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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Dicembre 2009
ADOTTATO IL BILANCIO UE PER IL 2010  
 
Strasburgo, 17 dicembre 2009 - Il bilancio dell´Ue per il 2010 sarà pari a 141,453 miliardi di euro in stanziamenti d´impegno e 122,937 miliardi di euro in stanziamenti di pagamento. E´ quanto ha deciso il Parlamento che, assieme al Consiglio, ha trovato un accordo sul finanziamento del piano europeo di ripresa economica, che beneficerà di 2,4 miliardi di euro. "Se vogliamo che gli europei si sentano più al sicuro nel 2010, occorre attuare il bilancio in modo intelligente", ha dichiarato il relatore László Surján (Ppe, Hu) durante il dibattito in Aula. Ha quindi spiegato che è per tale ragione che "stiamo migliorando la sicurezza energetica, sostenendo la creazione di posti di lavoro e introducendo lo strumento di microfinanziamento". Il relatore ha inoltre sottolineto che s´intende aiutare il settore lattiero caseario e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ha poi affermato che è urgente procedere ad una appropriata revisione del quadro finanziario pluriennale dell´Ue (le cosiddette prospettive finanziarie), originariamente prevista per quest´anno e poi rinviata all´anno prossimo. Ha anche spiegato che "non abbiamo avuto sufficiente margine di manovra, vi sono linee di bilancio senza riserve e una revisione di metà percorso del bilancio pluriennale è quindi inevitabile". Il bilancio approvato definitivamente dal Parlamento, l´ultimo con la procedura prevista dal trattato di Nizza, prevede uno stanziamento in pagamenti pari all´1,04% del reddito nazionale lordo (Rnl) dell´Ue. Piano europeo di ripresa economica - Il piano europeo di ripresa economica ha stanziato 5 miliardi per finanziare - nel 2009 e nel 2010 - progetti nel settore energetico, della banda larga e dello sviluppo rurale. Quando fu concordato nei mesi scorsi, il finanziamento per il secondo anno (2,4 miliardi di euro) non era stato ancora definito. Dopo qualche mese di negoziati, le istituzioni europee si sono accordate per reperire le risorse necessarie dai fondi non spesi e dai margini (nel settore agricolo e dell´amministrazione) per il 2009 e il 2010, nonché da 120 milioni di denaro "fresco" aggiunti dagli Stati membri. La gran parte dei fondi del piano è destinata alle infrastrutture per il gas e per l’energia elettrica. Per quanto riguarda il gas (1,44 miliardi di euro), tra i 18 progetti selezionati figurano i gasdotti che collegano l´Italia alla Grecia (Itgi - Poseidon, 100 milioni di euro) e all´Algeria (Galsi, 120 milioni di euro). Il Nabucco potrà contare su 200 milioni di euro. Per quanto riguarda l´energia elettrica (910 milioni di euro), tra i nove progetti selezionati figurano il cavo sottomarino che unisce la Sicilia con l´Italia continentale (110 milioni di euro) e l´interconnessione con Malta (20 milioni). Per i dieci progetti per la cattura e lo stoccaggio sono stanziati 1,05 miliardi di euro. Tra i beneficiari figura l´impianto di Porto Tolle che potrà contare su 100 milioni. Infine, 565 milioni di euro sono destinati a taluni parchi eolici offshore in Nord Europa. Controllo delle frontiere, immigrazione e asilo - Per Frontex, l´Agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne, sono previsti 59 milioni di euro in impegni e 38 milioni in pagamenti. Il Fondo europeo per i rifugiati potrà contare, rispettivamente, su 92 e 65 milioni. Inoltre, la cooperazione con i paesi terzi nel settore dell´immigrazione e dell´asilo sarà dotata di 53 milioni di euro in impegni e 50 milioni in pagamenti. Questi fondi, tra l´altro, sono destinati alla promozione della gestione della migrazione per motivi di lavoro, alla lotta all´immigrazione illegale e alla sostegno per la riammissione degli immigrati illegali. Ma anche alla protezione dei migranti dallo sfruttamento e dall´esclusione e al sostegno della lotta contro il traffico degli esseri umani. Partenariato euro mediterraneo - La cooperazione finanziaria con i paesi del Mediterraneo potrà contare su 791 milioni di euro di stanziamenti d´impegno (700 milioni in pagamenti) destinati, tra l´altro, a studi sugli effetti del cambiamenti climatico sulla qualità dell´acqua marina, studi sull´inquinamento delle coste, controllo delle infrastrutture sottomarine (gasdotti e oleodotti, cavi elettrici, ecc. ). Terrorismo - La cooperazione operativa e analitica nel settore dell´antiterrorismo conta 20,4 milioni di euro in stanziamento d´impegno e 14,6 milioni in pagamenti. Progetto pilota per il settore tessile - I deputati hanno anche deciso di sostenere una serie di progetti pilota, trai quali ne figura uno che riguarda azioni collegate al settore tessile e calzaturiero - dotato di un milione di euro. Il progetto intende a valutare gli effetti dell´abolizione del sistema comunitario di quote in vista di creare un programma europeo per il settore, in particolare nelle regioni meno favorite, volto a sostenere la ricerca e l´innovazione, la ristrutturazione, la formazione professionale e le Pmi. Il bilancio 2010 in cifre
Bilancio 2010* Confronto con il bilancio 2009** Prospettive finanziarie 2010 Bilancio finale 2010
Titolo Impegni. Pagamenti Impegni Pagamenti Impegni. Pagamenti.
1a Competitività per la crescita e l´occu-pazione 13775 11106 14362 - 14862 11342
1b Coesione per la cresci-ta e l´occu-pazione 48427 34963 49388 - 49388 36385
2 Conservazione e gestione delle risor-se naturali 56721 52566 59955 - 59499 58136
3a Libertà, sicurezza e giustizia 864 617 1025 - 1006 739
3b Cittadinanza 663 691 668 - 668 659
4 L´ue quale attore globale 8104 8324 7893 - 8141 7788
5 Amministrazione 7695 7695 7882 - 7889 7889
Totale 136458 116172 141173 134155 141453 122937
In percentuale del Rnl 1. 18% 1. 00% - - 1. 20% 1. 04%
** Il bilancio 2009, a differenza di quello per il 2010, include anche il supporto finanziario pre-adesione per la Bulgaria e la Romania, con €209 milioni, sia in stanziamenti d´impegno sia di pagamento. Tale rubrica è inclusa nel totale del bilancio 2009. * Il bilancio 2010 è l´ultimo adottato con la procedura prevista dal trattato di Nizza, che non prevede un reale potere del Parlamento sulla spesa relativa alla politica agricola comune e altre spese dette "obbligatorie" di competenza del Consiglio. A partire dal prossimo anno, grazie al trattato di Lisbona, il Parlamento avrà pieni poteri sull´intero bilancio Ue. .
 
   
   
DAL PARLAMENTO EUROPEO COMPLIMENTI ALLA PRESIDENZA SVEDESE  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2009 - Mercoledì 16 dicembre l´Aula ha valutato i sei mesi di presidenza svedese del Consiglio Ue. Il premier Reinfeldt e i suoi ministri hanno ricevuto complimenti da varie parti politiche per la loro "lealtà" e "senso di responsabilità". I deputati hanno poi parlato dei temi dell´ultimo Consiglio europeo: ancora clima, e la nuova strategia "2020" della Commissione. "Quando abbiamo assunto la presidenza il primo luglio", ha esordito il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt, "Non c´era un Parlamento, non c´era il nuovo presidente della Commissione, e il Trattato di Lisbona doveva ancora passare il referendum in Irlanda. Non sapevamo se sarebbe entrato in vigore sotto la presidenza svedese. Poi tutta la matassa si è sbrogliata". Una presidenza "da podio". Barroso ha dichiarato che, fra le 11 presidenze con cui ha lavorato da quando è presidente della Commissione, quella svedese meriterebbe sicuramente "il podio", ricordando il successo della ratificazione del Trattato, la reazione rapida alla crisi economica e gli sforzi fatti sul cambiamento climatico. "Un atteggiamento onesto e responsabile", secondo il leader popolare Joseph Daul, è stato il "marchio di fabbrica" della presidenza svedese. Il capogruppo dei socialisti e democratici Martin Schultz ha messo l´accento su alcuni aspetti critici, come il fatto che "nonostante tutto il suo lavoro, la presidenza svedese non ha avuto influenza su Copenhagen, a causa della rotazione semestrale", e sulle nomine per gli incarichi chiave dell´Ue, su cui "Merkel e Sarkozy hanno tenuto le carte nascoste fino all´ultimo, e la gente diceva ´il premier svedese non sa cosa sta succedendo ". Michał Tomasz Kamínski, a nome del gruppo Conservatore e Riformista, si è complimentato con Reinfeldt per aver evitato "la tentazione del populismo in tempi di crisi", ma ha lamentato il troppo timido sostegno di Stoccolma a Israele. A nome di "Europa per le Libertà e la Democrazia", è intervenuto il leghista Borghezio, criticando la presidenza svedese per non aver fatto abbastanza su "immigrazione, rifugiati e crimine organizzato", ma anche per aver giudicato negativamente l´esito del referendum sui minareti in Svizzera. Cambiamento climatico: pressing per un accordo a Copenhagen. Daul ha espresso la speranza che a la conferenza di Copenhagen si risolva con un impegno "verificabile e sanzionabile in caso di mancato rispetto". La cooperazione fra" Europa, Stati Uniti e Cina" è per il leader liberale Guy Verhofstadt la chiave di volta per un accordo globale, e ha chiesto che l´Ue proponga subito di ridurre le proprie emissioni del 30%. "Gli obiettivi di riduzione proposti non sono sufficienti" secondo la co-presidente del gruppo verde Rebecca Harms, che ha sottolineato come "gli europei hanno troppe scappatoie per evitare di ridurre davvero le emissioni nei loro Paesi. La compensazione non conosce frontiere", ha detto, riferendosi al fatto che i Paesi Ue possono compensare la produzione di Co2 con progetti sostenibili in altre parti del mondo. Strategia "2020": evitare gli errori della strategia di Lisbona. La Commissione europea proporrà a gennaio una nuova ricetta per la ripresa, la crescita sostenibile e la competitività europea. Il quadro annunciato pare la continuazione della cosiddetta "strategia di Lisbona" del 2000, che non ha raggiunto gli obiettivi annunciati. Per questo il leader del gruppo popolare Daul ha chiesto a Barroso di "non ripetere gli errori della strategia di Lisbona" fissando "obiettivi non realistici", e sperando che il nuovo quadro non sia "solo fumo". Opposizione da parte del capo-gruppo della Sinistra Unita Lothar Bisky che ha messo in guardia Barroso di non ricalcare la nuova strategia su quella di Lisbona, che è "fallita", e concentrarsi sui "bisogni sociali piuttosto che sul profitto economico". Barroso ha proposto ai deputati di dedicare alla "strategia 2020"un dibattito ad hoc in Aula. .  
   
   
CROCEFISSO: IL PARLAMENTO EUROPEO HA DECISO DI RINVIARE LA VOTAZIONE  
 
Strasburgo, 17 dicembre 2009 - Il Parlamento ha deciso di rinviare la votazione della risoluzione sulla "difesa del principio di sussidiarietà" in relazione alla sentenza della Corte europea dei diritti dell´uomo che ha condannato l´Italia per l´esposizione dei crocefissi nelle aule delle scuole pubbliche. Per il leader dell´S&d, autore della proposta, va verificata l´ammissibilità del voto su un tema che è solo italiano e che non riguarda l´Ue. Il Ppe aveva invece sostenuto che la questione riguarda milioni di persone. Con 283 voti favorevoli, 259 contrari e 27 astensioni, l´Aula ha accolto l´appello di Martin Schulz (S&d, De) affinché il Parlamento rinviasse a una prossima sessione plenaria la votazione sulle proposte di risoluzione sulla questione del crocefisso. I gruppi S&d, Alde, Verdi/ale e Gue/ngl, già da ieri, avevano ritirato le loro proposte di risoluzione. Erano rimaste, invece, le proposte di Ppe e Efd. Il leader dell´S&d ha motivato la sua richiesta sostenendo la necessità di verificare l´ammissibilità di tale votazione. Osservando poi che tutti i deputati sono d´accordo sul fatto che il principio di sussidiarietà vada rispettato, ha evidenziato che tale dibattito riguarda solo l´Italia e non si tratta di una questione europea; pertanto "non ha senso" prendere in considerazione l´adozione di una risoluzione in questo momento. Manfred Weber (Ppe, De) si era invece opposto a questa richiesta sottolineando la competenza del Parlamento europeo in materia, a maggior ragione dopo l´integrazione della Carta dei diritti fondamentali nel diritto primario dell´Ue. Ha anche affermato che i deputati europei sono "politici e non giuristi" e, pertanto, è giusto che si pronuncino su una questione che "riguarda milioni di cittadini". Da ultimo, ha chiesto ai colleghi di essere coerenti visto che, gli stessi gruppi sostenitori del rinvio avevano in passato appoggiato l´opportunità per il Parlamento di dibattere della libertà di stampa in Italia. Il dibattito in Aula, il 15. 12. 2009, era scaturito da un´interrogazione orale alla Commissione presentata da Mario Borghezio (Efd, It) a seguito della sentenza della Corte europea dei diritti dell´uomo che ha condannato l´Italia per l´esposizione dei crocefissi nelle aule delle scuole pubbliche. Principio di sussidiarietà - Articolo 5 del trattato sull´Ue (Lisbona) - In virtù del principio di sussidiarietà, nei settori che non sono di sua competenza esclusiva l´Unione interviene soltanto se e in quanto gli obiettivi dell´azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell´azione in questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione. I parlamenti nazionali vigilano sul rispetto del principio di sussidiarietà secondo la procedura prevista in detto protocollo. .  
   
   
UE: DARE NUOVA LENA AI MERCATI DEL LAVORO COLPITI DALLA CRISI  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2009 - Secondo una relazione della Commissione europea - pubblicata Ieri - le misure in risposta alla crisi e l’aiuto finanziario dell’Ue hanno contribuito a limitare i danni della recessione sui mercati del lavoro dell’Ue nel 2009. Ma, se si vuole uscire positivamente dalla crisi, queste misure devono essere coerenti con una riforma a lungo termine dell’occupazione. Il progetto “Relazione comune sull’occupazione” sarà discusso dai ministri competenti per l’occupazione e gli affari sociali durante il Consiglio di marzo 2010 e contribuirà alla nuova strategia Ue per il 2020 dedicata alla crescita e all’occupazione, che sarà adottata dai leader europei nella primavera 2010. “Misure e sostegni coordinati a livello Ue e di Stati membri hanno dato un contributo significativo alla stabilizzazione dell’economia e hanno sdrammatizzato i momenti di maggior crescita della disoccupazione nel 2009. Ora però dobbiamo evitare ulteriori perdite occupazionali e ricostituire i posti di lavoro persi nella crisi” ha detto il presidente della Commissione José Manuel Barroso. "Dobbiamo guardare avanti e continuare con il nostro approccio coordinato per garantire la sostenibilità dei posti di lavoro e la crescita sul lungo periodo. Grazie alla strategia Eu2020 che abbiamo adottato per il futuro, risaneremo la nostra economia sociale di mercato e indirizzeremo l’Ue verso un’economia più forte, più verde e capace di una maggior integrazione. ” Il commissario all’occupazione Vladimír Špidla ha aggiunto: “Oggi, cercare l’equilibrio tra misure a breve termine e riforme a lungo termine è la grande sfida delle politiche Ue a favore dell’occupazione. Dovremo potenziare, riorientare e infine mandare a termine le misure di risposta alla crisi escogitate per migliorare la flessibilità e la sicurezza dei mercati del lavoro nella Ue e aumentare la capacità dell’economia di resistere a future recessioni. Il progetto di “Relazione comune sull’occupazione” della Commissione analizza i provvedimenti presi in tutta l’Ue per conservare i posti di lavoro, per aiutare coloro che versano in difficoltà e delinea i problemi ancora da affrontare. Dato il grave deterioramento dei mercati del lavoro nel 2009 – dovuto alla recessione economica - l’anno prossimo la disoccupazione continuerà ad aumentare in tutti i paesi Ue, anche se a ritmo più lento. Sebbene si possa prevedere un graduale miglioramento della situazione economica nei 2 prossimi anni, la risposta dei mercati del lavoro prenderà più tempo. Taluni gruppi sociali sono stati colpiti più duramente di altri: si tratta dei giovani, dei migranti e dei lavoratori poco qualificati. Gli Stati membri hanno intensificato le rispettive politiche occupazionali e sociali nell´ambito delle 3 priorità della strategia Ue a favore dell’occupazione per dare stimoli immediati all’economia e tutelare gruppi vulnerabili dall’impatto della crisi. I servizi pubblici di collocamento al lavoro sono stati ampliati in molti paesi per far fronte alla maggior disoccupazione e il contributo finanziario Ue, attraverso il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, è stato un aiuto decisivo per gli Stati membri esposti al finanziamento di azioni anticrisi. I sistemi di protezione sociale hanno dimostrato la loro efficacia: stabilizzatori automatici hanno attenuato le conseguenze sociali più immediate della recessione, anche se in misura diversa a seconda dei paesi della Ue. La capacità degli Stati membri di rispondere alla crescente domanda di sicurezza sociale varia notevolmente e ciò sottolinea la necessità di politiche energiche, capaci di restituire i disoccupati alla vita attiva. La strada da seguire - Il principale problema dell’Ue e degli Stati membri è ora quello di tracciare il quadro di un effettivo e sostenibile recupero del mercato del lavoro. Strategie risolutive che aiutino singoli e imprese ad affrontare le sfide strutturali, da un lato, e, dall’altro, efficaci politiche pubbliche di riforma dei mercati del lavoro, rappresentano stimoli essenziali per creare posti di lavoro nuovi e di miglior qualità. La relazione presentata dalla Commissione sarà discussa dai ministri della Ue competenti per l’occupazione e gli affari sociali nel corso della seduta del Consiglio occupazione, politica sociale, salute e consumatori che si terrà l’8-9 marzo 2010; per la Commissione e gli Stati membri, essa costituirà uno dei principali input per preparare la strategia Eu2020 che sarà discussa al Consiglio europeo di primavera (25 marzo 2010). Essa fa seguito alla relazione sull’occupazione in Europa durante il 2009 ( Employment in Europe 2009 Report ), che analizza più in dettaglio le recenti tendenze dei mercati del lavoro nella Ue (v. Ip/09/1803 ). .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PREMIA CON STELLE D´ORO LA CITTADINANZA ATTIVA  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2009 - La Commissione europea ha premiato il 16 dicembre 8 progetti assegnando loro le "Stelle d´oro della cittadinanza europea attiva" nel corso di una cerimonia che si è svolta a Bruxelles. La cerimonia è stata preceduta da una conferenza per discutere a livello Ue della partecipazione dei cittadini sotto forma di servizi di volontariato e l´importanza di tale fenomeno per l´Europa. La conferenza, alla quale sono intervenuti operatori, decisori politici e rappresentanti del mondo universitario, segna l´inizio della mobilitazione dei cittadini in vista del 2011 che sarà l´Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva. "I progetti che ricevono oggi le Stelle d´oro dimostrano il ruolo centrale che i cittadini europei svolgono nella costruzione di uno spazio comune europeo. Uno dei principali obiettivi della Commissione europea è rafforzare ulteriormente la cittadinanza e la partecipazione in seno all´Ue e dare ai cittadini europei ancora maggiori opportunità per influire sulla rotta futura dell´Europa. Le testimonianze presentate in occasione dell´evento odierno stanno a indicare le potenzialità che vi sono per raggiungere questo obiettivo ambizioso" ha dichiarato Maroš Šefčovič,Commissario responsabile per l´Istruzione, la formazione, la cultura e la gioventù. Le Stelle d´oro, assegnate con cadenza annuale, rappresentano il riconoscimento ufficiale dei progetti finanziati nell´ambito del programma Europa per i cittadini, finalizzato a coinvolgere direttamente i cittadini nella costruzione dell´Ue. Dal suo avvio nel 2007 il programma ha mobilitato annualmente quasi un milione di partecipanti diretti, offrendo loro la possibilità di riflettere sulla loro identitàcomune scoprendo le differenze e le affinità culturali con i cittadini di altre parti d´Europa. Con i suoi gemellaggi tra città, i suoi progetti transeuropei che interessano la società civile e i suoi progetti di commemorazione il programma Europa per i cittadini contribuisce validamente alla creazione dello Spazio pubblico europeo e di una cittadinanza europea attiva. L´anno europeo 2011 è un´iniziativa politica della Commissione europea in risposta al vibrato auspicio delle organizzazioni della società civile europea che si dia rilievo alle importanti potenzialità rappresentate dal volontariato e che si celebri il 10° anniversario dell´Anno internazionale del volontariato organizzato dalle Nazioni Unite nel 2001. L´anno europeo farà opera di sensibilizzazione sull´importanza del volontariato, promuoverà il riconoscimento delle persone in esso attive, incoraggerà i dibattiti e lo scambio di buone pratiche per migliorare il quadro politico del volontariato e creare condizioni migliori per le attività di volontariato nell´Ue. .  
   
   
AFGHANISTAN, PAKISTAN, BIELORUSSIA E CONGO: QUALE RUOLO PER L´UE?  
 
 Bruxelles, 17 dicembre 2009 - Una serie di questioni di politica estera all´esame dell´Aula mercoledì: il nuovo piano d´azione europeo per il Pakistan e l´Afghanistan, il grave conflitto in corso in Congo e le sanzioni dell´Ue contro la Bielorussia e il suo governo. I parlamentari ne discuteranno con la nuova rappresentante per gli Affari esteri Catherine Ashton e il Ministro svedese Cecila Malström. Piano d´azione Ue per l´Afghanistan e il Pakistan Il piano è stato adottato dai Governi europei a ottobre, e si basa sulle iniziative già intraprese dall´Ue in Afghanistan, che - in questo quadro - riceve circa un milione di euro all´anno dai Paesi europei. Le priorità del piano per l ´Afghanistan includono il dialogo con il nuovo governo, il potenziamento della società civile, la governance a livello locale e regionale, la lotta alla corruzione e al narcotraffico, il disarmo e la re-integrazione sociale degli ex-ribelli e la preparazione delle elezioni del 2010. Per il Pakistan, le azioni previste si concentrano sulla riabilitazione e ricostruzione del Nord-est del Paese, gravemente colpito dagli scontri fra governo e talebani, il supporto alla società civile e allo svolgimento di elezioni democratiche, e la lotta al terrorismo. Congo: conflitti e missione Onu. I deputati discuteranno della grave situazione nella Repubblica democratica del Congo a seguito dei recenti scontri nella provincia del Kivu nord, al confine con il Ruanda, e nell´ex-provincia dell´Equatore, nel nord-ovest del Paese. Il consiglio di Sicurezza dell´Onu voterà nei prossimi giorni sull´estensione della missione Monuc fino a giugno del 2010. Monuc è la più grande missione di peacekeeping del mondo, con oltre 20. 000 soldati e 1,4 miliardi di dollari all´anno. Bielorussia: sanzioni contro Lukashenko. L´aula discuterà la recente decisione del Consiglio di prolungare le sanzioni contro i funzionari bielorussi fino ad ottobre del 2010. I Governi dell´Ue hanno solamente rimosso la proibizione di viaggiare nell´Ue, come segno d´incoraggiamento alle riforme. Questo significa che il presidente e i funzionari potranno entrare nei Paesi dell´Ue. L´europa considera la Bielorussia un Paese ancora non democratico, che deve fare molti progressi sulla libertà d´espressione e le leggi elettorali, e mettere una moratoria sulla pena di morte. .  
   
   
CONFERENZA SULLA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI  
 
Linköping, Svezia 17 dicembre 2009 - La Fondazione europea della scienza (Fes) e l´Università di Linköping organizzano una conferenza intitolata "Violations of human rights and humanitarian law: investigation and prevention of torture and death in custody", che si terrà dal 3 al 7 maggio 2010 a Linköping, in Svezia. Scopo della conferenza è fare incontrare scienziati di spicco del campo dei diritti umani, criminologia, sociologia, etica e medicina legale, con esperti del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Cpt), giudici della Corte europea per i diritti umani (Echr) e membri di organizzazioni non governative (Ngo), nonché di attirare un numero maggiore di giovani ricercatori per compiere ulteriori ricerche in questo campo così importante. La conferenza è progettata per aiutare a formare gruppi di ricerca altamente efficienti e facilitare i contatti di ricerca con ricercatori internazionali non europei, aumentando al contempo la consapevolezza internazionale sulla tutela dei diritti umani in Europa. Http://www. Esf. Org/activities/esf-conferences/details/2010/confdetail318. Html?conf=318&year=2010 .  
   
   
UE: A MEMORIAL IL PREMIO SACHAROV: "LA LIBERTÀ DI PENSIERO È LA MADRE DI TUTTE LE LIBERTÀ"  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2009 - Ieri mercoledì 16 dicembre l´Ong russa per i diritti umani Memorial ha ricevuto il premio Sacharov per la libertà d´espressione. Durante la cerimonia, i tre attivisti russi Oleg Orlov, Sergei Kovalev and Lyudmila Alexeyeva hanno chiesto all´Europa di fare di più per i diritti umani in Russia. "Ci sono giorni in cui mi sento particolarmente orgoglioso di presiedere questo Parlamento. E oggi è uno di quei giorni": così il presidente Buzek ha introdotto i tre ospiti. Un emiciclo emozionato ha accolto i tre vincitori: il direttore di Memorial Oleg Orlov, 56 anni, l´anziana dissidente Lyudmila Alexeyeva, 82 anni, e l´ex-prigioniero politico e oggi dirigente di Memorial Sergei Kovalev, 69 anni, che ha pronunciato il discorso per il ricevimento del premio. Amarezza per l´assenza di chi avrebbe dovuto condividere il riconoscimento, ma non c´è più: " Natalya Estemirova e Anna Politkovskaya dovrebbero essere qui oggi", ha detto Buzek, "i loro assassini devono essere portati davanti alla giustizia". Sergei Kovalev: "i nostri colleghi che non sono qui" - "Sono sicuro che, premiando Memorial, il Parlamento aveva in mente prima e soprattutto loro, i nostri amici adorati, compagni di battaglia, anime sorelle. Il premio appartiene a loro - ha esordito Sergei Kovalev, visibilmente emozionato - E non posso esimermi dal citare Natalya Estemirova, membro di Memorial, ardente militante per i diritti umani, uccisa in Cecenia quest´estate. Non posso non ricordare l´avvocato Stanislav Markelov e le giornaliste Anna Politkovskaya e Anastasia Baburova, assassinate a Mosca, l´etnologo Nikolai Girenko, sparato a San Pietroburgo, Farid Babayev, ammazzato in Dagestan, e molti altri. Purtroppo questa lista potrebbe continuare a lungo. " Andrei Sacharov, "un pensiero libero" - Andrei Sacharov, morto esattamente 20 anni fa, a cui il premio è intitolato "non era solo un combattente per i diritti umani nell´Unione sovietica. Era anche un pensatore illuminato. La comunità europea, che ha istituito questo premio in suo onore quando era ancora vivo, è forse l´esempio più vicino all´ideale di umanità fraterna che lui sognava ". Russia: il potere non è così compatto - Parlando della situazione in Russia, Kovalev ha tenuto a sottolineare che "non è tutto così lineare come può apparire. Abbiamo molti alleati nella società russa, sia nella nostra lotta per i diritti umani che nella lotta contro lo stalinismo. E il potere in Russia non è così omogeneo e compatto come può sembrare a un primo sguardo". L´europa può fare molto di più - L´appello di Memorial è chiaro: " Quello che ci aspettiamo dai politici e dai cittadini europei, lo ha già detto Andrei Sacharov più di 20 anni fa: ´oggi il mio Paese ha bisogno di sostegno e di pressioni´". "Un´europa unita può avere una politica ferma e allo stesso tempo amichevole con la Russia, basata sul sostegno e la pressione. Purtroppo è molto lontana da usare al meglio entrambi gli strumenti". E ha continuato: "L´europa dovrebbe comportarsi con la Russia come con ogni altro Paese europeo che si è impegnato su certe cose, e che deve prendersi la responsabilità di mantenerle. Il ruolo dell´Europa non è di stare zitta, ma di ripetere, ricordare, ridire e insistere che la Russia deve rispettare i suoi impegni". L´autore della Dichiarazione dei Diritti umani in Russia ha concluso con una riflessione sulla libertà d´espressione, considerata la "base di tutte le altre libertà". Per questo "è un onore ricevere oggi il premio Sacharov per la libertà d´espressione". Il discorso è stato accolto con un´ovazione da parte dell´Aula, e dall´abbraccio del presidente Buzek visibilmente commosso. .  
   
   
OLEG ORLOV: "LA PRIMA MINACCIA CONTRO DI NOI È LO STATO"  
 
Bruxelles, 17 dicembre 2009 - Il leader del movimento per i diritti umani in Russia "Memorial" è il vincitore, insieme a due colleghi e altri attivisti, del premio europeo per i diritti umani 2009, che gli è stato consegnato il 16 dicembre al Parlamento europeo. In questa intervista esclusiva da Mosca spiega come lo Stato eserciti un´intimidazione costante contro le voci critiche. Parla di Medvedev, "sognatore del Cremlino", dell´allarmante riabilitazione di Stalin, e ammette amaramente che questo premio non gli garantirà "più protezione". A Mosca fa meno 20. Un collega ha assistito Oleg Orlov nella chat con il Parlamento su Facebook lunedì. Oleg - in tre quarti d´ora - ha risposto a decine di domande di giovani e meno giovani da tutta Europa. E poi ha risposto alle nostre. Domani 16 dicembre arriverà a Strasburgo insieme ai suoi colleghi di Memorial per la consegna del premio Sacharov 2009. Il premio Sacharov ha un impatto sul lavoro di Memorial? Ci dà forza. E´ importante ricevere un riconoscimento positivo dall´esterno, perché a volte ti senti come se stessi cercando di svuotare il mare con un cucchiaino. Sono specialmente i colleghi nel Caucaso del Nord che hanno questa sensazione. Prima pensavamo che questo tipo di premi e di visibilità aumentasse la nostra protezione. Purtroppo ci siamo resi conto che non è così. Quali sono i più grandi ostacoli per i difensori dei diritti umani in Russia, e per la gente che difendete? Il principale problema è la minaccia dello Stato. Ovviamente poi ci sono altre minacce, come quelle dei gruppi di neofascisti. Molti colleghi sono stati attaccati o uccisi dai neofascisti. L´intimidazione da parte del Governo avviene a diversi livelli. Inizia dai controlli infiniti, che ci obbligano a fornire volumi e volumi di documenti e rapporti, costringendoci a interrompere il nostro lavoro per lunghi periodi. Alla fine dei controlli, possono decidere di chiudere l´organizzazione o aprire un processo penale con l´accusa di estremismo. E´ un modo per silenziare le voci critiche. Poi, più pericolose, ci sono le azioni illegali e violente contro di noi. Minacce ai familiari degli attivisti per telefono, uffici incendiati, e anche violenza fisica direttamente contro di noi. Io stesso nel 2007 sono stato rapito, minacciato di morte, picchiato e lasciato nudo in mezzo alla neve. La nostra amica, collega, e appassionata militante per i diritti umani Natalya Estemirova, che chiamavamo il "cuore di Memorial" è stata uccisa quest´estate. Le minacce contro le persone che proteggiamo sono ovvie. Sono immigrati vittime di violenza etnica, cittadini ceceni e di altre regioni del Caucaso, che subiscono abusi continui, persone perseguitate per motivi politici. La minaccia peggiore è sapere che non otterranno giustizia nei tribunali, che non ci sarà nessun processo contro i criminali, e nessuna sentenza a loro favore. I colpevoli non saranno mai puniti. E poi c´è la minaccia costante di subire violenze e ritorsioni, come per noi. Sono gli stessi a mettere in pericolo noi e le persone che difendiamo: razzisti, neofascisti, polizia corrotta, rappresentanti del potere e delle forze dell´ordine come il Servizio di Sicurezza Federale (Fsb), che minacciano chi ha avuto il coraggio di deporre una denuncia al Tribunale dei Diritti umani di Strasburgo. E´ cambiato qualcosa da quando il presidente è Medvedev? Si sono spese un sacco di belle parole. Al contrario del presidente prima di lui, Medvedev dice cose democratiche, liberali e intelligenti. Questo dà speranza a una parte della società liberale russa e ad alcuni in Europa. Purtroppo però alle parole normalmente non seguono i fatti. Al Cremlino c´è un sognatore. Che sogna un futuro migliore per la Russia, mentre il Paese va in tutt´altra direzione. Noi non vorremmo sogni e articoli, ma decreti, leggi, proposte. La Russia è cosciente dei crimini del passato, del male fatto ai suoi cittadini e a molti altri? Qual´è l´immagine di Stalin oggi? In Russia è in corso un conflitto che di fatto non si è mai interrotto. Alla fine degli anni ´80 e l´inizio dei ´90 abbiamo creduto che si iniziassero a chiamare le cose con il loro nome e che si mettesse un punto con il passato. Ma poi è cominciata una riabilitazione strisciante di Stalin. Molta gente non vuole guardare in faccia la storia, o non la conosce, e così Stalin sta diventando un eroe. E non solo per coloro che si dicono comunisti, quello che è più pericoloso è che questa visione sta guadagnando terreno fra i giovani. Per questo dobbiamo andare avanti con il nostro lavoro sul passato. La rivitalizzazione del mito di Stalin ha varie basi, non solo quella comunista. Si tratta soprattutto di una sindrome da post-impero. Il grande impero è crollato: molte regioni che la Russia considerava sue si sono separate. Secondo la versione della propaganda, la grande Russia è stata umiliata. Da qui l´immagine del condottiero sotto la cui guida l´impero trionfava. "Stalin, il grande imperatore", questo è il fondamento su cui si basa la riabilitazione del mito, è un archetipo importante nella coscienza collettiva dei miei compatrioti. Noi dobbiamo mostrare la vera faccia di quest´impero e il prezzo pagato dalla nostra gente per la sua "grandezza". Che errori sono stati fatti in Cecenia, e come sciogliere il nodo gordiano del Causcaso? Gli errori sono stati numerosi e costanti. Il principale è che il Cremlino non ha mai avuto una strategia, solo tattiche. Tattiche che hanno portato avanti, spesso con successo, ma perdendo completamente di vista obiettivi di lungo termine. Il problema maggiore è che quelli che hanno preso decisione sul Caucaso hanno sempre trascurato l´aspetto più importante, il rispetto dei diritti umani. La violazione dei diritti ha destabilizzato la situazione, esteso il conflitto, ridotto le possibilità di una soluzione e alimentato la proliferazione di un terreno terroristico. Un altro errore è stato non negoziare, in una fase precendente, con il campo separatista, che aveva ragioni politiche comprensibili. Sarebbe stato in qualche modo possibile discutere razionalmente con loro, oggi non è più possibile. In sintesi, la mancanza di una visione strategica, il disprezzo dei diritti umani e la non volontà di negoziare con i separatisti hanno portato a un punto morto. Ora il movimento terrorista è più radicato, sono estremisti islamici con cui non c´è niente da negoziare, in più la maggioranza della popolazione prova odio e vorrebbe una vendetta - irrazionale - per i parenti uccisi, le umiliazioni e le torture subite. Alla testa della Cecenia è stato messo Ramzan Kadyrov, che fa il despota assoluto della Repubblica e non vuole rispettare le leggi della Federazione russa. E´ un impasse totale. E tutte le soluzioni proposte dalle organizzazioni dei diritti umani sono state scartate dal Cremlino. .  
   
   
EUROREGIONE, 23 DICEMBRE: PRESENTAZIONE DELL´UFFICIO DELL´EUREGIO A BOLZANO  
 
Bolzano, 17 dicembre 2009 - L´euroregione di Alto Adige, Trentino e Tirolo ha un nuovo indirizzo tutto suo: mercoledì 23 dicembre sarà presentato ai mass media l´ufficio comune dell´Euregio insediato nella sede dell´Accademia europea-Eurac a Bolzano. A presentare la nuova struttura congiunta saranno i tre governatori Luis Durnwalder, Lorenzo Dellai e Günther Platter. Nella seduta comune dello scorso ottobre a Innsbruck le tre giunte provinciali di Alto Adige, Trentino e Tirolo avevano deliberato di potenziare il profilo politico dell´Euregio. Il primo tangibile passo, secondo quanto concordato, è l´insediamento di un ufficio congiunto - in cui sono rappresentate le Province di Bolzano e il Land Tirolo - che ha il compito di tradurre concretamente gli indirizzi e i progetti di collaborazione transfrontaliera dettati dai responsabili politici. L´insediamento del nuovo ufficio dell´Euregio era previsto ancora entro l´anno: puntualmente i tre governatori Luis Durnwalder, Lorenzo Dellai e Günther Platter danno seguito all´annuncio fatto nella riunione di Innsbruck e presentano ora il nuovo ufficio dell´Euregio con il relativo personale e la sede. Mercoledì 23 dicembre alle ore 11 nella sede dell´ufficio dell´Euregio palazzo dell´Eurac-accademia europea in viale Druso 1. . .  
   
   
UNGHERIA: IL PAESE TOCCHERÀ IL TETTO DELLA COMPETITIVITÀ NEL 2010  
 
Praga, 17 dicembre 2009 - L’atteso recupero della domanda esterna e il recupero dalla crisi in genere avvantaggeranno le piccole economie aperte come quella ungherese, ha spiegato il Ministro delle finanze Peter Oszko. Ha espresso fiducia nel fatto che il Paese emergerà dalla crisi dimostrandosi come il Paese più competitivo nel 2010 rispetto a quelli vicini, appartenenti al gruppo V4, grazie alle misure anticrisi implementate. Fra queste ci sono la riforma fiscale e i passi per supportare il livello occupazionale. Oszko ha sottolineato che un’ulteriore risoluzione del carico fiscale sul lavoro era auspicabile, tuttavia ha sottolineato che il costo del lavoro in Slovacchia era già inferiore rispetto alla Repubblica Ceca. Ha inoltre dichiarato che la posizione di competitività dell’economia dipenderà dal suo debito, non solo sul livello specifico ma anche sulla sostenibilità delle sue dinamiche nel futuro. A questo proposito il Ministro delle finanze ha ritenuto che altri paesi avrebbero introdotto ulteriori misure di austerità per ottenere una riduzione del debito, dando perciò un ulteriore vantaggio competitivo all’Ungheria. .  
   
   
FEDERAZIONE RUSSA IL PIL SEGNA UN -8,9% A/A NEL TERZO TRIMESTRE  
 
Mosca, 17 dicembre 2009 - Secondo l’Ufficio statistico russo Rosstat il prodotto interno lordo del periodo luglio-settembre è diminuito dell’8,9% in termini annuali, mentre è aumentato del 13,8% rispetto al trimestre precedente. Il Pil nominale ammonta a 10. 489,5 miliardi rubli, pari a 342,5 miliardi di dollari. Complessivamente, da gennaio a settembre il Pil ha totalizzato 28,3 trilioni di rubli a prezzi correnti, con un calo del 9,9% a/a. Secondo le stime del Ministero dell’economia, la diminuzione dei primi nove mesi dell’anno è stata del 10% a/a. Il Ministero ha evidenziato, inoltre, che il miglioramento dell’economia osservato a settembre è stato dovuto soprattutto ai maggiori risparmi e ad un rallentamento minore degli investimenti; tuttavia, le spese dei consumatori rimangono piuttosto basse se confrontate quelle dello scorso anno, piuttosto alte, ed il recupero delle importazioni ha in qualche modo ridimensionato l’effetto positivo della crescita delle importazioni. Infine, il Ministero ha ricordato che le dinamiche positive del Pil sono state registrate già da giugno: si tratta di un dato attribuibile soprattutto alla crescita del settore agricolo ed a migliori prestazioni da parte del settore industriale. .  
   
   
CREDITO: ABI, PER SVILUPPO IMPRESE FONDAMENTALE UNA RETE DI GARANZIE PUBBLICHE E PRIVATE  
 
Roma, 17 dicembre 2009 - Credito e garanzie: due facce della stessa medaglia nella collaborazione banche-imprese per superare la crisi e salvaguardare il sistema produttivo. Compito delle banche è offrire sostegno finanziario alle imprese, ai loro progetti di sviluppo e allo stesso tempo mantenere la qualità del proprio portafoglio crediti alla luce delle “forti preoccupazioni” per l’andamento dei conti di settore anche nel 2010. La realizzazione di una rete integrata di strumenti di garanzia pubblici e privati, potrebbe essere una delle misure di carattere strutturale per trovare soluzioni efficaci a sostegno delle piccole e medie imprese. È quanto emerso oggi a Roma dal convegno Abi “Accesso al credito e garanzie per le imprese: garantire lo sviluppo, crescere nella stabilità”, cui hanno partecipato rappresentanti del Ministero dell’Economia e Finanze, Ministero dello Sviluppo Economico, Confindustria, Banca d’Italia, Cassa Depositi e Prestiti, Sace, Confidi, oltre a esponenti di università, banche, società di consulenza, studi legali. Nel corso dell’incontro è stata sottolineata, da un lato la centralità di soluzioni che portino all’ampliamento e al rafforzamento della rete di garanzie pubbliche e private, dall’altro la necessità di un consolidamento complessivo della patrimonializzazione delle imprese. Una equilibrata struttura patrimoniale è una base importante per una sana crescita. In questo senso, Abi ha sottolineato l’importanza della recente iniziativa del Governo relativa alla costituzione di un ‘Fondo Strategico di Investimento per la patrimonializzazione delle Pmi’, questione prioritaria da cui partire per garantire credito e sviluppo alle imprese. Coordinare l’attività dei fondi di garanzia esistenti, a partire dal ‘Fondo centrale di garanzia per le Pmi’, con l’obiettivo di definire un quadro giuridico unitario, ovvero un sistema di regole uniforme sull’intero territorio nazionale, è una priorità del sistema Paese. In tal senso l’Abi auspica il coordinamento attraverso una “Piattaforma di sistema” dei fondi di garanzia esistenti. La possibilità per tutti i soggetti coinvolti di poter utilizzare le stesse procedure consentirebbe di limitare l’effetto delle barriere di accesso ai vari strumenti e ridurrebbe l’effetto disincentivante del ricorso alle agevolazioni. Per quanto riguarda il sistema di garanzie di natura privata, l’attenzione delle banche si è concentrata sui Confidi, in particolare per le loro potenzialità in termini di miglioramento delle possibilità di accesso al credito. Negli ultimi anni questi soggetti hanno fatto grossi passi avanti sul fronte della crescita patrimoniale e dimensionale. Occorre tuttavia fare di più per fornire a tali organismi gli adeguati incentivi affinché essi si trasformino in intermediari vigilati ed acquisiscano capacità professionali sempre maggiori. In questo senso, la collaborazione tra Abi e Federconfidi ha portato alla definizione di “linee guida” per il rinnovo delle convenzioni tra banca e confidi, finalizzate a facilitare il colloquio tra i due settori. .  
   
   
BANCHE: ABI, NEL 2008 OCCUPAZIONE STABILE E NON PRECARIA ANCHE CON CRISI ECONOMICA IN CORSO PRESENTATO IL RAPPORTO ABI 2009: IL SETTORE BANCARIO NON HA REGISTRATO ALCUNA CONTRAZIONE DEL PERSONALE ANCHE DI FRONTE ALLA DIFFICILE SITUAZIONE DELL’ECONOMIA E DEI MERCATI INTERNAZIONALI.  
 
Roma, 17 dicembre 2009 - La fase di profonda crisi economico finanziaria mondiale relativa al biennio 2007-2008 non ha alterato la capacità delle banche italiane di favorire una tenuta dei livelli occupazionali: i lavoratori di settore si attestano a fine 2008 ad oltre 343. 000 con una percentuale del totale occupati a tempo indeterminato pari al 95,4%. Quindi nessuna “questione precariato” all’orizzonte. Resta alta la qualità professionale con più del 32% di laureati sul totale dei dipendenti, mentre si assottiglia ulteriormente la differenza tra il personale maschile e femminile (è donna il 42,1% del totale occupati a fine 2008, quasi 5 punti in più rispetto al 2004). Sono questi alcuni dei dati che emergono dalla diciassettesima edizione del “Rapporto Abi 2009 sul mercato del lavoro nell’industria finanziaria”, presentato oggi a Roma dal Presidente dell’Abi, Corrado Faissola. Viene fornito un ampio quadro della posizione competitiva delle banche italiane, sotto il profilo delle risorse umane e della gestione dei costi, alla luce di un anno in cui lo scenario economico mondiale è stato attraversato da una crisi finanziaria di estrema gravità, i cui effetti si sono rapidamente trasmessi all’economia reale. Sul fronte della sfida competitiva internazionale, per gli intermediari italiani l’elevata struttura dei costi resta un punto debole, nonostante il 2008 abbia determinato la riduzione di alcuni indicatori in tutti i mercati bancari europei. La dinamica del costo unitario del lavoro per un campione di Regional Banks europee – aggregato maggiormente comparabile di altri alla realtà italiana – segnala alla fine dell’anno un valore per l’Italia pari a 75. 000 euro, nettamente superiore a quanto riscontrato in Spagna, Francia, Regno Unito e rispetto alla media Ue a 25 (50. 000 euro). Il rapporto del costo del lavoro sul margine di intermediazione vede il dato delle banche italiane superiore di 9 punti rispetto alle media europea (42% contro 33%). Allo stesso tempo il peso del costo del lavoro sui costi operativi complessivi è pari in Italia a quasi il 61% rispetto alla media Ue del 47%. In primo piano, dunque, di fronte alle incerte prospettive di ripresa, la priorità di riorganizzarsi, contenere i costi, riposizionare il sistema nella gestione di eventuali tensioni occupazionali intervenendo sull’eccessiva onerosità per le banche del proprio ammortizzatore sociale rappresentato dal Fondo di Solidarietà, e poter contare su regole più flessibili per favorire l’accesso al lavoro di giovani risorse di qualità. Sotto questo aspetto lo strumento dell’apprendistato (2,4% del personale bancario nel 2008) continua a rappresentare un importante Pagina 2 di 3 investimento e una “porta d’ingresso” privilegiata cui nella sostanziale totalità dei casi fa seguito l’assunzione a tempo indeterminato alla fine del percorso formativo. Per Corrado Faissola “le banche italiane stanno rispondendo alla crisi con una grande prova di solidità riuscendo a gestire con equilibrio le proprie risorse umane senza gravare sulla collettività, continuando a sostenere famiglie e imprese nel corso della crisi e preparandosi alle nuove sfide che si profilano per il futuro. Tutto questo ha certamente dei costi per il settore – ha proseguito Faissola. Infatti, i conti economici di quest’anno registreranno una ulteriore caduta degli utili, sulla quale peseranno in maniera significativa le perdite sui crediti indotte dalla crescita delle partite in sofferenza. Serve pertanto un ripensamento del trattamento fiscale a carico delle nostre banche – ha concluso – per non intaccare proprio quella solidità di sistema che resta fondamentale per continuare a contribuire alla ripresa economica”. Alla presentazione del Rapporto Abi da parte di Giancarlo Durante, Direttore Centrale Abi – Responsabile Area Sindacale e del Lavoro e Luigi Prosperetti, Ordinario di Politica Economica all’Università degli Studi di Milano, hanno fatto seguito gli interventi di Marco Onado, Economia degli intermediari finanziari all’Università “L. Bocconi”, e di Roberto Pessi, Preside della Facoltà di Giurisprudenza all’Università "Luiss". . .  
   
   
BANCHE: ABI, SBLOCCATE RISORSE PER TUTELA LAVORO E OCCUPAZIONE RAGGIUNTO ACCORDO TRA ABI E SINDACATI DI CATEGORIA PER L’UTILIZZO DELLE SOMME ‘GIACENTI’ PRESSO IL “FONDO ESUBERI” IN MATERIA DI FORMAZIONE, RIDUZIONI D’ORARIO, SOSPENSIONI TEMPORANEE DELL’ATTIVITÀ LAVORATIVA E SITUAZIONI DI EMERGENZA  
 
 Roma, 17 dicembre 2009 - Il “Fondo di solidarietà del settore bancario” sbloccherà risorse economiche proprie da destinare a programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale, al finanziamento di interventi di riduzioni d’orario o sospensioni temporanee dell’attività, alla creazione di una “sezione emergenziale”. Questo il principale obiettivo alla base del “Protocollo in tema di mercato del lavoro e occupazione” siglato nella notte tra Abi e sindacati. In una situazione difficile per il Paese e per il sistema bancario, Abi e tutte le Organizzazioni sindacali di settore, nessuna esclusa, hanno dimostrato ancora una volta che buone relazioni sindacali, basate sulla ricerca del consenso, permettono di dar vita a “buoni accordi”. Le Parti hanno condiviso la necessità di rilanciare il Fondo, ribadendo ancora una volta l’utilità di questo strumento, che in questi anni ha consentito di affrontare le tensioni occupazionali nel sistema assicurando l’equilibrio sociale. Allo stesso tempo, tuttavia, il Fondo è divenuto oneroso e non più pienamente adeguato alle necessità delle banche e dei lavoratori, anche a seguito degli effetti della crisi economica e finanziaria. Elemento di assoluta novità del Protocollo è rappresentato dalla “sezione emergenziale” che avrà lo scopo di sostenere il reddito dei lavoratori in esubero che non hanno i requisiti per l’accesso alle prestazioni straordinarie del Fondo, perché lontani dalla pensione. In questi casi è prevista l’erogazione, per un massimo di 24 mesi, di un assegno mensile collegato alla retribuzione tabellare e il finanziamento, per un massimo di 12 mesi, di programmi di supporto alla ricollocazione professionale (outplacement). Previsto anche il coinvolgimento attivo del Fondo Banche e Assicurazioni (Fba). Allo scopo di favorire gli accordi aziendali o di gruppo sulle riduzioni di orario o sospensioni temporanee dell’attività – strumento analogo alla Cig ordinaria – è prevista per i lavoratori una copertura economica più significativa rispetto al passato, elevando i massimali ed evitando “scoperture” temporali nel riconoscimento dei trattamenti. Per agevolare l’accesso ai finanziamenti per la formazione, le Parti hanno inoltre definito un importante “Avviso comune”, contenente uno schema generale di intesa da utilizzare in sede aziendale per la rapida definizione degl accordi con i Sindacati. Abi e Sindacati hanno infine convenuto sulla necessità di intervenire nei confronti del Governo per ridurre, con misure fiscali e contributive, gli oneri a carico delle banche che utilizzano il Fondo e affinché sia adottato quanto prima l’atteso provvedimento che consenta la decontribuzione previdenziale sui premi aziendali. .  
   
   
LOMBARDIA/QUEBEC, FIRMATO ACCORDO DI COLLABORAZIONE  
 
Milano, 17 dicembre 2009 - Un accordo di collaborazione in campo industriale, tecnologico e di ricerca e sviluppo tra Regione Lombardia e Québec è stato siglato l’ altro ieri a Milano da Robi Ronza, delegato alle Relazioni Internazionali del presidente Roberto Formigoni, e da François Bouilhac, vice-ministro dello Sviluppo economico, dell´Innovazione e dell´Esportazione del Québec. L´accordo è uno degli esiti dei colloqui e quindi della dichiarazione comune firmata a Montréal il 14 maggio scorso dal presidente Formigoni e dal primo ministro del Québec, Jean Charest. Nel quadro di tale accordo, in un settore prioritario di comune interesse, un incontro sperimentale tra un "créneau d´excellence" del Québec e un distretto tecnologico lombardo avrà luogo in Lombardia nel 2010. Verrà poi realizzato un programma di sostegno ai trasferimenti di tecnologia tra imprese quebecchesi e lombarde e verranno promosse azioni mirate in materia di ricerca e sviluppo, tra cui un incontro tra ricercatori del Québec e della Lombardia attivi nel settore delle scienze della vita. L´accordo faciliterà infine lo sviluppo di collaborazioni e di progetti comuni in altri vari settori ad elevato contenuto tecnologico e scientifico. .  
   
   
PMI: MSE, SEMPLIFICATA NORMATIVA PER ZONE FRANCHE URBANE SCAJOLA: “RIDUZIONE DEI PASSAGGI AMMINISTRATIVI E PROCEDURE PIÙ SEMPLICI PER ACCELERARE L’EROGAZIONE DELLE RISORSE E NUOVA OCCUPAZIONE”  
 
Roma, 17 dicembre 2009 – Procedure ancora più semplici per la realizzazione delle Zone Franche Urbane al fine di accelerare la creazione di micro-imprese e stimolare nuova occupazione. Su proposta del ministro Claudio Scajola, il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato, nel cosiddetto “decreto mille-proroghe”, la modifica della normativa sulle Zone Franche Urbane, varate di recente dal Ministero dello Sviluppo Economico e che, nella fase iniziale, riguardano 23 Comuni, in gran parte nelle regioni meridionali. “In un momento difficile per l’economia del Paese e, a maggior ragione per le aree più fragili e disagiate, questa semplificazione procedurale”, ha precisato il Ministro Claudio Scajola, “permette di ridurre una serie di passaggi amministrativi e contabili complessi in modo da far decollare il progetto già con l’inizio del prossimo anno. Convocheremo subito i Comuni interessati per dare immediatamente seguito a queste decisioni”. Il ‘ritocco’ proposto dal dicastero di Via Veneto, di concerto con quello dell’Economia e delle Finanze, ha l’obiettivo di rendere immediatamente operativa l’agevolazione assegnando le risorse (100 milioni di euro) direttamente ai Comuni interessati, accelerando così notevolmente i tempi per l’erogazione alle imprese. La modifica, che conferma l’entità dei benefici per azienda, privilegia inoltre il taglio degli oneri relativi al costo del lavoro e all’Ici, semplificando il calcolo dell’agevolazione e la sua effettiva fruizione. - .  
   
   
CONSIGLIO LOMBARDIA APPROVA MANOVRA  
 
Milano, 17 dicembre 2009 - Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, e l´assessore al Bilancio, Romano Colozzi, esprimono soddisfazione per l´approvazione, in Consiglio regionale, della manovra di bilancio. "L´eccellenza lombarda - dichiarano - si conferma anche nello stile: la manovra di bilancio approvata oggi contiene provvedimenti concreti e credibili per famiglie e imprese, rilancia gli investimenti con 876 milioni di euro per il 2010, prosegue nel rigore sul versante della spesa corrente. Non un euro viene sprecato. Non abbiamo promesso misure incredibili, come spesso accade, altrove, in clima pre-elettorale: i nostri cittadini, gli enti locali e le imprese di Lombardia non hanno bisogno di fuochi d´artificio ma di interventi concreti per superare un momento di crisi. Pur mantenendo un primato considerevole nei servizi, abbiamo realizzato un bilancio con la serieta´ che ci contraddistingue da sempre. La locomotiva lombarda non si ferma". .  
   
   
EXPO.FORMIGONI:SINDACATI E ISTITUZIONI CONTRO CRIMINALITA´ CONVEGNO ALLA CAMERA DEL LAVORO CON SEGRETARIO CGIL, BASEOTTO  
 
Milano, 17 dicembre 2009 - Le organizzazioni sindacali e tutte le componenti più vive della società possono offrire un grande contributo, affiancandosi alle istituzioni, per garantire quella trasparenza e sicurezza che richiedono avvenimenti come l´Expo del 2015 e tutte le opere necessarie alla sua realizzazione. E´ partito da queste considerazioni l´intervento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni che, questa mattina, ha partecipato alla tavola rotonda organizzata dalla Cgil di Milano "Mafie a Milano e Lombardia? Grandi opere, servizi, expo 2015", cui è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Lombardia, Nino Baseotto. Per raggiungere questo risultato Regione Lombardia ha messo in campo due iniziative forti: l´istituzione del Comitato di super-saggi per la legalità nelle grandi opere e il Patto per la legalità negli appalti pubblici. Il Ruolo Delle Organizzazioni Sindacali - L´intenso fermento nel settore edilizio e delle costruzioni rende infatti sempre più necessaria una vigilanza attenta e un adeguato controllo su tutte le procedure che regolano le gare e gli appalti. Il rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, a cui si aggiunge anche quello di un´applicazione superficiale (o di una totale elusione) delle normative a tutela della sicurezza e dei diritti dei lavoratori, è sempre in agguato. Per questo, a fianco delle istituzioni, fondamentale è "l´azione capillare svolta in tutti i cantieri dai rappresentanti sindacali locali che, quotidianamente, forniscono un contributo prezioso per assicurare la tutela dei lavoratori e per elaborare, costruire, condividere e diffondere le migliori pratiche in tema di sicurezza e trasparenza". Da collaborazioni come questa è nato ad esempio il Piano regionale sulla Sicurezza (ottobre 2008). Tramite strategie nuove, il Piano sviluppa interventi integrati e multidisciplinari e risultati forse insperati: nel 2008 rispetto al 2007 sono diminuiti dell´11% gli infortuni nell´industria e del 19% nelle costruzioni. Anche quelli mortali si sono ridotti del 37%. In questa direzione, l´azione di Regione Lombardia si è concentrata su una sempre più sistematica e puntuale ricognizione dei rischi, su un´intensa attività di prevenzione in tutte le procedure di sua competenza e su un forte coordinamento con le autorità preposte, laddove si sia reso necessario operare le dovute segnalazioni e sollecitare il loro intervento, favorendo, appunto, la stretta collaborazione con chi effettivamente opera nei luoghi di lavoro, cioè sindacati ed imprese. Lotta Alla Criminalita´ Organizzata - Sono due le iniziative specifiche ricordate da Formigoni: il Protocollo d´Intesa per la tutela della legalità nel settore degli appalti pubblici e il Comitato per la legalità e la trasparenza delle procedure regionali. Il primo, sottoscritto lo scorso 31 luglio con Prefettura, Assimpredil, Ance, Fnm e Infrastrutture lombarde, permette un grande gioco di squadra tantoché si sta valutando di estenderlo anche alle organizzazioni sindacali, "che - ha sottolineato Formigoni - hanno sempre dato un grande contributo nell´affrontare questioni così rilevanti". Il secondo, invece, recentemente costituito e composto da un pool di 4 saggi (Salvatore Boemi, Giuseppe Grechi, Mario Mori e Giuseppe De Donno), secondo Formigoni "non va in alcun modo sovrapporsi o a interferire con la attività propria degli organi investigativi della Magistratura e delle Forze di Polizia giudiziaria perché serve invece a rafforzare il presidio di legalità, svolto dall´interno del sistema, per incrementare la reattività dell´amministrazione nei confronti dei segnali di allarme". Il compito del Comitato è dunque quello di approfondire lo studio delle procedure per la vigilanza e la prevenzione così "da dare indicazioni per rafforzare ulteriormente il controllo su tutte le attività esercitate dalla Regione e dagli enti del sistema regionale, con particolare riguardo alle procedure di affidamento e gestione degli appalti e dei finanziamenti regionali". In vista dell´Expo, dunque, esperienze di questo tipo non potranno che giovare alla perfetta riuscita della manifestazione perché scongiurano intoppi rivelandosi allo stesso tempo importanti modelli di riferimento. "Perché tutto ciò possa procedere sempre meglio - ha aggiunto Formigoni - è quanto mai necessario un grande gioco di squadra. In questo senso va davvero sottolineato il ruolo delle organizzazioni sindacali per l´impegno ed il lavoro che svolgono anche e soprattutto su questi temi, così delicati, ma allo stesso tempo così decisivi per la vita di migliaia di lavoratori". .  
   
   
FORMIGONI: A SEGUITO DELL’ ARRESTO DI PROSPERINI NE ASSUME AD INTERIM DELEGHE  
 
Milano, 17 dicembre 2009 - "Almeno per le carte che conosco, l´arresto di Pier Gianni Prosperini non mi pare sufficientemente motivato". Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, rispondendo alle domande dei giornalisti. "Tutti - ha proseguito Formigoni - conoscono Prosperini. Se c´è una persona che appare limpida e trasparente, che ha la passione della politica, e che ci mette del suo, è proprio Prosperini. Non credo che sarà facile per i magistrati dimostrare la sua colpevolezza. Com´è noto è il magistrato inquirente che deve dimostrare la colpevolezza dell´indagato, e non viceversa". "Prosperini - ha concluso Formigoni - come tutti gli indagati è e resta innocente fino a dimostrazione del contrario. E´ giusto che la magistratura compia il suo corso, ma mi auguro che esso sia molto rapido, perché il momento è delicato". Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha assunto ad interim, ai sensi dello Statuto vigente, le deleghe ai Giovani, Sport, Turismo e Sicurezza che erano state assegnate a Pier Gianni Prosperini. .  
   
   
QUANDO LA CRISI CANCELLA UN PO’ DI STORIA PREMIO “DI PADRE IN FIGLIO”: LA FAMIGLIA TIENE NELLE DIFFICOLTÀ A MILANO LE IMPRESE PIÙ LONGEVE IN ITALIA  
 
Milano, 17 dicembre 2009. A Milano le imprese più longeve d’Italia, 3. 974 sono le attive iscritte dal 1900 al 1950. Seguono Torino, Genova, Varese, Caserta, Roma e Napoli. A Milano sono 45 le nate nei primi 10 anni del Novecento. Immobiliare e commercio i settori più longevi, e per tipo d’impresa prevalgono le cooperative. In Lombardia seconda per numero di imprese longeve Varese, terza Bergamo. Sondrio e Lodi le province con la percentuale più bassa di imprese storiche ancora attive. Ma dal 2007 chiuse ben 192 a Milano, 234 in Lombardia. Emerge da un’indagine dell’ufficio studi della Camera di commercio di Milano al 2008. Il premio “Di padre in figlio – il gusto di fare impresa” è stato ideato da Iperion Corporate Finance e promosso dalla Camera di Commercio Monza Brianza e dalla Camera di Commercio di Milano, con il contributo tecnico di Banca Albertini Syz e Deloitte, con il supporto scientifico di Altis e Asam dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e Aidaf (Associazione Italiana delle Aziende Familiari). I vincitori: in famiglia la ricetta anti-crisi. Zucchetti Spa la numero uno e tra i dieci finalisti anche Alcea S. R. L. ; Feralpi Siderurgica S. P. A. ; F. I. L. A. Fabbrica Italiana Lapis e Affini S. P. A. ; Giovanardi S. P. A. ; Kerakoll S. P. A. ; Oppent S. P. A. ; Rottapharm S. P. A. ; T. A. L. Tubi Acciaio Lombarda S. P. A. ; Terruzzi Fercalx S. P. A. Così la famiglia italiana riesce a imporsi in tutto il mondo: tra le eccellenze raggiunte dai vincitori la capacità di esportare in cento Paesi, show room di moda a Parigi, la notorietà in tre continenti, laboratori di ricerca in ottanta Paesi nel mondo, l’acquisizione di imprese in nord-Europa. “Le imprese storiche – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano – sono lo specchio di una realtà imprenditoriale come quella milanese e lombarda che ha saputo fare della tradizione e dell’innovazione i punti di forza strategici. Sono imprese che puntano sulla qualità e sull’identità, sulla valorizzazione dei rapporti umani, presidi sociali ineliminabili di un territorio in rapida evoluzione e radicato nel suo passato. A partire dalle imprese di famiglia che durano diverse generazioni e che caratterizzano il tessuto economico milanese ma anche lombardo e nazionale. Una tradizione su cui ricostruire appartenenze e sviluppo equilibrato: sarebbe contraddittorio che un territorio aperto a tutte le culture disperdesse la propria". “Le imprese che si tramandano dai padri ai figli – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza – diventano le colonne portanti di un territorio e della sua economia, punti di riferimento in grado di generare ricchezza e posti di lavoro. Imprese che con il tempo rafforzano la propria identità al punto di diventare simboli di una comunità, di un territorio, di un modo di pensare, simboli in grado di veicolare significati e valori. E quindi non possiamo che guardare con orgoglio e stima a queste aziende che sono arrivate alla sintesi di un confronto fra padri e figli, e che rappresentano, al contempo, la continuità e il rinnovamento”. “Il premio “di padre in figlio” al Gruppo Zucchetti assoluto – dichiara Alberto Salsi, partner di Iperion Corporate Finance e ideatore del premio – vuole essere di buon auspicio per tante altre aziende che, in un momento sicuramente non facile per l’economia italiana e mondiale, possono trovare nella passione, nel coraggio e nell’ottimismo di altri imprenditori, una risposta al crescente clima di preoccupazione e uno stimolo ad affermare sempre più il ‘made in Italy’ nel mondo”. Milano, prima del 1940. In provincia di Milano sono 1. 146 quelle nate prima del 1940 e ancora operanti, il 73,5% si concentra a Milano città. E con quasi un quinto del totale nazionale la provincia meneghina è prima in Italia, seguita da Torino (333 attività, 5,7%) e Roma (330 attività, 5,6%). I settori che vantano la percentuale più alta di aziende longeve a Milano sono i servizi alle imprese con 344 attività (30% del totale), il commercio che, sommato ad alberghi e ristoranti, raggiunge le 328 imprese (28,6%) e il manifatturiero che ne conta 313 (27,3%). Risultano maggiormente in calo rispetto all’anno scorso le attività manifatturiere (-12 ) e il commercio (–8). E se la crisi non sembra accanirsi contro le imprese storiche milanesi, diminuite del 2% (-27 imprese) nell’ultimo anno, contro il -12% della variazione 2008/2007, non bisogna sottovalutare il rischio di perdere questo patrimonio, dato che dal 2007 ben 192 imprese storiche hanno abbassato le saracinesche. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registro delle imprese al Ii trimestre 2009. In Lombardia sono quasi 2. 000 quelle nate prima del 1940 e ancora attive, rappresentano circa un terzo del totale italiano (5. 870 iscritte prima del 1940 e ancora operanti). I settori che vantano la percentuale più alta di imprese longeve sono il manifatturiero e il commercio: ne contano rispettivamente 559 (28% del totale) e 511 (25,6%). Seguono i servizi alle imprese con il 24% del totale (488 attività) e gli alberghi e ristoranti con il 6,9%, 138 imprese, il 50% del totale italiano. Tra le province lombarde con la maggiore concentrazione di imprese nate prima del 1940 e ancora attive, Milano è al primo posto con 1. 146 attività, pari a quasi il 60% lombardo e a un quinto del totale nazionale. Seguono Varese (310 imprese, 15,5% regionale e 5,3% italiano), Como (142, 7% e 2,4%) e Bergamo (105, 5,3% e 1,8%). Vengono poi, con meno di 100 imprese, Cremona (72), Lecco (57), Brescia (51). E se la crisi non sembra accanirsi contro le imprese storiche lombarde, diminuite del 2% (-51 imprese) nell’ultimo anno, contro al -8% della variazione 2008/2007, non bisogna sottovalutare il rischio di perdere questo patrimonio, dato che dal 2007 ben 234 imprese storiche hanno abbassato le saracinesche, soprattutto nell’ambito del manifatturiero e del commercio (rispettivamente -64 e -70). Quando le imprese storiche passano di padre in figlio: alcune imprese per il miglior passaggio generazionale.
Società Settore Il momento della fondazione L’impresa oggi
Zucchetti Spa sviluppo di soluzioni sofware, hardware e servizi innovativi Zucchetti nasce nel 1978 da un’intuizione di Domenico Zucchetti, commercialista, che sviluppava un nuovo software, di facile utilizzo, pensato per i professionisti. Oggi la società, guidata da Alessandro, presidente della capogruppo Zucchetti Group Spa e da Cristina Zucchetti, responsabile Marketing e Comunicazione e dal 2008 Presidente della Zucchetti S. P. A. , con uno staff di oltre 1. 800 unità, offre soluzioni informatiche per aziende di ogni dimensione e settore, professionisti e Pubblica Amministrazione.
Feralpi Siderurgina spa industria siderurgica Il gruppo Feralpi nasce dall’intuizione di Carlo Pasini che, insieme al altri soci, decide di costruire un nuovo complesso siderurgico a Lonato (Bs), ampliando l’originaria attività familiare condotta in val di Sabbia. La società ha sviluppato l’attività in 5 paesi europei, dal 2004 si è costituita la Feralpi Holding Spa e la sede amministrativa è in via Carlo Nicola Pasini 11 a Lonato del Garda.
Alcea S. R. L azienda lombarda colori e affini Fondata nel 1932 a Carate Brianza da Giovanni Parodi, noto costruttore edile. Guidata da Mario Parodi, oggi l’impresa ha una sede in Polonia, ed è altamente specializzata nella tintometria nel settore del legno.
F. I. L. A. Fabbrica Italiana Lapis e Affini S. P. A. ; cartoleria Nasce con il nome Fabbrica Italiana Lapis e Affini e dal 1920 vuol dire creare per generazioni di piccoli grandi artisti, studenti, professionisti. Origini nobili fiorentine e maturità milanese, è da sempre al servizio di tutti creatori incalliti. Dalla storica matita, ha inventato i colori con Giotto e innovato la scrittura con Tratto Pen, per poi entrare nel mondo dei prodotti per modellare e manipolare con l´acquisizione di Adiga Pongo e dei suoi leggendari marchi Das, Pongo, Didò. Leader nella produzione di strumenti per l´espressione creativa e esportatore della filosofia e dello stile made in Italy, Fila è protagonista assoluta del mercato della cartoleria: 16 marchi icona; è presente in 3 continenti con proprie sedi commerciali e produttive; circa 2500 dipendenti. Oggi espande i suoi orizzonti con la acquisizione della storica azienda tedesca Lyra.
Giovanardi S. P. A. ; comunicazione per il punto vendita Fondata a Milano nel 1919 come fabbrica di timbri, placche ed inchiostri. Alla fine degli anni ´80 la società opera una conversione di mercato e oggi è attiva nel settore del materiale P. O. P. , ossia il materiale per la comunicazione sul punto vendita: espositori, corner, display, packaging, gift, industrial design e altro. Il mercato di riferimento è quello dei beni di lusso: gioielleria, cosmetica, orologeria, ottica, rubinetteria, elettronica di consumo ecc. E non a caso per lo show room è stata scelta Parigi, capitale del lusso e della cosmetica. La collaborazione con eccellenti marchi del settore (Armani, Dior, Prada) è un continuo stimolo a offrire il meglio e la massima cura del dettaglio.
Kerakoll S. P. A. edilizia Fondata da Romano Sghedoni a Sassuolo (Mo) nel 1968. Kerakoll è oggi leader mondiale nei prodotti e servizi per l’edilizia sostenibile, il restauro storico e l´interior design. I primi adesivi monocomponenti per ceramica, progettati e realizzati direttamente nel garage di casa, sono frutto del suo entusiasmo per le costruzioni, della passione per la chimica, assieme al grande amore per l’ingegneria. Kerakoll oggi impiega oltre 1. 100 collaboratori diretti, dispone di 15 filiali in Europa, Usa, Asia e Australia, esporta quasi il 40% della produzione in oltre 100 Paesi e fornisce 20. 000 Trade Building e 5. 000 Wood Flooring Center nel mondo per soddisfare i quasi 2. 000. 000 di professionisti che scelgono ogni anno di acquistare i suoi prodotti.
Oppent S. P. A. automazione logistica Oppent, fondata nel 1960 da Ettore Beretta, è specializzata nel settore dell’automazione e della logistica interna, si è poi affermata nel trasporto leggero automatico La Società, guidata dal 1995 da Alberto Beretta, annovera circa 1. 500 impianti installati per il trasporto leggero di denaro e rifiuti organici all’interno di catene della grande distribuzione organizzata, di medicinali, provette, rifiuti e biancheria in strutture ospedaliere, nonché di libri all’interno di biblioteche italiane
Rottapharm Spa farmaceutico Rottapharm, fondata nel 1961 da Luigi Rovati, nacque come piccolo laboratorio di ricerca indipendente, grazie alla strategie di innovazione e di ricerca adottata dallo stesso nel corso degli anni, è divenuto uno dei principali attori operanti nel mercato farmaceutico e recentemente in quello parafarmaceutico e nutraceutico. Il Gruppo offre un portafoglio di prodotti completo, costituito da farmaci, dispositivi medici, personal care, nutraceutici e integratori. Rottapharm persegue una filosofia basata sul rigore negli standard produttivi, materie prime naturali e selezionate, tecnologie all´avanguardia negli stabilimenti produttivi; mediante costanti investimenti in ricerca; Il Gruppo si avvale della collaborazione di uno staff composto da 2. 037 unità, ed è presente con sedi e laboratori di ricerca in oltre 80 Paesi nel mondo. Luca Rovati, il figlio di Luigi Rovati, attualmente riveste il ruolo di amministratore delegato.
Tal S. P. A. commercializza tubi T. A. L. , fondata nel 1977 da un progetto di Pierino Pighi con sede e magazzino di 10. 000 mq a Milano in Via Savona 123, è una società che si è ampliata nel mondo, ed è attiva nella commercializzazione di tubi in acciaio senza saldatura e saldati in acciaio al carbonio, legato ed inossidabile per il settore petrolchimico. Da società con sede e magazzino di 10. 000 mq a Milano in Via Savona 123 si è ampliata acquisendo altri magazzini a Fiorenzuola d’Arda (Pc) e a Bologna su un’area complessiva di circa 130. 000 mq (di cui coperti attualmente per 75. 000 mq). Con l’obiettivo di incrementare la propria presenza nei paesi del Nord Europa, nel 2000 la Società costituisce T. A. L. Holland B. V. A Zevenbergen in Olanda, mentre l’anno successivo acquisisce la maggioranza di Petrol Raccord S. P. A. , azienda leader nella produzione di raccordi speciali; La Società, guidata da Giovanni Pighi dal 1994, si avvale della collaborazione di uno staff costituito da ca. 65 unità a cui occorre aggiungere ca. Altri 40 dipendenti impiegati nelle società operative appartenenti alla famiglia.
Terruzzi Fercax S. P. A. progettazione e realizzazione di impianti industriali Terruzzi Fercalx, fondata a Milano nel 1897 con il nome di “Fercalx S. R. L. ”, è una società attiva nella progettazione e realizzazione di impianti industriali rivolti principalmente ai seguenti settori: chimico, della calce, dell’acciaio, farmaceutico, aeronautico, aerospaziale, del vetro, della carta, della gomma, estrattivo, di residui solidi, alimentare, dolciario. La Società, che dal 2007 inizia ad operare come Terruzzi Fercalx S. P. A, si avvale della collaborazione di uno staff di ca. 48 unità, ed è presente con sedi e laboratori di ricerca in oltre 80 Paesi nel mondo. Daniele Terruzzi dal 2001 riveste il ruolo di consigliere delegato.
Il passaggio generazionale come ricetta anticrisi La trasmissione di impresa può comportare nuove opportunità di rivitalizzazione dell’impresa, soprattutto in periodi di difficoltà. L’ingresso delle nuove generazioni può: 1) dare un impulso significativo alla crescita, 2) favorire l’ingresso in nuove aree di business, 3) introdurre innovazioni nell’organizzazione e gestione del personale 4) incoraggiare l’adozione di nuove tecnologie 5)stimolare nuove contaminazioni. L’impresa più longeva al mondo si trova a Osaka, in Giappone, costruisce templi ed è stata fondata nel 578 Dc. Questo vuol dire che, essendo a tutt’oggi operante, la “Kongo Gumi” ha ben 1. 431 anni. Sebbene non esistano casi di quest’entità, all’interno delle classifiche mondiali delle imprese longeve vi è sempre una presenza incisiva di quelle italiane, confermando l’esistenza di una radicata cultura d’impresa nel nostro paese. Non esiste un criterio univoco per etichettare un’impresa come “longeva”, ma vi è un sentito comune secondo cui già trent’anni di vita siano segno di solidità, cinquanta una tappa importante e cento un traguardo di pochi abilissimi imprenditori. Spesso, infatti, il valore aggiunto di questi soggetti giuridici sta nella capacità di aver superato almeno un passaggio generazionale, restando attivi e innovativi sul mercato. La conoscenza dell’ambiente circostante li rende attori esperti, che si posizionano in discreto vantaggio rispetto alle imprese giovani che, al contrario, sono spesso costrette a uscire di scena in seguito ai più lievi cambiamenti di condizioni. Il tempo diventa il segno di una capacità imprenditoriale che va oltre la mera gestione, prendendo necessariamente in considerazione aspetti culturali che ben si associano all’italianità. Tra questi si riconosce in primis la tradizione, di frequente alla base di questi successi, secondo la quale l’impresa è vista come un bene prezioso della famiglia, da conservare e tramandare con cura di padre in figlio, per cui è necessario un bagaglio di conoscenze immateriali difficilmente acquisibili in accademia. Nel patrimonio delle longeve vi è innanzitutto una rete di relazioni territoriali accumulatesi nel tempo, spesso non esclusivamente di carattere commerciale, che garantiscono loro una certa solidità anche nei periodi di turbolenza. L’etica, quindi, sembra essere la base di un’impresa di lunga storia, da cui si deduce che questi soggetti rappresentano un patrimonio della società in cui operano, garantendone la stabilità e il benessere. Il territorio lombardo vanta una storia molto ben radicata, nel quale convivono diverse generazioni di imprese e di imprenditori. Circa il 40% delle imprese italiane sorte prima degli anni cinquanta, ancora attive, è di matrice lombarda, e di queste il 68% è milanese. La seconda città lombarda che annovera fra le iscritte imprese longeve è Varese (che rappresentano l’11% del totale) e la terza Bergamo (4%). Il capoluogo è l’unica provincia lombarda, a eccezione di un caso nel monzese, ad annoverare fra le iscritte 45 imprese sorte nella prima decade del Novecento. A livello nazionale la capitale detiene il primato numerico (con 167 imprese), lasciando Milano al secondo posto e Messina al terzo. All’interno di una classifica che comprende un range più ampio di anni di iscrizione, il capoluogo lombardo torna a essere la sede del maggior numero di imprese, seguita da Torino e Genova. Suddividendo i primi cinquant’anni del Novecento in tre periodi, si possono evidenziare le differenze fra le province lombarde nella distribuzione in percentuale degli anni di iscrizione al Registro delle Imprese. Lodi appare come la città con la storia d’impresa relativamente più giovane (il 92% è sorto fra il 1931 e il 1950), Mantova, Bergamo, Brescia e Pavia presentano una situazione abbastanza simile (le imprese sorte fra il 1911 e il 1930 sono circa il 25%) e Sondrio si posiziona come la città relativamente più storica (il 60% delle imprese sono sorte tra il 1911 e il 1930). Settori di attività e forme giuridiche nel milanese Concentrando l’attenzione sulle tipologie di imprese nate nei primi anni del Novecento (1900-1910) e ancora oggi operanti nel milanese, si riscontra maggiore longevità nei settori di intermediazione immobiliare (29%) e del commercio (24%), come si vede nel grafico 3. Se si osservano i dati relativi agli altri due periodi considerati (1910-1930 e 1930-1950), la distribuzione presenta qualche variazione (grafico 4). In questi successivi quarant’anni il settore manifatturiero ha consolidato la propria presenza, diventando la seconda principale tipologia di impresa (passando dal 18% al 23%). Risalgono a questi anni le più longeve strutture del turismo, della ristorazione, dell’energia, dell’istruzione e quelle sanitarie. Nel corso degli anni è mutata considerevolmente la distribuzione delle forme giuridiche preferite dagli imprenditori storici. Le imprese maggiormente longeve sono per metà rappresentate da cooperative, a cui seguono le società di capitale. Queste ultime sono incisivamente presenti nelle imprese sorte negli altri due periodi, raggiungendo il 58% delle imprese attive iscritte tra il 1931 e il 1950. Lo stesso fenomeno si è verificato per le società di persone, che inizialmente rappresentavano il 9% e giungono al 31% negli anni 1931-1950. Gli altri tipi di società, tra cui enti e consorzi, non compaiono tra le imprese storiche e se ne comincia a rilevare qualche presenza solo tra quelle iscritte dopo il 1911. Imprese storiche in provincia di Milano (attive e con iscrizione antecedente al 1940) per settore di attività
Settore 2009 % su tot 2008 2007 2007/2008 2008/2009
A Agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca 9 0,8% 10 13 -3 -1
C Estrazione di minerali 3 0,3% 3 3 0 -0
D Attivita´ manifatturiere 313 27,3% 325 359 -34 -12
E Prod. E distrib. Energ. Elettr. ,gas e acqua 4 0,3% 4 5 -1 0
F Costruzioni 55 4,8% 55 59 -5 0
G Comm. Ingr. E dett. -rip. Beni pers. E per la casa 280 24,4% 288 336 -48 -8
H Alberghi e ristoranti 48 4,2% 49 55 -6 -1
I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 24 2,1% 25 31 -6 -1
J Intermediaz. Monetaria e finanziaria 30 2,6% 33 41 -8 -3
K Attiv. Immob. ,noleggio,informat. ,ricerca 344 30,0% 345 390 -45 -1
M Istruzione, sanità e altri servizi sociali 30 2,6% 31 38 -7 -1
Altro 10 0,9% 10 13 -3 -0
Milano* 1. 146 100,0% 1173 1338 -165 -27
Elaborazione Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al Ii trimestre 2009 Imprese attive a Milano con iscrizione antecedente al 1940
2009 2008 2007 Var 2007/2008 Var 2008/2009 % su tot
Milano Città’ 842 861 890 -29 -19
Milano* 1146 1173 1338 -165 -27 73,47%
Lombardia 1997 2048 2231 -183 -51 42,16%
Italia 5870 6047 6356 -309 -177 14,34%
Elaborazione Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al Ii trimestre 2009 Prime province in Italia per numero di imprese attive con iscrizione antecedente al 1940
Classifica nazionale province Iscrizione antecedente al 1940 % su tot. Italia
1 Milano* 1146 19,5%
2 Torino 333 5,7%
3 Roma 330 5,6%
4 Genova 310 5,3%
5 Varese 310 5,3%
6 Caserta 251 4,3%
7 Napoli 201 3,4%
8 Trento 174 3,0%
9 Como 142 2,4%
10 Bologna 130 2,2%
Elaborazione Camera di Commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al Ii trimestre 2009 Imprese storiche della Lombardia (attive e con iscrizione antecedente al 1940) per settore di attività
Altro Tot 2009 % su Lombardia Tot 2008 Tot 2007 2007- 2008 2008- 2009
6 1. 146 57,4% 1173 1338 -165 -27
1 310 15,5% 315 318 -3 -5
0 142 7,1% 143 137 -6 -1
0 105 5,3% 108 114 -6 -3
0 72 3,6% 77 82 -5 -5
0 57 2,9% 62 65 -3 -5
0 51 2,6% 54 54 0 -3
0 46 2,3% 48 51 -3 -2
0 27 1,4% 27 28 -1 0
0 21 1,1% 21 23 -2 0
0 20 1,0% 20 21 -1 0
7 1997 2048 2231 -183 -51
0,40%
Elaborazione Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al Ii trimestre 2009 Imprese attive in Lombardia con iscrizione antecedente al 1940
Totale imprese % su Lombardia % Su Italia
Milano 1146 57,4% 19,5%
Varese 310 15,5% 5,3%
Como 142 7,1% 2,4%
Bergamo 105 5,3% 1,8%
Cremona 72 3,6% 1,2%
Lecco 57 2,9% 1,0%
Brescia 51 2,6% 0,9%
Pavia 46 2,3% 0,8%
Mantova 27 1,4% 0,5%
Sondrio 21 1,1% 0,4%
Lodi 20 1,0% 0,3%
Lombardia 1997 100,0% 34,0%
Italia 5870
Elaborazione Camera di commercio di Milano sui dati del registro delle imprese al Ii trimestre 2009 Imprese storiche della Lombardia (attive e con iscrizione antecedente al 1940) e variazioni
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PRESENTATO IL MODELLO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL VENETO.  
 
Venezia, 17 dicembre 2009 - Il Veneto, con 48,2 miliardi di euro, è la seconda regione per valore complessivo di export, che rappresenta a livello regionale 1/3 del Pil. Dopo le buone performance degli ultimi anni, +9,2% nel 2007 e +13,9% nel 2006, nel 2008 l’export è cresciuto dell’1,4%, quando il commercio mondiale di manufatti aveva già evidenziato un repentino rallentamento. E se nei primi nove mesi del 2009 la regione ha subito una perdita del 20,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, questa risulta comunque più contenuta rispetto a quella delle altre regioni e della media italiana (Lombardia -22,6%, Emilia Romagna -25,4%, Piemonte -25,9%, Italia -23,1%). Il primo trimestre ha visto una rilevante contrazione dell’export, cui è seguito un periodo di ripresa, +1,7% nel secondo trimestre, ed una situazione di stabilità nel terzo. A fronte di questa situazione il saldo continua ad essere positivo, oltre 6 miliardi e 300 milioni di euro in questi primi nove mesi. Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto di ricerca sul “Modello di internazionalizzazione del Veneto-analisi storica e comparativa dell’apertura internazionale delle imprese”, realizzato dalla Regione del Veneto e presentato ieri a Palazzo Balbi dall’Assessore alle Politiche dell’Economia, Vendemiano Sartor. Il rapporto analizza il commercio estero, nei suoi caratteri strutturali, nelle sue tendenze più recenti, nelle sue componenti strategiche e nei principali modelli di comportamento delle imprese. Questa analisi viene condotta utilizzando le diverse banche dati ufficiali sul fenomeno, in particolare la banca dati Reprint del Politecnico di Milano-ice, che tiene monitorati i più recenti movimenti delle imprese multinazionali. Infatti vengono studiati anche i dati sulle imprese venete che investono all’estero e sulle imprese estere che investono in Veneto. Lo studio si incentra solo sul lungo periodo 1991-2007, prendendo in considerazione i caratteri strutturali dell’apertura internazionale del Veneto, in quanto estenderlo ai dati provvisori 2008-2009 ne avrebbe potuto inficiare la validità. Il Veneto ha certamente risentito della crisi economica, perché si caratterizza quale modello di internazionalizzazione che nelle ultime due decadi ha visto crescere l’integrazione internazionale della propria economia, con performance di lungo periodo superiori a quelle riscontrate in media per il paese ed altre regioni. Infatti nel periodo 1991-2007 le esportazioni della regione sono cresciute in valore dell’8,7% all’anno, tasso superiore alla media nazionale (+7,9%); inoltre, nello stesso periodo, si è assistito al proliferare di iniziative produttive all’estero, che passano da livelli irrisori di inizio anni novanta – 70 partecipazioni in imprese manifatturiere estere per circa 8. 300 dipendenti all’estero – a valori assai più consistenti – 968 partecipazioni estere per oltre 103 mila dipen¬denti all’estero all’inizio del 2007. “Capire queste dinamiche – sottolinea l’Assessore Sartor - diventa utile, soprattutto quando si è, come oggi, in presenza di una crisi, che determina sempre dibattiti e confronti nel corso dei quali emerge puntualmente la questione delle barriere, del ritirarci entro i confini regionali o nazionali. Fermo restando – precisa – la difesa del Made in Italy come valore aggiunto ai nostri prodotti, non dobbiamo confondere e quindi limitare, l’internazionalizzazione con la delocalizzazione delle produzioni. I dati, infatti, ci dicono che l’internazionalizzazione, intesa sia come investimenti e partecipazione delle imprese venete all’estero, sia come investimenti e partecipazioni esteri in Veneto, rafforza il nostro sistema. E in questa logica – aggiunge Sartor – è necessario rimuovere tutti quegli ostacoli di ordine burocratico, infrastrutturale e anche legale, che impediscono l’arrivo di capitali in Veneto. Abbiamo la fortuna di trovarci in una posizione geografica favorevole, centrale rispetto all’area europea e ai grandi assi di collegamento nord-sud ed est-ovest e direi che abbiamo quasi il dovere, come amministratori, di sfruttare questa situazione, cercando anche alleanze strategiche nell’ambito dell’euroregione dove avviare percorsi di filiera per penetrare nei mercati più lontani”. .  
   
   
LAZIO:APPROVATO BILANCIO DI PREVISIONE 2010-12, NIERI: "CONFERMATE TUTTE LE MISURE ANTICRISI"  
 
 Roma, 17 dicembre 2009 - Approvato il Bilancio di previsione 2010-12 dalla giunta regionale del Lazio durante la seduta di ieri. Il documento, all´interno della gestione ordinaria, ha l´obiettivo di garantire il funzionamento dell´amministrazione regionale e la prosecuzione del programma anti-crisi avviato dalla Finanziaria 2009. In particolare sono confermati tutti gli interventi, contenuti nell´ultima Finanziaria, a sostegno di persone e famiglie in difficoltà. A partire dal reddito minimo garantito, cui sono destinati 60 milioni di euro l´anno, una cifra che consentirà di sostenere circa 12mila cittadini con un reddito al di sotto di 8mila euro annui; sono confermati, inoltre, gli stanziamenti relativi al Fondo di rotazione delle imprese (60 milioni di euro l´anno) finalizzati alla ripresa economica del Lazio e del suo tessuto produttivo. Sul fronte della spesa corrente si garantiscono i diritti soggettivi fondamentali, come quelli riguardanti la sanità, il sociale, la mobilità, il diritto alla casa, anche attraverso il mantenimento degli interventi prioritari in corso, come quelli per il trasporto pubblico gratuito per i giovani al di sotto dei 25 anni, e in sostegno della legge sulla casa. «È un bilancio con poche novità e tante certezze. Il Bilancio 2010-12 si caratterizza, infatti, come un documento prevalentemente tecnico e sobrio, ma sempre mirato a contrastare efficacemente la crisi economica - spiega l´assessore al Bilancio della Regione Lazio Luigi Nieri - Il nostro obiettivo è, infatti, proseguire, senza scossoni, nel progetto di costruzione di un welfare regionale delineato negli ultimi anni, con particolare attenzione alle fasce sociali più deboli. È nostro dovere arrivare a fine legislatura consolidando le tante buone iniziative intraprese in questi cinque anni da questa Giunta». Il Bilancio prevede, tra le altre cose, la copertura del disavanzo sanitario 2008 e 2009, attraverso una rimodulazione delle risorse disponibili, e la copertura di ulteriori 250 milioni di euro di disavanzo 2009. Il documento economico sarà presentato il prossimo lunedì in Commissione Bilancio, e martedì 22 dicembre sarà sottoposto all´esame del Consiglio Regionale. .  
   
   
REGIONE ABRUZZO HA RIDOTTO DEBITO A 3,5MLD DI EURO SE CONFERMATO TREND,NEL 2012 FINE DEBITO STRUTTURALE  
 
Pescara, 17 dicembre 2009 - "La difficile situazione economica dell´Abruzzo nasce principalmente da due fenomeni: uno congiunturale e l´altro strutturale". Il presidente della Regione, Gianni Chiodi, intervenuto ieri mattina, a Pescara, in Regione, insieme all´assessore al Lavoro, Paolo Gatti, ed al direttore della sede regionale dell´Inps, Marco Ghersevich, nel corso di una conferenza stampa di presentazione del "Rapporto sull´impresa e sul lavoro", non ha dubbi su quale sia il gap da colmare per il territorio abruzzese. "I fenomeni congiunturali - ha sottolineato Chiodi - non sono totalmente governabili da una comunità poiché, come nel caso del calo delle esportazioni che si è registrato in Abruzzo, il volume di export dipende principalmente dalla domanda internazionale. Invece, per quanto riguarda i fenomeni strutturali, - ha proseguito il Presidente - in sede di task force per l´occupazione, abbiamo individuato quattro "D" che penalizzano fortemente l´Abruzzo e che corrispondono al debito pubblico, al deficit infrastrutturale, al dualismo territoriale e al divario fiscale con le altre regioni". In particolare, il presidente della Regione, ha parlato di un "debito pubblico che non oso definire recuperabile ma che non appare nemmeno irrecuperabile se è vero che, a fine 2007, era arrivato a circa 4 miliardi di euro e che oggi invece, dopo due anni, non supera i 3 miliardi 550 milioni di euro. Tutto questo grazie all´impatto generato dall´ultima Finanziaria che abbiamo approvato, improntata ad un grande rigore, ed agli effetti che saranno prodotti dallo strumento finanziario che presenteremo a fine anno. Se proseguirà questo trend - ha continuato il Presidente - nel 2012 potremmo già essere in grado di lasciarci alle spalle un così pesante debito strutturale". In relazione al deficit infrastrutturale, che riguarda sia le infrastrutture ferroviarie che quelle aeroportuali, Chiodi ha fotografato una "situazione drammatica che risale non a qualche stagione fa ma che affonda le radici indietro di 40 anni. Per non parlare, poi, del deficit infrastrutturale di tipo immateriale, relativo allo sviluppo della banda larga ed alla diffusione delle rete internet che vede lontanissimi dalla realtà tecnolgicamente avanzate". Ma ad avere inciso negativamente sulla crescita economica dell´Abruzzo, secondo il Presidente, è stato anche "un miope dualismo territoriale che ha contrapposto da un lato zone costiere ed aree interne e dall´altro le piccole alle grandi imprese". Tuttavia, ad affossare l´economia delle famiglie e delle imprese in questi anni, "è stato il divario fiscale che l´Abruzzo ha fatto registrare rispetto alle altre regioni. Basti pensare che, dal 2002 al 2007, l´Irpef e Irap da noi sono aumentate dell´87% mentre la media nazionale è stata appena del 23%". Infine, Chiodi ha registrato un profondo squilibrio tra economia e politica. "La politica non si è occupata con entusiasmo delle strategie di politica economica scontando una incapacità o una impossibilità di poter incidere sulla situazione reale ? ha commentato - oggi, però i cittadini sono maturi per comprendere questi processi ed ecco perché importanti strumenti di programmazione come il Fas, il Fers, dell´Fse, il Master Plan sottoscritto con il Ministero dello Sviluppo Economico e come lo stesso Accordo Quadro per le Infrastrutture siglato con il Governo stanno già andando in una certa direzione segnando un percorso destinato ad intercettare i venti di ripresa che arriveranno. Ecco perché - ha concluso Chiodi - dobbiamo essere ottimisti rispetto alla fine di questa congiura economica". .  
   
   
RAPPORTO SULL´ECONOMIA REGIONALE 2009. CALO DEL PIL (- 4,6%), MA PIÙ CONTENUTO RISPETTO ALLA MEDIA NAZIONALE. TIENE L´OCCUPAZIONE; FUNZIONA IL PATTO ANTICRISI TRA REGIONE EMILIA ROMAGNA, IMPRESE, SINDACATI  
 
Bologna, 17 dicembre 2009 – Un 2009 che ha segnato profondamente anche l’economia dell’Emilia-romagna. Il crollo della domanda su scala mondiale non poteva non avere effetti anche sul sistema regionale. Numeri significativi secondo il Rapporto sull’economia regionale 2009 realizzato da Unioncamere e Regione Emilia-romagna, tuttavia i dati raccontano anche di come le ripercussioni dovute alla recessione siano risultate attenuate rispetto al resto del Paese. Il Pil, infatti, subisce in Emilia-romagna un calo del 4,6%, rispetto alla media nazionale che si attesta a un - 4,8%. Allo stesso modo si registra una sostanziale tenuta dell’occupazione, con la crescita contenuta del tasso di disoccupazione al 3,7-4% nel 2009 rispetto al 3,2 dell’anno precedente. Va però sottolineato il ruolo determinante del massiccio utilizzo degli ammortizzatori sociali e, in particolare, degli ammortizzatori in deroga applicati anche a tutte le piccole imprese di settori prima non coperti e ora attivati con l’intervento della Regione Emilia-romagna. Si registrano poi gli effetti positivi del “Patto per attraversare la crisi” sottoscritto dalla Regione con le parti sociali e gli enti locali del territorio, che ha evitato il ricorso ai licenziamenti. Sono stati infatti sottoscritti (dati aggiornati a fine novembre) 498 accordi di Cigs (Cassa integrazione straordinaria), mentre ammontano a 4. 432 gli accordi per gli ammortizzatori sociali in deroga. Provvedimenti che, complessivamente, hanno interessato ed evitato i licenziamenti per circa 40 mila lavoratori. “Per salvaguardare l’occupazione è decisivo l’accordo per evitare i licenziamenti – ha sottolineato stamani Duccio Campagnoli, assessore regionale alle Attività produttive, durante la presentazione del Rapporto – . Nel 2010 non basta aspettare la ‘ripresina’, ma occorre un intervento straordinario, innanzitutto di politiche governative sino ad ora del tutto assenti, per salvaguardare e rilanciare il patrimonio dell’industria italiana. In Emilia-romagna servono ancora di più innovazione, capacità di internazionalizzazione e quindi crescita, integrazione e creazione di nuove reti d’impresa. Dobbiamo poi affrontare davvero – ha concluso Campagnoli – la nuova sfida di una evoluzione dell’economia per creare una nuova industria e nuovo lavoro anche nei servizi, con l’investimento nelle città e nei territori”. “Se il valore aggiunto del modello emiliano-romagnolo va ricercato nella capacità di ottenere risultati economici e assicurare sul territorio un’elevata coesione sociale – ha detto Andrea Zanlari, presidente Unioncamere Emilia-romagna – oggi, davanti alla crisi internazionale, la strada per la ripresa passa dal saper essere regione-sistema. La sfida globale si gioca tra sistemi territoriali che richiedono una dimensione adeguata come quella regionale. In questo senso va considerato una risorsa per guardare avanti l’Accordo Quadro siglato da Unioncamere e Regione Emilia-romagna, a conferma di un filo rosso di collaborazione strategica e operativa per elevare la competitività delle imprese e dell’economia del territorio”. Alla diminuzione del Pil pari al 4,6%, corrisponderà per il 2009 un calo della domanda interna (sarà del 3,2%), mentre il decremento più significativo l’hanno ovviamente manifestato le esportazioni, legate strettamente al contesto internazionale, con un saldo negativo del 22,9%. L’industria ha evidenziato una situazione negativa, che dovrebbe tradursi in una flessione reale del valore aggiunto prossima al 13,0%, largamente superiore alla diminuzione del 3,3% riscontrata nel 2008. Nei primi nove mesi del 2009 la produzione dell’Emilia-romagna è mediamente diminuita del 14,9%rispetto ai primi nove mesi del 2008, che a loro volta avevano registrato un decremento dello 0,6%. Sotto l’aspetto del credito, la minore domanda di finanziamenti, insieme a una maggiore restrizione adottata dalle banche nel concederli, è sfociata nello scorso settembre in un calo tendenziale del 5,1%, in linea con quanto avvenuto in Italia (-6,0%). Il lavoro e l’occupazione - Nel 2009 la crescita del tasso di disoccupazione risulta contenuto, arrivando al 3,7-4% per cento rispetto 3,2% del 2008. L’emilia-romagna si colloca così su livelli tra i più contenuti del Paese. Nel secondo trimestre del 2009 la regione ha infatti evidenziato ancora il migliore tasso di occupazione sulla popolazione in età 15-64 anni, arrivando a sfiorare la soglia del 70%, che è uno degli obiettivi, da qui al 2010, contemplati dalla strategia di Lisbona. Per mantenere i livelli di occupazione è apparso fondamentale l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, con oltre 55 milioni di ore autorizzate (gennaio-novembre 2009) nelle tre gestioni (Cig, Cigs, edilizia). Lo scenario predisposto da Unioncamere Emilia-romagna e Prometeia prevede una diminuzione delle unità di lavoro, che misurano il volume di lavoro svolto e danno quindi conto anche dell’impatto della cassa integrazione, pari al 2,1% nel 2009. I risvolti più critici riguardano invece il turn over dei posti di lavoro e cioè le nuove assunzione, che hanno subito una flessione del 20% nel 2009. Allo stesso modo si registra una significativa riduzione e il mancato rinnovo dei contratti a termina per circa 25 mila unità. I territori e la crisi - L’impatto della crisi internazionale è stato diversificato sui territori della regione. Secondo le stime realizzate da Unioncamere Emilia-romagna, che ha utilizzato un indice sintetico aggregando tre macro indicatori (uno per la competitività delle imprese, uno per il mercato del lavoro ed uno per la situazione finanziaria), le province che hanno risentito in misura minore della crisi sono state Piacenza e Parma. In seconda posizione, si collocano Forlì-cesena, Ravenna e Rimini (quindi le tre della Romagna) seguite da Bologna e Ferrara. Ad avvertire maggiormente gli effetti sono state invece Modena e Reggio Emilia. Le previsioni per il 2010 di Unioncamere Emilia-romagna e Prometeia, redatte a novembre, descrivono per l’Emilia-romagna uno scenario di ripresa, seppur dai toni contenuti. Il Prodotto interno lordo dovrebbe crescere in termini reali dello 0,9%, recuperando parzialmente sulla flessione del 4,6% prospettata per il 2009. Nell’anno successivo si dovrebbe avere un aumento più significativo pari all’1,5 per cento. Gli investimenti tornerebbero a crescere dell’1,4%. Nel 2011 dovrebbe subentrare un miglioramento relativamente più tangibile, sia per i consumi finali che per gli investimenti fissi lordi. Il maggiore sostegno alla crescita del Pil verrà dall’export di beni, che dovrebbe tornare a risalire, in coincidenza con la ripresa del commercio internazionale, dopo la forte flessione accusata nel 2009. Il 2010 dovrebbe infatti chiudersi con un aumento reale del 3,6%, destinato a salire al 4,3% nell’anno successivo. Le politiche regionali per uscire dalla crisi - Innovazione e tutela sociale restano anche per il 2010 gli obiettivi prioritari della politica della Regione, che ha confermato e rafforzato con il pacchetto anti crisi varato dalla giunta regionale e attraverso le scelte del Ptr per un nuovo sviluppo regionale. Sono poi previsti per il 2010 programmi regionali di sostegno al sistema produttivo dell’Emilia-romagna che da un lato affrontano le contingenze dettate dalla crisi e dall’altro investono sui fattori strutturali della competitività. In particolare, 60 milioni di euro sono destinati al sistema del credito e delle garanzie: di questi, 50 attiveranno un fondo straordinario di garanzia che metterà a disposizione, per l’azione comune con i consorzi fidi regionali, un plafond di 1,5 miliardi di euro accessibile alle imprese. A questi si aggiungono 10 milioni di euro per la patrimonializzazione dei Consorzi fidi, attraverso l’Intervento regionale per l’adeguamento ai requisiti previsti dall’art. 107 del decreto legislativo 385/93: in tal modo i Consorzi fidi potranno affiancare alle imprese il loro rating di garanzia per facilitare e allargare l’accesso al credito. Sono invece 6,5 milioni di euro le risorse destinate alla creazione di reti di imprese e nuove imprese. Per sostenere l’export e l’internazionalizzazione saranno a disposizione 15 milioni di euro, mentre 10 milioni verranno destinati alla ricerca industriale attraverso il nuovo bando “dai distretti produttivi ai distretti tecnologici”. Nelle politiche regionali per gli investimenti infrastrutturali sono poi presenti i 129 milioni per la creazione della rete regionale dei Tecnopoli e i 79 milioni di euro per la promozione di green technology. .  
   
   
G.R. UMBRIA APPROVA NUOVO PIANO SOCIALE: AVVIATA RIFORMA DEL WELFARE UMBRO  
 
Perugia, 17 dicembre 2009 – “Attraverso la nuova legge regionale “Disciplina per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” che sarà oggetto di discussione e decisione nella prossima seduta del Consiglio Regionale dell’Umbria, e la proposta di nuovo Piano Sociale Regionale, approvata nei giorni scorsi dalla Giunta Regionale e che da domani sarà all’attenzione della Iii commissione consiliare, mettiamo le fondamenta di una profonda riforma del sistema di welfare umbro attraverso la valorizzazione degli aspetti positivi che in questi anni sono emersi, aggredendo le criticità riscontrate incamminandoci verso un sistema realmente equo e universalistico, che abbia al centro la persona con i suoi bisogni e i suoi diritti”. Così l’assessore regionale alle Politiche sociali e abitative, Damiano Stufara, ha commentato i decisivi passi in avanti che il processo di riforma delle politiche sociali in Umbria ha subito nelle ultime settimane. L’assessore, esplicitando le peculiarità del nuovo Piano sociale, ha in primo luogo spiegato la novità introdotta attraverso i cosidetti “Liveas regionali”. “In pratica – ha precisato - si tratta di individuare i livelli essenziali di carattere sociale e indirizzare in questi ambiti le risorse disponibili universalizzando il sistema degli interventi. Tutto ciò comporterà una omogeneizzazione su tutto il territorio delle misure di contrasto della povertà e di sostegno al reddito, delle misure economiche per favorire la vita autonoma di persone totalmente dipendenti, degli interventi di sostegno per i minori in situazione di disagio e molto altro ancora. Lo Stato avrebbe dovuto, in questi anni, definire i Liveas nazionali. Non lo ha fatto e l’attuale governo non sembra intenzionato ad affrontare la questione. Abbiamo pertanto scelto di andare avanti a livello regionale per superare iniquità e ingiustizie”. Ma non è tutto: attraverso la proposta di nuovo Piano sociale e, di conseguenza con la nuova legge regionale, i Comuni potranno attivare sinergie per mettere a sistema le risorse stanziate nei singoli Bilanci per la costruzione di una rete strutturata dei servizi. “Puntiamo molto sulla gestione associata dei servizi sociali attraverso una nuova strutturazione delle 12 Zone sociali inserite nella riforma endoregionale – ha spiegato l’assessore - Tutto ciò ci porterà verso un nuovo modello di governance in cui la Regione avrà un ruolo più deciso nel programmare su scala regionale e controllare che a livello locale si segua la stessa linea. Però i territori avranno più voce in capitolo perché il nuovo Piano prevede che le risorse destinate al sociale non saranno più gestite dai singoli Comuni in maniera frammentata, ma confluiranno nel pacchetto dei fondi destinati ad ogni singola zona per una programmazione collettiva”. In pratica, tenuto conto delle diverse esigenze, in ciascun ambito territoriale si erogheranno alcune prestazioni. Ad esempio: Uffici di Cittadinanza per il cosiddetto welfare leggero, servizi di pronto intervento sociale per il welfare dell’emergenza, assistenza domiciliare per il welfare di supporto familiare, strutture residenziali e semiresidenziali come residenza servita, servizi residenziali per soggetti con disabilità grave senza rete familiare, comunità residenziale per minori, per il welfare residenziale e semiresidenziale, servizio di accoglienza diurna per il welfare comunitario. “Il Piano prevede inoltre interventi mirati a sostegno delle famiglie a rischio povertà per le quali la Regione Umbria metterà a disposizione ingenti risorse aggiuntive fin dai prossimi giorni – ha aggiunto l’assessore - Attenzione particolare anche alle politiche sociali per le persone, quindi per l’infanzia, l’adolescenza, gli immigrati, le giovani generazioni, le dipendenze. In questo contesto è strategico il rapporto costante con il Terzo settore che persegue interessi pubblici pur non essendo soggetti statali”. Ricapitolando: “La nuova programmazione si basa su vari aspetti, primo fra tutti la necessità di riformare il welfare umbro in maniera più appropriata al quadro dei nuovi bisogni sociali in continua evoluzione – ha puntualizzato Stufara – Incisive nelle nostre scelte sono state la crescita delle esigenze dei cittadini dettata dalla crisi in atto, la riforma del federalismo fiscale che, con molta probabilità, comporterà alcuni sacrifici per l’Umbria che dovrà sostenerne l’impatto partendo dal presupposto che il Governo ha ridotto della metà i fondi destinati al sociale, costringendo la Regione a compensare incrementando le risorse del 104 per cento tra il 2005 e il 2009”. .  
   
   
LA REGIONE CAMPANIA RENDE NOTE LE TAPPE RELATIVE ALLO SVOLGIMENTO DELLE ELEZIONI PRIMARIE PER LA SCELTA DEL CANDIDATO ALLA PRESIDENZA DELLA GIUNTA  
 
Reggio Calabria, 17 dicembre 2009 - Preparazione al voto Entro il 18 dicembre, vale a dire entro quindici giorni dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale (Bur) del decreto di indizione delle elezioni, i Comuni individuano le sezioni e ne informano l’Ufficio elettorale regionale. Entro le ore 12 dello stesso giorno, i partecipanti depositano all’Ufficio elettorale le dichiarazioni e la documentazione richiesta dall´articolo 6 della legge. L´ufficio elettorale richiede immediatamente le eventuali integrazioni documentali, da fornire entro le 12 del 19 dicembre. Sempre entro il 18 dicembre, il Consiglio regionale elegge, con una maggioranza di due terzi dei votanti, il Collegio regionale di garanzia elettorale. Il Collegio sarà composto da tre membri di riconosciuta indipendenza, dotati di esperienze e competenze nel campo del diritto pubblico o delle scienze politiche. Entro il 21 dicembre, l’Ufficio elettorale procede ad ammettere le candidature e la dichiarazione di partecipazione trasmessa in copia ai Comuni. Definisce inoltre la modulistica e ne ordina l´immediata stampa alla ditta aggiudicataria. Entro la stessa data, l’Ufficio elettorale aggiudica il contratto di fornitura delle schede, dei modelli di verbale, del manifesto elettorale e degli altri documenti, del servizio di consegna di questi materiali ai Comuni e del servizio di recupero e riconsegna all’Ufficio elettorale. 31 dicembre, i Comuni comunicano all’Ufficio elettorale la nomina dei presidenti di seggio. Entro la stessa data, l’Ufficio elettorale fa pervenire ai Comuni i modelli di verbale e la restante documentazione. Entro il 7 gennaio, ciascun responsabile del procedimento elettorale comunale cura l´affissione del manifesto elettorale nelle vie cittadine. Ciascun rappresentante di lista deposita presso ogni Comune un elenco di scrutatori, con allegate le dichiarazioni d´impegno dei candidati a svolgere gratuitamente l’incarico. 8 gennaio, i Comuni provvedono alla costituzione della sezione, fornendo a ogni sede una cabina elettorale, un´urna, il materiale di cancelleria, le schede, il manifesto, i modelli di verbale, i modelli di trasmissione dati e per il trattamento dei dati personali. Il responsabile dell’Ufficio elettorale comunale consegna al presidente della sezione la lista o le liste degli elettori. Il presidente nomina da due a quattro scrutatori, tra cui un vicepresidente. Operazioni di voto - 10 gennaio, si vota dalle 8 alle 20. Dalle 21 alle 22, i presidenti di sezione comunicano all´ufficio elettorale dei Comuni i dati e i risultati dello scrutinio (successivamente sono trasmessi gli atti cartacei). Dalle 22 alle 23, gli uffici elettorali dei Comuni trasmettono all´Ufficio regionale i risultati del voto registrato sezione per sezione (successivamente sono trasmessi gli atti cartacei). Procedure successive al giorno del voto - 11 gennaio, l’Ufficio elettorale regionale formula la graduatoria provvisoria, pubblicata il 12 gennaio. - Dal 15 gennaio in poi, sono decisi gli eventuali ricorsi al Collegio regionale di Garanzia elettorale e sono pubblicati gli esiti delle elezioni sul Bur. - 10 aprile, i Comuni trasmettono alla Regione il rendiconto delle spese sostenute allegando l’elenco del personale e delle prestazioni di lavoro e la documentazione delle spese sostenute per i materiali di cancelleria. .  
   
   
PROGRAMMI REGIONE UMBRIA A SOSTEGNO IMPRESE ILLUSTRATI IN CONVEGNO A PERUGIA  
 
Perugia, 17 dicembre 2009 – La Regione Umbria ha concentrato programmazione e risorse per risolvere i nodi strutturali dell’Umbria, definendo azioni in grado di rafforzare le potenzialità competitive del sistema economico e sociale e ponendo così le basi sia per affrontare l’attuale situazione di crisi globale sia per una ripresa maggiormente valida e duratura. È quanto è emerso dai lavori del convegno sulle politiche regionali in materia di “ricerca, innovazione, reti d’impresa” organizzato dalla Regione Umbria, svoltosi ieri a Perugia e concluso nel pomeriggio dall’intervento della presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Nella prima sessione, è stato fatto un resoconto dei risultati della programmazione comunitaria per il periodo 2000-2006, con la presentazione di alcune esperienze di imprese che, avvalendosi delle agevolazioni, hanno investito in ricerca, innovazione e costruzione di reti; sono state presentate anche esperienze di giovani ricercatori. Complessivamente, sono circa seimila le imprese umbre che hanno usufruito del regime di aiuti previsto dal Documento Unico di Programmazione 2000-2006, con uno stanziamento di oltre 400 milioni di euro, con cui la Regione Umbria si è posta come finalità principale quella dell’incremento della competitività del sistema regionale e delle imprese. “Sono state utilizzate tutte le risorse messe a disposizione” ha sottolineato Domenico Antonio Colombo, dirigente del Servizio Programmazione comunitaria della Regione Umbria, che ha tracciato anche un primo bilancio della nuova programmazione comunitaria 2007-2013 in corso di attuazione evidenziando i “pacchetti competitività” del 2007 e del 2008, con cui la Regione ha continuato, rafforzandola, l’azione di sostegno ai processi di innovazione e lo sviluppo della ricerca industriale e sperimentale, alla crescita dimensionale e l’aggregazione tra imprese. I progetti ammessi a finanziamento sono stati 537, per un ammontare di circa 74 milioni di euro. “Nonostante la crisi economica in atto – ha rilevato – le imprese umbre hanno saputo cogliere l’opportunità che la Regione ha offerto loro per rafforzarsi ed essere sempre più competitive, dimostrando un’elevata capacità progettuale. Un’ulteriore dimostrazione della validità delle scelte operate dalla Regione Umbria nella predisposizione dei Programmi operativi dei Fondi strutturali per gli anni dal 2007 al 2013 che, a due anni dall’approvazione, nonostante l’eccezionale crisi economica globale, confermano la loro validità”. “Non solo – ha spiegato - rispondono infatti al raggiungimento dei parametri previsti dagli obiettivi di Lisbona, ma poiché vanno a incidere su ricerca e innovazione le azioni previste consentono al sistema produttivo umbro di accrescere gli strumenti necessari per contrastare la crisi e consolidarsi per affrontare le sfide del sistema globalizzato, affiancandosi alle misure di sostegno immediato finanziate dalla Regione Umbria”. Ai progetti delle imprese per innovazione e ricerca, in particolare il “Por Fesr” (Programma Operativo Regionale del Fondo europeo per lo sviluppo regionale) 2007-2013 destina 160 milioni dei 348 previsti dal Programma. Il 46 per cento delle risorse complessive, è stato sottolineato, che salgono al 60 per cento se si aggiungono i 52 milioni di euro di stanziamenti per l’Asse “efficienza energetica e sviluppo delle fonti rinnovabili”. A sostegno degli investimenti delle imprese umbre, sono stati stanziati oltre 25 milioni di euro attraverso i bandi del “Pacchetto competitività 2009”. Una dotazione finanziaria di 5 milioni di euro è prevista per il bando per lo sviluppo dei Poli di innovazione dell’Umbria, che prevede tre aree tematiche: il Distretto Tecnologico dell’Umbria (“Dtu”) nei settori della meccatronica, meccanica avanzata, micro e nanotecnologie, materiali speciali metallurgici; efficienza energetica e la cosiddetta “Scienza della vita” (genomica e biotecnologie). Ammonta a cinque milioni di euro ciascuno la dotazione finanziaria dei bandi per la ricerca di singole imprese e per il “Pia” (Pacchetto integrato di agevolazioni). Sono stati già pubblicati, e hanno ciascuno una dotazione finanziaria di un milione di euro, il bando “Certificazione” per l’introduzione di sistemi di gestione aziendale certificata con progetti in materia di qualità, ambiente, sicurezza e responsabilità sociale, e il bando che interviene a “Sostegno alla diffusione delle Tecnologie dell’Informazione e della Conoscenza nelle piccole e medie imprese”. Sono rivolti a favorire l’aggregazione delle imprese e i progetti delle reti così costituite i bandi “Re. Sta Commercio” (finanziato con 2 milioni e mezzo di euro), “Re. Sta Industria” e “Re. Sta Moda” (per complessivi 6 milioni di euro, di cui 1 milione e mezzo per affrontare i problemi del sistema moda). I lavori della prima sessione sono stati conclusi dal direttore regionale allo Sviluppo economico Ciro Becchetti. Nel pomeriggio, prima dell’intervento della presidente Lorenzetti, verranno illustrati nel dettaglio i provvedimenti del “Pacchetto competitività 2009”. .  
   
   
REGIONE CONCENTRA STRUMENTI E RISORSE PER ULTERIORE EVOLUZIONE SISTEMA UMBRIA  
 
Perugia, 17 dicembre 2009 – “Negli ultimi cinque anni la Regione Umbria ha modificato radicalmente le proprie politiche industriali, concentrando strumenti e risorse sull’innovazione, la ricerca, lo sviluppo delle reti stabili tra imprese, la formazione per accompagnare le scelte e gli investimenti del sistema produttivo umbro”. Lo ha sottolineato la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, che ha concluso il convegno sulle politiche regionali in materia di “ricerca, innovazione, reti d’impresa” che si è svolto ieri a Perugia. “Molto è stato fatto per il consolidamento evolutivo del sistema produttivo – ha detto – e i risultati illustrati nel convegno di oggi degli strumenti attivati con la programmazione comunitaria lo stanno a dimostrare. Si è rivelata giusta la scelta di puntare su massicci investimenti per favorire l’innovazione del sistema Umbria, che aveva ed ha l’obiettivo di elevare la competitività sia su scala nazionale che internazionale. Abbiamo accompagnato, in particolare, le scelte imprenditoriali per lo sviluppo di Poli di innovazione e eccellenza, quali il Polo aerospaziale, su meccatronica e automotive, sul tessile e le energie alternative. Con le risorse e gli strumenti del ‘Pacchetto competitività’ 2009, intendiamo proporre un’ulteriore evoluzione, rafforzando le reti di imprese che sono venute consolidandosi in Umbria”. “I nodi da affrontare – ha proseguito la presidente Lorenzetti – riguardano la produttività del lavoro, che in Umbria è più bassa rispetto alle regioni del Centro Nord a causa dei minori investimenti per ricerca e innovazione e per le dimensioni delle sue imprese, e lo scarso livello di cooperazione tra le imprese. Fattori negativi che rendono indispensabile che si compia un ulteriore passo in avanti. Per questo, con uno specifico provvedimento sui Poli di innovazione, la Regione sostiene un’azione organica per la realizzazione di vere e proprie piattaforme tecnologiche di interesse regionale attorno alle quali concentrare l’interesse e i progetti di imprese, centri di ricerca e Università”. “In questo ‘terremoto’ derivante dalla crisi economica globale – ha concluso la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti – è fondamentale la cultura del cambiamento. La Regione Umbria non si limita, pertanto, ai provvedimenti di ‘emergenza’ con misure a sostegno delle famiglie e delle imprese, ma orienta ancora di più le sue strategie e le sue risorse affinché il sistema Umbria raggiunga più elevati livelli di innovazione e competitività. A tutto il sistema chiediamo di costruire una visione e una strategia condivisa, chiamando a fare la propria parte istituzioni pubbliche, Università, imprese e sindacati”. L’intervento della presidente Lorenzetti ha concluso la seconda sessione del convegno, durante la quale sono stati illustrati nel dettaglio i bandi e le azioni del “Pacchetto competitività 2009”. Presente ai lavori l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mario Giovannetti. Luigi Rossetti, del Servizio Politiche di sostegno alle imprese, si è soffermato in particolare sul bando relativo ai “Poli di innovazione”, definiti come raggruppamenti di imprese indipendenti e organismi di ricerca attivi in un particolare settore o ambito territoriale e destinati a stimolare l’attività innovativa incoraggiando l’interazione, lo scambio di conoscenze ed esperienze, contribuendo al trasferimenti di tecnologie, alla messa in rete e diffusione delle informazioni tra le imprese che costituiscono il Polo. La Giunta regionale ha proposto alcune piattaforme tecnologiche di interesse regionale: il Distretto Tecnologico Umbro (“Dtu”), la piattaforma dell’efficienza energetica e della genomica. Il convegno rientra nelle attività del Piano di Comunicazione dei “Por” (Programmi operativi regionali” dei fondi strutturali comunitari Fesr e Fse. .  
   
   
FONDI A IMPRESE LOMBARDE DANNEGGIATE DA LAVORI PUBBLICI  
 
Milano, 17 dicembre 2009 - Regione Lombardia scende a fianco delle imprese artigiane della città di Milano che hanno subito limitazioni dell´attività´ a seguito di lavori pubblici e che hanno causato alle imprese un mancato guadagno, dovuto alla diminuzione del volume di affari e a vari disagi causati dalla presenza dei cantieri. Con un investimento di 350. 000 euro, che si aggiungono ad analoga cifra del Comune di Milano e a fondi ministeriali, per un totale di 1. 050. 000,00 euro, la Regione concorre così a finanziare un bando riservato alle imprese artigiane. Il provvedimento è stato approvato dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore all´Artigianato e Servizi, Domenico Zambetti. Tramite un apposito bando predisposto dal Comune di Milano, verranno selezionate le aziende artigiane a cui spetterà l´intervento di sostegno. La convenzione, che sarà sottoscritta tra Comune di Milano e Regione (direzione generale Artigianato e Servizi), prevede, per le aree interessate da cantieri già individuati dal Comune, l´attivazione di garanzie per favorire l´erogazione di finanziamenti bancari finalizzati al consolidamento delle passività ed alla ristrutturazione del debito da breve a medio termine. Il Comune di Milano si avvarrà di Federfidi Lombarda Spa per la gestione finanziaria delle risorse. "Questa iniziativa - commenta l´assessore Zambetti - vuole essere una risposta concreta alle richieste degli artigiani colpiti dalla crisi economica e da notevoli disagi legati alla presenza di cantieri aperti per la realizzazione di opere pubbliche. Perché agevolare le imprese che sono la spina dorsale della nostra economia significa accelerare la ripresa dell´economia stessa". .  
   
   
ECONOMIA:ECCO I DATI DEL RAPPORTO ABRUZZO LAVORO-INPS  
 
Pescara, 17 dicembre 2009 - I dati del "Rapporto sull´impresa e sul lavoro", riferiti al periodo tra gennaio e novembre 2009, indicano che "il trend dell´occupazione dipendente appare in forte contrazione considerato che nel periodo in esame sono andate perse 2171 aziende e sono andati distrutti 18. 153 posti di lavoro, con le aziende che passano da 37. 530 a 35. 359 (-5,8%) ed i lavoratori dipendenti da 256. 805 a 237. 152 (-7. 7%). La provincia dell´Aquila assomma gli effetti della crisi economica a quelli del terribile terremoto del 6 aprile con una perdita secca di 1. 544 aziende con una variazione percentuale, rispetto al giugno 2008, di -19. 6 punti e con una diminuzione di 8. 803 posti di lavoro (-20. 6%)". Il "Rapporto" però precisa che "la lettura di questi dati tuttavia va correlata alla disposizione del Governo che ha concesso alle imprese di non presentare denuncia mensile all´Inps. E´presumibile quindi che le percentuali di variazione, anche grazie ai lavori per la ricostruzione, siano da ricondurre al dato di media regionale". Per quanto riguarda il ricorso alla cassa integrazione guadagni ed altri ammortizzatori sociali il "Rapporto" precisa che "nel periodo gennaio-novembre 2009, le ore autorizzate sono arrivate a circa 31. 5 milioni, pari ad oltre sei volte le ore dello stesso periodo del 2008. Gli interventi ordinari sono saliti al 62,5%". Poi il "Rapporto" precisa che "le province più coinvolte per il complesso delle ore sono Chieti (33,8%), L´aquila (33,6%) e Teramo (26,3%)". In totale gli ammortizzatori sociali più importanti, cioè cassa integrazione, mobilità e disoccupazione, nel periodo in esame hanno riguardato 36. 280 persone. "Nel periodo tra il secondo semestre del 2008 e il primo semestre 2009 ? prosegue il Rapporto - gli assunti comunicati da aziende e istituzioni pubbliche sono stati rispettivamente 95. 227 nel 2008 e 89. 845 nel 2009, con un calo di 5. 382 persone che non sono state avviate al lavoro nel confronto tra i due semestri". .  
   
   
LAVORO IN ABRUZZO: 100 MILIONI IN AMMORTIZZATORI SOCIALI NEL 2009  
 
Pescara, 17 dicembre 2009 - "L´abruzzo non è un´isola felice rispetto allo scenario globale, però abbiamo messo in campo ponderosi interventi, per circa 100 milioni di euro, a sostegno dei lavoratori in difficoltà, per garantire la serenità sociale alle persone e alle famiglie. In totale abbiamo sostenuto qualcosa in più di diecimila persone, attraverso le scelte del Cicas sugli ammortizzatori sociali in deroga". Lo ha annunciato l´assessore al Lavoro, Paolo Gatti, questa mattina, in occasione della presentazione del Rapporto sull´impresa e sul lavoro elaborato dalla Direzione regionale dell´Inps e da Abruzzo Lavoro. "Non potevano essere dati esaltanti quelli presentai questa mattina. La situazione e´ difficile, ma lo stesso ricorso alla cassa integrazione, secondo Gatti, "non solo deve essere interpretata in termini di preoccupazione, esistono certo difficoltà nel momento del ricorso alla cassa integrazione ma cio´ significa anche che non c´è il licenziamento e l´ interruzione del rapporto di lavoro". Inoltre, l´impegno dell´assessorato e´ rivolto a scrivere in tempi rapidi una nuova legge sul mercato del lavoro. "Vogliamo scrivere una nuova legge sul mercato del lavoro e in questa legge diremo di più anche sui centri per l´impiego - ha spiegato Gatti - perché i risultati non sono soddisfacenti". Per Gatti "adesso è importante prepararsi ad intercettare l´attesa ripartenza dell´economia prevista nei prossimi mesi". L´assessore ha ricordato in proposito la creazione della task-force anticrisi e l´impiego delle risorse, provenienti dai fondi europei Fas, Fse e Fers, utili a preparare la regione alla nuova fase. L´assessore ha concluso precisando che "dopo le risposte sociali, occorre dare risposte di crescita e di sviluppo, passando dalla fase dell´ammortizzazione sociale a quella degli incentivi, utili a far ripartire il sistema Abruzzo". .  
   
   
POTENZA: PROVINCIA PRESENTA CRUSCOTTO OSSERVATORIO MERCATO LAVORO  
 
 Potenza, 17 dicembre 2009 “Dal dato amministrativo alla conoscenza statistica”. E’ questo il tema del convegno che avrà luogo oggi giovedì alle 10,00 nella Sala del Consiglio provinciale di Potenza. Utilizzare i dati amministrativi raccolti dai centri per l’impiego in modo innovativo, per condurre una lettura dettagliata delle principali dinamiche del mercato del lavoro l’obiettivo che la Provincia di Potenza – riferisce una nota provinciale - intende perseguire con la realizzazione del Cruscotto dell’Osservatorio del mercato del lavoro. Un nuovo servizio a favore dei cittadini e delle imprese. Attraverso l’utilizzo delle fonti esistenti, si mira a implementare un sistema che consente la continua individuazione di indicatori di sintesi, il cui obiettivo è evidenziare il trend del mercato del lavoro provinciale. Il “cruscotto” del mercato del lavoro punta a permettere una visione completa degli stock e delle tendenze evolutive del mercato provinciale, la loro comparazione con il quadro regionale e con quello nazionale, e l’elaborazione di report standard dal livello provinciale al singolo comune. L’incontro, promosso dall’Assessorato alle Politiche per il Lavoro e l’Occupazione, Servizi Integrati per l’Impiego e Formazione Professionale, verrà aperto dai saluti di Vitantonio Lucio Rossi, assessore al ramo della provincia di Potenza e sarà introdotto da Romano Benini, esperto di lavoro e formazione dell’ Upi, che relazionerà sul tema ‘Le dinamiche del mercato del lavoro e le politiche attive per la gestione delle misure anti-crisi’. Seguirà l’intervento di Mariarosaria Sabia, responsabile dell’Osservatorio del mercato del lavoro della provincia di Potenza, su “Strumenti di analisi del mercato del lavoro e le politiche attive”, mentre Marco Velludo, della società Ett, presenterà il “Cruscotto dell’Osservatorio del mercato del lavoro”. Previsto inoltre il dibattito su “I servizi per l’impiego e la realtà della provincia di Potenza”, moderato da Romano Benini, a cui interverranno Antonio Autilio, assessore al Lavoro della Regione Basilicata, Maria Teresa Lavieri, dirigente generale del settore Lavoro e Formazione della Regione Basilicata, Antonio Mancusi, dirigente settore Lavoro e Formazione della Provincia di Potenza, Daniele Lunetta, dirigente della direzione generale per l’Innovazione Tecnologica e la Comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le conclusioni saranno affidate a Piero Lacorazza, presidente della Provincia di Potenza. .  
   
   
´UNA CASA ALLE GIOVANI COPPIE´: GIÀ DISPONIBILI IN EMILIA-ROMAGNA 703 APPARTAMENTI. IL 2 FEBBRAIO IL CLICK-DAY PER L´ASSEGNAZIONE DEL CONTRIBUTO (13,3 MILIONI COMPLESSIVI) A CHI HA OPZIONATO CON UN PRE-CONTRATTO L´ALLOGGIO.  
 
Bologna, 17 dicembre 2009 – Sono già 703 gli alloggi disponibili in Emilia-romagna per le giovani coppie che desiderano acquistare una casa con il contributo della Regione che ammonta complessivamente a 13,3 milioni di euro. Le giovani coppie entro il 2 febbraio potranno scegliere uno degli alloggi messi a disposizione per la vendita dalle aziende di costruzione il cui elenco è pubblicato su www. Intercent. It . Nel sito di Intercent-er (l´Agenzia della Regione che si occupa dell´acquisto di beni e servizi delle Pubbliche amministrazioni) sono evidenziati i dati relativi ai singoli alloggi (localizzazione, superficie, prezzo, canone e disponibilità) e i riferimenti utili per contattare l´impresa proprietaria dell´alloggio. Click day martedì 2 febbraio 2010 (dalle ore 9 alle ore 20,30 ), giorno in cui le giovani coppie che avranno sottoscritto un pre-contratto con l’impresa proprietaria dell’alloggio possono presentare la domanda di contributo compilando on-line l’apposita modulistica. Lunedì 8 febbraio 2010 sempre sul sito di Intercent-er sarà pubblicata la graduatoria delle giovani coppie ammesse al contributo. Dei 703 alloggi disponibili, 150 in provincia di Modena, 137 in provincia di Parma, 123 sono in provincia di Bologna, 106 in provincia di Reggio Emilia, 72 in provincia di Ravenna, 58 in provincia di Ferrara, 13 in provincia di Forlì-cesena, 38 in provincia di Piacenza e 6 in provincia di Rimini. Con il programma "Una casa alle giovani coppie" la Regione Emilia Romagna aiuta le giovani coppie ad acquistare la proprietà della prima casa con patto di futura vendita, dopo un periodo di locazione o assegnazione in godimento di massimo 4 anni al canone mensile non superiore a 400 euro. «Stiamo rispettando i tempi – ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, assessore regionale alla Programmazione e sviluppo territoriale - per il programma di politica abitativa che fornirà un aiuto concreto alle giovani coppie che non riescono ad acquistare casa alle condizioni di mercato. Economie insieme a risorse aggiuntive, per altri 10 milioni di euro previste dalla Finanziaria regionale 2010, ci consentiranno di proporre rapidamente un secondo bando». Le risorse messe a disposizione dalla Regione andranno a sostenere un contributo unitario per alloggio di 10 mila euro che possono arrivare a 13 mila euro (incremento del 30%) per gli appartamenti realizzati con tecniche costruttive che garantiscano l’applicazione integrale dei requisiti di prestazione energetica degli edifici e degli impianti energetici.
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Parma)
Comune N° alloggi
Busseto 8
Fidenza 61
Langhirano 7
Lesignano 4
Montechiarugolo 3
Noceto 35
Parma 19
Totale 137
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Reggio Emilia)
Comune N° alloggi
Bibbiano 14
Cavriago 1
Correggio 3
Scandiano 9
Bagnolo In Piano 18
Baiso 5
Campagnola Emilia 3
Carpineti 12
Castelnovo Monti 4
Guastalla 8
Reggio Emilia 19
Rio Saliceto 1
San Martino In Rio 8
San Polo D´enza 1
Totale 106
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Modena)
Comune N° alloggi
Medolla 13
Bomporto 8
Camposanto 11
Carpi 18
Cavezzo 5
Concordia 4
Mirandola 32
Modena 10
Nonantola 16
Soliera 22
Spilamberto (San Vito) 4
S. Prospero 7
Totale 150
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Bologna)
Comune N° alloggi
Baricella 19
Borgo Tossignano 19
Castel Guelfo 4
Granarolo 1
Imola 10
Loiano 6
Malalbergo 1
Molinella 27
Monghidoro 2
Monzuno 17
Sant´agata Bolognese 9
Vergato 8
Totale 123
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Ferrara)
Comune N° alloggi
Argenta 10
Cento 23
Ferrara 13
Formignana 8
Mesola 2
Tresigallo 2
Totale 58
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Ravenna)
Comune N° alloggi
Bagnacavallo 20
Cotignola 9
Faenza 4
Lugo 12
Massalombarda 3
Ravenna 24
Totale 72
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Forlì-cesena)
Comune N° alloggi
Savignano Sul Rubicone 4
Sarsina 4
Mercato Saraceno 5
Totale 13
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Piacenza)
Comune N° alloggi
Carpaneto 4
Castel San Giovanni 4
Cortemaggiore 8
Piacenza 8
Pontenure 8
Rottofreno 6
Totale 38
Una Casa alle giovani coppie - Alloggi disponibili (provincia di Rimini)
Comune N° alloggi
Rimini 6
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LAZIO: CARCERI, AL VIA PROGETTI PER REINSERIMENTO E MIGLIORAMENTO QUALITÀ DELLA VITA DEI DETENUTI  
 
Roma, 17 dicembre 2009 - La Giunta regionale del Lazio ha approvato nei giorni scorsi la delibera che finanzia con 650mila euro progetti finalizzati al reinserimento sociale e professionale delle persone detenute e al miglioramento della qualità della vita all´interno delle carceri. Questo provvedimento si aggiunge a quello di 1 milione e 500mila euro già approvato dalla Regione Lazio d´intesa col Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni, che ha previsto ulteriori interventi nell´ambito della formazione professionale per gli operatori penitenziari e gli altri lavoratori intramurari come psicologi, sociologi, educatori e assistenti sociali. "L´attenzione alla situazione delle nostre carceri - dice l´assessore alle Politiche Sociali e delle Sicurezze, Luigina Di Liegro - deve essere costantemente al centro dell´agenda politica ed istituzionale, al di là degli schieramenti, per migliorare le condizioni di vita di quanti sono privati della libertà personale e quelle di lavoro degli operatori penitenziari, che quotidianamente ricoprono un ruolo così difficile e delicato. "L´assistenza nelle carceri - conclude l´assessore - è fondamentale per la nostra regione, soprattutto alla luce dei tragici episodi riportati dalle cronache in questi ultimi giorni, perché l´obiettivo delle istituzioni coinvolte deve essere quello di tutelare in primis i diritti umani dei cittadini in stato di detenzione. È necessario, inoltre, come Regione, continuare a sostenere i detenuti anche dopo la loro permanenza in carcere, nel difficile momento del ritorno alla realtà quotidiana, favorendo forme di accompagnamento finalizzate al pieno reintegro sociale e sostenendo programmi tesi a favorire l´accesso nel mondo del lavoro". .