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Notiziario Marketpress di Mercoledì 17 Ottobre 2012
Politica
JOSÉ MANUEL DURãO BARROSO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE INDIRIZZI EUROPEI DI APERTURA DAL PRESIDENTE BARROSO IN OCCASIONE DELLE GIORNATE EUROPEE DELLO SVILUPPO 2012  
 
 Bruxelles 16 ottobre 2012 – Di seguito l’intervento di José Manuel Durão Barroso Presidente della Commissione europea con il discorso inaugurale in occasione delle Giornate europee dello sviluppo 2012: “ Presidente Christofias, Presidente di Cipro e della presidenza di turno dell´Unione europea, Presidente Boni Yayi del Benin, Presidente in carica dell´Unione africana, Presidente Guebuza di Moz ambique, Presidente Bongo del Gabon, Banda Presidente del Malawi, Sall presidente del Senegal, Vice Presidente Binay delle Filippine, Ministri, I membri del Parlamento europeo, Illustri ospiti, Signore e signori, Cari amici, E ´un grande piacere e un onore accogliere i leader mondiali tante e ospiti illustri a Bruxelles per la 7 ª edizione delle Giornate europee dello sviluppo. E ´un piacere per me essere qui oggi con il Presidente Christofias, Presidente in carica del Consiglio dell´Unione europea, e anche con il mio buon amico e collega da Andris Piebalgs Commissione e voglio ringraziare lui e il suo team per aver organizzato questo evento. Eccellenze, Signore e signori, Cari amici, Ci incontriamo in tempi di incertezza, in un momento critico per l´economia mondiale e la comunità globale. In molte nazioni, la crescita è stagnante. Domande fondamentali sono chiesto i nostri modelli economici, finanziari e sociali. Eppure, in questo momento di incertezza non ci sono solo qualche barlume di speranza, ma anche diversi fondamentali positivi. Prima come presidente della Commissione europea, sono orgoglioso del fatto che, nonostante la difficile situazione economica in cui viviamo, l´Unione europea ei suoi Stati membri conservano un forte partner internazionale e di gran lunga i donatori più generosi al mondo. Offriamo oltre la metà dell´aiuto pubblico allo sviluppo a livello mondiale, e continuerà a farlo. La Commissione europea ha proposto un aumento ambizioso di venti per cento per la cooperazione allo sviluppo per il nostro nuovo pluriennale bilancio Ue, che avrebbe portato il nostro bilancio per gli aiuti fino a 100 miliardi di euro per gli anni 2014-2020. Io continuare a fare il caso per questo, soprattutto nei momenti difficili. Perché io credo la cooperazione internazionale non è solo questione di soldi, di investire in aiuto e cambiamento. Si tratta anche di valori, di ciò che siamo. I cittadini europei sono d´accordo con questo. Essi rimangono fortemente legati alla nostra cooperazione allo sviluppo: 84% di loro vedono aiutare i più poveri, come una priorità fondamentale. E penso che il Nobel per la Pace per l´Unione europea, e così molti di voi invia congratulazioni per l´Unione europea, voglio davvero ringraziarvi, penso che il Nobel per la Pace, che è un grandissimo onore per noi, è anche un riconoscimento di questo impegno internazionale molto forte. Sostenere lo sviluppo significa anche porre le basi per la pace. In molti dei vostri paesi che conosci bene i vari collegamenti forti tra la stabilità e la pace e lo sviluppo. Signore e Signori, Ci sono anche molti sviluppi economici nel mondo in via di sviluppo che ci danno speranza: non solo le potenze emergenti a livello mondiale, ma molte altre economie hanno registrato una crescita spettacolare. Sola Africa ha avuto tassi di crescita annuale di circa il 6% in media negli ultimi dieci anni. E ho visto i progressi di prima mano durante le mie visite di quest´anno in Africa, Asia e America Latina, e sono sicuro che lo vedrà di nuovo in Africa Occidentale e Sud-est asiatico, dove sarà la rubrica di questo mese e il prossimo mese. Quindi ci sono motivi di speranza, e abbiamo una solida base da cui partire per affrontare la più grande sfida che tutti abbiamo di fronte. Questa sfida - che è in realtà il tema di giorni di sviluppo di quest´anno - è il seguente: "Come facciamo a garantire la crescita globale è inclusiva e sostenibile?" Come possiamo rendere questa crescita globale sostenibile e inclusiva? Questa è la domanda fondamentale che ogni nazione, ogni regione e in effetti il ​​nostro pianeta nel suo complesso deve affrontare. Le nostre discussioni nel corso dei prossimi due giorni sono un´opportunità per la comunità di sviluppo di discutere il modo migliore per portare avanti l´agenda globale, in particolare l´agenda dello sviluppo globale. Naturalmente non partiamo da zero. A livello globale, l´esito del vertice di Rio +20 nel giugno fornisce una serie di priorità comuni e un percorso per i lavori su "globale crescita verde". Ora sta a noi rendere i risultati concreti e operativi. L´ue seguirà in tutti i 20 impegni di Rio, in particolare nelle discussioni sugli obiettivi di sviluppo sostenibile e finanziamenti per lo sviluppo sostenibile. Chiaramente, il lavoro sui Sdgs - Obiettivi di sviluppo sostenibile - deve essere integrata nelle discussioni sul quadro più ampio di sviluppo post-2015 globale e rimanere coerente con le nostre riflessioni sul futuro degli Obiettivi di sviluppo del Millennio (Osm). Perché in ultima analisi, la costruzione di un´economia verde e l´eliminazione della povertà vanno di pari passo. Naturalmente, ogni paese rappresentato qui deve affrontare le proprie sfide particolari. Tuttavia ci sono molte questioni di interesse comune. Giornate dello sviluppo di quest´anno si concentrerà su tre temi al centro del inclusiva, sostenibile la crescita: la sicurezza alimentare, lo sviluppo del settore privato e la protezione sociale. Illustri ospiti, Nonostante la crescita senza precedenti in Africa e altrove, la sicurezza alimentare rimane un problema pressante: Non ci sono vicino a 1 miliardo di persone in tutto il mondo che sono cronicamente sottoalimentate. Di fronte a queste statistiche spaventose, è chiaro che i progressi in materia di agricoltura è essenziale. Non ci può essere giorno migliore per discutere la questione di oggi, perché oggi è la Giornata mondiale. L´unione europea ha assunto un ruolo forte per affrontare questa sfida. Siamo il più grande donatore al mondo in materia di sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo, con l´aiuto di oltre € 1 miliardo all´anno dal 2006. Più in particolare, lo strumento alimentare dell´Ue, del valore di € 1 miliardo, ha contribuito a sfamare 50 milioni di persone in oltre 50 paesi in soli ultimi tre anni. Per il futuro, lavoreremo a stretto contatto con la nuova alleanza del G8 sul cibo e la nutrizione. Permettetemi di fare alcuni esempi recenti: L´ue sta attualmente assegnazione € 250 milioni a sostegno delle attività di recupero immediati nel Corno d´Africa, e abbiamo mobilitato € 160 milioni di affrontare le cause dell´insicurezza alimentare nel Sahel. Nel mese di agosto, la Commissione ha anche promesso di ridurre il numero di bambini rachitici di 7 milioni nei prossimi anni. Infatti, poco tempo fa ho ricevuto qui a Bruxelles direttore generale della Fao, Graziano da Silva, con i quali abbiamo discusso in dettaglio tutte queste sfide. Credo che sulla scia di recenti crisi alimentari, questo lavoro è più importante che mai. Speriamo quindi i Edd fungerà da piattaforma su cui la comunità di sviluppo possono riunirsi per esaminare le soluzioni alle crisi della fame e il cibo a più lungo termine. Signore e signori, La crescita non è un fine in sé. Riteniamo che ha bisogno di essere inclusiva e sostenibile. Nonostante il progresso economico in alcune parti del mondo, troppo spesso, i membri più vulnerabili della società sono lasciati alle spalle. Al contrario, una migliore protezione sociale effettivamente consentire alle persone di contribuire alla ricchezza e alla creazione di posti di lavoro. Nel lungo periodo, la crescita e l´inclusione sociale sono credo due facce della stessa medaglia. Lasciate che vi dia un´idea della portata della sfida. Attualmente solo il 20 per cento della popolazione mondiale in età lavorativa popolazione ha accesso alla protezione sociale di base, tra cui la sicurezza del reddito e l´accesso alle cure sanitarie. L´aiuto dell´Unione europea ha quindi assegnato uno e un quarto di miliardo di euro per finanziare una vasta gamma di misure di protezione sociale in tutto il mondo nel corso degli ultimi anni, compresi i sistemi di trasferimento di denaro, programmi di lavoro pubblici e pranzi scolastici. Ma possiamo fare di più e in modo più efficace. La Commissione ha appena lanciato una strategia che delinea nuove misure per garantire che le persone più vulnerabili del mondo non sono lasciati alle spalle. Anche se vi è una continua necessità di donatori per finanziare ammortizzatori sociali di base, in particolare nei paesi più poveri, vogliamo andare a sostenere lo sviluppo di politiche a livello nazionale di proprietà e strategie di sviluppo. Eccellenze.  
   
   
AGOSTO 2012 EURO ZONA DI SCAMBIO INTERNAZIONALE DI MERCI IN ATTIVO DI 6,6 MILIARDI DI EURO, 12,6 MILIARDI DI EURO PER IL DISAVANZO EU27  
 
 Bruxelles, 17 ottobre 2012 - La prima stima per la zona euro 1 (Ea17) il commercio di beni equilibrio con il resto del mondo ad agosto 2012 ha dato un surplus di 6,6 miliardi di euro, rispetto ai -5,7 miliardi di euro nel mese di agosto 2011. Il luglio 2012 2 bilancio era 14,7 miliardi di euro, rispetto ai 2,1 miliardi di euro nel mese di luglio 2011. Nel mese di agosto 2012 rispetto a luglio 2012 , destagionalizzati le esportazioni sono cresciute del 3,7% e le importazioni del 2,1%. Questi dati 3 vengono rilasciati da Eurostat, l´ufficio statistico dell´Unione europea . La prima stima per il 2012 Agosto extra- Ue27 uno scambio di merci equilibrio è stato un deficit di 12,6 miliardi di euro, rispetto ai -22,1 miliardi di euro nel mese di agosto 2011. Il luglio 2012 2 bilancio era 2,7 miliardi di euro, rispetto ai -10,9 miliardi nel luglio 2011. Nel mese di agosto 2012 rispetto a luglio 2012 , le esportazioni destagionalizzato è aumentato del 2,9% e le importazioni del 3,3%. Ue27 risultati dettagliati di gennaio a luglio 2012 - Il Ue27 deficit di energia è aumentato (€ -239,7 miliardi nel periodo gennaio-luglio 2012 rispetto ai -220,0 miliardi nel periodo gennaio-luglio 2011), come ha fatto il surplus Per i prodotti fabbricati (204,6 miliardi di euro rispetto a 137,8 miliardi di euro). Ue27 esportazioni verso la maggior parte dei suoi partner principali sono cresciuti nel periodo gennaio-luglio 2012 rispetto a gennaio-luglio 2011, se non con l´India (-5%) e la Turchia (-1%). Gli aumenti più rilevanti sono stati registrati per le esportazioni verso la Corea del Sud (+19%), Russia (+18%) e il Giappone (+17%). Per quanto riguarda Ue27 importazioni, il modello è stato mescolato. I maggiori incrementi sono stati registrati per le importazioni dagli Stati Uniti (+11%) e Norvegia (+10%), e le maggiori diminuzioni con l´India (-9%) e Giappone (-5%). Il Eu27 avanzo commerciale è aumentato con il Usa (€ 49,0 miliardi a gennaio-luglio 2012 rispetto a 41,0 miliardi nel periodo gennaio-luglio 2011), è caduto con la Svizzera (+23,8 mld contro 24,3 mld) ed è rimasta invariata con la Turchia (+ 15,4 miliardi di euro). Il Eu27 deficit commerciale è sceso con la Cina (-80,5 miliardi contro -87,3 miliardi), la Russia (-52,0 miliardi rispetto a - 59,3 miliardi di euro) e il Giappone (-6,2 mld contro -12,9 mld), ma è aumentata la Norvegia (-31,7 miliardi di euro rispetto ai -28,2 miliardi). Per quanto riguarda il commercio totale degli Stati membri, il maggiore surplus è stato osservato in Germania (€ 109,1 miliardi nel periodo gennaio-luglio 2012), seguita da Paesi Bassi (+29,1 miliardi) e Irlanda (+24,8 miliardi di euro). Il Regno Unito (-85,1 miliardi) ha registrato il più grande deficit, seguita dalla Francia (-48,9 miliardi) e Spagna (-20,5 miliardi).  
   
   
UE: PIÙ SOLIDARIETÀ VERSO I PAESI POVERI: GLI EUROPEI APPROVANO UN AUMENTO DEGLI AIUTI ALLO SVILUPPO  
 
 Bruxelles, 17 ottobre 2012 - Anche in tempo di crisi, l’Europa deve continuare ad aiutare i paesi in via di sviluppo. La pensa così l’82% dei cittadini italiani, in media con il dato europeo (85%). Oggi, in occasione delle Giornate europee dello sviluppo, il commissario Andris Piebalgs ha reso noti i risultati di un nuovo sondaggio Eurobarometro sullo sviluppo, dal quale è emerso che il 61% degli europei (57% degli italiani) è a favore di un aumento degli aiuti contro la povertà. Il 55% (45% in Italia) pensa che i paesi emergenti in rapida crescita non debbano più essere aiutati, mentre per la maggior parte dei cittadini (61% in Europa, 59% in Italia) gli aiuti devono andare soprattutto ai paesi fragili, vittime di conflitti o colpiti da catastrofi naturali. I cittadini europei in generale ritengono che il settore privato possa avere un ruolo significativo nei paesi in via di sviluppo, soprattutto grazie alla creazione di posti di lavoro e che gli investimenti delle imprese straniere debbano rispettare norme etiche e morali. Per la maggioranza degli intervistati (53% in Europa, 41% in Italia) la corruzione è il principale ostacolo allo sviluppo dei paesi poveri, mentre solo il 44% - addirittura il 33% nel nostro Paese - è disposto a spendere di più personalmente per comprare prodotti che sostengono lo sviluppo (ad esempio prodotti equi e solidali). Il commissario per lo Sviluppo Andris Piebalgs ha così commentato: “È incoraggiante vedere che la solidarietà è ancora un valore radicato per la maggior parte degli europei, anche in un periodo di difficoltà economiche.Tra poco i leader europei decideranno il bilancio dell’Unione per i prossimi sette anni e il messaggio dei cittadini è chiaro: i tagli non devono colpire i più poveri del pianeta.Ma i cittadini vogliono anche essere rassicurati che gli aiuti vadano ai più bisognosi, con risultati visibili.È una visione che condivido in pieno: i nostri aiuti devono andare ai paesi più bisognosi e la nostra politica di sviluppo deve mirare alla crescita inclusiva e al rispetto dei diritti umani.Perché i cittadini continuino ad avere fiducia nelle nostre azioni dimostrerò una volta di più che gli aiuti dell’Unione fanno una grande differenza nella lotta contro la povertà”. Il sondaggio Eurobarometro “Solidarity that spans the globe – Europeans and development” è stato presentato alle Giornate europee dello sviluppo del 16 e 17 ottobre a Bruxelles. L’evento ha riunito i capi di Stato e di governo dei paesi africani, le istituzioni dell’Unione, i ministri dell’Ue, i rappresentanti delle Nazioni Unite, la società civile, il mondo accademico e il settore privato intorno ai temi: • agricoltura, sicurezza alimentare e resilienza; • protezione sociale e disuguaglianza; • ruolo del settore privato. Le principali tendenze nell’Unione - La crisi economica non incide sulla solidarietà verso i poveri: rispetto all’anno scorso il favore dei cittadini per gli aiuti alle popolazioni povere è rimasto invariato in Spagna (88%), è lievemente diminuito in Grecia e Italia (-2%) ed è aumentato del 3% in Irlanda (88%). Solo in Portogallo c’è stato un drastico calo (-10%) nei sondaggi. L’impegno personale dei cittadini europei diminuisce: In Italia appena il 33% degli intervistati (-5% rispetto al 2011) si è detto disposto a spendere di più per aiutare le popolazioni dei paesi in via di sviluppo (es. Commercio equo e solidale). La media Ue è leggermente più positiva (44%, -3% rispetto al 2011), la percentuale è più elevata nei paesi Ue-15 (50%) rispetto ai paesi Ue-12 (25%). La disponibilità a pagare di più è calata di almeno 10 punti percentuali in 6 paesi: i cittadini disposti a pagare di più in Grecia sono appena il 33%, nella Repubblica ceca il 28%, in Slovenia il 30%, in Spagna il 35%, in Lituania il 24% e in Portogallo il 12%. Com’era prevedibile sono i cittadini dei paesi più ricchi quelli maggiormente disposti a comprare prodotti equi e solidali: Svezia (76%), Paesi Bassi (76%) e Lussemburgo (70%). L’aumento dei fondi destinati allo sviluppo trova più sostenitori in Europa nord-occidentale che in Europa sud-orientale: in Svezia, Danimarca e Austria un’ampia maggioranza di cittadini è favorevole ad un aumento fino allo 0,7% e oltre del reddito nazionale lordo (Rnl) (80%, 76% e 74% rispettivamente). Quelli favorevoli alla riduzione degli aiuti si concentrano invece in Bulgaria (38%), Slovenia (32%) e Grecia (30%). Il dato italiano si attesta al 21%, leggermente al di sopra della media Ue (18%). Principali risultati del sondaggio speciale Eurobarometro sullo sviluppo - La percentuale di cittadini favorevoli a aiutare le popolazioni povere dei paesi in via di sviluppo rimane molto elevata: l’85% contro l’88% del 2011 in Europa e l´82% contro l´84% del 2011 in Italia. Per sei europei su dieci bisogna aumentare gli aiuti ai paesi in via di sviluppo, malgrado la crisi: la metà degli intervistati (49%) ritiene che l’Unione debba mantenere le promesse e aumentare gli aiuti ai paesi in via di sviluppo. Per il 12% (ben il 14% in Italia) l’aumento dovrebbe essere superiore a quanto promesso, mentre il 18% (il 21% in Italia) ritiene che gli aiuti vadano ridotti perché l’Europa non può più permetterseli. Per il 61% degli europei e il 59% degli italiani bisogna aiutare principalmente i paesi in situazioni di fragilità (es. Conflitti o calamità naturali), mentre circa il 30% degli intervistati ritiene che l’Ue debba aiutare i paesi in via di sviluppo a prescindere dalla vulnerabilità. Per la maggioranza degli europei, paesi come il Brasile, l’India o la Cina non vanno più aiutati: alla domanda se i paesi emergenti in rapida crescita, che hanno ancora sacche di povertà tra la popolazione, debbano continuare a ricevere aiuti, il 39% degli intervistati europei e ben il 47% degli italiani si è detto totalmente o tendenzialmente contrario. Il dato italiano si distacca leggermente da quello europeo per quanto riguarda i settori su cui incentrare la politica per lo sviluppo: se infatti la maggior parte degli intervistati europei ritiene che gli aiuti allo sviluppo debbano sostenere principalmente il rispetto deidiritti umani (34%), il 40% degli italiani ritiene invece prioritaria la crescita economica, seguita dalla salute (26%, 32% in Ue). Anche l’istruzione è ritenuta importante (33%in Ue, 25% in Italia), seguita da agricoltura/sicurezza alimentare (29%in Europa, 19% in Italia). Gli intervistati potevano esprimere al massimo tre preferenze. Il 44% dei cittadini europei, e solo il 33% degli italiani, è disposto a comprare prodotti più cari per aiutare le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, dato in calo rispetto al 2011 (47% in Ue, 38% in Italia). Il numero di cittadini non disposti a spendere di più è di conseguenza passato dal 47% al 52% in Europa e dal 52% al 60% (ben +8%) in Italia. Per il 53% degli europei la corruzione è il principale ostacolo allo sviluppo, seguita dalle “cattive politiche” dei governi nei paesi in via di sviluppo (41%) e dai conflitti (33%). Anche su questo punto gli italiani si sono trovati leggermente in disaccordo con la media europea: i quattro ostacoli principalmente citati sono infatti corruzione (41%), le cattive politiche dei governi e delle organizzazioni che sostengono i paesi in via di sviluppo (32%, contro il 24% della media europea) e, a pari merito (30%) le cattive politiche dei governi dei paesi in via di sviluppo e i conflitti. Per la maggior parte degli intervistati il ruolo principale del settore privato sta nel creare posti di lavoro (57% in Europa, 42% in Italia) e favorire la crescita (42% Ue, 40% Italia) o lo scambio e il progresso tecnologico. Una minoranza ritiene invece che il settore privato sfrutti i paesi in via di sviluppo (27%, 26%) o alimenti la corruzione (21%, 18%). Anche in questo caso gli intervistati potevano dare tre risposte. Per l’81% degli intervistati europei ed il 78% degli italiani le imprese private hanno responsabilità etico-sociali quando investono nei paesi in via di sviluppo. L’87% (82% in Italia) pensa che donatori come l’Unione debbano spingere le imprese private a sottoscrivere norme etiche e sociali. Il sondaggio Eurobarometro è stato condotto da Tns Opinion & Social tra il 2 e il 17 giugno 2012. I dati sono stati raccolti su un campione di 26622 europei, di cui 1026 italiani, dai 15 anni in su, con interviste faccia a faccia a domicilio.  
   
   
UE, PREMIO NOBEL: I LEADER POLITICI A CONFRONTO  
 
Bruxelles, 17 ottobre 2012 - Nella storia i premi Nobel hanno suscitato lunghi dibattiti e feroci critiche. Quello di quest´anno non è da meno. Nonostante molti deputati abbiano ricevuto la notizia come un ottimo modo per rinforzare l´Ue in tempo di crisi, altri deputati si sono rivelati più scettici. Abbiamo chiesto ai leader dei gruppi politici cosa significa per loro questo premio. Joseph Daul, leader del Partito popolare europeo - "L´europa si trova ad un crocevia, e questo premio arriva proprio al momento giusto. Ci ricorda che l´Europa funziona meglio quando rimane unita. Mi ricorda il coraggio dei nostri padri fondatori, che proprio a seguito di un conflitto globale, si sono riuniti per assicurare la pace e la prosperità. Mi ricorda ancora che l´Europa ha saputo ritrovarsi anche dopo la caduta del Muro di Berlino assicurando sessant´anni di pace". Hannes Swoboda, leader del gruppo di centro sinistra S&d - "In tempo di crisi, attribuire il Nobel per la Pace all´Unione europea significa fare un passo coraggioso. Oggi non abbiamo bisogno di meno Europa o un passo indietro verso gli stati nazionali, ma abbiamo bisogno di più Europa. Il premio Nobel per la Pace è sia un riconoscimento dei nostri traguardi, sia una nuova sfida". Guy Verhofstadt, leader del gruppo Alde - "Questo premio mette in evidenza che la visione dei padri fondatori di un´Europa che sorpassasse la divisioni storiche e riunisse tutti insieme, è stato un messaggio che risuona ancora oggi". "Per affrontare il ritorno del nazionalismo e degli atteggiamenti euroscettici, è necessario combattere con lo spirito dei padri fondatori dell´Unione europea". Gabriele Zimmer, leader del gruppo Gue - "Per rendere giustizia al premio ricevuto, l´Ue dovrebbe invertire le sue politiche attuali. Le politiche esterne dovrebbe essere basate sulla solidarietà e la cooperazione, non su accordi commerciali ingiusti e interventi militari. Abbiamo anche bisogno di maggiore giustizia sociale e uguaglianza. Più democrazia. E non un patto di bilancio che ci rende tutti più poveri. Il Pe, e non i parlamenti nazionali, deve essere l´attore principale per il futuro dell´Europa". Martin Callanan, leader del gruppo dei Conservatori e riformisti europei - "Non condivido il discorso che senza le istituzioni europee l´Europa avrebbe attraversato un periodo nero. Molte organizzazioni, persone e fattori hanno contribuito alla "pace" in Europa. Nella metà del Xx secolo, gli Stati Uniti, la Nato, l´Onu e la Comunità europea del carbone e dell´acciaio. Più tardi, la riconciliazione è stata portata avanti grazie al modello occidentale di mercato libero e dagli interventi di Reagan, Thatcher e dal Papa". Nigel Farage, leader del gruppo Europa per la libertà e la democrazia - "Ho riso quando ho sentito la notizia. È una barzelletta. L´ue ha contribuito alla povertà e alla disoccupazione di milioni di persone, che hanno portato a attivi di violenza nel Sud dell´Europa".  
   
   
UE, PREMIO SACHAROV: "LA VIOLENZA VA CERCATA NEGLI UMANI, NON IN DIO"  
 
Bruxelles, 17 ottobre 2012 - I vincitori del premio Sacharov 2011 per la libertà d´espressione - il libico Ahmed El-senussi, il siriano Ali Ferzat e l´egiziano Asmaa Mahfouz - erano nel Parlamento europeo di Bruxelles il 10 ottobre per un incontro sulla democrazia. Ahmed El-senussi e Ali Ferzat ci raccontano la situazione nei loro paesi e quello che è successo dopo aver ricevuto l premio Sacharov. Un anno è passato da quando avete vinto il premio Sacharov. Cosa ha significato questo premio nella vostra vita? E per quella del vostro paese? Ali Ferzat - Il premio mi ha permesso di avere una prospettiva sul mio lavoro. Mi ha fatto capire che agivo nella direzione giusta. Le rivoluzioni hanno bisogno di essere di voci esterne per trasmettere il loro messaggio. Questo rende la rivoluzione più forte. Ahmed El-senussi - Il premio riconosce la nostra lotta per la libertà e la dignità. Il nostro paese ha conosciuto 42 anni di oppressione, e oggi ha bisogno di fare un altro sforzo per raggiungere il nostro obiettivo. Non possiamo chiedere a queste persone d´integrare i valori democratici in uno o due anni. Ci sono delle difficoltà da superare, ma ci battiamo per raggiungere un livello minimo di libertà e democrazia. Recentemente, abbiamo assistito a delle proteste in molti paesi arabi. Soprattutto a causa del film "L´innocenza dei musulmani". A cosa è dovuta quest´esplosione di violenza? Come si possono evitare maggiori scontri ed una maggiore comprensione reciproca? Ali Ferzat - L´opinione pubblica pensa che bisogna ignorare queste provocazioni per evitare gli scontri. Le critiche contro le religioni esistono, le persone insultano le religioni per strade, ma queste cose sono ignorate perché i media non se ne occupano. Personalmente penso di avere il diritto di criticare i musulmani, i cristiani e gli ebrei. Ma se critichi un cristiano, non significhi che stai criticando il cristianesimo. La violenza va cercata negli umani, non in Dio. Ahmed El-senussi - Penso che il film non rappresenti l´opinione dei paesi dell´Occidente. Alcuni paesi approfittano della loro libertà d´espressione per provocare le persone che provano a instaurare un dialogo. Ogni volta che si prova a fare un gesto di avvicinamento, questo tipo di eventi intervengono per destabilizzare la situazione, come se qualcuno volesse evitare la riconciliazione. Dobbiamo provare a capirci e a rispettarci. Aiuterebbe anche i cittadini europei a essere più uniti.  
   
   
UPI: RIORDINO PROVINCE E SCIOGLIMENTO CONSIGLI “IL RIORDINO VA GESTITO DAGLI AMMINISTRATORI ELETTI” CHIESTO UN INCONTRO URGENTE A CANCELLIERI E PATRONI GRIFFI:  
 
Roma, 17 ottobre 2012 - “Il riordino delle Province è un processo delicato e che comporta non pochi conflitti sui territori. A gestirlo, se davvero vogliamo che arrivi a termine con la nascita delle nuove Province, devono essere i politici che sono stati eletti dai cittadini a guidare le amministrazioni. Cancellare i consigli adesso rischia di creare nuovi conflitti e di confondere l’obiettivo principale di questa riforma, che è di riorganizzare i governo locali a partire dalle Province”. Lo ha dichiarato il 17 ottobre il Presidente dell’Unione delle Province italiane, Giuseppe Castiglione, che ha inviato una lettera al Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri e al Ministro per la Pubblica amministrazione e semplificazione Filippo Patroni Griffi, per chiedere un incontro urgente sul riordino delle Province. “A partire dal prossimo anno, dopo che il Governo e il Parlamento avranno varato il riordino – spiega Castiglione - si dovrà dare vita alle nuove Province che saranno territorialmente e demograficamente molto grandi e che avranno funzioni certe in settori chiave del governo locale, dalla pianificazione dell’ambiente alla salvaguardia dei territori, dalla gestione del trasporto pubblico locale alla viabilità provinciale fino alle funzioni di gestione dell’istruzione secondaria superiore. E’ evidente – sottolinea il Presidente dell’Upi - che un percorso di questo genere non può essere guidato se non da una classe politica di amministratori che sono stati votati dai cittadini e che possono con responsabilità e autorevolezza portare a compimento il processo”.  
   
   
RIORDINO PROVINCE: IN BASILICATA LA CLASSE DIRIGENTE È CHIAMATA A DARE UNA MIGLIORE PROVA DI SÉ, ACCANTONANDO CONDIZIONAMENTI LOCALISTICI, E PRODURSI IN UNO SLANCIO DI LUNGIMIRANZA POLITICA, DI COESIONE TERRITORIALE E UNITÀ  
 
 Potenza, 17 ottobre 2012 - “Tenere unito il territorio, tenere unita la Regione, tenere coesa la Regione, significa valorizzare le città capoluogo, pensare al protagonismo dei territori, aprire una relazione proficua con lo Stato per concordare come riorganizzare la presenza dello Stato in Basilicata”. E’ quanto ha affermato il presidente della prima Commissione consiliare (Affari Istituzionali), Vincenzo Santochirico illustrando all’Assemblea il documento relativo al riordino delle Province e loro funzioni, approvato a maggioranza, ieri mattina, in Commissione. “La città di Potenza - ha aggiunto - è il capoluogo della regione, qui ha sede l’ente Regione, la maggior parte degli enti regionali, già attualmente è sede delle articolazioni regionali dello Stato e delle articolazioni delle principali istituzioni pubbliche nazionali. Questo ruolo va conservato, così come non v’è dubbio che per tali caratteristiche non può che essere, anche nella malaugurata ipotesi di Provincia unica, non può essere che la città di Potenza, candidata ad essere il principale interlocutore dello Stato, a cominciare dalla sua rappresentanza unitaria, di cui all’articolo 10 della legge 135. La città di Matera deve essere associata a questo riassetto delle istituzioni locali, conservando, una capacità, un punto di rappresentanza istituzionale ed è per questo che viene indicato nel documento la sede del capoluogo provinciale. La conservazione di una rappresentanza istituzionale e sovracomunale consente, a quella città, di evitare un declassamento, una mortificazione che genererebbe, o alimenterebbe, perché già ce ne sono in corso, spinte centrifughe. Le due città, coprotagoniste del progetto unitario lucano, motore di un processo di rafforzamento delle ragioni e delle relazioni connettive, sigilli della inscindibilità di un’unica storia e di un unico destino. Le due città artefici di un rinnovato patto che parte dall’accordo, richiesto dal comma 4 bis dell’articolo 17, che non possiamo qui che semplicemente auspicare e raccomandare. Generosità, comprensione, convergenza, simbiosi sono attributi, qualità, propensioni che le città e le sue classi dirigenti possono e devono virtuosamente profondere e inverare in un impegno congiunto”. “E’ positivo – ha proseguito ancora Santochirico - che sia stata prevista una Conferenza dei Capigruppo congiunta delle due città perché è un modo per lavorare insieme e per trovare soluzioni decisive. Un contributo decisivo importante per cementare questo processo può e deve venire anche dal Consiglio regionale. Il Consiglio regionale, che si è fatto spesso carico delle ansie e dei problemi delle due città, chiede loro un contributo decisivo alla conservazione e consolidamento della casa comune regionale e provinciale. Ma la nuova dimensione provinciale obbliga necessariamente ad una ormai inevitabile ed irrinunciabile riedizione dei protagonisti del territorio. E’ impensabile che vi sia un vuoto, che sarebbe in questo caso ancora più ampio, abissale, fra singolo Comune, fra ognuno dei singoli 131 Comuni, e la Regione e la Provincia, che in questo caso coinciderebbero. E’ indispensabile un raccordo di area vasta, non solo come facilitatore di attività e servizi che già sono propri dei Comuni, ma come destinatario ed assuntore di competenze ed attribuzioni degli enti sovracomunali che ad essi possono essere assegnati, in particolare dalla Regione”. “Terzo ed ultimo capitolo – ha detto - è la riorganizzazione dello Stato sul territorio regionale/ provinciale. Vi è una forte laison fra capoluogo regionale e rappresentanza unitaria dello Stato, ex articolo 10. Sul resto vanno aperte una fase ed una sede concertativa fra Stato e Regioni. Sul regolamento che dovrà emettere il governo ai sensi dell’articolo 10 è già previsto il parere della Conferenza Unificata. A noi non basta che ci sia un parere sul regolamento, noi dobbiamo esigere che nel regolamento vi sia la previsione di una relazione positiva e puntuale fra Stato e Regioni, quale sede appunto perché lo Stato prima di decidere come si riorganizza senta e recepisca il parere, l’opinione e la volontà delle Regioni. Vi è una disponibilità dichiarata dal Ministro delle Riforme. Il Presidente della Regione avrà il compito, questo lo prevede espressamente il documento approvato in Commissione, di sondare e raccogliere immediatamente, anche dal punto di vista formale, la disponibilità del governo a concertare e concordare l’articolazione dello Stato nella nostra regione. Questo, sostanzialmente, dice il documento della I Commissione, che al punto primo fa proprio il documento della Conferenza delle Autonomie locali di Basilicata, con la riproposizione sostanzialmente delle due Provincie; secondo, prevede una valorizzazione delle due città capoluogo di provincia, Potenza come capoluogo regionale e come punto di riferimento principale delle articolazioni dello Stato e la città di Matera come sede dell’eventuale provincia unica ,che viene definita anche nel documento Provincia di Lucania e nel documento stesso si chiede di aprire questa fase concertativa con il Governo, affidandone l’iniziativa al Presidente della Regione. C’è una raccomandazione, un invito, una sollecitazione che viene rivolta alle due città capoluogo, per trovare un accordo per fissare la sede capoluogo di provincia in un comune diverso da quello più popoloso , essendo questo previsto dalla legge, e questo è l’auspicio che noi facciamo. Perché il riconoscimento e il consolidamento di una casa comune, regionale e provinciale, sia anche nello spirito e nell’azione delle due città già capoluogo di provincia. Infine, ultimo punto qualificante del nostro documento è la riaffermata necessità di dare ulteriore impulso al coinvolgimento dei territori nel sistema di governance regionale”. “Siamo nel pieno di un ridisegno dell’ossatura istituzionale pubblica nella nostra regione – ha concluso il presidente della prima Commissione. Lo facciamo consapevoli che andremo a completare questo disegno con lo Statuto. Siamo consapevoli come siamo che ogni forza politica, ogni gruppo, presente qui, è composta da varie sensibilità, da varie appartenenza, da vari insediamenti territoriali, ma io credo che in un momento difficile e aspro della vita democratica, anche di quella regionale come è questa, la sua classe dirigente è chiamata a dare una migliore prova di sé, accantonando convenienze, calcoli di opportunità, condizionamenti localistici, e prodursi in uno slancio di onestà intellettuale, di lungimiranza politica, di coesione territoriale, di immedesimazione e unità. Deve fare questo oggi la classe dirigente lucana. E a questo è chiamato il Consiglio regionale, per rinnovare la sua missione che è quella di custodire il passato, di interpretare e governare il presente, di preparare e assicurare un futuro di coesione, autonomia ed unità a questa comunità regionale”.  
   
   
DPEF, TOSCANA: UN MILIARDO IN MENO. COSTRUIAMO INSIEME UNA LINEA DEL PIAVE  
 
 Firenze, 17 ottobre 2012 – Cinque obiettivi da finanziarie e un miliardo di euro di minor capacità di spesa con cui fare i conti. “Usando però equità e senza rinunciare agli investimenti”. Sono i quattro punti cardinali all’interno di cui l’assessore Riccardo Nencini ha inquadrato ieri in Consiglio regionale il documento di programmazione economica e la legge finanziaria e bilancio toscano che deriveranno. Un intervento di venticinque minuti all’inizio di una seduta tutta dedicata alla discussione del documento preliminare che la giunta ha inviato in Consiglio. Con la sottolineatura di due errori del governo Monti: il non aver riconosciuto una premialità alle Regioni da sempre virtuose nei bilanci e il voler riformare la Costituzione, prima con le Province e poi con le Regioni, a colpi di decreto. E con un appello finale: quello a “costruire una ‘linea del Piave’ attorno a cui chiamare ciascuno a fare il proprio dovere, dai sindacati alle imprese, dagli enti locali alle associazioni, per poter ripartire più forti e coesi in una Toscana oggi invece meno dinamica, più divisa e più conflittuale, dove il 23 per cento dei giovani tra 18 e 25 anni non studia, non lavora e non ha hobby, dove c’è il rischio della rendita e dell’accidia della borghesia”. Ancora spending review, ma nessun aumento sull’Irap - Il prossimo anno la Toscana dovrà fare i conti con 1 miliardo in meno da spendere. “Troveremo altri 25-30 milioni riducendo le spese di funzionamento, dopo già averne tagliati 80 tra il 2010 e il 2011 – spiega Nencini – . Lavoreremo di più sulla programmazione nazionale dei Fas e con le risorse comunitarie. Non alzeremo i costi della politica, che in Toscana peraltro sono da sempre i più bassi. Taglieremo gli affitti utilizzando gli immobili di proprietà e venderemo quelli che non utilizziamo”. Ci sarà anche una manovra fiscale, in parte già annunciata. “Nessuno finora ha comunque ipotizzato un aumento dell’Irap – replica l’assessore al presidente degli industriali di Prato – e sull’addizionale Irpef, in Toscana la più leggera d’Italia, faremo una verifica, ma se interverremmo non toccheremo le fasce di reddito più basse”. Per il resto è confermato l’aumento sul bollo auto, ma in modo differenziato a seconda della potenza del veicolo, scompare l’accisa sulla benzina di 6 centesimi al litro, ci saranno i ticket su farmaci e prestazioni sanitarie. Tra le possibilità, tutte ancora da verificare, anche eventuali tasse di scopo: l’assessore ha citato quella su decolli ed atterraggi negli aeroporti, in parte vincolata ad interventi a vantaggio dei quartieri attorno. Cinque obiettivi - “Le risorse trovate serviranno a sostenere cinque obiettivi”. Nencini le elenca: la coesione sociale e il welfare, colmando il vuoto lasciato da quello che lo Stato non finanzia più, scuola compresa; gli aiuti alle imprese, compreso l’accesso al credito, e al lavoro; le fusioni e Unioni dei Comuni e il riordino sanitario; il progetto giovani, i contratti di solidarietà e tutto quello che è inclusione; le infrastrutture, prime fra tutte l’autostrada Tirrenica e le decisioni che attendono lo scalo aeroportuale fiorentino. Tutti i tagli del governo e una buona notizia per il trasporto pubblico - Poco prima, all’inizio dell’intervento, Nencini aveva inquadrato l’intervento toscano all’interno del più vasto panorama italiano e mondiale. La cornice è quella del crollo della spesa pubblica in Italia, per Nencini destinata prevedibilmente a durare nel tempo, della stagnazione ed alto debito pubblico, della crisi internazionale che ha rallentato la corsa anche di locomotive come Cina, India e Brasile e della debolezza, tutta toscana, di imprese storicamente dal basso valore aggiunto dei loro prodotti. “Sono elementi – sottolinea – che allungano i tempi di fuoriuscita dalla crisi”. I tagli sono invece la conseguenza delle ultime manovre del governo: nove dal 2010, 14 dal 2008. “L’anno prossimo – ricorda Nencini nel dettaglio – ci saranno 150 milioni in meno da spendere, a causa di un irrigidimento del patto di stabilità: 550 milioni di capacità di spesa in meno dal 2010. Sempre nel 2013 ci saranno 500 milioni di minori risorse disponibili: solo con l’ultima manovra Monti ne sono stati tagliati 72, di cui 40 alla sanità. L’unica voce in attivo riguarda il trasporto pubblico”. Il fondo nazionale passa infatti da 1 miliardo e 200 milioni e 1 miliardo e 600 milioni. “Sono 400 milioni in più da ripartire tra le Regioni, con criteri di premialità” aggiunge. Alla Toscana potrebbero così arrivare, in tre anni, 144 milioni. Ma il quadro rimane in ogni caso a tinte fosche. Tra Fas, il fondo aree sottoutilizzate, non autosufficienza e politiche sociali sono 120 milioni in meno. “E con la crisi – annota l’assessore – caleranno anche le entrate tributarie e sarà più difficile recuperare dalle imprese i debiti per le tasse non pagate”. Solo con la legge di stabilità presentata dal governo e tuttora in discussione nei prossimi tre anni la Toscana avrà 216 milioni di tagli extra sanità e 170 milioni in meno sulla spesa sanitaria.  
   
   
REGIONE TOSCANA, SPENDING REVIEW: MONACI, ANDREMO SERENAMENTE A FARE LA NOSTRA PARTE IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE PARTECIPERÀ A ROMA ALLA RIUNIONE DELLE CONFERENZE DELLE REGIONI E DEI PRESIDENTI DELLE ASSEMBLEE LEGISLATIVE REGIONALI. RINVIATA LA SEDUTA SUL RIORDINO DELLE PROVINCE  
 
 Firenze, 17 ottobre 201 2 - “Domani si terrà a Roma la riunione della commissione mista costituita fra la Conferenza delle Regioni e la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome per gli adempimenti previsti dal decreto legge 174/2012 sulla riforma degli enti locali. Andremo serenamente, anche questa volta, a fare la nostra parte”. Lo ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Alberto Monaci, annunciando che i lavori di aula sulla riforma delle Province, inizialmente programmati per, mercoledì 17 ottobre, sono rinviati. “Lo faremo – ha aggiunto Monaci – nel pieno rispetto dei tempi e dei parametri stabiliti, in condivisione con le altre Regioni, convinti del valore della cooperazione fra istituzioni. Estranei, però, da qualunque timidezza dell’agire. Condizione che abbiamo dimostrato non appartenerci”. “E’ un decreto che, fuor di polemica e senza alcun giudizio nel merito, è figlio di una pressione mediatica conseguente alla scandalosa vicenda del Lazio – ha spiegato Monaci -. Il decreto non ha tenuto conto del percorso di autoriforma che i Consiglio regionali hanno avviato da almeno due anni. Ci sono realtà particolarmente sensibili, come la nostra, attiva nel perseguire in autonomia molti degli obiettivi indicati dal decreto, come altre più lente a comprendere il cambiamento in atto”. “Un cambiamento – ha proseguito il presidente – che non potrà risolversi in un indebolimento del sistema delle autonomie, rassicurato, peraltro, dal presidente Napolitano. Meno che mai nella marginalizzazione delle assemblee regionali, nella loro funzione legislativa, di indirizzo e di controllo”. “Ho percepito, apprezzando sinceramente – ha aggiunto Monaci - la piena disponibilità di tutta questa assemblea ad essere ulteriormente consonante rispetto al contesto attuale, nella volontà però di non declinare al proprio ruolo e alla propria funzione. Non per interesse personale, o per calcolo politico. Bensì per la dignità che questa istituzione rappresenta e per il servizio che alla democrazia essa è chiamata a rendere. Dalla Costituzione, non dal volere dei partiti”.  
   
   
L’OCSE STUDIA LA PROVINCIA DI PARMA SCELTA COME CAMPIONE PER L’INDAGINE FINANZIATA DAL MIPAAF SUL RUOLO DI SOSTEGNO ALLO SVILUPPO SVOLTO  
 
 Parma, 16 ottobre 2012 – Indagare il cambiamento delle Province negli ultimi dieci anni, con l’intento di capirne l’evoluzione e il ruolo giocato nello sviluppo territoriale a partire da un focus sulle politiche dello sviluppo rurale. E’ questa la finalità di una indagine che l’Ocse, l´Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, sta portando avanti insieme all´Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea), un approfondimento sul lavoro di queste istituzioni locali che viene svolto in un momento cruciale della loro vita: in Italia si procede con il riordino e in altri Paesi sta crescendo l’interesse per gli enti intermedi. Il gruppo di ricercatori che stanno conducendo lo studio, guidato da Betty-ann Bryce policy analyst dell’Ocse, accompagnata da Franco Mantino responsabile sviluppo rurale di Inea (Istituto nazionale di economia agraria) e da membri dello staff dell’istituto, ha compiuto - ieri e oggi - nella sede dell’Ente di Piazzale della Pace una visita studio di due giorni mirata ad approfondire il lavoro svolto con i protagonisti della programmazione e gestione degli interventi, oltre a analizzare le relazioni della Provincia con i diversi attori locali coinvolti. “Siamo stati scelti come una delle sei sedi campione prese a esempio per lo studio – spiega il vicepresidente della Provincia Pier Luigi Ferrari – Insieme ai dirigenti dei settori coinvolti abbiamo approfondito il percorso virtuoso che attorno alle politiche di sviluppo rurale si è costruito in questi anni entrando nel merito delle attività e della capacità di programmazione e concertazione dimostrata sul campo dalla Provincia di Parma. In questi due giorni è emerso con evidenza – continua Ferrari - come questo lavoro che ci abbia permesso di convogliare e programmare risorse finanziare, organizzative e umane a servizio dello sviluppo locale agendo come un “imprenditore istituzionale” per cogliere le opportunità offerte dalla programmazione europea, nazionale e regionale.” Molti i temi discussi: il ruolo della Provincia come cerniera fra il territorio e i livelli di governo superiore e le modalità con cui concretamente questo ruolo è stato svolto nella nostra specifica realtà. Le opportunità e i problemi emersi nell’evoluzione istituzionale nel corso dell’ultimo decennio. Nella due giorni i ricercatori hanno svolto 3 focus group. Nel primo con gli amministratori e i dirigenti della Provincia, si sono approfonditi gli aspetti relativi alle funzioni della Provincia e la loro evoluzione, il grado di autonomia, i rapporti con Regione ed enti locali, il funzionamento interno, il bilancio, l’utilizzo dei fondi strutturali europei. Al secondo focus group hanno invece partecipato i partner pubblici e privati della Provincia di Parma nella governance locale per lo sviluppo rurale ovvero responsabili delle Comunità montane, Parchi, Soprip spa, associazioni di categoria Camera di Commercio, Upi, Cna, associazioni agricole. Il terzo è stato specifico sul progetto di Distretto del pomodoro scelto come best practice da approfondire. Oltre a Parma entrano nella ricerca Ocse le Province di Grosseto, Ancona, Belluno, Benevento, Catania. Il progetto L’indagine, finanziata dal Mipaaf in attuazione del protocollo d´intesa con l´Unione delle Province Italiane (Upi), è incentrata sulla valutazione delle politiche e esperienze realizzate con i fondi comunitari. L´esperienza di questi ultimi anni ha messo in evidenza come i soggetti locali, in particolare Province, Comuni, Comunità montane e Enti Parco, abbiano cercato di integrare le differenti fonti di finanziamento, con risultati in qualche caso interessanti, che dimostrano come una forte capacità progettuale e relazionale a livello locale possa giocare un ruolo decisivo, condizionando il successo stesso delle politiche. Sono stati individuati sei casi studio - Province di Parma, Belluno, Ancona, Grosseto, Catania e Benevento - identificati sulla base di specifici criteri, che oltre alla rappresentatività geografica, tengono in considerazione alcuni aspetti: la progettualità locale, compresa la capacità di varare iniziative in grado di coinvolgere più settori d´intervento e di includere le nuove sfide lanciate dall´Health Check (cambiamenti climatici, gestione delle risorse idriche, energie rinnovabili, ristrutturazione del settore lattiero-caseario, banda larga); la presenza di forti elementi di dinamismo istituzionale ed economico, tali da consentire di superare la perifericità dell´area rispetto al contesto regionale; l´esigenza di comparare realtà diverse tra loro per risorse utilizzate (fondi comunitari, nazionali, regionali e locali), livello di sviluppo e interazione urbano-rurale. Dal punto di vista metodologico, l´indagine si basa su una serie di interviste effettuate a livello locale con rappresentanti delle istituzioni locali, delle organizzazioni di categoria e di altri operatori privati. Dopo la prima fase di ricognizione sulle politiche comunitarie, nazionali e regionali attuate nel contesto provinciale, ora si è passati alla verifica sul campo dei processi di programmazione e gestione dei programmi di intervento, attraverso specifici focus group incentrati sulle relazioni della Provincia con i diversi attori locali coinvolti nella programmazione e gestione delle politiche.  
   
   
SICILIA: RISANAMENTO E RINEGOZIAZIONE PER USCIRE DALLA CRISI  
 
Palermo, 17 ottobre 2012 - "Grazie all´azione di risanamento avviato dalla Regione e riconosciuta dallo Stato, abbiamo raggiunto l´intesa sul patto di stabilita´, che ha consentito di utilizzare alcuni spazi finanziari per evitare l´interruzione dei pagamenti ed il caos della Sicilia, e riaperto il confronto, dopo oltre quarant´anni di tentativi andati a vuoto, sull´attuazione delle norme finanziarie dello Statuto (artt. 36,37 e 38)". Lo ha detto ieri l´assessore regionale per l´Economia, Gaetano Armao, alla presentazione del 23° Rapporto Sud della Fondazione Curella-diste Consulting questa mattina all´Aula Magna della Facolta´ di Economia dell´Universita´ di Palermo. "La Sicilia - ha detto - ha vissuto per oltre un decennio al di sopra delle proprie possibilita´, ed a seguito delle manovre di contenimento della spesa ha riportato quest´anno la spesa corrente ai livelli raggiunti all´inizio degli anni 2000, e cio´ sia per stanziamenti (11.790 md per il 2012 a fronte di 11.015 md del 2000), che per pagamenti (9.129 md del 2011 contro 9.587 md del 2001). Anche se occorre tener presente che nel contesto di crisi recessiva di forte contrazione dell´economia e del mercato del lavoro (Pil -3,4 nel 2012 e -1,6 nel 2103) le quattro manovre effettuate nel 2010 e nel 2011 e approvate dal precedente e dall´attuale Governo hanno un impatto complessivo sul Pil piu´ pesante nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord (effetto depressivo sul Pil nel 2012 dell´1,1% di cui pero´: 8 decimi di punto nelle regioni centro settentrionali e 2,1 punti percentuali in quelle meridionali). L´impatto delle manovre al Sud ricade per il 75% sulla dinamica degli investimenti (causa i tagli operati al Fondo per le aree sottoutilizzate-Fas) e determina il calo del Pil di 1,7 punti percentuali sui complessivi 2,1 punti". "Pur senza metterne in dubbio la necessita´ - ha proseguito Armao - non possono essere tuttavia sottaciuti alcuni ´effetti distorsivi´ dell´applicazione aritmetica del patto di stabilita´ ad una Regione ad autonomia differenziata del Mezzogiorno con un diffuso disagio economico e gravi ritardi infrastrutturali. Per la Regione, in aggiunta alle previsioni delle precedenti manovre, con le ultime iniziative legislative del Governo Monti, nel triennio 2012-14 il Patto di stabilita´ pesa per oltre 1,3 md nel 2012 (limitando per l´anno in corso a 5,2 md i pagamenti, soltanto lo scorso anno ammontanti a 6,7 md). Con questi saldi nel 2014, con esclusione della Sanita´, su un bilancio di 27 miliardi, si potranno effettuare pagamenti per 4,6 miliardi che, al netto di stipendi, pensioni e restituzione del debito, riduce a 1,8 miliardi le risorse disponibili per far tutto il resto, compresi investimenti e cofinanziamento della spesa europea (che dovrebbero crescere). Ricorrendo ad una metafora, e´ come chiedere ad un pilota di pigiare contemporaneamente freno ed acceleratore: gli effetti di paralisi sulla trazione sono gli stessi di quelli ai quali assistiamo sulla finanza regionale e locale". Nella conclusione del suo intervento l´assessore per l´Economia ha affermato che: "I tetti del patto di stabilita´, determinati in modo aritmetico dallo Stato e senza la necessaria graduazione e considerazione dei diversi livelli di autonomia, penalizzano maggiormente le Regioni che hanno competenze piu´ estese, i cui costi, spesso, sono solo in minima parte comprimibili, che hanno piu´ investimenti da co-finanziare (fondi strutturali, fondo sviluppo e coesione, gia´ Fas) ed hanno maggiori oneri per trasporti (che nonostante le richieste, non sono stati esclusi dal patto)". Armao ha sottolineato che "senza misure di riequilibrio della spesa nel Patto di Stabilita´ europeo non solo si paralizzera´ la crescita e si rendera´ impossibile il risanamento, ma cio´ condurra´ la Sicilia a consolidare il sottosviluppo nel quale ha allignato la mafia e la sua risposta criminale alla miseria ed al bisogno. Solo con i ´conti in regola´ e classi dirigenti capaci di far ´massa critica´ la Regione potra´ uscire da una grave crisi economica ed essere, cosi´, protagonista della ripresa del nostro Paese e pretendere le imprescindibili misure di sostegno alla crescita e gli interventi di perequazione infrastrutturale senza i quali rischia l´ulteriore impoverimento e consolidamento del divario". Infine, l´assessore per l´Economia ha detto: "Insieme al futuro della Sicilia e´ in gioco la sua stessa autonomia che potra´ riaffermarsi solo trasformandola ed innovandola, senza offrire piu´ spazio a privilegi, prebende, intermediazioni parassitarie che hanno costituito le cause del paradosso dell´autonomia: conquistata per tutelare i siciliani e divenuta, e non solo per i costi e le inefficienze generate, remora per lo sviluppo e la crescita".  
   
   
LA GIUNTA REGIONALE DELLE MARCHE APPROVA L’ASSESTAMENTO DI BILANCIO 2012 .  
 
Ancona, 17 ottobre 2012 - Sostegno a giovani, lavoro e sviluppo attraverso rigore ed equilibrio dei conti: sono le priorità che emergono dalla proposta di legge Assestamento del bilancio per il 2012 che la Giunta regionale ha approvato e trasmesso all’assemblea legislativa. “E’ una manovra di qualità, rigorosa e selettiva - afferma il presidente Gian Mario Spacca - perché realizzata in un contesto “di guerra” a causa del tagli straordinari nazionali e della difficoltà persistenti del ciclo economico: la diminuzione delle risorse centrali ammonteranno solo nel 2012 a oltre -320 milioni di euro per la riduzione di trasferimenti, l’irrigidimento del patto di stabilità e i tagli nazionali alla sanità. Nel triennio i tagli ammonteranno addirittura a oltre -1,3 miliardi di euro. Nonostante ciò con l’Assestamento 2012, attraverso una rigorosa spending review regionale e la lotta all’evasione fiscale, riusciamo a reperire oltre 30 milioni di euro e quindi a liberare risorse dagli apparati e dalla burocrazia per destinarle su progetti concreti a favore dei giovani, del lavoro e dello sviluppo. Questo ripaga la comunità, che può contare, anche in questo momento di crisi, su maggiori risorse del governo regionale per sostenere in modo selettivo l’occupazione, le piccole imprese e la coesione sociale. Un esempio significativo è l’intervento di 2 milioni di euro previsto nell’assestamento a sostegno dell’assunzione di giovani laureati e diplomati da parte delle Pmi, per combattere la piaga della disoccupazione giovanile, anche ad elevata scolarizzazione e competenza: un progetto concreto che prevede un abbattimento fino al 50% del costo di ogni nuovo assunto per un biennio. Le istituzioni – conclude Spacca - sono chiamate a svolgere un ruolo guida in questo processo e a rimodellare la propria organizzazione per ridurre le spese dell’amministrazione e liberare risorse per cittadini, famiglie e imprese: con la manovra di assestamento 2012 il Governo regionale dimostra che questo impegno è possibile, con enormi sacrifici, ma con risultati che poi pagano la comunità”. “Tra le principali operazioni che hanno consentito di liberare risorse per la copertura finanziaria di nuovi interventi di sostegno e sviluppo – afferma l’assessore al Bilancio, Pietro Marcolini - va evidenziata la riduzione della spesa del personale (oltre 1 milione di euro) e degli oneri inerenti l’attività amministrativa (1 milione di euro), l’attività di controllo fiscale in materia di Irpef ed Irap (circa 7 milioni di euro recuperati)”. In merito alle operazioni finanziarie più importanti, l’assessore segnala “il potenziamento dell’attività di sviluppo della piattaforma integrata del trasporto regionale, mediante aumento della propria quota di capitale nella società Aerdorica con circa 3,3 milioni di euro; la razionalizzazione e l’efficientamento della gestione del patrimonio immobiliare regionale (1 milione di euro); l’autorizzazione di 3 milioni di euro a titolo di overbooking per il pieno utilizzo dei fondi comunitari Fesr 2007/2013; il finanziamento di circa 800 mila euro per la copertura degli oneri non rendicontabili ai fini del programma Psr 2007/2013”. Anche altri sono gli interventi significativi dell’Assestamento, non solo per fronteggiare gli effetti della crisi ma per stimolare lo sviluppo: 1,3 milioni per il piano delle politiche abitative a favore delle famiglie disagiate; circa 700 mila euro per l’aumento dei contributi per le borse di studio; oltre 1 milione di euro per la promozione economica delle imprese; 530 mila euro per il rilancio dei centri storici attraverso lo sviluppo dei centri commerciali naturali. Il Governo regionale, inoltre, ha stanziato, per potenziare il settore turistico 1,2 milioni di euro per il completamento della riqualificazione e ammodernamento delle strutture alberghiere. Altre risorse sono state destinate allo sviluppo dell’eco efficienza energetica e delle fonti energetiche rinnovabili (2 milioni e 432 mila euro) e alla difesa della costa (1 milione e 315 mila euro).  
   
   
BOLZANO: DURNWALDER ILLUSTRA IL BILANCIO AI SINDACATI: GARANTIRE LO SVILUPPO  
 
 Bolzano, 17 ottobre 2012 - Un leggero calo rispetto all´anno precedente e continue nuove limitazioni da Roma hanno reso difficile elaborare il bilancio provinciale 2013, tuttavia alla Giunta provinciale è riuscito di assicurare in tutti i settori i mezzi necessari a garantire uno sviluppo. È quanto ha sottolineato il presidente Luis Durnwalder il 16 ottobre a Bolzano nell´incontro con le organizzazioni sindacali per illustrare i contenuti del bilancio. Con i rappresentanti dei sindacati Cgil/agb, Sgb/cisl e Uil/sgk il presidente Durnwalder ha discusso a Palazzo Widmann le misure necessarie per far fronte ai tagli chiesti da Roma e che hanno imposto una riduzione del bilancio provinciale 2013. "È chiaro che lo spazio di manovra non è più quello degli ultimi anni, ma i mezzi necessari sono comunque disponibili e consentono di raggiungere le priorità fissate dalla Giunta", ha detto Durnwalder. Una delle richieste dei sindacati ha riguardato una maggiore giustizia fiscale: "Le possibilità di intervento della Provincia sono limitare e anche per questo abbiamo richiesto la competenza in materia fiscale", ha spiegato Durnwalder. Nel frattempo assieme ai Comuni si lavora alla creazione di una agenzia locale delle entrate che in futuro possa riscuotere le imposte in Alto Adige e versare il prescritto 1/10 a Roma. Sono comunque confermate anche nel 2013 le esenzioni Irpef alle famiglie e viene introdotto l´azzeramento dell´Irap per cinque anni alle nuove imprese che si insediano in Alto Adige, sia da fuori provincia che fondate da residenti. "In tal modo promuoviamo la creazione di nuovi posti di lavoro e di reddito." Un altro punto discusso è stato il finanziamento ai Comuni, ai quali la Provincia garantisce in pratica lo stesso importo del 2012 ma chiede nel contempo di risparmiare nell´amministrazione, "dove le spese vanno ridotte del 7,1%. I mezzi aggiuntivi assicurati ai Comuni sono invece pensati per gli investimenti e potranno avere ripercussioni positive sul lavoro delle piccole e medie imprese locali", ha ricordato il Presidente. Ai timori espressi dai sindacati per i tagli prospettati nel settore della sanità, il presidente Durnwalder ha chiarito che una somma di 30 milioni di euro nel notevole budget del settore sanitario può essere risparmiata con minime ripercussioni sul cittadino: "Pensiamo anzitutto a risparmi nell´organizzazione senza penalizzare lo sviluppo dei servizi." Analogo discorso per il settore sociale, il cui budget nel bilancio 2013 è stato però ridotto di soli 1,8 milioni, "con risparmi che si possono conseguire nell´amministrazione e anche a livello di comprensori", ha osservato Durnwalder. Verranno intensificati anche i controlli sui beneficiari di prestazioni sociali per evitare abusi nella fruizione dei contributi. Infine il Presidente ha illustrato le misure che la Giunta intende avviare per contrastare la disoccupazione giovanile e ha ricordato l´approvazione del pacchetto di interventi per il rilancio dell´economia, "con un grande potenziale ancora da sfruttare nel risanamento dei vecchi edifici e nel risparmio energetico."  
   
   
BILANCIO: ILLUSTRATE AL CONSIGLIO DI TRENTO DAL PRESIDENTE DELLAI LE LINEE GENERALI DELLA MANOVRA  
 
 Trento, 17 ottobre 2012 - Per la prima volta il Bilancio della Provincia porta il segno "meno": nel 2013 le risorse a disposizione caleranno di circa un 3%, attestandosi in circa 4,5 miliardi di euro. Il calo previsto della spesa corrente sarà di circa il 2%, del 10% quello delle spese in conto capitale. Per il 2013 si prefigura dunque una manovra forte di razionalizzazione e qualificazione della spesa, al fine di garantire adeguate risorse per rilanciare la crescita del Pil e della produttività, e con esse dell’occupazione. Le linee generali della manovra sono state illustrate stamani al Consiglio provinciale dal presidente Lorenzo Dellai. Il calo delle risorse è dovuto all´effetto congiunto della crisi economica internazionale e delle manovre adottate dal Governo negli ultimi due anni, i cui effetti ricadono naturalmente anche sulle finanze provinciali. "Le misure varate dal Governo nazionale si sono spesso poste in contrasto con l’assetto statutario - ha detto Dellai - ed è per questo che il Trentino e l´Alto Adige le hanno impugnate presso la Corte Costituzionale. In attesa degli esiti del confronto con lo Stato la Provincia deve approntare sul bilancio 2013 adeguati accantonamenti di risorse, per fare fronte all’eventuale assunzione delle spese statali." A fronte di ciò, gli obiettivi primari che la Giunta si è posta sono quelli di rilanciare lo sviluppo economico e di mantenere inalterato - anzi ove necessario di migliorarlo - l´assetto delle politiche sociali. "L’orientamento delle politiche provinciali al sostegno della crescita, intervenendo sui meccanismi che la bloccano o la rallentano, rappresenta pertanto una priorità assoluta della nostra strategia - ha sottolineato Dellai nel suo discorso in aula - ma le problematiche della crescita devono assumere rilievo centrale per tutti i soggetti e le istituzioni del territorio." Un´altra iniziativa importante è rappresentata dal Fondo strategico per lo sviluppo del territorio, che sarà alimentato con risorse pubbliche, regionali e provinciali, dei fondi pensione e di altri soggetti istituzionali. Per quanto riguarda le politiche sociali, fermo restando il principio generale dell´equità, "saranno confermate le politiche di welfare fondamentali, comprese quelle di recente istituzione, come il reddito di garanzia, l’assegno di cura ai cittadini non autosufficienti, gli interventi di politica attiva del lavoro." Proseguiranno inoltre gli interventi di contesto, in particolare con una sempre più piena valorizzazione della delega in materia di Università, alla luce dei "pilastri" individuati dal nuovo Atto di indirizzo (internazionalizzazione, qualità della didattica e della ricerca, potenziamento del legame con il sistema imprenditoriale) e dei progetti riguardanti l´innovazione, in campi che vanno dal turismo alla cultura fino al welfare. Ulteriori interventi di razionalizzazione sono previsti infine per quanto riguarda le spese della pubblica amministrazione. "Un’amministrazione provinciale più moderna ed efficiente - ha detto ancora Dellai - può costituire fattore di vantaggio competitivo e di attrazione per il territorio." Una significativa riduzione delle spese, soprattutto di funzionamento, potrà inoltre contribuire a salvaguardare le risorse per gli investimenti essenziali per lo sviluppo, senza rinunciare a fornire servizi di qualità, ma anzi affinando ulteriormente i suoi strumenti di intervento.  
   
   
SISMA/EMILIA AZZERATO IL PATTO DI STABILITÀ PER I COMUNI COLPITI  
 
Bologna, 17 ottobre 2012 - Azzerato il patto di stabilità per i Comuni colpiti dal terremoto. La Giunta regionale ha approvato la delibera che “libera” i Comuni colpiti dal sisma del maggio scorso dai vincoli del patto di stabilità nazionale, mettendo a disposizione i 40 milioni di potenzialità di spesa previsti dal decreto 74/2012. “L’attività della Regione conferma il nostro impegno per sostenere le popolazioni e le imprese impegnate, insieme alle istituzioni, nella ricostruzione”, sottolinea Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-romagna. “Con questo intervento liberiamo risorse per la ricostruzione e gli interventi che i Comuni sono chiamati ad effettuare”. Provincia di Bologna: Argelato, Baricella, Bentivoglio, Castel Maggiore, Castello d’Argile, Crevalcore, Galliera, Malalbergo, Minerbio, Molinella, Pieve di Cento, Sala Bolognese, San Giorgio di Piano, San Giovanni in Persiceto, San Pietro in Casale, Sant’agata Bolognese. Provincia di Modena: Bomporto, Campogalliano, Carpi, Castelfranco Emilia, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Nonatola, Novi di Modena, Ravarino, San Felice sul Panaro, San Prospero, Soliera. Provincia di Ferrara: Bondeno, Cento, Poggio Renatico, Sant’agostino, Vigarano Mainarda. Provincia di Reggio Emilia: Boretto, Brescello, Campagnola Emilia, Correggio, Fabbrico, Gualtieri, Guastalla, Luzzara, Novellara, Reggiolo, Rio Saliceto, San Martino in Rio.  
   
   
WELFAREDAY 2012: OPENDAY SULLA PREVIDENZA IL 23 OTTOBRE 2012 A BOLZANO IL CITTADINO/LA CITTADINA, IL TERRITORIO E LA PREVIDENZA: TEMI COMUNI PER UNA RINNOVATA COLLABORAZIONE FRA INPS E REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE/SüDTIROL  
 
Trento, 17 ottobre 2012 Come noto gli effetti dell’attuale recessione demografica e della crescita della popolazione anziana avranno una forte incidenza sul sistema previdenziale, interessando in particolare le donne che in futuro saranno in età pensionabile. Le sfide del futuro chiamano l’Inps/nisf, la Regione Trentino - Alto Adige e Pensplan a intensificare i loro comuni sforzi nel promuovere una sempre maggiore informazione e sensibilizzazione sul tema previdenziale. Nella cornice di una conferenza stampa congiunta tenuta ieri a Trento l’Assessora regionale Martha Stocker, il Direttore della sede regionale dell’Inps/nisf Marco Zanotelli e il Direttore di Pensplan Markus Obermair hanno colto l’occasione per soffermarsi sulla situazione regionale, presentando contestualmente la Conferenza Welfareday 2012 che avrà luogo il prossimo 23 ottobre a Bolzano e a cui presenzierà anche il Direttore generale dell’Inps/nisf di Roma Mauro Nori. Tale evento, che verterà in particolare sulle tematiche inerenti la previdenza, consentirà di inaugurare una nuova fase di collaborazione fra l’Inps/nisf e la Regione Trentino-alto Adige. Pensioni complementari: il ruolo della Regione Trentino - Alto Adige e di Pensplan - In futuro le pensioni risentiranno ancora di più della discontinuità lavorativa, dovuta all’astensione dal lavoro per maternità, al ritiro dall’attività lavorativa, al lavoro part-time o alla perdita del posto di lavoro. Per questo è importante rafforzare l’autoresponsabilità delle persone e convincerle ad investire nella previdenza complementare. Dobbiamo imparare a diventare finanziariamente più autonomi e ad affrontare con rinnovata responsabilità la questione relativa all’assicurazione della vecchiaia, perlomeno per quanto riguarda la pensione integrativa, ha spiegato l’Assessora Martha Stocker durante la conferenza stampa. Tale atto di rafforzata responsabilità individuale deve essere sostenuto dalla politica, anche con azioni positive e propositive rivolte ai cittadini. In questa linea si colloca la messa a punto da parte della Regione Autonoma Trentino-alto Adige del progetto di previdenza complementare Pensplan che si prefigge di informare la popolazione, rendere le persone consapevoli e sostenerle – anche dal punto di vista finanziario – nell’impegno di costruirsi una pensione integrativa. Assicurazione obbligatoria: il ruolo dell’Inps - L´inps, come noto, è tra i più grandi enti previdenziali d’Europa ed esercita il proprio ruolo gestendo la quasi totalità della previdenza pubblica italiana. Sono assicurati Inps, infatti, la maggior parte dei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato e dei lavoratori autonomi. Il complesso sistema italiano di previdenza sociale, ha spiegato Marco Zanotelli, Direttore regionale Inps, si sostanzia in un insieme di misure finalizzate a garantire i lavoratori da vari rischi legati alla vecchiaia, all’invalidità, alla cessazione o alla sospensione del rapporto di lavoro. L’ultima riforma del sistema pensionistico ha apportato due novità consistenti: la necessità di allungare la vita attiva dei lavoratori e l’estensione del sistema contributivo a tutte le future pensioni che, pertanto, saranno calcolate esclusivamente in base ai contributi versati durante l´intera vita assicurativa. Le attuali difficoltà generali del sistema economico e la frequente discontinuità nei rapporti di lavoro, possono, però, incidere sulla contribuzione maturata dal lavoratore a fine carriera. Proprio per questo oggi siamo chiamati a concentrare la nostra l’attenzione sul sistema di protezione relativo al futuro dei nostri giovani che dovrà essere costruito, come negli altri Paesi Europei, su un sistema integrato tra previdenza obbligatoria e complementare. Collaborazione Regione-inps-pensplan - Stocker, Zanotelli e Obermair si sono detti d’accordo sul fatto che in futuro la previdenza si baserà su due pilastri: pensione obbligatoria e pensione integrativa. Per questo, hanno spiegato, diventa importante e doveroso informare le persone – soprattutto le giovani generazioni – sul futuro del sistema pensionistico e sulla rilevanza del sistema contributivo e indicare possibili strategie per poter godere, quando sarà il momento, di una congrua pensione e di una pensione integrativa. Il Welfareday 2012 è un progetto che nasce proprio da tale consapevolezza. Si tratta di un’iniziativa che avrà cadenza annuale e che vedrà coinvolte, alternativamente, le città di Bolzano e Trento. Alla prossima edizione del Welfareday, che si svolgerà presumibilmente intorno al mese di marzo 2013, presenzierà il Presidente dell‘Inps Antonio Mastrapasqua. Welfareday 2012 – Openday: giornata dedicata alla previdenza - Il Direttore regionale dell’Inps per il Trentino - Alto Adige Marco Zanotelli e l’Assessora regionale Martha Stocker hanno poi evidenziato che il Welfareday 2012 rappresenta un’occasione unica per approfondire le questioni relative al futuro della previdenza nel nostro sistema di sicurezza sociale e inserirle nel dibattito quotidiano. Verranno affrontati e analizzati temi che sono sicuramente importanti per il futuro. Inoltre durante il Welfareday 2012 i cittadini avranno l’opportunità di esaminare la propria personale situazione pensionistica presso gli uffici dell´Inps nonché presso la sede di Centrum Pensplan Spa. Per questo motivo, ha dichiarato Zanotelli, farà da cornice al convegno l’apertura prolungata della sede Inps di Bolzano. Gli uffici di Piazza Domenicani saranno aperti l’intera giornata del 23 ottobre (dalle ore 8.00 alle ore 20.00) a disposizione di tutti coloro che desiderino avere informazioni o copia del proprio estratto contributivo. Analogamente, ha precisato Markus Obermair, Direttore di Pensplan, il Pensplan-infopoint di via della Mostra a Bolzano sarà aperto dalle ore 8.00 alle ore 20.00 per dare l’opportunità di informarsi personalmente e/o farsi consegnare una copia della posizione contributiva complementare individuale. Presso gli stand informativi di Piazza del Grano esperte ed esperti daranno informazioni sulla pensione/pensione integrativa.  
   
   
FIRENZE: MATCH E INFORMOLAVORO.IT, I NUOVI SERVIZI DELLA PROVINCIA PER AIUTARE CHI CERCA UN IMPIEGO  
 
Firenze, 17 ottobre 2012 - Per sostenere mondo produttivo e lavoratori in questa delicata fase, la Provincia di Firenze ha ideato un innovativo servizio di placement avanzato. Si tratta di “Match”, un servizio online grazie al quale le aziende possono già consultare gratuitamente l´ ampia banca dati dei Centri per l’impiego della Provincia di Firenze, trovando un elenco di persone alla ricerca di lavoro, suddivisi per qualifiche professionali e con l´indicazione delle eventuali agevolazioni per le aziende in caso di assunzione, con i relativi indirizzi email in modo da consentire un contatto diretto ed immediato. Oltre 30 le aziende già iscritte al servizio. Al tempo stesso “Match” sta avviando una banca dati dedicata a chi ha frequentato un corso di formazione nell´ultimo anno conseguendo la relativa qualifica professionale, ove le aziende potranno ricercare profili professionali specifici. Di fatto un sistema integrato che consentirà alle aziende di trovare in pochi minuti il candidato ideale per le figure professionali che stanno cercando. “Match” trova spazio nel nuovo www.Informolavoro.it, portale di lavoro e formazione - ideato e gestito in collaborazione con Linea Comune - utile per chi voglia trovare un lavoro o chiarirsi le idee sulle possibilità formative offerte dalle agenzie territoriali: un sito che affronta i temi del lavoro a 360°, dove trovare le modalità per frequentare un corso di formazione, avere i giusti strumenti e consigli per costruire una professione, consultare le offerte di lavoro in arrivo da tutti i Centri per l’impiego del territorio, aggiornate in tempo reale. “Si tratta di un servizio in più che ci premeva offrire ai tanti che cercano lavoro – afferma Elisa Simoni – D’altra parte il computer, il web e le sue applicazioni veicolano una parte sempre maggiore della nostra vita di tutti i giorni. Anche la ricerca attiva di un impiego. E’ con questa impostazione che abbiamo ideato informolavoro.It, un portale in continuo aggiornamento dove trovare corsi di formazione e occasioni di orientamento. Un servizio che si affianca alla grande attività dei Centri per l’Impiego, che nel primo trimestre 2012 hanno registrato 48.220 avviamenti, con un aumento di 316 comunicazioni rispetto al primo trimestre 2011 quando erano state 47.904”. Un portale che intende presentare ai cittadini, agli studenti, alle aziende l’intero panorama dell’orientamento formativo locale, guidarli nel percorso di richiesta di finanziamenti per seguire i corsi, agevolare la ricerca dell’impiego desiderato grazie a una classificazione dei settori professionali che parte dall’agricoltura e arriva alla logistica, passando per il benessere, la cultura, la chimica e l’industria. Quattro le sezioni del sito rivolte agli utenti: “Orienta il tuo futuro” dove trovare spiegazioni in merito alle varie tipologie di percorsi formativi diffusi sul territorio - “Cerca lavoro” dove sfogliare offerte di lavoro aggiornate in tempo reale e suddivise per settori produttivi - “Cerca corso” dove consultare il catalogo provinciale dei corsi di formazione, anche in questo caso suddivisi per settore - “Costruisci una professione” – dove indagare i vari comparti, capirne l’andamento tramite tabelle e statistiche, vedere interviste video ai responsabili risorse umane delle grandi aziende del tessuto economico fiorentino che danno una serie di consigli utili a chi voglia mettersi in gioco in un particolare ambito.  
   
   
SISTEMA DI INCUBATORI: UN’OPPORTUNITÀ PER GIOVANI E IMPRESE PRESENTATO IN REGIONE L’INVITO DI SVILUPPO BASILICATA CHE FAVORISCE E SOSTIENE INIZIATIVE E PROGETTI DI IMPRESA NELL’AMBITO DELLA CREATIVITÀ, DELLA GREEN ECONOMY E DELLE BIOTECNOLOGIE  
 
Potenza, 17 ottobre 2012 - Valorizzare le potenzialità di giovani e ricercatori favorendo l’occupazione e rinforzando l’economia locale. E’ quanto si propone il sistema di incubatori presentato ieri mattina a Potenza nella sala Verrastro della Regione Basilicata, con cui vengono messi a disposizione 50 spazi per le diverse attività. L’invito offre alle Piccole e Medie Imprese, costituite o costituende, la possibilità di presentare domanda per l’utilizzo di laboratori di produzione e di laboratori di servizi e a tutti coloro che non abbiano compiuto 36 anni di età, la possibilità di utilizzare postazioni di co-working, all’interno del sistema di incubatori, gestiti da Sviluppo Basilicata, organizzati e allocati rispettivamente nella zona industriale Alta Val D’agri, nei Rioni Sassi di Matera e presso il centro di ricerca di Metapontum Agrobios a Metaponto. Giovani, creativi, ricercatori, professionisti, spin-off e imprese avranno l’opportunità di sviluppare e dare voce alle proprie idee innovative in strutture dotate di laboratori produttivi e di servizi e di postazioni di co-working. Nello specifico, le iniziative proposte dovranno operare nei seguenti settori di attività: energia da fonti rinnovabili, bioarchitettura e bioedilizia, management ambientale, eco-design, mobilità sostenibile in Val d’Agri; industrie culturali e creative, industria musicale, arti visive, architettura, arredo urbano, design, moda, marketing e comunicazione, servizi di supporto al turismo, patrimonio storico-artistico-architettonico, artigianato a Matera; biotecnologie, agricoltura sostenibile, chimica sostenibile a Metaponto. Inoltre le imprese e i privati saranno sostenuti da una rete integrata che è stata voluta proprio per rendere il sistema dell’incubazione ancor più efficiente. A tal proposito il Centro di ricerca di Metapontum Agrobios e l’Università degli Studi della Basilicata avranno il compito di trasferire le proprie competenze e gli strumenti tecnologici ai soggetti incubati e questo per favorire una maggiore ottimizzazione del sistema delle competenze e delle attrezzature scientifiche e tecnologiche presenti sul territorio lucano. “Ricerca e innovazione - ha affermato il presidente della Regione Vito De Filippo commentando il sistema di incubatori - rappresentano un trampolino di lancio per rendere la Basilicata sempre più competitiva sul mercato”. Il tempo di permanenza all’interno dell’incubatore sarà di 3 anni, con la possibilità di proporre il rinnovo del contratto di prestazione di servizi per altri 3 anni nel caso di laboratori di servizi e di produzione, nel caso di postazioni di co-working: 6 mesi prorogabili per ulteriori 6 mesi. L’avviso è pubblicato da oggi sul Bollettino Ufficiale della Regione Basilicata e sul sito di Sviluppo Basilicata www.Sviluppobasilicata.it  dove è possibile scaricare la modulistica per richiedere gli spazi che saranno disponibili fino ad esaurimento. L´incubatore Alta Val d’Agri è insediato in un lotto di circa 7.800 metri quadri presso l’Area industriale Alta Val d’Agri, fra i comuni di Grumento Nova e Viggiano. L’incubatore è stato realizzato in uno stabilimento ristrutturato per la realizzazione di un Centro servizi alle imprese e recuperato al suo uso artigianale e industriale, concesso in usufrutto dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Potenza ad Invitalia e gestito da Sviluppo Basilicata. La struttura è rivolta ad imprese di servizi o di produzione e a persone fisiche operanti nel settore della green economy ed è dotato di 6 laboratori produttivi, 4 laboratori di servizi e 4 postazioni di co-working, per un totale di 14 spazi disponibili. L’incubatore Rioni Sassi concesso in uso dal Comune di Matera ad Invitalia e gestito da Sviluppo Basilicata è situato nel cuore dell’antica area della Civita, in un’area recuperata e già destinata a Museo dell’habitat rupestre. Si tratta, infatti, di un incubatore di imprese cosiddetto “diffuso” che, a differenza di incubatori situati in aree industriali e concepiti come stabilimenti a moduli, interviene sugli edifici già esistenti mediante il restauro architettonico, l’utilizzazione e la rivitalizzazione dei complessi monumentali attraverso l’insediamento di imprese. L’incubatore Rioni Sassi di Matera è rivolto ad imprese e a persone fisiche operanti nel settore delle industrie culturali e creative; pertanto, è dotato di 11 laboratori di servizi e 5 postazioni di co-working, per un totale di 16 spazi disponibili. L’incubatore Metapontum è stato realizzato a Metaponto all’interno del Centro di Ricerca Metapontum Agrobios Srl, in due aree complessive di circa 550 metri quadri ubicate presso l’area “Magazzino” che sarà destinata all’incubazione e nell’area “Biblioteca” che sarà riservata al co-working. Le imprese avranno la possibilità di accedere al complesso delle piattaforme tecnologiche, ed ai servizi specialistici delle biotecnologie, sviluppati nel corso dei 25 anni di attività del Centro Ricerche ed applicati a diversi settori produttivi. L’incubatore è rivolto ad imprese e a persone fisiche operanti nel settore delle biotecnologie ed è dotato di 4 laboratori di servizi e 16 postazioni di co-working, per un totale di 20 spazi disponibili.  
   
   
SISTEMA INCUBATORI, DE FILIPPO: ESEMPIO POSITIVO VERSO SVILUPPO  
 
Potenza, 17 ottobre 2012 “Supportare il sistema degli incubatori è un obiettivo che la Regione si è posta da tempo per far fronte alle difficoltà economiche che investono non solo la nostra regione, ma l’intero scenario internazionale. Vogliamo investire nei nostri giovani e nelle nostre imprese, dando loro l’opportunità di rivolgersi a strutture consolidate e qualificate che possano sostenere proposte innovative e offrire opportunità di sviluppo e occupazione”. Lo ha dichiarato ieri il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo commentando l’invito di Sviluppo Basilicata a presentare proposte per accedere al sistema di incubatori. “Credere e sostenere le potenzialità dei nostri territori - ha aggiunto - è per noi una mission fondamentale. Ricerca e innovazione rappresentano un trampolino di lancio per rendere la Basilicata sempre più competitiva sul mercato. Questo potrà avvenire se tutti i progetti saranno realizzati con la complicità di partner istituzionali e non solo, in un gioco sinergico che coinvolge in primis i cittadini lucani”.  
   
   
GIOVANI. “LA SFIDA EDUCATIVA: UNA NECESSITA’ E UN’EMERGENZA PER TUTTI”, CONVEGNO A VILLORBA 20 OTTOBRE  
 
Venezia, 17 ottobre 2012 - Quali sono le sfide che la scuola e le agenzie educative in genere si trovano ad affrontare in un momento di crisi, non solo economica, ma anche valoriale? Quali scelte politiche e organizzative sono necessarie per affrontare l’emergenza educativa a favore dei giovani? Su questi interrogativi sempre più attuali si incentra il convegno dal titolo “La sfida educativa: una necessità e una emergenza di tutti” che si terrà a Villorba di Treviso sabato prossimo 20 ottobre. L’iniziativa sarà dedicata al significato dell’educare oggi ed è promossa dall’Assessorato regionale ai Servizi sociali in collaborazione con Elisan (il netowork europeo sulle politiche sociali), Fism Veneto (federazione italiana scuole materne), Agesc (associazione genitori scuole cattoliche), Fidae (federazione istituti attività educative) e Forum Veneto delle associazioni familiari. I lavori si terranno all’Hotel Residence Le Terrazze di Villorba (Via Roma, 76), dalle 9 alle 17. Insieme all’Assessore regionale Remo Sernagiotto, che aprirà il convegno, siederanno allo stesso tavolo rappresentanti di istituzioni e organizzazioni impegnate in ambito formativo-educativo, docenti universitari ed esperti. La prima sessione, sul tema “Senso e significato dell’educare: scelta e sfida antropologica” prevede le relazioni di Luigi Alici, ordinario di filosofia morale dell’Università di Macerata, Paola Milani, professore di pedagogia generale e sociale all’Università di Padova e Umberto Margiotta, professore di pedagogia all’Università di Venezia. Durante la seconda parte, nel pomeriggio, si svolgerà una tavola rotonda a partire dalla domanda “Ha ancora senso Educare mettendo al centro la persona quale apporto di ognuno e delle comunità?”. Su questo tema si confronteranno alcuni testimoni privilegiati delle necessità formative a scuola e in famiglia: Franco Moretto Dirigente regionale dell’ U.c. Programmazione Terzo Settore e Non Autosufficienza; Giuseppe Milan Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Padova, Pietro Boffi del Centro Internazionali Studi Familia (Cisf) e del Forum famiglie, Virginia Kaladich, presidente regionale Fidae Veneto e Ugo Lessio Presidente Regionale Fism regione Veneto. Sono previsti inoltre interventi di un rappresentante del Miur e dell’Agesc. L’evento è rivolto a insegnanti, genitori, psicologi, assistenti sociali e in generale a coloro che operano in ambito educativo e formativo. L’organizzazione è a cura dell’Osservatorio regionale Politiche Sociali. Per iscriversi si accede all’apposita pagina del sito www.Osservatoriopolitichesociali.veneto.it  Informazioni: tel. 041 2791735 o all’indirizzo osservatorio.Politichesociali@regione.veneto.it  Seguici su Facebook  
   
   
EMPOLI: IN ANTEPRIMA IL CATALOGO CORSI 2013 ASEV CON POSSIBILITÀ DI VOUCHER PER DISOCCUPATI E OCCUPATI  
 
Empoli, 17 ottobre 2012 - Anteprima sulle nuove edizioni dell’ampia offerta formativa di corsi a catalogo Asev - anno 2013, con possibilità di richiedere voucher formativi per occupati e disoccupati. Lingue straniere, amministrazione, informatica e cad, sicurezza e haccp, queste le aree formative dentro le quali è possibile sviluppare e approfondire le proprie conoscenze. In un mercato del lavoro sempre più complesso e circoscritto, dove il raggio delle competenze e del know-how richiesto al lavoratore si accresce a velocità esponenziale, il ruolo della formazione è divenuto in poco tempo fulcro nevralgico per la ricerca occupazionale e l’aggiornamento professionale. L’asev forte dell’esperienza decennale maturata, si è affermata come soggetto in grado di dare risposta ai bisogni di formazione, consulenza e innovazione provenienti dal tessuto economico produttivo locale promuovendo numerosi progetti in collaborazione con Università e Scuole di Alta Formazione, coinvolgendo esperti a livello regionale e nazionale nei vari settori di intervento e garantendo così un elevato standard qualitativo degli interventi proposti. Per ogni corso in programmazione nell’anno 2013 è possibile richiedere voucher formativi, che in caso di accettazione andranno a coprire una parte o l’intero costo del corso. Gli occupati interessati ad uno dei corsi dell’anno 2013 dovranno fare richiesta del voucher all’Asev entro e non oltre il 24 ottobre, mentre per i disoccupati il termine ultimo è il 9 novembre. Oltre a tali scadenze sarà comunuqe possibile iscriversi ai corsi a pagamento usufruendo dello sconto del 30% riservato ai soci Unicoop Firenze. Tutti i nuovi corsi 2013 sono consultabili sul sito www.Asev.it  Per informazioni e iscrizioni rivolgersi all’Asev - Agenzia per lo Sviluppo Empolese, in Via delle Fiascaie n.12 a Empoli oppure chiamando lo 0571 76650. Per ulteriori informazioni e chiarimenti sull’attività formativa è possibile contattare Valentina Sieni allo 0571 76650 oppure tramite mail scrivendo a v.Sieni@asev.it  
   
   
TOSCANA: SICUREZZA E INSICUREZZA, PROVINCIA PER PROVINCIA  
 
Firenze, 17 ottobre 2012 – I toscani si sentono un po’ meno sicuri. Ma non tutti. E non tutti allo stesso modo. Fa eccezione ad esempio Arezzo, l’unica provincia in cui i residenti che percepiscono un aumento della criminalità sono meno nel 2011 che nel 2010: il 14 per cento contro il 14,1. A Lucca, dove più alta che ovunque è anche la percezione del degrado urbano, i cittadini che percepiscono una maggiore insicurezza sono raddoppiati (dal 15,4 al 29,4%), a Prato e Pistoia poco meno (dal 15,5 al 26,5 e dall’8,4 al 13,9). A Grosseto sono addirittura tre volte tanto (dal 7,9% al 22%). A Prato è anche più facile imbattersi in persone che si drogano (lo dichiara il 17,3%, contro l’11,3% dell’intera regione) ed è più facile trovare siringhe in terra (20%), persone che spacciano (17,7%), ubriachi che molestano i passanti (11,7%) e prostitute in cerca di clienti (27,9%). Nelle province di Firenze e Livorno è maggiore la probabilità di vedere mendicanti, vagabondi e persone senza fissa dimora. A Livorno e Massa Carrara sono più diffusi i fenomeni di vandalismo. Se la sicurezza è la terza emergenza in Toscana, citata dal 33 per cento degli intervistati, appena sopra la media sono Siena, Lucca e Massa e al di sotto Pistoia e Pisa. La lotta all’evasione fiscale è meno avvertita come priorità ad Arezzo e Prato. Il reato più temuto rimane il furto in casa, nel 2011 come nel 2010 e 2009. Lo è per il 63,9% dei toscani. Al secondo posto lo scippo e il borseggio (52,2%), quindi la rapina e la violenza sessuale (49,5 e 44,5 per cento, comunque in calo) e il furto dell’auto (37,1%). Un toscano su tre (il 34,6% degli intervistati) dichiara di essere molto o abbastanza influenzato dalla criminalità nel determinare le proprie abitudini quotidiane. Un dato pressoché costante, anche se qualcosa è migliorato rispetto al 2009 quando erano il 37,6%. Anche gli stranieri percepiscono l’insicurezza in egual misura. Ma si sentono anche discriminati: a Pisa, dove è stata condotta un’indagine, il 62% ha ascoltato frasi contro di loro e il 41% si è visto rifiutare qualcosa. Naturalmente c’è poi la differenza tra città e campagna. In città ci si sente in genere più insicuri. In campagna e nei piccoli paesi, dove tutti si conoscono e maggiore è il senso di comunità, la percezione del rischio è minore o quasi del tutto assente. Anche se non mancano le eccezioni.  
   
   
BOLZANO: INVITO CONVEGNO "RAFFORZARE LA PRESENZA FEMMINILE!" IL 26 OTTOBRE  
 
Bolzano, 17 ottobre 2012 - Venerdì 26 ottobre 2012, alle ore 15.00, presso la Camera di Commercio di Bolzano, in via Alto Adige a Bolzano, l´assessore provinciale al lavoro ed alle pari opportunità Roberto Bizzo aprirà i lavori del convegno "Rafforzare la presenza femminile!" nell´ambito del progetto Interreg Iv Italia-austria "Donne che decidono". Iscrizioni possibili entro il 22 ottobre 2012 presso il Servizio Donna. Il programma Interreg Italia-austria Il progetto "Donne che decidono" Lo scopo perseguito dal "Donne che decidono" è quello di creare una rete di contatti transfrontaliera per donne che ricoprono posizioni direttive o che rivestono ruoli in politica, dando loro la possibilità, da un lato, di scambiarsi conoscenze, informazioni e competenze ed acquisirle tramite una piattaforma elettronica, e, dall´altro, di sostenersi a vicenda nella propria carriera politica o dirigenziale, puntando altresì ad aumentare la quota di partecipazione delle donne alle funzioni direttive. Al progetto partecipano, coordinati dall´Assessorato alle politiche femminili e alla parità di genere della Regione Carinzia che funge da partner capofila, gli assessorati dei Länder del Tirolo, Salisburgo, della Provincia di Bolzano (Ripartizione lavoro-Servizio Donna-commissione provinciale per le pari opportunità), della Regione Friuli Venezia Giulia e della Provincia di Udine. Tra le iniziative del progetto vi è il lancio di una campagna di sensibilizzazione "Rafforzare la presenza femminile!". Il lancio della campagna avverrà al termine dell´omonimo convegno che sarà aperto dall´assessore provinciale al lavoro e pari opportunità Roberto Bizzo, assieme alla presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità Ulrike Oberhammer, ed al presidente della Camera di Commercio di Bolzano, Michl Ebner, venerdì 26 ottobre 2012 alle ore 15.00 presso la Camera di Commercio di Bolzano in via Alto Adige a Bolzano. Al centro del convegno la questione della "quota rosa" nei Cda e relative direttive legislative e sentenze, la nuova piattaforma http://www.Donne.eu.net/  della competenza femminile, l´effetto positivo a livello economico delle misure per la promozione delle donne, le misure per il rafforzamento dell´imprenditoria femminile in Alto Adige. Per partecipare al convegno è possibile iscriversi entro il 22 ottobre 2012, presso il Servizio donna della Provincia, tel. 0471 416951, e-mail: serviziodonna@provincia.Bz.it    
   
   
"COSÌ VICINE, COSÌ LONTANE. UNA RICERCA SUI BISOGNI E I CONSUMI CULTURALI DELLE CITTADINE STRANIERE"  
 
 Roma, 17 ottobre 2012 - Giovedì 18 ottobre alle ore 17,30 presso la Sala Mons. Di Liegro di Palazzo Valentini (Via Iv Novembre 119/a – Roma) si terrà la presentazione della pubblicazione “Così vicine, così lontane. Una ricerca sui bisogni e i consumi culturali delle cittadine straniere”. A presentare la ricerca “Così vicine, così lontane” intervengono il presidente Nicola Zingaretti, l’assessore Cecilia D’elia, Luci Zuvela presidente dell’ Associazione Lipa, Antonella Agnoli esperta di biblioteche, lo scrittore e esperto di intercultura Vinicio Ongini, il giornalista Vladimiro Polchi. Sono previste testimonianze delle donne intervistate e un intervento dell’attrice Emanuela Grimalda. “Cosa, dove e quanto leggono tate colf e badanti? Di che tipo di cultura sono portatrici e quale cultura richiedono, dove vanno a passare il loro raro tempo libero? Nonostante siano così vicine a noi, nessuno si fa queste domande.- dichiara l’assessore D’elia - La ricerca ci permette di raccontarla vita culturale di un mondo di cui si parla solo per la sua rilevanza economica e sociale. La loro indispensabile presenza per le famiglie italiane è rilevata da tanti studi sociologici ed economici ma con questa ricerca al valore sociale e umano del loro lavoro abbiamo voluto dare finalmente anche uno spessore e un riconoscimento culturale”. ” La ricerca – aggiunge – ne traccia un identikit inedito destinato a mettere in discussione molti preconcetti. Le donne migranti che svolgono lavori di cura leggono molto, spesso più di noi; sono molto istruite e più inclini di noi all’uso delle biblioteche pubbliche anche se qui non hanno il tempo di utilizzarle. La ricerca oltre a dare rilievo alla forte domanda e presenza interculturale intercettata sul territorio ha anche inteso fare emergere il rinnovato ruolo sociale e culturale delle biblioteche pubbliche, anche in riferimento alla particolare crisi, non solo economica, che stiamo attraversando.” “Così vicine, così lontane” è una ricerca sui bisogni e consumi culturali delle cittadine straniere, in particolare sulle donne straniere che svolgono lavori di cura le cosiddette badanti ma anche colf, baby sitter, tate. La ricerca, durata due anni, si è svolta nella provincia di Roma e realizzata dalle donne delle Associazioni Lipa e No.di Nostri diritti. È un’indagine qualitativa condotta attraverso 100 interviste in profondità: 87 donne che svolgono lavori di cura, 10 donne ex badanti e 5 maschi che svolgono lavoro di badanti. Le donne intervistate appartengono in prevalenza alla fascia tra i 40 e i 50 anni e provengono da 30 paesi, di cui il 41% sono cittadine rumene. Dalla ricerca emerge che le donne straniere leggono spesso molto più di noi, in particolare quelle provenienti dall’est europeo; sono appassionate di romanzi ma non disdegnano la poesia; prediligono leggere in lingua italiana, soprattutto le più giovani e le loro figlie; hanno un rapporto complesso tra innovazione e tradizione, usano le nuove tecnologie (skype, facebook, internet) ma ascoltano musiche tradizionali; molte di loro raccontano favole del proprio paese d´origine ai bambini che accudiscono. La ricerca, coordinata dal Sistema Bibliotecario Provinciale, si è svolta nel territorio provinciale ed ha avuto come prioritario punto di riferimento la rete delle otto Biblioteche del Mondo, di Anzio, Bracciano, Fiumicino, Ladispoli, Lanuvio, Mazzano Romano, Tivoli, Zagarolo, caratterizzata da una forte vocazione interculturale. Molte delle interviste infatti si sono svolte nei locali di queste biblioteche e per preparare un terreno di accoglienza culturale nei confronti delle donne straniere che svolgono lavori di cura in queste stesse biblioteche ha circuitato una mostra bibliografica che ha raccontato il mondo delle badanti di oggi e ieri, italiane e straniere, con libri, diari, film.  
   
   
LA COMMISSIONE DELLE ELETTE COMUNICA L’AVVIO DEL PROGETTO SOCIO-CULTURALE DENOMINATO "GERMOGLI DI LINGUA" – ANNUALITÀ 2012-2013  
 
 Roma, 17 ottobre 2012 - Dopo il positivo riscontro ottenuto nella passata annualità, anche quest’anno la Commissione delle Elette interviene a sostegno delle donne straniere con l’intento di contrastare l’isolamento socio-culturale delle migranti attraverso l’apprendimento della lingua italiana, strumento indispensabile per la comunicazione interpersonale e l’esercizio dei diritti fondamentali. A tal fine, la Commissione sostiene il progetto “Germogli di lingua”, a cura dell’Associazione Asinitas onlus, relativo all’attivazione di due corsi di italiano come L2, rivolti gratuitamente a 40 immigrate residenti nel Municipio Vi e Vii del Comune di Roma, in possesso di regolare permesso di soggiorno, individuate in base all’ordine di iscrizione e fino ad esaurimento dei posti disponibili. Il livello linguistico dei corsi sarà A1, secondo il Quadro Comune Europeo, e le lezioni, basate sui metodi montessoriani e sui principi dell’educazione attiva, saranno arricchite da laboratori manuali e da uscite didattiche, nonché da pratiche educative legate al teatro. Due docenti e due tutor svolgeranno i corsi nei locali del Polo Eda – Municipio Vi, via Policastro, 45 – a partire dal 15 ottobre 2012 fino al 13 febbraio 2013, per un totale di 96 ore.  
   
   
FIRENZE - BUSY NESS WOMEN-MADREFIGLIA, EVENTO DI CHIUSURA  
 
Firenze, 17 ottobre 2012 - Si svolgerà il prossimo 30 ottobre, organizzato da Unione Regionale delle Camere di Commercio e della Toscana e Regione Toscana, l´evento di chiusura di "Busy Ness Women-madrefiglia", il percorso formativo di mentoring per l´imprenditoria femminile, giunto alla quinta edizione consecutiva. L´evento si svolgerà a Firenze presso l´Auditorium di Santa Apollonia (via San Gallo, n. 25) a partire delle ore 15.30. "Busy Ness Women-madrefiglia" è il percorso formativo che, grazie al costante impegno degli Organizzatori, è divenuto una consolidata realtà formativa in ambito regionale nonché una best practices europea per la promozione della cultura imprenditoriale al femminile. Nelle attività didattiche che si sono svolte a Firenze, Grosseto e Pisa da Novembre 2011 fino a Luglio 2012 sono state coinvolte oltre 120 partecipanti fra imprenditrici esperte (Mentor) ed aspiranti (Mentee). Fulcro della manifestazione sarà la tavola rotonda dal titolo "Imprenditrici di oggi: fra carriera e crisi, essere donna fa la differenza?" in cui saranno chiamate a confrontarsi donne d´impresa ed esperti del settore. L´iniziativa è realizzata con il supporto operativo di C.o.a.p. - Azienda Speciale della Camera di Commercio di Grosseto.