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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 19 Settembre 2006
L´INDUSTRIA DELLE TIC OFFRE IL PROPRIO SOSTEGNO ALL´IET  
 
 Bruxelles, 19 settembre 2006 - La proposta relativa all´Istituto europeo di tecnologia (Iet) ha riscosso l´approvazione dei leader del settore europeo della tecnologia digitale. Nel secondo di tre documenti pubblicati nell´anno successivo all´avvio della "iniziativa i2010" della Commissione europea per l´occupazione e la crescita, avvenuto nel giugno 2005, l´Eicta, l´Associazione europea del settore delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione, ha dichiarato che l´Iet contribuirebbe a rafforzare le reti già esistenti tra le università, gli istituti di ricerca e i laboratori di sviluppo della ricerca industriale di più alto livello in Europa. Secondo l´Eicta, i2010 e altre iniziative della Commissione tese a promuovere le prestazioni europee nella ricerca e sviluppo (R&s) e nell´innovazione sono fondamentali. "Il problema dell´Europa non è tanto la mancanza di nuove idee, quanto la loro trasformazione in innovazione e competitività globale, la disponibilità di risorse finanziarie, tra cui il capitale di rischio, la creazione di condizioni favorevoli alla ricerca e all´innovazione e uno spirito imprenditoriale che colmi il divario tra mondo accademico e industriale", si legge nel documento. Il documento prosegue affermando che, a differenza del Massachusetts Institute of Technology americano, l´Iet non dovrebbe essere dotato di una struttura top-down, bensì dovrebbe scaturire dalle comunità di ricerca già esistenti. La proposta più recente della Commissione in tal senso suggerisce un approccio misto dall´alto verso il basso e viceversa al processo di selezione delle "comunità della conoscenza" dell´Iet. Tali comunità saranno costituite da partenariati di gruppi e dipartimenti di università e dei settori imprenditoriali e della ricerca, in concorrenza tra loro per i finanziamenti alla ricerca in settori innovativi della durata di 10-15 anni. Secondo l´Eicta, l´influenza esercitata dalle attività esistenti è il modo più sostenibile e realistico di ottenere una crescita organica in un ambiente competitivo. L´eicta sostiene tale spinta alla concorrenza che, a suo parere, stimolerà la crescita. Ha tuttavia sottolineato l´esigenza di rispettare il fatto che le università potrebbero aver impiegato decenni se non secoli a svilupparsi. L´iet dovrebbe pertanto fornire incentivi per consentire alle università di rendere più interessanti i loro profili e sviluppare nuovi modi di cooperare con l´industria. Per quanto riguarda il personale il documento tuttavia è critico, in particolare nei confronti della proposta di favorire l´organico e le risorse dei dipartimenti universitari e dei laboratori industriali, ritenuti "non particolarmente interessanti". Prosegue suggerendo la possibilità di adottare modelli alternativi, quali l´assegnazione di contratti, le gare d´appalto, l´affidamento di obiettivi realistici o persino l´affitto di risorse umane da dipartimenti eccellenti e selezionati di università, istituti e laboratori industriali. Secondo il documento, l´Iet non dovrebbe essere finanziato a titolo del Settimo programma quadro (7Pq). "Considerata la costante messa in rilievo dell´importanza della conoscenza e dell´innovazione da parte delle istituzioni europee, dovrebbe essere possibile reperire fondi adeguati per l´Iet in qualche altra voce del bilancio comunitario", si legge nella pubblicazione, che suggerisce che un contributo potrebbe venire anche da prestiti della Banca europea per gli investimenti. A prescindere dall´esito della proposta dell´Iet, il documento esorta gli Stati membri a rafforzare il triangolo della conoscenza composto da istruzione, ricerca e innovazione per le università. Rimanda inoltre i lettori alla relazione prodotta dal gruppo Aho, composto da esperti autorevoli, concernente l´innovazione in Europa quale progetto efficace per il cambiamento attraverso l´innovazione e le modalità per conseguirla. In conclusione il documento invita l´Europa a seguire l´esempio degli Usa, dove "le università non hanno conseguito una solida posizione ricorrendo a finanziamenti generosi o reti di cooperazione oltre i confini statali. La loro eccellenza deriva dall´atteggiamento aperto nei confronti delle nuove idee, da una stretta cooperazione con l´industria e da uno spirito imprenditoriale che incoraggia il ´pendolarismo´ del personale tra le università e le aziende". Http://www. Eicta. Org/ .  
   
   
LUBIANA, ASPETTI FINANZIARI DEI CONTRATTI RST  
 
Bruxelles, 29 settembre 3006 - Il 5 ottobre si terrà al Parco tecnologico di Lubiana (Slovenia) un seminario di una giornata sugli aspetti finanziari dei contratti di ricerca e sviluppo tecnologico (Rst). Il seminario passerà in rassegna le nuove norme finanziarie del Settimo programma quadro (7Pq), in particolare per quanto concerne le piccole e medie imprese (Pmi). L´iniziativa si inserisce nel progetto Boost-it, che assiste le start-up europee degli incubatori attive nel settore delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic). Gli obiettivi del seminario sono i seguenti: incoraggiare le imprese degli incubatori a considerare i progetti del 7Pq uno strumento di sviluppo efficace; fornire le informazioni di base sulle norme finanziare del 7Pq per una migliore valutazione dei benefici e dei costi. Http://www. Finance-helpdesk. Org/ .  
   
   
WORKSHOP E GUIDA SU "FINANZIAMENTO DI NATURA 2000"  
 
Roma, 19 settembre 2006 - Al fine di fornire un efficace supporto agli Stati Membri nell´individuazione ed utilizzo delle forme più opportune di co-finanziamento comunitario per l´implementazione di "Natura 2000", la Commissione Europea ha lanciato lo scorso anno il progetto "Financing Natura 2000: guidance and workshop", affidato al consorzio formato da Wwf (World Wildlife und), Nova (Institute for Ecological and Political Innovation) e Ieep (Institute for European and Environmental Policy). Nell´ambito di tale progetto è stato pubblicato il manuale: "Guida al finanziamento di Natura 2000", e sono stati programmati workshop nazionali nei diversi Stati membri. Scopo del manuale è di promuovere l´integrazione degli obiettivi di conservazione di habitat e specie, e la gestione di Natura 2000, negli strumenti di programmazione regionali e nazionali relativi al periodo 2007-2013. Esso si rivolge in primo luogo alle autorità nazionali e regionali responsabili della programmazione di tali strumenti, ma costituisce anche un utile strumento per tutti i soggetti coinvolti nell´implementazione della Rete "Natura 2000". Vi sono segnalate, infatti, le opportunità di co-finanziamento con i diversi fondi comunitari per ogni tipologia di attività, e viene data una descrizione sintetica dei principali Fondi Comunitari. In Italia si svolgeranno due Workshop, a Milano il 26 settembre 2006, a Palermo il 29 settembre 2006. Essi avranno, tra l´altro, l´obiettivo di: fare un resoconto sull´attuale stato della programmazione nazionale relativa agli strumenti di finanziamento comunitari, e sullo stato di implementazione della Rete "Natura 2000" a livello nazionale; creare opportunità per il confronto tra i soggetti consapevoli delle azioni necessarie a realizzare gli obiettivi di conservazione nei siti "Natura 2000" e soggetti coinvolti nella preparazione dei programmi a livello nazionale e regionale. I workshop si rivolgono a tutte le autorità responsabili dei programmi di finanziamento nazionali e regionali relativi al periodo 2007-2013 e ai soggetti coinvolti nell´implementazione della Rete "Natura 2000", fra i quali: i Ministeri delle Politiche agricole, alimentari e forestali, dell´Ambiente e tutela del territorio e del mare, dello Sviluppo economico, dell´Università e della Ricerca, le Regioni, i rappresentanti delle aree protette, degli enti gestori dei siti "Natura 2000", delle associazioni ambientaliste e delle categorie interessate alla materia (agricoltura, pesca, proprietà terriera, turismo, caccia). Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/natura_2000/index. Html .  
   
   
ENTRATE TRIBUTARIE ERARIALI (ACCERTAMENTI) GENNAIO-LUGLIO 2006 +12,6%  
 
 Roma, 19 settembre 2006 - Il Dipartimento per le Politiche Fiscali del Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica che nel periodo gennaio-luglio 2006 sono state accertate entrate tributarie dello Stato - calcolate secondo il criterio della competenza - per 216. 917 milioni di euro (+24. 214 milioni, pari a +12,6%). Imposte dirette. Il gettito delle imposte dirette è risultato di 119. 400 milioni (+16. 721 milioni, pari a +16,3%), che costituisce il 55,0% del totale delle entrate. L´irpef ha generato entrate per 84. 563 milioni (+5. 345 milioni, pari a +6,7%). Le ritenute contribuiscono per 75. 510 milioni (+4. 849 milioni, pari a +6,9%): 5. 916 milioni provengono dalle ritenute sui dipendenti statali (+707 milioni, pari a +13,6%); 62. 302 milioni dalle ritenute sui dipendenti non statali (+3. 741 milioni, pari a +6,4%); 7. 292 milioni dalle ritenute sui lavoratori autonomi (+401 milioni, pari a +5,8%). L´autoliquidazione ha dato un apporto di 9. 053 milioni (+496 milioni, pari a +5,8%): 3. 386 milioni provengono dal saldo relativo ai redditi 2005 (+136 milioni, pari a +4,2%); 5. 667 milioni dall´acconto relativo ai redditi 2006 (+360 milioni, pari a +6,8%). Il gettito Ires è stato di 17. 715 milioni (+3. 141 milioni, pari a +21,6%): 6. 906 milioni provengono dalla parte versata a saldo (+1. 056 milioni, pari a +18,1%); 10. 809 milioni dalla parte versata in acconto (+2. 085 milioni, pari a +23,9%). L´autoliquidazione relativa a Irpef e Ires è ammontata complessivamente a 26. 768 milioni (+3. 637 milioni, pari a +15,7%). L´imposta sostitutiva sui redditi e le ritenute su interessi e redditi di capitale hanno prodotto 6. 096 milioni (+1. 645 milioni, pari a +36,9%). Imposte indirette. Il gettito delle imposte indirette è risultato di 97. 517 milioni (+7. 493 milioni, pari a +8,3%), che costituisce il 45,0% del totale delle entrate. Le entrate Iva sono state 58. 682 milioni (+5. 062 milioni, pari a +9,4%): 50. 312 milioni derivanti dalla tassazione degli scambi interni (+3. 562 milioni, pari a +7,6%); 8. 370 milioni dalla tassazione delle importazioni (+1. 500 milioni, pari a +21. 8%). Il gettito dell´imposta di fabbricazione sugli oli minerali è ammontato a 11. 711 milioni (+71 milioni, pari a +0,6%) e quello dell´imposta di consumo sul gas metano a 2. 381 milioni (+39 milioni, pari al +1,7%). Dall´imposta sul consumo dei tabacchi sono provenuti 5. 548 milioni (+488 milioni, pari a +9,6%), mentre 3. 983 milioni sono stati generati dal lotto (-471 milioni, pari a -10,6%). Entrate territoriali e degli enti locali. Le entrate destinate agli enti territoriali e locali sono risultate di 21. 993 milioni (+1. 226 milioni, pari a +5,9%). · Addizionale regionale all´Irpef: 3. 650 milioni (-220 milioni, pari a -5,7%) · Addizionale comunale all´Irpef: 915 milioni (-22 milioni, pari a -2,3%) · Irap: 17. 428 milioni (+1. 468 milioni, pari a +9,2%). Ruoli. Il gettito derivante dai ruoli è stato di 1. 429 milioni (+710 milioni, pari a +98,7%).
Accertamenti (in milioni di euro) Gettito Lug 2005 Gettito Lug 2006 Var. Ass. Lug 2005-2006 Var. % Lug 2005-2006
Irpef (Ire) 13. 909 15. 111 1. 202 8,6%
Ires 3. 528 4. 178 650 18,4%
Sost. Redditi nonché rit. Su interessi e altri redditi di capit. 597 653 56 9,4%
Sost. Rival. Beni d´impresa, smobil. Fondi in sosp. D´imp. 0 975 975 n. C.
Imp. Sulle riserve matematiche dei rami vita 16 3 -13 -81,3%
Sost. Sui redditi da capitale e sulle plusvalenze 101 171 70 69,3%
Sost. Irpef (Ire), Ires e Irap per rivalutaz. Beni d´impresa 223 149 -74 -33,2%
Altre dirette 925 1. 531 606 65,5%
Imposte dirette 19. 299 22. 771 3. 472 18,0%
Registro 517 444 -73 -14,1%
Iva 8. 621 9. 295 674 7,8%
Bollo 325 360 35 10,8%
Assicurazioni 209 228 19 9,1%
Ipotecaria 148 183 35 23,6%
Canoni di abbonamento radio e Tv 13 12 -1 -7,7%
Concessioni governative 48 94 46 95,8%
Tasse automobilistiche 164 23 -141 -86,0%
Imp. Sugli spettacoli e sul gioco nelle case da gioco 4 3 -1 -25,0%
Diritti catastali e di scritturato 82 97 15 18,3%
Imp. Di fabbricazione sugli spiriti 47 -40 -87 -185,1%
Imp. Di fabbricazione sugli oli minerali 1. 708 1. 814 106 6,2%
Imp. Di fabbricazione sui gas incondensabili 37 40 3 8,1%
Imp. Energia elettrica e addiz. Di cui al Dl 511/88,art. 6,c. 7 102 98 -4 -3,9%
Imp. Di consumo sul gas metano 226 336 110 48,7%
Imp. Di consumo su oli lubrificanti e bitumi di petrolio 24 47 23 95,8%
Tabacchi (imp. Sul consumo) 772 873 101 13,1%
Provento del lotto 534 474 -60 -11,2%
Proventi delle attività di gioco 53 51 -2 -3,8%
Apparecchi e congegni di gioco(Dl 269/2003 art. 39,c. 13) 112 176 64 57,1%
Altre indirette 221 427 206 93,2%
Imposte indirette 13. 967 15. 035 1. 068 7,6%
Totale entrate 33. 266 37. 806 4. 540 13,6%
Accertamenti Gettito Gettito Var. Ass. Var. %
(in milioni di euro) Gen-lug Gen-lug Gen-lug Gen-lug
2005 2006 2005-2006 2005-2006
Irpef (Ire) 79. 218 84. 563 5. 345 6,7%
Ires 14. 574 17. 715 3. 141 21,6%
Sost. Redditi nonché rit. Su interessi e altri redditi di capit. 4. 453 6. 098 1. 645 36,9%
Sost. Rival. Beni d´impresa, smobil. Fondi in sosp. D´imp. 0 3. 543 3. 543 n. C.
Imp. Sulle riserve matematiche dei rami vita 133 1. 044 911 685,0%
Sost. Sui redditi da capitale e sulle plusvalenze 977 1. 705 728 74,5%
Sost. Irpef (Ire), Ires e Irap per rivalutaz. Beni d´impresa 683 430 -253 -37,0%
Altre dirette 2. 641 4. 302 1. 661 62,9%
Imposte dirette 102. 679 119. 400 16. 721 16,3%
Registro 2. 802 2. 821 19 0,7%
Iva 53. 620 58. 682 5. 062 9,4%
Bollo 1. 248 2. 056 808 64,7%
Assicurazioni 1. 264 1. 293 29 2,3%
Ipotecaria 819 1. 072 253 30,9%
Canoni di abbonamento radio e Tv 1. 459 1. 452 -7 -0,5%
Concessioni governative 733 856 123 16,8%
Tasse automobilistiche 362 185 -177 -48,9%
Imp. Sugli spettacoli e sul gioco nelle case da gioco 49 44 -5 -10,2%
Diritti catastali e di scritturato 446 579 133 29,8%
Imp. Di fabbricazione sugli spiriti 310 334 24 7,7%
Imp. Di fabbricazione sugli oli minerali 11. 640 11. 711 71 0,6%
Imp. Di fabbricazione sui gas incondensabili 368 358 -10 -2,7%
Imp. Energia elettrica e addiz. Di cui al Dl 511/88,art. 6,c. 7 670 761 91 13,6%
Imp. Di consumo sul gas metano 2. 342 2. 381 39 1,7%
Imp. Di consumo su oli lubrificanti e bitumi di petrolio 185 246 61 33,0%
Tabacchi (imp. Sul consumo) 5. 060 5. 548 488 9,6%
Provento del lotto 4. 454 3. 983 -471 -10,6%
Proventi delle attività di gioco 411 399 -12 -2,9%
Apparecchi e congegni di gioco(Dl 269/2003 art. 39,c. 13) 692 1. 068 376 54,3%
Altre indirette 1. 090 1. 688 598 54,9%
Imposte indirette 90. 024 97. 517 7. 493 8,3%
Totale entrate 192. 703 216. 917 24. 214 12,6%
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BANCA INTESA: PARTECIPAZIONE FIAT  
 
Milano, 19 settembre 2006 – Banca Intesa informa che ieri ha segnalato alla Consob, inviando il relativo modello 120 A, di essere scesa dal 5,58% al 4,82% del capitale totale di Fiat e dal 4,58% al 2,37% di quello votante. Banca Intesa precisa che tale diminuzione consegue: i) per quanto riguarda la prima quota sopra citata, alla consegna di azioni Fiat ordinarie a fronte della scadenza di opzioni sullo stesso titolo in relazione alle operazioni di copertura della posizione, poste in essere nell’ambito delle usuali politiche aziendali di gestione dinamica del rischio di mercato e comunicate più volte alla comunità finanziaria; ii) con riferimento alla seconda quota suddetta, esclusivamente al prestito di ulteriori 25. 500. 000 azioni Fiat ordinarie (che si aggiungono ai 12. 000. 000 di titoli prestati nello scorso gennaio), effettuato da Banca Intesa nell’ambito dell’abituale attività di prestito titoli. L’attività di prestito titoli - che Banca Intesa ha contribuito a lanciare sul mercato italiano e che sta ulteriormente rafforzando - permette di ottimizzare la redditività dei titoli detenuti in portafoglio. .  
   
   
BANCA POPOLARE DI INTRA: PERVENUTE TRE OFFERTE: BANCA POPOLARE DI VICENZA, CREDITO VALTELLINESE E VENETO BANCA.  
 
 Verbania Intra, 18 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Intra, riunitosi in data odierna sotto la Presidenza del Dott. Luigi Terzoli, ha preso atto della comunicazione dell’Advisor Mediobanca in merito al fatto che, al termine del periodo stabilito per l’invio delle offerte vincolanti da parte delle banche rientranti nella short list individuata nell’ambito del progetto di “autonomia condivisa”, sono pervenute tre offerte: Banca Popolare di Vicenza, Credito Valtellinese e Veneto Banca. Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Intra si riserva di assumere le determinazioni del caso, fermo restando che, entro il 30 settembre 2006, verrà effettuata la scelta della Banca con cui definire gli accordi di aggregazione e valorizzazione del Gruppo Banca Popolare di Intra. .  
   
   
GRUPPO CREDEM, PIANO TRIENNALE 2006-2008. A FINE 2008: RACCOLTA DA CLIENTELA IN CRESCITA MEDIA ANNUA DEL 7,1%  
 
 Reggio Emilia, 19 settembre 2006 - Il direttore generale di Credem, Adolfo Bizzocchi ha presentato ieri alla comunità finanziaria e alla stampa il piano strategico triennale 2006-2008 approvato mercoledì 13 settembre dal consiglio di amministrazione del Gruppo presieduto da Giorgio Ferrari. Il piano strategico 2006-2008, redatto sulla base dell’attuale scenario di previsione economica, si sviluppa in piena continuità con il precedente (2004-2006) i cui obiettivi economici sono stati raggiunti con un anno di anticipo. La pianificazione triennale prevede una marcata focalizzazione sul core business del Gruppo - banking commerciale e wealth management - con particolare attenzione ai target di clientela tradizionali: famiglie, operatori di small business e piccole e medie imprese. La pianificazione 2006-2008 prevede il mantenimento della redditività del Gruppo ai massimi livelli del sistema, tassi di crescita del business in linea con i migliori operatori del mercato, espansione selettiva degli sportelli, rafforzamento del Wealth Management e della base clientela, sviluppo dei processi organizzativi, ottimizzazione della risorsa capitale. Il piano prevede a fine 2008, un utile netto consolidato di oltre 240 milioni di euro. Il Roe a fine 2008 è previsto sopra il 17%. La raccolta da clientela è prevista in crescita con una media annua del 7,1% a quota 69. 404 milioni di euro. Gli impieghi diretti totali cresceranno circa il doppio di quanto stimato dal mercato, con una media annua dell’11,4%, raggiungendo a fine 2008, i 17. 562 milioni di euro. E’ prevista l’apertura selettiva nel Nord-est, Nord-ovest, in Toscana e nella dorsale adriatica di 82 nuove filiali, due nuovi centri imprese e due negozi finanziari (9 sono le chiusure previste per razionalizzare la presenza in alcuni territori). Saranno inoltre reclutati circa 550 nuovi dipendenti e circa 160 promotori finanziari, risorse destinate in prevalenza al settore commerciale. Il Gruppo Credem punta, a fine 2008, ad avere una diffusione territoriale basata su 528 sportelli, 1. 180 promotori finanziari con mandato, 42 centri imprese, 62 negozi finanziari e circa 5. 500 dipendenti. Il cost/income sarà, a fine 2008, al 58,2%* (62%* a fine 2005), nonostante la previsione di importanti investimenti di natura commerciale. Complessivamente nel triennio sono previsti investimenti in marketing e pubblicità per oltre 31 milioni di euro con l’obiettivo di raddoppiare il tasso di acquisizione della clientela, investimenti che si aggiungono a quelli relativi all’apertura di nuovi sportelli ed in information tecnology per complessivi 95 milioni di euro. Sono inoltre previsti interventi per l’ottimizzazione di alcuni processi aziendali della capogruppo, nuovi modelli di misurazione della qualità dei processi commerciali e un più efficiente modello di gestione della spesa. Il piano prevede il mantenimento di una posizione di eccellenza e di avanguardia nell’utilizzo di sistemi interni di rating per la valutazione e gestione del rischio di credito e l’adozione di modelli avanzati anche per i rischi operativi. Il Wealth Management si conferma tra i business di punta del Gruppo e in questa area sono previsti interventi per potenziare l’intera filiera ed investimenti per innovare e razionalizzare la gamma prodotti. Altri dati Il margine di intermediazione si prevede in crescita media annua del 7%, raggiungendo, a fine 2008, 1. 158 milioni di euro contro 945 milioni di euro del 2005. I costi operativi sono previsti a fine 2008 a 674 milioni di euro rispetto a 586 milioni di euro di fine 2005 (+4,7% medio annuo). Per il risultato lordo di gestione è prevista una crescita media annua del 10,5% con obiettivo di raggiungere 484 milioni di euro a fine 2008 (359 milioni di euro a fine 2005). Il risultato operativo è previsto in crescita di circa il 10,5% annuo, attestandosi a 450 milioni di euro a fine 2008 (333 milioni di euro a fine 2005). Il patrimonio di base a fine 2008 è previsto a 1. 388 milioni di euro (1. 056 milioni di euro a fine 2005) con una crescita media annua del 9,5%. Il Tier 1 capital ratio è previsto a fine 2008 a 7,7%, invariato rispetto a fine 2005. .  
   
   
SELLA HOLDING BANCA È LA NUOVA CAPOGRUPPO DEL GRUPPO BANCA SELLA L’OPERAZIONE CONCLUDE IL PIANO STRATEGICO DI EVOLUZIONE STRUTTURALE AVVIATO NEL GENNAIO 2004  
 
Biella, 19 settembre 2006 – E’ diventata operativa dal 14 Luglio la fusione per incorporazione della Finanziaria Bansel (già Capogruppo) in Sella Holding Banca che diviene così la nuova Capogruppo del Gruppo Banca Sella. “L’operazione completa l’evoluzione strutturale del Gruppo Banca Sella prevista dal piano strategico 2004/2006 – afferma Pietro Sella, amministratore delegato di Sella Holding Banca – Avviato a inizio 2004 il piano si è tradotto in 18 operazioni che hanno consentito di dotare il Gruppo Banca Sella di una struttura societaria e di un assetto idonei ad affrontare le sfide del mercato e a puntare sempre più all’eccellenza dei propri servizi alla clientela”. Per effetto di tale operazione in Sella Holding Banca si concentreranno le attività di direzione e coordinamento attribuite alla Capogruppo, unendosi a quelle già svolte dalla banca, ovvero Sistemi di Pagamento, Finanza, Banca Depositaria e outsourcing di Servizi alla totalità delle società del Gruppo e a società terze. La struttura più semplice (il numero di società controllate dal 2004 ad oggi si è ridotto da 43 a 32), meglio organizzata e più efficiente (negli ultimi 3 anni il rapporto dei costi sul margine di intermediazione si è ridotto di circa 5 punti) di cui si è dotato il Gruppo, consente il rafforzamento della governance e del sistema dei controlli, quale supporto alla continuità della crescita, secondo un modello organizzativo adeguato ad un gruppo polifunzionale caratterizzato da società specializzate e da un network di banche vicine al territorio e alla clientela. Al termine dell’operazione Sella Holding Banca, che ha un rating attribuito da Moody’s di A3 (lungo termine), P-1 (breve termine) e C (solidità finanziaria), avrà i seguenti numeri: 1045 dipendenti, patrimonio di 380 milioni di euro, stock di carte di credito e di debito di 318. 850 unità, 66. 115 pos installati e 295 Atm. .  
   
   
BPU BANCA E C.N.A. ROMA PRESENTANO UNA NUOVA INIZIATIVA PER LA PATRIMONIALIZZAZIONE DELLE IMPRESE  
 
Bergamo – Roma, 19 settembre 2006 - Bpu Banca, gruppo bancario presente nella regione Lazio con complessivi 51 sportelli della Banca Popolare di Ancona, della Banca Popolare di Bergamo e della Banca Popolare Commercio e Industria, e gli Enti di Garanzia della Provincia di Roma che si riferiscono a Cna, “Coopfidi Duilio Minicozzi” (circa n. 5800 imprese associate) e “Fid. Art. Lazio” (circa n. 2500 imprese associate), hanno definito, lo scorso 13 luglio, una nuova iniziativa destinata a sostenere il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese associate anche nell’ottica di rispondere meglio ai requisiti imposti da Basilea 2. L´ iniziativa prevede la concessione di finanziamenti a medio termine (durata max 5 anni di cui fino a 12 mesi di preammortamento) fino ad un importo pari a quello dei "conferimenti di capitale" effettuati/da effettuare dai soci delle aziende per il riequilibrio ed il rafforzamento della struttura patrimoniale. I beneficiari di questa iniziativa sono le imprese artigiane e le Pmi costituite in forma di società (di persone o di capitali) o di ditta individuale appartenenti a tutti i settori merceologici, purchè iscritte alla Cciaa ed aderenti ai suddetti Enti; ai fini dell’accesso all’intervento le imprese dovranno disporre o adottare la contabilità ordinaria. Le domande dovranno essere presentate ai suddetti Enti, che provvederanno ad assistere l´impresa nell´istruttoria per la richiesta del finanziamento ed in particolare: nell´elaborazione del piano economico finanziario aziendale nell´individuazione degli interventi proposti per raggiungere un più corretto equilibrio della struttura del passivo. L´erogazione dei finanziamenti avverrà a condizioni di favore: euribor 3 mesi + spread stabilito sia in relazione al merito creditizio dell’Impresa, sia al fatto che i conferimenti dei soci/titolari delle Imprese vengano effettuati contestualmente all’erogazione del finanziamento o in forma differita. La garanzia richiesta sarà pari al 35% in presenza di un conferimento contestuale e al 50% in presenza di un conferimento differito o in situazione di elevata sottocapitalizzazione. Di norma sarà ritenuta sufficiente la garanzia rilasciata dal Confidi. ➢La concessione del finanziamento e´ subordinata alla delibera irrevocabile di aumento capitale sociale e/o impegno dei soci a concedere alla società un finanziamento soci infruttifero in conto futuro aumento di capitale, da formalizzarsi entro l´erogazione del finanziamento stesso; il versamento dei suddetti conferimenti di capitale potrà avvenire contestualmente all´erogazione del finanziamento o, in forma differita, entro la durata del finanziamento. Le principali finalità di questa nuova iniziativa sono: sostenere il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese; ottimizzare le fonti finanziarie aziendali; assicurare più stabilità economica e patrimoniale alle imprese. L´ iniziativa, che si colloca in un momento in cui il tema del finanziamento delle imprese e della loro capitalizzazione è di cruciale importanza, anche in vista di Basilea 2, si presenta anche nell´ottica di valorizzare le competenze ed il ruolo dei Confidi e costituisce un importante segnale di rinnovamento e sviluppo della partnership tra banca e sistema associativo. . .  
   
   
GRUPPO INTERFIDI: UN BILANCIO SEMESTRALE (GENNAIO-GIUGNO 2006) DI SUCCESSO STIMOLA IL TEAM VERSO ALTRI BRILLANTI RISULTATI. OBIETTIVO: CONTINUARE A CRESCERE IN QUALITÀ PER ASSECONDARE IL DESIDERIO DI RINASCITA DELL’ECONOMIA, DA VARESE ALLA BRIANZA, DALL’ALTOMILANESE AL NOVARESE/VERBANO-CUSIO-OSSOLA.  
 
Varese, 13 settembre 2006 - Enzo Ferrari, l’italiano più celebre al mondo per le sue conquiste internazionali nello sport e nella raffinata produzione del made-in-Italy, amava sostenere che “La miglior vittoria è quella che verrà!” E questo è proprio una dei significati strategici che si attaglia perfettamente al Consorzio Fidi che, dal momento della sua nascita, anno 1991, è al servizio di professionisti, artigiani, commercianti e piccola - media industria: è il Gruppo Interfidi che nei primi giorni di luglio ha analizzato i dati emersi nel primo semestre 2006. Alla luce dei ragguardevoli capitali erogati e degli incrementi percentuali, si nutre giustificato orgoglio e piena soddisfazione per i risultati raggiunti, ma si punta sempre più in alto, grazie ad un team preparato e motivato che ha tra i propri obiettivi dichiarati il prossimo raggiungimento dei 100 milioni di Euro di capitale erogato annuo, attuando la strategia vincente che ha visto il Gruppo crescere progressivamente, di anno in anno, dal 1991 ad oggi: l’obiettivo dei vertici del Consorzio Gruppo Interfidi e dell’intero team del settore marketing è quello di condividere con i propri associati – oggi 6000 tra aziende e professionisti compongono la cooperativa di garanzia – strategie di espansione e crescita qualitativa, assecondando il desiderio di rinascita dell’economia, da Varese alla Brianza, dall’Altomilanese al Novarese/verbano-cusio-ossola. Ma analizziamo, uno ad uno, i dati emersi dal bilancio semestrale del Gruppo Interfidi. E’ stata superata la ragguardevole quota dei 40. 011 milioni di Euro di credito erogato alle imprese e ai professionisti, con un incremento di consistenti dimensioni paragonandolo ai risultati degli ultimi due anni: rispetto ai primi sei mesi 2004 si è superato abbondantemente il 200 % (allora il volume era di 18. 217 milioni di Euro), mentre rispetto al primo semestre 2005 ci si è avvicinati addirittura al raddoppio (gennaio-giugno ’05: 23. 817 €). Considerando il primo semestre degli ultimi tre anni, anche il numero delle Pratiche ha osservato un netto incremento, passate da 393 nel 2004 a 489 nel 2005, fino a 752 pratiche dei primi sei mesi del 2006. Un altro dato molto significativo inquadra la serietà e la professionalità del sistema Interfidi, le Escussioni ovvero le pratiche e i contratti sospesi e non andati a buon fine. Il gruppo vanta percentuali dello 0,45 % sul periodo 1991-2005, per scendere allo 0,43 nel giugno 2006: questo è un dato che indica l’affidabilità dell’operazione seguita dal Gruppo Interfidi, sin dalla fase istruttoria. L’obiettivo del Gruppo Interfidi è di raggiungere il traguardo dei 100 milioni di Euro erogati ad aziende e professionisti attraverso la seguente tempistica: 70 milioni di Euro erogati entro la fine del corrente anno, 80 milioni di Euro entro la fine del 2007 ed infine la significativa cifra di 100 milioni di Euro entro il 2008, anno in cui si chiuderà il mandato dell’attuale consiglio d’amministrazione. Lino Giacobbe, Consigliere Delegato del Gruppo Interfidi ha precisato: “Dieci anni fa, dopo soli 5 anni dalla nascita, rapportandoci ai volumi del credito convenzionato riuscivamo ad esprimere un valore non superiore al 10 % del mercato provinciale. Dopo 10 anni, con un continuo lavoro ed impegno nella fase di crescita, formazione dei quadri ed innovazione ed ampliamento delle strutture organizzative, siamo sicuramente ad una quota superiore al 35 % del mercato, rivaleggiando senza alcun timore reverenziale con “competitor” storici e ben radicati da decenni sul territorio”. “Per giungere a questi risultati abbiamo creduto pervicacemente in un modello organizzativo sempre più aggiornato, metodi operativi che valorizzino le professionalità, puntando sulla qualità della formazione in perenne aggiornamento. Negli ultimi tre anni si sono svolti numerosi meeting e convegni per nostri addetti, dedicati ai consulenti finanziari che operano da tempo per noi. Ad essi hanno preso parte come relatori prestigiose figure (economisti, ricercatori, analisti finanziari), alcuni dei quali fanno parte della Consulta Economica del Gruppo Interfidi (Marco Citterio, Caterina Gattamelata, Gianni Dincao, ecc. )”. “Analogamente alla formazione interna, Interfidi ha puntato molto sulla presenza nel territorio, sulla crescita operativa delle proprie sedi e sulla qualità dei servizi offerti. Risale al 2005 l’apertura degli uffici nel centro di Cantu’, in provincia di Como che fa seguito al consolidamento delle sedi storiche di Varese, Albizzate E Luino. Apriremo presto la nuova sede nell’Alto Milanese (autunno 2006) che verrà seguita da un’altra nel Novarese/verbano-cusio-ossola (primavera 2007): il nostro obiettivo dichiarato è aprire filiali per stare accanto ai nostri associati con servizi efficienti e professionali”. Questa mirata strategia di espansione del Gruppo Interfidi ha permesso in breve tempo la stipula di Convenzioni Bancarie con i principali Istituti di Credito presenti sul territorio dell’Insubria: Banca Popolare Commercio Industria, Banca Popolare di Bergamo, Banca Popolare di Milano, Banca di Legnano, Banco di Brescia, Banca Intesa, Unicredit Banca, Banca Popolare di Sondrio, Credito Valtellinese, Credito Artigiano, Banca Popolare Italiana, Banca Regionale Europea, Credito Bergamasco, Banco Desio, Cassa Rurale Bcc di Cantu’, Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, Bpu Leasing. Si ricorda che nel maggio 2006 è stato rinnovato il Consiglio d’amministrazione di Interfidi che resterà in carica nel triennio 2006 - 2008. Confermato il presidente, dottor Antonino Giacobbe, sono entrati nel direttivo della cooperativa di garanzia nuove figure che rappresentano in un modo diversificato il mondo del lavoro: dalla piccola e media industria all’artigianato, dal commercio al terziario e alle professioni. Il consiglio oggi è composto da Antonino Giacobbe (presidente), Ambrogio Mazzetti e Angelo Viganò (vice presidenti), Pasquale Giacobbe (consigliere delegato), Luisa Savogin, Eugenio Volonté, Ileana Belogi, Franco Gasparotto e Angelo Rosellini (consiglieri). Grande è la sensibilità per il credito a sostegno dell’imprenditoria femminile e giovanile. Di rilievo l’incarico alla vice presidenza di Ambrogio Mazzetti, artigiano, a lungo sindaco di Solbiate Arno e attuale presidente del Consiglio Provinciale di Varese. .  
   
   
EQUILYBRA SCELTA COME AUDITOR ESTERNO NEL PROCESSO DI VERIFICA DEL RISPETTO DEL SARBANES OXLEY ACT (SOX) PER LA PROTEZIONE DEGLI INVESTITORI DELLE SOCIETÀ QUOTATE AL LISTINO DI NEW YORK (NYSE)  
 
Milano, 19 settembre 2006 - Equilybra è stata selezionata da uno dei principali operatori nel settore delle telecomunicazioni quale Auditor Esterno nel processo di verifica della Sox compliance. Con particolare riferimento alle sezione 404 della legge americana, le competenze maturate da Equilybra sono state ritenute fondamentali per svolgere le attività legate alla presa in visione della documentazione relativa ai processi, alla verifica e certificazione dell’operatività e dell’efficacia dei processi e del sistema dei controlli interni. L’expertise di Equilybra è stato anche impiegato per attestare la valutazione dei Manager sui controlli interni ed infine per l’esecuzione di test indipendenti. Il Sarbanes Oxley Act (Sox) è una Legge Federale Americana del 2002 per la riforma dell’informativa contabile-finanziaria e per la protezione degli investitori delle società quotate al listino di New York(nyse) che viene applicata anche a tutte le affiliate delle società quotate. Le due sezioni principali sono la 302 e la 404. La prima evidenzia il ruolo di responsabilità di Ceo e Cfo sulla veridicità della pubblicazione dei dati trimestrali e annuali. La seconda sottolinea invece il ruolo centrale del Management nella progettazione di un sistema di controllo interno. La sezione 404 dedicata alle verifiche interne sui rapporti finanziari è inoltre strettamente correlata ai processi It di gestione delle informazioni e di integrità e conformità dei dati. Le linee guida per la realizzazione di un sistema di controlli Sox compliance sono evidenziate dall’Erm (Enterprise Risk Management), il framework di riferimento riconosciuto a livello internazionale per la definizione dei componenti e delle modalità operative dei sistemi di controllo interno. Per le aziende essere Sox compliance vuol dire soddisfare i requisiti di identificazione e documentazione dei processi, ridurre la vulnerabilità dei sistemi It, porre maggiore attenzione alla Segregation of Duties (Principio di Indipendenza dei ruoli) e aumentare l’attendibilità nella struttura dei controlli e nella valutazione dei rischi. I sistemi informativi, in quanto substrato necessario alla gestione finanziaria delle società, giocano un ruolo determinante nei processi di verifica dell’adempimento alla normativa americana, permettendo di monitorare gli accessi ai sistemi ritenuti critici, la segregation of duties (rispetto del principio di indipendenza dei ruoli) nelle attività operative e nelle attività di controllo, la documentazione dei controlli svolti e la redazione e il mantenimento delle procedure. Www. Sarbanes-oxley. Com www. Sarbanes-oxley-forum. Com .  
   
   
ARMI ITALIANE IN MEDIO ORIENTE: UN’INCHIESTA DI MICROFINANZA MENTRE I FONDI PENSIONE USA DISINVESTONO DALLE IMPRESE IN AFFARI COL SUDAN O CON L’IRAN, TRA IL 2001 E IL 2004 TEHERAN E KHARTOUM INSIEME A LIBIA, SIRIA E LIBANO, IN QUEL PERIODO CONTROLLATO DA DAMASCO, HANNO RICEVUTO ARMI DALL’ESTERO PER 327 MILIONI DI DOLLARI. NEGLI STESSI ANNI L’IRAN HA COMPRATO MATERIALE PER REATTORI NUCLEARI PER 286 MILIONI DI DOLLARI. IN TESTA AI FORNITORI, RUSSIA, CINA E ITALIA  
 
 Vicenza, Trento 19 settembre 2006 - Mentre i fondi pensione dei dipendenti pubblici statunitensi scelgono di disinvestire dalle imprese in affari col Sudan per protesta contro il genocidio nel Darfur o da quelle coinvolte nella proliferazione nucleare in Iran, il database del commercio estero delle Nazioni Unite rivela che tra il 2001 e il 2004 Iran, Sudan, Libia, Siria e il Libano, in quel periodo controllato da Damasco, hanno ricevuto armi, munizioni e sistemi di puntamento dall’estero, inclusi paesi occidentali, per oltre 327 milioni di dollari. L’iran, inoltre, ha importato nello stesso periodo materiale per reattori nucleari per 286 milioni di dollari. In testa ai fornitori dei sistemi d’arma, e anche del nucleare, la Russia con 86 milioni di dollari di materiali, in gran parte destinati a Teheran, ma anche alla Siria, al Libano e alla Libia. Al secondo posto la Cina con 73,8 milioni, divisi tra Iran e Sudan. Al terzo posto c’è l’Italia con 34,1 milioni di dollari. Il nostro paese, secondo quanto Microfinanza ha trovato nei dati Onu, ha rifornito la Siria per oltre 20 milioni di dollari e il Libano per 13,8 milioni. Una piccola fornitura da 42 mila dollari di 7 tonnellate di «armi non militari» è arrivata anche in Iran nel 2004. Tra i venditori - soprattutto all’Iran che da solo ha concentrato 196,4 milioni di importazioni complessive - ci sono anche Francia (12,8 milioni), Svizzera (11,6 milioni), Cipro (7,5 milioni), che però riesporta materiale proveniente da altri paesi, Turchia (4,5 milioni), Slovacchia (4 milioni), Stati Uniti (3,7 milioni), Germania (3,6 milioni). In particolare dagli Usa sono state esportate in Iran nel 2004 «altre armi da guerra» per 106 mila dollari sui 115 mila totali del periodo. Il grosso delle forniture di armi all’Iran arriva nel 2002 ed è costituito soprattutto da carri armati e veicoli blindati (77,4 milioni) e da munizionamento (86,9 milioni). Mezzi blindati arrivano dalla Russia (63,3 milioni), dalla Cina (4,2 milioni), dalla Slovenia (2,8 milioni), dalla Germania (2 milioni), dalla Bielorussia (1,5 milioni), dalla Gran Bretagna (quasi 1 milione). Nello stesso anno Teheran vende veicoli blindati al Sudan per 5,9 milioni di dollari. Le munizioni provengono in gran parte dalla Cina (52,6 milioni) e dalla Siria (33,5 milioni). A Damasco vendono soprattutto Italia e Russia. Le esportazioni italiane rientrano in quelle autorizzate dal governo e sono state descritte anche nelle annuali relazioni governative. Si tratta di commesse pluriennali da quasi 220 milioni di euro complessivi per apparati di controllo del tiro prodotti dalla Galileo Avionica, oggi controllata dalla Selex Sensors and Airborne Systems (Finmeccanica 75%, Bae Systems 25%), e destinati a carri armati. Nella classificazione Onu sono «parti e accessori di mirini telescopici per armi», ceduti per 11 milioni nel 2002, 7,6 milioni nel 2003 e 1,6 milioni nel 2004. Anche da Mosca arrivano «mirini telescopici» - del resto i mezzi corazzati che la Siria sta ammodernando con tecnologia occidentale sono di produzione sovietica – per un totale di 11,5 milioni di dollari. L’italia è inoltre la prima fornitrice di armi al Libano sotto tutela siriana, per un totale di 13,8 milioni in quattro anni. In questo caso le vendite riguardano armi leggere e munizioni, generalmente fuori dalle autorizzazioni previste dalla legge 185/90 perché classificate come «armi non militari». In Libano esportano anche Cipro, Turchia, Russia e Stati Uniti. Ancora la Russia, ma questa volta insieme alla Francia, sono gli unici venditori registrati di armi alla Libia. In Sudan, invece, esportano, oltre al già citato Iran, la Svizzera, la Cina e la Francia. Inoltre, anche se non è possibile distinguere le forniture civili da quelle militari, come esportatori di apparati radar ai paesi qui considerati troviamo in testa Italia (20,7 milioni di dollari), Francia (13,3 milioni) e Cina (10,4 milioni). L’italia tra il 2001 e il 2004 è la prima esportatrice in Siria (15 milioni) e vende anche al Sudan (4 milioni) e all’Iran (1,6 milioni). Parigi e Pechino in questo campo riforniscono solo Teheran. Per quanto riguarda invece le forniture di materiale nucleare all’Iran, sempre secondo l’Onu nel quadriennio 2001-2004 sono stati venduti reattori nucleari e loro parti per oltre 286 milioni di dollari, quasi solo dalla Russia (285,6 milioni), con cui l’Iran è in rapporti d’affari dalla metà degli anni ’90. Materiali sono arrivati anche dall’Italia per 303 mila dollari, di cui 299 mila per 8,5 tonnellate di merci nel 2001, e dalla Cina per 158 mila dollari. Cifre minori riguardano la Gran Bretagna, la Germania e la Georgia. Ma l’Italia nel periodo considerato ha rifornito di componenti di reattori nucleari in primo luogo la Libia, dove sono state esportate 89 tonnellate di materiale nel 2004 per oltre 1 milione e mezzo di dollari. Del resto il disgelo con Tripoli ha prodotto all’inizio del 2006 una commessa libica da 80 milioni di euro per 10 elicotteri A109 Power Agusta Westland e l’annuncio da parte di Finmeccanica (comunicato stampa del 17 gennaio 2006) della joint venture aeronautica Libyan Italian Advanced Tecnology Company (Liatec), posseduta al 50% dalla Libyan Company for Aviation Industry e al 50% da Finmeccanica e dalla controllata Agusta Westland. Armi, munizioni, sistemi di puntamento Importazioni 2001-2004 di Iran, Libano, Libia, Siria, Sudan (in dollari)
Fornitori Iran Libano Libia Siria Sudan Totale
Russia 66. 667. 514 4. 334. 581 3. 531. 259 11. 484. 238 86. 017. 592
Cina 67. 945. 833 5. 836. 638 73. 782. 471
Italia 42. 834 13. 823. 713 20. 287. 268 34. 153. 815
Siria 33. 723. 018 33. 723. 018
Iran 3. 075. 504 28. 550. 100 31. 625. 604
Francia 4. 191. 420 2. 059. 419 3. 316. 500 2. 257. 733 1. 037. 631 12. 862. 703
Svizzera 11. 576. 874 11. 576. 874
Cipro 7. 547. 642 7. 547. 642
Turchia 4. 480. 545 4. 480. 545
Slovacchia 1. 352. 995 2. 676. 456 4. 029. 451
Stati Uniti 115. 394 3. 532. 139 15. 269 20. 026 3. 682. 828
Germania 3. 588. 263 3. 588. 263
Emirati Arabi Uniti 2. 842. 264 2. 842. 264
Austria 2. 813. 097 2. 813. 097
Slovenia 2. 793. 518 2. 793. 518
Armenia 2. 640. 469 2. 640. 469
Serbia e Montenegro 2. 634. 898 2. 634. 898
Repubblica Ceca 1. 623. 569 1. 623. 569
Bielorussia 1. 556. 842 1. 556. 842
Singapore 1. 058. 010 1. 058. 010
Gran Bretagna 973. 861 973. 861
Uruguay 844. 868 844. 868
Nuova Zelanda 504. 806 504. 806
Albania 122. 359 122. 359
Totale 196. 412. 263 40. 078. 064 6. 863. 028 37. 104. 743 47. 021. 269 327. 479. 367
Fonte: elaborazione Microfinanza su dati Un Statistics Division, database Comtrade. Reattori nucleari e loro parti Importazioni 2001-2004 dell´Iran (in dollari)
Fornitori 2001 2002 2003 2004 Totale
Russia 58. 942. 792 172. 790. 535 34. 425. 104 19. 500. 688 285. 659. 119
Italia 299. 292 3. 740 303. 032
Cina 45. 826 112. 516 158. 342
Gran Bretagna 81. 321 81. 321
Germania 18. 820 18. 820
Georgia 2. 364 2. 364
Totale 59. 242. 084 172. 840. 101 34. 558. 804 19. 582. 009 286. 222. 998
Fonte: elaborazione Microfinanza su dati Un Statistics Division, database Comtrade. .
 
   
   
PANINVEST FINANCE SCIOGLIE ANTICIPATAMENTE IL PATTO PARASOCIALE DI SNAI SPA E OPZIONA L’8% DI SNAI SERVIZI SRL A FAVORE DI INTERNATIONAL HOLDING GAMES  
 
 Verona, 19 settembre 2006 – Paninvest Finance Spa, società di riferimento del network Pancredit che opera dal 2004 nel campo dei servizi di corporate finance, ha comunicato lo scorso 19luglio, al mercato lo scioglimento anticipato del Patto Parasociale che deteneva oltre il 7% del capitale sociale di Snai Spa. Il Patto, promosso da Paninvest Finance Spa, era stato costituito nel giugno 2005 con l’obiettivo principale di valorizzare il pacchetto azionario nell’interesse dei Soci aderenti. Paninvest ha ritenuto concluso il proprio mandato nel momento in cui Snai ha raggiunto gli obiettivi contenuti nel Piano Industriale 2005-2006. “E’ con estrema soddisfazione che Paninvest Finance comunica al mercato lo scioglimento anticipato del Patto di Sindacato – dichiara Bruno Leonardi, Presidente di Paninvest. – Riteniamo che ad oggi i soci ex pattisti possano essere tutelati dalla corretta e puntuale esecuzione del Piano Industriale da parte del management”. Contestualmente Paninvest Finance annuncia di aver opzionato nei mesi scorsi l’8% del capitale di Snai Servizi s. R. L. , controllante di Snai S. P. A. , a favore di International Holding Games, Società controllata al 100% dalla holding lussemburghese Haxe International Sa. “Attualmente le quote del capitale sociale non prelazionate dai soci di Snai Servizi s. R. L. Risultano pari ad oltre il 2% del capitale” – dichiara Michele Stefanelli, Amministratore Delegato di Paninvest Finance -. ” .  
   
   
ACCORDO DI PARTNERSHIP TRA IL GRUPPO ASSIRECRE E INTER MUTUELLES ASSISTANCE  
 
Roma, 19 settembre 2006 - Il Gruppo Assirecre, leader dell’outsourcing assicurativo indipendente specializzato nella gestione e liquidazione sinistri (Ramo Malattia e altri Rami Elementari) ed Inter Mutuelles Assistance, n° 1 in Europa nel mercato dell’assistenza, hanno firmato un accordo di partnership operativo e commerciale per l’Italia. Un legame naturale quello tra i due Gruppi che si distinguono nel panorama assicurativo italiano per l’indipendenza del loro azionariato e per la medesima “filosofia operativa” che privilegia l’alta qualità delle prestazioni. Grazie all’unione di know how e conoscenze tecnologiche di primario livello, l’intesa permetterà ai due Gruppi di collaborare allo sviluppo di una gamma di servizi innovativi che verranno offerti in partnership, in un’ottica d’integrazione dei rispettivi prodotti. L’accordo permette di offrire la gamma completa dei servizi di assistenza, una rete convenzionata - in Italia e nel mondo - di strutture sanitarie ospedaliere e medici specialisti, con servizi di Call Center informativo dedicato e di Centrale Operativa Sanitaria attiva 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, in grado di assistere il cliente ovunque si trovi in difficoltà (organizzando rimpatri sanitari, invio di medicinali, trasporto in centri medici idonei alla cura della specifica patologia), un ampio network di studi medici dentistici, centri diagnostici polispecialistici, laboratori di analisi, centri di riabilitazione, negozi di ottica e centri per la prevenzione ed il benessere (circuiti fitness), servizi avanzati di gestione amministrativa e liquidativa completa dei sinistri su coperture Malattia, Infortuni, Responsabilità Civile Generale e Assistenza. .  
   
   
IMMIGRATI: UNA RICCHEZZA PER L’ITALIA UN’INDAGINE DI CAMERA DI COMMERCIO DI MILANO RIVELA CHE IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE CON IL MONDO ARABO È UN VALORE AGGIUNTO PER IL PAESE  
 
 Milano, 19 settembre 2006 - L’immigrato come una ricchezza per il nostro Paese, non solo economica, ma anche e soprattutto culturale e sociale. E’ quanto emerge da una ricerca effettuata da Camera di Commercio di Milano, attraverso la sua azienda speciale Cedcamera, su come si pongono i residenti di cinque grandi città italiane (Milano, Bologna, Roma, Napoli e Palermo) nei confronti dei cittadini arabi che, sempre più numerosi, cercano la possibilità di realizzarsi nel nostro Paese. Dall’indagine risulta che per il 79% degli intervistati l’atteggiamento degli italiani verso gli immigrati extracomunitari non sembra essere cambiato rispetto al 2005. In seguito agli attentati in occidente il 54,5% degli intervistati si sente meno sicuro di prima quando transita in prossimità di luoghi pubblici affollati come le stazioni, le metropolitane e i centri commerciali; i cittadini di Palermo continuano a sentirsi sicuri come prima (49,5%). Secondo il 59,8% dei cittadini italiani è giusto che usanze e tradizioni tipiche di ciascuna etnia vengano mantenute nel nostro Paese. Così, ad esempio, secondo il 67,8% degli intervistati i simboli religiosi come il velo e la croce devono essere accettati tutti nello stesso modo. Palermo e Napoli, rispettivamente con percentuali del 81,1% e 71,1%, sono le città che fanno registrare i valori più alti per quanto riguarda la tolleranza nei confronti dei simboli religiosi. La percentuale di coloro che si sono espressi favorevolmente per l’apertura di una moschea nella propria città è del 49,9%, nettamente inferiore a quello del 2005 (61,4%). Napoli con il 59% e Palermo con il 61% di pareri favorevoli risultano le città più tolleranti verso l’apertura di una moschea. Non ci sono preclusioni neanche nei confronti di unioni sentimentali il consenso nei confronti delle coppie miste è del 68%. Le città più favorevoli sono Napoli (73,5%) e Palermo (74%). Sul delicato tema del diritto di voto agli extracomunitari il 51,7% degli italiani intervistati è favorevole alla prospettiva di concedere tale diritto agli immigrati in Italia da oltre 10 anni, anche se non ancora cittadini italiani. Tra le motivazioni di questa scelta vi è il fatto che dopo 10 anni gli extracomunitari sono perfettamente integrati nel nostro Paese (47,4%) e che essi fanno parte ormai della nostra società (28 %). Ormai circa la metà degli italiani (45,2%) frequenta abitualmente i locali gestiti da cittadini arabi e lo scenario sembra essere quello per il quale l’integrazione diventa fiducia: infatti se il 36,5% dichiara di frequentare soprattutto ristoranti, il 12,6% gli alimentari, il 18,6 le pizzerie e il 12,1% negozi di articoli etnici. Rispetto all’indagine del 2005, gli italiani che ritengono che la presenza di immigrati nella propria città possa influire positivamente sulla propria vita sono passati dal 22,2% al 39,6%. 17 e 18 luglio: la quarta conferenza internazionale “Laboratorio Euro-mediterraneo”. Ministri, imprenditori ed intellettuali di 13 Paesi (Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Territori Palestinesi, Tunisia, Turchia,) si sono incontrati in Camera di commercio di Milano (http://www. Euro-mediterraneo. Com). Tra le personalità presenti, il ministro Emma Bonino, il vice ministro Ugo Intini, ministri dei governi turchi, egiziani, algerini, Formigoni, Penati, Moratti e rappresentanti del mondo economico e finanziario come Sawiris, Tronchetti Provera, Profumo. “Milano è da sempre una città aperta ed internazionale – ha commentato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale per l’internazionalizzazione della Camera di Commercio di Milano – ed è il nodo tra Europa e Mediterraneo. Anche quest’anno abbiamo organizzato un tavolo ampio ed internazionale, per condividere strumenti di sviluppo diffuso, convinti come siamo che proprio sul Mediterraneo si giocano le grandi contraddizioni, economiche e sociali, del nostro tempo. ” “La Camera di commercio – ha aggiunto Ermolli – è da anni impegnata a far crescere sia i rapporti commerciali che l’idea di piccola impresa nei paesi dell’altra sponda del Mediterraneo. E’ un contributo concreto alla stabilità dell’area, che ha visto l’adesione del nostro Governo e dei Governi dei Paesi mediterranei. Un segno questo profondo: per Milano la dimensione euro-mediterranea rappresenta un importante orizzonte di sviluppo. Per queste ragioni, abbiamo messo in atto diversi strumenti concreti: finanziari come il fondo Euromed per le piccole e medie imprese, legati al capitale sociale come la Scuola Euromediterranea, e di servizio al nostro sistema economico e istituzionale con le nostre sedi operative nei Paesi del Mediterraneo, dal Marocco alla Turchia, da Israele all’Egitto, dalla Tunisia alla Siria”. Sondaggio della Camera di commercio di Milano, effettuato attraverso la sua azienda speciale Cedcamera, con metodo Cati su 1049 italiani e confronto con analoghi sondaggi effettuati negli anni 2004 e 2005.
Domanda Milano Roma Napoli Bologna Palermo Italia
Gli Immigrati Provenienti Da Tutti I Paesi Arabi Dovrebbero
Adeguarsi alle nostre usanze 47,8 35,2 29,5 32,9 17,1 35,2
Mantenere le loro 49,4 57,1 65,7 64,3 82 59,8
non so/ non risponde 2,9 7,7 4,8 2,9 0,9 5,1
Ritiene Che I Simboli Religiosi Vadano
Tutti incentivati 2,9 1,8 3,6 4,3 0,9 2,4
Tutti tollerati 65,7 65 71,1 64,3 81,1 67,8
Tutti ridotti 8,6 6,1 3,6 2,9 4,5 5,9
Tutti tolti 5,3 5,3 4,8 5,7 0,9 4,8
Incentivati o tollerati solo quelli cattolici 9,4 7,7 5,4 15,7 0,9 7,5
Incentivati o tollerati solo quelli musulmani 0,4 0,4 0 0 0,9 0,4
Ridotti o tolti solo quelli musulmani 4,5 8,8 3,6 2,9 9,9 6,7
Ridotti o tolti solo quelli cattolici 1,2 0,7 0 0 0 0,6
Non so / non risponde 2 4,4 7,8 4,3 0,9 4
Che Cosa Si Dovrebbe Fare Nella Sua Citta’ Per Favorire L´integrazione Degli Immigrati
Creare nuovi posti di lavoro 10,2 10,5 15,1 17,1 11,7 11,7
Controllare l´immigrazione clandestina 53,1 51,9 50,6 35,7 56,8 51,4
Costruire nuove abitazioni per gli immigrati 1,2 3,3 1,2 1,4 1,8 2,2
Costruire più asili e scuole per i figli degli immigrati 2 0,7 1,2 2,9 0,9 1,2
Costruire centri di accoglienza 2,4 2 7,8 0 9,9 3,7
Costruire una moschea 0,8 0,2 0 1,4 0 0,4
Fornire più servizi di assistenza socio-sanitaria 2,9 3,1 3 5,7 8,1 3,7
Creare luoghi di aggregazione con i cittadini milanesi 3,7 1,8 3 11,4 0,9 3
Attivare esami di lingua e cultura italiana per stranieri 4,1 2,8 1,8 1,4 0 2,6
Costituire un assessorato per l’integrazione 7,8 3,1 2,4 1,4 0,9 3,7
Nulla, non va incentivata 5,7 7,7 4,2 10 6,3 6,7
Altro 4,1 8,1 8,4 8,6 1,8 6,6
Non so / non risponde 2 5 1,2 2,9 0,9 3,1
Quanto È Favorevole Alla Creazione Di Coppie Miste Cioè Composte Da Italiani, Uomini O Donne, E Immigrati Dei Paesi Arabi Del Mediterraneo?
Molto 30,6 27,4 35,5 21,4 22,5 28,5
Abbastanza 29,4 42 38 44,3 51,4 39,6
Totale favorevoli 60 69,4 73,5 65,7 73,9 68,1
Poco 18,4 11,4 9,6 7,1 11,7 12,5
Per nulla 17,1 11,8 10,2 15,7 8,1 12,7
Totale non favorevoli 35,5 23,2 19,8 22,8 19,8 25,2
Non so / non risponde 4,5 7,4 6,6 11,4 6,3 6,8
Ha Dei Conoscenti Provenienti Dai Paesi Arabi Del Mediterraneo?
Si, molti 8,6 5,9 3 15,7 0,9 6,2
Sì, abbastanza 9,8 9,4 6,6 5,7 4,5 8,3
Sì, pochi 27,3 27,8 24,7 30 45 29,2
Totale sì 45,7 43,1 34,3 51,4 50,4 43,7
No 54,3 56,9 65,7 48,6 49,5 56,3
Quanto Sarebbe Favorevole All’apertura Di Una Nuova Moschea Nella Sua Città?
Molto 13,5 7,7 18,1 10 8,1 10,9
Abbastanza 35,1 36,3 41 42,9 53,2 39
Totale favorevoli 48,6 44 59,1 52,9 61,3 49,9
Poco 13,5 14,9 7,2 17,1 15,3 13,5
Per nulla 28,6 30,4 18,1 20 11,7 25,4
Totale non favorevoli 42,1 45,3 25,3 37,1 27 38,9
Non so / non risponde 9,4 10,7 15,7 10 11,7 11,2
Per Quali Motivi Sarebbe Favorevole All’apertura Di Una Moschea? ( risposta multipla)
Una città deve essere aperta alle religioni di tutti 43,9 54,4 53 49 46,2 50,1
E’ un primo passo per una politica d’integrazione 19,5 14,2 14,9 28,6 18,3 17,1
E’ un modo per avvicinarsi con reciprocità: una nuova moschea da noi in cambio di una chiesa da loro 8,5 8,8 8,2 4,1 4,8 7,7
Sono favorevole purché sia luogo di dialogo 21,3 15,7 11,2 10,2 27,9 17,6
Altro 6,1 4,2 9,7 8,2 1,9 5,6
Non so / non risponde 0,6 2,7 3 0 1 1,8
Per Quali Motivi Non Sarebbe Favorevole All’apertura Di Una Moschea? (risposta multipla)
Niente moschea, è un ritrovo di terroristi 15,6 6,1 16,4 17,1 18,8 11,2
Niente moschea, è’ una religione pericolosa: non consente l’integrazione 14,8 12,6 16,4 22,9 15,6 14,5
Niente moschea, si possono spendere meglio i soldi pubblici 32 26,8 32,7 37,1 25 29,4
No, è difficile trovare una zona adatta per costruirla, crea problemi alla città 12,3 8,1 9,1 2,9 3,1 8,6
Altro 13,9 39 18,2 5,7 9,4 26,1
Non so / non risponde 11,5 7,3 7,3 14,3 28,1 10,2
Le È Mai Capitato Di Frequentare Locali/esercizi Commerciali Gestiti Da Cittadini Arabi?
45,7 49,5 25,3 55,7 49,5 45,2
No 54,3 50,5 74,7 44,3 50,5 54,8
Se Sì, Quali Sono I Locali Che In Particolare Le È Capitato Di Frequentare? (Risposta multipla)
Ristoranti 38 37,7 39,7 21,8 36,5 36,5
Pizzerie 20,3 19,6 15,5 23,6 10,6 18,6
Tavole calde/rosticcerie 8,9 5 12,1 5,5 10,6 7,2
Macellerie 6,3 0,3 1,7 3,6 0 2
Alimentari 10,8 13,1 3,4 38,2 3,5 12,6
Mercatini 3,8 9,5 5,2 3,6 7,1 7,1
Scuole di danza 0 0,6 0 0 0 0,3
Agenzie di viaggi 0,6 0,3 0 0 0 0,3
Hammam 0,6 0 0 0 0 0,1
Negozi di articoli etnici 9,5 10,7 17,2 1,8 25,9 12,1
Altro 1,3 2,4 5,2 0 2,4 2,2
Non so /non risponde 0 0,9 0 1,8 3,5 1
Per Quali Motivi Li Frequenta/li Ha Frequentati (multipla)
Mi piace il loro cibo/mi piace mangiare straniero 25,3 17,2 19,3 8,2 21,1 19,2
Mi piace il loro modo di cucinare 7,8 6,9 8,8 12,2 1,1 6,9
Cucinano bene i cibi italiani 1,9 1 0 0 0 0,9
Mi trattano bene 3,9 6,5 5,3 20,4 6,7 6,9
I proprietari sono simpatici/affabili/cordiali 6,5 4,1 7 10,2 4,4 5,5
Praticano ottimi prezzi 3,2 5,2 5,3 4,1 6,7 4,8
Sono puliti 1,3 0 0 0 1,2 0,5
Sono vicini alla zona nella quale abito/lavoro 7,1 13,7 8,8 26,5 2,2 11,1
Per sperimentare/provare 13 19,9 12,3 2 34,4 18,3
Mi piace acquistare etnico 5,8 4,8 7 2 5,6 5,1
Per conoscere meglio la loro cultura 11 9,3 10,5 0 13,3 9,7
Altro 11,7 5,5 14 10,2 0 7,3
Non so/ non risponde 1,3 5,8 1,8 4,1 3,3 3,9
Per Quali Motivi Non Li Frequenta/ Non Li Ha Frequentati?
Non mi piace il loro cibo/Non mi piace mangiare straniero 5,4 4,3 5 5,9 3,1 4,7
Non mi piace il loro modo di cucinare 4,8 5 2,1 2,9 1,6 3,9
Non cucinano bene i cibi italiani 1,4 0,4 0 0 0 0,5
Non mi trattano bene 0 0,8 0 0 0 0,3
I proprietari non sono simpatici/affabili/cordiali 1,4 1,2 0 2,9 0 0,9
Non praticano ottimi prezzi 1,4 0 0 0 0 0,3
Non sono puliti 1,4 1,6 0 2,9 3,1 1,4
Non mi piace sperimentare/provare 5,4 5 3,6 2,9 1,6 4,4
Non mi piace acquistare etnico 1,4 2,3 1,4 0 3,1 1,9
Non mi interessa la loro cultura 27,9 17,4 8,6 41,2 21,9 19,6
Non sono vicini alla zona nella quale abito/lavoro 16,3 16,7 22,9 8,8 28,1 18,7
Altro 18,4 27,1 50,7 23,5 17,2 29,1
Non so/ non risponde 15 18,2 5,7 8,8 20,3 14,5
Le Elenchero’ Adesso Una Serie Di Attivita’ E Di Rapporti Interpersonali Che Fanno Parte Della Nostra Quotidianita’. Quali Delle Seguenti Attivita’ Svolgerebbe/avviarebbe Indistintamente Sia Con Un Arabo Sia Con Un Italiano? (multipla)
Affittare una casa 9,6 9,2 5,8 5,7 17,6 9,6
Avviare una società d’affari 6,8 10,1 9,4 8 3,6 8,3
Prestare soldi 2,2 0,7 1 2,3 0 1,1
Affidare un compito di baby sitting 6,8 4,6 4,2 6,8 4,8 5,3
Affidare un compito di dog sitting 4,7 1,4 2,6 3,4 1,2 2,5
Affidare la custodia degli anziani 13 9,9 8,9 8 17,6 11,3
Affidare la custodia della casa 6,8 5,8 6,3 1,1 17 7,2
Acquistare alimentari 4,3 4,8 2,6 13,6 1,8 4,6
Avere l’ insegnante dei propri figli 3,7 2,7 0,5 1,1 4,8 2,8
Essere in cura con un medico infermiere 4,3 5,1 3,7 4,5 6,7 4,9
Nessuna, preferisco non avere rapporti con cittadini arabi 16,1 16,6 16,2 15,9 15,8 16,3
Altro 15,8 16,1 29,3 14,8 3 16,2
Non so/ non risponde 5,6 13,1 9,4 14,8 6,1 10
Quali Dei Personaggi Famosi, Che Lega Il Mediterraneo All’italia, Lei Apprezza Di Più?
Magdi Allam (giornalista) 35,1 19,3 13,3 25,7 16,2 22,1
Naguib Sawiris 0 1,1 0,6 1,4 0 0,7
Emma Bonino 16,3 12 13,3 15,7 11,7 13,4
Franco Battiato 11 14,2 15,1 12,9 27 14,9
Jnifen Afef 3,7 3,5 7,2 2,9 3,6 4,1
Omar Sharif 11 14,7 9 5,7 10,8 11,9
Edwige Fenech 2,4 5,5 8,4 5,7 4,5 5,1
Altro 2,9 1,5 4,2 1,4 1,8 2,3
Nessuno 11,4 21 16,3 15,7 21,6 17,7
Non so/ non risponde 6,1 7,2 12,7 12,9 2,7 7,7
Lei E’ Favorevole O Contrario Alla Concessione Del Diritto Di Voto Agli Immigrati Extracomunitari Regolari Residenti In Italia Da Oltre 10 Anni Ma Non Ancora Cittadini Italiani? Per Quale Motivo?
Favorevole, dopo 10 anni sono perfettamente integrati 39,8 56,7 51 19 44 47,4
Favorevole, ormai fanno parte del nostro sistema/società 31,6 19,8 30 45,2 36 28
Favorevole, concorrono alla crescita dell’ economia italiana 4,5 5,5 0 7,1 6 4,4
Favorevole, pagano le tasse 15 10,1 9 23,8 8 12
Favorevole, non ha importanza se hanno provenienza straniera 2,3 2,3 3 2,4 4 2,6
Favorevole, non importa se non hanno ancora la cittadinanza italiana 2,3 0,9 4 0 2 1,8
Altro favorevole 3 2,3 2 2,4 0 2,2
Totale favorevoli 54,3 47,5 60,2 60 45 51,7
Contrario, anche dopo 10 anni non saranno mai perfettamente integrati 11,2 9,4 5,8 15,4 7,5 9,5
Contrario, non fanno parte del nostro sistema/società 14,3 16,5 5,8 19,2 26,4 16,1
Contrario, non concorrono alla crescita dell’economia italiana 1 0,9 1,9 0 0 0,9
Contrario, non pagano le tasse 4,1 1,4 0 7,7 1,9 2,3
Contrario, hanno comunque provenienza straniera 5,1 3,8 11,5 0 1,9 4,5
Contrario, perché non hanno ancora la cittadinanza italiana 52 58,5 69,2 50 58,5 57,8
Altro contrario 9,2 5,2 3,8 3,8 0 5,2
Totale contrario 40 46,4 31,3 37,1 47,7 42
Non indica 5,7 6,1 8,4 2,9 7,2 6,3
Rispetto Al Mese Di Giugno Del 2004, Il Suo Atteggiamento Verso Gli Immigrati È Di:
Maggiore diffidenza 10,6 12,7 11,4 14,3 2,7 11,1
Minore diffidenza 8,2 7,4 4,8 8,6 9,9 7,5
Non è cambiato 78,8 78,3 80,1 72,9 84,7 79
Non indica 2,4 1,5 3,6 4,3 2,7 2,4
Lei Pensa Che La Presenza Di Immigrati Nella Sua Città Possa Influire Sulla Sua Vita? E In Che Senso?
Molto positivamente 3,3 3,3 1,2 4,3 9 3,6
Abbastanza positivamente 41,2 32,2 33,1 34,3 45,9 36
Totale positive 44,5 35,5 34,3 38,6 54,9 39,6
Abbastanza negativamente 16,3 16 10,8 17,1 8,1 14,5
Molto negativamente 6,9 5,7 9 8,6 1,8 6,3
Totale negative 23,2 21,7 19,8 25,7 9,9 20,8
Non indica 32,2 42,9 45,8 35,7 35,1 39,6
Infine, Rispetto Al Mese Di Giugno Dello Scorso Anno, Quanto Si Sente Sicuro Quando Transita In Prossimità Di Luoghi Pubblici Affollati Come Le S Tazioni, Le Metropolitane, I Centri Commerciali?
Più sicuro di prima 1,6 1,1 1,2 0 0,9 1,1
Meno sicuro di prima 50,6 58,4 59 47,1 45 54,5
Sicuro come prima 42 36,1 34,3 45,7 49,5 39,3
Non indica 5,7 4,4 5,4 7,1 4,5 5,1
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NEL SECONDO TRIMESTRE 2006 CRESCONO GLI ORDINI DI MACCHINE UTENSILI (+26,9%). RISULTATI POSITIVI SIA DAL MERCATO INTERNO (+59,4%) SIA DA QUELLI STRANIERI (+2,8%)  
 
Cinisello 19 settembre 2006 - Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre: “È ora necessario che il governo elimini tutte le restrizioni imposte alle imprese industriali dal cosiddetto ‘pacchetto Visco’ che, così impostato, porta un ingiusto aumento dei costi, rivelandosi un vincolo al mantenimento della competitività delle nostre aziende”. Nel secondo trimestre 2006, l’indice degli ordini di macchine utensili elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-sistemi Per Produrre, ha registrato una crescita del 26,9%, rispetto allo stesso periodo del 2005, attestandosi ad un valore dell’indice pari a 78,3 (base 2000=100). Tale risultato è stato determinato, principalmente, dall’ottimo andamento degli ordinativi raccolti sul mercato interno cresciuti del 59,4% rispetto allo stesso trimestre del 2005. Il valore assoluto dell’indice si è attestato a 70,6 punti. Alla luce di questo dato sono due le considerazioni: da un lato, nonostante il valore assoluto sia ancora inferiore a quello dell’anno base (108,8), esso è comunque al di sopra del valore medio degli ultimi dieci anni (65), dall’altro, occorre considerare che il confronto avviene con il secondo trimestre 2005 che si era rivelato particolarmente negativo. Per quanto concerne l’estero, prosegue il trend positivo degli ordini raccolti sui mercati stranieri che hanno registrato un incremento del 2,8%. In valore assoluto l’indice ha raggiunto 83,1 punti; si tratta del valore più alto dal 2000. A livello complessivo, nei primi sei mesi dell’anno in corso, l’indice totale degli ordini ha registrato un incremento del 21,6% rispetto allo stesso periodo del 2005, in virtù del positivo riscontro sia dal mercato domestico (+26,4%) sia dall’estero (+15,9%). Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre, l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, ha così commentato: “tali risultati confermano, da un lato, la ripresa degli investimenti in beni strumentali, in atto nel mercato domestico, che segna risultati positivi ormai da tre trimestri consecutivi, dall’altro, il proseguire della dinamicità dei mercati stranieri”. “Credo - prosegue Tacchella - che la prossima edizione di Bi-mu, la biennale della macchina utensile in programma in ottobre (dal 5 al 10) presso i padiglioni della nuova fiera di Milano, sarà il momento decisivo per consolidare e dare ulteriore slancio alla avviata ripresa interna. Ciò conferma l’avvedutezza dei costruttori italiani e stranieri che hanno già aderito alla manifestazione espositiva, che quest’anno celebra la sua venticinquesima edizione, a testimonianza del successo e dell’apprezzamento che espositori e visitatori le riservano da quasi cinquanta anni”. D’altro canto - rileva il presidente di Ucimu-sistemi Per Produrre - affinché la ripresa in atto sul mercato interno assuma carattere strutturale, occorre che il sistema paese supporti tale processo. A tale proposito siamo sostanzialmente d’accordo con le politiche di liberalizzazione avviate dall’attuale governo, anche se riteniamo che debbano essere indirizzate anche a altri comparti, quali, per esempio, quello delle banche, dell’energia e dei trasporti. Interventi in tali settori avrebbero, infatti, maggiore impatto sulla competitività dell’intero sistema industriale italiano. A ciò occorre aggiungere misure volte a sviluppare, ove possibile, un adeguato sistema infrastrutturale che ci penalizza ancora pesantemente. Vista la carenza di risorse a disposizione, è necessario che il governo si concentri su un numero limitato di priorità. Infine, occorre prevedere una decisa riduzione della pressione fiscale complessiva, sia sul fattore lavoro sia sul capitale, elemento gravemente penalizzante per le nostre imprese”. “E’ ora necessario che il governo elimini tutte le restrizioni imposte alle imprese industriali dal cosiddetto ‘pacchetto Visco’ che, così impostato, porta un ingiusto aumento dei costi, rivelandosi un vincolo al mantenimento della competitività delle nostre aziende”. “Ribadiamo la necessità di liberalizzare le quote di ammortamento dei beni strumentali. Una misura, questa, che, sebbene destinata specificatamente al settore dei sistemi di produzione, porterebbe giovamento a cascata a tutto il sistema industriale del paese”. “I risultati raccolti fuori dal territorio nazionale confermano l’apprezzamento del made by Italians settoriale nelle principali aree di sbocco del nostro export ma occorre consolidare la nostra presenza su tali mercati in modo strutturato. La capacità di istallarsi in zone con buone prospettive di crescita futura sono alla base del mantenimento della competitività sui mercati esteri”. “A tal fine, la neutralità fiscale dei processi di aggregazione tra imprese aventi obiettivi comuni, è uno strumento necessario per far fronte alla limitata dimensione aziendale delle nostre imprese, ostacolo all’evoluzione dei processi di internazionalizzazione e di innovazione del settore”. “A questo proposito - conclude Alberto Tacchella - chiediamo misure volte, da un lato, a favorire l’attività di innovazione svolta in piena autonomia dalle imprese e, dall’altro, la collaborazione continua e costante con il mondo accademico e della ricerca, per sviluppare un circolo virtuoso che coinvolga imprese, università e centri di ricerca”. “Tra le misure che possono favorire lo svilupparsi di tale circolo suggeriamo l’introduzione di un credito di imposta pari al 50% del totale delle spese in ricerca per progetti assegnati dalle imprese alle università”. . .  
   
   
PREMIO INTERNAZIONALE LEONARDO DA VINCI ALLA TECHNOLOGY EXHIBITIONS WEEK (20-23 SETTEMBRE, NUOVO POLO DI FIERAMILANO-RHO)  
 
 Milano, 19 settembre 2006 - Si svolgerà il 20 settembre 2006 nell’ambito della Technology Exhibitions Week – il grande evento fieristico internazionale che per la prima volta riunisce 5 fiere leader per altrettanti settori: Bias, Fluidtrans Compomac, Mechanical Power Transmission & Motion Control, Bias Manufacturing Solutions e Bi. Man – la cerimonia di consegna del Premio Internazionale Leonardo Da Vinci. Giunto alla dodicesima edizione, il Premio è ideato e promosso da Aipi, Associazione Italiana Progettisti Industriali e vuole essere un riconoscimento personale a chi ha portato un valido contributo all’innovazione tecnica in campo industriale. Il premio viene assegnato, con cadenza triennale, a un progettista italiano, un progettista straniero e un’azienda Italiana che abbia contribuito a valorizzare all’estero i prodotti made in Italy. I vincitori dell’edizione 2006 sono: Jean Pierre Privè – Bonneville – Francia. Una vita lavorativa dedicata al settore della fluidodinamica, da studioso ricercatore a eclettico progettista. Profondo conoscitore di sistemi ad elevata tecnologia, ha ideato e calcolato, tra l’altro, supporti idrostatici di periscopi per sottomarini nucleari, per l´orientamento di telescopi e servovalvole per impianti frenanti di aerei (Concorde, Airbus, etc). Franco Pavesi – Milano. Nella sua lunga carriera di progettista e di innovatore nel campo delle trasmissioni, si è dedicato fin da giovanissimo ai cambi di velocità, e ha realizzato in seguito nuovi prodotti come variatori, prese di forza e frizioni, parte dei quali basati sul giunto idrodinamico. È fondatore ed attuale Presidente della Transfluid. Dallara Automobili – Varano Melegari – Parma. Un’azienda tra le più importanti a livello mondiale che da più di trent’anni si occupa con successo di vetture da competizione, dalla progettazione alla costruzione, contribuendo in modo determinante a far conoscere la genialità italiana nel mondo. La premiazione avverrà alle ore 17. 30 di mercoledì 20 settembre presso il Padiglione 18 (Sala Verde) del nuovo quartiere espositivo di Fieramilano-rho, in occasione della giornata inaugurale della Technology Exhibitions Week, l’appuntamento irrinunciabile per tecnici e progettisti di tutto il mondo, che in un’unica occasione potranno “toccare con mano” un’offerta merceologica completa e trasversale, che spazia dall’automazione industriale al controllo di processo, dalla potenza fluida alla trasmissione meccanica di potenza, dall’elettronica all’It per l’industria sino alla manutenzione. .  
   
   
“BUON MOMENTO” PER LE TECNOLOGIE ITALIANE PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO  
 
Assago, 19 settembre 2006 - Il secondo trimestre del 2006 conferma che l’industria italiana delle macchine e degli utensili per la lavorazione del legno sta vivendo una buona stagione. Anche se la dinamica non è stata così soddisfacente come nel periodo precedente, gli indici sono ancora una volta caratterizzati dal segno più, ribadendo la tendenza che ha preso il via nella seconda metà del 2005. L’indagine congiunturale – effettuata, come tradizione, dall’Ufficio studi di Acimall su un campione che rappresenta tutte le tipologie e le classi dimensionali delle realtà produttive di settore – rivela che da aprile a giugno gli ordini sono cresciuti del 5,2 per cento rispetto allo stesso trimestre 2005, un risultato dovuto alla domanda del mercato nazionale (più 23,5 per cento) e alla sostanziale stabilità delle esportazioni, aumentate dell’1 per cento. Nei primi sei mesi di quest’anno, secondo quanto dichiarato dalle aziende intervistate, i prezzi sono cresciuti del 2,1 per cento. La produzione assicurata, al termine del secondo trimestre, si stabilizza intorno a 3,4 mesi. L’indagine qualitativa sul periodo aprile-giugno 2006 mostra, sulla base dei pareri espressi dalle aziende che fanno parte del campione, che il 46 per cento degli intervistati indica un andamento della produzione stazionario, il 43 per cento in crescita e l’11 per cento in diminuzione. Le giacenze risultano stabili nel 71 per cento dei casi, in diminuzione nel 22 per cento e in crescita nel 7 per cento. L’occupazione viene, invece, indicata stazionaria dall’85 per cento del campione e in aumento dal 15 per cento, mentre nessuno degli intervistati ne segnala la diminuzione. Per il prossimo periodo le previsioni sono improntate da una prudenza diffusa, anche se non mancano segnali di ottimismo. Gli ordini dall’estero rimarranno stabili secondo il 68 per cento del campione, aumenteranno per il 25 per cento e saranno in calo per il 7 per cento (saldo positivo +18). Per il mercato interno le indicazioni relative ai prossimi mesi segnalano una situazione analoga a quella attuale nel 71 per cento dei casi, una ulteriore crescita per il 18 per cento degli intervistati e una contrazione nel restante 11 per cento (saldo positivo +7). .  
   
   
NUOVE OPPORTUNITA’ PER LE IMPRESE DEL LEGNO NEL SETTORE DELLA NAUTICA DA DIPORTO  
 
 San Giovanni al Natisone, 19 settembre 2006 - Prosegue l’impegno di Area Science Park a supporto dello sviluppo del settore della nautica da diporto in Friuli Venezia Giulia, attraverso il progetto Innovation Network. Mentre è in fase di completamento la prima rilevazione della consistenza e delle potenzialità di questo settore nel Friuli Venezia Giulia (grazie alla collaborazione del Dipartimento di Economia e Tecnica Aziendale dell’Università di Trieste e che verrà presentata il prossimo autunno), lo scorso 19 luglio è stato promosso un incontro presso il Catas spa per proporre alle imprese della lavorazione del legno due nuovi progetti di costruzione di barche da diporto in legno (barche a vela e motoscafi) e valutare cosi nuove opportunità di collaborazione, sinergia e sviluppo con un settore promettente come quello della nautica da diporto. I due progetti sono stati illustrati da Giorgio Ferluga (Cantieri Alto Adriatico), Renato Scherbi (Cantieri Stratos) e dal progettista Maurizio Cossutti, mentre Paolo Cattapan (Servizio Trasferimento Tecnologico di Area Science Park) e Angelo Speranza (Catas spa) hanno tracciato contesto e obiettivi in cui si inquadra l’iniziativa. Un contesto che vede l’attivazione in Friuli Venezia Giulia di sinergie tra attori diversi che operano a supporto dell’innovazione nelle imprese. Proprio grazie alla proficua collaborazione tra Area, Progetto Imprenderò, Sportello Innovazione di Confartigianato Udine e First sas è stato possibile infatti individuare due imprese regionali che condividono un’unica esigenza di innovazione: realizzare barche da diporto in legno di concezione innovativa, valorizzando il patrimonio culturale dei Maestri d’Ascia dell’Alto Adriatico e della figura del carpentiere navale in un contesto di mercato moderno. Per mettere a frutto tutte le conoscenze e le tecnologie che le imprese regionali sono in grado di offrire, anche favorendo la riconversione e il trasferimento di know how e tecnologie da settori produttivi alla ricerca di nuovi sbocchi (industria della sedia). La costruzione di barche in legno è stata relegata negli ultimi decenni in secondo piano dall’avvento della vetroresina e risulta oggi accessibile ad una ristretta nicchia di armatori appassionati, proprietari di “pezzi unici” di elevato pregio e costo. A differenza di altri settori, in quello navale da più di 50 anni non c’è stato alcuno studio per migliorare la produzione di barche in legno, ma l’interesse per queste costruzioni è tutt’altro che in declino: la barca in legno resta capace di trasmettere delle sensazioni uniche dovute alla natura stessa del materiale usato, al suo calore, alle affascinanti finiture. Il legno nella nautica offre in più altri vantaggi: bassa infiammabilità rispetto ai materiali compositi, elevata riciclabilità, resistenza meccanica, facilità di lavorazione, galleggiabilità etc. Il primo progetto presentato da Alto Adriatico Tecnologia e Sviluppo srl, spin off di Cantieri Alto Adriatico, prevede la progettazione e realizzazione di un innovativo sistema semi-industriale che permetta di produrre in piccole/medie serie, barche a vela di lusso a costi contenuti. Il secondo progetto (Cantieri Stratos) si rivolge invece alla produzione di motoscafi in legno. L’operazione si basa sull’idea di realizzare imbarcazioni in legno con un nuovo criterio di costruzione, a metà strada tra l’organizzazione a carattere artigianale e la produzione in serie. Il contenuto tecnologico delle due proposte si basa sulla messa a punto di processi produttivi innovativi per il settore, che consentono la realizzazione in serie delle fasi di taglio, sagomatura e curvatura del fasciame e degli elementi strutturali di imbarcazioni da diporto, quali barche a vela e motoscafi. Il tutto in un contesto di mercato moderno, che va ad attingere al patrimonio storico e alle vocazioni tipiche del territorio regionale per quanto riguarda la lavorazione del legno, la tradizione nautica, nonché l’innovazione e la ricerca. .  
   
   
LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE IN AZIENDA: I PROFILI E LE ATTESE DI UNA FUNZIONE IN CRESCITA UN’INDAGINE GIDP – INAZ – MONSTER RIVELA LE NUOVE FRONTIERE DEL SETTORE  
 
Milano, 19 settembre 2006 – E’ sempre più orientato a fornire un supporto strategico al cambiamento dell´azienda, utilizza in modo intensivo le tecnologie e non solo per i compiti di ordinaria amministrazione ma anche per aumentare le capacità di pianificazione, relazione e comunicazione; vede una forte presenza femminile e privilegia alcuni indirizzi di formazione di laurea: giurisprudenza ed economia in testa. Stiamo parlando delle nuove frontiere della funzione del direttore delle risorse umane, il cui profilo e le cui tendenze sono rivelate dalla ricerca, giunta alla sua seconda edizione, su ‘Prospettive della Direzione Risorse umane – evoluzione del ruolo e delle competenze’, condotta da Gidp (Gruppo Intersettoriale Direttori del Personale), in collaborazione con Inaz, la maggiore azienda italiana interamente dedicata alle soluzioni per la gestione e amministrazione del personale, e Monster. It. L’indagine, coordinata da Luca Vanni, vicepresidente dell’Associazione Direttori Risorse Umane, è stata condotta presso un campione di oltre 150 aziende appartenenti a diverse tipologie e classi dimensionali, dalla Pmi alla grande impresa multinazionale. Quattro sono le macro-aree sulle quali in particolare si è concentrata la ricerca: la tipologia delle aziende e le competenze richieste nella funzione, l’evoluzione del ruolo e dei compiti richiesti, la presenza femminile, l’impiego delle tecnologie software e servizi. Per quanto riguarda la dimensione delle aziende, nel campione esaminato, il 39% dei responsabili appartiene ad aziende con più di 500 dipendenti e oltre il 60% ad aziende con oltre 250 dipendenti. I responsabili della funzione sono dirigenti nel 72% dei casi e quadri per un altro 22%, ma non manca anche una quota del 3% di ‘temporary manager’. E’ forte la presenza di multinazionali a proprietà straniera (43% del campione di quanti hanno risposto al questionario). Il 31% di quanti compongono il panel ha una laurea in legge, seguito dal 20% laureato in economia e dal 13% laureato in scienze politiche. Nel 36% dei casi il responsabile Hr gestisce direttamente o attraverso collaboratori anche gli aspetti della comunicazione interna e dell’eventuale portale Intranet, mentre nel 28% è inserita anche una funzione legale. Alla direzione del personale / Hr sono ricondotte in moltissimi casi anche funzioni che riguardano la privacy (51%) e i Servizi Generali (43%). L’indagine rivela anche una presenza ormai assai significativa femminile: il 36% del campione sono infatti donne. Una sezione è dedicata all’impiego di strumenti software e servizi, quindi anche di outsourcing. La gestione amministrativa del personale, come era del resto facile attendersi, avviene interamente con strumenti informatici (100% di penetrazione) e anche una serie di applicazioni-base è svolta nel 90% dei casi attraverso il computer. Naturalmente si tratta di compiti che possono essere svolti internamente all’azienda o all’esterno e il ricorso a servizi esterni assume un grado elevato. Le tendenze e le nuove realtà L’indagine identifica anche la ripartizione degli impegni attuali e le previsioni per il prossimo futuro. Il quadro che emerge “è quello di un settore dinamico, nel quale già oggi viene chiesto lo svolgimento di un ruolo esteso in più direzioni e gli stessi ‘addetti ai lavori’ individuano in prospettiva un coinvolgimento sempre più diretto a supporto delle strategie aziendali e dell’innovazione dell’organizzazione e dell’impresa”, sottolinea Luca Vanni, vicepresidente dell’Associazione Direttore Risorse Umane, che ha coordinato la ricerca. I responsabili Hr (Risorse umane), secondo l’indagine, passano il 17% del proprio tempo ad occuparsi delle relazioni col personale e il 14% a occuparsi di formazione, due valori in chiaro aumento rispetto all’indagine precedente Seguono, con l’11% del tempo altri due tipi di attività: il reclutamento / selezione e più in generale il supporto alle strategie del top management aziendale. Al quinto posto arrivano le relazioni sindacali, con il 10% del tempo medio. .  
   
   
CONVEGNO INTERNAZIONALE “ADVANCING PUBLIC PROCUREMENT: PRACTICES, INNOVATION AND KNOWLEDGE-SHARING”  
 
Roma 19 settembre 2006 - Tre giorni a Villa Mondragone per parlare di E-procurement con professionisti del settore e docenti da tutto il mondo e con illustri rappresentanti del mondo istituzionale italiano. Il 21, 22 e 23 settembre prossimi si terrà infatti alle porte di Roma, nella prestigiosa Villa Mondragone, un Convegno Internazionale dal titolo “Advancing Public Procurement: Practices, Innovation and Knowledge-sharing” organizzato dal Dipartimento di Economia e Istituzioni della Facoltà di Economia dell’Università Tor Vergata di Roma e dal Public Procurement Research Center della Florida Atlantic University. Il Procurement è infatti diventato una ‘funzione chiave’ all´interno della Pubblica Amministrazione, anche in seguito ad una maggiore richiesta di controlli sulla spesa pubblica e di miglioramenti dell´efficienza nei processi di approvvigionamento. Significativi sviluppi tecnologici, processi di globalizzazione ed aumento della competizione internazionale hanno spinto i Governi e le Istituzioni Pubbliche ad ampliare l´attenzione delle loro politiche di approvvigionamento oltre la semplice minimizzazione dei costi per affrontare le nuove sfide su innovazione, competitività, trasparenza e riforme. Tra i Policy Makers c´è la consapevolezza, inoltre, dell´importante ruolo del Public Procurement anche a fini socio-economici: trasversalmente alle tematiche economiche ed aziendali, l’argomento ha conquistato l´interesse degli esperti direttamente impegnati nella gestione degli acquisti che, unitamente al mondo della ricerca universitaria, cercano di trovare risposte a questioni chiave, esplorano nuove problematiche e si confrontano su molteplici argomenti. .  
   
   
PERCHÉ L’ERA DELL’INCERTEZZA A PRATO FA MENO PAURA COSÌ, L’ULTIMO ROUND DI MOVIE & MANAGEMENT 2006. I PUNTI FORTI DELL’AREA? COESIONE, FIDUCIA, VOGLIA D’INNOVARE E DI SFIDARE IL FUTURO. MA LE IMPRESE SOFFRONO I COMPETITOR CINESI SENZA REGOLE  
 
 Prato, 19 settembre 2006 – Ben 3 mila su 28 mila, ossia ben oltre il 10 per cento, sono ormai a Prato le imprese gestite da stranieri. Ed è con questi imprevisti e imprevedibili competitor, cioè con la diversità costituita dalla comunità cinese più vasta d’Europa, che devono vedersela gli imprenditori autoctoni. Che fare? Come reagire? Come rapportarsi con un universo culturalmente dissimile, avvezzo ad altre regole e costumi, spesso debordanti oltre i confini dell’illegalità? L’approccio alla diversità doveva appunto essere al centro, lo scorso 14 luglio, al Museo Pecci, dell’ultimo round di Movie & Management 2006, il bel ciclo organizzato dall’associazione Pratofutura e dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali per dibattere, attraverso il cinema, sulla complessa arte di fare impresa. Innescato da un blob di immagini tratte da vari film d’autore (The Terminal di Spielberg, La 25a ora di Spike Lee, Castaway di Robert Zemeckis, Lost in Translation di Sofia Coppola, ecc. ), il dibattito è però slittato verso temi più epocali e teorici. L’era dell’Incertezza (a Prato e dintorni internazionali) è diventato perciò il motivo dominante dei moltissimi interventi, alcuni forse con eccessi di accademia, a cominciare da quelli di Brunella Librandi di Aif Toscana (Associazione Italiana Formatori) e di Sergio Di Giorgi, formatore Aif, critico cinematografico, nonché curatore del blob. Le repliche (di imprenditori come Franco Bini e Lamberto Cecchi, presidente di Pratofutura, di docenti di economia come Danio Berti, di ricercatori come Daniela Toccafondi, anima di Pratofutura, di consulenti d’azienda come Mauro Stolfi) hanno messo in evidenza angolature diverse delle incertezze pratesi. Se Stolfi ha lamentato la perdita dei sicuri parametri di un tempo, altri hanno insistito sulle eccezioni del modello Prato, la forte coesione sociale, figlia di rapporti più diretti e quasi familiari, dunque anche madre di più ampie fiducie reciproche che a loro volta generano maggiori sicurezze. Ne’ è mancato chi ha ricordato l’atavica abitudine dell’imprenditore pratese a fronteggiare l’incertezza, cara compagna di una vita, ben presente anche nell’età dell’oro romanzata da Edoardo Nesi. L’imprenditore pratese naviga a vista per definizione, gioca con l’incertezza come Maratona col pallone, è maestro del dribbling con l’ignoto. Dunque davanti alla perdita di parametri è tutt’altro che spaesato, sa investire sul nuovo, azzarda. Soffre semmai, ecco il punto di questo momento storico, la presenza della comunità cinese, sempre più estesa (oltre 30 mila individui), sempre ermeticamente chiusa, sempre inchiodata a regole proprie non condivise né condivisibili. Problemi, hanno spiegato alcuni, che vanno oltre gli aspetti culturali e che investono anche la dimensione del sociale. Nelle attuali circostanze, manager e imprenditori fronteggiano problematiche e stati d’animo di natura assai ineguale. I primi si trovano a dover sintetizzare una diversità di mondi culturali, ma possono farlo perché si avvalgono di regole condivise. L’imprenditore è invece spiazzato di fronte a colleghi di recente immigrazione che hanno importato regole del tutto aliene. Questa oggi è Prato. E questa è stata Pratofutura 2006. Arrivederci al 2007. .  
   
   
NOMISMA: II RAPPORTO 2006 OSSERVATORIO SUL MERCATO IMMOBILIARE LA CONGIUNTURA IMMOBILIARE IN ITALIA  
 
 Milano, 19 settembre 2006 - La crescita delle quotazioni degli immobili, nel corso dell’ultimo semestre, è misurata nel +3-3,5%, mentre in sede annua gli incrementi sono stati del 6-7% Si tratta della più contenuta crescita in termini nominali dal 2000 ad oggi, con un trend di graduale rallentamento che si era ravvisato da circa un biennio. Da notare comunque che, sebbene in una tendenza pluriennale di rallentamento, il dato recentemente rilevato indica che comunque il mercato non si è affatto fermato evidenziando, anzi, elementi di buona tenuta strutturale. I segnali di debolezza precedentemente avvistati, contrariamente alle attese, so no rimasti circoscritti ad alcuni ambiti locali, senza dar luogo a quel fenomeno di propagazione territoriale che, sul finire dello scorso anno, sembrava ormai aver preso avvio. Alla fine dello scorso anno infatti si era profilato all’orizzonte un quadro prospettico piuttosto preoccupante per alcune realtà urbane (ad esempio Milano, Venezia, Firenze), che poi, alla luce dei dati a consuntivo, è stato in parte disatteso. Quella sorta di atterraggio morbido e assestamento che, nell’opinione degli operatori, doveva caratterizzare le “avanguardie” del mercato immobiliare non ha, dunque, trovato riscontro negli andamenti reali. Alla base di tale reiterato vigore deve essere posto il modesto effetto che il contenuto incremento dei tassi d’interesse (ora al 2,75%) da una parte e la contrazione della redditività dall’altra, hanno avuto sulla domanda. Come ampiamente sottolineato nelle analisi precedenti, la gradualità degli adeguamenti rappresentava, infatti, il fattore decisivo, almeno nel breve periodo, per evitare drastiche ricadute sul mercato. E così è stato. La dinamica recente parrebbe, dunque, fornire indicazioni incoraggianti circa le prospettive immediate del settore, che tuttavia vengono pesantemente ridimensionate dal sempre più frequente dilagare di previsioni allarmistiche per il mercato immobiliare italiano e per parte di quello continentale. Gli ultimi warning in ordine di tempo sono stati lanciati dalla Banca Centrale Europea e dalla Banca Internazionale dei Regolamenti che, pressoché all’unisono, hanno evidenziato la recente accelerazione nella crescita, a loro dire, preoccupante dei prezzi delle abitazioni italiane. Pur non ravvisando, quantomeno con riferimento all’Italia, la tendenziale accelerazione del mercato, così come evocato dagli organismi di controllo a livello europeo (e dunque i rischi ad essa connaturati), non si può non riconoscere come sul settore immobiliare si stiano pericolosamente palesando incognite , il cui impatto sarà tanto più dirompente quanto più la loro azione risulterà concomitante. Senza voler individuare gerarchie di pericolosità, gli ambiti d’attenzione possono essere così sommariamente sintetizzati, tenendo presente che essi sono fra loro profondamente interconnessi: sostenibilità dei prezzi; offerta residenziale in tendenziale aumento; tassi di interesse; fiscalità. Per quanto riguarda il primo aspetto citato, il rapporto fra prezzi e canoni, indice della sostenibilità dei primi in relazione alla redditività potenziale ottenibile dagli investimenti immobiliari, si nota il raggiungimento dei livelli storici massimi. Infatti la recente differenza nelle velocità di crescita di prezzi (più rapidi) e canoni (pressoché stabili) è all’origine dell’incremento del rapporto fra le due grandezze e potrebbe lasciare presagire entro breve una loro riarmonizzazione così da riportare il loro rapporto su livelli più vicini alla media storica. L’ipotesi più probabile (ed auspicabile) è quella di un movimento di tendenziale crescita dei canoni di locazione spinti dalla ventilata ripresa dell’economia, dopo anni in sofferenza, che si potrà associare ad un contestuale raffreddamento progressivo delle dinamiche espansive dei valori di compravendita: un soft landing che non dovrebbe comportare sensibili traumi nel mercato. Con riferimento, poi, al lato dell’offerta, si è assistito, negli ultimi 6/7 anni ad un incremento ininterrotto degli investimenti per la costruzione di nuove abitazioni (circa 20% la variazione incrementale di periodo, con una crescita media annua intorno ai 3,5 punti percentuali) che hanno arricchito progressivamente l’offerta preesistente, dando sì un miglioramento sul fronte quali-quantitativo, ma contribuendo altresì a delineare, specie localmente, un accumulo eccedente le esigenze della domanda, ora più debole rispetto all’inizio del ciclo espansivo. L’incremento dello stock sul mercato non dovrebbe determinare un problema di assorbimento data la ripresa della dinamica demografica a livello nazionale (+0,5% tra il 2004 ed il 2005) e, soprattutto, dato l’incremento ancora più sostenuto del numero dei nuclei familiari (+1,2%) che sospingono un domanda vieppiù parcellizzata. La domanda di abitazioni sarà inoltre sicuramente influenzata dall’andamento futuro dei tassi di interesse e quindi dal costo dell’indebitamento per l’acquisto di case. A tale proposito, si sta assistendo da circa un anno a questa parte ad un progressivo innalzamento del costo del denaro da parte della Banca Centrale Europea, passati dal 2% di fine 2005 all’attuale 2,75%. Nella seconda parte dell’anno ci si attende un loro ulteriore innalzamento: è previsto un primo aumento al 3% ad inizio agosto, sino a raggiungere il 3,25% a fine anno, il che comporterebbe, con il maggior costo per i mutui in essere, una potenziale contrazione della domanda di accensione di nuovi contratti. La riduzione contestuale dello spread fra i tassi a lungo termine (che interpretano le aspettative del mercato relativamente a quelli a breve) e quelli a breve termine potrebbe fare però presupporre che il mercato reputa che i recenti interventi rialzisti sui tassi a breve termine non determinino un significativo innalzamento dei livelli di riferimento di lungo termine; si tratterebbe perciò solamente di manovre congiunturali a controllo della crescita dell’inflazione europea. I riflessi sul mercato dei mutui ipotecari che possiamo al momento registrare si individuano nel graduale spostamento delle erogazioni verso contratti a tasso fisso o con modalità “cap” a scapito dei mutui accessi a tasso variabile. Stante l’ipotesi sopra descritta, tali tendenze potrebbero comunque essere interpretate come un fenomeno più di natura emotiva che di tutela per un effettivo rischio. La tematica della fiscalità sugli immobili, recentemente introdotta dal decreto legge del 30 giugno 2006 (n. 223/2006), è quella che sta facendo più discutere la real estate community. Infatti con il citato decreto legge, oltre che intervenire su competitività e liberalizzazioni, il Governo ha inteso modificare radicalmente l’imposizione fiscale sulle attività immobiliari eliminando il regime dell’Iva detraibile per sostituirlo con la tassa di registro al 10%. L’implicazione di tale rivoluzione per quanto riguarda l’Iva a credito alla data di entrata in vigore del Dl è che essa deve essere restituita. A parte le molte considerazioni che possono essere fatte sul nuovo regime fiscale, da una prima verifica dell’impatto della “necessaria” restituzione dell’Iva, emerge un carico economico-finanziario sulle imprese dell’industria immobiliare come le società quotate e non, i fondi immobiliari, le società di leasing, di dimensione insostenibile, essendo nell’ordine dei 30 miliardi di €, metà dei quali dovrebbero provenire dalle società di leasing e l’altra metà dal sistema dei fondi immobiliari, delle società immobiliari quotate e non quotate, delle società di gestione, di trading e di costruzione. Per contro la relazione tecnica di accompagnamento del Dl sottostima ampiamente l’impatto della rettifica fissandolo in soli 480 milioni di €. Due ulteriori effetti negativi dell’attuale formulazione del Decreto, oltre alla rettifica dell’Iva di cui sopra, sono rappresentati: (i) dall’indetraibilità a regime dell’Iva assolta sugli acquisti di beni e servizi che determina un incremento di pari importo dei costi di manutenzione e di gestione degli immobili; (ii) dall’effetto depressivo sui prezzi di vendita degli immobili riveniente dall’applicazione delle imposte di registro, ipotecaria e catastale (totale 10%). L’impatto totale determina una perdita di valore patrimoniale superiore al 10% del valore complessivo del patrimonio immobiliare (e cioè su uno stock complessivo terziario di 900 miliardi di € una perdita patrimoniale di almeno 90 miliardi di €) ed una corrispondente riduzione della redditività per risparmiatori ed investitori, differenziata in funzione del ricorso alla leva finanziaria. Sulla base dell’attuale formulazione del Decreto, quindi, l’onere che verrebbe a gravare complessivamente sul mercato immobiliare sarebbe di entità talmente rilevante da pregiudicare la sopravvivenza stessa delle società, dei fondi immobiliari e della società di leasing e di congelare di fatto il mercato delle compravendite e degli investimenti immobiliari. Occorre inoltre sottolineare anche gli inevitabili effetti negativi che si produrrebbero a cascata sul sistema bancario, sia per gli effetti deleteri che si verrebbero a determinare sulla capacità delle società/fondi di servire il debito, sia per gli effetti più specifici sui finanziamenti dell’Iva. Si evidenzia infine che, negli ultimi anni, vi sono stati rilevanti afflussi di capitale nazionale ed internazionale (complessivamente 4,1 miliardi di Euro nel 2005 - con una crescita dell’8% su base annua -, il cui 75% costituito da investimenti cross border) e che a seguito degli impatti negativi della nuova misura sarebbero indotti a riconsiderare le proprie destinazioni di investimento su altri Paesi, con gravi danni per la credibilità del sistema e a discapito delle attività economiche generali del paese, nonché delle iniziative di privatizzazione ivi incluse quelle di privatizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. 2. La congiuntura immobiliare nelle 13 grandi aree urbane I dati emersi in questo semestre dalla consueta indagine Nomisma sui 13 maggiori mercati immobiliari italiani, smentiscono quanti avevano gridato al pericolo di una imminente bolla immobiliare. Le tendenze che emergono sono quelle di un mercato che cerca un nuovo equilibrio dopo anni di crescita e che sembra prendersi il tempo necessario per riflettere su se stesso. Ne sono testimonianza la ripresa della domanda abitativa (più cauta che in passato rispetto alle scelte d’acquisto e di investimento, ma comunque presente e attenta), il sostanziale mantenimento delle tempistiche di vendita in tutti i comparti analizzati e la diffusa crescita delle quotazioni di compravendita, che hanno messo a segno variazioni in alcuni casi superiori a quelle evidenziate lo scorso semestre. Con la sola eccezione delle abitazioni, è buona la tenuta degli sconti, che, in generale assorbimento, testimoniano una migliore aderenza delle quotazioni iniziali alle effettive condizioni del mercato. Discorso diverso per il segmento locativo, penalizzato da un calo d’interesse da parte della domanda che si associa a incrementi nelle quantità immesse sul mercato che iniziano a far impensierire per l’eventualità di un mancato assorbimento. A ciò si aggiunge una performance dei canoni inferiore a quella dei prezzi che ha comportato un’ulteriore contrazione della redditività lorda da locazione, scesa pressoché ovunque sui valori antecedenti la fase espansiva del ciclo. La minore dinamicità rilevata sul fronte delle locazioni si avverte anche osservando il graduale e ininterrotto allungamento dei tempi necessari per locare gli immobili, ora pressoché assimilabili alle tempistiche di vendita. Le previsioni per il prossimo semestre inducono al mantenimento di una certa cautela, seppur emerga un qualche cattivo presagio per quel che riguarda il segmento locativo. Nonostante le premesse negative che si erano venute a creare lo scorso semestre, il mercato abitativo delle principali realtà urbane italiane sembra aver ritrovato qualche slancio positivo, testimoniato innanzitutto da variazioni nei valori di compravendita superiori a quelle registrate sei mesi fa e tutto sommato in linea con quelle della prima parte del 2005. Segnali incoraggianti sono pervenuti anche dalle indicazioni degli operatori a proposito delle quantità domandate e offerte per l’acquisto, entrambe in ripresa. Ciò non ha tuttavia portato a significative variazioni nel volume di contratti stipulati, anche alla luce della maggior attenzione che la domanda ripone nei confronti delle proprie scelte insediative (non a caso si rileva un diffuso incremento delle tempistiche medie di vendita, in media pari a 4,2 mesi). La motivazione più frequente che porta all’acquisto di un’abitazione risulta essere il bisogno di prima casa (52%), seguita dalla necessità di sostituire l’attuale residenza con una più conforme alle proprie esigenze (25,5%) e dalla volontà di investire nel mattone (12%). Circa il 10% delle compravendite riguardano invece l’acquisto di una seconda casa. L’ulteriore crescita dei prezzi è probabilmente alla base dell’incremento medio degli sconti concessi sul prezzo inizialmente richiesto, pari al 10,7% (valore in linea con la media degli ultimi 2 anni). Come già anticipato, i prezzi hanno messo a segno variazioni positive nell’ordine dei 3,7 punti percentuali su base semestrale (7 su base annua), a fronte di una sostanziale stabilità dei canoni (è il secondo semestre consecutivo in cui la crescita rilevata non raggiunge il mezzo punto). All’interno di questo quadro generale, sono poi da evidenziare alcune realtà in cui la performance dei valori non è stata così positiva: a Milano e Torino sono iniziati a comparire i primi segni “meno” in corrispondenza dei prezzi di abitazioni nuove, e sono ancor più diffusi i segnali negativi che provengono dal mercato delle locazioni (le variazioni al ribasso riguardano addirittura la metà delle città monitorate). In effetti, il quadro che emerge a proposito del segmento locativo appare meno roseo, considerato che ad un incremento di offerta si è associata una perdita d’interesse della domanda (la percentuale di pessimisti si è via via ingrossata arrivando a superare il terzo degli intervistati). A far impensierire ulteriormente è il progressivo allungamento dei tempi medi di locazione (da poco più di un mese e mezzo del 2002 si è giunti ai quasi 3 mesi odierni) associato alla contrazione dei rendimenti lordi da locazione (ora pari al 5,1%, contro il 5,9% raggiunto all’inizio della fase espansiva). Riguardo al futuro, gli operatori mostrano sempre una certa cautela, orientandosi prevalentemente verso il mantenimento delle attuali tendenze; risulta comunque in crescita la percentuale di coloro che ritiene probabile una flessione sul versante locativo. Domanda indebolita e fiacca, offerta che continua a crescere (soprattutto sul mercato delle locazioni) e attività contrattuale che non decolla: questi, in sintesi, gli elementi chiave del mercato direzionale dei maggiori centri urbani nel I semestre del 2006. Quello degli uffici, in effetti, è un mercato che sembra raffreddarsi, per quanto non si riscontrino significative variazioni riguardo a tempi medi di vendita o locazione e prezzi e canoni continuino a salire (le variazioni messe a segno dai valori di compravendita -+3,1% - risultano persino lievemente superiori a quelle registrate sei mesi fa - +2,7% -). Le maggiori difficoltà riscontrate dal segmento locativo risultano evidenziate dalla minore performance dei canoni, cresciuti, nel semestre, dell’1,4% (in realtà come Venezia, Torino e Firenze, non mancano tuttavia i segni meno). Come negli altri comparti, ciò ha determinato una riduzione dei rendimenti lordi da locazione, scesi al 5,5%, un punto percentuale in meno rispetto alla fase iniziale del ciclo espansivo. Un’ultima considerazione va fatta riguardo gli sconti medi praticati sul prezzo inizialmente richiesto, scesi attorno all’11% (12 mesi fa avevano raggiunto i 12 punti percentuali); sebbene non si tratti di una variazione eclatante (soprattutto analizzando i dati in un’ottica temporale più lunga), l’analisi incrociata con altri indicatori, denota un maggior allineamento dei prezzi attuali al valore effettivo degli immobili presenti sul mercato. Le previsioni per i prossimi mesi appaiono prevalentemente improntate al mantenimento delle tendenze odierne, anche se è presente una percentuale consistente di operatori che denota un certo pessimismo in relazione all’andamento di entrambi i segmenti di mercato (il timore è soprattutto quello che si venga a creare un eccesso di offerta difficilmente assorbibile in conoide razione della maggiore cautela della domanda in un contesto di debole crescita economica che induce ad una razionalizzazione dei costi). Questa prima parte dell’anno si è rivelata senza gioie né dolori per il mercato degli immobili commerciali, connotato da una diffusa stazionarietà di domanda, offerta e attività contrattuale. E’ comunque da sottolineare un ispessimento della schiera di operatori che ha intravisto un calo delle quantità domandate, associato, nel solo segmento locativo, ad un incremento dell’offerta immessa sul mercato. Rimangono invariati rispetto a sei mesi fa, tempi medi di vendita e di locazione (rispettivamente pari a 5 e 4 mesi) e i divari tra prezzo richiesto e prezzo effettivo di vendita (11%). I prezzi, cresciuti del 3,2%, hanno registrato variazioni poco superiori a quelle dei canoni (2%), e la redditività da locazione non ha subito cambiamenti di rilievo (7,9%), unico segmento fra quelli considerati. Riguardo al futuro, gli operatori ritengono non vi siano condizioni sufficienti affinché si manifestino tendenze diverse da quelle sinora esposte. Il mercato dei posti auto si è connotato per livelli di domanda superiori a quelli evidenziati sei mesi fa a cui, però, non ha fatto riscontro un’analoga performance sul versante dell’offerta. Stabili, di conseguenza, i volumi contrattuali sia di acquisto che di locazione, anche se risulta in aumento la quota di chi ha percepito un incremento degli atti di compravendita. Il quadro generale che emerge è comunque quello di un mercato “rilassato”, dove la domanda prende sempre più tempo per concludere i propri affari (aumentano i tempi di permanenza degli immobili per compravendite e locazioni) e dove l’offerta tenta di trarre il maggior profitto possibile da questa fase di stabilizzazione del ciclo. A tal proposito si consideri che gli sconti mediamente praticati sul prezzo iniziale richiesto sono calati di oltre mezzo punto nell’ultimo semestre, attestandosi su 6,5%, a fronte di prezzi di compravendita che continuano a salire a ritmi tutt’altro che attenuati (le variazioni registrate nel 2006 sono di poco inferiori a quelle rilevate un anno fa e nell’ordine dei 6 punti percentuali). La minor crescita dei canoni (le variazioni non raggiungono il 4%) ha portato ad una riduzione della redditività lorda da locazione, che va dal 6,2% dei box, all’8% dei posti auto all’aperto. Le ipotesi previsive formulate dagli operatori sono orientate verso una stabilizzazione dei valori e dei volumi contrattuali. 3. Il mercato immobiliare turistico Il mercato delle seconde case per vacanza, anche in questi ultimi dodici mesi, ha evidenziato tendenze di crescita, ma con rallentamenti nelle dinamiche dei prezzi, seguendo così il trend di generale raffreddamento che si sta percependo anche nei mercati immobiliari principali. L’offerta viene segnalata in crescita, ma incapace di soddisfare in modo esauriente la domanda, anch’essa in piena evoluzione e sempre più spesso proveniente dall’estero, in particolare Germania, Inghilterra e Svizzera. Stabili, poi, i contratti di compravendita stipulati, giudicati dagli operatori invariati rispetto all’anno precedente, ad evidenziare una problematica fondamentale per questo settore, ossia la qualità di quanto presente sul mercato, non sempre in grado di assecondare i desiderata della domanda. Oltre alla qualità intrinseca dell’immobile ricercato, sia esso di nuova costruzione che già realizzato, la domanda sembra valutare sempre più altri fattori quali i servizi presenti nella località turistica, l’infrastrutturazione del territorio (viabilità, parcheggi, …), la cura degli elementi di carattere ambientale e le attrazioni in grado di rispondere alle esigenze di fasce di età differenti (adulti, bambini, anziani, …). Molta attenzione alle caratteristiche intrinseche ed estrinseche della seconda casa per vacanza viene esercitata anche quando si tratta di immobili in locazione, mercato questo dove sembrano riscontrarsi i problemi maggiori, con lievi flessioni della domanda e del numero di locazioni a fronte di un’offerta percepita in leggero rafforzamento. In generale, comunque, l’immobile “tipo” per vacanza dovrebbe avere le seguenti caratteristiche: essere un bilocale dotato di cucina o angolo cottura, bagno, camera da letto, terrazzo, posto auto, camino (solo per le località montane) e giardino. Molto apprezzata poi l’ubicazione in zone facilmente raggiungibili con mezzi pubblici o privati e prossime a spiagge (per le località marine) o impianti sciistici (in montagna). Per quanto riguarda i prezzi di compravendita, il 2006 si caratterizza per un significativo ridimensionamento della crescita sia nelle località marine che in quelle montane, le variazioni percentuali osservate nello stesso periodo dell’anno precedente fornivano incrementi rispettivamente pari a 6,7 e 6,8 punti percentuali, mentre attualmente si collocano al 5,3% e 4,2%. Dopo un biennio in cui l’accelerazione nei prezzi era più evidente in corrispondenza delle località di montagna, oggi tale relazione si inverte a vantaggio delle città di mare. Le previsioni formulate dagli operatori del mercato per i prossimi dodici mesi nel comparto immobiliare turistico evidenziano una sostanziale stabilità del mercato locativo, così come invariati dovrebbero apparire i volumi di compravendita, mentre si potrebbe verificare un lieve incremento dei prezzi. Il progressivo cambiamento di assetto del settore dei fondi immobiliari non sembra conoscere soste. Tra la fine del 2005 e la prima parte di quest’anno sono, infatti, stati varati almeno 20 nuovi prodotti, che si sono andati ad aggiungere ai 37 preesistenti. Rispetto agli esordi il comparto è, tuttavia, radicalmente cambiato, sulla scorta delle continue evoluzioni della normativa di riferimento, che non pare, ancora oggi, al riparo da ulteriori interventi di riforma. I primi fondi ordinari destinati ad investitori retail, sono stati dapprima affiancati, poi pressoché soppiantati, da prodotti ad apporto pubblico e privato, rivolti prevalentemente ad operatori qualificati. Si tratta di iniziative, perlopiù di modeste dimensioni, su cui le poche informazioni disponibili (le società di gestione non sono tenute alla pubblicità prevista per i fondi rivolti al mercato), non consentono di formulare un giudizio definitivo. L’evoluzione avuta dal settore nell’ultimo biennio risulta evidentemente schematizzata nei grafici riportati di seguito. I fondi riservati che fino a due anni fa rappresentavano, sia in termini quantitativi che di patrimonio, poco meno del 25% dell’offerta complessiva, paiono oggi la componete di gran lunga più vitale del sistema. Allo stesso modo, le iniziative ad apporto, che fino al 2001 erano prerogativa esclusiva dei soggetti pubblici, sono oggi arrivate a superare quelle ordinarie, palesando una crescita invero sorprendente (sono 12 le iniziative approdate sul mercato solo nel secondo semestre 2005). Il boom dei fondi immobiliari, arrivati nella prima parte dell’anno a superare i 12 miliardi di Euro di patrimonio netto ed i 16 di investimenti immobiliari, è … stato dunque accompagnato (e in parte reso possibile) da una profonda trasformazione del settore. Resta ora da verificare se il mercato sarà in grado di fare fronte, nei prossimi anni, alle esigenze di smobilizzo delle società di gestione con prodotti a termine, anche in ragione delle difficoltà congiunturali che sembrano profilarsi. Gli interventi del legislatore, nonché l’attenzione degli operatori, si può dire sia stata maggiormente orientata all’ampliamento e al rilancio del settore (in 18 mesi gli investimenti immobiliari sono effettivamente passati da 5,7 a 15,5 miliardi di Euro), piuttosto che alla creazione di un sistema in grado di garantire un mercato “secondario” per le iniziative che si avviano a scadenza. Il rischi di un eccesso di offerta non sono, tuttavia, gli unici a gravare sul settore, ritornato prepotentemente all’attenzione del legislatore. I recenti inasprimenti fiscali varati dal Governo (decreto legge 223/06), rappresentano non solo un duro colpo per molte delle iniziative in atto (inserendo di fatto un elemento distorsivo tra fondi ordinari e ad apporto), ma anche una penalizzazione per le prospettive future. Ad incidere negativamente, soprattutto presso gli investitori stranieri, non è solo l’aggravio fiscale (imposte di registro e ipotecaria e catastale, in luogo dell’Iva detraibile), quanto l’incapacità di mettere a riparo il sistema da continui stravolgimenti. Da questo punto di vista, il danno che si viene a determinare per l’industria italiana dei fondi immobiliari va ben al di là della mera quantificazione del gettito previsto, senza considerare gli inevitabili risvolti che l’inasprimento fiscale avrà sulla congiuntura immobiliare. Sulla base di una nostra stima, gli importi dovuti all´erario a seguito delle disposizione di cui all´art. 35, comma 9 del decreto legge n. 223 del 2006, che prevede la rettifica della detrazione dell´Iva operata sugli acquisti di immobili effettuati negli ultimi dieci anni e non ancora ceduti limitatamente a tanti decimi dell´imposta quanti sono gli anni mancanti al compimento di dieci anni dalla data di acquisto, possono essere stimati in 450,4 milioni di Euro per il mondo dei fondi immobiliari. A tale ammontare occorre aggiungere i circa 38,3 milioni di Euro riconducibili alla sopraggiunta indetraibilità dell’Iva sui costi sostenuti per interventi manutentivi e servizi di gestione e vendita. Si tratta di un duro colpo (seppur contenuto se paragonato all’effetto della manovra sull’intero sistema), inferto ad uno strumento tra i più trasparenti che, negli ultimi anni, ha contribuito in maniera fondamentale allo sviluppo immobiliare ed economico del Paese. Le considerazioni sin qui esposte finiscono per porre in secondo piano le buone performance che la maggior parte dei fondi ha fatto segnare nel corso del 2005. La maggior parte dei prodotti operativi da almeno qualche anno ha, in fatti, confermato la tendenza al superamento degli obiettivi di redditività dichiarati in sede di collocamento, evidenziando inoltre una certa generosità nella distribuzione dei dividendi e nel rimborso anticipato delle quote. Ai positivi risultati ha generalmente contribuito la capacità di produrre flussi di cassa, piuttosto che la rivalutazione dei rassicuranti valori di stima degli immobili. Si tratta di un aspetto rassicurante, che dovrebbe contribuire a ridurre le perplessità degli investitori, circa la capacità di realizzazione di plusvalenze, per ora, latenti. Dall’esame della liquidità non ancora investita e della leva finanziaria non utilizzata emerge, tuttavia, l’immagine di prudenza che caratterizza il settore, penalizzato dagli elevati valori di mercato e da prospettive congiunturali meno rosee rispetto al passato. L’asset allocation dei fondi conferma tale quadro, evidenziando la prevalente esposizione verso il settore teoricamente a più basso profilo di rischio, vale a dire quello direzionale (la cui quota si attesta tuttora al di sopra del 60%). Sul versante borsistico non si segnalano differenze significative rispetto alle tendenze storiche. Nei primi mesi dell’anno si è, infatti, addirittura accentuato il divario che separa le quotazioni dai valori di bilancio, arrivando a sfiorare, in media, i 30 punti percentuali. Si tratta di un divario talmente ampio, da risultare non interamente riconducibile alla modestia del mercato secondario (e dunque alla scarsa liquidità del sistema) o all’orizzonte temporale di lungo periodo dell’investimento. Col passare degli anni, prende sempre più consistenza l’ipotesi che almeno parte dello sconto rappresenti una scelta consapevole degli investitori, in attesa di verificare la risposta del mercato a dismissioni più massicce e, più in generale, l’evoluzione della congiuntura immobiliare. Alla luce di tali considerazioni paiono, dunque, destinate a non essere colte, almeno nel breve periodo, le occasioni di acquisto scaturite dalla sottovalutazione delle quote. L’eccezionale andamento delle (poche) società immobiliari quotate dell’ultimo biennio ha subito, negli ultimi mesi, una battuta d’arresto. La flessione recente, scaturita dall’inasprimento della fiscalità voluto dal Governo era, infatti, stata preceduta dal ben più pesante arretramento (-20%) registrato tra maggio e giugno di quest’anno. Nonostante i dati, generalmente, confortanti della prima trimestrale e gli obiettivi di ulteriore crescita, il settore aveva visto bruscamente penalizzate le proprie quotazioni, apparse, in alcuni casi, sovradimensionate. L’esigenza di diversificazione territoriale e di business, imposta dalla prospettive di saturazione del mercato domestico, hanno indotto alcuni analisti a rivedere al ribasso il target price dei principali titoli del comparto. La modesta capitalizzazione complessiva ha contribuito, come sempre accade per l’immobiliare quotato, ad amplificare gli effetti di un peggioramento solo prospettico. In un quadro, dunque, già fisiologicamente riflessivo, si è deciso di inserire un elemento di forte penalizzazione per le società immobiliari (specie, nell’immediato, per le property companies), che se non verrà, entro breve, significativamente attenuato, rischierà di avere effetti dirompenti sull’intero settore (secondo le stime Assoimmobiliare il gettito proveniente da società e fondi dovrebbe attestarsi sui 15 miliardi di Euro). Dal punto di vista degli andamenti di Borsa, è interessante notare l’analogia tra l’indice immobiliare e quello delle costruzioni. Se per il primo le ragioni della flessione sono da individuare tra quelle sopracitate, per il secondo si è trattato di una presa di beneficio degli investitori a seguito dell’eccessiva esuberanza dei primi mesi dell’anno, avviata dalla prospettiva di un ridimensionamento delle opere pubbliche. Il parziale recupero dell’ultima settimana sembra confermare il peso dell’emotività nella radicalizzazione delle tendenze in atto. Il saldo delle aspettative sui prezzi ed il numero di compravendite per il secondo semestre del 2006 formulate dagli operatori che compongono il nostro panel d’opinione, mostra un sostanziale equilibrio tra i giudizi di crescita e quelli di diminuzione, avvalorando la tesi di un mercato ormai giunto in una fase di assestamento e segnando un’interruzione del deterioramento dei sentiment iniziato nel 2002 (in entrambe le voci analizzate i giudizi di stabilità superano il 60%). Per il prossimo semestre dunque gli operatori prevedono una stabilità complessiva sia sul fronte dei prezzi che del volume compravenduto con realtà quali Firenze, Palermo e Mestre ove è più evidente un certo pessimismo circa l’evoluzione dei valori. Segnali incoraggianti provengono poi dai dati del centro studi Isae sulle intenzioni di acquisto o di manutenzione dell’abitazione, che confermano le tendenze crescenti osservate a partire dal 2004, supportando così l’ipotesi di una domanda capace di sostenere gli attuali prezzi di compravendita sebbene si posizioni su valori ben lontani da quelli rilevati all’inizio del ciclo espansivo del mercato. Peggiori le ipotesi previsionali per quanto riguarda il mercato della locazione che, in effetti, ha vissuto una fase meno dinamica rispetto a quello delle compravendite con riflessi negativi in termini di redditività. Anche in questo caso, comunque, sebbene con diversa intensità, si evidenzia un arresto del trend di peggioramento dei giudizi del panel. Per quanto riguarda gli immobili d’impresa si evidenzia un debole ridimensionamento dei giudizi pessimistici; nonostante ciò, le quote di coloro che pensano che il mercato subirà un calo risultano sensibilmente superiori, non spostando più di tanto la tendenza di fondo che emerge dall’analisi dei sentiment formulati dagli operatori del mercato. Dunque sembrano poter essere confermate le maggiori difficoltà di tale settore, in particolar modo di quello direzionale ove i giudizi appaiono più marcati, anche se in questi ultimi sei mesi il gap sembra essersi assottigliato. Le previsioni sui prezzi di compravendita delle tredici principali città rilevate, che emergono dall’utilizzo del modello Arima (capace di formulare proiezioni sfruttando unicamente la “storia” della variabile oggetto di studio), mostrano variazioni percentuali in costante rallentamento in tutte le tipologie analizzate, pur evidenziando ulteriori incrementi di prezzo. Il comparto commerciale sembra poter fornire le variazioni più elevate, mentre in maggiori difficoltà appare il mercato degli uffici. I modelli econometrici individuati per la media dei prezzi delle tredici città mostrano una tendenza decrescente negli aumenti dei valori, sintomo di un mercato che sembra ormai aver raggiunto il proprio punto di equilibrio, e confermando gli andamenti ottenuti con i modelli Arima per il 2007, mentre se ne discosta per gli anni successivi. Si vuole sottolineare che tali previsioni sono state formulate senza tenere conto dell’eventuale adozione del Decreto Bersani-visco 223/06, nel qual caso si avrebbe un impatto negativo, ancora difficile da quantificare, in prima battuta sui mercati direzionali e, poi, in modo indiretto, anche sul settore abitativo. E’ infatti prematuro formulare oggi ipotesi previsive quantitative non sapendo ancora le modalità con cui tale norma fiscale potrà essere effettivamente adottata. .  
   
   
NOMISMA: OSSERVATORIO SUL MERCATO IMMOBILIARE LA CONGIUNTURA IMMOBILIARE IN ITALIA I SEMESTRE 2006 MILANO  
 
Milano, 19 settembre 2006 - Nel I semestre dell’anno il mercato immobiliare milanese ha presentato diverse sfaccettature a seconda dei comparti considerati. I prezzi sono aumentati in tutti i segmenti, ma per la prima volta da anni il mercato abitativo ha segnalato anche flessioni (fuorché in periferia) che testimoniano un rallentamento delle dinamiche del mattone ed un loro graduale riassestamento. Nessun segno “-“, invece, per uffici, negozi e posti auto che, al contrario, hanno perseverato nella loro crescita senza accusare rallentamenti rispetto alla fine del 2005. Dalla fine dell’anno scorso i prezzi sono cresciuti di 2-3 punti percentuali, mentre l’incremento su base annua è intorno ai 5-6 punti, molto inferiore agli incrementi anche a due cifre di 3 o 4 anni fa. Il mercato abitativo e quello dei posti auto, strettamente collegati fra di loro, in questa fase denunciano anche un allungamento dei tempi di vendita che non si avverte, invece, per uffici e negozi, mentre gli sconti sui prezzi di offerta sono tendenzialmente in riduzione per tutti i segmenti. Tale fenomeno si può ricondurre ad una maggiore adeguatezza delle quotazioni iniziali rispetto a quelle effettive espresse dalle condizioni reali del mercato. Il mercato della compravendita manifesta, in tutti i comparti considerati, fenomenologie differenti da quelle del mercato dell’affitto, ancora meno dinamico e con prospettive, a parere degli operatori interpellati, più problematiche. Questo a partire dalla domanda che, ad esempio, sembra aver cessato di rarefarsi per gli immobili da acquistare, contro una richiesta di locazione ancora piuttosto esigua. Inoltre anche le tempistiche locative stanno crescendo in maniera indifferenziata portandosi a livelli assai vicini a quelli necessari per vendere gli immobili. Infine, la contestuale diminuzione o minore crescita dei canoni da locazione combinata all’incremento dei prezzi ha determinato una compressione ulteriore della redditività lorda, oramai da record negativo degli ultimi 10-15 anni. Per il prossimo semestre si prevede stabilità in relazione al volume dei contratti e dei prezzi in tutti i comparti, mentre più pessimismo si registra in corrispondenza del mercato locativo, previsto in tendenziale flessione, con la sola eccezione del mercato dei negozi al dettaglio. Mentre il mercato sta gradualmente cambiando la propria intonazione, la città si sta rapidamente modificando in maniera strutturale grazie ad una massiccia operazione di riqualificazione/demolizione di aree industriali e all’avvio di nuovi progetti edilizi ed infrastrutturali che interessano numerosi ambiti urbani e periurbani. Tra i maggiori interventi approvati in extremis dalla uscente amministrazione comunale si cita l’approvazione dell’area industriale ex Marelli, di proprietà di Aedes e Gefim (la parte Marelli-adriano) e del gruppo Pasini (area Cascina San Giuseppe) che prevede un investimento di 750 milioni di Euro e che ospiterà un parco, residenze per 200 mila mq, spazi commerciali e per il tempo libero. Non lontano da questo progetto si realizzerà la riqualificazione dell’Area Falck (Risanamento) a Sesto San Giovanni che coinvolgerà il genio di Renzo Piano. In chiusura di mandato dell’amministrazione comunale sono stati poi licenziate le approvazioni per le trasformazioni edilizie riguardanti la Manifattura Tabacchi (di proprietà Pirelli Re e Fintecna), le Ex Varesine (Hines Italia-galotti) e il Piano Bicocca (cooperativa Spagna 82). Questi gli ultimi di una serie lunga e numerosa di progetti che hanno coinvolto tutto il territorio meneghino attraverso nuova edificazione, riqualificazione e demolizione di edifici esistenti. Si consideri al proposito che nel periodo 1998-2005 a Milano sono stati oggetto di programmi di riqualificazione e trasformazione grandi progetti che hanno interessato 10,5 milioni mq di territorio comunale, 2,8 milioni di mq sono stati interessati da piccoli interventi di riqualificazione, cui si aggiungono 6,3 milioni di mq per verde e servizi, 2,6 milioni di mq di residenza (libera, convenzionata e pubblica), 2,1 milioni di mq per il settore terziario, commerciale, ricettivo e produttivo e 1,44 milioni di mq di aree a standard. Anche la programmazione infrastrutturale risulta piuttosto intensa, a cominciare dal prolungamento delle tre linee metropolitane esistenti e dalla definizione dei percorsi delle linee 4 e 5 (quest’ultima recentemente affidata in project finance alla cordata Astaldi); anche la tangenziale est esterna ha la massima priorità di realizzazione, così come la Bre-be-mi e la Pedemontana. Lo sviluppo delle reti infrastrutturali urbane ed extra-urbane avrà impatti significativi in prima battuta sulla competitività/attrattività del territorio e di conseguenza anche sulle quotazioni immobiliari, fenomeno che si è verificato con interventi già realizzati quali il Nuovo polo fieristico di Rho-pero e l’apertura di nuove stazioni ferroviarie e della metropolitana. Nel I semestre del 2006 il mercato abitativo milanese continua a mettere a segno incrementi, anche se sempre più contenuti, in relazione ai valori di compravendita. Rispetto alla fine dell’anno scorso i prezzi delle abitazioni sono cresciuti del 2%, il dato più contenuto dal 1998, quando terminava la fase riflessiva del mercato e iniziava la ripresa del presente ciclo immobiliare. Rispetto a giugno del 2005 i valori sono cresciuti del 5,5%, circa la metà rispetto a quanto si osservava tra il 1999 ed il 2004, ovvero durante la più dinamica fase espansiva del mercato. Se il dato sintetico è comunque positivo, sebbene, di dimensioni più contenute rispetto al passato, qua e là si notano timidi segni di flessione nei valori, in particolare in corrispondenza dei mercati centrali e di pregio (nei valori medi minimi) o anche delle aree semicentrali (i valori medi massimi) e comunque sono le periferie urbane quelle che registrano i rialzi più elevati. I contenuti innalzamenti dei prezzi si associano ad una flessione negli sconti che vengono praticati all’atto della compravendita (i più bassi fra le 13 città monitorate). Ciò verrebbe ad indicare una maggiore adeguatezza delle quotazioni inizialmente richieste dai venditori alle effettive esigenze e percezioni da parte degli acquirenti che hanno la possibilità di valutare un’offerta più abbondante prendendosi così più tempo nella scelta. A proposito di tempi di vendita, infatti, si registra un ulteriore allungamento che li riporta sui 4 mesi e mezzo, il valore più alto dal 1998, oltre che essere fra i più elevati del campione di mercati monitorati. Analizzando meglio a livello di singola zona urbana i dati su tempi di vendita, sconti praticati e variazioni dei prezzi, notiamo che i tempi di attesa maggiori si rilevano in corrispondenza delle zone più centrali e pregiate, proprio là dove il mercato ha registrato una certa debolezza nelle performance dei valori e dove si notano anche crescite sul fronte degli sconti a sottolineare come le dinamiche degli scambi si stiano gradualmente assestando, soprattutto entro la cerchia storica della città. La domanda di abitazioni in acquisto è sostanzialmente stabile, ma va notata una ripresa delle opinioni di crescita (1/3 del totale) che riportano il quadro dei giudizi sul mercato analogo a quello di fine 2004 con un’offerta che rimane stabile e non si accumula come si potrebbe presupporre in un momento di rallentamento della spinta del mercato. Stabili anche le indicazioni provenienti dal numero di compravendite effettuate e dei prezzi, ma in entrambi i casi si osserva una ripresa delle ipotesi di recupero, anche in tali casi riportando il quadro complessivo della distribuzione dei sentiment del panel al quadro di mercato di un paio di anni fa. Per quanto concerne il mercato delle locazioni, i dati quali-quantitativi rivelano una situazione ben più stagnante, sostanziata da un progressivo allungamento dei tempi medi di locazione (ora quasi a 4 mesi), i maggiori del campione ed i più lunghi mai registrati. Inoltre domanda, numero di contratti e canoni sono dati generalmente in calo con un’offerta segnatamente in crescita. E’ il secondo semestre di seguito che i valori di locazione sono diminuiti (anche se di poco) andando ad intaccare la redditività lorda da locazione ora al 4,8%, il livello più basso dell’ultimo decennio. Da tenere presente, oltre alla graduale flessione della redditività anche il contestuale progressivo incremento del costo del denaro che potrebbe far cambiare la curva delle opportunità di investimento nel mercato locale. Le previsioni per il mercato delle residenze milanesi per il prossimo semestre sono improntate ad una sostanziale stabilità nel volume delle compravendite e con prezzi che potrebbero mettere a segno ancora rialzi, soprattutto nelle aree del centro e pregiate della città. Le ipotesi di tendenziale flessione sono quelle che prevalgono invece in relazione al mercato locativo, a sottolineare la maggiore debolezza di quest’ultimo rispetto a quello dell’acquisto. Il mercato direzionale milanese sembra essere in una fase di lieve e lenta ripresa dovuta alla ripartenza, timida, della congiuntura economica. I prezzi hanno continuato ad aumentare, con una crescita semestrale di circa 3 punti, analoga, dunque, alla variazione semestrale della seconda parte del 2005, mentre in sede annua l’incremento dei valori è del 6,3%, la più contenuta dal 1999 ad oggi. Dall’analisi delle variazioni annue dei prezzi di compravendita, si nota un graduale appiattimento delle crescite negli ultimi 7 anni che segue la fase di ripiegamento dei valori della fine anni ’90. Interessante poi notare che i tempi di vendita e locazione degli uffici non si vengono ad allungare ulteriormente. Oggi, però, per affittare o vendere uno spazio direzionale si impegna più o meno lo stesso tempo, al di sopra dei 5 mesi con un dato per l’affitto che è ai suoi livelli massimi, con maggiori difficoltà soprattutto per le periferie terziarie, ove l’offerta è straordinariamente abbondante e la domanda in forte calo. I canoni di locazione continuano, leggermente, a flettersi con una riduzione sulla redditività ora al 5,4% (record negativo dal 1991). In generale, inoltre, la domanda di uffici in vendita rimane stabile e si riduce la quota dei sentiment di flessione, mentre l’offerta appare in tendenziale leggero incremento. Il contenimento della fase di ripiegamento sulla compravendita è altresì testimoniato dall’arresto delle opinioni riflessive sul numero di compravendite e locazioni stipulate, rimaste, invece, stabili. Stabili sono poi le previsioni per il prossimo semestre in merito a valori e compravendite, rientrando le ipotesi riflessive che erano emerse da oltre un biennio a questa parte. Più difficile il mercato dell’affitto che dovrebbe avere flessioni ulteriori sul fronte dei canoni, ma con un numero di transazioni pressoché invariato. Nel corso del I semestre di quest’anno i valori di compravendita degli immobili commerciali tradizionali sono aumentati ancora, mettendo a segno una crescita nominale del 3% su sei mesi e del 5,5% sull’anno. Quest’ultimo dato risulta essere il più contenuto dal 2000 ad indicare che, gradualmente, la spinta incrementativa del mercato si sta appiattendo. I tempi di vendita non si stanno dilatando, come, invece, è accaduto per le abitazioni, ma rimangono pressoché stabili, poco sotto i 5 mesi, mentre si stanno allungando quelli di locazione, ora pressoché allo stesso livello delle tempistiche di compravendita, con una certa differenziazione fra le zone periferiche (meno dinamiche) e quelle centrali, sempre alquanto richieste dai maggiori operatori commerciali sia nazionali che stranieri. Anche nel comparto retail calano i divari percentuali fra i prezzi richiesti e quelli effettivi, così come riscontrato in corrispondenza degli altri segmenti, con una certa differenziazione fra le zone urbane, più premiante per le ubicazioni centrali. La domanda di negozi è segnalata in tendenziale espansione, dopo diversi semestri in cui era vista prevalentemente stabile e contestualmente l’offerta non è più segnalata in eccesso, ma stabilizzata, dopo un anno in cui si denunciava un suo tendenziale esubero. Tali considerazioni valgono sia per quanto attiene il mercato della compravendita che per quello della locazione. Anche il segmento commerciale vede una diminuzione della redditività locativa (7,3%, contro una media nazionale del 7,9%). Per i prossimi mesi ci si attende una tendenziale crescita di compravendite e valori nella cerchia storica della città, mentre la stabilità è l’indicazione prevalente per il semicentro fino ad arrivare a presupporre una flessione per i mercati periferici. Per il mercato locativo le previsioni sono un po’ meno ottimistiche per il centro, previsto stabile, mentre per le altre localizzazioni le ipotesi sono simili a quelle delle compravendite. A Milano i prezzi di posti auto e garage sono aumentati di 6-7 punti nel corso del 2005, un po’ di più di quanto non sia avvenuto a livello medio nelle maggiori realtà urbane italiane. Sebbene anche i canoni siano cresciuti anch’essi, i loro rialzi sono stati di misura inferiore rispetto ai prezzi, andando ad abbassare il livello dei rendimenti lordi di locazione, che comunque si mantengono pressoché in linea con il dato medio delle tredici città monitorate. Analogamente a quanto avviene per il segmento abitativo si incrementano i tempi di vendita e locazione degli spazi per parcheggio, con una differenza di circa una mese fra il centro e le periferie urbane, dove risulta esservi meno domanda e più offerta. In generale, comunque, il mercato è piuttosto buono: viene segnalata una decisa crescita della domanda e dell’offerta con una ripresa tendenziale delle compravendite. Sul fronte delle locazioni si avverte una minore dinamicità, che lascia il posto ad una prevalente stabilità del mercato. Per il prossimo anno si prevede un quadro stazionario. . .  
   
   
MACQUARIE GOODMAN NOMINA DANNY PEETERS NUOVO CHIEF EXECUTIVE OFFICER DI EURINPRO  
 
Milano, 19 settembe 2006 - Danny Peeters è il nuovo Chief Executive Officer di Eurinpro, la società attiva nell’investimento e nello sviluppo di proprietà immobiliari su misura per la logistica. Danny Peeters sostituisce Bart Verhaeghe che è diventato membro del Global Executive Committee di Macquarie Goodman. Danny Peeters assumerà la piena responsabilità direttiva di Eurinpro e avrà l’incarico di posizionare l’azienda in prospettiva di un’ulteriore crescita in Europa. Il nuovo Ceo di Eurinpro riferisce direttamente a Greg Goodman, Chief Executive Officer del Gruppo Macquarie Goodman. Nella precedente carica di Chief Operating Officer di Eurinpro, Danny Peeters ha contribuito attivamente all’espansione globale e allo sviluppo delle attività dell’azienda. Queste funzioni saranno ora assunte da Jan Scheers e Francis Hendrickx, Chief Operating Officer rispettivamente per il Nord e il Sud Europa. Danny Peeters continuerà comunque a far parte del Consiglio di Amministrazione di Eurinpro. “Sono felice di essere stato nominato Chief Executive Officer di Eurinpro” - ha dichiarato Danny Peeters. “Negli ultimi anni abbiamo consolidato le attività dell’azienda in tutta l’Europa, creando un ampio mercato di soluzioni di magazzini su misura. Continueremo a lavorare senza sosta per far crescere le attività di Eurinpro e portare ai massimi livelli il valore dell’azienda per tutti gli azionisti”. Peeters vanta 15 anni di esperienza nel settore della logistica e della supply chain strategica, che comprende la progettazione, la strutturazione, l’implementazione e l’outsourcing di strategie pan-europee di supply chain per società multinazionali come Becton Dickinson, Pioneer Electronics, Subaru, Isuzu e Casio. Prima di entrare a far parte di Eurinpro nel 2000, Danny Peeters ha lavorato per Nyk Logistics. Bart Verhaeghe rimane in carica come Presidente di Eurinpro ed è inoltre diventato membro del Global Executive Committee di Macquarie Goodman, che gestisce le attività australiane, asiatiche ed europee di Macquarie Goodman. Bart Verhaeghe ha affermato: “Danny ha una conoscenza molto approfondita del settore immobiliare logistico d’avanguardia. Grazie alla sua vasta esperienza, Danny si concentrerà sulla gestione di Eurinpro per aumentare la quota della società nei mercati esistenti e in quelli futuri”. .  
   
   
SANT’ANSELMO SI ESPANDE IN MEDIO ORIENTE L’AZIENDA DI RENZO DE CHECCHI HA ACQUISITO IL 50% DELLA C.A.I. ISRAEL  
 
Loreggia (Padova), 19 settembre 2006 – Sant’anselmo si espande in Medio Oriente. E’ ufficiale l’acquisizione del 50% della C. A. I. Israel, industria produttrice di elementi per coperture in cotto. Salgono così a 9 le aziende produttrici di laterizi nelle quali Sant’anselmo può vantare partecipazioni di riferimento. L’investimento in Medio Oriente segue l’acquisizione in partecipazioni di Sereni Coperture, azienda cremonese dello stesso settore, avvenuta nel corso del 2005. “Con questo importante investimento entriamo nel mercato mediorientale con immediata competitività – spiega il Presidente di S. Anselmo Spa, Renzo De Checchi – la C. A. I. È un’azienda all’avanguardia, con uno stabilimento costruito nel 2000 che può vantare una tecnologia ultramoderna e standard qualitativi elevatissimi. L’ambasciata italiana ci ha aiutato moltissimo in questa iniziativa, ci tengo ad esprimere il mio personale apprezzamento e ringraziamento per la collaborazione prestata”. L’acquisizione della C. A. I. Conferma il momento molto positivo vissuto dall’azienda, che ha chiuso il 2005 con un +4% nelle vendite, con un ulteriore incremento previsto a fine 2006. Lo sviluppo del fatturato è frutto degli investimenti e della crescita di mercato del prodotto più identificativo della gamma Sant’anselmo, il mattone Rustico. E Sant’anselmo ha appena lanciato sul mercato la nuova linea Graphite, una famiglia di prodotti completa per tutti gli usi del laterizio: mattoni faccia a vista, tavelle, listelli e pezzi speciali tutti con le stesse due cromie, denominate Londra e Londra Sabbia Fine, linea che incontra la tendenza di arredo dei loft. Nel corso dell’ultimo biennio, Sant’anselmo ha investito molto anche in comunicazione con l’obiettivo di affiancare al rinomato pregio del prodotto, un salto di qualità d’immagine. Solo pochi giorni fa Sant’anselmo è stata tra i protagonisti della serata di gala della Class Editore presso la Scala di Milano, serata nella quale è stato presentato il volume “Class 20 anni”, che ripercorre gli ultimi due decenni della vita economica, sociale, culturale e scientifica, italiana e non, attraverso i profili di alcuni tra i maggiori protagonisti della scena. Sant’anselmo è tra i contributors del volume, unica azienda del settore presente, dall’alto delle sue prestigiose realizzazioni architettoniche. Questi intensi momenti di attività di Sant’anselmo coincidono con l’incontro conviviale annuale che si è svolto sabato sera presso gli stabilimenti di Loreggia. Nel corso dell’incontro con lo staff sono stati consegnati i riconoscimenti per i trent’anni di attività in azienda di Fernando Stocco, Gabriele Rubin, Sergio De Checchi, Lino Zoccarato, Rino Milani e Roberto Piccolo, e sono stati illustrati ai dipendenti tutte le importanti iniziative in atto. “E’ nello stile dell’azienda coinvolgere sempre tutto lo staff in ogni cambiamento, grande o piccolo, che riguardi la nostra realtà – conclude Renzo De Checchi – è grazie al lavoro quotidiano di tutti i nostri dipendenti che la Sant’anselmo continua a crescere anno dopo anno. A loro voglio pertanto esprimere la gratitudine mia e di tutta l’azienda. Abbiamo importanti progetti non solo per il presente, ma anche per il futuro, siamo felici di portare avanti i numerosi investimenti in atto sapendo di poter contare su un gruppo di persone così unito”. .  
   
   
ANDREA RENDINA LASCIA WILKINSON PER LA GIAPPONESE SUNSTAR INTERNATIONAL  
 
Milano, 19 settembre 2006 - Andrea Rendina, per 4 anni Amministratore Delegato di Wilkinson Italia, ha lasciato il settore della rasatura e assume l’incarico di Vice President Sales per Europa, Middle East & Africa di Sunstar International, multinazionale giapponese in rapida espansione che opera nel mercato dell’igiene orale e della cura della persona. Quartier generale mondiale a Losanna, in Svizzera, presenza capillare in oltre 70 paesi, Sunstar International distribuisce i propri prodotti (i marchi leader sono Butler e Gum) prevalentemente in farmacia e nei canali del largo consumo, settori nei quali Rendina ha sviluppato la sua carriera, prima in Colgate Palmolive poi in Sara Lee (Filodoro) e, successivamente, in Wilkinson Sword Italia. Nel nuovo ruolo Rendina avrà responsabilità diretta su Inghilterra, Scandinavia, Germania, Svizzera, Est Europa, Russia, Turchia, Medio Oriente, Sud Africa. A lui è inoltre demandata la elaborazione e attuazione delle strategie commerciali e di tutte le attività di supply chain per tutti i paesi interessati. In Wilkinson Italia (che ha di recente concluso la sua fusione per incorporazione nel Gruppo Energizer) Rendina ha impresso una forte accelerazione allo sviluppo del mercato lanciando con successo il rasoio maschile “Quattro”, il primo quattrolame del mondo, il depilatore femminile Intuition e, di recente, il supertecnologico “Quattro Titanium”. Rendina ha perseguito una gestione basata sui valori dell’Assumptive Leadership soprattutto nelle aree del Trade Marketing, Consumer Marketing, Supply Chain e Human Resources chiudendo il 2005 al primo posto nel network Wilkinson, con un fatturato di oltre 37 milioni di Euro, un incremento del 16% sull’esercizio precedente e del 70% nell’arco della sua gestione complessiva. .  
   
   
AL VENTISETTENNE FEDERICO PICCIOLI LA SECONDA EDIZIONE DEL PREMIO BERNARDO NOBILE PER LA RICERCA BREVETTUALE  
 
Trieste, 19 settembre 2006 - Si è conclusa lo scorso 20 luglio 2006 con la cerimonia di assegnazione la seconda edizione del Premio Bernardo Nobile per la ricerca brevettuale, bandito da Area Science Park per promuovere studi multidisciplinari sulle tematiche della Documentazione e dell’Informazione brevettuale. E’ stata Maria Cristina Pedicchio, presidente di Area, a consegnare l’assegno di 4. 000,00 Euro nelle mani del vincitore Federico Piccioli, ventisettenne ingegnere meccanico, laureatosi all’Università degli studi di Genova con una tesi intitolata: “Analisi e studio di fattibilità di una macchina Edm per uso didattico”. La tesi è suddivisa in due parti: la prima rappresenta una descrizione dell’evoluzione dello stato dell’arte delle tecnologie Edm (Electrical Discharge Machining, ovvero elettroerosione), mentre la seconda consiste in un dimensionamento di massima di una macchina Edm della tipologia a tuffo. La ricostruzione dello stato dell’arte è stata eseguita consultando banche dati on-line di brevetti e di testi tratti da riviste scientifiche, con un metodo e un approfondimento che hanno convinto la giuria del Premio. Questa seconda edizione del Premio Bernardo Nobile ha visto in competizione 8 tesi di laurea e di dottorato, provenienti da tutta Italia, caratterizzate dall’importanza attribuita alla ricerca documentale come strumento di acquisizione e diffusione di conoscenza. La filosofia del Premio si ispira infatti all’attività promossa e sviluppata da Bernardo Nobile nel Centro Patlib Friuli Venezia Giulia di Area Science Park, del quale è stato responsabile fino alla prematura scomparsa nell’ottobre 2003. Il Premio a lui intitolato serve a ricordarne l’attività di documentalista e di formatore ed è stato istituito da Area anche per promuovere un servizio, quello di informazione brevettuale, ritenuto di grande utilità per le imprese e i ricercatori, nonché strumento base per promuovere l’innovazione. Bernardo Nobile ne è stato il primo artefice, lavorando attivamente alla sua creazione e alla crescita professionale del nucleo di persone che oggi lo portano avanti. “Si tratta di un Premio non semplicemente commemorativo – sottolinea il presidente, Maria Cristina Pedicchio - bensì di un riconoscimento all’azione avviata da una persona che ha impiegato le proprie doti di impegno, conoscenza, cultura e umanità nel creare uno strumento di riconosciuta validità per gli utenti, le imprese in primis. I servizi di documentazione brevettuale di Patlib sono, infatti, un prezioso strumento di informazione e conoscenza per orientare al meglio investimenti e progetti”. Il Premio vuole essere anche incoraggiamento ai giovani nell’adozione di prassi di approfondimento delle indagini, alla ricerca di conoscenze e soluzioni alle problematiche tecniche che possono incontrare nella preparazione delle loro tesi di laurea come pure, successivamente, nella pratica lavorativa. .  
   
   
INDICAM: IL GOVERNO NON DIMENTICHI LA LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE NEI PROPRI PROVVEDIMENTI A FAVORE DELLA COMPETITIVITÀ E DEL RILANCIO DEL SISTEMA ITALIA  
 
Milano, 19 settembre 2006 - Nel tenere la sua relazione all’assemblea annuale di Indicam, istituto del Centromarca per la lotta alla contraffazione, che si è svolta il 20 luglio a Milano, il presidente Guglielmi ha sottolineato come la contraffazione, piaga che affligge le economie di tutti i Paesi occidentali e in particolar modo l’Italia, vada considerata come uno degli elementi più gravemente distorcenti e pregiudizievoli per lo sviluppo economico nazionale perché falsa la competizione, deprime in maniera patologica il livello qualitativo dell’offerta, mette a rischio migliaia di posti di lavoro e incrementa la diffusione di una cultura dell’illegalità già fin troppo diffusa nel nostro Paese. Ha quindi invitato il nuovo Governo a inserire organicamente ogni misura necessaria al contrasto della contraffazione e alla protezione della Proprietà Intellettuale e Industriale nei provvedimenti che si appresta a varare e negli strumenti di breve, medio e lungo termine necessari al rilancio della nostra economia e all’affermazione di un’autentica cultura della legalità e del mercato nel Paese. Nel corso dell’Assemblea sono stati proclamati i vincitori del secondo Premio Indicam, riconoscimento che ogni anno va alle branche dell’Amministrazione dello Stato e alle Amministrazioni locali che più si sono distinte nell’anno precedente nel contrasto della contraffazione e ai giornalisti che meglio hanno contribuito con i loro servizi a illustrare la pericolosità del fenomeno. Vincitori quest’anno sono risultati la Direzione Regionale dell’Agenzia delle Dogane di Napoli (ing. Roberta de Robertis); il Nucleo provinciale di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Milano (colonnello Virgilio Pomponi); il Comune di Firenze (dr. Ssa Patrizia Verrusio, vice comandante vicario dei Vv. Uu); la giornalista Serena Uccello de Il Sole 24Ore. .  
   
   
IN AFRICA, A SCUOLA DI ARTIGIANATO SORGE A SODDO HOSANNA, IN ETIOPIA, LA SCUOLA DEI MESTIERI NATA GRAZIE ALL’IMPEGNO DI CONFARTIGIANATO E ALLA SOLIDARIETÀ DI TANTI ARTIGIANI, CHE HA CONTRIBUITO ANCHE ALLA REALIZZAZIONE DI UN OSPEDALE  
 
 Roma, 19 settembre 2006 - Sei anni fa in occasione del Giubileo degli Artigiani la Scuola dei Mestieri veniva donata simbolicamente a Papa Giovanni Paolo Ii, successivamente, nel 2004, veniva inaugurata. Oggi è una realtà funzionale ed in crescita. Falegnameria, autoriparazione e carpenteria meccanica tra le specializzazioni della scuola, che sono insegnate da artigiani italiani. Sono loro che con grande dedizione mettono la propria professionalità al servizio di tanti giovani del posto. Gestita da un direttore etiope cappuccino e da un consulente amministrativo italiano questa struttura scolastica rappresenta una grande occasione per “liberare” i giovani e le loro famiglie dalla schiavitù della povertà, della fame, dell’emigrazione forzata verso i Paesi occidentali. “Il primo anno di attività della Scuola dei Mestieri in Etiopia ha prodotto una bella squadra di “diplomati” che rappresentano il simbolo ed il primo gradino di quello che potrebbe e dovrebbe essere l’artigianato etiope - afferma con soddisfazione Enzo Ciccarelli, delegato di Confartigianato per il progetto “Scuola dei Mestieri” -. Non a caso il diploma acquisito nella scuola ha ottenuto anche il riconoscimento del Governo etiope”. Soddisfazione anche nelle parole di Giorgio Guerrini, presidente della Confartigianato, che sottolinea: “Abbiamo dimostrato la validità del ruolo formativo dell’artigianato che sa trasmettere ai giovani il “sapere” fatto di competenza, di ingegno, insegnando loro che in un’impresa artigiana può esservi un avvenire di lavoro nella terra di origine. La Scuola a Soddo-hosanna conferma che la piccola impresa costituisce la dimensione produttiva più adatta per favorire la transizione da un’economia di sussistenza ad un’economia di profitto, rispettando i valori della solidarietà e della coesione sociale. Ma oggi a Soddo c’è ancora bisogno di noi”. Attualmente infatti, in seguito ad una visita della delegazione di Confartigianato in Etiopia, è emersa la necessità di continuare sulla strada intrapresa attraverso il coinvolgimento di altri maestri artigiani. Per questo l’Anap, Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato, ha lanciato un appello a tutti gli artigiani, in particolare a quelli in pensione, affinché decidano di dedicare la loro esperienza e professionalità per insegnare un mestiere ai giovani etiopi. Ma il ponte di amicizia tra la Confartigianato e l’Africa è alla base anche di un altro progetto che ha dato un frutto importantissimo: la costruzione di un ospedale a Dubbo, una località situata a poca distanza da Soddo-hosanna. Voluto dalla Confartigianato di Ancona, schierata in prima linea anche per il progetto della scuola dei mestieri, l’ospedale è stato promosso dal vescovado di Soddo e dai frati cappuccini di Recanati. L’ospedale che dispone di 60 posti letto allevia le sofferenze di una popolazione prostrata dalla malaria, dalle infezioni e da parti difficili e spesso mortali per le madri. Circa 200 le visite giornaliere che vengono effettuate nell’ambulatorio dell’ospedale, mentre altre visite e vaccinazioni vengono fatte direttamente nei villaggi della regione. L’ospedale di Dubbo, ribattezzato anche ospedale degli artigiani, rappresenta oggi una vera e propria “oasi” di speranza per molti uomini e donne e soprattutto per tanti bambini, anche piccolissimi. .  
   
   
ENEA: IL RAPPORTO DELL´AGENZIA INTERNAZIONALE DELL´ENERGIA SCENARI E STRATEGIE ENERGETICHE AL 2050  
 
 Roma, 19 settembre 2006 - E´ stato presentato ieri presso la sede Enea di Roma il Rapporto "Energy Technology Perspective 2006", elaborato dall´Agenzia Internazionale dell´Energia (Iea), per presentare lo stato dell´arte e le prospettive di sviluppo delle più promettenti tecnologie energetiche. Il rapporto fornisce una valutazione del contributo potenziale che tali tecnologie potrebbero dare alla riduzione della domanda complessiva di energia e delle emissioni di biossido di carbonio in uno scenario temporale al 2050. Il Prof. Luigi Paganetto, Commissario Straordinario dell´Enea, ha detto che: "L´enea ritiene che gli scenari presentati dal rapporto Iea confermano quanto sia importante procedere ad un impiego sempre più intenso di tecnologie innovative per la produzione, distribuzione ed uso dell´energia. Per procedere in questa direzione sono necessari: 1) programmi di attività diretti all´impiego di tecnologie utili per una maggior efficienza energetica; 2) programmi di ricerca e sviluppo su biocombustibili, energie rinnovabili avanzate, idrogeno e celle a combustibile; 3) tecnologie per la cattura e il confinamento della Co2, proveniente dall´utilizzo del carbone. Dalla nostra disponibilità ad investire in ricerca ed innovazione seguirà un futuro in cui l´uso crescente dell´energia si accompagnerà ad uno sviluppo sostenibile. I picchi raggiunti nei mesi scorsi dai prezzi del petrolio e il continuo aumento delle emissioni di Co2 a livello mondiale (oltre il 20% nell´ultimo decennio) destano notevoli preoccupazioni circa la sostenibilità nel lungo termine del corrente modello di sviluppo energetico. Anche tenendo conto dei miglioramenti di efficienza energetica e del progresso tecnologico ottenibili con le politiche esistenti, le emissioni di Co2 e la domanda di combustibili fossili continueranno a crescere rapidamente nei prossimi 25 anni. Proiettando le previsioni oltre il 2030, il quadro che si ottiene diventa ancora più preoccupante, dal momento che - secondo il trend corrente - le emissioni di Co2, raggiungeranno nel 2050 un valore pari a due volte e mezzo il livello attuale, soprattutto a causa del maggior ricorso all´uso del carbone per la generazione elettrica , specialmente in India e Cina, nonché a causa della produzione di combustibili liquidi per il settore dei trasporti. La crescita della domanda energetica non potrà essere soddisfatta dalle tecnologie tradizionali, basate sull´uso di combustibili fossili, senza aumentare fortemente la pressione sull´ambiente, sulle risorse naturali, sulla salute pubblica e sulla sicurezza energetica. Per intervenire su questo trend nella misura necessaria occorre definire e attuare rapidamente strategie e politiche di incentivazione in grado di stimolare insieme ricerca, innovazione e sviluppo della domanda di tecnologie energetiche efficienti. Gli scenari alternativi dimostrano chiaramente come l´obiettivo di disporre nel lungo termine di energia sostenibile, competitiva e sicura sia ottenibile solo attraverso un insieme di misure di governo e di indirizzo mirate a conseguire: forti incrementi dell´efficienza energetica nei settori industria, residenziale e trasporti; la riduzione dell´intensità carbonica della generazione elettrica, ottenuta attraverso la cattura e neutralizzazione definitiva della Co2 e un maggiore impiego delle fonti rinnovabili, del gas naturale e, dove accettabile, dell´energia nucleare; l´incremento dell´uso dei bio-combustibili per il trasporto stradale. Dall´analisi effettuata su scenari proiettati a 50 anni emerge che : le tecnologie che consentono di ottenere i cambiamenti necessari sono già disponibili sul mercato o lo saranno nei prossimi quaranta anni a seguito di attività di Ricerca e Sviluppo; nessuna singola tecnologia può rappresentare di per sè la soluzione alle sfide relative al contenimento della crescita della domanda e alla riduzione delle emissioni di Co2; per ridurre i rischi derivanti da risultati non soddisfacenti di alcune delle tecnologie prese in considerazione, e per giungere a prestazioni più efficienti e alla riduzione dei costi attesi, sarà necessario puntare su un portafoglio di tecnologie. L´enea intende mettere a disposizione le proprie competenze nel settore energetico, offrendo un approccio multidisciplinare all´implementazione degli scenari alternativi. I prevedibili ambiti di attività sono riferibili alla ricerca e sviluppo di tecnologie innovative a maggiore efficienza energetica, (come quelle necessarie ai settori: industria, residenziale e trasporti) alle tecnologie rinnovabili, all´uso pulito ed ecosostenibile dei combustibili fossili per la generazione di elettricità, e ai bio-combustibili. .  
   
   
SEQUENZIATO PER LA PRIMA VOLTA IL GENOMA DI UN ALBERO UN GRANDE POTENZIALE AI FINI DELLA CONVERSIONE IN BIOCOMBUSTIBILI.  
 
Bruxelles, 19 settembre 2006 - Per la prima volta è stato sequenziato il genoma di un albero: si tratta di un tipo di pioppo conosciuto come pioppo nero americano (Populus trichocarpa). Sono stati necessari quattro anni e il lavoro di più di 100 scienziati di 38 istituzioni in Europa, Canada e Stati Uniti per realizzare il sequenziamento di 485 milioni di coppie di basi azotate (gli elementi costitutivi del Dna), i cui risultati sono riportati nell´ultimo numero della rivista "Science". Almeno un terzo della superficie terrestre è ricoperto da foreste che ospitano una percentuale significativa del patrimonio di biodiversità del pianeta. Gli alberi forniscono inoltre all´umanità molti importanti elementi, da aria pulita e acqua, a materiali da costruzione, arredamento, fibre, carta e carburante. Pur essendo il primo albero, il pioppo non è il primo essere vegetale il cui genoma sia stato sequenziato. Questo onore è infatti spettato all´Arabidopsis thaliana, un tipo di crescione ampiamente utilizzato nella ricerca botanica, il cui genoma è stato sequenziato nel 2000, mentre nel 2002, è stato il turno di una pianta di riso, alimento base per più della metà della popolazione mondiale. Tuttavia, fanno notare i ricercatori, gli alberi devono far fronte a sfide molto diverse rispetto a queste piante caduche. "La loro esigenza di sopravvivere e crescere per centinaia di anni in uno stesso luogo, sottoposti a sollecitazioni fisiche e biotiche sempre diverse, li differenzia nettamente dalle piante caduche", scrivono i ricercatori. Il pioppo è stato scelto per le dimensioni relativamente ridotte del suo genoma rispetto a quello di altri alberi, per il suo elevato tasso di crescita, la relativa facilità di manipolazione sperimentale e la varietà di strumenti genetici disponibili. Inoltre i pioppi sono alberi importanti dal punto di vista economico: "Possono raggiungere la maturità riproduttiva in soli quattro-sei anni, rendendo possibile la coltura selettiva per attività di silvicoltura e piantagione sostenibili su larga scala", scrivono ancora i ricercatori. Infine, rappresentano un grande potenziale ai fini della conversione in biocombustibili. I ricercatori hanno identificato più di 45 000 possibili geni sui 19 cromosomi del pioppo, raffrontandoli con quelli dell´Arabidopsis thaliana. La separazione nel lignaggio evolutivo delle due piante è avvenuta circa 100-120 milioni di anni fa e le differenze tra i due genomi riguardano essenzialmente i geni responsabili della resistenza alle malattie, della crescita, del trasporto metabolico e della sintesi della parete cellulare. Il lavoro di ricerca svolto ha diverse possibili applicazioni. Il gruppo di ricercatori è riuscito a identificare 93 geni coinvolti nella produzione di cellulosa, emicellulosa e lignina, gli elementi costitutivi delle pareti cellulari delle piante. La cellulosa e l´emicellulosa vengono anche utilizzate come materie prime nella produzione di bioetanolo, ma purtroppo estrarle quando sono ancora racchiuse nelle pareti cellulari della pianta è incredibilmente difficile. I ricercatori, tra cui un´equipe dell´Università di Gand in Belgio, intendono ora studiare i geni coinvolti nella produzione della parete cellulare per capire se possano essere modificati per rendere la cellulosa e l´emicellulosa più facilmente accessibili. Http://www. Sciencemag. Org/ .  
   
   
DA ENERGIA (GRUPPO CIR) NASCE SORGENIA, ENERGIA SPA SI TRASFORMA PRESENTANDOSI SUL MERCATO CON UN NUOVO APPROCCIO STRATEGICO  
 
Milano, 19 settembre 2006 – E’ Nata Sorgenia, società del Gruppo Cir, protagonista del mercato libero italiano dell´elettricità e del gas naturale, che si presenta al mercato con un nuovo posizionamento e una identità diversa. Nata nel 1999, Energia Spa, ora Sorgenia si propone al mercato come operatore sensibile nei confronti dell´ambiente e capace di operare in modo efficiente, pulito, attento e responsabile, instaurando un dialogo aperto e trasparente con il cliente. Con Sorgenia le aziende risparmiano sia sui prezzo, con un ampio e conveniente portafoglio prodotti che permette inoltre di aumentarne i benefici economici di anno in anno, sia sui consumi offrendo soluzioni che aiutano ad eliminare gli sprechi e utilizzare l´energia in modo efficiente. Un terzo risparmio è quello che Sorgenia garantisce anche all´ambiente attraverso l´impegno, previsto nel proprio piano industriale, di investire in tecnologie che permettono una forte riduzione delle emissioni di anidride carbonica già nella fase di generazione. Da martedì 18 luglio, con l´assemblea degli azionisti che delibererà il cambio della ragione sociale, inizierà la campagna pubblicitaria del nuovo brand Sorgenia, che coinvolgerà quotidiani, periodici, radio, tv e Internet. "Sorgenia è un marchio evocativo, ma anche caratterizzante per l´immagine di un gruppo che nel giro di pochi anni è diventato uno dei protagonisti nel settore energetico italiano - afferma Massimo Orlandi, Amministratore Delegato di Sorgenia - Sorgenia lavorerà con le stesse competenze, la stessa spinta all´innovazione, la stessa efficienza e la stessa attenzione al cliente che sono state per anni le carte vincenti del Gruppo Energia. " "Questo processo di trasformazione e di cambiamento - aggiunge Riccardo Bani, Direttore Generale Commerciale e Marketing di Sorgenia - è iniziato dal 2005. - Ora con il nuovo brand avviamo una importante fase della strategia aziendale che ci permetterà di competere con una immagine più forte e con un posizionamento più rilevante nel mercato delle cosiddette "Partite lva". Profilo Sorgenia Sorgenia Spa nasce il 18 luglio del 2006 da Energia Spa costituita nel luglio 1999. Il Gruppo è uno dei principali attori nel mercato libero italiano dell´elettricità e del gas naturale,
Bilancio consolidato del Gruppo Sorgenia al 31 dicembre 2005:
Ricavi 1. 225,2 milioni di euro
Margine Operativo Lordo 55,1 milioni di euro
Utile netto 29,1 milioni di euro
Volumi venduti 8 miliardi circa di Kwh di energia elettrica e 2 miliardi di Smc di gas
Compagine azionaria al 31 marzo 2006: Ii principale azionista di Sorgenia Spa è con il 79,1% Energia Holding, la quale a sua volta è controllata per il 73,4% dal Gruppo Cir e per il 26,6% da Verbund. Inoltre la società elettrica austriaca controlla direttamente una quota del 17,3% di Sorgenia Spa. Infine il 3,6% dell´azionariato di Sorgenia Spa è detenuto dal Management. Il Gruppo Sorgenia è impegnato nell´avanzamento dei piano industriale che prevede la realizzazione di un programma di centrali greenfield, ciascuna da 770 Mw, a ciclo combinato e alimentate a gas naturale. In particolare la centrale di Termoli (Cb) diventerà operativa durante l´esercizio 2006, mentre sono iniziati i lavori per la realizzazione della centrale di Modugno (Ba). Sorgenia sta inoltre sviluppando progetti di generazione da fonti rinnovabili, con particolare attenzione alla realizzazione di impianti eolici e fotovoltaici. Nel 2005 è stata costituita la società Soluxia con l´obiettivo di progettare e realizzare impianti fotovoltaici di tutte le dimensioni. Nel mese di dicembre 2005, la società Soluxia ha ottenuto dal Gestore del Sistema Elettrico (Grtn) l´esito positivo alle domande di ammissione alle tariffe incentivanti (ai sensi del Decreto Map del 28 luglio 2005) complessivamente per 15 impianti fotovoltaici per una capacità installata di circa 15 Mw. Sempre nel 2005 è stato acquisito il Gruppo Anemon, attivo nella costruzione e gestione di "parchi" per la generazione di energia elettrica da fonte eolica e titolare dell´impianto eolico di Fossato di Vico, con una capacità installata pari a 1,5 Mw. Sia nel comparto elettrico che in quello del gas naturale Sorgenia opera nelle fasi del!´ approvvigionamento e della vendita diretta ai clienti finali del mercato libero. Alla capogruppo competono poi le attività centrali della holding: amministrazione, finanza e controllo, servizi legali e societari, servizi It, servizi generali. L´approvvigionamento di energia elettrica avviene attraverso l´importazione diretta dai paesi produttori e attraverso la produzione di impianti che fanno capo ad altre società del gruppo. La più rilevante è Tirreno Power, che assicura la generazione diretta di energia attraverso i propri impianti di produzione. La società è partecipata da Sorgenia al 50% attraverso la holding Energia Italiana, nella quale la stessa Sorgenia ha una quota del 62%, mentre il restante 38% è suddiviso tra quattro soggetti industriali e finanziari (Amga, Hera, Mps e Bnl). Sorgenia partecipa inoltre alla borsa elettrica (Ipex - Italian Power Exchange). Sul fronte del gas naturale Sorgenia commercializza gas di provenienza libica importato direttamente attraverso il gasdotto Green Stream inaugurato nell´ottobre 2004. L´approvvigionamento è integrato da altri contratti su base spot e dalla partecipazione al Punto di Scambio Virtuale (Psv), l´ hub di scambio tra gli operatori del settore. La vendita e la fornitura di energia elettrica e di gas si rivolge a tutti i clienti che, in base alla normativa vigente, possono accedere al mercato libero, fino alle Partite Iva. La strategia commerciale di Sorgenia prevede canali e offerte differenziate per i diversi segmenti di mercato puntando all´innovazione dei prodotti e a proposte di soluzioni dedicate all´efficienza energetica. L´ offerta integrata di Energia Elettrica e Gas sarà resa disponibile alla clientela prossimamente. Infine, grazie alla capillare rete di vendita distribuita su tutto il territorio italiano, Sorgenia vanta oggi circa 80. 000 clienti. La consapevolezza della rilevanza sociale, etica e ambientale dello sviluppo energetico ha guidato l´obiettivo industriale di Sorgenia verso una crescita che promuova l´efficienza produttiva e il ridotto impatto ambientale. Conciliare produttività ed ambiente, scegliendo soluzione tecnologiche innovative, accrescendo la produzione da fonti rinnovabili e promuovendo il risparmio energetico negli usi finali rappresentano l´impegno di Sorgenia per "una nuova cultura dell´energia". .
 
   
   
APER, INSIEME AD ANEV E LEGAMBIENTE INVIATA AL PRESIDENTE NICHI VENDOLA E ALL´ASSESSORE DELLA REGIONE PUGLIA MICHELE LOSAPPIO IN MERITO AL REGOLAMENTO PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI EOLICI NELLA REGIONE.  
 
Milano, 19 settembre 2006 - Nichi Vendola Presidente Regione Puglia; Antonio Losappio Assessore all’ecologia Regione Puglia; Roma, 21 Luglio 2006, Oggetto: “Regolamento per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia” N. 9 del 23 Giugno 2006. Egregio Presidente, Egregio Assessore, Perché non ci convince la proposta approvata dalla Giunta? L’approvazione del regolamento entro i termini previsti dalla moratoria per la realizzazione di nuovi impianti eolici è sicuramente un fatto positivo. Quello che non ci convince sono però il metodo con cui si è arrivati all’approvazione e alcuni aspetti di merito sostanziali del regolamento. Noi pensiamo sia stato un errore da parte della Giunta approvare uno strumento che va a definire le regole che riguardano un tema delicato e importante come l’eolico senza alcun confronto con i diversi soggetti interessati. E’ legittimo che la Regione lo faccia, noi pensiamo sia stato un passo falso anche perché della partecipazione e del confronto nella diversità dei punti di vista l’amministrazione ha fatto in questi mesi un suo punto di forza e di discontinuità rispetto al passato. Ma intorno all’eolico è evidente la necessità di costruire regole trasparenti e condivise per arrivare a una sua diffusione integrata nel paesaggio – come prevede il Pear - che eviti polemiche e conflitti. Quanto al merito avevamo fatto notare nelle osservazioni presentate al Pear che ritenevamo l’introduzione del Piano Regolatore comunale per l’installazione di impianti eolici (Prie) uno strumento inutile e inefficace che avrebbe complicato invece di semplificare l’iter di valutazione e approvazione dei progetti. Ritenevamo che su questi aspetti di merito si sarebbe aperto un confronto come invece non è stato, per cui motiviamo le nostre critiche rispetto al provvedimento e la nostra richiesta di modificarne alcune parti. Come è noto la moratoria nei confronti degli impianti eolici nasceva dalla preoccupazione della Regione di dover gestire un processo complicato da progetti presentati per oltre 1. 000Mw e di conflitti in alcuni Comuni per la presentazione di diverse proposte in aree limitrofe. I punti principali del regolamento riguardano l’introduzione del Piano regolatore comunale per l’installazione di impianti eolici (Prie), il parametro di controllo della superficie massima occupabile dagli impianti, la valutazione integrata da parte della Regione. A noi pare che l’insieme di questi strumenti non dia risposta a quello che è l’obiettivo condiviso di uno sviluppo dell’eolico integrato nel paesaggio pugliese. In sintesi le ragioni principali riguardano: 1- l’introduzione per la prima volta nell’ordinamento italiano di uno strumento come il Piano regolatore dell’eolico la cui elaborazione appare inutilmente complessa per i Comuni ma soprattutto non capace di guidare il corretto inserimento nel paesaggio degli impianti. Gli impianti eolici entrano di fatto in una categoria “speciale”, sono realizzabili solo all’interno di uno specifico piano altrimenti sono vietati (cosa che non avviene per nessun altro impianto energetico, ambientale, dei rifiuti, ecc. ). 2- La definizione di un parametro quantitativo - in percentuale di occupazione del territorio - appare del tutto inutile a governare l’inserimento di impianti che hanno come questione fondamentale l’impatto visivo, la percezione all’interno di un contesto paesaggistico e non l’occupazione di un area. E’ inoltre evidente che la condizione imprescindibile per realizzare gli impianti eolici sia la presenza di vento cosa che accade solo in alcune aree. 3- La valutazione integrata regionale dovrebbe rappresentare il centro della procedura di valutazione degli impianti. Invece appare del tutto slegata da un contesto regionale che vede situazioni e prospettive molto diverse. Di territori come il subappennino dauno, dove sono già stati realizzati e in corso di realizzazione diversi impianti, e di territori dove impianti eolici possono e devono svilupparsi con attenzioni paesaggistiche nuove e più attente rispetto al passato. E’ evidente la difficoltà di governare i progetti che la Giunta ha ereditato dalla precedente legislatura ma non appare convincente l’idea di trasferire ai Comuni compiti che sono più propri della Regione. Né si può sostenere che le strutture comunali siano meglio organizzate per svolgere questi compiti. E’ inoltre a tutti noto che in questi anni sono state proposte private a muovere l’attenzione da parte di alcuni Comuni nei confronti dell’eolico. Se consideriamo che al Prie sono assegnati compiti di ricognizione attraverso cartografie e analisi di valori e risorse del territorio costosi è del tutto evidente che difficilmente gli uffici comunali li elaboreranno se non “spinti” dai proponenti privati e nel caso andranno nella direzione di quanto già prevedono i progetti ricevuti. Il rischio è che si fermino proprio i progetti più piccoli - magari con solo 2-3 torri – nei Comuni sprovvisti del piano. Il regolamento dà inoltre indicazioni per le aree da escludere talmente scontate (aree abitate, parchi nazionali, grotte e doline, ecc) che finiranno per fotografare la realtà dei progetti privati (che ovviamente non li ha mai presentati in quelle aree). Rispetto all’integrazione dei progetti nel paesaggio il regolamento assegna un ruolo generico al Prie comunale che riguarda la frapposizione rispetto ad impianti già presenti o ai principali punti di vista del paesaggio circostante. Le stesse indicazioni per quanto riguarda la disposizione degli impianti sul territorio su una o più file all’interno di coni visivi è solo “in linea generale e indicativa” per cui, vista l’autoapprovazione da parte del Comune del Piano del tutto superabile. L’introduzione del parametro di controllo sulla superficie occupata dagli impianti non sembra uno strumento utile rispetto a obiettivi di tipo paesaggistico. Certamente potrà impedire in futuro una eccessiva occupazione di territorio da parte degli impianti eolici ma può anche portare a una più diffusa distribuzione. Comunque non riguarderà gli oltre 1. 000Mw di progetti su cui più forti sono le polemiche visto che “i progetti presentati prima dell’entrata in vigore del presente regolamento ne restano esclusi dalla relativa applicazione” (Art. 14, Disposizioni transitorie, comma 7). Riteniamo invece positivo quanto previsto nell’istituto della Valutazione integrata, che è operata in forma contestuale su distinte proposte progettuali pervenute a scadenze fissate. Questa direzione è utile proprio a valutare contestualmente i progetti rispetto ai diversi paesaggi, ai valori presenti, agli impianti già presenti. Proprio perché questa fase di valutazione e decisione spetta alla Regione non si comprende perché non si sia puntato a migliorare e aggiornare il supporto informativo e cartografico regionale invece che affidare questo compito con il Prie ai Comuni. Noi riteniamo più convincente una direzione che – come avviene nelle altre Regioni italiane – limita il ruolo dei Comuni agli aspetti di inserimento nel contesto sociale e ambientale locale dei progetti (sarebbe utile in questa direzione offrire indicazioni per le convenzioni con le società, per le compensazioni ambientali e le opere di riqualificazione) ed invece rafforza la responsabilità in capo ai proponenti e ai progettisti. La strada delle linee guida regionali che fornisce informazioni sul territorio e i diversi paesaggi, che indica le aree escluse, le attenzioni progettuali e che definisce anche le regole per la sostituzione delle macchine già presenti, come per gli allineamenti nei nuovi impianti, a noi pare più semplice e al contempo più efficace. In questo modo la Regione può valutare la compatibilità dei progetti avendo un quadro di informazioni completo rispetto all’insieme dei progetti realizzati e in approvazione e fornire indirizzi qualitativi, indicazioni sull’inserimento nel contesto, ma anche rispetto all’allineamento, al tipo di torri e ai colori in relazione allo specifico contesto o alla presenza di impianti già installati percepibili nella visione d’assieme. Il regolamento giustamente incentiva progetti che coinvolgono più Comuni. Viene innalzato il Parametro di controllo percentuale per i Prie costituiti in forma intercomunale (dal 4 al 6%). A noi pare più utile spingere su regole di carattere paesaggistico che portino a progetti integrati in contesti territoriali e visivi che non sono i confini comunali il più delle volte a definire. Per questo la soluzione più efficace ci appare quella di prevedere il coinvolgimento di più Comuni (anche nei vantaggi economici) in tutti i casi in cui gli impianti sono posti entro una distanza stabilita dai confini oppure sono visibili le torri, ad esempio, da centri abitati nei Comuni confinanti. La prospettiva di un aggregazione dei Comuni appare fondamentale anche per spostare la realizzazione degli impianti dalle aree di crinale (spesso poste sui confini) verso i versanti e le aree di pianura – una prospettiva indicata dal regolamento regionale - auspicabile in tutti i casi in cui le condizioni anemologiche lo consentano. Non ci sembra infatti sufficiente, nella direzione di spostare i nuovi impianti dai crinali, la previsione di escludere "i crinali con pendenze superiori al 20% e relative aree buffer di 150 mt". Per i motivi spiegati chiediamo alla Giunta regionale di aprire un confronto sui contenuti del “Regolamento per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia” e di sospenderne l’applicazione nella parte che riguarda il Prie. Ribadiamo naturalmente la nostra disponibilità a spiegare personalmente le nostre ragioni. Cordiali saluti, Oreste Vigorito, Presidente Anev; Roberto Longo, Presidente Aper; Roberto Della Seta, Presidente Nazionale Legambiente; Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia. . .  
   
   
CONFERENZA DEI DIRETTORI VIA: OK PARZIALE AL METANODOTTO NATURNO-SILANDRO  
 
Bolzano, 19 settembre 2006 - La Conferenza dei direttori degli uffici provinciali competenti per la Valutazione di Impatto Ambientale, riunitasi il 19 luglio, ha dato il suo Ok al progetto di metanodotto da Naturno a Silandro, rinviando però la decisione in merito al lotto nr. 3 dei 5 complessivi: è stato previsto un sopralluogo per valutare una migliore sistemazione della condotta. Approvati inoltre altri progetti. Dalla Conferenza dei direttori Via arriva un parziale via libera al progetto per la posa di un metanodotto tra Naturno e Silandro, attraverso Castelbello-ciardes e Laces. Proposto dalla Selgas Spa, il progetto è suddiviso in cinque lotti: i primi e gli ultimi due sono stati approvati senza problemi, mentre la valutazione del terzo richiederà un ulteriore sopralluogo. La disposizione della condotta del gas non è stata infatti valutata come ottimale, e si cercherà quindi una posizione migliore. In tutto, l’impianto sarà lungo 16 km: la condotta sarà interrata, per lo più lungo strade e sentieri, ed avrà un diametro variabile tra i 300 mm ed i 150 mm. I direttori hanno quindi approvato la ristrutturazione dell’impianto idroelettrico Karersee, nel comune di Nova Levante, proposto dalla “Cooperativa per l’utilizzo di fonti energetiche Nova Levante”. Sono previste tre prese d’acqua rispettivamente dal rio Carezza, dal rio del Lago e dal rio Puccolino: esse consentiranno il prelievo di 342 l/s di acqua in media, con punte massime di 657 l/s. Un salto di 94 metri consentirà di produrre 315 kilowatt di energia. Approvata anche la costruzione di una derivazione per l’impianto irriguo a Sella, nel comune di Termeno. Come richiesto dal Consorzio Rio Höllental, grazie alla derivazione di 5 l/s dall’omonimo rio e ad una condotta lunga 2,3 km, si potrà procedere all’irrigazione di 14 ha di terreno. Il Comune di Nova Ponente potrà procedere al risanamento del sistema di approvvigionamento idrico ed antincendio. I relativi tre progetti sono stati approvati dai direttori Via: il primo comprende il risanamento di 2. 200 metri di condotte e la costruzione del nuovo bacino Holzlagerplatz, il secondo ed il terzo la realizzazione dei serbatoi interrati Obkircher e St. Helena, della capacità rispettivamente di 1. 300 e 700 metri cubi. Potrà essere risanato, in un tratto di 300 metri che non è di interesse turistico, lo Schnalswaal, nel comune di Castelbello Ciardes. A causa delle perdite che si verificano attualmente, in questo intervallo il canale in calcestruzzo verrà sostituito da una struttura in Pvc. Via libera anche all’interramento del tratto “Gartl Luck – Schön” del collettore principale sul Corno di Renon, nel comune di Renon. Dato che in inverno questo tratto è soggetto a congelamento, esso verrà spostato più in profondità, dagli attuali – 1,5 metri a – 2,5 metri. Infine, si potrà procedere all’ampliamento dell’impianto di innevamento per la nuova pista Pichlberg, già approvata, in località San Martino nel comune di Sarentino. Come richiesto dalla Reinswalder Lift Srl, con la concessione esistente l’impianto andrà ad innevare una superficie aggiuntiva di 3,6 ha, grazie a 17 idranti collegati da 1,3 km di condotte. .  
   
   
SNAM RETE GAS: IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE APPROVA LA RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2006  
 
San Donato Milanese 19 settembre 2006 - Il Consiglio di Amministrazione della Snam Rete Gas S. P. A. Ha approvato in data odierna la Relazione Semestrale al 30 giugno 2006. Il conto economico consolidato chiude con l’utile operativo di 472 milioni di euro e con l’utile netto di 240 milioni di euro; i risultati semestrali sono già stati comunicati il 27 luglio 2006, in occasione dell’approvazione della Relazione Trimestrale al 30 giugno 2006. La Relazione Semestrale al 30 giugno 2006 include gli schemi contabili della capogruppo Snam Rete Gas S. P. A. , (stato patrimoniale, conto economico, prospetto delle variazioni nelle voci di patrimonio netto e rendiconto finanziario), redatti secondo i principi contabili internazionali (International Financial Reporting Standards - Ifrs), la cui applicazione è obbligatoria per le società quotate a partire dal 1 gennaio 2006. Tali principi sono stati applicati anche ai dati di raffronto relativi all’esercizio 2005 e al primo semestre 2005. La Relazione Semestrale è stata messa a disposizione del Collegio Sindacale e della Società di revisione. In allegato sono riportati gli schemi sintetici riclassificati del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale consolidati al 30 giugno 2006. Acquisto azioni proprie Snam Rete Gas comunica che, relativamente al piano di acquisto di azioni proprie autorizzato dall’Assemblea del 10 novembre 2005 fino a massime n. 194. 737. 950 azioni e per un ammontare complessivo non superiore a 800 milioni di euro, alla data del 15 settembre 2006 sono state acquistate complessivamente n. 74. 646. 797 azioni ordinarie (pari a circa il 3,82% del capitale sociale) al prezzo medio di 3,56 euro per un importo complessivo di circa 266 milioni di euro. Aumento di capitale Il Consiglio di Amministrazione della Snam Rete Gas S. P. A. Inoltre ha approvato l’aumento gratuito del capitale per complessivi euro 51. 400,00 in attuazione del piano di assegnazione di azioni gratuite ai dirigenti per l´anno 2003. .  
   
   
SOCOTHERM: LA CONTROLLATA ARGENTINA SOCOTHERM AMERICAS SI È AGGIUDICATA I PROGETTI TGN & TGS LOOPS PER UN VALORE DI CIRCA 85 MLN USD  
 
Vicenza 19 settembre 2006 – Socotherm, Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana (Sctm. Mi), ed uno dei principali operatori mondiali nel settore dei servizi per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, si è aggiudicata per mezzo della controllata argentina Socotherm Americas, i rivestimenti relativi a Tgn (Transportadora Gas del Norte) e Tgs (Trasportadora Gas del Sur) loops Phase 1 e Phase 2. Il contratto relativo alla Phase 1 riguarda oltre 1. 050 Km di tubi di diametri 24", 30" e 36" che verranno rivestiti a partire da gennaio 07 a settembre 07. La Phase 2 da eseguirsi da fine 2007 a fine 2008 riguarda invece il rivestimento di 1. 370 Km di tubi degli stessi diametri. I tubi in acciaio saranno rivestiti presso i propri impianti siti all’interno del tubificio Tenaris – Confab di Pindamohnangaba (Brasile) e del tubificio Tenaris – Siat di Valentin Alsina (Argentina). “Questo contratto – afferma l’Ing. Zeno Soave, Chairman e Ceo del Gruppo Socotherm – rappresenta un’ulteriore conferma della nostra posizione di leadership nell’area latino americana e ci permette di portare a livello record il nostro portafoglio ordini”. .  
   
   
ENEA: CERTIFICAZIONE DELLE EMISSIONI DEI GAS SERRA DEFINITE LE NORME VOLONTARIE ISO 14065  
 
 Roma, 19 settembre 2006 - Si è concluso il lavoro di definizione della norma volontaria Iso 14065 che stabilisce i criteri che devono rispettare gli organismi di verifica e certificazione delle emissioni dei gas ad effetto serra, nell’ambito di un apposito Gruppo di Lavoro internazionale dell’Iso (International Standards Organization) “Environmental Management”, riunitosi all’Enea dal 12 al 14 luglio u. S. , alla presenza di un rappresentante del segretariato della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (Unfccc). Il Prof. Luigi Paganetto, Commissario Straordinario Enea, intervenendo ai lavori ha sottolineato: “Il lavoro di definizione di norme standard su questa materia riveste una significativa importanza perché coerenza, trasparenza e attendibilità nel calcolo delle emissioni, contribuiscono a facilitare la commercializzazione dei permessi e dei crediti di emissioni, che sono un importante strumento a favore dello sviluppo sostenibile“. Sulla base di questa norma le imprese potranno identificare e gestire i rischi e le responsabilità legate alle emissioni di gas ad effetto serra. Ciò favorirà anche la progettazione, lo sviluppo e l’applicazione di iniziative e di programmi di cooperazione volti all’abbattimento delle emissioni. Le competenze dell’Enea in materia hanno permesso di completare il quadro normativo di riferimento di tutte le iniziative che hanno lo scopo di ridurre le emissioni od aumentare gli assorbimenti dei gas ad effetto serra. Infatti, la Iso 14065 segue la precedente norma Uni Iso 14064 (già approvata nel marzo del 2006). Tali normative intendono inserirsi nell’ambito delle iniziative che a livello mondiale si stanno intraprendendo per affrontare i cambiamenti climatici in atto sul pianeta, in accordo ai principi internazionali del protocollo di Kyoto e degli altri programmi di riduzione delle emissioni. . .  
   
   
MOVACTIVE, ED IL CENTRO ISIDEHANNO SIGLATO UNA IMPORTANTE PARTNERSHIP VOLTA ALLA REALIZZAZIONE CONGIUNTA DI SERVIZI E PRODOTTI PER IL MONITORAGGIO AMBIENTALE ED IL TELECONTROLLO PER LA SICUREZZA DEL TERRITORIO (PREVISIONE E PREVENZIONE DEI DANNI DA ALLUVIONE, FRANE, INCENDI E SISMA),  
 
 Vimercate (Mi), 19 settembre 2006 – Movactive, società internazionale, leader nelle soluzioni verticali machine-to-machine (M2m) ed il Centro Iside, una delle più dinami­che realtà imprenditoriali del Sud Italia nel settore idrico ed idrogeologico, hanno siglato una importante partnership volta alla realizzazione congiunta di servizi e prodotti per il monitoraggio ambientale ed il telecontrollo per la sicurezza del territorio (previsione e prevenzione dei danni da alluvione, frane, incendi e sisma), per la gestio­ne ottimale quali-quantitativa delle risorse idriche ed energetiche, per la sicurezza delle grandi infrastrutture (idrauliche, stradali e ferroviarie) e dei beni architettonici di pregio. Grazie all’utilizzo di reti ed infrastrutture “alternative” di tipo wireless, i nuovi servi­zi consistono nella creazione di una vera e propria rete di punti controllati, anche se sparpagliati su un territorio molto vasto, integrandoli e mettendoli in comunicazione fra loro, con un unico centro di raccolta, dove i dati protetti possono essere consultati da un illimitato numero di utenti. La piattaforma può sorvegliare contemporaneamente impianti fissi e in movimento (veicoli) e riprese video. L’avvocato Francesco Chirico, Presidente del Centro Iside così ha voluto sottolineare l’impegno di Movactive: "Abbiamo apprezzato l’approccio innovativo di Movactive, che ci ha sorpreso per la sua capacità di fornire soluzioni affidabili e molto complesse, con tempi di sviluppo rapidissimi. Le possibilità di monitoraggio e di gestione a distanza sono praticamente infinite. ” L’ingegner Renzo Tani, Presidente di Movactive, ha altresì commentato: “Siamo or­gogliosi di potere annunciare l’alleanza con Centro Iside, uno dei principali players na­zionali nelle tecnologie e nei sistemi ambientali, che grazie al suo know-how innovati­vo contribuisce in modo decisivo al rafforzamento di Movactive nella tele-gestione del­le risorse naturali”. A tutto campo. Le applicazioni verticali per la gestione del territorio, nate dalla colla­borazione di Movactive con il Centro Iside sono molteplici poiché l’architettura Movactive è stata ideata per interagire in modo aperto e trasparente con qualsiasi sistema / soluzione. Monitoraggio idrico. La soluzione Movactive / Iside garantisce un efficace ed effi­ciente controllo delle fasi del trattamento depurativo delle acque reflue urbane non solo per la depurazione e la stabilizzazione finale, ma anche per l’affinamento mediante filtrazione finale o ossidazione. Le innovazioni introdotte a livello normativo hanno determinato la necessità di strumenti e metodiche per un monitoraggio più fre­quente ed accurato delle acque, sia lungo la filiera di trattamento per l’ottimizzazione dei processi, sia allo scarico ed al recettore per la tutela dei corpi idrici. Si tratta come si vede di esigenze diversificate alle quali Movactive fornisce una risposta effica­ce tramite il controllo on-line, in tempo reale, rendendo più efficienti e meno costose le operazioni di correzione per mantenere i valori nei limiti prestabiliti. Le informazio­ni sono disponibili su un’area dedicata del sito web oppure, su server del Cliente, l’uso di password consente consultazioni con gradi di approfondimento differenziati per li­vello di utente. Con l’ausilio degli opportuni sensori ed analizzatori, Movactive è in grado di segnalare la misurazione istantanea dei parametri fisici e chimici desiderati: Ph, acido disciolto, redox, torbidità, nutrienti e sostanza organica ed altro. Una valutazione statistica dei parametri controllati, effettuabile con la consultazione della pagina web dedicata può inoltre evidenziare condizioni e abitudini operative eventualmente da modificare: l’a­nalisi statistica dei lunghi periodi offre un potere informativo diverso da quello possibi­le con le verifiche puntuali. Stessa logica per il monitoraggio dei bacini idrici volto, ad esempio, alla regolazione del deflusso dell’acqua per l’irrigazione di zone agricole. In questo caso, è possibile raccogliere informazioni a monte e a valle e prevedere il flusso d’acqua disponibile: in caso di discrepanza rispetto alle soglie stabilite si genera un intervento automatico che ridistribuisce i flussi, normalizzandoli. Analogo il tele-controllo di acquedotti e vasche di ogni genere inclusi i loro impianti ed i rispettivi componenti e valori (portate, pressioni, livelli serbatoi, pompe, stato posizione valvole regolatrici, produzione e dosaggio Co2, cloro residuo, ph, torbidità, temperature) con particolare riguardo alle modalità di produzione e contabilizzazione dell’acqua, alla sicurezza dell’esercizio, alla compensazione delle portate, al conteni­mento delle perdite occulte per una razionalizzazione delle risorse e la valorizzazione del servizio verso l’utenza finale. Tra le soluzioni offerte, anche applicazioni specifiche per il monitoraggio delle disca­riche, quali per esempio, il controllo del percolato e possibili interazioni / infiltrazio­ni con la falda acquifera. In tutti i casi, le soluzioni Movactive riducono drasticamente l’impegno delle Squadre di tecnici preposte alla supervisione per la verifica del buon funzionamento degli im­pianti, riducendo i costi e garantendo maggiore efficienza, precisione e tempestività dei rilevamenti, lungo l’intero arco delle 24h. Le segnalazioni di allarme consentono di anticipare, automatizzandoli, gli interventi di manutenzione correttiva, semplificando l’individuazione delle perdite e la ricerca dei guasti, integrando le informazioni tecniche all’interno dei sistemi gestionali aziendali. I Report dei Valori elaborati offrono una certificazione ufficiale ed inappellabile del rispetto dei valori assegnati e dell’adempimento della normativa. Rifiuti: una sfida da raccogliere. Le funzioni base della soluzione Movactive, quali la localizzazione dei veicoli preposti alla raccolta, la registrazione del viaggio e l’identifi­cazione autista, uniti alle informazioni operative derivanti dalla connessione ai sistemi di pesatura, riconoscimento cassonetti, controllo carburante, controllo presa di forza, consentono di produrre una serie di informazioni utili per il controllo dell’intero ciclo operativo. Il servizio di reportistica di Movactive prevede che il dispositivo di bordo archivi i movi­menti effettuati dal veicolo e scarichi i dati in tempo reale, periodicamente o a richie­sta. Il server Movactive provvede ad elaborare i dati e a redigere consuntivi secondo le specifiche concordate con l’abbonato e rende disponibili tali rapporti in un’apposita sezione del sito web ove, selezionando il veicolo e il periodo di interesse, è possibile consultare i dati on line o effettuare il download sul proprio Pc per elaborazioni suc­cessive. Il dato posizione dei veicoli è corredato dal codice autista, conteggio delle ore di fun­zionamento della presa di forza e da ogni evento operativo del veicolo, il quale a sua volta è marcato da ora e data. Per ogni operazione di carico il sistema memorizza il peso netto caricato. A fine viaggio sono disponibili il numero delle pesate, i singoli valori di pesatura ed il totale caricato è riportato nel report pesatura, il quale riporta insieme alle singole pesate, il codice cassonetto ad esse relativo. Il report carburante evidenzia eventuali rifornimenti ed i consumi assoluti [l. ], chilometrici [Km/l] ed orari [l/h], di ogni singo­lo viaggio. Per supportare l’operatività degli autisti l’abbonato può richiedere a Movactive per ciascun veicolo il calcolo del percorso ottimo ed implementare funzioni di logistica per la gestione dei mezzi, la riallocazione dei veicoli, la messaggistica e così via. L’abbonato può programmare i sistemi di bordo affinché segnalino via sms, e-mail o altro, il verificarsi di condizioni di utilizzo anomale, in tempo reale Quale ulteriore vantaggio, il monitoraggio consente di elaborare certificati di Servizio, quale prevenzione di contestazioni e certificati di Qualità del servizio offerto. Tutela del territorio. L’impiego della piattaforma Movactive risulta ottimale per la riduzione del rischio idrogeologico: l’Italia è un’area ad alta vulnerabilità ambientale: un territorio con vaste zone montane minacciate dal pericolo di fenomeni franosi, va­langhe, esondazioni, terremoti, incidenti industriali, con un’alta densità abitativa ed industriale nelle zone di pianura. In questo contesto assume rilevanza la possibilità di connettere dinamicamente ed in tempo reale i dati scientificamente aggiornati con i diversi operatori presenti sul territorio ed i loro mezzi di pronto intervento. La vera sfida consiste nel rendere efficace ed efficiente lo scambio di informazioni tra le varie fasi della “catena dell’intervento”, anche se queste sono state esternalizzate, cioè affidate a dei fornitori esterni. I data-base si integrano con i mezzi di soccorso e con il “tracing e tracking”, cioè con l’esatta conoscenza dell’ubicazione e dello stato dei veicoli in qualsiasi istante, insieme alla conoscenza della disponibilità degli equi­paggiamenti e degli uomini, identificati secondo le loro qualifiche, a bordo dei veicoli. Il re-instradamento dei mezzi diviene semplice ed efficace e permette di rispondere tempestivamente ad imprevisti diversi. Lo stato delle cose e delle persone trasportate può essere memorizzato e certificato per redigere statistiche, per soddisfare adempi­menti di legge e per l’espletamento automatico di pratiche burocratiche o amministra­tive. Ottimizzazione delle risorse energetiche. I servizi Movactive si dimostrano utili nel contenimento del consumo energetico di singoli soggetti pubblici e privati. Industrie, supermercati, ospedali, università, alberghi, sono solo alcune delle grandi organizza­zioni che richiedono grandi e continue quantità di energia. I produttori di gruppi elet­trogeni e di continuità sono alla ricerca di nuove soluzioni capaci di meglio rispondere alle esigenze del loro mercato. Le soluzioni M2m Movactive consentono il controllo re­moto e la raccolta automatica dei dati energetici da qualsiasi impianto. E’ possibile misurare i consumi, l’utilizzo, le prestazioni. Sono disponibili la lettura remota di dati significativi da contatori, cavi, termocoppie ed altri componenti; il monitoraggio dei voltaggi; l’invio di allarmi secondo la definizione preventiva di soglie di allerta; la re­golazione di contatori di celle frigorifere, luci, pompe, compressori, unità di sicurezza, ecc. ; analisi statistiche e comandi remoti per un utilizzo efficiente dell’energia ed una gestione dei costi dei consumi. .  
   
   
MERCOLEDÌ 20 SETTEMBRE LA PRESENTAZIONE DELLA SUMMER SCHOOL SUL MEDITERRANEO ORGANIZZATA DALL’OSSERVATORIO EUROMEDITERRANEO E DEL MAR NERO  
 
 Napoli, 19 settembre 2006 - Sarà presentata mercoledì 20 settembre alle 11, nella sede del Rettorato dell’Orientale (Palazzo du Mesnil -Via Chiatamone), la Summer School su “L’impresa culturale nel Mediterraneo” organizzata dall’Osservatorio Euromediterraneo e del Mar Nero, presieduto da Raffaele Porta, nato dal partenariato tra il Comune di Napoli, l’Università degli Studi di Napoli L’orientale e la Fondazione Idis – Città della Scienza. Saranno presenti il Sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo, il Rettore dell’Orientale Pasquale Ciriello, il Presidente di Fondazione Idis Vittorio Silvestrini ed il Presidente del Cts dell’Osservatorio Raffaele Porta. Alla presentazione seguirà la Lectio Magistralis "Culture méditerranéenne et l’échange créateur entre les deux rives" del poeta marocchino Mohammed Bennis, docente di letteratura araba all’Université Mohammed V-agdal di Rabat. L’iniziativa, proposta e curata da Luigi Mascilli Migliorini, Presidente del Corso di Laurea Specialistica in relazioni culturali e sociali nel Mediterraneo dell’Università di Napoli L’orientale, nasce con l’obbiettivo di favorire l’incontro tra giovani ricercatori universitari delle due sponde del Mediterraneo che si confronteranno su importanti temi quali la salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e ambientale e sull’uso e la diffusione delle nuove tecnologie nei Paesi dell’area del Mediterraneo. La scuola, che è partita a Procida questa mattina e terminerà il 27 settembre, vede la partecipazione ed il contributo di prestigiosi docenti delle principali Università del bacino del Mediterraneo nonché di professionisti e di esperti del mondo dell’informazione e delle imprese. “Mentre l’anno scorso l’Osservatorio ha cominciato le sue attività con la missione internazionale di pace Quattro Giornate di Napoli per la Pace in Medio Oriente in Israele e Palestina”, - dichiara Raffaele Porta, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’Osservatorio Euromediterraneo e del Mar Nero – “quest’anno ospita venti giovani laureati provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo e del Mar Nero, Tunisia, Bulgaria, Macedonia, Marocco, Francia, Spagna, Algeria e da diverse università italiane. Un’occasione di incontro tra culture diverse, dunque, ma anche di formazione specialistica e di scambio di competenze, esperienze, professionalità”. .  
   
   
ASSEGNATI CINQUE PREMI A TESI INNOVATIVE DEL LAZIO  
 
 Roma, 19settembre 2006 - La Filas, la Finanziaria per l’innovazione della Regione Lazio, venerdì 15 settembre ha consegnato i “Premi alle tesi più innovative del 2005” presentate presso Università e Centri di Ricerca e di Eccellenza del territorio laziale, tra il 30 aprile 2004 e il 31 luglio 2005. I vincitori, che hanno ricevuto 2. 300 euro ciascuno, sono: Per il settore Biotecnologie: Daniela Minella - Università “Roma Tre” con la tesi: “Identificazione mediante microarray di geni differenzialmente espressi in un modello murino di Sindrome Digeorge. Per il settore Audiovisivo: Valentina Catena - Università “La Sapienza” con la tesi: “Il Cinema espanso nell’era dei nuovi media. Il progetto I-see”. Per il settore Aerospaziale: Maria Libera Battagliere - Università “La Sapienza” con la tesi: “Sistemi spaziali per la previsione dei terremoti”. Per il settore Energia Giuseppe Orsini - Università “La Sapienza” con la tesi: “Ottimizzazione della distribuzione delle risorse in una rete energetica locale mediante un algoritmo di vita artificiale”. Per il settore Organizzativo-istituzionale Luisa Latini – Università “La Sapienza” con la tesi: “Pubblica vigilanza e mercato mobiliare. Il Confronto dei modelli”. Secondo Fabrizio Sacerdoti, amministratore unico della Filas “Il Premio alle tesi più innovative è una delle numerose iniziative ideate dalla Filas di per dare impulso all’innovazione e alla ricerca; valorizzare l’operato di Università, Enti e Centri di ricerca e per mettere a sistema il ricchissimo patrimonio di risorse di cui il nostro territorio dispone in ambito istituzionale, accademico e produttivo. I lavori presentati sono un’ulteriore significativa testimonianza della brillantezza e fecondità dell’operato del mondo accademico della nostra Regione, del valore dei giovani del Lazio e della validità di uno sviluppo basato sulla conoscenza”. Premio alle tesi più innovative del 2005 Abstract delle tesi vincitrici - Settore Biotecnologie “Identificazione mediante microarray di geni differenzialmente espressi in un modello murino di Sindrome Digeorge” di Daniela Minella. La tesi sperimentale si proponeva di fare maggiore luce sulle cause della Sindrome Digeorge, grave patologia che colpisce circa 1 neonato su 4000 con cardiopatie congenite, sviluppo insufficiente o assenza del timo e delle ghiandole tiroidi e paratiroidi e malformazioni facciali. Studi precedenti avevano identificato un gene (il Tbx1) come principale responsabile della patogenesi, ma l’esistenza di pazienti che non hanno subito danni al Tbx1, rendevano evidente il coinvolgimento di altri geni. Attraverso la tecnica del microarray, che permette di studiare più geni contemporaneamente - e quindi anche le loro interazioni reciproche – la Dott. Ssa Minella è riuscita ad identificare alcuni geni che sembrano avere influenza sull’insorgere della sindrome, in fasi distinte dello sviluppo embrionale, e un meccanismo metabolico di particolare importanza. Dai dati appare infatti una grande rilevanza del meccanismo di difesa delle cellule embrionali da eccessi di acido retinoico. Il metabolismo di quest’acido appare infatti difettoso sia nei già conosciuti casi riferibili al Tbx1 che in tutti gli altri emersi durante questo studio preliminare. Settore Audiovisivo “Il Cinema espanso nell’era dei nuovi media. Il progetto I-see” Valentina Catena. Le nuove tecnologie stanno gareggiando con i vecchi media ibridandosi con loro per forme, convenzioni, tecniche, linguaggi e stili di fruizione. Il processo, studiato da numerosissimi autori, ha avuto origine fin dall’avvento della televisione, ma ha subito un’intensissima accelerazione negli ultimi anni dalla human computer interaction. Oggi ci troviamo di fronte ad ibridi mediali che utilizzano le logiche digitali non solo nelle fasi di produzione, ma anche in quelle di fruizione integrandole nella loro stessa struttura estetica e comunicativa come: Iperfilm, Cinema-database, Cinema Espanso, Narrazioni interattive multiutente e Cinema Quantico. Da una ben documentata riflessione teorica è nata l’idea di I-see un prototipo che simula un’interfaccia per televisione digitale terrestre (ed Expanded Dvd) realizzato all’interno del “Laboratorio digitale di comunicazione Telecom Italia” portato avanti dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università “La Sapienza” in collaborazione con Rti – Gruppo Mediaset e Tilab. I-see è un nuovo modello di Cinema Espanso, un ipermedia visuale in grado di permettere all’utente una visione “multimediale” del film in cui ogni scena può rimandare – da riferimenti infra-testuali – ad approfondimenti sulla filmografia del regista, credits, colonna sonora, riferimenti saggistici e culturali e possibilità di acquistare prodotti sponsorizzati dal product placement cinematografico. Oltre alla progettazione strutturale è stato dato ampio spazio ad analisi di mercato (commerciabilità, arget e competitor), distribuzione, riorganizzazione della produzione, archiviazione, limiti legali e Royalty. Settore Aerospaziale “Sistemi spaziali per la previsione dei terremoti” Maria Libera Battagliere. Il lavoro è il progetto di una strumentazione per la previsione dei terremoti attraverso l’analisi di campi magnetici e flussi di particelle nell’alta atmosfera, adatta ad essere installata su un microsatellite Unisat - interamente realizzato da studenti e ricercatori dall’Università “La Sapienza”. La ricerca si situa nell’ambito delle attività svolte dal gruppo Gauss (Gruppo di Astrodinamica dell’Università degli Studi La Sapienza) fin dagli Anni 90 presso la scuola di Ingegneria Aerospaziale. La prima parte dello studio, composta da cinque capitoli, è dedicata all’analisi delle teorie su struttura e sismicità della Terra, campo magnetico terrestre, campo atmosferico e ionosfera in particolare, sull’interazione Terra-sole che genera la magnetosfera – il campo magnetico – terrestre, sul legame tra terremoti e variazioni che si verificano nello spazio intorno alla Terra e sui diversi modelli fisici nati per spiegare le emissioni elettromagnetiche che precedono i terremoti. La seconda parte si apre con l’analisi di alcune missioni spaziali che hanno rilevato correlazioni tra fenomeni elettromagnetici nell’alta atmosfera e fenomeni sismici (terremoti, eruzioni e tsunami). L’esame di quanto già realizzato ha portato ad individuare gli strumenti più adatti a quanto ci si proponeva in un magnetometro (sensore Elf) per registrare variazioni del campo geomagnetico e una sonda di Langmuir per rilevare variazioni nell’insieme di particelle che compongono il plasma ionosferico. L’ultimo capitolo è quello dedicato alla progettazione vera e propria del sensore Elf più adatto allo scopo (di cui è stato anche realizzato un prototipo) e di diversi tipi di sonda applicabili ad un microsatellite Unisat. Settore Energia “Ottimizzazione della distribuzione delle risorse in una rete energetica locale mediante un algoritmo di vita artificiale” Giuseppe Orsini. Il lavoro ha sviluppato un metodo di controllo e ottimizzazione di una rete energetica locale attraverso l’uso di Alife un algoritmo evolutivo “di Vita artificiale” - cioè una simulazione matematica - sviluppato dall’Enea per il controllo di processi industriali complessi. L’analisi si inquadra nel progetto dei cosiddetti “distretti energetici”, cioè la creazione di un sistema innovativo e concorrenziale composto da numerose reti elettriche/termiche locali che siano connesse alla linea di alimentazione principale, ma che contemporaneamente utilizzino varie fonti energetiche, soprattutto di tipo rinnovabile (generazione distribuita). Lo scopo è quello di determinare momento per momento la giusta regolazione di potenza di tutte le fonti utilizzate, minimizzando i costi e massimizzando la soddisfazione degli utenti sia in situazioni di funzionamento normale che di black-out della linea esterna. Oltre a molte prove simulate, è stata effettuata anche l’analisi su una rete elettrica reale, quella del Centro Ricerche Enea Casaccia-capanna. Tutti i risultati hanno confermato l’adeguatezza del modello matematico per il controllo e l’ottimizzazione di sistemi complessi di fornitura e distribuzione di energia anche in condizioni avverse. Settore Organizzativo-istituzionale “Pubblica vigilanza e mercato mobiliare. Il Confronto dei modelli” Luisa Latini. La tesi esamina il problema del controllo pubblico sull’economia finanziaria attraverso il confronto tra differenti soluzioni adottate in diversi Paesi europei. Partendo dalla premessa che è necessario vigilare su tre diversi aspetti del mercato - la stabilità del sistema e la sana e prudente gestione degli operatori, la trasparenza delle informazioni e la correttezza degli intermediari nei confronti dei risparmiatori ed infine la tutela della concorrenza - vengono messi a confronto due diversi modelli organizzativi. Il primo è quello accentrato, tipico dei Paesi anglosassoni, con un Regolatore unico che vigila su tutti i temi e tutti gli attori. Il secondo – applicato anche in Italia – è decentrato “per finalità” e vede organismi diversi responsabili di obiettivi diversi, la cui opera viene integrata da “supervisori di settore”. Il confronto viene effettuato secondo un approccio costi-benefici; alla luce delle varie proposte che hanno poi portato nella scorsa legislatura (posteriormente alla stesura di questa ricerca) alla riforma della Tutela del Risparmio. Dall’esame appare evidente l’assenza di un modello universalmente valido, poiché la valutazione è inscindibile da fattori esterni come i contesti giuridico-legale e socio-economico e i caratteri del sistema finanziario. In particolare per la supervisione sul mercato italiano il modello decentrato risulta preferibile, anche se servirebbero alcuni aggiustamenti come l’accrescimento dei poteri delle diverse “Autorità” ed il potenziamento del sistema “per finalità”. .  
   
   
ANALISI DEL RISCHIO DI SOCIETA’ DI PERSONE E DITTE INDIVIDUALI SENZA OBBLIGO DI BILANCIO. & VALUTAZIONE E RATING DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI.  
 
Milano, 19 settembre 2006 – In programma due iniziative a novembre 2006 promosse dalla Divisione Intermediari Finanziari, Banche e Assicurazioni della Sda Bocconi. “Analisi del rischio di società di persone e ditte individuali senza obbligo di bilancio” si propone di fornire una serie di strumenti e di metodologie adatti a valutare l’affidabilità delle piccole imprese prive di bilancio pubblico. In particolare verranno trasmessi gli strumenti per mettere a regime le informazioni disponibili, quantitative e qualitative, offrendo gli strumenti adatti a impostare un’analisi di affidabilità di un’impresa senza obbligo di bilancio. Principali destinatari sono: coloro che su vari livelli aziendali sono chiamati a valutare l’affidabilità delle piccole imprese. La sede è Milano e la durata prevista è di tre giorni, dal 13 al 15 novembre p. V. “Valutazione e Rating degli Intermediari Finanziari” si pone l’obiettivo di offrire un quadro sistematico in materia di valutazione degli intermediari finanziari secondo tre livelli specifici. A un primo livello, l’attenzione è posta sugli strumenti di valutazione della rischiosità del bilancio di un intermediario finanziario. Successivamente, la valutazione del bilancio è affrontata nella logica dell’analisi del valore. A un terzo livello, i temi di valutazione sono ricondotti alla costruzione di un processo di rating, tenuto contro delle prescrizioni del nuovo Accordo di Basilea. L’obiettivo è quindi di definire con rigore come si valuta il bilancio di un intermediario finanziario nella prospettiva del rischio di credito e come si possa trasferire la logica valutativa all’interno del processo di assegnazione del rating. Principali destinatari sono: gli analisti di credito, le risorse delle unità preposte all’assegnazione dei rating interni, alle funzioni di credit risk management e a tutti gli operatori finanziari che si occupano della valutazione di controparti costituite da intermediari finanziari. La sede è Milano e la durata prevista è di tre giorni, dal 13 al 15 novembre p. V. .  
   
   
ANTHONY GIDDENS RIFLESSIONI SUL FUTURO DELL’EUROPA VENERDÌ 6 OTTOBRE 2006  
 
 Como, 19 settembre 2006 - Venerdì 6 ottobre ore 21. 00 si terrà il primo incontro della programmazione autunnale della Fondazione Antonio Ratti: presso la sua sede di Como, alle ore 21. 00, sarà ospite di un incontro aperto al pubblico il grande politologo inglese Lord Anthony Giddens. Giddens, direttore della London School of Economics (Lse) dal 1997 al 2003, è stato docente di sociologia presso il King´s College di Cambridge. Più di recente è stato consulente del Primo Ministro britannico Tony Blair. Durante la conferenza, Gidddens prenderà in considerazione alcune delle tematiche chiave che l’Unione Europea è chiamata ad affrontare nell’attuale congiuntura, concentrandosi sulla sua Costituzione e in particolare sul Modello Sociale Europeo. Anthony Giddens conia il temine “democratizzazione della democrazia” per indicare il primo di una serie di passaggi di estrema significatività, all’interno dei nostri sistemi politici e istituzionali, identificandone i problemi tanto su scala nazionale che su scala europea: poca trasparenza delle istituzioni pubbliche, influenze indebite dei poteri delle grandi corporations, mediatizzazione della politica, reti di legami personali paramafiosi, corruzione diretta e deficit di rappresentanza delle donne e delle minoranze etniche. Giddens toccherà anche i temi legati alla situazione economica e politica italiana, come la crescita economica, le mancate riforme del welfare e del mercato del lavoro, l’occupazione precaria e il lavoro senza prospettive, per proporre il progetto di una nuova Europa soprattutto politica, non soltanto socio-economica. Giddens è teorico della “terza via”, che si pone l’obbiettivo della creazione di un nuovo equilibrio tra i princìpi guida della sinistra, il funzionamento del mercato e le esigenze della società civile: solo così, sostiene il sociologo, si potranno affrontare problemi come il degrado dell´ambiente, la criminalità, l´immigrazione. Anthony Giddens è membro a vita del King’s College di Cambridge e lungo la sua carriera ha ricevuto 15 lauree ad honorem. Nel Maggio 2004 è stato investito del titolo di Lord. È membro della American Academy of Science e della Chinese Academy of Social Sciences. Nel 1985 lo studioso ha fondato la casa editrice Polity Press, una delle più celebri case editrici nel campo delle scienze sociali e studi umanistici. È autore di numerosi saggi, fra cui Capitalismo e teoria sociale e La Terza Via (il Saggiatore); con la casa editrice il Mulino ha pubblicato diversi libri, tra i quali Le conseguenze della modernità (1994) Oltre la Destra e la Sinistra (1997), Il mondo che cambia (2000) e l’ultimo, Fondamenti di sociologia (2006). I suoi libri sono tradotti in 40 lingue. .