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Notiziario Marketpress di Martedì 02 Novembre 2004
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INTERVENTO DI ROMANO PRODI PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA DELLA FIRMA "UNA COSTITUZIONE PER L'EUROPA"  
 
Roma, 2 novembre 2004 -  Il 25 marzo 1957 in questa stessa solenne sede, l'Europa rispondeva alle conseguenze della guerra mondiale e al perdurare della guerra fredda con un progetto senza precedenti di costruzione di una democrazia sovranazionale. Oggi l'Europa riafferma la sua originale ed unica forma di organizzazione politica per rispondere alla sfida della globalizzazione, per promuovere i suoi valori di pace e di solidarietà e per esercitare il ruolo che le compete sulla scena internazionale. La nuova Costituzione non si limita a consolidare il sistema politico e istituzionale dei Trattati di Roma. Essa introduce grandi elementi innovativi che renderanno l'Unione europea più democratica, più efficace e più trasparente. L'unione sarà più democratica perchè le leggi europee dovranno essere nella loro grande maggioranza adottate congiuntamente dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei Ministri mentre, per la prima volta, i cittadini potranno contribuire direttamente alla nascita delle leggi europee. L'unione sarà più efficace perchè aumentano le decisioni adottate a maggioranza, anche se tale estensione è meno ambiziosa di quanto molti avevano sperato. Inoltre, attraverso la doppia maggioranza, viene rispecchiata la doppia legittimità dell'Unione, che è una Unione di popoli e di stati. L'unione sarà infine più trasparente grazie ai nuovi meccanismi di democrazia partecipativa. Al tempo stesso l'attività legislativa dell'Unione è stata dotata di maggiore legittimità democratica grazie alla ripartizione delle competenze legislative fra l'Unione e gli Stati membri ed al controllo, da parte dei Parlamenti nazionali, del rispetto del principio di sussidiarietà. Vive polemiche sono sorte in questi mesi a proposito del contenuto più o meno avanzato della Costituzione europea. Pur rispettando tutte le opinioni, voglio sottolineare con forza che la nuova Costituzione compie in tutti i campi grandi passi in avanti rispetto ai Trattati esistenti. Essa è nata dalla Convenzione europea seguendo un metodo di lavoro nuovo, più trasparente e democratico. La firma della Costituzione europea non è però un punto di arrivo. Nei prossimi mesi, i Governi e i cittadini dei 25 paesi membri dell'Unione dovranno impegnarsi per ottenere la ratifica del nuovo Trattato costituzionale da parte dei parlamenti o dei popoli. Se una grande responsabilità per promuovere questa ratifica spetterà ai governi, le Istituzioni europee dovranno fare la loro parte per fornire ai cittadini un'informazione obiettiva e esauriente sui contenuti della Costituzione. Le forze politiche nazionali dovranno esprimersi liberamente sul Trattato costituzionale, ma toccherà ai governi operare in modo che i dibattiti parlamentari e le campagne referendarie siano mantenute sui temi propri della Costituzione europea, evitando che siano dominate dalle polemiche politiche nazionali. I Capi di Stato e di governo che fra poco firmeranno la Costituzione europea compiranno con questo un atto ardito e costruttivo. Le conseguenze della loro azione saranno immense. Lo saranno, perchè l'Unione europea, dotata della Costituzione, diventerà la forza motrice del benessere economico e sociale dei suoi popoli e della pace nel mondo. Questo speravano i padri dell'Europa convenuti qui il 25 marzo del 1957, di questo siamo pienamente consapevoli noi qui oggi nella solenne giornata del 29 ottobre 2004.  
   
   
DISCORSO DI JOSÉ MANUEL DURÃO BARROSO PRESIDENTE DESIGNATO DELLA COMMISSIONE EUROPEA ALLA FIRMA DELLA COSTITUZIONE  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Oltre un secolo e mezzo fa, in occasione dell’apertura del Congresso della Pace a Parigi, il grande scrittore francese Victor Hugo pronunciò un discorso che invitava le nazioni europee a riunirsi in un’entità superiore per costituire una «fraternità europea», senza tuttavia rinunciare alle loro qualità peculiari e alle loro gloriose individualità. Sono parole che oggi ci sembrano profetiche. Le sento riecheggiare in questa sala, nel momento in cui i più alti responsabili politici dei nostri Stati appongono il loro suggello al trattato che stabilisce la prima Costituzione europea dando nascita a una nuova Unione, più democratica, più trasparente, più efficace. Il nuovo trattato costituzionale determina importanti progressi per il processo di integrazione europea: l’Unione disporrà di nuovi strumenti d’azione nei settori che sono al centro delle preoccupazioni dei nostri cittadini; i cittadini europei disporranno di nuovi diritti che potranno far valere in sede di tribunale; i parlamenti nazionali e i cittadini europei avranno, per la prima volta, la possibilità di contribuire all'elaborazione delle leggi europee; l'attività legislativa dell'Unione avrà maggiore legittimità, trasparenza ed efficacia; l’Unione si doterà di strumenti d’azione più efficaci nel settore delle relazioni esterne. Adesso tocca ai governi firmatari ottenere la ratifica del trattato costituzionale. Non si tratta di una decisione che si possa dare per scontata. Il nuovo metodo di lavoro, più trasparente e democratico, che ha portato all'elaborazione del progetto di costituzione da parte della convenzione europea, ha generato – e me ne rallegro - una richiesta di informazioni e di maggiore coinvolgimento da parte dei cittadini europei. La responsabilità principale della ratifica della costituzione ricade sui governi firmatari. Le istituzioni europee, dal canto loro, faranno il necessario per fornire ai responsabili politici e ai cittadini europei informazioni oggettive sul contenuto della costituzione. Occorre che i parlamenti nazionali o i popoli che si pronunceranno per via referendaria siano pienamente informati in modo da potersi esprimere con cognizione di causa. La Commissione, che avrò l'onore di presiedere, ha intenzione di applicare, nello spirito, le disposizioni della costituzione che sono coerenti con le pratiche attuali e che non siano in contraddizione con i trattati in vigore. Inoltre, la Commissione avvierà i lavori preparatori di una serie di leggi europee la cui adozione, dopo la ratifica, è una condizione per l’attuazione effettiva della costituzione. I governi firmatari si assumono oggi le loro responsabilità per dotare l'Unione di una costituzione che le permetta di garantire il benessere economico e sociale dei suoi popoli e la pace nel mondo. Mi auguro che nell’immediato futuro i parlamenti nazionali europei cittadini europei si assumano a loro volta le loro responsabilità e approvino questa costituzione, aprendo così la via alla nuova Unione, espressione vivente della solidarietà europea. Nel perorare dinanzi al Parlamento italiano la ratifica di uno dei nostri trattati fondatori, Alcide De Gasperi - membro d'onore del pantheon dell'Unione – aveva affermato solennemente che «la costruzione dell'Europa è un problema complesso, difficile, che esige molta pazienza e che esige soprattutto energica volontà e fede nell'avvenire» Tutto questo resta di grande attualità. Oggi più che mai c’è bisogno di perseveranza, di una volontà di ferro e di una fiducia totale nel futuro per poter vincere le sfide cui si trova di fronte l’Unione europea. Mi aspetto che i governanti e i popoli d'Europa s'ispirino a tali parole per essere all’altezza delle sfide cui noi tutti ci troviamo di fronte. Citazione dal discorso « gli accordi di Parigi », pronunciato alla Camera dei Deputati il 16 giugno 1952.  
   
   
FIRMA DEL TRATTATO CHE ADOTTA UNA COSTITUZIONE PER L'EUROPA OSSERVAZIONI DEL PRIMO MINISTRO, BERTIE AHERN TD  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Presidenti, Colleghi, Europei e Amici, la firma della Costituzione europea rappresenta un passo fondamentale nell'evoluzione della nostra Unione, ed è giusto che abbia luogo qui, nel cuore antico di questa magnifica città e in questo bel palazzo in cui i nostri predecessori, ispirati da una "visione", si riunirono mezzo secolo fa. I firmatari del trattato di Roma erano risoluti, per usare le loro stesse parole, "a rafforzare le difese della pace e della libertà" e fecero appello agli altri popoli d'Europa, animati dallo stesso ideale, perché si associassero al loro sforzo. Dal 1957 al 2004 i sei paesi originari rappresentati a Roma sono ormai diventati 25 e altri sono in cammino per aderire all'Unione negli anni a venire. I pionieri dell'integrazione europea si sarebbero particolarmente compiaciuti dell'adesione di dieci nuovi Stati membri il 1º maggio. Mentre celebravamo assieme l'evento a Dublino, era palpabile la sensazione che si stesse infine chiudendo un capitolo oscuro della storia d'Europa. Ora affrontiamo il futuro con ottimismo e determinazione. L'allargamento rappresenta un grande stimolo per l'Ue. Ha dato e darà impulso a una nostra cooperazione più stretta, profonda ed efficace tra i nostri popoli. La prima grande sfida affrontata assieme è stato il completamento dei negoziati sulla Costituzione. L'ue a 25 ha dovuto risolvere, a qualche settimana dal 1º maggio, questioni molto complesse. I negoziati sulla Costituzione hanno costituito una sfida per la credibilità dell'Unione. Ci eravamo impegnati a raggiungere un accordo. Nessuno, durante quello che è stato un periodo che ci ha messi alla prova sia all'interno che all'esterno, si è illuso che sarebbe stato facile. Eppure ancora una volta l'Europa ha mostrato di poter funzionare efficacemente. L'accordo sulla Costituzione è la prova convincente e irrefutabile che l'Ue a 25 è in grado di prendere decisioni importanti per il futuro dei nostri popoli. In ogni capitale visitata prima del Consiglio europeo di giugno ho riscontrato lo stesso grado di impegno e determinazione, comprovato dalle discussioni finali di Bruxelles. In luogo del paventato blocco e della paralisi politica, abbiamo trovato al nostro interno la volontà politica di pervenire ad un compromesso onorevole ed equilibrato. La Costituzione è una vera Costituzione europea alla quale hanno contribuito, su un piano di parità, tutti gli Stati membri, nuovi e vecchi, grandi e piccoli. Non rappresenta il successo di uno Stato membro particolare, bensì la nostra conquista collettiva e il nostro comune successo. È una Costituzione che definisce i valori e le aspirazioni europei comuni e che sancisce e rivendica i diritti dei nostri cittadini. È una Costituzione dell'Europa e per l'Europa del 21º secolo. La nuova Costituzione raggiunge il giusto equilibrio nella determinazione delle materie che possono essere affrontate meglio insieme e di quelle che sono prerogativa dei singoli Stati membri. Al centro della nuova Costituzione troviamo le identità nazionali dei popoli d'Europa. Nel sostituire l'attuale groviglio di trattati, essa semplifica e chiarisce, senza metterla da parte, l'eredità degli ultimi cinquant'anni. Essa rafforza i poteri dei rappresentanti eletti a suffragio diretto, sia nei parlamenti nazionali che nel Parlamento europeo. Ora è estremamente importante che tutti i 25 Stati membri ratifichino la Costituzione europea in modo convincente e nei tempi previsti. Il processo di ratifica non sarà facile ma, se portato avanti con energia e determinazione, potrà essere, e sarà, coronato da successo. La Costituzione fornisce all'Unione che si sta ampliando i mezzi necessari per funzionare in modo efficace ed efficiente in avvenire. I nostri cittadini si aspettano che l'Europa sia all'altezza delle loro ambizioni. Tutti noi dobbiamo adoprarci affinché le nostre comuni istituzioni siano efficienti e per poter conseguire risultati che migliorino la vita quotidiana dei nostri cittadini. Confido che le istituzioni che abbiamo concepito saranno abbastanza durature e flessibili da aiutare l'Unione a rispondere all'evoluzione delle aspettative dei suoi cittadini e a svolgere appieno il suo ruolo in un mondo globalizzante e turbolento. La giornata odierna è un'occasione di celebrazioni. Ma è anche l'occasione per un nuovo impegno degli Europei a lavorare assieme affinché l'Europa del 21º secolo sia nel mondo contemporaneo un esempio di stabilità, prosperità, pace e giustizia.  
   
   
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO EUROPEO, JAN PETER BALKENENDE, IN OCCASIONE DELLA FIRMA DEL TRATTATO CHE ADOTTA UNA COSTITUZIONE PER L'EUROPA  
 
 Milano, 2 novembre 2004 - Concittadini europei, Se una cosa questa cerimonia mette in luce, è la capacità dell'Europa di rinnovarsi costantemente, di reinventarsi continuamente, costruendo sul passato. Noi europei abbiamo offerto al mondo, nel corso della nostra storia, nobilissime idee e opere d'arte splendide. Ma siamo anche stati portatori nel mondo di una brutale violenza e di un'oppressione senza pari. Dopo gli anni bui della seconda guerra mondiale ci siamo resi conto che soltanto insieme potevamo edificare un'esistenza libera, pacifica e prospera. Mano nella mano ci siamo avviati insieme verso questo obiettivo. Insieme abbiamo creato una nuova prosperità e nuove opportunità. Abbiamo conseguito, come europei, la libertà di recarci e di stabilirci dove vogliamo, di allacciare contatti con chi ci aggrada, di intraprendere quanto desideriamo. Abbiamo visto con i nostri occhi trasformarsi in democrazie le dittature di un tempo. Abbiamo assistito alla riunificazione dell'Europa. Sempre più paesi si sono uniti a noi, non perché costretti, bensì per libera scelta. Il prossimo anno festeggeremo sessant'anni di pace in gran parte dell'Europa. Nel corso della nostra storia mai si era sperimentato prima un così lungo periodo di pace e di libertà. Con la firma che apponiamo in calce al Trattato costituzionale mostriamo oggi che vogliamo continuare insieme il percorso intrapreso. Confermiamo nuovamente e con profonda convinzione il nostro impegno a un'esistenza scevra di guerre e ingiustizie. Alla libertà che ci sta a cuore. Una cosa voglio dire ai miei colleghi, che in nome dei loro paesi e dei loro popoli tra breve firmeranno. La nostra firma non è una conclusione, bensì un nuovo punto di partenza. Dopo questa tappa, il cammino prosegue. La Costituzione offre a noi, così come alla Commissione europea, al Parlamento europeo e ai Parlamenti nazionali, migliori opportunità di rendere l'Europa più sicura, economicamente più solida e più giusta. Opportunità che dobbiamo insieme sfruttare appieno. La nostra missione non è conclusa. L'europa appartiene a tutti noi. Il successo dell'Unione è il successo di tutti gli europei. In molti luoghi del pianeta gli uomini guardano con ammirazione a quanto sappiamo creare insieme. In Europa non vige più il diritto del più forte. In questa nostra terra crediamo nella pace, nella libertà, nella cooperazione e nel dialogo. La Costituzione per l'Europa ne è la conferma ed è qualcosa di cui possiamo andare fieri. L'europa rappresenta una minaccia per la nostra propria identità? Sono in molti a porsi questa domanda. Ma non è forse proprio grazie alla libertà e allo spirito di apertura in Europa - grazie ai contatti con gli altri - che possiamo scoprire chi siamo? Il Trattato costituzionale che oggi firmiamo rappresenta un saldo fondamento del nostro comune futuro. La pace, la sicurezza e la prosperità sono tanto preziose quanto fragili. Questa Costituzione le rafforza, e per ciò stesso rafforza anche noi. Questa cerimonia è quindi un messaggio di speranza. Un nuovo inizio. La storia dell'Europa è stata per secoli una storia di inimicizie e di conflitti. È diventata ora una storia di amicizia e di collaborazione. La Costituzione per l'Europa ne è la conferma. In Europa e altrove, gli sguardi rivolti verso di noi sono colmi di attesa. L'europa dà oggi avvio a una nuova fase. Cogliamo a piene mani le nuove opportunità che la Costituzione ci offre. Abbiamo dei buoni motivi per essere ottimisti, per essere pieni di fiducia nel nostro futuro comune e credervi fermamente.  
   
   
EUROPEO JOSEP BORRELL FONTELLES PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO DISCORSO FIRMA COSTITUZIONE  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Noi europei siamo di nuovo a Roma. Siamo più numerosi, più liberi e prosperi di quando ha avuto inizio qui la nostra comune avventura. A Roma torniamo dopo aver scritto la storia di un successo: la riunificazione del continente, la pace fra le nostre nazioni, l'integrazione delle loro economie, la solidarietà con le regioni e i paesi più arretrati. Da Roma a Roma, vari trattati hanno contrassegnato il nostro cammino. Ciascuno di essi ha aggiunto una piccola pietra ad un edificio costruito senza un progetto, passo dopo passo. Tutti hanno posto l'accento su aspetti economici: quello di Roma, sull'Unione doganale e gli scambi; l'Atto unico, sul grande mercato; quello di Maastricht, sull'euro. Oggi i governi firmano un altro trattato, ma non si tratta di un trattato come gli altri. Si distingue dai precedenti per la forma in cui è stato elaborato, per il suo contenuto e per il suo valore simbolico. Al momento di varare una Costituzione per l'Europa accettiamo l'esistenza virtuale di un popolo europeo, i cui cittadini si esprimono in un'Europa politica che enuncia i valori su cui essi basano la loro unione. L'idea viene da lontano; chi l'ha fatta balenare e l'ha sostenuta per primo è stato il Parlamento europeo. Il progetto di Altiero Spinelli votato dal Parlamento nel 1984 conteneva già in nuce tutti i suoi aspetti concettuali e politici. Quattro anni fa il Parlamento europeo ha votato una risoluzione, in cui si invocava il varo di una Costituzione per l'Europa, si definivano gli elementi essenziali del suo contenuto e si proponeva un processo costituente attraverso il metodo della Convenzione. In essa, per la prima volta nella storia dell'Unione europea, rappresentanti dei parlamenti nazionali, del Parlamento europeo, della Commissione, dei governi degli Stati membri - 105 persone provenienti da 25 paesi - hanno discusso pubblicamente un progetto ed elaborato un testo, che è stato infine modificato e accolto dal Consiglio europeo. A differenza delle precedenti conferenze intergovernative, il dibattito si è svolto in piena trasparenza e in modo interattivo con la società civile, che ha potuto parteciparvi pienamente. Quali che siano le sue carenze, questo progetto costituisce una tappa decisiva nella costruzione di una comunità politica. Il suo contenuto è stato in gran parte concepito dal Parlamento europeo, che grazie ad esso vede avanzare la propria maturità democratica. Il Parlamento dell'Unione si afferma come autentico colegislatore, grazie alla generalizzazione della codecisione, applicata ora anche ai settori della giustizia e degli affari interni, considerevolmente rafforzati per lottare contro il terrorismo e la criminalità transfrontaliera. L'accordo del Parlamento europeo sarà imprescindibile per l'adozione del quadro finanziario pluriennale, che determinerà le spese dell'Unione, per la formazione della Commissione europea e per l'ampliamento delle competenze del futuro pubblico ministero europeo. Sono state previste procedure per superare le decisioni assunte all'unanimità in sede di Consiglio e adottarle a maggioranza qualificata in codecisione con il Parlamento. Gli Stati che desiderino avanzare più rapidamente nella costruzione europea potranno farlo grazie al sistema di cooperazioni rafforzate. E lo faranno attraverso le istituzioni dell'Unione. Il carattere democratico dell'Unione europea è stato notevolmente rafforzato. I cittadini disporranno di un diritto d'iniziativa popolare. La trasparenza, per la quale il Parlamento europeo ha lottato fin dall'inizio, sarà incrementata: il Consiglio dei ministri lavorerà a porte aperte al momento di deliberare e votare su un progetto legislativo. L'unione appare basata su una doppia legittimità, quella degli Stati e quella dei cittadini, rappresentati dal Consiglio e dal Parlamento, all'interno di una procedura di assunzione di decisioni delineata dalla Convenzione, quella della doppia maggioranza, che ha potuto finalmente essere accolta dal Consiglio senza modifiche sostanziali. La Carta dei diritti fondamentali, per la quale tanto ha lavorato il Parlamento, si integra nella Costituzione, la quale comprende così una sua propria dichiarazione dei diritti, che è la più completa e moderna di quante ne esistano al giorno d'oggi. Non voglio nascondere che il Parlamento avrebbe auspicato maggiori progressi soprattutto per quanto riguarda la generalizzazione del voto a maggioranza qualificata, per esempio in materia sociale e per alcuni aspetti relativi alla fiscalità. Avrebbe preferito inoltre che la revisione costituzionale fosse più semplice. Ma anche nella forma attuale, quanto è stato raggiunto supera di gran lunga lo status quo. L'unione ridefinisce i propri obiettivi e si delinea come un'economia sociale di mercato volta al perseguimento della piena occupazione. Sarà più democratica ed efficace, e grazie a questo potenzialmente più sociale di quanto non sia stata con i trattati che l'hanno accompagnata fino a Nizza. I progressi politici dell'Unione non si arrestano con l'adozione di questa nuova Costituzione. Si tratta semmai della fine di un ciclo prolungato ed estenuante di riforme incomplete, che da Maastricht in poi sembrava ormai eterno. Siamo all'inizio di un processo in cui tutti i cittadini degli Stati potranno incontrarsi. In questo senso, la parola Costituzione ha fondamentalmente un significato politico e simbolico. Non rinunciamo ad un termine la cui importanza è ben nota a tutti gli europei. Questa parola ha contrassegnato nella nostra storia l'affrancamento dalle dittature ed è servita a scrivere una nuova pagina di democrazia in Polonia, in Francia e, non molto tempo fa, nel mio stesso paese, la Spagna. Si tratta di una delle battaglie condotte dal Parlamento europeo, ed è la ragione per la quale la ratifica da parte dei nostri popoli, quale che ne sia la forma, riveste un'enorme importanza. Non sono i governi che firmano oggi questo trattato ad avere l'ultima parola, ma i popoli, chiamati a ratificarlo attraverso i loro parlamenti o un referendum. Dobbiamo fare tutto quanto è necessario per conquistare la fiducia dei cittadini, e dunque dobbiamo parlare loro delle sfide da affrontare, ovvero dell'Europa, della sua identità, dei suoi valori, del suo stesso essere e della sua ragion d'essere. Spieghiamo loro che questo trattato costituisce un quadro il cui sviluppo appartiene a tutti, affinché la nostra avventura europea sia in grado di far fronte alle sfide del terzo millennio molto meglio di quanto potrebbe fare da solo ciascun paese. Facciamo uno sforzo per spiegare e motivare, e sconfiggere così i due grandi nemici della nostra democrazia, ovvero l'ignoranza e l'indifferenza. Che gli europei sappiano che il loro Parlamento, da parte sua, si assumerà le proprie responsabilità in un dibattito così importante per il nostro futuro.  
   
   
INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SILVIO BERLUSCONI IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA DI FIRMA "UNA COSTITUZIONE PER L'EUROPA"  
 
 Roma, 2 novembre 2004 - Eccellenze, cari colleghi, care amiche, cari amici, due date. Roma, 25 marzo 1957. Roma, 29 ottobre 2004. E' passato quasi mezzo secolo. La sala dove tra poco firmeremo il Trattato costituzionale è la stessa nella quale i sei Paesi precursori firmarono i Trattati di Roma. L'europa era spaccata in due. I nostri popoli erano ancora divisi, bisognosi di aiuto esterno, impegnati in una difficile ricostruzione economica e politica che si sarebbe protratta per anni. Eppure, qualcuno già cominciava a pensare con preveggenza e con coraggio all¹Europa del domani, a gettare le basi per la riunificazione. Il processo d¹integrazione europea, nato con queste premesse, tra molti scetticismi e riserve, si è rivelato invece la più proficua e duratura utopia del secondo dopoguerra. Quell'idea era per dirla con Erasmo da Rotterdam una "lungimirante e visionaria pazzia". L'apparente follia dei nostri padri fondatori è diventata invece una meravigliosa realtà, che si arricchisce oggi di un nuovo fondamentale capitolo. Attraverso queste due date, 1957-2004, corre il filo delle nostre identità, prima disperse, oppresse e calpestate in molti Paesi da un odioso totalitarismo, oggi finalmente ritrovate attorno a un ideale comune di libertà, di democrazia, di giustizia e di prosperità. L'europa che stringe i suoi vincoli sul piano delle istituzioni è arrivata a questo traguardo attraverso successivi avanzamenti, realizzati con pazienza e tenacia, senza aver mai abbandonato il metodo del consenso: uno spazio economico senza barriere interne, la moneta unica, una politica di libertà e sicurezza, una proiezione sempre più condivisa nelle relazioni esterne e nella politica estera. Il 4 ottobre 2003, sempre qui a Roma, inaugurammo la Conferenza intergovernativa. Era un momento di grandi speranze, ma anche di grandi incertezze. Ci stavamo assumendo rilevanti responsabilità di fronte ai nostri cittadini. Non potevamo, non dovevamo, fallire. Dissi allora che eravamo chiamati a compiere, più che un atto di fede, un atto di volontà. Che quella doveva essere la Conferenza della volontà europea. Oggi, dopo poco più di un anno da quel solenne momento, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e mantenuto fede al nostro impegno. Mai nella storia si era visto l¹esempio di Nazioni che decidono volontariamente di esercitare insieme i propri poteri sovrani, nell'esclusivo interesse dei loro popoli, superando ragioni secolari di rivalità e di diffidenza. Mai nella storia i valori fondamentali della libertà e della democrazia hanno avuto un ruolo così importante nel legare il destino di centinaia di milioni di persone. L¹evento odierno segna dunque una data storica: l'Europa si dà finalmente una Costituzione, basata sul duplice ed inseparabile consenso dei cittadini e degli Stati membri. Nel firmare questa Costituzione dobbiamo aver ben presente che nessuna costituzione, nessuna istituzione politica, nessuna istituzione giuridica, vive di vita propria. Il momento costituzionale dell¹Europa unita sarà quindi sempre legato alla continua affermazione delle volontà dei popoli e delle Nazioni europee di integrarsi sempre di più sul piano politico, sociale ed economico, e di agire insieme in una serie di ambiti vitali per il loro futuro. La Costituzione che firmiamo oggi dovrà pertanto essere supportata da un impegno continuamente rinnovato, tanto dei suoi cittadini quanto dei suoi Governi. L’europa unita è, e sempre più sarà, un plebiscito quotidiano. Care amiche, cari amici, da oggi inizia il processo di ratifica del Trattato costituzionale da parte degli Stati membri. Ci impegneremo affinché l'Italia ratifichi subito il nuovo Trattato. Il sentimento europeista è parte della nostra storia di italiani, è solido, è entusiastico e spero possa essere anche contagioso. È mia ferma convinzione, prima ancora che mio forte auspicio, che tutti i popoli, i parlamenti ed i governi degli Stati membri daranno il loro consenso perché intimamente convinti che il loro destino di libertà, di pace e di prosperità, si identifica con quello dell'Europa unita, quell'Europa che in questa "urs urbium", in questa "città delle città", compie oggi uno storico passo avanti.  
   
   
UE E REPUBBLICA DI COREA DEFINISCONO I TERMINI DI DIALOGO BILATERALE SULLA CONCORRENZA  
 
Bruxelles, 2 novembre 2004 - Il commissario europeo per la concorrenza Mario Monti e il presidente della Korean Fair Trade Commission (autorità coreana garante della concorrenza) hanno firmato questo giovedì un protocollo d’intesa per un dialogo strutturato sulla concorrenza fra l’Unione europea e la Corea. Il dialogo concorrerà a promuovere gli interessi delle imprese coreane e di quelle europee che operano sui mercati dell’altra parte. “L’avvio di un dialogo strutturato sulla concorrenza segna una tappa importante nelle relazioni fra l’Unione europea e la Repubblica di Corea”, ha dichiarato il commissario Mario Monti. “È con piacere che guardiamo all'importanza che sta assumendo in Corea la politica della concorrenza, per il beneficio non soltanto dei consumatori coreani ma anche di tutte le imprese che operano su questo mercato dinamico”. L’unione e la Corea sono partner costruttivi di importanti consessi internazionali come l’International Competition Network (Icn) e l’Ocse; fra i partecipanti più attivi, la Corea ha ospitato, nell’aprile scorso a Seul, la conferenza annuale 2004 dell’Icn. Hanno siglato il protocollo d’intesa per un dialogo Ue/corea sulla politica della concorrenza Chul-kyu Kang, presidente della Korean Fair Trade Commission, e il commissario Monti. La firma giunge a ufficializzare le attuali pratiche di cooperazione e getta le basi per un dialogo formale che si rivelerà proficuo per entrambe le parti. Obiettivo principale del dialogo è istituire un forum permanente di consultazione, trasparenza e cooperazione fra la Corea e l’Ue in questo settore. Con il protocollo le parti hanno concordato di promuovere e rafforzare la cooperazione nel settore dell'applicazione del diritto di concorrenza, che poggerà sui seguenti principi: miglioramento del quadro giuridico relativo ai comportamenti anticoncorrenziali delle imprese, fra cui gli accordi restrittivi della concorrenza e le pratiche concordate, gli abusi di posizione dominante mediante monopolio, concentrazioni e acquisizioni, e le normative nazionali anticoncorrenziali; scambi di esperienze in materia di indagini sulle violazioni del diritto della concorrenza; scambio di esperienze e pareri sugli aspetti sostanziali della politica di concorrenza. Saranno organizzate almeno una volta l'anno riunioni di alto livello fra la Corea e l’Ue. La firma del protocollo segue alla visita del commissario Monti a Seul dell’aprile 2004. La Commissione intrattiene intense relazioni di cooperazione bilaterale sulla concorrenza anche con altri paesi, in particolare gli Stati Uniti, il Canada e il Giappone.  
   
   
LA NUOVA ZELANDA BATTE L'EUROPA NELLA CORSA ALLA RISTRUTTURAZIONE DELLA RICERCA...  
 
Bruxelles, 2 novembre 2004 - Molti Stati membri dell'Unione europea stanno attualmente riconsiderando la struttura dei propri sistemi di ricerca e procedendo a un esame critico la cui giustificazione può essere fatta risalire a un motivo unico: il desiderio di aumentare la competitività sostenibile, spesso a dispetto di serie limitazioni di bilancio. I ministri della Ricerca stanno quindi guardando con rinnovato interesse al modo in cui lo sviluppo scientifico e tecnologico viene finanziato in altri paesi, non ultimo la Nuova Zelanda. L'ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha dichiarato che il quadro di riferimento del paese per l'assegnazione di finanziamenti a ricerca, scienza e tecnologia è uno dei migliori al mondo, la Banca mondiale ha affermato che l'economia neozelandese è globalmente la migliore per condurre affari, la rivista 'New Scientist' ne ha ricordato la maniera d'imporsi 'al di sopra della propria taglia' nella ricerca scientifica. Nel corso di una recente visita in Nuova Zelanda, il Notiziario Cordis ha intervistato alcuni di quelli che sono in prima linea nella ricerca. Nell'insieme, in questo paese i ricercatori apprezzano quello che hanno e si lamentano unanimemente solo di due cose: la mancanza di soldi e il conseguente alto livello di concorrenza per ottenere il finanziamento pubblico della ricerca. Anche la Nuova Zelanda ha proceduto a una profonda ristrutturazione, in seguito alla quale nel 1992 i vecchi laboratori di ricerca governativi sono stati trasformati nei nuovi Cri (Crown Research Institutes), i maggiori motori di ricerca scientifica nel paese e i destinatari del 61% del finanziamento governativo per la ricerca. Ai Cri si affiancano 8 università e 21 politecnici e istituti tecnologici e industriali, che ricevono attualmente il 37% dei finanziamenti per la ricerca della Nuova Zelanda, con lo 0,42% del suo Pil. I Cri sono organizzazioni vaste, ognuna con un numero di dipendenti che varia tra i 30 e gli 800, che operano soprattutto in alcuni campi di ricerca: agricoltura (soprattutto scienze della vita), raccolti e alimenti, scienze forensi, foreste e legno, geologia e scienza nucleare, orticoltura, ricerca industriale (soprattutto tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, elettronica, materiali, energia), biodiversità e uso/gestione di territorio, acqua e atmosfera. Le strutture sono aziende indipendenti con un proprio consiglio di amministrazione e sempre più autosufficienti (anche se ancora adesso ricevono la maggior parte dei fondi di ricerca governativi), grazie ai contributi industriali, ai contratti internazionali che ottengono e agli altri contratti di ricerca commerciale. Uno dei Cri di maggior successo dal punto di vista finanziario è il Niwa (National Institute of Water and Atmosphere Research). 'Una volta che ci hanno lasciato liberi di cercar soldi, è incredibile quel che abbiamo scoperto di poter fare. Abbiamo avuto una buona occasione e non ce la siamo lasciata scappare', ha detto Rick Pridmore, direttore esecutivo del Niwa. Quando furono trasformati in Cri, i laboratori governativi dovettero trasformarsi da organizzazioni di servizio a venditori di prodotti, ha spiegato Pridmore. Il 40% circa delle entrate dell'istituto proviene adesso da clienti commerciali. Anche se alcuni hanno avuto meno successo in termini di guadagni, i Cri vengono comunque considerati una componente vitale del quadro di riferimento neozelandese per la ricerca. Il successo di Hortresearch, ad esempio, viene valutato in termini di contributo alla salvaguardia delle capacità del paese, all'istruzione e della formazione, afferma Greg Mann, direttore generale per le operazioni commerciali dell'istituto. E Hortresearch è un altro caso di successo. Le vendite del Kiwi Gold, a polpa gialla anziché verde, che è stato sviluppato da Hortresearch, hanno raggiunto nel 2003/2004 i 176 milioni di dollari neozelandesi (97 milioni di euro). Il governo è fiero dei Cri. Helen Anderson, direttore esecutivo nel ministero per la Ricerca, la scienza e la tecnologia, li definisce 'un successo ancora da raccontare' e li giudica 'estremamente ben funzionanti, molto efficienti, realmente al passo con le comunità di utilizzatori, ingranaggi ben oleati'. La fierezza non è però esente da ombre. La mancanza di fondi rende gli stipendi poco attraenti, afferma Pridmore, e spinge i ricercatori a lasciare le scienze. Secondo alcuni, il bilancio esiguo ostacola inoltre la collaborazione con le università, con cui sono in concorrenza per l'assegnazione dei fondi. Il problema di trovare un equilibrio tra concorrenza e collaborazione viene affrontato dal governo. 'Riconosciamo la necessità di riportare indietro il pendolo verso la stabilità', ha detto al Notiziario Cordis Anderson, che ha anche ricordato 'la maggioranza silenziosa' che riesce a ottenere fondi per la ricerca. Il finanziamento governativo viene assegnato ai Cri e alle università su base competitiva da uno dei tre 'acquirenti': Frst (Foundation for Research, Science and Technology); Hrs (Health Research Council) e Marsden Fund Council (amministrato dalla Royal Society of New Zealand). A maggio Pete Hodgson, ministro per la Ricerca, la scienza e la tecnologia, ha annunciato che il suo portafoglio avrebbe ricevuto la più consistente somma di danaro del 2004, portando il finanziamento governativo annuo per la ricerca a 604,59 milioni di dollari neozelandesi (331,08 milioni di euro). Ulteriori fondi provengono dall'industria, da organismi esteri e da altri ministeri. Per dare impulso all'eccellenza scientifica, ad esempio, nel 2002 il ministero dell'Istruzione ha creato sette Core (Centre of Research Excellence). Le università e i Cri beneficiano inoltre del Marsden Fund, creato nel 1995 per finanziare la ricerca fondamentale su basi competitive. Il fondo è nato dalla convinzione che la ricerca speculativa era stata trascurata, sostiene il dottor Don Smith, direttore del finanziamento della ricerca presso la Royal Society e responsabile del funzionamento dell'iniziativa. Il programma è stato unanimemente acclamato, e vari studi mostrano che le ricerche sostenute dal Marsden Fund hanno livelli di pubblicazione superiori alle altre ricerche e sono all'origine di un elevato numero di brevetti, afferma Smith. La Nuova Zelanda ha riconosciuto l'importanza della ricerca fondamentale e si è data da fare per rendere la ricerca meno dipendente dai finanziamenti governativi; può quindi essere considerata per molti aspetti in vantaggio sull'Europa. Ed è forse per questo che tre ministri europei per la Ricerca visiteranno nei prossimi mesi il paese. Per informazioni sulla ricerca in Nuova Zelanda: http://www.Morst.govt.nz  
   
   
LA COMMISSIONE ESAMINA I PUNTELLI ECONOMICI DELLA STRATEGIA DI LISBONA  
 
Bruxelles, 2 novembre 2004 - In vista dell'approssimarsi dell'esame a medio termine della strategia di Lisbona, la Commissione europea ha pubblicato l'edizione 2004 dell'"Eu Economy Review", che esamina in che modo le attuali condizioni macroeconomiche incidano sull'agenda competitività dell'Europa. Nel complesso, la comunicazione nota che le prospettive economiche sono migliorate nel 2004 a fronte dei dati di un ambiente economico internazionale favorevole. Aggiunge tuttavia che 'il contributo alla crescita del consumo e dell'investimento privati, che sono i due principali componenti della domanda interna, resta troppo instabile per parlare di un recupero veramente deciso'. L'esame passa poi ad analizzare i puntelli economici della strategia di Lisbona in quattro aree principali: coesione, risultati del mercato del lavoro, produttività e la relazione tra ambiente e crescita economica. Affrontando la questione della convergenza economica nell'Unione allargata, l'esame asserisce che fino ad ora gli sforzi compiuti dai nuovi Stati membri per allinearsi sul resto dell'Ue sono stati interamente guidati dall'investimento e dalla crescita totale dei fattori di produttività, e spiega che 'la sfida sarà allargare questo processo attingendo alle risorse di mano d'opera sottoutilizzate, aumentando così i tassi d'occupazione troppo bassi nella maggior parte dei nuovi Stati membri'. I Fondi strutturali avranno anch'essi un ruolo nell'incentivazione della convergenza economica, ritiene la Commissione, ma affinché possano farlo in modo efficace debbono prima essere soddisfatte certe condizioni, come una maggiore concentrazione sulle regioni e gli Stati membri più bisognosi ed un uso più efficiente dei fondi nel conseguimento degli obiettivi di Lisbona. Quanto ai recenti risultati del mercato del lavoro dell'Ue, la Commissione li valuta con una certa crudezza: 'Ora che siamo alla metà del primo decennio della strategia di Lisbona, appare difficile vedere in che modo gli obiettivi d'occupazione possano essere raggiunti entro il 2010, in parte a causa del rallentamento congiunturale, ma soprattutto perché i progressi nelle riforme strutturali sono stati lenti e insufficienti'. L'esame identifica tuttavia progressi significativi in certe aree, come i livelli migliorati dell'occupazione femminile. L'esame nota che sono stati avanzati dubbi se gli obiettivi di Lisbona di incrementare l'occupazione e la produttività allo stesso tempo fossero compatibili, ma conclude che vi sono pochi motivi di ritenere che una maggiore occupazione possa avere ripercussioni negative sulla crescita della produttività a lungo termine. In effetti, la crescita della produttività in sé è 'quel che realmente importa per la competitività e il dinamismo dell'Ue', secondo l'esame economico. La realtà, tuttavia, è che l'economia basata sulla conoscenza, concetto informatore della strategia di Lisbona, non è ancora pienamente consolidata in Europa. Tra Unione e Stati Uniti esiste un 'divario considerevole', sia in termini di quantità di risorse stanziate per la ricerca che di efficienza della ricerca stessa. La Commissione afferma che, soprattutto, occorrono riforme che consentano alle nuove società innovative di impiantarsi e crescere. 'Di pari importanza è migliorare l''iniezione' di investimenti supplementari per la R&s [ricerca e sviluppo] nella crescita della produttività, e perseguire con determinazione l'obiettivo di portare la spesa nella R&s al 3% del Pil', si afferma nell'esame, che aggiunge che questo richiederà condizioni quadro migliorate e interazione tra ricerca e industria. Infine l'esame nota che la sostenibilità ambientale è parte integrante della strategia di Lisbona, e che le politiche per l'ambiente conducono ad aggiustamenti nelle strutture economiche perché tengono conto della sempre minore disponibilità di risorse naturali. 'In questo modo il prezzo per usare le risorse ambientali ed esporre il pubblico ai rischi per la salute dovrà essere più allineato con i costi sociali. Questo porta ad un miglior funzionamento del mercato, e quindi ad una più efficiente allocazione di risorse e ai guadagni di benessere ad essa associati', conclude l'esame. Per scaricare una copia del documento 2004 Eu Economy Review: http://europa.Eu.int/comm/economy_finance/publications/the_eu_economy_review_en.htm  
   
   
L'EURO CAMBIA PER DIFENDERSI DAI FALSARI LE BANCONOTE DELL’EURO E LE MONETE DA 1 E DA 2 SONO SOTTOPOSTE A RESTYLING  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Cambiamenti nel disegno della faccia comune, ma soprattutto introduzione di nuovi accorgimenti tecnici che rendano più difficile la falsificazione. L'indiscrezione, venuta dagli ambienti della Banca comune europea, ha trovato conferma nelle dichiarazioni di Luc Luycx, coin designer della Reale Zecca Belga e creatore dell'Euro, intervenuto alla presentazione della medaglia celebrativa della Costituzione europea scelta dalla Presidenza del Consiglio e realizzata da Collezioni Numismatiche. Con Luycx era presente Guido Veroi, il padre delle 500 lire d'argento della Repubblica italiana dette "Caravelle" e coautore con l’artista belga della medaglia per la Costituzione europea.  
   
   
MODIFICA AL CALENDARIO DELLE ASTE DEI TITOLI DI STATO PER IL MESE DI NOVEMBRE 2004  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Il Mef comunica che, in seguito all’assenza di specifiche esigenze di cassa, il giorno 10 novembre 2004 non verrà offerto in asta il Bot trimestrale. Il Bot a 12 mesi verrà regolarmente offerto.  
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 28 OTTOBRE 2004  
 
cct T. V.btp 4,25%
Scadenza01.11.201101.02.2015
Cod./trancheit0003746366/1it0003719918/5
Imp.offerto35002250
Regolamento01.11.200401.11.2004
Ced. God. 01.11.041,15
Imp.domandato61484699
Imp.assegnato35002250
Prezzo aggiudicazione101,25102,19
Prezzo esclusione99,28100,234
Rendimento lordo2,224,02
Variazione Rend.asta prec.(*)0,01-0,1
Rendimento netto1,923,49
Riparto25,42964,976
Importo in circolazione (mln)35009250
Riapertura (mln)875225
Prezzo nettisti101,25000000102,19000000
(*) raffronto con titolo di pari durata
Elaborazione Assiom
 
   
   
TELECOM ITALIA: INOLTRATA RICHIESTA DI DE-LISTING DELLE AZIONI ORDINARIE DALLA BORSA DI FRANCOFORTE  
 
 Milano, 2 novembre 2004 - Telecom Italia ha inoltrato al “Board of Admission” della Borsa di Francoforte la richiesta di de-listing delle proprie azioni ordinarie dal mercato ufficiale (Amtlicher Market, General Standard). Le azioni di Telecom Italia (ordinarie e di risparmio) continueranno ad essere quotate e negoziate, oltre che sul Mercato Telematico Azionario di Borsa Italiana S.p.a, anche presso la Borsa di New York nella forma di American Depositary Shares (ciascuna corrispondente a 10 azioni, ordinarie o di risparmio), rappresentate da American Depositary Receipts.  
   
   
BANCHE: APERTI 20.000 SERVIZI BANCARI DI BASE IN SEI MESI UN VERO E PROPRIO BOOM IL CONTO PER TUTTI, FACILE DA USARE E POCO COSTOSO, CON I PRINCIPALI SERVIZI PER GESTIRE IL PROPRIO DENARO E FARE PAGAMENTI  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Ventimila i servizi bancari di base aperti in poco più di sei mesi, circa 160 al giorno. Piace ai cittadini dunque il servizio lanciato lo scorso febbraio nell’ambito del progetto Pattichiari e destinato a chi non ha ancora un conto corrente, dai giovani ai pensionati, dagli immigrati alle famiglie a basso reddito. Il Servizio bancario di base offre i principali servizi per gestire denaro e fare pagamenti - accredito dello stipendio o della pensione, bancomat, pagamento delle bollette, bonifici - e costa pochi euro al mese (il confronto dei prezzi tra le diverse banche è possibile sul sito www.Pattichiari.it ). All’iniziativa hanno aderito 52 banche per circa 15 mila sportelli (50% del totale degli sportelli) presenti in tutte le 108 province italiane. Importanti novità sono inoltre in arrivo, sia per il Servizio bancario di base sia per le altre iniziative di Pattichiari. Sta infatti per arrivare il Marchio di certificazione Pattichiari che permetterà ai cittadini di individuare facilmente le banche che aderiscono alle varie iniziative e ne rispettano gli standard di qualità. Di questo si discuterà nel corso di un incontro con la stampa previsto per il 28 ottobre presso la sede dell’Abi a Palazzo Altieri (Roma, piazza del Gesù 49, ore 11,30) nel corso del quale sarà presentato l’elenco delle banche che hanno ottenuto la certificazione esterna.  
   
   
BANCHE, ARRIVANO I MARCHI PATTICHIARI IN 15 MILA SPORTELLI  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Arrivano i marchi Pattichiari. Dal bancomat ai conti correnti, dagli assegni ai prestiti per le piccole imprese, dalle obbligazioni a basso rischio a quelle strutturate: a partire da domani, ad un anno esatto dall’avvio del progetto, le banche che hanno ottenuto la certificazione di qualità esporranno il marchio Pattichiari per ciascuna delle iniziative certificate. Pattichiari entra così nel vivo e diventa pienamente operativo dando la possibilità a famiglie e imprese di riconoscere facilmente le banche che hanno aderito alle varie iniziative e che rispettano gli standard di qualità. Il marchio, infatti, rappresenta un’autentica garanzia per il cliente, poiché viene dato solo alle banche – ad oggi già 42, per un totale di 281 marchi su 15 mila sportelli - che ottengono la certificazione da parte di una società esterna sul pieno rispetto delle regole previste per ogni iniziativa Pattichiari. Le banche sotto la lente della certificazione Il marchio Pattichiari – uno per ciascuna delle otto iniziative – sarà esposto a partire dal 29 ottobre all’interno di tutti gli sportelli delle banche che hanno già ottenuto la certificazione. Si tratta di 42 banche per un totale di 281 marchi rilasciati, in circa 15 mila sportelli, vale a dire uno sportello su due su tutto il territorio nazionale. Nel dettaglio, iniziativa per iniziativa: 41 banche hanno ottenuto la certificazione su Faro (15 mila sportelli, pari circa al 50% del totale), 37 sulle Obbligazioni a basso rischio/rendimento (14 mila sportelli, 46%), 40 sulle Informazioni chiare su obbligazioni strutturate (14 mila sportelli), 31 sui Criteri del credito (13 mila sportelli, 43%), 35 su Conti correnti a confronto (14 mila sportelli, 46%), 30 sul Servizio bancario di base (11 sportelli, 36%), 31 sui Tempi medi del credito (13 mila sportelli, 43%) e 36 sui Tempi certi di disponibilità delle somme versate con assegno (14 mila sportelli, 46%). In allegato, l’elenco completo. Numeri, questi, destinati a crescere man mano che altre banche chiederanno o concluderanno le verifiche sul campo da parte dei certificatori esterni (per altre banche del Consorzio è già in corso la certificazione e quindi potrebbero ottenere i marchi entro il prossimo mese). Ecco come funziona il meccanismo della certificazione esterna. Ciascuna delle 8 iniziative di Pattichiari è disciplinata da appositi protocolli di certificazione che definiscono sia gli aspetti organizzativi e procedurali – cioè le singole fasi di ciascuna attività - sia le modalità di informazione ai clienti. Dal momento dell’adesione al consorzio e alle singole iniziative, le banche hanno 18 mesi di tempo per richiedere la certificazione da parte di uno dei tre organismi esterni accreditati presso il Consorzio (Certiquality, Cisq-cert e Det Norske Veritas); ogni banca può scegliere a chi rivolgersi secondo modalità standard fissate dal Consorzio); per continuare a partecipare al Consorzio, ogni banca è tenuta ad ottenere la certificazione su almeno una iniziativa entro 18 mesi dall’adesione. I certificatori verificano il rispetto dei protocolli sia presso la sede centrale sia presso gli sportelli. La procedura richiede circa due mesi e coinvolge la direzione, la funzione organizzazione e sistemi informativi e la funzione formazione e comunicazione esterna. Il rapporto di verifica e la relativa certificazione rilasciata su ogni singola iniziativa, viene sottoposta al Comitato di gestione del marchio Pattichiari che decide l’attribuzione o la revoca del diritto d’uso del marchio stesso su ogni singola iniziativa. Ad un anno dal lancio di Pattichiari – ma il processo di certificazione ha avuto inizio il 15 giugno, dopo l’avvio di tutti gli otto strumenti del progetto – d’ora in poi i clienti troveranno i marchi esposti in tutte le banche certificate. Le banche potranno utilizzare i marchi anche in tutte le comunicazioni alla clientela che riguardano le singole iniziative per le quali hanno ottenuto la certificazione. Un marchio a garanzia di chiarezza e confrontabilità Il marchio permetterà a famiglie e imprese di individuare facilmente gli sportelli delle banche che offrono iniziative e rappresenta – grazie alla certificazione da parte di soggetti esterni - una garanzia di rispetto dei principi di chiarezza, comprensibilità e comparabilità che sono alla base dell’intero progetto. Inoltre, per verificare che le banche continuino a rispettare gli standard di qualità anche dopo aver ottenuto il marchio, è prevista una verifica periodica dopo sei, quindici e ventiquattro mesi e il rinnovo della certificazione dopo tre anni.  
   
   
MEDIOBANCA APPROVA IL BILANCIO AL 30 GIUGNO 2004: DISTRIBUITO UN DIVIDENDO DI € 0,40 PER AZIONE.  
 
Milano, 2 novembre 2004 - L’assemblea degli Azionisti di Mediobanca, tenutasi il 28 ottobre, ha deliberato: in sede ordinaria: l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2004; la distribuzione di un dividendo unitario di € 0,40 per azione. Il dividendo, in pagamento dal 25 novembre prossimo (data stacco 22 novembre), attribuisce agli aventi diritto un credito d’imposta “pieno” del 51,51%; la nomina a Consiglieri di Amministrazione dei Signori Roberto Colaninno, Gianluigi Gabetti, Cesare Geronzi, Berardino Libonati, Jonella Ligresti e Achille Maramotti, con scadenza del mandato all’Assemblea che approverà il bilancio al 30 giugno 2007; l’autorizzazione, nel limite di costo complessivo annuo di € 450 mila e per un massimale fino a € 35 milioni, alla stipula di una polizza per la copertura della responsabilità civile nei confronti dei terzi dei componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e della Direzione Generale. In sede straordinaria l’integrazione e la modifica della delibera assembleare del 25 giugno 2004 di aumento del capitale sociale per nominali massimi 7,5 milioni di euro mediante emissione di massime n. 15 milioni di azioni ordinarie, da riservare per la sottoscrizione entro il 1° luglio 2020, ai sensi dell’art. 2441, ottavo e quinto comma, del codice civile: a dipendenti del Gruppo Mediobanca, per massime n. 11 milioni di azioni; ad Amministratori della Banca investiti di particolari cariche, per massime n. 4 milioni di azioni; e la conseguente modifica dell’art. 4 dello Statuto. Il Consiglio di Amministrazione riunitosi dopo l’Assemblea ha provveduto a: cooptare Consigliere di Amministrazione il Signor Eric Strutz, in sostituzione del dimissionario Signor Axel von Ruedorffer; confermare nella carica di Vice Presidente il Signor Cesare Geronzi; nominare membri del Comitato Esecutivo, oltre ai Signori Gabriele Galateri di Genola - Presidente, Cesare Geronzi e Carlo Salvatori – Vice Presidenti, i signori Matteo Arpe, Vincent Bollore’, Carlo Buora, Achille Maramotti e Eric Strutz.  
   
   
BANCA INTESA PRESENTA UN NUOVO MODELLO DI PRIVATE BANKING IN ITALIA  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Banca Intesa primo operatore in Italia nel Private Banking, con una quota di mercato pari all’8,4% Il Private Banking di Banca Intesa si rafforza e lancia un nuovo modello di servizio per la clientela: Intesa Private Banking, la banca specializzata per servire la clientela Private del Gruppo e integrata nella Divisione Rete. Banca Intesa opera nel Private Banking in Italia con già oggi 30 miliardi di euro di masse gestite, 20.000 clienti, 65 Centri Private sul territorio e 375 Private Banker e si rivolge a clienti con attivi finanziari a partire da 1 milione di euro. Dal primo gennaio 2005 – data in cui la nuova struttura sarà pienamente operativa – i clienti Private di Banca Intesa, avranno a disposizione un nuovo strumento pensato apposta per le loro esigenze, flessibile, personalizzato e con tutti i vantaggi di far parte della Rete Banca Intesa. Il progetto di rafforzamento del Private Banking di Banca Intesa è iniziato lo scorso luglio con l’acquisizione del 100% di Credit Agricole Indosuez Private Banking Italia; un’alleanza strategica tra Banca Intesa e Crédit Agricole finalizzata al raggiungimento delle migliori economie di scala e di scopo in questo settore. Intesa Private Banking si distingue per la gestione del cliente, la gamma di prodotti e servizi, i canali distributivi e la struttura. La gestione del cliente. Le caratteristiche chiave del servizio sono state disegnate per garantire al cliente la massima libertà di scelta e offrire la massima flessibilità. Infatti, il cliente, oltre ai nuovi servizi: mantiene il Private Banker di riferimento, mantiene anche il suo conto corrente presso le filiali di Banca Intesa, usufruisce dei Centri Private per effettuare sia le principali operazioni bancarie sia le attività di investimento e finanziamento, può continuare a utilizzare le Filiali di Banca Intesa per le operazioni quotidiane, usufruendo di una struttura e servizi dedicati grazie alla Key Card Private. Gamma di prodotti e servizi. Intesa Private Banking offre una gamma completa di prodotti e servizi, propri e di società esterne di elevato standing, in grado di soddisfare tutte le esigenze della clientela, avvalendosi: del coordinamento con le fabbriche prodotto interne (hedge, assicurazioni, obbligazioni strutturate). Dell’offerta Open Platform per circa 250 Sicav di terzi, di uno strumento di wealth management all’avanguardia in Italia (Pianificazione Finanziaria Globale) e di costante monitoraggio del rischio, del supporto alle esigenze corporate del cliente imprenditore. Intesa Private Banking inoltre vuole essere un punto di riferimento per i propri clienti non solo per gli aspetti finanziari; saranno disponibili infatti servizi di consulenza legale, fiscale, fiduciaria, societaria, immobiliare e di art advisory. Canali distributivi e struttura. Intesa Private Banking è dislocata su tutto il territorio nazionale con una rete distributiva capillare presidiata da professionisti del settore. Integrata nella Divisione Rete di Banca Intesa, potrà cogliere i vantaggi delle sinergie derivanti sia dalla presenza delle oltre 2.000 filiali in tutta Italia sia dagli stretti rapporti intrattenuti dal Gruppo Intesa con più di 800 mila imprese italiane, con il vantaggio di appartenere ad una grande banca universale con un forte presidio territoriale.  
   
   
INCHIESTA SALARIALE UBS: PER IL 2005 È PREVISTO UN INCREMENTO DEL SALARIO NOMINALE PARI ALL'1,4%  
 
 Zurigo, 2 novembre 2004 - In base all’ultima inchiesta salariale di Ubs, con le trattative salariali del 2005 i salari nominali aumenteranno dell'1,4%. Gli intervistati si aspettano un tasso di inflazione dello 0,9%, in base al quale i salari reali dovrebbero crescere dello 0,5%. Questi i risultati principali della 16a inchiesta salariale Ubs che viene condotta annualmente tra aziende attive in 19 settori diversi. Come l'anno passato, gli aumenti salariali maggiori si prospettano per il settore delle telecomunicazioni, dell'informatica e dell'energia (2,0%). Aumenti altrettanto elevati sono previsti nelle imprese intervistate del settore bancario e dei beni d'investimento (1,8%). Molto bassi sono invece gli aumenti attesi per l'anno prossimo nei settori più colpiti dalla debolezza congiunturale, come il settore della stampa e della grafica (0,8%) e l'industria tessile (0,4%). Delle imprese che applicano il sistema dei bonus (la quota è leggermente salita al 76%), una buona metà si attende pagamenti di bonus invariati, mentre quasi il 40% prevede addirittura un aumento dei bonus. Per quanto attiene alle prospettive congiunturali, I partecipanti all'inchiesta si sono mostrati tanto ottimisti quanto l'anno scorso. Una parte consistente degli intervistati prevede infatti la continuazione della ripresa nel 2005 (63%). Nonostante le previsioni economiche siano sempre positive, le società rimangono caute per quanto riguarda la pianificazione del personale: solo il 21 % intende ampliare il proprio effettivo, mentre ca. Il 40% non prevede cambiamenti sostanziali. Contrariamente all'inchiesta precedente non vengono prese in considerazione massicce riduzioni dell'effettivo. I risultati si basano sull’inchiesta salariale condotta annualmente da Ubs. Il sondaggio è stato eseguito tra il 27 settembre e il 18 ottobre 2004 tra imprese e associazioni di datori di lavoro operanti in 19 settori diversi e che occupano circa il 64% della forza lavoro in Svizzera. Dal 1989 al 2003, gli aumenti salariali stimati durante i sondaggi si sono scostati in media solo dello 0,34% dai dati ufficiali pubblicati dall’Ufficio federale di statistica (Ust). I risultati dettagliati sono disponibili in Internet a partire dalle 12.00 di oggi: Ubs Aumenti dei salari nominali in alcuni settori dell'economia svizzera
2004 2003
Min. Max. Mediano Min. Max. Mediano
Energia 1.0% 2.5% 2.0% 1.0% 3.5% 2.0%
Settore It 1.5% 2.3% 1.9% 0.0% 3.0% 2.0%
Telecomunicazioni 1.4% 2.5% 2.2% 1.8% 2.3% 2.0%
Banche 0.5% 1.5% 1.0% 1.5% 2.3% 1.8%
Macchinari, elettronica, metalli 0.0% 2.1% 1.0% 0.0% 2.0% 1.8%
Commercio al dettaglio 0.5% 1.8% 1.3% 1.5% 1.8% 1.7%
Automobili 0.0% 1.3% 0.5% 0.6% 2.0% 1.6%
Industria orologiera 0.0% 0.7% 0.5% 1.0% 3.0% 1.5%
Assicurazioni 0.4% 1.5% 1.0% 1.0% 2.0% 1.5%
Chimica, farmaceutico 1.0% 1.5% 1.3% 0.7% 2.3% 1.5%
Edilizia 0.0% 1.0% 0.6% 0.9% 1.5% 1.4%
Trasporti 0.0% 2.0% 0.7% 0.0% 2.0% 1.3%
Media 0.0% 1.8% 0.6% 1.0% 1.6% 1.2%
Industria alimentare 1.0% 2.0% 1.2% 0.5% 1.8% 1.1%
Cantoni 1.0% 1.3% 1.1% 0.0% 1.9% 1.0%
Settore alberghiero e ristorazione 0.2% 3.0% 0.7% 0.0% 1.3% 1.0%
Stampa e grafica 0.0% 1.0% 0.4% 0.7% 1.0% 0.8%
Industria tessile e abbigliamento 0.5% 1.8% 0.8% 0.0% 1.5% 0.4%
Media svizzera 0.9% 1.4%
 
   
   
UBS: AUMENTI DI STIPENDIO INDIVIDUALI AL 1° MARZO 2005, INCREMENTERÀ DEL 2,3% LA MASSA SALARIALE DI BASE PER I COLLABORATORI E I QUADRI INTERMEDI IN SVIZZERA  
 
Zurigo/Basilea, 2 novembre 2004 - Al 1° marzo 2005, Ubs metterà a disposizione dei collaboratori e dei quadri intermedi in Svizzera il 2,3% della massa salariale di base per adeguamenti di stipendio individuali, relativi alla funzione e al mercato del lavoro. Tutti i collaboratori di Ubs soggetti alla Convenzione relativa alle Condizioni di lavoro degli impiegati di banca parteciperanno inoltre al processo di bonus correlato ai risultati aziendali. Dopo due round di trattative intense, Ubs e la Delegazione del personale hanno entrambe deciso di sospendere le trattative salariali. Le parti non hanno trovato un accordo su uno dei criteri di distribuzione proposti dalla Delegazione del Personale per gli aumenti salariali, dato che un tale criterio di distribuzione non riflette la politica salariale Ubs orientata al mercato e ai risultati. La percentuale degli aumenti salariali individuali del 2,3% non è stato negoziato ma stabilito da Ubs. La Delegazione del personale si è concentrata esclusivamente sul criterio di distribuzione.  
   
   
BANCHE E AGENZIE DI SVILUPPO A CONFRONTO SULLE MODALITÀ DI FINANZIAMENTO DEI PROGETTI DI SVILUPPO TERRITORIALE  
 
Milano 2 novembre 2004 - Gli operatori dello sviluppo locale italiani, dalle amministrazioni pubbliche agli enti intermedi come le agenzie di sviluppo, si trovano oggi ad affrontare due importanti e non facili sfide: da una parte, la delicata situazione del sistema economico li obbliga ad assumere un ruolo proattivo nella promozione di azioni e di strategie per aumentare la competitività e lo sviluppo territoriale; da un'altra, l'assottigliarsi delle risorse pubbliche li costringe a ideare nuove modalità di coinvolgimento del sistema finanziario privato a sostegno del loro operato. L'associazione Italiana delle Agenzie di Sviluppo Locale e Marketing Territoriale (Aida), nata nel novembre 2003 e che oggi raggruppa 19 agenzie di sviluppo, ha voluto affrontare quest'importante tematica nell'ambito del convegno internazionale "Finanza pubblica e finanza privata: insieme per lo sviluppo locale", che si terrà il prossimo 5 novembre a Milano (Palazzo Besana, Piazza Belgioioso, 1). Il convegno, prima iniziativa pubblica di Aida, risponde non solo alle esigenze degli operatori dello sviluppo, ma anche a quelle del sistema finanziario italiano che sta cercando di migliorare il rapporto con le imprese e i territori. Insieme agli istituti di credito tradizionalmente più vicini alle realtà locali (come le banche di credito cooperativo), anche i grandi gruppi stanno avviando processi di organizzazione interna orientati a stabilire più stretti rapporti con i sistemi di sviluppo locale. L'iniziativa conta infatti sul sostegno di Banca Intesa, uno dei grandi gruppi di credito italiani che, nella propria strategia di sviluppo, ha già assunto nuove modalità di radicamento territoriale e di partecipazione a progetti di sviluppo locale. Banca Intesa partecipa di fatto a tavoli di lavoro in diverse aree del paese per definire nuove modalità di partecipazione bancaria in interventi territoriali concreti. Aida vuole promuovere, insieme agli istituti di credito, nuove "filosofie" d'azione e affinare strumenti e modalità innovative di partenariato pubblico-privato che consentano la creazione e la diffusione di una logica di "sistema" tra gli attori territoriali: dalla facilitazione di alleanze strategiche tra banche locali e grandi gruppi, alla costituzione di holding territoriali a capitale misto pubblico-privato. Una logica di cooperazione e interazione in grado di superare gli ormai cronici problemi nazionali, quali la sottocapitalizzazione delle Pmi e la carenza di fondi pubblici per azioni territoriali. Secondo Aida, le banche, già utilizzate come advisor o valutatori tecnici da parte della pubblica amministrazione, potrebbero giocare un ruolo concreto nelle iniziative di sviluppo locale, arrivando anche a finanziare con risorse proprie progetti valutati positivamente e ammessi a finanziamento pubblico. Il coinvolgimento e il ruolo attivo del sistema finanziario in favore dello sviluppo locale potrebbe profittevolmente legarsi ad ambiti specifici di intervento, in una nuova prospettiva orientata all'utilità sociale e al benessere del territorio, quali: l'accesso al credito per Pmi e start up: sostegno bancario alle imprese nello sviluppo di progetti, affiancando anche i contributi della finanza agevolata; finanziamento di asset di sistema territoriali: partecipazione nella compagine societaria degli agenti intermedi impegnati sul territorio; con interventi diretti su progetti di sviluppo, di marketing territoriale; finanziando la realizzazione di piani strategici; finanziamento di asset strutturali: partecipazione e agevolazione di progetti complessi, opere e infrastrutture fisiche, non solo attraverso modalità di project financing. Il convegno sarà l'occasione per conoscere diverse esperienze internazionali, dagli Stati Uniti, alla Gran Bretagna, dalla Francia alla Slovacchia, che presenteranno modalità pratiche e operative di partership pubblico-privato, strumenti legislativi e normativi esistenti nei loro paesi, tecniche innovative di ingegneria finanziaria. Tutti questi argomenti saranno trattati da importanti esperti nazionali e internazionali del mondo dello sviluppo locale, delle amministrazioni pubbliche, della finanza, dell'università. Luigi Vimercati, Assessore allo Sviluppo Economico e all'Innovazione della Provincia di Milano, e Giovanni Verga, Assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano, saranno incaricati di fare un'introduzione istituzionale ai temi proposti. Il ruolo delle agenzie di sviluppo nella integrazione di fondi pubblici e privati sarà affrontato da Fabio Terragni, Presidente di Aida e Amministratore Delegato di Agenzia Sviluppo Nord Milano. Fabio Bolognini, Responsabile Direzione Marketing Imprese di Banca Intesa, parlerà della finanza per lo sviluppo territoriale, mentre Luigi Dante, Direttore Generale di Iccrea Holding, tratterà del ruolo delle banche locali. L'ingegneria finanziaria nei progetti di sviluppo locale sarà affrontata da Renato Galliano, Direttore di Asnm, Giampaolo Russo, Responsabile Attrazione Investimenti di Sviluppo Italia, Fabio Chiavolini, Responsabile Relazioni Territoriali di Banca Intesa, e Paolo Verri, Direttore di Torino Internazionale. Sulla partnership pubblico-privato e l'innovazione nel governo locale interverranno Umberto Mosso, Direttore Comunicazione e Marketing Territoriale di Risorse per Roma, Roberto Morassut, Assessore alle Politiche della Programmazione e Pianificazione del Territorio del Comune di Roma, Elena Zuffada, Direttore Centro di Eccellenza delle Amministrazioni Pubbliche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, e Riccardo Delli Santi, avvocato della Delli Santi & Partners. Per raccontare le esperienze straniere interverranno Christian Saublens, Direttore di Eurada; Jeff Finkle, Presidente International Economic Development Council, Usa; Emmanuelle Desthieux, Project Manager Comité d'expansion économique Val d'Oise, Francia; Greg Clark, Responsabile della Strategia London Development Agency, Regno Unito; Darina Pavelekova, Direttore Spis Regional Development Agency, Slovacchia. Il convegno è stato realizzato con il sostegno di Banca Intesa, in collaborazione con il Progetto Interreg Iii B Rda Net Ceda2 e con la Provincia di Milano, con il patrocinio della Regione Lombardia e dell'Associazione Europea di Agenzie di Sviluppo Locale, Eurada. Informazione: Tel. 02.24126535, segreteria@aidaweb.Org  Iscrizione online: www.Aidaweb.org  
   
   
PER PASSIONE E PER PROFITTO UN CODICE PER IL CRM PRESENTATO IN ASSOLOMBARDA IL CODICE DI COMPORTAMENTO PER IL CAUSE RELATED MARKETING  
 
 Milano, 2 novembre 2004 – Il Centro per lo sviluppo della Corporate Social Responsibility, promosso da Sodalitas, ha presentato il 29 ottobre in Assolombarda il Codice di comportamento per il Cause Related Marketing, elaborato dal Gruppo di Lavoro coordinato da Sodalitas e costituito dal Ministero del Welfare, da rappresentati delle imprese, di enti nonprofit, del mondo accademico e della comunicazione. Il Cause Related Marketing è lo strumento di responsabilità sociale d’impresa in cui aziende e organizzazioni nonprofit formano una partnership al fine di promuovere un’immagine, un prodotto o un servizio traendone reciprocamente beneficio. Definire le principali regole di comportamento per gestire correttamente la partnership tra profit e nonprofit e sviluppare progetti di Cause Related Marketing trasparenti ed efficienti: questo l’impegno che il Gruppo di Lavoro ha concretizzato presentando un Codice di comportamento che segna il punto di incontro delle esigenze e delle esperienze di tutte le parti interessate al tema del Crm. Il Codice, raccolto in un fascicolo di facile lettura è scaricabile anche dal sito www.Sodalitas.it  e comprende: la definizione del Crm e i suoi vantaggi sia per l’impresa che per l’ente nonprofit; i sei Principi che stanno alla base di un corretto approccio al Crm; le fasi e gli strumenti di lavoro per affrontare con metodo e successo un’azione di Crm; una raccolta di significative case history per illustrare esperienze di successo. Questo Codice nasce dalla constatazione che il fenomeno del Crm sta crescendo in Italia in modo spontaneo e accelerato, ma in assenza di una piattaforma condivisa tra i vari protagonisti. Inoltre, la presa di coscienza che nelle attività di Crm si confrontano due realtà eterogenee, l’impresa e l’ente nonprofit, ciascuna caratterizzata da peso, struttura, organizzazione e finalità peculiari, ha evidenziato l’esigenza di stabilire in modo chiaro e trasparente delle regole che portino al reciproco rispetto e alla difesa dei valori di cui ciascuno è portatore.
Ottobre 2004 Cause Related Marketing:codice di comportamento
Il documento è il risultato di quanto emerso dal Gruppo di Lavoro(*) che ha messo a punto i principi di base per lo sviluppo di progetti di Cause Related Marketing trasparenti ed efficienti. Questo testo defiinisce le principali regole di comportamento nell’operare quotidiano e identifica strumenti idonei alla gestione di progetti che vedono la partnership tra soggetti profit e nonprofit. (*)Hanno aderito: Abb, Assif, Assocomunicazione, Assolombarda, Assorel, Azione Aiuto, Bcc Treviglio, Bipielle, Cesvi, Cittadinanzattiva, Federmanager, Ferpi, Filo Diretto, Fondazione Ospedale Meyer, Henkel, Istituto Percorsi Onlus, Isagro, Koinètica, Ministero del Welfare, Mondadori Informatica, Philips, Politecnico di Milano, Rcs Mediagroup, Reale Mutua, Studio Lentati, Summit Comunicazione, Tiscali, Tp, Unicom, Unicredit, Università Bocconi, Upa, Vita Comunicazione. Cause Related Marketing: definizione e principi - Il Cause Related Marketing è uno dei molti strumenti della Corporate Social Responsability a disposizione dell’impresa per realizzare il proprio impegno nel sociale. Si tratta di un’azione di marketing in cui imprese e organizzazioni nonprofit formano una partnership al fine di promuovere un’immagine, un prodotto o un servizio traendone reciprocamente beneficio. È importante tener presente che per essere efficiente e trasparente deve diventare una scelta strategica dell’impresa e non limitarsi a essere una operazione di marketing promozionale di breve periodo, slegata dal comportamento etico dell’azienda. Il Cause Related Marketing si sta dimostrando sempre di più una strategia di marketing vincente per aziende di qualsiasi dimensione e un valido strumento di crescita per le organizzazioni nonprofit. Il successo del Crm è dovuto alle sempre maggiori sollecitazioni dei consumatori per un impegno diretto delle imprese nel sociale: negli ultimi anni è cresciuta nel nostro Paese la propensione positiva da parte dei consumatori/cittadini nei confronti delle imprese che operano nel sociale (77% molto/abbastanza d’accordo*). Questi sono alcuni dei vantaggi che l’azienda ricava dal mettere in pratica comportamenti socialmente responsabili: maggiore reputazione e valore della marca; maggiore motivazione dei dipendenti; migliore performance finanziaria; maggiore competitività; migliore gestione dei rischi e delle crisi; migliori relazioni con istituzioni e comunità locali. Altrettanti vantaggi sono ricavati dall’organizzazione nonprofit che partecipa a una azione di Crm condotta con modalità serie e trasparenti. * Indagine Ipsos-explorer per Sodalitas 2003 I sei principi che governano il Cause Related Marketing sono*: Integrità; Trasparenza; Sincerità; Mutuo rispetto; Partnership; Mutuo beneficio. Integrità - Presuppone comportamenti onesti ed etici, aderenti ai principi morali nei confronti di tutti coloro che vengono coinvolti nell’iniziativa. Date le implicazioni sociali delle azioni di Crm, queste necessitano di standard etici particolarmente elevati. Trasparenza - Considera fondamentale il pianificare, realizzare e comunicare la partnership (l’accordo tra le parti, quando possibile, deve assumere la forma di un documento scritto). Prevede l’onestà con se stessi e l’apertura verso i partner su tutti gli aspetti organizzativi del progetto e le sue implicazioni. * Business in the Community (www.Bitc.org.uk) Sincerità - Parte dal concetto che il consumatore accetta positivamente l’esistenza di un rapporto di mutuo beneficio tra impresa e organizzazione nonprofit, ma rigetta decisamente l’impresa sospettata di approfittare di un’organizzazione nonprofit o di strumentalizzare una causa di utilità sociale a proprio vantaggio. La comunicazione non deve pertanto essere mai ingannevole. Mutuo rispetto - Significa che il valore di cui il partner è portatore deve essere rispettato. L’apprezzamento e il rispetto del “valore” rappresentato da ciascun partner sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi concordati. Partnership - Prevede che solo in presenza di una relazione paritetica, in cui entrambe le parti abbiano lo stesso peso, si realizza la condizione fondamentale per il successo dell’iniziativa. La bontà dei risultati dell’iniziativa dipende dalla capacità di “fare squadra” per raggiungere un obiettivo condiviso. Mutuo beneficio - Considera fondamentale il principio che deve esistere un vantaggio commisurabile per entrambi i partner: tra gli obiettivi di marketing dell’impresa e la mission della organizzazione nonprofit deve esserci equità secondo criteri di valutazione definiti con chiarezza e in anticipo. È l’elemento che contraddistingue una corretta azione di Crm da altre iniziative filantropiche. Le fasi di lavoro e gli strumenti da adottare - Fase preparatoria La proposta iniziale Per assicurare il successo dell’iniziativa è indispensabile realizzare un progetto ben strutturato che illustri - in maniera esaustiva - la storia, la realtà e la mission dell’organizzazione nonprofit, le finalità sociali, le necessità economiche e i criteri di fattibilità e monitoraggio. Il documento con il quale si elabora la proposta iniziale deve essere quindi il più possibile chiaro. Suggerimento: prima di avviare il progetto di Crm è importante che l’impresa profit e la nonprofit valutino con obiettività il proprio operato attraverso strumenti di autoanalisi quali per esempio gli indicatori proposti dal Ministero del Welfare ( www.Welfare.gov.it ). La definizione della partnership Dopo aver scelto il partner, occorre valutare con attenzione tutte le potenzialità e criticità della collaborazione prima di arrivare alla stesura del documento finale. Entrambe le parti dovrebbero considerare il vero “valore” della partnership e i vantaggi reciproci del progetto, al di là del risultato ottenibile nel breve periodo. Nessuno deve sentirsi “sfruttato”. Suggerimento: la conoscenza reciproca può prevedere anche l’analisi accurata di tutta la documentazione che viene fornita dall’organizzazione nonprofit o dall’impresa profit. L’accordo formale Arrivati alla messa a punto definitiva del documento, è necessario assicurarsi che il testo dell’accordo affronti tutti gli aspetti: obiettivi, ruoli, responsabilità reciproche, verifiche. Inoltre dovranno essere definiti i diritti di proprietà intellettuale e creativa, la durata temporale dell’accordo, i processi di approvazione dei materiali e dei comunicati stampa, gli aspetti finanziari e fiscali del progetto. Suggerimento: è opportuno richiamare i principi contenuti nella Carta della Donazione e nel Codice di Autoregolamentazione Pubblicitaria, per gli aspetti applicabili. Un iter che necessita di tempi a volte lunghi. Fase esecutiva Il piano operativo - È necessario definire il piano operativo analitico con l’indicazione delle scadenze più importanti e degli step fondamentali del progetto. Suggerimento: nel piano è importante precisare quali dovranno essere i flussi di comunicazione tra i partner e indicare un referente operativo per ciascuno dei due soggetti. La strategia di comunicazione È importante prevedere come l’iniziativa sarà comunicata sia all’interno sia all’esterno, cercando di valutare tutti i possibili “ritorni” (anche negativi). La comunicazione deve essere efficace, trasparente e commisurata al valore del progetto. È auspicabile che vengano coinvolti professionisti della comunicazione. Suggerimento: perché il progetto sia chiaro e trasparente, la comunicazione dovrà evidenziare con correttezza anche i risultati attesi e i traguardi da raggiungere. Fase di controllo Il monitoraggio È opportuno prevedere un piano di monitoraggio in itinere per poter portare le eventuali correzioni al progetto. La valutazione finale Al termine del progetto è necessario verificare i risultati ottenuti, in particolare se c’è un obiettivo di prosecuzione della collaborazione. Oltre agli strumenti tipici del marketing (raccolta fondi, vendite, rassegna stampa), è opportuno investire nella ricerca per valutare i mutamenti intercorsi in termini di immagine, reputazione, soddisfazione dei clienti, dei dipendenti e degli stakeholder. Case history: Wella Italia & Azione Aiuto; Banca Nazionale del Lavoro & Comitato Telethon Fondazione Onlus; Unilever & Opera San Francesco – Milano Comunità di S. Egidio – Roma, Napoli, Genova; Centrica Plc & Associazione Help the Aged; Ikea & Fondazione Ospedale Meyer; Iams & Strutture che ospitano cani e gatti abbandonati in varie parti d’Italia; Avon Cosmetics & Istituto Europeo di Oncologia. Case history Wella: un esempio di coinvolgimento di più target su un progetto sociale. Progetto: Regala una giornata alla vita; Promotore: Wella Italia; Partner: Azione Aiuto. Dinamica: giornata dedicata al progetto, con offerta di taglio e piega gratuiti ai clienti che vengono sollecitati a versare un contributo per l’adozione a distanza di un bambino nel Malawi. Wella sostiene le spese di promozione e comunicazione dell’iniziativa. Innovazione: coinvolgimento congiunto di due target: clienti finali e operatori di un settore non particolarmente predisposto all’attenzione al sociale. Principali risultati per i beneficiari: 1.100.000,00 gli euro raccolti in 6 anni; 100 villaggi del Malawi assistiti con 550 bambini adottati a distanza; 21 pozzi scavati per assicurare acqua potabile a 63.000 persone. Risultati per l’Impresa: coinvolgimento di 400 saloni e 2.000 operatori; maggiore visibilità e migliore percezione del ruolo sociale dell’impresa. Case history Bnl: un esempio di continuità dell’impegno con lo stesso partner. Progetto: Bnl per Telethon; Promotore: Banca Nazionale del Lavoro; Partner: Comitato Telethon Fondazione Onlus. Dinamica: partnership avviata da 12 anni per la raccolta fondi a favore della ricerca con la collaborazione dei dipendenti. Il progetto si articola in 12 mesi e culmina nella maratona televisiva Rai di 32 ore, con il coinvolgimento di tutta la rete delle agenzie bancarie. Innovazione: creazione di una partnership funzionale alla causa. Principali risultati per i beneficiari: massimizzazione dei risultati della raccolta fondi: nel 2003 il 57% della raccolta totale è stato realizzato da Bnl. Risultati per l’Impresa: miglioramento del clima interno (la comunicazione interna ha coinvolto 10.000 dipendenti e 1.200 promotori finanziari) e dell’immagine della marca; buon ritorno sui media e rafforzamento della notorietà e della reputazione aziendale. Case history Unilever: un esempio di forte legame tra causa sociale e marca. Progetto: Svelto Operazione Piatto Pieno; Promotore: Unilever – Lever Fabergé Italia; Partner: Opera San Francesco – Milano; Comunità di S. Egidio – Roma, Napoli, Genova. Dinamica: l’iniziativa ha coinvolto direttamente l’azienda con una donazione iniziale e una donazione aggiuntiva legata ai risultati di vendita in 2 mesi di promozione; invito al grande pubblico, per mezzo di una campagna pubblicitaria, a sostenere l’iniziativa tramite donazioni via Sms, Ccp e c/c bancario. Innovazione: iniziativa originale, che ha creato un forte legame tra la buona causa e la marca con obiettivi concreti e facili da rendicontare (numero di pasti donati). Principali risultati per i beneficiari: 83.000 pasti donati; ampia visibilità anche per le associazioni beneficiarie; conseguito il commitment aziendale nel sostegno di lungo periodo. Risultati per l’Impresa: ampia copertura Pr dell’operazione; significativo incremento di quota nel periodo; impegno dell’alta direzione nell’iniziativa Case history Centrica-british Gas: un’esperienza Internazionale. Progetto: Help the Aged; Promotore: Centrica Plc – British Gas; Partner: Associazione Help the Aged. Dinamica: raccolta fondi tra i dipendenti e tra i clienti attraverso le bollette del gas; vendita di gadget nei Centri della British Gas Energy; linea telefonica a tariffa speciale con messaggi specifici a favore della raccolta fondi; eventi aziendali “diversi” per la raccolta fondi. Innovazione: l’azienda sostiene, dal 1999, sette organizzazioni nonprofit che si occupano degli anziani inglesi, una partnership unica nella sua efficienza: un contributo alla coibentazione delle abitazioni dei più indigenti con un risparmio sui costi energetici. Principali risultati per i beneficiari: nel 2001 Help the Aged ha ricevuto oltre 4 milioni di sterline a sostegno dei propri progetti che hanno portato benefici a circa 1,5 milioni di anziani inglesi. Risultati per l’Impresa: aumento della visibilità (Centrica Plc è stata premiata con il Cause Related Marketing Award for Excellence, il più importante riconoscimento esistente nel Regno Unito). Case history Ikea: un esempio di efficace azione locale. Progetto: Abbiamo a cuore il futuro dei più piccoli; Promotore: Ikea; Partner: Fondazione Ospedale Meyer. Dinamica: sostegno al progetto di costruzione del nuovo e più moderno ospedale per bambini; l’iniziativa ha coinvolto i clienti della sede di Sesto Fiorentino sin dalla sua apertura e ha stimolato la partecipazione diretta dei cittadini. Innovazione: non solo marketing sociale, ma un “percorso di amicizia” che durerà fino al 2005, quando il nuovo ospedale sarà definitivamente operativo. Principali risultati per i beneficiari: progetto ancora in essere con circa la metà dei lavori di costruzione dell’ospedale conclusi; incremento del numero di donatori del Meyer (+90% stima dicembre 2003). Risultati per l’Impresa: aumento dell’afflusso di visitatori (più di 3.000.000), di clienti (più di 1.200.000) e 6.000 tra “cuori e serpenti” (gadget) venduti. Case history Iams: un forte legame tra marca e buona causa; Progetto: Una ciotola per due Promotore: Iams – Procter & Gamble; Partner: Strutture che ospitano cani e gatti abbandonati in varie parti d’Italia; Dinamica: acquistando Iams o inviando a Iams una storia o un disegno originali è possibile donare un pasto a un cane o a un gatto abbandonati, scegliendo la struttura a cui donare il pasto all’interno di una lista predefinita. Innovazione: oltre al vantaggio di sostenere le strutture che si occupano degli animali abbandonati, l’iniziativa mira alla sensibilizzazione dei giovani e dei loro genitori sul tema dell’abbandono degli animali e dell’adozione responsabile, contribuendo a combattere il fenomeno del randagismo. Principali risultati per i beneficiari: più di 170.000 pasti donati nella prima fase dell’iniziativa. Risultati per l’Impresa: importanti ritorni sui pubblici coinvolti;  positivo apprezzamento per il coinvolgimento dell’azienda su tematiche sociali; maggiore consapevolezza sulla problematica dell’abbandono di cani e gatti. Case history Avon: una forte coerenza tra obiettivi di marketing e mission sociale; Progetto: Lotta contro il cancro al seno; Promotore: Avon Cosmetics; Partner: Istituto Europeo di Oncologia. Dinamica: coinvolgimento di tutta la struttura aziendale, come per il lancio di un nuovo prodotto; la maggior parte dei fondi destinati all’iniziativa viene raccolta attraverso la vendita di particolari prodotti, il cui ricavato (dedotti i costi) viene interamente devoluto per finanziare borse di studio presso l’Ieo; eventi sportivi; sensibilizzazione alla prevenzione; organizzazione del Community Day. Innovazione: forte coerenza tra il Dna dell’azienda e l’impegno nel sociale per combattere una delle più frequenti malattie femminili, con il coinvolgimento di tutta la struttura dell’azienda, dal top management alla forza vendita (le famose “presentatrici”) fino alle consumatrici finali. Principali risultati per i beneficiari:  donazione di 200.000 Euro per l’Istituto Italiano di Oncologia;  una serie di iniziative di sensibilizzazione del pubblico femminile sul tema della prevenzione. Risultati per l’Impresa: forte coinvolgimento del personale interno e conferma dell’immagine di impresa che meglio capisce e soddisfa le esigenze di prodotto, di servizio e di realizzazione personale di ogni donna. Infolink: www.Sodalitas.it
 
   
   
PROCESSO PARMALAT: MANCANO ALL'APPELLO QUASI 100.000 RISPARMIATORI  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Altroconsumo alla ricerca dei risparmiatori Parmalat scomparsi. Nonostante l’attenzione suscitata dal processo in corso a Milano, mancano all’appello gran parte dei risparmiatori. Ci sono solo stime e non dati ufficiali su quanti risparmiatori siano stati danneggiati dal crac Parmalat. Queste danno in 100.000 il numero minimo e in 200.000 quello massimo dei risparmiatori; per gli esperti di Soldi Sette e Altroconsumo sono circa 110.000 i soli obbligazionisti italiani. La somma dei dati dichiarati dalle diverse organizzazioni di consumatori in occasione dell’inizio della causa penale relativamente alle deleghe ricevute attesta a circa 17.000 il numero: anche raddoppiando tali cifre arriveremmo a poco più di 33.000 risparmiatori. Per non parlare di tutti coloro che hanno venduto, perdendoci, negli ultimi tempi di quotazione dei titoli Parmalat La cifra è sorprendentemente bassa: all’appello mancano parecchie decine di migliaia di risparmiatori. Che fine hanno fatto? Altroconsumo ipotizza che siano rassicurati dall’aver fatto la denuncia alla guardia di Finanza o ai Carabinieri, o dall’aver mandato la denuncia via internet alla procura di Milano: entrambe queste azioni, ricorda Altroconsumo, non li aiuteranno in alcun modo a ottenere un risarcimento. Se invece hanno fatto l'insinuazione al passivo o hanno “delegato” l'Abi a farla per conto di tutti i risparmiatori, o sono stati convintii dalla loro banca ad aprire una procedura di conciliazione, tali mosse forse saranno utili ma solo per gli obbligazionisti: gli azionisti saranno esclusi. Per ottenere un risarcimento si deve far causa. Altroconsumo apre una strada trasparente, professionale e a costi irrisori per risolvere questo problema, con la raccolta dei casi individuali - più di 2500 risparmiatori si sono già affidati all’associazione indipendente di consumatori, e la causa civile collettiva nei confronti di tutti i responsabili del crac. La richiesta di Altroconsumo di costituirsi parte civile nel processo Parmalat va in tal senso. L’associazione indipendente di consumatori ribadisce invece il consiglio ai singoli risparmiatori di non costitursi parte civile nel processo penale in corso. Gli elementi che emergeranno durante il processo e il suo esito saranno determinanti per l'effettiva possibilità dei singoli risparmiatori danneggiati di ottenere un giusto risarcimento in altra sede, quale quella civile. Chi volesse aderire alle iniziative che Altroconsumo sta portando avanti per i risparmiatori coinvolti può telefonare al n. Verde 800.194.491. Altroconsumo ricorda che anche coloro che hanno venduto i titoli prima del default hanno diritto a un risarcimento.  
   
   
BANCHE: “PATTI CHIARI”...AMICIZIA NON LUNGA!! COMMISSIONI SALATISSIME, TITOLI SPAZZATURA VENDUTI PER ANNI, TARIFFE CHE AUMENTANO NONOSTANTE L'INVITO DI FAZIO  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Si legge oggi sui quotidiani dell’avvio di un bollino per la banche, il famoso marchio “Patti chiari”, che verrà apposto nei 15.000 sportelli di 42 banche, al fine di riconquistare la fiducia degli utenti inevitabilmente persa a seguito dei crac finanziari degli ultimi anni. “Se l’Abi, con questa iniziativa, voleva richiamarsi al detto “Patti chiari…amicizia lunga” (con gli utenti) si sbaglia di grosso – affermano Adusbef, Codacons e Federconsumatori – Non bastano iniziative propagandistiche di questo tipo a risanare i danni e gli errori commessi dal sistema bancario e riconquistare la fiducia dei consumatori. Perché l’Abi, invece di diffondere inutili bollini, non ordina agli istituti di credito di abbassare le tariffe aumentate negli ultimi giorni nonostante gli appelli del Governatore Fazio? Perché l’Abi – proseguono le 3 associazioni – non vieta l’introduzione di nuove commissioni bancarie a danno degli utenti? Senza parlare dei tentativi di insabbiare l’obbligo del prospetto informativo sul fiorente business delle obbligazioni bancarie senza prospetto… Gli utenti italiani – concludono Adusbef, Codacons e Federconsumatori – non vogliono bollini e patti chiari, vogliono il ribasso delle commissioni bancarie elevatissime e prospetti trasparenti su tutti i tipi di investimenti. Solo così gli istituti di credito potranno riconquistare la fiducia dei clienti.  
   
   
GRUPPO CIR: RESI NOTI I RISULTATI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2004 UTILE NETTO 106 MILIONI DI EURO (31 MILIONI NEI PRIMI NOVE MESI 2003) FATTURATO IN CRESCITA DELL’8,6%  
 
 Milano, 2 novembre 2004 - Si è riunito il 29 ottobre a Milano, sotto la presidenza dell’ing. Carlo De Benedetti, il Consiglio di Amministrazione di Cir per esaminare i risultati del Gruppo al 30 settembre 2004. Nei primi nove mesi dell’anno Cir ha conseguito un utile netto consolidato di 105,9 milioni di euro, rispetto a 30,9 milioni nel corrispondente periodo del 2003. Tale risultato è stato influenzato da un provento straordinario di 64 milioni di euro derivante dalla sottoscrizione in maggio da parte di Verbund, partner di Cir in Energia Holding fin dalla sua fondazione, di un aumento di capitale di 150 milioni di euro nella controllata Energia Spa. Peraltro, il risultato consolidato dei primi nove mesi del 2003 includeva una plusvalenza straordinaria netta di circa 13 milioni di euro, a seguito della cessione di due immobili di proprietà di Cir Spa. Il fatturato consolidato di Cir nei primi nove mesi del 2004 è stato di 2.205,2 milioni di euro, rispetto a 2.030,6 milioni nello stesso periodo del 2003 (+8,6%). A parità di perimetro e di cambi, il fatturato consolidato al 30 settembre 2004 è stato di 2.195,6 milioni di euro, in crescita del 9,4% rispetto al corrispondente periodo del 2003. Sul risultato dei primi nove mesi hanno influito, in particolare, le contribuzioni da controllate che hanno fatto registrare un saldo complessivo positivo di 39,1 milioni di euro, con un incremento di 24,4 milioni rispetto a 14,7 milioni nel corrispondente periodo del 2003. Nei primi nove mesi del 2004 il Gruppo Espresso ha conseguito un utile netto consolidato di 53,3 milioni di euro, rispetto a 35 milioni nel corrispondente periodo del 2003, e un fatturato di 766,2 milioni di euro, in crescita del 6,1%. A tali risultati hanno concorso, insieme con i positivi andamenti delle diffusioni, l’ottima performance dei prodotti editoriali venduti in abbinamento opzionale con le testate del gruppo e l’aumento, pur con andamento discontinuo, della raccolta pubblicitaria (+2,4% rispetto ai primi nove mesi del 2003). Il Gruppo Sogefi ha conseguito nei primi nove mesi del 2004 un utile netto consolidato di 26,3 milioni di euro, rispetto a 22,8 milioni realizzati nello stesso periodo del 2003, e un fatturato consolidato di 719,6 milioni, in miglioramento del 7,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. L’incremento del fatturato e della redditività derivano dalla crescita delle quote di mercato nel settore del primo equipaggiamento, dal parziale adeguamento dei prezzi di vendita ai costi delle materie prime, dall’incremento della produttività conseguente alla concentrazione delle attività in un minore numero di siti e dai minori costi di struttura ottenuti attraverso la riorganizzazione societaria della divisione filtrazione. Al 30 settembre 2004 il Gruppo Energia ha registrato un utile netto consolidato di 7,3 milioni di euro, che si confronta con una perdita di 7,2 milioni al 30 settembre 2003. Il fatturato ha raggiunto 680,6 milioni di euro, rispetto a 583,3 milioni (+16,7%), grazie soprattutto all’aumento dei volumi di gas venduti. Il significativo miglioramento dei risultati economici è dovuto in particolare al contributo del settore elettrico, mentre la commercializzazione del gas, pur aumentata considerevolmente in volume, ha risentito nei primi nove mesi del 2004 di uno scenario meno favorevole. Peraltro, il risultato dei primi nove mesi del 2003 era stato penalizzato da maggiori ammortamenti relativi all’avviamento di Tirreno Power, ridefiniti successivamente sulla base della prevista redditività dell’investimento. Oltre alle contribuzioni da controllate, al risultato consolidato di Cir al 30 settembre 2004 hanno concorso dividendi per 25 milioni di euro corrisposti da Medinvest mediante emissione di azioni, che si confrontano con dividendi e crediti di imposta per 5,3 milioni nei primi nove mesi del 2003. Nel terzo trimestre dell’esercizio in corso, il Gruppo Cir ha realizzato un utile netto consolidato di 16,2 milioni di euro, che si confronta con un utile netto di 2,7 milioni nel corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Sul risultato hanno inciso in particolare i già citati dividendi corrisposti da Medinvest. Il fatturato consolidato del terzo trimestre 2004 è stato di 670,5 milioni di euro, rispetto a 646,6 milioni al 30 settembre 2003 (+3,7%). A parità di perimentro di consolidamento e di cambi, nel terzo trimestre 2004 il fatturato è stato di 666,1 milioni di euro (+3,1%). Il patrimonio netto consolidato del Gruppo al 30 settembre 2004 era di 950,3 milioni di euro, rispetto a 874,7 milioni al 31 dicembre 2003. La posizione finanziaria netta aggregata di Cir e società finanziarie interamente controllate presentava al 30 settembre 2004 un indebitamento di 87,3 milioni di euro, rispetto a 96,9 milioni al al 31 dicembre 2003. La posizione finanziaria netta consolidata del Gruppo al 30 settembre 2004 presentava un indebitamento di 543,1 milioni di euro (rispetto a 552,4 milioni al 31 dicembre 2003), risultante dalla somma tra l’indebitamento di 87,3 milioni di Cir e società finanziarie interamente controllate e l’indebitamento di 455,8 milioni per l’insieme dei gruppi operativi. Al 30 settembre 2004 il gruppo impiegava 10.368 dipendenti, rispetto a 10.360 al 30 giugno 2004 e 10.160 al 31 dicembre 2003. I risultati dei primi nove mesi e le prospettive per l’ultimo trimestre dell’anno consentono di prevedere per l’intero esercizio 2004 un risultato consolidato in crescita rispetto a quello del 2003.  
   
   
CIT: L’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI DELIBERA L’AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE  
 
Milano, 2 novembre 2004 – Lo scorso 29 ottobre, l’Assemblea degli Azionisti di Cit – Compagnia Italiana turismo S.p.a., in seconda convocazione, ha deliberato In sede ordinaria di confermare Piero Ugo Lazzeri (già cooptato in sostituzione del Consigliere Pasquale Giacobbe) quale membro indipendente del consiglio di amministrazione; In sede straordinaria; di revocare la delibera assunta dall'assemblea straordinaria dei soci in data 31 agosto 2004, portante delega al Consiglio di Amministrazione per l'aumento del capitale sociale ai sensi dell'articolo 2443 del codice civile; di revocare la delibera assunta dall'assemblea straordinaria dei soci in data 9 maggio 2003, portante delega al Consiglio di Amministrazione per l'aumento del capitale sociale ai sensi dell'articolo 2443 del codice civile; di approvare la situazione patrimoniale alla data del 30 giugno 2004; di dare atto e per quanto necessario confermare che la perdita al 31 dicembre 2003 risultante dalla situazione patrimoniale sopra approvata, pari ad Euro 11.660.124, è stata coperta fino alla concorrenza di Euro 10.621.913 con deliberazione assembleare in data 31 agosto 2004, per cui restano annullate le voci di patrimonio netto infra precisate, tuttora iscritte nella situazione patrimoniale, in quanto la medesima si riferisce alla data del 30 giugno 2004: "Riserva da sovrapprezzo delle azioni" per Euro 8.952.555; "Riserva straordinaria" per Euro 1.581.024; "Riserva legale" per Euro 88.334; il tutto per l'importo complessivo di Euro 10.621.913; �� di coprire la residua perdita al 31 dicembre 2003, pari ad Euro 1.038.211, nonché la perdita di periodo al 30 giugno 2004, pari ad Euro 24.297.235, e così la perdita complessiva di Euro 25.335.446, fino alla concorrenza di Euro 25.333.000, mediante abbattimento per corrispondente importo del capitale sociale che si riduce pertanto ad Euro 26.367.000, con riduzione del valore nominale di ciascuna azione da Euro 1 ad Euro 0,51; di mandare a nuovo la residua perdita di Euro 2.446; di modificare, in conseguenza di quanto sopra deliberato, l'articolo 6 dello statuto sociale nel modo seguente: "Articolo 6 - Capitale Ii capitale sociale è determinato in Euro 26.367.000, suddiviso in numero 51.700.000 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 0,51 ciascuna. Le azioni ordinarie sono nominative, liberamente trasferibili e indivisibili. Ogni azione dà diritto a un voto. La società ha facoltà di emettere altre categorie di azioni e strumenti finanziari, ivi incluse azioni di risparmio, obbligazioni anche convertibili o “cum warrant” e “warrants”, ove constino le condizioni previste dalla normativa vigente. L'emissione di azioni potrà anche avvenire mediante conversione di altre categorie di azioni. Il capitale sociale può essere aumentato anche mediante emissione di azioni aventi diritti diversi e con conferimenti diversi dal denaro nei limiti consentiti dalla legge. In caso di aumento di capitale a pagamento il diritto di opzione può essere escluso nei limiti del 10 per cento del capitale sociale preesistente, a condizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e ciò sia confermato in apposita relazione dalla società incaricata della revisione contabile”; �� di aumentare il capitale sociale per massimi Euro 38.352.000 a pagamento, senza aggravio di sovrapprezzo, con emissione di massime n. 75.200.000 nuove azioni ordinarie da nominali Euro 0,51 cadauna, aventi le stesse caratteristiche di quelle già in circolazione e avranno godimento regolare. Detto aumento sarà offerto in opzione ai soci in rapporto di n. 16 nuove azioni ogni 11 azioni possedute; il diritto di opzione dovrà essere esercitato nel termine di quindici giorni dalla pubblicazione dell'offerta. Ai sensi dell'art. 2439 comma secondo del Codice Civile, il termine ultimo per la sottoscrizione è fissato al 30 Aprile 2005 prevedendosi fin d'ora che, qualora al detto termine l'aumento non fosse interamente collocato, il capitale si intenderà aumentato di un importo pari alle sottoscrizioni raccolte e a fare data dalle medesime, purché successive all'iscrizione della relativa delibera al Registro delle Imprese; �� di dare mandato all'organo amministrativo per l'esecuzione dell'aumento, con tutti i poteri all'uopo necessari; �� di dare mandato all'organo amministrativo affinché provveda al deposito dello statuto aggiornato in dipendenza del punto che precede, ai sensi dell'art. 2436 del Codice Civile e ad ogni necessario adempimento inerente all'emissione dei certificati azionari il tutto successivamente al deposito dell'attestazione di cui all'art. 2444 del Codice Civile; �� di prendere atto che le deliberazioni sopra assunte sono subordinate alla relativa iscrizione nel registro delle imprese ai sensi dell'art. 2436 c.C. Ed assumeranno pertanto efficacia, subordinatamente a tale evento, solo dopo l'iscrizione medesima. Inoltre, facendo seguito alla richiesta pervenuta da Consob in data 26 ottobre u.S., le seguenti informazioni sono state rese nel corso della Assemblea: Plusvalenza derivante dal provvedimento di esproprio del compendio immobiliare ex colonia Italsider In relazione alla contrapposizione emersa fra la Società di Revisione e la Società, in merito all’iscrizione nel bilancio interinale al 30 giugno 2004, della plusvalenza di Euro 2.203.440, derivante dal procedimento di esproprio - ad opera dell’Agenzia Torino 2006 / Comune di Cesana Torinese - del compendio immobiliare ex colonia Italsider, constatato che il collegio Sindacale pur nei limiti delle sue competenze, in presenza delle considerazioni espresse nel parere legale prodotto dagli Amministratori (valore ed effetti traslativi) non aveva sollevato eccezioni durante l’adunanza del Consiglio di Amministrazione del 18 ottobre u.S. Nel quale è stata approvata la situazione patrimoniale al 30 giugno, gli Amministratori ribadiscono la fondatezza della scelta operata all’atto della iscrizione in bilancio di detta plusvalenza in quanto questa rappresenta la sostanza economica dell’evento “esproprio” e delle attese circa il trasferimento giuridico, al valore prospettato incluso nella perizia indipendente richiesta dal Comune di Cesana Torinese che riporta un valore di Euro 5.092.070, così come per altro direttamente confermato dallo stesso Comune di Cesana in data 21/09/04. Si ritiene quindi siano stati rispettati i disposti del principio contabile di riferimento n° 15 ove prevede l’iscrizione di crediti a bilancio qualora gli stessi rappresentino obbligazioni di terzi verso l’impresa, in quanto tale condizione si è verificata per effetto dell’iter amministrativo e nel rispetto delle procedure contemplate all’articolo 5bis Ln 539/92. A supporto della scelta operata dagli Amministratori concorre il parere legale indipendente dell’avvocato Gabriella Spata (giurista di chiara esperienza in materia di diritto amministrativo) nel quale sono, fra l’altro elencati tutti i documenti ed i supporti (anche di intervenuta corrispondenza fra la Società ed il Comune di Cesana Torinese) presi alla base per le conclusioni raggiunte da questi circa la conclusione della procedura espropriativa a seguito del completamento dell’iter amministrativo attraverso la perizia valutativa indipendente richiesta dal comune nell’ambito della convenzione del 23/06/03 (tesa a stabilire il valore di proposta per l’esproprio), l’accettazione del prezzo da parte di Cit S.p.a. In seno alla cessione volontaria ai sensi dell’articolo 5bis Ln 539/92, prendendo atto, tra l’altro del provvedimento di occupazione di urgenza emesso in data 15/01/04, dell’inizio dei lavori e della attuale irreversibile trasformazione del bene che sarebbe quindi, già di per se stessa sufficiente ai fini dell’effetto traslativo della proprietà. L’interpretazione dei revisori non è condivisibile in quanto consiste nel fare esclusivo riferimento al fatto tecnico dell’occupazione d’urgenza, che apre la procedura di esproprio, ma che trova conclusione o con il decreto definitivo di esproprio o con la cessione volontaria del bene (sempre ai sensi del succitato articolo 5bis Ln 539/92). Nel caso di specie, in data 16 aprile 2004 la Società ha aderito alla cessione volontaria e quindi per l’Amministrazione Pubblica ricorre l’obbligo dell’acquisizione definitiva del bene ai sensi della procedura ed al prezzo contemplato nell’iter amministrativo. Ai fini delle decisioni Assembleari relative alle tematiche di cui all’articolo 2446 del C.c. Si ribadisce la sostanziale irrilevanza dell’ammontare in questione in quanto, anche in caso, che si esclude, di fondatezza del rilievo effettuato da parte della Società di Revisione, non si produrrebbe l’effetto di generare nuova situazione rilevante ai sensi dell’articolo 2446 del C.c. (residuando margini patrimoniali sufficienti all’assorbimento di tale eventuale maggior perdita). Inoltre, gli Amministratori sottolineano come i provvedimenti ex articolo 2446 verrebbero adottati sulla base di un bilancio infrannuale il cui risultato di periodo è suscettibile di variazioni in virtù di operazioni ordinarie e/o straordinarie che la gestione della società dovesse far rilevare entro la chiusura del corrente esercizio. Gli Amministratori, in questa sede ritengono di ribadire alla Assemblea che qualora gli eventi successivi (passaggio definitivo del bene con contestuale riconoscimento della definitiva indennità di esproprio) dovessero essere in qualche misura in contrasto con la contabilizzazione effettuata, gli stessi provvederanno alla immediata rettifica contabile dandone tempestiva ed esauriente comunicazione agli Organi di Controllo, agli Azionisti ed al mercato. Piani industriali e di intervento a cura delle società Bain & Co., Deloitte e Livolsi & Partners Con riferimento ai piani industriali citati dalla stampa corrente “Piani predisposti da Bain & Company, Deloitte e da Livolsi & Partners ”, si precisa che: Gli Amministratori in questo momento non sono nella disponibilità né nella conoscenza di quanto contenuto nei piani “Bain” e “Deloitte” in quanto il committente di queste società (Sviluppo Italia), non ha consentito l’accesso a tali informazioni, pur essendo state oggetto di presentazione in data 18 ottobre 2004 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Gli Amministratori dispongono pertanto esclusivamente delle informazioni generiche relative alle ipotesi di piano che prevedono un sostanziale pareggio di Ebitda già con l’esercizio 2006. Nel merito della bozza di piano di intervento elaborato dalla Livolsi & Partners, gli Amministratori informano che allo stato il piano risulta definito nelle sue macro linee, le quali sono state annunciate al mercato attraverso apposito comunicato stampa. Gli ulteriori dettagli dei termini più specifici e numerici risultano ancora in corso di affinamento e verranno pertanto resi noti non appena gli stessi saranno condivisi tra l’Advisor e gli Amministratori della Società. Piano industriale 2004 – 2008 integrato e rettificato dal Consiglio di Amministrazione in data 22 luglio 2004. Il piano industriale in oggetto risulta allo stato in evoluzione anche per effetto degli ultimi eventi che interessano la prossima ridefinizione degli assetti del Gruppo. Si rileva che con riferimento al piano “Bain & Co”, il punto di pareggio in termini di risultato Ebitda verrebbe raggiunto nell’esercizio 2006, rinviando quindi di un esercizio il raggiungimento del punto di pareggio a livello di risultato Ebitda rispetto a quanto previsto nel piano industriale 2004 – 2008 approvato dagli Amministratori della società.  
   
   
SADI S.P.A. HA SOTTOSCRITTO CON SIAD S.R.L. IL CONTRATTO DI VENDITA DEL SITO PRODUTTIVO DI ALTAVILLA VICENTINA (VI)  
 
Pianezze, 28 ottobre 2004 - Il 28 ottobre Sadi S.p.a. Ha sottoscritto con Siad S.r.l. Il contratto di vendita del sito produttivo di Altavilla Vicentina (Vi) incassando il controvalore di 7,057 milioni di Euro oltre al’I.v.a.,al netto della caparra confirmatoria di 0,7 milioni di Euro già introitata il 24.06.2004 alla firma del preliminare; ha versato contestualmente a Siad S.r.l. (società partecipata da Sadi S.p.a. Al 25%) l’importo di 1,237 milioni di Euro quale propria quota del previsto finanziamento soci. Pertanto le risorse finanziarie generate dall’operazione, ammontano a 5,557 milioni di Euro con una plusvalenza economica di circa 5 milioni di Euro. L’operazione consente a Sadi S.p.a. Di veicolare le risorse finanziarie nel core business mantenendo una compartecipazione nella futura operazione di valorizzazione immobiliare da cui sono attesi significativi risultati, seppur dilazionati nel tempo.  
   
   
FIRMATE LE CONVENZIONI, PARTE IL POLO DI ARESE FORMIGONI: "DECOLLANO IL PIANO INDUSTRIALE E IL PROGETTO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE" UN PUNTO ALL'AVANGUARDIA PER L'AUTO DEL XXI SECOLO  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Sono state firmate in Regione Lombardia, al Tavolo per il rilancio del polo industriale di Arese, le convenzioni tra proprietà delle aree e Comuni di Garbagnate, Rho, Arese e Lainate. Si tratta di due convenzioni, la prima urbanistica, sottoscritta con i Comuni da Abp ed Estate Sei; la seconda, ex lege 30, sottoscritta dalla sola Abp in quanto unica proprietaria del lotto interessato. "Un passo positivo ed estremamente importante - ha commentato il presidente della Regione, Roberto Formigoni - in quanto la firma di questi documenti consente il decollo del Polo della Mobilità sostenibile e quindi della rioccupazione dei lavoratori". "Sono stati dunque assolti - ha proseguito Formigoni - gli impegni molto forti assunti a questo Tavolo, la cui positiva conclusione ha richiesto una regia molto assidua da parte della Regione. Senza queste convenzioni tutto sarebbe stato bloccato e nulla sarebbe stato possibile". Decollano quindi sia il piano industriale, che prevede l'assunzione nel Lotto A di 550 lavoratori cassintegrati in attività produttive, sia il progetto del Polo della Mobilità sostenibile con l'insediamento di circa 20 aziende, che offriranno nuovi posti di lavoro. "Si tratta di un progetto ambizioso e complesso - ha sottolineato ancora Formigoni - che punta a rilanciare la vocazione industriale e produttiva di un'area, quella di Arese, che è strategica per collocazione e presenza di professionalità. E' la prima volta che si sviluppa nel nostro paese un progetto organico sulla mobilità sostenibile, frontiera avanzata della tecnologia e della produzione amica dell'ambiente. Arese sarà un punto all'avanguardia per l'auto del Xxi secolo". Formigoni, infine, ha anche reso noto di aver formalizzato a Fiat la richiesta di un incontro con il Tavolo di Arese.  
   
   
UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE VARA UN INNOVATIVO MODELLO DI RATING PER LE IMPRESE COSTRUTTRICI DI MACCHINE UTENSILI, ROBOT E AUTOMAZIONE  
 
Cinisello, 2 novembre 2004 - E’ stato presentato, nel corso di un incontro presso la sede dell’associazione, il nuovo modello di rating aziendale sviluppato da Ucimu-sistemi Per Produrre, in collaborazione con lo Studio Ceccarelli Pims & Associati, Studio Interprofessionale e Probest Service S.p.a. Il Rating Management System Ucimu, questo il nome del progetto, è un modello di rating completamente innovativo poiché si basa su un sistema di valutazione aziendale che considera sia il rischio di business che il rischio finanziario dell’impresa. Obiettivo del modello di rating sviluppato da Ucimu-sistemi Per Produrre è duplice: preparare le imprese a rispondere alle nuove sfide lanciate dall’entrata in vigore dell’accordo di Basilea 2, favorendo la loro crescita culturale soprattutto in materia finanziaria, e offrire agli istituti di credito uno strumento utile a valutare correttamente il business delle imprese che operano nel settore dei sistemi per produrre. “Basilea 2 viene percepita, per lo più, come una minaccia per le imprese costruttrici di macchine utensili, robot e automazione - ha affermato Alberto Tacchella, presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre- preoccupate del fatto che l’adozione delle nuove regole previste dall’accordo possa portare al razionamento e al rincaro del costo dei prestiti a carico delle Pmi. Per questo motivo abbiamo pensato di realizzare un modello di rating che permetta all’imprenditore di acquisire maggiore consapevolezza in merito alla situazione della propria azienda e che, soprattutto, possa essere utilizzato come utile strumento di dialogo con gli istituti bancari”. Il Rating Management System Ucimu si fonda su una pluralità di informazioni, in gran numero già in possesso dell’associazione, quali il bilancio, i dati di andamento, la capacità competitiva dell’impresa, le caratteristiche del settore in cui opera, opportunamente integrate con i dati delle aziende. Il risultato ottenuto permette alle imprese di valutare i propri punti di forza e di debolezza sia dal punto di vista della struttura finanziaria sia da quello del business. “In questo modo - ha commentato Tacchella - abbiamo sviluppato un servizio in grado di creare realmente cultura di impresa, uno strumento che permette all’azienda stessa di comprendere le proprie criticità e adottare strumenti correttivi”. “Con il Rating Management System Ucimu - ha concluso Alberto Tacchella - non intendiamo fornire alle imprese un semplice strumento di autovalutazione come quelli finora disponibili sul mercato, ma un servizio completo in grado di creare valore non solo per l’azienda, introducendo competenze di analisi finanziaria, supportando il vertice nelle decisioni strategiche d’impresa e migliorando la qualità della relazione con le banche, ma anche per gli istituti finanziari, ottimizzando la qualità delle informazioni relative a un settore, quello dei sistemi per produrre, spesso poco conosciuto.”  
   
   
FIRMATO UN PROTOCOLLO D’INTESA TRA MINISTERO DELLA GIUSTIZIA E UNIONCAMERE GIUSTIZIA E IMPRESE: PIÙ TRASPARENZA PER IL MERCATO GRAZIE ALLO SCAMBIO DI INFORMAZIONI TRA MINISTERO E CAMERE DI COMMERCIO  
 
Roma 2 novembre 2004 – Consentire all’Organizzazione della giustizia di accedere online ai dati delle Camere di commercio sulle imprese, migliorare la base informativa del Registro delle imprese con le informazioni contenute negli archivi giudiziari. Questi gli obiettivi individuati dall’intesa siglata il 27 ottobre tra il Ministero della Giustizia e l’Unioncamere per migliorare l’efficienza delle due organizzazioni e promuovere la trasparenza del mercato attraverso l’accesso online ai dati contenuti nei rispettivi sistemi informativi. Lo scambio dei dati avverrà attraverso la Rupa (la Rete Unitaria per la Pubblica Amministrazione) e sarà assicurato dall’interconnessione tra i sistemi informativi di Infocamere (la Società consortile di informatica delle Camere di commercio, che gestisce gli archivi informatici camerali) e della Direzione generale per i Sistemi Informativi Automatizzati del Ministero. Sulla base del protocollo d’intesa firmato dal Segretario Generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, e dal Capo del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria, Nicola Cerrato, tutti gli uffici giudiziari del Ministero potranno liberamente accedere online alle informazioni contenute nel Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio e in altri archivi camerali, necessarie per lo svolgimento dei compiti istituzionali dell’amministrazione giudiziaria. Gli archivi accessibili saranno l’anagrafe nazionale delle imprese (oltre 12 milioni di posizioni tra imprese attive e cessate), l’archivio degli assetti proprietari (con le informazioni sui soci di oltre 1 milione di società di capitali), la banca dati dei bilanci ed altri atti depositati dalle imprese (più di 46 milioni di documenti archiviati otticamente dal 1996 ad oggi). Da parte sua, il Ministero della Giustizia metterà per la prima volta a disposizione delle Camere di commercio le notizie, contenute nel casellario giudiziario e in altri registri, sulle interdizioni – anche temporanee - delle persone fisiche dalle cariche amministrative nelle imprese, nonché le notizie sui delitti contro l’economia pubblica, indispensabili perché le Camere - secondo quanto previsto dalla legge - possano esercitare la facoltà di costituirsi parte civile a tutela del mercato in tali procedimenti. Sulla base dell’accordo, inoltre, il Ministero della Giustizia fornirà alle Camere di commercio in modo tempestivo le informazioni sulle procedure concorsuali relative alle società contenute nei propri archivi informatizzati, migliorando così la qualità e l’aggiornamento del Registro delle imprese.  
   
   
IL MONDO DELLE IMPRESE NELL’EUROPA DEL FUTURO UN'INDAGINE CONOSCITIVA REALIZZATA A LIVELLO NAZIONALE DA MONDIMPRESA, IN COLLABORAZIONE CON LA RETE EURO INFO CENTRE, SU UN CAMPIONE DI 586 PMI ITALIANE PER VALUTARE IL GRADO DI CONSAPEVOLEZZA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE SULLA COSTITUZIONE EUROPEA  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Ben informate sull’allargamento ma poco consapevoli dei cambiamenti che la nuova Costituzione europea, che domani verrà firmata dai Capi di Stato e di Governo, introdurrà. E’ quanto emerge dall’indagine conoscitiva realizzata, a livello nazionale, da Mondimpresa, in collaborazione con la rete Euro Info Centre, su un campione di 586 Pmi italiane (si veda di seguito). I risultati dell’indagine sono stati resi noti questa mattina a Roma, in occasione della presentazione del Cd Rom “Il mondo delle imprese nell’Europa del futuro”, cui hanno preso parte il Vice-ministro delle Attività produttive, Adolfo Urso, il Membro della Convenzione Ue e Parlamentare europeo, Valdo Spini, e il Vice Presidente di Unioncamere, Francesco Bettoni. Proprio per colmare questo vuoto informativo ed accrescere la partecipazione del mondo economico alla vita democratica dell’Unione europea, l’Euro Info Centre It 374, Unioncamere e Mondimpresa hanno realizzato il Cd Rom “Il mondo delle imprese nell’Europa del futuro” destinato agli imprenditori delle Pmi. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione della rete Euro Info Centre e del Sistema delle Camere di Commercio ed ha visto il contributo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. L’iniziativa è stata promossa dal Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ha visto la collaborazione del Parlamento europeo. Il Cd Rom interattivo contiene il testo integrale del Trattato costituzionale accompagnato da una serie di schede informative che lo illustrano e ne facilitano la consultazione. Nel Cd Rom figurano anche gli interventi di alcuni dei massimi esponenti del mondo associativo (Eurochambres, Unioncamere, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Confapi e Mondimpresa). Il sistema delle Camere di Commercio, la rete Euro Info Centre, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura e Confapi avranno inoltre il compito di distribuire il Cd Rom su tutto il territorio nazionale, attraverso 750 punti ad essi collegati, con l’obiettivo di raggiungere 400.000 Pmi (pari al 10% delle Pmi italiane). Il Cd-rom è uno strumento di lavoro che permetterà alle imprese di conoscere meglio la Costituzione europea, per poter intervenire nel dibattito che ne accompagnerà la ratifica. L'iniziativa risponde all'esigenza - espressa in maniera forte dalle Istituzioni europee e dagli Stati membri - di avviare campagne di comunicazione sul Trattato costituzionale obiettive, accessibili al cittadino, ma anche fortemente mirate alle diverse categorie, affinché l’informazione sia realmente percepita dal destinatario. Al contempo cerca di rendere più semplice all’imprenditore comprendere il funzionamento dell’Unione ed il significato di cittadinanza europea. Per questo il Cd Rom mira a promuovere in Italia l’informazione sul Trattato costituzionale rivolgendosi ad un target ben preciso di cittadini europei: gli imprenditori delle piccole e medie imprese. “Nella nuova Europa allargata” – ha detto il Vice Segretario Generale di Unioncamere, Ugo Girardi, “la rete delle Camere opera per contribuire allo sviluppo e al rafforzamento di oltre 26 milioni di piccole e medie imprese. Complessivamente alle Pmi si deve il 68,3% dell’occupazione e il 56,8% del valore aggiunto. Eppure questa realtà così consistente, sotto il profilo economico e della stabilità sociale, non trova un adeguato riferimento nel Trattato e nella struttura delle istituzioni europee”. La rete Euro Info Centre, creata nel 1987 e gestita dalla Direzione Generale Imprese della Commissione europea, è la rete a supporto delle Pmi più diffusa sul territorio dell’Unione europea (652 punti in totale, presenti in 46 Paesi). In Italia, sono presenti 30 Euro Info Centre (tra cui l’Eic It 374 di Unioncamere gestito da Mondimpresa) e 80 Relais distribuiti su tutto il territorio nazionale. L’80% di questi è collocato all’interno del Sistema delle Camere di Commercio. L’indagine sulle imprese L’indagine - realizzata dall’Euro Info Centre It 374 Unioncamere/mondimpresa in collaborazione con la rete Euro Info Centre e le Camere di Commercio – condotta su tutto il territorio nazionale fornisce un’immagine della piccola e media impresa italiana che emerge non propriamente Euroentusiasta. E’ un’impresa che si considera informata. L’87% delle imprese dichiara di essere a conoscenza dei cambiamenti in atto nell’Unione europea (percentuale che scende andando verso il Mezzogiorno). Gli avvenimenti di maggiore rilevanza (domanda a risposta aperta nel questionario) indicati sono: ai primi posti l’allargamento e gli scambi commerciali, a seguire la costituzione europea e la moneta unica. L’allargamento viene considerato un’opportunità per nuovi business. Al contempo, tuttavia, le imprese non sembrano interessate ad ampliare la propria attività con i 10 nuovi Paesi dell’Ue. Il 60% del campione risponde di avere rapporti con i mercati dei “vecchi” 15 Stati dell’Ue, un 33% con i mercati dei 10 nuovi Paesi Membri (percentuale che sale al 38% per i Paesi extra-Ue). Un 45 % del campione dichiara comunque di non essere interessato ad ampliare la propria attività con i 10 nuovi Paesi Ue (percentuale che sale al 48% per i Paesi extra Ue). Quest’ultimo dato può essere spiegato dal fatto che presumibilmente tali imprese sono collocate soprattutto al Centro ed al Sud d’Italia dove la vocazione alla cooperazione verso questi mercati è poco sviluppata. Tuttavia da evidenziare il dato successivo: il 23% delle imprese è interessato ad ampliare la sua attività nei 15 Stati membri, il 22% nei 10 nuovi Stati membri e solo un 14% nei Pesi Extra Ue. Per quanto riguarda l’euro solo una scarsa maggioranza (56%) del campione lo considera un avvenimento positivo. Presumibilmente tale valutazione è legata al venir meno dell’effetto svalutazione che ha visto favorire negli anni precedenti le nostre esportazioni. Per quanto riguarda il Trattato costituzionale europeo, tra le imprese che hanno dichiarato di esserne informati (l’88% del campione, percentuale peraltro elevata) la maggioranza (il 62%) non ritiene (o non sa) che la Costituzione possa comportare dei cambiamenti importanti nell’Unione europea. Questo dato ha anche un altro significato: la non conoscenza del concetto di cittadinanza europea e di cosa questo comporta in termini di partecipazione alla vita democratica dell’Unione europea Emerge dall’indagine, pertanto, che l’impresa ha percepito in modo diverso i due più grandi avvenimenti dell’Unione europea: l’allargamento e la Costituzione. Più concreto e ricco di opportunità il primo, più istituzionale e lontano dai propri interessi, il secondo. Probabilmente ciò è dovuto dal fatto che l’impresa abbia recepito un’informazione sul Trattato costituzionale – testo di per se complesso -soprattutto dai media i quali hanno riferito solo su alcuni aspetti (ad es. Il riferimento alle radici cristiane, il numero dei Commissari, la doppia maggioranza). Il messaggio che ne emerge è sicuramente quello della necessità di un’informazione semplice ma mirata volta a far emergere gli aspetti di loro interesse. Per quanto riguarda il dato sulla fiducia delle imprese verso le Istituzioni europee l’indagine evidenzia un 60% del campione che preferisce dialogare con quest’ultime ma purchè vi siano rappresentanti italiani. La maggioranza delle imprese intervistate ha un buon grado di conoscenza dei Fondi strutturali. Dalle risposte date appare un campione attento ai cambiamenti che questi possono avere in relazione anche all’allargamento. Da notare comunque che la stragrande maggioranza degli intervistati sia più preoccupata per gli effetti sul sistema imprenditoriale italiano nel suo complesso (80%), mentre la quota di coloro i quali sono preoccupati anche per gli effetti sulla propria impresa scende di molto (57%). In particolare, il 23% degli intervistati si dichiara pessimista riguardo alle conseguenze per l’impresa italiana, ma ritiene che la propria azienda ne sia immune. Si può ipotizzare che queste risposte provengano da imprenditori convinti che il successo della propria attività non dipenda in modo cruciale dalla disponibilità diretta o indiretta dei suddetti fondi, mentre pensano invece che il resto del sistema – in particolare l’imprenditoria delle zone più deboli – ne sia fortemente dipendente. I Tra i settori di competenza dell’Unione europea il campione chiede soprattutto un intervento economico e finanziario (investimenti) mentre solo all’ultimo posto (con un 2% ) un intervento in Ricerca e Sviluppo Tecnologico (R&st). Probabilmente quest’ultimo dato deriva da una preferenza delle imprese per la ricerca nazionale rispetto a quella europea che considerano complessa e difficile anche dal punto di vista della sua partecipazione.  
   
   
IMPRESE: L’EDILIZIA TRASCINA LA CRESCITA DELL’ARTIGIANATO 8MILA IN PIÙ NEL TERZO TRIMESTRE DELL’ANNO, 9 SU 10 SONO NELLE COSTRUZIONI E’ REGGIO EMILIA LA PROVINCIA A MAGGIOR TASSO ARTIGIANO IN LOMBARDIA, VENETO E PIEMONTE I SALDI PIÙ ELEVATI  
 
Roma, 2 novembre 2004 – Sono aumentate di 7.925 unità in tre mesi, da luglio a settembre, le imprese artigiane iscritte al Registro delle imprese delle Camere di Commercio. In nove casi su dieci, la foto sulla carta d’identità è quella di un imprenditore individuale nel settore delle costruzioni. Il saldo positivo deriva dalla differenza tra più di 27mila imprese artigiane nate nel trimestre e le oltre 19mila che nello stesso periodo hanno cessato l’attività. Come risultato, lo stock complessivo delle imprese del comparto è cresciuto dello 0,55% raggiungendo, alla fine di settembre, il valore di 1.456.675 unità. Come di consueto, i dati nazionali, regionali e provinciali diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da Infocamere (società consortile di informatica delle Camere di Commercio italiane) sono disponibili su Internet all’indirizzo www.Infocamere.it. L’evoluzione delle imprese artigiane risulta sostanzialmente in linea con il dato complessivo delle imprese (+0,57% nel trimestre passato), ma in rallentamento rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, quando la crescita si attestò allo 0,65%. Serie storica della nati-mortalità delle imprese artigiane al 30 settembre di ogni anno
Anni Imprese registrate al 30 Iscrizioni nel trimestre Cessazioni nel trimestre Saldo trimestrale Tasso di crescita Tasso di crescita trimestrale del
settembre trimestrale totale imprese
2000 1.390.503 24.628 16.697 7.931 0,57% 0,75%
2001 1.405.103 25.405 18.223 7.182 0,51% 0,54%
2002 1.421.395 25.352 18.194 7.158 0,51% 0,50%
2003 1.440.104 26.868 17.608 9.260 0,65% 0,53%
2004 1.456.675 27.336 19.411 7.925 0,55% 0,57%
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Iii trimestre 2004 I settori L’elemento più significativo del trimestre è certamente la concentrazione pressoché totale delle nuove imprese nell’edilizia: l’88% del saldo trimestrale è infatti spiegato da questo settore la cui forte dinamica (+1,38%) consente di parlare di crescita anziché di stagnazione nel trimestre luglio-settembre. Osservando i dati settoriali appare evidente come, al netto dell’edilizia, il saldo del trimestre si attesti a sole 933 imprese, pari ad un tasso di crescita quasi nullo (0,03%). Nati-mortalita' Delle Imprese Artigiane Per Settori Di Attivita' Economica - Iii trim. 2004
Settori Di Attivita' Stock 30.09.2004 Stock 30.06.2004 Saldo annuale Variazione % dello
dello stock stock
Agricoltura, caccia e silvicoltura 16.278 16.080 198 1,23%
Pesca, piscicoltura e servizi connessi 274 277 -3 -1,08%
Estrazione di minerali 1.169 1.166 3 0,26%
Attività manifatturiere 445.571 445.327 244 0,05%
Prod. E distribuzione di energia. Elettrica, gas e acqua 155 157 -2 -1,27%
Costruzioni 514.362 507.370 6.992 1,38%
Comm. Ingr. E dett.; rip. Di beni personali e per la casa 129.443 130.096 -653 -0,50%
Alberghi e ristoranti 4.388 4.515 -127 -2,81%
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 120.731 120.462 269 0,22%
Intermediazione monetaria e finanziaria 228 226 2 0,88%
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca 62.663 62.197 466 0,75%
Istruzione 2.016 2.015 1 0,05%
Sanità e altri servizi sociali 1.087 1.179 -92 -7,80%
Altri servizi pubblici, sociali e personali 154.017 153.234 783 0,51%
Imprese non classificate 4.293 4.449 -156 -3,51%
Totale 1.456.675 1.448.750 7.925 0,55%
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Iii trimestre 2004 Guardando ai singoli settori, è questo il caso specifico dell’industria manifatturiera: qui si concentra il 30% di tutte le imprese artigiane, ma le sole 244 unità in più in tre mesi corrispondono ad una variazione impercettibile dello stock di imprese (lo 0,05% in più). Tra i settori numericamente più significativi, oltre all’edilizia e all’industria manifatturiera, nel trimestre si segnala l’arretramento delle attività nel commercio e riparazione di beni personali e per la casa (-653 unità, pari a -0,50% nello stock). Crescono, invece, i servizi alla persona (+0,51% prevalentemente concentrati tra barbieri, parrucchieri ed estetisti), le attività di noleggio e servizi nell’informatica (+466 imprese, 0,75% il tasso di crescita nel trimestre) e le imprese di trasporto e magazzinaggio (269 unità in più). Il territorio L’analisi territoriale dei dati trimestrali sottolinea la vocazione artigiana del Nord-italia rispetto al resto della penisola: delle quasi 8mila nuove imprese, il 64,2% (poco più di 5mila imprese) si trovano nelle 8 regioni settentrionali. Il solo saldo della Lombardia (+1.681 unità) supera quello realizzato dalle 8 regioni della circoscrizione Sud e Isole (1.516 unità). Saldi positivi si registrano comunque in tutte le regioni: dopo la Lombardia, i valori più elevati riguardano il Veneto (1.236 imprese artigiane in più), il Piemonte (+854 unità) e la Toscana (+804 unità). A livello provinciale, con 93.535 imprese Milano si conferma di gran lunga la patria dell’artigianato italiano, seguita a grande distanza da Roma (65.023 imprese) e Torino (63.663). Chiudono il quintetto di testa delle province più artigiane Brescia e Bari, nei cui territori operano, rispettivamente, 36.742 e 33.577 imprese del comparto. Lo scenario cambia decisamente, tuttavia, se si guarda al tasso di artigianato delle province italiane: in questo caso, infatti, la provincia-madre risulta essere Reggio Emilia, le cui 21mila imprese artigiane rappresentano oltre il 37% di tutta l’imprenditoria della provincia. Le prime cinque piazze di questa particolare classifica sono occupate nell’ordine, dopo la capofila, da Bergamo, Lecco, Como e Verbania con una tasso di concentrazione artigiana sempre superiore al 35% del totale delle imprese esistenti. Le forme giuridiche Confermata la forte dinamica delle società di capitale artigiane, cresciute nel trimestre ad un ritmo del 5,9% (971 unità il saldo), mentre in linea con la media del comparto quella delle ditte individuali (+0,58%), come detto strettamente correlato alla crescita del settore edile (+6.580 le imprese individuali in più alla fine del trimestre). Nati-mortalita' Delle Imprese Artigiane Per Aree Geografiche - Iii trimestre 2004
Regioni Iscrizioni Cessazioni Saldo Stock al Stock al Tasso di Tasso di
Iii trim. 2003 30.09.2004 30.06.2004 crescita Iii trim. 2004 crescita Iii trim. 2003
Piemonte 2.449 1.595 854 131.372 130.518 0,65% 1,54%
Valle D'aosta 78 43 35 4.098 4.063 0,86% 0,88%
Lombardia 4.422 2.741 1.681 263.198 261.517 0,64% 0,47%
Trentino A. A. 490 279 211 27.203 26.992 0,78% 0,48%
Veneto 3.205 1.969 1.236 145.128 143.892 0,86% 0,57%
Friuli V. G. 516 445 71 31.247 31.176 0,23% 0,66%
Liguria 851 588 263 44.790 44.527 0,59% 0,38%
Emilia Romagna 2.827 2.092 735 143.710 142.975 0,51% 0,66%
Toscana 2.554 1.750 804 116.035 115.231 0,70% 0,45%
Umbria 362 315 47 24.525 24.478 0,19% 0,24%
Marche 906 706 200 51.060 50.860 0,39% 0,76%
Lazio 2.808 2.536 272 96.343 96.071 0,28% 1,91%
Abruzzo 679 415 264 34.859 34.595 0,76% 0,54%
Molise 135 81 54 7.659 7.605 0,71% 1,17%
Campania 1.272 960 312 77.035 76.723 0,41% 0,09%
Puglia 973 846 127 78.726 78.599 0,16% 0,01%
Basilicata 124 112 12 12.514 12.502 0,10% 0,18%
Calabria 706 446 260 38.991 38.731 0,67% 0,56%
Sicilia 1.200 943 257 86.904 86.647 0,30% 0,14%
Sardegna 779 549 230 41.278 41.048 0,56% 0,81%
Italia Aree geografiche 27.336 19.411 7.925 1.456.675 1.448.750 0,55% 0,65%
Nord-ovest 7.800 4.967 2.833 443.458 440.625 0,64% 0,78%
Nord-est 7.038 4.785 2.253 347.288 345.035 0,65% 0,61%
Centro 6.630 5.307 1.323 287.963 286.640 0,46% 0,97%
Sud E Isole 5.868 4.352 1.516 377.966 376.450 0,40% 0,28%
Totale Italia 27.336 19.411 7.925 1.456.675 1.448.750 0,55% 0,65%
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Iii trimestre 2004 Nati-mortalita' Delle Imprese Artigiane Per Forme Giuridiche - Iii trim. 2004
Forme giuridiche Iscrizioni Cessazioni Saldo Stock al Stock al Tasso di Tasso di
Iii trim. 2003 30.09.2004 30.06.2004 crescita Iii trim. 2004 crescita Iii trim. 2003
Società di capitali 1.264 293 971 21.378 20.162 4,82% 5,90%
Società di persone 3.334 2.946 388 281.877 281.733 0,14% 0,28%
Ditte individuali 22.665 16.085 6.580 1.149.228 1.142.648 0,58% 0,67%
Altre forme 73 87 -14 4.192 4.207 -0,33% 0,24%
Totale 27.336 19.411 7.925 1.456.675 1.448.750 0,55% 0,65%
Fonte: Unioncamere-infocamere: Movimprese, Iii trimestre 2004 Imprese Artigiane Per Regioni E Province: Iscrizioni, Cessazioni E % Sul Totale Imprese Nel Iii Trim. 2004
Regioni E Imprese Iscrizioni Cessazioni %artigiani Regioni E Imprese Iscrizioni Cessazioni %artigiani
Province registrate sul totale Province registrate sul totale
Piemonte 131.372 2.449 1.595 28,6% Siena 7.915 136 119 26,8%
Torino 63.663 1.251 749 28,2% Grosseto 6.235 101 73 20,8%
Vercelli 5.614 96 88 32,2% Prato 10.636 314 187 34,4%
Novara 10.575 262 134 33,9% Umbria 24.525 362 315 26,5%
Cuneo 19.831 296 233 26,2% Perugia 19.108 263 232 27,0%
Asti 6.921 102 74 25,5% Terni 5.417 99 83 24,7%
Alessandria 13.150 282 160 27,3% Marche 51.060 906 706 29,2%
Biella 6.482 85 96 31,5% Pesaro-urbino 13.746 241 161 32,1%
Verbania 5.136 75 61 35,4% Ancona 12.056 290 217 26,1%
Valle D'aosta 4.098 78 43 27,7% Macerata 11.623 172 187 29,0%
Aosta 4.098 78 43 27,7% Ascoli Piceno 13.635 203 141 29,7%
Lombardia 263.198 4.422 2.741 28,2% Lazio 96.343 2.808 2.536 17,6%
Varese 24.055 358 175 33,8% Viterbo 8.029 146 105 20,6%
Como 17.503 199 172 35,9% Rieti 3.825 90 39 26,1%
Sondrio 5.206 89 47 30,7% Roma 65.023 2.256 2.095 16,5%
Milano 93.535 1.543 780 21,8% Latina 9.745 189 146 17,8%
Bergamo 33.227 570 538 37,2% Frosinone 9.721 127 151 22,3%
Brescia 36.742 615 429 31,9% Abruzzo 34.859 679 415 23,7%
Pavia 14.589 328 92 30,8% L'aquila 7.637 190 111 25,6%
Cremona 9.520 150 99 32,1% Teramo 9.319 181 105 26,1%
Mantova 13.765 315 253 32,5% Pescara 8.068 160 98 23,9%
Lodi 5.655 112 74 33,3% Chieti 9.835 148 101 20,5%
Lecco 9.401 143 82 36,0% Molise 7.659 135 81 20,9%
Trentino A. A. 27.203 490 279 25,1% Isernia 2.060 46 30 23,6%
Bolzano-bozen 13.439 160 127 23,9% Campobasso 5.599 89 51 20,1%
Trento 13.764 330 152 26,3% Campania 77.035 1.272 960 14,5%
Veneto 145.128 3.205 1.969 28,7% Caserta 12.129 218 215 14,9%
Verona 28.201 646 338 29,0% Benevento 5.595 103 121 15,9%
Vicenza 26.778 1.132 429 31,8% Napoli 30.066 440 330 11,6%
Belluno 5.809 70 64 33,5% Avellino 8.272 153 116 19,0%
Treviso 26.041 408 321 28,1% Salerno 20.973 358 178 18,8%
Venezia 22.018 328 352 27,3% Puglia 78.726 973 846 20,1%
Padova 28.550 483 363 27,5% Foggia 11.387 77 72 15,2%
Rovigo 7.731 138 102 26,7% Bari 33.577 391 462 21,3%
Friuli V. G. 31.247 516 445 27,0% Taranto 7.562 135 88 15,8%
Pordenone 8.212 150 97 27,7% Brindisi 7.056 105 66 18,9%
Udine 15.260 224 233 27,6% Lecce 19.144 265 158 26,1%
Gorizia 3.153 57 35 26,6% Basilicata 12.514 124 112 19,8%
Trieste 4.622 85 80 24,6% Potenza 8.480 74 63 20,8%
Liguria 44.790 851 588 27,2% Matera 4.034 50 49 18,1%
Imperia 7.242 145 107 26,1% Calabria 38.991 706 446 21,7%
Savona 9.131 287 130 29,0% Cosenza 15.067 225 148 22,7%
Genova 22.704 316 271 26,8% Catanzaro 7.467 123 68 22,7%
La Spezia 5.713 103 80 27,6% Reggio Calabria 9.712 165 90 19,8%
Emilia Romagna 143.710 2.827 2.092 30,7% Vibo Valentia 3.142 56 31 21,4%
Piacenza 8.896 133 108 28,5% Crotone 3.603 137 109 21,2%
Parma 15.251 468 269 32,8% Sicilia 86.904 1.200 943 18,7%
Reggio Emilia 21.060 427 327 37,3% Trapani 7.866 60 31 15,1%
Modena 24.042 455 393 32,0% Palermo 18.385 262 194 19,6%
Bologna 28.814 413 362 29,8% Messina 12.358 192 130 19,3%
Ferrara 10.414 177 152 27,0% Agrigento 6.933 129 86 14,9%
Ravenna 11.576 217 152 27,6% Caltanissetta 4.195 47 58 15,6%
Forli' 13.870 347 230 31,0% Enna 3.419 59 36 22,4%
Rimini 9.787 190 99 26,4% Catania 19.656 245 230 19,9%
Toscana 116.035 2.554 1.750 28,4% Ragusa 7.086 103 44 21,8%
Massa Carrara 5.688 137 69 26,9% Siracusa 7.006 103 134 19,9%
Lucca 13.825 284 183 31,0% Sardegna 41.278 779 549 24,4%
Pistoia 10.701 301 144 32,0% Sassari 14.157 244 167 27,6%
Firenze 30.956 620 576 28,7% Nuoro 7.638 260 165 26,4%
Livorno 7.023 196 99 21,4% Oristano 3.623 46 41 22,4%
Pisa 11.318 198 141 27,8% Cagliari 15.860 229 176 21,7%
Arezzo 11.738 267 159 31,1% Italia 1.456.675 27.336 19.411 24,4%
 
   
   
2004 - SECONDA EDIZIONE DEI PROCTERIANA AWARD  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Si svolgerà a Roma il 27 novembre prossimo, la cerimonia di consegna dei Procteriana Awards, giunti quest’anno alla loro seconda edizione. Destinati a managers ex-Procter&gamble Italia che si sono distinti nello sviluppo del business secondo i valori cardine della P&g, i Procteriana Awards vengono assegnati in tre categorie: Award "Leonardo da Vinci", destinato ad un manager di comprovato successo; Award "Enrico Fermi", destinato ad un manager emergente (uomo); Award "Maria Montessori", destinato ad un manager emergente (donna). Vincitori dell’edizione 2003 per le tre categorie, sono stati: Award "Leonardo da Vinci" - Edoardo Lombardi, Vice Presidente del Gruppo Mediolanum; Award "Enrico Fermi" - Rodrigo Bianchi, Worldwide President della Mytek-gruppo Johnson&johnson; Award "Maria Montessori" - Mai Al Torki, fondatrice della Mix&match, società di ristorazione. Anche l’evento di quest’anno, che si svolgerà presso l’Hotel Villa Pamphili di Roma, rientra tra le numerose iniziative che La Procteriana www.Procteriana.it  porta avanti dal 1999. Costituita con l’obiettivo di promuovere la diffusione della cultura manageriale, soprattutto tra i giovani laureati e laureandi, e l'utilizzo delle migliori pratiche manageriali in Italia, l’associazione di ex-manager della Procter&gamble Italia, in questi anni si è impegnata in numerose attività attraverso la creazione e il mantenimento di rapporti tra ex-colleghi P&g. Mettendo infatti a disposizione lo straordinario patrimonio di conoscenze, contatti ed esperienze dei propri soci, l’Associazione Procteriana, ha sviluppato progetti formativi di altissimo livello in collaborazione con le università e scuole di formazione post-laurea, contribuendo all'orientamento verso la professione manageriale ed alla diffusione di valori aziendali forti nell'orizzonte manageriale Italiano. Procteriana Awards – sabato 27 novembre 2004 – Hotel Villa Pamphili, Roma  
   
   
GATTO CUCINE, PANATTA, BABINI OFFICE E IFI IN IGGP  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Cucine Gatto, Babini Office, Panatta Sport e Ifi, sono solo alcune delle Prestigiose Aziende che hanno aderito al Network Iggp, l'Italian Group for Global Partnership, creato nel Maggio di quest'anno a Dubai per lo sviluppo del Made in Italy nella regione medio-orientale. Lucio Piombetti della Diamond snc, socio fondatore della Iggp, commenta in questo modo l'interesse delle Aziende marchigiane al progetto Iggp: "Le Aziende che abbiamo contattato hanno immediatamente compreso la serietà del nostro progetto anche e, soprattutto, in relazione alla partecipazione diretta all'iniziativa di un personaggio del calibro di Mr. Mubarak Bin Fahad. La partecipazione al primo job meeting svoltosi l'11 Ottobre u.S. A Jesi ne è una conferma". "L'obiettivo è quello di avere, nel nostro paniere, non più di 50 Aziende iscritte al network, rappresentative (ognuna nel proprio settore) del Made in Italy. Lavoreremo affinché ognuna di esse possa avere una visibilità e opportunità di business di sicura soddisfazione; nel breve e medio termine". "Il Dottor Mubarak", conclude Lucio Piombetti, "sarà a fine Novembre nella nostra regione per presentare alle Aziende Marchigiane, il progetto Iggp e le opportunità che il mercato di Dubai in primis e dell'intera area medio-orientale poi, possono oggi offrire. L'intenzione è quella di fargli visitare le Aziende che hanno aderito fin da subito al progetto e fargli toccare con mano la capacità, l'innovazione e la qualità dei prodotti e servizi offerti". Mr Mubarak potrà così al suo rientro introdurre nel migliore dei modi le aziende iscritte a Iggp, alle notevoli opportunità di business rappresentate dalla sua figura istituzionale attraverso una rete di rapporti economico-commerciali di altissimo profilo.  
   
   
MOLECOLE, MATERIALI, ENERGIA E AMBIENTE: LA CHIMICA ANCORA AL CENTRO DELL’INNOVAZIONE L’11 NOVEMBRE JOËL MOREAU AL CNR DI PALERMO  
 
 Palermo, 2 novembre 2004 - “La portata delle innovazioni e la diversità dei vincoli che dobbiamo affrontare - dice Joël Moreau, direttore della celebre Scuola superiore di chimica di Montpellier (Encsm) - dai cambiamenti tecnologici legati all'automazione dei processi all’informatica, sa quelli geografici, economici e giuridici, fino alle nuove preoccupazioni ambientali e per la sicurezza sono tali che soltanto uomini altamente formati e capaci di lavorare in équipe potranno fargli fronte”. Francese, 54 anni, considerato uno dei più grandi chimici francesi, il professor Moreau interviene l’11 novembre al Cnr di Palermo per una Conferenza sui “Materiali ibridi auto-organizzati” che promette di essere nel segno della tradizione scientifica e culturale del Paese dove la chimica moderna è nata e si è sviluppata diffondendosi nel mondo. Una scienza -- la chimica -- che vive una crisi globale ormai decennale di vocazioni, con una costante diminuzione del numero di studenti tanto nei grandi Paesi della Ue che negli Stati Uniti; che di immagine, con l’enorme industria che da essa origina che soffre di un continuo calo di considerazione presso il pubblico. Una crisi che sta determinando grandi cambiamenti tanto nel suo insegnamento che nella ricerca; ma che non toglie alla chimica un ruolo centrale per lo sviluppo sostenibile del Pianeta: perché è la chimica che dovrà trovare il modo di estrarre l’idrogeno dall’acqua e di rendere finalmente efficiente la conversione della luce solare in energia elettrica. “In una Scuola di chimica moderna -- continua Moreau -- il cuore della formazione è la chimica, nei suoi diversi aspetti: concezione e rappresentazione astratta di una parte del nostro mondo; capacità pratica di trasformare la materia. Ma accanto agli insegnamenti classici della chimica, sviluppiamo competenze di confine con la biologia, l’informatica, i processi e i materiali che permettono di dialogare con medici, ingegneri e biologi. Inoltre, la dimensione pratica della chimica richiede una conoscenza dell’organizzazione della produzione, la considerazione delle relazioni umane nella vita professionale e un approccio al management e alla comunicazione”. Insieme ad altre scoperte, il Gruppo di ricerca del professor Moreau all’inizio degli anni 2000 ha inventato i materiali ibridi chirali: silicati aventi una struttura elicoidale -- come quella del Dna -- di natura “ibrida” (in parte inorganica e in parte organica) e che presentano vaste potenzialità: dal riconoscimento molecolare altamente selettivo, alla sintesi organica. “Nella nostra Università -- gli fa eco Giovanni Carturan, l’ordinario di chimica a Trento che ha scoperto come produrre, coltivando cellule vegetali, il farmaco salvavita Tassolo -- fra i chimici si è completamente persa la professionalità che coincide con la ‘cultura che si realizza’ per cui la chimica era sì una scienza ma legata alla produzione di beni e sostanze preziose per l’uomo; e quindi con valore di mercato”. Moreau utilizza per le sue ricerche lo stesso processo (“sol-gel”) usato da Carturan per la produzione dei materiali funzionalizzati; e a novembre interviene al Consiglio nazionale delle ricerche di Palermo dove collabora con la sede locale dell’Istituto dei materiali nanostrutturati, un Istituto di chimica del Cnr che negli ultimi anni ha introdotto numerose nuove tecnologie brevettate e ha creato nel capoluogo siciliano una nuova Scuola di chimica dove lavorano numerosi studenti e giovani ricercatori in collaborazione con ricercatori di 9 Paesi e con l’industria.  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA CONFERMA CHE LE CLAUSOLE DI RESTRIZIONE TERRITORIALE NEL SETTORE DEL GAS LIMITANO LA CONCORRENZA  
 
Bruxelles, 2 novembre 2004 - Mediante due decisioni formali, le prime mai adottate nel settore del gas su questo problema, la Commissione ha confermato che le clausole di restrizione territoriale violano l'articolo 81 del trattato. Dette clausole figuravano fino a qualche tempo fa nei contratti di trasporto/servizio che Gdf (Gaz de France) aveva stipulato rispettivamente con Eni ed Enel. Le clausole in questione vietavano ad Eni ed Enel di rivendere in Francia il gas naturale che Gdf trasportava per loro conto ed impedivano quindi ai consumatori francesi di rifornirsi dai due operatori italiani, costituendo un ostacolo considerevole alla creazione di un mercato del gas realmente concorrenziale e integrato a livello europeo. L'indagine della Commissione ha riguardato due contratti conclusi da Gdf nel 1997, alla vigilia della liberalizzazione del mercato del gas in Europa, l'uno con Eni e l'altro con Enel, imprese italiane attive rispettivamente nel settore del gas e in quello dell'elettricità. Il contratto tra Gdf ed Eni ha per oggetto il trasporto di gas naturale acquistato da Eni nell’Europa settentrionale. In tale contratto Gdf si impegna a provvedere al trasporto del gas sul territorio francese fino alla frontiera svizzera. Esso conteneva una clausola che imponeva ad Eni di commercializzare il gas esclusivamente "a valle del punto di riconsegna", ossia dopo che questo aveva lasciato il territorio francese. Il contratto tra Gdf ed Enel riguardava lo swap di gas naturale acquistato da Enel in Nigeria e conteneva una clausola che obbligava Enel ad utilizzare il gas esclusivamente in Italia. La Commissione ha concluso che le due clausole limitavano il territorio in cui le parti potevano utilizzare il gas e miravano a compartimentare i mercati nazionali, impedendo così ai consumatori di gas naturale insediati in Francia di approvvigionarsi da Enel ed Eni. Costituivano quindi una restrizione della concorrenza ai sensi dell’articolo 81 del trattato Ce. Le due decisioni adottate oggi sono di grande importanza se si considera che in Europa nel settore del gas è stato avviato un processo di liberalizzazione i cui vantaggi tardano a materializzarsi. Le restrizioni territoriali rappresentano quindi uno degli elementi più importanti di un complesso di pratiche che perpetuano la compartimentazione del mercato europeo e sono una concausa dell’assenza di fluidità nel settore. La Commissione ha tuttavia deciso di non comminare alcuna ammenda. Al riguardo, la Commissione ha tenuto conto tra l’altro del fatto che questa fase del processo di liberalizzazione conclusa con l’entrata in vigore - nell’agosto 2004 - della seconda direttiva del gas ha determinato una profonda evoluzione delle pratiche commerciali dei soggetti operanti nel settore. La Commissione ha ritenuto opportuno adottare comunque le decisioni, anche se le parti avevano posto termine all’infrazione, al fine di chiarire le disposizioni del diritto non solo nell’interesse delle parti in causa, ma anche di tutte le imprese attive nel settore. Qualora, dopo l’adozione di queste decisioni, la Commissione dovesse constatare l’esistenza di restrizioni analoghe in altri contratti riguardanti il gas, non potrà ovviamente essere altrettanto clemente. In passato, la Commissione ha condotto indagini per accertare l'esistenza di clausole analoghe in contratti d'importazione stipulati tra operatori europei e produttori extracomunitari. La Commissiono ha chiuso con accordi consensuali un procedimento riguardante l’esportatore nigeriano Nlng (Ip/02/1869) ed uno che implicava Eni ed il produttore russo Gazprom (Ip/03/1345).  
   
   
ENEL GAS: CONTINUA LA CRESCITA, 34.000 NUOVI CLIENTI IN CALABRIA E CAMPANIA  
 
Roma, 2 novembre 2004 – Continua la crescita di Enel nella distribuzione e vendita di gas. Ieri è stato siglato l’accordo tra Enel, il Consorzio Cooperative Costruzioni e Hera per l’acquisizione di due società del gas che servono circa 34 mila clienti in tutte le province della Calabria e nella provincia di Napoli. Le due società attive nel settore del gas naturale, Italgestioni per la distribuzione, e Italgestioni Gas per la vendita, nel 2003 hanno conseguito ricavi consolidati superiori a 11 milioni di euro e venduto 22 milioni di metri cubi di gas, con un Ebitda pari a 3,4 milioni di euro. Italgestioni, attualmente, gestisce il servizio di distribuzione del gas in 83 comuni, 79 in Calabria e 4 in Campania. Il corrispettivo complessivo per il 100% delle azioni di entrambe le società è di 32 milioni di euro. Il multiplo pagato per l’acquisizione, in termini di enterprise value, è pari a 9,5 volte l’Ebitda 2003 delle società. Con questa acquisizione, Enel Gas porta il totale dei suoi clienti a circa 2.000.000 e a oltre 5 i miliardi di metri cubi di gas venduti, rafforzando la posizione di secondo operatore nazionale del settore. Enel Gas ha un ambizioso programma di crescita: nel 2008 punta a raggiungere 3,3 milioni di clienti, attraverso acquisizioni e azioni mirate di marketing, portando la propria quota di clienti dall’attuale 11% al 20% del totale. Dall’apertura completa del mercato, Enel Gas, che da subito ha intrapreso la sua azione commerciale verso i clienti industriali e microbusiness, è stato il primo grande operatore nazionale a lanciare offerte che consentono a milioni di famiglie italiane di cambiare il proprio fornitore di gas ottenendo sconti sulla bolletta e servizi più evoluti. Per il segmento consumer, è stato anche ideato e lanciato il primo programma loyalty in Italia nel settore: “L’accendipremi”, un progetto articolato innovativo che premia la fedeltà dei clienti.  
   
   
ORA LEGALE: IN SEI MESI L’ITALIA HA RISPARMIATO 609 MILIONI DI KILOWATTORA, PARI A CIRCA 61 MILIONI DI EURO  
 
 Roma, 2 novembre 2004 – Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre l’Italia Ha spostato le lancette degli orologi un’ora indietro per passare, dopo 6 mesi di ora legale, all’ora solare. Durante i 6 mesi di ora legale, dal 28 marzo al 31 ottobre 2004, sono stati risparmiati, in totale, 609 milioni di kilowattora, un valore pari, per esempio, al consumo di sei mesi di una Regione come il Molise o di una provincia come Savona, oppure al consumo di un mese e mezzo dell’intero settore agricolo italiano. Si è così registrato un incremento nel risparmio di circa 10 milioni di kilowattora rispetto al 2003 (599 milioni di Kwh). Nel dettaglio: ad aprile si è avuto un risparmio di 178 milioni di kWh, a maggio di 72 milioni di kWh, a giugno di 27 milioni di kWh, a luglio di 29 milioni di kWh, ad agosto di 51 milioni di kWh, a settembre di 85 milioni di kWh e a ottobre di 167 milioni di kWh. In termini di costi, infine, considerando che 1 kilowattora costa in media al cliente finale approssimativamente 10 centesimi di Euro al netto delle imposte, l’Italia, nel complesso, ha risparmiato con l’ora legale circa 61 milioni di euro.  
   
   
ALITALIA: ORARIO INVERNALE CONFERMA NUOVE DESTINAZIONI E AVVIA NUOVI COLLEGAMENTI  
 
Roma, 2 novembre 2004 - A partire da domenica 31 ottobre 2004, con l’avvio dell’orario invernale, Alitalia conferma le nuove destinazioni già inaugurate durante l’anno e avvia nuovi collegamenti. Grazie ai forti recuperi di efficienza e produttività del personale navigante e alle ottimizzazioni nell’utilizzo della flotta, Alitalia può rinforzare il network attraverso nuovi voli, maggiori frequenze e miglioramenti nella connettivita’. In particolare, sul network intercontinentale, il 2 dicembre prossimo verrà inaugurato il collegamento Malpensa–shangai. Sarà il Boeing 767–300 ad effettuare il volo, tre volte alla settimana. Vengono inoltre confermati i collegamenti, avviati durante la stagione estiva, per Delhi e Washington. Saranno poi incrementate le frequenze di molte altre destinazioni: Buenos Aires avrà una frequenza giornaliera; Osaka passerà da 3 a 5 frequenze settimanali e Dakar da 3 a 7; sarà poi aggiunta la 5° frequenza settimanale per Lagos/accra e la 6° frequenza per Dubai. Per quanto riguarda le destinazioni europee, Alitalia introduce nuovi collegamenti da Malpensa per Zagabria, Timisoara, Birmingham, Sanpietroburgo e Budapest. Da Fiumicino vengono aperti i collegamenti con Budapest, Salonicco e Valencia e confermati i collegamenti per Malaga e Zurigo. Si confermano i collegamenti con Copenhagen e Stoccolma da Fiumicino e da Malpensa e quelli con Manchester e Skopje da Malpensa. Sarà inoltre aumentato il numero dei posti e le frequenze su destinazioni come Algeri, Belgrado, Cairo, Casablanca, Mosca, Praga, Tirana, Tripoli e Tunisi. Le frequenze sul network nazionale saranno intensificate per migliorare la connettivita’ con i voli internazionali, e per offrire un servizio più completo e soddisfacente per la clientela business. In particolare le frequenze aumenteranno nelle fasce orarie del mattino e della sera. Il prodotto Link (Fiumicino-milano Linate) offrirà ancora più voli, passando dagli attuali 62 a 68 giornalieri. I collegamenti da Torino per Roma e Napoli saranno aumentati del 40%, così come aumenteranno da Roma i voli per Catania, Palermo, Venezia, Verona e Bari. Saranno inoltre incrementate le frequenze giornaliere che da Milano Linate collegano Napoli, Reggio Calabria e Bari.  
   
   
VOLA E VINCI CON RYANAIR RYANAIR ANNUNCIA UNA NUOVA CARTA GRATTA & VINCI DISPONIBILE A BORDO  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Ryanair, Il 29 ottobre ha annunciato una nuova carta gratta & vinci by Travel Cards Limited, che darà ai passeggeri la possibilità di vincere meravigliosi premi inclusi voli omaggio da 50 a 200 Euro e perfino una nuovissima Renault Megane Coupe-cabriolet! La nuova carta Vola & Vinci al costo di 2€ sarà in vendita su tutti i voli Ryanair negli spazi aerei internazionali, in tutte le 186 rotte del network europeo a partire dal 1 novembre 2004. Questi fantastici premi ti aspettano! Una nuovissima Renault Megane Coupe-cabriolet; Una nuovissima Renault Megane sul sito www.Flytowin.net  ; Voucher Ryanair per 200€; Voucher Ryanair per 150€; Voucher Ryanair per 100€; Voucher Ryanair per 50€; Un altro gratta & vinci (un’altra opportunità di vincita!). Annunciando i dettagli dell’operazione oggi, Peter Sherrard, Direttore Marketing e Vendite per l’Italia, ha detto: “Adesso ci sono ancora più buone ragioni per volare con Ryanair! la nostra nuova carta gratta & vinci sarà un successo I nostri passeggeri utilizzano già le tariffe aeree più basse d’Europa, la puntualità n. 1 e il servizio clienti e adesso, per 2€ possono giocare e vincere durante il volo fantastici premi per un valore che va dai 50 ai 200 € in voucher Ryanair fino a una fiammante Renault Megane Coupe-cabriolet. Per ogni gratta & vinci a bordo sarà fatta una donazione a istituti per l’infanzia in Irlanda, Uk e Europa. Questo gioco Ryanair è unico, infatti è un’ulteriore opportunità per vincere un’altra Renault Megane Hatchback visitando il sito www.Flytowin.net Lanceremo i gratta & vinci Ryanair da lunedì prossimo negli spazi aerei internazionali su tutte le rotte a bassa tariffa in tutta l’Europa, quindi afferra la tua piccola occasione e gioca con noi!, potresti essere tu il fortunato alla guida di una nuovissima e splendida Renault Cabriolet!”.  
   
   
RYANAIR È DISPOSTA A RIMBORSARE 4 MILIONI DI EURO IN ATTESA DELL’APPELLO ALLA CORTE SULLA DECISIONE ILLEGITTIMA DELL’UNIONE EUROPEA SU CHARLEROI  
 
Milano, 2 novembre 2004 – Ryanair, il 28 ottobre ha confermato di aver scritto alle autorità Vallesi e di essersi accordata per il rimborso di 4 milioni di Euro su un conto destinato a garanzia fino a che l’appello di Ryanair sarà ascoltato e la Corte Europea avrà preso una decisione definitiva in merito. Qualora Ryanair vinca l’appello, questi fondi inclusi gli interessi, saranno restituiti a Ryanair. Se invece dovesse perdere, questi fondi saranno trasferiti alla Regione. In una risposta scritta e dettagliata alla Regione Vallese, Ryanair ha confermato: I costi sostenuti da Ryanair di implementazione e operatività della sua base a Charleroi di 40 milioni di Euro superano ampiamente qualunque sconto ricevuto dalla Regione Vallese e la decisione della Commissione Europea permette a Ryanair di pareggiare i costi rispetto a quelli della Regione. Quindi non vi è alcuna esigenza di rimborso. La richiesta di informazioni della Commissione sulla base di ciascuna rotta conferma la totale mancanza di conoscenza da parte della Commissione dei costi e dei rischi da affrontare nella costituzione di una base operativa in un aeroporto completamente sconosciuto e inutilizzato – basando 3 aeromobili e contemporaneamente inaugurando 6 nuove rotte. Questi costi immani non possono essere quantificati sulla base di ciascuna rotta. La conclusione della Commissione che “nessun operatore privato nelle stesse condizioni di Bsca avrebbe potuto garantire gli stessi vantaggi (a Ryanair) è falsa e legalmente insostenibile. Ryanair ha precedentemente dato prova alla Commissione confermando che Ryanair affronta costi più bassi con molti aeroporti privati concorrenti e che Charleroi è una delle basi più costose per Ryanair. La Commissione ha totalmente ignorato questa prova tangibile. La conseguenza dell’erronea decisione della Commissione di imporre costi pieni a Ryanair a Charleroi dal 2001 in poi fa di Charleroi una base al momento considerevolmente più costosa rispetto ad altre basi private concorrenti ed è una totale distorsione della concorrenza laddove ampi sconti e incentivi sono offerti sia da aeroporti privati che pubblici in Europa alle compagnie aeree (non solo a Ryanair) in cambio dell’istituzione di nuove rotte e di una grossa crescita di traffico. Ci siamo appellati contro la decisione sbagliata della Commissione alla Corte Europea di Prima Istanza e siamo fiduciosi che la decisione sarà capovolta dato che questa decisione rovina una leale e aperta concorrenza, danneggia pesantemente la concorrenza di aeroporti pubblici regionali e secondari e obbligherà i consumatori a pagare alte tariffe a Charleroi per proteggere gli alti costi dell’aeroporto di Zaventem. Siamo stati informati che è improbabile che una corte nazionale imponga una disposizione della Regione Vallese che obbliga Ryanair a pagare una qualsiasi cifra prima che la Corte di Prima Istanza abbia considerato l’appello di Ryanair. Comunque Ryanair riconosce che non è la Regione Vallese a premere su questo argomento e non desidera mettere la Regione in una posizione difficile a causa dell’erronea decisione della Commissione. Quindi Ryanair ha deciso, malvolentieri e indipendentemente dal risultato dell’appello, di mettere i 4 milioni di Euro richiesti su un conto destinato a garanzia che frutta interessi fino a che la Corte Europea prenda una decisione definitiva sulla questione. Se Ryanair vince l’appello, la Regione si accorderà sulla restituzione di questi fondi comprensivi di interesse a Ryanair. Se perde l’appello, Ryanair si accorderà sul trasferimento dei fondi alla Regione. Il Responsabile della Comunicazione di Ryanair, Paul Fitzsimmons, ha detto: “Ryanair conta sul capovolgimento della decisione illegittima della Commissione Europea da parte della Corte Europea e che la Corte promuoverà la partnership di grande successo tra le compagnie aeree a basso costo e gli aeroporti regionali, cosa che ha dato la possibilità a milioni di normali consumatori di volare alle più basse tariffe in Europa e incoraggerà lo sviluppo di inutilizzati, vuoti e secondari aeroporti regionali a Brussels Charleroi e in tutta Europa.”  
   
   
NEL NUOVO ORARIO INVERNALE DEL GRUPPO AUSTRIAN AIRLINES NUOVE FREQUENZE MIRATE  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Continua la strategia di espansione del Gruppo Austrian Airlines iniziata a fine 2003: con il nuovo orario invernale, il Gruppo ora mira ad ampliare le frequenze dei voli di linea per Medio Oriente, Nord Africa, Europa Occidentale e dell’Est e di quelli a lungo raggio. “Vogliamo rafforzare la nostra posizione nei mercati che si stanno sviluppando positivamente e offrire nuovi collegamenti ai viaggiatori d’affari e a quanti invece si spostano per turismo”, ha commentato Josef E. Burger, Chief Commercial Officer del Gruppo presentando il programma d’espansione mirata della compagnia, in occasione dell’introduzione del nuovo orario. “Con 458 voli settimanali per l’Europa Centrale e dell’Est, offriamo oggi 99 frequenze in più rispetto all’inverno scorso mentre, sulle rotte a lungo raggio per l’Asia e l’Australia, abbiamo aumentato il numero di voli da 48 frequenze settimanali dell’inverno 2003/04 a 61 di questo inverno. Inoltre, grazie alla collaborazione con i vettori Star Alliance e con i nostri partner regionali abbiamo aumentato del 9,8% il numero dei voli operati da Vienna portando così le frequenze settimanali a 1.778”. Italia - Con l’introduzione del nuovo orario invernale, Austrian aggiunge alla propria rete di collegamenti dall’Italia la città di Torino, che nel 2006 ospiterà anche le Olimpiadi Invernali: a partire dal 6 Febbraio 2005, Austrian Airlines opererà quotidianamente un volo night-stop per Vienna dall’aeroporto di Caselle, che diventerà l’ottavo scalo italiano per la compagnia. Grazie alla recente introduzione della nuova frequenza da Fiumicino i voli giornalieri che collegano Roma con l’hub di Vienna sono saliti da due a tre al giorno. Restano invariati i già esistenti collegamenti dall’Italia. Con il nuovo orario invernale, Austrian aggiungerà inoltre il quarto volo giornaliero sulla rotta Innsbruck- Francoforte, di vitale importanza per il turismo in Tirolo. Europa Centrale E Dell’est - Da quest’inverno sarà potenziato anche l’operativo dei voli settimanali in partenza dall’hub di Vienna per l’Europa Centrale e dell’Est: Austrian Airlines, infatti, collegherà Yerevan con 6 voli, Baku con 4 voli e Tirana con 18 collegamenti. Le nuove destinazioni di Lubiana (un collegamento giornaliero), Leopoli (4 collegamenti settimanali), Podgorica-montenegro (tre voli settimanali) e Riga (un collegamento giornaliero), introdotte nell’ultimo orario estivo del Gruppo Austrian, manterranno le stesse frequenze. Da questo inverno la nuova rotta di Spalato sarà aggiunta al network Austrian grazie all’introduzione di tre voli settimanali. Saliranno a 30 le frequenze settimanali per Zagabria, operate in collaborazione con il partner Croatia Airlines. Il numero dei collegamenti con Sofia sarà incrementato in cooperazione con il partner Bulgaria Air. Rimarrà invece invariato per tutto l’inverno il già potenziato orario estivo per Belgrado, Bucarest, Sarajevo, Skopje e Pristina. Ohrid – 39a Rotta Nel Programma “Focus East“ - Con l’entrata in vigore del nuovo orario invernale, le città servite dal Gruppo Austrian Airlines nell’Europa Centrale e dell’Est salgono a 39: Ohrid in Macedonia sarà servita dalla compagnia austriaca in collaborazione con il partner Macedonian Airlines ed entrerà a far parte del programma “Focus East”. Il Gruppo Austrian amplia così la propria rete di collegamenti verso l’Europa centrale e dell’Est e si conferma vettore di riferimento di tale mercato, come dimostra la rapida crescita delle frequenze settimanali operate nell’area specifica. Voli A Lungo Raggio: America, Oriente E Nord Africa - Con l’introduzione del nuovo orario invernale, il Gruppo Austrian Airlines offrirà ai propri passeggeri la possibilità di scegliere tra nuove destinazioni nei Caraibi, nell’Oceano Indiano e nel Sud Est Asiatico. La nuova proposta per il turismo e le vacanze del Gruppo Austrian Airlines è, infatti, Tobago, insieme a destinazioni più classiche come Cancun, Puerto Plata, Mauritius, Colombo, Male, Phuket e Rangoon. In Nord America e per tutta la prossima stagione invernale, Austrian opererà due voli settimanali per Toronto e manterrà i voli giornalieri per New York e Washington. L’offerta della compagnia per Australia e Sud Est Asiatico, ampliata la scorsa estate, rimarrà invariata con sei voli settimanali per Kuala Lampur e Sydney e con tre frequenze settimanali per Singapore e Melbourne, mentre per Delhi e Bangkok saranno effettuati servizi giornalieri. In Estremo Oriente, Austrian Airlines opererà sei collegamenti settimanali per Tokyo, quattro per Osaka e Pechino e tre per Shanghai. Saranno introdotti due voli settimanali diretti per Kathmandu. Da quest’inverno la frequenza da Vienna per Il Cairo diventerà giornaliera, mentre saliranno a cinque i voli settimanali per Dubai e a quattro quelli per Tripoli.  
   
   
AIR FRANCE ALLINEA LA FRANCHIGIA BAGAGLI ALLE NORME DELLE PRINCIPALI COMPAGNIE AEREE EUROPEE: UNA FORMULA PIU SEMPLICE E PIU CONVENIENTE  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Air France comunica l’applicazione di una nuova politica in materia di trasporto bagagli in stiva. Se da una parte Air France allinea la franchigia bagagli dei clienti che viaggiano in cabina Tempo sulla scia della maggior parte delle grandi compagnie aeree europee, dall’altra la Compagnia innova in materia tariffaria per quanto riguarda l’eccedenza bagagli: le tariffe sono state ridotte, in partenza dagli scali lungo raggio su alcune destinazioni, fino al 67%. Questa nuova politica si applica su tutta la rete Air France, ad eccezione dei voli da e verso gli Stati Uniti, il Canada, il Messico e Papeete, paesi per i quali resta o entra in vigore il “piece concept”. Questa novità non riguarda i voli da e verso Nouméa, Fort-de-france, Pointe-à-pitre, Cayenne e l’isola della Réunion. La franchigia dei passeggeri che viaggiano in cabina Tempo passa da 23 a 20kg, quella dei passeggeri che viaggiano in Tempo Challenge, Alizé, l’Espace Affaires e l’Espace Première resta immutata. L’eccedenza bagaglio é oramai tassata secondo una nuova regola, più semplice e più conveniente per il cliente1. Le tariffe sono: Fino al 67 % meno care in partenza dagli scali lungo raggio verso alcune destinazioni; Accessibili a tutti i clienti Air France, indipendentemente dalla classe di viaggio e relativa franchigia.  
   
   
ECOMONDO: FRIGORIFERI RIDOTTI IN POLVERE, NEL RISPETTO DI KYOTO  
 
Cavenago di Brianza, 2 novembre 2004 - Falck Ambiente S.p.a. Sarà presente ad Ecomondo, presso la Fiera di Rimini dal 3 al 6 novembre 2004, attraverso la presentazione delle best-practice all’interno dello stand della Regione Lombardia; come relatori al Convegno organizzato per il 3 novembre dal Kyoto Club; inoltre parteciperà con i propri poster sul nuovo “Centro di riciclaggio” dei Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), realizzato a Cavenago di Brianza (Milano), in occasione del seminario: "Le ricerche applicate nel campo dei rifiuti: prevenzione, tecnologie, riciclo e gestione integrata” in programma per il giorno 5 novembre 2004. L’impianto di Cavenago Brianza portato a termine nel 2003 diviene totalmente operativo dal 2004. Il centro di Cavenago opera nel trattamento dei rifiuti “tecnologici” per il recupero dei beni durevoli e/o strumentali di ex uso domestico o aziendale sia che si tratti dei frigoriferi normali di casa nostra che di quelli più grandi provenienti dai bar o dai super - iper mercati, che di lavatrici o lavastoviglie, di televisori e computer, di piccoli elettrodomestici o di scarti di lavorazione, fornendo il miglior servizio di rottamazione eco-compatibile Il complesso si estende per una area di circa 21.000 mq. Di cui 12.000 coperti. La potenzialità di trattamento annuo autorizzata è di circa 16.000 tonnellate di cui, circa 12.000 ton. Di rifiuti speciali pericolosi e circa 4.000 ton. Di rifiuti speciali non pericolosi. E' l'unico impianto industriale oggi funzionante in Italia che basa il proprio processo di trattamento sulla tecnologia di triturazione "a catena", in grado di assicurare i più elevati livelli di efficacia ambientale. In Europa ci sono altri 5 impianti "a catena"; nel resto del mondo ne risultano circa 2 o 3 : sono tutti derivati dall'iniziale esperienza fatta da Falck Ambiente in Sesto San Giovanni alla fine degli anni 2000. Valori di emissione: nella gestione del processo di intercettazione dei Clorofluorocarburi, il nuovo impianto di Falck Ambiente assicura il totale rispetto della legislazione vigente (Decreto 20 settembre 2002 Ministero dell'Ambiente) in tema di emissioni, che fissa in non più di 25 gr. / ora la quantità massima di Cfc che è consentito di poter disperdere nell'ambiente. Ciclo di trattamento:pre trattamento orientato ad hoc su ciascuna delle differenti tipologie di rifiuto; triturazione mediante tecnologia “a catena” con conseguente polverizzazione della schiumatura poliuretanica d’isolamento termico del frigorifero e conseguente liberazione totale dei Clorofluorocarburi (Cfc) in essa contenuti; crio-condensazione dei Cfc intercettati; selezione dei materiali “a secco”; procedure di sicurezza del lavoro e di controllo delle emissioni gestite mediante Plc; sono le tecnologie che, sperimentate negli anni, sono state consolidate presso l’impianto.  
   
   
GREENVISION AMBIENTE SPA: ACCORDO PER L’ACQUISIZIONE DEL 50% DEL CAPITALE SOCIALE DI INNOVATIVE VALUE ACTIVITY SRL  
 
San Polo D’enza (Re), 2 novembre 2004 – Sono stati conclusi gli accordi per l’acquisizione da parte di Greenvision ambiente Spa, società operante nel settore Ambiente e Sicurezza ambientale quotata sul mercato Expandi della Borsa Italiana, del 50% del capitale sociale di Innovative Value Activity Srl. Innovative Value Activity srl, fondata nel 1997 da Giuseppe Poli, che rimarrà socio per il restante 50% del capitale ed Amministratore Delegato della società, si occupa di raccolta, smaltimento e trasformazione di materie plastiche riciclate e ha sviluppato negli ultimi anni una divisione ambiente, diventata core business, che attraverso l’impiego di materiali riciclati produce alcuni prodotti geotecnici per la conservazione del territorio. Tale divisione è già integrata sinergicamente con Greenvision ambiente Spa, in quanto progetta e produce per quest’ultima da alcuni anni specifici prodotti geotecnici con finalità applicative nel consolidamento dei terreni. Inoltre, Innovative Value Activity Srl e Greenvision ambiente Spa hanno in programma la creazione congiunta di un ufficio ricerca e sviluppo per lo studio di specifici prodotti atti a soddisfare le esigenze in chiave ambientale dei principali clienti del Gruppo. La Società ha dimostrato negli anni una particolare dinamicità, che l’ha portata da un fatturato di Euro 2,856 milioni nel 1998 a chiudere il 2003 con ricavi pari a Euro 16,5 milioni con un Cagr del 42%, spostando il sales mix sempre più verso prodotti riciclati che presentano margini più elevati. La Società prevede di chiudere l’esercizio 2004 con ricavi pari a circa Euro 21 milioni, una crescita organica superiore al 25% rispetto all’esercizio precedente e un Margine Operativo Lordo pari a circa Euro 1,7 milioni, con una posizione finanziaria netta pari a - Euro 2 milioni. La percentuale del fatturato estero 2004 raggiungerà il 40% del totale, con una quota significativa nei mercati emergenti del Far East quali Cina e India. Il prezzo per l’acquisizione del 50% è pari a Euro 2,25 milioni e verrà corrisposto nel gennaio 2005 e riflette un multiplo pari a circa quattro volte l’Ebitda 2004. L’acquisizione permetterà a Greenvision ambiente Spa di accelerare il processo di sviluppo di nuovi prodotti eco-compatibili e consentirà un significativo incremento dei ricavi e dei risultati operativi per il prossimo esercizio.  
   
   
FIORI, MONUMENTI FUNERARI, MANUTENZIONE: PER I DEFUNTI A MILANO SI RISPARMIA CON LE CONVENZIONI  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Per questi giorni dedicati al ricordo dei defunti vengono effettuati lavori di manutenzione dagli operatori del settore per il miglior decoro di tombe, monumenti, piante e aiuole. Anche per questi lavori, come per i funerali, i milanesi puntano a spendere meno non sapendo che esistono convenzioni con prezzi calmierati. L’associazione marmisti milanesi, aderente all’ Unione del Commercio di Milano sta definendo con l’Amministrazione comunale (Assessorato ai servizi cimiteriali e funebri) una convenzione con un listino calmierato per tombe, monumenti, colombari e ossari. Convenzione che prevede prezzi del 30% inferiori a quelli migliori praticati sul mercato: dalla lastra semplice (con la sola epigrafe incisa e smaltata) a 80 euro, al monumento funebre decennale a lastra intera in granito sardo a 1.800 euro. E a causa dello spazio fisico nei cimiteri sono aumentate le cremazioni che a Milano hanno raggiunto quota 50%. Risparmi del 30% anche dal Gruppo fioristi e giardinieri cimiteriali aderente all’Unione del Commercio di Milano grazie alla convenzione con il Comune: a seconda della tipologia delle sepolture e delle relative misure, la manutenzione annuale (rasatura, rimozione erbe infestanti, concimazioni, innaffiature) costa dai 297 ai 520 euro. La manutenzione specifica per la ricorrenza dei defunti può costare da 130 a 150 euro con i fiori. Ma quali sono i fiori che si vendono di più per la ricorrenza dei defunti? Naturalmente il crisantemo, reciso o in vaso: 90% delle vendite per i fioristi dei chioschi al di fuori dei cimiteri milanesi, il 75% delle vendite negli altri negozi di fiori. Rose, ciclamini, crisantemi piccoli, lilium, sono tra gli altri prodotti più richiesti. E in provincia di Milano si dedicano sempre più risorse al ricordo dei defunti. Il risultato emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese tra il 2000 e il 2004 (terzo trimestre). La provincia vanta il 38% delle imprese lombarde, il 5% del dato nazionale, con un incremento del settore pari al 10% (+18% il dato nazionale, +6% quello regionale), 3% nell’ultimo anno. Il totale tra commercio al dettaglio di articoli funerari cimiteriali (contano 51 attività), pompe funebri e attività connesse (197 imprese) si attesta a 248. Mentre nel 2003 era di 241 (47 e 194 per ogni categoria) e nel 2000 di 226 (49 e 177). Nell’ultimo anno cresce di più il commercio di articoli funerari (+8,5%) rispetto alle pompe funebri (+1,5%). Dal 2000 al 2004 la crescita più sostenuta riguarda le pompe funebri (+11,3%) rispetto al commercio di articoli funerari (+4,1%). In linea con la media italiana la diffusione delle attività di settore per abitante con 0,7 imprese ogni 10.000 persone rispetto a 0,9 in Italia. Crescita in provincia di Milano per settore dal 2000 al 2004
comm. Dettaglio articoli funerari cimiteriali 2004 pompe funebri e attività connesse 2004 comm. Dettaglio articoli funerari cimiteriali 2003 pompe funebri e attività connesse 2003 comm. Dettaglio articoli funerari cimiteriali 2000 pompe funebri e attività connesse 2000 totale settori 2004 totale settori 2003 totale settori 2000 var % 2003/2004 var % 2000/2004 quota % sul 2004
Milano 51 197 47 194 49 177 248 241 226 3% 10% 38%
Lombardia 186 473 182 464 194 425 659 646 619 2% 6% 100%
Italia 1526 3472 1522 3287 1374 2858 4998 4809 4232 4% 18% 100%
Elaborazione Camera di commercio di Milano Marmisti, fioristi e giardinieri cimiteriali: le convenzioni con il Comune fanno scendere il prezzo del 30%. L'associazione marmisti milanesi, aderente all'Unione del Commercio di Milano, sta definendo con l'Amministrazione comunale (Assessorato ai servizi cimiteriali e funebri) una convenzione con un listino calmierato per tombe, monumenti, colombari e ossari. Convenzione che prevede prezzi del 30% inferiori a quelli migliori praticati sul mercato: dalla lastra semplice (con la sola epigrafe incisa e smaltata) a 80 euro al monumento funebre decennale a lastra intera in granito sardo a 1.800 euro. Ma gli operatori del settore rilevano il momento di grande difficoltà: non c'è spazio fisico nei cimiteri e soprattutto sono aumentate in modo esponenziale le cremazioni. Un fenomeno, che sottende un profondo cambiamento di mentalità, tutto milanese: a Milano le cremazioni hanno raggiunto quota 50%. Risparmi del 30% anche dal Gruppo fioristi e giardinieri cimiteriali aderente all'Unione del Commercio di Milano grazie alla convenzione con il Comune: a seconda della tipologia delle sepolture e delle relative misure la manutenzione annuale (rasatura, rimozione erbe infestanti, concimazioni, innaffiature) costa dai 297 ai 520 euro. La manutenzione specifica per la ricorrenza dei defunti può costare da 130 a 150 euro con i fiori. Fiori per i funerali? Si risparmia con la convenzione dettaglianti fioristi-Comune. Chiamando il numero verde 800-324980 il consumatore può informarsi sulla convenzione tra l'Associazione fioristi milanesi e il Comune di Milano. Una convenzione attiva già da molti anni - il monte d'affari sviluppato fra il 1988 e l'agosto 2004 ha superato i 5 milioni di euro - e che consente di ottenere prezzi vantaggiosi per la fornitura di fiori in occasione di un funerale. Quaranta fioristi, a turno, garantiscono la costante operatività di questa convenzione. I milanesi ora puntano decisamente al risparmio: vengono meno richieste le corone, ma i cofani (cuscinetti). Ed ora gli operatori vorrebbero introdurre nel listino offerto anche i mezzi cofani. Fiori per la ricorrenza dei defunti: è il momento del crisantemo Quali fiori si vendono di più per la ricorrenza dei defunti? Naturalmente il crisantemo, reciso o in vaso, la fa da padrone: il 90% delle vendite per i fioristi dei chioschi al di fuori dei cimiteri milanesi (il loro giro d'affari in questi giorni è superiore da due a tre volte rispetto al periodo normale) e il 75% delle vendite negli altri negozi di fiori (la ricorrenza dei defunti, soprattutto per i punti vendita più lontani dai cimiteri, apporta solo leggeri incrementi nelle vendite). Rose, ciclamini, crisantemi piccoli, lilium (più venduto nei negozi) ed anche qualche fiore esotico, sono gli altri prodotti più richiesti.
 
   
   
DALLA BIANCHERIA AI MOBILI: IL DESIGN ITALIANO CHE PIACE AI COREANI E MODA E DESIGN RAPPRESENTANO IL 27% DELL’EXPORT  
 
Milano, 2 novembre 2004. Il design e la moda made in Italy piacciono ai coreani. Il 27,1% dell’export italiano verso la Corea del Sud è costituito da: vestiti e accessori di abbigliamento (7.8%), articoli tessili confezionati (7.4%), articoli in cuoio (4.7%), mobili e loro parti (2.7%), articoli da viaggio (2.5%) e calzature (2%). Mentre l’Italia importa in particolare apparecchi e attrezzature per le telecomunicazioni (27%), veicoli su strada (23.9%), macchine e apparecchi industriali per uso generale (10%). L’interscambio è di quasi due miliardi e mezzo di euro. Tra le regioni, in prima linea si trova la Lombardia con il 67.4% dell’import verso la Corea del Sud e il 34.6% dell’export. Nell’export bene anche il Veneto, l’Emilia Romagna (entrambi 11.2%) e il Piemonte (10.8%). Nell’import il Lazio (6,3%), la Sicilia (5.9%) e l’Emilia Romagna (4.8%). Emerge da un’elaborazione della Camera di Commercio di Milano su dati Istat al giugno 2004. E di prospettive d’affari nel settore del design si è parlato oggi al seminario “Quali opportunità per il design in Corea?” organizzato da Promos, azienda speciale della Camera di Commercio per le attività internazionali e Ice Milano. Durante l’incontro è stata presentata ed è disponibile gratuitamente l’indagine di mercato sui beni del design industriale in Corea. Questa iniziativa rientra nel più ampio progetto “Design Oriente” nato dall’accordo di programma tra Ministero delle Attività Produttive e Unioncamere, realizzato da Promos – Camera di Commercio di Milano, Ice, Centro Estero Camere di Commercio Piemontesi, Promofirenze, Vicenza Qualità e Camera di Commercio di Campobasso. Prevista anche una missione imprenditoriale a Tokyo e Seoul dal 27 novembre al 4 dicembre. La missione è rivolta in particolare alle aziende dei settori: arredamento e arredobagno, illuminotecnica, beni di consumo, per la comunicazione e l’elettronica, per la produzione, beni sociali, grafica e multimedialità, design industriale, studi e scuole di design.
. Interscambio Italia con Corea per regione
Regioni2003 I sem. 2004 I sem variaz. % I sem 03-04 % su tot. It 04
import export import export Import Export Import Export
Piemonte 152.868.290 103.943.684 49.150.504 95.078.695 -67,8% -8,5% 3,1% 10,8%
Valle d'Aosta 2.014.628 4.711.722 2.471.262 3.847.420 22,7% -18,3% 0,2% 0,4%
Lombardia 657.393.155 338.260.960 1.063.471.703 304.998.183 61,8% -9,8% 67,4% 34,6%
Liguria 18.263.678 7.169.046 14.229.694 5.904.695 -22,1% -17,6% 0,9% 0,7%
Trentino-alto Adige 2.198.197 9.477.467 9.556.966 13.743.993 334,8% 45,0% 0,6% 1,6%
Veneto 50.788.346 104.419.047 54.807.689 99.009.607 7,9% -5,2% 3,5% 11,2%
Friuli-venezia Giulia 37.004.878 19.531.988 16.111.871 17.099.949 -56,5% -12,5% 1,0% 1,9%
Emilia Romagna 80.697.230 117.930.537 76.199.763 98.651.656 -5,6% -16,3% 4,8% 11,2%
Toscana 27.842.772 126.497.464 28.478.003 86.471.873 2,3% -31,6% 1,8% 9,8%
Umbria 1.768.668 6.532.491 2.130.443 6.396.561 20,5% -2,1% 0,1% 0,7%
Marche 5.962.208 19.439.455 3.738.865 17.955.670 -37,3% -7,6% 0,2% 2,0%
Lazio 131.251.037 32.341.424 99.345.303 46.622.376 -24,3% 44,2% 6,3% 5,3%
Abruzzo 11.246.812 7.769.355 9.224.120 5.503.633 -18,0% -29,2% 0,6% 0,6%
Molise 1.074.498 350.202 289.417 848.058 -73,1% 142,2% 0,0% 0,1%
Campania 219.252.715 42.390.824 46.955.701 28.611.395 -78,6% -32,5% 3,0% 3,2%
Puglia 7.040.431 4.106.073 7.423.001 16.300.878 5,4% 297,0% 0,5% 1,9%
Basilicata 473.375 1.149.618 107.183 735.151 -77,4% -36,1% 0,0% 0,1%
Calabria 926.599 1.187.492 1.099.419 374.870 18,7% -68,4% 0,1% 0,0%
Sicilia 2.655.203 15.981.790 93.741.181 32.184.829 3430,5% 101,4% 5,9% 3,7%
Sardegna 2.215.051 507.107 354.989 417.434 -84,0% -17,7% 0,0% 0,0%
altro 0 1.156.778 0 355.398 0,0% -69,3% 0,0% 0,0%
Totale Italia 1.412.937.771 964.854.524 1.578.887.077 881.112.324 11,7% -8,7% 100,0% 100,0%
Elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati Istat, 1° semestre 2004 – valori in euro
 
   
   
APPROVATO IL DECRETO SUL SERVIZIO NAZIONALE DI VALUTAZIONE IL MINISTRO MORATTI: "COSÌ GARANTIREMO UNA SCUOLA DI QUALITÀ"  
 
Roma, 2 novembre 2004 - Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi in via definitiva, su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, il decreto legislativo attuativo della legge 53/2003 relativo alla istituzione del Servizio nazionale di valutazione del sistema di istruzione e di istruzione e formazione professionale nonché al riordino dell'Invalsi, Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione. "La riforma della scuola, con l'approvazione definitiva di questo provvedimento, ha raggiunto un'altra importante tappa", ha detto il Ministro Moratti. "Con esso vengono messe a regime e generalizzate per tutto il sistema educativo le esperienze dei progetti pilota svoltesi su base volontaria, che nello scorso anno scolastico avevano visto la partecipazione di oltre 9.000 scuole. La valutazione dei livelli di apprendimento e dell'offerta formativa", ha aggiunto il Ministro, "servirà per conoscere a fondo il sistema e per migliorarlo secondo una logica di qualità, consentendoci di rendere un servizio più efficace e trasparente agli studenti, alle famiglie e al Paese tutto". Ecco, in sintesi, le principali novità contenute nel decreto legislativo: Viene per la prima volta istituito in Italia, come è già avvenuto da tempo in tutti i maggiori Paesi europei, un Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione. Il nuovo servizio avrà il compito di contribuire al progressivo miglioramento e armonizzazione della qualità del sistema educativo, valutandone l'efficacia e l'efficienza e inquadrandone la valutazione nel contesto internazionale. Il Servizio nazionale è affidato principalmente all'Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi), che viene a tal fine riordinato. L'invalsi, già disciplinato con il decreto legislativo 20 luglio 1999, n. 258, ha avuto finora quale fine istituzionale la ricerca sulle metodologie valutative. Esso ha anche svolto, negli ultimi anni, sulla base di specifiche direttive di questo Governo e in via sperimentale, la valutazione delle scuole che hanno aderito volontariamente. Il decreto legislativo affida ora all'Invalsi la valutazione complessiva di sistema, che diviene obbligatoria per tutte le scuole e viene affidata all'Istituto riordinato come sua finalità fondamentale. La valutazione affidata all'Istituto è una valutazione complessiva di sistema che si aggiunge alla valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli studenti, affidata ai docenti. Al Servizio nazionale di valutazione concorreranno, attraverso accordi e intese volti alla condivisione dei dati e delle conoscenze, oltre all'Invalsi, le scuole autonome, che dovranno autovalutarsi, e le Regioni, le Province e i Comuni in relazione ai rispettivi ambiti di competenza. Compito dell'Istituto sarà anche predisporre le prove dell'Esame di Stato per la loro scelta da parte del Ministro. La valutazione riguarda sia il sistema dell'istruzione, sia il sistema dell'istruzione e formazione professionale limitatamente, per quest'ultimo, ai livelli essenziali delle prestazioni.  
   
   
PRENDE IL VIA LA SECONDA EDIZIONE DEL "NOKIA UNIVERSITY PROGRAM". ANCHE QUEST'ANNO NOKIA SFIDA GLI STUDENTI A REALIZZARE UN PIANO DI MARKETING OFFRENDO UN FILO DIRETTO CON LE STRATEGIE AZIENDALI  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Nokia dà il via alla seconda edizione del Nokia University Program Il progetto quest’anno,con l’obiettivo di estendere l’opportunità di partecipare a più studenti ed atenei, coinvolgerà la Facoltà di Economia della Seconda Università di Roma Tor Vergata, la Facoltà di Lettere dell’Università di Roma Tre, la Facoltà di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano e la Facoltà di Economia dell’Università di Catania. Nel corso della prima presentazione presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Roma Tre, è stato introdotto il caso aziendale sul quale gli studenti saranno invitati a realizzare un piano di marketing. "Con questa seconda edizione del Nokia University Program"- ha detto Alberto Piglia, Marketing & Channel Manager Nokia Italia – "vogliamo continuare confrontarci in modo stimolante con il mondo universitario e soprattutto con gli studenti dandogli la possibilità di misurarsi da vicino con un caso aziendale concreto" Quest’anno gli studenti dovranno elaborare un piano di marketing sulla nuova versione del Communicator, il Nokia 9500, in commercio a partire dall’autunno 2004. Come i predecessori della serie Communicator (il primo risale alla metà degli anni novanta), il Nokia 9500 rende mobili le principali soluzioni per ufficio, offrendo ai professionisti: l’e-mail, la gestione dei dati personali, la navigazione Internet, le applicazioni “verticali” d’impresa e persino l’utilizzo di strumenti come ad esempio Office, che consentono di sfruttare al meglio il tempo impiegato negli spostamenti. La novità del Nokia 9500 è la copertura tri-band e il supporto della trasmissione dati via Edge e Wlan (Wi-fi 802.11b). La valutazione degli elaborati, prodotti dagli studenti singoli o riuniti in gruppi, sarà affidata ad una giuria nominata da Nokia che compilerà la classifica di tutti i progetti pervenuti selezionando i primi tre, che – nell’ambito di una cerimonia finale di premiazione nel corso della quale le tre squadre saranno invitate a presentare pubblicamente il loro progetto – deciderà il primo, il secondo e il terzo posto nella classifica finale. La premiazione avverrà a Marzo 2005.  
   
   
"LE SFIDE DEL NUOVO GIAPPONE"  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Il terzo incontro del ciclo "Verso il Secolo Asiatico?" si terrà il prossimo 3 novembre alle ore 18.00 a Palazzo Clerici in Via Clerici 5, Milano. Sul tema: "Le sfide del nuovo Giappone" Interverranno: Osamu Imai, Console Generale del Giappone in Italia e Corrado Molteni, Università degli Studi di Milano. Segreteria Organizzativa Tel. 02.8693053, e.Mail ispi.Eventi@ispionline.it  
   
   
CORSO DI FORMAZIONE PER VALUTATORI DI R&S  
 
 Bruxelles, 2 novembre 2004 - Dal 29 novembre al 2 dicembre si svolgerà a Enschede (Paesi Bassi) un corso di formazione di quattro giorni per valutatori di R&s (Ricerca e sviluppo) e funzionari governativi. Il corso - che offrirà letture di esperti in valutazione di R&s (Ricerca e sviluppo), studi di materiali di riferimento e scambi internazionali di esperienze - intende fornire: introduzione e visione globale della valutazione della R&s (Ricerca e sviluppo); discussione approfondita dei temi e metodi fondamentali; approcci sistematici alla preparazione di una valutazione della R&s; analisi dell'uso della valutazione della R&s come strumento politico strategico. Per informazioni: Sig.ra Marjatta Kemppainen: E-mail: u.M.kemppainen@utwente.nl Tel: +31 53 489 48 47  
   
   
WOMEN IN TECHNOLOGY CONFERENCE - SEGRATE, IBM FORUM, 4 NOVEMBRE  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Le donne nell'Information Technology: percorsi di carriera e opportunità di sviluppo professionale. Questo il filo conduttore della Women in Technology Conference, che avrà luogo presso l'Ibm Forum di Segrate il 4 novembre prossimo. La scelta della sede non è casuale: in Ibm Italia le donne rappresentano 31 per cento del totale dei dipendenti; inoltre, un manager su 5 è una donna. La conferenza sarà l'occasione per condividere idee ed esperienze, con il contributo di relatori provenienti dal mondo dell'università e della comunicazione. In particolare Nuria Chichilla Albiol, Professor of Managing People in Organizations, dell'università di Navarra, parlerà dei rapporti tra lavoro e famiglia; la professoressa Barbara Pernici, docente di Computer Engineering al Politecnico di Milano, traccerà il profilo al femminile di una carriera tradizionalmente maschile; la dottoressa Laura Bulleri, consulente di comunicazione e innovazione, affronterà il tema "Tecnologia e creatività". A relatrici della Ibm è affidato il compito di illustrare le proprie esperienze, qualificandosi come figure di riferimento nell'ambito di specifici percorsi di carriera professionale. In quest'ottica si inquadrano gli interventi di Michela Suriano, dell'Ibm Rome Tivoli Laboratory, e di Yafit Sami, dell'Ibm Research Laboratory di Haifa, in Israele.  
   
   
PREMI DI LAUREA ASSIOM  
 
Milano, 2 novembre 2004 - Assiom (Associazione Italiana Operatori Mercati dei Capitali) comunica i risultati finali del Concorso “Premi Di Laurea Assiom 2004” indetto dall’ Associazione, che riunisce gli operatori italiani dei mercati finanziari e dei capitali, con l’ obiettivo di dare il proprio contributo alla ricerca ed allo sviluppo degli strumenti dei mercati finanziari. L’ iniziativa ha riscontrato l’ apprezzamento del mondo accademico e ben ventisei sono state le tesi che hanno partecipato al Concorso, inviate da laureati delle più prestigiose università italiane. Tra queste la Commissione Giudicatrice ha individuato le prime tre classificate. Primo Classificato: Dr. Luca Maci - Università Luiss Guido Carli – Facoltà di Economia con la tesi sul tema “Exchange - Traded Fund (Etfs)” . Secondo Classificato: Dr. Luca Barone - Università Luiss Guido Carli – Facoltà di Economia con la tesi sul tema “Executive Stock Options”; Terzo Classificato: Dr. David Angeloni - Università di Roma Tor Vergata – Facoltà di Economia con la tesi sul tema “Mercati finanziari ed economia reale: l’ effetto delle informazioni economiche sull’ andamento degli indici azionari. I premi sono stati consegnati in occasione dell’ Assemblea Annuale dei Soci Assiom. E’ già aperto il bando di concorso per i Premi di Laurea 2005 il cui regolamento è stato spedito a tutte le università italiane ed è comunque reperibile sul sito dell’ Associazione.  
   
   
COMUNE DI NAPOLI: PRESENTATO L’INCUBATORE DELLE FIGURE PROFESSIONALI SPECIALIZZATE L’ INIZIATIVA NASCE PER DIFFONDERE LA CULTURA D’IMPRESA NELLE AREE DI DEGRADO URBANO DI NAPOLI EST E NAPOLI NORD  
 
Napoli, 2 nvoembre 2004 - Presentato il 28 ottobre presso la Sala Giunta di Palazzo San Giacomo alla presenza dell’?Assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli Nicola Oddati, il progetto “Incubatore di Figure Professionali Specializzate”, un’azione di sostegno promossa dal Comune di Napoli nel quadro degli interventi per lo sviluppo imprenditoriale in aree di degrado urbano (art. 14 legge n. 266/97 – annualità 2001), Consulenti aziendali, installatori e manutentori di impianti di condizionamento e di sistemi termoidraulici, esperti di falegnameria e restauro d’arte in legno pregiato o antico, esperti elettricisti civili e industriali, conduttori di macchine a controllo numerico, saldatori elettronici. Sono questi i profili lavorativi su cui si incentreranno i sei corsi di formazione previsti dal progetto. L’iniziativa, la cui realizzazione è stata affidata, a mezzo pubblico incanto, all’Associazione temporanea di imprese Consorzio per la formazione e lo sviluppo (Fosvi) – Servizi Informatici S.r.l., è rivolta a 84 inoccupati e disoccupati (dodici titolari più due uditori per ciascun corso), di età non superiore a 35 anni, residenti in uno dei Quartieri delle aree a Nord (Chiaiano, Miano, Piscinola-marianella, Scampia, Secondigliano, San Pietro a Patierno) e a Est (Barra, Ponticelli, Poggioreale, Zona Industriale, San Giovanni a Teduccio) di Napoli. Obiettivo dell’intervento è di assicurare agli allievi una preparazione professionale avanzata, specifica e direttamente collegata alle esigenze del tessuto economico e produttivo delle due aree, per favorire l’esercizio di una professione autonoma o la ricerca di una occupazione qualificata. I corsi, che si terranno da gennaio a luglio del 2005, avranno una durata complessiva di 500 ore, distribuite tra azioni di orientamento, formazione di aula, stage e assistenza/consulenza allo start up di impresa o alla ricerca attiva del lavoro. Ben 280 saranno le ore dedicate agli stage, che saranno effettuati presso aziende ubicate nelle aree di riferimento o in zone confinanti e per i quali è stabilito un rimborso spese di 420 euro per gli allievi titolari. Il termine di scadenza delle domande è fissato al 13 dicembre 2004. “ Il progetto, che rientra nel quadro della legge 266/97 sugli interventi urgenti per l’economia – spiega l’Assessore allo Sviluppo Nicola Oddati – vuole far crescere la cultura imprenditoriale, favorire l’acquisizione di competenze specifiche e dare la possibilità ai giovani di sentirsi soggetti attivi nel mercato del lavoro”. “Il progetto- continua Oddati- è stato preceduto da un’analisi del territorio, che ha rivelato quanto fosse forte il legame fra la realtà locale e l’imprenditoria, che lamentava la mancanza di figure professionali specialistiche fra la manodopera locale. Di qui l’idea di questo percorso formativo integrato, anche per contrastare l’emarginazione sociale e per soddisfare le esigenze del tessuto economico-produttivo locale”. “Per contribuire alla riduzione del tasso di disoccupazione giovanile – aggiunge Roberto Sanseverino, presidente della Fosvi – puntiamo al recupero dei mestieri tradizionali e della manualità: infatti, oltre al corso per formare consulenti aziendali, il progetto prevede cinque corsi in area professionale, che formeranno esperti elettricisti, idraulici e di falegnameria”.