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Notiziario Marketpress di Mercoledì 28 Novembre 2007
Politica
CAMBIAMENTI CLIMATICI: LE PROIEZIONI DIMOSTRANO CHE L’UE È SULLA BUONA STRADA PER CONSEGUIRE L’OBIETTIVO DI KYOTO MA DEVE INSISTERE NEL SUO IMPEGNO  
 
 Bruxelles, 28 novembre 2007 - L’ue si sta avvicinando agli obiettivi di riduzione dei gas serra fissati a Kyoto, ma per la riuscita dell’impresa occorre adottare e mettere in atto al più presto altre iniziative. Sono queste le conclusioni cui è giunta la Commissione nella sua relazione annuale sui progressi realizzati per il conseguimento degli obiettivi di Kyoto. Dalle ultime proiezioni fornite dagli Stati membri si desume che i provvedimenti già in atto, uniti all’acquisto di crediti di emissione da paesi terzi e alle attività di forestazione che assorbono carbonio dall’atmosfera, serviranno a ridurre le emissioni dell’Ue-15 del 7,4% nel 2010 rispetto ai valori dell’anno scelto come riferimento (che nella maggior parte dei casi è il 1990); in questo modo l’obiettivo da raggiungere per il 2012 (-8%) sarà a portata di mano. Le politiche e le misure supplementari attualmente al vaglio dell’Ue e degli Stati membri permetteranno di conseguire il traguardo e addirittura di abbattere le emissioni dell’11,4% ma per questo dovranno essere attuate tempestivamente e nella loro interezza. Il Commissario all’Ambiente, Stavros Dimas, ha dichiarato: “Le ultime proiezioni mostrano che l’obiettivo di Kyoto sarà raggiungibile dopo che gli Stati membri avranno adottato e messo in atto le iniziative supplementari attualmente in discussione. Personalmente li sollecito pertanto a farlo al più presto. La Commissione ha già dato un importante contributo alla realizzazione dell’obiettivo di Kyoto con le sue decisioni sui piani nazionali di assegnazione delle quote per il 2008-2012 nell’ambito del sistema Ue di scambio delle quote di emissione. Quest’opera serve anche a gettare una solida base per conseguire i nostri obiettivi di emissione per il 2020, che sono ben più ambiziosi e per i quali presenteremo una serie di proposte all’inizio dell’anno prossimo. ” Impegni di Kyoto - Nell’ambito del protocollo di Kyoto gli Stati membri dell’Ue-15 si sono impegnati a ridurre le emissioni collettive di gas serra dell’8% nel periodo 2008-2012 rispetto a quelle dell’anno di riferimento; non c’è invece un obiettivo collettivo analogo per l’Ue-25 o l’Ue-27. Per lo stesso periodo gran parte degli Stati membri dell’Ue-12 ha obiettivi nazionali di riduzione del 6% o dell’8% rispetto ai valori dell’anno di riferimento. Gli unici Stati membri che non hanno impegni da onorare sono Cipro e Malta. Emissioni storiche e proiezioni per il 2010 - Come annunciato a giugno (si veda Ip/07/835), le emissioni di gas serra dell’Ue-15 nel 2005 – l’ultimo anno per il quale sono disponibili dati completi – erano inferiori ai livelli dell’anno di riferimento (-2%). Questo dato è in controtendenza rispetto ad una crescita economica superiore al 35% nello stesso periodo. Per l’Ue-25, al 2005 le emissioni sono diminuite dell’11% rispetto all’anno di riferimento. Le ultime proiezioni degli Stati membri mostrano che le politiche e misure esistenti (cioè quelle già in atto) dovrebbero permettere di abbattere le emissioni dell’Ue-15 del 4% entro il 2010, cioè l’anno intermedio nel periodo 2008-2012. Dieci Stati membri dell’Ue-15 intendono acquistare crediti derivanti da progetti di abbattimento delle emissioni realizzati in paesi terzi, come prevedono i meccanismi basati su progetti del protocollo di Kyoto; queste iniziative dovrebbero far diminuire le emissioni di un altro 2,5%, portando l’abbattimento al 6,5%. Le previste attività di afforestazione e riforestazione, che servono a creare i cosiddetti pozzi di assorbimento dell’anidride carbonica dall’atmosfera, dovrebbero ridurre ulteriormente le emissioni di uno 0,9% portandole a -7,4%, cioè appena 0,6% in meno rispetto all’obiettivo di Kyoto. L’obiettivo finale sarà raggiungibile senza grandi difficoltà a condizione che le politiche e le misure supplementari oggi in discussione siano messe in atto quanto prima e realizzate integralmente. In tal caso la riduzione complessiva delle emissioni potrebbe salire all’11,4%. Tra le politiche e le misure supplementari al vaglio dell’Ue e che potrebbero servire a onorare l’impegno di Kyoto si ricordano le proposte della Commissione di inserire le emissioni del settore aereo nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (Ets) a partire dal 2011 e di ridurre del 10% le emissioni di gas serra prodotte dai carburanti utilizzati per i trasporti nel periodo compreso tra il 2011 e il 2020. Entrambe le proposte sono all’esame del Consiglio e del Parlamento europeo, nell’ambito della procedura di codecisione. Un contributo importante al conseguimento dell’obiettivo dell’8% dell’Ue-15 verrà dalle decisioni della Commissione di tagliare le quote assegnate agli impianti da molti Stati membri nell’ambito dei piani nazionali di assegnazione (i cosiddetti Pna) per il secondo periodo di scambio contemplato dal sistema Ets comunitario. Rispetto ai livelli di emissione dell’anno di riferimento, le decisioni taglieranno le emissioni dell’Ue-15 del 3,4% e quelle dell’Ue-25 del 2,6% (vista la recente adesione dei due paesi, i dati della Bulgaria e della Romania non sono stati sottoposti a verifica indipendente). Una parte di questa riduzione è già presa in considerazione nelle previsioni di alcuni Stati membri. La relazione sui progressi realizzati finora mette in luce che tutti gli Stati membri dell’Ue-25 sono in grado di conseguire i rispettivi obiettivi di Kyoto e quelli che per il momento presentano delle difficoltà hanno di recente individuato le azioni supplementari necessarie o stanno per farlo. Per abbattere le emissioni in maniera efficace e tempestiva, tutti questi provvedimenti dovranno tuttavia essere introdotti e messi in atto rapidamente. Obiettivi di emissione per il 2020 - Al Consiglio europeo di primavera del marzo scorso, i capi di Stato e di governo dell’Ue si sono impegnati a ridurre le emissioni dell’Ue del 30% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020 se altri paesi sviluppati accetteranno di assumersi impegni analoghi. I leader dell’Ue hanno comunque stabilito che l’Unione europea ridurrà in ogni caso le proprie emissioni di almeno il 20% nello stesso periodo e hanno pertanto approvato il pacchetto di iniziative sull’energia e i cambiamenti climatici che la Commissione aveva presentato nel gennaio 2007 come base di partenza per realizzare questo obiettivo. Dalle ultime proiezioni si deduce che gli obiettivi fissati per il 2020 potranno essere raggiunti solo se la diminuzione delle emissioni nell’Ue seguirà un andamento più deciso dopo il 2012. Per questo l’Ue e gli Stati membri dovranno mettere in atto al più presto le politiche e le misure definite nel pacchetto “Energia e clima”. Per l’inizio del 2008 la Commissione ha già previsto di proporre una serie di iniziative chiave a tal fine. .  
   
   
UE: UN OBIETTIVO COMUNE: "VERSO UNA STRATEGIA DELL´UNIONE EUROPEA CONTRO LA VIOLENZA NELLO SPORT". DA OGGI A BRUXELLES CONFERENZA AD ALTO LIVELLO  
 
 Bruxelles, 28 novembre 2007 - ll 28 e il 29 novembre la Commissione europea organizza, insieme alla Presidenza portoghese del Consiglio e al Parlamento europeo e in collaborazione con l´ Uefa, una conferenza ad alto livello dal titolo "Verso una strategia dell´Unione europea contro la violenza nello sport", alla quale parteciperanno il Vicepresidente della Commissione europea Franco Frattini, il Commissario europeo Ján Figel´, rappresentanti ad alto livello degli Stati membri, parlamentari europei, il Segretario generale aggiunto del Consiglio d´Europa e il presidente dell´Uefa Michel Platini. La conferenza è una delle prime azioni previste nel piano di azione della Commissione per lo sport, adottato nell´estate 2007 nell´ambito del Libro bianco sullo sport e intitolato a Pierre de Coubertin, il fondatore del Comitato internazionale olimpico. Alla conferenza prenderanno parte oltre 150 delegati degli Stati membri, che presenteranno le loro esperienze concrete, in modo da favorire lo scambio delle migliori pratiche a livello europeo. L´obiettivo è sviluppare un approccio multidisciplinare alla lotta contro la violenza nello sport e promuovere una collaborazione quotidiana tra tutti gli interessati. La conferenza darà un chiaro segnale del forte impegno politico delle istituzioni europee e degli Stati membri a contrastare la violenza nello sport. Le sue conclusioni si concentreranno su azioni specifiche volte a dar vita a un dialogo più strutturato tra tutti gli interessati: i governi nazionali, le amministrazioni locali, le forze dell´ordine, le autorità giudiziarie e le organizzazioni sportive. Link utili Il programma della conferenza http://ec. Europa. Eu/commission_barroso/frattini/archive/programme_28_11_07_en. Pdf Il documento di orientamento della conferenza http://ec. Europa. Eu/commission_barroso/frattini/archive/orientation_28_11_07_en. Pdf La politica dello sport sul sito della Dg istruzione e cultura: http://ec. Europa. Eu/sport/index_en. Html .  
   
   
IL CONSIGLIO «COMPETITIVITÀ» DELL´UE CHIEDE POLITICHE INTEGRATE PER DARE SLANCIO ALLA COMPETITIVITÀ  
 
Bruxelles, 28 novembre 2007 - In una riunione dedicata al rafforzamento della competitività europea, il Consiglio «Competitività» dell´Ue ha sottolineato l´importanza della ricerca, della tecnologia, dell´innovazione e delle conoscenze per la crescita economica. I ministri hanno convenuto che «l´obiettivo di rendere l´Ue un´economia dinamica e competitiva, basata sulle conoscenze, è tuttora essenziale per raggiungere una crescita sostenibile con più e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale». Essi hanno anche discusso sulla necessità di politiche più integrate, in particolare in relazione al funzionamento del mercato unico, a un triangolo più solido delle conoscenze (ricerca, innovazione e istruzione), al miglioramento delle condizioni in cui operano le imprese e l´imprenditorialità, alla lotta cambiamento climatico. Il Consiglio ha riconosciuto altresì la necessità di dare maggior risalto alle piccole e medie imprese (Pmi) e di impegnarsi di più per promuovere il ruolo della ricerca e dello sviluppo (R&s) e dell´innovazione. Ha invitato gli Stati membri e la Commissione a incoraggiare i partenariati a lungo termine tra settore pubblico e privato nel campo della R&s e dell´innovazione, istituendo in particolare iniziative tecnologiche congiunte (Itc) nell´ambito del Settimo programma quadro (7°Pq) nonché comunità delle conoscenze e dell´innovazione nel contesto dell´Istituto europeo di tecnologia (Eit). Gli Stati membri e la Commissione sono stati invitati a sviluppare anche una strategia globale per i diritti di proprietà intellettuale (Dpi) in Europa e ad avviare i dibattiti sui progressi compiuti dall´«ampia strategia per l´innovazione» dell´Ue. Anche le competenze informatiche sono state identificate come un elemento prioritario. Gli Stati membri sono stati invitati a sviluppare ulteriormente le loro strategie a lungo termine in materia di competenze informatiche e ad inserirle nei loro programmi nazionali di riforma, tenendo conto delle esigenze specifiche delle Pmi nel corso della loro progettazione. .  
   
   
PROGETTO UE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA DEI CITTADINI  
 
Bruxelles, 28 novembre 2007 - Gli abitanti delle città europee potranno presto assistere a un miglioramento della qualità della vita e del loro rapporto con le rispettive città, grazie a un progetto finanziato dall´Unione europea. Il progetto Icing (Innovative Cities for the Next Generation) sta sviluppando un approccio ai servizi e alle informazioni dei centri urbani focalizzato sui cittadini attraverso l´impiego di tecnologie mobili e on line che mirano ad abbattere le barriere esistenti tra i cittadini e le loro città. Il progetto riunisce università, comuni e compagnie telefoniche di tre città, Dublino, Barcellona e Helsinki, al fine di sviluppare un approccio basato sui prototipi, per un reale accesso elettronico alle amministrazioni cittadine e alle informazioni. Ciascuna delle tre città partecipanti ha designato un´area pilota come «Laboratorio cittadino» e collaborerà con i residenti al fine di trovare una corrispondenza tra le loro esigenze e gli obiettivi del comune in termini di accesso on line ai servizi e alle comunicazioni. Attraverso reti di sensori e di comunicazione e con sistemi di supporto basati sulla localizzazione dell´utente, questi laboratori cittadini forniranno alle amministrazioni informazioni relative ai residenti e all´ambiente per migliorare la qualità della vita nella città in questione. A Dublino, per esempio, è stata selezionata l´area di Grangegorman e il comune di Dublino, l´Istituto di tecnologia di Dublino (Dit) e la società di tecnologia geospaziale irlandese, E-spatial, stanno collaborando tra loro e con la comunità al fine di determinare obiettivi condivisi per sviluppare nuovi servizi e rafforzare l´accesso ai servizi esistenti. «Icing è stato creato per consentire l´accesso elettronico alle comunità e per rendere le amministrazioni cittadine più sensibili alle necessità concrete degli abitanti», spiega John Donovan, coordinatore del progetto presso il Dit. Secondo Donovan, in futuro i cittadini potranno scegliere da un menu di servizi attraverso vari dispositivi on line e adattare la propria comunicazione a quella del comune a seconda delle necessità e degli interessi. «Il sistema, basato sull´ubicazione dell´utente e sui suoi espliciti interessi, dovrebbe essere progettato al fine di comunicare dettagli pertinenti e di rilevanza per l´utente stesso e che al contempo lo soddisfino, come, per esempio, informarlo che in una certa data si svolgeranno determinati lavori stradali nella sua zona, che bisogna pagare le tasse per lo smaltimento dei rifiuti, che è stata presentata domanda per un importante progetto riguardante la sua zona e così via», ha affermato. «Potrebbe inoltre realizzare mappe dei flussi stradali consentendo al comune di aggiornare continuamente lo sviluppo delle infrastrutture quali corsie preferenziali degli autobus, parcheggi d´interscambio, attraversamenti pedonali, strade a senso unico, parcheggi a livello strada e via dicendo», ha aggiunto il coordinatore. Entro la fine del progetto nel 2008, i partner avranno creato una tabella di marcia sull´utilizzo dei risultati di ricerca in servizi pratici. Questo dovrebbe andare a vantaggio dei cittadini e potrebbe in seguito essere realizzato in molte città europee e non. Icing (Innovative Cities for the Next Generation) è un progetto di 5 Mio Eur finanziato dall´Unione europea a titolo del Sesto programma quadro (6°Pq). Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Fp6-project-icing. Eu/ .  
   
   
CONTO ALLA ROVESCIA PER IL DESTINO DEL KOSOVO LA SOLUZIONE SARÀ DECISIVA PER IL FUTURO DEI BALCANI OCCIDENTALI  
 
Bruxelles, 28 novembre 2007 - La scadenza per trovare la soluzione per il futuro status del Kosovo si sta avvicinando. Il 10 dicembre prossimo dovrebbe essere pronto il rapporto del "Gruppo dei tre", composto da Ue, Usa e Russia, che dovrebbe far luce sulla questione suggerendo delle proposte concrete. L’orologio che ne scandisce i tempi ha però subito una brusca accelerazione dopo che le elezioni legislative svoltesi nella provincia serba sabato scorso hanno confermato l’intenzione della sua popolazione di ottenere l’indipendenza. La maggioranza relativa (34% dei voti) ottenuta dal Partito democratico del Kosovo guidato da Hashim Thaci, già a capo dei guerriglieri dell´Uck, l´Esercito per la liberazione del Kosovo, è stato un segno evidente della determinazione di una parte consistente della classe politica kosovara di non accettare più slittamenti nel tempo della decisione. Il Partito democratico del Kosovo – rimasto finora all’opposizione - ha fatto dell´indipendenza di questa terra, martoriata per decenni, la propria bandiera e slogan elettorale. Lo stesso Thaci ha ribadito a più riprese (anche commentando i risultati delle elezioni) che - con o senza l´approvazione della comunità internazionale - avrebbe ufficializzato la secessione non appena fosse stato reso pubblico il rapporto della “troika”. La situazione politica post elettorale è inevitabilmente condizionata anche dal debole risultato delle formazioni moderate, in primis la Lega democratica del Kosovo - il partito fondato dal defunto leader carismatico ed ex presidente della provincia Ibrahim Rugova - che ha raccolto il consenso di meno di un quarto dei votanti. In pratica ciò significa un ulteriore indurimento della linea dei kosovari nonché una minore propensione al dialogo e alle concessioni. Ma quello che dovrebbe destare più preoccupazione è che la società locale appare più che mai stanca e forse un po’ disillusa. Al quadro disegnato sopra si aggiunge infatti la progressiva disaffezione da parte dell´elettorato, dovuta principalmente ad una situazione economica precaria, dalla quale il Kosovo stenta ad uscire e che appare, oggi più che mai, esasperata dall´incertezza politica sia sul piano interno che su quello internazionale. In più, i pochi serbi (circa 200 mila) rimasti a vivere ancora nella parte settentrionale della provincia hanno disertato in massa le urne, incoraggiati anche dai numerosi appelli arrivati negli ultimi giorni dai loro leader così come dalla madrepatria. Intanto, le autorità di Belgrado ufficialmente non vogliono sbilanciarsi e attendono l´evolversi della situazione e le reazioni dei "grandi" e in primo luogo dell´Ue. Esattamente una settimana fa, con la firma dell´Accordo di stabilizzazione e associazione con la Serbia, da Bruxelles era arrivato un importante segnale interpretato come possibile spiraglio negoziale. Tuttavia, i 27 preferiscono non azzardare giudizi affrettati, ma è altresì evidente che il responso delle urne in Kosovo non è quello sperato. Il tema è stato naturalmente al centro delle discussioni del Consiglio Affari Generali e Relazioni Esterne che si è svolto all’inizio della settimana. I ministri degli esteri dell´Ue si sono detti delusi della bassa affluenza e del boicottaggio da parte dei serbi. Nelle conclusioni del vertice, i capi delle diplomazie europee hanno a tal proposito "esortato" serbi e kosovari "a mostrare maggiore flessibilità e invocato una intensificazione degli sforzi da parte di tutti per arrivare ad una soluzione concordata". Tutto ciò alla luce della necessità di risolvere il problema in tempi rapidi. I rischi da evitare sono due - da un lato il congelamento del conflitto attraverso una soluzione “temporanea” e, dall’altro, il verificarsi di uno scenario di forte divisione e allontanamento delle parti. V’è bisogno - come d´altronde ha ribadito l´inviato speciale dell´Onu Martti Ahtisaari - di una "posizione comune" dell’Ue che si articoli in una proposta concreta, un´”invenzione” della diplomazia europea che possa mettere a tacere i fin troppi dissidi, scongiurando al contempo qualsiasi atto unilaterale che porterà soltanto a rischi per la stabilità della regione, ma anche dell’intero continente. La visione che serve è globale, perché comprende anche il futuro degli altri paesi vicini come Bosnia Erzegovina, Montenegro, l’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e la stessa Serbia. Una soluzione parziale, infatti, rischierebbe di far saltare tutto; di accontentare una parte a scapito di tutte le altre. Le speranze europee sono quindi concentrate sull’ultimo sforzo negoziale che dovrà compiersi nei prossimi giorni. L’attività diplomatica è piuttosto frenetica. Il Gruppo di contatto per il Kosovo ha già fissato quello che potrebbe (e dovrebbe) essere il round negoziale decisivo. I rappresentanti serbi e kosovari si incontreranno nell’arco di tre giorni a partire dal prossimo 26 novembre. La località scelta per l´incontro è la piccola cittadina di Baden, nei pressi di Vienna, idealmente nel cuore del continente europeo. E’ lì che l´ambasciatore tedesco nonché rappresentante speciale dell´Ue nella "troika", Wolfgang Ischinger, dovrà prendere le redini della situazione con il supporto comune dei governi europei. Essi però devono tener ben presente che un’eventuale protrarsi dell’instabilità attraverso una soluzione insostenibile è la soluzione peggiore per i Balcani occidentali, che non sono più un´area al di là dei confini, emarginata nella periferia dei grandi eventi, bensì una vera e propria enclave nel bel mezzo dell´Europa. L’orologio che ne scandisce i tempi ha però subito una brusca accelerazione dopo che le elezioni legislative svoltesi nella provincia serba sabato scorso hanno confermato l’intenzione della sua popolazione di ottenere l’indipendenza. La maggioranza relativa (34% dei voti) ottenuta dal Partito democratico del Kosovo guidato da Hashim Thaci, già a capo dei guerriglieri dell´Uck, l´Esercito per la liberazione del Kosovo, è stato un segno evidente della determinazione di una parte consistente della classe politica kosovara di non accettare più slittamenti nel tempo della decisione. Il Partito democratico del Kosovo – rimasto finora all’opposizione - ha fatto dell´indipendenza di questa terra, martoriata per decenni, la propria bandiera e slogan elettorale. Lo stesso Thaci ha ribadito a più riprese (anche commentando i risultati delle elezioni) che - con o senza l´approvazione della comunità internazionale - avrebbe ufficializzato la secessione non appena fosse stato reso pubblico il rapporto della “troika”. La situazione politica post elettorale è inevitabilmente condizionata anche dal debole risultato delle formazioni moderate, in primis la Lega democratica del Kosovo - il partito fondato dal defunto leader carismatico ed ex presidente della provincia Ibrahim Rugova - che ha raccolto il consenso di meno di un quarto dei votanti. In pratica ciò significa un ulteriore indurimento della linea dei kosovari nonché una minore propensione al dialogo e alle concessioni. Ma quello che dovrebbe destare più preoccupazione è che la società locale appare più che mai stanca e forse un po’ disillusa. Al quadro disegnato sopra si aggiunge infatti la progressiva disaffezione da parte dell´elettorato, dovuta principalmente ad una situazione economica precaria, dalla quale il Kosovo stenta ad uscire e che appare, oggi più che mai, esasperata dall´incertezza politica sia sul piano interno che su quello internazionale. In più, i pochi serbi (circa 200 mila) rimasti a vivere ancora nella parte settentrionale della provincia hanno disertato in massa le urne, incoraggiati anche dai numerosi appelli arrivati negli ultimi giorni dai loro leader così come dalla madrepatria. Intanto, le autorità di Belgrado ufficialmente non vogliono sbilanciarsi e attendono l´evolversi della situazione e le reazioni dei "grandi" e in primo luogo dell´Ue. Esattamente una settimana fa, con la firma dell´Accordo di stabilizzazione e associazione con la Serbia, da Bruxelles era arrivato un importante segnale interpretato come possibile spiraglio negoziale. Tuttavia, i 27 preferiscono non azzardare giudizi affrettati, ma è altresì evidente che il responso delle urne in Kosovo non è quello sperato. Il tema è stato naturalmente al centro delle discussioni del Consiglio Affari Generali e Relazioni Esterne che si è svolto all’inizio della settimana. I ministri degli esteri dell´Ue si sono detti delusi della bassa affluenza e del boicottaggio da parte dei serbi. Nelle conclusioni del vertice, i capi delle diplomazie europee hanno a tal proposito "esortato" serbi e kosovari "a mostrare maggiore flessibilità e invocato una intensificazione degli sforzi da parte di tutti per arrivare ad una soluzione concordata". Tutto ciò alla luce della necessità di risolvere il problema in tempi rapidi. I rischi da evitare sono due - da un lato il congelamento del conflitto attraverso una soluzione “temporanea” e, dall’altro, il verificarsi di uno scenario di forte divisione e allontanamento delle parti. V’è bisogno - come d´altronde ha ribadito l´inviato speciale dell´Onu Martti Ahtisaari - di una "posizione comune" dell’Ue che si articoli in una proposta concreta, un´”invenzione” della diplomazia europea che possa mettere a tacere i fin troppi dissidi, scongiurando al contempo qualsiasi atto unilaterale che porterà soltanto a rischi per la stabilità della regione, ma anche dell’intero continente. La visione che serve è globale, perché comprende anche il futuro degli altri paesi vicini come Bosnia Erzegovina, Montenegro, l’Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia e la stessa Serbia. Una soluzione parziale, infatti, rischierebbe di far saltare tutto; di accontentare una parte a scapito di tutte le altre. Le speranze europee sono quindi concentrate sull’ultimo sforzo negoziale che dovrà compiersi nei prossimi giorni. L’attività diplomatica è piuttosto frenetica. Il Gruppo di contatto per il Kosovo ha già fissato quello che potrebbe (e dovrebbe) essere il round negoziale decisivo. I rappresentanti serbi e kosovari si incontreranno nell’arco di tre giorni a partire dal prossimo 26 novembre. La località scelta per l´incontro è la piccola cittadina di Baden, nei pressi di Vienna, idealmente nel cuore del continente europeo. E’ lì che l´ambasciatore tedesco nonché rappresentante speciale dell´Ue nella "troika", Wolfgang Ischinger, dovrà prendere le redini della situazione con il supporto comune dei governi europei. Essi però devono tener ben presente che un’eventuale protrarsi dell’instabilità attraverso una soluzione insostenibile è la soluzione peggiore per i Balcani occidentali, che non sono più un´area al di là dei confini, emarginata nella periferia dei grandi eventi, bensì una vera e propria enclave nel bel mezzo dell´Europa. .  
   
   
CRICELLI: “È IN SEI PUNTI LA SVOLTA DELLA MEDICINA GENERALE” LO SCOPO È QUELLO DI CREARE UN NUOVO PATTO SOCIALE TRA CITTADINI E MEDICI E DI RINNOVARE IL RAPPORTO DI FIDUCIA. PREVISTI PIÙ DI 2000 PARTECIPANTI E L’INTERVENTO DI LIVIA TURCO  
 
 Firenze, 28 novembre 2007 – “La svolta della medicina generale deve partire da sei punti chiave: solo così il cittadino potrà fare davvero affidamento su medici del territorio seri, preparati, attenti”. Con queste parole il dott. Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di medicina generale (Simg), apre il 24° Congresso della Società, svoltosi a Firenze dal 22 al 24 novembre. La Simg compie quest’anno 25 anni e si regala il “lusso” di una provocazione, non solo intellettuale, per dare il via ad una vera e propria rivoluzione della professione medica. “Vogliamo superare – spiega il dott. Cricelli – i tecnicismi insiti nell’idea di clinical governance. Ogni Paese civile richiede ai propri medici delle garanzie, che rappresentano il presupposto per concedere fiducia”. E queste garanzie sono riassunte nei sei punti la cui stesura ha richiesto il contributo di tutta la comunità della medicina generale italiana: beneficialità, qualità professionale, affidabilità/eticità professionale, accontabilità/verificabilità, completezza dell’informazione e autonomia/responsabilità. Solo dall’applicazione concreta di questi principi può nascere il “patto sociale” tra i medici e i cittadini: per superare i tecnicismi astratti e farsi carico delle reali necessità del Paese. I vantaggi per i pazienti? Un medico fortemente responsabilizzato evita gli sprechi e utilizza al meglio le risorse disponibili, offrendo al cittadino le migliori opportunità di cura. In sostanza, è in grado di garantire tutti i vantaggi della buona medicina. Il Congresso Simg di quest’anno, con la partecipazione di oltre 1500 medici, si preannuncia come il più grande evento della medicina generale del nostro Paese. A testimonianza dell’importanza dei temi trattatati, sono previsti gli interventi del Ministro della salute, Livia Turco, e di Nello Martini, direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Saranno inoltre presenti Aldo Ancona, Direttore Generale dell’Agenzia per i Servizi Sanitari, Sergio Dompè, Presidente di Farmindustria, politici, amministratori e dirigenti del settore pubblico e privato. Sono state anche invitate tutte le rappresentanze delle categorie mediche, Giacomo Milillo, Segretario Generale della Fimmg, Mauro Martini, Segretario Nazionale dello Snami, garantendo così una pluralità di contributi e interventi da più parti. “Negli anni scorsi il nostro sforzo – continua il dott. Cricelli – si è concentrato sulla definizione degli strumenti tecnici per favorire la qualità della professione. Siamo passati dalla formazione permanente a quella complementare, alla ricerca clinica, per arrivare alla clinical governance che rappresenta il riepilogo generale della buona pratica della medicina. Compiuto il percorso tecnico, ci stiamo ora avvicinando al grande patto sociale. Quest’ultimo è la vera garanzia che gli elementi tecnici in possesso del medico siano gestiti con rigore ed eticità. Un patto che deve necessariamente includere una nuova prospettiva del rapporto con l’ospedale, permeato sulla continuità della cura e dell’assistenza. Troppo spesso il paziente lascia l’ospedale e si trova abbandonato in una terra di nessuno in cui non ci sono le risorse necessarie per aiutarlo. Il paziente che torna a casa dovrebbe invece trovare un territorio attrezzato per prenderlo in cura. È nostro compito creare il filo di continuità che unisce le cure ospedaliere a quelle della medicina generale. Ma dobbiamo pretendere che le risorse organizzative siano adeguate per la presa in carico del paziente in tutte le fasi della cura”. I recenti interventi del Ministro Turco si sono mossi proprio in questa direzione. Il congresso Simg affronterà per la prima volta e con grande risalto anche il tema della medicina di genere, andando al di là il concetto di medicina di sesso. “Il genere – conclude il dott. Cricelli - è qualcosa di molto più complesso dell’idea di maschio o femmina. Non significa solo specificità sessuale, ma anche complessità. L’incertezza sessuale non deve costituire un problema per il medico che ha il compito di curare ogni genere, anche ciò che non è ben definito e che sta in mezzo”. .  
   
   
UNIONCAMERE, COOPERAZIONE: AL VIA I PROGETTI 2008 DELL’INIZIATIVA CENTRO EUROPA  
 
Sofia, 28 novembre 2007 – Informazione, formazione manageriale ed imprenditoriale, infrastrutture e scambio di tecnologie, energia e cooperazione regionale. Verte intorno a questi settori il programma di iniziative per il 2008 del network delle Camere di commercio Ince (Cecci). Il network, di cui Unioncamere ha il segretariato permanente, riunisce le Unioni nazionali delle Camere di commercio dei 18 Paesi Ince (Albania, Austria, Belarus, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cechia, Italia, Macedonia, Moldova, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ucraina e Ungheria). Il pacchetto di progetti è stato presentato oggi a Sofia dal Presidente delegato all’Europa Centro Orientale di Unioncamere, Antonio Paoletti, nell’ambito del Seminario “Bulgaria-italy: Entrepreneurial Challenges”, organizzato dal Segretariato Ince di Trieste in collaborazione con la Camera di commercio italiana in Bulgaria. Il seminario è inserito all’interno del Summit Economic Forum, l’evento annuale dell’iniziativa che riunisce operatori, istituzioni e Camere di commercio di tutti i paesi Ince. Nella stessa occasione è stata presentata dal Presidente della Sezione delle Camere miste di Unioncamere, Pietro Baccarini, l’iniziativa “Un progetto per l’Europa: un collegio per i giovani dell’Europa Centro Orientale”, ul’iniziativa di alta formazione imprenditoriale a vantaggio delle aree Ince. Hanno partecipato ai lavori, oltre che operatori ed istituzioni dei due paesi, l’ambasciatore Gian Battista Campagnola ed il Direttore dell’ufficio Ice di Sofia, Fabrizio Camastra. Il futuro dell’Iniziativa, ha affermato il Pres. Paoletti, “si gioca sulla capacità degli attori di fare squadra e di presentare iniziative valide per lo sviluppo delle relazioni economiche. I temi strategici - già evidenziati dalla Task Force nata per la riforma dell’Ince – sono la necessità di un radicale riposizionamento geo-politico dell’iniziativa, che individui nei Paesi dei Balcani Occidentali e nelle Aree ex Cis (Comunità di Stati Indipendenti) non ancora integrati nella Ue i principali beneficiari; l’opportunità di una sostanziale semplificazione delle attività e la loro concentrazione su pochi e qualificati obiettivi prioritari; l’ipotesi di perseguire con tutti gli strumenti disponibili il rafforzamento dei collegamenti con la Ue (penso al possibile utilizzo di fondi comunitari nell’ambito dei nuovi programmi 2007-2013); l’identificazione delle possibili convergenze e sinergie della nuova Ince con le altre Iniziative Regionali attive in ambito Europa Centro Orientale e Balcanica (Processo di Cooperazione del Sud-est Europeo, al Consiglio Regionale di Cooperazione, all’Iniziativa Adriatico Ionica); il non più differibile obiettivo di conseguire una più equilibrata ripartizione degli oneri finanziari tra i paesi membri”. Attraverso Cecci, le Camere di commercio dei Paesi Ince, sotto la guida di Unioncamere, hanno sviluppato negli ultimi 6 anni circa 30 missioni commerciali, 11 progetti di sistema comuni, impegnando risorse per attività di cooperazione e svolgendo una missione di consulenza nei confronti dei rispettivi Governi. .  
   
   
IN MACEDONIA AUMENTANO LE IMPRESE ITALIANE  
 
Skopje, 28 novembre 2007 - - Sono sempre più numerose le imprese italiane che avviano attività produttive o commerciali in Macedonia, scrive l´Ice. La rappresentante di un´impresa italiana che fornisce servizi nel settore delle telecomunicazioni ha affittato a Skopje, con il supporto dell´Ice, un locale dove a breve sarà aperto un centro di assistenza post-vendita (per cellulari e televisori al plasma) che servirà, oltre alla Macedonia, anche l´Albania e il Kosovo. Sia questo contratto sia la preliminare costituzione di una società di diritto macedone (srl) hanno richiesto solo pochi giorni, come da qualche mese avviene per operazioni analoghe grazie alle nuove leggi che, tra l´altro, semplificano le procedure amministrative. .  
   
   
GENITORI: CITTADINI IN ITALIA, IN EUROPA DIRITTI E DOVERI IN FAMIGLIA, NELLA SCUOLA, NELLA SOCIETÀ XII CONGRESSO NAZIONALE ROMA, 30 NOVEMBRE – 2 DICEMBRE 2007  
 
 Roma, 28 novembre 2007 - Un Congresso di genitori può apparire cosa strana, ed è questo il sintomo più chiaro del fatto che le famiglie non hanno voce nel progettare il futuro della nostra società. Eppure hanno la responsabilità della principale materia prima per il rilancio dell’Europa: i giovani e la loro capacità di acquisire nuove conoscenze. A Lisbona, nel marzo del 2000, il Consiglio Europeo concordò l’obiettivo strategico di una “nuova economia basata sulla conoscenza” e definì “le persone come la principale risorsa dell’Europa”. Soprattutto in Italia siamo ben lontani dal conseguire gli obiettivi di istruzione e formazione fissati per il 2010, ma se riusciremo almeno in parte a raggiungerli, è sui genitori e sulle famiglie che dobbiamo scommettere. Nel nostro Xii Congresso nazionale affermiamo che il genitore è un cittadino, che non deve attendere di essere interpellato o informato: è protagonista, sia individualmente, sia, a maggior ragione, come genitore associato, genitore “sociale”: il genitore contribuisce, con la quotidiana opera educativa familiare, ad edificare la comunità civile. Il genitore “sociale” è consapevole del suo ruolo, dei suoi diritti e delle sue responsabilità, e sa che non deve e non può lavorare da solo: la cittadinanza, oggi, si declina in cooperazione, in solidarietà, nella realizzazione di reti civiche ed educative. L’italia è terra di forte impegno di volontariato, che nell’ambito educativo e familiare può trovare molto terreno ancora da esplorare. Questo orientamento “partecipativo” è talora frenato, osteggiato, ma non c’è dubbio che, anche sulla spinta dell’Unione europea, avrà ulteriori sviluppi. Per i genitori il riferimento europeo è una sfida: significa pensare al futuro di figli che si muoveranno fra i paesi membri per lavoro, studio e svago. Significa pensare, già oggi, all’incremento di competenze informatiche e linguistiche. Significa, anche, rispondere in termini educativi a qualche deriva ipertecnicistica o efficientistica. Le radici dell’Associazione Italiana Genitori sono poste nell’impegno instancabile di molti genitori negli organi di partecipazione scolastica. È urgente una riforma degli organi di rappresentanza scolastica, che devono essere il “motore” dell’autonomia; su questo tema le associazioni dei genitori hanno ufficialmente avanzato proposte, affinché la democrazia formale rappresentativa sia arricchita da una democrazia sostanziale. Appoggiamo perciò la proposta della realizzazione di un “patto di corresponsabilità educativa” in ogni scuola, fra scuola e famiglia. Dalla scuola siamo nati, e da lì abbiamo gradualmente esteso la nostra attenzione, comprendendo che l’intera comunità contribuisce ad educare i nostri figli: oltre alla scuola, pertanto, anche il mondo dei media, il tempo libero, le biblioteche, gli Oratori, la sanità sono ambiti della nostra azione. L’altra caratteristica che ci contraddistingue deve continuare ad essere il radicamento regionale e provinciale, perché possiamo sempre più rappresentare le domande e le proposte dei genitori. Il Congresso riserverà un’attenzione anche agli aspetti organizzativi interni, che sono strumento necessario per un’associazione che sappia aprirsi a tutti. Programma Venerdì 30 novembre Ore 14. 00 Accoglienza, registrazione partecipanti, verifica poteri; Ore 15. 30 Saluto introduttivo; Saluto delle autorità; Lettura di brani scelti del fondatore dell’A. Ge. Ennio Rosini, con proiezione di foto ricordo della storia dell’Age, passata e presente. Ore 16. 30 Relazioni “Educare nella complessità. Uno sguardo internazionale” – mons. Angelo Vincenzo Zani, sottosegretario Congregazione per l’Educazione Cattolica della Santa Sede. “La cittadinanza dei genitori, nel crocevia dell’educazione” – Giuseppe Savagnone, professore di filosofia e storia nei Licei e direttore dell’Ufficio per la cultura, l’educazione, la scuola e l’università della Conferenza Episcopale Siciliana, editorialista di “Avvenire”. Coordina Salvatore La Rosa, responsabile Formazione A. Ge. E Ordinario di Controllo statistico della Qualità nell’Università di Palermo. Ore 18. 15 Dibattito Conclusioni prima sessione. Sabato 1 dicembre: Ore 9. 00 “Cittadinanza nell’A. Ge. : la nostra proposta” “L’associazione Italiana Genitori nel triennio 2005-2007: il posizionamento nel dibattito nazionale, le scelte di strategia e comunicazione, l’attività” - Maurizio Salvi, Presidente nazionale. “L’organizzazione dell’Age, il radicamento, lo sviluppo” – Lucia Rossi, Segretario nazionale. Ore 10. 00 Seguono interventi dei delegati Presentazione delle candidature e delle modalità di voto; Ore 14. 30 Comunicazioni “Genitori e figli: la scuola, i media, il socio-sanitario”; “Genitori e scuola” – Davide Guarneri, Responsabile ufficio scuola Age “Genitori e media” – Maria Micaela Fagiolo, Responsabile ufficio comunicazione Age. “Genitori, sociale e sanità” – Alberto Raponi, Responsabile ufficio progetti Age e Progetto Andrea in Sanità “L’age nei media” – Rita Manzani Di Goro, Direttore responsabile Agestampa. Ore 15. 00 Suddivisione dei delegati in gruppi di lavoro: Genitori e scuola; Genitori e media; Genitori, sociale e sanità; Genitori in Europa: l’Age e la dimensione internazionale; Genitori in associazione: l’identità e l’organizzazione dell’Age; Genitori in associazione: la comunicazione dell’Age come occasione di crescita. Ore 18. 15 Presentazione sintesi lavori dei gruppi Presentazione mozioni congressuali. Votazioni per l’elezione del Presidente nazionale, dei componenti il Consiglio nazionale, del Collegio dei Revisori dei conti e del Collegio dei Probiviri. Domenica 2 dicembre: Ore 8. 30 S. Messa celebrata da mons. Bruno Stenco, Direttore Ufficio nazionale per l’Educazione, la Scuola e l’Università della Conferenza Episcopale Italiana. Ore 9. 30 Proclamazione eletti; Ore 10. 00 “Sfide dell’educazione: prospettive di impegno per i genitori, la scuola, l’associazione”. Dialogo fra l’Associazione Italiana Genitori e il Sottosegretario alla P. I. On. Letizia De Torre. Ore 12. 00 Votazione mozioni, votazione documento finale del Congresso. Sede del congresso: Roma - Casa Tra Noi Via Monte del Gallo, 13 (zona Stazione S. Pietro) Sito Internet: www. Age. It .  
   
   
A TRENTO UN SEMINARIO DELLA COMMISSIONE EUROPEA DAL 29 AL 30 NOVEMBRE PRESSO LA FEDERAZIONE TRENTINA DELLE COOPERATIVE INIZIATIVE ETICHE E SOLIDALI PER UNA SOCIETA’ INCLUSIVA  
 
Trento, 28 novembre 2007 - Dal 29 al 30 novembre prossimi si terrà a Trento, presso la Federazione trentina delle cooperative di via Segantini, il seminario internazionale dal titolo “ Sviluppare le potenzialità delle iniziative etiche e solidali per una società inclusiva”. Il workshop è organizzato dalla divisione sviluppo della coesione sociale del Consiglio d’Europa, in cooperazione con Iris (Inter-rete europea delle iniziative etiche e sociali), la Commissione europea e la Provincia autonoma di Trento. Tra gli argomenti trattati dal seminario rientrano l’economia solidale, le politiche pubbliche e l’azione delle reti della società civile impegnate nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale. In apertura sono previsti gli interventi di Gilda Farrell, capo del servizio politiche sociali del Consiglio d’Europa e di Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento. .  
   
   
TUTTI I NUMERI DELLA RICERCA: ‘SCIENZA E TECNOLOGIA IN CIFRE. STATISTICHE SULLA RICERCA E SULL´INNOVAZIONE’, I DATI RACCOLTI DAL CERIS-CNR FOTOGRAFANO LUCI E OMBRE NEL SISTEMA ITALIANO.  
 
Roma, 28 novembre 2007 - Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha realizzato un agile data book, dal titolo ‘Scienza e tecnologia in cifre. Statistiche sulla ricerca e sull´innovazione’, che raccoglie i principali indicatori relativi all’impegno italiano e internazionale in ricerca e sviluppo (R&s): risorse finanziarie ed umane, pubblicazioni, brevetti, import-export, high-tech, innovazione, ricadute a livello economico e produttivo. “Il sistema scientifico italiano soffre ancora per l’insufficiente livello di stanziamenti”, sostiene Secondo Rolfo, direttore dell’Istituto di ricerca sull’impresa e lo sviluppo (Ceris) del Cnr di Torino: 15. 252 milioni di euro complessivi tra comparto pubblico e imprese (dati 2004) pari all’1,1 % del Prodotto interno lordo. Una cifra che colloca l’Italia al nono posto tra i paesi Ocse, Cina e Israele: al primo posto della graduatoria compaiono gli Stati Uniti con 312,5 miliardi di dollari Usa (a parità di potere di acquisto), seguono con 118 il Giappone e la Cina con 94, Germania (59,2) Francia (38,9) e Regno Unito (32,2), Corea (28,3), Canada (20,8). Nel 2004 si segnala comunque un aumento rispetto al 2003 dell’1,2 per cento, dopo una generale diminuzione negli anni novanta. L’1,1% come rapporto R&s/pil assegna all’Italia l’ultimo posto nei Paesi Ocse, Cina e Israele, a pari merito con la Spagna: nella graduatoria, Israele è al primo posto con il 4,4%, la Svezia investe il 4,0%, la Finlandia il 3,5%, il Giappone 3,2%, la Svizzera e la Corea il 2,9%. Gli altri paesi oscillano tra il 2,7% degli Stati Uniti e l’1,2% dell’Irlanda. Sia come valore assoluto, sia come incidenza percentuale, le risorse finanziarie impegnate nelle attività di R&s collocano insomma l’Italia nella fascia medio-bassa dei paesi industrializzati, molto lontano dal 3% del Pil proposto a Lisbona come obiettivo della politica comunitaria tesa a fare dell’Unione la prima economia al mondo basata sulla conoscenza. La spesa complessiva per R&s intra-muros, cioè svolta da imprese private, istituzioni pubbliche e istituzioni non profit al proprio interno, con proprio personale e con proprie attrezzature, nel 2004, è sostenuta per il 47,8 % dalle imprese (7. 293 milioni di euro) e per il 32,8 % dalle università (5. 004 milioni di euro). Più contenuto il peso delle altre istituzioni pubbliche e del non profit, rispettivamente con il 17,8% e l’1,5% per cento. In Italia la spesa delle imprese in ricerca rappresenta lo 0,53% del Pil, dunque circa la metà dello sforzo complessivo nel comparto. Ma si posiziona molto distante da quella delle imprese degli altri paesi Ocse, Cina e Israele. Sempre in rapporto percentuale al Pil è Israele con il 3,25 a occupare la prima posizione; seguono Svezia e Finlandia rispettivamente con 2. 93 e 2,42. Prima di noi Germania con l’1,75, Danimarca (1,69), Austria (1,51) e Francia (1,34), ma anche Cina (0,82), Irlanda (0,78) e Spagna (0,58). A livello locale, osservando i dati sulla spesa, al primo posto compare il Nord-ovest con il 36,9 % della spesa complessiva, seguito dal Centro (26,6%), dal Nord-est e dal Mezzogiorno (rispettivamente 18,3% e 18,2 %). L’investimento in R&s delle imprese è concentrato per più della metà (54,9 %) nel Nord-ovest. Le differenze territoriali si attenuano considerando la spesa per ricerca sostenuta dagli altri settori: il 57,3 per cento dell’attività di ricerca delle istituzioni pubbliche si svolge infatti nell’Italia centrale (in particolare nel Lazio) e il 30,7 per cento di quella universitaria nel Mezzogiorno. Nel 2004, il personale italiano impegnato in attività di ricerca è pari a 164. 026 unità a tempo pieno, di cui 72. 012 ricercatori, con un aumento dell’1,4 % rispetto all’anno precedente. Confrontando questi numeri con quelli internazionali vediamo gli Stati Uniti al primo posto con circa 1. 335 migliaia di ricercatori (in equivalente tempo pieno) e, tra i paesi europei, la Germania con 270,7 mila: cioè quattro volte l’Italia. Paesi di dimensioni molto ridotte, in termini di popolazione, rispetto all’Italia, come Svezia, Finlandia e Paesi Bassi, hanno circa la metà dei nostri ricercatori. Questo rilevante investimento di risorse umane, ma anche finanziarie, nella R&s colloca questi paesi tra i primi posti per spesa e numero di ricercatori rispetto agli occupati. Prendendo in esame il personale di ricerca in rapporto alla forza lavoro, poi, il nostro paese si trova in penultima posizione (0,673%, cioè poco più di “mezzo” ricercatore ogni 1. 000 unità di forza lavoro) tra i paesi Ocse ed è seguito solo dalla Cina (0,150), lontanissimo da Finlandia (primo posto con 2,229), Svezia (1,623) Danimarca (1,481) e Giappone (1,349). La distribuzione territoriale del personale addetto alla R&s mette in luce la maggiore concentrazione di addetti nelle regioni del Nord-ovest (32,1%), seguite da quelle del Centro (28,0%) e nel Mezzogiorno (20,6%). A livello di singole regioni, il 18,3% del personale addetto alla R&s si trova nel Lazio; seguono la Lombardia (17,9%) e il Piemonte (11,1%). A fronte dell’aumento del personale registrato a livello nazionale nel 2004, il Piemonte, la Lombardia, il Lazio, le Marche e la Sardegna perdono addetti. “I dati sulle pubblicazioni su riviste scientifiche ottenute da ricercatori italiani testimoniano una produttività della ricerca pubblica a livelli confortanti e in crescita nel tempo”, sostiene il direttore del Ceris. La percentuale di citazioni di articoli scientifici di ricercatori italiani nelle pubblicazioni scientifiche è notevolmente aumentata fra il 1992 e il 2003: si è passati da 2,04% al 3,01% sul totale mondiale delle citazioni. Meglio di Spagna, Paesi Bassi, Svezia, Canada, Cina e Svizzera. Un indicatore particolarmente significativo dei risultati della ricerca (molto vicino all’applicazione pratica) è costituito dai brevetti. In questo campo il nostro Paese (“un popolo d’inventori”) non occupa le prime posizioni. Prendendo in esame il totale dei brevetti domandati (presso l’European Patent Office e il Japanese Patent Office) o rilasciati (dal United States Patent and Trademark Office), l’Italia copre l’1,56% del totale, dietro a Stati Uniti (37,56%), Giappone (25,85%), Germania (13,82%), Francia (4,54%), Regno Unito (3,76%), Paesi Bassi (1,94%), Svizzera (1,72%), Corea (1,60%). Altro indicatore che evidenzia il livello scientifico-tecnologico di un paese è lo scambio di tecnologia, rappresentato da brevetti, invenzioni, licenze, know how, marchi da fabbrica, servizi con contenuto tecnologico (come assistenza tecnica, formazione del personale, servizi di ricerca e sviluppo, ecc. ). La cronica situazione deficitaria della bilancia dei pagamenti della tecnologia dell’Italia è migliorata: rispetto alla spesa per R&s il saldo dei pagamenti è passato da -6,35% del 1992 a -1,10% del 2004. Sempre preponderante è l’esborso per acquisto di diritti di sfruttamento di brevetti, ma aumentano notevolmente gli incassi per servizi con contenuto tecnologico, di ricerca e sviluppo (più che raddoppiati nel periodo 1995-2005). “Il nostro è un paese”, conclude Rolfo, “che pur mostrando particolari successi sia imprenditoriali sia settoriali, in generale manifesta un livello scientifico-tecnologico del ‘sistema paese’non esaltante. Lo conferma un indicatore come le esportazioni delle industrie manifatturiere ad alta tecnologia in rapporto al totale delle esportazioni delle industrie manifatturiere”. Fra i paesi Ocse, per prima troviamo l’Irlanda con oltre la metà (51,6%) dei manufatti esportati ad alta tecnologia. Seguono Ungheria (30,0%), Stati Uniti (28,5%), Giappone (26,5%), e poi Regno Unito, Paesi Bassi, Francia e molti altri. L’italia esporta solo l’8,6% di manufatti ad alta tecnologia, sopravanzata da Repubblica ceca (13,5%), Slovenia (10,9%), Grecia ((9,8%), Spagna (9,3%). .  
   
   
ASTA DI FINE MESE DEI BUONI ORDINARI DEL TESORO  
 
Asta di fine mese dei Buoni Ordinari del Tesoro
Regolamento 30. 11. 2007 Durata gg. 182
Prezzo medio ponderato 98,032
Ritenuta fiscale 12,5% 0,24600
Arrotondamento 0,00200
Prezzo netto d´aggiudicazione 98,28
Rendimento semplice netto 3,46
Rendimento composto netto 3,49
Nell´ipotesi di applicazioni delle commissioni massime, i prezzi ed i rendimenti risultano
così modificati:
Commissioni massime 0,20
Prezzo netto d´aggiudicazione+commissioni (massime) 98,48
Rendimento semplice (minimo) 3,05
Rendimento composto netto (minimo) 3,08
Fonte Assiom
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EMIRATI ARABI ALLA SCOPERTA DEI “PREZIOSI” ITALIANI EXPORT: +41% IN UN ANNO PER 300 MILIONI DI EURO IN GIOIELLI TOSCANA E VENETO LE REGIONI PIÙ PREZIOSE LOMBARDO UN TERZO DELLE ESPORTAZIONI ITALIANE DI TUTTI I SETTORI  
 
Milano, 28 novembre 2007 - L’export italiano negli Emirati Arabi supera la quota dei 2 miliardi e 119 milioni di euro al Ii trimestre 2007, con un incremento del 41,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le regioni che esportano di più sono la Lombardia (649 milioni di euro di export, 30,6% del totale italiano, +55,9% in un anno), la Toscana (389 milioni di euro, 18,4% del totale, +31,1%) e il Veneto (253 milioni, 11,9% del totale, +14,7%). Bene anche l’interscambio che segna +37% rispetto allo scorso anno trainato ancora dalle regioni maggior esportatrici: Lombardia (700 milioni di euro, 30,9% dell’interscambio nazionale, +44% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), Toscana (397 milioni di euro, 17,6% del totale nazionale, +29,4%) e Veneto (266 milioni di euro, 11,8% del totale, +14,1% in un anno). Fra i prodotti più esportati macchine ed apparecchi meccanici (700 milioni di euro che costituiscono il 33,1% delle esportazioni nazionali negli Emirati Arabi) ma si apre il mercato anche per gioielli e oreficeria: le esportazioni italiane negli Emirati Arabi segnano in questo settore +44,7% in un anno, per un valore di preziosi esportati che ammonta a oltre 300 milioni di euro grazie a Toscana (179 milioni di euro esportati in preziosi, il 59,2% del totale nazionale di settore) e Veneto (106 milioni di euro, 35,1% del totale). Bene anche Piemonte (quasi 10 milioni di euro di export) e Lombardia (5,5 milioni di euro). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al Ii trimestre 2007. E Promos, azienda speciale della Camera di commercio di Milano per le attività internazionali, nell’ambito dell’accordo di programma Ice Unioncamere, organizza per le imprese lombarde la partecipazione alla fiera “International jewellery week” in programma a Dubai dall’11 al 15 dicembre 2007. L’iniziativa si rivolge a tutte le aziende del settore orafo e prevede l’allestimento di uno stand in fiera per dare visibilità ai prodotti delle imprese partecipanti. Per informazioni: Promos/camera di commercio di Milano, tel. 02. 8515. 5350/5375, e-mail: mannato. Stefania@mi. Camcom. It. .  
   
   
MILANO: GRAVI RESPONSABILITA’ DELLA GIUNTA COMUNALE SULL’OPERAZIONE DERIVATI  
 
Milano, 28 Novembre 2007 – Fabrizio Spirolazzi, Consigliere Ulivo del Partito Democratico: “ Sono venuto finalmente in possesso dei documenti comunali riguardanti l’operazione finanziaria dei Derivati. E il quadro che emerge è molto preoccupante soprattutto sul rischio dei tassi, già a partire dal 2008. Emerge soprattutto un fatto grave, che la giunta comunale non si è attenuta alle indicazioni del Consiglio trasformando il tasso da fisso a variabile. E che gli stessi contratti sono stati rinegoziati in alcuni casi ben 4 volte, tutti con condizioni sempre più sfavorevoli per il Comune. Occorre quindi far chiarezza e approfondire la materia. E’ giunto il momento che il Sindaco venga in aula e dica al Consiglio come la pensa. ” .  
   
   
NUOVO APPUNTAMENTO SUI METALLI: ACCIAI E PROSSIMA QUOTAZIONE AL LONDON METAL EXCHANGE; METALLI NON FERROSI E STRATEGIE DI COPERTURA; ANALISI TECNICA MERCATI MATERIE PRIME E FINANZIARI; PETROLIO E INDUSTRIA DELL’ALLUMINIO.  
 
Brescia, 28 novembre 2007 - Un nuovo appuntamento dell’Osservatorio F. A. R. O. Si è svolto il 22-23 Novembre scorso presso il Relaisfranciacorta in Provincia di Brescia. Come tutti gli incontri F. A. R. O. Si è trattato di un evento dedicato a imprenditori e responsabili acquisti, chiamati e prendere decisioni legate alle Materie Prime e ai Metalli. La ricca agenda comprendeva diverse sessioni con momenti di aggiornamento e approfondimento, affiancati da opportunità di dibattito e scambio di esperienze con gli altri partecipanti, senza mai tralasciare gli esempi pratici e il rafforzamento delle competenze tecniche. La prima giornata – Giovedì 22 – si è aperta con una sessione dedicata al Mercato Degli Acciai; in vista del prossimo lancio dei contratti future sull’acciaio (previsto per Aprile 2008) è intervenuto Brian Woodbridge - Broker di Sempra Metals Ltd – illustrando in modo dettagliato il funzionamento della borsa London Metal Exchange e dei nuovi contratti, il loro impiego pratico e i possibili benefici per le aziende che li utilizzeranno. Woodbridge è considerato un veterano del Lme e ha vissuto in prima persona anche il lancio della quotazione dell’Alluminio (quasi 30 anni fa) e ha commentato “Ci volle del tempo perché il mercato si adeguasse e cogliesse tutti i vantaggi della quotazione. Anche per l’acciaio prevedo la stessa cosa, ma sono sicuro che tutti gli utilizzatori ne saranno poi soddisfatti”. A seguire la relazione di Fabio Gabrieli – Economista di Prometeia – che ha spiegato quali sono i modelli indipendenti in base ai quali viene effettuata l’analisi fondamentale del mercato. Egli si è inoltre soffermato su alcune caratteristiche degli altri contratti future sugli acciai: Dubai e Nymex – il primo già partito e il secondo verso il lancio. L’analisi ha evidenziato le differenze, anche in termini di sicurezza e il contratto Lme pare avere molti punti a proprio favore. In chiusura della mattinata l’intervento di Sergio Ballarini di Fast Buyer (Gruppo Fiat), con le valutazioni di mercato da parte dell’importante gruppo industriale italiano e le aspettative di evoluzione. Nel pomeriggio il focus si è spostato sui Mercati Finanziari E Sui Metalli Non Ferrosi, con Andrea Guarneri e Alessandro Zappa analisti e trader di Kommodities Partners e con gli interventi integrativi di Paolo Kauffmann, anch’egli analista e trader, nonché amministratore unico di Kauffmann&sons. Il primo ha analizzato l’andamento dei Mercati Finanziari, delle Valute e delle Materie Prime illustrando il punto di vista dell’analisi tecnica; di particolare interesse l’analisi Market Profile utilizzata da Guarneri. Si tratta di un approccio che prende come riferimento i volumi dei metalli scambiati sulla borsa ai diversi livelli di prezzo e permette di individuare i più significativi come supporti/resistenze (per il nickel ad esempio 31. 650$ rappresenta una resistenza, c´è un supporto a 28. 500$ ed in caso di rottura l´obiettivo diventano i 27. 000 $). Faro - Osservatorio del le Mater ie Pr ime è un’ iniziat iva esclusiva di Kauf fmann&Sons L’intervento di Zappa ha fornito alcuni dettagli in più anche di tipo fondamentale sui diversi metalli, passando poi a delineare le possibili strategie di copertura più adatte all’attuale situazione di mercato per alluminio, rame, lega, piombo, zinco, nickel, stagno. A seguire il Trading Game momento di prova pratica che ha nuovamente permesso ai partecipanti di misurare la propria capacità di reazione al mercato e sperimentare in prima persona l’operatività sulla borsa. I presenti sono stati divisi in squadre e ognuna di esse ho dovuto decidere se effettuare operazioni di acquisto o vendita di lotti partendo dalla situazione di mercato presentata e in base alla successiva evoluzione dei prezzi (intra-day e chiusure ufficiali giornaliere). Al termine del “gioco” è stato stabilito quale squadra è riuscita ad ottenere il risultato migliore. La serata è proseguita con il Kauffmann’s Dinner durante il quale è intervenuto di persona Arrigo Sadun - Direttore per l’Italia del Fondo Monetario Internazionale – illustrando la situazione dell’economia mondiale e le attese per i prossimi mesi. Per gli Usa è previsto un forte rallentamento nella crescita dell’economia con Pil minore del 2% nel 2008 e ripresa a partire dal 2009 (intorno al 3%). Per Cina e India ancora attese di crescita, ma non in grado di compensare la decelazione Usa. La Cina è inoltre preoccupata per il possibile rallentamento delle esportazioni verso gli Usa. In Europa crescita al 2% (Italia al 1%). A chiusura un cenno di positività legata alla caratteristica di flessibilità dell’economia Usa, che secondo Sadun favorirà una ripresa più rapida rispetto ad altri paesi. Venerdì 23 Novembre ripresa dei lavori con la Tavola Rotonda dal titolo: Petrolio a 100 Dollari. Quali implicazioni per il mercato delle Materie Prime e in particolare per l’Alluminio?, con la partecipazione di Ugo Bardi (Presidente di Aspo Italia, l’Associazione che studia l’esaurimento delle riserve petrolifere) e dei rappresentanti di quattro produttori mondiali di alluminio: Spyros Economacos (Direttore commerciale di Adg), Carmine Nappi (Director of Industry Analysis di Rio Tinto Plc), Harald Ødegaard (Direttore Sales & Marketing Hydro Aluminium), Giuseppe Toia (Presidente e Amministratore Delegato Alcoa in Italia). Il prof Bardi ha presentato la teoria sul Picco del Petrolio, che prevede aumento dei prezzi ed esaurimento delle riserve petrolifere entro i prossimi decenni. Il petrolio è senza dubbio uno dei fattori che influenza notevolmente i costi delle materie prime, l’alluminio in primis. I produttori di alluminio hanno dunque espresso le proprie considerazioni su questo tema e le loro prospettive di mercato per i prossimi anni, tenendo conto anche degli altri elementi che pesano nel sistema, es: costi di altre materie prime (allumina), concentrazione dei produttori, andamento del Pil e aumento del consumo pro-capite nei paesi emergenti (Cina, India). A seguire il dibattito e confronto tra i produttori e gli utilizzatori/consumatori per il quali F. A. R. O. È divenuto un appuntamento fisso. I lavori si sono chiusi alle ore 13:00 con un arrivederci al 2008 per la sesta edizione di F. A. R. O. Osservatorio delle Materie Prime, luogo d’eccellenza per chi intende comprendere i meccanismi di mercato e aggiornarsi sulle tendenze. .  
   
   
ASSOCAMERESTERO: SI RIDUCE IL DEFICIT DELLA BILANCIA COMMERCIALE VERSO I PAESI EXTRA UE, TRAINATO SIA DAI SETTORI TRADIZIONALI (TESSILE E ABBIGLIAMENTO: SALDO +70%) CHE DAL NUOVO MADE IN ITALY (ELETTRONICA: IL SALDO CAMBIA SEGNO E SUPERA IL MILIARDO DI EURO)  
 
 Roma, 28 novembre 2007 - Continua a ridursi (-28,7%) il deficit della bilancia commerciale italiana verso i paesi extra europei nei primi 10 mesi del 2007 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, da circa 19 miliardi di euro a 13,5 miliardi: un risultato dovuto in primo luogo ad un deciso rallentamento del tasso di crescita delle importazioni (dal 21,1% al 5,4%), ma anche al positivo trend delle esportazioni che registrano un + 12,6%, con un valore di quasi 119 miliardi di euro contro i 111 miliardi del 2006. Contribuiscono a tale risultato soprattutto le performance delle produzioni tipiche del Made in Italy, il cui saldo totale passa da 21,3 miliardi di euro del gennaio-ottobre 2006 agli oltre 25 miliardi del 2007 (+17,4%). Tra i settori trainanti la meccanica, sia in termini di quota di mercato (circa il 10%) che di valore del saldo (23 miliardi di euro circa), a cui si aggiungono i mezzi di trasporto (saldo +91,6%) ed il tessile, che conferma il trend di crescita evidenziato nei mesi scorsi e fa registrare un incremento del saldo del 70,1%. Nel comparto dell’elettronica e degli strumenti di precisione la variazione del valore delle esportazioni (+14%) fa invertire il segno del relativo saldo, da –341 milioni di euro agli attuali 1,1 miliardi. “Si consolida la ripresa dei settori tradizionali del Made in Italy – sottolinea il Direttore Generale di Assocamerestero, Gaetano Fausto Esposito – come il tessile, il cui processo di riorganizzazione produttiva, orientata alla qualità, ha permesso alle imprese del settore di superare un periodo di difficoltà”. Rallenta la crescita dell’export italiano negli Stati Uniti, che nei primi dieci mesi del 2006 si muoveva ad un tasso del 4,1% mentre oggi fa registrare uno scarso 0,9%; il dato relativo al valore del saldo della bilancia commerciale però si mantiene costante a 11,3 miliardi di euro. Buoni segnali dalla Turchia, dove, a fronte di un lieve aumento delle esportazioni (da 9,3% del gennaio-ottobre 2006 a 9,4%), il calo delle importazioni (dal 28,2% al –2,1%) conduce il saldo ad un incremento da 997 milioni di euro a 1,6 miliardi, in crescita di oltre il 62%. .  
   
   
LOMBARDIA: 20 MIL PER AVVIO LAVORO AUTONOMO E NUOVE IMPRESE  
 
Milano, 28 novembre 2007 - Venti milioni di euro per favorire il lavoro autonomo ed indipendente e perché alcune categorie di persone possano avviare nuove attività imprenditoriali in aree specifiche. Il finanziamento, a tasso agevolato, è messo a disposizione da Regione Lombardia per promuovere e sostenere l´avvio di nuove imprese sul proprio territorio. "Ci siamo mossi - spiega l´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni - con la volontà di valorizzare il capitale umano, soprattutto per quelle figure più deboli del mercato del lavoro: giovani, donne e soggetti in difficoltà occupazionale, che vogliono incrementare le proprie capacità lavorative e professionali per un possibile sbocco anche nell´ambito del lavoro autonomo. Allo stesso modo intendiamo favorire lo sviluppo di iniziative imprenditoriali che valorizzino la ricerca e l´innovazione, sostenendo la competitività per poter stare in un mercato del lavoro in continuo cambiamento". Possono fare richiesta di finanziamento: le neoimprese formate per due terzi da giovani, donne, soggetti svantaggiati; le ditte individuali e le imprese familiari del settore manifatturiero, dei servizi alle imprese e alle persone; gli spin-off universitari (costituiti da universitari o con la partecipazione di università); gli incubatori di impresa; le nuove associazioni professionali operanti in settori tecnico- scientifici; le nuove imprese operanti nel settore dei servizi di cura per l´infanzia. Il finanziamento concesso non potrà essere inferiore a 15. 000 euro né superiore a euro 30. 000 per le ditte individuali e le associazioni professionali. La somma è elevabile a 150. 000 euro per le società di persone e di capitali ma non potrà comunque essere superiore all´80% dell´investimento ammissibile. Tutte le informazioni e la modulistica per la presentazione on line della domanda sono disponibili, fino ad esaurimento risorse, sul sito http://formalavoro. Regione. Lombardia. It (settore aree tematiche) oppure rivolgendosi a Finlombarda Spa al numero 02/60. 74. 41 o alla casella di posta elettronica flcredito@finlombarda. It. (Ln) .  
   
   
INSIEME A SOSTEGNO DELLE NUOVE IMPRESE INNOVATIVE: ACCORDO TRA LE ASSOCIAZIONI AIDA,APSTI E BIC ITALIA NET PER RENDERE PIÙ EFFICACI I SERVIZI DI INCUBAZIONE E DI SOSTEGNO AGLI START UP  
 
Milano, 27 novembre 2007 - Aida (24 agenzie di sviluppo), Apsti (31 parchi scientifici e tecnologici), Bic-italia Net (30 centri di servizio alle imprese) danno vita a una task force congiunta Nel corso di un incontro tenutosi lo scorso sabato 24 novembre all’interno della Fiera Campionaria di Milano, le tre associazioni - che insieme raccolgono 85 soggetti attivi in Italia nel settore del sostegno allo sviluppo, all’innovazione e alla creazione di imprese innovative - hanno deciso di promuovere un maggiore coordinamento delle loro attività, dando vita a una task force congiunta finalizzata a migliorare e rendere più efficaci i servizi di incubazione di nuove imprese (oltre 1. 000 le aziende innovative nate all’interno degli incubatori di imprese). All’incontro erano presenti: il Presidente di Aida, l’Amministratore Delegato di Milano Metropoli, Fabio Terragni; il Presidente di Apsti e del Polo Tecnologico di Navacchio, Alessandro Giari; Bic Italia Net era rappresentanta dall’ex Presidente (oggi Presidente dell’Associazione Europea Ebn – European Business Network) e Direttore Generale di Bic Lazio Luigi Campitelli. La task force prenderà spunto dal lavoro svolto da Apsti per l’individuazione e il riconoscimento di parametri identificativi del percorso di Incubazione e che sarà completato e implementato con il contributo delle altre Associazioni. L’auspicio è che si possa attivare un percorso normativo eo legislativo che aiuti a consolidare e rendere più efficaci gli elementi per una filiera necessaria alla crescita dei tessuti economici locali, nella quale le funzioni di supporto alla nascita di nuova imprenditoria costituiscono una base rilevante. Non solo: verranno avviati rapporti strutturati con gli incubatori universitari (raccolti nell’Associazione Pni Cube) e con gli operatori finanziari (all’incontro era presente Gianpio Bracchi, Presidente di Aifi). Le associazioni intendono poi richiedere con forza alle istituzioni nazionali di promozione dello sviluppo e dell’innovazione (Ministero delle Attività Produttive, Istituto per la Promozione Industriale, Sviluppo Italia) di aprirsi al confronto e al dialogo sulle politiche e sulle iniziative a sostegno della creazione di nuove imprese innovative. Si tratta del primo passo verso una più stretta integrazione tra le associazioni. Ww. Aidaweb. Org .  
   
   
IL VALORE E L´IMPATTO DELLE RIMESSE: 18 MILIONI ALL’ANNO SOLO TRA EMILIA-ROMAGNA E ALBANIA  
 
 Bologna, 28 novembre 2007 - Sono novemila le famiglie albanesi che vivono in Emilia-romagna, ognuna delle quali risparmia una media di circa 2000 euro l’anno che invia alla famiglia rimasta nel Paese di origine. Una cifra ragguardevole, che non transita per banche o uffici postali (nonostante l´offerta di servizi di trasferimento a costo zero da parte di alcuni istituti), ma che raggiunge l’Albania con mezzi privati o tramite agenzie a pagamento. Per una famiglia di Tirana i risparmi dei familiari coprono circa il 30% del fabbisogno, ma in aree prevalentemente rurali rappresentano oltre il 40% del reddito. Le rimesse hanno un impatto economico e sociale importante: una quota significativa è destinata all’istruzione e alla formazione di risparmio, che oggi è perloppiù accantonato o investito nella casa, in mancanza di un sistema di incentivi che lo canalizzi verso investimenti produttivi. A questo fine potrebbe essere destinato un fondo di credito e di sviluppo complesso, secondo passo possibile del progetto europeo Migravalue. Il primo step ha compreso la ricerca sugli effetti delle rimesse sulle dinamiche di sviluppo locale, sia economico sia sociale, nelle comunità di origine, realizzata da Nomisma su incarico della Regione Emilia-romagna. In quest’indagine Nomisma ha definito una metodologia di rilevazione e di analisi qualitativa e quantitativa utilizzabile per qualsiasi comunità di migranti presente sul territorio nazionale .  
   
   
BERGAMO: DELEGAZIONE IN VISITA A BUCAREST  
 
Bergamo, 28 novembre 2007 - Dopo la missione in Ungheria dello scorso mese di settembre, nei giorni scorsi dal 15 al 19 novembre2007 si è svolta una nuova missione della Camera di Commercio di Bergamo, con la partecipazione di Comune e Fondazione Mia, nell’ambito dello specifico e intenso programma promozionale rivolto ai Paesi della Comunità e, in particolare, dell’Est Europeo. Una delegazione della Giunta Camerale, condotta dal presidente Roberto Sestini e accompagnata dal Segretario Generale Carlo Spinetti, con la partecipazione dell’assessore alla Cultura del Comune di Bergamo, Enrico Fusi, e del Consigliere delegato della Mia, Claudio Pelis, si è recata in Romania per una nutrita serie di incontri istituzionali, favoriti dalla solerte disponibilità dell’ambasciatore Italiano a Bucarest, Daniele Mancini. L’iniziale incontro al Ministero del Commercio, Turismo e Professioni Liberali con il sottosegretario Lucia Morariu ha visto un’interessante panoramica sulle concrete possibilità di interscambi in ambito di formazione professionale e universitaria. La delegazione, accompagnata da Siro Peppoloni, addetto economico dell’ambasciata, ha successivamente approfondito gli stessi temi, con più attenzione alle prospettive di interscambio commerciale e imprenditoriale, in una intensa successione di incontri bilaterali: prima al Romexpo, il Polo Fieristico di Bucarest, con il Direttore Tiberiu Pop e il responsabile relazioni esterne Valeriu Petrescu, poi alla Camera di Commercio e Industria di Romania con il Segretario Generale Ionel Constantin e con il Presidente della Camera di Commercio e Industria di Bucarest Stefan Pop, infine con i dirigenti della Camera di commercio italiana per la Romania. La delegazione bergamasca era accompagnata dall’ “Opera Ensemble” del Bergamo Musica Festival, diretta da Pierangelo Pilucchi. Presso la suggestiva sala concerti del Museo George Enescu l’orchestra ha proposto una selezione di arie donizettiane cantate dal soprano Gabriella Locatelli, dal tenore Livio Scarpellini e dal baritono Gabriele Nani. Il folto pubblico presente, tra cui gli ambasciatori in Romania di ben 40 Paesi, dopo l’apprezzatissimo concerto, si è poi trasferito nella residenza dell’Ambasciatore Mancini per gustare prodotti tradizionali bergamaschi del marchio dei “Mille sapori”, tra cui molto graditi i “casonsèi” e la polenta taragna, proposta in un gigantesco paiolo. Il giorno successivo il gruppo si è trasferito a Timisoara, una tra le più importanti e industriose città rumene dove, accompagnata dal console generale Manlio Giuffrida e dall’addetta commerciale Barbara Tarullo, la delegazione ha avuto un ampio e proficuo scambio di informazioni e reciproche intese con Georgica Cornu, presidente della Camera di Commercio e Industria di Timisoara. All’incontro ha fatto seguito una conferenza stampa nel corso della quale il presidente Sestini ha risposto alle domande dei numerosi giornalisti presenti, particolarmente interessati, oltre che ai temi economici e culturali oggetto della missione bergamasca in Romania, anche ai risvolti sociali e ambientali della immigrazione rumena in Italia e a Bergamo in particolare. Anche a Timisoara L’ensemble ha ripetuto la propria performance, ottenendo altrettanto successo, presso la sala concerti del Colegiul National de Arta “Jon Vidu”. .  
   
   
TRA FRIULI VENEZIA GIULIA E TURCHIA LEGAMI ´FISICI´, CULTURALI E ECONOMICI  
 
 Istanbul, 28 novembre 2008 - Mentre l´Europa - non l´Italia, che ha preso una posizione assolutamente chiara - dibatte sull´opportunità o meno di accettare la Turchia nella Ue, il Paese sul Bosforo, con il suo mercato di 70 milioni di persone, si sviluppa economicamente quasi alla pari di altre più riconosciute grandi realtà nazionali. La crescita della Turchia per l´anno in corso è infatti stimata al 5,5 per cento, con una media al 7,4 per cento negli ultimi cinque anni. Il reddito pro capite del 2007 si attesta sui 4. 633 euro e potrebbe toccare quota 4. 900 il prossimo anno. La disoccupazione quest´anno è scesa all´8,8 per cento ed il debito pubblico dal 90,2 per cento del 2002 è ora pari al 45 per cento del prodotto nazionale, con prospettive di ulteriore riduzione a fine 2007. Una crescita, quella turca, che istituzioni e classe imprenditoriale affidano molto anche allo sviluppo di un esteso tessuto di piccole e medie imprese, in particolare nelle aree attorno ad Istanbul (con i suoi 15 milioni di abitanti), "elaborando" il sistema del Nord-est italiano e del Friuli Venezia Giulia. Di certo la Turchia resta legata ad un modello di "Paese- officina" ma oggi si pone anche l´ambizione di alzare il suo livello industriale incrementando i tassi di ricerca ed innovazione. Dunque una "ricetta" di sviluppo attraverso nuove politiche di innovazione e competitività che la potente Camera dell´Industria di Istanbul ha chiesto al presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, di illustrare ieri - proprio ad Istanbul - nel corso dei lavori del suo sesto congresso, dedicato alla "competizione sostenibile" ed aperto dal ministro dell´Industria e del Commercio Zafer Caglayan. Illy, ospite d´onore di una Camera dell´Industria che rappresenta il 58 per cento della produzione industriale turca (circa 13. 500 aziende), è stato invitato al congresso assieme ad altri due relatori internazionali: Ray Hammond, docente alla London Business School e membro onorario della World Innovation Foundation, e Soumitra Dutta, autore di numerose pubblicazioni sul business innovation e professore all´Insead, il prestigioso Istituto europeo di Scienze dell´amministrazione di Parigi. Nel suo intervento il presidente Illy ha in particolare esposto le strategie regionali per l´innovazione ricordando (anche nella prospettiva di una sempre maggiore collaborazione tra la Turchia ed il Friuli Venezia Giulia) i "vantaggi competitivi" creati nella nostra regione. Una regione dell´innovazione, ha quindi sottolineato, deve curare lo sviluppo di tutte le sue risorse, quelle conoscitive in primis (prodotte da Università e Centri di ricerca e quindi trasferite alle aziende) ma anche quelle umane, infrastrutturali (reti viarie, per la trasmissione delle informazioni, per l´energia), finanziarie ed amministrative, allo scopo di migliorare la competitività globale di un territorio e di coniugare sviluppo economico e coesione sociale. In questo senso, tra i principali impegni della Regione Friuli Venezia Giulia, Illy ha segnalato il supporto allo sviluppo delle piccole e medie imprese (un aiuto non più basato su interventi "a pioggia" ma puntando l´attenzione su progetti di sviluppo competitivo) e la promozione di un´evoluzione competitiva dei distretti, dei sistemi produttivi locali - uno scenario sul quale si sta muovendo anche la Turchia - favorendo la crescita dimensionale delle aziende e sollecitando anche nuove forme di associazione tra le imprese. Ha successivamente citato la "missione" della Friulia con la costituzione di un fondo d´investimento specifico ("Aladdin Ventures") per finanziare le piccole imprese e le idee altamente innovative. Il presidente ha poi ricordato la fiera "Innovaction" di Udine per diffondere la cultura dell´innovazione al servizio delle imprese, coinvolgendo le Università, i Parchi scientifici e le associazioni di categoria: una manifestazione che a febbraio del 2008 (14-18/2) raggiungerà la sua terza edizione ed alla quale è confermata la presenza proprio della Camera dell´Industria di Istanbul, già presente in forze nel 2007. Si confermano dunque i rapporti tra Friuli Venezia Giulia e Turchia, ha infine ribadito Illy, che ha incontrato oggi sia il presidente della Camera dell´Industria Tanil Kucuk che il console generale d´Italia ad Istanbul Massimo Rustico: legami "fisici", grazie all´incrementato traffico di traghetti turchi verso il porto di Trieste, culturali, che derivano dai rapporti plurisecolari tra le due aree, ed economici, "che vengono sviluppati dalle imprese Fvg che esportano in Turchia e da quelle che hanno deciso di investire in attività manifatturiere nella stessa Turchia". Nel corso del convegno, nell´ambito della sessione su progresso tecnologico ed innovazione, sono stati anche presentati i "casi" di Corea ed Italia e, per il nostro Paese, le esperienze di Area Science Park, che sono state rimarcate dall´ing. Gabriele Gatti ricordando il recente accordo tra le Camere di commercio di Trieste ed Istanbul per lo sviluppo di nuove relazioni nei campi della tecnologia e della ricerca avanzata. Area e Regione che hanno inoltre presentato al convegno di Istanbul, agli oltre mille delegati presenti, le ulteriori opportunità d´interscambio tra Turchia e Friuli Venezia Giulia nei comparti dell´eccellenza scientifica, industriale/commerciale e della logistica e le prospettive internazionali della nostra regione nel settore della ricerca applicata con i progetti "Novaregio", "Hico" e "Tec-park. Net". .  
   
   
IL SISTEMA PIEMONTE IN ROMANIA  
 
Torino, 28 novembre 2007 - Al via oggila missione economico-istituzionale di una delegazione della Regione Piemonte in Romania. Un’occasione per verificare “sul posto” e nelle regioni più interessanti sotto il profilo dello sviluppo economico i settori e le opportunità di collaborazione e di investimento per le imprese piemontesi. L’obiettivo è dare un segnale di interesse e di apertura in vista del rafforzamento dei rapporti bilaterali, attraverso la valorizzazione delle opportunità di cooperazione e collaborazione economica tra le diverse realtà territoriali e regionali. Alla guida della delegazione, composta da un gruppo di operatori economici e rappresentanti di enti e associazioni imprenditoriali, l’assessore all’Internazionalizzazione della Regione Piemonte, Andrea Bairati. Nel corso della missione, in raccordo con le rappresentanze diplomatiche italiane in Romania, sono previsti incontri a Bucarest e a Timisoara, con esponenti del mondo economico e istituzionale locale, con rappresentanti della comunità d’affari italiana e in particolare con i numerosi imprenditori piemontesi che operano in loco. “Il nostro sistema produttivo – ha dichiarato l’assessore regionale all’Internazionalizzazione, Andrea Bairati - ha rapporti commerciali intensi da molti anni con i Paesi dell’Est, in particolare con la Romania. La Regione Piemonte ha finanziato in passato e potrà finanziare in futuro specifici progetti provenienti da enti, associazioni, consorzi export che promuovano gli scambi con questo Paese considerato strategicamente prioritario e in crescita. L’approccio si è articolato nel tempo in interventi che spaziano dalla solidarietà sociale all’emergenza, a quelli più sistematici di parternariato economico-commerciale e di assistenza tecnica nei settori agricolo e della formazione. ” In Romania hanno già sede tre Desk attivati grazie all’intervento della Regione Piemonte: quello della Camera di Commercio di Torino, presso la Camera di Commercio di Bucarest, quello di Api Novara Vco a Deva, e infine quello di Api Cuneo, a Brasov-timisoara. “Una rete che copre l’intero territorio romeno – ha concluso Bairati - offrendo ai nostri imprenditori la possibilità di contattare tutto il sistema produttivo del Paese, favorendo gli scambi imprenditoriali sotto l’egida di una regia regionale più ampia. ” .  
   
   
ABRUZZO: INCONTRO CON AMBASCIATORE SUDAFRICA  
 
 Pescara, 28 novembre 2007 - L´assessore alle Attività produttive, Valentina Bianchi, ha incontrato il 26 novembre all´Aquila, a palazzo Centi, una delegazione Sudafricana guidata dall´Ambasciatore Lenin Shope, accompagnato da Nonhlanhla Mjoli-mncube, consigliere economico della Vice Presidente della Repubblica del Sudafrica. Come annunciato dall´assessore Bianchi "scopo dell´incontro è l´individuazione e valutazione di possibili forme di cooperazione tra la Regione Abruzzo e la Repubblica del Sudafrica nel settore della formazione professionale". Negli ultimi anni la Regione infatti ha cofinanziato e realizzato progetti e iniziative con il Sudafrica, soprattutto nei settori educativo e sanitario, nell´ambito dei Programmi regionali di cooperazione internazionale. .  
   
   
UN MILIONE PER 21 PROGETTI COOPERAZIONE LOMBARDI IN 11 PAESI  
 
Milano, 28 novembre 2007 - La Giunta regionale lombarda, su proposta del presidente Roberto Formigoni, ha approvato il secondo provvedimento per il 2007 degli interventi diretti di cooperazione allo sviluppo. Viene stanziato un milione di euro per 21 progetti in 11 Paesi in via sviluppo. Questo finanziamento si aggiunge ai 3 milioni già messi a disposizione quest´anno: 500. 000 euro nel luglio scorso e 2,5 milioni attraverso il bando annuale. Va inoltre ricordato che per il 2007 i progetti di cooperazione sostenuti da Regione Lombardia, compresi quelli di carattere pluriennale, sono oltre 100 per un finanziamento complessivo di 6 milioni di euro (4 dei quali interamente destinati ai nuovi progetti). Le iniziative dirette approvate il 22 novembre dalla Giunta regionale riguardano diverse tipologie: interventi di emergenza a seguito di calamità, conflitti, gravi necessità d´ordine sociale, sanitario ed economico; cooperazione allo sviluppo e sostegno alla crescita del capitale umano mediante borse di studio e altre iniziative complementari; progetti sanitari. Questo il dettaglio. Peru´ - Si tratta di quattro progetti finanziati con 260. 000 euro a favore delle popolazioni colpite dal terremoto dello scorso agosto: realizzazione di abitazioni, bagni pubblici e cucine da campo per gli abitanti della comunità di Santa Cruz nel municipio di San Luis, provincia di Canete, in collaborazione con l´Ong Icu; ripristino delle scuole, dei canali e dei bacini per l´irrigazione, nelle regioni Ica e Huancavelica, in collaborazione con Cesvi; ripristino delle condizioni di sicurezza e igiene di oltre 100 famiglie nella provincia di Chinca, in collaborazione con Avsi; realizzazione di abitazioni, riabilitazione di due acquedotti e servizi igienici per 250 famiglie nella provincia di Chinca, nel municipio di El Carmen, in collaborazione con Coopi. Altri 100. 000 euro sono stati assegnati all´Università Cattolica che, dallo scorso anno, sta portando avanti un progetto per la formazione di funzionari della Pubblica Amministrazione che saranno inseriti nelle future Regioni del Perù. Nicaragua - Contributo di 61. 000 euro per il ritorno alla normalità scolastica di 500 bambini nel Comune di Bilwi che, con l´uragano Felix, hanno perso la possibilità di frequentare la scuola, in collaborazione con l´associazione Cecs. Giordania - Cofinanziamento di 42. 000 euro per sostenere iniziative a favore delle popolazioni sfollate dall´Iraq in Giordania. Il progetto, in collaborazione con l´Ong "Un ponte per. " è finalizzato all´offerta di un servizio integrato di assistenza sanitaria in cinque località del Paese, con particolare attenzione alla popolazione femminile, mediante la ristrutturazione e realizzazione di una serie di infermerie nelle zone urbane e suburbane di Amman, Zarqa, Irbid e Ramtha e alla istituzione di un "Telefono amico" per le donne in situazione di disagio o difficoltà. Kosovo - In collaborazione con l´associazione Khcs Madre Teresa di Pristina, cofinanziamento di 100. 000 euro per iniziative a favore delle popolazioni del Kosovo, ancora provate dalle conseguenze del conflitto nei Balcani. Il progetto prevede la costruzione di un ambulatorio, una biblioteca, un centro sportivo e ricreativo e una sala per incontri interetnici, interreligiosi e interculturali per incentivare l´aggregazione giovanile. Gerusalemme - Contributo di 52. 700 euro a favore dell´Ong Terra Santa per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale e religioso della città vecchia di Gerusalemme, mediante il progetto "Memoria e cultura" che prevede la realizzazione di un complesso museale con annessi centro culturale, centro studi, centro restauro, biblioteca, e ufficio informazioni. Cile - In collaborazione con il Cifan (Centro integral familia y niño) e il Sename (Servicio nacional de menores) e promosso dalla fondazione Patrizia Nidoli, contributo di 52. 350 euro per le popolazioni disagiate della città di Valdivia. Il progetto, denominato "Orchestra infantile giovanile", si propone la prevenzione del disagio e il recupero dei bambini e degli adolescenti vittime di maltrattamenti, abusi e che vivono in ambienti famigliari disagiati e violenti, attraverso un sostegno psicoterapeutico e l´avvio di un programma di reinserimento attraverso l´uso della musica. Marocco - Finanziamento di 10. 000 euro per il progetto "Le botteghe del sole", promosso dalla Ong Soleterre, finalizzato allo sviluppo dell´artigianato tessile locale, rafforzando la potenzialità di produzione e commercializzazione del prodotto e permettendo alle donne artigiane di raggiungere un maggiore riconoscimento del proprio ruolo a livello economico e sociale, anche attraverso la costituzione di cooperative. Ghana - Partecipazione con 20. 000 euro al progetto Mida, in collaborazione con l´Oim (Organizzazione internazionale migrazione) e l´Associazione immigrati del Ghana in Lombardia, per favorire la creazione d´impresa in Ghana e Senegal attraverso la costituzione di cooperative agricole per la commercializzazione dei prodotti ghanesi, contribuendo alla sicurezza alimentare locale e sostenendo le comunità agricole della zona di Suma, coinvolte nel progetto. El Salvador - Finanziamento di 54. 000 euro per il progetto dell´associazione Iscos finalizzato alla riduzione della povertà della popolazione locale mediante lo sviluppo socioeconomico dell´area di Chalatenango in El Salvador, uno dei paesi visitati dal presidente Roberto Formigoni nel marzo scorso. Il progetto prevede l´incremento dell´itticoltura, il miglioramento dei sistemi di commercializzazione del prodotto e dell´associazionismo finalizzato anche alla lotta alla criminalità e allo sfruttamento. Guatemala - Cofinanziamento di 86. 000 euro per il progetto promosso dalla Congregazione delle suore Marta e Maria in Guatemala che prevede d´intervenire a favore dei bambini di strada per un reinserimento nella società. Anche questo progetto è nato in seguito alla visita compiuta nello scorso mese di marzo dal presidente Roberto Formigoni. Sri Lanka - Contributo di 21. 500 euro all´Università Cattolica di Milano per l´acquisto di attrezzature e materiali necessari per l´allestimento del Centro risorse, distrutto dal maremoto e per completare la formazione degli operatori che lo gestiranno. E´ infine previsto un finanziamento all´Iref di 90. 000 euro per l´istituzione di borse di studio, destinate a studenti provenienti da Paesi in via di sviluppo o da Paesi con l´economia in transizione che frequentino corsi di laurea o master in università lombarde e che seguano un percorso formativo sulla realtà socio economica, la storia e la cultura italiana e lombarda. . .  
   
   
FINANZIARIA 2008, I COMUNI VENETI SCRIVONO A PRODI, MARINI E BERTINOTTI UN DOCUMENTO ELABORATO DAL CONSIGLIO DI ANCIVENETO FOTOGRAFA LA (GRAVE) SITUAZIONE: TAGLI DEL 10% COLPISCONO I MUNICIPI, BLOCCATI GLI AVANZI DI BILANCIO  
 
 Adria, 28 novembre 2007 - Stavolta è davvero troppo. La Finanziaria 2008 taglia di netto i trasferimenti ai comuni (-10%), i gettoni di presenza dei consiglieri comunali (in un piccolo-medio comune sfiorano una cifra “esorbitante”: 20 euro lordi a seduta) e cambia ancora una volta le regole riguardanti il Patto di Stabilità. Con il risultato che un comune sopra i 5mila abitanti non può, per legge, investire gli avanzi di amministrazione; difficile poi spiegare ai propri cittadini una situazione del genere. C´è poi la questione dell´esenzione Ici per la prima casa; il provvedimento, previsto proprio dalla Manovra, è di dubbia costituzionalità e non garantisce più entrate certe ai municipi (come d´altronde viene richiesto dalla stessa Finanziaria). Il consiglio regionale di Anciveneto ha quindi predisposto un documento che esprime “profonda preoccupazione e manifesto dissenso per misure che ancora una volta finiscono per colpire l´autonomia finanziaria e gestionale dei comuni”. E per la prima volta nella sua storia lo ha inviato al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Presidente del Senato Franco Marini, al Presidente della Camera Fausto Bertinotti e ai parlamentari veneti. “La situazione è grave - commenta Roberto Andriolo, vicepresidente Anciveneto; siamo di fronte all´ennesima Finanziaria che lede l´autonomia dei comuni e, di conseguenza, colpisce la qualità dei servizi a favore dei cittadini. Ci viene quindi chiesto di contenere i costi della politica: un principio di per sé virtuoso. Tuttavia, è inaccettabile che la Manovra preveda la riduzione dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali, che “guadagnano” una cifra davvero irrisoria, invece di tagliare i privilegi dei nostri parlamentari”. A questo proposito il documento recita testualmente: “Una proposta peregrina perché l´entità del risparmio è tutta da dimostrare e inciderebbe su importi di pochi euro pro-capite”. Lo stesso documento prosegue quindi con una critica a tutto campo: “La Finanziaria 2008 è un´ulteriore prova della distanza del Parlamento e del Governo dalle reali esigenze degli enti locali; la legge elettorale ha privato i territori di un rapporto diretto con i propri parlamentari”. Così conclude la disamina Vanni Mengotto, presidente Anciveneto: “Invitiamo Governo e Parlamento a porre mano all´attuale testo della Finanziaria prima della sua definitiva approvazione. Lancio un appello a tutti i sindaci della Regione: mobilitatevi per salvaguardare l´autonomia”. Documento Del Consiglio Regionale Anci Veneto Sulla Finanziaria 2008 Adria, 16 novembre 2007 - Il Consiglio Regionale di Anci Veneto in attesa di esaminare dettagliatamente le modifiche apportate dal Senato al testo della L. Finanziaria 2008 e nelle more della sua definitiva approvazione nei due rami del Parlamento, esprime profonda preoccupazione e manifesto dissenso per misure che ancora una volta finiscono per colpire l’autonomia finanziaria e gestionale dei Comuni. Questa è un’ulteriore prova della distanza del Parlamento e del Governo dalle reali esigenze degli Ee. Ll. , figlia anche della Legge Elettorale che ha privato i territori di un rapporto diretto con i propri parlamentari. Innanzitutto si ribadisce che per il 2007, come è stato più volte richiesto, si pone la necessità di fissare norme chiare per quanto riguarda i minori trasferimenti derivanti dal pagamento dell’Ici per i fabbricati rurali, che stanno creando seri problemi per l’assestamento del bilancio corrente. Per quanto attiene la L. F. 2008 si evidenziano i principali nodi da sciogliere con opportune modifiche: 1) Ici L’anci ha sempre posto la necessità di porre mano al principio della tassazione degli immobili, sostituendola con una tassazione di altro tipo, ma l’esenzione per la 1^ casa prevista nella L. F. 2008, oltre che essere di dubbia costituzionalità, rappresenta un problema per le entrate dei comuni, poiché i corrispondenti trasferimenti saranno fatti con due acconti (16/6 e 16/12), senza certezze sul loro reale ammontare, a fronte dell’obbligo, previsto dalla stessa L. F. , di iscrivere nel bilancio di previsione entrate certe. Perciò l’Anci Veneto sta valutando di fare ricorso al Tar, in analogia con la decisione dell’Anci Nazionale. 2) Utilizzo Oo. Uu La L. F. 2008 prevede il vincolo che gli Oo. Uu. Siano totalmente utilizzati per gli investimenti, mentre nel 2007 era consentito di destinarne il 50% alla spesa corrente. Questa norma, aggiunta al recente “blocco” all’utilizzo degli avanzi di amministrazione riferiti al 2006, comporterebbe un serio problema per garantire l’equilibrio del bilancio per la parte corrente. 3) Spese per investimenti Il testo attuale della L. F. 2008 stabilisce che si possano effettuare i pagamenti delle spese in conto capitale solo per le opere realizzate nell’anno di competenza! Non si riesce a comprendere il senso di questo provvedimento assurdo, dopo le ripetute restrizioni degli ultimi anni che hanno costretto i Comuni a rinviare i pagamenti agli anni successivi, per rispettare il “Patto di stabilità”. Questa norma, se attuata, produrrebbe molteplici e gravi complicazioni: l’impossibilità di pagare i debiti arretrati con ripercussioni da parte dei creditori sui Comuni, che si troverebbero cospicue somme in cassa senza poterle spendere! Un’ulteriore dimostrazione che il testo della L. F. È scritto senza la necessaria competenza, e successivamente approvato con colpevole leggerezza, per cui verrebbero ad essere colpiti nuovamente i Comuni virtuosi, che hanno rispettato il “Patto di stabilità”! 4) Costi della politica In questo senso è assolutamente inaccettabile che la manovra tendente al contenimento dei cosiddetti “costi della politica”, anziché colpire i veri privilegi, si scarichi ancora una volta sui Comuni - dopo il taglio del 10% alle indennità attuato con la L. F. 2006! – prevedendo la riduzione dei gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Una proposta peregrina perché l’entità del risparmio è tutta da dimostrare, in quanto inciderebbe su importi di pochi euro pro-capite, e vessatoria perché prevede la corrispettiva decurtazione dei trasferimenti ai Comuni anziché, semmai, che rimangano nelle disponibilità degli stessi Ee. Ll. 5) Comuni montani Il Veneto è una Regione con un alto numero di Comuni montani che, con questa L. F. , sarebbero vittime di un’ulteriore sperequazione e quindi colpiti nella loro capacità di gestire le specifiche tematiche locali. Per tutto ciò, l’Anci Veneto invita il Governo ed il Parlamento a porre mano urgentemente all’attuale testo della L. F. Prima della sua definitiva approvazione e propone la mobilitazione di tutti i Sindaci del Veneto a sostegno delle modifiche delle norme citate ed in particolare dei Comuni montani. . .  
   
   
COMUNITÀ MONTANE, LA FINANZIARIA VA CAMBIATA SU 20 SE NE SALVEREBBERO 4. LA GIUNTA TOSCANA CHIEDE UN INCONTRO CON I PARLAMENTARI  
 
Firenzem 28 novembre 2007 - Riformiamo le comunità montane rendendole più efficienti e valorizzando i territori della montagna, ma non cancelliamole stravolgendo l’intero sistema. È il pensiero della giunta regionale toscana, che chiede al Parlamento di intervenire sulla legge finanziaria. Se il testo fosse infatti approvato senza modifiche - gli articoli da riscrivere sono il 25 e 26 - delle venti comunità montane toscane solo quattro, dal primo gennaio, potrebbero infatti continuare ad esistere: Lunigiana, Garfagnana, Casentino e Amiata Grossetana. Tutte le altre, entro sei mesi, sarebbero destinate a scomparire, dalla Montagna pistoiese alla Valbisenzio, dalla Versilia alle Colline Metallifere, dall’Amiata d’Orcia al Mugello, dalla Montagna fiorentina al Pratomagno. Con le nuove regole che riguardano popolazione e altezza delle montagne, otto comunit&a! grave; sarebbero soppresse perché prive di più r! equisiti ed altre otto perché, cancellati alcuni Comuni, ne rimarrebbero meno di sette, che è il limite minimo imposto dalla Finanziaria. Un quadro allarmante che ha spinto la giunta ha chiedere un incontro urgente con i parlamentari eletti in Toscana, anche perché cancellare le comunità montane significherebbe, in Toscana, mettere a rischio un discreto numero di gestioni associate: ovvero funzioni che più Comuni gestiscono oggi insieme, risparmiando sui costi ed offrendo migliori servizi ai cittadini. In Toscana le comunità montane hanno infatti sempre esercitato funzioni vere e sono state investite di un ruolo importante e di aggregazione del lavoro dei piccoli comuni. «Ci occupiamo da tempo della riforma annunciata, una task force è al lavoro per misurare gli effetti delle nuove norme - spiega l’assessore alle riforme istituzionali, Agostino Fragai - Ora siamo alla stretta! finale e ieri la giunta ha collegialmente deciso di intervenire su Parlamento e Governo per chiedere una modifica alla legge finanziaria. Ho parlato oggi con l’onorevole Ventura, relatore di maggioranza alla Camera, e trasmetteremo subito al Parlamento una richiesta di modifica. Vorremmo infatti evitare che l’annunciata riforma delle comunità montane, anziché tagliare i costi, produca alla fine effetti negativi sui cittadini e sui servizi a loro rivolti». Tra l’altro la Finanziaria non cancella solo le comunità montane o mette a rischio solo le gestioni associate tra Comuni: l’articolo 27, che riguarda gli Ato, rischia di incidere sulla riforma dei servizi pubblici locali già in corso. .  
   
   
MILANO, LEGGE COMMERCIO. NICOLI: SU DOMENICHE E NATALE FALSE CRITICHE  
 
Milano, 28 novembre 2007 - "La recente legge sul commercio varata dal Consiglio regionale ha recepito le richieste dei negozianti espresse attraverso le loro associazioni di categoria, in particolare per quanto riguarda le aperture domenicali e anche il divieto di vendere pane fresco la domenica mattina". E´ quanto ribadisce Franco Nicoli Cristiani, assessore al Commercio della Regione Lombardia, per il quale "sono del tutto strumentali o basate su informazioni non corrette certe critiche apparse sulla stampa". "Chi ci accusa di sconsacrare il Natale perché i negozi possono restare aperti il mattino di questa festività è quantomeno male informato - spiega Nicoli Cristiani -. La verità è che con la nostra legge abbiamo vietato l´apertura il Natale pomeriggio e anche il giorno successivo, Santo Stefano, mentre fino a ieri ciò era possibile in base ai decreti Bersani, mentre abbiamo mantenuto la facoltà di apertura dei negozi solo la mattina di Natale. Una facoltà che tra l´altro fa parte di una lunga tradizione ambrosiana e lombarda, che tra l´altro mai in nessun momento è stata sentita dal popolo cattolico come un ostacolo alla celebrazione della festività religiosa: i nostri cattolicissimi genitori hanno sempre trovato il modo di acquistare prosciutto crudo o paté o le paste o quant´altro il mattino di Natale, senza che ciò impedisse di andare a messa né a loro né ai negozianti". "Quanto al divieto di vendere pane fresco la domenica mattina - prosegue l´assessore - anche questo ci è stato chiesto proprio dai panificatori per poter avere la giusta garanzia di un giorno di riposo settimanale, loro che svolgono un lavoro con orari particolarmente pesanti. Nell´uno e nell´altro caso abbiamo cercato di rispondere con equilibrio alle esigenze dei cittadini consumatori e dei commercianti, soprattutto quelli dei piccoli negozi. Offrendo delle opportunità, non certo degli obblighi". "Accusare la legge votata dal Consiglio regionale - dice ancora Nicoli Cristiani - di produrre, con la possibilità di aperture domenicali, discriminazioni a favore della grande distribuzione è del tutto gratuito e fuorviante, quando non frutto di un´ostilità ideologica. Fino a ieri in 433 Comuni (turistici) si potevano aprire i negozi anche 52 domeniche all´anno; oggi ciò è possibile in soli 200. Per tutti gli altri le domeniche in cui possono stare aperti i negozi sono 21/22. .  
   
   
VERBANO CUSIO OSSOLA – CONGIUNTURA ECONOMICA INDUSTRIA MANIFATTURIERA  
 
Verbania, 28 novembre 2007 - La produzione nel terzo trimestre 2007 segna il risultato su un +1,3% rispetto allo stesso periodo del 2006. La performance è influenzata positivamente dall’andamento del metalmeccanico mentre si registra un decremento per il settore tessile. In ripresa, rispetto allo scorso trimestre le “altre produzioni” che comprendono alimentari, legno e lapideo. Sono questi alcuni risultati dell’indagine congiunturale realizzata dalla Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola in collaborazione con Unioncamere Piemonte. Nel terzo trimestre 2007, la ricerca ha coinvolto nel Verbano Cusio Ossola un campione di 80 imprese, con più di 10 addetti ciascuna, per un totale che supera i 2100 addetti. Le imprese intervistate appartengono ai settori tessile (7,5%), metalmeccanico (56,3%), chimico (10%), altre produzioni (26,3%), che comprendono tra l’altro alimentari, legno, lapideo. L’85% delle imprese ha un numero di addetti compreso tra 10 e 49, il 15% da 50 a 249. Il quadro generale internazionale, italiano ed europeo Nello scenario di complessiva tenuta della ripresa dell’economia internazionale, trainata dai paesi emergenti dell’Asia (Cina e India in testa), senza trascurare il Giappone, ma con un minore contributo degli Stati Uniti, Eurolandia si riporta al passo: il Pil , nel terzo trimestre 2007, ha accelerato il ritmo di espansione mettendo a segno lo 0,7% in termini congiunturali, mentre nella Ue a 27 paesi, il Pil è invece salito dello 0,8%. Rispetto al terzo trimestre 2006, il Pil è aumentato del 2,6% a Eurolandia e del 2,9% nella Ue a 27 paesi, dopo aver registrato rispettivamente il 2,5% e il 2,8% nel secondo trimestre. I dati provvisori Istat di contabilità nazionale, relativi al periodo luglio – settembre 2007, confermano la tenuta della ripresa economica italiana, dopo il ristagno del trimestre precedente, ma in vista di una nuova frenata per fine anno. La crescita congiunturale del Pil risale significativamente (+0,4% da 0,1% nel trimestre precedente). Il recupero nel ritmo di crescita del Pil nel terzo trimestre 2007 è stata preannunciata dalla risalita della produzione industriale e da una buona tenuta dei servizi. Secondo l’indagine congiunturale realizzata da Unioncamere, il consuntivo del Iii trimestre 2007 per il totale delle imprese manifatturiere con meno di 500 dipendenti evidenzia un dato medio nazionale della produzione ancora positivo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+0,9%), ma in frenata rispetto ai due trimestri precedenti (+1,9% nel I trimestre e 1,1% nel Ii trimestre). Anche la dinamica complessiva del fatturato (0,8%) risulta in rallentamento rispetto ai primi tre mesi dell’anno (+2%) sebbene in leggero recupero rispetto al Ii trimestre 2007 (+0,6%). Anche a livello territoriale emerge una forte spaccatura. Il Nord mette a segno risultati positivi per la produzione (2,1% Nord Ovest, e 1% Nord Est), e per il fatturato (2,1% Nord Ovest e 0,5% Nord Est), mentre risulta negativo l´andamento della produzione e del fatturato nel Mezzogiorno e Isole (-0,9% la produzione, -0,8% il fatturato) e nelle regioni centrali (-1,1% la prima e –0,7% il secondo). Il quadro generale piemontese A partire dal dato positivo di fine 2005, che ha interrotto la serie negativa di diciotto trimestri consecutivi, la produzione industriale piemontese ha continuato a crescere. Secondo i dati Unioncamere Piemonte, il dato del Iii trimestre 2007 rappresenta infatti l’ottavo risultato positivo consecutivo. Nel periodo luglio- settembre 2007, la variazione tendenziale grezza (ossia confrontata sullo stesso trimestre dell’anno precedente) è stata di +1,7 punti percentuali, crescita che supera per intensità quella complessiva nazionale (+1%). Accompagnano il dato sulla produzione industriale i buoni risultati ottenuti da tutti gli indicatori osservati: sono aumentati il fatturato e permane un sostanziale e costante ottimismo rispetto ad una crescita produttiva a breve termine. Il Verbano Cusio Ossola Come anticipato, la produzione nel terzo trimestre 2007, rispetto allo stesso periodo del 2006, registra una crescita del +1,3%, seppur in calo rispetto ai trimestri precedenti, trainata soprattutto dall’andamento del settore metalmeccanico con un aumento di quasi il 2%. Le medie imprese (50-249 addetti) realizzano crescite dei volumi produttivi del 2,4% e le imprese fino a 49 addetti segnano un aumento più limitato che non arriva all’1%. Nel terzo trimestre 2007 il fatturato aumenta del 4,26% rispetto allo stesso trimestre del 2006: in controtendenza rispetto al trimestre precedente sono soprattutto le imprese (da 50 a 249 addetti) a segnalare gli aumenti maggiori (5,9%), ma anche le imprese da 10 a 49 addetti hanno registrato aumenti medi del 3,5%. Per quanto riguarda i settori di attività, il metalmeccanico registra un +6,4% rispetto allo stesso trimestre 2006, incrementano anche il chimico (+3,2%), e le altre produzioni (1,1%), mentre il settore tessile fa registrare una variazione negativa del 22,5% rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima. In termini congiunturali, ossia rispetto al trimestre precedente, la produzione risulta in flessione, -5%. Tale diminuzione riguarda tutti i settori, ma in particolare il tessile. Anche il fatturato, nel confronto trimestrale, fa registrare una lieve flessione, -1,5%, risultato determinato soprattutto dal comparto chimico (-6,7%) e tessile (-11,6%). Stabile il settore metalmeccanico. Ordini Sotto il profilo congiunturale, ossia rispetto al trimestre aprile- giugno 2007, gli ordinativi, sia esteri che interni, registrano entrambi una flessione. L’andamento degli ordinativi sul mercato estero segna un valore negativo del 4,1%, influenzato dal settore metalmeccanico (-5,1%), dalle altre produzioni (-13,5%) e dal comparto tessile (-28,3%). Le imprese sotto i 50 addetti registrano una variazione negativa del 11,6% mentre le medie imprese, da 50 a 249, aumentano gli ordinativi verso il mercato estero del 1,1%. Analizzando gli ordinativi interni si vede come questi siano diminuiti, in termini congiunturali, del 5,6%. La diminuzione è determinata soprattutto dal comparto tessile (-9,5%) e metalmeccanico (-9%). Gli ordini interni sono diminuiti sia per le imprese sotto i 50 addetti (-4,1%), che per le imprese più grandi (-10,3%). Si registra infine un lieve aumento del grado di utilizzo della capacità produttiva, dal 70% dello scorso trimestre, al 71,6 nel Iii trimestre 2007. Aspettative degli operatori per il semestre ottobre 2007- marzo 2008 I dati del terzo trimestre 2007 inducono gli imprenditori locali a guardare con una certa fiducia al futuro. Le previsioni delineate per il periodo ottobre 2007 - marzo 2008 appaiono infatti orientate ad un cauto ottimismo, con un solo valore negativo per gli ordinativi interni (-9,4%). Prevalgono coloro che giudicano stazionari soprattutto per produzione e occupazione i prossimi sei mesi. La produzione industriale, infatti, crescerà ancora per il 20,8% degli imprenditori intervistati, mentre il 15,7% prospetta una flessione, registrando un saldo ottimisti-pessimisti del 5,1%, valore leggermente basso rispetto alle previsioni fatte nel primo trimestre (+6%), ma superiori rispetto a quelle del secondo trimestre (+1%). .  
   
   
PRESENTATO 10° RAPPORTO EBLA SULLA SICUREZZA NEL LAVORO  
 
 Roma, 28 novembre 2007 – Il 22 novembre presso la Sala Tevere della Regione Lazio, l’Ebla - Ente Bilaterale Lavoro e Ambiente (Federlazio – Cgil – Cisl - Uil) - ha presentato il 10° Rapporto annuale sullo stato di applicazione del Decreto Legislativo 626/94, relativo alla sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, il Direttore Generale della Federlazio Giovanni Quintieri, il Direttore dell’Inail Lazio Antonio Napolitano, il Segretario della Cgil Lazio Augusto Alonzi e i rappresentanti delle varie Ausl che hanno collaborato alla realizzazione dell’indagine. Il Rapporto di quest’anno, intitolato “La strada come luogo di lavoro”, si è svolto su un campione di 105 aziende della Federlazio sparse su tutto il territorio regionale, alle quali è stato sottoposto un questionario finalizzato a monitorare l’attuazione della legge 626/94 nel settore dell’autotrasporto. Nei precedenti Rapporti Ebla si è indagato sugli aspetti tecnico organizzativi dell’applicazione della 626 per la sicurezza e salute dei lavoratori, oltre che valutare l’aspetto psico-sociale e sociologico attraverso il rapporto presentato lo scorso anno. Il 10° rapporto vuole invece mettere in evidenza l’impatto concreto degli strumenti, conoscitivi e tecnici, che consentono all’autotrasportatore di lavorare in sicurezza nel proprio ambiente: la strada, appunto. Dall’indagine è emerso come alcune aziende hanno saputo trarre dalla cura della sicurezza una maggiore produttività. La maggioranza delle imprese intervistate (87%) ha dichiarato di ottemperare alla 626 per quanto riguarda la nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi in azienda (Rspp) e del Responsabile per la Sicurezza (Rls). Riguardo gli infortuni sul lavoro, il 14% dichiara di aver subito incidenti negli ultimi 5 anni (2003/2007) che hanno comportato 224 casi totali di assenze dal lavoro e un danno economico (rincari assicurativi) pari € 85. 950,00. Il 65,6% delle imprese ha dichiarato aver avviato un programma di formazione continua sulla prevenzione dei rischi, mentre il 34,4% non ha previsto formazione aggiuntiva a quella prevista per legge. La violazione del codice della strada più ricorrente è il non rispetto dei limiti di velocità (451 violazioni), mentre tra le cause più frequenti all’origine degli incidenti stradali c’è la distrazione (40,3%). “L’obiettivo del 10° rapporto Ebla è stato quello di mettere a fuoco l’effettiva capacità delle Pmi dell’autotrasporto di garantire ai lavoratori un sistema di sicurezza efficace, in un settore dove la parola sicurezza acquista un valore vitale – ha dichiarato il Direttore Generale della Federlazio, Giovanni Quintieri -. “A nostro avviso – ha concluso Quintieri - è giunta l’ora di passare dall’informazione-formazione degli addetti ai lavori ad un momento di affinamento degli strumenti in nostro possesso e per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti gli attori della sicurezza, dalle imprese ai sindacati agli organi di vigilanza”. 10° Rapporto Ebla: “La strada come luogo di lavoro” Il 10° rapporto Ebla, intitolato “La strada come luogo di lavoro”, ha voluto monitorare da una parte l’attuazione del D. Lgs. 626/94 s. M. I. Nel settore dell’autotrasporto del Lazio, dall’altra in che modo le imprese percepiscono i rischi dell’attività stessa. La ricerca, effettuata nei mesi di luglio e settembre 2007, ha coinvolto un campione di aziende associate alla Federlazio (105) che svolgono esclusivamente attività di trasporto merci conto terzi. Questa caratteristica ha permesso una omogeneità del campione non solo come categoria ma anche come attività svolta. Alle imprese è stato inviato un questionario comprendente domande inerenti l’ottemperanza al D. Lgs 626/94 s. M. I. , come la nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi in azienda (Rspp), l’elezione del Responsabile per la Sicurezza (Rls), l’avvenuta valutazione dei rischi, l’informazione e formazione ai dipendenti, l’esistenza di un programma per la formazione continua, la percezione dell’incidente stradale come rischio da valutare e denunciare come infortunio sul lavoro, quali danni al personale e a terzi, quali costi , quali relazioni con l’Inail. I Risultati Dell’indagine Il primo quesito è servito a valutare se le aziende hanno il Rspp e il Rls: le due figure sono presenti nell’87% dei casi, l’11% ha risposto negativamente, nel 2% rientrano i casi in cui l’azienda è in corso di nomina Rspp e/o elezione/designazione del Rls. Successivamente è stato domandato se il personale avesse subito o meno incidenti nel corso degli ultimi 5 anni (2003-2007): il 14% delle aziende ha risposto affermativamente. Alle imprese che hanno risposto positivamente è stato chiesto, inoltre, di indicare quali fossero stati i danni eventualmente subiti dal personale coinvolto. Si sono avuti 224 casi totali di assenze dal lavoro, di cui 192 inferiori ai 40 giorni lavorativi, 32 hanno superato i 40 giorni di assenza dal lavoro, 1 caso di morte, nessun caso di invalidità permanente. Il quarto quesito ha richiesto alle aziende di indicare, in relazione agli incidenti accaduti, quali fossero stati, eventualmente, i danni subiti da terze persone. Si sono riscontrati 18 feriti leggeri, 3 casi di morte , 1 caso con ferite gravi, nessun caso di invalidità permanente. Si è poi chiesto alle aziende la stima dell’eventuale danno economico subito. Le imprese hanno avuto rincari assicurativi (Rc, Inail) pari a Euro 85. 950,00 e danni ai mezzi per un importo di Euro 1. 355. 000,00 e una somma di giornate lavorative perse (nel corso dei 5 anni) pari a 2507. Al fine di capire se le aziende vivono l’incidente stradale come infortunio sul lavoro, è stato loro chiesto se gli incidenti vengono denunciati come tali: il 52% ha risposto di no, il 44% sì e il restante 4% non ha risposto. Il settimo quesito ha richiesto alle aziende se nella propria valutazione del rischio (Dvr) fosse stato inserito, quindi considerato, il “Rischio da incidente stradale”. I risultati sono stati i seguenti: il 65,57% ha risposto affermativamente, il 29,51% non lo ha valutato (di cui il 15,4% non lo considera un rischio, il 7,7% dichiara di non averlo inserito per dimenticanza, il 76,9% non ha specificato il motivo di mancata valutazione ) e il 4,92% non ha risposto. Le imprese hanno tutte risposto di aver ottemperato all’obbligo di informazione/ formazione ai sensi degli articoli 21 e 22 del D. Lgs. 626/94. Per quanto riguarda invece l’esistenza di un programma di formazione continua sulla prevenzione dei rischi, le risposte si sono distribuite sul Si per il 65,6% delle imprese (viene utilizzato materiale informativo per circa il 58%, corso di guida sicura per il 18%, corso di formazione 37%), mentre il 34,4% non ha previsto formazione aggiuntiva a quella prevista per legge. Il 95,1% delle Imprese intervistate richiede esplicitamente ai propri autisti il rispetto del codice della strada; di queste il 27,6% lo richiede per iscritto, il 22,4% sia scritto che verbale, il 50% solo verbale. Volendo conoscere la tipologia delle violazioni rilevate al codice della strada biennio 2005/2006, la violazione più ricorrente è il non rispetto dei limiti di velocità con 451 violazioni, 163 violazioni per il superamento dei tempi di guida, 100 casi di utilizzo improprio della corsia preferenziale, 29 violazioni del mancato uso delle cinture di sicurezza. Dall’indagine è emerso anche che nel biennio considerato ci sono stati 26 casi di ritiro patente. Secondo il parere delle aziende, tra le cause più frequenti all’origine degli incidenti stradali ci sono per il 40,3% la distrazione, per il 12,5% il traffico, per l’11,1% la velocità, per l’8,3% l’insufficienza degli spazi di manovra, per il 6,9% la stanchezza, per il 2,8% le troppe ore alla guida. Sull’esistenza di procedure scritte, il 27,6% le possiede per il rispetto dei limiti di velocità, il 25,9% per il divieto d’uso di sostanze alcoliche, il 23,8% per l’uso del telefono portatile e radio c. B. Per quanto riguarda i rapporti con l’Inail, la tariffa applicata alle imprese intervistate è per il 52,9% la 9121 e per il 47,1% la 9123. Il 96% delle aziende ha presentato richiesta di sconto sul premio Inail per il rispetto delle norme di sicurezza ed igiene del lavoro. Il 50% delle imprese ha richiesto finanziamento all’Inail secondo il D. Lgs. 38. /2000. .  
   
   
PADOVA: SEMPRE MENO GIOVANI IMPRENDITORI  
 
Padova, 28 novembre 2007 - Sempre meno giovani desiderano rischiare in proprio e lanciarsi nel mondo dell’imprenditorialità. Il rapporto sull’imprenditoria giovanile in provincia di Padova al 30 settembre 2007, elaborato dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Padova, parla chiaro: la flessione di giovani imprenditori prosegue dall’inizio di questo decennio. Lo studio, che fornisce le principali informazioni sulla presenza giovanile nella struttura imprenditoriale della provincia con riferimento ai soggetti con meno di 29 anni di età, evidenzia come la componente giovanile sia costituita da 8. 079 imprenditori fra titolari, amministratori e soci. Un trend quindi pari al 5,3% del totale degli imprenditori presenti nella provincia (151. 195 unità, con riferimento al totale dei settori) attestandosi quindi attorno al valore regionale (5,4%) ma tenendosi comunque al di sotto di un punto rispetto al totale di Azienda Italia, stabile al 6,3%. Come avviene ormai dall’inizio del decennio in corso, la dinamica dell’imprenditoria giovanile nella provincia di Padova evidenzia un quadro negativo, con appena 5 imprenditori ogni 100 inquadrati in un profilo anagrafico “green”. Il fenomeno, che del resto si riscontra anche su scala regionale e nazionale, vede nell’ultimo anno una riduzione del -4,2%. Di poco più contenuta rispetto al Veneto (-4,9%) ma superiore di un punto all’Italia. In ambito regionale la tendenza negativa interessa tutte le province, con valori superiori a Padova e con variazioni negative al di sopra del -5%, ad eccezione di Verona (-4,3%). Tra i giovani, nella suddivisione per cariche imprenditoriali prevalgono nella provincia i titolari di impresa (3. 259 unità per un 40,3% del totale), seguiti dai soci (31,4% per 2. 538 unità) e dagli amministratori (2. 088 unità per un 25,8%). Dinamiche Settoriali - Considerando i principali settori di attività, si riscontra un generale declino della presenza giovanile. In sintesi, nel commercio la flessione era del -4,9% (inferiore quindi al dato regionale pari a -5,2%). Nelle costruzioni la diminuzione della componente giovanile per Padova è pari a -1,2 punti percentuali. Nei servizi alle imprese, la diminuzione è analoga al trend nazionale (-3,7%). Nelle attività manifatturiere si rileva invece la maggiore riduzione dei giovani imprenditori (-5,7%) rispetto agli altri principali settori nella provincia, fenomeno del resto presente in misura più accentuata nel Veneto (-7,9%) e in Italia (-7,6%). Tra gli altri settori di minore rilievo per dimensione assoluta della presenza giovanile, solo nei servizi finanziari la tendenza era positiva (+2,2%) rispetto al declino in atto nel Veneto (-4,2%) e alla stagnazione dell’Italia (-0,2%), mentre diminuzioni relativamente più contenute sono rilevabili nelle attività alberghiere e della ristorazione (-1,1%). Guardando invece alla “torta” delle concentrazioni maggiori di giovani leve, nelle attività commerciali è operativo il 22% del totale dei giovani (1. 778 unità in valore assoluto), mentre nelle costruzioni la percentuale è attestata sulla soglia del 20%. Altri due settori presentano valori significativi: servizi alle imprese (17,6%) e manifatturiero (15,1%). Meno significative risultano le percentuali riferibili agli altri settori, tra cui si segnalano le attività alberghiere e della ristorazione (8,1%), gli altri servizi pubblici e privati (5,7%) e l’agricoltura (in cui si concentra il 4,8% del totale dei giovani imprenditori). Sempre considerando l’incidenza dei giovani sul totale degli imprenditori operativi a fine settembre 2007, Padova denota un valore analogo a quello di Treviso, Vicenza e Venezia, mentre in regione percentuali superiori si individuano per Rovigo (5,9%) e Verona (5,8%). Va tuttavia notato che per incidenza dei giovani sul totale dei titolari di impresa (5,5%) la provincia presenta assieme a Belluno il valore più basso nel Veneto (6% il dato complessivo in regione), anche se tutte le province venete sono al di sotto del dato nazionale (7,3%). Solo Verona (6,9%) e Rovigo (6,4%) superano la soglia del 6% sul totale dei titolari di tutte le classi di età. Per soci (7%) la provincia rimaneva in posizione intermedia in regione, allineandosi al dato regionale, mentre era invece maggiore la percentuale relativa di amministratori con meno di 29 anni (4,8%) rispetto alle altre province della regione ad eccezione in parte di Rovigo (5%). Boom Di Giovani Extracomunitari - Sempre più giovani imprenditori extracomunitari nell’economia padovana. Diversamente da quanto rilevato per l’insieme dei giovani, gli imprenditori extracomunitari con meno di 29 anni registrano una dinamica sempre più positiva (+14,1%), notevolmente superiore ai valori regionale (+7,3%) e nazionale (+5,1%). Il dato porta Padova al primo posto tra le province venete nella scala relativa al maggiore tasso di crescita dell’imprenditoria giovanile extracomunitaria, con le altre due principali province attestate al +8,4% per Verona e al +4% per Treviso. .  
   
   
MILANO: OTTIMISTA UNA IMPRESA FEMMINILE SU TRE  
 
Milano, 28 novembre 2007 - Le imprese rosa vedono più rosa degli uomini: circa una su tre ritiene che nel prossimo futuro la situazione della propria impresa migliorerà mentre solo un imprenditore uomo su quattro è ottimista. Sono, infatti, gli uomini quelli che vedono più nero: il 5,6% pensa che il futuro sarà decisamente peggiore contro il 2,5% delle donne. Le imprenditrici meneghine ritengono Milano una città stimolante (78,5%), più dei colleghi uomini (74,1%), e la giudicano bella (83,5% contro il 77,6%) anche e se la trovano meno sicura degli uomini (69% contro il 59%) e più inquinata (96,8% contro 94%). E se le imprenditrici ritengono che sia socialmente meno coesa (57,6% rispetto al 50,4% dei colleghi uomini), entrambi pensano che la città meneghina sia ideale per lavorare (rispettivamente 94,3% e 94,0%). Ed è la Camera di Commercio l’amministrazione pubblica italiana più amata dalle donne, battuta solo dalle Forze dell’ordine, dalle organizzazioni no profit e dall’Unione Europea mentre gli imprenditori le antepongono anche la scuola e l’università. Milano è la più femminile delle province italiane quanto ad imprese: una su cinque è rosa. Sono infatti quasi 70 mila le imprese milanesi femminili attive al secondo trimestre 2007, su un totale di oltre trecentoquarantamila, in crescita del 7,6% in quattro anni e dello 0,4% dal 2006. Le imprese femminili nella provincia di Milano si dedicano prevalentemente al commercio (19. 611 imprese, 28,5% del totale settori imprese femminili) e all’attività immobiliare, noleggio, informatica e ricerca (19. 592, 28,5%); rappresentano il 41,4% delle imprese femminili lombarde e il 20,2% del totale imprese milanesi. Rispetto alla totalità delle imprese, sono specializzate in servizi pubblici e sociali, di cui costituiscono il 44,2% delle imprese attive nel settore, sanità (35,3%), e istruzione (31,7%). Le donne milanesi detengono quasi una carica sociale su quattro: su oltre seicentosettantasettemila cariche complessive, sono quasi centosessantamila tra titolari, socie e amministratrici (quest’ultime sono il 22,2% del totale amministratori). Emerge da un’ elaborazione Camera di Commercio di Milano su dati del Registro imprese al secondo trimestre 2007 e da un sondaggio della Camera di Commercio di Milano, effettuato attraverso la sua azienda speciale Cedcamera, con metodo Cati su 390 imprenditori della provincia di Milano. E di donne si è parlato oggi in Camera di Commercio di Milano in occasione del convegno “Voci di donne: ieri e oggi. Incontro di studi in chiusura dell’Anno europeo per le pari opportunità” alla presenza di Diana Bracco, vice presidente della Camera di Commercio di Milano, Barbara Pollastrini, Ministra per i Diritti e le Pari Opportunità, Livia Pomodoro, Presidente del Tribunale di Milano e Maria Pia Garavaglia, Vice Sindaco del Comune di Roma. Alle ore 18 è prevista, in conclusione dei lavori, la pièce teatrale “Dove ci porta questo treno blu e veloce” di Massimo Sgorbani con Sabrina Colle, per la regia di Andrée Ruth Shammah a cura del Teatro Franco Parenti. “I dati della presenza delle donne nel mondo del lavoro della provincia milanese sono promettenti- ha affermato Diana Bracco, vice presidente della Camera di Commercio di Milano -. Le statistiche evidenziano non soltanto un significativo aumento delle donne che lavorano, ma anche un miglioramento delle posizioni che esse ricoprono. Dal 1992 al 2006 nell’industria manifatturiera milanese, l’incidenza del personale femminile sui quadri è infatti aumentata del 49%; quella sui dirigenti del 106%. Anche sul fronte dell’imprenditoria femminile - ha aggiunto Diana Bracco- l’area milanese vanta un primato indiscusso. Le imprese rosa a Milano sono settantamila, hanno registrato una crescita in 4 anni del 8% e attraversano trasversalmente tutti i settori dell’economia. Sono passi avanti importanti che devono renderci fiduciosi sulle possibilità di cambiamento”. .  
   
   
APPROVATI 10 PIANI DI ZONA E VARIANTI URBANISTICHE DEL COMUNE DI ROMA  
 
 Roma, 28 novembre 2007 - Su proposta dell’assessore all’Urbanistica e Vicepresidente del comune di Roma Massimo Pompili la Giunta regionale ha approvato le varianti urbanistiche e i piani particolareggiati per 10 Piani di Zona per l’edilizia sovvenzionata ed agevolata proposti dal comune di Roma e localizzati in diversi quadranti della capitale (altri 12 erano stati approvati nella seduta di Giunta regionale della scorsa settimana). In particolare i Piani che hanno avuto il via libera regionale sono quelli di: Tragliatella 2, Tragliatella 3, Massimina Villa Paradiso Ii, Cerquette, Maglianella, Pian Saccoccia 2, Pian Saccoccia Sud, Casette Pater 4, Infernetto Nord, e Trigoria Iv- Via Trandafilo. Gli interventi sono inclusi nel residuo di stanze/abitanti del Secondo Piano per l’Edilizia Economica e Popolare del comune di Roma e riguardano 45 Piani di Zona che saranno approvati dalla Giunta Regionale entro il prossimo 30 novembre. “Il pacchetto - ha spiegato Pompili - si inserisce pienamente nelle misure previste per affrontare l’emergenza abitativa a Roma e dare sostegno alle famiglie. Tra i vari piani, infatti, è inserito un programma costruttivo per la locazione, assistito da contributo pubblico, denominato ‘20. 000 abitazioni in affitto’. La maggioranza degli interventi, che saranno distribuiti e attuati in dieci municipi della capitale, propone insediamenti che contribuiranno a riqualificare aree degradate in zone di Roma già densamente edificate. I quartieri interessati dall’insieme dei Piani di Zona (che si trovano nei municipi Iv, V, Vi, Viii, X, Xii, Xv,xvi, Xvii e Xix) saranno dotati degli standard urbanistici di spazi e servizi pubblici, compresi i parcheggi e la viabilità sia locale sia verso il resto della città”. La dislocazione sul territorio ha tenuto conto anche dei futuri toponimi inseriti dalla ‘Variante delle Certezze’ e regolamentati dal nuovo strumento urbanistico generale in corso di approvazione presso gli uffici regionali. Il dettaglio dei Piani: Complessivamente tutti gli interventi consistono in 3. 452. 661 mc di residenziale e 42. 359 stanze/abitanti. Gli interventi oggi esaminati dalla Giunta regionale riguardano 10 Piani di zona per 6. 115 stanze/abitanti e 576. 000 mc di residenziale. In attesa della conclusione dell’intero pacchetto, tali Piani di Zona vanno ad aggiungersi ai 12 approvati il 16 novembre scorso per un totale di 12. 622 stanze/abitanti e 1. 017. 019 mc di residenziale: Monte Stallonara, Casal Monastero, Casale Cesaroni, Cinquina, Cecchignola nord, Borghesiana, Borghesiana Pantano, Lucrezia Romana e Colle Fiorito. Il quadrante est del territorio comunale vede i Piani di: Cinquina 1 e Cinquina 2 nel Municipio Iv; il Municipio Viii interessato dai nuovi interventi residenziali con i piani di Grotte Celoni, Lunghezzina Castelverde, Casale Cesaroni, Graniti, Monte Michelangelo 2, Borghesiana Pantano e Borghesiana. Il quadrante nord del territorio comunale vede i piani di: Casale Monastero 2, Casale Monastero 3, Casale Monastero 4 e Via di Tor Cervara nel Municipio V, Casilino nel Municipio Vi e Tor Tre Teste nel Municipio Vii. Nel quadrante sud del territorio comunale il Municipio Xiii vedrà gli interventi di: Infernetto Est, Casette Pater, Infernetto Ovest, Riserva Verde A, Acilia Madonnetta, Infernetto Nord e Dragoncello 2. Sempre nel quadrante sud, nel Municipio Xii sono previsti gli interventi di La Mandriola Nord Est, Fosso di Santa Palomba, Villa Balbotti, Cecchignola Nord, Tenuta Valleranno, Trigoria I – Iii e Trigoria Iv Via Trandafilo. Nel quadrante nord, nel Municipio Xix sono previsti i piani di Pian Saccoccia 2, Pian Saccoccia Sud (78. 400 mc e 980 stanze/abitanti), Tragliatella 2, Tragliatella 3 (50. 720 mc e 105 stanze/abitanti), Colle Fiorito e Palmarolina e nel Municipio Xx è previsto il piano Cerquetta (???? e 1. 500 stanze/abitanti). Il quadrante sud interessato da Massimina villa Paradiso Ii nel Municipio Xvi, Maglianella nel Municipio Xviii, Ponte Galeria, Monte Stallonara, Monte Stallonara Sud e Monte Stallonara 2 nel Municipio Xv Infine, il quadrante sud-est interessato dai piani di Lucrezia Romana e Tor Vergata Ii .  
   
   
ROMA:MUTUI A CONDIZIONI VANTAGGIOSE PER GLI INQUILINI CHE INTENDONO ACQUISTARE APPARTAMENTI ERP  
 
Roma, 28 novembre 2007 - “In occasione dell’approvazione da parte del Consiglio Comunale della delibera di vendita degli alloggi Erp di proprietà del Comune – dichiara l’Assessore al Patrimonio Claudio Minelli – è opportuno ricordare che è in vigore la convenzione, operativa dal 16 luglio scorso, che l’amministrazione capitolina ha stipulato con la società Prestitempo del gruppo Deutsche Bank. Tale convenzione offre la possibilità agli inquilini, che intendano acquistare l’alloggio in cui risiedono, di ottenere mutui a condizioni vantaggiose. La convenzione, infatti, prevede requisiti particolarmente vantaggiosi: a) la durata, che può andare da 5 a 30 anni, e il tasso che può essere fisso, variabile o misto; b) lo spread (la maggiorazione rispetto al tasso swap rilevante per scadenza) è stato fissato allo 0,75% del valore del finanziamento, per qualunque tipologia di mutuo. Ciò rappresenta un considerevole vantaggio rispetto allo spread medio applicato dalla stessa Deutsche Bank e a quello offerto generalmente dal mercato bancario; c) nessuna spesa accessoria per l’incasso della rata mensile; d) nessun obbligo di apertura di conto concorrente; e) nessuna penale in caso di anticipata rescissione, con immediato e trasparente adeguamento alle recenti disposizioni di legge introdotte dal Governo; f) il finanziamento viene erogato al momento della stipula; g) il finanziamento copre l’intero importo necessario all’acquisto dell’immobile e le spese notarili fino a 3. 000 euro; h) azzeramento totale delle spese iniziali di istruttoria e perizia; i) la possibilità di ricevere, oltre alle ordinarie informazioni, tutti i chiarimenti e l’assistenza necessaria rivolgendosi al “compagno di viaggio”, figura innovativa e appositamente istituita per i beneficiari della convenzione. “L’amministrazione – prosegue Minelli – con questa convenzione ha compiuto un primo concreto ed importante passo per ridurre il diffuso problema del costo dei mutui. Il meccanismo della reale concorrenza, che si traduce in vantaggi per i cittadini, passa anche attraverso un ruolo attivo dell’amministrazione comunale nello stimolare il sistema creditizio ad offrire condizioni sempre migliori. Per questi motivi la convenzione è sempre migliorabile da parte degli istituti di credito. Allo scopo di verificare, ancora una volta, – conclude l’Assessore Minelli – se le banche sono in grado di offrire condizioni migliori di quelle sopra descritte, nei prossimi giorni verrà emanato un avviso pubblico”. .  
   
   
UNA DOMANDA POTENZIALE DI UN MILIONE DI NUOVE CASE IN AFFITTO  
 
Bologna, 28 novembre 2007 - Un milione di nuove case in affitto: è la domanda che potrebbe svilupparsi nei prossimi anni a causa dei cambiamenti socio-demografici e degli stili di vita del Paese. La stima è contenuta nello studio “Analisi del mercato della locazione abitativa in Italia: Evoluzione storica, situazione attuale e prospettive”, presentato da Nomisma a metà novembre. Gli affittuari in pectore sono gli anziani (nel 2050 saranno il 34,3% della popolazione, contro il 20% di oggi); i “bamboccioni”, cioè i giovani che hanno fra i 18 e i 34 anni e vivono con i genitori (sono 7,6 milioni e il 46,4% lavora); gli studenti fuori sede, sempre carenti di alloggio; i lavoratori pendolari (in crescita); gli immigrati (in crescita). Fasce della popolazione per lo più non abbienti, le stesse che hanno continuato a pagare il canone anche negli ultimi vent’anni. Su di loro ha pesato nell’ultimo ventennio il forte incremento degli affitti: dal 1990 ad oggi l’incidenza della locazione di un’abitazione di 80 mq sul reddito familiare è passata dal 20,7% al 28, 5% (+38%). .  
   
   
SOSTENIBILITA`` AMBIENTALE IN EDILIZIA, PROTOCOLLO REGIONE, CNR, UNIVERSITA`` POLITECNICA DELLE MARCHE  
 
Ancona, 28 novembre 2007 - La Regione Marche, l´Istituto per le tecnologie delle costruzioni del Consiglio nazionale delle ricerche (Itc-cnr) e l´Universita` Politecnica delle Marche collaboreranno per promuovere la sostenibilita` ambientale in edilizia. Su proposta dell´assessore all´Ambiente, Marco Amagliani, la Giunta regionale ha approvato un protocollo d´intesa che consentira` la realizzazione di una banca dati di riferimento per le costruzioni a elevata prestazione ambientale. La Regione Marche coordina, dal 2001, un gruppo di lavoro interregionale sull´edilizia sostenibile (Itaca), che ha predisposto un protocollo sulla valutazione energetico ambientale degli edifici, gia` adottato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome. Il gruppo ha anche prodotto una proposta di legge sull´edilizia sostenibile (approvata dalla Conferenza nel marzo 2007) e iniziative di informazione. ´Il gruppo interregionale ha proposta ora un progetto di ricerca ´ spiega Amagliani ´ che dovra` definire un prezzario e un capitolato tipo per l´edilizia sostenibile. Ogni Regione potra`, poi, individuare, sulla base di una banca dati comune, i valori e gli standard locali, ottenendo importanti economie e favorendo la diffusione di una cultura della sostenibilita` anche nel settore delle costruzioni´. Il ministero dell´Economia cofinanzia la ricerca con 150 mila euro. Le Marche sono state incaricate di indicare, tramite selezione, un partner pubblico, identificato nell´Itc-cnr che si avvarra` della collaborazione dell´Universita` Politecnica delle Marche. Il protocollo sara` firmato nelle prossime settimane. .  
   
   
AGRICOLTURA: 700 CASE SARANNO RISCALDATE CON ENERGIA DA BIOMASSE E SI STACCANO DALLE CENTRALI A GASOLIO CON L’INTERVENTO ARIA PIÙ PULITA: 100MILA TONNELLATE DI ANIDRIDE IN MENO GLI INTERVENTI , FINANZIATI DALLA REGIONE, IN 14 BORGHI RURALI E 26 EDIFICI PUBBLICI  
 
Firenze, 28 novembre 2007 - L’energia da biomasse comincerà presto a riscaldare le case dei toscani: ben 700 immobili in 14 borghi montani e 26 edifici pubblici (come scuole, uffici, piccole sedi museali) collocati in aree rurali della Toscana riceveranno energia termica da impianti a biomasse legnose, quindi grazie a una forma di energia alternativa a bassissimo impatto ambientale, che permetterà notevoli risparmi economici per le utenze interessate. E’ questo il risultato del bando promosso dalla Regione la cui graduatoria finale è stata presentata stamani dall’assessore regionale a agricoltura e foreste Susanna Cenni. Il bando disponeva di un budget complessivo di 4 milioni con i quali cofinanziare fino al 50% e a un massimo di 400mila euro progetti di enti pubblici. Grazie a questo intervento saranno 14 i paesi in cui gran parte delle case potranno presto ‘staccare’ le centrali a gasolio e passare al teleriscaldamento col cippato di legno: Pomino, Castagno d’Andrea (San Godenzo) e San Godenzo in provincia di Firenze, Falciano (Subbiano), Ortignano Raggiolo e Carda (Castel Focognano) in provincia di Arezzo, Forni (Suvereto) in provincia di Livorno, Sammomè e Maresca (San Marcello pistoiese) in provincia di Pistoia, Pruno-volegno (Stazzema), San Romano Garfagnana e Gramolazzo (Minucciano) in provincia di Lucca, Palazzotto (Chiusdino) in provincia di Siena. In queste località il riscaldamento a biomasse toccherà anche vari altri edifici pubblici. Nel caso di Forni l’impianto produrrà anche energia elettrica. Saranno inoltre riscaldati con questo sistema alcuni plessi scolastici di Cerbaia (San Casciano (Fi), Pistoia, San Marcello Pistoiese (Pt), Castell’azzara (Grosseto), San Gimignano (Siena) e Pescia (pt). La tecnologia dei nuovi impianti permetterà di sfruttare al massimo materiale legnoso proveniente dai residui dei tagli selvicolturali e delle potature. Le quasi 10mila tonnellate annue di biomasse che serviranno per alimentare questi impianti permetteranno di ottenere oltre 11mila kW termici e 250 elettrici: per ottenere altrettanta energia sarebbero state necessarie 11mila tonnellate annue di petrolio. Un grande guadagno lo farà il nostro ambiente: grazie al bassissimo livello di emissioni l’aria che respiriamo in Toscana non sarà più gravata, nei prossimi quindici anni, di circa 100mila tonnellate di anidride carbonica. “Quella delle energie da biomasse legnose non è più una nuova frontiera, da oggi diventa un’opportunità concreta per contribuire in maniera sostenibile al fabbisogno energetico della nostra regione” ha evidenziato Susanna Cenni. “Inoltre gli impianti che nasceranno – ha proseguito - attiveranno nuove prospettive economiche e occupazionali per le aree montane: la filiera produttiva legata al legno potrà infatti trovare nuovi allettanti spazi. Il tutto attingendo a una risorsa, il bosco, di cui disponiamo ampiamente, ma senza intaccarla”. Il prossimo, decisivo passo, ha aggiunto l’assessore, è in arrivo: “Il piano di sviluppo rurale metterà in gioco ulteriori risorse per chi vorrà utilizzare impianti a biomasse: e in questo caso saranno finanziabili progetti presentati anche da privati. Inoltre si potranno recuperare anche molti dei progetti (una trentina in tutto) che non è stato possibile finanziare in questa prima tranche del bando, ma che meritano di poter essere rapidamente sostenuti”. Energia da biomasse, vantaggi e opportunità per la Toscana Dai 7 impianti pilota attuali si può arrivare a riscaldare 125mila case Costa un terzo degli impianti a gasolio, diminuisce di 25 volte le emissioni di anidride carbonica, potrebbe già da oggi essere utilizzata da quasi mezzo milione di toscani. Sono queste le credenziali di questa fonte di energia rinnovabile, che attinge dalle biomasse legnose, una forma di energia pulita che in Toscana si sta gradualmente radicando anche grazie al lavoro di ricerca prima, di sperimentazione poi, svolto dall’Arsia. Attualmente in Toscana funzionano a regime una serie di impianti pilota: il primo è stato realizzato a Rincine, nel comune di Londa (Firenze), e lo hanno seguito a ruota quelli di Camporgiano (Lucca), Casole d’Elsa e Monticiano (Siena), Loro Ciuffenna e Cetica (Arezzo), Fivizzano (Massa Carrara). Con i 18 progetti finanziati dal bando regionale e quelli che attingeranno ai finanziamenti del Piano di sviluppo rurale la Toscana si avvicina di diritto a realtà come il Trentino, o le varie regioni dell’Austria che, prime, hanno valorizzato questa fonte di energia rinnovabile. Che cos’è il cippato Che con la legna si possa produrre energia termica non è certo una scoperta recente. Per comprendere la novità, più che della materia prima, bisogna perciò interessarci degli impianti di teleriscaldamento. Il legno che utilizzano è stato triturato in piccole scaglie di pochi centimetri (l´inglese chips diviene l´italiano cippato). Grazie alla tecnologia di cui è dotata la caldaia, è possibile modulare in maniera automatica tempi, modi e quantità di immissione delle scaglie nell´impianto; e così le scaglie possono essere utilizzate alla stregua degli altri combustibili (gasolio, Gpl, metano), di cui il cippato diviene quindi un temibile concorrente. L´interesse della Toscana per questo tipo di energia sta tutto nella sua vocazione forestale e agricola. Per realizzare il cippato si utilizzano infatti sia gli scarti della produzione forestale (interventi selvicolturali, diradamenti, ecc. ) che di quella agricola (vedi le potature di frutteti, di viti e di olivi). E la Toscana è, in entrambi i casi, ben fornita: basti pensare che circa metà del territorio regionale è boscato (oltre 1milione e 100mila ettari), e che quasi 180mila ettari del territorio ospitano colture agricole i cui scarti potrebbero servire a produrre biomasse. I vantaggi delle biomasse Gli impianti a biomasse emettono anidride carbonica in misura 25 volte inferiore rispetto a un impianto a gasolio, non incidono sul patrimonio forestale (si utilizzano solo residui di lavorazione o tutt´al più ramaglie), anzi valorizzano materie prime presenti sul nostro territorio. E per di più costano meno: per riscaldare un appartamento di 100 metri quadri a gasolio o Gpl ci vogliono almeno 1. 000 euro l´anno, col metano almeno 600, mentre col cippato di legno se ne spendono 350 euro e il rendimento termico è pressoché identico. Certo, l´impianto è ancora più costoso (la tecnologia è evoluta), ma in 5-6 anni le spese possono essere totalmente ammortizzate per il risparmio che si ha nei consumi. Attualmente la quantità di biomassa legnosa che potrebbe essere destinata a uso energetico senza impoverire minimamente le nostre foreste supera il milione di tonnellate annue. Con queste cifre potrebbero essere realizzati impianti capaci di produrre oltre 2 milioni e mezzo di Megawatt di energia, con cui servire oltre 125mila abitazioni (pari a circa 500mila abitanti) risparmiando, rispetto ai costi attuali, 200 milioni di euro annui e evitando l’immissione nell’aria di quasi 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica.
Programma Degli Investimenti Sulla Produzione Di Energia Per Le Aree Rurali
Dati Dei 18 Progetti Ammessi Alla 1^ Tranche Di Finanziamento
Provincia Beneficiario Descrizione Progetto Potenza Caldaia Utenze Pubbliche Previste Utenze Private Previste (numero indicativo)
Firenze Comunità Montana Montagna Fiorentina Teleriscaldamento a cippato di legno in località Pomino (Rufina) 900 kWt 0 circa 80 utenze
Firenze Comunità Montana Montagna Fiorentina Teleriscaldamento a cippato di legno in località Castagno d´Andrea (San Godenzo) 940 kWt 3 ( Posto tappa Gea, museo, centro visite dell´Ente Parco) circa 90 utenze
Firenze Comune di San Godenzo Teleriscaldamento a cippato di legno in località San Godenzo 420 kWt 5 (Comune, scuola elementare, scuola materna, scuola media, palestra) circa 20 utenze
Firenze Comune di San Casciano Val di Pesa Teleriscaldamento a cippato di legno in località Cerbaia 350 kWt 1 (Complesso scolastico) 0
Arezzo Comunità Montana del Casentino Teleriscaldamento a cippato di legno in località Falciano (Subbiano) 350 kWt 0 circa 40 utenze
Arezzo Comunità Montana del Casentino Teleriscaldamento a cippato di legno in località Carda (Castelfocognano) 350 kWt 0 circa 30 utenze
Arezzo Comune di Ortignano Raggiolo Teleriscaldamento a cippato di legno in località Ortignano Raggiolo 1400 kWt 1 (Comune) circa 50 utenze
Pistoia Comune di Pistoia Teleriscaldamento a cippato di legno in località Sammomè 522 kWt 0 circa 40 utenze
Pistoia Provincia di Pistoia Teleriscaldamento a cippato di legno in località Maresca (San Marcello Pistoiese) 540 kWt 1 (Piscina) circa 20 utenze
Pistoia Provincia di Pistoia Teleriscaldamento a cippato di legno in località Pescia 1200 kWt 5 (Scuola superiore, palestra e piscina, palestra, officina) 0
Pistoia Comunità Montana Appennino Pistoiese Teleriscaldamento a cippato di legno in località San Marcello Pistoiese 500 kWt 5 (Scuola materna, scuola media, scuola elementare, scuola superiore, Comunità Montana) 0
Livorno Comune di Suvereto Cogenerazione e teleriscaldamento a cippato di legno in località Forni 770 kWt + 250 kWe 0 circa 130 utenze
Lucca Comune di Stazzema Teleriscaldamento a cippato di legno in località Pruno-volegno 1350 kWt 1 (Ostello) circa 70 utenze
Lucca Comune di San Romano Garfagnana Teleriscaldamento a cippato di legno in località San Romano 350 kWt 0 circa 40 utenze
Lucca Comune di Minucciano Teleriscaldamento a cippato di legno in località Gramolazzo 350 kWt 0 circa 70 utenze
Grosseto Comune di Castell´azzara Teleriscaldamento a cippato di legno in località Castell´azzara 350 kWt 1 (Complesso scolastico) 0
Siena Comune di Chiusdino Teleriscaldamento a cippato di legno in località Palazzetto 200 kWt 0 circa 30 utenze
Siena Comune di San Gimignano Teleriscaldamento a cippato di legno in località Ulignano 350 kWt 3 (Scuola elementare, scuola materna, scuola media) 0
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LA COMMISSIONE EUROPEA PROPONE PIANO STRATEGICO EUROPEO PER LE TECNOLOGIE ENERGETICHE  
 
 Bruxelles, 28 novembre 2007 - La Commissione europea ha proposto un piano strategico europeo per le tecnologie energetiche allo scopo di promuovere la ricerca sulle nuove tecnologie a basso impiego di carbonio, di cui avrà bisogno l´Europa se vorrà realizzare i propri obiettivi correlati al cambiamento climatico. L´ue si è posta l´obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di gas serra entro il 2020 ed entro il 2050 auspica di realizzare un calo delle emissioni tra il 60 e l´80%. Il conseguimento di tali obiettivi ambiziosi richiederà nuove tecnologie e, se l´Europa non si porrà alla guida del loro sviluppo, altre regioni del mondo lo faranno al suo posto. «Le decisioni che adotteremo nei prossimi 10-15 anni avranno un impatto profondo sulla sicurezza energetica, i cambiamenti climatici nonché la crescita e l´occupazione in Europa. Se restiamo indietro nella corsa mondiale sempre più incalzante per la conquista dei mercati delle tecnologie a bassa emissione di carbonio, rischiamo di dover ricorrere a tecnologie importate per conseguire gli obiettivi che ci siamo prefissati», ha dichiarato il commissario europeo per l´Energia Andris Piebalgs. Purtroppo la ricerca europea sull´energia al momento è sottofinanziata, frammentaria e poco coordinata. Il processo di innovazione dell´energia è caratterizzato da debolezze strutturali e a partire dagli anni ottanta si è registrato un calo consistente dei bilanci pubblici per la ricerca in campo energetico. «Abbiamo la possibilità di conquistare una posizione di punta a livello mondiale nel settore delle tecnologie a bassa emissione di carbonio, ma se l´Europa non si muove in modo più compatto e più incisivo, sprecheremo questa opportunità e altri beneficeranno delle ricadute economiche della transizione verso un´economia a bassa emissione di carbonio», ha dichiarato Janez Potocnik, commissario europeo per la Scienza e la ricerca. «Le idee presentate oggi dalla Commissione consentiranno all´Europa di sviluppare un insieme di tecnologie energetiche di livello mondiale, a prezzi contenuti, non inquinanti, efficaci e a basse emissioni. » Il nuovo piano prevede una serie di azioni volte ad affrontare la questione della natura frammentaria della ricerca europea sull´energia; tra queste si annoverano la creazione di iniziative industriali europee, che riuniranno le risorse e gli attori competenti di un determinato settore quale l´energia eolica e solare, la bioenergia e la fissione nucleare. Il funzionamento di tali iniziative varierà da settore a settore, ma probabilmente alcune potranno assumere la forma di Iniziative tecnologiche congiunte. La Commissione propone inoltre la costituzione di un´alleanza europea della ricerca nel settore dell´energia, che promuoverà la cooperazione tra le diverse discipline scientifiche coinvolte nella ricerca sulle tecnologie energetiche, quali fisica, chimica, scienza dei materiali e ingegneria. Per garantire che tutti i responsabili politici e le parti in causa del settore energetico siano sempre al corrente delle ultime tecnologie ed idee, la Commissione si impegna a istituire e gestire un sistema tecnologico europeo per l´energia, che fornirà informazioni aggiornate sulle nuove tecnologie, sulle barriere da abbattere e sugli ulteriori sviluppi. Convertire l´infrastruttura e le reti energetiche europee in un sistema a basso impiego di carbonio richiederà cambiamenti radicali che a loro volta comporteranno investimenti ingenti in vari settori. Pianificare il modo in cui attuare tali cambiamenti il più efficientemente possibile costituisce pertanto una priorità fondamentale e nel 2008 la Commissione si impegna a sviluppare le proprie idee in tal senso. Infine, un gruppo direttivo delle Comunità europee sulle tecnologie energetiche strategiche consentirà ai paesi membri e alla Commissione di pianificare azioni congiunte e di coordinare politiche e programmi. L´assenza di finanziamenti per la ricerca energetica rappresenta un problema di rilievo e alla fine del 2008 la Commissione presenterà una comunicazione sul finanziamento delle tecnologie a bassa emissione di carbonio. Tale documento studierà le esigenze in termini di risorse e illustrerà possibili soluzioni per reperire maggiori investimenti da diverse fonti. I progressi compiuti relativamente alle iniziative del nuovo piano d´azione verranno analizzati in occasione di un vertice europeo sulle tecnologie energetiche che si terrà nel 2009. A proposito del piano, lo European Renewable Energy Council (Erec) ha accolto con favore l´idea delle iniziative industriali europee, ma ha deplorato il fatto che saranno principalmente incentrate su elettricità e trasporti. «Il settore del riscaldamento e del raffreddamento non viene preso adeguatamente in esame, pur rappresentando circa la metà del consumo finale di energia a livello comunitario», ha dichiarato il direttore delle politiche dell´Erec, Oliver Schäfer. Nel contempo, Greenpeace ha criticato il piano per il sostegno offerto ai combustibili fossili e all´energia nucleare. «Il piano, utilizzando la definizione onnicomprensiva di tecnologie "a bassa emissione di carbonio", non fa alcuna distinzione tra le soluzioni reali rappresentate da tecnologie per la crisi climatica, per le energie rinnovabili e per l´efficienza energetica e le tecnologie costose che comportano un costo ambientale inaccettabile, come l´energia nucleare, o che rappresentano semplici distrazioni, come la cattura e lo stoccaggio del carbonio», ha affermato Frauke Thies, esperta di energia di Greenpeace. Per maggiori informazioni consultare: http://ec. Europa. Eu/energy/res/setplan/communication_2007_en. Htm .  
   
   
DOMANDA ELETTRICA IN CRESCITA, CRUCIALE INVESTIRE NELLA DISTRIBUZIONE  
 
 Bologna, 27 novembre 2007 - Il bisogno di energia elettrica in Italia, come nel resto del mondo, cresce a ritmi sostenuti e la domanda aggiuntiva ogni anno è dell’ordine di 6 miliardi di chilowattora. La crescita però non riguarda solo la quantità di energia, ma anche gli strumenti per distribuirla. L’energia elettrica, per definizione, deve arrivare infatti ai clienti finali attraverso dei fili, si comprende perciò che la distribuzione ha un’importanza cruciale nel settore. Oggi gli utenti finali allacciati alla rete di distribuzione italiana sono 36 milioni (4 milioni in più rispetto a 10 anni fa), ma nel 2020 saranno 41 milioni. Oltre alla continua crescita dei consumi e degli utenti inoltre la distribuzione deve affrontare al più presto tre grandi sfide: il cambiamento qualitativo della domanda di elettricità, evidente nella forte salita delle richieste per condizionamento nei periodi estivi; le forte crescita della produzione elettrica da rinnovabili e da microcogenerazione distribuita; la distanza qualitativa fra reti del Nord Italia e reti del Sud, in particolare di Campania, Calabria e Sicilia. La regolazione della distribuzione elettrica in Italia, una delle più efficaci a livello europeo, ha avuto il merito di incentivare la riduzione dei costi e il miglioramento qualitativo, abbassando al contempo le tariffe con beneficio dei consumatori finali. Per il futuro, però come negli altri Paesi dove la regolazione è efficace, si pone la necessità di un maggiore sostegno agli investimenti, tenuto conto che gli spazi per riduzione dei costi sono stati ampiamente sfruttati. Si ricorda che la distribuzione elettrica, attività svolta in regime di concessione, ha ricavi fissati dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, che sono scesi da 2,4 centesimi di Euro del 1999 a 1,8 centesimi del 2007. Tenendo conto anche dell’inflazione la riduzione è stata del 35%. Il peso della tariffa di distribuzione sul prezzo medio nazionale dell’elettricità, attualmente di circa 13 centesimi, è del 14%. Il prezzo medio dell’elettricità, invece, è passato da 9,8 centesimi di Euro nel 1999 agli attuali 13,1 centesimi. E´ il quadro tracciato da Ne Nomisma Energia nello studio “La distribuzione elettrica in Italia – Sviluppo, qualità e innovazione”. .  
   
   
BERGAMO: CONTRIBUTI PER IL RISPARMIO ENERGETICO  
 
 Bergamo, 28 novembre 2007 - La Camera di Commercio di Bergamo mette a disposizione un fondo di euro 50. 400,00 (mediante l’assegnazione di voucher) per sostenere le imprese della provincia di Bergamo nella diagnosi degli impianti di compressione finalizzata al risparmio di energia elettrica conseguente alla eliminazione delle perdite e all’uso efficiente dell’aria. Possono accedere ai benefici del presente bando le micro, piccole e medie imprese iscritte al Registro delle Imprese di Bergamo, attive ed in regola con il pagamento del diritto camerale annuale. Il voucher sostiene il costo per il servizio di diagnosi della sala compressori aziendale. Il servizio sarà fornito da strutture convenzionate con la Camera di Commercio di Bergamo e erogato alle imprese assegnatarie del voucher previa sottoscrizione della scheda di adesione, che le impegna ad usufruire del servizio senza assunzione di oneri. Ogni voucher avrà il valore di euro 1. 400,00. È disponibile un numero totale di 36 voucher. Ogni impresa presenta una sola domanda con la quale può richiedere fino ad un massimo di tre voucher (uno per ogni compressore). Entro 30 giorni lavorativi dalla presentazione della domanda, l’esito della domanda è comunicato all’impresa tramite lettera, che costituisce il voucher stesso. Entro 60 giorni dalla data di comunicazione di assegnazione del voucher, l’impresa deve sottoscrivere la scheda di adesione al servizio con il fornitore convenzionato. Trascorso tale termine, il diritto ad utilizzare il voucher decade e lo stesso diventa riassegnabile. La Camera di Commercio erogherà l’importo del voucher direttamente al fornitore (al netto delle previste ritenute fiscali) a intera copertura del costo di diagnosi degli impianti di compressione. L’assegnatario del voucher che non sottoscriva la scheda di adesione al servizio di gestione della fornitura perde il diritto di accedere per i due anni successivi ai bandi camerali per il medesimo servizio. Sono fatti salvi i casi di forza maggiore ovvero motivazioni non imputabili alla volontà dell’impresa. Il contributo viene concesso ai sensi della normativa comunitaria de minimis. Sono quindi ammissibili le imprese che:  non appartengono ai settori pesca, produzione primaria di prodotti agricoli e carbonifero;  negli ultimi 3 esercizi finanziari (compreso quello in corso) abbiano beneficiato di agevolazioni di fonte pubblica in regime de minimis, che sommate al presente contributo non siano superiori a euro 200. 000,00 (euro100. 000 euro per le imprese di trasporto su strada). Il presente contributo non è inoltre cumulabile per i medesimi interventi con altre agevolazioni pubbliche dirette concesse per la medesima manifestazione. Le domande devono pervenire all’Ufficio Agevolazioni Economiche della Camera di Commercio; in caso di spedizione a mezzo raccomandata fa fede il timbro postale. Le domande sono esaminate secondo l´ordine cronologico di arrivo e sono accettate fino ad esaurimento del fondo, che sarà comunicato a mezzo stampa locale e sul sito web camerale www. Bg. Camcom. It. La Camera di Commercio si riserva di effettuare le opportune verifiche sulla corrispondenza dei dati dichiarati nella domanda. Per informazioni: Camera di Commercio di Bergamo, Ufficio Agevolazioni Economiche, tel. 035 4225213, fax 035 270419, e-mail promo@bg. Camcom. It. .  
   
   
«ADVANCED INVESTIGATOR GRANTS» DEL CER: MANIFESTAZIONI INFORMATIVE NEL REGNO UNITO  
 
 Bruxelles, 28 novembre 2007 - Lo Uk Research Office nella sua qualità di punto di contatto nazionale per il Regno Unito terrà una serie di manifestazioni informative rivolte a ricercatori interessanti a candidarsi all´«Advanced Investigator Grant» assegnato dal Consiglio europeo per la ricerca (Cer). Le manifestazioni sono rivolte ai ricercatori con sede nel Regno Unito o che intendono stabilirsi in tale paese. In ciascuna sessione sarà presentata una panoramica del Ser nel Settimo programma quadro (7°Pq) dedicata in particolare al meccanismo di finanziamento «Advanced Investigator Grant». Ai partecipanti saranno fornite informazioni sul formato della proposta e sui punti a cui prestare attenzione nel pianificare, scrivere e valutare finanziariamente una proposta. Il calendario delle manifestazioni è composto come segue: università di Newcastle: 3 dicembre; università di Cambridge: 5 dicembre; università di Edimburgo: 9 gennaio; università di Londra Queen Mary: 17 gennaio; università di Bath: 18 gennaio. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Ukro. Ac. Uk/erc/events_ukro/index. Htm#adv_investigator_grants .  
   
   
DESIGN E COMPETITIVITA´, AL VIA PROGETTO DECO´  
 
Milano, 28 novembre 2007 - Si chiama "Decò" ed è un progetto rivolto ai giovani designer e a quelle imprese che, pur provenendo da settori diversi, utilizzano il design come leva primaria per innovare e competere sul mercato. La sua realizzazione, della durata di 18 mesi, è stata approvata dalla Giunta della Regione Lombardia, su proposta dell´assessore all´Artigianato e Servizi, Domenico Zambetti. "L´obiettivo - spiega Zambetti - è quello di fornire ai designer emergenti un percorso agevolato per acquisire visibilità all´interno del loro settore, ma anche tradurre idee innovative in concrete idee di business". Possono partecipare al progetto di Regione Lombardia tutti gli studenti o i laureandi, anche in gruppi, che non abbiano mai "firmato" col proprio nome prodotti che siano stati commercializzati e che non abbiano superato i 35 anni. Il bando sarà pubblicato all´inizio del prossimo anno. Le idee di design devono far parte di una di queste tematiche: casa, ufficio, ambiente. Un team di 5 esperti valuterà e premierà le migliori 50 idee. "I vincitori - prosegue l´assessore lombardo - potranno anche dar vita ad una nuova realtà imprenditoriale. In questo caso avranno un supporto informativo e di consulenza per creare e gestire l´impresa e un supporto finanziario a parziale copertura delle spese connesse al lancio della nuova realtà imprenditoriale". Regione Lombardia finanzia il progetto "Decò" con 2. 132. 000 euro, di cui 132. 000 per l´attività di progettazione e management necessaria al sostegno dell´investimento e il resto per i prototipi dei progetti dei vincitori. .  
   
   
SETTANTACINQUE MILIONI DI EURO PER LA SCUOLA CALABRESE  
 
Reggio Calabria, 28 novembre 2007 - Il presidente della Regione Agazio Loiero nell´introdurre, il 26 novembre , a Lamezia Terme, i lavori del convegno su "La nuova politica del Quadro strategico nazionale 2007-2013: l´istruzione motore dello sviluppo", i cui lavori hanno registrato la partecipazione dei Ministri, alle Attività produttive, Pierluigi Bersani, ed alla Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha sottolineato che "Negli ultimi anni in Calabria, nel campo dell´istruzione e della formazione, si registrano alcuni segnali positivi, in molti casi anche migliori di quelli osservabili in molte altre regioni italiane. Ma l´integrazione con l´Europa si potrà raggiungere in meno tempo se assieme alla realizzazione delle necessarie infrastrutture, avverrà un graduale miglioramento del livello di integrazione tra i sistemi dell´istruzione, della formazione professionale, dell´università e del lavoro. La percentuale della popolazione in età 25-64 anni - ha aggiunto Loiero nella sua analisi introduttiva - che ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore in Calabria, è pari al 52,5%, vale a dire oltre 2 punti percentuali al di sopra del dato medio nazionale (50,3%), ma ben 16,4 punti percentuali più basso del valore medio dell´Ue. Mentre i nostri giovani ricadenti nella classe 18-24 anni che hanno abbandonato prematuramente gli studi fra il 2000 ed il 2005 hanno subito una riduzione di oltre 8,5 punti percentuali, passando dal 26,8% al 18,2%. Quest´ultimo valore risulta significativamente inferiore alla media nazionale (22%) e prossimo a quella dell´Ue (15,2%). Per quest´aspetto, la Calabria costituisce una delle regioni italiane che appaiono più prossime al target fissato in sede europea per il 2010 (un tasso di abbandono inferiore al 10%), obiettivo che la Regione potrebbe centrare anche molto prima di altre regioni italiane. C´è da considerare - ha rimarcato Loiero - che le difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro spingono, d´altra parte, i giovani a proseguire il percorso formativo anche dopo il conseguimento del diploma, tanto che il tasso di iscrizione all´università della popolazione calabrese risulta superiore di quasi dieci punti percentuali alla media nazionale (80,2% contro il 70,6%). Gli elevati livelli di partecipazione all´istruzione secondaria superiore e universitaria - ha sottolineato il presidente Loiero - rappresentano un importante punto di forza della Regione Calabria, che tuttavia appare in molti casi vanificato ancora dalla scarsa domanda di lavoro che il sistema produttivo locale è in grado di esprimere per le qualifiche più elevate, alimentando purtroppo crescenti flussi emigratori in uscita. Per questo, anche col Por Calabria Fesr 2007-2013, attraverso cui giungeranno in Calabria, in questo settore, circa 75 milioni di euro - ha affermato altresì Loiero - abbiamo decisamente puntato sulla riforma e l´integrazione dei sistemi di istruzione e lavoro (istruzione - formazione professionale - università - alternanza formazione, lavoro-imprese) per qualificare e razionalizzare il sistema dell´offerta formativa e rendere i servizi dell´istruzione e della formazione più adeguati e coerenti ai fabbisogni di competenze professionali del sistema economico regionale. Abbiamo scelto inoltre di adottare alcune azioni per migliorare la qualità, l´accessibilità, la sostenibilità ambientale e la funzionalità delle scuole, per favorire una maggiore apertura al mondo esterno con priorità alla formazione permanente degli adulti. Siamo consapevoli dell´importanza che per la Calabria oggi assume il valore della formazione dei nostri giovani, soprattutto in quei settori così strategici per la nostra economia. Però - ha concluso il presidente della Regione - ancora soffriamo moltissimo nel settore degli investimenti privati nella ricerca tecnica e scientifica e dovremo impegnarci tutti su questo fronte, perché lo sviluppo economico lo si potrà raggiungere in meno tempo se assieme alla realizzazione delle necessarie infrastrutture ci sarà un ulteriore innalzamento della qualità, dell´efficacia e dell´efficienza dei sistemi dell´istruzione, della formazione professionale e dell´università ". .  
   
   
IL SISTEMA TRENTINO DELLA FORMAZIONE È UN RIFERIMENTO ANCHE PER I PAESI DEL NORD AFRICA E DEL MEDIO ORIENTE INCONTRO DI STUDIO IERI A TRENTO CON I RAPPRESENTANTI DEI PAESI DELL’AREA MEDA  
 
Trento, 28 novembre 2007 – Il sistema dell’istruzione e della formazione professionale del Trentino è un punto di riferimento anche per i paesi dell’area mediterranea meridionale e orientale. Paesi che, nell’intento di potenziare l’occupazione, stanno cercando di elaborare politiche dell’istruzione e della formazione che rispondano alle esigenze effettive dei rispettivi mercati del lavoro nazionali. Un obiettivo nel quale è impegnata, al loro fianco, anche l’Unione Europea che, mettendo a disposizione 5 milioni di euro, ha promosso un’iniziativa specifica, il progetto Meda Ete (Education and training for employment), inserita nel quadro della Collaborazione Euro – Mediterranea: una chiave che aprirà le porte alla formazione scolastica e al training professionale basato su strumenti informativi nella regione Meda (Africa mediterranea). Obiettivo principale del progetto - coordinato dall’agenzia europea Etf - è l’implementazione di un programma di “formazione per formatori” per diffondere sempre più l’uso della formazione a distanza per professori e insegnanti nonché manager di enti formativi attivi nell’utilizzo di soluzioni con piattaforma virtuale. Il progetto sbarca, transitando per il Trentino, sulle sponde del Mediterraneo con l’obiettivo di sviluppare nuove qualifiche professionali per il mercato del lavoro attraverso l’uso sempre più massiccio di soluzioni e servizi di insegnamento a distanza. Il caso del Trentino è stato scelto dall’agenzia europea come esperienza di eccellenza, sia nella formazione professionale che nel modo di valutazione e autovalutazione del sistema scolastico, un sistema che è stato oggi illustrato, nella sala stampa della Provincia, a un folto gruppo di alti funzionari, responsabili di progetti formativi, direttori di dipartimenti ministeriali e universitari provenienti da Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Palestina, Siria (rappresentata dal viceministro dell’industria Haitham Al Yafi), Tunisia e Turchia. Dopo una serie di incontri a Roma e prima di trasferirsi in Lombardia, le delegazioni dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente hanno dunque fatto sosta in Trentino, dove hanno appunto partecipato, oggi pomeriggio in Provincia, ad un incontro coordinato da Francesco Pancheri del Dipartimento Istruzione e da Paolo Renna, responsabile del Servizio per lo sviluppo e l’innovazione del sistema scolastico e formativo, interamente dedicato all’illustrazione del sistema trentino della formazione professionale ma a anche quello dell’educazione permanente degli adulti. Ad aprire l’incontro, dando il benvenuto agli ospiti, l’assessore alla programmazione, ricerca e innovazione Gianluca Salvatori, che nel suo intervento di saluto ha brevemente delineato il contesto storico, istituzionale e amministrativo della Provincia autonoma di Trento che ha consentito, negli anni e grazie alle competenze dell’autonomia, di dare al Trentino un sistema formativo oggi riconosciuto tra i più avanzati in Europa. “La priorità data alla formazione, all’università e alla ricerca – ha tra l’altro affermato Salvatori – permea le nostre politiche ed è all’origine del nostro attuale stato di benessere, che vede oggi questa provincia, un tempo non lontano terra di povertà ed emigrazione, tra quelle a più alto prodotto interno lordo procapite d’Europa (28. 000 euro) ed a più alto tasso di scolarità (92,2 per cento)”. “In questo campo – così ha concluso Salvatori – non ci consideriamo arrivati, c’è ancora da innovare e vogliamo incrementare il confronto internazionale con quanti condividono l’importanza strategica della formazione, perché per la nostra crescita sono necessarie le idee, i suggerimenti e le provocazioni degli altri”. .  
   
   
MASTER UNIVERSITARIO CNIM - UNIVERSITA´ DI ROMA "LA SAPIENZA" ECOPROGETTAZIONE E GESTIONE DELLE OPERE CIVILI  
 
 Roma, 28 novembre 2007 - Il Master di secondo livello in “ Ecoprogettazione e Gestione delle Opere Civili ” nasce dalla acquisita consapevolezza dell´importanza socio-economica e culturale delle tematiche ambientali e manutentivo-conservative. Il Master è congiuntamente organizzato dal Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione (Cnim) e dalla Università di Roma “La Sapienza”. Il programma di studi proposto è finalizzato a fornire conoscenze specialistiche necessarie per progettare, gestire e mantenere in modo efficace ed efficiente le opere civili ed effettuare lo studio di impatto ambientale relativamente alle stesse attività. Dettaglio della Offerta Formativa: 01. Il Contesto Sociale, Economico ed Ambientale; 02 Ingegneria dei Sistemi; 03. Ingegneria della Manutenzione; 04 Lo Sviluppo Sostenibile; 05. La Valutazione di Impatto Ambientale; 06. Eco Progettazione e Gestione degli Impianti (elettrici, termici…); 07. Gestione e Manutenzione dei Sistemi di Trasporto; 08. Eco Progettazione e Gestione degli Impianti di Ingegneria Sanitaria Ambientale; 09. La Gestione e la Manutenzione degli Ospedali e delle Apparecchiature Radiodiagnostiche; 10. Gestione, Manutenzione e Sicurezza degli Impianti Elettrici; 11. Eco Progettazione e Gestione delle Opere Civili; 12. Soluzioni Energetiche Ecocompatibili per l´Involucro Edilizio e Certificazione Energetica degli Edifici; 13. La Normativa Tecnica e di Legge; 14. La Contrattualistica di Lavoro e Commerciale; 15. Gestione Economica e Finanziaria; 16. La Gestione e la Manutenzione degli Impianti per il Trasporto Verticale e Orizzontale delle Persone e delle Cose; 17. La Qualità e la Sicurezza nella Manutenzione; 18. Sistemi Informativi; 19. La Simulazione per La Gestione e la Manutenzione; 20. La Simulazione dei Fenomeni di Inquinamento; 21. L´attivita´ di Ispezione ai Fini della Verifica della Conformità; 22. Tirocinio. Moduli Professionalizzanti - L’offerta formativa propone moduli didattici professionalizzanti, progettati e organizzati per essere erogati anche indipendentemente dal Master, a beneficio di professionisti e operatori del settore. La partecipazione al Master come uditori comporta il riconoscimento di un numero di crediti non superiore a 20 ed il rilascio di un attestato di frequenza. Tirocinio - A tutti gli iscritti viene garantito un periodo di tirocinio da svolgersi in una Azienda/organizzazione del settore per un totale di 100 ore, corrispondenti a 10 crediti. Destinatari - Il Master si rivolge ai dottori e operatori del settore della gestione e manutenzione delle opere civili con particolare riferimento agli aspetti legati all’ambiente, in possesso di diploma di laurea Specialistica preferibilmente in Ingegneria o in Architettura. Ulteriori titoli di studio verranno valutati per una eventuale idoneità dal Consiglio Didattico del Master. Docenti - La docenza è affidata sia a professori universitari che a ad esperti provenienti dal mondo industriale di comprovata esperienza e competenza. Iscrizione - L’impegno economico richiesto per la frequenza del Master è di Euro 3. 000 onnicomprensivi. Sono disponibili borse di studio a copertura totale e parziale della quota. Scadenza presentazione domande di ammissione: 20 dicembre 2007 Info: www. Master-manutenzione. It .  
   
   
INCONTRI SUL DESIGN 2007.2008 GABRIELE BASILICO MARTEDÌ 4 DICEMBRE ORE 15 CORSO DI LAUREA IN DISEGNO INDUSTRIALE ANTICO MONASTERO DI SANTA CHIARA SAN MARINO CITTÀ  
 
San Marino, 28 novembre 2007 - Nasce a Milano nel 1944, architetto, è uno dei fotografi noti a livello internazionale per le sue ricerche sul paesaggio urbano. E’ impegnato da oltre 20 anni in progetti di ricerca personali e in incarichi pubblici e istituzionali. Il suo primo progetto è Milano, ritratti di fabbriche (un lavoro condotto nella periferia ex-industriale di Milano, tra il 1978 e il 1980). Viene successivamente invitato, unico italiano, a partecipare alla Mission Photographique de la D. A. T. A. R. (Délégation a l´Aménagement du Territoire et à l´Action Regionale), la più vasta e articolata campagna fotografica realizzata in Europa in tutto il Xx secolo, organizzata dal governo francese dal 1983 al 1988. Nello stesso periodo realizza Porti di mare (1982-88) e nel 1991 la campagna fotografica su Beirut. Negli anni ’90 riprende la ricerca sul territorio italiano, e in particolare sulle trasformazioni del paesaggio urbano, prima a Milano, con The Interrupted City (1996), poi in sei zone diverse dell´Italia, con Sezioni del paesaggio italiano (1996), un progetto su sei percorsi paralleli da una città all´altra, concepito con Stefano Boeri. Nel 1996 la giuria internazionale della Vi Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia gli ha attribuito il premio Osella d’Oro per la fotografia di architettura contemporanea. Il tema dell´identità della città tra preesistenza storica e sviluppo contemporaneo, tra distruzione e ricostruzione postbellica, tra utopia urbanistica e cantiere per il futuro, è, tra gli altri, ben rappresentato dal lavoro sulla città di Berlino del 2000, conseguente ad un invito ricevuto dalla Daad (Deutscher Akademischer Austausch Dienst). Nel 2000 Basilico riceve il premio dell’I. N. U. , Istituto Nazionale di Urbanistica, per il suo contributo alla documentazione fotografica dello spazio urbano contemporaneo. Le sue opere fanno parte di numerose collezioni pubbliche e private internazionali e il suo lavoro è stato esposto presso musei e istituzioni, gallerie private italiane ed europee. .  
   
   
E´ IL NON PROFIT CHE DÀ SENSO ALLO SPORT SONO 70 MILA LE ASSOCIAZIONI CHE OGNI SETTIMANA, CON IL LORO VOLONTARIATO SPORTIVO, METTONO IN MOTO L´ITALIA  
 
 Milano, 28 novembre 2007 - La locuzione di Giovenale “mens sana in corpore sano” è interpretata e tradotta operativamente anche dalle non profit sportive. “Mens” è spesso riferita all’intelligenza, mentre il significato più pregnante è “anima, carattere, coscienza, disposizione d’animo”. Le non profit, che rappresentano la quasi totalità delle organizzazioni che fanno sport con obiettivi sociali in Italia, danno un senso alle attività sportive integrando tecniche, abilità e talenti con i valori e i principi del vivere per e nella qualità della vita. Si interpreta un ruolo sociale praticando uno sport e giocando, mantenendo l’equilibrio fra il risultato agonistico e sociale. La locuzione di Giovenale “mens sana in corpore sano” è interpretata e tradotta operativamente anche dalle non profit sportive. “Mens” è spesso riferita all’intelligenza, mentre il significato più pregnante è “anima, carattere, coscienza, disposizione d’animo”. Le non profit, che rappresentano la quasi totalità delle organizzazioni che fanno sport con obiettivi sociali in Italia, danno un senso alle attività sportive integrando tecniche, abilità e talenti con i valori e i principi del vivere per e nella qualità della vita. Si interpreta un ruolo sociale praticando uno sport e giocando, mantenendo l’equilibrio fra il risultato agonistico e sociale. La locuzione di Giovenale “mens sana in corpore sano” è interpretata e tradotta operativamente anche dalle non profit sportive. “Mens” è spesso riferita all’intelligenza, mentre il significato più pregnante è “anima, carattere, coscienza, disposizione d’animo”. Le non profit, che rappresentano la quasi totalità delle organizzazioni che fanno sport con obiettivi sociali in Italia, danno un senso alle attività sportive integrando tecniche, abilità e talenti con i valori e i principi del vivere per e nella qualità della vita. Si interpreta un ruolo sociale praticando uno sport e giocando, mantenendo l’equilibrio fra il risultato agonistico e sociale. A Milano ci sono circa 500 associazioni ricreative non profit, di cui una parte preponderante sono associazioni sportive; ai trofei di Milano-più sport con i giovani partecipano circa 90. 000 studenti delle scuole elementari e medie (negli ultimi 10 anni circa un milione di partecipanti); il Centro sportivo italiano (Csi) di Milano e provincia fa giocare e forma ogni domenica circa 54. 000 tesserati con l’attività di 700 società (3. 400 in Lombardia con 220. 000 tesserati). Aggiungendo l’Arci Uisp, l’Aics, l’u. S. Acli e tutte le associazioni polvere che formano il tessuto connettivo del mondo sportivo, si scopre un vero popolo dello sport di valore che incrementa il capitale umano e economico delle città e dei territori. Tutto questo avviene perché il volontariato organizzato e delle associazioni sportive (circa 70. 000) offre imprenditorialità ludica utile a remunerare gli azionisti del senso sportivo, con efficienza sportiva e efficacia sociale e culturale. In sintesi: capitale sociale. È profittevole, per il sistema paese, promuovere il non profit sportivo e considerarne con attenzione sia il ruolo formativo, sia l’allenamento all’imprenditorialità sportiva. La pratica continua dello sport e gli allenamenti sono palestre di determinazione e di metodo, in una attività creativa che rinnova la motivazione a raggiungere gli obiettivi. Tutto ciò si inserisce nel contesto dell’associazionismo sportivo del non profit: l’imprenditorialità sociale è forza aggregante e sviluppa senso di appartenenza. Essere giocatore di una squadra implica responsabilizzazione sugli atteggiamenti e sui comportamenti, è integrazione culturale (ed etnica) con valorizzazione della persona al di là dello status economico e scolastico. Questo viene gestito dal non profit sportivo che non vuole avere dividendi da distribuire, ma solo da reinvestire in una dinamica concezione dell’imprenditorialità sociale. Siamo abituati allo sport legato solo ai grandi eventi mediatici, agli stadi, al “calcio spettacolo”, al ciclismo spesso chiacchierato. Ma ci sono anche le associazioni di podismo e corsa, le polisportive, gli ski club, le storiche canottieri, i campi di calcio periferici dove le associazioni sportive svolgono una funzione di promozione, preparazione e performance sportiva ma anche una grande funzione di comunità per persone che magari non praticano lo sport, ma ne respirano il senso originario. Anche questo è un pezzo del non profit che ha una funzione fondamentale nella nostra società. Non si contrappone, ma richiama alla responsabilità l’altro sport, quello spesso speculativo e incredibilmente ricco, così ricco da perdere spesso il senso del limite e tale da indurre a comportamenti poco etici. È lo sport non profit che interpreta autenticamente il detto mens sana in corpore sano. .  
   
   
CRESCONO I VOLONTARI, LE MARCHE BATTONO LA MEDIA NAZIONALE  
 
Ancona, 28 novembre 2007 - ´Dobbiamo a tutte le associazioni di volontariato grande riconoscenza. Siete l´esempio su cui si poggia in maniera solida la coesione sociale, che e` la trave portante della convivenza civile della nostra comunita` marchigiana´. Cosi` l´assessore regionale alla Salute Almerino Mezzolani ha aperto la Conferenza regionale del volontariato, organizzata in collaborazione con il Csv (Centro servizi per il volontariato) e che si e` svolta presso l´ostello di Loreto. ´Ogni giorno ´ ha proseguito Mezzolani ´ i volontari attraverso lo svolgimento delle lodevoli azioni colmano il vuoto di molti, rassicurano e trasmettono sicurezza a tante persone. Il volontariato rappresenta la realta` piu` ramificata sul territorio regionale e riporta con piu` forza le istanze dei cittadini piu` deboli per renderne evidenti i bisogni. E´ un soggetto importante nel sistema di partecipazione e di costruzione di partnership assieme al resto del terzo settore che abbiamo in questi anni provveduto a regolamentare in maniera adeguata sia sul fronte della cooperazione sociale che su quello piu` nuovo dell´associazionismo di promozione sociale´. ´A giugno di quest´anno ´ ha concluso l´Assessore - sono risultate iscritte nei registri regionali 1200 organizzazioni di volontariato e in base ai risultati dell´ultima indagine svolta dall´Istat, la Regione Marche ha indici piu` elevati della media nazionale: 53 organizzazioni di volontariato ogni 100. 000 abitanti, contro una media nazionale di 36 e 19 volontari ogni 1. 000 abitanti contro una media nazionale di 14´. Durante la conferenza e` emerso che il volontariato svolge un ruolo determinante nell´attivita` di assistenza al cittadino-utente e costituisce una risorsa essenziale della rete di welfare regionale. Sempre con riferimento all´indagine Istat 2003, e` stato possibile rilevare che sono stati messi in campo circa 29. 000 volontari che hanno assistito oltre 290. 000 persone di cui il 54% malati e traumatizzati, il 12% anziani non autosufficienti, l´8% immigrati e il 7% minori. Il volontariato ha gestito di fatto circa 43 milioni di euro di entrateproventi (50% di fonte pubblica e 50% di fonte privata) operando nel settore della sanita` e assistenza sociale. Quest´ultima annovera il 27% delle organizzazioni di volontariato inglobando il 31% del volontariato in generale, mentre la sanita` il 26%, assorbendo il 30% del volontariato. Si tratta quindi di un soggetto importante su cui la Regione intende investire intervenendo nella predisposizione di atti di indirizzo finalizzati a promuovere i rapporti nella sussidiarieta`. I gruppi di lavoro insediati durante l´incontro di oggi (ieri ndr) hanno discusso sulle proposte di nuova legge nazionale e regionale, sulle reti territoriali e sul ruolo del volontariato nel nuovo piano sociale regionale e sanitario. Temi interessanti che hanno ribadito con forza che il volontariato non e` un prestatore d´opera a basso prezzo, ma e` un cittadino responsabile e consapevole della propria sicurezza e della propria comunita`, disposto ad impegnarsi con professionalita` e disponibile nel proporsi. Il volontariato che insegue disegnare il proprio futuro, vuole far breccia sui problemi e vuole essere considerato non piu` soggetto passivo ma protagonista della scena. E´ intendimento della Regione rafforzare il ruolo di partnership del volontariato nei confronti della pubblica amministrazione con l´obiettivo di co-progettare assieme servizi o attivita` progettuali, capaci di intervenire su bisogni nuovi, emergenti e quindi non facilmente classificabili nell´area delle poverta` o del disagio tradizionale. .  
   
   
CORPI CIVILI DI PACE, A BOLZANO UN SEMINARIO INTERNAZIONALE  
 
Bolzano, 28 novembre 2007 - Oltre sessanta rappresentanti di associazioni ed enti locali parteciperanno a Bolzano, il 29 e 30 novembre, alle “giornate di studio e iniziativa su interventi e corpi civili di pace” organizzate dalla Formazione professionale italiana della Provincia di Bolzano e dall´Università di Bologna con la collaborazione della Rete Ipri-ccp e della Fondazione Alexander Langer. Se per fare la guerra si usano le armi, cosa serve per fare la pace? Potrebbe essere questa la domanda di fondo delle "giornate di studio e iniziativa su interventi e corpi civili di pace", che si terranno il 29 e 30 novembre a Bolzano e l’1 dicembre a Bologna. La due giorni che si svolgerà nel capoluogo altoatesino verterà attorno alla figura dell´operatore civile di pace. I lavori, aperti al pubblico, si svolgeranno giovedì 29 e venerdì 30 novembre dalle 9. 30 alle 18. 30 presso la Scuola professionale italiana di via Santa Geltrude 3, a Bolzano Ai lavori, che saranno aperti dal generale Armando Novelli, comandante delle truppe alpine, parteciperanno esperti internazionali e rappresentanti di decine di organizzazioni impegnate per la pace, la nonviolenza, la solidarietà e l’intervento umanitario. Con loro vari funzionari di Regioni e Comuni, oltre a ricercatori e studenti delle Università di Bologna, Firenze, Gorizia, Pisa, Siena, Torino, Trento e Udine. Al termine delle giornate verrà prodotto un documento finale con proposte e richieste da rivolgere a Governo e Parlamento. I lavori di Bolzano saranno conclusi da una tavola rotonda alla quale parteciperanno la sottosegretaria alla solidarietà sociale Cristina De Luca, i senatori Lidia Menapace e Giorgio Tonini e la vicepresidente della Giunta provinciale Luisa Gnecchi. L’iniziativa si svolge nell’ambito del Master Fse per mediatori dei conflitti/operatori di pace internazionali. .  
   
   
IN AMERICA´S CUP PER SENSIBILIZZARE IL MONDO ALLA QUESTIONE AMBIENTALE IL PROGETTO REPUBBLICA MARINARA: UNA SOTTOSCRIZIONE PUBBLICA SU INTERNET PER ARMARE UNA BARCA. MA SERVONO 130 MILIONI DI EURO E MEZZO MILIONE DI ENTUSIASTI  
 
 Milano, 28 novembre 2007 - Tennis, golf, vela: tre sport considerati d’élite nell’immaginario collettivo degli italiani e non solo. Il sociologo francese Christian Pociello ha effettuato una mappatura delle pratiche sportive, posizionando queste tre attività tra quelle che richiedono uno stock maggiore di capitale economico e culturale al singolo praticante. Il tentativo d’allargamento della base dei tesserati e di partecipazione e interesse intorno a certi avvenimenti sportivi può avvenire solamente attraverso iniziative che stimolino la società civile, intervenendo nella sfera dei valori comuni che vedono un praticante identificarsi con una determinata disciplina sportiva. Tennis, golf, vela: tre sport considerati d’élite nell’immaginario collettivo degli italiani e non solo. Il sociologo francese Christian Pociello ha effettuato una mappatura delle pratiche sportive, posizionando queste tre attività tra quelle che richiedono uno stock maggiore di capitale economico e culturale al singolo praticante. Il tentativo d’allargamento della base dei tesserati e di partecipazione e interesse intorno a certi avvenimenti sportivi può avvenire solamente attraverso iniziative che stimolino la società civile, intervenendo nella sfera dei valori comuni che vedono un praticante identificarsi con una determinata disciplina sportiva. Tennis, golf, vela: tre sport considerati d’élite nell’immaginario collettivo degli italiani e non solo. Il sociologo francese Christian Pociello ha effettuato una mappatura delle pratiche sportive, posizionando queste tre attività tra quelle che richiedono uno stock maggiore di capitale economico e culturale al singolo praticante. Il tentativo d’allargamento della base dei tesserati e di partecipazione e interesse intorno a certi avvenimenti sportivi può avvenire solamente attraverso iniziative che stimolino la società civile, intervenendo nella sfera dei valori comuni che vedono un praticante identificarsi con una determinata disciplina sportiva. Facendo leva sulla cultura e la tradizione marinara italiana, un giornalista, un fotografo e un fisico hanno lanciato una sfida: mettere insieme gli amanti del mare chiedendo loro una sottoscrizione per armare una barca italiana che partecipi alla 23esima edizione dell’America’s Cup. Ogni appassionato può accettare la sfida registrandosi al sito www. Repubblicamarinara. Com. Raggiunte499. 999 adesioni sul “contatore” on line, si sottoscriverà la propria quota, anche solo con il versamento simbolico di 1 euro. Il budget necessario, stimato in 130 milioni di euro, sarà gestito da un istituto di credito con bilancio pubblico mentre un garante certificherà la trasparenza dell’investimento. La bandiera del progetto “Repubblica Marinara” è quella della difesa dell’ambiente e della sua protezione, della solidarietà civile e del non profit. La Coppa America, pur restando una sfida di vela, sarà dunque un palcoscenico mediatico per la questione ambientale. A qualche mese dal lancio della sfida, sembrano tuttavia presentarsi le prime difficoltà. I promotori vorrebbero una banca etica come istituto di credito ma Carlo Buontempo, uno degli ideatori del progetto, non nasconde diversi tentativi di coinvolgimento di alcuni enti, che non sono andati a buon fine. Al primo di ottobre si contavano 6. 363 adesioni, ancora poche rispetto all’obiettivo fissato. Inoltre, la rete è un ottimo strumento per la veicolazione di contenuti, ma necessita di un continuo aggiornamento. Tutti ostacoli comunque superabili a fronte di un programma condivisibile, il quale si propone anche obiettivi ambiziosi come l’ambiente e la ricerca di uno sviluppo compatibile. Temi molto appetibili anche per potenziali sponsor “ecocompatibili”, che sarebbero in grado di coprire le spese del progetto e che permetterebbero ai sottoscrittori di decidere se monetizzare l’investimento o mettere questo denaro a disposizione di qualche organismo umanitario per progetti di pubblica utilità. Democrazia partecipativa non solo come slogan politico ma come reazione da parte della società civile alle barriere economiche d’entrata di alcuni sport, in cui sono necessari investimenti milionari. Repubblica Marinara costituisce un esempio di capitale sociale, come forma d’organizzazione che agevola il raggiungimento di obiettivi che altrimenti non sarebbero raggiunti o lo sarebbero solo a un costo più elevato. Il ricorso alla sola concezione utilitarista del capitale sociale rischia tuttavia di dare una versione parziale e mutilata dell’iniziativa, sottolineando le componenti razionali e strumentali ma lasciando da parte quella più feconda, riconducibile ai valori di solidarietà civile, rispetto dell’ambiente e sviluppo ecosostenibile. Partecipare attivamente a una manifestazione di lunga tradizione come la Coppa America significherebbe contribuire ad apportare sani valori a uno sport che, come tanti ormai, vive prevalentemente di interessi e non di sola passione. Il fallimento del progetto lascerebbe l’amaro in bocca ai suoi ideatori, così come a tutti coloro che hanno accettato la sfida, perché significherebbe rimanere ancora una volta semplici spettatori di inavvicinabili giochi altrui, senza riuscire a appropriarsi di certe emozioni che lo sport spettacolo ancora regala, più forti se condivise. .  
   
   
AOSTA: SERVIZIO DI TELEASSISTENZA E MANUTENZIONE DEI SISTEMI DI MONITORAGGIO AUTOMATICO PER IL PERIODO 2008-2010  
 
 Aosta, 28 novembre 2007 – L’assessorato del Territorio, Ambiente e Opere pubbliche, attraverso il Servizio sistemazioni idrauliche e dei dissesti di versante, gestisce i sistemi di monitoraggio automatico posti a controllo dell’evoluzione dei fenomeni franosi della Becca di Nona (comuni di Charvensod e Pollein), di Citrin (comune di Saint-rhémy-en-bosses), di Bosmatto (comune di Gressoney-saint-jean), di Vollein (comune di Quart) e di Chervaz (comuni di Fénis e Chambave). Questi fenomeni, per estensione e complessità, necessitano di un monitoraggio continuo per l’attuazione di specifici piani di Protezione civile, in grado di rilevare i parametri precursori di eventuali evoluzioni parossistiche. Per garantire una corretta gestione di tutti gli apparati di controllo installati sulle diverse frane, la Giunta regionale, con l’approvazione della deliberazione n. 3310 del 23 novembre scorso, ha affidato alla Società Cesi S. P. A. Di Milano, mediante procedura negoziata, l’esecuzione del servizio di teleassistenza e manutenzione dei sistemi di monitoraggio automatico per il periodo 2008-2010 per un importo complessivo di 239. 364 Euro, servizio già assolto dalla medesima Società per il periodo 2002-2007. L’assessore Alberto Cerise ha dichiarato che “Si tratta di un servizio inteso a garantire ai nuclei abitati interessati e alla popolazione residente degli elevati standard di sicurezza, in un territorio di montagna mai posto in totale sicurezza dai rischi idrogeologici”. .  
   
   
CONSEGNATI PREMI INNOVAZIONE AMICA DELL´AMBIENTE  
 
Milano, 28 novembre 2007 - Schüco International Italia (impianto di raffrescamento con l´utilizzo di collettori solari), Politecnico di Milano (Issa - condizionatore alimentato a energia solare) e Ilva Polimeri (prodotti vernicianti con bassa formazione di ozono) per la sezione "Efficienza nei consumi - I beni e i prodotti a basso consumo energetico"; Jcdecaux - City of Paris (bike sharing) e Comunicare Srl (Bicincittà) per la sezione "Efficienza nelle politiche di sistema: i trasporti" e il Comune di Roncoferraro, in provincia di Mantova (energia da fonti rinnovabili) per la sezione "Le biomasse e l´innovazione nell´agricoltura". Sono questi i sei vincitori dell´edizione 2007 del "Premio innovazione amica dell´ambiente", il riconoscimento promosso da Regione Lombardia e Legambiente, che viene assegnato a imprese, liberi professionisti, istituti di ricerca e pubbliche amministrazioni che abbiano realizzato progetti di innovazione tecnologica, ottenendo significativi miglioramenti in campo ambientale. "Con questo premio - ha detto l´assessore alla Qualità dell´Ambiente Marco Pagnoncelli intervenendo alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti - Regione Lombardia intende promuovere e sostenere le iniziative di imprese, enti locali e altri soggetti in grado di dare dinamicità all´innovazione, soprattutto riguardo al trasporto pubblico e al risparmio energetico". "Le innovazioni tecnologiche destinate al miglioramento dell´ambiente - ha proseguito l´assessore - possono e devono rappresentare sempre di più un vantaggio competitivo per le imprese. Nell´ambito delle nostre politiche, il sostegno alla eco-innovazione ha un ruolo importante, con diversi ambiti d´attenzione quali la gestione ambientale, le tecnologie a bassa emissione, l´energia, la gestione dei rifiuti, lo sviluppo del capitale umano". Oltre ai vincitori, sono stati segnalati dalla Giuria per la qualità dei progetti altri nove soggetti: Asm Bresci Spa, Philips Spa, Savio - Bsg Caldaie a gas, Costruzioni Solari Srl, Riello Group, Til - Trasporti Integrati e Logistica Srl, Indelb Spa, Comune di Torraca (Sa), Electrolux Logistics Italy Spa. .  
   
   
MORETTON PRESENTA BONIFICA 14 KM DEL CELLINA  
 
Udine, 28 novembre 2007 - L´assessore regionale dell´Ambiente e della Protezione civile, Gianfranco Moretton, ha presentato ieri ai sindaci, l´iniziativa per la caratterizzazione e la bonifica dell´alveo, delle sponde e delle golene del fiume Cellina, ricadente nei comuni di Montereale, Valcellina, Maniago, Vajont, San Quirino e Vivaro. L´ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri dichiara, infatti, indifferibile ed urgente tale intervento. I sindaci hanno espresso compiacimento e soddisfazione per l´iniziativa presentata, rendendosi nel contempo disponibili a collaborare con la Regione Friuli Venezia Giulia. L´iniziativa (del costo di 2,5 milioni di Euro) sarà avviata a breve. Sono previsti lavori di bonifica di 14 chilometri dell´asta del fiume Cellina. Con la caratterizzazione sarà possibile l´individuazione di tutte le fonti d´inquinamento presenti nell´area, come l´amianto, la gomma, gli oli esausti e gli inerti. Fatta questa verifica, seguirà la bonifica e la riqualificazione ambientale del territorio, nonché della parte idraulica del fiume. Per quanto riguarda i tempi di svolgimento dell´opera, l´assessore prevede l´approvazione del progetto, da parte della conferenza dei servizi, nel febbraio 2008. Subito dopo verrà effettuata la gara d´appalto per l´individuazione della ditta esecutrice dei lavori. "L´opera è importante - ha spiegato l´assessore - non solo per il recupero e lo smaltimento di tutti i rifiuti nell´area, ma anche perché consentirà l´effettuazione delle prove di svuotamento del bacino della diga di Ravedis, che al momento, per la presenza dell´amianto nell´alveo del Cellina, non possono essere fatte". Per evitare ulteriori fenomeni di discarica abusiva di materiali inquinanti nell´area, è stato, inoltre, concordato con i sindaci il potenziamento delle azioni di controllo su tutta l´asta del fiume Cellina. I sindaci - di Montereale (Anselmi), Maniago (Belgrado), Vajont (Manarin), Vivaro (Cesarato) e San Quirino (Della Mattia) - si sono impegnati ad intensificare tali azioni di controllo con le rispettive polizie municipali. .  
   
   
IN LINEA CON PIANO DELLA MERKEL, BOSCH RICONFERMA IL PROPRIO IMPEGNO PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE IL 40% DELL’INVESTIMENTO IN RICERCA E SVILUPPO - 1,4 MILIARDI DI EURO - PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE E PER LA SALVAGUARDIA DELLE RISORSE NATURALI  
 
Milano, 28 novembre – In risposta al focus sulle energie rinnovabili pubblicato oggi dall’organo di stampa nazionale ‘Corriere della Sera’, Bosch ribadisce e riconferma il suo impegno nel proseguire con lo sviluppo di tecnologie finalizzate alla tutela dell’ambiente. Bosch sostiene il piano proposto dal Cancelliere tedesco, Angela Merkel, che prevede di ridurre le emissioni di anidride carbonica in Germania del 40% entro il 2020. Un impegno a 360 gradi, quello di Bosch che, oltre le tecnologie per l’automotive, si concentra anche nello sviluppo e nella produzione di tecnologie che sfruttano l’energia solare, eolica e geotermica. Nel 2006, l´azienda tedesca ha investito 3,3 miliardi di euro in Ricerca e Sviluppo, equivalenti al 7,7% del fatturato. Più del 40% di tale ammontare (1,4 miliardi di euro) è direttamente correlato alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia delle risorse naturali. In termini di brevetti, sempre nel 2006, ne sono stati depositati circa 3 mila, dei quali il 36% inerenti all’ecologia. Circa il 50% di questi ultimi, contribuisce a ridurre l’utilizzo di carburanti, contenendo le emissioni di Co2. Massimo Guarini, amministratore delgato di Bosch in Italia, dichiara: “Forniamo tecnologie e servizi a livello globale e riteniamo di essere sulla giusta via per affrontare le sfide della globalizzazione economica ed ecologica. La nostra presenza a livello internazionale e a livello settoriale è talmente ampia”, continua Guarini “da consentirci di fornire risposte tecnologiche che vanno ben oltre i confini europei e al di là del settore automobilistico”. Il business dei sistemi volti all’ultizzo delle energie rinnovabili è in significativo aumento. Bosch prevede, con i suoi marchi Junkers, e. L. M. Lebanc, Buderus e Rexroth, di incrementare il fatturato di questi sistemi, raggiungendo più di un miliardo di euro entro il 2010 e raddoppiando così il valore del 2006. Nei prossimi anni, a livello mondiale, Bosch investirà circa 300 milioni di euro nell’espansione della produzione di turbine eoliche. Entro il 2009, invece, le vendite di pannelli solari Bosch, sempre con i marchi Junkers, e. L. M. Leblanc e Buderus, supereranno le 300 mila unità, più del triplo rispetto al 2006. .