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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Giugno 2013
Politica
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE BARROSO A SEGUITO DEL VERTICE UE-RUSSIA A EKATERINBURG  
 
Yekaterinburg. 5 giugno 2013 – “Grazie, signor Presidente, Buon pomeriggio signore e signori, Sono molto lieto di essere qui con voi oggi, nel cuore degli Urali. In passato gli Urali sono stati considerati la frontiera naturale dell´Europa. E Yekaterinburg è proprio al confine tra Europa e Asia. Alcuni chiamato questa città una finestra verso l´Asia. Tuttavia, nel 21 ° secolo la nozione di frontiere, amministrativa o fisica, non ha esattamente lo stesso significato e gli Urali dovrebbero essere visti più come un ponte che come una barriera. Ecco perché, anche se la Commissione europea, come sapete non vota per quanto riguarda l´Esposizione Mondiale del 2020, sono rimasto veramente colpito dalla candidatura di Yekaterinburg e vi auguro tutto il meglio per quella candidatura. E ´in questo spirito di "ponte" che abbiamo avuto oggi ei nostri scambi aperti il ​​vertice durante la cena informale di ieri. Queste discussioni hanno seguito gli scambi molto utili che abbiamo tenuto a Mosca lo scorso marzo, in occasione delle nostre consultazioni esecutivo-to-esecutivi, l´incontro tra il governo della Federazione russa e della Commissione europea. La nostra cooperazione si estende su una vasta gamma di settori e oggi abbiamo firmato un accordo di cooperazione in materia di precursori di droghe. Questo è importante per la lotta alla droga, sia al livello dell´offerta e della domanda. Più in generale, sono contento che noi abbiamo una comune visione ambiziosa per il futuro delle nostre relazioni. Abbiamo discusso oggi concretamente come andare avanti verso un accordo ambizioso e globale Nuova Ue-russia. Uno dei pilastri delle nostre relazioni è, naturalmente, i nostri forti flussi commerciali. L´anno scorso abbiamo raggiunto un livello record di 336 miliardi di euro di scambi. Ma esiste la possibilità di più e dobbiamo creare le condizioni giuste per ampliare questi flussi. L´adesione della Russia all´Omc è stato un importante passo avanti in questo senso. Abbiamo anche discusso oggi l´effettiva attuazione degli impegni nell´ambito dell´Omc. Il Presidente Putin citato già alcuni problemi. Abbiamo sollevato nuovamente preoccupazioni con la tassa di riciclaggio auto che ci auguriamo possa essere sollevata da luglio. Abbiamo ricevuto una buona notizia su questo argomento e anche altre questioni per la molto ampia relazione commerciale tra la Russia e l´Unione europea. Stiamo anche facendo un buon lavoro nel nostro partenariato per la modernizzazione, che è in fase di piena attuazione, con nuovi progetti in fase di preparazione, e notevoli finanziamenti prestito disponibili, tra cui ora € 800 milioni di prestiti per le piccole e medie imprese. Come sapete la Banca europea per gli investimenti a parte la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo è presente in questa collaborazione anche. La nostra cooperazione energetica è anche reciprocamente vantaggiosa, ma dobbiamo approfondire ulteriormente. Lo scorso marzo, la Commissione europea e il governo della Federazione russa hanno concordato un Energy Roadmap congiunta 2050. Questo è un risultato significativo. Il mercato energetico dell´Ue - più grandi del mondo - offre importanti opportunità di business per le imprese russe, e la Russia rimarrà ovviamente una molto importante fornitore di energia per l´Europa. Visa gratuita rimane un importante obiettivo comune. Per realizzarlo, è importante ora dare piena attuazione alle misure comuni concordati. L´ue è inoltre pronta a concludere i negoziati per un accordo di facilitazione del visto aggiornato, purché i dettagli tecnici sono chiarite e che le future normative in materia di trasporti e mobilità non influenzare negativamente i nostri cittadini e gli operatori dei trasporti. Ci siamo impegnati a lavorare insieme con la Russia per fare il vertice del G20 a San Pietroburgo un successo, un successo per la Russia, ma anche un successo per l´Europa e per il resto del mondo. In linea con il nostro lavoro interno nella Ue ci auguriamo che la crescita può essere la priorità e che che il G20 possa affrontare anche altre questioni importanti, come la lotta contro la frode e l´evasione fiscale. Ho detto in passato che una partnership strategica come la nostra deve essere basato sulla fiducia strategico. Questi vertici servono proprio per costruire quella fiducia. Questo è il motivo per cui voglio concludere ringraziando ancora una volta il presidente Putin per averci portato a questa grande città. Ekaterinburg non è più solo una frontiera. E ´oggi un luogo in cui tendiamo a tenere le mani e unire gli sforzi per il bene di un futuro migliore per i nostri cittadini. Vi ringrazio per la vostra attenzione.”  
   
   
UE: IL RAFFORZAMENTO DEGLI STRUMENTI PER IL PROCESSO DECISIONALE A SOSTEGNO DELLA RIPRESA  
 
Atene, 5 giugno 2013 – L’intervento di ieri di Algirdas Šemeta Commissario responsabile per la fiscalità e l´unione doganale, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode, al Parlamento greco: “ Signore e Signori, Sono felice di essere ad Atene e onorato di avere l´opportunità di rivolgermi a voi oggi. Anche se la situazione economica e sociale rimane molto difficile, ci sono segni evidenti di miglioramento della fiducia nel processo di recupero a medio termine per la Grecia. Gli investimenti e le esportazioni sono indicatori invocano un ritorno proiettato alla crescita nel 2014. Questa è la testimonianza del duro lavoro delle autorità greche, e per la determinazione e la capacità di ripresa del popolo greco nel suo complesso. Le istituzioni internazionali sono stati con te, ogni passo del modo, nel processo di recupero finora. E continueranno ad essere lì, con lo stesso impegno e sostegno, per tutto il tempo necessario per tornare in Grecia per la stabilità economica. Come sapete, il mio portafoglio nella Commissione europea è ampia, che copre la fiscalità, le dogane, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode. Ognuno di questi settori è di grande rilevanza per la Grecia nelle riforme che sta subendo, e di fondamentale importanza per una crescita sostenibile a lungo termine. Purtroppo, il tempo mi impedisce di affrontarli tutti in dettaglio oggi. Quindi mi concentrerò su fiscalità e le statistiche, in quanto questi tendono a cadere sotto i riflettori più frequentemente. Questo non vuol dire, tuttavia, che le riforme doganali, o gli sforzi sulla lotta contro la frode, sono di meno importanza e vi invito a perseguire ulteriori miglioramenti in entrambe le aree con pieno vigore. Tassazione Ora vorrei passare prima a tassazione. Come sapete, le riforme fiscali e il miglioramento della riscossione delle imposte e di recupero sono due elementi essenziali dei programmi di aggiustamenti greci. In questo contesto, in particolare attraverso il lavoro della task force, la Commissione europea si è impegnata ad aiutare la Grecia a ridisegnare i propri sistemi fiscali e migliorare la compliance fiscale. Questa è un´opportunità per me di sottolineare, ancora una volta, come i sistemi fiscali equi ed efficienti sono essenziali per la competitività e la crescita, e per la coesione sociale in generale. Che cosa significa questo in pratica? Ciò significa che le regole devono essere semplici e coerenti, facili da rispettare e facile da far rispettare. Ciò significa che i meccanismi devono essere lì per scoraggiare, individuare e punire gli evasori fiscali, in modo che ognuno paga quello che devono. E ciò significa che, mentre la riscossione delle entrate deve essere l´obiettivo primario della tassazione, il peso deve essere equamente condiviso e deve sostenere gli obiettivi sociali più ampi. Questi sono i cartelli indicanti che la Grecia, come ogni altro Stato membro, dovrebbe seguire nell´attuare le riforme fiscali. Possiamo già vedere il movimento nella direzione giusta. Per esempio, la nuova funzione di segretario generale di entrate pubbliche è una buona iniziativa. Questo offre la leadership mirata a portare avanti i cambiamenti essenziali e di guidare una più efficace l´amministrazione fiscale con il necessario livello di autonomia. Allo stesso modo, sono state prese misure positive per semplificare e modernizzare la legislazione fiscale. I nuovi codici fiscali, per esempio, metteranno in atto le procedure più moderne, in linea con gli standard internazionali. L´impatto che questi possono avere nel facilitare le imprese a pagare le tasse, e l´amministrazione a raccoglierli, è enorme. Tuttavia, vi è una lunga strada ancora da percorrere prima che la Grecia ha un sistema fiscale che può essere considerato pienamente idonei allo scopo. Una priorità deve essere quella di cementare la nuova struttura organizzativa dell´amministrazione fiscale, e di garantire che sia adeguatamente equipaggiato con personale professionale, ben addestrato ed affidabile. Un´altra priorità deve essere il miglioramento della raccolta di tasse. Da un lato, le strutture semplificate e regole, e una migliore amministrazione, faciliteranno la conformità. Ma la Grecia deve adottare una posizione più dura nei confronti di coloro che cercano di evitare di pagare quello che devono. Meglio di recupero crediti e di migliore controllo di ricchi contribuenti sono stati due aree di interesse primario della nostra assistenza tecnica alla Grecia. Ma temo che i progressi sono ancora troppo lenti. So che la legislazione è stata sviluppata e nuovi "strumenti di recupero di massa" sono stati progettati per affrontare questi problemi. Ma questi devono essere accompagnati da una forte volontà politica di attuare tutte le misure necessarie e di raccogliere ciò che il denaro pubblico è legittimamente dovuto. Questo è l´unico modo che la Grecia può allontanarsi da un sistema in cui la pressione fiscale ricade in modo sproporzionato sui lavoratori dipendenti e pensionati, ed è troppo indulgente sui ricchi e dei lavoratori autonomi. Risale alla questione della giustizia fiscale. Legato a questo, la Grecia ha anche bisogno di una politica di tolleranza zero contro la frode e l´evasione fiscale. Avrete visto il chiaro invito da parte dei leader europei due settimane fa per un reale e concreto di compiere progressi - e fatto in fretta, per affrontare questi problemi pervasivi come unione. Certo, la Grecia può sia contribuire e beneficiare di misure più severe contro l´evasione e l´elusione a livello dell´Ue. A titolo di esempio illustrativo, vorrei solo ricordare che la direttiva Ue sul risparmio rivista e un accordo di risparmio Ue-svizzera più forte da solo potrebbe tornare miliardi di euro alle tesorerie nazionali. Qui, vi è la possibilità per la Grecia di rafforzare la sua lotta contro l´evasione fiscale a casa - che ha bisogno di rinforzo - sposando per le azioni adottate a livello comunitario e mondiale. Ad esempio, apprezzo la tua intenzione di rafforzare norme antiabuso per evitare profitti spostando, e vi invito a farlo, in linea con quella che abbiamo proposto nella raccomandazione sui Aggressive Tax Planning. Vorrei anche incoraggiarvi ad attuare rapidamente le altre misure della presente raccomandazione, così come le azioni che abbiamo proposto contro i paradisi fiscali. Rafforzamento strumenti antiriciclaggio esistenti sarebbero anche di grande aiuto nell´individuare gli evasori fiscali e di congelamento dei loro beni. La Commissione ha contribuito notevolmente alla assistenza tecnica alla Grecia nella lotta alla corruzione, e continuerà a farlo. Per concludere in materia di fiscalità, la Commissione riconosce l´ambizioso programma di cambiamento che viene perseguito in Grecia. Da parte mia, farò tutto a portata di mano per sostenere le ulteriori azioni essenziali che devono essere prese. Statistiche Vorrei ora passare ad un´altra area nel mio portafoglio, che è di particolare importanza per la Grecia: Statistiche. Sono sicuro che siete tutti troppo consapevoli dell´importanza delle statistiche credibili per la fiducia nelle decisioni prese a livello nazionale e comunitario. Inoltre, le statistiche di alta qualità sono cruciali per il sostegno pubblico per queste decisioni, per la fiducia degli Stati membri nella vicenda, e per garantire le reazioni di mercato misurate. Con questo in mente, non posso che plaudire la Grecia per il progresso che ha fatto in questo campo. Sono state attuate riforme impressionanti, in linea con il piano d´azione comune greco generale di statistica, e attraverso la stretta collaborazione tra Eurostat e Elstat. Di conseguenza, Eurostat ha potuto pubblicare i dati Pde greci senza riserva per gli ultimi 6 notifiche consecutive. Questa è un´indicazione inequivocabile che la qualità e l´affidabilità delle statistiche del governo greco non sono più in discussione. La fiducia nella produzione di statistiche affidabili finanze nazionali è stato gradualmente ristrutturato. E la Grecia è anche stato un pioniere tra gli Stati membri a firmare l´impegno sulla fiducia nelle statistiche dello scorso anno. Ho già visto miglioramenti nella situazione di Elstat come risultato, in particolare per quanto riguarda la governance e indipendenza professionale sono interessati. Su questa nota, devo esorto a mettere la protezione dei Elstat e il suo staff proprio nel cuore delle vostre priorità. Solo un ufficio statistico forte e autonomo in grado di garantire la trasparenza e la credibilità delle informazioni statistiche che è necessario, in linea con gli standard dell´Ue. Per quanto riguarda la strada da seguire, direi mantenere il buon lavoro - e andare oltre. Ci sono altre riforme necessarie per sostenere l´attuale qualità delle statistiche greche. Eurostat continuerà a fornire assistenza tecnica e consulenza su questioni di Edp in stretta collaborazione con tutte le istituzioni coinvolte, nel rispetto delle loro competenze. E la Commissione è pronta a sostenere la Grecia sul mantenimento di alta qualità, statistiche affidabili quando e come può. Signore e Signori, Recupero dalla crisi economica e finanziaria rimane un compito impegnativo per l´Europa nel suo insieme. E a maggior ragione per la Grecia. Recenti sviluppi in Grecia dimostrano che le riforme avviate in un certo numero di domini sono la strada giusta da seguire. Il 2013 è un anno importante. Dopo sei anni consecutivi di recessione, la Grecia dovrebbe tornare a crescere. Sono incoraggiato dai colloqui che ho avuto con i miei interlocutori in questo viaggio. Sembra che ci sia un impegno a condurre questo processo verso la trasparenza, l´efficienza e soprattutto di equità. Sono sicuro che questo impegno è condiviso dai rappresentanti di questo Parlamento. E voi avete un ruolo molto importante nel mobilitare il sostegno di tutte le parti che partecipano del paese. Mi rendo conto che ciò che si faccia non sono facili battaglie, e spesso richiedono un cambiamento fondamentale nella cultura. Ma la determinazione di questo Parlamento e il governo greco, il coraggio del popolo greco e il sostegno dei partner europei, sono elementi chiave per il successo.  
   
   
UE: PROMUOVERE LA COESIONE SOCIALE E LA SOLIDARIETÀ IN UN MOMENTO DI CRESCENTI DISUGUAGLIANZE  
 
Amsterdam, 5 giugno 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di László Andor Commissario europeo responsabile per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione: “Signore e signori, Il mio cordiale saluto a tutti voi. Ho seguito il progetto Gini da quando è iniziato a Londra nel 2010, quindi sono felice di essere qui per la conferenza che si snoda in su. Il mio obiettivo oggi è quello di dare un breve resoconto di ciò che il nostro monitoraggio della disuguaglianza spettacoli, e la nostra impressione del modo in cui la situazione si è evoluta a partire dall´inizio della crisi e dopo la conferenza Gini a Budapest nel marzo dello scorso anno. Sono poi andato a delineare la risposta dell´Ue alla situazione in seguito alla peggiore crisi finanziaria, economica e sociale da quando l´Unione è stata fondata, e in particolare le proposte della Commissione per migliorare la governance sociale dell´Ue. L´analisi presentata nei nostri rapporti recenti - in particolare il 2012 per l´occupazione e gli sviluppi sociali in Europa di revisione e le nostre relazioni di monitoraggio trimestrali - dimostra che la crisi abbia modificato sostanzialmente la dinamica della disuguaglianza e colpite diverse fasce della popolazione in diversi modi. Un confronto dello sviluppo sin dall´inizio della crisi del reddito medio dei quintili estremi - ignorando i cambiamenti nel mezzo - fornisce un quadro piuttosto variegato. Spagna mostra la più grande divergenza tra le fasce di reddito superiore e inferiore, con i redditi di coloro che in fondo in declino drammatico. Lituania, Irlanda, Estonia e Italia seguono lo stesso modello, ma su scala più piccola. Nel Regno Unito, invece, il reddito mediano del quintile più alto è sceso più ripida, il che suggerisce che le famiglie più povere possono essere state relativamente più protetta. In Lettonia, le perdite di reddito erano pesanti in entrambi i gruppi di reddito, con il calo più pronunciato nella parte superiore. Negli Stati membri in cui il reddito reale è aumentato, i redditi sono cresciuti di più nel quintile superiore, anche se la Polonia e la Romania sono un´eccezione qui, insieme con l´Austria e la Finlandia. Nel complesso, il periodo 2008-11 è stato quello in cui più paesi hanno visto un allargamento del divario tra i quintili estremi di restringimento. Non possiamo ignorare il grande ruolo che le misure nazionali di consolidamento fiscale hanno giocato. Per analizzare l´impatto di tali misure, la Commissione ha utilizzato i risultati forniti dal Euromod. Euromod è un modello di micro-simulazione che consente l´impatto dei cambiamenti in sistemi fiscali e previdenziali da valutare in modo coerente. Possiamo così analizzare l´impatto di tali misure di risanamento di bilancio come: • cambiamenti nelle imposte dirette e dei contributi sociali, • prestazioni e pensioni in contanti, e • salari del settore pubblico, applicata dal 2008 a metà del 2012 in nove Stati membri in cui le misure di risanamento sono stati particolarmente vasta portata. Che questa analisi ci dice è che le misure di austerità possono avere un impatto distributivo molto diversi a seconda della loro progettazione. Misure di consolidamento fiscale hanno avuto un impatto chiaramente regressivo in Estonia e Lituania: i più poveri sono stati i più colpiti. In Portogallo e in Grecia, l´onere del risanamento di bilancio mostra un pattern a forma di U rovesciata. Cadde più pesantemente sia sul povero e il ricco non quello che ha fatto sui decili medio reddito. Nel frattempo, la variazione del reddito nel Regno Unito e in Italia è stata quasi proporzionale in tutta la distribuzione del reddito. Infine, in Spagna, Lettonia e Romania, il migliore-off perso una percentuale maggiore del proprio reddito rispetto ai poveri, anche se il reddito in Lettonia ha sofferto pesantemente in tutta la distribuzione. In questo piccolo gruppo di paesi si potrebbe parlare di consolidamento fiscale in fase di progettazione in modo un po ´progressista´. Tuttavia, è importante tenere a mente che una caduta del reddito proporzionale può effettivamente influenzare il tenore di vita di quelli in basso fasce di reddito più gravemente. In altre parole, se una persona povera perde il 6% del loro reddito e una persona ricca perde anche il 6%, il cambiamento è più difficile per il povero. Forse l´osservazione chiave per quanto riguarda questa crisi è la divergenza senza precedenti della disoccupazione e di altri esiti socio-economiche tra i 17 paesi che condividono la moneta comune. Questa polarizzazione degli Stati membri della zona euro è molto diverso da quello che è successo nei primi anni dopo il varo dell´euro. La tendenza alla convergenza negli anni buoni si è invertita nel corso della crisi. Infatti, la divergenza emersa durante la crisi è molto più grande della convergenza che è stato raggiunto prima della crisi. L´area dell´euro è ora, nel 2013, nella posizione più vulnerabile mai lo è stato, se si guarda alla situazione occupazionale e sociale e le differenze tra i paesi. Le attuali divergenze ampliamento si prevede un picco di quest´anno, ma non è affatto chiaro se e come sarà ridotto nei prossimi anni. Molto dipende dalla politica e sulla risoluzione della crisi dell´euro. Questo crescente divario è dovuto a una serie di fattori, tra cui le differenze del contesto macroeconomico, molto diversi livelli di resilienza dei mercati del lavoro dei singoli paesi. Ma il fattore chiave è il carattere incompleto della nostra Unione economica e monetaria, senza alcun bilancio centrale o politica di crescita comune, e senza unione politica. Altri aspetti del design sistemico della Uem hanno anche svolto un ruolo, come messa a fuoco predominante della Bce sulla stabilità dei prezzi. Infine, il carattere molto incrementale della risposta europea alla crisi, che per lungo tempo incentrato sulla salvaguardia della fiducia dei mercati finanziari e la tutela dei creditori, piuttosto che ri-iniziare l´economia reale, è stato anche un fattore importante. La divergenza senza precedenti dei tassi di disoccupazione riflette anche le enormi difficoltà in cui versa un numero di Stati membri nella ricerca di un nuovo equilibrio e mettendo le loro economie su una base sostenibile, nel contesto attuale di svalutazione interna e di consolidamento dei bilanci pubblici. Ma più di questo, questa divergenza socio-economica rappresenta una sfida senza precedenti in termini di tenere insieme l´Unione europea. Sempre più, i cittadini ei politici stanno iniziando a cercare soluzioni che implicano disintegrazione piuttosto che rafforzare il progetto europeo. Essi ritengono che l´Europa non è riuscita la risposta alla crisi e - in effetti molte cose avrebbero potuto essere gestite meglio, e la sfida per l´Ue in termini di azione collettiva è stata massiccia. Ma la preoccupazione principale è che le persone si sentono che l´Europa non ha davvero imparato dal risultato della sua risposta alle crisi fino ad ora, e che la zona euro non saranno in grado di adattarsi alla shock asimmetrico continuando in modo tale da offrire ai paesi periferici una futuro economico accettabile. La gente ha paura che ci sia svalutazione ancora più interno a venire. In una situazione in cui il ruolo di stabilizzazione automatica dei nostri sistemi di protezione sociale è diminuita o addirittura cessato di applicare, vi è una chiara necessità di una maggiore solidarietà tra gli Stati membri. Spesa per la protezione sociale è aumentato notevolmente nel 2009 in risposta alle condizioni economiche molto gravi al momento. Ma è diminuita in seguito, anche se l´output gap continuato ad essere negativo, soprattutto a causa della crisi del debito sovrano e l´assenza di trasferimenti fiscali da un momento forte per i paesi più deboli momentaneamente ha costretto i più deboli a tagliare i loro bilanci. Questo è nettamente diverso da precedenti periodi di contrazione. Ci sono stati circa 40 casi nel 1990 e il primo decennio del 21 ° secolo in cui l´output gap è stato negativo, ma le spese di protezione sociale è rimasto molto più stabile. Così che questa crisi ci insegna è che l´austerità potrebbe essere stata la risposta necessaria per il breve termine - data la mancanza di un progetto migliore per l´Unione economica e monetaria, in assenza di una maggiore solidarietà - ma ha aggravato la crisi e non può rappresentare la soluzione per gli anni a venire. Molti Stati membri hanno ancora bisogno di consolidare i loro bilanci, ma altre cose devono accadere troppo. Abbiamo bisogno di ampliare la nostra attenzione per l´economia reale, e migliorare il design di Uem, con più solidarietà tra gli Stati membri e di riequilibrare più simmetrica. È necessaria anche la solidarietà per garantire che il denaro risparmiato sul taglio dei servizi pubblici non è semplicemente consegnato ai mercati finanziari, sotto forma di premi per il rischio elevato derivante da on-going incertezza circa le condizioni alle quali la periferia può continuare a far parte della zona euro. La Commissione ha lavorato per migliorare la tempestività dei dati comunitari armonizzati di sviluppi sociali, compresa la riduzione del ritardo nei dati sul reddito. Inoltre, rispondendo alla necessità di monitorare la crisi più da vicino, abbiamo anche cercato di fonti integrative tempestive, come ad esempio le indagini di consumo armonizzati Ue, che danno un´indicazione della situazione più recente. Abbiamo regolarmente pubblicato l´indicatore che chiamiamo ´dissesto finanziario´, che si riferisce alla percentuale di persone che hanno a disegnare sui loro risparmi o andare in debito, al fine di coprire le spese correnti. Questi dati confermano una tendenza preoccupante in Spagna, per esempio, dove il divario tra quartili è in crescita e in cui difficoltà finanziarie nel quartile inferiore si sta avvicinando un livello allarmante. Ma, in Austria, che si è preso le distanze dalla crisi bene, il livello di stress non è sempre peggio e rimane stabile di tutti i quartili. Infine, non dovremmo concentrarci sulla disuguaglianza nel reddito da solo, con l´esclusione di tutto il resto. Recente indagine ricchezza della Banca centrale europea ci permette di esplorare la situazione per quanto riguarda le disuguaglianze nella ricchezza, e rivela alcuni risultati interessanti. Maggiore è il rapporto della media alla mediana, maggiore è la disparità nella distribuzione della ricchezza. Da questo punto di vista, l´Austria e la Germania si distinguono come i paesi con di gran lunga la più grande disuguaglianza nella ricchezza. I loro rapporti sono circa 3,5 o più, mentre sono al di sotto di 2 per la maggior parte degli altri Stati membri. Ciò dimostra chiaramente che la disuguaglianza di reddito non dà il quadro completo, e abbiamo bisogno di prendere in considerazione reddito congiuntamente con la ricchezza. Nei prossimi mesi ci auguriamo di poter fare ulteriore uso dei risultati di questa indagine ricchezza che si sono resi disponibili. Signore e signori, L´ue ha risposto alla crescita delle disuguaglianze presentando proposte politiche ambiziose e rafforzare il coordinamento della politica economica e sociale. Europa 2020 Già nel 2010 l´Ue ha adottato la strategia Europa 2020 come sua agenda globale per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Europa 2020 ha cinque ambiziosi obiettivi principali dell´Ue, compreso un obiettivo del lavoro per aumentare il tasso di occupazione al 75% della popolazione in età lavorativa e un obiettivo di riduzione della povertà per il sollevamento di almeno 20 milioni di persone dalla povertà entro il 2020. Semestre europeo Portare avanti Europa chiede 2020 per un forte sistema efficace di governance economica, e questo è ciò che questa Commissione ha introdotto per il coordinamento Ue e l´azione politica nazionale. Una delle sue caratteristiche principali è il ciclo annuale di coordinamento della politica economica nota come il semestre europeo. Il semestre europeo prevede orientamenti politici a livello Ue rilasciata dalla Commissione europea e dal Consiglio, gli impegni degli Stati membri in materia di riforma e di raccomandazioni specifiche per paese elaborati dalla Commissione, discussa in sede di Consiglio e dei suoi comitati, e, infine, approvato dal Consiglio europeo. Gli Stati membri sono tenuti a prendere a bordo di queste raccomandazioni nella progettazione delle loro politiche strutturali e dei budget annuali. La Commissione ha presentato le sue proposte per il 2013 raccomandazioni specifiche per paese proprio la settimana scorsa, e ci ritornerò a loro in un istante. Occupazione e Gioventù Pacchetti Ma oltre a linee guida specifiche del paese, abbiamo anche rafforzato l´occupazione e le politiche sociali in senso orizzontale. Occupazione e Gioventù Pacchetti della Commissione presentata nel 2012 hanno cercato di stabilire un ordine del giorno per una ripresa fonte di occupazione e di rilanciare l´occupazione, soprattutto tra i giovani. Il pacchetto per l´occupazione ha consigliato agli Stati membri di concentrarsi su misure volte a facilitare l´incontro tra domanda e offerta di lavoro, gli investimenti in competenze e il completamento del mercato del lavoro europeo. Ha inoltre sottolineato il ruolo delle politiche dal lato della domanda, come ad esempio l´assunzione di sussidi e la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro a bassa retribuzione, e la necessità di salari decenti e sostenibili. Il pacchetto per l´occupazione giovanile ha presentato una proposta di raccomandazione che istituisce una garanzia per i giovani, che gli Stati membri hanno adottato, al fine di garantire che tutti i giovani di età inferiore ai 25 ricevono un´offerta di qualità del lavoro, formazione continua, un apprendistato o un tirocinio entro quattro mesi dalla disoccupazione o di lasciare l´istruzione formale. Nel febbraio 2013 il Consiglio europeo ha deciso di istituire un dell´occupazione giovanile e stanziato € 6 miliardi a sostegno di misure per l´occupazione giovanile. Sociale pacchetto di investimenti Nel febbraio di quest´anno, la Commissione ha adottato un pacchetto Social Investment. Essa si basa sull´idea che le politiche sociali giuste possono aiutare gli individui, le famiglie e la società adattarsi a tali rischi come il cambiamento dei modelli di carriera, nuove condizioni di lavoro e l´invecchiamento della popolazione, e di ridurre la necessità che la politica (e le spese) per porre rimedio a tali rischi. E ´basato sull´idea "prevenire e preparare, in modo che non si deve riparare". Il pacchetto comprende tre filoni di riforma della politica per aiutare gli Stati membri ad adeguare i loro sistemi di protezione sociale alle sfide del 21 ° secolo. I punti del pacchetto centrali sono molto importanti per la disuguaglianza. Per sua natura, la previdenza sociale tende a contrastare le disuguaglianze. Prevedendo sociale più efficace, un approccio di investimento sociale consente alle persone - specialmente quelli a rischio di povertà - e, quindi, tende a ridurre le disuguaglianze. Invece di aspettare per i rischi di materializzarsi, si sottolinea la necessità di dotare le persone e anticipare i rischi, fornendo supporto proattivo e nei momenti giusti nella loro vita. A titolo di esempio pratico, la trappola della povertà intergenerazionale è uno dei fattori chiave per la disuguaglianza di replica. Combattere lo svantaggio della prima infanzia è fondamentale evitare questa trappola, e garantire che tutte le persone a realizzare il loro pieno potenziale. Questo può significare fornire un´istruzione di qualità accessibile o attività extra-curriculari. Misure per migliorare la situazione della famiglia economica - come il sostegno all´occupazione, e figlio adeguata e prestazioni familiari - anche aiutare prevenire la trappola della povertà intergenerazionale. Assistenza all´infanzia di buona qualità e di educazione della prima infanzia, in particolare, hanno dimostrato di avere un forte impatto positivo sulla probabilità di finire gli studi e trovare un lavoro per bambini. Essi possono aiutare i bambini a evitare tali rischi estremi come delinquenza e droga in seguito. Chiaramente, aumentando-infanzia partecipazione all´istruzione e alle cure possono beneficiare le persone di tutti i redditi, ma tende a beneficio di coloro che sono altrimenti meno probabilità di essere impiegato e guadagnare un buon reddito, e sono più propensi a correre rischi estremi. Si riduce in tal modo la disuguaglianza. Dati recenti indicano che investire nei bambini nella primissima infanzia è il modo più efficace di promuovere la mobilità sociale. Questo è supportato da recenti sviluppi nel campo delle neuroscienze, che mostrano l´influenza determinante di investimenti negli anni pre-scuola - soprattutto prima dei tre anni - quando si formano le abilità cognitive e sociali più vitali. Appare prima infanzia ad essere il periodo in cui il ritorno sugli investimenti in salute e l´educazione dei bambini è più alta. I benefici per i bambini provenienti da un contesto svantaggiato sono ancora più marcata. Le prove dimostrano che l´aumento della durata dell´istruzione pre-primaria da appena un anno può avere un enorme impatto sul successo accademico successivamente nell´adolescenza. Esiste una forte correlazione tra il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli e la percentuale di donne che hanno accesso a servizi di assistenza formale, soprattutto nei primi tre anni di vita del bambino. Questo grafico mostra che maggiore è la percentuale di bambini in assistenza all´infanzia formale, più alto è il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli. Questo suggerisce che l´infanzia rendendo accessibili in grado di rimuovere gli ostacoli alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Signore e signori, La seconda priorità del pacchetto sociale investimento comporta l´investimento in competenze e le capacità delle persone di migliorare le proprie opportunità. Anche in un clima di consolidamento fiscale, i benefici devono essere sufficientemente elevato da fornire un´adeguata protezione sociale, e dovrebbero andare di pari passo con, servizi di buona qualità accessibili. Tali servizi includono l´assistenza nella ricerca di lavoro, di formazione, opportunità di apprendimento permanente, e servizi di assistenza accessibili. Ma prestazioni e servizi sociali non possono esistere in isolamento per poter affrontare efficacemente la povertà e la mancanza di pari opportunità. Il pacchetto pertanto sottolinea anche la promozione di mercati del lavoro inclusivi, in modo che le donne, i migranti, le persone anziane e gli altri hanno tutti una possibilità di entrare nel mercato del lavoro e guadagnarsi da vivere. In particolare, si chiede agli Stati membri di adottare misure volte a colmare il divario retributivo tra i sessi e di eliminare gli ostacoli che impediscono alle donne e ad altri lavoratori sotto-rappresentati dalla partecipazione al mercato del lavoro. Questo è sia un etica e un imperativo economico. E ´giusto che le persone dovrebbero avere la stessa possibilità di raggiungere l´indipendenza economica e l´incontro di uno aspirazioni individuali. Ed è essenziale per ridurre la povertà, la disuguaglianza e l´esclusione sociale. Ma mostra anche che le spese per le politiche attive del mercato del lavoro può portare a risultati diversi - per esempio, in Belgio e Danimarca. Questo può essere collegato a differenze nei mercati del lavoro degli Stati membri, ma può anche dimostrare che ci sia spazio per una maggiore efficienza. Nel momento in cui gli Stati membri si sforzano di fare il miglior uso dei loro bilanci, i punti del pacchetto che ci sia spazio per migliorare l´efficienza e l´efficacia dei bilanci di politica sociale di molti Stati membri. Sappiamo che i risultati di budget simili spesso sono molto diverse, come questa diapositiva mostra. Il pacchetto sottolinea inoltre che la semplificazione amministrativa beneficio può risparmiare tempo e denaro, può rendere più facile l´accesso di sostegno e più facile da affrontare situazione complessa dell´individuo correttamente. Questo ci porta alla prossima priorità nel pacchetto. Gli Stati membri devono esaminare qualsiasi tassa e disincentivi previdenziali che impediscono alle persone di trovare un impiego. Ciò è particolarmente vero per i disincentivi fiscali per secondo-percettori nelle famiglie dichiarazione dei redditi congiunta. Trappole della povertà dovrebbero essere affrontati anche - per esempio, si assottiglia progressivamente per i meno abbienti soglie benefici. Maggiore efficienza ed efficacia possono essere raggiunti garantendo prestazioni e servizi sociali, andiamo a destra gruppi target. Per esempio, l´accesso agli assegni familiari potrebbe progressivamente essere universale, e alcuni benefici potrebbe essere subordinata a condizioni - per esempio, l´indennità di disoccupazione potrebbe essere subordinata alla partecipazione a formazione professionale. Il pacchetto fornisce una guida politica, ma sottolinea anche il sostegno finanziario concreto l´Unione europea mette a disposizione per mettere le politiche in atto. Lo strumento chiave è il Fondo sociale europeo, che ha già fornito un sostegno sostanziale e variegato di riforma che coinvolge un approccio di investimento sociale. Per esempio, ha fornito il supporto per l´innovazione sociale nella politica migratoria in Portogallo, aiutare i disoccupati di lunga durata a tornare nel mondo del lavoro in Ungheria, e di incoraggiare l´offerta di assistenza all´infanzia da parte delle imprese sociali in Italia. Il Fondo sociale europeo avrà un ruolo ancora più importante nel sostenere gli investimenti sociali in futuro, aiutando gli Stati membri ad attuare le raccomandazioni specifiche per paese. Stiamo anche sviluppando una guida operativa per il Fondo sociale per garantire che il finanziamento è strettamente in linea con le priorità politiche del Lavoro, liberta ´e pacchetti di investimento. Dal 2014, il programma per il cambiamento e l´innovazione sociale fornirà un sostegno finanziario per la capacità e la sperimentazione di nuove politiche innovative, con l´obiettivo di up-scaling delle misure di maggior successo. Il nuovo Fondo europeo per gli aiuti agli indigenti sosterrà i sistemi nazionali di fornire assistenza non finanziaria per le persone più povere della nostra società attraverso organizzazioni partner. Ciò si baserà sul programma in corso di aiuti alimentari, ma andrà oltre gli aiuti alimentari. Il Fondo si occuperà privazione di cibo, senza fissa dimora e la privazione materiale dei bambini. La Commissione fornirà inoltre agli Stati membri con il supporto per numerose iniziative di capacity building e di condividere la sua analisi e delle competenze e una nuova banca di conoscenza e di relazioni periodiche. Un esempio che aiuterà a ridurre la povertà e la disuguaglianza è l´elaborazione di una metodologia comune per la progettazione dei budget di riferimento. Budget di riferimento sono il calcolo del costo di un paniere di beni e servizi di base che una famiglia di dimensioni e di composizione specifica deve essere in grado di vivere. Nella maggior parte degli Stati membri, beneficiano di reddito minimo da sola non può essere sufficiente a consentire l´uscita del rischio di povertà. I politici possono contribuire a garantire che il sostegno al reddito riflette il reale costo della vita, e possono contribuire a incrementare il tenore di vita delle persone in modo che essi vivono in dignità utilizzando budget di riferimento. Ciò contribuirà a garantire che i regimi minimi di sostegno al reddito sono adeguati. Il coordinamento della protezione sociale ´Stati membri e le politiche di inclusione sociale - quello che noi chiamiamo il "sociale metodo aperto di coordinamento" - sarà importante per l´attuazione del pacchetto sociale investimento. Grazie a questo metodo, gli sviluppi politici saranno monitorati, l´apprendimento reciproco e valutazioni inter pares fra gli Stati membri migliorata, ed esempi di buone pratiche in relazioni strategiche nazionali identificati. Gran parte del lavoro avviene attraverso il Comitato per la protezione sociale e dei suoi indicatori sottogruppo. La protezione sociale Performance Monitor fornirà anche un supporto al monitoraggio della situazione sociale nell´Unione. Utilizzando indicatori comuni sociali dell´Ue, identifica le tendenze sociali e le modifiche che sono comuni a diversi Stati membri e alimenta le raccomandazioni specifiche per paese. Le proposte della Commissione per le raccomandazioni specifiche per paese di quest´anno riflettono alcuni dei punti principali del pacchetto sociale degli investimenti, con l´obiettivo di elevare il livello di vita della popolazione, ridurre la povertà e promuovere la crescita inclusiva. Un numero maggiore di raccomandazioni riguardano la povertà, in particolare per quanto riguarda i bambini. Ciò comporta, per esempio, le strategie di attuazione per alleviare la povertà e rafforzare l´inclusione sociale, comprese le raccomandazioni per alcuni Stati membri di intensificare gli sforzi per l´inclusione dei Rom Proporre raccomandazioni specifiche per paese che si concentrano sulla lotta alla povertà e l´esclusione sociale è un riflesso della responsabilità della Commissione per monitorare gli sforzi degli Stati membri per affrontare uno degli obiettivi di Europa 2020. Molte proposte di raccomandazioni specifiche per paese fanno inoltre riferimento alla necessità di migliorare l´efficienza e l´efficacia dei trasferimenti sociali nella lotta alla povertà, mentre alcuni richiesta di una maggiore adeguatezza ed un aumento della copertura delle prestazioni e un maggiore accesso alle prestazioni. Ma dal momento che queste raccomandazioni sono basate su annuale della crescita per il 2013, che è uscito prima che il pacchetto sociale degli investimenti è stato pubblicato, riflettono solo le priorità politiche della confezione in misura limitata. Raccomandazioni specifiche per paese del prossimo anno prenderanno il pacchetto più pienamente conto, a condizione che la prossima analisi annuale della crescita rispecchia pienamente la sua guida. Consolidare dell´Unione economica e monetaria e la sua dimensione sociale Signore e signori, L´ultimo punto che vorrei sollevare in termini di governance è la necessità di consolidare l´Unione economica e monetaria per dare sostanza ad alcuni articoli del trattato. Il trattato sull´Unione europea stabilisce che l´Unione: si adopera per lo sviluppo sostenibile dell´Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, altamente competitiva un´economia sociale di mercato che mira alla piena occupazione e al progresso sociale e un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell´ambiente. Questo è il problema dietro l´attuale dibattito sulla dimensione sociale più stretta unione economica e monetaria e la forma che potrebbe assumere. La Commissione ha sviluppato le sue idee sul significato di un´Unione economica e monetaria vera e profonda dallo scorso autunno. Le proposte che abbiamo già fatto sono: • un meccanismo per il coordinamento ex ante delle principali riforme di politica economica, e • uno strumento di convergenza e di competitività combinando accordi contrattuali con un meccanismo di solidarietà per le riforme strutturali nazionali. Il 19 giugno la Commissione prevede di presentare proposte per rafforzare la dimensione sociale della Uem, anche rafforzando il monitoraggio delle sfide sociali e occupazionali chiave che hanno un impatto negativo sul buon funzionamento e anche la sostenibilità dell´unione monetaria. Avrà lo scopo di esporre alcune idee modeste e realizzabile per come potremmo affrontare l´inedito divergenza socio-economico che ho citato in precedenza. Il punto chiave è che la governance economica dell´Uem deve comprendere azioni collettive per affrontare gravi problemi occupazionali e sociali prima che si sviluppino in modo sproporzionato a livello nazionale e dell´area dell´euro. Conclusione Signore e signori, Dobbiamo lavorare per ottenere sia l´efficienza economica e l´equità sociale - senza sacrificare neanche. Senza affrontare la grave crisi sociale che l´Europa sta attraversando, e senza salvare il capitale umano di milioni di persone che attualmente mancano le opportunità economiche, non siamo in grado di realizzare una ripresa. Così le disuguaglianze non sono qualcosa che dovremmo sperare di ridurre in cui la prosperità ritorna. Le disuguaglianze sono qualcosa che dobbiamo affrontare qui e ora, e abbiamo bisogno di mettere in atto investimenti sociali che assicura che tutti abbiano una possibilità reale. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
LO SPAZIO SCHENGEN SOTTO LA LENTE D´INGRANDIMENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA  
 
Bruxelles, 5 giugno 2013 - La Commissione ha adottato il terzo "check up" dello spazio di libera circolazione, che permette a oltre 400 milioni di persone di muoversi senza ostacoli all´interno dell´Ue. Lo spazio Schengen di libera circolazione consente a oltre 400 milioni di cittadini dell’Unione, provenienti da 26 paesi europei, e a un numero crescente di cittadini di paesi terzi di viaggiare senza controlli alle frontiere interne. La Commissione ha adottato il terzo “check up” di Schengen, una panoramica semestrale sul funzionamento dello spazio Schengen. La relazione presenta con chiarezza la situazione dello spazio Schengen per garantire l’attuazione coerente delle norme comuni in tutti i paesi membri di tale spazio1. “Schengen è uno dei risultati europei più preziosi e concreti. Sta molto a cuore ai cittadini dell’Unione e dà un apporto fondamentale alla nostra prosperità economica. La questione di come possiamo rafforzare la nostra cooperazione e salvaguardare la libera circolazione è estremamente importante. È nostro dovere garantire ai cittadini che lo spazio Schengen rimanga uno spazio senza controlli alle frontiere”, ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari interni. La terza relazione copre il periodo che va dal 1° novembre 2012 al 30 aprile 2013 e valuta in particolare i punti riportati di seguito. Applicazione delle norme Schengen - Durante il semestre oggetto della relazione, i controlli alle frontiere interne sono stati ripristinati una volta, dalla Norvegia, in occasione della cerimonia di consegna del premio Nobel per la pace svoltasi a Oslo il 10 dicembre 2012. Dal 3 al 12 dicembre 2012, 3 136 persone sono state oggetto di verifiche di frontiera, a 19 è stato rifiutato l’ingresso e 8 sono state trattenute. Per controllare che le norme siano applicate correttamente sono state svolte verifiche a campione in numerosi Stati dello spazio Schengen (attraverso il meccanismo di valutazione Schengen), per quanto riguarda la cooperazione di polizia (in Estonia, Lettonia e Lituania), le frontiere aeree (in Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca), le frontiere terrestri (in Estonia, Lettonia e Lituania) e i visti (in Estonia, Polonia e Slovacchia). Dalle valutazioni non sono emerse carenze tali da richiedere un intervento immediato da parte della Commissione. Procedure di rilascio dei visti e di sicurezza - Il sistema di informazione visti (Vis), recentemente lanciato in Africa occidentale e Africa centrale (marzo 2013), è attualmente operativo in cinque regioni. Presto lo sarà anche in Africa orientale e Africa meridionale (6 giugno 2013), in America meridionale (5 settembre 2013), nonché in Asia centrale, in Asia sud-orientale e in Palestina (14 novembre 2013). Il Vis sta dando buoni risultati e, al 6 maggio 2013, aveva permesso di trattare circa 2,9 milioni di domande di visto, di rilasciare approssimativamente 2,4 milioni di visti e respingere circa 348 000 domande di visto. Il 9 aprile 2013 il sistema d’informazione Schengen di seconda generazione (Sis Ii) è entrato in funzione (Ip/13/309 e Memo/13/309). Il Sis Ii mette a disposizione degli Stati membri funzionalità e categorie di segnalazioni nuove e rafforzate, permettendo alle autorità nazionali doganali, di polizia e di controllo delle frontiere di scambiarsi agevolmente informazioni sulle persone che potrebbero essere coinvolte in reati gravi o che potrebbero essere scomparse. Situazione alle frontiere esterne Schengen - Nel periodo da ottobre a dicembre 2012 sono stati rilevati circa 13 600 attraversamenti illegali delle frontiere, con una diminuzione del 52% rispetto al quarto trimestre del 2011. Mentre nel periodo da luglio a settembre 2012 oltre la metà di tutti i rilevamenti di attraversamenti illegali sono stati segnalati dalla Grecia, la situazione è cambiata nell’agosto 2012, quando la Grecia ha riassegnato circa 1 800 guardie di frontiera alla sua frontiera terrestre con la Turchia. Nel periodo da ottobre a dicembre 2012 l’Italia ha comunicato il 31% di tutti i rilevamenti (4 231 persone), seguita dalla Grecia con il 30% dei rilevamenti (4 035 persone). Proseguiranno gli sforzi per migliorare la raccolta di informazioni sui flussi migratori all’interno dello spazio Schengen, al fine di iniziare nel 2014 la raccolta e l’analisi su base regolare dei dati sui movimenti migratori irregolari. Contesto Nel settembre 2011 la Commissione ha presentato alcune proposte per rafforzare l’efficacia e la legittimità del sistema di Schengen (Ip/11/1036 e Memo/11/606). Nella comunicazione “Governance Schengen - Rafforzare lo spazio senza controlli alle frontiere interne”, la Commissione ha annunciato l’intenzione di presentare alle istituzione dell’Ue, due volte l’anno, una panoramica sul funzionamento di Schengen. Tali relazioni getteranno le basi per una discussione in seno al Parlamento europeo e al Consiglio e contribuiranno a rafforzare gli orientamenti politici e la cooperazione tra i paesi Schengen. La precedente relazione della Commissione è stata adottata nel novembre 2012 (Ip/12/1256). Inoltre, sono in corso i negoziati sulle due proposte legislative presentate nel settembre 2011. Tali proposte introducono un meccanismo più forte di valutazione e controllo a livello dell’Ue per verificare e assicurare l’applicazione delle norme Schengen, e un meccanismo decisionale europeo più strutturato che possa permettere, in circostanze del tutto eccezionali, il ripristino temporaneo dei controlli alle frontiere interne in caso di minaccia grave per l’ordine pubblico e la sicurezza interna. Il 29 e 30 maggio è stato raggiunto un accordo a livello di trilogo e Coreper sulle proposte Schengen, che rappresenta un passo avanti verso un meccanismo più forte per la libera circolazione.  
   
   
UE: IL RAFFORZAMENTO DEGLI STRUMENTI PER IL PROCESSO DECISIONALE A SOSTEGNO DELLA RIPRESA  
 
Atene, 5 giugno 2013 – Di seguito l’intervento di ieri Algirdas Šemeta Commissario responsabile per la fiscalità e l´unione doganale, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode al Parlamento greco: “ Signore e Signori, Sono felice di essere ad Atene e onorato di avere l´opportunità di rivolgermi a voi oggi. Anche se la situazione economica e sociale rimane molto difficile, ci sono segni evidenti di miglioramento della fiducia nel processo di recupero a medio termine per la Grecia. Gli investimenti e le esportazioni sono indicatori invocano un ritorno proiettato alla crescita nel 2014. Questa è la testimonianza del duro lavoro delle autorità greche, e per la determinazione e la capacità di ripresa del popolo greco nel suo complesso. Le istituzioni internazionali sono stati con te, ogni passo del modo, nel processo di recupero finora. E continueranno ad essere lì, con lo stesso impegno e sostegno, per tutto il tempo che serve per tornare in Grecia per la stabilità economica. Come sapete, il mio portafoglio nella Commissione europea è ampia, che copre la fiscalità, le dogane, le statistiche, l´audit e la lotta antifrode. Ognuno di questi settori è di grande rilevanza per la Grecia nelle riforme che sta subendo, e di fondamentale importanza per una crescita sostenibile a lungo termine. Purtroppo, il tempo mi impedisce di affrontarli tutti in dettaglio oggi. Quindi mi concentrerò su fiscalità e le statistiche, in quanto questi tendono a cadere sotto i riflettori più frequentemente. Questo non vuol dire, tuttavia, che le riforme doganali, o gli sforzi sulla lotta contro la frode, sono di meno importanza e vi invito a perseguire ulteriori miglioramenti in entrambe le aree con pieno vigore. Tassazione Ora vorrei passare prima a tassazione. Come sapete, le riforme fiscali e il miglioramento della riscossione delle imposte e di recupero sono due elementi essenziali dei programmi di aggiustamenti greci. In questo contesto, in particolare attraverso il lavoro della task force, la Commissione europea si è impegnata ad aiutare la Grecia a ridisegnare i propri sistemi fiscali e migliorare la compliance fiscale. Questa è un´opportunità per me di sottolineare, ancora una volta, come i sistemi fiscali equi ed efficienti sono essenziali per la competitività e la crescita, e per la coesione sociale in generale. Che cosa significa questo in pratica? Ciò significa che le regole devono essere semplici e coerenti, facili da rispettare e facile da far rispettare. Ciò significa che i meccanismi devono essere lì per scoraggiare, individuare e punire gli evasori fiscali, in modo che ognuno paga quello che devono. E ciò significa che, mentre la riscossione delle entrate deve essere l´obiettivo primario della tassazione, il peso deve essere equamente condiviso e deve sostenere gli obiettivi sociali più ampi. Questi sono i cartelli indicanti che la Grecia, come ogni altro Stato membro, dovrebbe seguire nell´attuare le riforme fiscali. Possiamo già vedere il movimento nella direzione giusta. Per esempio, la nuova funzione di segretario generale di entrate pubbliche è una buona iniziativa. Questo offre la leadership mirata a portare avanti i cambiamenti essenziali e di guidare una più efficace l´amministrazione fiscale con il necessario livello di autonomia. Allo stesso modo, sono state prese misure positive per semplificare e modernizzare la legislazione fiscale. I nuovi codici fiscali, per esempio, metteranno in atto le procedure più moderne, in linea con gli standard internazionali. L´impatto che questi possono avere nel facilitare le imprese a pagare le tasse, e l´amministrazione a raccoglierli, è enorme. Tuttavia, vi è una lunga strada ancora da percorrere prima che la Grecia ha un sistema fiscale che può essere considerato pienamente idonei allo scopo. Una priorità deve essere quella di cementare la nuova struttura organizzativa dell´amministrazione fiscale, e di garantire che sia adeguatamente equipaggiato con personale professionale, ben addestrato ed affidabile. Un´altra priorità deve essere il miglioramento della raccolta di tasse. Da un lato, le strutture semplificate e regole, e una migliore amministrazione, faciliteranno la conformità. Ma la Grecia deve adottare una posizione più dura nei confronti di coloro che cercano di evitare di pagare quello che devono. Meglio di recupero crediti e di migliore controllo di ricchi contribuenti sono stati due aree di interesse primario della nostra assistenza tecnica alla Grecia. Ma temo che i progressi sono ancora troppo lenti. So che la legislazione è stata sviluppata e nuovi "strumenti di recupero di massa" sono stati progettati per affrontare questi problemi. Ma questi devono essere accompagnati da una forte volontà politica di attuare tutte le misure necessarie e di raccogliere ciò che il denaro pubblico è legittimamente dovuto. Questo è l´unico modo che la Grecia può allontanarsi da un sistema in cui la pressione fiscale ricade in modo sproporzionato sui lavoratori dipendenti e pensionati, ed è troppo indulgente sui ricchi e dei lavoratori autonomi. Risale alla questione della giustizia fiscale. Legato a questo, la Grecia ha anche bisogno di una politica di tolleranza zero contro la frode e l´evasione fiscale. Avrete visto il chiaro invito da parte dei leader europei due settimane fa per un reale e concreto di compiere progressi - e fatto in fretta, per affrontare questi problemi pervasivi come unione. Certo, la Grecia può sia contribuire e beneficiare di misure più severe contro l´evasione e l´elusione a livello dell´Ue. A titolo di esempio illustrativo, vorrei solo ricordare che la direttiva Ue sul risparmio rivista e un accordo di risparmio Ue-svizzera più forte da solo potrebbe tornare miliardi di euro alle tesorerie nazionali. Qui, vi è la possibilità per la Grecia di rafforzare la sua lotta contro l´evasione fiscale a casa - che ha bisogno di rinforzo - sposando per le azioni adottate a livello comunitario e mondiale. Ad esempio, apprezzo la tua intenzione di rafforzare norme antiabuso per evitare profitti spostando, e vi invito a farlo, in linea con quella che abbiamo proposto nella raccomandazione sui Aggressive Tax Planning. Vorrei anche incoraggiarvi ad attuare rapidamente le altre misure della presente raccomandazione, così come le azioni che abbiamo proposto contro i paradisi fiscali. Rafforzamento strumenti antiriciclaggio esistenti sarebbero anche di grande aiuto nell´individuare gli evasori fiscali e di congelamento dei loro beni. La Commissione ha contribuito notevolmente alla assistenza tecnica alla Grecia nella lotta alla corruzione, e continuerà a farlo. Per concludere in materia di fiscalità, la Commissione riconosce l´ambizioso programma di cambiamento che viene perseguito in Grecia. Da parte mia, farò tutto a portata di mano per sostenere le ulteriori azioni essenziali che devono essere prese. Statistiche Vorrei ora passare ad un´altra area nel mio portafoglio, che è di particolare importanza per la Grecia: Statistiche. Sono sicuro che siete tutti troppo consapevoli dell´importanza delle statistiche credibili per la fiducia nelle decisioni prese a livello nazionale e comunitario. Inoltre, le statistiche di alta qualità sono cruciali per il sostegno pubblico per queste decisioni, per la fiducia degli Stati membri nella vicenda, e per garantire le reazioni di mercato misurate. Con questo in mente, non posso che plaudire la Grecia per il progresso che ha fatto in questo campo. Sono state attuate riforme impressionanti, in linea con il piano d´azione comune greco generale di statistica, e attraverso la stretta collaborazione tra Eurostat e Elstat. Di conseguenza, Eurostat ha potuto pubblicare i dati Pde greci senza riserva per gli ultimi 6 notifiche consecutive. Questa è un´indicazione inequivocabile che la qualità e l´affidabilità delle statistiche del governo greco non sono più in discussione. La fiducia nella produzione di statistiche affidabili finanze nazionali è stato gradualmente ristrutturato. E la Grecia è anche stato un pioniere tra gli Stati membri a firmare l´impegno sulla fiducia nelle statistiche dello scorso anno. Ho già visto miglioramenti nella situazione di Elstat come risultato, in particolare per quanto riguarda la governance e indipendenza professionale sono interessati. Su questa nota, devo esorto a mettere la protezione dei Elstat e il suo staff proprio nel cuore delle vostre priorità. Solo un ufficio statistico forte e autonomo in grado di garantire la trasparenza e la credibilità delle informazioni statistiche che è necessario, in linea con gli standard dell´Ue. Per quanto riguarda la strada da seguire, direi mantenere il buon lavoro - e andare oltre. Ci sono altre riforme necessarie per sostenere l´attuale qualità delle statistiche greche. Eurostat continuerà a fornire assistenza tecnica e consulenza su questioni di Edp in stretta collaborazione con tutte le istituzioni coinvolte, nel rispetto delle loro competenze. E la Commissione è pronta a sostenere la Grecia sul mantenimento di alta qualità, statistiche affidabili quando e come può. Signore e Signori, Recupero dalla crisi economica e finanziaria rimane un compito impegnativo per l´Europa nel suo insieme. E a maggior ragione per la Grecia. Recenti sviluppi in Grecia dimostrano che le riforme avviate in un certo numero di domini sono la strada giusta da seguire. Il 2013 è un anno importante. Dopo sei anni consecutivi di recessione, la Grecia dovrebbe tornare a crescere. Sono incoraggiato dai colloqui che ho avuto con i miei interlocutori in questo viaggio. Sembra che ci sia un impegno a condurre questo processo verso la trasparenza, l´efficienza e soprattutto di equità. Sono sicuro che questo impegno è condiviso dai rappresentanti di questo Parlamento. E voi avete un ruolo molto importante nel mobilitare il sostegno di tutte le parti che partecipano del paese. Mi rendo conto che ciò che si faccia non sono facili battaglie, e spesso richiedono un cambiamento fondamentale nella cultura. Ma la determinazione di questo Parlamento e il governo greco, il coraggio del popolo greco e il sostegno dei partner europei, sono elementi chiave per il successo.”  
   
   
I DEPUTATI EUROPEI INTERROGANO IL COMMISSARIO DESIGNATO SULLE PRIORITÀ FONDAMENTALI PER I CONSUMATORI  
 
Strasburgo, 5 giugno 2013 - Ieri i deputati hanno interrogato il commissario croato designato Neven Mimica sulla politica dei consumatori dell´Ue e dei suoi piani per i prossimi 16 mesi, nel corso di un´audizione. Si sono concentrati sulle barriere al commercio elettronico, sicurezza dei prodotti e la sorveglianza del mercato, i dispositivi medici e la politica dei consumatori in tempi di crisi. La politica dei consumatori è la più vicina alle preoccupazioni dei cittadini europei, ed è spesso la risposta alla domanda fondamentale "Che cosa fa l´Unione per me?" ha detto il sig Mimica. Egli ha riassunto le sue priorità come "Consolidamento, cooperazione e comunicazione", e si è impegnato a lavorare con il Parlamento europeo, dicendo: "La politica dei consumatori è la politica della gente e si rappresenta il popolo". Priorità - Parlando per il mercato interno e la protezione dei consumatori, Andreas Schwab (Ppe, De) ha chiesto al sig Mimica per esempi di priorità legislative. Altri eurodeputati hanno chiesto dettagli su come e quando il commissario, se nominato, avrebbe consegnato su proposte specifiche. Heide Rühle (Verdi, De), gli ha chiesto di definire "rischio" in relazione alla proposta della sorveglianza del mercato. Evelyne Gebhardt (S & D, De) ha chiesto al signor Mimica se egli avrebbe favorito un sistema di ricorso collettivo per i reclami contro i prodotti difettosi. Egli rispose che avrebbe, purché esso sistemi giuridici nazionali rispettati e gli interessi dei consumatori. Inviata da Jaroslav Paska (Efd, Sk) come avrebbe informare i consumatori dei loro diritti in materia di meccanismi di ricorso, il sig Mimica ha sottolineato l´importanza di usare "un linguaggio chiaro e semplice". Sulle barriere al commercio elettronico, Morten Løkkegaard (Alde, Dk) ha chiesto al sig Mimica "Come si può fare in modo che i cittadini e le Pmi non siano discriminati sulla base della loro residenza?" Mi ha risposto che le restrizioni al mercato unico "non sono accettabili e devono essere rimossi" .. Coerenza - Dennis de Jong (Gue, Nl) ha chiesto come Mr Mimica avrebbe difeso la politica dei consumatori in seno al collegio dei commissari, in modo da "garantire la coerenza" in tutte le politiche dell´Ue e che "i consumatori sono presi a bordo e sentito". "Come si può fare in modo che i consumatori beneficiano di più dal mercato unico?", Ha chiesto Adam Bielan (Ecr, Pl). "Il mio ruolo sarà quello di anticipare la consegna di interessi dei consumatori", ha assicurato Mimica deputati. Cosmetici e dispositivi medici - Per l´ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, Richard Seeber (Ppe, At) ha chiesto il signor Mimica di per le sue opinioni sulla sperimentazione animale per i prodotti cosmetici. Peter Liese (Ppe, De) e Dagmar Roth-behrendt (S & D, De) ha chiesto la sua posizione sulla creazione di una autorizzazione diversa e procedura di accesso al mercato per i dispositivi medici ad alto rischio. "Dove co-legislatori venire con buoni emendamenti e proposte praticabili per rafforzare il sistema di accesso al mercato e la sicurezza dei dispositivi medici ad alto rischio, sarò pronto a discuterne a prescindere dalla natura della presente proposta", ha detto il sig Mimica , aggiungendo però che "non vorrei andare troppo in elaborando il passaggio a un sistema centralizzato di autorizzazione pre-mercato". Crisi e tutela dei consumatori - La crisi economica e il suo impatto sui consumatori sono stati un tema ricorrente del dibattito. Molti deputati hanno espresso la preoccupazione che la crisi economica sta frammentando il mercato unico dell´Ue e la riduzione del potere d´acquisto in alcuni Stati membri. Altri hanno sottolineato i vincoli di bilancio in materia di misure di protezione dei consumatori. Mr Mimica ha sottolineato che la crescita e il potenziale innovativo insito nella politica dei consumatori Prossimi passi - Martedì pomeriggio, i deputati per il mercato interno e la protezione dei consumatori e dell´ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare comitati hanno valutato le prestazioni del sig Mimica a porte chiuse. Conferenza del Parlamento dei presidenti di commissione incontrerà poi il Mercoledì, e la Conferenza dei presidenti il ​​Giovedi, per determinare la bozza di posizione del Parlamento europeo, che sarà messo a votazione in seduta plenaria il 12 giugno a Strasburgo.  
   
   
VERTICE ITALIA-SERBIA AD ANCONA-SPACCA: OCCASIONE DI PRESTIGIO CHE VALORIZZERA’ LE MARCHE. PIGLIAPOCO: NON USUALE LA SCELTA DI UN CAPOLUOGO INVECE DI UNA CAPITALE PER UN VERTICE BILATERALE.  
 
Ancona, 5 giugno 2013 - “E’ motivo di orgoglio e di grande onore per le Marche la decisione del Governo di tenere ad Ancona il vertice bilaterale di Stato Italia–serbia. Avere la sede del Segretariato dell’Iniziativa Adriatico Ionica sicuramente avrà pesato sulla scelta delle Marche, così come l’apertura internazionale della nostra regione. Il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, con affettuosa determinazione ci ha chiesto questa disponibilità. Faremo di tutto per offrire la migliore collaborazione istituzionale e logistica per lo svolgimento del meeting.“ Così, in una conferenza stampa, il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, all’indomani dell’incontro con il Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta. E l’ambasciatore Fabio Pigliapoco – segretario generale dell’Iniziativa Adriatico Ionica-iai – ha tenuto ad evidenziare che un vertice bilaterale tra Governi, presenti nella loro forma istituzionale, vale a dire con i Ministri dei due Stati, non è cosa usuale e soprattutto è eccezionale la scelta di una sede diversa da una capitale. “Il fatto che sia caduta su Ancona, oltre ad inorgoglirci – ha detto – assume una valenza di riconoscimento delle politiche regionali in materia di rapporti con l’estero. E posso dire – ha aggiunto- che questo omaggio alle Marche, come terra vocata ai collegamenti con i Balcani, si deve anche al ruolo che il presidente Spacca riveste in ambito europeo, come presidente del Comitato delle Regioni d’Europa e al suo impegno per la cooperazione e lo sviluppo della comunità europea. “ “Dobbiamo essere tutti più consapevoli – ha poi proseguito il presidente Spacca – che qui nelle Marche abbiamo una funzione distaccata della Farnesina, il Segretariato Iai, che sta lavorando con impegno per la costruzione della Macroregione Adriatica-ionica. Una strategia che non significa nuove istituzioni, nuove procedure né risorse finanziarie aggiuntive, ma la riorganizzazione complessiva delle politiche europee in una regia coordinata che richiama le responsabilità di tutte le regioni che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio in una logica di integrazione. In altri termini la Macroregione non può essere la sommatoria di progetti di queste regioni, ma qualcosa di più: un percorso di integrazione delle strategie territoriali in un processo di coordinamento finalizzato alla coesione dell’Europa e al riequilibrio delle relazioni tra Nord e Sud, restituendo un protagonismo al fianco Sudest dell’Europa, oggi sicuramente quello più critico e preoccupante. “ L’incontro con i giornalisti è servito anche per fare il punto dello stato di avanzamento per l’approvazione da parte del Consiglio d’Europa della Macroregione Adriatica, previsto per la fine del 2014, sotto la presidenza Italiana. L’ambasciatore Pigliapoco, dopo aver sottolineato la valenza non solo di coesione sociale della Macroregione come coinvolgimento della società civile, ma anche il valore politico per l’inserimento nella Ue di 4 paesi ancora fuori dell’Unione, ha spiegato le ultime fasi del processo di avvicinamento alla realizzazione. “Conclusa una prima fase che è stata prettamente focalizzata sulle attività legate al mare, ci sarà una riunione con il Ministro della Coesione territoriale il prossimo 13 giugno, per avviare la stesura più generale del Piano d’azione che implementerà la strategia macroregionale. La Macroregione, che come concetto nasce da lontano con la Carta di Ancona del 2000 e la Iai nel 2008, ha un significato anche di pacificazione, confronto, dialogo e cooperazione tra popoli che in questi periodi di crisi riveste un valore straordinario.” Strategico inoltre, secondo Pigliapoco, che nella città sede del Segretariato Iai vi siano anche tre forum molto operativi– Camere di Commercio , Forum delle città Adriatiche e delle Università Adriatiche ( Uniadria) -con i quali il Segretariato Iai sta collaborando ormai quotidianamente. “  
   
   
FVG: RICEVE AMBASCIATORE INDONESIA  
 
Trieste, 5 giugno 2013 - L´assessore regionale alle Relazioni internazionali e comunitarie Gianni Torrenti ha ricevuto ieri a Trieste, nel Palazzo della Regione, l´ambasciatore della Repubblica di Indonesia in Italia, August Parengkuan. Al centro dei colloqui l´analisi delle aree di comune interesse tra la Nazione asiatica e la nostra Regione, dagli scambi economici a quelli scientifici e culturali. Torrenti ha sottolineato l´apertura del Friuli Venezia Giulia alle relazioni con i Paesi del Sud-est asiatico e ricordato il variegato mondo delle strutture scientifiche che ospitate sul territorio regionale, dal Centro internazionale di Fisica alla Sissa, all´Area di Ricerca, che con Friuli Innovazione costituiscono un polo regionale di estremo interesse per l´innovazione, "una sfida per l´attuale Governo regionale, che sull´innovazione intende investire corposamente per aumentare la competitività della regione e vincere la crisi", ha detto Torrenti. L´ambasciatore Parengkuan, che era accompagnato dal console onorario di Indonesia a Trieste, Vincenzo Sandalj, da Gulfan Afero, ministro consigliere responsabile degli Affari economici e politici, e dall´addetto per l´Agricoltura Hamim Hamim, ha dimostrato grande interesse per il porto di Trieste, visitato nel corso della sua presenza nel capoluogo, per il sistema imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia e per l´Università, che ha indicato come possibile sede di studi per i giovani indonesiani attratti dalle materie scientifiche, ed in particolare dalla fisica. L´argomento è anche al centro delle politiche indonesiane per lo sviluppo, ha osservato l´ambasciatore, tanto che è stato creato un ministero per l´Economia creativa, ed il tema è considerato importante per lo sviluppo qualitativo dell´agricoltura in Indonesia, forte esportatore di caffè e cacao ed oggi Paese sempre più interessato al miglioramento della filiera di prodotto anche attraverso l´incremento dei rapporti internazionali. Al caffè, come ha ricordato Sandalj, si ricollegano gli ormai consolidati rapporti tra il capoluogo giuliano ed il Paese asiatico, anche se oggi, ha osservato il console, "l´Indonesia non va più vista solo come un esportatore di materie prime ma anche e soprattutto come un Paese con un alto potenziale di consumo interno". Da parte della presidente Serracchiani, ieri a Roma per incontri a livello governativo, l´ambasciatore ha ricevuto un messaggio con la conferma che "l´attuale Governo regionale è interessato ad un rafforzamento delle relazioni con i Paesi extraeuropei che hanno tradizionali e duraturi scambi con il mondo economico regionale. Rapporti sviluppati anche in forza di un ruolo di piattaforma infrastrutturale aperta verso il cuore dell´Europa che il Governo regionale intende conservare e rafforzare nei prossimi cinque anni, in modo da incoraggiare l´ingresso di merci, persone e nuove idee in un contesto di sicurezza e stabilità".  
   
   
ZAIA: “BEN VENGA LA CROAZIA NELL’UE, MA ATTENZIONE A DISTORSIONI SUL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO”  
 
Venezia, 5 giugno 2013 - “Sono sempre stato e confermo di essere assolutamente favorevole all’entrata della Croazia nell’Unione Europea. Il Veneto sostiene con convinzione questo ingresso perché i croati sono nostri fratelli. Ma chiediamo al Governo di vigilare affinché non si producano nel breve distorsioni sul mercato del lavoro, che in questa fase di crisi ci metterebbero in serie difficoltà”. Lo ha detto ieri il governatore del Veneto, Luca Zaia, nel consueto punto stampa del martedì. “Scriveremo una lettera al Presidente del Consiglio, Enrico Letta, per attirare la sua attenzione su questo problema – ha proseguito Zaia – e per chiedere un intervento del Governo italiano a Bruxelles, mirato a introdurre un principio di gradualità. Oggi il costo del lavoro in Croazia è circa la metà di quello del Veneto e bisogna evitare fenomeni di dumping, in cui delle persone vengano a lavorare da noi con stipendi e contratti stagionali croati. Questo indebolirebbe ingiustamente la posizione dei nostri giovani in un mercato del lavoro che vede già oggi tassi di disoccupazione insostenibili”. “I Trattati europei – ha concluso il governatore – consentono la gradualità e credo sia nell’interesse di tutti farvi ricorso. L’adesione della Croazia è importante e deve essere un successo, evitando spiacevoli effetti collaterali: perciò è essenziale che il nostro Governo nazionale presti la doverosa attenzione”.  
   
   
LOMBARDIA. IMPRESE, A LECCO TEST SU MISURE SEMPLIFICAZIONE  
 
Lecco, 5 giugno 2013 - Il territorio di Lecco diventerà l´area in cui sperimentare nuove forme di rapporto tra la Pubblica amministrazione e le imprese, con l´introduzione di provvedimenti di semplificazione amministrativa da esportare poi in tutta la Lombardia, una volta verificata la loro efficacia. L´assemblea Di Confindustria - Lo ha annunciato il presidente della Regione Lombardia, intervenendo ieri pomeriggio all´Assemblea generale di Confindustria Lecco (´Ripartiamo dall´industria … con i giovani´), che si è svolta nel nuovo campus del Politecnico. Presenti all´appuntamento anche l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro e l´assessore allo Sport e Politiche per i giovani. All´incontro hanno partecipato, tra gli altri, il presidente nazionale di Confindustria, il presidente di Confindustria Lecco, il responsabile della sede lecchese del Politecnico di Milano, il presidente del Cnr e il vice presidente della Fondazione Edison. Tempi Di Risposta Rapidi - Individuando Lecco come ´area test´ per le nuove misure sulla semplificazione, il presidente ha accolto una proposta venuta dagli stessi industriali. ´Da subito - ha detto - si metterà all´opera un gruppo di lavoro tra Regione e industriali di Lecco, per realizzare questo progetto. La provincia di Lecco ha infatti tutte le caratteristiche che servono per realizzare questa proposta´. ´Intendo questa ´area test´ - ha spiegato il presidente - soprattutto riguardo ai tempi di risposta della Pubblica amministrazione. Nel Cantone Ticino ci sono tempi rapidissimi; la stessa cosa possiamo farla anche noi. Vorrei introdurre regole come il silenzio-assenso, ribaltando il principio oggi in vigore e dando fiducia agli imprenditori´. Lavoro - Sul tema del lavoro, che presenta ´dati allarmanti´ (in 4 anni la disoccupazione è raddoppiata), il presidente ha ribadito come ´questa emergenza sia per noi il primo punto in agenda´, ´Regione Lombardia - ha confermato - è molto attiva e ha già preso provvedimenti in questa direzione´. A questo proposito ha citato la legge sui Pgt, ´che ha sbloccato 3.000 cantieri (500 milioni di fatturato), di cui 240 a Lecco´ e il miliardo di euro che Regione Lombardia ha trovato per pagare i debiti della Pubblica amministrazione. I fondi saranno a disposizione da fine giugno. ´Questo - ha sottolineato il presidente - significa aiutare le imprese concretamente. Il lavoro si crea consentendo alle imprese di lavorare e sviluppare le proprie attività´. Confidi, Formazione E Ricerca - Va nella stessa direzione, ha detto ancora il presidente, il provvedimento approvato il 31 maggio di patrimonializzazione dei Confidi (oltre 22 milioni, che permetteranno di dare garanzie per altri 500 milioni). Sui tempi di pagamento, ha ricordato, la Lombardia paga a 60 giorni, ma l´obiettivo è arrivare a 45 giorni: ´Già pagare a 60 giorni è una best practise, unica in Italia ma io voglio ulteriormente migliorarla´. Tra gli altri punti fondamentali, il legame tra la scuola e il lavoro, ´che è una delle chiavi per aiutare giovani a trovare un´occupazione´; la ricerca, con l´obiettivo è di portare al 3 per cento del Pil il livello degli investimenti; lo start up d´impresa; il piano, ora allo studio, di mettere a disposizione dei giovani i terreni demaniali per creare nuove imprese agricole. A proposito di Expo, il presidente ha rivendicato la positività della nomina dell´unico commissario e il varo della legge, che gli consente di lavorare, dopo che ´si sono persi 2 anni´, ´spero - ha aggiunto - che si riesca a fare tutto´. Macroregione - ´Rivedere il Titolo V della Costituzione - ha detto poi il presidente, rispondendo a una domanda - è una necessità, perché è esploso il contenzioso tra Regioni e Governo sulle competenze concorrenti. Serve una riforma per stabilire competenze esclusive´. ´La Macroregione - ha aggiunto - non è una sovrastruttura, ma deve essere una cosa molto concreta´. A questo proposito il presidente ha citato il lavoro sulle infrastrutture e trasporti con il Piemonte e la Liguria e sull´aiuto alle imprese e l´internazionalizzazione con la Regione Veneto.  
   
   
FVG, SERRACCHIANI; RAPPRESENTERO´ TERRITORI IN OTTICA RINNOVAMENTO  
 
Trieste, 5 giugno 2013 - "Rappresenterò i territori nell´ottica di quel rinnovamento che stiamo portando avanti in Friuli Venezia Giulia". Lo ha affermato Debora Serracchiani dopo la nomina nella segreteria nazionale del Partito Democratico, annunciata ieri dal segretario Guglielmo Epifani durante la Direzione. "Da Epifani è giunta una forte richiesta di impegno che mi vede coinvolta da oggi fino allo svolgimento del congresso - ha proseguito Serracchiani - assieme alla collega Katuscia Marini, presidente della Regione Marche. Gli impegni regionali restano ovviamente prioritari e credo che possano trovare giovamento da un ruolo nazionale di rilievo come quello - ha concluso - che ho accettato oggi".  
   
   
FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE DEL PIEMONTE: MISURE PER LO SVILUPPO ECONOMICO, FONDAZIONE TORINO PIEMONTE MUSEI, ORGANICO DELLA REGIONE SONO I PRINCIPALI ARGOMENTI ESAMINATI QUESTA MATTINA DALLA GIUNTA REGIONALE.  
 
Torino, 5 giugno 2013 - La riunione del 3 giugno è stata coordinata dal presidente Roberto Cota. Industria. Su proposta del presidente Roberto Cota è stata inserita nel fondo per la reindustrializzazione la possibilità per le imprese aderenti di utilizzare le risorse derivanti dalla cessione degli immobili anche per il risanamento e la ristrutturazione delle posizioni debitorie che impedirebbero una corretta espansione sui mercati, oltre che per ridimensionare la capacità produttiva e concentrare l’attività in settori ritenuti più performanti. Su proposta dell’assessore Claudia Porchietto, sono stati destinati 2 milioni di euro per finanziare i contributi da assegnare per la copertura delle spese di avviamento, assistenza tecnica, formazione professionale e manageriale inerenti la creazione di imprese e lo sviluppo di iniziative di lavoro autonomo. Legale. Come proposto dal vicepresidente Gilberto Pichetto, sono state autorizzate: l’appello avanti il Consiglio di Stato avverso le ordinanze del Tar Piemonte che hanno accolto in sede di sospensiva i ricorsi contro la riorganizzazione della rete dei laboratori di Emodinamica; la costituzione della Regione avanti il Tar del Piemonte nei ricorsi presentati da 180 cittadini contro la disattivazione dell’ospedale Valdese di Torino e dalla Federazione medici pediatri del Verbano-cusio-ossola contro la disattivazione del punto nascite di Domodossola; la costituzione di parte civile nel procedimento avanti il Tribunale penale di Torino nei confronti di coloro che sono accusati di aver gestito in modo irregolare la riscossione del bollo auto per conto della Regione. Fondazione Torino Piemonte Musei. Su proposta dell’assessore Michele Coppola sono state deliberate le linee di indirizzo per la costituzione della Fondazione Torino Piemonte Musei, con la quale Regione Piemonte, Provincia di Torino e Città di Torino e Rivoli intendono istituire un organismo unitario preposto alla gestione, valorizzazione e promozione condivisa dell’offerta culturale anche mussale utilizzando la già esistente Fondazione Torino Musei. Comunità montane. Come proposto dagli assessori Riccardo Molinari e Gian Luca Vignale, verrà emanato un bando per la presentazione delle candidature a commissario liquidatore di Comunità montana. Per parteciparvi occorrono determinati requisiti: essere esterni alla Regione, non aver svolto negli ultimi tre anni alcun incarico nell’ente per il quale si presenta la candidatura, l’iscrizione da almeno cinque anni nell’albo degli avvocati o in quello dei revisori dei conti. Ciclovia del Po. Alla Ciclovia del Po viene riconosciuta la valenza di progetto strategico regionale. Come riconosciuto nella delibera proposta dagli assessori Roberto Ravello, Barbara Bonino, Alberto Cirio, Giovanna Quaglia e Gian Luca Vignale, l’iniziativa può offrire straordinarie opportunità per incrementare un turismo attento ai valori ambientali, all’identità e alle tradizioni del territorio interessato. Un gruppo di lavoro interdirezionale provvederà ad individuare le azioni prioritarie ed a promuovere i necessari raccordi con gli altri soggetti coinvolti. Organico della Regione. Definita, su proposta dell’assessore Gian Luca Vignale, la nuova pianta organica della Giunta regionale, composta da 2602 posti di cui 165 dirigenziali. Rispetto a quella precedente (2.948 posti), determinerà un risparmio complessivo di oltre 10 milioni di euro l’anno (20,29% per la qualifica dirigenziale e del 10,02% per le categorie). Sono state inoltre approvate: - su proposta del vicepresidente Gilberto Pichetto, la convenzione con l’Agenzia delle Entrate per la gestione dell’Irap e dell’Irpef regionale anche per il 2013, in seguito alla positiva valutazione dei risultati ottenuti lo scorso anno; - su proposta dell’assessore Giovanna Quaglia, il piano di vendita di 228 alloggi di edilizia sociale presentato dalle Atc di Biella e Cuneo, l’autorizzazione all’Atc di Biella per l’acquisto da un privato di un immobile di Chiavazza da destinare ad alloggi di edilizia sociale convenzionata, lo schema di convenzione per la ricostruzione a Torre Pellice del ponte sul torrente Pellice di via Bertenga, distrutto dall’alluvione del novembre 2011; - su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, il completamento del finanziamento del piano di eradicazione della batteriosi dell’actinidia con la somma di 1.630.000 euro derivante dalle residue disponibilità di Arpea contro le fitopatie.  
   
   
L´ITALIA E IL FEDERALISMO MANCATO  
 
Trento, 5 giugno 2013 - "Chi comanda in Italia?". Questa la domanda che "lavoce.Info" ha posto nel suo Forum all´ex-ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda, al presidente della Provincia autonoma di Trento Alberto Pacher, al sindaco di Verona Flavio Tosi e all´economista e più volte ministro della Repubblica Vincenzo Visco. Il tema, quello del "federalismo all´italiana", e dei suoi evidenti limiti, che hanno spinto l´ex-premier Monti ad evocare la necessità di una revisione della riforma del Titolo V della Costituzione, che risale al 2001. Persistente centralismo dello Stato da un lato, dunque, e autoreferenzialità degli enti locali dall´altro, mentre sullo sfondo rimane inevasa la richiesta, avanzata da più parti, di un Senato federale. Per Pacher "il tema della riorganizzazione dei poteri e dei flussi di decisioni è fondamentale per la politica nel momento in cui la politica ha perso credito e autorevolezza. I Paesi dove è più forte il federalismo sono anche quelli dove è più forte l’identità nazionale, come gli Stati Uniti o la Germania. Ciò vale anche per il Trentino e il suo ruolo in seno all´Italia. Noi non ci siamo mai sottratti alle nostre responsabilità, anzi, abbiamo anche rilanciato". Il quadro tracciato da Giarda in apertura dell´incontro è stato innanzitutto un quadro storico. "Nel 1861, quando Roma presentava il primo progetto di regionalizzazione della costituendo Regno d’Italia, risultava che il finanziamento statale ai comuni copriva l’1% della spesa. Ma il ricorso all’indebitamento dai comuni doveva essere autorizzato dal governo centrale, ovvero dal prefetto. Nel 1980 troviamo una proporzione rovesciata: le fonti di entrata proprie dei Comuni coprivano il 7-8% della spesa totale. Con la riforma del 2000 sono stati quindi introdotti 2 principi contraddittori: lo Stato ha il dovere di intervenire per il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, ma anche per correggere le differenze nella capacità contributiva dei territori. Ad oggi non si è riusciti a conciliare questi due principi." Un fenomeno a cui si è assistito è stato quello della crescita della spesa sanitaria sulla spesa pubblica complessiva, di 5 punti percentuali in 20 anni. Un costo sopportato essenzialmente dalla scuola, rimasta una competenza del governo centrale (con eccezione ad esempio del Trentino Alto Adige). Il federalismo fiscale, infine, ha provocato risultati diseguali: la spesa locale è risultata più efficiente al Nord piuttosto che a Sud. Chi spende peggio, però, non è chi spende di più, ma generalmente chi spende di meno. Le regioni a Statuto speciale del Nord spendono generalmente il 30% in più della media, ma amministrano anche meglio. Per Visco "va operata una distinzione fra decentramento dei poteri dello Stato e decentramento finanziario e fiscale. Da noi abbiamo immaginato che il federalismo portasse più soldi agli enti decentrati. Invece sul piano delle risorse ciò era avvenuto semmai nella seconda metà degli anni 90, periodo in cui era triplicata l’autonomia fiscale locale. La riforma del Titolo V ha riguardato invece i poteri. E non mi pare che sia stata fatta bene. Ci sono oggi materie, beni e funzioni pubbliche su cui è molto forte la sovrapposizione di competenze.Il modello alternativo che andava applicato era quello del principio di sussidiarietà". Tosi ha chiosato innanzitutto sulla sanità: "Nonostante in alcune – poche - Regioni la spesa pro capite sia andata fuori controllo, l’Italia è uno dei paesi che spende meno in questo settore (7%). Il problema in generale è che nel nostro paese anziché attuare il federalismo si è attuato un regionalismo irrensponsabile. Sono stati creati nuovi centri di spesa senza responsabilizzarli sul come dovevano procacciarsi le risorse. A Verona un terzo del bilancio era a carico dello Stato. Oggi questa percentuale è del 7% appena. Se lo Stato ha tagliato trasferimenti gli enti locali hanno aggiunto tasse. Lo Stato dal canto suo con i soldi risparmiati delle Regioni ha aumentato la spesa a livello centrale. Ed infine, ci sono oggi Regioni che spendono di più, come le Speciali (con modalità di spesa diversa, in genere hanno speso bene a parte la Sicilia). In definitiva, si devono fissare parametri standard e si deve imporre ad ogni Regione di rientrare in questi parametri". Il presidente Pacher infine ha ricordato che "il federalismo non mette a repentaglio la coesione nazionale. Sembra una contraddizione ma non lo è. Il federalismo serve proprio a rafforzare l’architettura del sistema nel suo complesso. L’autonomia speciale pone il Trentino in una condizione particolare. Il percorso del confronto fra noi e lo Stato è stato segnato in epoca recente dall’Accordo di Milano. Lì si è prodotto un aggiornamento dello Statuto di Autonomia, un atto di ´manutenzione straordinaria´, che noi giudichiamo indispensabile. La proposta concordata prevedeva una accresciuta responsabilizzazione della Provincia sulla gestione anche finanziaria dell’Autonomia, legando in maniera ancora più stretta la finanza pubblica al gettito fiscale prodotto localmente. Dal 2009 ad oggi nel frattempo è cambiato il mondo. Sono subentrate le manovre da parte dello Stato per il risanamento dei conti pubblici, con la compartecipazione anche delle Regioni e Province autonome. Il Trentino non si è mai chiamato fuori, anzi, ha rilanciato ulteriormente: a fronte del riconoscimento dei 9/10 del gettito erariale, siamo pronti ad assumerci tutte le spese che lo Stato ancora sostiene sul nostro territorio, circa 480 milioni all’anno. O si segue questa strada, o sarà difficile portare il Paese ad un più alto livello di consapevolezza riguardo alle responsabilità di ognuno".  
   
   
SARDEGNA, PATTO DI STABILITÀ, CAPPELLACCI: BENE EMENDAMENTO. AVANTI FINO A RISULTATO FINALE  
 
Cagliari, 5 giugno 2013 - "L´approvazione dell´emendamento sul patto di stabilità deve rappresentare un punto di non ritorno nella trattativa con lo Stato". Lo ha dichiarato il presidente della regione, Ugo Cappellacci, commentando l´approvazione in Senato dell´emendamento alla legge sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. "Un plauso deve andare ai senatori sardi che, anteponendo gli interessi dell´isola a quelli della fazione politica e personali, hanno dato un esempio di quella coesione fondamentale per raggiungere risultati concreti. Questo passaggio - osserva il Presidente - arriva dopo dure battaglie condotte sia sul piano politico che sul piano giurisdizionale, con i nostri ricorsi alla Corte Costituzionale che hanno accertato la fondatezza delle ragioni dei sardi. Ora - ha concluso Cappellacci - auspichiamo un rapido passaggio anche alla Camera, che ponga le basi affinché finalmente venga riconosciuto alla Sardegna un adeguamento che non è un privilegio, ma un sacrosanto diritto. Se il laccio del patto, troppo stretto e non adeguato alle modifiche delle norme sulle entrate, sarà finalmente allentato, Regione e Comuni potranno dare pienamente seguito alle azioni programmate per le famiglie, le imprese e i territori".  
   
   
MOLISE: STRUTTURA COMMISSARIALE, L´ORA DELLA CHIAREZZA  
 
Campobasso, 5 giugno 2013 - «In merito alla situazione attuale della gestione commissariale regionale, ritengo opportuno e non più rinviabile fare un po´ di chiarezza così da sgombrare il campo da ogni confusione, anche la più piccola. Soprattutto per quanto concerne ruoli, compiti e scadenze che la legge fissa per ciascuno di noi. Tanto per essere espliciti e diretti, l´incarico per cui il dottor Nicola Rosato era stato nominato dal Governo, quello cioè relativo ai programmi operativi 2011-2012, è terminato il 31 dicembre 2012. E mai nessuna proroga ha detto il contrario. Questo risulta dagli atti. Ricordo, a me per primo, che con delibera del 21 marzo scorso sono stato nominato commissario ad acta con l´incarico prioritario di adottare i programmi operativi per gli anni 2012-2013 e di procedere alla loro attuazione. Tale incarico è stato affidato a me e a nessun altro dal presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con i Ministeri dell´economia e della salute. Non c´è carta ufficiale, come non c´è provvedimento formale con i quali il Governo individui il dottor Rosato o altri nelle vesti di subcommissario. Per questo, non posso firmare nessun atto predisposto dal dottor Rosato. Sempre per la medesima ragione - l´assenza di disposizioni del Governo - risulta illegittima la presenza dello stesso nelle strutture commissariali e regionali. Il dottor Rosato non può utilizzare risorse e personale della pubblica amministrazione, non può accedere a atti e documenti interni. Non può percepire compensi, se non facendo correre a tutti noi il rischio di un serio problema di responsabilità amministrativa e contabile. A tali precisazioni, mi pare doveroso aggiungere un altro aspetto. Il ruolo del subcommissario è di supporto e ausilio a quello del commissario, non viceversa. Sicché è inaccettabile tutta una serie di ingerenze registrate a nostro carico da parte del dottor Rosato. A che titolo l´intera struttura commissariale dovrebbe interloquire con un subcommissario, non più tale dal 31 dicembre scorso? A che titolo il subcommissario, non più tale dal 31 dicembre scorso, continua a inviare atti da lui già predisposti al commissario? A che titolo il subcommissario, non più tale dal 31 dicembre scorso, richiede con urgenza la ratifica di documenti da lui stilati? A tutti noi pare evidente che il disastroso stato in cui versa la sanità molisana non è attribuibile a noi, ma a chi c´era prima di noi, il governo regionale e l´allora struttura commissariale di cui anche il dottor Rosato è stato parte integrante. Ingiustificate ci suonano le accuse mosse nei confronti del soggetto attuatore. Come si può tacciare di inadempienza un professionista appena nominato e, tra l´altro, scelto dallo stesso Rosato? Di fronte a questo scenario piuttosto arbitrario, ci riserviamo di attivare ogni azione per individuare le responsabilità dei singoli, ad ogni livello, per evitare che, ancora una volta, ricadano sugli incolpevoli cittadini molisani le conseguenza negative di attività svolte da altri». Così il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, interviene in merito alle ultime vicende che hanno coinvolto la struttura commissariale per la sanità regionale.  
   
   
BOLZANO: GIÀ DESTINATI I 74 MIO DEL FESR 2007-2013  
 
Bolzano, 5 giugno 2013 - I 74 milioni di Euro di finanziamenti previsti nel periodo di programmazione 2007-2013 per rafforzare la Competitività regionale e l´occupazione, di cui oltre un terzo provengono dall´apposito fondo europeo Fesr sono già stati completamente destinati. Il 50 per cento sono anche già stati effettivamente liquidati. Così il presidente della Provincia Luis Durnwalder, che martedì 4 giugno, a Palazzo Widmann a Bolzano ha introdotto il lavori del Comitato di sorveglianza del programma. In occasione dei cinque bandi, come ha informato il presidente Durnwalder, sono stati presentati un totale di 198 progetti. Il Programma si propone di rafforzare il peculiare modello di sviluppo della Provincia autonoma di Bolzano, basato sull´interdipendenza dei settori, sulla capacità di innovare e sulla priorità attribuita agli interessi ambientali rispetto a quelli a carattere prettamente economico. Tre le priorità del programma: competitività del sistema economico, sostenibilità ambientale della crescita economica, prevenzione di rischi naturali. 113 sono i progetti accolti fra i 198 presentati nel periodo di programmazione 2007-2013. I progetti realizzati e conclusi sono finora 51 ed i contributi effettivamente liquidati si attestano sul 50 per cento dei finanziamenti impegnati. Questo il bilancio sull´andamento e l´attuazione del programma presentato questa mattina presso Palazzo Widmann a Bolzano dal competente Comitato di Sorveglianza, presieduto dal presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder. Facendo un raffronto con altre realtà territoriali, l´Alto Adige è ben posizionato, come ha riferito Durnwalder, l´unico settore in cui deve ancora recuperare terreno è quello della ricerca. Grazie ai progetti finanziati, come ha proseguito, si è potuto compiere ulteriori passi in avanti in settori quali le energie alternative, la valorizzazione della ferrrovia, al sicurezza e l´ambiente. Accanto al presidente Durnwalder hanno partecipato alla riunione del Comitato il direttroe della Ripoartizione Europa della Provincia, Thomas Mathà, ed il responsabile di programma presso la medesima, Peter Gamper, nonché in rappresentanza del Ministero dell´economia, Germana Cavicchioli, e della Commissione Europea, Francesco Brocani, nonché rappresentanti delle Ripartizioni provinciali coinvolte e dei partner sociali e dei settori economici. Il presidente Durnwalder ha ringraziato tutti per l´impegno profuso. Nel corso della riunione, accanto alla relazione annuale riferita al 2012 caratterizzata da note positive in merito all´attuazione dei programmi, tra i temi in discussione si è parlato anche del prossimo periodo di programmazione 2014-2020. I lavori preparatori sono già in corso per poter partire nel prossimo anno. Per prepararsi all´attività di programmazione per il ciclo 2014-2020 l´Amministrazione provinciale si affiderà al Comitato di coordinamento e sorveglianza delle politiche regionali che è composto dai responsabili dei diversi programmi, da un membro del Nucleo di valutazione e da un rappresentante della Ripartizione Europa. Questo Comitato ha il compito di assistere e coordinare le singole Autorità di gestione al fine di promuovere e garantire piú elevati livelli di sinergia e complementarietà tra programmi, obiettivi e operazioni. Come ha riferito il presidente Durnwalder la Giunta provinciale ha approvato in questi giorni una prima bozza programmatica; come ha sottolineato, si cercherà di ottenere anche per la nuova programmazione le stesse dotazioni finaziarie ottenute per quella attuale. Nel pomeriggio il Comitato si occuperà di soluzioni nel campo della mobilità sostenibile con un sopralluogo a Soprabolzano dove sarà illustrato il progetto di ammodernamento del trenino. Ulteriori informazioni sul sito www.Provincia.bz.it/europa/  
   
   
TRENTO: APPROVATI NUOVI INTERVENTI COFINANZIATI DAL FONDO SOCIALE EUROPEO  
 
Trento, 5 giugno 2013 - La Giunta provinciale, su proposta del Presidente Alberto Pacher, ha approvato il 30 maggio alcuni interventi a cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo, che saranno attivati a seguito dell´approvazione dei relativi provvedimenti attuativi. Il finanziamento riguarda i percorsi formativi individuali finalizzati alla qualificazione, riqualificazione e all´aggiornamento professionale con l´utilizzo delle carte Ila (Individual Learning Account) e le azioni di formazione continua destinate a imprese e loro enti o associazioni. Percorsi formativi individuali, finalizzati alla qualificazione, riqualificazione e all’aggiornamento professionale con l’utilizzo delle carte Ila (Individual Learning Account) previsti nell’ambito del Progetto per l’imprenditoria giovanile. Con la carta Ila possono essere finanziati percorsi formativi/progetti articolati con formazione (che rilasci attestazione), ovvero la partecipazione a stage presso aziende/enti/organismi, ovvero apprendimenti specifici. Tali attività dovranno essere realizzate in contesto extra provinciale e/o europeo su tematiche rilevanti in ambito dei servizi di welfare, di wellbeing, della green economy, dell’agricoltura, dello sviluppo sostenibile, del turismo e della cultura in un´ottica di sviluppo/consolidamento delle capacità imprenditoriali e comunque finalizzati allo sviluppo professionale ed imprenditoriale. La carta Ila può essere utilizzata anche per finanziare altre attività di accompagnamento e accomodation, purché a sostegno del percorso di sviluppo professionale individuale e comunque al di fuori del territorio della Provincia autonoma di Trento. Per tali azioni le risorse disponibili ammontano a 800.000 euro. Possono aderire all’iniziativa residenti o domiciliati (con precedenza assoluta ai residenti), al momento della presentazione della domanda di finanziamento, in provincia di Trento. Ulteriore precedenza verrà attribuita alle domande presentate da giovani con età inferiore ai 36 anni. È prevista una compartecipazione del 20%, mentre il contributo massimo previsto è di 5.000 euro. Prossimamente è prevista l´approvazione del relativo bando. Azioni di formazione continua destinate a imprese e loro enti o associazioni. Sono previste 35 “Iniziative di formazione finalizzate a riqualificazione, aggiornamento e specializzazione” per complessivi 1.200 utenti con una spesa prevista in 2,35 milioni di euro. Le azioni di formazione continua promosse dalle imprese o dai loro enti/associazioni, sempre a favore delle imprese e del loro personale occupato, possono riguardare una pluralità e generalità di contenuti, purché si dimostrino necessari per accompagnare i processi di sviluppo dei contesti produttivi e gestionali.  
   
   
INFRASTRUTTURE. PROGETTO REGIONALE PER FORMAZIONE DIPENDENTI ENTI PUBBLICI DEL VENETO  
 
Venezia, 5 giugno 2013 - In questo momento di particolare difficoltà economica, la Regione offre agli enti locali veneti uno strumento gratuito di crescita professionale mirato ad approfondire lo studio dei contratti di partenariato pubblico-privato come il leasing, il contratto di disponibilità, il project financing. Lo ha disposto la giunta regionale, su proposta del vicepresidente Marino Zorzato. L’iniziativa è rivolta a dipendenti pubblici (quadri dirigenti responsabili del procedimento) regionali, provinciali, comunali, di aziende sanitarie locali, di enti strumentali, di società partecipate. “Il progetto formativo – sottolinea Zorzato – è curato dal Nucleo di verifica e valutazione (Nuvv) della Regione del Veneto che ha fra i suoi compiti istituzionali la diffusione della cultura della valutazione. Si svilupperà in maniera diversificata sia dal punto di vista organizzativo che dei possibili destinatari, allo scopo di rendere accessibile il momento formativo al maggior numero possibile di utenti e, al contempo, più funzionale alle esigenze di ciascuno”. E’ prevista quindi un’attività di formazione tradizionale frontale, con approfondimento specifico di alcune tipologie infrastrutturali di intervento (case per anziani, scuole, ospedali, strade, piscine, cimiteri ecc); un’attività di “e.Learning” accessibile dal posto di lavoro attraverso il computer; infine, un’attività di diffusione attraverso momenti pubblici di confronto e dibattito. “Nello spirito sancito dal nuovo Statuto – aggiunge Zorzato - la Regione si fa promotrice di azioni formative innovative su ampia scala, strutturandole in maniera da rispondere alle esigenze del territorio nel modo più esaustivo possibile. Nel caso specifico, il nostro obiettivo è quello di creare fra gli operatori pubblici una ampia base condivisa di conoscenza su tematiche particolarmente attuali come la valutazione della sostenibilità economico-finanziaria degli interventi infrastrutturali e come la scelta della forma di partenariato più rispondente alle esigenze del committente e più idonea in relazione al tipo di intervento infrastrutturale che si intende realizzare. Questa conoscenza si potrà rivelare utile anche nella fase di nuova programmazione della politica di coesione europea 2014-2020”.  
   
   
SAITTA: “LO STATO DEVE ALLA PROVINCIA DI TORINO 103 MILIONI DI SOLDI REALI E NON VIRTUALI: VIA AL DECRETO INGIUNTIVO PER RECUPERARLI”  
 
Torino, 8 giugno 2013 - “Negli ultimi anni, lo Stato ha trasferito alla Provincia di Torino soltanto soldi virtuali: le casse di Palazzo Cisterna avanzano dai vari Ministeri ben 103 milioni di euro che è necessario destinare a nuovi pagamenti per le imprese che hanno lavorato per noi. Per questo, ho dato il via al decreto ingiuntivo nei confronti dello Stato”: il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta lo meditava da tempo, adesso è passato all’azione legale. Approvata questa mattina la delibera di Giunta, Saitta ha conferito all’avvocato Carlo Emanuele Gallo l’incarico “di patrocinio legale nei riguardi del Ministero dell’Interno per il recupero dei crediti maturati nella situazione dei rapporti tra Stato e Provincia di Torino”. “Il decreto ingiuntivo nei confronti dello Stato - spiega Saitta - rappresenta la richiesta estrema di quanto abbiamo più volte sollecitato in termini di cassa: riguarda crediti che risalgono in alcuni casi addirittura al 1998. Finora li abbiamo gestiti nella logica della collaborazione istituzionale tra il Governo e gli Enti locali, ora però questo presupposto sembra vacillare”. “I 103 milioni certificati e riconosciuti dal Ministero degli Interni - aggiunge l’assessore provinciale al bilancio Marco D’acri - riguardano trasferimenti erariali degli anni pregressi per le funzioni previste dall’art 54 della legge 142/1990: in particolare si tratta di fondi per l’esercizio delle funzioni in materia di scuole secondarie, di viabilità e per il personale collegato ai servizi. Con la legge 68/2011 sul federalismo fiscale, si è chiuso il periodo dei trasferimenti dallo Stato ed è stato istituito, per i rapporti con gli enti locali, il fondo sperimentale di riequilibrio che nei rapporti con la Provincia di Torino ha significato l’azzeramento totale dei trasferimenti: addirittura, con la spending review e la tesoreria unica il flusso si è invertito: è passato a prelievi forzosi di tributi locali da parte dello Stato che negli ultimi anni trattiene alla fonte nazionale i flussi di cassa dei tributi provinciali”. L’assessore D’acri ricorda che “queste risorse una volta incassate consentirebbero a Palazzo Cisterna di anticipare anche nel 2013 i pagamenti alle agenzie di formazione professionale, che versano in condizioni drammatiche a causa dei ritardi della Regione Piemonte”. Saitta ricorda che “sono già cinque le Province italiane che si sono viste riconoscere i crediti dello Stato attraverso un decreto ingiuntivo: sono Venezia per 44 milioni, Padova per 36 milioni, Treviso per 24 milioni, Teramo per 15 milioni ed Arezzo per 10 milioni: per Torino la cifra è molto più consistente, ma basta pensare che i mancati trasferimenti erariali dallo Stato alle Province assommano a circa due miliardi di euro”.  
   
   
GIUNTA CAMPANIA, I PROVVEDIMENTI. APPROVATO BILANCIO GESTIONALE  
 
Napoli, 5 giugno 2013 - Si è riunita ieri a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della Campania presieduta da Stefano Caldoro. Su proposta dell´assessore al Bilancio Gaetano Giancane, è stato approvato il bilancio gestionale per gli anni 2013, 2014 e 2015. Su proposta del presidente, la Giunta ha approvato il Piano triennale 2013 - 2015 So.re.sa. E rinnovato la convenzione con la società fino al 31 dicembre 2015. Il Piano prosegue lungo la strada del contenimento della spesa sanitaria, già in larga parte realizzato, sulla base delle indicazioni fornite dal Commissario ad Acta per il Piano di Rientro, con la centralizzazione delle gare per l´acquisto di beni e servizi, che ha prodotto una riduzione dei volumi di acquisto e della spesa nella misura del 5%, con l´allineamento del prezzo dei farmaci a quelli stabiliti dall´Autorità di Vigilanza, con le economie di scala realizzate con il ripiano della situazione debitoria pregressa e la regolarità dei pagamenti assicurata ai fornitori aggiudicatari delle gare. Sono state altresì approvate delibere relative alle società Scabec, società partecipata che si occupa della valorizzazione del sistema dei beni e delle attività culturali. Per la Scabec, si riduce il numero dei componenti del Cda da 5 a 3 e si elimina la figura del direttore generale. La Giunta ha detto sì alla partecipazione della Campania al progetto "Italmed Maroc" relativo alle infrastrutturee materiali ed immateriali, definito nell´ambito del programma di sostegno alla cooperazione regionale nel Mediterraneo finanziato dal Ministero degli Esteri. Di concerto tra il presidente e gli assessori alle Attività produttive Fulvio Martusciello e al Lavoro Severino Nappi è stato approvato lo schema di protocollo di intesa con il Ministero dello Sviluppo economico con il programma di rilancio delle 5 aree colpite da crisi industriale, ovvero Airola, Acerra, Castellammare di Stabia, Avellino e Caserta. D´intesa con l´assessore al Lavoro Nappi è stato riprogrammato il pacchetto delle misure anticrisi, innalzando le risorse ad esso destinate per completare gli interventi di politica passiva ed attiva avviati. Di concerto con l´assessore all´Ambiente Giovanni Romano, la Giunta ha approvato lo schema di protocollo di intesa con le Province e le Prefetture di Napoli e Caserta, Anci, 27 comuni della provincia di Napoli e 18 di quella di Caserta, ed altri enti, sul "Patto per le terra dei fuochi" per il contrasto ai roghi, all´abusivo smaltimento e all´abbandono dei rifiuti. D´intesa con l´assessore alla Risorse umane Pasquale Sommese si è deciso di costituire gli Organismi indipendenti di valutazione per la Giunta e gli enti strumentali, e per gli enti e le aziende del servizio sanitario, a cui è affidato, sulla base del decreto legislativo 150/2009 e del regolamento sull´ordinamento amministrativo, il monitoraggio sul funzionamento del sistema della valutazione delle performance e della trasparenza. Di intesa tra gli assessori Martusciello e Nappi la Giunta ha approvato in via definitiva il disciplinare sui Centri commerciali naturali. Infine su proposta dell´assessore Romano è stato dato il via libera al finanziamento dei 49 siti regionali di discarica.  
   
   
PUGLIA - GIUNTA DEL 4 GIUGNO, FRA I PROVVEDIMENTI PRINCIPALI: IMMOBILI, SCUOLE, CHIMICA  
 
Bari, 5 giugno 2013 - La Giunta ha concluso i suoi lavori intorno alle 16.30. Ecco i principali provvedimenti adottati: Bilancio regionale: approvato il conto consuntivo 2012 che ora sarà trasmesso come previsto dalla legge alla Corte dei conti. Approvato il protocollo di permuta tra gli immobili di proprietà della Regione e del Demanio. Al fine di ottimizzare gli spazi utilizzati dalla Regione e dall’Amministrazione statale, in modo da ridurre la spesa per affitti passivi e valorizzare gli immobili, si procederà allo scambio di immobili da utilizzare per le attività istituzionali. Con il protocollo che sarà firmato da Agenzia del Demanio, Regione e Provveditorato alle Opere Pubbliche, il provveditorato alle Oopp si impegna a dismettere e a liberare la porzione di immobile sito presso l’attuale Presidenza della Regione (a Bari, Lungomare Nazario Sauro, 31 – primo e parte del terzo piano), non appena saranno terminati i lavori di ampliamento e ristrutturazione della sede del Provveditorato alle Opere Marittime (Porto - Lungomare De Tullio), dove si trasferirà. L’agenzia del Demanio si impegnerà a cedere a titolo di permuta lo stabile, mentre la Regione si impegna a cedere al Demanio in cambio – sempre a titolo di permuta – l’immobile ex Irif di Lecce (via Libertà) e la parte dell’immobile “ex Genio civile” di Lecce in via Don Minzoni. Le modalità saranno valutate da un apposito tavolo tecnico che avrà il compito di eventualmente integrare i beni oggetto di permuta, condividere i criteri di stima, vigilare e collaborare sull’attuazione del protocollo d’intesa. Rimodulato il piano di interventi per adeguamento antisismico per le scuole. I fondi dell’ Ordinanza di protezione civile del Presidente del consoglio non utilizzati per le scuole elementari di Apricena e Lesina saranno utilizzati per i lavori presso l’Itc “Giannone” di Foggia, a cura dell’Amministrazione provinciale. Autorizzata – nel piano di dimensionamento scolastico - la richiesta di attivazione dell’articolazione per l’a.S. 2013-14 di “chimica e materiali” per il settore chimica, materiali e biotecnologie dell’Iis “Piero Sette” di Santeramo. ^^^^^^ Approvata la convenzione tra Regione, Istituto Credito Sportivo e Coni per l’impiantistica sportiva nel triennio 2013-16. 50 i milioni di euro che l’istituto per il credito sportivo s’impegna a concedere in mutui per costruzione, miglioramento, completamento, efficientamento energetico e messa a norma di impianti da destinare a attività sportive. La Regione potrà intervenire per il contenimento degli oneri di ammortamento dei singoli finanziamenti emessi. Prorogate le convenzioni tra Regione e Arpa, Cnr e Politecnico per redazione piani di messa in sicurezza e bonifica delle aree Zona industriale di Bari-modugno e per l’anagrafe dei siti contaminati pugliesi. Nell’ambito del “Titolo V”- aiuti alle medie imprese e ai consorzi di Pmi per Programmi Integrati di Agevolazione, approvata – dopo l’istruttoria di Puglia sviluppo - l’ammissione alla fasi di presentazione dei progetti definitivi per le imprese Alfrus Srl (Modugno-ba, lavorazione frutta secca), Minermix Srl (produzione calce – stabilimenti Galatina e Fasano), F.lli Barile (ingrosso fiori e piante, Terlizzi), Cmc srl (carpenteria metallica, gru, ponteggi – sede di Modugno). Approvata la costituzione del tavolo tecnico con le funzioni di individuare i requisiti delle “strutture di riabilitazione”, comprese le attività di “Medicina fisica e riabilitazione”, con la partecipazione di dirigenti ass. Salute, Welfare, Ares e Asl. Partecipazione sarà a titolo gratuito. Approvato definitivamente il regolamento “Definizione dei requisiti minimi organizzativi, strutturali e tecnologici delle attività sanitarie delle strutture di medicina trasfusionale”. Il regolamento prevede anche le modalità di gestione di macchinari, relazione con associazioni e sistemi di sicurezza contro gli errori. ^^^^^^^ Approvato regolamento per la definizione dei requisiti minimi organizzativi, strutturali, tecnologici e percorso terapeutico per le attività di radiologia stereotassica, Gamma Knife e Cyberknife per le radioterapie. ^^^^^^ Emesso l’avviso pubblico per l’aggiornamento degli albi regionali degli idonei alla nomina di direttore amministrativo e sanitario delle Asl e Enti del Ssr. Avviato il procedimento di verifica di metà mandato per i direttori generali delle Asl di Ba, Br, Bt, Le e Ta. Componenti della commissione di verifica saranno le dott.Sse Lucia Bisceglia, Anna Maria Candela e Katia Angelillo. Approvato lo schema di convenzione con il Corpo forestale dello Stato per il corso di aggiornamento Dos (Direttore operazioni di spegnimento) per la campagna antincendio boschivo 2013. Sempre per la campagna antincendi, approvato lo schema di convenzione con i Vigili del Fuoco – direzione regionale (importo per il 2013: 1 milione 74 mila euro) Approvato il programma triennale “Linee guida per lo sport” 2013-15. Il programma snocciola i numeri nella pratica fisico motoria e sportiva in Italia e in Puglia, indica come sostenere la cultura dell’attività fisica e sportiva come strumento di prevenzione, come promuovere lo sport per valorizzare il territorio e sviluppa in assi la promozione delle attività sportive e fisico motorie: 1) conoscenza del sistema sportivo regionale, 2) promozione della salute e dell’integrazione sociale, 3) manifestazioni sportive e grandi eventi sportivi, 4) progetti strategici a grande rilevanza regionale. In più un capitolo sull’impiantistica e sui soggetti beneficiari.  
   
   
COMUNITA´ MONTANE IN PIEMONTE. APPROVATI I CRITERI PER LA NOMINA DEI COMMISSARI LIQUIDATORI  
 
Torino, 5 giugno 2013 - Prosegue l’iter di superamento delle Comunità montane previsto dalla legge regionale n. 11 del 2012. La Giunta regionale ha approvato la delibera, presentata dagli assessori agli Enti locali, Riccardo Molinari e all’Economia montana Gian Luca Vignale, con i criteri per procedere alla nomina con decreto del Presidente della Giunta, dei Commissari liquidatori. Saranno complessivamente 20 nomine, corrispondenti alle 20 Comunità oggetto di liquidazione, su un totale di 22. I soggetti interessati dovranno avere competenze professionali in ambito giuridico-contabili e rispondere ai seguenti requisiti: essere esterni alla Regione Piemonte; non devono aver operato negli ultimi 3 anni nella comunitá montana da liquidare con alcun incarico né professionale né amministrativo per evitare conflitti di interessi; essere iscritti almeno da cinque anni all’albo degli avvocati, oppure essere iscritti all’albo dei revisori dei conti. A breve verrà emanato il bando per la presentazione delle candidature. “Al fine di superare questa delicata fase che riguarda l’ente Comunità montana - sottolineano l’assessore regionale agli Enti locali Riccardo Molinari e l’assessore regionale all’Economia montana, Gian Luca Vignale - abbiamo scelto di emanare il bando per maggiore trasparenza e al fine di individuare delle persone tecnicamente preparate e senza conflitti di interesse nonostante la legge regionale preveda la nomina diretta dei liquidatori senza procedura pubblica. Inoltre è stato deciso di procedere a nomine non contestuali, in modo di dare tempo alle Unioni dei Comuni montani e ai sindaci dei territori interessati alla liquidazione di presentare, dove non ci siamo contestazioni, proposte di ripartizione dei patrimoni da sottoporre al liquidatore. Si tratta di un atto di disponibilità e di apertura verso gli amministratori, ai quali la Regione offre la massima collaborazione per risolvere le problematiche sul territorio”.  
   
   
POPOLAZIONE TRENTINA IN CRESCITA GRAZIE AGLI STRANIERI  
 
Trento, 5 giugno 2013 - Negli ultimi dieci anni la popolazione trentina ha avuto una dinamica di crescita simile a quella registrata negli anni del "boom" degli anni Sessanta e Settanta, con un incremento di quasi 48 mila persone (+ 10 %, più del doppio dell´Italia nel suo complesso), una crescita determinata in larga parte dagli stranieri, che sono quasi triplicati passando da 15.990 a 45.704 unità (+185,8%) portando la popolazione trentina a 524.832 unità. E´ quanto certificano i dati del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni illustrati stamane al Palazzo della Conoscenza, in via Gilli a Trento, in occasione di un incontro organizzato dall´Istat e dal Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento. L’iniziativa fa parte di una serie di incontri, svolti a livello nazionale, al fine di presentare i primi risultati definitivi del censimento, fornire spunti per una riflessione sulle prospettive future e sul censimento continuo della popolazione e condividere l´esperienza censuaria con i soggetti che hanno contribuito alla sua realizzazione, in primis i Comuni e l´Amministrazione provinciale, nell´ottica di un miglioramento delle innovazioni censuarie. Ad introdurre i lavori Enrico Zaninotto, presidente del Consiglio statistico provinciale, al quale è seguita l´illustrazione dei dati di sintesi del censimento da parte di Francesca Lanzafame del Servizio Statistica e gli interventi di Fabio Crescenzi e Giuseppe Stassi, entrambi dirigenti dell’Istat, che hanno spiegato le prospettive del censimento continuo della popolazione e i risultati dell’indagine di valutazione del processo di rilevazione censuaria. Ecco, in "pillole", i principali indicatori emersi dal censimento in Trentino. 48.000 residenti in più in dieci anni - Al 9 ottobre 2011, data di riferimento del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, la popolazione residente in provincia di Trento ammonta a 524.832 unità. Rispetto al 2001, quando si contarono 477.017 residenti, l’incremento in valori assoluti è di quasi 48.000 unità e in termini relativi è del 10,0%, da attribuire in buona parte alla componente straniera. La popolazione di cittadinanza italiana, infatti, è aumentata, ma meno di quella straniera, che invece è quasi triplicata (+29.714 unità) contribuendo con una quota del 62,1% alla crescita intercensuaria complessiva. Più femmine che maschi - In provincia di Trento vivono 255.731 maschi e 269.101 femmine: ci sono, quindi, 95 uomini ogni 100 donne. A livello territoriale non si segnalano differenze significative. Il rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore della componente maschile in 71 comuni, per lo più di piccole o medie dimensioni, dove risiede complessivamente il 12,9% della popolazione provinciale. Il primato spetta a Lardaro (115,8 uomini ogni 100 donne), comune molto piccolo (con 110 maschi e 95 femmine), e a Garniga Terme (115,3). Al contrario, a Montagne si contano solo 75,7 uomini ogni 100 donne. I comuni con una più spiccata componente femminile sono sparsi sul territorio. In alcuni casi sono di piccolissime dimensioni, in altri casi sono situati in zone periferiche o sono sedi di case di riposo: per alcuni la componente femminile “in eccedenza” risulta, almeno in parte, anziana. In quattro comuni (Brione, Cagnò, Grauno e Romallo) si registra lo stesso numero di uomini e donne. In forte aumento i “grandi anziani”, soprattutto donne - Dal 2001 al 2011 la popolazione di 65 anni e oltre è passata dal 18,2% (86.778 persone) al 19,8% (103.909). L’aumento decisamente più consistente si rileva per i grandi anziani (i residenti di 80 anni e oltre), che incrementano il loro peso sul totale della popolazione residente passando dal 4,5% del 2001 al 6,2% del 2011 e si accrescono di quasi 11.000 persone (con una variazione percentuale del +50,9%). Gli anziani e, soprattutto, i grandi anziani, sono prevalentemente di sesso femminile. Complessivamente, la quota di donne anziane è pari al 58,4% del totale ma la componente delle “grandi anziane” ammonta a più del doppio di quella maschile: 22.003 (contro 10.321), il 68,1% della popolazione di 80 anni e oltre. Quasi la metà dei comuni ha meno di 1.000 abitanti - Dal 2001 ad oggi, la popolazione è aumentata in 179 comuni della provincia di Trento (82,5%) e in uno (Grauno) è rimasta invariata. L’incremento più alto si riscontra, in termini assoluti, nel capoluogo (+9.252 unità) e negli altri tre comuni di maggiore dimensione demografica (Rovereto, Pergine Valsugana e Arco) e, in termini relativi, a Vignola-falesina (+48,6%, con una crescita di 53 residenti), Calliano, Besenello e Dro. Viceversa i comuni che perdono il maggior numero di residenti sono Castello Tesino (-127), Pieve Tesino (-91) e Canal San Bovo (-77) mentre Montagne registra il calo più consistente (-19,1%, pari a -58 residenti). Quasi la metà dei comuni che compongono la provincia hanno un’ampiezza demografica ridotta (meno di 1.000 abitanti residenti). La dimensione media di questi 105 comuni è pari a 548 abitanti e la popolazione ivi residente ammonta solo all’11% di quella totale della provincia. La quota più consistente di abitanti risiede nei 98 comuni di dimensione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti, in cui si concentra il 37,5% della popolazione trentina. Quasi un quinto di questa risiede negli 11 comuni che hanno da 5.001 a 20.000 abitanti: i più popolosi sono Arco e Riva del Garda. Nei due comuni della classe da 20.001 a 50.000 abitanti (Rovereto e Pergine Valsugana) vive l’11,1% della popolazione del Trentino mentre nel capoluogo risiede più di un quinto della popolazione complessiva. I comuni più grandi e quelli più piccoli - In termini di popolazione, i cinque comuni più grandi della provincia sono Trento (con 114.198 residenti), Rovereto (37.754), Pergine Valsugana (20.446), Arco (16.871) e Riva del Garda (15.838). Sei comuni non raggiungono la soglia di 200 abitanti: sono Massimeno (con 124 residenti), che detiene da alcuni decenni la palma di comune più piccolo del Trentino, Brione (140), Grauno (142), Vignola-falesina (162), Palù del Fersina-palai en Bersntol (169) e Sagron Mis (183). Triplicata la popolazione residente straniera - Nel corso dell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in provincia di Trento è quasi triplicata, passando da 15.990 a 45.704 unità, con una variazione percentuale pari al +185,8%. I comuni con la più elevata incidenza di stranieri sono Lona-lases (il 22,9% della popolazione ivi residente), Malosco (19,6%) e Villa Rendena (16,6%). In due comuni (Fierozzo-vlarötz e Frassilongo-garait, nella Valle dei Mocheni) non c’è nemmeno uno straniero e in dieci comuni gli stranieri sono meno di cinque. Per quanto riguarda l’analisi per età, il 44,1% degli stranieri residenti è compreso tra 25 e 44 anni; poco più di uno su quattro ha tra i 27 e i 37 anni. Relativamente al genere, la componente femminile (costituita da 24.363 unità nel 2011) rappresenta il 53,3% del totale degli stranieri. Il rapporto di mascolinità, diminuito di circa 15 punti percentuali rispetto al 2001, è di 87,6 maschi ogni 100 femmine.  
   
   
TORINO: COMUNICARE L’INNOVAZIONE TRANSFRONTALIERA  
 
Torino, 5 giugno 2013 - Si svolge oggi, all’Environment Park di Torino (Via Livorno 60), Innovation Day, il convegno organizzato dalla Provincia di Torino come uno degli eventi chiave delle attività di animazione e comunicazione del progetto strategico Alcotra Innovation, che terminerà a settembre dopo tre anni di attività. A dare il benvenuto ai presenti sarà l’assessore provinciale alle Attività produttive e ai Progetti europei Ida Vana. Alcotra Innovation fa parte del programma di cooperazione transfrontaliera tra Italia e Francia “Alcotra 2007-2013”. Capofila del progetto è la Regione Piemonte, e i partner – oltre alla Provincia di Torino – sono: Regione Valle d’Aosta, Regione Liguria, Region Provence-alpes-cote d’Azur e Region Rhone-alpes. Obiettivo di fondo è aumentare la competitività dei sistemi economici dell’area, favorendo la collaborazione e la reciproca conoscenza tra imprese, poli di ricerca e istituzioni e migliorando lo scambio di tecnologie, know-how, esperienze e il trasferimento di innovazione. Condizione necessaria per raggiungere lo scopo è intervenire nell’individuazione delle priorità strategiche regionali e nella programmazione delle politiche di innovazione. Innovation Day si prefigge di presentare una valutazione in itinere del progetto, accompagnata da una sintetica descrizione delle attività svolte. L’attenzione sarà focalizzata in modo particolare sulla creazione dei Living Lab transfrontalieri, ecosistemi di innovazione aperta e guidata dagli utenti, basata sullo sviluppo continuo di partnership tra amministrazioni pubbliche, imprese e ricercatori, con la partecipazione attiva dei cittadini. Le aree tematiche di sperimentazione individuate nell’ambito del progetto Alcotra Innovation sono quattro: Mobilità intelligente, Smart energies, Industrie creative/museografia, Telemedicina/mantenimento a domicilio.  
   
   
BOLZANO: PRIMAVERA ARABA, TERMINATA L´EMERGENZA PROFUGHI IN ALTO ADIGE  
 
Bolzano, 5 giugno 2013 - L´emergenza profughi può considerarsi conclusa. Almeno per quanto riguarda la Provincia di Bolzano. La quasi totalità delle 120 persone ospitate in questi mesi presso le strutture di Bolzano, Merano e Vandoies hanno infatti trovato un´altra sistemazione, e restano una dozzina di profughi all´interno della ex caserma Gorio di Bolzano e di Casa Arnika a Merano. Nel corso del 2011, durante la cosiddetta "primavera araba", un´ondata migratoria aveva interessato il territorio nazionale. Lo Stato aveva deciso di affrontare l´emergenza assegnando ad ogni Regione un determinato numero di profughi: l´Alto Adige se ne era visti attribuire 200, ed erano 120 le persone ospitate all´interno delle strutture messe a disposizione dalla Provincia nello scorso febbraio, al momento della conclusione del piano straordinario statale. In gennaio la Giunta provinciale aveva prorogato il regime di aiuti sino alla fine di maggio, ed ora l´emergenza può davvero considerarsi conclusa. I profughi hanno iniziato a lasciare i quattro centri di raccolta presenti sul territorio altoatesino all´inizio del mese scorso, e molti di loro hanno già trovato una sistemazione presso alloggi privati e altre strutture. Una parte ha lasciato l´Alto Adige con destinazione sia l´estero, sia altre regioni italiane, e parecchi di coloro che sono rimasti in Provincia hanno anche trovato un´occupazione. Per gli altri è prevista la possibilità di restare un altro anno, sempre con lo status di profugo e con l´obbligo di cercare un lavoro, e di ricevere un sostegno mensile di 350 euro. La situazione, dunque, è tornata alla normalità: la casa del giovane lavoratore di Bolzano e la Fischerhaus di Vandoies non ospitano più nessun profugo, ne restano una dozzina all´interno di Casa Arnika a Merano e della ex caserma Gorio a Bolzano. Si tratta in ogni caso di numeri inquadrabili nell´ordinaria amministrazione, tanto che solo due dei profughi che si trovano alla ex Gorio provengono dal Nord-africa (necessitano di particolare protezione), mentre tra la decina di persone ospitate a Casa Arnika vi è una famiglia con tre bambini piccoli. La gestione dell´emergenza profughi in Alto Adige è stata possibile grazie alla collaborazione fra organi statali e provinciali: dalla Questura al Commissariato del Governo, dalla Protezione Civile nazionale e locale alle Ripartizioni famiglia e politiche sociali, sanità, lavoro, formazione professionale e lavori pubblici. L´assistenza ai profughi all´interno delle strutture dislocate sul territorio è stata garantita dall´impegno di operatori e volontari di Caritas, Volontarius e River Equipe.  
   
   
BERGAMO - JOB IN: SERVIZI PER GIOVANI ASPIRANTI IMPRENDITORI  
 
Bergamo, 5 giugno 2013 - Bergamo Sviluppo è partner di Job In, un progetto realizzato dal Comune di Bergamo, in collaborazione con le Organizzazioni di categoria e cinque comuni dell´Ambito 1 (Gorle, Ponteranica, Sorisole, Orio al Serio e Torre Boldone), nell’ambito dei Piani territoriali per le Politiche Giovanili; il progetto è finanziato dal Dipartimento della Gioventù - Presidenza Consiglio dei Ministri e dalla Regione Lombardia. Tra le prime azioni previste segnaliamo l’avvio di un percorso gratuito di servizi formativi e consulenziali a supporto di giovani aspiranti imprenditori under 30, residenti o domiciliati nei comuni coinvolti. Adesioni entro il 14 giugno. Per informazioni: http://www.jobin.bg.it/  
   
   
TRENTO: FIRMATO L´ACCORDO PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Trento, 5 giugno 2013 - Il presidente Alberto Pacher e i rappresentanti delle parti sociali hanno sottofirmato, il 31 maggio in Provincia, il secondo accordo 2013 in materia di ammortizzatori sociali in deroga, sulla base di quanto deliberato dalla Giunta provinciale nella sua seduta del 24 maggio scorso. Erano seduti al tavolo, accanto al presidente Pacher, il dirigente del Servizio lavoro Sergio Vergari, il dirigente dell´Agenzia del lavoro Antonella Chiusole e i rappresentanti di Confindustria Trento, di Confesercenti del Trentino, dell´Associazione artigiani e piccole imprese, dell´Associazione Albergatori e imprese turistiche, della Federazione Trentina della Cooperazione, della Coldiretti, della Cgil, della Cisle della Uil. "Con l´accordo che firmiamo oggi – ha detto il presidente Pacher, – garantiamo le risorse per la cassa in deroga fino a fine 2013: il futuro, poi, verrà affidato alla contrattazione con il governo statale che è già stata da noi avviata in sede romana, ma anche all´individuazione di nuovi strumenti alternativi di welfare quali la mutualità e i fondi assicurativi di solidarietà". A breve, ha quindi annunciato il Presidente, "è mia intenzione incontrarmi con i rappresentanti delle parti sociali per illustrare nel dettaglio la fotografia della situazione presente, aggiornandola con i risultati dei provvedimenti di riorganizzazione e di razionalizzazione che la Provincia ha messo in atto nel frattempo e che ci consentiranno di rendere meno gravi del previsto i futuri tagli di risorse che saranno decisi in sede nazionale". Dopo un primo finanziamento statale per il 2013 pari a 1.200.000 euro, 700mila dei quali destinati alla mobilità in deroga e 500mila alla cassa in deroga, e che sono andati rapidamente esauriti, le domande pervenute e rimaste sospese per mancanza di finanziamenti fanno prevedere a oggi un presumibile impegno di spesa non coperto pari a 900mila euro. Nel frattempo la Conferenza delle Regioni ha approvato un piano di riparto delle risorse residue stanziate dallo Stato e alla Provincia autonoma di Trento sono stati assegnati ulteriori 1.640.000 euro, comprensivo della somma di 350mila euro che sono stati riconosciuti al settore artigiano in virtù del fatto che nel 2012 esso aveva messo a disposizione risorse equivalenti attivando strumenti alternativi. L´accordo firmato stamani, pertanto, conferma che il secondo contingente di risorse statali stanziate per l´anno 2013, e pari a 1.640.000 euro, verrà utilizzato per finanziare la sola cassa integrazione guadagni in deroga e la ripartizione avverrà nel seguente modo: - 350mila euro riconosciuti al settore artigiano; - dei residui 1.290.000 euro, il 70% sarà ripartito in base ai fabbisogni che sono emersi nei diversi settori economici nel corso del 2012 (agricoltura, artigianato, industria, terziario), mentre la quota rimanente sarà assegnata successivamente, in relazione ai futuri bisogni.  
   
   
TOSCANA A FIOM CGIL: NEI BANDI RISORSE VINCOLATE AL MANTENIMENTO DELL’OCCUPAZIONE  
 
Firenze, 5 giugno 2013 – “Dalla crisi possiamo uscire soltanto con una svolta a livello nazionale, che metta lavoro e sviluppo al centro e con politiche industriali degne di un paese, come l’Italia, che è il secondo a livello europeo per il manifatturiero. Dal Governo ci aspettiamo che vengano messi in campo strumenti per sostenere la competitività delle nostre imprese e per allentare la tensione sociale”. Lo ha detto l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione, Gianfranco Simoncini, che ha incontrato ieri una delegazione della Fiom Cgil provinciale guidata dal segretario Daniele Calosi. A richiedere l’incontro era stato il sindacato dei metalmeccanici, che ha presentato un video dal titolo “Viaggio al centro della crisi”: una carrellata delle principali crisi aziendali presenti sul territorio raccontate dagli stessi protagonisti. Un viaggio che parla di quella che la Fiom ha definito una “graduale deindustrializzazione del territorio fiorentino”, riconoscendo l’impegno della Regione nel contrastarne il progresso. “E’ una preoccupazione che la Regione condivide – ha spiegato l’assessore – convinta che da questa situazione possiamo uscire con l’impegno di tutti. In Toscana la crisi più grande è quella che colpisce la piccola e piccolissima impresa, che costituisce oltre il 98% del tessuto produttivo e che, grazie alla qualità del suo manifatturiero, ha fino ad oggi consentito alla Toscana, grazie all’export, di reggere alla crisi. Per questo per la Regione sostenere il manifatturiero è una priorità”. Così, mentre sollecita il governo ad una svolta nelle politiche industriali nazionali, la Regione continua a fare la sua parte. L’assessore ha ricordato, a questo proposito, gli interventi per la tenuta sociale, per gli ammortizzatori in deroga, gli incentivi per l’occupazione e tutti gli strumenti per la tenuta sociali e l’attività sulle vertenze. “Ma la Regione non si limita a mettere toppe – ha precisato – il nostro principale sforzo è volto infatti a rendere più competitive le imprese, alla crescita e allo sviluppo, con bandi per l’aggregazione delle imprese, l’internazionalizzazione, ricerca e sviluppo e per favorire l’accesso al credito. I numeri parlano chiaro: a fronte di 85 milioni per gli ammortizzatori in deroga e i contratti di solidarietà, la Regione negli ultimi due anni ha speso per sostenere lo sviluppo ben 597 milioni, e interventi per l’ accesso al credito che hanno attivato investimenti per 1 miliardo e 400 milioni di euro”. Ora al governo si chiede un’azione più stringente. “Siamo soddisfatti perché il primo decreto ha affrontato i problemi della cassa in deroga e dei contratti di solidarietà, ma il rischio è che i soldi stanziati, che comunque reputiamo insufficienti per tutto il 2013, arrivino troppo tardi. Siamo preoccupati per i tempi, perchè, ad oggi, non sappiamo quando arriveranno queste risorse”. L’assessore ha ricordato ancora una volta che con le risorse decise dal decreto in Toscana si arriverebbe appena ad autorizzare le richieste di cassa in deroga già arrivate (come si ricorderà da aprile c’era stato uno stop per mancanza di fondi) con l’aggiunta di quelle pervenute entro maggio. Quanto ai prossimi bandi, in vista del periodo di gestione dei fondi comunitari 2014-2020, l’assessore ha risposto positivamente alla richiesta del sindacato di inserire nei bandi vincoli più stringenti che leghino gli investimenti delle aziende beneficiarie dei finanziamenti, al mantenimento dell’occupazione e alla permanenza sul territorio. Il segretario della Fiom fiorentina ha ringraziato l’assessore per l’incontro, sottolineando la positiva collaborazione già da tempo in atto e la volontà di rafforzarla ulteriormente in vista delle sfide che ancora attendono la realtà fiorentina e l’intera regione.  
   
   
I COMUNI AMICI DELLA FAMIGLIA A CAVALESE  
 
Trento, 5 giugno 2013 - "In questi anni abbiamo investito molto in tema di politiche familiari e molte iniziative si sono aggiunte man mano che il progetto avanzava; questo anche grazie all´impulso dato dalla nuova legge in materia": l´assessore provinciale alla salute e politiche sociali Ugo Rossi è intervenuto ieri mattina, al Palacongressi di Cavalese, al quarto incontro generale dei Comuni amici della famiglia. Era presente anche l´assessore all’urbanistica, enti locali, personale, lavori pubblici e viabilità Mauro Gilmozzi. Si è fatto il punto su questa esperienza con una nutrita platea di amministratori pubblici e operatori del sociale. "La famiglia - ha aggiunto l´assessore Rossi - è il primo ambito in cui sperimentiamo la relazione e il confronto con gli altri, dove si consumano i primi conflitti e si impara a gestirli; dove si apprende che ci sono diritti ma anche doveri. La famiglia è il motore e l´acceleratore dei valori che ritroviamo anche nel mondo del volontariato e della solidarietà. In famiglia si impara cos´è la responsabilità e cosa significa prendere decisioni per affrontare i problemi della vita, superando la dimensione del singolo individuo. Non è stato difficile in Trentino investire nella famiglia perché essa ci ripropone i modelli sociali che ci appartengono e in cui ci riconosciamo. In questa legislatura abbiamo quindi cercato di impostare un investimento nella famiglia che non fosse episodico ma strutturale, che entrasse nel patrimonio comune coinvolgendo tutti, non solo le istituzioni. Abbiamo voluto caratterizzare questo impegno con un grande senso della realtà e della praticità, valorizzando il grande patrimonio di esperienze che c´era già nella nostra società". "In questo incontro - ha detto l´assessore Gilmozzi - si respira un clima positivo e carico di voglia di fare e di costruire per il futuro. La cultura dell´area alpina si basa sulla capacità di intessere relazioni e prendersi cura gli uni degli altri, aiutandosi in diversi modi. La famiglia è il luogo dove si prende confidenza con la fratellanza e la gratuità: valori che vengono esportati dalle famiglie nell´esperienza del volontariato, che è una delle caratteristiche fondamentali della nostra comunità". Per quanto riguarda le cifre del progetto "Family in Trentino", lanciato nel 2009 con il Libro bianco sulle politiche familiari e la natalità, va detto che il 32 per cento dei cittadini trentini vive oggi in un Comune "amico della famiglia". I Comuni trentini che hanno già conseguito la certificazione sono infatti 36; a questi se ne aggiungeranno a breve altri 32 che stanno completando il percorso per ottenere il marchio. Quella del legame con le famiglie è un´esperienza che non riguarda solamente le istituzioni ma coinvolge anche alberghi, associazioni sportive, cooperative sociali, biblioteche, scuole, musei, pubblici esercizi e molte altre realtà. In alcuni territori, come è stato spiegato oggi a Cavalese, le iniziative per le famiglie entrano a pieno titolo nelle strategie commerciali e turistiche. Il benessere della famiglia si trasforma quindi in un valore aggiunto per tutta la comunità. Tra le novità di questo periodo c´è la App, sviluppata da Trento Rise, che serve per informare le famiglie sui servizi dedicati presenti sul territorio e sulle opportunità da cogliere. Grazie a questa nuova applicazione, disponibile oggi per la piattaforma Android e a breve anche per Iphone, si vuole creare una rete tra fornitori di servizi e fruitori che comprenda anche commenti e suggerimenti da parte delle famiglie e dei cittadini. A Cavalese è stato illustrato anche un progetto di leva civica pensato per coinvolgere i giovani nel volontariato a servizio della comunità. Ogni anno compiono 18 anni circa 5000 giovani trentini; l´obiettivo è trovarne almeno 500 disposti a mettere a servizio della comunità un po´ del loro tempo per servizi e progetti che vadano a beneficio di tutti. Hanno partecipato al quarto incontro generale dei comuni amici della famiglia anche il sindaco di Cavalese Silvano Welponer, il presidente del Consorzio dei Comuni trentini Marino Simoni, Luciana Saccone del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri e numerosi tra amministratori locali e rappresentanti delle realtà private e del sociale coinvolte nel progetto.  
   
   
NIDI E SCUOLE MATERNE: EMILIA-ROMAGNA IN LINEA CON OBIETTIVI EUROPEI  
 
Bologna, 5 giugno 2013 – Con un 32,7 % di offerta rispetto alla popolazione in classe d’età per i nidi e un 92% per le scuole materne, la Regione Emilia-romagna è “in linea” con gli obiettivi europei. Lo rende noto l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, a fronte di una relazione della Commissione europea pubblicata in questi giorni in cui viene ribadito che in Italia sono ancora pochi i bambini che trovano un posto all´asilo nido. “Mi pare doveroso sottolineare – spiega l’assessore – , anticipando alcuni dati del monitoraggio annuale che verrà presentato a breve in Commissione consiliare, lo sforzo compiuto in Emilia-romagna”. Nel caso dei servizi educativi per la prima infanzia, da tempo sul territorio è presente un mix di offerta tra servizi pubblici a gestione diretta, servizi privati convenzionati, servizi privati propriamente detti (quest’ultimi in quota decisamente minore). “Proprio questa pluralità di offerta – prosegue Marzocchi – , caratterizzata da una dignità forte del settore, fondata anche su norme regionali piuttosto dettagliate, ci ha consentito di approssimarci molto all’obiettivo, indicato dal Consiglio europeo di Lisbona del 2000, del 33% di posti rispetto all’utenza potenziale”. Considerando i nidi e i servizi educativi e sperimentali, pubblici e privati, in regione si è raggiunta la media del 32,7% di offerta rispetto alla popolazione in classe d’età 0-2 anni per l’anno scolastico 2011-2012 (era del 31,6% per il 2010-2011). Per le scuole dell’infanzia (3-5 anni), l’Emilia-romagna è al 92% di offerta, sopra l’obiettivo europeo (che indica il 90%). “Sono dati nel complesso positivi - continua l’assessore - anche se si registrano segnali di difficoltà per le famiglie e i Comuni, a causa della crisi economica e del venir meno delle risorse. Il tema della scuola dell´infanzia e, più in generale, della ´filiera´ educativa che proprio dall´infanzia prende avvio, è centrale rispetto al modello di Paese che vogliamo costruire. Per questo – conclude Marzocchi – anche alla luce del recente dibattito sul finanziamento scuola pubblica e privata e aldilà delle legittime posizioni personali, mi appare davvero urgente un´alleanza rinnovata tra Regione e soggetti gestori pubblici e privati per il rilancio di un disegno di ampio respiro, utile a valorizzare e non a dismettere la cultura promossa dal sistema integrato, a partire dalla richiesta di un reale investimento da parte dello Stato per la scuola dell´infanzia, assumendola come priorità”.  
   
   
INFANZIA, CENTRI ANTIABUSO: NUOVE INDICAZIONI OPERATIVE: CREAZIONE 2 EQUIPES SPECIALISTICHE INTERPROVINCIALI C/O ULSS N.6 PADOVA E ULSS N.9 TREVISO  
 
Venezia, 5 giugno 2013 - Con l’obiettivo di riorganizzare al meglio e nel modo più razionale i centri antiabuso operanti nel territorio regionale dal 2003 e che hanno svolto un ottimo lavoro di assistenza e accoglienza dei minori vittime di abuso sessuale e/o grave maltrattamento, la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore ai servizi sociali Remo Sernagiotto, ha approvato una deliberazione che fornisce indicazioni operative d’intervento. In pratica, il governo veneto ha deciso di di recuperare il modello originario d’intervento e di dare mandato alle Ullss di costituire due equipes specialistiche interprovinciali che saranno di riferimento per tutto il Veneto: la prima sarà costituita a Padova nell’Aziende Ulss n. 16 e sarà di riferimento anche per le Aziende Ulss delle province di Padova, Rovigo, Vicenza e Verona (parte sud-ovest della Regione); la seconda, nell’Azienda Ulss n. 9 di Treviso, che sarà di riferimento anche per le Aziende Ulss delle province di Treviso, Venezia e Belluno (parte nord-est della Regione). Il finanziamento per consentire l’operazione di riorganizzazione sarà di 400 mila euro, Gli attuali 5 Centri - Azienda Ulss n. 6 - Vicenza, Centro “L’arca”; Associazione S. Maria Mater Domini - Marghera (Ve), Centro “Il Germoglio”; Aziende Ulss n. 20 - Verona, Centro “Il Faro”; Associazione Telefono Azzurro – Treviso, Centro “Il Tetto Azzurro”; Azienda Ulss n. 16 – Padova, Centro “I Girasoli” – saranno sosteneuti nella fase di chiusura della progettualità da riferirsi al primo semestre 2013. “Ringrazio i centri provinciali per lo straordinario lavoro svolto in questi anni – ha detto Sernagiotto-. Lavoro che avrà modo di continuare in questa nuova cornice organizzativa- gestionale a carattere interprovinciale, già sperimentati da due Centri (I Girasoli di Padova e Tetto Azzurro di Treviso), con lo scopo di facilitare la fruibilità dei servizi offerti, da parte delle Aziende Ulss di riferimento, in termini di sensibilizzazione/informazione/formazione e consulenza ai servizi socio-sanitari e valutazione diagnostica”. Il monitoraggio e la verifica delle centinaia di interventi realizzati dai Centri, effettuati anche attraverso la Banca Dati regionale sui Minori, ha evidenziato, come negli anni essi si siano sempre più specializzati, sia in termini di prevenzione che di sostegno e cura dei minori e delle loro famiglie, creando e sviluppando una fitta rete collaborativa con i servizi pubblici e privati afferenti all’area materno-infantile e famiglia. Per quanto riguarda specificatamente gli interventi di presa in carico, considerando la durata nel tempo di tali interventi e quindi la difficoltà di attivarli con minori che vivono in territori distanti dalle Equipes specialistiche, essi vengono erogati dai servizi dell’area socio-sanitaria competente (Lea) delle Aziende Ulss.  
   
   
ESSERE DONNE IN UN MONDO DAI FRAGILI EQUILIBRI  
 
Trento, 5 giugno 2013 - Cos´è il potere? Come viene declinato dalle donne? E a quale prezzo? Nel ricordo ancora vivo di Franca Rame, la saggista e giornalista de l´Espresso, Chiara Valentini, si è confrontata con Alessandro Ciglieri sulle contraddizioni odierne dell´identità femminile, in bilico fra auto-affermazione privata e professionale. I costi individuali per il raggiungimento dell´eccellenza professionale sono alti, ma è necessario fare una scelta. Alessandro Ciglieri - Dirigente Ufficio Welfare, Direzione Centrale Inps - interpreta così le variabili in gioco nella definizione dei ruoli nella società in famiglia: “La carriera di un individuo si disegna attorno a quattro variabili: “capacità professionale, capacità relazionale, dedizione alla propria carriere ed etica del comportamento”. Quanto siamo disposti a forzare queste matrici in funzione del raggiungimento della felicità? "Per noi donne il problema non è tanto di scalare il potere o di rinunciare a qualcosa - sostiene invece Chiara Valentini - quanto di trovare spazio in un mondo in rapido cambiamento. Uomini e donne oggi - prosegue - parlano un linguaggio profondamente diverso. La diversità di genere traccia dei solchi nel modo di pensare, nei disegni di vita". Situazione molto diversa dal Sessantotto. “Eravamo sicure di avere ragione, avevamo uno spazio da conquistare”. Una volta spalancate queste porte davanti alle donne delle generazioni successive si è aperto un campo pieno di contraddizioni e stereotipi. “Nell´immaginario delle giovani d´oggi - prosegue Valentini - le parole lavoro e famiglia sono elementi indispensabili all´identità, definiscono uno spazio imprescindibile nella loro vita sociale e personale". Ad un´eccellenza del genere femminile nel campo dell´istruzione e della professione corrisponde invece un rifiuto alle richieste di entrare nel mondo del lavoro. “Gli studi sul nostro Paese ci dicono che la condizione delle donne è svantaggiata: la maternità è vista come un´ombra lunga che si proietta sul percorso professionale”. Oggi le donne vogliono essere protagoniste in ogni campo, ma in Italia non si è ancora voluto fare i conti con questa rivoluzione. C´è ancora tanta strada da fare, anche se ci sono alcuni elementi di speranza. L´insicurezza nel lavoro ha prodotto una maggiore solidarietà fra generi. Gli uomini partecipano alla vita familiare. “Un valore simbolico fortissimo” - prosegue Valentini - la condivisione non mette più in imbarazzo, ma viene quasi rivendicata”. Possiamo essere ottimisti inoltre perché si diffondono sempre di più fra le donne efficenti reti di sostegno. Un ricordo infine per Franca Rame. “E´ stata una delle prime a parlare dei temi più scottanti senza paura. Una testimonianza di quanto le donne possano fare per le donne”. http://www.festivaleconomia.it/  
   
   
VIBO VALENTIA: DONNE E IMPRENDITRICI OGGI, RIFLESSIONI ED ESPERIENZE  
 
Vibo Valentia, 5 giugno 2013 - La Fidapa e la Camera di Commercio di Vibo Valentia valorizzano la creatività e le competenze delle donne e analizzano cause ed effetti di un sistema di discriminazioni che ritarda la piena attuazione delle pari opportunità. Qualche giorno fa, precisamente lo scorso 30 Maggio, al Valentianum, sede dell’ente camerale, è stata realizzata un’interessante iniziativa che si è sviluppata in due sezioni distinte e successive, una di rappresentazione, l’altra di riflessione, rispettivamente una mostra di manufatti e creazioni artigianali di aziende femminili nel chiostro, di seguito, nella Sala Consiglio della Camera di Commercio, il Convegno su “Donna e Imprenditrice. La diversità di genere tra luoghi comuni e conformismo”. La scelta di Fidapa e Camera di Commercio, guidate dai rispettivi presidenti Sandra Genco e Michele Lico, è stata chiara e precisa: raccontare le donne prima attraverso esempi di esperienze positive nel mondo del lavoro, a testimonianza delle doti che le caratterizzano -impegno, determinazione, capacità- e poi evidenziare, nella loro inammissibilità, quelle differenze di genere che, invece che opportunità, diventano, di fatto, ostacolo alla loro affermazione sociale e professionale. La mostra che si è sviluppata lungo il porticato perimetrale del Chiostro del Valentianun ha presentato esempi di un’imprenditorialità femminile capace di armonizzare tradizione, tipicità e innovazione nei più diversi settori di riferimento: agroalimentare, artigianato artistico, ceramica, tessuti e ricami, servizi, arte, pubblicità e grafica. Particolarmente gradita l’esposizione ai numerosi visitatori, così come partecipato è stato, a seguire, il Convegno, che sulla tematica prescelta, ha avuto punto centrale le qualificate relazione del prof. Andrea Lanza –docente Università della Calabria e Sda Bocconi- e della prof.Ssa Simona Cuomo –docente Sda Bocconi. Nell’avviare i lavori, la presidente Fidapa Sandra Genco, ha ricordato come “obiettivo dell’iniziativa è evidenziare l’importanza del il ruolo sociale ed economico della donna, quindi, di costruire insieme una lettura della realtà mettendo al centro la prospettiva della Cultura di Genere e le difficoltà che le donne imprenditrici possono incontrare nell’abitare un mondo disegnato secondo regole e valori maschili. Pari opportunità non per promuovere processi omologanti ma per valorizzare le differenze, elementi importanti di specificità. Anche la Calabria è terra di grandi donne-talento. Dobbiamo avere maggiore fiducia nelle nostre capacità per sconfiggere anche qui luoghi comuni e dannosi pregiudizi”. “Le donne -ha poi sottolineato il presidente della Camera di Commercio Michele Lico- sono vere e autentiche risorse per la loro intuitività, capacità, creatività, equilibrio e concretezza. I dati sull’occupazione femminile sono emblematici, dimostrando, infatti, che i Paesi con una più alta percentuale di donne occupate, più presenti e attive nella struttura organizzativa e nella governance territoriale, sono quelli a ricchezza e benessere più diffusi. Quelli sulla scolarizzazione segnano livelli sempre più elevati per le donne rispetto agli uomini. Superare i pregiudizi che penalizzano le donne e investire sulle loro idee e il loro coraggio, dunque, è essenziale per garantire la crescita della comunità, il successo delle strategie aziendali, sia pubbliche che private, delle politiche di sviluppo sia locali che nazionali”. Concetti ripresi anche dal Sindaco D’agostino nel suo intervento di saluto. La relazione del Prof. Andrea Lanza, rievocando due figure storiche femminili, l’artista Artemisia Gentileschi e la biologa/ricercatrice Barbara Mcclintock, ha evidenziato come ancora oggi le pari opportunità per le donne non siano solo una questione di competenze, ma anche di legittimazione e di credibilità, difficile da affermare in un mondo scritto e diretto con regole al maschile. “Bisogna riscrivere le regole –ha più volte ribadito. A fare le differenze non sono le competenze, ma i meccanismi attraverso cui è data possibilità di esprimerle”. In sintonia con questa tesi, Simona Cuomo, che partendo dalla sua postazione privilegiata, l’Osservatorio Diversity Management di Sda Bocconi, ha evidenziato i vari aspetti della presenza della donna nelle Aziende dimostrando come la diversità sia una risorsa strategica per l’impresa e il successo dipenda dal grado di gestione della stessa diversità. “Esistono poi delle convinzioni manageriali sulle diversità che si rivelano dei veri e propri stereotipi: la maternità costa, la performance legata alla presenza in Azienda, la bassa performance legata all’età. Nulla di più errato –sostiene la Cuomo-; bisogna affrontare le diversità riscrivendo le regole nella logica dell’effettiva pratica del cambiamento, perché la diversità non è solo risorsa strategica per l’Azienda, ma anche risorsa socialmente rilevante”.  
   
   
IN PIEMONTE PIÙ DI 110MILA IMPRESE FEMMINILI  
 
Torino, 5 giugno 2013 - Il Piemonte vanta oltre 110mila imprese guidate da donne, pari al 24,2% del totale regionale, concentrate soprattutto nei settori degli altri servizi (32,4%) e del commercio (27,3%). È quanto emerso dall’indagine “Piccole imprese, grandi imprenditrici 2013” (scaricabile all’indirizzo www.Pie.camcom.it/imprenditoriafemminile), presentata oggi da Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte nell’ambito del protocollo d’intesa sottoscritto insieme alla Commissione Abi del Piemonte per dare voce all’Osservatorio regionale per l’imprenditoria femminile. Dopo i saluti dell’Assessore alle Pari opportunità della Regione Piemonte Giovanna Quaglia e del Segretario Generale di Unioncamere Piemonte Paolo Bertolino, Sarah Bovini, Responsabile Ufficio Studi e Statistica di Unioncamere Piemonte, ha illustrato “I numeri delle imprese femminili in Piemonte e in Italia”, seguita da Paola Casagrande, Direttore Istruzione, Formazione professionale e Lavoro della Regione Piemonte, con un intervento su “Imprenditoria femminile: il ruolo della Regione Piemonte”. Hanno fatto seguito gli interventi di Susanna Barreca, esperta in sostegno all´imprenditoria della Regione Piemonte, sul tema degli “Incentivi e sostegno all’imprenditoria femminile”, e di Valentina Gusella, Presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile di Biella e referente Pari opportunità per Legacoop Piemonte, su “Le attività dei Comitati per l’imprenditoria femminile”. L’ultimo intervento della giornata, dal titolo “Imprenditrici e servizi territoriali: un binomio vincente”, è stato presentato da Elenia Rotundo di Clipit e Alessandra Messina, del Centro Ludico Linguistico First Word. “La fotografia scattata da Unioncamere per rappresentare la realtà delle imprese rosa in Piemonte - sottolinea l’assessore regionale alle Pari opportunità, Giovanna Quaglia - costituisce per la Regione uno strumento molto utile per leggere ed interpretare, in modo trasversale, le dinamiche che caratterizzano il legame donna-impresa. Certo, in un momento di grande difficoltà come quello attuale, in cui le percentuali di disoccupazione stanno purtroppo raggiungendo livelli record, è un dato di fatto importante che l’impresa femminile faccia registrare un trend positivo. Questo non significa in alcun modo che le Istituzioni debbano in qualche modo abbassare la guardia. Nella consapevolezza del ruolo fondamentale che le imprese femminili ricoprono per la crescita del nostro Paese, è importante intensificare l’impegno per favorire la piena occupazione delle donne. E mi riferisco in particolare alle politiche di conciliazione, fondamentali per non mettere le donne di fronte a una scelta tra il lavoro e la famiglia. Anche in questo senso l’analisi degli strumenti utilizzati dalle nostre imprese ci permette di correggere e migliorare le molte azioni messe in campo dalla Regione”. “La realizzazione di indagini conoscitive, come quella che presentiamo oggi, è un passaggio imprescindibile per individuare le esigenze e gli ostacoli che le donne incontrano nella loro attività imprenditoriale e poter così programmare, insieme agli altri attori istituzionali, attività di sviluppo e qualificazione della loro presenza nel mondo dell’imprenditoria, per prepararle al meglio alle sfide del mercato. Le Camere di commercio sono da sempre attive nel campo della promozione della cultura imprenditoriale in rosa: da tempo, infatti, il Sistema camerale ne ha intuito l’importanza, istituendo i Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile, con l’obiettivo di realizzare specifiche attività di formazione e sostegno alle donne imprenditrici” dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte. Le Imprese Femminili Registrate In Piemonte - Il numero delle imprese femminili registrate presso il Registro Imprese delle Camere di commercio piemontesi al 31 marzo 2013 ammonta a 110.195 unità, per un tasso di crescita su base trimestrale pari a -0,83%. Sebbene la base imprenditoriale femminile piemontese continui a subire gli impatti della fase recessiva iniziata a fine 2011, essa mantiene costante la propria quota sul totale delle imprese registrate, pari al 24,2%, dato lievemente superiore a quello nazionale (23,5%). Le imprese femminili si costituiscono prevalentemente sotto forma di imprese individuali (61,5%) e di società di persone (27,9%), mentre soltanto il 9,1% predilige la forma delle società di capitale (quota in lieve aumento rispetto a fine marzo 2013, quando era pari all’8,7%) e l’1,5% quella delle altre forme (che comprendono i consorzi e le cooperative). Sono soltanto le società di capitale a registrare un tasso di crescita positivo (+0,59%), mentre risulta negativa la performance delle altre classi di natura giuridica, in particolare delle imprese individuali (-1,18%). Le imprese femminili operano soprattutto nei settori del terziario tradizionale, vale a dire negli altri servizi (32,4%), nel commercio (27,3%) e nel turismo (8,8%). Il 15,5% opera nell’agricoltura, il 7,5% nell’industria in senso stretto e il 3,9% nelle costruzioni. Valutando le variazioni trimestrali dello stock di imprese femminili per settore di attività economica, si osserva come soltanto il comparto del turismo sia rimasto stabile, mentre la base imprenditoriale di tutti gli altri settori ha registrato una contrazione. A livello territoriale, il peso delle imprese femminili è sostanzialmente omogeneo: il gap tra Biella e Alessandria - province in cui la concentrazione di imprese femminili sul totale è rispettivamente la minore e la maggiore - è infatti di lieve entità. I Bilanci Delle Societá Di Capitale Femminili Piemontesi - Concentrando l’attenzione sulle società di capitale femminili con sede legale in Piemonte, si osserva come nel 2011 il relativo volume d’affari sia aumentato del 4,6% rispetto al 2010, a fronte di un incremento del 2,3% dei ricavi delle vendite delle società di capitale piemontesi nel loro complesso. Le società di capitale femminili piemontesi si contraddistinguono per una liquidità sufficiente (indice di liquidità immediata), nettamente migliore rispetto a quella conseguita dall’aggregato complessivo regionale, che manifesta, al contrario, una situazione di lieve squilibrio finanziario. L’incidenza del costo dell’indebitamento finanziario sul volume d’affari (oneri finanziari sul fatturato) si colloca su livelli bassi e risulta nettamente inferiore rispetto a quella che grava sul complesso delle società di capitale piemontesi. Sul fronte del grado di solidità patrimoniale, le società di capitale femminili finanziano con mezzi propri il 37,55% delle proprie attività (indice di indipendenza finanziaria), quota inferiore rispetto a quella dell’aggregato complessivo regionale. La performance reddituale delle società di capitale femminili appare, nel complesso, migliore rispetto a quella concretizzata dall’insieme delle società di capitale piemontesi. L’incremento del volume d’affari generato tra il 2010 e il 2011 si è tradotto in una redditività lorda delle vendite positiva: nel 2011, il rapporto tra l’Ebitda e il fatturato delle vendite si attesta al 7,66%, livello che, seppure lievemente inferiore rispetto agli anni precedenti, risulta nettamente superiore al dato medio regionale. Nel 2011, inoltre, le aziende femminili sono riuscite a trasformare in utili i ricavi delle vendite (il valore dell’indice Roe si colloca su un livello positivo e pari al 2,42%), mentre l’aggregato delle società di capitale piemontesi ha conseguito una perdita di esercizio. Anche la redditività del capitale investito (Roa) è risultata positiva e in linea con quella realizzata nel 2010, passando dal 2,84% al 2,89%, attestandosi su livelli decisamente superiori rispetto a quelli medi regionali. La produttività delle società di capitale femminili piemontesi, misurata attraverso il valore aggiunto pro capite, risulta, invece, inferiore a quella dell’aggregato regionale e in diminuzione rispetto al 2009 e al 2010. L’indagine Sull’imprenditoria Femminile In Piemonte - Nel rapporto “Piccole imprese, grandi imprenditrici” si è deciso di affiancare, alle analisi quantitative sulla struttura dell’imprenditoria femminile in Piemonte e sulla performance economica-finanziaria delle società di capitale femminile, un’analisi qualitativa, resa possibile attraverso un’indagine sul campo, volta a indagare gli aspetti legati all’attività delle imprese femminili, tra cui le motivazioni alla base della scelta imprenditoriale, le strategie intraprese e le politiche di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro adottate. L’indagine è stata condotta nel mese di marzo 2013 e ha visto la partecipazione di 964 imprese femminili con sede legale in Piemonte. Si tratta per lo più di imprese di piccole dimensioni (il 98,5% ha, infatti, meno di 50 addetti) che si concentrano soprattutto nell’area metropolitana torinese (44,0% delle imprese femminili intervistate) e nelle province di Cuneo (22,8%), Alessandria (7,8%) e Novara (7,1%). Operano prevalentemente nelle attività commerciali (39,7% delle aziende intervistate), nei servizi alle imprese (22,5%), nelle costruzioni (11,3%) e nei servizi alle persone (10,0%). Dall’indagine qualitativa è emerso come la volontà di sviluppare un’autonoma idea imprenditoriale costituisca la motivazione più ricorrente alla base della scelta di mettersi in proprio (indicata dal 43,4% delle intervistate). Tra gli altri fattori che spingono le donne a intraprendere l’attività imprenditoriale, spiccano il desiderio di proseguire la tradizione familiare o la scelta di valorizzare le eccellenze del territorio (28,5%). Significativa, inoltre, anche la quota di coloro che dichiarano di aver avviato l’attività imprenditoriale per la necessità di trovare lavoro (un’impresa su quattro) e per il desiderio di maggior indipendenza e riconoscimento economico (un’impresa su cinque). Le imprese intervistate segnalano come la qualità dei prodotti/servizi e l’assistenza ai clienti siano i principali punti di forza alla base del modello di impresa “al femminile” (il 71,2% e il 41,9% delle aziende ha, infatti, indicato questi fattori). Per quanto riguarda, infine, le politiche di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, cruciali per l’esercizio dell’attività imprenditoriale, quelle più frequentemente adottate sono l’introduzione di contratti di lavoro part-time e di formule organizzative miste (ad esempio, la banca delle ore) e la possibilità di usufruire di permessi straordinari o del lavoro a distanza.