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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Luglio 2013
IL PARLAMENTO EUROPEO SOSTIENE IL BLOCCO TEMPORANEO DEI "PERMESSI" DI EMISSIONE CO2  
 
Strasburgo, 4 luglio 2013 - La proposta di congelare la vendita all´asta di un certo numero di permessi d´emissione Co2 per incoraggiare le imprese a investire in innovazione a basse emissioni di carbonio è stata sostenuta mercoledì dal Parlamento, dopo la bocciatura di misura avvenuta in aprile. Questa volta, gli eurodeputati hanno introdotto condizioni più rigorose per il congelamento. La misura mira a ripristinare l´effetto d´incentivazione del sistema di scambio di emissioni, progettato per diminuire le emissioni di gas a effetto serra e contrastare i cambiamenti climatici. Il crescente surplus di quote di emissione - a causa di un eccesso di offerta e del rallentamento economico - ha visto la caduta del prezzo del carbonio ben al di sotto dei livelli stimati quando è stato creato il sistema Ue di scambio di emissioni (Ets). Il Parlamento, sulla base di proposte della commissione ambiente, ha dato il suo accordo per consentire alla Commissione di rinviare la tempistica di una porzione dei crediti da mettere all´asta. "Ora abbiamo un mandato, poiché il Parlamento ha approvato le nostre proposte. Inizieremo i negoziati con i ministri Ue il prima possibile per cercare una soluzione comune che permetterà all´Ets di raggiungere il suo scopo", ha detto il relatore Matthias Groote (S&d, De). "In tutti i continenti, l´esperienza europea di un sistema basato sul mercato per la riduzione delle emissioni di Co2 è presa in considerazione e vista come un´opzione credibile, come è avvenuto recentemente in Cina. Noi non dobbiamo lasciare che l´Ets sia vittima di preoccupazioni a breve termine. Una riforma strutturale del sistema seguirà, per assicurare che resti la pietra angolare della politica climatica ´Ue ", ha aggiunto. La risoluzione legislativa è tata approvata con 344 voti a favore, 311 contrari e 46 astensioni. Evitare trasferimento d´imprese fuori dell´Ue - Negli emendamenti approvati presentati dalla commissione ambiente, i deputati dicono che la Commissione può, in circostanze eccezionali adattare il calendario delle aste, se una valutazione d´impatto dimostra che i settori interessati non dovranno subire un rischio "significativo" di delocalizzazione di imprese al di fuori dell´Ue. La Commissione non potrà fare più di un adattamento di questo tipo, e per un massimo di 900 milioni di quote. Contesto - L´ets, il mercato del carbonio creato nel 2005, stabilisce un massimale complessivo di emissioni permesse che è gradualmente ridotto nel lungo termine. Entro il 2020, le emissioni permesse dei settori coperti dal sistema Ets saranno del 21% inferiore a quello del 2005. Le aziende ricevono o acquistano i crediti messi all´asta dagli Stati membri. Un credito corrisponde a una tonnellata di emissioni di Co2. Le aziende possono anche vendere i crediti non utilizzati. Limitare la fornitura di crediti ne garantisce il valore e ricompensa le aziende che investono per limitare le emissioni.  
   
   
DL EFFICIENZA ENERGETICA, VICARI: UN CONTRIBUTO AL RILANCIO DELL’ECONOMIA LA SODDISFAZIONE DEL MISE PER IL PROVVEDIMENTO CHE ORA PASSA ALLA CAMERA  
 
Roma, 4 luglio 2013 - Il Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso il Sottosegretario Simona Vicari, esprime la propria soddisfazione per l´approvazione in Senato del decreto sull´efficienza energetica. Il provvedimento passerà adesso all´esame della Camera. "Abbiamo svolto- afferma l’esponente del Governo- un importante lavoro, di concerto con le forze parlamentari, che ha consentito di varare un provvedimento che darà il suo contributo alla crescita e al rilancio dell´economia nazionale. Il decreto prevede l´introduzione di un bonus per i grandi elettrodomestici e, rispetto alla versione uscita dal Consiglio dei Ministri, è stato introdotto un contributo di 10mila euro per detrazioni fiscali finalizzato all´acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, che è aggiuntivo rispetto ai 96mila euro previsti per le opere di ristrutturazione immobiliare”. “Inoltre- sottolinea Vicari- è stato stabilito un bonus fiscale per coloro che decidono di operare interventi di riqualificazione edilizia al fine di migliorare la staticità e ridurre il rischio sismico. Ed è stata infine creata un´apposita banca dati presso il Gestore dei Servizi energetici (Gse) all´interno della quale confluiranno tutti i dati relativi ai meccanismi incentivanti erogati nei settori dell´efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili".  
   
   
SARDEGNA: AL VIA IL “POLO ENERGIE RINNOVABILI DI MACCHIAREDDU”  
 
Cagliari, 4 luglio 2013 – Enel Green Power e Seci Energia hanno presentato Ieri al Presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, il progetto del “Polo Energie Rinnovabili di Macchiareddu”, realizzato da Powercrop, joint venture paritetica tra le due società. Il progetto, approvato dal Comitato Interministeriale e classificato di “Interesse Nazionale”, rientra nel programma di riconversione dell’ex zuccherificio Villasor di Eridania Sadam, con il ricollocamento in Powercrop dei lavoratori attualmente in cassa integrazione. I lavori coinvolgeranno nella fase di cantiere circa 200 persone, mentre a regime la nuova realtà produttiva occuperà circa 270 lavoratori tra diretti e indotto. Il Polo, che sorgerà nell’area industriale di Macchiareddu, nel comune di Assemini, sarà costituito da una centrale elettrica da circa 50 Mw composta da una caldaia da 25 Mw alimentata da cippato di legno vergine da filiera e da panello di spremitura; da due motori da circa 11 Mw ciascuno alimentati ad olio vegetale ricavato dalla spremitura in sito di semi oleaginosi; da un impianto a biogas da circa 2 Mw che valorizzi altre biomasse locali, e da un impianto fotovoltaico da circa 200 kW. La produzione annua complessiva stimata soddisferà il fabbisogno di 140 mila famiglie, evitando l’emissione in atmosfera di 220 mila tonnellate all’anno di Co2. Per l’alimentazione a regime del Polo, saranno necessarie circa 100 mila tonnellate all’anno di semi da oleaginose, oltre a 105.000 tonnellate all’anno di cippato di legno vergine da filiera. In tale direzione, già dal 2006 sono state avviate, in diverse aree della Regione, le attività di coltivazione di eucalipto, creando nuove opportunità per circa 150 aziende agricole che utilizzano le loro superfici per la produzione di biomasse anche con finalità energy. Il pieno sviluppo delle filiere agricole e forestali locali e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle potature e dei residui agricoli consentiti dalla realizzazione dei nuovi impianti sarà in linea con la raccomandazione Ue sul ricorso alle biomasse come “una delle soluzioni principali per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la sostenibilità dell’energia in Europa”. “Il progetto Powercrop che prevede l´uso di tecnologie innovative e di miglioramento dei parametri ambientali per la riduzione della Co2 ben si inserisce nell´ambito della strategia regionale di rilancio del sistema produttivo che la Regione Sardegna sta portando avanti in materia di green economy e di energie rinnovabili – ha dichiarato il Presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. “Il progetto - ha proseguito il Presidente - assicura inoltre importanti ricadute anche sul piano occupazionale. Di particolare rilievo potranno essere le ricadute per il mondo agricolo e forestale per le rilevanti quantita´ di biomasse e sostanze oleaginose che dovranno essere prodotte in Sardegna per alimentare l´impianto industriale. Un tema quest´ultimo che impone uno sforzo serio di approfondimento e di ricerca che la Regione intende supportare. Con le altre iniziative di Porto Torres previste con il progetto del polo europeo per la chimica verde, l´impianto Powercrop di Macchiareddu rappresenta in modo concreto come la nostra Isola in questi anni abbia voltato pagina ed intenda affermarsi come Regione all´avanguardia nel campo della economia verde della riduzione di anidride carbonica e delle energie pulite”. “La partenza di questo nuovo progetto conferma l’impegno di Enel Green Power nello sviluppo della biomassa agricola a filiera corta - ha commentato Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel Green Power. “Con l’investimento sulle biomasse locali sarà possibile valorizzare al meglio le risorse presenti sul territorio, anche dal punto di vista occupazionale. Nel caso del Polo di Macchiareddu, grazie all’impegno della Regione Sardegna, saranno sfruttate appieno anche le potenzialità derivanti dall’abbinamento di più fonti rinnovabili, tecnologia quest’ultima che ci vede all’avanguardia a livello mondiale”. “Esprimo forte soddisfazione per essere riusciti ad avviare la cantierizzazione della prima delle sei riconversioni degli zuccherifici, che siamo stati costretti a chiudere nel 2006 a seguito della riforma comunitaria del settore bieticolo-saccarifero – ha dichiarato Gaetano Maccaferri, Presidente del Gruppo Maccaferri e di Seci Energia. “Va dato atto al Presidente e agli Assessori di competenza della Regione Sardegna di essersi fattivamente impegnati per avviare la riconversione. Siamo convinti che attraverso questo impianto a biomasse riusciremo a garantire importanti ricadute economiche sul territorio non solo nell’occupazione diretta e indiretta, ma anche in tutta la filiera agro energetica”.  
   
   
INAUGURATA A MASSA MARTANA CENTRALE SOLARE ANGELANTONI/ CHIYODA: PRESIDENTE G.R.: “SCOMMESSA IMPORTANTE PER L’AZIENDA E PER L’UMBRIA”  
 
Massa Martana, 4 luglio 2013 - "La realizzazione di questa centrale rappresenta una scommessa industriale che non soltanto è importante per l´azienda, ma riveste un grande significato anche per l´Umbria". Lo ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, intervenendo ieri a Massa Martana alla inaugurazione della centrale solare a energia solare concentrata, realizzata da "Archimede Solar Energy", società del gruppo Angelantoni, e da Chiyoda Corporation. Il progetto (che si è avvalso di un contributo di circa 15 milioni di euro provenienti dai fondi strutturali europei, utilizzati - ha detto la presidente - nel nome dell´ambiente e della sostenibilità) rappresenta - ha sottolineato Catiuscia Marini - "una scommessa sull´industria che fa della ricerca e dell´innovazione un fattore di sviluppo e di competitività sul mercato globale, lungo la strada di quella ´green economy´ che unisce in un unico nesso, in un´unica filiera virtuosa, scienza, lavoro, impresa, sviluppo economico e sostenibilità ambientale. È una scommessa sul futuro - ha aggiunto la presidente -, una voglia di futuro sostenuta da una grande visione. La realizzazione di questa centrale ci riempie di orgoglio e ci conferma nella fiducia sulle risorse, le eccellenze, le energie positive che esistono in Umbria e in Italia, e costituiscono la vera garanzia per l´uscita dalla crisi e la ripresa dell´economia".  
   
   
AL VIA LA QUARTA EDIZIONE DEL ¡°GREEN CITY ENERGY PISA¡±  
 
Firenze, 4 luglio 2013 ¨C Sempre pi¨´ ¡°green¡± le citt¨¤ europee verso l¡¯orizzonte del 2020. Si tiene nella citt¨¤ della torre pendente, il 4 e 5 luglio, la quarta edizione del ¡°Green City Energy Pisa¡± nel contesto di ¡°Horizon 2020¡å, il nuovo programma Ue per il finanziamento integrato delle attivit¨¤ di ricerca con una forte attenzione proprio verso la strategia europea per l¡¯energia. E nella sessione mattutina del primo giorno (ore 9:30 presso l¡¯auditorium ¡°Rino Ricci¡± della Camera di Commercio) saranno anche Regioni ed enti locali a fornire il loro punto di vista sui temi dell¡¯efficienza energetica e sull¡¯iniziativa delle ¡°smart cities¡± che integra le questioni dell¡¯energia, dei trasporti e dell¡¯Ict declinandole sulla dimensione delle citt¨¤. Per la Regione Toscana ¨¨ previsto (ore 12) l¡¯intervento della vicepresidente Stella Targetti seguita da Andrea Pieroni e Marco Filippeschi, presidente della Provincia e sindaco di Pisa. Pi¨´ in generale la due giorni affronter¨¤ i modi per ridurre i consumi e per riqualificare il costruito, il ruolo delle reti anche per risparmiare energia nei sistemi urbani, i modi migliori per sviluppare alleanze e cordate con l¡¯obiettivo di vincere i bandi europei sui temi della ¡°green city¡±. Uno spazio anche per i sistemi a fune innovativi per il trasporto pubblico locale. Fra gli eventi collaterali una mostra sul progetto ¡°Pisa Mover¡± e una visita guidata al cantiere ¡°Sesta Porta¡± di Pisa.  
   
   
BIOMASSE IN PROVINCIA DI TRENTO: IL PROGETTO BIO-EN-AREA  
 
Trento, 4 luglio 2013 - Un progetto europeo incentrato sulla ricerca di nuovi approcci, strategie e metodologie per lo sfruttamento delle biomasse, attraverso il quale è stato finanziato il nuovo Piano di Azione per le Biomasse che prenderà avvio nei prossimi mesi. Si tratta di Bio-en-area, i cui risultati sono stati presentati al Palazzo provinciale, nel corso di una mattinata di lavori che ha visto coinvolta l´Agenzia provinciale per le Risorse idriche e l’Energia. Fra le strategie comunicative legate al piano vi sono alcuni video emozionali e video tutorial, on line sul canale Vimeo: http://vimeo.Com/bioenarea, La biomassa, ovvero l’insieme dei prodotti organici vegetali e animali utilizzati a fini energetici, rappresenta attualmente circa la metà (dal 44 al 65%) dell’energia rinnovabile consumata nell’Unione Europea. Anche in provincia di Trento, le biomasse rappresentano, dopo l’energia idroelettrica, la fonte rinnovabile localmente più utilizzata. Il legno da foresta, inteso nelle sue varie forme (residui dalle operazioni di taglio, scarti di prima/seconda/terza lavorazione, legna da ardere) è senza dubbio l’elemento principale, ma non bisogna sottovalutare le potenzialità energetiche delle fonti agricole ed agroindustriali (settore zootecnico, Forsu, potatura della vite e del melo). Le biomasse sono delle fonti energetiche locali che rappresentano un elemento indispensabile per far fronte alla crescente dipendenza delle importazioni in campo energetico. Inoltre, essendo fonti energetiche rinnovabili, il loro sfruttamento permette una significativa riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Per questi motivi, il Piano di Azione per le Biomasse (Bap) della Provincia autonoma di Trento, che sarà un allegato del nuovo Piano Energetico Ambientale provinciale 2014-2020, rappresenta una delle soluzioni principali per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la sostenibilità dell’energia in Trentino. Il Piano di azione entrerà in vigore nei prossimi mesi ma sono già state realizzate alcune prime azioni di comunicazione e sensibilizzazione (video, brochure, sito internet…) rivolte a cittadini e utenti. Infatti, il coinvolgimento e la consapevolezza dei cittadini è, in questo specifico ambito, una delle sfide principali. I video sono stati realizzati con un approccio di tipo “Story Telling”, dando importanza al racconto, utilizzando immagini emozionali, senza tralasciare lo scopo fondamentale del progetto: promuovere e informare il cittadino in modo coinvolgente e chiaro. Ad introdurre i lavori, vi era Alessandra Tanas, dell´Agenzia per le Risorse idriche e l´Energia, che ha illustrato i prossimi obiettivi del progetto, rivolto soprattutto alla sensibilizzazione e al coinvolgimento della popolazione. Quindi Giovanni Giovannini, del Servizio Foreste e Fauna, ha spiegato come in provincia di Trento si stia diffondendo sempre più l´utilizzo del legname quale fonte di energia, anche per il risparmio ad esso connesso, ricordando come in Trentino vi siano all´incirca 130 imprese boschive, nelle quali lavorano numerosi giovani con elevata formazione, al punto che l´età media dei dipendenti delle imprese trentine è di oltre 10 anni in meno rispetto ad altre zone alpine. Roberto Cattoi, della Magnifica Comunità di Fiemme, ha portato l´esempio locale di gestione forestale sostenibile, mentre Luca Tomasi, della Fondazione Edmund Mach, ha ricordato le ultime ricerche dell´ente, incentrate sul contenuto energetico dei boschi, infine Andrea Ventura, del Gruppo Bioenergia, ha parlato del biodigestore di Cadino. Il Progetto Bio-en-area e il Bap - Il progetto Bio-en-area ha come obiettivo principale la condivisione di soluzioni innovative tra regioni europee in materia di bioenergie, considerate non solo come fonti alternative di energia ma anche come catalizzatori di sviluppo locale. Il progetto, coordinato dalla regione spagnola di Castilla y Leon, si avvale della collaborazione di altri sei partner di progetto provenienti, oltre all’Italia, dall’Irlanda, dalla Svezia, dall’Estonia e dalla Grecia. Il progetto intende scambiare buone pratiche ed esperienze tra le varie regioni ed i territori coinvolti nel progetto, per arrivare, come è stato fatto in Provincia di Trento, alla definizione di un Piano d’Azione Provinciale per le Biomasse, al suo interno verranno evidenziati gli obiettivi e le strategie provinciali per lo sviluppo delle Biomasse. Il piano presenta anche alcuni scenari strategici e proposte d´intervento al fine di ottimizzare l´utilizzo della biomassa locale trentina e lo sviluppo della filiera locale. Il progetto Bio-en-area ha anche finanziato la messa a sistema di vari strumenti di sensibilizzazione, che aiuteranno cittadini ed utenti a capire come ottimizzare la filiera locale nella produzione di biomassa legnosa, a capire quali sono gli impianti di combustione a biomassa più efficienti, come effettuare la manutenzione delle caldaie e quali sono i possibili sviluppi per la produzione di biogas in Trentino. Sono stati inoltre sviluppati video e tutorials, puntando su una comunicazione semplice e diretta, ma anche coinvolgente. I video sono pubblicati sul canale Vimeo: http://vimeo.Com/bioenarea  
   
   
LA CONVERGENZA DI TECNOLOGIE M2M RENDE GLI EDIFICI PIÙ INTELLIGENTI, ESAMINATE LE PIÙ INFLUENTI TECNOLOGIE DI AUTOMAZIONE DEGLI EDIFICI  
 
Singapore, Londra e Chicago, 4 luglio 2013 — Gli edifici intelligenti lo diventano ancora di più sfruttando le emergenti tecnologie machine-to-machine (M2m). L´ultimo rapporto Global Sustainability Perspective di Jones Lang Lasalle (Jll) mette in evidenza sei progredite tecnologie che aprono le porte a una nuova era di edifici intelligenti fatta di efficienza energetica, ridotte emissioni e un ritorno degli investimenti in uno o due anni. “Le tecnologie M2m stanno convergendo per rendere più intelligenti di quanto lo siano ora gli edifici intelligenti... E i rispettivi proprietari”, ha affermato Dan Probst, Head of Energy and Sustainability Services presso Jones Lang Lasalle. "Ora siamo in grado di svolgere monitoraggi, verifiche dei sistemi tecnologici e controlli remoti in tempo reale su interi portafogli di edifici, ottenendo miglioramenti eclatanti nelle prestazioni degli edifici stessi e un significativo risparmio energetico". Le sei maggiori tecnologie che più contribuiscono a rendere gli edifici ancora più intelligenti sono: 1. Sensori e contatori wireless. Sensori e contatori dal prezzo accessibile sono ora utilizzabili per monitorare le strutture di automazione degli edifici e ritrasmettere i dati a un centro di comando centralizzato remoto. 2. Internet e cloud computing. L´avvento di Internet e l´abbattimento dei costi di trasmissione dei dati hanno reso economicamente praticabile la trasmissione di dati da milioni di punti di accesso a un centro di controllo. Il relativo basso costo dell´elevata capacità di calcolo del cloud consente di analizzare l´efficacia dei costi a livelli impensabili negli anni passati. 3. Protocolli aperti di comunicazione dei dati. Le nuove applicazioni software risolvono la "babele" creatasi in edifici dotati di molti sistemi automatizzati, ciascuno operato da controlli proprietari. Oggi, protocolli come l´open source Bacnet di Ashrae, Lontalk di Echelon e altri sistemi emergenti supportano la condivisione dei dati tra piattaforme diverse. 4. Potenti software di analisi. Le migliori soluzioni intelligenti di nuova generazione offrono una grande varietà di interfacce informative, algoritmi e strumenti di interpretazione dei dati degli edifici per identificare anomalie, evidenziare le cause di problemi e in certi casi intervenire in remoto sui problemi stessi. 5. Controllo centralizzato remoto. Le tecnologie di protezione di Internet vengono sfruttate per proteggere le trasmissioni dei dati da centinaia di edifici di un portafoglio immobiliare a un centro di controllo operato non-stop da professionisti. 6. Gestione integrata degli ordini di lavoro. Oggi i sistemi di gestione degli edifici possono essere integrati in un sistema di ordini di lavoro per semplificare le comunicazioni con il personale presente nell´edificio laddove sia necessario intervenire fisicamente. "Il monitoraggio e il controllo remoto di un intero portafoglio immobiliare non era affatto possibile anche solo cinque anni fa", ha affermato Probst. "I proprietari e gli investitori oggi capiscono che i risultati della gestione di edifici più intelligenti valgono l´investimento e possono ripagarsi totalmente entro uno o due anni". I proprietari di edifici oggi sono alla ricerca di questi risultati per aumentare l´efficienza delle operazioni, ottenere risparmi energetici, migliorare la pianificazione dei capitali e ridurre le emissioni. In tutto il mondo le aziende hanno investito nel 2012 un totale di $ 5,5 miliardi in sistemi intelligenti, una cifra destinata a raggiungere secondo le previsioni $ 18,1 miliardi nel 2017, con un tasso di crescita annuale composito del 27,1% secondo Idc Energy Insights. Il termine "edificio intelligente" si applica a strutture controllate da computer attraverso un sistema di automazione dell´edificio (Bas, Building Automation System) per controllare riscaldamento, ventilazione, condizionamento d´aria, illuminazione, ma anche impianti d´acqua, antincendio e di protezione personale in tutto l´edificio.  
   
   
TERREMOTO - OLTRE 13,8 MILIONI DI EURO PER 196 INTERVENTI NELLE PROVINCE DI BOLOGNA, MODENA, FERRARA E REGGIO EMILIA. LO DEFINISCE UN´ORDINANZA COMMISSARIALE CHE AUTORIZZA INTERVENTI PROVVISIONALI URGENTI DI MESSA IN SICUREZZA SU STRUTTURE PUBBLICHE E PRIVATE  
 
Bologna, 4 luglio 2013 – Oltre 13,8 milioni di euro per 196 interventi nelle aree colpite dal sisma. Lo definisce un’ordinanza, la numero 77/2013 del presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione, Vasco Errani, varata oggi pomeriggio. Con l’atto, vengono autorizzati interventi provvisionali indifferibili e urgenti di messa in sicurezza e la conseguente spesa prevista per ciascuno di essi nelle province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Nella lista delle 196 operazioni, richieste dai Comuni e recepite dalle Province, 121 riguardano la messa in sicurezza di edifici di residenza pubblica Acer, 20 sono di ripristino ad aree e strutture impiegate per la gestione dell’emergenza, mentre le altre sono relative alla messa in sicurezza di palestre e impianti sportivi, edifici pubblici e chiese. Tre gli interventi di ripristino di impianti di bonifica, tra i quali spicca per impegno economico - 2 milioni di euro - l’intervento provvisionale dell’impianto irriguo di Sabbioncello, nel mantovano, la cui riparazione è essenziale per la funzionalità di un sistema utile a irrigare un comprensorio agricolo di circa 60 mila ettari in Emilia-romagna. L’ordinanza è consultabile sul sito www.Regione.emilia-romagna.it/terremoto nella sezione “Atti per la ricostruzione”, e sarà pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Emilia-romagna (Burert).  
   
   
LOMBARDIA.CASA, A SINDACATI: RAPPRESENTINO TUTTI  
 
Milano, 4 luglio 2013 - Dopo i neo commissari delle Aler, l´assessore regionale alla Casa, Housing sociale e Pari opportunità, Paola Bulbarelli, ha ricevuto oggi i rappresentanti dei sindacati confederali. Al centro dell´incontro i temi sui quali si dovrà lavorare durante la legislatura; in particolare la riforma delle Aziende che gestiscono il patrimonio lombardo di edilizia residenziale pubblica - attualmente in discussione presso le commissioni consigliari - e le nuove convocazioni del Tavolo permanente sulla casa (saranno mensili). Sindacati Rappresentino Tutti, Non Solo Chi Ha Tessera - ´Anche ai sindacati - ha spiegato Paola Bulbarelli - ho confermato la totale disponibilità dell´assessorato e mia a un confronto continuo e proficuo. A una condizione però, e cioè che i rappresentanti sindacali si facciano veramente interpreti delle esigenze e dei bisogni di tutti gli inquilini delle Aler, non solo di coloro che hanno le tessere´. ´Non sono credibili - ha continuato Paola Bulbarelli - coloro che rivendicano diritti solo per pochi. La casa, infatti, è un diritto, a maggior ragione in un momento di crisi diffusa come quello che stiamo attraversando. E il mio lavoro vuole andare proprio in questa direzione´.  
   
   
INDESIT, IL MISE IN CAMPO PER RICERCARE NUOVE PROSPETTIVE MINISTRO AD AZIENDA: RIVEDERE IL PIANO, IL 16 NUOVO INCONTRO  
 
Roma, 4 luglio 2013 - Con l’invito da parte del Ministro allo Sviluppo Economico Flavio Zanonato all’azienda a rivedere il piano che prevede 1425 esuberi, e la manifesta volontà del management di non lasciare l’Italia, si è conclusa la prima riunione del Tavolo Indesit, riconvocato per il 16 luglio. All’incontro- presieduto dal titolare del Dicastero di Via Veneto accompagnato dal Sottosegretario Claudio De Vincenti- hanno preso parte i rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’amministratore delegato della multinazionale Marco Milani, le istituzioni locali, i parlamentari delle regioni interessate (Marche e Campania), le organizzazioni nazionali e territoriali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Ugl Metalmeccanici. Nel corso del confronto, il Ministro ha espresso la forte preoccupazione del Governo per il piano annunciato dall’azienda che, con i tagli previsti, finirebbe per acuire le sofferenze di aree già colpite da una pesante crisi industriale. E molti degli interventi hanno sottolineato infatti la situazione critica, sia dal punto di vista occupazionale che sociale, che si verrebbe a determinare se il piano dovesse essere attuato. In tale contesto, sentite le parti presenti e, in particolare, acquisita la volontà- manifestata dal management Indesit- di non voler abbandonare il Paese, il Ministro Zanonato ha rivolto l’invito all’azienda a rivedere il piano di riassetto del gruppo, anche alla luce di elementi emersi durante il dibattito. Si è pertanto convenuto, al fine di condurre nel frattempo i più opportuni approfondimenti, di riconvocare un altro incontro per il 16 luglio, per valutare nuove prospettive per gli stabilimenti e le possibili attività di ricerca e sviluppo per prodotti di alto valore tecnologico.  
   
   
TAVOLO NAZIONALE INDESIT: INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE MARCHE, GIAN MARIO SPACCA.  
 
Ancona, 4 luglio 2013 - “Si è aperto oggi il confronto tra azienda, sindacati e istituzioni che, con insistenza, avevamo richiesto; ora la disponibilità al dialogo e gli impegni rilevanti assunti dall’azienda debbono tradursi in azioni e fatti concreti per la tutela dei lavoratori e il rilancio del settore. La realizzazione della piattaforma di ricerca e innovazione che abbiamo proposto, nel confronto odierno è emersa essere un progetto importante di politica industriale nazionale che può agevolare il dialogo e favorire gli obiettivi che ci siamo proposti. Quindi non verrà meno il nostro impegno. La modifica necessaria del piano Indesit può così essere agevolata, favorendo la prosecuzione del confronto tra azienda, sindacati e istituzioni. Sono queste le priorità che la Regione Marche ha immediatamente proposto, dopo la presentazione del piano Italia di Indesit e che oggi sono state ribadite e accolte al tavolo nazionale che il Ministro dello Sviluppo ha prontamente attivato”: così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca (oggi a Bruxelles al Parlamento Europeo quale capodelegazione delle Regioni italiane) interviene sulla vicenda Indesit. “È necessario difendere il lavoro - prosegue il presidente Spacca – creando condizioni per attrarre e mantenere, in Italia, i presidi locali dell’industria manifatturiera degli apparecchi domestici e professionali. Per coniugare tali priorità e offrire una prospettiva strutturale al comparto, è indispensabile una politica industriale nazionale di settore, per evitare la deindustrializzazione, puntando soprattutto su ricerca e sviluppo. A questa finalità risponde la piattaforma di ricerca e innovazione, che potrebbe realizzarsi nello stesso stabilimento di Melano”.  
   
   
UN MANAGER PER LE MIGLIORI START UP MILANESI  
 
Milano, 4 luglio 2013 - Un dispositivo che elimina i satelliti artificiali al termine della loro vita rimuovendoli dalla loro orbita; verifiche immediate di tracciabilità e contraffazione di qualsiasi prodotto tramite l’invio del codice a barre ad un sito; un laboratorio d’analisi low cost con uno smartphone e una provetta per analizzare le componenti del latte, di un pomodoro o di qualsiasi altro alimento; un nuovo modo di cucinare in affitto, un ristorante aperto 24 ore su 24, nessun cameriere, nessun menù da sfogliare, neanche cuochi che “spadellano” in cucina chiunque si può cimentare ai fornelli; una ricerca in appena 3 click di mouse per trovare il corso giusto oppure tutti gli eventi della tua città in un click. Sono alcune delle idee delle 23 start up che partecipano al contest organizzato dalla Camera di Commercio di Milano e dalla Provincia di Milano attraverso il Consorzio camerale per il Credito e la Finanza, per aiutare le start up della provincia di Milano a incontrare gli investitori a arricchire la propria azienda con nuove professionalità. I vincitori della selezione otterranno infatti ognuno un voucher di 7.500€, che potrà essere usato per inserire in azienda un manager con esperienza. Oggi a palazzo Affari ai Giureconsulti www.Palazzogiureconsulti.it 23 start up dei settori Web, Ict, produzione e commercio, media & communication, medico-scientifico e una giuria di investitori hanno dato vita ad un contest per dare modo agli startupper della provincia di Milano di presentare la propria impresa al mondo degli investitori. Le undici migliori start up avranno la possibilità di attivare una collaborazione con un manager qualificato usufruendo di un voucher. Le aziende che partecipano. Alive Events & Communication Srl | Almamentis Srl |B. Tan Srl | Bia Srl | Blue Gold Inc. | C3 Click Srl | D-orbit Srl | Hirelia Srl | Hotel Selling Srl | Kalpa Srl | Kingfisher Polymers Srl | Kook Sharing Srl | Living Media Srl | Milano Music Consulting Srl | Mochunk Srl | Next Italy Srl | Proxentia Srl | Sem Srl | Sia Aerospace Srl | Stella Juno Srl | Studio Duedi Srl | Vin. Ci. Srl | Yeep Srl. "Come Camera di Commercio di Milano ci siamo attivati insieme alla Provincia di Milano - ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio di Milano - per rafforzare con questa iniziativa le imprese start up. In questo periodo di difficile crisi, le start up sono importanti a Milano, centro dell´economia del Paese, per rafforzare i contenuti innovativi e la vocazione dei giovani alle imprese. Questa azione, in particolare, incentiva la collaborazione tra diverse generazioni, rispondendo al bisogno sia delle startup che dei manager con esperienza, fattori rilevanti per il successo di queste giovani imprese”. “La consolidata collaborazione tra Provincia e Camera di Commercio – commenta Paolo Giovanni Del Nero, assessore allo Sviluppo economico, formazione e lavoro della Provincia di Milano – ci ha permesso di unire sforzi e risorse economiche, mettendo a frutto le reciproche esperienze. In questi anni abbiamo puntato in particolare sui giovani e sulla creatività, favorendo la nascita di nuove imprese quali componenti essenziali per far ripartire l’occupazione e rilanciare l’economia. Questo è certamente il momento giusto per creare una start up, coltivare idee e mettersi in gioco”.  
   
   
COMO-LECCO: INDAGINE CONGIUNTURALE RAPIDA – MAGGIO 2013  
 
Como, 4 luglio 2013 - Il quadro delineato attraverso l’esame degli indicatori dell’Osservatorio rapido congiunto di Unindustria Como e Confindustria Lecco relativo a maggio 2013 mostra ancora evidenti gli effetti della crisi, pur con timidi segnali di miglioramento riguardanti, in particolare, l’attività produttiva. Elemento questo in linea con quanto comunicato dal Centro Studi nazionale di Confindustria. La capacità produttiva utilizzata si attesta al 75,1% di quella totale disponibile; i livelli di domanda sul mercato domestico restano stagnanti e le previsioni per le prossime settimane sono negative per un’azienda su cinque. Si continuano inoltre a rilevare le criticità evidenziate nelle precedenti edizioni dell’indagine: le diffuse situazioni di insolvenza e i giudizi sullo scenario del mercato del lavoro, caratterizzato da un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, rivelano possibili dinamiche negative per i prossimi mesi. Gli Ordini - L’indicatore associato alla domanda delle aziende di Lecco e Como delinea uno scenario ancora rallentato e caratterizzato in particolare dalla debolezza del mercato domestico. Risultano migliori invece i giudizi relativi all’export, più dinamico. A livello nazionale oltre i tre quinti del campione (62,1%) indicano un sostanziale mantenimento degli ordini rispetto a quanto registrato in aprile, periodo caratterizzato da un marcato rallentamento rispetto ai mesi precedenti. I restanti giudizi confermano questo quadro. Si riscontra infatti un pareggio tra le imprese che comunicano un aumento della domanda (19,7%) e quante rivelano una contrazione (18,2%). La situazione sui mercati esteri risulta invece più vitale: il 51,7% del campione ha mantenuto la propria posizione mentre il 29,3% ha conseguito risultati positivi in termini di maggiori ordinativi. Ammonta per contro al 19% la quota di soggetti che ha comunicato una minor intensità degli scambi. La Produzione - L’attività produttiva delle due Province è risultata abbastanza vivace. Per oltre il 57% del campione non si sono registrate variazioni rispetto al precedente mese, mentre per la prima volta nel corso dell’anno i giudizi positivi hanno superato quelli di rallentamento (27% contro il 15,9%). Si tratta comunque di un risultato che arriva dopo mesi in frenata e che rappresenta dunque un andamento quasi fisiologico. Quanto detto viene rafforzato dal dato sulla capacità produttiva che a maggio ha raggiunto il 75,1%, dopo il 72,6% di aprile. Il Fatturato - Il fatturato delle imprese lecchesi e comasche segue le dinamiche evidenziate per la domanda, sorretta dall’export, e dell’attività produttiva, segnando una fase di discontinuità rispetto alle rilevazioni dei primi mesi dell’anno. A fianco del 39,4% di imprese che non hanno indicato variazioni nel proprio volume d’affari e di un 16,7% di quanti hanno registrato una contrazione, il 43,9% del campione ha comunicato livelli di fatturato in aumento. Le Previsioni - Il quadro per le prossime settimane non appare particolarmente positivo. Il 69,2% del campione non prevede particolari cambiamenti rispetto alla situazione attuale, mentre i giudizi volti al ribasso, pari al 20%, superano quelli positivi che si fermano al 10,8%. Circa la metà delle aziende del campione segnala una visibilità limitata e inferiore al mese; il 29,2% dichiara di riuscire a coprire un orizzonte temporale di qualche mese, mentre risulta in aumento rispetto ad aprile la percentuale di aziende con una visibilità superiore al trimestre (21,5% attuale contro un precedente 17,6% di aprile). Le Materie Prime - L’approvvigionamento delle materie prime nel mese di maggio non mostra particolari situazioni anomale per le imprese del campione, confermando quanto evidenziato nelle precedenti edizioni dell’Indagine. Oltre i due terzi delle imprese (76,6%) ha infatti indicato di aver operato con listini stabili rispetto ai prezzi di aprile per le principali commodities utilizzate. Nei casi di variazione dei prezzi, si è trattato principalmente di andamenti in diminuzione (20,3%) mentre l’aumento è stato indicato per una quota residuale del campione (3,1%). La Solvibilita’ - Come per le precedenti edizioni per le imprese di Lecco e di Como emerge un problema legato alle insolvenze da parte dei clienti ed ai ritardi nei pagamenti. Tale situazione ha infatti interessato quasi i due terzi del campione (62,1%); di questi circa il 18% ha riscontrato una situazione di peggioramento rispetto ai mesi precedenti, mentre per il 78% non si sono registrati cambiamenti. I Rapporti Con Gli Istituti Di Credito - Nei rapporti con gli Istituti di credito con i quali le aziende delle due Province operano abitualmente non emergono particolari cambiamenti. Poco oltre l’82% del campione ha comunicato una situazione di stabilità rispetto al mese precedente, mentre i giudizi di peggioramento e miglioramento sono stati rispettivamente 10,4% contro il 7,5%. L’occupazione - Lo scenario occupazionale continua a rappresentare un elemento di criticità a livello di entrambi i territori. I giudizi riguardanti i livelli del mese di maggio sono improntati principalmente sul mantenimento dell’occupazione (85,1%), nonostante sia rilevabile una quota di giudizi in diminuzione (10,4%) superiore a quella indicante una possibile espansione della forza lavoro (4,5%). Le aspettative occupazionali per le prossime settimane non si rivelano improntate alla fiducia. Il 77,6% del campione si mantiene orientato alla stabilità mentre per oltre un’impresa su cinque (il 20,9%) i giudizi sul proprio settore di appartenenza sono negativi. Residuale infine la percentuale di soggetti che ipotizzano un’espansione dei livelli (1,5%). I Dati Di Como - L’andamento della domanda in questi primi mesi del 2013 evidenzia il protrarsi della crisi oramai da diversi mesi, vi sono però alcuni segnali positivi che suggerirebbero l’arrestarsi della caduta. Questo scenario migliore porta a prevedere una caduta del Pil per il 2013 non superiore al 2%. La produzione industriale registra un lieve incremento su base mensile pari a 0,5%. In giugno, la distanza dal picco di attività pre-crisi (aprile 2008) si attesta a -24,6%, nel corso degli ultimi tre mesi i livelli produttivi hanno perso terreno per -0,8%. Sebbene l’Istat registri cauti segnali di maggior fiducia presso le famiglie, l’indice della fiducia delle imprese è ancora in territorio recessivo benché l’indicatore sia stazionario e non più in caduta. La fiducia delle famiglie lentamente ritorna a migliorare in questo inizio 2013 dopo una caduta incessante da inizio 2010, con conseguenti attese positive sui consumi. Quest’ultime aspettative sono però notevolmente influenzate in negativo dalla quota di spese fisse e non evitabili (bollette e tassazione) che erodono considerevolmente il reddito famigliare, nonostante il già citato contesto di maggior fiducia. L’incremento di attività di giugno, secondo le imprese intervistate, è da attribuirsi al buon andamento della domanda estera. Si segnala che in provincia la propensione all’export è molto forte: il 13% degli intervistati vende all’estero più della metà del proprio fatturato, il 28% delle imprese esporta quota consistenti (dal 20 al 50% delle vendite totali), il 18% del campione esporta dal 5% al 20% del fatturato. Paesi come Germania, Francia e Stati Uniti registrano una ripresa della produzione industriale e quindi della crescita economica consistenti, sono plausibili futuri effetti traino per le esportazioni italiane. Anche i paesi emergenti sono ormai una realtà con l’incessante crescita, l’80% della crescita economica nel mondo si ha in queste nazioni. Nel mese di maggio in provincia di Como sono state autorizzate circa 800 mila ore di cassa integrazione ordinaria, registrando un -10% rispetto al maggio 2012. La cassa straordinaria è invece in forte aumento rispetto al maggio del 2012 attestandosi a oltre 900.000 ore autorizzate (erano 200.000 nel 2012), l’aumento medio annuo registrato nei primi cinque mesi di quest’anno è del 30%. “I piccoli segnali positivi, come la maggior fiducia nelle famiglie e, di conseguenza, una maggiore propensione al consumo, devono essere accolti da noi imprenditori con speranza e voglia di guardare avanti – commenta Francesco Verga, Presidente di Unindustria Como -. Purtroppo però le ore di cassa integrazione straordinaria richieste dalle nostre imprese sono notevolmente aumentate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’attività con l’estero continua invece a registrare piccoli incrementi che ci confermano che quella è la strada da seguire. Ma se ripartissero anche i consumi interni ripartirebbe tutto il Paese”.  
   
   
ANNUARIO STATISTICO REGIONALE 2013: ON LINE TUTTI I DATI SU PIEMONTEINCIFRE.IT UNIONCAMERE PIEMONTE TRACCIA UN BILANCIO DEL 2012 E DEI PRIMI MESI DEL 2013 ATTRAVERSO LE PRINCIPALI STATISTICHE SOCIO-ECONOMICHE A LIVELLO REGIONALE E PROVINCIALE  
 
Torino, 4 luglio 2013 - Mercato del lavoro, popolazione, istruzione, indicatori economici, commercio estero, anagrafe delle imprese, credito, turismo: questi alcuni degli ambiti d’indagine analizzati nella ventunesima edizione di “Piemonte in Cifre”, l’Annuario Statistico Regionale realizzato da Unioncamere Piemonte. Da oggi i dati aggiornati sono on line sul sito www.Piemonteincifre.it, che raccoglie le principali statistiche socio-economiche a livello regionale e provinciale, con l’obiettivo di far conoscere il territorio piemontese sotto diversi e complementari punti di vista. “L’annuario Statistico Regionale ‘Piemonte in Cifre’, fiore all’occhiello della collana editoriale di Unioncamere Piemonte da oltre un ventennio, si colloca nell’ambito delle attività di osservazione e studio dell’economia locale, che rappresentano un punto fondamentale della mission del sistema camerale. È solo disponendo di informazioni statistiche attendibili e puntuali, infatti, che la Pubblica Amministrazione, insieme a tutti gli operatori economici, sociali e culturali, può programmare in maniera efficace le proprie politiche, affidandosi a parametri certi - sottolinea il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. Dai dati emerge come il Piemonte resista grazie all´export, ma con una dinamica di crescita rallentata, che, insieme alla flessione della produzione industriale e dell’occupazione, rende sempre più urgenti interventi strutturali a sostegno della crescita”. Il I trimestre 2013 in sintesi
I trimestre 2013
Occupati (variazione rispetto al I trimestre 2012) -4,2%
Persone in cerca di occupazione (variazione rispetto al I trimestre 2012) +22,8%
Tasso di occupazione (15-64 anni) 62,3%
Tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) 11,2%
Export di merci (variazione rispetto al I trimestre 2012) +1,2%
Tasso di crescita imprese -0,8%
Produzione industriale (variazione rispetto al I trimestre 2012) -5,1%
Fatturato (valori correnti, iva esclusa) imprese del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione (variazione rispetto al I trim. 2012) -1,9%
Impieghi bancari ª -0,3%
Depositi bancari ª +4,1%
ª La variazione si riferisce all´aggregato di Banche e Cassa Depositi e Prestiti ed è calcolata rapportando il dato di marzo 2013 su di quello di dicembre 2012. Fonte: elaborazioni Unioncamere Piemonte su dati Istat, Infocamere, Banca d’Italia Popolazione In base ai dati parziali del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, al 9 ottobre 2011 la popolazione residente in Piemonte - costituita dalle persone che vi hanno dimora abituale - ammonta a 4.363.916 abitanti, dei quali 2.258.928 donne (il 51,8%) e 2.104.988 maschi. La popolazione censita si distribuisce per oltre la metà nella provincia di Torino (2.247.780 residenti, pari al 51,5% del totale regionale), per il 13,4% a Cuneo (586.378 unità), per il 9,8% ad Alessandria (427.229 unità), per l’8,4% a Novara (365.559 residenti) e per il 17,0% nelle altre province. Rispetto al 2001, quando la popolazione era pari a 4.214.677 residenti, l’incremento è del 3,5%, risultato dell’aumento registrato dalla sola componente straniera. Infatti, nel decennio intercensuario la popolazione piemontese di cittadinanza italiana è diminuita di quasi 100mila individui (99.707, per un calo del 2,4%) mentre quella straniera è cresciuta di 248.946 unità. In base agli ultimi dati diffusi dall’Istat il 25 giugno 2013, la popolazione residente in Piemonte al 31 dicembre 2012 ammonta a 4.374.052 abitanti. Mercato del lavoro In base alla “Rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat, gli effetti negativi della fase recessiva che ha colpito l’area Euro hanno provocato, nel 2012, un ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro: i dati riferiti alla media dell’anno mostrano come gli occupati in Piemonte ammontino a 1.846mila, oltre 21mila unità in meno rispetto al 2011 (-1,1%). Il tasso di occupazione della popolazione in età 15-64 anni risulta pari al 63,8%, oltre mezzo punto percentuale in meno rispetto al 2011. Il calo dell’occupazione ha riguardato in misura maggiore la componente maschile (-1,3%) rispetto a quella femminile (-1,0%). Il tasso di occupazione maschile, che nel 2011 aveva raggiunto la quota di 71,5 punti percentuale, è sceso nel 2012 al 70,7%, mentre quello femminile è sceso dal 57,2% al 56,9%: la differenza tra i generi, quindi, è diminuita. Il calo dell’occupazione scaturisce dalle flessioni delle unità lavorative registrate in tutti i settori e, in particolare, nell’agricoltura e nell’industria. Parallelamente alla contrazione dell’occupazione, il 2012 registra un consistente aumento delle persone in cerca di occupazione (+21,3%), che sono passate da 154mila a 187mila unità. Il tasso di disoccupazione è passato dal 7,6% del 2011 al 9,2% del 2012. Le difficoltà che continuano a caratterizzare il mercato del lavoro piemontese sono testimoniate anche dal massiccio ricorso delle imprese piemontesi agli ammortizzatori sociali: le ore complessivamente concesse di Cassa integrazione guadagni nel 2012 ammontano, infatti, a oltre 143,1 milioni. Istruzione Nel mondo dell’istruzione piemontese si contano, nell’anno scolastico 2011-2012, 590.859 studenti tra scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e Ii grado (compresi i 13.254 allievi dei percorsi di istruzione e formazione professionale, i cosiddetti Iefp, che, a partire dall’anno scolastico 2011-2012 sono diventati ordinamentali); di questi 71.859, pari al 12,2%, sono stranieri. L’incidenza maggiore, compresa tra i 13 e i 14 punti percentuale, si riscontra nella scuola primaria e in quella dell’infanzia, dove si collocano gli stranieri di seconda generazione, che crescono e studiano nel nostro Paese. Dai dati sugli indirizzi scolastici delle scuole superiori emerge come il 33,1% degli alunni frequenti un istituto tecnico, il 46,6% il liceo e il 20,3% un istituto professionale. Gli Atenei piemontesi contano, nell’anno accademico 2011-2012, 103.474 iscritti: quasi 5mila in più rispetto all’anno accademico precedente. Nell’anno solare 2011 i laureati presso gli Atenei piemontesi sono stati quasi 18mila, in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente. Indicatori economici Secondo le ultime stime elaborate da Prometeia, nel 2012 il Pil ha registrato, rispetto al 2011, una flessione del 2,4% a livello nazionale (variazione a prezzi costanti) e una diminuzione del 2,3% a livello piemontese. Ciononostante, il Piemonte continua a mantenere pressoché invariato il suo contributo alla formazione della ricchezza nazionale, producendo, con 125.410 milioni di euro, l’8,0% del Pil italiano. Dal confronto con le altre regioni, effettuato considerando il valore aggiunto per unità di lavoro, emerge che il Piemonte, con 58.869 euro per unità di lavoro, si colloca al di sotto del valore nazionale (59.051 euro), occupando l’8° posto della classifica italiana, con la Lombardia (68.340 euro) e il Lazio (64.229 euro) nelle prime due posizioni. Dal punto di vista settoriale, sono i servizi a creare, nel 2012, il 70,7% del valore aggiunto regionale; l’industria contribuisce con una quota del 27,7%, mentre è pari all’1,6% il contributo dell’agricoltura. Commercio estero Nel 2012 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 39,7 miliardi di euro, registrando un incremento del 2,9% rispetto al 2011. Le importazioni hanno manifestato, al contrario, una dinamica negativa (-8,6%) attestandosi sui 26,6 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale piemontese si mantiene, pertanto, attivo per 13,1 miliardi di euro, in crescita rispetto al valore del 2011 (9,6 miliardi di euro). L’incremento realizzato dalle esportazioni regionali risulta inferiore al dato medio nazionale (+3,7%); il Piemonte si conferma, anche nel 2012, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,2% dell’export complessivo italiano. La crescita dell’export piemontese non ha interessato tutti i comparti. La meccanica, primo settore delle esportazioni piemontesi con una quota pari al 21,1%, ha incrementato le vendite oltre confine segnando un +8,4%. Il comparto dei mezzi di trasporto, che genera il 20,3% dell’export regionale, ha invece registrato una flessione pari al -3,7%, frutto della diminuzione dell’export di autoveicoli (-4,3%) e della componentistica autoveicolare (-5,1%). Particolarmente brillante è apparsa la performance del settore dei metalli e prodotti in metallo (terzo per importanza sulle esportazioni complessive), che ha registrato un aumento del 12,5%. Superiore alla media regionale anche l’incremento registrato dal comparto alimentare (+5,6%), mentre il tessile-abbigliamento ha manifestato una lieve flessione delle vendite oltre confine (-0,7%). Il principale bacino di riferimento risulta, anche nel 2012, l’Ue 27, che convoglia il 58,9% dell’export regionale, contro il 41,1% destinato ai mercati extra-Ue 27. Anagrafe delle imprese Nel 2012 sono nate 28.904 aziende in Piemonte; considerando le 30.834 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è negativo per 1.930 unità, dato che porta a 461.564 lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2012 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,41%, inferiore rispetto a quello del 2010 (+0,18%) e in controtendenza rispetto alla media nazionale (+0,31%). A fine 2012 sono 746.874 gli imprenditori in Piemonte, dei quali 54.054 di nazionalità straniera: a fronte della flessione di 1,7 punti percentuale registrata per il complesso dell’imprenditoria, la componente straniera ha registrato un nuovo incremento, passando dal 7,0% del 2011 al 7,2% di fine 2012. Credito Nel 2012, sul territorio piemontese operano 27 banche, per un totale di 2.662 sportelli diffusi su tutto il territorio regionale, 47 in meno rispetto a fine 2011. Alla stessa data, gli impieghi complessivi erogati dalle imprese bancarie a soggetti non bancari ammontano a 118.422 milioni di euro, di cui oltre il 45% è rivolto a società non finanziarie e poco meno del 32% alle famiglie consumatrici. I depositi bancari di tipo tradizionale raggiungono quota 97.921 milioni di euro. Nel 2012, i finanziamenti oltre il breve termine sono stati destinati per il 36% all’acquisto di immobili, per l’11% ad investimenti in costruzioni, per il 10% a investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e prodotti vari, mentre il restante 43% è riservato ad altre destinazioni. Turismo Nel 2012 il numero di turisti giunti in Piemonte per trascorrervi almeno una notte ha raggiunto la soglia dei 4.276.635, per un incremento dello 0,7% rispetto al 2011; le presenze turistiche, giunte a 12.414.608 unità, hanno invece registrato una diminuzione del 3,4%. La disaggregazione delle dinamiche complessive per provenienza dei turisti rivela come le componenti italiana e straniera abbiano registrato tendenze opposte: il turismo nazionale, con una quota del 58,7% delle presenze e del 41,3% degli arrivi, ha registrato una diminuzione in entrambe le voci (rispettivamente -13,5% e -7,9%); il turismo da oltre confine rileva, invece, un incremento sia degli arrivi (+19,9%) che delle presenze (+16,0%). La Germania si conferma primo Paese di provenienza dei turisti stranieri, con il 10,2% delle presenze complessive, in crescita del 10,1% rispetto al 2011. La disaggregazione territoriale dei flussi turistici mostra come l’Atl di Torino rappresenti la meta prediletta dai turisti italiani, mentre la quota maggiore dei turisti stranieri si dirige verso il Distretto Turistico dei Laghi. Quanto all’offerta turistica, tra il 2011 e il 2012 il numero degli esercizi turistici in Piemonte è passato da 5.292 a 5.536, per un parallelo aumento dei posti letto dai 185.754 ai 189.101. Quadro Statistico Complementare L’edizione 2013 dell’Annuario Statistico Regionale viene affiancata per il settimo anno consecutivo dal Quadro Statistico Complementare (disponibile on line sul sito www.Piemonteincifre.it), che raccoglie informazioni provenienti da fonti autorevoli della statistica non ufficiale: vi trovano spazio informazioni tratte da indagini congiunturali e da rilevazioni ad hoc, insieme a previsioni macroeconomiche. Le sezioni che lo compongono sono dedicate a imprese, congiuntura, economia e previsioni socio-economiche. Previsioni
Principali variabili macroeconomiche del Piemonte
Variazioni percentuali rispetto all´anno precedente
2013 2014 2015 2016 2017
Pil ª -1,3% 0,7% 1,1% 1,4% 1,1%
Valore aggiunto totale ª di cui: -1,2% 0,7% 1,2% 1,5% 1,1%
Agricoltura -3,1% 1,1% 0,9% 0,8% 0,5%
Industria in senso stretto -2,1% 0,9% 0,9% 1,0% 0,5%
Costruzioni -3,7% -1,9% 0,3% 0,5% 0,7%
Servizi -0,6% 0,8% 1,3% 1,7% 1,4%
Esportazioni di beni ª 1,4% 2,6% 4,4% 4,4% 3,6%
Importazioni di beni ª -4,1% 2,6% 3,3% 3,6% 3,9%
Occupati -0,7% 0,0% 0,6% 1,0% 1,0%
Tasso di disoccupazione 10,7% 11,4% 11,3% 11,2% 10,3%
Popolazione residente a fine anno 0,3% 0,3% 0,3% 0,2% 0,2%
ª Valori costanti.
 
   
   
RAPPORTO 2013 SULLO STATO DELL’ECONOMIA PERUGINA  
 
Perugia, 4 luglio 2013 - Il segno della Xi Giornata dell’Economia 2013 l’ha dato subito, in apertura, Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio di Perugia: “Se dati, cifre e analisi confermano che la peggiore crisi economica di sempre è tutt’altro che prossima ad allentare la presa, da questa Giornata vogliamo che esca con chiarezza un messaggio altrettanto forte, coraggioso, ma non temerario: siamo ancora nel mezzo della tempesta - è vero - ma abbiamo capacità, determinazione e ancora un margine di fiducia residuo, per puntare oltre e guardare lontano. Punti di forza esistono, dobbiamo metterli a fuoco e lavorare per esaltare le potenzialità del nostro sistema produttivo, sociale e culturale, metterle a sistema e usarle come leve dello sviluppo, facendo dell’economia “che verrà”, l’economia “dell’oggi”. Le cui componenti, riconoscibili anche nel nostro sistema produttivo, devono trovare spazio preminente e le migliori condizioni per svilupparsi”. Essere positivi, concreti e fiduciosi, nella consapevolezza che ogni crisi, anche la più dura, porta con se gli elementi per il suo superamento. “Per uscire dalla crisi l’Umbria può contare sul dinamismo delle imprese “giovani” ha detto il presidente Mencaroni. “Le imprese giovanili mostrano un dinamismo superiore alla media e contribuiscono in modo significativo alla formazione del Pil regionale, ponendo l’Umbria al terzo posto in Italia. L’imprenditoria giovanile deve avere ascolto e maggiore spazio nel nostro sistema imprenditoriale. Anche attraverso un più fluido ricambio generazionale, che è anche passaggio all’innovazione tecnologica”. Che significa anche miglioramento delle performance brevettuali. In provincia di Perugia sono molti gli inventori che però “esportano” la capacità tecnologica. Infatti il numero dei brevetti assoluti ottenuti dalle imprese della provincia è minore di quello dei brevetti ottenuti dagli inventori residenti che lavorano fuori provincia. Questo risultato suggerisce che qualora questi ultimi avessero incentivi sufficienti a “rientrare” ed essere occupati nelle imprese perugine, garantirebbero un significativo aumento del potenziale tecnico-innovativo. “Non appaia questo, un elemento marginale” ha fatto notare Mencaroni. “Se Perugia aumentasse la propria capacità brevettuale, che ad oggi corrisponde a 58 brevetti per milione di abitanti, soltanto ai livelli di altre città simili, come Ancona (109 brevetti per milione di abitanti) o Siena (123 brevetti), in provincia di Perugia vedremmo aumentare il reddito medio per abitante di 3-3,5 punti percentuali nel breve periodo, e di 10-12 punti nel lungo periodo”. L’economia che ci può portare fuori dala crisi è sempre più multiculturale: l’imprenditorialità straniera, insieme a quella giovanile, concorre molto più di altre componenti al saldo complessivo delle imprese. Ed è in Umbria è a forti tinte rosa, grazie ad una significativa componente femminile, superiore alla media Italia, che si fa ancora più accentuata nelle imprese individuali, dove quasi una impresa perugina su tre ha un imprenditore donna, contro una su quattro su scala nazionale. “Ma è anche sempre più “verde” – ha aggiunto il Presidente della Camera di Commercio di Perugia – “soprattutto in virtù dell’espansione del settore delle energie alternative. In generale, tutto il settore delle tecnologie cosiddette “green” è in forte crescita in provincia e mostra un elevato potenziale occupazionale. Ed è culturalmente vivace. Anche in termini occupazionali, il sistema culturale riveste un ruolo importante per l’economia provinciale e conta una presenza rilevante di imprese che operano nell’artigianato creativo (il 29% del totale, contro il 22,4% italiano e il 23,1% del Centro)”. Su questo punto il presidente della Fondazione Perugiaassisi Prof. Bruno Bracalente ha invitato ad una azione più ferma rivolta alla valorizzazione e alla migliore utilizzazione della “risorsa cultura”, “un valore – ha detto – che in Umbria può contribuire in maniera decisiva all’avvio di un nuovo modello di crescita e sviluppo”. Un economia provinciale che ha necessità di aprirsi con forza verso il mondo, migliorando la proponesione all’export, che tuttavia – anche in piena crisi – sta conoscendo una fase positiva. Il dato dell’export è incoraggiante per il 2012, anche se in rallentamento rispetto alla crescita a doppia cifra del biennio precedente. Il dato 2012 evidenzia un incremento del 5,7%, superiore al 3,7% nazional ed è anche cresciuto anche il peso dell’export sul valore aggiunto. “La Camera di Commercio di Perugia, e con essa l’intero sistema camerale, sta producendo ogni sforzo possibile per sostenere le imprese, sia singolarmente che come sistema produttivo locale” ha sottolineato il presidente Mencaroni, che ha ricordato alcuni ambiti fondamentali di attività: la promozione del territorio, il sostegno al credito; il dialogo tra formazione e lavoro, la creazione di impresa; l’accompagnamento sui mercati internazionali; l’innovazione; la battaglia per la legalità e quella per la semplificazione amministrativa: sono la nostra agenda quotidiana. E ha aggiunto: “Crediamo nella promozione di un unicum territoriale e sosteniamo la necessità che le imprese umbre imbocchino con decisione – più di quanto non abbiamo fatto finora – la strada delle rete e delle aggregazioni di settore. Per questo abbiamo promosso e sostenuto la creazione dei Distretti del Cioccolato e del Cashmere, della Via del Cioccolato, e dei consorzi di prodotto centrati sulle eccellenze più tipiche dell’agroalimentare, come l’olio extravergine di oliva, il tartufo, i grandi vini e finanche la birra, con l’adesione al Protocollo d’intesa per la costituzione del 1° Banco di Assaggio nazionale della Birra”. Iniziative che si affiancano al sostegno del progetto nazionale di Unionfiliere per la filiera Edilizia e Abitare sostenibile, in cui è stato definito un percorso di qualifica Tf (Territorio e Filiera) rivolto alle imprese che si riconoscono nei principi del costruire sostenibile. “Al nostro programma di attività per il 2013 – ha ricordato Mencaroni - abbiamo destinato risorse consistenti, eccezionali per la nostra dimensione, perché fuori dal comune sono le difficoltà in cui si trovano le nostre imprese. Assi portanti ne sono il Sostegno al Credito, la Promozione e la valorizzazione del territorio, l’Innovazione, l’Internazionalizzazione, le Infrastrutture (a favore del Quadrilatero per gli assi stradali tra Umbria e Marche e dell’Aeroporto S. Francesco), il fondo “rotativo di 3 milioni di euro per lo sblocca crediti a favore delle pmi provinciali”. “Cinque anni di crisi – ha concluso Mencaroni - hanno messo a dura prova il tessuto produttivo provinciale. E’ necessario, a mio avviso, un cambio di indirizzo radicale nelle politiche fiscali e negli interventi di sostegno all’economia reale, che vuol dire ritorno alla fase espansiva e all’occupazione”. Cambio di indirizzo nelle politiche economiche, ma anche cambio culturale, filosofico quasi, per vivere la crisi come una possibilità di rinascita verso nuovi modelli sociali oltreche economici. Brunello Cucinelli, imprenditore che nella crisi ha consolidato la sua via al successo, si è inserito nel dibattito auspicando un atteggiamento positivo. “Non dobbiamo avere paura del mondo” ha detto “e dei grandi cambiamenti. Una crisi, questa crisi, può essere letta come un percorso verso una nuova civiltà. Tornando dal nuovo mondo, i mercanti portarono in Europa patate, mais e pomodori: fu uno choc che cambiò l’economia. Oggi la crisi impone mutamenti altrettanto radficali e dunque dobbiamo avere il coraggio, finanche di ridisegnare l’umanità. E capire cosa vuole da noi questa nuova umanità”. Ancora Cucinelli: “Il prodotto medio non è interessante per l’umanità nuova. Dobbiamo muoverci in fretta, perché il coraggio vuol dire non aspettare e anche capire quando una impresa deve essere fermata. Il cambio è soprattutto culturale: abbiamo bisogno di ritrovarci e tornare a vivere, magari immaginando anche un nuovo modo di consumare e di essere consumatori”. L’italia è un mercato interessante – ha aggiunto Brunello Cucinelli – ma a cifre di consumo diverse, forse, e forse giustamente, per sempre diverse”. La presidente della Regione Catiuscia Marini ha concluso i lavori richiamandosi agli interventi pragmatico di Giorgio Mencaroni e appassionato di Brunello Cucinelli, ed ha invitato alla coesione di tutte le forze istituzionali da cui devono arrivare risposte immediati a problemi drammatici, a cominciare dalla disoccupazione giovanile. “Alla Regione dell’Umbria – ha detto Marini – non si può non riconoscere di aver individuato strade che hanno trovato quasi sempre la condivisione anche delle altre istituzioni locali. Abbiamo mantenuto i conti a posto e nel rapporto tra costi sostenuti e servizi resi siamo tra le regioni più virtuose. Tutto ciò ci ha consentito di finanziare e adottare politiche strutturali serie e che possono dare un effettivo ritorno”. La presidente Marini ha poi raccolto e commentato le indicazioni fornite dal Rapporto sullo stato dell’economia provinciale presentato dal segretario generale della Camera di Commercio di Perugia Mario Pera, dati non certo positivi e che dicono con chiarezza che per uscire dalla crisi ci vorrà ancora del tempo. La Tavola rotonda che ha concluso la Xi Edizione della Giornata dell’Economia ha portato alla luce le esperienze di cinque giovani imprenditori perugini. Loro e le imprese che dirigono, pur tra tante difficoltà, sono riusciti a proiettarsi verso il futuro. Un messaggio di fiducia e ottimismo, ma anche una strada da imitare e seguire. I loro nomi: Alberto Forini, Chiara Pucciarini, Nadia Cipolletti, Clelia Cini e Simone Mazzocchi.  
   
   
CONGIUNTURA COMMERCIO E RISTORAZIONE I TRIMESTRE 2013: IL FATTURATO DELLE IMPRESE PIEMONTESI DIMINUISCE DELL’1,9% RISPETTO ALLO STESSO TRIMESTRE DELL’ANNO PRECEDENTE  
 
Torino, 4 luglio 2013 - Le criticità della fase congiunturale che sta attraversando il sistema economico regionale si ripercuotono anche nei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione. Nel I trimestre 2013, infatti, il fatturato (a valori correnti, iva esclusa) delle imprese piemontesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione ha registrato una variazione del -1,9% rispetto allo stesso trimestre del 2012. La flessione risulterebbe ancora più intensa se valutata al netto della componente inflativa: nel periodo gennaio-marzo 2013, infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) del Piemonte ha registrato un aumento dell’1,9% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. È quanto emerge dall’indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al I trimestre 2013, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio 2013 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2013, e ha coinvolto 1.108 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a 3,65 miliardi di euro. ”In un contesto economico che permane critico, anche i settori del commercio e della ristorazione mostrano evidenti segnali di difficoltà. La diminuzione progressiva del potere d’acquisto delle famiglie colpisce infatti sia le strutture di vendita medio grandi, sia i piccoli esercizi di vicinato. Si rendono quindi indispensabili efficaci interventi di supporto alla domanda interna da parte del sistema camerale e degli attori istituzionali: serve un lavoro di squadra che infonda nuovo coraggio e una rinnovata fiducia alle aziende e ai consumatori del nostro territorio” ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte. Scendendo nel dettaglio delle categorie merceologiche oggetto di indagine, si osserva un andamento differenziato del volume d’affari generato. Gli esercizi commerciali appartenenti al dettaglio tradizionale - esercizi di vicinato - hanno realizzato un decremento del fatturato dello 0,3% rispetto al I trimestre 2012, mentre quelli della grande distribuzione organizzata - medie e grandi strutture di vendita - hanno riscontrato una diminuzione tendenziale del 2,9%. Il volume d’affari complessivamente generato dalle imprese della ristorazione si è ridotto dello 0,2% rispetto al periodo gennaio-marzo 2012. Scendendo nel dettaglio degli esercizi di vicinato, si rileva la flessione del fatturato scontata dai settori dell’abbigliamento (-2,0%) e della cultura e tempo libero (-0,4%), cui si affianca il risultato, solo debolmente positivo, dell’alimentare (+0,2%); risultati migliori si registrano, invece, per gli esercizi di vicinato che operano nella vendita di prodotti legati alle sfere dei prodotti per la casa e Ict (+3,7%) e degli altri prodotti (+2,6%). La contrazione del fatturato a valori correnti ha interessato tutte le realtà provinciali, a eccezione della provincia di Novara, che ha registrato un lieve incremento tendenziale dello 0,9%. Le province di Vercelli, Alessandria, Torino e Asti hanno realizzato decrementi tendenziali del volume d’affari del -5,2%, -2,4%, -2,3% e -2,2%. A seguire le flessioni tendenziali del fatturato riscontrate nelle restanti province: si va dal -1,2% di Cuneo al -1,1% di Biella, passando per il -0,4% del Verbano Cusio Ossola. Alla flessione del fatturato si accompagna un giudizio tutt’altro che positivo fornito dagli imprenditori intervistati in merito all’andamento degli ordini ai fornitori: il 67% degli intervistati ne ha dichiarato una contrazione nel trimestre in esame (rispetto allo stesso periodo del 2012), solo il 7% un aumento, generando così un saldo di opinione negativo per ben 60 punti percentuale. Le previsioni degli imprenditori piemontesi per il periodo aprile-giugno 2013 registrano segnali negativi per tutte le principali voci, in particolare per quanto concerne gli ordini effettuati ai fornitori (con un saldo di opinione negativo per 34 punti), il fatturato (con un saldo di opinione di -33 punti) e l’occupazione (per cui si registra un saldo negativo per 11 punti).  
   
   
PELLETTERIA E COSTRUZIONI: PARADISO E INFERNO DELLE SPA FIORENTINE  
 
Firenze, 4 luglio 2013 - Il fatturato medio delle società di capitali fiorentine continua a crescere nel 2011, anche se con un ritmo meno intenso rispetto al 2010, avendo comunque incamerato buone prestazioni soprattutto nella prima parte dell’esercizio. Un ruolo rilevante nel sostenere le vendite è rappresentato dalle esportazioni, il cui incremento riesce a controbilanciare il rallentamento della domanda interna. Le imprese della provincia hanno sofferto maggiormente la perdita del fatturato nel 2009 rispetto alla media regionale, e solo nel 2011 le dinamiche tornano ad allinearsi, grazie a un tasso di crescita per le imprese della provincia pari al 2,2%, contro un dato medio regionale fermo all’1,8%. In entrambi i casi, tuttavia, i volumi appaiono sempre inferiori a quelli del 2007, prima del manifestarsi della crisi. Le migliori prestazioni delle imprese fiorentine rispetto alla media regionale per il 2011 sono confermate anche guardando al valore aggiunto, con un tasso di crescita dell’1,9% contro l’1,6% del dato toscano. Se i volumi di attività reggono, gli investimenti strutturali si confermano scarsi. Nel 2011 si registra una contrazione pari al 6,4%, ancor più significativa del 2010. In sintesi, quindi, se gli investimenti stagnano, viene da chiedersi quanto tempo ancora le imprese della provincia potranno godere un vantaggio competitivo sui volumi e sui margini senza un’adeguata innovazione tecnologica. I segnali di ripresa manifestatisi nel primo semestre del 2011 hanno consentito un ulteriore rafforzamento della redditività degli investimenti operativi, che si attesta al 5,5% contro il 5,3% dell’anno precedente. Nonostante tale incremento, tuttavia, la soglia di rendimento rimane ben al di sotto dei valori ante crisi. La ripresa, infatti, si realizza con ritmi molto più lenti rispetto a quelli con cui la crisi ha mietuto i risultati: dei 2,8 punti percentuali persi mediamente tra il 2008 e il 2009, è stato possibile recuperare nel biennio successivo solo una minima parte, pari a 0,5 punti percentuali. Tuttavia, i risultati del sistema locale appaiono migliori di quanto fatto registrare a livello regionale, dove la ripresa appare ancora più lenta. Il miglioramento dei margini operativi, purtroppo, è stato interamente riassorbito dalla maggiore incidenza sia degli oneri finanziari che delle imposte. Perciò il guadagno finale che rimane nelle tasche imprenditori fiorentini per ogni euro di vendite è stato di poco superiore rispetto a quello del 2010: 0,57 centesimi, contro 0,55 dell’anno precedente. Su un piano finanziario, in linea con quanto accade a livello nazionale, continuano a crescere, seppur a ritmi molto lenti, i livelli di patrimonializzazione delle imprese fiorentine, fatto positivo in momenti di crisi così acuta: il patrimonio netto nel 2011 rappresenta mediamente il 17,3% del totale delle fonti, 0,4 punti percentuali in più rispetto al 2010. La struttura finanziaria di queste imprese, comunque, rimane fragile e troppo orientata verso il debito bancario. Focalizzando l’attenzione su quest’ultimo aspetto, la liquidità generata dal business appare tuttavia sufficiente a garantire quantomeno la copertura degli oneri finanziari prodotti da tale debito (tale liquidità è 3,9 volte il carico degli oneri finanziari) scongiurando quindi forti crisi finanziarie. Questo risultato appare particolarmente rilevante, alla luce dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento bancario verificatosi negli ultimi anni. - See more at: http://met.Provincia.fi.it/news.aspx?n=148891#sthash.cyarigwk.dpuf  
   
   
GENOVA - AL VIA IL ROAD SHOW NAZIONALE SU MARCHI E DISEGNI COMUNITARI  
 
Genova, 4 luglio 2013 - Parte oggi da Genova il terzo road show nazionale “I marchi e i disegni comunitari per competere in Europa”, promosso da Uami (Ufficio di Armonizzazione per il Mercato Interno per marchi e disegni comunitari), Uibm (Ufficio Italiano brevetti e Marchi) e Consorzio camerale per il Credito e la Finanza in collaborazione con la Camera di Commercio di Genova. “Internazionalizzazione e innovazione – commenta il presidente della Camera di Genova Paolo Odone – sono per le Camere di Commercio le due chiavi di volta per rilanciare l’economia italiana: la prima per la parte crescente che la domanda estera sta assumendo nel sostenere la nostra produzione industriale, la seconda per l’importanza che hanno le imprese ad alto potenziale di sviluppo nel mantenere competitivo il nostro sistema. Per questo il Consorzio camerale per il Credito e la Finanza - che riunisce Unioncamere nazionale e 16 Camere di Commercio fra cui la nostra - ha deciso di puntare sulla valorizzazione delle imprese ad alto potenziale di sviluppo, e fra queste ci sono sicuramente quelle che investono in brevetti, ricerca e sviluppo tecnologico.” A queste imprese è rivolto il ciclo di sei incontri nazionali che parte domani alle 10 alla Camera di Commercio di Genova. L’incontro offrirà prima una panoramica sulle modalità di difesa e valorizzazione di marchi e disegni, sia in ambito comunitario sia in ambito nazionale, e affronterà poi le strategie per la valorizzazione del brand e la sua valutazione economica, per concludersi alle 14.30 con approfondimenti su temi specifici, fra i quali lo sviluppo della marca e internet.  
   
   
BRUNO CAVESTRI NUOVO PRESIDENTE ASSOFERMA  
 
  Milano, 3 luglio 2013 – L’associazione Assoferma, che tutela i fabbricanti di serrature, ferramenta e maniglie, ha nominato Bruno Cavestri della Antipanic Srl come nuovo Presidente dell’associazione per il biennio 2013-2015. Bruno Cavestri da 40 anni opera in questo settore, prima per una importante azienda torinese, in seguito come socio e dirigente di una società bolognese, esperienze durante le quali ha riscontrato sempre molta soddisfazione. Dal 2005 conduce insieme ai familiari una nuova azienda che, nonostante le enormi difficoltà dei mercati, continua a crescere giorno dopo giorno. Giacomo Alban (Alban Giacomo S.p.a.) è stato confermato Vicepresidente Assoferma. “Rivolgo i miei ringraziamenti al Past Presidente Mottura che ha saputo guidare magistralmente l’associazione - dichiara il neoeletto Presidente Cavestri - E’ mia intenzione proseguire i temi sviluppati in questi anni. Le nostre attività mirano a fare cultura della sicurezza dell’azienda e della persona. Le nostre campagne di comunicazione raggiungono le pubbliche amministrazioni e gli utenti finali così che ognuno possa essere aggiornato in merito a maniglie e serrature, prodotti che i soci Assoferma lavorano e innovano costantemente”.  
   
   
ECO-INNOVATION: OLTRE 150 IMPRESE IN REGIONE TOSCANA IMPARANO COME PRESENTARE PROGETTI “VERDI”  
 
Firenze, 4 luglio 2013 – Finanziamenti per oltre 31 milioni di euro destinati alla realizzazione di progetti verdi: è l’opportunità offerta da Eco-innovation, il bando europeo che, nell’ambito del “Competitiveness and innovation framework programme” – sostiene tutte le forme di tecnologia innovativa in grado di ridurre l’impatto ambientale e di ottimizzare l’uso delle risorse energetiche. Il bando per il 2013 è appena stato pubblicato e la Regione ha deciso di informare e accompagnare le piccole e medie imprese nel percorso di accesso al finanziamento organizzando una giornata informativa in collaborazione con il Ministero dell’ambiente, a Palazzo Strozzi Sacrati. “Si tratta di un’opportunità che le nostre imprese hanno dimostrato di voler cogliere – spiega l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini che ha introdotto i lavori – sono infatti più di 150 i partecipanti a questa giornata, segnale importante di una presenza in un settore come quello della green economy, fondamentale per lo sviluppo. Il bando Eco innovation è uno strumento che viene offerto dall’Unione Europea e che le imprese toscane hanno già dimostrato di saper utilizzare visto che nei precedenti bandi sono diverse le aziende toscane ammesse. I risultati dell’ultimo bando, di cui si attende la graduatoria finale, ci dicono che le imprese italiane sono particolarmente attente all’innovazione nel campo ambientale. Su 284 progetti gli italiani ammessi sono stati 91, secondi solo agli spagnoli”. Nel corso della mattinata i rappresentanti di alcune delle imprese toscane vincitrici dei bandi precedenti sono intervenuti per raccontare la loro esperienza e metterla a disposizione di coloro che intendono presentare un progetto. L’iniziativa è rivolta ad imprese, consorzi, istituzioni pubbliche, raggruppamenti di aziende, rappresentanti d’impresa, consulenti e a tutti i soggetti interessati a presentare proposte progettuali inerenti a cinque settori prioritari: riciclo dei materiali, acqua, prodotti sostenibili per l’edilizia, imprese verdi, settore alimentare e delle bevande. Grazie alla presenza degli esperti del Ministero dell’ambiente e degli assessorati regionali alle attività produttive e all’ambiente, gli interessati hanno potuto chiarire dubbi e porre domande, con la possibilità di confronti faccia a faccia con gli esperti entrando nel merito delle idee progettuali. “Quello dell’Eco-innovation è un settore che la Regione sostiene con forza – ricorda Simoncini – anche con gli strumenti già messi in campo, e non da oggi, come la creazione del distretto per le energie rinnovabili, i contributi per l’aggregazione delle imprese, il sostegno alle filiere e per favorire l’innovazione e la crescita competitiva. In questo quadro, sarà essenziale l’arrivo delle risorse della nuova programmazione dei fondi del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) per il periodo 2014-2020, che saranno per almeno un 20% vincolate ad interventi ambientali, di risparmio energetico e riduzione delle emissioni di anidride carbonica”. Nel corso dell’incontro di oggi è stato ricordato che, secondo calcoli della Commissione europea, per 1 euro speso nelle imprese che fanno Eco-innovation, si sono prodotti 20 euro di profitto per i suoi beneficiari, mentre ogni progetto finanziato ha prodotto in media 8 posti di lavoro in più a tempo indeterminato. “E’ la dimostrazione – conclude Simoncini – che competitività e tutela dei posti di lavoro posso coniugarsi con la tutela dell’ambiente, uso responsabile delle risorse energetiche e crescita sostenibile”.  
   
   
CGN E FRIULIA SPA ACQUISTANO IL 30% DI MODEFINANCE LA SINERGIA FACILITERÀ A PMI E PROFESSIONISTI L’ACCESSO AI SERVIZI DI VALUTAZIONE FINANZIARIA  
 
Trieste, 4 luglio 2013 - Il Gruppo Servizi Cgn, leader di mercato nel settore dei servizi di consulenza fiscale, sviluppo di servizi software, assistenza fiscale e formazione professionale, certificata per commercialisti e consulenti del lavoro, e la finanziaria del Friuli Venezia Giulia, Friulia Spa, entrano nella compagine societaria di modeFinance. Modefinance è una startup innovativa specializzata nell’emissione di rating per l’analisi, la valutazione economico-finanziaria e la gestione del rischio di credito delle società di capitale, nata nell’ambito di Innovation Factory, l’incubatore di impresa dell’Area Science Park di Trieste. L’acquisizione creerà sinergie in grado di rendere facilmente accessibili a tutte le piccole e medie imprese i servizi di valutazione del rischio di credito (rating), anche attraverso smartphone. Con l´integrazione delle valutazioni di modeFinance dentro i servizi di Servizi Cgn anche i commercialisti potranno facilmente conoscere il rischio di credito delle società che seguono, comprendendone cause ed effetti. Sarà inoltre possibile l’accesso ampio e immediato alle informazioni economico finanziarie per la valutazione del rischio di credito di società estere, oggi praticamente impossibile per le Pmi. “Abbiamo deciso di investire in modeFinance nell’ambito della nostra strategia di acquisizione di partecipazione in startup innovative e sinergiche con il nostro core business – sottolinea Giancarlo Broggian, Presidente del Gruppo Servizi Cgn. I prodotti che modeFinance offre sono assolutamente distintivi rispetto ad altri player presenti sul mercato, e oggi la diversità è un grande valore aggiunto; oltre a pensare di voler dare un significativo apporto allo sviluppo commerciale di modeFinance, la combinazione dei loro prodotti con i nostri permetterà di arricchire e qualificare ulteriormente la nostra offerta. Sicuramente l’operazione modeFinance deve essere vista come un modello di riferimento di come incubatori e imprese già operanti sul territorio possano lavorare in sinergia per favorire la nascita e lo sviluppo di idee imprenditoriali di valore”. “La storia di questa alleanza – spiega a sua volta Gianmarco Zanchetta, Direttore Generale di Friulia Spa - testimonia l’importanza di un modello partecipativo e propulsivo nel quale Friulia ha agito come regista e catalizzatore, individuando un’opportunità di crescita per una start up, affiancandola ad un “gigante” del settore dei servizi alle imprese come Cgn e apportando capitale ed esperienza imprenditoriale. Non di sola finanza hanno necessità in questo momento le imprese, ma di un sistema di alleanze industriali e finanziarie che consenta di bypassare il gap dimensionale e il magma congiunturale attuale. Due i fattori chiave di questo progetto: sinergia con i protagonisti dell’animazione e dello sviluppo imprenditoriale sul territorio; individuazione di un driver specifico di crescita e costruzione di un piano strategico di partnership industriale e finanziaria”. “Si tratta di una ‘prova di maturità’ del sistema regionale – chiosa Enzo Moi – Direttore Generale di Area Science Park e Presidente di Innovation Factory - che dimostra che la crescita di un territorio attraverso l’innovazione richiede attori capaci di cogliere le opportunità e di giocare ciascuno al meglio il proprio ruolo in quello che è un vero e proprio lavoro di squadra. A Innovation Factory, Area Science Park ha affidato un mandato preciso: quello di valorizzare le eccellenti idee dei nostri giovani ricercatori aiutandoli a trasformarle in nuove imprese. If acquisisce in partenza una quota del capitale dalla startup incubata e successivamente lo trasferisce a investitori finanziari e imprenditoriali in grado di far compiere a queste imprese un ulteriore salto di qualità dimensionale ed economico. E’ esattamente quello che è avvenuto in questa operazione”.  
   
   
SPRINT BASILICATA; DE FILIPPO: NUOVI MERCATI PER SOPPERIRE ALLA CRISI  
 
Potenza, 4 luglio 2013 - “La collocazione nei mercati internazionali è la via giusta per consentire alle nostre imprese di sopperire alla crisi dei consumi che nel nostro Paese, come anche in Basilicata, si riflette sul comparto produttivo. Puntiamo a tanto, con l’obiettivo di consentire un posizionamento internazionale delle nostre imprese sui mercati emergenti nei Paesi a forte crescita, destinati a rappresentare nuove ed interessati opportunità per il nostro sistema di aziende”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo presentando le iniziative a sostegno dell’internazionalizzazione delle Pmi, tra cui la piattaforma informatica Sprint Basilicata. “Le azioni già intraprese dalla Regione in questo settore, con il supporto di Sviluppo Basilicata – ha sottolineato De Filippo - vanno nella direzione di garantire ai nostri operatori economici un accrescimento della loro competitività attraverso l’assistenza e il supporto dei servizi dedicati come la piattaforma informatica Sprint e la creazione delle reti di impresa che vede protagonisti i Distretti chiamati a svolgere un ruolo attivo nell’opera di rafforzamento della capacità del sistema lucano di favorire e sostenere processi di internazionalizzazione”.  
   
   
BASILICATA, INTERNAZIONALIZZAZIONE; MISURE E SERVIZI PER CRESCITA IMPRESE  
 
Potenza, 4 luglio 2013 – Un pacchetto di risorse e strumenti per dare una mano alle imprese che vogliono internazionalizzarsi, cogliendo soprattutto le opportunità che potranno giungere dalla nuova piattaforma informatica Sprint Basilicata, presentata ieri a Potenza dal presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, dall’assessore regionale alle Attività produttive Marcello Pittella, alla presenza dell’amministratore unico di Sviluppo Basilicata Raffaele Ricciuti e del direttore generale del dipartimento Attività produttive Michele Vita. La Regione Basilicata, per il tramite del Dipartimento Attività produttive, scommette e promuove azioni a sostegno delle imprese che vogliono esplorare i mercati internazionali e agganciare le opportunità che ne derivano. Le idee ci sono, le risorse pure. Sono quelle messe in campo con l’avviso pubblico finanziato con 2,8 milioni per promuovere il Sostegno all’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese lucane, che già ha prodotto numeri importanti. Alla chiamata hanno risposto circa 200 imprese, unite in forma di “reti”, presentando 30 progetti, segno che le nostre imprese credono nei mercati esteri e hanno voglia di internazionalizzarsi. Ma non è tutto. Ad accrescere ancora di più il tasso di competitività sui mercati nazionali ed internazionali del sistema produttivo della Basilicata sono state messe in campo altre misure come azioni per la creazione del modello “rete di impresa” attraverso il “contratto di rete” con particolare riferimento allo sviluppo di percorsi di internazionalizzazione. Ai Distretti, per tramite di Unioncamere e Sviluppo Basilicata in qualità di soggetti attuatori, la Regione e il Ministero dello Sviluppo economico hanno destinato un progetto per la creazione della rete di impresa e per lo sviluppo di percorsi di internazionalizzazione, che si sostanzia in tre misure per la creazione di informazione, per lo sviluppo di reti di impresa e per la promozione e creazione di desk sui mercati target. Qui, i fondi stanziati sono circa 1,2 milioni, cofinanziati al 50 per cento con fondi di Regione (Po Fesr Basilicata 2007-2013) e fondi Mise. In questo contesto è stata potenziata la “porta d’accesso” ai mercati nazionali e internazionali ovvero lo Sportello regionale per l’internazionalizzazione delle imprese (Sprint) voluto dalla Regione Basilicata come strumento operativo finalizzato a fornire uno sportello unico a supporto delle imprese lucane che intendono affacciarsi sui mercati esteri. Con il potenziamento dello Sprint la Regione Basilicata intende creare un sistema virtuoso che metta in relazione da un lato il mondo delle imprese appartenenti ai distretti regionali e dall’altro quello del pubblico e che sappia fornire risposte sempre più veloci ed efficaci alle necessità delle imprese che intendono internazionalizzarsi. L’intervento sarà realizzato attraverso la creazione di 3 presidi di assistenza territoriali mobili (front-office) che a rotazione, presso le sedi dei 6 Comitati dei distretti forniranno alle imprese interessate servizi, ad esempio, per l’assistenza e il supporto di base in relazione a certificazione, procedure doganali, fiscali e assicurative; informazione, prima assistenza sui Paesi e mercati. Poi ancora il supporto alla costruzione di piani di lavoro dedicati a un mercato, a una impresa, a una filiera di imprese. Particolare attenzione dello sportello sarà rivolta all’orientamento per l’individuazione di consulenze per l’acquisizione di servizi specialistici: approfondimenti di indagine; ricerche di mercato; ricerche partner mirate nei Paesi e nei settori individuati. Lo sportello, inoltre, garantirà l’assistenza alla realizzazione di missioni esplorative in loco e follow-up.  
   
   
SCENDE L’EXPORT LODIGIANO NEL PRIMO TRIMESTRE 2013  
 
Lodi, 4 luglio 2013 - I primi mesi del 2013 registrano un rallentamento delle esportazioni commerciali verso l’estero. Lo conferma il dato Istat, disaggregato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Lodi. Nel primo trimestre dell’anno l’interscambio lodigiano ammonta a 1.376 milioni di euro, in calo del 20%, mentre il saldo della bilancia commerciale è in miglioramento (-270 milioni di euro, rispetto ai -604 del primo trimestre 2012). In Lombardia l’interscambio, pari a 54.686 milioni di euro, si è ridotto invece del 4% in un anno con saldo negativo di -1.755 milioni, notevolmente ridimensionato rispetto ai volumi del primo trimestre 2012 (-3.635 milioni). A livello locale le esportazioni ammontano a 553 milioni di euro e si confermano stabili se considerata la variazione tendenziale di -0,51% (in linea anche con il dato regionale che si attesta a -0,58%). Tuttavia, il confronto con l’ultimo trimestre 2012 evidenzia una perdita del 20% sul nostro territorio a fronte di un -5% regionale. Dove sono destinati i nostri prodotti? A livello di macro aree l’Europa si conferma il principale mercato di sbocco per le merci locali (88%), in calo del 6% rispetto al primo trimestre 2012 e del 21% rispetto allo scorso dicembre. Restringendo il campo ai singoli Paesi possiamo osservare un flusso di esportazioni del 41% verso la Spagna, del 17% verso la Francia, del 10% verso la Germania e del 10% verso il Regno Unito. All’asia solo il 6% dei prodotti lodigiani, pari però all’87% in più rispetto all’anno precedente. Su 36 milioni di euro esportati in questo continente, il 18% è diretto in Giappone (soprattutto saponi, detergenti e prodotti per la cosmetica, per un valore di 5 milioni di euro), il 14% in Cina, il 10% negli Emirati Arabi Uniti e un altro 10% a Singapore. La manifattura ingloba la stragrande maggioranza di prodotti esportati (99%). Una disaggregazione più dettagliata consente di evidenziare che computer, apparecchi elettronici e ottici rimane la categoria più esportata (36% sul totale). Seguono sostanze e prodotti chimici con il 22%, apparecchi elettrici con il 12%. Il Lodigiano importa invece per 823 milioni di euro, un dato diminuito del 29% da un anno a questa parte e del 7% nel confronto congiunturale (rispetto ai -7% e -0,17% regionali). Al contrario, la quota di importazioni dall’Europa sale dal 61% all’82%. In particolare le merci provenienti dall’Asia incidono per il 18% sul totale, con una forte riduzione del 67% rispetto al 2012. Si registra poi un 25% di prodotti europei proveniente dalla Francia, un 22% dalla Germania, un 10% dai Paesi Bassi. Le merci asiatiche in importazione invece provengono quasi esclusivamente dalla Cina (96%). “Le imprese locali si stanno orientando a cogliere nuove opportunità, spronate da situazioni di un sistema paese non favorevole, muovendosi verso l’estero. Mai come oggi l’affaccio sui mercati internazionali risulta un’importante opportunità e la Camera di Commercio si conferma presente al fianco delle imprese locali con misure a supporto dell’internazionalizzazione, come bandi e voucher per la partecipazione a missioni estere” commenta Alessandro Zucchetti, Presidente della Camera di Commercio di Lodi.  
   
   
LOMBARDIA. CONSUMATORI: REGIONE AL VOSTRO FIANCO  
 
Milano, 4 luglio 2013 - Si è insediato ieri pomeriggio, a Palazzo Lombardia, il Comitato regionale per la tutela dei diritti dei Consumatori (Crcu) e degli utenti. Ne è presidente per competenza l´assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia, Alberto Cavalli, cui fanno capo le deleghe in materia di tutela dei consumatori. Incrementare La Collaborazione - ´Obiettivo di Regione Lombardia per questa legislatura - ha detto Cavalli - è senza dubbio quello di incrementare la già positiva collaborazione tra associazionismo, direzioni generali degli assessorati e il mondo istituzionale lombardo, primo fra tutti il Consiglio regionale. I temi prioritari sui quali si concentrerà la nostra azione saranno prima di tutto il rafforzamento delle attività di contrasto alla contraffazione e all´abusivismo; la lotta alla sempre maggior diffusione delle varie forme di ludopatie; la messa a punto di nuove forma di tutela dell´e-commerce e delle forme più innovative di commercio e la promozione dei prodotti made in Lombardia´. Richiesta Al Ministero - Nel corso dell´incontro, durante il quale è stato eletto vicepresidente Nunzio Buongiovanni (membro dell´Associazione diritti utenti e consumatori della Lombardia) si è affrontato poi uno dei temi cruciali per questo settore. ´Abbiamo accolto con dispiacere la notizia dello storno, da parte dello Stato e dai bilanci regionali, di 10 milioni di euro - ha spiegato l´assessore- a voi destinata. Per questo abbiamo chiesto al ministro dello Sviluppo economico un ripristino delle risorse e fissato un incontro con il suo nuovo sottosegretario, che ci auguriamo possa avvenire in tempi brevi´. I membri del Comitato si sono anche confrontati sull´opportunità di sottoscrivere un nuovo documento condiviso da indirizzare al Governo, così da rafforzare l´appello per il reintegro dei fondi distratti, avanzato in sede di Conferenza delle Regioni. L´intervento Di Regione Lombardia - In attesa di queste risposte l´assessore ha annunciato di avere comunque chiesto che, in fase di assestamento di bilancio regionale, si provveda ad inserire risorse di carattere pluriennale, precedentemente non previste, da destinare al comparto. ´Regione Lombardia è ben cosciente dell´importanza del ruolo ricoperto da voi volontari - ha sottolineato - a maggior ragione alla luce della crisi economica che sta mordendo il Paese´. Con centinaia di sportelli presenti sull´intero territorio lombardo infatti, le diverse associazioni di tutela dei consumatori finiscono oggi con l´assolvere, grazie al loro carattere di osservatorio privilegiato sulle istanze più urgenti e sentite dai cittadini, una sorta di ruolo da ´welfare comprimario´. Determinante è anche l´impatto sociale ed economico che esse esercitano nel momento in cui la loro attività si intreccia, alleggerendola, con quella del sistema giudiziario e dell´attività stessa delle imprese. Incontro Con Upl,il Turismo Per Expo - L´assessore Cavalli oggi ha presieduto anche un incontro con le Province per illustrare le strategie regionali da adottare in vista di Expo 2015. ´Regione Lombardia auspica che le ricadute dell´esposizione universale in termini di aumento del Pil e di occupazione - ha concluso - non costituiscano solo dei semplici dati di rilievo statistico temporaneo, legato alla durata dell´evento, ma solide basi da sviluppare nel tempo. Questa può essere l´occasione per rafforzare ulteriormente l´efficacia dell´attuale modello di promozione turistica attraverso interventi mirati sul territorio´.  
   
   
UDINE - IMPRESE INDIVIDUALI, NESSUNA SANZIONE PER MANCATO DEPOSITO PEC  
 
Udine, 4 luglio 2013 - Con il 1° luglio è scaduto il termine entro cui le imprese individuali dovevano provvedere a depositare all’ufficio Registro imprese delle Camere di Commercio il proprio indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). Per evitare incomprensioni o equivoci, la Camera di Commercio di Udine comunica che il mancato deposito dell´indirizzo Pec entro il termine non comporta sanzioni amministrative pecuniarie. Come conseguenza, però, quando il Registro imprese riceverà una domanda di iscrizione da parte di una delle imprese individuali che non hanno provveduto al deposito, invece di irrogare la sanzione, l’Ufficio comunicherà all’impresa che la sua domanda resterà sospesa fino all’integrazione della documentazione con l’indirizzo di posta elettronica certificata non depositato entro i termini di legge. La sospensione durerà 45 giorni; trascorso questo periodo senza consegna della Pec da parte dell’azienda, la domanda si intenderà non presentata. La Camera di Commercio ha già evidenziato questa informativa sul suo sito internet, http://www.ud.camcom.it/  così come al consiglio notarile di Udine, all´Ordine dei commercialisti di Udine e alle associazioni di categoria di Udine per la massima diffusione. Per informazioni è possibile contattare direttamente l’Ufficio Registro Imprese, Fax 0432273548 e-mail: registro.Imprese@ud.camcom.it e-mail certificata: registroimprese@ud.Legalmail.camcom.it  
   
   
BOLZANO: VIA LIBERA AL FONDO PER L´EXPORT  
 
Bolzano, 4 luglio 2013 - Per favorire l´attività di export delle aziende altoatesine, la Giunta provinciale ha creato un fondo esportazioni a copertura dei rischi d´impresa. Il 1° luglio la Giunta ha approvato lo schema di gestione del fondo proposto dall´assessore Thomas Widmann e ha dato via libera ai bandi di gara e agli accordi. L´export in Alto Adige arriva a una quota del 19%, contro un 23% del Trentino e il 40% delle aziende del Tirolo: "Dobbiamo recuperare terreno e con queste misure vogliamo sostenere le imprese altoatesine disposte ad esportare", ha spiegato il presidente Luis Durnwalder dopo la seduta di Giunta. Per rilanciare l´export è stata approvata una delle misure più significative: lo schema di gestione del fondo esportazioni proposto dall´assessore Widmann e creato per garantire all´impresa una copertura di rischio nel caso di ritardi tra ordine e ultimo pagamento. Il fondo provinciale ha una dotazione di 5 milioni di euro che vengono trasferiti alla banca locale di servizio che ha vinto la gara. Ulteriori 70 milioni di euro custoditi da Alto Adige Finance restano a disposizione quale riserva di garanzia "e rappresentano un investimento sicuro per le imprese", sottolinea l´assessore Widmann. Snella anche la procedura: gli imprenditori interessati a beneficiare del fondo esportazioni si devono rivolgere alla Ripartizione provinciale finanze o alla Eos, la spefica domanda viene girata all´istituto finanziario aggiudicatario della gara che si pronuncia con una valutazione. Sulla concessione della garanzia decide poi il Consiglio dell´export nel quale sono rappresentati con diritto di voto Ripartizione provinciale economia, Eos, Alto Adige Finance. Segue la comunicazione finale all´azienda. In caso di perdita scatta un meccanismo di recupero: l´imprenditore può rivolgersi alla propria banca di fiducia che ottiene dall´istituto finanziario gestore del fondo esportazione l´importo a copertura. Come partner si potrà ricorrere alla "Österreichische Kontrollbank" (Ökb), che supporta le aziende esportatrici austriache con garanzie e finanziamenti istituzionali, considerato che anche la Provincia di Bolzano ha l‘opportunità di utilizzare i servizi dell´Ökb.  
   
   
IVA: L´ALLARME DI CONFCOOPERATIVE FIRENZE-PRATO “SE SCATTA L´AUMENTO A RISCHIO UNA COOPERATIVA SOCIALE SU TRE” A RISCHIO CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO  
 
Firenze, 4 luglio 2013 - “Con l´aumento dell’Iva a Firenze rischierebbe di chiudere il prossimo anno una cooperativa sociale su tre: E´ l´allarme di Confcooperative Firenze Prato in merito all´ipotesi di aumento dell´iva dal 4% al 10% per le cooperative sociali presente nel disegno di legge di stabilità la cui approvazione è attualmente posticipata ad ottobre. “Stando così le premesse, con un aumento di 6 punti percentuali – spiega il presidente di Confcooperative Firenze-prato Stefano Meli - quasi il 30% delle imprese in questo settore rischia di non arrivare al 2015 mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro. Il mondo cooperativo - continua - rappresenta un lato del mercato imprenditoriale già consolidato ma ancora in ombra, l’unico in grado di valorizzare l’idea della comunità che si mobilita per raggiungere traguardi senza il solo ed unico obiettivo del profitto ma bensì della creazione di posti di lavoro. Il movimento cooperativo è sempre stato la risposta nel tempo della crisi poiché può vantare un capitale abbondante, quello umano ed è per questo motivo che è necessario continuare a valorizzare l´impresa sociale". A Firenze nel 2012 sono state registrate 80 cooperative sociali, numero in crescita rispetto al 2011. Rappresentano circa 14.000 soci e 4.000 addetti.