Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Luglio 2011
Politica
UE: 7 MILIARDI DI EURO PER DARE IMPULSO ALLA RICERCA E ALL´INNOVAZIONE E CREARE OCCUPAZIONE E CRESCITA  
 
 Bruxelles, 20 luglio 2011 — La commissaria Máire Geoghegan-quinn ha annunciato oggi un investimento di quasi 7 miliardi di euro destinati a dare impulso all´innovazione attraverso la ricerca. Si tratta del più corposo pacchetto di finanziamenti di questo tipo mai messo a disposizione dalla Commissione europea e rientra nel Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (7°Pq). Secondo le previsioni questi finanziamenti dovrebbero creare nel breve periodo quasi 174 000 posti di lavoro1 che arriveranno a circa 450 000 nell´arco di 15 anni, oltre a far aumentare il Pil di quasi 80 miliardi di euro2. Il finanziamento della ricerca è tra le priorità dell´agenda politica dell´Ue e si trova al centro di una strategia coerente sull´innovazione, la cosiddetta "Unione dell´innovazione" (Ip/10/1288, Memo/10/473), di cui l´Europa ha bisogno se vuole competere con economie grandi e dinamiche come gli Stati Uniti e la Cina. Le sovvenzioni serviranno a promuovere la ricerca rivolta alle maggiori sfide sociali che l´Europa e il mondo intero devono affrontare. Tra gli oltre 16 000 beneficiari figurano università, enti di ricerca e industria, mentre un´attenzione speciale sarà rivolta alle piccole e medie imprese, cui è destinato tra le altre cose un pacchetto pari a quasi un miliardo di euro. Verrà inoltre istituito un nuovo riconoscimento europeo per le donne innovatrici il cui lavoro è stato finanziato dal 7°Pq o da programmi precedenti. La maggioranza degli inviti a presentare proposte (ossia inviti a candidarsi per ricevere i finanziamenti) sarà pubblicata il 20 luglio. Máire Geoghegan-quinn, commissaria per la ricerca, l´innovazione e la scienza, ha commentato: "L´europa sta dando l´ennesima dimostrazione del proprio impegno a porre la ricerca e l´innovazione in cima all´agenda strategica per la crescita e l´occupazione. La competizione a livello europeo per ottenere questi finanziamenti riunirà i migliori ricercatori e innovatori d´Europa per affrontare i problemi maggiori del nostro tempo, come l´energia, la sicurezza dell´approvvigionamento alimentare, i cambiamenti climatici e l´invecchiamento della popolazione. La Commissione propone di aumentare in misura significativa i finanziamenti per la ricerca e l´innovazione per il programma post-2013 "Orizzonte 2020". Intendo dimostrare ai contribuenti che faremo di tutto per far fruttare al meglio ogni euro speso, a cominciare dagli inviti a presentare proposte pubblicati oggi.". Maggiori dettagli sulle sovvenzioni - L´obiettivo principale degli inviti a presentare proposte è integrare la ricerca e l´innovazione per affrontare le problematiche sociali e creare crescita e occupazione sostenibili, portando l´Europa in una posizione di primo piano nei mercati tecnologici chiave del futuro. Per ottenere questo risultato occorre dare più sostegno che mai alle attività che permettono di colmare il divario tra attività di ricerca e mercato, ad esempio dimostrando che le nuove tecnologie hanno un potenziale commerciale o possono funzionare su scala sufficientemente ampia da essere convenienti per l´industria. Questo approccio legato al mercato è al centro anche dei partenariati europei per l´innovazione, istituiti nel quadro del piano d´azione Unione dell´innovazione. Ogni partenariato, compreso il progetto pilota sull´invecchiamento attivo e in buona salute, sarà sostenuto da progetti nel quadro del 7°Pq. Alla ricerca destinata a trovare soluzioni per provvedere a una popolazione che invecchia saranno destinati 220 dei 656 milioni disponibili complessivamente per la ricerca nel settore sanitario, oltre a 240 milioni del finanziamento di 1,3 miliardi di euro destinato alle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic). La parte restante dei finanziamenti destinati alle Tic sarà indirizzata verso sviluppi essenziali delle infrastrutture di rete e di servizi, nano- e microsistemi, fotonica e robotica, contenuti digitali e tecnologie legate al linguaggio e per applicazioni come le Tic per la salute e le Tic per l´efficienza energetica. Il Consiglio europeo della ricerca (Cer) assegnerà quasi 1,6 miliardi di euro ai migliori ricercatori, giovani e senior, attivi in Europa. Per colmare il divario tra i risultati ottenuti dalla ricerca "di frontiera" e il loro sfruttamento commerciale è stata introdotta un´iniziativa per dimostrare la fattibilità su piccola scala, che si aggiunge al nuovo "Synergy grant" del Cer, destinato a sostenere alcuni piccoli gruppi di ricercatori che collaborano allo stesso progetto. Grazie alle "azioni Marie Curie" circa 10 000 ricercatori altamente qualificati riceveranno quasi 900 milioni di euro a sostegno della mobilità e dello sviluppo delle carriere. Tra questi sono compresi 20 milioni di euro destinati a un progetto pilota per finanziare i "Dottorati industriali europei", intesi a stimolare lo spirito imprenditoriale e la cooperazione tra università, enti di ricerca e aziende. I 265 milioni destinati alla ricerca in ambito ambientale consentiranno di affrontare problemi di enorme rilevanza come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e l´efficienza delle risorse. Per rispondere alla crescente domanda di alimenti più sicuri e più sani e di risorse biologiche sostenibili, la Commissione europea investirà oltre 307 milioni di euro nella creazione di una solida bioeconomia per perfezionare metodi di produzione, creare nuove industrie e favorire l´occupazione. Le piccole e medie imprese (Pmi), fondamentali per l´innovazione, riceveranno particolari incentivi a partecipare: non solo potranno beneficiare di nuove norme semplificate, ma il pacchetto di investimenti di quasi 1 miliardo di euro per le Pmi include azioni pilota sia nell´ambito del tema Salute, sia tramite lo specifico meccanismo di finanziamento con ripartizione dei rischi della Banca europea per gli investimenti. Alle nanotecnologie saranno destinati 488 milioni di euro, per settori come fabbriche del futuro, automobili ecologiche ed edifici efficienti sotto il profilo energetico. Altri 313 milioni saranno destinati alla ricerca e all´innovazione nell´ambito della mobilità e per trasporti più puliti, più sicuri e più efficienti. Infine, la Commissione ha destinato 40 milioni all´iniziativa "Città intelligenti", per trovare impieghi più efficienti dell´energia e migliorare i trasporti urbani. Contesto Il 7°Pq è il più vasto programma di finanziamento della ricerca al mondo e per il periodo 2007-2013 dispone di un bilancio di oltre 53 miliardi di euro. Gli Stati membri hanno posto la ricerca e l´innovazione tra le priorità dell´agenda politica europea adottando la strategia Europa 2020 e, a febbraio di quest´anno, dando il loro sostegno all´iniziativa Unione dell´innovazione, che è ora l´asse portante dei piani di investimento destinati alla crescita e all´innovazione sostenibili. Si vedano anche Memo/11/520 e Memo/11/521 Unione dell´innovazione: http://ec.Europa.eu/innovation-union    
   
   
DELEGAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO IN TUNISIA PER VALUTARE LA SITUAZIONE DEI MIGRANTI E DEI RIFUGIATI  
 
Strasburgo, 20 luglio 2011 - Le rivoluzioni nel mondo arabo stanno mettendo a dura prova il sistema di asilo e le politiche migratorie della comunità europea. La Tunisia si trova al centro del problema perché vicina all´Italia e a Malta, bisognosa di ricostruire il proprio sistema politico, e impegnata a fronteggiare i flussi miratori provenienti dalla Libia. La delegazione Ue visiterà i campi profughi al confine tra i due Stati e discuterà la situazione con le autorità nazionali. "Stiamo andando al confine con la Libia per capire meglio la situazione dei profughi in fuga. La lotta per la democrazia in Libia sta causando effetti collaterali come il considerevole numero di persone che lasciano il paese (...) aggravando la situazione in Tunisia, già sotto pressione per altre ragioni" ha spiegato il capo della delegazione Simon Busuttil. Instabilità politica in Tunisia - La situazione in Tunisia è molto delicata: è stata formata un´Assemblea costituente per dare al paese una nuova Costituzione, ma il processo è ostacolato da difficoltà amministrative. Il governo ad interim è fortemente instabile e molti sono i ministri che hanno rassegnato le dimissioni negli ultimi mesi. Le proteste sono all´ordine del giorno e la situazione sicurezza resta preoccupante. Profughi, aiuti umanitari e l´emigrazione europea - "L´europa deve affrontare le sfide poste da questa situazione, in particolare riguardo al trattamento dei rifugiati, all´aiuto umanitario e all´impatto del flusso migratorio sull´Ue" ha detto Busuttil, e ha spiegato che la visita in Tunisia può "aiutare a capire meglio come alleviare la situazione". "Lo faremo parlando direttamente con i rifugiati, con le organizzazioni internazionali che gestiscono i campi e con le autorità tunisine" ha aggiunto. Le azione dell´Ue - In marzo l´Unione europea ha mobilitato un fondo d´emergenza di 25 milioni, e ne ha stanziati 3per aiutare le autorità egiziane e tunisine a gestire l´emergenza umanitaria dei profughi libici ai confini della Tunisia e dell´Egitto. Il Parlamento intende inoltre rafforzare il mandato di Frontex, l´agenzia europea per la cooperazione internazionale alle frontiere esterne, attraverso un accordo con gli Stati membri da approvare oggi in commissione parlamentare e in settembre in plenaria. È stata istituita infine una nuova agenzia, l´Ufficio europeo di sostegno all´asilo, con sede a Malta, che ha iniziato i suoi lavori nel mese di giugno. Succede in Tunisia… · Il 17 dicembre 2010: un venditore ambulante si da fuoco per protestare contro la confisca dei suoi prodotti · Dicembre/gennaio: le proteste in corso nel paese sono represse dalle autorità. · Migliaia di tunisini lasciano il paese e cercano di raggiungere l´Europa, aumentando la pressione migratoria sull´Ue. · 14 gennaio 2011: il Presidente Ben Ali lascia il paese. Si istituisce un governo ad interim. · Mazo/giugno: migliaia di libici in fuga dalla guerra attraversano il confine con la Tunisia per cercare rifugio, aggravando la questione umanitaria e di sicurezza nel paese. · 23 ottobre 2011: scadenza per l´elaborazione della nuova Costituzione da parte dell´Assemblea costituente.  
   
   
PE: IN DIRETTA DALLA TUNISIA - GIORNO 1: PRIMI CONTATTI CON GLI OPERATORI UMANITARI IN CAMPO  
 
Strasburgo, 20 luglio 2011 - La delegazione del Parlamento europeo è arrivata a Djerba, nel sud della Tunisia, durante il pomeriggio. Cielo azzurro, 36 gradi, palme lungo il Mediterraneo: un paradiso naturale, se non fosse per il vicino confine libico, che centinaia di migliaia di persone hanno attraversato negli ultimi mesi per fuggire le violenze. La delegazione ha incontrato i rappresentanti dell´Alto Commissariato Onu per i rifugiati e altre organizzazioni umanitarie presenti sul campo. In serata ha preparato la visita del 14 luglio ai campi profughi. La Tunisia, e in particolare Djerba, veniva spesso associata al turismo, ma dopo la caduta del regime di Ben Ali il gennaio scorso la situazione è molto cambiata. La crescita è diminuita, passando dal 3,7% all´ 1,3% attuale, soprattutto a causa della diminuzione del turismo del 40-50%. Nonostante queste difficoltà economiche e l´instabilità politica - l´Assemblea costituente sarà eletta nei prossimi mesi - il paese non ha chiuso le frontiere agli immigrati che arrivano dalla Libia. Cinque sono i campi profughi che li hanno ospitati. Il più grande, il campo di Shousha, ha accolto fino a 20.000 rifugiati allo stesso tempo. Al momento vi si contano 3.768 profughi provenienti da 22 paesi diversi. Una situazione difficile che ha causato non poche tensioni all´interno del campo e con la popolazione tunisina che risiede nelle vicinanze: un´esplosione di violenza ha provocato la morte di 4 persone e tre quarti del campo sono stati bruciati a fine maggio. "Sono pronta per una visita ai campi toccante e difficile" ha detto la francese dell´Aldenathalie Griesbeck, durante l´incontro, "scappare è un diritto, accogliere un dovere". Mentre il capo della delegazione, il maltese del Ppe Simon Busuttil ha rivolto "moltissimi ringraziamenti a tutti gli operatori umanitari".  
   
   
P.E. IN DIRETTA DALLA TUNISIA - GIORNO 2: LA VISITA TOCCANTE AI CAMPI PROFUGHI  
 
Strasburgo, 20 luglio 2011 - Giovedì 14 luglio la delegazione si è diretta verso Ras Ajdir, il più grande valico di confine tra Tunisia e Libia, e ha visitato due campi profughi in pieno deserto dove, sfidando il caldo infernale e le tempeste di sabbia, più di 5.000 persone aspettano il reinsediamento, nelle tende fornite dalle organizzazioni umanitarie. Si stima che siano oltre 500.000 i libici che hanno attraversato la frontiera con la Tunisia dallo scorso febbraio. I deputati europei in visita hanno avuto modo di discutere la situazione con gli operatori umanitari sul campo (Unhcr, Oim, Msf, Save the children, Unicef, Croce Rossa, Islamic Relief...), con l´esercito tunisino addetto alla sicurezza, e con gli immigrati e i rifugiati, che hanno parlato delle loro drammatiche condizioni di vita. "Non abbiamo sufficienti cibo, acqua e medicine. Sono al terzo mese di gravidanza e non ce la faccio più" ha detto una donna. Mentre un altro profugo ha confidato che il vero problema non è materiale: "È la speranza. Non c´è speranza qui, per questo molti scelgono di andarsene illegalmente, per esempio in l´Italia". Impressioni, reazioni e analisi dalla delegazione - "Questa visita è stata un vero tuffo nella realtà. Noi di solito siamo immersi nelle procedure (di asilo, di reisediamento) e qui ci troviamo di fronte a persone che ci dicono che quello che manca è la speranza!" ha notato la socialista francese Sylvie Guillaume. Queste persone "devono sviluppare strategie per ottenere asilo, mentre dovrebbe essere un loro diritto. Questa visita è al tempo stesso commovente e inquietante" ha aggiunto. L´olandese dei Verdi Judith Sargentini ha parlato della richiesta chiave avanzata dalle organizzazioni umanitarie che gestiscono i campi: "creare nuove possibilità per il reisediamento. Quattromila persone non sono così tante...". E ha messo a fuoco la missione da compiere al ritorno: "Il nostro ruolo è ora quello di condividere quest´esperienza e indurre gli Stati membri ad essere più generosi" ha detto. "Dobbiamo occuparci di questi rifugiati in ogni caso, sia che lo facciamo qui con il reisediamento, che a Lampedusa. E dobbiamo farlo prima che sia troppo tardi".  
   
   
P.E. BUSUTTIL: "LA SOLA VIA D´USCITA È LA SOLIDARIETÀ"  
 
 Strasburgo, 20 luglio 2011 - Il maltese del Partito Popolare Europeo Simon Busuttil ha guidato la delegazione parlamentare che si è recata in Tunisia settimana scorsa per visitare gli immigrati e i campi di rifugiati. Alla fine della missione la delegazione ha chiesto agli Stati membri dell´Ue un maggiore sforzo di solidarietà con le autorità e il popolo tunisino, che hanno dovuto gestire un flusso immigratorio straordinario a seguito degli eventi politici in Libia. Intervista con Simon Busuttil. Che impressioni ha della visita nei campi di rifugiati? E´ stata un´esperienza toccante. Alla televisione abbiamo visto tante immagini, sapevamo che migliaia di persone fuggivano dalla Libia verso la Tunisia, e per questo abbiamo deciso di organizzare la delegazione. Ma venire qui è un´altra cosa. E´ impressionante vedere che cosa stanno attraversando queste persone. A molti operatori sul campo lei ha detto "siamo qui per ascoltarvi". Che cosa ha sentito, che cosa ha imparato? Abbiamo ascoltato gli operatori, i rifugiati, le organizzazioni internazionali, le autorità tunisine. E grazie a loro siamo passati dall´ascolto alla comprensione. Capire la situazione è cruciale per coloro che, come noi parlamentari, devono prendere poi le decisioni. La cosa più interessante di queste missioni, è che danno la possibilità a chi è chiamato a decidere di farlo sulla base di un´esperienza di prima mano, specie nelle situazioni difficili. Quando torniamo dobbiamo prendere le nostre decisioni, ma lo facciamo avendo toccato con mano i problemi. Nella visita è stato testimone di situazioni di emergenza. Pensa che l´Ue reagisca in maniera abbastanza veloce in questi casi? L´ue reagisce in modo estremamente veloce quando si tratta di aiuti finanziari. Siamo il primo donatore del mondo e il più veloce quando bisogna mandare sostegno economico. Incoraggeremo la Commissione a continuare così e diremo che siamo soddisfatti con quello che è stato fatto. Per dare un´idea: sono stati stanziati subito 100 milioni di euro per l´emergenza umanitaria in Tunisia a seguito della crisi libica, di cui 70 già spesi. Ma quando si va oltre l´aiuto finanziario, sfortunatamente i meccanismi Ue sono più stagnanti. E quando si tratta di questioni sensibili, come la ricollocazione delle persone, la re-installazione in altri paesi, il processo è completamente bloccato. E´ arrivata l´ora di andare oltre la solidarietà finanziaria. Se 3-4 mila persone sono bloccate in un campo a Choucha (alla frontiera con la Libia, ndr), a una temperatura di 43° C e tempeste di sabbia tutti i pomeriggi, l´unica via di uscita è andare oltre la solidarietà finanziaria e muoversi verso altre azioni, come le ricollocazioni. Oltre mezzo milione di persone si è spostato dalla Libia alla Tunisia. Di questi, solo qualche migliaia sono quelli che non hanno nessun posto dove andare, e per questo sono bloccati nei campi. Tutti gli altri sono stati rimandati a casa. Ora sta a noi di prenderci le nostre responsabilità. Sarebbe un gesto di buona volontà, da parte dei 27 paesi membri dell´Ue, per dimostrare al popolo tunisino che apprezziamo quello che ha fatto per i rifugiati dalla Libia.  
   
   
TUNISIA, RIFUGIATI E AZIONI DELL´UNIONE EUROPEA: LE CONCLUSIONI DELLA DELEGAZIONE  
 
Strasburgo, 40 luglio 2011 - Nel corso di una conferenza stampa a Tunisi la delegazione ha presentato ai giornalisti le proprie conclusioni. I gruppi politici rappresentati (Ppe, S&d, Verdi, Alde) hanno rilasciato una dichiarazione comune, in cui sottolineano il bisogno di una maggiore mobilitazione dell´Ue per il reinsediamento dei rifugiati e chiedono ai ministri degli Affari interni di discutere la problematica nel prossimo incontro informale del Consiglio in Polonia. È la seconda volta che una delegazione del Parlamento europeo si reca in Tunisia, durante i sei mesi che sono seguiti alla caduta del regime di Ben Ali. I deputati in visita si sono detti profondamente colpiti dalle condizioni di vita estreme degli immigrati: "caldo insopportabile, tempeste di sabbia, e accesso limitato all´acqua potabile e a servizi igienici adeguati". Una situazione insostenibile - hanno sottolineato - soprattutto "per bambini e donne incinte". La delegazione si è detta, poi, sorpresa della generosità di un paese come la Tunisia, che sta affrontando non pochi problemi economici e politici, ma non per questo " chiude le porte ai cittadini dei paesi terzi in fuga dalla Libia". I deputati hanno parlato di "travolgente ospitalità e solidarietà del popolo tunisino" e hanno ricordato che "i flussi migratori rappresentano un onere che dovrebbe essere condiviso". Le richieste della delegazione all´Ue - A seguito di quanto visto e appreso, i membri della delegazione hanno chiesto agli Stati Ue di sostenere con più forza il reinsediamento dei rifugiati provenienti dalle zone di guerra: " Siamo delusi dalla debole risposta data dagli Stati membri dell´Unione europea rispetto agli sforzi intrapresi da Norvegia, Stati Uniti e Canada", hanno lamentato. Hanno chiesto inoltre ai ministri degli Affari interni di discutere la questione durante la riunione informale del Consiglio Giustizia e Affari Interni il 18 e 19 luglio in Polonia, perché "l´Ue non può chiudere gli occhi davanti a queste realtà drammatiche"  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA EROGA 25 MILIONI DI EURO A FAVORE DELLA REPUBBLICA DEL NIGER  
 
 Bruxelles, 20 luglio 2011 – La Commissione europea ha erogato un importo pari a 25 milioni di euro a favore della Repubblica del Niger. Si tratta del primo versamento per il sostegno al bilancio dall’investitura, nell’aprile 2011, del nuovo presidente Mahamadou Issoufou e dalla ripresa totale della cooperazione tra l’Ue e il Niger, che risale al 20 giugno scorso. I fondi permetteranno al governo di rafforzare la lotta alla povertà, rivolgendo un’attenzione particolare ai settori sociali (istruzione e sanità). Andris Piebalgs, commissario europeo per lo sviluppo, ha dichiarato: “Questo pagamento segna la ripresa totale della nostra cooperazione con il Niger; è una prova della nostra fiducia nel nuovo governo e del nostro impegno ad assisterlo nella lotta contro la povertà, nel sostenere le popolazioni più vulnerabili e nel conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio.” L’erogazione dei fondi è stata preceduta da un´analisi approfondita delle condizioni di ammissibilità per il sostegno al bilancio: stabilità macroeconomica, politica coerente e sostenibile in materia di lotta alla povertà e miglioramento della gestione delle finanze pubbliche. I progressi molto incoraggianti registrati in questi tre settori hanno permesso di rispondere positivamente alla domanda delle autorità nigeriane di procedere quanto prima al pagamento. Una parte dello stanziamento (10 milioni di euro) è inoltre legata al rispetto di condizioni specifiche in materia di istruzione; valutandole, la Commissione europea ha constatato l’importante lavoro compiuto dal governo nel preparare il piano d’azione atto a proseguire “l´iniziativa qualità” in questo settore. Il presidente Mahamadou Issoufou mira in effetti alla scolarizzazione obbligatoria e gratuita per tutti fino ai 16 anni di età e si è impegnato a stanziare un quarto delle risorse di bilancio a favore del settore scolastico nei prossimi cinque anni per permettere in particolare la costruzione di 2500 nuove aule e la formazione di 2500 insegnanti supplementari ogni anno. Contesto - L’unione europea aveva sospeso la sua cooperazione allo sviluppo con il Niger nel 2009, a causa del tentativo anticostituzionale dell’ex presidente Mamadou Tandja di restare al potere oltre il suo secondo mandato. Dal 2010 la Commissione europea ha progressivamente ripreso la cooperazione, sostenendo la sicurezza alimentare, lo sviluppo rurale e le infrastrutture di trasporto, nonché dando il suo appoggio al processo di consultazione elettorale. Con l’insediamento del nuovo presidente Mahamadou Issoufou, nell’aprile 2011, il paese ha terminato il suo processo di transizione democratica. Il 20 giugno 2011, il Consiglio dell’Ue ha confermato il ripristino totale della cooperazione allo sviluppo con il Niger (cfr. Ip/11/760). A titolo del 10° Fondo europeo di sviluppo (Fes), la Repubblica del Niger riceverà, tra il 2008 e il 2013, un aiuto di importo pari a 458 milioni di euro, destinato ai principali settori prioritari della cooperazione quali il sostegno allo sviluppo rurale, il miglioramento della sicurezza alimentare, lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e il sostegno al buon governo.  
   
   
ITALIA - FRANCIA: POLIDORI INCONTRA LELLOUCHE, ALLEANZA SU IMPORTANTI DOSSIER UE  
 
Parigi, 19 luglio 2011 - Impegno a proseguire su vari dossier europei in cui le posizioni di entrambi i paesi convergono, scambio delle migliori pratiche sui rispettivi punti di forza nel commercio con l´estero e un confronto sul futuro del settore. Sono stati questi i punti trattati durante l´incontro avvenuto ieri a Parigi, tra il sottosegretario al Commercio con l´estero, Catia Polidori, e il suo collega omologo, Pierre Lellouche. Si tratta della prima visita di Polidori ad un collega dell´Unione europea all´estero. Più in particolare infatti, i due responsabili del commercio con l´estero si sono soffermati su alcuni dei dossier caldi attualmente all´esame dell´Unione europea e sui quali l´alleanza,nel sostenere le medesime posizioni, e´ salda: entrambi i paesi convergono sul regolamento ´Made in´ per l´etichettatura obbligatoria su alcuni beni importati nella Ue dai paesi terzi e un buon spazio di collaborazione c´e stato anche sulle indicazioni geografiche e la tutela delle dei prodotti alimentari nazionali. Perfetta sintonia inoltre e´ stata riconfermata sul negoziato commerciale tra Europa e Giappone e sull´importanza di affrontare il problema degli ostacoli non tariffari prima dell´avvio del negoziato stesso. E´ stato anche affrontato il tema del brevetto europeo e la relativa decisione di discriminare l´italiano a favore di un sistema trilingue (francese, inglese e tedesco). Le posizioni dei due paesi sul punto restano tuttavia distanti. Un focus specifico e´ stato infine dedicato allo scambio di best practice sui rispettivi punti di forza dei sistemi nel commercio internazionale: l´ export delle pmi per parte italiana, l ´azione del sistema paese da parte francese. A quest´ultimo riguardo il sottosegretario Lellouche ha illustrato il ruolo di Ubifrance che ha creato una alleanza strategica con altri attori francesi per l’ internazionalizzazione delle pmi, mentre Polidori ha illustrato alcune delle sue iniziative a sostegno delle esportazioni italiane, dall´ e-commerce alla convocazione in autunno degli stati generali del commercio internazionale. Prima di incontrare Lelluche, il sottosegretario Polidori e´ stata ricevuta dal Vice segretario generale dell´Ocse, Pier Carlo Padoan, dall´incontro e´ emersa l´importanza che entrambi attribuiscono ad uno strumento di sostegno all´export che offra agli imprenditori chiarezza, semplicità ed unitarietà di azione e programmazione.  
   
   
ESPOSTO DENUNCIA DEL PRESIDENTE SCOPELLITI SUI CONTRATTI DERIVATI DAL 2003 AL 2008. LA REGIONE CALABRIA AVREBBE SUBITO UN DANNO STIMATO IN 52 MILIONI DI EURO  
 
 Catanzaro, 20 luglio 2011- Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha sottoscritto un esposto denuncia riguardante i contratti derivati conclusi dal 2003 al 2008 dalla Regione Calabria con alcuni istituti bancari. L’esposto è stato depositato oggi presso gli Uffici della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Catanzaro dall’avvocato Massimiliano Manna dell’Avvocatura regionale. Da tali operazioni, la Regione Calabria avrebbe subito un consistente danno economico, stimato in circa 52 milioni di euro, e per il cui risarcimento è già pendente una causa civile al Tribunale di Catanzaro, che deriverebbe dall’illecita applicazione di commissioni implicite, che, se non fossero state artatamente nascoste, avrebbero impedito la conclusione dei contratti alle condizioni pattuite. L’esposto costituisce uno degli esiti della complessa attività di ricognizione che l’amministrazione Scopelliti ha dovuto compiere sulla questione. Un’ulteriore iniziativa, in ultimale fase di studio, potrebbe essere costituita dall’adozione di atti di natura amministrativa a concreta tutela del patrimonio dell’Ente in attesa della definizione delle pendenze giudiziarie.  
   
   
MARCHE, ALLO STUDIO DI REGIONE, UPI, ANCI E LEGA AUTONOMIE LA MODIFICA DEGLI OBIETTIVI DEL PATTO DI STABILITA`.  
 
 Ancona, 20 Luglio 2011 - ´La Regione Marche, l´Upi Marche, l´Anci Marche e la Lega Autonomie stanno lavorando congiuntamente al fine di verificare, entro la fine dell´estate, la possibilita` per le Province e i Comuni con popolazione superiore ai 5000 abitanti di avvalersi della facolta` di modificare gli obiettivi che il Patto di stabilita` ha posto alla spesa´. Con queste parole l´assessore regionale al Bilancio, Pietro Marcolini, ha annunciato l´impegno formale dell´ente a studiare la cosiddetta ´regionalizzazione´ del Patto di stabilita` e il fatto che da lunedi` 4 luglio si e` avviata, con l´insediamento di uno specifico tavolo, la rilevazione dei dati finanziari degli enti interessati. Il tavolo si avvale del supporto tecnico degli uffici dell´Upi ed e` costituito da una commissione di otto esperti individuati tra funzionari e responsabili finanziari della Regione, delle Province e dei Comuni. ´La rapidita` con cui le amministrazioni stanno rispondendo - prosegue l´assessore - e` indicativa dell´attenzione che queste hanno verso i vincoli del Patto di stabilita` che impediscono di pagare lavori regolarmente finanziati ed eseguiti. Questa situazione e` confermata dai primi dati pervenuti che mostrano come i conti del 2010 si siano chiusi con un leggero avanzo (quindi con un margine di spesa rimasto inutilizzato) e come gli enti dispongano di una giacenza di cassa in alcuni casi consistente´. ´Nonostante questa situazione finanziaria positiva ´ continua Marcolini - moltissimi enti sono stati costretti a bloccare i pagamenti alle imprese, con grave nocumento per le attivita` produttive, l´occupazione e il rilancio economico´. La modifica dei vincoli del patto e` tuttavia condizionata dalla situazione finanziaria della Regione, derivante dalla manovra correttiva di finanza pubblica appena approvata dal Parlamento e che produrra` un ulteriore taglio delle risorse a disposizione.  
   
   
MOLISE: IL PRESIDENTE IORIO RICEVE IL CONSOLE DEGLI STATI UNITI MOORE  
 
Campobasso, 20 luglio 2011 - Il Presidente della Regione Michele Iorio ha ricevuto, nella mattinata di ieri, il Console generale degli Stati Uniti d´America a Napoli, Donald L. Moore, in visita di cortesia in Molise. Iorio e Moore hanno lungamente discusso dei forti rapporti che legano il Molise agli Stati Uniti mediati dalle comunità di corregionali che vivono in varie aree del Paese. «Comunità che - ha detto il Presidente Iorio - accanto al forte sentimento patriottico americano, mantengono ancora molto vivo il loro legame con la terra d´origine». Iorio ha anche ricordato le iniziative di cooperazione in atto tra il Molise e alcune Istituzioni degli States, oltre che le attività di interscambio culturali e scientifiche in atto con varie Università americane. Iorio ha anche evidenziato come importantissimi personaggi della politica e dell´economica americana siano di origine molisana ed abbiano quindi contribuito, anche con il loro bagaglio culturale, alla crescita e allo sviluppo della più grande democrazia del mondo.  
   
   
COSTI REGIONE ABRUZZO: CHIODI, DA DUE ANNI STIAMO LAVORANDO AI TAGLI MENO ENTI E CDA. PER LA PRIMA VOLTA ANCHE MENO DIPENDENTI  
 
L´aquila, 20 luglio 2011 - "Abbiamo ereditato la Regione più indebitata d´Italia, 4 miliardi di euro di passivo nel 2008, e questo nessuno può negarlo. Come nessuno può negare che, da subito, questo Esecutivo regionale ha intrapreso una decisa azione di tagli ai costi della politica. I risultati ottenuti sono evidenti, anche se, per eliminare tutte quelle situazioni di privilegio determinatesi con la precedente amministrazione, ci vorrà ancora del tempo". Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, replica così a quanti hanno definito la Regione Abruzzo l´industria meno efficiente, con costi da capogiro. "I numeri parlano chiaro - spiega meglio il Governatore - Abbiamo ridotto indennità e vitalizio dei consiglieri regionali; eliminato 24 consigli di amministrazione di enti ed agenzie regionali; tagliato i compensi ai componenti cda; chiuso le due sedi di rappresentanza in Romania ed in Brasile; portato i consorzi Fidi da 78 ad una decina e le Comunità montane da 19 ad 11; diminuito Asl ed Ato; riordinato ad accorpato le Ipab; liquidato società ed enti in deficit come Sir, Aret ed Abruzzo Engeenering". Il presidente Chiodi fa notare come la forbice non abbia risparmiato la macchina burocratica della Regione: diminuito il numero dei dirigenti (-24 quelli in servizio pari a -21,23%; -16 posti previsti in pianta organica pari a -13,33%) e dei dipendenti (-73 quelli in servizio e -166 quelli previsti in pianta organica). Ed è questa la prima volta che accade nella storia dell´Ente. Di più, nella prossima manovra finanziaria è prevista la cessione da parte della Regione di quote di partecipazione in società e consorzi ritenuti "non strategici", molti dei quali costituiti decenni fa e dalla dubbia produttività, se non quella della spesa. "Quello della riduzione dei costi della politica è uno dei punti cardine del programma di questo governo regionale - assicura il presidente Chiodi - Andremo avanti in questa strada, anche con scelte impopolari ma necessarie per il risanamento dei conti pubblici. I cittadini siano pur certi che tutto ciò che non ha utilità per la comunità sarà eliminato. E´ un impegno che stiamo portando avanti con determinazione e rigore".  
   
   
PIEMONTE: LE RISORSE ANDRANNO A 719 COMUNI PER STRADE, MUNICIPI, ILLUMINAZIONE E CIMITERI 50 MILIONI PER FINANZIARE OPERE PUBBLICHE DI INTERESSE LOCALE  
 
Torino, 20 luglio 2011 – Sono 719 i Comuni piemontesi destinatari del sostanzioso programma di finanziamenti, ammontante a 50 milioni di euro, che la Regione ha varato, ai sensi della l.R. N.18/84, per la realizzazione o il mantenimento di opere pubbliche di interesse locale: infrastrutture stradali, municipi, reti di pubblica illuminazione e cimiteri. Ad annunciarlo il presidente della Regione, Roberto Cota, ed il vicepresidente e assessore alle Opere pubbliche, Ugo Cavallera, che nel commentare il provvedimento evidenziano l’importanza dell’intervento della Regione nei confronti dei Comuni piemontesi, spesso in difficoltà a far fronte all’ammodernamento e manutenzione delle opere di loro competenza, vista la difficile situazione finanziaria in cui si trovano. “L’intervento - sottolinea il presidente Cota - era molto atteso. Il programma di finanziamenti approvato dà una risposta molto importante sia quantitativamente, sia per la tipologia degli interventi inseriti, anche se non esaustiva di tutti i problemi dei Comuni. Non solo, l’entità di queste risorse rese disponibili dalla legge finanziaria regionale del 2011 sarà sicuramente anche uno stimolo per le attività economiche locali”. La direzione regionale competente ha raccolto, censito ed ordinato le richieste pervenute dai Comuni interessati nel corso del 2010 e nei primi mesi del 2011. Tali richieste sono state valutate, sulla base di criteri generali consolidati, con particolare attenzione ai piccoli Comuni, agli interventi finalizzati al superamento delle barriere architettoniche, ai consumi energetici e alla messa a norma delle sedi municipali e dei cimiteri, seguendo un iter per altro non dissimile da quanto adottato in occasione dei precedenti programmi elaborati ai sensi della legge 18/84. L’eccezionalità del provvedimento è resa evidente dai numeri: 719 i Comuni piemontesi coinvolti, 50.265.000 le risorse rese disponibili, distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio. La metà dei progetti finanziati riguarda la viabilità comunale, messa a dura prova anche dagli eventi atmosferici di questi ultimi tempi. Ai quasi 150 Comuni della provincia di Alessandria interessati dai provvedimenti sono destinati poco più di 11 milioni di euro, a circa 70 Comuni della provincia di Asti 4 milioni e mezzo, a 55 Comuni della provincia di Biella 3 milioni e mezzo, agli oltre 160 Comuni della provincia di Cuneo oltre 11 milioni e mezzo, ad una quarantina di Comuni della provincia di Novara oltre 2 milioni, a 140 Comuni della provincia di Torino circa 10 milioni e mezzo, agli oltre 50 Comuni della provincia di Vercelli poco più di 3 milioni, agli oltre 50 Comuni del Verbano-cusio-ossola più di 3 milioni e mezzo. “Un intervento di tale entità è stato reso possibile dal ricorso al meccanismo finanziario previsto dall’art. 12 della legge regionale n. 25/2010 (finanziaria regionale 2011), che prevede contributi in annualità su mutui contratti dagli enti locali - precisa l’assessore Cavallera - Resta a carico dei Comuni il finanziamento di almeno il 10% del costo delle opere da realizzare”. I Comuni potranno avvalersi del supporto di Finpiemonte nel rapporto con gli istituti mutuanti. Infine, completano il programma alcuni interventi in conto capitale laddove è prevista una spesa di modesta entità. Nei prossimi giorni i Comuni interessati riceveranno comunicazione formale dalla competente Direzione regionale con le indicazioni procedurali ed operative da seguire. “Auspichiamo - concludono il presidente Cota e l’assessore Cavallera - di poter predisporre un successivo programma che possa soddisfare le restanti esigenze dei Comuni piemontesi, cui va la nostra costante e prioritaria attenzione”.  
   
   
BOLZANO: CHIARIMENTI SULLA MANOVRA FINANZIARIA  
 
Bolzano, 20 luglio 2011 - I contenuti della manovra finanziaria e gli effetti in Alto Adige sono stati discussi il 18 luglio nella seduta della Giunta provinciale. "Molti aspetti devono ancora essere chiariti, ci aspettiamo ulteriori modifiche", ha detto il presidente Luis Durnwalder. La Provincia ribadisce che la base di intervento sull´autonomia speciale resta l´Accordo di Milano e che al momento non ha alcun motivo di impugnare i provvedimenti. La Giunta ha approfondito le misure varate dal Governo con la manovra finanziaria e ribadito, in merito alla negoziazione del patto di stabilità per la Provincia di Bolzano, il richiamo esplicito allo Statuto di autonomia, all´Accordo di Milano e alle norme di attuazione. "Abbiamo comprensione per l´iniziativa del Governo, ognuno deve fare la sua parte ma certamente non pagare due volte", ha chiarito Durnwalder. Proseguono le trattative con lo Stato e al momento la Giunta non ha motivo di procedere a una impugnazione della manovra. Il Presidente ha in ogni caso voluto ricordare che "gli obblighi di solidarietà nazionale per compartecipare alla riduzione del debito pubblico sono stati rispettati con l’Accordo di Milano, Bolzano e Trento sono state le prime a firmare una simile intesa, che neppure il Governo mette in discussione, rinunciando complessivamente a un miliardo di euro". Tale accordo garantisce il meccanismo dei 9/10 delle entrate e comporta inoltre la messa a disposizione di 100 milioni per assumere la competenza su funzioni statali delegate. La Giunta seguirà attentamente gli sviluppi della manovra e prima di valutare interventi diretti (come ad esempio su Irpef o Irap) intende avere dal Governo tutti gli elementi necessari, "perchè diversi punti non sono ancora chiari e ci attendiamo nuove modifiche", ha spiegato Durnwalder, che non esclude anche il varo di un secondo pacchetto di interventi statali per riuscire a tamponare il debito pubblico.  
   
   
BOLZANO: SVILUPPO DEL TERRITORIO, CAMBIA LA LEGGE  
 
Bolzano, 20 luglio 2011 - Il nuovo ddl, che aggiornerà l´attuale legge urbanistica del 1998, dove adeguare lo sviluppo del territorio alle trasformazioni della società: le modifiche nella struttura familiare, quelle demografiche ed economiche. "Puc e piano paesaggistico vanno coordinati in un unico piano, per garantire una visione organica del territorio", ha sottolineato l´assessore Michl Laimer illustrando il 19 luglio ai giornalisti le prossime novità nel settore urbanistico. Nei Colloqui di metà legislatura l´assessore Laimer ha voluto spiegare il perchè del cambio di denominazione dell´ex Ripartizione provinciale urbanistica, che ora diventa Ripartizione per lo sviluppo del territorio: "Non è un vezzo, ma la volontà di lanciare un nuovo messaggio, legato ai mutamenti del tessuto socioeconomico. Oggi non possiamo più regolare lo sviluppo urbanistico nei minimi dettagli come ai tempi di Alfons Benedikter", ha spiegato Laimer. In autunno è prevista la discussione politica sulla nuova legge e quindi sull´architettura della normativa: nei Comuni Puc e piano paesaggistico oggi sono due documenti separati, "ma in futuro vanno riuniti e considerati in un unico piano perchè sono due aspetti che si combinano", ha spiegato Laimer. Il disegno di legge punta inoltre a rendere più breve e più trasparente le procedure e a garantire maggiore chiarezza in una materia così complessa e di difficile regolamentazione. "Lavoriamo per una legge organica, più comprensibile dell´attuale e dunque più accessibile ai cittadini, ma anche - semplificando - per ragionare in metri quadri e non in metri cubi, vale a dire per non massimizzare le superfici e quindi non ridurre il potenziale di risparmio energetico", ha aggiunto l´assessore. Anche l´impostazione cambia: la Provincia definisce gli obiettivi generali, si concentra maggiormente sull´elaborazione di linee guida e direttive quadro, mentre nel dettaglio toccherà ai Comuni intervenire, "che hanno problemi ed esigenze diverse di cui tenere conto", ha rilevato Laimer. Il principio per il verde agricolo: è destinato all´agricoltura e agli edifici rurali, altre costruzioni saranno possibili solo in casi eccezionali e comunque regolati da una norma specifica.  
   
   
TRENTINO SVILUPPO, IL PIANO ATTIVITÀ SI FA IN TRE  
 
 Trento, 20 luglio 2011 - Sostegno alle attività produttive, con particolare riguardo alle green technology, alla meccatronica e al manifatturiero innovativo, interventi territoriali di contesto per la valorizzazione dell’offerta turistica e la mobilità integrata, costituzione di una new.Co. Per le partecipazioni societarie in collaborazione con partner finanziari privati. Questi i tre settori di intervento assegnati dalla Giunta provinciale - su proposta del presidente Lorenzo Dellai e dell´assessore Alessandro Olivi - a Trentino Sviluppo con l’approvazione, nella seduta odierna, del nuovo Piano 2011-2013 per gli interventi di tipo immobiliare e finanziario. Il nuovo Piano, con una previsione di spesa pari a 237,49 milioni di euro e un’area di inseribilità di 138,34 milioni, per un totale complessivo di 375,83 milioni, si aggiunge ai provvedimenti precedentemente approvati relativi al nuovo Piano di promozione delle attività economiche e alla modifica degli “Indirizzi” dettati dalla Giunta a Trentino Sviluppo, che prevedono una nuova graduazione delle priorità ed interventi sia in ambito turistico che produttivo. Innovazione, competitività, consolidamento dei distretti, delle filiere e dei poli produttivi d’eccellenza sono quindi le leve sulle quali investe la politica economica locale affinché il sistema Trentino possa uscire presto dalla crisi ed uscirne rafforzato. Ecco, nel dettaglio, i contenuti e gli elementi di novità del provvedimento odierno. Immobili e finanza: focus su green innovation, manifatturiero innovativo ed interventi territoriali di contesto Il Piano triennale di attività 2011-2013, previsto dagli artt. 33 e 34 della Lp 6/99 (legge unica dell’economia), elenca interventi per complessivi 375,83 milioni di euro, di cui 237,5 milioni di interventi già ricompresi nel piano precedente (2008-2010) e ora rimodulati, mentre i restanti 138,34 milioni sono rappresentati da interventi appartenenti all’Area di inseribilità, per il momento non finanziata. Tre i settori di intervento: attività produttive (170 milioni di interventi complessivi), interventi territoriali di contesto (142 milioni) e private equity (5 milioni). Per quanto riguarda il sostegno alle attività produttive, l’intervento della società di sistema provinciale si concentrerà in particolare su alcuni obiettivi. L’ambito dell’edilizia sostenibile, delle energie rinnovabili e delle tecnologie ambientali, anzitutto, con interventi per complessivi 60,8 milioni di euro. Ci sono poi gli interventi a sostegno del settore manifatturiero innovativo e del polo meccatronico (31,2 milioni). Significativi anche gli interventi riconducibili a poli tecnologici e filiere (17,2 milioni), per i quali sono già stati stanziati 2 milioni per il Fondo acquisto impianti tecnologici ed un milione per altri interventi di sistema. Vi sono poi interventi finalizzati alla valorizzazione della produzione agroalimentare (12,7 milioni complessivi). Oltre 9,9 milioni di euro saranno destinati invece ad interventi di valorizzazione delle aree produttive e dei centri di servizio. Infine, troviamo il programma di interventi a supporto delle attività produttive in fase di rilancio o in aree decentrate (7,9 milioni), quello del settore dell’autotrasporto (15,2 milioni) e quello volto a valorizzare il polo cartario (15 milioni). L’elenco degli interventi territoriali di contesto comprende due categorie: interventi territoriali di contesto per la valorizzazione dell’offerta turistica (75 milioni di euro complessivi) e interventi di mobilità integrata (67 milioni). Partecipazioni: ecco la new.Co mista pubblico-privato - Come detto, il provvedimento odierno da il via libera alla costituzione di una nuova società di partecipazione in collaborazione con partner finanziari privati. Una new.Co. Costituita da capitale misto pubblico-privato, alla quale Trentino Sviluppo parteciperà con un capitale sociale iniziale di 5 milioni di euro. Quota che dovrà comunque rimanere minoritaria, compresa tra il 20% e il 49%. Spazio quindi ai finanziatori privati in posizione maggioritaria, a garanzia della prospettiva di ritorno economico dell’investimento, per individuare i quali (singoli o associati in pool) verrà pubblicato nei prossimi giorni un apposito bando. Lo scopo della new.Co. Sarà quello di effettuare partecipazioni nel capitale di società ad alto potenziale di sviluppo, che operino o che intendano operare sul territorio trentino, al fine di creare un meccanismo di leva finanziaria atto a potenziare, con risorse private, l’intervento finanziario pubblico messo in campo dalla Provincia autonoma di Trento tramite Trentino Sviluppo. Si tratta quindi di uno strumento ulteriore di partecipazione al capitale di società, che si affianca alle modalità già adottate da Trentino Sviluppo, con finalità e modalità di funzionamento diverse. Tra le imprese ad alto potenziale di sviluppo che potranno contare sull’apporto della new.Co. Mista Trentino Sviluppo-finanziatori privati ci sono ad esempio le eccellenze imprenditoriali innovative quali spin off e start up; imprese consolidate con elevate capacità di crescita (anche per operazioni di bridge financing con equity), imprese ad alto potenziale di sviluppo - nei settori innovativi quali Ict, biotecnologie, green - che devono intraprendere ingenti investimenti, ma anche imprese il cui valore sarà preservato mantenendole produttive attraverso operazioni di risanamento (turnaround) ed iniezioni di know how manageriale. La partecipazione ad ogni singola impresa non potrà in ogni caso superare l’importo di 1,5 milioni di euro l’anno.  
   
   
ADOTTATO IN CONSIGLIO COMUNALE IL PGT L’AMMINISTRAZIONE HA PRESENTATO AI CITTADINI LA SEGRATE DI DOMANI  
 
 Segrate, 20 luglio 2011 - Nella seduta del 15 luglio il Consiglio comunale ha adottato il Piano di Governo del Territorio - Pgt, nuovo documento di pianificazione che disegnerà l’assetto urbanistico futuro della città. “Un atto programmatico fondamentale dell’Amministrazione – ha commentato il sindaco Adriano Alessandrini - perchè rappresenta non una volontà di costruire, ma il nostro disegno e la nostra visione di Città”. Non una rivisitazione e un ammodernamento di regole, ma un progetto di città ad ampio respiro, che configura anche uno scenario di lungo termine. L’amministrazione Comunale con il Pgt sta impostando la nuova Segrate e non sta lavorando solo sull’oggi. E’una doverosa puntualizzazione, senza la quale alcuni dati relativi allo sviluppo del territorio e all’incremento del numero di abitanti, che devono essere considerati in prospettiva da qui a 20 anni, potrebbero essere letti e interpretati in modo distorto. Lo sviluppo pensato per Segrate è graduale e ragionato e la porterà a essere una città di eccellenza, con tanto verde, che fungerà da elemento di raccordo tra i quartieri e di collegamento con i comuni vicini, e servizi di altissimo livello, connessioni interne forti e articolate, presente e inserita armonicamente nella rete infrastrutturale sovracomunale, ben rapportata a Milano, alla Provincia, all’Europa. “Ci sono dei punti di forza che rendono il nostro Pgt un modello per tutta la Lombardia – ha dichiarato il sindaco: il primo, un piano di “preverdissement”, che sarà adottato come modello dalla Regione, che prevede la copertura preventiva a verde del totale delle aree di trasformazione prima dell’avvio dei piani attuativi. Abbiamo mantenuto elevati poi gli indici di urbanizzazione delle aree industriali con l’obiettivo di attrarre nuove imprese, fonte di ricchezza e lavoro. Massima l’attenzione per i servizi ai cittadini, da sempre l’eccellenza di Segrate, e per la sostenibilità ambientale”. Il Pgt , un obbligo di legge - La Legge della Regione Lombardia n.12 dell’11 marzo 2005, introduce il concetto di governo del territorio e impone ai Comuni di convertire i propri Prg (Piani Regolatori Generali) al nuovo strumento di governo del territorio del Pgt (Piano di Governo del Territorio). Dal Prg al Pgt, una rivoluzione urbanistica - Un radicale rinnovamento nel modo di pensare l’urbanistica e un nuovo approccio che porta in primo piano le strategie e gli indirizzi di azione e rende flessibili e dinamici gli strumenti attuativi per concretizzarli. Una innovazione urbanistica importante sia in materia di strumenti di governo del territorio sia in termini di definizioni e contenuti. Il passaggio dal rigido e ormai obsoleto Piano Regolatore Generale, strumento che semplicemente disciplina dove si costruisce, a uno strumento, il Pgt, voluto e concepito per governare e amministrare il territorio. Diversa la struttura: non più un semplice insieme di norme edilizie (Prg), ma uno strumento di analisi e di valutazione (Pgt). Strumento con il quale la Regione Lombardia dà il via a un approccio urbanistico rivoluzionario da parte degli enti locali sul proprio territorio e a una visione diversa, strategica e d’insieme per il suo sviluppo, rispetto agli interventi spot consentiti e attuabili in precedenza. Pgt, piano-programma; piano-processo; costruito "dal basso"; che persegue la sostenibilità socio-economica e ambientale delle proprie scelte - L’utilità del Pgt è intrinseca nel suo stesso nome. E’, prima di tutto, un ‘piano’ che definisce un obiettivo, soluzioni a problemi e una direzione di marcia; in secondo luogo sviluppa una modalità di ‘governo’, nei termini in cui stabilisce responsabilità, procedure e regole per il raggiungimento di quel piano; infine impatta sul ‘territorio’, ovvero sullo spazio costruito, agricolo, urbano, pubblico e privato, sulle infrastrutture e sulla distribuzione dei servizi che si utilizzano tutti i giorni. Un’ “opera omnia” che interessa lavoro, qualità della vita e società, guardando alla dimensione spaziale/geografica di tali tematiche. Il Pgt non è un piano regolatore (Prg) in senso tradizionale, esprime piuttosto una volontà politico-strategica che possa inquadrare le operazioni di medio e lungo termine sul territorio. “Adottando il Pgt – ha tenuto a specificare più volte e in varie sedi l’assessore Angelo Zanoli - il Comune non sta rilasciando concessioni edilizie, sta solo pianificando la città in tutte le sue forme e partendo dalle sue esigenze: infrastrutture (scuole, strade, impianti di cogenerazione, sistemi di mobilità), servizi, territorio. “Tutti i progetti con i relativi piani attuativi – ha precisato l’assessore all’Urbanistica - dovranno passare al vaglio del consiglio comunale”. Il Pgt determina quindi le adeguate politiche di intervento per i vari settori, verificandone la sostenibilità ambientale. E’ uno strumento flessibile, dinamico e inteso come un processo in continua evoluzione, un percorso di continuo perfezionamento e adeguamento al mutare delle condizioni sociali, economiche e territoriali. Fissa una programmazione di azioni mirate orientata a rendere vivibile, funzionale, e gradevole l’ambiente cittadino, in quanto contesto entro cui si organizza e si sviluppa la vita della comunità e non unicamente ambito dell’edificare. E’, in particolare, un processo condiviso dalle componenti civili istituzionali: un piano di lavoro che punta a definire le condizioni organizzative del contesto sociale e a migliorare l’offerta di servizi e infrastrutture non limitandosi solo a fissare le regole del costruire. E’un processo che tende all’integrazione di tutte le risorse del territorio grazie a strategie dibattute e comuni. E sul punto della “progettazione partecipata”, una della novità introdotte dal Piano di Governo del Territorio, sia il sindaco che l’assessore sono stati molto fermi: “Questo Pgt - ha chiarito Zanoli - propone la nostra idea di Città che abbiamo presentato per due volte agli elettori nel Programma di mandato del sindaco e che per ben due volte i cittadini hanno votato”. E Alessandrini ha aggiunto: “Questo è un Piano molto saggio che rispecchia due campagne elettorali fatte con grande trasparenza. Siamo l’unica coalizione - ha ripreso - che per ben due volte ha fatto avere nelle case dei cittadini, quartiere per quartiere, il nostro progetto di Città, spiegando soprattutto come lo avremmo realizzato. Il Programma 2005-2015 - ha concluso - è stato approvato e votato a larghissima maggioranza”. “Avendo incontrato sin dall’avvio del Pgt tutte le parti coinvolte: enti competenti, forze produttive della città, associazioni, cittadini, ma soprattutto avendo messo a disposizione dei segratesi l’Urban Center, ufficio ad hoc in Comune che fornisce ogni tipo di informazione e di chiarimento sull’argomento – ha rimarcato Zanoli - direi che l’Amministrazione Comunale ha dimostrato la massima trasparenza e la massima volontà di collaborare con la città.“Siamo stati cristallini – ha concluso: i progetti li abbiamo sempre spiegati prima di andare a votare, mai dopo”. In questo modo sia l’assessore che il primo cittadino hanno rispedito al mittente le accuse di un Pgt blindato e non conosciuto, mosse da una parte della minoranza. Gli atti che compongono il Pgt Il Pgt si articola in tre atti autonomi, concepiti tuttavia all´interno di un unico processo: Documento di Piano (Ddp), primo atto nella stesura del Pgt, strumento conoscitivo di natura prettamente programmatica, definisce la strategia complessiva di sviluppo del territorio, gli obiettivi rilevanti e strategici, la "politica urbanistica" e l´idea di città che s´intende perseguire. Esso individua gli obiettivi di sviluppo economico e sociale, al contempo valorizzando le risorse ambientali, paesaggistiche e culturali. Ha validità quinquennale e non ha effetti sul regime giuridico dei suoli, quindi non incide sulle possibilità di trasformazione a fini edificatori. Ogni nuova concessione dovrà infatti passare al vaglio del Consiglio comunale. Piano dei Servizi (Pds), strumento di analisi e valutazione dei servizi della città che persegue l’obiettivo di assicurare la dotazione complessiva e la distribuzione sul territorio di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale (scuole, servizi, infrastrutture della mobilità…), comprese le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e le dotazioni a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e aree edificate. Piano Strutturale o Piano delle Regole (Pdr), che disciplina la struttura della città esistente e consolidata, trasforma gli obiettivi programmatici in un progetto di città. Al Piano Strutturale o Piano delle Regole sono affidati gli aspetti di regolamentazione e gli elementi di qualità della città costruita. Disciplina cioè l’intero territorio comunale, individua le aree di valore paesaggistico ambientale e quelle non soggette a trasformazione, stabilisce le volumetrie, gli indici consentiti e la qualità ambientale delle nuove edificazioni (ad esempio la classe energetica A per gli edifici). La Vas – Valutazione di ambito strategico - La legge regionale ha inserito l’obbligo di accompagnare la formulazione di Piani e Programmi (P/p) con procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (Vas) dei loro possibili effetti sull’ambiente. E’ un processo realizzato per assicurare che gli effetti derivanti da piani e programmi proposti siano identificati, valutati, sottoposti alla partecipazione del pubblico, presi in considerazione dai decisori e infine monitorati durante l’attuazione del piano o programma. Ciò consente di avere maggiori possibilità di introdurre modifiche e di proporre e valutare alternative concrete e soprattutto di integrare la dimensione ambientale nei processi decisionali. La finalità della Vas è quindi quella di promuovere lo sviluppo sostenibile e assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente. La normativa regionale prevede che dei tre documenti che compongono il Pgt sia sottoposto a Vas il Documento di Piano, in virtù del suo valore strategico. Sottolinea inoltre la necessità di integrare la Vas nel percorso di pianificazione. La Vas deve, quindi, accompagnare tutto il percorso di formulazione, dibattito e adozione/approvazione del Piano, estendendosi anche alle fasi di attuazione e gestione, con la previsione e la realizzazione del programma di monitoraggio. L’integrazione tra percorso di Vas e processo decisionale di Piano ha lo scopo di portare gli obiettivi di sostenibilità ambientale all’interno del processo decisionale sul Piano. L’autorità Competente per la Vas del Pgt del Comune di Segrate ha espresso parere positivo circa la sua compatibilità ambientale. Il Pgt di Segrate Lo scenario attuale della città - Segrate ha una superficie di 17,42 kmq e 33.300 abitanti. Lo scenario offerto dal suo territorio è particolarmente complesso e articolato, tra elementi di forza e criticità, e di difficile gestione. La vicinanza con Milano dalla parte est, che ha costituito gran parte della fortuna insediativa di Segrate, ne ha parallelamente rallentato l’evoluzione di città intesa come sistema urbano consolidato, dotato di una specifica identità formale e funzionale e in grado di offrire una forte autonomia residenziale agli abitanti insediati. Segrate non ha un centro, si è sviluppata per quartieri non omogenei e slegati tra loro. E’ attraversata sull’asse est-ovest da infrastrutture importanti come la Cassanese, la Rivoltana, la ferrovia. Sul suo territorio sono presenti infrastrutture di rilevanza sovracomunale: l’aeroporto di Linate, l’ospedale San Raffaele, il Centro intermodale, il polo ricettivo dell’Idroscalo, il centro fieristico del Parco Esposizioni Novegro, il futuro Centro polifunzionale “La Città del Tempo Libero”, grande polo attrattore e di servizi di cui godranno tutti i cittadini. Segrate è interessata da collegamenti viabilistici di portata sovracomunale come la Tangenziale Est. Vi è una cava ancora funzionante, che, grazie a un’imponente e ben riuscita operazione di recupero articolata in una serie di Programmi Integrati di Intervento, l’Amministrazione sta trasformando nel centro nevralgico e propulsore della città: un parco di un milione di metri quadrati tra verde e acqua, in parte già fruibili dalla comunità. Segrate è sede di numerose aziende, alcune anche di rilevanza internazionale: 40 mila dipendenti di tali imprese gravitano in città ogni giorno. La città offre in generale una vasta gamma di servizi di altissimo livello. Ha quartieri giardino modello di riferimento in ambito internazionale. I consistenti interventi di trasformazione che sono stati approvati e in parte attuati a seguito del precedente Documento di Inquadramento delle Politiche Urbanistiche e le previsioni contenute nell’Accordo di programma per la realizzazione dell’insediamento polifunzionale previsto nel Comune di Segrate all’interno delle aree della ex dogana hanno accelerato il processo di espansione urbana e allo stesso tempo hanno introdotto alcuni elementi di ricchezza funzionale tipici delle città autosufficienti a livello di servizi. Si tratta di processi ancora in corso che devono essere governati, controllati e accompagnati, ma che posseggono caratteristiche qualitative proprie di un sistema urbano consolidato. In particolare gli elementi che possono rappresentare il superamento delle criticità del territorio riguardano il completamento del progetto del Centroparco, primo tassello di una necessaria azione di completamento del tessuto urbano, la previsione del decongestionamento della strada Cassanese e la realizzazione del centro polifunzionale nell’ex Dogana. Questi interventi, a differenza delle consuete operazioni di trasformazione, puntano al recupero e alla riqualificazione di aree dismesse e introducono i concetti di sistemi centrali come elementi attrattori in grado di unire insediamenti pensati per essere autonomi. E infatti proprio il Centroparco rappresenterà l’elemento di raccordo e di ricucitura dei quartieri cittadini attraverso il verde: corridoi verdi, ponti verdi, un sistema di piste ciclopedonali interne e radiali che conferiranno lo status e l’identità di città a elementi residenziali rimasti fino a oggi distanti, autonomi l’uno rispetto all’altro, irraggiungibili tra loro. Contemporaneamente, verde e percorsi ciclopedonali assicureranno continuità con i comuni vicini. Questo processo di pianificazione e questo disegno di città in corso già da anni si profilano come le vie più efficaci per mantenere e valorizzare gli aspetti che nel tempo hanno garantito il successo insediativo e contestualmente per fare evolvere Segrate verso un sistema urbano consolidato e dotato di una propria identità. Le finalità del Pgt - Sulle linee guida dettate e seguite dall’Amministrazione negli ultimi anni e indicate ai progettisti per elaborare il documento di pianificazione urbanistica della città, il Pgt di Segrate è finalizzato fondamentalmente a: salvaguardare il territorio cittadino e mantenerne molto forte l’identità, preservandolo dalla forza accentratrice della vicina Milano, di cui Segrate non vuole essere una delle tante periferie; realizzare una città unita e “una”, superando la visione di un frazionamento per quartieri; migliorare gli standard già elevati dei servizi; aumentare le aree verdi fruibili per i cittadini. Un programma che punta dunque a realizzare una Segrate più verde, più fruibile, più a misura d’uomo e con un livello di qualità della vita ancora più alto rispetto a quello, già notevole, di oggi. Questi gli obiettivi fissati dal Pgt e finalizzati a completare il progetto di città in corso: “Una città che deve crescere - ha tenuto a sottolineare l’assessore Zanoli - ma crescere bene”. 1 . Costruire una rete verde comunale quale elemento di miglioramento della qualità della città pubblica e realizzare, proprio attraverso il verde, un disegno unitario di città Ciò prevede: Completamento del Centroparco come ganglio centrale della rete verde e nodo di congiunzione tra i quartieri. Recupero del Golfo Agricolo che concorre con le altre aree di trasformazione alla continuità della rete verde. Il progetto consentirà la valorizzazione di un’area attualmente privata e inutilizzabile per i cittadini, che diventerà invece pubblica per oltre il 70%, con verde attrezzato e servizi a disposizione della città. “Grazie al Pgt - fa sapere Zanoli - il Comune acquisirà più dei 2/3 dei terreni, i quali saranno utilizzati per creare un grande parco pubblico. Il nuovo parco pubblico si raccorderà al vicino Centro Parco e in futuro, se sarà possibile, all’Idroscalo per completare il corridoio ecologico che attraverserà la città da nord a sud, che da anni l’Amministrazione sta cercando di portare a termine”. Rispedite al mittente quindi anche le accuse mosse al Comune di voler cementificare l’area: “Con un indice edificatorio di 0,3 metro quadro su metro quadro (giusto per fare un esempio solo un terzo di quello del già eccellente quartiere di Milano Due) e l’obbligo di cedere al comune il 70% delle aree coinvolte dal processo di trasformazione, il termine cementificazione appare quantomeno improprio”. Questo il commento di Zanoli. Integrazione dei parchi Alhambra e della Commenda con il Centroparco. Integrazione della rete verde con i parchi Idroscalo e Forlanini di Milano. Integrazione nella rete verde dei sistemi viari e di riconnessione delle parti di città. Apertura di un tavolo di coordinamento tra i comuni di Segrate, Pioltello e Vimodrone per la creazione di un sistema di parchi sovracomunali collegati tra loro. 2. Migliorare la qualità della città e dei servizi Che significa: Riqualificazione dei margini urbani. Riqualificazione del patrimonio architettonico. Recupero e valorizzazione delle grandi aree urbane, di quelle libere e dismesse. “Le aree dismesse e improduttive del territorio – ha spiegato Zanoli - sono tutte private, continuamente soggette al rischio di degrado, abbandono o occupazioni abusive. Non sono concepibili perchè sono frammiste ad ambiti urbani; impediscono quindi il collegamento tra le parti della città, mentre l’obiettivo è raggiungere unitarietà e organicità. Il non utilizzo di queste aree costituisce una perdita di valore. Recuperandole, concedendo limitati interventi di costruzione, Segrate si dota sempre più di verde attrezzato, pubblico e utilizzabile da tutta la collettività”. E’ l’idea già adottata con il Centroparco: riqualificare il tessuto urbanistico in una logica di grandi spazi verdi a costo zero, valorizzando il territorio. Recupero dei nuclei storici. Riconversione, riqualificazione, razionalizzazione delle aree industriali e terziarie, rigenerando per acquisire reddito e ricchezza. Segrate è sempre stata produttiva e deve continuare a esserlo non a discapito dell’altra funzione, ma per valorizzarla. L’evoluzione del mondo economico è in atto. Obiettivo irrinunciabile per una città moderna, vitale, al passo con i tempi é agevolare tutte le attività produttive presenti sul territorio per mantenerle in loco. Pertanto, per le aree industriali oggi obsolete sotto il profilo funzionale, saranno introdotte normative che faciliteranno l’attività d’impresa. Sì quindi alla riconversione, anche alla luce del fatto che oggi sono considerate produttive anche le attività commerciali perché producono benessere e reddito. Si imporranno classi energetiche migliori e il contenimento dell’impatto acustico, in particolare per le aree produttive frammiste alle zone residenziali, per favorire un processo di rigenerazione urbana Salvaguardia dell’identità dei quartieri omogenei sotto i profili urbanistico e architettonico 3. Riservare massima attenzione all’ambiente e al territorio Ciò vuol dire: Migliorare la compatibilità delle zone industriali con le residenze esistenti. Favorire l´allontanamento delle attività di spedizione e logistica dalle zone residenziali. Favorire il risparmio energetico per i nuovi edifici, che dovranno essere costruiti tutti in classe A, e nelle riqualificazioni, favorire la cogenerazione e il teleriscaldamento per ridurre emissioni, inquinamento e consumi. Migliorare la gestione del ciclo delle acque per i nuovi edifici, nelle riqualificazioni e nel sistema viabilistico. Attuare progetti pilota di preverdissement sulle aree a trasformazione, ovvero effettuare una piantumazione preventiva prima dei piani attuativi. 4 . Ricercare più efficacia nel sistema dei servizi per migliorare la qualità della vita dei cittadini e l´attrattività per le imprese. Migliorando e connettendo i servizi esistenti e favorendo l’insediamento dei servizi necessari alle imprese per un competitivo esercizio della loro attività 5. Incrementare le funzioni pubbliche. Che comporta: Contribuire alla ridefinizione del centro urbano attraverso nuovi spazi a parco e una nuova zona commerciale e terziaria. Completare la già alta dotazione di servizi pubblici dei quartieri integrandoli nel contempo tra loro e rinnovando o sostituendo le strutture obsolete. Creare nuovi spazi per l’istruzione (un nuovo liceo, se possibile), per il commercio (mercato comunale) per lo sport. 6. Rilanciare il ruolo territoriale di Segrate nell´area milanese Cioè: Migliorare l’appetibilità complessiva del Comune di Segrate per favorire la localizzazione di altre attività di eccellenza oltre a quelle già storicamente insediate. Realizzare una connessione tra l’aeroporto di Linate e il Passante Ferroviario. Realizzare la nuova stazione di porta della linea ad alta velocità Milano –Venezia e connetterla con un metrò leggero all’aeroporto di Linate, (in vista anche dell’arrivo della linea 4 del metrò), e quindi con il sistema metropolitano milanese. Il sogno è quello di realizzare inoltre un anello circolare che colleghi, sempre attraverso un metrò leggero, tutti i quartieri. Promuovere la dismissione o la forte riduzione dello scalo merci riqualificando funzionalmente le aree 7. Migliorare l’accessibilità della città Queste le linee guida: Eliminare il traffico passivo che attraversa Segrate dalla viabilità cittadina, completando la nuova viabilità speciale alternativa alla Cassanese e spostando a nord, all’interno del sedime ferroviario, la Rivoltana per unire i quartieri a sud della ferrovia. Diminuire il traffico locale all’interno dei singoli quartieri sul modello della viabilità esterna appena realizzata a Lavanderie e Redecesio. Quindi: chiusura a nord di Milano 2 e nuovo collegamento tra viabilità del San Raffaele e via Turchia; prolungamento di via Europa fino a via Rugacesio per deviare il traffico da via Morandi; tangenzialina esterna, già programmata e finanziata, per eliminare il traffico da via Monzese e dal Villaggio). Questi i vantaggi che deriveranno alla città con l´adozione del Piano di Governo del Territorio: una dotazione di aree per verde e servizi pari a 130 metri quadrati per abitante contro il minimo di legge che è di 18 metri quadrati. L’acquisizione al patrimonio comunale del 70% delle aree private in trasformazione che consentiranno di mettere a disposizione dei cittadini ampie quantità di verde pubblico e attrezzato con elevati standard qualitativi di servizi. Gli ambiti di trasformazione porteranno risorse per realizzare strutture che non ci sono o per ammodernare le esistenti, ma anche per migliorare la qualità ambientale del territorio. “Con il Pgt stiamo pianificando il futuro di Segrate fissando vincoli importanti e vitali” – ha tenuto a rilevare Zanoli. La creazione di una grande rete ecologica. A nord continuità e verde saranno garantiti dal Centroparco, dal quale percorsi radiali si inseriranno nei quartieri. A sud un percorso verde unirà il Parco Forlanini e il Parco Sud nella zona di Peschiera Borromeo l’abbattimento dei consumi energetici e delle immissioni in atmosfera. Da tempo l’Amministrazione comunale incentiva l’edificazione in classi energetiche molto elevate, i recenti Pii sono tutti in classe A, come il Segrate Village. Si ricorrerà inoltre, come già detto, ad altre tecnologie innovative, realizzando per esempio sul territorio centrali di cogenerazione o di trigenerazione alle quali si potranno collegare le utenze che vorranno, inquinando meno, risparmiando e incrementando la qualità ambientale La documentazione completa del nuovo Piano di Governo del Territorio (Pgt) del Comune di Segrate è consultabile sul sito www.Comune.segrate.mi.it, in homepage. Oltre al Documento di Piano, discusso all’interno del procedimento di valutazione ambientale Vas, sono disponibili sia il Piano dei Servizi che il Piano delle Regole, così anche tutti gli strumenti di pianificazione complementari quali la componente geologica, il piano per la gestione dei sottoservizi tecnologici, lo studio per le industrie a rischio di incidente rilevante. La documentazione può essere visionata anche presso l’Urban Center in Comune (il martedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00 e il giovedì dalle ore 9.00 alle ore 13.00), dove sarà possibile avvalersi dell’aiuto dei tecnici comunali per una consultazione più rapida e mirata. “Oggi il Pgt viene adottato cioè presentato alla città”- ha concluso Alessandrini al termine della seduta consiliare. Il primo cittadino ha anche tenuto a precisare che il Pgt non è immutabile ed è suscettibile di osservazioni migliorative. L’accordo preso in Commissione Territorio con tutti i partiti prevede che il Pgt adottato sarà depositato solo a partire da settembre. A partire da quella data ci saranno quindi 60 giorni per presentare eventuali osservazioni. Dal sindaco un ringraziamento particolare all’assessore Zanolì, agli uffici, ai progettisti e alla commissione Territorio per il lungo e corposo lavoro svolto e soddisfazione per la felice intuizione dell’Urban Center che continuerà a essere disponibile per chi volesse reperire informazioni. “L’amministrazione è stata lineare e trasparente nel presentare questa idea di città attraverso un Pgt equilibrato, ma soprattutto chiaro, illustrato in tutte le sedi istituzionali e ai cittadini, associazioni, portatori d’interesse, nel rispetto della normativa” – ha tenuto a ribadire Alessandrini. E da Zanoli la chiosa: “Questo Pgt rappresenta l’idea di sviluppo futuro del territorio espressa non dall’Amministrazione, ma dai cittadini che hanno avallato le nostre azioni dandoci fiducia e scegliendoci come loro rappresentanti per amministrare Segrate”.  
   
   
CAMPANIA: GIUNTA REGIONALE, I PROVVEDIMENTI DI OGGI. APPROVATI PROPOSTA LEGGE PROTEZIONE CIVILE E SEMPLIFICAZIONE CON ABROGAZIONE DI 480 NORME  
 
 Napoli, 20 luglio 2011 - Si è riunita ieri a palazzo Santa Lucia la Giunta regionale della Campania, presieduta da Stefano Caldoro. Su proposta del presidente, la Giunta ha approvato un disegno di legge sulla semplificazione normativa, attraverso il quale vengono abrogate 480 norme in vigore. In campo sanitario, la Giunta ha approvato i seguenti progetti, cofinanziati dal ministero della Salute: rete regionale per le unità spinali per assistente al paziente mieloleso e cerebroleso; riabilitazione e reinserimento sociale per i dimessi dagli ospedali psichiatrici giudiziari; consolidamento rete per le malattie rare, a partire dai pazienti pediatrici; interventi di contrasto ai comportamenti a rischio derivanti da malattie cronico-degenerative. Sempre per la sanità, si è dato il via alla realizzazione delle prime azioni per la connettività di tutti i medici convenzionati, nell’ambito del percorso di informatizzazione dell’intero sistema. Su proposta del presidente e dell´assessore all´Università Guido Trombetti sono stati potenziati gli interventi sullo sviluppo delle reti di eccellenza tra università, centri di ricerca e imprese, sull’utilizzo delle risorse professionali nell’ambito delle istituzioni pubbliche, e sui tirocini e stage in Italia e nei Paesi Ue. Su proposta dell´assessore all´Agricoltura Vito Amendolara sono state deliberate le azioni nel campo della formazione e dell’informazione nel settore, i disciplinari di produzione integrata per la qualità delle colture, i progetti rurali per le aree protette e le linee programmatiche per gli interventi di forestazione e bonifica montana degli enti delegati. Su proposta dell’assessore alla Protezione civile Edoardo Cosenza, la Giunta ha dato il via libera alla proposta di legge regionale di protezione civile, che ora sarà inoltrata al Consiglio per la definitiva approvazione. Su proposta dell´assessore al Lavoro Severino Nappi, è stata decisa la prosecuzione delle attività per 972 lsu a titolarità regionale. Su proposta dell´assessore all´Ambiente Giovanni Romano, sono state ripartite le risorse tra gli enti parco e le riserve naturali, aggiornati gli importi relativi ai canoni demaniali per l’uso di acqua pubblica. Infine, d’intesa tra Romano e l´assessore all´Urbanistica Marcello Taglialatela, sono state approvate le modifiche e l´adeguamento al regolamento relativo alle norme sul governo del territorio.  
   
   
PARMA: TASSE E ADDIZIONALI: LA PROVINCIA NON AUMENTA  
 
Parma, 20 luglio 2011 - La Provincia non aumenta tasse o addizionali. Lo ha confermato oggi, al termine della Giunta, il presidente Vincenzo Bernazzoli. “Ribadiamo – ha spiegato – la scelta di non utilizzare la possibilità che ci è stata data di ritoccare al rialzo innanzitutto l’addizionale per l’Rc Auto, come invece hanno fatto altre Province. Ci rifiutiamo, infatti, di mettere le mani nelle tasche dei nostri cittadini per coprire i tagli che sono stati decisi dal Governo a danno degli Enti locali”. “Dopo i tagli drastici – ha proseguito il presidente Bernazzoli – già operati dal Governo quest’anno, la manovra in approvazione a Roma provocherà un’ulteriore diminuzione delle risorse a nostra disposizione per garantire ai cittadini servizi essenziali. Operare per migliorare i conti pubblici è necessario, ma farlo attraverso il meccanismo dei tagli lineari, che non tengono in adeguata considerazione l’efficacia e l’efficienza degli Enti, finendo per penalizzare i più virtuosi, è ingiusto, uccide il federalismo e allontana il nostro Paese dalla possibilità di ammodernare e migliorare davvero l’amministrazione pubblica”. “Mentre ribadiamo con forza – ha spiegato Bernazzoli – questa nostra posizione, non accettiamo la logica implicita del Governo che con questi tagli induce gli Enti locali a rifarsi sui cittadini per far quadrare i conti: noi non intendiamo prendere dalle loro tasche quel che ci viene tolto da Roma. Continueremo sulla strada del rigore che ci ha caratterizzato in questi anni, mantenendo i conti della Provincia in equilibrio e cercando insieme le strade percorribili per continuare a essere vicini ai territori e alle comunità, per dare, pur nei limiti sempre più stretti che ci vengono imposti, un aiuto a superare la crisi e ripartire”.  
   
   
PUGLIA: RIUNIONE SU CAMPO PROFUGHI IN EX BASE USAF S.VITO N.  
 
Bari, 20 luglio 2011- E´ terminata a Roma, presso il Dipartimento nazionale della Protezione civile, la riunione convocata per esaminare la possibilità di utilizzare l´ex base Usaf di San Vito dei Normanni, quale struttura ponte per l´accoglienza umanitaria, in sostituzione del campo di Manduria. Alla riunione, convocata dal Prefetto Franco Gabrielli, hanno prtecipato gli Assessori regionali Fabiano Amati e Nicola Fratoianni, oltre al Presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese, al vice sindaco di Brindisi Mauro D´attis, al Sindaco di San Vito dei Normanni Alberto Magli e al soggetto attuatore per l´emergenza in Puglia Antonello Antonicelli. "Abbiamo ribadito - hanno detto gli assessori Amati e Fratoianni - la nostra disponibilità a valutare l´ipotesi, alle condizioni già espresse dal Presidente Vendola con la lettera inviata nei giorni scorsi al Prefetto Gabrielli. Abbiamo preso atto con favore della medesima disponibilità alla valutazione dell´ipotesi espressa del Presidente delle Provincia e dei Sindaci di Brindisi e San Vito dei Normanni. Ora non resta che attendere il sopralluogo tecnico già fissato per giovedì prossimo e la successiva riunione già convocata per il giorno 28 a Brindisi, col Prefetto Gabrielli, per assumere la decisione finale. Se le verifiche avranno esito positivo, potremo giungere finalmente allo smantellamento della tendopoli di Manduria, questione che abbiamo posto fin dall´inizio di questa vicenda”.  
   
   
EMERGENZA CARCERI NELLE MARCHE - MARCONI: ´UNA SITUAZIONE CHE RICHIEDE INTERVENTI URGENTI E SOLUZIONI NUOVE´.  
 
Ancona, 20 luglio 2011- Sovraffollamento, vetusta` delle strutture, carenza di personale. Sono queste le principali criticita` degli istituti di pena marchigiani che emergono dalla Relazione della I Commissione assembleare permanente sulla situazione carceraria delle Marche, presentata ieri mattina nel corso della seduta del Consiglio regionale e frutto di una serie di visite compiute dagli stessi consiglieri nelle carceri della regione e della collaborazione con il difensore civico regionale, Italo Tanoni. ´Una situazione ´ ha detto l´assessore regionali ai Servizi sociali, Luca Marconi, intervenendo dopo la presentazione del documento da parte dei relatori di maggioranza e minoranza, Rosalba Ortenzi e Franca Romagnoli ´ che richiede interventi urgenti´. ´In questo periodo di crisi ´ ha continuato Marconi ´ ognuno deve assumersi le proprie responsabilita`, il che vuol dire che la Regione interviene nello spirito della legge 28 del 2008 sul sistema degli interventi a favore di detenuti ed ex detenuti ma non puo` sostituirsi all´Amministrazione penitenziaria. Non e` pensabile che la Regione debba occuparsi delle spese interne o della manutenzione degli spazi e delle strutture carcerarie. Servono altre iniziative e soluzioni nuove´. Attualmente la cifra che la Regione impiega per il settore e` pari a circa 400 mila euro. ´Ne servirebbero almeno il doppio ´ ha dichiarato l´assessore ´ per questo chiedero` alla Giunta maggiori risorse ma occorre fare scelte coraggiose, a partire dalla realizzazione di progetti pilota per l´inserimento lavorativo dei detenuti che rappresenta l´intervento ponte tra il carcere e il dopo carcere´. Fondamentale la collaborazione con l´Amministrazione penitenziaria. Marconi ha ricordato di aver cominciato a porre queste questioni sul tappeto in occasione della firma dell´intesa per la costruzione del nuovo carcere di Camerino con il capo del Dipartimento dell´Amministrazione Penitenziaria, Franco Ionta. ´Il futuro ´ ha sostenuto Marconi ´ e` sulle pene alternative. E´ su questo che orienterei i nostri sforzi. Nel concreto e immediatamente, dobbiamo interloquire con l´Amministrazione penitenziaria evitando la parcellizzazione degli interventi e insistendo, oltre che sull´inserimento lavorativo dei detenuti, sulla realizzazione di iniziative culturali e spirituali che consentano di vivere meglio la dura realta` carceraria oppure sull´inserimento sociale nel territorio di appartenenza degli ex detenuti marchigiani´. Infine, un´ipotesi su cui lavorare riguarda la destinazione degli istituti di pena. ´E´ importante ´ ha affermato Marconi ´ che non si creino quelle che definirei `universita` del crimine´. Intendo dire che si potrebbe tentare di avviare una `specializzazione´ delle strutture carcerarie. Personalmente, non ritengo giusto avvicinare un detenuto in attesa di giudizio con un altro che sta gia` scontando una pena, magari grave. Una distinzione per tipologie di reato sarebbe a mio avviso opportuna´.  
   
   
PIANO CARCERI: CHIODI, 11 MLN PER PENITENZIARIO SULMONA LA REGIONE ABRUZZO HA FIRMATO IERI L´INTESA  
 
 Roma, 20 luglio 2011 - Siglata ieri nella sede del Dipartimento dell´Amministrazione penitenziaria a Roma l´intesa che prevede la realizzazione di un nuovo padiglione detentivo a Sulmona. Franco Ionta, Commissario delegato per il Piano carceri, e Antonio Morgante, Coordinatore della Struttura per l´Attuazione del Programma di Governo della Regione Abruzzo, su delega del Presidente Gianni Chiodi, hanno firmato questa mattina l´accordo per la localizzazione delle aree destinate alla realizzazione delle nuove infrastrutture carcerarie che stabilisce l´ampliamento dell´istituto penitenziario di Sulmona di via Lamaccio che avrà un costo di circa 11 milioni di euro e ospiterà 200 detenuti. Antonio Morgante ha sottolineato l´importanza strategica del progetto per l´intera regione. "Anche l´Abruzzo partecipa allo sforzo del governo per risolvere il problema del sovraffolamento delle carceri - ha commentato Morgante -. La proposta del Commissario Ionta e del Ministro Alfano è stata da subito condivisa dal Presidente della Regione Gianni Chiodi, in accordo con il Sindaco di Sulmona. É una occasione importante anche per il carcere di Sulmona che potrà recuperare ulteriore funzionalità". Il padiglione sarà edificato in tempi rapidi, secondo le disposizioni urgenti per la realizzazione di istituti penitenziari (legge 26 febbraio 2010, n. 26) stabilite per il Piano carceri. Dal punto di vista architettonico, obiettivo del Piano carceri è realizzare istituti tecnicamente e funzionalmente adatti a migliorare le condizioni di vita dei detenuti, ampliando gli spazi e favorendo le attività riabilitative, e a garantire al tempo stesso un elevato livello di sicurezza, ottimizzando il lavoro degli agenti di polizia penitenziaria. Negli 8 istituti penitenziari abruzzesi sono ospitati 1963 detenuti (dati del Dipartimento dell´Amministrazione penitenziaria aggiornati al 30 giugno). "Il sovraffollamento delle carceri - ha ricordato il Commissario delegato Franco Ionta - determina condizioni di vita dei detenuti e di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria che necessitano una soluzione urgente. La realizzazione di nuove strutture detentive dà una risposta immediata all´emergenza in atto, ma l´edilizia carceraria è solo un tassello, pur necessario, dell´azione del Governo che, anche attraverso misure deflattive alla carcerazione e l´assunzione di agenti di polizia penitenziaria, mira alla stabilizzazione del sistema penitenziario. In questa operazione sono fondamentali il ruolo e l´azione degli enti locali: l´efficace collaborazione instaurata con la Regione Abruzzo per raggiungere questa Intesa è quindi la migliore premessa per il lavoro che seguirà nelle prossime settimane. Come Commissario delegato - ha concluso Franco Ionta - vigilerò affinchè tutto, a partire dalla stesura del bando di gara concorrenziale per la realizzazione delle opere, rispetti i tempi che ci siamo prefissati per risolvere l´emergenza". Il Piano carceri, elaborato dal Governo per risolvere l´emergenza dovuta al sovraffollamento, prevede la realizzazione in tempi rapidi di 11 nuovi istituti penitenziari e di 20 padiglioni che garantiranno 9.150 nuovi posti detentivi, per un costo complessivo stimato di 675 milioni di euro. Il Piano stabilisce altre due linee d´intervento per stabilizzare il sistema penitenziario: misure giuridiche deflattive e l´implementazione dell´organico di Polizia Penitenziaria.  
   
   
TRENTO: DISTRETTO FAMIGLIA, SI´ ALLO SCHEMA DI ACCORDO PER LA VALLE DI SOLE  
 
 Trento, 20 luglio 2011 - Su proposta del presidente Lorenzo Dellai e dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha approvato uno schema di accordo volontario di area per favorire lo sviluppo in Valle di Sole del Distretto Famiglia. Oltre alla Provincia autonoma di Trento, sono coinvolti la Consigliera di parità, la Comunità Valle di Sole, il Comune di Caldes, il Comune di Dimaro, il Comune di Ossana, il Museo della Civilità Solandra, il caseificio sociale “Presanella” di Mezzana, la troticultura/orticoltura di Pellizzano, l’Associazione culturale “le Meridiane” di Monclassico, la gestione associata Biblioteche “Valle di Sole”, la cassa rurale Caldes e Rabbi, la cassa rurale Alta Val di Sole e Pejo, la Società Funivie Folgarida-marilleva Spa. L´obiettivo generale dell´accordo è realizzare un percorso di certificazione territoriale familiare, per accrescere, tramite il rafforzamento del sistema dei servizi e delle iniziative per la famiglia, l’attrattività territoriale, nonché sostenere lo sviluppo locale attraverso il coinvolgimento di tutte le organizzazioni interessate. Con l´accordo, il cui schema è stato approvato dalla Giunta provinciale e che sarà sottoscritto prossimamente, si vuole: - implementare processi di responsabilità territoriale familiare, sperimentando nuovi modelli di collaborazione tra i diversi soggetti firmatari; - dare attuazione ai contenuti del Libro Bianco sulle politiche familiari e per la natalità e a quanto previsto dalla Legge provinciale 2 marzo 2011, n. 1 “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità”; - attivare nella Valle di Sole, con il forte coinvolgimento degli attori del territorio, il laboratorio sulle politiche familiari, per sperimentare ed implementare modelli gestionali, modelli organizzativi e di valutazione delle politiche, sistemi tariffari e politiche di prezzo, per promuovere il benessere familiare sostenendo il capitale sociale e relazionale del territorio; - implementare sul territorio gli standard familiari sugli ambiti di intervento già adottati dalla Provincia autonoma di Trento sul tema delle famiglie per la famiglia, nonché sperimentare sul campo nuovi standard familiari con l’obiettivo di supportare concretamente il processo di definizione delle linee guida per la Certificazione territoriale familiare. La Provincia autonoma di Trento ha approvato nel luglio 2009 il "Libro Bianco sulle politiche familiari e per la natalità", documento tramite il quale, nel corso di questa legislatura, si intende perseguire una politica di valorizzazione e di sostegno delle diverse funzioni che la famiglia assolve nella società, nell’ambito di una strategia complessiva capace di innovare realmente le politiche familiari e di creare i presupposti per realizzare un territorio sensibile e amico della famiglia. La Legge provinciale 2 marzo 2011, n. 1 “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità” ribadisce il concetto di “Distretto per la famiglia”, inteso come circuito economico e culturale, a base locale, all’interno del quale attori diversi per ambiti di attività e finalità operano con l’obiettivo di promuovere e valorizzare la famiglia. Il Trentino vuole qualificarsi sempre più come territorio accogliente ed attrattivo per le famiglie e per i soggetti che interagiscono con esse, capace di offrire servizi ed opportunità rispondenti alle aspettative delle famiglie residenti e non, operando in una logica di Distretto famiglia, all’interno del quale attori diversi perseguono l’obiettivo comune di accrescere sul territorio il benessere familiare. Questo è il quarto distretto attivato dopo quello della Val Rendena, della Valle di Non e della Valle di Fiemme. Per attuare la legge sul benessere familiare, la Giunta provinciale ha recentemente adottato un documento programmatico che definisce gli ambiti prioritari di intervento. Tra i quattordici obiettivi individuati, uno riguarda la realizzazione dei distretti famiglia.  
   
   
ATTENZIONE MAMME E PAPÀ: IN ITALIA SI ESTENDE IL FENOMENO DEGLI ASILI NIDO E DEI SERVIZI RICREATIVI ABUSIVI  
 
Lecce, 20 luglio 2011 - Che in Italia lavoro nero ed abusivismo nell’esercizio delle professioni e dei servizi fossero fenomeni tutt’altro che in via d’estinzione era cosa nota, ma la notizia che dilagassero persino gli asili nido e i “servizi educativi” senza autorizzazioni o addirittura abusivi, suona come nuova e preoccupa non poco. Ed il fatto è anche più eclatante se nella sola città di Rimini, secondo quanto si è potuto apprendere solo di recente in seguito agli accertamenti effettuati, ben quattro su cinque strutture “visitate” dai reparti amministrativi di tale polizia locale non rispettavano la normativa in vigore ed erano sprovviste delle autorizzazioni necessarie, mentre solo una svolgeva il servizio educativo per la prima infanzia (nido) in regola, con personale qualificato, in locali idonei e nel pieno rispetto delle prescrizioni imposte. Inoltre la Polizia amministrativa ha potuto verificare che in altri tre centri, veniva esercitata in maniera abusiva un´attività riconducibile a quella di “servizio educativo”, nonostante i titolari avessero dichiarato di svolgere ed offrire servizi ricreativi per la prima infanzia quali solo per fare degli esempi, i baby-parking e le ludoteche. Secondo la legge quest’ultime attività hanno finalità puramente ricreativa e sono rivolti a bambini di età inferiore a tre anni, che ne fruiscono saltuariamente, con una periodicità massima di due giorni alla settimana ed una frequenza giornaliera non superiore a tre ore. L’essenziale finalità ricreativa di questi luoghi per bambini, gli esenta da particolari requisiti se non quelli di igiene e sicurezza. Inoltre, gli adulti preposti alla vigilanza dei bambini non necessitano della qualifica di educatori ed in questi centri non è possibile somministrare alimenti. Tali prassi, anche alla luce di dati empirici e di segnalazioni sparse qua e là nel Territorio nazionale, ci fanno capire che l’indagine amministrativa avviata sul comune delle riviera romagnola abbia portato in evidenza casi non isolati e che si stia assistendo ad una crescita assai sottovalutata del fenomeno in tutto il Paese . Pertanto, secondo Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” non resta che rivolgere un appello ai genitori a verificare puntualmente la sussistenza di tutti i requisiti di legge e regolamentari previsti in capo alle strutture a cui hanno affidato o affideranno i propri piccoli ed alle autorità preposte, a partire dai corpi di Polizia Municipali ed alle Asl ad estendere i controlli sul territorio nella maniera più ampia possibile al fine di garantire la tutela dei minori e la necessità di educarli in ambienti consoni e protetti.  
   
   
ASILI NIDO E TAGESMUTTER, ASSEGNATE LE RISORSE AI COMUNI  
 
Trento, 20 luglio 2011 - Su proposta dell´assessore all’urbanistica, enti locali e personale, Mauro Gilmozzi, la Giunta provinciale ha approvato due provvedimenti con i quali ha assegnato ai Comuni trentini le risorse a sostegno della spesa per i servizi di nido d’infanzia (asilo nido) e di nido familiare (tagesmutter). L´incremento rispetto al 2010 conferma il forte impegno a sostegno delle politiche a favore delle famiglie. Con riferimento ai servizi di nido d’infanzia sono stati assegnati complessivamente 20.023.051 euro, con un incremento di circa un milione di euro rispetto al 2010. Con riferimento ai servizi di nido familiare sono stati assegnati complessivamente 1.404.166 euro, con un incremento di circa 260 mila euro rispetto al 2010. Le ore di servizio tagesmutter prese in considerazione ai fini del calcolo delle assegnazioni per il 2011 sono 343.122. Per quanto riguarda gli asili nido il calcolo è riferito ad un numero di frequentanti pari a 2.930 bambini. I servizi interessano i bambini da 0 a tre anni.