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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Luglio 2013
LA PRIMA VALUTAZIONE DELL´ESPERIMENTO MACROREGIONALE IN EUROPA  
 
Bruxelles, 2 luglio 2013 - Ieri la Commissione europea ha pubblicato la prima relazione volta a valutare il successo delle due strategie macroregionali dell’Ue e a fornire raccomandazioni per il futuro. Le strategie dell´Unione per le regioni del Danubio e del Baltico, che coinvolgono oltre 20 paesi Ue e non Ue, hanno permesso di sperimentare un tipo di cooperazione unico, fondato sull´idea che le sfide comuni a più regioni specifiche, siano esse di natura ambientale, economica o di sicurezza, possono essere affrontate con successo solo mediante uno sforzo collettivo, e che una pianificazione congiunta consente di impiegare i fondi disponibili nel modo più efficace. Commentando la relazione, il Commissario europeo per la Politica regionale, Johannes Hahn, ha dichiarato: “Lo studio pubblicato oggi dimostra con chiarezza il valore delle nostre strategie macroregionali, che hanno promosso una più intensa collaborazione da cui sono derivate letteralmente centinaia di nuove reti di cooperazione e di nuovi progetti nelle regioni del Danubio e del Baltico. Ancor più significativo, secondo quanto ci hanno riferito i partecipanti, è stato il rafforzamento della cooperazione anche con paesi non appartenenti all´Ue." "Tuttavia, se vogliamo garantire il successo duraturo dell´iniziativa, questa impostazione deve essere posta al centro dei piani di governo e di politica regionale — in particolare per l´elaborazione di nuovi programmi e progetti per il prossimo periodo finanziario — e dotata delle risorse sufficienti. Dobbiamo anche promuovere una maggiore responsabilità delle regioni stesse, mediante un processo decisionale più chiaro e una maggiore visibilità." Per quanto riguarda le nuove strategie il Commissario Hahn ha aggiunto che "dalle strategie in atto possiamo ricavare insegnamenti utili per nuove possibili macroregioni. Prima dell’avvio di qualsiasi nuova strategia, occorre valutarne attentamente gli obiettivi, il valore aggiunto e le risorse necessarie per l´attuazione. L’esperienza ci ha dimostrato che all´inizio è utile concentrarsi su un numero limitato di priorità. Poiché, come è ovvio, ogni regione presenta caratteristiche uniche, eventuali nuove macroregioni potranno sperimentare nuovi modi per approfondire la cooperazione". La relazione valuta in modo ampiamente positivo le strategie finora attuate. Essa sottolinea come tali strategie abbiano dato vita a centinaia di nuovi progetti e abbiano contribuito alla formulazione di obiettivi politici comuni in settori di vitale importanza per le regioni interessate. L´impostazione macroregionale ha inoltre permesso la creazione di reti di cooperazione, il lancio di numerose iniziative congiunte e l´adozione di decisioni politiche a livello collettivo. La relazione spiega come la cooperazione tra gli Stati membri dell’Ue e i paesi terzi limitrofi sia stata significativamente rafforzata, permettendo così un uso più efficiente delle risorse disponibili. La relazione ricorda tuttavia ai governi l’esigenza di un impegno politico e la necessità di rendere tali strategie prioritarie in tutti i settori di attività pertinenti, garantendone l´integrazione nei futuri programmi dei Fondi strutturali e di investimento europei come pure nelle altre politiche pertinenti a livello Ue, nazionale e regionale. Essa evidenzia altresì l’importanza delle risorse amministrative per conseguire gli obiettivi fissati. Per quanto riguarda le future strategie macroregionali, la relazione sottolinea che dovranno essere avviate nuove iniziative solamente per rispondere a specifiche esigenze di cooperazione rafforzata e ad alto livello. Deve esserci la disponibilità a tradurre l’impegno politico in supporto amministrativo; le nuove strategie devono dimostrare con chiarezza lo specifico valore aggiunto che sono in grado di creare a livello dell’Ue. Contesto - La strategia dell’Ue per la regione del Mar Baltico (Eusbsr) è stata adottata nel 2009. La strategia dell’Ue per la regione del Danubio (Eusdr) è stata adottata nel giugno 2011. È stata richiesta una strategia dell´Ue per la regione adriatica e ionica. Strategia dell´Ue per la regione del Mar Baltico - La strategia dell’Ue per la regione del Mar Baltico (Eusbsr) raggruppa 8 Stati membri (Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania e Polonia) che hanno unito le loro forze per affrontare sfide specifiche attinenti alla regione, in particolare la situazione ambientale del Mar Baltico. La strategia inoltre è aperta alla cooperazione con i paesi limitrofi, tra cui la Russia e la Norvegia. Alcuni progetti faro: Il progetto Baltic Deal riguarda la cooperazione con gli agricoltori per contribuire a ridurre le perdite di nutrienti dagli allevamenti e mantenere la produzione e la competitività. Il progetto Efficient, Safe and Sustainable Traffic at Sea (Traffico marittimo efficiente, sicuro e sostenibile) (Efficiensea) rende la regione del Mar Baltico una regione pilota per l´"e-navigation" (navigazione elettronica), mediante lo sviluppo e la sperimentazione di infrastrutture e servizi per la navigazione elettronica, nonché la più ampia condivisione delle migliori pratiche. Il progetto Baltic Manure mira a impiegare il letame per trasformare un problema ambientale in un’opportunità di innovazione industriale. Il progetto attualmente permette di produrre energia rinnovabile e fertilizzanti organici. Il progetto Bsr Stars mira a rafforzare la competitività regionale e la crescita creando vincoli transnazionali per la ricerca e l’innovazione con l´obiettivo di affrontare sfide comuni in settori quali la sanità, l´energia e i trasporti sostenibili. Strategia dell´Ue per la regione del Danubio (Eusdr) - La strategia dell’Ue per la regione del Danubio (Eusdr) coinvolge nove Stati membri dell’Ue (Germania, Austria, Ungheria, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Slovenia, Bulgaria, Romania e Croazia) e cinque paesi non Ue (Serbia, Bosnia-erzegovina, Montenegro, Ucraina e Moldavia). Alcuni progetti che rientrano nella strategia: L´impostazione collaborativa ha permesso di ultimare il ponte Vidin-calafat tra Bulgaria e Romania, un collegamento fondamentale su uno degli itinerari prioritari della rete transeuropea di trasporto (Ten-t). Si tratta soltanto del secondo ponte lungo i 630 km di frontiera segnata dal fiume. Il progetto Danube Shipwreck Removal (rimozione dei relitti navali nel Danubio) è volto a eliminare i relitti navali dal Danubio e dai fiumi Sava e Tisa in Serbia, Romania e Bulgaria al fine di migliorare la navigazione e le condizioni ecologiche. Il Business Forum della regione del Danubio rappresenta per oltre 300 Pmi un´occasione importante per stabilire contatti commerciali. Esso incoraggia incontri tra imprese e promuove contatti con i fornitori di conoscenze, quali gli istituti di ricerca e le università. Sono stati avviati i lavori per l´istituzione di un fondo di ricerca e di innovazione nella regione del Danubio, con l´obiettivo di riunire fondi nazionali e regionali, sulla base delle esperienze del programma Bonus nella regione del Mar Baltico. Il progetto Danube floodrisk (progetto contro i rischi d´inondazione del Danubio) promuove metodi di cooperazione tra 19 istituzioni in 8 paesi della regione danubiana, come la condivisione delle banche dati e della mappatura delle inondazioni. Il sistema europeo di sensibilizzazione sulle alluvioni (European Flood Awareness System, Efas) sta svolgendo attività complementari. Nuove strategie - Su richiesta del Consiglio europeo, la Commissione presenterà una nuova strategia dell’Ue per la regione adriatica e ionica (Eusair) entro la fine del 20141. Otto paesi sono interessati: quattro Stati membri dell’Ue (Grecia, Italia, Slovenia e Croazia) e quattro paesi non Ue (Albania, Bosnia-erzegovina, Montenegro e Serbia). Negli ultimi due anni hanno avuto luogo diverse discussioni e vi è stata una recente risoluzione del Parlamento europeo in merito alla possibilità di avviare una strategia macroregionale nella regione delle Alpi. Http://ec.europa.eu/regional_policy/cooperate/danube/index_en.cfm  
   
   
ZAIA: “CITTÀ METROPOLITANA? NO, MEGLIO VENEZIA CITTÀ STATO”  
 
Venezia, 2 luglio 2013 - “La vera occasione per noi non è la Patreve, che rischia di essere l’ennesimo carrozzone inutile e dispendioso, l’alternativa al centralismo è fare la ‘città stato’ di Venezia”. Lo afferma il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, in riferimento alle valutazioni del sindaco della città lagunare, Giorgio Orsoni, sulla prospettiva di costruire la Città Metropolitana di Venezia che comprenda anche i territori trevigiano e padovano. Se per Orsoni la Città Metropolitana “è una sfida che coinvolge anche e soprattutto la Regione”, il Presidente Zaia è invece convinto che “solo attraverso una vera autonomia ai nostri territori Venezia, in quanto vera capitale del Veneto, potrà godere di un reale federalismo fiscale per aiutare lo sviluppo dei territori”. “Solo così, consentendo ai veneti di gestire le proprie risorse con la virtuosità che hanno saputo e sanno dimostrare – ha concluso Zaia –, anche i Comuni, grandi e piccoli, godranno di maggiori risorse e snellezza operativa”.  
   
   
IL DISCORSO DI IERI DEL PRESIDENTE BARROSO ALLA CERIMONIA PER L´ADESIONE DELLA REPUBBLICA DI CROAZIA ALL´UNIONE EUROPEA: BENVENUTI PRESSO L´UNIONE EUROPEA  
 
Zagreb, 2 luglio 2013 - Congratulazioni Croazia! Čestitam Hrvatska! Cari amici, Siamo qui in una notte storica. Ed è grazie a voi, il popolo croato. E ´stato il tuo desiderio di aderire all´Unione europea e il vostro duro lavoro che hanno reso questo possibile. Sei tornato Croazia al suo giusto posto nel cuore dell´Europa. Il vostro duro lavoro significa che la Croazia è ben disposto a far parte della nostra Unione europea. Croazia è cambiata enormemente negli ultimi decenni. E ´una nazione pienamente democratico, con il rispetto per la libertà, per i diritti fondamentali e dello Stato di diritto. Croazia è così ben posizionata per beneficiare pienamente di tutto ciò che l´Unione europea ha da offrire. Oggi è la fine di un processo, ma anche il primo capitolo di un´altra storia di successo. In tutta Europa abbiamo bisogno di lavorare ogni giorno per migliorare le nostre economie, per rafforzare le nostre democrazie e per costruire un futuro migliore per noi ei nostri figli. Le sfide del nostro mondo sono enormi. Ma, come parte della Croazia famiglia europea non è solo. Proprio come la Commissione europea ha sostenuto la vostra adesione all´Unione europea, vi assisteremo come Stato membro a pieno titolo dell´Unione europea. La Croazia è anche un esempio per altri nella regione. È stato oggetto di riforme difficili e tese la mano della riconciliazione. In qualità di Stato membro dell´Ue che avete messo in chiaro che si dovrà aiutare gli altri a seguire il vostro percorso. Accolgo con favore questo impegno come la nostra Unione è aperta a coloro che condividono i nostri valori europei. Cari amici, Benvenuti presso l´Unione europea! Dobro došli u Europsku Uniju!  
   
   
CERIMONIA DI APERTURA DELLA RAPPRESENTANZA UE A ZAGABRIA  
 
  Zagreb, 2 luglio 2013 - Di seguito il discorso del Presidente Barroso in occasione della cerimonia di apertura della Rappresentanza Ue a Zagabria apertura: “ Primo ministro Milanović, Presidente Schulz, Vice Primo Ministro Pusic, Vicepresidente Reding, Vicepresidente Karas, Vicepresidente Miguel Angel Martínez , Ministro Thierry Repentin, I colleghi della Commissione - Stefan Fule, Neven Mimica, Illustri ospiti, Eccellenze, Signore e Signori, Cari amici, Dobro jutro Hrvatska. Dobro došla u Europsku Uniju! Questa mattina i croati si sono svegliati per la prima volta come cittadini dell´Unione europea - dopo una fantastica festa ieri sera! Come il famoso poeta croato Petar Preradović una volta ha detto: "In questo mondo unico cambiamento è costante." E la Croazia è cambiato, per il meglio! E ´un luogo fondamentalmente diverso di 20 anni fa, un membro orgoglioso e fiducioso della famiglia europea. C´è pieno rispetto dei diritti fondamentali, lo Stato di diritto, la non discriminazione, e un´economia più moderna. E ´l´impegno di tutti i croati che hanno reso possibile questo cambiamento. Proprio come i croati hanno cambiato la Croazia, in modo che il paese possa contribuire a cambiare questa parte d´Europa. La tua adesione all´Unione europea è un segnale. Avete dimostrato che non è possibile solo a superare gli oneri del passato, di lavorare per la riconciliazione e un futuro migliore per tutti - ma che è nell´interesse di tutti. Questo è lo spirito che l´Europa è circa! Questi cambiamenti positivi non sono il fine, sono un nuovo inizio. Ogni giorno, dobbiamo lavorare tutti per difendere e promuovere questi valori, i valori europei. Ogni giorno, dobbiamo lavorare tutti per godere dei benefici dell´Unione Europea. Signore e signori, L´unione europea non è semplicemente fine a se stessa. L´unione europea, per tutte le sfide che deve affrontare oggi, è uno strumento che consente - i suoi cittadini - a modellare le proprie termine per il meglio. Questa nuova rappresentazione che stiamo aprendo oggi - questa casa veramente europea - è qui per aiutarvi a farlo: per fornire informazioni sull´Unione europea, per rispondere alle vostre domande, e di agire come il vostro avvocato. Sul vostro cammino verso l´Unione europea, la Commissione europea si attesta al tuo fianco. Abbiamo fornito supporto e assistenza. Noi continueremo a farlo. Sosterremo che a Bruxelles e proprio qui, nel cuore della vostra bella città capitale Zagabria. Ci sarà un sostegno finanziario significativo, oltre € 1 miliardo all´anno fino al 2020. Ma più di questo, offriamo il supporto che la famiglia dà a uno dei suoi membri. Questo sarà per il bene della Croazia, per il bene dell´Europa e, soprattutto, per il bene di voi, i cittadini del nostro nuovo Stato membro. Questo è naturalmente un modo di attesa per il vostro contributo alla nostra importante progetto europeo. Vorrei concludere con una nota personale. Quando qualche tempo fa, insieme al Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, e il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, che stavamo ricevendo, a nome dell´Unione europea, il premio Nobel per la pace, è proprio su questo idea di un riconciliato, Europa unita che stavamo pensando. Quanto è grande, quanto è importante questo progetto che è in grado di unire un continente che prima era diviso? Come attuale sono infatti i nostri impegni verso i grandi obiettivi della pace, della libertà, della solidarietà e della giustizia? Vi ringrazio per la vostra attenzione.  
   
   
DICHIARAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA SULLA PRESUNTA SORVEGLIANZA DEI LOCALI DELL´UE  
 
Bruxelles, 2 luglio 2013 - Questi sono inquietanti notizie se dimostrata vera. Chiedono pieno chiarimento. Non appena le notizie di stampa circa presunte spionaggio e intercettazioni in locali e le delegazioni dell´Ue sono state portate a conoscenza, la Commissione ha chiesto al Servizio europeo per l´azione esterna a sollevare immediatamente la questione con le autorità degli Stati Uniti a Washington Dc ea Bruxelles per verificare la veridicità di queste relazioni . Baronessa Ashton, Alto Rappresentante e Vice-presidente della Commissione, che ha competenza su questi temi in quanto riguardano le relazioni esterne questioni rilevanti sia per le istituzioni dell´Unione europea ei suoi Stati membri, ha rilasciato una dichiarazione già ieri, e da allora ha parlato con il segretario di Stato Kerry direttamente. L´ue è ora in attesa di sentire da parte delle autorità statunitensi. Chiarezza e trasparenza è ciò che ci aspettiamo da partner e alleati, e questo è quello che ci aspettiamo dagli Stati Uniti.  
   
   
DICHIARAZIONE DEL RAPPRESENTANTE DELL´UNIONE EUROPEA CATHERINE ASHTON SULLA PRESUNTA SORVEGLIANZA DEI LOCALI DELL´UE  
 
Bruxelles, 2 luglio , 2013 - L´alto rappresentante dell´Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione: "L´unione europea è consapevole delle notizie di stampa, sostenendo che locali dell´Ue sono stati sotto sorveglianza. Non appena abbiamo visto questi rapporti, il servizio europeo per l´azione esterna in contatto con le autorità statunitensi sia a Washington Dc e Bruxelles per chiedere chiarimenti urgente della veridicità dei fatti e che circondano queste accuse. Le autorità statunitensi ci hanno detto che stanno controllando l´accuratezza delle informazioni rilasciate ieri e tornerà a noi il più presto possibile. Mentre questa è chiaramente una questione di preoccupazione, faremo ulteriori commenti in questa fase, finché non avremo più chiarezza sulla questione ".  
   
   
PORTARE L EUROPA FUORI DALLA CRISI  
 
Francoforte, 1 luglio 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Olli Rehn Vice-presidente della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli Affari economici e monetari e l´euro nel corso dell’ Initiative Neue Soziale Marktwirtschaft (Insm): Simposio e cerimonia di addio in onore del professor Hans Tietmeyer: "economia sociale di mercato per l´Europa": Sehr geehrter Herr Professor Dr. Tietmeyer, sehr geehrter Herr Kannegiesser, Meine Damen und Herren, Herzlichen Dank für die Einladung zu diesem hochrangigen und wichtigen Simposio. Es hat mich für eine besondere Bedeutung, den Tag zu Ehren von Professor Hans Tietmeyer beginnen zu dürfen. Come l´ex presidente della Deutsche Bundesbank, lui è uno degli esperti più stimati sulla finanza internazionale e della politica monetaria. Il mio primo incontro con il professor Tietmeyer è stato 20 anni fa, anche se non mi aspetto che lui a ricordare che, come ho fatto parte di una delegazione più ampia. A quel tempo, ero un membro del Parlamento finlandese e consulente politico del primo ministro. Durante la preparazione dei negoziati di adesione del nostro paese, l´analisi professor Tietmeyer ci ha dato sulla Uem era sia intellettualmente rigoroso e politica-saggio realistico, anche sobrio. Signore e Signori, Vorrei iniziare con una espressione, che a mio avviso è stato coniato dalla Bundesbank, e che è la Parola Stabilitätskultur, la cultura della stabilità. Inizialmente, questo termine è stato limitato a descrivere l´ampia accettazione sociale di delegare la politica monetaria di distanza dal potere politico di una banca centrale indipendente. Nel pieno rispetto dell´indipendenza della Bce e, a mio avviso come economista, la politica monetaria ha vissuto fino a questa cultura. La stabilità dei prezzi è saldamente ancorata, come i risultati e le previsioni dimostrano. Certo, la politica monetaria non è fatto in un vuoto, ma piuttosto è un riflesso dei valori e le esperienze di una nazione. Vorrei qui ricordare le parole di Joseph Schumpeter: "Der Zustand des Geldwesens eines Volkes ist ein Sintomo aller seiner Zustände . " ["La condizione del sistema monetario di una nazione è un sintomo di tutte le sue condizioni."] Vorrei parafrasare Schumpeter dicendo che ciò che vale per una nazione, va oggi anche per l´Europa, con la nostra Unione economica e monetaria. Che cosa, allora, è la condizione del sistema monetario europeo, e più in generale, la sua economia e la politica economica? Abbiamo diversi time-campate in diverse dimensioni politiche. Nel breve termine, abbiamo bisogno di stabilizzazione dei mercati finanziari, al fine di evitare la caduta libera immediato della nostra economia. Nel medio termine, il riequilibrio della economia della zona euro è in arrivo e le riforme economiche sono portate avanti per ripristinare la basi per una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. Per il lungo termine, l´architettura dell´Uem è stato ri-costruito. Fammi toccare questi a loro volta, a partire dalla stabilizzazione a breve termine. L´annuncio della Bce sui transazioni monetarie a titolo definitivo, insieme al meccanismo europeo di stabilità, che è ormai operativo, ha notevolmente contribuito a consolidare la stabilità finanziaria e per ridurre il rischio di eventi estremi nell´economia europea. Confronta questo per l´anno scorso, quando c´erano preoccupazioni dei mercati finanziari che l´euro potrebbe disintegrarsi. Per fortuna, questi timori sono ormai stati dissipati. Si deve sottolineare che i Omts che sarebbero venuti con le condizioni politiche chiare, come ad esempio una strategia di bilancio credibile e che favoriscono la crescita delle riforme. Questi stanno all´inizio della catena causalità, che può facilitare l´uso di Omts, se fossero necessari. Eppure, la stabilizzazione dei mercati finanziari, anche se il benvenuto, non è sufficiente da solo. Anche se lo stress dei mercati finanziari è stato notevolmente ridotto, l´impatto non è stato ancora sentito nell´economia reale. Ci sono ancora grandi differenze in termini di crescita della zona euro, e vi è una crisi di disoccupazione in molti Stati membri dell´Ue, come siamo dolorosamente consapevoli. La crescita in Europa sarà solo lentamente salire nella seconda metà di quest´anno. Ma questo non è un downswing ordinario. In un certo numero di paesi europei, la recessione prolungata è un foglio di recessione saldo alla fine di un ciclo del credito a lungo. La crescita economica non riprenderà completamente prima di debito - sia pubblici che privati ​​- è stato ridotto per l´economia globale. Nel primo decennio di Unione economica e monetaria, i mercati finanziari integrati rapidamente con l´euro e con le condizioni di credito facile nei settori finanziari globali. Tuttavia, in alcuni Stati membri, questo è stato associato con montaggio squilibri macroeconomici, crescenti rischi finanziari e, in ultima analisi, bolle dei prezzi delle attività. Quando il rischio di credito improvvisamente cambiato a seguito della crisi finanziaria, immense pressioni sorsero per ripristinare la perdita di competitività e per riequilibrare il conto corrente - in particolare nei paesi in deficit. In altre parole, questo non è un rallentamento ciclico ordinario proprio a causa della massiccia cattiva allocazione delle risorse nel decennio precedente, ed è per questo che ci troviamo ad affrontare profondi problemi strutturali in Europa. E questo riguarda i requisiti per la capacità di adeguamento all´interno di un´unione monetaria. Ciò che abbiamo imparato, se non lo sapevamo prima, è che la stabilità dei prezzi e la stabilizzazione di uscita da soli non sono sufficienti a garantire la stabilità macroeconomica sostenuta. Ciò che è cruciale in un´unione monetaria è la capacità di reale adeguamento economico, un punto che molti dimenticato nel corso del primo decennio dell´Uem. Questo ora costa caro in termini economici e sociali. Professore Tietmeyer ha avvertito di questa fase iniziale. Pertanto, l´Ue ha costruito la procedura per gli squilibri macroeconomici come un secondo blocco di costruzione della governance economica rafforzata, fianco a fianco con la sorveglianza della politica fiscale. Abbiamo fatto recensioni approfondite di squilibri economici di oltre dodici stati membri, che hanno costituito lo sfondo delle nostre raccomandazioni politiche che abbiamo presentato alla fine di maggio. Tornerò su questo a breve. Prima di ciò, vorrei concentrarmi sulla questione della simmetria di adeguamento economico. Si è sostenuto che il riequilibrio economico necessario potrebbe essere costruito in modo simmetrico tra avanzo delle partite correnti e paesi in deficit. Tuttavia, la realtà è più complessa. La ragione principale di questo è che la zona euro non è una grande economia chiusa, ma una grande economia aperta. Per darvi un esempio familiare, surplus delle partite correnti della Germania è ormai in gran parte determinato da scambi con i paesi non appartenenti all´area dell´euro, le economie emergenti in particolare. Uno studio della Commissione del dicembre scorso ha trovato che aumenti la domanda interna della Germania, non sarebbero necessariamente a beneficio di tutti i paesi della zona euro nella stessa misura - l´impatto positivo sulla crescita sarebbe soprattutto farsi sentire nei paesi vicini. Ciò riflette i mutamenti strutturali del commercio mondiale negli ultimi due decenni: con l´allargamento dell´Ue, i paesi con una forza lavoro ben istruita, ma il costo del lavoro significativamente inferiori a far parte del mercato unico. Questo cambiamento ha aperto nuove opportunità e una maggiore concorrenza. Pressioni simili per l´industria europea è nata dalla liberalizzazione degli scambi, in particolare l´adesione della Cina all´Organizzazione mondiale del commercio nel 2001. Questi spostamenti mondiale ha colpito l´area dell´euro in maniera asimmetrica. I paesi dell´Europa centrale e orientale sono stati integrati nella catena del valore del motore economico europeo, la Germania più di economie dell´Europa meridionale, anche se ci sono differenze regionali. Di conseguenza, l´Europa deve perseguire il suo cambiamento strutturale valorizzando l´economia globale. A questo riguardo, accolgo con molto favore l´avvio di negoziati per un accordo commerciale e di investimento partnership con gli Stati Uniti. E ´vero che il surplus delle partite correnti può essere un segno di competitività. Ma c´è un altro lato della medaglia così: significano anche che il risparmio nazionale sono investiti all´estero. Il nostro studio di cui ho parlato in precedenza dimostra che la Germania ha subito grandi perdite da valutazione sui suoi beni all´estero negli ultimi anni. Studio della scorsa settimana dal istituto di ricerca economica Diw Berlin trae conclusioni simili. Lo studio Diw mostra che se il tasso di investimento in Germania era stato più in alto della media euro negli ultimi 15 anni, la crescita del reddito pro capite sarebbe stato 1 pp superiore all´anno. Nella stessa ottica, le raccomandazioni che abbiamo fatto in Germania il 29 maggio includere sostenere le condizioni che consentano la crescita dei salari per sostenere la domanda interna. Ciò richiede un migliore utilizzo della sua forza lavoro, tra cui la partecipazione delle donne ai lavori, continui sforzi per accelerare l´espansione delle reti di gas nazionali e transfrontalieri di energia elettrica e, e di stimolare la concorrenza nei settori dei servizi, compresi i servizi professionali, a aumentare le fonti di crescita interne. Signore e Signori, Il futuro dell´Unione economica e monetaria si basa su un´ulteriore azione politica continuata nel corso dei prossimi anni per costruire una forte Emu 2.0 che contribuirà a generare crescita e creare posti di lavoro per i nostri cittadini. Uscire dalla crisi richiede un´azione su almeno tre fronti: l´economia reale, il settore finanziario e del settore pubblico. In primo luogo, la risoluzione della crisi richiede soluzioni strutturali. Affrontare la capacità di reale adeguamento economico, i problemi strutturali e l´erosione della competitività economica è al centro delle raccomandazioni politiche, la Commissione ha dato agli Stati membri il 29 maggio, e che i leader dell´Ue hanno approvato lo scorso Venerdì. I margini di manovra per il ritmo più lento di consolidamento fiscale, che consigliamo a diversi paesi, dovrebbe essere utilizzato in modo efficace per le riforme economiche ad esempio nei mercati dei prodotti e del lavoro in grado di liberare il potenziale di crescita dell´Europa e la capacità di creare posti di lavoro. Questo è fondamentale per Francia, Italia, Spagna, Belgio e molti altri Stati membri. Di conseguenza, le due più grandi economie della zona euro, la Germania e la Francia, detengono le chiavi in ​​mano verso un riequilibrio più agevole e più efficace dell´economia europea. In poche parole, questo richiede competitività, sostenere le riforme economiche nel mercato del lavoro, le condizioni imprenditoriali e il sistema pensionistico in Francia, e nel frattempo le misure strutturali per rafforzare ulteriormente la domanda interna in Germania. Questo è infatti ciò che la Commissione ha appena raccomandato a questi paesi. Se la Germania e la Francia insieme possono insieme raggiungere questo, fanno un grande servizio per l´intera zona euro, fornendo maggiore crescita, la creazione di più posti di lavoro e ridurre le tensioni sociali. Sono ovviamente consapevole che le riforme necessarie richiedono spesso la persuasione e la perseveranza dei responsabili politici. Saranno necessari il coraggio e la lungimiranza che ha contribuito Ludwig Erhard per produrre il miracolo economico tedesco basato sul libero mercato in Europa di oggi. Ricordiamo quando Ludwig Erhard è stato affrontato da Lucius generale Clay, che era stato messo in guardia dai suoi consiglieri che le decisioni del signor Erhard sulle riforme economiche erano un terribile errore. "Non badare a loro", Erhard ha risposto: "i miei consiglieri mi dicono la stessa cosa". Forse possiamo ancora vedere lo stesso tipo di convinzione e di leadership in Europa! A proposito, noi abbiamo pertinenti recenti esempi europei di riforme economiche ripagare. A parte l´Irlanda, la Lettonia è un esempio calzante. Si può ricordare che l´anno scorso, il parlare della città e tra le forze di mercato è stata una potenziale rottura dell´euro. Ci sono state voci incontrollate su una "Grexit" e anche quelli più selvaggi, circa una "Fixit". È vero, il 1 ° gennaio del prossimo anno, l´euro non ha più 17 membri - avrà più membri, non di meno. Mi riferisco alla Lettonia, che diventerà il 18 ° membro dell´euro dopo la sua impressionante svolta economica che è stato raggiunto attraverso la determinazione di riforme economiche e rigore fiscale, e il paese è andato avanti di ricevere assistenza finanziaria per raggiungere tassi sonori di sostenibile crescita. Il secondo punto è che i necessari cambiamenti strutturali deve essere finanziato. Riequilibrio economica è ancora frenata dalle vulnerabilità nel settore bancario e da distorsioni profonde nel canale del credito. Mentre il rischio sovrano ha in gran parte ritirato, il meccanismo di trasmissione della politica monetaria rimane compromessa in Europa e le condizioni di credito soffrono di frammentazione finanziaria. Stiamo costruendo il quadro normativo per il mercato finanziario integrato in Europa. Non dimentichiamo i progressi che abbiamo già fatto. L´unico meccanismo di controllo è stata concordata meno di un anno dopo che l´idea è stata messa sul tavolo. A breve la Commissione presenterà una proposta legislativa per un meccanismo di risoluzione unico come il suo naturale complemento. Questo sarà composto da un´autorità risoluzione unica e cassa comune risoluzione, che sarà finanziato attraverso i contributi del settore stesso. Un´altra caratteristica importante del sindacato bancario è la possibilità di ricapitalizzare direttamente le banche attraverso il meccanismo europeo di stabilità. Due settimane fa, l´Eurogruppo ha convenuto i principi e le regole di uno strumento di ricapitolazione diretta, e il Consiglio Ecofin ha raggiunto un ampio accordo sugli strumenti per la risoluzione delle banche in fallimento. L´unione bancaria è essenziale per invertire il processo di frammentazione finanziaria in Europa, preservando così l´integrità del mercato unico, e per garantire il finanziamento del cambiamento strutturale. Chiaramente, il sindacato bancario non sarà completata durante la notte. Ecco perché ci stiamo muovendo per colmare le debolezze attuali del settore bancario, in modo da garantire che il settore finanziario sarà in grado di riprendere la propria funzione e quindi un risparmio di canale per gli usi più produttivi a sostegno dell´adeguamento e del recupero dell´economia reale. Rispetto all´Europa - e al Giappone - gli Stati Uniti sono riusciti a intraprendere una riparazione relativamente immediato e massiccio del suo settore bancario e del sistema finanziario, che la maggior parte degli economisti assumono avuto un ruolo più importante che la politica fiscale nel contenere la crisi e ripristinare la fiducia. In Europa abbiamo fatto molto, ma abbiamo ancora molto lavoro davanti a noi per completare la riparazione finanziaria. Ecco perché, il 29 maggio, abbiamo raccomandato alla zona euro al fine di garantire che il meccanismo di supervisione unico e l´Autorità bancaria europea effettuare rigorosi giudizi di qualità dell´attivo e stress test nei prossimi 6-12 mesi. E ´fondamentale per completare la riparazione del canale di credito - come l´economia europea è bank-based - ma è altrettanto essenziale che il prestito viene incanalata per gli usi più produttivi. Un altro esempio è il 10000000000 € di aumento di capitale della Banca europea per gli investimenti, che ora è efficace. Di conseguenza, il mandato di prestito della Bei per il 2013-15 è del 40%, che è principalmente orientata verso il finanziamento delle Pmi, l´innovazione, le infrastrutture e la crescita verde. Questo mi porta al terzo punto, le finanze pubbliche. Gli eccessi pubblici e privati ​​degli ultimi dieci anni indicano che il debito pubblico nella zona euro ha raggiunto un livello superiore al 90% del Pil. Ma un fatto che si dimentica facilmente è che il deficit di bilancio della zona euro è stato ridotto di oltre il 6% del Pil nel 2010 al di sotto del 3% quest´anno. La politica fiscale ha ora un quadro credibile e coerente consolidamento deve continuare, con l´attenzione alla sostenibilità strutturale delle finanze pubbliche nel medio termine. Il rafforzamento della governance economica è ora in fase di attuazione. Con queste importanti riforme, le opzioni per una maggiore integrazione fiscale sono state esaurite nell´ambito dell´attuale trattato sull´Unione europea. Lo scorso novembre, la Commissione europea ha pubblicato il suo Blueprint verso un´Unione economica e monetaria vera e profonda, che abbozzato ulteriori elementi, scadenze e le condizioni per una maggiore integrazione economica e fiscale. A nostro avviso, il principio guida fondamentale deve essere che ogni passo verso una maggiore solidarietà e mutualizzazione del rischio economico essere combinata con una maggiore responsabilità e rigore fiscale - cioè, con l´ulteriore condivisione di sovranità e di una più profonda integrazione del processo decisionale in materia di politica economica e fiscale . Signore e Signori, Tutto sommato, la crisi economica e finanziaria ci ha chiaramente insegnato che la cultura della stabilità deve andare oltre la politica monetaria e al di là della politica fiscale. Mi riferisco segnatamente a una sana politica di micro-e macro-prudenziale per il settore finanziario, nonché per la prevenzione degli squilibri macroeconomici dannosi e per il perseguimento di riforme strutturali come consentendo alle politiche per un´unione monetaria stabile. Alla fine della giornata, con un insieme di regole di stabilità non è lo stesso e ancora non corrisponderebbe ad una cultura come aventi stabilità. Questo è più di una semplice osservazione semantico. Una cultura della stabilità significa non solo disporre di un quadro di norme e regole che contribuiscono alla stabilità di bilancio e finanziaria. Cultura significa anche che tutti noi facciamo le regole nostre. Naturalmente, i peccatori tra i paesi della zona euro sono ben noti, ma, a questo proposito, è sano per ricordare a noi stessi dell´episodio tedesco-francese appena un decennio fa. Ancora oggi, è sconcertante che la Commissione, da un lato, ascoltare chiede una maggiore integrazione economica e fiscale, ma, d´altra parte, essere criticato per le nostre raccomandazioni ben fondate in materia di politica fiscale e di riforme strutturali. Questo, ancora una volta, ci insegna che una unione fiscale profondo incorporato in una cultura della stabilità non emergerà durante la notte. Accolgo con favore il fatto che il Consiglio europeo ha appena confermato che le istituzioni Ue resterà la spina dorsale di qualsiasi passo verso una maggiore integrazione, in modo che sia efficace e inclusiva per tutti gli stati membri. Allo stesso tempo, il progresso non può essere raggiunto se non è fatto attraverso un processo profondamente democratico, sia a livello nazionale che a livello europeo. I nostri cittadini si aspettano - e accettare - niente di meno. Signore e Signori, Questo ci porta alle origini del modello economico europeo e la necessità di una rinnovata economia sociale di mercato. Strategia economica comune dell´Ue è tutto di riformare il modello economico e sociale europeo. Non in qualche modo nostalgicamente aggrappati allo status quo, dal momento che porterebbe solo a un declino economico permanente d´Europa. Non smontare il modello europeo, perché crediamo nel binomio cultura della stabilità, spirito imprenditoriale e la giustizia sociale. Ma, invece, genuinamente riformare e modernizzare l´economia sociale di mercato, per il bene di una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. Conto sulla conferenza di oggi dando un prezioso contributo a questo obiettivo. Sono particolarmente impaziente di intuizione del professor Tietmeyer come questo argomento è stato vicino al suo cuore nel corso dei decenni. Gli auguro tutto il meglio per il suo futuro. Vielen Dank.”  
   
   
MESSAGGI PRINCIPALI AL DIALOGO DEI CITTADINI  
 
Esch-sur-alzette, 2 Luglio 2013 – Alcuni spunti di Viviane Reding Vice-presidente della Commissione europea, Commissario europeo per la Giustizia su: Cittadini Dialogo: “ 1. Protezione dei dati - La protezione dei dati è un diritto fondamentale nell´Ue. Mi batterò per elevati standard di protezione dei dati. I recenti scandali di protezione dei dati negli Stati Uniti e il Regno Unito sono stati un campanello d´allarme. In futuro, Golia sarà la lotta contro Golia. Quando è stato chiesto da un cittadino circa le più recenti rivelazioni sul presunto spionaggio per le istituzioni e gli uffici comunitari dalla Nsa, Viviane Reding ha risposto: I partner non spiano a vicenda. Non possiamo negoziare su un mercato di grande transatlantico, se non vi è il minimo dubbio che i nostri partner stanno svolgendo attività di spionaggio contro gli uffici dei nostri negoziatori. Le autorità americane dovrebbero eliminare rapidamente qualsiasi dubbio. 2. Libera circolazione - Il diritto alla libera circolazione è un diritto fondamentale e un pilastro centrale della costruzione europea. In questi tempi economicamente difficili, sembra più facile per alcuni di cedere al populismo e per dimenticare la grande conquista che è l´apertura delle frontiere europee. Questa non è una soluzione. Il diritto alla libera circolazione non è negoziabile. 3. La disoccupazione giovanile - Nessuna persona sotto i 25 anni dovrebbe essere necessario attendere più di quattro mesi per un lavoro, un tirocinio o un apprendistato. L´unione europea sta fornendo più di € 6000000000 e la Commissione ha proposto di anticipare il finanziamento di progetti concreti in modo che il denaro può cominciare ad essere erogati al più presto possibile. Gli Stati membri devono agire rapidamente ora e ci forniscono proposte concrete. 4. Solidarietà - La solidarietà non è una sulla via e-via. Europa aiuta, ma che cosa può fare per aiutare i cittadini europei? Non sarebbe una buona idea se gli europei che vivono in paesi economicamente meglio, ´sponsor´ dei giovani e disoccupati nei paesi le cui economie sono in difficoltà? Forse un tipo di "solidarietà sponsorizzazione" potrebbe essere previsto? Non dovremmo lussemburghesi assumere un ruolo guida in progetti di solidarietà come questi? 5. Il futuro dell´Europa - I cittadini vedono la luce alla fine del tunnel. Tutti i paesi dell´Ue stanno consolidando i loro bilanci e la riforma dei rispettivi mercati del lavoro. Competitività sta migliorando. Stiamo correggendo i nostri problemi. Noi europei hanno bisogno di essere più sicuro di sé. Cerchiamo di non lamentarci ma rimboccarci le maniche e continuare a lavorare per migliorare le cose. 6. Lussemburgo - Abbiamo utilizzato per il sole che splende su di noi. Ma il bel tempo non può essere dato per scontato. Dobbiamo prendere noi stessi in forma per il futuro.  
   
   
NUOVI FONDI PER SOSTENERE LE IMPRESE NEI PAESI DEL PARTENARIATO ORIENTALE  
 
Bruxelles, 2 luglio 2013 - La Commissione europea ha adottato ieri un programma di sostegno alle piccole e medie imprese (Pmi) e le opportunità commerciali nei paesi del partenariato orientale (Po) regione. "I nostri vicini orientali sono stati duramente colpiti dalla crisi economica. Le piccole e medie imprese possono svolgere un ruolo fondamentale nella creazione di posti di lavoro e crescita economica perché rispondono rapidamente alle opportunità offerte dal mercato. E ´quindi nostro compito fondamentale per sostenere le piccole imprese nella regione del partenariato orientale " , ha dichiarato il commissario per l´allargamento e la politica di vicinato, Stefan Fule . Come una delle iniziative di punta del partenariato orientale, il programma comprende le seguenti attività: Sostegno alle istituzioni dei paesi partner a mettere in atto e attuare le riforme politiche e legislative a sostegno delle piccole e medie imprese. Questa attività si baserà sulla valutazione finanziata dall´Unione europea, effettuata nel 2012 sui progressi nell´attuazione dello Small Business Act per l´Europa nei paesi del partenariato orientale, che ha dimostrato che le pratiche variano da paese a paese, ma generalmente sono necessari miglioramenti in tutti i settori (ad esempio, il quadro normativo e delle politiche, l´accesso ai finanziamenti, appalti, imprenditoria femminile, green economy, ecc) Estensione del progetto East-invest, che sostiene le organizzazioni di sostegno alle imprese nei paesi del partenariato orientale e promuove opportunità commerciali tra aziende europee e Po. Esso sarà attuato attraverso una collaborazione delle tre organizzazioni di rappresentanza delle imprese dell´Ue - Eurochambres, Business Europe e Euapme (Union Européenne de l´Artisanat et des Petites et Moyennes Entreprises). Rafforzare la revisione e la capacità delle Pmi ´segnalazione per migliorare il loro accesso al finanziamento nei paesi del partenariato orientale. Questa attività rispecchia un programma simile attuata con successo nei Balcani occidentali dal Centro per l´informativa finanziaria Riforme, parte della Banca Mondiale. Il valore complessivo del nuovo programma di sostegno alle imprese per i paesi del partenariato orientale è di € 10 milioni e il progetto dovrebbe iniziare nella seconda metà di quest´anno.  
   
   
LA CROAZIA È DIVENTA AZIONISTA DELLA BEI AL MOMENTO DELL´ADESIONE ALL´UNIONE  
 
Bruxelles, 2 luglio 2013 - Da ieri, la Croazia aderisce all´Unione europea e diventa anche azionista della Banca europea per gli investimenti, che ha fornito i prestiti in Croazia per più di dodici anni. Inoltre, la Croazia è il primo paese ad aver beneficiato dei Jaspers tecnici iniziativa prima di diventare membro dell´Unione europea. Jaspers aiuta i paesi a preparare i progetti per la concessione di finanziamenti Ue. Presidente della Bei Hoyer ha dichiarato: " In questo giorno desidero congratularmi con i cittadini croati di adesione del loro paese all´Unione europea, che apre nuove possibilità per il beneficio di tutti gli europei. Successo della Croazia è un buon esempio per gli altri paesi della regione dei Balcani occidentali che stanno lavorando verso la stabilità e la prosperità. La Bei, Banca dell´Ue, continuerà a finanziare progetti prioritari in Croazia e mettere il paese in una posizione migliore per affrontare attuali e future sfide economiche ". La Bei opera in Croazia dal 2001 e ha fornito prestiti per un totale di 3,25 miliardi di euro fino ad oggi, favorendo in tal modo il processo di integrazione con l´Ue, contribuendo alla Croazia di soddisfare i criteri di adesione dell´Ue e promuovere l´armonizzazione con gli sviluppi economici dell´Ue e garantendo la migliore possibile la preparazione per l´adesione all´Ue. Attualmente, le operazioni della Bei coprono importanti settori dell´economia del paese, che vanno dalle infrastrutture di base nel settore dei trasporti, l´ambiente e l´energia di produzione e servizi, compreso il sostegno alle piccole e medie imprese (Pmi) attraverso le istituzioni finanziarie locali, per aumentare l´accesso delle Pmi ai finanziamento a lungo termine. A tal fine, la Bei opera in stretta cooperazione con consolidata pubblica croata e istituzioni finanziarie private. Attraverso queste banche intermediarie e società di leasing, è stato co-finanziamento di progetti di piccole dimensioni, per lo più nel settore industriale e dei servizi, compreso il turismo, l´energia / risparmio energetico e la tutela dell´ambiente, così come le infrastrutture nei settori della sanità, dell´istruzione, della riqualificazione urbana e settori di edilizia sociale . Quasi la metà dei prestiti della Bei in Croazia fino ad oggi (48%) consiste di sostegno alle Pmi. Non è solo la banca che fornisce finanziamenti in Croazia. Dopo l´adesione all´Ue, la Croazia diventerà beneficiare di sovvenzioni Ue. Per consentirle di ricevere tali sovvenzioni immediatamente dopo l´adesione all´Ue, Jaspers (Assistenza congiunta a sostegno di progetti nelle regioni europee) - una iniziativa di assistenza tecnica fornito congiuntamente con la Commissione europea, la Bers e Kfw, che aiuta con la selezione e la preparazione di progetti finanziato da sovvenzioni Ue - operazioni in Croazia avviato all´inizio del 2012. Il Fondo europeo per gli investimenti (Fei), che è una filiale della Bei, fornisce soluzioni di finanziamento di rischio per gli intermediari finanziari a sostegno delle Pmi e favorire l´innovazione in Europa. Il Fei ha firmato un accordo di garanzia con la competitività e l´innovazione sostenere le microimprese, che genereranno un portafoglio di nuovi prestiti per un valore di 30 milioni di euro. Si è inoltre impegnata 1,8 milioni di euro in operazioni di garanzia, a seguito dei quali 22,5 milioni di euro di nuovi finanziamenti per le Pmi potrebbero essere messi a disposizione.  
   
   
ACCORDO RAGGIUNTO SULLE MISURE DI AUSTERITÀ E LE RIFORME PER IL SERVIZIO CIVILE EUROPEO  
 
Bruxelles, 2 luglio 2013 - I rappresentanti degli Stati membri hanno approvato oggi un pacchetto di misure di austerità e le riforme per il servizio civile europeo, che farà risparmiare € 2700000000 entro il 2020, e 1500000000 € all´anno nel lungo termine. Hanno confermato l´accordo raggiunto il Martedì 25 giugno dai rappresentanti del Parlamento, la Presidenza irlandese e la Commissione che è stato già sostenuto da Legal Affairs Committee del Parlamento del 24 giugno. Vicepresidente Maroš Šefčovič ha detto: " .. Accolgo con favore la decisione degli Stati membri e della commissione giuridica Questo accordo è una risposta adeguata alla crisi, che conserva anche la capacità delle istituzioni europee di compiere la loro missione Sebbene nessun- si può essere del tutto soddisfatto del risultato, è un compromesso ragionevole. Negoziati sono stati molto duri, ma sono contento che abbiamo trovato un compromesso accettabile. Della funzione pubblica europea sarà ulteriormente aggiornata, soprattutto attraverso un migliore collegamento tra retribuzione e responsabilità. Chiunque passa attraverso una delle procedure di assunzione difficili devono essere pronti a lavorare sodo per l´Europa ei suoi cittadini, tra cui ore di lavoro più lunghi e un´età pensionabile più alta ". La proposta include: Una paga di due anni e la pensione di congelamento. Una riduzione del 5% del personale in tutte le istituzioni per il periodo 2013-17. Questo rappresenta 2.500 posti in totale - più di tutto il personale della Corte di giustizia. Un aumento della settimana lavorativa minima per il personale in tutte le istituzioni da 37,5 ore a 40 ore, senza compensazione finanziaria. L´età pensionabile aumenterà 63-66 per il nuovo personale, e 65 per il personale esistente. La possibilità di lavorare fino a 70 sarà reso più facile, e ci sarà un nuovo collegamento tra l´aspettativa di vita e l´età pensionabile. Una nuova ´tassa di solidarietà´ del 6%, da versare su di aliquote fiscali esistenti fino al 45%. Per i due più alti gradi dei funzionari, ei commissari, il contributo di solidarietà sarà del 7%. Questa sarà presentato durante il congelamento dei salari, determinando un calo immediato degli stipendi netti per la maggior parte del personale. Il tasso di accantonamento pensionistico per il nuovo personale sarà tagliato dal 1,9% al 1,8% / anno. Prepensionamento senza perdita dei diritti pensionistici acquisiti sarà abolito. Abbassare gli stipendi di fine carriera (-22%) per un gran numero di amministratori e assistenti a causa di un forte legame tra grado e la responsabilità, e una riduzione dei tassi di promozione. Questo si traduce in pensioni più basse, anche. Gli stipendi di nuovo personale di segreteria e di segreteria saranno ridotti del -13% (a partire stipendio) a -40% (stipendio di fine carriera). Un nuovo e semplificato il metodo di adeguamento delle retribuzioni e delle pensioni sulla base delle decisioni politiche adottate dai 11 Stati membri per i loro funzionari nazionali, ma anche catering per situazioni di profonda crisi economica e finanziaria. Questo nuovo metodo verrà sospeso fino al 2015. Una riduzione del numero massimo di giorni di ferie concessi al personale per il loro viaggio annuale a loro paesi d´origine da sei giorni per due anni e mezzo, con l´indennità ridotta. La possibilità per un uso più ampio di personale a contratto più conveniente, estendendo la durata massima dei contratti da tre anni a sei.  
   
   
L´OCCUPAZIONE E L´INCLUSIONE SOCIALE: COMMISSIONE EUROPEA, ACCOGLIE ACCORDO SUL NUOVO PROGRAMMA PER L´OCCUPAZIONE E L´INNOVAZIONE (EASI)  
 
Bruxelles, 2 luglio 2013 - La Commissione europea accoglie con favore l´accordo politico raggiunto con il Parlamento europeo e il Consiglio sul programma comunitario per l´occupazione e l´innovazione (Easi) con un bilancio proposto di € 815.000.000 per il periodo 2014-20. Easi integra ed estende la copertura di tre programmi esistenti: Progress (Programma per l´occupazione e la solidarietà sociale), Eures (European Employment Services) e strumento europeo di microfinanziamento Progress, che sarà assegnato rispettivamente 61%, 18% e il 21% del bilancio . Easi consentirà alla Commissione di aumentare la coerenza politica e l´impatto dei suoi strumenti, che hanno obiettivi comuni, contribuendo in questo modo alla strategia Europa 2020 per la crescita e l´occupazione. László Andor, commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione commentato "Con Easi la Commissione avrà uno strumento per sostenere direttamente le politiche occupazionali e sociali in tutta l´Ue e, quindi, contribuire all´attuazione della strategia Europa 2020. Accolgo con favore il fatto che l´accordo è stato raggiunto in tempo per prepararci per un rotolo di fuori del programma a partire dal gennaio 2014 ". Easi sosterrà gli sforzi degli Stati membri nella progettazione e realizzazione di posti di lavoro e di riforme sociali a livello europeo, nazionale, nonché i livelli regionali e locali, per mezzo di coordinamento delle politiche, l´identificazione, l´analisi e la condivisione delle migliori pratiche. Sarà in particolare beneficio delle autorità nazionali, regionali e locali, nonché le parti sociali e le organizzazioni della società civile. Progetti e attività concrete aiuteranno a testare le riforme sul terreno prima che la possibile aumentare in proporzione il maggior successo, anche attraverso il Fse. In questo contesto, Easi dedicherà circa € 100 milioni per lanciare tali esperimenti nei settori più critici, come l´occupazione giovanile o l´inclusione dei gruppi svantaggiati. Integrando Eures all´interno Easi, la Commissione porterà avanti il ​​successo tuo primo lavoro Eures e lanciare programmi di mobilità dedicati per facilitare la ricerca di lavoro e promuovere posti di lavoro corrispondenti a livello di Ue. La mobilità del lavoro può essere un meccanismo di regolazione potente per affrontare gli squilibri dei mercati del lavoro europei si trovano ad affrontare - in particolare della manodopera e la carenza di competenze co-esistente con alto tasso di disoccupazione. Infine, lo strumento di microfinanza e il nuovo strumento finanziario per il sostegno dell´impresa sociale offrirà una piattaforma per la sperimentazione e può essere installato dagli Stati membri, anche con il sostegno del Fse. Insieme con il Fse, il Fondo per l´aiuto europeo per gli indigenti e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, Easi costituisce il quarto pilastro dell´iniziativa europea per l´occupazione e l´inclusione sociale 2014-2020. L´accordo politico seguirà la procedura ordinaria e deve essere approvato dal Parlamento europeo e al Consiglio entro la fine del 2013 per consentire l´avvio di Easi nel mese di gennaio 2014.  
   
   
ZAIA: “BENVENUTA CROAZIA, TI ASPETTAVAMO. MA IL GOVERNO LETTA NON SOTTOVALUTI IL PROBLEMA DELLA MANODOPERA A BASSO COSTO CHE POTREBBE SFASARE IL NOSTRO MERCATO DEL LAVORO”  
 
Venezia, 2 luglio 2013 - “Benvenuta Croazia, benvenuto al popolo croato nella casa comune europea. Mi auguro che, anche con il vostro arrivo, possiamo migliorare questa Unione, rendendola più efficiente ed equanime, non un colosso burocratico che sia aggiunge e sovrappone ai vecchi e arrugginiti arnesi amministrativi italiani, ma un’entità che le genti che la compongono possano sentire come propria: quell’Europa dei popoli, ancor prima che delle nazioni, che ancora stiamo cercando di costruire”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, saluta oggi l’ingresso della Repubblica di Croazia nell’Unione Europea, “una terra – ha sottolineato il governatore – a cui ci sentiamo vicini per profondi legami storici e culturali, per i rapporti di collaborazione tra le due sponde dell’Adriatico che negli ultimi decenni ci hanno visto impegnati anche nella tutela e valorizzazione del patrimonio artistico di origine veneta in Istria e Dalmazia”. “Sono sempre stato convinto, e continuo a esserlo – prosegue Zaia –, che un Paese che, pur non avendo ancora rimarginato totalmente le ferite del conflitto dal quale è scaturita la sua indipendenza, riesce a costruire una democrazia moderna e a rinnovarsi in così breve tempo, non possa che essere un irrinunciabile interlocutore in ambito continentale. Ho sempre sostenuto questo, anche nella veste di presidente del Gruppo di Cooperazione Territoriale ‘Euregio Senza Confini’, con il quale le Regioni partecipanti e quelle che aspirano a essere incluse, tra cui l’Istria croata, hanno per prime avviato concretamente un percorso di integrazione europea”. Zaia torna sul tema caldo che proprio lui per primo ha sollevato un mese fa, chiedendo al governo italiano la moratoria agli ingressi di lavoratori croati nel nostro Paese, moratoria che è stata concessa, lasciando però aperte le porte agli stagionali nei settori dell’agricoltura e del turismo. “E’ tutt’altro che una iniziativa contro la Croazia, come qualcuno strumentalmente ha cercato di dipingere – ha concluso il governatore veneto –, ma piuttosto una più che legittima preoccupazione, la volontà di impedire che distorsioni sul mercato del lavoro, rese ancor più pericolose dalla fase di crisi che stiamo attraversando, possano determinare da subito inopportune tensioni e incomprensioni. Impariamo a rafforzare l’amicizia e i legami che uniscono i nostri popoli senza però nasconderci i problemi reali. E i flussi di lavoratori croati a basso costo che potrebbero dirigersi in Veneto, dove già i disoccupati sono 200 mila, rappresentano senza dubbio un problema, una potenziale insidia, soprattutto per i nostri giovani che cercano una temporanea alternativa occupazionale nelle attività stagionali, che il Governo Letta mi pare stia sottovalutando. Si sappia: io continuerò a battermi perché questa opportunità di lavoro per i nostri ragazzi sia salvaguardata”.  
   
   
TOSCANA, LA DIRETTA STREAMING DELLA SEDUTA DI GIUNTA DEL 1 LUGLIO 2013 FRA LE DECISIONI: STUDIO, AGRICOLTURA, IMPRESE  
 
Firenze 2 luglio 2013 – Si è tenuta ieri in Sala Pegaso a Palazzo Strozzi Sacrati la seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito di Toscana Notizie. Tra i provvedimenti approvati segnaliamo: - gli indirizzi regionali in materia di diritto allo studio scolastico (3,5 milioni da distribuire ai Comuni attraverso le Province. A queste dovranno aggiungersi altre risorse, che deve ancora stanziare lo Stato, per i libri di testo). Da 0:21:15 a 0:21:55; - l’attuazione, per il 2013, del Piano regionale agricolo-forestale (vengono attivate risorse per 66 milioni. 106 le linee di intervento attivate). Da 0:37:03 a 0:37:24 - un intervento agevolativo, sotto forma di contributi in conto interessi, per le imprese toscane danneggiate dalle alluvioni dello scorso novembre (Un milione di euro. Presto sarà predisposto il bando). Da 0:52:33 a 1:02:40 - un progetto regionale per concedere aiuti alle imprese che producono tessile-cardato (il numero dei potenziali beneficiari in terra toscana sfiora le 13 mila aziende). Da 1:02:51 a 1:04:50; - il progetto operativo, sul Fondo Europeo di Adeguamento alla globalizzazione (Feg), per attenuare l’impatto sociale degli esuberi di personale alla “De Tomaso Automobili spa”, in fallimento (circa 560 mila euro per iniziative a favore dei lavoratori). Da 1:06:36 a 1:09.50 In apertura di seduta il presidente Rossi ha ricordato Gino Nunes, già presidente della Provincia di Pisa, nel giorno della sua scomparsa.  
   
   
PIEMONTE: E’ STATA DEDICATA ALLA SANITÀ LA RIUNIONE DELLA GIUNTA REGIONALE DEL 28 GIUGNO E COORDINATA DAL PRESIDENTE ROBERTO COTA.  
 
  Torino, 2 luglio 2013 - Come proposto dall’assessore Ugo Cavallera, sono stati approvati: - lo schema di accordo e collaborazione con l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) per lo sviluppo e il monitoraggio del programma operativo 2013-2015 del Servizio sanitario piemontese, con particolare riferimento alla razionalizzazione della rete ospedaliera, alla riqualificazione dell’assistenza territoriale, alle reti assistenziali per intensità di cure, alla riorganizzazione dei laboratori analisi; - l’affidamento dal 1° luglio 2013 all’Agenzia regionale per la protezione ambientale dell’attività di verifica, per conto della Direzione regionale Sanità, della rispondenza dei requisiti per l’accreditamento delle strutture sanitarie, finora svolta da Arpa per l’Aress; - la conferma del ruolo dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Candiolo quale centro di riferimento della Rete oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta e la sua individuazione, insieme ad altre strutture, come presidio del programma regionale di screening oncologici “Prevenzione Serena” e della Rete regionale di cure palliative.  
   
   
EXPO 2015: QUALE RUOLO PER LE REGIONI? PRESIDENTE REGIONE UMBRIA MARINI: “PER NOI UNA GROSSA OPPORTUNITÀ”  
 
Milano, 2 luglio 2013 – Il “concept” di “Expo 2015”, l’Esposizione Universale di Milano che si terrà nel segno dello slogan “Feeding the Planet, Energy for Life” (Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita), è quello di un grande “albero della vita”, che, “nutrito dall’innovazione e dal talento”, dovrà compiutamente rappresentare al mondo l’immagine dell’Italia e delle sue Regioni. E proprio al ruolo delle Regioni, a 669 giorni dall’apertura – come ha puntualizzato lo stesso ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Graziano Delrio per indicare l’urgenza di un appuntamento destinato a rilanciare l’immagine internazionale e ad accelerare la ripresa economica dell’Italia – è stato dedicato stamani a Milano, presso la sala intitolata a Marco Biagi della Regione Lombardia, un incontro fra gli organizzatori di “Expo 2015”, importanti rappresentanti del governo italiano (fra cui, oltre a Delrio, i ministri per i Beni e le Attività Culturali Massimo Bray, della Coesione Territoriale Carlo Trigilia e il sottosegretario di Stato con delega all’Expo 2015 Maurizio Martina), i responsabili del “Padiglione Italia” dell’Expo e i presidenti delle Regioni. “Si è trattato di una riunione di grande importanza – ha dichiarato la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, che ha partecipato all’incontro con l’assessore regionale alla Cultura e al Turismo Fabrizio Bracco -; le Regioni sono state ufficialmente chiamate ad essere parte fondamentale di un evento di valore mondiale, che costituisce una occasione irripetibile per rappresentare in modo integrato e creativo le eccellenze, le ricchezze territoriali e le specificità del nostro Paese”. All’interno del “Padiglione Italia”, ci sarà dunque – secondo quanto delineato nella riunione di stamani – uno spazio espositivo per le Regioni, declinato essenzialmente sui temi del cibo e della sua sostenibilità, all’ambiente, al paesaggio, alla cultura e al turismo, con una particolare attenzione ai prodotti tipici, alle eccellenze agroalimentari, agli antichi mestieri e saperi, ma con una forte attenzione al presente e alle prospettive future (“Expo 2015 – hanno detto il Commissario Unico del Governo per “Expo Milano” Giuseppe Sala e Diana Bracco, Commissario del “Padiglione Italia” – non è tanto un’esposizione, quanto un veicolo d’idee ed un richiamo alla produttività”). Oltre a questo, le singole Regioni potranno partecipare, con proprie iniziative, sia a “clusters tematici” e “filiere territoriali”, indipendentemente dai limiti geografici, sia a spazi espositivi temporanei e settimane “di protagonismo”. “Un’offerta modulare – ha commentato la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini -, che ci trova completamente preparati e in sintonia con quanto abbiamo fatto e stiamo facendo in materia di promozione e progettualità integrata, soprattutto nella filiera che unisce agricoltura, ambiente, turismo e cultura”. Nelle prossime settimane – ha annunciato, concludendo la riunione milanese, il sottosegretario Maurizio Martina, accogliendo le sollecitazioni espresse, a nome delle amministrazioni regionali dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome Vasco Errani, sarà costituito un “tavolo”, con la partecipazione di Governo, Regioni, “Expo 2015” e “Padiglione Italia”, per mettere a punto nei particolari le modalità con cui le Regioni prenderanno parte all’Esposizione Universale, e le “ricadute” che tali attività potranno e dovranno avere nei territori, soprattutto in termini turistici. “Le Regioni nell’Expo, ma anche l’Expo nelle Regioni”, ha sintetizzato il ministro Trigilia. “Noi – ha dichiarato la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini – ci attiveremo subito, individuando sia il referente operativo dell’Umbria all’interno del Tavolo, sia lavorando, in seno all’esecutivo regionale, sul coordinamento delle iniziative di tutti i settori coinvolti”. “‘Expo 2015’ è una grandissima occasione per il nostro turismo – ha detto l’assessore regionale umbro Fabrizio Bracco -, e ci adopereremo immediatamente per mettere a punto, con tutti i soggetti interessati, specifiche iniziative e pacchetti turistici mirati, per intercettare al meglio il gigantesco flusso di visitatori previsto per l’Expo”.  
   
   
PATTO STABILITÀ: REGIONE BASILICATA CEDE 23,5 MILIONI A PROVINCE E COMUNI  
 
Potenza, 2 luglio 2013 - La Regione Basilicata, nell’ambito del Patto di Stabilità, ha trasferito 23 milioni e mezzo della propria capacità di spesa alle due Province e ad alcuni Comuni attraverso l’operazione di così detta “verticalizzazione” del patto di stabilità. Nel dettaglio è stata ceduta una capacità di spesa di circa 6 milioni alle Province (quasi 4 a Potenza e quasi due a Matera) e di 17,5 milioni a 107 comuni. La decisione è stata assunta oggi dalla Giunta Regionale che, con una propria delibera, ha sancito la rinuncia ad una quota del proprio tetto di spesa a fronte di un pari importo di saldo massimo da parte degli enti locali lucani. Si tratta di un provvedimento analogo a quelli adottati dalla giunta nei passati anni, ma che tiene conto di scenari parzialmente mutati. Se, infatti, per un verso c’è stato un intervento governativo teso a sbloccare la possibilità per Comuni e Province di pagare i debiti arretrati, per un altro da questo anno sono soggetti ai limiti del Patto anche tutti i Comuni con più di mille abitanti, mentre prima quelli con meno di 5mila ne erano esenti. Così, coordinandosi con i diversi enti, la Regione ha valutato congiuntamente ad Anci e Province, la situazione dei diversi enti locali e alla fine ha scelto di limitare ulteriormente la propria capacità di spesa per cederla agli altri enti lucani che vedevano a rischio programmi e investimenti. “Abbiamo ragionato non da amministratori di un ente – ha detto il presidente della Regione Vito De Filippo – ma da amministratori di una regione, che ha necessariamente bisogno di una visione unitaria dei problemi e per questo, anche con molti sacrifici per la Regione Basilicata, abbiamo scelto di andare in soccorso di altri enti che vedevano la propria azione a rischio ritenendo l’efficacia dell’azione in favore del cittadino prioritaria rispetto alla rivendicazione di meriti”.  
   
   
EXPO: FVG, SERRACCHIANI, VOLANO PER IL TURISMO E LE IMPRESE  
 
Trieste, 2 luglio 2013 - "Expo può essere, e dovrà essere, un volano importante per il turismo e per le nostre imprese. Sono milioni i turisti che ci aspettiamo possano raggiungere l´Italia per l´Expo 2015. È chiaro che le Regioni vorrebbero che questi flussi toccassero non soltanto Milano - ha dichiarato ieri nel capoluogo lombardo la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani - ma che l´Expo diventi occasione importante anche per i diversi territori del nostro Paese". "Credo che l´Expo sia soprattutto uno spunto per tornare a crescere: dobbiamo sfruttare questa occasione" ha quindi sottolineato la presidente Serracchiani in occasione dell´odierno forum "le Regioni d´Italia per Expo Milano 2015". Alla riunione, che di fatto ha varato una "cabina di regia" tra Expo, Governo centrale e Conferenza delle Regioni Italiane, la presidente Serracchiani ha partecipato assieme ai ministri per gli Affari regionali e le Autonomie, Graziano Delrio, ed alla Coesione territoriale, Carlo Trigilia, al presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, ai presidenti di Lombardia, Roberto Maroni, Liguria, Claudio Burlando, Campania, Stefano Caldoro, Piemonte, Roberto Cota, Marche, Gianmario Spacca, e Lazio, Luca Zingaretti.  
   
   
EXPO 2015: LAZIO IN PRIMA FILA PER COGLIERE LE OPPORTUNITA´ DELL´EVENTO  
 
Roma, 2 luglio 2013 - L´italia si prepara a un programma fitto di eventi in vista dell´Expo 2015 a Milano, per accogliere 20 milioni di turisti e permettere la loro permanenza il più a lungo possibile. Per questo Governo, Regioni, Padiglione Italia e società Expo hanno deciso di creare una cabina di regia con il compito di studiare la partecipazione delle Regioni all´esposizione mondiale. Il Lazio è in prima fila per cogliere l’opportunità di questo evento che, come ha ricordato il presidente, Nicola Zingaretti, “non riguarda solo Milano o la Lombardia”. L’obiettivo è trasformarlo in un catalizzatore di energie per rilanciare l’economia italiana, con un impatto significativo sul Pil e sulla creazione di posti di lavoro. “Quello dell’Expo – ha detto Zingaretti – è un appuntamento che sarebbe folle gestire in maniera approssimativa o burocratica. Si tratta di un evento fondamentale sia per i visitatori previsti che per la produzione di 25 miliardi di prodotto interno lordo in 8 anni, molti dei quali si trasformerebbero in ossigeno per le imprese, sia per i suoi contenuti, che pongono l’Italia al centro di un dibattito globale sulla costruzione di un nuovo modello di sviluppo tecnologico e sostenibile”. “Già nelle prime settimane di luglio, incontrerò le forze produttive della nostra Regione – ha spiegato Zingaretti - per discutere insieme forme e modalità della nostra partecipazione e fare in modo che il Lazio sia da subito protagonista di questa sfida”.  
   
   
INTERNAZIONALIZZAZIONE; G.R. UMBRIA ISTITUISCE CABINA DI REGIA PER COORDINARE AZIONI E ATTIVITÀ  
 
Perugia, 2 luglio 2013 - Ha lo scopo di assicurare un coordinamento politico a sostegno delle azioni di internazionalizzazione, cooperazione e promozione la Cabina di Regia per le azioni di internazionalizzazione dell´Umbria, istituita dalla Giunta regionale. L´organismo, presieduto dalla Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e di cui fanno parte gli assessori regionali allo sviluppo economico, al turismo e cultura ed all´agricoltura, si avvarrà per i compiti attuativi di un apposito Tavolo tecnico di coordinamento per integrare e raccordare le strutture regionali e le Agenzie che, a vario titolo, hanno competenze in materia di internazionalizzazione e per avanzare proposte. Le politiche di internazionalizzazione hanno infatti assunto una importanza crescente nel favorire lo sviluppo economico dei sistemi produttivi e territoriali, in particolare per quanto riguarda sostegno all´export, attrazione di investimenti esteri e internazionalizzazione dei processi produttivi e dei canali distributivi. L´obiettivo è di compiere un salto di qualità, partendo dalle esperienze concluse o in corso per rendere più efficaci le azioni da attuare avvalendosi di modelli condivisi e strutturati, finalizzati all´integrazione operativa, ad un approccio metodologico comune, alla razionalizzazione della spesa e all´utilizzo degli strumenti, con particolare riferimento ad alcuni grandi progetti e azioni di sistema guidati dalla Regione. Ciò anche per favorire la coerenza e la complementarietà tra l´iniziativa dello Stato e quella delle Regioni e dei diversi attori territoriali, in quanto cooperazione allo sviluppo ed internazionalizzazione economica, entrambi interessati da articolati processi di trasformazione dettati dalla globalizzazione, devono convergere per produrre efficaci sinergie operative. Per contribuire a promuovere l´internazionalizzazione del sistema Umbria risulta dunque necessario un approccio più integrato con l´obiettivo di cogliere con maggiore tempestività le opportunità per l´intero sistema economico regionale provenienti dai mercati esteri. Infatti la struttura del sistema economico regionale impone di individuare politiche di coordinamento e di rete che favoriscano percorsi di aggregazione funzionale, di innovazione del prodotto, nell´ambito di una adeguata strategia di marketing territoriale. Ciò in coerenza con le misure previste nell´ambito del "Programma Triennale per la crescita, l´innovazione e la competitività del Sistema Produttivo Regionale", finalizzate a favorire la competitività dell´Umbria, concentrando prioritariamente iniziative e risorse su realtà che esprimono al meglio un potenziale di internazionalizzazione. La cabina di regia potrà inoltre concorrere alla realizzazione di un approccio innovativo alla cooperazione allo sviluppo che, accanto alla lotta contro la povertà e alle azioni di solidarietà nelle emergenze umanitarie, si ponga il problema di come collaborare con paesi che sono diventati in questi anni attori e potenze globali o con aree, come il Mediterraneo, cruciali per i destini europei. A questo proposito va ricordato come nel rapporto positivo tra Regioni, Mae e Mise siano state già realizzate esperienze innovative, tra queste l´ultima generazione di programmi di cooperazione decentrata messi in campo dal Mae (l´Umbria è capofila di Brasil Proximo, partner di Fosel-argentina e molto attiva in Medio Oriente con il progetto Camera Arbitrale Palestinese e la partecipazione al Programma di Sostegno alle Municipalità Palestinesi-psmp), l´esperienza degli Accordi di Programma Quadro (Apq) per le Aree dei Balcani e del Mediterraneo, a cui l´Umbria ha partecipato con il Progetto Futuro Contemporaneo, sulla conservazione dell´arte contemporanea, con il coinvolgimento di partner di Serbia, Montenegro, Bosnia e Macedonia, è stata partner di un progetto (Prices) di assistenza in agricoltura in Serbia e di un progetto (Archeogiordania) di valorizzazione di siti archeologici ed il Programma Mae-regioni-cina (l´Umbria è capofila del Progetto sulla sicurezza dei prodotti alimentari e partner di quello su restauro e valorizzazione dei beni culturali e sull´attrazione dei flussi turistici-Travel). La Regione e le sue Agenzie attualmente gestiscono una pluralità di azioni a sostegno della internazionalizzazione dell´Umbria, sia in materia di cooperazione allo sviluppo, di supporto all´export ed ai più generali processi di internazionalizzazione delle imprese, di promozione turistica, di marketing territoriale, di relazioni istituzionali, di progetti di cooperazione finanziati dalla Ue etc. Con l´istituzione della Cabina di regia e del Tavolo tecnico verrà messa a sistema la complessa rete di relazioni, connesse attività ed relativi attori.  
   
   
TOSCANA: NON CI PUÒ ESSERE RIFORMA DELLE ISTITUZIONI SENZA UN SENATO FEDERALE  
 
Pontedera (Pi), 2 luglio 2013 – Bene le Unioni e fusioni di Comuni. Vada per la riforma delle Province, ma che ci sia anche il superamento del Senato con la creazione di una Camera delle autonomie, “madre di tutte le riforme”. L’assessore alla presidenza e al rapporto con gli enti locali Vittorio Bugli approfitta dell’incontro tra le Unioni di Comuni che si è svolto il 28 giugno a Pontedera per parlare anche del Senato federale. Un passaggio imprescindibile, secondo l’amministratore regionale. “Se vogliamo una riforma che davvero funzioni, questa deve essere completa – spiega -, con un ragionamento complessivo che parta dall’alto”. “Una riforma in cui anche le Regioni – ammette l’assessore – non è detto che rimangano quelle che sono oggi: in fondo ce ne sono alcune che sono più piccole della provincia di Firenze”. “Su questo la Toscana deve fare una battaglia di innovazione e di ritrovato rapporto tra cittadini e istituzioni – conclude Bugli – Una battaglia condotta in modo unitario fra le istituzioni, ovvero Regione e Comuni, e la società rappresentata dalle sue organizzazioni sociali”.  
   
   
LA CALABRIA AL FORUM “LE REGIONI D’ITALIA PER EXPO MILANO 2015”  
 
Catanzaro, 2 luglio 2013 - La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi ha partecipato ieri mattina al forum “Le Regioni d’Italia per Expo Milano 2015”. Alla riunione organizzata a Milano presso la sede della Regione Lombardia, si è discusso del ruolo delle Regioni, delle modalità per la loro partecipazione all’evento e dei programmi che esse potranno esporre per valorizzare le proprie eccellenze. “L’expo Milano 2015 è un evento fondamentale per la ripresa economica dell’Italia – ha affermato la Vicepresidente Stasi - e la Regione Calabria vuole esserci da protagonista. L´incontro di oggi a Milano, concreto nei contenuti, è servito per avviare un coordinamento tra Conferenza delle Regioni, Padiglione Italia, Governo ed Expo. L’obiettivo è quello di costruire un modello dei sistemi regionali dentro un format che sia in grado di rappresentare la nazione intera attraverso tutti i sistemi regionali integrati tra di loro. È intenzione del Presidente Scopelliti avviare, già dalla prossima settimana, un´azione coordinata tra i diversi dipartimenti regionali ed i territori provinciali, ma anche con il mondo delle categorie produttive, economiche e sociali. Sarà necessario fare rete tra i privati per preparare pacchetti di incoming competitivi”. “I numeri di Expo sono straordinari – continua la Vicepresidente Stasi - e dei 20 milioni di visitatori previsti, molti potranno essere attratti da una terra interessante come la Calabria. Turismo, dunque, ma anche cultura, enogastronomia, occasioni di internazionalizzazione e possibilità di attrarre investimenti, per un rilancio della politica industriale regionale. L´idea è riuscire a radicare l´evento Expo anche nella Regione Calabria, attraverso un lavoro di preparazione in questi 18 mesi che ci separano dall´evento ed una fase Expo vera e propria durante i sei mesi di esposizione. Il tutto – conclude la Vicepresidente della Regione Antonella Stasi – con un lavoro successivo post evento per portare a patrimonio quanto investito che, siamo convinti, darà un contributo alla crescita del nostro territorio”. A margine della riunione, la Vicepresidente Stasi, accompagnata dal Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura Zimbalatti, ha visitato lo “Spazio Calabria”inaugurato in via Broletto lo scorso 20 giugno, ed ha ammirato la mostra di artisti calabresi dal titolo “Azzurro Tempo Lustrale”, in esposizione fino al 31 luglio, apprezzandone “l’eleganza e la sobrietà in un contesto positivo per veicolare bene l’immagine della Calabria”.  
   
   
AVVIATI I TAVOLI TECNICI REGIONE CALABRIA-PARTENARIATO PER CONDIVIDERE PRIORITÀ E RISULTATI ATTESI DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE 2014-2020  
 
Catanzaro, 2 luglio 2013 - La Regione ha concluso i due giorni di confronto con il Partenariato Istituzionale ed Economico Sociale sugli obiettivi della nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020. Quattro sono stati i Tavoli di discussione che si sono svolti nelle giornate del 27 e 28 giugno , a Catanzaro, nella sede del Comalca (Consorzio mercato agricolo alimentare Calabria). I quattro gruppi tecnici hanno affrontato altrettanti temi individuati come prioritari dai documenti elaborati in sede comunitaria e nazionale: lavoro e competitività, ambiente, qualità della vita e inclusione sociale, istruzione e formazione. Il confronto è stato coordinato da Paola Rizzo, Autorità di gestione del Por Calabria Fesr 2007/2013. Tra i rappresentanti della Regione intervenuti alla due giorni: Bruno Calvetta, Autorità di gestione del Por Calabria Fse 2007/2013; Maurizio Nicolai, Autorità di gestione del Psr Calabria; Massimiliano Ferrara, dirigente generale Dipartimento Cultura Regione Calabria; Luigi Zinno, direttore del Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Tra le indicazioni emerse dal confronto con gli esponenti del Partenariato, la necessità di concentrare le risorse su pochi obiettivi concretamente realizzabili, con un’attenta valutazione già in questa fase dei risultati attesi. “Puntiamo all’elaborazione di un programma – ha affermato l’Assessore regionale alla Programmazione Nazionale e Comunitaria Mancini – che sia il più operativo e concreto possibile, identificando poche priorità che riescano ad attrarre risorse consistenti in modo da far crescere la Calabria nel panorama nazionale e comunitario”. Per vincere questa sfida è “centrale la condivisione con il Partenariato, e attraverso di esso con i cittadini calabresi – ha sottolineato l’Assessore – delle strategie di sviluppo regionale da mettere in campo nella nuova programmazione 2014-2020”. Il confronto con gli esponenti del Partenariato Istituzionale ed Economico Sociale, che hanno partecipato in maniera molto diffusa e collaborativa al dialogo attivato con i Tavoli, proseguirà nelle prossime settimane con approfondimenti tematici e contributi scritti dei partner, in modo da arrivare in tempi brevi alla predisposizione del Documento di orientamento strategico, che rappresenterà la base per la scrittura dei nuovi Programmi operativi per la Calabria.  
   
   
SARDEGNA, PROVINCE - CAPPELLACCI, CON ABROGAZIONE RISPETTA VOLONTÀ POPOLARE  
 
Cagliari, 2 luglio 2013 - "L´abrogazione delle province rispetta la volontà popolare, espressa in maniera netta ed inequivocabile con il voto referendario". Lo ha dichiarato il 28 giugno il presidente Ugo Cappellacci al termine del voto sulla legge che costituisce l´atto finale delle cosiddette nuove province. "Spiace - ha aggiunto Cappellacci - che ancora una volta si registrino resistenze ad un processo di cambiamento, che non può essere fermato, e che alcune forze politiche siano ancora concentrare nella conservazione del quadro esistente e di antiche rendite di posizione. Con il voto di oggi invece la Sardegna si conferma antesignana di un percorso innovativo che a livello nazionale é stato solo annunciato e mai realizzato. L´abrogazione delle province apre la strada - ha concluso il presidente - ad un nuovo protagonismo di quei Comuni che sono da sempre il primo punto di riferimento del cittadino".  
   
   
MARCHIO "CAMPANIA": PIÙ COMPETITIVI SUL PIANO INTERNAZIONALE  
 
Napoli, 2 luglio 2013 - "La Campania sarà un marchio registrato: questo strumento ci permetterà di difendere l’identità culturale, territoriale e produttiva della nostra regione e di perseguire nuove strade in termini di promozione e sviluppo sociale ed economico. Rendendo la nostra regione più riconoscibile ad ogni livello, saremo maggiormente in grado di competere su scala europea ed internazionale. L´utilizzo del marchio Campania, infatti, avverrà non solo in Italia ma principalmente nei mercati internazionali allo scopo di tutelare i produttori campani e le piccole e medie imprese che operano in settori di eccellenza ed alta qualità." Così l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello sulla delibera di Giunta che approva la registrazione del marchio "Campania". "Il marchio Campania rappresenta una prima risposta alla necessità di aggredire le problematiche in materia di contraffazione emerse negli ultimi anni. Vogliamo tutelare le nostre produzioni che necessitano di essere accomunate sotto un marchio unico per valorizzarne la qualità, certificandone al contempo la provenienza. "Il marchio rappresenterà l’intero sistema della Regione Campania, a partire dal nostro patrimonio culturale, territoriale e produttivo, e costituirà un fattore importante per comunicare l’identità regionale in Italia e all’estero", conclude Martusciello.  
   
   
PROVINCE E UNIONI, TOSCANA: RAFFORZARE INTANTO GLI AMBITI CHE ESISTONO  
 
Pontedera (Pi), 2 luglio 2013 Rafforzare intanto gli ambiti che esistono e che ci sono da trent’anni, luoghi in cui Regione e Comuni possono parlarsi. Quelli, tanto per esser chiari, delle vecchie associazioni intercomunali disegnate da Bartolini nel 1984. E con quei territori, con quegli ambiti o Unioni, una volta che il Parlamento indicherà chiaramente come verranno superate le Province, creare un sistema virtuoso per svolgere insieme alcune funzioni, in un gioco di sponda tra Regione e territori o tra aree vaste e territori. E’ un po’ questa la risposta dell’assessore alla presidenza e al rapporto con gli enti locali Vittorio Bugli alle Unioni di Comuni che si candidano a ricevere le deleghe che sono oggi delle Province (quando le Province non ci saranno più), per mantenere un livello di prossimità per alcuni servizi: almeno alcune deleghe, dall’agricoltura ai trasporti, dall’edilizia scolastica al lavoro. La candidatura è stata riproposta il 28 giugno da Simone Milozzi, sindaco di Pontedera e presidente dell’Unione Valdera, nel corso di un incontro con altre Unioni di Comuni, che in Toscana sono venticinque e in crescita. Teoricamente dal 1 gennaio del prossimo anno le Province scompariranno. Ma non è chiaro cosa accadrà dopo. Manca ancora la legge. E per questo l’assessore della Toscana Vittorio Bugli invita ad un atteggiamento pragmatico per il momento. “Non conosciamo lo scenario che uscirà dal Parlamento: dire o progettare ora rischia di essere inutile – spiega -. Meglio allora per adesso rafforzare gli ambiti che già abbiamo. Sia che le Province vengano eliminate e le deleghe tornino tutte alla Regione, sia che il Parlamento scelga come riferimento le aree vaste, quegli ambiti rafforzati saranno un lavoro utile e porterà bene, garantendo un presidio essenziale”. “L’importante – raccomanda – è non aggiungere altri ambiti”. Difficile pensare ad un nuovo ente intermedio – Forse alle Unioni non potranno essere dati le deleghe come si faceva con le Province. “Non so se la legge che uscirà dal Parlamento lo permetterà – dice Bugli -. Soprattutto non penso che siamo nella fase in cui si possa abolire un ente intermedio per crearne un altro. L’importante allora è trovare, in un gioco di sponda, il sistema migliore per svolgere al meglio certe funzioni e servizi lavorare insieme Comuni e Regione ”. “E’ chiaro – spiega meglio l’assessore – che su alcune questioni più di grande scale e già in parte delineate, come l’acqua e i rifiuti o il trasporto pubblico locale, la Regione deve avere un ruolo non solo legislativo. Ci sono però altre funzioni che richiedono, per essere svolte, una presenza sul territorio e che più che di deleghe hanno bisogno di pratiche quotidiane di gestione ottimale”. Scenari e modelli da definire in funzione del risultato. “L’obiettivo – chiarisce Bugli – è infatti che una strada o una scuola venga fatta e venga fatta presto e bene e non chi ha la delega. Insieme, Comuni e Regione, dobbiamo trovare il sistema migliore perché questo avvenga”.  
   
   
FVG, COSTI POLITICA: NO INDENNITÀ AMMINISTRATORI UNIONI COMUNI  
 
Trieste, 2 luglio 2013 - Su indicazione dell´assessore alle Autonomie locali, Paolo Panontin, la Giunta regionale ha approvato un emendamento al disegno di legge di assestamento del bilancio con il quale si prevede che agli amministratori delle Unioni montane e delle Unioni di Comuni non sia attribuito alcun compenso, a decorrere dal 1 gennaio di quest´anno. Duplice l´intento del provvedimento: rispondere al principio del contenimento dei costi della politica e, parallelamente, recepire precise disposizioni statali. Con questa norma, che ora sarà portata all´attenzione del Consiglio regionale, scatta di fatto il divieto di cumulo di gettoni, indennità o emolumenti. Gli amministratori che già percepiscono un compenso per l´attività svolta nel proprio ente locale non ne riceveranno più uno aggiuntivo legato al loro operato in senso alle Unioni di Comuni.  
   
   
TOSCANA: UNIONI E FUSIONI DI COMUNI NON SONO ALTERNATIVI MA COMPLEMENTARI  
 
Pontedera (Pi), 2 luglio 2013 - Fusioni di Comuni alternative alle Unioni? Dall’incontro tra le Unioni di Comuni della Toscana che c’è stato stamani a Pontedera il coro è unanime: non si tratta di modelli alternativi ma complementari. Una strada necessaria per far ripartire gli investimenti, perché i bilanci degli enti locali sono quelli che sono, le risorse sempre meno e i lacci del patto di stabilità ben noti. Una strada per certi aspetti sempre più obbligata: dal 1 gennaio 2014 i comuni sotto 5.000 abitanti (3.000 per quelli montani) saranno infatti costretti a gestire assieme tutte le funzioni. “Una rivoluzione” ammette l’assessore Bugli. Oggi le Unioni di Comuni in Toscana sono venticinque. Un’altra, quella del Valdarno inferiore, si sta costituendo. Quella più grande, 14 comuni e più di 120 mila abitanti, è quella della Valdera, nata cinque anni fa. Enti intermedi senza alcun costo aggiuntivo per la politica, che coinvolgono 156 comuni su 287 (ed un quarto della popolazione toscana), più di quelli che sarebbero al momento obbligati a farlo. Strumenti di fatto per gestire meglio (e risparmiando) alcuni servizi, con personale tutto dei Comuni che le compongono. “Il lavoro che come Regione abbiamo messo in agenda per i prossimi mesi – spiega l’assessore della Toscana al rapporto con gli enti locali, Vittorio Bugli – è quello di un monitoraggio attento su come queste Unioni di Comuni, per tre quarti nate dalle ceneri delle ex Comunità montane, stanno funzionando. Ed aiutarle a decollare, se necessario”. Ci sono poi le fusioni di Comuni, anch’esse in crescita. Sei referendum ci sono già stati. Forse altri otto ci saranno la prima domenica di ottobre. Altri ancora ne ragionano. “Il prossimo anno potremmo avere – conta Bugli – dieci nuovi Comuni al posto di più di venti”. E due di questi riguardano proprio la Valdera: Lari e Casciana Terme da una parte e Palaia, Peccioli e Capannoli dall’altra. La Regione Toscana incentiva oggi le fusioni con 250 mila euro l’anno di maggiori contributi per cinque anni, fino ad un massimo di un milione per unione. A questi si aggiunge un quinto in più dei trasferimenti statali che gli stessi Comuni potevano vantare nel 2010 e soprattutto tre anni di esenzione dal patto di stabilità. “Chiaramente è una spinta che può aver convinto alcuni più dubbiosi – annota l’assessore – Ma non ci si unisce solo per denaro: altrimenti, come tutti i matrimoni, durerebbero ben poco”.  
   
   
BILANCIO, ASSESSORE LIGURIA A GOVERNO: “AUSPICHIAMO CANCELLAZIONE DEL PATTO DI STABILITÀ PER I COMUNI TRA I 1000 E 5000 ABITANTI“ LIGURIA ALLEGGERISCE PATTO DI STABILITÀ, PREVISTI 53 MILIONI DI INVESTIMENTI  
 
Genova, 2 luglio 2013 - "Auspichiamo la cancellazione del patto di stabilità per i Comuni tra i 1000 e i 5000 abitanti perché lo riteniamo un metodo punitivo per le amministrazioni e le economie del territorio". Nel giorno in cui in Giunta passa, come per gli anni precedenti, lo sblocco di 53 milioni di euro di spazi di patto a disposizione degli Enti locali per effettuare nuovi investimenti, l´assessore al bilancio, Pippo Rossetti si scaglia contro il Governo e il patto di stabilità "che mette a rischio i bilanci dei piccoli Comuni". Nel frattempo, con la regionalizzazione del patto di stabilità, la Giunta regionale aumenta la capacità di spesa degli Enti locali liguri, per 53 milioni di euro, dopo i precedenti "sfori" del 2011 e del 2012 in cui gli Enti locali liguri avevano potuto autorizzare pagamenti. Da questa nuova boccata di ossigeno saranno interessate, oltre alle 4 Province, per le quali sono stati autorizzati pagamenti per 9,3 milioni di euro, 84 piccoli Comuni tra i 1.000 e i 5.000 abitanti che, per la prima volta, potranno usufruire della regionalizzazione del patto per un ammontare complessivo di 14 milioni di euro. Coinvolti anche 51 grandi Comuni, compresi i Comuni capoluogo di provincia, ai quali verranno messi a disposizione 30 milioni di euro. "Nonostante le difficoltà di bilancio e l´ulteriore diminuzione della capacità di spesa regionale di 182 milioni nel 2013 rispetto al 2012 – spiega Rossetti - abbiamo voluto dare un aiuto ai Comuni e alle Province, ma auspichiamo la cancellazione del patto di stabilità per i Comuni tra i 1000 e i 5000 abitanti perché lo riteniamo troppo punitivo per le amministrazioni e le economie. Con questa nuova possibilità di spesa approvata oggi dalla Giunta, le cui modalità di distribuzione tra i Comuni sono state condivise con Anci , Upi e deliberate dal Consiglio delle autonomie locali, intendiamo favorire gli investimenti su tutto il territorio regionale e mettere in moto iniziative già programmate che correvano il rischio di essere stoppate, salvaguardando il principio di virtuosità tra i Comuni". In questa nuova distribuzione di spazi di spesa la Giunta regionale ha voluto privilegiare i fondi comunitari Por – Fesr del programma operativo regionale 2007-2013 per evitare definanziamenti. Le risorse in questione saranno per lo piu´ destinate a interventi di tipo strutturali, riguardanti in particolare il recupero di beni architettonici e museali. Tra i piu´ significativi: la ristrutturazione di Villa Sauli Podestà nell´ambito del parco del basilico a Genova, il castello Fieschi a Senarega all´interno del Parco dell´Antola, Villa Serra di Comago a Genova, il castello Doria nel Comune di Vernazza, i Forti lungo il tratto della via Francigena a S. Stefano Magra, il castello dei Fieschi Doria Malaspina a S Stefano D´aveto, Villa Tigullio a Rapallo, Villa Spinola nel Comune di Lavagna, il Museo Navale a Imperia, il castello dei Doria a Dolceacqua, il Museo della Filigrana a Campoligure. Gli investimenti previsti, per oltre 50 interventi, dovranno essere effettuati entro il 2013.  
   
   
ECCO I NUMERI DELLE AUTO DI SERVIZIO PRESSO LA REGIONE PUGLIA  
 
Bari, 2 luglio 2013 - L’assessore al Bilancio e agli Affari generali, Leonardo di Gioia, ha diffuso la seguente precisazione per quanto riguarda i mezzi in dotazione alla Giunta ed agli assessorati, mentre il Consiglio è gestito autonomamente. “Le “auto di rappresentanza” (ad uso esclusivo, con autista) sono 16 e si tratta di Alfa Romeo “Giulietta” di cilindrata 1.4 a noleggio utilizzate da Presidenza, assessori, Delegazione Romana, Presidente Comitato Protezione Civile”. Nessuna di esse ha i vetri oscurati. Le “auto di servizio” (utilizzate secondo necessità da tutti i dipendenti nell’espletamento dei compiti d’ufficio) sono 12 Fiat Punto di cilindrata 1.3 a noleggio. Esistono poi alcuni mezzi speciali utilizzati dal Servizio foreste o per il soccorso. Fra il 2012 ed il 2013 sono state eliminate – rottamandole - 7 vetture di proprietà e 7 a noleggio (fra le quali l’unica di cilindrata superiore a 1.4) ed il carburante è stato budgettizzato per ridurre i costi al 50% rispetto alla spesa 2011. E’ in corso di redazione una nuova delibera di giunta regionale per ulteriori misure di contenimento costi per le vetture.  
   
   
PIEMONTE IN CIFRE: L´ANNUARIO STATISTICO REGIONALE 2013  
 
Torino, 2 luglio 2013 - Mercato del lavoro, popolazione, istruzione, indicatori economici, commercio estero, anagrafe delle imprese, credito, turismo: questi alcuni degli ambiti d’indagine analizzati nella ventunesima edizione di “Piemonte in Cifre”, l’Annuario Statistico Regionale realizzato da Unioncamere Piemonte. Da oggi i dati aggiornati sono on line sul sito www.Piemonteincifre.it, che raccoglie le principali statistiche socio-economiche a livello regionale e provinciale, con l’obiettivo di far conoscere il territorio piemontese sotto diversi e complementari punti di vista. “L’annuario Statistico Regionale ‘Piemonte in Cifre’, fiore all’occhiello della collana editoriale di Unioncamere Piemonte da oltre un ventennio, si colloca nell’ambito delle attività di osservazione e studio dell’economia locale, che rappresentano un punto fondamentale della mission del sistema camerale. È solo disponendo di informazioni statistiche attendibili e puntuali, infatti, che la Pubblica Amministrazione, insieme a tutti gli operatori economici, sociali e culturali, può programmare in maniera efficace le proprie politiche, affidandosi a parametri certi - sottolinea il Presidente di Unioncamere Piemonte Ferruccio Dardanello -. Dai dati emerge come il Piemonte resista grazie all´export, ma con una dinamica di crescita rallentata, che, insieme alla flessione della produzione industriale e dell’occupazione, rende sempre più urgenti interventi strutturali a sostegno della crescita”. Popolazione - In base ai dati parziali del 15° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, al 9 ottobre 2011 la popolazione residente in Piemonte - costituita dalle persone che vi hanno dimora abituale - ammonta a 4.363.916 abitanti, dei quali 2.258.928 donne (il 51,8%) e 2.104.988 maschi. La popolazione censita si distribuisce per oltre la metà nella provincia di Torino (2.247.780 residenti, pari al 51,5% del totale regionale), per il 13,4% a Cuneo (586.378 unità), per il 9,8% ad Alessandria (427.229 unità), per l’8,4% a Novara (365.559 residenti) e per il 17,0% nelle altre province. Rispetto al 2001, quando la popolazione era pari a 4.214.677 residenti, l’incremento è del 3,5%, risultato dell’aumento registrato dalla sola componente straniera. Infatti, nel decennio intercensuario la popolazione piemontese di cittadinanza italiana è diminuita di quasi 100mila individui (99.707, per un calo del 2,4%) mentre quella straniera è cresciuta di 248.946 unità. In base agli ultimi dati diffusi dall’Istat il 25 giugno 2013, la popolazione residente in Piemonte al 31 dicembre 2012 ammonta a 4.374.052 abitanti. Mercato del lavoro - In base alla “Rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat, gli effetti negativi della fase recessiva che ha colpito l’area Euro hanno provocato, nel 2012, un ulteriore deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro: i dati riferiti alla media dell’anno mostrano come gli occupati in Piemonte ammontino a 1.846mila, oltre 21mila unità in meno rispetto al 2011 (-1,1%). Il tasso di occupazione della popolazione in età 15-64 anni risulta pari al 63,8%, oltre mezzo punto percentuale in meno rispetto al 2011. Il calo dell’occupazione ha riguardato in misura maggiore la componente maschile (-1,3%) rispetto a quella femminile (-1,0%). Il tasso di occupazione maschile, che nel 2011 aveva raggiunto la quota di 71,5 punti percentuale, è sceso nel 2012 al 70,7%, mentre quello femminile è sceso dal 57,2% al 56,9%: la differenza tra i generi, quindi, è diminuita. Il calo dell’occupazione scaturisce dalle flessioni delle unità lavorative registrate in tutti i settori e, in particolare, nell’agricoltura e nell’industria. Parallelamente alla contrazione dell’occupazione, il 2012 registra un consistente aumento delle persone in cerca di occupazione (+21,3%), che sono passate da 154mila a 187mila unità. Il tasso di disoccupazione è passato dal 7,6% del 2011 al 9,2% del 2012. Le difficoltà che continuano a caratterizzare il mercato del lavoro piemontese sono testimoniate anche dal massiccio ricorso delle imprese piemontesi agli ammortizzatori sociali: le ore complessivamente concesse di Cassa integrazione guadagni nel 2012 ammontano, infatti, a oltre 143,1 milioni. Istruzione - Nel mondo dell’istruzione piemontese si contano, nell’anno scolastico 2011-2012, 590.859 studenti tra scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e Ii grado (compresi i 13.254 allievi dei percorsi di istruzione e formazione professionale, i cosiddetti Iefp, che, a partire dall’anno scolastico 2011-2012 sono diventati ordinamentali); di questi 71.859, pari al 12,2%, sono stranieri. L’incidenza maggiore, compresa tra i 13 e i 14 punti percentuale, si riscontra nella scuola primaria e in quella dell’infanzia, dove si collocano gli stranieri di seconda generazione, che crescono e studiano nel nostro Paese. Dai dati sugli indirizzi scolastici delle scuole superiori emerge come il 33,1% degli alunni frequenti un istituto tecnico, il 46,6% il liceo e il 20,3% un istituto professionale. Gli Atenei piemontesi contano, nell’anno accademico 2011-2012, 103.474 iscritti: quasi 5mila in più rispetto all’anno accademico precedente. Nell’anno solare 2011 i laureati presso gli Atenei piemontesi sono stati quasi 18mila, in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente. Indicatori economici - Secondo le ultime stime elaborate da Prometeia, nel 2012 il Pil ha registrato, rispetto al 2011, una flessione del 2,4% a livello nazionale (variazione a prezzi costanti) e una diminuzione del 2,3% a livello piemontese. Ciononostante, il Piemonte continua a mantenere pressoché invariato il suo contributo alla formazione della ricchezza nazionale, producendo, con 125.410 milioni di euro, l’8,0% del Pil italiano. Dal confronto con le altre regioni, effettuato considerando il valore aggiunto per unità di lavoro, emerge che il Piemonte, con 58.869 euro per unità di lavoro, si colloca al di sotto del valore nazionale (59.051 euro), occupando l’8° posto della classifica italiana, con la Lombardia (68.340 euro) e il Lazio (64.229 euro) nelle prime due posizioni. Dal punto di vista settoriale, sono i servizi a creare, nel 2012, il 70,7% del valore aggiunto regionale; l’industria contribuisce con una quota del 27,7%, mentre è pari all’1,6% il contributo dell’agricoltura. Commercio estero - Nel 2012 il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto i 39,7 miliardi di euro, registrando un incremento del 2,9% rispetto al 2011. Le importazioni hanno manifestato, al contrario, una dinamica negativa (-8,6%) attestandosi sui 26,6 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale piemontese si mantiene, pertanto, attivo per 13,1 miliardi di euro, in crescita rispetto al valore del 2011 (9,6 miliardi di euro). L’incremento realizzato dalle esportazioni regionali risulta inferiore al dato medio nazionale (+3,7%); il Piemonte si conferma, anche nel 2012, la quarta regione esportatrice, con una quota del 10,2% dell’export complessivo italiano. La crescita dell’export piemontese non ha interessato tutti i comparti. La meccanica, primo settore delle esportazioni piemontesi con una quota pari al 21,1%, ha incrementato le vendite oltre confine segnando un +8,4%. Il comparto dei mezzi di trasporto, che genera il 20,3% dell’export regionale, ha invece registrato una flessione pari al -3,7%, frutto della diminuzione dell’export di autoveicoli (-4,3%) e della componentistica autoveicolare (-5,1%). Particolarmente brillante è apparsa la performance del settore dei metalli e prodotti in metallo (terzo per importanza sulle esportazioni complessive), che ha registrato un aumento del 12,5%. Superiore alla media regionale anche l’incremento registrato dal comparto alimentare (+5,6%), mentre il tessile-abbigliamento ha manifestato una lieve flessione delle vendite oltre confine (-0,7%). Il principale bacino di riferimento risulta, anche nel 2012, l’Ue 27, che convoglia il 58,9% dell’export regionale, contro il 41,1% destinato ai mercati extra-Ue 27. Anagrafe delle imprese - Nel 2012 sono nate 28.904 aziende in Piemonte; considerando le 30.834 cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo è negativo per 1.930 unità, dato che porta a 461.564 lo stock di imprese complessivamente registrate a fine dicembre 2012 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi. Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita del -0,41%, inferiore rispetto a quello del 2010 (+0,18%) e in controtendenza rispetto alla media nazionale (+0,31%). A fine 2012 sono 746.874 gli imprenditori in Piemonte, dei quali 54.054 di nazionalità straniera: a fronte della flessione di 1,7 punti percentuale registrata per il complesso dell’imprenditoria, la componente straniera ha registrato un nuovo incremento, passando dal 7,0% del 2011 al 7,2% di fine 2012. Credito - Nel 2012, sul territorio piemontese operano 27 banche, per un totale di 2.662 sportelli diffusi su tutto il territorio regionale, 47 in meno rispetto a fine 2011. Alla stessa data, gli impieghi complessivi erogati dalle imprese bancarie a soggetti non bancari ammontano a 118.422 milioni di euro, di cui oltre il 45% è rivolto a società non finanziarie e poco meno del 32% alle famiglie consumatrici. I depositi bancari di tipo tradizionale raggiungono quota 97.921 milioni di euro. Nel 2012, i finanziamenti oltre il breve termine sono stati destinati per il 36% all’acquisto di immobili, per l’11% ad investimenti in costruzioni, per il 10% a investimenti in macchine, attrezzature, mezzi di trasporto e prodotti vari, mentre il restante 43% è riservato ad altre destinazioni. Turismo - Nel 2012 il numero di turisti giunti in Piemonte per trascorrervi almeno una notte ha raggiunto la soglia dei 4.276.635, per un incremento dello 0,7% rispetto al 2011; le presenze turistiche, giunte a 12.414.608 unità, hanno invece registrato una diminuzione del 3,4%. La disaggregazione delle dinamiche complessive per provenienza dei turisti rivela come le componenti italiana e straniera abbiano registrato tendenze opposte: il turismo nazionale, con una quota del 58,7% delle presenze e del 41,3% degli arrivi, ha registrato una diminuzione in entrambe le voci (rispettivamente -13,5% e -7,9%); il turismo da oltre confine rileva, invece, un incremento sia degli arrivi (+19,9%) che delle presenze (+16,0%). La Germania si conferma primo Paese di provenienza dei turisti stranieri, con il 10,2% delle presenze complessive, in crescita del 10,1% rispetto al 2011. La disaggregazione territoriale dei flussi turistici mostra come l’Atl di Torino rappresenti la meta prediletta dai turisti italiani, mentre la quota maggiore dei turisti stranieri si dirige verso il Distretto Turistico dei Laghi. Quanto all’offerta turistica, tra il 2011 e il 2012 il numero degli esercizi turistici in Piemonte è passato da 5.292 a 5.536, per un parallelo aumento dei posti letto dai 185.754 ai 189.101. Quadro Statistico Complementare - L’edizione 2013 dell’Annuario Statistico Regionale viene affiancata per il settimo anno consecutivo dal Quadro Statistico Complementare (disponibile on line sul sito www.Piemonteincifre.it), che raccoglie informazioni provenienti da fonti autorevoli della statistica non ufficiale: vi trovano spazio informazioni tratte da indagini congiunturali e da rilevazioni ad hoc, insieme a previsioni macroeconomiche. Le sezioni che lo compongono sono dedicate a imprese, congiuntura, economia e previsioni socio-economiche.  
   
   
GIUNTA REGIONALE APPROVA IL PIANO DI RIORDINO DEGLI ENTI LOCALI DEL VENETO  
 
Venezia, 2 luglio 2013 - Ripensare il territorio regionale secondo una logica di semplificazione dei livelli di governance e di incremento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa. Queste le coordinate principali del Piano di Riordino territoriale approvato nella seduta odierna dalla Giunta Regionale del Veneto, su proposta dell’assessore al bilancio e agli Enti Locali, Roberto Ciambetti. “Il Piano di riordino territoriale approvato oggi – spiega il 28 giugno l’assessore Ciambetti –, è uno dei punti cardine della legge regionale n. 18 del 2012, con la quale abbiamo dato avvio a un complesso ripensamento della geografia amministrativa degli Enti locali. La frammentazione territoriale in Comuni ‘polvere’, infatti, non consente di soddisfare le esigenze primarie della cittadinanza e non è più sostenibile sotto il profilo economico. Ma un cambiamento tanto importante non si realizza seguendo esclusivamente logiche di risparmio di spesa e imponendo obblighi di gestione associata: è un processo che non si impone, ma si realizza attraverso la condivisione e nel rispetto dei soggetti coinvolti, Comuni e cittadini in primis”. “Obiettivo della Legge regionale n. 18/2012 – prosegue l’assessore – è assicurare un più efficiente esercizio delle funzioni e dei servizi comunali e tale norma, pur prendendo le mosse dagli obblighi di gestione associata imposti dal legislatore statale, mira a raggiungere traguardi di più grande respiro: non solo gestioni associate ma anche efficienti, per dare risposte concrete ai bisogni di amministratori e amministrati. ‘Riordinare’ il territorio significa ripensare la geografia politica e amministrativa del Veneto, riducendo i livelli di governance e favorendo la costituzione di Unioni di Comuni, la sottoscrizione di convenzioni e, in quei territori nei quali già vi era una sensibilità a riguardo, le fusioni dei comuni”. In base alla normativa nazionale, dal prossimo 31 dicembre ben 281 Comuni veneti dovranno gestire in forma associata le funzioni fondamentali (gli obblighi normativi di gestione associata incombono sui Comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti, 3 mila in area montana) e il Piano di riordino introduce una serie di linee guida e di incentivi economici per avviare questo processo. Sono individuati criteri come il rispetto dell’ambito provinciale e la contiguità territoriale, ma soprattutto si stabilisce che, nell’arco di un triennio, gli attuali 11 livelli di governo locale, (Comuni, Province, Ipa, Distretti socio sanitari, Distretti di polizia locale, Aziende Ulss, ecc.), dovranno ridursi ad un massimo di quattro. “Il Piano – precisa Ciambetti – pone infatti le basi per attuare la semplificazione degli ambiti di governo del territorio, al fine di coniugare i risparmi di spesa con una gestione efficace dei servizi comunali e delle funzioni fondamentali: non solo efficienza, dunque, ma soprattutto efficacia”. La dimensione ottimale indicata per le forme associate è quella corrispondente all’area geografica delle Unità Locali Socio Sanitarie, essendo ambiti operativi già esistenti e riconosciuti. L’unione dei Comuni viene considerata forma di gestione associata prioritaria: un vero e proprio ente locale, capace di garantire una gestione stabile delle funzioni fondamentali. Non si pongono limiti alle convenzioni, ma si favoriscono le Unioni attraverso una diversa incentivazione economica. Capitolo importante del Piano, infatti è quello degli incentivi economici per i Comuni avviano forme di gestione associate, sia per i Comuni a ciò obbligati sia per quelli che scelgono liberamente questa soluzione. Vengono individuati i destinatari e la tipologia dei contributi, le condizioni generali e i requisiti, i criteri di assegnazione, privilegiando, come detto, le fusioni e le Unioni di Comuni. Infine, sarà istituito un Registro Regionale delle forme di gestione associata la cui funzione sarà quella di assicurare un costante monitoraggio delle realtà locali, fornendo, nel contempo, una sorta di “certificazione” di quelle che soddisfano i criteri e condizioni individuati dal Piano di riordino territoriale.  
   
   
LOMBARDIA.EXPO,MARONI EVENTO SIA VITTORIA PER TUTTO PAESE NELLA SEDE DELLA REGIONE NASCE CABINA REGIA GOVERNO-REGIONI  
 
Milano, 2 luglio 2013 - Una riunione operativa per imprimere un salto di qualità nelle azioni da compiere in vista dell´esposizione universale del 2015. E´ quella che si è svolta ieri a Milano, a Palazzo Lombardia, alla presenza di delegazioni provenienti da ogni regione d´Italia, esponenti del Governo (i ministri degli Affari regioni e Autonomie Graziano del Rio e della Coesione territoriale Carlo Trigilia e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maurizio Martina) e rappresentanti della società Expo (il commissario unico Giuseppe Sala e il commissario del Padiglione Italia Diana Bracco), nonché rappresentanti degli Enti locali, delle associazioni di categoria e degli sponsor e partner privati di Expo. Il vertice, battezzato: ´Le Regioni d´Italia per Expo Milano 2015´, si è chiuso con il raggiungimento di un impegno importante: dare vita ad una ´cabina di regia´ a quattro, fra Conferenza delle Regioni, Governo, Expo e Padiglione Italia per coordinare il coinvolgimento dei territori nell´evento del 2015 lavorando secondo quattro direttrici: la progettualità integrata sul Padiglione Italia, le azioni di sistema in campo turistico e ricettivo, lo sviluppo delle filiere regionali e il possibileutilizzo di fondi europei. Regioni Protagoniste - ´Da qui parte un cammino che vedrà le Regioni co-protagoniste di quello straordinario appuntamento che è Milano 2015, una grande opportunità per tutti i territori, per l´Italia e non solo´. Così il Presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervenendo alla conferenza stampa seguita alla riunione che qualche ora prima aveva aperto ricordando ´la grande occasione che offre l´esposizione universale´ e auspicando che ´fra Regioni, Governo e società possa essere trovata un´intesa che faccia di Expo una grande vittoria per tutto il sistema Paese´. Sviluppo Dei Cluster - Secondo Giuseppe Sala, l´appuntamento di oggi è servito non tanto per fare il bilancio di quanto fatto fino ad ora, quanto per disegnare ´il percorso dei prossimi anni´. Soprattutto rispetto alle Regioni e alle opportunità che possono cogliere. Il Commissario unico, ha fatto notare che solo in termini di turismo, la manifestazione vale 5 miliardi. ´Vogliamo portare 20 milioni di visitatori´, ha dichiarato osservando che ´bisogna fare in modo che chi viene, sappia che oltre ad Expo potrà fare tour culturali, eno-gastronomici e paesaggistici´. Da gennaio circa 60 Paesi inizieranno a costruire loro padiglioni, che non saranno raggruppati secondo un criterio geografico (tutti i Paesi africani, tutti gli asiatici, gli europei), ma in base a cluster tematici (tutti quelli del caffè, delle spezie, del cacao). Un modo, ha spiegato Sala, ´per esaltare le tipicità di ogni realtà. Un principio che si potrebbe estendere anche alle Regioni, valorizzando così le nostre filiere, come quella del vino, dell´olio, dei formaggi, del pane. L´impegno di tutti adesso - ha concluso - è avviare il tavolo immediatamente, certamente prima delle vacanze estive´. Contenuti Per Padiglione Italia - La ´casa´ delle Regioni in Expo 2015 sarà nel Padiglione Italia. ´Fino ad oggi - ha relazionato Diana Bracco - abbiamo lavorato sul concept costruendo qualcosa di solido da proporre. Adesso dobbiamo lavorare insieme per riempirlo di contenuti´. Secondo la Bracco, si ´deve mettere in rete l´Italia. Non dimentichiamo mai che il concept sul quale è stato realizzato il Padiglione Italia - ha fatto notare - è quello del ´vivaio´. Un vivaio dedicato ai giovani, all´innovazione, alla creatività, alle start-up. Un progetto che guarda al futuro, mantenendo le radici ben piantate nella storia. Applicare il concetto tematico dei cluster alle specificità italiane, secondo Bracco ´è uno sbocco quasi naturale, che esalta le diversità del nostro territorio mantenendo forte il filo conduttore che deve essere rappresentato dalla valorizzazione del ´sistema´ Italia´. Radicare Interventi Per Il Futuro - Di sistema Paese ha parlato anche il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, ribadendo che ´Expo sarà una grande occasione, se tutti i soggetti coinvolti riusciranno a vincere una scommessa che è più facile da proclamare che da realizzare: far fare un salto di qualità all´idea di sistema Paese in tutte le sue articolazioni´. Errani ha sottolineato che Expo ´deve diventare per il sistema Paese una grande occasione di attrarre investimenti. Per questo - ha osservato - ci si deve preparare. Bisogna preparare il sistema di accoglienza, perché il turismo è prima di ogni altra cosa un sistema dell´offerta. Dobbiamo costruire pacchetti integrati e fare rete per garantire la presenza delle Regioni nella manifestazione con un format unico ma anche attraverso iniziative autonome delle singole realtà´. Parimenti, secondo il presidente della Regione Emilia-romagna, deve essere garantita la presenza di Expo nelle Regioni ´attraverso la possibilità di valorizzare lo straordinario patrimonio non solo culturale o eno-gastronommico, ma anche per quello che riguarda il sistema delle imprese. Per quanto riguarda la tecnologia, la trasformazione e la sicurezza alimentare, possiamo immaginare di usare l´Expo per essere una piattaforma che radichi qualcosa di significativo per l´Italia del futuro´. L´impegno Del Governo - Sul fronte governativo, il sottosegretario con delega ad Expo, Maurizio Martina, ha voluto ribadire che ´non ci può essere un salto di qualità per Expo, se non viene raccolta la sfida di farlo diventare un grande evento nazionale che coinvolga tutte le Regioni del Paese. Da oggi attiveremo una cabina di Regia a quattro fra Conferenza delle Regioni, Governo, Expo e Padiglione Italia, uno strumento operativo che ci aiuterà a fare questo cambio di passo necessario. C´è grande consapevolezza rispetto al fatto che nei prossimi due anni si dovrà correre - ha concluso Martina - ma ce la possiamo fare, perché in maniera molto pratica e pragmatica ci siamo dati una strumentazione adeguata alla sfida che abbiamo di fronte´. Italia Preparata Alla Sfida - Sulla stessa lunghezza d´onda il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Graziano del Rio, che ha ricordato come ´L´italia ha una grande occasione per dimostrare che c´è la può fare e che è capace di coordinamento fra i vari livelli istituzionali e di ottima organizzazione´. Un concetto ribadito anche dal ministro della Coesione territoriale, Carlo Trigilia, secondo il quale ´la sfida è rappresentare le diversità italiane in modo unitario, dando una rappresentanza importante del nostro sistema Paese. Noi - ha aggiunto - siamo disponibili nell´ambito delle competenze relative all´uso dei fondi europei di sostenere il progetto di Expo 2015. Studieremo con le Regioni e gli altri ministeri interessarti il modo migliore per farlo´.  
   
   
BENE I DATI DI BARI E BAT, MA NON BASTA CONTRO LA CRISI  
 
Bari, 2 luglio 2013 - Le province di Bari e Bat, nonostante la crisi e il calo delle esportazioni pugliesi, anche nel primo trimestre del 2013 hanno dimostrato un trend di crescita delle vendite all’estero: Bari dell’11,77% (in termini assoluti 100,2 milioni in più di fatturato export) e Bat del 15,02% (in termini assoluti 13,5 milioni in più)”. L’ha detto l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia Loredana Capone nel corso dell’Assemblea generale di Confindustria Bari e Bat dal titolo “Attrattività industriale nell’era globale in una crisi prolungata”. “Ma non è sufficiente – ha specificato – bisogna fare di più. Occorre aumentare il numero degli esportatori anche in province forti come Bari e Bat. Per questo abbiamo attivato l’incentivo dedicato all’internazionalizzazione appena citato dal viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Abbiamo messo a disposizione dei raggruppamenti di piccole e medie imprese 20 milioni di euro perché imparino a cogliere le sfide dell’internazionalizzazione”. “C’è però una condizione in più. Oggi il sistema delle imprese non si divide tra aziende che esportano e aziende che non esportano, ma tra imprese che innovano ed esportano e imprese che non innovano e non esportano”. “Se le imprese innovano, riescono anche a competere sui mercati esteri e se poi fanno rete, anche per le microimprese potrebbero aprirsi nuove opportunità. La Regione Puglia accompagna le imprese che vogliono innovare e quelle che vogliono internazionalizzare. Noi vogliamo uscire dell’idea del meridione fasonista investendo sulla ricerca e sul capitale umano”. “Ma anche gli incentivi europei da soli non bastano”, ha ribadito l’assessore. “La Regione deve poterli cofinanziare e non può farlo per le maglie del patto di stabilità. Nettizzare il cofinanziamento dal patto di stabilità è la nostra più grande battaglia del momento”. “Per questo è fondamentale l’intervento del governo, al quale chiediamo almeno tre piani nazionali: un piano per l’energia, uno per la ricerca e uno per la formazione”.  
   
   
LAVORO, SIGLATA IN REGIONE EMILIA ROMAGNA L´INTESA PER GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Bologna, 2 luglio 2013 – Siglata in Regione, dal tavolo tecnico di monitoraggio, l’intesa per l’accesso agli ammortizzatori sociali in deroga per il secondo semestre di quest’anno, disciplinando l’accesso alle richieste dei trattamenti che decorrono dal 1 luglio 2013. Per l’Emilia-romagna le risorse assegnate, ad oggi, sono pari 53 milioni euro. «Le risorse – spiega l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - servono per assicurare le coperture di tutte le pratiche a giugno 2013. Si ritiene, però, che anche in ragione delle previsioni sull’effettivo utilizzo degli ammortizzatori, la copertura possa essere garantita sino a settembre e quindi occorre che il Governo assicuri le risorse necessarie per arrivare a coprire fino a dicembre. I firmatari hanno effettuato la verifica sul finanziamento degli interventi, come previsto dallo stesso accordo, valutando che, nonostante l´ulteriore stanziamento disposto dal Dl 54/2013, stimato tra i 30-35 milioni di euro, risulta ancora una carenza di risorse nazionali la cui competenza è, bene ribadirlo, in carico al Governo». Per i firmatari, la Regione sta mettendo in campo tutte le iniziative possibili per reperire nuove risorse dal Governo compresa l´ipotesi, allo studio, di un accordo col Ministero per una soluzione ponte. L’intesa siglato in viale Aldo Moro, conferma il precedente accordo del dicembre scorso insieme alla delibera 261 del marzo 2013 (e precedenti), per assicurare una risposta possibile ai lavoratori in difficoltà e dando una mano alle imprese che stanno cercando di uscire dalle crisi. Per un puntuale monitoraggio dell´evoluzione in corso - sia per la copertura finanziaria sia per la disciplina normativa - per il secondo semestre 2013 tutte le domande di ammortizzatori sociali in deroga – sia come prima domanda che come proroga - ed i relativi accordi che prevedano sospensioni a far data dall´1 luglio 2013, avranno durata massima trimestrale prorogabile fino al 31 dicembre 2013. I firmatari dell’Intesa, hanno espresso soddisfazione che dagli orientamenti emersi nei tavoli nazionali, i periodi dell´anno 2012, non ancora pagati, saranno coperti con le risorse stanziate dal Dl 54/2013. Nel tavolo politico per la crescita, ipotizzato a fine luglio, si verificheranno le condizioni del comune impegno e le azioni ottenute dal Governo e quanto ancora è necessario per l’economia dell’Emilia-romagna.  
   
   
LAVORO. MILANO AL GOVERNO: NECESSARIO COINVOLGERE ENTI LOCALI NEL PIANO EUROPEO PER L´OCCUPAZIONE, SOPRATTUTTO IN VISTA DI EXPO  
 
Milano, 2 luglio 2013 - “Il risultato raggiunto venerdì a Bruxelles sui temi dell´occupazione giovanile, con la Youth Guarantee, ci rincuora e consegna anche a noi, amministratori a livello locale, un ruolo potenziale di estrema importanza se è vero, come sembra, che i centri per l´impiego e i nostri servizi per il lavoro a livello locale saranno centrali per l´applicazione delle misure”. Così l’assessore alle Politiche per il Lavoro Cristina Tajani a margine del dibattito “Dialogo nazionale sulle proposte delle Commissione europea in materia di Crescita e Occupazione”, presso l´Università del Sacro Cuore di Milano. “Per questo motivo – conclude l’assessore - chiediamo al Ministro Giovannini di essere coinvolti nella preparazione delle misure che renderanno possibile utilizzare quel miliardo e mezzo che l´Europa ha destinato all´Italia, così come chiediamo di essere ascoltati, insieme alle parti sociali, nella preparazione del decreto che dovrebbe contenere le flessibilità del lavoro ad hoc per Expo, annunciato per luglio. L´expo è una grande occasione di occupazione e crescita per Milano e per l´intero Paese, ed è necessario rinforzare la cooperazione istituzionale a tutti i livelli per cogliere a pieno questa opportunità”.  
   
   
CALABRIA: ILLUSTRATE LE INIZIATIVE DI POLITICA ATTIVA A FAVORE GIOVANI LAUREATI DEL “PROGRAMMA STAGES”  
 
Catanzaro, 2 luglio 2013 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’Assessore al Lavoro e Formazione Nazzareno Salerno hanno illustrato nel corso di una conferenza stampa, a Palazzo Alemanni, le iniziative di politica attiva a favore dei laureati calabresi già impegnati nel Programma Stages (art.10 della legge regionale 22 novembre 2010,n.32). L’avviso pubblico, che fa riferimento all’Asse 2 “Occupabilità” del Por Calabria Fse, si rivolge esclusivamente ai giovani laureati che abbiano già concluso con esito positivo tutte le attività di formazione previste dal Programma. A questi soggetti, che devono essere lavoratori svantaggiati o disoccupati, è consentito l’accesso ad una delle tre diverse tipologie di misure previste: voucher individuali per la realizzazione di azioni di work experience presso enti pubblici e privati (stage, tirocini, borse lavoro) che portano alla certificazione delle competenze acquisite; doti occupazionali ai laureati assunti con contratto a tempo indeterminato da aziende localizzate nel territorio regionale; interventi a sostegno del lavoro autonomo e della creazione di impresa. L’assegnazione di voucher formativi, che non configurano alcun rapporto di lavoro con i soggetti ospitanti, consiste nell’erogazione di 20 mila euro per la realizzazione di esperienze lavorative per una durata di sei mesi presso datori di lavoro pubblici, studi professionali, organizzazioni senza fine di lucro, associazioni, imprese pubbliche e private. Le doti occupazionali comportano, invece, il trasferimento ai datori di lavoro, nella forma di incentivo all’occupazione, di un contributo (massimo 20 mila euro) per assunzioni con contratto a tempo indeterminato, sia full time che part time. Gli interventi per la promozione e lo sviluppo di nuova impresa attraverso l’autoimpiego prevedono contributi di 20 mila nel caso di un singolo richiedente, 35 mila nel caso di due e 50 mila per tre o più richiedenti fino ad un massimo di 5. “Seppur tra mille difficoltà sia di ordine economico che amministrativo – ha affermato il Presidente Scopelliti - abbiamo voluto offrire un’ulteriore opportunità ai giovani laureati calabresi che avevano aderito al Programma Stages. Rinnoviamo l´impegno a favore di queste figure che rappresentano le miglior menti della nostra regione in attesa che si sblocchino concorsi o si individuino strade diverse intervenendo a valle di un percorso che doveva essere formulato meglio. Offrire 600 euro al mese ad eccellenti laureati della Calabria, infatti, ha rappresentato una mortificazione per questi giovani e dispiace vedere come tani enti e strutture pubbliche dopo aver sfruttato con i soldi della Regione qualificate prestazioni professionali non abbiano pensato ad una collocazione stabile o, per esempio, ad un impiego negli staff dei sindaci. La Regione con grande senso di responsabilità sta investendo su questi ragazzi, pagando per servizi che non ottiene, per offrire risposte concrete contrariamente a chi fa solo demagogia sulla pelle di validissimi professionisti che meritano attenzione e rispetto”. ´´La questione dei laureati del Programma Stages - ha dichiarato l´assessore Salerno - era stata inserita tra le priorità del tavolo tecnico sull´emergenza lavoro in Calabria ma al Ministero ci hanno risposto che proprio in quanto stage doveva essere un’esperienza a termine. Anche in questo caso, che abbiamo ereditato assieme ad altre situazioni di difficoltà, mettiamo in campo una politica per la salvaguardia dell´occupazione. Nonostante ostacoli di natura economica e amministrativa l´impegno profuso con il Presidente Scopelliti ci ha portato ad individuare questi percorsi che vanno utilizzati per costruire una prospettiva futura. La Giunta ha già messo in atto numerose iniziative per favorire la creazione di nuova occupazione e stiamo pensando, con il coinvolgimento dell’assessorato alle Attività Produttive, di mettere in campo anche azioni per la salvaguardia dei posti di lavoro esistenti´´.  
   
   
POLITICHE SOCIALI - IMMIGRAZIONE, IN EMILIA-ROMAGNA NEL 2020 I GIOVANI CON UNA CITTADINANZA DIVERSA DA QUELLA ITALIANA SARANNO QUASI UN QUARTO DEL TOTALE, OLTRE UN TERZO NEL 2050.  
 
  Bologna, 2 luglio 2013 - Dall’attuale 12,6% a un 16,3% nel 2020, fino ad arrivare al 25,8% nel 2050. Sono le proiezioni Istat sull’incidenza percentuale degli stranieri sul totale della popolazione in Emilia-romagna. Sempre secondo Istat nel 2020 i giovani con una cittadinanza diversa da quella italiana rappresenteranno quasi un quarto del totale, e oltre un terzo nel 2050. Cifre che danno la misura di quanto i cittadini stranieri sono e saranno sempre più parte integrante del futuro dell´Emilia-romagna, come del resto del Paese, e che pongono la Regione di fronte a nuove sfide. Se n’è discusso ieri durante il convegno “Migrazioni, interazione, sviluppo: Emilia-romagna nell’Europa che cambia”, che ha visto la partecipazione della ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge. La Kyenge ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema dell’immigrazione in un’ottica di accoglienza e integrazione, e ha parlato anche di cittadinanza, ius soli, reato di clandestinità. “Cerchiamo di creare le condizioni affinché le persone immigrate possano accedere a tutti i servizi come le persone native – ha sottolineato a margine del convegno l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi – . Gli interventi fatti finora sono in questa direzione. Ci prendiamo questo momento di riflessione per capire come continuare su questa linea nelle condizioni cambiate del nostro contesto sociale e anche economico. C’è un grande problema di risorse per tutti i cittadini; c’è un problema di lavoro, che è stato l’asse portante del fenomeno migratorio in questa regione”. Marzocchi ha ribadito le linee fondamentali delle politiche regionali: “Arrivare a tutti i cittadini, accoglierli uno per uno, e non lasciare che nessuno sia escluso. Con l’apprendimento della lingua, prima di tutto, l’accesso ai servizi e a prestazioni diversificate, necessarie per l’accompagnamento vero: servizi uguali per tutti, ma con le differenze dovute. Siamo una realtà multiculturale – ha concluso l’assessore – . E’ sufficiente guardare le scuole, le piazze. Andate nei nostri asili: quella è la nostra regione. E’ il nostro patrimonio, non il nostro problema. E’ il nostro patrimonio e lì dobbiamo costruire”. Immigrazione in Emilia-romagna, i dati - All’inizio era prevalentemente maschile. Poi è andata stabilizzandosi: sono arrivate le famiglie, sono nati i bambini, cresciuti e andati a scuola qui. Bambini e famiglie che appartengono a oltre 150 nazionalità diverse. E´ la “linea” evolutiva seguita dall´immigrazione in Emilia-romagna. Qui, la stima di circa 555.000 soggiornanti regolari a fine 2011 (Dossier Caritas/migrantes) continua a collocare la regione ai primi posti in Italia in termini di presenze dopo la Lombardia (1.178.000 stranieri regolarmente presenti) e il Lazio (615.000). Dal rapporto 2013 dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio, gli stranieri iscritti all’anagrafe in un Comune dell’Emilia-romagna risultano essere 530.015 (al 1° gennaio 2012), con un aumento di 29.430 persone rispetto al 1° gennaio 2011 (+5,9%). Una crescita significativa, nonostante la flessione dell’occupazione. I residenti - La presenza della popolazione immigrata è ormai una caratteristica di tutto il territorio, sebbene ci siano delle differenze. In particolare le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena continuano ad avere un’incidenza della popolazione residente straniera al di sopra della media regionale (11,9%): in queste province infatti l’incidenza ha superato il 13%, quella di Piacenza ha raggiunto il 14,1%. Nel corso del 2011 la regione ha visto una riduzione dei flussi in ingresso di stranieri: il saldo migratorio con l’estero e` sceso al 6,7 per mille, a fronte del 9,6 del 2010. Nonostante ciò quello dell’Emilia-romagna resta il saldo migratorio con l’estero più elevato (dal 2008) tra le Regioni italiane. Sui banchi di scuola - Nell’anno scolastico 2011/2012 sono presenti nelle scuole dell’Emilia-romagna (dell’infanzia, primaria e secondaria) 86.944 alunni con cittadinanza non italiana: pari al 14,6% del totale degli iscritti. Questo dato colloca l’Emilia-romagna al primo posto in Italia, seguita da Umbria (13,9%), Lombardia (13,2%), Veneto (12,5). La media nazionale è dell’8,4%. Stranieri: tasse e contributi - Sono sempre più rilevanti i contributi e le tasse pagate dagli stranieri. Nel 2010 i cittadini stranieri residenti in Emilia-romagna erano 500.585, pari all’11,3% della popolazione. Alla stessa data i lavoratori stranieri regolarmente occupati, secondo i dati Istat, risultavano circa 225.000, di cui 194.000 dipendenti (pari al 86,1%), 24.500 lavoratori autonomi (l’11,1%) e 6.500 lavoratori parasubordinati (2,8%). Prendendo in considerazione i contributi versati a carico del lavoratore e quelli a carico dell’impresa e le tre diverse aliquote contributive, l’ammontare economico contributivo generato dal lavoro degli immigrati risulta di oltre 857 milioni di euro, dei quali oltre 280 milioni versati direttamente dai lavoratori. Per quanto riguarda l´Irpef (stima comprensiva delle addizionali locali), gli stranieri presenti in Emilia-romagna nel 2010 hanno versato 474 milioni di euro. Il totale complessivo di gettito fiscale e contributivo ha superato 1,3 miliardi di euro. L’apporto contributivo dei lavoratori immigrati continua ad assumere dimensioni rilevanti, proprio a causa della presenza crescente tra gli occupati nel mercato del lavoro regionale, nonostante la crisi iniziata nel 2008.  
   
   
IMPRESE FEMMINILI: IN DODICI MESI, 10MILA IN PIÙ NONOSTANTE LA CRISI “BOOM” DELLE SOCIETÀ DI CAPITALI: +5,6% TURISMO, COSTRUZIONI E SERVIZI ASSOCIATIVI I SETTORI CHE CRESCONO DI PIÙ TOSCANA, LOMBARDIA E LAZIO LE REGIONI PIÙ DINAMICHE  
 
Roma, 2 luglio  2013 - Nonostante siano stati dodici mesi davvero difficili, tra marzo 2012 e marzo 2013 le imprese ‘in rosa’ hanno allungato il passo aumentando il loro numero di oltre 10mila unità. Alla fine del primo trimestre di quest’anno, pertanto, le imprese femminili iscritte al Registro delle imprese delle Camere di commercio sono 1.424.798, il 23,5% del totale delle imprese. Più interessante, però, è confrontare la loro performance rispetto alla media dell’intero tessuto imprenditoriale italiano. Quest’ultimo, infatti, nel periodo considerato è avanzato appena dello 0,2%, mentre l’esercito delle imprese al femminile ha mantenuto un passo più che triplo: +0,7%. Tanto che le 10.231 imprese femminili, costituiscono quasi i 3/4 di tutto il saldo realizzato dal sistema delle imprese (pari a +13.762 imprese). Altra indicazione significativa viene dalla scelta della forma giuridica delle nuove imprese femminili: il bilancio dei dodici mesi esaminati, infatti, registra una vera esplosione delle società di capitali “rosa”: +11.663 unità, pari ad una crescita dello stock di queste imprese del 5,6%. A questa si affianca il sensibile aumento delle cooperative guidate da donne: 1.042 imprese in più, pari ad un aumento nel periodo del 3,6%. Guardando alla dotazione di capitale di queste imprese, i dati dell’Osservatorio di Unioncamere evidenziano una maggiore fragilità finanziaria delle imprese femminili rispetto alla media: il 72% di esse, infatti, opera con un capitale sociale di meno di 10mila euro, contro il 67% della media delle imprese. Al tempo stesso, le imprese femminili mostrano un’età media più bassa rispetto alle altre imprese: il 21,5% ha poco più di due anni di vita, contro il 18,5% della media delle imprese. "In questi anni difficili, la spiccata propensione imprenditoriale delle donne sta dando delle risposte concrete alla crisi e alla riduzione delle opportunità di lavoro” ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “E’ un segnale di fiducia nelle possibilità del mercato e dell’impresa per uscire da questo lungo tunnel. Senza impresa non c’è lavoro, sia esso dipendente o autonomo. E dunque nei piani per ridurre la disoccupazione, bisogna puntare innanzitutto sulle imprese e sulla voglia che tanti italiani, prime fra tutte le donne, continuano ad avere nonostante tutto. Questa voglia va sostenuta con politiche che semplifichino il momento dello start-up d’impresa, che consentano un accesso di favore al credito, anche nelle forme più innovative come venture capital, microcredito, crowd funding, e poi con azioni di formazione e informazione sui territori. Azioni che le Camere di commercio stanno promuovendo attraverso i Comitati per l’imprenditoria femminile, grazie ai quali abbiamo sviluppato la rete italiana del progetto europeo "Be-win" - "Business Entrepreneurship Women in Network - in cui le donne d’impresa e le aspiranti imprenditrici possono entrare in contatto e valorizzare le proprie esperienze e competenze.” Tab. 1 –Imprese registrate al 31 marzo 2013 per regioni - Totale imprese e imprese femminili Stock, saldo e variazioni dello stock nel periodo 31 marzo 2012 – 31 marzo 2013. Valori assoluti e percentuali
Regioni Imprese registrate al 31 marzo 2013 Saldo* 31 marzo 2013 - 31 marzo 2012 Var. % 31 marzo 2013 - 31 marzo 2012
Imprese femminili Totale imprese Imprese femminili Totale imprese Imprese femminili Totale imprese
Abruzzo 41.546 149.107 414 709 1,0% 0,5%
Basilicata 16.677 60.245 23 9 0,1% 0,0%
Calabria 44.694 177.775 205 805 0,5% 0,5%
Campania 148.902 560.206 866 5.781 0,6% 1,0%
Emilia Romagna 97.846 468.705 795 -1.554 0,8% -0,3%
Friuli-venezia Giulia 25.686 107.555 -137 -744 -0,5% -0,7%
Lazio 143.928 614.840 1.662 7.004 1,2% 1,1%
Liguria 40.505 165.140 -133 -307 -0,3% -0,2%
Lombardia 193.495 946.448 2.393 4.729 1,2% 0,5%
Marche 42.411 175.051 157 -423 0,4% -0,2%
Molise 10.364 34.869 -56 94 -0,5% 0,3%
Piemonte 110.195 455.778 50 -2.599 0,0% -0,6%
Puglia 92.471 380.707 494 931 0,5% 0,2%
Sardegna 40.402 167.029 212 -56 0,5% 0,0%
Sicilia 115.433 460.630 702 1.223 0,6% 0,3%
Toscana 100.320 412.778 1.452 938 1,5% 0,2%
Trentino - Alto Adige 22.697 109.014 243 83 1,1% 0,1%
Umbria 24.857 95.277 110 -80 0,4% -0,1%
Valle D´aosta 3.312 13.666 -20 -58 -0,6% -0,4%
Veneto 109.057 495.419 799 -2.723 0,7% -0,5%
Italia 1.424.798 6.050.239 10.231 13.762 0,7% 0,2%
Fonte: Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I trimestre 2013 (*) Tutti i saldi e le variazioni dello stock sono calcoalti al netto delle cancellazioni disposte d’ufficio dalle Camere di ocmmercio Tab. 2 – Imprese femminili registrate al 31 marzo 2013 per classi di natura giuridica Stock, saldo e variazioni percentuali rispetto al 31 marzo 2012 - Valori assoluti e percentuali
Classe di Natura Giuridica Imprese registrate saldo var.%
Societa´ Di Capitale 219.801 11.663 5,6%
Societa´ Di Persone 316.410 681 0,2%
Imprese Individuali 852.692 -3.479 -0,4%
Cooperative 29.816 1.042 3,6%
Consorzi 1.212 35 3,0%
Altre Forme 4.867 289 6,3%
Totale 1.424.798 10.231 0,7%
Fonte: Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I trimestre 2013 Tab. 3 – Imprese registrate al 31 marzo 2013 per settori di attività - Totale imprese e imprese femminili Valori assoluti e percentuali
Settore Totale imprese al 31 marzo 2013 di cui: femminili Peso % imprese femminili sul totale Comp. % imprese femminili
A Agricoltura, silvicoltura pesca 804.715 234.228 29,1% 16,4%
B Estrazione di minerali da cave e miniere 4.661 507 10,9% 0,0%
C Attività manifatturiere 599.923 113.906 19,0% 8,0%
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 8.820 818 9,3% 0,1%
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 10.723 1.463 13,6% 0,1%
F Costruzioni 880.546 66.657 7,6% 4,7%
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 1.537.377 408.034 26,5% 28,6%
H Trasporto e magazzinaggio 176.178 19.938 11,3% 1,4%
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 401.220 129.922 32,4% 9,1%
J Servizi di informazione e comunicazione 126.196 27.714 22,0% 1,9%
K Attività finanziarie e assicurative 115.017 26.111 22,7% 1,8%
L Attività immobiliari 281.923 66.967 23,8% 4,7%
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 195.378 42.274 21,6% 3,0%
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 161.122 47.191 29,3% 3,3%
P Istruzione 26.768 8.500 31,8% 0,6%
Q Sanità e assistenza sociale 34.944 14.180 40,6% 1,0%
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 67.318 17.316 25,7% 1,2%
S Altre attività di servizi 230.160 111.285 48,4% 7,8%
X Imprese non classificate 387.250 87.787 22,7% 6,2%
Totale 6.050.239 1.424.798 23,5% 100,0%
Fonte: Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I trimestre 2013 Tab. 4 – Iimprese registrate al 31 marzo 2013 per settori di attività - Totale imprese e imprese femminili Stock, saldo e variazioni dello stock nel periodo 31 marzo 2012 – 31 marzo 2013. Valori assoluti e percentuali
Imprese femminili Totale imprese
Settore Saldo* marzo 2013- marzo 2012 var. % marzo 2013-marzo 2012 Saldo marzo 2013-marzo 2012 var. % marzo 2013-marzo 2012
A Agricoltura, silvicoltura pesca -5.682 -2,4% -16.562 -2,0%
B Estrazione di minerali da cave e miniere -10 -1,9% -103 -2,1%
C Attività manifatturiere -510 -0,4% -6.928 -1,1%
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 213 35,2% 1.633 22,6%
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 47 3,3% 185 1,7%
F Costruzioni 1.252 1,9% -11.606 -1,3%
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... -631 -0,2% 7.525 0,5%
H Trasporto e magazzinaggio 349 1,8% -485 -0,3%
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 3.593 2,8% 11.565 2,9%
J Servizi di informazione e comunicazione 239 0,9% 2.064 1,7%
K Attività finanziarie e assicurative -54 -0,2% -408 -0,4%
L Attività immobiliari 772 1,2% 2.584 0,9%
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 636 1,5% 3.821 2,0%
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 903 1,9% 5.044 3,2%
P Istruzione 256 3,1% 627 2,4%
Q Sanità e assistenza sociale 426 3,1% 1.111 3,3%
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 332 1,9% 1.667 2,5%
S Altre attività di servizi 948 0,9% 773 0,3%
X Imprese non classificate 7.152 8,8% 11.255 3,0%
Totale 10.231 0,7% 13.762 0,2%
Fonte: Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I trimestre 2013 Tab. 5 – Imprese femminili registrate al 31 marzo 2013 Totale imprese, imprese giovanili, di stranieri e di cittadini extraUe Valori assoluti e percentuali
Imprese femminili
Settori Totale di cui: giovanili % sul totale di cui: straniere % sul totale di cui: extraUe % extraUe su straniere
A Agricoltura, silvicoltura pesca 234.228 13.095 5,6% 6.602 2,8% 3.347 50,7%
B Estrazione di minerali da cave e miniere 507 12 2,4% 8 1,6% 4 50,0%
C Attività manifatturiere 113.906 9.976 8,8% 13.439 11,8% 11.171 83,1%
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 818 92 11,2% 33 4,0% 14 42,4%
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 1.463 113 7,7% 84 5,7% 52 61,9%
F Costruzioni 66.657 8.071 12,1% 6.022 9,0% 3.419 56,8%
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 408.034 51.507 12,6% 40.488 9,9% 31.906 78,8%
H Trasporto e magazzinaggio 19.938 1.977 9,9% 1.493 7,5% 981 65,7%
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 129.922 17.983 13,8% 12.758 9,8% 8.914 69,9%
J Servizi di informazione e comunicazione 27.714 2.911 10,5% 2.134 7,7% 1.595 74,7%
K Attività finanziarie e assicurative 26.111 3.849 14,7% 869 3,3% 547 62,9%
L Attività immobiliari 66.967 3.113 4,6% 1.776 2,7% 1.061 59,7%
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 42.274 4.721 11,2% 2.789 6,6% 1.721 61,7%
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 47.191 6.227 13,2% 6.415 13,6% 4.285 66,8%
P Istruzione 8.500 744 8,8% 525 6,2% 272 51,8%
Q Sanità e assistenza sociale 14.180 1.498 10,6% 624 4,4% 420 67,3%
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 17.316 2.551 14,7% 1.066 6,2% 619 58,1%
S Altre attività di servizi 111.285 18.903 17,0% 8.127 7,3% 5.480 67,4%
X Imprese non classificate 87.787 17.557 20,0% 7.574 8,6% 4.897 64,7%
Totale 1.424.798 164.900 11,6% 112.826 7,9% 80.705 71,5%
Fonte: Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I trimestre 2013 Tab. 6 – Imprese registrate al 31 marzo 2013 per classi di capitale sociale Totale imprese e imprese femminili Valori assoluti e percentuali
Capitale Sociale Imprese femminili Registrate al I trimestre 2013 Imprese totali Registrate al I trimestre 2013 Peso % imprese femminili sul tot. Imprese Comp. % Imprese femminili Comp. % totale imprese
fino a 10 m E. 1.023.119 4.029.683 25,4% 71,8% 66,6%
10 - 20 m E. 249.413 1.202.946 20,7% 17,5% 19,9%
20 - 100 m E. 115.813 569.638 20,3% 8,1% 9,4%
100 m E. - 1 mln E. 29.345 184.202 15,9% 2,1% 3,0%
1 - 5 mln E. 2.962 30.959 9,6% 0,2% 0,5%
più di 5 mln E. 4.146 32.811 12,6% 0,3% 0,5%
Totale 1.424.798 6.050.239 23,5% 100,0% 100,0%
Fonte: Osservatorio dell´Imprenditoria Femminile, Unioncamere - Infocamere, I trimestre 2013 Tab. 7 – Classifica provinciale delle imprese femminili, per tassi di variazione % dello stock, nel periodo 31 marzo 2012 – 31 marzo 2013
Provincia Imprese femminili % su totale imp. saldo var. % Provincia Imprese femminili % su totale imp. saldo var. %
Prato 8.507 25,7% 258 3,1% Chieti 13.820 29,7% 66 0,5%
Firenze 24.379 22,5% 599 2,5% Lecce 17.237 23,9% 81 0,5%
Messina 14.048 23,5% 346 2,5% Foggia 19.760 26,9% 91 0,5%
Pescara 9.509 26,8% 204 2,2% Genova 19.711 22,8% 88 0,4%
Milano 67.590 19,1% 1.460 2,2% Torino 55.470 24,0% 243 0,4%
Padova 21.738 21,6% 418 1,9% Pordenone 6.476 23,3% 28 0,4%
Novara 7.412 23,5% 140 1,9% Ravenna 8.590 20,8% 37 0,4%
Isernia 2.703 30,2% 50 1,9% Pistoia 7.625 23,2% 32 0,4%
Monza E Brianza 14.401 19,9% 265 1,9% Ancona 11.802 25,2% 49 0,4%
Lucca 10.424 23,7% 172 1,7% Vibo Valentia 3.142 24,0% 12 0,4%
Pisa 10.010 23,2% 163 1,6% Salerno 30.744 25,6% 111 0,4%
Siracusa 9.708 26,0% 154 1,6% La Spezia 5.670 27,2% 20 0,4%
Terni 6.026 27,6% 94 1,6% Livorno 8.747 27,1% 30 0,3%
Trento 10.233 19,9% 155 1,5% Caserta 24.398 27,3% 68 0,3%
Roma 99.304 21,7% 1.433 1,5% Ferrara 7.952 21,5% 22 0,3%
Cremona 6.265 20,6% 90 1,5% Cosenza 16.446 25,0% 41 0,2%
Latina 15.557 27,0% 217 1,4% Catania 24.171 24,2% 56 0,2%
Sassari 13.100 23,7% 175 1,3% Pesaro E Urbino 9.531 22,9% 22 0,2%
Teramo 9.795 27,0% 128 1,3% Brescia 25.483 21,0% 56 0,2%
Bergamo 20.200 21,2% 262 1,3% L´aquila 8.422 27,3% 16 0,2%
Belluno 3.699 22,5% 45 1,2% Piacenza 6.881 22,3% 13 0,2%
Modena 15.437 20,6% 180 1,2% Macerata 9.744  
   
   
DONNE: IL COMUNE DI MILANO VARA REGOLE CONTRO PUBBLICITÀ SESSISTA  
 
Milano, 2 luglio 2013 - Per contrastare la diffusione della pubblicità discriminatoria e lesiva della dignità soprattutto delle donne, la Giunta di Palazzo Marino ha approvato il 28 giugno le regole per la valutazione dei messaggi da affiggere sugli spazi in carico all’Amministrazione comunale. Gli stessi indirizzi saranno seguiti anche dalle società ed enti partecipati dal Comune. In questo modo la città di Milano rafforza il proprio impegno affinché i cartelloni pubblicitari, a partire da quelli sugli spazi comunali, siano ispirati sempre ai criteri di rispetto delle Pari Opportunità tra donne e uomini e di corretta rappresentazione dell’identità di genere, lontano da stereotipi avvilenti per la dignità delle persone. Viene garantita così una maggior effettività all’azione del Comune con l’individuazione di 5 tipologie di messaggi ritenuti incompatibili con l’immagine che il Comune di Milano intende promuovere: 1) le immagini che rappresentano o incitano atti di violenza fisica o morale; 2) le immagini volgari, indecenti, ripugnanti, devianti da quello che la comunità percepisce come “normale”, tali da ledere la sensibilità del pubblico; 3) i messaggi discriminatori e/o degradanti che, anche attraverso l’uso di stereotipi, tendono a collocare le donne in ruoli sociali di subalternità e disparità; 4) la mercificazione del corpo, attraverso rappresentazioni o riproduzioni della donna quale oggetto di possesso o sopraffazione sessuale; 5) i pregiudizi culturali e gli stereotipi sociali fondati su discriminazione di genere, appartenenza etnica, orientamento sessuale, abilità fisica e psichica, credo religioso. “L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto. Un bel lavoro condiviso tra Giunta, Consiglio e delegata alle Pari Opportunità. Questa delibera vuole sancire il rispetto della persona: non vuole ‘censurare’, ma evitare che il corpo delle donne, ma non solo, sia usato e volgarizzato per meri fini economici”, ha spiegato la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris. “Sono particolarmente soddisfatta di questo obiettivo raggiunto – dichiara la delegata del Sindaco alla Pari Opportunità Francesca Zajczyk – sia per il contenuto sia per il metodo. Questo provvedimento, infatti, è il risultato di un lavoro comune con le altre figure istituzionali in prima fila sui temi della parità e dei diritti, ognuna con le proprie competenza e sensibilità, come le consigliere Marilisa D’amico e Anita Sonego. Ma è anche il prodotto di un percorso di ascolto e confronto con esperte ed esperti, professioniste e politiche impegnate su questi temi. A settembre ci saranno una discussione e un confronto pubblico con quelle città con le quali si è lavorato in rete su questi temi, per definire e valutare insieme gli strumenti più adeguati a rendere davvero efficace, o più efficace, l’azione delle Amministrazioni comunali.” “Si tratta di un provvedimento molto importante – ha detto Marilisa D’amico, presidente della Commissione consiliare Affari Istituzionali – frutto di un lavoro che il Comune sta facendo da tempo su questo tipo di argomenti. È fondamentale promuovere il principio di parità a tutti i livelli, anche come assunzione di responsabilità per quanto riguarda la diffusione di immagini femminili. Ora in Consiglio comunale possiamo iniziare a lavorare sui regolamenti”. “Questa decisione della Giunta – ha affermato Anita Sonego, presidente della Commissione consiliare Pari Opportunità – accoglie il contenuto di una mozione votata all’unanimità dal Consiglio comunale e dà concretezza a quanto discusso nella Commissione Pari Opportunità. La mercificazione dei corpi, soprattutto - ma non solo - di quello delle donne, è un sintomo di imbarbarimento e non di libertà. Quanto deciso oggi non è una censura moralistica, ma un impegno per la dignità e inviolabilità della persona”. La delibera di oggi è un ulteriore passo concreto importante e innovativo, dopo la recente adesione del Comune alla campagna “Città libere dalla pubblicità offensiva” promossa dall’Unione Donne in Italia (Udi): un passo avanti che conferma l’attenzione di Milano verso il tema della pubblicità sessista e, più in generale, di ogni forma di violenza contro le donne. Va ricordato anche che, per le sue azioni di valorizzazione del ruolo e dei talenti femminili, il Comune ha ricevuto il Premio Immagini Amiche, iniziativa promossa dal Parlamento europeo e dall’Udi. La delibera approvata dalla Giunta parte dalla considerazione che, oggi più che mai, il tema della violenza alle donne non può essere affrontato senza intervenire anche sull’utilizzo dell’immagine femminile nella pubblicità. Questo nuovo provvedimento, pertanto, continua il percorso dettato dall’Unione europea con la risoluzione n. 2038 del 3 settembre 2008, verso l’obiettivo di valorizzare una comunicazione che si impegni a veicolare messaggi commerciali positivi.  
   
   
DALLA GIUNTA CALDORO 44 MILIONI IN TRE ANNI PER RILANCIARE I SERVIZI PER L´INFANZIA IN CAMPANIA  
 
Napoli, 2 luglio 2013 - In questi primi tre anni di governo regionale, la Giunta Caldoro, attraverso l´assessorato all´Assistenza sociale ha investito con il Piano della governance dei servizi alla persona voluto dall´assessore Ermanno Russo 44 milioni di euro in servizi dedicati all´infanzia. Si tratta di risorse sia nazionali che europee, che hanno consentito di rilanciare l´infrastruttura sociale sul territorio (asili-nido e micronidi) e di sperimentare interventi innovativi per la prima infanzia che tengano conto di esigenze specifiche della popolazione. In un primo momento sono stati impegnati 4,5 milioni di euro (3 milioni di risorse del Fondo Sociale Europeo e 1,5 milioni frutto dell´Intesa nazionale sulla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro) per creare sul territorio servizi che innovassero e consentissero alle donne che lavorano di poter continuare la loro esperienza professionale senza venir meno al ruolo di mamma. Dopodiché la Giunta è intervenuta direttamente nel contesto lavorativo attraverso Accordi Territoriali di Genere, anche con le aziende (7 milioni di euro a valere su fondi Fse), che hanno consentito di poter vivere appieno la fase della maternità e di far fare alla Campania enormi passi in avanti sul terreno delle politiche di family friendly. Sono stati inoltre finanziati voucher per 2,4 milioni di euro (1,5 milioni provenienti da risorse del Fondo per la famiglia e 900 mila euro dalla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro) finalizzati a servizi per l´infanzia (fino a 12 anni). Per favorire una distribuzione più uniforme di servizi sul territorio regionale, allo stato concentrata in alcune aree geografiche, soprattutto nel Salernitano, a discapito di altre, come il Casertano, sono stati invece ripartiti 30 milioni di euro tra gli Ambiti territoriali della Campania. Un riparto quest´ultimo tutto dedicato a minori da 0-36 mesi con due formule ammesse: asili nido (per numero di posti non inferiore a 30 e non superiore a 60) e micro-nidi (unità aggregate a scuole materne, ad altre idonee strutture già esistenti oppure come nuclei decentrati di altro asilo-nido, con un numero di utenti potenziali inferiore a 30 bambini). Tale intervento ha previsto l´erogazione di un importo pari a 700mila euro per ciascun Ambito Territoriale che non ha attivato almeno un asilo o micro-nido e l´erogazione di 450mila euro a favore degli altri Ambiti. L´intervento porterà ad incrementare il numero di bambini che usufruiscono dei nidi e micro-nidi e a riequilibrare in sede territoriale la presenza di tali strutture nelle diverse aree della regione. Gli interventi messi in campo sono perfettamente in linea con la nuova programmazione comunitaria, dato esplicitato anche dal commissario al Welfare dell´Ue Laszlo Andor durante la sua ultima visita a Napoli, e sono coerenti con il nuovo Piano Azione e Coesione 2.  
   
   
PRIMO MICRONIDO AZIENDALE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE CAMPANIA. LUNEDÌ IL VIA ALLE ATTIVITÀ CON 17 BAMBINI  
 
Napoli, 2 luglio 2013 – Sono iniziati lunedì 1 luglio le attività del primo micronido aziendale della Giunta regionale della Campania. Aperto tutto l’anno, dal lunedì al venerdì, a partire dalle ore 7.45 e fino alle ore 18.00 presso la sede di Palazzo Armieri in via Nuova Marina a Napoli, il micronido può ospitare bambini di età compresa fra 3 e 36 mesi. La capacità ricettiva è di 20 posti elevabile ad un massimo di 24. Due le sezioni pensate per accogliere i bambini, di cui una dedicata a 5 lattanti. Nato dall´esigenza di conciliare sempre più e sempre meglio i tempi di vita e di lavoro delle dipendenti e dei dipendenti regionali, l´intervento è stato promosso dalla Giunta Caldoro ed attuato dall´assessorato alle Politiche sociali retto da Ermanno Russo. La misura rientra nel Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi e prevede che la Regione metta a disposizione in comodato d’uso gratuito, per l’intera durata del contratto, i locali del micronido con gli arredi necessari, mentre la gestione è affidata con un bando di gara ad una cooperativa sociale. La società aggiudicataria del servizio avrà l’obbligo di fornire materiale per la pappa dei lattanti e i pasti dei divezzi, l’igiene e la pulizia dei bambini. Dovrà inoltre preservare gli arredi e le attrezzature in dotazione di proprietà della Regione e garantire l’efficienza e il funzionamento del micronido con i costi proposti in sede di gara, nonché assumere tutti gli oneri economici per la sua gestione. Sono pervenute al Servizio Pari Opportunità della Regione Campania 17 domande per l’iscrizione al micronido d’infanzia per il periodo che va dall’ 1 luglio al 6 settembre e 22 domande per il periodo che va dal 9 settembre 2013 al 5 settembre 2014. L´auspicio della Giunta per il futuro è duplice: da un lato ampliare il servizio già dai prossimi anni in termini di accoglienza, dall´altro promuovere l´iniziativa come buon pratica per far sì che altri Enti locali della Campania replichino il progetto al loro interno.  
   
   
BARI -INTERNAZIONALIZZAZIONE IMPRESE FEMMINILI, SEMINARIO IN STREAMING  
 
Bari, 2 luglio 2013 - Favorire lo sviluppo di competenze manageriali e fornire gli strumenti necessari affinché un’impresa possa avviare e/o implementare consapevoli processi di internazionalizzazione. E’ l’obiettivo del seminario formativo sull’imprenditoria femminile che il Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Bari realizzerà il 3 luglio in collaborazione l’Unioncamere Puglia ed il Coordinamento Regionale dei Comitati per la promozione dell’Imprenditorialità Femminile, dalle 10 alle 13, presso l’ente camerale barese in collegamento streaming. Si parlerà di fondamenti di strategia aziendale, potenzialità dei mercati in relazione ai propri prodotti, strategie e strumenti a sostegno del processo di internazionalizzazione delle imprese italiane, con un focus sulle imprese femminili. Programma Ore 10.00 - 13.00 Saluti - Unioncamere Le testimonianze dei comitati imprenditoria femminile della Puglia. Ore 10.30 - 11.30 Le imprese nel nuovo scenario competitivo mondiale, sviluppare una strategia per competere a livello globale – Massimiliano G. Falcone, Marketing internazionale e Internazionalizzazione d’impresa presso lo Iulm di Milano e presso il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Udine. Ore 11.30 - 12.30 L’internazionalizzazione come opportunità di sviluppo aziendale: i servizi e gli strumenti del sistema camerale: lo sportello World Pass – Alessandra Procesi, Convenzioni internazionali per il commercio estero e cronotachigrafi digitali di Unioncamere. Ore 12.30 – 13.00 Valorizzazione e tutela della proprietà industriale: la difesa del marchio/brand - Il bando Marchi + Marilina Labia, Retecamere.  
   
   
LODI - UN PREMIO DI 1.000 EURO PER L´IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
Lodi, 2 luglio 2013 - La Camera di Commercio di Lodi e il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile di Lodi hanno istituito un premio di 1.000 euro per incoraggiare lo sviluppo delle imprese femminili. Possono partecipare le imprese individuali o le società di persone (società in nome collettivo o società in accomandita semplice) femminili iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lodi e in regola con il pagamento del diritto annuale. In particolare: potrà partecipare il titolare donna di un’impresa individuale oppure, le società di persone potranno partecipare se composte per almeno il 50% da donne. I criteri di valutazione selezioneranno l’impresa che maggiormente si sarà distinta per l’originalità dell’attività svolta, l’adozione di strumenti innovativi di commercializzazione, promozione, comunicazione o assistenza alla clientela, la qualificazione e la valorizzazione del territorio e/o della produzione tipica locale e infine per la più recente costituzione in relazione alle domande pervenute. La valutazione sarà effettuata dal Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile costituito presso la Camera di Commercio di Lodi, integrato dal funzionario camerale che ne segue l’attività. All’impresa vincitrice verrà assegnato un premio di 1.000 euro. La premiazione avverrà il 1° dicembre 2013 a Lodi nell’ambito della manifestazione “Fedeltà al lavoro e progresso economico” promossa dalla Camera di Commercio. La domanda di partecipazione dovrà essere inviata a partire dal giorno 1 luglio 2013 e fino al 31 ottobre 2013 compilando la modulistica scaricabile online sul sito http://www.lo.camcom.gov.it/  e inviandola all’email: cciaa@lo.Cert.legalmail.it   “La Camera di Commercio di Lodi - dichiara Alessandro Zucchetti, Presidente della Cdc - ha voluto dare un segnale di incoraggiamento all’imprenditoria femminile, che nel Lodigiano si attesta circa al 20% del totale, al fine di agevolare la partecipazione della donna al mondo del lavoro andando incontro alle difficoltà da sempre legate alla gestione dei ritmi lavorativi e familiari”.  
   
   
SBARCO DI MINORI STRANIERI, CALABRIA CHIEDE UN INCONTRO URGENTE AL VICEMINISTRO GUERRA  
 
Catanzaro, 2 luglio 2013 - Il Presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti e l’Assessore regionale al Lavoro, Formazione professionale e Politiche Sociali, Nazzareno Salerno, a seguito dello sbarco di minori stranieri non accompagnati, avvenuto il 26 giugno scorso sul territorio del Comune di Borgia (Cz) – loc. Roccelletta, hanno chiesto un incontro urgente con il Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Cecilia Guerra, al fine di poter concordare nell’immediato una modalità di accoglienza temporanea presso strutture idonee a tale scopo. L’occasione sarà utile per affrontare, nel suo complesso, il tema dei minori stranieri non accompagnati, al fine di costruire un sistema di monitoraggio e di accoglienza che garantisca un servizio adeguato e qualificato di intervento. “L’ultimo episodio riguardante lo sbarco di minori stranieri – hanno spiegato il Presidente Scopelliti e l’Assessore Salerno – è la riprova della rilevanza di una questione che va affrontata con competenza e determinazione per poter individuare ed attuare quella che potrebbe essere la migliore soluzione possibile. L’incontro con il Viceministro Guerra servirà ad entrare nel merito di ogni dettaglio in modo da poter concretizzare un’organizzazione puntuale che risponda alle effettive esigenze. Il nostro impegno – hanno concluso Scopelliti e Salerno - è quello di far sì che la Calabria, che con la sua posizione geografica è divenuta una tappa quasi obbligata per quanti si allontanano dalla terra di origine, sia pronta ad affrontare ogni tipo di situazione anche predisponendo programmi di ampio respiro che incidano significativamente sulle radici di un problema che ha una rilevanza internazionale”.