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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Novembre 2007
PROGETTO UE MIGLIORERÀ LE LINEE GUIDA PER LA PRATICA CLINICA ONCOLOGICA IN EUROPA  
 
Bruxelles, 5 novembre 2007 - Assicurare che gli ultimi risultati della ricerca sul cancro vengano tradotti in una serie di linee guida per la pratica clinica in Europa è l´obiettivo del progetto finanziato dall´Ue Cocancpg (Coordination of Cancer Clinical Practice Guidelines in Europe). La maggior parte dei paesi europei attualmente dispone di programmi per le linee guida di pratica clinica (Cpg), progettati per promuovere la trasposizione dei risultati della ricerca nella pratica clinica. Tuttavia, nonostante i continui sviluppi nell´ambito della diagnosi e della cura dei tumori, i tassi di sopravvivenza variano notevolmente in Europa. I precedenti lavori del consorzio Cocancpg hanno rivelato elevati livelli di duplicazione e di frammentazione in molti di questi programmi. Il nuovo progetto riunisce 17 organizzazioni coinvolte nel finanziamento e nella gestione di programmi nazionali o regionali relativi alle linee guida oncologiche di tutta l´Europa. Esso è finanziato nell´ambito del Sesto programma quadro (6°Pq) in qualità di Era-net. I partner lavoreranno insieme ad una gestione congiunta delle priorità di pertinenza reciproca nella ricerca e nello sviluppo di linee guida oncologiche, al fine di evitare la duplicazione e la frammentazione. In questo modo essi auspicano di migliorare la trasposizione dei risultati della ricerca sul cancro nelle pratiche di cura dei tumori. I partner del progetto hanno già avviato il lavoro, conducendo un´analisi comparativa dei programmi Cpg dei partner del progetto. Questo ha consentito ai partner di condividere informazioni e ha rivelato una serie di differenze in termini di portata dei programmi, di struttura organizzativa e di distribuzione delle capacità. Sono emerse altresì notevoli differenze di bilancio: alcuni di questi programmi dispongono di appena 4 000 Eur, mentre altri possono avvalersi di 450 000 Eur. L´analisi comparativa costituirà la base di future attività congiunte per lo sviluppo di linee guida e aiuterà a riunire una massa critica di ricerca da integrare nei metodi delle linee guida. Questi sforzi saranno ulteriormente sostenuti attraverso la creazione di una piattaforma comune per la condivisione di informazioni e competenze. La piattaforma fornirà informazioni sulle priorità della ricerca clinica, evidenziando i settori in cui è ancora necessario raccogliere ulteriori prove. Sarà accessibile agli operatori sanitari, ai responsabili politici e ai pazienti stessi. I partner del progetto auspicano infine di creare una struttura sostenibile per potenziare il coordinamento e la cooperazione tra i programmi individuali che si protrarranno oltre la fine del progetto. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Cocancpg. Eu/ .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA RINVIA LA LEGISLAZIONE SUI CAMPI ELETTROMAGNETICI  
 
Bruxelles, 5 novembre 2007 - La Commissione europea ha posposto la legislazione sull´esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici, che avrebbe limitato l´impiego di dispositivi medici salvavita di imaging. Il rinvio dal 2008 al 2012 della direttiva comunitaria concernente gli agenti fisici è volto a concedere all´Ue un tempo maggiore per effettuare ulteriori ricerche sui potenziali rischi per la salute associati all´esposizione alle apparecchiature per le immagini a risonanza magnetica (Mri). I macchinari Mri vengono utilizzati per rilevare i primi segnali di cancro, tumori al cervello e altre patologie gravi, e consentono ai medici di curare 8 milioni di pazienti l´anno. «La Commissione riconferma il proprio impegno nei confronti della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Tuttavia, non è mai stata intenzione della presente direttiva impedire l´applicazione nella prassi dell´Mri. La Commissione riconosce ovviamente l´Mri quale tecnologia in grado di offrire evidenti vantaggi ai pazienti, e continua a sostenere finanziariamente la ricerca in tale campo», ha commentato Vladimír Spidla, commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità. «Il rinvio del recepimento concederà il tempo necessario a rivedere l´attuale direttiva e a modificarne le disposizioni che sono state additate come problematiche da studi scientifici recenti. Nel corso di tale revisione, la Commissione raccomanda agli Stati membri di tenere in sospeso il recepimento dell´attuale direttiva», ha aggiunto. La direttiva è stata adottata nel 2004 e dovrebbe entrare in vigore nell´aprile 2008, tuttavia gli scienziati e i deputati britannici hanno espresso il loro parere contrario affermando che i rischi potenziali per la salute associati ai macchinari Mri sarebbero esagerati e basati su una valutazione dei rischi che risale a 10 anni fa. Un anno fa un comitato per la scienza e la tecnologia della Camera dei comuni britannica ha criticato la legge in una relazione in cui si affermava: «è deplorevole che l´impatto della direttiva sulle procedure di Mri non sia stato stabilito prima di adottare la direttiva. » «Il presente studio di casi illustra quali siano le potenziali conseguenze quando i responsabili politici omettono di richiedere un´approfondita consulenza scientifica nelle prime fasi del processo di formulazione della politica e omettono di affidare l´incarico per lo svolgimento delle ricerche necessarie per informare tale processo quando esistono incertezze o lacune in termini di conoscenza», si legge nella relazione. Quale parte del Settimo programma quadro (7°Pq), nel 2007 l´Ue investirà circa 6 Mio Eur per lo sviluppo di sistemi ibridi di imaging quali Mri/pet e Mri/ultrasound. Per ulteriori informazioni consultare: http://ec. Europa. Eu/employment_social/health_safety/index_en. Htm http://www. Senseaboutscience. Org. Uk/index. Php/site/project/17/ .  
   
   
RICERCATORI UE DECODIFICANO LA STRUTTURA DI PROTEINE FONDAMENTALI  
 
Bruxelles, 5 ottobre 2007 - Un´équipe di ricercatori finanziati dall´Unione europea ha decifrato la struttura di una proteina di membrana che è responsabile della trasmissione di messaggi dall´esterno all´interno della cellula. Le proteine di membrana sono coinvolte nello sviluppo di diverse patologie e come tali sono uno dei principali bersagli per lo sviluppo di farmaci. Lo studio, che è stato pubblicato on line dalla rivista «Nature», è stato finanziato a titolo del progetto Imps (Innovative tools for membrane structural proteins, ossia Strumenti innovativi per proteine strutturali di membrana) del Sesto programma quadro. Nel frattempo, la Commissione europea ha annunciato che sosterrà altri due progetti sulle proteine di membrana nell´ambito del Settimo programma quadro (7°Pq). La proteina studiata dal gruppo Imps è un recettore accoppiato a G proteine (G protein-coupled receptor, Gpcr). Nell´uomo sono presenti circa 700 Gpcr, quantità che fa di questi recettori la più grande famiglia di proteine di membrana delle cellule. Il loro compito è individuare la presenza di molecole all´esterno della cellula e innescare reazioni al suo interno. Questi recettori sono determinanti per il controllo della pressione sanguigna, del battito cardiaco e dei processi digestivi. Inoltre, intervengono nel processo di percezione visiva e olfattiva nonché nella regolazione del comportamento, dello stato d´animo e della risposta immunitaria. Circa la metà di tutti i farmaci moderni agisce sui Gpcr, che sono oggetto di un´intensa ricerca da parte delle imprese farmaceutiche. Negli ultimi decenni gli scienziati sono riusciti ad approfondire le nostre conoscenze sui Gpcr. Tuttavia, la scarsità e l´instabilità di questi recettori in laboratorio ha ostacolato i tentativi di scoprire la maniera in cui la struttura delle proteine influenza il loro modo di trasmettere segnali attraverso la membrana cellulare. In quest´ultima ricerca, il gruppo internazionale di scienziati ha utilizzato le più recenti tecniche nell´ambito dell´espressione e della cristallizzazione proteica e della microcristallografia per ottenere una struttura cristallina ad alta definizione del beta 2-adrenorecettore umano, che svolge un ruolo importante nella fisiologia cardiovascolare e polmonare. «Questo è un esempio di ricerca di base che dopo molti anni ha finalmente dato i suoi frutti», ha dichiarato il dottor Gebhard Schertler, del Medical Research Council (Regno Unito), che studia i Gpcr da molti anni. «Il lavoro che abbiamo svolto in collaborazione con il Laboratorio europeo di radiazione di sincrotrone per lo sviluppo di tecniche di microcristallografia ad alta brillanza è stato fondamentale in questo senso. » «La metodologia, che prevede l´espressione e la stabilizzazione del recettore seguita dalla microcristallografia ad alta brillanza, fornisce una valida strategia per decodificare la struttura di molti Gpcr e di altre proteine di membrana clinicamente importanti. » I due nuovi progetti destinati a essere finanziati nell´ambito del 7°Pq riceveranno circa 11 Mio Eur l´uno e inizieranno nel 2008. Obiettivo del progetto Edict (European drug initiative on channels and transporters, l´Iniziativa europea per i farmaci in materia di canali e trasportatori) è caratterizzare la struttura di diverse superfamiglie di membrane negli esseri umani e nei microrganismi patogeni, coprendo una vasta serie di malattie umane e affrontando questioni di salute globale. Il progetto Neurocypres [Neurotransmitter Cys-loop receptors (Clrs): structure, function and disease, Recettori pentamerici di neurotrasmettitori: struttura, funzione e patologia] si concentrerà su un´unica classe di canali fisiologicamente importanti denominati recettori pentamerici (o Cys-loop), che sono stati identificati come bersagli farmacologici per il trattamento di diverse malattie, tra cui il morbo di Alzheimer e quello di Parkinson, alcune forme di epilessia e la dipendenza da nicotina. Per ulteriori informazioni consultare: «Nature»: http://www. Nature. Com/nature Medical Research Council: http://www. Mrc. Ac. Uk Ricerca sulla salute nell´ambito del 7°Pq: http://cordis. Europa. Eu/fp7/cooperation/health_en. Html .  
   
   
I CHIRURGHI DEL DNA RICERCATORI DELL’ISTITUTO SAN RAFFAELE-TELETHON PER LA TERAPIA GENICA HANNO MESSO A PUNTO UNA TECNICA PER RISCRIVERE LA SEQUENZA DEL DNA DI CELLULE UMANE. IMPORTANTI PROSPETTIVE PER LA TERAPIA DI MALATTIE GENETICHE ANCORA INCURABILI.  
 
 Milano, 5 novembre 2007 - Per la prima volta, un gruppo di ricercatori dell’Istituto San Raffaele-telethon per la Terapia Genica e dell’Università Vita Salute San Raffaele, in collaborazione con Sangamo Biosciences, ha riscritto una sequenza di Dna in cellule staminali umane, sfruttando dei virus modificati. I virus fungendo da “vettori” hanno veicolato una sorta di “equipe di chirurghi” che ha sostituito i pezzi di Dna difettosi direttamente nelle cellule in vitro. Il lavoro è stato pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista Nature Biotechnology. Fino ad oggi per correggere un difetto genetico bisognava introdurre dall’esterno una copia artificiale del gene che ripristinasse la funzione difettosa di una cellula ma questa tecnica poteva solo approssimare il funzionamento di una cellula normale. Infatti il gene artificiale non può ricapitolare tutte le proprietà di quello normale e, non ritrovandosi nella sua sede naturale nel Dna, manca della normale regolazione. Con questo nuovo approccio sarà invece possibile correggere direttamente il Dna, ripristinando sia la corretta sequenza sia il normale controllo di un gene. Il Gene Targeting Il metodo utilizzato è il gene targeting, fondamentale per studiare la funzione dei geni e la loro associazione alle malattie, come riconosciuto al suo scopritore Mario Capecchi, premio Nobel per la Medicina e Fisiologia di quest’anno. Grazie a questa tecnica il ricercatore può scegliere come e quali sequenze di Dna del genoma vuole cambiare e ciò permette di valutare nel dettaglio la funzione di ogni gene durante lo sviluppo embrionale o nelle fasi successive. Questo avviene attraverso la cosiddetta ricombinazione omologa, quel fenomeno naturale per cui nel caso una copia del Dna venga irreversibilmente danneggiata, la cellula sfrutta l’altra copia per riparare il Dna e ricopiare fedelmente le informazioni andate perdute. Tutte le cellule infatti contengono un doppio patrimonio di informazioni genetiche, originato per metà dalla madre e metà dal padre. Fino ad ora il gene targeting è stato utilizzato nei topi per creare modelli di malattie da studiare ma da tempo si era proposto di verificarne l’applicazione alle cellule di un individuo affetto da una malattia genetica per correggere la mutazione responsabile e ripristinarne la funzione. Purtroppo, però, la frequenza con cui si ottiene gene targeting con le tecniche convenzionali è talmente bassa da impedirne questo utilizzo. Infatti, solo una cellula su 10. 000 o 100. 000 cellule trattate contiene la modificazione voluta e deve essere ricercata tra le altre come il tradizionale ago in un pagliaio. La Strategia Dei Ricercatori L’ostacolo e’ stato ora superato dallo sforzo congiunto dei ricercatori dell’Istituto San Raffaele-telethon per la Terapia Genica del San Raffaele di Milano e della Sangamo Biosciences. Grazie alla combinazione delle tecniche sviluppate dai due gruppi di ricerca la percentuale di successo di questa tecnologia è aumentata fino al 50% delle cellule trattate. I ricercatori californiani hanno sviluppato una potente tecnologia che ingegnerizza le proteine indirizzandone l’azione su una specifica sequenza di Dna. Dopo aver identificato una regione da bersagliare, costruiscono dei “chirurghi molecolari” assemblando “dita di Zinco” (Zinc Finger), moduli proteici ciascuno dei quali si lega ad una particolare tripletta di basi del Dna, con un microbisturi, l’enzima che taglia il Dna (nucleasi). Il taglio della sequenza di Dna prescelta stimola potentemente la ricombinazione omologa. Lo sfruttamento di questa tecnologia e’ però stato finora limitato dalla difficoltà di introdurre nelle cellule i componenti necessari. I ricercatori del San Raffaele-tiget hanno sfruttato la grande esperienza nel disegno ed utilizzo di vettori per la terapia genica per costruire un virus modificato capace di veicolare tutta l’equipe microchirurgica nelle cellule che una volta introdotta nella cellula ha potuto svolgere il suo lavoro e modificarne il Dna. Commenta Angelo Lombardo, dottorando di ricerca dell’Università Vita Salute San Raffaele che ha eseguito molti degli esperimenti al San Raffaele-tiget: “I nostri risultati ampliano le prospettive di impiego delle cellule staminali in terapia. Le cellule staminali sono la riserva naturale dell’organismo per il ricambio e la riparazione dei tessuti. Una volta isolate le cellule staminali del sangue da un paziente affetto da malattia ereditaria, la possibilità di modificarne con precisione le informazioni genetiche ci consentirà di correggere la mutazione responsabile della malattia e di reinfonderle nell’organismo per generare globuli bianchi e rossi sani. ” Aggiunge però cautela il professor Luigi Naldini, condirettore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica e coordinatore dello studio: “Il nostro lavoro ha fornito una importante prova di principio, ma per l’applicazione alla terapia dobbiamo ancora aspettare. Bisognerà prima valutare con attenzione le possibili complicanze della chirurgia molecolare del Dna. Se tutto andrà per il meglio, tra 4/5 anni potremo cominciare a sperimentare la “correzione del Dna” proprio in quelle malattie come l’immunodeficienza congenita legata al cromosoma X in cui la terapia genica ha dimostrato la sua potenzialità ma anche i rischi legati ad una espressione non controllata del gene terapeutico. ” Il lavoro e’ stato co-finanziato da Telethon, Unione Europea e Sangamo Biosciences. Le Malattie Genetiche - Le malattie genetiche sono malattie causate da un’alterazione dei geni. Sono circa 7000 e di queste solo 933 sono diagnosticabili con uno screening genetico e ancora meno sono quelle che hanno già una cura efficace. Tra queste vi sono le immunodeficienze congenite, la distrofia muscolare di Duchenne, la talassemia, l’emofilia, la leucodistrofia metacromatica. .  
   
   
RICERCATORI BRITANNICI SVILUPPANO CEMENTI OSSEI PER FRATTURE SPINALI  
 
Bruxelles, 5 ottobre 2007 - Gli scienziati dell´Università di Leeds e della Queen´s University Belfast (Regno Unito) stanno sviluppando nuovi cementi biologici per riparare le «fratture da scoppio» della colonna vertebrale. La nuova ricerca, che riceve un finanziamento di oltre 700 000 Eur dall´Engineering and Physical Sciences Research Council (Epsrc), ossia il Consiglio britannico delle ricerche per le scienze fisiche e ingegneristiche, potrebbe offrire speranza alle vittime delle lesioni spinali più devastanti. Queste ultime sono il più delle volte la conseguenza di incidenti stradali o di traumi simili e quindi richiedono spesso interventi chirurgici invasivi e molto complessi. Oltre 1 000 ricoveri all´anno nei reparti di pronto soccorso degli ospedali del servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) sono dovuti a lesioni di questo tipo. Le fratture da scoppio ricorrono prevalentemente nei più giovani. Tuttavia, non esiste un numero sufficiente di dati sugli effetti a lungo termine dell´impiego dei cementi esistenti per la cura di questo tipo di lesioni. Attualmente, i cementi ossei vengono utilizzati con più frequenza nei pazienti anziani che soffrono di osteoporosi, attraverso una procedura nota come vertebroplastica, ma le fratture spinali da scoppio presentano maggiori complicazioni. «Questo tipo di frattura provoca la frammentazione della vertebra e nei casi gravi tali frammenti ossei possono essere spinti nel midollo spinale», dichiara la dottoressa Ruth Wilcox dell´Istituto di ingegneria medica e biologica di Leeds. «I chirurghi possono riassemblare i frammenti ossei e stabilizzare la colonna grazie all´impiego di viti e asticelle metalliche, tuttavia i pazienti con queste lesioni versano spesso in condizioni molto gravi, pertanto la migliore cura è quella meno invasiva. » «Questi materiali possono essere iniettati nel sito della frattura e simulano la composizione chimica delle ossa», spiega il dottor Fraser Buchanan della scuola di ingegneria aerospaziale e meccanica della Queen´s University. Mentre a Belfast gli esperti avranno il compito di sviluppare e sperimentare i nuovi cementi, l´équipe di Leeds fornirà i dati utili a sostenere lo sviluppo nonché simulare, attraverso un modello computerizzato, il modo in cui i nuovi materiali agiranno nei pazienti. Nel caso di pazienti con osteoporosi, sembra che i cementi esistenti favoriscano lo sviluppo di fratture nelle vertebre vicine a quelle che hanno subito la vertebroplastica. «Questo si può spiegare in quanto i cementi attuali sono più rigidi della struttura ossea e causano uno squilibrio nel modo in cui la colonna sostiene il peso», afferma la dottoressa Wilcox. «È chiara la necessità di sviluppare biomateriali le cui proprietà corrispondano il più possibile a quelle delle ossa vere e proprie», aggiunge il dottor Buchanan. «Questo progetto offre l´opportunità ideale di utilizzare le preziose competenze messe a disposizione dal raggruppamento al fine di prevedere gli effetti dei cementi sviluppati più di recente e di integrare persino agenti biologici intesi ad assistere il processo di guarigione del corpo. » Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Leeds. Ac. Uk/ .  
   
   
EPATITE B CRONICA, STOP AI DANNI DEL FEGATO PREOCCUPA LA SCARSA PERCEZIONE DEI COSTI SOCIALI ED ECONOMICI DELLA MALATTIA PRESENTATI IMPORTANT RISULTATI CON ENTECAVIR  
 
Boston, 5 novembre 2007 - L’epatite B cronica è una malattia grave che rappresenta la prima causa di insorgenza del tumore del fegato. In Italia, la malattia epatica da virus B rimane un rilevante problema di salute pubblica, nonostante la disponibilità di un vaccino efficiente ed il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie abbiano prodotto una riduzione dell’incidenza di infezione da tale virus negli ultimi anni. Il virus dell’epatite B, una volta penetrato nell’organismo si localizza nelle cellule del fegato dove è in grado di riprodursi in grande quantità sfruttando mutazioni genetiche che aggirano l’effetto terapeutico dei farmaci antivirali. Dal congresso annuale dell’Aasld, due important novità per il trattamento di questa patologia: massima attenzione alla quantità di virus in circolo, associata ad un maggior rischio di sviluppare carcinoma epatico ed ampio consenso su una nuova molecola da poco disponibile – l’Entecavir – che, attraverso una potente e rapida inibizione dalla riproduozione virale reduce significativamente il rischio che forme virali farmacoresistenti possano svilupparsi. I dati a 4 anni presentati a Boston indicano che il 99% dei pazienti trattati con Entecavir non hanno sviluppato resistenze e addirittura nel 91% il virus non è rilevabile. “Risultati davvero importanti – sottolinea il prof. Giovanni Raimondo, direttore dell’Unità operativa epatologia e biomolecolare dell’Università di Messina - Oggi, grazie ai progressi della ricerca, la comunità scientifica e i pazienti hanno nell’Entecavir una nuova arma che certamente potrà modificare – migliorandolo – l’approccio terapeutico alla patologia da virus B”. Fino ad oggi i timori di insorgenza di resistenze hanno ritardato il ricorso ai trattamenti, ora non si deve più rimandare: bisogna trattare prima che il danno epatico sia troppo avanzato. “Deve essere impegno di tutti far aumentare attenzione e consapevolezza su queste gravi conseguenze” – dichiara da Boston il prof. Baruch S. Blumberg, lo scopritore del virus dell’epatite B e per questo Premio Nobel per la medicina nel 1976 – “I nuovi farmaci stanno dimostrando di essere davvero efficaci nell’abbassare la carica virale senza creare problemi di resistenza”. Nel nostro Paese si stimano 20 mila persone in terapia, ma molte di più potrebbero trarre beneficio da un trattamento efficace per arrestare l’evoluzione di questa malattia. Entecavir, disponibile anche in Italia in fascia H, è stato sviluppato specificatamente per il virus dell’epatite B, ed è in grado di bloccare la replicazione virale e superare il problema della resistenza segnando un importante passo avanti nel trattamento dell’epatite B cronica. “Presenta un bassissimo rischio di sviluppare resistenza perché sono necessarie almeno 3 mutazioni differenti per generare un ceppo virale risistente: si tratta – conclude il prof. Raimondo - di un farmaco ad ‘alta barriera genetica’”. .  
   
   
PROGETTO UE SULLA PLASTICA NATURALE IMPRIME SLANCIO ALLO SVILUPPO DEGLI IMPIANTI OSSEI  
 
Bruxelles, 5 novembre 2007 - Secondo alcuni ricercatori europei che studiano gli impianti ossei il futuro potrebbe risiedere nella plastica naturale; a loro parere, infatti, questo materiale è maggiormente in grado di adattarsi allo scheletro e pertanto consentirebbe di eliminare la necessità di sottoporsi a nuovi interventi. Gli scienziati, che lavorano al progetto finanziato dall´Unione europea Newbone, sono impegnati nella ricerca e nello sviluppo delle proprietà delle fibre composite per simulare quelle delle ossa e sostituire gli impianti in acciaio inossidabile utilizzati attualmente. «Stiamo lavorando a una variante di fibre composite (ossia plastica rinforzata) dotata di proprietà che sono compatibili con le ossa dello scheletro. Questo significa che le proprietà meccaniche dell´impianto saranno identiche a quelle delle ossa e che l´impianto sarà perfettamente compatibile con lo scheletro», spiega Karri Airola, ricercatore presso lo University College di Borås (Svezia). I ricercatori di nove paesi europei ritengono che i nuovi materiali da impianto siano dotati di un effettivo potenziale che occorre sviluppare ulteriormente. «La combinazione di polimeri e fibra di vetro permette di creare materiali molto resistenti e il trattamento della loro superficie con vetro bioattivo consente al tessuto osseo di crescere intorno a questi impianti», afferma il dottor Airola. «I nuovi impianti ossei forniranno diversi vantaggi rispetto a quelli in metallo. Questi ultimi, infatti, talvolta espongono il paziente al rischio di doversi sottoporre a un nuovo intervento per la sostituzione dell´impianto. Nel caso degli impianti in fibra composita, invece, il rischio è minore, poiché le proprietà di questi materiali sono più simili a quelle delle ossa», ha aggiunto. Le persone che soffrono di osteoporosi o di cancro alle ossa o che sono state vittime di infortuni sportivi o incidenti stradali sono i probabili destinatari di questo tipo di impianti. Il mercato globale ha un fatturato annuo di 700 Mio Eur. Si tratta di una cifra che aumenta annualmente di circa il 20% a causa dell´invecchiamento demografico. Uno degli obiettivi del progetto è rafforzare la competitività del settore impiantistico europeo in questo settore di nicchia. «Riteniamo che i nuovi impianti biostabili e biodegradabili costituiscano un´importante soluzione avanzata di assistenza sanitaria a livello mondiale», afferma il professore ortopedico Hannu Aro dell´Università di Turku (Finlandia). Gli scienziati presenteranno le loro conclusioni provvisorie in occasione di una conferenza che si terrà presso lo University College di Borås (Svezia), il 5 e 6 novembre 2007. I risultati finali della ricerca verranno poi illustrati nel 2011 e la produzione dei nuovi materiali sarà probabilmente avviata subito dopo quella data. Il progetto, finanziato a titolo del Sesto programma quadro (6°Pq), avrà un bilancio complessivo di 6,5 Mio Eur. Oltre la metà dei partner di Newbone è costituita da piccole e medie imprese (Pmi). Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Hb. Se/ih/polymer/newbone/default. Asp .  
   
   
BOLZANO: APPROVATI TRE PROGETTI DI RICERCA IN CAMPO SANITARIO  
 
Bolzano, 5 novembre 2007 - Tre progetti di ricerca nel settore della medicina, presentati da medici altoatesini e autorizzati dal Ministero, sono stati approvati dalla Giunta provinciale. L´alto Adige come sito di ricerca in campo sanitario viene in tal modo valorizzato e rafforzato, sottolinea l´assessore provinciale alla Sanità Richard Theiner. Nel quadro del bando nazionale del Ministero della Salute, l´Assessorato provinciale aveva presentato nel 2006 per la prima volta quattro progetti, tutti approvati nel 2007 con una dotazione di fondi statali di ricerca pari a 1,2 milioni € complessivi. Per ciascun progetto è previsto un contributo finanziario della Provincia. La Giunta provinciale ha ora approvato il progetto "Diagnosi e trattamento di disabilità visiva dovuta a deficit limbare bilaterale totale", il progetto "La gestione integrata tra ospedale e territorio dello scompendio cardiaco cronico" e infine il progetto relativo a "Ruolo dei peptidi natriuretici in ictus e infarto del miocardio - studio epidemiologico e genetico dell´ipertensione arteriosa e dell´ipertrofia cardiaca in una popolazione isolata dell´Alto Adige". Per ciascuno dei tre studi di ricerca la Provincia aggiunge 50mila € al contributo statale. "L´approvazione della Giunta sancisce l´avvio ufficiale dei progetti di ricerca - spiega l´assessore Theiner - e offre nuovo impulso per migliorare la qualità della gestione in campo sanitario. " .  
   
   
FIRENZE ALL’AVANGUARDIA MONDIALE CONTRO IL TUMORE AL SENO  
 
 Firenze, 5 novembre 2007 – Chiusosi il 31 ottobre con la partecipazione di 1500 specialisti, il quarto congresso biennale Attualità in Senologia conferma Firenze come centro all’avanguardia mondiale in materia di tumore al seno, scuola tra le più conosciute in Europa, insieme a Milano, al punto che ormai da anni il presidente eletto dalla European Breast Cancer Society è fiorentino: ieri Luigi Cataliotti, chirurgo oncologo all’ospedale di Careggi, da alcuni giorni Marco Rosselli Del Turco, direttore scientifico del Centro Studio e Prevenzione Oncologica (Cspo) della Regione Toscana. In qualità di presidente del congresso, che a Firenze ha sede permanente, lo stesso Cataliotti ne traccia un bilancio di particolare importanza e prestigio, tanto dal punto di vista delle presenze che da quello scientifico. Hanno difatti partecipato i maggiori specialisti italiani, a cominciare da Umberto Veronesi che lunedì ha aperto i lavori presentando un quadro per molti aspetti confortante circa lo stato della ricerca, l’evoluzione della malattia (in netta frenata) e gli strumenti per contrastarla ulteriormente. I progressi sono tali, ha detto in sintesi Veronesi, che il cancro al seno non deve fare più paura. “Il successo di Attualità in Senologia”, spiega Cataliotti, “ha le sue radici nella dimensione di eccellenza in oncologia, che da anni distingue Firenze e la Toscana, sia per le qualità professionali degli operatori, che per le politiche sanitarie. Grazie all’organizzazione della Scuola Italiana di Senologia, il congresso può peraltro sempre contare sui più alti contributi”. Tra le grandi novità presentate da questa quarta edizione, alcune riguardano la farmacoprevenzione (il Raloxifene, usato per combattere l’osteoporosi, si è ora dimostrato capace di abbattere del 50% l’insorgenza della malattia nelle donne ad alto rischio), altre la chirurgia e le tecniche di oncoplastica ormai così evolute da esorcizzare lo spettro della mutilazione che da sempre terrorizza le donne. Altre novità riguardano invece la possibilità di effettuare trattamenti di chemioterapia e ormonoterapia mirati sulla singola paziente e sullo specifico tumore. Altre ancora una serie di nuovi studi: a Firenze sulla radioterapia (Partial Breast Radiation); a Genova ( Tamoxifene a basso dosaggio) e a Milano (Fenretinide) sulla farmacoprevenzione, di nuovo a Firenze sugli stili di vita (Studio Europeo su Alimentazione e Cancro, Epic). Quanto agli strumenti diagnostici, il congresso ha finalmente dettato le attesissime regole per l’uso della risonanza magnetica (Documento di Consenso), mentre i nuovi mammografi digitali hanno dimostrato la capacità di accertare tumori in fase precocissima. Il 20% in più, secondo uno studio del Cspo su 28 mila donne che hanno partecipato al programma di screening di Firenze. In tema di prevenzione Firenze vanta peraltro un pedigree eccezionale, giacché qui, nel 1970, fu fatto il primo screening di massa in Europa, il secondo al mondo. E, come noto, accertare un tumore in fase precoceè quasi sempre decisivo per l’esito benigno della malattia. L’aspetto principale che risalta in questo quarto Attualità in Senologia è comunque la definitiva acquisizione di un concetto: che, al di là di farmaci e tecniche, al centro di tutto c’è la donna, ovvero tante singole donne, ognuna con la sua psicologia e sensibilità da rispettare. Un concetto che oggi può forse apparire scontato, ricorda Cataliotti, è in realtà costato anni di duro impegno. Da qui, oggi, anche l’importanza tutt’altro che secondaria del cosiddetto follow up, ovvero dell’assistenza dopo l’intervento chirurgico. Ha detto Veronesi: “Il rapporto medico-paziente deve diventare una componente fondamentale della cura senologica. Le terapie del futuro nascono dal bisogno di associare a una maggiore efficacia il rispetto dei risvolti psicologici e umani delle donne. Non c’è cura del corpo, senza cura della mente”. .  
   
   
ACCORDO REGIONE LAZIO-MINISTERO SALUTE PER PREVENZIONE TUMORE AL SENO  
 
Roma, 5 novembre 2007 - Al via nel Lazio la battaglia contro il tumore al seno. L’accordo, concluso tra la Regione e il ministero della Salute, prevede uno stanziamento di 176mila euro per divulgare materiale informativo in 1. 600 farmacie e in 4. 000 studi medici del Lazio. Nella regione, secondo i dati dell’Agenzia di sanità pubblica, ogni anno si ammalano di tumore 3. 400 donne e ne muoiono circa un migliaio. L’obiettivo è convincere un numero sempre maggiore di donne ad avviare un´azione di prevenzione, sottoponendosi periodicamente a screening .  
   
   
MECCANISMO INTERNAZIONALE DI CONSULENZA SCIENTIFICA SULLA BIODIVERSITÀ  
 
Montpellier (Francia), 5 novembre 2007 - Dal 15 al 17 novembre si riunirà a il comitato direttivo del Meccanismo internazionale di consulenza scientifica sulla biodiversità. In seguito alla conferenza del 2005 sul tema «Biodiversità: scienza e governance», è stata avviata una consultazione internazionale per valutare la necessità, la portata e le possibili forme di un Meccanismo internazionale di consulenza scientifica sulla biodiversità (Imoseb). I partner regionali hanno infine presentato le loro conclusioni sulla biodiversità e il comitato direttivo formulerà a Montpellier le raccomandazioni per «la consulenza globale sul processo decisionale in materia di biodiversità». Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Imoseb. Net/imoseb_fr/welcome .  
   
   
SANITÀ, DALLA GIUNTA REGIONALE DEL LAZIO OLTRE 5 MILIONI PER ABBATTIMENTO DELLE LISTE DI ATTESA  
 
 Roma, 5 novembre 2007 - Via libera dalla Regione a progetti per abbattere le liste d’attesa che riguardano soprattutto interventi in ambito cardiologico e oncologico. L’ok definitivo è arrivato in Giunta, dopo che il documento era stato concertato in un incontro tra l’assessore regionale alla Sanità Battaglia e i sindacati confederali. Uno stanziamento di circa 5 milioni e 400mila euro così suddivisi: 343mila e 980 euro alla Asl Rma per aumento delle attrezzature; 472mila e 500 euro alla Asl Rmb per l´abbattimento delle liste d´attesa su mammografia, ecografia e riduzione dei tempi per la visita cardiologica, 381mila e 780 euro per la Asl Rmc , 370mila e 440 euro alla Asl Rmd per incrementare prestazioni specialistiche di mammografia, 362mila e 880 euro alla Asl Rme per l´istituzione di una centrale di ascolto e progetto ecocolordoppler, 177mila e 660 alla Asl Rmf per riduzione ecocolordoppler, 298mila e 520 alla Asl Rmg per riduzione attesa Tac e mammografia e 336mila e 420 alla Asl Rmh. Per quanto riguarda le province, la Regione stanzierà 207mila e 900 alla Asl di Viterbo, 366mila e 660 alla Asl di Latina, 109mila e 620 alla Asl di Rieti e 351mila e 540 alla Asl di Frosinone. E ancora al Policlinico Umberto I (252mila euro per ecocolordoppler vascolare), al Policlinico Gemelli (252mila euro per appropriatezza prestazioni radioterapia), all’Ifo (252mila euro per radiologia, radioterapia e medicina nucleare oncologica). Inoltre al Sant´andrea (252mila euro per implementazione dei percorsi organizzativi e clinico-assistenziali), al Policlinico Tor Vergata (252mila euro), all’Irccs Spallanzani (180mila euro per riduzione e valutazione appropriatezza) e infine all’Ospedale israelitico (180mila euro). .  
   
   
CONVEGNO SUI MODELLI DI TOPI GENETICAMENTE MODIFICATI  
 
Turku (Finlandia), 5 novembre 2007 - Il 13 e 14 dicembre si terrà un convegno sulla caratterizzazione fenotipica dei modelli di topi geneticamente modificati. Si tratta della quarta di una serie di manifestazioni dedicate ai metodi impiegati per la generazione e la caratterizzazione fenotipica dei topi geneticamente modificati, il cui obiettivo è promuovere la comprensione pratica dell´utilità dei modelli di topi per la ricerca biomedica in generale e per la scoperta e lo sviluppo dei farmaci in particolare. Lo scopo è fornire una formazione approfondita a dottorandi, ricercatori post-dottorato e altri scienziati attivi nel settore. L´iniziativa in questione è dedicata agli aspetti specifici dello sviluppo e della funzione di prostata e ghiandola mammaria. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Cascadenet. Org .  
   
   
RETTIFICA: BANDO DI GARA SULL´EFFICACIA DEI VACCINI  
 
Breuxelles, 5 novembre 2007 - Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha pubblicato una rettifica al bando di gara del 10 ottobre 2007 sull´efficacia del vaccino contro l´influenza pandemica. Il temine ultimo per la ricezione delle offerte o delle domande di partecipazione è il 20 novembre 2007 anziché il 15 novembre come stabilito nel bando originario. Per ulteriori informazioni relative alla rettifica consultare il seguente sito web: http://ted. Europa. Eu/udl?uri=ted:notice:254374-2007:text:it:html . .  
   
   
3° CONVEGNO DI MEDICINA AMBIENTALE SUL RUMORE, POLVERI SOTTILI ED ELETTROSMOG  
 
Bolzano, 5 novembre 2007 - Come ogni anno l’Assessorato alla sanità, in collaborazione con l’Agenzia per l’ambiente, organizza un convegno sulla medicina ambientale. Il convegno di quest’anno sarà dedicato al rumore ed ai suoi effetti sulla salute e si terrà sabato 10 novembre, dalle ore 8,30 alle 17,00, presso la casa della cultura “V. Von der Vogelweide” a Bolzano. Interverranno relatori sia locali che stranieri, specialisti in varie discipline mediche e fisiche. E’ ormai fuori discussione che l’inquinamento da rumore interessa la quasi totalità della popolazione e si fa sempre più forte la necessità di combinare interessi economici e di sviluppo con ambienti tranquilli. Se fino a non molto tempo fa il rumore interessava principalmente gli ambienti di lavoro ed era noto per i suoi effetti lesivi sull’apparato uditivo (va notato che a tutt’oggi la sordità da rumore risulta essere la malattia professionale più diffusa) attualmente il problema principale sembra essere legato al disturbo troppo spesso arrecato dal rumore. Oltre ad illustrare gli effetti sanitari che il rumore provoca sulla salute saranno affrontati nel corso del convegno temi importanti come la riduzione dell’inquinamento acustico in autostrada ed i problemi da inquinamento acustico legati all’aeroporto di Bolzano. Sarà anche affrontato l’annoso tema del rumore negli ambienti residenziali e sarà presentata una relazione sugli effetti del rumore nei luoghi di lavoro considerando i dati disponibili degli ultimi 10 anni. Sarà illustrata inoltre la mappa completa dell’inquinamento acustico in Alto Adige. Il convegno è organizzato dall’Ufficio formazione personale sanitario e dall’Agenzia per l’ambiente della Provincia autonoma di Bolzano. L’iniziativa è rivolta al personale sanitario, agli amministratori, ai politici, agli esperti del settore a livello provinciale e comunale ed alle associazioni ambientaliste. Le iscrizioni possono essere effettuate entro il 5 novembre. Il modulo è scaricabile, www. Provincia. Bz. It/formazione-sanita, alla voce ‘Medicina ambientale’. Per ulteriori informazioni si può contattare la dott. Ssa Brigitte Hofer, Brigitte. Hofer@provincia. Bz. It – 0471/411613. .  
   
   
TRENTO: SÌ AL PROGRAMMA DI RICERCA SANITARIA  
 
 Trento, 5 novembre 2007 - “L’obiettivo strategico perseguito attraverso il sistema della ricerca sanitaria finalizzata è la promozione, anche con riferimento agli obiettivi della programmazione sanitaria nazionale, della qualificazione complessiva del sistema sanitario provinciale, sia dal punto di vista clinico-assistenziale, sia sul piano della organizzazione e gestione dei servizi, coerentemente con quanto delineato dalla programmazione sanitaria provinciale”. Muove da questa considerazione l’importante delibera proposta da Remo Andreolli, assessore alle politiche per la salute, approvata oggi dalla Giunta provinciale. Delibera che dà il via libera, per la prima volta, al programma di ricerca sanitaria finalizzata per il periodo 2007-2008 nonché al bando di invito per la presentazione di progetti di ricerca sanitaria per l’anno 2007. Il finanziamento complessivo a carico del bilancio provinciale è di euro 975. 000,00, di cui euro 500. 000,00 per il bando relativo all’anno 2007 ed euro 475. 000,00 per quello del 2008. Ricordiamo che nel marzo 2006, la Giunta Provinciale ha approvato l’”Atto di indirizzo per lo sviluppo delle attività di ricerca sanitaria finalizzata in provincia di Trento”, con lo scopo di studiare, definire e implementare una strategia complessiva per lo sviluppo della ricerca sanitaria in provincia di Trento in tutti i suoi aspetti e secondo gli indirizzi della programmazione sanitaria. Questa deliberazione ha previsto – fra l’altro - la costituzione, presso l’Assessorato alle politiche per la salute, per la durata della legislatura, di un Comitato scientifico per le attività di ricerca sanitaria finalizzata e di una Commissione per la valutazione dei progetti di ricerca sanitaria finalizzata presentati a seguito dell’emissione dello specifico Bando. Nella delibera si ricorda altresì come, nel contesto della riforma del sistema provinciale della ricerca e dell’innovazione, occupi una posizione rilevante l’ambito della Ricerca Sanitaria, per il quale è stato appunto riservato un finanziamento separato, mirato e specifico, sebbene l’interconnessione tra la ricerca sanitaria e il sistema della ricerca provinciale debba essere garantita. Per questo è stato anche definito il giusto coordinamento tra i due Comitati scientifici provinciali. La ricerca sanitaria finalizzata – questa la precisa indicazione della delibera dell’assessore Remo Andreolli – “inclusa quella sui sistemi sanitari, per essere efficace e produttiva, ossia in grado di tradurre rapidamente i risultati in azioni migliorative per le attività di prevenzione, cura, riabilitazione e assistenza, deve essere caratterizzata dalla pervasività, dalla capacità cioè, di operare trasversalmente nei servizi sanitari attraverso il coinvolgimento del maggior numero possibile di professionisti, nella logica di migliorarne le competenze a beneficio della popolazione curata. ” L’atto di indirizzo per lo sviluppo delle attività di ricerca sanitaria finalizzata in provincia di Trento, prevede il coinvolgimento di tutte le componenti del sistema sanitario provinciale (ospedaliero e territoriale); il coinvolgimento di tutto il personale sanitario (professionisti della salute medici e non medici); l’attribuzione all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di specifiche competenze in materia di ricerca sanitaria finalizzata da esplicare anche attraverso l’attivazione di un apposito nucleo con il compito anche di supportare i professionisti della salute, dipendenti dall’Azienda stessa, nell´attività di ricerca; il coinvolgimento nelle iniziative di ricerca delle Scuole superiori di formazione sanitaria; l’attribuzione alla Scuola di Formazione specifica in Medicina generale, attualmente gestita in convenzione con l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Trento, di specifiche competenze in materia di ricerca sanitaria finalizzata al fine di supportare nell´attività di ricerca i medici di medicina generale, i medici coordinatori delle Rsa ed i pediatri di libera scelta che operano sul territorio della provincia di Trento. L’attivazione del sistema di ricerca sanitaria finalizzata costituisce un’occasione per i professionisti che operano all’interno del sistema sanitario trentino di confrontarsi con altre realtà sanitarie di alto livello superando qualsiasi resistenza in termini di autoreferenzialità del sistema sanitario provinciale, e di inserirsi in processi innovativi di ampio respiro, aprendosi al confronto con le nuove frontiere della prevenzione, della cura, della riabilitazione e dell’assistenza. Questo modello promuove, quindi, una ricerca di qualità con un’attenzione particolare alla fruizione pubblica dei suoi risultati, alla informazione, alla formazione dei professionisti della salute. L’attività di ricerca deve trasformarsi in una pratica clinico-assistenziale costante sia a livello ospedaliero che territoriale. La ricerca sanitaria finalizzata della Provincia autonoma di Trento deve perciò rispondere al fabbisogno di conoscenze scientifiche e tecniche del Servizio Sanitario Provinciale e prevedere ricadute in termini di miglioramento dell’efficacia, dell’efficienza e dell’appropriatezza dell’assistenza erogata. La ricerca sanitaria può infatti contribuire alla crescita e al miglioramento della sanità trentina attraverso progetti di diffusione e miglioramento delle conoscenze scientifiche con riguardo sia alla diagnosi e alla cura delle principali patologie sia ai modelli assistenziali e organizzativi di funzionamento dei servizi sanitari. Per definire e implementare una strategia complessiva per lo sviluppo della ricerca sanitaria finalizzata in provincia di Trento in tutti i suoi aspetti, la Giunta Provinciale promuove, quindi, il programma di ricerca sanitaria finalizzata, prevedendo, per la prima volta, un finanziamento a carico del Bilancio provinciale pari a circa 975. 000 euro per il periodo 2007-2008. La delibera individua anche gli ambiti di ricerca prioritari. Si va dalla ricerca rivolta all’accertamento dei fattori di rischio presenti sul territorio provinciale e della loro rilevanza nel determinare le condizioni di salute alla ricerca clinico-assistenziale rivolta all’accertamento degli effetti sulla salute dei cittadini dovuti a interventi clinico-assistenziali sul territorio provinciale; dalla ricerca bio-medica rivolta all’accertamento degli effetti sulla salute dei cittadini dovuti alla sperimentazione di trattamenti sanitari (farmaci, altre terapie, tecnologie, ecc…) alla ricerca organizzativa rivolta all’accertamento dell’impatto sulla salute dei cittadini dei modelli organizzativi sanitari. Ecco, nel dettaglio, gli ambiti e le aree di ricerca individuati come prioritari per il 2007. Ambito di ricerca: ricerca rivolta all’accertamento dei fattori di rischio presenti sul territorio provinciale e della loro rilevanza nel determinare le condizioni di salute. Aree prioritarie dell’ambito di ricerca a) determinanti dello stato di salute della popolazione con riferimento a: stato socio-economico; qualità alimentazione; qualità ambiente; agenti patogeni e cancerogeni. B) sorveglianza dello stato di salute nella popolazione con riferimento a: incidenti domestici; incidenti sul lavoro. Ambito di ricerca: ricerca clinico-assistenziale rivolta all’accertamento degli effetti sulla salute dei cittadini dovuti a interventi assistenziali sul territorio provinciale Aree prioritarie dell’ambito di ricerca: continuità assistenziale riferita alle patologie cronico-degenerative; percorsi di cura integrati per persone affette da demenza o in fase terminale della vita; appropriatezza clinica delle prestazioni rese in ambito territoriale e ospedaliero; trattamenti riabilitativi neurologici e neuropsicologici. Ambito di ricerca: ricerca bio-medica rivolta all’accertamento degli effetti sulla salute dei cittadini dovuti alla sperimentazione di trattamenti sanitari (farmaci, altre terapie, tecnologie, ecc…) Aree prioritarie dell’ambito di ricerca: tecnologie diagnostiche innovative nella valutazione di danni d’organo o deficit funzionali; tecnologie innovative nel trattamento di neoplasie; tecnologie innovative per la somministrazione personalizzata di farmaci; tecnologie dell’informazione e comunicazione per il controllo di qualità della cura erogata; sperimentazione efficacia terapeutica somministrazione di farmaci sperimentazione efficacia terapeutica relativa a trattamenti sanitari. Ambito di ricerca: ricerca organizzativa rivolta all’accertamento dell’impatto sulla salute dei cittadini dei modelli organizzativi sanitari Aree prioritarie dell’ambito di ricerca: modelli assistenziali personalizzati e integrati ospedale-territorio-domicilio per pazienti con patologie cronico-degenerative; modelli organizzativi innovativi nelle aree chirurgiche; appropriatezza organizzativa delle prestazioni rese in ambito territoriale e ospedaliero. L’importo massimo di finanziamento a carico della Provincia di Trento per singolo progetto è pari a euro 150. 000. Sulla base del programma e limitatamente agli ambiti descritti, con l’intenzione di regolamentare, in termini di semplificazione, trasparenza ed equità nell’accesso, il processo di selezione e di finanziamento dei progetti di ricerca avverrà attraverso la predisposizione annuale di un Bando pubblico d’invito alla presentazione dei progetti di ricerca. Il Bando di invito è adottato con deliberazione della Giunta Provinciale, da pubblicarsi nel Bollettino Ufficiale della Regione. .  
   
   
MILANO PER CURARSI: DALL’OSPITALITA’ ALL’ACCOGLIENZA, COME E PERCHE’ IL SECONDO CONVEGNO SUL TEMA DELL’ACCOGLIENZA A MILANO DEI MALATI E DEI LORO FAMILIARI PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA  
 
 Milano, 5 novembre 2007 - In Italia sono circa 200. 000 le persone che ogni anno si spostano per motivi di salute da tutto il territorio nazionale verso i maggiori centri ospedalieri milanesi (dati Iulm, marzo 2007) di cui 80. 500 sono pazienti e 120. 000 accompagnatori. Possiamo parlare di “turismo per salute” ? con una connotazione ben diversa dalla solita a cui siamo abituati…vacanze, sole, mare, viaggi esotici…. Ci troviamo comunque di fronte ad una realtà che vede persone che lasciano la propria città, la propria abitazione ed affrontano un viaggio, devono trovare un alloggio dove spesso stare anche parecchi mesi, in una città che non è la loro e solitamente con abitudini molto diverse. Solo che a differenza di chi si sposta davvero per vacanza e a Milano trova parecchie strutture adeguate che rispondono alle esigenze da “classico” turista – si veda i numerosissimi hotel della città di varia categoria e fascia prezzo - chi si sposta per salute, che sia il malato o l’accompagnatore, fatica a trovare una sistemazione che sia adeguata alla propria condizione. I costi di un hotel da sostenere magari per mesi e la “freddezza” di una stanza d’albergo dove solitamente si va solo a dormire perché di giorno si è impegnati a visitare la città con le sue mille attrazioni, sono ben lontani da quello di cui un malato, e chi lo assiste hanno bisogno! A Milano per curarsi: dall’ospitalita’ all’accoglienza, come e perche’ è il secondo Convegno sul tema dell’accoglienza a Milano dei malati e dei loro familiari provenienti da tutta Italia giovedì 22 novembre 2007 dalle 15. 00 alle 18. 00, Università Cattolica del Sacro Cuore – Sala Pio Xi Ingresso libero. Un Convegno che vuole essere un incontro aperto a tutti, perché tutti abbiamo la responsabilità sociale e civile di affrontare questo problema, ma soprattutto che vuole sensibilizzare le aziende, i big della moda, gli enti e tutte le strutture che attraverso il loro sostegno ed aiuto possano concretamente rendersi partecipi a questo bellissimo progetto che è : Casamica. Attualmente una delle maggiori realtà private di Milano, che con le sue 3 case accoglie 3. 000 persone l’anno per un totale di circa 30. 000 pernottamenti offerti. “Perché una casa sia la tua casa deve essere il luogo in cui, oltre agli spazi, ti è consentito condividere la gioia e il dolore” (da una lettera di Rosanna, ospite di Casamica) L’impegno dell’Associazione, fatta di volontari, è Accogliere e Stare Accanto a persone che vivono quotidianamente il disagio di una grave malattia che, oltrepassa i confini personali, in quanto vissuta fuori dal proprio ambiente diventando quindi Problema Sociale. Molti di coloro che avrebbero bisogno di appoggiarsi ad una struttura come Casamica non ne sanno neppure l’esistenza; spesso si tratta di persone che non si sono mai spostate dal loro piccolo paese di provincia, che difficilmente hanno confidenza con internet dove reperire utili informazioni e che si trovano ad affrontare, oltre alla malattia, anche il gravoso problema dello spostamento e dell’alloggio: divulgare l’esistenza di questa realtà è uno degli obiettivi di questo Convegno, attraverso i media, la stampa che capillarmente arriva un po’ a tutti. .  
   
   
MAESTRI DEL ´900 DA BOCCIONI A FONTANA LA COLLEZIONE DI UN RAFFINATO CULTORE DELL’ARTE MODERNA AL MART DI ROVERETO  
 
 Milano, 5 novembre 2007 - Cinquanta capolavori dell’arte moderna italiana, da Boccioni a Balla, Carrà, Savinio, Sironi, Fontana e due sale intere dedicate rispettivamente a de Chirico e Morandi, questo è il “tesoro” della splendida raccolta d’arte di Luigi Ferro. Il Mart lo espone, per la prima volta nella sua completezza, dal 13 Ottobre 2007 al 20 Gennaio 2008, grazie al generoso deposito a lungo termine, voluto dagli eredi per continuare a far vivere la sua passione per l’arte. Con l’arrivo di questo nuovo deposito, il percorso museografico permanente dedicato al ‘900 italiano del Mart, acquista nuova qualità artistica e ulteriore completezza storica. Le opere collezionate da Luigi Ferro – uomo d’impresa che a partire dagli anni Ottanta ha affidato all’arte un fortissimo desiderio di elevazione spirituale – sono tutte di eccezionale valore. Non sono state collezionate in base ad un progetto storico-critico preciso, ma piuttosto sull’onda di trasporti emozionali ed istintivi: la figlia Camilla ricorda a questo proposito un’illuminante frase del padre, dopo l’acquisto di una tela: "Questo quadro appaga la mia anima: finalmente, adesso che è mio, posso emozionarmi ogni giorno". Ogni nuovo dipinto entrato in collezione, ha dato avvio ad un cammino di conoscenza, artistica ma anche spirituale, a proposito del quale la figlia Camilla, nel suo scritto in catalogo, parla di “intelligente passione”, consapevolmente perseguita dal padre in contrapposizione al collezionismo speculativo. Il percorso espositivo mostra come il collezionista abbia maturato negli anni un gusto molto selettivo, arrivando a dare alla sua raccolta un indirizzo artistico coerente, al cui centro sta sicuramente la passione per la più innovativa pittura figurativa italiana del primo ‘900, ma anche l’approdo, negli anni estremi, al concettuale di Fontana, una scelta sicuramente foriera di una svolta consapevole verso la più recente contemporaneità. L’esplodere delle “emozioni”, che la famiglia Ferro ricorda come la scintilla che lo faceva avvicinare ad ogni nuova opera, rispondeva alla sua esigenza di ritirarsi nell’intimità di un mondo fatto di bellezza e armonia, ma anche di quesiti complessi e di fughe nella più spericolata creatività: la costruzione passo dopo passo della sua raccolta non fa che riflettere questa sua esigenza. Tutto ciò è del resto dimostrato dalla presenza di alcuni capolavori del futurismo, ma anche dalla scelta dei pittori di Novecento, che include tra gli altri autori ben al di sopra della retorica del ventennio, come Morandi, Guidi, de Chirico, de Pisis, Savinio. Luigi Ferro era dotato di una straordinaria capacità nella quale si esprimeva anche al meglio il carattere dell’uomo d’impresa conquistato dall’arte: quella di riconoscere immediatamente la qualità e rarità di un’opera. E fu proprio grazie a quest’intuito che potè aggiungere alla propria collezione lo splendido dipinto di Sironi Il Pescatore (1925), una tela sparita dal mercato fin dalla data della sua esecuzione e che appena gli venne segnalata in vendita nel 2000 in una casa d’aste svizzera, egli decise di acquistare comprendendone immediatamente il valore. Una segnalazione a parte meritano due importanti nuclei, particolarmente illuminanti per il percorso artistico dei due maggiori rappresentanti del ‘900 italiano, quello di Giorgio de Chirico e quello di Giorgio Morandi. Di entrambi sono presenti in collezione ben otto opere. Le preziose testimonianze di Camilla Ferro chiariscono bene quale fosse il posto di questi due artisti nel pantheon pittorico del padre: “Comperare l’Autoritratto (1924) di Morandi – diceva Luigi Ferro – è stata una delle cose più belle che ho fatto nella vita”. Ed a proposito di de Chirico, sempre la figlia Camilla ricorda il padre immobile per ore davanti ai Cavalli in riva al mare, 1924 o ai Mobili nella valle, del 1927. L’allestimento del Mart valorizza appieno questi due importantissimi nuclei, dove fanno mostra di sé, oltre alle tele ricordate, Fiori di campo,1913, la Natura morta con pere del 1924 e tre Paesaggi di Giorgio Morandi. L’acquisto delle otto tele di Giorgio de Chirico, tra le quali spicca per il suo valore assoluto di “classica modernità” il grande dipinto Figure mitologiche del 1927, rappresenta secondo Gabriella Belli “la frontiera più avanzata della lunga e appassionante vita di Luigi Ferro collezionista. Del resto, quale artista meglio di de Chirico avrebbe saputo farlo sognare, con la complessità e l’arguzia che a lui tanto piacevano?” Uscendo dall’ambito domestico e approdando alle sale del Mart, grazie alla generosità degli Eredi, il sogno del collezionista diventa sogno condiviso con il pubblico. .  
   
   
GILBERT & GEORGE. LA GRANDE MOSTRA AL CASTELLO DI RIVOLI MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA  
 
Milano, 5 novembre 2007 - Gilbert & George. La grande mostra è la più grande ed esaustiva retrospettiva dedicata all’opera di Gilbert & George mai realizzata. La rassegna presenta circa centocinquanta opere dagli anni Settanta ad oggi, oltre a un’ampia selezione di materiale d’archivio relativo agli esordi di Gilbert & George, proveniente dalla loro collezione privata. Gilbert, nato a San Martino, Bolzano nel 1943, e George, di un anno più vecchio, nato in Inghilterra nel Devon, iniziano a lavorare insieme, ancora studenti, alla St. Martin’s School of Art di Londra nel 1967. Gilbert & George sono famosi in tutto il mondo per aver rivoluzionato, in modo sostanziale, il concetto di scultura. Da una scultura intesa in senso tradizionale i due artisti, infatti, traggono le basi per un processo creativo in cui il tema focale è l’intera esperienza della vita quotidiana giungendo alla presentazione di se stessi e dei propri corpi come “sculture viventi”. Nel 1969 si affermano con The Singing Sculpture (Scultura cantante). In piedi su un tavolo, ballano e cantano il motivo di Flannagan & Allen Underneath the Arches (Sotto le arcate) – canzone in cui due vagabondi descrivono il piacere di dormire all’aperto. Il motivo rimanda ad una Inghilterra pre-bellica, alle tradizioni del vaudeville e alle condizioni di vita delle classi emarginate. Gilbert & George hanno presentato The Singing Sculpture in tutto il mondo, talvolta esibendosi anche per otto ore di seguito facendo sì che il concetto di “scultura vivente”, tramite essi, entrasse nella storia dell’arte contemporanea. In Italia ricordiamo, tra le altre mostre, Living Sculpture alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino nel 1970, la personale alla Galleria Sperone a Torino l’anno successivo e, nel 1985, Death Hope Life Fear al Castello di Rivoli. Grazie alla ricerca espressiva sviluppata negli anni seguenti gli artisti hanno ben presto ottenuto il riconoscimento della critica internazionale con personali nei più autorevoli musei e la partecipazione alle più importanti rassegne fra le quali, recentemente, la Biennale di Venezia del 2005 in rappresentanza della Gran Bretagna. Malgrado il riferimento ad un contesto decisamente urbano, agli inizi della loro carriera, Gilbert & George hanno realizzato numerose opere ambientate in paesaggi rurali, prendendo spunto dalla campagna vicino a Colchester. Gli artisti considerano queste opere non come disegni ma come “sculture-carboncino su carta”. Le grandi dimensioni di queste opere rimandano alla monumentalità di una scultura mentre l’aspetto vissuto della carta, scolorita artificialmente, suggerisce l’aura di un documento antico. Dopo pochi anni Gilbert & George abbandonano le “sculture- carboncino su carta” ritenendo che il pubblico prestasse troppa attenzione al mezzo espressivo. “Non ascoltavano assolutamente il nostro messaggio. Guardavano solo la superficie e la tecnica”. “Abbiamo smesso di fare ‘sculture- carboncino su carta’ perché alla gente piacevano troppo”. Già dagli inizi degli anni Settanta Gilbert & George creano immagini in gruppi di fotografie in bianco e nero, seguite poi da quelle a colori. L’alcool è uno dei principali temi della produzione giovanile di Gilbert & George. Numerose opere e film trattano questo tema o includono dettagli di etichette di gin e insegne di pub. Il rituale delle bevute, come le canzoni popolari e le immagini della campagna, sono tutti elementi che sembrano incarnare lo spirito inglese di quegli anni. Intorno al 1974 gli artisti iniziano a realizzare, con le loro immagini, griglie rettangolari secondo un formato mantenuto sino ad oggi, intervenendo in un primo tempo con il colore rosso. Nel 1975 realizzano Bloody Life (Vita insanguinata) che bene illustra il clima di quel periodo “Abbiamo superato – ricordano - questo pesante periodo distruttivo esplorando noi stessi, il nostro lato oscuro, uscendo e ubriacandoci”. Nel 1968 avevano affittato il piano terra di una casa in Fournier Street, vicino a Spitalfields Market nell’East End di Londra, quartiere da dove trarranno quasi tutti i soggetti delle loro opere. A metà degli anni Settanta comprano l’intera casa che servirà sia da studio che da abitazione. L’edificio, dagli interni in legno, versava in pessime condizioni. In esso vengono ambientate diverse opere come Dusty Corners (Angoli polverosi), 1975, Dead Boards (Tavole morte), 1976, dove gli artisti sono raffigurati in desolate stanze vuote, permeate da un senso di solitudine e di claustrofobia. “Volevamo tentare di fare qualcosa assolutamente privo di speranza, deprimente e rovinato”. Lo stesso senso di solitudine, aggravato da uno stato psichico prossimo alla disperazione, si ritrova in Mental (Mentale), 1976. Particolari di edifici, costruzioni anonime riflesse in pozzanghere, immagini invernali di rami spogli sottolineano l’isolamento degli artisti, ancora presente, ma non più assoluto rispetto alle prime opere. Nelle opere successive, infatti, iniziano ad apparire anche altri soggetti. Prima di trovare il coraggio di chiedere ad altri di posare per loro, dalla loro finestra al primo piano Gilbert & George scattano furtivamente immagini di alcuni passanti. Realizzate nel 1977, in un’epoca di recessione e malessere sociale, The Dirty Words Pictures (Immagini parolacce), raffigurano graffiti e immagini di Londra che per la loro cruda aggressività non sono esenti dagli influssi della cultura alternativa punk di quel periodo. Gli artisti, accaniti collezionisti di immagini, attraverso gli anni, hanno raccolto migliaia di cartoline, dalle più volgari e erotiche a quelle più tradizionali. Nelle Postcard Sculptures (Sculture cartolina), realizzate fra il 1972 e il 1989, hanno disposto una selezione di queste immagini “trovate”, in composizioni anche di ampie dimensioni. Gli artisti le considerano come bozzetti preparatori: molti temi presenti nelle loro opere successive prendono spunto da questi lavori. A partire dagli anni Ottanta Gilbert & George utilizzano colori sempre più accentuati. Le opere successive vengono realizzate con una o più immagini composte che formano lavori in scala monumentale, caratterizzate sia da temi quotidiani sia da elementi concettuali. Le problematiche che gli artisti toccano più frequentemente vertono sulla religione, sulla sessualità, sulla razza e sull’identità ma vengono prese in considerazione anche le tensioni della vita nelle metropoli e i conflitti provocati dall’incontro di tradizioni culturali e valori differenti. La realtà cui gli artisti fanno spesso riferimento è legata all’ East End londinese, luogo di aggregazione ma anche di tensione, dove gli artisti hanno vissuto e lavorato per più di quarant’anni e che rimane una delle loro ispirazioni principali. Negli anni Ottanta, le opere di Gilbert & George hanno assunto proporzioni maggiori, presentando un’ampia gamma cromatica e una scelta di soggetti in elaborate composizioni. “Ora usiamo più colori, ma in ogni opera assumono un diverso significato… Possono avere valenza simbolica, o piuttosto avere caratteristiche atmosferiche e emozionali… Appartengono di più al nostro linguaggio, al nostro vocabolario”. Ogni dettaglio dell’opera è studiato su carta. Ciascuna immagine viene poi trasferita su singoli pannelli, mediante una proiezione in negativo su fogli sensibili alla luce. Riprodotte in diverse dimensioni e articolate in numerosi pannelli, le immagini sono sottoposte a un processo meticoloso, che inizia con il foglio bianco e termina con la colorazione di ciascuna sezione. In molte opere realizzate da Gilbert & George negli anni Ottanta, vengono raffigurati gruppi di giovani. Grazie a una speciale strumentazione luminosa installata nel loro studio, gli artisti riescono a esercitare un notevole controllo sulla riproduzione dei ritratti. In alcune opere i giovani sono disposti in composizioni che ricordano il realismo socialista mentre in altre posano come pastorelli. Questi lavori hanno suscitato molte critiche. Gilbert & George sono stati accusati di sfruttare i giovani ritratti come mercenari del sesso o teppisti dell’East End. “I critici non hanno mai guardato le opere per quello che erano. Grazie ad esse abbiamo semplicemente messo in luce i loro problemi con i giovani”, hanno commentato gli artisti. Nel 1989 Gilbert & George hanno tenuto la mostra dal titolo For Aids presso la galleria Anthony d’Offay, devolvendo tutti i profitti a Crusaid. “Tutti i nostri amici stavano morendo e così ci siamo trovati di fronte la fine di una vita ogni singolo giorno. Pensiamo che questo abbia esercitato un forte impatto su di noi”. Le opere di questo periodo sono caratterizzate da tonalità decisamente più cupe. I colori brillanti e le giocose composizioni degli anni Ottanta lasciano spazio a dolenti paesaggi intrisi di rosso. Negli anni Novanta, sempre più frequentemente, gli artisti inseriscono se stessi nelle loro opere come a sottolineare il senso di isolamento dovuto alla perdita per Aids di numerosi amici. In queste opere, l’uso di colori sgargianti assume una valenza volutamente antiestetica, mentre la rappresentazione degli stessi artisti è spesso grottesca. Già a partire dal 1983, con Shitted (Smerdati) Gilbert & George avevano inserito nelle loro opere immagini di escrementi. A metà degli anni Novanta, nella serie The Naked Shit Pictures (Le immagini di nuda merda), gli artisti appaiono nudi accanto a enormi escrementi, mettendo in evidenza due tabù sui quali il pubblico è particolarmente sensibile. Pur essendo innegabilmente provocatorie, allo stesso tempo, queste opere indagano l’idea di morte nel modo più crudo. “Sono come le nostre opere sui cimiteri, con tutta quella materia morta. La merda è anche la fine di una vita, un avanzo”, hanno spiegato. La nudità degli artisti è deliberatamente esposta, un’immagine dell’umanità ridotta all’essenziale, senza reputazione o dignità. Lo stizzoso messaggio “We’re Back” (Siamo tornati), che appare nella seconda parte di Nineteen Ninety Nine (Millenovecentonovantanove), 1999, può essere inteso come un’ulteriore affermazione degli artisti sull’immaginario urbano di graffiti che raccontano rabbia, sesso e decadenza. Come hanno osservato più volte, ogni aspetto della vita umana - ricchezza e povertà, virtù e depravazione - possono essere trovati nei centottanta metri di Fournier Street. In questo contesto, i campioni di sangue e di urina rimandano alle tracce che, al mattino, compaiono su una qualunque strada di Londra. “In Nineteen Ninety Nine, abbiamo incluso tutti i testi raccolti e non ancora utilizzati” - dicono gli artisti -. “Messaggi relativi ai temi importanti nel secolo scorso, quali i problemi territoriali, il sesso… questioni politiche e razziali… Tutto basato sulle frustazioni umane”. Tensione e rabbia pervadono molte opere degli anni Duemila ancor più intensamente che nei graffiti utilizzati venti anni prima. La fascinazione per il linguaggio della strada è premessa della serie The New Horny Pictures (Nuove immagini arrapate), 2001, nella quale inserzioni di mercenari del sesso sono raccolte, codificate e articolate in ampie scene. Named (Nominati), 2001, “un mare, un mare senza fine di nomi…come un cimitero di guerra” presenta gli annunci di prestazioni sessuali che testimoniano come desiderio e corpo siano considerati nella nostra società come qualsiasi altro bene di consumo. Nel 2003 gli artisti iniziano ad usare le nuove tecnologie basate sul computer, aprendo una nuova gamma di possibilità tecniche per le loro opere. London E1, 2003 è basata sulle insegne del quartiere dove vivono Gilbert & George. Come altre opere che includono testi “trovati” - graffiti, annunci personali o volantini -, formano una mappa del vagabondare degli artisti nella città. In Perversive Pictures (Immagini perverse), 2004, Gilbert & George si circondano di immagini raccolte per strada, oltre ai graffiti anche volantini affissi da gruppi islamici radicali affrontando i temi del fanatismo e dell’intolleranza religiosa. Nel 2005, Gilbert & George sono invitati a rappresentare la Gran Bretagna alla Biennale di Venezia, dove espongono le Ginkgo Pictures. Ciascuna opera include foglie simmetriche dell’albero di Ginkgo biloba, raccolte a Gramercy Park a New York. Le opere presentano inoltre immagini provenienti dalla cultura di strada o prendono in considerazione aspetti di intolleranza omosessuale come in Chichiman, 2004. “Non sapete cos’è un chichiman? E’ il modo in cui ti chiamano nei paesi caraibici prima di ucciderti, perché sei un omosessuale. La stessa parola è usata nelle canzoni rap: ‘Kill the chichiman’ (uccidi il chichiman)”. Fra le principali personali di questi anni ricordiamo nel 2001 New Horny Pictures, White Cube 2, Le opere più recenti sono state realizzate appositamente per Gilbert & George. La grande mostra. Six Bomb Pictures (Immagini bomba), del 2006, rappresenta Londra in una nuova epoca di terrore ed è stata definita dagli stessi artisti come l’opera più “chilling” (agghiacciante) eseguita fino ad oggi. Gilbert & George. La grande mostra. Una mostra di Tate Modern, Londra, in collaborazione con Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-torino. .  
   
   
DEPEROPUBBLICITARIO. DALL’AUTO-RÈCLAME ALL’ARCHITETTURA PUBBLICITARIA AL MART DI ROVERETO  
 
 Milano, 5 novembre 2007 - Dalla fine dei secondi anni Dieci del secolo scorso una piccola città italiana ai margini dell’Impero Asburgico, Rovereto, fu percorsa da una sferzata di creatività, eclettismo e rinnovamento. Nel gruppo di artisti destinati a dare la sveglia alla cultura italiana – Fausto Melotti, Carlo Belli, Luigi Pollini, Fortunato Depero (Fondo 1892 – Rovereto 1960) – proprio quest’ultimo riuscì a spingersi ben al di là dei circuiti codificati dell’arte, incrociando l’avanguardia futurista e costruendo una forma di arte totale che ha spaziato dalla pittura al teatro, dalla scenografia alla fotografia, dalle arti applicate alle “liriche radiofoniche” e dall’editoria alla grafica pubblicitaria. E proprio quest’ultimo campo è al centro di una mostra prodotta dal Mart, il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, curata da Gabriella Belli e Beatrice Avanzi, aperta dal 13 Ottobre 2007 al 3 Febbraio 2008. Il progetto “Deperopubblicitario. Dall’auto-rèclame all’architettura pubblicitaria” testimonia la ricchezza dei materiali di proprietà del museo: manifesti, locandine, disegni, collage, che la mostra presenta con un grado di completezza del tutto inedito. La mostra valorizza in particolare il ricchissimo patrimonio di opere – parte del lascito originario di Depero degli anni Sessanta – che il Mart fin dal 1990 ha avuto in comodato dal Comune di Rovereto. Fortunato Depero si dedicò al mondo della pubblicità con una straordinaria vitalità, sorretta dalla fede futurista. Si trattava di un settore che, proprio all’inizio del secolo, aveva compiuto i primi passi, esplorando una nuova frontiera della creatività artistica e al cui servizio si adoperarono ben presto molti talenti. La sua attenzione nei confronti delle arti applicate si trova già nei pronunciamenti del manifesto “Ricostruzione futurista dell’universo”, firmato assieme a Giacomo Balla nel 1915. In questo testo, infatti, appaiono i primi accenni di un suo interesse per la pubblicità, evidenti in un passaggio dedicato alla “rèclame fono-moto-plastica”. L’auto-rèclame. “L’auto-rèclame non è vana, inutile e esagerata espressione di megalomania, ma bensì indispensabile Necessità per far conoscere rapidamente al pubblico le proprie idee e creazioni”. Fortunato Depero reclamizza come primo prodotto Fortunato Depero, e a questo importante aspetto del suo lavoro è dedicata la prima sezione della mostra. Sono le “auto-rèclame”: carte da lettere, pubblicazioni e curiosi cartelli da apporre all’ingresso delle sale dove si tenevano le esposizioni, come quelli eseguiti per la “Casa d’Arte Futurista Fortunato Depero”, l’officina per produrre arazzi e giocattoli, fondata a Rovereto nel 1919. “L’artista – scriveva Depero - ha bisogno di essere riconosciuto, valutato e glorificato in vita, e perciò ha diritto di usare tutti i mezzi più efficaci ed impensati per la reclame al proprio genio e alle proprie opere”. L’arte del cartello e i grandi marchi Nei primissimi manifesti di Depero (da lui chiamati “cartelli”), si ritrova quell’universo meccanico futurista elaborato nel 1918 per I Balli Plastici, spettacolo di marionette ideato con lo scrittore svizzero Gilbert Clavel. E’ il caso, ad esempio, del “Manifesto pubblicitario Mandorlato Vido”, del 1924. Negli anni successivi, “i buffi manichini meccanici” vanno via via scomparendo, lasciando spazio a ricerche stilistiche sempre più raffinate. L’impegno pubblicitario di Depero si concretizza grazie a continuative collaborazioni con importanti ditte come la ditta di mattoni Verzocchi, la Magnesia e l’ Acqua San Pellegrino, il liquore Strega, la casa farmaceutica Schering, la ditta di dolciumi Unica, ma soprattutto con la famosa ditta Davide Campari. Il sodalizio Campari-depero aveva avuto inizio nel 1925-26, e costituisce un vero e proprio “caso” nella storia della pubblicità italiana, oltre a suggellare una collaborazione di affinità progettuali che per Depero non avrà riscontro in nessun altro dei rapporti di committenza avuti nel campo della pubblicità. Il volume Numero Unico Futurista Campari, realizzato nel 1931 con il poeta Giovanni Gerbino, è il punto d’approdo di tutta l’attività grafica di Depero, e anticipa quella che sarà in futuro la stretta collaborazione tra l’illustratore e il copy writer. Nel Numero Unico, oltre alle immagini pubblicitarie, è contenuto soprattutto il Manifesto dell’Arte pubblicitaria che rappresenta la sistemazione teorica e critica del “fare pubblicità” L’esposizione presenta anche i molti bozzetti proposti, purtroppo senza successo, sin dagli anni Venti da Depero a moltissime ditte. Coadiuvato dal poeta e pittore futurista Fedele Azari, Fortunato Depero si muoveva da vero agente di sé stesso. Dall’architettura pubblicitaria all’editoria. Una delle forme più originali di pubblicità inventate da Depero, sono i Padiglioni tipografici. Lui che non era un architetto, nel 1927 progetta e costruisce il padiglione editoriale Bestetti-treves-tumminelli, un’architettura in cemento in cui gli spazi formano delle parole. Sempre in quell’anno, la ditta Davide Campari contribuisce alla realizzazione del libro imbullonato, il libro futurista progettato con Fedele Azari, salutato da Alfredo Degasperi, il direttore della “Voce trentina”, come “il libro che diventa tutti i libri”. Progettato come promozione congiunta della casa editrice Dinamo Azari e dell’attività di Depero, il volume era formato da 234 pagine con copertina fustellata e una chiusura realizzata con bulloni in alluminio. Fedele Azari fu entusiasta delle soluzioni adottate da Depero nella costruzione delle singole pagine, un geniale gioco di tipografia che porta alle estreme conseguenze quanto teorizzato da Marinetti nel manifesto del 1913 “L´immaginazione senza fili e le parole in libertà”: “Il libro deve essere l’impressione futurista del nostro pensiero futurista”. Il libro imbullonato anticipa di fatto di cinque anni Parole in libertà futuriste, olfattive, tattili, termiche, il libro-litolatta dello stesso Marinetti, serigrafato su fogli metallici. Ma il libro imbullonato dimostra anche come l’artista overetano fosse in linea con le ricerche più avanzate della tipografia moderna, da Moholy-nagy a Van Doesbourg, da El Lissitzky a Kurt Schwitters. Importanti sono infine le collaborazioni con il mondo dell’editoria. Uno dei capitoli più ricchi e creativi della sua attività editoriale è rappresentato dal soggiorno di Fortunato Depero a New York. Tra il 1929 e il 1930, Depero prepara numerosi progetti di copertine per la Condé Nast Publications, la casa editrice di Vanity Fair, House & Garden, e Vogue. Molti di queste copertine furono pubblicate e alcune sicuramente esposte nella mostra a lui dedicata presso l’Advertising Club di New York nell’ottobre del 1929. In questi lavori è evidente la profonda impressione prodotta su Fortunato Depero dal paesaggio metropolitano di New York. A livello stilistico compaiono motivi déco, mentre i forti contrasti cromatici tipici della sua produzione precedente si smorzano in composizioni dai toni più sobri. Dopo questa felice stagione creativa, dagli anni Quaranta alla sua morte, nel 1960, l’impegno di Fortunato Depero nel campo della pubblicità trova nuovi spunti nella collaborazione con importanti ditte trentine come la ditta di tapparelle Komarek, le cantine Cavazzani e le macchine di produzione della pasta Braibanti, ma anche la Cassa di Risparmio di Trento e l’Ente Provinciale per il Turismo. Tutte attività che, grazie allo stile Depero”, sono riuscite a riqualificare in chiave moderna la propria immagine. .  
   
   
MOSTRA PERSONALE ADRIANO FABIANI GALLERIA RETTORI TRIBBIO 2 TRIESTE 10 – 23 NOVEMBRE 2007  
 
 Trieste, 5 novembre 2007 - S’inaugura a Trieste sabato 10 novembre 2007 alle ore 18. 00 alla Galleria Rettori Tribbio 2 la mostra personale del pittore triestino Adriano Fabiani, che sarà presentata dall’architetto Marianna Accerboni e rimarrà visitabile fino al 23 novembre. In un periodo storico come quello attuale, in cui la creatività prende strade non sempre facilmente decrittabili – scrive Accerboni - la pittura identificabile e genuina di Adriano Fabiani assume una funzione rasserenante e in un certo senso “didattica”, insegna cioè che l’equilibrio armonico del comporre i volumi nello spazio e un convincente contrappunto tonale non vanno mai fuori moda, anzi, rasserenano l’animo e la mente. Ho iniziato ad apprezzare la sua pittura fin da quando vidi, nella tipografia che gestiva in via della Fornace, un suo lavoro che rappresentava, con guizzo gestuale d’ispirazione espressionista, declinato con amore, una linotype. Da quell’opera degli anni sessanta, libera ed estrosa per la vivezza e l’immediatezza del tratto – un quadro da cui per altro Fabiani non si staccherebbe mai – la maturazione dell’artista si è articolata verso una direttiva meno libera e ardita, ma ugualmente capace di testimoniarne il talento innato verso una pittura sempre più luminosa, che non avrebbe bisogno di spiegazioni: un’ordito ordinato e consequenziale nei confronti della realtà, pervaso dalla luce e dall’amore per la propria terra, Trieste, per il mare e il Carso, riletti attraverso angolature e punti vista ariosi e generosi di particolari, a volte assurti a valenza simbolica, elegante e discreta. Esperto nella grafica e di recente pure nella videoarte, l’artista dimostra in ogni sua opera un gentile e appropriato senso della misura e una perizia tecnica, che si avvale anche di una lieve soglia di matericità per aumentare la rifrazione della luce e la brillantezza dei colori. Figlio del suo tempo, ma anche consapevole interprete della tradizione - conclude il critico - Fabiani è altresì un abile disegnatore, dote che gli consente di controllare con grande proprietà e sensibilità la composizione, sostenuta sempre da una griglia a matita o a carboncino a punta fine, declinata su una base di cementite trattata, come nelle opere recentissime realizzate appositamente per questa mostra. .  
   
   
“PIEMONTE IN EGITTO PER LA PACE” ARTISTI PIEMONTESI ED EGIZIANI DA DOMANI AD ALESSANDRIA D’EGITTO  
 
Torino, 5 novembre 2007 - Giovedì 1 novembre è stata inaugurata, presso la Biblioteca Internazionale ad Alessandria d’Egitto, la mostra “Piemonte in Egitto per la pace”, promossa dall’Associazione Culturale Europa e dall’Associazione Cleopatra, con il contributo della Regione Piemonte. La mostra, che fa parte del Progetto Mediterraneo, prosegue l’ iniziativa “Popoli in Viaggio” svoltasi lo scorso anno al Cairo. All’inaugurazione eranopresenti: il console italiano Gianni Martini, rappresentanti della Regione Piemonte, il presidente della regione di Alessandria d’Egitto, Adel Labib, il presidente della regione Qalyubiya Adly Hussain, il direttore della biblioteca Ismail Serageldin, il presidente della Biblioteca Internazionale Farouk Hosny. “Con il Progetto Mediterraneo -ha dichiarato l’assessore alla Cultura,gianni Oliva- la Regione intende perseguire un percorso di avvicinamento tra le culture e i popoli che si affacciano sul mar mediterraneo, vera e propria via di comunicazione, di scambio, di opportunità per conoscersi apprezzarsi, nel rispetto delle singole diversità”. Fino all’8 novembre, 26 artisti piemontesi esporranno insieme ad altri artisti egiziani le loro opere, con l’obiettivo di portare la propria voce al di là del Mediterraneo, contribuendo all’attuazione del grande progetto d’ integrazione. “La Pace è l’elemento necessario –ha sottolineato Gianni Oliva- per proseguire il cammino dell’umanità verso il progresso. “Piemonte in Egitto per la Pace” è un evento che contribuisce, insieme a tutte le altre attività previste dal Progetto Mediterraneo, a costruire un clima di attenzione per affrontare con la leggerezza del linguaggio artistico i grandi temi della globalizzazione”. .  
   
   
IL TRENO DELL’ARTE IN EMILIA ROMAGNA MARTEDÌ 6 NOVEMBRE LA MOSTRA ITINERANTE FARÀ TAPPA NELLA STAZIONE DI RIMINI, MERCOLEDÌ 7 E GIOVEDÌ 8 A BOLOGNA  
 
 Bologna, 5 novembre 2007 - Arriva martedì 6 novembre in Emilia Romagna il Treno dell’arte. Il singolare museo itinerante, quest’anno intitolato “Da Tiziano alla Street Art: 500 anni di Arte Italiana”, offre ai viaggiatori e ai cittadini la possibilità di ammirare, attraverso visite guidate gratuite, alcune delle opere pittoriche più importanti realizzate nel nostro Paese dal 1500 ad oggi. Tra le 130 opere esposte sono presenti quadri di Tiziano, Todeschini, Baj, Guttuso, Carrà, De Pisis, Sironi, De Chirico, Migneco, Fontana e Lodola, molti dei quali provenienti da collezioni private. Il treno farà tappa il 6 novembre nella stazione di Rimini per poi proseguire verso Bologna, dove sarà possibile visitare l´esposizione nelle giornate di mercoledì 7 e giovedì 8. La mostra, che ha preso avvio lo scorso primo ottobre dalla stazione Termini di Roma, si concluderà alla stazione Porta Garibaldi di Milano il 10 novembre. .  
   
   
ILLY VISITA GALLERIA "PINO CASARINI" DI SACILE  
 
Sacile, 6 novembre 2007 - "Sacile è sempre stata una ´mezza città´: ora con l´apertura di questa Galleria d´arte moderna Sacile è diventata una vera città". Fu lo studioso Giorgio Fossaluzza, il curatore del catalogo delle opere del pittore Pino Casarini, a definire con efficacia l´importanza per la cittadina della galleria che, inaugurata nel dicembre del 2004 grazie ad un consistente contributo dell´ Amministrazione regionale, raccoglie tutte le opere su tela "private" dell´artista veronese, noto soprattutto per i suoi cicli d´arte sacra ad affresco. La Galleria è stata visitata il 31 ottobre dal presidente della Regione, Riccardo Illy, che è stato accompagnato dall´arciprete, don Graziano De Nardo, dal parroco emerito mons. Pietro Mazzarotto, dal sindaco Roberto Cappuzzo e dalla curatrice dell´allestimento, Graziana Modolo. Presente alla visita anche l´assessore regionale alla Pianificazione territoriale, Lodovico Sonego. "Mi ha colpito soprattutto il fatto che Casarini, noto soprattutto per le sue realizzazioni di arte sacra, si sia dedicato molto anche a dipinti al di fuori di questa sua specializzazione. Quindi - ha commentato Illy al termine della visita alla Galleria e al duomo di San Nicolò - poter ammirare qui a Sacile oltre agli splendidi affreschi del duomo anche la collezione di quadri che il pittore realizzò per suo studio e piacere è un´opportunità straordinaria e da valorizzare". In tal senso il presidente ha invitato la parrocchia ad avviare in collaborazione con il Comune di Sacile delle visite in giornate prefissate "perché oltre a fare conoscere meglio l´artista Casarini ai cittadini di Sacile e della regione questa possa essere un´occasione di decisiva attrazione per i turisti e i visitatori che arrivano in Friuli Venezia Giulia. Sacile - ha aggiunto Illy - ha di certo un´importante vocazione turistica, soprattutto di tipo culturale, per il suo bellissimo centro storico, il suo teatro, i suoi eventi legati alla storia del cinema. La presenza di questa mostra, già visitabile ora su prenotazione, potrà rappresentare quel ´quid´ in più per visitare questo territorio". Casarini, nato a Verona nel 1897 e morto nel 1972, si dedicò ad affrescare presbiterio e dell´abside del duomo e a scolpire il portale bronzeo del quattrocentesco duomo di San Nicolò nel 1946 e nel 1971, ma firmò anche per la nuova chiesa di Cordovado una delle più importanti composizioni d´arte sacra contemporanea italiana. Fu nel dopoguerra che iniziò le sue attività di frescante, vetratista e scultore per chiese ed edifici pubblici, partecipando a numerose Biennali veneziane e ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui il premio per la pittura dell´Accademia d´Italia. La galleria che sorge ora a Palazzo Carli, nella piazzetta antistante al Duomo, ospita una collezione di opere (anche bozzetti di allestimenti per opere, bronzi e schizzi) che attraversa la storia dell´arte figurativa italiana dagli anni 20 ai primi anni Settanta. Nell´archivio storico parrocchiale di Sacile è conservato un vastissimo fondo relativo a Casarini, che comprende le lettere all´amatissima moglie Elide e ai numerosi amici in Italia e all´estero, preziosi appunti personali. "Si tratta di un materiale - ha spiegato la curatrice Graziana Modolo - che rende possibile tracciare un profilo sia pubblico e privato dell´artista, che, inserito nella fitta trama di relazioni da lui intessute, permette di sottrarlo al forzato isolamento nel quale è stato spesso relegato". .  
   
   
MOSTRA FOTOGRAFICA: “PIEMONTE&SAHEL”, DECENNALE DEL PROGRAMMA DI SICUREZZA ALIMENTARE DELLA REGIONE  
 
Torino, 4 novembre 2007 - In occasione del decennale del “Programma di sicurezza alimentare e lotta alla povertà in Sahel e Africa Occidentale” la Regione Piemonte ha organizzato una serie di iniziative per ripercorrere le attività di cooperazione allo sviluppo svolte in quell’area del mondo. La mostra fotografica “Piemonte&sahel”, allestita nel Palazzo della Regione, fornisce informazioni e immagini dei principali interventi sostenuti dalla Regione e realizzati in questi anni da Organizzazioni non governative, enti locali piemontesi e Università di Torino, con uno spazio dedicato alle esperienze delle scuole che vi hanno partecipato. Presente all’inaugurazione, la presidente della Regione Mercedes Bresso ha sottolineato che “festeggiare il decennale significa testimoniare che le iniziative di cooperazione non sono estemporanee ma continuative. Per il futuro abbiamo cominciato a ragionare su interventi di tipo strutturale sui fiumi, come mezzo per combattere la desertificazione e quindi provocare un recupero di capacità produttiva". La Regione Piemonte ha intrapreso il Programma di sicurezza alimentare a seguito della Conferenza della Fao tenutasi a Roma nel 1996: il programma, inizialmente riferito a quattro paesi dell’area saheliana - Burkina Faso, Senegal, Mali e Niger - a partire dal 2004 si è esteso a Capo Verde, Benin, Mauritania e Costa d’Avorio ed ha raddoppiato il proprio impegno annuale portandolo a 2 milioni di euro. L’individuazione degli otto paesi destinatari delle risorse regionali è il risultato di un’analisi che ha tenuto conto degli indici di sviluppo, ma anche dei rapporti diretti e già instaurati tra i paesi africani e il Piemonte, sia in termini di flussi migratori che di progetti realizzati da operatori piemontesi. Dal 1997 al 2006 la Regione ha impegnato circa 13 milioni di euro per il co-finanziamento di oltre 360 progetti, che hanno coinvolto circa 900 enti piemontesi beneficiari di contributi e soggetti partners nell’area del Sahel e Africa Occidentale. Nel programma sono stati coinvolti a vario titolo 75 enti locali, oltre a Parchi Naturali, Università, Politecnico, scuole, consorzi no-profit, piccole e medie imprese, associazioni di categoria di artigiani (Confartigianato, Cna, Casa, Acai) e di agricoltori (Coldiretti), associazioni di cooperative e di immigrati, istituzioni religiose, Ong e associazioni di volontariato. Gli interventi hanno riguardato i settori dello sviluppo rurale e agro-zootecnico, della crescita urbana, formazione, microcredito, infrastrutture, nonché ricerche, scambi e gemellaggi per promuovere sul territorio piemontese una sempre più diffusa cultura della cooperazione allo sviluppo. Prossimo appuntamento del decennale è il seminario che si terrà mercoledì 21 novembre presso il Centro Incontri della Regione: l’incontro sarà l´occasione per fare il punto sui progetti finora realizzati e le prospettive future in un confronto tra istituzioni e operatori del settore. La mostra, allestita all’interno del Palazzo della Regione (piazza Castello 165, Torino) è aperta la pubblico dal 26 ottobre al 30 novembre 2007 (dal lunedì al sabato ore 10 - 20; domenica 14 - 20). Per le scuole sono previste visite guidate su prenotazione della durata di un’ora e mezza, dal lunedì al sabato (10 - 11. 30; 11. 30 - 13). Per prenotare: Regione Piemonte Settore Affari internazionali e Comunitari Telefono 011. 432. 4776- 011. 432. 1304 fax 432. 2658 e-mail affari. Internazionali@regione. Piemonte. It L’ingresso alla mostra è gratuito. .  
   
   
"LEGIONARI", QUESTO IL TITOLO DELLA MOSTRA CHE DOPO BARCELLONA ARRIVA A BOLZANO  
 
Bolzano, 5 novembre 2007 - L’archivio provinciale e il “Museu d`Història de Catalunya” di Barcellona hanno progettato una mostra con parte delle 4mila foto – rinvenute fortunosamente a Vipiteno – dell’altoatesino Willi Schrefler, legionario in Spagna durante la guerra civile. Dopo il successo di giugno a Barcellona, la mostra arriva a Bolzano: lunedì 5 novembre saranno il presidente della Provincia Luis Durnwalder e l’assessora Sabina Kasslatter Mur ad inaugurarla con i vertici della Lub alle 18 nella sede dell´università in via Sernesi. Il meranese Wilhelm Schrefler durante la dittatura fascista si unì, con il nome italianizzato in Guglielmo Sandri, alla divisione Littorio che ad inizio 1937 partì per la Spagna per combattere nella guerra civile al fianco dei franchisti. Sandri/schrefler era un fotografo di talento e nei due anni di permanenza in Spagna, tra il 1937 e il 1939, fissò nelle immagini diversi momenti della guerra spagnola. Di questa attività restano 4. 500 foto. Rientrato dalla guerra civile, con il nome di Willi Sandri si stabilì definitivamente a Vipiteno, dove morì nel 1979. La sua collezione fotografica fu rinvenuta fortunosamente, evitando che finisse al macero, e consegnata all’Archivio provinciale. La scoperta ha suscitato grandissimo interesse a Barcellona, tanto che - assieme all’Archivio provinciale - il Museo storico di Catalogna ha organizzato una mostra dedicata alla guerra civile spagnola con centinaia di fotografie del patrimonio Schrefler-sandri sugli eventi bellici ma anche sul loro incrociarsi con la vita quotidiana della popolazione. Dopo il successo registrato in giugno a Barcellona, la mostra "Legionari - un sudtirolese alla guerra di Spagna" arriva ora a Bolzano. L´inaugurazione è in programma lunedì 5 novembre alle ore 18 nella sede della Lub in via Sernesi 1 (1° piano) con il presidente della Provincia Luis Durnwalder, l´assessora ai Beni culturali Sabina Kasslatter Mur, il presidente della Lub Hanns Egger, l’imprenditore Michael Seeber della “Leitner“ di Vipiteno (la città di adozione del soldato Sandri) sponsor culturale del progetto, il direttore dell´Archivio storico Josef Nössing e i curatori Margarida Sala (Museo storico di Catalogna) e Andrea Di Michele (Archivio storico provinciale). La mostra è accompagnata dalla pubblicazione del catalogo in tedesco/italiano/inglese. La mostra resta aperta sino al 23 novembre. .  
   
   
INAUGURATA MOSTRA "HARD ROCK WALZER"  
 
 Passariano, 5 novembre 2007 - - "La Villa Manin di Passariano ha recuperato il suo ruolo tra i siti culturali del Friuli Venezia Giulia, e punta ora a superare il traguardo dei 700 mila visitatori l´anno". E´ quanto ha affermato con soddisfazione l´assessore regionale all´Istruzione, Cultura, Sport e Pace, Roberto Antonaz, inaugurando la mostra di scultura austriaca "Hard Rock Walzer", che rimarrà aperta fino al 25 marzo del prossimo anno. L´evento, come ha evidenziato Antonaz, "rappresenta uno spaccato della cultura nella vicina Austria, e rinverdisce il tradizionale legame del Friuli Venezia Giulia con la tradizione artistica mitteleuropea". Particolarmente efficace, secondo l´assessore, è il titolo della manifestazione, che "riesce a sintetizzare la palese armonia della Villa Manin di Passariano e delle sue strutture con il richiamo alle melodiche armonie della musica viennese, e ancora con la possibilità di integrarsi nello storico complesso da parte dell´arte contemporanea; infatti alcune delle installazioni sono così ben inserite nelle sale del fabbricato che si intonano con i dipinti esistenti nell´edificio". La mostra presenta infatti la moderna forma di espressione artistica che è costituita dall´installazione. Antonaz ha concluso ricordando che assieme ad Aquileia, e a Miramare, la Villa dogale di Passariano è ora divenuta concretamente uno dei punti riferimento della cultura del Friuli Venezia Giulia, ed è il terzo sito culturale più visitato dell´intera Regione. L´interesse del pubblico per la Villa Manin è dimostrato anche dall´elevato numero di accessi al sito internet che le è dedicato. Come hanno poi spiegato il direttore artistico del Centro d´arte contemporanea di Villa Manin, Francesco Bonami, e la curatrice della rassegna, Sarah Cosulich Canarutto, "Hard Rock Walzer" è una mostra di scultura moderna austriaca. "Essa - hanno detto - propone il modo di guardare la realtà da parte dell´artista, e non più, come avviene per le sculture tradizionali, il risultato del gesto artistico dello scultore". In precedenza, il saluto ai numerosi intervenuti alla cerimonia inaugurale era stato dato dal sindaco di Codroipo e presidente dell´Azienda Speciale Villa Manin, Vittorino Boem. .  
   
   
CONVERSAZIONE DI ENRICO LUCCHESE SULLA “MADONNINA” DI ROSALBA CARRIERA  
 
 Gorizia, 5 novembre 2007 - Nell’ambito del ciclo di appuntamenti mensili “Visto e non visto” dedicate ad una serie di capolavori delle collezioni custodite nel Palazzo Coronini Cronberg di Gorizia, giovedì 15 novembre, alle ore 17,30, il docente dell’Università di Trieste e studioso dell’arte veneta Enrico Lucchese terrà una conversazione aperta al pubblico sulla “Madonnina” della grande pastellista veneziana Rosalba Carriera. L’opera, appartenuta alla contessa Carmen Coronini (1885-1968) medico e docente di anatomopatologia all’Università di Vienna, è uno dei pochissimi esempi di pittura sacra eseguita da Rosalba Carriera negli anni a cavallo fra il 1725 e il 1730. Il tema della Vergine è unico nel repertorio della pittrice veneziana ed è noto in una seconda versione, con i capelli della Madonna leggermente più scuri, che si trova nella Stanza dell’Alcova di Ca’ Rezzonico a Venezia. Enrico Lucchese, da studioso di storia dell’arte veneta con particolare attenzione alla pittura del Xviii secolo, è già intervenuto più volte sulle opere della pastellista veneziana: la più recente, in occasione dell’inaugurazione della mostra "Rosalba Carriera prima pittrice d´Europa" allestita nel palazzo Cini di Venezia e conclusasi lo scorso 28 settembre. Per informazioni: segreteria Fondazione Palazzo Coronini Cronberg (da lunedì a sabato dalle 8 alle 14) tel. 0481. 533485, fax. 0481. 547222, e-mail info@coronini. It, sito web www. Coronini. It. .  
   
   
MOSTRA L´ITALIA DI GARIBALDI ROMA - COMPLESSO DEL VITTORIANO 31 OTTOBRE 2007 - 6 GENNAIO 2008  
 
 Roma, 5 novembre 2007 - In occasione del Bicentenario della nascita dell´Eroe dei due mondi, il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, presieduto da Andrea Marcucci, sottosegretario di Stato per i Beni e le Attivit` Culturali, e composto da autorevoli accademici, uomini di cultura e da rappresentanti delle istituzioni, promuove in stretta collaborazione con l´Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, la mostra L´italia di Garibaldi. Nella Sala Zanardelli del Complesso del Vittoriano dal 31 ottobre al 6 genanio 2008, l´esposizione, che nasce sotto l´Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, a cura di Giuseppe Talamo, Presidente dell´Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, ed organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia, vuole celebrare il pensiero e l´azione dell´Eroe attraverso centocinquanta opere tra olii, disegni, stampe originali, incisioni, documenti dell´epoca, dagherrotipi, filmati e fotografie molte delle quali inedite, e che ripercorrono filologicamente l´immagine dell´Italia cosl come si presentava al momento delle imprese di Giuseppe Garibaldi: l´Italia come la vedeva Garibaldi. La mostra La mostra celebrativa "L´italia di Garibaldi" vuole contribuire alla costruzione di una piy consapevole coscienza nazionale, in un momento storico particolarmente delicato quale h il nostro, con l´obiettivo di salvare valori che non tramontano con le mode, incentivando la conoscenza della storia e favorendo lo sviluppo delle iniziative territoriali in forme concrete ed attuali, promuovendo la crescita della morale individuale attraverso forme di viva partecipazione, volontariato e responsabilit` sociale. La biografia di Garibaldi h intrecciata con tappe e momenti di fondamentale importanza per la storia dell´Italia del Risorgimento: dalle vicende della Repubblica Romana del 1849 all´impresa dei Mille; dalle guerre d´indipendenza al ritiro nell´isola di Caprera. Questi fatti hanno trovato spesso una immediata traduzione visiva nei pittori e nei fotografi che accompagnavano, durante le imprese, l´Eroe dei due mondi. Pittori, fotografi che erano allo stesso tempo patrioti e soldati e che erano al fianco di Garibaldi in guerre e in singole imprese. Si trattava di soldati-pittori che documentavano visivamente gli avvenimenti ai quali avevano partecipato, riproducendo sulle tele o sulle fotografie "in diretta" i fatti della storia dell´Italia risorgimentale: dei veri e propri reportage. Vedendo i dipinti di Girolamo e Domenico Induno o le fotografie di Stefano Lecchi sulla Repubblica Romana del 1849 o quelle di Alessandro Pavia dell´impresa dei Mille, h come se si vedesse l´Italia dell´Ottocento cosl come si era presentata e mostrata a Garibaldi al momento delle sue imprese. Questa iniziativa espositiva vuole mostrare queste immagini - coeve ai singoli avvenimenti - mettendole in relazione con brani tratti dall´epistolario di Garibaldi o dalle sue memorie autobiografiche. In questo modo si h creata una sorta di saldatura documentaria e concettuale tra le immagini e i pensieri dell´Eroe. Il percorso espositivo si articola in due sezioni: Un ritratto di Giuseppe Garibaldi - con materiali fotografici originali che ritraggono l´eroe, stampe che costituiscono veri e propri esempi di trasfigurazione dell´immagine di Garibaldi nella produzione iconografica dell´Ottocento, immagini di Garibaldi nella stampa coeva a testimonianza della satira politica dell´epoca - L´italia di Garibaldi - con disegni dei partecipanti alla Repubblica Romana del 1849, inedite tavole originali di Castelli del 1849 della Repubblica Romana, fotografie, stampe e incisioni della Sicilia del 1860, alcune inedite fotografie della visita a Pompei e del soggiorno nella Reggia di Caserta, dipinti aventi per tema l´Aspromonte e dipinti di Girolamo Indumo sulla Terza guerra d´Indipendenza, foto Alinari sulla sconfitta delle forze garibaldine a Mentana per mano dei Franco-pontifici, Inoltre, ci sar` una particolare sezione dedicata ai Materiali multimediali - con "Caprera. Isola Sacra", un raro filmato dell´Archivio Luce, "Giuseppe Garibaldi. Il diavolo rosso", filmati di Rai Educational e della Presidenza del Consiglio dei Ministri, materiali documentari e digitali forniti dall´Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, "L´eroe dei due mondi" di Maurizio Nichetti, Istituto Luce. La vita Giuseppe Garibaldi, carattere irrequieto e desideroso di avventura, gi` da giovanissimo si imbarca come marinaio per intraprendere la vita sul mare. Nel 1832, appena venticinquenne h capitano di un mercantile e nello stesso periodo inizia ad avvicinarsi ai movimenti patriottici europei ed italiani (come, ad esempio quello mazziniano della "Giovine Italia"), e ad abbracciarne gli ideali di libert` ed indipendenza. Nel 1836, a seguito di un provvedimento di condanna da parte del Regno Sabaudo, sbarca a Rio de Janeiro e da qui inizia il periodo, che durer` fino al 1848, in cui si impegner` in varie imprese di guerra in America Latina. Combatte in Brasile e in Uruguay ed accumula una grande esperienza nelle tattiche della guerriglia basate sul movimento e sulle azioni a sorpresa. Questa esperienza avr` un grande valore per la formazione di Giuseppe Garibaldi sia come condottiero di uomini sia come tattico imprevedibile. Nel 1848 torna in Italia dove sono scoppiati i moti di indipendenza, che vedranno le celebri Cinque Giornate di Milano. Nel 1849 partecipa alla difesa della Repubblica Romana insieme a Mazzini, Pisacane, Mameli e Manara, ed h l´anima delle forze repubblicane durante i combattimenti contro i francesi alleati di Papa Pio Ix. Purtroppo i repubblicani devono cedere alla preponderanza delle forze nemiche e Garibaldi il 2 Luglio 1849 deve abbandonare Roma. Di qui, passando per vie pericolosissime lungo le quali perde molti compagni e l´adorata moglie Anita, riesce a raggiungere il territorio del Regno di Sardegna. Inizia quindi un secondo periodo di esilio, che lo porta a New York, in Pery, in Cina e in Australia. Tornato in Italia, acquista nel 1855 l´isola di Caprera, che diventer` sua stabile dimora. Nel 1858-1859 si incontra con Cavour e Vittorio Emanuele, che lo autorizzano a costituire un corpo di volontari, denominato "Cacciatori delle Alpi" e al cui comando fu posto lo stesso Garibaldi. Partecipa alla Seconda Guerra di Indipendenza cogliendo vari successi, ma l´armistizio di Villafranca interrompe le sue operazioni. Nel 1860 Giuseppe Garibaldi h capo della spedizione dei Mille; salpa da Quarto il 6 maggio 1860 e sbarca a Marsala cinque giorni dopo. Da Marsala inizia la sua marcia trionfale; batte i Borboni a Calatafimi, giunge a Milazzo, prende Palermo, Messina, Siracusa e libera completamente la Sicilia. Il 19 agosto sbarca in Calabria e, muovendosi molto rapidamente, getta lo scompiglio nelle file borboniche, conquista Reggio, Cosenza, Salerno; il 7 settembre entra a Napoli, abbandonata dal re Francesco I ed infine sconfigge definitivamente i borbonici sul Volturno. Il 26 ottobre Garibaldi si incontra a Vairano con Vittorio Emanuele e depone nelle sue mani i territori conquistati: si ritira quindi nuovamente a Caprera, sempre pronto per combattere per gli ideali nazionali. Nel 1862 si mette alla testa di una spedizione di volontari al fine di liberare Roma dal governo papalino, ma l´impresa h osteggiata dai Piemontesi dai quali viene fermato il 29 agosto 1862 ad Aspromonte. Imprigionato e poi liberato ripara nuovamente su Caprera, pur rimanendo in contatto con i movimenti patriottici che agiscono in Europa. Nel 1866 partecipa alla Terza Guerra di Indipendenza al comando di Reparti Volontari. Opera nel Trentino e qui coglie la vittoria di Bezzecca (21 luglio 1866) ma, nonostante la situazione favorevole, Garibaldi deve sgomberare il territorio Trentino dietro ordine dei Piemontesi, al cui dispaccio risponde con quel "Obbedisco", rimasto famoso. Nel 1867 h nuovamente a capo di una spedizione che mira alla liberazione di Roma, ma il tentativo fallisce con la sconfitta delle forze garibaldine a Mentana per mano dei Franco-pontifici. Nel 1870-71 combatte per i francesi nella guerra da questi sostenuta contro la Prussia dove, sebbene riesca a cogliere alcuni successi, nulla pur per evitare la sconfitta finale della Francia. Torna infine a Caprera, dove, sempre in contatto con i movimenti politici e patriottici di tutta Europa, passer` gli ultimi anni e dove si spegner` il 2 giugno 1882. .  
   
   
NADJA MONCHERI ITINERARIO CROMATICO  
 
 Trieste, 5 novembre 2007 – Si inaugura oggi alle ore 18. 00 nella Sala Comunale d’Arte di Trieste (piazza dell’Unità d’Italia, 4) la mostra personale della pittrice triestina Nadja Moncheri. La rassegna, che sarà presentata dalla curatrice Marianna Accerboni, propone una sorta di installazione totale, composta da una serie di lavori recenti dell’artista realizzati ad acrilico su tela e da una sequenza di pannelli di seta dipinti a mano, che suggeriscono un suggestivo e straniante Itinerario cromatico, come appunto s’intitola la mostra. Visitabile fino al 19 novembre. Una selva lieve di presenze seriche -- scrive Accerboni - connota questa originale rassegna, che si presenta come un’installazione totale, in cui Nadja Moncheri allude, attraverso una coinvolgente sequenza cromatica, al mondo naturale, ricostruendone con garbo e misura la vitale armonia. La rassegna si compone infatti di una serie sintonica di pannelli di seta dipinti a mano dall’artista e da alcuni lavori realizzati ad acrilico su tela attraverso una sensibile modulazione cromatica, che accoglie il fruitore lungo un percorso connotato di elegante semplicità. La pittrice triestina, che nel corso degli anni ha evoluto il proprio linguaggio creativo grazie anche agli stage di pittura curati en plein air da Nino Perizi e agli incontri di studio con Alice Psacaropulo, propone in questa mostra il linguaggio della maturità linguistica e della sintesi, cui è pervenuta negli ultimi anni, mantenendo tuttavia nelle tracce cromatiche al limite dell’astrazione, una lieve valenza surreale. Quest’ultima suggerisce appunto al fruitore un piano di lettura che si allontana dal visibile, cioè dal dato naturale di partenza – roccia, pietra, terra, deserti - per ricostruirne, attraverso il ritmo cromatico e gestuale, l’essenza e l’atmosfera: quasi un percorso/gioco, che l’artista suggerisce a chi si addentra nel suo mondo per aiutarlo a scordare il reale, i suoi ritmi troppo irruenti, l’aggressività latente, passeggiando in un’oasi cromatica dove godere, per un attimo, la serenità delle origini. S’incontrano nel linguaggio di Moncheri – conclude il critico - due virtù: la prima consiste nel saper declinare con grazia e sensibile intuito la sequenza cromatica che connota l’esposizione, la seconda nell’essere capace di intervenire nello spazio e di dominarlo, ricreando un’interpretazione astratta e convincente del reale, in linea con le nuove vie del lessico artistico contemporaneo. .  
   
   
DOPO NUDO_COSMO, DIS_ORIENTI, SECONDA FESTA DELLA CULTURA DI EX BORDER  
 
Gorizia, 6 novembre 2007 - Di notevole spessore culturale la seconda edizione della Festa della Cultura di Ex Border, che si svolgerà a Gorizia, dal 15 al 18 novembre 2007, e quest’anno intitolata “Dis_orienti”. La scelta della metafora, che di anno in anno funge da catalizzatore attorno al quale convergono i diversi interventi degli ospiti, vuole mettere in luce da un lato la realtà complessa che giace ad est, l’Oriente, forte e sconosciuto, e dall’altro le diverse implicazioni del disorientamento contemporaneo, a partire da quello ambientale, per giungere, attraverso il dialogo e il confronto, a quello sociale. Quattro giorni per esplorare il rapporto tra Oriente e Occidente, visto e vissuto attraverso gl´occhi di due donne: Michelle Nouri, giornalista e scrittrice, nasce dall´incontro di due culture, destinate a mescolarsi nei suoi lineamenti e nel suo cuore, e Ai Ling Cai, poetessa cinese, artista poliedrica che riunisce in sé la tradizione millenaria della filosofia orientale, con la tecnologia occidentale più avanzata. Ma Dis_orienti è anche scienza, umana e ambientale. “La società del rischio”, “Occidente disorientato”, “Incertezza ed evoluzione”, sono alcuni titoli dei dibattiti scientifici e filosofici che caratterizzeranno l´excursus sulle problematiche legate, da un lato, al rapporto fra evoluzione e progresso e, dall´altro, ai rischi ambientali che questo progresso porta irrevocabilmente con sé. Dis_orienti è tutto questo, ma non solo. Non si tratta di una somma effimera di eventi, ma di una festa in cui le diverse Arti s´intrecciano, generando conoscenza e crescita, in una sinfonia tanto più composita, tanti più sono gli “strumenti” che in essa vi risuonano. Che cos´è Dis_orienti? Non è una fiera del libro… né un festival di letteratura o di poesia… né un convegno per addetti ai lavori… Dis_orienti è una Festa della Cultura, i cui protagonisti non sono la vanità degli autori o la loro visibilità mediatica, né l’attesa di folle e commerci. Protagonisti sono invece la letteratura, l´arte, il cinema, le scienze, come anche la filosofia e la psicologia… Una danza delle idee che genera conoscenza, consapevolezza, crescita. È un incontro di canti e di storie, un’occasione per riflettere, approfondire e divertirsi. E’ anche un osservatorio, benché parziale, su alcuni aspetti della realtà contemporanea. Tutti gli ospiti, gli incontri, le conversazioni, gli spettacoli e gli appuntamenti in qualche modo saranno al servizio dell’immagine scelta quest’anno come titolo e faro delle quattro giornate di Ex Border Gorizia: Dis_orienti (15-18 novembre 2007). Uno sguardo arbitrario, sull’eco che ci giunge dall’Oriente, prossimo ed estremo, ma anche, e forse soprattutto, sul disorientamento contemporaneo, degli individui e delle civiltà. Tra gli ospiti, gli scienziati (Tiezzi, Longo, Sturloni e Pievani) ci parleranno della “società del rischio tecnologico” in un mondo globalizzato, ed in particolare dal punto di vista di una scienza vissuta con un atteggiamento profondamente etico: non la scienza della conquista, ma quella dei rapporti con i limiti dell´essere umano e con la sua precarietà. I poeti e le poetesse giungeranno non solo dall’Italia (Rondoni, Villalta, Panfilo…) ma anche da Slovenia (Kramberger e Hrastelj), Russia (Petrova), Cina (Ai Ling Cai) e Serbia (Milanovic), in un confronto di sensibilità e di vocazioni estetiche. Gli scrittori e i giornalisti, tra i migliori del nostro paese (Nissim, Manfredi, Corrias) e stranieri (Nouri) si avvicineranno con i loro libri a diversi aspetti del disagio odierno (dalla cronaca alla narrativa). E i filosofi (Donà, Perissinotto, Veneziani) cercheranno di trovare un ordine del pensiero o lo abbandoneranno per lasciare poi il pubblico libero di godersi qualche passo di danza (Zenero) o le note (Murgolo, Rojc) negli ambienti storici di Gorizia (Musei, Castello…). E infine la spontaneità selvatica di Mauro Corona… Una festa, quindi, con uno stile intimo e discreto, semplice e ospitale… sparsa d’inverno nella città dove… “una volta c’era una frontiera”. Dove fra poco verrà celebrata la caduta di un confine. Ex Border è una risposta simbolica e culturale ad un’Europa finalmente riunificata, in cui i cittadini hanno davvero raggiunto una pari dignità. .  
   
   
MILANO: TRASPORTI. TORNA IL BUS BY NIGHT, TUTTI I VENERDí E SABATO NOTTE DAL 9 NOVEMBRE FINO AL 10 FEBBRAIO 2008  
 
Milano, 5 novembre 2007 - Torna il Bus by Night, il servizio di trasporto pubblico notturno per far tornare a casa i giovani della movida milanese, tutti venerdì e i sabato notte, in sicurezza, senza dover utilizzare l’auto. Il servizio, istituito dal Comune di Milano in collaborazione con Atm e già sperimentato per cinque settimane nello scorso mese di luglio, sarà attivo da venerdì 9 novembre al 10 febbraio dell’anno prossimo, al costo della tariffa ordinaria urbana di 1 euro. I capolinea di partenza, otto in tutto, sono stati individuati nelle aree più frequentate dai giovani milanesi, dove è concentrato il maggior numero di locali notturni: via Valtellina, viale Milton, corso Como, piazza Xxiv Maggio, viale Umbria in due punti, via Castelbarco e via Ripamonti. Dalle 2 fino alle 5,10 del mattino, con orari differenziati a seconda del capolinea, i bus Atm (da 16 posti ciascuno per 32 corse complessive) saranno pronti a partire, per qualsiasi destinazione all’interno del Comune di Milano. Basterà salire e comunicare all’autista dove si vuole essere accompagnati. E se non si è già in possesso del biglietto lo si potrà comperare a bordo, sempre al costo di 1 euro. “Dopo l’esperienza di quest’estate – ha dichiarato l’assessore alla Mobilità, trasporti e ambiente Edoardo Croci – riparte il Bus by Night, un mezzo economico e sicuro che i giovani potranno usare per tornare a casa dopo una notte in discoteca. Per migliorare il servizio abbiamo raddoppiato i capolinea di partenza” Il Bus by Night è nato su proposta bipartisan di cinque giovani consiglieri comunali Alan Christian Rizzi, Carlo Fidanza, Gianfranco Baldassarre, Lorenzo Malagola e Pierfrancesco Maran, che hanno voluto realizzare un servizio concreto per i giovani e per le loro famiglie. Insieme al Comune di Milano, che ha stanziato i 78mila euro necessari all’attivazione del servizio, e ad Atm partecipa all’iniziativa anche il Silb-milano l’Associazione dei locali da ballo aderente ad Epam – Unione del Commercio, che sosterrà nei diversi locali aderenti la campagna di informazione per l’uso di questo mezzo di trasporto notturno. Il servizio sarà attivo nei mesi di novembre, dicembre, gennaio e inizio febbraio nelle prime ore del sabato (venerdì notte) e della domenica (sabato notte), con questo calendario: Novembre 2007: 10, 11, 17, 18, 24, 25; Dicembre 2007 : 1, 2, 8, 9, 15, 16, 22, 23, 29, 30, 31; Gennaio 2008: 1, 5, 6, 12, 13, 19, 20, 26, 27; Febbraio 2008: 2, 3, 9, 10, 16, 17. .  
   
   
AL TEATRO CIAK SI APRE LA STAGIONE CON ASCANIO CELESTINI PROTAGONISTA DI TRE SPETTACOLI  
 
Milano, 5 novembre 2007 - Per l’apertura della stagione il Teatro Ciak ha scelto Ascanio Celestini, uno dei più giovani e importati esponenti del filone del teatro della memoria, nonché attore, scrittore, autore televisivo e radiofonico. Dopo aver presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma il documentario Parole sante sul precariato, che ne ha segnato il debutto al cinema, il cantastorie Celestini sale sul palco del Ciak con 3 spettacoli accomunati da una forte componente di denuncia sociale. Dal 9 all’11 novembre , alle ore 21. 00, sul palco del Teatro Ciak andrà in scena “Scemo di Guerra” – Roma, 4 giugno 1944. E’ la storia del 4 giugno del 1944, il giorno della liberazione di Roma. E’ la storia che Celestini si è sentito raccontare dal padre quando era ragazzino: un racconto che per l’autore diventa l’unica storia concreta della guerra. Concreta perché conosceva le strade di cui parlava e perché, dopo tante volte in cui la sentiva raccontare, aveva iniziato ad immaginarsi anche i particolari più dettagliati. Nello spettacolo si ritrovano alcuni avvenimenti storici come il bombardamento di San Lorenzo o il rastrellamento del Quadraro. Alcuni avvenimenti sono realmente accaduti, altri sono inventati dall’autore o presi da altri racconti di guerra. Dal 15 all’17 novembre, Ascanio Celestini si esibirà con lo spettacolo “La pecora nera” – Elogio Funebre del manicomio elettrico, un’indagine volta a raccontare la memoria sull’istituzione manicomiale. In questo spettacolo Celestini raccoglie storie di chi ha conosciuto il manicomio, partendo dai racconti autobiografici degli operatori psichiatrici, visitando i luoghi degli ex manicomi, raccogliendo memorie ed esperienze, prevalentemente degli infermieri ma anche dei medici, sempre affiancato dagli attori che hanno partecipato alla sua ricerca, volta allo studio della relazione fra gli individui e le istituzioni cardine del nostro paese. Dal 23 al 25 novembre sarà in scena “Appunti per un film sulla lotta di classe”, spettacolo nel quale Celestini affronta il tema del lavoro precario. L’idea è nata dopo alcuni incontri con i lavoratori di un call center romano, uno dei maggiori in Europa, dove solo poco più dell’1% dei lavoratori sono assunti mentre tutti gli altri sono precari. Viene anche affrontato il tema della lotta di classe“un conflitto inevitabile in una società fatta di Prozac e Mulini Bianchi, di divi del cinema e chilocalorie”. Per il pubblico è disponibile l’abbonamento speciale “Trittico Celestini”: i tre spettacoli al prezzo complessivo di 68 € e, inoltre, due biglietti omaggio per un’altra prima a scelta tra gli spettacoli in calendario. Dopo questi tre appuntamenti il Ciak si trasferirà alla Fabbrica del Vapore in via Procaccini. Il Ciak non muore ma torna a vivere in una sede completa, seppur transitoria, in attesa della collocazione definitiva che andrà a garantire almeno altri 30 anni di storia di questo teatro patrimonio della città e dei suoi abitanti. .  
   
   
AL TEATRO CARCANO DI MILANO TULLIO SOLENGHI NE LE NOZZE DI FIGARO  
 
Milano, 5 novembre 2007 - Certamente una delle commedie più complesse e vivaci del teatro francese. Le nozze di Figaro è l’ultimo grande testo teatrale prima della Rivoluzione Francese, definito dal regista Matteo Tarasco “un’allegra commedia in un mondo che crolla” un’anticipazione di tempi nuovi, dunque, il simbolo della lotta del Terzo Stato contro una classe sociale e politica che chiude per sempre l’ancient regime Nei panni di Figaro un inedito e rivoluzionario Tullio Solenghi. Capolavoro di Pierre-augustin Caron de Beaumarchais, l’autore considerato il “figlio teatrale” di Molière, dal quale eredita la genialità, e il “padre teatrale” di Feydeau, al quale insegnerà l’arte del vaudeville, La folle giornata, ovvero Le nozze di Figaro venne scritta nel 1 778 come secondo capitolo della cosiddetta “trilogia di Figaro” (comprendente anche Il barbiere di Siviglia e La madre colpevole). Tre anni dopo, nel 1781, venne presentata agli attori della Còmedie Francaise, che la accettarono per ‘acclamazione”. Re Luigi Xvi la censurò per immoralità, vietandone la rappresentazione per tre anni. Nonostante ciò, a Parigi si formò un partito pro-Figaro capeggiato addirittura da Maria Antonietta, ansiosa di veder rappresentato il nuovo lavoro di Beaumarchais. La commedia debuttò poi con esito trionfale nel 1783. Il successo dei lavori di Beaumarchais deriva dalla vivacità delle situazioni, dal linguaggio franco e spiritoso e soprattutto dalla forte satira sociale. Essi segnano una netta rottura con la tradizione del teatro contemporaneo borghese, basato su personaggi e tra me convenzionali, generalmente subordinati a intenzioni morali e edificanti. La vicenda narrata è il seguito de Il barbiere di Siviglia Sono passati tre anni e Rosina è diventata la Contessa D’almaviva, ma il Conte, stanco della vita coniugale, fa la corte alla cameriera della moglie, Susanna, prossima sposa di Figaro. Figaro è indignato, la Contessa è rattristata dall’atteggiamento del marito e turbata per l’amore del paggio Cherubino. Sfruttando la gelosia del Conte per Cherubino, le due donne e Figaro si beffano di lui: Susanna finge di dare al Conte un appuntamento, al quale si reca invece Rosina nei panni della cameriera. Figaro, credendosi ingannato dalla fidanzata, si apposta per sorprendere Susanna con il Conte Incontra però Susanna, vestita con gli abiti della contessa, che gli racconta l’inganno. All’arrivo del Conte ogni equivoco è dissipato: il Conte si pente, la Contessa ritrova l’antica tenerezza per il marito, Figaro può sposare Susanna. .  
   
   
DEBUTTA AL TEATRO FILODRAMMATICI-SPAZIO MIL DI SESTO SAN GIOVANNI, L’AUTOBUS DI STALIN, DI ANTONIO PENNACCHI.  
 
 Milano, 5 novembre 2007 - Lo spettacolo nasce dall’incontro tra il saggista e romanziere Pennacchi, autore de Il fasciocomunista (da cui è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico di Daniele Lucchetti) e l’attore Clemente Pernarella che, oltre ad esserne protagonista, ne cura la regia insieme a Pippo Chillico. Nasce durante un viaggio in autobus la riflessione sulla società occidentale e democratica: una sfida ai luoghi comuni e ai pregiudizi politically correct. Tieffe Teatro Filodrammatici Stabile d’Innovazione inserisce questo spettacolo nel progetto Ciao Novecento per un’analisi attenta dei movimenti filosofici, politici e culturali del Ventesimo secolo. L’idea dello spettacolo nasce da uno scritto di Antonio Pennacchi pubblicato sulla rivista “Limes”, mensile che si occupa di geopolitica del gruppo Repubblica-espresso. La considerazione di quante asserzioni, apparentemente scontate al giorno d’oggi, potrebbero scatenare sdegno se considerate sotto una ottica più accurata, è alla base della volontà di ampliamento del testo e della successiva decisione di farne uno spettacolo. La società occidentale e il sentire di appartenerle o di esserle estraneo sono gli spunti da cui parte la riflessione del conducente di un autobus in viaggio. Attraverso l’esame di alcuni casi estremi (nel linguaggio informatico: worst cases) egli valuta l’opportunità di una nuova e diversa teoria della storia, senza compromessi di comodo e finti moralismi. L’autobus è metafora spazio-temporale: i suoi finestrini sono, sulla scena, sei televisori che rimandano l’immagine della realtà attraversata. E l’oggetto fisico connota la riflessione: il televisore non è solo l’immagine che entra di diritto e con prepotenza nel discorso sulla contemporaneità ma anche il mezzo che veicola le immagini nel quotidiano. Anche le immagini si muovono e vivono: un visual performer gestisce i video, in diretta, accompagnando e commentando il testo per tutta la sua durata. Poco altro sulla scena, che risulta assai essenziale e scarna: una matrioska, che richiama il mondo di cui si parla ma anche il concetto di individuale e collettivo, uno e molti; uno strano attrezzo che richiama in maniera discreta il mondo della fabbrica, a cui l’autore è legato e dal quale proviene ma che come macchina ed in quanto macchina porta in se molti e diversi significati. Debutta al Teatro Filodrammatici-spazio Mil (Caffetteria) di Sesto San Giovanni, Marx a Milano da Marx a Soho di Howard Zinn, dopo la partecipazione all’edizione 2007 del Teatro Festival Parma, incontro annuale del teatro europeo e internazionale. La regia di Giancarlo Nanni e l’interpretazione di Graziano Piazza e Francesca Fava mettono in scena la traduzione e l’adattamento di Andrea Grignolio del testo di Howard Zinn, icona della sinistra americana, voce libera e originale, importante punto di riferimento dei movimenti per la pace. Karl Marx, accompagnato dalla fedele moglie Jenny, torna sulla terra per spiegare le sue ragioni e confrontarsi con il pubblico. Tieffe Teatro Filodrammatici Stabile d’Innovazione inserisce questo spettacolo nel progetto Ciao Novecento per un’analisi attenta dei movimenti filosofici, politici e culturali del Ventesimo secolo. Inviato per errore a New York, invece che nel quartiere di Londra dove aveva vissuto, Karl Marx torna soprattutto per porre una domanda: perché da più di un secolo tutti sentono il bisogno di ripetere che le sue idee sono morte? Il suo è un atteggiamento malinconico e sarcastico, portato al ricordo e al disincantato commento dei trionfi del capitalismo contemporaneo. Howard Zinn, studioso di fama internazionale, amico di Noam Chomsky, teorico della controinformazione e attivo nei movimenti per i diritti civili, in questa pièce unisce un’attenta conoscenza della biografia di Marx a una brillante vena polemica. Il suo intento - scrive nella presentazione al testo (H. Zinn, Marx in Soho: a play on history, 1999) - non è solo quello di illuminare “il suo tempo e il posto che Marx vi occupava, ma il nostro tempo e il posto che vi occupiamo noi”. Gli ideali socialisti sono spiegati molto razionalmente, ma la critica all’America è feroce perchè è Zinn che parla attraverso Marx. Giancarlo Nanni, sempre pronto a cogliere le situazioni più intelligenti e curiose, mette in scena questo divertente e amaro testo in una forma antiteatrale che ricorda il periodo parigino di Marx, quando artisti, intellettuali, politici, borghesi e operai si incontravano nei bar per confrontarsi, bere e divertirsi. La forma dialogante con il pubblico, infine, permette di creare un clima in cui Karl e Jenny Marx sono presenti non come personaggi ma come esseri umani. Www. Tieffeteatro. It .  
   
   
IL GRANDE RITORNO DI SERENA SINIGAGLIA AL PICCOLO TEATRO “DONNE IN PARLAMENTO”, PRODUZIONE DEL PICCOLO TEATRO, E UNO SPETTACOLO DI REPERTORIO (“NATURA MORTA IN UN FOSSO”): LO STUDIO TORNA AD ESSERE LO SPAZIO DEL NUOVO E DELLA RICERCA  
 
 Milano, 5 novembre 2007 - Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con Serena Sinigaglia. La giovane regista milanese torna per quasi un mese, come nella scorsa stagione, al Teatro Studio, riproponendo Donne in Parlamento di Aristofane, prodotto dal Piccolo Teatro (in scena dal 27 novembre al 9 dicembre e poi in tournée), e uno spettacolo di repertorio, Natura morta in un fosso, scritto da Fausto Paravidino e interpretato da Fausto Russo Alesi (in scena dal 20 al 25 novembre), prodotto dall’Atir, la compagnia della quale Serena Sinigaglia è fondatrice e con la quale collabora da oltre dieci anni. Il ritorno della Sinigaglia al Piccolo rappresenta un’appendice del progetto avviato, sotto il segno del Piccolo, l’anno scorso, che con due spettacoli e una Masterclass ruotava intorno all’idea di teatro come esperienza collettiva, poetica di gruppo e di ‘ambiente’, come ama definirla la regista, fondata sullo scambio, sulla formazione e sull’interazione creativa e che, inquadrato nella cornice del Teatro Studio, ne ribadiva la vocazione originaria di luogo di ricerca dedicato ai giovani. Natura morta in un fosso è un noir dal meccanismo perfetto, un testo che procede come un’indagine scientifica, un monologo a più voci. Punto di partenza l’efferato omicidio di una giovane donna ritrovata in un fosso lungo una strada di un non precisato paesino del nord Italia. Un dramma testimoniato da un unico attore, Fausto Russo Alesi, che incarna tutti i protagonisti della vicenda: testimoni, indiziati, i genitori della vittima e il commissario di polizia incaricato delle indagini. Un unico interprete che, passando dall’uno all’altro personaggio, moltiplica il punto di vista, rendendo lo spettatore partecipe attivo nella ricerca della soluzione finale, attraverso una scrittura che miscela atmosfere da thriller all’osservazione analitica di un microcosmo sociale malato. E al monologo segue il lavoro corale, quale è a pieno titolo Donne in Parlamento, lettura di Aristofane con la quale Serena Sinigaglia ha scelto di cimentarsi perché “volevo far ridere”, spiega, “volevo divertire e divertirmi, ma anche perché i classici rispondono al mio desiderio di ritrovare l’épos: vengo da una generazione cresciuta al ritmo del minimalismo, privata di grandi ideali, cui è mancato un ampio respiro”. Donne in Parlamento è uno spettacolo carico di energia e passione, fisico, caldo come il colore del bronzo di cui è costruita la scena, scandito dalle musiche originali composte da Carlo Boccadoro ed eseguite in scena dai giovani interpreti. Un testo che ci parla da duemilacinquecento anni di distanza, tra sarcasmo, lazzi e amarezza, per riaffermare il valore delle istituzioni. Dopo la permanenza milanese, preceduta da una tappa a Recanati, lo spettacolo partirà per una tournée primaverile che tra marzo e aprile lo vedrà toccare molte città del Nord e Centro Italia. Www. Piccoloteatro. Org .  
   
   
AL PICCOLO TEATRO STREHLER, “LE TRE SORELLE” CECHOV SECONDO CASTRI: UN’UMANITÀ IN MARCIA VERSO IL NIENTE  
 
 Milano, 5 novembre 2007 - Dopo il debutto, in prima nazionale, al Teatro Argentina, Le tre sorelle, prodotto dal Teatro di Roma, con la regia di Massimo Castri, approda al Piccolo Teatro Strehler. Tornando a Cechov a distanza di vent’anni, dopo Il gabbiano, che gli valse il premio Ubu, e dopo aver lavorato sui grandi autori del teatro, da Euripide a Pirandello, Castri mette in scena “il testo più bello e duro di Cechov”, al quale il registra riconosce, a distanza di un secolo dalla sua apparizione, una sorprendente attualità. Tre sorelle è un testo che parla di noi e ci racconta in tutta la nostra incapacità di vivere il presente e di costruire il futuro, un testo che modifica l’immagine del cantore del crepuscolo della borghesia russa tardottocentesca e ci svela la complessità di un autore che espande la proprie radici molto lontano nell’accidentato territorio novecentesco con un atteggiamento disincantato e di spietata lucidità. Costrette a risiedere in una mediocre cittadina di provincia, Olga, Mascia e Irina vivono nella speranza di tornare a Mosca, dove hanno trascorso l´infanzia. Ma questo desiderio si rivela sempre più difficile da realizzare e il loro destino diventa sempre più triste: Olga invecchia sola; Mascia disprezza e tradisce il marito; Irina, fidanzata al barone Tusenbach, ufficiale della guarnigione locale, deve rassegnarsi alla solitudine, perché il giovane è ucciso in duello. In questo testo corale che presenta, nel corso dei quattro atti, quattro tranche de vie, quattro istantanee di vissuto quotidiano, segmenti di un’esistenza qualunque, si può leggere in profondità la rappresentazione di un’umanità incapace di capire il senso della vita e della sofferenza, che oscilla tra passato e futuro come tra due età dell’oro che non esistono. Cechov dipinge il ritratto freddo e ironico di una comunità inconsapevole in marcia verso il niente. .  
   
   
IL GRANDE REPERTORIO DI LUIGI TENCO ALLA RASSEGNA DELLA CANZONE D’AUTORE  
 
Sanremo, 5 novembre 2007 - La straordinaria opera poetico-musicale di Luigi Tenco è quest’anno la “materia prima” dell’imminente “Rassegna della canzone d’autore” (8-10 novembre), che per la prima volta il Club Tenco dedica interamente all’artista a cui è intitolato. Tutti gli ospiti italiani che partecipano all’evento eseguiranno almeno una sua canzone, e sono stati appunto scelti anche e soprattutto in funzione della loro vocazione a reinterpretare in maniera originale questo repertorio. Sono sia personaggi a cui andava riconosciuto il fatto di aver già riscoperto Tenco di propria iniziativa, sia cantanti che non lo avevano mai eseguito e che sono stati quindi sollecitati a impossessarsene. Ciascuno a suo modo in entrambi i casi. Alle esecuzioni di Tenco si aggiungeranno comunque anche brani del repertorio di ciascun artista. Dal palco dell’Ariston si potranno così riascoltare, anche senza l’indimenticabile voce del suo autore, una serie di canzoni che hanno fatto la storia della musica di qualità. Dal primo periodo di Tenco, allegramente rock’n’roll (Vorrei sapere perché), ai primi passi “d’autore” (Quando, Il mio regno, In qualche parte del mondo, La mia valle, Ti ricorderai); dai capolavori riconosciuti da tutti (Mi sono innamorato di te, Angela, Io sì, Ragazzo mio, Ho capito che ti amo, Vedrai vedrai, Un giorno dopo l’altro, Lontano lontano, Se stasera sono qui) a certe perle più nascoste nei suoi dischi (Ballata del marinaio, Ah l’amore l’amore, Quasi sera, Tu non hai capito niente, Se potessi amore mio, Se sapessi come fai, Un giorno di questi ti sposerò); dai pionieristici brani di protesta civile (Cara maestra, E se ci diranno, Io sono uno, Ognuno è libero ) all’originale forma delle ballate satiriche (Giornali femminili, Ballata della moda, Vita sociale); fino a casi particolari come la quasi sconosciuta versione originale di Ciao amore, ciao, cioè l’antimilitaristica Li vidi tornare, o i testi inediti recentemente musicati, con una singolarissima operazione, da Ada Montellanico ed Enrico Pieranunzi. Questo in ordine cronologico il programma del “Tenco 2007”, organizzato dal Club Tenco con i contributi del Comune di Sanremo, della Regione Liguria e della Siae. Lunedì 5 Novembre Osteria La Cave Ore 19: per “Tencooff”, performance di Alessandro Grazian. Martedì 6 Novembre Kermesse Cafè Ore 19: per “Tencooff”, performance di Giorgio Canali, seguito da Cristian G. Mercoledì 7 Novembre Wine Bar perBacco Ore 19: per “Tencooff”, performance di Marco Berruti, seguito da Simone Guerrucci. Giovedì 8 Novembre Sala Incontri del Teatro Ariston Ore 10: apertura al pubblico dell’installazione “Le voci del Tenco” di Marco Nereo Rotelli e della mostra fotografica “Facce ♪ note. Ritratti di Marina Alessi con la Giant Camera 50 x 60”. Entrambe saranno visitabili per tutti i tre giorni della Rassegna. Roof del Teatro Ariston Ore 12: “Song Drink, aperitivi d’incontro” con gli artisti che si esibiranno in serata, condotti da Antonio Silva e Enrico de Angelis e seguiti da un aperitivo. Ore 15: “Song Drink, caffè d’incontro”, prosecuzione degli incontri con gli artisti, accompagnati da caffè e pasticcini. Ore 16. 30: “Incontri pomeridiani”, condotti da Sergio Secondiano Sacchi. Alle 16. 30: “Ciao poeta. Omaggio a Sergio Endrigo” con Simone Cristicchi e Stefano Senardi; con proiezioni. Per “Spazio Luigi Tenco” alle 17 presentazione del volume del Club Tenco “Il mio posto nel mondo”, a cura di Enrico de Angelis, Enrico Deregibus e Sergio Secondiano Sacchi, modera John Vignola; alle 18 “Proprio quasi come Marilyn Monroe. Le canzoni dedicate a Tenco”, con Annino La Posta; con ascolti. Piazza Colombo Ore 18: per “Tencooff”, musiche e video coi Têtes de Bois sul camioncino Fiat 615 Ni. Pravda Cafè Ore 18: per “Tencooff”, videoinstallazione a cura di "Provvidenti, Borgo della Musica", visibile per tutti i tre giorni della Rassegna. Teatro Ariston Ore 20. 30: apertura della “Bancarella del libro”, con testi di argomento musicale, curata dalla libreria Garibaldi di Sanremo. La bancarella è presente in tutte le serate. Ore 21: 32ª “Rassegna della canzone d’autore”, presentata da Antonio Silva, con (in ordine alfabetico e non di uscita): Giovanni Block, Giorgio Conte, Simone Cristicchi, Marianne Faithfull, Jacques Higelin, Elena Ledda, Massimo Ranieri, Shel Shapiro, Paola Turci. Jacques Higelin riceverà il Premio Tenco al cantautore, Marianne Faithfull quello come operatore culturale, Giovanni Block il Premio Siae/club Tenco come autore emergente ed Elena Ledda la Targa Tenco per il miglior album dialettale (“Rosa resolza”, realizzato con Andrea Parodi). Venerdì 9 Novembre Roof del Teatro Ariston Ore 12: “Song Drink, aperitivi d’incontro”. Ore 15: “Song Drink, caffè d’incontro”. Ore 16. 30: “Incontri pomeridiani”. Per “Spazio Luigi Tenco” alle 16. 30: “Quante vite avrei voluto” con Piergiorgio Paterlini, Gianluca Ferrato e Marco Mattolini, autore, protagonista e regista dell’omonimo spettacolo teatral-musicale; con dimostrazioni cantate e recitate dal vivo e in video. Per “America e Americhe” dalle 17: "E chi la chiama America", videoclip a cura di Roberto Molteni e Sergio Secondiano Sacchi; presentazione del cd “Ernesto Che Guevara, comandante”, con la partecipazione di Alberto Patrucco; proiezione del film “La vera leggenda di Tony Vilar” con l’autore e protagonista Peppe Voltarelli e il regista Giuseppe Gagliardi. Piazza Colombo Ore 18: per “Tencooff”, musiche e video coi Têtes de Bois sul camioncino Fiat 615 Ni. Teatro Ariston Ore 21: 32ª “Rassegna della canzone d’autore”, presentata da Antonio Silva, con (in ordine alfabetico e non di uscita): Ardecore, Edoardo Bennato, Sergio Cammariere, Carmen Consoli, Ginevra Di Marco, Ricky Gianco, Mauro Ermanno Giovanardi, Max Manfredi, Paolo Simoni, Skiantos, Peppe Voltarelli. Gli Ardecore riceveranno la Targa Tenco per la miglior opera prima (“Chimera”). Sabato 10 Novembre Roof del Teatro Ariston Ore 12: “Song Drink, aperitivi d’incontro”. Ore 15: “Song Drink, caffè d’incontro”. Ore 16. 30: “Incontri pomeridiani”. Per “Spazio Luigi Tenco” dalle 16. 30: “Tenco e la seconda persona” con Umberto Fiori, “Tenco in classifica” con Mario De Luigi, “I vecchi amici” con Giorgio Calabrese e Gianfranco Reverberi. Piazza Colombo Ore 18: per “Tencooff”, musiche e video coi Têtes de Bois sul camioncino Fiat 615 Ni. Teatro Ariston Ore 21: 32ª “Rassegna della canzone d’autore”, presentata da Antonio Silva, con (in ordine alfabetico e non di uscita): Gerardo Balestrieri, Bonaveri, Teresa De Sio, Irene Grandi, Ada Montellanico, Morgan, Gino Paoli - Rosario Bonaccorso - Roberto Gatto - Enrico Rava - Danilo Rea, Massimo Priviero, Gianmaria Testa, Têtes de Bois. Gianmaria Testa riceverà la Targa Tenco per il miglior disco dell’anno (“Da questa parte del mare”), i Têtes de Bois quella per il miglior disco di interprete (“Avanti Pop”) e Beppe Quirici il Premio “I suoni della canzone”. Music-club L’aighesè Ore 24: per “Tencooff”, Martino Biancheri. Www. Clubtenco. Org .  
   
   
GOLF - L´INGLESE JUSTIN ROSE VINCE IL VOLVO MASTERS E DIVENTA RE D´EUROPA 2007 FRANCESCO MOLINARI SI CLASSIFICA 17° NEL TORNEO E 60° NELL´ORDINE DI MERITO  
 
 Roma, 5 novembre 2007 - Doppio colpo dell´inglese Justin Rose, che ha vinto il Volvo Masters ed è divenuto il numero uno in Europa. Sul percorso del Club de Golf Valderrama a Sotogrande in Spagna, nell´ultima gara stagionale dell´European Tour, Rose (283 - 70 68 71 74) ha superato con un birdie alla seconda buca di spareggio il connazionale Simon Dyson (74 70 69 70) e lo svedese Soren Kjeldsen (73 70 73 67) con i quali aveva concluso alla pari le 72 buche regolamentari dopo essersi complicato la vita al massimo. Al quarto posto con 285 Graeme Mcdowell e Padraig Harrington, che era il rivale diretto di Rose nella corsa al titolo di "re d´Europa 2007". Al sesto posto con 288 Martin Kaymer e al settimo con 289 Miguel Angel Jimenez. Buona prestazione complessiva di Francesco Molinari, che si è classificato 17° con 295 (75 71 76 73) girando in 73 colpi (3 birdie, 5 bogey). Ha intascato 52. 500 euro terminando la stagione al 60° posto dell´ordine di merito con un guadagno di 552. 004 euro. Rose, in vetta sin dal secondo giro, ha sofferto terribilmente nel finale. Un doppio bogey alla buca 11 ha riaperto la via ai suoi avversari, poi ha continuato a sbagliare con altri due bogey. Ha trovato un birdie alla 17 che gli ha permesso di affrontare la buca finale alla pari con i suoi due avversari, poi i tre contendenti hanno chiuso con un bogey sull´ultimo green che ha prodotto lo spareggio. A quel punto Rose era sicuro di aver vinto l´ordine di merito, ma una nuova sconfitta sul filo di lana, come gli è spesso accaduto, avrebbe forse avuto effetti deleteri sul morale. Invece questa volta il ventisettenne inglese nato a Johannesburg alla seconda buca ha messo a segno un putt di circa tre metri e ha conquistato un prestigioso titolo che potrebbe dare una svolta nella sua carriera. Rose ha intascato un assegno di 666. 660 euro per un guadagno globale di 2. 944. 945. Al secondo posto nella money list il sudafricano Ernie Els (2. 496. 237 euro), che ha rinunciato a partecipare, al terzo l´irlandese Padraig Harrington (2. 463. 742 euro), al quarto lo svedese Henrik Stenson (2. 014. 841), al quinto l´altro svedese Niclas Fasth (1. 919. 339 euro). "Ci sono modi probabilmente più semplici - ha detto a caldo Rose - per vincere un torneo. L´errore più grande l´ho commesso alla buca undici, ma ho cercato di continuare a pensare positivo. Ho creduto che tutto fosse svanito alla buca 16 quando mi è rimasto un putt molto lungo, ma sono riuscito a riprendere la gara per i capelli. E´ fantastico essere il numero uno in Europa. Prima dello spareggio ero già certo di aver raggiunto questo traguardo, ma non mi sarebbe piaciuto arrivarci con una sconfitta. Ho cominciato a credere di poter arrivare in cima alla money list dopo il secondo posto al Dunhill Links Championship, così sono rimasto a giocare in Europa. Due successi di questo genere in una sola giornata ti danno certamente una carica speciale. I major? Ci sto arrivando. " Mizuno Classic: Silvia Cavalleri Termina 50ª - Silvia Cavalleri si è classificata al 50° posto con 219 colpi (71 77 71) insieme alla campionessa uscente Karrie Webb nel Mizuno Classic, torneo del Lpga Tour che si disputato al Kashikojima Cc di Shima, a Mie in Giappone. Si è imposta Momoko Ueda (203 - 70 67 66), prima giapponese a vincere la gara in nove anni, che nel giro finale con un 66 ha avuto ragione della statunitense Reilley Rankin (205 - 66 72 67) e della svedese Maria Hjorth (70 68 67). La Ueda, che gioca nel tour femminile nipponico, era giunta sesta a luglio nell´Evian Masters. Al quarto posto con 208 Shinobu Moromizato e al quinto con 209 Mi Hyun Kim, Chie Arimura, Mie Nakata e Laura Davies, leader insieme alla vincitrice dopo due giri. Ha deluso la giovane giapponese Ai Miyazato, molto attesa dai tifosi di casa, 68ª con 224 alla pari con la paraguaiana Julieta Granada, entrambe da tempo in crisi di gioco, mentre la diciannovenne brasiliana Angela Park dopo una brutta partenza (40ª) è risalita fino al nono posto (211). Nel 71 della Cavalleri, che ha intascato 4. 588 dollari, due birdie e un bogey. Pga Tour: Scott Verplank Raggiunto Da Stephen Ames - Stephen Ames (203 - 70 63 70), di Trinidad & Tobago, ha raggiunto lo statunitense Scott Verplank (66 66 71) al vertice del Children´s Miracle Network Classic, torneo si sta svolgendo sui percorsi del Magnolia e del Palm Course di Disney World, a Lake Buena Vista in Florida, e che conclude l´Us Pga Tour. In una classifica molto corta, dove sono in lotta per il titolo almeno ventiquattro giocatori racchiusi nell´arco di quattro colpi, la coppia precede Tim Petrovic, Mathew Goggin, Jeff Overton, Justin Leonard e Tag Ridings, tutti con 204. .