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GIOVEDI
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Notiziario Marketpress di
Giovedì 04 Luglio 2013 |
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IL PARLAMENTO EUROPEO SOSTIENE IL BLOCCO TEMPORANEO DEI "PERMESSI" DI EMISSIONE CO2 |
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Strasburgo, 4 luglio 2013 - La proposta di congelare
la vendita all´asta di un certo numero di permessi d´emissione Co2 per
incoraggiare le imprese a investire in innovazione a basse emissioni di
carbonio è stata sostenuta mercoledì dal Parlamento, dopo la bocciatura di
misura avvenuta in aprile. Questa volta, gli eurodeputati hanno introdotto
condizioni più rigorose per il congelamento. La misura mira a ripristinare
l´effetto d´incentivazione del sistema di scambio di emissioni, progettato per
diminuire le emissioni di gas a effetto serra e contrastare i cambiamenti
climatici.
Il crescente surplus di quote di emissione - a causa
di un eccesso di offerta e del rallentamento economico - ha visto la caduta del
prezzo del carbonio ben al di sotto dei livelli stimati quando è stato creato
il sistema Ue di scambio di emissioni (Ets). Il Parlamento, sulla base di
proposte della commissione ambiente, ha dato il suo accordo per consentire alla
Commissione di rinviare la tempistica di una porzione dei crediti da mettere
all´asta.
"Ora abbiamo un mandato, poiché il Parlamento ha
approvato le nostre proposte. Inizieremo i negoziati con i ministri Ue il prima
possibile per cercare una soluzione comune che permetterà all´Ets di
raggiungere il suo scopo", ha detto il relatore Matthias Groote (S&d,
De).
"In tutti i continenti, l´esperienza europea di
un sistema basato sul mercato per la riduzione delle emissioni di Co2 è presa
in considerazione e vista come un´opzione credibile, come è avvenuto
recentemente in Cina. Noi non dobbiamo lasciare che l´Ets sia vittima di
preoccupazioni a breve termine. Una riforma strutturale del sistema seguirà,
per assicurare che resti la pietra angolare della politica climatica ´Ue
", ha aggiunto.
La risoluzione legislativa è tata approvata con 344 voti
a favore, 311 contrari e 46 astensioni.
Evitare trasferimento d´imprese fuori dell´Ue -
Negli emendamenti approvati presentati dalla
commissione ambiente, i deputati dicono che la Commissione può, in circostanze
eccezionali adattare il calendario delle aste, se una valutazione d´impatto
dimostra che i settori interessati non dovranno subire un rischio
"significativo" di delocalizzazione di imprese al di fuori dell´Ue.
La Commissione non potrà fare più di un adattamento di questo tipo, e per un
massimo di 900 milioni di quote.
Contesto -
L´ets, il mercato del carbonio creato nel 2005,
stabilisce un massimale complessivo di emissioni permesse che è gradualmente
ridotto nel lungo termine. Entro il 2020, le emissioni permesse dei settori
coperti dal sistema Ets saranno del 21% inferiore a quello del 2005.
Le aziende ricevono o acquistano i crediti messi
all´asta dagli Stati membri. Un credito corrisponde a una tonnellata di
emissioni di Co2. Le aziende possono anche vendere i crediti non utilizzati.
Limitare la fornitura di crediti ne garantisce il valore e ricompensa le
aziende che investono per limitare le emissioni.
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DL EFFICIENZA ENERGETICA, VICARI: UN CONTRIBUTO AL RILANCIO DELL’ECONOMIA LA SODDISFAZIONE DEL MISE PER IL PROVVEDIMENTO CHE ORA PASSA ALLA CAMERA |
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Roma, 4 luglio 2013 - Il
Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso il Sottosegretario Simona
Vicari, esprime la propria soddisfazione per l´approvazione in Senato del
decreto sull´efficienza energetica. Il provvedimento passerà adesso all´esame
della Camera.
"Abbiamo svolto-
afferma l’esponente del Governo- un importante lavoro, di concerto con le forze
parlamentari, che ha consentito di varare un provvedimento che darà il suo
contributo alla crescita e al rilancio dell´economia nazionale. Il decreto
prevede l´introduzione di un bonus per i grandi elettrodomestici e, rispetto
alla versione uscita dal Consiglio dei Ministri, è stato introdotto un
contributo di 10mila euro per detrazioni fiscali finalizzato all´acquisto di
mobili e grandi elettrodomestici, che è aggiuntivo rispetto ai 96mila euro
previsti per le opere di ristrutturazione immobiliare”.
“Inoltre- sottolinea
Vicari- è stato stabilito un bonus fiscale per coloro che decidono di operare
interventi di riqualificazione edilizia al fine di migliorare la staticità e
ridurre il rischio sismico. Ed è stata infine creata un´apposita banca dati
presso il Gestore dei Servizi energetici (Gse) all´interno della quale
confluiranno tutti i dati relativi ai meccanismi incentivanti erogati nei
settori dell´efficienza energetica e della produzione di energia da fonti
rinnovabili". |
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SARDEGNA: AL VIA IL “POLO ENERGIE RINNOVABILI DI MACCHIAREDDU” |
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Cagliari, 4 luglio 2013 – Enel Green Power e Seci
Energia hanno presentato Ieri al Presidente della Regione Sardegna, Ugo
Cappellacci, il progetto del “Polo Energie Rinnovabili di Macchiareddu”,
realizzato da Powercrop, joint venture paritetica tra le due società.
Il progetto, approvato dal Comitato Interministeriale
e classificato di “Interesse Nazionale”, rientra nel programma di riconversione
dell’ex zuccherificio Villasor di Eridania Sadam, con il ricollocamento in
Powercrop dei lavoratori attualmente in cassa integrazione.
I lavori coinvolgeranno nella fase di cantiere circa
200 persone, mentre a regime la nuova realtà produttiva occuperà circa 270
lavoratori tra diretti e indotto.
Il Polo, che sorgerà nell’area industriale di
Macchiareddu, nel comune di Assemini, sarà costituito da una centrale elettrica
da circa 50 Mw composta da una caldaia da 25 Mw alimentata da cippato di legno
vergine da filiera e da panello di spremitura; da due motori da circa 11 Mw
ciascuno alimentati ad olio vegetale ricavato dalla spremitura in sito di semi
oleaginosi; da un impianto a biogas da circa 2 Mw che valorizzi altre biomasse
locali, e da un impianto fotovoltaico da circa 200 kW.
La produzione annua complessiva stimata soddisferà il
fabbisogno di 140 mila famiglie, evitando l’emissione in atmosfera di 220 mila
tonnellate all’anno di Co2.
Per l’alimentazione a regime del Polo, saranno
necessarie circa 100 mila tonnellate all’anno di semi da oleaginose, oltre a
105.000 tonnellate all’anno di cippato di legno vergine da filiera. In tale
direzione, già dal 2006 sono state avviate, in diverse aree della Regione, le
attività di coltivazione di eucalipto, creando nuove opportunità per circa 150
aziende agricole che utilizzano le loro superfici per la produzione di biomasse
anche con finalità energy.
Il pieno sviluppo delle filiere agricole e forestali
locali e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle potature e dei residui agricoli
consentiti dalla realizzazione dei nuovi impianti sarà in linea con la
raccomandazione Ue sul ricorso alle biomasse come “una delle soluzioni
principali per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la
sostenibilità dell’energia in Europa”.
“Il progetto Powercrop che prevede l´uso di tecnologie
innovative e di miglioramento dei parametri ambientali per la riduzione della
Co2 ben si inserisce nell´ambito della strategia regionale di rilancio del
sistema produttivo che la Regione Sardegna sta portando avanti in materia di
green economy e di energie rinnovabili – ha dichiarato il Presidente della
Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. “Il progetto - ha proseguito il Presidente -
assicura inoltre importanti ricadute anche sul piano occupazionale. Di particolare
rilievo potranno essere le ricadute per il mondo agricolo e forestale per le
rilevanti quantita´ di biomasse e sostanze oleaginose che dovranno essere
prodotte in Sardegna per alimentare l´impianto industriale. Un tema
quest´ultimo che impone uno sforzo serio di approfondimento e di ricerca che la
Regione intende supportare. Con le altre iniziative di Porto Torres previste
con il progetto del polo europeo per la chimica verde, l´impianto Powercrop di
Macchiareddu rappresenta in modo concreto come la nostra Isola in questi anni
abbia voltato pagina ed intenda affermarsi come Regione all´avanguardia nel
campo della economia verde della riduzione di anidride carbonica e delle
energie pulite”.
“La partenza di questo nuovo progetto conferma
l’impegno di Enel Green Power nello sviluppo della biomassa agricola a filiera
corta - ha commentato Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel Green
Power. “Con l’investimento sulle biomasse locali sarà possibile valorizzare al
meglio le risorse presenti sul territorio, anche dal punto di vista
occupazionale. Nel caso del Polo di Macchiareddu, grazie all’impegno della
Regione Sardegna, saranno sfruttate appieno anche le potenzialità derivanti
dall’abbinamento di più fonti rinnovabili, tecnologia quest’ultima che ci vede
all’avanguardia a livello mondiale”.
“Esprimo forte soddisfazione per essere riusciti ad
avviare la cantierizzazione della prima delle sei riconversioni degli
zuccherifici, che siamo stati costretti a chiudere nel 2006 a seguito della
riforma comunitaria del settore bieticolo-saccarifero – ha dichiarato Gaetano
Maccaferri, Presidente del Gruppo Maccaferri e di Seci Energia. “Va dato atto
al Presidente e agli Assessori di competenza della Regione Sardegna di essersi
fattivamente impegnati per avviare la riconversione. Siamo convinti che
attraverso questo impianto a biomasse riusciremo a garantire importanti
ricadute economiche sul territorio non solo nell’occupazione diretta e
indiretta, ma anche in tutta la filiera agro energetica”.
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INAUGURATA A MASSA MARTANA CENTRALE SOLARE ANGELANTONI/ CHIYODA: PRESIDENTE G.R.: “SCOMMESSA IMPORTANTE PER L’AZIENDA E PER L’UMBRIA” |
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Massa Martana,
4 luglio 2013 - "La realizzazione di questa centrale rappresenta
una scommessa industriale che non soltanto è importante per l´azienda, ma
riveste un grande significato anche per l´Umbria". Lo ha detto la
presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, intervenendo ieri a Massa Martana alla inaugurazione della
centrale solare a energia solare concentrata, realizzata da "Archimede
Solar Energy", società del gruppo Angelantoni, e da Chiyoda Corporation.
Il progetto (che si è avvalso di un contributo di circa 15 milioni di euro
provenienti dai fondi strutturali europei, utilizzati - ha detto la presidente
- nel nome dell´ambiente e della sostenibilità) rappresenta - ha sottolineato
Catiuscia Marini - "una scommessa sull´industria che fa della ricerca e
dell´innovazione un fattore di sviluppo e di competitività sul mercato globale,
lungo la strada di quella ´green economy´ che unisce in un unico nesso, in
un´unica filiera virtuosa, scienza, lavoro, impresa, sviluppo economico e
sostenibilità ambientale. È una scommessa sul futuro - ha aggiunto la
presidente -, una voglia di futuro sostenuta da una grande visione. La
realizzazione di questa centrale ci riempie di orgoglio e ci conferma nella
fiducia sulle risorse, le eccellenze, le energie positive che esistono in
Umbria e in Italia, e costituiscono la vera garanzia per l´uscita dalla crisi e
la ripresa dell´economia".
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AL VIA LA QUARTA EDIZIONE DEL ¡°GREEN CITY ENERGY PISA¡± |
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Firenze, 4
luglio 2013 ¨C Sempre pi¨´ ¡°green¡± le citt¨¤ europee verso l¡¯orizzonte del 2020.
Si tiene nella citt¨¤ della torre pendente, il 4 e 5 luglio, la quarta edizione
del ¡°Green City Energy Pisa¡± nel contesto di ¡°Horizon 2020¡å, il nuovo programma
Ue per il finanziamento integrato delle attivit¨¤ di ricerca con una forte
attenzione proprio verso la strategia europea per l¡¯energia.
E nella sessione mattutina del primo giorno (ore 9:30
presso l¡¯auditorium ¡°Rino Ricci¡± della Camera di Commercio) saranno anche
Regioni ed enti locali a fornire il loro punto di vista sui temi
dell¡¯efficienza energetica e sull¡¯iniziativa delle ¡°smart cities¡± che integra
le questioni dell¡¯energia, dei trasporti e dell¡¯Ict declinandole sulla
dimensione delle citt¨¤. Per la Regione Toscana ¨¨ previsto (ore 12) l¡¯intervento
della vicepresidente Stella Targetti seguita da Andrea Pieroni e Marco
Filippeschi, presidente della Provincia e sindaco di Pisa.
Pi¨´ in generale la due giorni affronter¨¤ i modi per
ridurre i consumi e per riqualificare il costruito, il ruolo delle reti anche
per risparmiare energia nei sistemi urbani, i modi migliori per sviluppare
alleanze e cordate con l¡¯obiettivo di vincere i bandi europei sui temi della
¡°green city¡±. Uno spazio anche per i sistemi a fune innovativi per il trasporto
pubblico locale.
Fra gli eventi collaterali una mostra sul progetto
¡°Pisa Mover¡± e una visita guidata al cantiere ¡°Sesta Porta¡± di Pisa.
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BIOMASSE IN PROVINCIA DI TRENTO: IL PROGETTO BIO-EN-AREA |
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Trento, 4 luglio 2013 - Un progetto europeo incentrato sulla ricerca
di nuovi approcci, strategie e metodologie per lo sfruttamento delle biomasse,
attraverso il quale è stato finanziato il nuovo Piano di Azione per le Biomasse
che prenderà avvio nei prossimi mesi. Si tratta di Bio-en-area, i cui risultati
sono stati presentati al Palazzo
provinciale, nel corso di una mattinata di lavori che ha visto coinvolta
l´Agenzia provinciale per le Risorse idriche e l’Energia. Fra le strategie
comunicative legate al piano vi sono alcuni video emozionali e video tutorial,
on line sul canale Vimeo: http://vimeo.Com/bioenarea,
La biomassa, ovvero l’insieme dei prodotti organici
vegetali e animali utilizzati a fini energetici, rappresenta attualmente circa
la metà (dal 44 al 65%) dell’energia rinnovabile consumata nell’Unione Europea.
Anche in provincia di Trento, le biomasse rappresentano, dopo l’energia
idroelettrica, la fonte rinnovabile localmente più utilizzata. Il legno da
foresta, inteso nelle sue varie forme (residui dalle operazioni di taglio,
scarti di prima/seconda/terza lavorazione, legna da ardere) è senza dubbio
l’elemento principale, ma non bisogna sottovalutare le potenzialità energetiche
delle fonti agricole ed agroindustriali (settore zootecnico, Forsu, potatura
della vite e del melo).
Le biomasse sono delle fonti energetiche locali che
rappresentano un elemento indispensabile per far fronte alla crescente
dipendenza delle importazioni in campo energetico. Inoltre, essendo fonti
energetiche rinnovabili, il loro sfruttamento permette una significativa
riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Per questi motivi, il Piano
di Azione per le Biomasse (Bap) della Provincia autonoma di Trento, che sarà un
allegato del nuovo Piano Energetico Ambientale provinciale 2014-2020,
rappresenta una delle soluzioni principali per garantire la sicurezza
dell’approvvigionamento energetico e la sostenibilità dell’energia in Trentino.
Il Piano di azione entrerà in vigore nei prossimi mesi
ma sono già state realizzate alcune prime azioni di comunicazione e
sensibilizzazione (video, brochure, sito internet…) rivolte a cittadini e
utenti. Infatti, il coinvolgimento e la consapevolezza dei cittadini è, in
questo specifico ambito, una delle sfide principali. I video sono stati
realizzati con un approccio di tipo “Story Telling”, dando importanza al
racconto, utilizzando immagini emozionali, senza tralasciare lo scopo
fondamentale del progetto: promuovere e informare il cittadino in modo
coinvolgente e chiaro.
Ad introdurre i lavori, vi era Alessandra Tanas,
dell´Agenzia per le Risorse idriche e l´Energia, che ha illustrato i prossimi
obiettivi del progetto, rivolto soprattutto alla sensibilizzazione e al
coinvolgimento della popolazione. Quindi Giovanni Giovannini, del Servizio Foreste
e Fauna, ha spiegato come in provincia di Trento si stia diffondendo sempre più
l´utilizzo del legname quale fonte di energia, anche per il risparmio ad esso
connesso, ricordando come in Trentino vi siano all´incirca 130 imprese
boschive, nelle quali lavorano numerosi giovani con elevata formazione, al
punto che l´età media dei dipendenti delle imprese trentine è di oltre 10 anni
in meno rispetto ad altre zone alpine.
Roberto Cattoi, della Magnifica Comunità di Fiemme, ha
portato l´esempio locale di gestione forestale sostenibile, mentre Luca Tomasi,
della Fondazione Edmund Mach, ha ricordato le ultime ricerche dell´ente,
incentrate sul contenuto energetico dei boschi, infine Andrea Ventura, del
Gruppo Bioenergia, ha parlato del biodigestore di Cadino.
Il Progetto Bio-en-area e il Bap -
Il progetto Bio-en-area ha come obiettivo principale
la condivisione di soluzioni innovative tra regioni europee in materia di
bioenergie, considerate non solo come fonti alternative di energia ma anche
come catalizzatori di sviluppo locale. Il progetto, coordinato dalla regione
spagnola di Castilla y Leon, si avvale della collaborazione di altri sei
partner di progetto provenienti, oltre all’Italia, dall’Irlanda, dalla Svezia,
dall’Estonia e dalla Grecia.
Il progetto intende scambiare buone pratiche ed esperienze
tra le varie regioni ed i territori coinvolti nel progetto, per arrivare, come
è stato fatto in Provincia di Trento, alla definizione di un Piano d’Azione
Provinciale per le Biomasse, al suo interno verranno evidenziati gli obiettivi
e le strategie provinciali per lo sviluppo delle Biomasse. Il piano presenta
anche alcuni scenari strategici e proposte d´intervento al fine di ottimizzare
l´utilizzo della biomassa locale trentina e lo sviluppo della filiera
locale.
Il progetto Bio-en-area ha anche finanziato la messa a
sistema di vari strumenti di sensibilizzazione, che aiuteranno cittadini ed
utenti a capire come ottimizzare la filiera locale nella produzione di biomassa
legnosa, a capire quali sono gli impianti di combustione a biomassa più efficienti,
come effettuare la manutenzione delle caldaie e quali sono i possibili sviluppi
per la produzione di biogas in Trentino.
Sono stati inoltre sviluppati video e tutorials,
puntando su una comunicazione semplice e diretta, ma anche coinvolgente. I
video sono pubblicati sul canale Vimeo: http://vimeo.Com/bioenarea
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LA CONVERGENZA DI TECNOLOGIE M2M RENDE GLI EDIFICI PIÙ INTELLIGENTI, ESAMINATE LE PIÙ INFLUENTI TECNOLOGIE DI AUTOMAZIONE DEGLI EDIFICI |
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Singapore,
Londra e Chicago, 4 luglio 2013 — Gli edifici intelligenti lo diventano ancora
di
più sfruttando le emergenti tecnologie
machine-to-machine (M2m). L´ultimo rapporto Global
Sustainability Perspective di Jones Lang Lasalle (Jll)
mette in evidenza sei progredite tecnologie
che aprono le porte a una nuova era di edifici
intelligenti fatta di efficienza energetica, ridotte
emissioni e un ritorno degli investimenti in uno o due
anni.
“Le tecnologie M2m stanno convergendo per rendere più
intelligenti di quanto lo siano ora gli edifici
intelligenti... E i rispettivi proprietari”, ha
affermato Dan Probst, Head of Energy and Sustainability
Services presso
Jones Lang Lasalle. "Ora siamo in grado di svolgere monitoraggi,
verifiche dei
sistemi tecnologici e controlli remoti in tempo reale
su interi portafogli di edifici, ottenendo
miglioramenti eclatanti nelle prestazioni degli
edifici stessi e un significativo risparmio energetico".
Le sei maggiori tecnologie che più contribuiscono a
rendere gli edifici ancora più intelligenti sono:
1. Sensori e contatori wireless. Sensori e contatori
dal prezzo accessibile sono ora utilizzabili
per monitorare le strutture di automazione degli
edifici e ritrasmettere i dati a un centro di
comando centralizzato remoto.
2. Internet e cloud computing. L´avvento di Internet e
l´abbattimento dei costi di trasmissione dei
dati hanno reso economicamente praticabile la
trasmissione di dati da milioni di punti di
accesso a un centro di controllo. Il relativo basso
costo dell´elevata capacità di calcolo del cloud
consente di analizzare l´efficacia dei costi a livelli
impensabili negli anni passati.
3. Protocolli aperti di comunicazione dei dati. Le
nuove applicazioni software risolvono la
"babele" creatasi in edifici dotati di molti
sistemi automatizzati, ciascuno operato da controlli
proprietari. Oggi, protocolli come l´open source
Bacnet di Ashrae, Lontalk di Echelon e altri
sistemi emergenti supportano la condivisione dei dati
tra piattaforme diverse.
4. Potenti software di analisi. Le migliori soluzioni
intelligenti di nuova generazione offrono una
grande varietà di interfacce informative, algoritmi e
strumenti di interpretazione dei dati degli
edifici per identificare anomalie, evidenziare le
cause di problemi e in certi casi intervenire in remoto sui problemi stessi.
5. Controllo centralizzato remoto. Le tecnologie di
protezione di Internet vengono sfruttate per
proteggere le trasmissioni dei dati da centinaia di
edifici di un portafoglio immobiliare a un
centro di controllo operato non-stop da
professionisti.
6. Gestione integrata degli ordini di lavoro. Oggi i
sistemi di gestione degli edifici possono
essere integrati in un sistema di ordini di lavoro per
semplificare le comunicazioni con il
personale presente nell´edificio laddove sia
necessario intervenire fisicamente.
"Il monitoraggio e il controllo remoto di un
intero portafoglio immobiliare non era affatto possibile
anche solo cinque anni fa", ha affermato Probst.
"I proprietari e gli investitori oggi capiscono che i
risultati della gestione di edifici più intelligenti
valgono l´investimento e possono ripagarsi totalmente
entro uno o due anni".
I proprietari di edifici oggi sono alla ricerca di
questi risultati per aumentare l´efficienza delle
operazioni, ottenere risparmi energetici, migliorare
la pianificazione dei capitali e ridurre le emissioni.
In tutto il mondo le aziende hanno investito nel 2012
un totale di $ 5,5 miliardi in sistemi intelligenti,
una cifra destinata a raggiungere secondo le
previsioni $ 18,1 miliardi nel 2017, con un tasso di
crescita annuale composito del 27,1% secondo Idc
Energy Insights.
Il termine "edificio intelligente" si
applica a strutture controllate da computer attraverso un sistema di
automazione dell´edificio (Bas, Building Automation
System) per controllare riscaldamento,
ventilazione, condizionamento d´aria, illuminazione,
ma anche impianti d´acqua, antincendio e di
protezione personale in tutto l´edificio.
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TERREMOTO - OLTRE 13,8 MILIONI DI EURO PER 196 INTERVENTI NELLE PROVINCE DI BOLOGNA, MODENA, FERRARA E REGGIO EMILIA. LO DEFINISCE UN´ORDINANZA COMMISSARIALE CHE AUTORIZZA INTERVENTI PROVVISIONALI URGENTI DI MESSA IN SICUREZZA SU STRUTTURE PUBBLICHE E PRIVATE |
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Bologna, 4 luglio 2013 – Oltre 13,8 milioni di euro per 196
interventi nelle aree colpite dal sisma. Lo definisce un’ordinanza, la numero
77/2013 del presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione,
Vasco Errani, varata oggi pomeriggio. Con l’atto, vengono autorizzati
interventi provvisionali indifferibili e urgenti di messa in sicurezza e la
conseguente spesa prevista per ciascuno di essi nelle province di Bologna,
Ferrara, Modena e Reggio Emilia.
Nella lista delle 196 operazioni, richieste dai Comuni
e recepite dalle Province, 121 riguardano la messa in sicurezza di edifici di
residenza pubblica Acer, 20 sono di ripristino ad aree e strutture impiegate
per la gestione dell’emergenza, mentre le altre sono relative alla messa in sicurezza di palestre e impianti
sportivi, edifici pubblici e chiese. Tre gli interventi di ripristino di
impianti di bonifica, tra i quali spicca per impegno economico - 2 milioni di
euro - l’intervento provvisionale dell’impianto irriguo di Sabbioncello, nel
mantovano, la cui riparazione è essenziale per la funzionalità di un sistema
utile a irrigare un comprensorio agricolo di circa 60 mila ettari in
Emilia-romagna.
L’ordinanza è consultabile sul sito
www.Regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione “Atti per la ricostruzione”,
e sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione
Emilia-romagna (Burert).
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LOMBARDIA.CASA, A SINDACATI: RAPPRESENTINO TUTTI |
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Milano, 4 luglio 2013 - Dopo i neo commissari delle Aler,
l´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e
Pari
opportunità, Paola Bulbarelli, ha ricevuto oggi i
rappresentanti
dei sindacati confederali. Al centro dell´incontro i
temi sui
quali si dovrà lavorare durante la legislatura; in
particolare
la riforma delle Aziende che gestiscono il patrimonio
lombardo
di edilizia residenziale pubblica - attualmente in
discussione
presso le commissioni consigliari - e le nuove
convocazioni del
Tavolo permanente sulla casa (saranno mensili).
Sindacati Rappresentino Tutti, Non Solo Chi Ha Tessera
- ´Anche
ai sindacati - ha spiegato Paola Bulbarelli - ho
confermato la
totale disponibilità dell´assessorato e mia a un
confronto
continuo e proficuo. A una condizione però, e cioè che
i
rappresentanti sindacali si facciano veramente
interpreti delle
esigenze e dei bisogni di tutti gli inquilini delle
Aler, non
solo di coloro che hanno le tessere´. ´Non sono
credibili - ha
continuato Paola Bulbarelli - coloro che rivendicano
diritti
solo per pochi. La casa, infatti, è un diritto, a
maggior
ragione in un momento di crisi diffusa come quello che
stiamo
attraversando. E il mio lavoro vuole andare proprio in
questa
direzione´.
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INDESIT, IL MISE IN CAMPO PER RICERCARE NUOVE PROSPETTIVE MINISTRO AD AZIENDA: RIVEDERE IL PIANO, IL 16 NUOVO INCONTRO |
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Roma, 4
luglio 2013 - Con l’invito da parte del Ministro allo Sviluppo Economico
Flavio Zanonato all’azienda a rivedere il piano che prevede 1425 esuberi,
e la manifesta volontà del management di non lasciare l’Italia, si è conclusa la
prima riunione del Tavolo Indesit, riconvocato per il 16
luglio.
All’incontro-
presieduto dal titolare del Dicastero di Via Veneto accompagnato dal
Sottosegretario Claudio De Vincenti- hanno preso parte i rappresentanti
del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’amministratore delegato
della multinazionale Marco Milani, le istituzioni locali, i parlamentari
delle regioni interessate (Marche e Campania), le organizzazioni nazionali e
territoriali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Ugl
Metalmeccanici.
Nel corso
del confronto, il Ministro ha espresso la forte preoccupazione del Governo per
il piano annunciato dall’azienda che, con i tagli previsti, finirebbe per acuire
le sofferenze di aree già colpite da una pesante crisi industriale. E molti
degli interventi hanno sottolineato infatti la situazione critica, sia dal punto
di vista occupazionale che sociale, che si verrebbe a determinare se il piano
dovesse essere attuato.
In tale
contesto, sentite le parti presenti e, in particolare, acquisita la volontà-
manifestata dal management Indesit- di non voler abbandonare il Paese, il
Ministro Zanonato ha rivolto l’invito all’azienda a rivedere il piano di
riassetto del gruppo, anche alla luce di elementi emersi durante il
dibattito.
Si è
pertanto convenuto, al fine di condurre nel frattempo i più opportuni
approfondimenti, di riconvocare un altro incontro per il 16 luglio, per valutare
nuove prospettive per gli stabilimenti e le possibili attività di ricerca e
sviluppo per prodotti di alto valore tecnologico. |
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TAVOLO NAZIONALE INDESIT: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE, GIAN MARIO SPACCA. |
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Ancona, 4 luglio 2013 - “Si è aperto oggi il confronto
tra azienda, sindacati e istituzioni che, con insistenza, avevamo richiesto;
ora la disponibilità al dialogo e gli impegni rilevanti assunti dall’azienda
debbono tradursi in azioni e fatti concreti per la tutela dei lavoratori e il
rilancio del settore. La realizzazione della piattaforma di ricerca e
innovazione che abbiamo proposto, nel confronto odierno è emersa essere un
progetto importante di politica industriale nazionale che può agevolare il
dialogo e favorire gli obiettivi che ci siamo proposti. Quindi non verrà meno
il nostro impegno. La modifica necessaria del piano Indesit può così essere
agevolata, favorendo la prosecuzione del confronto tra azienda, sindacati e
istituzioni. Sono queste le priorità che la Regione Marche ha immediatamente
proposto, dopo la presentazione del piano Italia di Indesit e che oggi sono
state ribadite e accolte al tavolo nazionale che il Ministro dello Sviluppo ha
prontamente attivato”: così il presidente della Regione Marche, Gian Mario
Spacca (oggi a Bruxelles al Parlamento Europeo quale capodelegazione delle
Regioni italiane) interviene sulla vicenda Indesit. “È necessario difendere il
lavoro - prosegue il presidente Spacca – creando condizioni per attrarre e
mantenere, in Italia, i presidi locali dell’industria manifatturiera degli
apparecchi domestici e professionali. Per coniugare tali priorità e offrire una
prospettiva strutturale al comparto, è indispensabile una politica industriale
nazionale di settore, per evitare la deindustrializzazione, puntando
soprattutto su ricerca e sviluppo. A questa finalità risponde la piattaforma di
ricerca e innovazione, che potrebbe realizzarsi nello stesso stabilimento di
Melano”.
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UN MANAGER PER LE MIGLIORI START UP MILANESI |
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Milano, 4 luglio 2013 - Un dispositivo che elimina i
satelliti artificiali al termine della loro vita rimuovendoli dalla loro
orbita; verifiche immediate di tracciabilità e contraffazione di qualsiasi
prodotto tramite l’invio del codice a barre ad un sito; un laboratorio
d’analisi low cost con uno smartphone e una provetta per analizzare le
componenti del latte, di un pomodoro o di qualsiasi altro alimento; un nuovo
modo di cucinare in affitto, un ristorante aperto 24 ore su 24, nessun
cameriere, nessun menù da sfogliare, neanche cuochi che “spadellano” in cucina
chiunque si può cimentare ai fornelli; una ricerca in appena 3 click di mouse
per trovare il corso giusto oppure tutti gli eventi della tua città in un click.
Sono alcune delle idee delle 23 start up che partecipano al contest organizzato
dalla Camera di Commercio di Milano e dalla Provincia di Milano attraverso il
Consorzio camerale per il Credito e la Finanza, per aiutare le start up della
provincia di Milano a incontrare gli investitori a arricchire la propria
azienda con nuove professionalità. I vincitori della selezione otterranno
infatti ognuno un voucher di 7.500€, che potrà essere usato per inserire in
azienda un manager con esperienza.
Oggi a palazzo Affari ai Giureconsulti
www.Palazzogiureconsulti.it 23 start up dei settori Web, Ict, produzione e
commercio, media & communication, medico-scientifico e una giuria di
investitori hanno dato vita ad un contest per dare modo agli startupper della
provincia di Milano di presentare la propria impresa al mondo degli
investitori. Le undici migliori start up avranno la possibilità di attivare una
collaborazione con un manager qualificato usufruendo di un voucher.
Le aziende che partecipano. Alive Events & Communication
Srl | Almamentis Srl |B. Tan Srl | Bia Srl | Blue Gold Inc. | C3 Click Srl |
D-orbit Srl | Hirelia Srl | Hotel Selling Srl | Kalpa Srl | Kingfisher Polymers
Srl | Kook Sharing Srl | Living Media Srl | Milano Music Consulting Srl |
Mochunk Srl | Next Italy Srl | Proxentia Srl | Sem Srl | Sia Aerospace Srl |
Stella Juno Srl | Studio Duedi Srl | Vin. Ci. Srl | Yeep Srl.
"Come Camera di Commercio di Milano ci siamo
attivati insieme alla Provincia di Milano - ha dichiarato Pier Andrea
Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano - per
rafforzare con questa iniziativa le imprese start up. In questo periodo di
difficile crisi, le start up sono importanti a Milano, centro dell´economia del
Paese, per rafforzare i contenuti innovativi e la vocazione dei giovani alle
imprese. Questa azione, in particolare, incentiva la collaborazione tra diverse
generazioni, rispondendo al bisogno sia delle startup che dei manager con
esperienza, fattori rilevanti per il successo di queste giovani imprese”.
“La consolidata collaborazione tra Provincia e Camera
di Commercio – commenta Paolo Giovanni Del Nero, assessore allo Sviluppo
economico, formazione e lavoro della Provincia di Milano – ci ha permesso di
unire sforzi e risorse economiche, mettendo a frutto le reciproche esperienze.
In questi anni abbiamo puntato in particolare sui giovani e sulla creatività,
favorendo la nascita di nuove imprese quali componenti essenziali per far
ripartire l’occupazione e rilanciare l’economia. Questo è certamente il momento
giusto per creare una start up, coltivare idee e mettersi in gioco”.
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COMO-LECCO: INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA – MAGGIO 2013 |
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Como, 4 luglio 2013 -
Il quadro delineato attraverso l’esame degli indicatori
dell’Osservatorio rapido congiunto di Unindustria Como e Confindustria Lecco
relativo a maggio 2013 mostra ancora evidenti gli effetti della crisi, pur con
timidi segnali di miglioramento riguardanti, in particolare, l’attività
produttiva. Elemento questo in linea con quanto comunicato dal Centro Studi
nazionale di Confindustria.
La capacità produttiva utilizzata si attesta al 75,1%
di quella totale disponibile; i livelli di domanda sul mercato domestico
restano stagnanti e le previsioni per le prossime settimane sono negative per
un’azienda su cinque.
Si continuano inoltre a rilevare le criticità
evidenziate nelle precedenti edizioni dell’indagine: le diffuse situazioni di
insolvenza e i giudizi sullo scenario del mercato del lavoro, caratterizzato da
un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, rivelano possibili dinamiche
negative per i prossimi mesi.
Gli Ordini -
L’indicatore associato alla domanda delle aziende di
Lecco e Como delinea uno scenario ancora rallentato e caratterizzato in
particolare dalla debolezza del mercato domestico. Risultano migliori invece i
giudizi relativi all’export, più dinamico.
A livello nazionale oltre i tre quinti del campione
(62,1%) indicano un sostanziale mantenimento degli ordini rispetto a quanto
registrato in aprile, periodo caratterizzato da un marcato rallentamento
rispetto ai mesi precedenti.
I restanti giudizi confermano questo quadro. Si
riscontra infatti un pareggio tra le imprese che comunicano un aumento della
domanda (19,7%) e quante rivelano una contrazione (18,2%).
La situazione sui mercati esteri risulta invece più
vitale: il 51,7% del campione ha mantenuto la propria posizione mentre il 29,3%
ha conseguito risultati positivi in termini di maggiori ordinativi.
Ammonta per contro al 19% la quota di soggetti che ha
comunicato una minor intensità degli scambi.
La Produzione -
L’attività produttiva delle due Province è risultata
abbastanza vivace. Per oltre il 57% del campione non si sono registrate
variazioni rispetto al precedente mese, mentre per la prima volta nel corso
dell’anno i giudizi positivi hanno superato quelli di rallentamento (27% contro
il 15,9%).
Si tratta comunque di un risultato che arriva dopo
mesi in frenata e che rappresenta dunque un andamento quasi fisiologico.
Quanto detto viene rafforzato dal dato sulla capacità
produttiva che a maggio ha raggiunto il 75,1%, dopo il 72,6% di aprile.
Il Fatturato -
Il fatturato delle imprese lecchesi e comasche segue
le dinamiche evidenziate per la domanda, sorretta dall’export, e dell’attività
produttiva, segnando una fase di discontinuità rispetto alle rilevazioni dei
primi mesi dell’anno.
A fianco del 39,4% di imprese che non hanno indicato
variazioni nel proprio volume d’affari e di un 16,7% di quanti hanno registrato
una contrazione, il 43,9% del campione ha comunicato livelli di fatturato in
aumento.
Le Previsioni -
Il quadro per le prossime settimane non appare
particolarmente positivo. Il 69,2% del campione non prevede particolari
cambiamenti rispetto alla situazione attuale, mentre i giudizi volti al
ribasso, pari al 20%, superano quelli positivi che si fermano al 10,8%.
Circa la metà delle aziende del campione segnala una
visibilità limitata e inferiore al mese; il 29,2% dichiara di riuscire a
coprire un orizzonte temporale di qualche mese, mentre risulta in aumento
rispetto ad aprile la percentuale di aziende con una visibilità superiore al
trimestre (21,5% attuale contro un precedente 17,6% di aprile).
Le Materie Prime -
L’approvvigionamento delle materie prime nel mese di
maggio non mostra particolari situazioni anomale per le imprese del campione,
confermando quanto evidenziato nelle precedenti edizioni dell’Indagine.
Oltre i due terzi delle imprese (76,6%) ha infatti
indicato di aver operato con listini stabili rispetto ai prezzi di aprile per
le principali commodities utilizzate. Nei casi di variazione dei prezzi, si è
trattato principalmente di andamenti in diminuzione (20,3%) mentre l’aumento è
stato indicato per una quota residuale del campione (3,1%).
La Solvibilita’ -
Come per le precedenti edizioni per le imprese di
Lecco e di Como emerge un problema legato alle insolvenze da parte dei clienti
ed ai ritardi nei pagamenti. Tale situazione ha infatti interessato quasi i due
terzi del campione (62,1%); di questi circa il 18% ha riscontrato una
situazione di peggioramento rispetto ai mesi precedenti, mentre per il 78% non
si sono registrati cambiamenti.
I Rapporti Con Gli Istituti Di Credito -
Nei rapporti con gli Istituti di credito con i quali
le aziende delle due Province operano abitualmente non emergono particolari
cambiamenti. Poco oltre l’82% del campione ha comunicato una situazione di
stabilità rispetto al mese precedente, mentre i giudizi di peggioramento e
miglioramento sono stati rispettivamente 10,4% contro il 7,5%.
L’occupazione -
Lo scenario occupazionale continua a rappresentare un
elemento di criticità a livello di entrambi i territori.
I giudizi riguardanti i livelli del mese di maggio
sono improntati principalmente sul mantenimento dell’occupazione (85,1%),
nonostante sia rilevabile una quota di giudizi in diminuzione (10,4%) superiore
a quella indicante una possibile espansione della forza lavoro (4,5%).
Le aspettative occupazionali per le prossime settimane
non si rivelano improntate alla fiducia. Il 77,6% del campione si mantiene
orientato alla stabilità mentre per oltre un’impresa su cinque (il 20,9%) i
giudizi sul proprio settore di appartenenza sono negativi. Residuale infine la
percentuale di soggetti che ipotizzano un’espansione dei livelli (1,5%).
I Dati Di Como -
L’andamento della domanda in questi primi mesi del
2013 evidenzia il protrarsi della crisi oramai da diversi mesi, vi sono però
alcuni segnali positivi che suggerirebbero l’arrestarsi della caduta. Questo
scenario migliore porta a prevedere una caduta del Pil per il 2013 non
superiore al 2%.
La produzione industriale registra un lieve incremento
su base mensile pari a 0,5%. In giugno, la distanza dal picco di attività
pre-crisi (aprile 2008) si attesta a -24,6%, nel corso degli ultimi tre mesi i
livelli produttivi hanno perso terreno per -0,8%.
Sebbene l’Istat registri cauti segnali di maggior
fiducia presso le famiglie, l’indice della fiducia delle imprese è ancora in
territorio recessivo benché l’indicatore sia stazionario e non più in caduta.
La fiducia delle famiglie lentamente ritorna a migliorare in questo inizio 2013
dopo una caduta incessante da inizio 2010, con conseguenti attese positive sui
consumi. Quest’ultime aspettative sono però notevolmente influenzate in
negativo dalla quota di spese fisse e non evitabili (bollette e tassazione) che
erodono considerevolmente il reddito famigliare, nonostante il già citato
contesto di maggior fiducia.
L’incremento di attività di giugno, secondo le imprese
intervistate, è da attribuirsi al buon andamento della domanda estera. Si
segnala che in provincia la propensione all’export è molto forte: il 13% degli
intervistati vende all’estero più della metà del proprio fatturato, il 28%
delle imprese esporta quota consistenti (dal 20 al 50% delle vendite totali),
il 18% del campione esporta dal 5% al 20% del fatturato. Paesi come Germania,
Francia e Stati Uniti registrano una ripresa della produzione industriale e
quindi della crescita economica consistenti, sono plausibili futuri effetti
traino per le esportazioni italiane. Anche i paesi emergenti sono ormai una
realtà con l’incessante crescita, l’80% della crescita economica nel mondo si
ha in queste nazioni.
Nel mese di maggio in provincia di Como sono state
autorizzate circa 800 mila ore di cassa integrazione ordinaria, registrando un
-10% rispetto al maggio 2012. La cassa straordinaria è invece in forte aumento
rispetto al maggio del 2012 attestandosi a oltre 900.000 ore autorizzate (erano
200.000 nel 2012), l’aumento medio annuo registrato nei primi cinque mesi di
quest’anno è del 30%.
“I piccoli segnali positivi, come la maggior fiducia
nelle famiglie e, di conseguenza, una maggiore propensione al consumo, devono
essere accolti da noi imprenditori con speranza e voglia di guardare avanti –
commenta Francesco Verga, Presidente di Unindustria Como -. Purtroppo però le
ore di cassa integrazione straordinaria richieste dalle nostre imprese sono
notevolmente aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
L’attività con l’estero continua invece a registrare piccoli incrementi che ci
confermano che quella è la strada da seguire. Ma se ripartissero anche i
consumi interni ripartirebbe tutto il Paese”.
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ANNUARIO STATISTICO REGIONALE 2013: ON LINE TUTTI I DATI SU PIEMONTEINCIFRE.IT UNIONCAMERE PIEMONTE TRACCIA UN BILANCIO DEL 2012 E DEI PRIMI MESI DEL 2013 ATTRAVERSO LE PRINCIPALI STATISTICHE SOCIO-ECONOMICHE A LIVELLO REGIONALE E PROVINCIALE |
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Torino, 4 luglio 2013 - Mercato del lavoro, popolazione, istruzione,
indicatori economici, commercio estero, anagrafe delle imprese, credito,
turismo: questi alcuni degli ambiti d’indagine analizzati nella ventunesima
edizione di “Piemonte in Cifre”, l’Annuario Statistico Regionale
realizzato da Unioncamere Piemonte.
Da oggi i dati aggiornati sono on
line sul sito www.Piemonteincifre.it,
che raccoglie le principali statistiche socio-economiche a livello regionale
e provinciale, con l’obiettivo di far conoscere il territorio piemontese
sotto diversi e complementari punti di vista.
“L’annuario Statistico
Regionale ‘Piemonte in Cifre’, fiore all’occhiello della collana editoriale di
Unioncamere Piemonte da oltre un ventennio, si colloca nell’ambito delle
attività di osservazione e studio dell’economia locale, che rappresentano un
punto fondamentale della mission del sistema camerale. È solo disponendo di
informazioni statistiche attendibili e puntuali, infatti, che la Pubblica Amministrazione,
insieme a tutti gli operatori economici, sociali e culturali, può programmare
in maniera efficace le proprie politiche, affidandosi a parametri certi - sottolinea il Presidente di
Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello
-. Dai dati emerge come il Piemonte resista grazie all´export, ma con una
dinamica di crescita rallentata, che, insieme alla flessione della produzione
industriale e dell’occupazione, rende sempre più urgenti interventi strutturali
a sostegno della crescita”.
Il I trimestre 2013 in sintesi
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I trimestre 2013
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Occupati (variazione rispetto al I trimestre 2012)
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-4,2%
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Persone in cerca di occupazione (variazione rispetto al I trimestre 2012)
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+22,8%
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Tasso di occupazione (15-64 anni)
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62,3%
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Tasso di disoccupazione (15 anni e oltre)
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11,2%
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Export di merci (variazione rispetto al I trimestre 2012)
|
+1,2%
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Tasso di crescita imprese
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-0,8%
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Produzione industriale (variazione rispetto al I trimestre 2012)
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-5,1%
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Fatturato (valori correnti, iva esclusa)
imprese del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione (variazione
rispetto al I trim. 2012)
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-1,9%
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Impieghi bancari ª
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-0,3%
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Depositi bancari ª
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+4,1%
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ª La variazione si riferisce
all´aggregato di Banche e Cassa Depositi e Prestiti ed è calcolata rapportando
il dato di marzo 2013 su di quello di dicembre 2012.
Fonte: elaborazioni Unioncamere
Piemonte su dati Istat, Infocamere, Banca d’Italia
Popolazione
In base ai
dati parziali del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni,
al 9 ottobre 2011 la popolazione residente in Piemonte -
costituita dalle persone che vi hanno dimora abituale - ammonta a 4.363.916 abitanti, dei quali 2.258.928
donne (il 51,8%) e 2.104.988 maschi. La popolazione censita
si distribuisce per oltre la metà nella provincia di Torino (2.247.780
residenti, pari al 51,5% del totale regionale), per il 13,4% a Cuneo
(586.378 unità), per il 9,8% ad Alessandria (427.229 unità), per l’8,4% a
Novara (365.559 residenti) e per il 17,0% nelle altre province.
Rispetto al 2001, quando la
popolazione era pari a 4.214.677 residenti, l’incremento è del 3,5%,
risultato dell’aumento registrato dalla sola componente straniera. Infatti,
nel decennio intercensuario la popolazione piemontese di cittadinanza italiana
è diminuita di quasi 100mila individui (99.707, per un calo del 2,4%) mentre
quella straniera è cresciuta di 248.946 unità.
In base agli ultimi dati diffusi
dall’Istat il 25 giugno 2013, la popolazione residente in Piemonte
al 31 dicembre 2012 ammonta a 4.374.052 abitanti.
Mercato
del lavoro
In base alla
“Rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat, gli effetti negativi della fase
recessiva che ha colpito l’area Euro hanno provocato, nel 2012, un ulteriore
deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro: i dati riferiti alla
media dell’anno mostrano come gli
occupati in Piemonte ammontino a 1.846mila, oltre 21mila unità in meno
rispetto al 2011 (-1,1%). Il tasso
di occupazione della popolazione in età 15-64 anni risulta pari al 63,8%, oltre
mezzo punto percentuale in meno rispetto al 2011.
Il calo
dell’occupazione ha riguardato in misura maggiore la componente maschile (-1,3%)
rispetto a quella femminile (-1,0%). Il tasso di occupazione maschile, che nel
2011 aveva raggiunto la quota di 71,5 punti percentuale, è sceso nel 2012 al
70,7%, mentre quello femminile è sceso dal 57,2% al 56,9%: la differenza tra i
generi, quindi, è diminuita.
Il calo
dell’occupazione scaturisce dalle flessioni delle unità lavorative registrate
in tutti i settori e, in particolare, nell’agricoltura e nell’industria.
Parallelamente
alla contrazione dell’occupazione, il 2012 registra un consistente aumento
delle persone in cerca di occupazione
(+21,3%), che sono passate da
154mila a 187mila unità. Il tasso di
disoccupazione è passato dal 7,6% del 2011 al 9,2% del 2012.
Le difficoltà che continuano a caratterizzare il mercato del
lavoro piemontese sono testimoniate anche dal massiccio ricorso delle imprese
piemontesi agli ammortizzatori sociali: le ore complessivamente concesse di Cassa integrazione guadagni nel 2012
ammontano, infatti, a oltre 143,1
milioni.
Istruzione
Nel mondo
dell’istruzione piemontese si contano, nell’anno scolastico 2011-2012, 590.859 studenti tra scuola
dell’infanzia, primaria, secondaria di I e Ii grado (compresi i 13.254 allievi
dei percorsi di istruzione e formazione professionale, i cosiddetti Iefp, che,
a partire dall’anno scolastico 2011-2012 sono diventati ordinamentali); di
questi 71.859, pari al 12,2%, sono stranieri. L’incidenza maggiore,
compresa tra i 13 e i 14 punti percentuale, si riscontra nella scuola primaria
e in quella dell’infanzia, dove si collocano gli stranieri di seconda
generazione, che crescono e studiano nel nostro Paese.
Dai dati sugli indirizzi scolastici delle scuole superiori emerge
come il 33,1% degli alunni frequenti un istituto tecnico, il 46,6% il liceo e
il 20,3% un istituto professionale. Gli Atenei piemontesi contano, nell’anno
accademico 2011-2012, 103.474 iscritti:
quasi 5mila in più rispetto all’anno accademico precedente. Nell’anno solare
2011 i laureati presso gli Atenei piemontesi sono stati quasi 18mila, in lieve
diminuzione rispetto all’anno precedente.
Indicatori
economici
Secondo le ultime stime elaborate da Prometeia, nel 2012 il Pil ha registrato, rispetto al 2011, una flessione del 2,4% a
livello nazionale (variazione a prezzi costanti) e una diminuzione del 2,3% a livello piemontese. Ciononostante, il
Piemonte continua a mantenere pressoché invariato il suo contributo alla
formazione della ricchezza nazionale, producendo, con 125.410 milioni di euro, l’8,0%
del Pil italiano.
Dal confronto con le altre regioni, effettuato considerando il
valore aggiunto per unità di lavoro, emerge che il Piemonte, con 58.869 euro
per unità di lavoro, si colloca al di sotto del valore nazionale (59.051 euro),
occupando l’8° posto della classifica italiana, con la Lombardia (68.340 euro)
e il Lazio (64.229 euro) nelle prime due posizioni.
Dal punto di vista settoriale, sono i servizi a creare, nel 2012, il
70,7% del valore aggiunto regionale; l’industria
contribuisce con una quota del 27,7%,
mentre è pari all’1,6% il contributo
dell’agricoltura.
Commercio
estero
Nel 2012 il
valore delle esportazioni piemontesi
ha raggiunto i 39,7 miliardi di euro,
registrando un incremento del 2,9% rispetto al 2011. Le importazioni hanno manifestato, al
contrario, una dinamica negativa (-8,6%) attestandosi sui 26,6 miliardi di
euro. Il saldo della bilancia
commerciale piemontese si mantiene, pertanto, attivo per 13,1 miliardi di euro, in crescita rispetto al valore
del 2011 (9,6 miliardi di euro).
L’incremento
realizzato dalle esportazioni regionali risulta inferiore al dato medio
nazionale (+3,7%); il Piemonte si conferma, anche nel 2012, la quarta regione esportatrice, con una
quota del 10,2% dell’export complessivo italiano.
La crescita dell’export piemontese non ha interessato tutti i
comparti. La meccanica, primo
settore delle esportazioni piemontesi con una quota pari al 21,1%, ha
incrementato le vendite oltre confine segnando un +8,4%. Il comparto dei mezzi
di trasporto, che genera il 20,3% dell’export regionale, ha invece
registrato una flessione pari al -3,7%,
frutto della diminuzione dell’export di autoveicoli (-4,3%) e della
componentistica autoveicolare (-5,1%). Particolarmente brillante è apparsa la
performance del settore dei metalli e
prodotti in metallo (terzo per importanza sulle esportazioni complessive),
che ha registrato un aumento del 12,5%.
Superiore alla media regionale anche l’incremento registrato dal comparto alimentare (+5,6%), mentre il tessile-abbigliamento ha manifestato una lieve
flessione delle vendite oltre confine (-0,7%).
Il principale
bacino di riferimento risulta, anche nel 2012, l’Ue 27, che convoglia il 58,9%
dell’export regionale, contro il 41,1%
destinato ai mercati extra-Ue 27.
Anagrafe
delle imprese
Nel 2012 sono
nate 28.904 aziende in Piemonte; considerando
le 30.834 cessazioni
(al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è negativo per 1.930
unità, dato che porta a 461.564 lo stock di imprese
complessivamente registrate a fine dicembre 2012 presso
il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi. Il bilancio tra nuove
iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,41%,
inferiore rispetto a quello del 2010 (+0,18%) e in controtendenza rispetto
alla media nazionale (+0,31%).
A fine 2012 sono 746.874 gli imprenditori in Piemonte, dei quali 54.054
di nazionalità straniera: a fronte della flessione di 1,7 punti percentuale
registrata per il complesso dell’imprenditoria, la componente straniera ha
registrato un nuovo incremento, passando dal 7,0% del 2011 al 7,2% di
fine 2012.
Credito
Nel 2012, sul territorio piemontese operano 27 banche, per un totale di 2.662 sportelli diffusi su tutto il
territorio regionale, 47 in meno rispetto a fine 2011.
Alla stessa data, gli
impieghi complessivi erogati dalle imprese bancarie a soggetti non bancari
ammontano a 118.422 milioni di euro,
di cui oltre il 45% è rivolto a società
non finanziarie e poco meno del 32%
alle famiglie consumatrici. I depositi bancari di tipo tradizionale
raggiungono quota 97.921 milioni di euro.
Nel 2012, i finanziamenti
oltre il breve termine sono
stati destinati per il 36% all’acquisto di immobili, per l’11% ad investimenti in costruzioni, per il 10% a investimenti in
macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e prodotti vari, mentre il
restante 43% è riservato ad altre destinazioni.
Turismo
Nel 2012 il
numero di turisti giunti in Piemonte
per trascorrervi almeno una notte ha raggiunto la soglia dei 4.276.635, per un incremento dello 0,7% rispetto al 2011; le presenze turistiche,
giunte a 12.414.608 unità, hanno
invece registrato una diminuzione del
3,4%.
La disaggregazione delle dinamiche complessive per provenienza dei
turisti rivela come le componenti italiana e straniera abbiano registrato
tendenze opposte: il turismo nazionale, con una quota del 58,7% delle
presenze e del 41,3% degli arrivi, ha registrato una diminuzione in
entrambe le voci (rispettivamente -13,5% e -7,9%); il turismo da oltre
confine rileva, invece, un incremento sia degli arrivi (+19,9%) che
delle presenze (+16,0%). La Germania si conferma primo Paese di provenienza
dei turisti stranieri, con il 10,2% delle presenze complessive, in crescita
del 10,1% rispetto al 2011.
La disaggregazione territoriale dei flussi turistici mostra come l’Atl di
Torino rappresenti la meta prediletta dai turisti italiani, mentre la
quota maggiore dei turisti stranieri si dirige verso il Distretto Turistico
dei Laghi.
Quanto all’offerta turistica, tra il 2011 e il 2012 il numero degli esercizi
turistici in Piemonte è passato da 5.292 a 5.536, per un
parallelo aumento dei posti letto dai 185.754 ai 189.101.
Quadro Statistico Complementare
L’edizione
2013 dell’Annuario Statistico Regionale viene affiancata per il settimo anno
consecutivo dal Quadro Statistico Complementare (disponibile on line sul sito
www.Piemonteincifre.it), che raccoglie informazioni provenienti da fonti
autorevoli della statistica non ufficiale: vi trovano spazio informazioni
tratte da indagini congiunturali e
da rilevazioni ad hoc, insieme a previsioni macroeconomiche. Le sezioni
che lo compongono sono dedicate a imprese, congiuntura, economia e previsioni
socio-economiche.
Previsioni
Principali variabili
macroeconomiche del Piemonte
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Variazioni percentuali
rispetto all´anno precedente
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2013
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2014
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2015
|
2016
|
2017
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Pil ª
|
-1,3%
|
0,7%
|
1,1%
|
1,4%
|
1,1%
|
Valore aggiunto totale ª di
cui:
|
-1,2%
|
0,7%
|
1,2%
|
1,5%
|
1,1%
|
Agricoltura
|
-3,1%
|
1,1%
|
0,9%
|
0,8%
|
0,5%
|
Industria in senso stretto
|
-2,1%
|
0,9%
|
0,9%
|
1,0%
|
0,5%
|
Costruzioni
|
-3,7%
|
-1,9%
|
0,3%
|
0,5%
|
0,7%
|
Servizi
|
-0,6%
|
0,8%
|
1,3%
|
1,7%
|
1,4%
|
Esportazioni di beni ª
|
1,4%
|
2,6%
|
4,4%
|
4,4%
|
3,6%
|
Importazioni di beni ª
|
-4,1%
|
2,6%
|
3,3%
|
3,6%
|
3,9%
|
Occupati
|
-0,7%
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0,0%
|
0,6%
|
1,0%
|
1,0%
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Tasso di disoccupazione
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10,7%
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11,4%
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11,3%
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11,2%
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10,3%
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Popolazione residente a fine anno
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0,3%
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0,3%
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0,3%
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0,2%
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0,2%
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ª Valori costanti.
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RAPPORTO 2013 SULLO STATO DELL’ECONOMIA PERUGINA |
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Perugia, 4 luglio 2013 - Il segno della Xi Giornata
dell’Economia 2013 l’ha dato subito, in apertura, Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di
Commercio di Perugia: “Se dati, cifre e
analisi confermano che la peggiore crisi economica di sempre è tutt’altro
che prossima ad allentare la presa, da
questa Giornata vogliamo che esca con chiarezza un messaggio altrettanto forte,
coraggioso, ma non temerario: siamo ancora nel mezzo della tempesta - è vero -
ma abbiamo capacità, determinazione e ancora un margine di fiducia
residuo, per puntare oltre e guardare
lontano. Punti di forza esistono,
dobbiamo metterli a fuoco e lavorare per esaltare le potenzialità del nostro
sistema produttivo, sociale e culturale, metterle a sistema e usarle come leve
dello sviluppo, facendo dell’economia
“che verrà”, l’economia “dell’oggi”. Le cui componenti, riconoscibili anche nel nostro sistema
produttivo, devono trovare spazio preminente e le migliori condizioni per
svilupparsi”.
Essere positivi, concreti e fiduciosi, nella
consapevolezza che ogni crisi, anche la più dura, porta con se gli elementi per
il suo superamento.
“Per uscire dalla crisi l’Umbria può contare sul
dinamismo delle imprese “giovani” ha detto il presidente Mencaroni. “Le imprese
giovanili mostrano un dinamismo superiore alla media e contribuiscono in modo
significativo alla formazione del Pil regionale, ponendo l’Umbria al terzo
posto in Italia. L’imprenditoria
giovanile deve avere ascolto e maggiore spazio nel nostro sistema
imprenditoriale. Anche attraverso un più fluido ricambio generazionale, che è
anche passaggio all’innovazione tecnologica”. Che significa anche miglioramento
delle performance brevettuali. In provincia di Perugia sono molti gli inventori
che però “esportano” la capacità tecnologica. Infatti il numero dei brevetti
assoluti ottenuti dalle imprese della provincia è minore di quello dei brevetti
ottenuti dagli inventori residenti che lavorano fuori provincia. Questo
risultato suggerisce che qualora questi ultimi avessero incentivi sufficienti a
“rientrare” ed essere occupati nelle imprese perugine, garantirebbero un
significativo aumento del potenziale tecnico-innovativo.
“Non appaia questo, un elemento marginale” ha fatto
notare Mencaroni. “Se Perugia aumentasse la propria capacità brevettuale, che
ad oggi corrisponde a 58 brevetti per milione di abitanti, soltanto ai livelli
di altre città simili, come Ancona (109 brevetti per milione di abitanti) o
Siena (123 brevetti), in provincia di Perugia vedremmo aumentare il reddito
medio per abitante di 3-3,5 punti percentuali nel breve periodo, e di 10-12
punti nel lungo periodo”.
L’economia che ci può portare fuori dala crisi è
sempre più multiculturale: l’imprenditorialità straniera, insieme a quella
giovanile, concorre molto più di altre componenti al saldo complessivo delle
imprese. Ed è in Umbria è a forti tinte rosa, grazie ad una significativa
componente femminile, superiore alla media Italia, che si fa ancora più
accentuata nelle imprese individuali, dove quasi una impresa perugina su tre ha
un imprenditore donna, contro una su quattro su scala nazionale.
“Ma è anche sempre più “verde” – ha aggiunto il
Presidente della Camera di Commercio di Perugia – “soprattutto in virtù
dell’espansione del settore delle energie alternative. In generale, tutto il
settore delle tecnologie cosiddette “green” è in forte crescita in provincia e
mostra un elevato potenziale occupazionale. Ed è culturalmente vivace. Anche in
termini occupazionali, il sistema culturale riveste un ruolo importante per
l’economia provinciale e conta una presenza rilevante di imprese che operano nell’artigianato creativo
(il 29% del totale, contro il 22,4% italiano e il 23,1% del Centro)”. Su questo punto il presidente della
Fondazione Perugiaassisi Prof. Bruno Bracalente ha invitato ad una azione più
ferma rivolta alla valorizzazione e alla migliore utilizzazione della “risorsa
cultura”, “un valore – ha detto – che in Umbria può contribuire in maniera
decisiva all’avvio di un nuovo modello di crescita e sviluppo”.
Un economia provinciale che ha necessità di aprirsi
con forza verso il mondo, migliorando la proponesione all’export, che tuttavia
– anche in piena crisi – sta conoscendo una fase positiva. Il dato dell’export
è incoraggiante per il 2012, anche se in rallentamento rispetto alla crescita a
doppia cifra del biennio precedente. Il dato 2012 evidenzia un incremento del
5,7%, superiore al 3,7% nazional ed è anche
cresciuto anche il peso dell’export sul valore aggiunto.
“La Camera di Commercio di Perugia, e con essa
l’intero sistema camerale, sta producendo ogni sforzo possibile per sostenere
le imprese, sia singolarmente che come sistema produttivo locale” ha
sottolineato il presidente Mencaroni,
che ha ricordato alcuni ambiti fondamentali di attività: la promozione
del territorio, il sostegno al credito; il dialogo tra formazione e lavoro, la
creazione di impresa; l’accompagnamento sui mercati internazionali;
l’innovazione; la battaglia per la legalità e quella per la semplificazione
amministrativa: sono la nostra agenda quotidiana. E ha aggiunto: “Crediamo
nella promozione di un unicum territoriale e sosteniamo la necessità che le
imprese umbre imbocchino con decisione – più di quanto non abbiamo fatto finora – la strada delle rete e
delle aggregazioni di settore. Per questo abbiamo promosso e sostenuto la
creazione dei Distretti del Cioccolato e del Cashmere, della Via del
Cioccolato, e dei consorzi di prodotto centrati sulle eccellenze più tipiche
dell’agroalimentare, come l’olio
extravergine di oliva, il tartufo, i grandi vini e finanche la birra, con
l’adesione al Protocollo d’intesa per la costituzione del 1° Banco di Assaggio
nazionale della Birra”.
Iniziative che si affiancano al sostegno del progetto
nazionale di Unionfiliere per la filiera Edilizia e Abitare sostenibile, in cui
è stato definito un percorso di qualifica Tf (Territorio e Filiera) rivolto
alle imprese che si riconoscono nei principi del costruire sostenibile.
“Al nostro programma di attività per il 2013 – ha
ricordato Mencaroni - abbiamo destinato risorse consistenti, eccezionali
per la nostra dimensione, perché
fuori dal comune sono le difficoltà in cui si trovano le nostre imprese. Assi portanti ne sono il Sostegno al Credito,
la Promozione e la valorizzazione del territorio, l’Innovazione,
l’Internazionalizzazione, le Infrastrutture (a favore del Quadrilatero per gli
assi stradali tra Umbria e Marche e dell’Aeroporto S. Francesco), il fondo
“rotativo di 3 milioni di euro per lo sblocca crediti a favore delle pmi
provinciali”.
“Cinque anni di crisi – ha concluso Mencaroni - hanno
messo a dura prova il tessuto produttivo provinciale. E’ necessario, a mio
avviso, un cambio di indirizzo radicale nelle politiche fiscali e negli
interventi di sostegno all’economia reale, che vuol dire ritorno alla fase
espansiva e all’occupazione”.
Cambio di indirizzo nelle politiche economiche, ma
anche cambio culturale, filosofico quasi, per vivere la crisi come una
possibilità di rinascita verso nuovi modelli sociali oltreche economici.
Brunello Cucinelli, imprenditore che nella crisi ha consolidato la sua via al
successo, si è inserito nel dibattito auspicando
un atteggiamento positivo. “Non dobbiamo avere paura del mondo” ha detto “e dei
grandi cambiamenti. Una crisi, questa crisi, può essere letta come un percorso
verso una nuova civiltà. Tornando dal nuovo mondo, i mercanti portarono in
Europa patate, mais e pomodori: fu uno choc che cambiò l’economia. Oggi la
crisi impone mutamenti altrettanto radficali e dunque dobbiamo avere il
coraggio, finanche di ridisegnare l’umanità. E capire cosa vuole da noi questa
nuova umanità”. Ancora Cucinelli: “Il
prodotto medio non è interessante per l’umanità nuova. Dobbiamo muoverci in
fretta, perché il coraggio vuol dire non aspettare e anche capire quando una
impresa deve essere fermata. Il cambio è soprattutto culturale: abbiamo bisogno
di ritrovarci e tornare a vivere, magari immaginando anche un nuovo modo di
consumare e di essere consumatori”. L’italia è un mercato interessante – ha
aggiunto Brunello Cucinelli – ma a cifre di consumo diverse, forse, e forse
giustamente, per sempre diverse”.
La presidente della Regione Catiuscia Marini ha
concluso i lavori richiamandosi agli interventi pragmatico di Giorgio Mencaroni
e appassionato di Brunello Cucinelli, ed ha invitato alla coesione di tutte le
forze istituzionali da cui devono arrivare risposte immediati a problemi
drammatici, a cominciare dalla disoccupazione giovanile.
“Alla Regione dell’Umbria – ha detto Marini – non si
può non riconoscere di aver individuato strade che hanno trovato quasi
sempre la condivisione anche delle altre
istituzioni locali. Abbiamo mantenuto i conti a posto e nel rapporto tra costi
sostenuti e servizi resi siamo tra le regioni più virtuose. Tutto ciò ci ha
consentito di finanziare e adottare politiche strutturali serie e che possono
dare un effettivo ritorno”.
La presidente Marini ha poi raccolto e commentato le
indicazioni fornite dal Rapporto sullo stato dell’economia provinciale
presentato dal segretario generale della Camera di Commercio di Perugia Mario
Pera, dati non certo positivi e che dicono con chiarezza che per uscire dalla
crisi ci vorrà ancora del tempo.
La Tavola rotonda che ha concluso la Xi Edizione della
Giornata dell’Economia ha portato alla luce le esperienze di cinque giovani
imprenditori perugini. Loro e le imprese che dirigono, pur tra tante
difficoltà, sono riusciti a proiettarsi verso il futuro. Un messaggio di fiducia e ottimismo, ma anche
una strada da imitare e seguire. I loro nomi: Alberto Forini, Chiara
Pucciarini, Nadia Cipolletti, Clelia Cini e Simone Mazzocchi.
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CONGIUNTURA COMMERCIO E RISTORAZIONE I TRIMESTRE 2013: IL FATTURATO DELLE IMPRESE PIEMONTESI DIMINUISCE DELL’1,9% RISPETTO ALLO STESSO TRIMESTRE DELL’ANNO PRECEDENTE |
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Torino, 4 luglio 2013 - Le criticità della fase
congiunturale che sta attraversando il sistema economico regionale si
ripercuotono anche nei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della
ristorazione. Nel I trimestre 2013, infatti, il fatturato (a valori correnti,
iva esclusa) delle imprese piemontesi del commercio al dettaglio in sede fissa
e della ristorazione ha registrato una variazione del -1,9% rispetto allo
stesso trimestre del 2012. La flessione risulterebbe ancora più intensa se
valutata al netto della componente inflativa: nel periodo gennaio-marzo 2013,
infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività
(Nic) del Piemonte ha registrato un aumento dell’1,9% rispetto al
corrispondente periodo dell’anno precedente.
È quanto emerge dall’indagine congiunturale sui
settori del commercio e della ristorazione relativa al I trimestre 2013,
realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle
Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di
aprile e maggio 2013 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2013, e
ha coinvolto 1.108 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in
sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a 3,65
miliardi di euro.
”In un contesto economico che permane critico, anche i
settori del commercio e della ristorazione mostrano evidenti segnali di
difficoltà. La diminuzione progressiva del potere d’acquisto delle famiglie
colpisce infatti sia le strutture di vendita medio grandi, sia i piccoli
esercizi di vicinato. Si rendono quindi indispensabili efficaci interventi di
supporto alla domanda interna da parte del sistema camerale e degli attori
istituzionali: serve un lavoro di squadra che infonda nuovo coraggio e una rinnovata
fiducia alle aziende e ai consumatori del nostro territorio” ha dichiarato
Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte.
Scendendo nel dettaglio delle categorie merceologiche
oggetto di indagine, si osserva un andamento differenziato del volume d’affari
generato. Gli esercizi commerciali appartenenti al dettaglio tradizionale -
esercizi di vicinato - hanno realizzato un decremento del fatturato dello 0,3%
rispetto al I trimestre 2012, mentre quelli della grande distribuzione organizzata
- medie e grandi strutture di vendita - hanno riscontrato una diminuzione
tendenziale del 2,9%. Il volume d’affari complessivamente generato dalle
imprese della ristorazione si è ridotto dello 0,2% rispetto al periodo
gennaio-marzo 2012.
Scendendo nel dettaglio degli esercizi di vicinato, si
rileva la flessione del fatturato scontata dai settori dell’abbigliamento
(-2,0%) e della cultura e tempo libero (-0,4%), cui si affianca il risultato,
solo debolmente positivo, dell’alimentare (+0,2%); risultati migliori si
registrano, invece, per gli esercizi di vicinato che operano nella vendita di
prodotti legati alle sfere dei prodotti per la casa e Ict (+3,7%) e degli altri
prodotti (+2,6%).
La contrazione del fatturato a valori correnti ha
interessato tutte le realtà provinciali, a eccezione della provincia di Novara,
che ha registrato un lieve incremento tendenziale dello 0,9%. Le province di
Vercelli, Alessandria, Torino e Asti hanno realizzato decrementi tendenziali
del volume d’affari del -5,2%, -2,4%, -2,3% e -2,2%. A seguire le flessioni
tendenziali del fatturato riscontrate nelle restanti province: si va dal -1,2%
di Cuneo al -1,1% di Biella, passando per il -0,4% del Verbano Cusio Ossola.
Alla flessione del fatturato si accompagna un giudizio
tutt’altro che positivo fornito dagli imprenditori intervistati in merito
all’andamento degli ordini ai fornitori: il 67% degli intervistati ne ha
dichiarato una contrazione nel trimestre in esame (rispetto allo stesso periodo
del 2012), solo il 7% un aumento, generando così un saldo di opinione negativo
per ben 60 punti percentuale.
Le previsioni degli imprenditori piemontesi per il
periodo aprile-giugno 2013 registrano segnali negativi per tutte le principali
voci, in particolare per quanto concerne gli ordini effettuati ai fornitori
(con un saldo di opinione negativo per 34 punti), il fatturato (con un saldo di
opinione di -33 punti) e l’occupazione (per cui si registra un saldo negativo
per 11 punti).
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PELLETTERIA E COSTRUZIONI: PARADISO E INFERNO DELLE SPA FIORENTINE |
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Firenze, 4 luglio 2013 - Il fatturato medio delle
società di capitali fiorentine continua a crescere nel 2011, anche se con un
ritmo meno intenso rispetto al 2010, avendo comunque incamerato buone
prestazioni soprattutto nella prima parte dell’esercizio. Un ruolo rilevante
nel sostenere le vendite è rappresentato dalle esportazioni, il cui incremento
riesce a controbilanciare il rallentamento della domanda interna. Le imprese
della provincia hanno sofferto maggiormente la perdita del fatturato nel 2009
rispetto alla media regionale, e solo nel 2011 le dinamiche tornano ad
allinearsi, grazie a un tasso di crescita per le imprese della provincia pari
al 2,2%, contro un dato medio regionale fermo all’1,8%. In entrambi i casi,
tuttavia, i volumi appaiono sempre inferiori a quelli del 2007, prima del
manifestarsi della crisi.
Le migliori prestazioni delle imprese fiorentine
rispetto alla media regionale per il 2011 sono confermate anche guardando al
valore aggiunto, con un tasso di crescita dell’1,9% contro l’1,6% del dato
toscano.
Se i volumi di attività reggono, gli investimenti
strutturali si confermano scarsi. Nel 2011 si registra una contrazione pari al
6,4%, ancor più significativa del 2010. In sintesi, quindi, se gli investimenti
stagnano, viene da chiedersi quanto tempo ancora le imprese della provincia
potranno godere un vantaggio competitivo sui volumi e sui margini senza
un’adeguata innovazione tecnologica.
I segnali di ripresa manifestatisi nel primo semestre
del 2011 hanno consentito un ulteriore rafforzamento della redditività degli
investimenti operativi, che si attesta al 5,5% contro il 5,3% dell’anno
precedente. Nonostante tale incremento, tuttavia, la soglia di rendimento
rimane ben al di sotto dei valori ante crisi. La ripresa, infatti, si realizza
con ritmi molto più lenti rispetto a quelli con cui la crisi ha mietuto i
risultati: dei 2,8 punti percentuali persi mediamente tra il 2008 e il 2009, è
stato possibile recuperare nel biennio successivo solo una minima parte, pari a
0,5 punti percentuali. Tuttavia, i risultati del sistema locale appaiono
migliori di quanto fatto registrare a livello regionale, dove la ripresa appare
ancora più lenta.
Il miglioramento dei margini operativi, purtroppo, è
stato interamente riassorbito dalla maggiore incidenza sia degli oneri finanziari
che delle imposte. Perciò il guadagno finale che rimane nelle tasche
imprenditori fiorentini per ogni euro di vendite è stato di poco superiore
rispetto a quello del 2010: 0,57 centesimi, contro 0,55 dell’anno precedente.
Su un piano finanziario, in linea con quanto accade a
livello nazionale, continuano a crescere, seppur a ritmi molto lenti, i livelli
di patrimonializzazione delle imprese fiorentine, fatto positivo in momenti di
crisi così acuta: il patrimonio netto nel 2011 rappresenta mediamente il 17,3%
del totale delle fonti, 0,4 punti percentuali in più rispetto al 2010. La
struttura finanziaria di queste imprese, comunque, rimane fragile e troppo
orientata verso il debito bancario. Focalizzando l’attenzione su quest’ultimo
aspetto, la liquidità generata dal business appare tuttavia sufficiente a
garantire quantomeno la copertura degli oneri finanziari prodotti da tale
debito (tale liquidità è 3,9 volte il carico degli oneri finanziari)
scongiurando quindi forti crisi finanziarie. Questo risultato appare
particolarmente rilevante, alla luce dell’inasprimento delle condizioni di
finanziamento bancario verificatosi negli ultimi anni. - See more at:
http://met.Provincia.fi.it/news.aspx?n=148891#sthash.cyarigwk.dpuf
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GENOVA - AL VIA IL ROAD SHOW NAZIONALE SU MARCHI E DISEGNI COMUNITARI |
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Genova, 4 luglio 2013 - Parte oggi da Genova il terzo
road show nazionale “I marchi e i disegni comunitari per competere in Europa”,
promosso da Uami (Ufficio di Armonizzazione per il Mercato Interno per marchi e
disegni comunitari), Uibm (Ufficio Italiano brevetti e Marchi) e Consorzio
camerale per il Credito e la Finanza in collaborazione con la Camera di
Commercio di Genova.
“Internazionalizzazione e innovazione – commenta il
presidente della Camera di Genova Paolo Odone – sono per le Camere di Commercio
le due chiavi di volta per rilanciare l’economia italiana: la prima per la
parte crescente che la domanda estera sta assumendo nel sostenere la nostra
produzione industriale, la seconda per l’importanza che hanno le imprese ad
alto potenziale di sviluppo nel mantenere competitivo il nostro sistema. Per
questo il Consorzio camerale per il Credito e la Finanza - che riunisce
Unioncamere nazionale e 16 Camere di Commercio fra cui la nostra - ha deciso di
puntare sulla valorizzazione delle imprese ad alto potenziale di sviluppo, e
fra queste ci sono sicuramente quelle che investono in brevetti, ricerca e
sviluppo tecnologico.”
A queste imprese è rivolto il ciclo di sei incontri
nazionali che parte domani alle 10 alla Camera di Commercio di Genova.
L’incontro offrirà prima una panoramica sulle modalità di difesa e
valorizzazione di marchi e disegni, sia in ambito comunitario sia in ambito
nazionale, e affronterà poi le strategie per la valorizzazione del brand e la
sua valutazione economica, per concludersi alle 14.30 con approfondimenti su
temi specifici, fra i quali lo sviluppo della marca e internet.
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BRUNO CAVESTRI NUOVO PRESIDENTE ASSOFERMA |
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Milano, 3
luglio 2013 –
L’associazione Assoferma, che tutela i fabbricanti di serrature, ferramenta e
maniglie, ha nominato Bruno Cavestri della Antipanic Srl come nuovo Presidente
dell’associazione per il biennio 2013-2015.
Bruno Cavestri
da 40 anni opera in questo settore, prima per una importante azienda torinese,
in seguito come socio e dirigente di una società bolognese, esperienze durante
le quali ha riscontrato sempre molta soddisfazione. Dal 2005 conduce insieme ai
familiari una nuova azienda che, nonostante le enormi difficoltà dei mercati,
continua a crescere giorno dopo giorno.
Giacomo Alban
(Alban Giacomo S.p.a.) è stato confermato Vicepresidente
Assoferma.
“Rivolgo i
miei ringraziamenti al Past Presidente Mottura che ha saputo guidare
magistralmente l’associazione - dichiara il
neoeletto Presidente Cavestri - E’ mia intenzione proseguire i temi
sviluppati in questi anni. Le nostre attività mirano a fare cultura della
sicurezza dell’azienda e della persona. Le nostre campagne di comunicazione
raggiungono le pubbliche amministrazioni e gli utenti finali così che ognuno
possa essere aggiornato in merito a maniglie e serrature, prodotti che i soci
Assoferma lavorano e innovano costantemente”. |
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ECO-INNOVATION: OLTRE 150 IMPRESE IN REGIONE TOSCANA IMPARANO COME PRESENTARE PROGETTI “VERDI” |
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Firenze, 4 luglio 2013 – Finanziamenti per oltre 31
milioni di euro destinati alla realizzazione di progetti verdi: è l’opportunità
offerta da Eco-innovation, il bando europeo che, nell’ambito del
“Competitiveness and innovation framework programme” – sostiene tutte le forme
di tecnologia innovativa in grado di ridurre l’impatto ambientale e di
ottimizzare l’uso delle risorse energetiche. Il bando per il 2013 è appena
stato pubblicato e la Regione ha deciso di informare e accompagnare le piccole
e medie imprese nel percorso di accesso al finanziamento organizzando una
giornata informativa in collaborazione con il Ministero dell’ambiente, a
Palazzo Strozzi Sacrati.
“Si tratta di un’opportunità che le nostre imprese
hanno dimostrato di voler cogliere – spiega l’assessore alle attività
produttive Gianfranco Simoncini che ha introdotto i lavori – sono infatti più
di 150 i partecipanti a questa giornata, segnale importante di una presenza in
un settore come quello della green economy, fondamentale per lo sviluppo. Il
bando Eco innovation è uno strumento che viene offerto dall’Unione Europea e
che le imprese toscane hanno già dimostrato di saper utilizzare visto che nei
precedenti bandi sono diverse le aziende toscane ammesse. I risultati
dell’ultimo bando, di cui si attende la graduatoria finale, ci dicono che le
imprese italiane sono particolarmente attente all’innovazione nel campo ambientale.
Su 284 progetti gli italiani ammessi sono stati 91, secondi solo agli
spagnoli”.
Nel corso della mattinata i rappresentanti di alcune
delle imprese toscane vincitrici dei bandi precedenti sono intervenuti per
raccontare la loro esperienza e metterla a disposizione di coloro che intendono
presentare un progetto. L’iniziativa è rivolta ad imprese, consorzi,
istituzioni pubbliche, raggruppamenti di aziende, rappresentanti d’impresa,
consulenti e a tutti i soggetti interessati a presentare proposte progettuali
inerenti a cinque settori prioritari: riciclo dei materiali, acqua, prodotti
sostenibili per l’edilizia, imprese verdi, settore alimentare e delle bevande.
Grazie alla presenza degli esperti del Ministero
dell’ambiente e degli assessorati regionali alle attività produttive e
all’ambiente, gli interessati hanno potuto chiarire dubbi e porre domande, con
la possibilità di confronti faccia a faccia con gli esperti entrando nel merito
delle idee progettuali.
“Quello dell’Eco-innovation è un settore che la
Regione sostiene con forza – ricorda Simoncini – anche con gli strumenti già
messi in campo, e non da oggi, come la creazione del distretto per le energie
rinnovabili, i contributi per l’aggregazione delle imprese, il sostegno alle
filiere e per favorire l’innovazione e la crescita competitiva. In questo
quadro, sarà essenziale l’arrivo delle risorse della nuova programmazione dei
fondi del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) per il periodo 2014-2020,
che saranno per almeno un 20% vincolate ad interventi ambientali, di risparmio
energetico e riduzione delle emissioni di anidride carbonica”.
Nel corso dell’incontro di oggi è stato ricordato che,
secondo calcoli della Commissione europea, per 1 euro speso nelle imprese che
fanno Eco-innovation, si sono prodotti 20 euro di profitto per i suoi
beneficiari, mentre ogni progetto finanziato ha prodotto in media 8 posti di
lavoro in più a tempo indeterminato. “E’ la dimostrazione – conclude Simoncini
– che competitività e tutela dei posti di lavoro posso coniugarsi con la tutela
dell’ambiente, uso responsabile delle risorse energetiche e crescita
sostenibile”.
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CGN E FRIULIA SPA ACQUISTANO IL 30% DI MODEFINANCE LA SINERGIA FACILITERÀ A PMI E PROFESSIONISTI L’ACCESSO AI SERVIZI DI VALUTAZIONE FINANZIARIA |
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Trieste, 4 luglio 2013 - Il Gruppo Servizi Cgn, leader di mercato nel
settore dei servizi di consulenza fiscale, sviluppo di servizi software,
assistenza fiscale e formazione professionale, certificata per commercialisti e
consulenti del lavoro, e la finanziaria del Friuli Venezia Giulia, Friulia Spa,
entrano nella compagine societaria di modeFinance. Modefinance è una startup
innovativa specializzata nell’emissione di rating per l’analisi, la valutazione
economico-finanziaria e la gestione del rischio di credito delle società di
capitale, nata nell’ambito di Innovation Factory, l’incubatore di impresa
dell’Area Science Park di Trieste.
L’acquisizione creerà sinergie in grado di rendere
facilmente accessibili a tutte le piccole e medie imprese i servizi di
valutazione del rischio di credito (rating), anche attraverso smartphone. Con
l´integrazione delle valutazioni di modeFinance dentro i servizi di Servizi Cgn
anche i commercialisti potranno
facilmente conoscere il rischio di credito delle società che seguono,
comprendendone cause ed effetti. Sarà
inoltre possibile l’accesso ampio e immediato alle informazioni
economico finanziarie per la valutazione
del rischio di credito di società estere,
oggi praticamente impossibile per le Pmi.
“Abbiamo deciso di investire in modeFinance
nell’ambito della nostra strategia di acquisizione di partecipazione in startup
innovative e sinergiche con il nostro core business – sottolinea Giancarlo Broggian, Presidente del Gruppo
Servizi Cgn. I prodotti che modeFinance offre sono assolutamente distintivi
rispetto ad altri player presenti sul mercato, e oggi la diversità è un grande
valore aggiunto; oltre a pensare di voler dare un significativo apporto allo
sviluppo commerciale di modeFinance, la combinazione dei loro prodotti con i
nostri permetterà di arricchire e qualificare ulteriormente la nostra offerta.
Sicuramente l’operazione modeFinance deve essere vista come un modello di
riferimento di come incubatori e imprese già operanti sul territorio possano
lavorare in sinergia per favorire la nascita e lo sviluppo di idee
imprenditoriali di valore”.
“La storia di questa alleanza – spiega a sua volta
Gianmarco Zanchetta, Direttore Generale di Friulia Spa - testimonia
l’importanza di un modello partecipativo e propulsivo nel quale Friulia ha
agito come regista e catalizzatore, individuando un’opportunità di crescita per
una start up, affiancandola ad un “gigante” del settore dei servizi alle
imprese come Cgn e apportando capitale ed esperienza imprenditoriale. Non di
sola finanza hanno necessità in questo momento le imprese, ma di un sistema di
alleanze industriali e finanziarie che consenta di bypassare il gap
dimensionale e il magma congiunturale attuale. Due i fattori chiave di questo
progetto: sinergia con i protagonisti dell’animazione e dello sviluppo
imprenditoriale sul territorio; individuazione di un driver specifico di
crescita e costruzione di un piano strategico di partnership industriale e
finanziaria”.
“Si tratta di una ‘prova di maturità’ del sistema
regionale – chiosa Enzo Moi – Direttore Generale di Area Science Park e
Presidente di Innovation Factory - che dimostra che la crescita di un
territorio attraverso l’innovazione richiede attori capaci di cogliere le
opportunità e di giocare ciascuno al meglio il proprio ruolo in quello che è un
vero e proprio lavoro di squadra. A Innovation Factory, Area Science Park ha
affidato un mandato preciso: quello di valorizzare le eccellenti idee dei
nostri giovani ricercatori aiutandoli a trasformarle in nuove imprese. If
acquisisce in partenza una quota del capitale dalla startup incubata e
successivamente lo trasferisce a investitori finanziari e imprenditoriali in
grado di far compiere a queste imprese un ulteriore salto di qualità
dimensionale ed economico. E’ esattamente quello che è avvenuto in questa
operazione”.
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SPRINT BASILICATA; DE FILIPPO: NUOVI MERCATI PER SOPPERIRE ALLA CRISI |
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Potenza, 4 luglio 2013 - “La collocazione nei mercati internazionali è
la via giusta per consentire alle nostre imprese di sopperire alla crisi dei
consumi che nel nostro Paese, come anche in Basilicata, si riflette sul comparto
produttivo. Puntiamo a tanto, con l’obiettivo di consentire un posizionamento
internazionale delle nostre imprese sui mercati emergenti nei Paesi a forte
crescita, destinati a rappresentare nuove ed interessati opportunità per il
nostro sistema di aziende”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata
Vito De Filippo presentando le iniziative a sostegno
dell’internazionalizzazione delle Pmi, tra cui la piattaforma informatica
Sprint Basilicata.
“Le azioni già intraprese dalla Regione in questo settore,
con il supporto di Sviluppo Basilicata – ha sottolineato De Filippo - vanno
nella direzione di garantire ai nostri operatori economici un accrescimento
della loro competitività attraverso l’assistenza e il supporto dei servizi
dedicati come la piattaforma informatica Sprint e la creazione delle reti di
impresa che vede protagonisti i Distretti chiamati a svolgere un ruolo attivo
nell’opera di rafforzamento della capacità del sistema lucano di favorire e
sostenere processi di internazionalizzazione”.
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BASILICATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE; MISURE E SERVIZI PER CRESCITA IMPRESE |
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Potenza, 4 luglio 2013 – Un pacchetto di risorse e
strumenti per dare una mano alle imprese che vogliono internazionalizzarsi,
cogliendo soprattutto le opportunità che potranno giungere dalla nuova
piattaforma informatica Sprint Basilicata, presentata ieri a Potenza dal
presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, dall’assessore regionale
alle Attività produttive Marcello Pittella, alla presenza dell’amministratore
unico di Sviluppo Basilicata Raffaele Ricciuti e del direttore generale del
dipartimento Attività produttive Michele Vita.
La Regione Basilicata, per il tramite del Dipartimento
Attività produttive, scommette e promuove azioni a sostegno delle imprese che
vogliono esplorare i mercati internazionali e agganciare le opportunità che ne
derivano. Le idee ci sono, le risorse pure. Sono quelle messe in campo con
l’avviso pubblico finanziato con 2,8 milioni per promuovere il Sostegno
all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese lucane, che già ha
prodotto numeri importanti. Alla chiamata hanno risposto circa 200 imprese,
unite in forma di “reti”, presentando 30 progetti, segno che le nostre imprese
credono nei mercati esteri e hanno voglia di internazionalizzarsi. Ma non è
tutto.
Ad accrescere ancora di più il tasso di competitività
sui mercati nazionali ed internazionali del sistema produttivo della Basilicata
sono state messe in campo altre misure come azioni per la creazione del modello
“rete di impresa” attraverso il “contratto di rete” con particolare riferimento
allo sviluppo di percorsi di internazionalizzazione. Ai Distretti, per tramite
di Unioncamere e Sviluppo Basilicata in qualità di soggetti attuatori, la
Regione e il Ministero dello Sviluppo economico hanno destinato un progetto per
la creazione della rete di impresa e per lo sviluppo di percorsi di
internazionalizzazione, che si sostanzia in tre misure per la creazione di
informazione, per lo sviluppo di reti di impresa e per la promozione e
creazione di desk sui mercati target. Qui, i fondi stanziati sono circa 1,2
milioni, cofinanziati al 50 per cento con fondi di Regione (Po Fesr Basilicata
2007-2013) e fondi Mise.
In questo contesto è stata potenziata la “porta
d’accesso” ai mercati nazionali e internazionali ovvero lo Sportello regionale
per l’internazionalizzazione delle imprese (Sprint) voluto dalla Regione
Basilicata come strumento operativo finalizzato a fornire uno sportello unico a
supporto delle imprese lucane che intendono affacciarsi sui mercati esteri. Con
il potenziamento dello Sprint la Regione Basilicata intende creare un sistema
virtuoso che metta in relazione da un lato il mondo delle imprese appartenenti
ai distretti regionali e dall’altro quello del pubblico e che sappia fornire
risposte sempre più veloci ed efficaci alle necessità delle imprese che
intendono internazionalizzarsi.
L’intervento sarà realizzato attraverso la creazione
di 3 presidi di assistenza territoriali mobili (front-office) che a rotazione,
presso le sedi dei 6 Comitati dei distretti forniranno alle imprese interessate
servizi, ad esempio, per l’assistenza e il supporto di base in relazione a
certificazione, procedure doganali, fiscali e assicurative; informazione, prima
assistenza sui Paesi e mercati. Poi ancora il supporto alla costruzione di
piani di lavoro dedicati a un mercato, a una impresa, a una filiera di imprese.
Particolare attenzione dello sportello sarà rivolta all’orientamento per
l’individuazione di consulenze per l’acquisizione di servizi specialistici:
approfondimenti di indagine; ricerche di mercato; ricerche partner mirate nei
Paesi e nei settori individuati. Lo sportello, inoltre, garantirà l’assistenza
alla realizzazione di missioni esplorative in loco e follow-up.
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SCENDE L’EXPORT LODIGIANO NEL PRIMO TRIMESTRE 2013 |
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Lodi, 4 luglio 2013 - I primi mesi del 2013 registrano
un rallentamento delle esportazioni commerciali verso l’estero. Lo conferma il
dato Istat, disaggregato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Lodi.
Nel primo trimestre dell’anno l’interscambio lodigiano
ammonta a 1.376 milioni di euro, in calo del 20%, mentre il saldo della
bilancia commerciale è in miglioramento (-270 milioni di euro, rispetto ai -604
del primo trimestre 2012). In Lombardia l’interscambio, pari a 54.686 milioni
di euro, si è ridotto invece del 4% in un anno con saldo negativo di -1.755
milioni, notevolmente ridimensionato rispetto ai volumi del primo trimestre
2012 (-3.635 milioni).
A livello locale le esportazioni ammontano a 553 milioni
di euro e si confermano stabili se considerata la variazione tendenziale di
-0,51% (in linea anche con il dato regionale che si attesta a -0,58%).
Tuttavia, il confronto con l’ultimo trimestre 2012 evidenzia una perdita del
20% sul nostro territorio a fronte di un -5% regionale.
Dove sono destinati i nostri prodotti? A livello di
macro aree l’Europa si conferma il principale mercato di sbocco per le merci
locali (88%), in calo del 6% rispetto al primo trimestre 2012 e del 21%
rispetto allo scorso dicembre. Restringendo il campo ai singoli Paesi possiamo
osservare un flusso di esportazioni del 41% verso la Spagna, del 17% verso la
Francia, del 10% verso la Germania e del 10% verso il Regno Unito. All’asia
solo il 6% dei prodotti lodigiani, pari però all’87% in più rispetto all’anno
precedente. Su 36 milioni di euro esportati in questo continente, il 18% è
diretto in Giappone (soprattutto saponi, detergenti e prodotti per la
cosmetica, per un valore di 5 milioni di euro), il 14% in Cina, il 10% negli
Emirati Arabi Uniti e un altro 10% a Singapore.
La manifattura ingloba la stragrande maggioranza di
prodotti esportati (99%). Una disaggregazione più dettagliata consente di
evidenziare che computer, apparecchi elettronici e ottici rimane la categoria
più esportata (36% sul totale). Seguono sostanze e prodotti chimici con il 22%,
apparecchi elettrici con il 12%.
Il Lodigiano importa invece per 823 milioni di euro,
un dato diminuito del 29% da un anno a questa parte e del 7% nel confronto
congiunturale (rispetto ai -7% e -0,17% regionali). Al contrario, la quota di
importazioni dall’Europa sale dal 61% all’82%. In particolare le merci
provenienti dall’Asia incidono per il 18% sul totale, con una forte riduzione
del 67% rispetto al 2012. Si registra poi un 25% di prodotti europei
proveniente dalla Francia, un 22% dalla Germania, un 10% dai Paesi Bassi. Le
merci asiatiche in importazione invece provengono quasi esclusivamente dalla
Cina (96%).
“Le imprese locali si stanno orientando a cogliere
nuove opportunità, spronate da situazioni
di un sistema paese non favorevole, muovendosi verso l’estero. Mai come
oggi l’affaccio sui mercati internazionali risulta un’importante opportunità e
la Camera di Commercio si conferma presente al fianco delle imprese locali con
misure a supporto dell’internazionalizzazione, come bandi e voucher per la
partecipazione a missioni estere” commenta Alessandro Zucchetti, Presidente
della Camera di Commercio di Lodi.
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LOMBARDIA. CONSUMATORI: REGIONE AL VOSTRO FIANCO |
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Milano, 4 luglio 2013 - Si è insediato ieri pomeriggio, a
Palazzo Lombardia, il Comitato regionale per la tutela
dei
diritti dei Consumatori (Crcu) e degli utenti. Ne è
presidente
per competenza l´assessore al Commercio, Turismo e
Terziario di
Regione Lombardia, Alberto Cavalli, cui fanno capo le
deleghe in
materia di tutela dei consumatori.
Incrementare La Collaborazione - ´Obiettivo di Regione
Lombardia
per questa legislatura - ha detto Cavalli - è senza
dubbio
quello di incrementare la già positiva collaborazione
tra
associazionismo, direzioni generali degli assessorati
e il mondo
istituzionale lombardo, primo fra tutti il Consiglio
regionale.
I temi prioritari sui quali si concentrerà la nostra
azione
saranno prima di tutto il rafforzamento delle attività
di
contrasto alla contraffazione e all´abusivismo; la
lotta alla
sempre maggior diffusione delle varie forme di
ludopatie; la
messa a punto di nuove forma di tutela dell´e-commerce
e delle
forme più innovative di commercio e la promozione dei
prodotti
made in Lombardia´.
Richiesta Al Ministero - Nel corso dell´incontro,
durante il
quale è stato eletto vicepresidente Nunzio
Buongiovanni (membro
dell´Associazione diritti utenti e consumatori della
Lombardia)
si è affrontato poi uno dei temi cruciali per questo
settore.
´Abbiamo accolto con dispiacere la notizia dello
storno, da
parte dello Stato e dai bilanci regionali, di 10
milioni di euro
- ha spiegato l´assessore- a voi destinata. Per questo
abbiamo
chiesto al ministro dello Sviluppo economico un
ripristino delle
risorse e fissato un incontro con il suo nuovo
sottosegretario,
che ci auguriamo possa avvenire in tempi brevi´. I
membri del
Comitato si sono anche confrontati sull´opportunità di
sottoscrivere un nuovo documento condiviso da
indirizzare al
Governo, così da rafforzare l´appello per il reintegro
dei fondi
distratti, avanzato in sede di Conferenza delle
Regioni.
L´intervento Di Regione Lombardia - In attesa di
queste risposte
l´assessore ha annunciato di avere comunque chiesto
che, in fase
di assestamento di bilancio regionale, si provveda ad
inserire
risorse di carattere pluriennale, precedentemente non
previste,
da destinare al comparto. ´Regione Lombardia è ben
cosciente
dell´importanza del ruolo ricoperto da voi volontari -
ha
sottolineato - a maggior ragione alla luce della crisi
economica
che sta mordendo il Paese´. Con centinaia di sportelli
presenti
sull´intero territorio lombardo infatti, le diverse
associazioni
di tutela dei consumatori finiscono oggi con
l´assolvere, grazie
al loro carattere di osservatorio privilegiato sulle
istanze più
urgenti e sentite dai cittadini, una sorta di ruolo da
´welfare
comprimario´. Determinante è anche l´impatto sociale
ed
economico che esse esercitano nel momento in cui la
loro
attività si intreccia, alleggerendola, con quella del
sistema
giudiziario e dell´attività stessa delle imprese. Incontro
Con Upl,il Turismo Per Expo - L´assessore Cavalli oggi
ha
presieduto anche un incontro con le Province per
illustrare le
strategie regionali da adottare in vista di Expo 2015.
´Regione
Lombardia auspica che le ricadute dell´esposizione
universale in
termini di aumento del Pil e di occupazione - ha
concluso - non
costituiscano solo dei semplici dati di rilievo
statistico
temporaneo, legato alla durata dell´evento, ma solide
basi da
sviluppare nel tempo. Questa può essere l´occasione
per
rafforzare ulteriormente l´efficacia dell´attuale
modello di
promozione turistica attraverso interventi mirati sul
territorio´.
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UDINE - IMPRESE INDIVIDUALI, NESSUNA SANZIONE PER MANCATO DEPOSITO PEC |
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Udine, 4 luglio 2013 - Con il 1° luglio è scaduto il
termine entro cui le imprese individuali dovevano provvedere a depositare
all’ufficio Registro imprese delle Camere di Commercio il proprio indirizzo di
posta elettronica certificata (Pec). Per evitare incomprensioni o equivoci, la
Camera di Commercio di Udine comunica che il mancato deposito dell´indirizzo
Pec entro il termine non comporta sanzioni amministrative pecuniarie. Come
conseguenza, però, quando il Registro imprese riceverà una domanda di
iscrizione da parte di una delle imprese individuali che non hanno provveduto
al deposito, invece di irrogare la sanzione, l’Ufficio comunicherà all’impresa
che la sua domanda resterà sospesa fino all’integrazione della documentazione
con l’indirizzo di posta elettronica certificata non depositato entro i termini
di legge. La sospensione durerà 45 giorni; trascorso questo periodo senza
consegna della Pec da parte dell’azienda, la domanda si intenderà non
presentata. La Camera di Commercio ha già evidenziato questa informativa sul
suo sito internet, http://www.ud.camcom.it/ così come al consiglio notarile di Udine,
all´Ordine dei commercialisti di Udine e alle associazioni di categoria di
Udine per la massima diffusione. Per informazioni è possibile contattare
direttamente l’Ufficio Registro Imprese, Fax 0432273548 e-mail: registro.Imprese@ud.camcom.it
e-mail certificata: registroimprese@ud.Legalmail.camcom.it
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BOLZANO: VIA LIBERA AL FONDO PER L´EXPORT |
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Bolzano, 4 luglio 2013 - Per favorire l´attività di export delle
aziende altoatesine, la Giunta provinciale ha creato un fondo esportazioni a
copertura dei rischi d´impresa. Il 1°
luglio la Giunta ha approvato lo schema di gestione del fondo proposto
dall´assessore Thomas Widmann e ha dato via libera ai bandi di gara e agli
accordi.
L´export in Alto Adige arriva a una quota del 19%,
contro un 23% del Trentino e il 40% delle aziende del Tirolo: "Dobbiamo
recuperare terreno e con queste misure vogliamo sostenere le imprese
altoatesine disposte ad esportare", ha spiegato il presidente Luis
Durnwalder dopo la seduta di Giunta. Per rilanciare l´export è stata approvata
una delle misure più significative: lo
schema di gestione del fondo esportazioni proposto dall´assessore Widmann e
creato per garantire all´impresa una copertura di rischio nel caso di ritardi
tra ordine e ultimo pagamento.
Il fondo provinciale ha una dotazione di 5 milioni di
euro che vengono trasferiti alla banca locale di servizio che ha vinto la gara.
Ulteriori 70 milioni di euro custoditi da Alto Adige Finance restano a
disposizione quale riserva di garanzia "e rappresentano un investimento
sicuro per le imprese", sottolinea l´assessore Widmann. Snella anche la
procedura: gli imprenditori interessati a beneficiare del fondo esportazioni si
devono rivolgere alla Ripartizione provinciale finanze o alla Eos, la spefica
domanda viene girata all´istituto finanziario aggiudicatario della gara che si
pronuncia con una valutazione. Sulla concessione della garanzia decide poi il
Consiglio dell´export nel quale sono rappresentati con diritto di voto
Ripartizione provinciale economia, Eos, Alto Adige Finance. Segue la
comunicazione finale all´azienda. In caso di perdita scatta un meccanismo di
recupero: l´imprenditore può rivolgersi alla propria banca di fiducia che
ottiene dall´istituto finanziario gestore del fondo esportazione l´importo a
copertura.
Come partner si potrà ricorrere alla
"Österreichische Kontrollbank" (Ökb), che supporta le aziende
esportatrici austriache con garanzie e finanziamenti istituzionali, considerato
che anche la Provincia di Bolzano ha l‘opportunità di utilizzare i servizi
dell´Ökb.
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IVA: L´ALLARME DI CONFCOOPERATIVE FIRENZE-PRATO “SE SCATTA L´AUMENTO A RISCHIO UNA COOPERATIVA SOCIALE SU TRE” A RISCHIO CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO |
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Firenze, 4 luglio 2013 - “Con l´aumento dell’Iva a
Firenze rischierebbe di chiudere il prossimo anno una cooperativa sociale su
tre: E´ l´allarme di Confcooperative Firenze Prato in merito all´ipotesi di
aumento dell´iva dal 4% al 10% per le cooperative sociali presente nel disegno
di legge di stabilità la cui approvazione è attualmente posticipata ad ottobre.
“Stando così le premesse, con un aumento di 6 punti
percentuali – spiega il presidente di Confcooperative Firenze-prato Stefano
Meli - quasi il 30% delle imprese in questo settore rischia di non arrivare al
2015 mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro. Il mondo cooperativo -
continua - rappresenta un lato del mercato imprenditoriale già consolidato ma
ancora in ombra, l’unico in grado di valorizzare l’idea della comunità che si
mobilita per raggiungere traguardi senza il solo ed unico obiettivo del
profitto ma bensì della creazione di posti di lavoro. Il movimento cooperativo
è sempre stato la risposta nel tempo della crisi poiché può vantare un capitale
abbondante, quello umano ed è per questo motivo che è necessario continuare a
valorizzare l´impresa sociale".
A Firenze nel 2012 sono state registrate 80
cooperative sociali, numero in crescita rispetto al 2011. Rappresentano circa
14.000 soci e 4.000 addetti.
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