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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 10 Luglio 2007
MUOVE I PRIMI PASSI IL CONSORZIO DI RICERCA SULLA QUALITÀ E LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI  
 
Quattro ministeri, sette istituti di ricerca nazionali, otto istituti zooprofilattici per oltre 5. 000 ricercatori coinvolti nel settore dell’agro-alimentare. Sono questi i numeri del Consorzio Italiano per la Ricerca sulla qualità e la sicurezza degli alimenti di cui Parma e il suo territorio si preparano a diventare la sede. L’istituto diventerà infatti l’organismo unico nazionale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca nell’agroalimentare. Il 9 luglio in Provincia a Parma si è tenuta la prima riunione del Consorzio, un incontro finalizzato alla costituzione del comitato tecnico che avrà il compito di definire concretamente la struttura dell’istituto. “La partecipazione qualificata di oggi – ha detto Vincenzo Bernazzoli, presidente della Provincia di Parma, in qualità di presidente di Europass – è motivo di grande soddisfazione. Con questa iniziativa, infatti, si mettono insieme i tanti soggetti impegnati nella ricerca sull’agro-alimentare, sulla sicurezza e la qualità degli alimenti. Nasce una rete in grado di mettere concretamente a sistema le eccellenze e le conoscenze di ciascuno, per sostenere il sistema Italia nelle sfide sempre più difficili della competitività e della globalizzazione. Con il Consorzio, infatti, il sistema della ricerca nel nostro paese si rafforza, supera l´attuale frammentazione e diventa più competitivo sul piano internazionale. Siamo lieti che questo avvenga a Parma, dove il tema della qualità e della sicurezza alimentare è sentito da sempre come priorità, a maggior ragione dopo l’insediamento dell’Autority europea per la sicurezza alimentare. L’iniziativa rappresenta anche una positiva collaborazione tra pubblico e privato, attraverso la condivisione che sin dall’inizio Federalimentare ha manifestato per questo progetto”. Sorto con l’obiettivo di qualificare, razionalizzare e potenziare le attività di ricerca sulla qualità, la salubrità e la sicurezza degli alimenti, il Consorzio italiano per la Ricerca sulla Qualità e la Sicurezza degli Alimenti, diviene dunque realtà. Il nuovo organismo riunirà numerosi enti che fanno capo ai quattro dicasteri e costituirà un supporto efficace per il settore agro-alimentare e in particolare per il sistema nazionale di monitoraggio e controllo della qualità e sicurezza degli alimenti. Grazie al Consorzio infatti si potranno creare le condizioni per collegare e integrare le attività di ricerca di istituzioni diverse migliorando il rapporto fra investimenti e risultati. “A cinque anni dall’insediamento dell’Efsa – ha detto Romano Marabelli, direttore generale del Ministero della Salute – ci sembra utile valorizzare ulteriormente la presenza dell’Autority europea per il nostro Paese. Dopo la nascita della scuola Europea e dello stesso Europass, il Consorzio che avrà sede a Parma rappresenta uno strumento concreto in grado di riunire e mettere in rete le conoscenze su un settore strategico per il nostro paese. C’è la necessità ormai improrogabile di fare massa critica, anche per quanto riguarda la ricerca. Questo è indispensabile se vogliamo restare al passo con gli altri sistemi europei e globali. Un soggetto nuovo come il Consorzio, grazie alle competenze che riunisce, può rappresentare un supporto qualificato per la partecipazione ai progetti europei del Vii Programma quadro, per i quali è richiesta un’altissima competenza scientifica ed una dimensione importante”. L’incontro di oggi, a cui sono intervenuti i dirigenti delle principali strutture che in Italia fanno ricerca sull’agroalimentare manifestando grande interesse per l’iniziativa e piena disponibilità all’adesione, si è tenuto nello stesso luogo dove il 19 maggio scorso i rappresentanti dei Ministeri alle Politiche agricole, Salute, Università e Ricerca, Sviluppo economico hanno decretato i primi passi concreti del Consorzio. “Nei prossimi giorni – ha detto Maurizio Ceci, collaboratore del Ministero delle Politiche agricole – saranno raccolte le adesioni formali dei centri di ricerca e degli istituti presenti oggi. Ogni soggetto indicherà anche il referente che farà parte del gruppo tecnico, cui sarà assegnato il compito di definire le prime attività del Consorzio, stendere il regolamento, approfondire gli aspetti legati allo Statuto e alla sede”. In particolare, all’incontro di oggi erano presenti: Romano Marabelli direttore generale del Ministero della Salute; Maurizio Ceci collaboratore del ministro delle Politiche agricole; Agostino Macrì, direttore dipartimento sanità alimentare dell’Istituto Superiore di sanità; Paolo Ranalli, direttore dipartimento trasformazione prodotti agroindustriali del Consiglio ricerca in agricoltura ( Cra); Carlo Cannella presidente dell’ Istituto nazionale ricerca alimenti e nutrizione; Alcide Bertani, direttore del dipartimento agroalimentare del Cnr; Luigi Rossi direttore biotecnologie, protezione salute e degli ecosistemi di Enea; Gennaro di Giorgio dirigente Enea; Carlo Chezzi prorettore in rappresentanza della Crui (Conferenza rettori Università italiane). Per gli Istituti zooprofilattici sperimentali di Lombardia e Emilia Romagna: Francesco Tirelli il presidente; Sardegna: Aldo Marongiu, direttore; Venezie: Antonia Ricci; Sicilia: Andrea Riola, direttore; Piemonte Liguria Val D’aosta: Lucia de Castelli, Maria Caramelli; Puglia e Basilicata: Doriano Chiocco, direttore Umbria, Marche, Lazio e Toscana: Renzo Bricioli, direttore; Daniele Rossi, direttore di Federalimentare; Giorgio Vanenti per il Centro ricerche produzione animali; Giovanni Ballarini, Gianfranco Dall’aglio, presidente e direttore della Stazione sperimentale delle Conserve. .  
   
   
MONTAGNA: FINANZIAMENTI PER AREE PRODUTTIVE  
 
La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato la delibera - proposta dall´assessore alle Risorse Agricole e Montagna, Enzo Marsilio - con la quale vengono finanziati due progetti nell´ambito dell´Obiettivo 2 2000-2006, per "Consolidamento e sviluppo dell´imprenditoria nelle zone montane" e "Miglioramento e ampliamento delle aree e delle strutture per l´insediamento di attività produttive". Sono i progetti relativi al "Miglioramento e ampliamento delle aree e delle strutture per l´insediamento di attività produttive Ex Snaidero", presentato dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Tolmezzo (Co. S. In. T), e alla "Costruzione di capannone industriale nella Z. I. Di Montereale Valcellina", presentato dal N. I. P. Consorzio per il Nucleo di Industrializzazione della Provincia di Pordenone, con sede a Maniago. La spesa complessiva per la Regione sarà di 1. 619. 750 euro: 810. 000 per l´insediamento ex Snaidero, cui si aggiungerà il cofinanziamento a carico del Co. S. In. T. Per una spesa totale ammissibile di 1. 025. 316,46; 809. 750 euro per la struttura di Montereale Valcellina, per la quale il N. I. P. Interverrà con un proprio cofinanziamento per una spesa complessiva di 1. 025. 000 euro. .  
   
   
OGM: “NECESSARIO UNIRE LE FORZE, NON CONTRAPPORSI”  
 
Firenze - “La battaglia contro gli Ogm vive una fase molto delicata ed è necessario unire le forze; le contrapposizioni hanno il solo risultato di indebolirci”. Così l’assessore regionale all’agricoltura, Susanna Cenni, alla vigilia della manifestazione indetta da Coldiretti per il prossimo 11 luglio a Bologna contro la politica del ministro per l’agricoltura Paolo De Castro. “Nelle settimane scorse – prosegue Cenni - Coldiretti ha polemizzato con il ministro a proposito di una sua presunta responsabilità sul risultato negativo della decisione del Consiglio dei ministri europei che ha introdotto la soglia dello 0,9 per cento di tolleranza nel biologico. Ovviamente – precisa l’assessore - ritengo assolutamente legittima la decisione di svolgere una mobilitazione, ma proprio su un tema come gli Ogm, visto il particolare impegno della Toscana, che guida la rete delle 42 Regioni Ogm-free, ritengo utili alcune puntualizzazioni. Non è stato certo a causa del governo italiano che è passata nel Consiglio dei ministri Ue l’introduzione della soglia di contaminazione nel biologico: ero presente a Norimberga a “Biofach” e ho ascoltato le parole del governo italiano quando ha sostenuto con decisione e fermezza la sua contrarietà di fronte alla commissaria Fischer Boel. E a Bruxelles – ricorda ancora l’assessore Cenni - il ministro ha votato contro il provvedimento, così come è un fatto che è stato già varato un decreto che su scala nazionale potrà vanificare, almeno in parte, gli effetti di questa sciagurata decisione comunitaria”. “Il problema vero – afferma l’assessore Cenni - è allora ricostruire un fronte forte e unito che consenta al nostro paese di reagire ad una decisione profondamente sbagliata e pericolosa, compiendo i passi avanti necessari: da un lato, accellerando gli atti di competenza delle Regioni dopo la sentenza della Corte che ha fatto decadere la moratoria, dall’altro, e questo mi sembra il compito più arduo, tentando di modificare l’orientamento troppo rigido che la Commissione europea ha da tempo assunto e che ha portato ad una coesistenza tra le modalità produttive senza autentiche garanzie, senza regole definite, senza un periodo di moratoria con, piuttosto, continue, singole autorizzazioni relative a singole sementi. E noto di passaggio – puntalizza l’assessore - che di fronte a questo atteggiamento di Bruxelles non mi pare di aver visto mobilitazioni di massa negli anni passati”. “Quello che è necessario oggi – ribadisce l’assessore Cenni – è un impegno serio da parte di tutti, una più forte alleanza tra istituzioni, coltivatori, consumatori europei. Più di quanto abbiamo fatto sino ad oggi. Non può esistere coesistenza senza garanzie per chi sceglie di essere libero dagli Ogm, non può esistere coesistenza se le scelte sono dei singoli produttori. Siamo il paese delle produzioni di qualità, del recupero di varietà vegetali e razze animali, eppure oggi abbiamo difficoltà a garantire filiere interamente ogm-free, ad esempio per la soia che giunge da fuori Italia o di provenienza extracomunitaria”. “Insomma, – prosegue - c’è molto da fare, e su questo punto io credo che occorra sostenere l’azione del governo e attivare prima possibile un tavolo Regioni-governo-associazioni dei produttori. Le Regioni stanno ormai ultimando il documento che contiene le linee-guida ma è necessario l’appoggio del governo sia per adeguare la normativa nazionale sia per sostenere le normative regionali presso la Commissione europea. Si comprende bene, anche da queste sfide, come non si possa e non si debba considerare il governo come un avversario, ma come un alleato necessario e prezioso. Altrimenti – è la conclusione dell’assessore Cenni - tutto il lavoro condotto dalle Regioni europee, dalle istituzioni locali, dalle associazioni di categoria, rischierà di essere vano. E’ proprio quello che vorremmo evitare”. .  
   
   
FORMAZIONE E RICERCA PER UN’AGRICOLTURA DI QUALITÀ ADEGUARE LE CONOSCENZE PER ACCELERARE LO SVILUPPO DELL’ECONOMIA RURALE  
 
Firenze - Un pacchetto per la formazione, l’innovazione e la ricerca in agricoltura, che metta insieme e offra, in maniera integrata, tutte le opportunità di crescita e innovazione esistenti nel sistema formativo, al mondo agricolo. Uno sforzo di integrazione che dovrà vedere protagonisti e lavorare in sinergia tutti i settori regionali, dalle attività produttive alla formazione e l’Arsia. Questa la proposta che, in estrema sintesi, l’assessore all’agricoltura Susanna Cenni ha avanzato il 6 luglio alla tavola rotonda organizzata dalla Confederazione italiana agricoltor per approfondire i temi della formazione e dell’aggiornamento delle conoscenze in agricoltura. Un tema cruciale, da affrontare in fretta, perché l’agricoltura toscana sta cambiando volto e nuovi saperi e nuove competenze si rendono necessarie in uno scenario sempre più vasto e multifunzionale. Al forte dinamismo del settore, emerso anche dal nono rapporto sull’economia rurale presentato ieri da Regione-arsia-irpet, deve perciò corrispondere un sistema della formazione, dell’innovazione e della ricerca in grado di mettere il settore al passo con le sfide della globalizzazione. Su questo punto si è soffermato l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini che ha sottolineato l’esigenza di investire sul capitale umano per far fare un salto di qualità allo sviluppo. “Per questo – ha detto Simoncini – abbiamo messo in campo una grossa mole di risorse e strumenti in grado di favorire il cambiamento e la modernizzazione, anche attraverso la formazione degli imprenditori. Ora si tratta di migliorare questi strumenti, rendendoli più funzionali. Una delle principali novità cui si sta lavorando nel rinnovare il sistema regionale di formazione è quella che vedrà una revisione dei criteri di qualità cui i progetti formativi dovranno sottostare, così come nei meccanismi di finanziamento. In generale si punta a una semplificazione delle procedure, alla qualificazione del prodotto formativo, all’individuazione precisa dei fabbisogni cui si deve dare risposta”. Questo processo di affinamento delle procedure di qualificazione e selezione dei progetti per renderli più in sintonia con le esigenze dello sviluppo e dell’innovazione, è in atto anche nel settore della ricerca, dove è già concluso un bando per 7 milioni di euro che finanzia, fra gli altri, anche progetti legati al settore agricolo. Nel periodo 2000-2006 le iniziative di formazione e alta formazione in agricoltura hanno visto finanziamenti per 26 milioni di euro, di cui 19 per la formazione (coinvolte 6. 434 persone di cui il 40% donne). A questi si aggiungono altri 19 milioni derivanti dal settore della formazione. Queste risorse saranno sostanzialmente mantenute anche per il periodo 2007-2013. “Gli strumenti e le risorse per dare un supporto alla modernizzazione dell’agricoltura ci sono – ha spiegato l’assessore Cenni – anche se riconosciamo che, in alcuni casi, è necessario potenziarli. E’ il caso del ruolo di snodo nel settore della ricerca e dell’innovazione svolto dall’Arsia, che è importante e va ulteriormente valorizzato. La Regione non ha problemi nel rivedere gli strumenti esistenti, come ad esempio la legge 34. In quest’ottica, integrata e trasversale, che deve tenere insieme anche tutti i soggetti imprenditoriali, credo sia necessario tenere presente, in un processo di concertazione con le parti sociali, il ruolo delle Province, che costituiscono un punto di raccolta dei bisogni e della progettualità dei territori”. .  
   
   
RAPPORTO 2007, SEGNALI DI RILANCIO PER L’AGRICOLTURA TOSCANA CRESCE IL VALORE AGGIUNTO, BALZA IN AVANTI L’EXPORT, SALE L’OCCUPAZIONE  
 
Arrivano chiari segnali di ripresa per il comparto agroalimentare toscano. Cresce il valore aggiunto (+1,7%), aumenta la produzione lorda vendibile dell’agricoltura, balza in avanti l’export (+11,8), salgono gli occupati (+2,7). Il nono rapporto sull’economia rurale presentato oggi a Firenze da Regione, Arsia e Irpet, propone un quadro statistico favorevole, soprattutto grazie al consolidamento dei settori di punta del nostro settore primario, dal vino all’olio, dal florovivaismo all’agriturismo. “L’agricoltura toscana sta uscendo dalle secche della crisi” evidenzia l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni. “Ora – aggiunge - dobbiamo completare l’opera intensificando l’azione di rafforzamento e modernizzazione del comparto”. “I dati che emergono dal rapporto – continua - dimostrano che la spinta all’investimento e alla ricerca della qualità, perseguita con costanza anche in anni difficili dal punto di vista congiunturale e dominati da molte incognite (come l’entrata in vigore della nuova Pac, la politica agricola comune), sta producendo i frutti sperati. I settori di punta della nostra agricoltura, quelli caratterizzati maggiormente da questa spinta, ottengono i risultati migliori, ma complessivamente tutto il comparto mostra dinamismo, tanto che i dati regionali sono più positivi di quelli nazionali. Restano aree d’ombra, nella floricoltura, per esempio, o in alcuni settori della zootecnia: sono i punti su cui dovremo compiere una accelerazione sapendo che, a partire dal prossimo autunno, l’agricoltura toscana potrà beneficiare delle azioni previste dal nuovo piano di sviluppo rurale che metterà a disposizione 840 milioni di euro di qui al 2013”. Accanto all’analisi sulle dinamiche economiche l’assessore evidenzia anche come dal rapporto emerga anche il percorso di trasformazione graduale delle aziende: “E’ in atto un processo di ristrutturazione aziendale volto a rendere più competitiva la nostra agricoltura: infatti, anche se la dimensione delle imprese resta piccola (circa 9 ettari di media), diminuiscono però le imprese non professionali, a vantaggio di aziende più strutturate e capaci di affrontare il mercato. In questa direzione va anche letta la propensione ad investire: secondo i dati del rapporto il 39% delle imprese agricole ha investito negli ultimi tre anni in macchinari e il 15% nell’acquisto o ammodernamento di fabbricati produttivi”. “Complessivamente – conclude l’assessore – trovo che il rapporto dimostri una buona sintonia tra le azioni portate avanti nel corso del 2006 da tutto il comparto e le linee strategiche di fondo che sono emerse alla conferenza regionale di dicembre e che riassumerei in tre punti: politiche di qualità, spinta alla modernizzazione e alla diversificazione, valorizzazione dei percorsi di filiera”. “Il Rapporto sull’economia agricola e rurale della Toscana – è il commento di Maria Grazia Mammuccini, amministratore Arsia - si conferma come strumento fondamentale per l’analisi complessiva dell’andamento del settore e di tutti i suoi comparti tradizionali, ma anche per gli approfondimenti che quest’anno propone su segmenti particolari e innovativi quali agricoltura e energia, gestione dell’acqua, filiera corta e credito all’agricoltura. I dati sull’andamento del settore, tra l’altro, confermano – oltre alle grandi potenzialità del sistema agricolo toscano – i profondi cambiamenti in atto sia nelle produzioni, sia nel tessuto delle imprese agricole: la lettura e la conoscenza di queste trasformazioni rappresenta un elemento fondamentale per supportare e orientare le scelte strategiche del Governo Regionale”. I dati del Rapporto - Agricoltura uguale economia: per il 2006 il settore primario marcia agli stessi ritmi del Pil regionale (+1,7 anche per quello). Il bilancio positivo è dovuto in larga misura all’exploit dell’industria alimentare (+4,8), ma significativo è anche il +0,2 dell’agricoltura, specie se raffrontato al –3,5% a livello nazionale. A far salire i conti verso il segno più è in alcuni casi l’aumento della produzione anche a fronte di una diminuzione dei prezzi (è il caso del vino), in altri è l’aumento dei prezzi che va a compensare un calo della produzione (così nella zootecnia). Il traino della crescita è legato in molta parte all’export che mette in evidenza il saldo positivo del vino (+6,4) e delle piante (i vivai si attestano su un +6,2). Clienti principali sono i Paesi dell’Unione europea (51%) e il Nord America 29%, ma salgono le vendite anche presso gli altri Paesi. Spinge forte sull’acceleratore anche l’agriturismo: nel 2006 si rileva un +15% di presenze rispetto all’anno precedente. Per quanto riguarda il lavoro, il numero degli occupati in agricoltura supera nel 2006 quota 60mila (+2,7 rispetto all’anno precedente). Il rapporto 2006 si concentra anche sugli incidenti nei luoghi di lavoro; la dinamica dei casi è in diminuzione: dal 2001 al 2005 gli infortuni denunciati si sono ridotti dell’ 11% anche se, nel frattempo gli occupati sono aumentati (+14%). La frequenza degli infortuni riguarda soprattutto i giovani (e la scarsa esperienza può risultare una delle cause) e i lavoratori extracomunitari (12% dei casi). Diminuiscono gli incidenti mortali e risultano, in circa la metà dei casi, di origine stradale. .  
   
   
IL 98% DELLE FAMIGLIE ITALIANE ACQUISTA CON REGOLARITA’ ACQUA MINERALE  
 
Il 98% delle famiglie italiane acquista con regolarità acqua minerale. Il risultato emerge da uno studio preparato per Mineracqua – Associazione dei produttori di acqua minerale – da Gfk Eurisko e Gfk Panel Services. L’indagine viene presentata il 5 luglio nel corso dell’Assemblea Annuale dei produttori di acqua minerale che si tiene a Roma (Hotel Exedra, ore 17; Piazza della Repubblica 47) e che esaminerà il consuntivo 2006 del settore, che ha registrato una produzione di 12,2 miliardi di litri, con un incremento del 3,4% rispetto all´anno precedente. Saranno inoltre forniti i dati sul consuntivo dei primi 4 mesi del 2007. Alla riunione partecipano il Sottosegretario al Ministero della Salute, Gian Paolo Patta, e il Segretario Generale Wwf Italia, Michele Candotti. In allegato trasmettiamo lo studio Gfk-mineracqua e una sintesi dell’intervento del Presidente di Mineracqua, Ettore Fortuna. .  
   
   
PROVVEDIMENTO A FAVORE DELLE MALGHE  
 
 Salvaguardare le produzioni tradizionali garantendo la possibilità di una commercializzazione corretta dei prodotti e una valorizzazione delle loro tipicità; migliorare il livello igienico sanitario del latte crudo destinato alla trasformazione in prodotti a base di latte nelle malghe e nelle strutture che trasformano il latte prodotto negli alpeggi; uniformare e integrare le attività di controllo svolte dai servizi del Dipartimento di prevenzione delle Aziende U. L. S. S. Sono queste, in sintesi, le motivazioni di fondo di un provvedimento della Regione del Veneto che, concedendo un arco di tempo di 4 anni, si propone di fare rientrare entro i parametri comunitari le piccole realtà produttive, come le “malghe”, che attualmente non vi sarebbero potute rientrare in quanto realtà legate strettamente all’ambiente, situate in località dove vincoli urbanistici o situazioni disagiate richiedono un tempo maggiore per l’adeguamento ai nuovi regolamenti, pur garantendo le condizioni igieniche necessarie per la salubrità igienico-sanitaria del prodotto. “Un provvedimento – sottolinea l’assessore regionale alla tutela del consumatore e alla sicurezza alimentare Elena Donazzan – che mira quindi al recupero di queste realtà e va nella direzione di non disperdere quel patrimonio rappresentato dalle piccole produzioni alimentari, prevalentemente di origine animale, che seppur caratterizzate da un ridotto ambito commerciale di vendita rappresentano un significativo elemento di tutela del territorio, caratterizzazione geografica e tutela occupazionale, nonché di integrazione del reddito”. “Le malghe – aggiunge l’assessore - sono inoltre inserite in percorsi a valenza turistica e gastronomica: il turista vuole consumare prodotti “naturali” con sapori ed odori che gli ricordano il passato. La presenza delle malghe favorisce quindi lo sviluppo economico delle attività dell’indotto collegato al turismo montano e quelle relative al presidio del territorio (sfalcio, rimboschimento, etc. )”. “L’alpeggio – ricorda l’assessore Donazzan - viene attuato per un periodo limitato di tempo (3-4 mesi al massimo) in strutture spesso penalizzate dal punto di vista logistico, con difficoltà relative all´approvvigionamento idrico ed allo smaltimento dei reflui di lavorazione, nonché vincoli urbanistici che ne ostacolano l´adeguamento ai requisiti normativi”. “I prodotti tradizionali ottenuti in alpeggio, però, - conclude – possono e devono salvaguardati attraverso la qualità della materia prima ed il controllo delle tecnologie di produzione, le quali, pur nel rispetto della tradizione, rispondano a principi di igiene, assicurando, nel contempo, le migliori condizioni di vita agli alpeggiatori, tali da garantire un futuro a questa tipologia di attività”. .  
   
   
CINIPIDE DEL CASTAGNO: VALENTINI, A BREVE UN TAVOLO NAZIONALE  
 
“Su richiesta della Regione Lazio il Ministro per le Politiche Agricole, Paolo De Castro, convocherà a breve un tavolo nazionale con tutte le regioni interessate al problema del cinipide per coordinare le attività di ricerca e valutare la possibilità di indennizzare i castanicoltori colpiti”, lo ha dichiarato Daniela Valentini, assessore regionale all’agricoltura. Inoltre mercoledi si sono svolti due riunioni; “un incontro tecnico con la Regione Piemonte e l’Università di Torino, nel corso del quale c’è stato un confronto sulle misure adottate e su come contrastare la presenza del parassita, e un’audizione alla Commissione Agricoltura del Senato insieme ai rappresentanti del Ministero per le Politiche Agricole (Mipaf) e ai servizi fitosanitari di Piemonte e Liguria. Durante l’audizione – ha proseguito la Valentini – la nostra regione ha ribadito la necessità di una sperimentazione a livello nazionale e di definire anche un protocollo d’intesa che disciplini la difesa complessiva nei confronti di tutti i parassiti del castagno”. Nessuna battuta d’arresto, nel frattempo, per il piano d’intervento messo in atto dagli uffici fitosanitari. “Siamo sicuri – ha concluso la Valentini – che l’intervento del governo farà fare un ulteriore passo avanti sia in termini di garanzie per i danni subiti dai castanicoltori sia per la ricerca di un’efficace azione di contrasto contro il cinipide”. .  
   
   
AGRICOLTURA: L´UNIONE EUROPEA PUBBLICA LA SCHEDA RIEPILOGATIVA DEL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELL´ACETO BALSAMICO DI MODENA. RABBONI: "UN FONDAMENTALE PASSO IN AVANTI VERSO IL RICONOSCIMENTO DELL´INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA (IGP)"  
 
 L´unione europea ha pubblicato, sulla propria Gazzetta ufficiale, la scheda riepilogativa del disciplinare di produzione dell´aceto balsamico di Modena per il quale è stato richiesto il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (Igp). I Paesi membri dell´Unione hanno sei mesi di tempo per formalizzare eventuali opposizioni; al termine di questo periodo, in assenza di tali osservazioni, il disciplinare sarà pienamente operativo. "La richiesta di indicazione geografica protetta dell´aceto balsamico di Modena - ha dichiarato l´Assessore all´Agricoltura della Regione Emilia - Romagna, Tiberio Rabboni - è stata avviata circa 10 anni or sono ed ha incontrato numerosi ostacoli che hanno rischiato di vanificare il lungo lavoro svolto dalle istituzioni e dai produttori. La pubblicazione della scheda riepilogativa rappresenta un primo punto fermo per arrivare alla positiva conclusione di questa lunga ed intricata vicenda". "Esprimo quindi soddisfazione - ha sottolineato Rabboni - per questo importante risultato che rafforza ulteriormente il nostro primato in materia di produzioni regolamentate e che pone al riparo questo prodotto da probabili tentativi di imitazione. L´aceto balsamico di Modena ha conquistato uno spazio di mercato di assoluto rilievo e può rappresentare una importante opportunità per lo sviluppo del nostro comparto agroalimentare". "In ogni caso - ha concluso l´Assessore - auspico che l´iniziativa comunitaria contribuisca al superamento di una serie di posizioni non coincidenti tra tutti gli attori della filiera che, ancora una volta, rischiavano di far perdere la possibilità di tutelare questa denominazione. " .  
   
   
VONGOLE. COPPOLA A PRESIDENTE PROVINCIA DI VENEZIA: DISSENNATA GESTIONE RACCOLTA DEL SEME  
 
“Alla luce di quanto sta accadendo, ritengo necessario rivedere i termini del Protocollo d’intesa sullo sfruttamento del materiale seminale delle vongole veraci, nonché valutarne la sua effettiva utilità”. A sostenerlo è l’assessore regionale alla pesca Isi Coppola che ha scritto al Presidente della Provincia di Venezia Davide Zoggia per esprimere tutto il suo rammarico “per la dissennata gestione della raccolta del seme di vongola alla foce del fiume Brenta”, informandone anche il prefetto di Venezia e l’amministrazione provinciale di Rovigo. La Regione e le Province di Venezia e Rovigo avevano infatti firmato lo scorso maggio un protocollo d’intesa per coordinare lo sfruttamento della risorsa costituita dal materiale seminale delle vongole veraci presente alle foci dei fiumi Adige e Brenta. “Pare invece – stigmatizza l’assessore Coppola - che tutto sia stato volutamente non gestito, al fine di evitare di consentire la raccolta a coloro che ne avessero diritto, favorendo di fatto la raccolta abusiva. I ritardi nelle comunicazioni, le pretestuose richieste di chiarimenti su provvedimenti autorizzativi non necessari e la gestione tutt’altro che puntuale da parte delle strutture veneziane fanno pensare che, al di là di ogni ragionevole dubbio, qualcuno abbia voluto, ancora una volta, sprecare una buona occasione di collaborazione seria e concreta con la Regione del Veneto. Chi ci abbia marciato lo vedremo a breve”. “Quello che già da oggi è intollerabile, vista l’autorizzazione che sarà rilasciata dal dipartimento alla pesca della provincia di Venezia al Gral (che nei fatti sono uno il clone dell’altro) – scrive ancora l’assessore alla pesca - sono le inevitabili e prevedibili conseguenze di questa irresponsabile situazione che porteranno a rimettere sul tavolo del Prefetto la situazione della pesca gestita (?) nella laguna di Venezia, mascherandola sotto la ben conosciuta ombra del “pericoloso disagio sociale” creato dai pescatori”. L’assessore Coppola ribadisce a chiare lettere al Presidente Zoggia, che “la Regione del Veneto non sarà né spettatrice, né tanto meno connivente, di un sistema che ulteriormente danneggia la vita dei pescatori, dell’economia e dell’ambiente lagunare, protraendo precarietà, insicurezza e creando un danno d’immagine di un prodotto assai prezioso e giustamente rinomato in tutti i mercati nazionali ed europei”. “Rimane tutta la mia amarezza – scrive infine l’assessore Coppola a Zoggia - nell’aver ingenuamente creduto in una volontà fattiva e responsabile nell’affrontare da parte sua questa delicata questione, specie dopo la storica sottoscrizione del Protocollo d’Intesa, volto proprio allo sviluppo delle buone pratiche di prelievo”. .  
   
   
BENEVENTO: APRE LA “STRADA DELL’AGROALIMENTARE”  
 
Saranno 22 le aziende che daranno vita alla “Strada dell’Agroalimentare” in Centrantico, nell’ambito della Rassegna “Quattro notti e più di luna piena”, edizione 2007. Il progetto nasce da un percorso di ricerca e di valorizzazione delle tipicità locali che vede protagonisti il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, l’Università degli Studi del Sannio, la Camera di Commercio di Benevento, il Comune di Benevento con l’Associazione Iside Nova e il Comune di Pago Veiano. La “Strada dell’Agroalimentare” conduce ad articolate iniziative di promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari sanniti tradizionali, inseriti nell’elenco nazionale con Decreto 19 giugno 2007 del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Saranno molte, infatti, le aziende vitivinicole, olearie, lattiero-casearie e dolciarie del Sannio beneventano che esporranno e promuoveranno le loro produzioni di qualità nell’ambito della manifestazione. In particolare sarà presentata la filiera carne bovina di razza marchigiana, nel percorso di qualità delle produzioni tipiche. Sarà possibile degustare tutte le sere, dal 10 al 15 luglio, la carne attentamente preparata, proveniente da allevamenti di quattro organizzazioni di allevatori (Consorzio Carni Appennino Sannita di San Giorgio La Molara, Cooperativa Agricola San Giorgio Carni, Aprozis e Cooperativa Santa Lucia di San Bartolomeo in Galdo). “La filiera che l’Ente camerale sta predisponendo, insieme alla rete istituzionale, - evidenzia Ettore Varricchio dell’Università del Sannio - è quella di curare gli aspetti legati alla macellazione e alla frullatura delle carni, ivi compreso il sezionamento ad opera dei macellai iscritti Igp Vitellone bianco dell’Appennino Centrale, al fine di far conoscere ai consumatori del Sannio l’alta qualità di queste carni. Tra gli obiettivi principali del tracciato progettuale vi è il rilancio della filiera carne e, in generale, della zootecnia che attraversa un momento difficile di posizionamento sui mercati”. “La provincia di Benevento, territorio ricco di biodiversità, - sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Gennaro Masiello - ha avuto in passato una variegata gamma di prodotti agroalimentari, sintesi felice dei fattori naturali e culturali, espressione di questo territorio. Per alcuni di questi prodotti si è persa ogni memoria, altri invece sono giunti fino a noi e sono reperibili soprattutto nei luoghi di produzione; pochi di questi entrano nei circuiti della distribuzione. Per questo gli organi istituzionali a vari livelli, hanno assunto l´impegno di salvaguardare e valorizzare un patrimonio che diversamente rischierebbe di scomparire del tutto”. "Quest´anno, per la prima volta, - aggiunge Elio Mastella, presidente dell’Associazione onlus Iside Nova - è stato organizzato un percorso di qualità con la collaborazione della Camera di Commercio e dell´Università di Benevento. La maggior parte degli stand sono pensati e allestiti per promuovere prodotti e giovani produttori sanniti che possono disporre di una eccezionale vetrina". .  
   
   
PESCHE DI ROMAGNA IN FESTA UN GRANDE EVENTO SULLA RIVIERA VALORIZZA LA COLLABORAZIONE TRA I PIÙ IMPORTANTI PRODUTTORI DI PESCHE E NETTARINE D’ITALIA, GLI OPERATORI DEL TURISMO E LE ISTITUZIONI.  
 
L’emilia - Romagna, con il suo entroterra produce ogni anno circa 470. 000 tonnellate tra pesche nettarine e percoche. Nelle provincie di Forli- Cesena e Rimini l’offerta raggiunge 132. 000 tonnellate, nella provincia di Ravenna si producono 187. 000 tonnellate di nettarine e 62. 000 tonnellate di pesche; nella provincia di Bologna si producono 57. 000 tonnellate in tutto e a Ferrara 38. 000. Questo quadrilatero produttivo rappresenta il cuore della peschicoltura emiliano romagnola che, come è noto, ha dato vita, agli inizi del ‘900, alla frutticoltura italiana. Ed è dalle imprese riunite nel Consorzio di Valorizzazione della Pesca e nettarina Igp ( Apoconerpo, Apofruit, Afe, Pempa Corer, Cico, Europ Fruit, Minguzzi, Coferasta) che è nata l’idea di legare il prodotto con la Riviera Romagnola, associando il frutto più amato dell’estate al divertimento, al benessere, al piacere del mare. Cosa c’è di più buono e salutare di una pesca in spiaggia, a merenda, dopo il bagno di sole o di mare? E’ un retaggio antico, legato alla tradizione romagnola, quello di consumare le pesche in spiaggia, è un ricordo d’infanzia, un piccolo piacere sedimentato nella memoria. Ed è da qui che parte la dinamica della prima Festa delle Pesche di Romagna Igp. Il 13 e 14 luglio Cesenatico diventa l’ approdo al mare di migliaia di pesche e nettarine con il marchio europeo Igp. Una organizzazione logistica capillare mettera’ a disposizione di tutti i bagni circa 40. 000 frutti che potranno essere gustati in spiaggia con l’aiuto della Cooperativa Bagnini che curerà la preparazione e distribuzione dei prodotti. Alberghi e Ristoranti di Cesenatico potranno proporre gustose ricette a base di pesche e nettarine, a seconda dei gusti. “ Cesenatico ha accolto l’idea della Festa delle Pesche di Romagna con entusiasmo - dichiara il Sindaco Nivardo Panzavolta – credo che la ricetta per il successo sia quella del coinvolgimento spontaneo degli operatori turistici locali che tutti insieme lavoreranno per valorizzare al meglio il legame tra prodotto e territorio”. Il Week end di festa culminerà nelle due serate che vedranno esibirsi in piazza Andrea Costa tutti artisti in un qualche modo legati alla Romagna, con un approccio ironico, affettuosamente dissacrante, sui modi di essere di una terra così decantata. Da Mirko Casadei a Cevoli ad Elio e le Storie Tese, gli artisti presenteranno la faccia divertita della Romagna ai turisti di Cesenatico provenienti da tutta Italia. “Abbiamo sempre messo in evidenza – dichiara Paolo Pari- presidente del Consorzio Pesca e nettarina di Romagna , il legame delle pesche con la loro terra di origine , realizzando per primi in Italia una campagna di comunicazione nazionale sia televisiva che Radiofonica. Dal 6 luglio, continua Pari – è partita la campagna pubblicitaria dell’estate che prevede Radio Rai, Radio Dj, Radio 101, le radio locali, i quotidiani, la stampa famigliare” La campagna raggiungerà oltre 30 milioni di contatti . Ma a questa azione abbiamo fortemente voluto associare un grande evento in Riviera perché riteniamo che abbia una fortissima valenza in termini di comunicazione. ” Il Week end di festa a Cesenatico si colloca all’interno del progetto “un Mare di Sapori “ messo a punto dall’Assessorato Agricoltura della Regione Emilia Romagna. “Un Mare di Sapori - dichiara l’assessore regionale Tiberio Rabboni, è un grande evento itinerante che coinvolge le principali località balneari della Riviera con iniziative di promozione e degustazione che vedono protagonisti i grandi prodotti tipici della nostra terra; si va dal Parmigiano Reggiano Dop al Prosciutto di Parma , ai Salumi Piacentini, ai grandi vini promossi dall’Enoteca Regionale. Il Progetto tocca profili diversi dei prodotti e dei produttori dagli aspetti sensoriali, attraverso degustazioni, alla illustrazione delle qualità organizzative del nostro sistema produttivo, al vissuto dei prodotti all’interno del territorio, costruendo veri e propri itinerari guida che dagli alberghi porteranno, sia verso l’entroterra, sia verso luoghi a tema della riviera per una divertente ricognizione di prodotti, terre, persone che rendono la nostra regione “Terra del Buon Vivere”. .  
   
   
I GIOVANI, “FARE TRIBU’ ” DAVANTI AL BARBECUE: UNA NUOVA RICERCA – COMMISSIONATA PER L’ESTATE DALL’OSSERVATORIO CARNEALFUOCO ALLA DEMOSKOPEA – INDAGA L’UNIVERSO DEI GIOVANI, LE LORO PASSIONI E LE NUOVE TENDENZE ALIMENTARI.  
 
Il desiderio di “fare gruppo” davanti ad un barbecue è più forte dell’amore e rappresenta il modo migliore per stare in compagnia. Se l’amicizia è un valore condiviso, il lavoro è la “passione concreta” per realizzarsi nel futuro. Vivere senza passione – qualunque essa sia - è un po’ come mangiare senza sale o essere sempre a dieta. Manca qualcosa, ci sentiamo privati di ciò che rende entusiasmante la nostra vita e il nostro quotidiano. Sia che si tratti di una passione per un hobby, uno sport o il proprio lavoro, in Italia, i giovani, concordano nell’affermare che è la passione “a dare sapore” alla vita quotidiana. A sorpresa però dal sondaggio “La Passione diventa realtà” - realizzato dall’Osservatorio Carnealfuoco/demoskopea a maggio del 2007 - risulta che, se l’amore non appare nel top ten “dei sogni giovanili”, la più grande “passione” dei ragazzi italiani è rappresentata dallo “stare in compagnia” (33,9%) e che il 37,7% dei giovani tra i 18 e i 35 anni sognano, molto concretamente, di realizzarsi nel lavoro. Inoltre, a proposito di cibo, il 64,7% di loro ama organizzare o partecipare ad un barbecue con gli amici, mentre oltre il 72% afferma di avere un rapporto positivo con l’alimentazione – aspetto questo di fondamentale importanza, e sicuramente, confortante - in un periodo in cui spesso le cronache registrano casi di rapporti deviati con l’alimentazione come per l’anoressia o la bulimia. “Non si mangia solo per nutrirsi – spiega la psicologa Irene Bozzi - ma esistono desideri e problemi inconsci che i giovani soddisfano alimentandosi. La scelta del tipo di cibo - così come il luogo dove consumarlo - dipendono soprattutto dai loro sogni e desideri, da come sono nel loro intimo se amanti delle novità o legati alla tradizione, romantici o desiderosi di socializzare. Ecco perché la scelta del barbecue, luogo simbolico di aggregazione davanti al focolare, espressione del desiderio di fare gruppo delle nuove generazioni”. Passione non fa più rima con amore Passione si, ma non amore passionale. Così potremo riassumere i risultati della nuova ricerca Carnealfuoco/demoskopea per l’estate 2007. Dallo studio risulta infatti che i giovani italiani – suddivisi in due fasce di età comprese fra i 18/25 e i 26/35 anni – non considerano l’amore tra le principali passioni della vita. Un dato sorprendente soprattutto se rapportato alla prima fascia di età, quella dei cosiddetti “giovanissimi”: ragazzi tra i 18 e i 25 anni che indicano come “passione più grande” quella dello “stare in compagnia”. Un segnale chiaro del bisogno concreto e crescente, da parte delle nuove generazioni, di “fare gruppo” e aggregarsi, piuttosto che di crearsi un affettività di coppia. Ancora più indicativo il dato se paragonato con le altre passioni indicate dai ragazzi come irrinunciabili: il 20% dichiara di amare l’arte in tutte le sue espressioni (musica, teatro, danza, pittura, disegno) sia in modo attivo (esprimendosi in prima persona) che passivo (semplicemente fruendone); mentre il 17,4% degli intervistati preferisce lo sport: dato questo che sale al 27,2% per gli uomini dai 26 ai 35 anni. Seguono poi lo studio e il lavoro (8,9%), la buona tavola e la sana alimentazione (5,6) ed, infine, le nuove tecnologie (4,7%). Una concretezza che si esprime anche di fronte alla possibilità di “immaginare” una passione/sogno che diventi realtà: per il 37,7% del campione questa passione coincide con il desiderio di realizzarsi nel lavoro o nello studio nonostante oltre il 43,3% dichiari di percepire un reddito fisso. Un dato, quello sulla realizzazione professionale, che raggiunge addirittura al 46,7%, nella fascia di età tra i 18 e i 25 anni, quando le incertezze sul proprio futuro sembrano rappresentare un vero e proprio ostacolo da esorcizzare. Se il lavoro appare un miraggio lontano, l’altra passione da raggiungere è quella per i viaggi: il 31% degli intervistati dichiara infatti di “voler conoscere il mondo”, mentre a sorpresa il 10,6% dichiara di “voler aiutare gli altri” e solo il 6% del campione afferma di “sperare di diventare ricco” o di trovare l’amore (5,9%). Fanalino di coda – nonostante i modelli proposti dalla società contemporanea - il desiderio di diventare famoso (1%). Dalla ricerca emerge, dunque, un quadro estremamente chiaro dei giovani italiani che appaiono concreti, altruisti e desiderosi di ampliare i propri orizzonti personali con esperienze di diverso genere. Il cibo? Una piacere da vivere in compagnia davanti ad una griglia fumante Su una cosa i nostri giovani connazionali sembrano tutti d’accordo: il piacere della tavola è tale soprattutto se condiviso con gli amici. In particolare, secondo il 64,7% degli intervistati è la grigliata all’aria aperta la situazione perfetta per consumare un pasto, mentre solo il 22,9% preferisce pranzare/cenare in famiglia. Sono soprattutto le donne – tra i 26 e i 35 anni – quelle che appaiono più tradizionaliste, preferendo l’aspetto familiare (27,9%), contro il 71,2% dei ragazzi tra i 18 e i 25 anni per i quali il barbecue rappresenta una passione irrinunciabile. Anche in questo caso i romantici sono pochi: solo il 10,2% sceglie infatti una cena a due al ristorante. Tutti, inoltre, affermano di “organizzare una grigliata con il bel tempo” (32%) od almeno una volta al mese (35,1%). Si tratta insomma dell’affermarsi tra i giovani di una nuova tendenza gastronomica, quella per il bbq, che interpreta il consumo del cibo come un momento di aggregazione, una occasione gioiosa di condivisione e socializzazione: agli intervistati è stato infatti chiesto di motivare la scelta del barbecue e, non a caso, la maggioranza di loro afferma di preferire la grigliata perché “permette di trasformare il pasto in un momento di allegria e divertimento” (61%), perché “rappresenta un modo per godersi la natura e l’aria aperta” (14,1%), perché “è espressione di una cucina semplice e nello steso tempo gustosa” (11,7%). Più in generale, i giovani italiani affermano, a sorpresa, di avere un rapporto molto positivo con il cibo (72,7%): dalla ricerca Carnealfuoco/demoskopea emerge infatti che il momento dei pasti viene considerato come “una fonte di gratificazione” (32,7%), come “una occasione di socializzazione” (20,1%) o come “un modo per avvicinarsi ad altre culture straniere” (19,9%). Solo il 26,7% degli intervistati considera il cibo “una semplice necessità”. La cucina per i giovani rappresenta, dunque, anche un mezzo per allargare i propri orizzonti culturali: le nuove generazioni abbattono così anche l’ultimo dei “miti nostrani” che considerava la gastronomia made in Italy un irrinunciabile caposaldo tradizionale. Non a caso, negli ultimi anni, i ragazzi hanno mostrato di aprirsi sempre più alle nuove tendenze alimentari di cui il barbecue e il nuovo “finger grill” – la moda per i cibi cotti alla griglia e mangiati con le mani – rappresenta sicuramente un trend assoluto soprattutto in occasione dell’ormai rituale happy hour. Intervistati poi sulle personali abitudini nel consumo quotidiano dei pasti la maggioranza degli intervistati (34%) afferma di “essere una buona forchetta ma di fare attenzione alla qualità dei cibi scelti”, mentre il 22,3% dichiara di “essere goloso e di mangiare di tutto senza limitazioni”. C’è poi chi “apprezza la buona tavola ma controlla le quantità degli alimenti” e chi “non si preoccupa di quanto mangia perché pratica costantemente un’attività fisica per mantenere la forma”. Infine, il cosiddetto zoccolo duro di coloro che si dichiarano “perennemente a dieta” (10,9%): dato questo – e non c’è da stupirsi – che riguarda in particolare le donne tra i 26 e i 35 anni di età con una percentuale che sale al 16,7 del totale. Il barbecue è di tendenza se c’è la carne e l’high-tech Volendo infine tracciare una sorta di identikit del barbecue da sogno, i giovani italiani sembrano, in proposito, avere le idee molto chiare. Su tutti gli alimenti vince la carne e, in particolare, quella di maiale: la preferita è la bistecca (31%) “perché ha un sapore semplice ed essenziale”, seguita dallo spiedino (23,7%) - scelto dai ragazzi “perché comodo da mangiare con le mani” - e dalla salsiccia (22,3%), di cui i giovani apprezzano il fatto che sia “gustosa e saporita”. Chiudono la classifica, la costina di maiale (17,9%) e, parecchio staccato, l’hamburger (2,/%). Ma se sul fronte culinario le nuove generazioni appaiono piuttosto conformiste nella scelta dei cibi – non cedendo alle lusinghe di stravaganze culinarie proposte da chef di grido come la banana o il minestrone cotti al grill – dall’altra parte è sul versante dell’high-tech che dimostrano di apprezzare tutto ciò che la tecnologia moderna propone. Intervistati infatti sull’oggetto che non può mancare ad un barbecue la risposta è unanime: su tutto vince l’alta tecnologia. Se i loro padri avessero organizzato una grigliata all’aria aperta probabilmente pallone, chitarra o, al limite, un buon libro sarebbero stati gli oggetti necessari per un barbecue di successo: al contrario, per le nuove generazioni, quello che non può assolutamente mancare ad un bbq è la macchina digitale o la telecamera (66,1%) per “immortale ogni momento”, seguita dal cellulare con mms (12%) per “mandare foto agli amici che non ci sono” e dall’ipod (8,4%) “per rilassarsi con un po’ di musica”. Come a dire: i giovani tavola sono tradizionalisti nei gusti ma anticonformisti nei modi. .  
   
   
100^ MOSTRA DEL BITTO XVII FIERA REGIONALE DEI PRODOTTI DELLA MONTAGNA LOMBARDA MORBEGNO (SO) – 11/14 OTTOBRE 2007  
 
Il Bitto e la sua mostra si raccontano in cento anni, quelli trascorsi dalla prima edizione di una fiera nata per scambiarsi i frutti del lavoro di un’estate, unico sostentamento per gente abituata a nutrirsi col poco che la terra offriva. Cento anni fa il Bitto era il prezioso formaggio figlio di un’arte antica apprezzato dai commercianti della vallata, oggi è diventato il prodotto distintivo di una tradizione agroalimentare. Certo, i tempi sono cambiati, il Bitto è diventato “D. O. P. ”, ma si fa ancora in alpeggio, come allora, e la Mostra autunnale non ha perso la sua connotazione di importante momento di incontro e di confronto per il mondo agricolo. La novità è rappresentata dall’apertura al pubblico e ai consumatori, sempre più partecipi e protagonisti. La Mostra del Bitto accende i riflettori sui valori e le tradizioni del passato, alza il sipario sulla cultura del territorio e apre il palcoscenico ai prodotti tipici più genuini e autentici di questa terra. Quasi come se 100 anni non fossero passati. La storica ricorrenza, che consacra la Mostra del Bitto come una delle manifestazioni più longeve fra quelle dedicate ai formaggi non solo in Lombardia, ma in tutto il panorama nazionale, andrà in scena dall’11 al 14 ottobre 2007 al Polo Fieristico Provinciale di Morbegno, ma, più degli altri anni, animerà anche il borgo in provincia di Sondrio con iniziative dedicate al Re dei Formaggi Valtellinesi. Come sempre il Polo Fieristico sarà una vetrina d’eccezione per le eccellenze valtellinesi: dai vini alla bresaola, dai pizzocheri alle mele e al miele, ambasciatori che hanno reso celebri la Valtellina e le eccellenze enogastronomiche lombarde in tutto il mondo. I visitatori verranno coinvolti in assaggi e degustazioni, rapiti da aromi unici, conquistati da sapori inconfondibili. Potranno vivere esperienze nuove: imparare a mungere mucche e capre, provare a produrre il formaggio, scoprire come si abbinano i sapori della tradizione, come nascono lavorazioni tipiche e artigianali. Un’esposizione dedicata alla storia del Bitto Dop sarà ospitata nell’antico chiostro del complesso di Sant’antonio, in un’atmosfera particolarmente suggestiva. Il racconto dell’antica arte casearia, della vita d’alpeggio, del duro e appassionato lavoro di pastori e casari partirà dalla piazza sede storica della Mostra del Bitto, partita nel borgo antico, ai piedi delle Orobie, e giunta, in anni più recenti, al più moderno e attrezzato Polo Fieristico. Eventi Al Polo Fieristico Provinciale Di Morbegno All’interno del Polo Fieristico i visitatori troveranno espositori di prodotti valtellinesi e valchiavennaschi, botteghe artigianali e tante proposte di “didattica del gusto”: dalle aree vive alla mostra “Scenari divini”. In Dettaglio: - La ricostruzione di borghi e scorci che ospiteranno “piccole trattorie di paese” dove degustare i piatti più tipici di Valtellina e Valchiavenna, gestite dai Centri di Formazione Professionale della Provincia di Sondrio, chef, maître di sala, sommelier e allievi a confronto per solleticare anche i palati più esigenti. - Nella “cucina didattica” verranno elaborate in diretta ricette tra le più rappresentative della cultura gastronomica della provincia di Sondrio, proposte al grande pubblico tra corsi di cucina e assaggi guidati. Non solo il venerdì pomeriggio ci sarà spazio per una “sfida ai fornelli” tra gli allievi delle quattro scuole dei Centri di Formazione Professionale. - Le aree vive presenti in Fiera quest´anno saranno molteplici: ✔ lavorazione del formaggio Bitto Dop, dalla mungitura alla formatura; ✔ la lavorazione del formaggio di capra; ✔ la smielatura; ✔ la lavorazione del pizzocchero; ✔ la lavorazione della bisciola e della tradizionale cupeta; ✔ la rievocazione della tradizionale vendemmia; ✔ i mestieri artigiani; Per i palati più fini non dimentichiamo le degustazioni guidate, vere e proprie officine del gusto, per imparare a riconoscere le note aromatiche di un buon formaggio o i profumi di un buon vino. “Imparare assaggiando” è il nome dell’ambizioso progetto che verrà realizzato in collaborazione con Ersaf, dove i protagonisti indiscussi saranno i prodotti tipici valtellinesi e valchiavennaschi, con al loro fianco le produzioni dop, docg e i più tradizionali prodotti lombardi presentati dagli stessi produttori. - “Alla scoperta dell’agricoltura valtellinese”: saranno proposte varie attività didattiche sul tema delle sei principali filiere agro-alimentari valtellinesi: ✔ la Bresaola della Valtellina Igp; ✔ latte e formaggi Dop; ✔ il miele di Valtellina; ✔ le mele una nuova Dop; ✔ il pizzocchero di Valtellina; ✔ i grandi vini valtellinesi Doc E Docg. Ogni incontro, condotto da un esperto in agrididattica che , alternerà momenti teorici ad attività pratiche (degustazioni guidate, manipolazione delle materie prime, ecc. ). Il luogo di svolgimento saranno le sei “aree esperienziali” e di approfondimento all’interno della tensostruttura interamente dedicata alla didattica. - E per i più golosi…“Eventi al cioccolato” In collaborazione con l´Associazione Italiana Amatori del Cioccolato proporremo al grande pubblico laboratori alla scoperta del “cibo degli dei”, dalla lavorazione del cacao ai cenni storici per concludere con percorsi di degustazione guidati di diverse tipologie di cioccolato. Per i piccoli amatori l´area Chocogiochi: dama di cioccolato, choco frasi, pittura facciale. - La Mostra in Mostra: Scenari Divini Presso il Polo fieristico verrà ospitata la Mostra “Scenari Divini”: vino e arte. O sarebbe meglio dire, vino e creatività. La creatività di 23 scenografi della Rai che hanno preparato dei veri "quadri" che hanno messo in scena le meraviglie del nettare di Bacco. Iil progetto è il risultato di un incontro tra personaggi da sempre appassionati sia del mondo del vino sia di quello della scenografia:Dario Cavalletti, scenografo della Rai e de La7, curatore dei programmi di Michele Santoro, Gad Lerner e del vulcanico Pierino, ovvero Piero Chiambretti, Savino Vurchio, editore di Sapori e Piaceri e Sergio Rigutto, capostruttura scenografia della Rai. Eventi A Morbegno, Citta’ Del Bitto… “Morbegno in Cantina” e “Gustosando” nel centro storico di Morbegno Nelle caratteristiche vie e nelle corti della parte più antica della città, i due week end precedenti la fiera, si svolgerà la manifestazione “Morbegno in cantina”, itinerario enogastronomico consolidato tra cantine e produttori di vini. La manifestazione dedicata ai cultori del buon vino proseguirà anche nel week end della mostra con l´itinerario delle corti e cantine di Mello, piccolo paesello affacciato sulla Costiera dei Cech, tra i vigneti delle Alpi Retiche. Durante la Mostra del Bitto si svolgerà invece la golosissima manifestazione “Gustosando”, ovvero passeggiare gustando i piatti tipici della cucina valtellinese, un gustoso itinerario nel centro della cittadella di Morbegno. Info: ✔ Sede Mostra del Bitto: Polo Fieristico Provinciale di Morbegno (So), via Passerini 7/8 ✔ Orari Mostra del Bitto: giov. 18,00-22,00/ ven. E sab. 9,00-23,00/ dom. 9,00-21,00. ✔ Prezzo d’ingresso: 8,00 Euro – bimbi sino ai 6 anni gratuito, dai 7 ai 13 anni 4 Euro ✔ Info Mostra: Eventi Valtellinesi srl - Tel. +39 0342. 615502 - Email: info@eventivaltellinesi. It - Sito: www. Mostradelbitto. It ✔ Info turistiche: Consorzio Turistico Porte di Valtellina–tel 0342. 601140-Sito: www. Portedivaltellina. It .  
   
   
YOUR MARTINI, PLEASE INEBRIATEVI DI STILE ALL’ HOTEL PRINCIPE DI SAVOIA  
 
Sorseggiare l’esclusivo Martini al bar Giardino d’Inveno dell’Hotel Principe di Savoia, della Dorchester Collection, sarà un vero e proprio must della prossima Woman Fashion Week. Il numero uno nell’hôtellerie in città lancia, insieme agli altri prestigiosi alberghi di lusso del gruppo inglese di cui fa parte, il pacchetto Martini Cool. Quale occasione migliore, se non la settimana della Moda Donna, per godere di un week end nella capitale italiana dello stile, per farsi coccolare nel lussuoso albergo in piazza della Repubblica, e usufruire, tra l’altro, del servizio limousine da e per il quadrilatero della moda milanese? Il pacchetto Martini Cool, per due persone, prevede la degustazione di un cocktail Martini Principe di Savoia nell’elegante cornice del bar Giardino d’Inverno, un soggiorno in camera doppia, colazione a buffet, l’ingresso alla Spa dell’albergo - il Club 10 Fitness & Beauty Center - e una limousine a disposizione per gli spostamenti per e dal centro città. Il cocktail, che segna il debutto del colore azzurro simbolo dell’hotel sulla più prestigiosa delle passerelle, è composto da 1 cl di Martinydry, 5cl di Bombay Sapphire, 1. 5 cl di Blue Curacao. Il tutto decorato con una scorza d’arancia. Inoltre, se a seguito del prêt a porter nostrano amate tuffarvi nelll’haute couture parignia e nelle avanguardie londinesi, potete continuare la degustazione degli speciali cocktail Martini negli altri cinque alberghi di lusso della Dorchester Collection, il cui confort costituisce un’esperienza di per sé memorabile. La sala bar del Plaza Athénée di Parigi è da sempre luogo prediletto da chi di moda se ne intende, Carrie Bradshaw compresa, mentre Le Meurice di Parigi è al suo massimo splendore, grazie ai recentissimi interventi di Philippe Starck. Al bar del The Dorchester, invece, inaugurato lo scorso anno, potrete rilassarvi durante le pause tra una passerella e l’altra con personaggi di spicco della odierna swinging London. Reservations@hotelprincipedisavoia. Com .  
   
   
FABBRI E MOULINEX INSIEME: UN’UNIONE DOLCISSIMA PARTE UNA NUOVA E DOLCE PARTNERSHIP TRA FABBRI E MOULINEX: IL PREPARATO PER GELATO FABBRI, IL GELATO DA FARE IN CASA, SPOSA LO SBATTITORE ELETTRICO MOULINEX EASY MAX.  
 
Concedersi una pausa golosa preparata in casa sarà ancora più facile grazie alla nuova promozione: per tutta l’estate acquistando lo sbattitore elettrico Moulinex sarà possibile avere in regalo il pratico ricettario Fabbri, ricco di preziosi spunti e suggerimenti per i dolci da fare in casa, ma anche 3 buoni sconto da 1 euro sull’acquisto delle confezioni di Preparato per Gelato a scelta tra i tre gusti Fragola, Cioccolato e Fiordilatte, sui Top Fabbri e sull’Amarena Fabbri. Grazie alla potenza dello sbattitore elettrico Moulinex e alla qualità che da sempre caratterizza i prodotti Fabbri, sarà possibile preparare in casa un ottimo gelato in soli 5 minuti. Basterà versare gli ingredienti contenuto nella confezione in una terrina, aggiungere la quantità di latte ben freddo indicata e montare la miscela con il frullino per 4/5 minuti, versare in un contenitore e mettere in freezer per 4 ore circa. Et voilà il gelato è fatto! E per personalizzare il gelato seguendo la moda del momento o la propria fantasia si potranno impreziosire le proprie creazioni sempre in modo diverso: panna, frutta fresca ma anche con i numerosi Top della gamma Fabbri (Amarena, Aceto Balsamico, Frutti o Fragolina di bosco, Cioccolato, Caramello, Zabaione, Amaretto e Nocciola) o con il nuovo Top Kroccant, la salsa speciale morbida e cremosa al gusto di cioccolato che al contatto con il freddo diventa solida e croccante e consente di creare decorazioni originali e personalizzate su ogni tipo di dolce. .  
   
   
BIALETTI INDUSTRIE, LEADER NELLA PRODUZIONE DI CAFFETTIERE, ADERISCE AL PROGETTO “ETHICS2BUSINESS” PROMOSSO DA LEGAMBIENTE  
 
Parte con due obiettivi concreti (Aree di Miglioramento Responsabile) rivolti al proprio interno : implementare il riciclaggio dell’alluminio e ridurre l’utilizzo del polietilene. Bialetti Industrie, nel percorso di responsabilità sociale di impresa già iniziato con la certificazione etica Sa8000 nel 2005, decide di dichiarare pubblicamente il suo “orientamento responsabile” specificando le aree di miglioramento e il tempo entro il quale si impegna a realizzare i progetti a esse relativi. Per farlo, in modo concreto e misurabile ogni qualvolta prenderà un impegno, firmerà un vero e proprio contratto con una Onlus, Legambiente (promotrice dell’iniziativa denominata “Ethics2business”), che avrà il compito di rappresentare tutti i pubblici dell´impresa coinvolti in questa dichiarazione di intenti. Questo significa che, se a scadenza del contratto Bialetti Industrie risultasse inadempiente, chiunque potrebbe chiedere a Legambiente di difenderne gli interessi, e di versare eventualmente un corrispettivo economico pari alla differenza tra quanto promesso di investire e quanto effettivamente investito che verrebbe utilizzato per scopi di pubblica utilità e destinati – in questo primo caso ad “Azzeroco2” - società che offre a imprese e cittadini la possibilità di contribuire attivamente a contrastare i cambiamenti climatici attraverso un percorso di abbattimento delle emissioni di gas ad effetto serra. L’avvio del progetto ha visto la sottoscrizione di un primo contratto che prevede l’impegno ad operare su due “Aree di Miglioramento Responsabile”. Nella prima, Bialetti Industrie intende aumentare il riciclaggio di alluminio tramite l’implementazione di un nuovo sistema di aspirazione dei fumi - posto sui forni fusori – che consentirà all’azienda di migliorare la propria capacità di riciclaggio dell’alluminio fino ad un massimo del 25% circa (indicativamente pari a 35 tonnellate/anno); per questo progetto l’azienda si impegna ad investire 120. 000 euro entro il 31 dicembre 2008 per portare a completamento l’operazione con un periodo di ammortamento previsto inferiore ai due anni. Per la seconda area di miglioramento la Società lavorerà per la riduzione del film di polietilene utilizzato nel confezionamento delle caffettiere senza introdurre altri materiali sostituivi. L’investimento previsto entro il 31 dicembre 2008 è di 25. 000 euro ed è finalizzato alla modifica del lay out dei fine linea di imballaggio per semplificare l’attività di inserimento delle caffettiere all’interno degli imballi master; grazie a questa modifica l’azienda ritiene di poter ridurre fino al massimo del 50% circa (circa 7,5 tonnellate/anno) la quantità di polietilene sino ad oggi utilizzata per tale scopo con un periodo di ammortamento del progetto di poco superiore ai due anni. Entrambi i progetti prevedono un percorso tecnico che si concluderà alla fine del 2008 per un totale di 145. 000 euro di investimento. Il tutto con vantaggi per la collettività e per l’ambiente. La sanzione verrà attivata solo nel momento in cui Bialetti Industrie non avesse effettuato o completato gli investimenti entro la data stabilita dal contratto (31 dicembre 2008) e in questa ipotesi l´impegno economico complessivo dell´azienda - tra impegni ed investimenti effettivi nel progetto - non sarà comunque superiore ai previsti 145. 000 euro (ovvero alla somma economica dei due progetti). “D’ora in avanti il nostro modo di operare verrà permeato dall’ individuazione di continue aree di miglioramento e di regolamentazione delle stesse con un contratto specifico e dedicato che ne quantifichi i percorsi, i tempi, gli investimenti e le penalità a cui ci assoggetteremmo nel rispetto di tutti i nostri pubblici, del territorio e dell’ambiente e soprattutto in linea con la filosofia di responsabilità del Gruppo”, dichiara Alberto Piantoni – Amministratore Delegato di Bialetti Industrie. “Il nostro impegno sarà anche di rendicontare puntualmente ai nostri stakeholder lo stato di avanzamento delle varie aree di miglioramento responsabile". “Noi firmiamo il contratto in rappresentanza degli italiani che volessero chiedere conto all’azienda di una promessa non mantenuta” aggiunge Francesco Ferrante – Direttore Generale di Legambiente. “D’altro canto, non intendiamo trasformarci in enti certificatori, né vorremmo che questo impegno venisse scambiato per una certificazione. Siamo testimoni dell’inizio di un percorso di responsabilità sociale d’impresa che Bialetti Industrie basa in modo esplicito sulla concretezza e sull’impegno. Speriamo che, seguendo il primo esempio dato da Bialetti Industrie, sempre più aziende aderiscano a questo nuovo modo di crearsi una buona reputazione, basata su fatti concreti e misurabili, che noi stiamo proponendo al mondo produttivo con il progetto ‘Ethics2business’ di cui facciamo parte”. Bialetti Industrie S. P. A. È una realtà industriale leader in Italia e tra i principali operatori nei mercati internazionali, con un brand riconosciuto quale sinonimo di “made in Italy di qualità”. Alla Società fanno capo marchi di lunga tradizione e particolare notorietà come Bialetti, Rondine, Girmi, Aeternum e Cem. Bialetti Industrie opera nella produzione e commercializzazione di prodotti rivolti al mondo della casa e, in particolare, nel mercato degli strumenti da cottura, delle caffettiere e dei piccoli elettrodomestici attraverso le due divisioni strategiche “Houseware” (strumenti da cottura, caffettiere non elettriche e accessori da cucina) e “Ped”(piccoli elettrodomestici, incluse le caffettiere elettriche), entrambe dedicate alla grande distribuzione organizzata ed al canale dettaglio. Il Gruppo, distintosi negli anni sia per l’elevato grado di innovazione e qualità dei propri prodotti sia per l’impiego di nuovi materiali e tecnologie, opera con propri stabilimenti produttivi in Italia – nelle province di Brescia (Coccaglio) e Verbania (Omegna) – in Turchia e in Romania. L’affermazione di eccellenza di Bialetti Industrie deriva dalla capacità di associare ai suoi prodotti valori quali tradizione, qualità, durata nel tempo, design e sicurezza, in un percorso strategico di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, che ben si esprime nella sua filosofia:”più valore alla vita quotidiana”. .  
   
   
INDESIT COMPANY VINCE IL BEST TECHNOLOGY AWARD 2007 AL GRAND DESIGN LIVE DI LONDRA PREMIATO IL FORNO 48 CM HOTPOINT-ARISTON  
 
Indesit Company ha vinto per il secondo anno consecutivo il “Best Technology Award” al Grand Designs Live di Londra. Il nuovo forno Hotpoint-ariston 48 cm, disegnato da Makio Hasuike, si è aggiudicato il premio assegnato da Grand Designs Magazine nella categoria “Tecnologia per la casa” per aver presentato soluzioni tecnologiche all’avanguardia nel settore domestico. Il prestigioso riconoscimento, istituito nel 2005, premia i prodotti che si distinguono per tecnologia e innovazione nell’ambito del Grand Designs Live di Londra, il più importante appuntamento per il design e l’innovazione, dedicato agli appassionati di progettazione e di arredamento per la casa. La giuria, composta da esperti nel settore, ha esaminato migliaia di candidati: Indesit Company ha conquistato l’ambito riconoscimento battendo i cinque finalisti della categoria di prodotto distinguendosi per l’architettura leggera del suo prodotto unita a prestazioni sempre più evolute, per lo stile minimalista e all’avanguardia caratterizzato da linee piatte e squadrate e forme eleganti e lineari, per l’attenzione ai più recenti trend del design delle cucine. L´innovazione, come ricerca e creazione di nuove idee, prodotti, processi e forme, è da sempre un elemento strategico di Indesit Company e uno dei principali fattori di successo dell´azienda, testimoniato anche dai numerosi riconoscimenti ottenuti nel corso degli anni: dal “Grand Prix de l’Innovation” assegnato alla lavabiancheria Indesit Moon quest’anno, all´Ecohitech Award nel 2006 con la lavabiancheria Aqualtis, al Plus X Award, al Home Innovation Award nel 2005 per l´innovazione tecnologica e il rispetto dell´ambiente grazie al frigorifero a cassettoni e al forno Experience. .  
   
   
VINO: LA QUALITÀ SPINGE IL MADE IN ITALY SUI MERCATI MONDIALI DAL 1995 STABILE LA QUOTA EXPORT (18%), RADDOPPIATO IL VALORE (3,4 MILIARDI DI DOLLARI) ITALIANI UN PO’ PIÙ SOBRI, DECISAMENTE PIÙ BRAVI A SELEZIONARE LE ECCELLENZE, SALDAMENTE LEADER DEL MERCATO MONDIALE E, ALLA FINE, PIÙ RICCHI GRAZIE ALL’INDUSTRIA VITIVINICOLA.  
 
 Questa la sintesi degli ultimi dieci anni di trasformazioni del settore analizzati in profondità dal “Rapporto sul settore vitivinicolo 2007”, realizzato da Unioncamere con la collaborazione dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne e Nomisma. Obiettivo primario del Rapporto, presentato oggi, è quello di fornire un utile strumento conoscitivo a imprese, studiosi, policymakers sia delle recenti performance del settore vitivinicolo italiano sui mercati europei e mondiali, sia delle dinamiche del settore in termini di crescita imprenditoriale e produttiva, con particolare attenzione ai vini di pregio - V. Q. P. R. D. , vini di qualità prodotti in regioni determinate (Doc e Docg) - e a quelli Igt, principali responsabili del successo del Made in Italy nel mondo. Nei dieci anni analizzati – dal 1995 al 2005 – il settore vitivinicolo nazionale ha conosciuto profonde trasformazioni produttive e nei comportamenti dei consumatori: la quantità di vino prodotta si è ridotta del 4,5%, il consumo interno è diminuito del 10,4%. Nonostante ciò, l’Italia ha mantenuto e consolidato la propria quota di export mondiale (il 18%), un valore secondo solo quello dei cugini francesi (oggi al 35,5% del mercato ma in forte calo rispetto al 44,6% di inizio decennio) e, soprattutto, ha visto lievitare - fino a raddoppiarsi - il saldo della bilancia commerciale del vino, passato da 1,68 a 3,38 miliardi di dollari. Per le imprese leader del settore il fattore che più ha inciso (il 71,4%) sulla crescita del fatturato italiano di questi anni risiede nelle competenze di marketing prima ancora che in quelle tecnologiche e produttive. Per i prossimi anni, però, ancora più importante (l’85,7%) sarà la capacità di controllare o sviluppare la rete distributiva. Un obiettivo condiviso anche dal Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Paolo De Castro. “Per vincere le sfide del futuro dobbiamo lavorare sulla qualità, quella percepita dai consumatori, e sull’organizzazione efficiente delle filiere, anche costruendo nuovi rapporti con i canali commerciali e la distribuzione moderna. Dobbiamo inoltre accompagnare la definizione degli strumenti e delle politiche di sostegno del settore e delle imprese, e su questo fronte siamo impegnati a livello comunitario in vista della riforma dell’Ocm vino, a livello internazionale per lo sviluppo ulteriore delle nostre esportazioni e in ambito nazionale per la definizione di nuovi strumenti di tutela della qualità e dei consumatori attraverso la terzietà dei controlli, il nuovo ruolo dell’Ice e soprattutto per la ridefinizione dell’impianto normativo legato alla Legge 164”. A tal fine – ha aggiunto il Ministro De Castro – “il rapporto Unioncamere rappresenta un importante contributo per supportare le scelte future di sviluppo del settore in quanto fornisce un utile strumento conoscitivo sia sulle recenti performance del settore vitivinicolo italiano sui mercati europei e mondiali sia delle dinamiche evolutive delle imprese e della produzione”. Per il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, “Il settore vitivinicolo costituisce una delle realtà più rilevanti della nostra agro-industria e una delle immagini più positive dello stile di vita italiano nel mondo. Negli ultimi anni questo settore si è profondamente trasformato per rispondere con successo a sfide difficili, cercando nella qualità e nell’innovazione le chiavi del successo. Ci è riuscito al meglio, dando dimostrazione di come l’innovazione possa sposarsi con la tradizione ad una condizione: che l’asticella della qualità venga alzata per essere più competitivi. Anche per questo – ha detto Andrea Mondello - voglio sottolineare il lavoro svolto dal Ministro De Castro sul delicato tema dei controlli voluti per dare certezza ai consumatori rafforzando le caratteristiche di terzietà degli organismi di controllo. Un’attività che le Camere di Commercio assicurano con imparzialità e in modo capillare su tutto il territorio e che potrà dare risultati ancora migliori con una revisione della L. 164/94 che chiarisca i compiti rispettivi degli organi di controllo, tutela e promozione”. Il vino italiano nello scenario internazionale Il contributo dei vini italiani all’export mondiale continua ad essere di primo piano. Con una quota di mercato attorno al 18% e circa 3,4 miliardi di dollari di fatturato, l’Italia si conferma nel 2005 secondo esportatore mondiale del settore dietro la Francia (6,9 miliardi di dollari), in un quadro contrassegnato dal raddoppio (+107,7%) degli scambi internazionali di vino e dall’aumento del valore delle esportazioni in tutti i Paesi tradizionalmente protagonisti del settore (Francia, Italia, Spagna), mentre nuovi competitor (in particolare l’Australia, con una quota di export passata dal 2,8% al 10,7% nei dieci anni) si sono andati prepotentemente affermando. Nel corso degli ultimi 10 anni l’incremento in valore dell’export italiano di vini nel complesso è stato del 68%. Dei 2. 967 milioni di euro esportati nel 2005, circa il 54,1% (1. 604 milioni) provengono dai mercati europei (Ue a 25) mentre i rimanenti 1. 363 milioni sono stati fatturati su altri mercati internazionali, a conferma che il mercato europeo è storicamente la destinazione prevalente (anche se in lenta diminuzione) dei vini italiani. Gli Usa sono ormai saldamente il primo mercato di riferimento per i vini italiani (nel 2005, 26,2% del totale export vitivinicolo, il 29,2% dell’imbottigliato Made in Italy) seguiti dalla Germania con il 23,4% delle esportazioni italiane totali. Gli altri mercati di un certo rilievo per le esportazioni italiane sono nell’ordine il Regno Unito (12,5%), la Svizzera (6,3%), il Canada (5%) e il Giappone (3,2%). Analizzando le esportazioni di vini di qualità (V. Q. P. R. D. ) emerge chiaramente il loro contributo in termini di controvalore esportato, piuttosto che di quantità. Basti l’esempio di Usa e Germania, i due più importanti partner commerciali dell’Italia. Nonostante il rafforzamento del cambio euro/dollaro, negli ultimi anni gli Usa hanno dimostrato un elevato grado di apprezzamento per i nostri vini Vqprd incrementando le quantità (30,4%) ma molto di più i controvalori importati (148,8%). In Germania l’import di Vqprd italiano è leggermente aumentato per quanto riguarda i valori (+9,5%), nonostante il sensibile calo delle quantità (-6,1%). L’incremento dei prezzi all’export ha interessato tutte le categorie di vini Vqprd italiani, con aumenti più consistenti soprattutto tra i rossi e rosati; fra questi, l’incremento relativo maggiore (circa il 70%) è stato registrato dai vini veneti, anche se il prezzo medio più elevato in valore assoluto (4,31 €/kg) raggiunto nel 2005 è quello dei rossi toscani (+60% circa nel decennio considerato). Incrementi di minore entità per i vini bianchi, tra i quali sono da segnalare soprattutto i bianchi del Trentino Alto Adige e del Friuli ed i bianchi toscani. La mappa dei vini di qualità in Italia A fine 2005 si contavano in Italia 320 vini Doc, 34 Docg e 123 Igt. Il Piemonte detiene sia il primato delle Doc riconosciute, sia il primato delle Docg, seguito dalla Toscana. Per quanto concerne i vini Igt, Sardegna e Calabria, insieme alla Lombardia, detengono il maggior numero di certificazioni. Nel 2005, si è registrata una produzione di circa 11 milioni di ettolitri di vino Doc, con un tasso di variazione medio annuo del 2,9%. Le regioni che contribuiscono maggiormente alla produzione vinicola Doc sono il Veneto (21% della produzione nazionale), Emilia Romagna e Piemonte. In crescita le produzioni della Liguria (+17,6% annuo), Basilicata (+15,5%) e Toscana (+13,1%). In diminuzione, al contrario, la produzione in Friuli (-4,9% annuo). Per i vini Docg nel 2005 si è registrata una produzione complessiva di circa 2,2 milioni di ettolitri (+4,2% rispetto al 2000), il 54% della quale concentrata nella sola Toscana (1,2 milioni di ettolitri circa). Forti incrementi produttivi si registrano in Campania, Veneto e Umbria, seppur con produzioni notevolmente inferiori, dal punto di vista quantitativo, rispetto alle due regioni leader Toscana e Piemonte. Infine, sempre nel 2005 la produzione di vini Igt si è attestata a circa 12 milioni di ettolitri, con un tasso di variazione medio annuo del 3% a partire dal 2000. Le regioni che producono di più sono Veneto (3,8 milioni circa di ettolitri), Emilia Romagna (2,4 milioni), Sicilia (1,6 milioni) e Puglia (1,3 milioni). Ettolitri di vini di qualità prodotti per regione (Anni 2000-2005)
Doc Docg Igt
Regione 2005 Var. Media annua 2005-2000 (%) 2005 Var. Media annua 2005-2000 (%) 2005 Var. Media annua 2005-2000 (%)
Piemonte 1. 217. 359 3,0 784. 069 -0,6 - -
Valle d´Aosta 11. 300 10,2 - - - -
Lombardia 651. 959 -1,1 73. 272 2,0 171. 206 -1,0
Trentino-alto Adige 909. 162 -0,2 - - 124. 376 -8,6
Veneto 2. 335. 999 5,6 4. 875 23,8 3. 786. 250 -0,5
Friuli- Venezia Giulia 712. 750 -4,9 2. 156 2,9 459. 837 12,5
Liguria 61. 692 17,6 - - 3. 548 -2,7
Emilia-romagna 1. 252. 710 3,9 20. 505 -12,2 2. 378. 927 0,4
Toscana 292. 018 13,1 1. 175. 105 7,6 527. 565 0,8
Umbria 180. 861 -1,7 10. 469 17,0 187. 307 27,7
Marche 442. 980 1,5 5. 756 -4,1 535. 942 8,1
Lazio 716. 614 3,9 - - 310. 897 10,7
Abruzzo 1. 042. 260 5,6 8. 941 28,1 218. 178 10,1
Molise 50. 492 5,1 - - 89. 996 3,4
Campania 126. 793 -1,9 66. 423 42,0 133. 956 0,5
Puglia 376. 482 1,9 - - 1. 358. 463 5,3
Basilicata 31. 384 15,5 - - 24. 557 2,1
Calabria 55. 896 6,9 - - 13. 225 -3,1
Sicilia 233. 708 7,1 1. 200 - 1. 603. 975 11,9
Sardegna 289. 562 8,5 38. 942 0,4 140. 022 1,6
Italia 10. 991. 979 2,9 2. 191. 712 4,2 12. 068. 228 3,0
Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Camere di Commercio e Istat I controlli delle Camere di Commercio A garanzia della qualità del prodotto che raggiunge le tavole dei consumatori, i vini a denominazione d’origine (Doc e Docg) per essere commercializzati devono essere sottoposti ad esame da parte della Commissione di degustazione istituita presso la Camera di Commercio (una in ogni provincia). Per quanto concerne le Doc nel 2005, le Camere di Commercio hanno effettuato poco meno di 38 mila prelievi – riferiti a complessivi 8 milioni di ettolitri di vini Doc - al fine di sottoporli ad analisi chimico-fisica ed organolettica prima di essere commercializzati. Negli ultimi 5 anni gli incrementi più accentuati di queste attività di controllo si sono registrati in Abruzzo (+14,8% in media ogni anno), Valle d’Aosta (+7,7%) e Sicilia (+6,1%). Al contrario, si è avuto un decremento medio annuo del –6,6% in Molise e del –5% nel Lazio. A valle di queste verifiche, nel 2005 le Camere di Commercio hanno dichiarato idonei alla vendita vini Doc relativi a 36,2 mila campioni di vini (corrispondenti a circa 7,8 milioni di ettolitri di vino), con un aumento significativo della percentuale di campioni approvati a partire dal 2000, con punte in Trentino Alto Adige (+9,3%) e Valle d’Aosta (+8,1%). Per le Docg, nel 2005 le Camere di Commercio hanno effettuato quasi 8 mila prelievi, l’83% dei quali in Piemonte e Toscana. Se si eccettua la Campania - dove pesa l’istituzione recente delle due Docg Greco di Tufo e Fiano di Avellino - il maggior incremento dei controlli negli ultimi cinque anni si è registrato in Friuli Venezia Giulia (+16,2 in media ogni anno) e Lombardia (+15,5%). I controlli hanno riguardato circa 1,95 milioni di ettolitri di vini Docg, con il risultato di dichiarare idonei più di 7,6 mila campioni, corrispondenti a oltre 1,9 milioni di ettolitri di vini Docg. L’incremento medio annuo del numero di campioni dichiarati idonei è pari al 4,5% con aumenti più consistenti concentrati in Campania (+49,8%), Friuli (+21,6%) e Lombardia (+15,8%). La struttura imprenditoriale del settore vitivinicolo Il quadro che emerge dal Rapporto è quello di un sistema produttivo molto parcellizzato, con un età media piuttosto bassa, fortemente ancorato alle forme societarie più semplici e contraddistinto da un notevole grado di internazionalizzazione. Un quadro però in forte evoluzione: il numero delle imprese si riduce in tutto il Paese, una parte sempre maggiore si orienta verso modelli giuridici più complessi, si fa più frequente la scelta di collocare all’esterno alcune fasi del processo produttivo (testimoniato, ad esempio, dall’aumento delle imprese specializzate nell’imbottigliamento). A fine 2005, si contano nei registri delle Camere di Commercio circa 180 mila imprese afferenti al settore, con un numero delle unità locali (183. 423) di poco superiore a quello delle imprese (segno che queste ultime sono poco ramificate sul territorio). La distribuzione geografica delle imprese appare abbastanza disomogenea, con una netta prevalenza nel Sud Italia. Tra le regioni a maggiore vocazione vitivinicola si segnalano nell’ordine la Puglia e la Sicilia, con oltre 30 mila imprese vitivinicole attive. A seguire Piemonte, Emilia-romagna, Veneto e Abruzzo che presentano valori compresi tra 13 mila e 15 mila imprese. Confrontando la situazione nell’arco del periodo 2000-2005 si evidenzia una tendenza diffusa al ridimensionamento del numero delle imprese (-11,4% a livello nazionale), frutto di un processo di ristrutturazione imposto dalle condizioni di mercato interne ed internazionali. In controtendenza rispetto al dato nazionale appaiono le situazioni del Friuli (dove il numero di imprese è rimasto stabile) e di alcune regioni meridionali, dove si registrano aumenti anche significativi come in Calabria (+20%). Imprese e unità locali per regione del settore vitivinicolo (Anni 2000-2005)
Regioni e aree Imprese attive Unità locali Imprese attive Unità locali Regioni e aree Imprese attive Unità locali Imprese attive Unità locali
Imprese Var. 2005/2000 (%) Imprese Var. 2005/2000 (%)
Piemonte 15. 045 15. 854 -11,5 -9,1 Marche 1. 714 1. 807 -3,2 -1,4
Valle D´aosta 301 315 -24,3 -23 Lazio 7. 892 8. 017 -31,6 -31
Lombardia 4. 957 5. 327 -4 -2,2 Abruzzo 13. 119 13. 210 -10,1 -9,8
Trentino-a. A. 8. 307 8. 437 -20,9 -20,4 Molise 463 478 6,6 7,4
Veneto 14. 448 14. 965 -18,5 -16,9 Campania 11. 677 11. 888 -4,8 -4,2
Friuli-v. G. 2. 493 2. 631 0 2 Puglia 35. 096 35. 377 -11 -10,9
Liguria 1. 233 1. 299 -16,9 -14,8 Basilicata 2. 293 2. 349 7,8 8,8
Emilia-romagna 13. 593 13. 923 -15,4 -14,6 Calabria 2. 870 2. 975 19,4 20,3
Toscana 8. 943 9. 723 -7,9 -5 Sicilia 29. 910 30. 247 -7,4 -7
Umbria 1. 120 1. 202 -16,2 -13,5 Sardegna 3. 317 3. 399 12,3 12,9
Nord Ovest 21. 536 22. 795 -10,4 -8,1 Centro 19. 669 20. 749 -19,2 -17,3
Nord Est 38. 841 39. 956 -17 -15,9 Mezzogiorno 98. 745 99923 -7,3 -6,9
Italia 178. 791 183. 423 -11,4 -10,4
Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Unioncamere-infocamere Quanto alla forma giuridica, il Rapporto evidenzia come quasi il 95% delle imprese attive sia organizzato in forma di ditta individuale, mentre le società di capitale e quelle di persone rappresentano rispettivamente il 3,7% e l’1,5% del totale. La restante percentuale è coperta dalle altre forme, all’interno delle quali rientrano le cooperative e i consorzi che rivestono un ruolo di assoluto rilievo in termini di produzione e di vendite. Si tratta di soggetti in rapida trasformazione, sempre più orientati al mercato e proiettati verso l’estero e non è un caso che i primi tre gruppi per fatturato del settore vitivinicolo abbiano proprio natura cooperativa. Guardando ai dati tendenziali, tuttavia, è facile trarne l’indicazione che è in corso un importante processo di ispessimento del tessuto imprenditoriale inteso come transizione verso forme societarie più strutturate. Tra il 2000 e il 2005, il numero delle società di capitali è aumentato del 60%, mentre sia quello delle società di persone che delle altre forme giuridiche, diverse dalla ditta individuale, è aumentato del 10%. Segno di una diffusa consapevolezza di evolvere verso assetti societari più adatti all’adozione di soluzioni tecnico-organizzative, finanziarie, legali e fiscali adeguate alle sfide dell’internazionalizzazione. La specializzazione dei territori Nel Mezzogiorno si concentra più della metà delle imprese vitivinicole italiane grazie soprattutto alla Puglia e alla Sicilia che ne ospitano insieme circa 65 mila (pari al 36,3% del totale). Il dato risulta però ancora più significativo se osserviamo che la percentuale riferita al complesso dei settori economici scende al 14% circa. Nel centro Italia, l’Abruzzo spicca come regione a forte specializzazione: di ogni 100 imprese vitivinicole localizzate in quest’area, più di 7 si trovano in territorio abruzzese, mentre se prendiamo in considerazione tutti i settori questa stessa percentuale si attesta intorno al 2,5%. Considerando, il peso delle aziende vitivinicole sul totale delle imprese (in Italia l’incidenza è pari al 3,5%), la graduatoria regionale conferma quanto finora detto. Nella parte alta ritroviamo, infatti, le già citate regioni del Centro-sud, tra le quali si inserisce in terza posizione il Trentino, regione in cui l’8,2% delle imprese locali opera nel settore vitivinicolo. Al fondo della classifica, si collocano senza sorprese Liguria e Lombardia dove meno di 1 impresa su 100 appartiene alla filiera del vino (distribuzione esclusa). Graduatoria regionale per incidenza delle imprese del settore vitivinicolo sul totale dei settori economici (Anno 2005)
Pos. Regioni Incidenza % Imprese vitivinicolo / Totale settori economici Pos. Regioni Incidenza % Imprese vitivinicolo / Totale settori economici
1 Puglia 10,2 11 Valle D´aosta 2,4
2 Abruzzo 10,0 12 Friuli V. G. 2,4
3 Trentino A. A. 8,2 13 Lazio 2,2
4 Sicilia 7,6 14 Sardegna 2,2
5 Basilicata 4,1 15 Calabria 1,9
6 Piemonte 3,7 16 Umbria 1,4
7 Veneto 3,2 17 Molise 1,4
8 Emilia Romagna 3,2 18 Marche 1,1
9 Campania 2,6 19 Liguria 0,9
10 Toscana 2,5 20 Lombardia 0,6
Italia 3,5
Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Unioncamere-infocamere Le aziende leader italiane del settore vitivinicolo Per comprendere meglio la struttura e l’evoluzione dell’intero settore, l’Unioncamere ha indagato attraverso un campione gli assetti organizzativi che le aziende leader hanno scelto, i loro comportamenti e le scelte strategiche che esse pongono in essere. Nella scelta delle aziende, si è tenuto conto di una serie di fattori quali localizzazione, marchio/immagine, specializzazione produttiva, strategia di vendita. Il 70% circa delle aziende leader che hanno risposto segnala una crescita del fatturato nel triennio 2003-2005 e, addirittura, il 100% prevede un fatturato in crescita nel triennio 2006-2008 (oltre i 2/3 attendono incrementi superiori al 15%). Quanto alle strategie adottate, a detta delle aziende le performance del recente passato sono state influenzate positivamente prima di tutto dal marchio/immagine dell’azienda. Non meno importante è stata la segmentazione del mercato e l’innovazione del prodotto. Fattori determinati per la crescita del fatturato delle aziende leader (Valori percentuali sul totale degli intervistati)
Pos. Primi 5 fattori Anni 2003-2005 Pos. Primi 5 fattori Anni 2006-2008
1 Marchio (notorietà e immagine) 71,4 1 Rete distributiva 85,7
2 Segmentazione del mercato 57,1 2 Marchio (notorietà e immagine) 71,4
2 Innovazione prodotto 57,1 3 Ricerca nuovi mercati 57,1
4 Relazioni con la clientela 42,9 3 Segmentazione del mercato 57,1
4 Rete distributiva 42,9 3 Relazioni con la clientela 57,1
Fonte: Rapporto sul Settore Vitivinicolo, 2007 E’ interessante notare come negli anni passati, la cosa più importante per le aziende vitivinicole era l’affermazione del marchio e la crescita di immagine e notorietà, mentre per gli anni futuri questo aspetto del business sia stato sorpassato dalla necessità di individuare e creare una rete distributiva efficace (con un’importanza passata dal 42,9 all’85,7% del campione). Oltre alla conoscenza delle tecniche produttive, gli intervistati sottolineano le competenze di marketing e la conoscenza del mercato. La competizione si basa, quindi, su un duplice equilibrio basato non solo sulla qualità del prodotto ma soprattutto sulla capacità di venderlo. Il quadro che emerge è quello di un gruppo di aziende che possiedono strutture organizzative particolarmente attente al mercato e ai mutamenti comportamentali sia dal lato della domanda che dell’offerta. Essere leader significa, infatti, anche prevenire le mosse dei competitor, acquisire vantaggi competitivi che possono rafforzare la presenza dell’azienda sui mercati e/o portare a conquistare nuove “quote” di mercato. Infine, per quanto attiene al valore degli strumenti di certificazione, due posizioni emergono su tutte dalle risposte delle imprese del campione. La prima è che la certificazione è ancora uno strumento valido per le imprese leader (35,7% delle risposte). L’altra, invece, limita la valenza della certificazione solo per le vendite sui mercati emergenti (28,6% degli intervistati). Solo il 7,1% del campione considera la certificazione uno strumento superato. .
 
   
   
IL FORUM SPUMANTI D´ITALIA 2007 È PARTITO. GLI APPUNTAMENTI PRINCIPALI  
 
- 16-17 luglio, Conegliano, degustazioni dei campioni del 6° Concorso Enologico Nazionale Spumanti - 10-23 agosto, Cortina d´Ampezzo, Cortina Cultura Buonsenso&buongusto, degustazioni di spumanti e assaggi di prodotti tipici made in Italy fra la presentazione di un libro, un dibattito politico, l´intervista di un ministro, il confronto fra due personaggi, la tavola rotonda di giornalisti opinion leaders di vari settori - 7-10 settembre, Valdobbiadene, Forum Spumanti d´Italia con convegni, dibattiti, confronti, degustazioni guidate, assaggi per denominazione per tipologia per metodo di produzione, officine dei sapori, presentazione del rapporto annuale consumi e produzione, mostra e galleria museale, presentazione di nuovi prodotti, premiazioni, assegnazione Nastri d´Argento per categoria - 6 ottobre, Fabriano, consegna premio Francesco Scacchi - Nastro d´Oro al miglior Spumante d´Italia in assoluto anno 2007 del Concorso enologico, tavola rotonda su qualità e tipologia, su diversità di metodo e di sostanza - 10 novembre, Roma, 2° Festival Nazionale Spumanti d´Italia, grande kermess di 60 case spumantistiche leaders con la presentazione di 180 etichette, le più premiate, le più antiche, le più diffuse al mondo, le più rappresentative del made in Italy, le più citate nelle liste dei vini di alberghi e ristoranti, talk show su " politica e spumanti", una asta benefica di 10 lotti riservati ai giovani consumatori . .  
   
   
XX MOSTRA DI CEMBRA 125 ANNI DI VINO MÜLLER THURGAU UN INCROCIO TRA RIESLING E MADELEINE ROYALE HERMANN MÜLLER E LE ORIGINI DI UN VINO  
 
L’analisi del Dna ha tolto molti dubbi sulla paternità di questo vitigno, dubbi che assillavano persino il professor Hermann Müller, l’ideatore dell’incrocio che gli ha dato vita (se ne conosceva la madre, non il padre). L’origine del vitigno sembra dunque data dall’incrocio tra Riesling e Madeleine Royale (e non Riesling e Sylvaner, o Riesling e Chasselas). Questo è quanto è stato confermato durante il convegno 1882-2007: 125 anni di vino, 20 di Rassegna internazionale. Müller Thurgau: origini e virtù di un vino sempre in prospettiva? sia da parte del dott. Rudolf Ries, ricercatore presso l’Istituto di Geisenheim (presso il quale Hermann Müller operò l’incrocio), sia da parte della dott. Ssa Stella Grando, responsabile dell’Unità di ricerca di Genetica molecolare dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Il tradizionale convegno tecnico organizzato dal Comitato Mostra, tenutosi presso il Palacurling, è stato ricchissimo di suggestioni. Il prof. Attilio Scienza ha ricordato il contesto viticolo della seconda metà dell’Ottocento, la comparsa di calamità viticole quali l’oidio, la filossera, la peronospora, in mezzo alle quali la viticoltura moderna muove i suoi primi passi, tenta nuovi incroci (anche sulla suggestione delle scoperte di Mendel, di Darwin). Sono gli anni in cui si comincia ad investire in formazione e ricerca, al fine di rispondere alle calamità in modo sistematico. Nascono gli istituti di ricerca di Geisenheim, di Friburgo, nasce l’Istituto Agrario di San Michele All’adige. Il dott. Ries ha ripercorso l’attività scientifica del professor Hermann Müller (che si firmava Müller-thurgau nelle pubblicazioni per distinguersi dai numerosi Müller). Ha ricordato la prima diffusione del vitigno in Germania, dopo il 1925. Il dott. Fulvio Mattivi, Responsabile del Laboratorio Qualità dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, ha affrontato un’altra tematica, quella dell’innovazione apportata di recente nel campo della vinificazione in riduzione, la vinificazione in ambiente privo di ossigeno. Una scoperta trentina accolta con grande interesse anche in Francia. La parola è poi passata ai produttori. L’enologo Francesco Parolari della Cantina La Vis Valle di Cembra ha illustrato in che modo, al crescere dell’altitudine sopra i 600 metri, il Müller Thurgau guadagni maggiori note aromatiche (soprattutto note floreali e di limone). Mario Pojer ha parlato dei risultati nel campo della vinificazione in riduzione ed ha tratteggiato alcune prospettive future della viticoltura di montagna, con un progetto che lo vedrà impegnato con vigneti ad 800-900 metri, nella produzione del Solaris, una varietà recente, resistente alla peronospora (un incrocio in cui gioca un ruolo importante il Müller Thurgau). Il moderatore del convegno, il prof. Carlo Cambi, ha preso in rassegna il racconto del vino, i valori immateriali del Müller Thurgau: quelli sensoriali, storici, salubri, stilistici e situazionali, soffermandosi sugli elementi dell’immaginario. .  
   
   
“CHAMPAGNE E CUCINA REGIONALE ITALIANA”: IL PRIMO PREMIO A UNA SCUOLA DELLE MARCHE  
 
 Sono le Marche ad aggiudicarsi quest´anno il primo premio del « Concorso Champagne e cucina regionale italiana » rivolto alle scuole alberghiere di tutta Italia e indetto dal Centro Informazioni Champagne per l´Italia. Il menù presentato dall´istituto « Celli » di Piobbico, in provincia di Pesaro, è stato giudicato da una commissione di esperti il migliore tra le decine di proposte giunte al Cenro Informazioni Champagne. I 12 studenti della Iii G saranno invitati a partecipare a un viaggio d´istruzione in Champagne in ottobre. Sarà l´occasione per conoscere da vicino il più celebre dei vini, grazie a un itinerario didattico che prevederà visite alle Maison e ai viticoltori della regione, incontri didattici e cene nei ristoranti di Reims ed Epernay. La commissione era composta da Vittorio Cardaci Ama (presidente Fisar), Paola Pianzola (direttore della testata giornalistica Suite) e Isabella Colombo (redattore della testata giornalistica Donna Moderna), che ha premiato la scuola di Piobbico per l´efficacia e la genuinità della comunicazione, supportata da un video. Al secondo posto e al terzo posto si sono classificati rispettivamente l´Istituto Alberghiero di Cervia, Ravenna, e al “Giovanni Giolitti” di Torino. “L´interesse per questo concorso, giunto alla sua quarta edizione, cresce anno dopo anno”, ha commentato Domenico Avolio, Direttore del Centro Informazioni Champagne. ”In questi anni 3400 studenti e oltre 300 docenti di tutta Italia hanno raccolto il nostro invito ad approfondire la conoscenza dello Champagne e il risultato è davvero straordinario: abbiamo raccolto centinaia di ricette e proposte di abbinamento che testimoniano ancora una volta la grandissima ricchezza della cultura gastronomica italiana che può sposare alla perfezione lo Champagne”. Il Centro Informazioni Champagne rappresenta in Italia il C. I. V. C. (Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne). Il C. I. V. C. , con sede ad Epernay, riunisce e rappresenta tutti i viticoltori e le Maison della Champagne. In Italia la missione del Centro si focalizza su alcuni temi: la promozione e la difesa della denominazione Champagne sul mercato italiano, i rapporti con la stampa, gli importatori, i formatori e il mondo del vino. .  
   
   
FIERA DI MONIGA E DEL CHIARETTO 2007: MONIGA: LE CANTINE AVANZI DI MANERBA VINCONO IL TROFEO POMPEO MOLMENTI 2007 PER IL MIGLIOR CHIARETTO GARDA CLASSICO  
 
La storica azienda agricola gardesana prima al concorso enologico della Fiera di Moniga e del Chiaretto, che ha chiuso i battenti con un bilancio positivo. Secondo posto ex-aequo a Franzosi e Provenza. E¹ firmato dalle Cantine Avanzi di Manerba del Garda il miglior Chiaretto Garda Classico dell¹estate 2007: ad emettere il verdetto è stata la commissione di esperti della Fiera di Moniga e del Chiaretto, che ha attribuito alla storica azienda gardesana l¹edizione 2007 del Trofeo Pompeo Molmenti. Al secondo posto si sono classificate ex-aequo la Cantina Franzosi di Puegnago e l¹agricola Provenza di Desenzano del Garda. Grande soddisfazione per la famiglia Avanzi, che aveva già vinto le prime tre edizioni consecutive del Premio portando a casa in via definitiva il trofeo. ³Era qualche anno che aspettavamo questo risultato ­ ha detto Giovanni Avanzi-. Ma è un piacere soprattutto il fatto che questo ritorno sul podio avvenga in un momento davvero positivo per questo prodotto². Positivo il bilancio finale della manifestazione: il pubblico ha decretato il pieno successo della nuova formula della manifestazione che ha puntato all¹abbinamento tra Chiaretto e sapori del territorio. ³Dalla Fiera di Moniga arriva la conferma che il 2007 è davvero l¹anno del Chiaretto­ ha detto l¹assessore al turismo di Moniga Luigi Alberti-. E la cosa, dopo tanti sforzi promozionali compiuti collettivamente, non può che farci piacere. .  
   
   
IL PIEMONTE AGGIORNERA´ TUTTI GLI ALBI VIGNETI A DENOMINAZIONE D´ORIGINE SI PARTE CON LE DENOMINAZIONI A BASE BARBERA  
 
 La Regione Piemonte procederà alla revisione di tutti i suoi Albi Vigneti per i vini a Denominazione di Origine Controllata (Doc): raccogliendo una sollecitazione proveniente dal territorio – in particolare astigiano e alessandrino – la Giunta Regionale, nella seduta di oggi, ha deliberato l’avvio dell’iter di revisione complessiva, per aggiornare la mappatura di circa 40. 000 ettari di territorio piemontese e ottenere così informazioni affidabili e certe sulle caratteristiche produttive del comparto. La conoscenza, il monitoraggio e il controllo della situazione produttiva nel settore sono assicurati, all’interno della Regione Piemonte, dall’Anagrafe Vitivinicola e dall’Osservatorio vitivinicolo Regionale, istituiti dalle legge 39 del 1980, e potenziati negli anni grazie a nuovi strumenti informatici tridimensionali (il cosiddetto Cruscotto viticolo) e alla fotogrammetria aerea, che consentono di operare veri e propri monitoraggi virtuali e di incrociare numerosissimi dati. Le tecnologie già a disposizione dell’Osservatorio saranno ora utilizzate per la revisione degli Albi Vigneti per i vini Doc, che sono di proprietà regionale, ma gestiti, in regime di convenzione, dalle Camere di Commercio territoriali. Proprio dai soggetti della filiera del territorio astigiano e alessandrino - Province, Camere di Commercio, Distretto dei Vini Sud Piemonte, Consorzi, Unioni Industriali, organizzazioni professionali – è pervenuta all’Assessorato Agricoltura la richiesta di rivedere gli Albi, in particolare per le denominazioni Barbera del Monferrato e Piemonte Barbera. La Regione ha ritenuto, per operare in maniera organica sul territorio piemontese, di avviare l’iter di aggiornamento per tutte le Doc, pur dando priorità temporale a quelle a base Barbera. Poiché la superficie vitata regionale coltivata a vini Doc è molto estesa (circa 40. 000 ettari), l’attività di monitoraggio risulterebbe estremamente complessa, ma gli strumenti informatici a disposizione consentiranno di abbattere i costi e di ottenere un sistema integrato di informazioni facilmente consultabile. Nei prossimi giorni verrà costituito un tavolo tecnico, di cui faranno parte tutti i soggetti economici e produttivi della filiera, che dovrà definire le modalità operative della revisione. “La revisione degli Albi Vigneti è un’operazione importante e complessa che la Regione Piemonte ha deciso di mettere in campo – afferma l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco. Ci permetterà di avere una fotografia aggiornata e attendibile della nostra realtà vitivinicola e soprattutto sfrutteremo a pieno le potenzialità degli strumenti tecnologici di cui disponiamo, limitando i costi e aumentando l’efficienza. Con questa iniziativa cogliamo uno stimolo che proviene dal territorio e intendiamo favorire il coordinamento di filiera. ” .  
   
   
DEBUTTA IL PIERALISI FOR FRIENDS L’ULTIMO NATO DELLA VINI MONTE SCHIAVO  
 
Il Pieralisi for friends è un prodotto nuovo, ma che ha già una lunga storia alle spalle. E’, come dice il nome, il vino per gli amici, un vino da sempre prodotto esclusivamente per la famiglia Pieralisi, per essere fatto degustare agli amici e come omaggio natalizio della famiglia. L’eccellenza di tale prodotto ha poi fatto sì che le persone che ne venivano omaggiate, desideravano acquistarlo, nonostante fosse ancora fuori commercio. Da qui l’aumento di produzione e la nascita ufficiale del Pieralisi for friends, un grande vino realizzato con le migliori selezioni di uve Sangiovese e Merlot, e che entrerà già da subito tra le Selezioni Monte Schiavo, ossia tra i più prestigiosi vini dell’azienda. .  
   
   
PROROGATI I TERMINI PER I TRATTAMENTI ANTIPARASSITARI SU VITE CON MEZZI AEREI SI POTRA´ COMPLETARE LA CAMPAGNA DI DIFESA DELLA VITE PER IL 2007  
 
 La Giunta regionale piemontese ha prorogato sino al 26 agosto 2007 i termini per effettuare trattamenti anticrittogamici con mezzi aerei in difesa della vite, che una precedente deliberazione aveva limitato al 12 luglio, rendendo così possibile il completamento della campagna per l’annata 2007, che si svolgerà come sempre sotto la supervisione del Settore Fitosanitario Regionale. Il provvedimento interessa in particolare le Province di Asti, Cuneo e Alessandria, per un totale di circa 700 aziende viticole. La possibilità di prolungare i termini è stata concessa con un Decreto il 27 giugno scorso dal Ministero della Salute, fortemente sollecitato in questo senso dalle regioni interessate, attraverso la mediazione del Ministero delle Politiche Agricole: l’utilizzo di trattamenti aerei con antiparassitari era stato infatti limitato, anche in vista di una riclassificazione dei prodotti stessi. Le tempistiche di comunicazione delle variazioni non avrebbero però consentito di riorganizzare in maniera alternativa gli interventi per la campagna 2007 e avrebbero fortemente penalizzato le aziende. Inoltre, i prodotti di cui viene prorogato l’utilizzo (Zolfo bagnabile, Nemispor As e Aviocaffaro Pf) sono stati confermati come prodotti non nocivi per la salute e sono ampiamente testati da anni di impiego. Il Ministero della Salute, accogliendo tali argomentazioni, ha consentito di prorogare l’utilizzo delle scorte dei tre prodotti in questione per ulteriori 45 giorni. “E’ un provvedimento importante – afferma l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco – perché risponde a un’esigenza pressante dei viticoltori. Si tratta in molti casi, soprattutto nelle province di Cuneo e di Asti, di aziende di piccole dimensioni, con comprensibili problemi di manodopera, che non potrebbero gestire diversamente e in tempi brevi i trattamenti necessari per la vite. Inoltre, gli appezzamenti sono spesso in forte pendenza e in zone di difficile coltivazione, che peraltro caratterizzano proprio le nostre aree più vocate per la produzione vitivinicola di qualità. Ci siamo dunque impegnati per poter fornire a queste aziende l’assistenza e il supporto adeguati per portare a termine la campagna 2007. ” .  
   
   
CONVEGNO INTERNAZIONALE “CHANOUSIA, 110 ANNI D’EUROPA. L´IMPORTANZA DELLA COOPERAZIONE TERRITORIALE”  
 
Aosta - In occasione della celebrazione dei 110 anni dalla nascita, nei pressi del Colle del Piccolo San Bernardo, dello storico giardino botanico alpino “Chanousia”, uno dei più antichi dell’arco alpino, la Presidenza della Regione e l’Assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali organizzano il Convegno internazionale “Chanousia, 110 anni d’Europa. L’importanza della cooperazione territoriale”. Il convegno si articolerà in due sessioni, che si terranno giovedì prossimo 12 luglio, dalle ore 14 alle ore 18, nella sala comunale di La Thuile in località Arly, e nella mattinata di venerdì prossimo 13 luglio, a partire dalle ore 9, all’Ospizio del Colle del Piccolo San Bernardo. La sessione di giovedì sarà dedicata ai giardini botanici alpini e al loro ruolo. Saranno presentate la storia e le attività del giardino “Chanousia” e le testimonianze di curatori di giardini botanici francesi, sloveni, austriaci e italiani. Ai lavori, che saranno aperti dall’Assessore all’Agricoltura e Risorse naturali Giuseppe Isabellon, dai Sindaci di La Thuile e di Séez Gilberto Roulet e Jean-louis Grand e dal Presidente dell’“Associazione Chanousia” Paolo Emilio Ferreri, interverranno, inoltre, alcuni autorevoli rappresentanti della “Società botanica italiana”, dell’“Associazione internazionale giardini botanici alpini” e della “Société de la Flore Valdôtaine”. Il giardino botanico alpino “Chanousia” rappresenta anche una concreta testimonianza della cooperazione transfrontaliera tra i popoli delle Alpi e, in modo particolare, tra la Valle d’Aosta e la Savoia. La mattinata di venerdì sarà, pertanto, dedicata ai progetti già realizzati nell’ambito del programma Interreg, al nuovo programma di cooperazione transfrontaliera Italia-francia 2007/2013 e alle possibili iniziative di valorizzazione futura del Colle del Piccolo San Bernardo. I lavori saranno condotti dal Presidente della Regione, on. Luciano Caveri, e comprenderanno gli interventi del Presidente del “Conseil Général de Savoie” Jean-pierre Vial, del Presidente dell’“Assemblée des Pays de Tarentaise-vanoise” Hervé Gaymard e del Segretario della “Convenzione delle Alpi” Marco Onida. La mattinata includerà, inoltre, la consegna, da parte dell’“Associazione Valdostana Impianti a Fune”, di una borsa di studio in memoria di Giorgio Menel, amministratore e manager di società funiviarie, all’autore di una tesi di laurea afferente alle tematiche del turismo di montagna. Il Convegno si chiuderà con una visita guidata al suo protagonista, il giardino “Chanousia”. Nella giornata di sabato, infine, è prevista un’escursione guidata, a cura della “Société de la Flore Valdôtaine”, sulle orme dell’Abate Pierre Chanoux, che fondò il giardino nel 1897. .