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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 26 Marzo 2013 |
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DICHIARAZIONE CONGIUNTA DEL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, JOSÉ MANUEL BARROSO, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO, HERMAN VAN ROMPUY, E IL PRIMO MINISTRO DEL GIAPPONE, SHINZO ABE |
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Bruxelles, 26 marzo, 2013 - Il
presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, il presidente del
Consiglio europeo, Herman Van Rompuy e il primo ministro del Giappone, Shinzo
Abe, hanno parlato al telefono ieri, dopo il rinvio del vertice tra il
Giappone e l´Unione europea (Ue ).
Ricordando l´approfondimento delle relazioni Ue-giappone in quanto la
dichiarazione congiunta 1991 e la profonda trasformazione assumendo in tutto il
mondo negli ultimi anni, i leader condiviso l´opinione che il Giappone e
l´Unione europea, i partner globali che condividono valori comuni, dovrebbe
sollevare i loro rapporti su un più alto, più piano strategico, e rendere più
duraturo. Essi si sono impegnati ad intensificare gli sforzi comuni verso
questo obiettivo.
I leader hanno deciso di avviare negoziati per un accordo riguardante
la cooperazione politica, globale e settoriale e un accordo di partenariato
economico (Ape) / Accordo di libero scambio (Als) in base alle opinioni
condivise sulla portata e il livello di ambizione arrivati negli esercizi
scoping. I leader accolto con favore l´avvio dei negoziati di aprile e hanno
espresso il loro impegno per la conclusione prima possibile di questi due
accordi. L´epa / Fta deve essere profondo e completo, tutte le questioni di
interesse comune, al fine di stimolare la crescita economica in Giappone e
nell´Unione europea e contribuire così allo sviluppo dell´economia mondiale.
L´accordo riguardante la cooperazione politica, globale e settoriale potrebbe
fornire una base giuridica per la promozione di un partenariato più forte per
affrontare una vasta gamma di questioni bilaterali e globali come parte di un
contributo comune alla stabilità globale, la sicurezza e la crescita
sostenibile.
I leader hanno affermato la loro continuo impegno globale nel migliorare
una crescita forte, sostenibile ed equilibrata e di garantire la stabilità
finanziaria dell´economia mondiale. In questo contesto, i leader scambio di
opinioni sulla situazione a Cipro, nonché sulle misure più ampie volte a
rafforzare l´architettura dell´Unione economica e monetaria. Il primo ministro
Abe ha sottolineato la sua comprensione dell´importanza di proseguire gli
sforzi dell´Ue verso la stabilità dell´economia europea, e ha confermato che il
Giappone avrebbe mantenuto il suo sostegno a questi sforzi. Egli ha anche
delineato le misure politiche che il suo governo aveva preso per rilanciare
l´economia del Giappone. Riconoscendo l´importanza di azioni di politica di
entrambe le parti, come gli sforzi per la ripresa globale, i leader hanno ribadito
la necessità di rispettare tutti gli impegni del G20, e guardò l´ora di
lavorare insieme nel G20 a questo scopo.
I leader hanno inoltre uno scambio di opinioni sulla cooperazione
bilaterale e questioni regionali, tra cui l´ambiente di sicurezza dell´Asia
orientale, del Medio Oriente e del Sahel.
I leader hanno deciso di rinviare il vertice il più presto possibile e
hanno espresso la loro aspettativa che il vertice avrebbe dato un ulteriore
impulso politico per la loro collaborazione.
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UN ACCORDO DI LIBERO SCAMBIO TRA L´UNIONE EUROPEA E IL GIAPPONE |
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Bruxelles, 26 marzo, 2013 - Ieri
l´Unione europea e il Giappone hanno avviato ufficialmente i negoziati per un
accordo di libero scambio (Fta). L´obiettivo è per un accordo globale di beni e
servizi e gli investimenti eliminando le tariffe, le barriere non tariffarie e
la copertura di altri materia commerciale, quali gli appalti pubblici, gli
aspetti normativi, la concorrenza e lo sviluppo sostenibile.
Il primo ciclo di negoziati si terrà a Bruxelles dal 15 al 19 Aprile
2013.
Il Giappone è il più grande partner di 7 commerciale dell´Ue a livello
mondiale e partner di secondo più grande commerciale dell´Ue in Asia dopo la
Cina. Al contrario, l´Unione europea è il principale partner commerciale 3 °
più grande del Giappone, dopo la Cina e gli Stati Uniti. Insieme l´Unione
europea e il Giappone per conto di più di un terzo del Pil mondiale.
Un accordo tra i due giganti economici è prevista per rafforzare
l´economia dell´Europa dello 0,6 allo 0,8% del Pil e si tradurrà in crescita e
la creazione di 400.000 posti di lavoro. Si prevede che le esportazioni
dell´Unione europea verso il Giappone potrebbe aumentare del 32,7%, mentre le
esportazioni giapponesi verso l´Ue aumenterebbe del 23,5%
Quali saranno i negoziati riguardano?
I negoziati con il Giappone affronterà una serie di preoccupazioni
dell´Ue, comprese le barriere non tariffarie e l´apertura ulteriore del mercato
giapponese degli appalti pubblici. Entrambe le parti mirano a concludere un
accordo che copra la progressiva e reciproca liberalizzazione degli scambi di
beni, servizi e degli investimenti, nonché le norme su problemi legati al
commercio.
I negoziati si baseranno sui risultati di un esercizio congiunto di
scoping, che l´Unione europea e il Giappone completato nel maggio 2012. Nel
contesto di questo esercizio, entrambe le parti hanno dimostrato la loro
volontà e la capacità di impegnarsi per un programma ambizioso liberalizzazione
degli scambi. La Commissione ha anche concordato con il Giappone su specifiche
tabelle di marcia per la rimozione, nel contesto dei negoziati, di barriere non
tariffarie e l´apertura degli appalti pubblici per le ferrovie del Giappone e
del mercato del trasporto urbano.
Data l´importanza che l´eliminazione delle barriere non tariffarie è
per raggiungere la parità di condizioni per le imprese europee sul mercato
giapponese, le direttive di negoziato adottate dal Consiglio prevede un
parallelismo tra la soppressione dei dazi dell´Unione europea e di barriere non
tariffarie in Giappone . Essi hanno inoltre autorizzare la sospensione dei
negoziati dopo un anno, se il Giappone non è all´altezza dei suoi impegni sui
rimuovere ostacoli non tariffari. Per proteggere i delicati settori europei, vi
è una clausola di salvaguardia.
Che cosa è successo fino ad ora -
Al vertice Ue-giappone del maggio 2011, l´Ue e il Giappone ha deciso di
avviare i preparativi sia per un accordo di libero scambio e di un accordo
quadro politico e ha dichiarato che, sulla base di un esercizio di successo
scoping, la Commissione avrebbe cercato la necessaria autorizzazione da parte
del Consiglio di negoziati.
Dopo un anno di intense discussioni, nel maggio 2012, la Commissione ha
concordato con il Giappone in un programma molto ambizioso per i futuri
negoziati che coprono tutte le priorità di accesso al mercato dell´Ue. Il 18
luglio 2012 la Commissione europea ha chiesto agli Stati membri dell´Unione europea,
dell´accordo di aprire i negoziati per un accordo di libero scambio con il
Giappone. Il 29 novembre 2012 il Consiglio ha deciso di dare alla Commissione
´il via libera´ per avviare negoziati commerciali con il Giappone.
Ue-giappone rapporti commerciali -
Il Giappone è secondo partner commerciale dell´Ue in Asia, dopo la
Cina. Nel 2011 le esportazioni dell´Unione europea hanno raggiunto un valore di
€ 49 miliardi, principalmente nei settori delle macchine e di trasporto,
prodotti chimici e prodotti agricoli. Nel 2011 le importazioni Ue dal Giappone
rappresentato € 67500000000, per lo più con macchinari e attrezzature di
trasporto e prodotti chimici. Nel 2011, le importazioni nell´Unione europea e
le esportazioni di servizi commerciali da e per il Giappone erano € 15900000000
e 21800000000 €. Il Giappone è uno dei maggiori investitori in Europa. Nel 2011
l´Unione europea verso l´interno stock di Ide ha raggiunto un valore di €
144.200.000.000. Ied in entrata del Giappone è aumentata notevolmente a partire
dalla metà degli anni 1990, ma è ancora molto basso rispetto ad altri paesi
Ocse (Ue investimenti per 85800000000 € nel 2011).
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LA COMMISSIONE EUROPEA LANCIA IL LIBRO VERDE SUL FINANZIAMENTO A LUNGO TERMINE DELL´ECONOMIA EUROPEA |
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Bruxelles, 26 marzo 2013 - La
Commissione europea ha adottato oggi il Libro verde che dà avvio alla
consultazione pubblica di tre mesi sui modi per promuovere l´offerta di
finanziamenti a lungo termine e migliorare e diversificare il sistema
dell´intermediazione finanziaria per gli investimenti a lungo termine in
Europa. Gli investimenti a lungo termine sono spese che consentono di
migliorare la capacità produttiva dell´economia in settori quali l´energia, le
infrastrutture di trasporto e di comunicazione, gli impianti industriali e di
servizio, le tecnologie di adattamento ai cambiamenti climatici e di
ecoinnovazione, nonché istruzione e ricerca e sviluppo. L´europa ha un grande
bisogno di investimenti a lungo termine, essenziali per favorire la crescita sostenibile.
Per finanziarli, le amministrazioni pubbliche, le imprese e le famiglie hanno
bisogno di avere accesso a fonti affidabili di finanziamento a lungo termine.
La crisi finanziaria ha ridotto la capacità del settore finanziario
europeo di incanalare i risparmi verso gli investimenti a lungo termine.
Pertanto è fondamentale studiare gli interventi da attuare per migliorare la
disponibilità di finanziamenti a lungo termine, e il Libro verde pubblicato
oggi analizza in particolare come conseguire questo obiettivo.
Una delle questioni importanti è se la dipendenza, storicamente forte,
dell´Europa dalle banche per il finanziamento degli investimenti a lungo
termine è destinata a lasciar spazio, e deve lasciar spazio ad un sistema più
diversificato, con una quota significativamente più elevata di finanziamento
diretto attraverso i mercati dei capitali (ad es. Finanziamento
obbligazionario) e una maggiore partecipazione degli investitori istituzionali
(ad esempio i fondi pensione), o ad altre alternative. Il bisogno di
finanziamento delle Pmi merita particolare attenzione, perché esse possono
sostenere la crescita a lungo termine. Occorre che esse abbiano accesso ai
finanziamenti bancari e non bancari.
Le risposte alla consultazione consentiranno alla Commissione di
stabilire cosa fare per eliminare gli ostacoli ai finanziamenti a lungo
termine. Gli interventi da attuare potranno essere di tipo legislativo e non
legislativo.
Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi ha
dichiarato: "L´economia europea sta affrontando sfide importanti, come il
notevole fabbisogno di investimenti a lungo termine, Si tratta di investimenti
essenziali per l´innovazione e la competitività, al fine di rilanciare la
crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro in Europa, e che
richiedono finanziamenti a lungo termine. Occorre assicurare che la nostra
economia e il nostro settore finanziario (comprese le banche e gli investitori
istituzionali, quali compagnie di assicurazione e fondi pensione) siano in
grado di finanziare gli investimenti a lungo termine. Si tratta di un compito
importante ma complesso. Dobbiamo individuare gli ostacoli esistenti al
finanziamento a lungo termine e definire gli ulteriori interventi per
rimuoverli."
Olli Rehn, Vicepresidente e Commissario per gli Affari economici e
monetari e l´euro, ha dichiarato: "È in corso il necessario riequilibrio
dell´economia europea: i mercati finanziari dovrebbero essere in grado di
sostenere l´accelerazione dei cambiamenti strutturali. È importante assicurare
che il quadro dei finanziamenti e degli investimenti a lungo termine sia
sufficientemente completo e flessibile da consentire di affrontare
adeguatamente queste sfide per rafforzare il potenziale di crescita
dell´Europa".
Contesto
Il Libro verde presentato oggi esamina gli investimenti a lungo termine
miranti alla formazione di capitale tangibile e intangibile di lunga durata.
Molti investimenti nell´energia, nelle infrastrutture, nell´istruzione, nelle
tecnologie di adattamento ai cambiamenti climatici, ecc. Generano benefici
pubblici di più ampia portata: giovano infatti alla società nel suo complesso,
nella misura in cui sostengono servizi essenziali e accrescono il tenore di
vita. Il loro impatto può iniziare a farsi sentire anche nel breve termine.
Consentono alle imprese e alle amministrazioni pubbliche di rispondere alle
nuove sfide in ambito economico, sociale e ambientale, facilitando la
transizione verso un´economia più sostenibile e favorendo l´incremento della
produttività e la competitività a lungo termine. Le tendenze in atto per quanto
riguarda il cambiamento climatico e l´esaurimento delle risorse naturali
rendono ancora più urgente la sfida della crescita sostenibile, che impone
investimenti a più lungo termine in energia a basso contenuto di carbonio,
nell´efficienza energetica e nell´uso efficiente delle risorse e delle
infrastrutture, in linea con l´obiettivo politico di limitare il cambiamento
climatico a meno di due gradi e di disaccoppiare la crescita economica e l´uso
delle risorse. L´importanza di questi finanziamenti per la crescita e la
creazione di posti di lavoro è stata riconosciuta a livello internazionale dal
G20.
La capacità dell´economia di finanziare gli investimenti a lungo
termine dipende dalla capacità del sistema finanziario di incanalare tali
risorse in maniera efficace ed efficiente verso i beneficiari e gli scopi
appropriati, attraverso mercati aperti e competitivi. Tale processo può essere
attuato da vari intermediari, fra cui banche, compagnie di assicurazione e
fondi pensione, nonché tramite l´accesso diretto ai mercati finanziari.
In Europa il rapporto investimenti/Pil e risparmi/Pil sono entrambi
positivi rispetto ad altre regioni. Tuttavia, il quadro generale nasconde gli
alti livelli di incertezza, di avversione al rischio e di sfiducia sia dei
risparmiatori che degli investitori, a causa della debolezza della situazione
macroeconomica e delle relative prospettive. Potrebbero derivarne effetti duraturi
che creerebbero ostacoli permanenti all´offerta di finanziamento a lungo
termine.
Uno dei principali insegnamenti della crisi è che occorrono una
regolamentazione e una vigilanza appropriate del settore finanziario per
ripristinare la stabilità finanziaria e ridare fiducia nei mercati. A tal fine,
l´Unione europea persegue un ampio programma di riforma finanziaria a
integrazione delle più generali riforme economiche e di bilancio. La stabilità
finanziaria è essenziale ma, da sola, insufficiente. Nell´ambito di una più
ampia risposta sul piano delle politiche, il nuovo quadro regolamentare e di
vigilanza deve essere calibrato in modo tale da consentire al settore
finanziario di sostenere l´economia reale, senza compromettere la stabilità
finanziaria. Su tale base, l´azione volta a migliorare il finanziamento a lungo
termine dell´economia europea dovrebbe affrontare un´ampia gamma di fattori
interconnessi:
· la capacità
degli istituti finanziari di incanalare il finanziamento a lungo termine;
· l´efficienza
e l´efficacia dei mercati finanziari nell´offrire strumenti di finanziamento di
lungo periodo;
· fattori
trasversali che consentano risparmi e finanziamenti a lungo termine;
· la facilità di accesso delle Pmi ai
finanziamenti bancari e non bancari.
Cfr. Anche Memo/13/280
Per ulteriori informazioni
http://ec.Europa.eu/internal_market/finances/financing-growth/long-term/index_en.htm
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BARROSO: CIPRO PUÒ FARE AFFIDAMENTO SULL´UE |
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Bruxelles, 26 marzo 2013 – Di seguito la dichiarazione di ieri del
Presidente della Commissione europea sull´accordo raggiunto su un piano di
ripristino della vitalità economica della Repubblica di Cipro: “ Signore e
signori, buon pomeriggio
In seguito ai colloqui di alto livello con il presidente di Cipro, ieri
l’Eurogruppo ha raggiunto un accordo su un programma per la Repubblica di Cipro
che, se correttamente attuato, riteniamo
servirà a ripristinare la vitalità dell’economia cipriota.
La Commissione europea ha lavorato intensamente per rendere possibile
tale accordo.
Durante tutto questo processo – iniziato nel 2011 con le trattative per
un possibile programma - abbiamo avuto in mente l’interesse della popolazione
di Cipro. Era necessario giungere a una soluzione comune per superare un
modello finanziario non sostenibile e inadatto a offrire una prosperità
durevole al popolo cipriota.
Le sfide che attendono Cipro sono immense, ma nell´affrontarle il paese
può fare affidamento sull’Unione europea. Come ho sottolineato ieri nei
dialoghi che hanno preceduto la discussione in seno all’Eurogruppo, non
dobbiamo pensare solo alla stabilità
finanziaria: si tratta piuttosto di rilanciare l’economia reale. La notte
scorsa ci siamo accordati su un pacchetto da 10 miliardi di euro, pari al 55 %
del Pil di Cipro. Inoltre dobbiamo riflettere sui modi per mobilitare tutti i
mezzi a nostra disposizione. Per questo motivo ho deciso di istituire una Task
Force per Cipro, al fine di fornire assistenza tecnica alle autorità cipriote.
Intendiamo alleviare le ripercussioni sociali dello shock economico
ricorrendo ai fondi previsti dagli strumenti dell’Unione europea e sostenendo
gli sforzi delle autorità cipriote per ripristinare la stabilità finanziaria,
economica e sociale. Offriremo ulteriori consulenze per agevolare l’emergere di
nuove fonti di attività economica. La Commissione è a fianco del popolo
cipriota.
La Task Force avrà sede a Bruxelles, con un gruppo di supporto a
Nicosia. Essa collaborerà strettamente con le autorità cipriote per sostenere e
integrare il programma Ue/fmi. La sua attività sarà fortemente incentrata
sull’occupazione, la competitività e la crescita. La Task Force dovrà
presentare relazioni trimestrali alle autorità cipriote e alla Commissione. Il
coordinamento generale della Task Force, che opererà in stretto coordinamento
con la Task Force per la Grecia, sarà assicurato dal vicepresidente Olli Rehn.
Come abbiamo dimostrato in passato, l’Europa affronta le sfide in
maniera unitaria. Non lasciamo soli gli
Stati membri di fronte a una crisi finanziaria. Grazie allo spirito di
responsabilità di Cipro, faremo sì che l´Eurozona assicuri la propria
solidarietà.
Vorrei appellarmi a Cipro perché dia prova di unità e responsabilità
nell’attuazione degli accordi raggiunti e invito tutti gli Stati membri
dell’Unione europea a mostrare la propria solidarietà verso un paese posto di
fronte a sfide straordinarie, che necessita di tale solidarietà in termini
molto concreti.”
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PARLAMENTO EUROPEO: SHARON BOWLES SU ACCORDO CON CIPRO |
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Strasburgo, 26 marzo 2013 - Sharon Bowles, presidente della commissione
economica e monetaria del Parlamento europeo Affari ha accolto ieri con favore l´accordo su Cipro, in particolare
il riconoscimento che le banche possono fallire e che il principio di garanzia
dei depositi deve essere accolta.
Sharon Bowles ha detto:
Accolgo con favore il nuovo accordo raggiunto in data odierna sulla
Cipro bail-out, in quanto si basa su una gerarchia corretta delle perdite e
l´accettazione che una banca può fallire. Questo è in linea con l´orientamento
della politica e della legislazione dell´Ue. L´accordo potrà comunque avere
effetti negativi sulle imprese e l´economia, che, al di sopra della perdita di
margine di intermediazione ha bisogno di un sostegno urgente.
Sono anche contento che i principi comunitari siano stati accolti: l´area dell´euro ha ribadito che
tutti i depositanti assicurati in tutte le banche siano pienamente protetti.
La Banca di Cipro ha ora bisogno di trovare la stabilità a breve.
Prendo atto che il riferimento alla determinazione delle perdite per la fine
del programma è troppo vago e non vi è un urgente bisogno di ricapitalizzare la
Banca di Cipro e di ridurre l´incertezza e consentire controlli sui capitali da
sollevare.
I cittadini ed i mercati sono perplessi con il grado di improvvisazione
che leader della zona euro hanno dimostrato. Gli accordi Shaky che durano meno
di 48 ore sono molto costosi per tutti e portano a una situazione esplosiva
politica. Nessun sistema e nessuna struttura può permettersi di essere in uno
stato di emergenza permanente.”
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RELAZIONI UE-TURCHIA: I DEPUTATI CHIEDONO RINNOVATO IMPEGNO DA ENTRAMBE LE PARTI |
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Strasburgo, 26 marzo 2013 - Rinnovare l’impegno reciproco è necessario
per mantenere relazioni costruttive tra l´Unione europea e la Turchia, ha detto
che la commissione per gli affari esteri in una votazione lo scorso giovedì.
Nella risoluzione, sulla relazione del
2012sui progressi compiuti dalla
Turchia, i deputati lodano i colloqui
che possono aiutare a risolvere la questione curda e richiedono l’ avvio dei negoziati sul sistema
giudiziario, dei diritti fondamentali e degli affari interni.
La commissione si congratula con la Commissione e la Turchia per il
loro lavoro sulla "agenda positiva" lanciato nel maggio 2012 a
sostenere e completare i negoziati di adesione. Attraverso il reciproco impegno
e obiettivi chiari, l´Unione europea e la Turchia si dice sono in grado di produrre un cambiamento positivo e
riforme necessarie.
La riforma giudiziaria -
La riforma del sistema giudiziario della Turchia è di vitale importanza
per il suo consolidamento democratico e la modernizzazione, lo stress deputati.
Pur accogliendo con favore il terzo pacchetto di riforma giudiziaria, insistono
sul fatto che un quarto pacchetto è necessario per restringere eccessivamente
ampie, definizioni dei reati, in particolare dell´atto di terrorismo, ridurre
eccessivamente lunghi preliminari periodi di detenzione e circoscrivere il
potere dei giudici speciali.
I deputati sottolineano che l´introduzione di parametri di riferimento
accelerare il processo di riforma e di chiedere al Consiglio di avviare i
negoziati sui giudiziario ei diritti fondamentali (capitolo 23) e la giustizia,
libertà e sicurezza (capitolo 24).
La violenza contro le donne -
Il Comitato accoglie con favore gli sforzi della Turchia per porre fine
al "delitto d´onore", la violenza domestica e il fenomeno dei
matrimoni forzati e spose bambine, ma è preoccupato che, nonostante questi
sforzi, la violenza contro le donne è ancora regolarmente segnalate. Coloro che
non riescono a proteggere e assistere le vittime devono essere perseguiti, i
deputati insistono e chiedono la promozione attiva dei diritti delle donne,
l´educazione e la partecipazione al mercato del lavoro e della politica.
Meridionale e la Siria -
La Turchia e l´Unione europea dovrebbero cooperare più strettamente nel
quartiere meridionale, che è di fondamentale importanza per entrambi, i
deputati dicono. Incoraggiano la Turchia a sviluppare la sua politica estera in
un dialogo e coordinamento con l´Unione europea che nel 2012. Al di là di
assistenza umanitaria per il crescente numero di profughi siriani, la Turchia e
l´Ue dovrebbe sviluppare una visione strategica comune che consenta la fine
della tragica crisi in Siria, i deputati sottolineano.
Risolvere la questione curda -
I deputati accolgono diretto dialogo politico tra il governo turco e
l´ex leader del Pkk Abdullah Öcalan. Questo potrebbe aprire la prospettiva di
un accordo storico soluzione del conflitto curdo in modo pacifico e
democratico, che stress. Il testo accoglie inoltre con favore la nuova
legislazione che consente l´uso delle lingue indigene nelle prove, così come la
discussione sul l´uso del curdo in materia di istruzione.
I prossimi passi -
La risoluzione, preparata da Ria Oomen-ruijten (Ppe, Nl) e passato con
54 voti favorevoli, 4 contrari e 8 astensioni, è impostato per essere
sottoposta al voto da parte della Camera intero a Strasburgo durante la
sessione plenaria del 15-18 aprile.
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IL PARLAMENTO EUROPEO AVVERTE DEL RITARDO SUGLI ACCORDI FRA BOSNIA-ERZEGOVINA |
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Strasburgo, 26 marzo 2013 - Le élite politiche della Bosnia-erzegovina
(Bih), manca ancora di una visione comune della sua direzione generale, e la
stasi dei paesi contemplati e più indietro degli altri nella regione, ha
avvertito la Commissione Affari Esteri nel voto dello scorso giovedì sui
progressi della Bosnia-erzegovina. Il paese ha bisogno di costante impegno da
parte dei leader politici a tutti i livelli e completamente funzionanti le
istituzioni, ha detto i deputati.
Sostanziale la riforma costituzionale,
sia a livello federale che di entità, è urgente per trasformare la
Bosnia-erzegovina in una democrazia pienamente funzionante, i deputati hanno
sottolineato. La struttura della Federazione deve essere semplificata, hanno detto,
chiedendo un processo inclusivo costituzionale coinvolgendo tutte le parti e le
comunità del paese. Essi ribadiscono inoltre che il censimento della
popolazione deve avvenire nel mese di ottobre 2013 e non deve essere
politicizzato.
Riforma della pubblica amministrazione -
Preoccupazioni esprimono i deputati circa il livello elevato di
corruzione in Bosnia-erzegovina e il suo legame con i partiti politici,
aggiungendo che la mancanza di sostegno politico per la riforma della pubblica
amministrazione e la sua sostenibilità finanziaria sono preoccupanti. A parte
che la riforma, le autorità della Bosnia-erzegovina devono anche, in via
d´urgenza e con l´aiuto dell´Ue, costruire un efficiente meccanismo di
coordinamento per una migliore impegno con l´Unione europea.
Empower donne e giovani -
Le autorità devono garantire la protezione reale delle donne, che sono
spesso vittime di violenza domestica, prostituzione forzata e la tratta, i
deputati insistono. Le donne devono avere più potere, aumentando la loro
presenza sul mercato del lavoro e garantire loro un´equa rappresentanza nella
vita politica e degli affari. E’ urgente porre rimedio agli alti tassi di
disoccupazione delle donne e dei giovani dicono i deputati, chiedendo un
miglioramento della qualità complessiva della formazione per soddisfare le
esigenze del mercato del lavoro.
Preparare per l´adesione della Croazia all´Ue -
Bosnia-erzegovina devono intensificare i preparativi per l´adesione
della Croazia all´Unione europea, i deputati dicono. Essi accolgono con favore
i progressi finora nella costruzione delle infrastrutture necessarie confine,
ma a meno che non si preoccupano che la Bosnia-erzegovina allinea la propria
legislazione di sicurezza alimentare con l´acquis comunitario, potrebbe perdere
i suoi mercati di esportazione.
Srebrenica genocidio -
La commissione ha inoltre "condannato fermamente qualsiasi
tentativo, in Bosnia-erzegovina o in qualsiasi parte del mondo, di minimizzare
o negare il genocidio che ha avuto luogo a Srebrenica".
I prossimi passi
La risoluzione è stata adottata con 59 favorevoli, 2 contrari e 3
astensioni. Relatore Doris Pack (Ppe, De) ha chiesto che la risoluzione sia
messa ai voti nel corso della sessione plenaria plenaria di maggio a
Strasburgo.
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OCCUPAZIONE: 24,3 MILIONI DI EURO DAL FONDO EUROPEO DI ADEGUAMENTO ALLA GLOBALIZZAZIONE PER AIUTARE I LAVORATORI LICENZIATI IN AUSTRIA, DANIMARCA, FINLANDIA, ITALIA, ROMANIA, SPAGNA E SVEZIA |
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Bruxelles, 26 marzo 2013 - La
Commissione europea ha erogato fondi per un totale di 24,3 milioni di euro ad
Austria, Danimarca, Finlandia, Italia, Romania, Spagna e Svezia a titolo del
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutare 5.271
lavoratori di questi paesi colpiti da licenziamento in una vasta gamma di
settori - tra cui quelli automobilistico, motociclistico, dei telefoni cellulari,
dei prodotti metallici, delle apparecchiature elettroniche e dell´assistenza
sociale - a ritrovare un´occupazione.
Il Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e
l´integrazione László Andor ha dichiarato: "Il Feg è uno strumento
efficace per sostenere i lavoratori licenziati a seguito di mutamenti
strutturali del commercio mondiale. Ha anche dimostrato la sua validità in casi
di licenziamenti dovuti alla crisi economica. La Commissione prende atto con
soddisfazione che gli Stati membri hanno convenuto di proseguire il Feg per il
prossimo periodo di programmazione 2014-2020".
La ripartizione dei complessivi 24,3 milioni di euro è la seguente:
8,2 milioni di euro serviranno ad aiutare 2.416 ex dipendenti Nokia
(1.000 in Finlandia e 1.416 in Romania) che hanno perso il loro posto di lavoro
a causa del trasferimento delle linee di assemblaggio dei telefoni mobili in
paesi asiatici. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i
lavoratori licenziati si vedano anche i comunicati Ip/12/1122 e Ip/12/1123.
5,5 milioni di euro andranno a beneficio di 1.350 ex dipendenti Saab in
Svezia. Il loro licenziamento è conseguenza della spostamento della produzione
in Asia, a causa della crescente domanda di autovetture sui mercati asiatici.
Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati
si veda anche il comunicato Ip/12/1124.
5,2 milioni di euro saranno di ausilio a 350 lavoratori licenziati in
Stiria (Austria). I licenziamenti che hanno avuto luogo in Stiria nel settore
dei servizi mobili di assistenza sociale (fornitura di servizi sociali mobili
per disabili e assistenza mobile ai giovani) sono una conseguenza dei tagli
alle voci di bilancio relative ai servizi sociali indotti dall´attuale crisi
economica e finanziaria. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per
aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1119.
2,7 milioni di euro andranno a favore di 502 lavoratori licenziati da
dieci produttori di motocicli, pezzi di ricambio o componentistica per
l´industria dei motocicli e dei ciclomotori in Italia, che è il principale
centro di produzione europeo del settore. I licenziamenti sono conseguenza
della riduzione della domanda di tali veicoli in Europa. Per maggiori dettagli
sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il
comunicato Ip/12/1120.
1,4 milioni di euro serviranno ad aiutare 153 ex dipendenti della
Flextronics Denmark, azienda produttrice di circuiti stampati. I licenziamenti
sono la diretta conseguenza di modifiche strutturali rilevanti del commercio
mondiale, nel cui quadro si inserisce il trasferimento in Asia di fabbriche di
apparecchiature elettroniche. Nel caso specifico la casa madre, la Singapore
Flextronics, ha deciso di chiudere la sua controllata danese. Per maggiori
dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda
anche il comunicato Ip/12/1121.
1,3 milioni di euro andranno a favore di 500 lavoratori licenziati da
produttori spagnoli di manufatti metallici. Il settore dei prodotti in metallo
svolge un ruolo chiave in quanto rifornisce molte industrie manifatturiere, in
particolare nei settori della cantieristica navale, delle costruzioni e
automobilistico. La crisi economica ha avuto un impatto significativo su tutte
queste attività nell´intera Ue, come dimostrato dalle precedenti domande di
contributo Feg. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i
lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1125.
Questi stanziamenti sono il risultato delle proposte presentate dalla
Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri a seguito delle
domande di finanziamento Feg dei paesi interessati. Il Consiglio e il
Parlamento hanno approvato le proposte, svincolando i fondi.
Contesto -
Dal 2007, anno in cui è divenuto operativo, il Feg ha ricevuto 106
domande di contributo finanziario. Sono stati richiesti fondi per circa 464
milioni di euro per dare aiuto a circa 97.300 lavoratori. Attualmente sta
aumentando il numero dei settori economici e degli Stati membri che presentano
domande Feg per aiutare i lavoratori licenziati.
Una maggiore apertura del commercio con il resto del mondo si traduce
generalmente in vantaggi per la crescita e l´occupazione, ma talvolta anche in
perdita di posti di lavoro, in particolare in settori vulnerabili e nel caso
delle professioni meno qualificate. Per questa ragione il presidente della
Commissione Barroso ha proposto a suo tempo di creare un fondo per aiutare
coloro che subiscono maggiormente le conseguenze della globalizzazione. Il Feg,
costituito alla fine del 2006, è stato creato per dimostrare concretamente la
solidarietà dei molti che beneficiano dell´apertura dei mercati verso coloro
che si trovano ad affrontare lo shock improvviso di perdere il lavoro. Nel
giugno 2009, le norme del Feg sono state riviste per rafforzare il ruolo di
tale fondo come strumento di intervento tempestivo e come parte integrante
della risposta della Ue alla crisi economica e finanziaria. Il regolamento Feg
rivisto è entrato in vigore il 2 luglio 2009 e si applica a tutte le domande
ricevute a partire dal 1° maggio 2009 al 31 dicembre 2011. In mancanza di accordo
in sede di Consiglio, non è stato possibile prorogare oltre il 2011 questo
strumento di risposta alla crisi.
In base all´esperienza acquisita con il Feg dal 2007 e al suo valore
aggiunto per i lavoratori assistiti e le regioni colpite, la Commissione ha
proposto di mantenere il Fondo nell´ambito del quadro finanziario pluriennale
2014-2020, migliorandone ulteriormente il funzionamento. Si prevede di
intervenire sia sui licenziamenti causati dalla crisi economica che su nuove
categorie di lavoratori, come gli interinali e gli autonomi.
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UE: BLOCCO DEI BONUS PER I GESTORI DI FONDI E GARANZIE PER GLI INVESTITORI AL DETTAGLIO |
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Strasburgo, 26 marzo 2013 – Per
i gestori di fondi di investimento "i bonus devono essere limitati, i loro salari devono essere
collegati ai loro fondi» hanno detto i deputati gli affari e prestazioni
economiche e monetarie in un progetto di legge votato lo scorso giovedì. Il denaro
dei singoli investitori deve essere meglio tutelato, hanno aggiunto.
"Il Bonus Cap Oicvm contribuirà a rafforzare la protezione degli
investitori e ridurre la speculazione rischiosa. Verranno anche integrare le
norme di recente adozione dell’ Ue sul bhlocco dei bonus dei banchieri,
assicurando che queste regole non può essere eluse e le modalità di parità di
condizioni", ha detto l´eurodeputato Sven Giegold ( Verdi / Ale, De).
Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari (Oicvm), che
riuniscono le attività ordinarie da investitori privati e in comune a
comprare obbligazioni, azioni o altri prodotti finanziari devono essere
soggette a norme più severe, a tutela degli investitori in modo corretto, hanno
detto i deputati. Oicvm controllano quasi 6.300 miliardi di € in fondi.
Remunerazione regole -
La componente variabile della retribuzione totale del manager non deve
superare lo stipendio la componente fissa e il 50% della remunerazione
variabile dovrebbe essere pagato nelle unità (attività) dell´Oicvm interessato,
dice il testo.
I gestori di fondi di paga devono essere sempre allineati con i gli
interessi degli investitori e le prestazioni del fondo in questione, aggiunge.
Attività e passività -
I depositari, che avessero fondi Oicvm per la custodia e garantire che
le loro transazioni conformi a tutte le leggi applicabili, devono agire in modo
indipendente ed esclusivamente nell´interesse dei titolari delle attività
dell´Oicvm - non devono compravendita di attività in Oicvm per proprio conto,
dice il testo.
Le nuove norme renderebbe anche depositari di fondi Oicvm rischia di
Oicvm e le loro titolari di attività per la perdita dei loro beni, anche se le
stesse sono tenute in custodia da parte di terzi.
I prossimi passi -
La plenaria del Parlamento europeo voterà nel mese di aprile (da
confermare) sull´opportunità di conferire un mandato per tre parti negoziati
con gli Stati membri dell´Ue e la Commissione europea.
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LOTTA AL TRAFFICO DI ARMI: LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE LA RATIFICA DEL PROTOCOLLO ONU E ALTRE AZIONI |
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Bruxelles, 25 marzo 2013 - L’ue
è pronta a ratificare il protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco, a
seguito dell’adozione di nuove norme sulla vendita, la detenzione e il
trasferimento di armi da fuoco all’interno e all’esterno dell’Europa. A tal
fine, la Commissione europea presenta oggi una proposta, pur sottolineando la
necessità di ulteriori iniziative.
Scopo del protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco è
rafforzare la cooperazione contro la fabbricazione e il traffico illeciti di
armi di piccolo calibro, quali armi corte e pistole. Questo commercio genera
proventi per circa 180 milioni di euro all’anno per la criminalità organizzata
in tutto il mondo.
«Il traffico illecito di armi da fuoco rappresenta una minaccia
crescente per la sicurezza dei cittadini europei e un’attività redditizia per i
criminali. È necessario rafforzare i controlli sulle armi che entrano,
circolano ed escono dal territorio dell’Ue al fine di prevenirne un uso
indebito. La conclusione del protocollo delle Nazioni Unite sulle armi da fuoco
conferma l’impegno dell’Unione europea a proteggere i cittadini dal rischio
della violenza delle armi nell’Ue e nel resto del mondo», ha dichiarato la
commissaria Ue per gli Affari interni, Cecilia Malmström.
Il testo del protocollo contiene disposizioni volte a:
• conservare dati dettagliati
sull’importazione, l’esportazione e il transito di armi da fuoco;
• adottare un sistema
internazionale di marcatura delle armi da fuoco da apporre alla fabbricazione e
ogni qualvolta vengano importate;
• istituire un sistema di
autorizzazioni armonizzato a disciplina dell’importazione, esportazione,
transito e riesportazione delle armi da fuoco;
• prevenire il furto, la
perdita o lo sviamento di armi da fuoco attraverso il rafforzamento dei
controlli delle esportazioni, dei punti di esportazione e dei controlli alle
frontiere;
• scambiare informazioni su
produttori, distributori, importatori ed esportatori autorizzati, sulle rotte
utilizzate dai trafficanti e sulle prassi migliori nella lotta al traffico al
fine di accrescere la capacità degli Stati di prevenire, individuare e indagare
sul traffico illecito di armi da fuoco.
Le prossime tappe -
Il Consiglio, con l’approvazione del Parlamento europeo, dovrebbe ora
adottare la proposta di ratifica del protocollo delle Nazioni Unite sulle armi
da fuoco. Entro la fine del 2013, la Commissione presenterà una comunicazione
su come arginare la minaccia posta dalle armi da fuoco alla sicurezza interna
dell’Unione europea.
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UE: TRASLOCARE IN UN ALTRO PAESE SARÀ SEMPRE PIÙ SEMPLICE. ANCHE PER LE MACCHINE |
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Bruxelles, 26 marzo 2013 - Un
miliardo e mezzo di euro saranno risparmiati ogni anno grazie alla
semplificazione della registrazione dei veicoli a motore da uno stato
all´altro. Durante l´audizione di mercoledì scorso, i membri della commissione
al Mercato interon hanno discusso i diversi aspetti della proposta della
Commissione europea confrontandosi con gli esperti nel settore.
Nonostante la sempre maggiore integrazione del mercato unico, i
problemi di immatricolazione di macchine e motorini restano un ostacolo
frequente nel mercato interno. Tanto per le imprese, quanto per i cittadini. Costituiscono
una delle venti principali preoccupazioni nei riguardi del mercato unico
elencate dalla Commissione.
"Vogliamo dimostrare che il mercato unico sta funzionando",
ha indicato a questo proposito il relatore olandese Toine Manders.
La proposta della Commissione prevede la creazione di un archivio
europeo che permetta lo scambio dei documenti e la semplificazione della
procedure di registrazione.
Perché è urgente intervenire?
L´attuale legislazione ha ancora numerose lacune. Per esempio, nel caso
venga acquistata una macchina all´estero, non è possibile portarla nel proprio
paesi di residenza perché la registrazione nazionale temporanea non prevede
l´assicurazione in altri Stati membri. O ancora nel caso delle macchine a
noleggio: al momento una macchina registrata in un paese non può essere data in
affitto in un altro. Neppure le macchine rubate in un paese e registrate
nuovamente in un altro sono tracciabili perché non esiste ancora nessun sistema
di scambio di informazioni tra paesi diversi.
I prossimi passi
La commissione inizierà a discutere la proposta di Toine Manders in
maggio e passerà al avoto in ottobre.
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OCCUPAZIONE: 24,3 MILIONI DI EURO DAL FONDO EUROPEO DI ADEGUAMENTO ALLA GLOBALIZZAZIONE PER AIUTARE I LAVORATORI LICENZIATI IN AUSTRIA, DANIMARCA, FINLANDIA, ITALIA, ROMANIA, SPAGNA E SVEZIA |
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Bruxelles, 26 marzo 2013 - La
Commissione europea ha erogato fondi per un totale di 24,3 milioni di euro ad
Austria, Danimarca, Finlandia, Italia, Romania, Spagna e Svezia a titolo del
Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) per aiutare 5.271
lavoratori di questi paesi colpiti da licenziamento in una vasta gamma di
settori - tra cui quelli automobilistico, motociclistico, dei telefoni
cellulari, dei prodotti metallici, delle apparecchiature elettroniche e
dell´assistenza sociale - a ritrovare un´occupazione.
Il Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e
l´integrazione László Andor ha dichiarato: "Il Feg è uno strumento
efficace per sostenere i lavoratori licenziati a seguito di mutamenti
strutturali del commercio mondiale. Ha anche dimostrato la sua validità in casi
di licenziamenti dovuti alla crisi economica. La Commissione prende atto con
soddisfazione che gli Stati membri hanno convenuto di proseguire il Feg per il
prossimo periodo di programmazione 2014-2020".
La ripartizione dei complessivi 24,3 milioni di euro è la seguente:
8,2 milioni di euro serviranno ad aiutare 2.416 ex dipendenti Nokia
(1.000 in Finlandia e 1.416 in Romania) che hanno perso il loro posto di lavoro
a causa del trasferimento delle linee di assemblaggio dei telefoni mobili in
paesi asiatici. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i
lavoratori licenziati si vedano anche i comunicati Ip/12/1122 e Ip/12/1123.
5,5 milioni di euro andranno a beneficio di 1.350 ex dipendenti Saab in
Svezia. Il loro licenziamento è conseguenza della spostamento della produzione
in Asia, a causa della crescente domanda di autovetture sui mercati asiatici.
Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati
si veda anche il comunicato Ip/12/1124.
5,2 milioni di euro saranno di ausilio a 350 lavoratori licenziati in
Stiria (Austria). I licenziamenti che hanno avuto luogo in Stiria nel settore
dei servizi mobili di assistenza sociale (fornitura di servizi sociali mobili
per disabili e assistenza mobile ai giovani) sono una conseguenza dei tagli
alle voci di bilancio relative ai servizi sociali indotti dall´attuale crisi
economica e finanziaria. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per
aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1119.
2,7 milioni di euro andranno a favore di 502 lavoratori licenziati da
dieci produttori di motocicli, pezzi di ricambio o componentistica per
l´industria dei motocicli e dei ciclomotori in Italia, che è il principale
centro di produzione europeo del settore. I licenziamenti sono conseguenza
della riduzione della domanda di tali veicoli in Europa. Per maggiori dettagli
sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda anche il
comunicato Ip/12/1120.
1,4 milioni di euro serviranno ad aiutare 153 ex dipendenti della
Flextronics Denmark, azienda produttrice di circuiti stampati. I licenziamenti
sono la diretta conseguenza di modifiche strutturali rilevanti del commercio
mondiale, nel cui quadro si inserisce il trasferimento in Asia di fabbriche di
apparecchiature elettroniche. Nel caso specifico la casa madre, la Singapore
Flextronics, ha deciso di chiudere la sua controllata danese. Per maggiori
dettagli sulle misure proposte per aiutare i lavoratori licenziati si veda
anche il comunicato Ip/12/1121.
1,3 milioni di euro andranno a favore di 500 lavoratori licenziati da
produttori spagnoli di manufatti metallici. Il settore dei prodotti in metallo
svolge un ruolo chiave in quanto rifornisce molte industrie manifatturiere, in
particolare nei settori della cantieristica navale, delle costruzioni e
automobilistico. La crisi economica ha avuto un impatto significativo su tutte
queste attività nell´intera Ue, come dimostrato dalle precedenti domande di
contributo Feg. Per maggiori dettagli sulle misure proposte per aiutare i
lavoratori licenziati si veda anche il comunicato Ip/12/1125.
Questi stanziamenti sono il risultato delle proposte presentate dalla
Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio dei ministri a seguito delle
domande di finanziamento Feg dei paesi interessati. Il Consiglio e il
Parlamento hanno approvato le proposte, svincolando i fondi.
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LAZIO. PRIMA SEDUTA DEL CONSIGLIO REGIONALE: LEODORI PRESIDENTE DELL´ASSEMBLEA |
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Roma, 26 marzo 2013 - Il Consiglio regionale del Lazio, riunito ieri
per la prima seduta della X legislatura, ha eletto Daniele Leodori (Pd) come
presidente dell´Assemblea al secondo scrutinio, con 38 voti su 51 disponibili.
La maggioranza richiesta era dei tre quinti, ovvero 31 consiglieri favorevoli.
Massimiliano Valeriani (Pd) è stato eletto vicepresidente del Consiglio
per la maggioranza con 29 voti, mentre Francesco Storace (Lazio 2013), con 15
voti, è il vicepresidente eletto in rappresentanza della minoranza, così come
previsto dall´articolo 20 dello Statuto regionale.
La composizione dell´Ufficio di presidenza è stata poi completata con
l´elezione dei tre consiglieri segretari, uno dei quali in rappresentanza della
minoranza. Sono risultati eletti: Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti) con 15
voti, Maria Teresa Petrangolini (Lista per il Lazio) con 14 voti e, infine,
Giuseppe Simeone (Pdl) con 12 voti.
Pertanto, il nuovo Ufficio di presidenza risulta così composto:
Massimiliano Valeriani e Francesco Storace (vicepresidenti); Gianluca Quadrana,
Maria Teresa Petrangolini e Giuseppe Simeone (segretari).
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PATTO STABILITA’: ZAIA, “LA CORDA STA PER SPEZZARSI. A ROMA DISCUTANO TUTTI I PUNTI CHE VOGLIONO, MA AGGIUNGANO QUESTO E FACCIANO PRESTO” |
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Venezia, 26 marzo 2013 - “La corda è tesa e sta per spezzarsi. La
risposta arrivata dopo la manifestazione dei sindaci a Roma è deludente,
dilatoria, fumosa. Nel frattempo noi non possiamo dire ai nostri 165.000
disoccupati e alle 600.000 partite Iva del Veneto che i soldi li abbiamo, ma
che ci sono stati di fatto sequestrati per coprire gli sprechi degli altri. Via
subito il patto di stabilità per gli enti locali virtuosi”.
Con queste parole il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia
rilancia la sfida contro il patto di stabilità e rivolge un ultimatum “al
Governo uscente o a quello che, forse, nascerà. Il Patto di stabilità sta
affossando l’Italia, il nord produttivo. E’ scandaloso parlare di interventi
per la ripresa senza realizzare subito questa operazione di equità”.
“Chi si sta occupando di costituire un nuovo Governo – dice Zaia -
ponga attenzione al Paese reale e alle oramai non rinviabili necessità
dell’Italia che produce. Mettano in campo tutti i punti che vogliono, ma ne
aggiungano uno, lo svincolo dal Patto di Stabilità, senza il quale non sono
ulteriormente rinviabili scelte e conseguenti azioni da parte degli Enti
Locali, Comuni e Regioni in testa”.
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LOMBARDIA: SPUNTEREMO PIU´ SOLDI AL GOVERNO NON ABBIAMO ASPETTATO,ED E´ SOLO UN ACCONTO TROPPO STRETTI I VINCOLI DI LEGGE, PER NOI POSSONO SALTARE |
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Milano, 26 marzo 2013 - ´Questo primo acconto del Patto di
Stabilità verticale consente ai comuni lombardi di avere da
subito a disposizione la cifra di 134 milioni di euro; se invece
avessimo aspettato di mettere mano al bilancio per aumentare la
cifra avremmo dovuto aspettare dei mesi e avremmo rischiato di
trovarci nella situazione dell´anno scorso, in cui tanti comuni
non hanno poi fatto in tempo a spendere le cifre a loro
destinate´. E quanto afferma Massimo Garavaglia, assessore
regionale all´Economia, crescita e semplificazione.
Solo Una Tranche, Vogliamo Arrivare Ai 210 Del 2012 -´Per questo
abbiamo preferito dare fin da subito tutto quanto già
disponibile - ha aggiunto Garavaglia - , ma contiamo di spuntare
dal Governo un´altra tranche in modo da pareggiare l´importo di
210 milioni stanziato l´anno scorso, senza mettere soldi freschi
della Regione Lombardia´.
´Vorrei poi ricordare ai consiglieri del Pd - ha detto
l´assessore regionale - che la
cifra di 134 milioni è stata
ottenuta grazie al decisivo pressing della Lega in Parlamento:
la tabella inizialmente approvata dal Governo, e sostenuta dal
Pd, prevedeva una quota nettamente inferiore di circa una
cinquantina di milioni ed è stato solo grazie alla pressione
della Lega e all´intervento in Conferenza-stato Regioni della
Regione Lombardia se si è arrivati in febbraio a questi nuovi
importi´.
I Comuni Lombardi Hanno Soldi Veri In Cassa - ´Noi siamo
abituati a fare le cose in tempi rapidi e in modo efficace - ha
osservato l´assessore Garavaglia - . Restiamo dell´idea che il
Patto di Stabilità dei comuni debba semplicemente saltare e
saremo pertanto molto attenti nel seguire l´iter del decreto
annunciato sui pagamenti della Pubblica Amministrazione.
I comuni lombardi, infatti, hanno i soldi in cassa e non possono
spenderli per pagare i debiti, ma sono soldi veri, mentre in
altre parti del Paese questi soldi sono delle banche: i comuni
farebbero ulteriori debiti per pagare i debiti. Mi pare ci sia
una bella differenza !´.
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LA PRIMA SEDUTA DELLA GIUNTA REGIONALE DEL LAZIO: RIDOTTE LE DIREZIONI, DA 20 A 12 |
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Roma, 26 marzo 2013 – lo scorso 22 marzo si è riunita la prima seduta della Giunta
regionale. Il primo provvedimento adottato è la riduzione delle direzione
regionali da 20 a 12.
"Vogliamo riorganizzare la Regione, per servizi più semplici,
efficienti e vicine alle persone. Abbiamo preso una decisione - afferma il
presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti - gli assessori andranno a
lavorare con il proprio mezzo, treno o autobus, come tutti i cittadini. Le
macchine di servizio saranno usate solo per le attività istituzionali".
Subito dopo l´approvazione delle strutture del Consiglio, sarà
approvato il decreto che recepirà i decreti Monti sui tagli ai costi della
politica.
"Tutelando i lavoratori - aggiunge Zingaretti - ci siamo dati
l´obiettivo del taglio del 30% delle aziende, della riduzione dei consigli di
amministrazione, puntando a un amministratore unico".
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MOLISE: PIANO DI RIENTRO, FRATTURA NOMINATO COMMISSARIO AD ACTA |
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Campobasso, 26 marzo 2013 - Nella giornata del 21 marzo il Presidente
del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, ha deliberato la nomina del Presidente
della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, a Commissario ad acta per la
prosecuzione del vigente Piano di rientro dai disavanzi sanitari, con
l´incarico prioritario di adottare, sulla base delle linee guida predisposte
dai Ministeri affiancanti, i programmi operativi per gli 2013-2015.
Sempre il Consiglio dei Ministri, nella medesima seduta, ha prorogato
la nomina di commissario per il Dottor Filippo Basso fino al 30 aprile 2013, in
maniera tale da consentire allo stesso il completamento delle procedure previste
nell´incarico ottenuto.
Al Governatore Frattura, a partire dalla fine del prossimo mese,
saranno così assegnati anche i contenuti del mandato commissariale attribuito
al Dottor Basso.
«Con la nomina a commissario - dichiara il Presidente Frattura -
porteremo a termine gli adempimenti
previsti dalla legge per il risanamento dei conti del Servizio sanitario
regionale. Assieme al commissario Basso
condivideremo gli atti necessari a ribaltare il giudizio fortemente negativo
che ancora oggi il Governo esprime nei confronti della Regione Molise.
Dimostreremo di non essere contrari a processi di cambiamento,
riqualificazione, riorganizzazione e razionalizzazione del Servizio sanitario
regionale, purché calibrati sull´interesse dei cittadini. Manterremo fede agli
impegni presi per il Piano di rientro, senza produrre più tutti quegli "atti inidonei e
insufficienti" che finora ci hanno sempre contestato i Ministeri
dell´Economia e della Salute, come si legge nella delibera di nomina del
Governo. Il Molise sarà capace non solo di risanare i conti, ma anche di
offrire un servizio di qualità ai suoi abitanti, diventando un esempio di buone
pratiche per il Paese».
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PATTO DI STABILITÀ TERRITORIALE, OLTRE 62 MILIONI DI EURO PER GLI ENTI LOCALI DELL´EMILIA-ROMAGNA. ENTRO IL 30 APRILE LE DOMANDE PER IL RIPARTO DELLE POTENZIALITÀ DI SPESA |
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Bologna, 26 marzo 2013 - Oltre
62 milioni di potenzialità di spesa sbloccati grazie al lavoro della Regione
Emilia-romagna, di cui 47 milioni ai Comuni e 15 milioni alle Province.
Oggi la Giunta regionale ha approvato i criteri con cui, grazie alla
legge regionale in materia, si libereranno quote di potenzialità di spesa del
patto di stabilità, mettendo gli Enti in condizione di usare le risorse che
hanno in cassa per pagare fornitori e aziende che hanno già fatto opere sul
territorio.
La distribuzione delle disponibilità tra i diversi Enti locali avverrà
sulla base di necessità certe di bilancio e con un’attenzione particolare ai
Comuni con meno di 5.000 abitanti che per la prima volta devono rispettare le
regole del patto di stabilità interno.
Entro il 30 aprile gli Enti interessati ad accedere al riparto potranno
presentare domande mentre la Giunta regionale dovrà deliberare entro il 31
maggio.
“La Regione ha sempre avuto ben chiara la drammaticità degli effetti
dei vincoli del patto di stabilità nazionale sui nostri territori e per questo
- spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della
Regione Emilia-romagna -, anche quando questo è stato reso difficile dalle
resistenze dei vari Governi, la Regione ha sempre agito per aiutare i Comuni e
le Province. Grazie alla nostra legge del 2010, solo nell’ultimo biennio
abbiamo sbloccato risorse pari a 300 milioni di euro. Con la delibera odierna
ci inseriamo in questo solco”.
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MILANO CITTÀ METROPOLITANA. PISAPIA: “RIFORMA CRUCIALE PER LA CRESCITA DEL TERRITORIO” |
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Milano, 26 marzo 2013 - “Oggi esistono tutti i presupposti perché
Milano sia la prima Città metropolitana italiana, partendo dal decentramento
che è uno degli obiettivi di questa Amministrazione e rafforzando le competenze
territoriali delle municipalità. L’esperienza europea di Stoccarda, Parigi e
Barcellona rappresenta per noi un insegnamento riguardo ai processi e alle
politiche di istituzionalizzazione del nuovo Ente. Occorre, ed è quello che
abbiamo già iniziato a fare, lavorare come una città metropolitana di fatto,
stimolando e sollecitando il contributo e la partecipazione di tutti i soggetti
coinvolti, dal mondo imprenditoriale, dei servizi, delle forze politiche, senza
prescindere dall’indispensabile dialogo con i cittadini”.
Lo ha detto il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia intervenendo il 22
marzo al convegno ‘Milano: cantiere della Città Metropolitana – Una prospettiva
internazionale’, organizzato a Palazzo Reale con la presenza di rappresentanti
di Stoccarda, Parigi e Barcellona.
“Milano - ha proseguito il Sindaco Pisapia - è un cantiere aperto sulla
Città Metropolitana, il progetto è avviato e rafforzato anche da alcune
iniziative che stiamo portando avanti. Rappresenta una riforma cruciale per la
crescita del nostro territorio che può sensibilmente migliorare la vita dei
cittadini in diversi ambiti, dall’energia allo smog, dalla mobilità alla
cultura. L’esperienza di chi ha già avviato la Città o la Regione Metropolitana
ci insegna quanti vantaggi ne possiamo trarre. Continuo a ritenere che, perché
sia una sfida vincente, una delle caratteristiche che dovrà avere il futuro
Ente, dopo il passaggio intermedio previsto dall’attuale normativa, debba
essere l’elezione diretta del Sindaco metropolitano, in modo che ci sia un
rapporto più diretto con i cittadini”.
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MILANO CITTÀ METROPOLITANA: PRESTO LA CONFERENZA CON SINDACI E PRESIDENTE PROVINCIA PER AVVIO PERCORSO OPERATIVO |
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Milano, 26 marzo 2013 - “L’incontro di stamattina con i rappresentanti
delle aree metropolitane di Stoccarda, Barcellona e Parigi ha confrontato i
diversi modelli esistenti e messo in evidenza le grandi opportunità di un
governo metropolitano per un futuro di sviluppo e coesione sociale”. Lo ha
dichiarato il 22 marzo l’assessore all’Area metropolitana Daniela Benelli.
“Sono molti i problemi comuni: oggi tutte le metropoli europee –
continua l’assessore Benelli - risentono delle contraddizioni di una fase
economica che riversa proprio sulle città i maggiori problemi di tenuta
sociale. Ma la risposta viene proprio dalla capacità di coordinare le risorse
economiche, imprenditoriali e di intelligenza di cui tali aree sono ricche”.
“Il futuro dei territori – conclude Daniela Benelli - non si gioca più
solo sulla loro competizione ma sulla loro capacità di fare rete e alleanze.
Parigi, Barcellona e Stoccarda propongono a Milano e all’area metropolitana
milanese di lavorare insieme per diventare più forti nella sfida dell’economia
globale. Questo rende ancora più urgente accelerare il processo costituente
della Città metropolitana di Milano. Il futuro comincia adesso”.
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“I CITTADINI AL CENTRO DELLO STATUTO” ILLUSTRATI AI GIORNALISTI I CONTENUTI E L’ITER PER L’APPROVAZIONE DELLA NUOVA “CARTA” DELLA REGIONE BASILICATA |
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Potenza, 26 marzo 2013 - “Il 2013 potrà essere l’anno del nuovo Statuto
della Regione Basilicata”. E’ così che ha esordito il presidente del Consiglio
regionale, Vincenzo Santochirico durante i lavor del 22 marzo della conferenza
stampa organizzata per illustrare i contenuti e l’iter per l’approvazione della
nuova “Carta” della Regione (entro il 24 giugno prima lettura in Consiglio
regionale e dopo 60 giorni seconda lettura e definitiva approvazione).
Dopo aver brevemente ricordato le tappe più importanti che hanno
portato alla stesura della bozza statutaria (il 19 settembre 2011 la ripresa
dei lavori sulla riforma dello Statuto regionale, il lavoro svolto in Prima
Commissione, gli incontri pubblici e le audizioni, le iniziative che hanno dato
spazio a preziosi contributi provenienti da altre istituzioni, enti, partiti e
associazioni e una finestra aperta sul web dove sono giunti contributi
interessanti che, in alcuni casi, hanno determinato significativi cambiamenti),
Santochirico ha parlato dell’importanza strategica affidata al territorio,
diventato il punto cardine del nuovo Statuto. Un documento elaborato con la
collaborazione dell’Issirfa Cnr e che l’Ufficio di Presidenza ha formalizzato
in una proposta al Consiglio regionale.
“La bozza prevede oltre alle normali materie regolamentari, alcuni
punti innovativi: il protagonismo dei cittadini, la programmazione, la
trasparenza, il territorio. Un documento – ha sottolineato Santochirico -
vissuto e proposto come una sfida per costruire un rapporto virtuoso tra
società e istituzioni”. Il presidente del Consiglio ha fatto riferimento ai
canali tradizionali di partecipazione (referendum abrogativo e petizione),
soffermandosi sull’iniziativa legislativa popolare e sul referendum approvativo
che prevede il ruolo legislativo diretto del corpo elettorale trasformando,
così, il cittadino in legislatore.
Il presidente del Consiglio regionale ha poi parlato del ruolo attivo
della società anche nella programmazione delle risorse: “Il proposito è di
predisporre programmi che siano comprensibili ai cittadini, un modo questo per
rendere il concetto di trasparenza effettivo e reale”, della necessità di
giungere ad una nuova legge elettorale e in merito alla scelta sulla forma di
governo ha ribadito che si valuterà con serenità e con la dovuta attenzione i
contributi che potranno giungere in Aula durante il dibattito consiliare.
Il vicepresidente del Consiglio regionale, Franco Mattia, ha posto
l’attenzione sulla necessità di avere una Regione meno presidenziale e più
consiliare e di completare l’iter di riforma della governance locale. Anche
Mattia si è soffermato sul ruolo strategico dei cittadini, attori principali
delle scelte della Regione, che “non chiedono più solo lavoro ma un
coinvolgimento reale su quelle che sono le scelte del proprio futuro. In questa
sfera di aspettative si colloca la decisione dell’Ufficio di Presidenza di dare
concretezza a questo cammino avviato per l’approvazione dello Statuto”.
Il consigliere segretario, Mariano Pici, ha messo in evidenza
“l’esigenza condivisa da tutte le forze politiche di giungere in tempi rapidi
alla stesura definitiva del nuovo Statuto, un’esigenza che non è solo un
bisogno dei cittadini ma la giusta risposta per dare concretezza alla stagione
delle riforme”. Riferendosi, poi, alla proposta di riduzione degli assessori da
6 a 4, il consigliere segretario ha fatto notare che tale riduzione implica
necessariamente il riassetto dei dipartimenti regionali e, quindi, “un passo
concreto verso una nuova visione della governance”.
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FVG, ELEZIONI REGIONALI 2013: ORDINE CANDIDATI E LISTE SULLE SCHEDE |
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Trieste, 26 marzo 2013 - L´ufficio centrale regionale, presieduto dal
dott. Enzo Turel, ha effettuato il 22 marzo alle ore 12.00 le
operazioni di
sorteggio per determinare l´ordine dei candidati alla carica di
presidente e dei collegati gruppi di liste sul manifesto e sulle
schede elettorali.
La legge regionale del Friuli Venezia Giulia prevede che venga prima
sorteggiato l´ordine
dei candidati presidente e, poi, nel caso in cui un candidato è
collegato con una coalizione di gruppi di liste, un ulteriore
sorteggio fra i gruppi di liste per ciascuna delle cinque
circoscrizioni elettorali.
L´ordine dei candidati alla carica di presidente determinato dal
sorteggio è il seguente:
1. Franco Bandelli;
2. Saverio Galluccio;
3. Renzo Tondo;
4. Debora Serracchiani.
A seguito dell´ulteriore sorteggio delle liste circoscrizionali,
appartenenti alle coalizioni di Renzo Tondo e Debora
Serracchiani, il risultato finale è il seguente:
Circoscrizione elettorale di Trieste:
1. Franco Bandelli Un´altra Regione;
2. Saverio Galluccio Movimento
5 Stelle;
3. Renzo Tondo 1. Lega Nord,
2. Unione di Centro,
3. Partito Pensionati,
4. Pdl per Tondo Presidente,
5. Autonomia Responsabile.
4. Debora Serracchiani 1.Italia dei Valori,
2. Slovenska Skupnost,
3. Sinistra Ecologia Libertà,
4. Partito Democratico,
5. Cittadini per Debora
Serracchiani
Presidente;
Circoscrizione elettorale di Gorizia:
1. Franco Bandelli Un´altra Regione;
2. Saverio Galluccio Movimento
5 Stelle;
3. Renzo Tondo 1. Partito Pensionati,
2. Lega Nord ,
3. Unione di Centro,
4. Autonomia Responsabile ,
5. Pdl per Tondo Presidente;
4. Debora Serracchiani 1. Italia dei Valori,
2. Cittadini per Debora
Serracchiani
Presidente ,
3. Partito Democratico ,
4. Slovenska Skupnost,
5. Sinistra Ecologia Libertà.
Circoscrizione elettorale di Udine:
1. Franco Bandelli Un´altra Regione;
2. Saverio Galluccio Movimento 5 Stelle;
3. Renzo Tondo 1. La Destra,
2. Autonomia Responsabile,
3. Partito Pensionati,
4. Unione di
Centro,
5. Pdl per Tondo Presidente,
6. Lega Nord;
4. Debora Serracchiani 1. Partito Democratico,
2. Slovenska Skupnost,
3. Sinistra Ecologia
Libertà,
4. Italia dei Valori,
5. Cittadini per Debora
Serracchiani
Presidente;
Circoscrizione elettorale di Tolmezzo:
1. Franco Bandelli Un´altra Regione;
2. Saverio Galluccio Movimento 5 Stelle;
3. Renzo Tondo 1. Partito Pensionati,
2. Autonomia Responsabile,
3. Unione di Centro,
4. Pdl per Tondo Presidente,
5. La Destra,
6. Lega Nord;
4. Debora Serracchiani 1. Sinistra Ecologia Libertà,
2. Partito Democratico,
3. Slovenska Skupnost,
4. Cittadini per Debora
Serracchiani
Presidente,
5. Italia dei Valori.
Circoscrizione elettorale di Pordenone
1. Franco Bandelli Un´altra Regione;
2. Saverio Galluccio Movimento 5 Stelle;
3. Renzo Tondo 1. Autonomia Responsabile ,
2. Unione di Centro,
3. Pdl per Tondo Presidente,
4. La Destra,
5. Lega Nord,
6. Partito Pensionati;
4. Debora Serracchiani 1. Sinistra Ecologia Libertà,
2. Italia dei Valori,
3. Slovenska Skupnost,
4. Partito Democratico,
5. Cittadini per Debora
Serracchiani
Presidente.
Il servizio elettorale della Regione comunica che è stata
confermata l´esclusione del candidato presidente Marino Andolina
e della lista "Sinistra".
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PRESIDENTE MARINI RIVOLGE AUGURI DI BUON LAVORO AI PARLAMENTARI ELETTI IN UMBRIA |
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Perugia, 26 marzo 2013 - "Vorrei rivolgere i miei più sinceri e
sentiti auguri di buon lavoro a tutti i Parlamentari eletti in Umbria, certa
che sapranno svolgere con passione e competenza il mandato parlamentare
nell´interesse generale del Paese e collettività umbra". E´ quanto afferma
la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che a nome suo personale
e della Giunta regionale, ha voluto altresì esprimere "un augurio
particolare a Marina Sereni", per la sua elezione a vice presidente della
Camera dei Deputati".
"La sua elezione - ha
affermato la presidente Marini - è il giusto riconoscimento ad una donna delle
istituzioni che in questi anni ha svolto l´attività di parlamentare della
Repubblica con impegno e dedizione. La sua storia politica rappresenta una testimonianza
concreta di un modo di interpretare la politica con alto senso delle
istituzioni e spirito di servizio".
"In un momento così
delicato e complesso in generale del Paese, e della nostra regione in
particolare - aggiunge la presidente -, l´Umbria ha bisogno di rappresentanti
che sappiano rapportarsi con i territori che li hanno espressi in maniera
positiva e costruttiva. Marina Sereni - come gli altri parlamentari umbri - ha
sempre rappresentato in questi anni un importante riferimento nella interlocuzione
tra istituzione regionale e Parlamento, e sono sicura che proseguirà in questa
importante cooperazione istituzionale, avendo a cuore i problemi della nostra
regione".
"Un augurio sincero anche
a Linda Lanzillotta - eletta alla vice presidenza del Senato della Repubblica -
con l´auspicio che anche lei - ha concluso la presidente - possa mantenere ed
intensificare le relazioni con il nostro territorio".
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SVILUPPO; PER LA BASILICATA UN PIANO FONDATO SU QUATTRO PILASTRI |
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Potenza, 26 marzo 2013 - Quattro pilastri su cui fondare le politiche
di sviluppo della Basilicata. Sono quelli individuati dalla Regione Basilicata
attraverso un “Capacity Lab”, un laboratorio volto proprio ad individuare gli
assi strategici per la programmazione degli interventi comunitari 2014/2020 e
che domani saranno al centro della discussione in una sessione di lavoro che
vedrà la partecipazione, oltre che del presidente della regione Vito De Filippo
e dei dirigenti della Regione Basilicata, del ministro per la Coesione
Territoriale Fabrizio Barca.
De Filippo-barca, del resto, è il binomio che ha dato vita a questo
sistema di lavoro con il quale le idee di sviluppo della Regione Basilicata
sono state passate al vaglio, analizzate e integrate da un gruppo di lavoro
guidato dal Prof. Ron Boschma (geografo economista di carattere internazionale
e docente di sviluppo regionale all’Università di Utrecth) che ha poi prodotto
un documento nel quale vengono individuati gli assi strategici su cui
concentrare azioni e risorse.
Il documento, come detto, individua “quattro pilastri” per le politiche
di sviluppo della Basilicata. Si tratta di competitività regionale, innovazione
e sviluppo distrettuale; ambiente, turismo e prodotti agricoli; energia; e
istruzione, servizi sociali e mobilità.
Dallo studio emerge che “sebbene siano ancora sottoutilizzati, questi
pilastri rappresentano dei veri e propri potenziali per il futuro sviluppo
della regione”. Si tratta, cioè, di sviluppare potenzialità già esistenti,
eliminando il rischio di avventurarsi su settori nuovi e portando a valore
peculiarità non facilmente replicabili altrove, in modo da costruire una
strategia certa che vada anche oltre la definizione della pianificazione degli
interventi comunitari per assumere i connotati di un’autentica strategia di
sviluppo, “con due obiettivi principali – si elegge nel documento - sfruttare
le potenzialità della regione non sfruttate e sottoutilizzate e affrontare
l’emarginazione socio-economica della regione”.In questo processo, il punto
importante di partenza viene individuato nella specificità della regione
Basilicata anche perché, spiega Boschma, “concentrarsi sul rinnovamento è
rischioso per definizione e concentrarsi sul rinnovamento partendo da zero è
ancora più rischioso, perché è più soggetto al fallimento. Pertanto, le misure
politiche dovrebbero mirare a sfruttare le capacità esistenti nella regione”.
Ed è questa la strada che sta prendendo corpo nelle interlocuzioni tra
il presidente della Regione De Filippo, il ministro Barca, i funzionari e gli
studiosi, e per ciascuno dei quattro pilastri individuati si lavora già a più
specifiche linee operative e di indirizzo.
Sulla competitività ad esempio, già appare chiaro che la possibilità di
una strategia di successo a lungo termine “dipende dalla capacità delle regioni
di garantire la mobilità fisica ed economica della comunità locale, di
permettere il passaggio verso un’economia della conoscenza, di sfruttare
maggiormente le potenzialità delle specializzazioni industriali e dei distretti
o cluster nonché di diversificare l’economia regionale attraverso la varietà
della attività industriali presenti e degli scambi tra le industrie locali
complementari. In tale contesto, il pilastro 1 si fonda su quattro settori che
probabilmente influiranno sulla competitività della Basilicata, in quanto
mirano a costruire le potenzialità regionali e ad affrontare le difficoltà
esistenti: (1) infrastrutture fisiche; (2) apprendimento intra e
interorganizzativo; (3) sviluppo cluster-based ; e (4) diversificazione
regionale”.Un tema, quello delle infrastrutture, già noto in regione. Piccoli
centri e pochi collegamenti, e il suggerimento è quello di migliorare i
collegamenti ferroviari verso Salerno, Napoli e Foggia e, specie per sostenere
il turismo, verso gli aeroporti di Salerno Napoli e Bari. Con un avvertenza:
“Poiché la Commissione Europea finanzierà pochissimi investimenti sulle infrastrutture
durante il prossimo periodo di programmazione – sostiene la relazione Boshma -
è importante selezionare i progetti molto attentamente. Raccomandiamo pertanto
di concentrare le risorse finanziarie su quei progetti che mirano a collegare i
distretti industriali ai più importanti nodi ferroviari, autostradali e
aeroportuali”.
E sul versante della competitività grande importanza viene anche
riservata alle connessioni Internet al potenziamento di conoscenza e
innovazione nei processi d’impresa, ad un sempre crescente rapporto tra le
realtà delle formazioni e quelle del lavoro.
E sempre in tema di competitività, vengono anche individuati i
distretti produttivi esistenti in Basilicata (dall’Auto a Melfi, al Salotto
murgiano, dalla ricerca tecnologica alle risorse culturali e naturali, dai
distretti agricoli a quello dell’energia in Val d’Agri) da cui partire per
sviluppare il sistema. Partire e non limitarsi perché, ad esempio, per quel che
riguarda l’auto, lo studio mette in guardia dal rischio di dipendenza del
distretto dalla sola casa automobilistica, spingendo invece ad individuare
altri possibili sviluppi che mettano a valore le specificità delle aziende
dell’indotto anche per sviluppare altre lavorazioni. E più in generale, per
ogni distretto sono state già individuate le potenzialità trasversali delle
relative industrie che andrebbero sviluppate ulteriormente, grazie ad azioni
quali la valorizzazione delle aziende dell’indotto, il trasferimento di
conoscenza possibile anche con la circolazione di forza lavoro e il sostegno
alle reti di ricerca collettive.
Discorso a parte, invece, va fatto per il turismo. “La Basilicata
possiede punti di forza unici (per es. Bellezze naturali, patrimonio culturale
e artistico, design e gastronomia) che insieme – si legge nello studio -
rappresentano un grosso potenziale di crescita per il turismo. Il turismo in
Basilicata non è ancora molto sviluppato in quanto la maggior parte dei
visitatori ha un basso livello culturale e proviene dalle regioni vicine. Con
questo si deduce che la regione non viene pubblicizzata molto come meta
turistica. Le difficoltà per l’industria del turismo in Basilicata sono: la
perifericità, difficoltà a raggiungere alcuni luoghi, concorrenza con le mete
italiane più conosciute a livello mondiale nonché un’ospitalità non
sofisticata”. Ma quella che viene individuata come una criticità non è
un’inesorabile condanna, anzi, il gruppo di lavoro avverte che “la cura attenta
di questi dettagli può trasformare queste debolezze in punti di forza in quanto
la regione può vendere il suo autentico e incontaminato ambiente naturale e
urbano e la sua natura non globalizzata e del tutto italiana, tanto da
diventare una meta per un “ammiratore seriale dell’Italia” - il prossimo luogo
da vedere dopo che altri siano stati già visti - e per un turismo di elite
piuttosto che di massa”.E anche per questo settore vengono individuati assi su
cui lavorare che vanno dall’accessibilità alla riconoscibilità dell’offerta, da
nuove politiche di marketing ad una maggiore integrazione nella promozione di
turismo, ambiente ed enogastronomia.
Per quel che riguarda il terzo pilastro, il modello è quello già
dichiarato a livello Regionale, ossia far sì che la produzione di energia da
fonte fossile sviluppata per la presenza di idrocarburii in Val d’Agri vada ad
inserirsi in un più ampio progetto che guarda alle rinnovabili, non solo al
solare, ma anche eolico, idroelettrico e biomasse, con un particolare interesse
da parte degli estensori del piano proprio per quest’ultima in virtù del possibile
ulteriore sviluppo di “una filiera di energia boschiva sostenibile”. E degne di
nota vengono ritenute anche azioni già messe in campo o avviate a livello
regionale sul fronte del risparmio energetico, come l’efficientamento degli
edifici pubblici con un aumento della produzione di energia da fonti
rinnovabili a loro servizio, e anche le politiche di incentivo
all’efficientamento energetico degli edifici privati, già previste in alcuni
Piani d’azione per l’energia sostenibile dei comuni.
Di tutto rilievo viene anche giudicata l’azione politica di
negoziazione con le compagnie petrolifere per un maggiore coinvolgimento delle
aziende locali, individuando come possibile soluzione “piani di gestione
locale” di questi aspetti sulla linea di quanto fatto con il contratto di
Settore della Val d’Agri con Eni.
Non meno importante, proprio sotto il profilo dello sviluppo, è il
quarto “pilastro”, che “mira a sviluppare una serie di obiettivi strategici e
di opzioni di politiche per migliorare l’offerta regionale dei servizi per il
welfare personale e l’occupabilità nella regione Basilicata con un’attenzione
particolare all’istruzione e alla formazione professionale, ai servizi sociali
e alla mobilità”. E in particolare l’accento va sulle politiche di mobilità, perché
“i trasporti svolgono un ruolo importante nel massimizzare un efficiente
incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, competenze e servizi sociali. La
maggior parte dei servizi sono forniti nelle città, mentre parte della (debole)
domanda è localizzata all’interno. Le misure politiche dovrebbero aumentare i
collegamenti interni e l’accessibilità dei mezzi di trasporto nei luoghi dove
vi sono i servizi sociali e i servizi della formazione”. E sul fronte delle
competenze bisognerebbe lavorare anche sullo spiazzamento dell’offerta e di
domanda di professionalità e prevedere percorsi tendenti all’inserimento nel
mercato di alte professionalità di cui, spiegano i ricercatori, la Basilicata è
esportatrice.
Indicazioni che devono essere da guida per quanto possibile nelle
azioni da mettere in campo a partire dalla programmazione dei fondi europei, ma
non solo. “Non ci si può aspettare – conclude il documento - che una nuova
strategia di sviluppo regionale sia implementata completamente nell’immediato e
più probabilmente soltanto in parte e in varie fasi. Occorre anche evidenziare
che la strategia proposta basata su un migliore sfruttamento delle potenzialità
non utilizzate della regione andrà ben oltre lo scopo e il tempo di un
programma operativo nell’ambito della politica di coesione 2014-2020 che sarà
finanziata dai fondi strutturali europei. Pertanto, i meccanismi di governance
ai fini dell’implementazione della strategia nel suo complesso dovrebbero
andare oltre i requisiti di gestione previsti dal quadro legale della politica
di coesione europea”.
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TOSCANA, FONDI STRUTTURALI: IMPEGNATI A COLMARE RITARDI PROGRAMMAZIONE UE. FONDI INDISPENSABILI PER COMBATTERE CRISI |
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Firenze, 26 marzo 2013 – Laboratorio 27 “Le aree interne nella nuova
programmazione dei Fondi strutturali. Una diversa geografia dello sviluppo
territoriale” : Questo il tema del seminario che si è svolto alla Fortezza da Basso di Firenze. Hanno
partecipato rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico, della
Regione Toscana, esperti, ricercatori e docenti universitari degli atenei di Firenze, Parma e Perugia,
dell’Inea e dell’Irpet. I lavori sono stati conclusi dall’assessore alle
attività produttive Gianfranco Simoncini.
L’assessore regionale ha tenuto a ricordare come la Regione Toscana stia lavorando ad una
bozza di Por per la nuova programmazione 2014-2020. “Stiamo cercando di recuperare
il ritardo registrato a livello comunitario – ha detto Simoncini – e di fare in
modo che dal 1 gennaio del 2014 non vi sia soluzione di continuità
nell’utilizzo dei fondi strutturali
perchè questo significherebbe un
blocco rispetto agli strumenti per
sostenere lo sviluppo per il nostro territorio. Proprio la scorsa settimana –
ha aggiunto Simoncini – abbiamo aperto la concertazione con le parti sociali
e i rappresentanti degli enti locali sul
“position paper” della Regione Toscana in modo da addivenire a bozze di Por
(Fse, Fesr, Fears) condivisi da sottoporre all’Unione Europea e al Governo
Italiano. Facciamo questo sforzo – ha sottolineato l’assessore – nella
consapevolezza del fatto che i Fondi Ue sono per la Toscana, in un momento
difficile come questo, gli strumenti
fondamentali per combattere la crisi e rilanciare politiche di sviluppo e
occupazione.” Riferendosi più particolarmente al tema della mattinata,
Simoncini ha sottolineato come “In questo quadro rivolgeremo particolare
attenzione alle aree interne e a quelle caratterizzate da svantaggio
territoriale e di servizi, con interventi che cercheranno di promuovere e
favorire un accesso adeguato ai servizi
e valorizzare le ricchezze naturali delle aree stesse al fine di
promuovere sviluppo e occupazione.”
L’assessore ha infine rivolto un richiamo al Governo nazionale sulle politiche ordinarie. “E’ fondamentale – ha
concluso – che accanto agli intervento
dei fondi vi sia per i servizi essenziali come l’ istruzione, i trasporti, le infrastrutture, che devono essere garantiti dalle politiche
ordinarie, un preciso impegno dei
Ministeri.”
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“IL GOVERNO INTERVENGA PER GARANTIRE I PAGAMENTI DELLA PA” |
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Potenza, 26 marzo 2013 - “E’ urgente un’azione politica a livello
europeo per negoziare spazi di flessibilità all´interno del Patto di Stabilità
che permettano di accelerare i pagamenti dei debiti commerciali, nel quadro di
un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, che
realizzi concrete azioni di sostegno per rilanciare crescita e occupazione, pur
nel rispetto della necessaria stabilità finanziaria
chiede al Governo”. E’ quanto scrivono, in un ordine del giorno
approvato ieri, i presidenti delle Assemblee legislative regionali chiedendo al
Governo “di mettere in atto con urgenza iniziative finalizzate alla risoluzione
del tema dei pagamenti arretrati della pubblica amministrazione e al definitivo
chiarimento dei termini operativi della nozione di flessibilità con l’Unione
Europea, per poter dare tempi certi al sistema delle imprese creditrici
italiane”.
Nel documento, discusso e approvato oggi con la condivisione del
presidente del Consiglio regionale della Basilicata Vincenzo Santochirico, si
sottolinea che “i gravissimi ritardi nei pagamenti sono una modalità
inaccettabile, che mina i corretti rapporti tra pubblica amministrazione e
imprese e che crea grave danno per le imprese, in molti casi già colpite dalla
difficoltà di accedere al credito bancario nel contesto della crisi”.
I presidenti delle Assemblee legislative regionali ricordano che “gli
spazi per una rapida liquidazione di debiti pregressi sono fortemente limitati
dalla necessità di rispettare gli impegni assunti dall´Italia con l´Unione
Europea nel quadro del Patto di Stabilità”, mentre “la liquidazione dei debiti
commerciali, secondo le regole di contabilità europee, anche corrispondenti a
spesa per investimenti pregressi, determina un conseguente aumento del debito
pubblico. Diventa pertanto necessario – conclude l’odg - definire un meccanismo
che permetta da subito di dare respiro alle imprese avviando un´opera di
graduale liquidazione dei debiti con modalità che tengano conto dei vincoli di
finanza pubblica”.
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APPROVATA ‘LEGGE CIAMBETTI’ PER UNIONE VAS E QUERO (BL). “I DUE COMUNI FELTRINI APRIPISTA DI UNA RIFORMA PER RISPARMIARE E GARANTIRE SERVIZI MIGLIORI AI CITTADINI” |
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Venezia, 26 marzo 2013 - Approvando nella notte tra giovedì e venerdì
scorsi la legge proposta dall’assessore regionale agli Enti locali Roberto
Ciambetti, il Consiglio regionale del Veneto ha detto sì alla fusione dei
Comuni bellunesi di Vas e di Quero, i quali sono ora chiamati a organizzare il
referendum per chiedere alla cittadinanza di esprimersi in merito.
“Il voto del Consiglio regionale – spiega Ciambetti – segna un momento
decisivo. Si tratta di una svolta significativa dopo il via libera della Giunta
regionale, un segnale importante che coglie il voto espresso dai due Consigli
comunali del Feltrino. Questa potrebbe essere la prima fusione realizzata per
razionalizzare i servizi, abbattere i costi a carico dei contribuenti,
garantendo comunque la qualità e le funzioni dell’ente locale. Di certo, Vas e
Quero hanno inaugurato una fase che in Veneto porterà a ridisegnare la mappa
del territorio lungo una via che per primi questi due Comuni hanno esplorato:
siamo davanti a una vera riforma, che nasce dal basso, che ha come protagonisti
i cittadini e le istituzioni a loro più prossime. Unendosi i due Comuni
diminuiscono le spese e ciò consente di recuperare risorse per migliorare i
servizi e dare quindi risposte alla cittadinanza. Meno poltrone, meno
burocrazia, più efficienza”.
L’assessore ha poi rammentato come “la fusione vedrà anche un sostegno
economico sia dello Stato sia della Regione, che agevola ogni processo di
razionalizzazione. Stando al decreto sulla revisione della spesa pubblica, il
contributo straordinario previsto dalla normativa nazionale ai municipi che si
fondono è pari al 20 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti nel 2010.
Non vanno poi dimenticati i contributi previsti
dalla legge regionale n. 18 del 2012 che avevo predisposto proprio per
spingere le amministrazioni locali fino a 5.000 abitanti a concentrare uffici e
risorse al fine di ottenere risparmi di scala”.
Ora la parola ritorna ai cittadini che dovranno esprimersi con un
referendum consultivo. “La mia speranza – continua Ciambetti – è che si possa
eleggere il nuovo Consiglio comunale nella primavera del 2014, alla naturale
scadenza del mandato delle attuali amministrazioni. Questi ultimi passaggi
chiudono un percorso iniziato anni or sono, ma che ha già portato a grandi
sinergie tra i due Comuni con risultati veramente importanti, ai quali mi
auguro guardino con interesse anche altre amministrazioni. Cito un fatto che è
indicatore delle opportunità che nascono dalla sinergia e dal lavorare assieme:
Vas e Quero, grazie a una campagna comune di informazione e coinvolgimento
della cittadinanza, sono riusciti nel volgere di pochissimo tempo a passare dal
60 all’85 per cento di raccolta differenziata, un dato a dir poco nordeuropeo,
dimostrando un livello singolare di efficienza e qualità”.
“Anche in Polesine – ha concluso l’assessore – sei Comuni hanno avviato
un percorso di fusione e l’esperienza feltrina è per loro un punto di
riferimento. Da parte mia la soddisfazione di aver contribuito a questo
processo con leggi che ho proposto grazie alla collaborazione della Direzione
regionale degli Enti locali. Ma i veri protagonisti della svolta sono stati e
sono, e ciò non va dimenticato, i due sindaci di Vas e Quero, i consigli
comunali dei due centri e la popolazione che ha compreso e colto lo spirito dei
tempi”.
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ROMA: "VERSO L´ARMONIZZAZIONE. LA RIFORMA CONTABILE DEGLI ENTI TERRITORIALI". GLI ATTI DEL SEMINARIO DI PALAZZO VALENTINI |
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Roma, 26 marzo 2013 - Si è svolto presso Palazzo Valentini, sede della Provincia
di Roma, il Seminario organizzato in collaborazione con l’Upi (Unione delle
Province d´Italia), dal titolo “La riforma dei sistemi contabili della Pubblica
Amministrazione”.
Il Seminario ha avuto un notevole successo con la partecipazione di
oltre 40 Comuni del territorio della provincia di Roma e di oltre 12
Amministrazioni provinciali.
Gli Enti partecipanti saranno coinvolti dal 1 gennaio 2014
nell’attuazione della nuova disciplina contabile delle pubbliche
amministrazioni locali che modificherà in modo sostanziale l’attuale sistema
normato dal D.lgs 267/2000.
Oltre alle amministrazioni locali il Seminario - svoltosi giovedì 14
marzo – ha registrato la presenza di altre amministrazioni pubbliche tra le
quali: Corte dei Conti; Regione Lazio e Campania; Comune di Roma (con una folta
rappresentanza).
Il Commissario Straordinario della Provincia di Roma, Umberto
Postiglione, che ha colto positivamente l’evento, ha voluto rivolgere il
proprio saluto di benvenuto a tutti i partecipanti auspicando un positivo
riscontro rispetto all’attuazione della riforma contabile.
Il Seminario è stato organizzato dalla Provincia di Roma al fine di
facilitare il percorso di avvicinamento alla data del 1 gennaio 2014 la
Provincia di Roma, con l’obiettivo di informare e formare i Responsabili dei
Servizi Finanziari dei comuni, che per primi si troveranno a dover gestire il
cambiamento, e annunciando un percorso di supporto per gli enti del proprio
territorio sia dal punto di vista amministrativo che informatico.
Per ulteriori informazioni in materia
http://portaleragioneria.Provincia.roma.it/
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POLESINE, PROTOCOLLO D’INTESA MISE-REGIONE VENETO PER SUPERARE LA CRISI UN’INTESA DI DUE ANNI PER FAVORIRE INIZIATIVE PRODUTTIVE E STAR-UP INNOVATIVE |
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Roma, 26 marzo 2013- Firmato il 22 marzo, al Ministero dello Sviluppo
Economico, un Protocollo d’Intesa con la Regione Veneto per arginare la grave
crisi socio-economica che ormai da anni colpisce il territorio del Polesine.
A siglare l’intesa, della durata di due anni, sono stati il Ministro
Corrado Passera e su delega del
Presidente della Regione Veneto Luca Zaia- l’Assessore regionale all’Economia,
Ricerca e Innovazione Marialuisa Coppola.
L’obiettivo dell’accordo è quello di arginare la situazione esistente
nella zona di Rovigo e invertire la tendenza ad un aumento esponenziale delle
ore di cassa integrazione, dei licenziamenti e della riduzione del tasso di
attività. Gli indicatori dicono, per esempio, che dal 2007 al 2012 c’è stata
un’impennata del ricorso alla cig del 417%, con punte del 1.060% per le ore di
cassa integrazione ordinaria.
Per superare questo drammatico stato di cose, Mise e Regione Veneto
hanno convenuto su un ampio progetto di iniziative pilota, di interesse
nazionale, incentrate sull’innovazione, la ricerca e lo sviluppo di start-up
produttive.
La collaborazione viene attivata per rafforzare l’integrazione delle
politiche dedicate a questi temi e per
conseguire una più efficace attuazione degli interventi previsti nel
protocollo. Scopo dell’intesa è incoraggiare un modello di sviluppo innovativo,
solido e sostenibile nel lungo periodo,
lavorando sulla salvaguardia e il consolidamento del tessuto produttivo, sull’attrazione
di nuove iniziative imprenditoriali, sul sostegno al reimpiego dei lavoratori
espulsi dalla filiera produttiva, sull’assistenza e l’accompagnamento delle
imprese in percorsi di start-up, internazionalizzazione, innovazione e
trasferimento tecnologico.
Tra gli interventi, sono previste risorse per il sostegno di
investimenti produttivi; verrà facilitato l’insediamento di start-up innovative
con la messa a disposizione di strutture già individuate e di risorse dedicate; verranno realizzate azioni
di riduzione dei tempi per permessi e licenze per nuovi insediamenti o
ampliamento di aziende. Saranno inoltre attivati sportelli di Temporary
Manager, istituito un punto di raccordo con il Desk Italia regionale e il Desk
Italia nazionale per agevolare l’attrazione degli investimenti diretti
dall’estero e completate alcune opere infrastrutturali.
Particolare attenzione sarà poi dedicata allo sviluppo di tecnologie
“verdi” per nuovi prodotti e processi e allo sviluppo delle fonti di energia
alternative, promuovendo nuove linee di ricerca e potenziando sia l’attività
dei Laboratori Ecsin (specializzato in nanotecnologie) e Tesi (specializzato in
materiali), sia l’integrazione dei parchi scientifici e tecnologici del Veneto.
Sarà favorito, infine, il Patto dei Sindaci a livello locale per
l’attuazione del Piano per l’Energia sostenibile e saranno promosse azioni per
la valorizzazione sostenibile del territorio, con incremento del turismo di
visitazione, naturalistico e culturale.
La Regione Veneto realizzerà le azioni con la collaborazione di tutti
gli attori istituzionali, sociali ed economici locali e con il contributo
specifico della Camera di Commercio di Rovigo.
Il Ministero dello Sviluppo economico, da parte sua, faciliterà il
superamento di eventuali criticità di livello nazionale che dovessero
verificarsi nella realizzazione delle azioni e la diffusione della conoscenza
delle migliori pratiche disponibili a livello nazionale ed europeo nei settori
di intervento.
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LAVORO, REGIONE CAMPANIA INCONTRA SINDACATO TEDESCO DGB |
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Napoli, 26 marzo 2013 - L´assessore al Lavoro e alla Formazione
Severino Nappi ha ricevuto ieri mattina una delegazione del principale
sindacato tedesco Dgb, guidata dal presidente del Dgb Nord Amburgo Uwe
Polkaehn. Hanno preso parte all´incontro anche i segretari nazionali tedeschi
di categoria, Klaus Bullan (per il comparto scuola e apprendistato duale),
Horst Hopmann (per il comparto formazione), Heino Bade (per il comparto
aerospazio e green economy). Era presente il segretario generale della Cgil
Campania Franco Tavella, promotore dell´incontro.
Al centro dei lavori, lo scambio di esperienza in materia di politiche
attive del lavoro, formazione e apprendistato, nonché gli interventi in materia
di logistica e portualità, ambiti produttivi di eccellenza per entrambe le
comunità.
Si è convenuto che la Campania ospiti, nell´ambito delle intese
istituzionali, un tavolo di confronto con le parti sociali per definire temi e
strumenti di una concorde politica del lavoro.
"Nel solco dell´accordo Italia - Germania sull´apprendistato,
sancito lo scorso novembre dai due Governi proprio qui a Napoli, l´incontro di
stamattina con la massima organizzazione sindacale tedesca rappresenta un
ulteriore ed importante passo verso l´internazionalizzazione dei rapporti,
anche ai fini della costruzione di politiche del lavoro e della formazione
indispensabili per il contrasto alla crisi", sottolinea l´assessore al
Lavoro e alla Formazione Severino Nappi.
"La Regione Campania, per i temi e per gli interlocutori scelti,
si candida ad essere il delle relazioni in materia di lavoro e sviluppo, a
partire dalle politiche per la formazione e il lavoro dei giovani e lo scambio
di esperienze", conclude Nappi.
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AMMORTIZZATORI IN DEROGA, ODG PRESIDENTI CONSIGLI REGIONALI |
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Potenza, 26 marzo 2013 - Un pressante invito a mettere in atto ”tutte
le azioni utili a garantire il finanziamento degli ammortizzatori in deroga”
viene rivolto al Governo dalla Conferenza delle Assemblee legislative
regionali. Con un ordine del giorno approvato ieri, sostenuto anche dal
presidente del Consiglio regionale della Basilicata Vincenzo Santochirico,
l’organismo chiede inoltre “che siano firmati tempestivamente i previsti
decreti attuativi e si disponga la conseguente autorizzazione da parte del
ministero del Lavoro all’Inps, finalizzata a coprire tutti i pagamenti relativi
al 2012 e l’urgenza della firma dei decreti autorizzativi per il 2013”.
“La difficile situazione legata alla necessità di dare piena copertura
al finanziamento per il pagamento degli ammortizzatori sociali in deroga per
l’anno 2012 e il corrente 2013 – si legge nel documento -, produce fortissime
preoccupazioni per la situazione sociale venutasi a creare per il blocco dei
pagamenti da parte dell’Inps, che riguarda oltre centomila lavoratori, in
attesa del pagamento a causa di un blocco che appare incomprensibile e non
condivisibile”.
“Tali incertezze – scrivono ancora i presidenti delle Assemblee
legislative regionali - rischiano di bloccare le procedure autorizzative delle
Regioni, atte a dare garanzie a migliaia di lavoratrici e lavoratori dipendenti
da piccole imprese colpite dalla crisi economica Sono pertanto necessarie oltre
a quelle positivamente stanziate nello scorso febbraio a seguito di incontro
delle Regioni col ministero competente, ulteriori risorse per assicurare
copertura per tutto il 2012”.
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BASILICATA: PIANO PLURIENNALE DEL LAVORO |
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Potenza, 26 marzo 2013 - “Nel
corso della riunione del Tavolo di coordinamento riservato all’approfondimento
delle questioni trattate e assunte nell’Accordo quadro sugli ammortizzatori
sociali, i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil hanno confermato
l’impegno delle organizzazioni a fornire al Governo regionale entro la fine del
mese di aprile il complesso di proposte da considerare per la definizione del
Piano regionale del Lavoro, la cui bozza è stata a suo tempo consegnata
dall’Assessore al Lavoro a tutte le parti sociali”. Lo dichiara l’assessore
alla Formazione e Lavoro, Vincenzo Viti, che aggiunge: “Come d’intesa il
Governo regionale intende acquisire tutte le indicazioni e integrazioni da
inquadrare in una sintesi più compiuta del Piano che sarà oggetto del confronto
sia nella Cabina di regia coordinata dal Presidente De Filippo sia nel
dibattito pubblico, nelle istituzioni e nella comunità regionale.
Si tratterà di aggiornare coerentemente, misurandone l’efficacia e i
risultati, il complesso finora realizzato delle politiche attive del lavoro,
sintonizzandole con le scelte di sviluppo e con il quadro delle risorse da
destinare nei prossimi mesi agli ammortizzatori sociali, così da rendere
‘virtuosa’ e produttiva la spesa pubblica a sostegno del sistema sociale
lucano”.
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CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA; UMBRIA "GRAVE PREOCCUPAZIONE" PER FONDI NAZIONALI |
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Perugia, 26 marzo 2013 - "La carenza di risorse nazionali per la
cassa integrazione in deroga suscita grave preoccupazione": lo ha detto
l´assessore regionale allo sviluppo economico, Vincenzo Riommi, intervenendo al "tavolo"
che si è tenuto in Regione sugli ammortizzatori sociali, a cui hanno partecipato
le parti sociali. Facendo il quadro della situazione, Riommi ha evidenziato che le risorse
nazionali per finanziare le domande del 2013 e per onorare le
autorizzazioni rilasciate dalle Regioni
per il 2012 sono ad oggi largamente
insufficienti anche rispetto alla spesa storica degli scorsi anni.
Anche le parti sociali nel corso della riunione hanno espresso forte
preoccupazione per la situazione sociale che rischia di verificarsi a fronte
dell´insufficienza delle risorse stanziate dal Ministero del Lavoro.
Regione e parti sociali chiedono quindi che vengano assegnate dal
Ministero del lavoro quanto prima le ulteriori risorse già individuate con
leggi dello Stato e destinate agli ammortizzatori in deroga per l´anno 2013 e
di attivare un tavolo di confronto fra Regioni, Ministero e Inps per
rideterminare le ulteriori risorse necessarie, tenendo conto dell´effettivo
impatto della crisi in Umbria come in Italia.
"Le Regioni - ha precisato l´assessore Riommi - stanno lavorando
congiuntamente, in sede tecnica e politica,
per rappresentare al Ministero ed al Governo ipotesi di intervento che
consentano di reggere l´urto della crisi sui lavoratori e sulle piccole imprese. In questo senso cogliamo
positivamente la modifica della posizione del Ministero - ha detto Riommi -,
che dopo le pressanti sollecitazioni del Coordinamento delle Regioni, ha
sancito la validità degli accordi
conclusi in sede aziendale che consentono una maggiore celerità nel rilascio
delle autorizzazioni e quindi dei pagamenti
a favore dei lavoratori. L´umbria, come le altre Regioni, ha modificato
le modalità per rilasciare in tempi
rapidi le autorizzazioni alla cassa integrazione in deroga. Infatti abbiamo
previsto, in accordo con imprese e sindacati, proprio per garantire il migliore
utilizzo possibile delle scarse risorse ad oggi disponibili, autorizzazioni più
brevi a fronte di più domande che possono essere presentate dalle imprese al
fine di controllare la spesa e
consentire più lunghi periodi di fruizione della cassa integrazione, dato il
ridotto ammontare delle risorse stanziate ad oggi a livello nazionale".
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CASSA INTEGRAZIONE IN DEROGA, LA GIUNTA TOSCANA APPROVA NUOVE LINEE GUIDA |
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Firenze, 26 marzo 2013 – Istruttorie più snelle, tempi più veloci, meno
carta e percorsi formativi mirati: queste alcune delle novità contenute nelle
nuove linee guida per gli ammortizzatori sociali in deroga che la giunta
regionale ha approvato oggi su proposta dell’assessore al lavoro Gianfranco
Simoncini.
L’assessore ha anche informato la giunta dei problemi presenti per la
copertura finanziaria di tutto il 2013, ad oggi non garantita dallo Stato
centrale e sui ritardi che alcune decisioni del ministero del Lavoro e
dell’Inps Nazionale hanno determinato sui pagamenti delle spettanze dei
lavoratori e delle lavoratrici. “Se sembra in via di definitiva soluzione – ha
detto l’assessore – sulla base anche dell’impegno della Regione Toscana, il
problema dei pagamento dei residui del 2012 ad una parte dei lavoratori,
nonostante l’impegno degli uffici regionali e dell’Inps Toscana ci vorrà ancora
un po’ di tempo per smaltire l’arretrato accumulatosi ad inizio anno per il
blocco delle procedure attivato da Roma. E’ anche in considerazione di tali
problematiche che si sono decise le nuove procedure”.
“Gli ammortizzatori sociali in deroga – spiega Simoncini – hanno, come
noto, la funzione di estendere strumenti di tutela del reddito a lavoratori
che, in base alla normativa a regime, ne sarebbero esclusi. Da quando la
competenza della gestione è passata alla Regione, questo strumento si è
rivelato essenziale per fronteggiare un’emergenza di cui ancora, purtroppo, non
intravediamo la fine. E’ per questo che, per rendere più fluido un processo che
interessa volumi sempre più importanti di domande e coinvolge migliaia di
lavoratori, abbiamo pensato, anche a seguito di osservazioni e richieste delle
parti sociali, ad una serie di accorgimenti tecnici per rendere più facile sia
per le aziende che per i lavoratori accedere ai benefici previsti”.
Le novità Una delle prime novità consiste nella decisione di richiedere
alle aziende di presentare le domande entro 20 giorni dall’inizio del periodo
di sospensione dal lavoro e non, come previsto precedentemente, entro la fine
del periodo. Ciò consentirà una più immediata gestione delle autorizzazioni e
maggiore tempestività nell’erogazione delle risorse da parte dell’Inps.
Sempre per ridurre i tempi e l’abuso di documenti cartacei, si prevede
che le aziende possano inviare per posta raccomandata soltanto la prima pagina
della domanda (con firma e marca da bollo), mentre il resto sarà scaricato
dagli uffici direttamente dalla procedura on line.
La delibera approvata dalla giunta ridefinisce anche gli interventi di
politica attiva, vale a dire le azioni formative e di riqualificazione dei
lavoratori. Se fino ad oggi tutti i lavoratori in cassa integrazione o mobilità
erano tenuti a frequentare interventi di politica attiva (corsi e iniziative
formative), da oggi si è deciso di limitare gli interventi ai lavoratori per
cui non è previsto il rientro in azienda al termine della cassa. In generale i
lavoratori, per attivare le iniziative di politica attiva, non dovranno più
andare al centro per l’impiego entro 48 ore dall’avvio del periodo di cassa
integrazione, ma entro 5 giorni. Sono esentati anche coloro che hanno già
effettuato almeno tre interventi di politica attiva, come pure coloro che sono
prossimi alla pensione. Resta il fatto che tutti i lavoratori, su base
volontaria, possono comunque se interessati accedere alle attività proposte
dalle Province.
“Questi minori vincoli sulle politiche attive – afferma Simoncini –
permetteranno di concentrarsi maggiormente sui lavoratori che rischiano di
perdere il posto e hanno quindi bisogno di aggiornare le proprie competenze,
anche costruendo percorsi individualizzati, per ricollocarsi sul mercato”.
I numeri Da maggio 2009 la Regione con il servizio lavoro, gestisce
direttamente le domande di cassa integrazione in deroga. Ad oggi sono pervenute
44.724 richieste di autorizzazione, per 68.135 lavoratori coinvolti e oltre 76
milioni di ore.
Da ottobre 2010 la Regione autorizza anche la mobilità in deroga: ad
oggi sono state presentate 4.563 richieste.
Da gennaio ad oggi la Regione Toscana ha ricevuto 4927 domande di cassa
integrazione in deroga, per un totale di 21591 lavoratori, mentre le nuove
domande di mobilità sono state 426, cui si aggiungono quelle autorizzate a
cavallo fra il 2012 e il 2013, che sono in tutto 1043.
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TRENTO: APPROVATI I BANDI DEL FONDO PER LA VALORIZZAZIONE E PROFESSIONALIZZAZIONE DEI GIOVANI |
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Trento, 26 marzo 2013 - La
Giunta provinciale, su proposta del presidente Alberto Pacher, ha approvato il
22 marzo i nuovi bandi del Fondo per la valorizzazione e professionalizzazione
dei giovani. I bandi prevedono borse di studio e prestiti d´onore per corsi di
lingue estere, percorsi di istruzione e formazione all´estero, stage lavorativi
estivi, percorsi di eccellenza e di alta specializzazione professionale,
percorsi per l´inserimento di giovani laureati e dottori di ricerca nel mercato
del lavoro trentino e non, attivando progetti di ricerca.
Rispetto alla versione precedente dei bandi, la Giunta ha introdotto
alcune novità per ragioni di compatibilità finanziaria e per adeguare la
formulazione dei bandi al mutato contesto socio-economico del Trentino.
Alcuni bandi, ad esempio, non sono stati attivati per ragioni di
contenimento della spesa, non avendo riscosso particolare interesse da parte
dei destinatari, oppure per evitare il sovrapporsi di interventi previsti da
parte di altri enti territoriali. Per tutte le misure, comunque, la linea guida
è stata quella di contenere i costi salvaguardando tuttavia gli interventi
rivelatisi più efficaci.
Ad esempio per i "corsi full immersion di tre o quattro settimane
all´estero" è stata prevista da quest´anno una graduatoria basata
sull´indicatore Icef in base alla quale verranno corrisposte le borse di studio
fino alla concorrenza dell´importo stanziato; cambia pertanto il criterio fin
qui adottato, che prevedeva il pagamento delle borse a conclusione del corso in
ordine cronologico. Le domande saranno presentate fino al 20 giugno 201, mentre
la graduatoria degli ammessi sarà predisposta entro il 20 luglio successivo.
A favore degli "studenti eccellenti" che hanno completato il
primo ciclo di istruzione con il conseguimento del diploma di scuola secondaria
di primo grado è prevista da quest´anno una borsa di studio pari ad euro 2.800
a favore di venti ragazzi che presenteranno domanda direttamente al
Dipartimento della Conoscenza e che saranno selezionati da una apposita
commissione, che terrà conto anche della condizione economica e patrimoniale
del nucleo familiare. Fino allo scorso anno prevedeva una borsa di studio a
favore di venti ragazzi con borse di studio annuali di 2.000 euro rinnovabili
per i 5 anni del secondo ciclo di istruzione e formazione.
L´importo massimo complessivamente erogabile per "prestiti
d´onore" a favore degli studenti universitari in Italia vengono ridotti da
30mila euro a 12mila, mentre a favore degli studenti universitari all´estero
vengono ridotti da 54mila euro a 18mila. Da ricordare che per quest´anno la
raccolta delle domande di prestiti d´onore è prevista dall´ 8 aprile al 10
maggio 2013, con proroga rispetto al termine previsto dal bando del 31 marzo
2013.
Anche per la "residenzialità dottorandi" il termine di
presentazione delle domande è prevista dall´ 8 aprile al 10 maggio 2013, con
proroga rispetto al termine previsto dal bando del 31 marzo 2013.
Un´altra scadenza importante è quella dell´entrata in vigore del bando
2a dell´Agenzia del lavoro riguardante l´"inserimento dei giovani laureati
e dottori di ricerca nel mercato del lavoro trentino e non", attraverso
l´attivazione di progetti di ricerca. La validità del nuovo bando sarà a
partire dal 1 luglio 2013 e fino a tale data è vigente il bando precedente.
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RIFUGIATI. COMUNE DI MILANO, PROROGATA DI UN ANNO L’ACCOGLIENZA ORDINARIA NEI CENTRI COMUNALI |
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Milano, 26 marzo 2013 - La Giunta ha prorogato di un anno la gestione,
in appalto al privato sociale, del servizio di accoglienza ordinaria per
rifugiati e richiedenti asilo. La spesa impegnata è di 2,5 milioni di euro, ed
è interamente finanziata da risorse statali.
L’attuale rapporto del Comune con l’ente gestore, la cooperativa Farsi
Prossimo, è iniziato il 1 giugno 2011 e si estende fino al 31 maggio 2013. Al
momento della stipula era stato previsto l’eventuale prolungamento di ulteriori
12 mesi. La nuova scadenza dell’accordo è stata quindi portata al 31 maggio
2014. Il progetto è inserito nell’ambito degli accordi del 2007 tra
l’Amministrazione comunale e il Ministero dell’Interno sul fronte
dell’integrazione sociale di cittadini stranieri richiedenti asilo, titolari di
protezione internazionale o destinatari di altre forme di protezione
umanitaria.
Si tratta, in totale, di 300 posti letto, di cui 70 dedicati
all’accoglienza di donne sole o mamme con bambini. L’ospitalità è suddivisa in
cinque sedi. I centri si trovano in via Novara 451 (90 posti), via Gorlini 1
(60 posti), via Giorgi 31 (30 posti), viale Fulvio Testi 302 (50 posti), via
Sammartini 75 (70 posti).
L’accoglienza è accompagnata da progetti di inclusione. Ai rifugiati e
richiedenti asilo vengono proposti corsi di italiano, percorsi di orientamento
al lavoro e ai servizi. Vengono seguiti sul piano sanitario e dell’assistenza
psicologica. Progetti specifici sono dedicati alle mamme con bambini, in
particolare sul fronte dell’integrazione scolastica. Ciascuna persona accolta
può essere ospitata nei centri, secondo quanto stabilito dagli accordi con il
Ministero, fino a un massimo di dieci mesi.
“Andiamo avanti sul terreno delle politiche volte a garantire il
rispetto dei diritti umani e di cittadinanza – ha dichiarato l’assessore alle
Politiche sociali e Cultura della salute Pierfrancesco Majorino -. Siamo
allineati con le altre città d’Italia che partecipano al programma nazionale di
interventi per i rifugiati e i richiedenti asilo, programma interamente
finanziato con risorse statali”.
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UMBRIA: CENTRO PARI OPPORTUNITÀ: PREMIO “LAURA CIPOLLONE” PER TESI LAUREA SU PERSONAGGI O TEMATICHE FEMMINILI |
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Perugia, 27 marzo 2013 - Scadono il 31 marzo prossimo i termini per la
presentazione delle domande di partecipazione al premio per tesi di laurea
"Laura Cipollone" istituito dal Centro per le Pari Opportunità della
Regione Umbria e rivolto alle laureate e ai laureati che hanno discusso la tesi
di laurea "su personaggi femminili o su problematiche attinenti la realtà
femminile".
Sono previsti tre livelli di
premiazione: il primo premio è di 1.050 euro, il secondo di 700 euro e il terzo
di 350 euro. Possono concorrere all´assegnazione i residenti in Umbria, in
possesso di Laurea triennale o Laurea specialistica del nuovo ordinamento o
Laurea quadriennale del previgente ordinamento, che si sono laureati e
laureate, anche in Atenei fuori regione, in una qualsiasi delle sessioni
dell´anno accademico 2010/2011. In base al bando, "saranno privilegiate le
tesi facenti riferimento a personaggi o problematiche attinenti la realtà
umbra".
Il premio verrà attribuito su
proposta di una Commissione giudicatrice presieduta dalla Presidente del Centro
per le pari opportunità, o da una sua delegata, e da due esperte nominate
dall´Assemblea del Centro stesso. Sul sito web:
http://www.centropariopportunita.regione.umbria.it/ è disponibile il bando del concorso
ed è possibile scaricare lo schema di domanda di partecipazione. Per maggiori
informazioni, ci si può rivolgere al Centro per le pari opportunità (tel.
075/5046901 - 6905; posta elettronica pariopportunita@regione.Umbria.it
bgori@regione.Umbria.it ).
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LE DONNE COSTRUISCONO LA NUOVA AFRICA |
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Trento, 26 marzo 2013 - L´africa
non è più un´appendice dell´Europa, non è più il Continente colonizzato,
defraudato delle sue ricchezze; pur se fra ostacoli e contraddizioni, si muove
con il resto del mondo, ed in particolare con quello che chiamavamo, fino a
qualche tempo fa, Sud del mondo. In Africa oggi vi sono paesi che crescono a
ritmi impensabili per un "maturo" occidente; vi sono anche parlamenti
che danno alle donne più spazio di quanto esse non abbiano in Italia. Di questo
ed altro si è parlato ieri sera al casinò municipale di Arco, per un evento che
ha visto protagoniste sei ospiti di eccezione: Marie Rosemonde Maoussi Deffon
Yakoubou, Evelyn Anita Stokes-hayford, Josephine Wangari Gaita, Carla Elisa
Luis Mucavi, Nomatemba Tambo, Amira Daoud Hassan Gornass, ambasciatrici in
Italia di Benin, Ghana, Kenya, Mozambico, Sud Africa, Sudan. La tavola rotonda,
apertasi con i saluti dell´assessore provinciale alla solidarietà
internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e dell´assessore del Comune
di Arco Renato Veronesi, ha richiamato un pubblico numeroso e attento, in mezzo
al quale spiccavano alcuni "volti noti" della solidarietà trentina
nel mondo, come quello di Carlo Spagnolli. A moderare i lavori, il giornalista,
scrittore e deputato Jean-léonard Touadi. Presente al tavolo dei relatori anche
Rosanna Coniglio, già direttrice centrale del Ministero degli affari esteri
italiano per l’Africa subsahariana.
"Il Sud del mondo è diventato la vera locomotiva dell’economia
mondiale - ha detto Touadi in apertura - E all’interno di questo Sud il motore
è anche e soprattutto femminile, il motore è donna. Quindi l’occhio
compassionevole con cui abbiamo sempre guardato alla questione femminile deve
cambiare. La donna è oggi una risorsa strategica fondamentale per lo sviluppo
delle comunità e dei paesi, e la presenza di queste ambasciatrici oggi a Trento
ne è una prova."
Una chiave di lettura su cui hanno concordato sia Rossana Coniglio che
l´assessore Beltrami, la quale ha porto un caloroso benvenuto alle
ambasciatrici d’Africa che hanno accolto l’invito del Trentino, alcune delle
quali avevano già visitato in precedenza la nostra terra, anche confrontandosi
con le tante associazioni provinciali che operano nei loro paesi. Una chiave di
lettura fatta propria anche dall´assessore allo sport, formazione, scuola di
Arco Renato Veronesi, che a sua volta si è soffermato sui cambiamenti epocali a
cui stiamo assistendo, e che ci obbligano a considerare i temi dello sviluppo e
del sottosviluppo in maniera nuova.
Parlando di Africa, naturalmente, il rischio è quello di operare facili
semplificazioni. Il continente è vasto e diversificato, la realtà di un paese
come il Sud Africa, di cui ha parlato un´ambasciatrice dal cognome
particolarmente "evocativo", Tambo (è figlia dello storico leader
dell´African National Congress Oliver Tambo, che ha vissuto 30 anni in esilio
per la sua strenua lotta contro il regime di apartheid) non è la stessa del
Sudan, da poco uscito da un lungo conflitto intestino che ha opposto il governo
centrale di Khartum al Sud del paese (oggi costituitosi in stato autonomo), o
del Mozambico, paese che il Trentino conosce benissimo per i legami stretti già
all´epoca della decolonizzazione e poi della guerra civile. Ciò vale per le
problematiche di natura economica e politica così come per quelle legate alla
condizione femminile.
In Benin, è stato detto nel corso dell´incontro, molte donne ancora
stanno lottando per vedersi riconoscere i diritti fondamentali, anche se nella
memoria del paese si tramandano le gesta di donne regine e donne guerriere. Il
fattore determinante per la promozione dell’emancipazione della donna è stato
ed è la scuola. Nel campo dell’economia, tanto in ambiente rurale quanto nelle
città, il ruolo della donna diventa sempre più incisivo, e può essere
tranquillamente confrontato con quello dell’uomo. Una situazione, questa,
comune anche ad altri contesi, tanto in paesi complessivamente più ricchi di
risorse e di opportunità, come il Sudan, quanto in quelli che ancora stanno
cercando la loro strada. Da Maputo a Nairobi, da Accra alle periferie delle
grandi metropoli sudafricane, la donna gestisce i commerci e il denaro, accede
al credito, diventa responsabile di progetti di cooperazione allo sviluppo. E a
tutto questo si aggiungono le responsabilità derivanti dall´essere madre, dalla
conduzione della casa e dalle cure parentali.
"In generale - ha sottolineato l´ambasciatrice del Ghana - il
contributo della donna è determinante. Il fondatore del Ghana, Kwame Nkruma,
subito dopo l’indipendenza, ha detto che nel paese non avrebbe dovuto essere di
casa alcuna forma di discriminazione. E come risultato oggi abbiamo molte donne
in parlamento, abbiamo donne leader nei diversi campi dell’economia, abbiamo
scienziate. Oggi il ministro degli esteri è donna, l’alto commissario per i
diritti umani è donna, abbiamo donne nell’esercito, non ci sono posizioni a noi
precluse , almeno in linea di principio. Pertanto, io credo che non si debba
avere nei confronti delle donne un atteggiamento semplicemente compassionevole,
ma rivolto piuttosto al pieno riconoscimento dei loro diritti e alla
valorizzazione delle loro qualità."
Nel periodo postcoloniale sono emersi anche problemi di natura legale,
legati ad esempio alla proprietà della terra o al diritto all´eredità. In Kenya
le donne erano impiegate nella coltivazione e produzione dei prodotti coloniali
come tè o caffè, "ma quando si trattava di incassare il padrone era sempre
un uomo." Lo stesso succedeva in Tanzania, Burundi, Etiopia o Mozambico,
ovunque la donna aveva già iniziato a trovare una propria collocazione
all´interno dei rispettivi apparati produttivi, ma generalmente in posizioni di
subalternità. Nel corso del tempo sono nate un po´ in tutto il continente
associazioni femminili, che spesso legavano l´attività politica a quella
rivolta all´emancipazione femminile. All’epoca ancora la gran parte dei giovani
che andavano a scuola erano maschi. Poi lentamente, nel corso degli anni ´60,
anche le ragazze hanno iniziato a farsi avanti. Grazie alla scuola sono state
superate, almeno in parte, alcune pratiche culturali che condizionavano
l’accesso della donna all’istruzione e che tendevano a relegarla nei ruoli domestici
tradizionali. Sono nati anche dei college femminili, spesso grazie ai
missionari. Oggi vi sono paesi, come il Ruanda, dove la parità fra uomini e
donne, in seno al Parlamento, è già raggiunta. Vi sono legislazioni, come
quella del Kenya, che tutelano la presenza femminile nelle posizioni chiave
dell´amministrazione. Soprattutto, oggi si riconosce finalmente che senza il
contributo della donna non vi è crescita sociale né economica.
"Se non considerate le donne - ha detto una delle ambasciatrici in
chiusura del suo intervento - lo fate a vostro rischio e pericolo." Mai
affermazione è sembrata più saggia.
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ABRUZZO : 1,5 MLN PER PROGETTO "NIDO ANCH´IO" GARANZIE PER I BIMBI E PER LE MAMME LAVORATRICI |
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Pescara, 26 marzo 2013 - L´assessorato
alle Politiche sociali ha pubblicato l´avviso "Nido anch´io"
finanziato con 1,5 milioni di euro, risorse statali del Fondo per le politiche
della famiglia per l´annualità 2012, con le quali si dà prosecuzione alle azioni
per lo sviluppo e il consolidamento del sistema integrato di servizi
socio-educativi per la prima infanzia. L´avviso è finalizzato all´attivazione
di nuovi posti e al miglioramento qualitativo dell´offerta e del sostegno dei
costi di gestione. Tali fondi si sommano ai 3 milioni provenienti dal Par-fas
che saranno ripartiti nelle prossime settimane. Per l´assessore Paolo Gatti
"l´ampliamento ed il consolidamento della dotazione di servizi socio
educativi per la prima infanzia per i bambini di età da 0 a 3 anni, anche sotto
il profilo dei costi di gestione resta la nostra priorità". E aggiunge:
"L´abruzzo in questi anni ha individuato nei servizi per la prima infanzia
un elemento decisivo: da un lato per il valore pedagogico e di socializzazione
che offriamo ai nostri piccoli e dall´altro per integrare le politiche attive
del lavoro che vedono l´inserimento delle donne del mercato del lavoro come
leva fondamentale per la crescita economica. Per questo vogliamo migliorare la
qualità dell´offerta, presente e futura, anche grazie all´attivazione di nuovi
posti presso le strutture educative per la prima infanzia, fronteggiando così
l´emergenza rappresentata dalle liste di attesa". Ciascun progetto ammesso
al finanziamento sarà destinatario di un contributo economico pari al 95 per
cento a carico del Fondo nazionale per le Politiche della Famiglia. A pena di
esclusione, i soggetti istanti devono impegnarsi al conferimento di una quota
di risorse a carico del proprio bilancio, a titolo di cofinanziamento, pari al 5
per cento del costo totale del progetto. Possono presentare istanza di
partecipazione i Comuni della Regione Abruzzo titolari di servizi educativi per
la prima infanzia accreditati e accreditandi. Tutti i dettagli dell´avviso sul
sito della Regione Abruzzo www.Regione.abruzzo.it/fil
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BOLZANO: RIDUZIONE DELLE LISTE D´ATTESA NEGLI ASILI, PIÙ FLESSIBILITÀ |
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Bolzano, 26 marzo 2013 - Un termine comune per le iscrizioni fra scuole
materne italiane e tedesche, una maggiore flessibilità sul numero massimo di
bambini in caso di presenza di un portatore di handicap. Queste le prime mosse
concrete della Giunta provinciale per ridurre il problema delle liste d´attesa
negli asili. Novità anche per quanto riguarda il personale.
"Il problema delle liste d´attesa nelle scuole materne deve essere
affrontato - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - occorre dare risposte
rapide e concrete a molte famiglie". La situazione è nota: soprattutto nei
quartieri di nuova costruzione della città di Bolzano, gli asili di lingua
tedesca presentano lunghissime liste d´attesa, tanto che alcuni genitori sono
costretti a iscrivere il proprio figlio ad una scuola materna italiana solo per
non rischiare di vedersi assegnato un posto all´interno di una struttura
situata dalla parte opposta della città.
"Per tamponare la situazione - ha sottolineato Durnwalder -
abbiamo innanzitutto deciso che i termini di iscrizione dovranno essere uguali
per le scuole materne italiane e tedesche, e inoltre potrà esserci una maggiore
flessibilità nel numero massimo di bambini ospitabili. Fermo restando che il
"tetto" di 25 bambini per classe non si tocca, si potrebbe ipotizzare
che nelle sezioni che ospitano portatori di handicap, il numero massimo di
bambini non sia più di 15, ma possa essere aumentato di qualche unità sino a
portarlo a 18-19. Questo, naturalmente, solo per le situazioni in cui vi è una
lista d´attesa da sfoltire".
Le scuole materne, inoltre, sono state al centro di un´altra
discussione in Giunta provinciale: questa volta il tema sono stati i criteri
per l´assegnazione dei posti di lavoro al personale. "Abbiamo deciso di
revocare una circolare - ha concluso il presidente Luis Durnwalder - che
nell´assegnazione della sede di lavoro dava priorità quasi esclusiva alla
situazione familiare. Riteniamo che debba essere tenuta nella dovuta
considerazione anche l´anzianità di servizio, e per questo motivo la circolare
verrà rivista e rielaborata d´intesa con le organizzazioni sindacali".
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