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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Giugno 2007
COMMISSIONE EUROPEA: UN MILIARDO DI EURO DI INVESTIMENTI NELLE TECNOLOGIE DIGITALI PER INVECCHIARE BENE IN EUROPA  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - Per far fronte alle sfide poste dall´invecchiamento della popolazione europea, la Commissione ha adottato il 14 giugno un piano d´azione dal titolo "Invecchiare bene nella società dell´informazione". Il piano d´azione è accompagnato da un nuovo programma comune europeo di ricerca che farà salire a oltre un miliardo di euro gli investimenti nella ricerca sulle tecnologie dell´informazione e delle comunicazioni (Tic) destinate a migliorare la vita degli anziani in casa, sul lavoro e nella società in generale. Queste nuove iniziative dell´Ue aiuteranno i cittadini europei anziani ad essere attivi più a lungo e a rimanere indipendenti. La promessa è triplice: migliorare la qualità della vita degli anziani europei e la loro partecipazione alla società, offrire nuove opportunità per le imprese europee e creare servizi sociali e sanitari più personalizzati e più efficienti. "In Europa l´invecchiamento demografico costituisce una sfida per il mercato del lavoro e il sistema sanitario e assistenziale, ma offre nello stesso tempo un´opportunità economica e sociale. Le Tic forniranno prodotti nuovi e più accessibili e servizi rispondenti alle esigenze degli anziani", ha affermato Viviane Reding, Commissaria europea per la società dell´informazione e dei media. "Queste due iniziative permetteranno di sviluppare tecnologie digitali in grado di migliorare la vita quotidiana degli anziani e la loro partecipazione alla società e di creare nuove opportunità per l´industria europea. " Entro il 2020 il 25% della popolazione dell´Ue avrà più di 65 anni. Le spese per pensioni, sanità e assistenza a lungo termine saliranno, secondo le stime, al 4-8% del Pil nei prossimi decenni, con una triplicazione della spesa complessiva entro il 2050. I senior costituiscono però anche un´importante categoria di consumatori, che collettivamente dispone di un patrimonio di oltre 3 000 miliardi di euro. Le Tic aiuteranno sempre più gli anziani a rimanere attivi e produttivi più a lungo, a continuare a partecipare alla vita della società attraverso servizi in linea più accessibili e a godersi una vita più lunga, più sana e di qualità migliore. La maggioranza degli anziani non sa ancora sfruttare i vantaggi che offre l´era digitale, come comunicazioni a prezzi molto convenienti e servizi in linea che potrebbero rispondere ad alcune delle loro necessità reali: solo il 10% di loro usa infatti internet. Molte persone anziane, frustrate da problemi di vista, udito o mobilità, non se la sentono di avventurarsi nel mondo della società dell´informazione (il 21% degli ultracinquantenni). Per questo motivo il piano di azione approvato oggi persegue i seguenti obiettivi: superare le barriere tecniche e regolamentari che ostacolano lo sviluppo del mercato attraverso una valutazione del mercato e la promozione dello scambio di buone pratiche tra gli Stati membri; sensibilizzare e creare un consenso attraverso la collaborazione dei soggetti interessati nel 2007 e allestire un portale internet sulle buone pratiche; accelerare l´adozione delle tecnologie attraverso ad esempio progetti pilota e incentivi europei che premiano le applicazioni domotiche intelligenti e quelle che favoriscono l´autonomia delle persone; rafforzare la ricerca e l´innovazione grazie al sostegno immediato di un programma di ricerca congiunto pubblico/privato nel settore della domotica per categorie deboli, che intende favorire lo sviluppo di prodotti, servizi e sistemi innovativi basati sulle Tic al servizio di una popolazione europea sempre più longeva. Entro il 2013 l´Ue, gli Stati membri e il settore privato investiranno oltre un miliardo di euro in attività di ricerca e innovazione per invecchiare bene: 600 milioni di euro circa andranno al programma comune domotica per le categorie deboli, 400 milioni di euro circa al più recente programma quadro di ricerca dell´Ue (vedi Ip/06/1590) e circa 30 milioni quest´anno al programma europeo di sostegno alla politica delle Tic (vedi Ip/06/716). Il piano d´azione e il programma di ricerca permetteranno di migliorare la qualità della vita delle persone anziane, di risparmiare decisamente sui costi delle cure sanitarie e assistenziali e di creare una solida base industriale in Europa per lo sviluppo delle Tic per invecchiare bene. La stessa Europa potrebbe diventare un leader sul mercato delle tecnologie Tic per invecchiare bene e, con la globalizzazione del fenomeno dell´invecchiamento, è chiaro che un´industria europea all´avanguardia avrà grandi opportunità di espansione in tutto il mondo. Inoltre l´ambito di applicazione della ricerca destinata a sviluppare dispositivi più semplici e pratici e più facili da usare e da capire ha un potenziale di espansione molto più vasto. Informazioni generali - Invecchiare bene nella Società dell´informazione è un´iniziativa faro della Commissione europea destinata a promuovere una società europea dell´informazione inclusiva (vedi Ip/05/643), che fa parte integrante dell´iniziativa europea i2010 - Una società europea dell´informazione per la crescita e l´occupazione (vedi Ip/05/643). Nel 2005 la Commissione ha adottato una strategia sulla e-accessibilità (vedi Ip/05/1144) e nel 2006 gli Stati membri hanno approvato a Riga un´agenda politica per la e-inclusione (vedi Ip/06/769). Entro la fine del 2007 la Commissione adotterà una comunicazione sulla strategia futura per la e-inclusione. Informazioni supplementari http://ec. Europa. Eu/information_society/einclusion .  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO INVITA A RIVEDERE IL BILANCIO PER ASSICURARE I FINANZIAMENTI DELL´ L´ISTITUTO EUROPEO DI TECNOLOGIA (IET)  
 
 Bruxelles, 18 giugno 2007 - La commissione per i bilanci del Parlamento europeo ha dichiarato che il quadro finanziario dell´Ue deve essere rinegoziato per assicurare che l´Istituto europeo di tecnologia (Iet) venga finanziato in modo adeguato, . Trovare la modalità di finanziamento dell´Iet è un compito delicato, poiché tale finanziamento non è stato incluso nel quadro finanziario dell´Ue per il periodo 2007-2013, concordato in occasione del Consiglio europeo di dicembre. Attualmente la Commissione ha proposto di stanziare per il finanziamento dell´Iet fino a 1,5 Mrd Eur a valere sulla linea di bilancio «Competitività per la crescita e l´occupazione». Tuttavia, questa linea di bilancio è stata ridotta in modo sostanziale durante i negoziati che hanno portato all´accordo del Consiglio sul quadro finanziario e, tenuto conto di ciò, gli europarlamentari si sono mostrati riluttanti verso ulteriori tagli. Una delle modifiche chiave adottate all´unanimità dai parlamentari è stata proposta dall´eurodeputata ceca Nina Skottov. Essa invita il Consiglio ad «avviare i negoziati con il Parlamento sia per il finanziamento del consiglio di amministrazione dell´Iet, sia per il finanziamento delle Comunità delle conoscenze e dell´innovazione (Kic), impiegando tutte le possibilità offerte dall´Aii del 17 maggio 2006». Tale accordo contiene disposizioni per una revisione del quadro finanziario pluriennale. «La Commissione ha proposto una dotazione finanziaria indicativa per l´Iet di 2,367 Mrd Eur per un periodo di sei anni, a partire dal 1° gennaio 2008. Essa prevede un finanziamento proveniente da diverse fonti del bilancio Ue, che comporta una serie di rischi», ha affermato la sig. Ra Skottov , che ha spiegato le ragioni del suo emendamento. «In primo luogo, prendendo 308 Mio Eur dal margine della rubrica 1A (Competitività e crescita) non resterebbero risorse per altre iniziative. In secondo luogo, l´idea che 1,5 Mio Eur del finanziamento Iet provenga da altri programmi Ue, tra cui i Fondi strutturali, comporterebbe la riduzione di risorse finanziarie già scarse in queste linee di bilancio». Il parere della commissione per i bilanci sull´Iet ora verrà inoltrato alla commissione per l´industria che ha poteri decisionali sulla questione. Allo stesso tempo, Annette Schavan, ministro tedesco della Ricerca e presidente del Consiglio «Competitività» dell´Ue, desidera concludere un accordo di base sull´Iet con gli Stati membri, quando si incontreranno a Lussemburgo alla fine di questo mese. Sull´agenda della commissione per i bilanci compare anche Galileo. Quest´ultima ha chiesto alla Commissione di formulare una proposta rivista di regolamento per il finanziamento del sistema satellitare dell´Ue. Gli europarlamentari invitano inoltre a rivedere il quadro finanziario. «L´iet è un "must" per il Parlamento e desideriamo raggiungere un accordo in prima lettura», ha affermato Reimer Böge, presidente della commissione per i bilanci, in seguito al voto. «Per quanto riguarda Galileo, esigiamo che qualsiasi accordo sul finanziamento del sistema di navigazione satellitare venga concordato in una procedura di codecisione, e quindi con l´approvazione del Parlamento». La risoluzione su Galileo verrà messa al voto nella successiva sessione plenaria del Parlamento a Strasburgo. . .  
   
   
DESIDERIAMO AVERE IL VOSTRO PARERE SULLA POLITICA EUROPEA IN MATERIA DI RICERCA, AFFERMA POTOCNIK  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - «Desideriamo avere il vostro parere su come l´Europa possa migliorare la sua politica in materia di ricerca», ha dichiarato Janez Potocnik, commissario europeo per la Scienza, nel corso di un «town meeting» (assemblea cittadina), definito come raro esercizio di democrazia partecipativa dai suoi organizzatori, la rete informativa Science|business. Potocnik ha inaugurato la trasmissione interattiva via web riconoscendo che la frammentazione e la duplicazione degli sforzi dell´Europa nel campo della ricerca impongono una necessaria revisione del sistema di ricerca europeo se l´Europa vuole creare uno spazio di ricerca competitivo all´altezza di quelli degli Stati Uniti e del Giappone nonché dei paesi emergenti Cina e India. «Quanti milioni di euro sono spesi a favore di istituti di ricerca e di settori di ricerca analoghi?», ha chiesto il commissario ai partecipanti di università e organizzazioni professionali di 10 paesi europei. «Non ci possiamo permettere il lusso di perdere tempo e ora dobbiamo agire prontamente», ha osservato. Lo spunto per la manifestazione è stato il Libro verde della Commissione europea. «Nuove prospettive per lo Spazio europeo della ricerca», che si propone di ricevere osservazioni su una serie di proposte, quali il coordinamento dei bilanci nazionali a favore delle attività di R&s al fine di evitare duplicazioni e raggiungere economie di scala. Altri obiettivi chiave sono nuovi percorsi di carriera e cambiamenti dei regimi pensionistici per consentire agli scienziati di passare senza problemi da un istituto all´altro e dall´università all´industria e viceversa. Secondo Potocnik, l´idea principale del Libro verde non è inventare nuovamente il concetto di Spazio europeo della ricerca (Ser), ma creare l´ambiente adatto nel quale il Ser possa prosperare. Si tratta di introdurre una «quinta libertà» nell´Ue, ovvero la circolazione della conoscenza, che dovrebbe garantire un maggiore coordinamento sul continente e rafforzare la competitività. E proprio la circolazione dei ricercatori e della conoscenza è stato l´argomento principale trattato dal mondo accademico e dal settore privato durante la manifestazione. Per Joachim von Heimburg, direttore del dipartimento di R&s, innovazione e conoscenza (Europa, Medio Oriente e Africa) di Procter & Gamble, la questione della mobilità fra università e settore privato è problematica non a causa dell´aspetto finanziario, ma delle strutture decisionali. Il dottor von Heimburg ha inoltre fatto riferimento ai diversi sistemi di valori utilizzati nelle università e nel settore privato in Europa. Finché le università saranno più impegnate nella loro ricerca di conoscenza accademica e di documenti da pubblicare, l´interazione con il settore privato e la sua spinta all´innovazione e alla creazione di prodotti rimarrà difficile. Tuttavia, ha concluso offrendo una possibile soluzione: «Ritengo che i raggruppamenti nel campo dell´innovazione siano la scommessa migliore per promuovere la mobilità in Europa. » La questione della formazione nei centri universitari europei è stata sollevata da Andrew Herbert, amministratore delegato della Microsoft Research Cambridge. Herbert ha dichiarato che la società assumeva più dottori di ricerca formati negli Stati Uniti che in Europa a motivo della loro gamma di competenze e della loro esperienza più ampie. Pertanto, «Che cosa si può fare per aumentare il livello di conoscenza interdisciplinare dei dottori di ricerca europei al fine di renderli più competitivi?», è l´interrogativo posto. La successiva questione di rilievo proposta da Torbjorn Digernes, rettore dell´Università norvegese di Scienza e tecnologia di Trondheim, nonché presidente del comitato per la ricerca del Consiglio norvegese per l´istruzione superiore, era incentrata su come la Commissione europea possa garantire che i paesi più piccoli e quelli associati non perdano terreno rispetto alle università e alle imprese più grandi nella corsa per ottenere una quota dei finanziamenti destinati a ricerca e sviluppo. Pur riconoscendo queste preoccupazioni, Potocnik ha osservato che programmi come le piattaforme tecnologiche europee (Pte) e le iniziative tecnologiche congiunte (Itc) sono completi, con un approccio dal basso verso l´alto. «Il mio consiglio è essere attivi e partecipare, perché ognuno crea la propria domanda», ha fatto presente il commissario. Come spesso accade, è stato sollevato il problema dell´eccessiva regolamentazione, della burocrazia e del livello di controllo e di presentazione di relazioni, questa volta da parte del professor Vlastimil Ruzicka, rettore dell´Istituto di tecnologia chimica di Praga. Potocnik ha illustrato brevemente i meccanismi contabili dell´Ue finalizzati a garantire la trasparenza e ha chiarito che non solo vi sono procedure più semplici nel contesto del Settimo programma quadro (7Pq), ad esempio per le piccole e medie imprese (Pmi) grazie al nuovo fondo di garanzia, ma anche nell´ambito del Consiglio europeo della ricerca (Cer) di recente istituzione. Sono state sollevate altre due questioni di maggiore attualità per l´Europa: l´Istituto europeo di tecnologia (Iet) e il problema attuale della formulazione di una normativa comunitaria sul brevetto europeo, che ravvicinerebbe i costi di deposito dei brevetti in Europa a quelli applicati negli Stati Uniti. Sebbene Potocnik abbia sottolineato che l´Iet rientra innanzitutto nella sfera di responsabilità del commissario per l´Istruzione Ján Figel´ e non nelle sue competenze, ha affermato di ritenerlo un´idea valida e ha paragonato parte della resistenza dimostrata riguardo ad essa a quella respirata in certi ambienti dove era stato proposto il progetto del Cer. «E adesso guardate l´entusiasmo che il Cer ha suscitato sin dal suo lancio», ha dichiarato Potocnik. Sulla questione del brevetto comunitario, Potocnik si è espresso in linea con le osservazioni di altri, sostenendo che: «È deplorevole che gli Stati membri non siano stati in grado di raggiungere un accordo sulla questione e ritengo che la faccenda dovrebbe essere affrontata non appena possibile. » Ha infine accettato di rispondere alle domande poste e alle questioni sollevate durante il «town meeting» attraverso il sito web dell´organizzatore Science|business, che presenterà una relazione di sintesi finale al commissario nell´ambito del processo di consultazione. Per quanto riguarda il Libro verde, è possibile presentare osservazioni fino ad agosto 2007. La Commissione raccoglierà poi le proposte concrete che saranno inserite nei programmi della Slovenia non appena assumerà la Presidenza dell´Ue all´inizio del 2008. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Sciencebusiness. Net/readers_forum/townhall. Php Per maggiori informazioni sul Libro verde consultare: http://ec. Europa. Eu/research/era/index_en. Html .  
   
   
UNGHERIA: L’ECONOMIA UNGHERESE SI PREPARA ALL’EURO  
 
 Budapest, 19 giugno 2007 - Secondo il Budapest Business Journal, l’economia ungherese mostra segni di un netto rallentamento, dovuto alle misure di austerità attivate dal governo per entrare nell’eurozona. Gli aumenti delle tasse e i tagli ai sussidi statali, specialmente nel settore dell’energia, hanno giocato un ruolo cruciale nella diminuzione dei consumi interni. Il pacchetto di austerità è parte del piano del governo socialista per rispettare i criteri di debito nazionale, deficit e inflazione necessari per entrare nell’eurozona entro il 2009, con l’adozione dell’euro prevista per il 2013. La performance delle esportazioni è migliorata, ma i consumi nazionali sono scesi, a causa degli aumenti delle tasse e dei tagli dei sussidi statali. L’economia è cresciuta del 2,8% nel primo trimestre del 2007, rispetto ai 12 mesi precedenti, secondo quanto dichiarato dall’ufficio di statistica centrale, Ksh; la crescita nel 2006 è stata complessivamente del 4% su base annua. L’economia ungherese è cresciuta del 3,6% annuo nel quarto trimestre del 2006, e dello 0,7% rispetto al periodo luglio-settembre, ma nel primo trimestre del 2007, il Pil è cresciuto dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. La crescita nei primi tre mesi del 2007 è stata supportata dall’aumento della produzione industriale (+ 9,1%), che ha contribuito all’aumento delle esportazioni (+ 17,6%). L’economia è, però, cresciuta più lentamente a causa dei consumi nazionali, calati dello 0,8% in seguito al pacchetto di austerità, attuato dal governo per far rientrare il debito pubblico (9,2% del Pil nel 2006), che è il più alto nell’Unione Europea. .  
   
   
BELGRADO, OGGI CONFERENZA PMI NEI BALCANI  
 
Belgrado, 18 giugno 2007 – Oggi a si terrà la Conferenza ´Smes Development in the Balkans - Technical and Financial Support for Smes in Serbia´, organizzato da Img e Cooperazione Italiana Serbia, con il supporto di Simest, Mondimpresa e Intesa Formazione. Il programma, reso noto da Informest, è pubblicato sulla pagina Internet http://www. Informest. It/newsletter/docs/2007/38/belgrado. Pdf .  
   
   
COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, L’EUROPA TRAINA L’EXPORT ITALIANO CRESCONO DEL 14,6% LE ESPORTAZIONI VERSO I MERCATI EUROPEI CONTRO LA MEDIA DEL 13,3%  
 
Roma, 18 giugno 2007 - Si consolida il contributo delle esportazioni italiane al processo di sviluppo del Paese e rafforziamo le nostre posizioni anche sui mercati di prossimità dell’Unione Europea, tanto che nei primi quattro mesi dell’anno i nostri scambi commerciali con i Paesi europei fanno segnare un attivo di 1,27 milioni di euro, contro un disavanzo di 1,43 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. In questa fase del ciclo cogliamo un rafforzamento sui mercati di prossimità, secondo quanto sottolinea Assocamerestero, che si riflette nel maggiore tasso di incremento delle esportazioni sui mercati europei rispetto a quelli extra europei. Sembra quindi che la ripresa di molti paesi in Europa stia orientando sui mercati più familiari le nostre esportazioni. E’ significativo infatti che nei primi quattro mesi le nostre esportazioni crescano più del 13% in Germania (nostro primo mercato di sbocco), del 9,2% in Francia, nostro secondo mercato, del 20% in Spagna, nostro quarto mercato dopo gli Stati Uniti. Si tratta di paesi che complessivamente fanno il 32% del nostro export. I saldi dei settori del made in Italy aumentano complessivamente di quasi 4 miliardi di euro rispetto a quelli dello scorso anno, pari quasi il valore della diminuzione del saldo negativo della nostra bilancia commerciale. A trainare l’esportazioni sui mercati europei è l’aumento delle quantità vendute, oltre che della diffusione di prodotti a maggiore valore aggiunto al contrario di quanto accade al di fuori dell’Europa dove gli aumenti sono largamente dovuti alla crescita di prodotti a maggior valore aggiunto. Preoccupa invece la contrazione delle quantità sul mercato statunitense pari al 14,5% nel primo trimestre dell´anno. .  
   
   
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE - EPARTECIPAZIONE  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - La Commissione europea ha pubblicato un invito a presentare proposte nell´ambito dell´azione preparatoria «ePartecipazione». Obiettivo di ePartecipazione è sfruttare i vantaggi offerti dalle Tecnologie dell´Informazione e della Comunicazione per migliorare il processo legislativo e decisionale e per favorire una più ampia partecipazione pubblica a tutti i livelli della decisionalità governativa. Lo stanziamento di bilancio complessivo per il presente invito a presentare proposte è pari a 4,7 Mio Eur. Per informazioni dettagliate sulle modalità di preparazione e presentazione delle proposte. Http://ec. Europa. Eu/information_society/activities/egovernment_research/eparticipation/index_en. Htm .  
   
   
“HOW TO DESIGN AND ORGANIZE PUBLIC DELIBERATION?”: SCIENZA E PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA: UN RAPPORTO DIFFICILE. SE NE DISCUTERÀ A PROCIDA DAL 18 AL 21 GIUGNO  
 
Procida, 18 giugno 2007 - I dati sono allarmanti: l’Italia ha sempre meno ricercatori e siamo all’ultimo posto in Europa, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Commissione Europea, per numero di lettori di argomenti scientifici su quotidiani, riviste e internet, e agli ultimi posti per utilizzo regolare di computer e internet. Gli italiani rispetto agli europei usano e imparano con disinvoltura a utilizzare l’ultimo modello di telefono cellulare o i programmi di download ma dilaga, sempre più, l’analfabetismo scientifico. Di questo e di casi nazionali e internazionali in cui i cittadini sono stati chiamati ad esprimere la loro opinione su temi scientifici di scottante attualità, dallo stoccaggio dei rifiuti tossici alle nanotecnologie, agli Ogm e ai carburanti alternativi, se ne discuterà dal 18 al 21 giugno a Procida nell’ambito del seminario “How to design and organize public deliberation?” (“Come progettare ed organizzare le decisioni pubbliche”) promosso dalla Fondazione Idis-città della Scienza, diretta da Luigi Amodio. Dopo l’edizione di Dresda nel 2006, lunedì 18 Giugno partirà il secondo Workshop dedicato alla realizzazione del progetto Cipast (Citizen Participation in Science and Technology) curato da Guglielmo Maglio. Lo scopo di tale progetto è quello di incoraggiare la partecipazione attiva dei cittadini nelle politiche della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica. Aprirà i lavori, che inizieranno alla chiesa di S. Giacomo a Procida lunedì 18, il Presidente della Fondazione Idis-città della Scienza Vittorio Silvestrini, , a cui seguiranno gli interventi del coordinatore del progetto Cipast e direttore dello Sviluppo culturale della Citè des Sciences della Villette di Parigi Roland Schaer e del direttore della Ricerca dell’Istituto Francese Inra Pierre Benoit Joly. Il workshop si articolerà in più momenti, dando spazio anche a gruppi di lavoro, con l’ unico intento, realizzare un esteso network di attori europei coinvolti nelle procedure di partecipazione. I lavori si concluderanno poi a Città della Scienza giovedì 21 giugno con un incontro nel quale saranno presentati i progetti elaborati dai gruppi di lavoro. L’obiettivo dell’incontro procidano sarà creare un vero e proprio network d’informazione mettendo a disposizione, di tutti i partners che parteciperanno, gli strumenti adatti, per dar vita ad iniziative partecipative in tutta Europa. I vari appuntamenti previsti nella settimana che va dal 18 al 21 di Giugno, vedranno la pertecipazione di importanti studiosi del mondo scientifico, che animeranno il dibattito favorendo la circolazione delle informazioni sulle attività scientifiche di maggior rilievo nel quadro del coinvolgimento della società civile. “Occorre un rapporto più stretto tra scienza e società – ha dichiarato il Presidente della Fondazione Idis- Città della Scienza Vittorio Silvestrini- presupposto necessario per lo sviluppo economico e più in generale per il benessere. D’altra parte, ricerca e innovazione rischiano di perdere un’effettiva possibilità di impatto se non si integrano con le diverse aree di creatività ed esperienza pratica. La sfida è, quindi, quella di concretizzare il dialogo tra scienza e società, tra innovazione e territorio attraverso le intelligenze, le passioni e le esperienze di scienziati, artisti, filosofi; di renderlo così più comprensibile e affascinante ai cittadini”. .  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI APRILE 2007  
 
 Roma, 15 giugno 2007 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di aprile 2007. Fabbisogno del settore statale del mese di aprile 2007
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 29. 510
Spese 38. 928
di cui: spesa per interessi 2. 435
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) -9. 418
Copertura
Totale 9. 418
Titoli a breve termine 0
Titoli a medio-lungo termine 4. 494
Titoli esteri 258
Altre operazioni (1) 4. 666
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. ______________________ In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (Sdds) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito (Collegamento a sito esternohttp://dsbb. Imf. Org/). .
 
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 14 GIUGNO 2007  
 
Btp 4,00% Btp 4,00%
Scadenza 15. 04. 2012 01. 02. 2037
Cod. /tranche It0004220627/5 It0003934657/14
Imp. Offerto 2500 1500
Regolamento 18. 06. 2007 18. 06. 2007
Imp. Domandato 3684 2269
Imp. Assegnato 2500 1500
Prezzo aggiudicazione 97,58 83,85
Prezzo esclusione 95,658 81,046
Rendimento lordo 4,61 5,12
Variazione Rend. Asta prec. (*) 0,33 0,4
Rendimento netto 4,08 4,54
Riparto 59,951 12,619
Importo in circolazione (mln) 9500 20700
Riapertura (mln) 250 150
Prezzo nettisti 97,57737300 83,85000000
(*) raffronto con titolo di pari durata
Elaborazione Assiom
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EMISSIONE DI UN NUOVO BPT€I A 15 ANNI  
 
 Roma, 18 giugno 2007 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica di aver affidato a Barclays, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Société Générale Cib e Unicredit Group (Hvb) il mandato per il collocamento sindacato di un nuovo Btp€i a 15 anni, indicizzato all´inflazione dell´area euro - con esclusione dei prodotti a base di tabacco. La transazione sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato. Con l´introduzione della nuova scadenza a 15 anni, il Mef conferma il proprio impegno a completare la curva europea dei rendimenti reali. .  
   
   
ALBANIA: AD INTESA SANPAOLO L’80% DI AMERICAN BANK OF ALBANIA  
 
Tirana, 18 giugno 2007 - Il Consiglio di Supervisione della Bank of Albania ha approvato il trasferimento di un pacchetto di maggioranza dell’American Bank of Albania al gruppo italiano Intesa Sanpaolo Spa. Lo ha dichiarato l’agenzia Ata News, ripresa da Reporter. Gr. Il nuovo azionista dell’American Bank of Albania, Intesa Sanpaolo è un leader in Europa, ed intende creare un operatore di primaria importanza, capace di fornire importanti prodotti ai clienti e di competere in maniera efficiente nel settore bancario e dei servizi finanziari. Dopo l’approvazione del trasferimento, la struttura del capitale dell’American Bank of Albania è per il 20 % in mano dell’Albanian-american Enterprise Fund e per l’80% di Banca Intesa Sanpaolo .  
   
   
RIELLO INVESTIMENTI PARTNERS SGR: RAGGIUNTO IL PRIMO CLOSING A 65 MILIONI DI EURO  
 
Milano, 18 giugno 2007 – Il fondo di Private Equity Gate, promosso da Riello Investimenti Partners Sgr, ha raggiunto il primo closing con un valore complessivo del capitale raccolto presso investitori industriali e istituzionali di 65 milioni di Euro. La raccolta, che potrà salire fino a 70 milioni di Euro, ha superato significativamente il target minimo iniziale di 50 milioni di Euro. Hanno aderito alla raccolta circa venti rilevanti investitori industriali italiani, oltre ad operatori istituzionali rappresentati da Banca Aletti (Gruppo Banca Popolare di Verona), Banca Sella, Cattolica Assicurazioni, Cassa Nazionale Previdenza Ragionieri Commercialisti e Fondazione Cr Piacenza. La famiglia Riello partecipa al Fondo con un investimento pari a circa il 20% della raccolta complessiva. Riello Investimenti Partners impiegherà le risorse finanziarie raccolte dal fondo Gate per acquisire prevalentemente quote di controllo, senza escludere in principio partecipazioni di minoranza “protetta”, in aziende di piccola e media dimensione, industriali e di servizi con un fatturato compreso tra 25 milioni di Euro e 60 milioni di Euro, senza una specifica focalizzazione geografica. Il team di gestione sta valutando una serie di opportunità di investimento: in particolare sono in fase di trattativa due operazioni che potrebbero concretizzarsi già prima dell’estate. . .  
   
   
VENTIDUESIMA EDIZIONE DELL’OSSERVATORIO ASSOFIN – CRIF – PROMETEIA NEL 2006 RALLENTA LA CRESCITA DEL CREDITO ALLE FAMIGLIE A FINE 2006 LE CONSISTENZE DI CREDITO AL CONSUMO RAGGIUNGONO 90 MILIARDI DI EURO. LA CRESCITA DEI MUTUI IMMOBILIARI È INFERIORE A QUELLA DEL CREDITO AL CONSUMO (+12,5% RISPETTO AL 17%). SI CONFERMA LA TENDENZA VERSO UN GRADUALE MIGLIORAMENTO DELLA RISCHIOSITÀ COMPLESSIVA.  
 
Milano, 18 giugno 2007 -  Nel 2006 il mercato del credito alle famiglie evidenzia ritmi di crescita in graduale rallentamento rispetto al recente passato. Considerando il complesso degli operatori a fine 2006, il mercato ha registrato un incremento del +10,8%, a fronte del +12,4% nel 2005. La domanda di credito ha risentito di una dinamica più riflessiva del mercato immobiliare e della politica monetaria più restrittiva attuata dalla Bce, mentre ha ricevuto un importante sostegno dal miglioramento del ciclo economico, dall’evoluzione strutturale dei comportamenti finanziari delle famiglie nonché dalla continua innovazione e flessibilità dell’offerta. La componente del credito al consumo ha evidenziato una dinamica più vivace rispetto alle altre forme di finanziamento, pur presentando un moderato rallentamento dei ritmi di crescita. L’incremento delle consistenze nel comparto si è infatti attestato al +17%, inferiore di quasi quattro punti percentuali rispetto al dato di fine 2005, stabilizzando l’incidenza sul totale prestiti alle famiglie al 19% e raggiungendo 90 miliardi di euro. L’incidenza del credito al consumo sul Pil è invece passata al 6,1% del 2006, restando la più bassa nel confronto con i principali paesi europei. Il ricorso al credito al consumo continua a essere legato a fattori strutturali di medio periodo sia dal lato della domanda che dell’offerta. In particolare la domanda delle famiglie è favorita da fenomeni socio-demografici quali, ad esempio, la semplificazione dei nuclei familiari e la maggiore mobilità del lavoro. Si rileva inoltre che la maggiore flessibilità, visibilità e accessibilità del credito hanno concorso ad aumentare il ricorso allo stesso, specialmente nelle famiglie caratterizzate da una elevata cultura finanziaria. Nel comparto dei mutui immobiliari alle famiglie la crescita delle consistenze nel 2006 è stata pari al +12,5%, in rallentamento rispetto al +17,4% di fine 2005, raggiungendo una dimensione pari a circa 244 miliardi di euro. Il rallentamento della crescita è ascrivibile alla minore vivacità del mercato immobiliare, che mostra indicatori complessivi ancora in crescita, ma inferiori rispetto a quelli del biennio precedente. Inoltre, la politica monetaria progressivamente più restrittiva può avere in parte limitato la domanda di nuovi mutui, sebbene la flessione del ritmo di crescita del comparto sia anche in parte riconducibile alle politiche di gestione dei crediti adottate dagli operatori. Nel 2006 è proseguita, anche a causa dell’indebolimento dei driver congiunturali, la tendenza all’aumento degli importi erogati, l’allungamento delle scadenze e la diminuzione della quota di mutui a tasso variabile (dieci punti percentuali in meno rispetto al 2005). In entrambi i comparti (credito al consumo e mutui) e per tutti gli operatori, si conferma la tendenza verso un graduale miglioramento della rischiosità complessiva del credito alle famiglie, che si attesta a fine 2006 su valori più contenuti di quelli registrati a fine 2005 e nel 2004. Sono questi i principali dati che emergono dal rapporto dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, presentato ieri a Milano e giunto alla sua ventiduesima edizione. Il mercato del credito al consumo, le dimensioni e le tendenze - Nel 2006 i riassetti organizzativi in atto nei gruppi finanziari sembrano avere favorito la crescita del credito al consumo, anche attraverso le reti distributive bancarie, generando un ulteriore incremento della quota di mercato degli operatori specializzati (76,5% nel 2006 dal 75,5% del 2005). In particolare a fine 2006 l’ammontare complessivo delle consistenze di credito al consumo gestito dalle istituzioni finanziarie specializzate ha superato i 68,5 miliardi di euro; il valore per le banche generaliste è di 21 miliardi di euro con un incremento del +12,4% (rispetto al +13,9% del 2005). Le forme tecniche del credito al consumo - Nel corso del 2006 si è evidenziata una crescente focalizzazione verso il credito diretto e in particolare i prestiti personali e la cessione del quinto dello stipendio, forma tecnica favorita dall’ampliamento del bacino di clientela verso i dipendenti privati e i pensionati reso possibile dalla recente evoluzione normativa. Il flusso del credito al consumo erogato nel 2006 dalle banche generaliste ha quasi raggiunto i 15 miliardi di euro. La distribuzione per forma tecnica dei finanziamenti erogati dagli operatori generalisti conferma la concentrazione della loro attività nel segmento dei prestiti personali, che coprono quasi il 72% del credito erogato e hanno fatto registrare nel 2006 una progressione vicina al +30% (+17% nel 2005). Tale sviluppo è andato a discapito della componente finalizzata, la cui quota è in riduzione di due punti (13% del totale), anche se nel 2006 ha visto arrestare la propria flessione (+8%). Il peso relativo alle carte di credito rimane stabile, con una pausa di consolidamento a fronte della significativa crescita del 2005, mentre la componente della cessione del quinto dello stipendio scende al di sotto del 5% dei volumi erogati. Tale strumento è infatti meno utilizzato dalle banche generaliste. Il nuovo credito erogato nel corso del 2006 dalle istituzioni finanziarie specializzate è pari a circa 50 miliardi di euro. Ancora una volta sono state le forme di finanziamento dirette a trainare il mercato mentre per il credito finalizzato si registra un’evoluzione decisamente contenuta. I finanziamenti diretti complessivi (prestiti non finalizzati, carte revolving e prestiti contro cessione del quinto dello stipendio) arrivano a rappresentare una quota sul totale del nuovo credito erogato pari al 48% (era del 13% nel 1994). Tale evoluzione è stata determinata sia da precise politiche di offerta degli operatori sia da un graduale mutamento del comportamento dei clienti, che stabiliscono più facilmente un contatto con l’istituto erogante. I flussi di credito finalizzato - Analizzando i crediti erogati dalle istituzioni finanziarie specializzate per settori merceologici, i finanziamenti finalizzati ad acquisti nel settore della mobilità si configurano come la forma tecnica più consistente in termini di flussi erogati (41,6% del totale). Essi fanno comunque registrare una crescita contenuta (+3,7%) rispetto al +10,8% del 2005, trainata dai finanziamenti finalizzati per le auto nuove (+6,7%). Il segmento degli altri finanziamenti finalizzati (crediti erogati per gli acquisti in settori quali arredamento, elettronica ed elettrodomestici, ecc. ), che rappresenta una quota pari all’11% erogato, mostra una buona ripresa (+4,8%) rispetto alla lieve flessione del 2005 (-0,6%). Mentre i crediti finalizzati all’acquisto di arredo subiscono una battuta d’arresto, torna a crescere il credito destinato all’acquisto di elettronica ed elettrodomestici. Mostra invece una decisa ripresa (+13,9%) il credito connesso all’acquisto di altri beni e servizi. Il mercato dei mutui immobiliari - Il mercato dei mutui immobiliari alle famiglie ha registrato nel 2006 un incremento del +12,5% (+17,4% a fine 2005), con un graduale rallentamento rispetto all’ultimo quadriennio. In termini di consistenze, è stata raggiunta una dimensione pari a circa 244 miliardi di euro. Il rallentamento della crescita è ascrivibile alla minore vivacità del mercato immobiliare, che mostra indicatori complessivi ancora in crescita, ma inferiori a quelli del biennio precedente. Inoltre, la politica monetaria progressivamente più restrittiva ha in parte limitato la domanda di nuovi mutui, sebbene la flessione del ritmo di crescita sia anche in parte riconducibile alle politiche di gestione dei crediti adottate dagli operatori attuate attraverso le operazioni di securitisation e di cessione di mutui immobiliari, che sono state particolarmente intense nel corso del 2006 (circa 17 miliardi di euro le consistenze cartolarizzate). Nel 2006 è proseguita, anche a causa dell’indebolimento di elementi congiunturali, la tendenza all’aumento degli importi erogati, all’allungamento delle scadenze e alla diminuzione della quota di mutui a tasso variabile. Nel periodo 2003-2006 si rileva infatti un progressivo aumento delle quote delle classi di importo superiori a 100mila euro (dal 55% al 72%), a discapito di quelle di importo più ridotto. In parallelo si conferma un allungamento della durata dei contratti, tendenza che si accentua nell’anno appena passato. In particolare a fine 2006 diventa prevalente la classe di mutui di durata superiore ai 25 anni. Solo quattro anni prima la classe di durata a frequenza maggiore era quella compresa tra 16 e 20 anni. Per quanto riguarda le scelte circa la tipologia di tasso applicato, la quota largamente maggiore anche nel 2006 è relativa a operazioni a tasso variabile (64%). Va comunque evidenziato un deciso ridimensionamento di questa quota pari a 10 punti percentuali rispetto a fine 2005 a favore dei mutui a tasso fisso (21% del totale). L’aumento della concorrenza e la maggiore innovazione delle politiche di offerta in termini di flessibilità delle soluzioni finanziarie di rimborso hanno inoltre favorito l’allargamento del bacino di domanda verso lavoratori atipici, stranieri, anziani e giovani. In particolare, nel 2006 il numero di compravendite di abitazioni da parte degli immigrati è cresciuto del +12,9%. Da rilevare inoltre il crescente utilizzo del canale indiretto di distribuzione dei mutui immobiliari, costituito dall’intermediazione di brokers, promotori finanziari, agenti e tramite Internet. Nel 2006, infatti, attraverso questo tipo di canale è stato collocato il 40% dei flussi totali erogati, contro il 35% del 2003. La crescita del canale indiretto è stata favorita dall’ingresso sul mercato delle banche specializzate che hanno collocato tramite questo canale il 78% delle loro erogazioni, e si è concretizzata attraverso la partnership con reti commerciali specializzate presenti in modo capillare sul territorio. La rischiosità del credito al dettaglio - Il mercato del credito alle famiglie ha consolidato, nel 2006, la tendenza mostrata nel biennio precedente verso una graduale diminuzione della rischiosità complessiva. La somma dei tassi di sofferenza e di insolvenza grave e leggera mostra alla fine del 2006 valori più contenuti di quelli registrati a fine 2005 e 2004. Questo dato conferma l’elevata stabilità del mercato, frutto dei comportamenti sia degli intermediari sia delle famiglie, e il graduale contenimento della sua rischiosità. In particolare, la rischiosità complessiva del credito al consumo si riporta a dicembre 2006 sui valori minimali di giugno 2005 (5,8%), facendo rientrare il peggioramento del quarto trimestre del 2005 per tutte le sue componenti. Significativo il miglioramento del rischio complessivo nel biennio (-1,2 punti). Il tasso di sofferenza si è attestato a fine 2006 al 3,3% (valore più basso dell’intero biennio), pressoché stabile nei trimestri del 2006, ma con una diminuzione di 0,7 punti rispetto a dicembre 2004. Per quanto riguarda il mercato dei mutui, il livello di rischio complessivo si mantiene al di sotto del 5%, in significativa contrazione rispetto al 2004 (-1,3 punti), e il tasso di sofferenza si stabilizza nei trimestri 2006 all’1,5-1,6%. Il tasso di decadimento, per sua natura più sensibile all’evoluzione del mercato, dopo l’incremento registrato nella prima metà dello scorso anno, si è riallineato nel secondo semestre 2006 a livelli coerenti con quelli relativi al biennio precedente, per tutte le categorie di intermediari e per entrambe le componenti del credito alle famiglie. Il pericolo che la lunga recessione dei primi anni del decennio facesse emergere situazioni di criticità, non sembra dunque essersi finora materializzato. Le prospettive future - Nei prossimi anni il ricorso al credito delle famiglie dovrebbe continuare a rafforzarsi in linea con quanto accade negli altri paesi della Ue. La domanda di credito risulterà sempre più selettiva e attenta alle diverse proposte degli operatori, rispondendo sempre più a driver di tipo strutturale, mentre l’offerta si orienterà sempre più all’ampliamento del bacino di clientela e all’innovazione e flessibilità dei prodotti grazie all’evoluzione della concorrenza e della normativa. La crescita dei finanziamenti alle famiglie erogati dovrebbe attestarsi al +9,7% a fine 2007, al +8,3% nel 2008 e al +7,5% nel 2009. La dinamica di questo mercato privilegerà la componente del credito al consumo, che dovrebbe registrare un andamento più vivace rispetto alle altre forme tecniche. A fine 2009 la quota dei finanziamenti alle famiglie rappresentata dal credito al consumo dovrebbe attestarsi al 21,6% circa rispetto al 19% evidenziato nel 2006, mentre i mutui dovrebbero mantenere un’incidenza al di sopra del 52% in tutto il triennio in esame. Si prevede che il credito al consumo cresca a un ritmo del +14,5% nel corso del 2007 e del +12,5% medio nel biennio 2008-09, sostenuto dal rafforzamento dei driver strutturali di comportamento finanziario delle famiglie. Si stima inoltre che proseguirà la ricomposizione verso le forme di finanziamento diretto sia per gli operatori specializzati che quelli generalisti. Il comparto dei mutui immobiliari dovrebbe confermare nel 2007 il rallentamento evidenziato nel primo trimestre dell’anno, in cui ha registrato un incremento del +10,6%. Nel biennio successivo la crescita dovrebbe attestarsi al +8,7% nel 2008 e al +7% a fine 2009. La dinamica del mercato sarà soprattutto legata all’innovazione di prodotto, favorita dall’evoluzione della normativa, che dovrebbe tradursi in una maggiore flessibilità delle proposte di offerta e nella diffusione di nuovi prodotti con garanzia ipotecaria, finalizzati a soddisfare esigenze di liquidità. Non va tuttavia dimenticato il potenziale ampliamento del mercato verso la clientela straniera, i lavoratori atipici, i giovani e gli anziani. Si prevede inoltre che lo sviluppo del mercato del credito alle famiglie si caratterizzerà per il mantenimento di buoni livelli di qualità del credito, pur a fronte di una crescita in termini assoluti delle sofferenze. Nel comparto del credito al consumo ciò sarà riconducibile in parte alla ricomposizione dei portafogli verso scadenze e importi più elevati e forme tecniche più rischiose, e in parte all’aumento dei tassi di mercato, ma sarà peraltro contenuto dal progressivo miglioramento dei processi di scoring e di collection adottati dagli operatori. .  
   
   
ACE, IN ITALIA GRANDI POTENZIALITA’ DI SVILUPPO DEL RAMO DANNI NON AUTO MOGHRABI ALLA TAVOLA ROTONDA SUL MERCATO ASSICURATIVO ITALIANO ORGANIZZATO DA BUSINESS INSURANCE  
 
Milano, 18 giugno 2007 - Innovazione di prodotto e ricorso alla multicanalità sono le chiavi dello sviluppo del mercato assicurativo danni italiano, soprattutto non auto. Sono questi alcuni degli aspetti salienti dell’intervento di Jeff Moghrabi, Head of South European Region di Ace, multinazionale assicurativa quotata alla Borsa di New York e specializzata nel ramo danni industriali, che ha partecipato alla tavola rotonda organizzata da Business Insurance a cui hanno contribuito, tra gli altri, anche importanti esponenti del mondo delle imprese, dei broker, delle compagnie e delle associazioni di categoria come Anra (Associazione Nazionale dei Risk managers e responsabili Assicurazioni aziendali). Il mercato assicurativo italiano si è, infatti, presentato con luci ed ombre alla tavola rotonda organizzata dalla pubblicazione inglese su questo tema. Ciò che ne è emerso è che le imprese italiane, per la maggior parte di piccole e medie dimensioni hanno bisogni assicurativi crescenti (conseguenti, ad esempio, alle scelte di internazionalizzazione o di delocalizzazione produttiva) a cui la concorrenza tra compagnie e/o broker risponde con prezzi sempre più bassi e prodotti sempre più standard. E’ senz’altro un problema di cultura di risk management, ma non solo. “Le assicurazioni danni ( escludendo l’auto) in Italia pesano circa l % del Pil contro il 2% e oltre che si registra in altri paesi europei. ”, ha fatto notare Moghrabi, secondo cui “per avvicinarci a questi valori europei le compagnie assicurative italiane devono sviluppare un approccio consulenziale, modellando il prodotto sulle esigenze del cliente. Un’altra necessità è quella di semplificare il prodotto assicurativo partendo da condizioni di polizze chiare in modo da rispondere meglio ai bisogni assicurativi delle aziende che, comunque, difficilmente sorgono in maniera spontanea”. Per quanto riguarda, infine, il ricorso a canali alternativi per la distribuzione di prodotti assicurativi danni, ha concluso Moghrabi, le liberalizzazioni di Bersani costituiscono un’opportunità e ne favoriscono lo sviluppo. . .  
   
   
A FINE 2006 LE CONSISTENZE DI CREDITO AL CONSUMO RAGGIUNGONO 90 MILIARDI DI EURO. LA CRESCITA DEI MUTUI IMMOBILIARI È INFERIORE A QUELLA DEL CREDITO AL CONSUMO (+12,5% RISPETTO AL 17%).  
 
Milano, 18 giugno 2007 - Nel 2006 il mercato del credito alle famiglie evidenzia ritmi di crescita in graduale rallentamento rispetto al recente passato. Considerando il complesso degli operatori a fine 2006, il mercato ha registrato un incremento del +10,8%, a fronte del +12,4% nel 2005. La domanda di credito ha risentito di una dinamica più riflessiva del mercato immobiliare e della politica monetaria più restrittiva attuata dalla Bce, mentre ha ricevuto un importante sostegno dal miglioramento del ciclo economico, dall’evoluzione strutturale dei comportamenti finanziari delle famiglie nonché dalla continua innovazione e flessibilità dell’offerta. La componente del credito al consumo ha evidenziato una dinamica più vivace rispetto alle altre forme di finanziamento, pur presentando un moderato rallentamento dei ritmi di crescita. L’incremento delle consistenze nel comparto si è infatti attestato al +17%, inferiore di quasi quattro punti percentuali rispetto al dato di fine 2005, stabilizzando l’incidenza sul totale prestiti alle famiglie al 19% e raggiungendo 90 miliardi di euro. L’incidenza del credito al consumo sul Pil è invece passata al 6,1% del 2006, restando la più bassa nel confronto con i principali paesi europei. Il ricorso al credito al consumo continua a essere legato a fattori strutturali di medio periodo sia dal lato della domanda che dell’offerta. In particolare la domanda delle famiglie è favorita da fenomeni socio-demografici quali, ad esempio, la semplificazione dei nuclei familiari e la maggiore mobilità del lavoro. Si rileva inoltre che la maggiore flessibilità, visibilità e accessibilità del credito hanno concorso ad aumentare il ricorso allo stesso, specialmente nelle famiglie caratterizzate da una elevata cultura finanziaria. Nel comparto dei mutui immobiliari alle famiglie la crescita delle consistenze nel 2006 è stata pari al +12,5%, in rallentamento rispetto al +17,4% di fine 2005, raggiungendo una dimensione pari a circa 244 miliardi di euro. Il rallentamento della crescita è ascrivibile alla minore vivacità del mercato immobiliare, che mostra indicatori complessivi ancora in crescita, ma inferiori rispetto a quelli del biennio precedente. Inoltre, la politica monetaria progressivamente più restrittiva può avere in parte limitato la domanda di nuovi mutui, sebbene la flessione del ritmo di crescita del comparto sia anche in parte riconducibile alle politiche di gestione dei crediti adottate dagli operatori. Nel 2006 è proseguita, anche a causa dell’indebolimento dei driver congiunturali, la tendenza all’aumento degli importi erogati, l’allungamento delle scadenze e la diminuzione della quota di mutui a tasso variabile (dieci punti percentuali in meno rispetto al 2005). In entrambi i comparti (credito al consumo e mutui) e per tutti gli operatori, si conferma la tendenza verso un graduale miglioramento della rischiosità complessiva del credito alle famiglie, che si attesta a fine 2006 su valori più contenuti di quelli registrati a fine 2005 e nel 2004. Sono questi i principali dati che emergono dal rapporto dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio, realizzato da Assofin, Crif e Prometeia, presentato il 13 giugno a Milano e giunto alla sua ventiduesima edizione. Il mercato del credito al consumo, le dimensioni e le tendenze - Nel 2006 i riassetti organizzativi in atto nei gruppi finanziari sembrano avere favorito la crescita del credito al consumo, anche attraverso le reti distributive bancarie, generando un ulteriore incremento della quota di mercato degli operatori specializzati (76,5% nel 2006 dal 75,5% del 2005). In particolare a fine 2006 l’ammontare complessivo delle consistenze di credito al consumo gestito dalle istituzioni finanziarie specializzate ha superato i 68,5 miliardi di euro; il valore per le banche generaliste è di 21 miliardi di euro con un incremento del +12,4% (rispetto al +13,9% del 2005). Le forme tecniche del credito al consumo - Nel corso del 2006 si è evidenziata una crescente focalizzazione verso il credito diretto e in particolare i prestiti personali e la cessione del quinto dello stipendio, forma tecnica favorita dall’ampliamento del bacino di clientela verso i dipendenti privati e i pensionati reso possibile dalla recente evoluzione normativa. Il flusso del credito al consumo erogato nel 2006 dalle banche generaliste ha quasi raggiunto i 15 miliardi di euro. La distribuzione per forma tecnica dei finanziamenti erogati dagli operatori generalisti conferma la concentrazione della loro attività nel segmento dei prestiti personali, che coprono quasi il 72% del credito erogato e hanno fatto registrare nel 2006 una progressione vicina al +30% (+17% nel 2005). Tale sviluppo è andato a discapito della componente finalizzata, la cui quota è in riduzione di due punti (13% del totale), anche se nel 2006 ha visto arrestare la propria flessione (+8%). Il peso relativo alle carte di credito rimane stabile, con una pausa di consolidamento a fronte della significativa crescita del 2005, mentre la componente della cessione del quinto dello stipendio scende al di sotto del 5% dei volumi erogati. Tale strumento è infatti meno utilizzato dalle banche generaliste. Il nuovo credito erogato nel corso del 2006 dalle istituzioni finanziarie specializzate è pari a circa 50 miliardi di euro. Ancora una volta sono state le forme di finanziamento dirette a trainare il mercato mentre per il credito finalizzato si registra un’evoluzione decisamente contenuta. I finanziamenti diretti complessivi (prestiti non finalizzati, carte revolving e prestiti contro cessione del quinto dello stipendio) arrivano a rappresentare una quota sul totale del nuovo credito erogato pari al 48% (era del 13% nel 1994). Tale evoluzione è stata determinata sia da precise politiche di offerta degli operatori sia da un graduale mutamento del comportamento dei clienti, che stabiliscono più facilmente un contatto con l’istituto erogante. I flussi di credito finalizzato - Analizzando i crediti erogati dalle istituzioni finanziarie specializzate per settori merceologici, i finanziamenti finalizzati ad acquisti nel settore della mobilità si configurano come la forma tecnica più consistente in termini di flussi erogati (41,6% del totale). Essi fanno comunque registrare una crescita contenuta (+3,7%) rispetto al +10,8% del 2005, trainata dai finanziamenti finalizzati per le auto nuove (+6,7%). Il segmento degli altri finanziamenti finalizzati (crediti erogati per gli acquisti in settori quali arredamento, elettronica ed elettrodomestici, ecc. ), che rappresenta una quota pari all’11% erogato, mostra una buona ripresa (+4,8%) rispetto alla lieve flessione del 2005 (-0,6%). Mentre i crediti finalizzati all’acquisto di arredo subiscono una battuta d’arresto, torna a crescere il credito destinato all’acquisto di elettronica ed elettrodomestici. Mostra invece una decisa ripresa (+13,9%) il credito connesso all’acquisto di altri beni e servizi. Il mercato dei mutui immobiliari - Il mercato dei mutui immobiliari alle famiglie ha registrato nel 2006 un incremento del +12,5% (+17,4% a fine 2005), con un graduale rallentamento rispetto all’ultimo quadriennio. In termini di consistenze, è stata raggiunta una dimensione pari a circa 244 miliardi di euro. Il rallentamento della crescita è ascrivibile alla minore vivacità del mercato immobiliare, che mostra indicatori complessivi ancora in crescita, ma inferiori a quelli del biennio precedente. Inoltre, la politica monetaria progressivamente più restrittiva ha in parte limitato la domanda di nuovi mutui, sebbene la flessione del ritmo di crescita sia anche in parte riconducibile alle politiche di gestione dei crediti adottate dagli operatori attuate attraverso le operazioni di securitisation e di cessione di mutui immobiliari, che sono state particolarmente intense nel corso del 2006 (circa 17 miliardi di euro le consistenze cartolarizzate). Nel 2006 è proseguita, anche a causa dell’indebolimento di elementi congiunturali, la tendenza all’aumento degli importi erogati, all’allungamento delle scadenze e alla diminuzione della quota di mutui a tasso variabile. Nel periodo 2003-2006 si rileva infatti un progressivo aumento delle quote delle classi di importo superiori a 100mila euro (dal 55% al 72%), a discapito di quelle di importo più ridotto. In parallelo si conferma un allungamento della durata dei contratti, tendenza che si accentua nell’anno appena passato. In particolare a fine 2006 diventa prevalente la classe di mutui di durata superiore ai 25 anni. Solo quattro anni prima la classe di durata a frequenza maggiore era quella compresa tra 16 e 20 anni. Per quanto riguarda le scelte circa la tipologia di tasso applicato, la quota largamente maggiore anche nel 2006 è relativa a operazioni a tasso variabile (64%). Va comunque evidenziato un deciso ridimensionamento di questa quota pari a 10 punti percentuali rispetto a fine 2005 a favore dei mutui a tasso fisso (21% del totale). L’aumento della concorrenza e la maggiore innovazione delle politiche di offerta in termini di flessibilità delle soluzioni finanziarie di rimborso hanno inoltre favorito l’allargamento del bacino di domanda verso lavoratori atipici, stranieri, anziani e giovani. In particolare, nel 2006 il numero di compravendite di abitazioni da parte degli immigrati è cresciuto del +12,9%. Da rilevare inoltre il crescente utilizzo del canale indiretto di distribuzione dei mutui immobiliari, costituito dall’intermediazione di brokers, promotori finanziari, agenti e tramite Internet. Nel 2006, infatti, attraverso questo tipo di canale è stato collocato il 40% dei flussi totali erogati, contro il 35% del 2003. La crescita del canale indiretto è stata favorita dall’ingresso sul mercato delle banche specializzate che hanno collocato tramite questo canale il 78% delle loro erogazioni, e si è concretizzata attraverso la partnership con reti commerciali specializzate presenti in modo capillare sul territorio. La rischiosità del credito al dettaglio - Il mercato del credito alle famiglie ha consolidato, nel 2006, la tendenza mostrata nel biennio precedente verso una graduale diminuzione della rischiosità complessiva. La somma dei tassi di sofferenza e di insolvenza grave e leggera mostra alla fine del 2006 valori più contenuti di quelli registrati a fine 2005 e 2004. Questo dato conferma l’elevata stabilità del mercato, frutto dei comportamenti sia degli intermediari sia delle famiglie, e il graduale contenimento della sua rischiosità. In particolare, la rischiosità complessiva del credito al consumo si riporta a dicembre 2006 sui valori minimali di giugno 2005 (5,8%), facendo rientrare il peggioramento del quarto trimestre del 2005 per tutte le sue componenti. Significativo il miglioramento del rischio complessivo nel biennio (-1,2 punti). Il tasso di sofferenza si è attestato a fine 2006 al 3,3% (valore più basso dell’intero biennio), pressoché stabile nei trimestri del 2006, ma con una diminuzione di 0,7 punti rispetto a dicembre 2004. Per quanto riguarda il mercato dei mutui, il livello di rischio complessivo si mantiene al di sotto del 5%, in significativa contrazione rispetto al 2004 (-1,3 punti), e il tasso di sofferenza si stabilizza nei trimestri 2006 all’1,5-1,6%. Il tasso di decadimento, per sua natura più sensibile all’evoluzione del mercato, dopo l’incremento registrato nella prima metà dello scorso anno, si è riallineato nel secondo semestre 2006 a livelli coerenti con quelli relativi al biennio precedente, per tutte le categorie di intermediari e per entrambe le componenti del credito alle famiglie. Il pericolo che la lunga recessione dei primi anni del decennio facesse emergere situazioni di criticità, non sembra dunque essersi finora materializzato. Le prospettive future - Nei prossimi anni il ricorso al credito delle famiglie dovrebbe continuare a rafforzarsi in linea con quanto accade negli altri paesi della Ue. La domanda di credito risulterà sempre più selettiva e attenta alle diverse proposte degli operatori, rispondendo sempre più a driver di tipo strutturale, mentre l’offerta si orienterà sempre più all’ampliamento del bacino di clientela e all’innovazione e flessibilità dei prodotti grazie all’evoluzione della concorrenza e della normativa. La crescita dei finanziamenti alle famiglie erogati dovrebbe attestarsi al +9,7% a fine 2007, al +8,3% nel 2008 e al +7,5% nel 2009. La dinamica di questo mercato privilegerà la componente del credito al consumo, che dovrebbe registrare un andamento più vivace rispetto alle altre forme tecniche. A fine 2009 la quota dei finanziamenti alle famiglie rappresentata dal credito al consumo dovrebbe attestarsi al 21,6% circa rispetto al 19% evidenziato nel 2006, mentre i mutui dovrebbero mantenere un’incidenza al di sopra del 52% in tutto il triennio in esame. Si prevede che il credito al consumo cresca a un ritmo del +14,5% nel corso del 2007 e del +12,5% medio nel biennio 2008-09, sostenuto dal rafforzamento dei driver strutturali di comportamento finanziario delle famiglie. Si stima inoltre che proseguirà la ricomposizione verso le forme di finanziamento diretto sia per gli operatori specializzati che quelli generalisti. Il comparto dei mutui immobiliari dovrebbe confermare nel 2007 il rallentamento evidenziato nel primo trimestre dell’anno, in cui ha registrato un incremento del +10,6%. Nel biennio successivo la crescita dovrebbe attestarsi al +8,7% nel 2008 e al +7% a fine 2009. La dinamica del mercato sarà soprattutto legata all’innovazione di prodotto, favorita dall’evoluzione della normativa, che dovrebbe tradursi in una maggiore flessibilità delle proposte di offerta e nella diffusione di nuovi prodotti con garanzia ipotecaria, finalizzati a soddisfare esigenze di liquidità. Non va tuttavia dimenticato il potenziale ampliamento del mercato verso la clientela straniera, i lavoratori atipici, i giovani e gli anziani. Si prevede inoltre che lo sviluppo del mercato del credito alle famiglie si caratterizzerà per il mantenimento di buoni livelli di qualità del credito, pur a fronte di una crescita in termini assoluti delle sofferenze. Nel comparto del credito al consumo ciò sarà riconducibile in parte alla ricomposizione dei portafogli verso scadenze e importi più elevati e forme tecniche più rischiose, e in parte all’aumento dei tassi di mercato, ma sarà peraltro contenuto dal progressivo miglioramento dei processi di scoring e di collection adottati dagli operatori. . .  
   
   
POLITICA DEI COSTI: QUANTO GUADAGNANO I DIRIGENTI SONO DIMINUITI DA 548 A 213, SOLO 4 SOPRA I 200.000 EURO LORDI FORMIGONI FISSA GLI STIPENDI MASSIMI PER SOCIETA´ E FONDAZIONI  
 
 Milano, 18 giugno 2007 - La Regione Lombardia di Formigoni ha ridotto dal ´95 a oggi il numero dei dirigenti da 548 a 250 (in pianta organica) ovvero 213 effettivamente in servizio. Da uno ogni 7 dipendenti non dirigenti a uno ogni 15 dipendenti (i quali nello stesso periodo sono scesi complessivamente da 3873 a 2969: 0,39 dipendenti per mille abitanti, il livello più basso d´Italia). Lo stipendio dei dirigenti è in parte fisso (circa due terzi) e in parte (circa un terzo) legato al raggiungimento dei risultati. Il livello retributivo è decisamente inferiore alla maggior parte delle altre istituzioni paragonabili e, soprattutto, è misurato sull´efficienza. Il 78% di essi (167) hanno uno stipendio lordo annuo compreso tra 64. 860 e 84. 754 euro e possono raggiungere al massimo (se conseguono il 100% degli obiettivi) rispettivamente 84. 319 e 110. 180 euro. Il top management è poi composto da 45 direttori. Di essi 31 hanno una retribuzione inferiore ai 150. 000 euro (da 117. 000 a 142. 000), 5 inferiore ai 200. 000 euro (tra 153. 900 e 191. 100), solo 3 superano i 200. 000 euro lordi (2 con 210. 000 e 1 con 229. 000). Infine il Segretario generale (che in Regione è uno solo ed è al vertice dell´intera struttura) può arrivare a percepire - compresa la parte legata al rendimento - 273. 960 euro lordi. E proprio la Giunta di oggi ha varato una delibera che fissa un tetto alle retribuzione dei vertici delle società partecipate: non può essere più dell´80% della retribuzione del presidente della Regione per quanto riguarda presidenti e amministratori delegati. Chi guadagnasse attualmente di più, si vedrà l´emolumento decurtato. Unica eccezione le società quotate in Borsa. Il tetto alle remunerazioni riguarda Infrastrutture Lombarde, Lombardia Informatica, Cestec, Finlombarda, Punti Energia scarl, Federfidi e Navigli Lombardi scarl. Il presidente Formigoni ha infine rivolto l´attenzione anche alle numerose Fondazioni - compresa la Fiera - che, pur avendo un livello chiaro e indiscutibile di autonomia rispetto alla Regione, tuttavia vengono invitate a una gestione "condotta avendo cura al contenimento delle spese di funzionamento e alla razionalizzazione ed efficienza della spesa", a partire da quella riferita agli emolumenti per i dirigenti e il personale. .  
   
   
FEDERALISMO FORMIGONI SOLLECITA A PRODI AVVIO DEL CONFRONTO  
 
 Milano, 18 giugno 2007 - Il presidente della Regione, Roberto Formigoni, sollecita il presidente del Consiglio Romano Prodi a dare risposta alla richiesta, avanzata il 20 aprile, di avviare il confronto "costituzionalmente previsto" sulla proposta di attuazione del federalismo in Lombardia, sulla base della risoluzione approvata dal Consiglio regionale. "Riprendo la mia precedente nota del 20 aprile 2007 - scrive Formigoni a Prodi - con la quale Le ho ufficialmente comunicato l´approvazione da parte del Consiglio regionale della Lombardia della Risoluzione n. 5 concernente l´iniziativa per l´attribuzione a questa Regione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell´articolo 116, 3° comma della Costituzione. Con la stessa nota Le ho anche proposto la definizione delle rispettive delegazioni per l´avvio del confronto costituzionalmente previsto". "L´iniziativa della Lombardia - prosegue la lettera del presidente lombardo - ha registrato, per voce di molti rappresentanti istituzionali anche a livello nazionale, interesse ed attenzione che, tuttavia, ad oggi non ha prodotto da parte del Governo un concreto riscontro alla nostra richiesta dello scorso aprile. Viceversa, da parte di alcuni singoli ministri vengono avanzate posizioni su temi di valenza costituzionale che rendono indeterminata qualsiasi ipotesi di avvio de1 percorso sulla citata Risoluzione". "Sono quindi nella condizione - conclude Formigoni - di rinnovarle la proposta già formulata. Ritengo infatti che un Suo riscontro sia necessario e richiesto anche per rispetto alla volontà espressa a larga maggioranza dal Consiglio regionale della Lombardia e fermi restando tutti i necessari approfondimenti istruttori che, avviato istituzionalmente il percorso, dovranno essere effettuati". .  
   
   
RIPENSARE LA CITTA’ E IL SUO TERRITORIO CONVEGNO INTERNAZIONALE A MILANO  
 
 Milano, 18 Giugno 2007 - “Riqualificare il territorio, ripensare la città: esperienze e riflessioni dall’Europa”. E’ stato questo il tema del convegno internazionale, promosso dal Laboratorio Periferie Metropolitane dell’Università Milano-bicocca, con la Presidenza del Consiglio comunale, che si è svolto venerdì 15, e sabato 16 a palazzo Marino. I lavori sono stati aperti venerdì 15 alle 9 con una giornata dedicata al confronto sulle esperienze di riqualificazione del territorio, sviluppate in Italia ed Europa. Nel dibattito, insieme a studiosi stranieri delle principali città europee, sono intervenuti Francesca Zajczyk, Università degli studi di Milano-bicocca, il Presidente del Consiglio comunale, Manfredi Palmeri, l’assessore comunale all’Urbanistica, Carlo Masseroli e gli assessori per lo Sviluppo Locale a Roma, Dante Pomponi, e per l’Integrazione a Torino, Ilda Curti. Sabato in mattinata, partendo dai dati di ricerca sulla città, si è discusso del “caso “Milano, in un confronto a più voci tra personalità politiche, sociali e culturali. Sono intervenuti, tra gli altri, Marilena Adamo, Capogruppo dell’Ulivo in Consiglio comunale, Sandro Balducci, del Politecnico di Milano, Daniela Benelli, assessore alla Cultura della Provincia, Mariolina Moioli, assessore comunale alle Politiche Sociali, don Virginio Colmegna, della Casa della Carità, Ota De Leonardis, Università Milano-bicocca, Guido Martinotti, Università Milano-bicocca, Sergio Urbani, Fondazione Housing Sociale e Andrea Villani, dell’Università Cattolica. . .  
   
   
AL CONVEGNO ‘AREE METROPOLITANE E AREE VASTE’ FRAGAI: ´UN PATTO DI SVILUPPO CONDIVISO TRA FIRENZE, PRATO E PISTOIA´ RICERCA, TRASPORTI E INDUSTRIA I TEMI PRINCIPALI.  
 
Firenze, 18 giugno 2007 - “L’area vasta Firenze-prato-pistoia è il cuore della Toscana, un territorio dove risiede circa un terzo della popolazione complessiva della regione, e rappresenta per noi la cartina di tornasole della nostra capacità di innovazione istituzionale”. Così l’assessore regionale alle riforme istituzionali, Agostino Fragai, intervenendo al convegno ‘Aree Metropolitane e Aree Vaste’ che si è tenuto il 15 giugno nella sala Michelangelo dell’Hotel Baglioni di Firenze, ha sottolineato il valore del nuovo soggetto istituzionale che unisce la Province di Firenze, Prato e Pistoia e stabilisce sinergie tra tre territori contigui e strategicamente legati. “Oggi - ha detto - siamo per la prima volta di fronte ad un Patto di sviluppo condiviso dalle tre reatà ed intendiamo andare avanti in questa direzione. La Regione Toscana sta lavorando con determinazione per articolare le proprie politiche sempre più in una dimensione di area vasta perché è a questo livello che si interpretano meglio le domande dei cittadini e delle imprese, esigenze che nel tempo sono cambiate, modificate dai mutamenti in atto nella società, e non sono più esaudibili restando all’interno dei vecchi confini istituzionali. Questo è un modo concreto per rispondere alla domanda di maggiore efficienza della politica che ci giunge sempre più forte dai cittadini´. I punti cardine del Patto condiviso dalle tre realtà, i principali obiettivi comuni, sono il potenziamento della ricerca universitaria, la qualificazione del trasporto pubblico, l’integrazione tra le attività industriali e l’uso razionale delle risorse idriche. Temi forti che evidenziano la necessità di definire politiche comuni che prescindono i confini geografici esistenti. La riforma del titolo V della Costituzione e la necessità di una nuova articolazione degli assetti istituizionali sono stati gli argomenti al centro del convegno organizzato dalla Fondazione “Opera”, costituita da Cna Toscana per favorire la promozione culturale dell’artigianato e della pmi, con il patrocinio di Regione Toscana. Al dibattito ha partecipato anche il Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Vannino Chiti, il caporedattore “Economia” del Tg2 Stefano Sassi, esponenti di Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e Cna Toscana. . . .  
   
   
COMUNI DELLA BRIANZA EST: FORMAZIONE ASSOCIATA, PRIMO PROGETTO IN VISTA DEL CIRCONDARIO I COMUNI AL LAVORO COORDINATO ANCHE SU PGT E ACQUISTI  
 
Vimercate, 18 giugno 2007 - Con l’inizio del primo corso, mercoledì 6 giugno, si è avviato il piano della formazione associata dell’Associazione dei Comuni della Brianza Est per il Circondario. Ideato e proposto ai sindaci alla fine del 2006 dal direttore dell’associazione, Ciro Maddaluno, il progetto coinvolge 12 dei 15 Comuni soci e mira a effettuare corsi di formazione e aggiornamento del personale comunale strutturati secondo l’analisi delle esigenze formative segnalate da ciascuna Amministrazione. La dislocazione delle sedi dei corsi presso i Comuni soci è la prima nota distintiva di questa iniziativa. Le lezioni si tengono presso il Comune di Vimercate e presso altre 10 sedi dei Comuni soci, il che permette di risparmiare agli iscritti più costose trasferte a Milano o a Monza. I docenti sono professionisti o insegnanti selezionati dalla segreteria organizzativa dell’Associazione. L’offerta di corsi del piano 2007 riguarda materie diverse, dalla nuova normativa sugli appalti pubblici a quella sull’edilizia privata, dai corsi sui software Office alla normativa sulle notifiche, per un totale di 260 ore in 37 giornate di fomazione. I dipendenti iscritti sono 317. L’altra nota distintiva del progetto riguarda le economie di scala che la gestione associata permette di ottenere: se questo stesso numero di iscritti frequentassero i corsi in sedi più lontane (Milano o Monza) il costo medio per iscritto sarebbe di 300 euro. La gestione associata costa invece una media di 93 euro per dipendente iscritto. L’economia stimata alla fine del progetto ammonta a 65. 600 euro. Il progetto non ha solo costi ma annovera anche alcune entrate: sono i 6. 530 euro che derivano dalle iscrizioni di 45 partecipanti non appartenenti a Comuni soci e che comunque hanno ritenuto più conveniente avvalersi della formazione associata. La somma sarà destinata a finanziare i corsi del prossimo piano. Terzo punto di forza del progetto è l’assenza di costi aggiuntivi di carattere organizzativo e gestionale, dal momento che all’approntamrento e alla gestione del piano formativo ha lavorato il personale dei Comuni soci. “Abbiamo sempre pensato al nostro sodalizio e poi al circondario come un luogo di crescita per i Comuni che ne fanno parte”, dice Adriano Poletti, presidente dell’Associazione e sindaco di Agrate Brianza; “questo progetto rappresenta un luogo non solo di formazione ma anche di scambio fra esperienze professionali che operano nelle Amministrazioni Comunali. Quanto ai risparmi in termini economici sono i numeri a parlare molto chiaro e a dirci che le economie di scala che auspicavamo dalla gestione associata sono effettivamente realizzabili. ” La formula della gestione associata di servizi, che vede già da anni i Comuni del Vimercatese svolgere in maniera integrata alcune delle funzioni tipiche in capo ai Comuni, è applicata a due altri progetti avviati dall’Associazione all’inizio del 2007: Offerta Tecnica, ovvero la gestione della procedura che porta alla redazione del Piano di Governo del Territorio, e gli acquisti associati, che consentono di ottenere economie di scala sulle forniture di attrezzature informatiche materiali di consumo (cancelleria, vestiario, ecc. ). .  
   
   
PRESIDENZA: ILLY SU DECRETI CAMBIAMENTO EPOCALE ALLA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA, SI REALIZZA UN´AUTENTICA AUTONOMIA FINANZIARIA  
 
Trieste, 18 giugno 2007 - "Siamo di fronte a un cambiamento epocale. In sintesi possiamo dire che a più di 40 anni dall´istituzione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, si realizza un´autentica autonomia finanziaria". Lo ha detto il presidente della Regione Riccardo Illy, che il 15 giugno ha partecipato a Roma alla riunione del Consiglio dei ministri. Nel corso della seduta, sono state approvate le Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione in materia di finanza regionale. Vengono in sostanza introdotte tre novità: cambia il sistema di trasferimento alla Regione delle compartecipazioni sui tributi riscossi sul proprio territorio, che avverrà direttamente e non più in forma indiretta attraverso lo Stato; vengono poste le premesse per ottenere le compartecipazioni sui tributi versati dai pensionati come persone fisiche. Infine, si regola il finanziamento della spesa sanitaria, nel senso che in caso di uno scostamento fra la spesa sanitaria nella altre Regioni o a livello nazionale, e la dinamica delle compartecipazioni della Regione Friuli Venezia Giulia, saranno rivisti i rapporti e ci sarà una eventuale integrazione da parte dello Stato. Il presidente della Regione Riccardo Illy, al termine della riunione del Consiglio dei ministri nella quale è stato approvato il decreto legislativo relativo alle Norme di attuazione dello Statuto della Regione in materia finanziaria, ha così spiegato la portate del provvedimento: "Il primo cambiamento, fondamentale, è che si modifica il sistema di trasferimento alla Regione delle compartecipazioni sui tributi riscossi sul proprio territorio, che avverrà dall´Agenzia delle entrate direttamente alla Regione. In precedenza queste somme passavano invece per le casse dell´Erario centrale, e poi a sua volta lo Stato, con decisione del Governo, le girava alla Regione quando, bontà sua, lo riteneva opportuno. Questo sistema ha provocato nel recente passato grandi ritardi nei trasferimenti, tanto che la Regione aveva accumulato un credito nei confronti dello Stato di 2 miliardi di euro, pari alla metà delle sue entrate. Non solo. Con il meccanismo del patto di stabilità, lo Stato ci regolava il flusso delle risorse finanziarie, decidendo la quantità delle nostre compartecipazioni che ci pagava effettivamente, e se le nostre entrate crescevano di più, ci impediva di spenderle. Questo perché nel patto c´è un vincolo legato a quanto si era speso l´anno precedente. Insomma, una specie di contagocce con il quale, a prescindere dalla quantità di acqua che arrivava nel contenitore soprastante, lo Stato ci regolava l´erogazione. Il patto di stabilità naturalmente rimane, ma d´ora in poi si applicherà sulle nostre effettive entrate. La seconda novità della decisione del Governo riguarda la compartecipazione sui tributi delle persone fisiche che sono andate in pensione. Su questi tributi, a differenza delle altre Regioni, non avevamo alcuna compartecipazione. C´è stata però nel frattempo una sentenza della Corte costituzionale, riguardante la Sicilia, che ha stabilito che a noi quelle entrate competono. E ci competono perché i pensionati sono residenti in regione, anche se i tributi da loro pagati non sono formalmente riscossi in Friuli Venezia Giulia, perché la trattenuta fiscale la fa direttamente l´istituto previdenziale. Con il decreto di oggi, si rimanda alla prossima Finanziaria per definire le modalità di applicazione di questo punto, che sarà probabilmente di tipo progressivo. La terza questione riguarda il finanziamento della spesa sanitaria. C´è una norma che stabilisce che nel caso di uno scostamento fra la spesa sanitaria nelle altre Regioni o a livello nazionale, e la dinamica di crescita delle nostre compartecipazioni, ci debba essere una revisione dei rapporti, in sostanza delle integrazioni da parte dello Stato. Questa norma non era stata mai applicata, e nel decreto approvato il 15 giugno si stabiliscono le modalità per applicarla, attraverso un´intesa con il ministero dell´Economia entro tre mesi dall´entrata in vigore. Anche questa è una decisione importante perché dai nostri conti risulta che la forbice tra spese sanitarie e compartecipazioni si sia aperta in maniera significativa negli ultimi anni". ´Esprimo soddisfazione perché è stato attuato un altro elemento importante del Protocollo d´intesa sottoscritto con il Governo´. Lo ha detto il presidente della Regione Riccardo Illy, commentando l´approvazione in Consiglio dei ministri, delle Norme di attuazione dello Statuto della Regione in materia di finanza regionale. Questo punto era stato infatti inserito nel Protocollo d´intesa tra la Regione Friuli Venezia Giulia e il Governo, stipulato il 6 ottobre dello scorso anno. Il Protocollo, ha riferito Illy, è attualmente in una fase di verifica della sua attuazione, come previsto dallo stesso documento, attraverso il lavoro congiunto dei segretari generali della Presidenza del Consiglio dei ministri e della Regione. Il documento sarà quindi aggiornato, eventualmente anche con l´aggiunta di altri argomenti. .  
   
   
FONDI “CIPE”: GAVA (VENETO), “DA ROMA MAZZATA ALLE REGIONI VIRTUOSE”  
 
Venezia, 18 giugno 2007 - Il Fondo Nazionale per le Aree Sottoutilizzate (Fas), quello che va a finanziare le Intese di Programma tra le Regioni e lo Stato per la realizzazione di progetti in settori fondamentali come beni culturali, difesa del territorio, ciclo dell’acqua, mobilità, sviluppo locale, ricerca e società dell’informazione (i cosiddetti “Fondi Cipe”), subisce un taglio di quasi 3 miliardi di Euro nella finanziaria 2007, e per recuperare questi fondi, vengono colpite le Regioni virtuose, che rischiano di non vedersi assegnare né le premialità riservate a chi porta a compimento i progetti nei tempi e nei modi previsti dalle Intese con il Governo, né le poste derivanti dalla revoca di finanziamenti alle Regioni inadempienti. La “denuncia” viene dall’Assessore alle Politiche Economiche ed Istituzionali del Veneto Fabio Gava, riferendosi ad uno degli argomenti che stanno per arrivare all’attenzione della Conferenza delle Regioni e della Stato-regioni per il parere da dare sulle modalità con cui apportare i tagli al Fas. “Chi mi conosce – dice Gava di ritorno da un incontro della Conferenza delle Regioni tenutosi a Roma – sa che non sono abituato alle sparate, ma questa eventualità è davvero incredibile: nella Finanziaria 2007 il Governo decide di tagliare 3 miliardi di euro al Fondo per le Aree Sottoutilizzate che, annualmente, è dotato di circa 12 miliardi. E già sbaglia, perché si tratta della principale fonte nazionale di fondi per opere indispensabili sui territori. E di questi 3 miliardi di tagli cosa fa?: quasi due terzi li scarica addosso alle Regioni! E su quali Regioni? Naturalmente quelle virtuose, come il Veneto e il Nordest. Infatti – incalza Gava – il Governo si vuole incamerare 1 miliardo e 758 milioni di Euro di premialità e altri 173 milioni di revoche che colpiscono, giustamente, le Regioni inadempienti, e che però, secondo noi, dovrebbero essere riversati su quelle in linea con la realizzazione dei progetti. Se lo fanno – aggiunge Gava riferendosi al Governo – è meglio che la smettano di parlare di federalismo e ammettano che per loro le Regioni (almeno quelle virtuose come quelle del Nordest) sono solo vacche da mungere!”. “Per il solo Veneto – precisa Gava – si tratta di un taglio quantificabile in almeno 70 milioni di Euro, e comunque, in generale, si tratta di un pesantissimo colpo di accetta sulla principale fonte di finanziamento nazionale per realizzare progetti sui territori. E’ peraltro ben poco tranquillizzante l’assicurazione che le premialità verranno ripristinate successivamente, perché le modalità di questa presunta restituzione sono perlomeno fumose”. Gava concentra quindi l’attenzione sui 173 milioni di Euro (che il Governo intende incamerare) derivanti dalle revoche relative alle Regioni che non hanno portato a termine i progetti nei tempi e nei modi previsti. “Almeno questi fondi – dice Gava – devono essere rimessi in circolo e assegnati alle Regioni che hanno fatto il loro dovere! Chi sono? – si chiede Gava: le solite Veneto e tutto il Nordest, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Toscana. E dove non sono stati utilizzati correttamente questi fondi? Naturalmente in Puglia (57 milioni), Lazio (30 milioni), Calabria (28 milioni), Campania (26 milioni), Sardegna (12 milioni). Padroni di non usarli – conclude Gava – ma questi sono fondi che devono poter andare a chi vuole e sa investirli al meglio”. .  
   
   
CONFERENZA STATO REGIONI. IL VENETO DICE NO ALLA RIFORMA DELLA BOSSI FINI  
 
Venezia 16 giugno 2007 - Intervenendo il 14 giugno a Roma alla Conferenza Stato – Regioni, alla quale hanno preso parte i Ministri alla Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero e dell’Interno, Giuliano Amato, l’Assessore regionale ai Flussi Migratori, Oscar De Bona ha ribadito la netta opposizione della Regione del Veneto al Disegno di Legge relativa alla “Delega al Governo per la modifica della disciplina dell’immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero”, approvato dal Consiglio dei Ministri il 24 aprile scorso, che andrebbe a sostituire la cosiddetta legge Bossi – Fini. “Si tratta – ha precisato De Bona – di un Disegno di Legge che, se applicato, rischia di causare nuove emergenze sociali, una forte disoccupazione etnica con rilevanti oneri di welfare e a danno dell’integrazione sociale, senza, di contro, garantire una reale normalizzazione dei flussi migratori. Credo – ha concluso De Bona – che il Governo abbia realizzato un testo senza un approfondito esame dello status quo e una rigorosa analisi preventiva di sostenibilità a medio e lungo termine rispetto all’interesse pubblico nei suoi aspetti economici, sociali, occupazionali, della convivenza civile e della sicurezza Sembrerebbe siano prevalse ragioni per lo più di natura ideologica. E’ un metodo – ha concluso De Bona – che come Regione del Veneto, che ricordo essere la seconda in Italia per consistenza della presenza immigrata, non accettiamo, soprattutto in una materia che, per definizione, comporta profonde e concrete ripercussioni sulla qualità della vita delle comunità”. .  
   
   
STUDI SETTORE: DENUNCIA ALLA COMMISSIONE EUROPEA DAGLI ARTIGIANI VENEZIANI  
 
Mestre (Ve) 18 giugno 2007 - Una denuncia formale alla Commissione Europea contro gli studi di settore. È l´atto più forte messo in campo dalla Confartigianato Provinciale di Venezia, che ha deciso di portare all´attenzione di Bruxelles le presunte violazioni alla normativa dell´Ue che sarebbero originati dagli indici di normalità sul reddito d´impresa introdotti dal Governo. L´articolato della denuncia e le motivazioni politiche che hanno spinto l´Unione territoriale a procedere presso la Commissione Europea sono stati presentati oggi in una conferenza stampa nella sede di Marcon. E dopo il 9 luglio il presidente Giuseppe Molin, il segretario Giorgio Minighin e i delegati dei mandamenti veneziani andranno personalmente a Bruxelles, dove incontreranno gli europarlamentari veneti e chiederanno un faccia-a-faccia con il commissario alla fiscalità László Kovács e con il vicepresidente Franco Frattini. La denuncia è un atto "pesante", ma secondo gli artigiani del Veneziano l´articolo 1 della Finanziaria 2007 (legge 296/2006) e il Decreto Ministeriale di attuazione del 20 marzo 2007 - con i quali si disciplina l´istituto degli studi di settore, oltre agli indicatori di normalità economica ai fini dell´adeguamento di Iva, imposte dirette e Irap - violerebbero le regole di corretto accertamento delle imposte e di proporzionalità di esse definite dall´Ue. "Non si tratta di un ricorso - spiegano Alessio Vianello e Chiara Montagner, i legali estensori del testo di denuncia per la Confartigianato Provinciale di Venezia -. È una denuncia per violazione del Trattato Ue e di alcune direttive comunitarie che apre un procedimento di indagine e di accertamento. Qualora si accertasse la violazione, si aprirebbe un procedimento di infrazione nei confronti dello Stato Italiano". Le norme del diritto comunitario di cui si presume la violazione sono due: l´articolo 56 del Trattato sulla libera circolazione dei capitali e l´articolo 93 sull´armonizzazione fiscale. La Commissione Europea è l´organo esecutivo di indagine e, nel caso di procedesse all´infrazione, il Governo dovrebbe adeguare la normativa, pena la condanna presso la Corte di Giustizia. "Avevamo promesso di non rimanere a guardare di fronte ai provvedimenti iniqui del Governo - sottolinea Giuseppe Molin, presidente della Confartigianato Provinciale di Venezia (11mila associati) -. In effetti i nuovi indicatori di normalità sul reddito d´impresa, introdotti lo scorso marzo, sono stati stabiliti unilateralmente dal Governo senza avere il termometro dei settori e delle singole realtà. Ieri il ministro Bersani ha confermato la proroga di 20 giorni, ma di fatto questo non chiarisce la situazione. È un sistema che si palesa come discriminatorio per le imprese più piccole e frena lo sviluppo di tutte le Pmi che così faranno ancora più fatica a competere e ad avere degli utili". E forse non è un caso che la mortalità di ditte individuali iscritte alla Camera di Commercio di Venezia sia cresciuta del 10% in due anni: riferendosi ai primi 5 mesi dell´anno, si è passati dalle 2. 095 imprese cessate del 2005 alle 2. 100 del 2006, fino alle 2. 337 del 2007. Ora è iniziata una "battaglia di giustizia", chiarisce Molin. L´obiettivo degli artigiani veneziani è di raccogliere almeno 5mila adesioni e dunque presentarsi all´Ue con 5mila denunce firmate di proprio pugno da altrettanti imprenditori. E visto il clima "caldo" sul fronte studi di settore le imprese non si tireranno indietro di fronte all´appello dell´associazione di categoria. .  
   
   
ESPORTAZIONI PIEMONTESI: NEL I TRIMESTRE 2007 LE VENDITE ALL’ESTERO CRESCONO DELL’8,1% MECCANICA, AUTOMOTIVE E ALIMENTARE TRA GLI ATTORI PRINCIPALI DELLA CRESCITA  
 
Torino, 18 giugno 2007 - Nel primi tre mesi del 2007,il valore delle esportazioni piemontesi ha raggiunto gli 8,9 miliardi di euro, registrando una crescita dell’8,1% a valori correnti rispetto al stesso periodo dello scorso anno. A livello nazionale, lo sviluppo delle vendite all’estero è stato del +13% e ha caratterizzato, seppur con intensità differenti, tutte le ripartizioni territoriali. Tra le più importanti regioni esportatrici, Emilia Romagna e Lombardia hanno ottenuto i risultati migliori, manifestando rispettivamente una crescita del 15,6% e del 12,9%. Il Veneto, terza regione esportatrice, ha aumentato le vendite oltre confine dell’8,4% e il Piemonte, grazie ad una dinamica analoga, si è riconfermato al quarto posto con il 10,5 % del totale delle esportazioni nazionali. Anche nel I trimestre 2007, tra i settori più importanti per lo sviluppo dell’interscambio commerciale tra il Piemonte e i mercati esteri spicca il comparto dei metalli e della metallurgia, che realizza una performance particolarmente positiva, incrementando le esportazioni del 23,4%. Il settore della meccanica, che genera da solo poco meno del 20% delle esportazioni piemontesi, ha vissuto nel I trimestre 2007 una crescita del 5,9%. Anche la filiera autoveicolare (che comprende sia le auto che la componentistica veicolare), al primo posto nell’export regionale, ha dimostrato di essere in salute, registrando una variazione delle vendite oltre confine del +3,7 %. Lo sviluppo di questo comparto ha caratterizzato sia la parte degli autoveicoli (+6,0%) che quella dei componenti autoveicolari (+7,2%). Dato al di sopra della media anche per il comparto alimentare (+13,3% ), mentre manifesta ancora qualche difficoltà il settore del tessile e abbigliamento che non riesce a chiudere il primo trimestre con un dato positivo (-0,9%). “Le esportazioni piemontesi sono aumentate nel primo trimestre 2007 di un buon +8,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un aumento caratterizzato da una progressione sia verso i principali mercati europei, soprattutto verso la Germania, che rispetto a quelli extraeuropei. Si tratta di un dato parziale riguardante solo tre mesi, ma questo trend ci rende ragionevolmente ottimisti per la dinamica dell’intero 2007. Un buon risultato, questo, anche in considerazione del fatto che è stato realizzato in un contesto valutario di euro forte. Stiamo vivendo un buon momento congiunturale: occorre sfruttarlo attraverso i necessari interventi di investimento tecnologico e innovativo, al fine di aumentare sempre più la competitività internazionale del “made in Piemonte” commenta Renato Viale, presidente di Unioncamere Piemonte. Per quanto riguarda i mercati di sbocco delle merci piemontesi, permane una sostanziale concentrazione delle esportazioni regionali sul territorio europeo. Circa il 70% dell’export resta, infatti, all’interno della Ue27, contro un 30% che varca i confini europei. In termini di dinamica, le vendite all’interno dell’Unione europea sono aumentate dell’8,8%, mentre le esportazioni extra-Ue di 6,5 punti percentuale. .  
   
   
EXPORT: ABRUZZO QUARTA, DATI ISTAT CERTIFICANO CONSISTENZA RIPRESA  
 
L´aquila, 18 giugno 2007 - Un incremento del 15,5% nei primi tre mesi del 2007 nel comparto dell´export. Sono i dati che sono stati ufficializzati dall´Istat e che pongono la Regione Abruzzo al nono posto tra le regioni italiane. A questo dato si aggiunge quello del Prodotto interno lordo il cui incremento, per il 2007, è stato stimato ad un + 1,8% rispetto all´anno precedente. "Sono dati che evidenziano una ripresa dello sviluppo economico - commenta Lamberto Quarta, segretario generale della Presidenza - che ci fanno ben sperare. Essi testimoniano soprattutto che le politiche che stiamo mettendo in campo nel campo dell´ammodernamento infrastrutturale e delle dell´innovazione tecnologica sono coerenti e danno immediati frutti certificati dai dati ufficiali. Si tratta - aggiunge Quarta- di continuare sulla strada intrapresa e sviluppare ora politiche di sostengo alle Piccole e medie imprese che sarà il tema sul quale il Governo regionale è pronto ad impegnarsi nei prossimi mesi". "Ovviamente - conclude il Segretario generale della presidenza - non è nostra abitudine enfatizzare oltre l´evidenza dei dati, però è bene ricordare che la stabilità politica e la chiarezza di strategia sono elementi essenziali per dare fiducia al mondo economico e imprenditoriale". . .  
   
   
PORDENONE:ESITI MISSIONE IN CROAZIA  
 
Pordenone, 18 giugno 2007 - “Italia e Croazia: investire in Slavonia per crescere insieme”: questo il titolo dell’evento organizzato dall’Ambasciata d’Italia a Zagabria lo scorso 4 e 5 giugno, in continuità con le manifestazioni realizzate gli anni scorsi a Pordenone e a Zagabria, e con lo scopo di facilitare l’instaurazione di rapporti commerciali e industriali fra imprenditori italiani ed imprenditori croati nella zona della Slavonia, in particolare l’area di Vokovar, dove sussistono benefici ed agevolazioni anche fiscali per lo sviluppo economico. Durante la prima giornata la delegazione istituzionale, composta dal Presidente della Cciaa di Pordenone, Giovanni Pavan e dal Vicepresidente della Camera di Commercio di Udine Claudio Ferri, e si è recata ad Osijek ed è stata ricevuta dal Presidente della Camera di Commercio di Osijek, Zoran Kovacevic e dal Segretario Generale, Katarina Pekanov. In tale occasioni sono stati presi accordi per futuri incontri bilaterali tra le pmi di Osijek e quelle di Pordenone e Udine. Nella mattinata del 5 giugno la delegazione istituzionale camerale, assieme con le aziende friulane aderenti all’iniziativa, una decina e appartenenti a diversi settori, ha partecipato ad un convegno illustrante gli strumenti di incentivazione agli investimenti in particolare per i settori metalmeccanico, tessile, agro-alimentare e legno-arredo, considerati tra i più promettenti. Sono seguiti gli incontri bilaterali tra le imprese italiane e croate, apprezzati perché da tutti perché ritenuti molto costruttivi. “La missione ha dato la possibilità alle nostre imprese di allacciare interessanti rapporti con le controparti croate – commenta il Presidente della Cciaa di Pordenone Giovanni Pavan – e le iniziative che stiamo predisponendo per continuare questo progetto prevedono altri momenti di incontro e di conoscenza reciproca, presupposto fondamentale per una successiva collaborazione economica”. .  
   
   
DATI EXPORT, I TRIMESTRE 2007: MARCHE +32,6%, ITALIA +13%  
 
Ancona, 14 giugno 2007 - ´Le Marche rafforzano la propria leadership tra le regioni piu` avanzate del Paese e corrono sempre di piu` sull´estero. ´ E´ il commento del presidente Gian Mario Spacca rispetto ai dati export delle regioni diffuse dall´Istat, per il periodo gennaio-marzo 2007, confrontati con l´analogo periodo 2006. ´E´ un dato parziale, certamente, ma pur sempre un segnale di un positivo trend dell´economia, che conferma che il modello marchigiano corre ad una velocita` piu` che doppia rispetto all´Italia ed e` in grado di affrontare le sfide dei mercati internazionali. ´ ´Questo trend di crescita ´ aggiunge - consolida l´apertura internazionale delle Marche, definendo una base di riferimento che ormai sta arrivando al livello di espansione piu` elevato. ´ La crescita era gia` significativa nel raffronto 2005-2006. Le esportazioni, per area geografica del periodo gennaio-marzo 2007, assegnano alle Marche un +32,6%, contro il 13,0% della media nazionale. ´I dati dell´Istat - sottolinea Spacca ´ confermano la qualita` della strategia di apertura internazionale del sistema-Marche. Questo anche rispetto alle regioni di piu` antica e forte capacita` di sviluppo, che vengono prese abitualmente a riferimento, del Nord-ovest e del Nord-est: Piemonte (+8,1%), Lombardia (+12,9%), Veneto (8,4%), Emilia-romagna (+15,6%), Toscana (+11,5%). ´ I settori tradizionali del made in Italy concorrono a trainare la performance delle Marche. Secondo l´Istat, il consistente aumento dell´export marchigiano si realizza in particolare nel comparto metalmeccanico, mezzi di trasporto, settore dei prodotti chimici, fibre sintetiche, cuoio. .  
   
   
COMO : VILLA DEL GRUMELLO DIVENTA LA SEDE DELLA “SCUOLA DI COMO”  
 
 Como, 18 giugno 2007 - Lo scorso 14 giugno i presidenti della Camera di Commercio Paolo De Santis, dell’Azienda ospedaliera Sant’anna Roberto Antinozzi e di Univercomo Giacomo Castiglioni, inaugureranno la restaurata Villa del Grumello. Da lunedì 18 giugno a venerdì 20 giugno, la Villa ospiterà la prima edizione di “Laboratorio Como”, cinque serate con relatori d’eccezione per discutere del futuro di Como, di economia, di impresa, ma anche di creatività, bellezza e paesaggio. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www. Laboratoriocomo. It La Villa del Grumello, in origine denominata "Castellazzo", è situata sulle rive del lago, di fronte alla città di Como, in via per Cernobbio 11 (70 metri dopo la discesa che costeggia il parco di Villa Olmo, proseguendo per Cernobbio, sulla sinistra si trova l’ingresso alla salita che conduce alla Villa). Risalente al Xv secolo, fu prima di proprietà della famiglia Odescalchi, poi dei Giovio (1775) ed infine della famiglia Celesta (1846). Nel 1791 le facciate furono restaurate da Simone Cantoni. Nelle sue stanze affrescate sono stati ospitati illustri personaggi, tra cui Giordani, Monti, Volta e Foscolo. La presenza del Foscolo è ricordata, nel giardino, da un busto. Sotto di esso è riportata una frase tolta da una lettera del poeta (19 agosto 1809): “Tornandomi una sera a Grumello e guardando il lago e la casa il mio desiderio di dimorarvi sempre non distingueva voi dai luoghi che mi erano divenuti si cari”. Nel 1954 la proprietà è passata all´Ospedale S. Anna di Como, per volere della contessa Giulia Celesia Cays. La Villa del Grumello, ristrutturata dall´Associazione omonima - costituita dall´Azienda Ospedaliera S. Anna, dalla Camera di Commercio di Como e dall´Associazione Univercomo - è ritornata all´antico splendore e si presta oggi quale prestigiosa sede per i corsi di alta formazione della "Scuola di Como" e per incontri e seminari. Il Master destinato a formare imprenditori delle alte tecnologie sarà rivolto a 25 laureati quinquennali, dottorandi e dottori di ricerca in discipline tecnologiche (Ingegneria, Scienze, Agraria, Veterinaria, Farmacia, ecc. ) con spiccata propensione imprenditoriale e sarà articolato in due anni: il primo destinato all´apprendimento delle discipline economiche e sociali volte alla comprensione del mercato, alla gestione dell´impresa, alla progettazione dell´innovazione e alle scelte produttive; il secondo diviso tra uno stage della durata minima di 9 mesi in un centro tecnologico internazionale e la formulazione della tesi con un progetto di innovazione industriale originale. .  
   
   
TORINO: CRESCE ANCORA L’EXPORT NEL I TRIMESTRE 2007  
 
 Torino, 18 giugno 2007 - Buon risultato per la provincia di Torino nel primo trimestre 2007, rispetto allo stesso periodo del 2006: l’export, infatti, registra un incremento del +6,8% con un valore di 4. 327 milioni di euro, mentre l’import cresce del +9% con 3. 660 milioni di euro. Positivo il saldo della bilancia commerciale, che ammonta a 667 milioni di euro. Come commentato da Alessandro Barberis, Presidente della Camera di commercio di Torino: “Anche all’inizio del 2007 si conferma il buon andamento del 2006, con una crescita dell’export guidata dai mezzi di trasporto, che valgono complessivamente il 40% delle esportazioni provinciali e che in questo trimestre crescono del 4%. Ma è in aumento l’export di tutta l’industria manifatturiera, con buoni risultati anche nei comparti minori come l’alimentare e il tessile. Da rilevare inoltre la buona performance registrata verso le economie emergenti dell’Europa Centro Orientale, prime fra tutte Polonia, Turchia, Romania e Bulgaria”. L’analisi dell’interscambio per settori merceologici, rispetto al primo trimestre 2006, rivela una buona crescita dell’industria manifatturiera (+6,8%), che coinvolge a macchia d’olio tutti i principali comparti dell’industria provinciale. La voce principale dell’export torinese, i mezzi di trasporto, cresce del +4% (1. 759 milioni di euro) coprendo circa il 40,7% dell’export totale: a tale incremento contribuiscono sia le vendite di autoveicoli (+3,5%, 657 milioni di euro) sia quelle di parti ed accessori auto (+6,4%, 981,5 milioni di euro). Buona performance anche per le esportazioni di macchine e apparecchi meccanici (+8,8%, 853,3 milioni di euro) e apparecchiature elettriche, elettroniche e ottiche (+3,4%, 438,5 milioni di euro). Risulta poi nettamente superiore alla media provinciale l’incremento delle vendite all’estero nel comparto dei prodotti in metallo (+13,7%, 381,3 milioni di euro) e degli articoli in gomma e materie plastiche (+15,7%, 197,1 milioni di euro), che ricoprono complessivamente oltre il 13% della quota di export provinciale. La crescita dell’export tocca, in modo pressoché uniforme, anche le voci dell’industria manifatturiera provinciale con un peso più ridotto: fra tutti le esportazioni di prodotti alimentari crescono del +26,9% (125,5 milioni di euro), mentre incrementano del +6,3% le vendite all’estero di abbigliamento e prodotti tessili (106,9 milioni di euro) e del +12,7% quelle di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (54,8 milioni di euro). Guardando alle aree geografiche coinvolte nell’interscambio commerciale della provincia torinese, il nuovo anno porta con sé l’ingresso nell’Europa dei 27 di Romania e Bulgaria. Complessivamente la nuova Ue accoglie oggi il 69% delle merci torinesi. Emerge con forza una crescita delle esportazioni dirette verso le economie emergenti collocate nell’Europa Centro Orientale, prime fra tutte Polonia, Turchia, Romania e Bulgaria, verso le quali è rivolto complessivamente il 12% dell’export torinese: la Polonia incrementa gli acquisti di merci torinesi del +24,8% (270,6 milioni di euro), la Turchia del +24,3% (205,5 milioni di euro), la Romania del +11,8% (48,4 milioni di euro) e la Bulgaria del +27,6% (10,7 milioni di euro). D’altro canto, fra i partner commerciali storici della provincia subalpina, emerge un andamento non uniforme: mentre cresce bene l’export verso Germania (+14,1%, 665,4 milioni di euro) e Spagna (+10,5%, 413,6 milioni di euro), cala quello verso il Regno Unito (-13,9%, 250,4 milioni di euro) e, più di misura, quello verso la Francia, principale partner della provincia (-3,1%, 692,9 milioni di euro); si riducono anche le esportazioni verso gli Stati Uniti (-3,9%, 197,2 milioni di euro), principale partner commerciale della provincia di Torino al di fuori dei confini europei. I prodotti made in Torino ancora non riescono a penetrare con forza in Cina, dove è diretto l’1,2% dell’export provinciale con una variazione negativa pari a -36,4%: per contro, nel primo trimestre dell’anno, sono incrementate le esportazioni dirette in Giappone (+50,2%), giunto a rappresentare l’1,5% del totale. Si consolidano le vendite dirette in America Latina (+3,8%, 153,4 milioni di euro), cui contribuisce in particolare la crescita dell’export diretto in Brasile (+4,6%, 78,9 milioni di euro). .  
   
   
“IL MADE IN LECCO INCONTRA…LA SVIZZERA”  
 
Lecco, 18 giugno 2007 - Nuovo appuntamento per l’internazionalizzazione delle imprese curato dalla Camera di Commercio di Lecco e da Lariodesk: prosegue infatti il progetto “Chamber Link” che dal 25 al 29 giugno 2007 sarà realizzato con la Camera di Commercio Italiana per la Svizzera. “Chamber Link Zurigo” conclude il primo semestre del “Made in Lecco incontra…” che nei primi giorni di giugno ha visto la presenza a Lecco di un altro rappresentante del mondo camerale estero, la dr. Ssa Maria Morrone della Camera Italiana a Stoccolma. Vale segnalare l’attenzione riscossa dalla Svezia, grazie anche alle complementarietà delle economie svedese e lecchese: la responsabile scandinava, durante il suo soggiorno, ha avuto la possibilità di presentare le esigenze del mercato scandinavo e di conoscere da vicino la realtà lecchese, grazie anche ai numerosi incontri con le Associazioni di categoria e le imprese locali – una trentina circa. In particolare la Svezia ha suscitato l’interesse di quelle aziende in cui innovazione e qualità si fondono con la tradizione della produzione lecchese. Altro potenziale rilevato dalla Dr. Ssa Morrone è legato al settore turistico: i paesaggi e le attività proposte dal territorio lecchese risultano, infatti, affini alle richieste dei viaggiatori svedesi e quindi una ulteriore risorsa da sfruttare. Con il medesimo obiettivo di reciproca conoscenza e scambio sarà realizzato “Chamber Link Svizzera”, a cui parteciperà il dr. Fabrizio Macrì, Responsabile dell’Area Marketing e Promozione della Camera di Zurigo. Tra gli appuntamenti già in calendario si segnalano i due momenti di approfondimento tematico organizzati presso la Camera di Commercio di Lecco: martedì 26 giugno ore 10. 00 è previsto infatti il Workshop “Il settore Agro-alimentare e Turistico: opportunità per il sistema lombardo”, mentre il seminario “Svizzera: prospettive e sviluppi per le imprese” – fissato per giovedì 28 giugno, ore 10. 00 – analizzerà la Svizzera quale mercato di sbocco per l’industria lecchese, soprattutto nei settori portanti dell’economia locale. Ai wokshop, aperti a Associazioni di categoria, consorzi export ed aziende interessate, seguiranno gli “incontri one to one”, appuntamenti personalizzati – previa segnalazione – tra il dr. Macrì e le imprese che intendono stabilire relazioni e rafforzare contatti con un mercato ricco di opportunità, la cui vicinanza geografica e l’affinità linguistica rappresentano punto di forza ed una opportunità da sfruttare. Per maggiori informazioni sull’iniziativa “Il Made in Lecco incontra…la Svizzera”, per segnalare il proprio interesse a partecipare ai workshop e/o ad incontrare il rappresentante della Camera di Commercio di Zurigo, è possibile contattare lo Sportello Internazionalizzazione dell’Azienda camerale Lariodesk Informazioni, C. So Martiri, 73 23900 Lecco E-mail: Cdc Lecco, Sportello Internazionalizzazione Lariodesk, tel 0341 292254 – fax 0341 292255, email lariodesk@lc. Camcom. It .  
   
   
IMPRESE, LECCE – BILANCIO NEGATIVO NEL PRIMO TRIMESTRE 2007  
 
 Lecce, 18 giugno 2007 - I dati sulla nati-mortalità delle imprese nella provincia di Lecce, riferiti al periodo gennaio-marzo 2007, evidenziano un saldo negativo di 404 unità e un tasso di sviluppo, pari a -0,53%. Tale risultato non deve allarmare per un duplice ordine di motivi: uno “fisiologico”, nel senso che nel primo trimestre dell’anno è normale ci sia un maggior numero di cancellazioni, in quanto molte imprese che hanno cessato l’attività a fine anno vengono “registrate” nel primo trimestre 2007 (l’azienda deve presentare istanza di cancellazione entro trenta giorni dalla cessazione dell’attività ). A ciò si aggiunga il fatto che nel corso dei primi tre mesi dell’anno sono state effettuate 192 cancellazioni sulla base di un decreto del Giudice del registro. Si tratta sostanzialmente di imprese fallite per le quali formalmente non era stata chiesta la cancellazione, disposta ora dal giudice. E’ necessario evidenziare, inoltre, che il tasso di crescita della provincia di Lecce è in linea con il dato nazionale anch’esso negativo (-0,23%) e con quello della regione Puglia (-0,36%). Tassi di sviluppo negativi si sono registrati nella quasi totalità delle regioni e delle province. Basti pensare che su 103 province, solo 20 hanno registrato saldi positivi, e analogamente, considerando le Regioni, solo due hanno chiuso il trimestre con segno positivo. Per la provincia di Lecce l’ultimo saldo negativo (-161 imprese) risale al primo trimestre 2003. Le imprese registrate al 31 marzo 2007 sono 75. 132, le attive sono 63. 760; nell’arco dei primi tre mesi dell’anno si sono iscritte nel registro delle imprese della Camera di Commercio 1. 925 nuove aziende e se ne sono cancellate 2. 329. Il maggior numero di cancellazioni si è verificato nel comparto agricoltura che chiude il trimestre con un saldo di –464 aziende, scaturito da 78 iscrizioni e 542 cancellazioni, e un tasso di sviluppo negativo del 3,70%. Segue il macro settore del commercio, con 448 imprese iscritte e 729 cancellate e un saldo di –281 (-1,17%); il manifatturiero con 139 imprese iscritte e 284 imprese cancellate e un saldo –145 imprese (1,52%). In quest’ultimo settore le maggiori “perdite” si sono realizzate nel campo tessile e abbigliamento rispettivamente con – 27 e –31 aziende, nel comparto del legno e dei mobili, con - 23 e –16 unità e nel settore della fabbricazione e lavorazione dei metalli –22 imprese. Il saldo delle imprese non classificate è di 569: si tratta di società che non hanno ancora dichiarato l’inizio attività per cui non sono state ancora codificate. Disaggregando i dati in base alla forma giuridica adottata, e analizzando i relativi saldi, risulta che nel periodo considerato lo stock delle imprese è aumentato di 197 società di capitale, 146 società di persone, 32 aziende che hanno scelto un’altra forma societaria, mentre le ditte individuali sono diminuite nel trimestre di 779 unità. La tabella sottostante mette a confronto le dinamiche delle diverse forme giuridiche nei primi trimestri degli anni 2000-2007, illustrando le tendenze di lungo periodo. Il tasso di crescita delle ditte individuali è costantemente negativo, ad eccezione che nell’anno 2004. Sono le società di capitale e di persone che registrano i tassi di crescita più elevati nel primo trimestre 2007, rispettivamente con +1,98% e + 1,46%; il tasso di crescita delle ditte individuali è stato negativo –1,52%. Le imprese artigiane al 31. 3. 2007 sono 19. 368, con un “peso” sul totale imprese del 25,8%. Anche nel comparto artigiano il tasso di sviluppo nel 1° trimestre è stato negativo (–0,27%), in linea con il dato medio nazionale pari a –0,23% e pugliese –0,36%. Nei primi mesi dell’anno si sono registrate nell’ apposita sezione artigiana del registro imprese 622 aziende, 675 sono quelle che si sono cancellate, il saldo è stato pari a -53 imprese. . .  
   
   
RAPPORTO BANCA D’ITALIA,MATTIA (FI):APPROFONDIRE MOTIVAZIONI GRAVI DIFFICOLTA’ ECONOMIA LUCANA  
 
Potenza, 18 giugno 2007 - “Nella “lettura” del Rapporto presentato il 13 giugno dalla Filiale di Potenza della Banca d’Italia non si tratta di vedere il “bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno”, quanto piuttosto di capire e approfondire le motivazioni delle gravissime difficoltà per l’economia “reale” della Basilicata per superarle e il forte disagio che si registra, soprattutto, nelle condizioni di vita delle famiglie lucane con il 25,8 per cento dei nuclei familiari della regione che il linguaggio statistico definisce livello di “intensità della povertà”. E’ il commento del consigliere regionale di Forza Italia, Franco Mattia, per il quale “tra le emergenze segnalate dalla Banca d’Italia c’è, innanzitutto, quella che riguarda, purtroppo, già da qualche anno, il comparto agricolo con la “cancellazione” di poco meno di 500 aziende in un anno, la riduzione del 27,8 per cento di produzione di grano duro che è tradizionalmente la coltura principale della regione, il calo della produzione lorda vendibile degli ortaggi e della raccolta di pomodori, per fermarci solo ad alcuni indicatori del Rapporto riferiti all’agricoltura”. “Quanto al sistema manifatturiero regionale, dall’indagine – aggiunge Mattia – emergono con chiarezza segnali di mutamento profondo dell’apparato produttivo. La “sofferenza” è quotidiana: dal Consorzio Agrario di Potenza all’azienda cinese di Tito scalo, dalla Lucana Calzature alle fabbriche dell’indotto Fiat di Melfi, i tavoli della cosiddetta task force per l’occupazione si risolvono in fatti rituali senza tutelare il futuro delle migliaia di posti di lavoro a rischio”. “E’ evidente che l’aumento complessivo del numero di occupati, pari al 2,3 per cento – continua Mattia – è del tutto insoddisfacente, tanto più che si concentra solo nei settori dei servizi e delle costruzioni, mentre la riduzione sia degli arrivi che delle presenze turistiche, con una durata media del soggiorno in Basilicata scesa a meno di 4 giorni, non mi meraviglia se, come ho nuovamente denunciato, a Metaponto Lido gli operatori e i residenti sono alle prese con gli stessi problemi di servizi primari e di infrastrutture degli anni settanta”. “Inoltre – afferma il consigliere di Forza Italia – la “radiografia” della Banca d’Italia che casualmente coincide con i risultati della riunione del Comitato di Sorveglianza sull’attuazione del Por Basilicata 2000-2006, rafforza la nostra sollecitazione all’utilizzo efficace delle ingenti risorse regionali, statali e comunitarie perché la spesa pubblica in regione di 3. 500 euro l’anno pro-capite produce ancora scarsi risultati e risulta fortemente improduttiva”. .  
   
   
A SASSARI IL MINISTRO BONINO PER LA FIRMA DI UN ACCORDO CON IL PRESIDENTE SORU IN MATERIA DI INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
 Sassari, 18 giugno 2007 - Il Ministro Emma Bonino e il Presidente della Regione, Renato Soru, firmano oggi a Sassari un accordo quadro di programma in materia di internazionalizzazione. L´accordo fra il Ministero del Commercio Internazionale e la Regione Sardegna persegue la finalità di sviluppare e favorire, in applicazione delle leggi nazionali e regionali, ogni possibile forma di raccordo operativo tra le strategie e i programmi del Ministero del Commercio Internazionale e della Regione Autonoma della Sardegna volti ad accrescere il grado di internazionalizzazione dell´economia territoriale, con particolare attenzione alle diverse fasi di sviluppo delle imprese, rafforzando la loro capacità di competere sui mercati esteri. Ministero e Regione si impegnano a promuovere un´azione congiunta che sostenga l’internazionalizzazione delle imprese e dei territori perseguendo quale obiettivo comune la valorizzazione del Sistema Italia. L´istituto Commercio Estero affianca il Ministero, traducendo in progetti operativi le strategie pubbliche di internazionalizzazione. E´ scritto nella premessa: "In considerazione dell´esperienza registrata negli ultimi anni con gli Accordi di Programma si intende proseguire congiuntamente nell´attuazione di un accordo strategico entro il quale possano convergere tutti gli interventi di sostegno all´export; si intende, altresì, individuare nuove modalità per un´azione congiunta, alla luce degli strumenti normativi esistenti, finalizzata alla realizzazione di iniziative di sostegno all´ internazionalizzazione della realtà produttiva regionale". L´accordo sarà firmato nel palazzo della Provincia di Sassari, davanti alla Presidente Alessandra Giudici, ai sindaci di Sassari, Porto Torres e Alghero, e alla presenza di Confindustria, Api Sarda, Unioncamere, organizzazioni del commercio e della cooperazione. .  
   
   
LA QUALITA’ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: ANCORA PIANO, EPPUR SI MUOVE. E “PAGA”.  
 
Milano, 18 giugno 2007 - I primi risultati dell’indagine conoscitiva condotta in marzo-aprile 2007 da Sistema Susio sull’applicazione negli Enti Locali della Direttiva Nicolais “Per una Pubblica Amministrazione di Qualità”. La Direttiva del dicembre 2006 del ministro per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione ha il fine di stimolare le amministrazioni a introdurre nel proprio ambito strumenti concreti per la qualità. È un fattore chiave per la competitività del Paese, la quale cresce insieme alla crescita economica e sociale dei territori “eccellenti”, quelli in cui si applicano politiche pubbliche innovative e lungimiranti: capacità di visione d’insieme; ruolo “imprenditoriale” degli enti locali; ascolto, partecipazione e coinvolgimento di imprese, cittadini e portatori di interessi; qualità dei servizi resi. I risultati dell’indagine sono confortanti: i grandi comuni sono attivi in questa direzione; molti comuni medio-piccoli e diverse province si stanno dotando di strumenti per la qualità, rispondendo alle sollecitazioni del Governo e dell’Unione Europea: Carta dei Servizi, indagini di Customer satisfaction, Certificazione Iso 9000, Gruppi di Miglioramento, strumenti di autodiagnosi previsti dai modelli europei (Efqm, Caf). Nella maggior parte dei casi sono acquisizioni recenti. Ma è già possibile verificare che “la qualità paga”: diverse fra le amministrazioni locali che hanno introdotto queste innovazioni sono riconosciute come eccellenti nelle statistiche a livello nazionale per qualità di vita e servizi offerti. Lacune e ritardi sono ancora in particolare nell’impiego di strumenti di autovalutazione e nel coinvolgimento e nella formazione del personale. Ostacolo principale: le resistenze culturali interne alle stesse amministrazioni. Ma la coscienza e le intenzioni degli enti che hanno già risposto all’indagine indicano una evoluzione positiva, un terreno ricettivo e fertile che può mettere a frutto le esperienze e le competenze acquisite in diverse situazioni di successo. .  
   
   
GENOVA: OPPORTUNITÀ DI INVESTIMENTO NEGLI EMIRATI ARABI UNITI  
 
Genova, 18 giugno 2007 - Il 26 giugno il Segretario Generale dell’Italian Industry & Commerce Office di Dubai, Mauro Marzocchi, sarà a Genova per comprendere le esigenze delle imprese genovesi che intendono affacciarsi sui mercati del Golfo e le loro effettive opportunità di collaborazione industriale nonché di investimento negli Emirati. La giornata dedicata agli Emirati Arabi si inserisce nell’ambito dell’iniziativa “Sviluppo opportunità di business delle imprese liguri nei Paesi del Golfo Persico “(Kuwait, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita) avviata dalla Camera di Commercio ad aprile. Il progetto, articolato in tre fasi, è iniziato con la giornata di presentazione delle guide ai Paesi del Golfo. La seconda fase prevede incontri “one-to-one” con le imprese, come quelli previsti il 26 giugno per gli Emirati. Gli incontri, su appuntamento, si svolgeranno presso la sede della Camera di Commercio di Genova, Via Garibaldi 4 e saranno il preludio per organizzare la futura missione commerciale a Dubai, prevista per novembre. La partecipazione agli appuntamenti richieda una registrazione da effettuare presso l’ente camerale. .  
   
   
RICERCA SUL SETTORE LEGNO-ARREDO NELLA FEDERAZIONE RUSSA  
 
Pordenone, 18 giugno 2007 - Nell’ambito del Progetto di promozione delle relazioni economiche tra la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la Federazione Russa, la Camera di Commercio di Pordenone, attraverso la sua Azienda Speciale Concentro, organizza una presentazione di una ricerca sul settore legno-arredo nella Federazione Russa. La presentazione si terrà presso la Camera di Commercio di Pordenone, Sala Consiglio, martedì 19 giugno alle ore 17. 00. L’obiettivo dell’incontro è di creare un momento di interazione tra le aziende partecipanti, interessate ad approfondimenti tecnici e l’esperto Paese dott. Ssa Luisella Lovecchio, consulente del progetto Russia, che illustrerà i contenuti della ricerca e proporrà spunti di analisi. Saranno previsti, inoltre, casi aziendali. Per informazioni e adesioni contattare l’Ufficio Internazionalizzazione dell’Azienda Speciale Concentro. . .  
   
   
LAVORATORI IN MOBILITA’: CONTRIBUTI REGIONALI PER APRIRE UN’ATTIVITA’  
 
Roma, 18 giugno 2007 - I lavoratori in mobilità da oggi potranno creare un’attività autonoma o costituire una società, grazie al contributo della Regione Lazio che sostiene il progetto d’impresa con un contributo a fondo perduto fino a 15. 000 euro (L. R. 29/96, art. 12). Il contributo è destinato all’acquisto di beni o servizi che rientrino tra gli investimenti previsti dal progetto di fattibilità dell’impresa e possono richiederlo anche i lavoratori in mobilità senza indennità. Per richiedere il contributo i lavoratori in mobilità devono recarsi presso un Centro per l’Impiego (ex ufficio di collocamento) e chiedere di uscire dalla lista di mobilità compilando il mod. Ds 21 Ant, utile tra l’altro anche per richiedere l’anticipo dell’indennità di mobilità in un’unica soluzione all’Inps. E’ sufficiente quindi aprire una Partita Iva ed inoltrare la domanda di ammissione al contributo. Per presentare il proprio Progetto d’impresa è possibile rivolgersi all’Agenzia Lazio Lavoro, ai numeri 06. 51688024 – 06. 5124766, oppure presso Bic Lazio (N° verde: 800 280 320). Presso gli sportelli di Bic Lazio e di Agenzia Lazio Lavoro è possibile inoltre usufruire di un servizio di informazione, consulenza tecnica e finanziaria, formazione ed accompagnamento per la realizzazione del proprio progetto d’impresa. Per ulteriori informazioni: articolo12@all-regionelazio. It - info@biclazio. It http://agenzialavoro. Sirio. Regione. Lazio. It - www. Biclazio. It .  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ:CONVEGNO SU PROGETTI INTERNAZIONALI PER LE DONNE  
 
Trieste, 18 giugno 2007 - L´esperienza maturata dall´Aidos - Associazione italiana donne per lo sviluppo, in venticinque anni di attività e le immagini, tratte da un documentario, del centro per la salute delle donne di Sweileh, quartiere povero della capitale della Giordana Amman, hanno fatto da filo conduttore al convegno che la Commissione regionale pari opportunità con l´Associazione Culture Aperte e il Coordinamento delle associazioni e comunità degli immigrati della provincia di Trieste (C. A. C. I. T) ha organizzato sui temi della cooperazione internazionale a vantaggio delle donne, con particolare riferimento ai progetti internazionali inerenti i consultori familiari e l´imprenditoria femminile. Obiettivo dell´incontro - che si è svolto nella Sala Tessitori del Consiglio regionale, in piazza Oberdan 5 - realizzare, come ha spiegato la presidente della Commissione pari opportunità, Renata Brovedani, offrire uno spazio di testimonianza e confronto a donne che provengono da altri Paesi e che sono portatrici di sensibilità ed esperienze diverse, per un arricchimento reciproco. Ma anche, evidenziare che l Associazione Culture Aperte, come ha detto la presidente Ornella Urpis, raccoglie l esperienza dell Associazione italiana donne per lo sviluppo puntando ad aprire a Trieste uno sportello Aidos. L´apertura al dialogo è la cifra distintiva della civiltà di un Paese, ha affermato la Brovedani sottolineando il valore di una laicità fondata sullo spirito critico, sulla voglia di confronto senza per questo rinunciare alle convinzioni e al proprio humus culturale, e che uno Stato che sa rapportarsi senza timori e con grande apertura con tante culture è autenticamente democratico e laico. Concetti condivisi dalla consigliera Bruna Zorzini che ha portato il saluto del Consiglio regionale all´iniziativa sottolineando il cammino compiuto in questi anni per la dignità e la libertà di scelta delle donne, anche con appuntamenti come le Conferenze delle Nazioni Unite degli anni ´80 e ´90 di Copenaghen, Nairobi, Pechino, Il Cairo, che hanno dato forza al movimento internazionale delle donne per il miglioramento della condizione femminile nel mondo. La testimonianza di Hasnaa Naggay, coordinatrice delle donne musulmane del Centro Culturale Islamico di Trieste e della Venezia Giulia, ha evidenziato la grande diversità di situazioni per la donna musulmana da un paese all altro indicando nella ignoranza il nemico maggiore per la donna. Proprio sulla formazione Aidos ha investito. La presidente nazionale Daniela Colombo - raccontando il percorso dell´associazione, dalla nascita nel 1981 a oggi, e i molti interventi, dall´ Afghanistan ai paesi dell´ ex-Unione sovietica, dalla Palestina alla Somalia, cercando sempre di far fronte al bisogno formativo della realtà locale - ha spiegato che fin dall´inzio l´Aidos ha lavorato per condividere le conquiste della società italiana, specie in fatto di diritto di famiglia considerato un vero caposaldo, sulla salute sessuale riproduttiva, con particolare riferimento alla legge sui consultori, e sull´imprenditoria femminile, oltre che sulle tematiche di genere e dei diritti umani. E questo - ha concluso Colombo - nella convinzione, comunque, che i molti saperi delle donne e degli uomini immigrati sono utili e preziosi per la cooperazione allo sviluppo. Al termine, la proiezione del film "Empowerment delle donne in Giordania: una collaborazione positiva" ha dato testimonianza visiva di quanto emerso nel convegno. .  
   
   
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO-BICOCCA GIORNATA CONCLUSIVA DEL 2° CICLO DEL CORSO “DONNE, POLITICA E ISTITUZIONI”, ORGANIZZATA DAL COMITATO PER LE PARI OPPORTUNITÀ DI ATENEO  
 
 Milano, 18 giugno 2007 – Oggi alle ore 15:00 (Sala Rodolfi -U6) si terrà, alla presenza del Magnifico Rettore, la cerimonia di consegna degli attestati del corso. Parteciperanno: Carmen Leccardi (responsabile scientifica del corso), Marta Cartabia (docente di Diritto Costituzionale dell’Ateneo) e Arianna Censi (consigliera delegata alle Politiche di Genere – Provincia di Milano). Alle ore 17:00 (Auditorium – U12), la giornata proseguirà con lo spettacolo “Le parole delle donne: da Olympe De Gouges a Wislawa Szymborska”, progetto del Teatro delle Donne, lettrici: Antonella Addea e Maria Dilucia. Leparoledelledonne@libero. It .  
   
   
VARESOTTO E IL PIANETA CASA: A VILLA PONTI DI UN CONVEGNO SULLE LOCAZIONI  
 
Varese, 18 giugno 2007 - Un’attenta analisi del Pianeta Casa a Varese e provincia facendo emergere luci ed ombre di un mercato dinamico ma in piena trasformazione. E’ ciò che è successo il 12 giugno al Centro Congressi delle Ville Ponti di Varese quando, in occasione di un seminario sulle locazioni, organizzato dalla Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali. Il consiglio direttivo di Fiaip Varese ha incontrato la stampa, stimolando enti locali nel dotare città e paesi di sempre più moderne infrastrutture. Claudio Piccoli, da due anni presidente dell’organismo provinciale, ha aperto l’incontro. “Da un attento monitoraggio che abbiamo fatto attraverso le nostre 170 agenzie associate Fiaip nel Varesotto è emerso che è raddoppiata la durata delle trattative immobiliari e che i prezzi degli immobili sono scesi dal 5 al 10 %. Attenti a generalizzare: ci sono aree cittadine e paesi della provincia in cui l’incremento è giustificato dalla qualità e dalla modernità dei servizi ed infrastrutture della zona. : mi riferisco ai trasporti efficienti, parcheggi facili, costruzione di nuove case con impianti per il contenimento energetico. Per l’invenduto, il sentore comune è che non ci si può attestare, per chi vende, sulle valutazioni del 2004 o 2005. Mentre per chi intende comperare si aprono nuove ed interessanti opportunità sia nel costo ribassato sia nella quantità di unità abitative offerte”. Alberto Zamberletti, consigliere e past president di Fiaip Varese, ha voluto porre l’accento sulla scarsa qualità dei servizi nel centro di Varese o Busto: non solo microcriminalità ma anche parcheggi a pagamento di breve durata. Per fortuna qualcosa si sta movendo a Varese grazie alla nascita del nuovo Polo Ospedaliero rivitalizzando il mercato delle compra-vendite e locazioni da Giubiano a Bizzozero, da Borri a Belforte. Stefano Cava, consigliere Fiaip e tra i responsabili dell’Osservatorio Immobiliare Fiaip 2007, precisa: “Continuano a dimostrare dinamismo quei borghi a 5-10 km. Dal capoluogo dove è possibile vivere nel verde e raggiungere la città in pochi minuti : qui ci si riferisce alle direttrici Induno-arcisate-bisuschio, Buguggiate-azzate-mornago, Sant’ambrogio-fogliaro-rasa-brinzio, Casciago-barasso-gavirate o zona Gazzada-castronno-sumirago. Rispetto a 10 anni fa abbiamo anche assistito ad un progressivo aumento di 100 – 150 € delle singole rate del mutuo casa a causa della lievitazione del costo del denaro deciso dalla Banca Europea. Mario Peroni, vice presidente Fiaip e da anni molto attento al mercato del Tradatese, sottolinea: “Se a Varese manca una zona industriale, a Tradate ce n’è una di ben 500 mila mq e si discute di un progetto concreto di raddoppio. Da noi pochi lamentano problemi infrastrutturali ma soprattutto ci sono strutture moderne scolastiche e sanitarie. E’ innegabile però che, a fronte di 5200 famiglie che abitano in case di proprietà, esistano 1000 unità abitative libere. Tutto ciò, aggiunto alla sensibile contrazione dei prezzi del 5-10 per cento, incentiva il mercato verso un maggior dinamismo”. Carmen Piona, segretaria del collegio provincia Fiaip Varese, esperta nel mercato delle locazioni, ha precisato: “Oggi ad essere premiata è la qualità dell’immobile, la modernità dei servizi della zona in cui si colloca e le offerte ragionevoli a prezzi di mercato. Un fatto è innegabile: rispetto al passato oggi il periodo di conferimento dell’incarico all’agenzia si è allungato, molto spesso raddoppiato. Poi il mercato delle locazioni non è certo uniforme, bensì a macchia di leonardo: grande è il dinamismo nelle zone verdi e tranquille limitrofe alla città, ai centri direzionali e ai poli industriali”. Lucia Tulipano, consigliere Fiaip e responsabile Fiaip Turismo ha sottolineato come la zona del Lago Maggiore e del Ceresio presentino aspetti contrastanti. A livello turistico da parte dei villeggianti è sotto gli occhi di tutti la stagnazione nella zona del Luinese e Lavenese, mentre tra Monvalle, Ispra, Ranco, Angera e Sesto Calende c’è più vivacità nelle compra vendite e locazioni a tempi lunghi, non più per le affittanze stagionali di 2 o 3 mesi, complice anche un tessuto socio-economico più favorevole e la vicinanza con centro Euroratom, Malpensa, Milano e le autostrade. Occorre completare al più presto tangenziali ed arterie nel Varesotto promesse in vista dei Mondiali Ciclismo 2008, colmare antiche lacune infrastrutturali e qualificare le offerte con standard di servizi più elevati. Impariamo da Vco, Lario e Svizzeri: il turismo è un volano d’affari ed occupazione per tutti”. Andrea Badoglio, consigliere Fiaip e tra i primi mediatori creditizi in Lombardia, sottolinea una delle tematiche più attuali. “Legati al bene-casa, è innegabile, è in fase di trasformazione anche il settore dei mutui. Basti pensare che persino le banche hanno allungato il periodo di estensione dei finanziamenti per il mattone di proprietà fino a 50 anni di durata. Sembrerebbe grottesco, ma non lo è. Per pagare a lungo una stessa casa in affitto (con il rischio di essere pure sfrattati), meglio accendere un mutuo a lungo termine, detrarne fiscalmente gli interessi, ed entrare nel gruppo dell’80% di chi vive in proprietà. Grazie alle recenti norme in materia fiscale, anche la “portabilità” del mutuo casa è divenuta flessibile con la possibilità del proprietario di cambiare banca o rinegoziare l’importo a nuove condizioni, per lui più vantaggiose. E’ un processo in atto che riscontriamo in questi ultimi mesi”. Marina Maslowsky, responsabile Formazione per Fiaip Varese sottolinea l’esigenza a debellare l’abusivismo con un’opera di costante aggiornamento. “Abbiamo superato le 500 presenze di soci Fiaip ai cinque seminari organizzati in cinque mesi 2007: tra gli argomenti di maggior interesse abbiamo trattato l’obbligo alla registrazione dei Preliminari di compravendita immobili di non nuova costruzione, delle unità abitative nuove, le novità dettate dalla Finanziaria 2007, l’Urbanistica e il catasto e le Locazioni. A noi preme la qualità nella preparazione dei nostri 170 associati Fiaip” Il Presidente, Claudio Piccoli, ha concluso l’incontro stampa con una dichiarazione d’intenti chiara: “Oggi per noi agenti Fiaip i corsi di aggiornamento e il confronto continuo su tematiche d’attualità con tutte le realtà locali e provinciali riconosciute dalla Camera di Commercio di Varese costituiscono un dovere per noi, una “mission” di coscienza e di qualificazione della professione. Forse si tratta di valori intangibili ma molto chiari, nei quali ci riconosciamo e crediamo molto. Ovvio che facciamo tutto ciò impiegando molto tempo, investendo nel personale delle nostre agenzie, ma ci distinguiamo da abusivisti e attività poco o per nulla professionali che purtroppo popolano il mercato: attente ricerche hanno attestato al 20-30 % la presenza di abusivi nella trattativa del bene-casa. Il nostro obbiettivo, è innegabile, è quello di crescere ma non in termini puramente numerici, quanto di qualità e di compattezza di gruppo: per questo organizziamo corsi di aggiornamento tenuti da esperti su svariati legislativi, normativi e di quotidiana applicazione, argomenti alla base di nostri seminari che stanno riscuotendo grande successo di critica e partecipazione da tutta la provincia di Varese”. .  
   
   
FIERA COMMERCIALE E CONVEGNO: ENERGIE RINNOVABILI ED EDILIZIA EFFICIENTE DAL PUNTO DI VISTA ENERGETICO  
 
 Bruxelles, 18 giugno 2007 - Dal 27 al 30 settembre si svolgeranno ad Augusta (Germania) una fiera commerciale e un convegno internazionali sulle energie rinnovabili e sulla costruzione e il restauro efficienti dal punto di vista energetico. Il programma prevede circa 16 conferenze e seminari commerciali durante i quali gli operatori dell´industria illustreranno ai propri colleghi lo stato dell´arte nel settore delle energie rinnovabili e dell´efficienza energetica. Tra i settori presentanti in fiera figurano biogas, biocarburanti, energia geotermica, fornitura di energie del legno, tecnologia fotovoltaica, energia solare termica, materiali per l´edilizia e tecnologie abitative. .  
   
   
CEMENTIFICIO TORVISCOSA NON COMPATIBILE  
 
Trieste, 18 giugno 2007 - - Il progetto riguardante un nuovo impianto di produzione clinker e macinazione cemento in comune di Torviscosa viene giudicato non compatibile con l´ambiente. Lo afferma una delibera approvata il 14 giugno dalla Giunta regionale, ai sensi della legge regionale 43 del 1990 in materia di impatto ambientale. La decisione è stata presa dopo che alla direzione centrale Ambiente della Regione sono pervenute le risposte dell´Azienda per i Servizi Sanitari della Bassa Friulana e dell´Arpa, sollecitate ad esprimere in maniera definitiva, chiara ed esplicita le valutazioni tecniche di loro competenza, in quanto le relazioni presentate dai due enti in sede di Commissione tecnico-consultiva per la Valutazione di Impatto Ambientale non avevano espresso valutazioni univoche in riferimento ai dati relativi alla qualità dell´aria ed alla conseguente tutela del valore prioritario della salute dell´uomo. Con la delibera la Giunta ha concluso il percorso di valutazione di impatto ambientale del progetto per il cementificio di Torviscosa applicando leggi e regolamenti in materia e ponendo anche in evidenza l´applicazione del principio di precauzione previsto nel Trattato Ce sull´elevato livello di protezione in caso di pericoli, anche solo potenziali, per la salute umana e per l´ambiente. .  
   
   
“PITTURE E VERNICI PER L’INDUSTRIA: NEL 2006 IL MERCATO HA BENEFICIATO DEL BUON ANDAMENTO DI ALCUNI DEI PRINCIPALI SETTORI DI SBOCCO: I CONSUMI CRESCONO DEL 2,3% IN QUANTITÀ E DEL 4,9% IN VALORE.  
 
Milano, 18 giugno 2007 - Per il 2007 si prevede un rallentamento della crescita (+1,1% in quantità), a fronte dell’andamento discontinuo e selettivo dei settori industriali italiani. Nel mercato metalmeccanica i segmenti con migliori prospettive di crescita sono la meccanica strumentale e i mezzi di trasporto destinati all’industria, che detengono ancora un buon posizionamento competitivo a livello globale e possono beneficiare del ciclo positivo degli investimenti industriali. Lo sviluppo dei consumi di prodotti vernicianti per legno è condizionato dall’incerta e selettiva ripresa del settore del mobile, che stenta a riposizionarsi rispetto alla concorrenza straniera. Il mercato automobilistico ha beneficia dei programmi di sviluppo e di lancio di nuovi modelli del Gruppo Fiat. La competizione sul prezzo si manterrà elevata sia per il modesto sviluppo previsto che per le caratteristiche strutturali dei clienti, che esercitano un elevato potere contrattuale. Le leader continueranno a perseguire la strategia di differenziazione, attraverso l´innovazione di prodotto e l’innalzamento del livello dei servizi. Il processo di delocalizzazione delle unità produttive attuata nei settori a valle rappresenta una minaccia per i produttori italiani. L’internazionalizzazione delle imprese nazionali è, in genere, commerciale; tuttavia i principali competitor nazionali tendono a consolidare la presenza diretta all’estero, attraverso l’istituzione di filiali, in grado di presidiare con maggiore efficienza ed efficacia i maggiori clienti (soprattutto rispetto alla fornitura di servizi pre e post vendita) e sviluppare politiche espansive coerenti con gli obiettivi aziendali. Dati Di Sintesi, 2006
Numero di imprese 380
Numero di addetti specifici 8. 000
Numero di addetti per impresa 21
Valore della produzione a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 2. 250,0
Variazione media annua della produzione 2006/2002 (%):
· in quantità -0,0
· in valore 2,2
Fatturato per addetto (‘000 euro) 281,3
Valore aggiunto (Mn. Euro) 540,0
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 67,5
Quota della produzione dei primi quattro gruppi/imprese (a) (%) 42,1
Quota della produzione dei primi otto gruppi/imprese (a) (%) 58,2
Export/produzione (%)(a) 31,2
Import/consumo (%)(a) 10,2
Valore del mercato a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 1. 679,5
Variazione media annua del mercato 2006/2002 (%):
· in quantità -1,4
· in valore 0,1
Quota di mercato dei primi quattro gruppi/imprese (a) (%) 34,5
Quota di mercato dei primi otto gruppi/imprese (a) (%) 47,7
Quota del mercato dei primi quattro gruppi/imprese (a) (%):
· metalmeccanica 42,4
· legno 55,3
· auto primo impiego (b) 96,0
· carrozzeria 72,5
· protezione industriale 55,2
· marina e nautica 65,5
Previsioni di sviluppo della produzione(a):
· 2007/2006 modesto incremento
· tendenza di medio periodo modesto incremento
a) - in quantità b) - prime due imprese Fonte: Databank .
 
   
   
SFRUTTAMENTO DELL´ENERGIA DELLE ONDE MARINE  
 
 Bruxelles, 18 giugno 2007 - Alcuni partner di un progetto finanziato dall´Ue hanno sviluppato un nuovo convertitore dell´energia del moto ondoso, ritenuto essere ancora più efficace rispetto ad altri sistemi analoghi. Per mettere alla prova il nuovo sistema, il consorzio del progetto sta costruendo al largo della costa norvegese un prototipo in scala reale. Il progetto non poteva iniziare in tempi migliori. Con la minaccia sempre più concreta di un cambiamento climatico e il profilarsi di una possibile crisi energetica, i responsabili politici europei hanno sempre più interesse ad accrescere la percentuale di energie pulite e rinnovabili nel mix energetico europeo. Il «Seawave Slot-cone generator» (Ssg) è un convertitore dell´energia delle onde marine, basato sul principio dell´innalzamento delle onde, che utilizza complessivamente tre serbatoi posti uno sopra l´altro. L´acqua raccolta nei serbatoi attraversa una turbina multistadio per la produzione di energia elettrica. La struttura a tre livelli consente di raccogliere sia onde di elevata dimensione, che creano la maggior parte dell´energia, sia onde piccole, che garantiscono la produzione continua dell´energia. «Il vantaggio del nostro progetto risiede nello sfruttamento dell´intero spettro di onde, garantendo in tal modo un alto livello di efficienza e la generazione continua di energia», ha riferito al Notiziario Cordis Monika Bakke della Wave Energy As, il partner principale del progetto Wavessg. Un altro vantaggio del convertitore è rappresentato dall´utilizzo di una sola turbina. «Generalmente, affinché un sistema possa raccogliere onde di varie dimensioni, è necessaria la presenza di una turbina in ogni cisterna [serbatoio]», ha spiegato Monika Bakke. «Il problema di avere singole turbine è che le onde vanno e vengono e il tempo che intercorre tra un´onda e l´altra determina l´arresto della turbina e quindi del generatore. Questo porta alla disconnessione del sistema dalla rete elettrica». Il sistema brevettato dal consorzio del progetto utilizza solo una ruota di turbina in comune per tutti e tre i serbatoi. «Fin quando una cisterna produrrà energia, il convertitore rimarrà connesso alla rete», ha dichiarato Monika Bakke. Dopo intense sperimentazioni in laboratorio, i partner del progetto sono ora pronti a mettere alla prova il convertitore in un ambiente reale. Hanno avviato i lavori per integrare un convertitore dimostrativo in una barriera frangionde del porto di Kvitsoy, una piccola isola (520 abitanti) al largo della costa norvegese. Dopo avere studiato le onde del luogo, i partner del progetto hanno adattato il convertitore per sfruttare l´energia delle onde di tre dimensioni diverse (1,5 metri, 3 metri e 5 metri). Il consorzio del progetto ha stimato che il convertitore potrebbe produrre 200 000 kilowattore all´anno che consentirebbero di fornire energia a dieci abitazioni dell´isola. «Si tratta di una quantità di energia limitata, ma solo perché la fonte energetica è limitata», ha affermato Monika Bakke. «Integrando il sistema in un frangiflutti di 500 metri, è possibile arrivare a produrre 20 gigawattore all´anno», una quantità di energia elettrica che consentirebbe di rifornire 4 000 famiglie. Oltre a generare energia a prezzi contenuti, l´installazione del convertitore presenta il vantaggio di poter essere integrato in infrastrutture frangiflutti, assolvendo quindi un duplice scopo. «Il 95% della spesa per l´installazione del prototipo è destinato al cemento del frangiflutti, quindi l´installazione in un frangiflutti risulta essere più competitiva», ipotizza Monika Bakke. Altri vantaggi evidenziati dal consorzio del progetto sono l´alta affidabilità del sistema, la presenza di pochissimi componenti mobili e quindi la capacità di resistere a condizioni burrascose. Il convertitore potrebbe anche essere combinato con meccanismi di produzione dell´acqua dolce e sistemi di stoccaggio dell´idrogeno per produrre energia elettrica durante i periodi di mare più calmo. Tuttavia, come per altre nuove tecnologie energetiche, quali quelle eoliche, sono state espresse preoccupazioni sull´impatto ambientale di tali sistemi di sfruttamento dell´energia marina. Tra i motivi di preoccupazione figurano l´inquinamento acustico e i cambiamenti nella struttura dei sedimenti marini. A tale proposito, il consorzio eseguirà una valutazione del rischio ambientale nel corso del suo lavoro. Monika Bakke sostiene che il convertitore avrà un impatto limitato, simile a quello di un normale frangiflutti, e che il rumore della turbina non sarà così invasivo da danneggiare la vita marina. Se le condizioni del tempo lo consentiranno, si auspica che il convertitore e l´impianto elettrico siano operativi entro l´estate del 2008. Sebbene la durata del progetto pilota sia di sette anni, Monika Bakke è del parere che dopo un anno il progetto potrà già fornire dati concreti sulla quantità di energia che il convertitore è in grado di produrre. Il progetto ha ricevuto 1 Mio Eur a titolo dell´area tematica prioritaria «Sviluppo sostenibile, cambiamento globale ed ecosistemi» del Sesto programma quadro (6Pq). Il costo totale per lo sviluppo, la costruzione, l´installazione e il collaudo del sistema si aggira sui 3,5 Mio Eur. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Waveenergy. No/ .  
   
   
TROVATO L´ACCORDO SUL PIANO ENEL PER LA RETE PIEMONTESE RIDIMENSIONATO IL PROGETTO CHE PREVEDEVA CHIUSURE DI ZONE E UNITA´ OPERATIVE  
 
Torino, 18 giugno 2007 - Trovato l’accordo tra Enel e sindacato che ridimensiona il piano di riorganizzazione della rete di distribuzione dell’energia elettrica in Piemonte, che aveva destato preoccupazione per la qualità del servizio agli utenti e per i posti di lavoro. Il piano nazionale dell’Enel del dicembre scorso, prevedeva infatti per il Piemonte la riduzione di 2 zone (Alba e Pinerolo) delle 11 presenti su tutto il territorio regionale, e di 15 unità operative su 36 (l’insieme delle squadre di tecnici e operai composte da 2-3 nuclei formati da circa 15 persone, operanti nelle varie zone). L’accordo stabilisce invece che a chiudere sarà solo una zona (Pinerolo), e 9 unità operative: 4 sedi accorpate nella stessa località (Cuneo da 2 a 1, Biella da 2 a 1, Novara da 2 a 1, Rivoli da 2 a 1) e le altre 5 chiuse con funzioni accorpate a sedi di località vicine (Ceva, Bra, Carmagnola, Tortona e Omegna). Rimangono quindi le 6 unità operative di Cuneo, Saluzzo, Canelli, Acqui Terme, Ivrea, Favria e Rivoli. “Il confronto – commenta l’assessore alla montagna della Regione, Bruna Siille, che ha seguito l’intera vicenda - ha prodotto un compromesso accettabile: si è mantenuto un presidio forte sul territorio per quanto concerne il governo del servizio elettrico, il potere decisionale e il rapporto con le istituzioni. Non andranno persi servizi resi all’utenza e posti di lavoro, e non ci sarà inoltre mobilità del personale, se non per limitate figure professionali di vertice”. .  
   
   
LOIERO: "DALLA CALABRIA UN´INIZIATIVA NEL RISPETTO DEL PROTOCOLLO DI KYOTO"  
 
Reggio Calabria, 18 giugno 2007 - "La Calabria ha manifestato la sua piena disponibilità. Abbiamo avviato un percorso con il ministro dell´Ambiente Pecoraro Scanio per arrivare alla realizzazione di una centrale termodinamica in Calabria. È un´eccezionale opportunità e contiamo di coglierla". Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero. Per Loiero la costruzione di tale centrale solare "ben si inserisce nella politica ambientale della Regione Calabria tesa alla salvaguardia del clima e al rispetto dei valori ambientali". La centrale da costruire avrà una potenzialità di oltre 500 megawatt e, secondo il presidente Loiero "potrebbe partire dalla Calabria un´iniziativa nel pieno rispetto del protocollo di Kyoto". .  
   
   
COMPATIBILITÀ AMBIENTALE FAVOREVOLE A ISOLA ARTIFICIALE PER METANODOTTO PORTO VIRO  
 
Venezia, 18 giugno 2007 - La Giunta veneta, su proposta dell’assessore Renato Chisso, ha preso atto, facendolo proprio, del parere favorevole di compatibilità ambientale con prescrizioni, espresso all’unanimità dei presenti dalla Commissione Regionale di Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto dell’“Isola Artificiale Temporanea antistante lo Scanno del Palo di Boccasette”, presentato dalla Società Terminale Gnl Adriatico Srl. “Il provvedimento di Giunta formalizza il parere regionale nella procedura di valutazione d’impatto ambientale relativa all’iniziativa – ha precisato Chisso – e sarà ora trasmesso al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio; sarà inoltre comunicato alla società interessata e pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione”. Il progetto consiste nella realizzazione di un’area di lavoro temporanea, un’isola artificiale, appunto, nel tratto di mare che costituisce la base per il posizionamento dei macchinari e dei servizi accessori per l’applicazione della tecnica della trivellazione orizzontale controllata (Toc) per la posa in opera del metanodotto di connessione al terminale di rigassificazione di Porto Viro. Il tracciato del metanodotto “Porto Viro – Cavarzere” attraversa il Po di Maistra in corrispondenza della barra di sabbia e dello Scanno Cavallari, che costituiscono le sponde del tratto finale del fiume. La tecnica Toc consente il posizionamento della condotta ad una profondità tale da non creare interferenze con il litorale e minimizzare l’impatto sulle componenti ambientali più sensibili. Il metanodotto attraverserà il Po di Maistra ad una distanza dal fondo canale di circa 29 metri mentre al di sotto della barra di sabbia la condotta sarà posizionata ad una profondità di 35 metri. Per l’esecuzione dei lavori è necessario installare un’isola artificiale, finalizzata a garantire che le attività di perforazione vengano eseguite in un luogo asciutto ed isolato da eventi meteomarini. L’isola artificiale è ubicata a qualche centinaio di metri dall’attuale linea di costa (Scanno del Palo di Boccasette), in una zona di mare con profondità media d’acqua di 3,7 metri. A fine esercizio, dopo il collegamento della condotta da terra con quella da mare, l’isola sarà completamente smantellata e i materiali di risulta rimossi. Le prescrizioni della Commissione regionale Via riguardano, tra l’altro, l’attuazione di una compensazione ambientale per un importo di 200 mila euro con i quali realizzare un piano di interventi di valorizzazione ambientale da concordare con i Servizi Forestali regionali, Arpav ed Ente Regionale Parco Delta del Po; il monitoraggio ambientale, il materiale per il riempimento dell’isola; gli accorgimenti per evitare sversamenti accidentali; le modalità di dismissione dell’isola, il divieto di stoccaggi e depositi anche temporanei a terra. .  
   
   
FVG: CONTRIBUTI ALLE IMPRESE PER FOTOVOLTAICO  
 
Udine, 18 giugno 2007 - La Giunta regionale ha approvato il 14 giugno, su proposta del vicepresidente e assessore all´Ambiente Gianfranco Moretton, il regolamento per la concessione alle imprese del Friuli Venezia Giulia di contributi in conto capitale per l´installazione di impianti solari fotovoltaici. Le domande di contributo, che potrà arrivare fino all´80 per cento della spesa ammissibile, dovranno essere inoltrate al Servizio disciplina tecnica edilizia e strutture a supporto residenza della direzione centrale Ambiente e Lavori Pubblici della Regione. Potranno ottenere il finanziamento gli impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica, la cui potenza nominale risulti non inferiore a 10 kilowatt. . . .  
   
   
HONDA SOLTEC INIZIA LA COMMERCIALIZZAZIONE DI PANNELLI FOTOVOLTAICI  
 
Verona, 18 giugno 2007 - Honda Soltec Co. , Ltd. , filiale di Honda dedicata alla produzione di pannelli fotovoltaici, ha iniziato la commercializzazione di moduli a film sottili prodotti da Honda Engineering Co. , Ltd. La commercializzazione avviene principalmente nell’area del Kanto attraverso una rete di distributori che forniscono anche il servizio di installazione dei pannelli. Il pannello fotovoltaico sviluppato internamente da Honda utilizza una sottile pellicola realizzata con rame, indio, gallio e selenio che fa del pannello un prodotto particolarmente rispettoso dell’ambiente concentrandosi sulla riduzione di valori di Co2 generati anche durante la fase di produzione dei pannelli stessi. A partire da quest’autunno Honda Soltec inizierà la produzione in massa di pannelli nel nuovo stabilimento con una capacità annua di 27. 5 megawatt. Nel 2006 Honda ha annunciato un obiettivo di riduzione globale dei valori di Co2 relativi ai propri prodotti e alla produzione degli stessi. Oltre a questo obiettivo di riduzione di emissioni Honda sta focalizzando la propria attenzione sullo sviluppo di prodotti in grado di produrre energia, come le unità di cogenerazione e i pannelli solari che accentuano l’impegno aziendale nella riduzione dei problemi ambientali. Specifiche del pannello fotovoltaico Honda: Tipologia: Cigs; Massimo rendimento per modulo (Watt): 125; Dimensioni (mm): 1,417 X 791 X 37; Peso (kg): 14. 3; Prezzo di vendita consigliato: 60. 375 yen (incluso tasse) (prezzo tasse escluse: 57. 500 yen): Questo dato di massimo rendimento è stato calcolato da Honda con una intensità di irraggiamento pari a 1Kw/m2 e ad una temperatura di 25 gradi Celsius. Temperatura di funzionamento: da 40 a -20 gradi Celsius. Il massimo rendimento si differenzia in base all’intensità delle radiazioni solari, delle condizioni di installazione (ambiente circostante, posizionamento dei pannelli), dell’area geografica e della temperatura. .  
   
   
SECONDO LE UNIVERSITÀ, OCCORRE RAFFORZARE LA FORMAZIONE DEI DOTTORANDI  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - La formazione di ricercatori di prim´ordine è essenziale per lo sviluppo di una base scientifica solida per l´economia europea della conoscenza e deve pertanto costituire parte integrante della politica per la ricerca e sviluppo (R&s) europea nei prossimi anni. Secondo l´ultima relazione della Lega delle università di ricerca europee (Leru), nell´ambito della formazione dei dottorandi occorre evitare un quadro normativo imposto dall´alto, che potrebbe impedire alle università di competere a livello globale, anziché aiutarle. «La ricerca di frontiera in tutte le discipline è una fonte primaria di innovazione in una società basata sulla conoscenza e deve pertanto svolgere un ruolo essenziale nello sviluppo della vita economica, politica e culturale europea. I ricercatori altamente qualificati, e soprattutto i dottori di ricerca e di altri corsi di studio post-laurea basati sulla ricerca, fungono da agenti principali di creatività, innovazione, trasferimento di conoscenza e soluzione di problemi», scrive la Leru nella relazione «Doctoral Studies in Europe: Excellence in Researcher Training». La Leru ritiene che per portare avanti la ricerca e, di conseguenza, l´economia basata sulla conoscenza, la formazione dei dottorandi europei debba essere incentrata sull´eccellenza. La ricerca dell´eccellenza presuppone una dura selezione e valutazione dei candidati, la loro immersione in un ambiente per la ricerca ricco e fertile, un sostegno amministrativo e programmatico di alta qualità, nonché una forte leadership e una valida gestione istituzionali. Tuttavia, per conseguire tale livello di eccellenza, l´Europa deve prima superare la frammentazione dei propri programmi di dottorato. Attualmente vi sono più di 1 000 università che conferiscono dottorati di ricerca in Europa. Per contro, esistono solo 400 istituti del genere negli Stati Uniti, meno di 100 dei quali conferiscono l´80% di tutti i dottorati di ricerca. La Leru precisa che tale frammentazione causa uno spreco di energie e di fondi, che a propria volta dà luogo a un impatto diffuso. Sostiene che, per rimanere competitive a livello internazionale, la ricerca e la formazione ad alto livello devono diventare più concentrate e mirate. Un suggerimento riguarda una migliore cooperazione tra gli istituti e l´introduzione di iniziative per la creazione di reti tra i diversi dottorati. Una maggiore concentrazione non significa però necessariamente una scelta meno ampia. Le università hanno sempre più difficoltà ad adempiere ai ruoli loro richiesti, che vanno da enti fornitori di apprendimento e di ricerca a istituti incubatori di innovazione. «L´europa trarrebbe pertanto beneficio dall´emergere di uno spettro più ampio di istituzioni, dalle università competitive a livello mondiale, all´avanguardia e ad alto impiego di ricerca, in grado di operare alle frontiere della ricerca e della formazione, alle strutture maggiormente coinvolte a livello di comunità locali per soddisfare la domanda locale di laureati, di programmi di formazione e di consulenza orientata al mercato», scrive la Leru. Nella riunione di maggio, i ministri comunitari per l´Istruzione superiore hanno chiesto che i programmi di dottorato venissero integrati nelle strategie e politiche istituzionali, e hanno caldeggiato lo sviluppo di carriere e opportunità adeguate per i candidati a tale titolo di studio e per i ricercatori all´inizio della carriera. Pur concordando a grandi linee riguardo alle dichiarazioni dei ministri, la Leru mette in guardia dalla prospettiva di un quadro normativo imposto dall´alto per la formazione dei dottorandi, una prospettiva che potrebbe impedire alle università di competere a livello globale, anziché aiutarle. Andrebbero evitati i sistemi di credito o accreditamento per la formazione dei dottorandi, mentre la definizione degli ambiti di studio, la durata, le strutture organizzative e i criteri di ammissione andrebbero stabiliti dagli istituti, afferma la Leru. «La regolamentazione della formazione dei dottorandi dev´essere quanto mai ridotta. Le università europee, nella loro concorrenza globale per l´acquisizione degli studenti più meritevoli, non dovrebbero essere ostacolate da norme burocratiche e restrittive che invece non gravano sui loro concorrenti principali. Il principio dell´autonomia istituzionale significa che le università devono essere libere di sviluppare strategie, metodi, impegni e organizzazione della formazione dei dottorandi», sostengono gli autori della relazione. La Leru raccomanda invece ai governi di integrare la garanzia di qualità della formazione dei dottorandi nella valutazione periodica degli istituti che conferiscono dottorati di ricerca. La garanzia di qualità dovrebbe basarsi sulla qualità della supervisione, sul tasso elevato di completamento degli studi e su tempi ragionevoli di conseguimento della laurea, parametri essenziali per valutare il successo di un programma di dottorato, a differenza del monitoraggio burocratico, fa notare la Leru. Per leggere la relazione consultare: http://kampela-leru. It. Helsinki. Fi/file. Php?type=download&id=1020 .  
   
   
FORMAZIONE E RICERCA IN EUROPA: NUOVE OPPORTUNITÀ, NUOVE SFIDE  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - Il 3 luglio a Lione (Francia) si svolgerà una conferenza sulle nuove opportunità e le nuove sfide della formazione e della ricerca in Europa. Tra gli oratori figurano Janez Potocnik, commissario europeo per la scienza e la ricerca, e rappresentanti di vari istituti di ricerca francesi e del governo francese. Nel corso delle varie sessioni saranno trattati argomenti quali i Fondi strutturali Ue, il Settimo programma quadro di ricerca (7Pq) e il mondo universitario. Il direttore dell´Istituto nazionale di scienze applicate di Lione (Insa) firmerà inoltre la Carta europea del ricercatore. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Insavalor. Fr/europe2007 .  
   
   
IL GOVERNO IRLANDESE PROMUOVE LA FORMAZIONE POST-LAUREA NEL CAMPO DELLA RICERCA  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - Due consigli nazionali per la ricerca, l´Irish Research Council for Science, Engineering and Technology (Ircset, Consiglio irlandese per la ricerca nel campo della scienza, dell´ingegneria e della tecnologia) e l´Irish Research Council for Humanities and Social Studies (Irchss, Consiglio irlandese per la ricerca nel campo delle scienze umanistiche e degli studi sociali), hanno annunciato una nuova importante iniziativa di finanziamento per la creazione in Irlanda di programmi di formazione post-laurea nella ricerca. L´iniziativa dovrebbe aiutare i ricercatori irlandesi a migliorare le prestazioni delle proprie attività sia a livello nazionale che nell´ambito dello Spazio europeo della ricerca e oltre. Soltanto nel 2007, l´iniziativa conferirà 6-10 Mio Eur alle proposte avanzate da consorzi di istituti di istruzione superiore che desiderano introdurre un programma di formazione post-laurea nella ricerca. Lo scopo è garantire un approccio più strutturato alla formazione post-laurea in Irlanda, sulla falsariga degli istituti universitari, riunendo raggruppamenti di competenze incentrate sulla ricerca di alta qualità. Per essere idonei, i programmi devono comprendere finanziamenti per attrarre dottorandi di ricerca, nonché per sviluppare e offrire corsi a favore degli studenti nel campo della ricerca. Il finanziamento potrà inoltre essere accordato a iniziative volte a fornire assistenza per l´amministrazione del programma, lo sviluppo di reti di formazione post-laurea e la capacità di attrarre studenti qualificati. La nuova iniziativa è finanziata dal governo irlandese come parte della strategia volta a raddoppiare il numero degli studenti dei corsi post-laurea entro il 2013 e garantire il conferimento di 1 000 dottorati di ricerca all´anno. Si ritiene che i programmi di formazione post-laurea nella ricerca svolgano un ruolo essenziale per conseguire tale obiettivo e collocare la competenza irlandese in una posizione di primo piano riguardo agli sviluppi globali della ricerca. Tali programmi, incentrati sull´eccellenza, dovrebbero preparare più adeguatamente le équipe di ricercatori irlandesi a candidarsi per gli aiuti statali alla ricerca, nonché per i finanziamenti europei conferiti tramite strutture quali il Settimo programma quadro (7Pq) e il Consiglio europeo per la ricerca (Cer), parte del 7Pq. «Serviranno a incentivare la nostra base di ricerca autoctona, in quanto attireranno nel nostro paese talenti e nuovi finanziamenti a favore della ricerca e alimenteranno la reputazione internazionale dell´Irlanda quale centro mondiale dell´eccellenza nella ricerca», si legge in una dichiarazione congiunta dell´Ircset e dell´Irchss. Per maggiori informazioni consultare: http://www. Ircset. Ie/grant_schemes/grep_info. Html .  
   
   
GLI ESPERTI INVITANO AD UN CAMBIAMENTO RADICALE NELL´INSEGNAMENTO DELLA SCIENZA  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - Secondo una relazione del gruppo di alto livello sull´istruzione scientifica, è necessario un approccio radicalmente nuovo all´insegnamento della scienza se si vuole arginare il calante interesse degli studenti europei per le scienze. Il gruppo di esperti era stato istituito lo scorso anno dal commissario europeo per la Ricerca Janez Potocnik e dal commissario europeo per l´Istruzione, la formazione, la cultura e la gioventù Jan Figel´, con il compito di individuare le migliori pratiche in grado di fare aumentare l´interesse dei giovani nei confronti della scienza. Sotto la presidenza dell´europarlamentare francese Michel Rocard, il gruppo ha esaminato le iniziative esistenti tese a promuovere l´interesse degli studenti nella scienza, incentrandosi in particolare sul modo in cui la scienza è insegnata nelle scuole. La principale raccomandazione formulata dal gruppo riguarda una trasformazione radicale dell´insegnamento delle scienze nelle scuole, con il passaggio da metodi principalmente deduttivi a metodi basati sull´indagine. L´approccio deduttivo nell´insegnamento comporta che il docente presenti concetti, ne illustri le implicazioni logiche e fornisca esempi di applicazioni. Per contro, nell´istruzione basata sull´indagine (Ibse) è riservato un più ampio spazio all´osservazione e alla sperimentazione e l´allievo, sotto la guida dell´insegnante, è incoraggiato a costruire la propria conoscenza. Secondo gli esperti, l´Ibse si è dimostrata efficace nell´aumentare l´interesse degli studenti e i livelli di successo in ambito scientifico, nelle scuole sia primarie che secondarie. È particolarmente efficace per gli studenti con livelli più bassi di autostima e provenienti da condizioni svantaggiate e crea le condizioni adatte che consentono ai soggetti più capaci di raggiungere i più elevati livelli di conoscenza. Il gruppo sottolinea che l´approccio deduttivo e quello basato sull´indagine non si escludono a vicenda e dovrebbero essere combinati per soddisfare le diverse inclinazioni degli studenti. Per favorire questo passaggio verso l´Ibse, gli esperti raccomandano il sostegno e la formazione dei docenti in questo tipo d´insegnamento e lo sviluppo di reti di insegnanti. Gli esperti raccomandano inoltre di attribuire priorità alle iniziative che rafforzeranno la partecipazione delle ragazze alle materie scientifiche che devono essere aiutate anche ad avere maggiore fiducia nelle proprie capacità scientifiche. Al riguardo, il gruppo ha rilevato che laddove è seguito l´approccio Ibse, le giovani partecipano con più entusiasmo. La relazione chiede una migliore articolazione fra le attività nazionali e quelle finanziate a livello europeo. Gli autori ritengono che l´Ue dovrebbe contribuire con 60 Mio Eur nell´arco di 10 anni in favore di queste attività. Infine, gli esperti chiedono la creazione di un consiglio consultivo europeo per la scienza che, fra gli altri incarichi, dovrebbe controllare le iniziative in materia di Ibse ed incoraggiarle al fine di cooperare e condividere informazioni a livello europeo. I gruppi dovrebbero essere istituiti e finanziati dalla Commissione europea. Per attuare queste raccomandazioni si dovrà agire a tutti i livelli. «Poiché è in gioco il futuro dell´Europa, i responsabili delle decisioni devono invitare gli enti incaricati di realizzare il cambiamento a livello locale, regionale, nazionale ed europeo ad agire per migliorare l´istruzione scientifica», dichiara il gruppo. «Alla questione dovrebbe essere riservato un posto centrale nell´ambito della nuova strategia di Lisbona e la si dovrebbe considerare una priorità imperativa». «La relazione Rocard contiene raccomandazioni estremamente precise sulla direzione da seguire per rivitalizzare l´insegnamento della scienza in Europa», ha osservato il commissario Potocnik. «Queste raccomandazioni devono essere prese in considerazione seriamente; stimolare l´interesse fra i giovani europei per la scienza e la tecnologia è fondamentale se l´Europa vuole avere un futuro basato sul migliore uso della conoscenza. » «Il calante interesse nei confronti degli studi di S&t e la diminuzione delle iscrizioni devono essere motivo di preoccupazione per tutti», ha aggiunto il commissario Figel´. «Attirare più giovani verso studi scientifici e tecnologici, e in particolar modo le ragazze che sono sottorappresentate nella maggior parte dei paesi europei, è diventato un obiettivo condiviso a livello europeo. Ma resta ancora molto da fare». .  
   
   
CASE STABILISCE OBIETTIVI PER L´ASSUNZIONE DI INSEGNANTI DI SCIENZE  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - In reazione alla scarsità di docenti di fisica, chimica e matematica nelle scuole secondarie britanniche, la Campaign for Science and Engineering nel Regno Unito (Case) ha formulato una serie di raccomandazioni e stabilito obiettivi per il governo. La carenza di insegnanti specializzati (quelli che possiedono una laurea o una formazione aggiuntiva di docenti) nel Regno Unito non è identica in tutte le discipline. Circa il 44% degli insegnanti di scienze è costituito da biologi, il 25% da chimici e il 19% da fisici. Solo il 76% degli insegnanti di matematica è specializzato. L´insufficienza di docenti di fisica significa che un quarto delle scuole non dispone di insegnanti specializzati. «Onestamente, siamo stanchi di lamentare che il 25% delle scuole non ha docenti di fisica, e anche in chimica e matematica si ravvisano forti carenze. Un milione di bambini impara la fisica da persone che non sono docenti di fisica. Non è giusto per gli alunni, non è giusto per gli insegnanti, ed è dannoso per il paese», ha dichiarato la vicedirettrice di Case, Hilary Leevers. «Il calo dell´interesse per la fisica e la chimica osservato nel Regno Unito sembra rispecchiare un cambiamento a livello di società e i dati multiculturali suggeriscono una certa inevitabilità in tal senso. Tuttavia, un intervento proattivo ha rapidamente invertito la tendenza al tracollo apparentemente inarrestabile dell´interesse per la matematica nel Regno Unito», si legge in una relazione di Case. Secondo Case, tale intervento consiste nello stabilire obiettivi specifici per materia riguardo ai candidati di chimica, fisica e matematica che partecipano ai corsi di formazione per insegnanti. I presidi dovrebbero essere incoraggiati a sfruttare meglio le flessibilità esistenti in termini di remunerazione per assumere docenti per le materie «problematiche». L´assunzione di personale ed esperti di sostegno (e il rendere tale professione un´opzione interessante) potrebbe aiutare le scuole a trattenere gli insegnanti di scienze e consentire ai docenti che attualmente insegnano materie scientifiche di scegliere lezioni più pratiche. Case ha stabilito una serie di obiettivi per il governo britannico. Chiede maggiori assunzioni, corsi di aggiornamento e una maggiore capacità di trattenere i docenti, affinché entro il 2014: il 25% dei docenti di scienze abbia una specializzazione in fisica (attualmente è il 19%); il 31% dei docenti di scienze abbia una specializzazione in chimica (attualmente è il 25%); il 95% delle lezioni di matematica sia tenuto da uno specialista (attualmente è l´88%). Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Savebritishscience. Org. Uk/about/diary/index. Htm#2702 .  
   
   
RICERCA, INNOVAZIONE E TERRITORIO RISULTATI DEL PROGETTO D4 E PRESENTAZIONE DELLO STUDIO “SCOREBOARD REGIONALE DELL’INNOVAZIONE E DELLA RICERCA - FRIULI VENEZIA GIULIA 2007”  
 
Trieste, 18 giugno 2007 - Gli importanti risultati conseguiti dal Progetto D4, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia, per sviluppare e consolidare il dialogo e la collaborazione tra imprese, Università e centri di ricerca attraverso l’ideazione e la realizzazione congiunta di progetti innovativi di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico saranno presentati mercoledì 20 giugno nel Centro Congressi di Area Science Park. Tra i riscontri più interessanti, alcuni progetti di eccellenza di R&s ideati da giovani ricercatori, scelti tra gli oltre 160 complessivamente finanziati. L’evento sarà caratterizzato anche dalla presentazione in anteprima dello studio “Scoreboard regionale dell’innovazione e della ricerca - Friuli Venezia Giulia 2007” realizzato dall’Ires Friuli Venezia Giulia che analizza la performance regionale in tema di innovazione e ricerca mediante l’utilizzo di uno strumento quantitativo sviluppato dalla Commissione Europea nell’ambito della strategia di Lisbona, lo European Innovation Scoreboard. L’analisi di benchmarking, oltre alle principali regioni italiane, ha coinvolto anche le aree confinanti con il Friuli Venezia Giulia, ossia la Slovenia e i länder austriaci, e il land tedesco della Baviera, giungendo all’elaborazione di un indice sintetico per il posizionamento delle 25 realtà considerate in termini di innovazione. .  
   
   
CLASSI PRIMAVERA DA SETTEMBRE 2007, IN VIA SPERIMENTALE, ANCHE I BAMBINI TRE I 2 E 3 ANNI ANDRANNO AL NIDO  
 
 Torino, 18 Giugno 2007 - E’ stato approvato giovedì 14 giugno, all´unanimità in Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome l´accordo quadro relativo alla promozione di un´offerta educativa integrativa e sperimentale per i bambini dai 2 ai 3 anni. Per poter soddisfare le crescenti richieste delle famiglie, la nuova offerta, denominata anche “classi primavera o sezioni sperimentali aggregate”, avrà inizio già a partire da settembre 2007. I nuovi servizi socio-educativi andranno ad integrare le attuali strutture dei nidi e delle scuole d’infanzia, contribuendo a diffondere una cultura dell’infanzia attenta ai bisogni e alle potenzialità dei più piccoli. I bambini dovranno poter usufruire di locali idonei sotto il profilo funzionale e della sicurezza e che rispondano alle diverse esigenze di gioco, riposo, alimentazione e cura della persona, in modo da rendere l’ambiente educativo un contesto quanto più possibile di vita, relazione e apprendimento. Si prevede un orario di funzionamento flessibile fino a 6 ore, prolungabile fino a 8-9 ore, con classi tra i 15 e 20 bambini. Il rapporto numerico insegnanti-bambini, non dovrà essere superiore ad un insegnante ogni 10 alunni. L’iniziativa prevede inoltre l’allestimento di un programma di consulenza, assistenza tecnica, coordinamento pedagogico, monitoraggio e valutazione, che garantisca la piena affidabilità educativa. In Piemonte la sperimentazione riguarderà circa 73. 582 bambini tra i 2 e 3 anni, e comporterà una spesa di oltre 2 milioni di euro grazie a fondi ministeriali. L’offerta educativa sperimentale sarà regolata dai comuni, sempre nel quadro della programmazione e normativa regionale. Ad accertare il possesso dei requisiti, tra cui primario ed essenziale è la condizione di immediata fattibilità, saranno la Regione, l’ Ufficio Scolastico Regionale e l’Anci. “Desidero esprimere la mia soddisfazione nell’essere riusciti, in modo unanime, a raggiungere un risultato che garantisce una così importante sperimentazione, prevista in Finanziaria. - sottolinea l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale Giovanna Pentenero - La presenza di una rete estesa e qualificata di servizi socio-educativi per la prima infanzia non solo consente di promuovere metodologie educative ispirate a criteri di qualità pedagogica, flessibilità e originalità , ma ci permette anche di offrire migliori opportunità di occupazione delle donne, salvaguardando l’esigenza di conciliare i tempi dedicati al lavoro e alla famiglia. ” .  
   
   
SEZIONI PRIMAVERA: A ROMA LE STIAMO SPERIMENTANDO DA 6 ANNI DICHIARAZIONE ASS. POLITICHE EDUCATIVE E SCOLASTICHE MARIA COSCIA  
 
Roma, 18 giugno 2007 - Esprimo tutta la mia soddisfazione per l’approvazione, da aperte della Conferenza Stato-regioni, della sperimentazione delle cosiddette classi primavera su tutto il territorio nazionale. Sono convinta sia un’ottima opportunità per i bambini e le famiglie, poiché, a differenza dell’anticipo, le classi primavera prevedono il rispetto totale dei tempi e dei modi di crescita dei bambini tra i 2 e i 3 anni. A Roma dal 2001 abbiamo creato nelle scuole comunali dell’infanzia un progetto analogo. Il Progetto Ponte, infatti, prevede la realizzazione di spazi ad hoc per bambini di 2/3 anni all’interno di alcune scuole dell’infanzia, seguiti sia da educatrici sia da insegnanti. Le sezioni Ponte presenti su tutto il territorio comunale fin’ora sono 34, frequentate da quasi 700 bambini. Come Amministrazione comunale intendiamo proseguire nell’apertura di nuove sezioni Ponte e siamo disposti a fornire supporto, dovuto all’esperienza ormai acquisita, alle scuole materne statali che lo richiederanno. .  
   
   
EMISSIONI DI GAS SERRA: MENO 0,7% NELL´UE-27 L´AGENZIA EUROPEA DELL´AMBIENTE PUBBLICA I DATI 2005  
 
 Bruxxelles, 18 giugno 2007 - L´agenzia europea dell’ambiente (Aea) ha pubblicato la relazione comunitaria annuale sull’inventario dei gas a effetto serra. La relazione, intitolata “Annual European Community Greenhouse gas inventory 1990-2005 and inventory report 2007” (“Inventario annuale dei gas a effetto serra della Comunità europea 1990-2005 e relazione sull’inventario 2007”) è stata presentata al Segretariato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) il 27 maggio 2007 come contributo ufficiale della Comunità europea. In base alla relazione, le emissioni dei gas a effetto serra responsabili dei cambiamenti climatici sono diminuite dello 0,7% tra il 2004 e il 2005 nell´Ue-27. Il commissario Stavros Dimas, responsabile per l´ambiente, ha così commentato i risultati positivi: "È incoraggiante constatare che continuiamo a ridurre le emissioni anche mentre l´economia europea è in forte crescita, ma è evidente che, per permettere all´Ue di conseguire il suo obiettivo di riduzione fissato nel protocollo di Kyoto, molti Stati membri dovranno intensificare notevolmente gli sforzi per contenere le emissioni. A marzo i leader europei hanno adottato obiettivi di riduzione delle emissioni a lungo termine: non vi è quindi più alcuna ragione di attendere, ma occorre invece intraprendere iniziative coraggiose per portare a termine i necessari cambiamenti strutturali nel modo di produrre e consumare energia, al fine di rendere permanenti e sempre più consistenti le riduzioni delle emissioni". I punti chiave della relazione definitiva Ue-15: le emissioni di gas serra sono diminuite dello 0,8% (35,2 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti) tra il 2004 e il 2005, prevalentemente grazie alla riduzione dello 0,7% (26 milioni di tonnellate) delle emissioni di Co2. Ue-15: le emissioni di gas serra sono diminuite nel 2005 del 2,0% rispetto all’anno di riferimento indicato nel Protocollo di Kyoto (per l´Ue-15 è il 1990 per la maggior parte dei gas serra, ma per i gas fluorurati quasi tutti gli Stati membri utilizzano come anno di riferimento il 1995). Ue-15: le emissioni di gas serra sono diminuite del 1,5% tra il 1990 e il 2005. Ue-27: le emissioni di gas serra sono diminuite dello 0,7% (37,9 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti) tra il 2004 e il 2005. Ue-27: le emissioni di gas serra sono diminuite del 7,9% rispetto ai livelli del 1990. Paesi dell’Ue-15 in cui le emissioni sono diminuite maggiormente I paesi che maggiormente hanno contribuito, in termini assoluti, alla riduzione delle emissioni nell’Ue-15 sono Germania (-2,3%, pari a 23,5 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti), Finlandia (-14,6%, per un totale di 11,9 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti) e Paesi Bassi (-2,9%, pari a 6,3 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti). In questi paesi il calo è stato possibile grazie alla riduzione delle emissioni di Co2. Gli altri paesi dell’Ue-15 che hanno registrato una riduzione delle emissioni tra il 2004 e il 2005 sono i seguenti: Belgio, Danimarca, Francia, Lussemburgo, Svezia e Regno Unito. Tra i nuovi Stati membri, la Romania ha ottenuto i risultati migliori con una riduzione delle emissioni del 4%, pari a 6,4 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti. Paesi dell’Ue-15 in cui le emissioni sono aumentate maggiormente In termini assoluti è la Spagna il paese in cui le emissioni di gas a effetto serra sono cresciute di più tra il 2004 e il 2005 (+ 3,6%, pari a 15,4 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti), aumento imputabile prevalentemente alla produzione di energia elettrica e di calore. Gli altri paesi dell’Ue-15 che hanno registrato un incremento delle emissioni tra il 2004 e il 2005 sono: Austria (2,3%, pari a 2,1 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti), Grecia (1,2%, pari a 1,6 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti), Irlanda (1,9%, pari a 1,3 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti), Italia (0,3%, pari a 1,7 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti) e Portogallo (1%, pari a 0,9 milioni di tonnellate di Co2 equivalenti). .  
   
   
GERMANIA, APERTURA DI UNA STRUTTURA D´AVANGUARDIA PER LO STOCCAGGIO DI CO2  
 
Bruxelles, 18 giugno 2007 - Il commissario europeo per l´Energia Andris Piebalgs ha contribuito al lancio di una struttura di prova per lo stoccaggio di Co2, avvenuto il 13 giugno a Ketzin (Germania). L´impianto pilota è il primo nel suo genere in Europa ed è stato sviluppato nel quadro di un progetto finanziato nell´ambito del Sesto programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (6Pq) dell´Ue. Si prevede che l´impianto fornirà nuove informazioni sugli aspetti pratici dello stoccaggio di Co2 proveniente dalla generazione di energia nel sottosuolo. Poiché le emissioni di Co2 derivanti dalla generazione di energia costituiscono una fonte principale di gas ad effetto serra e sono ritenute dalla maggior parte degli scienziati come responsabili del riscaldamento globale, il progetto svolge un ruolo importante nella lotta dell´Ue contro il cambiamento climatico. «La Commissione ritiene che lo stoccaggio di Co2 possa contribuire a un progresso tecnologico che renderebbe possibile il sequestro e lo stoccaggio di diossido di carbonio a partire dal 2020», ha affermato il commissario Piebalgs. «Oggi l´Europa sta facendo importanti passi avanti per raggiungere tale obiettivo». Durante i due anni del progetto pilota in un acquifero salino verranno iniettate circa 60 000 tonnellate di Co2, pari approssimativamente alla produzione annuale di diossido di carbonio di 40 000 automobili. Il progetto Co2sink, che beneficia di un finanziamento Ue pari a 8,7 Mio Eur, mira a realizzare una struttura di stoccaggio ad una profondità di 1 800 metri. Esso sperimenterà diverse modalità di iniezione di C02 nel sottosuolo e stabilirà metodi affidabili per monitorare la stabilità a lungo termine del C02 immagazzinato. La parte restante del bilancio del progetto, pari a 30 Mio Eur, è stata stanziata dal ministero tedesco dell´Economia e del lavoro, nonché dall´industria. La versione pilota della struttura è situata tra gli 800 e gli 850 metri sotto il suolo e si trova al di sotto di un sito di stoccaggio di gas naturale dell´ex Germania orientale. Gli scienziati controlleranno la presenza di eventuali reazioni chimiche tra il Co2 e i minerali presenti nel sottosuolo. Se dovesse verificarsi qualche reazione, essa potrebbe dissolvere «le rocce di copertura che isolano il sito di stoccaggio oppure contaminare l´acqua sotterranea». L´agenzia internazionale per l´energia (Aie) prevede che la domanda globale di energia crescerà dell´1,7% all´anno entro il 2030. Sebbene sia previsto un aumento dell´energia prodotta da fonti nucleari e rinnovabili, l´Aie prevede che ben l´85% dell´incremento della domanda sarà soddisfatta attraverso un maggiore uso di combustibili fossili. Allo stesso tempo intende ridurre le emissioni di gas ad effetto serra del 30% entro il 2020 e afferma che il settore europeo dell´energia dovrà ridurre drasticamente i livelli di Co2 derivanti dall´uso di combustibili fossili. La cattura e lo stoccaggio geologico rappresentano uno dei modi possibili per ridurre le emissioni a costi accettabili. I risultati del progetto Co2sink saranno importanti per l´ulteriore sviluppo di tecnologie di stoccaggio nel sottosuolo. Essi verranno altresì utilizzati come base per le future politiche in questo campo: la Commissione sta attualmente considerando la possibilità di incoraggiare la costruzione e la messa in funzione di 10 o 12 centrali elettriche dimostrative su scala industriale entro il 2015, le quali attingeranno molto dalle esperienze acquisite con l´impianto di Ketzin. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Co2sink. Org/ .  
   
   
PROGETTO UE CONTRO POLVERI SOTTILI: CONVEGNO CONCLUSIVO A BOLZANO  
 
 Bolzano, 18 giugno 2007 - Si è concluso venerdì 15 giugno, con un convegno a Bolzano il progetto "Eu-life-project Kapa Gs" che ha visto coinvolti la Provincia di Bolzano (Agenzia provinciale per l´ambiente), ed i Länder austriaci della Stiria (Graz) e della Carinzia (Klagenfut) nell´individuazione di misure per limitare l´inquinamento da polveri sottili. Positivi gli esiti dell´attività svolta. Il progetto era stato avviato nel luglio 2004 ed in questi anni ha visto impegnati nell´analisi delle concentrazioni di polveri in territori molto simili e nell´individuazione ed attuazione di misure contro le polveri sottili i tecnici dell´Agenzia provinciale per l´ambiente Appa, assieme a colleghi delle amministrazioni di Graz e Klagenfurt con il supporto della Technische Universität Graz e della ditta "Grimm Aerosol Technik". Come sottolinea Luigi Minach, direttore dell´Appa, i campionamenti eseguiti lo scorso inverno in Alto Adige nell´ambito di questo progetto avalendosi delle strumentazioni della ditta partner, hanno evidenziato , secondo una prima valutazione dei dati, una prevalente presenza di particolato più corposo, Pm10, nelle aree cittadine fortemente trafficate della valle dell´Adige, mentre nelle zone di background prevalono le particelle più fini Pm 2,5 e Pm 1. Le concentrazioni di polveri sottili in inverno tendono ad incrementare nella zona più a sud della Valle dell´Adige, ovvero a Verona che presenta valori più elevati rispetto a Trento, che a sua volta registra valori più elevati rispetto a Bolzano. In Val Venosta, a Laces, è da evienziare che, a differenza di quanto pensato, circa il 90 per cento delle polveri sottili sono costituite da particelle molto fini quali le Pm 2,5 e Pm 1, residui della combustione di legna. L´università austriaca Technische Universität Graz ha elaborato un modello di prognosi con cui possono essere pronosticati meglio i iorni caratterizzati da elevate concentrazioni di Pm10 e sforamenti dei limiti. Obiettivo del progetto era principalmente mettere in pratica e testare misure di contenimento dell´inquinamento da polveri sottili. Variegata la tipolgia adottata nelle tre realtà territoriali, ma con tema centrale l´incremento dell´informazione e sensibilizzazione della popolazione, che come sottolinea Minach, in Alto Adige ha risposto positivamente alla campagna "missione aria pulita". Parlando di nuove misure di contenimento dell´inquinamento da polveri sottili, Minach, sottolinea come siano in pieno corso delle trattative per l´autostrada del Brennero; tra le possibili soluzioni, la limitazione del transito di autotreni Euro 2, limiti di velocità più bassi, e pedaggi più cari per i mezzi più inquinanti. I partner progettuali si sono detti convinti di aver svolto un ruolo di precursori in Europa con il progetto Kapa Gs indicando ad altre città e regioni misure concrete, attuabili e con esiti riscontrabili nella lotta all´inquinamento atmosferico. I partner progettuali intendono proseguire la collaborazione avviata, benchè il progetto sia concluso. Informazioni sul progetto sono reperibili alla pagina web www. Feinstaubfrei. At .  
   
   
A LIVORNO LA SECONDA CONFERENZA REGIONALE DEL MARE LIBANO, TOSCANA PROTAGONISTA CON ARPAT DELLA MISSIONE DI COOPERAZIONE BONIFICATA LA ZONA INQUINATA DA 15.000 TONNELLATE DI IDROCARBURI DELLA CENTRALE ELETTRICA  
 
 Livorno, 18 giugno 2007 - La Regionetoscana protagonista con Arpat della missione di cooperazione internazionale in Libano con l’obiettivo di bonificare la zona inquinata dallo sversamento in mare di idrocarburi dopo i bombardamenti del luglio 2006. Quindicimila tonnelate di petrolio raffinato erano finite in mare dopo l’esplosione dei contenitori di fianco alla centrale termoelettrica a 30 chilometri a sud di Beirut. Se il combustibile fosse entrato nella presa d’acqua della centrale l’avrebbe bloccata, lasciando al buio tutto il Libano. Non è successo grazie anche alla Toscana e alla capacità dei suoi tecnici. E dall’esperienza libanese è nata ora una squadra di pronto intervento in grado di intervenire per i casi di sversamento in mare. Le sue competenze sono state utilizzate anche nel marzo scorso, quando una chimichiera sversò in mare, per una manovra errata che provocò una falla nello scafo, svariate tonnelate di olio combustibile Il coordinamento scientifico della missione in Libano è stato affidato all’Apat, che ha subito coinvolto le agenzie regionali più impegnate sul mare, cioè l’Arpat oltre agli omologhi di Emilia Romagna, Liguria, Calabria e Sicilia. Insieme alla Guardia costiera e Icram, e con il supporto della nave Castalia del Ministero dell’Ambiente, i funzionari e tecnici delle agenzie regionali hanno guidato le operazioni di asporto di tutto il combustibile sversato effettuate a mano dagli operatori subacquei libanesi, verificando che la complessa bonifica fosse condotta nel modo migliore. L’arpat ha inviato in Libano 3 persone nel periodo da settembre a novembre 2006. Tutto il lavoro di controllo delle operazioni è stato possibile perché l’Arpat, che sul mare ha investito molto, dispone di un nucleo di sommozzatori. La guardia costiera ha garantito la sicurezza in mare e in terra. Poi tutta la squadra è dovuta scappare il 23 novembre dopo l’attentato al ministro Gemayel. Ma i libanesi stanno continuando a pulire le coste. La missione non si è però interrotta. Grazie ai sommozzatori dell’Arpat, sono stati effettuati campionamenti in mare fino a 15 metri di profondità, che sono ora in corso di analisi presso i laboratori delle varie agenzie. I campioni di acqua sono stati affidati all’agenzia siciliana, i sedimenti marini all’agenzia della Liguria, i molluschi bivalvi all’Emilia Romagna. L’arpat sta studiando gli effetti dell’inquinamento da idrocarburi sui pesci. E’ stata anche monitorata la situazione ambientale di tutta la costa libanese, da Tiro fino a Tripoli e alle Palm Islands, dove sorge l’unica riserva naturale del Libano. .  
   
   
AMBIENTE, 7 MILIONI DI EURO PER LA SICUREZZA DEI TORRENTI LIGURI  
 
Genova, 18 Giugno 2007 - Arrivano dalla Regione Liguria nuovi contributi per interventi di prevenzione delle esondazioni dei torrenti. Le risorse impiegate sono frutto di una nuova programmazione delle economie di spesa su interventi di risanamento di vecchi danni alluvionali, messe a disposizione della Regione Liguria con ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il programma di finanziamento comprende sei progetti e prevede un investimento regionale pari a 7 milioni e 200 mila euro, cui si aggiungono ulteriori risorse messe a disposizione dagli enti locali per un ammontare di 2 milioni e 100 mila euro. "Le risorse individuate dalla Regione serviranno ad avviare la soluzione di alcune delle più urgenti problematiche legate al rischio idrogeologico sul territorio ligure", ha spiegato Franco Zunino, assessore all´Ambiente della Regione Liguria. Il contributo più cospicuo è destinato alla Provincia di Imperia (2,5 milioni dalla Regione Liguria integrati da 1,4 milioni dell´amministrazione provinciale) e servirà per avviare la messa in sicurezza delle aree più critiche del torrente Verbone nei comuni di Vallecrosia, San Biagio della Cima e Soldano. A Savona, con il Comune in veste di ente attuatore, l´intervento riguarda il secondo lotto della sistemazione del tratto terminale del Letimbro (finanziamento da 1 milione e 545 mila euro, oltre a fondi comunali per 515 mila euro). A Brugnato, nello Spezzino, sarà completato l´intervento di messa in sicurezza idraulica del torrente Chiocciola con un investimento da 700 mila euro (560 mila a carico della Regione, 140 mila del Comune). Sempre nello Spezzino, la spesa per adeguare la sezione di deflusso del torrente Carbognano, terzo e quarto lotto, ammonta invece a 468 mila euro, anche in questo caso divisi tra Regione Liguria (375 mila) e Comune di Brugnato (93 mila). La restante quota di contributi regionali, pari a 2,2 milioni di euro, servirà per completare il piano finanziario delle opere di prevenzione del rischio idrogeologico sul Torrente Sturla a Genova e sul torrente Teiro e sul Rio Arzocco a Varazze. . .  
   
   
AMBIENTE, ASSESSORE ZUNINO: "AL VIA PARCO DELLE ALPI LIGURI"  
 
Genova, 18 Giugno 2007 - Una nuova area protetta in provincia di Imperia con una superficie complessiva di 14. 750 ettari, di cui oltre 6 mila di parco naturale sull´alta via dei monti liguri. E´ il parco delle alpi liguri istituito dalla Giunta regionale con un apposito disegno di legge che arriverà in consiglio nelle prossime settimane. "E´ stato compiuto un passo fondamentale - spiega l´assessore all´Ambiente della Regione Liguria, Franco Zunino - verso l´istituzione del primo parco naturale dell´Imperiese, l´unica provincia ligure che ne era ancora sprovvista". "L´obiettivo - continua l´assessore - è quello di salvaguardare l´ambiente e sviluppare il territorio attraverso il turismo e la rivitalizzazione delle attività tradizionali". Il Parco delle Alpi Liguri previsto nel disegno di legge regionale accoglie le proposte della conferenza istitutiva a cui hanno partecipato la Provincia di Imperia con i Comuni e le Comunità Montane competenti. La nuova area protetta tocca sette comuni (Cosio d´Arroscia, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pigna, Rezzo, Rocchetta Nervina e Triora) che l´hanno fortemente voluta, ed è suddivisa in quattro zone di parco naturale, collegate ed integrate dal paesaggio protetto, ognuna caratterizzata da una particolare ricchezza naturalistica e geologica e da un paesaggio peculiare. Rientreranno infatti nel territorio del parco ben 6 siti di importanza comunitaria e 4 zone di protezione speciale per la tutela dei migratori, il monte più alto della Liguria, il Saccarello (2. 200 metri), e la grotta più profonda, la Melosa, oltre a tratti tra i più spettacolari dell´Alta Via dei Monti Liguri; le foreste di larici, faggi, abeti bianchi, aceri di monte e pini silvestri, i laghetti e le cascate formate dal torrente Barbara, di grande pregio paesaggistico, la zona carsica di Pian Cavallo. Nel periodo della fioritura le Alpi Liguri si arricchiscono con le orchidee, la genziana, i gigli, le viole di Valdieri. Numerose le specie animali tra cui spiccano uccelli come l´aquila reale ed il fagiano di monte ed esemplari della fauna alpina come il camoscio, la lepre bianca e l´ermellino. Il nuovo Ente Parco, che beneficierà di un primo stanziamento regionale di 150 mila euro, avrà l´obiettivo di valorizzare il patrimonio storico e culturale, l´impronta ligure-occitana della comunità locale, e di contribuire a rivitalizzare alcune attività tradizionali come la coltivazione dei boschi, l´allevamento e la produzione agricola di qualità e a sviluppare le nuove attività del tempo libero all´aria aperta. Ammontano a 13 fino ad oggi le aree protette in Liguria; 3 sono i parchi nazionali (Portofino, le Cinque Terre e l´area marina di Bergeggi), 127 i siti di importanza comunitaria e 7 le zone di protezione speciale riconosciute da una direttiva europea per la presenza di uccelli migratori. .  
   
   
PULIZIA DELLE ACQUE MARINE LIGURI "PRONTI 200 MILA EURO PER I MEZZI SCOPAMARE"  
 
Genova 18 Giugno 2007 - La Regione garantisce anche quest´anno i contributi per i Comuni che effettuano attività di pulizia delle acque marine tramite mezzi scopamare. "A bilancio ci sono 200 mila euro - spiega l´assessore all´Ambiente della Regione Liguria, Franco Zunino - che serviranno per pagare il rimborso delle attività ai Comuni o loro consorzi che ce lo chiederanno e che rispetteranno alcuni parametri". Gli scopamare sono imbarcazioni in grado di raccogliere i rifiuti galleggianti al largo, provenienti soprattutto dai fiumi o gettati dalle imbarcazioni in transito nel periodo estivo. Grazie ai finanziamenti concessi negli ultimi anni dalla Regione, tali mezzi hanno prestato la propria attività lungo ampi tratti della costa ligure. "Anche quest´anno potrà avvenire la stessa cosa - continua Zunino - il contributo verrà erogato ai Comuni a titolo di rimborso a consuntivo delle attività. La Regione non si rimangia infatti gli accordi presi e già confermati rispondendo ad alcune interrogazione in consiglio regionale" Il contributo regionale coprirà il 50% degli esborsi sostenuti dagli enti, fino ad un massimo di 50 mila euro. .  
   
   
LOSAPPIO: DALLA CORTE DEI CONTI UN INCORAGGIAMENTO ALLA RACCOLTA DIFFERENZIATA  
 
Bari, 18 giugno 2007 - Con deliberazione n. 1/2005/g la Sezione Centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti ha espresso le sue valutazioni sulla gestione dell’emergenza rifiuti in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Lazio. “Va sottolineato - ha commentato l’Assessore all’Ecologia Michele Losappio – come il rapporto sia introdotto da un’analisi del quadro normativo comunitario e nazionale, degli obiettivi che esso indica alle Regioni ed alle strutture dello Stato e da una ricognizione sullo stato del ciclo integrale dei rifiuti in quei territori”. In tale analisi la Corte si esprime sulla raccolta differenziata e sul conflitto che nei fatti si verifica fra la crescita della stessa e i sistemi di incenerimento. “Dice la Corte – ha proseguito l’Assessore – che la raccolta differenziata svolge un ruolo prioritario nel sistema di gestione integrato dei rifiuti in quanto consente sia di ridurre il flusso dei rifiuti da avviare allo smaltimento che di condizionare positivamente l’intero sistema di gestione garantendo la valorizzazione delle componenti merceologiche, la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti, il recupero di materiali e di energia nella fase del trattamento finale, la promozione di comportamenti più corretti da parte dei cittadini. Osserva invece che nello spirito del legislatore europeo ed italiano l’incenerimento rappresenta l’ultima delle opzioni utili. Infatti da esso derivano: a) ceneri, che rappresentano circa un terzo dei rifiuti trattati; b) fumi, contenenti ceneri volanti e gas; c) acqua inquinata, proveniente dal processo di combustione; d) fanghi prodotti dalla depurazione delle acque; e) carboni attivi; f) inerti. I materiali che escono dal processo di incenerimento sono classificati come rifiuti speciali, richiedendo un trattamento particolare. L’inceneritore, pertanto, non evita del tutto la discarica, ma anzi richiede il ricorso a discariche speciali: la Corte stigmatizza il ricorso agli inceneritori e ai termovalorizzatori anche sul versante economico dichiarandola come la meno razionale. Sia perché il bagaglio energetico che accompagna i materiali nell’inceneritore viene abbattuto con una perdita di energia, non rappresentando quasi mai una valida alternativa al risparmio energetico ottenibile con il riciclaggio, sia perché per il contribuente italiano l’incenerimento è particolarmente oneroso in quanto sostenuto dai contributi statali definiti dalla delibera del Cip n. 6 del 29 aprile 1992. Cosicché lo smaltimento dei rifiuti è di fatto pagato per due volte dal cittadino, dapprima attraverso la tariffa (o tassa) di smaltimento e poi con gli aggravi sulla bolletta elettrica a compensazione dei costi elevati dall’energia prodotta dai rifiuti. Perciò, conclude la Corte, gli inceneritori possono, in antitesi allo sforzo di riduzione all’origine della quantità dei rifiuti e di riciclaggio, fra crescere, al contrario, la percentuale di incenerimento a scapito della raccolta differenziata con il pericolo di vederla ridotta addirittura al di sotto degli obiettivi minimi di legge. E ancora: è del tutto evidente che una capacità di inceneritori eccessiva può divenire una barriera nei confronti degli sforzi di riduzione e riciclaggio, stimolando, anzi, addirittura e paradossalmente la maggior produzione di rifiuti. E’ per questi fattori ambientali ed economici che la legislazione incoraggia il più possibile il riutilizzo dei materiali”. “Tali valutazioni - ha continuato Losappio - confermano la giustezza della rimodulazione del piano dei rifiuti operata da Vendola nel dicembre 2005 e poi praticata dalla Regione. Nel nuovo Piano, come è noto, sono stati alzati gli obiettivi di raccolta differenziata e tagliati i due impianti di termovalorizzazione previsti dal vecchio governo regionale”. Queste modifiche hanno scatenato la reazione del centrodestra in Consiglio e sulla stampa con polemiche ingiustificate che annunciavano in Puglia già dal marzo 2006 un’emergenza modello Campania causata proprio dalle nostre scelte. “A 18 mesi dalle strumentali polemiche dell’On. Fitto, dei parlamentari e dei consiglieri di Forza Italia ed An – ha concluso l’Assessore – non solo questa emergenza non si è determinata (con la pur breve e recente eccezione del Comune di Lecce governato proprio dal centrodestra) ma l’arretratezza culturale e programmatica dell’opposizione viene indirettamente smascherata dall’analisi della Corte dei Conti. Tocca ora alle Province – che per questo hanno ricevuto robusti finanziamenti- ed agli Ato il compito di adeguare la Puglia alle Regioni del centro-nord nelle percentuali di raccolta differenziata. Cosa possibile se si lascerà la insufficiente strada delle isole ecologiche e della raccolta volontaria per passare ad una campagna “porta a porta” in grado, come accade già ora in vari Comuni, di determinare un incremento al 50%”. .