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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 02 Luglio 2013 |
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LA PRIMA VALUTAZIONE DELL´ESPERIMENTO MACROREGIONALE IN EUROPA |
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Bruxelles,
2 luglio 2013 - Ieri la Commissione europea ha pubblicato la prima
relazione volta a valutare il successo delle due strategie macroregionali
dell’Ue e a fornire raccomandazioni per il futuro.
Le
strategie dell´Unione per le regioni del Danubio e del Baltico, che coinvolgono
oltre 20 paesi Ue e non Ue, hanno permesso di sperimentare un tipo di
cooperazione unico, fondato sull´idea che le sfide comuni a più regioni
specifiche, siano esse di natura ambientale, economica o di sicurezza, possono
essere affrontate con successo solo mediante uno sforzo collettivo, e che una
pianificazione congiunta consente di impiegare i fondi disponibili nel modo più
efficace.
Commentando
la relazione, il Commissario europeo per la Politica regionale, Johannes Hahn,
ha dichiarato: “Lo studio pubblicato oggi dimostra con chiarezza il valore
delle nostre strategie macroregionali, che hanno promosso una più intensa
collaborazione da cui sono derivate letteralmente centinaia di nuove reti di
cooperazione e di nuovi progetti nelle regioni del Danubio e del Baltico. Ancor
più significativo, secondo quanto ci hanno riferito i partecipanti, è stato il
rafforzamento della cooperazione anche con paesi non appartenenti all´Ue."
"Tuttavia,
se vogliamo garantire il successo duraturo dell´iniziativa, questa impostazione
deve essere posta al centro dei piani di governo e di politica regionale — in
particolare per l´elaborazione di nuovi programmi e progetti per il prossimo
periodo finanziario — e dotata delle risorse sufficienti. Dobbiamo anche
promuovere una maggiore responsabilità delle regioni stesse, mediante un
processo decisionale più chiaro e una maggiore visibilità."
Per quanto
riguarda le nuove strategie il Commissario Hahn ha aggiunto che "dalle
strategie in atto possiamo ricavare insegnamenti utili per nuove possibili
macroregioni. Prima dell’avvio di qualsiasi nuova strategia, occorre valutarne
attentamente gli obiettivi, il valore aggiunto e le risorse necessarie per
l´attuazione. L’esperienza ci ha dimostrato che all´inizio è utile concentrarsi
su un numero limitato di priorità. Poiché, come è ovvio, ogni regione presenta
caratteristiche uniche, eventuali nuove macroregioni potranno sperimentare
nuovi modi per approfondire la cooperazione".
La
relazione valuta in modo ampiamente positivo le strategie finora attuate. Essa
sottolinea come tali strategie abbiano dato vita a centinaia di nuovi progetti
e abbiano contribuito alla formulazione di obiettivi politici comuni in settori
di vitale importanza per le regioni interessate. L´impostazione macroregionale
ha inoltre permesso la creazione di reti di cooperazione, il lancio di numerose
iniziative congiunte e l´adozione di decisioni politiche a livello collettivo.
La
relazione spiega come la cooperazione tra gli Stati membri dell’Ue e i paesi
terzi limitrofi sia stata significativamente rafforzata, permettendo così un
uso più efficiente delle risorse disponibili.
La
relazione ricorda tuttavia ai governi l’esigenza di un impegno politico e la
necessità di rendere tali strategie prioritarie in tutti i settori di attività
pertinenti, garantendone l´integrazione nei futuri programmi dei Fondi
strutturali e di investimento europei come pure nelle altre politiche
pertinenti a livello Ue, nazionale e regionale. Essa evidenzia altresì
l’importanza delle risorse amministrative per conseguire gli obiettivi fissati.
Per quanto
riguarda le future strategie macroregionali, la relazione sottolinea che
dovranno essere avviate nuove iniziative solamente per rispondere a specifiche
esigenze di cooperazione rafforzata e ad alto livello. Deve esserci la
disponibilità a tradurre l’impegno politico in supporto amministrativo; le
nuove strategie devono dimostrare con chiarezza lo specifico valore aggiunto
che sono in grado di creare a livello dell’Ue.
Contesto -
La
strategia dell’Ue per la regione del Mar Baltico (Eusbsr) è stata adottata nel
2009. La strategia dell’Ue per la regione del Danubio (Eusdr) è stata adottata
nel giugno 2011. È stata richiesta una strategia dell´Ue per la regione
adriatica e ionica.
Strategia
dell´Ue per la regione del Mar Baltico -
La
strategia dell’Ue per la regione del Mar Baltico (Eusbsr) raggruppa 8 Stati
membri (Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania e
Polonia) che hanno unito le loro forze per affrontare sfide specifiche
attinenti alla regione, in particolare la situazione ambientale del Mar
Baltico. La strategia inoltre è aperta alla cooperazione con i paesi limitrofi,
tra cui la Russia e la Norvegia.
Alcuni progetti
faro:
Il
progetto Baltic Deal riguarda la cooperazione con gli agricoltori per
contribuire a ridurre le perdite di nutrienti dagli allevamenti e mantenere la
produzione e la competitività.
Il
progetto Efficient, Safe and Sustainable Traffic at Sea (Traffico marittimo
efficiente, sicuro e sostenibile) (Efficiensea) rende la regione del Mar
Baltico una regione pilota per l´"e-navigation" (navigazione
elettronica), mediante lo sviluppo e la sperimentazione di infrastrutture e
servizi per la navigazione elettronica, nonché la più ampia condivisione delle
migliori pratiche.
Il
progetto Baltic Manure mira a impiegare il letame per trasformare un problema
ambientale in un’opportunità di innovazione industriale. Il progetto
attualmente permette di produrre energia rinnovabile e fertilizzanti organici.
Il
progetto Bsr Stars mira a rafforzare la competitività regionale e la crescita
creando vincoli transnazionali per la ricerca e l’innovazione con l´obiettivo
di affrontare sfide comuni in settori quali la sanità, l´energia e i trasporti
sostenibili.
Strategia
dell´Ue per la regione del Danubio (Eusdr) -
La
strategia dell’Ue per la regione del Danubio (Eusdr) coinvolge nove Stati
membri dell’Ue (Germania, Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Repubblica
slovacca, Slovenia, Bulgaria, Romania e Croazia) e cinque paesi non Ue (Serbia,
Bosnia-erzegovina, Montenegro, Ucraina e Moldavia).
Alcuni
progetti che rientrano nella strategia:
L´impostazione
collaborativa ha permesso di ultimare il ponte Vidin-calafat tra Bulgaria e
Romania, un collegamento fondamentale su uno degli itinerari prioritari della
rete transeuropea di trasporto (Ten-t). Si tratta soltanto del secondo ponte
lungo i 630 km di frontiera segnata dal fiume.
Il
progetto Danube Shipwreck Removal (rimozione dei relitti navali nel Danubio) è
volto a eliminare i relitti navali dal Danubio e dai fiumi Sava e Tisa in
Serbia, Romania e Bulgaria al fine di migliorare la navigazione e le condizioni
ecologiche.
Il
Business Forum della regione del Danubio rappresenta per oltre 300 Pmi
un´occasione importante per stabilire contatti commerciali. Esso incoraggia
incontri tra imprese e promuove contatti con i fornitori di conoscenze, quali
gli istituti di ricerca e le università.
Sono stati
avviati i lavori per l´istituzione di un fondo di ricerca e di innovazione
nella regione del Danubio, con l´obiettivo di riunire fondi nazionali e
regionali, sulla base delle esperienze del programma Bonus nella regione del
Mar Baltico.
Il
progetto Danube floodrisk (progetto contro i rischi d´inondazione del Danubio)
promuove metodi di cooperazione tra 19 istituzioni in 8 paesi della regione
danubiana, come la condivisione delle banche dati e della mappatura delle
inondazioni. Il sistema europeo di sensibilizzazione sulle alluvioni (European
Flood Awareness System, Efas) sta svolgendo attività complementari.
Nuove
strategie -
Su
richiesta del Consiglio europeo, la Commissione presenterà una nuova strategia
dell’Ue per la regione adriatica e ionica (Eusair) entro la fine del 20141.
Otto paesi sono interessati: quattro Stati membri dell’Ue (Grecia, Italia,
Slovenia e Croazia) e quattro paesi non Ue (Albania, Bosnia-erzegovina,
Montenegro e Serbia).
Negli ultimi
due anni hanno avuto luogo diverse discussioni e vi è stata una recente
risoluzione del Parlamento europeo in merito alla possibilità di avviare una
strategia macroregionale nella regione delle Alpi.
Http://ec.europa.eu/regional_policy/cooperate/danube/index_en.cfm
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ZAIA: “CITTÀ METROPOLITANA? NO, MEGLIO VENEZIA CITTÀ STATO” |
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Venezia, 2
luglio 2013 - “La vera occasione per noi non è la Patreve, che rischia di
essere l’ennesimo carrozzone inutile e dispendioso, l’alternativa al
centralismo è fare la ‘città stato’ di Venezia”.
Lo afferma
il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in riferimento alle
valutazioni del sindaco della città lagunare, Giorgio Orsoni, sulla prospettiva
di costruire la Città Metropolitana di Venezia che comprenda anche i territori
trevigiano e padovano.
Se per
Orsoni la Città Metropolitana “è una sfida che coinvolge anche e soprattutto la
Regione”, il Presidente Zaia è invece convinto che “solo attraverso una vera
autonomia ai nostri territori Venezia, in quanto vera capitale del Veneto,
potrà godere di un reale federalismo fiscale per aiutare lo sviluppo dei
territori”.
“Solo
così, consentendo ai veneti di gestire le proprie risorse con la virtuosità che
hanno saputo e sanno dimostrare – ha concluso Zaia –, anche i Comuni, grandi e
piccoli, godranno di maggiori risorse e snellezza operativa”.
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IL DISCORSO DI IERI DEL PRESIDENTE BARROSO ALLA CERIMONIA PER L´ADESIONE DELLA REPUBBLICA DI CROAZIA ALL´UNIONE EUROPEA: BENVENUTI PRESSO L´UNIONE EUROPEA |
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Zagreb, 2
luglio 2013 - Congratulazioni Croazia! Čestitam Hrvatska!
Cari
amici,
Siamo qui
in una notte storica. Ed è grazie a voi, il popolo croato. E ´stato il tuo
desiderio di aderire all´Unione europea e il vostro duro lavoro che hanno reso
questo possibile.
Sei
tornato Croazia al suo giusto posto nel cuore dell´Europa.
Il vostro
duro lavoro significa che la Croazia è ben disposto a far parte della nostra
Unione europea.
Croazia è
cambiata enormemente negli ultimi decenni. E ´una nazione pienamente
democratico, con il rispetto per la libertà, per i diritti fondamentali e dello
Stato di diritto. Croazia è così ben posizionata per beneficiare pienamente di
tutto ciò che l´Unione europea ha da offrire.
Oggi è la
fine di un processo, ma anche il primo capitolo di un´altra storia di successo.
In tutta Europa abbiamo bisogno di lavorare ogni giorno per migliorare le
nostre economie, per rafforzare le nostre democrazie e per costruire un futuro
migliore per noi ei nostri figli.
Le sfide
del nostro mondo sono enormi. Ma, come parte della Croazia famiglia europea non
è solo. Proprio come la Commissione europea ha sostenuto la vostra adesione
all´Unione europea, vi assisteremo come Stato membro a pieno titolo dell´Unione
europea.
La Croazia
è anche un esempio per altri nella regione. È stato oggetto di riforme
difficili e tese la mano della riconciliazione. In qualità di Stato membro
dell´Ue che avete messo in chiaro che si dovrà aiutare gli altri a seguire il
vostro percorso. Accolgo con favore questo impegno come la nostra Unione è
aperta a coloro che condividono i nostri valori europei.
Cari
amici,
Benvenuti
presso l´Unione europea! Dobro došli u Europsku Uniju!
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CERIMONIA DI APERTURA DELLA RAPPRESENTANZA UE A ZAGABRIA |
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Zagreb, 2
luglio 2013 - Di seguito il discorso del
Presidente Barroso in occasione della cerimonia di apertura della
Rappresentanza Ue a Zagabria apertura: “
Primo ministro Milanović,
Presidente
Schulz,
Vice Primo
Ministro Pusic,
Vicepresidente
Reding,
Vicepresidente
Karas,
Vicepresidente
Miguel Angel Martínez ,
Ministro
Thierry Repentin,
I colleghi
della Commissione - Stefan Fule, Neven Mimica,
Illustri
ospiti,
Eccellenze,
Signore e
Signori,
Cari
amici,
Dobro
jutro Hrvatska. Dobro došla u Europsku Uniju!
Questa
mattina i croati si sono svegliati per
la prima volta come cittadini dell´Unione europea - dopo una fantastica festa
ieri sera!
Come il
famoso poeta croato Petar Preradović una volta ha detto: "In questo mondo
unico cambiamento è costante." E la Croazia è cambiato, per il meglio! E
´un luogo fondamentalmente diverso di 20 anni fa, un membro orgoglioso e
fiducioso della famiglia europea. C´è pieno rispetto dei diritti fondamentali,
lo Stato di diritto, la non discriminazione, e un´economia più moderna. E
´l´impegno di tutti i croati che hanno reso possibile questo cambiamento.
Proprio
come i croati hanno cambiato la Croazia, in modo che il paese possa contribuire
a cambiare questa parte d´Europa. La tua adesione all´Unione europea è un
segnale. Avete dimostrato che non è possibile solo a superare gli oneri del
passato, di lavorare per la riconciliazione e un futuro migliore per tutti - ma
che è nell´interesse di tutti. Questo è lo spirito che l´Europa è circa!
Questi
cambiamenti positivi non sono il fine, sono un nuovo inizio. Ogni giorno,
dobbiamo lavorare tutti per difendere e promuovere questi valori, i valori
europei. Ogni giorno, dobbiamo lavorare tutti per godere dei benefici
dell´Unione Europea.
Signore e
signori,
L´unione
europea non è semplicemente fine a se stessa. L´unione europea, per tutte le
sfide che deve affrontare oggi, è uno strumento che consente - i suoi cittadini
- a modellare le proprie termine per il meglio.
Questa
nuova rappresentazione che stiamo aprendo oggi - questa casa veramente europea
- è qui per aiutarvi a farlo: per fornire informazioni sull´Unione europea, per
rispondere alle vostre domande, e di agire come il vostro avvocato.
Sul vostro
cammino verso l´Unione europea, la Commissione europea si attesta al tuo
fianco. Abbiamo fornito supporto e assistenza. Noi continueremo a farlo.
Sosterremo
che a Bruxelles e proprio qui, nel cuore della vostra bella città capitale
Zagabria. Ci sarà un sostegno finanziario significativo, oltre € 1 miliardo
all´anno fino al 2020. Ma più di questo, offriamo il supporto che la famiglia
dà a uno dei suoi membri.
Questo
sarà per il bene della Croazia, per il bene dell´Europa e, soprattutto, per il
bene di voi, i cittadini del nostro nuovo Stato membro. Questo è naturalmente
un modo di attesa per il vostro contributo alla nostra importante progetto
europeo.
Vorrei
concludere con una nota personale. Quando qualche tempo fa, insieme al
Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, e il presidente del Consiglio
europeo, Herman Van Rompuy, che stavamo ricevendo, a nome dell´Unione europea,
il premio Nobel per la pace, è proprio su questo idea di un riconciliato,
Europa unita che stavamo pensando. Quanto è grande, quanto è importante questo
progetto che è in grado di unire un continente che prima era diviso? Come
attuale sono infatti i nostri impegni verso i grandi obiettivi della pace,
della libertà, della solidarietà e della giustizia?
Vi
ringrazio per la vostra attenzione.
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DICHIARAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA PRESUNTA SORVEGLIANZA DEI LOCALI DELL´UE |
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Bruxelles,
2 luglio 2013 - Questi sono inquietanti
notizie se dimostrata vera. Chiedono pieno chiarimento.
Non appena
le notizie di stampa circa presunte spionaggio e intercettazioni in locali e le
delegazioni dell´Ue sono state portate a conoscenza, la Commissione ha chiesto
al Servizio europeo per l´azione esterna a sollevare immediatamente la
questione con le autorità degli Stati Uniti a Washington Dc ea Bruxelles per
verificare la veridicità di queste relazioni .
Baronessa
Ashton, Alto Rappresentante e Vice-presidente della Commissione, che ha
competenza su questi temi in quanto riguardano le relazioni esterne questioni
rilevanti sia per le istituzioni dell´Unione europea ei suoi Stati membri, ha
rilasciato una dichiarazione già ieri, e da allora ha parlato con il segretario
di Stato Kerry direttamente.
L´ue è ora
in attesa di sentire da parte delle autorità statunitensi. Chiarezza e
trasparenza è ciò che ci aspettiamo da partner e alleati, e questo è quello che
ci aspettiamo dagli Stati Uniti.
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DICHIARAZIONE DEL RAPPRESENTANTE DELL´UNIONE EUROPEA CATHERINE ASHTON SULLA PRESUNTA SORVEGLIANZA DEI LOCALI DELL´UE |
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Bruxelles,
2 luglio , 2013 - L´alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari
esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, ha
rilasciato oggi la seguente dichiarazione:
"L´unione
europea è consapevole delle notizie di stampa, sostenendo che locali dell´Ue
sono stati sotto sorveglianza.
Non appena
abbiamo visto questi rapporti, il servizio europeo per l´azione esterna in
contatto con le autorità statunitensi sia a Washington Dc e Bruxelles per
chiedere chiarimenti urgente della veridicità dei fatti e che circondano queste
accuse.
Le
autorità statunitensi ci hanno detto che stanno controllando l´accuratezza
delle informazioni rilasciate ieri e tornerà a noi il più presto possibile.
Mentre
questa è chiaramente una questione di preoccupazione, faremo ulteriori commenti
in questa fase, finché non avremo più chiarezza sulla questione ".
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PORTARE L EUROPA FUORI DALLA CRISI |
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Francoforte,
1 luglio 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Olli Rehn Vice-presidente
della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli Affari
economici e monetari e l´euro nel corso dell’ Initiative Neue Soziale Marktwirtschaft
(Insm): Simposio e cerimonia di addio in onore del professor Hans Tietmeyer:
"economia sociale di mercato per l´Europa":
Sehr geehrter Herr Professor Dr. Tietmeyer, sehr
geehrter Herr Kannegiesser, Meine Damen und Herren,
Herzlichen Dank für die Einladung zu diesem
hochrangigen und wichtigen Simposio. Es hat mich für eine besondere Bedeutung,
den Tag zu Ehren von Professor Hans Tietmeyer beginnen zu dürfen.
Come l´ex
presidente della Deutsche Bundesbank, lui è uno degli esperti più stimati sulla
finanza internazionale e della politica monetaria.
Il mio
primo incontro con il professor Tietmeyer è stato 20 anni fa, anche se non mi
aspetto che lui a ricordare che, come ho fatto parte di una delegazione più
ampia. A quel tempo, ero un membro del Parlamento finlandese e consulente
politico del primo ministro. Durante la preparazione dei negoziati di adesione
del nostro paese, l´analisi professor Tietmeyer ci ha dato sulla Uem era sia
intellettualmente rigoroso e politica-saggio realistico, anche sobrio.
Signore e
Signori,
Vorrei
iniziare con una espressione, che a mio avviso è stato coniato dalla
Bundesbank, e che è la Parola Stabilitätskultur, la cultura della stabilità.
Inizialmente,
questo termine è stato limitato a descrivere l´ampia accettazione sociale di
delegare la politica monetaria di distanza dal potere politico di una banca
centrale indipendente. Nel pieno rispetto dell´indipendenza della Bce e, a mio
avviso come economista, la politica monetaria ha vissuto fino a questa cultura.
La stabilità dei prezzi è saldamente ancorata, come i risultati e le previsioni
dimostrano.
Certo, la
politica monetaria non è fatto in un vuoto, ma piuttosto è un riflesso dei
valori e le esperienze di una nazione. Vorrei qui ricordare le parole di Joseph
Schumpeter: "Der Zustand des Geldwesens eines Volkes ist ein Sintomo aller
seiner Zustände . " ["La condizione del sistema monetario di una
nazione è un sintomo di tutte le sue condizioni."]
Vorrei
parafrasare Schumpeter dicendo che ciò che vale per una nazione, va oggi anche
per l´Europa, con la nostra Unione economica e monetaria. Che cosa, allora, è
la condizione del sistema monetario europeo, e più in generale, la sua economia
e la politica economica?
Abbiamo
diversi time-campate in diverse dimensioni politiche. Nel breve termine,
abbiamo bisogno di stabilizzazione dei mercati finanziari, al fine di evitare
la caduta libera immediato della nostra economia. Nel medio termine, il riequilibrio
della economia della zona euro è in arrivo e le riforme economiche sono portate
avanti per ripristinare la basi per una crescita sostenibile e la creazione di
posti di lavoro. Per il lungo termine, l´architettura dell´Uem è stato
ri-costruito.
Fammi
toccare questi a loro volta, a partire dalla stabilizzazione a breve termine.
L´annuncio della Bce sui transazioni monetarie a titolo definitivo, insieme al
meccanismo europeo di stabilità, che è ormai operativo, ha notevolmente
contribuito a consolidare la stabilità finanziaria e per ridurre il rischio di
eventi estremi nell´economia europea. Confronta questo per l´anno scorso,
quando c´erano preoccupazioni dei mercati finanziari che l´euro potrebbe
disintegrarsi. Per fortuna, questi timori sono ormai stati dissipati.
Si deve
sottolineare che i Omts che sarebbero venuti con le condizioni politiche
chiare, come ad esempio una strategia di bilancio credibile e che favoriscono
la crescita delle riforme. Questi stanno all´inizio della catena causalità, che
può facilitare l´uso di Omts, se fossero necessari.
Eppure, la
stabilizzazione dei mercati finanziari, anche se il benvenuto, non è
sufficiente da solo. Anche se lo stress dei mercati finanziari è stato
notevolmente ridotto, l´impatto non è stato ancora sentito nell´economia reale.
Ci sono ancora grandi differenze in termini di crescita della zona euro, e vi è
una crisi di disoccupazione in molti Stati membri dell´Ue, come siamo
dolorosamente consapevoli. La crescita in Europa sarà solo lentamente salire
nella seconda metà di quest´anno.
Ma questo
non è un downswing ordinario. In un certo numero di paesi europei, la
recessione prolungata è un foglio di recessione saldo alla fine di un ciclo del
credito a lungo. La crescita economica non riprenderà completamente prima di
debito - sia pubblici che privati - è stato ridotto per l´economia globale.
Nel primo
decennio di Unione economica e monetaria, i mercati finanziari integrati
rapidamente con l´euro e con le condizioni di credito facile nei settori finanziari
globali. Tuttavia, in alcuni Stati membri, questo è stato associato con
montaggio squilibri macroeconomici, crescenti rischi finanziari e, in ultima
analisi, bolle dei prezzi delle attività.
Quando il
rischio di credito improvvisamente cambiato a seguito della crisi finanziaria,
immense pressioni sorsero per ripristinare la perdita di competitività e per
riequilibrare il conto corrente - in particolare nei paesi in deficit.
In altre
parole, questo non è un rallentamento ciclico ordinario proprio a causa della
massiccia cattiva allocazione delle risorse nel decennio precedente, ed è per
questo che ci troviamo ad affrontare profondi problemi strutturali in Europa.
E questo
riguarda i requisiti per la capacità di adeguamento all´interno di un´unione monetaria.
Ciò che abbiamo imparato, se non lo sapevamo prima, è che la stabilità dei
prezzi e la stabilizzazione di uscita da soli non sono sufficienti a garantire
la stabilità macroeconomica sostenuta. Ciò che è cruciale in un´unione
monetaria è la capacità di reale adeguamento economico, un punto che molti
dimenticato nel corso del primo decennio dell´Uem. Questo ora costa caro in
termini economici e sociali. Professore Tietmeyer ha avvertito di questa fase
iniziale.
Pertanto,
l´Ue ha costruito la procedura per gli squilibri macroeconomici come un secondo
blocco di costruzione della governance economica rafforzata, fianco a fianco
con la sorveglianza della politica fiscale. Abbiamo fatto recensioni
approfondite di squilibri economici di oltre dodici stati membri, che hanno
costituito lo sfondo delle nostre raccomandazioni politiche che abbiamo
presentato alla fine di maggio. Tornerò su questo a breve.
Prima di
ciò, vorrei concentrarmi sulla questione della simmetria di adeguamento
economico. Si è sostenuto che il riequilibrio economico necessario potrebbe
essere costruito in modo simmetrico tra avanzo delle partite correnti e paesi
in deficit. Tuttavia, la realtà è più complessa.
La ragione
principale di questo è che la zona euro non è una grande economia chiusa, ma
una grande economia aperta. Per darvi un esempio familiare, surplus delle
partite correnti della Germania è ormai in gran parte determinato da scambi con
i paesi non appartenenti all´area dell´euro, le economie emergenti in
particolare.
Uno studio
della Commissione del dicembre scorso ha trovato che aumenti la domanda interna
della Germania, non sarebbero necessariamente a beneficio di tutti i paesi
della zona euro nella stessa misura - l´impatto positivo sulla crescita sarebbe
soprattutto farsi sentire nei paesi vicini.
Ciò
riflette i mutamenti strutturali del commercio mondiale negli ultimi due
decenni: con l´allargamento dell´Ue, i paesi con una forza lavoro ben istruita,
ma il costo del lavoro significativamente inferiori a far parte del mercato
unico. Questo cambiamento ha aperto nuove opportunità e una maggiore
concorrenza. Pressioni simili per l´industria europea è nata dalla
liberalizzazione degli scambi, in particolare l´adesione della Cina
all´Organizzazione mondiale del commercio nel 2001.
Questi
spostamenti mondiale ha colpito l´area dell´euro in maniera asimmetrica. I
paesi dell´Europa centrale e orientale sono stati integrati nella catena del
valore del motore economico europeo, la Germania più di economie dell´Europa
meridionale, anche se ci sono differenze regionali.
Di
conseguenza, l´Europa deve perseguire il suo cambiamento strutturale
valorizzando l´economia globale. A questo riguardo, accolgo con molto favore
l´avvio di negoziati per un accordo commerciale e di investimento partnership
con gli Stati Uniti.
E ´vero
che il surplus delle partite correnti può essere un segno di competitività. Ma
c´è un altro lato della medaglia così: significano anche che il risparmio
nazionale sono investiti all´estero.
Il nostro
studio di cui ho parlato in precedenza dimostra che la Germania ha subito
grandi perdite da valutazione sui suoi beni all´estero negli ultimi anni.
Studio della scorsa settimana dal istituto di ricerca economica Diw Berlin trae
conclusioni simili. Lo studio Diw mostra che se il tasso di investimento in
Germania era stato più in alto della media euro negli ultimi 15 anni, la
crescita del reddito pro capite sarebbe stato 1 pp superiore all´anno.
Nella
stessa ottica, le raccomandazioni che abbiamo fatto in Germania il 29 maggio
includere sostenere le condizioni che consentano la crescita dei salari per
sostenere la domanda interna. Ciò richiede un migliore utilizzo della sua forza
lavoro, tra cui la partecipazione delle donne ai lavori, continui sforzi per
accelerare l´espansione delle reti di gas nazionali e transfrontalieri di
energia elettrica e, e di stimolare la concorrenza nei settori dei servizi,
compresi i servizi professionali, a aumentare le fonti di crescita interne.
Signore e
Signori,
Il futuro
dell´Unione economica e monetaria si basa su un´ulteriore azione politica
continuata nel corso dei prossimi anni per costruire una forte Emu 2.0 che
contribuirà a generare crescita e creare posti di lavoro per i nostri
cittadini. Uscire dalla crisi richiede un´azione su almeno tre fronti:
l´economia reale, il settore finanziario e del settore pubblico.
In primo
luogo, la risoluzione della crisi richiede soluzioni strutturali. Affrontare la
capacità di reale adeguamento economico, i problemi strutturali e l´erosione
della competitività economica è al centro delle raccomandazioni politiche, la
Commissione ha dato agli Stati membri il 29 maggio, e che i leader dell´Ue
hanno approvato lo scorso Venerdì.
I margini
di manovra per il ritmo più lento di consolidamento fiscale, che consigliamo a
diversi paesi, dovrebbe essere utilizzato in modo efficace per le riforme
economiche ad esempio nei mercati dei prodotti e del lavoro in grado di
liberare il potenziale di crescita dell´Europa e la capacità di creare posti di
lavoro. Questo è fondamentale per Francia, Italia, Spagna, Belgio e molti altri
Stati membri.
Di
conseguenza, le due più grandi economie della zona euro, la Germania e la
Francia, detengono le chiavi in mano verso un riequilibrio più agevole e più
efficace dell´economia europea. In poche parole, questo richiede competitività,
sostenere le riforme economiche nel mercato del lavoro, le condizioni
imprenditoriali e il sistema pensionistico in Francia, e nel frattempo le
misure strutturali per rafforzare ulteriormente la domanda interna in Germania.
Questo è infatti ciò che la Commissione ha appena raccomandato a questi paesi.
Se la Germania e la Francia insieme possono insieme raggiungere questo, fanno
un grande servizio per l´intera zona euro, fornendo maggiore crescita, la
creazione di più posti di lavoro e ridurre le tensioni sociali.
Sono
ovviamente consapevole che le riforme necessarie richiedono spesso la
persuasione e la perseveranza dei responsabili politici. Saranno necessari il
coraggio e la lungimiranza che ha contribuito Ludwig Erhard per produrre il
miracolo economico tedesco basato sul libero mercato in Europa di oggi.
Ricordiamo
quando Ludwig Erhard è stato affrontato da Lucius generale Clay, che era stato
messo in guardia dai suoi consiglieri che le decisioni del signor Erhard sulle
riforme economiche erano un terribile errore. "Non badare a loro",
Erhard ha risposto: "i miei consiglieri mi dicono la stessa cosa".
Forse possiamo ancora vedere lo stesso tipo di convinzione e di leadership in
Europa!
A
proposito, noi abbiamo pertinenti recenti esempi europei di riforme economiche
ripagare. A parte l´Irlanda, la Lettonia è un esempio calzante.
Si può
ricordare che l´anno scorso, il parlare della città e tra le forze di mercato è
stata una potenziale rottura dell´euro. Ci sono state voci incontrollate su una
"Grexit" e anche quelli più selvaggi, circa una "Fixit".
È vero, il
1 ° gennaio del prossimo anno, l´euro non ha più 17 membri - avrà più membri,
non di meno. Mi riferisco alla Lettonia, che diventerà il 18 ° membro dell´euro
dopo la sua impressionante svolta economica che è stato raggiunto attraverso la
determinazione di riforme economiche e rigore fiscale, e il paese è andato
avanti di ricevere assistenza finanziaria per raggiungere tassi sonori di
sostenibile crescita.
Il secondo
punto è che i necessari cambiamenti strutturali deve essere finanziato.
Riequilibrio economica è ancora frenata dalle vulnerabilità nel settore
bancario e da distorsioni profonde nel canale del credito. Mentre il rischio
sovrano ha in gran parte ritirato, il meccanismo di trasmissione della politica
monetaria rimane compromessa in Europa e le condizioni di credito soffrono di
frammentazione finanziaria.
Stiamo
costruendo il quadro normativo per il mercato finanziario integrato in Europa.
Non dimentichiamo i progressi che abbiamo già fatto. L´unico meccanismo di
controllo è stata concordata meno di un anno dopo che l´idea è stata messa sul
tavolo. A breve la Commissione presenterà una proposta legislativa per un
meccanismo di risoluzione unico come il suo naturale complemento. Questo sarà
composto da un´autorità risoluzione unica e cassa comune risoluzione, che sarà
finanziato attraverso i contributi del settore stesso.
Un´altra
caratteristica importante del sindacato bancario è la possibilità di
ricapitalizzare direttamente le banche attraverso il meccanismo europeo di
stabilità. Due settimane fa, l´Eurogruppo ha convenuto i principi e le regole
di uno strumento di ricapitolazione diretta, e il Consiglio Ecofin ha raggiunto
un ampio accordo sugli strumenti per la risoluzione delle banche in fallimento.
L´unione
bancaria è essenziale per invertire il processo di frammentazione finanziaria
in Europa, preservando così l´integrità del mercato unico, e per garantire il
finanziamento del cambiamento strutturale.
Chiaramente,
il sindacato bancario non sarà completata durante la notte. Ecco perché ci
stiamo muovendo per colmare le debolezze attuali del settore bancario, in modo
da garantire che il settore finanziario sarà in grado di riprendere la propria
funzione e quindi un risparmio di canale per gli usi più produttivi a sostegno
dell´adeguamento e del recupero dell´economia reale.
Rispetto
all´Europa - e al Giappone - gli Stati Uniti sono riusciti a intraprendere una
riparazione relativamente immediato e massiccio del suo settore bancario e del
sistema finanziario, che la maggior parte degli economisti assumono avuto un
ruolo più importante che la politica fiscale nel contenere la crisi e
ripristinare la fiducia. In Europa abbiamo fatto molto, ma abbiamo ancora molto
lavoro davanti a noi per completare la riparazione finanziaria.
Ecco
perché, il 29 maggio, abbiamo raccomandato alla zona euro al fine di garantire
che il meccanismo di supervisione unico e l´Autorità bancaria europea
effettuare rigorosi giudizi di qualità dell´attivo e stress test nei prossimi
6-12 mesi. E ´fondamentale per completare la riparazione del canale di credito
- come l´economia europea è bank-based - ma è altrettanto essenziale che il
prestito viene incanalata per gli usi più produttivi.
Un altro
esempio è il 10000000000 € di aumento di capitale della Banca europea per gli investimenti,
che ora è efficace. Di conseguenza, il mandato di prestito della Bei per il
2013-15 è del 40%, che è principalmente orientata verso il finanziamento delle
Pmi, l´innovazione, le infrastrutture e la crescita verde.
Questo mi
porta al terzo punto, le finanze pubbliche. Gli eccessi pubblici e privati
degli ultimi dieci anni indicano che il debito pubblico nella zona euro ha
raggiunto un livello superiore al 90% del Pil. Ma un fatto che si dimentica
facilmente è che il deficit di bilancio della zona euro è stato ridotto di
oltre il 6% del Pil nel 2010 al di sotto del 3% quest´anno. La politica fiscale
ha ora un quadro credibile e coerente consolidamento deve continuare, con
l´attenzione alla sostenibilità strutturale delle finanze pubbliche nel medio
termine.
Il
rafforzamento della governance economica è ora in fase di attuazione. Con
queste importanti riforme, le opzioni per una maggiore integrazione fiscale
sono state esaurite nell´ambito dell´attuale trattato sull´Unione europea.
Lo scorso
novembre, la Commissione europea ha pubblicato il suo Blueprint verso un´Unione
economica e monetaria vera e profonda, che abbozzato ulteriori elementi,
scadenze e le condizioni per una maggiore integrazione economica e fiscale. A
nostro avviso, il principio guida fondamentale deve essere che ogni passo verso
una maggiore solidarietà e mutualizzazione del rischio economico essere
combinata con una maggiore responsabilità e rigore fiscale - cioè, con
l´ulteriore condivisione di sovranità e di una più profonda integrazione del
processo decisionale in materia di politica economica e fiscale .
Signore e
Signori,
Tutto
sommato, la crisi economica e finanziaria ci ha chiaramente insegnato che la
cultura della stabilità deve andare oltre la politica monetaria e al di là
della politica fiscale. Mi riferisco segnatamente a una sana politica di
micro-e macro-prudenziale per il settore finanziario, nonché per la prevenzione
degli squilibri macroeconomici dannosi e per il perseguimento di riforme
strutturali come consentendo alle politiche per un´unione monetaria stabile.
Alla fine della giornata, con un insieme di regole di stabilità non è lo stesso
e ancora non corrisponderebbe ad una cultura come aventi stabilità. Questo è
più di una semplice osservazione semantico.
Una
cultura della stabilità significa non solo disporre di un quadro di norme e
regole che contribuiscono alla stabilità di bilancio e finanziaria. Cultura
significa anche che tutti noi facciamo le regole nostre. Naturalmente, i
peccatori tra i paesi della zona euro sono ben noti, ma, a questo proposito, è
sano per ricordare a noi stessi dell´episodio tedesco-francese appena un
decennio fa.
Ancora
oggi, è sconcertante che la Commissione, da un lato, ascoltare chiede una
maggiore integrazione economica e fiscale, ma, d´altra parte, essere criticato
per le nostre raccomandazioni ben fondate in materia di politica fiscale e di
riforme strutturali. Questo, ancora una volta, ci insegna che una unione
fiscale profondo incorporato in una cultura della stabilità non emergerà
durante la notte.
Accolgo
con favore il fatto che il Consiglio europeo ha appena confermato che le
istituzioni Ue resterà la spina dorsale di qualsiasi passo verso una maggiore
integrazione, in modo che sia efficace e inclusiva per tutti gli stati membri.
Allo
stesso tempo, il progresso non può essere raggiunto se non è fatto attraverso
un processo profondamente democratico, sia a livello nazionale che a livello
europeo. I nostri cittadini si aspettano - e accettare - niente di meno.
Signore e
Signori,
Questo ci
porta alle origini del modello economico europeo e la necessità di una
rinnovata economia sociale di mercato. Strategia economica comune dell´Ue è
tutto di riformare il modello economico e sociale europeo.
Non in
qualche modo nostalgicamente aggrappati allo status quo, dal momento che
porterebbe solo a un declino economico permanente d´Europa.
Non
smontare il modello europeo, perché crediamo nel binomio cultura della
stabilità, spirito imprenditoriale e la giustizia sociale.
Ma,
invece, genuinamente riformare e modernizzare l´economia sociale di mercato,
per il bene di una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro.
Conto
sulla conferenza di oggi dando un prezioso contributo a questo obiettivo. Sono
particolarmente impaziente di intuizione del professor Tietmeyer come questo
argomento è stato vicino al suo cuore nel corso dei decenni. Gli auguro tutto
il meglio per il suo futuro.
Vielen
Dank.”
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MESSAGGI PRINCIPALI AL DIALOGO DEI CITTADINI |
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Esch-sur-alzette,
2 Luglio 2013 – Alcuni spunti di Viviane
Reding Vice-presidente della Commissione europea, Commissario europeo per la
Giustizia su: Cittadini Dialogo: “
1.
Protezione dei dati -
La
protezione dei dati è un diritto fondamentale nell´Ue. Mi batterò per elevati
standard di protezione dei dati. I recenti scandali di protezione dei dati
negli Stati Uniti e il Regno Unito sono stati un campanello d´allarme. In
futuro, Golia sarà la lotta contro Golia.
Quando è
stato chiesto da un cittadino circa le più recenti rivelazioni sul presunto
spionaggio per le istituzioni e gli uffici comunitari dalla Nsa, Viviane Reding
ha risposto:
I partner
non spiano a vicenda. Non possiamo negoziare su un mercato di grande
transatlantico, se non vi è il minimo dubbio che i nostri partner stanno
svolgendo attività di spionaggio contro gli uffici dei nostri negoziatori. Le
autorità americane dovrebbero eliminare rapidamente qualsiasi dubbio.
2. Libera
circolazione -
Il diritto
alla libera circolazione è un diritto fondamentale e un pilastro centrale della
costruzione europea. In questi tempi economicamente difficili, sembra più
facile per alcuni di cedere al populismo e per dimenticare la grande conquista
che è l´apertura delle frontiere europee. Questa non è una soluzione. Il
diritto alla libera circolazione non è negoziabile.
3. La
disoccupazione giovanile -
Nessuna
persona sotto i 25 anni dovrebbe essere necessario attendere più di quattro
mesi per un lavoro, un tirocinio o un apprendistato. L´unione europea sta
fornendo più di € 6000000000 e la Commissione ha proposto di anticipare il
finanziamento di progetti concreti in modo che il denaro può cominciare ad
essere erogati al più presto possibile. Gli Stati membri devono agire
rapidamente ora e ci forniscono proposte concrete.
4.
Solidarietà -
La
solidarietà non è una sulla via e-via. Europa aiuta, ma che cosa può fare per
aiutare i cittadini europei? Non sarebbe una buona idea se gli europei che
vivono in paesi economicamente meglio, ´sponsor´ dei giovani e disoccupati nei
paesi le cui economie sono in difficoltà? Forse un tipo di "solidarietà
sponsorizzazione" potrebbe essere previsto? Non dovremmo lussemburghesi
assumere un ruolo guida in progetti di solidarietà come questi?
5. Il
futuro dell´Europa -
I
cittadini vedono la luce alla fine del tunnel. Tutti i paesi dell´Ue stanno
consolidando i loro bilanci e la riforma dei rispettivi mercati del lavoro.
Competitività sta migliorando. Stiamo correggendo i nostri problemi. Noi
europei hanno bisogno di essere più sicuro di sé. Cerchiamo di non lamentarci
ma rimboccarci le maniche e continuare a lavorare per migliorare le cose.
6.
Lussemburgo -
Abbiamo
utilizzato per il sole che splende su di noi. Ma il bel tempo non può essere
dato per scontato. Dobbiamo prendere noi stessi in forma per il futuro.
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NUOVI FONDI PER SOSTENERE LE IMPRESE NEI PAESI DEL PARTENARIATO ORIENTALE |
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Bruxelles,
2 luglio 2013 - La Commissione europea
ha adottato ieri un programma di
sostegno alle piccole e medie imprese (Pmi) e le opportunità commerciali nei
paesi del partenariato orientale (Po) regione.
"I
nostri vicini orientali sono stati duramente colpiti dalla crisi economica. Le
piccole e medie imprese possono svolgere un ruolo fondamentale nella creazione
di posti di lavoro e crescita economica perché rispondono rapidamente alle opportunità
offerte dal mercato. E ´quindi nostro compito fondamentale per sostenere le
piccole imprese nella regione del partenariato orientale " , ha dichiarato
il commissario per l´allargamento e la politica di vicinato, Stefan Fule .
Come una
delle iniziative di punta del partenariato orientale, il programma comprende le
seguenti attività:
Sostegno
alle istituzioni dei paesi partner a mettere in atto e attuare le riforme
politiche e legislative a sostegno delle piccole e medie imprese. Questa
attività si baserà sulla valutazione finanziata dall´Unione europea, effettuata
nel 2012 sui progressi nell´attuazione dello Small Business Act per l´Europa
nei paesi del partenariato orientale, che ha dimostrato che le pratiche variano
da paese a paese, ma generalmente sono necessari miglioramenti in tutti i
settori (ad esempio, il quadro normativo e delle politiche, l´accesso ai
finanziamenti, appalti, imprenditoria femminile, green economy, ecc)
Estensione
del progetto East-invest, che sostiene le organizzazioni di sostegno alle
imprese nei paesi del partenariato orientale e promuove opportunità commerciali
tra aziende europee e Po. Esso sarà attuato attraverso una collaborazione delle
tre organizzazioni di rappresentanza delle imprese dell´Ue - Eurochambres, Business
Europe e Euapme (Union Européenne de l´Artisanat et des Petites et Moyennes
Entreprises).
Rafforzare
la revisione e la capacità delle Pmi ´segnalazione per migliorare il loro
accesso al finanziamento nei paesi del partenariato orientale. Questa attività
rispecchia un programma simile attuata con successo nei Balcani occidentali dal
Centro per l´informativa finanziaria Riforme, parte della Banca Mondiale.
Il valore
complessivo del nuovo programma di sostegno alle imprese per i paesi del
partenariato orientale è di € 10 milioni e il progetto dovrebbe iniziare nella
seconda metà di quest´anno.
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LA CROAZIA È DIVENTA AZIONISTA DELLA BEI AL MOMENTO DELL´ADESIONE ALL´UNIONE |
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Bruxelles,
2 luglio 2013 - Da ieri, la Croazia
aderisce all´Unione europea e diventa anche azionista della Banca europea per
gli investimenti, che ha fornito i prestiti in Croazia per più di dodici anni.
Inoltre, la Croazia è il primo paese ad aver beneficiato dei Jaspers tecnici
iniziativa prima di diventare membro dell´Unione europea. Jaspers aiuta i paesi
a preparare i progetti per la concessione di finanziamenti Ue.
Presidente
della Bei Hoyer ha dichiarato: " In questo giorno desidero congratularmi
con i cittadini croati di adesione del loro paese all´Unione europea, che apre
nuove possibilità per il beneficio di tutti gli europei. Successo della Croazia
è un buon esempio per gli altri paesi della regione dei Balcani occidentali che
stanno lavorando verso la stabilità e la prosperità. La Bei, Banca dell´Ue,
continuerà a finanziare progetti prioritari in Croazia e mettere il paese in
una posizione migliore per affrontare attuali e future sfide economiche ".
La Bei
opera in Croazia dal 2001 e ha fornito prestiti per un totale di 3,25 miliardi
di euro fino ad oggi, favorendo in tal modo il processo di integrazione con
l´Ue, contribuendo alla Croazia di soddisfare i criteri di adesione dell´Ue e
promuovere l´armonizzazione con gli sviluppi economici dell´Ue e garantendo la
migliore possibile la preparazione per l´adesione all´Ue.
Attualmente,
le operazioni della Bei coprono importanti settori dell´economia del paese, che
vanno dalle infrastrutture di base nel settore dei trasporti, l´ambiente e
l´energia di produzione e servizi, compreso il sostegno alle piccole e medie
imprese (Pmi) attraverso le istituzioni finanziarie locali, per aumentare
l´accesso delle Pmi ai finanziamento a lungo termine.
A tal
fine, la Bei opera in stretta cooperazione con consolidata pubblica croata e
istituzioni finanziarie private. Attraverso queste banche intermediarie e
società di leasing, è stato co-finanziamento di progetti di piccole dimensioni,
per lo più nel settore industriale e dei servizi, compreso il turismo,
l´energia / risparmio energetico e la tutela dell´ambiente, così come le
infrastrutture nei settori della sanità, dell´istruzione, della
riqualificazione urbana e settori di edilizia sociale . Quasi la metà dei
prestiti della Bei in Croazia fino ad oggi (48%) consiste di sostegno alle Pmi.
Non è solo
la banca che fornisce finanziamenti in Croazia. Dopo l´adesione all´Ue, la
Croazia diventerà beneficiare di sovvenzioni Ue. Per consentirle di ricevere
tali sovvenzioni immediatamente dopo l´adesione all´Ue, Jaspers (Assistenza
congiunta a sostegno di progetti nelle regioni europee) - una iniziativa di
assistenza tecnica fornito congiuntamente con la Commissione europea, la Bers e
Kfw, che aiuta con la selezione e la preparazione di progetti finanziato da
sovvenzioni Ue - operazioni in Croazia avviato all´inizio del 2012.
Il Fondo
europeo per gli investimenti (Fei), che è una filiale della Bei, fornisce
soluzioni di finanziamento di rischio per gli intermediari finanziari a
sostegno delle Pmi e favorire l´innovazione in Europa. Il Fei ha firmato un
accordo di garanzia con la competitività e l´innovazione sostenere le
microimprese, che genereranno un portafoglio di nuovi prestiti per un valore di
30 milioni di euro. Si è inoltre impegnata 1,8 milioni di euro in operazioni di
garanzia, a seguito dei quali 22,5 milioni di euro di nuovi finanziamenti per
le Pmi potrebbero essere messi a disposizione.
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ACCORDO RAGGIUNTO SULLE MISURE DI AUSTERITÀ E LE RIFORME PER IL SERVIZIO CIVILE EUROPEO |
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Bruxelles,
2 luglio 2013 - I rappresentanti degli
Stati membri hanno approvato oggi un pacchetto di misure di austerità e le
riforme per il servizio civile europeo, che farà risparmiare € 2700000000 entro
il 2020, e 1500000000 € all´anno nel lungo termine.
Hanno
confermato l´accordo raggiunto il Martedì 25 giugno dai rappresentanti del
Parlamento, la Presidenza irlandese e la Commissione che è stato già sostenuto
da Legal Affairs Committee del Parlamento
del 24 giugno.
Vicepresidente
Maroš Šefčovič ha detto: " .. Accolgo con favore la decisione degli Stati
membri e della commissione giuridica Questo accordo è una risposta adeguata
alla crisi, che conserva anche la capacità delle istituzioni europee di
compiere la loro missione Sebbene nessun- si può essere del tutto soddisfatto
del risultato, è un compromesso ragionevole. Negoziati sono stati molto duri,
ma sono contento che abbiamo trovato un compromesso accettabile. Della funzione
pubblica europea sarà ulteriormente aggiornata, soprattutto attraverso un
migliore collegamento tra retribuzione e responsabilità. Chiunque passa
attraverso una delle procedure di assunzione difficili devono essere pronti a
lavorare sodo per l´Europa ei suoi cittadini, tra cui ore di lavoro più lunghi
e un´età pensionabile più alta ".
La
proposta include:
Una paga di due anni e la pensione di
congelamento.
Una riduzione del 5% del personale in tutte le
istituzioni per il periodo 2013-17. Questo rappresenta 2.500 posti in totale -
più di tutto il personale della Corte di giustizia.
Un aumento della settimana lavorativa minima
per il personale in tutte le istituzioni da 37,5 ore a 40 ore, senza
compensazione finanziaria.
L´età pensionabile aumenterà 63-66 per il
nuovo personale, e 65 per il personale esistente. La possibilità di lavorare
fino a 70 sarà reso più facile, e ci sarà un nuovo collegamento tra
l´aspettativa di vita e l´età pensionabile.
Una nuova ´tassa di solidarietà´ del 6%, da
versare su di aliquote fiscali esistenti fino al 45%. Per i due più alti gradi
dei funzionari, ei commissari, il contributo di solidarietà sarà del 7%. Questa
sarà presentato durante il congelamento dei salari, determinando un calo
immediato degli stipendi netti per la maggior parte del personale.
Il tasso
di accantonamento pensionistico per il nuovo personale sarà tagliato dal 1,9%
al 1,8% / anno. Prepensionamento senza perdita dei diritti pensionistici
acquisiti sarà abolito.
Abbassare gli stipendi di fine carriera (-22%)
per un gran numero di amministratori e assistenti a causa di un forte legame
tra grado e la responsabilità, e una riduzione dei tassi di promozione. Questo
si traduce in pensioni più basse, anche.
Gli stipendi di nuovo personale di segreteria
e di segreteria saranno ridotti del -13% (a partire stipendio) a -40%
(stipendio di fine carriera).
Un nuovo e semplificato il metodo di
adeguamento delle retribuzioni e delle pensioni sulla base delle decisioni
politiche adottate dai 11 Stati membri per i loro funzionari nazionali, ma
anche catering per situazioni di profonda crisi economica e finanziaria. Questo
nuovo metodo verrà sospeso fino al 2015.
Una riduzione del numero massimo di giorni di
ferie concessi al personale per il loro viaggio annuale a loro paesi d´origine
da sei giorni per due anni e mezzo, con l´indennità ridotta.
La possibilità per un uso più ampio di
personale a contratto più conveniente, estendendo la durata massima dei
contratti da tre anni a sei.
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L´OCCUPAZIONE E L´INCLUSIONE SOCIALE: COMMISSIONE EUROPEA, ACCOGLIE ACCORDO SUL NUOVO PROGRAMMA PER L´OCCUPAZIONE E L´INNOVAZIONE (EASI) |
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Bruxelles,
2 luglio 2013 - La Commissione europea accoglie con favore
l´accordo politico raggiunto con il Parlamento europeo e il Consiglio sul
programma comunitario per l´occupazione e l´innovazione (Easi) con un bilancio
proposto di € 815.000.000 per il periodo 2014-20.
Easi
integra ed estende la copertura di tre programmi esistenti: Progress (Programma
per l´occupazione e la solidarietà sociale), Eures (European Employment
Services) e strumento europeo di microfinanziamento Progress, che sarà
assegnato rispettivamente 61%, 18% e il 21% del bilancio . Easi consentirà alla
Commissione di aumentare la coerenza politica e l´impatto dei suoi strumenti,
che hanno obiettivi comuni, contribuendo in questo modo alla strategia Europa
2020 per la crescita e l´occupazione.
László
Andor, commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione
commentato "Con Easi la Commissione avrà uno strumento per sostenere
direttamente le politiche occupazionali e sociali in tutta l´Ue e, quindi,
contribuire all´attuazione della strategia Europa 2020. Accolgo con favore il
fatto che l´accordo è stato raggiunto in tempo per prepararci per un rotolo di
fuori del programma a partire dal gennaio 2014 ".
Easi
sosterrà gli sforzi degli Stati membri nella progettazione e realizzazione di
posti di lavoro e di riforme sociali a livello europeo, nazionale, nonché i
livelli regionali e locali, per mezzo di coordinamento delle politiche,
l´identificazione, l´analisi e la condivisione delle migliori pratiche. Sarà in
particolare beneficio delle autorità nazionali, regionali e locali, nonché le
parti sociali e le organizzazioni della società civile.
Progetti e
attività concrete aiuteranno a testare le riforme sul terreno prima che la
possibile aumentare in proporzione il maggior successo, anche attraverso il
Fse. In questo contesto, Easi dedicherà circa € 100 milioni per lanciare tali
esperimenti nei settori più critici, come l´occupazione giovanile o
l´inclusione dei gruppi svantaggiati.
Integrando
Eures all´interno Easi, la Commissione porterà avanti il successo tuo primo
lavoro Eures e lanciare programmi di mobilità dedicati per facilitare la
ricerca di lavoro e promuovere posti di lavoro corrispondenti a livello di Ue.
La mobilità del lavoro può essere un meccanismo di regolazione potente per
affrontare gli squilibri dei mercati del lavoro europei si trovano ad
affrontare - in particolare della manodopera e la carenza di competenze
co-esistente con alto tasso di disoccupazione.
Infine, lo
strumento di microfinanza e il nuovo strumento finanziario per il sostegno
dell´impresa sociale offrirà una piattaforma per la sperimentazione e può
essere installato dagli Stati membri, anche con il sostegno del Fse.
Insieme
con il Fse, il Fondo per l´aiuto europeo per gli indigenti e il Fondo europeo
di adeguamento alla globalizzazione, Easi costituisce il quarto pilastro
dell´iniziativa europea per l´occupazione e l´inclusione sociale 2014-2020.
L´accordo
politico seguirà la procedura ordinaria e deve essere approvato dal Parlamento
europeo e al Consiglio entro la fine del 2013 per consentire l´avvio di Easi
nel mese di gennaio 2014.
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ZAIA: “BENVENUTA CROAZIA, TI ASPETTAVAMO. MA IL GOVERNO LETTA NON SOTTOVALUTI IL PROBLEMA DELLA MANODOPERA A BASSO COSTO CHE POTREBBE SFASARE IL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO” |
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Venezia, 2
luglio 2013 -
“Benvenuta
Croazia, benvenuto al popolo croato nella casa comune europea. Mi auguro che,
anche con il vostro arrivo, possiamo migliorare questa Unione, rendendola più
efficiente ed equanime, non un colosso burocratico che sia aggiunge e
sovrappone ai vecchi e arrugginiti arnesi amministrativi italiani, ma un’entità
che le genti che la compongono possano sentire come propria: quell’Europa dei
popoli, ancor prima che delle nazioni, che ancora stiamo cercando di
costruire”.
Con queste
parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, saluta oggi
l’ingresso della Repubblica di Croazia nell’Unione Europea, “una terra – ha
sottolineato il governatore – a cui ci sentiamo vicini per profondi legami
storici e culturali, per i rapporti di collaborazione tra le due sponde
dell’Adriatico che negli ultimi decenni ci hanno visto impegnati anche nella
tutela e valorizzazione del patrimonio artistico di origine veneta in Istria e
Dalmazia”.
“Sono
sempre stato convinto, e continuo a esserlo – prosegue Zaia –, che un Paese
che, pur non avendo ancora rimarginato totalmente le ferite del conflitto dal
quale è scaturita la sua indipendenza, riesce a costruire una democrazia
moderna e a rinnovarsi in così breve tempo, non possa che essere un
irrinunciabile interlocutore in ambito continentale. Ho sempre sostenuto
questo, anche nella veste di presidente del Gruppo di Cooperazione Territoriale
‘Euregio Senza Confini’, con il quale le Regioni partecipanti e quelle che
aspirano a essere incluse, tra cui l’Istria croata, hanno per prime avviato
concretamente un percorso di integrazione europea”.
Zaia torna
sul tema caldo che proprio lui per primo ha sollevato un mese fa, chiedendo al
governo italiano la moratoria agli ingressi di lavoratori croati nel nostro
Paese, moratoria che è stata concessa, lasciando però aperte le porte agli
stagionali nei settori dell’agricoltura e del turismo. “E’ tutt’altro che una
iniziativa contro la Croazia, come qualcuno strumentalmente ha cercato di
dipingere – ha concluso il governatore veneto –, ma piuttosto una più che
legittima preoccupazione, la volontà di
impedire che distorsioni sul mercato del lavoro, rese ancor più
pericolose dalla fase di crisi che stiamo attraversando, possano determinare da
subito inopportune tensioni e incomprensioni. Impariamo a rafforzare l’amicizia
e i legami che uniscono i nostri popoli senza però nasconderci i problemi
reali. E i flussi di lavoratori croati a basso costo che potrebbero dirigersi
in Veneto, dove già i disoccupati sono 200 mila, rappresentano senza dubbio un
problema, una potenziale insidia, soprattutto per i nostri giovani che cercano
una temporanea alternativa occupazionale nelle attività stagionali, che il
Governo Letta mi pare stia sottovalutando. Si sappia: io continuerò a battermi
perché questa opportunità di lavoro per i nostri ragazzi sia
salvaguardata”.
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TOSCANA, LA DIRETTA STREAMING DELLA SEDUTA DI GIUNTA DEL 1 LUGLIO 2013 FRA LE DECISIONI: STUDIO, AGRICOLTURA, IMPRESE |
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Firenze 2
luglio 2013 – Si è tenuta ieri in Sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati la
seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito di Toscana
Notizie. Tra i provvedimenti approvati segnaliamo:
- gli
indirizzi regionali in materia di diritto allo studio scolastico (3,5 milioni
da distribuire ai Comuni attraverso le Province. A queste dovranno aggiungersi
altre risorse, che deve ancora stanziare lo Stato, per i libri di testo). Da
0:21:15 a 0:21:55;
-
l’attuazione, per il 2013, del Piano regionale agricolo-forestale (vengono attivate
risorse per 66 milioni. 106 le linee di intervento attivate). Da 0:37:03 a
0:37:24
- un
intervento agevolativo, sotto forma di contributi in conto interessi, per le
imprese toscane danneggiate dalle alluvioni dello scorso novembre (Un milione
di euro. Presto sarà predisposto il bando). Da 0:52:33 a 1:02:40
- un
progetto regionale per concedere aiuti alle imprese che producono
tessile-cardato (il numero dei potenziali beneficiari in terra toscana sfiora
le 13 mila aziende). Da 1:02:51 a 1:04:50;
- il
progetto operativo, sul Fondo Europeo di Adeguamento alla globalizzazione
(Feg), per attenuare l’impatto sociale degli esuberi di personale alla “De
Tomaso Automobili spa”, in fallimento (circa 560 mila euro per iniziative a
favore dei lavoratori). Da 1:06:36 a 1:09.50
In
apertura di seduta il presidente Rossi ha ricordato Gino Nunes, già presidente
della Provincia di Pisa, nel giorno della sua scomparsa.
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PIEMONTE: E’ STATA DEDICATA ALLA SANITÀ LA RIUNIONE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL 28 GIUGNO E COORDINATA DAL PRESIDENTE ROBERTO COTA. |
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Torino, 2
luglio 2013 - Come proposto dall’assessore Ugo Cavallera, sono stati approvati:
- lo
schema di accordo e collaborazione con l’Agenas (Agenzia nazionale per i
servizi sanitari regionali) per lo sviluppo e il monitoraggio del programma
operativo 2013-2015 del Servizio sanitario piemontese, con particolare
riferimento alla razionalizzazione della rete ospedaliera, alla
riqualificazione dell’assistenza territoriale, alle reti assistenziali per
intensità di cure, alla riorganizzazione dei laboratori analisi;
-
l’affidamento dal 1° luglio 2013 all’Agenzia regionale per la protezione
ambientale dell’attività di verifica, per conto della Direzione regionale
Sanità, della rispondenza dei requisiti per l’accreditamento delle strutture
sanitarie, finora svolta da Arpa per l’Aress;
- la
conferma del ruolo dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di
Candiolo quale centro di riferimento della Rete oncologica del Piemonte e della
Valle d’Aosta e la sua individuazione, insieme ad altre strutture, come
presidio del programma regionale di screening oncologici “Prevenzione Serena” e
della Rete regionale di cure palliative.
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EXPO 2015: QUALE RUOLO PER LE REGIONI? PRESIDENTE REGIONE UMBRIA MARINI: “PER NOI UNA GROSSA OPPORTUNITÀ” |
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Milano, 2
luglio 2013 – Il “concept” di “Expo 2015”, l’Esposizione Universale di Milano
che si terrà nel segno dello slogan “Feeding the Planet, Energy for Life”
(Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita), è quello di un grande “albero della
vita”, che, “nutrito dall’innovazione e dal talento”, dovrà compiutamente
rappresentare al mondo l’immagine dell’Italia e delle sue Regioni. E proprio al
ruolo delle Regioni, a 669 giorni dall’apertura – come ha puntualizzato lo
stesso ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Graziano Delrio per
indicare l’urgenza di un appuntamento destinato a rilanciare l’immagine
internazionale e ad accelerare la ripresa economica dell’Italia – è stato
dedicato stamani a Milano, presso la sala intitolata a Marco Biagi della
Regione Lombardia, un incontro fra gli organizzatori di “Expo 2015”, importanti
rappresentanti del governo italiano (fra cui, oltre a Delrio, i ministri per i
Beni e le Attività Culturali Massimo Bray, della Coesione Territoriale Carlo
Trigilia e il sottosegretario di Stato con delega all’Expo 2015 Maurizio
Martina), i responsabili del “Padiglione Italia” dell’Expo e i presidenti delle
Regioni. “Si è trattato di una riunione di grande importanza – ha dichiarato la
presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, che ha partecipato
all’incontro con l’assessore regionale alla Cultura e al Turismo Fabrizio
Bracco -; le Regioni sono state ufficialmente chiamate ad essere parte
fondamentale di un evento di valore mondiale, che costituisce una occasione irripetibile
per rappresentare in modo integrato e creativo le eccellenze, le ricchezze
territoriali e le specificità del nostro Paese”.
All’interno del “Padiglione Italia”, ci sarà
dunque – secondo quanto delineato nella riunione di stamani – uno spazio espositivo
per le Regioni, declinato essenzialmente sui temi del cibo e della sua
sostenibilità, all’ambiente, al paesaggio, alla cultura e al turismo, con una
particolare attenzione ai prodotti tipici, alle eccellenze agroalimentari, agli
antichi mestieri e saperi, ma con una forte attenzione al presente e alle
prospettive future (“Expo 2015 – hanno detto il Commissario Unico del Governo
per “Expo Milano” Giuseppe Sala e Diana Bracco, Commissario del “Padiglione
Italia” – non è tanto un’esposizione, quanto un veicolo d’idee ed un richiamo
alla produttività”). Oltre a questo, le singole Regioni potranno partecipare,
con proprie iniziative, sia a “clusters tematici” e “filiere territoriali”,
indipendentemente dai limiti geografici, sia a spazi espositivi temporanei e
settimane “di protagonismo”.
“Un’offerta modulare – ha commentato la
presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini -, che ci trova completamente
preparati e in sintonia con quanto abbiamo fatto e stiamo facendo in materia di
promozione e progettualità integrata, soprattutto nella filiera che unisce
agricoltura, ambiente, turismo e cultura”. Nelle prossime settimane – ha
annunciato, concludendo la riunione milanese, il sottosegretario Maurizio
Martina, accogliendo le sollecitazioni espresse, a nome delle amministrazioni
regionali dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province
Autonome Vasco Errani, sarà costituito un “tavolo”, con la partecipazione di
Governo, Regioni, “Expo 2015” e “Padiglione Italia”, per mettere a punto nei particolari
le modalità con cui le Regioni prenderanno parte all’Esposizione Universale, e
le “ricadute” che tali attività potranno e dovranno avere nei territori,
soprattutto in termini turistici. “Le Regioni nell’Expo, ma anche l’Expo nelle
Regioni”, ha sintetizzato il ministro Trigilia.
“Noi – ha dichiarato la presidente della
Regione Umbria Catiuscia Marini – ci attiveremo subito, individuando sia il
referente operativo dell’Umbria all’interno del Tavolo, sia lavorando, in seno
all’esecutivo regionale, sul coordinamento delle iniziative di tutti i settori
coinvolti”.
“‘Expo 2015’ è una grandissima occasione per
il nostro turismo – ha detto l’assessore regionale umbro Fabrizio Bracco -, e
ci adopereremo immediatamente per mettere a punto, con tutti i soggetti
interessati, specifiche iniziative e pacchetti turistici mirati, per
intercettare al meglio il gigantesco flusso di visitatori previsto per l’Expo”.
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PATTO STABILITÀ: REGIONE BASILICATA CEDE 23,5 MILIONI A PROVINCE E COMUNI |
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Potenza, 2
luglio 2013 - La Regione Basilicata, nell’ambito del Patto di Stabilità, ha
trasferito 23 milioni e mezzo della propria capacità di spesa alle due Province
e ad alcuni Comuni attraverso l’operazione di così detta “verticalizzazione”
del patto di stabilità. Nel dettaglio è stata ceduta una capacità di spesa di
circa 6 milioni alle Province (quasi 4 a Potenza e quasi due a Matera) e di
17,5 milioni a 107 comuni.
La
decisione è stata assunta oggi dalla Giunta Regionale che, con una propria
delibera, ha sancito la rinuncia ad una quota del proprio tetto di spesa a
fronte di un pari importo di saldo massimo da parte degli enti locali lucani.
Si tratta di un provvedimento analogo a quelli adottati dalla giunta nei
passati anni, ma che tiene conto di scenari parzialmente mutati.
Se,
infatti, per un verso c’è stato un intervento governativo teso a sbloccare la
possibilità per Comuni e Province di pagare i debiti arretrati, per un altro da
questo anno sono soggetti ai limiti del Patto anche tutti i Comuni con più di
mille abitanti, mentre prima quelli con meno di 5mila ne erano esenti.
Così,
coordinandosi con i diversi enti, la Regione ha valutato congiuntamente ad Anci
e Province, la situazione dei diversi enti locali e alla fine ha scelto di
limitare ulteriormente la propria capacità di spesa per cederla agli altri enti
lucani che vedevano a rischio programmi e investimenti. “Abbiamo ragionato non
da amministratori di un ente – ha detto il presidente della Regione Vito De
Filippo – ma da amministratori di una regione, che ha necessariamente bisogno
di una visione unitaria dei problemi e per questo, anche con molti sacrifici
per la Regione Basilicata, abbiamo scelto di andare in soccorso di altri enti
che vedevano la propria azione a rischio ritenendo l’efficacia dell’azione in
favore del cittadino prioritaria rispetto alla rivendicazione di meriti”.
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EXPO: FVG, SERRACCHIANI, VOLANO PER IL TURISMO E LE IMPRESE |
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Trieste, 2
luglio 2013 - "Expo può essere, e dovrà essere, un volano
importante
per il turismo e per le nostre imprese. Sono milioni i
turisti
che ci aspettiamo possano raggiungere l´Italia per l´Expo
2015. È
chiaro che le Regioni vorrebbero che questi flussi
toccassero
non soltanto Milano - ha dichiarato ieri
nel capoluogo
lombardo
la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora
Serracchiani
- ma che l´Expo diventi occasione
importante anche
per i
diversi territori del nostro Paese".
"Credo
che l´Expo sia soprattutto uno spunto per tornare a
crescere:
dobbiamo sfruttare questa occasione" ha quindi
sottolineato
la presidente Serracchiani in occasione dell´odierno
forum
"le Regioni d´Italia per Expo Milano 2015".
Alla
riunione, che di fatto ha varato una "cabina di regia" tra
Expo,
Governo centrale e Conferenza delle Regioni Italiane, la
presidente
Serracchiani ha partecipato assieme ai ministri per
gli Affari
regionali e le Autonomie, Graziano Delrio, ed alla
Coesione
territoriale, Carlo Trigilia, al presidente della
Conferenza
delle Regioni Vasco Errani, ai presidenti di
Lombardia,
Roberto Maroni, Liguria, Claudio Burlando, Campania,
Stefano
Caldoro, Piemonte, Roberto Cota, Marche, Gianmario
Spacca, e
Lazio, Luca Zingaretti.
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EXPO 2015: LAZIO IN PRIMA FILA PER COGLIERE LE OPPORTUNITA´ DELL´EVENTO |
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Roma, 2
luglio 2013 - L´italia si prepara a un programma fitto di eventi in vista
dell´Expo 2015 a Milano, per accogliere 20 milioni di turisti e permettere la
loro permanenza il più a lungo possibile.
Per questo
Governo, Regioni, Padiglione Italia e società Expo hanno deciso di creare una
cabina di regia con il compito di studiare la partecipazione delle Regioni
all´esposizione mondiale.
Il Lazio è
in prima fila per cogliere l’opportunità di questo evento che, come ha
ricordato il presidente, Nicola Zingaretti, “non riguarda solo Milano o la
Lombardia”.
L’obiettivo
è trasformarlo in un catalizzatore di energie per rilanciare l’economia
italiana, con un impatto significativo sul Pil e sulla creazione di posti di
lavoro.
“Quello
dell’Expo – ha detto Zingaretti – è un appuntamento che sarebbe folle gestire
in maniera approssimativa o burocratica. Si tratta di un evento fondamentale
sia per i visitatori previsti che per la produzione di 25 miliardi di prodotto
interno lordo in 8 anni, molti dei quali si trasformerebbero in ossigeno per le
imprese, sia per i suoi contenuti, che pongono l’Italia al centro di un
dibattito globale sulla costruzione di un nuovo modello di sviluppo tecnologico
e sostenibile”.
“Già nelle
prime settimane di luglio, incontrerò le forze produttive della nostra Regione
– ha spiegato Zingaretti - per discutere insieme forme e modalità della nostra
partecipazione e fare in modo che il Lazio sia da subito protagonista di questa
sfida”.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE; G.R. UMBRIA ISTITUISCE CABINA DI REGIA PER COORDINARE AZIONI E ATTIVITÀ |
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Perugia, 2
luglio 2013 - Ha lo scopo di assicurare un coordinamento politico a sostegno
delle azioni di internazionalizzazione, cooperazione e promozione la Cabina di
Regia per le azioni di internazionalizzazione dell´Umbria, istituita dalla
Giunta regionale. L´organismo, presieduto dalla Presidente della Regione
Umbria, Catiuscia Marini e di cui fanno parte gli assessori regionali allo
sviluppo economico, al turismo e cultura ed all´agricoltura, si avvarrà per i
compiti attuativi di un apposito Tavolo tecnico di coordinamento per integrare e raccordare le strutture regionali
e le Agenzie che, a vario titolo,
hanno competenze in materia di
internazionalizzazione e per avanzare proposte. Le politiche di
internazionalizzazione hanno infatti assunto una importanza crescente nel
favorire lo sviluppo economico dei sistemi produttivi e territoriali, in
particolare per quanto riguarda sostegno
all´export, attrazione di investimenti esteri e
internazionalizzazione dei processi produttivi e dei canali distributivi. L´obiettivo è di compiere un salto di qualità, partendo
dalle esperienze concluse o in corso per rendere più efficaci le azioni da attuare avvalendosi di modelli
condivisi e strutturati, finalizzati all´integrazione operativa, ad un
approccio metodologico comune, alla razionalizzazione della spesa e
all´utilizzo degli strumenti, con particolare riferimento ad alcuni grandi
progetti e azioni di sistema guidati dalla Regione. Ciò anche per favorire la
coerenza e la complementarietà tra l´iniziativa dello Stato e quella delle
Regioni e dei diversi attori territoriali, in quanto cooperazione allo
sviluppo ed internazionalizzazione
economica, entrambi interessati da articolati processi di trasformazione dettati
dalla globalizzazione, devono convergere
per produrre efficaci sinergie operative. Per contribuire a promuovere
l´internazionalizzazione del sistema Umbria risulta dunque necessario un
approccio più integrato con l´obiettivo di cogliere con maggiore tempestività
le opportunità per l´intero sistema economico regionale provenienti dai mercati
esteri. Infatti la struttura del sistema economico regionale impone di
individuare politiche di coordinamento e di rete che favoriscano percorsi di
aggregazione funzionale, di innovazione del prodotto, nell´ambito di una
adeguata strategia di marketing territoriale. Ciò in coerenza con le misure
previste nell´ambito del "Programma Triennale per la crescita,
l´innovazione e la competitività del Sistema Produttivo Regionale",
finalizzate a favorire la competitività
dell´Umbria, concentrando
prioritariamente iniziative e risorse su realtà che esprimono al meglio
un potenziale di internazionalizzazione.
La cabina di regia potrà inoltre concorrere
alla realizzazione di un approccio innovativo alla cooperazione allo sviluppo
che, accanto alla lotta contro la povertà e alle azioni di solidarietà nelle
emergenze umanitarie, si
ponga il problema di come collaborare con paesi che sono diventati in questi anni
attori e potenze globali o con aree, come il Mediterraneo, cruciali per i
destini europei. A questo proposito va ricordato come nel rapporto positivo tra
Regioni, Mae e Mise siano state già realizzate
esperienze innovative, tra queste l´ultima generazione di programmi di
cooperazione decentrata messi in campo dal Mae (l´Umbria è capofila di Brasil
Proximo, partner di Fosel-argentina e molto attiva in Medio Oriente con il
progetto Camera Arbitrale Palestinese e la partecipazione al Programma di
Sostegno alle Municipalità Palestinesi-psmp), l´esperienza degli Accordi di Programma
Quadro (Apq) per le Aree dei Balcani e del Mediterraneo, a cui l´Umbria ha partecipato con il Progetto Futuro Contemporaneo, sulla
conservazione dell´arte contemporanea, con il coinvolgimento di partner di
Serbia, Montenegro, Bosnia e Macedonia,
è stata partner di un progetto (Prices) di assistenza in agricoltura in Serbia
e di un progetto (Archeogiordania) di valorizzazione di siti archeologici ed il
Programma Mae-regioni-cina (l´Umbria è capofila del Progetto sulla sicurezza
dei prodotti alimentari e partner di quello su restauro e valorizzazione dei
beni culturali e sull´attrazione dei
flussi turistici-Travel).
La Regione
e le sue Agenzie attualmente gestiscono
una pluralità di azioni a sostegno della
internazionalizzazione dell´Umbria, sia
in materia di cooperazione allo
sviluppo, di supporto all´export ed ai più generali processi di
internazionalizzazione delle imprese, di promozione turistica, di marketing
territoriale, di relazioni istituzionali, di progetti di cooperazione
finanziati dalla Ue etc. Con
l´istituzione della Cabina di regia e del Tavolo tecnico verrà messa a sistema
la complessa rete di relazioni, connesse
attività ed relativi attori.
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TOSCANA: NON CI PUÒ ESSERE RIFORMA DELLE ISTITUZIONI SENZA UN SENATO FEDERALE |
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Pontedera
(Pi), 2 luglio 2013 – Bene le Unioni e
fusioni di Comuni. Vada per la riforma delle Province, ma che ci sia anche il
superamento del Senato con la creazione di una Camera delle autonomie, “madre
di tutte le riforme”. L’assessore alla presidenza e al rapporto con gli enti
locali Vittorio Bugli approfitta dell’incontro tra le Unioni di Comuni che si è
svolto il 28 giugno a Pontedera per
parlare anche del Senato federale. Un passaggio imprescindibile, secondo
l’amministratore regionale.
“Se
vogliamo una riforma che davvero funzioni, questa deve essere completa – spiega
-, con un ragionamento complessivo che parta dall’alto”. “Una riforma in cui
anche le Regioni – ammette l’assessore – non è detto che rimangano quelle che
sono oggi: in fondo ce ne sono alcune che sono più piccole della provincia di
Firenze”.
“Su questo
la Toscana deve fare una battaglia di innovazione e di ritrovato rapporto tra
cittadini e istituzioni – conclude Bugli – Una battaglia condotta in modo
unitario fra le istituzioni, ovvero Regione e Comuni, e la società
rappresentata dalle sue organizzazioni sociali”.
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LA CALABRIA AL FORUM “LE REGIONI D’ITALIA PER EXPO MILANO 2015” |
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Catanzaro,
2 luglio 2013 - La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi ha
partecipato ieri mattina al forum “Le
Regioni d’Italia per Expo Milano 2015”. Alla riunione organizzata a Milano
presso la sede della Regione Lombardia, si è discusso del ruolo delle Regioni,
delle modalità per la loro partecipazione all’evento e dei programmi che esse
potranno esporre per valorizzare le proprie eccellenze.
“L’expo
Milano 2015 è un evento fondamentale per la ripresa economica dell’Italia – ha
affermato la Vicepresidente Stasi - e la Regione Calabria vuole esserci da
protagonista. L´incontro di oggi a Milano, concreto nei contenuti, è servito
per avviare un coordinamento tra Conferenza delle Regioni, Padiglione Italia,
Governo ed Expo. L’obiettivo è quello di costruire un modello dei sistemi
regionali dentro un format che sia in grado di rappresentare la nazione intera attraverso
tutti i sistemi regionali integrati tra di loro. È intenzione del Presidente
Scopelliti avviare, già dalla prossima settimana, un´azione coordinata tra i
diversi dipartimenti regionali ed i territori provinciali, ma anche con il
mondo delle categorie produttive, economiche e sociali. Sarà necessario fare
rete tra i privati per preparare pacchetti di incoming competitivi”.
“I numeri
di Expo sono straordinari – continua la Vicepresidente Stasi - e dei 20 milioni
di visitatori previsti, molti potranno essere attratti da una terra
interessante come la Calabria. Turismo, dunque, ma anche cultura,
enogastronomia, occasioni di internazionalizzazione e possibilità di attrarre
investimenti, per un rilancio della politica industriale regionale. L´idea è riuscire
a radicare l´evento Expo anche nella Regione Calabria, attraverso un lavoro di
preparazione in questi 18 mesi che ci separano dall´evento ed una fase Expo
vera e propria durante i sei mesi di esposizione. Il tutto – conclude la
Vicepresidente della Regione Antonella Stasi – con un lavoro successivo post
evento per portare a patrimonio quanto investito che, siamo convinti, darà un
contributo alla crescita del nostro territorio”.
A margine
della riunione, la Vicepresidente Stasi, accompagnata dal Dirigente Generale
del Dipartimento Agricoltura Zimbalatti, ha visitato lo “Spazio
Calabria”inaugurato in via Broletto lo scorso 20 giugno, ed ha ammirato la
mostra di artisti calabresi dal titolo “Azzurro Tempo Lustrale”, in esposizione
fino al 31 luglio, apprezzandone “l’eleganza e la sobrietà in un contesto
positivo per veicolare bene l’immagine della Calabria”.
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AVVIATI I TAVOLI TECNICI REGIONE CALABRIA-PARTENARIATO PER CONDIVIDERE PRIORITÀ E RISULTATI ATTESI DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE 2014-2020 |
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Catanzaro,
2 luglio 2013 - La Regione ha concluso i due giorni di confronto con il
Partenariato Istituzionale ed Economico Sociale sugli obiettivi della nuova
programmazione dei fondi europei 2014-2020. Quattro sono stati i Tavoli di
discussione che si sono svolti nelle giornate del 27 e 28 giugno , a Catanzaro,
nella sede del Comalca (Consorzio mercato agricolo alimentare Calabria). I
quattro gruppi tecnici hanno affrontato altrettanti temi individuati come
prioritari dai documenti elaborati in sede comunitaria e nazionale: lavoro e
competitività, ambiente, qualità della vita e inclusione sociale, istruzione e
formazione. Il confronto è stato coordinato da Paola Rizzo, Autorità di
gestione del Por Calabria Fesr 2007/2013. Tra i rappresentanti della Regione
intervenuti alla due giorni: Bruno Calvetta, Autorità di gestione del Por
Calabria Fse 2007/2013; Maurizio Nicolai, Autorità di gestione del Psr
Calabria; Massimiliano Ferrara, dirigente generale Dipartimento Cultura Regione
Calabria; Luigi Zinno, direttore del Nucleo regionale di valutazione e verifica
degli investimenti pubblici. Tra le indicazioni emerse dal confronto con gli
esponenti del Partenariato, la necessità di concentrare le risorse su pochi
obiettivi concretamente realizzabili, con un’attenta valutazione già in questa
fase dei risultati attesi. “Puntiamo all’elaborazione di un programma – ha
affermato l’Assessore regionale alla Programmazione Nazionale e Comunitaria
Mancini – che sia il più operativo e concreto possibile, identificando poche
priorità che riescano ad attrarre risorse consistenti in modo da far crescere
la Calabria nel panorama nazionale e comunitario”. Per vincere questa sfida è
“centrale la condivisione con il Partenariato, e attraverso di esso con i
cittadini calabresi – ha sottolineato l’Assessore – delle strategie di sviluppo
regionale da mettere in campo nella nuova programmazione 2014-2020”. Il
confronto con gli esponenti del Partenariato Istituzionale ed Economico
Sociale, che hanno partecipato in maniera molto diffusa e collaborativa al
dialogo attivato con i Tavoli, proseguirà nelle prossime settimane con
approfondimenti tematici e contributi scritti dei partner, in modo da arrivare
in tempi brevi alla predisposizione del Documento di orientamento strategico,
che rappresenterà la base per la scrittura dei nuovi Programmi operativi per la
Calabria.
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SARDEGNA, PROVINCE - CAPPELLACCI, CON ABROGAZIONE RISPETTA VOLONTÀ POPOLARE |
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Cagliari,
2 luglio 2013 - "L´abrogazione delle province rispetta la volontà popolare,
espressa in maniera netta ed inequivocabile con il voto referendario". Lo
ha dichiarato il 28 giugno il presidente Ugo Cappellacci al termine del voto
sulla legge che costituisce l´atto finale delle cosiddette nuove province.
"Spiace
- ha aggiunto Cappellacci - che ancora una volta si registrino resistenze ad un
processo di cambiamento, che non può essere fermato, e che alcune forze
politiche siano ancora concentrare nella conservazione del quadro esistente e
di antiche rendite di posizione. Con il voto di oggi invece la Sardegna si
conferma antesignana di un percorso innovativo che a livello nazionale é stato
solo annunciato e mai realizzato. L´abrogazione delle province apre la strada -
ha concluso il presidente - ad un nuovo protagonismo di quei Comuni che sono da
sempre il primo punto di riferimento del cittadino".
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MARCHIO "CAMPANIA": PIÙ COMPETITIVI SUL PIANO INTERNAZIONALE |
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Napoli, 2
luglio 2013 - "La Campania sarà un marchio registrato: questo strumento ci
permetterà di difendere l’identità culturale, territoriale e produttiva della
nostra regione e di perseguire nuove strade in termini di promozione e sviluppo
sociale ed economico. Rendendo la nostra regione più riconoscibile ad ogni
livello, saremo maggiormente in grado di competere su scala europea ed
internazionale. L´utilizzo del marchio Campania, infatti, avverrà non solo in
Italia ma principalmente nei mercati internazionali allo scopo di tutelare i
produttori campani e le piccole e medie imprese che operano in settori di
eccellenza ed alta qualità."
Così
l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello
sulla delibera di Giunta che approva la registrazione del marchio
"Campania".
"Il
marchio Campania rappresenta una prima
risposta alla necessità di aggredire le problematiche in materia di
contraffazione emerse negli ultimi anni. Vogliamo tutelare le nostre produzioni
che necessitano di essere accomunate sotto un marchio unico per valorizzarne la
qualità, certificandone al contempo la provenienza.
"Il
marchio rappresenterà l’intero sistema della Regione Campania, a partire dal
nostro patrimonio culturale, territoriale e produttivo, e costituirà un fattore
importante per comunicare l’identità regionale in Italia e all’estero",
conclude Martusciello.
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PROVINCE E UNIONI, TOSCANA: RAFFORZARE INTANTO GLI AMBITI CHE ESISTONO |
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Pontedera
(Pi), 2 luglio 2013 Rafforzare intanto gli ambiti che esistono e che ci sono da
trent’anni, luoghi in cui Regione e Comuni possono parlarsi. Quelli, tanto per
esser chiari, delle vecchie associazioni intercomunali disegnate da Bartolini
nel 1984. E con quei territori, con quegli ambiti o Unioni, una volta che il
Parlamento indicherà chiaramente come verranno superate le Province, creare un
sistema virtuoso per svolgere insieme alcune funzioni, in un gioco di sponda
tra Regione e territori o tra aree vaste e territori. E’ un po’ questa la
risposta dell’assessore alla presidenza e al rapporto con gli enti locali
Vittorio Bugli alle Unioni di Comuni che si candidano a ricevere le deleghe che
sono oggi delle Province (quando le Province non ci saranno più), per mantenere
un livello di prossimità per alcuni servizi: almeno alcune deleghe,
dall’agricoltura ai trasporti, dall’edilizia scolastica al lavoro.
La
candidatura è stata riproposta il 28 giugno da Simone Milozzi, sindaco di Pontedera e
presidente dell’Unione Valdera, nel corso di un incontro con altre Unioni di
Comuni, che in Toscana sono venticinque e in crescita. Teoricamente dal 1
gennaio del prossimo anno le Province scompariranno.
Ma non è
chiaro cosa accadrà dopo. Manca ancora la legge. E per questo l’assessore della
Toscana Vittorio Bugli invita ad un atteggiamento pragmatico per il momento.
“Non conosciamo lo scenario che uscirà dal Parlamento: dire o progettare ora
rischia di essere inutile – spiega -. Meglio allora per adesso rafforzare gli
ambiti che già abbiamo. Sia che le Province vengano eliminate e le deleghe
tornino tutte alla Regione, sia che il Parlamento scelga come riferimento le
aree vaste, quegli ambiti rafforzati saranno un lavoro utile e porterà bene,
garantendo un presidio essenziale”. “L’importante – raccomanda – è non
aggiungere altri ambiti”.
Difficile
pensare ad un nuovo ente intermedio – Forse alle Unioni non potranno essere
dati le deleghe come si faceva con le Province. “Non so se la legge che uscirà
dal Parlamento lo permetterà – dice Bugli -. Soprattutto non penso che siamo
nella fase in cui si possa abolire un ente intermedio per crearne un altro.
L’importante allora è trovare, in un gioco di sponda, il sistema migliore per
svolgere al meglio certe funzioni e servizi lavorare insieme Comuni e Regione ”.
“E’ chiaro
– spiega meglio l’assessore – che su alcune questioni più di grande scale e già
in parte delineate, come l’acqua e i rifiuti o il trasporto pubblico locale, la
Regione deve avere un ruolo non solo legislativo. Ci sono però altre funzioni
che richiedono, per essere svolte, una presenza sul territorio e che più che di
deleghe hanno bisogno di pratiche quotidiane di gestione ottimale”. Scenari e
modelli da definire in funzione del risultato. “L’obiettivo – chiarisce Bugli –
è infatti che una strada o una scuola venga fatta e venga fatta presto e bene e
non chi ha la delega. Insieme, Comuni e Regione, dobbiamo trovare il sistema
migliore perché questo avvenga”.
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FVG, COSTI POLITICA: NO INDENNITÀ AMMINISTRATORI UNIONI COMUNI |
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Trieste, 2
luglio 2013 - Su indicazione dell´assessore alle Autonomie
locali,
Paolo Panontin, la Giunta regionale ha approvato un
emendamento
al disegno di legge di assestamento del bilancio con
il quale
si prevede che agli amministratori delle Unioni montane
e delle
Unioni di Comuni non sia attribuito alcun compenso, a
decorrere
dal 1 gennaio di quest´anno.
Duplice
l´intento del provvedimento: rispondere al principio del
contenimento
dei costi della politica e, parallelamente, recepire
precise
disposizioni statali.
Con questa
norma, che ora sarà portata all´attenzione del
Consiglio
regionale, scatta di fatto il divieto di cumulo di
gettoni,
indennità o emolumenti. Gli amministratori che già
percepiscono
un compenso per l´attività svolta nel proprio ente
locale non
ne riceveranno più uno aggiuntivo legato al loro
operato in
senso alle Unioni di Comuni.
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TOSCANA: UNIONI E FUSIONI DI COMUNI NON SONO ALTERNATIVI MA COMPLEMENTARI |
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Pontedera
(Pi), 2 luglio 2013 - Fusioni di Comuni alternative alle Unioni? Dall’incontro
tra le Unioni di Comuni della Toscana che c’è stato stamani a Pontedera il coro
è unanime: non si tratta di modelli alternativi ma complementari. Una strada
necessaria per far ripartire gli investimenti, perché i bilanci degli enti
locali sono quelli che sono, le risorse sempre meno e i lacci del patto di
stabilità ben noti. Una strada per certi aspetti sempre più obbligata: dal 1
gennaio 2014 i comuni sotto 5.000 abitanti (3.000 per quelli montani) saranno
infatti costretti a gestire assieme tutte le funzioni. “Una rivoluzione”
ammette l’assessore Bugli.
Oggi le
Unioni di Comuni in Toscana sono venticinque. Un’altra, quella del Valdarno
inferiore, si sta costituendo. Quella più grande, 14 comuni e più di 120 mila
abitanti, è quella della Valdera, nata cinque anni fa. Enti intermedi senza
alcun costo aggiuntivo per la politica, che coinvolgono 156 comuni su 287 (ed
un quarto della popolazione toscana), più di quelli che sarebbero al momento
obbligati a farlo. Strumenti di fatto per gestire meglio (e risparmiando)
alcuni servizi, con personale tutto dei Comuni che le compongono.
“Il lavoro
che come Regione abbiamo messo in agenda per i prossimi mesi – spiega
l’assessore della Toscana al rapporto con gli enti locali, Vittorio Bugli – è
quello di un monitoraggio attento su come queste Unioni di Comuni, per tre
quarti nate dalle ceneri delle ex Comunità montane, stanno funzionando. Ed
aiutarle a decollare, se necessario”.
Ci sono
poi le fusioni di Comuni, anch’esse in crescita. Sei referendum ci sono già
stati. Forse altri otto ci saranno la prima domenica di ottobre. Altri ancora
ne ragionano. “Il prossimo anno potremmo avere – conta Bugli – dieci nuovi
Comuni al posto di più di venti”. E due di questi riguardano proprio la
Valdera: Lari e Casciana Terme da una parte e Palaia, Peccioli e Capannoli
dall’altra.
La Regione
Toscana incentiva oggi le fusioni con 250 mila euro l’anno di maggiori
contributi per cinque anni, fino ad un massimo di un milione per unione. A
questi si aggiunge un quinto in più dei trasferimenti statali che gli stessi
Comuni potevano vantare nel 2010 e soprattutto tre anni di esenzione dal patto
di stabilità.
“Chiaramente
è una spinta che può aver convinto alcuni più dubbiosi – annota l’assessore –
Ma non ci si unisce solo per denaro: altrimenti, come tutti i matrimoni,
durerebbero ben poco”.
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BILANCIO, ASSESSORE LIGURIA A GOVERNO: “AUSPICHIAMO CANCELLAZIONE DEL PATTO DI STABILITÀ PER I COMUNI TRA I 1000 E 5000 ABITANTI“ LIGURIA ALLEGGERISCE PATTO DI STABILITÀ, PREVISTI 53 MILIONI DI INVESTIMENTI |
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Genova, 2
luglio 2013 - "Auspichiamo la cancellazione del patto di stabilità per i
Comuni tra i 1000 e i 5000 abitanti perché lo riteniamo un metodo punitivo per
le amministrazioni e le economie del territorio". Nel giorno in cui in
Giunta passa, come per gli anni precedenti, lo sblocco di 53 milioni di euro di
spazi di patto a disposizione degli Enti locali per effettuare nuovi
investimenti, l´assessore al bilancio, Pippo Rossetti si scaglia contro il
Governo e il patto di stabilità "che mette a rischio i bilanci dei piccoli
Comuni". Nel frattempo, con la regionalizzazione del patto di stabilità,
la Giunta regionale aumenta la capacità di spesa degli Enti locali liguri, per
53 milioni di euro, dopo i precedenti "sfori" del 2011 e del 2012 in
cui gli Enti locali liguri avevano potuto autorizzare pagamenti.
Da questa
nuova boccata di ossigeno saranno interessate, oltre alle 4 Province, per le
quali sono stati autorizzati pagamenti per 9,3 milioni di euro, 84 piccoli
Comuni tra i 1.000 e i 5.000 abitanti che, per la prima volta, potranno
usufruire della regionalizzazione del patto per un ammontare complessivo di 14
milioni di euro. Coinvolti anche 51 grandi Comuni, compresi i Comuni capoluogo
di provincia, ai quali verranno messi a disposizione 30 milioni di euro.
"Nonostante le difficoltà di bilancio e l´ulteriore diminuzione della
capacità di spesa regionale di 182 milioni nel 2013 rispetto al 2012 – spiega
Rossetti - abbiamo voluto dare un aiuto ai Comuni e alle Province, ma
auspichiamo la cancellazione del patto di stabilità per i Comuni tra i 1000 e i
5000 abitanti perché lo riteniamo troppo punitivo per le amministrazioni e le
economie. Con questa nuova possibilità di spesa approvata oggi dalla Giunta, le
cui modalità di distribuzione tra i Comuni sono state condivise con Anci , Upi
e deliberate dal Consiglio delle autonomie locali, intendiamo favorire gli
investimenti su tutto il territorio regionale e mettere in moto iniziative già
programmate che correvano il rischio di essere stoppate, salvaguardando il
principio di virtuosità tra i Comuni". In questa nuova distribuzione di
spazi di spesa la Giunta regionale ha voluto privilegiare i fondi comunitari
Por – Fesr del programma operativo regionale 2007-2013 per evitare
definanziamenti. Le risorse in questione saranno per lo piu´ destinate a
interventi di tipo strutturali, riguardanti in particolare il recupero di beni
architettonici e museali. Tra i piu´ significativi: la ristrutturazione di
Villa Sauli Podestà nell´ambito del parco del basilico a Genova, il castello
Fieschi a Senarega all´interno del Parco dell´Antola, Villa Serra di Comago a
Genova, il castello Doria nel Comune di Vernazza, i Forti lungo il tratto della
via Francigena a S. Stefano Magra, il castello dei Fieschi Doria Malaspina a S
Stefano D´aveto, Villa Tigullio a Rapallo, Villa Spinola nel Comune di Lavagna,
il Museo Navale a Imperia, il castello dei Doria a Dolceacqua, il Museo della
Filigrana a Campoligure. Gli investimenti previsti, per oltre 50 interventi,
dovranno essere effettuati entro il 2013.
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ECCO I NUMERI DELLE AUTO DI SERVIZIO PRESSO LA REGIONE PUGLIA |
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Bari, 2
luglio 2013 - L’assessore al Bilancio e agli Affari generali, Leonardo di
Gioia, ha diffuso la seguente precisazione per quanto riguarda i mezzi in dotazione alla Giunta ed
agli assessorati, mentre il Consiglio è gestito autonomamente. “Le “auto di
rappresentanza” (ad uso esclusivo, con autista) sono 16 e si tratta di Alfa
Romeo “Giulietta” di cilindrata 1.4 a noleggio utilizzate da Presidenza,
assessori, Delegazione Romana, Presidente Comitato Protezione Civile”. Nessuna
di esse ha i vetri oscurati. Le “auto di servizio” (utilizzate secondo
necessità da tutti i dipendenti nell’espletamento dei compiti d’ufficio) sono
12 Fiat Punto di cilindrata 1.3 a noleggio. Esistono poi alcuni mezzi speciali
utilizzati dal Servizio foreste o per il soccorso. Fra il 2012 ed il 2013 sono
state eliminate – rottamandole - 7 vetture di proprietà e 7 a noleggio (fra le
quali l’unica di cilindrata superiore a 1.4) ed il carburante è stato
budgettizzato per ridurre i costi al 50% rispetto alla spesa 2011. E’ in corso
di redazione una nuova delibera di giunta regionale per ulteriori misure di
contenimento costi per le vetture.
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PIEMONTE IN CIFRE: L´ANNUARIO STATISTICO REGIONALE 2013 |
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Torino, 2
luglio 2013 - Mercato del lavoro,
popolazione, istruzione, indicatori economici, commercio estero, anagrafe delle
imprese, credito, turismo: questi alcuni degli ambiti d’indagine analizzati
nella ventunesima edizione di “Piemonte in Cifre”, l’Annuario Statistico
Regionale realizzato da Unioncamere Piemonte. Da oggi i dati aggiornati sono on
line sul sito www.Piemonteincifre.it, che raccoglie le principali statistiche
socio-economiche a livello regionale e provinciale, con l’obiettivo di far
conoscere il territorio piemontese sotto diversi e complementari punti di
vista. “L’annuario Statistico Regionale ‘Piemonte in Cifre’, fiore
all’occhiello della collana editoriale di Unioncamere Piemonte da oltre un
ventennio, si colloca nell’ambito delle attività di osservazione e studio
dell’economia locale, che rappresentano un punto fondamentale della mission del
sistema camerale. È solo disponendo di informazioni statistiche attendibili e
puntuali, infatti, che la Pubblica Amministrazione, insieme a tutti gli
operatori economici, sociali e culturali, può programmare in maniera efficace
le proprie politiche, affidandosi a parametri certi - sottolinea il Presidente
di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. Dai dati emerge come il
Piemonte resista grazie all´export, ma con una dinamica di crescita rallentata,
che, insieme alla flessione della produzione industriale e dell’occupazione, rende
sempre più urgenti interventi strutturali a sostegno della crescita”.
Popolazione
-
In base ai
dati parziali del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni,
al 9 ottobre 2011 la popolazione residente in Piemonte - costituita dalle persone
che vi hanno dimora abituale - ammonta a 4.363.916 abitanti, dei quali
2.258.928 donne (il 51,8%) e 2.104.988 maschi. La popolazione censita si
distribuisce per oltre la metà nella provincia di Torino (2.247.780 residenti,
pari al 51,5% del totale regionale), per il 13,4% a Cuneo (586.378 unità), per
il 9,8% ad Alessandria (427.229 unità), per l’8,4% a Novara (365.559 residenti)
e per il 17,0% nelle altre province. Rispetto al 2001, quando la popolazione
era pari a 4.214.677 residenti, l’incremento è del 3,5%, risultato dell’aumento
registrato dalla sola componente straniera. Infatti, nel decennio
intercensuario la popolazione piemontese di cittadinanza italiana è diminuita
di quasi 100mila individui (99.707, per un calo del 2,4%) mentre quella straniera
è cresciuta di 248.946 unità. In base agli ultimi dati diffusi dall’Istat il 25
giugno 2013, la popolazione residente in Piemonte al 31 dicembre 2012 ammonta a
4.374.052 abitanti.
Mercato
del lavoro -
In base
alla “Rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat, gli effetti negativi della
fase recessiva che ha colpito l’area Euro hanno provocato, nel 2012, un
ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro: i dati
riferiti alla media dell’anno mostrano come gli occupati in Piemonte ammontino
a 1.846mila, oltre 21mila unità in meno rispetto al 2011 (-1,1%). Il tasso di
occupazione della popolazione in età 15-64 anni risulta pari al 63,8%, oltre
mezzo punto percentuale in meno rispetto al 2011. Il calo dell’occupazione ha
riguardato in misura maggiore la componente maschile (-1,3%) rispetto a quella
femminile (-1,0%). Il tasso di occupazione maschile, che nel 2011 aveva
raggiunto la quota di 71,5 punti percentuale, è sceso nel 2012 al 70,7%, mentre
quello femminile è sceso dal 57,2% al 56,9%: la differenza tra i generi,
quindi, è diminuita. Il calo dell’occupazione scaturisce dalle flessioni delle
unità lavorative registrate in tutti i settori e, in particolare,
nell’agricoltura e nell’industria. Parallelamente alla contrazione
dell’occupazione, il 2012 registra un consistente aumento delle persone in
cerca di occupazione (+21,3%), che sono passate da 154mila a 187mila unità. Il
tasso di disoccupazione è passato dal 7,6% del 2011 al 9,2% del 2012. Le
difficoltà che continuano a caratterizzare il mercato del lavoro piemontese
sono testimoniate anche dal massiccio ricorso delle imprese piemontesi agli
ammortizzatori sociali: le ore complessivamente concesse di Cassa integrazione
guadagni nel 2012 ammontano, infatti, a oltre 143,1 milioni.
Istruzione
-
Nel mondo
dell’istruzione piemontese si contano, nell’anno scolastico 2011-2012, 590.859
studenti tra scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e Ii grado
(compresi i 13.254 allievi dei percorsi di istruzione e formazione
professionale, i cosiddetti Iefp, che, a partire dall’anno scolastico 2011-2012
sono diventati ordinamentali); di questi 71.859, pari al 12,2%, sono stranieri.
L’incidenza maggiore, compresa tra i 13 e i 14 punti percentuale, si riscontra
nella scuola primaria e in quella dell’infanzia, dove si collocano gli
stranieri di seconda generazione, che crescono e studiano nel nostro Paese. Dai
dati sugli indirizzi scolastici delle scuole superiori emerge come il 33,1%
degli alunni frequenti un istituto tecnico, il 46,6% il liceo e il 20,3% un
istituto professionale. Gli Atenei piemontesi contano, nell’anno accademico
2011-2012, 103.474 iscritti: quasi 5mila in più rispetto all’anno accademico
precedente. Nell’anno solare 2011 i laureati presso gli Atenei piemontesi sono
stati quasi 18mila, in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente.
Indicatori
economici -
Secondo le
ultime stime elaborate da Prometeia, nel 2012 il Pil ha registrato, rispetto al
2011, una flessione del 2,4% a livello nazionale (variazione a prezzi costanti)
e una diminuzione del 2,3% a livello piemontese. Ciononostante, il Piemonte
continua a mantenere pressoché invariato il suo contributo alla formazione
della ricchezza nazionale, producendo, con 125.410 milioni di euro, l’8,0% del
Pil italiano. Dal confronto con le altre regioni, effettuato considerando il
valore aggiunto per unità di lavoro, emerge che il Piemonte, con 58.869 euro
per unità di lavoro, si colloca al di sotto del valore nazionale (59.051 euro),
occupando l’8° posto della classifica italiana, con la Lombardia (68.340 euro)
e il Lazio (64.229 euro) nelle prime due posizioni. Dal punto di vista
settoriale, sono i servizi a creare, nel 2012, il 70,7% del valore aggiunto
regionale; l’industria contribuisce con una quota del 27,7%, mentre è pari
all’1,6% il contributo dell’agricoltura.
Commercio
estero -
Nel 2012
il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 39,7 miliardi di euro,
registrando un incremento del 2,9% rispetto al 2011. Le importazioni hanno
manifestato, al contrario, una dinamica negativa (-8,6%) attestandosi sui 26,6
miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale piemontese si mantiene,
pertanto, attivo per 13,1 miliardi di euro, in crescita rispetto al valore del
2011 (9,6 miliardi di euro). L’incremento realizzato dalle esportazioni
regionali risulta inferiore al dato medio nazionale (+3,7%); il Piemonte si
conferma, anche nel 2012, la quarta regione esportatrice, con una quota del
10,2% dell’export complessivo italiano. La crescita dell’export piemontese non
ha interessato tutti i comparti. La meccanica, primo settore delle esportazioni
piemontesi con una quota pari al 21,1%, ha incrementato le vendite oltre
confine segnando un +8,4%. Il comparto dei mezzi di trasporto, che genera il
20,3% dell’export regionale, ha invece registrato una flessione pari al -3,7%,
frutto della diminuzione dell’export di autoveicoli (-4,3%) e della
componentistica autoveicolare (-5,1%). Particolarmente brillante è apparsa la
performance del settore dei metalli e prodotti in metallo (terzo per importanza
sulle esportazioni complessive), che ha registrato un aumento del 12,5%.
Superiore alla media regionale anche l’incremento registrato dal comparto
alimentare (+5,6%), mentre il tessile-abbigliamento ha manifestato una lieve
flessione delle vendite oltre confine (-0,7%). Il principale bacino di
riferimento risulta, anche nel 2012, l’Ue 27, che convoglia il 58,9%
dell’export regionale, contro il 41,1% destinato ai mercati extra-Ue 27.
Anagrafe
delle imprese -
Nel 2012
sono nate 28.904 aziende in Piemonte; considerando le 30.834 cessazioni (al
netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è negativo per 1.930 unità, dato
che porta a 461.564 lo stock di imprese complessivamente registrate a fine
dicembre 2012 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi.
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di
crescita del -0,41%, inferiore rispetto a quello del 2010 (+0,18%) e in
controtendenza rispetto alla media nazionale (+0,31%). A fine 2012 sono 746.874
gli imprenditori in Piemonte, dei quali 54.054 di nazionalità straniera: a
fronte della flessione di 1,7 punti percentuale registrata per il complesso
dell’imprenditoria, la componente straniera ha registrato un nuovo incremento,
passando dal 7,0% del 2011 al 7,2% di fine 2012.
Credito -
Nel 2012,
sul territorio piemontese operano 27 banche, per un totale di 2.662 sportelli
diffusi su tutto il territorio regionale, 47 in meno rispetto a fine 2011. Alla
stessa data, gli impieghi complessivi erogati dalle imprese bancarie a soggetti
non bancari ammontano a 118.422 milioni di euro, di cui oltre il 45% è rivolto
a società non finanziarie e poco meno del 32% alle famiglie consumatrici. I
depositi bancari di tipo tradizionale raggiungono quota 97.921 milioni di euro.
Nel 2012, i finanziamenti oltre il breve termine sono stati destinati per il
36% all’acquisto di immobili, per l’11% ad investimenti in costruzioni, per il
10% a investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e prodotti
vari, mentre il restante 43% è riservato ad altre destinazioni.
Turismo -
Nel 2012
il numero di turisti giunti in Piemonte per trascorrervi almeno una notte ha
raggiunto la soglia dei 4.276.635, per un incremento dello 0,7% rispetto al
2011; le presenze turistiche, giunte a 12.414.608 unità, hanno invece
registrato una diminuzione del 3,4%. La disaggregazione delle dinamiche
complessive per provenienza dei turisti rivela come le componenti italiana e
straniera abbiano registrato tendenze opposte: il turismo nazionale, con una
quota del 58,7% delle presenze e del 41,3% degli arrivi, ha registrato una
diminuzione in entrambe le voci (rispettivamente -13,5% e -7,9%); il turismo da
oltre confine rileva, invece, un incremento sia degli arrivi (+19,9%) che delle
presenze (+16,0%). La Germania si conferma primo Paese di provenienza dei
turisti stranieri, con il 10,2% delle presenze complessive, in crescita del
10,1% rispetto al 2011. La disaggregazione territoriale dei flussi turistici
mostra come l’Atl di Torino rappresenti la meta prediletta dai turisti
italiani, mentre la quota maggiore dei turisti stranieri si dirige verso il
Distretto Turistico dei Laghi. Quanto all’offerta turistica, tra il 2011 e il
2012 il numero degli esercizi turistici in Piemonte è passato da 5.292 a 5.536,
per un parallelo aumento dei posti letto dai 185.754 ai 189.101.
Quadro
Statistico Complementare -
L’edizione
2013 dell’Annuario Statistico Regionale viene affiancata per il settimo anno
consecutivo dal Quadro Statistico Complementare (disponibile on line sul sito
www.Piemonteincifre.it), che raccoglie informazioni provenienti da fonti
autorevoli della statistica non ufficiale: vi trovano spazio informazioni
tratte da indagini congiunturali e da rilevazioni ad hoc, insieme a previsioni
macroeconomiche. Le sezioni che lo compongono sono dedicate a imprese,
congiuntura, economia e previsioni socio-economiche.
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GIUNTA REGIONALE APPROVA IL PIANO DI RIORDINO DEGLI ENTI LOCALI DEL VENETO |
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Venezia, 2
luglio 2013 - Ripensare il territorio
regionale secondo una logica di semplificazione dei livelli di governance e di
incremento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa. Queste
le coordinate principali del Piano di Riordino territoriale approvato nella
seduta odierna dalla Giunta Regionale del Veneto, su proposta dell’assessore al
bilancio e agli Enti Locali, Roberto Ciambetti.
“Il Piano
di riordino territoriale approvato oggi – spiega il 28 giugno l’assessore
Ciambetti –, è uno dei punti cardine della legge regionale n. 18 del 2012, con
la quale abbiamo dato avvio a un complesso ripensamento della geografia
amministrativa degli Enti locali. La frammentazione territoriale in Comuni
‘polvere’, infatti, non consente di soddisfare le esigenze primarie della
cittadinanza e non è più sostenibile sotto il profilo economico. Ma un
cambiamento tanto importante non si realizza seguendo esclusivamente logiche di
risparmio di spesa e imponendo obblighi di gestione associata: è un processo
che non si impone, ma si realizza attraverso la condivisione e nel rispetto dei
soggetti coinvolti, Comuni e cittadini in primis”.
“Obiettivo
della Legge regionale n. 18/2012 – prosegue l’assessore – è assicurare un più
efficiente esercizio delle funzioni e dei servizi comunali e tale norma, pur
prendendo le mosse dagli obblighi di gestione associata imposti dal legislatore
statale, mira a raggiungere traguardi di più grande respiro: non solo gestioni
associate ma anche efficienti, per dare risposte concrete ai bisogni di
amministratori e amministrati. ‘Riordinare’ il territorio significa ripensare
la geografia politica e amministrativa del Veneto, riducendo i livelli di
governance e favorendo la costituzione di Unioni di Comuni, la sottoscrizione
di convenzioni e, in quei territori nei quali già vi era una sensibilità a
riguardo, le fusioni dei comuni”.
In base
alla normativa nazionale, dal prossimo 31 dicembre ben 281 Comuni veneti
dovranno gestire in forma associata le funzioni fondamentali (gli obblighi
normativi di gestione associata incombono sui Comuni con popolazione inferiore
ai 5 mila abitanti, 3 mila in area montana) e il Piano di riordino introduce
una serie di linee guida e di incentivi economici per avviare questo processo.
Sono individuati criteri come il rispetto dell’ambito provinciale e la
contiguità territoriale, ma soprattutto si stabilisce che, nell’arco di un
triennio, gli attuali 11 livelli di governo locale, (Comuni, Province, Ipa,
Distretti socio sanitari, Distretti di polizia locale, Aziende Ulss, ecc.),
dovranno ridursi ad un massimo di
quattro. “Il Piano – precisa Ciambetti – pone infatti le basi per attuare la semplificazione degli
ambiti di governo del territorio, al fine di coniugare i risparmi di spesa con
una gestione efficace dei servizi comunali e delle funzioni fondamentali: non
solo efficienza, dunque, ma soprattutto efficacia”.
La
dimensione ottimale indicata per le forme associate è quella corrispondente
all’area geografica delle Unità Locali Socio Sanitarie, essendo ambiti
operativi già esistenti e riconosciuti. L’unione dei Comuni viene considerata
forma di gestione associata prioritaria: un vero e proprio ente locale, capace
di garantire una gestione stabile delle funzioni fondamentali. Non si pongono
limiti alle convenzioni, ma si favoriscono le Unioni attraverso una diversa
incentivazione economica.
Capitolo
importante del Piano, infatti è quello degli incentivi economici per i
Comuni avviano forme di gestione
associate, sia per i Comuni a ciò obbligati sia per quelli che scelgono
liberamente questa soluzione. Vengono individuati i destinatari e la tipologia
dei contributi, le condizioni generali e i requisiti, i criteri di
assegnazione, privilegiando, come detto, le fusioni e le Unioni di Comuni.
Infine,
sarà istituito un Registro Regionale delle forme di gestione associata la cui
funzione sarà quella di assicurare un costante monitoraggio delle realtà
locali, fornendo, nel contempo, una sorta di “certificazione” di quelle che
soddisfano i criteri e condizioni individuati dal Piano di riordino territoriale.
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LOMBARDIA.EXPO,MARONI EVENTO SIA VITTORIA PER TUTTO PAESE NELLA SEDE DELLA REGIONE NASCE CABINA REGIA GOVERNO-REGIONI |
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Milano, 2
luglio 2013 - Una riunione operativa per
imprimere un
salto di
qualità nelle azioni da compiere in vista
dell´esposizione
universale del 2015. E´ quella che si è svolta
ieri a Milano, a Palazzo Lombardia, alla presenza
di delegazioni
provenienti
da ogni regione d´Italia, esponenti del Governo (i
ministri
degli Affari regioni e Autonomie Graziano del Rio e
della
Coesione territoriale Carlo Trigilia e
il sottosegretario
alla
Presidenza del Consiglio, Maurizio Martina) e
rappresentanti
della società Expo (il commissario unico Giuseppe
Sala e il
commissario del Padiglione Italia Diana Bracco),
nonché
rappresentanti degli Enti locali, delle associazioni di
categoria
e degli sponsor e partner privati di Expo. Il vertice,
battezzato:
´Le Regioni d´Italia per Expo Milano 2015´, si è
chiuso con
il raggiungimento di un impegno importante: dare vita
ad una
´cabina di regia´ a quattro, fra Conferenza delle
Regioni,
Governo, Expo e Padiglione Italia per coordinare il
coinvolgimento
dei territori nell´evento del 2015 lavorando
secondo
quattro direttrici: la progettualità integrata sul
Padiglione
Italia, le azioni di sistema in campo turistico e
ricettivo,
lo sviluppo delle filiere regionali e il
possibileutilizzo
di fondi europei.
Regioni
Protagoniste - ´Da qui parte un cammino che vedrà le
Regioni
co-protagoniste di quello straordinario appuntamento che
è Milano
2015, una grande opportunità per tutti i territori, per
l´Italia e
non solo´. Così il Presidente di Regione Lombardia,
Roberto
Maroni, intervenendo alla conferenza stampa seguita alla
riunione
che qualche ora prima aveva aperto ricordando ´la
grande
occasione che offre l´esposizione universale´ e
auspicando
che ´fra Regioni, Governo e società possa essere
trovata
un´intesa che faccia di Expo una grande vittoria per
tutto il
sistema Paese´.
Sviluppo
Dei Cluster - Secondo Giuseppe Sala, l´appuntamento di
oggi è
servito non tanto per fare il bilancio di quanto fatto
fino ad
ora, quanto per disegnare ´il percorso dei prossimi
anni´.
Soprattutto rispetto alle Regioni e alle opportunità che
possono
cogliere. Il Commissario unico, ha fatto
notare che
solo in
termini di turismo, la manifestazione vale 5 miliardi.
´Vogliamo
portare 20 milioni di visitatori´, ha dichiarato
osservando
che ´bisogna fare in modo che chi viene, sappia che
oltre ad
Expo potrà fare tour culturali, eno-gastronomici e
paesaggistici´.
Da gennaio circa 60 Paesi inizieranno a
costruire
loro padiglioni, che non saranno raggruppati secondo
un
criterio geografico (tutti i Paesi africani, tutti gli
asiatici,
gli europei), ma in base a cluster tematici (tutti
quelli del
caffè, delle spezie, del cacao). Un modo, ha spiegato
Sala, ´per
esaltare le tipicità di ogni realtà. Un principio che
si
potrebbe estendere anche alle Regioni, valorizzando così le
nostre
filiere, come quella del vino, dell´olio, dei formaggi,
del pane.
L´impegno di tutti adesso - ha concluso
- è avviare
il tavolo
immediatamente, certamente prima delle vacanze
estive´.
Contenuti
Per Padiglione Italia - La ´casa´ delle Regioni in
Expo 2015
sarà nel Padiglione Italia. ´Fino ad oggi - ha
relazionato
Diana Bracco - abbiamo lavorato sul concept
costruendo
qualcosa di solido da proporre. Adesso dobbiamo
lavorare
insieme per riempirlo di contenuti´. Secondo la Bracco,
si ´deve
mettere in rete l´Italia. Non dimentichiamo mai che il
concept
sul quale è stato realizzato il Padiglione Italia - ha
fatto
notare - è quello del ´vivaio´. Un vivaio dedicato ai
giovani,
all´innovazione, alla creatività, alle start-up. Un
progetto
che guarda al futuro, mantenendo le radici ben piantate
nella
storia. Applicare il concetto tematico dei cluster alle
specificità
italiane, secondo Bracco ´è uno sbocco quasi
naturale,
che esalta le diversità del nostro territorio
mantenendo
forte il filo conduttore che deve essere
rappresentato
dalla valorizzazione del ´sistema´ Italia´.
Radicare
Interventi Per Il Futuro - Di sistema Paese ha parlato
anche il
Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani,
ribadendo
che ´Expo sarà una grande occasione, se tutti i
soggetti
coinvolti riusciranno a vincere una scommessa che è più
facile da
proclamare che da realizzare: far fare un salto di
qualità
all´idea di sistema Paese in tutte le sue
articolazioni´.
Errani ha sottolineato che Expo ´deve diventare
per il
sistema Paese una grande occasione di attrarre
investimenti.
Per questo - ha osservato - ci si deve preparare.
Bisogna
preparare il sistema di accoglienza, perché il turismo è
prima di
ogni altra cosa un sistema dell´offerta. Dobbiamo
costruire
pacchetti integrati e fare rete per garantire la
presenza
delle Regioni nella manifestazione con un format unico
ma anche
attraverso iniziative autonome delle singole realtà´.
Parimenti,
secondo il presidente della Regione Emilia-romagna,
deve essere
garantita la presenza di Expo nelle Regioni
´attraverso
la possibilità di valorizzare lo straordinario
patrimonio
non solo culturale o eno-gastronommico, ma anche per
quello che
riguarda il sistema delle imprese. Per quanto
riguarda
la tecnologia, la trasformazione e la sicurezza
alimentare,
possiamo immaginare di usare l´Expo per essere una
piattaforma
che radichi qualcosa di significativo per l´Italia
del
futuro´.
L´impegno
Del Governo - Sul fronte governativo, il
sottosegretario
con delega ad Expo, Maurizio Martina, ha voluto
ribadire
che ´non ci può essere un salto di qualità per Expo, se
non viene
raccolta la sfida di farlo diventare un grande evento
nazionale
che coinvolga tutte le Regioni del Paese. Da oggi
attiveremo
una cabina di Regia a quattro fra Conferenza delle
Regioni,
Governo, Expo e Padiglione Italia, uno strumento
operativo
che ci aiuterà a fare questo cambio di passo
necessario.
C´è grande consapevolezza rispetto al fatto che nei
prossimi
due anni si dovrà correre - ha concluso Martina - ma ce
la
possiamo fare, perché in maniera molto pratica e pragmatica
ci siamo
dati una strumentazione adeguata alla sfida che abbiamo
di
fronte´.
Italia
Preparata Alla Sfida - Sulla stessa lunghezza d´onda il
ministro
per gli Affari regionali e le Autonomie, Graziano del
Rio, che
ha ricordato come ´L´italia ha una grande occasione per
dimostrare
che c´è la può fare e che è capace di coordinamento
fra i vari
livelli istituzionali e di ottima organizzazione´. Un
concetto
ribadito anche dal ministro della Coesione
territoriale,
Carlo Trigilia, secondo il quale ´la sfida è
rappresentare
le diversità italiane in modo unitario, dando una
rappresentanza
importante del nostro sistema Paese. Noi - ha
aggiunto -
siamo disponibili nell´ambito delle competenze
relative
all´uso dei fondi europei di sostenere il progetto di
Expo 2015.
Studieremo con le Regioni e gli altri ministeri
interessarti il modo migliore per
farlo´. |
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BENE I DATI DI BARI E BAT, MA NON BASTA CONTRO LA CRISI |
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Bari, 2
luglio 2013 - Le province di Bari e Bat, nonostante la crisi e il calo delle
esportazioni pugliesi, anche nel primo trimestre del 2013 hanno dimostrato un
trend di crescita delle vendite all’estero: Bari dell’11,77% (in termini
assoluti 100,2 milioni in più di fatturato export) e Bat del 15,02% (in termini
assoluti 13,5 milioni in più)”. L’ha detto l’assessore allo Sviluppo economico
della Regione Puglia Loredana Capone nel corso dell’Assemblea generale di Confindustria
Bari e Bat dal titolo “Attrattività industriale nell’era globale in una crisi
prolungata”. “Ma non è sufficiente – ha specificato – bisogna fare di più.
Occorre aumentare il numero degli esportatori anche in province forti come Bari
e Bat. Per questo abbiamo attivato l’incentivo dedicato
all’internazionalizzazione appena citato dal viceministro dello Sviluppo
economico Carlo Calenda. Abbiamo messo a disposizione dei raggruppamenti di
piccole e medie imprese 20 milioni di euro perché imparino a cogliere le sfide
dell’internazionalizzazione”. “C’è però una condizione in più. Oggi il sistema
delle imprese non si divide tra aziende che esportano e aziende che non
esportano, ma tra imprese che innovano ed esportano e imprese che non innovano
e non esportano”. “Se le imprese innovano, riescono anche a competere sui
mercati esteri e se poi fanno rete, anche per le microimprese potrebbero
aprirsi nuove opportunità. La Regione Puglia accompagna le imprese che vogliono
innovare e quelle che vogliono internazionalizzare. Noi vogliamo uscire
dell’idea del meridione fasonista investendo sulla ricerca e sul capitale
umano”. “Ma anche gli incentivi europei da soli non bastano”, ha ribadito
l’assessore. “La Regione deve poterli cofinanziare e non può farlo per le maglie
del patto di stabilità. Nettizzare il cofinanziamento dal patto di stabilità è
la nostra più grande battaglia del momento”. “Per questo è fondamentale
l’intervento del governo, al quale chiediamo almeno tre piani nazionali: un
piano per l’energia, uno per la ricerca e uno per la formazione”.
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LAVORO, SIGLATA IN REGIONE EMILIA ROMAGNA L´INTESA PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA |
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Bologna, 2
luglio 2013 – Siglata in Regione, dal
tavolo tecnico di monitoraggio, l’intesa per l’accesso agli ammortizzatori
sociali in deroga per il secondo semestre di quest’anno, disciplinando
l’accesso alle richieste dei trattamenti che decorrono dal 1 luglio 2013. Per
l’Emilia-romagna le risorse assegnate, ad oggi, sono pari 53 milioni euro.
«Le
risorse – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo
Muzzarelli - servono per assicurare le coperture di tutte le pratiche a giugno
2013. Si ritiene, però, che anche in ragione delle previsioni sull’effettivo
utilizzo degli ammortizzatori, la copertura possa essere garantita sino a
settembre e quindi occorre che il Governo assicuri le risorse necessarie per
arrivare a coprire fino a dicembre. I firmatari hanno effettuato la verifica
sul finanziamento degli interventi, come previsto dallo stesso accordo, valutando
che, nonostante l´ulteriore stanziamento disposto dal Dl 54/2013, stimato tra i
30-35 milioni di euro, risulta ancora una carenza di risorse nazionali la cui
competenza è, bene ribadirlo, in carico al Governo». Per i firmatari, la
Regione sta mettendo in campo tutte le iniziative possibili per reperire nuove
risorse dal Governo compresa l´ipotesi, allo studio, di un accordo col
Ministero per una soluzione ponte.
L’intesa
siglato in viale Aldo Moro, conferma il precedente accordo del dicembre scorso
insieme alla delibera 261 del marzo 2013 (e precedenti), per assicurare una
risposta possibile ai lavoratori in difficoltà e dando una mano alle imprese
che stanno cercando di uscire dalle crisi.
Per un
puntuale monitoraggio dell´evoluzione in corso - sia per la copertura
finanziaria sia per la disciplina normativa - per il secondo semestre 2013
tutte le domande di ammortizzatori sociali in deroga – sia come prima domanda
che come proroga - ed i relativi accordi che prevedano sospensioni a far data
dall´1 luglio 2013, avranno durata massima trimestrale prorogabile fino al 31
dicembre 2013.
I
firmatari dell’Intesa, hanno espresso soddisfazione che dagli orientamenti
emersi nei tavoli nazionali, i periodi dell´anno 2012, non ancora pagati,
saranno coperti con le risorse stanziate dal Dl 54/2013.
Nel tavolo
politico per la crescita, ipotizzato a fine luglio, si verificheranno le
condizioni del comune impegno e le azioni ottenute dal Governo e quanto ancora
è necessario per l’economia dell’Emilia-romagna.
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LAVORO. MILANO AL GOVERNO: NECESSARIO COINVOLGERE ENTI LOCALI NEL PIANO EUROPEO PER L´OCCUPAZIONE, SOPRATTUTTO IN VISTA DI EXPO |
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Milano, 2
luglio 2013 - “Il risultato raggiunto venerdì a Bruxelles sui temi
dell´occupazione giovanile, con la Youth Guarantee, ci rincuora e consegna
anche a noi, amministratori a livello locale, un ruolo potenziale di estrema
importanza se è vero, come sembra, che i centri per l´impiego e i nostri
servizi per il lavoro a livello locale saranno centrali per l´applicazione
delle misure”. Così l’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani a
margine del dibattito “Dialogo nazionale sulle proposte delle Commissione
europea in materia di Crescita e Occupazione”, presso l´Università del Sacro
Cuore di Milano.
“Per
questo motivo – conclude l’assessore - chiediamo al Ministro Giovannini di
essere coinvolti nella preparazione delle misure che renderanno possibile
utilizzare quel miliardo e mezzo che l´Europa ha destinato all´Italia, così
come chiediamo di essere ascoltati, insieme alle parti sociali, nella
preparazione del decreto che dovrebbe contenere le flessibilità del lavoro ad
hoc per Expo, annunciato per luglio. L´expo è una grande occasione di
occupazione e crescita per Milano e per l´intero Paese, ed è necessario
rinforzare la cooperazione istituzionale a tutti i livelli per cogliere a pieno
questa opportunità”.
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CALABRIA: ILLUSTRATE LE INIZIATIVE DI POLITICA ATTIVA A FAVORE GIOVANI LAUREATI DEL “PROGRAMMA STAGES” |
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Catanzaro,
2 luglio 2013 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’Assessore
al Lavoro e Formazione Nazzareno Salerno hanno illustrato nel corso di una
conferenza stampa, a Palazzo Alemanni, le iniziative di politica attiva a
favore dei laureati calabresi già impegnati nel Programma Stages (art.10 della
legge regionale 22 novembre 2010,n.32).
L’avviso
pubblico, che fa riferimento all’Asse 2 “Occupabilità” del Por Calabria Fse, si
rivolge esclusivamente ai giovani laureati che abbiano già concluso con esito
positivo tutte le attività di formazione previste dal Programma. A questi
soggetti, che devono essere lavoratori svantaggiati o disoccupati, è consentito
l’accesso ad una delle tre diverse tipologie di misure previste: voucher
individuali per la realizzazione di azioni di work experience presso enti
pubblici e privati (stage, tirocini, borse lavoro) che portano alla
certificazione delle competenze acquisite; doti occupazionali ai laureati
assunti con contratto a tempo indeterminato da aziende localizzate nel
territorio regionale; interventi a sostegno del lavoro autonomo e della
creazione di impresa.
L’assegnazione
di voucher formativi, che non configurano alcun rapporto di lavoro con i
soggetti ospitanti, consiste nell’erogazione di 20 mila euro per la
realizzazione di esperienze lavorative per una durata di sei mesi presso datori
di lavoro pubblici, studi professionali, organizzazioni senza fine di lucro,
associazioni, imprese pubbliche e private. Le doti occupazionali comportano,
invece, il trasferimento ai datori di lavoro, nella forma di incentivo
all’occupazione, di un contributo (massimo 20 mila euro) per assunzioni con
contratto a tempo indeterminato, sia full time che part time. Gli interventi
per la promozione e lo sviluppo di nuova impresa attraverso l’autoimpiego prevedono
contributi di 20 mila nel caso di un singolo richiedente, 35 mila nel caso di
due e 50 mila per tre o più richiedenti fino ad un massimo di 5.
“Seppur
tra mille difficoltà sia di ordine economico che amministrativo – ha affermato
il Presidente Scopelliti - abbiamo voluto offrire un’ulteriore opportunità ai
giovani laureati calabresi che avevano aderito al Programma Stages. Rinnoviamo
l´impegno a favore di queste figure che rappresentano le miglior menti della
nostra regione in attesa che si sblocchino concorsi o si individuino strade
diverse intervenendo a valle di un percorso che doveva essere formulato meglio.
Offrire 600 euro al mese ad eccellenti laureati della Calabria, infatti, ha
rappresentato una mortificazione per questi giovani e dispiace vedere come tani
enti e strutture pubbliche dopo aver sfruttato con i soldi della Regione
qualificate prestazioni professionali non abbiano pensato ad una collocazione
stabile o, per esempio, ad un impiego negli staff dei sindaci. La Regione con
grande senso di responsabilità sta investendo su questi ragazzi, pagando per
servizi che non ottiene, per offrire risposte concrete contrariamente a chi fa
solo demagogia sulla pelle di validissimi professionisti che meritano
attenzione e rispetto”.
´´La
questione dei laureati del Programma Stages - ha dichiarato l´assessore Salerno
- era stata inserita tra le priorità del tavolo tecnico sull´emergenza lavoro
in Calabria ma al Ministero ci hanno risposto che proprio in quanto stage
doveva essere un’esperienza a termine. Anche in questo caso, che abbiamo
ereditato assieme ad altre situazioni di difficoltà, mettiamo in campo una
politica per la salvaguardia dell´occupazione. Nonostante ostacoli di natura
economica e amministrativa l´impegno profuso con il Presidente Scopelliti ci ha
portato ad individuare questi percorsi che vanno utilizzati per costruire una
prospettiva futura. La Giunta ha già messo in atto numerose iniziative per
favorire la creazione di nuova occupazione e stiamo pensando, con il
coinvolgimento dell’assessorato alle Attività Produttive, di mettere in campo
anche azioni per la salvaguardia dei posti di lavoro esistenti´´.
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POLITICHE SOCIALI - IMMIGRAZIONE, IN EMILIA-ROMAGNA NEL 2020 I GIOVANI CON UNA CITTADINANZA DIVERSA DA QUELLA ITALIANA SARANNO QUASI UN QUARTO DEL TOTALE, OLTRE UN TERZO NEL 2050. |
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Bologna, 2
luglio 2013 - Dall’attuale 12,6% a un
16,3% nel 2020, fino ad arrivare al 25,8% nel 2050. Sono le proiezioni Istat
sull’incidenza percentuale degli stranieri sul totale della popolazione in
Emilia-romagna. Sempre secondo Istat nel 2020 i giovani con una cittadinanza
diversa da quella italiana rappresenteranno quasi un quarto del totale, e oltre
un terzo nel 2050. Cifre che danno la misura di quanto i cittadini stranieri
sono e saranno sempre più parte integrante del futuro dell´Emilia-romagna, come
del resto del Paese, e che pongono la Regione di fronte a nuove sfide. Se n’è
discusso ieri durante il convegno
“Migrazioni, interazione, sviluppo: Emilia-romagna nell’Europa che cambia”, che
ha visto la partecipazione della ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge. La
Kyenge ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema dell’immigrazione in
un’ottica di accoglienza e integrazione, e ha parlato anche di cittadinanza,
ius soli, reato di clandestinità.
“Cerchiamo
di creare le condizioni affinché le persone immigrate possano accedere a tutti
i servizi come le persone native – ha sottolineato a margine del convegno
l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Gli
interventi fatti finora sono in questa direzione. Ci prendiamo questo momento
di riflessione per capire come continuare su questa linea nelle condizioni
cambiate del nostro contesto sociale e anche economico. C’è un grande problema
di risorse per tutti i cittadini; c’è un problema di lavoro, che è stato l’asse
portante del fenomeno migratorio in questa regione”. Marzocchi ha ribadito le
linee fondamentali delle politiche regionali: “Arrivare a tutti i cittadini,
accoglierli uno per uno, e non lasciare che nessuno sia escluso. Con
l’apprendimento della lingua, prima di tutto, l’accesso ai servizi e a
prestazioni diversificate, necessarie per l’accompagnamento vero: servizi
uguali per tutti, ma con le differenze dovute. Siamo una realtà multiculturale
– ha concluso l’assessore – . E’ sufficiente guardare le scuole, le piazze.
Andate nei nostri asili: quella è la nostra regione. E’ il nostro patrimonio,
non il nostro problema. E’ il nostro patrimonio e lì dobbiamo costruire”.
Immigrazione
in Emilia-romagna, i dati -
All’inizio
era prevalentemente maschile. Poi è andata stabilizzandosi: sono arrivate le
famiglie, sono nati i bambini, cresciuti e andati a scuola qui. Bambini e
famiglie che appartengono a oltre 150 nazionalità diverse. E´ la “linea”
evolutiva seguita dall´immigrazione in Emilia-romagna. Qui, la stima di circa
555.000 soggiornanti regolari a fine 2011 (Dossier Caritas/migrantes) continua
a collocare la regione ai primi posti in Italia in termini di presenze dopo la
Lombardia (1.178.000 stranieri regolarmente presenti) e il Lazio (615.000). Dal
rapporto 2013 dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio, gli
stranieri iscritti all’anagrafe in un Comune dell’Emilia-romagna risultano
essere 530.015 (al 1° gennaio 2012), con un aumento di 29.430 persone rispetto
al 1° gennaio 2011 (+5,9%). Una crescita significativa, nonostante la flessione
dell’occupazione.
I
residenti -
La
presenza della popolazione immigrata è ormai una caratteristica di tutto il
territorio, sebbene ci siano delle differenze. In particolare le province di
Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena continuano ad avere un’incidenza della
popolazione residente straniera al di sopra della media regionale (11,9%): in
queste province infatti l’incidenza ha superato il 13%, quella di Piacenza ha
raggiunto il 14,1%. Nel corso del 2011 la regione ha visto una riduzione dei
flussi in ingresso di stranieri: il saldo migratorio con l’estero e` sceso al
6,7 per mille, a fronte del 9,6 del 2010. Nonostante ciò quello
dell’Emilia-romagna resta il saldo migratorio con l’estero più elevato (dal
2008) tra le Regioni italiane.
Sui banchi
di scuola -
Nell’anno
scolastico 2011/2012 sono presenti nelle scuole dell’Emilia-romagna
(dell’infanzia, primaria e secondaria) 86.944 alunni con cittadinanza non
italiana: pari al 14,6% del totale degli iscritti. Questo dato colloca
l’Emilia-romagna al primo posto in Italia, seguita da Umbria (13,9%), Lombardia
(13,2%), Veneto (12,5). La media nazionale è dell’8,4%.
Stranieri:
tasse e contributi -
Sono
sempre più rilevanti i contributi e le tasse pagate dagli stranieri. Nel 2010 i
cittadini stranieri residenti in Emilia-romagna erano 500.585, pari all’11,3%
della popolazione. Alla stessa data i lavoratori stranieri regolarmente
occupati, secondo i dati Istat, risultavano circa 225.000, di cui 194.000
dipendenti (pari al 86,1%), 24.500 lavoratori autonomi (l’11,1%) e 6.500
lavoratori parasubordinati (2,8%). Prendendo in considerazione i contributi
versati a carico del lavoratore e quelli a carico dell’impresa e le tre diverse
aliquote contributive, l’ammontare economico contributivo generato dal lavoro
degli immigrati risulta di oltre 857 milioni di euro, dei quali oltre 280
milioni versati direttamente dai lavoratori. Per quanto riguarda l´Irpef (stima
comprensiva delle addizionali locali), gli stranieri presenti in Emilia-romagna
nel 2010 hanno versato 474 milioni di euro. Il totale complessivo di gettito
fiscale e contributivo ha superato 1,3 miliardi di euro. L’apporto contributivo
dei lavoratori immigrati continua ad assumere dimensioni rilevanti, proprio a
causa della presenza crescente tra gli occupati nel mercato del lavoro
regionale, nonostante la crisi iniziata nel 2008.
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IMPRESE FEMMINILI: IN DODICI MESI, 10MILA IN PIÙ NONOSTANTE LA CRISI “BOOM” DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI: +5,6% TURISMO, COSTRUZIONI E SERVIZI ASSOCIATIVI I SETTORI CHE CRESCONO DI PIÙ TOSCANA, LOMBARDIA E LAZIO LE REGIONI PIÙ DINAMICHE |
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Roma, 2 luglio 2013 - Nonostante siano stati
dodici mesi davvero difficili, tra marzo 2012 e marzo 2013 le imprese ‘in rosa’
hanno allungato il passo aumentando il loro numero di oltre 10mila unità. Alla
fine del primo trimestre di quest’anno, pertanto, le imprese femminili iscritte
al Registro delle imprese delle Camere di commercio sono 1.424.798, il 23,5%
del totale delle imprese. Più interessante, però, è confrontare la loro
performance rispetto alla media dell’intero tessuto imprenditoriale italiano.
Quest’ultimo, infatti, nel periodo considerato è avanzato appena dello 0,2%,
mentre l’esercito delle imprese al femminile ha mantenuto un passo più che
triplo: +0,7%. Tanto che le 10.231 imprese femminili, costituiscono quasi i 3/4
di tutto il saldo realizzato dal sistema delle imprese (pari a +13.762 imprese).
Altra indicazione significativa viene dalla
scelta della forma giuridica delle nuove imprese femminili: il bilancio dei
dodici mesi esaminati, infatti, registra una vera esplosione delle società di
capitali “rosa”: +11.663 unità, pari ad una crescita dello stock di queste
imprese del 5,6%. A questa si affianca il sensibile aumento delle cooperative
guidate da donne: 1.042 imprese in più, pari ad un aumento nel periodo del
3,6%. Guardando alla dotazione di capitale di queste imprese, i dati
dell’Osservatorio di Unioncamere evidenziano una maggiore fragilità finanziaria
delle imprese femminili rispetto alla media: il 72% di esse, infatti, opera con
un capitale sociale di meno di 10mila euro, contro il 67% della media delle
imprese. Al tempo stesso, le imprese femminili mostrano un’età media più bassa
rispetto alle altre imprese: il 21,5% ha poco più di due anni di vita, contro
il 18,5% della media delle imprese.
"In
questi anni difficili, la spiccata propensione imprenditoriale delle donne sta
dando delle risposte concrete alla crisi e alla riduzione delle opportunità di
lavoro” ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “E’ un
segnale di fiducia nelle possibilità del mercato e dell’impresa per uscire da
questo lungo tunnel. Senza impresa non c’è lavoro, sia esso dipendente o
autonomo. E dunque nei piani per ridurre la disoccupazione, bisogna puntare
innanzitutto sulle imprese e sulla voglia che tanti italiani, prime fra tutte
le donne, continuano ad avere nonostante tutto. Questa voglia va sostenuta con
politiche che semplifichino il momento dello start-up d’impresa, che consentano
un accesso di favore al credito, anche nelle forme più innovative come venture
capital, microcredito, crowd funding, e poi con azioni di formazione e
informazione sui territori. Azioni che le Camere di commercio stanno promuovendo
attraverso i Comitati per l’imprenditoria femminile, grazie ai quali abbiamo
sviluppato la rete italiana del progetto europeo "Be-win" -
"Business Entrepreneurship Women in
Network - in cui le donne d’impresa e le aspiranti imprenditrici possono entrare
in contatto e valorizzare le proprie esperienze e competenze.”
Tab. 1 –Imprese
registrate al 31 marzo 2013 per regioni - Totale imprese e imprese femminili
Stock, saldo e variazioni dello stock nel periodo 31 marzo 2012 – 31
marzo 2013.
Valori assoluti e percentuali
Regioni
|
Imprese
registrate al 31 marzo 2013
|
Saldo*
31 marzo 2013 - 31 marzo 2012
|
Var.
% 31 marzo 2013 - 31 marzo 2012
|
|
Imprese
femminili
|
Totale
imprese
|
Imprese
femminili
|
Totale
imprese
|
Imprese
femminili
|
Totale
imprese
|
Abruzzo
|
41.546
|
149.107
|
414
|
709
|
1,0%
|
0,5%
|
Basilicata
|
16.677
|
60.245
|
23
|
9
|
0,1%
|
0,0%
|
Calabria
|
44.694
|
177.775
|
205
|
805
|
0,5%
|
0,5%
|
Campania
|
148.902
|
560.206
|
866
|
5.781
|
0,6%
|
1,0%
|
Emilia Romagna
|
97.846
|
468.705
|
795
|
-1.554
|
0,8%
|
-0,3%
|
Friuli-venezia Giulia
|
25.686
|
107.555
|
-137
|
-744
|
-0,5%
|
-0,7%
|
Lazio
|
143.928
|
614.840
|
1.662
|
7.004
|
1,2%
|
1,1%
|
Liguria
|
40.505
|
165.140
|
-133
|
-307
|
-0,3%
|
-0,2%
|
Lombardia
|
193.495
|
946.448
|
2.393
|
4.729
|
1,2%
|
0,5%
|
Marche
|
42.411
|
175.051
|
157
|
-423
|
0,4%
|
-0,2%
|
Molise
|
10.364
|
34.869
|
-56
|
94
|
-0,5%
|
0,3%
|
Piemonte
|
110.195
|
455.778
|
50
|
-2.599
|
0,0%
|
-0,6%
|
Puglia
|
92.471
|
380.707
|
494
|
931
|
0,5%
|
0,2%
|
Sardegna
|
40.402
|
167.029
|
212
|
-56
|
0,5%
|
0,0%
|
Sicilia
|
115.433
|
460.630
|
702
|
1.223
|
0,6%
|
0,3%
|
Toscana
|
100.320
|
412.778
|
1.452
|
938
|
1,5%
|
0,2%
|
Trentino - Alto Adige
|
22.697
|
109.014
|
243
|
83
|
1,1%
|
0,1%
|
Umbria
|
24.857
|
95.277
|
110
|
-80
|
0,4%
|
-0,1%
|
Valle D´aosta
|
3.312
|
13.666
|
-20
|
-58
|
-0,6%
|
-0,4%
|
Veneto
|
109.057
|
495.419
|
799
|
-2.723
|
0,7%
|
-0,5%
|
Italia
|
1.424.798
|
6.050.239
|
10.231
|
13.762
|
0,7%
|
0,2%
|
Fonte:
Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I
trimestre 2013
(*)
Tutti i saldi e le variazioni dello stock sono calcoalti al netto delle
cancellazioni disposte d’ufficio dalle Camere di ocmmercio
Tab. 2 – Imprese
femminili registrate al 31 marzo 2013 per classi di natura giuridica
Stock, saldo e variazioni percentuali rispetto al 31 marzo 2012 - Valori
assoluti e percentuali
Classe di Natura
Giuridica
|
Imprese
registrate
|
saldo
|
var.%
|
Societa´ Di Capitale
|
219.801
|
11.663
|
5,6%
|
Societa´ Di Persone
|
316.410
|
681
|
0,2%
|
Imprese Individuali
|
852.692
|
-3.479
|
-0,4%
|
Cooperative
|
29.816
|
1.042
|
3,6%
|
Consorzi
|
1.212
|
35
|
3,0%
|
Altre Forme
|
4.867
|
289
|
6,3%
|
Totale
|
1.424.798
|
10.231
|
0,7%
|
Fonte:
Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I trimestre
2013
Tab. 3 – Imprese
registrate al 31 marzo 2013 per settori di attività - Totale imprese e imprese
femminili
Valori assoluti e percentuali
Settore
|
Totale
imprese
al
31 marzo 2013
|
di
cui:
femminili
|
Peso
% imprese femminili sul totale
|
Comp.
% imprese femminili
|
A Agricoltura,
silvicoltura pesca
|
804.715
|
234.228
|
29,1%
|
16,4%
|
B Estrazione di
minerali da cave e miniere
|
4.661
|
507
|
10,9%
|
0,0%
|
C Attività
manifatturiere
|
599.923
|
113.906
|
19,0%
|
8,0%
|
D Fornitura di
energia elettrica, gas, vapore e aria condiz...
|
8.820
|
818
|
9,3%
|
0,1%
|
E Fornitura di acqua;
reti fognarie, attività di gestione d...
|
10.723
|
1.463
|
13,6%
|
0,1%
|
F Costruzioni
|
880.546
|
66.657
|
7,6%
|
4,7%
|
G Commercio
all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut...
|
1.537.377
|
408.034
|
26,5%
|
28,6%
|
H Trasporto e
magazzinaggio
|
176.178
|
19.938
|
11,3%
|
1,4%
|
I Attività dei
servizi di alloggio e di ristorazione
|
401.220
|
129.922
|
32,4%
|
9,1%
|
J Servizi di
informazione e comunicazione
|
126.196
|
27.714
|
22,0%
|
1,9%
|
K Attività
finanziarie e assicurative
|
115.017
|
26.111
|
22,7%
|
1,8%
|
L Attività
immobiliari
|
281.923
|
66.967
|
23,8%
|
4,7%
|
M Attività
professionali, scientifiche e tecniche
|
195.378
|
42.274
|
21,6%
|
3,0%
|
N Noleggio, agenzie
di viaggio, servizi di supporto alle imp...
|
161.122
|
47.191
|
29,3%
|
3,3%
|
P Istruzione
|
26.768
|
8.500
|
31,8%
|
0,6%
|
Q Sanità e assistenza
sociale
|
34.944
|
14.180
|
40,6%
|
1,0%
|
R Attività
artistiche, sportive, di intrattenimento e diver...
|
67.318
|
17.316
|
25,7%
|
1,2%
|
S Altre attività di
servizi
|
230.160
|
111.285
|
48,4%
|
7,8%
|
X Imprese non
classificate
|
387.250
|
87.787
|
22,7%
|
6,2%
|
Totale
|
6.050.239
|
1.424.798
|
23,5%
|
100,0%
|
Fonte:
Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I
trimestre 2013
Tab. 4 – Iimprese
registrate al 31 marzo 2013 per settori di attività - Totale imprese e imprese
femminili
Stock, saldo e variazioni dello stock nel periodo 31 marzo 2012 – 31
marzo 2013.
Valori assoluti e percentuali
|
Imprese
femminili
|
Totale
imprese
|
Settore
|
Saldo*
marzo
2013-
marzo
2012
|
var.
%
marzo
2013-marzo 2012
|
Saldo
marzo
2013-marzo 2012
|
var.
%
marzo
2013-marzo 2012
|
A Agricoltura,
silvicoltura pesca
|
-5.682
|
-2,4%
|
-16.562
|
-2,0%
|
B Estrazione di
minerali da cave e miniere
|
-10
|
-1,9%
|
-103
|
-2,1%
|
C Attività
manifatturiere
|
-510
|
-0,4%
|
-6.928
|
-1,1%
|
D Fornitura di
energia elettrica, gas, vapore e aria condiz...
|
213
|
35,2%
|
1.633
|
22,6%
|
E Fornitura di acqua;
reti fognarie, attività di gestione d...
|
47
|
3,3%
|
185
|
1,7%
|
F Costruzioni
|
1.252
|
1,9%
|
-11.606
|
-1,3%
|
G Commercio
all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut...
|
-631
|
-0,2%
|
7.525
|
0,5%
|
H Trasporto e
magazzinaggio
|
349
|
1,8%
|
-485
|
-0,3%
|
I Attività dei
servizi di alloggio e di ristorazione
|
3.593
|
2,8%
|
11.565
|
2,9%
|
J Servizi di
informazione e comunicazione
|
239
|
0,9%
|
2.064
|
1,7%
|
K Attività
finanziarie e assicurative
|
-54
|
-0,2%
|
-408
|
-0,4%
|
L Attività
immobiliari
|
772
|
1,2%
|
2.584
|
0,9%
|
M Attività
professionali, scientifiche e tecniche
|
636
|
1,5%
|
3.821
|
2,0%
|
N Noleggio, agenzie
di viaggio, servizi di supporto alle imp...
|
903
|
1,9%
|
5.044
|
3,2%
|
P Istruzione
|
256
|
3,1%
|
627
|
2,4%
|
Q Sanità e assistenza
sociale
|
426
|
3,1%
|
1.111
|
3,3%
|
R Attività
artistiche, sportive, di intrattenimento e diver...
|
332
|
1,9%
|
1.667
|
2,5%
|
S Altre attività di
servizi
|
948
|
0,9%
|
773
|
0,3%
|
X Imprese non
classificate
|
7.152
|
8,8%
|
11.255
|
3,0%
|
Totale
|
10.231
|
0,7%
|
13.762
|
0,2%
|
Fonte:
Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I
trimestre 2013
Tab. 5 – Imprese femminili
registrate al 31 marzo 2013
Totale imprese,
imprese giovanili, di stranieri e di cittadini extraUe
Valori assoluti e percentuali
|
Imprese
femminili
|
Settori
|
Totale
|
di
cui: giovanili
|
%
sul
totale
|
di
cui: straniere
|
%
sul
totale
|
di
cui: extraUe
|
%
extraUe
su straniere
|
A Agricoltura,
silvicoltura pesca
|
234.228
|
13.095
|
5,6%
|
6.602
|
2,8%
|
3.347
|
50,7%
|
B Estrazione di
minerali da cave e miniere
|
507
|
12
|
2,4%
|
8
|
1,6%
|
4
|
50,0%
|
C Attività
manifatturiere
|
113.906
|
9.976
|
8,8%
|
13.439
|
11,8%
|
11.171
|
83,1%
|
D Fornitura di
energia elettrica, gas, vapore e aria condiz...
|
818
|
92
|
11,2%
|
33
|
4,0%
|
14
|
42,4%
|
E Fornitura di acqua;
reti fognarie, attività di gestione d...
|
1.463
|
113
|
7,7%
|
84
|
5,7%
|
52
|
61,9%
|
F Costruzioni
|
66.657
|
8.071
|
12,1%
|
6.022
|
9,0%
|
3.419
|
56,8%
|
G Commercio
all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut...
|
408.034
|
51.507
|
12,6%
|
40.488
|
9,9%
|
31.906
|
78,8%
|
H Trasporto e
magazzinaggio
|
19.938
|
1.977
|
9,9%
|
1.493
|
7,5%
|
981
|
65,7%
|
I Attività dei
servizi di alloggio e di ristorazione
|
129.922
|
17.983
|
13,8%
|
12.758
|
9,8%
|
8.914
|
69,9%
|
J Servizi di
informazione e comunicazione
|
27.714
|
2.911
|
10,5%
|
2.134
|
7,7%
|
1.595
|
74,7%
|
K Attività
finanziarie e assicurative
|
26.111
|
3.849
|
14,7%
|
869
|
3,3%
|
547
|
62,9%
|
L Attività immobiliari
|
66.967
|
3.113
|
4,6%
|
1.776
|
2,7%
|
1.061
|
59,7%
|
M Attività
professionali, scientifiche e tecniche
|
42.274
|
4.721
|
11,2%
|
2.789
|
6,6%
|
1.721
|
61,7%
|
N Noleggio, agenzie
di viaggio, servizi di supporto alle imp...
|
47.191
|
6.227
|
13,2%
|
6.415
|
13,6%
|
4.285
|
66,8%
|
P Istruzione
|
8.500
|
744
|
8,8%
|
525
|
6,2%
|
272
|
51,8%
|
Q Sanità e assistenza
sociale
|
14.180
|
1.498
|
10,6%
|
624
|
4,4%
|
420
|
67,3%
|
R Attività
artistiche, sportive, di intrattenimento e diver...
|
17.316
|
2.551
|
14,7%
|
1.066
|
6,2%
|
619
|
58,1%
|
S Altre attività di
servizi
|
111.285
|
18.903
|
17,0%
|
8.127
|
7,3%
|
5.480
|
67,4%
|
X Imprese non
classificate
|
87.787
|
17.557
|
20,0%
|
7.574
|
8,6%
|
4.897
|
64,7%
|
Totale
|
1.424.798
|
164.900
|
11,6%
|
112.826
|
7,9%
|
80.705
|
71,5%
|
Fonte:
Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I
trimestre 2013
Tab. 6 – Imprese
registrate al 31 marzo 2013 per classi di capitale sociale
Totale imprese e
imprese femminili
Valori assoluti e percentuali
Capitale Sociale
|
Imprese
femminili Registrate al I trimestre 2013
|
Imprese
totali Registrate al I trimestre 2013
|
Peso
% imprese femminili sul tot. Imprese
|
Comp.
% Imprese femminili
|
Comp.
% totale imprese
|
fino a 10 m E.
|
1.023.119
|
4.029.683
|
25,4%
|
71,8%
|
66,6%
|
10 - 20 m E.
|
249.413
|
1.202.946
|
20,7%
|
17,5%
|
19,9%
|
20 - 100 m E.
|
115.813
|
569.638
|
20,3%
|
8,1%
|
9,4%
|
100 m E. - 1 mln E.
|
29.345
|
184.202
|
15,9%
|
2,1%
|
3,0%
|
1 - 5 mln E.
|
2.962
|
30.959
|
9,6%
|
0,2%
|
0,5%
|
più di 5 mln E.
|
4.146
|
32.811
|
12,6%
|
0,3%
|
0,5%
|
Totale
|
1.424.798
|
6.050.239
|
23,5%
|
100,0%
|
100,0%
|
Fonte:
Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I trimestre
2013
Tab. 7 – Classifica
provinciale delle imprese femminili, per tassi di variazione % dello stock, nel
periodo 31 marzo 2012 – 31 marzo 2013
Provincia
|
Imprese
femminili
|
% su
totale imp.
|
saldo
|
var.
%
|
|
Provincia
|
Imprese
femminili
|
% su
totale imp.
|
saldo
|
var.
%
|
Prato
|
8.507
|
25,7%
|
258
|
3,1%
|
|
Chieti
|
13.820
|
29,7%
|
66
|
0,5%
|
Firenze
|
24.379
|
22,5%
|
599
|
2,5%
|
|
Lecce
|
17.237
|
23,9%
|
81
|
0,5%
|
Messina
|
14.048
|
23,5%
|
346
|
2,5%
|
|
Foggia
|
19.760
|
26,9%
|
91
|
0,5%
|
Pescara
|
9.509
|
26,8%
|
204
|
2,2%
|
|
Genova
|
19.711
|
22,8%
|
88
|
0,4%
|
Milano
|
67.590
|
19,1%
|
1.460
|
2,2%
|
|
Torino
|
55.470
|
24,0%
|
243
|
0,4%
|
Padova
|
21.738
|
21,6%
|
418
|
1,9%
|
|
Pordenone
|
6.476
|
23,3%
|
28
|
0,4%
|
Novara
|
7.412
|
23,5%
|
140
|
1,9%
|
|
Ravenna
|
8.590
|
20,8%
|
37
|
0,4%
|
Isernia
|
2.703
|
30,2%
|
50
|
1,9%
|
|
Pistoia
|
7.625
|
23,2%
|
32
|
0,4%
|
Monza E Brianza
|
14.401
|
19,9%
|
265
|
1,9%
|
|
Ancona
|
11.802
|
25,2%
|
49
|
0,4%
|
Lucca
|
10.424
|
23,7%
|
172
|
1,7%
|
|
Vibo Valentia
|
3.142
|
24,0%
|
12
|
0,4%
|
Pisa
|
10.010
|
23,2%
|
163
|
1,6%
|
|
Salerno
|
30.744
|
25,6%
|
111
|
0,4%
|
Siracusa
|
9.708
|
26,0%
|
154
|
1,6%
|
|
La Spezia
|
5.670
|
27,2%
|
20
|
0,4%
|
Terni
|
6.026
|
27,6%
|
94
|
1,6%
|
|
Livorno
|
8.747
|
27,1%
|
30
|
0,3%
|
Trento
|
10.233
|
19,9%
|
155
|
1,5%
|
|
Caserta
|
24.398
|
27,3%
|
68
|
0,3%
|
Roma
|
99.304
|
21,7%
|
1.433
|
1,5%
|
|
Ferrara
|
7.952
|
21,5%
|
22
|
0,3%
|
Cremona
|
6.265
|
20,6%
|
90
|
1,5%
|
|
Cosenza
|
16.446
|
25,0%
|
41
|
0,2%
|
Latina
|
15.557
|
27,0%
|
217
|
1,4%
|
|
Catania
|
24.171
|
24,2%
|
56
|
0,2%
|
Sassari
|
13.100
|
23,7%
|
175
|
1,3%
|
|
Pesaro E Urbino
|
9.531
|
22,9%
|
22
|
0,2%
|
Teramo
|
9.795
|
27,0%
|
128
|
1,3%
|
|
Brescia
|
25.483
|
21,0%
|
56
|
0,2%
|
Bergamo
|
20.200
|
21,2%
|
262
|
1,3%
|
|
L´aquila
|
8.422
|
27,3%
|
16
|
0,2%
|
Belluno
|
3.699
|
22,5%
|
45
|
1,2%
|
|
Piacenza
|
6.881
|
22,3%
|
13
|
0,2%
|
Modena
|
15.437
|
20,6%
|
180
|
1,2%
|
|
Macerata
|
9.744
|
| |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
DONNE: IL COMUNE DI MILANO VARA REGOLE CONTRO PUBBLICITÀ SESSISTA |
|
|
|
|
|
Milano, 2
luglio 2013 - Per contrastare la
diffusione della pubblicità discriminatoria e lesiva della dignità soprattutto delle
donne, la Giunta di Palazzo Marino ha approvato il 28 giugno le regole per la
valutazione dei messaggi da affiggere sugli spazi in carico all’Amministrazione
comunale. Gli stessi indirizzi saranno seguiti anche dalle società ed enti
partecipati dal Comune. In questo modo la città di Milano rafforza il proprio
impegno affinché i cartelloni pubblicitari, a partire da quelli sugli spazi
comunali, siano ispirati sempre ai criteri di rispetto delle Pari Opportunità
tra donne e uomini e di corretta rappresentazione dell’identità di genere,
lontano da stereotipi avvilenti per la dignità delle persone.
Viene
garantita così una maggior effettività all’azione del Comune con
l’individuazione di 5 tipologie di messaggi ritenuti incompatibili con
l’immagine che il Comune di Milano intende promuovere: 1) le immagini che
rappresentano o incitano atti di violenza fisica o morale; 2) le immagini
volgari, indecenti, ripugnanti, devianti da quello che la comunità percepisce
come “normale”, tali da ledere la sensibilità del pubblico; 3) i messaggi
discriminatori e/o degradanti che, anche attraverso l’uso di stereotipi,
tendono a collocare le donne in ruoli sociali di subalternità e disparità; 4)
la mercificazione del corpo, attraverso rappresentazioni o riproduzioni della
donna quale oggetto di possesso o sopraffazione sessuale; 5) i pregiudizi
culturali e gli stereotipi sociali fondati su discriminazione di genere,
appartenenza etnica, orientamento sessuale, abilità fisica e psichica, credo
religioso.
“L’avevamo
promesso e l’abbiamo fatto. Un bel lavoro condiviso tra Giunta, Consiglio e
delegata alle Pari Opportunità. Questa delibera vuole sancire il rispetto della
persona: non vuole ‘censurare’, ma evitare che il corpo delle donne, ma non
solo, sia usato e volgarizzato per meri fini economici”, ha spiegato la
vicesindaco Ada Lucia De Cesaris.
“Sono
particolarmente soddisfatta di questo obiettivo raggiunto – dichiara la
delegata del Sindaco alla Pari Opportunità Francesca Zajczyk – sia per il
contenuto sia per il metodo. Questo provvedimento, infatti, è il risultato di
un lavoro comune con le altre figure istituzionali in prima fila sui temi della
parità e dei diritti, ognuna con le proprie competenza e sensibilità, come le
consigliere Marilisa D’amico e Anita Sonego. Ma è anche il prodotto di un
percorso di ascolto e confronto con esperte ed esperti, professioniste e
politiche impegnate su questi temi. A settembre ci saranno una discussione e un
confronto pubblico con quelle città con le quali si è lavorato in rete su
questi temi, per definire e valutare insieme gli strumenti più adeguati a
rendere davvero efficace, o più efficace, l’azione delle Amministrazioni
comunali.”
“Si tratta
di un provvedimento molto importante – ha detto Marilisa D’amico, presidente
della Commissione consiliare Affari Istituzionali – frutto di un lavoro che il
Comune sta facendo da tempo su questo tipo di argomenti. È fondamentale
promuovere il principio di parità a tutti i livelli, anche come assunzione di
responsabilità per quanto riguarda la diffusione di immagini femminili. Ora in
Consiglio comunale possiamo iniziare a lavorare sui regolamenti”.
“Questa
decisione della Giunta – ha affermato Anita Sonego, presidente della
Commissione consiliare Pari Opportunità – accoglie il contenuto di una mozione
votata all’unanimità dal Consiglio comunale e dà concretezza a quanto discusso
nella Commissione Pari Opportunità. La mercificazione dei corpi, soprattutto -
ma non solo - di quello delle donne, è un sintomo di imbarbarimento e non di
libertà. Quanto deciso oggi non è una censura moralistica, ma un impegno per la
dignità e inviolabilità della persona”.
La
delibera di oggi è un ulteriore passo concreto importante e innovativo, dopo la
recente adesione del Comune alla campagna “Città libere dalla pubblicità
offensiva” promossa dall’Unione Donne in Italia (Udi): un passo avanti che
conferma l’attenzione di Milano verso il tema della pubblicità sessista e, più
in generale, di ogni forma di violenza contro le donne. Va ricordato anche che,
per le sue azioni di valorizzazione del ruolo e dei talenti femminili, il
Comune ha ricevuto il Premio Immagini Amiche, iniziativa promossa dal
Parlamento europeo e dall’Udi.
La
delibera approvata dalla Giunta parte dalla considerazione che, oggi più che
mai, il tema della violenza alle donne non può essere affrontato senza
intervenire anche sull’utilizzo dell’immagine femminile nella pubblicità.
Questo nuovo provvedimento, pertanto, continua il percorso dettato dall’Unione
europea con la risoluzione n. 2038 del 3 settembre 2008, verso l’obiettivo di
valorizzare una comunicazione che si impegni a veicolare messaggi commerciali
positivi.
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DALLA GIUNTA CALDORO 44 MILIONI IN TRE ANNI PER RILANCIARE I SERVIZI PER L´INFANZIA IN CAMPANIA |
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Napoli, 2
luglio 2013 - In questi primi tre anni di governo regionale, la Giunta Caldoro,
attraverso l´assessorato all´Assistenza sociale ha investito con il Piano della
governance dei servizi alla persona voluto dall´assessore Ermanno Russo 44
milioni di euro in servizi dedicati all´infanzia.
Si tratta
di risorse sia nazionali che europee, che hanno consentito di rilanciare
l´infrastruttura sociale sul territorio (asili-nido e micronidi) e di
sperimentare interventi innovativi per la prima infanzia che tengano conto di
esigenze specifiche della popolazione.
In un
primo momento sono stati impegnati 4,5 milioni di euro (3 milioni di risorse
del Fondo Sociale Europeo e 1,5 milioni frutto dell´Intesa nazionale sulla
conciliazione dei tempi di vita e di lavoro) per creare sul territorio servizi
che innovassero e consentissero alle donne che lavorano di poter continuare la
loro esperienza professionale senza venir meno al ruolo di mamma.
Dopodiché
la Giunta è intervenuta direttamente nel contesto lavorativo attraverso Accordi
Territoriali di Genere, anche con le aziende (7 milioni di euro a valere su
fondi Fse), che hanno consentito di poter vivere appieno la fase della
maternità e di far fare alla Campania enormi passi in avanti sul terreno delle
politiche di family friendly.
Sono stati
inoltre finanziati voucher per 2,4 milioni di euro (1,5 milioni provenienti da
risorse del Fondo per la famiglia e 900 mila euro dalla conciliazione dei tempi
di vita e di lavoro) finalizzati a servizi per l´infanzia (fino a 12 anni).
Per favorire una distribuzione più uniforme di
servizi sul territorio regionale, allo stato concentrata in alcune aree
geografiche, soprattutto nel Salernitano, a discapito di altre, come il
Casertano, sono stati invece ripartiti 30 milioni di euro tra gli Ambiti
territoriali della Campania. Un riparto quest´ultimo tutto dedicato a minori da
0-36 mesi con due formule ammesse: asili
nido (per numero di posti non inferiore a 30 e non superiore a 60) e micro-nidi
(unità aggregate a scuole materne, ad altre idonee strutture già esistenti
oppure come nuclei decentrati di altro asilo-nido, con un numero di utenti
potenziali inferiore a 30 bambini).
Tale
intervento ha previsto l´erogazione di
un importo pari a 700mila euro per ciascun Ambito Territoriale che non ha
attivato almeno un asilo o micro-nido e l´erogazione di 450mila euro a favore
degli altri Ambiti.
L´intervento
porterà ad incrementare il numero di bambini che usufruiscono dei nidi e
micro-nidi e a riequilibrare in sede territoriale la presenza di tali strutture
nelle diverse aree della regione.
Gli
interventi messi in campo sono perfettamente in linea con la nuova
programmazione comunitaria, dato esplicitato anche dal commissario al Welfare
dell´Ue Laszlo Andor durante la sua ultima visita a Napoli, e sono coerenti con
il nuovo Piano Azione e Coesione 2.
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PRIMO MICRONIDO AZIENDALE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA. LUNEDÌ IL VIA ALLE ATTIVITÀ CON 17 BAMBINI |
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Napoli, 2
luglio 2013 – Sono iniziati lunedì 1 luglio le attività del primo micronido
aziendale della Giunta regionale della Campania. Aperto tutto l’anno, dal
lunedì al venerdì, a partire dalle ore 7.45 e fino alle ore 18.00 presso la
sede di Palazzo Armieri in via Nuova Marina a Napoli, il micronido può ospitare
bambini di età compresa fra 3 e 36 mesi. La capacità ricettiva è di 20 posti
elevabile ad un massimo di 24. Due le sezioni pensate per accogliere i bambini,
di cui una dedicata a 5 lattanti.
Nato
dall´esigenza di conciliare sempre più e sempre meglio i tempi di vita e di
lavoro delle dipendenti e dei dipendenti regionali, l´intervento è stato
promosso dalla Giunta Caldoro ed attuato dall´assessorato alle Politiche
sociali retto da Ermanno Russo. La misura rientra nel Piano straordinario di
intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi
e prevede che la Regione metta a disposizione in comodato d’uso gratuito, per
l’intera durata del contratto, i locali del micronido con gli arredi necessari,
mentre la gestione è affidata con un bando di gara ad una cooperativa sociale.
La società
aggiudicataria del servizio avrà l’obbligo di fornire materiale per la pappa
dei lattanti e i pasti dei divezzi, l’igiene e la pulizia dei bambini. Dovrà
inoltre preservare gli arredi e le attrezzature in dotazione di proprietà della
Regione e garantire l’efficienza e il funzionamento del micronido con i costi
proposti in sede di gara, nonché assumere tutti gli oneri economici per la sua
gestione.
Sono
pervenute al Servizio Pari Opportunità della Regione Campania 17 domande per
l’iscrizione al micronido d’infanzia per il periodo che va dall’ 1 luglio al 6
settembre e 22 domande per il periodo che va dal 9 settembre 2013 al 5
settembre 2014.
L´auspicio
della Giunta per il futuro è duplice: da un lato ampliare il servizio già dai
prossimi anni in termini di accoglienza, dall´altro promuovere l´iniziativa
come buon pratica per far sì che altri Enti locali della Campania replichino il
progetto al loro interno.
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BARI -INTERNAZIONALIZZAZIONE IMPRESE FEMMINILI, SEMINARIO IN STREAMING |
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Bari, 2
luglio 2013 - Favorire lo sviluppo di competenze manageriali e fornire gli
strumenti necessari affinché un’impresa possa avviare e/o implementare
consapevoli processi di internazionalizzazione. E’ l’obiettivo del seminario
formativo sull’imprenditoria femminile che il Comitato per l’Imprenditoria
Femminile della Camera di Commercio di Bari realizzerà il 3 luglio in
collaborazione l’Unioncamere Puglia ed il Coordinamento Regionale dei Comitati
per la promozione dell’Imprenditorialità Femminile, dalle 10 alle 13, presso
l’ente camerale barese in collegamento streaming.
Si parlerà
di fondamenti di strategia aziendale, potenzialità dei mercati in relazione ai
propri prodotti, strategie e strumenti a
sostegno del processo di internazionalizzazione delle imprese italiane, con un
focus sulle imprese femminili.
Programma
Ore 10.00
- 13.00
Saluti
- Unioncamere
Le
testimonianze dei comitati imprenditoria femminile della Puglia.
Ore 10.30
- 11.30 Le imprese nel nuovo scenario competitivo mondiale, sviluppare una
strategia per competere a livello globale – Massimiliano G. Falcone, Marketing internazionale e
Internazionalizzazione d’impresa presso lo Iulm di Milano e presso il
Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Udine.
Ore 11.30
- 12.30 L’internazionalizzazione come opportunità di sviluppo aziendale: i
servizi e gli strumenti del sistema camerale: lo sportello World Pass –
Alessandra Procesi, Convenzioni internazionali per il commercio estero e
cronotachigrafi digitali di Unioncamere.
Ore 12.30
– 13.00 Valorizzazione e tutela della proprietà industriale: la difesa del
marchio/brand - Il bando Marchi + Marilina Labia, Retecamere.
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LODI - UN PREMIO DI 1.000 EURO PER L´IMPRENDITORIA FEMMINILE |
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Lodi, 2
luglio 2013 - La Camera di Commercio di Lodi e il Comitato per la promozione
dell’imprenditoria femminile di Lodi hanno istituito un premio di 1.000 euro
per incoraggiare lo sviluppo delle imprese femminili. Possono partecipare le
imprese individuali o le società di persone (società in nome collettivo o
società in accomandita semplice) femminili iscritte al Registro Imprese della
Camera di Commercio di Lodi e in regola con il pagamento del diritto annuale.
In particolare: potrà partecipare il titolare donna di un’impresa individuale
oppure, le società di persone potranno partecipare se composte per almeno il
50% da donne.
I criteri
di valutazione selezioneranno l’impresa che maggiormente si sarà distinta per
l’originalità dell’attività svolta, l’adozione di strumenti innovativi di
commercializzazione, promozione, comunicazione o assistenza alla clientela, la
qualificazione e la valorizzazione del territorio e/o della produzione tipica
locale e infine per la più recente costituzione in relazione alle domande
pervenute. La valutazione sarà effettuata dal Comitato per la promozione
dell’imprenditoria femminile costituito presso la Camera di Commercio di Lodi,
integrato dal funzionario camerale che ne segue l’attività. All’impresa
vincitrice verrà assegnato un premio di 1.000 euro. La premiazione avverrà il
1° dicembre 2013 a Lodi nell’ambito della manifestazione “Fedeltà al lavoro e
progresso economico” promossa dalla Camera di Commercio. La domanda di
partecipazione dovrà essere inviata a partire dal giorno 1 luglio 2013 e fino
al 31 ottobre 2013 compilando la modulistica scaricabile online sul sito
http://www.lo.camcom.gov.it/ e inviandola all’email: cciaa@lo.Cert.legalmail.it
“La Camera
di Commercio di Lodi - dichiara Alessandro Zucchetti, Presidente della Cdc - ha
voluto dare un segnale di incoraggiamento all’imprenditoria femminile, che nel
Lodigiano si attesta circa al 20% del totale, al fine di agevolare la
partecipazione della donna al mondo del lavoro andando incontro alle difficoltà
da sempre legate alla gestione dei ritmi lavorativi e familiari”.
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SBARCO DI MINORI STRANIERI, CALABRIA CHIEDE UN INCONTRO URGENTE AL VICEMINISTRO GUERRA |
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Catanzaro,
2 luglio 2013 - Il Presidente della
Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e l’Assessore regionale al Lavoro,
Formazione professionale e Politiche Sociali, Nazzareno Salerno, a seguito dello sbarco di minori stranieri
non accompagnati, avvenuto il 26 giugno scorso sul territorio del Comune di
Borgia (Cz) – loc. Roccelletta, hanno chiesto un incontro urgente con il
Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Cecilia Guerra, al
fine di poter concordare nell’immediato una modalità di accoglienza temporanea
presso strutture idonee a tale scopo. L’occasione sarà utile per affrontare,
nel suo complesso, il tema dei minori stranieri non accompagnati, al fine di
costruire un sistema di monitoraggio e di accoglienza che garantisca un
servizio adeguato e qualificato di intervento.
“L’ultimo
episodio riguardante lo sbarco di minori stranieri – hanno spiegato il
Presidente Scopelliti e l’Assessore Salerno – è la riprova della rilevanza di
una questione che va affrontata con competenza e determinazione per poter
individuare ed attuare quella che potrebbe essere la migliore soluzione
possibile. L’incontro con il Viceministro Guerra servirà ad entrare nel merito
di ogni dettaglio in modo da poter concretizzare un’organizzazione puntuale che
risponda alle effettive esigenze. Il nostro impegno – hanno concluso Scopelliti
e Salerno - è quello di far sì che la Calabria, che con la sua posizione
geografica è divenuta una tappa quasi obbligata per quanti si allontanano dalla
terra di origine, sia pronta ad affrontare ogni tipo di situazione anche
predisponendo programmi di ampio respiro che incidano significativamente sulle
radici di un problema che ha una rilevanza internazionale”.
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