano Flaminio, Sant´oreste, Torrita Tiberina, Valmontone, Zagarolo, Acquapendente, Tarquinia, Viterbo e a Roma nei Municipi Iii, V, Vi, Vii, Ix, Xi, Xix". Nelle piazze sono stati posizionati alcuni terminali touch screen attraverso i quali è stato possibile esprimere le proprie preferenze. Si tratta del sistema di voto elettronico (E-poll). Ogni cittadino poteva scegliere al massimo 5 voci, tra un elenco di ambiti di bilancio proposti dalla Regione Lazio (trasporti, energie rinnovabili, reddito minimo garantito ecc. ). Il settore che riceverà il maggior numero di consensi sarà oggetto di uno specifico stanziamento aggiuntivo nel Bilancio 2010. "È questo un momento particolarmente delicato per le istituzioni. Gli spazi di partecipazione sono ridotti. In controtendenza rispetto a questo quadro generale, e nella consapevolezza che va ridotto il gap tra governanti e governati, la Regione Lazio ha investito sulla partecipazione. Occuparsi di partecipazione significa avere a cuore la democrazia", dichiara l´assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri. L´iniziativa rientra nel più ampio processo di partecipazione avviato lo scorso giugno, al quale hanno aderito 109 comuni del Lazio . E´ possibile votare anche attraverso il sito www. Economiapartecipata. It. Sono legittimate a partecipare tutte le persone che, di età superiore a 16 anni, risiedono nella Regione Lazio o vi sono domiciliate per lunghi periodi di studio o di lavoro. L´intero processo si chiuderà il 14 novembre con una grande assemblea partecipativa nel corso della quale si deciderà come utilizzare le risorse aggiuntive stanziate. .  
   
   
CONVEGNO: OLTRE LA CRISI - SCENARI POSSIBILI NEL SETTORE INDUSTRIALE E RUOLO DEI TERRITORI. LE PROSPETTIVE DELLA VALLE D’AOSTA  
 
Aosta, 12 ottobre 2009 - Si è svolto venerdì 9 ottobre 2009, al Centro congressi del Gran Hôtel Billia di Saint-vincent, il convegno Oltre la crisi: scenari possibili nel settore industriale e ruolo dei territori. Le prospettive della Valle d’Aosta, organizzato dall’Assessorato delle attività produttive. L’iniziativa è stata l’occasione per un dibattito e un confronto del settore industriale sui futuri scenari del comparto, a partire dalla congiuntura economica mondiale negativa. L’appuntamento ha visto il coinvolgimento dei principali attori chiamati ad intervenire nel rilancio dello sviluppo industriale: Amministrazione pubblica, imprese e privati, enti di formazione e Università. In questo contesto, l’appuntamento di Saint-vincent si è concentrato in particolare sul ruolo del territori nella creazione di realtà competitive e di eccellenza, e sulle strategie del breve e medio termine che dovranno disegnare il nuovo modo di fare impresa sul territorio regionale e nazionale. Ad aprire la prima sessione del convegno è stato l’Assessore alle attività produttive, Ennio Pastoret, che nel portare i saluti del Governo regionale, ha ripercorso brevemente le azioni anti-crisi messe in campo dall’Amministrazione regionale «Il sistema Valle d’Aosta fin da subito ha messo in atto una serie di efficaci misure anticrisi con l’unanime coesione di tutte le forze politiche – ha precisato Pastoret – Di fronte alla crisi molte aziende hanno saputo tenere. È intenzione del Governo regionale continuare a fornire strumenti per sviluppare capacità e opportunità sul territorio, con un’attenzione particolare alle maestranze, il cui ruolo è fondamentale all’interno del processo di crescita delle aziende». Il Presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Monica Pirovano, ha dipinto il quadro economico valdostano attuale alla luce delle indicazioni e previsioni che emergono dall’indagine di Confindustria del quarto trimestre 2009. L’analisi previsionale si è soffermata su diversi aspetti del comparto industriale: produzione, utilizzo degli impianti, competitività interna, ordini, investimenti e occupazione. «La contrazione negativa che si registra in tutti i comparti del settore riguarda tutte le tipologie di aziende – ha commentato Pirovano – Dal mese di settembre 2009 abbiamo registrato i primi e timidi segnali positivi, ma la ripresa avverrà molto gradualmente. Ci troviamo in questo momento in una fase di crisi diversa, che obbliga a pensare in modo diverso. Abbiamo toccato il fondo e resteranno a galla le imprese che si sono sapute e che sapranno reinventarsi e che hanno il coraggio di investire. Le conseguenze peggiori di questa crisi le sta vivendo l’occupazione – ha aggiunto Pirovano – dato costantemente negativo che si caratterizza per continui ricorsi alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria da parte delle aziende». Per evitare che il fenomeno continui, per il Presidente di Confindustria è necessario che le imprese di indirizzino «verso nicchie di mercato e canali di distribuzione più capillari» e che si continui a fare «sinergia e sistema tra tutti gli attori del territorio, pubblici e privati», con un’attenzione privilegiata alla ricerca e all’innovazione e allo sviluppo di un fil rouge tra Università e mondo delle imprese «tema fondamentale – ha concluso Pirovano - è infatti migliorare la cultura di fare impresa partendo dai giovani». Ad approfondire le linee strategiche della Regione, gli obiettivi per il prossimo futuro e il quadro degli strumenti a servizio delle imprese in Valle d’Aosta è stato l’Assessore Pastoret: «La Valle d’Aosta ha bisogno di progettualità e di insistere sull’apertura di nuove strade per uscire dalla crisi. Tra queste figurano il Piano triennale delle Politiche del Lavoro, recentemente approvato dal Consiglio regionale, il nuovo Piano energetico, che rappresenterà un volano importante e fondamentale per i futuri scenari imprenditoriali valdostani, e il Piano Triennale dell’Industria e Artigianato, che sarà sottoposto in Consiglio regionale e che dovrà segnare nuove vie di sviluppo e il cui obiettivo sarà quello di intensificare il significato delle economie locali in un sistema competitivo con prospettive strutturali capaci di tenere a lungo termine». «La strategia di sviluppo da attuare – ha continuato Pastoret – soggiace ad alcuni elementi imprescindibili: la vocazione territoriale, incentrata su sicurezza, monitoraggio e salvaguardia ambientale; gli ambiti di specializzazione e le piattaforme tecnologiche; i nuovi modelli di trasferimento tecnologico». Tra gli altri elementi fondamentali per questo processo di sviluppo, l’Assessore si è soffermato poi sull’importanza delle risorse umane che devono essere adeguate per un sistema competitivo efficace e ha infine posto attenzione sulla realtà infrastrutturale presente in Valle d’Aosta, che «rappresenta un valore aggiunto per le imprese». Il giornalista Marco Cattaneo, direttore della rivista Le Scienze, edizione italiana di Scientific American si è concentrato sui temi della ricerca industriale intesi quale motore di innovazione e soluzione della crisi. Dati alla mano, Cattaneo ha evidenziato la stagnazione dell’andamento della spesa complessiva tra pubblico e privato nella ricerca in Italia negli ultimi 30 anni rispetto al Pil. «In questi ultimi anni si assiste ad una timida crescita degli investimenti privati – ha precisato il giornalista – elemento questo positivo ed unica strada per una competitività duratura. Il problema italiano – ha però aggiunto Cattaneo – è il basso numero di personale dedicato alla ricerca e allo sviluppo: l’età media dei ricercatori è molto alta e la percentuale di giovani ricercatori sotto i 35 anni molto bassa. Siamo un Paese che sta ancora soffrendo della crisi e dobbiamo stare attenti a come e da dove ricominciare». Su ricerca e formazione si è concentrato l’intervento di Marco Gilli, Pro-rettore del Politecnico di Torino, che ha parlato dell’esperienza del Politecnico in relazione alla collaborazione formativa con le imprese e all’attività che, su questo fronte, si è sviluppata sul territorio valdostano concentrandosi su sistemi e tecnologie innovative di supporto ai sistemi di monitoraggio ambientale. Sara Bedin, referente della società Ambrosetti Spa, ha invece analizzato il sistema Valle d’Aosta e le relative strategie competitive per lo sviluppo, affermando come l’incapacità di progettare il futuro sia un grave handicap per le imprese «ecco perché – ha precisato Bedin – la crisi deve essere intesa anche come generatore di nuove capacità imprenditoriali. La ricerca per le imprese non è un lusso». A chiudere gli interventi è stato Carlo Vigna, consulente dell’Assessorato delle attività produttive, che ha presentato le principali novità e iniziative di sostegno a disposizione delle imprese valdostane. . .  
   
   
REGIONE SICILIA: IL PRESIDENTE LOMBARDO INCONTRA BERLUSCONI  
 
Roma, 8 ottobre 2009 - Il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha incontrato l’ 8 ottobre, a palazzo Grazioli, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi. Al centro del colloquio, le tematiche della ricostruzione e del sostegno alla popolazione di Giampilieri e Scaletta Zanclea, i comuni colpiti venerdì scorso dalla tragica alluvione, in provincia di Messina. Con il Presidente della Regione, che sarà nominato commissario dell´emergenza con l´ordinanza di protezione civile in fase di pubblicazione, il Presidente Berlusconi ha discusso anche delle misure da adottare per mettere in sicurezza le zone a rischio e degli interventi necessari alla realizzazione dei nuovi appartamenti per cittadini rimasti senza casa. Lombardo e Berlusconi hanno anche affrontato i temi, difficili, dell´attualità politica di queste ore. E il Presidente della Regione Siciliana ha voluto esprimere la sua incondizionata stima personale e politica al premier, “ribadendo – ha detto Lombardo - la validità delle ragioni che hanno permesso il percorso politico comune”. .  
   
   
TRENTINO ALTO-ADIGE: APPROVATO DALLA GIUNTA IL BILANCIO DI PREVISIONE 2010 POLITICHE SOCIALI E GIUDICI DI PACE I SETTORI DI INTERVENTO PIÙ RILEVANTI  
 
Trento, 12 ottobre 2009 - Il bilancio di previsione della Regione per l’anno 2010 pareggia sulla cifra di 469. 850. 000 euro. Le entrate si attestano sui 364. 118. 000 euro a cui si aggiungono 105. 732. 000 derivanti da esercizi precedenti. La novità più importante di questo bilancio, approvato oggi dalla Giunta regionale, sono le modalità con cui il documento contabile è stato redatto, risultato delle modifiche apportate dalla nuova legge regionale in materia di contabilità e bilancio approvata lo scorso luglio, con la quale si è inteso garantire maggiore semplificazione nelle procedure e maggiore trasparenza nella formazione del documento contabile. La struttura del bilancio è stata modificata raggruppando entrate e spese in unità previsionali di base. Le spese sono suddivise fra dodici funzioni obiettivo individuate con riguardo all’esigenza di definire le politiche regionali. Unitamente al disegno di legge concernente il bilancio di previsione, che andrà ora all’approvazione del Consiglio regionale, è stato predisposto dalla Giunta regionale un documento tecnico di accompagnamento nel quale le unità previsionali di base delle entrate e delle spese vengono ripartite in uno o più capitoli ai fini della gestione e della rendicontazione. La maggior parte degli investimenti per il 2010 sono quantificati ai valori degli anni precedenti e si indirizzano sui settori di interesse regionale individuati in questa legislatura. La spesa tiene conto della necessità di rispettare i limiti posti dal patto di stabilità. La maggior parte delle risorse del bilancio regionale sono destinate alle politiche sociali e alla previdenza in accordo con le Province autonome. Complessivamente, per questo settore, vengono stanziati circa 190 milioni di euro. In particolare, si evidenzia l’intervento di 10 milioni di euro per sostenere, in questo momento di crisi mondiale, quei lavoratori che perdono il lavoro o sono sospesi dallo stesso garantendo a tutti un reddito minimo per un certo periodo di tempo. L’importo è ripartito a metà fra le Province autonome di Trento e Bolzano. A questo importante intervento sociale si deve aggiungere l’istituzione, dall’anno 2006, del fondo di copertura previdenziale per le persone non autosufficienti. Per tale finalità vengono stanziati 30 milioni annui per ciascuna Provincia per il triennio 2010 – 2012. L’altro rilevante settore di intervento finanziario della Regione è quello dei giudici di pace, che vede l’Ente impegnato nella gestione degli atti e dei provvedimenti relativi allo status del giudice di pace, nel coordianamento dei 22 uffici presenti sul territorio e nel servizio di mediazione penale. La spesa complessiva della funzione obiettivo “Giudici di pace” ammonta a complessivi euro 16. 495. 000. Le spese relative al personale e al funzionamento degli uffici del giudice di pace e degli uffici giudiziari verranno imputate dalla Regione, nell’ambito dell’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, come proprio concorso al riequilibrio della finanza pubblica. Per le funzioni obiettivo “Integrazione europea, minoranze e interventi di interesse regionale”, “Minoranze linguistiche regionali” e “Interventi umanitari” si conferma, anche per il 2010, l’impegno della Regione per dare un’applicazione funzionale ed efficiente alle leggi regionali in materia. La spesa complessiva delle tre funzioni obiettivo è di euro 13. 250. 000 pari agli stanziamenti del 2009. .  
   
   
DICHIARAZIONE PRESIDENTE CAPPELLACCI SU LEGGE IMPUGNATA DA GOVERNO  
 
Cagliari, 12 Ottobre 2009 - "I rilievi, che hanno portato il Governo a una "impugnativa cautelare" della Lr n. 3/2009 (Disposizioni urgenti nei settori economico e sociale), sono in linea con i contenuti del testo di legge licenziato dalla Giunta, successivamente modificato durante la discussione in Aula che ne ha preceduto l´approvazione da parte del Consiglio Regione. Le eccezioni mosse dal Ministero agli Affari regionali e Autonomie locali sono in fase di adeguamento per omogeneizzare il provvedimento con la disciplina generale sulla stabilizzazione del personale precario, come ha spiegato lo stesso Ministro per gli Affari Regionali, on. Raffaele Fitto. La puntualizzazione del ministro Fitto, che ringrazio per l´attenzione e la sensibilità con cui segue l´attività delle Regioni, dovrebbe evitare ogni tentativo di strumentalizzazione della vicenda. Ma, soprattutto, è la conferma di un rapporto improntato fin dall´avvio della nuova legislatura consiliare alla massima trasparenza e correttezza istituzionale tra Governo e Regione. In questa ottica sono certo che l´Assemblea sarda sarà pronta a reiterare in tempi brevi, con le modifiche che saranno concordate, un provvedimento che dia una prima risposta ai precari della Pubblica amministrazione´´. .  
   
   
ATTIVITA’ PRODUTTIVE FVG: 2,5 MLN IN PIÙ PER SVILUPPO COMPETITIVO PMI  
 
Trieste, 12 ottobre 2009 - "Entro l´anno destineremo altri due milioni e mezzo al rifinanziamento del fondo gestito da Friulia per il Capo I della legge regionale 4/2005 sullo sviluppo competitivo delle Pmi". Lo ha annunciato il 9 ottobre il vicepresidente della Regione e assessore alle Attività produttive Luca Ciriani. "Alla luce dell´andamento delle domande - ha aggiunto l´assessore - ho dato disposizioni affinché alle misure sullo sviluppo competitivo siano destinate anche le risorse statali di recente introitate dalla Regione, per 2 milioni e 568 mila euro: lo stanziamento per quest´anno sale quindi a 22 milioni e 368 mila euro, risorse importanti che si aggiungono alle ingenti risorse destinate alla ricerca ed all´innovazione e agli strumenti anticrisi". .  
   
   
PAPA WOJTYLA: ABRUZZO CON SEI REGIONI PER CENTRO A CRACOVIA  
 
L´aquila, 12 ottobre 2009 - Nel suo lungo pontificato Papa Wojtyla venne in Abruzzo ben 134 volte in breve visite in forma strettamente privata. Lo ha rivelato il 10 ottobre a Loreto nella Marche il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia e segretario particolare per 30 anni di Papa Giovanni Paolo Ii, in Italia per avviare il progetto di realizzazione di un centro polivalente a Cracovia finanziato da sette regioni italiane tra cui l´Abruzzo. A rappresentare la Regione Abruzzo a Loreto c´era il vicepresidente Alfredo Castiglione che, insieme ai rappresentanti politici delle altre sei regioni, ha sottoscritto una lettera d´intenti per la realizzazione del centro polivalente dal nome "Centro Giovanni Paolo Ii ? Non abbiate paura", promosso dalla Fondazione vaticana "Giovanni Paolo Ii per la Gioventù" . Proprio l´arcivescovo di Cracovia ha confermato che l´Abruzzo è stata la regione "più visitata" da Papa Wojtyla, che con le montagne abruzzesi aveva un rapporto tutto particolare. Ed infatti a capo del progetto del centro polivalente ci sono le sette regioni che più di tutte sono legate a Papa Giovanni Paolo Ii: Abruzzo, Lombardia, Marche, Valle D´aosta, Lazio, Veneto e Provincia di Trento, "che - ha spiegato l´arcivescovo Dziwisz - risultano depositarie di numerosa documentazione legata alla frequenza del Papa nei propri territori, strettamente correlata ai temi che l´istituendo Centro intende approfondire". "Mi sembra una grande iniziativa alla quale l´Abruzzo aderisce con convinzione e entusiasmo", ha detto il vicepresidente Alfredo Castiglione intervenendo a Loreto. "Il fatto poi, come ha rilevato oggi l´arcivescovo di Cracovia, che l´Abruzzo è stata la regione più toccata da Papa Wojtyla, ci riempie di orgoglio e ci convince della giustezza del progetto come testimonianza chiara di una fortissima presenza del Pontefice nella nostra terra". Il progetto che sottende alla realizzazione del Centro è di ricordare Papa Wojtyla perpetuando i suoi grandi interessi religiosi, spirituali, culturali, sociali e artistici, con particolare attenzione alla tutela delle risorse naturali e della pace. L´iniziativa della Fondazione vaticana, come è stato spiegato a Loreto, è aperta anche al contributo delle altre regioni italiane. .  
   
   
LE REGIONI ITALIANE PER LA CREAZIONE DEL CENTRO GIOVANNI PAOLO II A CRACOVIA, FIRMA A LORETO CON IL PRESIDENTE SPACCA E IL CARDINALE DZIWISZ.  
 
 Loreto, 12 Ottobre 2009 - Le Regioni italiane collaboreranno alla creazione del Centro polivalente dedicato a Giovanni Palo Ii, a Cracovia. Le prime ad aderire sono le Marche, l´Abruzzo, il Lazio, la Lombardia, la Valle D´aosta, il Veneto e la Provincia autonoma di Trento. I rappresentanti di queste Regioni hanno condiviso, a Loreto, una lettera d´intenti, con la quale si impegnano ´nella raccolta di materiale documentale e nel´individuazione di iniziative tese a valorizzare l´attivita` dell´istituendo Centro, anche con eventuali contributi finanziari´. Con un successivo protocollo verranno individuate ´le specifiche modalita` di sostegno´. Alla presenza del cardinale di Cracovia, Stanislaw Dziwisz, e del segretario generale della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Marcello Mochi Onori, il documento e` stato firmato da: Gian Mario Spacca (presidente Regione Marche), Alfredo Castiglione (vice presidente Regione Abruzzo), Lia Giovanazzi Beltrami (assessore Provincia autonoma di Trento), Luigina Di Liegro (assessore Regione Lazio), Mario Sala (consigliere delegato Regione Lombardia), Francesco Dotta (capo di gabinetto Regione Veneto). Il rappresentante della Valle D´aosta non ha potuto raggiungere Loreto, ma la Regione formalizzera` l´adesione a breve. La firma e` avvenuta nel corso di un incontro, tra i rappresentanti regionali, presso il Centro Giovanni Paolo Ii di , il 10 ottobre, Montorso, nell´ambito della visita del cardinale di Dziwisz nelle Marche Il progetto e` stato ideato dallo stesso cardinale e registra l´appoggio della Conferenza delle regioni e delle province autonome. Nella seduta dello scorso 1 ottobre, il presidente Vasco Errani aveva invitato le Marche a raccordare le Regioni interessate. La Fondazione ´Giovanni Paolo Ii per la gioventu`´ ´ promotrice dell´iniziativa in Italia - ha richiesto, in questa prima fase, il coinvolgimento delle Regioni ´depositarie della documentazione legata alla frequenza del Papa nei propri territori, strettamente correlata ai temi che l´istituendo Centro intende approfondire´. La partecipazione al progetto e` aperta a tutte le Regioni italiane. Nella Diocesi di Cracovia la struttura sorgera` nell´area della cava, dove, negli anni ´40, Karol Wojtyla fu impegnato dagli occupanti nazisti come minatore. L´idea e` quella di ricordare la figura del Papa, perpetuando i suoi interessi religiosi, spirituali, culturali, sociali e artistici, con particolare attenzione alla tutela delle risorse naturali e alla pace. Il Centro ´Giovanni Paolo Ii ´ Non Abbiate Paura´ (questa la denominazione) sara` costituito da diversi edifici destinati a ospitare giovani, ricercatori, studiosi, operatori pastorali, sociali e culturali. Verranno realizzati spazi di documentazione, biblioteche, emeroteche, filmoteche, servizi di accoglienza e volontariato, aule espositive, per seminari e lettura. Alcune strutture verranno dedicate alla creazione di centri di interesse legati a Giovanni Paolo Ii, di cui tre di maggiore importanza: studi teologici e filosofici, studi sui giovani e gli incontri europei e mondiali della gioventu`, sulla salvaguardia del creato. Quest´ultimo, in particolare, ospitera` i documenti e le testimonianze della presenza del Santo Padre nei luoghi montani piu` frequentati: Tatra (catena montuosa tra la Polonia e la Slovacchia), Trentino, Dolomiti Venete, Valle D´aosta, Abruzzo, oltre ad altre localita` in cui ha avuto contatti diretti con la natura. .  
   
   
IL VENETO PER REALIZZAZIONE “CENTRO GIOVANNI PAOLO II – NON ABBIATE PAURA” DIOCESI DI CRACOVIA  
 
 Venezia, 12 ottobre 2009 - Il Veneto sosterrà la realizzazione del “Centro Giovanni Paolo Ii – Non abbiate paura”, nella diocesi di Cracovia in Polonia, collaborando nella raccolta di materiale documentale, nell’individuazione di iniziativa tese a valorizzare l’attività del Centro, in fase di realizzazione, e anche con eventuali contributi finanziari. E’ quanto ha formalizzato il presidente della Regione Giancarlo Galan in una lettera d’intenti che è stata consegna il 10 ottobre al Cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, nel corso di una cerimonia in programma nel Centro Giovanni Paolo Ii di Montorso di Loreto, alla quale presenzieranno i rappresentanti delle Regioni italiane interessate all’iniziativa. Il Centro in questione, voluto dall’arcivescovo Dziwisz, sarà edificato nell’area della cava dove negli anni ’40 Karol Wojtyla fu impegnato come minatore dagli occupanti nazisti. Con l’iniziativa si vuole ricordare Giovanni Paolo Ii perpetuando i suoi grandi interessi religiosi, spirituali, culturali, sociali e artistici, con particolare attenzione alla tutela delle risorse naturali e alla pace. Il “Centro Giovanni Paolo Ii – Non Abbiate Paura” sarà costituito da più edifici, destinati ad ospitare giovani, ricercatori, studiosi, operatori pastorali, sociali e culturali, ed è prevista la realizzazione di centri di documentazione, biblioteche, emeroteche, filmoteche, servizi di accoglienza e volontariato, aule espositive, aule per seminari, sale lettura. Alcune parti del Centro saranno interamente dedicati alla creazione di “centri d’interesse”, tra quali uno dedicato al “centro sulla salvaguardia del creato”, che ospiterà documentazioni e testimonianze della presenza del S. Padre nei luoghi montani da lui frequentati tra i quali le Dolomiti Venete. “Nel Veneto la presenza di Giovanni Paolo Ii è un fatto attuale, prima ancora che un ricordo – ha sottolineato Galan – e i suoi soggiorni nelle nostre montagne sono state una testimonianza vivente di amore per il creato che ha lasciato un’impronta profonda nelle comunità locali e regionale e che si è tradotta anche in numerosi scritti, immagini, discorsi, incontri, che potranno costituire materiale importante per il Centro a lui dedicato nella sua terra polacca”. .  
   
   
OGGI A TRENTO SEMINARIO SUL SOSTEGNO ALLE PMI DURANTE LA CRISI ESPERIENZE DALL’AMERICA LATINA E DAL SUD EST EUROPA A CONFRONTO.  
 
 Trento, 12 ottobre 2009 - Oggi presso l’ex Convento degli Agostiniani , in vicolo San Marco 1, a Trento, il Centro Ocse Leed di Trento e il Centro per la formazione alla solidarietà internazionale organizzano un seminario internazionale che affronta le problematiche legate al sostegno delle piccole e medie imprese nell’attuale periodo di crisi globale. Parteciperanno al seminario un gruppo di persone composto da 30 decisori politici e operatori dello sviluppo locale, impegnati nell’ideazione e messa in atto di strategie per lo sviluppo dell’ imprenditorialità e delle Pmi nei paesi dell’America latina e del sud est Europa. Gli organi di informazione sono cordialmente invitati alla tavola rotonda prevista per le ore 11. 30 che vedrà la partecipazione del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, dei segretari di Stato di Croazia e Brasile, Tajana Kesić-Šapić e Edson Lupatini, del vicepresidente di Confindustria Trento, Antonello Briosi e del consigliere speciale per lo sviluppo locale del governo britannico, Andy Westwood. Il seminario, che avrà una durata di quattro giorni, avrà inizio con una sessione aperta alla cittadinanza intera, oltre che ai partecipanti e a soggetti che già operano sul territorio trentino. Economisti dell’Ocse, esperti e decisori politici internazionali discuteranno dell’importanza delle politiche di sviluppo locale come risposta alla crisi economica e finanziaria e si confronteranno sulle azioni intraprese dai diversi governi per fronteggiare le numerose difficoltà esistenti. A fine lavori e durante i giorni del seminario sarà possibile organizzare momenti individuali di confronto e interviste ai partecipanti. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito web www. Trento. Oecd. Org .  
   
   
TRENTO: CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA A 111 IMPRESE I LAVORATORI COINVOLTI SONO 586, CIRCA 300MILA LE ORE DI CIGO AUTORIZZATE  
 
Trento, 12 ottobre 2009 - Sono salite a 111 le imprese trentine per le quali è stata autorizzata la cassa integrazione in deroga. Lo rende noto l´Agenzia del Lavoro nel consueto aggiornamento settimanale relativo allo stato di avanzamento delle azioni straordinarie per l´occupazione promosse dalla Provincia autonoma. Delle 111 imprese autorizzate (su 129 che hanno presentato a tutt´oggi domanda), 82 sono artigiane, 20 del terziario e 9 industriali. In un caso (impresa industriale) si tratta della proroga del trattamento già autorizzato in precedenza. I lavoratori complessivamente coinvolti sono 586 per un totale di ore di "cassa" autorizzate pari a 297. 474. Il fabbisogno finanziario impegnato ammonta a 2. 852. 807 euro. Nel Pdf in allegato i dati di dettaglio. .  
   
   
TRENTO, INTEGRAZIONE AL REDDITO: I LAVORATORI PART TIME EQUIPARATI A QUELLI A TEMPO PIENO  
 
Trento, 12 ottobre 2009 - Su proposta del presidente Dellai, la giunta provinciale ha il 9 ottobre deliberato di modificare la deliberazione n. 1927 dello scorso 30 luglio 2009 in materia di "interventi straordinari di integrazione al reddito a favore dei lavoratori sospesi per crisi di mercato", stabilendo che ai lavoratori part time colpiti dalla crisi sarà erogato il medesimo importo integrativo orario previsto per i lavoratori a tempo pieno. La decisione è finalizzata ad evitare una possibile interpretazione della precedente delibera non coerente con la volontà espressa dalla Provincia autonoma di Trento e dalle parti sindacali nel protocollo d´intesa siglato il 27 luglio scorso. Volontà che va nel senso di garantire parità di trattamento a tutti i lavoratori in difficoltà. . .  
   
   
I CONSUMATORI PRIMI ALLEATI DELLE IMPRESE VICENTINE SE ACQUISTANO ACQUA DEL TERRITORIO  
 
 Venezia, 12 ottobre 2009 - “Come fatto in precedenza, rilanciamo oggi un messaggio forte ai cittadini, che è quello di scegliere, nel momento dell’acquisto, le acque del nostro territorio, perché il più grande alleato, nonché il primo sostenitore di un’impresa, è il consumatore”. Lo ha dichiarato il 9 ottobre nella sede di Confindustria a Schio, Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro, alla Tutela del consumatore e alla Sicurezza alimentare, in occasione della conferenza stampa sul settore delle acque minerali alla luce delle modifiche apportate, il 18 settembre 2009, alla leggi regionali del 10 ottobre 1989 (n. 40) e del 30 gennaio 2004 (n. 1). Donazzan ha spiegato come “ Le aziende del territorio, a causa di una Legge Finanziaria votata due anni fa che vedeva un aumento importante della tassa che i concessionari dell’acqua dovevano pagare, sono state messi in difficoltà poiché, rispetto alle altre regioni in cui, in moltissimi casi, la tassa era pari zero, si sono trovate in clima di concorrenza sleale”. La legge regionale prevedeva, infatti, un canone di 3 euro per ogni metro cubo di acqua minerale imbottigliata e per i suoi derivati prodotti. Il 65% della quantità di acqua minerale prodotta in Italia è soggetta a canone, di questa il 30% riguarda il Veneto, e dei canoni di concessione il 70% dell’importo nazionale è introitato dal Veneto. “Nell’iter seguito per la modifica della legge- ha spiegato l’Assessore regionale- anche in considerazione della congiuntura economica sfavorevole, abbiamo in assoluto privilegiato il tema della difesa dei livelli occupazionali e, in tal senso, abbiamo percepito atteggiamenti diversi tra le aziende del territorio”. “Delle locali dell’Alto vicentino- ha aggiunto Donazzan- Fonte Margherita, Fonte Regina, Fonti di Posina e Norda, hanno sicuramente effettuato sforzi straordinari per poter mantenere ai livelli precedenti i livelli occupazionali”. “Situazione che- ha proseguito l’Assessore regionale- non si è presentata con la San Pellegrino (Recoaro) , multinazionale con cui è stato molto difficile ragionare e che sicuramente ha fatto solo calcoli di bilancio”. “Ecco perché- ha proseguito l’Assessore regionale- anche in virtù del fatto che la Proprietà non sembra avere a cuore gli abitanti del nostro territorio, mi piacerebbe veder tornare la Recoaro in mano a qualcuno degli imprenditori locali, anche perché e non finirò mai di ripeterlo, i marchi commercializzati dalle nostre aziende costituiscono un considerevole veicolo per far conoscere il vicentino in tutto il mondo”. La modifica alla legge prevede quindi un canone di 1,50 euro per m/c di acqua e derivati imbottigliati in contenitori di vetro, e di 1 euro per m/c di acqua e derivati imbottigliati in contenitori di vetro. .  
   
   
PMI ABRUZZO: PROGRAMMA CONSOLIDAMENTO PASSIVITA´ A BREVE IN ACCORDO CON ABI E MEDIOCREDITO CENTRALE  
 
L´aquila, 12 ottobre 2009 - La Regione Abruzzo, in relazione al pacchetto anticrisi sottoscritto ad inizio estate con Abi e Mediocredito Centrale, ufficializza l’ 8 ottobre la prima parte di tale accordo indicando la possibilità, da parte delle imprese operanti nella nostra regione, di poter consolidare i propri debiti a breve nei confronti delle banche. L´importo è pari a 6,5 milioni di euro. Il provvedimento sarà operativo trascorsi i 30 giorni dalla pubblicazione sul Bura che indicativamente avverrà a fine mese. "Dalle notizie che ci arrivano dall´Abi - afferma l´assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione - aderiranno quasi tutte le banche abruzzesi. Si tratta di un provvedimento importante perchè il prolungamento del debito a tassi agevolati, oltre a permettere alle imprese di avere un respiro finanziario, incide notevolmente sull´eliminazione del presupposto secondo cui gli imprenditori, fuggendo dai canali istituzionali del credito, si ritrovano poi in situazioni poco piacevoli come l´usura". "Si possono rinegoziare i debiti aventi scadenza di un anno per un massimo di 250 mila euro. Si potranno rimodulare per un massimo di 5 anni e la Regione con i 6 milioni e mezzo di euro si accolla il 100% degli interessi passivi di riferimento". .  
   
   
PIANO RISTRUTTURAZIONE API FALCONARA, INCONTRO IN REGIONE MARCHE CON LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI.  
 
Ancona, 12 Ottobre 2009 - Un sostegno istituzionale nel confronto con l´azienda sulle ricadute del piano industriale. E` quanto chiedono i lavoratori alla Regione Marche, in vista dell´incontro tra api e sindacati, in programma la settimana prossima (martedi` 13 ottobre). Dopo aver ricevuto l´amministratore delegato, Giancarlo Cogliati, la Giunta regionale ha convocato i sindacati, le Rsu, la Provincia di Ancona e il Comune di Falconara Marittima. Erano presenti gli assessori regionali Fabio Badiali (Lavoro) e Marco Amagliani (Ambiente). La Provincia era rappresentata dall´assessore al Lavoro Maurizio Quercetti, il Comune dall´assessore al Bilancio Marina Mancini. La folta delegazione sindacale comprendeva, tra gli altri, il segretario generale Uil Marche, Graziano Fioretti, il segretario generale Cgil provinciale Ancona Marco Manzotti, Daniele Paolinelli (Femca Cisl). I sindacati hanno espresso preoccupazione per i tagli previsti dal piano aziendale, che mettono ´a rischio la stessa operativita` e sicurezza dell´impianto di Falconara´. La mancata conoscenza della strategia complessiva di rilancio, accresce, poi, la preoccupazione dei lavoratori. E` stato ribadito che la diminuzione degli investimenti non deve pregiudicare l´incolumita` aziendale e la salvaguardia ambientale. Sindacati e istituzioni concordano che l´api costituisce una importante realta` industriale per le Marche, con la quale va ricercato un confronto che privilegi, comunque, la sicurezza e l´occupazione. Badiali ha ribadito l´impegno della Regione a seguire con attenzione la vertenza, per la quale ha gia` istituito un gruppo di lavoro di monitoraggio che valutera` gli aspetti occupazionali, economici, industriali e sociali del piano aziendale. Amagliani ha sottolineato come le previsioni aziendali dovranno essere compatibili con la sicurezza dei lavoratori e la salvaguardia ambientale. Ritiene, tuttavia, che rimangono ancora margini di ambiguita` che vanno immediatamente chiariti con l´azienda. L´assessore provinciale Quercetti ha parlato di una ´riconversione pesante´ e di un piano industriale da sottoporre subito all´attenzione delle istituzioni. Fioretti ha chiesto un impegno della Regione per la creazione, a Falconara, di un polo energetico ambientale evoluto, condiviso dai cittadini e dalle organizzazioni sindacali. Badiali ha riconvocato sindacati e lavoratori per la prossima settimana, dopo l´incontro che le maestranze avranno con i vertici aziendali. .  
   
   
TUTELA CONSUMATORE: LEGGE NATA DA COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI E ASSOCIAZIONI CONSUMATORI  
 
Venezia, 12 ottobre 2009 - “Non posso che esprimere grande soddisfazione, in primis perchè questa legge, approvata oggi in Consiglio regionale, è frutto del lavoro di tutti, delle istituzioni e delle associazioni dei consumatori”. Commenta così Elena Donazzan, assessore alla Tutela del consumatore e alla Sicurezza alimentare, l’approvazione della legge, d’iniziativa della Giunta, per la tutela dei consumatori, degli utenti e per il contenimento dei prezzi al consumo. “La legge- specifica Donazzan- riconosce con forza la funzione dei consumatori ed utenti, nella piena consapevolezza della stretta interdipendenza tra le iniziative in materia e le politiche che coinvolgono settori di intervento regionale come quello ambientale, quello della sicurezza alimentare e della tutela della salute”. “Con la creazione - aggiunge Donazzan-, all’inizio di questa legislatura, di un assessorato con questa particolare e specifica delega, abbiamo voluto assicurare la protezione dei consumatori tutelando la loro salute, anche attraverso la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente, garantendo la sicurezza e la qualità dei prodotti e dei servizi, assicurando la tutela dei loro interessi economici e giuridici”. .  
   
   
OTTIMI RISULTATI OPERAZIONE SMART NEL BRESCIANO, 3 ARRESTI  
 
Milano, 12 ottobre 2009 - Quasi 2 mila veicoli controllati, 460 infrazioni accertate, 73 patenti ritirate, 37 reati accertati, 3 arresti, 2 fermi. Questo il bilancio dell´operazione Smart (Servizio di Monitoraggio e Attività di Controllo dei Rischi del Territorio) effettuata sul territorio bresciano sabato 3 ottobre e di cui oggi sono stati resi noti i risultati alla presenza dell´assessore regionale alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale, Stefano Maullu. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Fabio Rolfi, assessore alla Sicurezza e Polizia Locale del Comune di Brescia, Mario Maisetti, assessore alla Polizia Provinciale, Roberto Novelli, Comandante Polizia Locale di Brescia e Carlo Caromani, Comandante Polizia Provinciale. L´operazione Smart è un´iniziativa promossa dall´assessorato alla Protezione civile, Prevenzione e Polizia Locale della Regione Lombardia che, in questo caso, è stata condotta in collaborazione con l´assessorato alla Sicurezza e Polizia Locale del Comune di Brescia e l´assessorato alla Sicurezza della Provincia di Brescia. Il servizio ha coinvolto l´intera provincia bresciana e si è svolto sabato 3 ottobre, dalle ore 21 fino alle prime ore della mattina di domenica 4 ottobre. Oltre a Brescia hanno aderito i Comuni di Adro, Bagnolo Mella e Leno, Bedizzole, Calcinato, Capriolo, Carpenedolo, Chiari, Coccaglio, Desenzano, Erbusco, Gavardo e Muscoline, Ghedi, Gussago, Lonato e Mazzano, Manerba, Moniga, Montichiari, Orzinuovi, Ospitaletto, Padenghe, Palazzolo sull´Oglio, Polpenazze, Rezzato, Roncadelle, San Felice del Benaco, Sirmione, Salò, Soiano, Torbole Casaglia e Travagliato. Coinvolti i Corpi di Polizia Provinciale, i Vigili del Fuoco e l´Asl. Impegnate 75 pattuglie, 160 agenti e 60 veicoli. "Le operazioni Smart - spiega l´assessore Maullu - rappresentano la punta di lancia del presidio del territorio da parte della Polizia locale lombarda. Entro la fine dell´anno si svolgeranno altri quattro analoghi interventi sulla provincia di Milano con l´obiettivo di coordinare le attività della polizia locale con le altre Forze dell´Ordine operanti sul territorio metropolitano. I risultati dimostrano come una forte presenza della Polizia Locale sul territorio rappresenti un importante deterrente per criminalità,, incidentalità stradale, immigrazione clandestina, prostituzione, illeciti amministrativi e ambientali, esercizio abusivo di attività commerciali e altri fattori devianti". .  
   
   
PRESENTATO IN SARDEGNA IL PROGETTO SULL´INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE PERSONE SVANTAGGIATE  
 
 Cagliari, 12 Ottobre 2009 - Presentato l’ 8 ottobre a Cagliari, nel corso di un seminario organizzato dall´Agenzia regionale per il lavoro che si è tenuto al Centro arte e cultura Il ghetto, il progetto "Le costruzioni sostenibili motore per l’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati". Una proposta che ha come obiettivo principale quello di favorire, attraverso una rete di formazione, un dinamico scambio di buone pratiche ed esperienze di successo e definire un programma di azioni concrete, mirate all’inserimento nel mondo del lavoro delle categorie svantaggiate. Finanziato dal fondo sociale europeo, asse transnazionalità, il progetto, che vede come soggetto capofila la Francia con l´Afpa (Agence de formacion pour les adultes), ha come principali partner l’Inde (Intercooperaçào e desenvolvimento Ong, Portogallo) e la stessa Agenzia regionale per il lavoro-settore politiche comunitarie ed azione internazionali - Italia. Destinatari di questo intervento, cha ha avuto inizio lo scorso gennaio e con la durata di 12 mesi, saranno gli ultraquarantenni, le donne, i giovani senza qualifica e i lavoratori disabili. "Lo scopo degli assi trasnazionalità del programma Fse - ha spiegato Luca Spissu - responsabile del settore delle politiche comunitarie dell’Agenzia regionale per il lavoro, che ha coordinato i lavori del seminario - è quello di migliorare la gestione di processi, metodologie, pratiche e politiche nazionali attraverso attività di scambio di esperienze e comparazione con altre realtà". Christian Faussot, dell’Agenzia nazionale francese per la formazione degli adulti (Afpa) ha posto l’accento su tre elementi fondamentali del progetto: il lavoro e le prospettive occupazionali, l’ambiente e la sua tutela in chiave di potenziale bacino occupazionale e la formazione, quale strumento per il miglioramento dell’occupabilità dei soggetti svantaggiati. Durante il seminario è stato approfondito il tema dello sviluppo sostenibile nel settore delle costruzioni rivolte alle categorie svantaggiate, dove, proprio su questo argomento, sono in programma tutta una serie di visite studio, da realizzarsi nei paesi partner, per meglio identificare le esperienze di maggior successo come ad esempio: cantieri formativi, visite ad imprese innovative, testimonianze dei beneficiari. Una valida opportunità che permetterà, inoltre, di realizzare e condividere attraverso un portale web, una rete di scambio di informazioni, idee e percorsi. Alla conclusione del progetto seguirà un seminario di chiusura per illustrare i risultati raggiunti. Nel corso dei lavori della mattinata sono intervenuti: Salvatore Mura, professore della facoltà di architettura dell’università degli studi di Cagliari, esperto di efficienza energetica e sostenibilità delle costruzioni, Enrico Garau, responsabile del settore Assistenza tecnica e decentramento dell’Agenzia regionale per il lavoro, con un intervento sulle iniziative di politiche del lavoro rivolte alle categorie svantaggiate, Marco Mulas, in rappresentanza della Provincia che ha descritto il ruolo dei nuovi servizi per il lavoro, Roberto Borghi, per il Comune di Cagliari, che ha parlato del sostegno all’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, Stefano Tronci dell’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente che ha presentato il Progetto Shmile ed infine Walter Secci dell’Associazione nazionale terra Cruda che ha illustrato un caso di studio. .  
   
   
TERREMOTO, CHIODI E STATI: COI GIULIANOVA, LAVORO ECCELLENTE I DATI SU ASSISTENZA SFOLLATI.  
 
L´aquila, 12 ottobre 2009 - "Un gruppo di lavoro efficiente che ha reso il più possibile celere la liquidazione e il pagamento delle fatture commerciali agli albergatori e agli altri titolari di strutture ricettive che ospitano i cittadini provenienti dalla zona del sisma. Abbiamo risposto nel rispetto dei principi di trasparenza e di correttezza amministrativa alle richieste garantendo da subito una sistemazione agli sfollati". Lo ha detto il Presidente della Regione Gianni Chiodi che, 19 ottobre, visitando il Coi di Giulianova ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno consentito un corretto ed efficace funzionamento della struttura in questi mesi. La Di. Coma. C svolge funzione di assistenza alla popolazione attraverso il Centro Intercomunale di Giulianova (Coi), che costituisce la struttura di coordinamento generale delle attività attuate nei Comuni costieri delle province di Teramo, Pescara, Chieti ed Ascoli Piceno. Nella gestione delle attività concorrono i Centri Intercomunali di Montesilvano, Chieti, Ortona, Lanciano, Vasto e Porto Sant´elpidio. Il Centro Intercomunale di Giulianova, il cui responsabile è Lorenzo Alessandrini del Dipartimento della Protezione Civile nazionale, è composto da uomini del Dipartimento della Protezione Civile nazionale, della Prefettura/utg, dei Comuni, della Asl, della Protezione civile regionale e si avvale della collaborazione delle Associazioni di volontariato di Protezione Civile. Il centro ha svolto fin dall´inizio attività di front office alla popolazione per esigenze di alloggiamento, spostamento, ristorazione, ricongiungimenti familiari, di salute, economiche etc. E ha inoltrato lamentele sul trattamento degli albergatori. I dati sull´attività del Coi sono molto significativi: sono state presentate fatture per un totale di oltre 150 milioni di euro. Finora sono stati emessi ordinativi di pagamento per oltre 64 milioni di euro. "Abbiamo cercato di rispondere in maniera tempestiva - ha detto l´assessore Daniela Stati - alle necessità degli sfollati e degli albergatori grazie al centro operativo di Giulianova che ha svolto un´azione strategica di supporto e coordinamento in una fase molto delicata, sin dai primi giorni successivi all´evento sismico. Per questo intendo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al buon funzionamento dell´attività assicurando sia assistenza alla popolazione sia il pagamento delle fatture". Complessivamente sono state ospitate sulla costa, 35mila persone di cui 26 mila in strutture ricettive (alberghi, campeggi, villaggi turistici, residence, be b, etc. ) e 9mila in strutture private (appartamenti). Attualmente la quota è scesa a 19mila e 500, di cui 10mila nelle strutture ricettive; sono stati garantiti 1600 turni di lavoro dai volontari di Protezione civile mentre è stato utilizzato un magazzino di alimenti di generi di conforto per assistere le persone negli appartamenti utilizzando le donazioni degli italiani. Il tutto distribuito su 20 centri di assistenza alimentare sparsi sulla costa e gestiti con l´aiuto degli enti locali ospitanti e del volontariato. Intensa è stata la collaborazione con le forze dell´ordine, in particolare con i Carabinieri, che hanno garantito l´ordine pubblico e il controllo dei requisiti necessari all´assistenza. La guardia di Finanza, invece, ha garantito la correttezza e la trasparenza degli atti contabili riscontrando migliaia di fatture al fine di prevenire eventuali errori o omissioni. Le strutture ricettive ad oggi registrate sono circa 800. .  
   
   
IMMIGRAZIONE: GIUNTA REGIONALE UMBRIA APPROVA PROGRAMMA ANNUALE 2009, FINANZIAMENTI PER OLTRE 425MILA EURO  
 
Perugia, 12 ottobre 2009 – Progetti di accoglienza e integrazione, sportelli informativi, progetti didattici e laboratori interculturali, corsi di alfabetizzazione ma anche festival, rassegne artistiche e manifestazioni sportive: sono molteplici le azioni ricomprese nel “Programma annuale 2009 degli interventi in materia di immigrazione” che, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Damiano Stufara, è stato approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria. Per la sua realizzazione, sono stati destinati oltre 425mila euro del bilancio regionale 2009. “Da quasi venti anni, con l’approvazione della legge regionale n. 18 del 1990 – ha spiegato l’assessore Stufara – la Regione Umbria finanzia piccoli, ma numerosi e qualificati progetti per l’integrazione dei migranti, nuovi cittadini che hanno diritti e doveri e la cui presenza in Umbria continua a consolidarsi e a crescere. Le politiche regionali – ha aggiunto – sono mirate a promuovere in loro un senso di appartenenza a un’unica comunità regionale, a favorire la coesione sociale con i residenti, il rispetto delle differenze e pari opportunità, l’uguaglianza di diritti e doveri, elementi fondamentali per un’efficace strategia di inclusione”. “Non è con i respingimenti e i provvedimenti per la sicurezza e l’emergenza – ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali – ma solo con risposte capaci di costruire percorsi di cittadinanza allo stesso tempo inclusivi ed esigenti nei confronti dei migranti e con il contributo delle forze politiche e di tutti gli altri soggetti economici, sociali e religiosi si può evitare una deriva xenofoba della società italiana”. “Con il Programma 2009 per l’immigrazione – ha sottolineato ancora Stufara - la Regione Umbria, in particolare, offre sostegno a progetti attuati da una pluralità di soggetti pubblici e privati quali istituti scolastici, enti locali, organizzazioni non governative, cooperative sociali, associazioni sociali e culturali che operano sul territorio umbro per iniziative in ambito educativo, sociosanitario e culturale”. Le risorse stanziate saranno ripartite tra tre categorie di iniziative. Oltre 25mila euro sono destinati per 15 interventi diretti della Regione, dedicati prevalentemente a educazione e ricerca. Ammontano a quasi 240mila euro gli stanziamenti per progetti assunti in collaborazione con altri soggetti, in tutto 14, con una somma più consistente rivolta all’assistenza di studenti provenienti da Paesi extracomunitari, bisognosi e meritevoli, in considerazione delle maggiori difficoltà che incontrano in un contesto “altro” e della vocazione dell’Umbria quale meta di flussi di studenti stranieri. La terza categoria, “interventi proposti e realizzati da enti locali o da organismi e associazioni pubblici e privati”, può contare su un “budget” di oltre 160mila euro. Sono complessivamente 134 i progetti ritenuti ammissibili tra i 138 presentati, ripartiti tra cinque tipologie: attività di educazione interculturale (32 interventi); tutela del patrimonio culturale di origine (21 interventi); informazione, ricerca, documentazione sull’immigrazione, iniziative sociali, culturali e ricreative (32 interventi); diritto alla salute, assistenza sociale (20 interventi) e microprogetti (29). Le risorse sono state suddivise in modo da assicurare una particolare attenzione alle proposte delle scuole senza sottrarre eccessive risorse alle altre iniziative e con l’obiettivo di rendere possibile il sostegno del numero più ampio dei progetti e rappresentativo delle diverse articolazioni sociali e istituzionali. Prima dell’approvazione da parte della Giunta regionale, il Programma annuale 2009 e il relativo schema di riparto avevano ottenuto il parere favorevole all’unanimità della Consulta regionale dell’immigrazione. .  
   
   
WELFARE FVG: APPROVATO DDL FAMIGLIA E SERVIZI INFANZIA  
 
Udine, 12 ottobre 2009 - Via libera definitivo il 9 ottobre al disegno di legge che unifica, semplifica e attua due norme in materia di sostegno alle famiglie e di servizi per la prima infanzia. L´approvazione della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta dell´assessore delegato alle politiche per la famiglia, Roberto Molinaro, alla modifica delle leggi regionali 20/2005 sul ´´Sistema educativo integrato dei servizi per la prima infanzia´´ e 11/2006 su ´´Interventi regionali a sostegno della famiglia e della genitorialità´´, consentirà di ottenere un corpus legislativo omogeneo e flessibile e di attuare le parti di normative che attendevano applicazione. Per quanto riguarda la prima parte del ddl, ossia le modificazioni alla 20/2005, sono stati riorientati alcuni istituti già previsti dalla legge collocandoli definitivamente all´interno del ´´pacchetto famiglia´´. Nel rispetto del principio di sussidiarietà, ora la Regione promuove e regolamenta l´organizzazione dei servizi, con la valorizzazione del progetto educativo delle singole istituzioni e con nuove modalità di sostegno finanziario ai servizi stessi. Oltre alla ridefinizione dei compiti del Comitato di coordinamento pedagogico, per adeguare a parametri europei i servizi integrativi sul territorio, con meno costi a carico delle famiglie e una qualità garantita, la legge introduce la regolamentazione per il servizio di baby sitter locale. Nel secondo capo della legge, quella che modifica la 11/2006, che a oltre due anni dalla sua promulgazione ha trovato attuazione soltanto relativamente alla Carta Famiglia, con il nuovo impianto legislativo la Regione riconosce la famiglia quale soggetto sociale, con la conseguente definizione di azioni di accompagnamento e sostegno, in un contesto promozionale: le modifiche mirano al superamento dell´impostazione assistenziale per estendere progressivamente i benefici alla generalità delle famiglie e in particolare a quelle con figli, che sono 150 mila su 500 mila. La legge affida un ruolo per l´associazionismo anche nella gestione di sportelli informativi, con una nuova composizione della Consulta regionale della Famiglia e con l´istituzione del marchio Famiglia Fvg, una novità per il Friuli Venezia Giulia per contraddistinguere i soggetti pubblici e privati che concorrono all´attuazione delle politiche regionali. La nuova impostazione dell´azione regionale riconosce anche il pieno coinvolgimento delle persone anziane nell´attività di cura, un´azione specifica di sostegno ai genitori dei nuovi nati e il sostegno economico alle gestanti in difficoltà per concorrere anche con servizi al sostegno dell´incremento demografico, nonché l´individuazione di interventi sperimentali nel territorio per una casa alle nuove famiglie. .  
   
   
UMBRIA, TAVOLO DEL PATTO : LORENZETTI:“RENDERE SUBITO OPERATIVE LE MISURE ANTICRISI PER FAMIGLIE E IMPRESE”  
 
Perugia, 12 ottobre 2009 - “Occorre confrontarsi in maniera serrata, rapida ed efficace per arrivare al più presto a scelte che rendano pienamente operative le misure anticrisi rivolte a famiglie e imprese”. E’ l’invito rivolto dalla presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, agli altri soggetti del Tavolo generale del Patto per lo sviluppo dell’Umbria, riunitosi il 9 ottobre a Perugia. Oggetto della riunione i provvedimenti adottati dalla Giunta regionale per contrastare la crisi economica e finanziaria. “Le misure anticrisi, il pacchetto competitività, il programma annuale della legge per le politiche industriali – ha sottolineato Lorenzetti – sono tutti provvedimenti che agiscono su più fronti, da quello di carattere prettamente sociale a quello strutturale ed anticongiunturale. Ci troviamo in un momento di particolare difficoltà – ha proseguito Lorenzetti – aggravato dal fatto che il Governo continua a tagliare risorse, scaricando sulle Regioni i problemi che rimangono insoluti a livello nazionale. Penso – ha detto la Presidente - alla questione della cassa integrazione in deroga, ai precari della scuola, ai tagli alla sanità ed al sociale e ciò mentre anche la stessa strumentazione nazionale a sostegno delle imprese dimostra la sua debolezza e non c’è alcun provvedimento del Governo che prenda in considerazione la proroga degli ammortizzatori sociali”. “Le Regioni – ha concluso Lorenzetti – continueranno comunque a fare la loro parte, investendo risorse proprie ed assumendosi responsabilità che non gli competono. Una linea di condotta che, per quanto ci riguarda, proseguirà anche nelle misure che andremo ad individuare nell’ambito del Documento annuale di programmazione e del Bilancio regionale 2010, due documenti strategici sui quali – ha concluso annunciato Lorenzetti - si aprirà a breve la fase di partecipazione”. .  
   
   
DONNE LUCANE E RIBELLISMO NEL FASCISMO, SEMINARIO CRPO  
 
Potenza, 12 ottobre 2009 - Si è svolto l’ 8 ottobre, a Potenza, nella sala A del Palazzo del Consiglio regionale, il secondo e ultimo degli incontri seminariali di storia “Itinerari della diversità di genere in Basilicata tra ‘800 e ‘900”, dal titolo “Donne In Piazza - Le donne lucane nel ribellismo sociale durante il fascismo”, organizzato dalla Commissione Regionale per la Parità e le Pari Opportunità in collaborazione con lo Zonta International Club di Potenza. Presenti al seminario, Antonietta Botta e Dina Russiello, rispettivamente presidente della Crpo e dello Zonta, relatore Michele Strazza, socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea. “Le donne lucane – ha detto la presidente Botta - vengono spinte ad un protagonismo inconsapevole negli anni del fascismo perché, di fronte ad uno spietato impoverimento delle famiglie contadine, si ribellano e promuovono rivolte violente. Successivamente, con il continuo confronto diventano sempre più consapevoli della discriminazione che le colpisce e, nello stesso tempo, della forza del voto che diventa un diritto anche per loro nel 1945 e, solo un anno dopo, conquistano la prerogativa dell’elettorato passivo. Ed è a dir poco paradossale che nel 2009, dopo più di mezzo secolo, si debba far ricorso a sentenze del Tar per ottenere la presenza di donne nelle giunte e nelle amministrazioni. La politica – ha continuato Botta - i partiti dovrebbero sentirsi umiliati ed esautorati del loro ruolo pregnante quando, con i loro comportamenti inconsulti, inducono al ricorso alle sentenze dei tribunali per far valere un diritto inalienabile delle donne. Sarebbe auspicabile, invece, una scelta convinta e consapevole del valore di tante donne e non una imposizione per legge che offende la politica ed offende le donne stesse”. La presidente dello Zonta, club di servizio che opera in Basilicata da tre anni e che prende il nome da una parola pellerossa, della Nazione dei Sioux per la precisione, che vuol dire “Solidarietà”, Dina Russiello, ha spiegato come “lo Zonta è interessato alle problematiche che riguardano la donna nei vari aspetti del sociale ed a tutte le espressioni dell’ essere ‘donna’ nella piena affermazione dei diritti e delle prerogative. E’ importante – ha sottolineato Russiello – far rilevare l’affermazione attraverso la lotta, talvolta davvero dura, della donna in Basilicata attraverso i vari passaggi della storia, anche quelli più difficili, quali appunto il fascismo, epoca in cui, più che in altri periodi, la donna era essenzialmente vista e considerata come legata alla casa a ed al ruolo di moglie e madre. Ed è altresì di rilievo – ha aggiunto – rimarcare come le donne lucane hanno saputo dar luogo alla fase storica importante del ribellismo contro i tanti soprusi sociali, in primis ‘la gabella’, ribellismo che è continuato nel secondo dopoguerra con la trasposizione continua nella realtà di un ruolo silenzioso che assume sempre più i connotati del sociale con i moti, i tumulti che portano all’inizio dell’espressione di voto e ad altre conquiste che danno alla donna un protagonismo più consono alla proprie capacità, anche se ancora tanto resta da fare per giungere ad una parità reale”. Michele Strazza si è soffermato “sul concetto che della donna aveva il fascismo. Espressione – ha detto - di una concezione più generale del dominio patriarcale il fascismo ‘politicizzò’ la differenza tra uomini e donne a vantaggio dei primi, sviluppandola ‘in un sistema particolarmente repressivo, completo e nuovo, inteso a definire i diritti delle donne come cittadine e a controllarne la sessualità, il lavoro salariato e la partecipazione sociale’. Con una visione conservatrice, il fascismo si mosse nei confronti dei problemi dell’emancipazione femminile e della politica demografica con una impostazione che non si sbaglia a definire ‘autoritaria ed antifemminista’. Autoritaria in quanto era lo Stato il vero ‘dominus’ della vita dei propri cittadini, da quella sociale a quella familiare, e, pertanto, la donna non era libera di decidere sulla procreazione. Antifemminista perché le esigenze femminili erano subordinate a quelle maschili in tutti i settori del vivere civile, dalla sfera pubblica a quella privata. L’atteggiamento del fascismo nei confronti della donna – ha aggiunto Strazza - fu caratterizzato da un duplice aspetto. Da un lato il regime continuò a relegarle ad un ruolo secondario rispetto all’uomo, dall’altro, però, le coinvolse in tutta una serie di attività, ‘arruolandole’ nelle proprie organizzazioni. Si sviluppava, in tal modo, il desiderio di un maggiore impegno soprattutto da parte delle giovani e delle borghesi. L’obiettivo di fondo era quello di inserire la donna all’interno del sistema, per finalità prettamente pubbliche, ma senza turbare l’equilibrio sociale basato sulla predominanza dell’autorità maschile”. “Le donne del popolo – ha messo in rilievo lo storico - si resero protagoniste in Basilicata del fenomeno dei tumulti popolari che imperversarono per tutto il ventennio fascista. Le ragioni fondamentali delle proteste furono essenzialmente di natura economica e sociale, salvo qualche eccezione, e l’aspetto municipale e locale fu una costante ben presente in tutti i tumulti. Mancarono, invece, del tutto motivazioni squisitamente politiche. Del resto, prima del fascismo la partecipazione delle donne in politica era stata ridottissima, limitandosi ad una ristretta militanza nelle leghe e nei circoli socialisti dei primi del Novecento. Nella Lucania fascista le donne non restarono sull’uscio di casa a guardare, né si limitarono ad appoggiare le rivolte dei propri uomini, facendosi esse stesse promotrici di alcuni tumulti che assunsero, spesso, forme anche violente. Le donne, dunque, sempre più protagoniste anche in quegli anni bui, sempre più sensibili e consapevoli di essere il termometro della misera economia familiare. Ed anche, quando il fascismo cadrà – ha concluso Strazza - e l’Italia andrà verso la democrazia, saranno ancora loro, le donne lucane, ad avere un posto di primo piano nelle future lotte per la terra quando, al fianco dei propri uomini e dei propri figli, sapranno scrivere una pagina memorabile della lunga storia della lotta per la conquista delle libertà”. .  
   
   
SETTIMANA CONTRO LA VIOLENZA, LE INIZIATIVE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA  
 
Bologna, 12 ottobre 2009 – Sette giorni per dire “no” alla violenza. A Bologna il primo appuntamento è per martedì 13 ottobre con l’incontro “Violenza e discriminazione sui banchi di scuola: bullismo o bullismi?”, promosso dal Centro regionale contro le discriminazioni (dell’assessorato Politiche sociali), Assemblea legislativa e Difensore civico dell’Emilia-romagna nell’ambito della Settimana contro la violenza istituita dai ministeri alle Pari Opportunità e all’Istruzione, dal 12 al 18 ottobre. L’incontro si svolge dalle 10 alle 13 nella Sala Polivalente di viale Aldo Moro 50; parteciperanno un centinaio di studenti di scuole superiori di Ferrara, Ravenna e Forlì, invitati a confrontarsi sul tema delle prevaricazioni legate alla diversità culturale, etnica, religiosa e di orientamento sessuale. Per stimolare il dibattito verranno proiettati alcuni brani di “Bullismo Plurale”, un video per le scuole secondarie di secondo grado che affronta il tema delle prepotenze legate alle discriminazioni, realizzato dal servizio di prevenzione Promeco (Ausl, Usp, Comune e Provincia di Ferrara) e presto a disposizione di tutte le scuole superiori della regione. Obiettivo dell’iniziativa è avviare un percorso di sensibilizzazione, informazione e formazione rivolto agli studenti, ai genitori e ai docenti sulla prevenzione della violenza fisica e psicologica. All’incontro sarà presente la presidente dell’Assemblea legislativa regionale Monica Donini, il direttore generale dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) Massimiliano Monnanni, il Difensore civico regionale Daniele Lugli e rappresentanti del Centro regionale contro le discriminazioni. L’incontro sarà anche un’occasione per far conoscere agli studenti il funzionamento dell’Assembla legislativa, la figura del Difensore civico regionale, organo di garanzia dei diritti dei cittadini verso tutte le espressioni della amministrazione pubblica e dei servizi pubblici e le attività del Centro regionale contro le discriminazioni. L’incontro del 13 è il primo dei cinque appuntamenti organizzati dal Centro regionale contro le discriminazioni, in collaborazione con l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali e con le reti provinciali contro le discriminazioni, che si svolgeranno durante la prossima settimana. A Bologna e a Rimini, tra il 16 e il 18 ottobre, verranno realizzate quattro edizioni della “Biblioteca Vivente”: nata nel 2000 dall’Associazione danese “Stop alla Violenza”, è stata ripresa dal Consiglio d’Europa all’interno della campagna “Tutti uguali e tutti diversi” contro le discriminazioni. Utilizzando un linguaggio e una serie di procedure “bibliotecarie”, si favorisce di fatto il dialogo tra alunni e alunne, cittadini e cittadini e persone che fanno parte di gruppi sociali poco conosciuti e verso cui esistono forti stereotipi e pregiudizi. In uno spazio dedicato, gli utenti della biblioteca potranno consultare un catalogo che presenta alcuni “libri”, di fatto vere e proprie persone portatici della propria storia. La “Biblioteca Vivente” farà tappa a Bologna giovedì 15 ottobre in una scuola superiore della città e il 17, alle 15, all’Urban Center - Salaborsa, piazza Nettuno: questo secondo incontro sarà aperto alla cittadinanza, con un invito speciale rivolto a tutta la popolazione scolastica nelle sue diverse articolazioni (studenti, genitori, corpo docente). Doppio appuntamento anche a Rimini: sabato 17 ottobre alle 10 al Liceo classico psicopedagogico “G. Cesare” – “M. Valgimigli”, domenica 18 alle 15 in piazza Tre Martiri. .  
   
   
FVG - SELEZIONATE LE 2 IMPRENDITRICI WAI  
 
Pordenone, 12 ottobre 2009 - Promuovere e valorizzare lo spirito imprenditoriale femminile in Europa attraverso la costituzione di un network di imprenditrici esperte che, con le loro competenze e testimonianze, possano offrire un sostegno concreto e fattivo alle donne che si apprestano a mettersi in proprio. È l’obiettivo dell’iniziativa “Wai-women Ambassadors in Italy”, promossa e finanziata dalla Commissione europea e coordinata a livello nazionale da Unioncamere Toscana e alla quale partecipa Concentro, azienda speciale della Camera di Commercio di Pordenone. L’iniziativa rientra nella più ampia rete europea delle “Ambasciatrici per l’imprenditoria femminile” a cui hanno aderito 10 paesi europei che consentiranno una condivisione di informazioni transnazionale e un dialogo diretto con le istituzioni comunitarie sulle metodologie e servizi più efficaci per promuovere e assistere le imprenditrici e aspiranti tali. Attraverso la selezione condotta da Concentro sulla base dei requisiti europei, sono state individuate le due Ambasciatrici per il Friuli Venezia Giulia. Patrizia Bomben di Pordenone, attiva nel settore vitivinicolo e che fra le diverse cariche che svolge annovera la presidenza del Gruppo donne della Coldiretti regionale e la fresca nomina in qualità di presidente del Comitato provinciale per l’imprenditoria femminile di Pordenone. Elena Pellaschiar di Trieste, imprenditrice artigiana nel settore dell’ottica, presidente regionale del Comitato imprenditoria femminile, presidente del gruppo donne impresa della Confartigianato di Trieste e già presidente europeo dei giovani imprenditori. Silvano Pascolo, presidente di Concentro, esprime la sua soddisfazione per essere riuscito ad entrare nella rete europea con la struttura camerale di Pordenone e con la rappresentanza qualificata e esperta delle due Ambasciatrici selezionate. .  
   
   
LAZIO, ANZIANI PIÙ PROTETTI: CONTRO SCIPPI E RAPINE ORA RIMBORSA LA REGIONE  
 
Roma, 12 ottobre 2009 - Niente più paura per gli anziani vittime di scippi, aggressioni, furti o rapine, adesso rimborsa la Regione Lazio. A coloro che hanno più di 65 anni la giunta guidata da Piero Marrazzo potrà garantire la copertura assicurativa contro scippi, furti, aggressioni e rapine. L´iniziativa coinvolgerà tutti gli anziani residenti da almeno 12 mesi nel Lazio. La proposta presentata l’8 ottobre dall´assessore alle politiche sociali e delle Sicurezze, Luigina Di Liegro ha ricevuto parere positivo dalla commissione Sicurezza, presieduta da Luisa Laurelli (Pd) e la commissione Lavoro e politiche sociali, presieduta da Peppe Mariani (Lista civica per il Lazio). Il provvedimento, che dovrà essere approvato anche dalla giunta, stanzia 500 mila euro per la gestione di un fondo per gli anziani vittime di violenza. Si tratta di una copertura assicurativa che sarà garantita dopo l´assegnazione dell´appalto, la cui base d´asta annuale per il 2009 è di 400 mila euro. Vi possono partecipare le compagnie di assicurazione costituite nelle forme giuridiche previste dall´art. 14 del Codice delle Assicurazioni private. L´aggiudicatario del servizio dovrà prevedere nella polizza assicurativa le seguenti prestazioni minime: call center attivo 24 ore su 24; numero verde dedicato all´iniziativa; disponibilità di medici da inviare in caso di richiesta. La polizza assicurativa, inoltre, dovrà prevedere la copertura di una serie di garanzie di assistenza sia alla persona sia all´abitazione. Nel primo caso, è previsto l´invio di un medico entro le 24 ore successive al crimine, l´invio di uno psicologo, di un infermiere o di un fisioterapista a domicilio e la consulenza telefonica di un medico per le cure successive all´eventuale ricovero per gravi lesioni e, infine, il rimborso delle spese mediche sostenute fino a un massimo di 2. 500 euro. Nel secondo caso è prevista la custodia di casa e beni (con eventuale invio di una guardia giurata) o l´invio di un tecnico per ripristinare la funzionalità dell´abitazione (fabbro, falegname, elettricista o idraulico)". Il parere favorevole è stato accompagnato da alcune osservazioni. "Abbiamo chiesto di estendere la possibilità di avere interventi tempestivi anche alle persone con disabilità gravi - ha dichiarato Luisa Laurelli - e stabilito la necessità che questa prima annualità sia sperimentale e monitorata costantemente. Ciò al fine di verificare la quantità e la qualità delle richieste". Soddisfazione ha espresso Peppe Mariani, presidente della Commissione per le Politiche sociali del Consiglio regionale, secondo il quale "per la prima volta una regione del nostro Paese interviene in modo rapido e concreto, in un momento drammatico di violenza nei confronti di soggetti particolarmente fragili come le persone anziane, mettendo a disposizione una task force di figure professionali e servizi a sostegno di questi cittadini vittime di reati". Presenti alla seduta l´assessore alle Politiche sociali e alle sicurezze, i consiglieri Annamaria Massimi e Augusto Battaglia del Pd, Maria Antonietta Grosso (Pdci), Massimiliano Maselli, Bruno Prestagiovanni e Antonio Luciani del Pdl. .  
   
   
FAMIGLIA: OLTRE 2 MLN EURO PER ASILI NIDO E BIO-ARCHITETTURA IN FVG  
 
Codroipo, 10 ott - "Nel prossimo riparto destineremo 2,2 milioni di euro per completare e arredare asili nido sul territorio regionale. Si tratta di un sostegno finanziario che, unito ad altre linee di intervento, dovrà permetterci nei prossimi anni di accrescere le disponibilità di posti e ridurre le liste di attesa: gli attuali 4800 distribuiti su 158 strutture in tutto il Friuli Venezia Giulia, infatti, non bastano". Lo ha affermato l´assessore regionale all´Istruzione, delegato alle politiche per la famiglia, Roberto Molinaro, inaugurando il 9 ottobre a Codroipo una struttura "modello", un asilo nido aziendale interamente costruito secondo i dettami della bio-architettura e realizzato dall´Asp, Azienda per i servizi alla persona Daniele Moro, grazie ad un finanziamento della Regione di circa 355mila euro, pari al 60 per cento della spesa (591mila euro). "E´un intervento importante per una struttura che concorre ad accompagnare le famiglie nella loro funzione più importante, quella educativa", ha commentato Molinaro ricordando che accanto alle linee di intervento finanziarie sono necessarie anche altre politiche per raggiungere l´obiettivo di un aumento di servizi per la prima infanzia. "La prima è di diversificazione, che significa - ha spiegato l´assessore - non offrire più solo asili nido ma molti altri servizi integrativi sul territorio: proprio in questo senso - ha ricordato - è orientato il nuovo disegno di legge appena approvato dalla Giunta regionale. In merito invece al sostegno per la gestione, il canale di finanziamento può riguardare l´intervento diretto ai Comuni o - ha concluso Molinaro - l´abbattimento delle rette, che è quello che l´amministrazione regionale intende privilegiare". Ma oltre a questo c´è anche necessità che vi siano nuovi soggetti a realizzare le strutture. In questo senso l´esempio dell´Asp Moro è importante, perché si tratta di una nuova tipologia di struttura in grado di assicurare disponibilità ai genitori che lavorano. Si tratta, ha illustrato il presidente dalla Asp, Mario Banelli - presenti anche sindaco di Codroipo, Vittorino Boem, i sindaci di Talmassons, Piero Mauro Zanin e di Camino al Tagliamento, Beniamino Frappa - di uno dei primi asili nido che risponde in toto agli imperativi della bio-architettura e ad essere caratterizzato da soluzioni innovative e all´avanguardia. .  
   
   
LA REGIONE LAZIO AL LAVORO PER GLI ´AGRI-NIDO´ BABY PARKING NEL VERDE  
 
Roma, 12 ottobre 2009 - ´´Sappiamo quanto sia forte la domanda di asili nido da parte delle famiglie italiane e sappiamo anche che l´offerta e´ insufficiente". Con questa premessa l´assessore all´Agricoltura Daniela Valentini ha presentato l’ 8 ottobre, presso lo spazio ´Agricoltura in citta´´, promosso dallo stesso assessorato, il progetto ´Agri-nido:come progettarlo´. "Abbiamo pensato di avviare un percorso per realizzare nidi pubblici nella campagna romana - ha spiegato l´assessore Valentini - nidi in cui si insegni ai bambini a riscoprire un contatto con la natura, con la campagna e una sana alimentazione´´. "Il progetto - ha aggiunto - è solo agli esordi e vuol essere anche un nuovo stimolo per l´economia agricola laziale e per gli imprenditori di settore, sempre più attenti a nuove possibilità di crescita". Valentini ha sottolineato l´esigenza di avviare un dialogo con il Comune e con la Provincia di Roma, per realizzare un tavolo di lavoro con chiunque voglia prendere parte alla sfida. L´agri-nido, per Valentini, può essere anche un´opportunità per tutelare il patrimonio verde di Roma e in particolare l´Agro Romano, offrendo soprattutto alle periferie servizi compatibili con l´ambiente. .