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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Marzo 2007
RICERCA COMUNITARIA VOLTA ALLO SVILUPPO DI TECNOLOGIE PER LA PRODUZIONE SOSTENIBILE DI ALIMENTI BIOLOGICI  
 
Grazie alla convinzione che si è quello che si mangia, il settore degli alimenti biologici vale ora miliardi dato che i consumatori scelgono sempre più spesso di spendere in prodotti salutistici e preferiscono gli alimenti biologici. Il progetto Qualitylowinputfood (Qlif), finanziato nell´ambito del Sesto programma quadro dell´Ue (6Pq), è teso allo sviluppo di alimenti biologici di qualità più elevata, più sicuri e più economici atti a soddisfare la crescente domanda di cibi più naturali e sani, realizzati con minori quantità di additivi e prodotti chimici. Il progetto, cui partecipano 31 partner di 15 diversi paesi, copre l´intera catena di produzione, dalla coltivazione alla vendita e comprende anche la produzione di carne. Il progetto studia inoltre gli atteggiamenti dei consumatori e le loro aspettative per quanto riguarda gli alimenti che sfoggiano un´etichetta biologica. Una parte di questo progetto di vasta portata, il cui valore complessivo è 18 Mio Eur, si incentra sulla scoperta di un´alternativa ecologica per lavare le verdure fresche, fra cui il lavaggio della lattuga con acqua contenente ozono anziché cloro. Il cloro è usato nei sistemi di produzione alimentare intensivi, ma è vietato nella produzione di alimenti biologici. «In Finlandia non utilizziamo il cloro nei lavaggi, mentre i britannici ricorrono a tale sistema al punto che la loro lattuga assume il sapore del cloro che poi associano alla freschezza», dichiara Marjo Särkkä-tirkkonen dell´Università di Helsinki, responsabile di questa parte dello studio e del progetto. «L´ozono è un´alternativa al cloro che merita la nostra attenzione. Potrebbe essere un buon sostituto perché si scompone in ossigeno durante il processo e non lascia residui che possono essere trasferiti alle persone o rilasciati nell´ambiente. Al pari del cloro, l´ozono riduce la quantità di microbi nelle verdure, conservandole quindi fino a 10-12 giorni. Le verdure tagliate fresche e le radici si deteriorano molto facilmente», ha spiegato. L´ozono fornirebbe numerosi vantaggi ecologici, ma non è esente da problemi: essendo velenoso, nell´area di produzione possono essere autorizzate solo piccole quantità. «Il nostro obiettivo è trovare la quantità ottimale di ozono necessaria per effettuare un lavaggio più breve possibile, affinché i prodotti nella fase in questione rimangano in una linea di produzione continua e chiusa. L´ozono è una sostanza talmente reattiva che è davvero difficile misurare l´effetto di una quantità specifica e stabilizzarlo è particolarmente problematico. Le sostanze biologiche consumano velocemente l´ozono nell´acqua di lavaggio», dichiara Marjo Särkkä -Tirkkonen. Come ortaggio di prova è stata utilizzata la lattuga iceberg che, secondo i partner del progetto, ha superato i test positivamente. «Questo ortaggio ha una struttura cellulare molto sensibile e si pensava che non sarebbe sopravvissuta al trattamento con ozono il quale poteva risultare, per esempio, in un difetto di colorazione. Ma non è accaduto. I risultati sembrano promettenti nel senso che il lavaggio con ozono può essere usato per ortaggi più durevoli come zucchine e pomodori». In linea di principio, il lavaggio con ozono è una tecnologia conosciuta, ora utilizzata per purificare l´acqua nelle piscine ed evitare che si percepisca l´odore di cloro, o nelle lavatrici per eliminare cattivi odori e microbi. Tuttavia, per quanto riguarda gli alimenti, l´ozono è una tecnologia relativamente nuova in Europa. Prima che possa entrare completamente sul mercato, saranno necessarie ulteriori prove e nella primavera 2007 il progetto realizzerà nuovi test pilota sull´ozono, questa volta su scala industriale. Secondo Marjo Särkkä- -Tirkkonen, se il processo avrà successo, potrebbe essere applicato agli alimenti di uso quotidiano e potrà diffondersi. Anche i sistemi di produzione di massa dei cibi convenzionali potrebbero adottare questo processo di produzione alimentare più rispettoso dell´ambiente. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Helsinki. Fi/uh/1-2007/juttu7. Html http://www. Qlif. Org .  
   
   
NUOVO PROGETTO COMUNITARIO SULLO SVILUPPO DI STRATEGIE PER LA PROTEZIONE SOSTENIBILE DELLE COLTURE  
 
Lo sviluppo di strategie di protezione delle colture che siano al contempo ecologiche ed economicamente realizzabili rappresenta l´obiettivo del progetto Endure (European Network for the Durable Exploitation of Crop Protection Strategies, ossia Rete europea per l´utilizzo durevole delle strategie di protezione delle colture) finanziato dall´Ue, che è stato avviato di recente. Il progetto riunisce più di 130 ricercatori di 18 organizzazioni europee in una rete di eccellenza che copre discipline tra loro diversissime, quali agronomia, genetica, ecologia, economia e sociologia. Il progetto quadriennale ha ricevuto un finanziamento pari a 11,2 Mio Eur a titolo dell´area tematica «Qualità e sicurezza alimentare» del Sesto programma quadro. «Riunendo le competenze e la conoscenza presenti in Europa, Endure ambisce a diventare leader mondiale nello sviluppo e nell´attuazione di strategie sostenibili di controllo», ha dichiarato il coordinatore del progetto Pierre Ricci dell´Istituto nazionale francese di ricerca agricola. «L´obiettivo è diventare il punto di riferimento primario in Europa rispetto alla protezione delle colture, non solo per gli operatori del settore, bensì per i responsabili delle decisioni politiche». Nel corso del progetto, i partner studieranno la biologia degli agenti patogeni, gli insetti parassiti, le erbe infestanti e la creazione di varietà di colture che presentano una resistenza sostenibile, l´impiego del controllo biologico, la diversificazione spaziale degli ecosistemi agricoli, la gestione delle specie invasive e la gestione integrata delle erbe infestanti. I partner si concentreranno principalmente sullo sviluppo di sistemi innovativi di protezione delle piante. Oltre ad analizzare la loro efficacia agronomica, gli impatti ambientali e i fattori economici, i ricercatori valuteranno tali sistemi sulla base delle percezioni dei consumatori, delle strategie di marketing e delle politiche normative. Il consorzio del progetto ha in mente di sviluppare forti legami con il mondo della scienza, dell´industria, dell´agricoltura e della politica e con altre parti interessate, al fine di promuovere tra tali gruppi un dialogo sulle questioni sollevate dal progetto e assicurare la fattibilità delle soluzioni proposte dal progetto. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Inra. Fr/ .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA ADOTTA LE MODALITÀ DI APPLICAZIONE DEL FONDO EUROPEO PER LA PESCA  
 
La Commissione europea ha adottato le modalità di applicazione relative al Fondo europeo per la pesca (Fep). Scopo di questo regolamento della Commissione è stabilire in dettaglio come gli Stati membri devono applicare il Fep in linea con le priorità definite nel regolamento di base, adottato dal Consiglio nel giugno 2006. Con queste norme viene completato il quadro giuridico del Fep e gli Stati membri potranno ora ultimare i loro programmi operativi e presentarli alla Commissione per l´approvazione. Il Fep è il Fondo principale tramite il quale l´Unione europea fornirà sostegno finanziario al settore della pesca nel periodo 2007-2013 (cfr. Ip/06/793 e Ip/06/1310). "Disponiamo ora di tutta la normativa necessaria per poter dare il via ai finanziamenti. Invito gli Stati membri a trasmettere quanto prima alla Commissione le loro strategie nazionali e i programmi operativi in modo che non si producano ritardi nell´assegnazione degli aiuti del Fep alle loro industrie o comunità di pesca" ha affermato Joe Borg, Commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi. Il Fep contribuirà al conseguimento dell´obiettivo della politica comune della pesca garantendo una pesca sostenibile. Esso sosterrà il settore nel processo di adattamento volto a rendere la flotta maggiormente competitiva e promuoverà misure destinate alla tutela e alla valorizzazione dell´ambiente. Il Fep aiuterà inoltre le comunità di pescatori più duramente colpite dai cambiamenti a diversificare le proprie attività economiche. Il regolamento di applicazione stabilisce nei dettagli le procedure che gli Stati membri devono seguire per l´elaborazione e l´attuazione dei programmi operativi. Esso contiene inoltre disposizioni riguardanti: l´attuazione delle misure ammissibili nell´ambito del Fep; la struttura e il contenuto dei programmi operativi; la gestione, la sorveglianza e il controllo dei programmi operativi; gli obblighi in materia di pubblicità e di informazione; gli obblighi degli Stati membri con riguardo alle irregolarità; il trattamento dei dati personali e la tutela della vita privata. In linea con il piano di azione del dicembre 2005 sulla semplificazione e il miglioramento della Pcp, il regolamento è inteso a semplificare le procedure finanziarie della Pcp, riunendo in unico testo tutte le disposizioni giuridiche applicabili. Nell´ambito dello Strumento finanziario di orientamento della pesca (Sfop), il predecessore del Fep attuato dal 2000 al 2006, le disposizioni equivalenti erano contenute in nove regolamenti distinti. Il Fep dispone di una dotazione finanziaria di circa 3,8 miliardi di euro in prezzi 2004 (4,3 miliardi in prezzi attuali adeguati all´inflazione); dell´aiuto potranno beneficiare tutti i rami del settore: le attività di pesca marittime e continentali, le imprese acquicole, le organizzazioni di produttori, i settori della trasformazione e della commercializzazione come pure le zone dipendenti dalla pesca. Il Fondo si articola intorno a cinque priorità di finanziamento fondamentali: aiutare la flotta ad adattare la capacità e lo sforzo di pesca alla risorse alieutiche disponibili; sostenere i vari rami del settore (acquacoltura, trasformazione, commercializzazione); fornire un aiuto alle iniziative che rappresentano l´interesse collettivo del settore; favorire lo sviluppo sostenibile delle zone dipendenti dalla pesca e prestare assistenza tecnica agli Stati membri per facilitare la fornitura di aiuto. Gli Stati membri propongono la ripartizione dei fondi fra le varie priorità all´atto dell´elaborazione dei programmi operativi nazionali. Spetta poi alla Commissione decidere in merito all´approvazione dei programmi, dopo essersi accertata che siano conformi agli obiettivi della politica comune della pesca. Si prevede che la maggior parte dei programmi sarà approvata dalla Commissione nel secondo semestre del 2007. . .  
   
   
AOSTA, INAUGURAZIONE DELLA NUOVA SEDE DELL’ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE, A QUART  
 
 L’assessorato della Sanità, Salute e Politiche sociali informa che lunedì 2 aprile prossimo, alle ore 10. 30, in Regione Amérique n. 7G, a Quart, sarà inaugurata la nuova sede dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Alla cerimonia prenderanno parte il presidente della Regione, on. Luciano Caveri, l’assessore alla Sanità, Antonio Fosson, il direttore generale dell’Istituto zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, Fernando Arnolfo, e il responsabile della Sezione regionale dell’Istituto, Riccardo Orusa. L’istituto, fondato a Torino nel 1913, opera nel campo della difesa della salute del cittadino attraverso la sicurezza degli alimenti e la salute degli animali che li producono. In Valle d’Aosta, è stato istituito, presso la sezione regionale, il Centro per le malattie degli animali selvatici (Cermas), uno dei quattro centri di referenza nazionali dell’Istituto zooprofilattico sperimentale. .  
   
   
ANCHE IN UMBRIA INCONTRO DELL’ISPETTORATO CON LE ORGANIZZAZIONI DEI PRODUTTORI  
 
 Si è tenuta anche in Umbria la consultazione con le organizzazioni professionali agricole e le associazioni di categoria dei produttori e dei consumatori che l’Ispettorato Centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari ha promosso in ogni regione, d’intesa con gli assessorati all’agricoltura, allo scopo di raccordare l’attività di controllo sui prodotti agroalimentari e i mezzi agricoli agli specifici problemi locali del mondo produttivo, commerciale e della distribuzione. Nel corso dell’incontro, presieduto dall’assessore regionale all’agricoltura Carlo Liviantoni, il direttore generale della direzione tecnica dell’Ispettorato Emilio Gatto ha presentato il programma di attività per il 2007. “La collaborazione con le istituzioni regionali, gli operatori e i consumatori – ha sottolineato Gatto -, oltre a concorrere alla realizzazione di una forte azione preventiva, vuole rappresentare lo strumento per far emergere la domanda di controllo del territorio e tradurla in concrete azioni di controllo, che risultino sempre più incisive”. “L’azione di controllo a tutela e salvaguardia delle produzioni agroalimentari locali – ha detto a conclusione dell’incontro l’assessore Liviantoni – concorre al raggiungimento degli obiettivi che la Regione si è data per la difesa della qualità e genuinità delle produzioni umbre, e per garantire la competitività delle imprese che rispettano le regole”. L’ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, nato il primo gennaio dal vecchio “Ispettorato centrale per la repressione frodi”, costituisce, in base alla “finanziaria 2007”, una struttura dipartimentale del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, con le funzioni di vigilanza sull’attività di controllo degli organismi pubblici e privati nell’ambito dei regimi di produzioni agroalimentari di qualità registrata. L’ispettorato ha una struttura composta da 27 uffici ispettivi, 5 laboratori di analisi distribuiti su tutto il territorio nazionale, un laboratorio centrale per le revisioni e 9 uffici centrali per il coordinamento dell’attività e la gestione della struttura, formata da 1. 035 unità di personale. Nel corso di ogni anno l’Istituto svolge oltre 25. 000 visite ispettive e preleva circa 10 mila campioni di prodotti, che vengono sottoposti ad analisi nei suoi laboratori. .  
   
   
CREMONINI S.P.A. PROGETTO DI BILANCIO D’ESERCIZIO E CONSOLIDATO 2006. PROPOSTO DIVIDENDO LORDO DI 0,080 EURO PER AZIONE, STACCO CEDOLA 21 MAGGIO  
 
 Il Consiglio di Amministrazione di Cremonini S. P. A. Ha approvato il 27 marzo a Castelvetro di Modena il progetto di Bilancio d’Esercizio e Consolidato 2006, che verrà sottoposto all’Assemblea degli Azionisti in programma per il prossimo 28 aprile, presso la sede sociale. Principali risultati economici consolidati dell’esercizio 2006 - Nell’esercizio 2006, i ricavi totali del Gruppo Cremonini si sono attestati a 2. 348,8 milioni di Euro, con un incremento del 10,3% rispetto ai 2. 128,9 milioni di Euro dello stesso periodo 2005. Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) è stato pari a 139,1 milioni di Euro (+18,8% rispetto ai 117,1 milioni di Euro del 2005), mentre il Risultato Operativo (Ebit) è salito a 87,8 milioni di Euro rispetto ai 71,5 milioni di Euro del 2005 (+22,8%). Il risultato della gestione caratteristica è stato pari a 56,4 milioni di Euro, in crescita del 11,4% rispetto ai 50,6 milioni di Euro del 2005. L’utile ante imposte e quote di terzi nel 2006 è stato pari a 55,4 milioni di Euro, in miglioramento se si considera che il corrispondente risultato del 2005, di 76,8 milioni di Euro, includeva la plusvalenza netta straordinaria di 26,1 milioni di Euro derivante dall’ Ipo di Marr (inclusa Greenshoe). L’utile netto di Gruppo, che nel 2005 era stato pari a 40,6 milioni di Euro anche per effetto della suddetta plusvalenza straordinaria, nel 2006 si è attestato a 11,6 milioni di Euro. Risultati della Capogruppo Cremonini S. P. A. E proposta di dividendo - La capogruppo Cremonini S. P. A. Ha realizzato ricavi totali per 143,0 milioni di Euro, rispetto ai 135,4 milioni di Euro del 2005 ed un utile netto di 1,3 milioni di Euro (46,8 milioni di Euro del 2005 dato che includeva la plusvalenza netta straordinaria di 41,2 milioni di Euro derivante dall’Ipo di Marr). Il Consiglio di Amministrazione ha proposto la distribuzione agli Azionisti di un dividendo lordo di 0,080 Euro per azione, corrispondente ad un pay-out del 88,5% dell’utile netto consolidato di Gruppo. Il Cda ha indicato come data di pagamento del dividendo il 24 maggio con “stacco cedola“ il 21 maggio. Situazione finanziaria al 31 dicembre 2006 - La Posizione Finanziaria Netta al 31 dicembre si è attestata a 584,2 milioni di Euro, rispetto ai 605,2 milioni di Euro del 30 settembre 2006 e ai 512,1 milioni di Euro del 31 dicembre 2005. La crescita della Pfn durante i dodici mesi deriva dalla distribuzione di dividendi per 39,8 milioni di Euro e da acquisizioni per 32,6 milioni di Euro. Complessivamente il Gruppo nel 2006 ha investito 97,6 milioni di Euro. Il Patrimonio Netto al 31 dicembre 2006 è pari a 348,7 milioni di Euro, a fronte dei 363,8 milioni di Euro registrati a fine 2005. Risultati dei tre settori di attività - Il settore della produzione ha registrato nel 2006 ricavi totali per 1. 044,5 milioni di Euro, +3,9% rispetto ai 1. 005,8 milioni di Euro del 2005. L’ebitda si è attestato a 50,1 milioni di Euro (43,6 milioni di Euro nel 2005) e l’Ebit ha raggiunto quota 19,5 milioni di Euro (15,6 milioni di Euro nel 2005). Il settore della distribuzione* ha registrato una crescita dei ricavi totali del 10,3% raggiungendo i 972,7 milioni di Euro, rispetto agli 882,3 milioni di Euro nel 2005. L’ebitda si è attestato a 61,6 milioni di Euro (53,0 milioni di Euro nel 2005), mentre l’Ebit è stato pari a 53,4 milioni di Euro (45,0 milioni di Euro nel 2005). Il settore della ristorazione ha realizzato ricavi totali per 397,0 milioni di Euro, in crescita del 32,6%, rispetto ai 299,3 milioni di Euro del 2005. L’ebitda si è attestato a 30,1 milioni di Euro (26,9 milioni di Euro nel 2005), mentre l’Ebit ha raggiunto i 21,4 milioni di Euro (19,9 milioni di Euro nel 2005). Eventi successivi alla chiusura dell’esercizio - Nei primi giorni di gennaio 2007, la controllata Marr ha sottoscritto l’acquisto dell’intero capitale sociale di New Catering Srl, azienda con sede a Forlì, attiva nella distribuzione di prodotti alimentari ai bar e alla ristorazione veloce. In data 26 gennaio, il Consiglio di Amministrazione di Cremonini ha deliberato, di concerto con le altre società del Gruppo coinvolte, l’avvio delle procedure per l’estinzione anticipata dell’operazione di cartolarizzazione dei crediti in essere con la società Cremonini Sec Srl. I titoli verranno rimborsati il 24 aprile 2007. Evoluzione prevedibile della gestione nel 2007 - I risultati superiori alle attese, raggiunti durante il 2006, anche grazie all’ottima performance dell’ultimo trimestre dell’anno, fanno prevedere per l’esercizio 2007 un miglioramento dei risultati operativi. .  
   
   
IL PIANO DI RICONVERSIONE INDUSTRIALE DELLO ZUCCHERIFICIO DI VILLASOR  
 
Cagliari - Sarà sottoposto il 28 marzo al Ministero delle Risorse Agricole il Piano di riconversione industriale dello zuccherificio di Villasor che è stato illustrato nelle linee generali dagli amministratori della Sadam al Presidente della Regione Renato Soru e agli assessori all´Agricoltura e all´Industria, Franco Foddis e Concetta Rau. All´incontro al quarto piano del palazzo della Regione di viale Trento hanno partecipato i rappresentanti di alcune associazioni agricole e cooperativistiche. La Sadam propone di riconvertire lo stabilimento di Villlasor in una centrale energetica alimentata da biomasse per la produzione di 47 megawatt, alla quale si aggiunge un impianto per la produzione di biodiesel della capacità di 35 mila tonnellate l´anno. In funzione di queste due centrali le coltivazioni richieste sono di 6 mila ettari di oleaginose, di 12 mila per il biodiesel e di 7 mila ettari per le biomasse. Agli agricoltori vengono proposti contratti di coltivazione di 12 anni e una compartecipazione dell´associazione dei produttori alla società fino al 40% del capitale sociale. L´investimento complessivo previsto è di 130 milioni di euro. Il Presidente della Regione ha chiesto alla Sadam di andare avanti nella stesura del Piano industriale e alle associazioni agricole cooperativistiche "un atto di coraggio, sapendo che non siamo soli - ha detto Soru - e che il governo può aiutarci con i certificati verdi che premieranno le produzioni locali, e che anche la Regione se deve aiutare qualcuno aiuta chi produce". L´assessore Foddis, che con l´assessore Rau parteciperà dopodomani all´incontro al Ministero con la Sadam e le organizzazioni dei produttori, ha illustrato la possibilità offerta dal Programma di Sviluppo Rurale al cui interno una misura agro-ambientale può offrire un sostegno agli agricoltori che renda più vantaggiose le coltivazioni "no food" alternate alla produzione delle proteine per l´allevamento. .  
   
   
ZUCCHERIFICIO VILLASOR: OGGI A ROMA INCONTRO COL MINISTRO DE CASTRO  
 
E´ confermato per il 28 marzo mattina a Roma presso il Ministero delle Risorse agricole l´incontro con il ministro De Castro, gli assessori regionali Franco Foddis e Concetta Rau con i vertici della Sadam e i responsabili delle organizzazioni professionali agricole e le associazioni cooperativistiche, per la presentazione del progetto della filiera bioenergetica legata alla riconversione dello zuccherificio di Villasor. Al ministro sarà illustrato il piano della Sadam, anticipato alla Regione ieri pomeriggio e condiviso a tarda sera anche dalle organizzazioni professionali agricole. Il Presidente della Regione, che aveva ottenuto dalla Sadam la disponibilità alla costituzione di una joint-ventur con la partecipazione diretta degli agricoltori, ha chiesto alle associazioni "un atto di coraggio dei coltivatori, confidando nell´aiuto del Governo e nella possibilità che i certificati verdi tengano in maggior conto le coltivazioni locali di oleaginose e biomasse, e confidando nella Regione che terrà conto di questa filiera anche nel Piano di Sviluppo Rurale". Nel testo dell´accordo firmato ieri da Renato Soru e dall´assessore Foddis con i responsabili regionali di Coldiretti, Cia e Confagricoltura, è scritto: ´´Le organizzazioni professionali agricole e la Regione si impegnano a sostenere il progetto di una filiera bioenergetica con la coltivazione di oleaginose e di biomasse per la produzione di biodiesel ed energia elettrica, attraverso la riconversione dello stabilimento Sadam e l´eventuale costituzione di una joint-venture tra la stessa Sadam e gli agricoltori associati´´. La riconversione produttiva dello stabilimento di Villasor comporta la coltivazione di 30. 000 ettari fra colza e biomasse, la stipula di contratti di coltivazione di 12 anni e la partecipazione al capitale sociale degli agricoltori in forma associata. .  
   
   
AGROALIMENTARE DEL LAZIO AL SIAL 2007 PER LA CONQUISTA DEL NORD-AMERICA  
 
Porchetta di Ariccia, tartufi, funghi, olio extra vergine d´oliva, pasta, pecorino Dop, dolci tipici regionali. Per 3 giorni, dal 28 al 30 marzo, il meglio della gastronomia del Lazio arriva nel cuore del mercato agroalimentare del Canada, a Montreal, in occasione del Sial 2007, la più importante fiera dell´alimentazione del Nordamerica e una delle più prestigiose manifestazioni internazionali del settore. Un evento che vede anche la presenza di Daniela Valentini, assessore all´agricoltura del Lazio". "Sono 23 le aziende regionali che prendono parte alla manifestazione: 10 della provincia di Roma, 5 di Latina, 2 di Rieti, 1 di Viterbo e 5 di Frosinone. Tutte alla conquista del mercato nordamericano dove la nostra regione esporta circa 5 milioni di prodotti locali. Sono 2 milioni gli italiani residenti in Canada, di cui 300 mila nella sola Montreal. Tra essi, il 9% proviene dalla regione Lazio". "Una comunità che ha mantenuto forti contatti con il nostro Paese - ha dichiarato la Valentini che ha incontrato il Console italiano, la Camera di Commercio e l´Istituto di Cultura italiana - una presenza che contribuisce all´internazionalizzazione della cultura dei nostri territori e alla diffusione della loro produzione agroalimentare. Una vera e propria opportunità per le nostre aziende. Un´occasione per fare un grande lavoro di commercializzazione su un mercato variegato e attento alla qualità e all´eccellenza dei prodotti". .  
   
   
AGRICOLTURA – ZAIA: EUROPA FESTEGGIA SÉ STESSA, MA NON SENTE LE RAGIONI DEL SISTEMA PRIMARIO VENETO  
 
“L’europa l’altro giorno ha festeggiato sé stessa, ma il Veneto ha ben poco da festeggiare la politica comunitaria, che non sente le ragioni della nostra agricoltura”. Non ha avuto peli sulla lingua in vicepresidente della Giunta regionale del Veneto Luca Zaia, intervenuto questa mattina nella sede di Avepa in occasione della presentazione della ricerca del prof. Maurizio Interdonato su “L’impresa agricola e il sostegno comunitario all’agricoltura – Trattamento tributario”. L’iniziativa è stata promossa dalla stessa Avepa, rappresentata oggi dal direttore Fausto Luciani, e sostenuta dalla banca Intesa San Paolo, per la quale è intervenuto Franco Dall’armellina. “L’europa – ha spiegato Zaia – ha massacrato il nostro settore bieticolo saccarifero, ci trasciniamo dietro situazioni pesanti come conseguenza delle quote latte, l’Ocm vino non sembra che premierà la qualità e rischiamo estirpazioni generalizzate, la zootecnia è a rischio, l’Ocm Ortofrutta nasconde non poche insidie. E tutto questo non in un territorio marginale, ma in una Regione che vale 6 miliardi di euro di produzione lorda vendibile, che è l’orto d’Europa, che è la prima in Italia per produzione di vitelloni e pollame, che è ai vertici della produzione enologica”. “Nei prossimi sei anni – ha aggiunto Zaia – con il Piano di Sviluppo Rurale destiniamo 914 milioni di euro agli imprenditori agricoli, sia pure in un quadro burocratico che ci viene imposto e che non ci rende la vita facile. La vera sfida da qui al 2013 sarà quella di sostenere i giovani che vogliono investire, favorendo il ricambio generazione, in un comparto dove il valore dei terreni agricoli sono molto elevati rispetto alla effettiva redditività, fino a 4 – 5 volte di quanto non accada in altri Paesi”. A questo proposito Zaia, rivolgendosi a dall’Armellina, ha chiesto una mano a Intesa San Paolo. E il rappresentante dell’istituto di credito ha sottolineato il legame stretto con il territorio e l’agricoltura: la banca è tra l’altro tesoriera di Avepa e concede a condizioni molto favorevoli anticipazioni sui contributi comunitari e ha assunto dei laureati in agraria per rapportarsi con il settore primario. Ma soprattutto ha dato la propria disponibilità a collaborare: l’invito è per noi uno stimolo – ha detto in sostanza – e su questo cercheremo di esprimere anche la nostra creatività. Dal canto suo Fausto Luciani ha richiamato le difficoltà esistenti attualmente nei rapporti tra Avepa e Agea, l’organismo pagatore nazionale, che non paga il dovuto alle agenzie regionali, chiedendo più tutela dalla Regione nei confronti della stessa Agea, del Ministero e dell’Unione Europea. Zaia ha ricordato di aver chiesto in proposito un confronto tra De Castro e le Regioni. L’indagine del prof. Interdonato sul trattamento tributario delle imprese agricole è stata salutata come strumento di grande utilità per le aziende agricole. Essa si colloca peraltro in un panorama dove si riscontrano diversità fiscali tra diverse tipologie di imprese agricole che lavorano allo stesso modo e tra imprese analoghe che producono cose diverse, mentre c’è l’esigenza di collegare la fiscalità al sistema di sostegni economici pubblici all’agricoltura, anch’essi spesso “disorientati” rispetto all’effettiva produzione e agli effettivi investimenti. Questo può provocare disparità effettive di trattamento fiscale tra soggetti che svolgono la medesima attività e creare disincentivi all’introduzione di innovazione e qualità, i cui costi spesso non possono essere detratti. .  
   
   
BIOERA: I RICAVI TOTALI CRESCONO E RAGGIUNGONO GLI 80,4 MILIONI DI EURO (+56,7%)  
 
Cavriago, - Il Consiglio di Amministrazione di Bioera, il Gruppo specializzato nella produzione e vendita di prodotti biologici e naturali ha approvato 28 marzo 2007 il progetto di bilancio di esercizio e consolidato al 31 dicembre 2006: Ricavi totali consolidati: Euro 80,4 milioni (+56,7% anno su anno); Ebitda: Euro 7,2 milioni (+0,8%); Ebit: Euro 4,2 milioni (-4,7%); Indebitamento finanziario netto è pari a euro 33,4 milioni (in aumento rispetto a Euro 16,4 milioni del 30 giugno 2006) riflette gli importanti investimenti effettuati nel corso dell’anno, inclusa l’acquisizione di Ki Group il cui Closing è avvenuto il 29 dicembre 2006 la quale sarà consolidata integralmente anche a livello economico a partire dall’esercizio 2007; Proposto un dividendo unitario di 0,045 Euro per azione, in pagamento il 31 maggio 2007; Proposto il rinnovo del piano di acquisto di azioni proprie- Anche il 2006 si è caratterizzato per il forte dinamismo del Gruppo, tra gli highlights operativi e strategici di maggior rilievo si ricordano: l’ingresso nel segmento dei Juice Bars attraverso l’acquisizione del 50% di Jungle Juice Srl la prima catena italiana di bar salutistici; l’acquisizione in aumento di capitale del 51% di [Xo] Spa Biorganics S. R. L. L’unica azienda nel panorama della cosmetica in grado di proporre sul mercato una linea di prodotti interamente “chemical-free”; l’acquisizione del 100% di Ki Group, l’azienda di maggior prestigio e tradizione nel mercato dell’alimentazione biologica in Italia; l’ulteriore sviluppo del progetto Cioconat Lounge con l’apertura di due nuovi franchising in medio oriente (Doha e Kuwait City) che si aggiungono ai due punti vendita esistenti di Amman in Giordania; l’espansione e riorganizzazione della catena retail “Erboristerie d’Italia” che a fine 2006 conta 39 negozi diretti e 27 franchising. L’esercizio 2006 si è chiuso con Ricavi totali consolidati pari a 80,4 milioni (+56,7% rispetto a Euro 51,3 milioni dell’anno precedente) e un risultato operativo lordo (Ebitda) pari a 7,2 milioni di Euro, in lieve crescita rispetto al dato al 31 dicembre 2005. Nel perimetro di consolidamento è stata integralmente incorporata la controllata Cdd, la neoacquisita Ki Group è stata consolidata integralmente a livello patrimoniale mentre i risultati economici non sono riflessi nel bilancio del Gruppo Bioera con un effetto distorsivo su alcuni indici patrimoniali di Gruppo. Alla crescita del fatturato ha contribuito in maniera sempre maggiore la divisione “fuori casa” (prima divisione “beverage”, così denominata dopo il consolidamento integrale di Cdd) riconducibile all’attività delle controllate Natfood, General Fruit e Cdd, il cui apporto al fatturato totale consolidato è stato del 74,4%, con ricavi totali pari a 59,8 milioni. La divisione “prodotti naturali e biologici” ha generato ricavi per circa Euro 20,6 milioni contribuendo per il 25,6% al fatturato totale consolidato di Gruppo. A livello di marginalità l’Ebitda risulta positivo per Euro 7,2 milioni, sostanzialmente in linea con il dato del 2005. L’ebit è pari a Euro 4,2 milioni, gli ammortamenti delle immobilizzazioni hanno inciso per complessivi 3,0 milioni, in crescita rispetto ai 2,7 milioni del 2005 per effetto degli investimenti in sviluppo prodotti, in adeguamento delle strutture produttive e le aperture di nuovi punti vendita. Il Risultato ante imposte è pari a Euro 3,0 milioni (3,4 milioni nel 2005). L’indebitamento finanziario netto passa da Euro 16,4 milioni del primo semestre 2006 a Euro 33,4 milioni per effetto principalmente delle acquisizioni effettuate nel corso dell’esercizio. Cresce il Patrimonio Netto Consolidato che al 31 dicembre 2006 risulta pari a 30,1 milioni di Euro (26,4 milioni nel 2005). Il Consiglio di Amministrazione ha convocato l’Assemblea ordinaria dei soci per il 26 Aprile 2007 in prima convocazione e per il 27 Aprile in seconda, in relazione all’approvazione del bilancio d’esercizio e consolidato, alle deliberazioni conseguenti le dimissioni di un amministratore, al rinnovo del piano di acquisto e vendita di azioni proprie, il cui dettaglio sarà comunicato successivamente al parere positivo dell’Assemblea. Il Consiglio ha altresì proposto un dividendo pari a 0,045 Euro per azione in pagamento il prossimo 31 maggio 2007 con stacco cedola il 28 maggio 2007 Evoluzione Prevedibile Della Gestione - Nei primi mesi dell’anno il Gruppo Bioera ha riportato un’ulteriore espansione dei ricavi, ottime le prospettive della divisione specializzata nel “fuori casa” per l’intero anno, un forte contributo allo sviluppo dell’area prodotti naturali e biologici è atteso dal consolidamento della neo acquisita Ki Group e dall’operatività di Xo Spa Biorganics. Bioera: Requisiti Mercato Expandi - Si riportano di seguito i requisiti quantitativi di profittabilità e di struttura finanziaria al 31 dicembre 2006 calcolati ai sensi dell’art. 2A. 2. 1 comma 5 del Regolamento di Borsa Italiana:
Requisiti Mercato Expandi (dati in milioni di Euro )
Utile Netto >0> Euro 0,1 1,0
Risultato operativo lordo >0 7,2
Risultato delle attività correnti >0 3,0
Pfn/risultato operativo lordo <4 4,7(1)
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RISULTATI DELL´ASSEMBLEA GENERALO DI BB B1OTECH  
 
In occasione della 13a Assemblea generale ordinaria dei 25 marca 2007, gli azionisti di Bb Biotech hanno approvato tutte te proposte del Consiglio di Amministrazione. Bb Biotech distribuirà un dividendo, pari a Chf 2. 00 per azione al portatore, la cui data di stacco sarà il 27 marzo 2007 mentre quella di pagamento sarà il 30 marzo 2007. Gli azionisti con residenza al di fuori della Svizzera possono chiedere la restituzione dell´imposta preventiva dei 359 che viene applicata in Svizzera sui dividendi. Esistono relativi accordi sulla doppia imposizione (sale in particolare anche con la Germania e l´Italia. La richiesta deve essere presentata all´Amministrazione Federale delle Contribuzioni a Berna/svizzera, Il modulo da utilizzare può essere richiesto alla propria banca, tramite il sito dell´Amministrazione Federale delle Contribuzioni (wvnv. Estv. Admin. Ch, sezione Imposta preventiva") oppure, in caso di emergenza, anche telefonicamente presso Bb Biqteci-i. L´assemblea ha, tra l´altro, confermato il Consiglio di Amministrazione in carica per un mandato dalla durata di un anno; Prof. Dott. Med. Thomas Szucs (Presidente). Prof. Dott. David Battimare (Vice Presidente), Doti. Olive Meanwell (Membro del Consiglio di Amministrazione). .  
   
   
APPROVATO DALLA GIUNTA IL NUOVO PIANO FAUNISTICO SERVIRÀ A TROVARE IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA CONSERVAZIONE E ATTIVITÀ VENATORIE  
 
Firenze - "Vogliamo trovare il giusto equilibrio tra la conservazione del patrimonio faunistico e l´esercizio delle attività venatorie con la consapevolezza di aver già raggiunto importanti risultati ma anche l´ambizione di superare alcune ombre ancora presenti". Così l´assessore regionale a agricoltura e foreste Susanna Cenni sintetizza l´obiettivo di fondo del nuovo piano faunistico regionale, che è stato approvato dalla giunta regionale nella sua ultima seduta. Il documento, che ora sarà ora sottoposto all´esame del Consiglio regionale, non solo si incarica di coordinare gli strumenti di gestione venatoria già varati dalle Province, ma anche di indicare le strategie di fondo in materia faunistica della Regione. "Il piano faunistico - evidenzia l´assessore - rappresenta una sorta di strada maestra lungo la quale nel prossimo quinquennio vogliamo convogliare in maniera il più possibile armonica gli impulsi provenienti dal mondo ambientale, da quello venatorio e da quello agricolo indirizzandoli verso la miglior gestione possibile della nostra fauna". "I dati su cui si basa il piano - continua - dimostrano come le attività di salvaguardia e di miglioramento ambientale intraprese negli ultimi anni abbiamo permesso di incrementare la fauna stanziale e mantenere la biodiversità pur mantenendo costante l´esercizio dell´attività venatoria. E´ questa la strada che dovrà essere perseguita anche nel futuro". I dati cui si riferisce l´assessore riguardano, ad esempio, il livello della fauna selvatica presente nel territorio, un livello che è rimasto costante negli ultimi anni nonostante la diminuzione delle immissioni di fauna allevata. Evidentemente l´habitat è favorevole alla riproduzione della fauna e questo, a fronte di una stabilità nei prelievi venatori, ha reso possibile la diminuzione delle immissioni (in particolare in calo quelle di fagiani). A parità di fauna, altro dato positivo, sono diminuite le richieste di risarcimento per i danni arrecati alle colture da ungulati selvatici (come i cinghiali): evidentemente le misure di miglioramento ambientale intrapese (come la creazione di fasce colturali non trattate per gli animali selvatici), hanno prodotto effetti positivi, con evidenti benefici sulla nostra agricoltura fatta di produzioni di qualità. Sulla base di questi dati il piano presenta i suoi indirizzi in materia di immissioni di fauna, di prelievi, di azioni per il miglioramento ambientale; determina inoltre gli ambiti territoriali di caccia, individua le aree di divieto (sono attualmente oltre il 25% del territorio regionale), coordina le attività venatorie. Nel piano si individua un percorso al termine del quale dovrebbero unificarsi i calendari venatori di tutte le regioni del centro Italia: in tutte queste regioni (oltre alla Toscna, l´Emilia Romagna, l´Umbria, il Lazio, le Marche e l´Abruzzo) saranno definite preaperture e aperture comuni, regolamentate le specie cacciabili in relazione ai periodi, concordate le date di chiusura. Tra i vari aspetti statistici il piano provvede anche a verificare gli andamenti delle iscrizioni dei cacciatori: il numero complessivo è di circa 110mila, con una riduzione media dell´1,5 -2,5% all´anno e con una tendenza alla crescita dell´età media: attualmente il 70% dei cacciatori ha più di 50 anni e quasi il 20% sono ultrasettantenni. Bassissima la percentuale degli under 30. Anche questi dati di tendenza risulteranno preziosi per definire le opportunità venatorie del futuro. .  
   
   
“ZANZARA TIGRE”: REGIONE VARA MISURE PREVENTIVE  
 
 Perugia - Per il quarto anno consecutivo, ma in anticipo rispetto al consueto per via delle miti temperature dell’inverno, la Regione Umbria (con un decreto della presidente della Giunta) ha stabilito una serie di “linee-guida” per la prevenzione e il controllo della diffusione della “zanzara tigre”, l’insetto di origine asiatica che, pur in modo limitato, è presente anche in Umbria durante la stagione calda. All’attività di prevenzione, che avrà inizio il primo maggio per concludersi il 30 ottobre, sono obbligati tutti i cittadini, ma anche coloro che per fini commerciali e ad altro titolo detengono, anche temporaneamente, pneumatici e copertoni usati o gestiscono attività di rottamazione delle auto. Poche ed elementari le norme da seguire: non abbandonare oggetti e contenitori che possano raccogliere acqua piovana (copertoni, lattine, bottiglie, catini e simili); svuotare, in cortili e terrazzi, i contenitori di qualsiasi uso e dimensione (taniche, sottovasi e altro) in cui si possa accumulare acqua; chiudere con teli di plastica, reti zanzariere e coperture rigide che impediscano il ristagno d’acqua le vasche di cemento, i bidoni e i fusti per l’irrigazione degli orti; pulire e trattare i tombini per la raccolta d’acqua piovana nei giardini e nei cortili con prodotti idonei, a basso impatto ambientale, facilmente reperibili in farmacia e nei negozi specializzati in agricoltura e giardinaggio. Altri sono gli adempimenti per chi commercia ed è in possesso di copertoni e pneumatici, o per chi svolge attività di rottamazione di auto: i primi, quando non possono tenere al coperto il materiale, sono tenuti alla disinfestazione ogni 15 giorni (se utilizzano prodotti piretroidi) oppure ogni 20 giorni (nel caso di impiego di prodotti larvicidi); i secondi sono obbligati a disinfestare mensilmente le aree interessate con prodotti insetticidi piretroidi attraverso appositi nebulizzatori. Nell’uno e nell’altro caso, occorre comunicare la sostanza utilizzata, la data e l’ora del trattamento al Dipartimento di Prevenzione di una delle quattro Aziende sanitarie dell’Umbria. Nelle aree di proprietà privata dove si presentino focolai di “zanzara tigre”, comunque, il proprietario e l’esercente devono provvedere immediatamente, a propria cura, ad interventi di disinfestazione, anche ricorrendo a ditte autorizzate. Se ciò non avviene, sarà la “Asl” competente per territorio ad interessarsene, ma con spese a carico degli inadempienti. L’attività di vigilanza e controllo, oltre che alle “Asl”, è demandata a tutti gli agenti della forza pubblica e alle amministrazioni interessate. Scheda Sulla “Zanzara Tigre”. La “zanzara tigre”, leggermente più piccola della zanzara comune, ma riconoscibile per il colore nero, la presenza di anelli bianchi sulle zampe e una linea longitudinale bianca sul dorso, è arrivata in Italia intorno agli anni ’90 attraverso il commercio di pneumatici usati dal sud degli Stati Uniti. È un insetto molto aggressivo che punge soprattutto di giorno e all’aperto, in particolare alle parti basse delle gambe, causando bolle e gonfiori pruriginosi, spesso dolorosi. Contrariamente alle altre specie di zanzara, le sue uova sono deposte a secco (non nell’acqua, ma sui bordi interni dei recipienti) e si schiudono solo quando sommerse completamente dall’acqua; da quel momento le larve, in 5–6 giorni, compiono il loro ciclo biologico e si trasformano in insetti adulti pronti a molestare. Le uova depositate in autunno sono in grado di sopravvivere alla stagione invernale e si schiudono, se coperte dall’acqua, a partire dalla successiva primavera, dando origine alla prima generazione larvale. L’istituto superiore di Sanità conferma che attualmente tutte le popolazioni di “Aedes albopictus” (questo il nome latino dell’insetto) presenti sul territorio nazionale sono conosciute e tenute sotto controllo, anche perché gli spostamenti in volo degli adulti alati sono estremamente ridotti. Lo sviluppo della “zanzara tigre” è costantemente monitorato dai presìdi sanitari, perché tale specie è un potenziale vettore di diverse patologie (encefaliti, febbre gialla e febbre “dengue”), endemiche in alcune regioni del Mediterraneo e nei Tropici. Cosa fare se si viene punti da una zanzara tigre? Lavare e disinfettare la parte colpita, fare impacchi con ghiaccio oppure applicare una crema al cortisone. .  
   
   
TUTELA DELLA COLOMBA PASQUALE ITALIANA  
 
La Camera di Commercio di Pistoia rende noto che è possibile riconoscere già dal nome le colombe pasquali fatte a regola d’arte. Con il decreto del 22 luglio 2005, adottato congiuntamente dal ministero delle Attività produttive e dal ministero delle Politiche agricole e forestali, viene dedicata una specifica normativa a tutela di alcune tra le più note specialità della tradizione dolciaria italiana in quanto vengono definite con precisione caratteristiche e composizione dei seguenti pro¬dotti: Panettone, Pandoro, Colomba, Savoiardo, Amaretto, Amaretto morbido. Per ogni prodotto sono indicati gli ingredienti obbligatori e facoltativi e il procedimento di produzione. Ulteriori ingredienti caratterizzanti il prodotto, usati in aggiunta a quelli previsti devono essere dichiarati nella denominazione di vendita, indicandone la relativa per¬centuale d´impiego. Le regole di produzione e commercializzazione sono identiche sia per i prodotti industriali che per i prodotti artigianali. Il decreto ha riservato il nome di "colomba " ai prodotti in cui la quantità di burro è non inferiore al 16% ; pertanto la colomba non può contenere grassi idrogenati e altri ingredienti scadenti ed economici con i quali in alcuni casi viene sostituito il più costoso burro, ma potrà tuttavia contenere altri ingredienti come latte, miele, malto, burro di cacao, eccetera. Le uova delle colombe devono necessariamente essere di categoria "A", cioè fresche, e in quantità tale da garantire non meno del 4% in tuorlo. Il prodotto che non rispetta queste regole non può chiamarsi "colomba", ma deve essere commercializzato con un altro nome (ad esempio, "dolce di Pasqua"). Si ricorda che non è obbligatorio indicare la percentuale degli ingredienti in etichetta, ma il consumatore può farsi un´idea della qualità della colomba guardando l´ordine in cui sono elencati gli ingredienti in etichetta, ordine che per legge deve essere decrescente secondo la quantità dei singoli ingredienti indicati (il primo è più del secondo, il secondo più del terzo e così via). La sequenza “farina, uova, burro e zucchero” è sicuramente indice di un prodotto qualitativamente superiore a quello che riporta invece “farina, zucchero, burro e uova”. Per ulteriori informazioni è possibile contattare l´Ufficio Armonizzazione del Mercato e Tutela del Consumatore della Camera di Commercio di Pistoia al numero 0573 991437. .  
   
   
TIPICITÀ 2007: LE BUONE MARCHE IN VETRINA  
 
L’edizione numero 15 di Tipicità: Festival dei prodotti tipici delle Marche si chiude tra la soddisfazione generale, con il compiacimento di tutte le numerose realtà, pubbliche e private, che ruotano intorno a quella che, ormai da tempo, si è affermata come la più significativo vetrina delle Marche “buone”. Un originale display delle produzioni di qualità della regione, che non trascura il contesto esterno, nazionale ed internazionale. Aldilà di impressioni e sensazioni, sono i numeri che accreditano un successo di notevole portata: oltre 290 realtà, dei settori enogastronomico e turistico, presenti nelle diverse aree tematiche, 26 Associazioni professionali e di categoria, 18 aziende private sponsor-partners, più di 120 giornalisti accreditati. E poi, la folta compagine degli Enti organizzatori e patrocinatori, ben nove, che in questa edizione si è arricchita di cinque new entry: i Comuni di Ancona, Pesaro e San Benedetto del Tronto, insieme a Touring Club Italiano e Presidenza del Consiglio Regionale delle Marche. Elevata l’affluenza del pubblico (+7,5% rispetto al 2006), comprendente anche 1500 operatori professionali della domanda, tra i quali una quindicina di buyers esteri provenienti da Germania, Svizzera, Belgio, Inghilterra, Danimarca e Romania. Una manifestazione caratterizzata da una crescita continua, in controtendenza rispetto al trend nazionale ed internazionale del settore. Un successo dovuto essenzialmente alla particolare formula multitarget, in virtù della quale vengono coinvolti diversi segmenti di pubblico: dal grande acquirente al consumatore finale. Inoltre, Tuttavia Tipicità si distingue anche per l’esclusività del format progettuale: un grande contenitore di eventi che ruotano intorno al momento espositivo, creando nuovi motivi d’interesse e stimolanti centri di attrazione. Il palinsesto della manifestazione contempla ben 20 performances, rappresentate nelle aree Teatro dei sapori e Fucina della tradizione, nonché un intenso programma congressuale comprendente 12 incontri, tra convegni e presentazioni. Alcune iniziative si distinguono per la loro particolare configurazione che le rende uniche e capaci, da sole, di catalizzare l’interesse del pubblico, alla stregua di altrettanti “eventi nell’evento”. Tra queste, vanno segnalate: Tipicità in blu. Area dedicata alle prelibatezze del mare, allestita in collaborazione con il Consorzio di filiera ittica Scirocco 36, ha ospitato le dimostrazioni di rinomati chef che si sono esibiti ai fornelli dinanzi ad un uditorio perennemente affollato di spettatori. Autori di Marca. Premio istituito per gratificare coloro che, con la propria opera, si sono distinti per aver contribuito a qualificare l’immagine delle “Marche di qualità”, in Italia e nel mondo. Per il 2007 è stato conferito a: Paolo Antinori, capitano della nazionale dei giovani cuochi; Alessio Marchetti, allevatore di suini allo stato brado; Carla Virili, assessore all’agricoltura della Provincia di Ancona, per la valorizzazione del territorio; Ludovico Scortichini, presidente della consulta del turismo di Confindustria Marche, teorizzatore della strategia denominata Marche in Italy; Fabio Sturani, sindaco di Ancona, per la collaborazione sviluppata con le Isole Lofoten, luogo di produzione dello stoccafisso. Nel piatto degli altri. Confronto con l’enogastronomia di un territorio italiano e di un Paese straniero, in questa edizione si è caratterizzato per la presenza della Franciacorta e dell’arcipelago norvegese delle Isole Lofoten. Stoccafisso senza frontiere. Incontro tra culture, tradizioni e “scuole” regionali di cucina. Dal Veneto alla Liguria, dalla Lombardia alle Marche, si sono confrontate alcune “correnti di pensiero” contraddistinte da esclusive modalità di “interpretazione” del prelibato pesce artico. Verdicchio & Co. Itinerario attraverso il vecchio continente, dipinto nelle brillanti tonalità verdognole. Un incontro-confronto tra il Verdicchio ed i suoi “cugini”: lo spagnolo Verdejo e lo sloveno Zelèn. Un esempio di integrazione europea: nel bicchiere! Nei tre giorni della manifestazione, un tour ha condotto un gruppo di giornalisti in visita ad alcune interessanti realtà del territorio. .  
   
   
STOCCAFISSO SENZA FRONTIERE  
 
La 15a edizione di Tipicità-festival dei prodotti tipici delle Marche nel segno dello stoccafisso! Il gustoso merluzzo artico, essiccato dai gelidi venti boreali, è stato al centro di Stoccafisso senza frontiere, un evento che ha visto sfilare “in passerella” alcune tra le più celebrate ricette regionali italiane che lo vedono protagonista. Certo, perché come si sa, lo stoccafisso, in differenti varianti, è un piatto tipico di casa nostra. Italiano a tutti gli effetti! E così, sul palcoscenico di Fermo è andato in scena un vero e proprio “criterium dello stoccafisso”, nel corso del quale si sono alternate le diverse ricette regionali del succulento pesce dei mari nordici: dal ligure Stoccafisso all´onegliese al Bacalà alla Vicentina, dallo Stoccafisso à baucogna di Badalucco (Im) al Baccalà mantecato alla veneziana, dalle lombarde Lasagnette allo stoccafisso allo Stoccafisso all’anconetana che, qui, ha giocato in casa! Un autentico itinerario, effettuato degustando i piatti della stuzzicante vivanda, italiana d’adozione, realizzate dai cuochi dell’Unione Italiana Ristoratori (U. I. R. ), dell’Ordine dei Ristoratori Professionisti Italiani (O. R. P. I. ) e dell’Accademia dello stoccafisso all’anconetana. Tra i piatti in rassegna è spuntata anche una gustosa novità: le olive fritte ripiene . Di stoccafisso, naturalmente! Realizzate da una “joint venture” (ci si passi l’espressione) tra il popolare Ze’ Migliori, “artista-artigiano” delle “olive fritte all’ascolana”, e Danilo Tornifoglia, chef-patron dell’Osteria Strabacco di Ancona. L’inconsueto “Galà del baccalà”, realizzato in collaborazione con la Nsec-norwegian Seafood Export Council (Commissione norvegese per l’esportazione del pesce), ha assunto un significato particolare per la presenza, quale ospite straniero di questa edizione di Tipicità, dell’arcipelago norvegese delle Isole Lofoten, dove il merluzzo artico viene pescato e, successivamente, trasformato in stoccafisso. Per questo singolare evento, che aveva già avuto un prologo nel corso dell’edizione passata di Tipicità, si prospettano interessanti sviluppi. Si sta infatti tentando di allestire un “Giro d’Italia dello stocco”, che non mancherà di coinvolgere le altre “scuole regionali”: siciliana, calabrese, campana, . Il notevole interesse mostrato dai Norvegesi lascia, inoltre, intravedere prospettive di internazionalizzazione per un evento che, organizzato in due date diverse (ma con la medesima struttura progettuale) sia nell’arcipelago delle Lofoten che qui da noi, potrebbe interessare l’intero emisfero boreale: dalla Norvegia all’Italia. Non è esattamente come dire dagli Appennini alle Ande ma, se ci si pensa un attimo, si tratta dello stesso itinerario che compie lo stoccafisso per giungere dal circolo polare artico fin nei nostri . Piatti! .  
   
   
L’ASSESSORE TIZIANO MELLARINI ALL’ASSEMBLEA DELLA FEDERAZIONE PROVINCIALE ALLEVATORI “LA VOSTRA È UNA PROFESSIONE EROICA, UN TASSELLO INSOSTITUIBILE PER IMPREZIOSIRE LA ‘MARCA TRENTINO’”  
 
Trento – “Prendo a prestito le parole che ha usato il presidente Dellai per definire la vostra professione, in occasione dell’inaugurazione della recente Mostra dell’Agricoltura di San Giuseppe e dico anch’io che la vostra è una professione ‘eroica’!” ha affermato l’assessore provinciale all’agricoltura, al commercio e al turismo Tiziano Mellarini, intervenendo il 27 marzo all’assemblea ordinaria della Federazione Provinciale Allevatori. Assemblea affollatissima di delegati, ma anche di autorità: accanto al presidente della Federazione Silvano Rauzi e al suo direttore Claudio Vallorz, e vicino all’assessore Mellarini, erano presenti tra gli altri gli assessori provinciali Franco Panizza e Mauro Gilmozzi, nonché i consiglieri provinciali Mario Magnani, Adelino Amistadi, Guido Ghirardini e Giovan Battista Lenzi, che erano seduti accanto ai rappresentanti del mondo cooperativistico trentino. “Oggi vi porto alcune buone notizie – ha poi continuato Mellarini. – Vi porto l’annuncio dell’approvazione in Consiglio provinciale, dopo trent’anni di attesa, della nuova legge sul riordino fondiario, che introduce il concetto di ‘maso chiuso’, adattandolo alla realtà trentina e migliorando la normativa mutuata dalla realtà altoatesina. Vi porto, ancora, l’attenzione con cui il governo provinciale guarda al comparto zootecnico, facendone il cuore e il destinatario di alcuni importanti atti legislativi e amministrativi, come il nuovo Piano urbanistico provinciale, come il Piano di Sviluppo Rurale, come il Piano di Sviluppo Provinciale. Siete al centro della nostra attenzione, e lo dimostra la disponibilità di risorse che siamo riusciti ad assicurare al vostro comparto, malgrado le magrezze di bilancio. In cambio vi chiediamo un impegno nei confronti della tutela ambientale, della quale voi siete da sempre protagonisti assoluti; ma vi chiediamo anche diversificazione e slancio nuovo e creativo nella commercializzazione dei vostri prodotti, con un occhio di riguardo alla formazione dei giovani e alle pari opportunità. Posso inoltre assicurarvi che avete al vostro fianco l’intero governo provinciale nel controbattere alle recenti accuse apparse sulla stampa locale, che a vanvera hanno parlato di ‘stalle lager’: i prodotti di qualità debbono per forza di cose essere il risultato di un’altissima la qualità delle stalle! Invito, quindi, i professori universitari che non conoscono il Trentino, a rivolgere altrove la loro attenzione e il loro livore polemico!” L’intervento dell’assessore Mellarini è poi diventato quasi appassionato, quando s’è trattato di parlare di zootecnia, di prodotti della terra e di turismo. “Non finirò mai di ringraziare il presidente Dellai, per avermi dato la possibilità di guidare quella filiera agricoltura-commercio-turismo che forma l’ossatura del mio assessorato e sulla quale si gioca buona parte del futuro economico, e non solo, del Trentino. E allora vi chiedo di collaborare alla realizzazione di quel grande disegno che vede un territorio come il nostro caratterizzarsi sul palcoscenico mondiale per la sua identità di popolo, per le sue bellezze ambientali e naturali, per una struttura ricettiva di prim’ordine, ma anche per possedere prodotti di qualità che ben rappresentano la genuinità di un popolo intero. Ecco perché è mia intenzione, subito dopo Pasqua, convocare un tavolo attorno al quale si siederanno il movimento della cooperazione nel suo insieme, i vari Consorzi di secondo grado e quindi anche la Federazione Allevatori, gli albergatori e i ristoratori, la Camera di Commercio e i tecnici del mio assessorato per tratteggiare assieme i confini di una grande strategia comune”. E a coloro che attizzano il fuoco prefigurando tasse e balzelli “del turismo” appioppati anche ai contadini e agli allevatori, la risposta di Mellarini è stata perentoria e precisa: “Non leggerete mai su nessun documento o su nessun verbale che l’assessore Mellarini ha affermato che la tassa sul turismo la dovranno pagare anche i contadini e gli allevatori. Io mi sono sempre riferito alle attività commerciali, che in primis godono delle ricadute del movimento turistico di un’area, mentre non ho mai parlato di contadini!” Analoga passione è stata messa dall’assessore all’artigianato e alla cooperazione Franco Panizza nel suo intervento: “Il comparto zootecnico, al di là di quello che scrivono certi giornalisti, è il nostro orgoglio ed è sinonimo di coraggio, perché senza il vostro lavoro oggi la montagna sarebbe deserta e il Trentino sarebbe indubbiamente più povero, in tutti i sensi. L’attenzione del governo provinciale per il vostro settore, quindi, è dovuta, è il risultato di un sentimento di riconoscenza per il vostro impegno. Le difficoltà non mancano, è vero, e spesso vengono proprio da quelle entità che, come l’Europa, dovrebbero invece aiutarci a superare le burocrazie. Ma la vostra scelta di puntare decisamente sulla qualità della produzione e dei prodotti e di rendere più forti le piccole aziende grazie ai benefici del movimento cooperativistico, alla fine vincerà su ogni ostacolo. Voi siete una voce importante del ‘marchio Trentino’, una voce alla quale non possiamo rinunciare”. L’assessore all’urbanistica Mauro Gilmozzi, per parte sua ha brevemente spiegato ai delegati della Federazione Allevatori in che modo e in quale misura il comparto zootecnico sia importante in vista della prossima revisione del Piano urbanistico provinciale: “Il fatto di aver messo il paesaggio al centro del nuovo Pup la dice lunga sull’importanza che diamo al settore zootecnico. Perché noi intendiamo il paesaggio come cornice ambientale e naturalistica da tutelare e da valorizzare, ma anche come espressione di un’identità, di una cultura, quella contadina, che questo paesaggio ha contribuito a creare nel corso dei secoli. Ecco perché riteniamo di dover dare il giusto peso all’agricoltura e alla zootecnia, e di dover porre dei confini precisi alla fame di territorio che sta pericolosamente dilagando. Anch’io dico che la comunità trentina deve essere orgogliosa della sua agricoltura e della sua zootecnia: patrimonio della tradizione, ma anche veicolo di ricerca e stimolo per un’economia che punta alla formazione e ai giovani”. Il bilancio della Federazione Provinciale Allevatori è stato presentato e commentato dal presidente Rauzi in termini positivi, malgrado alcune criticità. Una sostanziale positività che deriva dalla gestione del nuovo Punto Vendita Carni, dal Centro di Fecondazione Alpenseme di Toss e dall’attività agrituristica delle malghe. In particolare è stata sottolineata la soddisfazione per l’attività di valorizzazione della carne trentina la quale, oltre che attraverso il Punto Vendita di via delle Bettine, viene commercializzata anche dal Sait in diversi negozi della città e della periferia. Il nuovo Punto Vendita Carni è una struttura efficiente, è stato detto, che ha aumentato notevolmente la capacità produttiva e l’offerta di carni trentine completando il servizio con la promozione anche di altri prodotti della agricoltura trentina (trote, formaggi, miele, orto-frutta). Il Punto Vendita ha infatti aderito alle iniziative di intercooperazione finalizzate alla promozione e alla vendita di una pluralità di prodotti agricoli trentini. Il Punto Vendita è diventato il riferimento per la diffusione delle “carni bovine etichettate”, una certificazione di origine e qualità che vuole fidelizzare i consumatori verso il consumo di prodotti locali. “L’assemblea dei soci ha sottol9ineato il Presidente Rauzi, – ha anche il compito di rispondere con i numeri e con i fatti (testimoniati da tutta una serie di iniziative promosse dal settore) agli attacchi delle ultime settimane sulle “stalle lager”, sul maltrattamento degli animali e sulle dimensioni delle aziende”. Per la Federazione Allevatori c’è da registrare un positivo andamento dei servizi tecnici ed anche delle attività di commercializzazione del bestiame, che hanno avuto una positiva ricaduta sul bilancio delle aziende, mentre per gli allevatori da latte è stato ancora un anno di grande sofferenza. I bilanci dei caseifici, in fase di redazione, registreranno probabilmente un ulteriore arretramento del prezzo del latte liquidato ai soci e questo sta mettendo a dura prova la resistenza di molte aziende. Sono assai significativi alcuni numeri: 1629 gli allevamenti di bovini (erano 6345 nel 1982); 45. 670 capi di bovini; 28,1 la media dei capi di bovini per azienda; 257 le stalle con più di 50 bovini; 100 ca le stalle con più di 50 vacche da latte; 2. 500 i suini allevati nell’anno 2006; 580 gli allevamenti di suini; 1. 020 gli allevamenti ovi-caprini; 27. 600 il numero di ovini; 7. 700 il numero dei caprini; 77. 000 il numero dei conigli di allevamento; 22 gli allevamenti di conigli; 3. 200 il numero degli equini; 23. 000 gli ettari di prato stabile; 40. 000 gli ettari di pascolo; € 1. 623 il prezzo medio dei bovini spuntato alle Aste della Federazione; 153 i riproduttori del Centro Alpenseme di Toss; 469. 285 le dosi di materia seminale raccolte dai riproduttori. .  
   
   
CENTRO CARNI, "CON LA FIRMA DI OGGI INIZIA UNA FASE DI SVOLTA" IL COMPLESSO DOVRÀ DIVENIRE PUNTO DI RIFERIMENTO REGIONALE PER LA MACELLAZIONE  
 
Firenze - "Con la firma di oggi inizia una autentica fase di svolta per il centro carni di Chiusi". Così l´assessore regionale all´agricoltura Susanna Cenni ha sintetizzato il valore del protocollo d´intesa sottoscritto a Chiusi (Siena) da Regione, Provincia e Comune, con cui si definiscono le condizioni per il recupero e il rilancio del Centro; in particolare la Regione si impegna a pubblicare in tempi brevi il bando per l´assegnazione e il trasferimento delle strutture al soggetto pubblico o privato che garantisca la piena utilizzazione del complesso. Impegnata nella seduta del 26 marzo del Consiglio regionale, l´assessore non ha potuto presenziare direttamente alla firma, ma ha evidenziato, attraverso una lettera indirizzata al sindaco di Chiusi Luca Ceccobao, le azioni che la Regione Toscana intende assumersi per il rilancio di questa struttura che non è mai riuscita sin qui a espletare il ruolo per cui era stata realizzata: quello di divenire punto di riferimento per la macellazione. "L´impegno primario che vogliamo assumerci - scrive l´assessore - è quello di mantenere la stessa destinazione produttiva per cui il complesso è stato costruito, concretizzando un reale supporto alla attività zootecnica di tutta la regione. Ma vogliamo anche che il centro soddisfi le necessità di macellazione su scala locale, al fine di consentire un notevole risparmio nei costi dei trasporti degli animali e delle carni e, soprattutto, al fine di impostare politiche di valorizzazione delle produzioni di eccellenza del territorio (principalmente chianina e cinta senese) anche nell´ottica delle politiche di "filiera corta". Questo rilancio aziendale, evidenzia ancora Susanna Cenni, dovrà produrre benefici anche in termini di lavoro: "Intendiamo ripristinare i livelli occupazionali che possono essere consentiti da un complesso di queste dimensioni, recuperando quei posti di lavoro che con l´abbandono dell´attività primaria erano andati perduti". Il centro carni di Chiusi fu realizzato negli anni ´70 dal Ministero dell´agricoltura; operativo dal 1978 ha vissuto alterne e travagliate vicende. A lungo commissariato, la sua proprietà è stata recentemente trasferita alla Regione. .  
   
   
“DISTINTI SALUMI” RASSEGNA NAZIONALE DEL SALUME CAGLI, SABATO 28 APRILE ORE 16.00  
 
 Durante il Salone del Gusto 2006, Slow Food ha lanciato l’espressione “buono, pulito e giusto” come nozioni chiave per la tutela dei prodotti tradizionali e il miglioramento dei prodotti moderni. Un cibo buono pulito e giusto è un cibo che presenta un’elevata qualità organolettica, che è ecologicamente sostenibile e che rispetta il lavoro delle comunità che lo hanno prodotto. Il compito che spetta oggi all’Associazione e ai suoi partner è di diffondere questo manifesto per un cibo migliore, declinandone i principi secondo le specificità delle filiere agroalimentari. Come si è fatto per i formaggi, il pesce, il miele, occorre cominciare a riflettere sulla produzione dei salumi per individuare quali sono le caratteristiche organolettiche, le tecniche produttive e i rapporti economici che contraddistinguono i salumi di qualità. L’arte dei norcini rappresenta un patrimonio fondamentale della gastronomia italiana ed europea, uno degli esempi più straordinari di come una tecnica sviluppata per obiettivi di sicurezza alimentare (conservare più a lungo la carne) possa trasformarsi in una tradizione culturale raffinatissima. Una tradizione che rischia tuttavia di estinguersi a fronte di una produzione industriale sempre meno sensibile alla complessità del gusto, alla sostenibilità dei processi, all’equità delle relazioni. Il progetto di stesura del Manifesto dei salumi buoni puliti e giusti dell´Università di Scienze Gastronomiche (www. Unisg. It), specialmente se lanciato in una manifestazione come Distinti Salumi, può servire a rilanciare il dibatto sul futuro della tradizione norcina e riportare l’attenzione del grande pubblico sul tema dei salumi di qualità. Il Responsabile Progetto è Tommaso Venturini (dottore di ricerca in sociologia delle tecniche agricole) secondo il quale la redazione del Manifesto dei salumi buoni puliti e giusti risponde ai seguenti obiettivi: “ chiarire quali caratteristiche culturali e quali prassi tecniche contraddistinguono le produzioni norcine di qualità; indicare ai Presidi Slow Food e, più in generale, a tutti i produttori una serie di norme da rispettare nella preparazione dei salumi e nella stesura dei disciplinari di consorzio; fornire alle Condotte, ai Convivia e ai Soci Slow Food una guida per individuare le produzioni degne di tutela e di valorizzazione”. La presentazione del progetto del Manifesto a Cagli, in occasione della manifestazione Distinti Salumi 2007, dovrebbe inoltre garantire un’elevata visibilità all’iniziativa favorendo il raggiungimento di una seconda serie di obiettivi: confermare l’importanza di Distinti Salumi come principale palcoscenico italiano per la valorizzazione delle produzioni norcine tradizionali; lanciare ai media un messaggio chiaro e notiziabile capace di rilanciare la discussione sulla tradizione norcina italiana ed europea; fornire ai consumatori una guida per l’acquisto consapevole dei prodotti di salumeria; individuare una serie di informazioni che dovrebbero essere riportare sull’etichettatura. La preparazione della Bozza, seconda e fase centrale del progetto, è prevista per il periodo maggio 2007 – marzo 2008. In questa fase, si dovrà reperire e analizzare l’intero corpus della letteratura scientifica sulle produzioni norcine e si consulteranno i principali esperti italiani di salumi. Per aprile 2008, in occasione della edizione 2008 di Distinti Salumi, si prevede la Presentazione e discussione della Bozza. La quarta e ultima fase riguarderà la Divulgazione del Manifesto (maggio-luglio 2008). In questa ultima fase, sulla base dei contributi raccolti in occasione di Distinti Salumi, il responsabile del progetto (con l’aiuto e la supervisione dell’Università di Scienze Gastronomiche) sarà chiamato a redigere il Manifesto nella sua forma finale che potrà essere presentato ai media e diffuso attraverso i canali di Slow Food. Metodologia seguita dal Responsabile Progetto Tommaso Venturini (dottore di ricerca in sociologia delle tecniche agricole) - Un salume buono pulito e giusto è il risultato di un insieme complesso di fattori. Da un lato, la produzione di un salume di qualità è certamente un fatto tecnico: una filiera articolata in molteplici fasi (allevamento, macellazione, insaccamento, asciugatura, stagionatura, conservazione, distribuzione, consumo) e costituita da un delicato equilibrio di trasformazioni chimico-fisiche, interventi umani e processi tecnologici. La definizione del Manifesto richiederà dunque di prendere in considerazione ciascuna delle fasi produttive e di individuare quali prassi tecnologiche sono necessarie per garantire un’elevata qualità di processo e di prodotto. In particolare, bisognerà affrontare la questione chiave degli additivi chimici utilizzati. Caseinati, zuccheri, aromi, addensanti, nitrati/nitriti sono oggi comunemente utilizzati nella preparazione dei salumi, ma la loro presenza (soprattutto in proporzioni elevate) può avere pesanti effetti sulla qualità e sulla sicurezza dei prodotti. Dall’altro lato, non bisogna dimenticare che l’arte norcina è un fenomeno culturale di straordinaria ricchezza che non può essere ridotto alla semplice dimensione tecnica. Nella produzione di un salume buono pulito e giusto rientra un intricato insieme di conoscenze implicite, di ritualità tradizionali, di pratiche comunitarie. Questa duplice natura dei salumi (come di ogni elemento della gastronomia tradizionale) impone a questo progetto di affiancare l’indagine socio-antropologica alle analisi chimiche e fisiche. Senza prendere in considerazione la sapienza dei norcini tradizionali e senza considerare come tale sapienza si inscriva in una cultura complessa, non è possibile comprendere il mondo dei salumi e le sue problematiche. La stesura di un Manifesto dei salumi buoni puliti e giusti richiederà dunque una metodologia molto articolata che prenda in considerazione il suo oggetto attraverso una pluralità di punti di vista disciplinari (fisica, chimica, biologica, ma anche sociologia, antropologia, etnologia). Un lavoro molto ampio, che tuttavia è già stato in gran parte compiuto. Tanto le componenti tecniche, quanto quelle culturali della produzione norcina sono state largamente studiate. Il compito di questo progetto non sarà quello di duplicare questi studi, ma quello di raccoglierne i risultati e di riassumerli nella definizione di salume buono pulito e giusto. Un lavoro di sintesi, il cui successo dipenderà soprattutto dalla capacità di condensare un’ampia letteratura scientifica e di coinvolgere un grande numero di consulenti. . .  
   
   
CUNEO: LA CAMERA DI COMMERCIO TUTELA LA SALSICCIA DI BRA  
 
 Il dibattito in corso sulla necessità di salvaguardare la “salsiccia di Bra”, difendendola dalle imitazioni e contrastando la mancanza di chiarezza, ha trascurato, sino ad ora, un dettaglio di non poco conto: l’impegno profuso dalla Camera di Commercio per l’approdo ad un sistema di tutela, posto in essere già nel 2005, e la costituzione, sempre in ambito camerale, di un Comitato apposito, con il ruolo di soggetto controllore. Il tutto nel rispetto del percorso scelto per il prodotto braidese avente, come obiettivo, non già l’Igp o la Dop, bensì l’acquisizione di un marchio collettivo. Quest’ultimo è stato depositato dal “Consorzio di tutela e valorizzazione della salsiccia di Bra” presso l’ente camerale, unitamente ad un apposito “Regolamento” che fissa il sistema sanzionatorio ed i controlli e viene concesso in uso solo ai produttori locali (12 in tutto) che si sono impegnati a realizzare l’insaccato secondo le metodiche tradizionali indicate in uno specifico disciplinare. Il piano delle verifiche annuali, posto in essere nel 2005 e 2006, ha comportato controlli in tutti punti vendita gestiti dai soci del Consorzio, richiesto l’esibizione dei documenti relativi alle materie prime utilizzate ed alla loro rintracciabilità e appurato la freschezza del prodotto. È sempre stata rilevata la perfetta adesione al disciplinare di produzione che prevede l’impiego di carni bovine (grazie ad un regio decreto del periodo albertino che consentiva ai macellai di Bra, ancor oggi unici in Italia, di farlo) con aggiunta di pancetta di maiale, sale e spezie. Nel corso dei controlli relativi all’anno passato, il tecnico ispettore ha sottolineato la necessità di perfezionare la confezione al momento della consegna al cliente, in modo da protrarre la riconoscibilità anche dopo l’acquisto. L’osservazione ha portato alla formulazione, in questi giorni, di varie iniziative tese a promuovere l’immagine dell’insaccato. “Ci troviamo di fronte ad una specialità strettamente legata al territorio ed alla sua forte tradizione allevatoriale - sostiene il presidente camerale Ferruccio Dardanello. Giusto, quindi, che si proceda sulla via della tutela e che, nel contempo, si porti avanti l’istanza di una valorizzazione adeguata, capace di far individuare la vera “Salsiccia di Bra” nel punto vendita o al ristorante. Sbagliato lasciare intendere che non ci si sia impegnati sufficientemente in merito, visto che l’ente camerale, al fianco dei produttori e delle associazioni di categoria e dei consumatori, nella consapevolezza della tipicità dell’insaccato, si è preoccupato di affrontare le procedure per l’approdo al marchio e per garantire l’imparzialità dei controlli”. .  
   
   
APPRENDISTI CUOCHI ALTOATESINI VINCITORI DEL CONCORSO INTERNAZIONALE DI CATEGORIA  
 
Bolzano - Due apprendisti della scuola professionale alberghiera "Savoy" di Merano si sono aggiudicati il primo ed il secondo posto al concorso internazionale dell´apprendistato svoltosi nel fine settimana a Merano. Meno fortunati gli apprendisti camerieri altoatesini. Al Concorso internazionale per apprendisti camerieri e cuochi "Helmut Leitner" tenutosi nel fine settimana presso la Scuola professionale alberghiera "Savoy" a Merano hanno partecipato apprendisti da Traunstein in Baviera, Absam nel Land austriaco del Tirolo, San Gallo in Svizzera e apprendisti altoatesini che frequentano la scuola ospitante. Se nella sezione del concorso riservata ai camerieri gli altoatesini ne sono usciti a mani vuote, non così è stato in quella riservata ai cuochi: al primo posto si è piazzato Christian Pircher Verdorfer, che svolge l´apprendistato presso il ristorante "Goldener Adler" a Chiusa, davanti al compagno di formazione Daniel Spitaler apprendista presso l´"Hotel Weinegg" di Appiano. Günther Andergassen, direttore del Dipartimento dell´assessore Otto Saurer, che assieme al direttore di ripartizione Peter Duregger ed al sindaco di Merano Günther Januth ha premiato i vincitori, ha sottolineato l´importanza della stretta collaborazione fra scuola professionale e strutture ricettive per la qualità della formazione. .  
   
   
GLI OLI EXTRAVERGINE CILENI SBARCANO AL SOL DI VERONA CON UNA SELEZIONE DI ETICHETTE PREMIATE IN TUTTO IL MONDO TRADIZIONE E TECNOLOGIA ITALIANA PER UN FENOMENO TUTTO DA SEGUIRE  
 
7. 000 ettari impiantati per una produzione che sfiora le 2,5 mila tonnellate di extravergine. Circa 40 produttori, quasi tutti appartenenti all´Associazione Chileoliva che comprende circa il 90% delle realtà olivicole cilene, che da qualche anno propongono etichette in grado di ottenere premi importanti in tutti gli angoli del mondo. Dopo il boom dei vini cileni, ecco salire alla ribalta anche gli extravergine di questo affascinante Paese che, con i suoi quasi 6. 000 chilometri di lunghezza, rappresenta un piccolo continente dove si passa dal caldo dei deserti al freddo dei ghiacciai, in un panorama mozzafiato e senza eguali. E un angolo di Cile sarà presente al Sol, la grande fiera scaligera gemellata al Vinitaly, con una selezione delle migliori etichette del Paese sudamericano. Otto produttori, diversi dei quali di origine italiana. Perché l’Italia ha avuto, e continua ad avere, un peso specifico importante nell’ambito del mondo olivicolo cileno. Già a partire da Jose Cànepa, immigrante ligure che nel 1946 impianta 86 ettari di oliveti in una zona a sud di Santiago. E’ l´inizio di una storia che, anno dopo anno, si è sviluppata in un crescendo sia qualitativo che quantitativo. I dati offerti dalla Chileoliva testimoniano infatti di come nell´ultimo quinquennio la produzione sia cresciuta in modo esponenziale, permettendo a tutto il comparto di rivolgere la propria attenzione anche ai mercati esteri. Non è infatti un caso se diverse etichette cilene, molte delle quali presenti a Verona, hanno ottenuto negli ultimi anni prestigiosi riconoscimenti in Paesi importanti come gli Stati Uniti e la Spagna. Ma anche l’Italia, universalmente riconosciuta come la patria dell’extravergine di qualità, non è rimasta insensibile al fascino di questi oli dai profumi intensi e dallo squisito sapore e che inoltre, ricordiamo, vengono lavorati e prodotti nella stagione opposta a quella italiana. Il che significa che gli amanti dell´extravergine fresco di spremitura hanno la possibilità di alternare sulle loro tavole etichette italiane a etichette cilene secondo stagione. Prova ne è il fatto che uno di questi è entrato a far parte della top 15 stilata dalla guida internazionale “L’extravergine”, a cura di Marco Oreggia. Il quale, non a caso, condurrà una degustazione guidata dal titolo "Cile, olio che sorprende" che si terrà giovedì 29 marzo dalle ore 12. 00 alle ore 13. 00 presso la Sala Mantenga del Padiglione Sol, dedicata ai buyers e agli esperti del settore. Un incontro da non perdere, per gli amanti dell’extravergine, nel corso del quale sarà possibile approfondire la conoscenza con questi oli che stanno conquistando posizioni di rilievo presso i più importanti mercati internazionali, proponendo interpretazioni suggestive di varietà note come il Frantoio, il Leccino, la Coratina o l’ispanica Arbequina. Circa il 20% della produzione nazionale, infatti, è destinata all’export. Il Paese di riferimento restano gli Stati Uniti ma anche la Spagna e il Brasile rimangono degli importanti sbocchi. E, a sorpresa, l’Italia si piazza al quarto posto tra le nazioni che importano extravergine cileno. Che, tra gli altri pregi, ha anche quello di poter contare su un ottimo rapporto qualità/prezzo. Merito dei terreni particolarmente vocati ma anche di una tecnologia che consente di ottenere circa 12 tonnellate per ettaro contro le 6,5 del Vecchio Continente o dell’Australia. Ma, si badi bene, questo sfruttamento intensivo non va mai a detrimento della qualità del prodotto. Anzi, i Cileni hanno un’attenzione certosina nel proporre al mondo solo il top. Basti pensare che il processo produttivo non supera mai le 12 ore, il che azzera o quasi il rischio di ossidazione, garantendo di conseguenza un livello gustativo sempre di altissimo profilo. .  
   
   
DA MARCO MARUCELLI, DIRETTORE DI BUONGUSTANDO, LA NUOVA GUIDA GOLAGUSTANDO  
 
Indirizzi eccellenti e tipicità emergenti della ristorazione italiana Il secondo appuntamento con la guida Golagustando è caratterizzato da una serie di novità significative. “Visto il successo della trascorsa edizione , dice il Direttore Marco Marucelli, ho pensato che i nostri amici lettori avrebbero gradito conoscere ulteriori nominativi di locali della ristorazione eccellente od emergente che sono stati da me e dai miei fedeli collaboratori visitati nell’ anno appena trascorso e che si aggiungeranno a quelli che, in buona parte, erano presenti anche nella edizione 2006, avendo avuto cura di aggiornarne la scheda e la proposta gastronomica. ” Lo spirito di Golagustando è rimasto immutato; la segnalazione di ristoranti, osterie, trattorie e wine bar che rispecchiano la filosofia di Buongustando, la rivista periodica a cui si ispira e che dirigo con la stessa passione, sono affiancati in questa seconda edizione, rinnovata anche nella grafica interna, da pagine che indicano strutture ricettive, agrituristiche ed aziende dove acquistare i buoni prodotti della terra e dell’artigianato tipico italiano. Ogni regione avrà una più ampia presentazione corredata anche da immagini a colori relative a località, monumenti o prodotti tipici che potranno essere ammirati e gustati utilizzando le indicazioni fornite dalla guida. Una collaborazione con la Federdoc ( Confederazione nazionale dei Consorzi volontari per la Tutela delle Denominazioni dei vini italiani) ci ha consentito di presentare le varie regioni indicandone le aree tutelate da una Doc o Docg, avendo cura di indicare poi nella stessa pagina anche le varie indicazioni di tutela. Per rendere ancora più completa la indicazione di tipicità e origine dei prodotti del territorio sono evidenziati i vini Igt e, per quanto riguarda i prodotti agroalimentari, le tutele Dop e Igp. Non poteva mancare poi una sezione che indicasse le principali manifestazioni enogastronomiche e folkloristiche della regione, suddivise per provincia. Un ulteriore passo avanti è rappresentato dalla diffusione del prodotto editoriale che oltre ad andare in allegato al periodico Buongustando, si troverà in numerosi punti vendita dislocati sul territorio italiano e sarà anche venduta on line sul sito www. Buongustando. It . Per finire , ma certamente non perché sia meno importante, la Guida Golagustando 2007, fin dal suo debutto sul mercato, collaborerà con l’Associazione Virginia Iorga Onlus (www. Virginiaiorgaonlus. Org) per finanziare, attraverso la devoluzione del 50% del prezzo di copertina, importanti iniziative sociali che saranno rivolte a pazienti di patologie oncologiche ossee e a progetti dedicati all’infanzia più bisognosa. Principali novità dell’Edizione 2007 L’edizione 2007 della Guida Golagustando presenta alcune importanti novità nella grafica, nei contenuti e nella diffusione, di seguito vengono elencati i principali: La foliazione interna passa da 200 a 320 pagine presentando così oltre duemila nominativi di Ristoranti,trattorie,osterie e Wine Bar selezionati; La grafica sarà a colori su tutte le pagine; Le presentazioni iniziali di ogni regione saranno corredate da alcune foto a colori rappresentative del territorio e dei prodotti tipici e sarà inserito in aggiunta al box relativo alle tutele dei vini regionali anche quello dei prodotti agroalimentari tipici, oltre ad una sezione dedicata alle principali manifestazioni enogastronomiche e folkloristiche. Alla fine di ogni capitolo regionale saranno inserite alcune pagine che conterranno gli indirizzi degli “Amici di Buongustando” : Alberghi, Agriturismi, Aziende Agricole, Artigianali e di lavorazione/vendita di prodotti tipici del territorio, selezionati dalla rivista Buongustando, in modo tale da rendere ancora più utile e completo l’uso della guida; La diffusione, oltre all’allegatura a Buongustando ed ai consueti canali di diffusione ( Fiere di settore, abbonati, vendita sul portale internet), avverrà anche negli appositi spazi delle principali edicole e librerie italiane. La capillare diffusione attraverso le stutture segnalate nella guida stessa, sia quelle ristorative sia quelle indicate tra gli “Amici di Buongustando”, amplificherà ulteriormente la diffusione del prodotto. .  
   
   
A CENA CON DONNAFUGATA IL 4 APRILE AL MALYAN’S  
 
Direttamente dalla bella Trinacria, i vini di una celeberrima azienda duettano con le saporite ricette mediterranee Un menu a base di pesce, due etichette nuove nuove, e poi ancora, il rosso Chiarandà e il mitico Ben Ryé, da accompagnare a un goloso cannolo di ricotta. Produrre nettari di qualità rispettando l’ambiente e valorizzando il territorio: ecco gli obiettivi di un’azienda dedita al vino con passione e devozione. Tutto merito dei coniugi Rallo, Giacomo e Gabriella, che, nel 1983, danno il via a un ambizioso progetto produttivo. Nasce così Donnafugata, prendendo come punto di partenza le storiche cantine di famiglia a Marsala e le vigne di Contessa Entellina, nella Valle del Belice, per giungere sino a Pantelleria. E ora anche i figli, José e Antonio, insieme ai genitori, guardano a un futuro fatto sempre più di scelte mirate alla qualità assoluta. E mercoledì 4 aprile, l’assaggio delle due nuove etichette ne potrà dare conferma: Polena (50% catarratto e 50% viognier), un bianco fresco e avvolgente, dalle note di frutta a polpa bianca e fiori d’arancio; e Sherazade, un rosso nato dalla sapiente unione di uve nero d’Avola e syrah. Senza dimenticare l’elegante Chiarandà (50% chardonnay e 50% ansonica) dai sentori di frutta gialla matura e dalle dolci note di vaniglia, nonché il regale Ben Ryé, un bianco naturale dolce ricavato da uve zibibbo al cento per cento. Vini di carattere, abbinati con saggezza ai buoni piatti di pesce preparati per la cena dal ristorante Malyan’s. Un viaggio nel sapore che, insieme a un esperto sommelier, conduce alla scoperta delle mille sfumature del gusto. Vini Donnafugata in degustazione: Polena 2006 - (cataratto e viognier) Sicilia igt Chiarandà 2005 - Contessa Entellina doc Sherazade 2006 - (nero d’Avola e syrah) Sicilia igt Ben Ryé 2005 - Passito di Pantelleria doc Tel. 02 29405454 .  
   
   
ARMANI/DOLCI ARRIVA LA COLLEZIONE SPRING 2007  
 
Una vera festa di sapori. Le uova di Pasqua Armani/dolci - realizzate con i migliori cacao provenienti da piantagioni note per l’alto livello della qualità - sono golose, gustose, gran gourmet. Questa primavera diventano ancora più preziose: all’interno, infatti, è contenuta una elegante sorpresa della linea Armani/casa, ma nelle uova, su ordinazione, è possibile inserire in alternativa un oggetto scelto dal cliente. Una nuance di aromi che offrono la possibilità di una scelta per soddisfare gusti diversi, delicati o forti. Per chi ama il cioccolato extra fondente, ecco quindi l’uovo di cacao Crollo al 100%. Ma c’è anche quello al cacao della qualità Forastero al 75%, con un sapore intenso e fruttato (peso: 700 e 200 gr. ). Entrambi caratterizzati dalla ‘A’ del logo di cioccolato al latte. Profumato e goloso, l’uovo di cioccolato al latte con il 40% di cacao Java ha un aroma intenso, con un gusto molto accentuato di caramello lievemente acidulo (peso: 700 e 200 gr. ). La ‘A’ del logo è di cioccolato fondente. A piacere, infine sono disponibili anche le delicate uova di cioccolato bianco. La collezione Spring 2007 propone anche la classica colomba da 1 kg ed eleganti confezioni in latta per le piccole uova pralinate di gusti assortiti (latte, bianco e fondente). A tanta raffinatezza corrisponde come sempre un packaging ricco e sofisticato: carta Setalux grigio perla con eleganti riflessi di ghiaccio, nastro doppio in raso verde acqua e logo laccato in un insolito grigio freddo.  
   
   
BBMIX, “VENTURA”: IL NUOVO, ESCLUSIVO MIX DI FRUTTA SECCA  
 
Cosa c’è di meglio, quando inizia a far caldo, di una bella insalata o di una ricca macedonia? Con Bbmix il benessere è un mix, più vitamine e minerali per te, ogni piatto diventerà un momento irresistibile; aggiunge l’energia alla tua colazione, sulla macedonia sarà la tua passione, poi sull’insalata ne basta una manciata e da semplice contorno diventa una portata. Per la gioia del palato sempre più esigente del moderno consumatore arriva Bbmix, è firmato “Ventura”, ed è il nuovo, esclusivo mix di frutta secca. Dalla prima colazione più appetitosa, alle insalate più ricche, fino alle macedonie più fantasiose in un trionfo di gusto e salute. B, come bontà e B come benessere sono il binomio vincente della corretta alimentazione. La frutta secca si integra, ancora una volta, in una nutrizione sana ed equilibrata apportando la marcia in più delle sue innumerevoli sostanze nutritive e valenze salutistiche. Gli studi più recenti confermano infatti che, fra gli alimenti essenziali, da assumere ogni giorno in quantità equilibrata, vi è anche la frutta secca. Bbmix Ventura: per la prima colazione, per le insalate, per le macedonie. Bbmix è la nuova linea che comprende tre mix di frutta secca, confezionati in sacchetti da 150 g, ideali per chiunque segua una dieta sana e bilanciata. Sono perfetti in ogni momento della giornata: aggiungono un tocco di bontà ai cereali della colazione, allo yogurt, alle macedonie di frutta e rendono le insalate assolutamente uniche. Bbmix Ventura per la prima colazione: ricco di fibre, magnesio, vitamine A, C, E. Bbmix colazione di Ventura è un salutare mix di: Mandorle sgusciate (25%) Nocciole sgusciate (25%) Mango disidratato (25%) Albicocche essiccate (25%) Con Bbmix colazione di Ventura, a base di croccanti Mandorle e Nocciole arricchite da Mango e Albicocche essiccate la prima colazione guadagna ulteriore bontà e benessere. Confezione: sacchetto da 150 g Prezzo medio: Euro 2,95 Bbmix Ventura per le insalate: ricco di fibre, fosforo, ferro, magnesio, vitamina E. Bbmix insalate di Ventura è un salutare mix di: Noci sgusciate (25%) Mandorle sgusciate (25%) Pomodori essiccati (25%) Semi di zucca sgusciati e tostati (25%) Con Bbmix insalate di Ventura, a base di croccanti Mandorle e Noci sgusciate, saporiti pomodori secchi e semi di Zucca tostati le insalate non mancheranno di sorprendere con la loro armonia di gusto e salute, all’insegna della completa alimentazione quotidiana. Confezione: sacchetto da 150 g Bbmix Ventura per le macedonie: ricco di fibre, fosforo, magnesio, vitamina E. Bbmix macedonie di Ventura è un gustoso mix di: Mandorle sgusciate (25%) Nocciole sgusciate (25%) Noci sgusciate (25%) Mirtilli rossi essiccati (25%) Con Bbmix macedonie di Ventura, a base di croccanti Mandorle, Nocciole e Noci sgusciati e di insoliti Mirtilli rossi essiccati (Cranberry), le macedonie garantiranno in un momento di benessere alimentare, all’insegna del massimo gradimento del consumatore. Confezione: sacchetto da 150 g. I Mix Bontà e Benessere possono essere i compagni giornalieri che solleticheranno il palato dato che racchiudono una tale quantità di sostanze nutritive da poter essere considerati un alimento tutto speciale che può risolvere la nostra giornata sul piano dell’alimentazione. I mix a base di frutta secca sono inoltre ricchi di grassi insaturi, che hanno origine vegetale e sono benefici per l’organismo perché possono favorire l’aumento del colesterolo “buono” Hdl (lipoproteine ad alta densità) e lo smaltimento del cosiddetto colesterolo “cattivo” Ldl (lipoproteine a bassa densità). Caratteristiche e proprietà delle sostanze presenti nei Bbmix Fibre: pur non apportando nutrienti in quanto l’organismo non è in grado di digerirle, ricoprono numerose e importanti funzioni, tanto che l’assunzione raccomandata è di circa 30 g al giorno: riequilibrano la flora batterica intestinale e regolano la funzione dell’intestino; riducono l’assorbimento di vari nutrienti, fra cui i grassi e gli zuccheri; danno un senso di sazietà, aiutando a tenere il peso sotto controllo. Ferro: è responsabile del trasporto dell’ossigeno nel sangue e, quindi, della “sopravvivenza”di tutte le cellule. Fosforo: coopera con il Calcio nel metabolismo delle ossa e dei denti e svolge un’azione importante nei processi energetici e di assorbimento. Magnesio: ha un ruolo importante nella produzione di energia, nella contrazione muscolare, nella funzionalità del sistema nervoso e nella sintesi delle proteine. Zinco: indispensabile per la crescita, la guarigione delle ferite, la produzione di proteine e di acidi nucleici (il materiale genetico delle cellule). Vitamina A: oltre all’azione antiossidante, ha un ruolo primario nei processi visivi e nella formazione e protezione di pelle e mucose. Inoltre, aiuta a prevenire le infezioni e migliora l’assorbimento del Ferro. Vitamina C: aumenta la resistenza dell’organismo, aumenta la produzione di anticorpi, stimola la sintesi di interferone, la biosintesi della carnitina, anticolesterolo, antistress, distrugge i radicali liberi ossigenati e rafforza le difese immunitarie. Vitamina E: antiossidante per eccellenza, protegge le cellule dall’ attacco dei radicali liberi. Vitamina B1: essenziale per la produzione di energia, nello sviluppo cellulare e nel sistema nervoso. .  
   
   
VENCHI: NEL NOME DELLA TRADIZIONE, ECCO L’UOVO DI CIOCCOLATA  
 
Pasqua, sinonimo di festa e tradizione. Venchi lo sa. Nel nome della tradizione, ecco l’uovo di cioccolata, al latte o fondente, con la sorpresa all’interno. Non solo: all’esterno c’è un’altra sorpresa! Perché l’uovo è vestito con un’allegra e preziosa tovaglia per la casa. E la festa continua tutto l’anno. Uova Orchidea a doppia sorpresa sia interna sia nella tovaglia doubleface a ruota da table habillé che lo confeziona, realizzata in seta e rete in cotone confezionate a mano, disponibile nelle versioni g 350 e g 500. .  
   
   
IL BISCOTTO PLASMON DA OGGI HA TRE NUOVI GUSTI CACAO, VANIGLIA E 6 CEREALI PER SODDISFARE TUTTE LE ESIGENZE DI GUSTO  
 
La ricetta classica del biscotto Plasmon da oggi si arricchisce di tre nuovi gusti, Cacao, Vaniglia e 6 cereali, per soddisfare le esigenze nutrizionali del bambino, ma anche la sua voglia di provare sapori nuovi. I Biscotti Plasmon sono ideali per l’alimentazione dei più piccini perché sono ricchi di tanti elementi importanti per la crescita, come calcio, ferro, vitamine e fibra prebiotica (per regolare le funzioni intestinali), ma hanno un contenuto di grassi inferiore al 9%. Proprio per questo sono ottimi sia per la colazione, sciolti nel biberon o inzuppati nel latte, sia come merenda o prima di dormire. I Biscotti Plasmon sono preparati ancora oggi secondo il metodo tradizionale: oltre 12 ore di riposo per l’impasto e tutta la cura dei maestri fornai Plasmon. Il Programma Oasi Plasmon garantisce, inoltre, un rigido sistema di controllo della lavorazione. Solo i grani più pregiati e ad alto contenuto proteico vengono scelti e seguiti dalla semina alla macinazione. I Biscotti Plasmon, nella varietà classica e nei nuovi gusti Cacao, Vaniglia e 6 Cereali sono disponibili nei supermercati, ipermercati e alimentari, farmacie e negozi specializzati per l’infanzia (prezzo medio raccomandato retail: Xxx €) .  
   
   
PREMIO SIRENA D’ORO DI SORRENTO V EDIZIONE DEL CONCORSO ITALIANO DEGLI OLI DOP GLI OLI STELLATI DEL SIRENA D´ORO ILLUMINANO IL 41° VINITALY  
 
L’appuntamento è per le ore 11 presso la sala degustazione del Sol. A fare gli onori di casa saranno il capopanel Dop e Coi Umbria Giulio Scatolini, il Vicepresidente Oleum Gaetano Avallone e Michele Manzo, funzionario Sesirca della Regione Campania Gli oli Dop del Premio Sirena d’Oro illuminano il 41° Vinitaly. Sabato 31 marzo, infatti, si terranno le degustazioni degli oli che si sono aggiudicati il primo posto nelle tre categorie di fruttato leggero, medio e intenso nell’unico concorso nazionale dedicato agli Oli a denominazione di origine protetta che si è svolto sabato 17 marzo a Sorrento e che, quest’anno, ha deciso di portare a far conoscere trionfalmente i suoi oli anche alla 41° edizione del Vinitaly, l´iniziativa più importante per il settore vinicolo e oleicolo italiano. L’appuntamento è per sabato 31 marzo alle ore 11 presso il Sol – sala degustazioni, dove i principali protagonisti saranno per la Calabria la Dop Bruzio delle Fattorie Greco di Cariati Marina, primo classificato nel fruttato leggero, per la Toscana la Dop Terre di Siena dell’Azienda Agricola Carraia di Trequanda (Si), primo classificato nel fruttato medio e per la Sicilia ci sarà la Dop Monti Iblei dell’Azienda Rollo Giorgio di Ragusa come primo classificato nel fruttato intenso. Gli ospiti d’onore saranno presentati al pubblico dal Capo Panel Dop e Coi Umbria Giulio Scatolini, dal Vicepresidente Oleum Gaetano Avallone e da Michele Manzo, funzionario Sesirca della Regione Campania. A far compagnia alle Sirene d’Oro saranno inoltre i vincitori del concorso Ercole Olivario, una grande iniziativa di sistema che coinvolge, oltre a tutti i protagonisti istituzionali, le associazioni di categoria e tutto il mondo produttivo oleario italiano. Grande vetrina, quindi, per gli oli extravergine a denominazione di origine protetta quella del Vinitaly per poi passare anche da Cibus dal 13 al 16 aprile a Roma, e proseguire il suo tour con il Mese dell’Olio Dop in Campania con numerose iniziative che fino al primo maggio animeranno le piazze e le Città dell’Olio della Campania. .  
   
   
PIA DONATA BERLUCCHI RICONFERMATA PRESIDENTE DELLE “DONNE DEL VINO”.  
 
L’associazione Nazionale delle Donne del vino ha eletto per la seconda volta consecutiva Pia Donata Berlucchi, la lady del vino. Mercoledì 7 Marzo, durante l’ultimo Consiglio dell’Associazione Nazionale “Le Donne del Vino”, riconosciuta oggi come una delle espressioni più interessanti dell´imprenditoria femminile, è stata rinominata Presidente Pia Donata Berlucchi. La signora del Vino per eccellenza ricoprirà la carica per il triennio 2007/2010, altri tre anni dopo quelli appena trascorsi, che l’hanno vista rivestire lo stesso mandato con la professionalità e la dedizione tipiche di una brillante imprenditrice, punto di riferimento di una famiglia storica. E’ una “pasionaria”, la signora Berlucchi, che si dedica corpo ed anima agli obiettivi che intende raggiungere, che sposa le cause con tutta se stessa. Ed è esattamente con questo grandissimo entusiasmo e con profondissimo impegno che continuerà ad affrontare il prestigioso compito cui è stata chiamata per la seconda volta. Pia Donata Berlucchi è particolarmente onorata di rivestire nuovamente questa carica, e di portare avanti la straordinaria ed instancabile attività di ambasciatrice della cultura del vino in Italia e nel mondo, in rappresentanza delle 730 socie iscritte all’Associazione, rappresentanti dell’intera filiera vitivinicola: dal mondo della produzione (più di 300 imprenditrici), alla ristorazione, alle enoteche, alle sommeliers e giornaliste, tutte impegnate in prima persona nelle proprie attività. La carica di Vice-presidenti è spettata a M. Cristina Ascheri e Chiara Lungarotti, mentre il consiglio è così composto: Mariuccia Borio, Gaetana Jacono, Paola Longo, Daniela Mastroberardino, Tiziana Mori, Marina Ramasso, Serenella Randelli, Giuseppina Viglierchio, Nadia Zenato. La presentazione ufficiale di Pia Donata Berlucchi, nel ruolo di Presidente delle Donne del Vino, avverrà durante il prossimo Vinitaly, che avrà luogo a Verona dal 29 Marzo al 2 Aprile 2007. .  
   
   
I RISULTATI DI UN’INDAGINE FRA BUYER DI TUTTO IL MONDO VINITALY TIRA LA VOLATA AL VINO ITALIANO. SONO QUI I BUYER DI TUTTO IL MONDO  
 
 I buyer di tutto il mondo sono d’accordo, Vinitaly (www. Vinitaly. Com) è un’importante occasione per conoscere nuovi produttori, arricchire la propria offerta, ravvivare i contatti già consolidati. Per gli importatori dei Paesi in cui il consumo di vino sta aumentando essere a Vinitaly è fondamentale per poter assecondare le richieste di clienti man mano più esigenti nei gusti, ma partecipare alla manifestazione enologica più importante a livello internazionale diventa vitale per gli operatori dei mercati emergenti, che non possono rinunciare ad avere l’Italia nel proprio catalogo. È questo ciò che risulta da una serie di interviste realizzate per conto di Veronafiere alla vigilia del 41° Vinitaly in programma dal 29 marzo al 2 aprile (lo scorso anno sono stati 33 mila da 101 Paesi gli operatori esteri presenti su un totale di 144 mila visitatori) tra un gruppo rappresentativo di buyer esteri, molti provenienti da Stati Uniti e Canada (tra questi Winebow, Palm Bay Imports, John Given Wines, Vintus, La Celeste Levure) e da vari Paesi europei e asiatici (gli inglesi Enotria Winecellars, Tria Wines e Valvona&crolla e la russa Vintage-m), oltre che da Korea, India e Malesya). L’immagine positiva della rassegna come importante vetrina dell’enologia mondiale e italiana in particolare è rafforzata dal ruolo svolto da Vinitaly – che ai buyer esteri dedica quest’anno la nuova iniziativa denominata Taste Italy - come luogo di confronto e scambio di informazioni sul settore e sulle sue tendenze, grazie ai focus ogni anno più numerosi, più approfonditi e apprezzati da chi vuole capire specifici aspetti o particolari mercati. Un altro dato importante evidenziato dalle risposte è la vitalità dell’enologia italiana e il suo crescente grado di apprezzamento all’estero. Dopo anni di sofferenza, il vento sembra essere cambiato e le prospettive per l’export (che nel 2006 ha sfondato il muro dei 3 miliardi e 195 miloni di Euro) sono positive. Merito del fascino dell’italian style, della qualità dei vini italiani ma soprattutto grazie alla molteplicità dei vitigni, fortemente legati ai territori di origine, che fanno dell’Italia un giacimento di sapori unico al mondo. È questo il plus segnalato da quasi tutti gli intervistati, che riconoscono al prodotto italiano una varietà e una complessità molto apprezzate da schiere sempre più numerose di appassionati. Sta in questo la differenza tra vini italiani e quelli del Nuovo mondo, con i primi acquistati da consumatori più attenti al contenuto che al marchio della bottiglia e i secondi preferiti da chi vuole qualcosa di poco costoso e facile da bere. Ciò significa che i consumatori dei nuovi mercati non sono ancora preparati ad apprezzare appieno i vini italiani se non accompagnati da un marchio forte e di prestigio, ma l’abbinamento con la gastronomia e l’evocazione di luoghi conosciuti aiutano il processo di affinamento dei gusti. Anche in questi Paesi, secondo i buyer intervistati, le potenzialità di sviluppo del mercato del vino italiano sono enormi, un po’ in tutti i canali di vendita, anche se con differenze da Paese a Paese dovute a specifiche situazioni nazionali (monopoli di Stato, limiti nella rete di distribuzione, tasse elevate, ecc. ). Preferiti i vini rossi, ma si stanno facendo largo anche i bianchi, grazie al processo di miglioramento qualitativo in corso. Sempre apprezzati i vini provenienti dalle regioni più conosciute, ma i buyer puntano su nuove regioni da lanciare sui mercati internazionali come Friuli-venezia Giulia, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e ancora più di oggi il Veneto e la Sicilia, ma anche Basilicata, Trentino-alto Adige, Sardegna Il successo del vino italiano non è però scontato. I consumatori, lo affermano i buyer, sono sempre più attenti al rapporto qualità/prezzo e anche se la produzione italiana è in grado di soddisfare qualsiasi fascia di cliente, l’apprezzamento va guadagnato con i fatti. Importante vendere al giusto prezzo, specialmente con l’attuale debolezza del dollaro rispetto all’euro, anche perché i competitori dell’emisfero Sud, ma anche la Spagna, offrono ottimi vini a cifre molto interessanti. È essenziale inoltre, secondo i buyer internazionali, che il sistema vinicolo italiano lavori per migliorare all’estero la conoscenza del proprio patrimonio enologico e del significato delle varie indicazioni di origine. La grande varietà dei vini italiani non è così facile da comprendere, e il normale consumatore può confondersi al momento dell’acquisto. Questo in particolare davanti agli scaffali della grande distribuzione, che ovunque è destinata a dare spazio a un maggior numero di vini italiani, ma che ovviamente non potrà offrirli tutti e in tutte le tipologie disponibili. Taste Italy, la nuova iniziativa di Vinitaly riservata agli operatori esteri, mira a mettere in contatto diretto le aziende italiane con 5. 000 operatori professionali esteri appositamente selezionati. «Duplice la finalità di questa nuova formula promozionale: sostenere l’internazionalizzazione delle aziende italiane e offrire ai compratori stranieri una preview riservata delle migliori produzioni nazionali” – afferma Flavio Piva, condirettore generale e direttore mercato di Veronafiere. “Con Taste Italy – prosegue Piva -, Vinitaly conferma il suo ruolo di piazza di incontro e scambio commerciale dell’enologia a livello mondiale». .  
   
   
CITTÀ DEL VINO FESTEGGIA 20 ANNI A SIENA CERIMONIA CON I FONDATORI DELL´ASSOCIAZIONE NELLE SALE DI PALAZZO PATRIZI, DOVE NEL 1987 NACQUERO LE CITTÀ DEL VINO  
 
Vent´anni dopo quel 21 marzo 1987, nel primo giorno di primavera, Città del Vino è tornata a riunirsi in Palazzo Patrizi, a Siena, dove esattamente vent´anni fa 39 sindaci provenienti da tutta Italia firmarono l´atto di nascita dell´Associazione. Erano i sindaci di Alba (Cn), Asti, Barbaresco (Cn), Barile (Pz), Barolo (Cn), Buonconvento (Si), Canale (Cn), Carema (To), Carmignano (Po), Castagneto Carducci (Li), Castellina in Chianti (Si), Castelnuovo Berardenga (Si), Diano d´Alba (Cn), Dogliani (Cn), Dozza (Bo), Firenze, Frascati (Rm), Gaiole in Chianti (Si), Gattinara (Vc), Greve in Chianti (Fi), Jesi (An), La Morra (Cn), Melissa (Kr), Monforte d´Alba (Cn), Montalcino (Si), Montecarotto (An), Montefalco (Pg), Montescudaio (Pi), Neive (Cn), Nizza Monferrato (At), Ovada (Al), Pramaggiore (Ve), Radda in Chianti (Si), Rufina (Fi), San Severo (Fg), Siena, Treiso d´Alba (Cn), Zagarolo (Rm). Oggi i Comuni iscritti a Città del Vino sono 548, i soci straordinari 21. Dopo lo scandalo del vino al metanolo, nel 1986, il settore ha reagito alla crisi puntando sulle produzioni di qualità: sulle Doc, che sono raddoppiate, e sulle Docg. Oggi abbiamo una produzione di vino più bassa ma di maggior qualità, un numero di Doc doppio rispetto al 1987. Una crescita di cui anche Città del Vino è stata protagonista. Come rilevato da una ricerca dell´Associazione c´è stato in questi venti anni anche un significativo effetto del vino sul territorio. Oggi le Città del Vino rappresentano il 6 per cento dei Comuni italiani, il 15 per cento del sistema ricettivo, il 22 per cento dell´offerta agrituristica, il 70 per cento del vigneto Italia, l´89 per cento delle denominazioni di origine. Negli ultimi venti anni nei Comuni Città del Vino le enoteche sono cresciute del 60 per cento, i ristoranti del 101 per cento, la popolazione invece è aumentata del 10 per cento nei piccoli borghi e del 27 per cento nelle case sparse, quindi in territorio rurale. Tutto questo mentre nel resto del Paese sono aumentati gli abitanti delle grandi città. Nelle Città del Vino 35 case sparse ogni 100 sono stabilmente abitate, nel resto d´Italia lo è solo 1 su 100. "Se in vent’anni è aumentata la popolazione rurale delle Città del Vino, mentre nel resto del Paese è cresciuta quella delle grandi città, significa che nei nostri Comuni la qualità della vita è alta - evidenzia il presidente Valentino Valentini -. Merito degli sforzi fatti in questi anni dai nostri amministratori che si sono impegnati nella salvaguardia dell´ambiente e nella promozione della cultura e dell´identità dei singoli territori. Il bilancio è senz´altro positivo, ma adesso ci aspettano nuove sfide. Va sviluppato il turismo del vino, una grande occasione per i nostri territori, va promossa una riforma dell´Ocm che tenga adeguatamente conto delle problematiche dei territori minori, delle vitivinicolture di montagna e delle isole, della necessità di elevare la qualità delle produzioni vinicole mantendendo forte il riferimento al territorio e alle pratiche enologiche tradizionali. Infine - conclude Valentini - dobbiamo lavorare per una nuova fiscalità delle zone rurali. Oggi i bilanci dei Comuni si fondano essenzialmente sul patrimonio immobiliare e questo incentiva l´ampliamento di nuovo patrimonio edilizio. Il nostro compito, invece, è quello di un recupero del patrimonio esistente". La nuova riforma sull’Ocm vino. Investimenti per l’innovazione in vigneto e in cantina, misure per l’ambiente e lo sviluppo rurale, e anche un fermo no a un’estirpazione indiscriminata che metterebbe a rischio i paesaggi del vino delle isole, di montagna e dei territori minori. Sono queste in sintesi le richieste di Città sulla riforma dell’organizzazione comune di mercato, prevista per il 2008. Lo strumento più adeguato per “produrre meno e produrre meglio”, secondo Città del Vino, è quello di intervenire sull’abbassamento delle rese per ettaro, incidendo fortemente anche sulla maggiore qualità delle uve, quindi del vino. Le risorse potrebbero essere utilizzate per: rinnovare i vigneti; agevolare la superficie media aziendale, favorendo aggregazioni tra imprese; riformare i meccanismi di gestione delle denominazioni, con una più chiara responsabilità di filiera; fare promozione e marketing efficaci; incentivare l’uso di eccedenze per altri scopi, come quello energetico con il bioetanolo. Le Città del Vino hanno chiesto la difesa del sistema delle denominazioni d’origine, che comunque necessita di miglioramenti da introdurre con la riforma della legge 164/92, rinnovando il ruolo delle Igt, che possono essere terreno di sperimentazione purchè mantengano un saldo legame con il territorio. Proprio di Ocm-vino si parlerà al Vinitaly nel corso del convegno “Vino e Territorio: regole e immaginario. Rischi e opportunità della nuova Ocm vino”, in programma 29 marzo, ore 15,30, Sala Rossini. Il convegno, organizzato insieme a Coldiretti, vedrà la partecipazione di Valentino Valentini, presidente Città del Vino; Sergio Marini, presidente Coldiretti; prof Mario Fregoni, Università Cattolica di Piacenza; arch. Stefano Stanghellini, di Urban Promo. Il giorno 29 mattina, invece, alle ore 8 con partenza dalla stazione di Porta Nuova, oltre 60 sindaci delle Città del Vino saliranno in fascia tricolore sul primo Treno del Vino in compagnia del Ministro per le Politiche Agricole e Forestali, Paolo De Castro, di giornalisti e vip. Dopo il viaggio inaugurale il Treno del Vino farà servizio tra Siena e Montalcino e Roma e Montalcino a partire da metà giugno. Città del Vino sarà presente nei giorni del Vinitaly presso il Centro Servizi delle Erbe tra i padiglioni 4 e 5. .  
   
   
IL VINO DEL PARCO: SAN COLOMBANO DOC E IL PARCO DELLA COLLINA DI MILANO  
 
San Colombano Doc è l´unico vino Doc delle Province di Milano e di Lodi. Poco a sud di Milano, la piccola Collina "Banina" ospita vigneti, boschi e terme, una natura pulita e piacevole dalla quale nascono vini di consumo quotidiano accanto a vini di grandissimo pregio e adatti al lungo invecchiamento. La collina e il suo ambiente Sono la viticoltura, che si è sviluppata con un costante e strettissimo legame con la natura. Grazie all´impegno del Comune di San Colombano e della Provincia di Milano, è nato il Parco della Collina di Milano, che vuole ulteriormente salvaguardare l´ambiente e permettere all´agricoltura e alla viticoltura di svilupparsi integrate e rispettose della natura. In occasione di Vinitaly il Presidente Federico Carenzi ed il Direttore del Consorzio Vini Doc San Colombano, Marco Tonni, presenteranno, insieme al Sindaco di San Colombano Gian Luigi Panigada ed all´Architetto che ha contribuito alla creazione del Parco Umberto Bloise, il Parco della Collina, il Logo del Parco ed il progetto "Vino del Parco" Il Parco della Collina di Milano ha, tra i propri obiettivi: -controllo del territorio -salvaguardia del territorio -permettere alla viticoltura di crescere e svilupparsi in modo integrato -impedire ad attività di forte impatto di svilupparsi in collina -aumentare la fruibilità della collina -diffondere la conoscenza del Parco e delle sue regole sul territorio e fuori dal territorio Il "Progetto Vino del Parco", che vuole: -far conoscere e valorizzare il parco come elemento da integrare nella filiera dell´uva -far conoscere e valorizzare il Parco in primis tra le Aziende vitivinicole ed agricole della Collina -lavorare con l´Ente Parco per pensare a regole compatibili con la viticoltura e a una viticoltura compatibile con le regole del Parco -Creare il "Vino del Parco" secondo noi significa impostare una serie di norme non impositive ma volontarie: le Aziende che le rispetteranno, dimostrando chiaramente e con i fatti di voler valorizzare il Parco e la sua Natura, potranno fregiarsi dell´appartenenza al Parco e di essere Produttori Amici del Parco. -Creeremo un disciplinare che comprenda "regole di buona condotta". Chi dimostrerà di essere "amico del Parco", rispettandole e facendosi addirittura promotore del rispetto, potrà chiamare il suo vino "Vino del Parco". L´obiettivo è che il Parco venga percepito non come una imposizione ed una "realtà" fine a sé stessa, ma come un Elemento della produzione, irrinunciabile e integrato nella collina. Info@sancolombanodoc. It www. Sancolombanodoc. It .  
   
   
41° VINITALY DI VERONA 2007 - CITTADELLA DELLA GASTRONOMIA L’ALTAMARCA TREVIGIANA ALLA CITTADELLA DELLA GASTRONOMIA DEL VINITALY. UN META-DISTRETTO EUROPE DEL BUONGUSTO E DEL BUON VIVERE ALL’ITALIANA: ARTE CULINARIA, PROSECCO SPUMANTE DOC, OSPITALITÀ E PARCO PRODUTTIVO ALIMENTARE DELLA ALTA COLLINA DELLA PROVINCIA DI TREVISO. ALTAMARCA PREMIO BORSA VERDE EUROPEA DEL 2007.  
 
Per molti visitatori ed espositori del Vinitaly è già divenuta una felice consuetudine quella di pranzare con i piatti della migliore cucina dell’Altamarca abbinati ai prestigiosi vini dell’alta collina trevigiana, uno dei distretti enologici e turistici più importanti d’Italia ed espressione di una tradizione di ruralità legata alla operosità e al successo produttivo,come dimostra il Prosecco doc Spumante. Un insieme di fattori che hanno elevato l’Altamarca Trevigiana ad uno dei simboli e miti della Borsa Verde d’Europa, meritando il premio internazionale 2007. Anche nel 2007, nello spazio dedicato alla Cittadella della Gastronomia viene allestito un ristorante particolare della provincia di Treviso “L’altamarca Trevigiana e i suoi ristoranti”, da giovedì 29 marzo sino a lunedì 2 aprile, gli ospiti della principale rassegna enologica italiana potranno davvero ritrovare i gusti, l’atmosfera, la qualità, i piaceri enogastronomici, i prodotti tipici dell’Altamarca, proposti da una selezione di prestigiosi chef della ristorazione locale. Quest’anno Altamarca si presenta con 7 rinomati ristoranti del territorio. Ad alternarsi ai fornelli sono i ristoranti di territorio “Jodo da Marco” – Maser, “Da Andreetta” – Rolle di Cison, “Al Postiglione” – Vittorio Veneto, “Da Tullio” – Arfanta – “Le Macine” – Vittorio Veneto, “Al Roccolo” – Campea, “Locanda Da Condo” – Col San Martino. Protagonisti dei loro menù erbe di campo, asparagi, pasta e fagioli, pasta fatta in casa, trota del Soligo. Il tutto accompagnato da 50 etichette proposte da 21 case vitivinicole dell’Altamarca Trevigiana. Altamarca e i Ristoratori del territorio, con il sostegno della Provincia di Treviso, hanno voluto presentare insieme il grande bagaglio di prodotti e le ricette che caratterizzano i piatti di una denominazione per sottolineare l’unicità delle eccellenze agricole gastronomiche, gli abbinamenti a tavola e la identità di una tradizione anche ospitale , enoturistica. Il premio Borsa Verde 2007 è il riconoscimento anche ad un impegno turistico che durante il Vinitaly si concretizza con le 15 mostre della Primavera del Prosecco Doc, il più grande, diffuso e caratteristico festival di assaggi e degustazioni che un territorio italiano possa esprimere. Oltre 3 mesi dedicati al binomio territorio- degustazioni come biglietto da visita. Www. Altamarca. It - info@altamarca. It .  
   
   
TERRADEIFORTI A VINITALY  
 
La nuova Doc Terradeiforti Valdadige è riservata alle tipologie Enantio, Enantio Riserva, Enantio passito, Casetta, Casetta Riserva, Pinot Grigio, Chardonnay, Chardonnay passito. Su tutti spiccano gli autoctoni a frutto rosso Enantio e Casetta. Vini con un carattere speciale non riscontrabile in altre tipologie: cioè veri autoctoni. Legati ad un colore rosso rubino intenso e profondo che rimane stabile anche dopo anni di invecchiamento. La Storia racconta che lo storico Plinio, nel primo secolo dopo Cristo, discettando di viti selvatiche e coltivate, scriveva: “La brusca: hoc est vitis silvestris, quod vocatur oenanthium”…”è una vite selvatica chiamata enantio”. Da lì l’idea di ribattezzarlo come “Enantio”, per sgombrare definitivamente il campo da ogni accostamento al Lambrusco emiliano con il quale invece non c’entra nulla. Il profumo dell’Enantio ricorda quello dei frutti di bosco speziati, talvolta l’incenso ed il tabacco. Aromi di torba e legno fresco ne contraddistinguono il carattere rustico. Da giovane si sposa bene agli stufati di carne, formaggi d’allevo, pesce alla griglia aromatizzato con timo e rosmarino. Dopo una più lunga maturazione è il compagno ideale della selvaggina e della cacciagione, degli arrosti di manzo e dei formaggi saporiti del territorio. Il Casetta è un antico vitigno autoctono della Vallagarina, presente nei comuni di Dolcè, Ala e Avio. Il Casetta o, dialettalmente, Foja Tonda è una uva rossa anticamente molto coltivata. Vino di spiccata personalità, riconoscibile per sentore di prugna asciutta e di marasca, cannella e tabacco e soprattutto di muschio che ne sottolinea l’origine “selvatica”. In bocca l’acidità spiccata è ammorbidita con fermentazioni malolattiche complete. Evolve splendidamente in aromi terziari dopo alcuni anni di corretta conservazione: al naso acquista complessità. Bevuto giovane si sposa a brasati e carni al sugo come a primi piatti ricchi; dopo maturazione di alcuni anni si abbina alla cacciagione da pelo e agli arrosti. Abbinamento ideale con formaggi a media stagionatura non erborinati. Consorzio di Tutela Vini D. O. C. Terradeiforti - Valdadige info@terradeiforti. It - www. Terradeiforti. It .  
   
   
MASTER UNIVERSITARIO IN SPUMANTISTICA “DOTTORI IN SPUMANTI”  
 
Le Facoltà di Agraria di Milano e di Torino e il Consorzio Interuniversitario tra le Facoltà di Padova, Trento, Udine e Verona con la collaborazione del Cra-istituto Sperimentale per la Viticoltura di Conegliano, del Cra-istituto Sperimentale per l´Enologia di Asti e dell´Istituto Agrario di San Michele all’Adige attiveranno a partire dall’anno accademico 2008 - 2009 il primo Master inter-universitario di primo livello per i tecnici dei vini spumanti. La proposta è scaturita dal lavoro e dalle iniziative del Forum Spumanti d’Italia. Il Forum Spumanti d’Italia, nell’ambito dei progetti del Ceves – Centro Studi Vitivinicultura Economia Spumanti, ha avviato i contatti e le procedure per dar vita ad un Master Universitario di primo livello destinato a formare una figura professionale, non ancora presente nello scenario post-laurea in Italia, specializzata nella coltivazione, nella elaborazione, nella commercializzazione e nella gestione economica dei Vini Spumanti. L’obiettivo è la formazione di tecnici qualificati, già in possesso di un diploma o di una laurea in discipline inerenti, fortemente motivati, in grado di imprimere sviluppo e forza propulsiva al settore e rispondere alle necessità delle imprese. L’iniziativa è fortemente sentita nel settore. L’impiego di risorse umane altamente qualificate rappresenta una delle priorità per le aziende italiane, come è emerso in modo univoco dai recenti sondaggi condotti dallo stesso Forum Spumanti d’Italia tra le circa 800 imprese spumantistiche italiane. Il “Dottore in Spumanti” sarà un vero e proprio superesperto a 360 gradi capace di seguire tutti i processi sia in campo (impianti, genetica, coltivazione, ecc), sia in cantina (struttura, metodo, tipologia, pratiche enologiche) che sul mercato (mercati, contratti, legislazione, costi, investimenti, globalizzazione, marketing). Il piano di studi e la logistica si focalizzerà soprattutto sull’innovazione tecnologica e sulla qualità separatamente per i vini ottenuti con il metodo charmat (o Martinotti) e per quelli ottenuti con il metodo classico, rispettando e puntando su formazione e didattica svolta nelle sedi differenti e nei territori vocati alla produzione di una tipologia rispetto all’altra. Il Corso speciale avrà una durata di 900 ore secondo un calendario flessibile, annuale o biennale, concentrate in periodi definiti con lezioni in aula e in laboratorio ed esercitazioni pratiche in campo, in cantina e in azienda, toccando tutte le aree a vocazione spumantistica. La formazione sarà completata da un periodo di stage tecnico-pratico da svolgersi nelle aziende del settore, nei consorzi e nelle associazioni professionali. La sede amministrativa e di iscrizione del Master ruoterà fra le varie Facoltà, con un triennio a testa. Le lezioni e gli stage saranno invece tenuti nell’arco dell’anno nelle sedi delle Facoltà e degli Istituti in funzione delle esigenze didattiche. L’attività didattica includerà seminari, convegni nazionali ed internazionali con la partecipazione di docenti universitari, tecnici del settore e imprenditori provenienti da tutti i territori mondiali di produzione dei vini spumanti. Il master offrirà due orientamenti : - viticolo-enologico integrato da competenze di carattere economico, - economico e marketing integrato da competenze agronomiche ed enologiche. I moduli didattici saranno flessibili in funzione delle scelte fatte dal candidato. Le esperienze professionali e le competenze universitarie acquisite saranno riconosciute come crediti formativi. Sarà così possibile per un candidato con una laurea tecnica in materia agraria ed enologica poter frequentare un numero minore di moduli tecnici, mentre un iscritto formato in scienze economiche potrà frequentare più moduli di viticoltura ed enologia per acquisire tutte le conoscenze tecniche. Un Tutor qualificato assisterà il progetto formativo. Membri del comitato ordinatore del Master sono: Attilio Scienza (Università di Milano), Vasco Boatto (Università di Padova), Roberto Zironi (Università di Udine), Vittorino Novello (Università di Torino) e Massimo Bertamini ( Università di Trento). Naturalmente la realizzazione di un progetto così ambizioso, fortemente richiesto dal settore, implica il riconoscimento ufficiale e la collaborazione di importanti partner pubblici istituzionali e privati. .  
   
   
GRAN GALÀ VINIPLUS 2007 EVENTO CONCLUSIVO DEL PROGETTO IDEATO E PROMOSSO DALL’A.I.S. LOMBARDIA E DEDICATO ALLE PRODUZIONI ENOLOGICHE DI QUALITÀ NELLA NOSTRA REGIONE  
 
A conclusione del progetto Viniplus 2007, inaugurato con la presentazione della Guida lo scorso 22 novembre 2006, si è svolta il 20 marzo 2007, presso la prestigiosa Villa Reale di Monza la premiazione dei Migliori Vini di Lombardia secondo i sommeliers lombardi. “Partendo dal nostro principale obiettivo – afferma Luca Bandirali – ovvero quello di valorizzare e premiare i produttori più sensibili a un richiamo etico e qualitativo, si è giunti ad una nuova tappa del progetto Viniplus. Con la premiazione delle migliori aziende inserite in Guida, vogliamo ribadire la nostra intenzione di dare un nuovo senso alla parola Qualità: un concetto che tiene conto degli sforzi profusi dai produttori in tutte le dinamiche che intervengono nel cammino di produzione di un vino”. Per determinare l’esito del concorso, e quindi i vincitori, una commissione di tecnici ha esaminato le schede di voto inviate dai Soci A. I. S. Entro il 31 gennaio nelle quali veniva richiesta una valutazione dei vini menzionati in Guida. Nell’assegnazione dei riconoscimenti, la suddetta commissione ha considerato quindi una serie di elementi, dal rapporto qualità-prezzo di ogni vino, all’etica produttiva aziendale, il punteggio ottenuto nella classifica della Guida, e naturalmente il voto espresso dai Soci Ais. Sommando tutti questi fattori, si è giunti, così, all’assegnazione dei tradizionali Tastevin (oro, argento e bronzo) ai primi tre vini classificati, e del Premio Speciale “Il Sano”, attribuito all’Azienda che, a giudizio della commissione, riassume in modo esemplare la filosofia della qualità complessiva. A 25 Aziende presenti in Guida è stata, infine, assegnata la Menzione Speciale, ovvero un particolare riconoscimento conferito ad un prodotto scelto dai sommeliers per rappresentare al meglio la produzione generale dell’azienda medesima. Un particolare ringraziamento va alla Regione Lombardia che ha patrocinato l’intero progetto, sia attraverso l’Assessorato all’Agricoltura nella persona di Viviana Beccalossi, sia con As. Co. Vi. Lo. (Associazione dei Consorzi dei Vini Lombardi) sempre disponibile con il Presidente Vittorio Ruffinazzi e il coordinatore Carlo Alberto Panont. Rimandiamo, dunque, l’appuntamento al prossimo evento Viniplus, certi che l’impegno di A. I. S. Lombardia per riconoscere e premiare gli sforzi dei produttori lombardi attenti e sensibili alla qualità dei propri vini, sarà sempre più sostenuto e riscontrerà sempre maggiori successi. Di seguito l’elenco dei vincitori del progetto Viniplus 2007 I Tre Migliori Vini di Lombardia 1° Classificato - Tastevin d’Oro Franciacorta Brut Satèn - Ricci Curbastro 2° Classificato - Tastevin d’Argento Oltrepo Pavese Pinot Nero Spumante M. C. Nature Ecru 2001 – Anteo 3° Classificato - Tastevin di Bronzo Sforzato di Valtellina Ronco del Picchio 2003 - Sandro Fay .  
   
   
VIGNERONS D’EUROPE SLOW FOOD RIUNISCE A MONTPELLIER (FRANCIA) MILLE VITIVINICOLTORI PROVENIENTI DA TUTTA EUROPA  
 
Il 14 e 15 aprile si svolgerà, presso il centro congressi di Montpellier, Vignerons d’Europe, in concomitanza con Salon du Goût et des Saveurs d´Origine, organizzato da Slow Food France (13 – 16 aprile, Parc des Expositions de Montpellier). Con Vignerons d’Europe Slow Food riunirà mille vitivinicoltori di tutta Europa in un confronto che si rende necessario per le pressanti sfide imposte da un mercato sempre più condizionato dalla globalizzazione. L’evento rientra nella logica e nella storia dell’associazione, che individua problematiche e tendenze del mondo della produzione enogastronomica e si pone come elemento catalizzatore di idee per la ricerca di soluzioni e proposte. Già nel 2006, in occasione della seconda edizione di Terra Madre, Slow Food ha riunito a Torino 5000 produttori dell´agroalimentare provenienti da 150 nazioni. L´obiettivo di Terra Madre infatti è quello di creare una rete di informazioni tra le comunità del cibo, per aiutarle a difendere i propri diritti: a un ambiente ecologicamente equilibrato, alla sovranità alimentare, a condizioni di vita dignitose. L´associazione Slow Food, con l´autorità che si è conquistata in vent´anni di attività nel panorama della cultura enogastronomica internazionale, ha deciso di riunire i vigneron europei, non i proprietari di cantine dai grandi numeri, ma i vitivinicoltori, gente che ha un legame stretto con la terra, la vite e il terroir. Essi hanno una storia comune, hanno scelto uno stesso modello. Riunire mille vigneron a Montpellier in occasione del centenario della rivolta dei produttori di vino in Languedoc e Roussilion del 1907, significa aprire il dibattito sull’attuale crisi viticola che non è solamente economica, ma soprattutto identitaria. L´immagine del vino oscilla tra quella mitica di poche grandi firme dell´Olimpo enologico e quella di una mera e semplice bevanda alcolica, che la legislazione europea sembra voler accreditare. Ma allora chi saranno i vigneron di domani? Imprenditori, industriali, o semplicemente emarginati dal mercato che conta? Oggi la nozione di terroir è spesso ridotta a una vuota formula di marketing. Questo ha determinato la debolezza dei vini di terroir rispetto a quelli di vitigno. Bisogna riflettere sul passato, senza nostalgie anacronistiche, consapevoli che non si può riproporre oggi la viticoltura del Xix secolo, ma che le tecniche dell´agroindustria applicate al vino ne sviliscono qualità e valore. Il progetto di riforma della viticoltura della Commissione avrà un impatto storico nel settore. Slow Food chiama a un´analisi del documento, a contestarne gli approcci criticabili (concezione del vino come commodity agricola, deterritorializzazione), a trovare soluzioni per salvaguardare la diversità del vigneto europeo che rappresenta la sua irriproducibile ricchezza. .  
   
   
DAVIDE PAOLINI E I VINI DELL’ALTO ADIGE A PALAZZO BOMBEN A TREVISO  
 
Martedì 17 aprile i Vini dell’Alto Adige e Davide Paolini daranno appuntamento a tutti i “golosi” a Palazzo Bomben nel centro storico di Treviso per un incontro senza precedenti. Dopo Bologna, Rimini, Milano e Napoli quest’anno parte da Treviso, città ricca di storia nel cuore del mitico nordest, il tour nei luoghi di cultura dei vini Alto Adige 2007 con un appuntamento, martedì 17 aprile, nelle sale dello storico Palazzo Bomben, già sede della fondazione Benetton Iniziative Culturali, in Via Cornarotta, in pieno centro storico. Dalle 19. 30 il pubblico potrà degustare gli eleganti vini altoatesini quali i Gewürztraminer, i Sauvignon, i Pinot Bianco, lo Spumante abbinati ai prodotti di qualità lo speck e i formaggi della provincia autonoma. Il pubblico potrà approfondire la conoscenza dei vini altoatesini che si confermano una volta di più ai vertici dell’enologia italiana grazie alla loro originalità ed eccellenza conferita dai contrasti che caratterizzano questa terra ad alta vocazione vitivinicola. Il clima alpino-mediterraneo che la contraddistingue conferisce ai vini una spiccata aromaticità e la grande varietà dei suoli e dei microclimi consente la coltivazione di una vasta gamma di vitigni che possono soddisfare i gusti di tutti i consumatori. Alle 21. 00 Davide Paolini presenterà agli ospiti e al pubblico il suo ultimo libro “La Geografia Emozionale del Gastronauta” edito dalla Sperling & Kupfer, che racconta le novità sui viaggi del gusto intrapresi dal gastronauta: una nuova figura del nomadismo gastronomico che, a differenza del turista, non trova ma cerca. I suoi viaggi, o meglio le sue soste sulle vie del gusto sono tappe golose alla ricerca non solo di un sapore ma anche dell’uomo e della sapienza che vi sta dietro. “I vini dell’Alto Adige – afferma Davide Paolini – oltre a presentare una qualità sempre eccellente per un gastronauta possono trasformarsi in un viaggio emozionale, così come i tanti raccontati fuori dall’Italia nel mio ultimo libro”. Ma Treviso è solo la prima tappa del progetto che vedrà i vini dell’Alto Adige approdare nel corso dei prossimi mesi in alcune delle principali città italiane e che ha, come obiettivo, quello di dare visibilità ai vini e ai prodotti di qualità dell’Alto Adige in un contesto diverso dalle solite degustazioni, per affascinare nuovi adepti e interessare il pubblico che frequenta le librerie ed ama la cultura e una certa qualità della vita, curioso sperimentatore di nuove proposte. Info: www. Vinialtoadige. Com .  
   
   
BARONE PIZZINI A VINITALY 2007, UN INVITO AL PIACERE DEL GUSTO E DELLA PUREZZA  
 
Dal 29 marzo al 2 aprile a Vinitaly (Padiglione Lombardia), per la prima volta schierata l’intera gamma dei Franciacorta Barone Pizzini in versione “bio” La scorsa edizione di Vinitaly ha visto il debutto del primo Franciacorta Docg da viticoltura biologica in assoluto, il nostro Satèn 2002. Quest’anno la rassegna veronese segna un ulteriore traguardo che ci consente un altro po’ di orgoglio a fronte dell’impegno profuso nella scelta “bio”: da quest’anno, infatti, tutta la gamma dei Franciacorta è rappresentata da vini da viticoltura biologica, così come lo sono ormai tutti i nostri vini delle Marche e quelli della Toscana. Barone Pizzini è tra le più antiche maison di Franciacorta ma al tempo stesso la più all’avanguardia come modello imprenditoriale e mission. Lo dimostra la scelta del biologico, intrapresa a metà degli anni novanta e capace oggi di cogliere e soddisfare le esigenze di uno stile di vita e di consumo moderno e consapevole, oggi sempre più sentite. A Vinitaly ci sarà anche un’anteprima d’assaggio dalla Toscana: il nostro primo Morellino di Scansano Doc. Presso il nostro stand sarà inoltre possibile visionare le analisi di laboratorio di una ricerca comparativa tra il Barone Pizzini Satèn 2002 da viticoltura biologica e altri dodici campioni di metodi classici italiani, un prosecco e uno champagne. Il nostro obiettivo era capire delle scelte fatte in campagna che tracce rimangono nel bicchiere che beviamo. L’analisi ha riscontrato l’assenza totale di residui di antiparassitari di sintesi nel Satèn Barone Pizzini (tracce riscontrate invece, pur sempre nei limiti di legge, nelle altre bollicine da viticoltura convenzionale). Nel nostro bicchiere bio non c’è altro che vino, puro fino all’ultima bollicina. Www. Baronepizzini. It .  
   
   
VINITALY 2007: IL VINO SAN MARTINO DELLA BATTAGLIA GEFIDE 1999 INSIEME AL GORGONZOLA SANTI QUATTROROSE APPUNTAMENTO ALLO STAND B4 DEL PALAEXPO LOMBARDIA  
 
Il vino San Martino della Battaglia Gefide 1999 dell’azienda bresciana Spia d’Italia insieme al gorgonzola Dop firmato Santi & C. 1898 in occasione di Vinitaly 2007. L’appuntamento con la degustazione abbinata dei due prodotti è allo stand B4 del Palaexpo Lombardia dal 29 marzo al 2 aprile. Il San Martino della Battaglia Gefide (dal nome del più ammirato tra i diamanti) rappresenta la più piccola Doc italiana: si tratta del recupero e della rielaborazione di un dimenticato vino celebre ai primi dell’800; un vino liquoroso che si ottiene da uve sane e sovramaturate - ma non passite – di Tocai di San Martino Doc; richiede una lunga fermentazione a temperatura oltremodo bassa – prossima agli 0 gradi - lungo affinamento in barrique non nuove e l´aggiunta di una percentuale di circa il 10% di vino di annate precedenti: solo in questo modo è possibile mantenere alcuni dei profumi e degli aromi tipici dell´uva di Tocai. Questa caratteristica, unita alla morbidezza del vino e al retrogusto ammandorlato proprio del Tocai, rendono il San Martino della Battaglia Gefide adatto ad accompagnare formaggi erborinati e piccanti, come appunto il gorgonzola Dop. La produzione attualmente è attestata sulle 8/9 mila bottiglie all´anno ed avviene solo nelle annate favorevoli. Gli ospiti di Vinitaly che transiteranno allo stand B4 del Palaexpo Lombardia potranno degustare il San Martino della Battaglia Gefide in abbinamento al Gorgonzola Quattrorose di Santi & C. 1898, la prestigiosa e storica azienda casearia del Novarese specializzata, da oltre un secolo, nella produzione del formaggio Gorgonzola Dop: nella versione dolce del "Fior di Gorgonzola" e in quella piccante del "Gran Sapore". Il gorgonzola Santi Quattrorose sa coniugare la tradizione, con l’estrema cura nella scelta delle materie prime e nella lavorazione artigianale del prodotto, al rigore e ai controlli propri della produzione industriale. Il risultato finale è un prodotto caratterizzato da una cremosità ed una scioglievolezza senza eguali che, unite al tipico aroma gradevole, fanno del Gorgonzola Dop Santi Quattrorose il più apprezzato dai palati più esigenti e dagli olfatti più delicati. La Spia d’Italia (www. Spiaditalia. It) Nata nel 1700 come casino di caccia del Palazzo Gerardi di Lonato, La Spia d’Italia è posta sulla sommità di una collina che ospitò, durante le battaglie di San Martino e Solferino, il quartier generale dell’esercito piemontese. Il suo nome deriva dal fatto che, dall’alto, la pianura ed i movimenti dei nemici si vedevano, o meglio, si “spiavano” benissimo. La Spia d’Italia è un bed and breakfast agrituristico, una cantina sempre aperta ai visitatori, un ristorante (“Nella Cantina”) e un centro ippico inserito nel quadro delle boscose colline moreniche del Basso Garda. L’azienda Agricola Spia d’Italia organizza corsi di degustazione e serate a tema che aiutano a comprendere e a conoscere i più appropriati abbinamenti tra il vino e i formaggi. Santi & C . 1898 (www. Santi1898. Com) Santi & C. Produce Gorgonzola dal lontano 1898. Per ottenere un prodotto dagli elevati standard qualitativi Santi & C. Raccoglie quotidianamente il latte solo da stalle selezionate, che seguono un disciplinare di produzione messo a punto dalla Facoltà di Agraria dell´Università di Piacenza. Santi & C. 1898 è tra le poche aziende italiane di grandi dimensioni che continua a eseguire manualmente tutte le tappe della caseificazione, permettendo di trattare la cagliata in modo dolce e senza traumi, mantenendo così intatte le qualità originarie del latte. La stagionatura: per il tipo dolce "Fior di Gorgonzola" si completa tra i 75/80 giorni circa, per il tipo piccante "Gran Sapore" è più lunga, e va da un minimo di 90 giorni fino a 110 giorni circa. .  
   
   
VINITALY 2007: SOAVE SEMPRE PIÙ IN ALTO LA CANTINA DI SOAVE COL SUO “CASTELCERINO ROCCA SVEVA” 2005 CONQUISTA LA GRAN MEDAGLIA D’ORO.  
 
E’ un vero e proprio trionfo delle potenzialità del suolo vulcanico quello che emerge dal Concorso Enologico 2007, alla vigilia dell’edizione numero 41 di Vinitaly. La Cantina di Soave con il suo “Castelcerino Rocca Sveva” 2005 conquista infatti la Gran Medaglia d’Oro nella categoria “vini tranquilli a denominazione - vini bianchi tranquilli”, un risultato che dà un indubbio lustro all’azienda ma che porta in alto il nome di tutta la doc veronese. <<Da questi risultati – sottolinea soddisfatto Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio di Tutela Vini Soave e Recioto di Soave – si evidenzia come la denominazione del Soave abbia fatto enormi passi avanti in tema di qualità. Ci dà particolarmente soddisfazione che sia una cantina cooperativa ad aver ottenuto questo brillante risultato perchè testimonia come la qualità sia una caratteristica ampiamente diffusa in tutta la nostra denominazione>>. Il Soave con questi risultati conferma il suo ruolo di leader tra i bianchi sia italiani che esteri. La denominazione veronese ha infatti raggiunto un elevato livello qualitativo già messo in evidenza dalle guide di settore: la guida Vini d’Italia 2007, Gambero Rosso e Slow Food editore ha infatti attribuito i blasonati “tre bicchieri” a ben sette Soave. La Guida Vini d’Italia 2007 – Guide dell’Espresso, ha invece premiato cinque aziende del Soave, mentre sono sei i Soave che hanno ottenuto la corona di migliore vino d’Italia secondo la Guida Vini Buoni d’Italia 2007 edita da Touring Club Italiano. .  
   
   
RINNOVA IL PACKAGING L’AMARO D’ABRUZZO JANNAMICO  
 
Rinnova il suo packaging l’Amaro d’Abruzzo Jannamico, pur mantenendo una forte continuità d’immagine con la sua veste classica, che ne fa da sempre uno dei liquori più tradizionali e più apprezzati della sua regione. La ricetta dell’Amaro d’Abruzzo Jannamico nasce tra le colline abruzzesi a Villa Santa Maria, in provincia di Chieti, per opera del Cavalier Francesco Jannamico – il fondatore dell’azienda omonima, costituita nel lontano 1888. Da allora l’Amaro d’Abruzzo Jannamico ha conquistato 18 riconoscimenti e onorificenze internazionali: il liquore viene preparato con la stessa cura e con lo stesso amore di un tempo, e la sua formula si tramanda immutata di generazione in generazione. Corposo e scuro, l’Amaro d’Abruzzo Jannamico ha un delicato profumo di agrumi ed è ricchissimo di sfumature di sapori. Per la sua pienezza di contenuto e per le sue inconfondibili caratteristiche è adatto alle più svariate occasioni di consumo. È ottimo dopo il pasto e sul gelato, ed è squisito punch aromatico con l’aggiunta di acqua calda; è infine piacevolmente dissetante con l’aggiunta di scorza di limone e di seltz. La sua gradazione è 35% vol. L’amaro d’Abruzzo Jannamico è distribuito dalla Fratelli Rinaldi Importatori Spa di Bologna (tel. 051 4217811, fax 051 242328, e-mail info@rinaldi. Biz). .  
   
   
S.A.R IL PRINCIPE CARLO ILLUSTRA L’ETICHETTA DELLO CHÂTEAU MOUTON ROTHSCHILD 2004  
 
Questa annata celebra il centenario dell’Entente Cordiale tra Francia e Inghilterra Classificato Premier Cru nella regione di Bordeaux, Château Mouton Rothschild è considerato uno dei più grandi vini al mondo ed appartiene oggi alla Baronessa Philippine de Rothschild e ai suoi eredi. Fin dal 1945, l’etichetta di ciascuna annata del Mouton è realizzata da un’opera originale di un pittore contemporaneo e viene generalmente dedicata alle vigne, al vino oppure, occasionalmente, per celebrare eventi storici. È questo il caso dell’annata 2004 in cui ricorse il centenario dell’Entente Cordiale, patto firmato l´8 aprile 1904 tra Francia e Regno Unito per il riconoscimento dei possedimenti in Africa. Al di là dell´obiettivo immediato di regolamentare l´espansione coloniale, la firma di questo accordo segnò la fine di secoli di contrasti e conflitti tra le due Nazioni e l´inizio di una pacifica coesistenza che arriva fino ai giorni nostri. Un grande ruolo ebbe in questa vicenda il re Edoardo Vii. Una tappa così importante nelle relazioni franco-britanniche ha dato luogo nel 2004 a numerose manifestazioni di commemorazione, coronate dalla visita ufficiale dei due capi di Stato. Nello stesso spirito la Baronessa Philippine de Rothschild ha chiesto a S. A. R il principe Carlo, principe di Galles e diretto discendente di Edoardo Vii, di dedicare all’etichetta del Mouton Rothschild 2004 uno dei suoi acquerelli. La richiesta è stata accettata di buon grado dal principe Carlo che ha realizzato un dipinto ispirandosi ad un paesaggio tipico della regione di Bordeaux ed ha voluto aggiungere di propria mano le parole: “To celebrate the 100th Anniversary of the Entente Cordiale – Charles 2004”. Si stagliano contro l’azzurro del cielo e muovono i loro rami gli alberi di pino rappresentati sull’etichetta dello Château Mouton Rothschild 2004 come a rappresentare il frutto delle nozze feconde tra il sole e la terra, gli stessi elementi da cui nascono le vigne della regione di Bordeaux. Dalla primavera 2007, D&c che importa e distribuisce in esclusiva per l’Italia i vini Baron Philippe de Rothschild avrà a catalogo l’annata 2004 con questa originale etichetta. Distribuito da Bologna Chateau Mouton Rothschild Classificato Premier Cru, Château Mouton Rothschild occupa 84 ettari di vigne a Pauillac, nel Médoc, a nord-est della città di Bordeaux, dove sono piantati vitigni tipici della regione: Cabernet Sauvignon (77%), Cabernet-franc (12%), Merlot (9%), Petit Verdot (2%). Questo Premier Cru beneficia di condizioni naturali eccezionali, tanto per la qualità del suolo che per l’esposizione al sole. Château Mouton Rothschild è oggetto di cure meticolose che, dall’uva alla bottiglia, associano il rispetto della tradizione alle più moderne tecniche: enologi altamente qualificati, vignaioli responsabili di ciascuna frazione dei terreni, vendemmie effettuate manualmente con l’uva raccolta in cassette, vinificazione in tini di legno, invecchiamento del vino in barriques di quercia. Il Millesimato 2004 Il 2004 resterà nella memoria come l’annata più secca dal 1962. Questa caratteristica idrica si manifestò in inverno e proseguì fino alla primavera, mentre le piogge che comparvero da agosto a settembre apportarono alla vigna l’acqua necessaria alla sua alimentazione e favorirono la colorazione dei frutti. Un magnifico mese di settembre permise la maturazione delle uve Merlot fino alla raccolta che ebbe inizio il giorno 29. Al fine di favorire tutte le potenzialità aromatiche che questo millesimo prometteva, il seguito della vendemmia fu ritardato. La raccolta delle migliori partite di uve Cabernet-sauvignon riprese in condizioni eccezionali di sole e con temperature al di sopra delle medie stagionali. La vendemmia si chiuse il 15 ottobre. Dopo 18 mesi di barriques il vino presenta un bel colore intenso, quasi nero con nuances bue. Al naso è complesso con note di mora, di ribes e anche qualche tocco affumicato che rivela un passaggio in legno discreto. All’attacco ampio e generoso, i tannini ricoprono con finezza una struttura aromatica di liquirizia, caffè e vaniglia. Il finale lungo, fresco e fruttato, rivela delle note tostate. Nell’insieme è un vino di grande eleganza. L’arte Nell’etichetta Ogni anno dal 1945, l’etichetta dello Château Mouton Rothschild è illustrata con l’opera di un pittore contemporaneo. Già nel 1924 il Barone Philippe de Rothschild (1902-1988) padre della Baronessa Philippine, per salutare la prima “mise en bouteilles au château” aveva chiesto al famoso illustratore Jean Carlu di realizzare l’etichetta del Mouton. Questa iniziativa, forse troppo precoce, rimase però senza seguito. Nel 1945, questa volta per celebrare la pace riconquistata, il Barone Philippe de Rothschild decise nuovamente di decorare l’etichetta del millesimato con una”V”, l’iniziale della parola vittoria, disegnata da Philippe Jullian. Da questa circostanza eccezionale nacque una tradizione che, a partire dal 1946, si ripete ogni anno con un diverso artista invitato a creare un’opera unica per decorare questa etichetta. Nei primi anni il Barone scelse gli artisti tra i suoi amici personali, tra i quali: Jean Hugo, Léonor Fini, Jean Cocteau ed altri. Nel 1955, Georges Braque accettò di illustrare il millesimato. A lui si unirono in seguito i più grandi artisti della nostra epoca: Dali, César, Miró, Chagall, Piacasso, Warhol, Soulages, Bacon, Balthus, Tàpies ecc. Così si è creata una originale collezione che si arricchisce ogni anno di una nuova opera. Responsabile della scelta degli artisti è diventata dal 1980 la Baronessa Philippine, che è anche proprietaria del Mouton. La libertà creativa degli artisti è pianamente rispettata, anche se molte delle opere si ispirano a temi comuni, come: la vigna, il piacere del bere, l’emblema dell’ariete che caratterizza la Maison ed altri. Chi dipinge l’etichetta non riceve un compenso in denaro, ma casse di Mouton Rothschild e ciò contribuisce a fargli considerare questo vino un po’ come il loro “personale” millesimato. Da una ventina d’anni, per volere della Baronessa, questa raccolta di etichette è diventata una vera e propria collezione d’arte dal nome “Mouton Rothschild, l’Art et l’Etiquette” che viene accolta in numerosi musei nel mondo. .  
   
   
VERTICELLI, AL VINITALY I SAPORI DELL´ABRUZZO  
 
 "Il Vinitaly è una nuova tappa nel percorso di promozione dei prodotti abruzzesi intrapreso da tempo, allo scopo di promuovere anche l´immagine della nostra regione, facendo affidamento soprattutto su un gioco di squadra, che vede assieme all´assessorato all´Agricoltura l´azienda Arssa, l´azienda Aptr, il Centro interno delle Camere di commercio d´Abruzzo e l´Enoteca regionale". Con questa premessa l´assessore all´Agricoltura, Marco Verticelli, ha annunciato stamane che l´Abruzzo sarà presente a Verona da giovedi prossimo 29 marzo a lunedi 2 aprile alla 41esima edizione del Vinitaly e alla 13esima del Sol, le due rassegne internazionali più importanti dedicate al vino e all´olio di oliva di qualità. "La presenza dell´Abruzzo al Vinitaly è segno di continuità del progetto avviato l´anno scorso - ha ricordato l´assessore - il ruolo delle istituzioni coinvolte in questa esperienza è quello di creare le condizioni per accompagnare con efficienza organizzativa e promozionale l´impegno dei nostri produttori". Particolare attenzione sarà riservata nello stand abruzzese al Montepulciano d´Abruzzo con una degustazione offerta giovedi pomeriggio dalla delegazione delle Donne del Vino Abruzzo e Molise, un omaggio alle produttrici abruzzesi del vino sempre più numerose. Una nuova degustazione sarà dedicata al Montepulciano d´Abruzzo nella mattinata di venerdi. Sabato invece nella sala conferenze del padiglione Abruzzo si terrà una degustazione degli olii dop abruzzesi: Aprutino-pescarese, Teatino e Pretuziano delle colline Teramane. Domenica 1° aprile la degustazione conclusiva del Montepulciano d´Abruzzo delle colline Teramane sarà accompagnata dalla presentazione della guida "Terra&amore, itinerari del vino nelle colline teramane". Molto cospicuo è stato l´investimento messo in campo in quest´occasione in fatto di spazi che l´Abruzzo utilizzerà, cresciuti di oltre 200 metri quadrati rispetto allo scorso anno e in fatto di comunicazione. .  
   
   
VINITALY, UNA VETRINA PER LE ECCELLENZE DELL´ENOLOGIA LAZIALE  
 
Aumenta la qualita´, anno dopo anno, del vini del Lazio e crescono i numeri del vigneto regionale. Di fatturato: un valore di 250 milioni di euro, con un giro d´affari solo su Roma pari a 10 milioni di euro; di produzione, con 33 milioni di bottiglie; di peso (10%) sul settore agricolo regionale; di presenza (90,5%) nella carta dei vini nei ristoranti di territorio; infine, di partecipazione, con 86 aziende laziali presenti al Vinitaly, dal 29 marzo al 2 aprile, nel padiglione ´Palatium´ della Regione Lazio curato da assessorato all´Agricoltura e dall´Arsial. ´´Una qualita´ che conta - ha detto l´assessore regionale Daniela Valentini alla conferenza stampa sul Vinitaly - e che piace sempre di piu´ ai ristoratori del Lazio che, come evidenzia una ricerca commissionata dall´Arsial, propongono ora piu´ volentieri al cliente con una scelta del numero di etichette sempre piu´ varia e in costante aumento´´. Qualita´/prezzo, oltre alla tipicita´ di produzioni inscindibilmente legate al territorio, si caratterizzano anche per una capacita´ di essere interpretati in una cucina non tradizionale che li rende estremamente versatili in tavola e connotati da nuovi abbinamenti. Nella vetrina espositiva al Vinitaly il sistema-Lazio, in oltre 2500 mq, propone anche menu con i sapori di Roma, di Latina, della Ciociaria e della Tuscia nel ristorante gestito dall´enoteca regionale, 23 degustazioni tra cui spicca la verticale di nove anni di Latour, 13 convegni-evento su strategie d´impresa ed enoturismo, un concorso enologico e viaggi sensoriali lungo le strade del vino. Alle etichette laziali, si affiancheranno ´Le acque dei Cesari, area dove le 12 storiche acque di Roma e del Lazio saranno in vetrina e degustate in un percorso di qualificazione e guida al consumo. .  
   
   
"BEVIAMOCI SOPRA" MOSTRA PROGETTO DI QUADRI E BICCHIERI CURATA DA PHILIPPE DAVERIO AL CASTELLO DI GRUMELLO  
 
 Anche quest´anno il Castello di Grumello ospita una mostra curata da Philippe Daverio, che verrà inaugurata domenica 1 aprile 2007, giornata di riapertura dei castelli lombardi al pubblico. Tema di quest´anno è `Beviamoci sopra" , una rassegna di artisti temporanei che si sono ispirati al vino, al bere e ai bicchieri. Nelle sale del Castello sono ospitate opere di Benedetta Bonichi, Bruno Bordoli, Raffaele Bueno, Momò Calascibetta, Enrico Clausetti, Natalie Dupaquier, Claus Joan, Luca Leonelli, Max Marra, Ettore Moschetti, Gaetano Orazio, Orazio Ravel, Lorenzo Pietrantoni, Paolo Poggioli, Adriano Pompa, Giovanni Ragusa, Lapo Sagramoso, Fabrizio Soldini, Vincenzo Sorrentino, Fabius Tita. Accanto ai quadri sono esposti bicchieri realizzati da Andrea Ziolio, maestro vetraio di Murano, e altri calici moderni e antichi di Murano e non. Introduce la mostra un breve excursus nella storia dell´arte con un video che illustra come il tema abbia ispirato moltissimi artisti del passato. La mostra progetto è nata dalla collaborazione con Jean Blanchaert, Elena Agudio e Roberta Gaito e con il contributo di studenti del corso di Design del Politecnico di Milano, che hanno realizzato il video introduttivo alla mostra. La mostra rimane aperta fino al 1 maggio ed è visitabile la domenica pomeriggio dalla 15 alle 18 o altri giorni festivi previa prenotazione al 348/3036243, unitamente alla visita guidata del Castello e delle cantine e degustazione dei vini. Ingresso € 7,50 Chi la visita la domenica 1 aprile, riceve in omaggio la Castelli Pass, che dà diritto ad avere uno sconto sull´ingresso al circuito degli oltre 40 Castelli dell´Associazione Castelli e Ville aperti in Lombardia. Per ulteriori informazioni: cell. 348/3036243 www. Castellodigrumello. It .  
   
   
IL CONSORZIO TUTELA VINI DEL PIAVE AL 41° VINITALY CON TRE IMPORTANTI METE ACQUISITE  
 
 Due nuovi nomi nella Doc Piave. Due nuovi successi per il relativo Consorzio di che ha ottenuto il riconoscimento della tipologia “Superiore” per il suo Raboso e che ha trovato il supporto necessario per definire l’anomala posizione del vitigno Carmenere. E in più, un grande progetto che prende le mosse: la zonazione viticola dell´area Doc Piave, che fornirà importanti strumenti utili per l’ottimizzazione delle risorse viticole del territorio. Procediamo con ordine, facendoci illustrare da Pierclaudio De Martin - presidente del Consorzio di Tutela Vini del Piave – e da Antonio Bonotto, suo vicepresidente - i risultati ottenuti. A cominciare dalla zonazione che, secondo De Martin :“E’ un’opportunità realizzata grazie alla Regione Veneto, un progetto senza precedenti nella zona che consentirà un’analisi precisa ed approfondita della realtà vitivinicola del Piave. Proprio in questi giorni stiamo passando dalla fase progettuale a quella operativa che durerà le prossime quattro campagne agrarie, ossia un arco di tempo sufficiente ad acquisire risultati attendibili. E sono certo che i nostri produttori, al termine di questa indagine delle relazioni tra vitigno, ambiente e qualità dei vini, avranno tutti gli strumenti necessari per ottenere risultati davvero importanti”. Da un’operazione appena iniziata, ad una andata in porto con successo dal Consorzio, ossia l’importante modifica al disciplinare dei vini Piave Doc che ha introdotto la tipologia “Raboso Superiore”. “Si tratta– spiega De Martin - di una denominazione che definirà, dalla vendemmia 2006, le produzioni di Raboso Piave che si sono attenute a precise e restrittive regole, tanto in vigneto quanto in cantina, dettate dal nuovo disciplinare. Abbiamo voluto che nascesse il Raboso Superiore per conferire al Raboso Piave una sorta di titolo di merito, anche alla luce della rivalutazione di questo vigneto operata da alcuni tenaci ed appassionati produttori, che hanno fatto sì che con il Raboso i vini del Piave trovassero una sorta di “bandiera” capace di comunicare ad un pubblico molto vasto e di attirare l’attenzione di critici e consumatori verso tutta la produzione del Piave. Ora che lo strumento “Superiore” è a disposizione di chi vorrà attenersi alle nuove regole, sono certo che il Raboso potrà ottenere ulteriori e grandi gratificazioni”. "Ma va anche ricordato che all´interno della Doc Piave il Raboso – sottolinea De Martin - rappresenta "numeri" pressoché irrisori: è più nello spirito che nella sostanza che il Raboso Piave, anche se Superiore, rappresenta i vini del Piave. ” Molto più significativa in termini “numerici” è la collaborazione che il Consorzio ha ottenuto dalla Regione del Veneto per la definizione della paradossale situazione del vigneto Carmenere, antica varietà bordolese arrivata nel Nordest italiano assieme al Cabernet Franc nell’Ottocento e presto confusasi con quest ultimo. Non tanto dai viticoltori, che sanno ben distinguere quest’uva a lungo definita “Cabernet franc italiano”, quanto dalla Legge, che ne ha lungamente vietato non solo l’utilizzo per ricavare vini che ne dichiarassero il suo nome in etichetta, ma anche la coltivazione di uve così denominate. “Così abbiamo prodotto una non irrilevante quantità di Carmenere annegandolo nel mare magnum del Cabernet Franc - commenta il vicepresidente del Consorzio, Antonio Bonotto – mentre il successo di alcuni vini cileni realizzati da questo vitigno ha segnare una sua autentica rinascita”. E in un periodo in cui i vitigni autoctoni sono sempre più apprezzati e ricercati, i vignaioli del Piave hanno dovuto “nascondere” questo peculiare prodotto. E’ ancora Bonotto a spiegare che “sin dal 1991, ossia da quanto l’Istituto Sperimentale per la Viticoltura ha chiarito l’identità del Carmenere, è stato avviato l’iter per ottenere l’autorizzazione all’impianto di questo vitigno con il suo vero nome. Adesso la Regione del Veneto sta mandando avanti una riforma d’ufficio del disciplinare che renderà molto più agevole il completamento del percorso burocratico, e che vorremmo consentisse ai viticoltori interessati d’autocertificare il possesso di vigneti di Carmenere, per la veloce iscrizione degli stessi nell’apposito registro”. Con questi tre importanti fiori all’occhiello il Consorzio Tutela Vini del Piave si presenta al 41° Vinitaly, con ben 32 aziende associate presenti, con grande ottimismo sul futuro dei vini del Piave. .  
   
   
FONTANA DI PAPA PORTA AL VINITALY 2007 LA CULTURA, IL SOCIALE E LO SPORT. PRESENTATA ANCHE LA NUOVA LINEA DI VINI "U - YOU", TRA DESIGN ED EDUCAZIONE A BERE RESPONSABILMENTE  
 
Anche quest´anno Fontana di Papa arriva al Vinitaly con molte novità, presentando sia un progetto di responsabilità sociale di impresa sia una nuova linea di vini: You. Continua quindi la scelta di Fontana di Papa di utilizzare i budget che in passato erano utilizzati per testimonials del mondo dello spettacolo, per iniziative sociali, culturali e sportive, con particolare attenzione al territorio. Meglio anni scorsi nello stand di Fontana di Papa sono passati l´arbitro Pierluigi Collina e la soubrette Matilde Brandi. Ma dallo scorso anno il budget e´ stato utilizzato in modo diverso: nel 2006 per il restauro della Chiesa della Madonna de Noantri a Trastevere, un pezzo di storia e tradizioni di Roma e d´Italia. Nel 2007 per sostenere un progetto sociale, "Regaliamo un sorriso", che ha portato giocattoli ad alcune centinaia di bambini delle case famiglia del Lazio, ma anche per sostenere il Rally delle Ronde ed il Memorial Karol Wojtyla di Canoa. " La nostra non e´ stata una scelta episodica: il budget di comunicazione dell´azienda dello scorso anno e del 2007 e´ stato in grande parte utilizzato per iniziative sociali, culturali e sportive. Noi siamo una Cantina Sociale, quindi una cooperativa che riunisce circa 200 soci della zona dei Castelli Romani, abbiamo quindi nella nostra natura un aspetto sociale, che rappresenta un territorio. Scegliere quindi di seguire un progetto di responsabilità sociale, non e´ solo una opzione, una strategia di comunicazione, ma espressione di un modo di essere impresa, di fare impresa. La Cantina Sociale non ha scopi di lucro, ma ridistribuisce gli utili ai soci, pagando un prezzo equo per le uve, aiutando i piccoli coltivatori dell´area a rinnovare i propri terreni ed a migliorarne la qualità e la redditività. Quindi la finalità sociale e´ già la nostra principale "mission". – ha dichiarato Renato Negroni, Presidente di Fontana di Papa. " Ovviamente a tutto questo vogliamo accompagnare efficienza e qualità dei nostri prodotti. Oggi Fontana di Papa e´ leader in molte aree in Italia e nel mondo, siamo i primi esportatori di vino italiano in Canada e tra i primi in Germania e nell´Europa dell´Est. E per i prossimi mesi abbiamo in programma importanti iniziative di penetrazione commerciale all´estero, perché il modello di impresa sociale italiana, legata al territorio, alle sue tradizioni, alla sua identità, e´ anche un modello che può essere vincente a livello globale. " – ha continuato Negroni. Al Vinitaly 2007 sarà anche presentata la nuova linea di monovitigni "U-you". Una linea che coniuga alta qualità, prezzo contenuto, ma anche attenzione al design delle etichette e delle bottiglie, per rivolgerci ad un pubblico giovane, attento sia all´immagine che alla qualità del bere bene. U- You sarà una linea che potrà avere grandi risultati anche all´estero. Ed il nome non e´ stato scelto a caso: U-you sarà un vino giovane non solo per la qualità ed il prezzo, ma perché sarà coniugato con una iniziativa, anche questa, di re sponsabilità sociale, per sensibilizzare i ragazzi e la ragazze a bere bene, bere italiano e bere responsabilmente. " Anche su questo tema non potevamo non fare qualcosa: bere bene e bere italiano significa anche bere responsabilmente, con basse gradazioni alcoliche, senza mettere in pericolo se stessi e gli altri. Per questo U-you sarà, oltre che il nome della nostra nuova linea, anche il nome di un progetto che ci porterà nei locali notturni e nelle discoteche per sensibilizzare i ragazzi" – ha aggiunto Negroni. La linea U-you e´ composta da monovitigni, Chardonnay, Malvasia del Lazio, Syrah, Merlot. Una linea che comunque e´ anche destinata a riscuotere notevoli consensi sul piano della qualità. "Fontana di Papa ha conseguito numerosi riconoscimenti per i sui vini negli scorsi anni, a dimostrazione di una alta qualità media che abbiamo raggiunto e della nostra capacità di coniugarla con prezzi contenuti. Siamo convinti che anche nel 2007 non mancheranno ulteriori riconoscimenti per il nostro lavoro" – ha concluso Renato Negroni. .  
   
   
ZAIA, CASTELLETI E CASTELLUCCI A VINITALY PRESENTANO CONGRESSO MONDIALE OIV VERONA 2008 E LA RICCIARELLI CANTA I VINI DEL VENETO  
 
Venerdì 30 marzo, alle ore 12, nello stand del Veneto al Vinitaly di Verona (Padiglione 4 settori D4 – E4), il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia, il presidente di Veronafiere Luigi Castelletti, il Direttore Generale dell’ Organisation Internationale de la Vigne et du Vin Federico Castellucci con il vicepresidente dell’Oiv Micherle Borgo e rappresentanti del Ministero delle politiche agricole e forestali, presenteranno alla stampa il Xxxi Congresso Mondiale della Vigna e del Vino in programma a Verona nel giugno del 2008. Successivamente la soprano Katia Ricciarelli canterà in onore dei vini del Veneto. .  
   
   
VINITALY: SESSANTA AZIENDE VINICOLE E OLEARIE LIGURI A VERONA IN VETRINA IL MEGLIO DELLA PRODUZIONE DOC, IGT E DOP UNO STAND A DUE PIANI CON TANTI RICHIAMI TURISTICI, CURATO DALL´ENOTECA PUBBLICA DI LIGURIA E LUNIGIANA DI CASTELNUOVO MAGRA E UNO "SWEET POINT" DOVE GUSTARE LO SCIACCHETRÀ E I DOLCI DEL TERRITORIO  
 
Vini e olio extravergine di oliva di Liguria in vetrina a Vinitaly e a Sol 2007, la più importante fiera internazionale del settore, in programma a Verona da dopodomani, giovedì a lunedì 2 aprile. Su iniziativa dell´assessorato regionale alle Politiche per l´Agricoltura e l´Entroterra e in collaborazione con l´Unioncamere, la Liguria vinicola sarà presente a Vinitaly e Sol con una sessantina di produttori. Lo stand dei vini, a due piani, allestito anche in chiave di promozione turistica con grandi foto del territorio regionale, ospiterà una cinquantina di produttori e sarà curato dall´Enoteca pubblica della Liguria e della Lunigiana di Castelnuovo Magra. Ogni giorno è in programma l´iniziativa "Sweet Point", un angolo riservato alla stampa e ai degustatori riservata ai vini passiti e a una selezione di dolci di Liguria e altri appuntamenti di animazione curati dalle Camere di Commercio. I vini liguri Doc e Igt al centro di numerosi eventi e degustazioni in fiera a Verona sono : Cinque Terre, Vermentino e Bianco e Rosso dei Colli di Luni e Colline di Levanto, Pigato, Rossese e Vermentino della Riviera di Ponente, Bianchetta, Vermentino e il Ciliegiolo del Tigullio, Rossese di Dolceacqua e Ormeasco di Pornassio, Granaccia delle colline genovesi e savonesi, Lumassina. In vetrina, ovviamente anche lo Sciacchetrà, famoso vino da dessert delle Cinque Terre e il Moscato del Golfo del Tigullio. Altri vini Igt presenti a Vinitaly sono i Rossi del Golfo dei Poeti e dei Colli Savonesi e i vini delle Colline di Levanto. Altrettanto qualificata la rappresentanza dei produttori di olio extravergine di oliva Dop della Riviera Ligure. Una decina le aziende di produzione liguri che saranno ospitate al Sol, sempre nell´area fieristica di Vinitaly 2007, con il coordinamento del Consorzio di Tutela. L´edizione 2007 di Vinitaly e Sol, vede a fianco della Regione Liguria e di Uniocamere e delle quattro Camere di Commercio di Genova, La Spezia, Savona e Imperia Coldiretti, Confagricoltura e Confederaziome Italiana Agricoltori (Cia) che hanno aderito e sostenuto il progetto Liguria Qualità. Anche a Sol 2007 sono in programma numerose degustazioni. All´inaugurazione di Vinitaly e Sol, giovedì 29 marzo a Verona, sarà presente l´assessore alle Politiche Agricole della Regione Liguria Giancarlo Cassini. .  
   
   
UMBRIA AL “VINITALY”: MARCO E ARNALDO CAPRAI PRESENTANO SAGRANTINO BIANCO SPERIMENTALE E “VIRTUALE”  
 
 Montefalco - “Second Life”, il mondo digitale in “3D”, immaginato, creato e posseduto sul “web” dai suoi residenti, dove la compravendita di terreni e d’immobili virtuali ha già raggiunto un volume ragguardevole, contiene a partire da oggi anche una vigna e una cantina “Caprai”, dove agli abitanti del “mondo parallelo” sarà possibile trovare e degustare bottiglie di un “vino che non c’è”, o meglio, che non esiste ancòra, nel mondo reale, se non a livello di esperimenti: il “Sagrantino Bianco”. “La vigna non è che l’abbiamo pagata molto”, ha scherzato Marco Caprai, in una conferenza-stampa svoltasi a Montefalco presso la sede delle “Cantine”, nella quale, insieme al padre Arnaldo, ha presentato ai giornalisti un vero assaggio, in bicchieri da degustazione rigorosamente “ciechi”, del nuovo prodotto al quale l’azienda sta lavorando e i cui campioni sperimentali saranno presentati in anteprima al “Vinitaly” di Verona. “Abbiamo avuto l’idea – spiega – di far approdare il ‘Sagrantino bianco’, al quale stiamo lavorando, e che ancora non esiste in forma compiuta, nello spazio parallelo di ‘Second Life’, in modo da simulare ed anticipare il possibile sviluppo del vitigno e raccogliere preziose informazioni sulle reazioni del pubblico, anche se virtuale, alla novità: una sorta di prova generale – ha sottolineato – che rappresenta anche un nuovo modo di fare ‘marketing’ e comunicazione nel mondo del vino”. Al “Vinitaly” di Verona sarà dunque possibile assaggiare i primi campioni del ‘Sagrantino bianco’, in cui l’azienda ha impegnato la sua attività di ricerca: non si tratta – è stato spiegato nella conferenza-stampa – di un semplice clone, ma di un vero e proprio “individuo”, in possesso dello stesso “Dna” del Sagrantino, con l’unica, fondamentale differenza di avere gli acini bianchi. Dopo 18 anni di ricerche, portate avanti da un ‘team’ di 10 agronomi, coordinati dal professor Leonardo Valenti dell’Università di Milano, è stato ottenuto, attraverso la tecnica dell’ “autofecondazione”, un vitigno inesistente in natura, ma “latente” nei caratteri genetici del “Sagrantino. Dobbiamo investire in ricerca e nel futuro del Sagrantino – ha detto Valentino Valentini, sindaco di Montefalco -, andare oltre tutto quanto è stato fatto, perché ci sia uno sviluppo armonico e vantaggioso di tutto il territorio”. “Siamo entrati ormai – ha commentato Marco Caprai – nella ‘seconda fase’ dello sviluppo del Sagrantino, ed è sempre più necessario creare una sorta di ‘piramide qualitativa’, dove sviluppo locale e sviluppo globale vadano insieme, attraverso lo sviluppo dell’impresa, della ricerca e dell’innovazione”. .