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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Giugno 2007
LE REGIONI UE CRESCONO GRAZIE ALLA COESIONE  
 
 Bruxelles, 4 giugno 2007 - La politica di coesione ha contribuito in maniera concreta e positiva allo sviluppo delle regioni dell´Unione europea; tuttavia, le sfide che essa dovrà affrontare negli anni a venire sono altre. Tali sono le conclusioni dell´ultima relazione sulla coesione economica e sociale - la quarta - pubblicata oggi dalla Commissione europea. Il documento presenta per la prima volta la situazione economica, sociale e territoriale dell´Unione allargata a 27 Stati membri e 268 regioni. La relazione analizza in dettaglio la posizione delle regioni in termini di Pil, produttività e occupazione, mette in evidenza le difficoltà che Stati membri e regioni si troveranno ad affrontare nei prossimi anni e fornisce una prima valutazione dell´impatto della politica di coesione europea nel periodo di programmazione 2000-2006, nonché della preparazione del nuovo periodo 2007-2013. La relazione propone dieci interrogativi per avviare il dibattito sul futuro di tale importante settore della politica all´interno e all´esterno delle istituzioni europee. Presentando la relazione, Danuta Hübner, commissaria europea responsabile della politica regionale, ha affermato: “La politica di coesione ha dimostrato la sua capacità di adeguarsi al cambiamento tramite il finanziamento di investimenti altamente necessari in infrastrutture, risorse umane e la modernizzazione e diversificazione delle economie regionali. Essa ha contribuito a ravvicinare le diverse priorità politiche degli Stati membri in materia di investimenti alle priorità dell´Unione". Vladimir Špidla, commissario responsabile per occupazione, affari sociali e pari opportunità, ha dichiarato: "Tale politica ha contribuito a ridurre l´esclusione sociale e la povertà ed a migliorare la pubblica amministrazione, in particolare a livello locale. In tal modo la politica di coesione è riuscita a favorire la crescita del Pil e a ridurre le disparità esistenti nell´Ue". La relazione si articola in quattro parti: 1. Situazione economica, sociale e territoriale e tendenze negli Stati membri e nelle regioni dell´Ue-27: dall´analisi risulta che le disparità di reddito e occupazione nell´intera Unione europea si sono ridotte nell´ultimo decennio. Permangono però ancora grandi deficit da recuperare tra i meno abbienti e il resto della popolazione, per eliminare i quali sarà necessario uno sforzo a lungo termine. 2. Impatto della politica di coesione: I programmi europei in materia di coesione hanno contribuito direttamente a promuovere la convergenza regionale e l´occupazione. Ad esempio, Nel periodo 2000-2006, la politica ha favorito la crescita del Pil del 2,8% in Grecia e del 2,0% in Portogallo; stime preliminari ipotizzano che nel periodo 2007-2013 essa contribuirà ad aumentare il Pil della Lituania, della Lettonia e della Repubblica ceca approssimativamente dell´8,5%, della Polonia del 5,5% e della Grecia del 3,5%. La politica di coesione ha contribuito inoltre a ridurre l´esclusione sociale e la povertà: tramite il cofinanziamento di azioni di formazione di 9 milioni di persone all´anno, di cui più della metà sono donne, si creano condizioni di lavoro migliori e si innalzano i redditi. Tra il 2000 e il 2005 sono stati creati in sei paesi oltre 450. 000 posti di lavoro lordi; per la realizzazione di tali misure sono stati utilizzati i 2/3 degli stanziamenti previsti per l´obiettivo 2. 3. Politiche nazionali e coesione: Negli ultimi anni negli investimenti pubblici si è registrata un´inversione di tendenza al ribasso in quanto i bilanci hanno subito le conseguenze dell´invecchiamento della popolazione (riforma delle pensioni, aumento dei costi dei sistemi educativi e sanitari) e della riforma economica con il conseguente risanamento delle finanze pubbliche. Nel 1993 gli investimenti pubblici rappresentavano il 2,9% circa del Pil. Dodici anni dopo erano calati al 2,4%. Inoltre assistiamo ad un rallentamento del processo decisionale e della gestione in materia di investimenti pubblici, peraltro sempre più decentralizzati ai livelli regionale e locale. Tra il 2000 e il 2005 la spesa pubblica a tali livelli è cresciuta annualmente del 3,6%, più rapidamente dunque dei valori del Pil (1,7%) e della spesa pubblica complessiva (2,4%). 4. Politiche comunitarie e coesione: Le varie politiche comunitarie – R&s, innovazione, agricoltura, concorrenza e aiuti di Stato – hanno il potenziale di accrescere l´efficacia della politica di coesione, ad esempio tenendo esplicitamente conto delle circostanze economiche, sociali e territoriali. La relazione conferma che tali effetti sono sempre più visibili, ma esistono altre sinergie da sfruttare. .  
   
   
SETTIMANA EUROPEA DELLA GIOVENTÙ 2007: L´INCLUSIONE SOCIALE E LA DIVERSITÀ, TEMI PRIORITARI DI DISCUSSIONE PER I 200 GIOVANI RIUNITI A BRUXELLES  
 
Bruxelles, 4 giugno 2007 - I temi dell´inclusione sociale e della diversità occuperanno un posto di primo piano nell´ordine del giorno della terza edizione della Settimana europea della gioventù, che si svolgerà dal 3 al 10 giugno 2007. In tutta Europa si terranno dibattiti politici e saranno organizzate manifestazioni culturali ed altri eventi, per promuovere il varo, a livello europeo, del nuovo programma "Gioventù in azione!" (2007-2013). A Bruxelles convergeranno 200 giovani circa per assistere all´evento "Gioventù in azione!" che fa seguito al recente vertice della gioventù di Roma e alla manifestazione per i giovani organizzata dalla presidenza tedesca a Colonia. Il dibattito di Bruxelles, che è parte integrante del dialogo strutturato con i giovani, culminerà in un dibattito politico (6 giugno) con i commissari Ján Figel´ e Vladimír Špidla e gli alti rappresentanti di altre istituzioni dell´Ue. Alla vigilia dell´inaugurazione della Settimana europea della gioventù 2007, la Commissione europea ha pubblicato un sondaggio di Eurobarometro Flash secondo il quale il 38% dei giovani europei ritiene che la mancanza di sbocchi occupazionali nel loro paese costituisca la principale difficoltà per trovare lavoro. In tema di disoccupazione non sono disposti a fare concessioni: il 33% degli intervistati accetterebbe qualsiasi lavoro, purché fossero soddisfatte determinate condizioni, quali la stabilità ed un buon salario, mentre soltanto uno su dieci accetterebbe un lavoro qualsiasi incondizionatamente[1]. Commentando la Settimana europea della gioventù, Ján Figel, commissario europeo responsabile per l´istruzione, la formazione, la cultura e la gioventù, ha dichiarato: "La Commissione rispetta l´impegno assunto al Vertice europeo di Roma di consultare i giovani sui temi che li interessano in modo particolare. Pertanto, a Bruxelles esamineremo problemi legati all´inclusione sociale e alla diversità. Si tratta inoltre un´eccellente occasione per sottolineare come il programma "Gioventù in azione!" può completare l´azione politica sostenendo progetti lanciati da giovani in tutta Europa. " Le attività organizzate dalle agenzie nazionali del programma "Gioventù in azione!" a livello locale, regionale e nazionale contribuiranno al conseguimento dell´obiettivo globale della Settimana europea della gioventù 2007 offrendo ai giovani una piattaforma e l´opportunità di partecipare e far sentire la loro voce. Visto il successo della Settimana della gioventù 2003 e 2005, la Commissione europea organizzerà tali manifestazioni ad intervalli regolari, ogni 18 mesi. La manifestazione "Gioventù in azione!" di Bruxelles sarà organizzata inoltre sotto l´egida del Comitato economico e sociale europeo e in stretta collaborazione con il Forum europeo della gioventù. Un gruppo selezionato tra i giovani partecipanti convenuti da tutta Europa dibatterà su temi importanti legati al concetto dell´inclusione sociale e della diversità, in particolare l´occupazione, le pari opportunità, la lotta contro le discriminazioni, il volontariato, la cittadinanza attiva e l´apprendimento non formale, con particolare riferimento al futuro dell´Europa. Nel quadro dell´evento, "Gioventù in azione!", in occasione della Festa europea della gioventù, che sarà celebrata il 5 giugno, saranno assegnati attestati di riconoscimento a progetti selezionati sul tema dell´inclusione sociale e della diversità e finanziati nel quadro del programma Gioventù (2000-2006). In presenza del commissario Ján Figel´, la manifestazione metterà l´accento sul successo di tale programma, che ha sostenuto più di 100 000 progetti "Gioventù" ai quali ha collaborato più di mezzo milione di giovani cittadini. Essa attirerà inoltre l´attenzione sul varo del nuovo programma "Gioventù in azione!" (2007-2013). Per maggiori informazioni: Programma "Gioventù in azione" http://ec. Europa. Eu/youth/index_en. Html Settimana europea della gioventù 2007: http://www. Youthweek. Eu Testo integrale della relazione di Eurobarometro: http://ec. Europa. Eu/public_opinion/flash/fl_202_en. Pdf Sintesi della relazione di Eurobarometro: http://ec. Europa. Eu/public_opinion/flash/fl_202_sum_en. Pdf .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE UN PARTENARIATO STRATEGICO CON IL BRASILE  
 
Bruxelles, 4 giugno 2007 - Scienza, tecnologia e innovazione figureranno tra le aree di cooperazione rafforzate, se la nuova proposta della Commissione per un partenariato strategico Ue-brasile sarà approvata dal Consiglio e dal Parlamento. «Negli ultimi anni il ruolo del Brasile a livello globale ha acquisito un´importanza crescente e il paese è divenuto un interlocutore chiave per l´Ue. Tuttavia, fino a non molto tempo fa, il dialogo tra Ue e Brasile non è stato sufficientemente sfruttato ed è stato portato avanti principalmente attraverso il dialogo Ue-mercosur», esordisce la comunicazione. Scienza, tecnologia e innovazione hanno acquisito maggiore importanza in Brasile. Il governo intende infatti raddoppiare gli investimenti del paese nella ricerca, attualmente pari all´1% del Pil, entro la fine del secondo mandato del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, prevista nel 2011. La Commissione sostiene che la recente entrata in vigore dell´accordo di cooperazione in materia di scienza e tecnologia fra Ue e Brasile, come pure le nuove opportunità di partecipazione internazionale al Settimo programma quadro di ricerca (7Pq) dell´Ue, rappresentano una solida base per rafforzare la cooperazione esistente nel settore della scienza e della tecnologia. La proposta illustra come la Commissione intende rafforzare le relazioni esistenti. In primo luogo, occorre consolidare il dialogo e migliorare la pianificazione congiunta, per poter definire le priorità nei settori di interesse comune. Entrambe le parti dovrebbero agevolare la mobilità dei ricercatori ed accrescere la visibilità della cooperazione in questo campo. La Commissione propone inoltre di concludere un accordo tra Brasile ed Euratom, la Comunità europea dell´energia atomica, alla stregua degli accordi già siglati con altri paesi. L´accordo potrebbe riguardare il campo specifico della fusione, promuovendo la partecipazione del Brasile al progetto Iter (reattore termonucleare sperimentale internazionale), oppure campi più ampi della ricerca nucleare. La proposta tiene altresì in considerazione il settore spaziale. Il Brasile è già partner di Galileo, il progetto Ue riguardante la realizzazione di un sistema di navigazione satellitare. Secondo la Commissione, è necessario intensificare ulteriormente la cooperazione in tale ambito, attraverso un nuovo accordo basato su scambi di informazioni e contatti. Altre aree in cui la Commissione propone una più stretta collaborazione sono le tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic), gli obiettivi di sviluppo del millennio, la protezione ambientale, l´energia, le relazioni commerciali ed economiche, i trasporti, l´istruzione superiore, la cultura, la giustizia, la libertà e la sicurezza. Il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, ha espresso un giudizio favorevole sull´accordo, dichiarando: «Il Brasile è un partner importante per l´Ue. Ci accomunano non solo valori, stretti legami storici e culturali e un forte impegno nell´ambito delle istituzioni multilaterali, ma anche la capacità di affrontare in modo efficace le numerose sfide globali, tra cui il cambiamento climatico, la povertà, il multilateralismo e i diritti umani. Proponendo legami più forti con il Brasile, riconosciamo il suo ruolo di "attore chiave" e lo invitiamo ad aderire al nostro club ristretto di partner strategici». Per accedere alla comunicazione, visitare: http://ec. Europa. Eu/external_relations/brazil/intro/index. Htm .  
   
   
MEF: FABBISOGNO SETTORE STATALE MAGGIO A 11 MLD; NEI PRIMI CINQUE MESI 2007 SI ATTESTA A 44,8 MLD  
 
Roma, 4 giugno 2007 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze rende noto che il fabbisogno del settore statale del mese di maggio 2007 è risultato pari, in via provvisoria, a circa 11. 000 milioni di euro, inferiore di circa 3. 600 milioni a quello dello stesso mese dell´anno scorso (pari a 14. 580 milioni). Nei primi cinque mesi del 2007 si è registrato complessivamente un fabbisogno di 44. 800 milioni, inferiore di circa 3. 000 milioni rispetto a quello dell´analogo periodo del 2006 (pari a 47. 817 milioni). Il miglioramento del fabbisogno del mese di maggio, rispetto a quello dello stesso mese del 2006, risulta determinato dal buon andamento delle entrate fiscali e dal recupero di parte degli anticipi di spesa avvenuti nei mesi precedenti; fenomeni che riconducono il fabbisogno cumulato dei primi cinque mesi del 2007 ad un livello inferiore a quello dell´analogo periodo dell´anno scorso.
Fabbisogno del settore statale
2003 2004 2005 2006 2007
Mensile Cumulato Mensile Cumulato Mensile Cumulato Mensile Cumulato Mensile Cumulato
gennaio -2. 196 -2. 196 2. 256 2. 256 1. 292 1. 292 3. 445 3. 445 1. 233 1. 233
febbraio 6. 742 4. 546 10. 923 13. 179 7. 392 8. 684 6. 058 9. 503 6. 568 7. 801
marzo 13. 645 18. 191 15. 862 29. 041 17. 969 26. 652 15. 768 25. 271 16. 606 24. 407
aprile 14. 522 32. 713 11. 567 40. 608 14. 025 40. 677 7. 966 33. 237 9. 418 33. 825
maggio 5. 522 38. 235 9. 708 50. 316 14. 420 55. 097 14. 580 47. 817 11. 000 44. 825
giugno -11. 514 26. 722 -5. 493 44. 823 -4. 328 50. 769 -14. 394 33. 423
luglio 3. 274 29. 995 -205 44. 618 -1. 574 49. 195 -4. 917 28. 506
agosto 7. 576 37. 571 4. 677 49. 295 9. 128 58. 323 7. 773 36. 279
settembre 8. 810 46. 381 8. 512 57. 807 10. 684 69. 008 8. 094 44. 373
ottobre 11. 938 58. 319 8. 043 65. 850 6. 947 75. 954 4. 512 48. 885
novembre -1. 623 56. 695 452 66. 302 7. 379 83. 333 7. 234 56. 119
dicembre -9. 341 47. 354 -16. 399 49. 903 -23. 297 60. 036 -21. 510 34. 609
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FONDO PER L´AMMORTAMENTO DEI TITOLI DI STATO: RIMBORSO A SCADENZA  
 
Roma, 4 giugno 2007 - Il Mef comunica che con regolamento odierno, utilizzando le disponibilità del Fondo per l´ammortamento dei titoli di Stato, è stato effettuato un rimborso a scadenza per un valore nominale di 4. 050 milioni di euro dei Btp 1° giugno 2004/1° giugno 2007 - codice titolo It0003674238. . .  
   
   
INTESA SANPAOLO: PARTECIPAZIONE IN UNICREDIT  
 
Torino, Milano, 4 giugno 2007 – Intesa Sanpaolo ha segnalato 31 maggio alla Consob - inviando il relativo modello 120 A - che in data 24 maggio 2007 la società controllata Banca Caboto è rientrata sotto la soglia del 2% del capitale ordinario di Unicredit e che alla stessa data il Gruppo Intesa Sanpaolo deteneva una quota del capitale ordinario di Unicredit pari al 3,93%. La quota detenuta dal Gruppo è già scesa al 2,32% ieri ed è prevista rientrare al di sotto della soglia del 2% entro metà giugno 2007. .  
   
   
INTESA SANPAOLO LANCIA NUOVO EUROBOND BENCHMARK A 10 ANNI PER € 1,25 MILIARDI  
 
Torino, Milano, 4 giugno 2007 – Intesa Sanpaolo ha lanciato il 31 maggio un’emissione obbligazionaria per € 1,25 miliardi destinata ai mercati internazionali. Si tratta di un bond emesso a valere sul Programma Euro Medium Term Notes di Intesa Sanpaolo a tasso fisso a 10 anni. La cedola, pagabile in via posticipata il 15 giugno di ogni anno a partire dal 15 giugno 2008 fino a scadenza, è pari a 4,75%. Il prezzo di emissione è stato fissato in 99,137%. Tenuto conto del prezzo di emissione “sotto la pari”, lo spread totale per l’investitore calcolato alla data di scadenza è pari al tasso mid swap + 18 punti base (ovvero Bund 3,75% gennaio 2017 + 45 punti base). La data di regolamento è prevista per il 15 giugno 2007. I tagli minimi dell’emissione sono di Euro 50 mila e multipli. Il titolo non è destinato al mercato retail italiano ma a investitori professionali e a intermediari finanziari internazionali, e verrà quotato presso la Borsa di Lussemburgo oltre che nel consueto mercato “Over-the- Counter”. I capofila incaricati della distribuzione del titolo sono Bnp Paribas, Jp Morgan, Banca Caboto e Banca Imi. I rating assegnati al debito a lungo termine senior di Intesa Sanpaolo sono: Aa2 da Moody’s, Aa- da Standard & Poor’s e Aa- da Fitch. .  
   
   
BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA, BANCA POPOLARE ITALIANA E FONDIARIA-SAI DANNO IL VIA AD UNA PARTNERSHIP STRATEGICA NELL’ATTIVITA’ DI BANCASSURANCE VITA  
 
Verona/lodi, 4 giugno 2007 - Banco Popolare di Verona e Novara (“Bpvn”), Banca Popolare Italiana (“Bpi”), tra loro congiuntamente il “Banco Popolare”, e Fondiaria-sai (“Fonsai”) hanno sottoscritto in data 31 maggio un accordo per lo sviluppo di una partnership strategica in esclusiva nell’attività di bancassurance del Banco Popolare nel business Vita e Previdenza. L’accordo prevede, subordinatamente all’autorizzazione delle competenti autorità, la cessione da parte del Gruppo Bpvn a Fonsai di una partecipazione complessiva del 50% del capitale sociale di Bpv Vita S. P. A. Al prezzo di Euro 530 milioni. Nello specifico è previsto che tale partecipazione venga acquisita da Fonsai per una quota del 35% del capitale da Bpvn, al prezzo di Euro 371 milioni, e per una quota del 15% del capitale dal Credito Bergamasco S. P. A. (“Creberg”), al prezzo di Euro 159 milioni. Banco Popolare e Fonsai sottoscriveranno inoltre un patto parasociale volto a disciplinare gli aspetti industriali della partnership e le regole di corporate governance di Bpv Vita. Il patto conterrà, tra l’altro, opportune clausole volte a consentire a Fonsai il consolidamento integrale della compagnia, nonché reciproche opzioni put&call in caso di scioglimento della partnership, con previsione di valorizzazione della partecipazione di Fonsai con il metodo dell’appraisal value. L’accordo di distribuzione tra Bp Vita, che incorporerà Novara Vita, e le reti del Banco Popolare avrà durata decennale rinnovabile per ulteriori periodi di 5 anni, e sarà in esclusiva a partire dal 1° gennaio 2008, fermi restando i residui accordi distributivi con Aviva (accordo non in esclusiva con scadenza a fine 2009) ed Aurora (accordo in esclusiva con scadenza a maggio 2008) a valere, rispettivamente, sugli sportelli Bpi e sugli sportelli “ex Reti Bancarie”. A regime la distribuzione di Bpv Vita potrà contare quindi su una rete complessiva di circa 2. 200 sportelli con obiettivi di raccolta premi annua a regime pari a Euro 6 miliardi circa. Al fine di massimizzare l’efficacia e l’efficienza gestionale e la conseguente creazione di valore per i partner, è previsto che Bpv Vita adotti una soluzione organizzativa basata su una struttura operativa in house presso la sede di Verona, ed una serie di funzioni svolte in outsourcing dai partner. In particolare è previsto il ricorso da parte della compagnia ai servizi di Asset Management di Banca Aletti S. P. A. Ed ai servizi assicurativi di Fonsai. Per Fonsai l’accordo rappresenta un’ulteriore opportunità di sviluppo nel settore vita - dove il gruppo, nell’esercizio 2006, ha raccolto premi per circa € 2. 670 milioni di Euro (Ias/ifrs), di cui 667 milioni di Euro tramite il canale di bancassurance - sia per la coerenza con gli obiettivi del proprio piano industriale, sia per il forte legame storico con Bpvn, con il quale nel tempo si è consolidata una sensibile unitarietà di intenti nelle modalità gestionali del business, anche in virtù di una comune visione strategica circa la centralità del cliente nelle politiche di sviluppo commerciale. L’operazione, dal punto di vista industriale, si integra perfettamente con gli attuali accordi di bancassurance di Fonsai che continueranno ad essere strategici nell’ambito delle politiche di crescita del gruppo. Per il Banco Popolare, l´accordo costituisce la prima tappa nel progetto di riassetto di lungo termine del business di bancassicurazione ed un elemento importante delle iniziative di rafforzamento patrimoniale previste nell´ambito del piano di capital management. Dal punto di vista del business, l´accordo matura in un quadro di continuita´ della partnership tra Bpvn e Fonsai e costituisce una grande opportunita´ per rafforzare il posizionamento competitivo del Banco Popolare nel mercato italiano della bancassicurazione Vita. Il perfezionamento dell’operazione di cessione della partecipazione detenuta in Bpv Vita comporterà la rilevazione di una plusvalenza lorda stimata in circa 470 milioni di Euro nel bilancio consolidato del Gruppo Bpvn. La stima della plusvalenza lorda che verrà rilevata nel bilancio separato della controllata Credito Bergamasco ammonta a circa 140 milioni di euro. Le suddette plusvalenze in base alla normativa attualmente in vigore concorreranno alla formazione del reddito imponibile I. Re. S. Soltanto per il 16% del loro ammontare. Bpvn e Bpi sono stati assistiti da Credit Suisse in qualità di advisor finanziario, dallo Studio Legale Associato Pavesi Gitti Verzoni in qualità di consulente legale e da Bain & co in qualità di advisor industriale. Fonsai è stata assistita da Kpmg Corporate Finance e di Mediobanca Banca di credito Finanziario in qualità di advisor finanziari e dello Studio Legale Associato d’Urso Munari Gatti in qualità di consulente legale. .  
   
   
"BANCA POPOLARE DI LODI PRESTITO OBBLIGAZIONARIO CONVERTIBILE SUBORDINATO: NOMINA DELL’ESPERTO  
 
Lodi, 4 giugno 2007 - In relazione al Prestito Obbligazionario Convertibile Subordinato denominato "Banca Popolare di Lodi Prestito Obbligazionario Convertibile Subordinato ("Tfd") 2000/2010" (Poc) e specificamente alle disposizioni del Regolamento del Poc relative alla effettuazione, da parte della Banca, di una Distribuzione (come definita nell´articolo 7 lettera c) del Regolamento stesso), si comunica che il Consiglio di Amministrazione di Banca Popolare Italiana (Bpi) ha preso atto, il 31 maggio, della decisione con cui il Rappresentante comune degli Obbligazionisti, dott. Pietro Villa, nominato dal Presidente della Sezione Civile del Tribunale di Lodi con decreto del 12 gennaio 2007 e Banque Paribas – Lussemburgo, Agente per il Calcolo indicato nell’art. 1, lettera d) del citato Regolamento, hanno nominato Lazard & Co. S. R. L. , con sede in Milano, quale Esperto ai sensi dell’art. 5, lettera d) del Regolamento del Poc. L´esperto collaborerà con l´Agente per il Calcolo per determinare l´importo eventualmente dovuto agli Obbligazionisti secondo quanto stabilito dal citato articolo 7, lettera c) del Regolamento, in conseguenza della delibera di attribuzione straordinaria della riserva sovrapprezzo di Bpi, per massimi Euro 1. 521 mln, approvata dall’assemblea di Bpi del 10 marzo 2007 e subordinata al perfezionamento della fusione fra e Bpi e Banco Popolare di Verona e Novara nonché alla verifica ed attestazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Bpi che non si siano verificati eventi negativi da incidere sulla consistenza delle riserve da distribuire in misura tale da non consentirne l’attribuzione. .  
   
   
BANCO POPOLARE DI VERONA E NOVARA, BANCA POPOLARE ITALIANA E FONDIARIA-SAI DANNO IL VIA AD UNA PARTNERSHIP STRATEGICA NELL’ATTIVITA’ DI BANCASSURANCE VITA  
 
Verona, 4 giugno 2007 - Banco Popolare Di Verona E Novara (“Bpvn”), Banca Popolare Italiana (“Bpi”), tra loro congiuntamente il “Banco Popolare”, e Fondiaria-sai (“Fonsai”) hanno sottoscritto il 31 maggio un accordo per lo sviluppo di una partnership strategica in esclusiva nell’attività di bancassurance del Banco Popolare nel business Vita e Previdenza. L’accordo prevede, subordinatamente all’autorizzazione delle competenti autorità, la cessione da parte del Gruppo Bpvn a Fonsai di una partecipazione complessiva del 50% del capitale sociale di Bpv Vita S. P. A. Al prezzo di Euro 530 milioni. Nello specifico è previsto che tale partecipazione venga acquisita da Fonsai per una quota del 35% del capitale da Bpvn, al prezzo di Euro 371 milioni, e per una quota del 15% del capitale dal Credito Bergamasco S. P. A. (“Creberg”), al prezzo di Euro 159 milioni. Banco Popolare e Fonsai sottoscriveranno inoltre un patto parasociale volto a disciplinare gli aspetti industriali della partnership e le regole di corporate governance di Bpv Vita. Il patto conterrà, tra l’altro, opportune clausole volte a consentire a Fonsai il consolidamento integrale della compagnia, nonché reciproche opzioni put&call in caso di scioglimento della partnership, con previsione di valorizzazione della partecipazione di Fonsai con il metodo dell’appraisal value. L’accordo di distribuzione tra Bpv Vita, che incorporerà Novara Vita, e le reti del Banco Popolare avrà durata decennale rinnovabile per ulteriori periodi di 5 anni, e sarà in esclusiva a partire dal 1° gennaio 2008, fermi restando i residui accordi distributivi con Aviva (accordo non in esclusiva con scadenza a fine 2009) ed Aurora (accordo in esclusiva con scadenza a maggio 2008) a valere, rispettivamente, sugli sportelli Bpi e sugli sportelli “ex Reti Bancarie”. A regime la distribuzione di Bpv Vita potrà contare quindi su una rete complessiva di circa 2. 200 sportelli con obiettivi di raccolta premi annua a regime pari a Euro 6 miliardi circa. Al fine di massimizzare l’efficacia e l’efficienza gestionale e la conseguente creazione di valore per i partner, è previsto che Bpv Vita adotti una soluzione organizzativa basata su una struttura operativa in house presso la sede di Verona, ed una serie di funzioni svolte in outsourcing dai partner. In particolare è previsto il ricorso da parte della compagnia ai servizi di Asset Management di Banca Aletti S. P. A. Ed ai servizi assicurativi di Fonsai. Per Fonsai l’accordo rappresenta un’ulteriore opportunità di sviluppo nel settore vita - dove il gruppo, nell’esercizio 2006, ha raccolto premi per circa € 2. 670 milioni di Euro (Ias/ifrs), di cui 667 milioni di Euro tramite il canale di bancassurance - sia per la coerenza con gli obiettivi del proprio piano industriale, sia per il forte legame storico con Bpvn, con il quale nel tempo si è consolidata una sensibile unitarietà di intenti nelle modalità gestionali del business, anche in virtù di una comune visione strategica circa la centralità del cliente nelle politiche di sviluppo commerciale. L’operazione, dal punto di vista industriale, si integra perfettamente con gli attuali accordi di bancassurance di Fonsai che continueranno ad essere strategici nell’ambito delle politiche di crescita del gruppo. Per il Banco Popolare, l´accordo costituisce la prima tappa nel progetto di riassetto di lungo termine del business di bancassicurazione ed un elemento importante delle iniziative di rafforzamento patrimoniale previste nell´ambito del piano di capital management. Dal punto di vista del business, l´accordo matura in un quadro di continuita´ della partnership tra Bpvn e Fonsai e costituisce una grande opportunita´ per rafforzare il posizionamento competitivo del Banco Popolare nel mercato italiano della bancassicurazione Vita. Il perfezionamento dell’operazione di cessione della partecipazione detenuta in Bpv Vita comporterà la rilevazione di una plusvalenza lorda stimata in circa 470 milioni di Euro nel bilancio consolidato del Gruppo Bpvn. La stima della plusvalenza lorda che verrà rilevata nel bilancio separato della controllata Credito Bergamasco ammonta a circa 140 milioni di euro. Le suddette plusvalenze in base alla normativa attualmente in vigore concorreranno alla formazione del reddito imponibile I. Re. S. Soltanto per il 16% del loro ammontare. Bpvn e Bpi sono stati assistiti da Credit Suisse in qualità di advisor finanziario, dallo Studio Legale Associato Pavesi Gitti Verzoni in qualità di consulente legale e da Bain & Co in qualità di advisor industriale. Fonsai è stata assistita da Kpmg Corporate Finance e da Mediobanca Banca Di Credito Finanziario in qualità di advisor finanziari e dello Studio Legale Associato D’urso Munari Gatti in qualità di consulente legale. .  
   
   
PRECISAZIONI BANCA ITALEASE S.P.A.  
 
Milano, 4 giugno 2007 - - Su richiesta di Consob, in merito alle notizie apparse sulla stampa negli ultimi giorni, Banca Italease comunica che il potenziale rischio di controparte, riferibile a strumenti derivati con clientela, che al 31 dicembre 2006 si esprimeva in 225 milioni di euro al netto del relativo stanziamento cautelativo pari a 8,3 milioni di euro, per effetto dell’evoluzione del mercato attualmente si attesta a circa 400 milioni di euro. Il monitoraggio della Direzione ha determinato l’avvio di contatti con i clienti titolari di detti contratti, al fine di addivenire alle più opportune decisioni a reciproca tutela. Il Presidente Rondelli, nella riunione del Consiglio di Amministrazione convocato per il prossimo 7 giugno, sottoporrà alle valutazioni del Consiglio lo stato di avanzamento delle azioni di cui sopra e l’esito degli approfondimenti effettuati nell’ambito del mandato comunicato al mercato lo scorso 11 maggio. Si precisa che nel contesto riferibile al Gruppo Coppola non sono rilevate posizioni in derivati. Nella stessa riunione, inoltre, presenterà al Consiglio le proposte in ordine al progetto da tempo avviato per il rafforzamento della struttura organizzativa del Gruppo, resa opportuna dall’allargamento del suo perimetro operativo. .  
   
   
APULIA PRONTOPRESTITO: EROGATO DA UN POOL DI BANCHE UN FINANZIAMENTO DA 90 MILIONI DI EURO A FAVORE DI APULIA PRONTOPRESTITO  
 
 San Severo (Fg), 4 giugno 2007 - Si è conclusa la prima operazione di prestito sindacato di 90 milioni di Euro, a favore di Apulia prontoprestito. La sindacazione del finanziamento, organizzato dal Gruppo Intesa San Paolo, in qualità di banca capofila, è stata chiusa ottenendo sottoscrizioni superiori dell’80% rispetto al contratto iniziale di 50 milioni di Euro, che ha portato l’Arranger a chiudere l’operazione a 90 milioni di Euro, ripartiti tra diversi istituti bancari. Il finanziamento si inserisce nella strategia di Apulia prontoprestito di diversificare le forme di raccolta a supporto della propria crescita, anche nell’ottica delle due operazioni di cartolarizzazione revolving della Società: la prima pari a un totale di cessioni per 406 milioni di Euro conclusasi lo scorso aprile, e la seconda, del valore complessivo massimo di 500 milioni di Euro, in programma a partire dal prossimo mese di settembre. Il finanziamento ha una durata di 18 mesi, meno un giorno,a partire dal 29 maggio 2007 e prevede il rimborso alla scadenza, mentre il tasso di interesse è stato fissato pari all’Euribor 3M oltre ad uno spread fisso di 38 punti base p. A. , in linea con le migliori condizioni di mercato. Alla data odierna l’ammontare dei finanziamenti erogati dalla società è pari a 221 milioni di Euro, in crescita del 55,6% rispetto ai 142 milioni di Euro del corrispondente periodo 2006. .  
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 30 MAGGIO 2007  
 
Cct T. V. Btp 4,00% Btp 4,00%
Scadenza 01. 03. 2014 01. 03. 2010 01. 02. 2017
Cod. /tranche It0004224041/3 It0004196918/7 It0004164775/11
Imp. Offerto 2000 2500 3000
Regolamento 01. 06. 2007 01. 06. 2007 01. 06. 2007
Ced. God. 2,07
Imp. Domandato 3587 4243 4343
Imp. Assegnato 2000 2500 3000
Prezzo aggiudicazione 101,04 99,27 96,36
Prezzo esclusione 99,088 97,331 94,488
Rendimento lordo 4,25 4,33 4,51
Variazione Rend. Asta prec. (*) 0,11 0,2 0,14
Rendimento netto 3,69 3,81 3,98
Riparto 5,937 56,504 34,08
Importo in circolazione (mln) 5500 13250 19508
Riapertura (mln) 200 250 300
Prezzo nettisti 101,04000000 99,27000000 96,34960100
(*) raffronto con titolo di pari durata
Elaborazione Assiom .
 
   
   
MILANO & EXPO: VISITA DEL PRESIDENTE DEL MESSICO 5 – 6 GIUGNO MOSTRA SUGGESTIONI DAL MESSICO  
 
Milano, 4 giugno 2007 - Camera di Commercio di Milano e Regione Lombardia, d’intesa con il Ministero per gli Affari Esteri, organizzano a Milano il Business Forum Italia-messico, in occasione della visita nel capoluogo lombardo del presidente del Messico Felipe Calderón. Martedì 5 giugno 2007, ore 9. 30-12. 30, Camera di commercio di Milano, Palazzo Mezzanotte, piazza Affari, 6 - Milano (Mm Cordusio). Per partecipare iscrizioni su www. Mi. Camcom. It. L’obiettivo del Forum è quello di offrire elementi di conoscenza reciproca e di maggiore fiducia fra le istituzioni e il mondo degli affari messicano e italiano allo scopo di dare una spinta positiva alle relazioni economiche e commerciali fra i due Paesi. Inoltre, l’incontro si inserisce in un’ottica di intensificazione dei rapporti tra Italia, Lombardia e Messico, anche in vista dei futuri appuntamenti a cui saranno chiamati il nostro Paese e la città di Milano. Il Messico è infatti tra i 98 Paesi dell’Assemblea Generale del Bureau of International Expositions che avranno diritto di voto per decretare il vincitore nella competizione per ospitare l’Expo 2015 a cui si sono candidate Milano per l’Italia e Smirne per la Turchia. Festa del Messico: due giorni tra sconti e promozioni nei ristoranti e una mostra coi reperti Maya (5 - 6 giugno). Cucina latino americana tra sconti e promozioni in una ventina di ristoranti milanesi per chi si presenta col volantino richiedibile in Camera di commercio al tel. 02 85154233 o per e mail a promozione. Turismo@mi. Camcom. It (dal Tijuana Cafè, al Tropico Latino, al Fonda Maya, al Mexicali che offrono dal 10% al 15% di sconto a chi va a cena, al Dixieland Cafè Aquileia e Umbria, al Mezcalito Cafè, al Puerto Alegre, al Maya, al Papas and Beer che offrono vari aperitivi come margarida fragola con chips e salsa o sangria o giro tequila dopo cena), la mostra dal titolo “Suggestioni dal Messico” con foto e esposizioni in Camera di commercio a Palazzo Giureconsulti allestito per l’occasione con una quinta teatrale: l’ingresso diventa il calendario Azteco (iniziativa della Camera di commercio di Milano in collaborazione con il Consolato Generale del Messico, Mazzoleni Arte-milano e Gruppo il Mercante d´Oriente-verona). Tra i pezzi in esposizione: maschera antropomorfa (450-650 d. C. ), cilindro votivo Maya (250-550 d. C. ), vaso cerimoniale Maya (250-550 d. C. ), piatto ceramico Maya (600-825 d. C. ). Ingresso libero ore 10-18. “Puntiamo a consolidare le relazioni col Messico – ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano - e aumentare le opportunità per le nostre imprese. È inoltre importante il Messico per la candidatura di Milano all’Expo 2015. Tale iniziativa rappresenta una grande opportunità: il traino dell’Expo produrrà una crescita complessiva dell’area milanese, dall’economia diffusa alle infrastrutture”. “Siamo impegnati a sviluppare le relazioni economiche con questo importante Paese – ha dichiarato Bruno Ermolli, presidente di Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali – anche con l’apertura di un nostro ufficio a Città del Messico, supporto concreto alle nostre imprese”. .  
   
   
“L’ITALIA NON DORME MA È IMMOBILE” ILVO DIAMANTI ANALIZZA SPIETATAMENTE LA SITUAZIONE DEL PAESE “NON HO SOLUZIONI; SE NE AVESSI NON STAREI QUI CON VOI A PARLARNE”  
 
 Trento, 4 giugno 2007 . “L’italia è un paese immobile che non trova le ragioni per muoversi, anche se ne avrebbe la capacità. Gli italiani faticano, lavorano, sono in perenne movimento, ma non hanno prospettive, sono fermi sul posto. ” Questo il pensiero di Ilvo Diamanti, ad Urbino e Parigi, presente oggi pomeriggio al festival dell’economia di Trento per trattare il tema”Come sbloccare il paese immobile” “L’italia-ha continuato- è un paese di contraddizioni, stabile ed instabile allo stesso tempo, dove 7 ragazzi su 10 a 29 anni vivono ancora con i genitori,dove ci si dichiara anziani solo dopo gli 80 anni e giovani ancora a 35, dove si dichiara di vivere in un periodo di declino pur mantenendo comportamenti da boom. Se è vero che la crisi della politica è un evento che già negli anni 80 del secolo scorso abbiamo vissuto-ha incalzato- non possiamo dimenticare come allora, quantomeno, l’economia galoppasse; oggi il paese ci appare ingovernabile, instabile, frammentato, diviso”. I fattori che bloccano il Paese secondo l’illustre politologo,sono diversi. “Il Paese è bloccato innanzitutto perché non esiste più il ricambio generazionale: la classe dirigente è vecchia, la classe politica italiana ha una età media molto più alta rispetto agli altri paesi della Comunità Europea, ma soprattutto non esistono quei conflitti generazionali che stanno alla base dello sviluppo di una sana società. “In seconda battuta, stiamo vivendo in una fase sociale clanica, nel senso che l’Italia è suddivisa in una miriade di piccoli clan che hanno a cuore i propri piccoli interessi di bottega piuttosto che il bene comune , la solidarietà sociale nazionale. Il Sindacato, ad esempio, costituito per metà da pensionati e per l’altra metà soprattutto da dipendenti pubblici, è assolutamente incapace di guardare con occhi di sfida al futuro; Confindustria è frammentata al suo interno in mille realtà, a seconda dell’area geografica degli imprenditori, e non è più capace di fare fronte comune. “E’ dilagante il familiarismo morale, in cui le piccole organizzazioni, caratterizzate da un alto livello di solidarietà interno, diventano corporative e sono tutte in grado di mettere in stallo il sistema italia con scioperi e proteste, impedendo così il procedere di decisioni importanti per il paese ma a loro ostili. “Infine, altro grosso problema è il localismo, ovverosia l’Italia è un paese piegato su se stesso, attaccato al proprio ambito locale , a «geografia variabile» e malato di traslochite, per cui è ancora possibile con un referendum cambiare appartenenza regionale come ci narra la cronaca italiana degli ultimi giorni” “Il sistema politico si è arreso, i partiti di massa, che simboleggiavano la società nella complessità, sono scomparsi, e quelli che sono rimasti non sono in grado di semplificare la società, si delegittimano l’un l’altro: la politica ha perso il proprio ruolo guida, la società si autoreferenzia attraverso l’agire delle mille corporazioni che si sono andate formando”. Come superare l’impasse? Diamanti, ironico, non sa dare risposte (“se ne avessi, non starei qui con voi a parlarne, non ne ho proprio voglia di far politica; amo il mio attuale stato lavorativo”) ma prova a dare delle linee guida: bisogna sicuramente cambiare l’odierna legge elettorale che non permette la governabilità del paese e che tiene, qualunque sia la coalizione vincente, il governo sotto botta di un piccolo gruppo di senatori; poi, il ricambio della classe politica deve essere frequente e sempre in atto;infine, bisogna far riacquistare alla popolazione fiducia sul futuro del paese, nella sua interezza: il bene comune deve tornare a prevalere sul bene particolare. .  
   
   
GLI ITALIANI SOFFRONO DI ACCIDIA? CONSERVATORISMO, INDIFFERENZA, PAURA DEL NUOVO  
 
Trento, 4 giugno 2007 - “In Italia c’è una cultura della rinuncia, la rinuncia allo sviluppo” dice Roberto Petrini, giornalista de “La Repubblica” e autore del libro “L’economia della pigrizia. Inchiesta su un vizio italiano”. Pigri. O anche peggio: gli italiani negli ultimi anni, secondo l’autore, sarebbero affetti da un tipo di pigrizia non giustificabile che si declina in resistenza al cambiamento, paura del nuovo, accidia, conservatorismo. “In Italia si respira un’aria al cloroformio” sintetizza nel suo volume l’autore. Nell’incontro in biblioteca, ne hanno discusso con lui Chiara Saraceno, docente di Sociologia all’Università di Torino, e Nicola Rossi professore di Economia politica e parlamentare. Presenta Roberto Ippolito, condirettore della Scuola Superiore di Giornalismo della Luiss di Roma. Ma gli italiani sono davvero accidiosi? “Non so se è così – dice Chiara Saraceno – direi piuttosto che da noi ogni cosa richiede più sforzo, a partire dal prendere un autobus. Sembra che il nostro Paese sia stato colpito da un ictus: siamo molto più lenti perché facciamo più fatica a fare le cose normali” Parziale assoluzione anche da Nicola Rossi. Perché in Italia c’è il professore che lavora e quello che non fa nulla, il funzionario assenteista e quello stacanovista, lo studente impegnato e il lavativo. “Piuttosto mi chiedo – dice Rossi – perché questo Paese si interessi tanto ai falliti? Perché abbiamo tanta paura della gente brava?” Molti casi parlano di questo squilibrio: ci interessiamo agli evasori - e ne parliamo molto - ma non ai cittadini che pagano le tasse, analizziamo le aziende che falliscono, ma non quelle che funzionano. Rossi ha una sua spiegazione: “Innanzitutto, per la classe politica, è molto più facile aiutare le realtà che falliscono piuttosto che creare le condizioni per il miglioramento di quelle che già funzionano. E soprattutto, il vero problema, è che la nostra società non ha introiettato il concetto di merito”. Una conclusione condivisa anche da Petrini. E questa presunta pigrizia si ritroverebbe in diversi fenomeni. I ragazzi italiani, soprattutto i maschi, per esempio, lasciano la famiglia dai sette ai nove anni dopo la media degli altri paesi. Forti correnti conservatrici bloccano molte scelte. “Non si parla di nucleare, non si parla di Ogm, si blocca la ricerca sulle cellule staminali” dice Petrini che dedica nel suo libro ampio spazio a questi temi. Gli italiani lavorano meno di molti altri Paesi e l’Europa, nel suo complesso, lavora meno degli Stati Uniti. Su questo punto i relatori pongono alcune precisazioni. Secondo Nicola Rossi si deve guardare non solo alla produttività del lavoro ma a tutto l’insieme dei fattori produttivi. E Chiara Saraceno dice: “non sono importanti solo le ore lavorative ma quanto si fa in quel tempo e come lo si fa”. Nel libro si accusano poi alcune grandi imprese di fare certe acquisizioni per mettersi al riparo dai rischi economici attraverso le rendite. Si citano, in particolare, gli acquisti di Telecom e Società Autostrade. Ma, dice Rossi “da sempre gli imprenditori cercano di mettersi al riparo con le rendite. Il problema è la mancanza di Autorità che impediscano la loro formazione”. Si parla dunque anche di una carenza di azioni chiare e decise da parte delle istituzioni e di chi le governa. “La classe dirigente oscilla tra l’imposizione delle decisioni senza informazione – è il caso della Tav – e l’abbandono delle iniziative quando c’è resistenza. Il problema è dunque più l’ assenza di fiducia piuttosto che la pigrizia”denuncia Chiara Saraceno. Allora – si potrebbe dire - serve informazione, conoscenza, sapere. In una parola: capitale umano. “La base più solida per la politica conservatrice è la paura e la base più solida per la paura è l’ignoranza” conclude Nicola Rossi. Dunque forse gli italiani sono pigri, affetti da accidia, sonnolenti. Certo però non lo sono stati i visitatori del Festival dell’ Economia che hanno riempito questa sala e hanno posto domande pertinenti. Alcune anche in difesa dell’ozio. .  
   
   
E’ VERAMENTE FINITO IL “DECLINO” DELL’ITALIA POST-EURO? GLI OTTO ECONOMISTI CHE HANNO ANIMATO IL DIBATTITO SOSTANZIALMENTE CONCORDI NEL RITENERE CHE L’ITALIA HA REAGITO BENE ADATTANDOSI AL MERCATO  
 
 Trento, 4 giugno 2007 - Secondo gli economisti di varia formazione che sono intervenuti al confronto sul tema la “Trasformazione post-euro dell’economia italiana: mito o realtà?” il nostro Paese sta lentamente ma solidamente uscendo da una fase che molti considerano di declino e dimostra di aver saputo trasformare la sua industria manifatturiera in modo intelligente ed efficiente. Sono del resto le considerazioni che emergono anche dalla relazione del governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, e che sono oggi su tutti i giornali. Una battaglia probabilmente vinta quindi ma che – è bene ricordarlo – ha fatto molte vittime. I dati infatti parlano di oltre 50. 000 imprese italiane che non ce l’hanno fatta a sopravvivere nell’ultimo lustro. E’ stata una tavola rotonda, svoltasial Festival dell’economia, variegata ed interessante perché il tema del titolo – e cioè come si è trasformata l’economia italiana a seguito della globalizzazione – è stato veramente analizzato da molteplici angolature. Coordinati e sollecitati sui vari aspetti del problema da Gregorio De Felice – responsabile del servizio studi del gruppo Intesa Sanpaolo – gli otto esperti hanno spiegato le loro analisi sullo stato dell’arte dell’economia italiana. Dopo un’introduzione di Lorenzo Stanca – presidente del Gei, il gruppo economisti d’impresa che ha organizzato il dibattito – è intervenuto Pietro Modiano, direttore generale vicario di Intesa Sanpaolo, che ha senza esitazioni dichiarato “chiuso” il dibattito: “Come emerge anche dalle considerazioni di Draghi è ormai ufficiale che il sistema italiano ha reagito bene allo sconvolgimento della globalizzazione, che del resto secondo me avvantaggia i piccoli che riescono a sopravvivere e non i grandi che di fatto erano già globalizzati prima”. Per Innocenzo Cipolletta – “conteso” da più incontri in quanto presidente dell’Università di Trento e organizzatore del Festival, oltre che presidente delle Ferrovie di Stato – “per esperienza so che è nei periodi di recessione che un sistema migliora e così è capitato anche questa volta: chi lavorava sulla gamma bassa è scomparso, chi era sull’alta si è potenziato e sta raccogliendo buoni frutti”. Per Gianmaria Gros-pietro – docente e presidente di Autostrade spa – “non c’è una ricetta univoca per salvarsi ogni settore ha la sua e all’interno di ciascun settore ogni azienda si crea la propria strada. Le nostre imprese hanno poi dimostrato di saper gestire il marchio in modo eccellente, seconde solo agli Stati Uniti”. Salvatore Rossi invece, responsabile del servizio studi della Banca d’Italia, sostiene che “i vari shock a cui è stata sottoposta la nostra economia, ma anche le altre, e cioè la globalizzazione e la rivoluzione tecnologica, ci hanno obbligato a riorganizzarci completamente. In realtà la ripresa era iniziata nella primavera del 2005 ma eravamo troppo presi dalla retorica del declino e, faccio anche autocritica, non l’avevamo vista”. Per Ignazio Angeloni – dirigente generale del Dipartimento del Tesoro e presidente della Sace – “l’euro citato nel titolo dell’incontro è quasi un dettaglio rispetto ai veri cambiamenti dell’ultimo decennio e che secondo me sono stati la rivoluzione della divisione del lavoro e anche l’allargamento dell’Unione europea ad est, in quei nuovi Paesi che sono un po’ la nostra Cina. Non credo, tra l’altro, che con una moneta come la lira flessibile la battaglia di questi anni sarebbe stata più facile, anzi. Secondo me la politica economica deve sostenere le imprese nella loro internazionalizzazione, non proteggerle”. Infine Giulio Sapelli – docente di storia economica a Milano - ha precisato come “se di declino si deve parlare questo va inteso come relativo alla società perché è la società che influenza l’industria e non viceversa. Indubbiamente comunque c’è stata una selezione darwiniana delle aziende negli ultimi anni” ha concluso. .  
   
   
CAPITALE UMANO, ISTRUZIONE E SALUTE TRE ELEMENTI CHE SI INFLUENZANO L’UN L’ALTRO, DANDO VITA AD UN CIRCOLO VIRTUOSO CHE AUMENTA IL REDDITO DELLE NAZIONI  
 
Trento, 4 giugno 2007 - Istruzione e stato di salute sono i principali elementi che costituiscono il capitale umano di una persona, sono quelle caratteristiche che permettono ad ogni soggetto di inserirsi e trovare un proprio posto nella società, di offrire forza lavoro e di creare reddito. Ad analizzare il significato del termine ed ad azzardarne una misurazione ci ha pensato Tullio Jappelli, docente di Economia politica presso l’Università di Napoli Federico Ii e direttore del Centro interuniversitario di economia e finanza. Come il capitale reale, anche il capitale umano riguarda qualità che possono essere prodotte e accumulate, investite e che subiscono una svalutazione nel tempo: queste qualità dipendono dallo stato di salute della persona (fattore che incide soprattutto nei Paesi non del tutto sviluppati) e dal grado di istruzione e formazione professionale (in riferimento, soprattutto, ai Paesi sviluppati). Istruzione e salute, ha dimostrato Jappelli nel corso della sua relazione, non sono indipendenti l’una dall’altra e, inoltre, ad esse sono correlate il reddito individuale e, di conseguenza, quello della nazionale. La qualità dell’alimentazione e dell’aspettativa di vita si riflette sulle differenze di reddito: è dimostrato infatti che negli Stati in cui l’assunzione di calorie giornaliere è più alta, anche il reddito pro capite subisce un incremento. La situazione può essere letta anche in altro modo, cioè, ad un aumento del reddito fa fronte un migliore stato di salute e di alimentazione. E non solo: altri fattori sono determinati. Le scoperte tecnologiche e l’istruzione stessa possono influenzare la sia la produzione (con l’introduzione, ad esempio, di nuovi macchinari) che la salute (attraverso una cultura della prevenzione) creando un effetto moltiplicatore. Per questo, gli investimenti fatti sul sistema sanitario, fanno aumentare il reddito e, ancora una volta il benessere generale, innescando un circolo virtuoso. Dice un proverbio cinese: “Dando un pesce ad un uomo, lo sfamerai per un giorno. Insegnandogli a pescare gli darai da mangiare per il resto della sua vita”. Gli economisti insegnano che per risolvere i problemi dello sviluppo economico è importante investire in istruzione e ricerca. La formazione comprende prima di tutto le competenze linguistiche, l’alfabetizzazione, la capacità di ragione, ma anche le capacità di operare con particolari tecnologie e le conoscenze scientifiche. Un forte aumento dell’istruzione determina un accumulo di capitale umano: purtroppo l’Italia, nel confronto con altri Paesi sviluppati, si caratterizza per bassi livelli di capitale umano: per quanto riguarda la scuola secondaria i divari si stanno colmando ma per quanto riguarda l’università il gap è ampio e addirittura crescente. Le statistiche evidenziano come in Italia siano pochi gli studenti a portare a termine studi terziari e come molti di loro lo facciano con notevole ritardo. Il nostro Paese spende all’incirca il 5% del Pil per il sistema di istruzione, altri stati, come Svezia, Danimarca e Stati Uniti investono molto di più, anche fino al 7, quasi l’8%. Ma come misurare il rendimento del capitale umano? Gli economista stimano tale rendimento sulla base delle retribuzioni: maggiore è il capitale umano, maggiori è la retribuzione in ambito lavorativo. Senza però tenere conto delle opportunità di trovare lavoro, è stato fatto un confronto tra i redditi di lavoratori diplomati e laureati e lo stesso con i costi dei rispettivi corsi di studio: il rendimento di una laurea è del 7 – 9% all’anno al netto delle spese e delle imposte: così si può quindi affermare che all’aumentare del livello di istruzione crescono anche le retribuzioni. Tale ragionamento non può valere per sempre. Il rendimento delle retribuzioni, infatti, è più elevato nei paesi in via di sviluppo mentre, tra le economie sviluppate si abbassa gradualmente nel corso del tempo (con qualche eccezione, come quella degli Stati Uniti). Altri elementi influiscono sulla retribuzione di un individuo: strano a dirsi, il reddito dei genitori. Dopodiché, le abilità cognitive (difficili da osservare), le discriminazioni, e addirittura la bellezza. Quindi, un più alto livello di istruzione determina un incremento del reddito. Leggendo i dati, Paesi in cui gli anni dedicati all’istruzione arrivano a 12 hanno un reddito 8 volte superiore a quelli con sei anni di istruzione. Anche questo dato può essere capovolto e letto in un altro modo: Paesi con redditi più alti possono investire in formazione e ricerca ed entrare nel circolo virtuoso del benessere. Purtroppo, in Italia le possibilità personali di investire sull’istruzione sono ancora legate a vincoli di reddito familiare: ciò significa che l’immobilità sociale del nostro Paese, di cui si sta discutendo nei giorni del Festival dell’Economia, non è ancora stata superata. Spesso non basta la quantità dell’istruzione, ha osservato Japelli. C’è bisogno anche di un determinato livello qualitativo, riscontrabile nel numero di docenti per alunno nelle scuole, nella formazione degli insegnanti, le infrastrutture e le possibilità tecniche. In Italia, tali differenze risultano molto marcate, con un forte divario tra nord , sud e isole: da un test di matematica sottoposto a studenti di pari età e percorso scolastico risultano punteggi più alti al nord e centro e invece scarsi al sud e nelle isole. In conclusione, il professor Tullio Japelli ha spiegato come l’arricchimento del capitale umano di una persona provochi quelle che in economia si chiamano esternalità: aumentando istruzione e salute, cresce la produttività personale ma anche quella generale: ad esempio, una popolazioni più istruita potrebbe avere un governo migliore, più onesto e più efficiente. Le differenze di capitale umano, comunque, spiegano solo in parte i divari di reddito tra persone e tra Paesi. È sempre utile ricordare che si investe per arricchire la propria vita intellettuale e per migliorare il proprio benessere. .  
   
   
IL CAPITALE SOCIALE FACILITA LO SVILUPPO FINANZIARIO L’ANALISI DEL PROFESSOR LUIGI GUISO: LA CAUSA DEL DIVARIO DI CAPITALE CIVICO TRA IL NORD E IL SUD DELL’ITALIA È DA RICONDURRE A FATTORI STORICI  
 
Trento, 4 giugno 2007 - Dove l’esperienza dei Comuni indipendenti, all’uscita dal Medio Evo, è stata più forte (quindi nel nord Italia), oggi il capitale sociale è indubbiamente alto e ben radicato. Il regno dei Normanni, nel sud Italia, ha eliminato le relazioni orizzontali all’interno della comunità, rafforzando quelle verticali, a scapito del senso civico e della responsabilità collettiva. Questa è la congettura dello studioso Putnam, avvallata dal professor Luigi Guisa docente di Economia all’Istituto Universitario Europeo di Firenze, tenutasi nella sala conferenze della Facoltà di economia durante il Festival dell’economia. Il capitale sociale, sempre secondo Putnam, è costituito da quegli “aspetti della vita sociale – relazioni, norme, fiducia – che consentono ai partecipanti di agire insieme per conseguire obiettivi comuni”. Così Luigi Guiso, ha introdotto il dibattito dedicato alla “parola chiave” della giornata. Lo studio del concetto di capitale sociale nasce in ambito sociologico, a metà dell’Ottocento, per poi suscitare rinnovato interesse verso la fine dello scorso secolo. Ad oggi, non ne esiste ancora una definizione chiara ed univoca, ci si chiede quali siano i misuratori adatti di tale fenomeno, quale la relazione con l’economia e lo sviluppo, quali le determinazioni e le conseguenze. Guiso, prende come punto di riferimento la definizione di uno scienziato politico come Puntam, traendone un’analisi dettagliata. Il capitale sociale si basa sulla fiducia: la fiducia è legata direttamente alla probabilità che qualcuno la tradisca. Più la fiducia è forte e diffusa in un contesto, più sono alte le relazioni sociali in quella comunità. Da ciò derivano tre tipi di capitale sociale: a livello individuale, familiare e di piccoli gruppi si parla di “capitale relazionale”, a livello aziendale si fa riferimento al “capitale organizzativo”, mentre a livello di comunità e nazioni si il termine di riferimento è il “capitale civico”. I tre concetti sono in stretta relazione tra loro ed accade, talvolta, che all’aumentare dell’uno ne diminuisca un altro: con il rafforzarsi dei rapporti familiari e quindi del capitale relazionale si contrappone un netto indebolimento del capitale civico e della fiducia nella comunità. Il capitale sociale non è osservabile e non è univoco: servono misure convincenti per studiarlo: è possibile analizzarne gli output, ovvero le conseguenze. Alcuni parametri possono essere identificate nel livello di sviluppo del sistema cooperativo di una comunità (a meno che questo non sia falsato da contributi o incentivi economici esterni), oppure nelle associazioni di volontariato o ancora nel grado di evasione fiscale o di generalizzato senso civico della collettività. Per una analisi della situazione italiana, i parametri scelti dal professor Luigi Guiso sono due: le donazioni di sangue (facilmente misurabili, non godono di sussidi di alcun genere e si svolgo su base completamente volontaria) e la partecipazione ai referendum (il voto non comporta un obbligo se non morale e non gode di incentivi). Il risultato: esiste un forte e radicato capitale di relazioni e capitale civico nel nord Italia, indicato da alti tassi di donazioni di sangue ripetute e continuative ed una forte e generale partecipazione ai referendum. Spicca in questo senso la zona della pianura Padana. Al sud invece le donazioni di sangue sono alla bisogna e meno diffuse, come la partecipazioni agli appuntamenti referendari. Il passo successivo dello studio analizza la relazione tra il capitale sociale e l’economia: in ogni comunità esistono soggetti con buone idee per lo sviluppo economico sociale ma che non hanno a disposizione i mezzi finanziari per realizzare, allo stesso modo esistono persone in possesso di grandi capitali con poca iniziativa. Perché buone idee e capitali finanziari possano fondersi è necessario che le persone intessano relazioni, abbiano fiducia, scambiando denaro con promesse che siano mantenute. A garanzia di questo, i contratti risultano talvolta incompleti ed anche la giustizia non è perfetta: se il grado di fiducia è alto, se il capitale sociale è ben radicato, questo processo incide positivamente sullo sviluppo finanziario del Paese. Lo dimostrano alcuni dati: in Svezia il grado di fiducia “nell’altro” è del 56. 2%, in Perù del 4,9, in Italia del 30,6. Ma qual è il fattore che determina il capitale sociale? Come si accumula? Dalle ricerche di Luigi Guisa, Luigi Spaventa e Luigi Zingales emerge che le convinzioni individuali siano alla base della fiducia, delle relazioni e del capitale civico. Per quanto riguarda la religione, ad esempio, i credenti praticanti risulta più intolleranti verso gli altri, ma più ligi ai doveri collettivi, come quello di pagare le tasse o il biglietto sui mezzi pubblici. Questa diffidenza nel prossimo non facilita però lo sviluppo economico. Analizzando la persistenza dei livelli di capitale sociale, Guiso dà ragione a Putnam: le città che sono state dopo il Medio Evo Comuni indipendenti vantano oggi un alto numero di organizzazioni no profit ed associazioni di volontariato, a dimostrazione che, salvo lievi variazioni, il livello di capitale sociale tende ad essere constante nel tempo, fortemente radicato e persistente. In conclusione, nonostante, attualmente gli studi sull’argomento siano ancora scarsi e talvolta non univoci, è dimostrato che capitale sociale e finanza hanno uno stretto ed importante legame. Per approfondire l’argomento, il dipartimento di Economia dell’Università di Trento, Econometica ed il Centro universitario per l’etica economica e la responsabilità sociale d’impresa, organizzano un workshsp internazionale ed una summer school per dottorandi da tutto il mondo, con l’adesione di 21 atenei italiani. Il workshop si terrà al Centro congressi Panorama di Sardagna (Trento) dal 24 al 29 luglio. .  
   
   
E’ LA CONOSCENZA LA CHIAVE PER IL FUTURO PER I GIOVANI IMPRENDITORI IL SAPER ESSERE DEVE FARE DA MOLTIPLICATORE AL SAPER FARE  
 
Trento. 4 giugno 2007 - “Il reddito di una persona è direttamente proporzionale alla sua capacità di sviluppare conoscenza” non usa mezzi termini Massimiliano Mazzarella – presidente del Git del Trentino – nell’introdurre il tema dell’incontro organizzato dal Git – i giovani imprenditori del terziario – dal titolo “Società della conoscenza: un’opera in cerca di regia”. Coordinato da Stefano Chelodi il confronto ha visto i relatori confrontarsi su una domanda fondamentale: quanto conta la conoscenza – e la capacità di trarne vantaggi – nel mondo di oggi? Ciascun relatore ha sviluppato la tematica dal suo punto di vista. Mazzarella ad esempio ha detto che “noi giovani imprenditori riteniamo che non sia utopistico pensare che una società virtuosa debba essere basata sulla conoscenza, devono però esserci i presupposti strutturali e culturali”. E ancora: “Il merito, nella società della conoscenza, è un fattore concreto. Non avrebbe senso infatti formare persone capaci e, appunto, preparate, e poi non utilizzarle ad alto livello. Secondo noi il saper essere può e deve fare da moltiplicatore al saper fare”. Per Luca Majocchi – amministratore delegato di Seat Pagine gialle – “una società della conoscenza non vuol dire avere tanti laureati, tanti personal computer o spendere tanti soldi in ricerca e sviluppo. C’è società della conoscenza quando c’è la capacità di produrre nuovo sapere in modo massivo ed efficiente. ” Majocchi espone poi i risultati di una ricerca australiana secondo la quale “alcune regioni avevano più successo di altre: in base a quali fattori? Si è scoperto che i fattori erano quattro: in primis la disponibilità di capitale umano con spirito imprenditoriale, in secondo luogo la disponibilità di tecnologie informatiche, poi il grado di specializzazione; infine la totale assenza di sussidi pubblici”. Prosegue Majocchi: “Il fattore competitivo italiano sono gli imprenditori anche perché noi non abbiamo risorse naturali. Io però sono pessimista perché ho l’impressione che stiamo depauperando il nostro capitale umano. In Italia oggigiorno c’è una bassissima mobilità sociale, serve più meritocrazia”. Secondo Furio Honsell – Rettore dell’Università di Udine – “Il futuro, ma direi meglio il presente, ci pone di fronte alla necessità di una grande flessibilità dei mestieri che ci mette in discussione ogni giorno. Dobbiamo essere flessibili: in questo l’università deve fare la sua parte preparando i giovani”. E ancora: “La globalizzazione si vince – lo diceva Socrate – conoscendo se stessi. Si deve fare leva sulla vocazione territoriale. Io sono poi un grande sostenitore del concetto di rete. Bisogna fare rete a livello europeo per far diventare il Vecchio continente una superpotenza delle pubblicazioni scientifiche e dei brevetti. Tutto ciò non è per nulla scontato, va sostenuto”. Secondo Piero Pozzi – senior manager Bain and Company Italy – “nella mia attività di consulente mi sono reso conto che negli ultimi anni gli assetta invisibili sono diventati più importanti di quelli visibili in un’azienda. Del resto anch’io con il mio lavoro di consulenza sono la dimostrazione che la conoscenza ha un valore sempre più determinante”. “Un discorso a parte – ha concluso Pozzi – va fatto per l’information technology. Secondo me le Pmi italiane devono sfruttare meglio queste potenzialità perché con essa possono moltiplicare le proprie potenzialità”. .  
   
   
IL LATO OSCURO DEL CAPITALE SOCIALE: IL PESO DEL POTERE MAFIOSO NELL’ANALISI DI ROCCO SCIARRONE LE RELAZIONI PERICOLOSE FRA CAPITALE SOCIALE E MAFIA UN’ ANALISI DELLA TENTACOLARE DIFFUSIONE DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA IN ITALIA  
 
 Trento, 4 giugno 2007 - Nel Sud del nostro Paese c’è un capitale sociale che ha una forte connotazione negativa: quello della criminalità organizzata. Questo il punto di partenza dell’analisi fatta da Rocco Sciarrone, docente di Sociologia all’Università di Torino, nel Focus per il Festival dell’Economia , moderato dal giornalista Gaetano Savatteri che si è svolto al Giardino dell’Auditorium S. Chiara. A dimostrare il grande interesse per questo tema un pubblico che ha letteralmente gremito il luogo dell’incontro ed ha seguito con grande interesse le argomentazioni di Sciarrone. “Va subito detto – ha spiegato il sociologo - che il capitale sociale non ha in quanto tale ne una valenza positiva ne negativa. Esso può favorire lo sviluppo od ostacolarlo in determinate situazioni bloccando anche la crescita economica del tessuto sociale”. Questo avviene quando il capitale sociale si trova in mani sbagliate come nel caso della mafia e della ‘ndrangheta che irretiscono buona parte del Sud Italia e non solo. Sciarrone ha sottolineato come le specializzazioni della mafia siano, in primis, il possesso di uno specifico capitale umano che punta all’uso della violenza e di conseguenza la capacità di manipolare le reti del capitale sociale. “Le organizzazioni mafiose – ha spiegato Sciarrone - sono sempre alla ricerca del potere e dei profitti accanto alla ricerca del consenso. Da qui la continua accumulazione del capitale sociale ed in particolare di quello relativo a quelli attori sociali che hanno funzioni di potere pubblico e civile, di chi ha autorità”. Un’attrazione che è di fatto reciproca perché anche i politici e gli imprenditori, per citare due delle categorie menzionate, vengono attratti dalle organizzazioni mafiose e dal lato oscuro del capitale sociale : “La risorsa del capitale sociale nelle mani di Cosa Nostra infatti è appetibile ai poteri esterni ed esercita di conseguenza una grande forza attrattiva”. Il nucleo centrale della mafia è forte e coeso ma anche flessibile e aperto verso l’esterno e da qui deriva parte della sua solidità: “Queste maglie larghe – ha evidenziato Sciarrone - sono di fatto più difficili da scardinare e danno vita a legami spesso sfuggenti, difficili da scardinare e quindi da colpire da parte dello Stato. Senza dimenticare che quando si parla di questo tipo di capitale sociale è meglio dire che esso appartiene, più che alla mafia, ai singoli mafiosi che ne sono molto gelosi”. Colpisce nel segno il paragone che Rocco Sciarrone evoca fra le reti mafiose e una ragnatela senza ragno: “E’ sbagliato e pericoloso credere , come ad esempio è successo con l’arresto di Bernardo Provenzano che si sia sconfitta la mafia. In questo caso infatti Provenzano era senza dubbio un capo importante ma era solo un nodo (per usare una metafora legata ai link delle rete Internet) di un sistema che impiega poco a rigenerarsi e riprodursi”. Difficile quindi contrastare la mafia senza usare precise strategie “Non serve colpire dei nodi a caso ma è necessario puntare alla distruzione dei nodi più importanti soprattutto quelli che si intrecciano con i gangli del potere nella società, quei nodi che possiedono e influenzano proprio il capitale sociale”. Questo senza dimenticare che esiste ed è fortemente radicato nella aree del nostro Paese più ammorbate dal potere criminale anche un capitale sociale fatto di persone oneste e impegnate nella lotta alla mafia. Un capitale sociale che va alimentato ed appoggiato con sempre maggiore forza nelle sue azioni contro la mafia. .  
   
   
PENSIONE COMPLEMENTARE: COME ORIENTARSI? PENSPLAN – UN CASO UNICO IN EUROPA – CHE STA FUNZIONANDO E STA FACENDO DA MODELLO PER ALTRI INTERVENTI DEL PUBBLICO IN QUESTO DELICATO SETTORE  
 
Trento, 4 giugno 2007 - Come sta cambiando il welfare in Italia e in Europa? Come può ciascuno di noi agire per garantirsi una pensione (e quindi una vecchiaia) più serena? A questi interrogativi hanno cercato di dare risposta Gianfranco Cerea, docente di scienza delle finanze a Trento, e Michael Atzwanger, docente di economia a Macerata. E lo hanno fatto - dati alla mano – puntando a far capire al pubblico in sala soprattutto due cose: la prima è che sarà praticamente inevitabile per tutti crearsi un sostegno alla propria contribuzione con una pensione complementare; la seconda è che il percorso va personalizzato “quasi come se fosse un abito fatto su misura” perché ognuno di noi ha una sua storia professionale diversa. E’ fondamentale responsabilizzarsi e sforzarsi di fare delle scelte anche se, oggettivamente, non è facile. Il rischio è di non fare nulla, paralizzati dalla paura di sbagliare o dalla confusione per il sovraccarico di informazioni di difficile comprensione, proprio come il servo nella parabola dei talenti tratta dal Vangelo secondo Matteo che ricorreva anche nel titolo dell’incontro – “La pensione complementare e i talenti di Matteo” – e che il professor Cerea ha letto in sala. “E’ chiaro a questo punto che fondamentale diventa avere idee chiare - ha sottolineato Cerea – ed è qui che il Pubblico può fare la sua parte in modo virtuoso: fornendo informazioni e garanzie al lavoratore che deve decidere”. L’intervento dell’ente pubblico – va sottolineato – non entra nella gestione dei fondi (anche se i due docenti hanno anticipato che Pensplan a brevissimo varerà un suo proprio, primo fondo), si limita, ma non è poco, a dare informazioni indipendenti. “E per Pubblico – gli ha fatto eco il professor Atzwanger, correlatore dell’incontro a cui hanno partecipato numerose persone – qui intendiamo la Regione Trentino Alto Adige che grazie alle nuove deleghe costituzionali ha emanato la legge istitutiva del Pensplan che delinea una vera e propria nuova strategia sociale. La Regione dà informazioni chiare, imparziali, dà servizi gratuiti, dà sostegno alla pensione in caso di buchi contributivi. Tutto ciò abbatte i costi fissi ma soprattutto toglie il lavoratore da una situazione di grande incertezza che può arrivare alla paralisi del servo nella parabola dei talenti”. La speranza dei relatori - entrambi attivi nella crescita del progetto Pensplan – è che il modello della nostra regione possa fare proseliti: “La Valle d’Aosta è già in fase avanzata e abbiamo contatti anche con la commissione bilancio della Lombardia” ha specificato Atzwanger. Il futuro del nostro futuro – perdonate il gioco di parole – sarà quindi solido se lo Stato riuscirà a riequilibrare le politiche di welfare riuscendo a suddividere, quasi equamente, il totale delle entrate che vanno a finanziare le nostre pensioni in una parte proveniente dalla normale tassazione e in un’altra parte derivante da un accantonamento che deve essere sì favorito dagli incentivi al risparmio, ma anche sostenuto dalla nostra capacità di autoresponsabilizzarsi su questa vitale tematica. Ma questa sinergia – che in Regione sta funzionando grazie a Pensplan – è esportabile? “E’ fondamentale trovare una classe politica che abbia la capacità di ragionare su un arco temporale di dieci, quindici anni, che per la politica sono un’eternità. Qui sta funzionando ma non è stato certo facile se penso che per far muovere questa macchina complessa abbiamo riunito al tavolo di concertazione qualcosa come oltre cento soggetti, tra pubblico e privato, attori sociali sul territorio”. .  
   
   
INTERNATIONAL COMPETITION FOR JUDICIAL SERVICE HENRY HANSMANN AUGUSTUS E.LINES PROFESSOR OF LAW, YALE LAW SCHOOL  
 
Stresa, 4 giugno 2007 - Quanto l´efficienza e la natura dei differenti sistemi giuridici influenzano l´economia e la produttività di una nazione? In un´epoca di globalizzazione dei mercati, è possibile parlare di un mercato del settore legale anch´esso sovranazionale e globalizzato? Quale ruolo giocano le nuove tecnologie nella gestione di queste nuove dinamiche giuridiche sovranazionali? Dopo Katharina Pistor, che nel luglio del 2005 ha trattato il tema dei mercati regolamentati, e la lezione di Ian Ayres sui “menù contrattuali” lo scorso anno, Henry Hansmann approfondisce nella terza edizione delle Stresa Lectures i cambiamenti in atto nel sistema delle professioni legali, attraverso un confronto tra il sistema giuridico italiano e quello nord americano e l´analisi del modello locale, rispetto al main stream della cultura giuridica mondiale. Hansmann sarà introdotto dal Prof. Alberto M. Musy - Professore straordinario di Diritto Privato Comparato della Facoltà di Economia con sede a Novara dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “A. Avogadro” - e dal Prof. Andrea Zoppini - Professore Straordinario di Diritto di Famiglia nell´Università di Roma Tre, entrambi soci fondatori dell’Associazione Corridoi Atlantici. Lunedì 11 Giugno 2007 Hotel Regina Palace Sala Rododendro - Stresa Ore 17,00 .  
   
   
LOMBARDIA/MESSICO. FORMIGONI INCONTRERA´ PRESIDENTE CALDERON  
 
 Milano, 4 giugno 2007 - Appena prima di partire per Mosca, alla guida delle missione istituzionale lombarda in Russia, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, incontrerà lunedì 4 giugno a Roma il presidente del Messico, Felipe Calderon, in visita in Italia. Nella stessa giornata Calderon avrà colloqui con il presidente della Repubblica Napolitano, il presidente del Consiglio Prodi, il ministro della Giustizia Mastella e il presidente del Senato Marini. "Tra i temi che affronteremo - ha preannunciato Formigoni - la candidatura di Milano per l´Expo 2015 (il Messico è infatti uno dei 98 Paesi Membri del Bie - Bureau International des Espositions chiamati a decidere sulla sede); l´organizzazione della terza Conferenza Nazionale sull´America Latina che si svolgerà a Roma dal 14 al 18 ottobre (Regione Lombardia e Rete Italia America Latina stanno lavorando ad un programma lombardo); i rapporti economici ed in particolare la proposta di una nuova Intesa tra Regione Lombardia e Stato di Nuevo León per l´avvio di collaborazioni in campo economico e formativo, con particolare riguardo al settore delle biotecnologie". La Missione Del 2001 - Nel gennaio 2001 il presidente del Messico Vicente Fox ha effettuato la sua prima missione all´estero in Regione Lombardia. Nell´aprile 2001 il presidente Formigoni ha guidato una missione in Messico, con una delegazione economica rappresentativa del sistema camerale e delle associazioni presenti sul territorio lombardo. A seguito della missione Regione Lombardia ha firmato un Protocollo d´Intesa con lo Stato di Nuevo León per una collaborazione di carattere sociale, culturale, commerciale, turistico e formativo. I Rapporti Economici - Rispetto al Messico, la Lombardia si conferma la prima regione italiana in termini di export. Il valore dell´export lombardo in Messico nel 2006 è cresciuto del 2,3% rispetto al precedente anno ed è stato superiore a 685 milioni di euro. La Lombardia esporta in Messico macchine e apparecchi meccanici (37,4%), prodotti chimici (15,45%), macchine elettriche (13,27%), metalli (9,25%), prodotti tessili (6,4%). Quanto all´import (97,3 milioni di euro), circa un terzo è costituito da metalli (31,2%), seguiti da macchine elettriche ed elettroniche (24,5%), prodotti chimici (9,3%). La Cooperazione - Regione Lombardia ha sostenuto tre progetti di cooperazione di Ong lombarde in Messico per un totale di 344. 485 euro: "Educare alla libertà per promuovere lo sviluppo", attuato da Yes - Youth Education Support nella città di Campeche, per la costruzione di un centro di formazione a favore di adolescenti provenienti da contesti difficili di dispersione scolastica e coinvolgimento in attività illecite. Contributo regionale: 50. 000 euro; "Centro di sviluppo umano", attuato da Avsi nella città di Campeche per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione a basso reddito del quartiere Samulà e per il rafforzamento delle capacità d´intervento delle istituzioni pubbliche e private a livello municipale e statale nel campo della riduzione della povertà urbana. Contributo regionale: 103. 291 euro; Rafforzamento della rete sanitaria di base negli altos del Chiapas, attuato da Movimento Africa ´70 per il rafforzamento della rete sanitaria di base. Contributo regionale: 191. 194 euro. .  
   
   
LA PRESIDENTE BRESSO INCONTRA L’AMBASCIATORE D’ALBANIA  
 
Torino, 4 giugno 2007 - La presidente della Regione, Mercedes Bresso, ha ricevuto il 31 maggio l’ambasciatore della Repubblica d’Albania in Italia, Llesh Kola, e il console generale di Milano, Spartak Topollaj. Al centro dell’incontro i temi della cooperazione decentrata, il rafforzamento dei legami istituzionali e di collaborazione economica, l’integrazione e gli scambi culturali tra la Repubblica albanese e l’Italia, e in particolare con il Piemonte, una delle regioni italiane in cui la comunità albanese è più presente e meglio inserita. La presidente Bresso ha manifestato il forte interesse della nostra Regione ad intensificare i rapporti economici e culturali con l’Albania ed ha sottolineato l’importanza del processo di integrazione progressiva dei paesi balcanici nell’Unione europea, non solo a favore dello sviluppo economico di quell’area, ma anche a garanzia della pace. .  
   
   
AVVIATA LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA 2007-2013 TRA ITALIA E SVIZZERA FIRMATO L’ACCORDO TRA PIEMONTE, VALLE D’AOSTA, LOMBARDIA, PROVINCIA DI BOLZANO E I CANTONI SVIZZERI DEL VALLESE, TICINO E GRIGIONI  
 
Milano, 4 giugno 2007 - Le Regioni Piemonte, Lombardia e Valle D’aosta e la Provincia autonoma di Bolzano hanno avviato il nuovo periodo di programmazione di cooperazione transfrontaliera 2007-2013 Italia-svizzera con i Cantoni del Vallese, Ticino e Grigioni. L’accordo è stato sottoscritto il 31 maggio a Milano, alla presenza dei rappresentanti istituzionali delle diverse Regioni, per il Piemonte l’assessore allo sviluppo della montagna, Bruna Sibille. La cooperazione transfrontaliera, elevata dall’Unione europea da semplice iniziativa comunitaria a obiettivo vero e proprio, al pari dell’obiettivo competitività, ha visto crescere le risorse attribuite del 75%: da 52,9 a 91,7 milioni di euro di contributo pubblico dei quali al Piemonte ne sono destinati il 30% pari a 27,5 milioni di euro. “Le caratteristiche dell’area di cooperazione – sottolinea l’assessore Sibille – si sviluppano su un confine lungo 760 Km, con una popolazione di più di quattro milioni di abitanti, amministrazioni e attori diversi che sono però accomunati da un contesto fisico e culturale: vivere e produrre in una grande area montana”. “La montagna – prosegue Sibille - è un territorio trasversalmente percorso da molte politiche settoriali che conosciamo, tuttavia non può pensare ad uno sviluppo armonico, equilibrato e durevole, puntando solo su grandi operazioni settoriali. La montagna riesce ad esprimere una progettazione di qualità, utile al proprio sviluppo e in grado di contribuire alla crescita delle nostre regioni, solo quando riesce ad utilizzare le proprie ricchezze ambientali, produttive e culturali sviluppando un percorso integrato ed intersettoriale”. Il programma di cooperazione Italia-svizzera, che si articola in 3 assi d’intervento (territorio e ambiente, competitività e qualità della vita) spazia tra diversi settori: la gestione congiunta dei rischi naturali, la gestione e la valorizzazione delle risorse ambientali, la promozione dell’innovazione e della sperimentazione congiunta nel comparto agroforestale, lo sviluppo dell’integrazione dell’area turistica transfrontaliera mediante la promozione di un’immagine unica, l’incentivazione e la cooperazione tra piccole e medie imprese nell’ambito della ricerca e dell’innovazione, il miglioramento delle reti e dei servizi nel settore dei trasporti con la promozione di una maggiore sostenibilità, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale, l’incentivazione e la diffusione delle nuove tecnologie nella comunicazione. La sottoscrizione dell’accordo ha preso atto del lavoro svolto dal Comitato di redazione del programma di cooperazione, ne ha approvato i contenuti e ha dato mandato alla Regione Lombardia, designata dalle amministrazioni italiane e svizzere partner quale Autorità di gestione del programma, di inoltrarlo all’Unione europea. Prenderà quindi l’avvio il negoziato sul Programma (tempo previsto 5 mesi) che si concluderà con l’approvazione da parte dell’Ue, alla quale seguirà infine il lancio del bando per la presentazione dei progetti previsto nel prossimo autunno. .  
   
   
LA REGIONE TOSCANA COORDINA LA GARA DI MUTUO: COMUNI E PROVINCE RISPARMIANO SONO TRENTANOVE GLI ENTI LOCALI CHE HANNO ADERITO  
 
 Firenze, 4 giugno 2007 - L´unione fa la forza. E se ad accendere un mutuo non è un Comune da solo ma trentanove enti tutti assieme è probabile anche strappare condizioni più favorevoli. E´ quello che ha nuovamente deciso di fare la Regione Toscana e l´obietivo è sempre lo stesso che aveva ispirato l´operazione nel 2006: consentire agli enti, con un´unica procedura di gara accentrata è stata coordinata dalla Regione, di accedere al credito bancario a condizioni più favorevoli rispetto a quelle praticate dalla Cassa Depositi e Prestiti, riducendo dunque i costi di indebitamento e semplificando le procedure amminstrative. Lo scorso novembre furono ventinove gli enti che decisero di partecipare. Adesso sono dieci in più: 34 Comuni (non solo medi e medio-piccoli, tant´è che ad esempio c´è anche Siena e Massa) e 5 Province (Firenze, Arezzo, Grosseto, Pistoia e Siena). "La Toscana è l´unica Regione impegnata su questo fronte - commenta l´assessore al bilancio e alle finanze - contribuendo così al contenimento e alla razionalizzazione della spesa pubblica ribaditi dalla Finanziaria 2007, che affida appunto alle Regioni il ruolo di centrali di committenza per l´acquisto di beni e servizi delle amministrazioni e degli enti locali del proprio territorio. Gli stessi principi e lo stesso meccanismo previsti anche nella proposta di legge regionale sugli appalti, ora in discussione in Consiglio regionale". Iniziative simili sono state intraprese in Italia grazie alla regia di Province o consorzi tra Comuni, ma mai di Regioni. "E´ l´ennesima conferma - aggiunge l´assessore - dello spirito di grande collaborazione che contraddistingue in Toscana i rapporti tra tutte le Autonomie locali. " Nell´operazione di quest´anno, aggiudicata come la precedente alla Banca Monte dei Paschi di Siena Spa. , sono state introdotte alcune innovazioni rispetto a quella del novembre scorso: prima tra tutte la possibilità per gli enti aderenti di accedere nell´arco di tempo di un anno al finanziamento da loro richiesto, così da disporre in pratica di un´apertura di credito valida fino al maggio 2008 e che solo alle scadenze stabilite nel bando di gara si trasformerà in mutui per gli importi effettivamente necessari a ciascuno. Il finanziamento complessivamente concesso è pari ad oltre 101 milioni di euro (erano 77,4 milioni l´anno scorso) e potrà essere incrementato fino a un massimo del 20% su richiesta degli enti, per un importo finale di oltre 121 milioni: di questi, 55 milioni sono garantiti da una provvista della Banca europea degli investimenti (la Bei) e saranno destinati a finanziare interventi per migliorare la viabilità urbana ed extraurbana, per la manutenzione o costruzione di nuovi edifici scolastici, per l´ampliamento di cimiteri, per impianti sportivi ed opere di urbanizzazione. Le condizioni offerte dalla Banca Monte dei Paschi di Siena sono diverse a seconda che il finanziamento utilizzi o meno i fondi messi a disposizione dalla Bei: 0,025 punti percentuali nel primo caso, 0,068 nel secondo riferite ad un mutuo di venti anni, con modulazioni diverse a seconda se sarà scelto un tasso fisso o variabile e se la durata del mutuo sarà allungata fino a un massimo di trent´anni od accorciata fino a dieci. Il coordinamento da parte della Regione della gara unica di mutuo è regolata da una convenzione firmata fino ad oggi da 70 Comuni e Province toscane, che dovrà essere rinnovata nel 2008. I Comuni e le Province che ad oggi non avevano immediate necessità di finanziamento potranno avvalersi del coordinamento della Regione per eventuali future operazioni che potranno essere messe in piedi in autunno. .  
   
   
TOSCANA: RAPPORTO 2001-2005 SULLE SOCIETÀ DI CAPITALI  
 
Firenze, 4 giugno 2007 - Il sistema economico-produttivo toscano ha reagito alle difficoltà degli ultimi anni attraverso processi di ristrutturazione organizzativa e gestionale che hanno arrestato la caduta del giro d’affari. In particolare, le grandi aziende hanno cercato di accrescere la propria flessibilità esternalizzando la produzione verso reti di imprese più piccole. Le micro imprese, invece, difendono i margini, ma il calo del fatturato e la caduta degli investimenti rendono la situazione più delicata. La conferma arriva dall’analisi dei bilanci delle società di capitale che, pur toccate dalla crisi del periodo 2001-2005 -a livello aggregato diminuiscono ricavi (-7% a prezzi costanti) e Roi (dal 7,6% del 2001 al 6,5% del 2005)-, dal 2003 hanno ripreso ad investire (+4,4% fra il 2003 e il 2005) nella struttura organizzativa e nelle risorse umane. Questa maggiore attenzione alla qualità ha sostenuto i margini sulle vendite. Nel quinquennio si osserva inoltre un consolidamento della struttura finanziaria, con una crescita del grado di capitalizzazione (dal 13,0% del 2001 al 15,3% del 2005) ed un alleggerimento dell’indebitamento a breve termine. Il quadro emerge dalla seconda indagine dell’Osservatorio sui Bilanci, realizzato da Unioncamere Toscana in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze. Un Osservatorio reso possibile solo recentemente con la digitalizzazione delle informazioni contenute nei bilanci depositati, che apre a nuove analisi capaci di “fotografare” non solo le performance, i punti di forza e le criticità delle imprese locali, ma anche l’evoluzione delle strategie organizzative e gestionali. “L’osservatorio sui Bilanci è in grado di fornire, a nostro parere, alcune interessanti indicazioni per comprendere in maniera più approfondita i processi di trasformazione in corso nell’economia toscana, -ha detto il Presidente di Unioncamere Toscana, Piefrancesco Pacini- evidenziando alcuni meccanismi di funzionamento delle nostre imprese, al di là dei consueti strumenti di monitoraggio congiunturale”. Con quasi 20 mila unità aggiuntive, l’incremento delle società di capitali è stato del 33% nel periodo in esame, contro il +3% delle altre forme giuridiche: l’incidenza delle società di capitali sul totale delle imprese registrate è così aumentata significativamente, passando dal 15,5% del 2000 al 19,2% nel 2005. Anche fra le società di capitali la dimensione gioca un ruolo selettivo. Le micro imprese (ricavi compresi fra 500 mila e 2 milioni di Euro) hanno accusato contrazioni di fatturato significative (-21% fra il 2001 e il 2005), anche se i guadagni sono stati salvaguardati. Le aziende più grandi (ricavi maggiori di 10 milioni di euro) hanno mirato a sviluppare l’attività (ricavi +11%), investendo (+18%) nella ristrutturazione produttiva, a pena di sacrificare i margini economici. Un comportamento analogo vale per le medie imprese (ricavi da 5 a 10 milioni di euro); mentre le piccole (ricavi da 2 a 5 milioni di euro) hanno mostrato una complessiva stabilità nei livelli di fatturato, valore aggiunto ed investimenti. A livello settoriale l’analisi evidenzia come la crisi del periodo 2001-2005 abbia interessato tutti i macrosettori: l’agricoltura, caratterizzata da un andamento altalenante nel periodo, ha visto comprimersi i già contenuti livelli di redditività (Roi da 2,6% nel 2001 a 1,6% nel 2005); l’industria, pur risentendo delle difficoltà congiunturali in maniera più accentuata rispetto agli altri macro-settori, è riuscita dopo il 2003 ad arrestare la caduta del rendimento degli investimenti (attestatosi nel 2004 e nel 2005 leggermente al di sotto del 7%); i servizi sembrano infine in una fase di stallo, con investimenti di mero mantenimento che non lasciano intravedere una ripresa della redditività operativa (il Roi cala dal 7,2% del 2001 al 6,2% del 2005). “Questi dati -ha aggiunto il Presidente- sottolineano come l’emergere di alcuni limiti insiti nella piccola dimensione abbiano determinato la necessità di ri-articolare la struttura economica regionale attorno ad una molteplicità di forme organizzative e gestionali, con una più diffusa presenza di realtà maggiormente strutturate”. “La ripresa del processo di accumulazione nel momento forse più critico attraversato dall’economia toscana nell’ultimo ventennio costituisce una nota di significativo rilievo, e delinea, già dal 2004, l’avvio di un percorso di rafforzamento strutturale di medio termine sul quale oggi poggia la ripresa”. “Nonostante la crescita del grado di capitalizzazione delle nostre imprese, la struttura finanziaria resta tuttavia ancora troppo fragile: in questo senso, occorre favorire ulteriormente tale processo, soprattutto nelle micro-imprese, dove tale indicatore risulta inferiore di oltre 4 punti percentuali rispetto alle grandi”. .  
   
   
PRONTO A PARTIRE IL PROGRAMMA DI FORMAZIONE IMPRENDITORIALE PER LE PICCOLE, MEDIE E MICRO IMPRESE DEL FVG. FINANZIATO DALLA REGIONE, SARÀ REALIZZATO DA UNA CORDATA DI PRESTIGIOSE ISTITUZIONI DI RICERCA, MANAGEMENT E FORMAZIONE. AREA CAPOFILA.  
 
Trieste, 4 giugno 2007 - Punta sempre più sull’elevamento degli standard manageriali, sull’internazionalizzazione e sull’innovazione il processo di rilancio e rinnovamento del tessuto imprenditoriale del Friuli Venezia Giulia. E’ prossimo al via il Programma di Formazione per la competitività imprenditoriale delle medie, piccole e micro imprese, fortemente voluto e finanziato dalla Regione con ben 1 milione 650mila euro e che di qui a tutto il 2008 si tradurrà in più di 7 mila ore di formazione d’aula, con il coinvolgimento previsto di circa mille imprenditori e dirigenti d’azienda. Uno sforzo e un’opportunità di formazione significativi, per realizzare i quali sono state riunite in un’unica rete le competenze degli Atenei regionali, del Politecnico di Torino, di docenti provenienti dal S. Anna di Pisa, dall’Università Bocconi di Milano, dalla London School of Economics, di esperti internazionali del Mit di Boston, tra cui il guru Ken Morse, direttore del prestigioso Entrepreneurship Center (Centro di imprenditorialità), esperti di aziende leader, nonché una rete di centri di formazione della regione. A fare da capofila alla cordata Area Science Park, fortemente impegnato negli ultimi anni nella diffusione della cultura di impresa e nell’aggiornamento delle risorse umane in chiave di competitività e internazionalizzazione. A breve partiranno i primi corsi incentrati sui temi della finanza e risorse umane, sull’innovazione, su organizzazione e produzione, su internazionalizzazione e marketing. La struttura reticolare sarà una delle caratteristiche del Programma, con i corsi che saranno tenuti in località diverse secondo la provenienza dei soggetti coinvolti e con la disseminazione sul territorio di una serie di sportelli informativi gestiti dai partner dell’Ati e dalle associazioni di categoria degli imprenditori, dove sarà possibile acquisire tutte le informazioni utili per iscriversi ai percorsi di formazione. Utilizza una metafora il presidente di Area Science Park, Giancarlo Michellone, per sintetizzare l’approccio: “Abbiamo ripreso, si potrebbe dire, un modello molto positivo vecchio di secoli: quello dei monaci erranti, i quali lasciavano la pace dei loro conventi e andavano a predicare il loro sapere vagando sul territorio, laddove trovavano allievi curiosi e interessati alla loro parola”. Il senso è chiaro, andare direttamente incontro alle imprese per sostenerle nel loro sforzo quotidiano di essere competitive sul mercato. Il Programma, realizzato per il biennio 2007/2008, ha i seguenti obiettivi: sostenere l’aggiornamento degli imprenditori sulle novità che si manifestano nel campo delle tecniche manageriali; favorire la progettazione e la realizzazione di percorsi di miglioramento continuo, di implementazione di progetti di sviluppo organizzativo, di riduzione dei costi, di certificazione di qualità; diffondere la conoscenza sulle trasformazioni che si realizzano nei mercati nazionali ed internazionali; sviluppare le conoscenze sui processi di internazionalizzazione; promuovere le opportunità in materia di ricerca ed innovazione e sviluppo tecnologico e organizzativo; diffondere le buone prassi in materia di spin off aziendale; favorire il corretto sviluppo delle risorse umane. Per indirizzare al meglio l’attività di formazione rivolta agli imprenditori si sta formalizzando un comitato degli utenti che servirà a seguire nel tempo l’evolversi del Programma di Formazione. .  
   
   
MARTEDÌ A MILANO IL PRESIDENTE DEL MESSICO  
 
 Milano, 4 giugno 2007 – La Camera di Commercio di Milano e Regione Lombardia, d’intesa con il ministero per gli Affari Esteri, organizzano a Milano il “Business Forum Italia-messico” martedì 5 giugno, Palazzo Mezzanotte, piazza Affari, 6, in occasione della visita nel capoluogo lombardo del Presidente del Messico Felipe Calderón. L’obiettivo del Forum è quello di offrire elementi di conoscenza reciproca e di maggiore fiducia fra le istituzioni e il mondo degli affari messicano e italiano allo scopo di dare una spinta positiva alle relazioni economiche e commerciali fra i due paesi. Inoltre, l’incontro si inserisce in un’ottica di intensificazione dei rapporti tra Italia, Lombardia e Messico, anche in vista dei futuri appuntamenti a cui saranno chiamati il nostro Paese e la città di Milano. Il Messico è infatti tra i 98 Paesi dell’Assemblea Generale del Bureau of International Expositions che avranno diritto di voto per decretare il vincitore nella competizione per ospitare l’Expo 2015 a cui si sono candidate Milano per l’Italia e Izmir per la Turchia. In concomitanza verrà organizzata la “Festa del Messico”, il 5 e il 6 giugno, mostra suggestioni dal Messico: in Camera di commercio a Palazzo Giureconsulti, piazza Mercanti, portale con scenografia azteca, ingresso libero, ore 10-18. A sinistra alcuni dei pezzi in esposizione della cultura Azteca e Maya. .  
   
   
IL VERBANO CUSIO OSSOLA: CONGIUNTURA ECONOMICA MANIFATTURIERA I TRIMESTRE 2007  
 
Milano, 4 giugno 2007 - La produzione nel primo trimestre 2007 fissa il risultato su un +2,4% rispetto allo stesso periodo del 2006. La performance è influenzata positivamente dall’andamento del metalmeccanico mentre si registra un decremento per il settore chimico e tessile. Sono questi alcuni risultati dell’indagine congiunturale realizzata dalla Camera di commercio del Vco in collaborazione con Unioncamere Piemonte. Nel primo trimestre 2007, la ricerca ha coinvolto nel Verbano Cusio Ossola un campione di 86 imprese, con più di 10 addetti ciascuna, per un totale che supera i 2200 addetti. Le imprese intervistate appartengono ai settori tessile (8,1%), metalmeccanico (53,5%), chimico (11,6%), altre produzioni (26,7%), che comprendono tra l’altro alimentari, legno, lapideo. L’85% delle imprese ha un numero di addetti compreso tra 10 e 49, il 15% da 50 a 249. Il quadro generale italiano - I dati provvisori Istat, relativi al periodo gennaio- marzo, confermano il rallentamento della ripresa dell´economia italiana. La crescita congiunturale del Pil decelera sensibilmente (+0,2% da 1,1% nel trimestre precedente). Il rallentamento nel ritmo di crescita del Pil è stato preannunciato dalla battuta d´arresto della produzione industriale e dagli indici di fiducia delle imprese. Il dato esposto non va interpretato come un “colpo di freno” della ripresa in atto: la congiuntura internazionale, infatti, soprattutto in Europa, conferma il profilo di crescita molto positivo, che vedrebbe per l´economia italiana una crescita più vivace, a partire dai prossimi mesi. Anche nel I trimestre 2007 si conferma il trend positivo fatto registrare, negli scorsi mesi, dall´industria manifatturiera italiana: +1,9% l´incremento della produzione e +2,0% quello del fatturato, rispetto allo stesso periodo del 2006. A questi risultati hanno contribuito esclusivamente le aziende di medie e grandi dimensioni, mentre le micro imprese appaiono in difficoltà. A livello territoriale, il Nord Est registra i risultati migliori: produzione al +3,3% e fatturato al +3,4%. Buono anche il risultato del Nord Ovest (+2,1% su entrambi gli indicatori), segue il Centro (1,7% e 1,9%). Il Mezzogiorno appare invece in controtendenza ( -2,1% e -1,9%). Aumenti di produzione e fatturato sono evidenti in quasi tutti i settori. In particolare l´industria meccanica e dei mezzi di trasporto registra una dinamica positiva di oltre 4 punti percentuali (+4,4% e +4,0%), le industrie chimiche e delle materie plastiche (+2,9% e 3,7%), le industrie meccaniche ed elettroniche (+2,9 e 2,8%). In negativo i risultati conseguiti dalla Filiera energetica (-3,2% e -1,7%) e dalle Industrie Alimentari (-1,0% e -0,1%). Dato positivo per gli ordinativi e per l´export (+3,4%). Umore decisamente alto per il prossimo trimestre. Il quadro generale piemontese - A partire dal dato positivo di fine 2005, che ha interrotto la serie negativa di diciotto trimestri consecutivi, la produzione industriale piemontese ha continuato a crescere. Secondo i dati Unioncamere Piemonte, il dato del I trimestre 2007 rappresenta infatti il sesto risultato positivo consecutivo. Nel periodo gennaio-marzo 2007, la variazione tendenziale grezza (ossia confrontata sullo stesso trimestre dell’anno precedente) è stata di +3,9 punti percentuale, crescita che supera per intensità quella complessiva nazionale (+0,9%). Accompagnano il dato sulla produzione industriale i buoni risultati ottenuti da tutti gli indicatori osservati: sono aumentati il fatturato e gli ordinativi interni ed esteri, ed è forte l’ottimismo rispetto ad una continua crescita produttiva a breve termine. Il Verbano Cusio Ossola Produzione e fatturato - I risultati del Verbano Cusio Ossola registrati nel I trimestre del 2007 confermano l’andamento positivo registrato complessivamente nel 2006 e la buona performance del Piemonte. Come anticipato, la produzione nel primo trimestre 2007, rispetto allo stesso periodo del 2006, registra una crescita del +2,4%, trainata soprattutto dall’andamento del settore metalmeccanico con un aumento del 5,5%. Le medie imprese (50-249 addetti) e le imprese fino a 49 addetti segnano una produzione in linea con i valori appena riportati. Nel primo trimestre 2007 il fatturato aumenta del 7,4% rispetto allo stesso trimestre del 2006: sono soprattutto le imprese da 50 a 249 addetti a segnalare gli aumenti maggiori (13,9%), ma anche le imprese da 10 a 49 hanno registrato aumenti medi del 4,0%. Per quanto riguarda i settori di attività, il metalmeccanico registra un +10,5% rispetto allo stesso trimestre 2006, gli “altri settori” registrano un aumento del 5,8%, lieve incremento nel tessile (+0,9%) mentre il chimico risulta il flessione del 2,7%. In termini congiunturali, ossia rispetto al trimestre precedente, la produzione risulta in aumento, +3,5%. Tali aumenti, seppur lievi, riguardano tutti i settori: metalmeccanico (+3,0%), tessile (+2,3%), chimico (+1,6%), in forte incremento gli “altri settori” con un +5,2%. Il fatturato, nel confronto trimestrale, fa registrare un aumento del 2,6%, risultato determinato dal comparto chimico (+8,6%) e “altri (+2,9%). Ordini Sotto il profilo congiunturale, ossia rispetto al trimestre ottobre- dicembre 2006, gli ordinativi continuano a crescere dopo il risultato positivo dello scorso trimestre. Gli ordinativi interni registrano un aumento, del 3,1%, in questo caso trainato dal solo settore metalmeccanico (+6,5%). Le imprese sotto i 50 addetti registrano una variazione del 2,3% mentre le medie imprese, da 50 a 249, aumentano gli ordinativi verso il mercato interno del 5,0%. Analizzando gli ordinativi esterni si vede come questi siano aumenti, in termini congiunturali, del 12,6%. L’aumento è determinato soprattutto dal comparto chimico (+24,1%) e metalmeccanico (+11,6%). Gli ordini esterni sono cresciuti sia per le imprese sotto i 50 addetti (+5,14%), che per le imprese più grandi + 20,4%. Diminuisce il grado di utilizzo della capacità produttiva da 75% a 70%. Aspettative degli operatori per il prossimo semestre I dati del primo trimestre 2007 inducono gli imprenditori locali a guardare con fiducia al futuro. Le previsioni delineate per il periodo aprile-settembre 2007 appaiono infatti orientate all’ottimismo, eccezion fatta per l´occupazione che registra un valore negativo (-4%). La produzione industriale crescerà ancora per il 32% degli imprenditori intervistati, mentre il 26% prospetta una flessione, registrando un saldo ottimisti-pessimisti del 6%. .  
   
   
INNOVAZIONE:COSOLINI PRESENTA RICERCA FVG A EREF NOVA GORICA  
 
 Nova Gorica, 4 giugno 2007 - I distretti della Biomedicina molecolare e della Nautica sono stati presentati il 31 maggio dall´assessore regionale alla Formazione, Lavoro, Università e Ricerca Roberto Cosolini all´Eref 2007, Forum economico regionale europeo patrocinato dal Comitato Ue delle Regioni e organizzato a Nova Gorica da Slovenian Business and Research Association di Bruxelles assieme al Comune di Nova Gorica e all´Ufficio del Governo sloveno per lo Sviluppo Regionale e l´Autonomia Amministrativa. Cosolini, a Nova Gorica assieme al presidente dell´Area di Ricerca Gian Carlo Michellone, ha sottolineato i rapporti di buon vicinato e collaborazione tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia "per il miglioramento delle condizioni di vita delle nostre comunità e delle rispettive economie" e ha affermato di condividere quanto dichiarato dal vicepresidente del Comitato delle Regioni, Luc van den Brande, sul fatto che la sfida da vincere ora in Europa sia l´aumento dell´investimento privato nella ricerca. "Porto la testimonianza di una Regione fortemente impegnata nella promozione dell´innovazione, tanto che ´innovazione´ è diventata la parola chiave dell´impegno del Governo del Friuli Venezia Giulia" ha detto Cosolini, il quale ha ricordato il sostegno della Regione a centri di ricerca ed Università su progetti che abbiano come obiettivo la competitività del sistema economico ed il miglioramento dei servizi della pubblica amministrazione e del welfare. Sviluppo dell´out of learning e utilizzo di strumenti (primo tra tutti la diffusione della banda larga in tutta le regione, compresi i centri più remoti) per la creazione della società della conoscenza sono altre azioni a favore del coinvolgimento della popolazione nel più generale processo di innovazione della regione, mentre la realizzazione dei parchi tecnologici è stata voluta "per creare reti e progetti che leghino le imprese del Friuli Venezia Giulia ai molti centri di produzione di conoscenza, affinché anche le piccole e medie imprese possano vincere le sfide dell´innovazione". Poiché l´innovazione è sempre di più occasione e frutto di cooperazione internazionale è stato attivato, ha detto ancora l´assessore, il fondo di venture capital Aladinn, per incoraggiare la cooperazione tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia e Slovenia mediante l´allargamento delle compagini societarie e l´investimento in progetti territoriali innovativi. Cosolini ha ricordato le diverse iniziative attraverso cui in regione si sta costruendo la "società della conoscenza", dalle manifestazioni di Udine e Trieste, Innovaction e Fest, al Premio Innovazione, che, giunto alla sua quarta edizione, ha portato le 8 imprese vincitrici a Silicon Valley. E´ di ieri, ha detto l´assessore, l´idea di trasformare quest´esperienza americana nella base per la realizzazione del primo "Club degli innovatori del Friuli Venezia Giulia" quale sede di incontro, confronto e scambio di idee e progetti. L´assessore ha poi parlato dei distretti tecnologici, "sistemi di relazione finalizzati a far leva sugli elementi del triangolo della conoscenza, sottolineati da van den Brande, per rafforzare la competitività dell´economia: ricerca, education e formazione, innovazione", citando il distretto di Biomedicina Molecolare (impiega 500 ricercatori nel campo specifico ed altri nelle nanotecnologie ed ha il suo punto di forza nell´eccellenza e nella specializzazione tecnologica dei centri di ricerca e delle risorse umane che vi operano) per cui Governo centrale e Regione hanno stanziato 35 milioni di euro, e quello della Nautica. Composto da Fincantieri, dalle 400 piccole e piccolissime imprese di settore esistenti in regione, da Area Science Park, Università e Friulia sotto la regia della Regione, questo network, ha spiegato l´assessore, promuove la diffusione della ricerca, della formazione e degli strumenti di innovazione utili a rafforzare la competitività delle aziende, ad attrarne altre e ad incentivare la nascita di nuove iniziative imprenditoriali anche attraverso operazioni di venture capital. I risultati delle politiche per l´innovazione avviate in Friuli Venezia Giulia stanno arrivando, ha detto Cosolini, e determinano una performance positiva dell´economia. "Quattro anni fa - ha dichiarato l´assessore - quando in regione si parlava di economia si parlava della condanna alla delocalizzazione e dell´aspettativa di una perdita drammatica del nostro potenziale produttivo. Oggi la delocalizzazione si è arrestata e l´industria manifatturiera ha ripreso a camminare con incrementi produttivi ed occupazionali significativi". Cosolini ha quindi espresso il suo apprezzamento per il Forum "che ci mette in condizione di condividere esperienze e di incrementare la collaborazione tra le Regioni". "L´innovazione - ha concluso - è e sarà sempre più frutto di integrazione e di cooperazione internazionale". Introdotto e moderato da Boris Cizelj, direttore del Slovenian Business and Research Association, il Forum si concluderà il 2 giugno. Come per le precedenti due edizioni, l´iniziativa ha tra i suoi partner e sponsor il ministero sloveno dell´Istruzione, della Scienza e della Tecnologia, L´agenzia slovena per la ricerca (Arrs), l´Istituto scientifico austriaco di Lubiana (Aso) ed il Centro Europeo per la Pace e lo Sviluppo di Belgrado. .  
   
   
TURISMO E LOGISTICA, MISSIONE FVG IN MAROCCO  
 
Trieste, 4 giugno 2007 - Turismo e logistica appaiono i settori sui quali sviluppare la cooperazione tra Friuli Venezia Giulia e Marocco, anche alla luce dei contatti e degli incontri che l´assessore regionale per le Relazioni Internazionali e Comunitarie, Franco Iacop, ed il presidente della Camera di commercio di Trieste, Antonio Paoletti, hanno avuto negli scorsi giorni a Casablanca e nella capitale Rabat. In particolare - viene sottolineato - è stata prospettata la possibilità di organizzare alcune interessanti attività formative in campo turistico, nonché di valutare l´interesse delle aziende del Friuli Venezia Giulia per lo sviluppo del turismo a carattere rurale e naturalistico e di quello dedicato alle destinazioni culturali dell´interno del Paese. Secondo il ministero italiano degli Affari Esteri e l´Ice i programmi turistici del Marocco per il 2010 parlano di investimenti complessivi per 8-9 miliardi di euro (con una maggiore occupazione valutata in 600 mila nuove unità), mentre l´anno scorso si è registrato un aumento del turismo internazionale del 15,2 per cento rispetto al 2005. Nelle riunioni organizzate in Marocco (Iacop e Paoletti hanno anche incontrato l´ambasciatore d´Italia Umberto Lucchesi Palli ed il console a Casablanca Nicola Lener) è stato altresì verificata la possibile cooperazione - i cosiddetti Corridoi verdi per i prodotti agroalimentari - tra il sistema portuale del Friuli Venezia Giulia e gli scali di Casablanca e Tangeri-mediterraneo: quest´ultimo, anche in considerazione dell´implementazione dell´Area di libero scambio Marocco-usa, entrata in vigore nel 2006, sembra destinato a divenire una piattaforma logistica di punta per i traffici da e per gli Stati Uniti ed il Sud-est asiatico. Infine, è stata valutata la possibilità di promuovere corsi di formazione imprenditoriale "al femminile" in ambito economico e sociale, rivolti in Marocco ed in Friuli Venezia Giulia ad imprenditrici marocchine ed italiane, nonché a donne di origine marocchina emigrate nel nostro Paese. Il Marocco, confermano ministero ed Ice, ha registrato a fine 2006 un incremento del Pil dell´8,1 per cento; l´Italia è il quarto partner commerciale del Marocco, con un aumento dell´export italiano (dati 2006) del 14 per cento. .  
   
   
E’ GIUSTO TASSARE DI PIU’ GLI UOMINI DELLE DONNE ?  
 
 Trento, 4 giugno 2007 - Si è svolto presso il Festival dell’economia, all’interno della rubrica “A viva voce” il terzo incontro fra economisti che prevedeva un confronto fra due diverse posizioni: quella del professor Andrea Ichino, docente di economia del lavoro presso l’istituto universitario europeo di Firenze, contrapposta a quella di Daniela del Boca, laureata ad Harvard e docente di economia politica presso l’università degli studi di Torino. “E’ giusto tassare di più gli uomini delle donne ?” Basandosi sul principio secondo cui in un ambiente cosiddetto ideale per gli economisti, cioè senza tassazione, uomo e donna, non condizionati dalla pressione fiscale, sono liberi di fare le proprie scelte , senza che esse vengano “distorte”, poiché invece nella nostra società la tassazione ci obbliga a farle forzatamente, secondo il professor Ichino è necessario tassare meno le donne degli uomini, proprio perché, occupando prevalentemente posizioni a basso reddito, sono loro a subire maggiormente il peso fiscale. Questa, inoltre, è una delle maggiori cause che portano alla scarsa partecipazione da parte della donna al mercato del lavoro. Ben diversa è la posizione della professoressa del Boca, la cui obiezione si basa sul fatto che non sono state verificate concretamente le differenze di genere nell’elasticità dell’offerta di lavoro fra uomini e donne: non è sicuro, in sostanza, che il “gentil sesso” occupi posizioni meno remunerate e più soggette alla tassazione; inoltre, una proposta di questo tipo, non contribuirebbe ad aumentare la presenza femminile nel mercato del lavoro e rischierebbe di essere discriminante nei confronti degli uomini. Secondo la del Boca è meglio incentivare l’aumento dei servizi sull’infanzia e dare un aiuto più cospicuo di quello attuale sulle spese relative alla cura dei figli. Alla fine del confronto, gli autorevoli ospiti hanno risposto ad alcune domande poste dal pubblico, molto sensibile al tema, anche se più interessato a proposte che portino ad una tassazione minore per tutti, uomini e donne indistintamente. .  
   
   
I COSTI SOCIALI DELLA DISCRIMINAZIONE DELLA DONNA  
 
Trento, 4 giugno 2007 - Quando una signora del pubblico si è alzata e, chiedendo la parola, ha detto: ”Chi mi sa spiegare come mai all’interno del festival dell’economia i convegni che si sono occupati del mondo femminile sono stati organizzati in maniera del tutto precaria all’aperto o al massimo dentro i conventi?“ l’applauso è scoppiato scrosciante. Quale modo migliore per concludere un dibattito sulla discriminazione delle donne? Il giardino dell’Auditorium Santa Chiara stamattina si è totalmente riempito per ascoltare il dibattito della professoressa Fiorella Kostoris Padoa Schioppa sul tema Il costo della discriminazione: le donne nel mercato del lavoro. I dati presentati dalla studiosa sono davvero sconfortanti: “l’Italia, seconda solo a Malta, detiene il tasso di occupazione femminile più basso dell’unione europea, quando invece il tasso di occupazione maschile è al contrario tra i più alti. Paradossalmente, ma nemmeno troppo, rimane tra i più bassi in Europa anche il tasso di natalità; in effetti, è ormai scientificamente provato che il tasso di natalità è maggiore nei paesi dove maggiore è l’occupazione femminile”. Studi specifici in campo delle scienze neurologiche hanno dimostrato che tra uomo e donna non esistono differenze di capacità: l’oramai ex-rettore di Harvard, Larry Summers, balzò qualche anno fa agli onori della cronaca per aver dichiarato che secondo lui le donne scienziato fossero meno capaci degli uomini. “Oggi – ha detto sorridendo Fiorella Kostoris - il suo posto è occupato proprio da una donna”. “In Italia, quando anche la donna riesce ad entrare nel mercato del lavoro, il suo profilo di carriera è, dal punto di vista salariale e qualitativo, inferiore; se è vero – ha poi detto - che a parità di incarico la donna percepisce lo stesso stipendio dell’uomo nell’impiego pubblico (nel privato il divario salariale è ancora attorno al 15%), la difficoltà risiede nella possibilità per la donna di raggiungere l’obbiettivo lavorativo. “Dal punto di vista culturale, la donna italiana si scontra con un sistema che non l’aiuta non solo dal punto di vista sociale ma anche culturale: se da una parte mancano infrastrutture per mezzo delle quali la donna possa svolgere il doppio ruolo di madre e lavoratrice,dall’altra in vaste zone del nostro paese la cultura è ancora sessista e la donna ha valore solo se svolge il proprio ruolo all’interno del nucleo familiare. “Il cambiamento culturale, ha detto la professoressa, è lento e difficile e deve passare assolutamente anche attraverso la modifica di quei testi scolastici oramai arretrati rispetto al percorso di ricollocazione della figura femminile. ” Secondo la studiosa: ”i dati indicano che nei paesi ad esempio nel nord Europa in cui è stato introdotto il congedo obbligatorio per la paternità e facoltativo per la maternità, i dati dell’occupazione femminile sono ripresi a crescere. Gli imprenditori sono portati di più a scommettere sul futuro lavorativo delle donne”. “Quali costi ha per lo Stato questo tipo di discriminazione al mondo femminile?”, si chiede la Kostoris? “Studi scientifici hanno dimostrato che un incremento del 2% di donne nel campo lavorativo provocherebbe un aumento di un punto percentuale il prodotto interno lordo nazionale, ovverosia l’equivalente di una buona manovra economica. L’europa si è posta come obiettivo il raggiungimento di un tasso di occupazione femminile per il 2010 del 60%, ma l’Italia è a tutt’oggi al 45% e gli obiettivi saranno di certo disattesi. La docente non si trova d’accordo con chi propone la defiscalizzazione del lavoro femminile: “invece di incentivare l’assunzione, alla lunga porterebbe ad un maggior precariato”, ha spiegato. Non concorda nemmeno con quei palliativi che secondo lei vanno sotto il nome di assegni familiari o sussidi, in quanto in realtà non fanno che umiliare ulteriormente la condizione della donna. La sua ricetta, mutuata dalla realtà norvegese e in parte delle università americane, si chiama discriminazione positiva: “Le assunzioni dovrebbe sempre essere motivate, in maniera da poter essere spiegate ad un organo di controllo interno e poi eventualmente ad una autority indipendente dall’esecutivo, sia nel pubblico che nel privato. A parità di curriculum, si dovrebbero così sempre giustificare la scelta di un candidato rispetto ad un altro”. .  
   
   
CONCILIARE VITA PROFESSIONALE E VITA FAMILIARE SECONDA FASE DI CONSULTAZIONE DELLE PARTI SOCIALI  
 
Bruxelles, 4 giugno 2007 - La Commissione europea ha datoi il via il 30 maggio alla seconda fase di consultazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro sulle modalità per favorire un maggiore equilibrio tra lavoro, vita privata e vita familiare. Nell´ottobre scorso la Commissione aveva invitato le parti sociali europee ad esprimere la loro opinione sulla necessità di un intervento comunitario in materia, ricevendo tredici risposte. In tutte si riconosce l´importanza di temi quali lo sviluppo di strutture di accoglienza per i bambini e i familiari non autosufficienti, la necessità che gli uomini usufruiscano effettivamente delle misure per conciliare vita professionale e familiare, la parità delle retribuzioni, la flessibilità dell´orario di lavoro e l´adeguamento della normativa in vigore in materia di conciliazione tra vita professionale e vita familiare. Malgrado opinioni divergenti sulle azioni da intraprendere e sul livello al quale devono essere intraprese, la maggioranza delle parti sociali ritiene necessario un ulteriore intervento in materia. Secondo il commissario europeo per l´occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità Vladimír Špidla, "le statistiche indicano che lo scarto tra il tasso di occupazione delle donne con figli e quello delle donne senza figli è del 14,2%. Contemporaneamente le imprese che offrono la possibilità di prendere congedi parentali segnalano che pochissimi uomini ne usufruiscono. Ciò dimostra che nell´Unione europea ancora troppi uomini e donne sono costretti a scegliere tra vita familiare e una carriera di successo. Sono convinto che sia nostro dovere creare le condizioni adatte ad avere entrambe, obiettivo che però non potrà essere senza il pieno sostegno delle parti sociali". Chiaramente, le opinioni su come procedere non sono omogenee. Alcune organizzazioni (soprattutto i rappresentanti dei lavoratori) ritengono che si debba intraprendere un´azione a tutti i livelli, ivi compreso a livello comunitario, mentre altre (principalmente le organizzazioni dei datori di lavoro ) ritengono che sia necessario intervenire solo a livello nazionale, settoriale, regionale e/o a livello della singola impresa. Anche la situazione da uno Stato membro all´altro è molto differente, motivo per il quale il documento di consultazione adottato oggi insiste sulla necessità di procedere su vari fronti, con interventi sia legislativi che non legislativi. Sul piano delle misure concrete, il documento invita le parti sociali ad esprimere la loro opinione sul modo migliore di procedere per: · accrescere la disponibilità di strutture di accoglienza dei bambini e fare in modo che siano abbordabili, accessibili e qualitativamente adeguate; · rafforzare lo scambio di buone pratiche; · incoraggiare gli uomini ad usufruire delle misure disponibili per conciliare vita professionale e vita familiare; · sviluppare e promuovere sistemi di lavoro innovativi, adattabili e flessibili. Il documento della Commissione evidenzia inoltre il ruolo dell´intervento comunitario nel miglioramento della legislazione vigente in materia. Ad esempio, nuove forme di congedo, quali il congedo di paternità, il congedo per l´assistenza ai familiari non autosufficienti e il congedo per adozione, potrebbero contribuire a rispondere alle esigenze di conciliazione tra lavoro, vita privata e vita familiare. Ciò è ancor più importante nell´attuale mercato del lavoro in forte evoluzione, nel quale è sempre più marcata la presenza di lavoratori anziani e di donne. Per questo motivo, il documento indica alcune possibilità di miglioramento della direttiva 92/85/Cee sulle lavoratrici gestanti, soprattutto per quanto riguarda la durata del congedo, l´importo delle indennità e la tutela delle donne che ritornano al lavoro dopo la maternità. Il documento individua sei profili di miglioramento della normativa sul congedo parentale, proponendo alcune azioni: · incentivi ai padri perché usufruiscano del congedo parentale (rendere il congedo parentale obbligatorio per uomini e donne); · diritti in materia di impiego e divieto di discriminazione (fare in modo che i lavoratori che usufruiscono del congedo parentale non siano esposti a condizioni di lavoro meno favorevoli); · durata del congedo parentale (concessione, in generale, di periodi più lunghi); · flessibilità nella fruizione del congedo (possibilità di prendere il congedo in modo frammentato); · fascia di età dei figli per i quali può essere ottenuto il congedo parentale (aumentare il limite di età in modo da farvi rientrare l´intero ciclo della scuola elementare); · indennità durante il congedo parentale (collegare l´importo dell´indennità allo stipendio del lavoratore). La Commissione chiede ora alle parti sociali di esprimere il loro parere e formulare eventuali raccomandazioni su proposte di nuovi tipi di congedo e miglioramenti in materia di tutela della maternità. Le parti sociali dovranno anche comunicare se intendono avviare contrattazioni su nuovi tipi di congedo e sui miglioramenti da apportare alla tutela della maternità sulla base delle proposte odierne. La Commissione chiede infine alle parti sociali di valutare le disposizioni dell´accordo quadro sul congedo parentale in vista della sua revisione e di riferire, entro marzo 2008, sui progressi registrati in materia. Non appena ottenuto il parere delle parti sociali europee, la Commissione deciderà se è necessario elaborare una proposta legislativa in materia. Le eventuali proposte saranno oggetto di una valutazione d´impatto approfondita dei costi e dei benefici. Quadro generale A norma dell´articolo 138, paragrafi 2 e 3 del trattato Ce, prima di presentare proposte nel settore della politica sociale, la Commissione è tenuta a consultare le parti sociali sul possibile orientamento dell´azione comunitaria (la cosiddetta "prima fase di consultazione"). Se, dopo tale consultazione, ritiene opportuna un´azione comunitaria, la Commissione deve consultare le parti sociali sul contenuto della proposta prevista ("seconda fase di consultazione"). Il 12 ottobre 2006 la Commissione ha dato il via alla prima fase di consultazione delle parti sociali sul tema della conciliazione tra vita professionale e vita familiare. Le parti sociali sono state invitate a esprimere la loro opinione sulla necessità e sul possibile orientamento di un´azione comunitaria in materia. Quella lanciata oggi è la seconda fase della consultazione. .  
   
   
BANCAPULIA: APPORTO DI IMMOBILI AL FONDO IMMOBILIARE CHIUSO APULIA INVESTIMENTI DA PARTE DI APULIA SERVICE, PER UN VALORE PARI A 18,7 MILIONI DI EURO  
 
San Severo, 4 giugno 2007 - In data 29 maggio Apulia Service, società controllata al 100% da bancApulia ed attiva nel campo delle partecipazioni, nella gestione degli immobili e nei servizi collegati al gruppo bancario bancApulia, ha apportato immobili di sua proprietà al fondo immobiliare chiuso Apulia investimenti, di nuova costituzione, gestito da Vegagest Sgr Spa e dedicato esclusivamente al gruppo bancario bancApulia. L’apporto riguarda immobili a reddito, strumentali per l’attività della banca e prevalentemente locati nelle zone del centro-sud, per un valore complessivo pari a circa 18,7 milioni di Euro. Tale operazione si inquadra nell’ottica di rafforzamento del gruppo bancario al fine di portare a termine il progetto di consolidamento e specializzazione del gruppo attraverso società prodotto, quali Apulia previdenza, nel ramo vita, Apulia assicurazioni, nel ramo danni, Apulia prontoprestito, quotata al mercato Expandi attiva nel settore della cessione del quinto dello stipendio e Apulia cauzioni, che opererà nell’ambito del rilascio delle malleve delle cessioni del quinto dello stipendio. Inoltre, l’operazione garantirà un buon rendimento delle quote del fondo ricevute, pari a n. 747 del valore nominale di 25. 000 cadauna, a fronte dell’apporto dei predetti immobili. .  
   
   
BENI STABILI: SI AGGIUDICA LA GARA PER L’ACQUISTO DI PARTE DEL PORTAFOGLIO FIP OPERAZIONE CONCLUSA AD UN PREZZO DI 181 MILIONI DI EURO PORTAFOGLIO IMMOBILIARE COMPOSTO DA 20 IMMOBILI  
 
Roma, 4 giugno 2007 – Beni Stabili si è aggiudicata la gara per l’acquisizione del portafoglio del Fondo Immobili Pubblici (Fip) numero 1. Alla gara, partita lo scorso marzo 2007, hanno partecipato numerosi player italiani e stranieri per un totale di circa 40 manifestazioni di interesse. La gara si è sviluppata in due distinte fasi: entro il 10 aprile è stata consegnata un’offerta non binding mentre il 25 maggio è stata consegnata un’offerta finale binding. Il prezzo al quale Beni Stabili si è aggiudicato il portafoglio è di € 181. 105. 104. Il portafoglio immobiliare del Fondo Immobili Pubblici (Fip) numero 1 è composto da 20 immobili, di cui 13 immobili cielo terra e 7 porzioni di immobili, tutti ad uso terziario. La superficie lorda complessiva è pari a mq 97. 700. Il portafoglio, locato al 100% all’Agenzia del demanio con contratti di affitto in gran parte di lunga durata e un entry yield pari a circa il 5,4%, è ubicato per circa il 70% nel nord est d’Italia, per il 16% a Roma e per il restante 14% nel centro sud d’Italia. Il Gruppo Beni Stabili finanzierà l’acquisto facendo ricorso a una leva dell’80% e il closing dell’operazione è previsto per la fine di giugno. “Siamo molto soddisfatti - commenta Aldo Mazzocco, Amministratore Delegato di Beni Stabili – Questo portafoglio ha un ottimo tenant, contratti a lungo termine, una location nelle città più rappresentative del centro nord. E’ un pacchetto di immobili ideale sia per il riposizionamento nell’ambito del Gruppo Fdr sia per la futura trasformazione in Siiq di Beni Stabili“ .  
   
   
CATASTO IMMOBILIARE MONTANO IN RETE DAL 2008  
 
Passariano, 34 giugno 2007 - Grazie al Progetto di implementazione del Catasto immobiliare montano (Cim), a partire dal 2008, potrà essere garantito un accesso telematico immediato a tutti i dati catastali dell´area montana del Friuli Venezia Giulia. Il progetto, presentato oggi agli addetti ai lavori nel corso di un incontro tecnico svoltosi a Villa Manin di Passariano, è stato sviluppato dalla Regione in collaborazione con l´Insiel Spa, comportando un impiego di 1,75 milioni di euro di fondi comunitari relativi al Docup Obiettivo 2. "Dal prossimo anno - ha spiegato Francesco Forte, direttore regionale del Servizio politiche comunitarie - gli Enti locali potranno accedere ai dati catastali ma anche ad altre informazioni gestionali relative ad un ampio territorio. In futuro, l´obiettivo è di estendere questo servizio a tutta la regione, rendendolo disponibile direttamente ai cittadini". Un sistema che, è stato detto, contribuirà in primis a promuovere lo sviluppo complessivo e l´attrattività di tutta la montagna regionale. .  
   
   
COALTO IMMOBILIARE S.P.A.: APPROVATI DA CDA I DATI AL 31 DICEMBRE 2006 MARGINE OPERATIVO LORDO IN AUMENTO DEL 129% QUOTAZIONE IN BORSA  
 
 Torino, 4 giugno 2007 - Il Consiglio di Amministrazione della Coalto Immobiliare S. P. A. Si è riunito per esaminare il Progetto di Bilancio al 31 dicembre 2006, esercizio che mette in evidenza un risultato di tutto rilievo in termini economici e di valorizzazione della Società. Si rileva, infatti, una crescita del margine operativo lordo di circa il 129% corrispondente a 2,3 milioni di euro rispetto al milione di euro dello scorso esercizio. Il valore della produzione è stato di 13,7 milioni di euro con un incremento del 146% rispetto ai 5,6 milioni di euro dell’esercizio precedente. In particolare i ricavi delle vendite hanno registrato un aumento del 62% raggiungendo i 6,7 milioni di euro (4,1 nel 2005). Il risultato prima delle imposte è stato pari ad 1,3 milioni di euro rispetto a 0,7 milioni di euro dell’anno precedente. Il capitale investito netto rileva un incremento di 9,4 milioni di euro (di cui 8,4 milioni di euro relativi agli investimenti immobiliari) passando da 7,6 milioni di euro a 17 milioni di euro circa. La posizione finanziaria rileva un indebitamento di 11,8 milioni di euro contro 4,6 milioni di euro del 2005. Coalto Immobiliare S. P. A. Sta consolidando la sua posizione di holding di un articolato Gruppo immobiliare attivo nei settori del development, dell’agency (con il marchio Pirelli R. E. ), del trading e del property. Tali attività sono concentrate principalmente a Torino e provincia, in Liguria e nella Costa Azzurra ma il Gruppo sta ampliando la sua presenza anche a Milano e a Roma. Sono inoltre in corso degli incontri finalizzati a degli interventi a Dubai negli Emirati Arabi in sinergia con un altro gruppo italiano. Per meglio consolidare la sua posizione nel mercato immobiliare proseguono le attività finalizzate alla quotazione della Società presso il Mercato Alternativo del Capitale (M. A. C. ), a tal fine il Consiglio di Amministrazione aveva già precedentemente incaricato il Vicepresidente Massimo Feira. .  
   
   
BENI STABILI, IL CDA ESPRIME GIUDIZIO POSITIVO SULL’OPS DI FONCIÈRE DES RÉGIONS  
 
Milano, 4 giugno 2007 – Il Consiglio di Amministrazione di Beni Stabili Spa, con l’astensione del Presidente e degli Amministratori Delegati in ragione dei ruoli svolti nel nuovo Gruppo, ha approvato il comunicato relativo all’Offerta pubblica di scambio obbligatoria promossa da Foncière des Régions S. A. Sulle azioni ordinarie di Beni Stabili. Nel comunicato, trasmesso alla Consob secondo quanto previsto dalla normativa applicabile, il Cda di Beni Stabili esprime un giudizio positivo sull’operazione di integrazione anche in considerazione del fatto che Beni Stabili entra a far parte di un gruppo immobiliare con visibilità internazionale, con la piena conferma del ruolo strategico sino ad oggi assunto nel mercato immobiliare Italiano. Il Cda ha inoltre ricevuto dai consulenti finanziari incaricati, Abn Amro Bank N. V. , J. P. Morgan Plc, Deutsche Bank Ag e Mediobanca Banca di Credito Finanziario S. P. A. , le Fairness Opinion in ordine alla valutazione finanziaria dell’Offerta, con particolare riferimento alla congruità del corrispettivo di n. 1 azione Foncière des Régions di nuova emissione per ogni n. 100 azioni ordinarie Beni Stabili. Il Cda, avendo preso atto della documentazione di supporto ed avendo analizzato le impostazioni metodologiche e le risultanze enunciate nelle Fairness Opinion rilasciate dai Consulenti, ha ritenuto congruo il rapporto di scambio indicato nell’Offerta. Il Cda ricorda peraltro che la convenienza economica dell’Offerta andrà compiutamente valutata da ciascun azionista di Beni Stabili al momento dell’adesione tenendo anche conto dell’andamento del mercato dei titoli Beni Stabili e Foncière des Régions nonché del diverso volume di negoziazione giornaliero dei due titoli, registrato negli ultimi dodici mesi. Il Cda comunica infine che non convocherà l’Assemblea dei Soci di Beni Stabili al fine di ottenere l’autorizzazione al compimento di atti od operazioni volti a contrastare l’Offerta. In linea con l’Accordo Quadro del 17 febbraio 2007 tra Foncière des Régions, Batipart e Delfin, essendosi verificato in data 4 maggio 2007 il previsto cambio di controllo della Società, in data 29 maggio 2007, Foncière des Régions ha sottoscritto con Aldo Mazzocco il contratto che lo conferma Amministratore Delegato della Beni Stabili per i prossimi tre anni e con Massimo de Meo il contratto, sempre della durata di tre anni, per l’avvio di una piattaforma in Italia, controllata dalla stessa Foncière des Régions, focalizzata nel settore “accommodation industry”. .  
   
   
SAIPEM SI AGGIUDICA UN NUOVO CONTRATTO NELL’ONSHORE ALGERINO DEL VALORE DI CIRCA 700 MILIONI DI EURO  
 
 San Donato Milanese (Mi), 4 giugno 2007 – Saipem ha acquisito un nuovo contratto nell’onshore algerino per la realizzazione di un impianto di trattamento del greggio nel centro petrolifero di Hassi Messaoud, circa 800 chilometri a sudest di Algeri. La compagnia algerina Sonatrach ha assegnato ad un consorzio composto da Saipem, in qualità di leader, e dalla società Lead Contracting il contratto di tipo Epc (Engineering, Procurement, Construction), per l’ingegneria, l’approvvigionamento e la costruzione di un impianto di stabilizzazione e trattamento del greggio (Ubts, Unité de Traitement du Brut et de sa Stabilisation) che sarà composto da tre treni di stabilizzazione con una capacità di 100 mila barili al giorno ciascuno, una unità di manutenzione, quattro depositi di stoccaggio da 50 mila metri cubi ciascuno e una condotta di 45 chilometri per il trasporto di greggio, acqua e gas. La durata dei lavori sarà di 37 mesi. Il valore complessivo del contratto è di circa 950 milioni di euro, dei quali circa 700 milioni sono di competenza di Saipem. Il progetto ha l’obiettivo di migliorare la qualità del greggio prodotto, di aumentare la sicurezza delle installazioni e di incrementarne la produzione, e si inserisce nel quadro del programma intrapreso da Sonatrach per l’ottimizzazione dello sfruttamento del giacimento di Hassi Messaoud, in considerazione dell’ingente volume delle sue riserve, della qualità degli idrocarburi e della complessità geologica del giacimento stesso. .  
   
   
ENEL ESERCITA GLI EQUITY SWAP E SALE AL 24,97% DI ENDESA  
 
Roma, 4 giugno 2007 - Enel Energy Europe S. R. L. (Eee), società interamente posseduta da Enel S. P. A. , ha richiesto l’ 1 giugno la liquidazione degli equity swap posti in essere con Ubs e Mediobanca circa tre mesi fa su un totale di 158. 601. 597 azioni Endesa S. A. , pari al 14,98% del capitale sociale, mediante consegna fisica dei titoli. Per effetto di questa operazione, alla consegna dei titoli (che avverrà il 6 giugno prossimo) Eee acquisirà 158. 601. 597 azioni di Endesa (74. 112. 648 dall’equity swap con Ubs e le restanti 84. 488. 949 dagli equity swap con Mediobanca), incrementando la propria partecipazione in Endesa a un totale di 264. 401. 597 azioni e passando quindi dall’attuale 9,993% al 24,972% del capitale sociale. Tale iniziativa fa seguito all’autorizzazione rilasciata a Eee da parte della Commissione Nazionale per l´Energia spagnola (Cne) lo scorso 26 aprile 2007 ad aumentare la propria quota di partecipazione in Endesa sino al 24,99%. .  
   
   
ENEL DA’ MANDATO PER L’EMISSIONE DI BOND  
 
Roma, 4 giugno 2007 - Enel Spa, cui è attribuito un rating Aa3, sotto revisione per possibile downgrade (Moody’s) e A+, credit watch negativo (S&p’s), ha dato mandato a Goldman Sachs e Morgan Stanley in qualità di global coordinators e a Banca Imi, Bbva, Banco Santander, Credit Suisse, Deutsche Bank, Drkw, Mediobanca, Royal Bank of Scotland, Ubm e Ubs in qualità di joint-bookrunners per una emissione benchmark in più tranches denominate in euro e sterlina. Emittente sarà Enel Spa, nell’ambito del programma di Global Medium Term Note rinnovato il 4 maggio scorso. L’emissione sarà lanciata dopo un roadshow nelle principali piazze europee e in considerazione delle condizioni di mercato. .  
   
   
EDISON: STANDARD&POOR’S INNALZA L’OUTLOOK A “POSITIVO” DA “STABILE” CONFERMATO IL RATING BBB+  
 
Milano, 4 giugno 2007 – L’agenzia di rating Standard&poor’s ha innalzato 31 maggio , alla fine della propria review annuale, l’outlook di Edison a “positivo” da “stabile”. Il merito di credito a lungo termine di Edison a è stato confermato a Bbb+. I giudizi di Standard&poor’s riflettono il rafforzamento finanziario di Edison, la sua forte posizione nel settore dell’energia in Italia, nonché le favorevoli prospettive di crescita e il supporto assicurato dagli azionisti al piano di sviluppo della società. .  
   
   
ENI: FIRMATO IL GAS SALE AGREEMENT TRA KPO E KAZROSGAZ  
 
S. Donato Milanese (Mi), 4 giugno 2007 – E’ stato firmato l’ 1 giugno a Mosca il Gas Sale Agreement (Gsa) tra il consorzio Karachaganak Petroleum Operating Bv (Kpo), di cui Eni è cooperatore con Bg, e la joint venture Kazrosgaz, formata da Kazmunaigaz e Gazprom. Il Gas Sale Agreement, che è soggetto all’approvazione dei Board, prevede il conferimento da parte del consorzio Kpo, a partire dal 2012, di circa 16 miliardi di metri cubi all’anno di “raw gas”, vale a dire gas grezzo, da raffinare successivamente presso l’impianto di Orenburg, in Russia. L’accordo segna un’ulteriore tappa nello sviluppo del giacimento Karachaganak, creando le condizioni per l’avvio della “Fase 3” del progetto, che consentirà al consorzio di cui Eni è cooperatore lo sfruttamento di oltre 2 miliardi di barili di olio equivalente (Boe) di riserve aggiuntive di gas e petrolio. Karachaganak, situato nel Kazakhstan nord occidentale, è uno dei più grandi giacimenti a olio e condensati del mondo con oltre 5 miliardi di Boe di riserve. Il consorzio Karachaganak Petroleum Operating B. V. (Kpo) è costituito da Eni (32,5% co-operatore), Bg Group (32,5% co-operatore), Chevrontexaco (20%) e Lukoil (15%) e oggi produce mediamente 385. 000 Boe al giorno. .  
   
   
ENI HA CONCLUSO ANCHE L’ACCORDO PER LA CESSIONE A BURREN DELLA PARTECIPAZIONE DEL 5.5% NELLA CONCESSIONE M’BOUNDI E DEL 2% NEL PERMESSO ESPLORATIVO LE KOUILOU  
 
S. Donato Milanese (Mi), 4 giugno 2007 - Nell’ambito dell’acquisizione degli asset Maurel & Prom nella Repubblica del Congo, Eni ha concluso anche l’accordo per la cessione a Burren della partecipazione del 5. 5% nella concessione M’boundi e del 2% nel permesso esplorativo Le Kouilou alle stesse condizioni economiche dell’acquisizione da Maurel & Prom. Eni mantiene l’operatorship nelle concessioni M’boundi (43,1%) e Kouakouala “A” (66,67%) e nel permesso esplorativo Le Kouilou (48,0%). .  
   
   
GAS PLUS S.P.A.: AGGIUDICATO CONTRATTO DI APPROVVIGIONAMENTO BIENNALE DI 200 MILIONI DI METRI CUBI ANNUI  
 
Milano, 1 giugno 2007 - Nell’ambito del processo di “Gas Release” da parte di Eni, Gas Plus Italiana S. P. A. , società interamente controllata da Gas Plus S. P. A. , si è aggiudicata l’assegnazione di 5 lotti di gas pari a 200 milioni di metri cubi per la durata di due anni a decorrere dal 1° ottobre 2007. La quota aggiudicata a Gas Plus è la più grande assegnabile ad un singolo operatore. Il contratto di acquisto, unitamente alla precedente operazione di approvvigionamento gas legata alla società croata Ina, permetterà a Gas Plus un notevole balzo di fatturato stimato in oltre 50 milioni di euro già nell’anno 2007. Gas Plus Italiana S. P. A. , ha partecipato alla procedura di intesa con altri operatori, che hanno contribuito in modo importante al successo dell’iniziativa ed a cui saranno rivenduti parte dei volumi (Spigas di La Spezia, C. U. R. A. Consorzio Utilities Ravenna, la Svizzera World Energy, Rezia Energia Italia di Milano). Il processo “Gas Release” prevede la vendita di volumi di gas naturale da parte di Eni S. P. A. A condizioni di mercato competitive. “Con questa operazione - ha sottolineato Davide Usberti, Ad di Gas Plus – si conferma la capacità del Gruppo di operare con successo in un sistema altamente competitivo e la volontà di concentrare i propri sforzi nel cogliere le opportunità di mercato che permettano una crescita del portafoglio,ed in generale della società. “Siamo molto soddisfatti dell’esito della procedura – ha aggiunto Giovanni Baroni, direttore della divisione Supply & Sales – con la quale ci siamo aggiudicati ulteriori volumi a condizioni vantaggiose. Si tratta di un importante risultato conseguito attraverso un ottimo gioco di squadra anche grazie al contributo dei nostri clienti industriali”. .  
   
   
IL SOLE IN MONTAGNA SPLENDE PIU’ FORTE OTTIME PROSPETTIVE PER L’UTILIZZO DELL’ENERGIA SOLARE IN MONTAGNA. SE NE PARLA AD AOSTA DAL 7 AL 9 GIUGNO PROSSIMO  
 
Milano, 4 giugno  2007 - Gli sciatori lo sanno bene: il sole di montagna abbronza molto più di quello del mare, anzi, scotta con grande facilità. La spiegazione è semplice: in montagna l’atmosfera è più limpida sia per l’altitudine che per l’assenza di nebbie e foschie, se non in casi eccezionali. Queste condizioni si riscontrano non solo in quota ma anche nelle valli. Così, per esempio, l’insolazione effettiva media della Valle d’Aosta è equivalente a regioni molto più a sud , come la Campania e la Sicilia. Ma il fattore che più incide è la latitudine. Poste intorno al 45 parallelo, le pareti delle montagne ricevono i raggi perpendicolarmente (quasi come se si fosse all’equatore), tanto che al sole il termometro non fatica a superare i 50° C. Quello che per il turista può essere un sollievo estetico, per chi pianifica l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia diventa una grande opportunità. Le montagne italiane sono viste di solito sotto il profilo energetico come grandi “miniere” di idroelettrico, ma sono anche luoghi dove si consuma molta energia di origine termica, specialmente per il riscaldamento degli edifici e dell’acqua. Per questo, lo sfruttamento dell’energia solare abbondante è centrale in ogni programma di riorientamento dei consumi verso fonti rinnovabili. Le specifiche tecnologie per lo sfruttamento del sole in ambito montano sono tutte quelle ormai diffuse e anche qualcuna nuova. Tra le prime vi è il solare termico tradizionale, per intenderci i collettori solari per il riscaldamento dell’acqua. Le ottime condizioni di insolazione fanno sì che per esempio in Valle d’Aosta sia possibile realizzare sistemi che consentano la copertura al 60-70 per cento dei fabbisogni medi di acqua calda per uso domestico-sanitario e al 30-50 per cento per quanto riguarda l’acqua per il riscaldamento. Lo stesso discorso si può fare per il fotovoltaico, anch’esso potenzialmente capace di ottimi rendimenti. Per esso, l’unico problema posto dall’ambiente montano è la collocazione fuori dal percorso dell’ombra delle montagne, che limita il tempo utile di raccolta. Per questo in ambiente montano c’è particolare interesse, oltre che nei tetti fotovoltaici, in progetti di sfruttamento di energia solare da fotovoltaico a livello di comunità, come i pannelli posti in costa con ripartitori dell’elettricità a favore degli utilizzi più a valle. Il problema dell’esposizione rende interessante per un uso montano anche una tecnologia vecchia ma nuova come il solare termico a concentrazione, specchi che concentrano i raggi solari su caldaie a fluido operanti ad alta temperatura (oltre 500 gradi). Il calore immagazzinato viene utilizzato per produrre vapore che aziona una turbina, esattamente come in un bruciatore a gas, e può essere immagazzinato in un serbatoio coibentato per essere poi sfruttato in assenza di insolazione, per esempio di notte. La tecnologia del solare termico a concentrazione è ormai a punto e sta scendendo anche nella scala dimensionale, per cui accanto alle grandi centrali sarà a breve possibile realizzare impianti economici anche di piccola taglia, adatti per comunità montane e valligiane. Fare il punto sulle possibilità dell’energia dal sole in ambiente montano è uno dei temi di “Rigenergia”, un evento organizzato dal 7 al 9 giugno da Camera di Commercio di Aosta, in collaborazione con gli Assessorati regionali alle Attività produttive, all´Istruzione e Cultura e all´Ambiente, il Comune di Aosta e la Compagnia Valdostana Acque, controllata della Regione proprietaria di tutte le ex centrali Enel della Valle. Alle occasioni per gli “addetti ai lavori” (oltre al convegno, i workshop formativi, veri e propri minicorsi ad elevata specializzazione), Rigenergia affianca anche momenti dedicati alla diffusione della cultura energetica nelle scuole e un punto espositivo aperto a tutti che si terrà in una tensostruttura apposita installata nel centro di Aosta. .  
   
   
RIGASSIFICATORI, GIUNTA SEGNALA CARENZE A MINISTERO  
 
Trieste, 4 giugno 2007 - La Giunta regionale ha esaminato i progetti dei due rigassificatori presentati rispettivamente dalla Società "Gas Natural Internacional Sdg Sa" per il sito di Zaule e dalla Società Terminal Alpi Adriatico per il centro del golfo di Trieste. Entrambi gli impianti sono oggetto di procedura di Via statale, ai sensi della legge 349/1986, che si conclude con un decreto del ministro dell´Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il ministro per i Beni e le Attività Culturali, e nella quale è prevista l´espressione di un motivato parere del presidente della Regione, su deliberazione della Giunta. Nel corso della procedura la Regione ha provveduto ad acquisire i pareri dei Comuni interessati. Sulla base di quanto è emerso nel corso dell´istruttoria, già nel 2006 la Regione aveva chiesto al competente ministero di acquisire integrazioni progettuali volte a risolvere le problematiche emerse. Pur tenendo conto di quanto fornito in aggiunta dalle due società, il quadro documentale che ne deriva non ha consentito di superare le perplessità sull´impatto ambientale degli impianti. La Giunta ha quindi ritenuto di non esprimere parere di compatibilità ambientale su entrambi i progetti, in quanto non è dimostrata l´assenza di pericoli per la salute umana e per l´ambiente, ed ha pertanto deciso di segnalare le carenze documentali e progettuali al ministero dell´Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare cui compete la Via in sede statale. Ciò anche in vista di eventuali integrazioni agli studi presentati, ritenendo di dover comunque prospettare al predetto ministero alcuni adempimenti e prescrizioni ritenuti imprescindibili relativamente allo scarico delle acque fredde e clorate, in ordine agli indispensabili monitoraggi ambientali per ambedue gli impianti e l´attenzione visiva per quanto riguarda il centro del golfo di Trieste ai riflessi turistici soprattutto per la località di Grado. La Giunta regionale, qualora il ministero superasse le difficoltà di ordine progettuale e ambientale, ritiene per il principio di precauzione di essere disponibile a dare l´intesa per un solo impianto. Il presidente della Regione comunicherà al ministero questa posizione della Giunta regionale. .  
   
   
AUTONOMISTI FAVOREVOLI REFERENDUM RIGASSIFICATORI  
 
Trieste, 4 giugno 2007 - Il consigliere regionale Roberto de Gioia, anche nella veste di coordinatore di alcuni Movimenti autonomisti, e quindi anche a nome loro, annuncia con una nota la sua posizione sulla questione dei rigassificatori. Giunti a questo punto della situazione - scrive il consigliere - bisogna fare chiarezza sulla possibilità e sull´opportunità di far decidere i cittadini con un referendum. In linea di principio gli autonomisti triestini sono favorevoli al referendum, a patto che prima si faccia una corretta e completa azione informativa, su tutti gli aspetti e su tutte le problematiche inerenti i progetti in discussione. Anche perché - prosegue De Gioia - è poco democratico pensare che a fare la supplenza del referendum popolare siano, da una parte, i vari comitati e le associazioni ambientaliste e, da un´altra, vi sia la supplenza di quello che si può definire il notabilato intellettuale che, attraverso la stampa, vuole influire sulla gente e rimediare alle presunte carenze e devianze della politica. E´ molto controproducente pensare di calare dall´alto decisioni che, come nel nostro caso, producono paure e apprensioni giustificate. Così come rischia di passare per antidemocratico chi pretende di lasciare le decisioni all´apparato della burocrazia tecnica e al potere politico e si dice contrario al referendum perché le procedure previste non sono legittime. Anche se la Commissione dei Garanti ha già dichiarato " inammissibile " la proposta di referendum comunale, gli autonomisti ritengono che ad essere consultati non debbano essere solo i cittadini del territorio di Trieste ma di un´area più ampia poiché la questione dei rigassificatori riguarda quasi tutto l´alto Adriatico e comunque tutto il territorio regionale. Saranno pure strutture di valenza strategica nazionale, e spetta sicuramente al Governo decidere, ma comunque sono scelte delicate per i rischi che comportano sul territorio e sull´ambiente e quindi sulla collettività, e proprio per questo - conclude De Gioia - serve trovare la strada per superare l´emozionalità della gente e farle fare scelte responsabili e ponderate. .  
   
   
ENERGIA: GAVA; “VENETO APPLICHERA’ DIRETTIVA UE SU FONTI RINNOVABILI” A PADOVA SIMPOSIO DEL CENTRO STUDI DI ECONOMIA E TECNICA DELL’ENERGIA  
 
Padova, 4 giugno 2007 - “Il Veneto sta ragionando con la Commissione europea nella prospettiva di inserire uno specifico Asse Energia nella programmazione regionale per l’utilizzo degli ingenti fondi (500 milioni di euro) che arriveranno da Bruxelles per sostenere lo sviluppo economico tra il 2007 e il 2013. Il nostro obiettivo, oltre a quello fondamentale di garantire il fabbisogno energetico regionale in generale, è quello di rispettare le direttive comunitarie che indicano il 20 % di produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2020. Si tratta di un cammino non facile, ma partiamo da una buona base, perché già oggi in Veneto il 14% dell’energia deriva da fonti rinnovabili, contro una media europea del 7%”. Lo ha detto l’assessore regionale alle politiche economiche con delega all’energia Fabio Gava intervenendo ad un incontro sugli investimenti nella rete elettrica che ha aperto una serie di iniziative sui temi energetici organizzate dal Centro Studi Economia e Tecnica dell’Energia dell’Università di Padova. “La cogenerazione e le fonti rinnovabili – ha sottolineato Gava – avranno, nel nuovo Piano Energetico Regionale in corso di definizione, un grande rilievo come principale elemento per abbattere le immissioni in atmosfera di gas ad effetto serra”. Gava ha anche fatto riferimento alle linee di un nuovo Disegno di Legge della Giunta regionale in materia di autorizzazioni alla produzione di energia, che recepirà la normativa comunitaria disciplinando, oltre alla produzione di energia elettrica, anche quella meccanica e termica da fonti rinnovabili. .  
   
   
ITALIA – USA: MERCATI ACCADEMICI A CONFRONTO FUGA DI CERVELLI DALL’ITALIA: IL NOSTRO SISTEMA ACCADEMICO PUÒ COMPETERE CON IL JOB MARKET INTERNAZIONALE?  
 
Trento, 4 giugno 2007 - Nello stand di piazza Duomo allestito da lavoce. Info, ha ospitato il penultimo incontro della serie “a viva voce”. Il tema del dibattito è stato introdotto dall’economista e redattore de lavoce. Info Pietro Garibaldi: “Spiegare come le università italiane ed americane assumano i nuovi professori universitari”. Il giovane Mario Macis, docente economia emigrato all’università del Michigan, è la dimostrazione tangibile delle forti difficoltà che il nostro sistema accademico manifesta nel trattenere in Italia le menti brillanti formate nei nostri atenei. L’economista ha tracciato i caratteri salienti del job market americano: “È un meccanismo di mercato del lavoro nel quale il merito viene sempre premiato”. I ricercatori più promettenti, non solo italiani, si inseriscono in una competizione globale che solitamente premia con un elevato standard di ricerca ed invitanti prospettive economiche. “Si immette il curriculum sul sito dell’università – spiega Macis – al fine di ottenere il colloquio che prelude ad una breve prova conferenziale pubblica nell’ateneo interessato. Sulla scorta di questa verifica, l’università decide se assumere per 7 anni il ricercatore o assistant professor, sottoponendolo a verifiche intermedie”. Macis ha fotografato il sistema specificando che “solo dopo un settennato proficuo, l’università assume il ricercatore a tempo indeterminato in qualità di professore associato. L’ultimo gradino sarà la cattedra ordinaria”. La conclusione di Macis è stata chiarissima: “questo sistema consente un globale ed ottimale allocamento dei ricercatori nelle università; permette dunque di far incontrare le specifiche competenze di ogni ricercatore con le specificità tecniche dei singoli dipartimenti”. Su Daniele Checchi, docente di economia del lavoro all’università di Milano, è ricaduto il compito di descrivere il mercato accademico italiano. “L’università italiana – ha esordito Checchi – recluta i propri ricercatori per concorso”. La rigidità di questo sistema è dato dalla natura pubblicistica del contratto dei ricercatori: “Questo significa – dice Checchi – assenza di contrattazione e durata a tempo indeterminato dell’incarico”. L’economista ha spiegato che la persona assunta ha tre funzioni: svolgere ricerca scientifica, condurre l’attività didattica ed assolvere funzioni amministrative. “Tutto ciò è atipico – sottolinea l’economista – ed in particolare la ricerca scientifica molto spesso non viene svolta oppure non valutata”. Ancora Checchi: “L’italia soffre la carenza dei fondi necessari a competere con le facoltose offerte delle università americane e qualora il ricercatore accetti di restare in Italia, si scopre spesso che in realtà non ha lasciato l’incarico all’estero”. Queste parole anticipano la conclusione del discorso: “Rispetto ai validi tentativi dell’ex ministro Moratti di migliorare il mercato accademico, l’attuale ministro Mussi ha adottato una politica centralista, e realizzato una riforma che arreca danno al sistema di allocamento dei ricercatori”. .  
   
   
AL POLITECNICO DI MILANO, LE NANOTECNOLOGIE PER L’INNOVAZIONE DEL TESSILE NUOVE FRONTIERE DI RICERCA E SVILUPPI DI MERCATO  
 
Milano 4 giugno 2007 – La Fondazione Politecnico di Milano presenta il convegno “Le nanotecnologie per l’innovazione del tessile. Nuove frontiere di ricerca e sviluppi di mercato”, che si terrà presso l’Auditorium del Politecnico di Milano, Via Pascoli 51 alle ore 14. 00 di martedì 5 giugno. Tessuti antiodore e autopulenti; che riscaldano o rinfrescano, a seconda delle necessità; che, a difesa della nostra salute, bloccano i raggi del sole, filtrano l´aria dalle polveri sottili, rilasciano sostanze benefiche. Sono questi alcuni esempi delle svariate innovazioni nate dall´applicazione delle nanotecnologie al tessile, ancora oggi una delle voci più significative del fatturato nazionale. All´ombra della Cina e dei paesi emergenti, le aziende italiane dovranno puntare sempre di più su prodotti d´avanguardia per rilanciare la loro competitività a livello internazionale. Può la tecnologia aprire nuovi spazi di mercato? E´ questo il tema centrale del convegno che mette a confronto esponenti del mondo accademico e di quello imprenditoriale. In particolare, l´evento è il risultato di un caso di successo nella collaborazione tra l´università e il tessuto produttivo locale. Il progetto "Netex - Nanoengineered Textile" è un´iniziativa biennale, finanziata dalla Regione Lombardia, che ha coinvolto i laboratori del Politecnico di Milano e una serie di piccole e medie aziende locali. .  
   
   
IL DELICATO PASSAGGIO DALLA SCUOLA AL LAVORO: L’OCSE E IL CENTRO LEED, DUE PILASTRI PER LO SVILUPPO LOCALE A TRENTO  
 
Trento, 4 giugno 2007 - Nel giardino interno dell’Ex convento degli Agostiniani, il 2 giugno c’era John P. Martin, direttore per l’occupazione, il lavoro e gli affari sociali dell’Ocse, organismo che si può definire come “forum che consente ai governi di rispondere, insieme, alle sfide economiche, sociali e ambientali derivate dall’interdipendenza e dalla mondializzazione”. L’ocse raggruppa 30 paesi membri, con l’obiettivo di promuovere e realizzare la massima espansione possibile dell’economia e dell’occupazione, nonché un miglioramento del tenore di vita: dopo queste prime note introduttive, Martin ha illustrato diversi dati e statistiche riguardanti l’occupazione nei paesi Ocse, evidenziando l’andamento del mercato del lavoro giovanile degli ultimi anni, letto attraverso una vasta gamma di indicatori. John Martin ha poi parlato dell’Italia e del passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro: un periodo di grande complessità, che, nel caso italiano, richiede un minimo di due anni per trovare un lavoro a tempo determinato e addirittura fino a più di quattro anni per un lavoro più stabile. Nell’ ultimo periodo, continua il professore, si registra un aumento dei lavori a tempo determinato, che soprattutto in Italia “rischiano di essere delle vere e proprie trappole”, precludendo al giovane di guardarsi attorno per trovare degli impieghi più soddisfacenti e redditizi. Questo fenomeno, sempre secondo Martin, sarebbe invece molto meno frequente in quei paesi come Germania ed Austria, dove esistono delle vere e proprie “politiche di apprendistato” per i giovani. Questi sistemi definiti “duali”, permetterebbero, tramite dei veri e propri contratti, di ottenere (alla fine di un apprendistato di 4 anni) un attestato riconosciuto da diversi datori di lavoro, che possa permettere ai giovani di orientarsi attraverso una varia gamma di specializzazione possibile. Martin ha poi citato le “misure innovative” prese in un paese in forte sviluppo come l’Australia; qui l’apprendistato è strettamente collegato all’istruzione scolastica, dando quindi le giuste “prospettive” a quei giovani che stanno decidendo se orientarsi verso il mondo del lavoro, o se proseguire gli studi. Il professore ha concluso il dibattito portando alla luce un’importante considerazione, al centro di diverse discussioni anche nella nostra provincia: l’età minima di istruzione; secondo il professore imporre ai giovani un ulteriore aumento dell’ istruzione obbligatoria potrebbe essere controproducente, soprattutto per quei soggetti che fin da giovani danno segni di scarsa attitudine verso le materie scolastiche, preferendo un’attività lavorativa che li possa meglio realizzare. .  
   
   
I MUSEI DI SCIENZE NATURALI INCONTRANO GLI INSEGNANTI COME TI CALCOLO IL PESO DI UN DINOSAURO E MI FACCIO UNA GRANITA DOC LA SCIENZA PUÒ ESSERE PERFINO DIVERTENTE. SE N´È PARLATO ALLA CERTOSA DI CALCI  
 
Calci (Pi), 4 giugno 2007 - Come calcolare il peso di un dinosauro? Come fare dell´ottimo carbone di legna, calcolare la distanza fra la Terra e Plutone, imparare a orientarsi di notte? Dove toccare il più grande meteorite che si trova in Italia (272 kg di materia extraterrestre piovuta, anni fa, in Cina)? Come imparare a fare ghiaccio naturale gustandosi, magari, una granita di frutta? Come costruire con materiali di risulta i giocattoli dei nonni, giocare con modellini ingranditi di mosche e zanzare? Dove entrare in un´antica miniera di ferro indossando elmetti originari? Come capire che in certe mitiche spiagge dell´Elba ci si abbronza su terra di riporto scavata con l´oscura fatica di tanti minatori? Come si curano le tartarughe? Perché viene un terremoto? E l´acqua degli etruschi era più buona della nostra? Gli insegnanti toscani di scienze naturali hanno ricevuto queste, e molte altre, informazioni partecipando a una giornata di studio al Museo di storia naturale di Calci (Pi) organizzata dalla Regione Toscana proprio per loro nell´ambito di "Edumusei", un circuito che associa oltre 330 musei toscani con forte consapevolezza circa l´importanza della dimensione didattica. Si è trattato del primo di questi incontri che ha riunito una dozzina di musei specializzati in scienze naturali. Altri incontri seguiranno, nei prossimi mesi, sulle diverse altre tipologie museali ma con la stessa tecnica e con lo stesso obiettivo: presentare le tante offerte didattiche per le scuole - dalle elementari alle università, ma alcuni musei sono attrezzati anche per le scuole materne - in modo che gli insegnanti possano essere facilitati nella loro attività e anche nella programmazione di visite scolastiche davvero utili. E sono già circa 1. 600, ma il numero è in forte crescita, gli insegnanti toscani che aderiscono a "Edumuseicard", una tessera speciale, ideata dall´Assessorato alla cultura della Regione Toscana, che fornisce agevolazioni e sconti per l´ingresso nei musei e per l´acquisto di materiali didattici. Per la cronaca: "pesare" un dinosauro non è poi così difficile: al museo di Calci ci riescono anche i bambini, misurando la grandezza delle orme e contando il numero delle ossa dei giganti del passato. Introdotti da Claudio Rosati, Walter Landini e Fabio Garbari - rispettivamente, responsabile dei musei in Regione Toscana, direttore del Museo di Calci, presidente del Sistema museale di ateneo di Pisa - i lavori del seminario hanno ruotato attorno alla presentazione delle offerte didattiche dei musei di scienze naturali presenti in Toscana. Nel pomeriggio si sono svolti workshop e dimostrazioni didattiche. Nove i musei che si sono presentati agli insegnanti: il naturalistico dell´Orecchiella (Lu), l´ecomuseo della Montagna Pistoiese, l´acquario di Orbetello, le scienze planetarie di Prato, la scienza dell´acqua di Siena, le miniere di Capoliveri all´Elba, la storia naturale del Mediterraneo (Li) e i due musei di storia naturale delle università di Firenze e Pisa. Far entrare i piccoli studenti nei musei è anche un investimento in termini di educazione permanente. "C´è una grande soddisfazione - ha detto una responsabile delle Scienze Planetarie di Prato - nel vedere quanto siano numerosi i bambini che, nel fine settimana successivo alla loro visita scolastica, tornano portandosi dietro i genitori". .  
   
   
ISTRUZIONE: NUOVE COMPETENZE PER LE REGIONI A CHIEDERLE, LA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE SU CUI ANCHE IL PIEMONTE STA LAVORANDO  
 
 Torino, 4 giugno 2007 Si è svolto oggi, mercoledì 30 maggio presso il centro Congressi Torino incontra, il convegno nazionale “La scuola al centro”, sull’applicazione del Titolo V della Costituzione, (competenze Stato, Regioni, Enti locali) in materia di autonomia scolastica. L’applicazione della riforma del Titolo V, consentirà l’effettivo trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni in materia di istruzione. L’incontro è stato occasione per approfondire l’argomento con la professoressa Anna Maria Poggi, che per le regioni segue a livello nazionale i lavori preparatori per l’applicazione del titolo V e con il professor Maurizio Tiriticco dell’Università di Roma e per discutere e ragionare con il direttore generale del Ministero della Pubblica Istruzione Maria Grazia Nardiello, l’assessore all’istruzione Giovanna Pentenero, l’ufficio scolastico regionale, l’Andis (associazione nazionale dirigenti scolastici), del percorso individuato dal Master Plan del Titolo V, approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome lo scorso dicembre. La proposta condivisa dalle Regioni, il cosiddetto Master Plan, prevede che la programmazione dell’offerta di istruzione e formazione e della rete scolastica e formativa, diventi di competenza regionale, secondo criteri che ne garantiscano l’unitarietà a livello nazionale. Le Regioni, nell’esercitare le nuove competenze, dovranno dare attuazione alla principio di sussidiarietà, riservando a se stesse le funzioni relative alla programmazione, al monitoraggio e alla valutazione e attribuendo i compiti di gestione ai livelli territoriali più prossimi all’utenza, nel pieno rispetto e valorizzazione dell’autonomia scolastica. La conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha individuato la data del 1°Settembre 2009, quale termine ultimo entro cui le Regioni dovranno aver completato la predisposizione delle condizioni per l’esercizio delle funzioni loro attribuite in materia di istruzione dal titolo V della Costituzione. Il primo passo per dare concretezza alla riforma e alle modalità del processo di trasferimento e di riorganizzazione istituzionale, sarà un Accordo quadro Stato-regioni, definito in sede di Conferenza Unificata che disciplinerà: la ricollocazione delle competenze amministrative regionali e statali; l’individuazione di strumenti normativi per creare le condizioni di trasferimento entro il 2009 e l’individuazione di un organismo permanente tra Stato e Regioni che vigili sull’attuazione dell’accordo, sui tempi del trasferimento e sui livelli di spesa. “L’autonomia scolastica, si aspetta molto dall’attuazione del titolo V- sottolinea l’assessore all’istruzione Giovanna Pentenero - Ciò che desideriamo è che l’ idea di autonomia scolastica a cui si ispira la riforma, contenga in sé le caratteristiche proprie della scuola, in particolare la sua natura comunitaria e sociale. La scuola ha infatti la caratteristica unica di essere naturale terreno di incontro tra i diversi soggetti che interagiscono sul territorio e un trasferimento delle competenze e la distribuzione dei poteri alle Regioni, non farebbe altro che rendere più efficiente e responsabile l’intero sistema scolastico. Entro qualche settimana si avvierà il confronto per la condivisione della bozza di disegno di legge sul titolo V, al momento sono stati invece avviati tavoli tecnici, dedicati alla verifica delle competenze costituzionali riservate all’autonomia scolastica e allo Stato, all’analisi dell’ordinamento vigente e della corrispondenza tra materie, il loro livello normativo e le risorse assegnate. Questa fase ricognitiva dovrà concludersi non oltre il 31 ottobre 2007”. .  
   
   
PREMIO FEENBERG 2007 A STEFANO FANTONI IMPORTANTE RICONOSCIMENTO AL DIRETTORE DELLA SISSA PER I CONTRIBUTI ALLO SVILUPPO DELLA FISICA NUCLEARE  
 
Firenze, 4 giugno 2007 - Importante riconoscimento all’attività di ricerca del direttore della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, il fisico Stefano Fantoni. Il suo contributo allo sviluppo alla fisica dei fluidi quantistici e la formulazione della teoria Fermi hypernetted chain (Fhnc) gli hanno meritato il Premio Eugene Feenberg 2007. Un premio importante per la comunità di fisici che si occupa di fluidi fatti di particelle che interagiscono fortemente tra loro in condizioni di basse temperature nei quali i fenomeni quantistici sono dominanti, un premio istituito nel 1983 e che ha visto tra i vincitori nomi di rilievo come Anthony Legget, Nobel per la fisica nel 2003, e Walter Kohn, fisico teorico austriaco Nobel per la chimica nel 1998. Stefano Fantoni riceverà il premio in occasione della 14esima Conferenza internazionale On recent progress in many-body theories, a Barcellona dal 16 al 20 luglio. «È un premio che mi lusinga e che mi emoziona – commenta Fantoni che è stato appena informato dall’International Advisory Committee del Feenberg Award -. Io mi sento una pulce in confronto ai grandi nomi della fisica vincitori in passato del Feenberg. Vivo questo premio come una sorta di riconoscimento alla carriera». Carriera iniziata nel 1971, quando ha conseguito il Dottorato di ricerca in fisica alla Scuola Normale di Pisa con la supervisione di Sergio Rosati. Nella città toscana è rimasto fino al 1986 come docente all’Università, trascorrendo comunque numerosi periodi di ricerca all’estero: nel 1979 era al Neils Bohr Institute a Copenhagen, nel 1980 all’Institute fur Physik a Koln, nel 1981 all’Università dell’Illinois-urbana Champaign. Nel 1986 il trasferimento all’Università di Lecce per poi arrivare a Trieste nel 1992, alla Sissa, dove all’attività di ricerca è riuscito a coniugare la direzione del Laboratorio Interdisciplinare prima, del Master in Comunicazione della Scienza poi e dal 2004 della Scuola. «Il premio – spiega Fantoni - mi viene assegnato per gli studi che ho condotto sui fluidi fortemente interagenti in condizioni di bassa temperatura, dove emergono fenomeni di coerenza quantistica come ad esempio quello della superfluidità, e in particolare per quelli fatti nel campo della fisica nucleare. Lavori che riguardano i cosiddetti sistemi a multicorpi, sistemi termodinamici come l’elio liquido, la materia nucleare e quella che c’è dentro le stelle». Storicamente, la scoperta delle pulsar (1967) ha dato impulso allo sviluppo di metodologie adeguate per lo studio della materia adronica, densa e fredda: si dovevano comprendere le proprietà della materia neutronica che si trova all’interno di queste stelle, un fluido adronico, fortemente interagente ad altissima densità. Fu Hans Bethe, il fisico tedesco tra i più grandi esperti di fisica nucleare del Novecento, Nobel per la fisica nel 1967, a dare impulso alla ricerca in questo ambito: riconobbe quanto le teorie vigenti, inclusa la sua, fossero inadeguate a trattare una materia nucleare così densa. «Fu proprio Hans – commenta il direttore della Sissa tracciando l’excursus storico della fisica dei sistemi di molte particelle - a riconoscere che la Fhnc, sviluppata da un giovane fisico italiano e pubblicata sul Nuovo Cimento in un inglese improbabile, poteva rappresentare l’inizio di una nuova metodologia, basata su calcoli ab initio, che permettesse di comprendere anche in modo quantitativo le proprietà della materia nucleare e di rispondere alle domande pressanti che la fisica astronucleare stava ponendo». «Gli studi che ho condotto sulla materia nucleare, insieme a molti e bravissimi collaboratori, facendo uso della Fhnc, hanno messo in evidenza la presenza di forti correlazioni esistenti tra i nucleoni dando inizio a una fisica nucleare nuova. La presenza e l’importanza di queste correlazioni sono state verificate sperimentalmente in esperimenti di diffusione di elettroni ad energie intermedie fatti presso numerosi acceleratori europei e americani. Inoltre la teoria di Fhnc è stata applicata con successo ad altri fluidi quantistici, come l´elio liquido o il plasma di elettroni». «Questa teoria, ovviamente, come tutte le teorie - conclude - non è la fine della storia, e io stesso, dopo essermi trasferito a Trieste alla Sissa ho avuto il privilegio e la fortuna di incontrare nuovi collaboratori e imparare da loro nuove metodologie, basate su simulazioni numeriche che la superano e sulle quali sto attualmente lavorando, anche con il Centro di Ricerca Democritos dell´Infm. Ma questo fa parte della scienza: ogni passetto in avanti è sempre un nuovo inizio, in un processo fortunatamente senza fine. Come si dice, l’appetito vien mangiando». .  
   
   
CONCLUSIONE PROGETTO "VIA ALPINA, VIA DELLA PACE"  
 
 Udine, 4 giugno 2007 - Si terrà a Forni di Sopra, da martedì 5 a venerdì 8 giugno, l´evento conclusivo del progetto pilota "Via Alpina - Via della pace", sviluppato dalla Regione, tramite il Servizio per la montagna della direzione centrale Risorse agricole, naturali, forestali e montagna, nell´ambito del Progetto Interreg Iii B ´Viadventure´. Si tratta di una manifestazione di carattere internazionale, alla quale parteciperanno studenti provenienti da dieci scuole del Friuli Venezia Giulia, tre scuole slovene e tre carinziane. Nel corso delle giornate, circa 200 tra studenti, insegnanti ed esperti, svilupperanno dei laboratori didattico - educativi sui temi della pace con produzione di elaborati anche di tipo artistico e figurativo, valorizzando la cornice della ´Via Alpina´ e promuovendo una cultura di pace e di conoscenza delle genti e dei luoghi. In contemporanea verrà tenuto un corso di aggiornamento per insegnanti sulle tematiche inerenti la diffusione della cultura della pace in ambito didattico. Nella giornata conclusiva, alla quale è previsto l´afflusso di oltre 400 allievi, si terranno tornei sportivi, presentazione dei risultati dei lavori delle giornate precedenti, eventi di danza, teatro, musica, video e foto. Il progetto ´Viadventure´ rappresenta la continuazione del precedente ´Via Alpina´, realizzato tra il 2003 e il 2005, nel corso del quale è stata realizzata l´infrastrutturazione dell´omonimo itinerario escursionistico che si sviluppa per oltre 5. 000 chilometri da Muggia fino al Principato di Monaco attraverso gli otto paesi delle Alpi: Italia, Francia, Principato di Monaco, Liechtenstein, Svizzera, Germania, Austria, Slovenia. ´Viadventure´ si prefigge di promuovere un turismo naturalistico e culturale di qualità e delle iniziative didattiche correlate all´itinerario escursionistico per favorire lo sviluppo economico delle aree montane, stimolare la consapevolezza verso le potenzialità del patrimonio naturale e culturale delle Alpi e consolidare una rete di collaborazione internazionale. .  
   
   
APRE IL PRIMO CENTRO DI BIRD-WATCHING IN UNA SCUOLA ROMANA  
 
Roma, 4 giugno 2007 - Tra i frequentatori del Parco di Tor Tre Teste c´è anche una piccola e agile Garzetta. Il pregiato airone bianco con il becco nero frequenta il laghetto del parco e ha l´abitudine di pescare nell´acqua bassa i piccoli pesci, inseguendoli con lunghe falcate o insidiandoli di nascosto. Da oggi, i bambini della scuola Ferruccio Parri e gli altri frequentatori del Parco, potranno osservare la Garzetta insieme alle altre varietà di uccelli - tra cui una coppia di gheppi e una di civette - che vivono nel verde ed usano il laghetto come stazione di sosta. Con un investimento di 20 mila euro dell´assessorato capitolino all´ambiente, l´Ufficio Verde scolastico ha realizzato per gli alunni della scuola elementare, un´aula all´aperto dalla quale si possono osservare gli uccelli, senza disturbare le loro abitudini. "Il Reality show della natura appassionerà i bambini della scuola e sorprenderà i più grandi" - ha dichiarato questa mattina l´assessore all´Ambiente Dario Esposito, inaugurando il centro. "Si tratta della prima esperienza di bird-watching che apre all´interno di una scuola romana. Il centro esterno all´edificio è stato attrezzato con gazebo e panche per lezioni all´aperto mentre, nei pannelli di legno che nascondono l´aula, sono stati praticate circa 20 feritoie che consentono l´osservazione degli ambienti naturali. " Inoltre - ha continuato Esposito - per favorire l´annidamento dei volatili abbiamo piantato diverse specie arboree ed arbustive che fruttano bacche, cibo goloso per molte specie, carburante d´emergenza per gli uccelli migratori ed ottimo rifugio. " "I lavori di riqualificazione dei giardini adiacenti alla scuola - ha annunciato ancora Esposito - continueranno nei prossimi mesi con interventi altrettanto significativi volti a migliorare la fruizione delle strutture: saranno ripristinati i fondi della pista di atletica e del campo da basket, creeremo delle sedute per gli spettatori, risistemeremo le scale e i muretti in tufo, pianteremo rampicanti e siepi - ha concluso Dario Esposito, prendendo l´impegno a "installare le rastrelliere portabiciclette a servizio degli amanti delle due ruote. " .  
   
   
WORKSHOP: NUOVI MATERIALI PER AMBIENTI ESTREMI  
 
Bruxelles, 4 giugno 2007 - Il 26 e 27 giugno a Torino è prevista una serie di conferenze e discussioni sul tema dei materiali spaziali per applicazioni ad alta temperatura. Nel corso dell´iniziativa produttori, ricercatori e utenti finali dei materiali presenteranno lo stato dell´arte, con particolare riferimento ai sistemi di protezione termica dei veicoli di rientro. Saranno discussi l´utilizzo di tecniche specifiche, nonché le strutture per la sperimentazione dei materiali in condizioni che simulano l´ambiente estremo dello spazio. Il workshop si pone l´obiettivo di fornire una panoramica dei materiali spaziali per le applicazioni ad alta temperatura e offrirà l´opportunità di dibattere le più recenti evoluzioni nel settore dei materiali spaziali e le prospettive future. L´iniziativa è organizzata nel quadro del progetto Extremat, finanziato dall´Ue. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Extremat. Org .  
   
   
TAGLIAMENTO, MAGISTRATO ACQUE PER PROGETTO E V.I.A.  
 
Trieste, 4 giugno 2007 - La Giunta regionale ha approvato - su proposta del vicepresidente e assessore ai Lavori pubblici, Gianfranco Moretton, il progetto preliminare relativo alla realizzazione delle opere per la laminazione delle piene nel medio corso del fiume Tagliamento, redatto da un Raggruppamento temporaneo di imprese, subordinato all´ottenimento di parere favorevole di Valutazione di impatto ambientale. Nel contempo è stato approvato anche lo schema di un atto aggiuntivo di Accordo fra pubbliche amministrazioni per l´assunzione da parte del Magistrato alle Acque di Venezia delle incombenze relative allo sviluppo della progettazione e alla conduzione dei lavori. La spesa complessiva prevista ammonta a oltre 4 milioni e 100 mila euro. Il Piano stralcio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del Tagliamento, adottato a suo tempo dall´Autorità di Bacino e approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 agosto 2000, prevede quale intervento prioritario la realizzazione di opere di laminazione delle piene e, più precisamente, di tre casse di espansione lungo il medio corso del fiume. Data la complessità della materia e delle opere da progettare e realizzare, nel 2006 veniva sottoscritto un Accordo tra Regione e Magistrato alle Acque di Venezia - soggetto dotato della massima qualificazione ed esperienza nella realizzazione di grandi opere idrauliche - in base al quale il Magistrato stesso avrebbe fornito il proprio supporto per i necessari approfondimenti progettuali e coordinato lo sviluppo delle progettazioni delle opere per la laminazione delle piene del Tagliamento e degli interventi complementari, assumendo a proprio carico le incombenze relative alla fase di realizzazione delle opere. Con l´Atto aggiuntivo ora approvato, il Magistrato alle Acque si impegna ad assumere a proprio carico tutte le incombenze relative alla progettazione, alla conduzione dei lavori nonché ai compiti di responsabile della sicurezza per la progettazione esecutiva delle opere e degli interventi per la laminazione delle piene nel medio e basso corso del fiume Tagliamento. In particolare, per quanto attiene alla progettazione definitiva, intendendosi compresi in tale fase anche lo studio di impatto ambientale e il modello fisico, essa sarà sviluppata dal Magistrato all´interno della propria struttura, con ampia facoltà di avvalersi di specifiche professionalità esterne, commisurate alla specificità degli argomenti correlati alla progettazione, curando tutti gli aspetti necessari per poter soddisfare i requisiti necessari all´acquisizione del parere favorevole di valutazione di impatto ambientale (Via), nonché a sviluppare gli eventuali adeguamenti progettuali che dovessero rendersi necessari a seguito di prescrizioni e/o integrazioni che dovessero emergere in tale sede. Rimangono in carico alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia l´espletamento delle procedure autorizzative, l´approvazione del progetto definitivo, nonché il globale onere finanziario che avverrà tramite trasferimento di fondi al Magistrato alle Acque. Ad avvenuta acquisizione della positiva Via, il Magistrato alle Acque provvederà al completamento della progettazione definitiva, ivi compresa la realizzazione di "modello fisico" presso il proprio Centro Sperimentale per modelli idraulici di Voltabarozzo (Pd) . Ad avvenuta formale approvazione, da parte della Regione, del progetto definitivo corredato dalla Via, il Magistrato alle Acque provvederà ad attivare le procedure di progettazione esecutiva e di appalto delle opere, nonché le incombenze relative a direzione dei lavori e responsabile della sicurezza in fase di esecuzione, secondo la metodologia che sarà concordata tra i soggetti firmatari dell´Accordo. .  
   
   
RIFIUTI, RIVOLUZIONE “PORTA A PORTA”: A COLLI ANIENE DIFFERENZATA AL 63%  
 
Roma, 4 giugno 2007 - Raccolta differenziata a livelli record nel quartiere di Colli Aniene dove, per la prima volta nel Comune di Roma, il 63% dei rifiuti è stato separato ed avviato al riuso grazie al sistema “porta a porta”, con l’introduzione della raccolta degli scarti alimentari. “Un dato di portata storica che supera ogni aspettativa” - ha dichiarato l’assessore all’ambiente Dario Esposito. “il sistema di raccolta domiciliare, avviato il 4 maggio nel quartiere Colli Aniene con la rimozione dei cassonetti stradali, ha sortito effetti straordinari. Grazie all’impegno di 2000 famiglie e di 100 gestori di utenze non domestiche coinvolti nel progetto, in sole tre settimane sono state recuperate complessivamente 35,8 tonnellate di rifiuti. Al primato della carta recuperata, ben 11 tonnellate, si aggiunge l’ottimo risultato ottenuto nella raccolta del multimateriale (plastica, vetro e metallo) che supera le 10 tonnellate. Particolarmente significativo il dato che riguarda i rifiuti organici: circa 16 tonnellate di scarti alimentari saranno trasformati in compost di alta qualità. La quantità di materiali non riciclabili, invece, è di sole 21 tonnellate, cioè circa il 37% di tutti i rifiuti prodotti nell’area di sperimentazione. Il risultato eccezionale delle prime tre settimane di applicazione del nuovo sistema di raccolta dovrà essere confermato nei prossimi mesi; pensiamo, comunque, che nonostante l’assestamento del servizio, le percentuali di materiali differenziati non subiranno variazioni significative. Questo conferma la validità del “porta a porta” che, raggiungendo direttamente i cittadini, facilita il processo della differenziazione dei rifiuti e migliora la qualità della raccolta, rendendo più appetibile il materiale per i consorzi del recupero. Il prossimo 6 giugno avvieremo la sperimentazione nel quartiere di Decima e poi a Massimina, fino a coinvolgere 30 mila cittadini in tutto. L’ottimo risultato raggiunto ci spinge, dunque, a confermare che è possibile chiudere così il ciclo dei rifiuti nel modo più ecologicamente sostenibile. Voglio personalmente ringraziare le famiglie ed i gestori di utenze commerciali che hanno aderito con grande entusiasmo alla sperimentazione. ” .