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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 02 Ottobre 2013 |
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Politica |
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IL PARLAMENTO EUROPEO PRESENTA LA CAMPAGNA PER LE ELEZIONI #EP2014 IN ITALIA |
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Strasburgo, 2 ottobre 2013 - ´Questa volta sarà
diverso´,. Questo lo slogan che marca l´inizio della campagna di informazione
per le elezioni del Parlamento europeo del 25.5.2014 presentato a Roma venerdi
13 settembre nella sede dell´Ufficio
d´Informazione del Pe in Italia. Per la prima volta non solo toccherà al nuovo
Parlamento europeo e non più ai governi nominare il nuovo presidente della
Commissione ma anche i partiti politici nazionali avranno un ruolo principale
dovendo indicare in quale schieramento europeo si collocheranno
All´evento di lancio, che ha registrato il tutto
esaurito nello Spazio Europa di Via Iv Novembre, ampia la partecipazione degli
eurodeputati italiani, con i vicepresidenti Gianni Pittella e Roberta Angelilli
che assieme ai colleghi Marco Scurria, Silvia Costa, Susy De Martini, Giuseppe
Gargani, Roberto Gualtieri, Salvatore Iacolino e Guido Milana che hanno animato
un dibattito moderato dalla giornalista di Rai3 Serena Bortone incentrato sulle
molteplici sfide che attende la nuova Eurocamera. In prima linea le misure per
raddrizzare l´economia e contastare la disoccupazione, in particolare quella
giovanile, la rappresentatività democratica e le opportunità dell´Europa anche
in termini di formazione.
´´Credi di non contare? Ripensaci´´, bisogna ´´agire,
reagire, decidere´´ è il tantra che dovrà convincere i cittadini ad andare a
votare nel maggio prossimo, e sul quale si è concentrato il dibattito,
preceduto da un intermezzo teatrale tratto da uno spettacolo, messo in scena
dalla compagnia ´Il ratto d´Europa´, sull´identità europea e sui temi centrali
delle elezioni che si terranno il prossimo anno.
´´Non si vota su dibattiti di cortile, ma sull´Europa
che vogliamo costruire. Non saremo più guidati da un Barroso scelto dai governi
e che risponde ai governi´´ ha detto il vicepresidente Gianni Pittella, che ha
anche ricordato la necessità di ´´avere un ministro degli Esteri capace di
parlare con la voce dell´Europa nel mondo diversamente dalla baronessa Ashton
che brilla per il suo silenzio´´. Sul distacco dei cittadini dalle istituzioni
ha insistito l´altro vicepresidente italiano, Roberta Angelilli, per cui le
istituzioni "devono accorciare le distanze ma i cittadini devono pensare europeo.
Oggi si sentono sudditi e non protagonisti´´. Un allarme confermato dagli
ultimi dati di Eurobarometro che rivelano come per la prima volta i cittadini
italiani siano meno europeisti della media europea.
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COSTRUIRE LA RIPRESA DELL´EUROPA, RICOSTRUENDO LA SUA UNIONE MONETARIA |
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Parigi, 2
ottobre , 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Olli Rehn Vice-presidente
della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli
Affari economici e monetari e l´euro, al Press Club americano europeo: “
Signore e Signori, Mesdames et Messieurs,
Sono lieto di essere con voi questa sera a Parigi per
parlare della riforma e sulla ripresa dell´economia europea. E visto che siamo
a Parigi, vorrei iniziare con una parola sulla Francia. Giovedi scorso, ho
accolto Pierre Moscovici alla Commissione europea per una discussione sul
progetto di bilancio della Francia per il 2014, che il governo aveva adottato
il giorno precedente.
Questo è stato un gesto importante che simboleggia non
un trasferimento di sovranità da Parigi a Bruxelles, ma piuttosto una
partnership più forte tra Parigi e Bruxelles. Si tratta di una partnership
orientata a far avanzare le politiche economiche e di bilancio sane a vantaggio
di tutti i cittadini francesi ed europee. In questo contesto, non vedo l´ora di
un ulteriore costruttiva discussione domani pomeriggio con il Primo Ministro
Ayrault.
Le nuove regole per un più stretto coordinamento delle
politiche di bilancio concordati da tutti gli Stati membri dell´Unione europea
all´inizio di quest´anno - vorrei sottolineare tutti gli Stati membri, oltre
che una schiacciante maggioranza nel Parlamento europeo - sono progettati per
ottenere proprio questo. In questa nuova governance economica, che è un
riflesso della nostra profonda interdipendenza nella zona euro, il ruolo della
Commissione non è quello di porre il veto su bilanci nazionali.
Questo è un potere che non abbiamo. Il nostro ruolo è
piuttosto quello di fornire consulenza politica indipendente, abbastanza presto
nel processo di bilancio per poter essere utile per i parlamenti nazionali. Per
la prima volta questo autunno, la Commissione pubblicherà a metà novembre la
sua valutazione dei documenti programmatici di bilancio che tutti i paesi della
zona euro ci invierà entro il 15 ottobre. Noi svolgere questo esercizio,
tenendo conto le nostre previsioni economiche d´autunno, che sarà pubblicata il
5 novembre.
Ciò non comporterà ci passa attraverso ogni linea di
bilancio con un dente-pettine fine. L´obiettivo non è quello di esaminare il
valore aggiunto di ogni proposta rond-point a Rouen o linea tranviaria di
Tolosa.
Piuttosto, l´obiettivo sarà quello di valutare se il
progetto di piano di bilancio metterà ogni paese sulla buona strada per
raggiungere gli impegni di bilancio presi a livello europeo, gli impegni intesi
a creare le condizioni per una crescita sostenibile, gli investimenti e la
creazione di posti di lavoro.
Per la Francia, la seconda economia più grande e
membro fondatore della zona euro, il rispetto di questi impegni è un indicatore
di credibilità, non solo delle politiche di questo paese, ma di quelli della
zona euro nel suo complesso. Accolgo quindi con favore i reali sforzi compiuti
per mettere le finanze pubbliche di Francia su un percorso sostenibile, e le
mosse per rimuovere alcuni degli ostacoli di lunga data per la crescita e
l´occupazione.
Ovviamente, resta ancora molto da fare, e alcuni
dettagli importanti sono ancora dispersi prima di poter effettuare una
valutazione completa di alcune delle misure che sono state annunciate. In
particolare, abbiamo ancora bisogno di vedere come l´aumento dei contributi del
datore di lavoro previsti dalla riforma delle pensioni sarà compensata, in modo
da garantire che il già alto costo del lavoro non aumenta ulteriormente.
Dalla primavera, abbiamo visto segnali crescenti che
una graduale ripresa è in corso. Ci aspettiamo che questo recupero di crescere
più solida nei prossimi mesi e per raccogliere la velocità del prossimo anno.
Venerdì scorso, abbiamo visto che il sentimento economico nella zona euro e
l´Ue è salito bruscamente a settembre: per l´Ue nel suo complesso è salito
sopra il punto di riferimento media di lungo periodo per la prima volta in 27
mesi. Questo è un ulteriore segno che la nostra strategia di risanamento di
bilancio differenziato e di riforme economiche che la competitività sostegno
sta spianando la strada per una ripresa sostenibile.
Il rallentamento del ritmo di consolidamento fiscale
in Europa che è successo l´anno scorso è stato reso possibile da tre fattori.
In primo luogo, la maggiore credibilità delle politiche fiscali dei membri
della zona euro dal 2011. In secondo luogo, l´azione decisiva la Bce ha
adottato per stabilizzare i mercati. E in terzo luogo, la riforma della
governance economica dell´Ue, che ora fornisce un quadro efficace per una
rettifica di bilancio differenziato e l´avanzamento delle riforme strutturali.
Naturalmente, ci sono notevoli divergenze economiche tra
i nostri Stati membri. Mentre la ripresa è rassodata in alcuni, rimane
sfuggente in altri. In molte parti d´Europa, la disoccupazione rimane a livelli
drammatici. Condizioni di prestito eccessivamente stretti, soprattutto per le
piccole e medie imprese, rimangono un gravissimo ostacolo alla crescita. Ecco
perché continuo a sottolineare che qualsiasi reclamo che "la crisi è
finita", sono premature.
In questo contesto, vorrei dire una parola su Italia.
Si tratta, naturalmente, per i leader politici italiani per trovare la strada
giusta da seguire nell´interesse dei loro cittadini. Allo stesso tempo,
dobbiamo essere consapevoli che c´è molto in gioco per tutti i cittadini
europei oggi. L´italia è la terza più grande economia della zona euro e
l´impatto di ciò che accade in Italia non finisce ai confini del paese. Si è
sentito in tutta Europa. Progresso in Italia o la mancanza di progressi, i suoi
risultati o la mancanza di risultati, sono anche d´Europa. Per questo voglio
esprimere il mio forte auspicio che l´Italia tornerà a stabilità politica il
più presto possibile, in modo da essere in grado di prendere molte decisioni
importanti che sono necessarie per il bene di tornare alla crescita e alla
creazione di occupazione.
Signore e Signori,
Questa crisi non è stata causata da una recessione
ciclica ordinaria. Le sue origini laici nelle grandi e insostenibili squilibri
macroeconomici che sono stati autorizzati ad accumularsi nel primo decennio di
questo secolo: gli anni che una volta erano un po ´fuorviante conosciuta come
"la Grande Moderazione".
Stiamo ancora vivendo la correzione degli eccessi di
quegli anni inebrianti, arroganti - un aggiustamento difficile ma necessario,
alla fine di un ciclo del credito a lungo. Molti paesi europei stanno vivendo
un foglio recessione bilancio, a seguito di un insostenibile accumulo di
debiti, siano essi privati, come in Spagna, o pubblico, come in Grecia. Un
ritorno alla crescita sostenibile sarà pertanto subordinato un importante
riequilibrio dell´economia.
Le tre chiavi per la crescita sostenibile in Europa
sono: la capacità di adeguamento dell´economia reale, un sistema finanziario
ben funzionante per investimenti efficienti, e di un quadro credibile per la
solidità delle finanze pubbliche. Permettetemi di affrontare questi a loro
volta.
In primo luogo, la capacità di adattamento economico
reale è cruciale in una unione monetaria. Ma questo è stato dimenticato nel
corso del primo decennio dell´Uem. Un prezzo molto alto economica e sociale è
stata pagata per tale negligenza.
I cambiamenti strutturali dell´economia globale sono
paesi in tutta la zona euro in modo asimmetrico finora colpiti. Economia della
Germania, attualmente il motore della crescita in Europa, ha attraversato
cambiamenti strutturali significativi nel corso dell´ultimo decennio. Integrare
i vicini orientali nella sua catena di produzione, i tassi di crescita sono
stati bassi per lungo tempo.
Ma poi i guadagni di competitività hanno coinciso con
l´aumento della domanda di prodotti tedeschi in tutto il mondo, in modo che
l´eccedenza delle partite correnti della Germania è ormai in gran parte
determinato dal commercio con i paesi terzi della zona euro, in particolare le
economie emergenti.
Competitività viene da competizione, e dipende dalla
nostra capacità di innovare e di garantire che la nostra forza lavoro abbia le
competenze adeguate. È per questo che le riforme strutturali sono così
importanti: per migliorare il funzionamento dei beni, dei servizi, del lavoro e
dei capitali. Riequilibrio economico non significa suggerire alle aziende in un
solo paese, che dovrebbero diventare meno competitivi sui mercati globali.
Come le due più grandi economie della zona euro, la
Germania e la Francia, insieme detengono la chiave per un ritorno alla crescita
e all´occupazione in Europa. In poche parole, questo richiede riforme
economiche nel mercato, ambiente imprenditoriale del lavoro e del sistema
pensionistico per sostenere la competitività, in Francia, e per le misure
strutturali per rafforzare ulteriormente la domanda interna e stimolare gli
investimenti in Germania.
Se la Germania e la Francia insieme possono realizzare
ciò che il Consiglio europeo ha raccomandato a loro, faranno un grande servizio
a tutta la zona euro, in quanto ciò ci aiuterebbe fornendo maggiore crescita,
la creazione di più posti di lavoro e ridurre le tensioni sociali.
La seconda chiave per una crescita sostenibile è che i
necessari cambiamenti strutturali e nuove attività economiche devono essere
finanziati. E questo finanziamento è oggi frenato dalla vulnerabilità nel
settore bancario. Molte piccole e medie imprese in Europa meridionale, in
particolare, continuano a lottare per accedere ai finanziamenti.
Negli Stati Uniti, l´azione di politica monetaria
decisa e le mosse rapide e robusto per affrontare le vulnerabilità del sistema
bancario hanno giocato un ruolo importante nel contenere la crisi e
ripristinare la fiducia. In Europa, abbiamo fatto molto, ma non abbiamo ancora
finito la riparazione finanziaria necessaria per ripristinare la fiducia piena.
In contrasto 2007-9, l´incertezza circa i bilanci di oggi non si tratta di
titoli tossici oscure, ma è legata al processo di aggiustamento economico. I
giudizi di qualità dell´attivo rigorosi e prove di stress a causa del prossimo
anno saranno quindi un complemento fondamentale per il nostro programma di
riforme strutturali, e in effetti determinante per il ritorno alla crescita
sostenibile e posti di lavoro.
Il Consiglio europeo di giugno ha concluso che, in
questo contesto, gli Stati membri che partecipano al meccanismo unico di
vigilanza adotteranno tutte le disposizioni del caso, compresa la creazione di
battute nazionali, in vista del completamento di questo esercizio. Nel caso in
cui le valutazioni patrimoniali rivelano buchi di capitale, il disegno di legge
dovrebbe essere sprovvista prima attraverso soluzioni private e risorse interne
- azionisti e creditori Junior - prima di ricorrere a battute pubbliche.
Qualora sia necessario il sostegno dello Stato, le nuove norme sugli aiuti di
Stato in vigore dal 1 ° agosto si applicano.
Per quanto riguarda il trattamento di iniezioni di
capitale secondo le regole di bilancio dell´Ue, questi sono normalmente
considerati come "fattori rilevanti per la stabilità finanziaria" e /
o da misure una tantum non inclusi nel saldo strutturale e senza contare contro
lo Stato membro nel contesto della procedura di deficit eccessivo. Come tale,
non vi è alcun disincentivo a efficaci battute pubbliche causati da queste
regole fiscali.
Pulizia dei bilanci è una pre-condizione per la
crescita, ma anche per riprendere il cammino verso una vera integrazione di più
finanziaria in Europa - quello che noi chiamiamo il sindacato bancario. Il
singolo supervisore bancario sotto la Bce sarà completato da un meccanismo
unico risoluzione al fine di ristrutturare le banche non vitali, proteggendo il
sistema. Non si tratta di utilizzare denaro pubblico per "salvare le
banche", dal momento che il fondo di risoluzione proposto sarà finanziato
dal settore stesso.
Il sindacato bancario non sarà completata durante la
notte. Ecco perché le attuali lacune in prestiti al settore privato devono
essere colmato da altri giocatori. Per esempio la Banca europea per gli
investimenti, come banca policy-driven dell´Ue, sta giocando un ruolo sempre
più importante nel processo di adeguamento. Il suo portafoglio crediti ammonta
a oltre 450 miliardi di euro che lo rende più grande banca pubblica
sovranazionale del mondo.
In Francia, tra il 2008 e il 2012, la Bei ha firmato
più di 25 miliardi di euro di prestiti, che coprono una vasta gamma di settori
tra cui energia, trasporti, e la ricerca, così come il supporto per le Pmi.
Esempi recenti includono 500 milioni di euro i prestiti alla regione Aquitania
per la costruzione e la ristrutturazione di scuole per migliorare l´efficienza
energetica, e 300 milioni di euro verso la linea ferroviaria ad alta velocità
tra Le Mans e Rennes.
La terza chiave per una crescita sostenibile è finanze
pubbliche sane. Ciò include la sicurezza sociale sostenibile e di una dotazione
di stimolo alla crescita della spesa pubblica in istruzione, innovazione e
infrastrutture. Finanze pubbliche sane e riforme strutturali che elevano il
potenziale di crescita vanno di pari passo. Negli ultimi anni, l´Europa ha
rafforzato la sua governance economica per assicurare progressi su entrambi i
fronti.
Sono ben consapevole che questi risultati non sono
ancora costituiscono la fase finale della Unione economica e monetaria 2.0.
Tuttavia, con le importanti riforme intraprese finora, le opzioni per una
maggiore integrazione fiscale sono stati esauriti a norma del trattato Ue.
Viviamo in una situazione paradossale in cui gli Stati
membri dell´Ue hanno dato il istituzioni europee più responsabilità in un
contesto di maggiore integrazione economica e fiscale - e allo stesso tempo ci
critichiamo per le nostre raccomandazioni di politica economica ben fondate.
Ciò suggerisce che una unione fiscale profondo non
verrà creato durante la notte. Si può emergere solo attraverso un processo
profondamente democratico, sia a livello nazionale che a livello europeo. In considerazione
del dramma di bilancio di questa settimana a Washington, sono sicuro che i
nostri amici americani sono in sintonia con quello.
Il principio guida essenziale per noi è che ogni passo
verso una maggiore solidarietà e mutualizzazione del rischio economico è
combinata con una maggiore responsabilità e rigore fiscale - cioè, con
l´ulteriore condivisione di sovranità e di una più profonda integrazione del
processo decisionale.
Signore e Signori,
Gli ultimi indicatori economici mostrano che la nostra
strategia economica inizia a dare. Ma la strada dell´Europa di recupero
continuerà a richiedere scelte difficili e persistenza, nonché attingendo a
fonti esterne di crescita. Ecco perché sostengo con forza i colloqui su un
commercio transatlantico e Investment Partnership, con l´obiettivo di rimuovere
le barriere al commercio e agli investimenti tra Europa e Stati Uniti. Stimiamo
i potenziali vantaggi per l´Ue e gli Stati Uniti di un tale accordo sia
superiore a 200 miliardi di euro con il resto del mondo dovrebbe inoltre
beneficiare di tale partenariato per la somma di quasi 100 miliardi di euro.
A conclusione di questi colloqui sarebbe, credo, anche
dare una spinta importante per le relazioni transatlantiche al di là della
sfera economica. Sarebbe conferire dinamismo lo speciale rapporto che lega
l´Europa e l´America e che diventerà più, non meno rilevanti in un mondo
multipolare.
Nel frattempo, dobbiamo continuare a riformare il
modello economico e sociale europeo. Non nostalgicamente aggrappati allo status
quo, dal momento che porterebbe solo a un declino economico permanente
d´Europa. Non smontare il modello europeo, perché crediamo nella combinazione
di una cultura della stabilità, spirito imprenditoriale e la giustizia sociale.
Ma invece, genuinamente riformare e modernizzare
l´economia sociale di mercato europea, per il bene di una crescita sostenibile
e la creazione di posti di lavoro.
Grazie.”
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PARLAMENTO EUROPEO: VI È ANCORA MOLTO SPAZIO PER MIGLIORARE IL SEMESTRE EUROPEO |
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Strasburgo, 2 ottobre 2013 –Il Semestre coordinamento
della politica economica europea ha bisogno di molte correzioni, anche per
tenere in debito conto la crescita, l´occupazione, gli investimenti e le
preoccupazioni sociali, ha avvertito la Commissione Affari economici e monetari
in una risoluzione approvata il Lunedi. I deputati hanno anche chiesto più
regole per garantire la convergenza economica e di nuovo sottolineato che la
responsabilità democratica e la proprietà devono essere migliorate.
Le avvertenze e le richieste sono contenute nella
delibera annuale del Comitato sui più recenti sviluppi del semestre europeo, il
processo attraverso il quale gli Stati membri dell´Ue coordinano le loro
politiche economiche e di bilancio. Redatto da Elisa Ferreira (S & D, Pt) e
approvato con 30 voti favorevoli e 2 contrari, la risoluzione accoglie con
favore il fatto che alcune preoccupazioni precedentemente sollevati dal
Parlamento sono state affrontate, ma osserva che non vi è ancora un ampio
margine di miglioramento. Più sulla convergenza economica ulteriori proposte
legislative sono urgentemente necessari per realizzare una vera convergenza,
tra l´altro, con la creazione di una competitività e di convergenza strumento e
rafforzare il coordinamento della politica economica, dice il testo. A tal
fine, più sforzo è necessario anche da paesi "eccedentari", non solo
quelli in difficoltà di bilancio, aggiunge. Infine, i deputati incoraggiano la
Commissione ad adottare una visione più indulgente di non ricorrenti programmi
di investimenti, pubblici con una comprovata esperienza di ultima analisi,
miglioramento della situazione finanziaria di un paese. Maggiori informazioni
su occupazione e una Emu con una dimensione sociale La risoluzione invita la
Commissione a fare molto di più per costruire preoccupazioni sociali nel
semestre e, più in generale, verso l´Unione economica e monetaria. Chiede che
le proposte legislative per dare l´Uem un pilastro sociale e di creare un
"patto sociale per l´Europa", dato che i meccanismi di protezione
sociale di alcuni paesi sono stati notevolmente erosi dai tagli di bilancio.
Infine, la Commissione è invitata a valutare l´impatto sociale delle sue
raccomandazioni di riforma. Disoccupazione deve essere affrontato più
direttamente e con urgenza, con misure una migliore integrazione, per ridurla
in altre politiche economiche, con priorità per gli investimenti in materia di
istruzione, e di garantire una migliore finanziamento dell´economia reale
economia e piccole imprese, in particolare in periferia dell´Ue. Altri per la responsabilità,
la proprietà e la trasparenza , la Commissione dovrebbe anche sviluppare modi
per aumentare la visibilità del processo del semestre, dice il testo. Con il
suo aiuto, gli Stati membri dovrebbero intensificare il coinvolgimento dei
parlamenti nazionali, delle parti sociali e della società civile, in
particolare in via di sviluppo, discutendo, il monitoraggio e la valutazione
dei programmi nazionali di riforma, aggiunge. Infine, la risoluzione chiede più
trasparenza circa il lavoro del Parlamento europeo Meccanismo di stabilità e
l´Eurogruppo, nonché programmi di assistenza finanziaria. Sollecita inoltre la
troika (Commissione, Bce, Fmi) a rivedere la sua strategia di comunicazione,
che ha "ripetutamente dimostrato di essere un disastro". Prossime
tappe La risoluzione sarà messa ai voti da tutta la casa verso la fine di
ottobre. Esso fornirà un contributo del Parlamento per il 2014 processo di
coordinamento, che la Commissione è quello di lanciare nel mese di novembre.
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UE, CULTURA: UN INVESTIMENTO INTELLIGENTE IN TEMPI DI AUSTERITÀ |
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Vilnius, 2 ottobre 2013 – Di seguito l’intervento di
ieri di Androulla Vassiliou Membro della
Commissione europea responsabile per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo
e la gioventù alla conferenza: ´Pronto
per domani? La cultura come agente di trasformazione sociale ed economica ´ : “
E ´un piacere essere oggi a Vilnius - un patrimonio
mondiale dell´Unesco, ex capitale europea della cultura e di una città moderna,
innovativa.
Vorrei ringraziare e congratularmi con la Presidenza
lituana per l´organizzazione di questo importante evento.
Siamo riuniti oggi per fare il nostro lavoro sulla
politica culturale in tutta Europa e per discutere di come i settori culturali
e creativi possono beneficiare della collaborazione con gli altri settori
dell´economia. Prenderemo in esame il modo di fare il miglior uso dei fondi Ue
e nazionali per i settori culturali e creativi e di facilitare l´accesso ai
finanziamenti. Più in generale, si discuterà di come la cultura possa essere
promossa a vantaggio delle nostre economie e delle nostre società.
Parlando del ruolo economico della cultura in alcun
modo mina il suo intrinseco valore non quantificabile. Questa duplice
dimensione della cultura, come un insieme di valori condivisi e di un settore
di attività economica, in realtà si trova al centro della nostra riflessione di
oggi. E ´anche il principio guida per il nostro lavoro a livello europeo.
Come molti di voi ricorderanno, l´anno scorso ho presentato
una comunicazione sulla promozione dei settori culturali e creativi per la
crescita e l´occupazione nell´Unione europea. Ho insistito sul fatto che la
cultura - che è un valore pubblico di per sé - ha anche un enorme potenziale
per la crescita e l´occupazione.
Le cifre parlano da sole. Con quasi un milione di
imprese, i settori culturali e creativi rappresentano quasi il 4,5%
dell´economia totale delle imprese in Europa. Il settore impiega più di otto
milioni di persone, per lo più in piccole imprese, e dà lavoro a molti
lavoratori autonomi.
Userò un esempio familiare per illustrare questo
punto: le capitali europee della cultura.
Diventare una Capitale europea della cultura mette in
moto un processo di lungo periodo, che può cambiare una città, la sua immagine,
il suo settore culturale e dei suoi cittadini. I vantaggi economici e sociali
che si generano si fanno sentire per molti anni dopo l´evento e la diffusione
al di là della città per la regione circostante.
Un aumento del turismo, riqualificazione e sviluppo
urbano, sono solo alcuni degli effetti positivi, per non parlare degli effetti
di ricaduta su altri settori dell´economia locale.
Inoltre, c´è una spinta verso una maggiore coesione e
del dialogo interculturale attraverso attività culturali che raggiungere i
giovani, le minoranze e le categorie svantaggiate.
Città come Lille, Liverpool, Sibiu e Pécs possono
testimoniare questo.
Come possiamo argomentare a favore del potenziale
economico e sociale di investire in cultura, sullo sfondo della crisi
economica? Come possiamo convincere che la spesa pubblica per la cultura non è
un lusso, ma un investimento intelligente?
´Quando si parla di crisi del debito´, ha detto
Umberto Eco, ´dobbiamo ricordare che si tratta di cultura, non la guerra, che
consolida la nostra identità europea´.
Vorrei integrare quella dicendo che è nei momenti di
crisi che la cultura è più necessario. Perché la cultura contribuisce al sano
sviluppo delle nostre società, favorisce l´inclusione sociale e aiuta a
combattere i pregiudizi, estremismo, fanatismo e comportamenti xenofobi.
Cultura contribuisce anche alla crescita economica e alla creazione di posti di
lavoro. Investire in cultura, pertanto non è un lusso. È una necessità.
E mi rammarico profondamente per i forti tagli dei
finanziamenti pubblici per la cultura in diversi Stati membri dell´Ue,
segnatamente quelli soggetti alla sorveglianza nel quadro dei programmi di
adeguamento economico.
Tuttavia dobbiamo adattare il nostro approccio. I
tempi richiedono investimenti intelligenti e una visione a lungo termine.
Quando si tratta di finanziamento pubblico della
cultura, abbiamo bisogno di prendere un approccio integrato e coordinato a
diversi livelli di governance. Abbiamo bisogno di ripensare il modo in cui i
finanziamenti pubblici per la cultura è gestita. Dobbiamo pensare "fuori
dagli schemi" per affrontare le sfide in modo più efficiente come la
digitalizzazione e la globalizzazione.
Dobbiamo prendere uno sguardo attento ai diversi
attori, quali i responsabili politici, le imprese creative e le banche.
I responsabili politici devono lavorare in più stretta
collaborazione a tutti i livelli per garantire un quadro normativo che prevede
incentivi per gli investimenti e affronta le sfide dell´era digitale.
Responsabili politici devono trovare il modo di rafforzare il finanziamento di
attività che portano non solo sociale, ma anche sostenibile sviluppo economico.
Imprese creative hanno bisogno di sviluppare nuovi
modelli di business. Allo stato attuale, le industrie culturali e creative
dipendono fortemente le proprie entrate e le sovvenzioni pubbliche. Questo
limita la loro crescita, soprattutto in tempi di consolidamento fiscale e di
tagli generali in sussidi.
Le istituzioni finanziarie hanno bisogno di capire
meglio le specificità del settore. Anche se possono essere consapevoli del
potenziale economico dei settori culturali e creativi, le loro esigenze non
corrispondono perfettamente ai prodotti finanziari tradizionali che le banche
offrono. Le banche non hanno le conoscenze su come valutare il patrimonio di
imprese creative (come il diritto d´autore, licenze) e sono quindi riluttanti
ad utilizzarli come garanzia per i prestiti. Allo stesso tempo, gli operatori
culturali sono in genere riluttanti a cercare finanziamenti bancari e che
impedisce anche le banche da costruire questa conoscenza specializzata.
A livello di Ue, che stiamo cercando di risolvere
questi problemi. Il nuovo periodo di finanziamento a partire dal prossimo anno
vedrà il lancio del nostro nuovo programma Europa creativa. Nonostante i tagli
di bilancio complessivi proposti dal Consiglio europeo, siamo riusciti ad
ottenere un incremento complessivo del 9% rispetto al precedente periodo di
finanziamento.
Abbiamo progettato Europa creativa per essere uno
strumento efficace per promuovere la ricchezza culturale dell´Europa, la
competitività e la coesione sociale.
Sono grato ai due co-legislatori - il Consiglio e il
Parlamento europeo - per il loro atteggiamento costruttivo durante i negoziati.
Cara Doris [Pack, presidente della commissione Cult Parlamento europeo], caro
Ministro Birutis, grazie per sostenere la spinta principale della nostra
proposta.
Europa creativa sarà un ´one stop shop´ per le
industrie culturali e creative. Al fine di concentrarsi sulle rispettive
esigenze degli operatori culturali e audiovisivi ci sarà distinto
sotto-programmi.
Stiamo inoltre diversificando il nostro sostegno. Il
settore culturale e creativo di garanzia per le completerà il nostro supporto
tradizionale a base di borse di studio. Il nostro obiettivo è offrire agli
operatori culturali e creative europee più facile accesso al credito bancario.
Il meccanismo di garanzia fornirà garanzie alle banche
che operano o che intendono operare in questi settori, ma aiuterà anche i
banchieri acquisire le competenze di cui hanno bisogno per analizzare
correttamente i rischi specifici connessi con il settore.
Naturalmente, Europa creativa non sarà l´unica fonte
di finanziamento per i settori culturali e creativi. Altri programmi di
finanziamento Ue sosterrà la creatività, l´innovazione e l´imprenditorialità in
Europa: + Erasmus per l´istruzione e la formazione professionale; Cosme per le
industrie e le imprese, e di Orizzonte 2020 per la ricerca e l´innovazione.
I Fondi strutturali - forse il programma con la più
grande capacità di finanziamento - continueranno ad essere a disposizione della
comunità culturale a livello nazionale, regionale e locale. Alla luce delle
esperienze precedenti, abbiamo visto che le regioni che sostengono il settore
culturale e creativo nel contesto di un approccio intersettoriale più ampio
hanno avuto successo. Incorporare gli investimenti culturali in una visione più
ampia per lo sviluppo locale e di essere consapevoli delle conseguenze
economiche e sociali di tali investimenti è una condizione essenziale per il
successo.
Ora è il momento di agire come gli Stati membri si
stanno preparando le loro priorità per il prossimo periodo di programmazione.
Prima dell´estate, ho preso l´iniziativa di inviare una lettera ai Ministri
responsabili dei fondi strutturali negli Stati membri, dove li ho invitati a
riflettere su investimenti in cultura e creatività in modo strategico e come
parte di strategie di sviluppo integrato.
Ciò richiede nuove logiche di intervento e, forse, un
nuovo approccio strategico da parte dei responsabili per lo sviluppo locale e
regionale. Non è un compito facile, ma è certamente una impresa vale la pena.
Mi auguro che il Forum Cultura europea, che avrà luogo
a Bruxelles tra il 4 e il 6 novembre, sarà un´altra occasione per riflettere
sulle future opportunità di finanziamento per i settori culturali e creativi e
di studiare il modo per integrare i finanziamenti pubblici con i nuovi modelli
di business e flussi di entrate. Invito tutti a partecipare.
Signore e signori,
Il nostro sforzo comune dovrebbe mirare a facilitare
l´emergere di nuovi ecosistemi creativi, che possono contribuire a una crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva in tutta l´Ue e le sue regioni.
Sono pienamente convinto che le nostre varie
discussioni, tra cui la discussione di oggi che continuerà domani a livello
politico dai ministri, contribuiscono a questo scopo.
Attendo con ansia i risultati positivi delle vostre
discussioni e vi auguro una conferenza piacevole.”
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SECONDO LA CORTE DEI CONTI EUROPEA "L´UNIONE EUROPEA DEVE ESSERE PIÙ ESIGENTE CON LE AUTORITÀ DEL CONGO". |
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Lussemburgo, 2 ottobre 2013 - La relazione pubblicata ieri dalla Corte dei
conti europea è critica riguardo ai risultati conseguiti dagli aiuti dell´Ue
per la promozione di settori chiave della governance nella Repubblica
democratica del Congo (Rdc).
"Il sostegno dell´Ue ha buone intenzioni e
consegue qualche risultato, ma i progressi sono lenti, disomogenei e per lo più
limitati", ha commentato Hans Gustav Wessberg, il Membro della Corte
responsabile della relazione. "Meno della metà dei programmi esaminati ha
conseguito, o ha buone probabilità di conseguire, un’elevata percentuale dei
risultati attesi. La sostenibilità è una prospettiva irrealistica nella maggior
parte dei casi."
Se l’Unione europea, uno dei principali partner di
sviluppo della Rdc e fautrice della buona governance e dei diritti umani,
intende continuare a sostenere la governance nella Rdc, essa dovrà notevolmente
migliorare l’efficacia degli aiuti che concede. In questo senso, la Commissione
deve essere più realista sia nella concezione dei programmi dell´Ue che sui
risultati che questi permettono di conseguire. La Commissione dev´essere
inoltre più esigente con le autorità congolesi nel monitorare il rispetto delle
condizioni concordate e degli impegni presi.
La buona governance è un valore europeo fondamentale
nonché una componente essenziale della cooperazione allo sviluppo fornita
dall´Ue ai paesi terzi. Dopo la ripresa della cooperazione strutturale con la
Rdc, l´Ue ha concesso aiuti per circa 1,9 miliardi di euro tra il 2003 e il
2011, attestandosi tra i più importanti partner di sviluppo del paese.
L´audit ha valutato l´efficacia del sostegno dell´Ue
al processo elettorale, alla riforma dei settori della giustizia, della polizia
e della gestione delle finanze pubbliche e al processo di decentramento.
La Corte ha osservato che migliorare la governance
nella Rdc richiederà tempi lunghi. Così come accade per altri partner di
sviluppo, anche l´Ue incontra seri ostacoli nel suo impegno a migliorare la
governance nella Rdc. La Commissione, tuttavia, pur conoscendo bene le
principali cause della fragilità statuale della Rdc, non ha tenuto
sufficientemente conto di questo contesto nel progettare i programmi dell’Ue.
Per massimizzare le possibilità che i finanziamenti
dell´Ue siano ben spesi, l´audit conclude che l´Ue deve garantire che i
finanziamenti siano saldamente associati all´accordo del paese partner sulle
condizioni, gli obiettivi e i rischi dei programmi e solidamente sostenuti da
un dialogo politico efficace con il governo sulla definizione e l’attuazione di
politiche e strategie di riforma adeguate.
La Corte raccomanda alla Commissione e al Seae di
riesaminare alcune componenti della strategia di cooperazione dell’Ue con la
Rdc, valutare meglio i rischi che stanno alla base di un’efficace attuazione
dei programmi, fissare obiettivi raggiungibili nel contesto nazionale e usare
in modo più incisivo la condizionalità e il dialogo politico.
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UE, LA CRISI SIRIANA - PRIORITÀ UMANITARI DELLA COMMISSIONE EUROPEA |
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Ginevra, 2 ottobre 2013 - Di
seguito l’intervento del 30 settembre di Kristalina Georgieva Commissario
europeo per la Cooperazione internazionale, aiuti umanitari e risposta alle
crisi: “
Alto Commissario Guterres, Eccellenze, Signore e
Signori,
Sono molto grato al Comitato Esecutivo dell´Unhcr per
averci portato tutti qui. Insieme possiamo affrontare questa crisi, l´enormità
di cui ha tracciato una profonda ombra su tutta la regione.
Un anno fa non c´erano speranze per una soluzione
imminente. Da allora il numero di persone uccise quadruplicato, da 27.000 a
oltre 100.000 e il numero di rifugiati è aumentato di otto volte, da 270.000 a
oltre 2,1 milioni. Oggi la speranza di una soluzione è ancora una volta
riproposta come le persone stanno cercando di la comunità internazionale per
superare la paralisi dello scorso anno. Ma anche se una soluzione politica a
questo conflitto può essere trovato, ci vorranno anni per le profonde ferite
che sono state aperte per guarire. Si tratta di una crisi prolungata. E questo
fatto ha implicazioni specifiche.
Nell´unione europea, abbiamo da tempo capito la
gravità di questa crisi. Finora abbiamo mobilitato 2000000000 € - 2,7 miliardi
di dollari - per aiutare i siriani e di aiutare i loro vicini. Circa il 40 per
cento di tale importo è stato speso per cibo, riparo e medicine all´interno
della Siria. Vorrei pagare il mio più profondo rispetto per gli operatori
umanitari che forniscono questo aiuto e che rischiano la vita a farlo. Un altro
40 per cento degli aiuti va ai rifugiati. Essi sono, purtroppo, non solo
mettendo un onere finanziario per i paesi vicini, ma ci pone anche la presenza
di un potenziale rischio per questi paesi. Ultimo ma non meno importante, circa
il 20 per cento degli aiuti va alle comunità ospiti. Se non ci aiutiamo le
persone in comunità di accoglienza, ci potrebbe presto essere una svolta
nell´atteggiamento che hanno dimostrato, che potrebbe avere conseguenze
devastanti.
Guardando al futuro, queste sono le nostre priorità:
In primo luogo, raccogliere fondi, quest´anno, l´anno
prossimo, l´anno a seguire. L´europa ha già superato gli impegni assunti. Noi
continueremo a lottare per stare in piedi da parte dei paesi in difficoltà.
In secondo luogo, l´accesso. Non potrei essere più
d´accordo con i precedenti oratori che chiedevano al Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite a venire con conclusioni chiare sull´accesso umanitario.
Questa è la prima volta nella storia moderna, quando, di fronte a un disastro
umanitario travolgente, il Consiglio di Sicurezza non ha detto una serie di
cose di base, non ha condannato l´uccisione di civili e gli attacchi contro gli
operatori umanitari. Questo non è solo un male per i civili in Siria, ma si
stabilisce anche un pericoloso precedente di compiacimento di fronte alla
brutale disprezzo per il diritto internazionale umanitario.
In terzo luogo, nei paesi che ricevono la maggior
parte dei rifugiati, dobbiamo continuare con e rafforzare l´attuazione di un
approccio globale - che combina sostegno macroeconomico, l´assistenza allo
sviluppo e gli aiuti umanitari. Nei nostri programmi umanitari, dobbiamo
allungare ogni euro, ogni dollaro, ogni lira per quanto possibile.
In quarto luogo, come ci sforziamo di fornire
assistenza salvare la vita, dobbiamo riconoscere che uno dei più grandi
pericoli di questa crisi è la gioventù radicalizzazione. Dobbiamo impedire la
creazione di una generazione perduta.
Ultimo ma non meno importante, noi in Europa non
dobbiamo solo mantenere i nostri cuori e portafogli aperti, ma anche i nostri
confini. Dobbiamo ricordare che l´Unhcr è stato creato per gli europei sfollati
a causa della seconda guerra mondiale. Eravamo i rifugiati. L´unione europea si
basa sul valore della solidarietà. Questo significa anche per accogliere le
persone quando ne hanno bisogno. Abbiamo bisogno di una soluzione politica per
la crisi siriana. Ma nel frattempo, abbiamo anche bisogno di dimostrare la
solidarietà con le persone che hanno tanto bisogno di esso.
Grazie per la vostra attenzione!”
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BOSNIA-ERZEGOVINA: ACCORDO SU COME VENIRE A SOLUZIONE SU QUESTIONI URGENTI |
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Bruxelles, 2 ottobre, 2013 - I rappresentanti della
Commissione europea, i leader istituzionali e politici della Bosnia-erzegovina
ha tenuto il terzo incontro del dialogo ad alto livello sul processo di
adesione a Bruxelles ieri e congiuntamente accettato queste conclusioni:
Nel corso della riunione tenutasi a Bruxelles il 1 °
ottobre 2013, i sette leader dei principali partiti politici in
Bosnia-erzegovina:
Il signor Mladen Bosic, presidente del Partito
democratico serbo (Sds);
Dr. Dragan Covic Presidente della Unione Democratica
Croata (Hdz Bih);
Il signor Milorad Dodik, presidente di Alleanza dei
Socialdemocratici Indipendenti (Snsd);
Prof. Dr. Zlatko Lagumdžija, presidente del Partito
Socialdemocratico di Bosnia-erzegovina (Sdp Bih);
Dr. Martin Raguž, Presidente della Unione Democratica
Croata 1990 (Hdz 1990);
Sig. Mirsad Džonlagić, Vice Presidente dell´Unione per
un futuro migliore della Bosnia-erzegovina (Bih Ffs);
Mr. Bakir Izetbegovic, Vice Presidente del Partito di
Azione Democratica (Sda).
Ha convenuto di proseguire l´attuazione della Sejdić-finci
sentenza della Corte europea dei diritti dell´uomo da parte pienamente onorando
i seguenti principi:
1. Piena accettazione della necessità di eseguire la
sentenza con urgenza, fornendo tutti i cittadini della Bosnia-erzegovina, con
il diritto di candidarsi alle elezioni per la Presidenza della
Bosnia-erzegovina e la Casa dei Popoli.
2. La presidenza della Bih è composto di tre membri
eletti direttamente;
3. Due membri sono eletti direttamente dal territorio
della Federazione (Fbih) a seconda del modello da concordare, e uno sono eletti
direttamente dal territorio della Republika Srpska (Rs). Il Fbih e Rs sono
ciascuno una circoscrizione.
4. Un cittadino della Bosnia-erzegovina, che viene
registrata a votare per il Distretto di Brčko ha il diritto di votare per il
membro della Presidenza della Bosnia-erzegovina sia in Rs o in Fbih, in linea
con la legislazione applicabile.
5. D´accordo, entro il 10 ottobre, sulle modalità
elettorali in grado di soddisfare le legittime preoccupazioni dei popoli costituenti
e gli "altri", mentre gli standard internazionali. Il metodo di
elezione dei due membri della Presidenza Fbih attraverso modifiche della
Costituzione e della legge elettorale, deve, oltre alla sentenza della Corte di
Strasburgo, prevenire imponendo l´esito dei risultati elettorali su eventuali
popoli costituenti o "altri".
6. Le parti si impegnano a mettere a punto le modalità
per l´istituzione di un meccanismo di coordinamento efficace ed efficiente
sulle questioni comunitarie, rispettando i principi di inclusione basate sulle
competenze, sanciti dalle costituzioni in Bosnia-erzegovina, che sarà
presentato il 10 ottobre.
7. La terza sessione del dialogo ad alto livello sul
processo di adesione deve essere ripreso il 10 ottobre a Bruxelles, sotto la
presidenza del commissario Štefan Füle.
Commissario Füle ha dichiarato dopo l´incontro:
"Abbiamo avuto una buona discussione e molto lavoro è stato fatto Abbiamo
deciso di mettere in attesa questa terza sessione di Hldap e riprenderla il 10
ottobre..
E ´stato un incontro produttivo, in cui tutti i
partecipanti hanno lavorato seriamente e fatte contributo costruttivo ".
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BOLZANO: RESPINTA INIZIATIVA POPOLARE PRO MINORANZE: CRITICHE ALLA COMMISSIONE UE |
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Bolzano, 2 ottobre 2013 - "Sembra putroppo che a
Bruxelles qualcuno ancora non capisca che i vari gruppi etnici non sono un
pericolo per l´Europa, bensì un arricchimento": così il Presidente della
Provincia commenta la decisione della Commissione Ue di respingere l´iniziativa
popolare a favore della pluralità in Europa.
Un milione di firme per un Minority Safe Pack che
tuteli le minoranze Ue: l´iniziativa popolare lanciata a Bressanone dall´Unione
federalista dei gruppi etnici Fuev e appoggiata da varie personalità politiche,
tra cui il Presidente della Provincia di Bolzano, intendeva rafforzare i
diritti di 40 milioni di europei che che appartengono a una minoranza o a un
gruppo etnico nell´Ue. Con simili iniziative popolari, la raccolta di un
milione di firme in 7 Paesi europei obbliga l´Unione ad affrontare la tematica.
Il progetto è stato però respinto dalla Commissione europea con la motivazione
le minoranze non rientrano nel quadro delle sue competenze.
Una decisione che il presidente Luis Durnwalder non
condivide: "Sulla tematica abbiamo raggiunto una coalizione quasi unica
dei gruppi etnici in Europa, consultato esperti riconosciuti di diritto delle
minoranze e presentato una proposta equilibrata." La bocciatura della
Commissione Ue dimostra che alcuni Paesi in Europa non hanno ancora capito,
secondo il Presidente, che i gruppi etnici oggi non sono un pericolo ma un
arricchimento. "Ora studieremo tutte le possibili strade sul piano
giuridico e politico per non far cadere questa iniziativa", aggiunge
Durnwalder.
L´obiettivo reta quello di assicurare ai gruppi etnici
il riconoscimento spettante a livello europeo. Tra i promotori dell´iniziativa
figurano anche l´ex ministro della cultura di Romania Kelemen Hunor, il
ministro alla giustizia del Land tedesco Schleswig-holstein, signora Anke
Spoorendonk, il presidente della minoranza germanofona del Belgio Karl
Heinz-lambert, l´Alto Commissario per la Bosnia e Erzegovina, Valentin Inzko, e
il presidente della Fuev Hans Heinrich Hansen.
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BASILICATA, IX LEGISLATURA; IN CONTESTO DIFFICILE, TENUTA SOCIALE-ECONOMICA, UN LAVORO INTENSO HA INTERESSATO TUTTI I SETTORI, DALLA SALUTE ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE, ALL’AMBIENTE ALL’AGRICOLTURA, DALLA FORMAZIONE ALLE INFRASTRUTTURE |
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Potenza, 2 ottobre 2013 - Quarantadue mesi, 1280 giorni, 6548 delibere
di Giunta, 1301 decreti del Presidente e 87 disegni di legge. Sono questi, in
sintesi, i numeri del governo guidato dal presidente Vito De Filippo dal 30
marzo 2010 al 30 settembre 2013 nel corso della Ix Legislatura Regionale. Dati
significativi che testimoniano un lavoro intenso che ha interessato tutti i
settori. Un lavoro condotto in una congiuntura tra le più difficili con cui il
Paese si è trovato a fare i conti. E che ha visto la Regione Basilicata impegnata
su più fronti tra i quali spiccano, per un verso, il governo dei fenomeni
economico e sociali che la crisi internazionale ha determinato, per un altro il
confronto serrato e a tratti dai tanti anche accesi con altri livelli dello
Stato per la tutela degli interessi dei Lucani e della Basilicata. Fatti tutti
al centro della Conferenza stampa di fine mandato organizzata per ieri pomeriggio con la partecipazione del
presidente della Regione, Vito De Filippo e degli assessori Nicola Benedetto,
Luca Braia, Roberto Falotico e Attilio Martorano. Il faro dell’attività,
ribadisce il presidente De Filippo, è stato sempre quello di non far mancare
risorse alla coesione, sociale come territoriale, e al sostegno allo sviluppo.
Questo nonostante la Basilicata, al pari delle altre Regioni italiane (e forse
di più per il suo complicato rapporto geografia-demografia che porta la più
bassa densità abitativa, ad eccezione delle invivibili aree alpine della Val
d’Aosta), nella morsa di una crisi economica di enormi proporzioni, è stata
chiamata a uno sforzo di rigore che ha ridotto il campo di agibilità della
finanza pubblica. In questi anni tra “tagli lineari”, “politiche di efficienza”
e “spending review” il rapporto con lo Stato si è improntato, nella sostanza, a
una lunga catena di tagli che ha portato, per un periodo, all’introduzione di
quel principio, ribattezzato “tassa sulle disgrazie” in base al quale i
territori colpiti da calamità subivano in automatico anche una elevazione delle
tasse ogni oltre limite. “Un provvedimento a cui ci siamo opposti ottenendo
giustizia dalla Corte Costituzionale – spiega De Filippo – forti del fatto che
la Basilicata è stata tra le prime Regioni a fare efficienza reale, prima
ancora che intervenissero norme nazionali, ugualmente convinti ma che lo Stato
non possa derogare ai suoi doveri nei confronti dei cittadini. Le efficienze di
bilancio della Basilicata sono state in questi anni palpabili, ma, al tempo
stesso, anche le politiche in favore dei cittadini non sono mancate. Così, ad esempio,
è stato possibile ridurre spesa e deficit sanitario aumentando la virtuosità di
una Regione mai sottoposta a procedure forzate di rientro (in questo unica al
Sud) ma al tempo stesso alleggerire sostanzialmente (eccezione nel panorama
nazionale) anche i nuovi ticket introdotti dal governo nazionale. E con la
stessa logica è stato possibile non solo mettere in campo tutte le risorse
disponibili concentrandole, ad esempio, su piani infrastrutturali per la
viabilità, ma anche, proprio in ragione della virtuosità della gestione,
attingere a risorse Fas non destinate alla Basilicata ottenendo 200 milioni per
la più grande opera ferroviaria degli ultimi anni in Basilicata che consentirà
l’aggancio della rete regionale a quella nazionale ad alta capacità (l’alta
velocità destinata principalmente alle merci), con l’ammodernamento della
Potenza Foggia. “La Regione – commenta De Filippo – ha saputo affrontare le
difficoltà sopperendo con la propria capacità di programmazione alla penuria di
risorse. Un esercizio che dovrà essere sempre più sviluppato anche in ragione
dei nuovi indirizzi di programmazione che puntano su progetti di area più vasta
rispetto a quella regionale. E per questo la Basilicata dovrà contare
sull’autorevolezza che è riuscita a costruire in anni di lavoro che vale ben di
più dei numeri modesti che esprime. E per questo dovrà mostrarsi sempre unita e
coesa”. In questo senso la Legislatura si è basata anche su una relazione
costruttiva con i sindacati, l’industria e le altre categorie per mettere in
campo misure per la crescita e l’occupazione in un’ottica di partecipazione e
condivisione. In questo modo è stato possibile, ad esempio giungere al primo
contratto di settore petrolifero che impegna le compagnie nei confronti di
lavoratori, imprese e territorio, e portare avanti il confronto col governo sul
Memorandum. “Gli esiti di questi giorni – commenta De Filippo – non possono
essere considerati un traguardo, ma contengono comunque un’importante
attestazione che ci dà ragione nell’impostazione scelta: lo Stato non è
estraneo osservatore di una partita tra Regione e Compagnie, deve intervenire
con proprie risorse a compensazione dello straordinario contributo della
Basilicata al bilancio energetico del Paese. E sia pure con 50 milioni all’anno
di dotazione, che andranno necessariamente incrementati, questo principio
oserei dire rivoluzionario è passato per la prima volta”. Rigore, capacità di
sfruttare le occasioni, ma anche la volontà di guardare entrambi i volti della
solidarietà, quella che si chiede come quella che si offre. E in questo, oltre
a ricordare l’impegno profuso dalla Protezione civile lucana per il sisma in
Emilia, non si può tralasciare la nascita a Sant’arcangelo e a Scanzano Jonico
della Città della Pace per i Bambini, voluto dal Premio Nobel Betty Williams,
per ospitare i rifugiati e i profughi. “Riteniamo un dovere offrire ai nostri
giovani anche questi esempi e queste opportunità di cultura e solidarietà,
rafforzando un carattere proprio dei lucani che rappresenta un punto di forza
per porre questa terra al centro dell’Europa, come stiamo tentando di fare
anche con la candidatura di Matera a Capitale europea della Cultura”.
"Nonostante i tagli
netti e non ripristinati causati dalla Spending review, in Basilicata non un
euro in meno per le politiche sociali".
Lo ha detto il presidente della Regione, Vito De
Filippo, nel corso della conferenza stampa per la presentazione delle attività
svolte durante la Ix Legislatura.
"In ogni campo e in ogni Regione - ha detto il
presidente - ci sono state cospicue riduzioni di fondi ma la Basilicata, grazie
ad una gestione virtuosa del bilancio regionale, incrementato anche con i fondi
delle royalties, è riuscita ad assicurare, e in molti casi anche ad
incrementare, i servizi al cittadino. Fondi - ha specificato De Filippo -
rinvenienti esclusivamente dal bilancio regionale, considerando che il Fondo
sociale nazionale, di fatto, non esiste più".
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BASILICATA, IX LEGISLATURA - FOCUS PRESIDENZA: SVILUPPO E COESIONE NELL’EQUILIBRIO DEL BILANCIO |
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Potenza, 2 ottobre 2013 - Contemperare le politiche di
rigore imposte dallo Stato con gli investimenti e le misure anticicliche per
sostenere l’economia della Basilicata, in un momento congiunturale estremamente
difficile per il contesto italiano e quello internazionale.
Un impegno che ha imposto di utilizzare al massimo
ogni risorsa dai fondi europei, 355 milioni di euro di spesa certificata per il
Po Fesr, a quel che è rimasto dei fondi Fas, circa 980 milioni di euro per un
programma che ora vale 980 milioni di euro per viabilità, città. Sanità, salute
e industria.
Di fronte ai tagli alle finanze degli enti locali, che
hanno fatto venire meno 100 milioni di euro annui al bilancio della Regione
Basilicata, il Dipartimento Presidenza della Giunta ha avuto chiaro l’obiettivo
di una programmazione che, nel rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici,
mantenesse la competitività del territorio e del sistema economico e garantisse
la coesione sociale. Utilizzando le risorse comunitarie del Po Fesr 2007-2014,
con circa 74 milioni di euro sono stati finanziati gli accordi di programma dei
Pisus per consolidare il ruolo delle città di Potenza e di Matera e valorizzare
pienamente le vocazioni urbane dei due capoluoghi. Oltre 82 milioni di euro,
sempre di fondi europei del Po Fesr, sono stati impegnati per consolidare e
incrementare il sistema del welfare in Basilicata attraverso i Pois, i Piani di
offerta integrata di servizi con l’obiettivo di offrire ai cittadini servizi
sanitari, sociali, assistenziali e educativi sul territorio sempre più
qualificati.
Anche i Piot (Progetti integrati di offerta
turistica), strumento mediante il quale valorizzare i beni culturali e naturali
della Basilicata, sono stati finanziati con il Po Fesr.
Per l’azzeramento del digital divide nella regione, un
programma di circa 60 milioni di euro è finalizzato a garantire connessioni a
banda larga (modello Adsl) a tutto il territorio e iniziare il passaggio alla
“Bul” (Banda ultra larga). Il programma è contenuto nel Piano di azione per la
Coesione e il Miglioramento dei servizi pubblici collettivi al Sud firmato
dalla Regione Basilicata con il Governo, che ha previsto, tra gli altri punti,
l’ammodernamento della Potenza-foggia con 200 milioni recuperati dalla quota di
Fas non spesa da altre Regioni. L’intervento consentirà di velocizzare i tempi
di percorrenza della tratta per le persone e le merci, agganciandola così alla
più moderna e veloce rete di trasporto ferroviario in via di realizzazione
sulla direttrice Napoli-bari.
Per mantenere la coesione territoriale, la Regione
Basilicata, in questi anni ha proceduto alla verticalizzazione del Patto di
stabilità con le Province e i Comuni (adesso sono inclusi anche i Comuni con
più di mille abitanti) per mitigarne gli effetti sui bilanci. Allo scopo di
sostenere i piccoli Comuni, è stato confermato finanziandolo con 1.500.000 euro
il Fondo di coesione interna. Nuova governance anche per la forestazione con
l’addio alle Comunità montane deciso nel 2011 e un protagonismo di Province e
Comuni riuniti nelle Aree Programma, cui è stato assegnato un ruolo di gestione
diretta e indiretta delle azioni programmatiche contenute nel Piano per il 2013
e delle collegate Linee di programmazione per il decennio successivo con un
finanziamento di oltre 40 milioni di euro e garantendo 112 giornate
contributive ai 3506 addetti del settore, a cui si aggiungono 318 nuovi addetti
selezionati nell’ambito del turn over.
Con il coinvolgimento delle parti economiche e
sociali, partendo dal 2011 con il tavolo di “Obiettivo Basilicata” e dalla
relativa intesa sottoscritta tra Regione, sindacati e associazioni datoriali,
sono stati indirizzati interventi verso misure ritenute preminenti per la
crescita dell’economia regionale sul versante dell’occupazione, tra cui
microcredito, Venture Capital, credito d’imposta per l’occupazione, non
tralasciando la semplificazione amministrativa e, in particolare, la Task force
sulla sburocratizzazione. E in tema di petrolio, sul quale nel 2011 la Regione
ha sottoscritto un Memorandum col governo dell’epoca, il Contratto di settore
per la Val d’Agri tra Regione, Eni, organizzazioni sindacali e datoriali
rappresenta un punto fermo nelle interlocuzioni con le compagnie petrolifere.
Nei mesi scorsi, inoltre, si è deciso di rimodulare le risorse per oltre 466
milioni di euro del Fondo di Sviluppo e coesione 2007-2013 (ex Fas) assegnate
alla Basilicata con delibera Cipe. Se una parte di questi sono destinati a
finanziare programmi e bandi già in essere a favore del sistema produttivo
locale, la parte più cospicua è destinata a quattro settori: energia,
agroindustria, automotive e turismo.
In più, per lo sviluppo delle piccole e medie imprese
in Val d’Agri e nel Senisese, tramite i relativi Programmi operativi che
mettono in campo le royalties del petrolio e dell’acqua, sono stati finanziati
bandi per rivitalizzare i centri storici e i sistemi produttivi locali. Per ciò
che riguarda il turismo con il Programma Speciale Senisese, inoltre, ha preso
il via quest’estate il “Volo dell’Aquila”, un grande attrattore nel Comune di
San Costantino Albanese che si aggiunge agli altri, tra cui il Volo
dell’Angelo, già in funzione sul territorio e a quelli già programmati e in
fase di realizzazione.
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BASILICATA, IX LEGISLATURA, DE FILIPPO: FONDAMENTALI RAFFORZATI IN ANNI ORRIBILI |
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Potenza, 2 ottobre 2013 - Il presidente sottolinea come la Basilicata,
regione più debole d’Italia, sia riuscita ad affrontare il periodo più
difficile della storia repubblicana riuscendo a difendere coesione e politiche
di sviluppo e collocandosi per molti aspetti nella parte alta della classifica
delle regioni italiane “La fotografia della Basilicata che proviamo a mettere a
fuoco al termine di questa legislatura regionale ha come unico obiettivo di
vedere come questa terra che presenta fondamentali strutturalmente più deboli
del resto del Paese e delle sue singole Regioni ha reagito in quello che è
stato il tempo più difficile dell’economia mondiale e possiamo dire che il
quadro di sostanziale tenuta che ne emerge rappresenta un punto di partenza
incoraggiante per il futuro che va a merito di tutti i lucani”. Così il
Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, in occasione della
Conferenza stampa convocata per fare il punto sulle attività condotte dalla
Regione Basilicata nel corso della sua Ix Legislatura. “Per quel che riguarda
la Regione – ha spiegato De Filippo – posso dire che la scelta fatta di
concentrare risorse che si andavano sempre più assottigliando sulla tenuta
della coesione sociale e sulle politiche di sviluppo è andata nel senso desiderato.
Gli anni che abbiamo trascorso, a livello nazionale, europeo e globale, sono
stati definiti da molti analisti come quelli di una guerra e il rischio è che
una regione oggettivamente debole come la Basilicata ne uscisse stritolata. Nel
succedersi degli eventi abbiamo affrontato il federalismo manicheo, la logica
ragionieristica dei costi standard che pretende che i servizi ai cittadini
costino ugualmente in zone con la densità abitativa di Milano come a San Paolo
Albanese, il nuovo centralismo di chi voleva ricette uniche e rigide per tutto
il Paese, una spending review che con i tagli lineari toglieva parte del
superfluo a chi ne aveva e l’indispensabile a chi sopravviveva e tutte le
singole declinazione di queste altalenanti tendenze politiche che alla fine
producevano il comune risultato di ridurre risorse. Abbiamo combattuto questa
guerra con rigore e chiedendo anche sacrifici, ma senza affondare la lama nel
tessuto sociale e produttivo lucano come pure ci veniva richiesto. In questo
modo, la Basilicata regione più debole d’Italia, dopo aver affrontato la fase
più difficile della sua storia repubblicana, si trova senza dubbio nella parte
alta della classifica per molti aspetti, dalla qualità della sanità alla tenuta
dei conti del settore; dalla salvaguardia del lavoro e dei lavoratori (mettendo
a carico del proprio bilancio i costi di personale di comunità montane e
forestazione prima sostenuti dallo Stato e trovando risorse per garantire tutte
le platee degli ammortizzatori sociali) e per la promozione dell’impresa e la
creazione di nuovi posti di lavoro; dalla lotta al dissesto idrogeologico
all’irrobustimento delle reti viarie; dalla qualificazione dell’agroindustria
al sostegno ai giovani agricoltori; dal consolidamento dell’università al
potenziamento dell’offerta formativa anche con il coinvolgimento dei precari
della scuola; dagli investimenti per il monitoraggio ambientale all’elevazione
degli standard da rispettare. “Certo – ha concluso De Filippo – il lavoro che
noi abbiamo fatto, in molti casi, sconta la difficoltà di essere difficilmente
palpabile perché sicuramente fa più effetto un nuovo posto di lavoro creato che
non le migliaia che sono state salvate, perché la garanzia di una sanità che
resta sul territorio, a differenza di quanto ad esempio avviene in tutte le
altre regioni del Sud dove i commissari nominati per il rientro della spesa
stanno effettuando tagli drastici, finisce col passare in secondo piano
rispetto a quei ticket introdotti dallo Stato e che, anche grazie al lavoro
fatto con i sindacati, abbiamo comunque mitigato. Ma in Basilicata si respira
un’aria diversa di quella che si respira altrove, abbiamo salvato tutto quanto
era salvabile e lo abbiamo fatto con coscienza e dignità. Non abbiamo accettato
le sirene di chi voleva consegnare la nostra regione ai petrolieri in cambio di
qualche spicciolo in più che pure poteva esserci estremamente utile e, anche in
questo, delineando un economia variegata e uno sviluppo equilibrato, abbiamo
rafforzato i fondamentali di questa regione. Una base – ha concluso De Filippo
– che consegniamo a chi avrà il compito di proseguire un lavoro, che non nasce
ieri e non termina oggi, per il quale abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto
una staffetta che ci accingiamo a consegnare in altre mani, sapendo di aver
fatto, per quanto di nostra capacità, un tratto di strada, e che saremo sempre
pronti ad aiutare e a fare il tifo per chi i lucani decideranno avrà il compito
di proseguire”.
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POR CALABRIA FSE 2007 – 2013, OTTIMO RISULTATO DELLA REGIONE NELLA VELOCIZZAZIONE DELLA SPESA PAC |
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Catanzaro, 2 ottobre 2013 - L´assessore al lavoro Nazzareno Salerno e
l’Autorità di Gestione del Programma Operativo Calabria Fse 2007/2013 Bruno
Calvetta rendono noto che nell’ambito
delle azioni di velocizzazione della spesa Pac fase I e riguardanti anche il
Por Calabria Fse 2007/2013, che si riferiscono alla possibilità di
compensazioni fiscali tramite credito di imposta, tra le otto Regioni che hanno
aderito al piano a livello nazionale, la Calabria è quella che ha conseguito i
migliori risultati, sia in termini di efficienza che in termini di efficacia.
Infatti, i dati, disponibili presso l´Agenzia delle Entrate centrale attestano
la buona performance della Calabria sia in termini di concessione del beneficio
delle risorse impegnate (ben 20 milioni di euro ai quali sono stati aggiunti
ulteriori 15 milioni di euro per un totale di 35 milioni) per ben 34 milioni di
euro che in termini di numero complessivo di beneficiari raggiunti (circa 1500
soggetti). Ad oggi, gli importi effettivamente compensati dalle imprese
calabresi (circa 900) ammontano a 14,7 milioni di euro.
“Un ottimo risultato della Regione di efficienza
amministrativa – sottolineano l´assessore Salerno e l’Adg Calvetta - che si
traduce anche in un maggiore sostegno al mondo delle imprese. Il trend positivo
che riguarda la velocizzazione della spesa ci pone come prima Regione tra le 8
aderenti in termini assoluti ed evidenzia la capacità di questa amministrazione
e quindi del personale regionale impegnato (settore lavoro) a gestire al meglio
le risorse comunitarie e trasformarle in opportunità concrete per il
territorio”.
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FVG, AUTONOMIE: MONITORAGGIO DI VERIFICA DEGLI SPAZI FINANZIARI DEGLI ENTI LOCALI |
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Trieste, 2 ottobre 2013 - È fissata per oggi, alle ore
12.00, la scadenza del monitoraggio di verifica degli spazi finanziari ceduti
dalla Regione alle Province ed ai Comuni del Friuli Venezia Giulia
relativamente alle possibili rassegnazioni di risorse a favore degli Enti
locali che ne abbiano ancora necessità. Complessivamente si tratta di 147
milioni di euro che la Regione (90), assieme allo Stato (57), ha già concesso
per rendere meno gravoso lo sforzo di Comuni e Province, cercando in tal modo
di soddisfare una parte significativa del loro fabbisogno, stimato per il 2013
in circa 226 milioni di euro. Regione e Stato avrebbero infatti già coperto il
65 per cento del presunto fabbisogno totale, mentre il rimanente 35 per cento
rimarrebbe a carico del sistema degli Enti locali. Affinché gli spazi
finanziari già ceduti dalla Regione possano essere completamente utilizzati,
d´intesa con Anci, Upi e Cal-consiglio delle Autonomie Locali, i competenti
uffici della Regione sono stati impegnati in una serie di monitoraggi
incrociati tra gli Enti locali e le diverse direzioni regionali, allo scopo di
disegnare la "mappa" degli spazi ceduti, non utilizzati, né
utilizzabili entro fine anno, per poterli ridistribuire a favore degli Enti
locali in grado di impiegarli. Il termine per l´invio dei dati del monitoraggio
da parte dei Comuni e delle Province era stato in un primo tempo fissato al 20
settembre scorso ma è stato ritenuto opportuno fissare un´ulteriore scadenza
(nella giornata di domani) a fronte dell´esigenza di alcune necessarie
integrazioni e chiarificazioni. Da questo monitoraggio emergeranno i dati
definitivi indispensabili per poter avere un quadro realistico della situazione
ed individuare le priorità ed i criteri di ridistribuzione degli spazi resisi
disponibili.
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TREVISO - FORMAZIONE E STAGE PER DISOCCUPATI |
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Treviso, 2 ottobre 2013 - C’è tempo fino a giovedì 3
ottobre 2013 per candidarsi al corso gratuito organizzato da Treviso
Tecnologia, Azienda Speciale per l´Innovazione della Camera di Commercio di
Treviso, dedicato a giovani disoccupati che vogliono affinare le proprie
competenze nell´ambito dello sviluppo di applicativi web o mobile. La figura
professionale formata sarà quella di ´Web & Mobile Developer´.
Il progetto è rivolto a 9 persone in possesso almeno
di diploma di scuola media superiore e con i seguenti requisiti:
- Soggetti disoccupati di breve durata, disoccupato da
meno di 12 mesi o 6 mesi se giovane;
- Giovani adulti ( 18-35 anni) disoccupati;
- Soggetti inoccupati o non occupati;
- Donne in re-inserimento lavorativo
Lo stage permettera´ ai partecipanti di conoscere e di
sperimentare in modo concreto la realtà lavorativa attraverso una formazione
professionale ed un addestramento pratico direttamente sul luogo di lavoro.
L´attività formativa ha una durata complessiva di 600 ore, di cui 200 ore di
formazione d´aula e 400 di stage. Ulteriori informazioni sono reperibili nella
pagina dedicata del sito di Treviso Tecnologia.
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PUGLIA: PRESENTAZIONE BANDI CIGS E PIANO STRAORDINARIO PERCETTORI |
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Bari, 2 ottobre 2013 - Gli assessori al Lavoro, Leo
Caroli e alla Formazione, Alba Sasso hanno presentato ieri mattina alcune
iniziative per la ricollocazione dei lavoratori in cassa integrazione
straordinaria e il sostegno al reddito per chi non percepisce più neppure le
indennità di mobilità, anche a causa dei tagli governativi. Le misure prevedono
40 milioni per la formazione, circa 10 milioni per il reinserimento lavorativo
dei cassintegrati in deroga (tirocini e “dote occupazionale” per le aziende che
assumano cassintegrati a tempo indeteriminato) e 11,5 milioni per il sostegno
al reddito per chi ha perso anche la mobilità.
Per i cassintegrati è previsto un percorso di
politiche attive. Dopo la chiamata parte del Centro per l’impiego, si stila il
bilancio di competenze. Se esiste un’offerta di lavoro la si propone, oppure si
propone un tirocinio. In caso contrario, si calibra l’offerta formativa sulle
competenze del lavoratore, sugli enti di formazione, sui profili professionali
e sugli indici di occupabilità. Chi svolgerà i tirocini naturalmente godrà di
un’integrazione alla cassa integrazione. La drammatica situazione dei
lavoratori che hanno terminato anche i trattamenti di mobilità è stata
tratteggiata dall’assessore al Lavoro, Leo Caroli. “Questi bandi sono la via
pugliese al lavoro e all’inclusione e sono il frutto di un lavoro straordinario
condotto dalle strutture tecniche degli assessorati al Lavoro e alla
Formazione. Perché in Puglia nel 2012 sono stati circa 44.000 i percettori di
ammortizzatori sociali in deroga, mentre 21 mila erano i lavoratori in
mobilità. Oggi – 2013 - i lavoratori in mobilità sono la metà: 11mila. Che fine
hanno fatto gli altri? Non sono scomparsi: semplicemente, a causa dei tagli
governativi, non percepiscono più le indennità e non hanno più reddito. Qui
interviene la misura regionale”. Secondo il bando presentato oggi il sostegno
al reddito è di 2.500 euro lordi per complessivi 5 mesi ed è collegato alla
partecipazione a percorsi di formazione e politiche attive presso i centri per
l’impiego. “Avevamo a disposizione – prosegue Caroli – nel 2012 circa 270
milioni di euro per i disoccupati. A oggi eravamo scesi a 135 milioni dopo i
tagli governativi e solo con la minaccia di salire sui tetti del Ministero
abbiamo raggiunto un ulteriore stanziamento di 44 milioni”. “Ma è possibile –
si sfoga Caroli – che il futuro dei lavoratori che sono all’ultima spiaggia
debba essere affidata solo alla buona volontà di un assessore regionale, senza
che ci siano politiche complessive nazionali?”. La società Innovapuglia – è
stato spiegato oggi – sta coordinando il lavoro con i Centri per l’impiego, la
Regione e i patronati per una piattaforma telematica unica che coordini e metta
in rete i bisogni formativi, quelli delle aziende e le offerte formative, per
la redazione di bilanci di competenze e dei libretti dei lavoratori. “Si tratta
– ha spiegato l’assessore Sasso – di strumenti utili ai lavoratori per avere
adeguata formazione. Il catalogo formativo, un sistema aperto, è un’unicità della
Regione Puglia, così come il bilancio di competenze. Sono esperienze di
successo che possono essere esportate in altre regioni”. Al termine,
l’assessore Caroli ha portato l’esempio di successo per gli Oss, gli operatori
socio-sanitari: “Abbiamo avuto 398 progetti presentati da 106 enti formazione:
un caso tipico di tirocinio formativo per cassintegrati che sta andando molto
bene anche per la richiesta di personale nella sanità privata”. Alla conferenza
stampa di oggi hanno partecipato anche i vertici dei sindacati confederali.
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"ACCENTI IN TOUR", LE TAPPE DI GIOVANISÌ NEL MESE DI OTTOBRE |
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Firenze, 1 ottobre 2013 - Proseguono nel mese di
ottobre le tappe di "Accenti in tour", 10 incontri nelle province
toscane organizzati dall´Ufficio Giovanisì in collaborazione coi suoi referenti
provinciali, durante i quali i giovani beneficiari delle azioni del progetto
Giovanisì della Regione Toscana
racconteranno ad altri giovani le loro esperienze di tirocini, casa,
servizio civile, fare impresa, lavoro, studio e formazione.
Gli incontri saranno anche occasione di discussione,
approfondimento e raccolta istanze sul progetto con i giovani del territorio.
Dopo Siena e Livorno, a ottobre il tour continua con 4
nuovi eventi: Pistoia, giovedì 3 ottobre, alle 18.30 presso il locale ‘I
Salaioli´, in piazza della Sala; Pietrasanta (Lucca), giovedì 10 ottobre;
Grosseto, venerdì 18 ottobre e Navacchio (Pisa), giovedì 24 ottobre.
Alcune tappe del tour vedranno la presenza di giovani
scrittori le cui storie sono pubblicate nel libro "Accenti - autonomi racconti di
Giovanisì", che raccoglie 30 storie di beneficiari del progetto Giovanisì
della Regione Toscana. Gli scrittori sono Simona Baldanzi, Cosimo Calamini,
Laura Del Lama, Ico Gattai, Emiliano Gucci, Ilaria Mavilla, Sasha Naspini,
Lindsay Paiva, Matteo Salimbeni, e Vanni Santoni.
Per consultare il calendario di tutti gli eventi di
"Accenti in tour" vai sul Blog di Accenti.
Cos´è Accenti
Giovanisì, il progetto della Regione Toscana per
l´autonomia dei giovani, ha raccolto intorno a sé centinaia di storie,
speranze, obiettivi, idee. ‘Accenti - autonomi racconti di Giovanisì´ è una
‘piattaforma´ capace di comunicare quanto è scaturito e scaturisce da questo
progetto. Un percorso che racconta e racconterà una, cento, mille carriere di
giovani toscani che hanno usufruito o stanno usufruendo delle opportunità del
progetto Giovanisì attraverso un blog, un libro, un video e degli eventi.
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CONCERTAZIONE: SERRACCHIANI AI SINDACATI, DIAMO SOSTANZA AL PROTOCOLLO |
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Trieste, 2 ottobre 2013 - La presidente della Regione Debora
Serracchiani ha incontrato ieri a Trieste i segretari regionali dei sindacati
firmatari del Protocollo sulla politica regionale della concertazione (Cgil,
Cisl, Uil e Ugl), con i quali si comincia a dare sostanza all´Accordo, siglato
dalla Regione anche con le associazioni dei datori di lavoro del Friuli Venezia
Giulia. Accanto ai temi posti dalle crisi settoriali, è emersa la volontà di
affrontare anche le questioni di interesse regionale messe a rischio
dall´evoluzione del quadro politico nazionale, come l´Accordo di Programma
sulla Ferriera di Servola (Ts) e le grandi infrastrutture (terza corsia
dell´A4, ferrovia ad Alta Velocità/alta Capacità, Porti). Serracchiani ha
assicurato che verranno successivamente portate ad un Tavolo istituzionale
anche le riforme che la nuova Amministrazione regionale ha avviato, a partire
dal Piano paesaggistico e dal riordino della Sanità. Nel corso dell´incontro è
stato concordato un primo tavolo per affrontate le crisi settoriali più
urgenti, tra cui quelle dell´edilizia e dell´elettrodomestico.
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PROSTITUZIONE AL CHIUSO, IL 3 OTTOBRE UN SEMINARIO IN REGIONE EMILIA ROMAGNA |
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Bologna. 2 ottobre 2013 - Un fenomeno che rischia di
essere ancora più sommerso, perché si svolge in appartamenti, night club,
centri massaggi. Di prostituzione al chiuso si parlerà il 3 ottobre, nella sala
A della Terza Torre della Regione Emilia-romagna (viale della Fiera 8, dalle 9
alle 16), durante il seminario “Sotto gli occhi di tutti. Prostituzione al
chiuso: punti di vista e interventi sul fenomeno”.
Un’occasione per fare il punto (a livello regionale,
nazionale ed europeo) sul fenomeno e sugli interventi attuati, confrontando
esperienze e prospettive dei soggetti che, a vario titolo, intervengono: forze
dell’ordine, autorità giudiziaria, operatori sociali. Organizzato
dall’assessorato regionale Politiche sociali, in collaborazione con il Comune
di Modena, il seminario vuole fare un bilancio a sei anni dall’inizio del
progetto Invisibile, i cui obiettivi sono la mappatura territoriale e un primo
contatto con persone che si prostituiscono in appartamenti e locali.
Il progetto regionale “Oltre la Strada” -
La Regione Emilia-romagna promuove dal 1996 il
progetto “Oltre la Strada”, sistema integrato di interventi socio-sanitari nel
campo della prostituzione, dello sfruttamento e della tratta di esseri umani.
“Oltre la Strada” si basa su una rete composta da enti pubblici e soggetti
privati, che operano in collaborazione con forze dell’ordine, autorità
giudiziaria, direzioni territoriali del lavoro, servizi sanitari, servizi
sociali, enti del terzo settore, sindacati, enti di formazione professionale.
Tutto ciò che viene attuato con il sistema “Oltre la Strada” è riconducibile a
due grandi aree: prevenzione socio-sanitaria e riduzione del danno per persone
coinvolte nei mercati della prostituzione, e interventi rivolti a vittime di grave
sfruttamento e tratta di esseri umani.
I numeri di Invisibile -
Con la progressiva partecipazione di tutti gli enti
pubblici della rete “Oltre la Strada”, e dei soggetti pubblici e privati
convenzionati, il progetto Invisibile, coordinato con la collaborazione del
Comune di Modena, ha lavorato - e lavora - in parallelo per approfondire il
fenomeno della prostituzione al chiuso e sull’intervento di contatto.
Invisibile porta avanti un monitoraggio, alimentando un database regionale
relativo agli annunci personali riconducibili al fenomeno della prostituzione
in appartamento (presenti su giornali e siti, chat e forum), ed elabora anche
una mappatura. Altra linea di intervento, il contatto con il target: ogni
progetto territoriale fa un numero prestabilito di telefonate al mese
(contattando tutti i nuovi numeri, estratti dalle diverse fonti selezionate, e
raccolti nel database) in modo da dare informazioni sanitarie sulla prevenzione
dei comportamenti a rischio, orientare ai servizi sul territorio, ascoltare
eventuali richieste. Dal 2010 al 31
dicembre 2012, ogni anno in media sono stati raccolti 14.000 annunci,
effettuate 2.296 chiamate e realizzate 180 accoglienze a bassa soglia e
accompagnamenti ai servizi socio-sanitari. Con il progetto Invisibile, gli operatori
hanno lavorato sul movimento di sex worker tra una zona e l’altra della fascia
costiera regionale; l’équipe territoriale di Reggio Emilia, a sua volta, ha
individuato come target di intervento delle telefonate quello delle sex worker
cinesi, coinvolgendo una mediatrice che si occupa di realizzare il contatto
telefonico. I risultati hanno superato le aspettative; per questo, a partire
dall’ottobre 2011, si è deciso di avviare una sperimentazione, a livello
regionale, rivolta alle persone che si prostituiscono di provenienza cinese:
funziona con il contatto telefonico attraverso l’intervento di una mediatrice,
con la finalità di presentare il progetto e fornire informazioni per un
orientamento ai servizi sanitari del territorio.
Programma
9:00 Welcome coffee;
9:30 Accoglienza e iscrizione partecipanti.
Prima sessione:
“Punti di vista sul
fenomeno”
Presiede e modera:
Monica Raciti,
Responsabile del Servizio Politiche per l’Accoglienza
e l’Integrazione Sociale, Regione
Emilia-romagna;
10:00 “Prostituzione al chiuso in Europa,
politiche e tendenze”
Daniela Danna,
Ricercatrice in Sociologia- Dipartimento di
studi sociali
e politici dell’Università degli Studi di
Milano.
10:30 “Utilizzo di internet da parte
delle persone che si
prostituiscono: gli
interventi
di sorveglianza
attuati,
e l’immagine del fenomeno
che ne emerge”
Geo Ceccaroli,
Primo Dirigente della Polizia di Stato
Dirigente del Compartimento Polizia Postale
e delle
Comunicazioni per l’Emilia-romagna-
11:00 “Trafficking e sfruttamento
sessuale della
prostituzione
indoor: elementi
emersi
da indagini svolte”
Elena Jolanda Ceria,
Commissario Capo
Dirigente della 2^ sez. (prostituzione e
criminalità straniera)
e 6^ sez. (antidroga) della Squadra Mobile
della Questura di Bologna.
11:30 “Elementi emersi da indagini svolte”
Procura della Repubblica
presso il Tribunale di un territorio
regionale.
12:00 “Il punto di vista delle persone
che si prostituiscono
al chiuso:
Indoor
sex work – Working
and
living conditions of sex
workers
in Europe”
Lucile
Favet,
Coordinatrice del progetto Indoors
Associazione Autres Regards, Marsiglia.
12:30 “Sei anni di progetto
Invisibile: interventi
sviluppati
e risultati emersi”
M. Beatrice Manni,
Progetto Invisibile - Comune di Modena.
13:15 Light lunch.
Seconda sessione -
Gli interventi sul
fenomeno
Presiede e modera:
Paola Del Vecchio,
Dirigente responsabile del Servizio
Politiche per l’Integrazione
sociale e Residenzialità anziani - Comune di
Modena.
14:30 “Le azioni proattive multi agenzia
volte all’emersione di
potenziali
vittime di
sfruttamento lavorativo
e sessuale nell’ambito
della
comunità cinese”
Marianna Benetello,
Mediatrice linguistico culturale target
cinese
Comune di Venezia - Unità di crisi e di
valutazione, U.o.c.
Protezione Sociale e Umanitaria, Servizio
Promozione
Inclusione sociale.
15:00 “L’intervento sperimentale
di contatto con donne
cinesi
presenti nei mercati
della
prostituzione nel
territorio
della regione
Emilia-romagna”
Lisa Castronuovo.
Comune di Reggio Emilia.
15:30 “Do’s and do not’s in on-line
outreach: interventi
di contatto
tramite internet”
Jaana Kauppinen,
Executive Director
Associazione Pro-tukipiste (Pro centre
Finland) di Helsinki.
16:00 “Esperienza di contatto
negli appartamenti”
Associazione Lefö di
Vienna.
16:30-17:00 Conclusioni e dibattito.
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INFANZIA. A TATE E BABY SITTER CI PENSA IL COMUNE DI MILANO CON UN ALBO CERTIFICATO UN NUOVO SERVIZIO PER AIUTARE I GENITORI A TROVARE UNA PERSONA QUALIFICATA CUI AFFIDARE I FIGLI E IL RILANCIO DEL CENTRO PER LA MEDIAZIONE GEA |
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Milano, 2 ottobre 2013 - Hai bisogno di una baby sitter
qualificata solo per qualche ora? O di una tata esperta che stia con i figli per
tutto il giorno e più giorni la settimana? Ti aiuta il Comune. Con uno sportello
a cui rivolgersi per trovare personale qualificato. Le baby sitter potranno
iscriversi in un albo costituito e aggiornato dall’Amministrazione che sarà
messo a disposizione di mamme e papà in cerca di un aiuto. Dopo un colloquio per
conoscersi e capire affinità e capacità si potrà procedere con l’assunzione che
sarà fatta nel rispetto delle norme.
È
una delle iniziative previste dal Comune nell’ambito dell’applicazione della
legge 285, per cui l’Amministrazione ha ricevuto dallo Stato un finanziamento di
complessivi 7,8 milioni di euro (3,9 già assegnati e 3,8 confermati) da
impiegare in azioni di sostegno alla fragilità della famiglia e di promozione
dei diritti e delle opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, con particolare
riguardo ad attività di prevenzione del disagio diffuse sul territorio. Questi
interventi saranno al centro del Vi Piano per l’ Infanzia per il triennio
2014-2016 che l’Assessorato alle Politiche sociali sta preparando con altri
settori dell´Amministrazione tra cui Scuola ed Educazione, Decentramento e
Volontariato.
“Vogliamo sostenere le famiglie e rendere più facile
essere genitori nella nostra città – ha spiegato l’assessore alle Politiche
sociali, Piefrancesco Majorino, nel corso della Commissione consigliare di
questo pomeriggio – a cominciare dall´aiuto alle mamme, ma anche ai papà, per
conciliare i tempi del lavoro e della crescita dei figli. Una delle iniziative è
il cosiddetto "Albo delle tate". Come abbiamo fatto per gli anziani e le
badanti, faremo con le baby sitter. Il nostro obiettivo è comporre un elenco di
figure professionali preparate, fornire loro formazione e la possibilità di
essere assunte in regola, condizioni che riteniamo indispensabile per assicurare
a genitori e bambini un albo accurato e affidabile. Sempre in tema di sostegno
alla famiglia è nostra intenzione rilanciare il Gea, storico centro di
mediazione familiare milanese nato quasi 25 anni fa che si occupa di genitori in
fase di separazione, ma di fatto tutela in primo luogo i
bambini”.
Il Gea – Genitori ancora, primo centro in Italia di
mediazione familiare è nato a Milano nel 1989. Da allora sono state prese in
carico circa 3.000 coppie.
Il Piano di Sviluppo del Welfare 2012 - 2014 approvato
dalla Giunta e dal Consiglio Comunale alla fine di settembre dell’anno scorso ha
indicato tra le priorità il rilancio di questo servizio.
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IMPRESE FEMMINILI: BASILICATA SEMPRE PIÙ ROSA |
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Roma, 2 ottobre 2013 -
Basilicata, Molise e Abruzzo sono le regioni d’Italia le cui attività
produttive sono maggiormente tinte di rosa. Lo evidenzia l’Osservatorio
dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere Info-camere, che ha fotografato il
dato al 30 giugno del 2013.
Alla fine del secondo trimestre, erano 16.718 le
aziende femminili iscritte al Registro Imprese delle Camere di Commercio di
Potenza e Matera, su un totale di 60.384. La variazione dello stock tra lo
stesso periodo dell’anno precedente segna un -0,27% (pari a 45 imprese in
meno), dato di sostanziale tenuta nell’arco di un periodo in cui la crisi si è
ulteriormente acuita. Scavando all’interno del settore “imprese femminili”,
emergono altri dati interessanti: delle 16.718 aziende, 2.059 sono giovanili
(si tratta del 12,32%, una percentuale superiore a quella italiana, assestata
sull’11,99%), mentre 621 sono quelle tenute da cittadine straniere (il 3,71%
sul totale regionale) di cui 385 extra Unione europea.
A livello provinciale, infine, le variazioni rispetto
al 2012 hanno segno negativo: a Potenza il saldo è di meno 31 unità, a Matera
di meno 14. Perdite tutto sommato contenute, rispetto agli effetti di un
tessuto produttivo in grave difficoltà.
«La voglia di
fare impresa delle donne nelle nostra regione è pressoché immutata – conferma
il presidente di Unioncamere Basilicata, Pasquale Lamorte -, nonostante le
condizioni di contesto globale e locale non siano certo delle più favorevoli.
E’ un segnale incoraggiante rispetto alle nuove sfide che verranno, e che
dovranno vedere le donne imprenditrici crescere, strutturarsi, fare rete e
guardare al mercato con una visione moderna. Il compito delle Istituzioni è
assecondare questo processo, dando strumenti per sensibilizzarle sulla tematica
dell’export, cercando di fornire loro strumenti efficaci per affacciarsi ai
mercati esteri con metodologie e conoscenze adeguate».
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