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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Marzo 2013
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, JOSÉ MANUEL BARROSO, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO, HERMAN VAN ROMPUY, E IL PRIMO MINISTRO DEL GIAPPONE, SHINZO ABE  
 
Bruxelles, 26 marzo, 2013 - Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy e il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, hanno parlato al telefono ieri, dopo il rinvio del vertice tra il Giappone e l´Unione europea (Ue ). Ricordando l´approfondimento delle relazioni Ue-giappone in quanto la dichiarazione congiunta 1991 e la profonda trasformazione assumendo in tutto il mondo negli ultimi anni, i leader condiviso l´opinione che il Giappone e l´Unione europea, i partner globali che condividono valori comuni, dovrebbe sollevare i loro rapporti su un più alto, più piano strategico, e rendere più duraturo. Essi si sono impegnati ad intensificare gli sforzi comuni verso questo obiettivo. I leader hanno deciso di avviare negoziati per un accordo riguardante la cooperazione politica, globale e settoriale e un accordo di partenariato economico (Ape) / Accordo di libero scambio (Als) in base alle opinioni condivise sulla portata e il livello di ambizione arrivati ​​negli esercizi scoping. I leader accolto con favore l´avvio dei negoziati di aprile e hanno espresso il loro impegno per la conclusione prima possibile di questi due accordi. L´epa / Fta deve essere profondo e completo, tutte le questioni di interesse comune, al fine di stimolare la crescita economica in Giappone e nell´Unione europea e contribuire così allo sviluppo dell´economia mondiale. L´accordo riguardante la cooperazione politica, globale e settoriale potrebbe fornire una base giuridica per la promozione di un partenariato più forte per affrontare una vasta gamma di questioni bilaterali e globali come parte di un contributo comune alla stabilità globale, la sicurezza e la crescita sostenibile. I leader hanno affermato la loro continuo impegno globale nel migliorare una crescita forte, sostenibile ed equilibrata e di garantire la stabilità finanziaria dell´economia mondiale. In questo contesto, i leader scambio di opinioni sulla situazione a Cipro, nonché sulle misure più ampie volte a rafforzare l´architettura dell´Unione economica e monetaria. Il primo ministro Abe ha sottolineato la sua comprensione dell´importanza di proseguire gli sforzi dell´Ue verso la stabilità dell´economia europea, e ha confermato che il Giappone avrebbe mantenuto il suo sostegno a questi sforzi. Egli ha anche delineato le misure politiche che il suo governo aveva preso per rilanciare l´economia del Giappone. Riconoscendo l´importanza di azioni di politica di entrambe le parti, come gli sforzi per la ripresa globale, i leader hanno ribadito la necessità di rispettare tutti gli impegni del G20, e guardò l´ora di lavorare insieme nel G20 a questo scopo. I leader hanno inoltre uno scambio di opinioni sulla cooperazione bilaterale e questioni regionali, tra cui l´ambiente di sicurezza dell´Asia orientale, del Medio Oriente e del Sahel. I leader hanno deciso di rinviare il vertice il più presto possibile e hanno espresso la loro aspettativa che il vertice avrebbe dato un ulteriore impulso politico per la loro collaborazione.  
   
   
UN ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO TRA L´UNIONE EUROPEA E IL GIAPPONE  
 
Bruxelles, 26 marzo, 2013 - Ieri l´Unione europea e il Giappone hanno avviato ufficialmente i negoziati per un accordo di libero scambio (Fta). L´obiettivo è per un accordo globale di beni e servizi e gli investimenti eliminando le tariffe, le barriere non tariffarie e la copertura di altri materia commerciale, quali gli appalti pubblici, gli aspetti normativi, la concorrenza e lo sviluppo sostenibile. Il primo ciclo di negoziati si terrà a Bruxelles dal 15 al 19 Aprile 2013. Il Giappone è il più grande partner di 7 commerciale dell´Ue a livello mondiale e partner di secondo più grande commerciale dell´Ue in Asia dopo la Cina. Al contrario, l´Unione europea è il principale partner commerciale 3 ° più grande del Giappone, dopo la Cina e gli Stati Uniti. Insieme l´Unione europea e il Giappone per conto di più di un terzo del Pil mondiale. Un accordo tra i due giganti economici è prevista per rafforzare l´economia dell´Europa dello 0,6 allo 0,8% del Pil e si tradurrà in crescita e la creazione di 400.000 posti di lavoro. Si prevede che le esportazioni dell´Unione europea verso il Giappone potrebbe aumentare del 32,7%, mentre le esportazioni giapponesi verso l´Ue aumenterebbe del 23,5% Quali saranno i negoziati riguardano? I negoziati con il Giappone affronterà una serie di preoccupazioni dell´Ue, comprese le barriere non tariffarie e l´apertura ulteriore del mercato giapponese degli appalti pubblici. Entrambe le parti mirano a concludere un accordo che copra la progressiva e reciproca liberalizzazione degli scambi di beni, servizi e degli investimenti, nonché le norme su problemi legati al commercio. I negoziati si baseranno sui risultati di un esercizio congiunto di scoping, che l´Unione europea e il Giappone completato nel maggio 2012. Nel contesto di questo esercizio, entrambe le parti hanno dimostrato la loro volontà e la capacità di impegnarsi per un programma ambizioso liberalizzazione degli scambi. La Commissione ha anche concordato con il Giappone su specifiche tabelle di marcia per la rimozione, nel contesto dei negoziati, di barriere non tariffarie e l´apertura degli appalti pubblici per le ferrovie del Giappone e del mercato del trasporto urbano. Data l´importanza che l´eliminazione delle barriere non tariffarie è per raggiungere la parità di condizioni per le imprese europee sul mercato giapponese, le direttive di negoziato adottate dal Consiglio prevede un parallelismo tra la soppressione dei dazi dell´Unione europea e di barriere non tariffarie in Giappone . Essi hanno inoltre autorizzare la sospensione dei negoziati dopo un anno, se il Giappone non è all´altezza dei suoi impegni sui rimuovere ostacoli non tariffari. Per proteggere i delicati settori europei, vi è una clausola di salvaguardia. Che cosa è successo fino ad ora - Al vertice Ue-giappone del maggio 2011, l´Ue e il Giappone ha deciso di avviare i preparativi sia per un accordo di libero scambio e di un accordo quadro politico e ha dichiarato che, sulla base di un esercizio di successo scoping, la Commissione avrebbe cercato la necessaria autorizzazione da parte del Consiglio di negoziati. Dopo un anno di intense discussioni, nel maggio 2012, la Commissione ha concordato con il Giappone in un programma molto ambizioso per i futuri negoziati che coprono tutte le priorità di accesso al mercato dell´Ue. Il 18 luglio 2012 la Commissione europea ha chiesto agli Stati membri dell´Unione europea, dell´accordo di aprire i negoziati per un accordo di libero scambio con il Giappone. Il 29 novembre 2012 il Consiglio ha deciso di dare alla Commissione ´il via libera´ per avviare negoziati commerciali con il Giappone. Ue-giappone rapporti commerciali - Il Giappone è secondo partner commerciale dell´Ue in Asia, dopo la Cina. Nel 2011 le esportazioni dell´Unione europea hanno raggiunto un valore di € 49 miliardi, principalmente nei settori delle macchine e di trasporto, prodotti chimici e prodotti agricoli. Nel 2011 le importazioni Ue dal Giappone rappresentato € 67500000000, per lo più con macchinari e attrezzature di trasporto e prodotti chimici. Nel 2011, le importazioni nell´Unione europea e le esportazioni di servizi commerciali da e per il Giappone erano € 15900000000 e 21800000000 €. Il Giappone è uno dei maggiori investitori in Europa. Nel 2011 l´Unione europea verso l´interno stock di Ide ha raggiunto un valore di € 144.200.000.000. Ied in entrata del Giappone è aumentata notevolmente a partire dalla metà degli anni 1990, ma è ancora molto basso rispetto ad altri paesi Ocse (Ue investimenti per 85800000000 € nel 2011).  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA IL LIBRO VERDE SUL FINANZIAMENTO A LUNGO TERMINE DELL´ECONOMIA EUROPEA  
 
Bruxelles, 26 marzo 2013 - La Commissione europea ha adottato oggi il Libro verde che dà avvio alla consultazione pubblica di tre mesi sui modi per promuovere l´offerta di finanziamenti a lungo termine e migliorare e diversificare il sistema dell´intermediazione finanziaria per gli investimenti a lungo termine in Europa. Gli investimenti a lungo termine sono spese che consentono di migliorare la capacità produttiva dell´economia in settori quali l´energia, le infrastrutture di trasporto e di comunicazione, gli impianti industriali e di servizio, le tecnologie di adattamento ai cambiamenti climatici e di ecoinnovazione, nonché istruzione e ricerca e sviluppo. L´europa ha un grande bisogno di investimenti a lungo termine, essenziali per favorire la crescita sostenibile. Per finanziarli, le amministrazioni pubbliche, le imprese e le famiglie hanno bisogno di avere accesso a fonti affidabili di finanziamento a lungo termine. La crisi finanziaria ha ridotto la capacità del settore finanziario europeo di incanalare i risparmi verso gli investimenti a lungo termine. Pertanto è fondamentale studiare gli interventi da attuare per migliorare la disponibilità di finanziamenti a lungo termine, e il Libro verde pubblicato oggi analizza in particolare come conseguire questo obiettivo. Una delle questioni importanti è se la dipendenza, storicamente forte, dell´Europa dalle banche per il finanziamento degli investimenti a lungo termine è destinata a lasciar spazio, e deve lasciar spazio ad un sistema più diversificato, con una quota significativamente più elevata di finanziamento diretto attraverso i mercati dei capitali (ad es. Finanziamento obbligazionario) e una maggiore partecipazione degli investitori istituzionali (ad esempio i fondi pensione), o ad altre alternative. Il bisogno di finanziamento delle Pmi merita particolare attenzione, perché esse possono sostenere la crescita a lungo termine. Occorre che esse abbiano accesso ai finanziamenti bancari e non bancari. Le risposte alla consultazione consentiranno alla Commissione di stabilire cosa fare per eliminare gli ostacoli ai finanziamenti a lungo termine. Gli interventi da attuare potranno essere di tipo legislativo e non legislativo. Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi ha dichiarato: "L´economia europea sta affrontando sfide importanti, come il notevole fabbisogno di investimenti a lungo termine, Si tratta di investimenti essenziali per l´innovazione e la competitività, al fine di rilanciare la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro in Europa, e che richiedono finanziamenti a lungo termine. Occorre assicurare che la nostra economia e il nostro settore finanziario (comprese le banche e gli investitori istituzionali, quali compagnie di assicurazione e fondi pensione) siano in grado di finanziare gli investimenti a lungo termine. Si tratta di un compito importante ma complesso. Dobbiamo individuare gli ostacoli esistenti al finanziamento a lungo termine e definire gli ulteriori interventi per rimuoverli." Olli Rehn, Vicepresidente e Commissario per gli Affari economici e monetari e l´euro, ha dichiarato: "È in corso il necessario riequilibrio dell´economia europea: i mercati finanziari dovrebbero essere in grado di sostenere l´accelerazione dei cambiamenti strutturali. È importante assicurare che il quadro dei finanziamenti e degli investimenti a lungo termine sia sufficientemente completo e flessibile da consentire di affrontare adeguatamente queste sfide per rafforzare il potenziale di crescita dell´Europa". Contesto Il Libro verde presentato oggi esamina gli investimenti a lungo termine miranti alla formazione di capitale tangibile e intangibile di lunga durata. Molti investimenti nell´energia, nelle infrastrutture, nell´istruzione, nelle tecnologie di adattamento ai cambiamenti climatici, ecc. Generano benefici pubblici di più ampia portata: giovano infatti alla società nel suo complesso, nella misura in cui sostengono servizi essenziali e accrescono il tenore di vita. Il loro impatto può iniziare a farsi sentire anche nel breve termine. Consentono alle imprese e alle amministrazioni pubbliche di rispondere alle nuove sfide in ambito economico, sociale e ambientale, facilitando la transizione verso un´economia più sostenibile e favorendo l´incremento della produttività e la competitività a lungo termine. Le tendenze in atto per quanto riguarda il cambiamento climatico e l´esaurimento delle risorse naturali rendono ancora più urgente la sfida della crescita sostenibile, che impone investimenti a più lungo termine in energia a basso contenuto di carbonio, nell´efficienza energetica e nell´uso efficiente delle risorse e delle infrastrutture, in linea con l´obiettivo politico di limitare il cambiamento climatico a meno di due gradi e di disaccoppiare la crescita economica e l´uso delle risorse. L´importanza di questi finanziamenti per la crescita e la creazione di posti di lavoro è stata riconosciuta a livello internazionale dal G20. La capacità dell´economia di finanziare gli investimenti a lungo termine dipende dalla capacità del sistema finanziario di incanalare tali risorse in maniera efficace ed efficiente verso i beneficiari e gli scopi appropriati, attraverso mercati aperti e competitivi. Tale processo può essere attuato da vari intermediari, fra cui banche, compagnie di assicurazione e fondi pensione, nonché tramite l´accesso diretto ai mercati finanziari. In Europa il rapporto investimenti/Pil e risparmi/Pil sono entrambi positivi rispetto ad altre regioni. Tuttavia, il quadro generale nasconde gli alti livelli di incertezza, di avversione al rischio e di sfiducia sia dei risparmiatori che degli investitori, a causa della debolezza della situazione macroeconomica e delle relative prospettive. Potrebbero derivarne effetti duraturi che creerebbero ostacoli permanenti all´offerta di finanziamento a lungo termine. Uno dei principali insegnamenti della crisi è che occorrono una regolamentazione e una vigilanza appropriate del settore finanziario per ripristinare la stabilità finanziaria e ridare fiducia nei mercati. A tal fine, l´Unione europea persegue un ampio programma di riforma finanziaria a integrazione delle più generali riforme economiche e di bilancio. La stabilità finanziaria è essenziale ma, da sola, insufficiente. Nell´ambito di una più ampia risposta sul piano delle politiche, il nuovo quadro regolamentare e di vigilanza deve essere calibrato in modo tale da consentire al settore finanziario di sostenere l´economia reale, senza compromettere la stabilità finanziaria. Su tale base, l´azione volta a migliorare il finanziamento a lungo termine dell´economia europea dovrebbe affrontare un´ampia gamma di fattori interconnessi: · la capacità degli istituti finanziari di incanalare il finanziamento a lungo termine; · l´efficienza e l´efficacia dei mercati finanziari nell´offrire strumenti di finanziamento di lungo periodo; · fattori trasversali che consentano risparmi e finanziamenti a lungo termine; · la facilità di accesso delle Pmi ai finanziamenti bancari e non bancari. Cfr. Anche Memo/13/280 Per ulteriori informazioni http://ec.Europa.eu/internal_market/finances/financing-growth/long-term/index_en.htm  
   
   
BARROSO: CIPRO PUÒ FARE AFFIDAMENTO SULL´UE  
 
  Bruxelles, 26 marzo 2013 – Di seguito la dichiarazione di ieri del Presidente della Commissione europea sull´accordo raggiunto su un piano di ripristino della vitalità economica della Repubblica di Cipro: “ Signore e signori, buon pomeriggio In seguito ai colloqui di alto livello con il presidente di Cipro, ieri l’Eurogruppo ha raggiunto un accordo su un programma per la Repubblica di Cipro che, se correttamente attuato, riteniamo servirà a ripristinare la vitalità dell’economia cipriota. La Commissione europea ha lavorato intensamente per rendere possibile tale accordo. Durante tutto questo processo – iniziato nel 2011 con le trattative per un possibile programma - abbiamo avuto in mente l’interesse della popolazione di Cipro. Era necessario giungere a una soluzione comune per superare un modello finanziario non sostenibile e inadatto a offrire una prosperità durevole al popolo cipriota. Le sfide che attendono Cipro sono immense, ma nell´affrontarle il paese può fare affidamento sull’Unione europea. Come ho sottolineato ieri nei dialoghi che hanno preceduto la discussione in seno all’Eurogruppo, non dobbiamo pensare solo alla stabilità finanziaria: si tratta piuttosto di rilanciare l’economia reale. La notte scorsa ci siamo accordati su un pacchetto da 10 miliardi di euro, pari al 55 % del Pil di Cipro. Inoltre dobbiamo riflettere sui modi per mobilitare tutti i mezzi a nostra disposizione. Per questo motivo ho deciso di istituire una Task Force per Cipro, al fine di fornire assistenza tecnica alle autorità cipriote. Intendiamo alleviare le ripercussioni sociali dello shock economico ricorrendo ai fondi previsti dagli strumenti dell’Unione europea e sostenendo gli sforzi delle autorità cipriote per ripristinare la stabilità finanziaria, economica e sociale. Offriremo ulteriori consulenze per agevolare l’emergere di nuove fonti di attività economica. La Commissione è a fianco del popolo cipriota. La Task Force avrà sede a Bruxelles, con un gruppo di supporto a Nicosia. Essa collaborerà strettamente con le autorità cipriote per sostenere e integrare il programma Ue/fmi. La sua attività sarà fortemente incentrata sull’occupazione, la competitività e la crescita. La Task Force dovrà presentare relazioni trimestrali alle autorità cipriote e alla Commissione. Il coordinamento generale della Task Force, che opererà in stretto coordinamento con la Task Force per la Grecia, sarà assicurato dal vicepresidente Olli Rehn. Come abbiamo dimostrato in passato, l’Europa affronta le sfide in maniera unitaria. Non lasciamo soli gli Stati membri di fronte a una crisi finanziaria. Grazie allo spirito di responsabilità di Cipro, faremo sì che l´Eurozona assicuri la propria solidarietà. Vorrei appellarmi a Cipro perché dia prova di unità e responsabilità nell’attuazione degli accordi raggiunti e invito tutti gli Stati membri dell’Unione europea a mostrare la propria solidarietà verso un paese posto di fronte a sfide straordinarie, che necessita di tale solidarietà in termini molto concreti.”  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: SHARON BOWLES SU ACCORDO CON CIPRO  
 
Strasburgo, 26 marzo 2013 - Sharon Bowles, presidente della commissione economica e monetaria del Parlamento europeo Affari ha accolto ieri con favore l´accordo su Cipro, in particolare il riconoscimento che le banche possono fallire e che il principio di garanzia dei depositi deve essere accolta. Sharon Bowles ha detto: Accolgo con favore il nuovo accordo raggiunto in data odierna sulla Cipro bail-out, in quanto si basa su una gerarchia corretta delle perdite e l´accettazione che una banca può fallire. Questo è in linea con l´orientamento della politica e della legislazione dell´Ue. L´accordo potrà comunque avere effetti negativi sulle imprese e l´economia, che, al di sopra della perdita di margine di intermediazione ha bisogno di un sostegno urgente. Sono anche contento che i principi comunitari siano stati accolti: l´area dell´euro ha ribadito che tutti i depositanti assicurati in tutte le banche siano pienamente protetti. La Banca di Cipro ha ora bisogno di trovare la stabilità a breve. Prendo atto che il riferimento alla determinazione delle perdite per la fine del programma è troppo vago e non vi è un urgente bisogno di ricapitalizzare la Banca di Cipro e di ridurre l´incertezza e consentire controlli sui capitali da sollevare. I cittadini ed i mercati sono perplessi con il grado di improvvisazione che leader della zona euro hanno dimostrato. Gli accordi Shaky che durano meno di 48 ore sono molto costosi per tutti e portano a una situazione esplosiva politica. Nessun sistema e nessuna struttura può permettersi di essere in uno stato di emergenza permanente.”  
   
   
RELAZIONI UE-TURCHIA: I DEPUTATI CHIEDONO RINNOVATO IMPEGNO DA ENTRAMBE LE PARTI  
 
Strasburgo, 26 marzo 2013 - Rinnovare l’impegno reciproco è necessario per mantenere relazioni costruttive tra l´Unione europea e la Turchia, ha detto che la commissione per gli affari esteri in una votazione lo scorso giovedì. Nella risoluzione, sulla relazione del 2012sui progressi compiuti dalla Turchia, i deputati lodano i colloqui che possono aiutare a risolvere la questione curda e richiedono l’ avvio dei negoziati sul sistema giudiziario, dei diritti fondamentali e degli affari interni. La commissione si congratula con la Commissione e la Turchia per il loro lavoro sulla "agenda positiva" lanciato nel maggio 2012 a sostenere e completare i negoziati di adesione. Attraverso il reciproco impegno e obiettivi chiari, l´Unione europea e la Turchia si dice sono in grado di produrre un cambiamento positivo e riforme necessarie. La riforma giudiziaria - La riforma del sistema giudiziario della Turchia è di vitale importanza per il suo consolidamento democratico e la modernizzazione, lo stress deputati. Pur accogliendo con favore il terzo pacchetto di riforma giudiziaria, insistono sul fatto che un quarto pacchetto è necessario per restringere eccessivamente ampie, definizioni dei reati, in particolare dell´atto di terrorismo, ridurre eccessivamente lunghi preliminari periodi di detenzione e circoscrivere il potere dei giudici speciali. I deputati sottolineano che l´introduzione di parametri di riferimento accelerare il processo di riforma e di chiedere al Consiglio di avviare i negoziati sui giudiziario ei diritti fondamentali (capitolo 23) e la giustizia, libertà e sicurezza (capitolo 24). La violenza contro le donne - Il Comitato accoglie con favore gli sforzi della Turchia per porre fine al "delitto d´onore", la violenza domestica e il fenomeno dei matrimoni forzati e spose bambine, ma è preoccupato che, nonostante questi sforzi, la violenza contro le donne è ancora regolarmente segnalate. Coloro che non riescono a proteggere e assistere le vittime devono essere perseguiti, i deputati insistono e chiedono la promozione attiva dei diritti delle donne, l´educazione e la partecipazione al mercato del lavoro e della politica. Meridionale e la Siria - La Turchia e l´Unione europea dovrebbero cooperare più strettamente nel quartiere meridionale, che è di fondamentale importanza per entrambi, i deputati dicono. Incoraggiano la Turchia a sviluppare la sua politica estera in un dialogo e coordinamento con l´Unione europea che nel 2012. Al di là di assistenza umanitaria per il crescente numero di profughi siriani, la Turchia e l´Ue dovrebbe sviluppare una visione strategica comune che consenta la fine della tragica crisi in Siria, i deputati sottolineano. Risolvere la questione curda - I deputati accolgono diretto dialogo politico tra il governo turco e l´ex leader del Pkk Abdullah Öcalan. Questo potrebbe aprire la prospettiva di un accordo storico soluzione del conflitto curdo in modo pacifico e democratico, che stress. Il testo accoglie inoltre con favore la nuova legislazione che consente l´uso delle lingue indigene nelle prove, così come la discussione sul l´uso del curdo in materia di istruzione. I prossimi passi - La risoluzione, preparata da Ria Oomen-ruijten (Ppe, Nl) e passato con 54 voti favorevoli, 4 contrari e 8 astensioni, è impostato per essere sottoposta al voto da parte della Camera intero a Strasburgo durante la sessione plenaria del 15-18 aprile.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO AVVERTE DEL RITARDO SUGLI ACCORDI FRA BOSNIA-ERZEGOVINA  
 
Strasburgo, 26 marzo 2013 - Le élite politiche della Bosnia-erzegovina (Bih), manca ancora di una visione comune della sua direzione generale, e la stasi dei paesi contemplati e più indietro degli altri nella regione, ha avvertito la Commissione Affari Esteri nel voto dello scorso giovedì sui progressi della Bosnia-erzegovina. Il paese ha bisogno di costante impegno da parte dei leader politici a tutti i livelli e completamente funzionanti le istituzioni, ha detto i deputati. Sostanziale la riforma costituzionale, sia a livello federale che di entità, è urgente per trasformare la Bosnia-erzegovina in una democrazia pienamente funzionante, i deputati hanno sottolineato. La struttura della Federazione deve essere semplificata, hanno detto, chiedendo un processo inclusivo costituzionale coinvolgendo tutte le parti e le comunità del paese. Essi ribadiscono inoltre che il censimento della popolazione deve avvenire nel mese di ottobre 2013 e non deve essere politicizzato. Riforma della pubblica amministrazione - Preoccupazioni esprimono i deputati circa il livello elevato di corruzione in Bosnia-erzegovina e il suo legame con i partiti politici, aggiungendo che la mancanza di sostegno politico per la riforma della pubblica amministrazione e la sua sostenibilità finanziaria sono preoccupanti. A parte che la riforma, le autorità della Bosnia-erzegovina devono anche, in via d´urgenza e con l´aiuto dell´Ue, costruire un efficiente meccanismo di coordinamento per una migliore impegno con l´Unione europea. Empower donne e giovani - Le autorità devono garantire la protezione reale delle donne, che sono spesso vittime di violenza domestica, prostituzione forzata e la tratta, i deputati insistono. Le donne devono avere più potere, aumentando la loro presenza sul mercato del lavoro e garantire loro un´equa rappresentanza nella vita politica e degli affari. E’ urgente porre rimedio agli alti tassi di disoccupazione delle donne e dei giovani dicono i deputati, chiedendo un miglioramento della qualità complessiva della formazione per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro. Preparare per l´adesione della Croazia all´Ue - Bosnia-erzegovina devono intensificare i preparativi per l´adesione della Croazia all´Unione europea, i deputati dicono. Essi accolgono con favore i progressi finora nella costruzione delle infrastrutture necessarie confine, ma a meno che non si preoccupano che la Bosnia-erzegovina allinea la propria legislazione di sicurezza alimentare con l´acquis comunitario, potrebbe perdere i suoi mercati di esportazione. Srebrenica genocidio - La commissione ha inoltre "condannato fermamente qualsiasi tentativo, in Bosnia-erzegovina o in qualsiasi parte del mondo, di minimizzare o negare il genocidio che ha avuto luogo a Srebrenica". I prossimi passi La risoluzione è stata adottata con 59 favorevoli, 2 contrari e 3 astensioni. Relatore Doris Pack (Ppe, De) ha chiesto che la risoluzione sia messa ai voti nel corso della sessione plenaria plenaria di maggio a Strasburgo.  
   
   
OCCUPAZIONE: 24,3 MILIONI DI EURO DAL FONDO EUROPEO DI ADEGUAMENTO ALLA GLOBALIZZAZIONE PER AIUTARE I LAVORATORI LICENZIATI IN AUSTRIA, DANIMARCA, FINLANDIA, ITALIA, ROMANIA, SPAGNA E SVEZIA  
 
Bruxelles, 26 marzo 2013 - La Commissione europea ha erogato fondi per un totale di 24,3 milioni di euro ad Austria, Danimarca, Finlandia, Italia, Romania, Spagna e Svezia a titolo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutare 5.271 lavoratori di questi paesi colpiti da licenziamento in una vasta gamma di settori - tra cui quelli automobilistico, motociclistico, dei telefoni cellulari, dei prodotti metallici, delle apparecchiature elettroniche e dell´assistenza sociale - a ritrovare un´occupazione. Il Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´integrazione László Andor ha dichiarato: "Il Feg è uno strumento efficace per sostenere i lavoratori licenziati a seguito di mutamenti strutturali del commercio mondiale. Ha anche dimostrato la sua validità in casi di licenziamenti dovuti alla crisi economica. La Commissione prende atto con soddisfazione che gli Stati membri hanno convenuto di proseguire il Feg per il prossimo periodo di programmazione 2014-2020". La ripartizione dei complessivi 24,3 milioni di euro è la seguente: 8,2 milioni di euro serviranno ad aiutare 2.416 ex dipendenti Nokia (1.000 in Finlandia e 1.416 in Romania) che hanno perso il loro posto di lavoro a causa del trasferimento delle linee di assemblaggio dei telefoni mobili in paesi asiatici. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si vedano anche i comunicati Ip/12/1122 e Ip/12/1123. 5,5 milioni di euro andranno a beneficio di 1.350 ex dipendenti Saab in Svezia. Il loro licenziamento è conseguenza della spostamento della produzione in Asia, a causa della crescente domanda di autovetture sui mercati asiatici. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1124. 5,2 milioni di euro saranno di ausilio a 350 lavoratori licenziati in Stiria (Austria). I licenziamenti che hanno avuto luogo in Stiria nel settore dei servizi mobili di assistenza sociale (fornitura di servizi sociali mobili per disabili e assistenza mobile ai giovani) sono una conseguenza dei tagli alle voci di bilancio relative ai servizi sociali indotti dall´attuale crisi economica e finanziaria. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1119. 2,7 milioni di euro andranno a favore di 502 lavoratori licenziati da dieci produttori di motocicli, pezzi di ricambio o componentistica per l´industria dei motocicli e dei ciclomotori in Italia, che è il principale centro di produzione europeo del settore. I licenziamenti sono conseguenza della riduzione della domanda di tali veicoli in Europa. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1120. 1,4 milioni di euro serviranno ad aiutare 153 ex dipendenti della Flextronics Denmark, azienda produttrice di circuiti stampati. I licenziamenti sono la diretta conseguenza di modifiche strutturali rilevanti del commercio mondiale, nel cui quadro si inserisce il trasferimento in Asia di fabbriche di apparecchiature elettroniche. Nel caso specifico la casa madre, la Singapore Flextronics, ha deciso di chiudere la sua controllata danese. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1121. 1,3 milioni di euro andranno a favore di 500 lavoratori licenziati da produttori spagnoli di manufatti metallici. Il settore dei prodotti in metallo svolge un ruolo chiave in quanto rifornisce molte industrie manifatturiere, in particolare nei settori della cantieristica navale, delle costruzioni e automobilistico. La crisi economica ha avuto un impatto significativo su tutte queste attività nell´intera Ue, come dimostrato dalle precedenti domande di contributo Feg. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1125. Questi stanziamenti sono il risultato delle proposte presentate dalla Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri a seguito delle domande di finanziamento Feg dei paesi interessati. Il Consiglio e il Parlamento hanno approvato le proposte, svincolando i fondi. Contesto - Dal 2007, anno in cui è divenuto operativo, il Feg ha ricevuto 106 domande di contributo finanziario. Sono stati richiesti fondi per circa 464 milioni di euro per dare aiuto a circa 97.300 lavoratori. Attualmente sta aumentando il numero dei settori economici e degli Stati membri che presentano domande Feg per aiutare i lavoratori licenziati. Una maggiore apertura del commercio con il resto del mondo si traduce generalmente in vantaggi per la crescita e l´occupazione, ma talvolta anche in perdita di posti di lavoro, in particolare in settori vulnerabili e nel caso delle professioni meno qualificate. Per questa ragione il presidente della Commissione Barroso ha proposto a suo tempo di creare un fondo per aiutare coloro che subiscono maggiormente le conseguenze della globalizzazione. Il Feg, costituito alla fine del 2006, è stato creato per dimostrare concretamente la solidarietà dei molti che beneficiano dell´apertura dei mercati verso coloro che si trovano ad affrontare lo shock improvviso di perdere il lavoro. Nel giugno 2009, le norme del Feg sono state riviste per rafforzare il ruolo di tale fondo come strumento di intervento tempestivo e come parte integrante della risposta della Ue alla crisi economica e finanziaria. Il regolamento Feg rivisto è entrato in vigore il 2 luglio 2009 e si applica a tutte le domande ricevute a partire dal 1° maggio 2009 al 31 dicembre 2011. In mancanza di accordo in sede di Consiglio, non è stato possibile prorogare oltre il 2011 questo strumento di risposta alla crisi. In base all´esperienza acquisita con il Feg dal 2007 e al suo valore aggiunto per i lavoratori assistiti e le regioni colpite, la Commissione ha proposto di mantenere il Fondo nell´ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, migliorandone ulteriormente il funzionamento. Si prevede di intervenire sia sui licenziamenti causati dalla crisi economica che su nuove categorie di lavoratori, come gli interinali e gli autonomi.  
   
   
UE: BLOCCO DEI BONUS PER I GESTORI DI FONDI E GARANZIE PER GLI INVESTITORI AL DETTAGLIO  
 
Strasburgo, 26 marzo 2013 – Per i gestori di fondi di investimento "i bonus devono essere limitati, i loro salari devono essere collegati ai loro fondi» hanno detto i deputati gli affari e prestazioni economiche e monetarie in un progetto di legge votato lo scorso giovedì. Il denaro dei singoli investitori deve essere meglio tutelato, hanno aggiunto. "Il Bonus Cap Oicvm contribuirà a rafforzare la protezione degli investitori e ridurre la speculazione rischiosa. Verranno anche integrare le norme di recente adozione dell’ Ue sul bhlocco dei bonus dei banchieri, assicurando che queste regole non può essere eluse e le modalità di parità di condizioni", ha detto l´eurodeputato Sven Giegold ( Verdi / Ale, De). Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (Oicvm), che riuniscono le attività ordinarie da investitori privati ​​e in comune a comprare obbligazioni, azioni o altri prodotti finanziari devono essere soggette a norme più severe, a tutela degli investitori in modo corretto, hanno detto i deputati. Oicvm controllano quasi 6.300 miliardi di € in fondi. Remunerazione regole - La componente variabile della retribuzione totale del manager non deve superare lo stipendio la componente fissa e il 50% della remunerazione variabile dovrebbe essere pagato nelle unità (attività) dell´Oicvm interessato, dice il testo. I gestori di fondi di paga devono essere sempre allineati con i gli interessi degli investitori e le prestazioni del fondo in questione, aggiunge. Attività e passività - I depositari, che avessero fondi Oicvm per la custodia e garantire che le loro transazioni conformi a tutte le leggi applicabili, devono agire in modo indipendente ed esclusivamente nell´interesse dei titolari delle attività dell´Oicvm - non devono compravendita di attività in Oicvm per proprio conto, dice il testo. Le nuove norme renderebbe anche depositari di fondi Oicvm rischia di Oicvm e le loro titolari di attività per la perdita dei loro beni, anche se le stesse sono tenute in custodia da parte di terzi. I prossimi passi - La plenaria del Parlamento europeo voterà nel mese di aprile (da confermare) sull´opportunità di conferire un mandato per tre parti negoziati con gli Stati membri dell´Ue e la Commissione europea.  
   
   
LOTTA AL TRAFFICO DI ARMI: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE LA RATIFICA DEL PROTOCOLLO ONU E ALTRE AZIONI  
 
Bruxelles, 25 marzo 2013 - L’ue è pronta a ratificare il protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco, a seguito dell’adozione di nuove norme sulla vendita, la detenzione e il trasferimento di armi da fuoco all’interno e all’esterno dell’Europa. A tal fine, la Commissione europea presenta oggi una proposta, pur sottolineando la necessità di ulteriori iniziative. Scopo del protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco è rafforzare la cooperazione contro la fabbricazione e il traffico illeciti di armi di piccolo calibro, quali armi corte e pistole. Questo commercio genera proventi per circa 180 milioni di euro all’anno per la criminalità organizzata in tutto il mondo. «Il traffico illecito di armi da fuoco rappresenta una minaccia crescente per la sicurezza dei cittadini europei e un’attività redditizia per i criminali. È necessario rafforzare i controlli sulle armi che entrano, circolano ed escono dal territorio dell’Ue al fine di prevenirne un uso indebito. La conclusione del protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco conferma l’impegno dell’Unione europea a proteggere i cittadini dal rischio della violenza delle armi nell’Ue e nel resto del mondo», ha dichiarato la commissaria Ue per gli Affari interni, Cecilia Malmström. Il testo del protocollo contiene disposizioni volte a: • conservare dati dettagliati sull’importazione, l’esportazione e il transito di armi da fuoco; • adottare un sistema internazionale di marcatura delle armi da fuoco da apporre alla fabbricazione e ogni qualvolta vengano importate; • istituire un sistema di autorizzazioni armonizzato a disciplina dell’importazione, esportazione, transito e riesportazione delle armi da fuoco; • prevenire il furto, la perdita o lo sviamento di armi da fuoco attraverso il rafforzamento dei controlli delle esportazioni, dei punti di esportazione e dei controlli alle frontiere; • scambiare informazioni su produttori, distributori, importatori ed esportatori autorizzati, sulle rotte utilizzate dai trafficanti e sulle prassi migliori nella lotta al traffico al fine di accrescere la capacità degli Stati di prevenire, individuare e indagare sul traffico illecito di armi da fuoco. Le prossime tappe - Il Consiglio, con l’approvazione del Parlamento europeo, dovrebbe ora adottare la proposta di ratifica del protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco. Entro la fine del 2013, la Commissione presenterà una comunicazione su come arginare la minaccia posta dalle armi da fuoco alla sicurezza interna dell’Unione europea.  
   
   
UE: TRASLOCARE IN UN ALTRO PAESE SARÀ SEMPRE PIÙ SEMPLICE. ANCHE PER LE MACCHINE  
 
Bruxelles, 26 marzo 2013 - Un miliardo e mezzo di euro saranno risparmiati ogni anno grazie alla semplificazione della registrazione dei veicoli a motore da uno stato all´altro. Durante l´audizione di mercoledì scorso, i membri della commissione al Mercato interon hanno discusso i diversi aspetti della proposta della Commissione europea confrontandosi con gli esperti nel settore. Nonostante la sempre maggiore integrazione del mercato unico, i problemi di immatricolazione di macchine e motorini restano un ostacolo frequente nel mercato interno. Tanto per le imprese, quanto per i cittadini. Costituiscono una delle venti principali preoccupazioni nei riguardi del mercato unico elencate dalla Commissione. "Vogliamo dimostrare che il mercato unico sta funzionando", ha indicato a questo proposito il relatore olandese Toine Manders. La proposta della Commissione prevede la creazione di un archivio europeo che permetta lo scambio dei documenti e la semplificazione della procedure di registrazione. Perché è urgente intervenire? L´attuale legislazione ha ancora numerose lacune. Per esempio, nel caso venga acquistata una macchina all´estero, non è possibile portarla nel proprio paesi di residenza perché la registrazione nazionale temporanea non prevede l´assicurazione in altri Stati membri. O ancora nel caso delle macchine a noleggio: al momento una macchina registrata in un paese non può essere data in affitto in un altro. Neppure le macchine rubate in un paese e registrate nuovamente in un altro sono tracciabili perché non esiste ancora nessun sistema di scambio di informazioni tra paesi diversi. I prossimi passi La commissione inizierà a discutere la proposta di Toine Manders in maggio e passerà al avoto in ottobre.  
   
   
OCCUPAZIONE: 24,3 MILIONI DI EURO DAL FONDO EUROPEO DI ADEGUAMENTO ALLA GLOBALIZZAZIONE PER AIUTARE I LAVORATORI LICENZIATI IN AUSTRIA, DANIMARCA, FINLANDIA, ITALIA, ROMANIA, SPAGNA E SVEZIA  
 
Bruxelles, 26 marzo 2013 - La Commissione europea ha erogato fondi per un totale di 24,3 milioni di euro ad Austria, Danimarca, Finlandia, Italia, Romania, Spagna e Svezia a titolo del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutare 5.271 lavoratori di questi paesi colpiti da licenziamento in una vasta gamma di settori - tra cui quelli automobilistico, motociclistico, dei telefoni cellulari, dei prodotti metallici, delle apparecchiature elettroniche e dell´assistenza sociale - a ritrovare un´occupazione. Il Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´integrazione László Andor ha dichiarato: "Il Feg è uno strumento efficace per sostenere i lavoratori licenziati a seguito di mutamenti strutturali del commercio mondiale. Ha anche dimostrato la sua validità in casi di licenziamenti dovuti alla crisi economica. La Commissione prende atto con soddisfazione che gli Stati membri hanno convenuto di proseguire il Feg per il prossimo periodo di programmazione 2014-2020". La ripartizione dei complessivi 24,3 milioni di euro è la seguente: 8,2 milioni di euro serviranno ad aiutare 2.416 ex dipendenti Nokia (1.000 in Finlandia e 1.416 in Romania) che hanno perso il loro posto di lavoro a causa del trasferimento delle linee di assemblaggio dei telefoni mobili in paesi asiatici. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si vedano anche i comunicati Ip/12/1122 e Ip/12/1123. 5,5 milioni di euro andranno a beneficio di 1.350 ex dipendenti Saab in Svezia. Il loro licenziamento è conseguenza della spostamento della produzione in Asia, a causa della crescente domanda di autovetture sui mercati asiatici. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1124. 5,2 milioni di euro saranno di ausilio a 350 lavoratori licenziati in Stiria (Austria). I licenziamenti che hanno avuto luogo in Stiria nel settore dei servizi mobili di assistenza sociale (fornitura di servizi sociali mobili per disabili e assistenza mobile ai giovani) sono una conseguenza dei tagli alle voci di bilancio relative ai servizi sociali indotti dall´attuale crisi economica e finanziaria. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1119. 2,7 milioni di euro andranno a favore di 502 lavoratori licenziati da dieci produttori di motocicli, pezzi di ricambio o componentistica per l´industria dei motocicli e dei ciclomotori in Italia, che è il principale centro di produzione europeo del settore. I licenziamenti sono conseguenza della riduzione della domanda di tali veicoli in Europa. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1120. 1,4 milioni di euro serviranno ad aiutare 153 ex dipendenti della Flextronics Denmark, azienda produttrice di circuiti stampati. I licenziamenti sono la diretta conseguenza di modifiche strutturali rilevanti del commercio mondiale, nel cui quadro si inserisce il trasferimento in Asia di fabbriche di apparecchiature elettroniche. Nel caso specifico la casa madre, la Singapore Flextronics, ha deciso di chiudere la sua controllata danese. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1121. 1,3 milioni di euro andranno a favore di 500 lavoratori licenziati da produttori spagnoli di manufatti metallici. Il settore dei prodotti in metallo svolge un ruolo chiave in quanto rifornisce molte industrie manifatturiere, in particolare nei settori della cantieristica navale, delle costruzioni e automobilistico. La crisi economica ha avuto un impatto significativo su tutte queste attività nell´intera Ue, come dimostrato dalle precedenti domande di contributo Feg. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1125. Questi stanziamenti sono il risultato delle proposte presentate dalla Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri a seguito delle domande di finanziamento Feg dei paesi interessati. Il Consiglio e il Parlamento hanno approvato le proposte, svincolando i fondi.  
   
   
LAZIO. PRIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE: LEODORI PRESIDENTE DELL´ASSEMBLEA  
 
Roma, 26 marzo 2013 - Il Consiglio regionale del Lazio, riunito ieri per la prima seduta della X legislatura, ha eletto Daniele Leodori (Pd) come presidente dell´Assemblea al secondo scrutinio, con 38 voti su 51 disponibili. La maggioranza richiesta era dei tre quinti, ovvero 31 consiglieri favorevoli. Massimiliano Valeriani (Pd) è stato eletto vicepresidente del Consiglio per la maggioranza con 29 voti, mentre Francesco Storace (Lazio 2013), con 15 voti, è il vicepresidente eletto in rappresentanza della minoranza, così come previsto dall´articolo 20 dello Statuto regionale. La composizione dell´Ufficio di presidenza è stata poi completata con l´elezione dei tre consiglieri segretari, uno dei quali in rappresentanza della minoranza. Sono risultati eletti: Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti) con 15 voti, Maria Teresa Petrangolini (Lista per il Lazio) con 14 voti e, infine, Giuseppe Simeone (Pdl) con 12 voti. Pertanto, il nuovo Ufficio di presidenza risulta così composto: Massimiliano Valeriani e Francesco Storace (vicepresidenti); Gianluca Quadrana, Maria Teresa Petrangolini e Giuseppe Simeone (segretari).  
   
   
PATTO STABILITA’: ZAIA, “LA CORDA STA PER SPEZZARSI. A ROMA DISCUTANO TUTTI I PUNTI CHE VOGLIONO, MA AGGIUNGANO QUESTO E FACCIANO PRESTO”  
 
Venezia, 26 marzo 2013 - “La corda è tesa e sta per spezzarsi. La risposta arrivata dopo la manifestazione dei sindaci a Roma è deludente, dilatoria, fumosa. Nel frattempo noi non possiamo dire ai nostri 165.000 disoccupati e alle 600.000 partite Iva del Veneto che i soldi li abbiamo, ma che ci sono stati di fatto sequestrati per coprire gli sprechi degli altri. Via subito il patto di stabilità per gli enti locali virtuosi”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia rilancia la sfida contro il patto di stabilità e rivolge un ultimatum “al Governo uscente o a quello che, forse, nascerà. Il Patto di stabilità sta affossando l’Italia, il nord produttivo. E’ scandaloso parlare di interventi per la ripresa senza realizzare subito questa operazione di equità”. “Chi si sta occupando di costituire un nuovo Governo – dice Zaia - ponga attenzione al Paese reale e alle oramai non rinviabili necessità dell’Italia che produce. Mettano in campo tutti i punti che vogliono, ma ne aggiungano uno, lo svincolo dal Patto di Stabilità, senza il quale non sono ulteriormente rinviabili scelte e conseguenti azioni da parte degli Enti Locali, Comuni e Regioni in testa”.  
   
   
LOMBARDIA: SPUNTEREMO PIU´ SOLDI AL GOVERNO NON ABBIAMO ASPETTATO,ED E´ SOLO UN ACCONTO TROPPO STRETTI I VINCOLI DI LEGGE, PER NOI POSSONO SALTARE  
 
Milano, 26 marzo 2013 - ´Questo primo acconto del Patto di Stabilità verticale consente ai comuni lombardi di avere da subito a disposizione la cifra di 134 milioni di euro; se invece avessimo aspettato di mettere mano al bilancio per aumentare la cifra avremmo dovuto aspettare dei mesi e avremmo rischiato di trovarci nella situazione dell´anno scorso, in cui tanti comuni non hanno poi fatto in tempo a spendere le cifre a loro destinate´. E quanto afferma Massimo Garavaglia, assessore regionale all´Economia, crescita e semplificazione. Solo Una Tranche, Vogliamo Arrivare Ai 210 Del 2012 -´Per questo abbiamo preferito dare fin da subito tutto quanto già disponibile - ha aggiunto Garavaglia - , ma contiamo di spuntare dal Governo un´altra tranche in modo da pareggiare l´importo di 210 milioni stanziato l´anno scorso, senza mettere soldi freschi della Regione Lombardia´. ´Vorrei poi ricordare ai consiglieri del Pd - ha detto l´assessore regionale - che la cifra di 134 milioni è stata ottenuta grazie al decisivo pressing della Lega in Parlamento: la tabella inizialmente approvata dal Governo, e sostenuta dal Pd, prevedeva una quota nettamente inferiore di circa una cinquantina di milioni ed è stato solo grazie alla pressione della Lega e all´intervento in Conferenza-stato Regioni della Regione Lombardia se si è arrivati in febbraio a questi nuovi importi´. I Comuni Lombardi Hanno Soldi Veri In Cassa - ´Noi siamo abituati a fare le cose in tempi rapidi e in modo efficace - ha osservato l´assessore Garavaglia - . Restiamo dell´idea che il Patto di Stabilità dei comuni debba semplicemente saltare e saremo pertanto molto attenti nel seguire l´iter del decreto annunciato sui pagamenti della Pubblica Amministrazione. I comuni lombardi, infatti, hanno i soldi in cassa e non possono spenderli per pagare i debiti, ma sono soldi veri, mentre in altre parti del Paese questi soldi sono delle banche: i comuni farebbero ulteriori debiti per pagare i debiti. Mi pare ci sia una bella differenza !´.  
   
   
LA PRIMA SEDUTA DELLA GIUNTA REGIONALE DEL LAZIO: RIDOTTE LE DIREZIONI, DA 20 A 12  
 
Roma, 26 marzo 2013 – lo scorso 22 marzo si è riunita la prima seduta della Giunta regionale. Il primo provvedimento adottato è la riduzione delle direzione regionali da 20 a 12. "Vogliamo riorganizzare la Regione, per servizi più semplici, efficienti e vicine alle persone. Abbiamo preso una decisione - afferma il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti - gli assessori andranno a lavorare con il proprio mezzo, treno o autobus, come tutti i cittadini. Le macchine di servizio saranno usate solo per le attività istituzionali". Subito dopo l´approvazione delle strutture del Consiglio, sarà approvato il decreto che recepirà i decreti Monti sui tagli ai costi della politica. "Tutelando i lavoratori - aggiunge Zingaretti - ci siamo dati l´obiettivo del taglio del 30% delle aziende, della riduzione dei consigli di amministrazione, puntando a un amministratore unico".  
   
   
MOLISE: PIANO DI RIENTRO, FRATTURA NOMINATO COMMISSARIO AD ACTA  
 
Campobasso, 26 marzo 2013 - Nella giornata del 21 marzo il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, ha deliberato la nomina del Presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, a Commissario ad acta per la prosecuzione del vigente Piano di rientro dai disavanzi sanitari, con l´incarico prioritario di adottare, sulla base delle linee guida predisposte dai Ministeri affiancanti, i programmi operativi per gli 2013-2015. Sempre il Consiglio dei Ministri, nella medesima seduta, ha prorogato la nomina di commissario per il Dottor Filippo Basso fino al 30 aprile 2013, in maniera tale da consentire allo stesso il completamento delle procedure previste nell´incarico ottenuto. Al Governatore Frattura, a partire dalla fine del prossimo mese, saranno così assegnati anche i contenuti del mandato commissariale attribuito al Dottor Basso. «Con la nomina a commissario - dichiara il Presidente Frattura - porteremo a termine gli adempimenti previsti dalla legge per il risanamento dei conti del Servizio sanitario regionale. Assieme al commissario Basso condivideremo gli atti necessari a ribaltare il giudizio fortemente negativo che ancora oggi il Governo esprime nei confronti della Regione Molise. Dimostreremo di non essere contrari a processi di cambiamento, riqualificazione, riorganizzazione e razionalizzazione del Servizio sanitario regionale, purché calibrati sull´interesse dei cittadini. Manterremo fede agli impegni presi per il Piano di rientro, senza produrre più tutti quegli "atti inidonei e insufficienti" che finora ci hanno sempre contestato i Ministeri dell´Economia e della Salute, come si legge nella delibera di nomina del Governo. Il Molise sarà capace non solo di risanare i conti, ma anche di offrire un servizio di qualità ai suoi abitanti, diventando un esempio di buone pratiche per il Paese».  
   
   
PATTO DI STABILITÀ TERRITORIALE, OLTRE 62 MILIONI DI EURO PER GLI ENTI LOCALI DELL´EMILIA-ROMAGNA. ENTRO IL 30 APRILE LE DOMANDE PER IL RIPARTO DELLE POTENZIALITÀ DI SPESA  
 
Bologna, 26 marzo 2013 - Oltre 62 milioni di potenzialità di spesa sbloccati grazie al lavoro della Regione Emilia-romagna, di cui 47 milioni ai Comuni e 15 milioni alle Province. Oggi la Giunta regionale ha approvato i criteri con cui, grazie alla legge regionale in materia, si libereranno quote di potenzialità di spesa del patto di stabilità, mettendo gli Enti in condizione di usare le risorse che hanno in cassa per pagare fornitori e aziende che hanno già fatto opere sul territorio. La distribuzione delle disponibilità tra i diversi Enti locali avverrà sulla base di necessità certe di bilancio e con un’attenzione particolare ai Comuni con meno di 5.000 abitanti che per la prima volta devono rispettare le regole del patto di stabilità interno. Entro il 30 aprile gli Enti interessati ad accedere al riparto potranno presentare domande mentre la Giunta regionale dovrà deliberare entro il 31 maggio. “La Regione ha sempre avuto ben chiara la drammaticità degli effetti dei vincoli del patto di stabilità nazionale sui nostri territori e per questo - spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-romagna -, anche quando questo è stato reso difficile dalle resistenze dei vari Governi, la Regione ha sempre agito per aiutare i Comuni e le Province. Grazie alla nostra legge del 2010, solo nell’ultimo biennio abbiamo sbloccato risorse pari a 300 milioni di euro. Con la delibera odierna ci inseriamo in questo solco”.  
   
   
MILANO CITTÀ METROPOLITANA. PISAPIA: “RIFORMA CRUCIALE PER LA CRESCITA DEL TERRITORIO”  
 
Milano, 26 marzo 2013 - “Oggi esistono tutti i presupposti perché Milano sia la prima Città metropolitana italiana, partendo dal decentramento che è uno degli obiettivi di questa Amministrazione e rafforzando le competenze territoriali delle municipalità. L’esperienza europea di Stoccarda, Parigi e Barcellona rappresenta per noi un insegnamento riguardo ai processi e alle politiche di istituzionalizzazione del nuovo Ente. Occorre, ed è quello che abbiamo già iniziato a fare, lavorare come una città metropolitana di fatto, stimolando e sollecitando il contributo e la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, dal mondo imprenditoriale, dei servizi, delle forze politiche, senza prescindere dall’indispensabile dialogo con i cittadini”. Lo ha detto il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia intervenendo il 22 marzo al convegno ‘Milano: cantiere della Città Metropolitana – Una prospettiva internazionale’, organizzato a Palazzo Reale con la presenza di rappresentanti di Stoccarda, Parigi e Barcellona. “Milano - ha proseguito il Sindaco Pisapia - è un cantiere aperto sulla Città Metropolitana, il progetto è avviato e rafforzato anche da alcune iniziative che stiamo portando avanti. Rappresenta una riforma cruciale per la crescita del nostro territorio che può sensibilmente migliorare la vita dei cittadini in diversi ambiti, dall’energia allo smog, dalla mobilità alla cultura. L’esperienza di chi ha già avviato la Città o la Regione Metropolitana ci insegna quanti vantaggi ne possiamo trarre. Continuo a ritenere che, perché sia una sfida vincente, una delle caratteristiche che dovrà avere il futuro Ente, dopo il passaggio intermedio previsto dall’attuale normativa, debba essere l’elezione diretta del Sindaco metropolitano, in modo che ci sia un rapporto più diretto con i cittadini”.  
   
   
MILANO CITTÀ METROPOLITANA: PRESTO LA CONFERENZA CON SINDACI E PRESIDENTE PROVINCIA PER AVVIO PERCORSO OPERATIVO  
 
Milano, 26 marzo 2013 - “L’incontro di stamattina con i rappresentanti delle aree metropolitane di Stoccarda, Barcellona e Parigi ha confrontato i diversi modelli esistenti e messo in evidenza le grandi opportunità di un governo metropolitano per un futuro di sviluppo e coesione sociale”. Lo ha dichiarato il 22 marzo l’assessore all’Area metropolitana Daniela Benelli. “Sono molti i problemi comuni: oggi tutte le metropoli europee – continua l’assessore Benelli - risentono delle contraddizioni di una fase economica che riversa proprio sulle città i maggiori problemi di tenuta sociale. Ma la risposta viene proprio dalla capacità di coordinare le risorse economiche, imprenditoriali e di intelligenza di cui tali aree sono ricche”. “Il futuro dei territori – conclude Daniela Benelli - non si gioca più solo sulla loro competizione ma sulla loro capacità di fare rete e alleanze. Parigi, Barcellona e Stoccarda propongono a Milano e all’area metropolitana milanese di lavorare insieme per diventare più forti nella sfida dell’economia globale. Questo rende ancora più urgente accelerare il processo costituente della Città metropolitana di Milano. Il futuro comincia adesso”.  
   
   
“I CITTADINI AL CENTRO DELLO STATUTO” ILLUSTRATI AI GIORNALISTI I CONTENUTI E L’ITER PER L’APPROVAZIONE DELLA NUOVA “CARTA” DELLA REGIONE BASILICATA  
 
Potenza, 26 marzo 2013 - “Il 2013 potrà essere l’anno del nuovo Statuto della Regione Basilicata”. E’ così che ha esordito il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Santochirico durante i lavor del 22 marzo della conferenza stampa organizzata per illustrare i contenuti e l’iter per l’approvazione della nuova “Carta” della Regione (entro il 24 giugno prima lettura in Consiglio regionale e dopo 60 giorni seconda lettura e definitiva approvazione). Dopo aver brevemente ricordato le tappe più importanti che hanno portato alla stesura della bozza statutaria (il 19 settembre 2011 la ripresa dei lavori sulla riforma dello Statuto regionale, il lavoro svolto in Prima Commissione, gli incontri pubblici e le audizioni, le iniziative che hanno dato spazio a preziosi contributi provenienti da altre istituzioni, enti, partiti e associazioni e una finestra aperta sul web dove sono giunti contributi interessanti che, in alcuni casi, hanno determinato significativi cambiamenti), Santochirico ha parlato dell’importanza strategica affidata al territorio, diventato il punto cardine del nuovo Statuto. Un documento elaborato con la collaborazione dell’Issirfa Cnr e che l’Ufficio di Presidenza ha formalizzato in una proposta al Consiglio regionale. “La bozza prevede oltre alle normali materie regolamentari, alcuni punti innovativi: il protagonismo dei cittadini, la programmazione, la trasparenza, il territorio. Un documento – ha sottolineato Santochirico - vissuto e proposto come una sfida per costruire un rapporto virtuoso tra società e istituzioni”. Il presidente del Consiglio ha fatto riferimento ai canali tradizionali di partecipazione (referendum abrogativo e petizione), soffermandosi sull’iniziativa legislativa popolare e sul referendum approvativo che prevede il ruolo legislativo diretto del corpo elettorale trasformando, così, il cittadino in legislatore. Il presidente del Consiglio regionale ha poi parlato del ruolo attivo della società anche nella programmazione delle risorse: “Il proposito è di predisporre programmi che siano comprensibili ai cittadini, un modo questo per rendere il concetto di trasparenza effettivo e reale”, della necessità di giungere ad una nuova legge elettorale e in merito alla scelta sulla forma di governo ha ribadito che si valuterà con serenità e con la dovuta attenzione i contributi che potranno giungere in Aula durante il dibattito consiliare. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Mattia, ha posto l’attenzione sulla necessità di avere una Regione meno presidenziale e più consiliare e di completare l’iter di riforma della governance locale. Anche Mattia si è soffermato sul ruolo strategico dei cittadini, attori principali delle scelte della Regione, che “non chiedono più solo lavoro ma un coinvolgimento reale su quelle che sono le scelte del proprio futuro. In questa sfera di aspettative si colloca la decisione dell’Ufficio di Presidenza di dare concretezza a questo cammino avviato per l’approvazione dello Statuto”. Il consigliere segretario, Mariano Pici, ha messo in evidenza “l’esigenza condivisa da tutte le forze politiche di giungere in tempi rapidi alla stesura definitiva del nuovo Statuto, un’esigenza che non è solo un bisogno dei cittadini ma la giusta risposta per dare concretezza alla stagione delle riforme”. Riferendosi, poi, alla proposta di riduzione degli assessori da 6 a 4, il consigliere segretario ha fatto notare che tale riduzione implica necessariamente il riassetto dei dipartimenti regionali e, quindi, “un passo concreto verso una nuova visione della governance”.  
   
   
FVG, ELEZIONI REGIONALI 2013: ORDINE CANDIDATI E LISTE SULLE SCHEDE  
 
Trieste, 26 marzo 2013 - L´ufficio centrale regionale, presieduto dal dott. Enzo Turel, ha effettuato il 22 marzo alle ore 12.00 le operazioni di sorteggio per determinare l´ordine dei candidati alla carica di presidente e dei collegati gruppi di liste sul manifesto e sulle schede elettorali. La legge regionale del Friuli Venezia Giulia prevede che venga prima sorteggiato l´ordine dei candidati presidente e, poi, nel caso in cui un candidato è collegato con una coalizione di gruppi di liste, un ulteriore sorteggio fra i gruppi di liste per ciascuna delle cinque circoscrizioni elettorali. L´ordine dei candidati alla carica di presidente determinato dal sorteggio è il seguente: 1. Franco Bandelli; 2. Saverio Galluccio; 3. Renzo Tondo; 4. Debora Serracchiani. A seguito dell´ulteriore sorteggio delle liste circoscrizionali, appartenenti alle coalizioni di Renzo Tondo e Debora Serracchiani, il risultato finale è il seguente: Circoscrizione elettorale di Trieste: 1. Franco Bandelli Un´altra Regione; 2. Saverio Galluccio Movimento 5 Stelle; 3. Renzo Tondo 1. Lega Nord, 2. Unione di Centro, 3. Partito Pensionati, 4. Pdl per Tondo Presidente, 5. Autonomia Responsabile. 4. Debora Serracchiani 1.Italia dei Valori, 2. Slovenska Skupnost, 3. Sinistra Ecologia Libertà, 4. Partito Democratico, 5. Cittadini per Debora Serracchiani Presidente; Circoscrizione elettorale di Gorizia: 1. Franco Bandelli Un´altra Regione; 2. Saverio Galluccio Movimento 5 Stelle; 3. Renzo Tondo 1. Partito Pensionati, 2. Lega Nord , 3. Unione di Centro, 4. Autonomia Responsabile , 5. Pdl per Tondo Presidente; 4. Debora Serracchiani 1. Italia dei Valori, 2. Cittadini per Debora Serracchiani Presidente , 3. Partito Democratico , 4. Slovenska Skupnost, 5. Sinistra Ecologia Libertà. Circoscrizione elettorale di Udine: 1. Franco Bandelli Un´altra Regione; 2. Saverio Galluccio Movimento 5 Stelle; 3. Renzo Tondo 1. La Destra, 2. Autonomia Responsabile, 3. Partito Pensionati, 4. Unione di Centro, 5. Pdl per Tondo Presidente, 6. Lega Nord; 4. Debora Serracchiani 1. Partito Democratico, 2. Slovenska Skupnost, 3. Sinistra Ecologia Libertà, 4. Italia dei Valori, 5. Cittadini per Debora Serracchiani Presidente; Circoscrizione elettorale di Tolmezzo: 1. Franco Bandelli Un´altra Regione; 2. Saverio Galluccio Movimento 5 Stelle; 3. Renzo Tondo 1. Partito Pensionati, 2. Autonomia Responsabile, 3. Unione di Centro, 4. Pdl per Tondo Presidente, 5. La Destra, 6. Lega Nord; 4. Debora Serracchiani 1. Sinistra Ecologia Libertà, 2. Partito Democratico, 3. Slovenska Skupnost, 4. Cittadini per Debora Serracchiani Presidente, 5. Italia dei Valori. Circoscrizione elettorale di Pordenone 1. Franco Bandelli Un´altra Regione; 2. Saverio Galluccio Movimento 5 Stelle; 3. Renzo Tondo 1. Autonomia Responsabile , 2. Unione di Centro, 3. Pdl per Tondo Presidente, 4. La Destra, 5. Lega Nord, 6. Partito Pensionati; 4. Debora Serracchiani 1. Sinistra Ecologia Libertà, 2. Italia dei Valori, 3. Slovenska Skupnost, 4. Partito Democratico, 5. Cittadini per Debora Serracchiani Presidente. Il servizio elettorale della Regione comunica che è stata confermata l´esclusione del candidato presidente Marino Andolina e della lista "Sinistra".  
   
   
PRESIDENTE MARINI RIVOLGE AUGURI DI BUON LAVORO AI PARLAMENTARI ELETTI IN UMBRIA  
 
Perugia, 26 marzo 2013 - "Vorrei rivolgere i miei più sinceri e sentiti auguri di buon lavoro a tutti i Parlamentari eletti in Umbria, certa che sapranno svolgere con passione e competenza il mandato parlamentare nell´interesse generale del Paese e collettività umbra". E´ quanto afferma la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che a nome suo personale e della Giunta regionale, ha voluto altresì esprimere "un augurio particolare a Marina Sereni", per la sua elezione a vice presidente della Camera dei Deputati". "La sua elezione - ha affermato la presidente Marini - è il giusto riconoscimento ad una donna delle istituzioni che in questi anni ha svolto l´attività di parlamentare della Repubblica con impegno e dedizione. La sua storia politica rappresenta una testimonianza concreta di un modo di interpretare la politica con alto senso delle istituzioni e spirito di servizio". "In un momento così delicato e complesso in generale del Paese, e della nostra regione in particolare - aggiunge la presidente -, l´Umbria ha bisogno di rappresentanti che sappiano rapportarsi con i territori che li hanno espressi in maniera positiva e costruttiva. Marina Sereni - come gli altri parlamentari umbri - ha sempre rappresentato in questi anni un importante riferimento nella interlocuzione tra istituzione regionale e Parlamento, e sono sicura che proseguirà in questa importante cooperazione istituzionale, avendo a cuore i problemi della nostra regione". "Un augurio sincero anche a Linda Lanzillotta - eletta alla vice presidenza del Senato della Repubblica - con l´auspicio che anche lei - ha concluso la presidente - possa mantenere ed intensificare le relazioni con il nostro territorio".  
   
   
SVILUPPO; PER LA BASILICATA UN PIANO FONDATO SU QUATTRO PILASTRI  
 
Potenza, 26 marzo 2013 - Quattro pilastri su cui fondare le politiche di sviluppo della Basilicata. Sono quelli individuati dalla Regione Basilicata attraverso un “Capacity Lab”, un laboratorio volto proprio ad individuare gli assi strategici per la programmazione degli interventi comunitari 2014/2020 e che domani saranno al centro della discussione in una sessione di lavoro che vedrà la partecipazione, oltre che del presidente della regione Vito De Filippo e dei dirigenti della Regione Basilicata, del ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca. De Filippo-barca, del resto, è il binomio che ha dato vita a questo sistema di lavoro con il quale le idee di sviluppo della Regione Basilicata sono state passate al vaglio, analizzate e integrate da un gruppo di lavoro guidato dal Prof. Ron Boschma (geografo economista di carattere internazionale e docente di sviluppo regionale all’Università di Utrecth) che ha poi prodotto un documento nel quale vengono individuati gli assi strategici su cui concentrare azioni e risorse. Il documento, come detto, individua “quattro pilastri” per le politiche di sviluppo della Basilicata. Si tratta di competitività regionale, innovazione e sviluppo distrettuale; ambiente, turismo e prodotti agricoli; energia; e istruzione, servizi sociali e mobilità. Dallo studio emerge che “sebbene siano ancora sottoutilizzati, questi pilastri rappresentano dei veri e propri potenziali per il futuro sviluppo della regione”. Si tratta, cioè, di sviluppare potenzialità già esistenti, eliminando il rischio di avventurarsi su settori nuovi e portando a valore peculiarità non facilmente replicabili altrove, in modo da costruire una strategia certa che vada anche oltre la definizione della pianificazione degli interventi comunitari per assumere i connotati di un’autentica strategia di sviluppo, “con due obiettivi principali – si elegge nel documento - sfruttare le potenzialità della regione non sfruttate e sottoutilizzate e affrontare l’emarginazione socio-economica della regione”.In questo processo, il punto importante di partenza viene individuato nella specificità della regione Basilicata anche perché, spiega Boschma, “concentrarsi sul rinnovamento è rischioso per definizione e concentrarsi sul rinnovamento partendo da zero è ancora più rischioso, perché è più soggetto al fallimento. Pertanto, le misure politiche dovrebbero mirare a sfruttare le capacità esistenti nella regione”. Ed è questa la strada che sta prendendo corpo nelle interlocuzioni tra il presidente della Regione De Filippo, il ministro Barca, i funzionari e gli studiosi, e per ciascuno dei quattro pilastri individuati si lavora già a più specifiche linee operative e di indirizzo. Sulla competitività ad esempio, già appare chiaro che la possibilità di una strategia di successo a lungo termine “dipende dalla capacità delle regioni di garantire la mobilità fisica ed economica della comunità locale, di permettere il passaggio verso un’economia della conoscenza, di sfruttare maggiormente le potenzialità delle specializzazioni industriali e dei distretti o cluster nonché di diversificare l’economia regionale attraverso la varietà della attività industriali presenti e degli scambi tra le industrie locali complementari. In tale contesto, il pilastro 1 si fonda su quattro settori che probabilmente influiranno sulla competitività della Basilicata, in quanto mirano a costruire le potenzialità regionali e ad affrontare le difficoltà esistenti: (1) infrastrutture fisiche; (2) apprendimento intra e interorganizzativo; (3) sviluppo cluster-based ; e (4) diversificazione regionale”.Un tema, quello delle infrastrutture, già noto in regione. Piccoli centri e pochi collegamenti, e il suggerimento è quello di migliorare i collegamenti ferroviari verso Salerno, Napoli e Foggia e, specie per sostenere il turismo, verso gli aeroporti di Salerno Napoli e Bari. Con un avvertenza: “Poiché la Commissione Europea finanzierà pochissimi investimenti sulle infrastrutture durante il prossimo periodo di programmazione – sostiene la relazione Boshma - è importante selezionare i progetti molto attentamente. Raccomandiamo pertanto di concentrare le risorse finanziarie su quei progetti che mirano a collegare i distretti industriali ai più importanti nodi ferroviari, autostradali e aeroportuali”. E sul versante della competitività grande importanza viene anche riservata alle connessioni Internet al potenziamento di conoscenza e innovazione nei processi d’impresa, ad un sempre crescente rapporto tra le realtà delle formazioni e quelle del lavoro. E sempre in tema di competitività, vengono anche individuati i distretti produttivi esistenti in Basilicata (dall’Auto a Melfi, al Salotto murgiano, dalla ricerca tecnologica alle risorse culturali e naturali, dai distretti agricoli a quello dell’energia in Val d’Agri) da cui partire per sviluppare il sistema. Partire e non limitarsi perché, ad esempio, per quel che riguarda l’auto, lo studio mette in guardia dal rischio di dipendenza del distretto dalla sola casa automobilistica, spingendo invece ad individuare altri possibili sviluppi che mettano a valore le specificità delle aziende dell’indotto anche per sviluppare altre lavorazioni. E più in generale, per ogni distretto sono state già individuate le potenzialità trasversali delle relative industrie che andrebbero sviluppate ulteriormente, grazie ad azioni quali la valorizzazione delle aziende dell’indotto, il trasferimento di conoscenza possibile anche con la circolazione di forza lavoro e il sostegno alle reti di ricerca collettive. Discorso a parte, invece, va fatto per il turismo. “La Basilicata possiede punti di forza unici (per es. Bellezze naturali, patrimonio culturale e artistico, design e gastronomia) che insieme – si legge nello studio - rappresentano un grosso potenziale di crescita per il turismo. Il turismo in Basilicata non è ancora molto sviluppato in quanto la maggior parte dei visitatori ha un basso livello culturale e proviene dalle regioni vicine. Con questo si deduce che la regione non viene pubblicizzata molto come meta turistica. Le difficoltà per l’industria del turismo in Basilicata sono: la perifericità, difficoltà a raggiungere alcuni luoghi, concorrenza con le mete italiane più conosciute a livello mondiale nonché un’ospitalità non sofisticata”. Ma quella che viene individuata come una criticità non è un’inesorabile condanna, anzi, il gruppo di lavoro avverte che “la cura attenta di questi dettagli può trasformare queste debolezze in punti di forza in quanto la regione può vendere il suo autentico e incontaminato ambiente naturale e urbano e la sua natura non globalizzata e del tutto italiana, tanto da diventare una meta per un “ammiratore seriale dell’Italia” - il prossimo luogo da vedere dopo che altri siano stati già visti - e per un turismo di elite piuttosto che di massa”.E anche per questo settore vengono individuati assi su cui lavorare che vanno dall’accessibilità alla riconoscibilità dell’offerta, da nuove politiche di marketing ad una maggiore integrazione nella promozione di turismo, ambiente ed enogastronomia. Per quel che riguarda il terzo pilastro, il modello è quello già dichiarato a livello Regionale, ossia far sì che la produzione di energia da fonte fossile sviluppata per la presenza di idrocarburii in Val d’Agri vada ad inserirsi in un più ampio progetto che guarda alle rinnovabili, non solo al solare, ma anche eolico, idroelettrico e biomasse, con un particolare interesse da parte degli estensori del piano proprio per quest’ultima in virtù del possibile ulteriore sviluppo di “una filiera di energia boschiva sostenibile”. E degne di nota vengono ritenute anche azioni già messe in campo o avviate a livello regionale sul fronte del risparmio energetico, come l’efficientamento degli edifici pubblici con un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili a loro servizio, e anche le politiche di incentivo all’efficientamento energetico degli edifici privati, già previste in alcuni Piani d’azione per l’energia sostenibile dei comuni. Di tutto rilievo viene anche giudicata l’azione politica di negoziazione con le compagnie petrolifere per un maggiore coinvolgimento delle aziende locali, individuando come possibile soluzione “piani di gestione locale” di questi aspetti sulla linea di quanto fatto con il contratto di Settore della Val d’Agri con Eni. Non meno importante, proprio sotto il profilo dello sviluppo, è il quarto “pilastro”, che “mira a sviluppare una serie di obiettivi strategici e di opzioni di politiche per migliorare l’offerta regionale dei servizi per il welfare personale e l’occupabilità nella regione Basilicata con un’attenzione particolare all’istruzione e alla formazione professionale, ai servizi sociali e alla mobilità”. E in particolare l’accento va sulle politiche di mobilità, perché “i trasporti svolgono un ruolo importante nel massimizzare un efficiente incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, competenze e servizi sociali. La maggior parte dei servizi sono forniti nelle città, mentre parte della (debole) domanda è localizzata all’interno. Le misure politiche dovrebbero aumentare i collegamenti interni e l’accessibilità dei mezzi di trasporto nei luoghi dove vi sono i servizi sociali e i servizi della formazione”. E sul fronte delle competenze bisognerebbe lavorare anche sullo spiazzamento dell’offerta e di domanda di professionalità e prevedere percorsi tendenti all’inserimento nel mercato di alte professionalità di cui, spiegano i ricercatori, la Basilicata è esportatrice. Indicazioni che devono essere da guida per quanto possibile nelle azioni da mettere in campo a partire dalla programmazione dei fondi europei, ma non solo. “Non ci si può aspettare – conclude il documento - che una nuova strategia di sviluppo regionale sia implementata completamente nell’immediato e più probabilmente soltanto in parte e in varie fasi. Occorre anche evidenziare che la strategia proposta basata su un migliore sfruttamento delle potenzialità non utilizzate della regione andrà ben oltre lo scopo e il tempo di un programma operativo nell’ambito della politica di coesione 2014-2020 che sarà finanziata dai fondi strutturali europei. Pertanto, i meccanismi di governance ai fini dell’implementazione della strategia nel suo complesso dovrebbero andare oltre i requisiti di gestione previsti dal quadro legale della politica di coesione europea”.  
   
   
TOSCANA, FONDI STRUTTURALI: IMPEGNATI A COLMARE RITARDI PROGRAMMAZIONE UE. FONDI INDISPENSABILI PER COMBATTERE CRISI  
 
Firenze, 26 marzo 2013 – Laboratorio 27 “Le aree interne nella nuova programmazione dei Fondi strutturali. Una diversa geografia dello sviluppo territoriale” : Questo il tema del seminario che si è svolto alla Fortezza da Basso di Firenze. Hanno partecipato rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, della Regione Toscana, esperti, ricercatori e docenti universitari degli atenei di Firenze, Parma e Perugia, dell’Inea e dell’Irpet. I lavori sono stati conclusi dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini. L’assessore regionale ha tenuto a ricordare come la Regione Toscana stia lavorando ad una bozza di Por per la nuova programmazione 2014-2020. “Stiamo cercando di recuperare il ritardo registrato a livello comunitario – ha detto Simoncini – e di fare in modo che dal 1 gennaio del 2014 non vi sia soluzione di continuità nell’utilizzo dei fondi strutturali perchè questo significherebbe un blocco rispetto agli strumenti per sostenere lo sviluppo per il nostro territorio. Proprio la scorsa settimana – ha aggiunto Simoncini – abbiamo aperto la concertazione con le parti sociali e i rappresentanti degli enti locali sul “position paper” della Regione Toscana in modo da addivenire a bozze di Por (Fse, Fesr, Fears) condivisi da sottoporre all’Unione Europea e al Governo Italiano. Facciamo questo sforzo – ha sottolineato l’assessore – nella consapevolezza del fatto che i Fondi Ue sono per la Toscana, in un momento difficile come questo, gli strumenti fondamentali per combattere la crisi e rilanciare politiche di sviluppo e occupazione.” Riferendosi più particolarmente al tema della mattinata, Simoncini ha sottolineato come “In questo quadro rivolgeremo particolare attenzione alle aree interne e a quelle caratterizzate da svantaggio territoriale e di servizi, con interventi che cercheranno di promuovere e favorire un accesso adeguato ai servizi e valorizzare le ricchezze naturali delle aree stesse al fine di promuovere sviluppo e occupazione.” L’assessore ha infine rivolto un richiamo al Governo nazionale sulle politiche ordinarie. “E’ fondamentale – ha concluso – che accanto agli intervento dei fondi vi sia per i servizi essenziali come l’ istruzione, i trasporti, le infrastrutture, che devono essere garantiti dalle politiche ordinarie, un preciso impegno dei Ministeri.”  
   
   
“IL GOVERNO INTERVENGA PER GARANTIRE I PAGAMENTI DELLA PA”  
 
Potenza, 26 marzo 2013 - “E’ urgente un’azione politica a livello europeo per negoziare spazi di flessibilità all´interno del Patto di Stabilità che permettano di accelerare i pagamenti dei debiti commerciali, nel quadro di un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, che realizzi concrete azioni di sostegno per rilanciare crescita e occupazione, pur nel rispetto della necessaria stabilità finanziaria chiede al Governo”. E’ quanto scrivono, in un ordine del giorno approvato ieri, i presidenti delle Assemblee legislative regionali chiedendo al Governo “di mettere in atto con urgenza iniziative finalizzate alla risoluzione del tema dei pagamenti arretrati della pubblica amministrazione e al definitivo chiarimento dei termini operativi della nozione di flessibilità con l’Unione Europea, per poter dare tempi certi al sistema delle imprese creditrici italiane”. Nel documento, discusso e approvato oggi con la condivisione del presidente del Consiglio regionale della Basilicata Vincenzo Santochirico, si sottolinea che “i gravissimi ritardi nei pagamenti sono una modalità inaccettabile, che mina i corretti rapporti tra pubblica amministrazione e imprese e che crea grave danno per le imprese, in molti casi già colpite dalla difficoltà di accedere al credito bancario nel contesto della crisi”. I presidenti delle Assemblee legislative regionali ricordano che “gli spazi per una rapida liquidazione di debiti pregressi sono fortemente limitati dalla necessità di rispettare gli impegni assunti dall´Italia con l´Unione Europea nel quadro del Patto di Stabilità”, mentre “la liquidazione dei debiti commerciali, secondo le regole di contabilità europee, anche corrispondenti a spesa per investimenti pregressi, determina un conseguente aumento del debito pubblico. Diventa pertanto necessario – conclude l’odg - definire un meccanismo che permetta da subito di dare respiro alle imprese avviando un´opera di graduale liquidazione dei debiti con modalità che tengano conto dei vincoli di finanza pubblica”.  
   
   
APPROVATA ‘LEGGE CIAMBETTI’ PER UNIONE VAS E QUERO (BL). “I DUE COMUNI FELTRINI APRIPISTA DI UNA RIFORMA PER RISPARMIARE E GARANTIRE SERVIZI MIGLIORI AI CITTADINI”  
 
Venezia, 26 marzo 2013 - Approvando nella notte tra giovedì e venerdì scorsi la legge proposta dall’assessore regionale agli Enti locali Roberto Ciambetti, il Consiglio regionale del Veneto ha detto sì alla fusione dei Comuni bellunesi di Vas e di Quero, i quali sono ora chiamati a organizzare il referendum per chiedere alla cittadinanza di esprimersi in merito. “Il voto del Consiglio regionale – spiega Ciambetti – segna un momento decisivo. Si tratta di una svolta significativa dopo il via libera della Giunta regionale, un segnale importante che coglie il voto espresso dai due Consigli comunali del Feltrino. Questa potrebbe essere la prima fusione realizzata per razionalizzare i servizi, abbattere i costi a carico dei contribuenti, garantendo comunque la qualità e le funzioni dell’ente locale. Di certo, Vas e Quero hanno inaugurato una fase che in Veneto porterà a ridisegnare la mappa del territorio lungo una via che per primi questi due Comuni hanno esplorato: siamo davanti a una vera riforma, che nasce dal basso, che ha come protagonisti i cittadini e le istituzioni a loro più prossime. Unendosi i due Comuni diminuiscono le spese e ciò consente di recuperare risorse per migliorare i servizi e dare quindi risposte alla cittadinanza. Meno poltrone, meno burocrazia, più efficienza”. L’assessore ha poi rammentato come “la fusione vedrà anche un sostegno economico sia dello Stato sia della Regione, che agevola ogni processo di razionalizzazione. Stando al decreto sulla revisione della spesa pubblica, il contributo straordinario previsto dalla normativa nazionale ai municipi che si fondono è pari al 20 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti nel 2010. Non vanno poi dimenticati i contributi previsti dalla legge regionale n. 18 del 2012 che avevo predisposto proprio per spingere le amministrazioni locali fino a 5.000 abitanti a concentrare uffici e risorse al fine di ottenere risparmi di scala”. Ora la parola ritorna ai cittadini che dovranno esprimersi con un referendum consultivo. “La mia speranza – continua Ciambetti – è che si possa eleggere il nuovo Consiglio comunale nella primavera del 2014, alla naturale scadenza del mandato delle attuali amministrazioni. Questi ultimi passaggi chiudono un percorso iniziato anni or sono, ma che ha già portato a grandi sinergie tra i due Comuni con risultati veramente importanti, ai quali mi auguro guardino con interesse anche altre amministrazioni. Cito un fatto che è indicatore delle opportunità che nascono dalla sinergia e dal lavorare assieme: Vas e Quero, grazie a una campagna comune di informazione e coinvolgimento della cittadinanza, sono riusciti nel volgere di pochissimo tempo a passare dal 60 all’85 per cento di raccolta differenziata, un dato a dir poco nordeuropeo, dimostrando un livello singolare di efficienza e qualità”. “Anche in Polesine – ha concluso l’assessore – sei Comuni hanno avviato un percorso di fusione e l’esperienza feltrina è per loro un punto di riferimento. Da parte mia la soddisfazione di aver contribuito a questo processo con leggi che ho proposto grazie alla collaborazione della Direzione regionale degli Enti locali. Ma i veri protagonisti della svolta sono stati e sono, e ciò non va dimenticato, i due sindaci di Vas e Quero, i consigli comunali dei due centri e la popolazione che ha compreso e colto lo spirito dei tempi”.  
   
   
ROMA: "VERSO L´ARMONIZZAZIONE. LA RIFORMA CONTABILE DEGLI ENTI TERRITORIALI". GLI ATTI DEL SEMINARIO DI PALAZZO VALENTINI  
 
Roma, 26 marzo 2013 - Si è svolto presso Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma, il Seminario organizzato in collaborazione con l’Upi (Unione delle Province d´Italia), dal titolo “La riforma dei sistemi contabili della Pubblica Amministrazione”. Il Seminario ha avuto un notevole successo con la partecipazione di oltre 40 Comuni del territorio della provincia di Roma e di oltre 12 Amministrazioni provinciali. Gli Enti partecipanti saranno coinvolti dal 1 gennaio 2014 nell’attuazione della nuova disciplina contabile delle pubbliche amministrazioni locali che modificherà in modo sostanziale l’attuale sistema normato dal D.lgs 267/2000. Oltre alle amministrazioni locali il Seminario - svoltosi giovedì 14 marzo – ha registrato la presenza di altre amministrazioni pubbliche tra le quali: Corte dei Conti; Regione Lazio e Campania; Comune di Roma (con una folta rappresentanza). Il Commissario Straordinario della Provincia di Roma, Umberto Postiglione, che ha colto positivamente l’evento, ha voluto rivolgere il proprio saluto di benvenuto a tutti i partecipanti auspicando un positivo riscontro rispetto all’attuazione della riforma contabile. Il Seminario è stato organizzato dalla Provincia di Roma al fine di facilitare il percorso di avvicinamento alla data del 1 gennaio 2014 la Provincia di Roma, con l’obiettivo di informare e formare i Responsabili dei Servizi Finanziari dei comuni, che per primi si troveranno a dover gestire il cambiamento, e annunciando un percorso di supporto per gli enti del proprio territorio sia dal punto di vista amministrativo che informatico. Per ulteriori informazioni in materia http://portaleragioneria.Provincia.roma.it/  
   
   
POLESINE, PROTOCOLLO D’INTESA MISE-REGIONE VENETO PER SUPERARE LA CRISI UN’INTESA DI DUE ANNI PER FAVORIRE INIZIATIVE PRODUTTIVE E STAR-UP INNOVATIVE  
 
Roma, 26 marzo 2013- Firmato il 22 marzo, al Ministero dello Sviluppo Economico, un Protocollo d’Intesa con la Regione Veneto per arginare la grave crisi socio-economica che ormai da anni colpisce il territorio del Polesine. A siglare l’intesa, della durata di due anni, sono stati il Ministro Corrado Passera e su delega del Presidente della Regione Veneto Luca Zaia- l’Assessore regionale all’Economia, Ricerca e Innovazione Marialuisa Coppola. L’obiettivo dell’accordo è quello di arginare la situazione esistente nella zona di Rovigo e invertire la tendenza ad un aumento esponenziale delle ore di cassa integrazione, dei licenziamenti e della riduzione del tasso di attività. Gli indicatori dicono, per esempio, che dal 2007 al 2012 c’è stata un’impennata del ricorso alla cig del 417%, con punte del 1.060% per le ore di cassa integrazione ordinaria. Per superare questo drammatico stato di cose, Mise e Regione Veneto hanno convenuto su un ampio progetto di iniziative pilota, di interesse nazionale, incentrate sull’innovazione, la ricerca e lo sviluppo di start-up produttive. La collaborazione viene attivata per rafforzare l’integrazione delle politiche dedicate a questi temi e per conseguire una più efficace attuazione degli interventi previsti nel protocollo. Scopo dell’intesa è incoraggiare un modello di sviluppo innovativo, solido e sostenibile nel lungo periodo, lavorando sulla salvaguardia e il consolidamento del tessuto produttivo, sull’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali, sul sostegno al reimpiego dei lavoratori espulsi dalla filiera produttiva, sull’assistenza e l’accompagnamento delle imprese in percorsi di start-up, internazionalizzazione, innovazione e trasferimento tecnologico. Tra gli interventi, sono previste risorse per il sostegno di investimenti produttivi; verrà facilitato l’insediamento di start-up innovative con la messa a disposizione di strutture già individuate e di risorse dedicate; verranno realizzate azioni di riduzione dei tempi per permessi e licenze per nuovi insediamenti o ampliamento di aziende. Saranno inoltre attivati sportelli di Temporary Manager, istituito un punto di raccordo con il Desk Italia regionale e il Desk Italia nazionale per agevolare l’attrazione degli investimenti diretti dall’estero e completate alcune opere infrastrutturali. Particolare attenzione sarà poi dedicata allo sviluppo di tecnologie “verdi” per nuovi prodotti e processi e allo sviluppo delle fonti di energia alternative, promuovendo nuove linee di ricerca e potenziando sia l’attività dei Laboratori Ecsin (specializzato in nanotecnologie) e Tesi (specializzato in materiali), sia l’integrazione dei parchi scientifici e tecnologici del Veneto. Sarà favorito, infine, il Patto dei Sindaci a livello locale per l’attuazione del Piano per l’Energia sostenibile e saranno promosse azioni per la valorizzazione sostenibile del territorio, con incremento del turismo di visitazione, naturalistico e culturale. La Regione Veneto realizzerà le azioni con la collaborazione di tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici locali e con il contributo specifico della Camera di Commercio di Rovigo. Il Ministero dello Sviluppo economico, da parte sua, faciliterà il superamento di eventuali criticità di livello nazionale che dovessero verificarsi nella realizzazione delle azioni e la diffusione della conoscenza delle migliori pratiche disponibili a livello nazionale ed europeo nei settori di intervento.  
   
   
LAVORO, REGIONE CAMPANIA INCONTRA SINDACATO TEDESCO DGB  
 
Napoli, 26 marzo 2013 - L´assessore al Lavoro e alla Formazione Severino Nappi ha ricevuto ieri mattina una delegazione del principale sindacato tedesco Dgb, guidata dal presidente del Dgb Nord Amburgo Uwe Polkaehn. Hanno preso parte all´incontro anche i segretari nazionali tedeschi di categoria, Klaus Bullan (per il comparto scuola e apprendistato duale), Horst Hopmann (per il comparto formazione), Heino Bade (per il comparto aerospazio e green economy). Era presente il segretario generale della Cgil Campania Franco Tavella, promotore dell´incontro. Al centro dei lavori, lo scambio di esperienza in materia di politiche attive del lavoro, formazione e apprendistato, nonché gli interventi in materia di logistica e portualità, ambiti produttivi di eccellenza per entrambe le comunità. Si è convenuto che la Campania ospiti, nell´ambito delle intese istituzionali, un tavolo di confronto con le parti sociali per definire temi e strumenti di una concorde politica del lavoro. "Nel solco dell´accordo Italia - Germania sull´apprendistato, sancito lo scorso novembre dai due Governi proprio qui a Napoli, l´incontro di stamattina con la massima organizzazione sindacale tedesca rappresenta un ulteriore ed importante passo verso l´internazionalizzazione dei rapporti, anche ai fini della costruzione di politiche del lavoro e della formazione indispensabili per il contrasto alla crisi", sottolinea l´assessore al Lavoro e alla Formazione Severino Nappi. "La Regione Campania, per i temi e per gli interlocutori scelti, si candida ad essere il delle relazioni in materia di lavoro e sviluppo, a partire dalle politiche per la formazione e il lavoro dei giovani e lo scambio di esperienze", conclude Nappi.  
   
   
AMMORTIZZATORI IN DEROGA, ODG PRESIDENTI CONSIGLI REGIONALI  
 
Potenza, 26 marzo 2013 - Un pressante invito a mettere in atto ”tutte le azioni utili a garantire il finanziamento degli ammortizzatori in deroga” viene rivolto al Governo dalla Conferenza delle Assemblee legislative regionali. Con un ordine del giorno approvato ieri, sostenuto anche dal presidente del Consiglio regionale della Basilicata Vincenzo Santochirico, l’organismo chiede inoltre “che siano firmati tempestivamente i previsti decreti attuativi e si disponga la conseguente autorizzazione da parte del ministero del Lavoro all’Inps, finalizzata a coprire tutti i pagamenti relativi al 2012 e l’urgenza della firma dei decreti autorizzativi per il 2013”. “La difficile situazione legata alla necessità di dare piena copertura al finanziamento per il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2012 e il corrente 2013 – si legge nel documento -, produce fortissime preoccupazioni per la situazione sociale venutasi a creare per il blocco dei pagamenti da parte dell’Inps, che riguarda oltre centomila lavoratori, in attesa del pagamento a causa di un blocco che appare incomprensibile e non condivisibile”. “Tali incertezze – scrivono ancora i presidenti delle Assemblee legislative regionali - rischiano di bloccare le procedure autorizzative delle Regioni, atte a dare garanzie a migliaia di lavoratrici e lavoratori dipendenti da piccole imprese colpite dalla crisi economica Sono pertanto necessarie oltre a quelle positivamente stanziate nello scorso febbraio a seguito di incontro delle Regioni col ministero competente, ulteriori risorse per assicurare copertura per tutto il 2012”.  
   
   
BASILICATA: PIANO PLURIENNALE DEL LAVORO  
 
Potenza, 26 marzo 2013 - “Nel corso della riunione del Tavolo di coordinamento riservato all’approfondimento delle questioni trattate e assunte nell’Accordo quadro sugli ammortizzatori sociali, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil hanno confermato l’impegno delle organizzazioni a fornire al Governo regionale entro la fine del mese di aprile il complesso di proposte da considerare per la definizione del Piano regionale del Lavoro, la cui bozza è stata a suo tempo consegnata dall’Assessore al Lavoro a tutte le parti sociali”. Lo dichiara l’assessore alla Formazione e Lavoro, Vincenzo Viti, che aggiunge: “Come d’intesa il Governo regionale intende acquisire tutte le indicazioni e integrazioni da inquadrare in una sintesi più compiuta del Piano che sarà oggetto del confronto sia nella Cabina di regia coordinata dal Presidente De Filippo sia nel dibattito pubblico, nelle istituzioni e nella comunità regionale. Si tratterà di aggiornare coerentemente, misurandone l’efficacia e i risultati, il complesso finora realizzato delle politiche attive del lavoro, sintonizzandole con le scelte di sviluppo e con il quadro delle risorse da destinare nei prossimi mesi agli ammortizzatori sociali, così da rendere ‘virtuosa’ e produttiva la spesa pubblica a sostegno del sistema sociale lucano”.  
   
   
CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA; UMBRIA "GRAVE PREOCCUPAZIONE" PER FONDI NAZIONALI  
 
Perugia, 26 marzo 2013 - "La carenza di risorse nazionali per la cassa integrazione in deroga suscita grave preoccupazione": lo ha detto l´assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Riommi, intervenendo al "tavolo" che si è tenuto in Regione sugli ammortizzatori sociali, a cui hanno partecipato le parti sociali. Facendo il quadro della situazione, Riommi ha evidenziato che le risorse nazionali per finanziare le domande del 2013 e per onorare le autorizzazioni rilasciate dalle Regioni per il 2012 sono ad oggi largamente insufficienti anche rispetto alla spesa storica degli scorsi anni. Anche le parti sociali nel corso della riunione hanno espresso forte preoccupazione per la situazione sociale che rischia di verificarsi a fronte dell´insufficienza delle risorse stanziate dal Ministero del Lavoro. Regione e parti sociali chiedono quindi che vengano assegnate dal Ministero del lavoro quanto prima le ulteriori risorse già individuate con leggi dello Stato e destinate agli ammortizzatori in deroga per l´anno 2013 e di attivare un tavolo di confronto fra Regioni, Ministero e Inps per rideterminare le ulteriori risorse necessarie, tenendo conto dell´effettivo impatto della crisi in Umbria come in Italia. "Le Regioni - ha precisato l´assessore Riommi - stanno lavorando congiuntamente, in sede tecnica e politica, per rappresentare al Ministero ed al Governo ipotesi di intervento che consentano di reggere l´urto della crisi sui lavoratori e sulle piccole imprese. In questo senso cogliamo positivamente la modifica della posizione del Ministero - ha detto Riommi -, che dopo le pressanti sollecitazioni del Coordinamento delle Regioni, ha sancito la validità degli accordi conclusi in sede aziendale che consentono una maggiore celerità nel rilascio delle autorizzazioni e quindi dei pagamenti a favore dei lavoratori. L´umbria, come le altre Regioni, ha modificato le modalità per rilasciare in tempi rapidi le autorizzazioni alla cassa integrazione in deroga. Infatti abbiamo previsto, in accordo con imprese e sindacati, proprio per garantire il migliore utilizzo possibile delle scarse risorse ad oggi disponibili, autorizzazioni più brevi a fronte di più domande che possono essere presentate dalle imprese al fine di controllare la spesa e consentire più lunghi periodi di fruizione della cassa integrazione, dato il ridotto ammontare delle risorse stanziate ad oggi a livello nazionale".  
   
   
CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA, LA GIUNTA TOSCANA APPROVA NUOVE LINEE GUIDA  
 
Firenze, 26 marzo 2013 – Istruttorie più snelle, tempi più veloci, meno carta e percorsi formativi mirati: queste alcune delle novità contenute nelle nuove linee guida per gli ammortizzatori sociali in deroga che la giunta regionale ha approvato oggi su proposta dell’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini. L’assessore ha anche informato la giunta dei problemi presenti per la copertura finanziaria di tutto il 2013, ad oggi non garantita dallo Stato centrale e sui ritardi che alcune decisioni del ministero del Lavoro e dell’Inps Nazionale hanno determinato sui pagamenti delle spettanze dei lavoratori e delle lavoratrici. “Se sembra in via di definitiva soluzione – ha detto l’assessore – sulla base anche dell’impegno della Regione Toscana, il problema dei pagamento dei residui del 2012 ad una parte dei lavoratori, nonostante l’impegno degli uffici regionali e dell’Inps Toscana ci vorrà ancora un po’ di tempo per smaltire l’arretrato accumulatosi ad inizio anno per il blocco delle procedure attivato da Roma. E’ anche in considerazione di tali problematiche che si sono decise le nuove procedure”. “Gli ammortizzatori sociali in deroga – spiega Simoncini – hanno, come noto, la funzione di estendere strumenti di tutela del reddito a lavoratori che, in base alla normativa a regime, ne sarebbero esclusi. Da quando la competenza della gestione è passata alla Regione, questo strumento si è rivelato essenziale per fronteggiare un’emergenza di cui ancora, purtroppo, non intravediamo la fine. E’ per questo che, per rendere più fluido un processo che interessa volumi sempre più importanti di domande e coinvolge migliaia di lavoratori, abbiamo pensato, anche a seguito di osservazioni e richieste delle parti sociali, ad una serie di accorgimenti tecnici per rendere più facile sia per le aziende che per i lavoratori accedere ai benefici previsti”. Le novità Una delle prime novità consiste nella decisione di richiedere alle aziende di presentare le domande entro 20 giorni dall’inizio del periodo di sospensione dal lavoro e non, come previsto precedentemente, entro la fine del periodo. Ciò consentirà una più immediata gestione delle autorizzazioni e maggiore tempestività nell’erogazione delle risorse da parte dell’Inps. Sempre per ridurre i tempi e l’abuso di documenti cartacei, si prevede che le aziende possano inviare per posta raccomandata soltanto la prima pagina della domanda (con firma e marca da bollo), mentre il resto sarà scaricato dagli uffici direttamente dalla procedura on line. La delibera approvata dalla giunta ridefinisce anche gli interventi di politica attiva, vale a dire le azioni formative e di riqualificazione dei lavoratori. Se fino ad oggi tutti i lavoratori in cassa integrazione o mobilità erano tenuti a frequentare interventi di politica attiva (corsi e iniziative formative), da oggi si è deciso di limitare gli interventi ai lavoratori per cui non è previsto il rientro in azienda al termine della cassa. In generale i lavoratori, per attivare le iniziative di politica attiva, non dovranno più andare al centro per l’impiego entro 48 ore dall’avvio del periodo di cassa integrazione, ma entro 5 giorni. Sono esentati anche coloro che hanno già effettuato almeno tre interventi di politica attiva, come pure coloro che sono prossimi alla pensione. Resta il fatto che tutti i lavoratori, su base volontaria, possono comunque se interessati accedere alle attività proposte dalle Province. “Questi minori vincoli sulle politiche attive – afferma Simoncini – permetteranno di concentrarsi maggiormente sui lavoratori che rischiano di perdere il posto e hanno quindi bisogno di aggiornare le proprie competenze, anche costruendo percorsi individualizzati, per ricollocarsi sul mercato”. I numeri Da maggio 2009 la Regione con il servizio lavoro, gestisce direttamente le domande di cassa integrazione in deroga. Ad oggi sono pervenute 44.724 richieste di autorizzazione, per 68.135 lavoratori coinvolti e oltre 76 milioni di ore. Da ottobre 2010 la Regione autorizza anche la mobilità in deroga: ad oggi sono state presentate 4.563 richieste. Da gennaio ad oggi la Regione Toscana ha ricevuto 4927 domande di cassa integrazione in deroga, per un totale di 21591 lavoratori, mentre le nuove domande di mobilità sono state 426, cui si aggiungono quelle autorizzate a cavallo fra il 2012 e il 2013, che sono in tutto 1043.  
   
   
TRENTO: APPROVATI I BANDI DEL FONDO PER LA VALORIZZAZIONE E PROFESSIONALIZZAZIONE DEI GIOVANI  
 
Trento, 26 marzo 2013 - La Giunta provinciale, su proposta del presidente Alberto Pacher, ha approvato il 22 marzo i nuovi bandi del Fondo per la valorizzazione e professionalizzazione dei giovani. I bandi prevedono borse di studio e prestiti d´onore per corsi di lingue estere, percorsi di istruzione e formazione all´estero, stage lavorativi estivi, percorsi di eccellenza e di alta specializzazione professionale, percorsi per l´inserimento di giovani laureati e dottori di ricerca nel mercato del lavoro trentino e non, attivando progetti di ricerca. Rispetto alla versione precedente dei bandi, la Giunta ha introdotto alcune novità per ragioni di compatibilità finanziaria e per adeguare la formulazione dei bandi al mutato contesto socio-economico del Trentino. Alcuni bandi, ad esempio, non sono stati attivati per ragioni di contenimento della spesa, non avendo riscosso particolare interesse da parte dei destinatari, oppure per evitare il sovrapporsi di interventi previsti da parte di altri enti territoriali. Per tutte le misure, comunque, la linea guida è stata quella di contenere i costi salvaguardando tuttavia gli interventi rivelatisi più efficaci. Ad esempio per i "corsi full immersion di tre o quattro settimane all´estero" è stata prevista da quest´anno una graduatoria basata sull´indicatore Icef in base alla quale verranno corrisposte le borse di studio fino alla concorrenza dell´importo stanziato; cambia pertanto il criterio fin qui adottato, che prevedeva il pagamento delle borse a conclusione del corso in ordine cronologico. Le domande saranno presentate fino al 20 giugno 201, mentre la graduatoria degli ammessi sarà predisposta entro il 20 luglio successivo. A favore degli "studenti eccellenti" che hanno completato il primo ciclo di istruzione con il conseguimento del diploma di scuola secondaria di primo grado è prevista da quest´anno una borsa di studio pari ad euro 2.800 a favore di venti ragazzi che presenteranno domanda direttamente al Dipartimento della Conoscenza e che saranno selezionati da una apposita commissione, che terrà conto anche della condizione economica e patrimoniale del nucleo familiare. Fino allo scorso anno prevedeva una borsa di studio a favore di venti ragazzi con borse di studio annuali di 2.000 euro rinnovabili per i 5 anni del secondo ciclo di istruzione e formazione. L´importo massimo complessivamente erogabile per "prestiti d´onore" a favore degli studenti universitari in Italia vengono ridotti da 30mila euro a 12mila, mentre a favore degli studenti universitari all´estero vengono ridotti da 54mila euro a 18mila. Da ricordare che per quest´anno la raccolta delle domande di prestiti d´onore è prevista dall´ 8 aprile al 10 maggio 2013, con proroga rispetto al termine previsto dal bando del 31 marzo 2013. Anche per la "residenzialità dottorandi" il termine di presentazione delle domande è prevista dall´ 8 aprile al 10 maggio 2013, con proroga rispetto al termine previsto dal bando del 31 marzo 2013. Un´altra scadenza importante è quella dell´entrata in vigore del bando 2a dell´Agenzia del lavoro riguardante l´"inserimento dei giovani laureati e dottori di ricerca nel mercato del lavoro trentino e non", attraverso l´attivazione di progetti di ricerca. La validità del nuovo bando sarà a partire dal 1 luglio 2013 e fino a tale data è vigente il bando precedente.  
   
   
RIFUGIATI. COMUNE DI MILANO, PROROGATA DI UN ANNO L’ACCOGLIENZA ORDINARIA NEI CENTRI COMUNALI  
 
Milano, 26 marzo 2013 - La Giunta ha prorogato di un anno la gestione, in appalto al privato sociale, del servizio di accoglienza ordinaria per rifugiati e richiedenti asilo. La spesa impegnata è di 2,5 milioni di euro, ed è interamente finanziata da risorse statali. L’attuale rapporto del Comune con l’ente gestore, la cooperativa Farsi Prossimo, è iniziato il 1 giugno 2011 e si estende fino al 31 maggio 2013. Al momento della stipula era stato previsto l’eventuale prolungamento di ulteriori 12 mesi. La nuova scadenza dell’accordo è stata quindi portata al 31 maggio 2014. Il progetto è inserito nell’ambito degli accordi del 2007 tra l’Amministrazione comunale e il Ministero dell’Interno sul fronte dell’integrazione sociale di cittadini stranieri richiedenti asilo, titolari di protezione internazionale o destinatari di altre forme di protezione umanitaria. Si tratta, in totale, di 300 posti letto, di cui 70 dedicati all’accoglienza di donne sole o mamme con bambini. L’ospitalità è suddivisa in cinque sedi. I centri si trovano in via Novara 451 (90 posti), via Gorlini 1 (60 posti), via Giorgi 31 (30 posti), viale Fulvio Testi 302 (50 posti), via Sammartini 75 (70 posti). L’accoglienza è accompagnata da progetti di inclusione. Ai rifugiati e richiedenti asilo vengono proposti corsi di italiano, percorsi di orientamento al lavoro e ai servizi. Vengono seguiti sul piano sanitario e dell’assistenza psicologica. Progetti specifici sono dedicati alle mamme con bambini, in particolare sul fronte dell’integrazione scolastica. Ciascuna persona accolta può essere ospitata nei centri, secondo quanto stabilito dagli accordi con il Ministero, fino a un massimo di dieci mesi. “Andiamo avanti sul terreno delle politiche volte a garantire il rispetto dei diritti umani e di cittadinanza – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute Pierfrancesco Majorino -. Siamo allineati con le altre città d’Italia che partecipano al programma nazionale di interventi per i rifugiati e i richiedenti asilo, programma interamente finanziato con risorse statali”.  
   
   
UMBRIA: CENTRO PARI OPPORTUNITÀ: PREMIO “LAURA CIPOLLONE” PER TESI LAUREA SU PERSONAGGI O TEMATICHE FEMMINILI  
 
Perugia, 27 marzo 2013 - Scadono il 31 marzo prossimo i termini per la presentazione delle domande di partecipazione al premio per tesi di laurea "Laura Cipollone" istituito dal Centro per le Pari Opportunità della Regione Umbria e rivolto alle laureate e ai laureati che hanno discusso la tesi di laurea "su personaggi femminili o su problematiche attinenti la realtà femminile". Sono previsti tre livelli di premiazione: il primo premio è di 1.050 euro, il secondo di 700 euro e il terzo di 350 euro. Possono concorrere all´assegnazione i residenti in Umbria, in possesso di Laurea triennale o Laurea specialistica del nuovo ordinamento o Laurea quadriennale del previgente ordinamento, che si sono laureati e laureate, anche in Atenei fuori regione, in una qualsiasi delle sessioni dell´anno accademico 2010/2011. In base al bando, "saranno privilegiate le tesi facenti riferimento a personaggi o problematiche attinenti la realtà umbra". Il premio verrà attribuito su proposta di una Commissione giudicatrice presieduta dalla Presidente del Centro per le pari opportunità, o da una sua delegata, e da due esperte nominate dall´Assemblea del Centro stesso. Sul sito web: http://www.centropariopportunita.regione.umbria.it/  è disponibile il bando del concorso ed è possibile scaricare lo schema di domanda di partecipazione. Per maggiori informazioni, ci si può rivolgere al Centro per le pari opportunità (tel. 075/5046901 - 6905; posta elettronica pariopportunita@regione.Umbria.it bgori@regione.Umbria.it ).  
   
   
LE DONNE COSTRUISCONO LA NUOVA AFRICA  
 
Trento, 26 marzo 2013 - L´africa non è più un´appendice dell´Europa, non è più il Continente colonizzato, defraudato delle sue ricchezze; pur se fra ostacoli e contraddizioni, si muove con il resto del mondo, ed in particolare con quello che chiamavamo, fino a qualche tempo fa, Sud del mondo. In Africa oggi vi sono paesi che crescono a ritmi impensabili per un "maturo" occidente; vi sono anche parlamenti che danno alle donne più spazio di quanto esse non abbiano in Italia. Di questo ed altro si è parlato ieri sera al casinò municipale di Arco, per un evento che ha visto protagoniste sei ospiti di eccezione: Marie Rosemonde Maoussi Deffon Yakoubou, Evelyn Anita Stokes-hayford, Josephine Wangari Gaita, Carla Elisa Luis Mucavi, Nomatemba Tambo, Amira Daoud Hassan Gornass, ambasciatrici in Italia di Benin, Ghana, Kenya, Mozambico, Sud Africa, Sudan. La tavola rotonda, apertasi con i saluti dell´assessore provinciale alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e dell´assessore del Comune di Arco Renato Veronesi, ha richiamato un pubblico numeroso e attento, in mezzo al quale spiccavano alcuni "volti noti" della solidarietà trentina nel mondo, come quello di Carlo Spagnolli. A moderare i lavori, il giornalista, scrittore e deputato Jean-léonard Touadi. Presente al tavolo dei relatori anche Rosanna Coniglio, già direttrice centrale del Ministero degli affari esteri italiano per l’Africa subsahariana. "Il Sud del mondo è diventato la vera locomotiva dell’economia mondiale - ha detto Touadi in apertura - E all’interno di questo Sud il motore è anche e soprattutto femminile, il motore è donna. Quindi l’occhio compassionevole con cui abbiamo sempre guardato alla questione femminile deve cambiare. La donna è oggi una risorsa strategica fondamentale per lo sviluppo delle comunità e dei paesi, e la presenza di queste ambasciatrici oggi a Trento ne è una prova." Una chiave di lettura su cui hanno concordato sia Rossana Coniglio che l´assessore Beltrami, la quale ha porto un caloroso benvenuto alle ambasciatrici d’Africa che hanno accolto l’invito del Trentino, alcune delle quali avevano già visitato in precedenza la nostra terra, anche confrontandosi con le tante associazioni provinciali che operano nei loro paesi. Una chiave di lettura fatta propria anche dall´assessore allo sport, formazione, scuola di Arco Renato Veronesi, che a sua volta si è soffermato sui cambiamenti epocali a cui stiamo assistendo, e che ci obbligano a considerare i temi dello sviluppo e del sottosviluppo in maniera nuova. Parlando di Africa, naturalmente, il rischio è quello di operare facili semplificazioni. Il continente è vasto e diversificato, la realtà di un paese come il Sud Africa, di cui ha parlato un´ambasciatrice dal cognome particolarmente "evocativo", Tambo (è figlia dello storico leader dell´African National Congress Oliver Tambo, che ha vissuto 30 anni in esilio per la sua strenua lotta contro il regime di apartheid) non è la stessa del Sudan, da poco uscito da un lungo conflitto intestino che ha opposto il governo centrale di Khartum al Sud del paese (oggi costituitosi in stato autonomo), o del Mozambico, paese che il Trentino conosce benissimo per i legami stretti già all´epoca della decolonizzazione e poi della guerra civile. Ciò vale per le problematiche di natura economica e politica così come per quelle legate alla condizione femminile. In Benin, è stato detto nel corso dell´incontro, molte donne ancora stanno lottando per vedersi riconoscere i diritti fondamentali, anche se nella memoria del paese si tramandano le gesta di donne regine e donne guerriere. Il fattore determinante per la promozione dell’emancipazione della donna è stato ed è la scuola. Nel campo dell’economia, tanto in ambiente rurale quanto nelle città, il ruolo della donna diventa sempre più incisivo, e può essere tranquillamente confrontato con quello dell’uomo. Una situazione, questa, comune anche ad altri contesi, tanto in paesi complessivamente più ricchi di risorse e di opportunità, come il Sudan, quanto in quelli che ancora stanno cercando la loro strada. Da Maputo a Nairobi, da Accra alle periferie delle grandi metropoli sudafricane, la donna gestisce i commerci e il denaro, accede al credito, diventa responsabile di progetti di cooperazione allo sviluppo. E a tutto questo si aggiungono le responsabilità derivanti dall´essere madre, dalla conduzione della casa e dalle cure parentali. "In generale - ha sottolineato l´ambasciatrice del Ghana - il contributo della donna è determinante. Il fondatore del Ghana, Kwame Nkruma, subito dopo l’indipendenza, ha detto che nel paese non avrebbe dovuto essere di casa alcuna forma di discriminazione. E come risultato oggi abbiamo molte donne in parlamento, abbiamo donne leader nei diversi campi dell’economia, abbiamo scienziate. Oggi il ministro degli esteri è donna, l’alto commissario per i diritti umani è donna, abbiamo donne nell’esercito, non ci sono posizioni a noi precluse , almeno in linea di principio. Pertanto, io credo che non si debba avere nei confronti delle donne un atteggiamento semplicemente compassionevole, ma rivolto piuttosto al pieno riconoscimento dei loro diritti e alla valorizzazione delle loro qualità." Nel periodo postcoloniale sono emersi anche problemi di natura legale, legati ad esempio alla proprietà della terra o al diritto all´eredità. In Kenya le donne erano impiegate nella coltivazione e produzione dei prodotti coloniali come tè o caffè, "ma quando si trattava di incassare il padrone era sempre un uomo." Lo stesso succedeva in Tanzania, Burundi, Etiopia o Mozambico, ovunque la donna aveva già iniziato a trovare una propria collocazione all´interno dei rispettivi apparati produttivi, ma generalmente in posizioni di subalternità. Nel corso del tempo sono nate un po´ in tutto il continente associazioni femminili, che spesso legavano l´attività politica a quella rivolta all´emancipazione femminile. All’epoca ancora la gran parte dei giovani che andavano a scuola erano maschi. Poi lentamente, nel corso degli anni ´60, anche le ragazze hanno iniziato a farsi avanti. Grazie alla scuola sono state superate, almeno in parte, alcune pratiche culturali che condizionavano l’accesso della donna all’istruzione e che tendevano a relegarla nei ruoli domestici tradizionali. Sono nati anche dei college femminili, spesso grazie ai missionari. Oggi vi sono paesi, come il Ruanda, dove la parità fra uomini e donne, in seno al Parlamento, è già raggiunta. Vi sono legislazioni, come quella del Kenya, che tutelano la presenza femminile nelle posizioni chiave dell´amministrazione. Soprattutto, oggi si riconosce finalmente che senza il contributo della donna non vi è crescita sociale né economica. "Se non considerate le donne - ha detto una delle ambasciatrici in chiusura del suo intervento - lo fate a vostro rischio e pericolo." Mai affermazione è sembrata più saggia.  
   
   
ABRUZZO : 1,5 MLN PER PROGETTO "NIDO ANCH´IO" GARANZIE PER I BIMBI E PER LE MAMME LAVORATRICI  
 
Pescara, 26 marzo 2013 - L´assessorato alle Politiche sociali ha pubblicato l´avviso "Nido anch´io" finanziato con 1,5 milioni di euro, risorse statali del Fondo per le politiche della famiglia per l´annualità 2012, con le quali si dà prosecuzione alle azioni per lo sviluppo e il consolidamento del sistema integrato di servizi socio-educativi per la prima infanzia. L´avviso è finalizzato all´attivazione di nuovi posti e al miglioramento qualitativo dell´offerta e del sostegno dei costi di gestione. Tali fondi si sommano ai 3 milioni provenienti dal Par-fas che saranno ripartiti nelle prossime settimane. Per l´assessore Paolo Gatti "l´ampliamento ed il consolidamento della dotazione di servizi socio educativi per la prima infanzia per i bambini di età da 0 a 3 anni, anche sotto il profilo dei costi di gestione resta la nostra priorità". E aggiunge: "L´abruzzo in questi anni ha individuato nei servizi per la prima infanzia un elemento decisivo: da un lato per il valore pedagogico e di socializzazione che offriamo ai nostri piccoli e dall´altro per integrare le politiche attive del lavoro che vedono l´inserimento delle donne del mercato del lavoro come leva fondamentale per la crescita economica. Per questo vogliamo migliorare la qualità dell´offerta, presente e futura, anche grazie all´attivazione di nuovi posti presso le strutture educative per la prima infanzia, fronteggiando così l´emergenza rappresentata dalle liste di attesa". Ciascun progetto ammesso al finanziamento sarà destinatario di un contributo economico pari al 95 per cento a carico del Fondo nazionale per le Politiche della Famiglia. A pena di esclusione, i soggetti istanti devono impegnarsi al conferimento di una quota di risorse a carico del proprio bilancio, a titolo di cofinanziamento, pari al 5 per cento del costo totale del progetto. Possono presentare istanza di partecipazione i Comuni della Regione Abruzzo titolari di servizi educativi per la prima infanzia accreditati e accreditandi. Tutti i dettagli dell´avviso sul sito della Regione Abruzzo www.Regione.abruzzo.it/fil  
   
   
BOLZANO: RIDUZIONE DELLE LISTE D´ATTESA NEGLI ASILI, PIÙ FLESSIBILITÀ  
 
Bolzano, 26 marzo 2013 - Un termine comune per le iscrizioni fra scuole materne italiane e tedesche, una maggiore flessibilità sul numero massimo di bambini in caso di presenza di un portatore di handicap. Queste le prime mosse concrete della Giunta provinciale per ridurre il problema delle liste d´attesa negli asili. Novità anche per quanto riguarda il personale. "Il problema delle liste d´attesa nelle scuole materne deve essere affrontato - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - occorre dare risposte rapide e concrete a molte famiglie". La situazione è nota: soprattutto nei quartieri di nuova costruzione della città di Bolzano, gli asili di lingua tedesca presentano lunghissime liste d´attesa, tanto che alcuni genitori sono costretti a iscrivere il proprio figlio ad una scuola materna italiana solo per non rischiare di vedersi assegnato un posto all´interno di una struttura situata dalla parte opposta della città. "Per tamponare la situazione - ha sottolineato Durnwalder - abbiamo innanzitutto deciso che i termini di iscrizione dovranno essere uguali per le scuole materne italiane e tedesche, e inoltre potrà esserci una maggiore flessibilità nel numero massimo di bambini ospitabili. Fermo restando che il "tetto" di 25 bambini per classe non si tocca, si potrebbe ipotizzare che nelle sezioni che ospitano portatori di handicap, il numero massimo di bambini non sia più di 15, ma possa essere aumentato di qualche unità sino a portarlo a 18-19. Questo, naturalmente, solo per le situazioni in cui vi è una lista d´attesa da sfoltire". Le scuole materne, inoltre, sono state al centro di un´altra discussione in Giunta provinciale: questa volta il tema sono stati i criteri per l´assegnazione dei posti di lavoro al personale. "Abbiamo deciso di revocare una circolare - ha concluso il presidente Luis Durnwalder - che nell´assegnazione della sede di lavoro dava priorità quasi esclusiva alla situazione familiare. Riteniamo che debba essere tenuta nella dovuta considerazione anche l´anzianità di servizio, e per questo motivo la circolare verrà rivista e rielaborata d´intesa con le organizzazioni sindacali".