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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 06 Novembre 2007 |
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RICERCA EUROPEA SCOPRE CHE IL CIBO BIOLOGICO È MIGLIORE E PIÙ SANO |
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Un progetto europeo ha scoperto che alcuni alimenti biologici, quali la frutta, le verdure e il latte, potrebbero essere più nutrienti rispetto ai cibi prodotti non biologicamente e contenere più elevate concentrazioni di antiossidanti che si ritiene riducano il rischio di patologie cardiache e cancro. I primi risultati del progetto Quality Low Input Food (Qlif) hanno dimostrato che la frutta e la verdura biologica contenevano il 40% di antiossidanti in più dei prodotti coltivati non biologicamente. Per quanto riguarda il latte è stata rilevata una differenza persino maggiore, in quanto le varietà biologiche presentavano il 60% in più di antiossidanti nonché di acidi grassi dall´effetto benefico. Il coordinatore del progetto, il professor Carlo Leifert dell´Università di Newcastle (Regno Unito), ha annunciato alla stampa i risultati del più grande progetto di ricerca mai realizzato prima sui vantaggi dell´agricoltura e dei cibi biologici. Ha affermato che tali dati hanno suggerito che mangiare alimenti biologici era equivalente a ingerire una porzione supplementare di frutta e verdura al giorno. «Adesso ci sono sufficienti prove a dimostrazione dei maggiori benefici presenti nel biologico. Pertanto, ora chiediamo alla Food Standards Agency (agenzia per la sicurezza alimentare) di riconoscere e ammettere pubblicamente i vantaggi nutrizionali del cibo biologico prodotto con sistemi agricoli biologici gestiti in modo corretto», ha dichiarato il professor Leifert. Coinvolti nel progetto quadriennale, i ricercatori dell´Università di Newcastle hanno allevato bestiame e coltivato frutta e verdura, tra cui cavolfiori, lattuga, carote, patate e grano, in terreni agricoli a coltivazione biologica e non in Europa. Hanno poi confrontato fattori quali il gusto e le qualità nutrizionali. I risultati del progetto sono in contrasto con la recente dichiarazione dell´Agenzia per la sicurezza alimentare (Fsa) del governo britannico: «I consumatori possono anche scegliere di comprare alimenti biologici in quanto li ritengono più salutari e nutrienti dell´altro cibo in commercio. Tuttavia, la valutazione degli attuali dati scientifici non conferma questa tesi». Il progetto è iniziato a marzo del 2004 e ha ricevuto un finanziamento di 18 Mio Eur a titolo dell´area tematica «Qualità e sicurezza alimentare» del Sesto programma quadro (6°Pq) dell´Unione europea. Il consorzio del progetto è composto da circa 31 centri di ricerca, imprese e accademie d´Europa e dei paesi vicini. Il loro obiettivo comune è accrescere il valore nei confronti di consumatori e produttori basandosi su un approccio «dal produttore al consumatore». Il professor Leifert ha affermato che adesso lui e la sua équipe vogliono esplorare i meccanismi sottesi grazie ai quali i metodi biologici, al contrario di quelli non biologici, producono concentrazioni così elevate di nutrienti benefici. Una portavoce della Soil Association ha dichiarato alla stampa che i risultati del progetto dimostrano che la Fsa dovrebbe rivedere la propria posizione e questo potrebbe essere l´inizio di un grande cambiamento nella spesa dei consumatori. Secondo alcune ricerche di mercato, i consumatori europei cercano cibo gustoso, sicuro, accessibile e nutriente che non danneggi l´ambiente. Le aziende agricole con impiego ridotto di pesticidi, che mirano a evitare l´impiego di pesticidi sintetici e di fertilizzanti, potrebbero rispondere alla domanda dei consumatori. I risultati finali del progetto dovrebbero essere pubblicati su una rivista scientifica con controllo tra pari nel corso dei prossimi 12 mesi. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Qlif. Org http://www. Soilassociation. Org http://ec. Europa. Eu/agriculture/qual/organic/index_it. Htm . |
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SECONDO L´INDUSTRIA BIOTECNOLOGICA EUROPEA, L´INCREMENTO MASSICCIO DELL´AGRICOLTURA GM NON È ANCORA SUFFICIENTE |
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Malgrado lo scetticismo di lunga data nei confronti degli organismi geneticamente modificati (Ogm), recentemente ancor più marcato, in Europa negli ultimi 12 mesi abbiamo assistito a un incremento massiccio del 77% della superficie coltivata a colture geneticamente modificate. Il raccolto di mais Gm ha raggiunto gli oltre 1 000 chilometri quadrati. Europabio, l´associazione delle industrie europee di biotecnologia, ha presentato questi dati il 29 ottobre a Bruxelles e ha chiesto un ulteriore ampliamento della coltivazione di mais Gm, in particolare di mais Bt, nonché una più celere approvazione delle altre colture a livello europeo. Secondo Europabio, i ritardi del sistema di approvazione comunitario riguardano attualmente più di 60 colture, che sono «bloccate tra gli arretrati». «Se la valutazione del rischio dà il via libera sulla sicurezza del prodotto, quest´ultimo dovrebbe ricevere un´approvazione quasi automatica», ha dichiarato Johann Vanhemelrijck, segretario generale di Europabio, in occasione di un´intervista al Notiziario Cordis, in cui ha esortato i responsabili delle politiche a basare le loro decisioni sulle ricerche scientifiche in maniera più affidabile. «Solo così le società continueranno a investire nella ricerca. Non è possibile continuare a chiedere alle aziende di contribuire per due terzi al 3% dell´obiettivo di Lisbona per la ricerca se non si consente [la commercializzazione] dei prodotti che scaturiscono da tale ricerca», ha aggiunto. Attualmente, l´unica coltura Gm autorizzata nell´Ue è il grano Bt, resistente alla piralide del granturco, una larva di tarma che si nutre del fusto e della spiga della pianta riempiendola contemporaneamente di buchi che agevolano la diffusione di funghi potenzialmente tossici. Il genoma del grano Bt, una varietà di mais transgenico, è stato modificato per introdurre un gene del bacillus thuringiensis che produce una tossina in grado di colpire la piralide del grano. Tuttavia, i critici hanno fatto presente che la varietà di mais modificato colpisce anche gli insetti benefici. Il mais rappresenta il 14% di tutte le colture dell´Unione europea, il che significa che «il mais è importante», ha osservato Nathalie Moll, direttore esecutivo della sezione Green Biotechnology Europe (Gbe) di Europabio. In base ai dati, oggigiorno l´1% del mais europeo è geneticamente modificato. Secondo le stime, circa il 25% del mais dell´Ue è vittima della piralide europea del granturco. Al momento, otto paesi europei hanno autorizzato la coltivazione del mais Bt. In Francia, ad esempio, si è registrato un incremento del 323% delle coltivazioni di mais Bt, passando dai 5 000 ettari nel 2006 a più di 21 000 ettari nel 2007. Il Presidente francese Nicolas Sarkozy, tuttavia, ha appena sospeso tutte le coltivazioni di prodotti Gm fino all´anno prossimo e non è l´unico capo di Stato europeo a essere scettico sulle colture geneticamente modificate: l´Austria, ad esempio, dove non esistono colture Gm, ha vietato tutte le importazioni di mais Gm. I ministri europei dell´Ambiente voteranno il 30 ottobre su una proposta della Commissione volta a costringere l´Austria a porre fine al divieto nazionale o alla clausola di salvaguardia. Malgrado ciò, «gli agricoltori europei devono volerlo», ha concluso Nathalie Moll, in quanto «un incremento del 77% in un anno evidenzia un certo interesse», in particolare se si considera che il mais Bt non è uno sviluppo recente, bensì è stato approvato per la prima volta in Ue nel 1998. Secondo Nathalie Moll, l´impiego di mais Bt aumenta la competitività, contribuisce a ridurre le emissioni di Co2 e fa bene ai consumatori, perché consente di ingerire meno tossine da fungo presenti sul grano danneggiato dall´insetto. Benché i critici esprimano dubbi da anni sugli apparenti vantaggi delle colture Gm, il dottor Marc van Montague, uno dei pionieri dell´ingegneria genetica delle piante, è certo che la resa maggiore garantita dalle colture Gm si rivelerà presto necessaria per alimentare la popolazione mondiale in crescita e soddisfarne il fabbisogno energetico. Inoltre, «gli scienziati hanno creato molte, altre soluzioni più interessanti che potrebbero essere importanti per i consumatori, per l´ambiente e per i paesi in via di sviluppo», ha riferito al Notiziario Cordis il dottor van Montague. Ha citato quale esempio le colture resistenti alla siccità. «Ma in assenza della struttura economica non possiamo commercializzare tali prodotti. Verranno comunque coltivati in alcuni paesi e gli altri finiranno per seguirne l´esempio, perché se gli agricoltori e l´industria ne vedranno gli effetti, questa scienza diventerà inarrestabile». Per maggiori informazioni consultare: http://www. Europabio. Org/ . |
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INAUGURAZIONE DELLA PIATTAFORMA TECNOLOGICA RUMENA DEDICATA AI BIOCARBURANTI |
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Il 9 novembre a Cluj-napoca (Romania) sarà inaugurata la piattaforma tecnologica rumena Biocaro, dedicata ai biocarburanti. Gli obiettivi di Biocaro sono collaborare allo sviluppo di una tecnologia di prim´ordine ed economicamente competitiva in materia di biocarburanti, contribuire alla creazione di un´industria rumena dei biocarburanti (connessa a quella europea) e individuare le necessità scientifiche per conseguire tali obiettivi. La piattaforma è un forum aperto che accoglie tutti gli esponenti delle parti interessate allo sviluppo sostenibile dei biocarburanti: gruppi di interesse in campo agricolo e forestale, industrie e associazioni di settore, organizzazioni nell´ambito della ricerca e della tecnologia, organismi statali e normali cittadini. Per ulteriori informazioni visitare: http://biotehplatform. Ro/en/ . |
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ENERGIA: CONFAGRICOLTURA, IL CONTRIBUTO DELLA MICROGENARAZIONE AGRICOLA-FORESTALE DI FRONTE AL COSTANTE AUMENTO DELLA DOMANDA “SMART GRIDS”, LE RETI INTELLIGENTI, NELLE QUALI I FLUSSI ENERGETICI GENERATI DALLA MICROGENERAZIONE AGRICOLA-FORESTALE SONO BIDIREZIONALI E POSSONO PARTIRE E ARRIVARE IN OGNI PUNTO COLLEGATO AL SISTEMA DI DISTRIBUZIONE. |
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“E’ necessario mettere in campo tutte le azioni idonee a raggiungere in campo energetico gli obiettivi indicati dalla Commissione europea. E questo non si potrà fare senza il decisivo apporto delle fonti rinnovabili, comprese le bioenergie”. È questo il commento di Confagricoltura ai dati che diffonde periodicamente Terna, in qualità di responsabile della rete elettrica nazionale, dai quali emerge un aumento costante dei consumi elettrici. Dati che trovano conferma anche nel settore agricolo, dove i consumi nel 2006 sono aumentati del 2,6% rispetto all’anno precedente. Maggiori consumi, spiega Confagricoltura, collegati sopratutto allo sviluppo di alcuni processi agroindustriali. Confagricoltura rimarca che oggi l’agricoltura soffre della mancanza di tariffe idonee a soddisfare i picchi di consumo stagionali e non differibili (irrigazione, essiccazione, cicli di prima manipolazione e lavorazione ecc. ), nonché di significativi incentivi per le Pmi diretti a rinnovare le tecnologie, sia attraverso l’autoproduzione di energia (elettricità e calore) da fonti rinnovabili, sia attraverso l’efficienza energetica. Una delle questioni principali da risolvere, a parere di Confagricoltura, è quella legata alla necessità di riprogettare le reti energetiche, attraverso la creazione di “smart grids”, le così dette reti intelligenti, nelle quali i flussi energetici generati dalla microgenerazione agricola-forestale sono bidirezionali e possono partire e arrivare in ogni punto collegato al sistema di distribuzione. “L’azienda agricola – sostiene la Confederazione - si presta più di altre tipologie ad interagire in tempo reale con la rete, valutando l´opportunità di generare l´energia per i propri usi e rilasciandone sulla rete altra, al fine di rendere più flessibili i consumi”. . |
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A MANTOVA CENTRO ECCELLENZA AGRICOLTURA E ZOOTECNIA BECCALOSSI PRESENTA CARPANETA, 200 ETTARI PER POLO SPECIALIZZATO ANCHE UN IMPIANTO A BIOMASSE PER SPERIMENTAZIONI AGROENERGETICHE |
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Più di 200 ettari per le attività agricole e forestali; una moderna stalla da 100 capi nella quale poter sperimentare modelli organizzativi per migliorare l´efficienza e la sicurezza dell´aspetto igienico-sanitario; un caseificio dotato di laboratorio, attrezzato per le analisi chimico-microbiologiche e sensoriali; un impianto a biomasse dedicato alla sperimentazione agro-energetica. E´ il Polo di Carpaneta, situato a Bigarello, a pochi chilometri da Mantova. Una realtà in fase di realizzazione che, dal 2009, diventerà, caso unico in Italia, un centro di eccellenza internazionale specializzato nei comparti della zootecnia, del lattiero caseario, della suinicoltura, dell´agro-energia sostenibile, per supportare e fornire strumenti e soluzioni tecniche e d´innovazione al settore agro-alimentare. Viviana Beccalossi, vice presidente della Regione Lombardia e assessore all´Agricoltura, lo ha presentato oggi alla Camera di Commercio di Mantova, ricordando che questa struttura fa parte del Programma per la Valorizzazione del Patrimonio Immobiliare (Provalpi), che comprende anche la struttura di Riccagioia (struttura dell´Oltrepò pavese dedicata al settore della filiera vitivinicola) e il Polo delle Foreste e degli Alpeggi di Lombardia (che comprende una ventina di aree regionali). Per realizzare Provalpi, Regione Lombardia e Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all´Agricoltura e alle Foreste) hanno messo a disposizione 30 milioni di euro, frutto della vendita di terreni e immobili non strumentali alla funzione pubblica in campo agricolo. "Provalpi - ha detto Viviana Beccalossi - è una risposta necessaria per vincere le sfide di competitività e sostenibilità che le nuove politiche europee e internazionali ci richiedono per recitare un ruolo importante sui mercati, mantenendo la qualità che contraddistingue la produzione lombarda". "Pensiamo che la strategia per affrontare questa sfida - ha aggiunto la vice presidente Beccalossi - vada ricercata attraverso l´individuazione di modelli gestionali che vedano convergere il lavoro di Istituzioni, mondo della ricerca, del settore produttivo primario e dell´industria di trasformazione". "Con questi investimenti - ha sottolineato il presidente di Ersaf, Francesco Mapelli- affrontiamo la sfida della qualità e della competitività su cui si gioca il futuro dell´intero comparto primario e di trasformazione. Il grande valore aggiunto di Carpaneta sarà costituito dal poter disporre in un´unica sede di un´azienda sperimentale e di formazione in grado di ospitare l´intero ciclo produttivo, dalla scelta del terreno ai modelli colturali, dal controllo della produzione di stalla alla trasformazione in prodotti alimentari sino alla valutazione sensoriale del prodotto finito. Un caso unico in Italia". . |
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CONSORZIO PER L´USO DELLE MACCHINE AGRICOLE: POTENZIARE I SERVIZI |
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Un potenziamento dei servizi a favore dei 4 mila soci e le forme di collaborazione con l´omologa istituzione agricola austriaca: sono gli obiettivi che il "Maschinenring", il Consorzo per l´uso delle macchine agricole, ha illustrato il 30 ottobre a Bolzano al presidente della Provincia Luis Durnwalder. Con circa 4mila agricoltori soci e un volume d´affari annuo di 5 milioni € il "Südtiroler Agrar Maschinenring Service" è diventato un´istituzione nel mondo agricolo locale. I suoi rappresentanti hanno incontrato a Palazzo Widmann il presidente Durnwalder per fare il punto sui progetti di sviluppo del consorzio per gli utenti di macchine agricole, che promuove l´utilizzo congiunto dei macchinari nelle diverse fasi del loro lavoro, dallo sgombero neve agli scavi e alla mietitura, e mette in contatti gli iscritti per lo scambio di servizi agricoli. "Il servizio è prezioso per centinaia di agricoltori altoatesini che non potrebbero permettersi macchinari specializzati - ha sottolineato Durnwalder - e un ampliamento delle prestazioni non può che favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese contadine. " Tra i nuovi ambiti di intervento del consorzio si segnala il lavoro nell´economia forestale. L´ente ha inoltre avviato anche una più stretta collaborazione con l´omologa associazione austriaca. . |
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UN BREVETTO ENEA PER LO SMALTIMENTO DELLE ACQUE DI VEGETAZIONE OLEARIE E PER IL RECUPERO DI MOLECOLE ANTIOSSIDANTI TERAPEUTICHE |
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Le acque di vegetazione olearie costituiscono una risorsa economica e non un problema ambientale per le 6000 aziende molitorie italiane. E’ questo il filo conduttore delle relazioni presentate al Convegno del 23 ottobre nel Centro Ricerche Casaccia dell’Enea. Nelle acque di vegetazione sono infatti presenti in grandi quantità molecole dall’elevato valore biologico quali le sostanze polifenoliche con spiccate proprietà antiossidanti ed in particolare con effetti cardioprotettivi, antinfiammatori, anticancro, stimolanti del sistema immunitario, etc. Esse sono state caratterizzate dagli studiosi italiani, tra cui il Prof. G. F. Montedoro dell’Università di Perugia, mentre l’Enea ha sviluppato tecnologie separative mediante membrana e brevettato un processo che permette di recuperare molecole polifenoliche bioattive, in particolare l’idrossitirosolo, che è la molecola più abbondante ed importante per il suo potere antiossidante, quindi per le sue capacità terapeutiche. Non solo è possibile recuperare molecole di interesse biomedico ma anche produrre energia verde e acqua utilizzabile come potabile e curativa. Il processo è stato illustrato dai dottori Massimo Pizzichini e Claudio Russo, autori del brevetto, che hanno riportato anche valutazioni tecnico-economiche per una tipologia di frantoio oleario medio piccolo, che tratta 200 q. Li/giorno di olive. Al Convegno, organizzato dall’Enea, Dip. Biotecnologie, agroindustria e protezione della salute, la dott. Ssa Stefania Dalfrà del Ministero della Salute, ha illustrato le procedure per l’autorizzazione alla commercializzazione di integratori e novel foods, mentre i produttori dell’Associazione Italiana Frantoi Oleari (Aifo) e gli industriali interessati all’utilizzo dei principi attivi a base di polifenoli, si sono incontrati con i ricercatori di varie Università italiane e dell’Enea. . |
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CONFAGRICOLTURA: CHI SONO I COMPONENTI DELLA NUOVA GIUNTA ESECUTIVA |
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Insieme alla conferma del presidente Federico Vecchioni, l’assemblea del 25 ottobre ha nominato i nove componenti della giunta che lo affiancheranno per i prossimi tre anni. Bartolomeo Bianchi, 73 anni, di Alessandria. Sposato, tre figli, tutti impegnati nell’azienda agricola di proprietà. Seicento ettari ad indirizzo cerealicolo, zootecnico (600 capi di bestiame da latte e da carne). Spaccio di carne in azienda, agriturismo, impianto di biogas. E’ titolare anche di un’azienda di trasformazione di pomodoro. E’ consigliere della Fondazione San Paolo di Torino. Antonio Borsetto, 53 anni, sposato, due figli. Nato a Padova, titolare di un’azienda di 120 ettari ad indirizzo cerealicolo-frutticolo in provincia di Treviso. È consigliere della Confagricoltura di Treviso e consigliere dell’Associazione produttori ortofrutticoli del Veneto e del Friuli. Giandomenico Consalvo, 42 anni, nato a Salerno, sposato due figli. Titolare di un’azienda ortofloricola a Pontecagnano (Sa). Vicepresidente di Confagricoltura Campania e consigliere di Confagricoltura Salerno. Presidente del Consorzio Vivaistico Italiano e presidente di Euplant (consorzio di vivaisti europei). È stato presidente nazionale dell’Anga, l’Associazione dei giovani di Confagricoltura. Per la prima volta in Giunta. Salvatore Giardina, 61 anni, di Siracusa. Laureato in economia e commercio conduce, insieme al fratello Silvio un’azienda agricola di 500 ettari a indirizzo agrumicolo e orticolo, che abbraccia tutta la filiera, dal vivaio, alla grande distribuzione. Sposato due figli. Mario Guidi, nato a Codigoro (Fe), 46 anni, sposato, una figlia. Laureato in Scienze Agrarie. Gestisce l’azienda agricola di famiglia, 600 ettari a prevalente indirizzo cerealicolo e risicolo, ma anche con coltivazioni orticole e frutticole. E’ presidente del Sindacato nazionale Conduttori in Economia di Confagricoltura e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Bieticoltori (Anb). E’ consigliere della Cassa di Risparmio di Ferrara. Entra per la prima volta nella Giunta. Claudio Rangoni Machiavelli, nato a Modena, 54 anni, sposato due figli, titolare di un’azienda agricola nel comune di Ancona, ad indirizzo cerealicolo e socio amministratore di due aziende agricole in provincia di Modena ad indirizzo bieticolo, frutticolo e cerealicolo. E’ presidente della Confagricoltura di Modena e membro del Consiglio di Sorveglianza e del Comitato dei Controlli della Banca Popolare di Verona. Entra per la prima volta a far parte della Giunta nazionale. Carlo Siciliani, 58 anni, sposato un figlio. Nato a Cirò, in provincia di Crotone, conduce con la famiglia un’azienda agricola ad indirizzo vitivinicolo, olivicolo, zootecnico, cerealicolo. Commercializza i propri vini di Cirò tramite il marchio “Caparra e Siciliani”. Presidente del Patronato Enapa di Confagricoltura. Andrea Vergati, 56, laureato in agraria, agronomo. Nato a Viterbo, sposato, due figli. Conduce un’azienda agricola familiare cerealicola e zootecnica (allevamento da carne) nella provincia viterbese. È stato per undici anni presidente della Confagricoltura di Viterbo. E’ consigliere della Federazione Nazionale Conduttori in economia, presidente del Caf Confagricoltura e consigliere della Banca Nuova Terra (Bnt). Mario Vigo, 53 anni, sposato, due figli. Titolare, insieme al fratello, di un’azienda di 100 ettari ad indirizzo cerealicolo, nella provincia del capoluogo lombardo. Attuale presidente della Confagricoltura di Milano e Lodi. E’ stato presidente della Centrale del Latte di Milano ed è attualmente nel Consiglio di amministrazione della Fiera di Milano. Fa parte della giunta della Camera di Commercio di Lodi. . |
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DARFO (BS), AGRICOLTURA:NUOVO PSR GUARDA A MONTAGNA BECCALOSSI: MISURE DEDICATE A NUOVI INVESTIMENTI E GIOVANI GRANDE ATTENZIONE ANCHE ALLA VALORIZZAZIONE DELLE FORESTE |
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"Un momento di confronto importante, non solo per la provincia di Brescia ma più in generale per l´intero mondo agricolo lombardo. Uno scambio di idee che consente di focalizzare la nostra attenzione su una tema attuale e tra i più significativi a livello nazionale e comunitario". Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore regionale all´Agricoltura, inquadra così il significato del convegno "Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013: un´opportunità di sviluppo per la montagna", svoltosi oggi a Darfo Boario (Brescia) e organizzato dalla Comunità Montana della Valle Camonica. "Il documento approvato dalla Commissione Europea per lo sviluppo rurale 2007-2013 - aggiunge Viviana Beccalossi - ha tenuto ben presente delle proposte avanzate sia da chi lavora in montagna, sia da chi opera in pianura. Il nostro Programma ha una dotazione complessiva di 900 milioni di euro. Di questa cifra 400 milioni sono fondi comunitari, mentre i restanti 500 comprendono risorse messe a disposizione da Regione e Stato". "Il lavoro - continua la vicepresidente Beccalossi - prosegue a ritmo serrato per pubblicare in tempi rapidi le disposizioni attuative delle misure del Programma in coerenza con la determinazione che, fino ad oggi, ci ha consentito di rispettare gli impegni assunti con il mondo rurale". Entrando nello specifico va sottolineato che il nuovo Psr dedica alle aree montane un´attenzione particolare. Sono state pensate, infatti, alcune nuove misure come: la "122", relativa alla valorizzazione economica delle foreste e la "226" per la ricostituzione del patrimonio forestale danneggiato (incendi e frane) e interventi preventivi. È stata introdotta poi un´importante semplificazione a carico dell´indennità compensativa (211) che adesso racchiude in una sola domanda premi per i quali nella passata programmazione era necessario fare due domande (una sulla misura F e l´altra sulla misura E), con un indubbio vantaggio per i richiedenti. E´ inoltre necessario ricordare che il Psr garantisce percentuali di contribuzione più vantaggiose per gli investimenti in azienda, per la diversificazione delle attività agricole e per l´insediamento di giovani agricoltori. "La Provincia di Brescia - conclude la vicepresidente Beccalossi - ha potuto toccare con mano il modo d´intendere l´agricoltura di montagna da parte della Regione Lombardia, e la sua disponibilità nel cercare soluzioni efficaci per la valorizzazione e la promozione di tutto il suo territorio". Riferimento concreto ne sono, ad esempio, i progetti speciali in corso come il quello di filiera bosco-legno in Valcamonica, per un importo di 600. 000 euro, nonché gli interventi finanziati dal comparto agro-forestale ed al comparto agro-zootecnico sulla Legge 102/90, che stabilisce la progressiva realizzazione delle operazioni di difesa del suolo, di ricostruzione e sviluppo, attraverso la quale, nel solo 2007, sono stati finanziati ulteriori 409. 000 euro per iniziative forestali. . |
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RENDERE LA PRODUZIONE DEL LEGNO «INDISCUTIBILMENTE» PIÙ EFFICIENTE |
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L´identificazione a radiofrequenza (Rfid), una tecnologia che consente di rintracciare e seguire persone e beni, ha trovato negli ultimi anni molte applicazioni a livello industriale in un´ampia gamma di settori, dalla vendita al dettaglio all´industria farmaceutica. L´ultima di queste applicazioni, attualmente in fase di sviluppo nell´ambito di un progetto finanziato dall´Unione europea, è destinata al settore della produzione di legname. Il progetto Indisputable Key, finanziato a titolo del Sesto programma quadro (6°Pq), riunisce 28 partner di Estonia, Finlandia, Francia, Svezia e Norvegia con l´obiettivo di sviluppare un sistema di controllo teso a rafforzare l´efficienza della produzione di legname. Conseguire l´efficienza nell´impiego del legno come materia prima non è impresa facile. Quando gli alberi sono abbattuti per produrre legname, spesso la qualità della materia prima non è conosciuta appieno fino alle ultime fasi del processo produttivo. Di conseguenza, alcuni tipi di legno sono scartati a causa della scarsa qualità e sono quindi abbattuti più alberi del necessario. Inoltre, i sottoprodotti, peraltro non richiesti, sono difficili da vendere. Secondo Richard Uusijärvi, coordinatore del progetto, il processo produttivo tradizionale conduce a enormi perdite economiche e ambientali. «Con il metodo tradizionale si sprecano molto legno e molta energia e si verificano rallentamenti nei tempi di produzione», ha dichiarato al Notiziario Cordis. Sono stimate perdite per più del 20% del legname, il cui valore è stato calcolato dal consorzio del progetto in circa 2 Mrd Eur annui. Con un bilancio disponibile di 12 Mio Eur nei prossimi tre anni, il consorzio del progetto sarà impegnato nello sviluppo di un sistema avanzato di tecnologia dell´informazione in grado di monitorare il legname attraverso la catena di fornitura, dalla foresta alla segheria, fino ai consumatori. Il progetto proseguirà nelle attività di ricerca e sviluppo su cui già si era concentrato Lineset, un precedente progetto finanziato dall´Unione europea. Dopo aver abbattuto gli alberi, il legname è diviso in tronchi, ciascuno dei quali può essere contrassegnato con un codice unico tramite un microchip inserito nel legno. Se connesso a una banca dati, quest´ultimo può fornire informazioni relative al tronco, come diametro massimo del taglio, tipo di legno, luogo e data di abbattimento. «I chip contribuiscono a ricreare le informazioni in ogni fase del processo di produzione», ha affermato Richard Uusijärvi. Conoscere la qualità dei singoli tronchi garantirà il corretto trattamento del legname. Verrà inoltre studiata una vernice contenente semplici «nanosensori» che possono essere rilevati impiegando un laser in grado di penetrare il ghiaccio e la polvere. «Contrassegnare i diversi tipi di tronco consentirà di raccogliere informazioni sulle proprietà degli alberi nonché di determinare quali siano i più adatti ad essere abbattuti», ha spiegato Richard Uusijärvi. «L´idea è di classificare con questa tecnologia tutte le tipologie di tronchi, compresi alcuni singoli». Quando dai tronchi si ricavano delle travi, anch´esse saranno etichettate, consentendo una migliore gestione logistica. L´etichettatura potrebbe anche rassicurare i consumatori attenti all´ambiente che chiedono che il legname acquistato non provenga da habitat a rischio. Richard Uusijärvi ritiene probabile che il sistema di etichettatura susciti molto interesse nel settore. La maggioranza dei membri del consorzio è già composta da partner industriali dei settori della produzione del legname e delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic). Per il momento, nessuno è in grado di stabilire quale sarebbe il costo per le imprese di un simile sistema di rintracciabilità, ma Uusijärvi auspica che nell´arco di tre anni il consorzio avrà realizzato una serie di tecnologie di interoperabilità accessibili e interessanti. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Indisputablekey. Com/ . |
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NESSUN RISCHIO DI INFLUENZA AVIARIA IL VIRUS INDIVIDUATO IN DUE ALLEVAMENTI IN PROVINCIA DITORINO NON E´ TRASMISSIBILE ALL´UOMO
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In seguito alle notizie apparse nelle scorse settimane su alcuni organi di stampa in merito ad una presunta epidemia di influenza aviaria in alcuni allevamenti piemontesi, Giuliana Moda, responsabile del settore Sanità animale e igiene degli allevamenti dell’assessorato alla tutela della salute e sanità precisa: “Le analisi di laboratorio condotte dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino, confermate dal Centro di referenza per l’influenza aviaria di Padova, hanno accertato, in due piccoli allevamenti di commercio del pollame da cortile, entrambi in provincia di Torino, la presenza di un virus H7n3, a bassa patogenicità, non trasmissibile all´uomo. Il virus individuato non ha alcuna relazione con le epidemie che si sono susseguite nei paesi asiatici e non vi è quindi alcun rischio per la salute umana. Misure di sanità animale e profilassi veterinaria sono state efficacemente adottate dai servizi veterinari delle Asl interessate, su provvedimento regionale, ed hanno già consentito la chiusura del primo episodio”. Dopo l’allarme che si era diffuso due anni fa, l’influenza aviaria è rimasta oggetto di un sistema articolato di controlli veterinari, facenti parte del piano di monitoraggio predisposto dal Ministero della Salute, che hanno costantemente fornito esito negativo in tutta Italia. In Piemonte nel 2006 sono stati prelevati 23. 000 campioni da allevamenti di volatili - prelievi che superano le previsioni nazionali - e 441 da selvatici rinvenuti morti. Le analisi eseguite dall’Istituto Zooprofilattico non hanno riscontrato né il virus né alcun segno del suo contatto con gli animali esaminati, rilevabile attraverso la ricerca degli anticorpi specifici. Analogo andamento si registra per l’anno in corso, con 21. 000 campioni già analizzati nei domestici e 433 sull’avifauna. Accanto a questi accertamenti, vengono condotti studi sistematici per individuare la presenza di altri virus influenzali del pollame, poco patogeni per gli uccelli e non trasmissibili all’uomo. . . |
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1 ML. EURO CONTRO AVVERSITA´´ ATMOSFERICHE |
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Nei giorni scorsi la Regione Friuli Venezia Giulia, con decreto del direttore centrale delle Risorse agricole, Augusto Viola, ha disposto il finanziamento di poco meno di 1 milione di euro a favore dei Consorzi di difesa dalle avversità atmosferiche di Udine, Pordenone e Gorizia, nonché a favore della Società cooperativa agricola di San Giorgio della Richinvelda, in provincia di Pordenone, per il finanziamento dei premi assicurativi pagati nel corso della campagna assicurativa del corrente anno, a copertura delle perdite dovute ad avverse condizioni atmosferiche e ad altri rischi. Questo tipo di contributi è previsto dalla legge regionale n. 31 del 2002 (poi modificata dalla 18/2004): l´intervento finanziario della Regione, in caso di danni superiori al 30 per cento della produzione lorda vendibile, giunge a coprire sino all´80 per cento del danno stesso, mentre, se questi sono inferiori al 30 per cento della produzione lorda vendibile, il risarcimento è calcolato nella misura del 50 per cento, anche per danni derivanti da epidemie che possono colpire allevamenti di animali o per estese fitopatologie. Gli interventi regionali sono in ogni caso integrativi, rispetto ai premi erogati dallo Stato nella misura prevista dal decreto legislativo n. 102 del 2004. . |
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TARICCO SU PAGAMENTI PAC E QUOTE LATTE LA REGIONE PIEMONTE HA SEMPRE DIFESO CHI RISPETTA LE REGOLE |
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L’assessore all’Agricoltura Mino Taricco è intervenuto, in Consiglio Regionale, sulla notizia del pagamento dei premi Pac (premi comunitari) ad alcuni allevatori - una settantina di casi, concentrati principalmente in Provincia di Cuneo – che, pur non essendo in regola con la normativa sulle quote latte, hanno ugualmente ricevuto i contributi europei. L’assessore ha spiegato che si è trattato di un errore burocratico, non attribuibile alla Regione, e ha confermato la rigorosa politica seguita in questi anni a salvaguardia delle aziende che rispettano le norme. Nei mesi scorsi, e precisamente entro il 30 giugno, sono stati regolarmente effettuati in Piemonte i pagamenti della Pac, come prevede il calendario stabilito dalla normativa comunitaria. La normativa prevede la possibilità di effettuare la compensazione tra il premio unico e i prelievi per le quote latte, laddove “esigibili”, ma stabilisce altresì che se Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) riscontra, nei dati a sua disposizione, provvedimenti giudiziari o sospensive a carico di un’azienda, non possa attuare la compensazione. “Purtroppo – ha spiegato l’Assessore Taricco – per una settantina di casi si è verificato, in sede provinciale, un errore materiale nell’immissione dei dati relativi alle sentenze di sospensiva, che ha fatto sì che i premi venissero pagati ugualmente. Capisco che l’incidente abbia suscitato disagio e sconcerto, ma posso confermare che in queste circostanze la Regione Piemonte si è sempre mossa con la massima trasparenza e il massimo rigore possibile, così come è stato riconosciuto a più riprese dal Ministero e da Agea, in una vicenda – quella delle quote latte - che ci vede impegnati da anni sul fronte della difesa della legalità e del rispetto delle regole. Il sistema dei prelievi e delle compensazioni è costruito tra l’altro proprio per garantire la tracciabilità e la trasparenza delle operazioni. ” La compensazione tra premi Pac e prelievi relativi alle quote latte, prevista dall’intesa Stato-regioni del dicembre 2006, è stata correttamente applicata dall’organismo pagatore per circa 350 produttori, per un importo complessivo di oltre 4 milioni di euro, comprensivi del prelievo e degli interessi. “Ovviamente – ha concluso Taricco - le valutazioni finali su questi episodi, come su tutta la vicenda, sono affidate alla Magistratura competente e agli organi istituzionali che stanno esaminando il procedimento giudiziario. ” . |
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MARR/JOLLY HOTELS: FIRMATO CONTRATTO PRELIMINARE PER L’ACQUISTO DA PARTE DI MARR DEL RAMO D’AZIENDA DI JOLLY HOTELS RELATIVO ALLA FORNITURA DI PRODOTTI ALIMENTARI AGLI ALBERGHI DEL GRUPPO NH IN ITALIA. |
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Marr e Jolly Hotels Spa , hanno sottoscritto in data 31 ottobre un contratto preliminare per l’acquisto da parte di Marr del ramo di azienda di Jolly Hotels relativo all’attività di distribuzione di prodotti alimentari agli alberghi del Gruppo Nh in Italia. In particolare, il contratto preliminare prevede: l’acquisto da parte di Marr del ramo di azienda Jolly Hotels, con sede in Valdagno (Vi) e relativo alle attività di distribuzione al foodservice, per un prezzo pari a circa 200 mila euro comprensivo delle attrezzature ed impianti; la locazione dell’immobile di proprietà di Jolly Hotels in cui attualmente opera il ramo d’azienda. L’immobile verrà ristrutturato ed ammodernato da Marr con un investimento complessivo di circa 2,0 milioni euro, per attivare una nuova filiale Marr destinata ad una miglior copertura di parte del Veneto. Nelle attività svolte da Marr in tale immobile verranno reimpiegate tutte le maestranze attualmente operanti nell’ambito del ramo di azienda oggetto di cessione. Contestualmente all’acquisto del ramo d’azienda, Marr ha siglato un accordo di fornitura con Nh Italia srl del valore di 44 milioni di euro in 4 anni per la fornitura dei prodotti Marr agli oltre 50 alberghi del Gruppo Nh Hoteles in Italia. Il closing previsto nel mese di dicembre è comunque subordinato all’assenso dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato. L’operazione ha per entrambe le società una forte valenza strategica in quanto da un lato permette a Marr di ampliare la propria offerta alla Ristorazione Commerciale Strutturata (gruppi e catene di ristoranti, alberghi, villaggi turistici, inflight catering) e dall’altro consente a Jolly Hotels di focalizzare le proprie risorse sulle attività alberghiere. Con la struttura di Valdagno (circa 3. 000 mq) salgono a 28 i centri distributivi di Marr, unico operatore del settore ad avere la copertura dell’intero territorio italiano. Inoltre la disponibilità di un nuovo e moderno centro distributivo, che verrà completamente ammodernato ed ampliato per renderlo idoneo alle necessità di Marr, permetterà di aumentare il servizio alla clientela in un territorio molto importante per le strategie di sviluppo di Marr. . |
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VITERBO, TERRITORIO CAPACE DI ESPRIMERE IL MEGLIO DELL´ECONOMIA AGROALIMENTARE |
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“Una provincia capace di esprimere il meglio delle eccellenze enogastronomiche e del patrimonio storico, artistico e ambientale; un territorio che sta costruendo un salto in avanti nello sviluppo, nell’occupazione e nella crescita dell’economia agroalimentare”, lo ha dichiarato Daniela Valentini, assessore regionale all’agricoltura, in occasione dell’incontro avvenuto a Canepina (Viterbo) con il presidente della Regione, Piero Marrazzo, gli agricoltori, le istituzioni e le organizzazioni professionali e di categoria del territorio. “Nel viterbese - ha proseguito l’assessore - c’è una classe dirigente nuova, giovane, che in questi due anni di governo ha collaborato con la Regione con passione e professionalità: dallo stabilimento di nocciole a Vignanello alla lotta contro il cinipide, dalla politica di filiera allo sviluppo delle strade dei vini e degli oli fino all’istituzione del distretto rurale dei Monti Cimini, alla cessione dei beni Arsial e al Psr; una programmazione nata proprio dalla capacità propositiva dei territori e dal loro intreccio con le istituzioni regionali”. La Valentini ha, inoltre, ricordato che nei prossimi giorni verrà portata in giunta regionale la delibera sullo stato di calamità per il viterbese e che a breve verrà firmato un protocollo d’intesa con l’università della Tuscia per l’innovazione e lo sviluppo del settore agricolo. . |
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PIEMONTE: PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2007/2013: CONCLUSA LA FASE NEGOZIALE PROBABILE APERTURA ANTICIPATA DI BANDI PER L´INSEDIAMENTO DEI GIOVANI |
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Sono state formalizzate il 29 ottobre le “controdeduzioni” al Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 della Regione Piemonte: un passaggio decisivo dell’iter di negoziazione con l’Unione Europea, con il quale le regioni integrano il documento in base alle osservazioni della Commissione e che di fatto conclude la fase negoziale. Il Programma, nella versione che - con alcune probabili piccole limature nelle prossime ore – sarà definitiva, verrà sottoposto all’approvazione finale della Giunta Regionale a metà novembre, per poi passare all’approvazione del Comitato sviluppo rurale della Commissione europea nella prossima sessione del 20-21 novembre 2007. “Siamo dunque ai passaggi conclusivi, che dovrebbero portarci all’approvazione entro poche settimane – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco, intervenendo a un incontro del Comitato tecnico, previsto dalla legge regionale 34/1998, composto dalla Regione, da rappresentanti delle Province e delle organizzazioni agricole - Le preoccupazioni manifestate, anche attraverso gli organi di stampa, dalle organizzazioni agricole e da alcuni amministratori erano legittime, ma siamo ora in dirittura d’arrivo e nel frattempo non siamo rimasti ad attendere. Ci siamo attivati, sin dallo scorso aprile, per l’apertura anticipata di alcune misure, tra cui quelle agroambientali, quelle relative alle produzioni biologiche e alla salvaguardia delle razze in via d’estinzione. Si tratta di un pacchetto che comporta, per l’anno in corso, oltre 20 milioni di euro di contributo a favore delle imprese agricole piemontesi. E prevediamo di aprire nuovi bandi sul premio d’insediamento dei giovani entro pochi giorni. ” Si tratta dell’attivazione anticipata della misura 112 del Psr, ovvero il premio d’insediamento per i giovani d’età inferiore ai 40 anni: il premio può raggiungere l’importo massimo di 40. 000 euro, correlato a impegni che il giovane assume riguardo lo sviluppo e il miglioramento della propria azienda, l’osservanza delle regole della buona pratica agricola, del rispetto ambientale, della sicurezza alimentare e sul luogo di lavoro. L’adesione al premio, in questa fase, sarà limitata a coloro che compiono i 40 anni entro il 31 dicembre 2008. Per tali soggetti sarà anche possibile accedere ai finanziamenti della misura 121 sull’ammodernamento delle aziende agricole, che prevede contributi a fondo perduto fino al 40% della spesa sostenuta per investimenti strutturali e organizzativi. Negli interventi ammissibili, qualora esista un corretto rapporto tra parco macchine e reale beneficio economico aziendale, è previsto anche l’acquisto o la sostituzione delle trattrici agricole. A questo proposito si precisa che le trattrici agricole, ad esclusione di quelle inserite nei suddetti piani di miglioramento dei giovani che si insediano, saranno escluse dal finanziamento del prossimo Psr. Per tale tipologia d’investimento, con i limiti imposti da un recente regolamento comunitario (n. 1857/06) - che permette aiuti di Stato solo a condizione che aumentino la capacità di produzione di oltre il 25 % o modifichino sostanzialmente la natura della produzione o della tecnologia utilizzata - è in fase di studio una proposta di legge per attivare prestiti, con la partecipazione della Regione nel pagamento degli interessi. Il Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013, così come rivisto in accordo con la Commissione Ue, sarà disponibile dalla prossima settimana sul sito web della Regione Piemonte. . |
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APPROVATI I FINAZIAMENTI RELATIVI AL “VERDE AGRICOLO” VALDOSTANO |
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Aosta - L’assessore all’Agricoltura e Risorse naturali Giuseppe Isabellon, nell’esprimere la propria soddisfazione per la concessione, da parte della Giunta regionale, di un finanziamento di sette milioni di Euro finalizzati a parziale anticipazione sugli aiuti relativi al cosiddetto “verde agricolo”, informa gli agricoltori valdostani aderenti alle misure “Indennità compensativa” e “Pagamenti agroambientali” che nei prossimi giorni riceveranno una comunicazione contenente l’importo dell’anticipo loro assegnato, la cui liquidazione potrà essere richiesta entro lunedì 10 dicembre prossimo. La Deliberazione della Giunta, adottata il 12 ottobre scorso, prevede il trasferimento delle risorse sopraindicate all’Agenzia Regionale per le Erogazioni in Agricoltura (Area Vda) e l’incarico all’ente medesimo della liquidazione delle somme, calcolate sulla base dei fondi disponibili e, in percentuale, sull’importo presunto dei contributi per l’annualità 2007. Tale decisione è stata assunta in considerazione del fatto che il Piano di Sviluppo Rurale per il periodo 2007-2013 è tuttora in fase di negoziato, il che comporterà con ogni probabilità un allungamento dei tempi di erogazione degli aiuti da parte dell’Agea. “Questo atto – sottolinea l’Assessore – è testimone della grande considerazione dell’Amministrazione regionale nei confronti del nostro settore rurale e delle sue necessità. Tengo a precisare – prosegue Giuseppe Isabellon – che l’anticipazione non sarà soggetta ad interessi ne’ ad alcun tipo di spesa aggiuntiva e che l’unico impegno richiesto agli agricoltori sarà quello della restituzione, anch’essa esente da oneri, della somma ricevuta non appena l’Agea avrà versato loro l’intero ammontare del contributo. ” I titolari delle aziende agricole sono invitati, a seguito della ricezione della lettera, a produrre la domanda di anticipo presentandosi di persona agli uffici dell’Area Vda (ex Ufficio sistema azienda agricola) in località Grande Charrière 66 a Saint-christophe (tel. 0165. 275332/5368/5370), che restano a disposizione per ogni ulteriore informazione. . |
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PIEMONTE : APPROVATO REGOLAMENTO SULL’UTILIZZO AGRONOMICO DI LIQUAMI E LETAMI INDICAZIONI IN MERITO ALLA DIRETTIVA NITRATI |
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La Giunta Regionale ha approvato il regolamento in materia di utilizzo agronomico di liquame e letami e delle acque reflue agroalimentari (la cosiddetta direttiva nitrati), che stabilisce quali condizioni devono essere rispettate per effettuare la distribuzione sul terreno degli effluenti zootecnici, nell’ambito della concimazione agricola: è infatti necessario che l’utilizzo di liquame e letame avvenga in modi agronomicamente corretti al fine di valorizzarne le caratteristiche fertilizzanti e ammendanti, senza al contrario essere causa di fenomeni di inquinamento delle acque sotterranee o superficiali. Questo Regolamento regionale viene varato in attuazione a una direttiva Comunitaria del 1991, sulla quale è aperta una Procedura di infrazione comunitaria verso l’Italia e le regioni del bacino del Po tra cui il Piemonte; l’approvazione di tale normativa da parte delle regioni interessate e la relativa accettazione da parte della competente Direzione della Ue sono adempimenti indispensabili per non bloccare l’iter di riconoscimento del Psr (Programma di Sviluppo Rurale) 2007/2013 da parte della Ue stessa. Il regolamento stabilisce i limiti all’utilizzo in campo (distanze minime da corsi d’acqua, strade, abitazioni, ecc. ), le modalità di trattamento, stoccaggio e distribuzione degli effluenti, definendo in particolare le dosi massime distribuibili per ettaro di superficie. Viene stabilita la possibilità di utilizzo agronomico anche per le acque reflue agroalimentari, favorendo quindi un migliore utilizzo irriguo e fertirriguo di acque in uscita. Infine, è prevista una notevole semplificazione delle procedure amministrative a carico delle aziende, che passeranno da un regime di autorizzazione a un regime di comunicazione, integrato con il sistema di anagrafe agricola unica della Regione Piemonte. “Il regolamento sugli effluenti zootecnici, di cui gli addetti ai lavori hanno avuto occasione di parlare in molte situazioni negli ultimi mesi – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco – è una misura importante per regolamentare il corretto utilizzo agronomico e ambientale dei liquami e delle acque reflue. Contiene anche indicazioni per le aziende che si trovano in aree vulnerabili da nitrati, estese non solo in Piemonte ma in tutta la pianura padana, per le quali dobbiamo uniformarci ai criteri vincolanti imposti dall’Unione Europea per evitare rischi di inquinamento delle acque. L’individuazione esatta delle aree interessate sarà oggetto di una prossima deliberazione del Consiglio Regionale. ” L’approvazione del regolamento sull’utilizzo agronomico costituisce un requisito necessario per l’approvazione finale del Programma di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 da parte della Commissione Europea; ma lo stesso Programma rappresenterà un importante strumento di accompagnamento all’adeguamento delle aziende alle nuove norme. "L’uso dei reflui zootecnici in agricoltura - dice l´assessore all´Ambiente e alle Risorse Idriche, Nicola de Ruggiero - può determinare significative ricadute ambientali e sanitarie nel territorio piemontese caratterizzato da una significativa vocazione agricola. Con il nuovo regolamento la disciplina viene estesa a tutto il territorio regionale e non soltanto nelle cosiddette aree vulnerabili che in questi anni presentavano criticità di carattere ambientale. In questo modo si potranno registrare vantaggi per una maggiore salvaguardia delle falde, come previsto dal Piano regionale di tutela delle acque che è il vero e proprio piano regolatore della risorse idriche". . |
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DIGA DI PIANA DEI LIMITI: INCONTRO FRA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE MOLISE MICHELE IORIO E IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA NICHI VENDOLA |
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Campobasso - Il Presidente della Regione Molise Michele Iorio ha incontrato 29 ottobre il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola per discutere delle ipotesi di realizzazione della diga di Piana dei Limiti. L´incontro è servito a fare il punto della situazione e a chiarire le specifiche posizioni delle due Regioni. Iorio e Vendola hanno convenuto sull´ opportunità considerare la questione all´interno di una più ampia ottica di solidarismo territoriale interregionale che tenga però nella giusta considerazione le legittime aspettative dei cittadini della aree coinvolte. In quest´ottica si è trovato un primo accordo sul metodo che ha previsto la possibilità di aprire un utile tavolo di confronto che tuteli sia la giusta aspettativa ad utilizzare al meglio una risorsa rilevante come quella dell´acqua quella dei territori coinvolti che vogliono risposte chiare sullo sviluppo delle progetto e sulla possibilità che ad esso si leghino specifici programmi di crescita economica e sociale. L´acqua è stato detto nell´incontro si rivela importantissima non solo nello sviluppo del territorio pugliese ma anche per la crescita dell´economia molisana per quanto riguarda i rapporti produttivi e commerciali delle aziende del basso Molise con particolare riferimento alle produzioni bieticole legate allo Zuccherificio di Termoli. Nelle prossime settimane seguirà una serie di incontri tecnici che vedranno opportunamente coinvolti anche i comuni interessati. Questo per mettere a punto un´intesa che dovrà poi essere sottoposta all´attenzione del Governo nazionale per poter usufruire di risorse nuove che realizzino progettualità di sviluppo comuni e coerenti con la vocazione delle singole aree interessate. . |
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L’ASSESSORE CENNI AL CONVEGNO DELLA COOP SULLE FILIERE AGROALIMENTARI «DICIAMO NO AGLI OGM PER GARANTIRE QUALITÀ E TIPICITÀ» SALE LA PREOCCUPAZIONE DOPO L’AUTORIZZAZIONE DELLA UE DI 4 PRODOTTI OGM |
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Firenze - “Convenienza, qualità, sicurezza delle filiere agroalimentari”, questo il titolo del convegno organizzato da Coop, associazione distretto tirrenico, a sostegno della campagna ‘Liberi da Ogm’. Proprio sulla lotta agli Ogm e sull’obiettivo di raccogliere 3 milioni di firme per bandire le coltivazioni geneticamente modificate dal territorio europeo, si è concentrato l’intervento dell’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni. «La battaglia sugli Ogm - ha detto l’assessore - è una battaglia per l’identità del nostro territorio e delle sue colture, per garantire quello straordinario patrimonio di tipicità e di qualità che rende la nostra regione unica al mondo». «Questa importante mobilitazione di cittadini, società civile, mondo dell’associazionismo e della cooperazione – ha aggiunto - si sviluppa in una fase delicatissima: la recente autorizzazione della Ue all’importazione di 4 prodotti transgenici (tre tipi di mais e 1 di barbabietola da zucchero) anche se non per usi alimentari, è l’ennesimo, preoccupante segnale che ci giunge dalle istituzioni europee. Per questo è necessario una volta di più incentivare una battaglia che è sostenuta da gran parte dell’opinione pubblica (in tutti i sondaggi europei la netta maggioranza dei cittadini si dimostra contraria agli ogm). La Toscana è in prima fila: lo è in quanto prima regione italiana ad aver approvato (già nel 2000) una legge contro gli Ogm, lo è in quanto guida della rete di 44 regioni europee Ogm free, lo è perché ‘geneticamente’ contraria alla standardizzazione delle colture che sarebbe imposta dall’introduzione di piante transgeniche». L’assessore ha anche ricordato come l’azione a livello comunitario della regione riguardi tutta le filiera agroalimentare e quindi anche la possibilità di introdurre Ogm, attraverso i mangimi. «Per questo – ha detto - stiamo organizzando una grande iniziativa sulla soia non Ogm a Bruxelles. All’appuntamento, in programma il 5-6 dicembre, saranno presenti produttori da tutto il mondo, rappresentanti delle grandi catene della distribuzione, esponenti delle istituzioni europee e nazionali. Ci aspettiamo da questa iniziativa un ulteriore rilancio sul tema della garanzia di mangimi esenti da Ogm, a tutela del consumatore». L’assessore ha poi accolto positivamente gli stimoli pervenuti dalla Coop circa una più forte ed oculata organizzazione degli attori della filiera agroalimentare toscana. «Lavoriamo – ha concluso - ad alcuni grandi progetti di filiera: accordi, patti o piattaforme di fornitura. Il Piano di sviluppo rurale consente di costruire queste esperienze, che avranno priorità sugli altri progetti. E’ il giusto modo per tenere assieme gli obiettivi di qualità, di sicurezza e di convenienza per i consumatori». . |
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SCOPAZZI DEL MELO, NUOVO PROGRAMMA TRIENNALE PER LA LOTTA ALLA PATOLOGIA CAMPAGNA 2007: ENTRO IL 30 NOVEMBRE LE DOMANDE PER OTTENERE L’INDENNIZZO |
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Con due delibere che portano la firma dell’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini, la Giunta provinciale ha approvato oggi un nuovo programma, valido per il triennio 2007-2009, per lotta alla malattia Apple proliferation, nota come “scopazzi del melo”, e la disciplina relativa all’estirpazione degli impianti colpiti. Dai monitoraggi realizzati emerge un trend in continua crescita della patologia fino all’anno 2004. Nell’anno 2005 per la prima volta si sono avuti segnali di controtendenza, che si sono consolidati con il monitoraggio dell’autunno 2006. Occorre dunque proseguire nello sforzo intrapreso con l’obiettivo di ridurre al minimo l’incidenza della patologia. L’intensa attività di ricerca condotta dall´Istituto Agrario di San Michele all’Adige, le importanti scoperte, quali l´individuazione del vettore (psilla) e la lotta alla malattia restano gli strumenti da privilegiare per consolidare le basi per la risoluzione del problema, che risulta ancora a livelli preoccupanti. Questi gli obiettivi del programma approvato stamane dalla Giunta: sostenere la prevenzione ed il controllo della diffusione della fitoplasmosi; salvaguardare la produzione sia dal punto di vista fitosanitario che qualitativo; garantire la produzione di materiale vivaistico sano; indennizzare gli agricoltori per la perdita causata dall´evento calamitoso di origine parassitaria. Tutto ciò allo scopo di evitare l´abbandono della frutticoltura e delle aziende a seguito della patologia, evitare di conseguenza il degrado delle superfici abbandonate ed un decremento occupazionale delle aree interessate. Gli interventi saranno di tipo preventivo (controllo) e di profilassi (eradicazione) con indennizzo delle perdite imputabili alla malattia. La prevenzione consisterà principalmente nella costituzione di apposite reti di informazione agli agricoltori sulla patologia, nella predisposizione e attuazione di specifici piani di monitoraggio, nella messa a dimora di materiale vivaistico sicuramente sano e, qualora la ricerca lo renda disponibile, resistente alla patologia e nella lotta ai vettori. Per quanto riguarda l’eliminazione dai frutteti delle piante infette, ogni proprietario o conduttore di un frutteto ha l’obbligo di estirpare ogni pianta sintomatica presente sul proprio fondo. Considerato che i residui vitali di apparato radicale rappresentano una fonte di potenziale diffusione della malattia, nella fase di estirpo gli operatori agricoli devono assicurare l’accurata pulizia del campo da tali residui e da possibili ricacci. Poiché dal monitoraggio effettuato negli ultimi anni, al fine di verificare l’evoluzione epidemiologica della malattia, emerge che negli impianti con un’età superiore a 25 anni, l’incidenza della malattia è mediamente superiore al 20 per cento, si è operata una distinzione tra impianti di età superiore e impianti di età inferiore a 25 anni: per gli impianti frutticoli di età uguale o superiore a 25 anni, la Giunta provinciale già lo scorso anno ha imposto un programma quadriennale di estirpo obbligatorio, totale o parziale, dei frutteti che presentano un’incidenza della malattia superiore al 20 per cento. Solo qualora in una medesima azienda la percentuale di superficie da estirpare sia pari o superiore al 60 per cento degli impianti in produzione, con riferimento alla sola coltura del melo, può essere accordata una specifica riprogrammazione degli estirpi nell’ambito sempre del medesimo quadriennio. Per impianti frutticoli di età inferiore ai 25 anni, invece, c’è l’obbligo di estirpazione di ogni pianta sintomatica, ma, qualora le unità produttive presentino una quantità di piante infette superiore al 20 per cento, rimane comunque l’obbligo di estirpazione dell’intero impianto. Solo qualora in una medesima azienda la percentuale di superficie da estirpare sia pari o superiore al 60 per cento degli impianti in produzione, può essere accordata una specifica riprogrammazione degli estirpi nell’ambito sempre del medesimo quadriennio. Anche i frutteti abbandonati devono essere estirpati totalmente o parzialmente (piante singole), qualora presentino una quantità di piante infette rispettivamente superiore o inferiore al 20 per cento. Quali le misure di sostegno alle aziende agricole? All’indennizzo delle perdite di reddito dovute all´abbattimento e distruzione degli impianti infetti hanno diritto tutti i conduttori di aziende agricole nonché i possessori a qualsiasi titolo di materiale vegetale di specie e varietà di melo che risultano infette dalla fitopatologia. L´entità massima dell´intervento sarà pari al 70 per cento del valore ammissibile, calcolata in funzione del mancato reddito dovuto all´abbattimento e alla distruzione delle piante, come indicato nella tabella.
Età impianto -anni- |
Massimale per ettaro - Euro - |
Massimale per ettaro per gli impianti abbandonati a causa della forte presenza della fitoplasmosi (Euro/ha) |
1 – 15 |
12. 430 |
4. 000 |
Oltre 15 |
9. 572 |
4. 000 | Qualora le risorse finanziarie nell’esercizio di riferimento fossero insufficienti per soddisfare completamente le domande, si provvederà ad una riduzione della percentuale di contributo in modo da consentire il finanziamento di tutte le domande ammissibili. I termini per la presentazione delle domande sono così fissati: campagna 2007: entro il 30 novembre 2007 o comunque entro 30 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione della delibera oggi approvata dalla Giunta; campagna 2008: entro il 30 novembre 2008; campagna 2009. Entro il 30 novembre 2009. Saranno ammesse all’indennizzo solo le richieste riferite ad estirpazioni: già effettuate a partire dall’1 settembre 2006 o da effettuarsi entro il 31 dicembre 2007 per le domande riguardanti la campagna 2007; da effettuarsi entro il 31 dicembre 2008 per le domande riguardanti la campagna 2008; da effettuarsi entro il 31 dicembre 2009 per le domande riguardanti la campagna 2009. . |
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RICERCA SULLE TROTE A LAIMBURG, UNA SU TRE È DI ALLEVAMENTO |
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Bolzano - Il centro per la sperimentazione agraria e forestale Laimburg, nell´ambito di un progetto Interreg, ha effettuato una ricerca sulla struttura genetica delle trote presenti all´interno dell´arco alpino. I risultati mettono in mostra una sempre minore diffusione della trota naturale, tanto che una su tre proviene dalle piscicolture. La ricerca, che ha preso in considerazione ben 1. 600 esemplari di trote provenienti dai più diversi corsi d´acqua di Alto Adige, Tirolo, Salisburgo e Carinzia, è stata effettuata dal centro Laimburg in collaborazione con il parco naturale "Hohe Tauern", l´Istituto di zoologia dell´Università di Innsbruck, e lo zoo alpino del capoluogo nord-tirolese. "Presso il nostro centro - spiega il direttore di Laimburg Josef Dalla Via - abbiamo sviluppato un processo per la genotipizzazione delle trote, svolgendo tutte le analisi anche per gli altri partner del progetto". Per ciò che riguarda le altre regioni al di fuori dell´Alto Adige, sono stati analizzate le trote di 26 corsi d´acqua. "Una trota su tre - commenta Dalla Via - proviene da una piscicoltura, e il numero delle trote cosiddette "naturali" è in forte calo. Dati simili sono stati riscontrati anche nella nostra Provincia. Tutte le popolazioni di trote rilevate all´interno dei 20 corsi d´acqua presi come campione della nostra indagine risultano infatti "contaminate" da esemplari di allevamento". In cinque corsi d´acqua altoatesini sono inoltre stati ritrovati i resti delle originali trote salmonate che possono essere utilizzati anche per l´allevamento. "Li metteremo a disposizione della nostra piscicoltura che si trova lungo il Passirio - conclude Dalla Via - in modo da ripopolare il corso d´acqua con esemplari autoctoni". Il progetto di genotipizzazione delle trote proseguirà sino a metà del 2008, e in questi giorni verrà presentata a Salisburgo una brochure con i risultati più interessanti raccolti nel corso di questa iniziativa Interreg. . |
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UN PROGETTO PER LO SVILUPPO DEL CARSO |
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Verso la metà di novembre i rappresentanti di Regione, Comuni, Provincia, associazioni di categoria e Consorzi si riuniranno per arrivare, nel più breve tempo possibile, alla definizione di un programma di sviluppo integrato del Carso triestino, a partire dal progetto già elaborato dai Consorzi del vino, dell´olio, dei formaggi e del miele, i quattro prodotti di eccellenza di questo territorio. La decisione è stata presa il 30 ottobre a conclusione del primo tavolo di lavoro convocato dalla Regione e al quale hanno partecipato, oltre agli assessori regionali al Lavoro, Formazione, Università e Ricerca, Roberto Cosolini, alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali e Montagna, Enzo Marsilio, ed ai Sistemi Informativi, Gianni Pecol Cominotto, gli esponenti delle locali realtà produttive, i rappresentanti della Provincia e del Comune di Trieste, rispettivamente il vicepresidente Walter Godina e l´assessore allo Sviluppo economico Paolo Rovis, e i sindaci dei Comuni di Duino-aurisina, Giorgio Ret, di Monrupino, Alessio Krizman, e di Sgonico, Mirko Sardoc. Cosolini ha dichiarato il suo compiacimento per l´esistenza di qualcosa di concreto da cui partire, "un buon inizio" da far circolare nelle prossime due settimane e da implementare con le proposte di Enti locali e associazioni. Marsilio ha invitato i presenti ad entrare nell´ottica di un proposta integrata e centrata sui temi dell´agroalimentare e delle attività connesse a questo comparto, a partire dal turismo rurale. "Le priorità sono una decisione vostra" ha sottolineato Pecol Cominotto e ha ribadito che un progetto condiviso e con contenuti effettivamente cantierabili troverà più facilmente e rapidamente supporto amministrativo e sostegno finanziario da parte di Regione ed Enti locali. . |
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IL PATTO DI STABILITÀ ARRESTA IL FLUSSO DI FONDI DALLA REGIONE CAMPANIA AI CONSORZI DI BONIFICA VITO BUSILLO: “ OCCORRE SCONGIURARE IL RISCHIO DI GRAVI RIPERCUSSIONI SULLA SICUREZZA IDRAULICA DEI TERRITORI INTERESSATI.” |
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Vito Busillo, presidente dell’Unione Regionale Bonifiche e Irrigazioni della Campania, richiama l’attenzione sul problema del rischio idraulico in Campania. “Quindici giorni fa ho chiesto con una lettera un incontro urgente con l’assessore all’agricoltura ed alle attività produttive della Campania Andrea Cozzolino, poiché a causa della violazione del patto di stabilità, i pur pochi fondi che la regione deve ai Consorzi di Bonifica non saranno erogati entro il corrente esercizio finanziario, ma ad oggi non siamo stati ancora convocati. ” Busillo sottolinea: ”Chiedo nuovamente e pubblicamente all’assessore Cozzolino un incontro urgente, perché occorre predisporre delle misure che consentano ai Consorzi di Bonifica di intervenire almeno nei punti ove siano presenti delle criticità tali da mettere in pericolo vite umane, e di trovare il modo per sbloccare quantomeno i fondi per l’elettricità, senza i quali si rischia il taglio della fornitura e l’impaludamento delle aree di pianura, soggette al permanente e perenne lavoro delle pompe idrovore. ” Mancano all’appello, infatti, i fondi dovuti dalla Regione ai Consorzi di bonifica per la manutenzione ordinaria, per i mancati introiti dei Consorzi sullo scolo delle acque meteoriche da parte dei contribuenti extragricoli, che sono esenti per legge, e per l’acquisto di energia elettrica. Busillo ricorda: ”Tali fondi, in particolare quelli a copertura delle utenze extragricole e della manutenzione ordinaria – avevano già subito un taglio del 50% rispetto al 2006 e pertanto avevano ridotto l’operatività dei Consorzi. ” Sul riflesso che tale situazione di illiquidità finanziaria può avere, Busillo afferma:”I Consorzi allo stato sono impossibilitati a svolgere le attività di manutenzione ordinaria, secondo le normali e programmate esigenze gestionali, specie nei canali della rete colante, tanto utili nella stagione piovosa, tanto più importanti in una fase di cambiamento climatico, che vede aumentare l’intensità delle precipitazioni, a fronte di una diminuzione degli eventi. ” Busillo infine ricorda: “Mentre i Consorzi, con i tributi dei consorziati, e grazie all’autogoverno, lavorano incessantemente per la sicurezza idraulica ed idrogeologica del territorio, la Regione Campania sembra dimenticare o quantomeno sottovalutare il così importante ruolo svolto dagli enti. ” . |
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ALTO ADIGE NELLA RETE INTERREGIONALE DEI BOSCHI DI MONTAGNA |
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Tutela del bosco di montagna come habitat naturale, sfruttamento sostenibile delle sue risorse: sono gli obiettivi che diverse Regioni alpine, Alto Adige compreso, si sono date attraverso il progetto Interreg di una rete comune, completato nei giorni scorsi con la sottoscrizione a Lindau di uno specifico memorandum. Nel progetto "Network Mountain Forest" sono rappresentati accanto alla Ripartizione provinciale Foreste anche le austriache Tirolo, Salisburgo, Vienna e Carinzia, oltre a Baviera, Slovenia e Svizzera. Il memorandum conclusivo del progetto di rete sottolinea l´esigenza di uno sviluppo sostenibile delle aree di montagna anche attraverso misure congiunte adottate dalle Regioni coinvolte. "Proprio perchè l´Ue richiede una silvicoltura e un settore legno competitivi sul mercato, progetti di collaborazione transfrontaliera diventano sempre più necessari", sottolinea il presidente della Provincia Luis Durnwaldwer, che alla firma finale di Lindau era rappresentato dal direttore di Dipartimento Heinz Holzer. Un primo passo del progetto Interreg consiste nel recepimento del protocollo relativo ai boschi nella Convenzione delle Alpi, ma i partners alpini puntano anche a misure concrete "come la creazione di una piattaforma europea dedicata al bosco, il varo di interventi di cura e tutela delle foreste tenuto conto dei mutamenti climatici, l´avvio di una campagna di informazione e la ricerca di nuovi strumenti di finanziamento a livello Ue", conclude Durnwalder. . |
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CASERTA ARRESTATI ALLEVATORI E VETERINARI |
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Prelievi ematici falsificati per poter immettere sul mercato latte proveniente da bufale affette da brucellosi: con questa accusa la magistratura ha fatto eseguire arresti e misure cautelari e sottoposto a sequestro 13 allevamenti bufalini della provincia di Caserta. Sotto accusa allevatori e veterinari, che avrebbero eseguito prelievi di sangue da bufale sane sostituendoli a quelli degli animali infetti. La presunta truffa è stata scoperta dai servizi veterinari del Servizio sanitario nazionale confrontando il dna dei campioni ematici prelevati: più capi risultavano avere la stessa identità genetica, evento ovviamente impossibile. E´ intervenuto sulla questione il Segretario Nazionale del Sivemp Aldo Grasselli intervistato da alcune emittenti radiofoniche. "Ci troviamo ancora una volta a denunciare una situazione particolarmente difficile per i veterinari della Campania, una regione ad alto tasso di illegalità. Non può che allarmare ulteriormente il fatto che alcuni colleghi avrebbero commesso reati in un campo strettamente sanitario ma, senza fare sconti a nessuno, è anche ora che le istituzioni si rendano conto che in una situazione di profonda illegalità ambientale i veterinari del Servizio sanitario nazionale sono esposti a gravi pressioni. Quando, come in Campania, i veterinari pubblici dipendenti si trovano in prima linea a lavorare onestamente per affermare la forza dello stato contro quella della camorra, devono essere sostenuti ed affiancati da tutte le istituzioni". . |
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LOTTA AL COLEOTTERO CHE UCCIDE LE PALME |
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Lotta contro il coleottero che danneggia le palme: e` quanto stabilito dalla Giunta regionale delle marche intervenuta stabilendo misure fitosanitarie per frenare il diffondersi del rhynchophorus ferrugineus (Oliver) o punteruolo rosso delle palme. Il parassita fitofago puo` determinare la morte delle piante colpite ed e` capace di attaccare altre specie come l´agave americana. Un problema che coinvolge sia il turismo, e la fruizione di aree verdi, che il distretto produttivo vivaistico del territorio: il parassita mette a rischio i litorali caratterizzati dalla bellezza delle palme, in particolare il lungomare di San Benedetto del Tronto, e puo` danneggiare i numerosi vivai dove vengono prodotte e commercializzate varie specie di palmizi. Il Servizio fitosanitario regionale procedera` quindi con le indagini ufficiali per rilevare la presenza dell´organismo nocivo nei vivai; verranno effettuate ispezioni sistematiche in collaborazione con le amministrazioni locali e definite le zone delimitate considerando che la zona infestata e` l´area compresa nel raggio di un chilometro da dove e` stata riscontrata la presenza dell´organismo nocivo. Le misure stabilite nelle zone infestate vanno dal monitoraggio delle piante sensibili, al divieto di spostamento delle piante, fino all´abbattimento e distruzione delle piante infestate o che mostrano sintomi causati dall´organismo nocivo. . |
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BOLZANO: PRESENTATA LA VALIGIA DEL MIELE, BERGER: "AVVICINARE I GIOVANI ALLA NATURA" |
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Diffondere tra i bambini la cultura del miele e la consapevolezza del fondamentale ruolo che ricoprono le api all´interno del nostro habitat naturale. Questo l´obiettivo della "valigia del miele", un´iniziativa che porterà nelle scuole elementari e medie di lingua tedesca materiale informativo e didattico per un approccio ludico alla materia. Il progetto, sostenuto dalla Ripartizione provinciale formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica, dall´Istituto pedagogico in lingua tedesca e dalla federazione degli apicoltori altoatesini, è stata presentata mercoledì 31 ottobre dall´assessore all´agricoltura Hans Berger. Le singole scuole elementari e medie di lingua tedesca, possono richiedere in prestito, per un periodo massimo di tre settimane, la "valigia del miele", al cui interno si trovano non solo il classico prodotto nelle più svariate forme, ma anche materiale didattico come Cd, Dvd, puzzle, libri e diapositive. "Le api sono insetti che ricoprono un ruolo fondamentale per l´agricoltura e per tutto il nostro habitat naturale - ha spiegato Berger - per questo motivo riteniamo importante far conoscere proprio ai più giovani la vita delle api e avvicinarli ad un prodotto naturale e sano come il miele. Credo che con questa "valigia del miele", i bambini abbiano la possibilità di imparare qualcosa e, in definitiva, di avvicinarsi in maniera positiva alla natura. Questo progetto ha riscontrato un grande interesse in tutto il mondo della scuola, anche in quello di lingua italiana, e quindi ritengo che in futuro amplieremo la nostra iniziativa alle scuole di entrambi i gruppi". In Alto Adige sono attivi oltre 3mila apicoltori, e la specie dell´insetto più diffusa sul nostro territorio è la cosiddetta razza "carnica". Grazie alla "valigia del miele", i ragazzi potranno scoprire aspetti molto interessanti sul miele e sulla vita delle api: ad esempio che un chilogrammo di miele è il frutto del lavoro svolto da 300-400 api per tutta la durata della propria vita, oppure che per produrre un chilo di miele le api devono fare tre-quattro volte il giro della terra (circa 150mila viaggi) e impollinare quasi 20 milioni di fiori. Le scuole possono richiedere la "valigia del miele" presso la scuola elementare di San Lorenzo (0474 474694, lernwerkstatt. Stlorenz@dnet. It), la scuola professionale Laimburg (0471 599141, platzera@fachschule-laimburg. It) e l´Istituto pedagogico di Bolzano (0471 417228, sabine. Krapf@schule. Suedtirol. It). . |
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CIRCA 1500 PRESENZE LUNGO I SENTIERI DELLA “MANGIAUNTA” SUCCESSO PER FRANTOI APERTI A GIANO DELL´UMBRIA |
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Grande successo di Frantoi aperti a Giano dell’Umbria: tra sabato 3 e domenica 4 novembre, infatti, la terza edizione de “La Mangiaunta” ha tagliato il traguardo di 1500 presenze, aggiungendo un altro successo a quelli delle precedenti edizioni. Dopo un percorso decennale - ha spiegato Paolo Morbidoni, sindaco di Giano e vice-presidente nazionale delle Città dell’Olio - Frantoi aperti è diventato un punto di incontro del mondo oleario, l’evento più importante in Umbria per il settore e uno dei primi appuntamenti a livello nazionale che permette di presentare, conoscere e apprezzare la nuova stagione e l’olio nuovo. Un’iniziativa che negli anni ha il merito di aver riqualificato i luoghi di produzione olearia, prima difficili da visitare, e al contempo di aver destagionalizzato l’offerta umbra attirando in un periodo “turisticamente insolito” un numero crescente di buongustai. A Giano il sentiero della Mangiaunta ha condotto alla scoperta dei sapori unici dell’Umbria: presso l’Oleificio Speranza l’olio nuovo è stato degustato insieme ai tradizionali ceci locali; il Frantoio Bartoloni in Loc. S. Stefano ha, invece, promosso il suo olio in abbinamento alla bruschetta e alla patata di Colfiorito sotto il fuoco; bruschetta e lenticchia locale, invece, sono stati preferiti dall’olio del Frantoio Del Sero Giuseppe in Loc. Moriano a Pian della Noce, mentre al Frantoio Flamini, Loc. Bivio Moscatini, l’olio si è sposato con bruschetta e sedano nero di Trevi in pinzimonio. Ai più golosi, che hanno concluso il percorso di degustazioni nei quattro frantoi, è stata offerta anche l’ambita bottiglietta di olio novello. Frantoi aperti e la Mangiaunta sono stati un’importante occasione per accogliere i viaggiatori del gusto desiderosi di conoscere l’olio Dop umbro, le sue tecniche d’estrazione, gli uomini che fanno la storia di questo prodotto e per degustare la produzione di quest’annata olearia, che malgrado le ridotte quantità, garantisce altissimi livelli qualitativi. . |
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CONTRONE (SA) ADERISCE ALLA RETE DELLE CITTÀ DEL BIO |
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Il Cilento è terra di litorali incontaminati e rilievi montuosi, grotte e corsi d´acqua circondati da ampie distese boschive: una terra in cui si incontrano mare e montagna e dove si sono sempre confrontate culture nordiche e culture africane. Controne è qui, ai piedi dei monti Alburni, che si stagliano imponenti con le caratteristiche sagome allungate a separare il Vallo di Diano dalla valle del fiume Calore. Qui, dal 1991, c’è il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, il secondo in Italia per estensione e il più importante tra quelli che si affacciano sulla costa mediterranea. L’abitato fu fondato da esuli Pestani, rifugiatisi nell´entroterra in seguito all´occupazione della colonia greca di Paestum da parte dei Sibariti. Il suo nome deriva da "contra-elion, ad indicare la sua posizione rispetto al sole. Il ritrovamento di pezzi di marmo lavorato, di monete e medaglie di epoca greca e, poi, del periodo romano indicano le antiche tradizioni commerciali dei suoi abitanti. Nel 1264 Federico Ii di Svevia lo ridusse ad un cumulo di macerie. Gli scampati trovarono rifugio poco lontano in un luogo più alto e sicuro intorno all´abbadia di S. Nicola di Bari, dove ricostruirono l´attuale paese. Controne divenne più tardi il regno del barone Vitelli ed ancora oggi sono visibili i resti del palazzo baronale, adibito attualmente a sede municipale. L’attività economica è legata prevalentemente all´agricoltura, indirizzata a produrre fagioli, olio, vino ed ortaggi. Particolarmente pregiato è il “fagiolo di Controne”, che viene ancora coltivato secondo le vecchie usanze. Piccolo, rotondo e bianchissimo, senza macchie e senza occhi, il fagiolo di Controne è particolarmente pregiato per l´alta digeribilità e per la buccia sottile, praticamente impalpabile. Ogni anno, l´ultimo fine settimana di novembre, Controne dedica una sagra al suo prodotto più celebre. La Sagra del Fagiolo fa emergere dal passato le antiche taverne e con esse i personaggi caratteristici dell´epoca (l´Abate ed il Barone) ed una gran varietà di tradizioni e specialità offerte ai visitatori nelle antiche vie Giudea, Pavone e dell´Osso. In questa occasione è possibile acquistare i fagioli o degustare i piatti tipici della zona: fagioli al tozzetto (una piccola fresella condita con olio extravergine e legumi lessi in bianco), fagioli e scarola, pasta e fagioli, e ancora làgana (una sfoglia fatta a mano) e fagioli. Da visitare il centro storico con le caratteristiche abitazioni in via Giudea e via Purgatorio e la chiesa di S. Nicola di Bari, in cui si conserva la statua lignea del patrono di circa 5 qli e la Bolla Papale di Benedetto Vii. Domenica 28 ottobre, nell’ambito delle manifestazioni legate alla “Biodomenica” promossa dall’Aiab e da “Città del Bio”, Controne è entrata nella rete delle “Città del Bio” e la decisione è stata ufficializzata unitamente alla sottoscrizione di un patto di amicizia e di collaborazione con il Comune di Castelmagno, situato in Valle Grana (Cn), dove il noto formaggio “Castelmagno” e l’agricoltura biologica sono riferimenti importanti per tutta la Comunità Montana, che non a caso ha scelto di diventare un “distretto bio” e di costituirsi come la “piccola Valle del Bio”. . |
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IL PRESIDENTE DEL MOZAMBICO EMILIO ARMANDO GUEBUZA MERCOLEDÌ 7 NOVEMBRE IN VISITA AL TRENTINO |
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Trento, 6 novembre 2007 - Il presidente del Mozambico Emilio Armando Guebuza verrà in visita al Trentino mercoledì 7 novembre, per rinnovare un rapporto di amicizia ormai pluridecennale, già cementato dalla visita del suo predecessore Joaquim Chissano nella primavera del 2000 e da quella del presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai in Mozambico dell’estate 2004. Alle ore 11. 30 il presidente Guebuza riceverà in sala Depero, nel palazzo della Provincia, l’Aquila di San Venceslao, massima onorificenza del Trentino, e incontrerà, assieme al presidente Dellai e alla sua Giunta, l’arcivescovo Luigi Bressan, il commissario del Governo Michele Mazza, il sindaco di Trento Alberto Pacher, il presidente del Consiglio provinciale Dario Pallaoro, il presidente del Consiglio comunale Alberto Pattini, il rettore dell’Università di Trento Davide Bassi e i rappresentanti delle associazioni di volontariato che hanno lavorato e lavorano nel paese africano, nonché i rappresentanti della comunità mozambicana a Trento, compreso un gruppo di studenti. Nel pomeriggio è previsto invece un incontro con gli imprenditori trentini e veneti alle Cantine Ferrari. Da lungo tempo ormai il Trentino ha sviluppato un rapporto di sincera e solida amicizia con il Mozambico. È, questo, un rapporto fatto di stima reciproca, di volontà di cooperare, di impegni comuni, di interscambi e visite. Un settore nel quale la nostra amicizia ha prodotto molti buoni frutti è quello della cooperazione decentrata. Già da alcuni anni è operativo infatti un Tavolo per la cooperazione decentrata, istituito dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Provincia mozambicana di Sofala, per lo sviluppo di progetti nel distretto di Caia, realizzati dal nostro Consorzio associazioni con il Mozambico con i diversi partner locali. Tuttavia il legame che il Trentino sente verso questo Paese dell’Africa australe ha anche altre origini: ad esempio la presenza di missionari trentini in Mozambico (alcuni dei quali pagarono con la vita il loro impegno, negli anni della guerra civile), o quella di numerosi studenti mozambicani presso l’Università degli studi di Trento, ed ancora, l’interscambio culturale che si è realizzato in questi anni, e che ha permesso a tanti trentini di avvicinarsi alle molteplici espressioni della cultura e delle tradizioni mozambicane. Senza dimenticare che un trentino, l’onorevole Mario Raffaelli, all’epoca sottosegretario agli esteri del Governo italiano, è stato uno degli artefici degli accordi di pace che nel 1992 posero fine alla guerra civile scoppiata all’indomani del raggiungimento dell’indipendenza, accordi firmati dal governo guidato dal Frelimo e dall’opposizione armata della Renamo a Roma, presso la sede trasteverina della Comunità di Sant’egidio (l’altro fondamentale “attore esterno” del processo di riconciliazione assieme al governo italiano). Lo stesso Lorenzo Dellai, nelle sue vesti di presidente della Provincia autonoma di Trento, ha avuto modo di dare nel 2000 il benvenuto in Trentino al predecessore di Guebuza, Joaquim Chissano, nonché di ricambiare qualche anno dopo la sua visita, recandosi in Mozambico, in particolare nella capitale Maputo (dove tra l’altro ha sede l’istituto scolastico superiore Maria Mae de Africa, creato dalla Fondazione Kessler) e a Caia, villaggio sulle rive del fiume Zambesi dove si concentra una parte dei progetti di cooperazione allo sviluppo avviati dalle associazioni trentine. Da ultima, è nata recentemente una collaborazione fra la Protezione civile trentina e il suo omologo mozambicano; il Mozambico, infatti, è un paese che presenta diversi problemi su questo fronte, già palesatisi in maniera drammatica con le alluvioni che lo hanno devastato pochi anni or sono. Le ragioni per una visita del presidente Guebuza in Trentino sono dunque molteplici. L’augurio di Dellai è che questo evento – preparato in stretta collaborazione con l’ambasciata italiana a Maputo, guidata com’è noto da un trentino, Guido Larcher – possa aprire la strada ad un ulteriore approfondimento dei già solidi rapporti in essere, nel contesto di quelli più ampi sviluppati fra il Mozambico e l’Italia. La novità della visita prevista per la prossima settimana è data però anche dall’enfasi riposta nella possibilità di avviare delle partnership di carattere imprenditoriale: fa testo in questo senso l’incontro con il mondo imprenditoriale Trentino e Veneto a Ravina di Trento, presso le Cantine Ferrari. . |
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ENOLOGICA 2007: UN EVENTO TUTTO RINNOVATO PER VALORIZZARE L’ENOGASTRONOMIA TIPICA DELL’EMILIA ROMAGNA
A FAENZA DAL 16 AL 18 NOVEMBRE DEGUSTAZIONI, LABORATORI, INCONTRI, MERCATO
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Anche in questo 2007 il Centro Fieristico Provinciale di Faenza (Ra) ospiterà Enologica: un nome consolidato per un evento che si rinnova completamente, con una formula decisamente orientata alla qualità ospitando i rappresentanti delle migliori cantine e dei piccoli artigiani del prodotto tipico dell’Emilia Romagna. L’appuntamento è fissato nelle giornate di venerdì 16 novembre (ore 18 e cancelli aperti fino alle 24), sabato 17 (dalle 14. 30 alle 24) e domenica 18 novembre (dalla 11 alle 22). Enologica 2007 abbandona la dimensione di “fiera” e si delinea come un vero e proprio “evento” enogastronomico, a partire dall’allestimento ma soprattutto nelle linee guida del progetto firmato da Giorgio Melandri - esperto di enogastronomia, appassionato scrittore e giornalista free lance - che per conto di Faenza Fiere srl ha seguito anche tutta l’organizzazione. L’obiettivo di Enologica 2007 è quello di promuovere il prodotto tipico locale dell’Emilia Romagna inteso nella sua complessità – prodotto, identità, cultura – attraverso un’esperienza di rapporto diretto tra produttori e pubblico. Un pubblico di appassionati, di amanti del buono, di curiosi del sapore ma, vista la qualità dell’offerta, anche un pubblico specializzato e di operatori del settore. Saranno presenti ben 60 cantine e circa 80 piccoli artigiani che sapranno rappresentare alcune delle punte d’eccellenza del panorama regionale. Oltre al vino, anche tartufi, funghi, miele, formaggi, salumi, marmellate, olii, ceramica, tele stampate, ecc. A completamento della parte espositiva e di degustazione di vini e prodotti tipici, il nuovo progetto prevede anche un’area appositamente dedicata alla ristorazione dove si potranno mangiare delle tradizionalissime tagliatelle, i cappelletti faentini e la piadina romagnola con i formaggi della comunità di San Patrignano, il culatello dell’Antica Ardenga, il prosciutto di Mora Romagnola prodotto dal Copaf di Brisighella. A gestire l’osteria di Enologica, sempre in funzione durante gli orari di apertura della manifestazione, sarà la Cooperativa Sociale Botteghe e Mestieri che produrrà in diretta tutta la pasta e la piadina e che sarà affiancata dall’Associazione Italiana Sommelier con un banco di vini acquistabili al calice e dallo spazio caffè gestito dalla collezione storica Enrico Maltoni. . |
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NASCONO “LE VIE VENETE DELLA GRAPPA”
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Durante l‘incontro è stata presentata la pubblicazione dei soci Igv strumento per la promozione turistica del territorio La grappa Veneta si racconta. Si tratta di un grande momento, infatti, per l’acquavite made in Veneto che oltre ad avere allo studio la nascita di un disciplinare per il prodotto Grappa Veneta che ne tuteli l’originalità e a presentare la pubblicazione “Le vie Venete della grappa”, si dedica all’innovazione ed alla tecnologia con la Distilleria Sperimentale di Veneto Agricoltura gestita in collaborazione con l’Istituto Grappa Veneta presso la Scuola Enologica G. B Cerletti. Infatti proprio domenica 14 ottobre, in occasione della manifestazione Grapperie Aperte, organizzata dall’Istituto Nazionale Grappa, ha dato il via alla sua prima “cotta” 2007 alla presenza del Vicepresidente della Regione Veneto Luca Zaia. “Negli ultimi due anni – dichiara Alessandro Maschio, Presidente dell’istituto Grappa Veneta - abbiamo creato un gruppo di associati coesi che collaborano tra loro per promuovere e tutelare la nostra grappa, e quindi trasmettere i forti legami che la uniscono alla cultura e alle tradizioni di questa terra laboriosa e generosa. Siamo infatti orgogliosi – continua il Presidente - di presentare questa pubblicazione che permetterà di diffondere le molteplici caratteristiche del prodotto principe della cultura veneta, proponendo non solo un profilo storico sulla grappa ma anche una nuova chiave di lettura legata allo sviluppo turistico dei territori dove da anni si produce quasi la metà dell’acquavite di bandiera italiana”. La pubblicazione de “Le vie Venete della grappa”, infatti, è il frutto della volontà di 22 aziende ad oggi consorziate all’Istituto Grappa Veneta, di trasmettere i forti legami che le uniscono al territorio, alla cultura e alle tradizioni dell’acquavite. Nata come sottoprodotto povero della vinificazione, la grappa si è trasformata in un distillato sempre più nobile e raffinato, grazie al miglioramento tecnologico, alla ricerca, all’intuizione ed all’ingegno dei maestri distillatori, che hanno reso la grappa Veneta la realtà più importante nel settore, contribuendo a più del 45% della produzione nazionale. Oltre a presentare alcuni cenni storici, dalla “graspa” all’odierno prodotto di eccellenza, descrive le aziende che hanno fatto parte del progetto, concludendo con un glossario in cui si racchiudono i termini tecnici più importanti relativi alle metodologie di distillazione ed alle tipologie di alambicchi impiegabili per ottenere la grappa. Un vero e proprio viaggio, quindi, quello proposto dai soci Igv che, partendo dalla città con l’arena più famosa del mondo, Verona, attraverserà la regione passando per Padova, Vicenza e Treviso lasciando dietro di sé il potenziale aromatico, l’intensa personalità e la gentilezza dei caratteri che da anni contraddistinguono la grappa veneta. . |
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AGRIFOOD A VERONA DAL 16 AL 18 NOVEMBRE
ESPORTARE O CHIUDERE.
L’AGROALIMENTARE È A UN BIVIO
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Il futuro delle imprese agroalimentari italiane è nell’export, ma per competere bisogna avere gli strumenti giusti, difficilmente alla portata delle Pmi che pure rappresentano gran parte del sistema produttivo. Ad Agrifood tre saloni in uno per favorire l’internazionalizzazione delle aziende e le vendite all’estero. I consumi delle famiglie languono, ma questo non fermerà la crescita delle imprese agroalimentari italiane; basta attrezzarsi per vendere all’estero, dove il mercato tira. Fuori dai confini nazionali la congiuntura è favorevole e le opportunità da cogliere per espandere l’export, grazie alla qualità e all’appeal del made in Italy sono enormi. Servono però gli strumenti giusti per affrontare la globalizzazione, cioè soldi, organizzazione, innovazione, marketing, promozione difficilmente alla portata delle piccole e medie imprese che pure caratterizzano il tessuto produttivo nazionale e che rappresentano circa il 50% del fatturato del settore. Lo ha capito Agrifood – Salone Internazionale dell’Alimentare Made in Italy (Verona, 16-18 novembre; www. Agrifoodweb. It) che propone quest’anno un format innovativo, pensato proprio per sostenere e formare le Pmi che vogliono accettare la sfida dell’internazionalizzazione. L’alternativa alle scelte strategiche di ampio respiro che rilancino la competitività è chiudere l’attività. Per Federalimentare l’82% delle imprese è troppo piccola e continua a non essere a misura di globalizzazione. Le potenzialità dell’export sono confermate dagli ultimi dati Istat, secondo i quali i prodotti dell’agricoltura e della pesca e quelli alimentari e delle bevande hanno messo a segno a settembre un aumento delle esportazioni rispettivamente del 7,8 e del 4,2% sullo stesso mese del 2006 e un incremento e del 13,2 e del 3,3% nei primi nove mesi del 2007. Questo nonostante la forza dell’euro e l’aumento dei prezzi delle materie prime agricole. Ottime performance in particolare nei mercati emergenti, quali Russia, Cina e Paesi dell’America Latina, oltre che nei Paesi medio-orientali esportatori di petrolio. Nonostante ciò, l’orientamento all’export delle imprese italiane è ancora molto basso, addirittura sotto la media europea, e all’estero il nostro agroalimentare non riesce a contrastare la concorrenza sleale di chi falsifica i prodotti della nostra tradizione e del nostro ingegno gastronomico. La formula innovativa di Agrifood offre quest’anno tre saloni in uno, dove le aziende partecipanti sono sia espositrici che fruitrici di servizi: ad Agrifood Expo c’è la vetrina dei prodotti per i buyer in arrivo da tutto il mondo; Agrifood Team è il luogo della formazione alle imprese, con focus sugli strumenti organizzativi, finanziari e assicurativi per l’internazionalizzazione, sulle strategie di marketing, sulla certificazione e sulla sicurezza alimentare, sulla cooperazione, ma anche di approfondimento sulla filiera e sui prodotti; infine c’è Agrifood Show, lo spazio interattivo della manifestazione, dove trader e operatori specializzati possono assaggiare i prodotti nel contesto della tradizione gastronomica che li ha generati. . |
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IX ASTA MONDIALE DEL TARTUFO BIANCO D’ALBA
APPUNTAMENTO L’ 11 NOVEMBRE 2007 AL CASTELLO DI GRINZANE CAVOUR
COLLEGAMENTI SATELLITARI INTERNAZIONALI
DA HONK KONG E BERLINO
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Domenica 11 novembre si svolgerà la Ix edizione dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba. L’evento nato nel 1999 è promosso dall’Enoteca Regionale Piemontese di Grinzane Cavour d’intesa con la Regione Piemonte e la Città di Alba. Fin dal primo anno la manifestazione si è caratterizzata come evento internazionale destinato a incrementare la notorietà del Tartufo Bianco d’Alba in Italia e all’estero. Il valore toccato da uno o più tartufi, i personaggi coinvolti, l’originalità di diversi collegamenti con luoghi di grande notorietà (ristoranti esteri di chef di grande fama) hanno contribuito ad affermare l’assoluto livello di questo avvenimento. Come per le passate edizioni, sono tre le sedi d’asta: oltre alla Sala delle Maschere del Castello di Grinzane, i collegamenti satellitari riguarderanno le città di Hong Kong e Berlino. La conferma di Hong Kong (dopo l’edizione 2005 e 2006), presso i prestigiosi locali del Ritz Carlton Hotel, risponde alla precisa volontà di consolidare i rapporti di collaborazione che intercorrono fra la Regione Piemonte e la Repubblica Popolare Cinese - iniziati sin dal febbraio 1990 attraverso un gemellaggio con la provincia centro occidentale del Sichuan - e di ricercare ogni anno sedi in cui il mercato italiano è in crescita. La novità di quest’anno è il collegamento con Berlino e precisamente con l’Hotel Adlon Kempinski lo storico albergo situato nei pressi della Porta di Brandeburgo, uno degli angoli più belli e suggestivi della Capitale della Germania. Un’altra importante novità riguarda la collaborazione con il Consorzio per la Tutela dell’Asti, che omaggerà, a chi si aggiudicherà il lotto più prezioso, un “mathusalem” di Asti D. O. C. G. Il Tartufo Bianco d’Alba sarà protagonista anche a Merano, dove i visitatori del “Merano International Winefestival” potranno seguire l’Asta grazie allo speciale collegamento predisposto, per l’occasione, all’interno della lounge Cooking for Wine nella nuovissima Gourmet Arena, e a Milano in collegamento con la Lobby Lounge del Park Hyatt Hotel sotto la caratteristica Cupola in vetro dominata dalla nuova scultura di Lucio Fontana. Il programma, per l’Italia, prevede l’inizio dell’Asta alle ore 12. 00 con la consegna del riconoscimento di “Ambasciatore del Tartufo Bianco d’Alba nel Mondo” a Jean François Piège, chef del prestigioso ristorante Les Ambassadeurs presso l’Hotel De Crillon di Parigi, che presenzierà all’evento. Ogni anno l’iniziativa ha avuto ospiti importanti, fra gli altri ricordiamo: Massimo Giletti, Piero Chiambretti, Natasha Stefanenko, Natalia Estrada, Alessandro Del Piero, Adriano Galliani, Giancarlo Magalli, Lamberto Sposini, Jerry Scotti, Richy Tognazzi e Simona Izzo ed ha potuto contare sulla collaborazione e conduzione del noto giornalista “gastronauta” Davide Paolini. Per l’edizione di quest’anno hanno dato conferma di partecipazione Bruno Vespa che farà le veci di conduttore, Serena Autieri, attrice e cantante, e Livia Azzariti, autrice e conduttrice di alcuni programmi televisivi, tra cui “Check up”. Sono inoltre attesi Magdi Allam, noto giornalista e saggista, nonchè vicedirettore del Corriere della Sera, e la scrittrice Benedetta Cibrario autrice, tra l’altro, del libro “Rossovermiglio”. Oltre ai nomi citati non mancherà qualche sorpresa all’ultimo momento. L’asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba non è soltanto un evento mediatico, ma rappresenta il “trait d’union” fra il mondo della comunicazione e gli estimatori del Tartufo Bianco d’Alba con Associazioni e Istituzioni benefiche che con il loro operato sostengono e aiutano le persone meno fortunate. Nelle passate tre edizioni il ricavato d’Asta è stato devoluto alla Fondazione per la Ricerca sul Cancro di Candiolo, che ne beneficierà anche per quest’edizione. Www. Castellogrinzane. Com . |
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APOFRUIT ITALIA: INNOVAZIONE
E PIÙ REDDITO PER L’ORTOFRUTTA SICILIANA
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Accordo con Syngenta per la commercializzazione esclusiva di nuove varietà di pomodoro – Obiettivo 2008: coinvolgere 150 produttori e raddoppiare il fatturato – Se ne è parlato al Convegno del 20 ottobre nello stabilimento di Donnalucata (Scicli – Rg) Apofruit Italia - la cooperativa con sede a Cesena - assocerà direttamente i produttori siciliani e gestirà uno stabilimento per la lavorazione dei prodotti orticoli a Donnalucata (Comune di Scicli – Provincia di Ragusa). Apofruit Italia (3. 800 produttori associati in 9 stabilimenti di produzione) in Sicilia aveva operato attraverso tre cooperative: Cod, Cooperativa Ortofrutticola Deliana, nell’area delle pesche e nettarine tardive della provincia di Caltanissetta, Valletnea, in provincia di Catania per gli agrumi biologici e la Moc Mediterraneo per i prodotti orticoli della Provincia di Ragusa, coinvolgendo 80 produttori per un fatturato 2007 di 5 milioni di euro. A Donnalucata, si producono oltre 15. 000 quintali, al 50% pomodoro, e il rimanente peperone, melanzana e cetriolo (dal 2006 si è iniziato a produrre Biologico). Per rendere note le strategie e le proposte, che porteranno a coinvolgere 150 produttori ed a raddoppiare il fatturato, è stato organizzato a Donnalucata, all’interno dello stabilimento di Apofruit Italia, il Convegno “Le strategie e i progetti di Apofruit Italia per la Sicilia”. “Esprimo soddisfazione per il rapporto fra Apofruit Italia e territorio” ha sottolineato Bartolomeo Falla, Sindaco di Scicli, aprendo l’incontro, ed ha ricordato che la fortuna di Donnalucata è venuta dalla coltivazione del pomodoro ma che, ora, occorre produrre bene e, soprattutto, vendere bene. “Il prodotto deve essere anche sano” ha aggiunto Giordano Conti, Sindaco di Cesena, città che durante la sua Notte Bianca ha ospitato un gemellaggio con i prodotti siciliani. “Siamo abituati a lavorare le produzioni dei nostri soci –ha affermato Enzo Treossi Presidente di Apofruit Italia – ed ora dall’inizio del 2008 i soci di questa zona potranno contare sui servizi e sulla capacità organizzativa e finanziaria di una grande impresa, solida ed efficiente. Non solo, ma il valore aggiunto portato dalla lavorazione in questo stabilimento rimarrà a Donnalucata. Il nostro auspicio è di poter diventare, al più presto, un punto di riferimento per l’ortofrutticoltura di questa area”. Primo passo in questa direzione è un accordo con la multinazionale Syngenta, uno dei leader mondiali nel settore delle sementi, per la commercializzazione esclusiva di nuove varietà di pomodoro. Ne ha parlato Enrico Rappuoli, Marketing Manager della multinazionale nella Tavola rotonda moderata da Mirko Aldinucci, caporedattore de Il Corriere Ortofrutticolo. L’introduzione delle novità in Italia si scontra con la frammentazione dei produttori, fa sapere Rappuoli e pertanto “abbiamo scelto un partner di forte peso a livello nazionale come Apofruit, anche perché crediamo alla Sicilia come area di grande sviluppo nel prossimo futuro”. “Anche nel settore orticolo – ha affermato Renzo Piraccini, Direttore Generale di Apofruit Italia – come già avviene da anni nel campo frutticolo, si sta diffondendo la gestione delle novità vegetali attraverso un “club di prodotto”. L’ortofrutticoltura siciliana ha trascurato il mercato estero. Noi vogliamo sviluppare la presenza del prodotto siciliano con una strategia che per il pomodoro si qualifica nell’innovazione, e per l’estero, proponendo progetti anche ai nostri concorrenti (vedi uva senza semi)”. “L’ortofrutticoltura italiana ha bisogno del prodotto siciliano –ha specificato Gianni Bonora, Direttore Cpr System-, ma che sia innovativo e così potremo tentare di abbassare anche della metà quei costi che per la logistica incidono al 50% sul consumatore finale”. “Su 100 milioni del nostro fatturato siciliano –ha sostenuto Roberto Fiammenghi direttore acquisti Coop Italia- il 50% sono arance e il 40% pomodori da Ragusa in giù. Occorre fornire prodotti che piacciano al consumatore. Valga l’esempio del pomodoro ciliegino che ora rappresenta quasi il 50% del venduto italiano. Dobbiamo spingere sull’italianità, sulla tipicità e località. Ben venga questa iniziativa di Apofruit Italia che va in questo senso”. Luciano Sita, Presidente Legacoop Agroalimentare ha parlato di “Festa perché è l’occasione per capire che copn la cooperazione certi problemi diventano opportunità per costruire il futuroi, che consta anche nel difendere i nostri prodotti e cercare di esportarli in maniera più massiccia”. Progetti e strategie sono stati illustrati anche da un punto di vista più tecnico, grazie alle due relazioni di Piero Turroni, Direttore Tecnico e Qualità di Apofruit Italia (Le novità per gli agrumi, le drupacee tardive e l’uva della Sicilia centrale) e di Ernesto Fornari, Direttore Moc Mediterraneo (Le nuove opportunità per l’orticoltura di serra). Apofruit Italia – 3. 800 produttori associati, 9 stabilimenti di produzione (5 in Romagna, uno in Emilia, uno nel Lazio e due in Metaponto), 3 centri di ritiro e stoccaggio; 220. 000 tonnellate di prodotto e un valore della produzione di 198 milioni di Euro a livello consolidato, 135 dipendenti fissi e 2000 stagionali (dati 2006). La compagine del Gruppo è completata da: Canova srl, azienda commerciale specializzata nel prodotto biologico con oltre 38 milioni di fatturato e licenziataria del marchio Almaverde Bio, e Moc Mediterraneo srl (25,9 milioni di fatturato) che fornisce servizi ai partner commerciali come Coop Sole - Parete (Ce) e Codma - Fano . |
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MARTEDI’ 6 NOVEMBRE GRANDE APPUNTAMENTO A PALAZZO ROSPIGLIOSI CON IL DEBLOCAGE DEI VINI NOVELLI DEL LAZIO
NOVELLO DEL LAZIO, IL PRINCIPE DEI MENU AUTUNNALI
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Torna il tanto atteso appuntamento con il “Novello Latino”, ovvero quelle 30 etichette che fanno parte dell’Istituto Vino Novello del Lazio. “Siamo una delle pochissime regioni italiane che hanno un istituto dedicato al Novello - puntualizza Daniela Valentini, Assessore all’Agricoltura del Lazio - Questo per garantire al consumatore un prodotto che, dalla scelta delle uve fino alle tecniche di vinificazione, sia assolutamente all’altezza della situazione. E il successo delle precedenti edizioni sta a dimostrare che questa della ricerca della qualità è la strada giusta da seguire”. Il Novello, come ormai tutti sanno, è il primo vino della stagione e in qualche modo funge da biglietto da visita dell’ultima vendemmia. “Che dal punto di vista quantitativo è stata la più povera degli ultimi 60 anni -spiega Fabio Massimo Pallottini, Commissario Straordinario dell’Arsial - ma che nel Centro Italia, e in particolare nel Lazio, si annuncia interessantissima sul versante qualitativo”. In effetti, rispetto ai 2. 316. 000 ettolitri di uva e mosto registrati nel 2006, si è arrivati a 1. 850. 000 ettolitri del 2007, con un decremento del 20%, assolutamente il linea con la percentuale di calo nazionale. “Ma da quanto abbiamo visto in vigna e in cantina - annuncia Enzo Nesta, Presidente dell’Istituto Vino Novello del Lazio - l’annata dovrebbe essere buona. E i nostri Novelli non deluderanno certo le aspettative dei consumatori”. Consumatori che potranno levare i calici per il primo brindisi martedì 6 novembre, nelle splendide sale di Palazzo Rospigliosi (Roma, via Xxiv Maggio, 43 - dalle ore 18. 30 alle 22. 00). Qui, in banchi d’assaggio assistiti da sommelier, potranno degustare le 30 etichette proposte dall’Istituto. E scoprire che il Novello è il compagno ideale non solo per le classiche caldarroste ma anche per menu autunnali gustosi e sapidi, nella tradizione del Lazio. “E non solo - aggiunge Claudio Arcioni, responsabile eventi del gruppo Arte dei Vinattieri, che annovera nelle sue fila le più importanti enoteche della Capitale - La novità di quest’anno sarà quella di proporre il Novello Latino come partner perfetto anche per il classico spuntino fuori casa. Un calice di buon Novello laziale, accompagnato a un salume o a un formaggio di media stagionatura del ricco paniere della nostre regione, rappresenta un’ottima alternativa agli snack spesso insipidi e poco sani che purtroppo siamo abituati a consumare durante le pause”. E una bella parata di prodotti regionali sarà in mostra nelle varie sale di Palazzo Rospigliosi. Una proposta gustosa e varia, così come sono gustosi e vari i Novelli che verranno presentati. “I nostri viticoltori si sono sbizzarriti con Novelli in purezza ma anche con interessanti blend - spiega ancora Daniela Valentini - La parte del leone l’hanno fatta il Merlot, per quanto concerne gli Internazionali, e il classico Sangiovese, come Italiano. Ma gli appassionati potranno divertirsi anche con Cabernet Sauvignon, Shiraz, Ciliegiolo e, soprattutto, il nostro amato Cesanese”. Ma quello del deblocage del 6 sarà solo il primo di una serie di appuntamenti che vedranno il Novello Latino salire al proscenio. “Il pubblico romano potrà infatti trovare e acquistare questi ottimi vini in varie sedi - sottolinea Fabio Massimo Pallottini - Intanto saranno circa 150 i ristoranti capitolini che proporranno il Novello Latino in abbinamento ai propri menu. Senza dimenticare le enoteche di Arte dei Vinattieri che ne ospiteranno le varie etichette non solo sui loro scaffali ma anche nelle vetrine, per una campagna ad hoc. Ovviamente non poteva mancare l’apporto di Palatium, l’Enoteca Regionale in via Frattina. Qui, dal 6 novembre fino a dicembre inoltrato, saranno molte le giornate dedicate alle singole Aziende che potranno far degustare i loro Novelli in una sorta di Happy Hour molto. Made in Lazio”. Ma anche la Grande Distribuzione Organizzata non è rimasta insensibile al richiamo del Novello Latino. Circa 150 punti vendita delle principali catene (Coop, Auchann, Sma con Punto Sma, Simply, Ipersimply, Cityper e ancora Panorama, Guidonia Supermercati, Sidis, Conad, Gs Gruppo Luciani) riserveranno ai Novelli dell’Istituto uno spazio e un’attenzione particolare. Evidenziazione sugli scaffali e, nei punti vendita più grandi, cartellonistica e presenza di hostess a sottolineare l’importanza ormai raggiunta dai Novelli del Lazio. . |
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SORRISI DI…VINI E D’ALTRO.
DEGUSTAZIONE DI VINI, FORMAGGI E SALUMI DAL MONDO…DI SENSODYNE PROSMALTO
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L’occasione conviviale, il pretesto tutt’altro che banale e lo scopo dei più seri. Insieme a Martina Colombari, un assaggio di vini, salumi e formaggi è diventato l’occasione per stare in compagnia, per parlare di eccellenza e di esperienze sensoriali. Ma soprattutto per ribadire che al piacere di questi incontri non dobbiamo rinunciare: infatti, nonostante si sappia che l’erosione dello smalto è in agguato ogni volta che si sorseggia una bevanda acida, oggi possiamo non pensarci se… Un percorso sensoriale tra aromi avvolgenti e intensamente profumati, sapori delicati e supremi, persistenti…questo è quello che è diventata, in una serata qualsiasi, una degustazione di vini, formaggi e salumi grazie agli esperti sommelier e assaggiatori che ci hanno guidato e avvicinato a modi insoliti e inaspettati di assaporare cibi della tradizione culinaria italiana e non. Ospite della serata, oltre ad un sommelier dell’A. I. S. (Associazione Italiana Sommelier) e a due assaggiatori esperti dell’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi), è stata Martina Colombari, modella e attrice, simbolo della femminilità italiana. Ed è stata proprio Martina, che come tutti noi apprezza i vini e la buona cucina, a raccontarci la sua passione per la tavola, mentre il “Sociologo del piacere” Roberto Piccinelli la coinvolgeva nelle degustazioni e rendeva i presenti i veri protagonisti della serata, e mentre gli esperti ci conducevano attraverso esperienze sensoriali avvolgenti ed intense. «Come ogni donna – conclude Soldani – Martina ha fatto del suo sorriso un’arma di seduzione, che va preservato da qualsiasi cosa possa danneggiarlo, non ultima l’erosione da acidi, in agguato anche quando si segue una dieta particolarmente sana ed equilibrata, o si sorseggia un calice di vino». E proprio questo è il “paradosso dell’alimentazione moderna”: se è vero che ormai consumiamo regolarmente frutta e verdura, è altrettanto vero che la maggiore longevità dei denti (raggiunta grazie ad una corretta igiene orale) espone più facilmente la bocca alla minaccia degli acidi alimentari; infatti, un’insalata condita con aceto, alcuni tipi di frutta come le arance o l’ananas, alcune bibite gassate o succhi di frutta, così come il vino e i cocktail dell’aperitivo, introducono nel cavo orale acidi che possono ammorbidire temporaneamente lo smalto causando, col tempo, ingiallimento dei denti, trasparenze, crepe ai bordi ed esposizione della dentina, responsabile dell’ipersensibilità. Oggi, grazie a Sensodyne Prosmalto, un aiuto concreto contro questo problema, possiamo goderci meglio i piaceri della buona cucina, gratificando tanto il nostro palato quanto la nostra anima, e senza doverci preoccupare eccessivamente degli effetti degli acidi sui nostri denti. Perché Prosmalto, grazie alla massima concentrazione di fluoro possibile in un cosmetico, rinforza lo smalto dei denti rendendolo più resistente agli attacchi degli acidi; inoltre la sua bassa abrasività (non contiene sls), assieme ad un ph neutro, lo rendono un dentifricio delicato con lo smalto, ideale anche per aiutare a proteggere dalla sensibilità dentale (contiene nitrato di potassio, dall’azione desensibilizzante) e dalla carie (grazie al fluoro). Il suo gradevole sapore di menta e vaniglia lo rende un dentifricio completo e adatto ad un consumo quotidiano. . |
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I FORMAGGI DI FRANCIA E LA CUCINA ITALIANA: UN BINOMIO SEMPRE PIÙ CONVINCENTE
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Grazie alla loro semplice reperibilità e all´inconfondibile carattere gusto-olfattivo, molti formaggi francesi si prestano a diventare gli ingredienti perfetti per un´insolita rivisitazione delle ricette della più consolidata tradizione italiana. Sarà una vera delizia il classico supplì preparato con il Morbier, la Mimolette si abbina perfettamente a zucca, aceto balsamico e amaretto, il partenopeo gattò di patate si può realizzare con il Reblochon, la più nordica valdostana si può preparare con l´Emmental francese. E cosa dire di uno strepitoso sorbetto allo Chabichou? Sono tutte ricette perfettamente realizzabili per dare un tocco insolito e fantasioso al menu di ogni giorno. Alcuni suggerimenti pratici per rendere indimenticabile ogni nuova ricetta: - abbinare un formaggio a un altro prodotto ha la funzione di fare emergere il lato migliore di entrambi i cibi; in altri casi, invece, quella di introdurre un elemento di novità che risvegli e faccia vibrare le papille gustative. - è bene realizzare abbinamenti equilibrati in modo che il formaggio o, al contrario, gli altri ingredienti non prevalgano con aromi o sapori troppo intensi e persistenti. - seguendo la regola della concordanza, un formaggio dolce può essere abbinato ad ingredienti piccanti. - vale anche la regola del contrasto secondo la quale un formaggio erborinato, molto saporito, può essere l´ingrediente di una ricetta dalle note più dolci. - vale, infine, anche la regola della corrispondenza: al posto di un formaggio grana italiano si può utilizzare - con grande soddisfazione - il formaggio Comté, un magnifico prodotto a pasta dura, perfetto da grattugiare su pasta, zuppe e minestre. Un calice di vino, scelto con attenzione, farà la differenza. I corsi di cucina alla scuola della Cucina Italiana L´istituto per la Promozione della Cultura Alimentare, meglio conosciuto come La Scuola della Cucina Italiana, è stato aperto a Milano nel 1988, con l´intento di diventare punto di incontro dove promuovere la diffusione della cultura alimentare valorizzando la cucina e l´utilizzo di materie prime di qualità. I corsi di cucina che vi vengono organizzati sono proposti ad appassionati, aspiranti gourmet e a tutti coloro che hanno la cucina tra i propri interessi. La scaletta delle attività didattiche prevede quest´anno (dopo quello di venerdì 12 ottobre ci sarà l´appuntamento di venerdì 30 novembre) due interessanti incontri di approfondimento sui Formaggi di Francia. “I Formaggi di Francia nella cucina italiana” è il tema delle due lezioni della durata di circa tre ore ciascuna organizzati con l´obiettivo di presentare l´utilizzo dei formaggi francesi in purezza - grazie all´intervento del docente Giorgio Colli - ma anche utilizzati come ingredienti di alcuni piatti realizzati dai docenti della scuola. Un´occasione per conoscere più da vicino alcuni emblematici prodotti caseari d´Oltralpe nelle loro più interessanti declinazioni gastronomiche. Protagonisti dei due appuntamenti il Crottin de Chavignol (formaggio di capra), il Camembert (formaggio a pasta molle), il Roquefort (formaggi di pecora erborinato), il Munster (formaggio a pasta molle lavata), l´Emmental (formaggio a pasta pressata cotta). Telefono 02 86 37 442 Sito web www. Sopexa. It / www. Sopexa. Com - Sopexa. Italia@sopexa. Com www. Formaggidifrancia. It . |
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L’OSSERVATORIO GRANA PADANO SI AGGIUDICA IL PREMIO NUTRIGOLD 2007 PER LA MIGLIORE COMUNICAZIONE NUTRIZIONALE
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L’osservatorio Nutrizionale Grana Padano vince il premio Nutrigold 2007 per la Migliore Comunicazione Nutrizionale, conferito dagli 800 partecipanti al primo congresso “Dietecom: Le giornate Nazionali di Nutrizione Pratica 2007” conclusosi a Milano. Nel 2006 Shanghai, quest’anno Milano. L’osservatorio Nutrizionale Grana Padano continua a ricevere premi nazionali e internazionali legati alla comunicazione. A margine del congresso “Dietecom: Le giornate Nazionali di Nutrizione Pratica 2007” è stato infatti premiato con il premio Nutrigold 2007 per la migliore comunicazione nutrizionale. L’osservatorio Grana Padano, nato nel 2004, consegue questo riconoscimento dopo il prestigioso Nutri award - promosso dalla Idf e Fao - ricevuto nel 2006 a Shanghai per la migliore campagna di educazione Nutrizionale a livello mondiale. Al premio, promosso dalla Fao (Food and Agriculture Organization) e dall’Idf (International Dairy Federation), la federazione mondiale dei produttori di latte e formaggi, hanno concorso decine di campagne provenienti da 29 Paesi. Il congresso Dietecom, tenutosi a Milano il 18 e 19 ottobre, si è svolto sotto l’autorevole comitato scientifico composto dal Prof. Carlo Cannella, Presidente dell´Inran; Prof. Michele Carruba, Direttore del Dipartimento di Farmacologia; e Direttore del Centro Studi e Ricerca sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano; Dr. Claudio Cricelli, Presidente della Simg, Società Italiana di Medicina Generale. Finalità del congresso, a cui hanno partecipato dietologi, dietisti, nutrizionisti e operatori sanitari era creare la possibilità di incontro e discussione delle nuove tendenze nel campo dell´Alimentazione e Nutrizione tra e con i professionisti della salute. Particolarmente impegnati sul fronte della divulgazione e educazione delle buone regole alimentari, spesso anche presso i centri scolastici, i votanti hanno dovuto anche considerare quindi anche la fruibilità, capacità educativa e praticità comunicazionale dei vari progetti: questo concorre alla valenza del premio che è quindi conferito da professionisti e specialisti del settore che hanno dovuto scegliere tra 11 progetti. Aziende Concorrenti al premio:Acqua Sant’anna, Aia, Aidi, Olio Cuore, Grana Padano, Dupont, Granarolo, Tefal, Isvi, Mutti, Proactiv. . |
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CERES PUNTA SULLA DEGUSTAZIONE E LANCIA LE SPECIALI CONFEZIONI
SNACK PACK WEISS E SNACK PACK STRONG ALE
DUE GUSTOSE PROPOSTE DISTRIBUITE NELLE PRINCIPALI CATENE ITALIANE
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Ceres lancia per la prima volta nel mercato italiano Snack Pack Weiss e Snack Pack Strong Ale, due nuove confezioni speciali per la degustazione della birra insieme a cibi altamente selezionati, creando un abbinamento gustoso e stuzzicante. Ceres presenta, dunque, due differenti Snack Pack che saranno distribuiti distintamente nelle catene della grande distribuzione, ovvero: gli Snack Pack Weiss saranno in vendita presso i punti vendita Carrefour in esclusiva, mentre gli Snack Pack Strong Ale saranno distribuiti in Auchan ed altre catene di ipermercati a partire dal mese di novembre. “Abbiamo pensato di diversificare la distribuzione dei due Snack Pack Strong Ale e Snack Pack Weiss – spiega Mario Vinciguerra, Direttore Marketing e Trade Marketing di Ceres S. P. A. – perché abbiamo inteso attuare una strategia di differenziazione che ci permetterà di raggiungere il nostro target di riferimento, senza disorientare il consumatore finale, anzi fidelizzandone le abitudini di consumo e accrescendone le possibilità di scelta”. Ceres ha selezionato con grande cura le aziende fornitrici dei cibi che sono venduti in abbinamento alle birre Ceres Strong Ale e Ceres Weiss. Infatti, per i gustosi tomini con origano capperi, pepe rosa e olio d’oliva Ceres ha scelto l’Abbazia San Frontiniano d’Alba (Cn), mentre per deliziose sfogliatine si è affidata all’esperienza di Ezio Cirio Le Gourmand Patissier S. R. L. Di Sinio (Cn). Inoltre, ogni Snack Pack sarà accompagnato da un opuscolo informativo completo dei suggerimenti sugli abbinamenti gastronomici consigliati da Fausto Carrara, chef e patron del rinomato ristorante Operti 1772 da Fausto a Cherasco (Cn). Gli Snack Pack di Ceres nascono per soddisfare le esigenze e i gusti del consumatore moderno, che acquistando un’unica confezione troverà tutti gli ingredienti per un aperitivo stuzzicante da condividere con gli amici, per trascorrere una pausa di relax in casa, per un gustoso pre/post cena e soprattutto l’idea per un regalo originale e appetitoso. Disponibili in eleganti confezioni trasparenti, contrassegnate dall’indicazione “Speciale degustazione”, gli Snack Pack Strong Ale saranno in vendita presso i principali supermercati ed ipermercati di tutt’Italia al prezzo consigliato di 9/10 € a confezione, mentre gli Snack Pack Weiss saranno in vendita presso i Carrefour italiani al prezzo medio di 7,50/8 € a confezione). . |
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CAFFÈ BRISTOT: NUOVA COLLEZIONE DI LATTINE PER LA MISCELA ORO. GUSTO PER INTENDITORI, AROMA INTENSO
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Bristot fa riscoprire il piacere del regalo utile. E buono. Per Natale e non solo. Un regalo da fare o da farsi per ogni occasione, come il caffè Bristot Miscela Oro. 250 grammi di aroma e fragranza perfettamente ed ermeticamente conservati in una splendida lattina, con i colori della frutta, proposta in quattro differenti soggetti. Un comodo contenitore, un simpatico elemento d’arredo per addobbare la cucina. Accanto alle lattine, sempre in tema di Auguri, Bristot propone anche due cofanetti: Style quadrato da 500 grammi e un bauletto Style Oro da 250 grammi. Per tutti la qualità della Miscela Oro Bristot, un caffè delicato, ma vigoroso nel gusto, arricchito da un aroma intenso e particolare, dal piacevole retrogusto “cioccolatoso”. Www. Caffebristot. It . |
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PROPORAL GOLA: PROPOLI PURISSIMA, TITOLATA E CONCENTRATA, ANCHE IN SALUTARI MA GOLOSE CARAMELLE.
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Proporal Gola di Signorini Farmaceutici è la linea di prodotti fitoterapici che garantisce la massima qualità, sicurezza ed efficacia nella prevenzione e nel trattamento del “mal di gola”, uno dei disturbi più tipici e frequenti della stagione invernale. La Propoli: il principio attivo comune a tutti i prodotti della linea Proporal Gola. La Propoli, così come il miele e la pappa reale, è un prodotto dell’alveare ottenuto dalle api a partire dalle resine presenti sulle gemme degli alberi. Le prime ricerche sistematiche volte a evidenziare le proprietà biologiche della Propoli risalgono al 1960. Successivamente, grazie al frazionamento della Propoli, si riuscì a dimostrare come i flavonoidi e, in particolare, la galangina, che è considerata il flavonoide caratterizzante, rappresentino gli elementi più attivi della Propoli, cui sono da ascrivere le eccezionali proprietà della Propoli stessa. In particolare, grazie alla presenza dei flavonoidi, la Propoli svolge molteplici azioni, fra cui: * azione antiinfiammatoria, in quanto blocca alcune delle sostanze coinvolte nei processi infiammatori dell’organismo (prostaglandine). * azione antibatterica, fra le più efficaci in natura. Infatti, a basse dosi, blocca la proliferazione dei batteri (azione batteriostatica), mentre, a dosi elevate, uccide i batteri (azione battericida). * azione antivirale, dovuta alla stimolazione di diversi meccanismi che impediscono ai virus di crescere, di riprodursi e di penetrare nelle cellule dell’organismo. * azione antiinfiammatoria e immunostimolante, in quanto stimola la sintesi degli anticorpi e l’attività dei globuli bianchi. Iniziando la terapia a fine Settembre – inizi di Ottobre, con cicli di 30 giorni, si riesce a ridurre significativamente l’incidenza delle malattie da raffreddamento. La Propoli è il principio attivo comune a tutti i prodotti della linea fitoterapica Proporal Gola. Linea Proporal Gola: la cura secondo natura diventa qualità, sicurezza ed efficacia. Per fitoterapia si intende la “cura e la prevenzione delle malattie mediante la somministrazione di farmaci vegetali”: le fitomedicine, infatti, sono farmaci a tutti gli effetti e anche la legislazione comunitaria attuale le considera tali. Tuttavia, la fitoterapia può trovare una giusta collocazione nella terapia medica solo se può disporre di droghe vegetali (le parti della pianta utilizzate come medicamento) tecnicamente ineccepibili e il più possibile standardizzate. La linea di prodotti fitoterapici Proporal Gola garantisce la massima qualità, sicurezza ed efficacia nella prevenzione e nel trattamento del “mal di gola” in quanto è perfettamente in linea con le direttive della Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana ed è caratterizzata da informazione precise relative alla titolazione e al Gap (Good agricultural practices). Linea Proporal Gola: prodottI specifici per la disinfezione naturale del cavo orale. La linea fitoterapica Proporal Gola di Signorini Farmaceutici comprende prodotti specifici, a base di Propoli, per la disinfezione naturale del cavo orale, che garantiscono la massima qualità, sicurezza ed efficacia nella prevenzione e nel trattamento del “mal di gola”: * Proporal Caramelle Menta Liquirizia e Mix Agrumi * Proporal Spray Gola Adulti e Junior * Proporal Sciroppo Adulti e Junior * Proporal Spray Nasale I prodotti fitoterapici Proporal Gola sono in vendita in farmacia. . |
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GO WINE A TORINO PER IL III FORUM AUTOCTONI: I VITIGNI AUTOCTONI TRIONFANO AL SALONE DEL VINO!
QUATTRO GIORNATE DEDICATE AI VINI RARI E POCO CONOSCIUTI
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Il profilo del vitigno/vino ideale: dolce, aromatico, mediterraneo Anche se il consumo dei vini dolci è tutt’altro che in ascesa, le preferenze degli oltre 2000 visitatori della Grande Enoteca dei vini Autoctoni Italiani al Salone del Vino di Torino, hanno premiato i grandi vini/vitigni mediterranei, caldi, aromatici, spesso dolcissimi. Ma i protagonisti del grande appuntamento curato e organizzato da Go Wine, in collaborazione e d’intensa con la Promotor International (organizzatore del Salone del Vino) e la Regione Piemonte, erano tantissimi e tutti meritevoli di interesse: 218 vini provenienti da ogni angolo vitato del Paese e frutto di oltre 120 vitigni autoctoni, alcuni dei quali molto rari. Un banco d’assaggio di questo genere in Italia non si era mai svolto perché frutto di una triplice finalità: difendere della diversità del patrimonio viticolo italiano; divulgare e promuovere i piccoli-grandi terroir spesso dimenticati dalla critica; sensibilizzare il grande pubblico alle innumerevoli variabili espressive del vino italiano. Ma l’iniziativa ha dato grande visibilità anche a tutti quei produttori che da tempo si battono per salvaguardare le piccole nicchie del proprio territorio. Per alcuni di loro si tratta di vere e proprie ancore di salvataggio; per altri rappresenta il fattore caratterizzante della propria denominazione e della propria offerta commerciale; per tutti un’occasione indispensabile per conoscere a fondo un territorio e per stimolare la sperimentazione. L’enoteca ha esaudito molte curiosità di un pubblico non solo di enoappassionati ed operatori nazionali, ma di Buyers provenienti dai diversi Stati, ospiti del Salone del Vino con provenienze da India, Giappone, Cina, Russia, Usa, Paesi Bassi, Taiwan (R. O. C. ), Svezia, Sud Corea, Sud Africa, Singapore, Olanda, Norvegia, Maldive, Malesia, Danimarca e Repubblica Ceca. Passando dal Caricalasino al Gamba di Pernice, dal Bosco al Fumin, dal Longanesi al Barbarossa, dalla Passerina al Cucciguaniello, dal Minnella al Nieddera (solo per citarne alcuni), gli appassionati del bere bene hanno scoperto che dietro le grandi denominazioni nazionali c’è un mondo altrettanto affascinate che va solo scoperto e sostenuto. Per tutti i quattro giorni del Salone, nella Sala Azzurra - sede dell’iniziativa- si sono dati appuntamento tanti consumatori attratti dalla possibilità, davvero unica, di poter assaggiare, confrontare, analizzare, un così vasto catalogo di novità enologiche. Piccole nicchie, alcune delle quali già di valore assoluto e altre che hanno trovato nell’Enoteca un primo, straordinario veicolo di conoscenza. È importante sottolineare non soltanto il numero, ma anche il comportamento dei visitatori, monitorato da un questionario sottoposto al termine delle degustazioni. In pochi erano a conoscenza di quanto fosse immenso il patrimonio viticolo italiano: pensate che più del 60% degli intervistati non conosceva che la metà delle varietà proposte; più del 15% ne ignorava buona parte, e quasi tutti hanno mostrato entusiasmo sia per la proposta enologica, sia per l’ambiente in cui si è svolta. Spazi funzionali, silenzio, servizio affidabile, materiale impeccabile. Colpisce il fatto che il vitigno più amato dagli amatori sia stato l’Aleatico d’Elba, varietà mediterranea, dolce e aromatica: evoca sole e paesaggi straordinari; rappresenta una viticoltura antica e per troppo tempo dimenticata, ma si fa interprete di una tipologia, quella dei vini dolci, che trova nella nostra penisola, il più vario e articolato terroir del mondo. Ma non è finita: anche i moscati presenti si sono posizionati in cima alle preferenze dei visitatori, seguiti a ruota da tre grandi varietà a bacca rossa: il robusto Carignano, il tannico Pignolo, la floreale Lacrima di Morro d’Alba. Ma a molti è piaciuto il carattere minerale/speziato dei Nerelli siciliani (il colorato Cappuccio e il rugoso Mascalese), la finezza del Nero di Troia e tante altre novità. Tra i bianchi, grandi consensi per il minerale Timorasso, per l’elettrica Passerina, per le sfumature “agrumose” dell’Erbaluce, per l’ampia profondità espressiva della Minnella. Ma anche la floreale Vitovska, la “gessosa” Nas-cetta, e tutte le piccole varietà campane della costiera amalfitana si sono staccate da un gruppo che comunque nascondeva tante, piccole perle che non vanno assolutamente dimenticate. . |
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ALLA 16^ MERANO INTERNATIONAL WINE FESTIVAL 37 I PRODUTTORI ALTOATESINI PRESENTI
SONO 37 I PRODUTTORI ALTOATESINI CHE HANNO SUPERATO LE SELEZIONI E CHE SARANNO PRESENTI CON I LORO VINI PIÙ PREGIATI ALLA 16^ EDIZIONE DELLA MERANO WINE FESTIVAL.
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Si rinnova anche quest’anno a novembre l’appuntamento con l’ International Merano Winefestival, giunta alla sua 16^ edizione durante la quale Merano diventerà la capitale dei migliori vini del mondo. Dal 10 al 12 novembre l’elegante Kurhaus ospiterà una selezione di vini di grandissimo pregio: fiore all’occhiello della produzione vitivinicola nazionale e internazionale. In primo piano, ancora una volta, i produttori altoatesini che con i loro vini eleganti e forti del recente successo proclamato dalle più prestigiose guide di settore, attendono gli operatori e il pubblico di estimatori. Nella categoria "I Cento" rientrano le aziende che si sono affermate sul mercato nazionale ed internazionale negli ultimi 4-5 anni in base all´alta qualità dei loro vini. Tra le aziende altoatesine che rientrano in questa ambita selezione: Erbhof Unterganzner, Cantina Produttori Bolzano, Egger Ramer; Cantina Valle Isarco, Abbazia di Novacella, Manincor, Ertse & Neue, Cantina Caldaro, Baron di Pauli, Cantina Produttori Merano, Cantina Burggräfler, Arunda Vivaldi, Nals & Margreid, Castel Schwanburg, Cantina Terlano, Tenuta Kornell, Cantina Produttori Colterenzio, Cantina Produttori San Michele Appiano, Cantina San Paolo, Cantina Cornaiano, Elena Walch, Alois Lageder, Cantina Tramin 1898, Cantina Cortaccia, Tenuta J. Hofstätter, Castelfeder; Cantina Laimburg, Tiefenbrunner, Peter Sölva & Söhne. Mentre nella sezione “Vinis Extremis”, dedicata ai vini prodotti in condizioni estreme non mancheranno neanche quest’anno i vini della cantina Lieselehof di Caldaro. Alla rassegna “Dulcis in Fundo” sarà l’occasione per degustare la vendemmia tardiva 2005 del gewürztraminer della cantina privata più vecchia dell’Alto Adige: H. Lun e il Moscato Rosa di Castel Sallegg. Kastel Katzenzungen a Prissiano venerdì 9 dalle 10. 00 alle 18. 00 ospiterà bio&dinamica, manifestazione dedicata ai vini “al naturale” che vedrà tra le cantine altoatesine: Nusserhof, Haderburg, Tenute Loacker, Hartmann Donà e Ebnerhof. Www. Vinialtoadige. Com www. Meranowinefestival. Com . |
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PISA: PROGETTO TUSCAN GARDEN VINEYARD |
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Si uniscono in gemellaggio con un patto di amicizia che verrà sottoscritto dal Sindaco Thomas D´addona e dal Presidente della Contea James Molinaro nel corso di un Consiglio comunale aperto. Il Presidente della Contea James Molinaro arriverà in Italia con una delegazione di imprenditori, coordinati da Piergiorgio Castellani, che visiterà i territori toscani per apprendere l´arte della coltivazione delle vigne e la produzione del vino. Questa esperienza maturata in Toscana consentirà di avviare il progetto Tuscan garden vineyard chevedrà la costruzione - all´interno del giardino botanico di Staten Island - di un ettaro di vigneto toscano e di una tipica colonica, attrezzata per la dimostrazione del processo di vinificazione delle uve importate. . |
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MARSALA FLORIO: UNA STORIA LUNGA 175 ANNI,
PER UN NATALE IN STILE RETRO’
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Florio, da sempre sinonimo di marsala di qualità nel mondo, festeggia il suo 175° anniversario e, in occasione del Natale 2007, presenta una collezione commemorativa di eleganti astucci in latta. Un’idea regalo per un Natale all’insegna di atmosfere Belle Epoque. Cantine Florio, simbolo per eccellenza dell’antica tradizione del marsala a livello internazionale, festeggia 175 anni di storia e, in occasione del Natale 2007, celebra il suo anniversario con una collezione di eleganti astucci in latta. Un’idea regalo dal sapore retrò, non solo per il fascino che hanno le antiche confezioni in latta ma soprattutto per le colorate immagini del mondo Belle Epoque che impreziosiscono questa collezione speciale: donne elegantissime, ballerine e clown in stile Toulouse Lautrec. Ideale per dare un tocco trendy alle sere di festa, alle cene importanti e a ogni grande occasione, arriva un’originale e raffinata serie di cilindri di latta per regalare le pregiate bottiglie di marsala di Cantine Florio. Ma il bello del regalo sta proprio nelle scatole: possono essere collezionate, diventano esclusivi complementi d’arredo e permettono di sbizzarrirsi con diverse possibilità di riutilizzo. Belle da vedere e ottime da riutilizzare, le nuove scatole Florio sono poi perfettamente in linea con le attuali tendenze di moda e life style. Una febbre da stile Belle Epoque che ha già conquistato l’intera Hollywood, percorsa dalla moda legata a questo periodo storico e agli oggetti che ne sono simbolo. Dalle feste a tema, alla ricerca degli arredi originali del tempo, trionfa l’art nuoveau e lo stile liberty. E Cantine Florio si fa portavoce della tendenza con le nuove scatole del 175° anniversario. Il glamour del can-can, dei cabaret e dei cafés-concerts, è il trend più affermato nei ritrovi del jet set internazionale. E anche a Natale e a Capodanno si brinda rivivendo le frizzanti atmosfere di festa della Belle Epoque. Luci, forme e colori di fine Ottocento rivivono attraverso esclusive scatole regalo, che arrivano nelle case degli italiani donando quel tocco retrò che solo Cantine Florio porta con sé. I marsala Florio sono un’idea regalo unica e ricercata. Esprimendo tutta la classe e la distinzione di uno straordinario vino liquoroso, prodotto solo nelle migliori vendemmie e da sorseggiare solo nelle serate speciali. . |
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LO CHAMPAGNE JACQUART LANCIA
IL SUO NUOVO EXTRA BRUT
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La nuova cuvée dello Champagne Jacquart si chiama Extra Brut: con il suo basso dosaggio in zucchero, è forse fra i prodotti della Maison quello più esigente e, in un certo senso, più ribelle, avendo la necessità di assemblare vini dalle caratteristiche eccezionali. Le uve di provenienza dell’Extra Brut sono lo Chardonnay, il Pinot Noir e il Pinot Meunier, con una leggera prevalenza dello Chardonnay, a conferma dello stile ormai classico della Casa. L’invecchiamento di questa cuvée si protrae nelle cantine Jacquart per un periodo decisamente superiore a quello dei normali Champagne sans année. Con il suo Extra Brut, la Jacquart conferma ancora una volta la sua grande esperienza nella progettazione e nell’elaborazione di Champagne di altissimo profilo tecnico e organolettico, ottenuti da vini base rigorosamente selezionati per la loro finezza, per la loro acidità misurata e per il loro ampio potenziale di evoluzione. Champagne Jacquart Extra Brut Gradazione alcolica: 12,5 % vol. Capacità: ml. 750. Categoria: Champagne sans année. Composizione della cuvée: Chardonnay 43%, Pinot Noir 38%, Pinot Meunier 19%. Dosaggio: 5 g. Per litro. Invecchiamento: oltre 5 anni di invecchiamento nelle cantine Jacquart. Esame visivo: colore giallo dorato chiaro, perlage vivace e finissimo, di bella persistenza. Esame olfattivo: profumo delicato di fiori e di frutti bianchi, con note di agrumi. Esame gustativo: gusto di grande freschezza, vivace senza essere aggressivo, fruttato e fragrante. Si colgono sentori di agrumi e reminiscenze di crosta di pane. Il finale è delicato e persistente. Temperatura ottimale di servizio: 8° - 10° C. Abbinamenti gastronomici: lo Champagne Jacquart Extra Brut è un grande aperitivo, per veri intenditori. È inoltre accompagnamento ideale per i più bei piatti di mare: ostriche al naturale o trattate, tartufi di mare, tartare di ostriche o di capesante, gamberi, scampi, pesce spada alla griglia. Come tutti gli Champagne della gamma Jacquart, l’Extra Brut è distribuito in esclusiva per l’Italia dalla Fratelli Rinaldi Importatori di Bologna e-mail info@rinaldi. Biz). . |
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VINI E SAPORI DEL PIEMONTE ON LINE LA CROTA ARRIVA SUL WEB CON I SUOI PRODOTTI DI LANGA E MONFERRATO, SPECIALITÀ SELEZIONATE E RICERCATE... |
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La Crota, in dialetto piemontese, significa "La cantina", ovvero il locale dei vecchi cascinali di Langa e Monferrato dove venivano custoditi, oltre ai vini, i prodotti alimentari messi a conservazione e da consumare durante i mesi invernali, rigorosamente durante il pasto domenicale, oppure da offrire in segno di benvenuto agli ospiti particolarmente graditi. La Crota sas, giovane società dell´astigiano, ha deciso di ripristinare, perlomeno sul web, le antiche usanze contadine locali, dando la possibilità di degustare i prodotti a base di tartufo, la torta di nocciole senza farima, vini senza solfiti aggiunti, oltre ai classici Barolo e Barbera. La Crota mette a disposizione i suoi prodotti a privati ed aziende, fornendo così idee regalo particolarmente apprezzate, oltre che essere ricercatissime, considerato il successo che tali specialità stanno ottenendo off line. Il motto dell´azienda? Un detto di Oscar Wilde: "Il buon gusto è una cosa semplicissima: basta prendere il meglio di tutto" . |
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ICE: GRANDI DEGUSTAZIONI DI VINI ITALIANI IN CANADA 2007 |
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Si è aperta il 30 ottobre a Vancouver la 12a edizione del più importante evento legato al vino italiano sul mercato canadese: il Tour delle Grandi Degustazioni. L´evento, organizzato dall´Istituto nazionale per il Commercio Estero, nella consueta formula coast to coast, dal Pacifico all´Atlantico, si articolerà in diverse tappe: Vancouver, Calgary, Edmonton, Toronto e Montreal, dove si concluderà il 7 novembre. All´evento, divenuto un appuntamento di riferimento per gli operatori locali, partecipano 107 aziende italiane leader del settore enologico, provenienti da 15 Regioni diverse. Le degustazioni, riservate per la maggior parte alla stampa specializzata e agli operatori del settore, verranno ospitate nelle più prestigiose cornici - enoteche, centri commerciali, gallerie d´arte, auditorium - delle diverse città. In particolare a Toronto, tappa finale del tour, è previsto anche un Vip private tasting, degustazione per un gruppo riservato di circa 75 persone, intitolata ´Vino e Vita´, presso il Roy Thomson Hall, condotta dal noto Master Sommelier, John Szabo. Seguirà una serata di Gala, i cui proventi verranno devoluti alla Heart & Stroke Foundation of Ontario, una delle fondazioni più attive nella provincia dell´Ontario. Il Presidente dell´Ice, Ambasciatore Umberto Vattani, ha sottolineato come questo evento che l´Ice organizza annualmente abbia una notevole importanza per il settore vitivinicolo italiano. Infatti "…esso si rivolge ad un mercato molto attento, quale quello canadese, in cui il consumatore risulta essere particolarmente sensibile alla qualità del prodotto. Peraltro il vino è quasi sicuramente tra i beni di consumo quello più radicato sul territorio canadese. Ed è il territorio stesso che promuove anche la conoscenza delle varietà vitivinicole di maggiore qualità come quelle italiane…" Inoltre, ha proseguito l´Ambasciatore Vattani "…all´interno degli scambi nel settore alimentare tra Italia e Canada nel 2006, il vino ha occupato una quota pari al 45% dell´intero valore, confermandosi locomotiva del modello alimentare italiano. Il mercato canadese costituisce il 5° mercato in valore per l´export del vino italiano. Nell´arco degli ultimi dieci anni il valore dell´export è passato da 73 a 190 milioni di Euro, incremento più alto tra i 10 maggiori mercati del vino italiano precedendo, in termini di crescita, gli Stati Uniti". "Anche quest´anno", ha sottolineato l´Ambasciatore italiano in Canada, Gabriele Sardo, "ho accolto con piacere l´invito a partecipare alla grande degustazione di vini organizzata dall´Ice. Il vino rappresenta una delle voci più importanti dell´export italiano verso il Canada, e il costante trend di crescita fatto registrare negli ultimi anni va interpretato come un fenomeno destinato a consolidarsi anche nel futuro. Occorre però - ha proseguito l´Amb. Sardo - puntare sulle nostre produzioni migliori, su quel vino italiano di qualità che deve trovare la sua giusta collocazione nelle diverse fasce di un mercato non sempre facile come quello canadese. Plaudo pertanto a iniziative come questa, il cui obiettivo è quello di fare incontrare il meglio di quanto noi abbiamo da offrire con i più abili e importanti operatori canadesi del settore (agenti, monopoli provinciali, ristoratori). È questo il giusto percorso che bisogna seguire per incrementare i successi già fatti registrare dal vino italiano in Canada. " Le Grandi Degustazioni s´inseriscono nel quadro delle numerose attività svolte dall´Ice in Canada volto a consolidare la presenza dell´offerta italiana e dove il vino gioca un ruolo da protagonista. Tra le prossime iniziative in programma meritano una segnalazione: la partecipazione al Vancouver Playhouse 2008, le azioni di promozione presso i monopoli canadesi, le settimane italiane nei ristoranti dell´Ontario e del Quebec, e ancora missioni di buyer e giornalisti della stampa specializzata in Italia. Il programma vedrà uno stretto coinvolgimento dell´intera filiera alimentare con particolare attenzione ai prodotti di origine protetta Dop/igp. L´accelerazione dei vini a denominazione nel 2006 è segnalata dalla crescita in particolare dei rossi +36%, mentre i bianchi Vqprd (Vini di Qualità Prodotti in Regioni Determinate) registrano +22,4%. Il dato complessivo dei vini a Denominazione di Origine mette a segno un + 33,9%, a fronte del balzo dell´intera offerta italiana del +28,4%. . |
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ILLY INCONTRA NOÈ BERTOLIN, DUCATO VINI FVG |
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Il presidente della Regione, Riccardo Illy, ha incontrato 31 ottobre a Pordenone il presidente dell´Unione Provinciale Cooperative, Noè Bertolin. Nel corso del cordiale incontro Bertolin, nella sua veste di reggente del Ducato dei Vini del Friuli Venezia Giulia, ha illustrato a Illy l´attività promozionale che il sodalizio sta portando avanti per l´enologia, la gastronomia e l´immagine complessiva della regione. In questo quadro il prossimo 23 novembre la Dieta del Ducato vedrà protagoniste le Frecce Tricolori, che da tempo promuovono il Friuli Venezia Giulia nel mondo. Affrontato anche il tema della vitivinicoltura regionale e dei problemi del settore, che vedono anche dei casi di difficoltà aziendale. Si tratta - è stato rilevato - di salvaguardare la qualità della produzione vinicola, di operare perché le difficoltà vengano superate, di portare unità nel settore. Un processo, quest´ultimo, che secondo Illy la Regione può solo cercare di facilitare, ma che deve partire dalla volontà degli interlocutori. . |
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NASCE LA SOTTOZONA VINO DOC SCHIOPPETTINO |
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La Commissione tecnica del Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle Denominazioni di origine e delle Indicazioni geografiche tipiche ha dato il via libera all´istituzione della sottozona "Schioppettino di Prepotto", all´interno della Denominazione di origine controllata (Doc) "Colli Orientali del Friuli". Ne dà notizia l´assessore alle Risorse agricole Enzo Marsilio precisando che la richiesta, avanzata dai viticoltori interessati, è stata sostenuta sia dagli altri produttori del Consorzio sia dall´Amministrazione regionale. "Ci sono tutte le premesse - ha commentato l´assessore - perchè il ´vigneto Friuli´ possa arricchirsi di un prodotto di assoluta eccellenza: alla tradizione della coltivazione in una zona vocata, si accompagnano infatti regole molto rigide per la coltivazione dell´uva, la densità degli impianti, il grado alcolico del vino, come stabilito dal disciplinare di produzione". "Un´ulteriore garanzia di qualità, infine, è rappresentata - ha aggiunto Marsilio - dal marchio ´Schioppettino di Prepotto´ che verrà apposto su tutte le bottiglie del vino prodotto nell´area interessata. E poiché i presupposti sono ottimi, non resta che augurare: lunga vita allo Schioppettino di Prepotto" . . |
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AD ALBA IL 14 NOVEMBRE L´ANTEPRIMA VENDEMMIA 2007 IL PREMIO A PADRE ENZO BIANCHI, PRIORE DI BOSE |
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Si terrà ad Alba, il prossimo 14 novembre, “Piemonte Anteprima Vendemmia”, un appuntamento ormai consolidato e atteso nel settore, per conoscere i primi dati certi e ufficiali sulla produzione vitivinicola 2007 in Piemonte, sulla base dei controlli effettuati sui processi di maturazione delle uve, da cui è possibile ricavare indicazioni sulla qualità dei vini che deriveranno da ciascun vitigno. L’incontro, che la Regione promuove con la collaborazione della Vignaioli Piemontesi, si svolgerà nella mattinata del 14 all’Ampelion, la sede del corso di laurea in Viticoltura ed Enologia della Facoltà di Agraria, e sarà anche l’occasione per illustrare lo stato di salute del comparto vitivinicolo. “A vendemmia appena conclusa – afferma l’assessore Taricco - è sempre alto l’interesse a conoscere gli esiti delle prime rilevazioni ufficiali e a capire quale sarà l’andamento dell’annata. Il 2007 è stato caratterizzato da un clima anomalo, da una vendemmia molto anticipata; le quantità sono più limitate ma si preannuncia un livello qualitativo molto alto. Oltre all’analisi dei dati, mi auguro che l’appuntamento di Alba possa essere una ulteriore tappa per approfondire alcuni temi importanti oggi in discussione, che riguardano il vino, i suoi territori, le sue prospettive: la riforma dell’Ocm, il sistema delle denominazioni e dei controlli, il rapporto con il mercato e con i consumatori, sono elementi su cui confrontarci. ” Come da tradizione, nel corso della manifestazione verrà assegnato il premio Piemonte Anteprima Vendemmia a una figura autorevole ed emblematica del Piemonte: quest’anno sarà padre Enzo Bianchi, Priore della Comunità di Bose, a ricevere il riconoscimento. “Sono particolarmente felice che Padre Bianchi abbia accettato il nostro invito – afferma l’assessore Taricco – perchè, attraverso la sua figura, i suoi scritti e la sua testimonianza, ha saputo rievocare e valorizzare le tradizioni del mondo contadino e della vendemmia come momento peculiare di incontro e di aggregazione per una comunità e come stagione del raccolto frutto di un’intera stagione. E’ a questi valori, legati all’identità del territorio e al lavoro dell’uomo, che vorremmo riportare attenzione, per dare memoria al futuro e per farci ritrovare il senso del procedere del tempo. ” . |
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