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GIOVEDì

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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Aprile 2005
Web alimentazione e benessere
IL CENTRO DI COMPETENZA AGRO-INDUSTRIA SI INSEDIA NEL PARCO ALIMENTARE DI SAN DANIELE  
 
Il Centro di Competenza Agro-industria ha da oggi una sede anche nel Parco Alimentare di San Daniele, grazie ad un accordo di collaborazione siglato tra il Vice-presidente di Area Science Park, Alberto Felice De Toni e il Presidente del Distretto Industriale dell’Alimentare e sindaco di San Daniele del Friuli, Gino Marco Pascolini. Il Centro assisterà le imprese del Distretto offrendo loro servizi finalizzati a sviluppare progetti tecnico-scientifici in linea con la specializzazione agroindustriale. Tra questi, l’assistenza su progetti finalizzati all’adozione di innovazione, come lo studio e la progettazione di soluzioni ad alto contenuto innovativo, l’analisi di convenienza di processi e tecnologie, gli studi di fattibilità tecnica, gli studi di mercato, il monitoraggio tecnologico e il supporto tecnico ai programmi di ricerca. Alle imprese del Distretto fornirà in particolare assistenza per sviluppare nuovi prodotti o processi e ottimizzare gli esistenti, prolungare la shelf-life degli alimenti e migliorarne le caratteristiche qualitative. Il Centro vanta già la collaborazione tecnico-scientifica della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Parma (Ssica), una tra le più importanti istituzioni internazionali di ricerca applicata nel settore della conservazione degli alimenti, e quella del Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Università degli Studi di Udine. Dalla rete di risorse di Innovation Network le aziende potranno poi attingere a numerosi altri strumenti e competenze: dai servizi dell’Ufficio Studi e Patlib del Friuli Venezia Giulia, che fornisce informazioni brevettuali, documentali e sui marchi, alla rete europea degli Innovation Relay Centre, che consente di avviare richieste e offerte di tecnologie a livello internazionale per la ricerca di potenziali partner, a tutte le altre risorse disponibili sulla rete di Innovation Network. Le attività del Centro Agro-industria, operativo da un anno, hanno già portato al coinvolgimento di 60 aziende del settore e all’avvio 20 progetti di innovazione. Così, ad esempio, il Centro ha realizzato, in collaborazione con il Dipartimento di Energetica dell'Università di Trieste, uno studio per ottimizzare la fluidodinamica nelle celle di stagionatura dei formaggi. In un altro caso, grazie ad uno studio che ha analizzato gli aspetti chimici, fisici e microbiologici di alcuni prodotti da forno, si è ottenuto l’allungamento della freschezza dei dolci senza l’aggiunta di conservanti, in virtù dell’introduzione di nuove tecnologie e di una variazione nella formulazione della ricetta. Il Centro di Competenza sta poi fornendo supporto al Consorzio del Prosciutto di San Daniele per individuare le tecnologie più adatte a dotare di un più moderno sistema di informatizzazione il già avanzato sistema di tracciabilità e rintracciabilità della filiera di cui è dotata la Dop “Prosciutto di San Daniele”, che da oltre 10 anni certifica, fin dalla nascita, il suinetto destinato alla produzione del famoso cosciotto friulano e che ne traccia tutte le fasi della vita, le modalità di allevamento e alimentazione, fino “alla porta” del prosciuttificio. All’interno dello stabilimento verranno realizzati gli strumenti per il monitoraggio e controllo automatizzati di tutte le fasi di trasformazione del cosciotto in Prosciutto di San Daniele, per produrre per ciascun prosciutto una “etichetta trasparente” destinata al consumatore finale. La collaborazione con il Distretto Industriale dell’Alimentare arricchisce il sistema di Centri del progetto Innovation Network già operativi sul territorio regionale, specializzati per settori produttivi (Legno&arredo, Nautica, Biomedicina Molecolare, Plastica&compositi) e tematiche di intervento (Ingegneria d’Impresa, Ambiente), mentre Area pensa già allo sviluppo e all’apertura di nuovi Centri al servizio di altri comparti produttivi regionali.  
   
   
IL MINISTRO ALLE POLITICHE AGRICOLE ALEMANNO PRESENTA LA QUARTA OLIMPIADE DEI FORMAGGI DI MONTAGNA  
 
Appassionanti come le olimpiadi classiche si annunciano le olimpiadi dei formaggi di montagna che si svolgeranno a Verona. E’ stato il Ministro Gianni Alemanno a presentare ufficialmente la manifestazione, che è giunta alla quarta edizione e si terrà a ottobre, grazie all’organizzazione del Consorzio per la tutela del formaggio Monte Veronese Dop. Oltre mille formaggi, con la caratteristica d’essere prodotti a latte crudo ad oltre 600 metri d’altitudine, si sfideranno nelle varie categorie, in una competizione che ha il fine ultimo di valorizzare e salvaguardare la montagna e le sue produzioni. A sfidarsi saranno dunque formaggi, provenienti dall’Europa ma anche da America e Asia, fino al Giappone. “Il Veneto – ha detto il ministro Alemanno - si contraddistingue per una grande varietà di formaggi di montagna d’altissimo spessore qualitativo. Le Olimpiadi serviranno dunque anche a portare in primo piano l’autenticità di queste produzioni e a contrapporle alle sempre più numerose imitazioni, che si propongono ad un costo minore”. “In questo scenario – ha continuato il ministro – s’inquadra dunque la sfida che, dal 2002, abbiamo intrapreso con le ‘Olimpiadi del Formaggio di Montagna’, una gara e un evento capaci di dare valore aggiunto e visibilità alle produzioni delle Alpi e degli Appennini“. “Le Dop italiane - ha aggiunto Alemanno - sono patrimonio dell’ingegno nazionale. Devono esser tutelate, proprio mentre notiamo che si stanno aprendo nuovi mercati”. Alla presentazione delle Olimpiadi, che si è svolta nello stand della Regione Veneto, erano presenti, assieme al Ministro, l’assessore regionale all’Agricoltura, Giancarlo Conta; l’assessore del Comune di Verona, Elio Pernigo; il consigliere regionale, Elena Donazzan; l’europarlamentare, Sergio Berlato; il vice presidente dell’Ente Fiera, Claudio Valente; il presidente di Caseus Montanus, Gerardo Beneyton; nonché il presidente del Consorzio per la tutela del formaggio Monte Veronese, Giovanni Roncolato.  
   
   
RENATA GALANTI MEMBRO DEL COMITATO DI VALORIZZAZIONE PATRIMONIO ALIMENTARE ITALIANO  
 
Con decreto del Ministro Gianni Alemanno in data 18 marzo 2005, Renata Galanti é stata nominata membro del Comitato di valorizzazione del Patrimonio Alimentare Italiano, nell’ambito del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, per il triennio 18 marzo 2005-17 marzo 2008.  
   
   
CHIUDE CON SUCCESSO L’EDIZIONE 2005 VINITALY: 12% IN PIÙ I VISITATORI STRANIERI  
 
Grande affluenza di visitatori stranieri quest’anno al Vinitaly, che sono stati ben 30 mila, una su cinque delle 143 mila che hanno visitato la 39^ edizione della rassegna. La crescita degli operatori esteri è stata del 12% con un’incidenza del 21% sul totale. Cifre che hanno ridato fiducia agli operatori. “Ancora una volta Vinitaly ha permesso alle aziende di fare business” – afferma Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere -, ma il nostro impegno non finisce oggi. L’internazionalizzazione della nostra attività ci porterà in maggio a Mosca con Vinitaly Russia, a ottobre negli Stati Uniti con Vinitaly Us Tour, a novembre in Cina con Vinitaly China e per la prima volta con il marchio Vinitaly in India nel gennaio del 2006”. “Affluenza ottima, molto estero e grande soddisfazione dei clienti italiani”, questa l’impressione di Alessandro Dal Zovo delle Cantine Sartori, che tra gli stranieri cita nordamericani, giapponesi, operatori di Hong Kong, Gran Bretagna e tanti tedeschi. Tanti ritorni pure per le Cantine Speri, in particolare Usa e Canada, ma anche appuntamenti fissati in precedenza per questa occasione con Finlandia ed Europa dell’Est. “Anche se le aspettative non erano delle migliori, l’affluenza è stata equilibrata e in crescendo. La novità è rappresentata dai maggiori contatti avuti con i Paesi Scandinavi”, dice Angelo Valentini delle Cantine Lungarotti, vincitrici del Premio Internazionale Vinitaly 2005 per l’Italia. “Grande Vinitaly, dal punto di vista organizzativo uno dei migliori” – dice Anna Abbona della Marchesi di Barolo confermando molti nuovi contatti, specie con Russia, Ungheria e Cina, mentre Fausto Peratoner, delle cantine La Vis, mette in evidenza pure il grande interesse manifestato dagli operatori tedeschi, inglesi e del Nord Europa in genere, oltre che da giapponesi, ancora russi e, come novità inaspettata, neozelandesi. “Buoni contatti, tanti giovani titolari di wine bar ed enoteche, appassionati e preparati, un’attenzione particolare dalla distribuzione organizzata”, è il commento di Marco Caprai, produttore umbro di Sagrantino. Questa edizione di Vinitaly ha messo comunque in luce il momento di transizione che sta vivendo il mondo del vino, e che fa prevedere cambiamenti strutturali e di strategie per i prossimi anni. “Molti comunque i dati di ripresa – dice il presidente Castelletti –, a conferma dei segnali presentati dal ministro Gianni Alemanno durante la giornata inaugurale della manifestazione”. Numerosi gli espositori che hanno visto riconfermata la propria posizione, altri hanno avuto nuovi contatti o hanno consolidato di persona rapporti instaurati in precedenza con operatori stranieri. C’è chi ha visto americani e chi no, non tutti sono stati visitati dai tedeschi, altri hanno conosciuto di persona russi e cinesi o giapponesi, mentre altri non hanno avuto nuovi contatti, proprio come succede quando c’è un cambiamento in corso. I Paesi emergenti sembrano ancora più una potenzialità che veri mercati, invece cresce l’attenzione dei Paesi del Nord Europa, anche se lì è ancora tutta da costruire una vera cultura del vino. I piccoli forse sono più soddisfatti dei grandi, come pure chi ha anticipato le nuove tendenze manifestate ora dai consumatori, ai quali bere non basta più. È il caso dei vini della Franciacorta, in continua crescita: “Stiamo raccogliendo i risultati degli investimenti promozionali fatti nel corso degli anni - spiega Adriano Baffelli, direttore del Consorzio per la tutela del Franciacorta -, che ci hanno permesso di dare ai nostri prodotti una forte identificazione con il territorio che ora viene molto apprezzata”. Diverse e soddisfatte le aspettative dei vari espositori rispetto al Vinitaly. C’è chi lo vive come una vetrina, chi come momento di incontro con i propri clienti, chi anche di contatto con il pubblico. Chi investe soldi, comunque, sente l’esigenza di avere ogni anno qualcosa di più in termini di servizi e di risultati. Per questo sono state apprezzate le migliorie apportate quest’anno dall’organizzazione fieristica.  
   
   
VINITALY. LO STOP DI ALEMANNO ALLA CAMPAGNA CONTRO L’ALCOL  
 
“Così com’è non deve assolutamente passare”, ha dichiarato il ministro per le Politiche Agricole, Gianni Alemanno, durante il convegno di Città del Vino e Coldiretti sul tema “Vino, benessere e salute” Al Vinitaly, durante il convegno “Vino, benessere e salute”, organizzato da Coldiretti e Città del Vino, il ministro Gianni Alemanno ha annunciato il suo impegno a favore di una revisione della prossima campagna del ministero della Salute che punterebbe il dito indiscrimitamente contro le bevande alcoliche, senza distinzioni di sorta tra il vino e gli altri prodotti. “Una campagna di questo genere non deve passare – ha dichiarato il ministro Alemanno -. Mi auguro che Sirchia comprenda le realtà e le differenze e che si possa fare un ragionamento allargato ai produttori di vino e ai consumatori. Certamente alcune sostanze e alcuni consumi sono negativi, anche se assunti in minima parte, ma ci sono altri prodotti e alimenti, tra i quali il vino, in cui l’effetto negativo si ha soltanto nei casi di abuso e di consumo smodato. C’è una sorta di curva con vari livelli, il problema è quello di educare le persone a stare dalla parte positiva della curva, a comprendere la differenza tra uso e abuso”. Il ministro Alemanno ha già fatto rimuovere dal sito Internet del governo un opuscolo informativo in cui si annunciava questa battaglia indiscriminata contro l’alcol. Sul tema dell’educazione alimentare, ha sottolineato ancora Alemanno, c’era stato un contenzioso con il ministero della Salute a proposito delle competenze. Contenzioso che si sarebbe risolto con la costituzione di un Comitato governativo per la Sicurezza Alimentare di cui fanno parte il ministero per la Salute, quello per le Politiche Agricole, il ministero dell’Ambiente e l’Inran. Successivamente è stato creato un protocollo comune che però il ministro Sirchia non ha ancora firmato.  
   
   
IL RINASCIMENTO DI SOL L’11° SALONE DELL’OLIO D’OLIVA VERGINE ED EXTRAVERGINE ACCONTENTA GLI ESPOSITORI, SODDISFATTI IN PARTICOLARE PER I CONTATTI CON GLI OPERATORI ESTERI.  
 
Ottimi contatti con i visitatori, soprattutto con gli operatori esteri, e nettamente migliore l’ubicazione e l’organizzazione logistica. Gli espositori dell’11° Sol chiudono il Salone Internazionale dell’Olio d’oliva vergine ed extravergine soddisfatti di questa edizione, definita addirittura «Il Rinascimento di Sol» da Giulio Scattolini, capo Panel dell’olio extravergine Dop dell’Umbria e consigliere nazionale Unaprol (Unione nazionale produttori di olive). Il nuovo lay out era stato progettato da Veronafiere proprio per favorire al meglio la visibilità della rassegna, trasferita nel padiglione n. 10, di nuova realizzazione, uno spazio di 16.000 metri quadri, dotato di ogni confort, dei quali oltre 8.000 riservati a Sol. La struttura espositiva si presentava moderna, climatizzata, consentendo ai 400 espositori (provenienti da Italia, Spagna, Israele, Palestina e Cile) contatti più agevoli con visitatori specializzati di tutto il mondo. «E’ aumentato l’afflusso di operatori esteri negli stand con una novità: un forte presenza di americani», sottolinea Giovanni Salvano, produttore veronese, che sottolinea anche la positività dell’abbinamento di Sol con Vinitaly. «E’ giusto che le due rassegne si svolgano contemporaneamente – conferma Andrea Allotta, responsabile dell’Ufficio Promozione della Camera di Commercio di Trapani -. Vino e olio vanno a braccetto, è un matrimonio ideale, reso quest’anno ancora migliore grazie alla nuova sistemazione logistica di Sol e da un crescente interesse verso i nostri prodotti da parte dei visitatori, sempre più curiosi e disponibili alle degustazioni». Che Sol abbia percorso parecchia strada dalla sua nascita ad oggi è indubbio: «Noi siamo una delle regioni che sono state presenti fin dalla prima edizione – spiega Marino Giorgetti, responsabile della Promozione dell’olio della Regione Abruzzo – ed abbiamo visto crescere la rassegna crescendo insieme a lei. Ora è davvero un’impareggiabile vetrina per i nostri produttori, con una sistemazione logistica nettamente migliorata, una nuova immagine più idonea alla dignità dell’olio d’oliva extravergine e un ideale connubio con Vinitaly. Per tutto questo dobbiamo essere grati all’impegno organizzativo di Veronafiere, riconoscendo anche la creatività dei produttori, visto che il nostro non è l’unico stand molto bello, ma quest’anno tutti gli stand sono particolarmente curati». Particolarmente soddisfatta per i contatti con gli operatori esteri anche Laura Turri, presidente del Consorzio di Tutela Garda Dop e dell’Associazione Nazionale Donne dell’olio, che elogia l’organizzazione della fiera chiedendo di potenziare ulteriormente in futuro i mezzi pubblici per raggiungere e lasciare il quartiere: «In questi giorni io ho utilizzato gli autobus, che erano affollatissimi. L’anno prossimo bisogna potenziare i servizi di trasporto, per convincere le persone a lasciare a casa le automobili». Per gli espositori 2005, Sol e il mondo dell’olio d’oliva extravergine sono maturati insieme: «L’olio è un settore in crescita e merita ancora maggio rilievo nelle prossime edizioni della rassegna, ma bisogna ringraziare Veronafiere per quanto ha fatto finora, adoperandosi per darci maggior visibilità – dichiara Paolo Coppini, direttore commerciale del frantoio “L’albero d’Argento” di Castelvetrano (Trapani) -. L’organizzazione è stata ineccepibile. Inoltre devo sottolineare che la cosa più bella che abbiamo notato noi produttori durante questo Sol è stata l’affinata sensibilità dei visitatori, ai quali interessa imparare a degustare, a riconoscere i vari tipo di oli ed i loro abbinamenti ideali».  
   
   
I SEGRETI DEGLI CHEF SVELATI A MARATONA A TAVOLA 2005 SUCCESSO PER LA MANIFESTAZIONE DI GARE ED ESIBIZIONI GASTRONOMICHE IN SVOLGIMENTO AD EXPOLEVANTE  
 
Il tempo libero si trascorre anche.. Mangiando. Ed ecco che uno dei padiglioni più frequentati e apprezzati dai visitatori di Expolevante è quello di Maratona a Tavola. Meta di quanti amano i prodotti tipici provenienti da tutta Italia, la manifestazione è diventata un appuntamento abituale per rifocillarsi e assistere a divertenti “esibizioni gastronomiche”. Fermandosi nella zona dedicata alle gare di cucina, si possono apprendere le tecniche e i segreti dei grandi chef degli istituti alberghieri della Puglia. E se invece si vuole assistere a vere e proprie acrobazie culinarie, spesso capita che alle gare di cucina si alternino quelle di pizza acrobatica. Tra gli appuntamenti in programma nei prossimi giorni: - mercoledì 13 aprile: esibizione del campione europeo di pizza acrobatica - giovedì 14 aprile: Gara dell’Istituto alberghiero di Molfetta - sabato 16 aprile: Gara dell’Istituto alberghiero di Cicciano (Napoli) - domenica 17 aprile: “La Vita in Diretta”, il programma del pomeriggio di Rai Due, segue l’esibizione di pizza acrobatica di un bambino di soli tre anni. “La tavola, le specialità culinarie, i prodotti tipici della nostra terra – dice il patròn della manifestazione, Alfredo Leone - non possono essere trascurati né tantomeno dimenticati. Sono una ricchezza anche economica e in quanto tali devono essere al centro di una manifestazione ‘storica’ come quella di Maratona a Tavola”. Padre e ideatore di questa rassegna itinerante, che porta in giro per l’Italia e in Europa i nostri cuochi più famosi e i prodotti della Puglia, Alfredo Leone ancora una volta riesce a conquistare il pubblico di Expolevante con le sue gare gastronomiche e le dimostrazioni di cucina.  
   
   
INNOVAPHONE ED INIKON PER IL VOIP NELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ALIMENTARE  
 
La recente collaborazione tra la svizzera Inikon ed innovaphone, produttore tedesco specializzato in soluzioni di telefonia Ip, ha già portato ad importanti risultati nel mercato svizzero. Per la ristrutturazione della propria rete aziendale, Spar Management Ag, importante catena di distribuzione di prodotti alimentari presente a livello internazionale in 30 Paesi per un totale di più di 15.000 punti vendita e molto nota in Italia grazie al marchio Despar, ha infatti scelto di affidarsi alle soluzioni Voip di innovaphone. Nella sede Spar Management nel cantone di S. Gallo, i reparti di vendita telefonica ed It sono stati dotati di dispositivi Voice-over-ip di innovaphone: il traffico telefonico e quello dati viaggeranno quindi sulla stessa rete. Il centralino telefonico esistente in Spar Management continuerà ad essere in uso fino al momento della sua sostituzione con un impianto totalmente basato su Ip. "Questa scelta ci consente di mettere a disposizione dei reparti in questione la tecnologia più avanzata" ha affermato Wolfgang Mähr, responsabile It di Spar. "Al contempo, la migrazione graduale dal vecchio al nuovo centralino permette di sfruttare al meglio gli investimenti a suo tempo fatti e ci garantisce la possibilità di realizzare una soluzione di telefonia secondo i più moderni criteri tecnologici, una soluzione dotata di tutte le applicazioni attualmente disponibili". Il progetto in Spar Management è stato affidato alla società Inikon con sede ad Egg (Zurigo), società che ormai da tempo rappresenta per innovaphone un Partner estremamente competente per quanto riguarda la pianificazione e realizzazione di complesse infrastrutture in ambito It. La gamma di prodotti innovaphone completa in modo ideale l'offerta della società svizzera. "Nella sua qualità di produttore leader a livello tecnologico di soluzioni di telefonia per clienti business, innovaphone si posiziona nel segmento più alto, lo stesso al quale Inikon fa riferimento" sottolinea Peter Jud, Managing Director di Inikon. La linea di prodotti innovaphone trova ampio utilizzo in un mercato come quello svizzero al quale può offrire soluzioni competitive a livello tecnologico non solo rivolte a società di dimensioni medio-grandi, ma anche a reti aziendali di piccole dimensioni, queste ultime relativamente diffuse in Svizzera.  
   
   
CONSERVE ITALIA COMUNICA SU IP GRAZIE A VEM SISTEMI  
 
Vem Sistemi, azienda forlivese che opera nel mercato dell’Ict come business continuity company ha realizzato l’infrastruttura di comunicazione su Ip di Conserve Italia, azienda leader nel settore delle conserve alimentari, con sede a San Lazzaro di Bologna e stabilimenti ubicati in Italia, Francia, Spagna, Polonia e da alcune società in Germania e Inghilterra. La tecnologia alla base della nuova infrastruttura è l’innovativa soluzione di Ip Communications di Cisco Systems ed il processo di migrazione verso le nuove tecnologie si sta svolgendo in modo graduale secondo un piano strategico che permetterà a Conserve Italia, una volta realizzato una rete voce e dati affidabile e sicura, di implementare con il supporto di Vem Sistemi una serie di applicazioni che aggiungeranno valore alla nuova infrastruttura, inizialmente utilizzata per servizi di comunicazione tradizionale. Le soluzioni implementate da Vem Sistemi permettono anche il raggiungimento di una sinergia tra tutte le attività dipendenti dall’infrastruttura Ict, che migliorano complessivamente attraverso l’ottimizzazione dell’architettura di rete e che si pongono alla base per le evoluzioni che un soluzione dalle potenzialità così ampie permette. Il rapporto sviluppato con Vem Sistemi, lascia intendere che sarà ancora l’azienda romagnola a guidare Conserve Italia verso la completa integrazione della nuova rete Ip. Come ha infatti commentato Enrico Parisini, responsabile delle tecnologie informatiche di Conserve Italia.: “Collaboriamo con Vem Sistemi da 10 anni, da quando si aggiudicarono la prima gara per rinnovare la nostra architettura di rete. Oggi agisce come un vero e proprio partner per le nostre attività, mettendoci a disposizione i suoi tecnici come nostri quotidiani collaboratori, pronti a risolvere gli eventuali problemi che una rete complessa come la nostra può causare. È importante che la tecnologia Cisco trovi interpreti così validi che valorizzino completamente il potenziale che questa tecnologia possiede. È necessario che tutta la filiera della distribuzione del servizio, da chi costruisce a chi ne fruisce, sia perfettamente coordinata e orientata a funzionare per il meglio”.  
   
   
CAVICCHIOLI ACQUISISCE FRANCESCO BELLEI  
 
Le Cantine Cavicchioli di San Prospero, in provincia di Modena, hanno acquisito l’azienda vinicola “Francesco Bellei” di Bomporto (Modena), specializzata e riconosciuta dai critici come un’autentica “perla” per la produzione di spumante metodo classico. Il frutto di questa collaborazione è un lambrusco sorbarese – disponibile sul mercato proprio in questi giorni - prodotto con la rifermentazione ancestrale delle origini. Schiuma chiara, profumo di viola, non filtrato, si presenta con la naturale effervescenza contenuta da un tappo di materiale innovativo in grado di controllare lo scambio d’ossigeno con l’ambiente esterno. Con questo vino si intende recuperare una tradizione locale che era andata perduta.  
   
   
ACQUA: DA LUGLIO QUELLA MINERALE NEI BAR E RISTORANTI SOLO IN BOTTIGLIE SIGILLATE PLAUDE IL CODACONS ADESSO SI RITORNI ALL’ACQUA DI RUBINETTO  
 
Il Codacons accoglie con favore il provvedimento in base al quale da luglio, nei bar e ristoranti di tutta Italia, l’acqua minerale dovrà essere somministrata solo tramite bottigliette monodose sigillate. “Con questo provvedimento – afferma il Presidente Codacons Carlo Rienzi – verrà garantita maggiore sicurezza ai consumatori, e si eviteranno spiacevoli episodi di somministrazione di sostanze tossiche al posto dell’acqua. Ovviamente l’operazione non deve avere costi a discapito delle tasche dei cittadini, e occorre vigilare affinché i prezzi dell’acqua minerale restino invariati”. “Tale innovazione inoltre – prosegue Rienzi – sarà l’occasione per un ritorno all’acqua di rubinetto, spesso migliore rispetto a quella minerale, e sicuramente meno costosa”.  
   
   
A MILANO ARRIVANO I SAPORI DI LIGURIA NEL NUOVO CICALA 02 LELLA COSTA MADRINA ALL’INAUGURAZIONE MANDILLI AL PESTO E CAPPON MAGRO IN UNO SPAZIO VERDE E TUTTO CONTEMPORANEO NEL NUOVO POLO DELLA MODA  
 
Uno spazio come un cortile con ampie vetrate, pareti di foglie e cromatismi che riecheggiano la natura. Anche nei piatti, dove i veri protagonisti sono i sapori liguri. Si chiama Cicala 02 il nuovo progetto gastronomico inaugurato l’11 aprile alla presenza dell’attrice Lella Costa e fortemente voluto dall’imprenditrice lombarda, genovese di adozione, Marina Vegezzi. “Volevo trasportare la Liguria, con i suoi sapori e il suo gusto di vivere, a Milano, la città dove ho vissuto per trent’anni” spiega Vegezzi. Il Cicala 02 è un ristorante contemporaneo nel nuovo polo della moda, a due passi da Porta Romana, dove da qualche tempo alcuni stilisti hanno spostato sedi e showroom. L’idea di creare un Cicala 02 è nata sulla scia del successo della Locanda di Palazzo Cicala a Genova, boutique hotel della stessa proprietà, e non è destinata a esaurirsi. Sono infatti in progetto altri “Cicala”, in Italia e all’estero, tutti connotati dallo stesso filo conduttore. Il concept del Cicala 02 è quello di una simbiosi tra stile, contemporaneo e pulito, e cibo, rigorosamente non elaborato e di ottima qualità, frutto di una lunga selezione di produttori in tutta Italia. Con un occhio di attenzione alla verdura, alle erbe, al pesce e ai formaggi. Una cucina tutta genovese, che spazia dal condiggiun, l’insalata tradizionale dei marinai a base di verdure e bottarga, alle acciughe ripiene; dai mandilli al pesto di Prà alla pasta con acciughe e finocchietto selvatico; dallo stoccafisso “accomodato” al cappon magro in salsa verde. “La Liguria è una terra straordinaria, calda, con sapori eccellenti. E anche con bellissimi colori, soprattutto verde e azzurro, e credo che Milano abbia in fondo bisogno sia di verde che di azzurro. Inoltre la cucina è naturale, soprattutto a base di pesce e verdure, perfetta per le esigenze dietetiche di una vita sana e biologica di cui ormai nessuno può fare a meno” afferma Marina Vegezzi.i piatti che propone nel suo Cicala 02 sono liguri ma con un garbato e sottile tocco d’Oltralpe che lo chef italo-francese Antonio Marchese, affiancato da un secondo di cucina genovese, Michele Pagano, prende in prestito dalla natura e dal ritmo delle stagioni. Come il branzino al vapore di erbe fresche in salsa di lavanda. L’architetto Lorenzo Bozano, un passato nel restyling di ristoranti come Le Cantine Squarciafico e il Sopranis a Genova, ha giocato qui la carta dei colori. A dare il benvenuto nel luminoso ingresso è “Il grande fiore”, tavolo design con una tavolozza dall’arancio al vinaccia sino all’oro-ferromicaceo. I suoi petali sono modulabili, ideali per facilitare amicizie e primi approcci. Non a caso viene anche definito “Il tavolo dei single”, ai quali in futuro saranno dedicate periodiche serate. Ancora colore, intenso e d’impatto, nella passiera sospesa in aria: un grande pannello arancione che taglia lo spazio, “cromaticamente favorisce l’assimilazione dei cibi”, come sottolinea Bozano, e scorre lungo un percorso verde che conduce alla sala principale. Qui il fiore all’occhiello dell’interior design è una parete interamente coperta da foglie di seta verde, sullo stile del cortile del Pershing Hall, noto hotel parigino progettato da Andrée Putman, su cui a breve verranno coltivati dei rampicanti. Grande cura è stata posta anche nella progettazione del verde, a cura della paesaggista Milena Matteini, tra i quattro architetti candidati al Premio Martini 2005, che in passato si è occupata dei giardini del Bristol a Rapallo e dello Sheraton a Roma. “Credo che il verde, insieme agli aspetti della rumorosità, sia troppo trascurato dai ristoratori italiani. Eppure può diventare distintivo di un locale, contribuire a creare atmosfera e confort” spiega Matteini. Per gli esterni del Cicala 02 la paesaggista ha scelto sedici vasi di Carex, erbacea perenne ricca di filamenti, come una fontana di foglie, in contenitori in vernice ferromicacea che richiamano con gusto il basamento del palazzo. L’ultima sala del ristorante è dedicata invece a chi preferisce gli ambienti più privé e tranquilli. Il Cicala 02 propone un ambiente lieve, contemporaneo, per tutti e con grande attenzione all’autenticità e alle tradizioni culinarie liguri più solide. Quelle che si tramandano di famiglia in famiglia, che mai come oggi, al di là di ogni sofisticazione, amiamo trovare nel piatto.  
   
   
ANTONIO MARCHESE, CHEF DEL RISTORANTE “CICALA 02” DA LIONE A MILANO, PASSANDO PER LA CUCINA DELLA LIGURIA  
 
Antonio Marchese, lionese, classe 1969, dopo gli studi alberghieri inizia il suo percorso professionale come commis di cucina nella sua città natale. Prima da Chez Rose, poi da Orsi (all’epoca due stelle Michelin) e in seguito, come chef, al Garioud (tre forchette), dove si avvicina in modo particolare alla cucina a base di fiori e di erbe. Dopo essersi occupato di ristorazione d’hotel, prima al Lyon Metropole e in seguito alla Villa Fiorentine, dove in alcuni eventi lavora anche al fianco di Paul Bocuse, Marchese decide di aprire un ristorante tutto suo, Le jardin de l’audience, davanti al Tribunale di Lione e con una vasta clientela, quindi, di avvocati e professionisti. Attirato dall’Italia, il giovane Marchese si trasferisce a Milano e a breve diventa chef di cucina da Giannino, dove rimane qualche anno, e in seguito presso La Dolce Vita, sempre nel capoluogo lombardo. Le ultime esperienze da consulente-chef lo portano come secondo di cucina al fianco di Paola Budel, nel ristorante dello storico Principe di Savoia a Milano.  
   
   
PATATE FRANCESI & CUCINA ITALIANA. LA CREATIVITÀ DEGLI CHEF ITALIANI INTERPRETA LE PATATE DI FRANCIA PREMIATI I VINCITORI DEL PRIMO CONCORSO GASTRONOMICO A TEMA.  
 
Savarin di patate farcito al Taleggio e tartufo nero lariano con ragout di lumache di vigna in salsa di silene. E poi Agnoli in farcia di patate di Francia e cannella con fois gras e burro ai pistacchi. E ancora Patate del Birichin e, per finire, Mousse di patate con mirtilli. E’ questo lo straordinario menu delle ricette vincenti con cui si conclude la prima edizione del concorso gastronomico Patate di Francia, organizzato in collaborazione con l’Unione Italiana Ristoratori e con Italcuochi/orpi, e in partenariato con la Saps. Lo spirito del concorso era quello di abbinare la creatività degli chef italiani con la qualità organolettica e la versatilità delle Patate di Francia, creando una ricetta che le esaltasse. Il posto d’onore è andato a Lorenzo Staltari del Casinò di Campione che ha proposto un Savarin di patate farcito al Taleggio e tartufo nero lariano con ragout di lumache di vigna in salsa di silene. A lui è andato il primo premio: una prestigiosa pentola d’oro firmata Baldassare Agnelli. Secondo classificato: Riccardo Enzo del ristorante L’invito di Quarto d’Altino (Ve) con gli Agnoli in farcia di patate di Francia e cannella con fois gras e burro ai pistacchi. Il terzo posto è andato a Nicola Batavia del ristorante ‘l Birichin di Torino con le Patate del Birichin, mentre al quarto troviamo Felice Sgarra dell’Hotelgarden di Andria (Ba) con la Mousse di patate con mirtilli. Questi ultimi tre chef si sono aggiudicati una pentola in rame Baldassare Agnelli. La premiazione degli chef vincitori si è tenuta oggi alla Residenza La Cantalupa di Brusaporto (Bg). Il primo concorso gastronomico Patate di Francia si chiude con un risultato più che lusinghiero: hanno partecipato 70 ricette inviate da ristoratori di tutta Italia. A valutarle è stata chiamata una giuria composta dai rappresentanti degli organizzatori, da giornalisti specializzati e da Enrico Cerea, chef del ristorante Da Vittorio di Bergamo e testimonial delle Patate di Francia. Le ricette sono state giudicate in base a 4 parametri: congruità gastronomica, originalità, innovatività degli abbinamenti e scelta degli strumenti di cottura. I 30 classificati in seguente sono stati omaggiati con un libro di cucina interamente dedicato all’interpretazione gastronomico-mediterranea delle patate. Il concorso si inserisce nella campagna triennale 2004/2006 realizzata in Italia da Sopexa per conto dell’ interprofessione delle patate francesi, il Cnipt (Comité National Interprofessionnel de la Pomme de Terre). L’obiettivo di questa campagna consista nello sviluppare la cultura della patata di qualità e consolidare l’immagine delle Patate di Francia quali leader in questo segmento. La comunicazione, destinata sia ai consumatori che ai ristoratori e ai professionisti, si è incentrata sulla segmentazione dell’offerta di patate francesi, con la presentazione delle differenti tipologie e del loro utilizzo ottimale in cucina. La campagna di comunicazione vede i due grandi chef Enrico e Roberto Cerea, del ristorante Da Vittorio a Bergamo, nel ruolo di testimonial e di esperti suggeritori che coinvolgono i consumatori e i professionisti nella preparazione di ricette a base di patate. Coerentemente con questi obiettivi è proseguita la partnership con Olio Carli, che rinforza il legame tra le Patate di Francia e la cultura gastronomica italiana Oltre al concorso gastronomico, sono state dedicate anche iniziative ad hoc per il pubblico professionale: publiredazionali sulle riviste specializzate per i ristoratori, lettere di informazione periodiche per grossisti e buyer della Gdo, comunicati stampa e dossier informativi per i giornalisti. E’ stato inoltre realizzato un corso di cucina riservato ai giornalisti delle riviste gastronomiche e femminile. Quanto ai consumatori finali sono stati raggiunti con publiredazionali pubblicati sulle più importanti riviste di cucina e nei supplementi di ricette “speciali Patate” di alcune riviste specializzate come Dimagrire, Più Cucina e Sale &Pepe e con la presenza delle Patate di Francia su 4 famose guide gastronomiche: Espresso, Gambero Rosso, Uir-unione Italiana Ristoratori e Orpi-ordine Ristoratori Professionisti Italiani. In più, è stato messo on line il ricco sito Internet delle patate di Francia : www.Patate-da-amare.it  che permette un contatto costante e stimolante con i consumatori.  
   
   
ARTE DA MANGIARE MANGIARE ARTE…10° EDIZIONE A MILANO DAL 5 ALL’8 MAGGIO  
 
In occasione del 10° anniversario dell’ Associazione Arte da mangiare, la città di Milano “imbandirà la sua tavola sontuosa” per proporre ai cittadini quattro giorni “da vedere, da toccare e da gustare”, in concomitanza con la Fiera d’Arte Miart. Cibo ed Arte si intersecano in una parallela produzione artistica che continua ormai da dieci anni a produrre suggestioni ed emozioni alla vista e al palato. La caratteristica della Manifestazione (ideata e curata dalla scultrice topylabrys) è l'utilizzo del Cibo come materiale d'Arte. L'obiettivo è quello di avvicinare un pubblico sempre più vasto al mondo dell'Arte, del Cibo e della Comunicazione: con stile e “gusto”. Cibo e Arte, una formula di successo che rispecchia la tendenza odierna in cui non esistono più luoghi deputati esclusivamente all’Arte. Ricette d’artista, piatti d’Arte, degustazioni culturali, prodotti enogastronomici, convegni, laboratori del gusto e cene d’Arte costituiranno il “menu” che proporrà iniziative collaterali, a tema e non, tra Arte, Cibo e degustazioni tipiche. Darà inizio alla Manifestazione il tradizionale “aperitivo ad Arte” inaugurale, con “boccone d’Arte”, che si terrà presso il Salone degli Affreschi della Società Umanitaria, su invito. Inoltre, anche quest’anno, nel corso delle ormai tradizionali cene in Umanitaria, verrà proposto ai commensali un ricercato menu ricco di pietanze gustose guarnite con fantasia e Arte culinaria basate su un originale connubio estetico tra Arte e Cibo. Il concetto alla base delle portate della cena a buffet dedicata all’Atm, sostenitrice della Manifestazione, sarà il cromatismo delle tre linee metropolitane di Milano: verde, rosso e giallo. Un'evocazione che reinterpreterà simpaticamente, attraverso un ricercato allestimento scenografico, la struttura della mappa della metropolitana milanese. Da non perdere l’appuntamento con la cena dedicata all’asparago bianco di Cilavegna, di particolare rilevanza dal punto di vista gastronomico per la limitatissima produzione annua di questo ortaggio dal sapore delicato che cela, dentro a una forma familiare, un'evocazione di bellezza che ricorda un'opera d'arte. L’asparago di Cilavegna verrà infatti presentato sotto un’ottica inusuale grazie alla rivisitazione creativa degli chef de il Visconte, agriturismo di qualità che si occuperà del coordinamento della sezione cibo dell’intera manifestazione. Il ricco menu si concluderà con la tradizionale cena di gala con “piatto d’Arte” con caviale e storione, a cura di Agroittica. Ad arricchire la manifestazione ci sarà l’appuntamento tra Cibo e Artigianato con il Laboratorio, per grandi e piccini, “Le mani in Pasta e nella Creta” oltre ad una serie di degustazioni di prodotti gastronomici tra sculture e istallazioni. Insomma, un gustoso menu da leccarsi i baffi, per un’indigestione in cui Arte e Cibo diventano sostanza e nutrimento rispettivamente dell’anima e del corpo.  
   
   
CREMONINI SI AGGIUDICA L’OSCAR “COST SECTOR CATERING AWARD 2005“ PER IL MIGLIOR CATERING DI BORDO FRA TUTTI GLI OPERATORI DELLA RISTORAZIONE SUI MEZZI DI TRASPORTO INGLESI (AEREI, TRENI, NAVI E TRAGHETTI)  
 
Cremonini, attraverso la controllata Momentum Ltd, ha ricevuto a Londra il prestigioso riconoscimento “Cost Sector Catering Award 2005“ quale miglior operatore dell‘”on board catering” in Inghilterra, per le attività di ristorazione svolte a bordo dei 70 treni inglesi Eurostar che quotidianamente collegano Londra, Parigi e Bruxelles. Alla premiazione erano presenti i massimi esponenti del mondo inglese dei trasporti, oltre a più di 900 operatori di settore impegnati nei diversi segmenti di ristorazione: dal catering a bordo di treni, aerei, navi, traghetti - categoria per la quale ha concorso Cremonini - al catering di ospedali, case di cura, centri per anziani, scuole fino a quello di mense aziendali, forze armate e servizi sociali. Il premio assegnato a Cremonini è stato così motivato: ”In poco più di 4 anni Momentum ltd ha saputo affrontare e superare i problemi di logistica derivanti dall’operare in 3 diversi paesi – Inghilterra, Francia e Belgio – oltre che soddisfare le esigenze di una clientela internazionale, contribuendo ad elevare dal 68% al 95 % l’indice di gradimento (Customer satisfaction) dei servizi sui treni Eurostar. La quota di mercato di Eurostar, inoltre, nel 2003 ha raggiunto livelli mai superati prima, con un incremento di oltre il 15% e questo risultato è in parte stato riconosciuto anche alle attività svolte da Momentum a bordo treno.” La chiave del successo di Momentum” - continua la motivazione - “è da ricondursi alla grande flessibilità dimostrata dalla società nella gestione dei servizi nel mercato dell’”on board”, nel quale quotidianamente è necessario confrontarsi non solo con le diverse esigenze dei passeggeri ma anche per la variabilità dei suoi numeri. Infatti si può passare da un minino di 100 passeggeri ad un massimo di 750 (capacita massima per treno) con treni operativi 24 ore al giorno e con liste di passeggeri disponibili solo poco prima della partenza. Momentum è riuscita a garantire la massima efficienza nei servizi e nella qualità dei prodotti, grazie alle basi logistiche di supporto presenti nelle capitali di destinazione quali Parigi, Londra e Bruxelles.” Nel commentare l’aggiudicazione, Valentino Fabbian - Amministratore Delegato della divisione ristorazione di Cremonini Spa - ha dichiarato:“ Questo premio è un’ulteriore conferma della validità delle nostre proposte di ristorazione on board sui mercati internazionali, sia in termini di miglioramento della qualità che di riduzione dei costi. Caratteristiche queste che ci permetteranno di ampliare le nostre attività anche in altri Paesi europei, nei quali è sempre più apprezzato il Made in Italy”.  
   
   
YELLOW TAIL CONQUISTA IL MERCATO ITALIANO GRAZIE A VALERIANO POZZI & FIGLI E ALLE CANTINE CAVICCHIOLI  
 
Protagonista del più grande fenomeno di marketing del mondo, yellow tail è il brand di vino australiano più venduto nel mondo: 90 milioni di bottiglie nel 2004. Creato nel 2000 dalla Casella Wines, società australiana di proprietà della famiglia siciliana Casella, è il risultato di attente ricerche di mercato e di un marketing mix vincente: vitigni internazionali; creazione di un brand name unico e distintivo; packaging di grande appeal, codici colore (per le etichette e i cartoni) di grande impatto, design innovativo per il mondo del vino; forte legame con l’Australia; grande attenzione dedicata alla distribuzione e al merchandising; ottimo rapporto qualità-prezzo sono le ragioni del suo successo. L’idea di importare il prodotto in Italia è stata della società Valeriano Pozzi & Figli. Valeriano Pozzi, noto imprenditore del Cremonese, tra i primi esportatori di vino italiano nel mondo, si è cimentato in questa nuova impresa dopo aver conosciuto John Casella che si è entusiasmato all’idea di “ritornare a casa”: importare in Italia il vino che stava spopolando negli Stati Uniti è diventata così la nuova sfida. La società Valerio Pozzi & Figli, attualmente operante in 36 Paesi, ha così intrapreso questa nuova avventura affidandosi, per la distribuzione, ad un partner commerciale di storica e riconosciuta capacità. In Italia il brand viene distribuito nel canale Gdo da settembre 2003 dalle Cantine Cavicchioli, storica azienda modenese, leader nel mercato del lambrusco. La partenza dell’operazione è stata decisamente positiva a riprova del fatto che siamo in presenza di un prodotto valido: i primi due container arrivati in Italia sono stati immediatamente assorbiti dal mercato milanese. A distanza di 18 mesi yellow tail, è inserito nelle maggiori insegne e i risultati sono sorprendenti. Il brand ha una forza tale da trainare la crescita del mercato dei vini australiani. Il mercato del vino australiano nel canale Iper+super+superette At febbraio 2003 vale circa 1,17 milioni di euro pari a 200.000 bottiglie e ha praticamente raddoppiato il suo valore rispetto all’anno precedente raggiungendo il 6% del totale dei vini esteri venduti in Italia dopo francesi, portoghesi, californiani e cileni (fonte Iri). yellow tail con i suoi 830.000 euro ha una quota di quasi il 71% del totale mercato dei vini australiani a valore dimostrando la sua forte capacità di crescita. Il prodotto più venduto è lo Shiraz (76%) seguito dallo Chardonnay (10%) e dal Cabernet (9%). Il prodotto si posiziona fra i vini da tavola di acquisto d’impulso e di facile accessibilità grazie al prezzo di circa 6-7 euro. Fondamentale per garantire il successo della Casella Wines è la società di logistica Giorgio Gori, esperta di trasporti internazionali, che è riuscita a seguire e gestire lo sviluppo esponenziale e internazionale dell’azienda. L'azienda italiana Gori, infatti, gestisce tutta la logistica mondiale del marchio yellow tail. Il successo di Casella Wines risiede nel controllo e nello sviluppo dell’intera filiera produttiva (dalle Barbatelle alla cantina, dalla nursery all’imbottigliamento) e dalle strategie di marketing applicate. Per ampliare e rinnovare continuamente il vigneto, nelle tenute è stata organizzata una vera e propria nursery, all’interno della quale vengono allevate e selezionate le nuove piantine. La uve danno così vita a degli ottimi prodotti realizzati solo in terreni di proprietà della famiglia. Da questo punto di vista la scelta dell’Australia è stata fondamentale per lo sviluppo dell’azienda da diversi punti di vista: per le caratteristiche del territorio, ma anche per l’assenza di vincoli burocratici. L’australia, infatti, è il Paese più libero per la coltivazione della vite; non esistono vincoli imposti dalle Doc o Igt per l’allevamento del Merlot o dello Shiraz così come invece esistono nella maggior parte dei Paesi. Questo ha consentito l’importazione di alcuni vitigni internazionali e il loro allevamento in una terra che sta dando ottimi risultati. Casella Wines esporta i suoi vini da sei anni, ma è solo negli ultimi tre che le vendite sono cresciute in modo esponenziale grazie al successo ottenuto dal marchio yellow tail - che significa coda gialla- negli Stati Uniti. Il marchio yellow tail, infatti, ha registrato la crescita più veloce nella storia dei vini importati sul mercato americano da 300.000 bottiglie vendute nel 2001 a 80.000.000 di bottiglie nel 2004. Per cui si può definire come il lancio di vino di maggior successo della storia negli Stati Uniti. Ma non solo, [yellow tail] è anche il lancio di maggior successo di qualsiasi brand di vino australiano nella storia dell’industria di vini australiani. Le vendite interne di yellow tail, infatti, sono passate da 0 a 150.000 casse in 18 mesi. yellow tail è oggi il brand più venduto nei maggiori mercati di vino: Usa, Uk, Europe. In particolare yellow tail Shiraz è il più venduto vino rosso australiano nella Colombia Britannica e negli Usa, superando il famoso Merlot Blackstone della California. La cantina della famiglia Casella, a oggi la seconda maggior cantina di imbottigliamento australiana, è in continua evoluzione per seguire lo sviluppo e il successo ottenuto dal marchio yellow tail nel mondo. La nuova linea di imbottigliamento avrà una capacità massima di 36.000 bottiglie per ora, ma lavorerà a circa 28.000 e sarà la linea di imbottigliamento più veloce al mondo.  
   
   
RISCHIO GRANDINE, ORA C’È LA POLIZZA CON IL MARCHIO DELLE CITTÀ DEL VINO - UNA FORMULA CONTRO IL RISCHIO PARTICOLARMENTE INNOVATIVA E VANTAGGIOSA. IL SERVIZIO ASSICURATIVO È STATO PREDISPOSTO DALLA COMPAGNIA VH ITALIA DEL GRUPPO AGRORISK  
 
Dal 1 gennaio 2005 anche la Vh, la più grande compagnia europea specializzata in grandine, è attiva in tutt’Italia con una propria filiale a Verona. A partire da metà aprile comincerà a promuovere nel settore vitivinicolo la polizza “Uva – Qualità Plus”, un servizio assicurativo che presenta importanti novità. La prima: nuove tabelle di calcolo del risarcimento, legato al “danno commerciale”. La seconda: una franchigia media più bassa per i danni medio-alti. All’inizio la franchigia è più alta, ma poi scende in modo scalare fino ad annullarsi a un certo livello di danno. “La filosofia della compagnia – sottolinea il rappresentante generale per l’Italia, Luigi Gazzola – è proprio quella di garantire una copertura maggiore contro i danni che mettono a rischio la sopravvivenza dell’azienda vitivinicola”. “L’innovazione di questa polizza è legata anche al fatto che corresponsabilizza il produttore perché partecipa attivamente alla costruzione di un prodotto il più possibile personalizzato e vicino alle sue esigenze reali – dichiara Paolo Benvenuti, direttore delle Città del Vino -. Le Città del Vino volentieri collaborano alla diffusione di questo prodotto per dare un servizio in più e qualificato ai produttori dei Comuni associati”. Un altro aspetto importante di ”Uva – Qualità Plus” consiste nel calcolo del premio basato sul Bonus-malus. Diversamente da come normalmente viene praticato in Italia, i premi a carico dagli agricoltori non si calcolano sulla base solo della rischiosità media del comune, ma anche sulla base del rischio dell’azienda assicurata. Questo sistema, applicato ai contratti pluriennali, fa si che solo l’azienda che ha subito un sinistro deve mettere in conto un aumento del premio. Le aziende, inoltre, non subiranno aumenti del premio se si verificano danni da grandine nella zona di riferimento, ma non nella loro azienda. Un altro grande vantaggio della Vh è rappresentato dai bassi costi amministrativi rispetto ad altre compagnie del settore. Con solo il 18% di spese per l’amministrazione la Vh afferma la sua posizione al vertice. Con la riforma della legge sul Fondo di Solidarietà, gli aiuti statali a disposizione per gli agricoltori in caso di calamità naturale sono stati in gran parte trasferiti al finanziamento della contribuzione per l’assicurazione contro i danni da grandine e da eventi atmosferici. Un vantaggio di cui gli agricoltori potrebbero approfittare. Se la polizza è vantaggiosa in generale, grazie a una convenzione con le Città del Vino diventa ancora più vantaggiosa per i produttori dei 540 Comuni associati, dove sarà promossa con il “marchio di qualità” dell’Associazione. La Vh Italia, secondo il rappresentante generale Luigi Gazzola, si è installata in Italia con la prospettiva di offrire agli agricoltori le migliori coperture assicurative sviluppate dal leader del mercato europeo. “Offriremo per la frutta, l’uva da vino, gli ortaggi e le colture in pieno campo soluzioni su misura per i nostri nuovi clienti. La copertura assicurativa nell’immediato futuro sarà più ampia e sarà basata maggiormente sui criteri qualitativi. I premi dipenderanno, nei contratti pluriennali, soprattutto sull’andamento dei sinistri del singolo assicurato”, afferma Gazzola. Dal punto di vista organizzativo la Vh Italia è bene attrezzata per la nuova attività: garantirà, tramite una rete d’agenzie e di tecnici estimatori sull’intero territorio, una capillare distribuzione commerciale ed una rilevazione e gestione dei sinistri altamente specializzata. “La Vh Italia lavorerà in ampia collaborazione con il Gruppo Assimoco Spa e con la Gv Italia, compagnia specializzata nella copertura dei rischi per le colture in serra”, conclude Gazzola. La Vh è una compagnia d’assicurazione specializzata in danni da avversità atmosferiche ed assicura in tutta Europa 120.000 agricoltori, viticoltori, frutticoltori ed orticoltori, avvalendosi di circa 5.000 agenzie. Con 4,2 milioni di ha di superficie assicurata, 5 miliardi Euro in termini di somma assicurata e con un volume premi di circa 70 milioni di Euro, la Vh è la compagnia monoramo specializzata nel settore grandine più grande d’Europa. La Vh è presente, oltre che in Germania, in Lussemburgo, Polonia e Italia. La Vh Italia è operativa dal 2002 in Italia come partner delle strutture del Gruppo Assimoco  
   
   
VINO: MADE IN ITALY BATTE FRANCIA IN SALUTE E SUL MERCATO  
 
Campagna Coldiretti e Città del Vino per consumo consapevole “Nei vini italiani le sostanze antiossidanti che proteggono le arterie dall’invecchiamento, i cosiddetti polifenoli, sono contenute in misura doppia rispetto ai concorrenti californiani e addirittura quattro volte in più degli analoghi francesi”. E’ quanto è emerso al Vinitaly dalla Tavola Rotonda su "Vino, benessere e salute" nel corso della tavola rotonda organizzata da Coldiretti e Città del Vino, nel corso della quale è stata annunciata una campagna di educazione alla conoscenza del vino rivolta ai giovani e in particolare al mondo della scuola. Il vino Made in Italy - affermano Coldiretti e Città del Vino - vince anche in salute, dopo i successi sul mercato con un aumento della domanda mondiale del 5,4 per cento nel 2004 e il mantenimento della leadership negli Stati Uniti (+4,2 per cento) dove i cugini d’oltralpe registrano una autentica debacle con un meno 20 per cento in valore secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Italian Wine & Food Institute. Dalla ricerca “sulla superiorità del Made in Italy” presentata dal professor Giuseppe Rotilio, Direttore del Corso di Laurea in Scienze della Nutrizione dell’ Università di Roma Tor Vergata è emerso anche che i dati epidemiologici dimostrano che, nei paesi sviluppati dell’Occidente, l’incidenza della mortalità da infarto miocardico è 4-5 volte superiore in paesi come Usa e Finlandia rispetto a Francia e Italia, dove il consumo di vino è maggiore di circa 10-20 volte. E nuovi effetti benefici sull’umore stanno per essere scoperti, come ha affermato il professor Attilio Scienza (Ordinario di viticoltura all’ Università degli studi di Milano) nel ricordare che recentemente è stata rilevata, in estratti di bacca di Vitis vinifera, la presenza della melatonina, un neurormone che svolge un ruolo importantissimo nella regolazione dei ritmi circadiani (sonno-veglia). Le numerose conferme scientifiche sugli effetti benefici di un consumo equilibrato di vino durante i pasti hanno sicuramente un impatto positivo sui consumi nei mercati esteri particolarmente sensibili agli effetti sulla salute come quello statunitense, dove è stata recentemente data la possibilità a un produttore di indicare sulle etichette del proprio vino il contenuto di "resveratrolo", un importante antiossidante con effetti benefici sull'apparato cardiovascolare. Peraltro sul mercato nazionale, nel 2004, per la prima volta dopo anni di progressiva riduzione, secondo Ismea-acnielsen, si è registrato un aumento nelle quantità acquistate dalle famiglie italiane. Una ripresa che coinvolge - precisano Coldiretti e Città del Vino - ben tre famiglie su quattro che hanno consumato, nel 2004 tra le mura domestiche, ognuna una quantità media di vino di poco superiore a cinquanta litri all’anno, ossia circa due bicchieri al giorno per famiglia, un livello da considerare come parte integrante di una dieta equilibrata. E proprio contro gli eccessi è rivolta l’iniziativa congiunta di Coldiretti e Città del Vino denominata “Conoscere il vino fa bene alla salute” nella consapevolezza che la moderazione si può favorire solo educando le nuove generazioni e le famiglie a un consumo consapevole sotto il profilo alimentare, ma anche culturale. Una iniziativa - precisano Coldiretti e Città del Vino - che vuole coadiuvare la campagna informativa nazionale rivolta ai giovani per contrastare l'abuso di alcol annunciata dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia, per la fine del mese di aprile, che punta il dito contro il consumo di bibite a basso tenore alcolico diffusissime tra i giovanissimi per i quali l'alcol è particolarmente dannoso. Gli atti del convegno sul sito www.Cittadelvino.com  
   
   
IL VINO MADE IN ITALY IN CIFRE - PREZZI: VINO; CONSUMI RIPRENDONO GRAZIE AD AUMENTI CONTENUTI  
 
“Nel corso del 2004 i prezzi di vendita del vino destinato ad acquisti familiari in Italia sono aumentati del 2,3%, pari a meno di un terzo degli aumenti percentuali registrati nei primi anni del duemila quando per alcune tipologie di prodotto si sono raggiunti tassi a due cifre”. E’ quanto è emerso al Vinitaly dalla Tavola Rotonda su "Vino, benessere e salute" organizzata da Coldiretti e Città del Vino, sulla base dei dati Ismea-acnielsen che fotografano per la prima volta dopo anni di progressiva riduzione una inversione di tendenza con l’aumento delle quantità di vino consumate nei pasti familiari di quasi 8 milioni di bottiglie rispetto all'anno precedente. La ripresa coinvolge ben tre famiglie su quattro che nel corso dell'anno 2004 hanno acquistato vino da consumare a casa. Ad essere preferiti dagli italiani - precisa la Coldiretti - sono stati i vini rossi che rappresentano piu' della metà (56%) dell'oltre un miliardo di bottiglie di vino complessivamente acquistate mentre al secondo posto ci sono i vini bianchi (37%) e per ultimi quelli rosati (7%). Dal punto di vista economico - continua la Coldiretti - la spesa "domestica" per il vino è risultata pari complessivamente a 1,5 miliardi di Euro (+3% rispetto al 2003) indirizzata per il 58% all'acquisto di vini da tavola anche se i vini a denominazione di origine controllata e/o garantita (Doc/docg) rappresentano il 42% del totale ed aumentano di ben 5 punti percentuali nell'ultimo anno. I principali consumatori di vino da tavola - precisa la Coldiretti - sono gli abitanti delle regioni nord occidentali (29%), seguono le regioni centrali (27%), quelle meridionali (24%) e infine quelle nord orientali (19%). Relativamente ai vini a denominazione (Doc/docg) - continua la Coldiretti - quasi la metà dei consumi avviene nelle regioni del nord ovest (43%) mentre altri forti consumatori sono agli abitanti del centro Italia con una quota del terzo sul totale. Nei supermercati e negli ipermercati - conclude la Coldiretti - vengono acquistate oltre la metà delle bottiglie di vini da tavola (52%), e oltre i due terzi di quelli a denominazione di origine (68%) ma resistono anche le enoteche e gli alimentari tradizionali dove vengono comprati il 18 % delle bottiglie nei vini da tavola e l'11% di quelle a denominazione. Vino: nel 2004 piu’ rossi che bianchi dal vigneto Italia Con la vendemmia 2004 l'Italia si è confermata come secondo Paese produttore di vino in Europa con 51 milioni di ettolitri nel dei quali 24,6 di vini bianchi e 26,3 rossi o rosati. E’ quanto è emerso al Vinitaly dalla Tavola Rotonda su "Vino, benessere e salute" organizzata da Coldiretti e Città del Vino, sulla base dei dati Istat relativi ad una vendemmia giudicata di qualità grazie all'andamento climatico favorevole con giornate calde e notti fresche e all'abbassamento della temperatura che ha favorito una ottimale maturazione delle uve. L’italia può contare su un patrimonio di 453 vini Docg, Doc e Igt . La produzione di vino Doc o Docg rappresenta un terzo del totale (33%) mentre quella a Indicazione Geografica Tipica Igt oltre un quarto (27%). Il fatturato del settore è stimato pari a 8,5 miliardi di Euro. Commercio estero: il vino traina l’export made in Italy Nel 2004 la domanda nel mondo di vino Made in Italy che fa segnare un +5,4% nel valore delle esportazioni come risultato di un aumento nei mercati comunitario (+5%) e statunitense (+4,2%), ma con segnali positivi anche in Paesi emergenti come la Cina dove il valore delle esportazioni aumenta più del doppio (+110%) e l’India dove triplica (+238%) rimanendo tuttavia su livelli contenuti. E’ quanto è emerso al Vinitaly dalla Tavola Rotonda su "Vino, benessere e salute" organizzata da Coldiretti e Città del Vino, sulla base dei dati Istat secondo i quali il vino si conferma come la voce principale dell’export agroalimentare nazionale con un valore che nel 2004 ha raggiunto 2,85 miliardi di Euro. Circa la metà di questa spesa per acquistare i vini italiani è affrontata dai cittadini dell’Unione Europea (la maggioranza in Germania che è il principale mercato di sbocco), mentre per circa un quarto del valore delle esportazioni sono assorbite dagli Stati Uniti dove il vino Made in Italy ha conquistato nel 2004 la leadership di mercato davanti all’Australia e alla Francia, che ha fatto segnare una autentica debacle (-20% in valore) secondo le elaborazioni Coldiretti su dati dell’Italian Wine & Food Institute. Le esportazioni nazionali di vino sul mercato statunitense - sostiene la Coldiretti - potrebbero raddoppiare se dagli accordi sul commercio internazionale nell'ambito del Wto venisse anche un chiaro segnale di stop alla "vinopirateria" e al "falso" Made in Italy. Secondo una recente indagine - riferisce la Coldiretti - solo negli Stati Uniti il mercato dei vini di imitazione del Made in Italy è infatti quasi uguale a quello delle nostre esportazioni ed in altre parole è "falsa" una bottiglia su due e non è quindi difficile incontrarsi con curiose bottiglie di Chianti, Sangiovese, Refosco e Barbera anche Rosé, Barolo e Super Piemontese prodotti in California ma anche Moscato e Malvasia, con "Doc" californiane Napa Valley o Sonoma County. In realtà - continua la Coldiretti - sono numerosi i Paesi dove è possibile spacciare vini locali come italiani e ad essere più imitati sono il Chianti, il Lambrusco, il Marsala e la Grappa. Gli atti del convegno sul sito www.Cittadelvino.com  
   
   
GARDA CLASSICO A VINITALY, BILANCIO OK - INTERESSE IN FORTE CRESCITA PER IL GROPPELLO, L’AUTOCTONO DELLA RIVIERA  
 
Il Consorzio per la tutela del Garda Classico archivia l’edizione 2005 di Vinitaly con un bilancio decisamente soddisfacente: negli spazi consortili allestiti nel modernissimo Palaexpo si è registrata un’affluenza continua ma estremamente qualificata e professionale, che ha consentito alle aziende del comparto di concretizzare numerosi contatti commerciali sia a livello nazionale che internazionale, con la Cina che anche qui si è affacciata in cerca di produzioni nuove, in grado di garantire un eccellente rapporto qualità/prezzo. “Il comparto sta indubbiamente cominciando a raccogliere i frutti di una politica promozionale paziente e lungimirante – afferma il presidente del Consorzio, Paolo Turina -. Oggi, operatori, addetti ai lavori, consumatori vengono spontaneamente ad approfondire la loro conoscenza del Garda Classico e delle sue singolarità produttive: e questo Vinitaly è stato il termometro per misurare un interesse in forte crescita, soprattutto nei confronti del Groppello, il vitigno autoctono che rappresenta il nosto maggior patrimonio”. Proprio il Groppello del resto è stato protagonista del principale evento organizzato dal Consorzio all’expo di Verona: una degustazione di approfondimento in sinergia con l’Onav Lombardia condotta da Pierluigi Villa, direttore del Centro Vitivinicolo provinciale di Brescia, di fronte ad una platea da tutto esaurito. “La degustazione ha dimostrato la qualità delle produzioni sia ormai omogenea ed orientata a livelli qualitativi sempre più elevati – spiega Turina-. Un’arma importante in una fase congiunturale poco felice come quello attuale, nell’ambito della quale le piccole Doc come il Garda Classico hanno paradossalmente le potenzialità per emergere grazie ad un profondo legame con il territorio: un legame che, come testimoniato dal forte afflusso registrato ai nostri stand, è in grado di suggestionare positivamente i consumatori”. “Il Groppello, così come i tanti vitigni antichi, è oggi una carta vincente per sopravvivere alla globalizzazione – ha detto Pierluigi Villa durante l’evento di Verona- E la presenza di ben tre biotipi in un territorio così è la conferma di quanto i viticoltori gardesani abbiano sempre tenuto in considerazione questo vitigno, che rientra in numerosi vini della denominazione di origine controllata Garda Classico”. Insieme al Marzemino, Sangiovese e Barbera il Groppello dà vini come il Rosso e il Rosso Superiore. Con le stesse uve viene prodotto il Chiaretto Garda Classico Doc, il tipico vino di una notte, che si ottiene con una brevissima macerazione del vino a contatto con le bucce. Vinificato in purezza o con un minimo dell' 85%, il vino può chiamarsi direttamente Groppello e Groppello Riserva, con un invecchiamento obbligatorio non inferiore a due anni in botti di rovere. “Il Groppello rappresenta l’identità del Garda Classico, e a Vinitaly è stato la nostra bandiera – spiega Paolo Turina – La sua promozione coincide per noi con la valorizzazione del territorio: la simbiosi sulla quale puntiamo per dare al emergere su un mercato che oggi sembra penalizzare soprattutto il settore dei grandi marchi e della vitivinicoltura dei vitigni internazionali”.  
   
   
VINO: I GIOVANI LO EVITANO IN DISCOTECA MA LO STUDIANO NELLE UNIVERSITA’ - E A SETTEMBRE ANCHE IN ITALIA PARTE LA CAMPAGNA DEL "CONDUCENTE DESIGNATO"  
 
Secondo un'indagine Ismea-acnielsen sui consumi extradomestici (anno 2004) in spuntini, aperitivi e soprattutto nei dopocena fuori casa, i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni, dopo gli analcolici (19%) scelgono nell'ordine bibite alcoliche di diversa natura (21%), birra (16%) e per ultimo il vino solo in 7,3 casi su 100. E’ quanto è emerso al Vinitaly dalla Tavola Rotonda su "Vino, benessere e salute", organizzata da Coldiretti e Città del Vino, nel corso della quale è stato evidenziato che si tratta di un dato che conferma l’ultimo rapporto 2004 del Centro Studi Fipe-confcommercio realizzato per conto del Silb (Sindacato Italiano dei Locali da Ballo) nei bar di discoteche, night club e sale da ballo. Secondo il rapporto il consumo di vino in valore in questi locali è addirittura inferiore a quello dei succhi di frutta: la quota di fatturato da alcolici rappresenta il 30,6% del totale del quale il volume d’affari generato dal vino è pari a circa un decimo (3,5%) addirittura più basso di quello generato dai succhi di frutta (6,2%). D’altra parte secondo i dati dell’Associazione Italiana Sommelier su un totale di poco più di 30 mila iscritti, il 40 per cento è costituito da giovani che sempre più si iscrivono ai corsi di formazione professionale per diventare Sommelier. Una tendenza confermata dal fatto che nell’ultimo anno sono stati circa 15.000 i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni coinvolti nel progetto speciale di sensibilizzazione “Vino e Giovani” promosso dal Ministero per le Politiche Agricole anche nelle Università con corsi, convegni e degustazioni guidate. Si tratta di analisi che - affermano Coldiretti e Città del Vino - confermano, anche tra i giovani, le profonde differenze nel consumo generico di alcolici e quello equilibrato di vino, che vanno riconosciute con campagne selettive che devono accompagnare il rigore nei confronti degli abusi con la formazione per sviluppare la conoscenza e la capacità critica di scelta. Un consumo consapevole, fondato sulla conoscenza, significa nuove sfide e nuove opportunità di crescita per il vino Made in Italy che deve far emergere - ha affermato il presidente della Coldiretti Paolo Bedoni - le sue specifiche identità rappresentate dalla cultura, dal clima, dal paesaggio e dalle testimonianze artistiche e naturali, che solo il territorio nazionale può offrire. In Italia - ha detto Floriano Zambon, presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino - non c’è ancora un’adeguata informazione e comunicazione educativa rivolta alle giovani generazioni. Il nostro progetto vuole contribuire a riempire questa lacuna sviluppando nei giovani e nelle famiglie un maggiore attaccamento alle tradizioni enogastronomiche”. Il rapporto tra alcol e giovani - concludono Coldiretti e Città del Vino - è al centro di un’ulteriore campagna di informazione che coinvolgerà, a partire da settembre, 15 amministrazioni pubbliche italiane, tra le quali le Province di Roma, Bologna, Crotone, Rimini, Forlì-cesena e le regioni Piemonte e Basilicata. Si tratta del progetto paneuropeo del “conducente designato”, che sulla scorta di analoghe esperienze fatte soprattutto in nord Europa vuole favorire anche in Italia forme di dissuasione alla guida in stato di ebbrezza, in particolare all’uscita dalle discoteche. Il “conducente designato” è la persona che all’interno di un gruppo viene incaricata di guidare l’automobile per conto degli altri, quella che si astiene dal bere per assicurare una guida sicura. A seguito di questa campagna a Londra sono nate società di servizi che accompagnano a casa i giovani prelevandoli all’uscita dalle discoteche e dai pub. Il progetto pilota italiano è coordinato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e realizzato dalla società di Ricerche e Servizi sul Territorio (Rst) e dalla Società Italiana di Psicologia per la Sicurezza Viaria (Sipsivi). Al progetto collabora anche l’Associazione Città del Vino. Gli atti del convegno sul sito www.Cittadelvino.com  
   
   
AL CONCORSO ENOLOGICO DEL VINITALY OGNI TRE ETICHETTE PREMIATE C’È N’È UNA CHE VIENE PRODOTTA NELLE CITTÀ DEL VINO.MA SU 90 PREMI BEN 41 SONO STRANIERI E SOLTANTO 49 ITALIANI  
 
Dal Vinitaly arrivano a sorpresa grandi riconoscimenti per i vini prodotti nelle Città del Vino. Al Xiii° concorso enologico internazionale della Fiera di Verona su un totale di 90 premi ben 33 sono stati ottenuti da cantine che hanno sede in uno dei Comuni associati alle Città del Vino. Se poi si pensa che dei 90 vini premiati addirittura 41 sono stranieri, la porzione di riconoscimenti ottenuti dai vini prodotti nelle Città del Vino è ancora più significativa: 33 premi sui 49 vini italiani che hanno conquistato il Vinitaly. Marsala, Trento, Tempio Pausania, Conegliano, Valdobbiadene, Montalcino, Castelnuovo Berardenga, Corno di Rosazzo: sono solo alcuni dei Comuni che hanno ottenuto almeno una medaglia al prestigioso concorso enologico del Vinitaly. “Sapere che su 49 premi italiani addirittura 33 vanno ad aziende che operano nei Comuni nostri associati è una grande soddisfazione – ha commentato Floriano Zambon, presidente delle Città del Vino e sindaco di Conegliano Veneto -. Questo prova che per far parte della nostra Associazione bisogna dimostrare una forte vocazione vitivinicola e un’attenzione particolare per la qualità. Credo che i risultati del Vinitaly oltre ai meriti delle singole aziende riconoscono indirettamente anche questa nostra particolarità”.  
   
   
DURANTE IL VINITALY È STATA UFFICIALIZZATA LA PARTECIPAZIONE SICILIANA ALLA 39° EDIZIONE DELL’EVENTO ORGANIZZATO DALL’ENTE VINI DAL 27 MAGGIO AL 5 GIUGNO 2005 A SIENA  
 
Enoteca Italiana ospita la Regione Sicilia. Durante la 39° edizione di Vinitaly, in corso a Verona, è stata ufficializzata la partecipazione della Regione Sicilia alla 39° edizione della “Settimana dei Vini”, organizzata da Enoteca Italiana e in programma dal 27 maggio al 5 giugno 2005 a Siena. “Abbiamo definito l’accordo con l’assessorato all’Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia – ha commentato il segretario generale di Enoteca Italiana Fabio Carlesi – e quindi sarà l’enogastronomia siciliana ad essere al centro della serie di degustazioni, serate tematiche, mostre e convegni che si terranno presso la Fortezza Medicea di Siena”. “Andremo alla scoperta – prosegue Carlesi - della qualità di un territorio capace di esprimere qualità e tipicità in ogni sua forma. Basti pensare, oltre al vino e alle delizie gastronomiche, alle forme artistiche e culturali dell’isola”. L’evento in programma a Siena sarà preceduto dall’appuntamento fissato per il 10 maggio 2005, quando a Ispica, in provincia di Ragusa, si terrà un convegno organizzato da Enoteca Italiana, Assessorato all’Agricoltura e Foreste della Regione Sicilia e Università di Ragusa nell’ambito del progetto “Vino e Giovani”, pensato per sensibilizzare i giovani ad un corretto uso del vino.  
   
   
PROVINCIA DI SIENA IN COLLABORAZIONE CON L’ENOTECA ITALIANA ALL’11^ EDIZIONE DEL SOL - OLI DOP TERRE DI SIENA, DOP CHIANTI CLASSICO E IGP TOSCANO  
 
Gli oli di qualità della provincia di Siena protagonisti all’11^ edizione del Sol, la kermesse veronese dedicata interamente all’“oro verde” italiano, grazie alla Provincia di Siena in collaborazione con Camera di Commercio di Siena ed il fondamentale supporto operativo dell’Enoteca Italiana. Una degustazione guidata degli oli Dop Terre di Siena, Dop Chianti Classico e Igp Toscano ha attirato nello stand della Provincia di Siena numerosi visitatori, appassionati ed esperti del mondo dell’olio. All’appuntamento sono intervenuti Fabio Ceccherini e Claudio Galletti, presidente ed assessore all’agricoltura della Provincia di Siena; Francesco Bonfio, presidente della Dop Terre di Siena; Giovanni Montorselli della Dop Chianti Classico e Giorgio Castiglione, direttore dell’Igp Toscano. Territorio senese dunque in primo piano con le sue denominazioni, garanzia di qualità e tutela del prodotto principe della dieta mediterranea. <­<­L’extravergine di oliva – ha affermato Claudio Galletti – è un vero e proprio dono della nostra terra perché è buono e al tempo stesso salutare e, per questo motivo, è sempre più icona per la diffusione di quella cultura salutistica capace di valorizzare e promuovere i prodotti tipici di un territorio>>.  
   
   
DAI MIGLIORI VITIGNI SICILIANI E DALLA PIÙ ATTENTA SELEZIONE DELLE UVE NASCONO I VINI DI CASA CAMBRIA.  
 
La produzione dei suoi vini avviene sulle amene e soleggiate colline Furnaresi. Furnari, un paesino della Sicilia orientale, è stato da sempre accreditato come una delle zone tra le più vocate alla coltivazione di uvaggi. La Casa Vinicola Cambria propone il fior fiore dei vini di Sicilia, la cui offerta commerciale è suddivisa in tre linee di prodotto, in relazione ai diversi canali distributivi. “Terre Di Sicilia”, Nero D’avola, Inzolia e Rosa dell'Isola è accessibile a tutte le tavole. “Suaviter”, con un corposo Nero D’avola ed un saudente Grecanico, è la linea dedicata ai wine bar e ristorazione. Il “Cambria” Chardonnay, Syrah e Rosso del Levriero si presenta come la punta di diamante dell’azienda, riservata esclusivamente a selezionate enoteche e ristoranti. Www.cambriavini.com  - info@cambriavini.Com  
   
   
PER GLI ENONAUTI SI APRONO LE PORTE DI OLTRE 80 CANTINE LOMBARDE DOMENICA 29 MAGGIO  
 
La musica permetterà di apprezzare vini pregiati e artigianali nella tredicesima edizione di Cantine Aperte, in programma domenica 29 maggio dalle 10.00 alle 18.00 in cui oltre 80 cantine lombarde aderiranno all’iniziativa. Valtellina, Montevecchia, Valcalepio, , Franciacorta, Botticino, Garda Classico, Lugana, Colli Morenici Mantovani, San Colombano, Oltrepò Pavese: sono dieci le zone di produzione lombarde che ospiteranno gli enonauti. L’ideale fil rouge tra musica e vino proposto da Cantine Aperte vede in Ron il proprio testimonial ideale: il cantautore, anche in questa nuova avventura ha dimostrato amore e coerenza per la sua terra, come i vignaioli di questa Associazione, fieri di far degustare il loro vino, nella loro Cantina e magari abbinandolo ad un prodotto o un piatto tipico della loro zona di produzione. Ron, vivendo in Lomellina ha scelto di creare un vino in Oltrepo Pavese, ha subìto il fascino del vino e delle vigne d’Oltrepo proprio perché i vignaioli gli “aprivano le cantine e gli facevano assaggiare i loro vini…” , ha scelto di usare il titolo di una sua canzone, decisamente di buon auspicio, non solo perché vincitrice del Festival sanremese del ’96 ma perché anche un buon vino potrebbe essere degustato “Fracent’anni” … Il vino ha molte analogie con la musica - ha dichiarato Ron in alcune interviste – è creato da un artista, racconta la storia di una terra e dell’uomo che lo ha creato, emoziona, consola, unisce, rallegra, accende la fantasia… proprio come una bella canzone. Due gli obiettivi principali di questa nuova edizione di Cantine Aperte: bissare il successo di pubblico del 2004, che ha visto registrare oltre 100.000 presenze, e proseguire il progetto di valorizzazione del vino come prodotto di qualità, considerato nodo fondamentale per ogni strategia di promozione turistica culturale del territorio lombardo e nazionale. Per l’occasione, inoltre è già stato rinnovato un impegno benefico a livello nazionale. Quest’anno Cantine Aperte aderisce a Wine for life, un’ iniziativa a cura della Comunità di Sant’egidio. Si tratta di un progetto che lega i grandi vini di qualità al programma ‘Dream’. La finalità è La lotta contro l’Aids in Africa: tutte le bottiglie recanti un bollino ‘Wine for life’, che saranno vendute nella giornata del 29 maggio, contribuiranno a finanziare le azioni di prevenzione e cura della malattia, che nel continente africano colpisce 30.000.000 di persone.  
   
   
A VOLTA MANTOVANA LA RASSEGNA DEI VINI PASSITI E DA MEDITAZIONE  
 
Dal 23 al 25 aprile a Palazzo Gonzaga si terrà la Terza Edizione della mostra mercato nazionale dei vini passiti e da meditazione. Nella magnifica cornice storica di Palazzo Gonzaga, ristoratori, wine bar, enoteche, aziende vitivinicole locali e nazionali allieteranno i palati delle migliaia di persone che parteciperanno alla kermesse mantovana. In tutti i ristoranti di Volta Mantovana sarà inoltre possibile gustare particolari abbinamenti vino-cibo al prezzo convenzionale di € 25 (tutto compreso). All’interno di Palazzo Gonzaga e in alcuni ristoranti sarà inoltre possibile seguire delle degustazioni guidate che verranno condotte da sommelier dell'A.i.s. Ed esperti di fama nazionale. Durante le tre giornate saranno esposti, lungo un percorso stabilito, tutti i prodotti delle aziende che hanno aderito all’evento, per favorire la conoscenza dei vini riserva locali, vini passiti e dei prodotti tipici da parte dei visitatori. Trasferiti poi nel salone di degustazione, si potranno degustare i vini in rassegna, assistiti da sommelier e tecnici di analisi sensoriale per conoscerne le caratteristiche organolettiche. Il visitatore potrà anche acquistare i prodotti in mostra. Per informazioni: Comune di Volta Mantovana, Tel. 0376-839431-32 da Lunedì a Venerdì h. 8.30-13.30Web www.Vinipassiti.net  
   
   
UN MESSAGGIO DI FRESCHEZZA, VARIETÀ E QUALITÀ NELLE BANDIERE SACLA’ ALL’AEROPORTO DI TORINO  
 
Torino sta già attendendo le star delle Olimpiadi Invernali che si terranno nel febbraio 2006 e Saclà issa le sue bandiere all’aeroporto di Torino per dar loro il benvenuto. L’organizzazione delle Olimpiadi invernali di Torino si sta muovendo alla massima velocità. Tutti i responsabili per lo sport, l’economia e il turismo hanno già cominciato a recarsi a Torino e dintorni interessati per mettere a punto i dettagli. Saclà, azienda piemontese, sarà riconoscibile come realtà internazionale presso tutte le delegazioni che sbarcheranno all’aeroporto Caselle di Torino. A partire dal mese di marzo le bandiere Saclà, decorate con il logo Saclà e immagini delle verdure più fresche per mostrare la grande varietà e la qualità degli ingredienti dei suoi prodotti, stanno attirando tutti gli sguardi. Le dodici bandiere Saclà trasmettono un messaggio di freschezza, varietà e qualità. Veri capisaldi della filosofia aziendale. Saclà è lieta di dare il benvenuto a tutti i campioni, gli ospiti e lo staff dei prossimi Giochi Olimpici a Torino.  
   
   
STRAORDINARIO SUCCESSO PER LA 7° EDIZIONE DEL MIAMI BEACH SPORT & FESTIVAL DEL FITNESS  
 
Rimini, 14 aprile 2005 - A Miami designata la madrina del 17° Festival del Fitness di Rimini Si è conclusa registrando un successo straordinario la 7° edizione del Miami Beach Sport & Fitness Festival, che si è svolta a Miami dal 31 marzo al 3 aprile scorso. Per quattro giorni no-stop, la spiaggia di Ocean Drive, nel cuore dell'Art Deco District, si è trasformata in una delle più grandi palestre al mondo, rendendo Miami Beach Sport & Fitness Festival l’evento più travolgente e trendy della primavera americana. “Le numerose novità presentate ma e soprattutto il divertimento e l’interattività della manifestazione – afferma Gabriele Brustenghi, ideatore e organizzatore del Festival - sono stati gli ingredienti che hanno contribuito al successo del 7° appuntamento di Miami”. Un calendario ricco di appuntamenti e attività ha coinvolto, infatti, nei quattro giorni oltre 70 mila visitatori in allenamenti, sfide e spettacolari attività proposte dalla manifestazione giorno dopo giorno. “The Rimini Citygames World Championship”, una delle novità di questa edizione, ha visto una grande sfida tra le diverse città del mondo: squadre da 6 – tre uomini e tre donne -, in rappresentanza delle diverse città si sono contese il titolo di “The Fitness City of the World”. Nella competizione, il team di Los Angeles si è aggiudicato il primato di “Città più Fitness del Mondo” realizzando il maggior punteggio nelle gare di tiro alla fune, braccio di ferro, miglio di corsa, hill climb duathlon, bacio sott’acqua e staffetta. A seguire le migliori performance sono state eseguite dal Valencia team, 2° classificato, 3° San Paulo team, 4° Mosca, 5° Miami, 6° Milano, 7° New York. Il 28 maggio al Festival del Fitness di Rimini avrà luogo la premiazione del “The Rimini Citygames World Championship” con l’eccezionale partecipazione dei sindaci di Los Angeles e Miami in rappresentanza delle città. Tra le numerose presenze, Miami ha ospitato prestigiosi campioni sportivi come Gary Hall - nuoto, Antonio Rossi- canoa, il calciatore brasiliano Romario e Jennie Finch, campionessa di softball. In tema di curiosità, Miami ha dato il via al “World Beauty Championship”, il primo concorso per bellezze sportive che con una formula inedita, forma fisica e bellezza, ha visto la partecipazione di splendide ragazze provenienti da tutto il mondo. Le candidate, oltre a sfilare sulle passerelle si sono misurate nella corsa, nel fitness duathlon, nel wrestling e nel beach volley. Lucie Vachovia si è aggiudicata il titolo di “1° World Beauty Championship” e a lei sarà dato, quest’anno, lo scettro di Madrina del 17° Festival del Fitness di Rimini (28 maggio – 5 giugno). Nata a Praga, 20 anni, alta 1,78, già Miss Repubblica Ceca, Lucie pratica ginnastica, atletica, ciclismo e running.  
   
   
UN MENÙ DI ACQUE ALL’UNA HOTEL BOLOGNA  
 
Coerentemente con lo spirito cosmopolita che caratterizza tutto l’albergo l’Una Restaurant di Bologna propone dal 9 al 22 maggio “Una degustazione d’acqua”, con menu originali studiati appositamente dallo chef Angelo Rorato per assaporare alcune delle migliori acque minerali nazionali e internazionali. La degustazione si apre con acqua Ame, un aperitivo frizzantino con succo di frutta e acqua di sorgente. Per gli amanti del pesce, seguono portate di salmone marinato agli agrumi, menta e zucchine in citronette, accompagnate da acqua Voss, direttamente dalla Norvegia il cui nome deriva da “cascata”, evocando le sue principali caratteristiche di freschezza e intatta purezza; l’acqua Quarzia, che sgorga dalla fonte lombarda del Paraviso, è invece l’accompagnamento ideale per la Tacida rossa di cozze e vongole con crostone all’aglio, mentre la coda di rospo in salsa allo zafferano e verdure arlecchino arriva in tavola con l’acqua Sole, imbottigliata alla sorgente Fonte Sole e caratterizzata da un basso contenuto di sodio e minerali. Per chi invece preferisce le carni, l’Una Restaurant di Bologna propone altrettanti originali abbinamenti tra l’acqua Nash, acqua oligominerale Irlandese ricca di calcio e magnesio destinata all’alta ristorazione, e scaglie di Parmigiano Reggiano e prosciutto crudo di Parma. Seguono maccheroncini integrali ai carciofi e mozzarella di bufala accompagnati da acqua Tau e straccetti di manzo agli asparagi e tartufo abbinati a acqua Selter. Chiude la degustazione il più dolce abbinamento tra panna cotta alla cannella e prugne e acqua Yma, aromatizzata fresca e particolarmente gentile al palato. Info una.Bologna@unahotels.it  
   
   
CROSTINI DORATI BUITONI, UN FRESCO APPUNTAMENTO DI PRIMAVERA  
 
I Crostini Dorati Buitoni, sottili fettine croccanti e stuzzicanti, portano in tavola i sapori e i colori della nuova stagione. Colori e profumi si risvegliano ai primi segni della primavera e anche la tavola si fa più ricca e “frizzante”. Quale migliore occasione, quindi, per arricchire i nostri piatti con invitanti crostini, un’ottima base su cui servire numerosi condimenti, che possono essere trasformati in veri e propri antipasti stuzzicanti. Crostino Dorato al pesto di primavera è la ricetta Buitoni per portare in tavola la freschezza di zucchine novelle e maggiorana, che tritate con mandorle e con l’aggiunta di qualche goccia di olio di oliva e di succo di limone, daranno vita ad un ottimo pesto spalmabile, da arricchire con bresaola e foglioline di maggiorana. Un’idea semplice da realizzare, ma allo stesso tempo fresca e sfiziosa da gustare. I Crostini Buitoni, disponibili nella versione classica dorata o nella versione integrale, sono preparati secondo la miglior tradizione mediterranea: ingredienti di qualità, lievitazione naturale e una lenta cottura che dona loro un’irresistibile croccantezza. Ottimi consumati a tavola in sostituzione del pane oppure come snack veloce durante la giornata, i Crostini Buitoni sono l’ideale per realizzare deliziosi e gustosi antipasti. Grazie alla loro versatilità, sono ottimi, con l’aggiunta di un goccio d’olio, anche come accompagnamento ad un buon bicchiere di vino e a zuppe e minestre di ogni tipo. Crostini Buitoni: un prodotto semplice e naturale per portare a tavola, ogni giorno, il piacere della leggerezza e del sapore.  
   
   
PRODUZIONE 2004 ZAMPONE E COTECHINO MODENA IGP IN CRESCITA: + 8,5% IN VOLUME  
 
23 milioni di Euro il valore dei due prodotti tutelati. La produzione totale di Zampone e di Cotechino Modena, tutelato dall’Indicazione Geografica Protetta, nel 2004 è stato di 5.035.184 kg. Rispetto all’anno 2003 si è avuta una crescita complessiva dell’ 8,5%, che corrisponde a un incremento del 5,7% nella produzione di Zampone Modena Igp e a un incremento del 10,4% per quella del Cotechino Modena Igp. Dalle rilevazioni effettuate si evince che lo Zampone e il Cotechino Modena Igp non sembra abbiano risentito della crisi economica che ha colpito l’intero comparto alimentare. Da gennaio 2004 a gennaio 2005 le vendite di Zampone e Cotechino Modena Igp hanno registrato una crescita del 7,4 % rispetto al 2003. Il valore totale dei due prodotti di 23 milioni di Euro. In particolare: il cotechino (+8,9% con € 12.321.590); lo zampone (+2% con € 9.802.711). Il Presidente del Consorzio di tutela di Zampone Modena e Cotechino Modena, Alberto Severi, esprime grande soddisfazione per i risultati del Consorzio dei due salumi Igp. “La produzione delle 23 aziende consorziate, corrisponde al 95% di Igp totale. Questo dato testimonia che il Consorzio continua a rafforzare il suo ruolo di riferimento per le Aziende produttrici.” Lo Zampone e il Cotechino Modena Igp si riconoscono dai “tasselli” che compaiono sulle confezioni. Oltre alla scritta “Zampone Modena “ o “Cotechino Modena”, nel tassello viene riportato il marchio comunitario dei prodotti Igp (quello tondo e giallo), il marchio blu del Consorzio di Tutela e la scritta “garantito dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. I risultati conseguiti si discostano da quelli di zampone e cotechino Non Igp che, invece, hanno subito una battuta d’arresto. La denominazione Igp . Il logo “Igp” (Indicazione Geografica Protetta) identifica un prodotto originario di una regione e di un paese specifici, la cui qualità, reputazione e caratteristiche si possano ricondurre all’origine geografica e, di cui almeno una fase della produzione, della trasformazione o dell’elaborazione, avvenga nell’area delimitata. Il riconoscimento comunitario costituisce una valida garanzia per il consumatore che acquistando prodotti contrassegnati dal “marchio” Igp sa di acquistare alimenti di qualità, che devono rispondere a determinati requisiti e sono ottenuti nel rispetto di precisi disciplinari adeguatamente controllati da Ineq (Istituto Nord Est Qualità), l’Ente di controllo riconosciuto dal Ministero. Il riconoscimento europeo costituisce dall’altro lato una tutela anche per i produttori nei confronti di eventuali imitazioni e concorrenti sleali (agro-pirateria) Consorzio zampone modena cotechino modena. Il Consorzio Zampone Modena Cotechino Modena si è costituito nel 2001 a Milanofiori (Milano), dopo un articolato percorso iniziato nel 1999, anno in cui i due prodotti hanno ottenuto l’ambito riconoscimento europeo Igp (Indicazione Geografica Protetta) con il regolamento della Commissione Europea n. 509/1999. Il Consorzio, di cui Alberto Severi è il Presidente, conta oggi 23 aziende, che rappresentano i principali produttori dei due prodotti Igp.  
   
   
NEL CONSORZIO DEL BUTTAFUOCO STORICO LA REALTÀ DELL’AZIENDA AGRICOLA QUAQUARINI FRANCESCO  
 
L’azienda Agricola Quaquarini Francesco si trova a Monteveneroso, una piccola frazione nel comune dì Canneto Pavese, a circa 50 minuti da Milano. ‘Terza generazione di una famiglia che si occupa da inizio secolo di produzione vinicola, l’Azienda è gestita da Francesco con la moglie Liliana e i figli: Umberto, dottore in enologia che segue l’intero ciclo produttivo e di vinificazione e Maria Teresa, responsabile commerciale e marketing che si occupa della distribuzione. L’azienda ha sempre dedicato molto impegno nel migliorare la qualità dei suoi vini attraverso un’attenta pianificazione di programmi di ricerca che coprono tutti gli aspetti della produzione, valorizzando sia la tradizione viticola che il rinnovamento delle tecniche produttive per l’esaltazione della qualità. Il successo di questi programmi ha permesso all’Azienda di produrre una gamma divini di qualità provenienti dalle zone più vocate dell’Oltrepo Pavese. Il controllo della produzione inizia dalla coltivazione della vite, prosegue nella delicata fase della vendemmia e fermentazione, sino alla messa in bottiglia. Nella fase dl coltivazione, l’obiettivo principale è quello di valorizzare le varietà autoctone, soprattutto Croatina, Barbera, Ughetta di Canneto, coltivandole con tecniche all’avanguardia, ma nel rispetto dell’ambiente e di conseguenza dell’uomo. Attualmente l’Azienda è estesa su circa 60 ettari vitati, posti nella prima fascia collinare ad altitudini da 200 a 300 metri. I terreni sono di vasta struttura: dal sabbioso con forte pendenza esposti ad Ovest per la produzione dl rossi giovani, molto profumati, dl buon corpo, a terreni molto più complessi di formazione calcarea ed argillosa con esposizione Sud-ovest per vini di forte personalità e struttura, con tempi dl invecchiamento molto importanti, come il Buttafuoco Vigna Pregana. Il vino proveniente da questa vigna fa parte del Consorzio del Buttafuoco Storico di cui l’azienda è tra i soci fondatori. La vendemmia è sempre effettuata a mano; appena raccolte le uve vengono vinificate e successivamente la maturazione del vino avviene in acciaio e cemento oppure in legno in botti di Rovere di Slavonia da 55 hl o in Barriques, a seconda della tipologia del vino. Vengono applicate a tali fasi di lavorazione le più moderne tecnologie sempre però accompagnate a sistemi razionali e collaudati nel tempo perchè nulla viene lasciato al caso e neppure all’improvvisazione o all’empirismo.  
   
   
EFFETTI POSITIVI NELL’UTILIZZO DEL BICARBONATO DI SODIO PER IL LAVAGGIO DI PRODOTTI VEGETALI: RIDUZIONE DELLA CARICA MICROBICA E DEI RESIDUI DI FITOSANITARI  
 
In una ricerca dell’Istituto di Microbiologia - Centro Ricerche Biotecnologiche Università Cattolica del Sacro Cuore sono stati valutati gli effetti dei lavaggi con soluzioni di bicarbonato di sodio sulla riduzione della carica microbica e dei residui di fitosanitari presenti sulla superficie di alcuni prodotti vegetali. La ricerca è stata articolata in tre differenti fasi: analisi al microscopio elettronico per valutare l’effetto dei lavaggi; valutazione dell’effetto dei lavaggi sulla riduzione del numero di cellule microbiche associate ai prodotti vegetali; valutazione dell’effetto dei lavaggi nell’asporto di residui di fitofarmaci. Microscopia elettronica. Le tecniche di microscopia elettronica a scansione sono state impiegate per valutare l’effetto dei lavaggi con soluzioni di bicarbonato di sodio. Questo approccio analitico ha consentito di valutare la presenza di materiale residuo sulla superficie dei prodotti vegetali trattati. Foglie di lattuga sono state lavate in parallelo con acqua e con soluzioni di bicarbonato di sodio. Le dosi impiegate sono quelle indicate nelle modalità d’utilizzo riportate sulle confezioni in commercio: un cucchiaio (14 g) per litro d’acqua. Le soluzioni sono state preparate impiegando acqua demineralizzata sterile. Il lavaggio è stato eseguito con blanda agitazione per 5 minuti e seguito da una fase di risciacquo con acqua demineralizzata sterile. Dopo i lavaggi con soluzioni di bicarbonato di sodio è possibile osservare la sensibile riduzione delle particelle adese alla superficie della foglia. Le osservazioni al microscopio elettronico suggeriscono che le soluzioni di bicarbonato di sodio hanno una maggiore capacità di asporto delle impurità rispetto ai lavaggi con sola acqua. Attività di riduzione delle cariche microbiche presenti sui prodotti vegetali. Nel corso di questa fase si è voluto confermare l’attività di riduzione della contaminazione microbica, già evidenziata in una precedente ricerca sull’impiego del bicarbonato di sodio nel settore alimentare. La sperimentazione è stata eseguita inoculando i prodotti vegetali con cellule di Esterichia colie sottoponendoli a lavaggi con sola acqua e con soluzioni di bicarbonato. Le soluzioni sono state preparate come descritto nella fase. Se confrontato con i lavaggi con sola acqua, la soluzione di bicarbonato consente un maggiore abbattimento del numero di batteri in tutti gli esperimenti effettuati. Il tasso di riduzione varia dal 20 ad oltre il 90%. Riduzione dei residui di prodotti fitosanitari sui prodotti vegetali. In questa fase della ricerca si è valutato l’effetto dei lavaggi con soluzioni di bicarbonato di sodio sulla riduzione dei residui di fitofarmaci presenti sulla superficie di alcuni prodotti vegetali. Gli esperimenti sono stati eseguiti trattando i prodotti vegetali con prodotti fitosanitari (antifungini e insetticidi) e lasciando assorbire questi composti per 12 h. Nella maggiore parte degli esperimenti effettuati, le soluzioni di bicarbonato di sodio consentono un notevole abbassamento dei livelli di antiparassitari presenti sui vegetali. L’attività di riduzione dei residui di prodotti fitosanitari è legata al pH alcalino della soluzione con bicarbonato. Infatti la maggior parte dei principi attivi dei fitofarmaci presenta una più elevata solubilità a pH alcalini rispetto a pH neutri o acidi.