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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Maggio 2013
UE, U.S.A. E CANADA LANCIANO L´ALLEANZA PER LA RICERCA NELL´OCEANO ATLANTICO  
 
Bruxelles, 28 maggio 2013 - L´unione europea, gli Stati Uniti e il Canada hanno deciso il 24 maggio di operare congiuntamente nel settore della ricerca sull´oceano Atlantico. L´accordo verte sull´allineamento delle iniziative di osservazione dell´oceano attuate dai tre paesi, con l´obiettivo di approfondire le conoscenze e di promuovere la gestione sostenibile delle risorse di detto oceano. L´attività concernerà inoltre l´interazione tra oceano Atlantico e oceano Artico, con una particolare attenzione alla questione del cambiamento climatico. L´ue e i singoli Stati membri investono circa due miliardi di euro ogni anno nella ricerca marina e marittima. Oggi, in occasione di una conferenza di alto livello svoltasi a Galway presso l´Istituto marino irlandese, è stata firmata la "dichiarazione di Galway sulla cooperazione riguardante l´oceano Atlantico". All´evento ha partecipato il primo ministro irlandese Taoiseach Enda Kenny (Memo/13/455). Máire Geoghegan-quinn, commissaria europea per la Ricerca, l´innovazione e la scienza, ha dichiarato: "L´enorme potenziale economico dell´Atlantico resta ancora in gran parte da sfruttare. Probabilmente si sa più sulla superficie della luna e di Marte che sui fondali marini. Questa alleanza può dare un notevole contributo alla risoluzione di alcune problematiche quali il cambiamento climatico e la sicurezza alimentare." Maria Damanaki, commissaria per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: "L´accordo di oggi dà seguito al piano d´azione per l´Atlantico che abbiamo presentato questo mese. L´iniziativa presenta un particolare interesse per i cinque Stati atlantici dell´Ue, ma è comunque aperta a ricercatori provenienti da tutta Europa e da paesi terzi. Tutti potranno beneficiare dei risultati ottenuti." L´accordo riconosce che in numerosi ambiti la ricerca sull´Atlantico sarà più efficace se coordinata a livello transatlantico. Fra i settori di potenziale cooperazione individuati dall´accordo figurano: l´osservazione dell´oceano; la condivisione di dati riguardanti, ad esempio, temperature, salinità e acidità; l´interoperabilità e il coordinamento delle infrastrutture di osservazione, come boe di misurazione e navi adibite alla ricerca; la gestione sostenibile delle risorse oceaniche; la mappatura di fondali marini e habitat bentonici; la promozione della mobilità dei ricercatori; l´identificazione e l´indicazione delle future priorità di ricerca. Contesto Oltre a Taoiseach Enda Kenny, alla conferenza di apertura a Galway hanno preso parte anche Simon Coveney, ministro irlandese dell´agricoltura, dell´alimentazione e degli affari marittimi; i commissari Damanaki e Geoghegan-quinn; i rappresentanti di Stati Uniti, Canada e degli Stati atlantici dell´Ue e i rappresentanti dei settori della ricerca e dell´industria. Dal 2002 l´Unione europea ha investito più di due miliardi di euro in oltre mille progetti di ricerca marina, tra cui: il progetto ice2sea, del valore di 10 milioni di Eur, per la previsione delle conseguenze che lo scioglimento dei ghiacciai può avere sul livello del mare lungo le coste europee, i progetti Myocean per il monitoraggio e la previsione (62 milioni di Eur) e il progetto quadriennale Euro-basin (7 milioni di Eur), per una migliore comprensione dei processi a livello di bacino che influenzano gli ecosistemi del nordatlantico, dai cambiamenti climatici naturali alle pressioni antropiche. Attraverso i progetti Eurofleets, l´Ue sta operando anche per un´alleanza delle flotte europee destinate alla ricerca. Il piano d´azione per l´Atlantico (Ip/13/420), presentato dalla Commissione il 13 maggio 2013, si propone di rivitalizzare l´economia marina e marittima nell´area dell´oceano Atlantico. Esso mostra quale contributo gli Stati membri atlantici, le loro regioni e la Commissione possano dare allo sviluppo di una crescita sostenibile nelle regioni costiere e alla promozione della "economia blu", preservando nel contempo la stabilità ambientale e ecologica dell´oceano Atlantico. L´attuale strategia europea per la ricerca marina e marittima, stabilita nel 2008, è basata sulla premessa che la scienza e la tecnologia offrono una possibilità di conciliare la crescita economica sostenibile nell´ambito delle attività marittime con la conservazione dell´ambiente.  
   
   
IL PRESIDENTE UE BARROSO DISCUTE CRISI SIRIA CON I PRINCIPALI FUNZIONARI DELLE NAZIONI UNITE  
 
Bruxelles, 28 maggio 2013 - Ieri il presidente José Manuel Barroso ha incontrato il Sig. António Guterres, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, la baronessa Valerie Amos, Onu sottosegretario generale per gli affari umanitari e coordinatore dei soccorsi d´emergenza, e la signora Etharin Cugino, Direttore Esecutivo del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. Essi hanno discusso il deteriorarsi della situazione in Siria, in particolare l´immagine umanitaria preoccupante. All´interno Siria almeno 6,8 milioni di persone hanno bisogno di assistenza. Il numero di sfollati interni è attualmente pari a oltre 4 milioni e il numero di rifugiati verso i paesi limitrofi è in costante aumento. L´ue è il principale donatore per il popolo siriano, con più di 800.000.000 € impegnati sia in Siria ei suoi vicini. Le agenzie delle Nazioni Unite sono i principali partner dell´Ue in questo instradamento assistenza ai suoi destinatari. Più del 60% degli aiuti dell´Ue è fornito in collaborazione con le Nazioni Unite. Il presidente Barroso ha dichiarato al termine della riunione:. "Temo che la Siria è oggi la più grande crisi umanitaria degli ultimi dieci anni per affrontare il peggioramento della situazione sul terreno, abbiamo ulteriormente aumentato il nostro sostegno umanitario come il principale donatore e abbiamo intenzione di fare ancora. Di più in futuro, dal momento che questa situazione straordinaria richiede mezzi straordinari. Stiamo anche aggiornando il nostro aiuto completo per gli altri paesi della regione, in particolare il Libano e la Giordania, con la nostra politica di vicinato e gli strumenti macroeconomici ". Il Presidente ha inoltre sottolineato: "L´ue è fortemente sostenendo l´attuale slancio per una conferenza di pace sulla Siria Chiaramente, non esiste un modo semplice in avanti, ma una soluzione politica è ancora la migliore soluzione possibile..  
   
   
UE: ENTRATA IN VIGORE DEL "TWO-P ACK " LA SORVEGLIANZA DI BILANCIO CICLO COMPLETO NELLA ZONA EURO MIGLIORA ULTERIORMENTE IL PACCHETTO LEGISLATIVO SULLA GOVERNANCE ECONOMICA  
 
Bruxelles, 28 maggio 2013 - Le crisi economiche e finanziarie globali hanno evidenziato le carenze della governance economica e la sorveglianza di bilancio dell´Unione europea. Per superare queste carenze, una soluzione efficace è stata fornita dallo stabilimento nel 2010-2011 di Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche e l´adozione di sei proposte legislative che compongono il "six-pack". Tuttavia, dato che le politiche fiscali potenzialmente producono più effetti a catena in un´area monetaria comune, l´attuazione di meccanismi più robusti è essenziale per la zona euro. È per questo che la Commissione ha proposto nel novembre 2011, due regolamenti per rafforzare la sorveglianza di bilancio nella zona euro. Questo pacchetto di riforme, chiamato il "two-pack", entra in vigore il 30 maggio 2013 in tutti gli Stati membri della zona euro. Le nuove misure aumenteranno la trasparenza delle decisioni di bilancio nazionali, rafforzare il coordinamento nella zona euro per il ciclo di bilancio 2014 e promuovere il riconoscimento delle esigenze specifiche dei membri della zona euro in gravi stati di pressione finanziaria. L´entrata in vigore del "two-pack" si apre anche la strada a ulteriori misure per rafforzare l´unione economica e monetaria, la Commissione ha definito nel suo "piano dettagliato per una vera unione economica e monetaria e approfondita ", pubblicato lo scorso novembre (vedi Ip/12/1272 , Memo/12/909 ). Perché questi due regolamenti sono necessari? Per essere in grado di rafforzare il pilastro economico dell´Unione economica e monetaria, i membri della zona euro non potevano essere soddisfatte con il "six-pack" legislazione approvata nel 2011. Politiche economiche e fiscali che portano questi stati producono effetti di spillover evidenti in altri paesi della zona monetaria comune. In tempi buoni, questa interdipendenza è una fonte di maggiore prosperità. Quando la situazione è peggiore, si tratta di condivisione più rischio. Tuttavia, questa ripartizione del rischio dovrebbe essere accompagnata da una responsabilità comune, che richiede approfondimento lo scambio di informazioni e di coordinamento, così come l´applicazione di un processo fluido di far fronte a qualsiasi evenienza, compreso l´uso di meccanismi di sostegno finanziario. Su quale base giuridica alla base della nuova normativa? Le nuove procedure sono fondate sull´articolo 136 del trattato sul funzionamento dell´Unione europea. Questa disposizione consente agli Stati membri della zona euro per rafforzare il coordinamento e la sorveglianza delle politiche di bilancio per assicurare la disciplina fiscale necessaria nell´Unione economica e monetaria. La nuova legge si applica quindi alla zona euro. Quali sono gli elementi principali del "two-pack"? La "due-pack" include due regolamenti per rafforzare ulteriormente l´integrazione economica e la convergenza tra i membri della zona euro. Queste norme sono basate sulle riforme -, completarli - introdotto dal "six-pack "per quanto riguarda il Patto di crescita (Psc), vale a dire il quadro europeo per la sorveglianza di bilancio e il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche e di stabilità. Il primo regolamento si applica a tutti i membri della zona euro, mentre delle regole speciali per quelli tra loro che rientrano nella parte correttiva del Psc, vale a dire la procedura per i disavanzi eccessivi (Pde). Il secondo regolamento stabilisce regole chiare e semplici per stringere la supervisione degli Stati membri la cui stabilità finanziaria è seriamente compromessa, ma anche coloro che ricevono assistenza finanziaria e quelli con il programma di assistenza finanziaria ha conclusa. La "due-pack" stabilisce un quadro comune per l´area dell´euro, sulla base di un approccio graduale. Stabilisce i requisiti per garantire un adeguato monitoraggio in diversi scenari di bilancio, in modo che l´azione di follow-up è garantito senza interruzioni. Il quadro di bilancio dell´Ue è già stata cambiata dal "six-pack", prima di essere completato entro il trattato sul patto fiscale. Perché allora fare ulteriori modifiche? La crisi ha evidenziato la necessità, in ambito fiscale, un più attento per tutta la decisione di ciclo economico facendo. Riforme introdotte dal "six-pack", per quanto riguarda il Psc imposti nuovi obblighi agli Stati membri in termini di politica fiscale, tra nuove regole fiscali. La "due-pack" è fisso su di lui queste nuove disposizioni, ma è il coordinamento. La crisi ha infatti sottolineato la necessità di migliorare ulteriormente il monitoraggio e il coordinamento di bilancio tra i membri della zona euro, data la maggiore interdipendenza delle loro decisioni di bilancio dei singoli e la loro maggiore vulnerabilità agli effetti di spillover. Un testamento è espresso in modo più chiaro e per il monitoraggio reciproco essere rafforzato e decisioni di bilancio sono considerati i problemi più comuni. Attraverso la cooperazione e una maggiore integrazione nella zona euro e di un controllo graduale e stretta, il "two-pack" rafforzerà il ramo economico dell´Unione economica e monetaria. Come il "two-pack", ha migliorare il coordinamento fiscale nella zona euro? La "due-pack" richiede i membri della zona euro e un calendario di norme comuni in materia di bilancio. Particolare, i seguenti requisiti si applicano a decorrere dal prossimo ciclo di bilancio: il 30 aprile, al più tardi, i membri della zona euro dovranno pubblicare il loro piano di bilancio a medio termine (programma di stabilità), così come le loro priorità per la crescita e l´occupazione per i prossimi 12 mesi (Programma Nazionale riforma) nel contesto del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche; il 15 ottobre al più tardi, i membri della zona euro dovranno pubblicare il loro progetto di bilancio per l´anno successivo; il 31 dicembre al più tardi, i membri degli Stati membri della zona euro dovranno adottare i loro budget per il prossimo anno. La "due-pack" introduce un´importante innovazione nel fatto che la Commissione prenderà in considerazione ogni proposta di bilancio nazionale e di fornire un parere al riguardo per il 30 novembre al più tardi. Se la Commissione constata gravi obblighi derivanti dalla stabilità e di mancata crescita, la Commissione chiede allo Stato membro interessato di presentare uno stato nuovo piano. Per quanto riguarda l´area dell´euro nel suo complesso, la Commissione pubblicherà una valutazione completa delle prospettive di bilancio per l´anno prossimo. I pareri espressi dalla Commissione sui bilanci nazionali e l´area euro faciliteranno discussioni all´interno dell´Eurogruppo. Perché questo monitoraggio coordinato esercizio si svolge in autunno, vale a dire tra due semestre europeo, si integra utilmente il quadro di governance esistente aprendo la strada per la prossima primavera e rispondere alle raccomandazioni nel corso dell´anno precedente. Inoltre, nello spirito della sorveglianza integrata che ha portato alla creazione del semestre europeo, il "two-pack" garantisce la coerenza tra le procedure e le decisioni di bilancio e le altre procedure e decisioni economiche. E ´importante notare che il "two-pack" contribuirà anche a rafforzare la solidità delle procedure di bilancio nazionali che richiedono agli Stati membri interessati di stabilire il loro progetto di bilancio su previsioni macroeconomiche indipendenti e per garantire la nomina di un soggetto indipendente responsabile del controllo del rispetto delle regole di bilancio nazionali. Come il "two-pack", ha rafforzare la sorveglianza economica e finanziaria nella zona euro? Scioperi Il ´bicomponenti´ contro gli Stati membri in base ad un sistema di controllo della procedura per i disavanzi eccessivi di integrare gli obblighi del Psc, con cui coesistere. Seconda della fase del Pde, che è lo Stato membro interessato deve comunicare regolarmente alla Commissione le informazioni relative alle misure adottate per correggere il disavanzo eccessivo. La Commissione sarà meglio in grado di individuare il rischio compromettere questa correzione. Se trova che ci sia un rischio di questo tipo, la Commissione può formulare una raccomandazione direttamente allo Stato membro interessato, in modo che possa fare tutto quanto in suo potere per evitare di essere considerati in predefinito e quindi evitare sanzioni pecuniarie. Inoltre, il "two-pack" rafforzare il monitoraggio e la sorveglianza dei componenti la cui stabilità finanziaria è seriamente compromessa o rischia di esserlo. Membri L´intensità di questo controllo e il monitoraggio dipendono dalla gravità delle difficoltà finanziaria attraversata da parte dello Stato membro interessato. Particolarmente preoccupati, ma non limitato a quegli Stati membri che dispongono di un programma di assistenza finanziaria o sono in fase di uscita da un programma del genere. Membri vivendo una grave instabilità finanziaria o la ricezione di regime di assistenza finanziaria come precauzione sarà anche soggetta ad un rigoroso controllo esercitato dalla Commissione e dalla Banca centrale europea. Questo aumento di monitoraggio sarà basato sugli obblighi degli Stati membri nell´ambito del Psc, ma sarà anche di là. Visti i risultati di tale controllo, la Commissione può concludere che uno Stato membro è tenuto ad adottare misure supplementari a causa della sua situazione finanziaria potrebbe avere un impatto importante sulla stabilità finanziaria della zona euro. In tali casi, il Commissione può proporre al Consiglio dei Ministri raccomanda che lo Stato membro interessato di adottare misure correttive o di elaborare un programma di aggiustamento macroeconomico. Qual è il rapporto tra il "two-pack" e il patto fiscale? Il Trattato intergovernativo sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell´Unione economica e monetaria, comunemente chiamato il fiscal compact è un accordo tra i membri della zona euro e di altri otto Stati membri dell´Ue. Anche se non è incorporato nel diritto comunitario, contiene un impegno per l´integrazione dei contenuti nel quadro giuridico dell´Ue entro cinque anni. La "due-pack" recepisce nel diritto comunitario alcuni elementi del patto fiscale, tra cui l´obbligo per gli Stati membri nell´ambito di un Pde per sviluppare un programma di partenariato economico e l´obbligo di coordinare a monte i piani di emissione di debito degli Stati membri interessati. Qual è il rapporto tra la nuova normativa e la stabilità e di crescita, da un lato, e il semestre europeo, d´altra parte? La "due-pack" è stato progettato per adattarsi armoniosamente nel Psc e completa. Nell´ambito del semestre europeo, gli Stati membri riferiscono annualmente alla primavera il loro piano di bilancio a medio termine (denominato "programma di stabilità" per membri del l´euro e "programma di convergenza" per altri) paesi dell´area. Per i membri della zona euro, il "two-pack", aggiunge alla performance di una molla autunno equivalente che copre solo i programmi di bilancio per l´anno successivo. La Commissione deciderà in merito al rispetto di ogni bilancio nazionale proposto nell´ambito degli obblighi previsti nel Psc e le raccomandazioni specifiche per paese realizzato nel contesto del semestre europeo nella politica di bilancio, prima dell´adozione di ogni budget. Si tuttavia importante notare che il "two-pack" non autorizza la Commissione a modificare i progetti di bilancio nazionali, né impone agli Stati membri l´obbligo di seguire rigorosamente il parere della Commissione. Il valore aggiunto di questo esercizio sta nella guida diretta che viene fornito come parte del processo di bilancio, dando a tutti i giocatori nel processo di bilancio nazionale le informazioni di cui hanno bisogno per prendere le loro decisioni sul bilancio. L´obbligo di riferire sulle ulteriori misure adottate dagli Stati membri soggetti a Pde in aggiunta ai loro obblighi ai sensi delle norme del Psc, non duplicare né vi sostituti. Tuttavia, questa disposizione di ulteriori informazioni evidenzia la necessità che la Commissione di fornire una guida tempestivo per correggere le infrazioni alle raccomandazioni nell´ambito della Pde. Ha aumentato il ruolo preventivo della Ue in questo senso e di rafforzare ulteriormente i meccanismi per garantire la conformità nella zona euro (in forma di sanzioni pecuniarie graduali) introdotto dal "six-pack". Con queste nuove procedure di segnalazione, il "two-pack" rafforza il Psc integrando gli strumenti a disposizione della Commissione di formulare raccomandazioni. Per esempio, se le note della Commissione nel suo parere che un progetto di bilancio non è coerente con gli obblighi degli Stati membri nell´ambito del Psc e che non prende provvedimenti per porre rimedio a questa situazione, la comunicazione anticipata fatta dalla Commissione può in seguito motivare, con altri elementi, la decisione di presentare la membro ad una Pde se il deficit o il debito supera il limite impostato in stato di Psc. Cosa succede quando si esce da un programma di assistenza Regolazione Stato membro o per precauzione? La "due-pack" istituisce un nuovo regime di sorveglianza post-programma contro gli Stati membri che hanno completato un programma di aggiustamento o di assistenza su base precauzionale. Entrambi questi stati non hanno pagato almeno 75 % del contributo che hanno ricevuto, che continueranno ad essere soggetti a una maggiore sorveglianza di nuova introduzione. L´obiettivo è quello di garantire un ritorno sostenibile e di successo sui mercati e la sostenibilità fiscale, nel loro stesso interesse, ma anche a vantaggio della zona euro nel suo complesso. Perché introdurre una maggiore sorveglianza in aggiunta al monitoraggio normale? Questo significa che non è sufficiente? Il "six-pack", ha notevolmente migliorato il processo di monitoraggio . Tuttavia, l´esperienza ci insegna ad aspettarsi l´inaspettato. Pertanto, le procedure di sorveglianza rafforzate introdotte dal "two-pack" sarà monitorare più da vicino i paesi in difficoltà finanziarie, o rischiano di tali difficoltà. La Commissione sarà quindi dotato dei poteri necessari per garantire o ripristinare un percorso fiscale sostenibile. Perché adattare l´attuazione del Patto di stabilità e crescita, la procedura per gli squilibri macroeconomici e il semestre europeo per i paesi che beneficiano di un programma? monitoraggio non si è indebolito? Programmi di aggiustamento macroeconomico è di vasta portata e di andare ben oltre le questioni puramente di bilancio e la sorveglianza multilaterale. In particolare, lo Stato membro è tenuto ad adottare tutte le misure ritenute necessarie per migliorare la sua situazione economica e finanziaria nel breve, medio e lungo termine. La sospensione della esecuzione della procedura per gli squilibri macroeconomici o procedura di deficit eccessivo, ei controlli di sospensione e gli obblighi di comunicazione previsti dalla Psc e il semestre europeo eviterà la duplicazione per il monitoraggio e il reporting. Aumento della sorveglianza prevista nel "two-pack" è compatibile con quello previsto nelle linee guida Mes / Fesf per i paesi soggetti a un programma di assistenza finanziaria a titolo precauzionale? Sì.. Commissione ha sviluppato queste linee guida Esm / Efsf e discusso con gli Stati membri, senza perdere di vista il "two-pack", in modo che la coerenza è stata assicurata ente testi. In realtà, il "two-pack" trasposta nel quadro giuridico dell´Ue prassi consolidate nel contesto di tali strumenti intergovernativi.  
   
   
LETTERA DEL PRESIDENTE HERMAN VAN ROMPUY AI MEMBRI DEL CONSIGLIO EUROPEO SULL´OCCUPAZIONE GIOVANILE  
 
Bruxelles, 28 maggio 2013 - Al nostro prossimo Consiglio europeo, nel mese di giugno, dovremmo fare ulteriori progressi verso gli obiettivi che ci siamo prefissati per uscire dalla crisi. La nostra strategia comune è composto da quattro elementi, quattro "chiavi" per sbloccare il nostro modo di ripresa. Primo: preservare la stabilità finanziaria, dove siamo sulla strada giusta. In secondo luogo, migliorando la capacità di ripresa delle nostre economie, attraverso la solidità delle finanze pubbliche e il miglioramento della competitività. Ecco, cominciamo a vedere i primi risultati. Terzo: rafforzare la nostra unione economica e monetaria, in particolare il sindacato bancario, per il quale i mesi che ci aspettano saranno cruciali. E quarto, la lotta contro la disoccupazione e sostenere la crescita nel breve termine. Nel mese di giugno, vorrei mettere la lotta contro la disoccupazione della nostra agenda. Il numero dei disoccupati nella nostra Unione, specialmente dei giovani, è a livelli record. E ´diventato uno dei problemi più urgenti nella maggior parte, se non tutti, dei nostri Stati membri. Ecco perché dobbiamo fare del nostro meglio per affrontare insieme. Il Consiglio europeo di giugno sarà l´occasione per mobilitare gli sforzi a tutti i livelli intorno a un obiettivo comune: per avere giovani motivati ​​al lavoro o l´istruzione. Dobbiamo dare loro la garanzia che essi saranno o in formazione, perfezionamento o di lavoro entro quattro mesi dalla fine della scuola. Chiedo a tutti gli attori di radunare attorno a questo obiettivo. Gli Stati membri sono attori chiave in questo senso. Le enormi differenze nei tassi di disoccupazione giovanile all´interno della nostra Unione dimostrano che le politiche e le situazioni nazionali materia. I piani nazionali per l´occupazione, che si presentato alla Commissione europea nel quadro dei programmi nazionali di riforma illustrano anche il vostro ruolo chiave. In questi ultimi giorni, molti di voi hanno annunciato che avrebbero fatto avanti con idee per favorire l´occupazione giovanile o condividere le migliori pratiche. Apprezzo ed incoraggio queste iniziative. In base alle vostre esperienze, vi invito a contribuire attivamente, anche attraverso i suoi collaboratori, per la preparazione della nostra riunione di giugno. Inoltre, ho anche ansioso di lavorare sul follow-up del Consiglio europeo di giugno, ad esempio, in occasione della riunione organizzata dalla cancelliera Angela Merkel, il 3 luglio, a Berlino. Nei miei incontri con le parti sociali, mi accorgo che la lotta contro la disoccupazione giovanile va al cuore del loro lavoro. Chiedo loro di continuare ad impegnarsi attivamente e congiuntamente su questo tema. Spero che essi saranno in grado di essere d´accordo sui passi concreti in vista del Consiglio europeo. Sono pronto a sostenerli in questo sforzo. Dobbiamo andare avanti sulle azioni che sono già state distribuite a livello di Unione. La Commissione europea ha proposto una serie di misure nel quadro del pacchetto per l´occupazione giovanile, l´Alleanza europea per l´apprendistato sarà lanciato all´inizio di luglio. La raccomandazione di istituire una garanzia per i giovani è stato rapidamente adottato dal Consiglio. E nel Consiglio europeo, abbiamo più volte sottolineato l´importanza della lotta contro la disoccupazione giovanile, in particolare nel Compact per la crescita e l´occupazione. Abbiamo seguito con decisioni concrete: nel giugno dello scorso anno, abbiamo deciso di reindirizzare una considerevole quantità di fondi Ue, aiutando 800.000 giovani negli otto paesi più colpiti. Nel mese di febbraio, abbiamo messo da parte € 6 miliardi per l´Iniziativa Occupazione Giovanile nel prossimo sette bilancio dell´Unione anno, in particolare per sostenere programmi di garanzia per i giovani. Dobbiamo fare in modo che tutto il lavoro di preparazione è effettuata al più tardi dal nostro vertice di ottobre, in modo che questa iniziativa possa essere pienamente operativo dal 1 Gennaio 2014. Chiedo inoltre al Consiglio e al Parlamento, che entrambi attribuiscono grande importanza alla lotta contro la disoccupazione giovanile, di lavorare insieme verso quel fine. Al nostro ultimo incontro appena tre giorni fa, abbiamo illustrato ancora una volta la nostra forte determinazione a favorire la competitività dell´Europa e per stimolare la crescita e l´occupazione nella nostra Unione. Sono fiducioso che questa stessa determinazione anche guidare il nostro lavoro in occasione del Consiglio europeo di giugno, a beneficio di un´intera generazione di giovani europei.  
   
   
ELEZIONI EUROPEE: HANNO INTENZIONE DI VOTARE DUE GIOVANI SU TRE  
 
Bruxelles, 28 maggio 2013 - Secondo un sondaggio della Commissione sulla partecipazione dei giovani alla vita democratica, quasi due terzi (il 64%) dei giovani europei hanno intenzione di votare per le elezioni del Parlamento europeo, mentre circa un terzo (il 35%) dichiara che probabilmente non lo farà. I giovani sono meno propensi ad andare a votare dei loro genitori, e mostrano un´insoddisfazione sempre maggiore nei confronti dei meccanismi della politica. Vogliono però partecipare, e chiedono di poter avere più voce in capitolo. I giovani mostrano di possedere una forte identità europea e di apprezzare l´integrazione più di altre fasce di età. Androulla Vassiliou, Commissaria europea per l´istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha dichiarato: "Voglio aumentare la sensibilizzazione sulle elezioni per il Parlamento europeo e spiegare ai giovani perché votare è importante. La settimana europea della gioventù è un´ottima opportunità per rafforzare la partecipazione attiva dei giovani alla società e per promuovere i risultati ottenuti in 25 anni di sostegno alla gioventù in Europa.”. La settimana europea della gioventù (26 maggio – 2 giugno) sarà incentrata sulla cittadinanza attiva dei giovani nella società. Nei 27 paesi dell´Unione e in Croazia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera e Turchia saranno organizzati centinaia di eventi. Nel corso della settimana della gioventù si festeggeranno inoltre i 25 anni di sostegno dell´Unione europea ai giovani, grazie al quale circa 2,5 milioni di ragazzi e giovani lavoratori a prender parte agli scambi tra Stati, al Servizio volontario europeo e ad altre attività di apprendimento non formale. In Belgio, nei Paesi Bassi, in Svezia, in Italia, in Irlanda in Lussemburgo e a Malta il 75% o più dei giovani intende andare a votare, mentre a Cipro, in Grecia, in Estonia, in Repubblica ceca e in Slovenia la percentuale scende al 55%. Dal sondaggio emerge inoltre che circa un terzo (il 28%) di coloro che intendono votare è sicuro di farlo, mentre l´11% degli interpellati dichiara che di certo non lo farà. Nove su dieci di coloro che probabilmente voteranno lo faranno perché convinti dell´importanza della democrazia, dell´Europa e delle elezioni europee. Due giovani su tre fra quelli che non andranno a votare credono invece che il loro voto non cambierebbe niente. Il sondaggio, condotto nell´aprile del 2013, ha coinvolto 13 000 giovani tra i 15 e i 30 anni nei 27 Stati membri dell´Unione e 500 giovani in Croazia con l´obiettivo di studiare l´atteggiamento dei giovani nei confronti della partecipazione alla vita pubblica e alle elezioni europee del 2014. Contesto - Il 35% dei giovani europei afferma di aver preso parte nel corso dell´ultimo anno alle attività di un club sportivo, il 22% a quelle di un´organizzazione giovanile, il 15% a quelle di un´organizzazione locale e il 14% a quelle di un´associazione culturale. Il 44% dei giovani europei non è invece coinvolto in alcun tipo di attività organizzata. Chi ha preso parte ad almeno un´attività o un´organizzazione è più propenso a considerare la possibilità di candidarsi prima o poi a un´elezione politica (il 23%, contro il 14% di chi non partecipa ad alcuna attività), nonché di votare alle elezioni europee. Gli interpellati che non hanno preso parte ad alcun tipo di attività organizzata sono più spesso disinteressati alla politica e alle elezioni (il 53% contro il 41%). Secondo lo studio della Commissione sulla partecipazione dei giovani alla vita democratica realizzato dalla London School of Economics, i giovani sono sempre più insoddisfatti delle modalità di funzionamento della politica e vogliono partecipare, essere più ascoltati e coinvolti. Internet e le nuove tecnologie vengono considerati mezzi per aumentare la partecipazione. I giovani chiedono inoltre maggiori informazioni su politica ed elezioni e pensano a contesti istituzionali specifici che potrebbero aiutarli a essere più coinvolti e rappresentati. Le organizzazioni giovanili locali e di base riescono a motivare i giovani ad impegnarsi. Secondo la relazione della Commissione su cittadinanza europea e partecipazione politica fra i giovani, sono proprio i giovani, più di ogni altra fascia di età, a considerarsi cittadini dell´Unione europea. Il 69% dei giovani interpellati (rispetto al 60% delle fasce di età più avanzate) ritiene che far parte dell´Unione europea sia parte integrante della loro identità di cittadini. Solo il 30% dei giovani europei dichiara di sentirsi soltanto cittadino del proprio paese (contro il 38% circa delle fasce di età più avanzate). Lo scopo del programma "Gioventù in azione" attualmente in corso è quello di ispirare ai giovani europei un senso di cittadinanza attiva, solidarietà e tolleranza, e di coinvolgerli nella costruzione del futuro dell´Unione. Il nuovo programma di istruzione, formazione, gioventù e sport “Erasmus per tutti” continuerà a sostenere i progetti destinati ai giovani nel periodo 2014-2020. Settimana europea della gioventù - Il 31 maggio 2013 a Bruxelles sarà celebrato il 25° anniversario dei programmi Ue per i giovani. Nel corso dell´evento avrà luogo un dibattito sull´importanza della partecipazione giovanile e saranno premiati i migliori progetti del programma “Gioventù in azione”. Il 30 e 31 maggio 2013 sul piazzale del Parlamento europeo sarà allestito un padiglione dove saranno esposti i progetti. Sempre a Bruxelles, dal 27 al 29 maggio, si terrà una conferenza sul dialogo strutturato dell´Ue coi giovani e le organizzazioni giovanili, che vedrà la partecipazione dei rappresentanti dei gruppi di lavoro nazionali degli Stati membri. La conferenza verterà sulle buone pratiche nella conduzione del dialogo strutturato e trarrà le conclusioni sul suo sviluppo futuro.  
   
   
SISTEMA EUROPEO DI VIGILANZA FINANZIARIA: UN PASSO IMPORTANTE DA CONSOLIDARE  
 
Bruxelles, 28 maggio 2013 – Di seguito l’intervento del 24 maggio di Michel Barnier Membro della Commissione europea, responsabile per il Mercato interno ei servizi nel corso dell’ Audizione pubblica sulla vigilanza finanziaria nell´Unione europea: “Egregio Governatore Signora Presidente, Signori, Signore e Signori, Vorrei innanzitutto ringraziarvi per la vostra partecipazione a questa importante audizione pubblica sulla vigilanza finanziaria in Europa. Desidero inoltre ringraziare la Direzione generale Mercato interno e servizi per l´organizzazione di questo evento, in stretta collaborazione con la Direzione generale per gli affari economici e finanziari. La crisi finanziaria iniziata nel 2007, continuiamo a subire le conseguenze, ha obbedito molteplici cause: shock esterno è venuto dal mercato degli Stati Uniti per subprime , certo, ma anche una generale mancanza di trasparenza, le lacune nella regolamentazione, errore di valutazione e di cattiva gestione del rischio da parte delle istituzioni finanziarie, agenzie di rating, le varie autorità. È importante sottolineare che la crisi ha messo in evidenza la mancanza di un sistema di monitoraggio coordinato ed efficace del settore finanziario europeo, mettendo in evidenza una duplice constatazione : - Da un lato, l´incapacità di un frammentato dai confini nazionali per supervisionare efficacemente le istituzioni attive in tutto il sistema di mercato unico; - D´altra parte, la mancanza di autorità di vigilanza macroprudenziale, in grado di identificare e avvisare sui rischi per la stabilità del sistema finanziario. Dalla mia prima udienza dinanzi al Parlamento europeo nel gennaio 2010 - Sharon Bowles e Sven Giegold ricorda - mi impegno alla riforma della vigilanza finanziaria la mia priorità per l´Europa è la prima regione al mondo trarre insegnamenti dalla crisi in questo settore. In questo difficile compito, siamo stati molto aiutato dalla ottima relazione del gruppo presieduto da Jacques de Larosière Voglio accogliere calorosamente qui. Sulla base di questa relazione, abbiamo dato vita nei primi mesi del 2011 per tre autorità di vigilanza delle banche, mercati mobiliari e le compagnie di assicurazione e fondi pensione, e il Comitato europeo per il rischio sistemico (Cers) responsabile vigilanza macroprudenziale. Il sistema europeo di sorveglianza è il primo grande risultato del nostro programma di regolamentazione finanziaria - un passo che da allora è stato seguito da molti altri, come la Commissione ha proposto 28 leggi di regolamentazione, che rappresentano tutto il giorno del G20. Per ciascuno di questi testi, abbiamo voluto procedere con metodo, ad esclusione di qualsiasi improvvisazione e le nostre proposte sulla base di fatti e di esperienze. Ed clausole che prevedono per la revisione. Per quanto riguarda le tre autorità, del Cers e il sistema di controllo nel suo complesso, il lavoro di revisione è iniziato. Oltre l´audizione di oggi, lui mangerà per una consultazione pubblica, che lanciato il 26 aprile, così come una consultazione più mirata e tecnico alcune parti interessate. Sulla base di questo lavoro, la Commissione pubblicherà entro la fine di una relazione da trasmettere al Parlamento europeo e al Consiglio. Signore e Signori, Certo sarebbe prematuro per me dare un contorno per una possibile riforma del nostro sistema di sorveglianza. Questo è precisamente lo scopo di udienza di oggi. Tuttavia, mi sembra utile indicare alcune importanti domande che questo processo di revisione deve soddisfare. Vedo almeno tre. I - In primo luogo, quali sono i risultati dei primi due anni di funzionamento del sistema di monitoraggio? 1) In questo breve periodo di tempo, il nuovo sistema presenta alcuni innegabili successi. Penso al controllo sulle agenzie di rating da parte dell´Esma, che ha i mezzi efficaci necessari, anche mediante controlli investigativi e spot. Penso anche dell´esercizio di monitoraggio condotta dalla ricapitalizzazione Eba, che ha contribuito a rafforzare le banche europee del settore bancario. Infine, non dimentico il consiglio dato da Eiopa alla Commissione per la revisione della direttiva sui fondi pensionistici, e la sua valutazione sulla validità dell´assicurazione garanzia a lungo termine nel contesto di Solvency Ii / Omnibus Ii. Le tre autorità hanno anche migliorato la coerenza delle pratiche delle autorità di vigilanza nazionali, anche attraverso la loro partecipazione a collegi di vigilanza. Inoltre, le prime norme tecniche adottate per rafforzare il " codice unico "che stiamo mettendo in atto per tutto il mercato nazionale. 2) In aggiunta a queste evidenti successi, alcuni compiti erano più difficili. Penso per esempio le prove di stress condotte da Eba per il settore bancario e l´Eiopa per assicurazioni e delle pensioni. Era esercizi difficili condotte in un contesto politico e finanziario molto sensibile. E ´stato anche esercizi in cui - spesso ci dimentichiamo-europeo autorità fanno molto affidamento sulle informazioni trasmesse loro dalle autorità di vigilanza nazionali. Di fronte a questi vincoli, il bilancio sembra piuttosto positivo. Inoltre, i progressi sono stati notevoli: ogni nuovo ciclo . Sia più efficace di quello precedente Questo dimostra la capacità delle agenzie di imparare. Sono anche convinto che le misure adottate in questo momento per garantire il successo di stress test nel 2013 e nel 2014 i suoi frutti 3. Infine, non è un segreto che alcune sfide rimangono . Questo è lo scopo di questa recensione. La prima domanda potrebbe concentrarsi sulla necessità di agevolare l´adozione di decisioni vincolanti da parte delle autorità. Quali passi dovremmo prendere per garantire che i loro poteri per indagare su casi di violazione o mancata applicazione del diritto dell´Unione, ma anche i loro poteri di arbitrato tra le autorità nazionali non sono rimasti lettera morta? Allora dobbiamo chiederci se i rischi macro-economici sono presi in considerazione. Ripartizione dei compiti tra le agenzie, le responsabilità di micro-prudenziali, e il Cers è ottimale? Come garantire una forte visione europea del Cers e tre autorità e di garantire che gli interessi nazionali dominano le loro attività? Inoltre, siamo soddisfatti della governance delle autorità di vigilanza? Hanno sempre agito pienamente nell´interesse europeo, o le modifiche di cui avevano bisogno per servire a questo scopo? Infine, dobbiamo anche esaminare la questione delle autorità di finanziamento. La distribuzione attuale, che prevede finanziamenti per il 40% del bilancio dell´Ue, il 60% da parte delle autorità di vigilanza nazionali e Esma in questo senso da parte delle tasse pagate dal settore è soddisfacente? Ii - Al di là della valutazione iniziale, la questione della possibile evoluzione del ruolo delle autorità. Su questo argomento, sto ascoltando la tua opinione fantasioso e informato. Ad esempio, dovrebbe sviluppare le competenze delle autorità per la protezione dei consumatori, utilizzando per questo la normativa settoriale? Dobbiamo dare alle autorità un ruolo maggiore in alcune aree come indicatori di monitoraggio? Dovremmo dare loro poteri di controllo diretto di alcune istituzioni, come ad esempio le stanze di compensazione, o istituzioni con attività transfrontaliere, come ad esempio le grandi compagnie di assicurazione? Più in generale, dobbiamo porci la questione della struttura del sistema che abbiamo creato nel 2011, è opportuno o dovrebbe essere cambiato? Per esempio, una sede unica per le tre vigilanza sarebbe vantaggi significativi rispetto alla situazione attuale? Su un altro livello, il sistema di " twin peaks ", come è recentemente emerso nel Regno Unito e in Francia e già esiste in altri Stati membri deve essere considerato superiore? Iii - Infine, la revisione non può ignorare la questione del rapporto tra governo, sindacato bancario e del mercato unico. A questo riguardo, la consultazione e dell´udito oggi arriva al momento giusto. L´accordo politico raggiunto il 19 marzo sul meccanismo unico di vigilanza consentirà ai membri della zona euro espanse a presentare più di 6.000 banche in qualità di vigilanza, uniforme e imparziale sotto l´autorità della Banca Centrale Europea. Nel frattempo, mi auguro che si possa trovare rapidamente un accordo sulla nostra proposta di direttiva sulla risoluzione nel settore bancario, in ordine, a partire da questa estate, di iniziare a lavorare su un singolo meccanismo di risoluzione. Alla luce di questi importanti cambiamenti, a volte mi sento alcuni commentatori dicono, un po ´ingenuamente, che il sindacato bancario rimuovere la necessità per le autorità. Ciò è completamente falso! Lungi dal fare le agenzie obsolete, unione bancaria rafforzerà il loro bisogno, per almeno due ragioni. -. Da un lato, il compito di garantire la coerenza normativa tra gli Stati membri dell´Ue 28 rimangono più importante che mai Se i 17 membri della zona euro erano soli a casa i maggiori centri finanziari, non lo è! Non è un caso se abbiamo deciso di sostenere il sindacato bancario su un " codice unico ", comprese le norme recentemente adottate sul capitale e la liquidità, che sono applicabili per le 8200 banche europee, e sono la nostra migliore arma contro il rischio di una frammentazione del mercato unico. Abbiamo anche detto che il compito Eba di sviluppare un " manuale di vigilanza unico "per facilitare l´attuazione delle norme comuni. - Per contro, la missione di mediazione che caratterizza agenzie potrebbe diventare più importante che in passato, dato che il meccanismo controllo unica sarà inevitabilmente accompagnato dalla necessità di trovare un nuovo equilibrio, e talvolta possibile arbitrare conflitti. Ho aggiunto il meccanismo unico di vigilanza sarà integrato nel sistema di vigilanza finanziaria e di cooperazione così strettamente con entrambe le agenzie con il Cers. Signore e Signori, I tre temi principali che ho appena citato: una rassegna delle autorità e il Cers, eventuali cambiamenti nelle loro missioni, congiunte con il sindacato bancario che copre molte questioni. La consultazione pubblica su questo tema resterà aperta fino al 19 luglio. Vi incoraggio vivamente a partecipare, mentre vi incoraggio ad approfittare di udienza di oggi per esprimere le vostre aspettative, idee e suggerimenti sulla nostra vigilanza finanziaria. Buon lavoro e grazie.  
   
   
OSSERVAZIONI DI ŠTEFAN FüLE, COMMISSARIO PER L´ALLARGAMENTO E LA POLITICA DI VICINATO ALLA STAMPA DOPO IL CONSIGLIO DI ASSOCIAZIONE UE-TURCHIA  
 
Bruxelles, 28 maggio 2013 - ´´ Abbiamo avuto un molto buono, aperto e interattivo scambio di opinioni su tutta una serie di problemi con tutti noi consapevoli dell´importanza del 2013 per rafforzare le relazioni tra l´Ue e la Turchia. Ho accolto con favore l´attuale slancio nei negoziati di adesione. L´agenda positiva ha svolto un ruolo importante in questo, e non vedo l´ora di continuare il nostro lavoro comune sulla sua attuazione al fine di mantenere lo slancio positivo nei negoziati di adesione. Di conseguenza c´è una possibilità per l´apertura di almeno un capitolo durante la Presidenza irlandese (politica 22-regionale - sarebbe il primo capitolo aperto dopo tre anni.) Abbiamo incoraggiato la Turchia a sostenere questo slancio, adottando misure per soddisfare i parametri di apertura su altri capitoli, come ad esempio il capitolo 19 sulla politica sociale e l´occupazione. Ma vi è la responsabilità di entrambe le parti: la Turchia e gli Stati membri dell´Ue devono fare lo slancio sostenibile e in questo contesto ho ricordato le conclusioni del Cag da dicembre che dicono:´´ E ´nell´interesse di entrambe le parti che i negoziati di accelerare i tempi´. ´ Una chiave per l´aggiunta di una nuova qualità alle nostre relazioni con un impatto diretto sui cittadini è anche quello di avviare al più presto il nostro dialogo sui visti che conduce in ultima analisi, al visto di viaggio tra l´Ue e la Turchia. Ho di nuovo incoraggiato la Turchia a firmare l´accordo di riammissione senza indugio, che consentirebbe il dialogo su questo importante problema per iniziare. Ho accolto con favore le recenti riforme, in particolare l´adozione del quarto pacchetto di riforma della giustizia: una tappa importante sulla strada verso il pieno rispetto dei diritti fondamentali. Rapida attuazione del pacchetto consentirà affrontare adeguatamente le questioni ancora limitano i diritti fondamentali, in pratica, e ulteriori sforzi sono ancora necessari. Infine, ho anche sottolineato che l´attuazione del protocollo aggiuntivo sarebbe iniettare nuova vita nel processo di adesione. Diversi capitoli potrebbero essere aperti e alcuni anche chiusi in tempi relativamente brevi. In relazione a questo si potrebbe trasformare questa´´ una politica fiore´´ ministro Davutoðlu è stato ricordare nel contesto della possibilità di aprire un capitolo ben presto, in un rigoglioso giardino di diversi capitoli. ´  
   
   
COSA FA LA COMMISSIONE EUROPEA PER COMBATTERE LA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E LA CORRUZIONE NEL MERCATO UNICO  
 
 Bruxelles, 28 maggio 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Michel Barnier Membro della Commissione europea, responsabile per il Mercato interno ei servizi al aParlamento europeo - Commissione speciale: la criminalità organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro: “ Signora Vicepresidente Il signor relatore, Signore e signori, Grazie per avermi invitato a parlare oggi, prima della commissione, in un momento in cui i problemi di voi la frode e l´evasione fiscale e, più in generale, l´integrità del mercato interno, sono al centro di notizie politiche. Il mandato della Commissione è molto ampia e copre, in un modo o nell´altro, tutto il mio portafoglio. Avrò, nel tempo assegnato a me, a limitarmi alle questioni più salienti. Ma sarò alla fine del mio intervento introduttivo a vostra disposizione per affrontare altri, in base a tutte le domande. Voglio affrontare, in primo luogo: I- Lutte Contre La Fraude Et L’evasion Fiscale Questo dibattito non è nuovo . Ricordiamo il G20 di Londra nel 2009, che aveva lanciato un programma politico ambizioso per la lotta contro i paradisi fiscali e l´evasione fiscale più ampiamente . Gli eventi recenti hanno dimostrato che il fenomeno è ancora vivo in Europa, minando le finanze pubbliche e la fiducia nel nostro mercato unico . Secondo le ultime stime, l´Unione ha perso l´equivalente di 1.000 miliardi di euro di fatturato per l´anno a causa di frodi e l´evasione fiscale, che è sei volte il bilancio annuale dell´Unione! Come sapete, questo è stato al centro delle discussioni del Consiglio europeo . E ´essenziale che l´attenzione e la volontà politica sono mantenuti a livello europeo e in tutti gli Stati membri al fine di raggiungere gli obiettivi dichiarati. Accolgo con favore a tale riguardo il lavoro del Parlamento europeo in materia, in particolare le relazioni della signora e la signora Kleva Gall-pelcz adottato nella plenaria finale. So che hai un dialogo con il mio collega Algirdas Šemeta , quindi non mi indugiare più su materie di sua portafoglio. Vorrei solo richiamare la vostra attenzione su un particolare punto su cui agiamo in fretta. In linea con le conclusioni del Consiglio europeo la scorsa settimana, vedremo come possiamo implementare gli obblighi di trasparenza riguardanti le imposte pagate dalle grandi imprese e gruppi di imprese. Lo abbiamo già fatto per le banche sotto Crd4, e queste norme si applicheranno a partire dal 2014. Ora abbiamo bisogno di tutte le grandi imprese - non solo Apple, Google e Amazon che abbiamo sentito molto ultimamente - siamo obbligati a dire quanto pagano le tasse, chi e dove. Questa è la prima chiave per la responsabilità e la lotta contro l´evasione fiscale . Ma non dimenticate che la truffa va ben al di là di tassazione. Tutti i settori economici sono potenzialmente interessati . Per questo motivo la Commissione ha presentato dal 2011, in linea con il suo programma di crescita, una serie di iniziative volte a preservare l´integrità del mercato interno, combattendo contro ogni forma di criminalità , compresa finanziaria. Una delle principali iniziative per la: Ii- antiriciclaggio Secondo una stima dell´Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, ogni anno quasi 2.000 miliardi sarebbe venuto da attività criminali, tra cui 1.500 miliardi sarebbero sbiancato . Questi valori sono stati misurati da quanto il compito è enorme e l´azione più del necessario. Come la lotta contro l´evasione e la frode fiscale, sono lieto che questo problema ha attirato l´attenzione dei capi di Stato e di governo. Il Parlamento ha anche, e sono lieto preso la piena misura di questo fenomeno. Penso, in particolare, la relazione del signor Iacolino basta prendere in questa commissione, e questo coming-of Mrs. Sargentini, che si concentrerà in particolare sulla revisione della nostra proposta di revisione della direttiva sul riciclaggio di denaro adottato a febbraio . Come è stato sollevato dal Consiglio europeo la scorsa settimana, è essenziale che il lavoro su questa direttiva di piombo prima della fine di quest´anno. Gli standard internazionali sono cambiate ci sono già più di un anno e dobbiamo renderli efficaci e vincolanti nell´Unione europea il più presto possibile. Quali sono gli obiettivi specifici di questa riforma? In primo luogo, si propone di colmare le lacune del nostro sistema , ampliando la sua applicazione a nuove aree. Gioco d´azzardo e gioco d´azzardo, ad esempio, può essere una grande opportunità per i criminali di denaro. Ma il gioco on-line, che è un´attività in forte crescita in Europa (15% l´anno) e già circa 10 miliardi di euro entro l´Unione, non è coperto dalla direttiva. Proporremo porre fine a questa anomalia. In un momento in cui i bilanci europei stringono, sembra particolarmente necessario anche per sottolineare il riciclaggio dei proventi di reati fiscali , che vengono aggiunti al numero dei reati capitali chiamati ´sottostante´. Noi vogliamo di più il nostro approccio di base alla valutazione dei rischi specifici affrontati da attori nella lotta contro la criminalità finanziaria. Questi rischi possono infatti variare da un paese all´altro, da un settore ad un altro o da una società all´altra. Comprendere questi rischi e adattare le nostre politiche e procedure per prevenire ci permettono di concentrare le risorse dove sono più necessarie e di lottare più efficacemente contro la criminalità. Noi aumentiamo la trasparenza nella proprietà effettiva di una società o trust. Detenzione di informazioni accurate e aggiornate sui reali beneficiari è essenziale per evitare che i criminali si nascondono dietro schermi la loro vera identità . Su questo punto, la nostra proposta va al di là di ciò che esiste al Fatf (Financial Action Task Force), perché abbiamo bisogno di aziende di rendere disponibili a tutti gli enti disciplinati dalla direttiva e le autorità competenti informazioni sui loro beneficiari. Abbiamo intenzione potenziare la lotta alla corruzione , aumentando la nostra vigilanza nei confronti delle persone politicamente esposte, vale a dire coloro che hanno un alto ufficio pubblico affidatogli da uno Stato membro, di un paese terzo o un´organizzazione internazionale. Noi faremo chiarire l´interazione tra le esigenze di alte volte complesse della lotta contro la criminalità finanziaria ed elevate esigenze di protezione dei dati personali dei cittadini europei. Infine, si propone di migliorare il livello di sanzioni e di garantire la convergenza tra gli Stati membri, in modo che i criminali non possano beneficiare di eventuali differenze nazionali. Tutti gli aspetti delle proposte che ho citato riguardante l´approccio preventivo nella lotta contro la criminalità finanziaria . Questo approccio sarà integrato da rafforzare il nostro approccio repressivo , che lavora su mio collega Cecilia Malmström. Servizi attualmente riflesso della necessità di criminalizzare il riciclaggio di denaro e di armonizzare la definizione di includere tale auto-riciclaggio. Una proposta legislativa potrebbe emergere presto. Più in generale implementiamo per 3 anni un ambizioso programma di riforme per la regolamentazione finanziaria. Iii- Un settore finanziario più trasparente e più sicuro Ho presentato non meno di 28 proposte di legge dal 2010, in modo da nessun attore, nessun prodotto, nessun settore è immune a regolamentazione pubblica. Mentre tutte queste iniziative sono rivolte direttamente o indirettamente, al fine di garantire la stabilità e l´integrità del mercato unico, alcuni specificatamente orientati alle esigenze frodi finanziarie. La Commissione ha adottato nel luglio 2012 due proposte per estendere il campo di applicazione del regolamento e della direttiva sugli abusi di mercato. Questi testi, in particolare, creare un sistema efficace di sanzioni amministrative e penali, proporzionate e dissuasive davvero . Oltre alle sanzioni amministrative previste dai regolamenti, i reati sono armonizzate, ma gli Stati membri possono prevedere sanzioni penali nella loro legislazione nazionale. Lavori in corso a tre, e sono certo che troveremo un accordo rapidamente. Queste iniziative dimostrano la nostra vigilanza e la nostra capacità di risposta politica nei confronti delle frodi. Gli scandali di Libor ed Euribor scorsa estate abbiamo, in un primo momento, ha portato a modificare la nostra proposta di regolamento e della direttiva sugli abusi di mercato a precisare che qualsiasi manipolazione delle prove è vietato. Tutti questi abusi, essi si riferiscono Libor o riguardano i mercati di petrolio e gas naturale, sarebbe punibile se viene applicato il marzo Tuttavia, la modifica delle norme in materia di sanzioni applicabili a tali operazioni non è sufficiente a migliorare il modo in cui gli indici sono prodotti e utilizzati. Quindi intendo presentare al Collegio una proposta legislativa in estate punto di riferimento 2013 . Si terrà conto della consultazione pubblica avviata lo scorso novembre e completerà il quadro legislativo in materia di abusi di mercato. La proposta prevede lo sviluppo di norme di buon governo per assicurare una maggiore trasparenza , di gestire i conflitti di interesse e per garantire la rappresentatività dei parametri di riferimento. Essa intende anche istituire un quadro per la vigilanza dei parametri di riferimento , con sanzioni in caso di non conformità ai principi stabiliti. Farò in modo che le mie proposte siano coerenti con i principi Iosco si sta sviluppando, non escludendo che si possa andare oltre, se necessario. Signore e signori, Capirai che conduciamo con voi un approccio società di regolamentazione finanziaria. Ma la criminalità finanziaria può assumere molte forme . Uno di loro, la corruzione - che ho già indicato con le nostre revisioni alla direttiva antiriciclaggio è una piaga i cui costi in termini di denaro e la fiducia dei nostri cittadini sono incalcolabili. Credo che, come te, che la lotta contro la corruzione è una condizione essenziale per la credibilità di parola e di azione pubblica. Penso naturalmente soprattutto in materia di appalti pubblici. Iv- appalti pubblici Il governo spende circa il 19% del Pil dell´Ue per beni, servizi e lavori di ogni anno . Questo significa che le ingenti somme in gioco e di attirare i truffatori ei desideri corrotti. È per questo che ho voluto fare l´integrità degli appalti pubblici è un obiettivo fondamentale della riforma degli appalti pubblici, che ho lanciato a fine 2011. Le nostre proposte di direttive di riforma in materia di concessioni mercati direttivi pubblici e nuovo sono attualmente trilogo con il Parlamento europeo e il Consiglio. Queste proposte, una volta adottato, contribuirebbe in modo significativo a migliorare l´intero processo - dalla concorrenza di funzionamento del mercato. Nell´ambito degli "appalti pubblici", abbiamo proposto una definizione di conflitto di interessi , in modo che gli Stati membri assicurano che le amministrazioni aggiudicatrici prendono misure per la loro prevenzione, individuazione e risoluzione . Misure di procedure di esclusione sono anche previste. For obblighi esclusione esistente dell´operatore economico condannato per partecipazione a un´organizzazione criminale, corruzione, frode, terrorismo, riciclaggio di denaro, insieme con i poteri di esclusione autorità, gli operatori economici hanno cercato di influenzare il processo decisionale di aggiudicazione di un appalto, ha fornito informazioni false circa l´assenza di criteri di esclusione, o tentato di ottenere informazioni riservate destinate a conferire un vantaggio sleale. Credo anche che la nostra proposta di direttiva sulle concessioni costituiscono una vera e propria rivoluzione in Europa nella lotta contro la discriminazione degli operatori economici, premi diretti, e anche la corruzione. Mentre questo è un quadro procedurale lieve, ma instaura, per la prima volta a livello europeo i requisiti di trasparenza e di parità di trattamento di tutti gli operatori economici in sede di aggiudicazione dei contratti di concessione e un quadro armonizzato per l´azione. Il Parlamento europeo, nella riunione a tre è stato molto costruttivo nel portare importanti emendamenti per rafforzare i meccanismi per la lotta contro le frodi, la corruzione e la criminalità organizzata. Spero che questi due testi importanti prima della fine della presidenza irlandese, e intendo per esso per determinare il tuo relatori Tarabella e Mr. Juvin. V- grande Trasparenza delle nostre attività Al di là di approvvigionamento, abbiamo anche agire per portare maggiore trasparenza delle attività della nostra azienda e quindi ridurre il rischio di corruzione, soprattutto nei settori che tradizionalmente sono stati liberati da questa trasparenza . Così, la nuova direttiva contabile impone la trasparenza dei pagamenti da parte estrattiva e industria forestale (Cbcr), associandosi con le disposizioni della direttiva sulla trasparenza . Questi testi presentano per l´estrazione e la registrazione di un obbligo di trasparenza e rendicontazione annuale sui flussi finanziari , paese per paese e progetto per progetto. Questo si applica a tutte le società quotate e le grandi imprese (oltre 250 dipendenti) che si trova nella Ue - e non solo per le aziende registrate - che permette un ampio campo di applicazione. Siamo giunti a un accordo politico nel dialogo a tre il 9 aprile, grazie ai relatori l´onorevole Mccarthy e Lehne. Mi auguro che questo porterà ad una adozione formale nelle prossime settimane. Nel frattempo, la Dg Commercio ha lanciato una consultazione pubblica su "minerali dei conflitti". In questo contesto, saranno prese in considerazione la possibilità di imporre obblighi di due diligence ´per le aziende che importano minerali. Questo potrebbe avere un impatto nel futuro sulle linee guida e della trasparenza contabile. Vorrei passare infine ultime due aree di mia competenza che sappiamo essere particolarmente vulnerabili ai tentativi di frode: il campo della proprietà intellettuale e il gioco d´azzardo settore e gioco d´azzardo online. Abbiamo bisogno di avere successo: Vi- lotta contro la frode in modo più efficace in materia di proprietà intellettuale Fin dall´inizio del mio mandato ho creato una più coerente e più competitivo per permettere la proprietà intellettuale del suo ruolo come motore di crescita e di occupazione più integrata "infrastruttura". Creatori e le aziende hanno bisogno di utilizzare meglio i frutti del loro lavoro e di investimento. Ciò include: la capacità dei titolari dei diritti di proteggere efficacemente i loro beni immateriali. Nel quadro delle procedure civili a loro , abbiamo completato una vasta consultazione pubblica , che annunceremo i risultati e il follow-up nel corso dell´anno. Non è sufficiente a stabilire procedure legali: hanno ancora bisogno di essere adattati e accessibile. È per questo che ci stiamo concentrando su questi argomenti: i rimedi sono davvero efficaci e accessibili? Qual è il loro vero valore per le imprese, in particolare le piccole e medie imprese? Con una mossa di buona legislazione, penso che in termini di priorità "applicazione" deve essere quello di rafforzare l´efficacia delle attuali. Ma quando necessario, si deve anche spostare le linee. Abbiamo appena adottato una riforma ambiziosa per la tutela dei marchi in Europa. Una delle questioni più importanti che ci rivolgiamo in questo contesto è quello di merci contraffatte in transito . Non possiamo permettere che l´Europa diventi un hub per la contraffazione. È per questo che ho suggerito di colmare una lacuna nel nostro ordinamento, consentendo il sequestro di merci contraffatte, anche se è sotto il transito. Conto sulla determinazione del Parlamento europeo e del relatrice Wikstrom in materia. Abbiamo anche guardare in questo momento sulla questione della tutela effettiva dei segreti commerciali . Un prerequisito, ma spesso sottovalutato, continui investimenti in ricerca e sviluppo di molte imprese europee. Vi proporrò una iniziativa in questo settore di quest´anno. Questo è il kit di strumenti completo a disposizione delle aziende. Una delle mie priorità in corso è quello di incoraggiare la cooperazione tra gli attori interessati a combattere in modo più efficace contro la piaga della contraffazione . Un risultato sorprendente è che io sono lieto che il memorandum d´intesa sulla vendita in linea di merci contraffatte , firmato da 33 aziende e associazioni che definisce una serie di principi comuni, comprese misure per prevenire la pubblicazione delle offerte di beni contraffatti su piattaforme Internet. Il protocollo è stato prorogato per altri due anni, il che riflette il successo e l´impegno di tutti i suoi membri. Su tutte le questioni che riguardano i diritti di proprietà intellettuale, voglio dire l´approccio preferito " follow the money ". Dobbiamo colpire duramente coloro che professano di saccheggiare il lavoro degli altri. Ma per indebolire veramente professionisti profitto illecito, sarà importante per ampliare la discussione ad altri intermedi chiave nella lotta contro la contraffazione, come attori pubblicità e servizi di pagamento. Infine, non dimenticare la missione dell´Osservatorio sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, che sono stati affidati all´Ufficio per l´armonizzazione nel mercato interno (Uami) di Alicante. Abbiamo bisogno di massimizzare l´efficacia di questo strumento per capire meglio ciò che, in pratica, le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale, e di pensare a nuove soluzioni. Vii-azione Nel Settore Dei Giochi Lines e Sport Vorrei concludere ricordando il lavoro che stiamo facendo nel campo del gioco d´azzardo online e scommesse sportive sull´aspetto prevenzione della frode e riciclaggio di denaro. Molti scandali hanno evidenziato la necessità di una maggiore trasparenza e certezza del diritto su queste attività, sia per i consumatori di questo tipo di giochi ed i fornitori di questi servizi. La Commissione ha adottato il 23 ottobre un piano d´azione sul gioco d´azzardo on-line, un approccio globale che copre cinque aree prioritarie : La conformità dei quadri nazionali con il diritto comunitario, Rafforzare la cooperazione amministrativa e l´effettiva applicazione Protezione dei consumatori e dei cittadini, dei minori e dei gruppi vulnerabili, La prevenzione delle frodi e la lotta contro il riciclaggio di denaro, Proteggere l´integrità dello sport e la prevenzione delle partite truccate relative a Parigi. La commissione Imco segue queste tematiche strettamente dalla voce del suo relatore Mr. Fox, in linea con il lavoro di Mr. Creutzmann. Ho già accennato che la nostra quarta direttiva sul riciclaggio di proposta si applicherà a tutti i giochi d´azzardo e non solo casinò. Per quanto riguarda la conservazione dell´integrità dello sport, l´esperienza dimostra che il calcio-scommesse , un fenomeno spesso legato al riciclaggio di denaro si verifica principalmente nei paesi al di fuori dell´Ue con un basso grado di regolamentazione. La Commissione è attualmente impegnata attivamente nei negoziati della Convenzione del Consiglio d´Europa contro la manipolazione dei risultati sportivi e il lavoro del Comitato Olimpico Internazionale. In questo contesto, il mio collega Androulla Vassiliou ha avviato progetti pilota per promuovere la cooperazione internazionale nella lotta contro le partite truccate. Queste soluzioni devono essere valutati nella pratica. Così la Commissione ha pubblicare una relazione di valutazione nel 2014 per valutare se debbano essere adottate misure supplementari. Signore e signori, Ecco alcuni argomenti che volevo mostrarvi, ma ho potuto aggiungere alla lista. Che la nostra azione è efficace su tutti questi fronti , è essenziale che noi politicizzare le questioni, e tutti abbiamo lasciato pienamente mobilitate . L´evasione fiscale, il riciclaggio di denaro, corruzione, contraffazione, la pirateria , sono un flagello per l´integrità del mercato unico e la fiducia dei nostri cittadini. Non dubito che la vostra commissione e il Parlamento darà un contributo decisivo alla lotta contro questi crimini. Farò, mi creda, al tuo fianco in questa lotta. Grazie.”  
   
   
UE: L´ASCESA DELL´ESTREMISMO DI DESTRA IN EUROPA  
 
 Berlino, 28 maggio 2013 – Di seguito l’intervento di ieri di Cecilia Malmström Commissario Ue per gli Affari interni: “ Signor Presidente, Signore e Signori, Prima di tutto vorrei ringraziare la Friedrich Ebert Stiftung per aver organizzato questo convegno su un tema molto importante. Per tutta la mia vita politica, ho lavorato contro l´ingiustizia e la promozione dei diritti umani. Purtroppo ci sono ancora molte cose che accadono in Europa in questo momento che non possiamo essere orgogliosi. Il problema non andrà via da sola. Dobbiamo fare in modo che rimanga all´ordine del giorno. È per questo che discussioni come quella che stiamo avendo oggi sono così importanti. E sono molto contento anche di vedere la forte posizione assunta dal presidente Schulz. Vorrei iniziare il mio intervento parlandovi di un evento che ha avuto luogo nel Parlamento europeo lo scorso 27 esimo di gennaio. E ´stata una serata per ricordare le atrocità del Auschwitz . E ´stata una serata molto emozionante e vorrei ringraziare il Presidente Schultz per organizzarlo. All´inizio della sera c´era un film molto commovente in bianco e nero. Ha mostrato gli orrori commessi nel ghetto di Varsavia e anziani sopravvissuti stavano commentando ed esprimendo i loro sentimenti, il loro dolore e la loro colpa di essere l´unico sopravvissuto. Più tardi quella sera c´era un altro film, che mostra i giovani uomini che marciano in strada, molesto, picchiando e urlando di rom. Quel film era in colore . E ´stato da Ungheria oggi. Negli ultimi anni, molti paesi europei hanno tristemente ricordato la minaccia di estremismo di destra, creando preoccupazione che questo fenomeno in Europa è in aumento. Potremmo parlare degli attentati di Utoya e Oslo, la scoperta della metropolitana nazionalsocialista in Germania, e gli omicidi seriali di immigrati a Malmö in Svezia come alcuni esempi. E ´profondamente doloroso che gli esempi sono così facili da trovare. E, in particolare, la situazione in Ungheria è una vergogna per l´Europa. Vedendo le persone con uniformi marciando per le strade per spaventare rom e con un membro del parlamento suggerendo tutte le persone con un background ebraico dovrebbe essere registrato per "motivi di sicurezza" non sono isolati gli eventi. Tali azioni sono imperdonabile, ma sono parte di un modello. Un altro paese degno di nota è la Grecia. La presenza di un neo-nazista partito in Parlamento è qualcosa che non possiamo ignorare. Sono stato ad Atene due settimane fa per il follow-up su come il paese gestisce i migranti e come possono impedire il sorgere estremismo di destra. Sono rimasto inorridito da alcune delle storie che mi hanno raccontato tra cui quella di un ragazzo di 14 anni afgano che è stato terribilmente picchiato da ciò che è accusato di essere stato un gruppo di attivisti di destra. Ma il problema va anche ben oltre questi paesi. Sono molto preoccupato per l´ondata di montaggio di molestie e di violenza contro i richiedenti asilo, gli immigrati e le minoranze etniche e sessuali in molti paesi europei. Abbiamo visto lo sviluppo di islamofobia , antisemitismo e l´ideologia della supremazia bianca in gruppi di estrema destra, che sono anche anti-democratico, intollerante e favorevole alla violenza. Sappiamo quanto queste organizzazioni estreme alimentano a vicenda e cercano di creare inimicizia, sospetto e l´odio tra le comunità. L´attività di tali gruppi è, ovviamente, influenzato dal contesto del vasto mondo in cui operano dentro Di pari passo con la crisi economica, la xenofobia è peggiorata. Allo stesso tempo, la volontà dei politici di parlare con fiducia circa il ruolo degli immigrati nella società europea è diminuita. Vorrei andare oltre e dire che sono veramente preoccupato per il modo in cui i politici tradizionali danno la colpa di tutti i tipi di miserie sulla migrazione. C´è una preoccupante mancanza di leadership politica e di coraggio politico su questo tema . Sono anche preoccupato per la portata internazionale e l´impatto di destra extrem ismo evolve sempre di più oltre i confini nazionali. Abbiamo visto casi di violenza copia-cat. In Polonia un uomo è stato recentemente arrestato per la pianificazione di bombardare il palazzo del Parlamento di Varsavia. Si era presumibilmente stato ispirato dal norvegese di estrema destra Breivik terrorista. Certo, Internet è utilizzato anche come strumento per promuovere ideologie estremiste senza essere vincolati da alcun confini a tutti. Il potenziale per l´estremismo violento esiste in tutti i paesi. Essa può manifestarsi in forme diverse, sia destro o estremismo di sinistra, separatismo, religiosamente motivato o qualche altro tipo di estremismo, ma lascia sempre cicatrici sulla società. W e hanno bisogno di un nuovo approccio a questo. Abbiamo bisogno di una migliore cooperazione europea e internazionale per sviluppare una comprensione su come risolvere le sfide presentate da estremismo. Scambio transfrontaliero a livello europeo incoraggia l´innovazione, e ci permetterà di agire più velocemente. Questo deve essere al centro della attenzione dell´Ue. Così ora la domanda è che cosa l´Unione europea può fare? Direi molto, ma oggi vorrei delineare due questioni in cui l´Unione europea può fare la differenza particolare. In primo luogo , abbiamo bisogno di una forte leadership politica a condannare gli atti di violenza estrema e discorsi. Abbiamo bisogno di confutare le affermazioni fatte dagli estremisti e rispondere attivamente ad essi. Il processo a Monaco di Baviera è un esempio che ci dà l´occasione per ribadire i nostri valori: libertà di parola, libertà di culto, la democrazia, lo Stato di diritto e la parità di diritti senza distinzione di razza, religione o sesso. S etting il senso di questo dibattito, anche noi dobbiamo fare il collegamento a un dialogo più positivo sulla migrazione. Qualsiasi società che dà modo di populismo e anti-immigrazione sentimenti ignora la realtà che abbiamo bisogno dei migranti. Arricchiscono le nostre società, e hanno sempre fatto. Se ci si dimentica che, se ci appelliamo al populismo piuttosto che impegnarsi con i problemi reali quando si discute di migrazione e integrazione, rischiamo di fading in una retorica molto pericolosa. In secondo luogo, l´intervento precoce e la prevenzione sono le uniche soluzioni a lungo termine pratiche per l´estremismo violento. E ´fondamentale per responsabilizzare la società civile ad intervenire a livello di base. Dobbiamo sostenere le iniziative, che aumentano la capacità della società civile per affrontare il problema. Sto parlando dei professionisti e volontari che lavorano "sul campo". Essi sono nella posizione migliore per connettersi con persone vulnerabili di essere trascinati in estremista comportamento e la violenza politica. La Commissione ha lanciato quasi 1,5 anni fa l´Unione europea radicalizzazione Awareness Network - Ran - nel 2011. Il suo scopo è quello di sostenere gli Stati membri nella ricerca di modi migliori per contrastare l´estremismo violento. Questa iniziativa facilita la condivisione di lezioni apprese tra le organizzazioni e professionisti di tutta Europa, come ad esempio operatori di comunità, associazioni giovanili, assistenti sociali, vittime, insegnanti e funzionari di polizia di comunità. Tra gli oltre 500 esperti di tutta Europa, sono orgoglioso di dire che abbiamo diversi esperti tedeschi della rete. Uno di loro, Harald Weilnböck, parlerà più tardi oggi, e ho anche avuto la possibilità di questa mattina per visitare un altro dei membri della rete, la filiale tedesca di Exit, che aiuta le persone lasciano dei gruppi estremi. La rete Ran riunito a gennaio per una conferenza di alto livello a Bruxelles, dove gli esperti di livello locale sono incontrati con la giustizia e degli affari interni in vari paesi dell´Ue. Nella corsa verso la riunione di diversi gruppi di lavoro hanno presentato le raccomandazioni per i ministri da considerare. Una proposta politica è quella di creare programmi in tutti i paesi dell´Ue per aiutare le persone lasciano violenti gruppi estremisti politici. Un altro è quello di formare la polizia locale in tutta Europa su come individuare i primi segni di violenti comportamento tra i sospettati. Istituzioni di corso hanno un ruolo importante da svolgere nel mettere in discussione l´estremismo violento. Le scuole devono essere incoraggiate ad impegnarsi con gli attori locali, di fare uso dei loro materiali e di sfidare l´estremismo in classe. L´uso sempre più sofisticato di Internet e dei social media come strumento di propaganda per la violenza e l´estremismo aggiunge un´altra sfida. A seguito di indagini di polizia, un certo numero di giusti estremista forum su internet che iniziano la violenza e gli attacchi, sono stati vietati o spegnere, tra cui alcuni dei più importanti di lingua tedesca giuste forum estremisti dell´ala. W e hanno bisogno di sviluppare una risposta efficace ai messaggi violenti, sostenendo la creazione di siti di contro-narrativi per garantire una maggiore sfida a ideologie estremiste. Uno dei gruppi di lavoro Ran riguarda specificamente l´uso di Internet e dei social media. L´obiettivo è quello di sviluppare partnership in prima linea con il settore pubblico, privato e del volontariato per raccogliere, creare e diffondere le contromisure e le alternative-narrazioni. Il focus è su come Internet ei social media possono essere utilizzati per migliorare la portata e l´impatto di tali narrazioni, incorporando gli sforzi per promuovere un comportamento più critico in linea tra i giovani. Ciò include l´utilizzo delle testimonianze delle vittime e degli ex estremisti. Ran è venuto un senso lungo nel suo lavoro, individuando un numero sempre maggiore di buone pratiche e lezioni apprese. I due paesi devono essere condivise ampiamente. Alcuni paesi sono abbastanza avanzano, mentre altri sono un po ´dietro. La nostra intenzione è che queste esperienze ti aiuteranno nella progettazione di nuove raccomandazioni politiche a tutti i livelli: locale, nazionale ed europeo. E ´mia intenzione di adottare un estremismo violento contatore europeo programma entro la fine dell´anno. Ciò comprenderà un mix di hands-on di proposte per tutti i livelli e le raccomandazioni politiche per essere immessa nella revisione della strategia di radicalizzazione Ue. Questo aiuterà gli Stati membri e le istituzioni dell´Ue per meglio contrastare l´estremismo violento. Ma non è sufficiente. E qui torno al mio primo punto su ciò che l´Unione europea può e deve fare: sostenere una forte leadership politica. Abbiamo bisogno dedicato discussione s al più alto livello - cioè i capi di Stato e di governo al Consiglio europeo - che porta ad un impegno comune su come fermare le crescenti tendenze di xenofobia e l´estremismo violento in Europa. Consiglio vivamente che una tale discussione dovrebbe avvenire il più presto possibile e comunque entro un anno. Il momento di agire è adesso - non domani, o quando la crisi economica è finita. L´unione europea si fonda su valori condivisi e dei diritti fondamentali. Facciamo in modo che rimanga così. Grazie”  
   
   
UE: AMBIENTE O ECONOMY: POSSIAMO AVERE ENTRAMBI?  
 
Hay-on-wye, Regno Unito, 28 maggio 2013 – L’intervento di ieri di Janez Potočnik Commissario europeo per l´Ambiente al dibattito pubblico al Festival di Hay: “ Sento troppo spesso in questi giorni che in questi tempi di crisi economica non possiamo permetterci di avere un elevato livello di protezione dell´ambiente. Peggio ancora, sento dire che molti dei nostri problemi economici sono causati da leggi ambientali e che se solo il cosiddetto ´Nastro Verde´ è stato rimosso nostre economie potessero recuperare e creare i posti di lavoro e di crescita che noi tutti desideriamo. Francamente, questa è una sciocchezza, e vi spiegherò perché. Per cominciare, facciamo solo guardare a questo problema ´Crescita´: La crescita economica in Europa è in calo costante da decenni. Secondo i dati Ocse, la crescita è stata del 5,4% negli anni sessanta, 3,8% negli anni settanta, il 3,1% negli anni Ottanta, 2,3% negli anni novanta e il 1,4% nel primo decennio di questo secolo. C´è qualcuno che seriamente immaginare che questo è giù per le norme ambientali eccessivi? La tendenza è chiara: la crescita europea sarà bassa nei prossimi anni. Infatti, se ci deve essere la crescita, esso dovrà essere Crescita Verde. Mi spingerei a dire che se non trasformiamo le nostre economie in uso efficiente delle risorse, economie a basse emissioni nei prossimi anni, allora ci troveremo in guai molto più profondo di quello economico ci troviamo adesso. Le ragioni di questa menzogna in mega trend globali: Il nostro pianeta popolazione dovrebbe salire a oltre 9 miliardi entro la metà di questo secolo. Condivideremo il nostro pianeta con ulteriori 3 miliardi di consumatori della classe media dal 2030. In soli 30 anni - una generazione - 2 miliardi di persone più condivideranno il pianeta, che è più che la quantità totale della popolazione del pianeta, all´inizio del 20 ° secolo. Naturalmente, questo è grande per coloro 3 miliardi il cui tenore di vita aumenterà, e per le imprese che prosperano nella fornitura di tali richieste, ma questo metterà notevole tensione molte risorse . Avremo bisogno di tre volte più risorse -140.000 milioni di tonnellate all´anno, entro il 2050. La domanda di cibo, mangimi e fibre si prevede un aumento del 70%. Già oggi il 60% dei principali ecosistemi del mondo in cui tali risorse dipendono sono degradati o sono utilizzati in maniera insostenibile. (Pesce, acqua ... Biodiversità, cambiamento climatico). Senza importanti guadagni di efficienza, per il 2030 avremo bisogno del 40% più acqua che possiamo accedere. Avremmo bisogno di circa tre volte più risorse per il 2050. Guardando al futuro, il "business as usual" scenario semplicemente non funzionerà. Transizione dalla nostra intensità di risorse modello di crescita economica a un modello di crescita efficiente delle risorse, ad una economia circolare, non è solo assolutamente necessario, in realtà è inevitabile per tutte le nostre economie. Per la prima volta, noi esseri umani, stanno influenzando l´equilibrio del nostro pianeta. Per gli ultimi due secoli ci siamo basati su un modello di sviluppo economico basato sulle risorse a buon mercato e abbondanti. Questo ´grande accelerazione´ stato un risultato fantastico delle generazioni di esseri umani che hanno imparato tanti ostacoli per portare tale inimmaginabile salute e prosperità. Ma non possiamo continuare a crescere in modo intensivo di risorse che abbiamo fatto in passato, non certo su scala globale. Oggi il 20% più ricco del mondo consuma circa 60 volte di più del 20% più povero. Provate a immaginare lo stress sulle risorse del mondo se il resto del mondo fosse per vivere allo stesso modo come noi. Può sembrare ipocrita per i paesi ricchi a dire "crescere come noi diciamo, non come abbiamo fatto noi", e, naturalmente, quei 3 miliardi di nuovi consumatori della classe media hanno altrettanto diritto a una decente qualità della vita come noi. Ma è semplicemente un dato di fatto che la risorsa modello di crescita intensiva del secolo precedente non può essere estesa alla popolazione globale di oggi. Nazioni industrializzate devono cambiare la loro produzione e di consumo del secolo scorso, ed i paesi in via di sviluppo non devono cercare di imitare quei modelli, ma piuttosto prendere una strada diversa da standard di vita più elevati. La posta in gioco è alta e la nostra responsabilità di gestire il nostro futuro è aumentato enormemente. Il nostro futuro , tenendo in considerazione la crescita della popolazione umana e crescente tasso di consumo pro-capite sarà molto sagomato da quanto bene riusciamo limitate risorse esistenti . Acqua, terra, energia, gli oceani, le materie prime, la biodiversità, gli ecosistemi e la complessità delle loro interazioni sarà decisivo per il nostro futuro. In passato siamo stati mai così seriamente costretti, almeno a livello globale, per far fronte a queste domande. Europa Per noi in Europa, oltre a questa incombente crisi risorsa globale che stiamo attualmente invischiati nella crisi più grave finanziaria, economica e anche politica per molti decenni. Stiamo lottando per trovare la via d´uscita, per stabilizzare e riformare le nostre economie e di trovare modi efficaci per iniettare nuova crescita e creare nuovi posti di lavoro. Non esiste una bacchetta d´argento - se non ci fosse, sarebbe già stato licenziato. La nostra eventuale uscita dalla crisi è indissolubilmente legata all´ambiente. Perché? In primo luogo: usiamo un sacco di risorse . L´economia europea si basa su decenni di risorsa di crescita intensiva. Usiamo 16 tonnellate di materie prime per persona all´anno. Peggio, gettiamo via 6 tonnellate di che, e la metà di tali rifiuti è sepolto nel terreno come discarica: 3 tonnellate per persona ogni anno; In secondo luogo : le risorse e dell´energia (World Energy Outlook: International Energy Agency) sono sempre più costosi . Dopo un secolo di declino dei prezzi delle risorse, in termini reali, la pressione sulla fornitura di risorse hanno portato ad un costante aumento dei prezzi a partire dal 2000. In media, i prezzi reali per le risorse sono aumentate di oltre il 300% tra il 1998 e il 2011. Allo stesso tempo, risorsa volatilità dei prezzi è aumentato . In Europa, il 87% delle imprese dell´Ue si aspettano prezzi delle risorse che continuerà a crescere nei prossimi 5 anni. In terzo luogo : già oggi le risorse sono il fattore dominante nella struttura dei costi. Ad esempio, nel settore tedesco il 43% del totale dei costi può essere attribuito a l´uso delle risorse e solo il 18% per il costo del lavoro. Noi siamo ancora molto concentrati sul lavoro e la produttività del capitale, perché sono i driver tradizionali di crescita. Ma in realtà più della metà della crescita proviene da innovazione e cambiamento tecnologico. E in quarto luogo : w e importazione maggior parte delle nostre risorse materiali . Oltre la metà dei materiali che usiamo sono importati. Importiamo sei volte di più di quello che esportiamo. Abbiamo più alte importazioni nette al mondo di risorse per persona. E la nostra dipendenza dalle importazioni è in aumento. Otteniamo il 48% del nostro minerale di rame provenienti dall´estero, il 64% di zinco e bauxite e il 78% di nichel. Importiamo tutti i nostri cobalto, platino, titanio e vanadio, oltre a metalli delle terre rare. Finora, mi rendo conto che devo suonare come uno dei Quattro Cavalieri dell´Apocalisse portando notizie di Doom. Possiamo effettivamente fare nulla di tutto questo? Beh, per parafrasare un politico che è più famoso di me ´Yes we can´. Ma in primo luogo, molte persone dovranno fermarsi sostenendo che l´economia è più importante per l´ambiente e svegliarsi alla realtà che i due devono andare di pari passo. Cosa si può fare? Che cosa si deve fare? Per parafrasare quel politico ancora - abbiamo bisogno di cambiare . Abbiamo bisogno di ripensare il modo di produrre e consumare. Il processo di ripresa economica non può essere solo di stimolare la crescita, deve essere di costruire la base per una diversa qualità della crescita. Dobbiamo trasformare questa creatività umana e l´innovazione che così risorse sfruttate con successo per fornire a noi con la salute e la prosperità, per stendere quei benefici per miliardi di persone, in modi che sfruttano le risorse di meno. Abbiamo bisogno di passare da un modello economico lineare, dove si estrae, produce, usa e getta, per un modello di economia circolare. La trasformazione della nostra economia richiederà ulteriori interventi in una vasta gamma di settori politici: da energia, i trasporti, l´edilizia e l´agricoltura ecologica per combattere i cambiamenti climatici, la conservazione biodiversità e servizi ecosistemici, l´eliminazione dei sussidi dannosi per l´ambiente, spostare le tasse dal lavoro all´inquinamento e risorsa utilizzare, e incoraggiare l´industria ad avere una visione più a lungo termine e di investire in tecnologie in grado di ridurre l´impatto sulle risorse. E abbiamo fatto alcuni piccoli passi lungo la strada già: L´ eco-industria europea da sola ha creato 1,2 milioni di nuovi posti di lavoro dal 2000, impiega oggi circa 3,4 milioni di persone. E questa è solo una piccola parte della storia. E ´la più verde di tutta l´economia che produrrà la maggior parte dei nuovi posti di lavoro. Si sta già facendo. Elementi di prova a un numero crescente di posti di lavoro verdi, mentre ci muoviamo verso un´economia efficiente delle risorse. La stima più recente è di circa 20 milioni di posti di lavoro o il 5 per cento della forza lavoro. Inoltre, con il mercato globale per le tecnologie pulite dovrebbe raddoppiare entro il 2020 , siamo in grado di costruire sui nostri punti di forza attuali. L´ue è tra i leader mondiali in settori quali l´efficienza energetica e la gestione dell´acqua e dei rifiuti. Oggi forniamo un terzo del mercato mondiale delle tecnologie pulite e, se siamo in grado di mantenere quella quota, in un settore in rapida crescita, che significherà inevitabilmente nuovi posti di lavoro, nuovi mercati e nuove prestazioni di lanciare innovative tecnologie o modelli di business. E ´per le autorità pubbliche di mostrare leadership e dare i giusti segnali. Poiché la situazione è oggi, le forze di mercato sono troppo lento e imperfetto, il mondo finanziario, commerciale ed economica ha una visione troppo a breve termine, e politici tendono a lavorare troppo strettamente soltanto intorno cicli elettorali. Viviamo in un´economia di mercato e il ruolo del mercato sarà anche in futuro rimarrà centrale. E ´il mezzo migliore che abbiamo, ma solo un libero mercato non è sufficiente per portare la necessaria transizione circa. Il mercato non può garantire l´efficienza nella allocazione e utilizzo delle risorse , se i prezzi non riflettono i veri costi delle risorse, se premi a capitale sono sproporzionate rispetto ad altri fattori di produzione, se i manager con contratti annuali sono indotti a prendere decisioni di investimento a breve termine, se gli amministratori ´ decisioni delle imprese sono troppo influenzati da bonus in base a breve termine prezzo delle azioni. Abbiamo bisogno di industria e gli investitori a bordo . Invece di combattere il potere del capitale, o cercando di legiferare via i suoi lati negativi ambientali, abbiamo bisogno di sfruttare le forze di mercato per trasformare le economie in una traccia che sia sostenibile economico, finanziario, sociale e ambientale. Abbiamo bisogno di economia verde. Ma l´industria e gli investitori devono anche prendere le preoccupazioni ambientali a bordo . Piuttosto che cercare di convincere tutti come danneggiare regolamentazione ambientale sia per la loro competitività, devono invece utilizzare quel denaro ed energia per le soluzioni innovative necessarie. Sì, dobbiamo affrontare i fallimenti del mercato, ma dobbiamo anche affrontare gravi problemi di governance. E ´imperativo che noi rivolgiamo la logica di breve termine prevalente che è integrato in tutti i nostri sistemi, sia esso politico o economico. Conosci qualche uomo politico che è stato rieletto perché lei o lui stava difendendo gli interessi a lungo termine su quelli a breve termine? O un manager che è stato premiato perché i profitti della sua azienda erano più bassi che anno, ma più sostenibile nel lungo termine? Non siamo in grado di gestire il mondo del 21 ° secolo, senza prendere in considerazione il quadro più lungo termine e le conseguenze. Pianificare il passaggio a un´economia sostenibile è l´unica strada percorribile sostenibile . E non è per il domani - è in realtà di oggi. E ´l´unico modo per evitare di andare da una finanziaria ad un "credit crunch ambientale". Questo non è solo un programma di ´crescita verde´, è un programma di crescita che sembra essere verde. Se l´Europa vuole mantenere una base industriale, si deve iniziare a innovare, investire e specializzarsi nelle attività in cui si avrà un vantaggio comparato nel contesto globale della competizione per le risorse. Per dirla semplicemente: In realtà non si tratta di "crescita verde", si tratta solo di crescita. Punto.”  
   
   
UMBRIA, INCONTRO PALAZZO CHIGI: PRESIDENTE MARINI, ”DA GOVERNO RASSICURAZIONI SU RIPRESA COMMISSIONE FINANZA PUBBLICA”  
 
Perugia, 28 maggio 2013 - Relativamente all´incontro avvenuto ieri a Roma con il presidente del Consiglio, Enrico Letta, nel corso del è stato anche affrontato il tema della revisione della fiscalità delle Regioni la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha riferito che "Letta ci ha rassicurato, fra l´altro, relativamente alla riattivazione ed al rilancio dell´Alta Commissione sulla Finanza pubblica, strumento indispensabile per proseguire il percorso del Federalismo fiscale". "Ed è in quella sede che troveranno spazio - ha detto la Presidente Marini, commentando la presa di posizione del Presidente Cota - e, mi auguro, composizione le diverse posizioni in campo. Pensare di partire oggi da posizioni precostituite può rappresentare un freno proprio al cammino del Federalismo fiscale". "Nella discussione nell´Alta Commissione sulla Finanza pubblica - ha precisato la presidente - ci sarà invece la possibilità di approfondire i temi legati alle diverse voci della spesa pubblica per individuare poi le migliori soluzioni per il prosieguo del Federalismo fiscale".  
   
   
MOLISE, LE REGIONI INCONTRANO LETTA: SANITÀ, FEDERALISMO E WELFARE  
 
Campobasso, 28 maggio 2013 - «Principio fondamentale, da cui ripartire per una politica di collaborazione, è la ricostituzione di un dialogo continuo e costante su tutti i temi più importanti e urgenti per le Regioni. Dal Governo aspettiamo adesso indicazioni e segnali di concretezza». Così il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, ha commentato l´incontro di ieri mattina tra i governatori e il presidente del Consiglio Enrico Letta. Sul tavolo di Palazzo Chigi sanità, federalismo e finanza pubblica, crescita, welfare e riforme istituzionali. «Abbiamo chiesto al governo - ha spiegato Frattura uscendo dalla riunione con il premier -, di avviare un sistema di relazioni che tenga insieme le istituzioni. Crediamo fondamentale, in materia di sanità, federalismo e risorse, un confronto vero improntato alla lealtà. Importante per noi è stringere un nuovo Patto per la salute concordato e aperto alle istanze del territorio». Per Frattura non si torna indietro sulla possibilità di decidere dal basso. «Non possiamo immaginare adesso un ritorno alla centralizzazione delle competenze. Come Regioni siamo pronti a ragionare nella nostra programmazione sulle priorità da condividere con il sistema centrale, ma dal sistema centrale ci aspettiamo un´apertura vera alle nostre istanze, la costruzione di una cooperazione concreta dei tre livelli di governance soprattutto in vista della programmazione dei fondi europei 2014-2020. Per la crescita dovremo rivedere i vincoli del patto di stabilità, rifinanziare gli ammortizzatori sociali, prevedere un fondo unico per il welfare e cancellare quello unico regionale per il trasporto pubblico locale per applicare l´accordo Governo-regioni del dicembre 2011. Sul ticket in sanità abbiamo chiesto non solo l´eliminazione, ma anche la copertura delle risorse che verrebbero meno», ha concluso il presidente Frattura.  
   
   
MARCHE: INCONTRO GOVERNATORI-LETTA, SPACCA: "CONFRONTO DENTRO I DIFFICILI PROBLEMI DELL´ITALIA".  
 
 Ancona, 28 maggio 2013 - “Un incontro molto intenso, concreto e pieno di responsabilità. Al centro sono stati posti i temi prioritari dell’agenda delle Regioni: riforma costituzionale, federalismo, sanità, crescita, fiscalità, con in particolare l’eventuale istituzione del Senato delle Regioni e delle autonomie”. Così il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, al termine del confronto tra i governatori delle Regioni italiane e il presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta. L’incontro era stato richiesto dalle Regioni per fare il punto sulle tematiche più urgenti per gli Enti locali. “Il presidente Letta – ha spiegato Spacca – si è dimostrato particolarmente sensibile al tema della responsabilità e della collaborazione istituzionale in un momento molto difficile per la vita del Paese. Tra le nostre richieste più urgenti, la necessità di porre le basi per un nuovo rapporto di leale collaborazione tra Regioni e Governo centrale, di riprendere rapidamente il tema del federalismo e quelle relative alla sanità”. Su quest’ultimo punto, fondamentale, è stato detto, ricostituire per l’anno 2013 almeno il finanziamento dell’anno 2012, eliminando quindi il taglio di un miliardo complessivo in valore assoluto che si registra tra le due annualità. Taglio che per le Marche significherà 188 milioni di euro in meno per il sistema sanitario nel 2013 e 500 nel prossimo biennio. “Le Marche – sottolinea Spacca – sono tra le regioni italiane con il bilancio della sanità in ordine e questo ci pone, almeno oggi, al riparo dal commissariamento. Ma i tagli durissimi che colpiscono il sistema sanitario regionale quest’anno e poi nel prossimo biennio, mettono seriamente a rischio il mantenimento di questo profilo virtuoso. La Regione ha varato una riforma che rafforza il ruolo centrale dei servizi ai cittadini, grazie ad un rigoroso efficientamento e ad una razionalizzazione dell’offerta. Anche questo, però, rischia di non essere sufficiente ad affrontare la mannaia dei tagli. Da qui la richiesta al Governo di ripensare il quadro dei trasferimenti in sanità, per consentire alle Regioni di continuare a garantire lo standard dei servizi a tutela della comunità”. Accanto alla sanità, la crescita. “Il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga, la rivisitazione del patto di stabilità, maggiori garanzie sulla programmazione dei fondi Fas, sono le nostre priorità – ha detto Spacca – Un capitolo di fondamentale importanza per le Regioni è inoltre quello del trasporto pubblico locale, che rappresenta un servizio di enorme rilievo per la comunità, soprattutto in una fase economica difficilissima come quella attuale. A causa della situazione economico finanziaria attraversata dal Paese, il settore del trasporto pubblico locale ha visto significative contrazioni dei fondi, con conseguente necessità di riorganizzazione del settore sia da parte degli Enti pubblici che da parte dei gestori dei servizi”. Anche il tema della fiscalità, con particolare attenzione a quella sulle imprese, è stato al centro del confronto con il presidente Letta. “L’impresa – ha sottolineato Spacca – è l’unico soggetto in grado di creare reddito, occupazione e lavoro. Senza una revisione del sistema di tassazione indiretta per le imprese, oltre che per le famiglie, si rischia l’emergenza sociale e una difficile, difficilissima, risalita per la nostra economia”. Infine, le riforme istituzionali, con la richiesta delle Regioni di un’attiva partecipazione al percorso. “Lo spirito dell’incontro – ha concluso Spacca – fa ben sperare sul recupero immediato e proficuo del dialogo Regioni-governo. Questo è stato anche l’impegno del Presidente Letta, che ha auspicato un confronto strutturato e proficuo. Da parte nostra, piena e completa disponibilità alla responsabilità e alla collaborazione".  
   
   
SARDEGNA, CAPPELLACCI, GOVERNO INTERROMPA SLEALE MANCANZA COLLABORAZIONE DELLO STATO ULTIMI ANNI  
 
Cagliari, 28 maggio 2013 - Occorre ripristinare la leale collaborazione istituzionale e affrontare le questioni specifiche di ciascuna Regione. E´ l´appello del presidente Ugo Cappellacci, intervenuto a Palazzo Chigi all´incontro delle Regioni con il presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta. "In particolare - ha spiegato Cappellacci - per quanto riguarda la nostra isola vi sono questioni molto urgenti, come la vertenza entrate: mentre la Regione si é accollata le spese sanitarie, rispettando i patti stretti nella precedente Legislatura, lo Stato ancora deve fare la propria parte e versare alla Sardegna, per intero e non solo in parte, le somme dovute. Negli ultimi anni sul punto - ha sottolineato il presidente - abbiamo assistito a delle prese in giro e una sleale mancanza di collaborazione. A questo - ha proseguito - si aggiunge la necessità di sciogliere il nodo del patto di stabilità, il cui mancato adeguamento rischia di vanificare ogni risultato perché impedisce all´amministrazione di poter utilizzare le somme a disposizione per le azioni destinate alle famiglie, alle imprese e ai territori". "Prendiamo atto - ha concluso Cappellacci - di un´apertura dell´Esecutivo nazionale nei confronti delle Regioni, che chiedono si essere partecipi e protagoniste delle politiche per la ripresa, per le riforme e per ridare centralità all´Italia in Europa. Allo stesso tempo però auspichiamo di poter entrare quanto prima nella fase operativa affinché la questione sarda possa finalmente avere lo spazio che merita, con scadenze certe, nell´agenda politica nazionale".  
   
   
BASILICATA, DE FILIPPO: COFINANZIAMENTO FAS FUORI DA PATTO DI STABILITÀ  
 
Potenza, 28 maggio 2013 - "Per rilanciare il Mezzogiorno servono politiche condivise e una reale capacità di azione. Per questo come Regioni abbiamo chiesto al Governo sia di dar vita ad un processo partecipativo nella programmazione dei Fas 2014-2020 che ci dia la possibilità di partecipare con la nostra esperienza e la capacità programmatoria che esprimiamo sul territorio, sia di escludere le quote di cofinanziamento dal patto di stabilità". Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, al termine dell´incontro che le Regioni hanno avuto con il Presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il Governo a Palazzo Chigi. "Il problema del Patto di Stabilità - ha spiegato De Filippo - purtroppo continua a centrare come questione principale, perché fino a quando le amministrazioni saranno poste di fronte alla scelta se garantire la quotidianità o investire nelle prospettive è facile che facciano prevalere la prima istanza. Per questo - ha concluso - abbiamo chiesto che gli interventi finalizzati a colmare i ritardi di sviluppo vadano fuori da queste logiche con l´esclusione delle quote di cofinanziamento dal computo".  
   
   
PATTO STABILITÀ E FAS. VENDOLA INCONTRA LETTA: "ASPETTIAMO RISPOSTE CONCRETE"  
 
Bari, 28 maggio 2013 - “Oggi i vincoli del Patto di stabilità congelano risorse straordinarie che possono trasformarsi rapidamente in cantieri e in posti di lavoro. I vincoli del Patto di stabilità sono davvero un insulto nei confronti del dolore del paese e di una questione sociale acutissima”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrando i giornalisti al termine dell’incontro che si è svolto ieri mattina a Roma con il Presidente del Consiglio Enrico Letta, nell’ambito del confronto con la Conferenza delle regioni. “Abbiamo proposto anche interventi di alleggerimento e di dettaglio per chi usa una norma di legge che consente lo sforamento controllato del Patto di stabilità – ha continuato Vendola - cioè per chi vuole spendere e che, per questo, andrebbe premiato”. Per Vendola quindi, “occorrerebbe evitare il sadismo istituzionale di concepire l’applicazione delle sanzioni, come invece oggi accade”. “Nel corso dell’incontro, abbiamo posto a Letta anche un altro tema sconosciuto” ha aggiunto Vendola, spiegando che nella riunione del Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica) dell’8 marzo del 2013, a Camere sciolte, è stato deciso di sottoporre le risorse Fas, entro il 31 dicembre di quest’anno, a impegni giuridicamente vincolanti, altrimenti si sarebbero considerate risorse perdute. “In sei mesi - ha detto Vendola – queste risorse per miliardi di euro non possono essere trasformate in progetti esecutivi e in bandi di gara, per come sono le leggi italiane e per come funzionano i nostri regolamenti. E’ come se in qualcuno, in quella riunione, avesse deciso di sottrarre alle regioni decine di miliardi, dando la colpa alle regioni di non aver saputo spendere”. “Abbiamo dunque chiesto a Letta di evitarci il danno e la beffa, laddove il danno è continuare a mantenere congelati, anche dentro questo acronimo Fas, altre decine e decine di miliardi di euro. In fondo la crisi chiede a noi una cosa semplice, avviare le operazioni che consentono lo sblocco dei cantieri, far partire le opere e dare lavoro”. La posizione del Presidente Vendola sui Fas è stata condivisa da tutti i presidenti di regione intervenuti all´incontro. “Noi abbiamo una grande disponibilità all’ascolto – ha concluso Vendola - una grande attenzione nei confronti dei passi concreti che muoverà il nuovo Governo. Del resto, oggi è stato il primo incontro tra sistema regionale e governo Letta. Contano certamente anche il tono e il clima, ma per noi, testimoni dell’agonia dei territori, contano innanzi tutto le risposte concrete”.  
   
   
LA VICEPRESIDENTE DELLA CALABRIA HA PARTECIPATO ALL’INCONTRO TRA LE REGIONI E IL PREMIER ENRICO LETTA  
 
Roma, 28 maggio 2013 - La Vicepresidente della Regione Antonella Stasi ha partecipato al primo incontro interlocutorio tra la Conferenza delle Regioni e il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta. La riunione è stata convocata per aprire una nuova stagione di rapporti e partecipazione delle Regioni con il Governo nazionale. Tra i tanti temi affrontati la maggiore priorità è stata data alla sanità, ai nuovi tagli che si prospettano per il 2013 ed al rischio di introduzione di ulteriori ticket per il 2014 a causa del taglio previsto di circa 2 miliardi di euro. Ma anche i temi della crescita, legati alle politiche attive per il lavoro e ai fondi europei. “Abbiamo sottolineato l´urgenza di un rilancio del Mezzogiorno attraverso delle misure economiche dedicate – ha dichiarato la Vicepresidente della Regione Stasi - la necessità di utilizzare i fondi europei al di fuori della morsa stringente del ‘patto di stabilità’ e una nuova politica sui fondi al trasporto pubblico locale. Si tratta di argomenti molto importati per la nostra regione. Ci è stato assicurato e promesso un impegno a collaborare insieme. Le regioni del Sud come la Calabria – ha aggiunto la Vicepresidente Stasi - stanno soffocando non solo sotto la morsa della crisi, ma soprattutto a causa di una sperequazione infrastrutturale storica che, anche in sanità, oggi pesa più di ieri. Ecco perché fa rabbia sentire qualche Governatore di Regioni del Nord che si scandalizza se alla Calabria ed ad altre Regioni commissariate in sanità, lo Stato restituisce quanto trattenuto negli anni passati, confermando che oggi i conti sono in ordine e le verifiche fatte positive. Difficile parlare ancora di Regioni canaglie – ha concluso la Vicepresidente Stasi - e questo fa paura alla sanità del nord che teme una inversione di tendenza in tema di mobilità sanitaria”.  
   
   
PATTO DI STABILITÀ, LA REGIONE TOSCANA ‘CEDE’ 61 MILIONI A 215 COMUNI E 10 PROVINCE  
 
Firenze, 28 maggio 2013 – I criteri erano stati definiti ad aprile: ieri la giunta toscana ha deciso come saranno ripartiti i 61 milioni in più che Province e Comuni potranno spendere da subito ed entro la fine dell’anno oltre il tetto finora imposto dal ‘patto di stabilità’. Soldi, s’intende, che gli enti locali devono avere in cassa ma che ora non sono più bloccati, con cui far partire opere ferme o rinviate da tempo. Sono 215 i Comuni e tutte e dieci le Province toscane che beneficeranno quest’anno del cosiddetto ‘patto di stabilità territoriale’. Non è la revisione del ‘fiscal compact’, che può essere fatta solo con il coinvolgimento dell’Europa, nè l’esclusione dal patto delle spese per gli investimenti invocata da molti, ma è comunque una boccata di ossigeno per tanti: per gli enti locali e per le imprese, che con la pubblica amministrazione lavorano. “Già da qualche tempo la Regione cede tutti gli anni parte della propria capacità di spesa – spiega l’assessore al bilancio e al rapporto con gli enti locali della Toscana, Vittorio Bugli – . Quest’anno la cessione non era scontata: il patto si è fatto più stretto anche per noi, con quasi 300 milioni in meno a disposizione e da spendere. Ciononostante siamo riusciti ugualmente in questo sforzo”. E per gli enti locali potrebbe non essere l’ultimo ritocco al tetto di spesa. “Novità – annuncia l’assessore – potrebbero infatti arrivare a breve dalla conversione in legge del decreto sui pagamenti della pubblica amministrazione grazie ad un emendamento che le Regioni hanno approvato e che metterà a disposizione ulteriori quote”. Il plafond ora ceduto ammonta a 60.996.900 euro. Per tre quarti (pari a 45.049.677 euro) andrà ai Comuni e per un quarto (15.947.223 euro) alle Province: on line la tabella con l’ammontare attribuito a ciascun ente. L’indicazione è che con questo spazio finanziario ‘liberato’ si dia priorità alle opere strategiche e urgenti e ad interventi sulla viabilità. “E’ un aiuto – spiega l’assessore – per sbloccare opere finanziate anche dalla Regione e magari ferme. E’ un aiuto all’economia perché i lavori se fermi riprendono (oppure, già appaltati, finalmente partono) e le aziende riscuotono”. Spese per le alluvioni – All’interno dei 61 milioni una quota della capacità di spesa ceduta (6 milioni e 875 mila euro) riguarda le spese in conto capitale (e quindi gli investimenti) dei Comuni o delle Province che effettueranno nel 2013 opere di ripristino a seguito di frane ed alluvioni subite l’anno scorso: in particolare 1 milione e 858 mila euro potranno essere spesi dalle Province di Grosseto (1.648 mila euro) e di Prato (210 mila euro) e il resto (oltre 5 milioni e 217 mila euro) dai Comuni di Abbadia San Salvatore, Aulla, Bagni di Lucca, Barga, Capalbio, Castell’azzara, Castiglione della Pescaia, Cinigiano, Manciano, Massa, Monte Argentario, Orbetello, Pieve Fosciana, Pitigliano, S.romano Garfagnana, Santa Fiora, Scansano e Semproniano. On line la tabella con i dettagli. Sono 270 (su 287) i Comuni in Toscana soggetti al patto di stabilità. Di questi in 215 avevano fatto richiesta di usufruire del ‘patto territoriale’ e a tutti, in maniera differenziata, è stato concesso qualcosa.  
   
   
FONDI EUROPEI: SERRACCHIANI; FAREMO MAPPATURA DELLE CRITICITA´  
 
Trieste, 28 maggio 2013 - "Anche il Friuli Venezia Giulia farà una mappatura delle criticità relative ai fondi europei, in modo da avere un quadro chiaro delle risorse che riusciremo a spendere sicuramente, di quelle incerte e di quelle a rischio grave". Lo ha detto il presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani al termine dell´incontro tra la Conferenza delle Regioni ed il ministro per la Coesione territoriale Carlo Trigilia, il quale ha anticipato il suo intendimento di confrontare i dati delle Regioni sulla situazione dei fondi europei. A febbraio, infatti, il dato nazionale della spesa per la programmazione 2007-2013 era ancora molto basso ed a settembre dovranno essere fatte le previsioni per fine anno. Nel corso dell´incontro, le Regioni hanno chiesto che sia trovato un accordo tra Stato e Regioni rispetto alle regole del Patto di stabilità. Tale accordo dovrebbe giungere all´obiettivo comune a Stato e Regioni di valorizzare le proprie risorse: per questo le Regioni chiedono una revisione delle regole del Patto di stabilità interno. Riscuotendo l´attenzione del ministro Trigilia, la presidente Serracchiani aveva in precedenza ricordato "l´opportunità rappresentata dalle strategie europee come quella del Danubio e dell´Adriatico-ionio".  
   
   
RIFORMA PROVINCE: L’UPI INCONTRA IL MINISTRO DELRIO SAITTA “IL MINISTRO HA RIBADITO LA NECESSITÀ DI UN ENTE DI AREA VASTA. BASTA RIFORME FONDATE SU BANALITÀ E SENZA DATI VERI”  
 
Roma, 28 maggio 2013 - “Il Ministro Delrio ci ha confermato di considerare indispensabile per il Paese mantenere una istituzione di area vasta, con funzioni chiare di amministrazione del territorio, e di condividere la nostra richiesta di definire una proposta di riordino complessivo che passi dall’eliminazione degli enti strumentali inutili e dalla riorganizzazione degli uffici periferici dello Stato sui territori. Da questo partiremo per cercare di costruire un percorso comune”. Lo dichiara il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, al termine dell’incontro avuto il 23 maggio con il Ministro delle Regioni e delle Autonomie, Graziano Delrio, insieme al Vice Presidente Vicario Upi, Angelo Vaccarezza, al Presidente della Provincia di Padova, Barbara Degani, al Presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, al Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza e al Presidente della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori. "La riforma delle istituzioni locali e delle Province – ha detto Saitta - non può più essere affrontata all’insegna delle banalità. Serve un confronto serrato tra Governo, Parlamento, Regioni, Province e Comuni, che possa portare a definire una proposta complessiva capace di produrre risparmi reali. Noi siamo i primi a credere nella necessità di razionalizzare le istituzioni locali. Ma vogliamo che sia chiaro che con la nostra proposta di razionalizzazione si risparmierebbero 5 miliardi e si semplificherebbe l´amministrazione". "Noi siamo disponibili a fare un percorso – ha detto il Vicepresidente Vicario Upi Angelo Vaccarezza al Ministro- ma vogliamo la disponibilità del Governo a discutere. Se le carte sono già scritte, se il percorso è già segnato, non ci stiamo. Crediamo di avere elementi per fare proposte serie in grado di fare risparmiare lo Stato e di semplificare l’amministrazione e da queste vogliamo si parta”. “Con il Ministro Delrio – conclude Saitta – abbiamo stabilito che quello di oggi è solo un primo incontro da cui inizierà un nuovo percorso. Apriremo un tavolo comune per analizzare tutti i dati che saranno alla base della proposta finale di riforma, per chiarire quali sono i veri centri di costi della spesa pubblica, a partire dagli oltre 7000 enti strumentali nei quali si annidano i maggiori sprechi. Abbiamo anche condiviso che la riforma delle istituzioni locali andrà di pari passo con la riorganizzazione degli uffici periferici dello Stato, perché è da qui che si potranno produrre quei risparmi di spesa pubblica da utilizzati per assicurare ai cittadini servizi essenziali moderni ed efficienti”.  
   
   
PATTO DI STABILITÀ E FAS. VENDOLA: "NECESSARIO LAVORO SQUADRA PER BENE PUGLIA"  
 
Bari, 28 maggio 2013 - “Credo che noi abbiamo il dovere di accantonare tutte le differenze e di trovare il punto massimo di convergenza quando si tratti di dare risposte concrete al dolore sociale, al disagio e alla povertà. Vorrei ringraziare, pertanto, tutti i rappresentanti delle forze politiche che, senza distinzione di appartenenza, oggi sono qui per condividere una battaglia che è fondamentale in un momento particolarmente drammatico per il Mezzogiorno e per l’intero Paese”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, a margine dell’incontro di questa mattina presso il Cineporto di Bari, sul tema del Patto di Stabilità. Presenti molti parlamentari pugliesi, il Presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia e della Commissione Politiche dell’Unione Europea Michele Bordo, il Presidente del Consiglio Regionale Pugliese Onofrio Introna e i capigruppo del Consiglio regionale. “Io penso che la condizione sociale del Paese – ha spiegato Vendola – è più grave di quanto non appaia. Il fatto che. Come Paese Italia, siamo nel 21° mese di recessione, che nell’ultimo anno abbiamo perso più del 5% di produzione industriale, che dall’inizio della crisi abbiamo perso sostanzialmente un quarto del patrimonio di apparati industriali, ci proietta in una condizione verso la quale non possiamo offrire saggi di sociologia dell’apocalisse, ma risposte ed atti concreti”. I vincoli del Patto di Stabilità, secondo Vendola, “si stanno stringendo sempre di più come un cappio al collo. C’è un punto oltre il quale quel cappio determina un effetto fatale; ed è impressionante vedere il trend di compressione sia della competenza che della cassa per quanto riguarda soprattutto capitoli che hanno a che fare con gli investimenti, con la possibilità di aprire i cantieri necessari per l’infrastrutturazione e la modernizzazione del territorio, ma ancor più necessari anche perché rappresentano quello sbocco occupazionale che è diventato un’urgenza assoluta”. “All’interno di questa battaglia – ha continuato il Presidente Vendola – per noi è molto importante soprattutto vedere liberati dal vincolo del Patto i cofinanziamenti per la spesa comunitaria”. Secondo Vendola su questo tema “c’è bisogno di consapevolezza. I Governi, nel corso di questi anni, hanno progressivamente dimostrato consapevolezza nei confronti di questa questione; tuttavia, la consapevolezza oggi ha bisogno di un salto di qualità. Non possiamo più, semplicemente, avere ragione da parte dei nostri interlocutori, abbiamo bisogno di una risposta concreta, altrimenti noi Pubbliche Amministrazioni, autonomie locali, Regioni, restiamo soltanto i curatori fallimentari delle nostre amministrazioni, un mestiere incompatibile con le nostre ambizioni e con i diritti della Puglia”. Fondi Fas “Oggi – ha proseguito Vendola – abbiamo disvelato un’altra vicenda veramente scabrosa: il Cipe, in una riunione fatta a Parlamento sciolto, ha deciso che i tre miliardi di euro dei Fondi Fas, quelli per cui abbiamo lavorato intensamente in questi anni prima con il Ministro Fitto e poi con il Ministro Barca, devono avere entro i prossimi sei mesi tutti gli impegni giuridicamente vincolanti. Cosa significa concretamente? Che per ciascuno dei progetti bisognerà procedere, entro sei mesi a bandire la gara e ad appaltare l’opera. Si tratta di una follia, per come sono le regole e le incombenze burocratiche del nostro sistema nazionale. Ci sono appalti giganteschi, come ad esempio le opere di bonifica nel Mar Piccolo a Taranto, che hanno tempi amministrativi medi di anni. E’ lecito pensare che qualcuno a Roma abbia voluto usare questo escamotage. In questo modo nel Dicembre 2013, quando nessuna regione sarà in grado di fare impegni giuridicamente vincolanti, potrà dire che non siamo in grado di spendere e così riprendersi i soldi”. Ma non è solo una questione di tempi. “E’ soprattutto il Patto di stabilità che ci impedisce di impegnare le risorse – ha specificato Vendola - il rischio di disimpegno del Fas non sta nella incapacità delle amministrazioni, ma sta nella impossibilità da parte dell’amministrazione di fare impegni e spese. Se il Patto di stabilità rende difficile la spesa dei fondi comunitari, la rende impossibile per i Fas”. “Oggi – ha aggiunto Vendola – anche su questo punto abbiamo avuto l’unità di tutte le forze politiche per portare avanti questa battaglia e l’impegno da parte del Presidente della Commissione Bilancio della Camera. Vogliamo nulla di più di quello che ci spetta: vogliamo le nostre risorse e vogliamo poterle usare per aprire i cantieri, altrimenti stiamo chiacchierando mentre il Paese sta crepando”. Un solo rammarico per il Presidente Vendola: “sarebbe stato motivo di forza per tutti noi se ci fosse stata una presenza dell’intera deputazione pugliese. Mi riferisco non ai singoli parlamentari, ma alle forze politiche. Auspico - ha concluso Vendola - che ad incontri di questo genere anche la rappresentanza del Movimento 5 Stelle possa venire a confrontarsi su problemi concreti e drammatici come quelli che abbiamo sollevato”. Delibera Cipe Il Presidente Vendola, nel ringraziare tutti i parlamentari del Pdl per la loro partecipazione alla riunione di questa mattina, ha precisato che la delibera Cipe dell’8 marzo 2013, allo stato, non è stata ancora pubblicata e che le notizie che comunque stanno circolando fanno trapelare l’esistenza di questa previsione di obbligo di disimpegno. Su questa vicenda specifica il Presidente Vendola si è già attivato nei confronti del Presidente del Consiglio, scrivendogli una lettera (in allegato), e ha segnalato la questione anche al Ministro per gli affari regionali, al Ministro per la Coeisone Territoriale, al Presidente della Conferenza delle regioni e al segretariato del Cipe, attualmente incardinato presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La Regione si riserva comuqnue di impugnare la Delibera quando sarà pubblicata. Parlamento E Ruolo Parlamentari - “Raccogliamo come abbiamo sempre raccolto – ha aggiunto Vendola - gli inviti a lavorare di più, perchè in questo momento non c’è limite all’attenzione per la Puglia e per i pugliesi. Ma vorrei ricordare che le questioni che abbiamo affrontato questa mattina, richiamano il Parlamento e i Parlamentari alla loro funzione di tutela del territorio. Quello che può fare la Regione, lo sta facendo anche, per esempio, attivando tavoli di confronto come questo. Ora però ci aspettiamo che queste questioni non siano argomento di rimpallo politico, ma che diventino le priorità per le agende di lavoro di ciascuno”.  
   
   
FVG, BILANCIO: IN ASSESTAMENTO MISURE CONTRASTO ALLA CRISI  
 
Udine, 28 maggio 2013 - "Dal rendiconto generale dell´esercizio finanziario 2012 emerge che la Regione dispone di risorse drasticamente ridotte rispetto all´esercizio precedente". Lo ha detto il 25 maggio a Udine l´assessore regionale alle Finanze Francesco Peroni illustrando alla Giunta regionale le risultanze del rendiconto generale per l´esercizio finanziario 2012, la cui approvazione costituisce la base per la predisposizione della legge di assestamento del bilancio. "Ci apprestiamo a una manovra che sconta handicap iniziali molto pesanti - ha rilevato l´assessore - imputabili a precedenti scelte che hanno privilegiato l´impiego di risorse a sostegno di poste di bilancio non sempre prioritarie nel contrasto alla crisi che attanaglia la nostra regione". Tra i problemi cui porre rimedio, ha indicato Peroni alla Giunta, abbiamo riscontrato l´assenza di finanziamento in alcune voci di bilancio, quale, ad esempio, quella relativa all´abbattimento delle rette per gli asili, o la drastica riduzione nei settori delle politiche attive del lavoro, degli ammortizzatori sociali, delle politiche per la famiglia, della cultura, dell´istruzione e dell´università. Gli indirizzi condivisi oggi in Giunta hanno privilegiato le poste dirette ai servizi essenziali per i cittadini e alle misure di tutela sociale nel contesto della grave recessione in atto: dalle politiche attive del lavoro al trasporto scolastico, all´istruzione, all´università. Particolare attenzione è stata indirizzata agli ammortizzatori sociali, destinando circa 12 milioni di euro; al fondo asili nido e all´abbattimento delle rette oltre otto milioni di euro. Con l´approvazione del rendiconto 2012, si registra un avanzo pari a 828 milioni rispetto a un avanzo presunto, iscritto nella finanziaria 2013, di 710 milioni. C´è quindi un saldo positivo di 117,7 milioni, somma dalla quale vanno però sottratti importi per assegnazioni già vincolate. "Le risorse con le quali intervenire nella legge di assestamento - ha concluso Peroni - corrispondono a circa 60 milioni di euro".  
   
   
BOLZANO: RIESAME DELLE MODIFICHE ALL´AUTONOMIA DAL 1992  
 
Bolzano, 28 maggio 2013 - Dal rilascio della quietanza liberatoria nel 1992 sono state modificate o integrate numerose norme di attuazione dell´autonomia speciale. La Giunta provinciale ha incaricato il 27 maggio l´esperto di autonomia e diritto internazionale Walter Obwexer di elaborare una relazione che riassuma tutte le modificazioni intercorse negli ultimi vent´anni. Per poter disporre di una base giuridica da cui partire nelle future negoziazioni con lo Stato in merito all´aggiornamento dell´autonomia speciale, la Giunta provinciale ha incaricato il professor Walter Obwexer dell´università di Innsbruck, esperto di questioni legate all´autonomia e di diritto internazionale, di elaborare uno studio che abbracci e riesamini gli sviluppi dell´autonomia altoatesina negli ultimi 20 anni. L´expertise dovrà fotografare le modifiche e le integrazioni delle norme autonomistiche a partire dal 1992, l´anno del rilascio da parte dell´Austria della quietanza liberatoria che ha dichiarato completata l´attuazione delle misure del Pacchetto per l´Alto Adige. "L´autonomia è cambiata, norme e competenze sono state svuotate, ridotte o in altri casi anche ampliate - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder dopo la seduta di Giunta - per questo vogliamo avere un quadro aggiornato sull´attuale situazione dell´impianto dell´autonomia, che possa fungere da base giuridica nelle future trattative con lo Stato." Mercoledì prossimo, 29 maggio, Durnwalder incontrerà a Roma per la prima volta il nuovo premier Enrico Letta. Le norme approvate negli ultimi vent´anni, le numerose sentenze della Corte costituzionale e non ultima la riforma del Titolo V della Costituzione nel 2001 rendono necessaria questa analisi: la tutela del paesaggio, ad esempio, che prima era disciplinata attraverso l´urbanistica, dal 2001 ha avuto una modifica di competenze che ha ridotto la potestà della Provincia. "Senza contare le modifiche intervenute in materia finanziaria con l´Accordo di Milano", ha concluso Durnwalder.  
   
   
PRESIDENTE CAPPELLACCI: "NO AI DELINQUENTI MAFIOSI IN SARDEGNA"  
 
Cagliari, 28 maggio 2013 - "É inaccettabile che uno Stato perennemente smemorato si ricordi che la Sardegna é in Italia solo quando osserva la carta geografica per decidere dove depositare le sue scorie o i delinquenti mafiosi". Lo ha dichiarato il 24 maggio il presidente Cappellacci, intervenendo sul possibile arrivo nelle carceri dell´isola di esponenti di spicco della criminalità organizzata. "La Sardegna - ha aggiunto il presidente - é nota per il suo straordinario patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e per i suoi valori. Non intendiamo subire il marchio indelebile di Cayenna d´Italia, già affibbiato in passato ad alcuni dei nostri angoli più incantevoli. Il ruolo cui aspiriamo é molto diverso ed é quello di scrigno di ciò che il nostro Paese ha di più prezioso: dalle bellezze naturalistiche a quelle culturali e identitarie. Per questo - ha concluso il presidente- ci opporremo all´inquinamento sociale che deriverebbe dallo sbarco di detenuti mafiosi. Se queste sono le attenzioni che lo Stato riserva alla nostra terra, non solo sono sgradite, ma sono altresì respinte con sdegno".  
   
   
LA DIRETTA STREAMING DELLA GIUNTA TOSCANA DEL 27 MAGGIO 2013  
 
Firenze 27 maggio 2013 – Si è tenuta ieri pomeriggio nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati la seduta di Giunta regionale, trasmessa in diretta streaming sul sito di Toscana Notizie. Tra i provvedimenti approvati oggi segnaliamo: la delibera presentata dall’assessore Bugli relativa all’applicazione del Patto di stabilità, con la cessione da parte della Regione agli enti locali toscani della possibilità di effettuare investimenti per 61 milioni di euro (dal minuto 12.30 al minuto 22.12). Il rinvio a settembre dell’obbligo di presentare la certificazione Isee insieme al titolo di viaggio da prte di coloro che usufruiscono della riduzione prevista dalla normativa (dal minuto 22.13 al minuto 25.11). La delibera presentata dall’assessore Marroni con la quale si proroga al 30 giugno 2014 la sperimentazione che riguarda le cure a domicilio e l’assegno di cura previsto per chi si occupa dell’assistenza ai malati toscani affetti da Sla (dal minuto 25.12 al minuto 38.59). Lo stanziamento, proposto dall’assessore Marroni, di risorse finanziarie aggiuntive per 163 milioni di euro agli enti del servizio sanitario regionale per chiudere i bilanci 2012 (dal minuto 25.12 al minuto 38.59 ) il primo sostanziale indennizzo per un totale di 6 milioni di euro alle aziende agricole delle province di Grosseto, Siena, Arezzo e Massa Carrara per i danni subiti per il maltempo nel febbraio e nel novembre del 2012 (dal minuto 41.01 al minuto 43.18) Si ricorda che gli atti approvati sono disponibili all’indirizzo http://web.Rete.toscana.it/attinew dopo la loro verbalizzazione da parte degli uffici regionali.  
   
   
REGIONE UMBRIA: PRESIDENTE MARINI NOMINA ASSESSORE FABIO PAPARELLI  
 
Perugia,  28 maggio 2013 - La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha firmato il 28 maggio il decreto di nomina di Fabio Paparelli ad assessore regionale. All´assessore Fabio Paparelli sono state attribuite le deleghe relative a Commercio e tutela dei consumatori; Sport ed impiantistica sportiva; Associazionismo culturale e sportivo; Centri storici; Società partecipate; Risorse patrimoniali, innovazione e sistemi informativi; Riforme dei servizi pubblici locali e riforme endoregionali; Sicurezza; Polizia locale; Urbanistica. Fabio Paparelli è nato a Terni nel 1962, è coniugato ed ha due figli. Laureato in Scienze Politiche, è docente di Discipline giuridiche ed economiche. Parla Spagnolo e Inglese. Ha iniziato la sua militanza politica negli anni novanta nel Psdi, di cui ha ricoperto la carica di vicesegretario provinciale a Terni. E´ stato consigliere di Circoscrizione, sempre nella sua città; consigliere comunale a Montecastrilli; assessore alla Comunità montana di Guardea e attualmente ricopre la carica di assessore nella Giunta della Provincia di Terni, città in cui è stato eletto nelle due ultime elezioni provinciali. Nella giornata la presidente Marini ha inoltre attribuito all´assessore regionale Fabrizio Bracco la delega relativa alla Programmazione ed organizzazione delle risorse finanziarie, in aggiunta a quelle già assegnate, e all´assessore regionale Vincenzo Riommi la delega relativa alle risorse umane, sempre in aggiunta a quelle già assegnate. Restano inalterate le deleghe agli altri assessori regionali.  
   
   
FVG, RISORSE COMUNITARIE: RECUPERARE RITARDI NELLA SPESA  
 
 Trieste, 28 maggio 2013 - "L´andamento generale del Por/fers per l´intero periodo 2007/2013 è preoccupante". L´assessore alle Relazioni comunitarie Gianni Torrenti sintetizza così la relazione svolta il 25 maggio alla Giunta regionale sullo stato di avanzamento del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, notando che "l´inizio reale delle attività della Regione Friuli Venezia Giulia è avvenuto appena nel 2010, con almeno due anni di ritardo rispetto alla programmazione europea". "Nelle prime settimane di giugno - ha annunciato Torrenti - analizzeremo la situazione per approfondire le criticità e proporre, nel Comitato di Sorveglianza, le iniziative necessarie a raggiungere il miglior risultato possibile". Lo stato di attuazione del Por, che oggi ha una dotazione finanziaria di 303 milioni di euro, registra, al 23 aprile 2013, il 96,2 per cento di risorse attivate, il 78,5 per cento di impegni, il 41,2 per cento di pagamenti ed il 40,5 per cento di pagamenti certificati all´Unione europea. I progetti finanziati sono 1474, dei quali 952 sull´asse innovazione e ricerca che ha un piano finanziario di 138 milioni di euro. Le criticità operative delineate dall´assessore Torrenti registrano problematiche impattanti sui beneficiari che hanno difficoltà a realizzare le operazioni cofinanziate dal Programma, e complessità procedurali e amministrative di talune attività che necessitano di tempi più ampi per la loro realizzazione. Torrenti ha rilevato infatti che la crisi generale e le difficoltà di accesso al credito stanno creando problemi alle imprese nelle realizzazione delle iniziative proposte, ma ha sottolineato anche il peso dei limiti posti alla spesa pubblica dal patto di stabilità. Si attende inoltre l´approvazione definitiva da parte della Commissione europea della riprogrammazione della dotazione finanziaria del Por da 303 milioni a 252 milioni di euro, in seguito all´adesione della Regione al Piano di Azione Coesione con una dotazione finanziaria di circa 48 milioni di euro. E´ uno spostamento di risorse volto a salvaguardare la capacità di spesa di fondi comunitari. Il Pac prevede l´attivazione di sette priorità: Imprese e giovani, Agenda digitale, Attrazione culturale, Efficienza energetica, Trasporti, Archeologia industriale e Pisus. "Ci stiamo impegnando a recuperare i ritardi - ha concluso Torrenti - ma nel contempo vogliamo attrezzarci anche per riorganizzare finalità e finanziamenti in modo da far partire iniziative credibili con risorse adeguate: finanziare 950 progetti sulla ricerca, per esempio, vuol dire che in troppi casi si finanziano iniziative troppo piccole rispetto alla complessità della tipologia di intervento. La dimensione degli interventi europei va portata su medie superiori in modo tale che i processi di spesa e monitoraggio possano essere gestibili. Quindi, se vogliamo utilizzare tutte le risorse in modo realmente produttivo per lo sviluppo regionale, c´è da riordinare il sistema. E´ ciò che faremo".  
   
   
BOLZANO: LEGGE OMNIBUS NELL´ECONOMIA, TANTE SEMPLIFICAZIONI  
 
Bolzano, 28 maggio 2013 - Dalla tutela del commercio di vicinato alla semplificazione nell´avvio di nuove aziende, fino alla cancellazione del divieto di fare il pane la domenica: sono molte le nuove disposizioni contenute nel disegno di legge omnibus in materia di economia presentato il 27 maggio dall´assessore Thomas Widmann e approvato dalla Giunta provinciale. La gran parte degli articoli del ddl sono dettati dalla necessità di adeguare i regolamenti provinciali a nuove direttive Ue e alle prescrizioni del precedente Governo italiano, ha spiegato il presidente Luis Durnwalder. La legge omnibus serve però anche per introdurre una serie di semplificazioni burocratiche e di facilitazioni amministrative e di perseguire con misure mirate gli obiettivi politici della Giunta provinciale. Questo vale ad esempio per la tutela del commercio di vicinato, vale a dire dei piccoli negozi di periferia: "Il nostro obiettivo resta quello di assicurare l´apertura di almeno un negozio in ogni paese, e il ddl prevede allo scopo contributi particolari per questi piccoli esercizi", ha confermato Durnwalder. Tra le facilitazioni per le imprese figura invece la cancellazione dell´abilitazione per chi vuole disporre di una sauna, mentre le baite lungo le piste da sci (le cosiddette Skihütten) non avranno più l´obbligo di comunicare già a febbraio gli orari di apertura annuali. Sarà anche più semplice fondare un´azienda, considerato che il periodo di formazione ed esperienza professionale richiesto scende a 3 anni. Riguardo alle aziende artigiane, il nuovo ddl omnibus elimina la delimitazione geografica stretta nella scelta dello spazzacamino: "Finora dovevano risiedere nel Comune o in quello vicino, ora sono introdotti bacini più ampi e maggiore spazio alla concorrenza", ha detto l´assessore Widmann. Viene abolito inoltre il divieto di panificazione la domenica: si potrà fare il pane anche nei festivi. E ci sarà maggiore concorrenza tra le scuole di sci: potranno essere ammesse più di una in ogni paese. Il ddl contiene inoltre aggiornamenti in materia di allevamento di animali (adeguamento alle norme statali ed europee), esclusione dal contributo nei casi di falsa dichiarazione (per 3 anni anzichè 5 come finora), promozione dei piccoli skilift di paese (anche attraverso i Comuni) e grandi manifestazioni internazionali: "Vogliamo evitare che gli organizzatori di simili eventi sportivi possano essere in balìa delle richieste eccessive di proprietari di terreno o di gestori di impianti di risalita. Questi ultimi sono obbligati a favorire lo svolgimento di queste grandi manifestazioni, ovviamente in cambio di un indennizzo", ha concluso Durnwalder.  
   
   
CALABRIA: DALLA RAGIONERIA GENERALE PAGAMENTI PER CIRCA 25 MILIONI DI EURO  
 
Catanzaro, 28 maggio 2013 - La Ragioneria Generale della Regione Calabria ha effettuato nel corso dello scorsa settimana pagamenti per un importo totale di circa 25 milioni di euro. Un milione e mezzo di euro serviranno a pagare le rette per le prestazioni socio-sanitarie delle Case di cura protette. Su disposizione del Dipartimento Lavoro e Formazione sono stati liquidati circa 5,6 milioni per il Piano di reinserimento occupazionale. Circa 3,75 milioni di Euro, pari al contributo ordinario relativo al 2013, sono stati trasferiti all’´Agenzia Regionale per la Protezione dell´’Ambiente della Calabria (Arpacal). Fondi anche per l’´Università della Calabria e per l´’Università Mediterranea a cui la Regione ha versato un milione e mezzo, mentre sempre su richiesta del Dipartimento Cultura sono stati liquidati 700mila euro per il Por Fesr 2007/2013. A favore di diversi comuni calabresi sono stati erogati 3,4 milioni su richiesta del Dipartimento Lavori Pubblici. La Ragioneria ha poi liquidato 6,5 milioni di euro per gli stipendi del personale e infine due milioni di euro su richiesta del Dipartimento Sanità. "“Proseguiamo il nostro impegno per erogare risorse in maniera puntuale" – ha commentato l´’assessore regionale al Bilancio e alla Programmazione nazionale e comunitaria Giacomo Mancini”.  
   
   
VALLE D’AOSTA, ELEZIONI REGIONALI: ASSEGNAZIONE DEI SEGGI  
 
Aosta, 28 maggio 2013 - Si è concluso nel primo pomeriggio di, lunedì 27 maggio, lo spoglio delle schede elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale della Valle d’Aosta. Su un totale di 102.633 aventi diritto, hanno votato 74.955 elettori, pari al 73,03% dei votanti. Le schede bianche sono state 674, quelle nulle 2.208. La Fédération autonomiste ha ottenuto 1.572 voti (2,182%), la Stella Alpina 8.824 voti (12,245%), l’Union Valdôtaine 24.121 voti (33,473%), il Movimento 5 Stelle 4.733 voti (6,624%), l’Union Valdôtaine Progressiste 13.843 voti (19,210%), il Partito Democratico 6.401 voti (8,883%), Alpe 8.943 voti (12,410%), Leali 622 voti (0,863%) e il Popolo della Libertà 2.961 voti (4,109%). In base alla legge elettorale vigente i partiti che hanno superato la soglia minima di accesso sono: Stella Alpina, Union Valdôtaine, Movimento 5 Stelle, Union Valdôtaine Progressiste, Partito Democratico, Alpe e Popolo della Libertà. In base al conteggio successivo basato sul quoziente regionale per l’assegnazione dei seggi, la ripartizione risulta essere: Stella Alpina 5 seggi - Union Valdôtaine 13 seggi - Movimento 5 Stelle 2 seggi - Union Valdôtaine Progressiste 7 seggi - Partito Democratico 3 seggi - Alpe 5 seggi.  
   
   
COSTI POLITICA: FVG; GIUNTA AVVIA TAGLIO AUTO RAPPRESENTANZA  
 
 Trieste, 28 maggio 2013 - "La Giunta taglierà il suo parco macchine, passando dalle attuali 13 autovetture a 10, e saranno di cilindrata inferiore". Ne dà notizia l´assessore alle Funzione pubblica Paolo Panontin, che puntualizza: "il risparmio che deriverà dalla sostituzione delle auto di servizio con mezzi di cilindrata non superiore ai 1.600 cc è relativo, una goccia nel mare della spesa pubblica, ma rappresenta il segnale tangibile di uno stile improntato alla sobrietà e al contenimento della spesa. Anche questo può contribuire a riavvicinare la politica alla gente riducendo la frattura che si è creata nel tempo, perché le auto di servizio nell´immaginario collettivo hanno sempre rappresentato uno dei simboli del potere e dei privilegi della politica". Sulla base di una relazione presentata alla Giunta regionale dall´assessore alle Funzione pubblica Paolo Panontin è stato infatti confermato che a fronte della scadenza degli attuali contratti con l´utilizzo di Bmw 525D, da dicembre si passerà all´utilizzo di autovetture di cilindrata massima di 1.600 cc, alimentate a diesel e con emissioni conformi agli standard "euro 5". Il programma di restituzione delle attuali autovetture inizierà a luglio con le prime tre unità e si concluderà a dicembre quando, alla scadenza dei vigenti contratti di noleggio biennali, la Regione avrà completato la sostituzione del parco di autovetture di rappresentanza attualmente in uso. La direzione della Funzione pubblica della Regione procederà in modo autonomo ad una gara d´appalto per la sostituzione delle attuali Bmw. A differenza del passato, infatti, la Regione Friuli Venezia Giulia non potrà aderire alla convenzione Consip (Consip è la Spa del ministero dell´Economia e delle Finanze che tra l´altro gestisce i programmi per la razionalizzazione degli acquisti delle pubbliche amministrazioni) poiché questa società non ha ancora avviato alcuna procedura di gara per il noleggio di auto di rappresentanza. La spesa dei noleggi nel suo complesso non dovrà essere superiore al 50 per cento di quella sostenuta nel 2011 e a parità di condizioni tecniche prevarrà il prezzo migliore. Inoltre, nell´ottica del contenimento della spesa, le autovetture potranno essere anche "a chilometro zero". Nel caso in cui le procedure di gara non dovessero concludersi in tempo utile, la Giunta regionale ha deciso che le Bmw oggi in dotazione saranno sostituite dalle Alfa Romeo 159 1.9 già di proprietà dell´Amministrazione del Friuli Venezia Giulia. "Ci siamo messi sulla strada del cambiamento - ha commentato la presidente della Regione Debora Serracchiani - e un passo dopo l´altro porteremo a termine il nostro il impegno: la politica e l´Amministrazione regionale sono al servizio della comunità, e vogliamo che ciò sia evidente anche dai segni esteriori come le auto di rappresentanza".  
   
   
TRENTO, REDDITO DI GARANZIA: TETTO MASSIMO A 950 EURO  
 
Trento, 29 maggio 2013 - Tetto massimo fissato a 950 euro e possibilità di aggiornamento della condizione economica anche per chi sospende la partita Iva. Sono queste le principali modifiche stabilite dalla Giunta provinciale, su proposta dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, sull´intervento socio-assistenziale di sostegno economico. "Siamo tuttora l´unica provincia in Italia ad aver introdotto il reddito di garanzia - commenta l´assessore Rossi -, uno strumento importante che ci consente di ridurre le condizioni di povertà, di favorire l´inclusione sociale e di influire positivamente sulla partecipazione al mercato del lavoro. Con le misure introdotte oggi, dopo l´intesa con il Consiglio delle Autonomie locali e il parere favorevole della Iv Commissione permanente del Consiglio provinciale, vogliamo limitare il rischio di cadere nell´assistenzialismo, anche se i casi in cui il reddito di garanzia superava questo tetto erano davvero pochi". Queste le modifiche introdotte: viene fissato un tetto massimo mensile dell’intervento pari a 950 euro per nucleo avente titolo al beneficio. L’introduzione di tale limite risponde alla necessità di escludere effetti distorsivi che possono prodursi dal cumulo di più benefici: infatti data la grave condizione di difficoltà economica in cui versano i beneficiari di tale intervento socio - assistenziale, si può ragionevolmente presumere che gli stessi siano destinatari anche di altri interventi di sostegno economico; l’eventuale risparmio derivante dalla fissazione di un tetto massimo sarà utilizzato per finanziare l’intervento stesso consentendo l’accesso, secondo i criteri definiti dal Gruppo di valutazione sul reddito di garanzia, ad alcune categorie di richiedenti che attualmente non beneficiano dell’intervento per mancanza di alcuni requisiti richiesti dalla normativa e che l’attuale crisi economica congiunturale pone in condizione di perdurante difficoltà; si amplia, per i titolari di partita Iva, il ventaglio delle possibilità di aggiornamento delle dichiarazioni Icef al verificarsi di cambiamenti significativi. In particolare si introduce tale possibilità al verificarsi di alcune ipotesi che comunque escludono comportamenti opportunisti quali: la sospensione dell’attività lavorativa comprovata dalla sospensione della partita Iva; l’instaurazione di una procedura concorsuale; al fine della determinazione della misura dell’intervento economico e al fine di evitare le difficoltà riscontrate nella prassi operativa si introduce un nuovo punto nella disciplina riguardante i "componenti che comunque non coabitano", consentendo quindi di escludere ai fini della quantificazione del beneficio quei componenti che, di fatto e per le più svariate ragioni, non coabitano con i restanti componenti del nucleo anagrafico.  
   
   
AREE CRISI SARDEGNA: PROBLEMA TECNICO RISOLTO, GRANDI SPERANZE DELLE IMPRESE SULLA PUBBLICAZIONE DEL BANDO  
 
Cagliari, 28 maggio 2013 - "Abbiamo rispettato i tempi, infatti il 20 maggio il Bando era online, ma per problemi tecnici imprevisti relativi alla gestione dei documenti elettronici che hanno fatto saltare la corretta visualizzazione dei contenuti e della formattazione del documento, siamo stati costretti a ritirarlo per qualche giorno per risolvere al meglio le problematiche. Entro questo pomeriggio alle 18 sarà pubblicato un documento in formato leggibile e facilmente consultabile”. E’ quanto precisato il 24 maggio l’assessore della Programmazione, Alessandra Zedda, in merito alla pubblicazione del bando per l’avvio della fase operativa dei Progetti di Filiera e Sviluppo Locale (Pfsl) per le aree di crisi della Sardegna. "Siamo al fianco delle imprese - sottolinea l’assessore Zedda - perché sappiamo quante e quali aspettative ci siano su questo strumento che mette a disposizione 255 milioni per i territori svantaggiati della Sardegna e prevede anche un bonus di 1.000 euro per le imprese delle aree di crisi che aderiranno al circuito della moneta complementare".  
   
   
I GIOVANI TOSCANI GIUDICANO IL LAVORO: SCARSA MERITOCRAZIA E POCHE TUTELE  
 
Firenze, 28 maggio 2013 – Il diritto al lavoro? Secondo 182 studenti toscani di 8 scuole superiori non è garantito perchè i più meritevoli non vengono premiati e le tutele per chi lavora, mancano. Che fare, allora? I giovani suggeriscono di ridurre le tasse, utilizzandole meglio, redistribuire i redditi e di non tagliare la spesa pubblica. Sono queste le critiche e le proposte che emergono dal rapporto finale dei “Laboratori della partecipazione democratica”, un progetto promosso dalla Regione Toscana nell’ambito dell’annuale Meeting sui diritti umani e presentato il 24 maggio nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. E la scuola come esce dai giudizi dei giovani studenti? Bocciata. Lo è sia perchè incapace di fare orientamento (quello svolto è giudicato puro marketing in favore di questa o quella scuola o università) sia tra un grado e l’altro di scuola che in relazione al mercato del lavoro, sia perchè spesso ha docenti che non sono sufficientemente informatizzati, con il risultato che gli alunni, espertissimi nei giochi reperibili in rete, sono in difficoltà se il web devono invece usarlo per ricercare dati o informazioni. Anche la scelta delle scuole superiori viene ritenuta troppo precoce: gli studenti chiedono che la decisione sull’indirizzo da seguire in Italia sia ritardata come già avviene in Francia (a 15 anni) o in Norvegia (a 16). La diminuzione dei tirocini o stage nelle scuole superiori, rappresenta una delle note più dolenti del nostro sistema scolastico. Più il mercato del lavoro richiede esperienze e competenze professionali e più il nostro sistema scolastico viene improntato ad un apprendimento teorico, privo di attività di laboratorio e di collegamento con le imprese. Nel dettaglio le critiche rispetto al diritto al lavoro per quasi l’11% dei giovani riguarda la mancanza di meritocrazia nel mondo del lavoro, a causa della presenza di un sistema clientelare e corrotto. Seguono a breve distanza la scarsa sicurezza sui luoghi di lavoro, l’abbassamento delle tutele dei lavoratori (10%) e la mancanza di posti di lavoro (9,1%). L’attuale sistema di tassazione viene considerato corresponsabile dell’attuale fase recessiva (5,3%) e si evidenzia il problema della richiesta ai giovani di esperienza per entrare nel mondo del lavoro (5,3%) vissuto come un effettivo ostacolo all’entrata nel mondo del lavoro. Sentito anche il tema della mancata parità tra uomini e donne, soprattutto durante la gravidanza e la cura dei figli (4,4%), che è stato più volte segnalato in varie classi. Complessivamente emerge un quadro-Paese piuttosto sconsolante, ma veritiero, confermato del resto anche dagli ultimi dati Istat (marzo 2013) sulla disoccupazione in Italia pari all’11,5% e in particolare su quella giovanile (15-24 anni), pari al 38,4%. Ma i giovani studenti toscani non si limitano alle critiche, formulando proposte concrete. Più del 12% riguardano la revisione del sistema di tassazione e di redistribuzione del reddito, reputato troppo elevato e non finalizzato ad una volontà di redistribuzione tra le fasce più deboli. Le entrate generate dalle tasse dovrebbero essere spese meglio, con finanziamenti mirati agli obiettivi di politica economica perseguiti. I tagli alla spesa pubblica dovrebbero essere di tipo non lineare e finalizzati ad evitare gli sprechi effettivi di spesa. Gli studenti avvertono la necessità di fare esperienze lavorative in ambito scolastico con tirocini e stage (10,6%), per superare quel collo di bottiglia all’entrata nel mercato del lavoro, ben evidenziato in fase critica. Segue poi il raggruppamento delle proposte degli studenti della Casa circondariale di Prato, che denunciano la necessità di creare opportunità di lavoro all’interno del carcere (7,9%) (anche a titolo gratuito), per il miglioramento della vivibilità complessiva dei loro periodi di detenzione. La mancanza di coperture assicurative per i detenuti, che intraprendono attività lavorative, sembra in realtà il principale ostacolo al loro impiego lavorativo. E’ stato tra l’altro sottolineato e riconosciuto il forte aspetto riabilitativo del lavoro per i carcerati, che potrebbe far superare eventuali vincoli normativi. Peso analogo ha la proposta di miglioramento dell’efficacia dei servizi per l’impiego, soprattutto riguardo all’incrocio della domanda ed offerta di lavoro (7,9%). Mediamente i servizi per l’impiego contribuiscono all’effettiva collocazione di 3 persone su 100, percentuale sicuramente peggiorata con la crisi attuale. Si aggiunge inoltre una richiesta di attivazione di servizi specifici per i detenuti ed ex-detenuti, anche con attività di informazione da realizzarsi all’interno del carcere. Guidati dai funzionari regionali e coordinati da Oxfam Italia, Organizzazione non governativa con sede ad Arezzo, i 182 giovani hanno lavorato con il metodo dei Future Workshop che valorizza il confronto e il voto come momenti di vera partecipazione democratica. Appartengono alla Iv E del Liceo Scientifico Marconi di Carrara; alla sezione Datini della Casa circondariale Maliseti di Prato ; alla Iv D del Liceo Linguistico di Piombino; alla Iv Ci dell’Istituto Calamandrei di Sesto Fiorentino; alla Iv A del Liceo E. Mattei di Rosignano; Iv meccanici del Polo Isis Iti e la Iv articolato dell’Istituto professionale statale di Piombino. Adesso il frutto del loro lavoro viene consegnato nella mani dei decisori politici, ovvero alla Presidenza della Regione Toscana che già in passato ha utilizzato i loro suggerimenti, per esempio nella redazione del progetto Giovanisì.  
   
   
TRENTO: AMMORTIZZATORI SOCIALI PER 1,6 MILIONI DI EURO: SÌ AL PROTOCOLLO CON LE PARTI SOCIALI  
 
Trento, 28 maggio 2013 - Importante passaggio, oggi, in Giunta provinciale, per un provvedimento che riguarda ancora una volta il mondo del lavoro. E´ stata infatti approvata, su proposta del presidente Alberto Pacher, la deliberazione che dà via libera al protocollo con le parti sociali sui criteri di utilizzo delle risorse concesse dallo Stato per gli ammortizzatori sociali in deroga per il 2013. Si tratta del secondo contingente di risorse statali approvate con la legge di stabilità per il 2013. L´ammontare di queste risorse è di poco più di 1,6 milioni di euro, da destinare ai settori del terziario, dell´artigianato e dell´industria. L´accordo prevede che tutte le risorse assegnate dallo Stato vengano destinate al finanziamento della cassa integrazione guadagni in deroga, dunque per finalità di conservazione dell´occupazione. Con le risorse statali non vengono finanziati interventi per i lavoratori disoccupati in mobilità, ai quali sono dedicate le misure, anche di sostegno al reddito, previste dal Documento degli interventi di politica del lavoro. Le imprese potenzialmente interessate al nuovo finanziamento della cassa integrazione in deroga , in rapporto all´entità delle risorse disponibili, si possono stimare in circa 250. Il numero di addetti che saranno beneficiari degli interventi si può stimare in 1.000 unità. Ulteriori risorse dovranno essere riservate alla Provincia per effetto del decreto legge 21 maggio 2013, n. 54, che ha previsto lo stanziamento di 1 miliardo di euro per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga per l´anno 2013. Con riferimento a tali ulteriori risorse verrà sottoscritto in futuro un nuovo accordo con le parti sociali. Nel protocollo d´intesa, che sarà siglato oltre che dalla Provincia, da Confindustria, Associazione artigiani e piccole imprese, Unione commercio turismo, Confesercenti, Associazione albergatori, Federazione trentina della cooperazione. Coldiretti, Cgil, Cisl ed Uil, si ricorda come il 1 febbraio 2013 le parti hanno raggiunto un accordo sulla regolamentazione degli ammortizzatori sociali in deroga dove veniva concordato di utilizzare le risorse assegnate dallo Stato sulla base dell’intesa Stato Regioni del 22 novembre 2012 e della legge di stabilità per l’anno 2013. Tali risorse, corrispondenti ad una prima tranches del più ampio finanziamento stanziato, ammontavano ad euro 1.200.000. L’accordo prevedeva di riservare una quota pari ad euro 700.000 per la mobilità in deroga ed una quota pari ad euro 500.000 per la cassa in deroga. Sempre con questo accordo è stato stabilito che le future assegnazioni di risorse statali sarebbero state riservate alla cassa integrazione in deroga, secondo la ripartizione da concordarsi appunto con un ulteriore accordo successivo. Il primo contingente di risorse assegnate per la cassa in deroga nel 2013 è stato in breve tempo esaurito e le domande pervenute e rimaste sospese per carenza di finanziamento esprimono un presumibile impegno di spesa ad oggi non coperto pari a circa 900.000 euro. La Conferenza delle Regioni ha approvato un piano di riparto delle risorse residue stanziate dallo Stato in base al quale spetta alla Provincia autonoma di Trento l’assegnazione di un ulteriore importo di euro 1.640.000 euro. Il Ministero del Lavoro ha recepito questo piano di riparto e si è in attesa della pubblicazione del decreto di assegnazione delle risorse. L’importo è comprensivo di una somma stimata in euro 350.000 assegnata alla Provincia di Trento in forza dell’attivazione da parte dell’ente bilaterale dell’artigianato dello strumento previsto dall´articolo 19 della Legge n. 2/2009. Si è dunque ritenuto opportuno raggiungere un accordo per la gestione delle risorse che saranno assegnate per garantire immediata operatività allo strumento della cassa integrazione guadagni in deroga, non appena il decreto sarà pubblicato. L´accordo affronta anche il problema dei datori di lavoro che hanno fatto ricorso alla cig in deroga con riferimento alle figure degli apprendisti, per evitare il loro licenziamento: è valutato opportuno, con riguardo a tale casistica, ripensare il limite delle 500 ore medie di utilizzo nell’arco del triennio precedente, sancito dall’accordo del 1 febbraio 2013. L´accordo oggi approvato dalla Giunta prevede quindi che il secondo contingente di risorse statali stanziate per l’anno 2013, pari ad euro 1.640.000, sarà utilizzato per finanziare la sola cassa integrazione guadagni in deroga.  
   
   
VALLE D’AOSTA: LA GIUNTA APPROVA CONTRIBUTI PER IL REINSERIMENTO LAVORATIVO DI DIRIGENTI E QUADRI DISOCCUPATI OVER 50  
 
 Aosta, 28 maggio 2013 - La Presidenza della Regione informa che, nella seduta di oggi, venerdì 24 maggio 2013, la Giunta ha approvato un intervento a supporto della ricollocazione di disoccupati over 50, nell’ambito delle azioni di sistema Welfare to work, per le politiche di reimpiego 2012/2014, prevedendo contributi finalizzati al reinserimento lavorativo di dirigenti e quadri disoccupati. In particolare l’iniziativa è volta ad accrescere le opportunità di ricollocazione con l’assegnazione di un contributo detto “bonus assunzionale”, erogato a fronte dell’assunzione di uno o più soggetti target con: contratto di lavoro a tempo indeterminato; contratto di lavoro a tempo det. Di almeno 24 mesi; contratto di lavoro a tempo det. O collaborazione di almeno 12 mesi; I destinatari dell’azione sono ex dirigenti o quadri over 50 “svantaggiati”, ex dirigenti o quadri donne senza impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi, ex dirigenti o quadri privi di impiego regolarmente retribuito, ma che non rientrino nella categoria “svantaggiati”. Per ciascuna assunzione è previsto un contributo pari a : euro 28.000 per le Pmi(10.000 se grande impresa) x un tempo indeterminato; euro 22.000 per le Pmi (10.000 se grande impresa) x un tempo det. Di almeno 24 mesi; euro 13.000, solo per le Pmi x un tempo det. Di almeno 12 mesi; euro 5.000, solo per grandi imprese, x una collaborazione a progetto di almeno 12 mesi (che preveda un compenso di almeno euro 42.000 annui). Tutti i suddetti contributi saranno erogati al netto delle eventuali ritenute previste dalla legge (4% di trattenute alla fonte ex D.p.r. 600/73). Sono inoltre previsti contributi per la creazione di impresa: a fronte della presentazione di una proposta progettuale di creazione di impresa, il dirigente/quadro disoccupato può beneficiare direttamente di un contributo di 25.000 euro a fondo perduto. E’ possibile cumulare fino a 3 contributi (3 beneficiari per max 75.000 euro). Nei prossimi giorni il Dipartimento politiche del lavoro e della formazione convocherà i referenti delle associazioni di categoria per la presentazione dell’intervento e per fornire ulteriori informazioni.  
   
   
TRENTO, LAVORO: LINEE PER IL POTENZIAMENTO DELLA RETE PROVINCIALE DEI SERVIZI  
 
Trento, 28 maggio 2013 - La Giunta provinciale ha approvato questa mattina - su proposta del presidente della Provincia autonoma Alberto Pacher - le Linee per il potenziamento della rete provinciale dei servizi per il lavoro, al fine di consentire a soggetti pubblici e privati diversi dalla Provincia (società e agenzie, fondazioni, enti locali, patronati, associazioni datoriali e così via) di concorrere con quest’ultima all’erogazione di servizi in favore dei disoccupati, degli inoccupati e dei soggetti occupati bisognosi di riqualificazione o di accompagnamento ad altre attività professionali. L’istituzione di quella che si configura come una vera e propria rete pubblico-privata è stata recentemente prevista mediante una modifica della legge provinciale sul lavoro. Con l’approvazione del documento odierno si intende ora promuoverne il potenziamento, consentendo che i diversi soggetti, già impegnati sul fronte occupazionale, possano "allearsi" per ampliare l’offerta pubblica di servizi, in un’ottica di rafforzamento, allargamento e specializzazione delle prestazioni erogate dalla Provincia tramite l’Agenzia del lavoro. Per entrare a far parte della rete i soggetti interessati, in possesso di specifici requisiti, dovranno richiedere l´accreditamento ad un apposito albo. "Si tratta di un importante passo in avanti - ha detto il presidente Pacher nel commentare il passaggio odierno - considerato che fino ad oggi siamo stati abituati ad una netta separazione fra il sistema pubblico dei servizi all’occupazione, più generalista ed inclusivo, e quello delle agenzie private per il lavoro, orientato a target di soggetti selezionati e di servizi specialistici. La strada, in altre parole, è ancora una volta quella dell´utile sinergia pubblico-privato, con l´intento di valorizzare al meglio le caratteristiche e le competenze di ognuno. In Trentino, come noto, la disoccupazione non è mai stata un problema grave, fermo restando l´esistenza, anche nel periodo precedente alla crisi, di alcuni settori più ´deboli´ di altri, in particolare quello delle donne fuoriuscite dal mercato del lavoro, in genere per ragioni familiari, che incontravano delle difficoltà nel rioccuparsi. Ma certamente anche da noi la grave situazione economica determinatasi a partire dal 2008-2009 a livello internazionale ha creato nuove, per certi versi inedite difficoltà, in particolare per i giovani. E´ necessario quindi fare ogni sforzo per creare nuova occupazione e per fare emergere competenze che sappiamo essere già oggi presenti sul territorio ma che fanno fatica ad incontrare la domanda". Più esigenze spingono dunque nella direzione indicata dal documento approvato oggi: la crescita nell’attuale situazione di crisi degli stati di disoccupazione e della richiesta di servizi; l’introduzione da parte dello Stato dei livelli essenziali delle prestazioni; l’esigenza di assecondare i processi di riqualificazione della manodopera in funzione dello sviluppo economico; l’esercizio della delega in materia di ammortizzatori sociali e l’opportunità di abbinare agli interventi di sostegno al reddito un’offerta robusta e convincente di servizi e politiche attive per il lavoro; la volontà della Provincia di affidare ai privati la realizzazione di alcune fasi del processo di produzione dei servizi nell’ottica del miglioramento e della modernizzazione del sistema pubblico provinciale. Per il mercato del lavoro trentino, la prevista convergenza tra pubblico e privato costituisce la premessa di un nuovo sviluppo dei servizi professionali di intermediazione tra domanda ed offerta di lavoro. Nonostante la crescita del numero e della tipologia degli operatori che possono operare sul mercato del lavoro, solo una minima parte dei contratti di lavoro è intermediato tramite canali ufficiali. La maggior parte dei contatti tra datore di lavoro e lavoratore avviene tramite reti amicali o parentali, che non sempre sono garanzia di valorizzazione dei requisiti professionali e di merito dei lavoratori. Ciò determina una pluralità di problemi: ad esempio, un accesso al posto di lavoro prioritariamente da parte di coloro che conoscono in maniera diretta il datore di lavoro; un aumento dei tempi di incrocio tra domanda ed offerta; la possibile incoerenza tra percorsi di studio ed attitudini professionali e le attività lavorative effettivamente reperite. Nell’ottica del superamento di tali problemi e dell’incremento e miglioramento dei meccanismi di intermediazione sul mercato del lavoro, il provvedimento predisposto dalla Giunta punta sul rafforzamento dell’alleanza tra l’Agenzia del lavoro e gli altri soggetti, pubblici e privati, impegnati nei servizi professionali per il lavoro. Il modello di riferimento è la cooperazione reciproca tra le parti, sebbene in altri territori, come quello lombardo, prevalga la scelta della messa in competizione tra pubblico e privato. In Trentino, rimangono ferme sia la centralità delle strutture provinciali nello sviluppo della rete, sia la necessaria coerenza dell’azione di tutti gli operatori con gli indirizzi e gli obiettivi di programmazione fissati dalla Giunta. La delibera approvata oggi definisce, in coerenza con la normativa statale e provinciale: a) i requisiti per l’iscrizione all’albo dei soggetti accreditati; b) le procedure per l’accreditamento, vale a dire per l’attestazione dell’idoneità dei soggetti desiderosi di collaborare con la Provincia ad erogare servizi pubblici; c) le modalità di raccordo tra i soggetti della rete e tra la rete e il cittadino d) la durata , la conferma, la sospensione e la revoca dell’accreditamento e) le modalità di affidamento dei servizi per il lavoro f) i progetti integrati per l’occupazione prevedendo una collaborazione tra più soggetti accreditati, anche per attività formative g) la costituzione di nuclei tecnici di valutazione per la verifica di ammissibilità delle proposte progettuali. La scelta della Provincia rispetto al contributo dei privati è quella di favorire l’apporto di soggetti esterni di qualità. Ad essi si propone di agire non solo in funzione dell’erogazione di servizi (di accoglienza, orientamento, analisi delle competenze, formazione, intermediazione), ma anche, mediante la proposta di progetti integrati, nell’ottica del raggiungimento di obiettivi occupazionali predefiniti. In tal modo, l’obiettivo della rete coniuga l’esigenza di prendersi cura delle persone in cerca di lavoro con quello di condurle concretamente al lavoro. Concretamente, le Linee approvate oggi istituiscono in particolare l´Albo dei soggetti pubblici e privati accreditati allo svolgimento di servizi per il lavoro in provincia di Trento. L´albo è tenuto dal dirigente provinciale competente in questa materia,. L´accesso all´Albo è condizione imprescindibile per entrare a far parte della rete. I requisiti per l´iscrizione sono diversi: in generale, i soggetti richiedenti devono avere ovviamente una o più sedi in Trentino, conformi alle normative vigenti, , essere connessi telematicamente con La Borsa Continua nazionale del Lavoro, garantire un´affidabilità economica e finanziaria (in caso di società) o il possesso di un Codice etico specifico (in caso di Fondazioni, Comuni o Comunità territoriali, Camere di Commercio, Enti bilaterali, Patronati) e così via. Con l´iscrizione all´albo questi soggetti sono immediatamente tenuti a erogare una serie di servizi generali al cittadino. La Provincia, tramite l´Agenzia del lavoro, può affidare ad essi anche servizi di natura specialistica, da erogarsi ad un target di cittadini ben definiti.  
   
   
GIOCO D´AZZARDO, INCONTRO TRA REGIONE E UNA RAPPRESENTANZA DELL´ANCI PER CONTRASTARE IL FENOMENO E INDIVIDUARE POSSIBILI AZIONI COMUNI. IN EMILIA-ROMAGNA SAREBBERO CIRCA 10MILA I GIOCATORI AD ALTO RISCHIO DI DIPENDENZA. UN GIRO D´AFFARI DA 1,27 MILIARDI DI EURO  
 
Bologna, 28 maggio 2013 - Regione ed enti locali insieme per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo. Un fenomeno che, in base alle stime fornite dal Cnr su dati Ipsad (Italian Population Survey on Alcool and Drugs), in Emilia-romagna vedrebbe circa 10mila giocatori ad alto rischio di dipendenza, con oltre 800 persone seguite dai Sert. All’incontro erano presenti gli assessorati alla Salute e alle Politiche sociali in rappresentanza della Regione, Paolo Pirazzini direttore Legautonomie Er, Fabio Callori sindaco di Caorso, Gianfranco Biserna vice sindaco di Forlì, Federica Torcolacci assessore Comune di Riccione per il coordinamento regionale Anci, Upi e Legautonomie Emilia Romagna. Obiettivo, individuare possibili azioni comuni anche in relazione ai progetti di legge in materia attualmente all´esame dell´Assemblea legislativa. Si stima che in Emilia-romagna il giro d´affari legato al gioco d´azzardo, al netto delle vincite, sia di 1,27 miliardi di euro, con Bologna in testa tra le province (273,2 milioni spesi nel 2011), seguita da Modena (219,4 milioni), e Reggio Emilia (170 milioni). Gli amministratori presenti all’incontro hanno sottolineato il crescente disagio rilevato tra la popolazione e il bisogno di aiuto sempre più diffuso manifestato dalle famiglie che si trovano a fare i conti con questo fenomeno. La Regione ha accolto la richiesta dei Comuni di svolgere un ruolo di regia – anche attraverso la costituzione di un tavolo di coordinamento – e di supporto nelle azioni di prevenzione e sensibilizzazione rivolte a tutta la cittadinanza, di informazione e formazione per target specifici (operatori dei servizi, gestori dei locali, giovani nelle scuole), di sostegno alla diffusione di gruppi di auto mutuo aiuto e di promozione di scambi di esperienze tra diverse realtà territoriali che abbiano avviato iniziative sul tema del gioco d´azzardo.  
   
   
AUTONOMIE: NEL FRIULI OCCIDENTALE PRIMA ESEMPIO UNIONE POLIZIA LOCALE  
 
Maniago, 28 maggio 2013 – Dal 24 maggio 13 Comuni della zona montana e pedemontana del Friuli Occidentale (per un totale di 25 mila abitanti e con un territorio di 750 kmq, circa un terzo dell´intera provincia di Pordenone) possono contare sul servizio unito di Polizia locale, premessa per diversi altri servizi in comune per dare ai cittadini risposte migliori e più efficienti. L´annuncio è stato dato oggi nel Municipio di Maniago - Comune capofila dell´Associazione intercomunale delle Valli delle Dolomiti Friulane - alla presenza dell´assessore regionale alle Autonomie, Paolo Panontin, che nell´occasione ha affermato che è obiettivo della nuova Amministrazione regionale "dare coerenza al sistema delle Autonomie locali, per mettere ordine nelle istituzioni, evitare sovrapposizioni, malfunzionamento del sistema nel suo complesso. Paradossalmente dovremmo dire che la crisi economica ci costringe a una riforma del sistema, costringendoci alle sinergie necessarie per utilizzare al meglio le risorse disponibili". "Da soli non si va più da nessuna parte - ha aggiunto Panontin -: per ragioni economiche, per la complessità dei problemi, per l´esigenza di dare risposte efficaci alle richieste di servizi da parte dei cittadini. Mettersi assieme non è mai facile: ma lo sforzo va fatto superando gli ostacoli politici fra le diverse amministrazioni e avendo come obiettivo unicamente la qualità della vita dei cittadini. Da questa vostra Unione oggi viene un esempio importante per tutta la regione". Come hanno illustrato i sindaci di Maniago, Andrea Carli, e di Cavasso Nuovo, Emanuele Zanon - rispettivamente presidente e vicepresidente dell´Associazione intercomunale - 12 sono i Comuni della Valcellina, della Val Tramontina e della Pedemontana (Erto e Casso, Cimolais, Claut, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto, Frisanco, Cavasso Nuovo, Fanna, Maniago, Vajont, Arba e Vivaro) che hanno dato vita all´Unione della Polizia locale, cui si è aggiunto Meduno, che entrerà nell´Associazione prossimamente. "Si tratta del primo nucleo - hanno detto - di una serie di servizi che i Comuni metteranno in comune: oltre a Polizia locale, istruzione, gestione del personale, gestione fiscale, appalti, informatica, ecc. Si tratta di una realtà importante e di una sfida che anticipa la futura Unione dei Comuni montani prevista dalla normativa regionale". Il servizio di Polizia locale - ha illustrato il comandante Luigino Cancian - potrà contare su 15 uomini e relativi mezzi; la sede centrale sarà a Maniago con due distretti in Valcellina e in Val Tramontina "per coprire il territorio in maniera totale, aiutati in ciò anche dalla videosorveglianza di cui quasi tutti i comuni sono dotati". Il corpo opererà alle dipendenze dei sindaci con uniformità di procedure, di strumenti operativi, in sinergia con le altre forze dell´ordine, per dare sicurezza ai cittadini. E sul tema della sicurezza l´assessore Panontin ha spiegato che "non si tratta di demolire ciò che è stato fatto, bensì di declinare il tema in maniera diversa, facendo sì affidamento sulle tante forze anche volontarie sul campo, ma basandosi sulla professionalità di chi tecnicamente è preposto alla sicurezza". Alla presentazione sono intervenuti anche l´assessore Nicola Callegari - che ha portato il saluto e l´apprezzamento della Provincia di Pordenone -, Roberto Rossetto, direttore del Servizio regionale polizia locale e sicurezza, Primo Perosa, amministratore temporaneo della Comunità montana del Friuli Occidentale.  
   
   
IMMIGRAZIONE IN TOSCANA, I DATI  
 
Santa Croce Sull’arno (Pi), 28 maggio 2013 – Sono 590 mila i bambini registrati come stranieri all’anagrafe in Italia negli ultimi dieci anni. Bambini nati qui e che quando diventeranno maggiorenni e se potranno dimostrare di aver sempre risieduto in Italia senza interruzioni o allontanamenti (se non al massimo di sei mesi) potranno richiedere la cittadinanza: entro il diciannovesimo compleanno e se ancora parte della famiglia di origine. Con lo ius soli, ovvero con la cittadinanza riconosciuta in base al paese di nascita e residenza che una trentina di Stati nel mondo applicano senza condizioni ed altri con qualche paletto (Grecia, Francia, Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Finlandia), sarebbe tutto più automatico. In Toscana vivevano nel 2010 (fonte Caritas) 364.152 stranieri residenti, circa il 10 per cento di tutti gli abitanti della regione: 49.154 appartenevano alla cosiddetta ‘seconda generazione’, ovvero erano figli di stranieri nati in Italia, 5.865 solo quelli nati nel 2010. Numeri e percentuali che crescono a dismisura se ci si concentra sulle scuole: agli materne infatti, sempre nel 2010, otto bambini stranieri su dieci erano nati in Italia. Se l’orizzonte si allarga dalle scuole dell’infanzia alle superiori, 4 su dieci dei 56.280 alunni e studenti stranieri sono nati in Italia. Tra gli stranieri che abitano in Toscana e con permesso di soggiorno i più numerosi erano nel 2010 (ancora fonte Caritas) i rumeni (77.138, il 21,2%), seguiti da albanesi (68.333, 18,8%), cinesi (31. 673, l’8,7%), marocchini (27.773, il 7,6%) e filippini (11,524, il 3,2%). Nel 2010 i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro hanno sostanzialmente eguagliato quelli per motivi familiari, indice di un’immigrazione che tende a radicarsi.  
   
   
EMERGENZA NORD AFRICA 12 FEBBRAIO 2011 31 DICEMBRE 2012 PUBBLICATA LA RELAZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE REGIONALE  
 
Torino, 28 maggio 2013 - A seguito dell´aggravarsi delle tensioni politiche e sociali che hanno attraversato il Nord Africa nel 2010, il 12 febbraio 2011 il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo "Stato di emergenza umanitaria" fino al 31 dicembre 2012, al fine di predisporre le misure necessarie a fronteggiare il conseguente afflusso di migranti verso il nostro Paese. In coerenza con l´accordo sottoscritto tra lo Stato, le Regioni italiane, l´Upi e l´Anci, è stata definita una ripartizione dei profughi proporzionale al numero di abitanti in ogni regione. In Piemonte, suddivisi in diversi scaglioni, ne sono giunti 1800. I profughi provenivano sia dalla Tunisia, fuggiti per motivi prevalentemente economici all’indomani della “Rivolta dei ciclamini”, che dalla Libia, in fuga dalla guerra civile esplosa a partire dal 15 febbraio e fino al 20 ottobre 2011. In questo secondo caso, che rappresenta la maggioranza dei profughi sbarcati in Italia, erano spesso cittadini che vivevano e lavoravano in Libia provenienti da altri paesi dell’Africa e dell’Asia, rappresentanti ben 33 nazionalità differenti. Secondo quanto stabilito con Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono stati individuati dei soggetti attuatori, che nello specifico piemontese erano così ripartiti: la Protezione civile regionale è stata incaricata dell’individuazione, l’adeguamento, l’allestimento e la realizzazione delle strutture necessarie per il ricovero e l’accoglienza dei migranti, mentre la Prefettura di Torino ha avuto compiti di gestione della parte economica, quindi la stipula di convenzioni e l’attività di verifica ispettiva relativamente alle convenzioni stesse. Lo stato di emergenza , come stabilito con Decreto del Consiglio dei Ministri, si è concluso il 31 dicembre 2012. Dal 1 gennaio 2013, la gestione dei cittadini del Nord Africa ancora presenti nelle strutture di accoglienza è stata presa in carico dal Ministero degli Interni. Al 31 dicembre 2012 il numero di profughi in Piemonte si era ridotto a 1323. I funzionari della Regione Piemonte del Settore della Protezione civile e Antincendi boschivi hanno seguito tutte le fasi di primo arrivo dei numerosi scaglioni di profughi, organizzando il loro accompagnamento nelle diverse strutture attivate ed ha garantito, durante tutti e 20 mesi dell’Emergenza Nord Africa, gli spostamenti (oltre 1400) che si sono resi necessari; gli Uffici regionali della Direzione Assistenza e Politiche sociali hanno, invece, garantito la più adeguata accoglienza dei minori non accompagnati e gestito con molta attenzione la scelta delle strutture che potevano ospitare i nuclei familiari (80 famiglie per un totale di 184 membri). Il Volontariato piemontese, come sempre, ha avuto un ruolo di primaria importanza nel corso dell’Emergenza Nord Africa: il Coordinamento regionale del Volontariato e la Croce Rossa hanno svolto tutte le attività legate al primo arrivo dei profughi (verifica nominativi, fotosegnalazione, check-in sanitario, distribuzione dei primi effetti personali e preparazione di pasti caldi) e contribuito alle prime fasi di accoglienza nelle strutture alberghiere. Gli uffici delle Questure e delle Prefetture hanno garantito con la loro presenza ed il loro supporto, il disinnesco di possibili tensioni. Un Gruppo di Monitoraggio e Assistenza (G.m.a.), istituto dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile con l’obiettivo di supportare l’attività nell’accoglienza dei migranti e verificare il rispetto degli standard minimi di assistenza e l’omogeneità di trattamento sul territorio ha più volte monitorato i servizi forniti: vitto, alloggio, mediazione linguistica e culturale, informazione ai migranti sui diritti e doveri di permanenza nel centro, informazione legale sul diritto di asilo, sostegno socio-psicologico, organizzazione del tempo libero, insegnamento della lingua italiana, informazione sul rimpatrio volontario assistito, assistenza sanitaria e orientamento ai servizi sul territorio. Gli esiti di tali monitoraggi sono stati positivi, tanto che la regione Piemonte è stata più volte citata come modello di accoglienza. Le risorse necessarie per sostenere l’attività di accoglienza ed assistenza di profughi e migranti, sono state messe a disposizione dal Ministero competente su contabilità speciali in tutto il territorio nazionale, in misura proporzionale al numero di migranti accolti nelle regioni. Alla Protezione civile della Regione Piemonte sono stati assegnati, 110.180,00 euro, di cui utilizzati effettivamente per l’adeguamento delle strutture 84.023,95 euro, realizzando un risparmio sui costi degli interventi del 20%. L’assessore regionale alla Protezione civile Roberto Ravello ha dichiarato: “Esprimo grande soddisfazione per come la Regione, insieme al mondo del volontariato ed agli Uffici del Governo presenti sul territorio, ha gestito un’emergenza unica nelle sue caratteristiche. Nel vasto panorama degli interventi effettuati dalla Protezione civile piemontese, l’emergenza umanitaria Nordafricana è stata senza dubbio un’esperienza particolare, per la tipologia, la durata e le problematiche che si sono presentate. Il nostro sistema, cresciuto nelle problematiche legate soprattutto ad eventi alluvionali, ha espresso un’efficace capacità di assistenza alle persone, accresciuta e maturata negli episodi di soccorso alle popolazioni colpite dagli eventi sismici dell’Umbria e dell’Abruzzo. La consolidata esperienza organizzativa, unita al fondamentale supporto del Volontariato nelle sue diverse articolazioni ed all’esperienza della Direzione Politiche Sociali della Regione, ha quindi consentito di fronteggiare con buona e tempestiva capacità di risposta le particolari problematiche legate a questa emergenza umanitaria. Questo viene confermato anche dagli esiti dei diversi sopralluoghi e delle attività di controllo svolte dal Gruppo di Monitoraggio ed Assistenza, composto tra gli altri da rappresentanti del Dipartimento di Protezione civile, del Ministero degli Interni e dell’Unchr, che hanno considerato ampiamente soddisfacente il lavoro svolto dalla Regione. Con questa relazione, oltre a fornire il quadro complessivo, si dimostra definitivamente ed in via ufficiale l’infondatezza di certi sospetti adombrati rispetto alla gestione delle risorse, che risultano essere tutte rendicontate”. Info: http://www.Regione.piemonte.it/protezionecivile/    
   
   
IMMIGRAZIONE IN TOSCANA, I DATI SONO 590 MILA I BAMBINI REGISTRATI COME STRANIERI ALL’ANAGRAFE IN ITALIA NEGLI ULTIMI DIECI ANNI  
 
Firenze, 28 maggio 2013 - Sono 590 mila i bambini registrati come stranieri all’anagrafe in Italia negli ultimi dieci anni. Bambini nati qui e che quando diventeranno maggiorenni e se potranno dimostrare di aver sempre risieduto in Italia senza interruzioni o allontanamenti (se non al massimo di sei mesi) potranno richiedere la cittadinanza: entro il diciannovesimo compleanno e se ancora parte della famiglia di origine. Con lo ius soli, ovvero con la cittadinanza riconosciuta in base al paese di nascita e residenza che una trentina di Stati nel mondo applicano senza condizioni ed altri con qualche paletto (Grecia, Francia, Portogallo, Irlanda, Regno Unito e Finlandia), sarebbe tutto più automatico. In Toscana vivevano nel 2010 (fonte Caritas) 364.152 stranieri residenti, circa il 10 per cento di tutti gli abitanti della regione: 49.154 appartenevano alla cosiddetta ‘seconda generazione’, ovvero erano figli di stranieri nati in Italia, 5.865 solo quelli nati nel 2010. Numeri e percentuali che crescono a dismisura se ci si concentra sulle scuole: agli materne infatti, sempre nel 2010, otto bambini stranieri su dieci erano nati in Italia. Se l’orizzonte si allarga dalle scuole dell’infanzia alle superiori, 4 su dieci dei 56.280 alunni e studenti stranieri sono nati in Italia. Tra gli stranieri che abitano in Toscana e con permesso di soggiorno i più numerosi erano nel 2010 (ancora fonte Caritas) i rumeni (77.138, il 21,2%), seguiti da albanesi (68.333, 18,8%), cinesi (31. 673, l’8,7%), marocchini (27.773, il 7,6%) e filippini (11,524, il 3,2%). Nel 2010 i permessi di soggiorno rilasciati per lavoro hanno sostanzialmente eguagliato quelli per motivi familiari, indice di un’immigrazione che tende a radicarsi. I primati di accoglienza e integrazione di Santa Croce sull’Arno - L’accoglienza a Santa Croce, in provincia di Pisa, fa festa all’Italia. Ancora una volta. E’ accaduto stamani, primo di tre giorni dedicati ai diritti e alla legalità. Santa Croce ha fatto festa consegnando ad un folto gruppo di ragazzi e ragazze delle scuole medie,figli di genitori stranieri, un attestato di cittadinanza onoraria. “Io sono santacrocese, io sono italiano” c’è scritto sopra. Nei prossimi giorni tutti i 620 minori stranieri, nati in Italia e che vivono nel comune – come è successo anche in altri comuni toscani e italiani -, lo riceveranno. Un atto simbolico, senza alcun valor giuridico, ma importante, dice il sindaco e con lui tutte le istituzioni presenti. Stamani è stato firmato anche il primo atto per il riconoscimento da parte dell’Unicef di Santa Croce sull’Arno come “Città amica dei bambini”. La manifestazione, “Primavera dei diritti”, si è svolta al Supercinema Lami e si inserisce all’interno della campagna “L’italia sono anch’io”. L’obiettivo è richiamare l’attenzione sui tanti stranieri che vivono e lavorano in Italia ma che nono possono reclamare la cittadinanza italiana e quindi i pieni diritti che ne conseguono. Un percorso ad ostacoli, a volte, anche per chi in Italia ci è vissuto dalla nascita, fino a diciotto anni, e che quindi per la legge, prima del diciannovesimo compleanno, potrebbe chiedere di diventare cittadino italiano. Numeri da primato – I numeri di Santa Croce sull’Arno sono di assoluto primato: 3.344 stranieri su 14.605 residenti, il 23%, quasi uno su quattro. Per presenza di stranieri, quanto a percentuali, è il primo comune di tutta la Toscana, il settimo in Italia. Un comune che è tornato a crescere ed ha smesso di invecchiare grazie all’immigrazione dall’estero: con i bambini figli di stranieri nati ogni anno che sono pari a quelli degli italiani e tre anni fa li hanno addirittura superati. Ma per capire quello che i numeri non raccontano basta guardare i ragazzi che, uno dietro l’altro, si infilano dalla porta del cinema, cantano l’inno d’Italia senza sbagliare una parola o girano per il paese, al bar, per strada e nei giardini. Li guardi e ti rendi conto di come più colori e più culture a Santa Croce convivano come la cosa più naturale di questo mondo, nonostante che il fenomeno di immigrazione sia stato impetuoso e si sia concentrato negli ultimi anni. Santa Croce dieci anni fa contava infatti solo il 7 per cento di stranieri. Venti anni fa era appena lo 0,46 per cento. Prima sono arrivati gli uomini, giovani, che hanno trovato lavoro nelle concerie del distretto. Poi, qualche anno più tardi, sono arrivate le mogli e le famiglie. E in Italia sono nati altri figli: sette su dieci dei minori stranieri che oggi vivono a Santa Croce. Dal 2000 al 2012 però solo in 169, uomini e donne, hanno acquistato la cittadinanza italiana. “I più – ha ricordato il sindaco – continuano a vivere in una condizione di doppi stranieri: stranieri per l’Italia, ma in fondo anche per il paese dei genitori, dove spesso non sono mai stati”. Cinquantasette nazionalità diverse – Anche per nazionalità presenti Santa Croce vanta forse un primato: sono ben 57. Praticamente gli immigrati arrivano da ogni angolo del mondo. I più numerosi sono gli albanesi (1044), poi i senegalesi (859) e quindi marocchini (420), cinesi (213) e filippini (150). Seguono, nelle prime dieci posizioni, rumeni,indiani, georgiani, macedoni e pakistani. La cittadinanza che si costruisce ogni giorno – Intanto sul grande schermo del cinema scorrono foto dei ragazzi del mondo (e toscani) che vivono a Santa Croce. Scorrono anche frasi e pensieri: a ricordare che per qualcuno la cittadinanza ‘vera’, al di là di quella giuridica, fatta di diritti e certo anche di doveri, si costruisce giorno dopo giorno, si rinforza con l’incontro e in fondo “non c’è stato di famiglia che conti e si diventa fratelli veri giocando nella stessa strada, frequentando le stesse scuole, infilando il pallone in porta tra le grida dei compagni o liberando insieme la libellula rimasta impigliata nel retino”.  
   
   
PARI OPPORTUNITA´ VIOLENZA DONNE IN PIEMONTE: IN UNA LETTERA AL MINISTRO IDEM HO SOLLECITATO IL GOVERNO: SERVONO COORDINAMENTO E NUOVE RISORSE  
 
Torino, 28 Maggio 2013- “La Regione Piemonte ha a cuore il tema della violenza sulle donne e ha dimostrato in questi anni forte impegno, attraverso numerose azioni concrete, con l’obiettivo di creare una rete a sostegno delle vittime, dal punto di vista psicologico, sanitario, legale e occupazionale”. Lo afferma l’assessore alle Pari Opportunità Giovanna Quaglia, che aggiunge: “In occasione dell’incontro con i rappresentanti del mondo delle Associazioni a sostegno alle vittime di violenza voluto dal neo ministro Idem, che si è svolto nei giorni scorsi, le ho inviato personalmente una lettera sia per sottolineare il percorso fatto dal Piemonte in questi anni, sia per segnalare la necessità di dare nuovo slancio alle azioni di prevenzione e contrasto, attraverso il coordinamento tra enti e l’attivazione di nuove risorse”. “Il tema – aggiunge Quaglia – è stato anche posto in sede di Conferenza Stato-regioni, proprio con l’obiettivo di coinvolgere il sistema delle autonomie locali anche in fase di progettazione, sulla base dell’esperienza maturata, spesso anche in modo innovativo”. “Le difficoltà del bilancio regionale – conclude l’assessore - non hanno impedito di lavorare concretamente, ed è stato fatto un grande sforzo per individuare altre forme di finanziamento. Siamo riusciti ad attivare i fondi europei e a destinarli a favore delle vittime di violenza e del loro reinserimento lavorativo. Informo inoltre che, in accordo con l’assessore alle Politiche sociali Ugo Cavallera, stiamo lavorando alla delibera di attuazione della legge 16/2009 sui centri antiviolenza e case rifugio e al loro primo finanziamento. Ricordo infine che il fondo per il patrocinio gratuito alle donne che hanno il coraggio di denunciare il loro aggressore non è a rischio, come sostengono le alcune consigliere regionali, ma risulta utilizzato a metà. Per questo sono in programma ulteriori azioni di informazione, proprio con l’obiettivo di renderlo ancora più accessibile”.  
   
   
LOMBARDIA. VICE PRESIDENTE:FACCIAMO RETE IN AIUTO FAMIGLIE L´INTERVENTO AL CONVEGNO SULLA SINDROME DI ASPERGER  
 
Milano, 28 maggio 2013 - ´Due, tre famiglie lombarde ogni mille oggi convivono con la sindrome di Asperger, la particolare forma di autismo che colpisce i bambini e che spesso viene diagnosticata dopo i primi tre anni di vita, con l´inizio dell´inizio dell´età scolare e in taluni casi molto tardivamente. Le famiglie con i loro bambini affetti da questa patologia, pochi o tanti che siano, necessitano di aiuto´. Il vice presidente e assessore regionale alla Salute in tal senso non ha voluto far mancare la sua testimonianza di solidarietà e di impegno partecipando attivamente al convegno ´Una rete per la Sindrome di Asperger´ promosso dall´Associazione Sindrome di Asperger svoltosi il 25 maggio nella sala conferenze della Società Umanitaria a Milano. La Risposta Delle Istituzioni - ´All´impegno umano che viene profuso attraverso l´impegno scientifico e sociale per garantire una migliore qualità della vita alle famiglie e ai loro bambini - ha aggiunto - le istituzioni rispondono con altrettanta sensibilità. Ancora una volta è il cuore delle persone a poter incidere in modo positivo sulla storia non solo delle proprie famiglie, ma anche delle istituzioni´. Fare Rete Favorisce Diagnosi Precoce - ´Come Regione ascolteremo ed approfondiremo quanto emergerà anche da questo convegno - ha proseguito - con l´obiettivo lavorare insieme a e fare rete. Così si potrà favorire una maggiore conoscenza tra specialisti e operatori ed arrivare al vero primo obiettivo: una diagnosi precoce del disturbo´. L´assessore ha peraltro manifestato il suo vivo interesse verso la notizia di questi giorni (rilanciata anche dalla pubblicazione scientifica americana ´Dsm5´) secondo la quale la sindrome di Asperger, da patologia considerata come ´Autismo isolato´ e ´A parte´ è stato posta insieme alle altre manifestazioni autistiche sul fronte della patologia. ´Questo comporterà per i malati di Asperger - ha concluso - Più possibilità della ricerca e delle possibilità di intervento, con ricadute che speriamo positive. Una novità scientifica per gli addetti ai lavori che consoliderà il percorso qui avviato con questo convegno´.  
   
   
SFIDARE I PREGIUDIZI CONTRO LE DONNE NELLA SCIENZA  
 
Bruxelles, 28 maggio 2013 - Secondo She Figures 2012, che analizza l´uguaglianza tra i generi nella ricerca, nel 2012 le donne hanno rappresentato solo il 10 % dei rettori universitari in Europa e il 15,5 % era a capo di istituti di istruzione superiore. Tuttavia, la ricerca ha mostrato che il numero di studenti che conseguono un dottorato di ricerca in generale si sta equilibrando. L´ingegneria, la tecnologia, le scienze naturali e la matematica rimangono scelte accademiche poco allettanti per le giovani donne. In giovane età le bambine sono interessate e brave quanto i bambini in queste materie, ma la realtà è che le scienze dure rimangono una scelta insolita per le ragazze all´università mentre gli stereotipi di genere minano la sicurezza e l´interesse delle giovani donne e le escludono dai campi tradizionalmente dominati dagli uomini. Sfidare i pregiudizi sociali che causano questa distanza tra i generi è stato lo scopo del progetto Twist ("Towards Women in Science and Technology"). Si tratta di un´ambiziosa serie di programmi e attività in centri scientifici e musei di tutta Europa. Il progetto riunisce 11 partner, coordinati dal Centro scientifico Experimentarium di Copenhagen, in Danimarca. Fondi per quasi 3 milioni di euro sono stati dati dalla Commissione europea per contribuire a raggiungere gli obiettivi del progetto. Sheena Laursen, direttrice degli affari internazionali dell´Experimentarium e coordinatrice del progetto Twist, dice: "Spesso riceviamo commenti come - ´Oh e qual è il problema? Anche le donne possono occuparsi di scienza´. Anche se si può pensare che oggi sia vero - continua - più si sale nella gerarchia, meno donne si incontrano. Penso che sia un peccato per entrambi i sessi". Il progetto ha condotto un sondaggio sul genere, la scienza e la società attraverso un questionario molto completo coinvolgendo 74 centri scientifici e musei europei e non-europei, in modo da creare una base di conoscenze per sviluppare le attività. Questo ha permesso al team del progetto di rivolgersi a studenti, insegnanti e genitori e dare il via a dibattiti e discussioni su questioni di genere e scienza. Il team del progetto ha stilato un compendio di strategie di comunicazione rivolte a ragazze e donne. Ha anche sviluppato linee guida per professionisti che lavorano in centri scientifici, musei e altre organizzazioni scientifiche, con lo scopo di promuovere l´integrazione delle donne. Tra le attività ci sono state mostre, teatro interattivo, formazione per insegnanti e l´incontro con scienziati. Una delle componenti centrali del progetto è stata la mostra Twist che comprendeva un database di 42 scienziati donne modelli di ruolo e una marionetta virtuale controllata a distanza chiamata "Twisty", che interrogava i visitatori sul ruolo delle donne nella società e metteva alla prova i loro pregiudizi su importanti questioni etiche legate al genere. All´interno di ogni paese partner, il team del progetto ha stabilito anche una "Giornata del genere", che è coincisa con la giornata internazionale della donna. Questo ha permesso loro di celebrare e mettere in evidenza il ruolo delle donne nella scienza e portare gli scienziati donna in centri scientifici e musei per incontrare i visitatori. Anche le scuole hanno avuto un importante ruolo di collaborazione nel progetto, aiutando a sviluppare nuovi modi di affrontare le questioni di genere e fornendo consigli e strumenti su come trattare la diversità di genere in classe. Questo a sua volta permetterà agli insegnanti di prendere in considerazione il loro ruolo per incoraggiare la qualità di genere nelle classi. I centri scientifici, i musei e gli insegnanti possono adesso trovare ispirazione nel manuale sviluppato dal progetto. Per mezzo della sua ampia varietà di attività e programmi, il progetto è riuscito a coinvolgere realmente il pubblico sulla natura degli stereotipi di genere nella comunità scientifica. Ha permesso inoltre alle persone di riconoscere gli stereotipi di genere nella società in generale. Infine, sono stati creati nuovi contatti tra gli scienziati interessati, i media e i ministri. Tutto ciò sta contribuendo a sensibilizzare il pubblico sulla diversità di genere e a motivare i giovani verso carriere scientifiche. Su scala più ampia, anche la presentazione della scienza e della tecnologia attraverso espositori pratici, attività e workshop ha avuto un impatto importante sul pubblico. I centri scientifici e i musei continueranno a usare questi strumenti nell´ambito del progetto Twist, che costituirà un centro di risorse per un´istruzione scientifica formale e informale. Per maggiori informazioni, visitare: Twist - Towards Women in Science and Technology http://www.The-twist-project.eu/en/ http://www.The-twist-project.eu/en/guide/teacher  She Figures 2012 http://ec.Europa.eu/research/sciencesociety/index.cfm?fuseaction=public.topic&id=1282&lang=1    
   
   
PARMA: COMITATI UNICI DI GARANZIA: SI PUNTA ALLA RETE PRESENTE E PROSPETTIVE IN UN CONVEGNO ORGANIZZATO DALLE CONSIGLIERE PROVINCIALI DI PARITÀ.  
 
Parma, 28 maggio 2013 – Pari opportunità, benessere organizzativo, conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro, lotta alle discriminazioni. Temi importanti, forti, al centro questa mattina di un incontro di approfondimento organizzato dalle Consigliere provinciali di parità con la collaborazione della Provincia. “Comitati unici di garanzia a confronto: riflessioni e prospettive future” il titolo dell’appuntamento, che voleva essere un’opportunità di discussione aperta fra diverse voci e diverse realtà del nostro territorio. All’istituzione dei Comitati unici di garanzia (Cug) negli enti pubblici sono seguite linee guida del Ministero del Lavoro e della Regione Emilia-romagna per il loro funzionamento: linee guida che impongono obblighi per la valorizzazione del benessere di chi lavora, iniziative contro le discriminazioni e per la promozione delle pari opportunità sui luoghi di lavoro. Oltre all’importanza degli adempimenti normativi e alle sanzioni previste per gli enti pubblici che non hanno ancora istituito i Cug, è necessario, per quelli che hanno adempiuto agli obblighi di legge, approfondire i temi comuni e scambiare prassi. Proprio a questo puntava l’incontro: a condividere e sviluppare saperi e competenze sul territorio parmense, anche nell’ottica di arrivare a costruire una rete dei Comitati unici di garanzia.“Sono temi da affrontare non solo dal punto di vista del singolo ente ma anche a livello orizzontale, per capire gli scogli che abbiamo davanti e per individuare le best practice nelle altre organizzazioni. Io vorrei che non ci si fermasse qui. Penso ad esempio alla legge 120 del 2011, che parla di rappresentanza delle donne nei cda di enti pubblici e società partecipate: il Cug può essere il soggetto che si occupa di monitorare l’adempimento alle normative e il rispetto delle regole. Questo è un passaggio fondamentale per i cug, perché la legge non rimanga sulla carta”, ha detto nel suo intervento introduttivo la consigliera provinciale di parità Cecilia Cortesi Venturini, che ha aggiunto: “Nel nostro territorio sono pochissimi i Cug, nonostante la legge sia in vigore. È necessario spronare gli enti che non hanno ancora adempiuto, e spero che da ora in avanti si possa lavorare in rete”.“Per quanto riguarda i Cug nel nostro territorio non siamo di fronte a risultati straordinari – ha confermato l’assessore provinciale alle Pari opportunità Marcella Saccani -. Forse ancora non sono entrati nella coscienza diffusa delle realtà che dovrebbero istituirli ma anche delle lavoratrici e dei lavoratori che dovrebbero pretenderne l’istituzione. Intanto mettiamo questo punto fermo: i cug devono nascere. Viviamo in un territorio maturo, però con sorpresa ho colto in questo sistema che a volte questi non sono considerati temi centrali”. Serve dunque un cambio di passo: “E io sono a disposizione – ha concluso Saccani - per sollecitare tutte le realtà che ancora non hanno dato vita ai Cug”.nell’incontro, moderato dalla presidente del Cug della Provincia di Parma Fabrizia Dalcò, si sono susseguiti gli interventi di Nadia Monacelli, vicepresidente Cug dell’Università di Parma (“Conciliazione fra tempi di vita lavorativa e personale”), Antonella Vezzani, presidente Cug dell’Azienda Ospedaliero-universitaria di Parma (“Piani triennali di azioni positive e progressioni di carriera”), Sandra Vattini e Paola Campanini, vicepresidente Cug e consigliera di fiducia dell’Azienda Usl di Parma (“Benessere organizzativo e mobbing”), Mariantonietta Calasso, presidente Cug Aipo-adbpo (“Molestie sessuali e codice di condotta per la tutela della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori”).  
   
   
IN TOSCANA 60MILA FIGLI DI STRANIERI, ROSSI: “NON RICONOSCERLI È COME CANCELLARE UNA CITTÀ COME SIENA”  
 
Santa Croce Sull’arno (Pi), 28 maggio 2013 – Il presidente Rossi invita a guardarsi attorno. “In Toscana ci sono 60 mila ragazzi e ragazze, figli di genitori stranieri, che sono nati in Italia e che vivono nella nostra regione. Far finta che non esistano è come voler cancellare, in questa regione, una città grande come Siena. Solo un matto potrebbe continuare all’infinito a chiudere gli occhi su una realtà come questa”. Il presidente della Toscana Enrico Rossi approfitta della platea del Supercinema Lami di Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, per dire la sua sul diritto di cittadinanza. Santa Croce è il distretto industriale toscano dove praticamente un residente su quattro è straniero o figlio di stranieri, un fazzoletto di diciassette chilometri quadrati, due frazioni e poco più di 14.500 abitanti. E’ un distretto industriale ancora ricco, che con le sue concerie dà lavoro a più di ottomila persone. E qui stamani il Comune ha consegnato un attestato di cittadinanza onoraria, simbolico ma impegnativo, ai bambini di origini straniera nati in Italia e che vivono a Santa Croce, cominciando dai ragazzi delle medie. Santa Croce esempio per tutti – “Se per l’integrazione non esistono modelli astratti – dice Rossi – perché è vero che ogni realtà è a sé stante, Santa Croce è sicuramente un esempio di come si deve fare integrazione: un esempio che non ha eguali in Italia e purtroppo a volte neppure in tutta la Toscana, che pure rimane una regione aperta su certi temi”. “Solo un matto può chiudere gli occhi – ripete il presidente - Chi è cresciuto qui, chi ha frequentato con i ragazzi italiani le stesse scuole, ha giocato insieme e i genitori hanno pagato le tasse contribuendo al benessere di tutti noi, perché deve sentirsi ed essere trattato in maniera diversa?”. Per Rossi una nuova legge sulla cittadinanza è necessaria: “per essere davvero – dice – fratelli d’Italia”. Forse ci vorrà ancora tempo. “Ma alla fine, piano piano – confida –, anche il Parlamento capirà”. “Nel frattempo dobbiamo andare avanti, pacificamente. E sarebbe bello – si augura – che tutti i Comuni toscani facessero come oggi a Santa Croce: un modo per dire a questi ragazzi che tutta la regione è dalla loro parte”. L’immigrazione è un’opportunità -Dopo Rossi interviene il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, che parla di Santa Croce come “esempio anche di fratellanza” e invita ad un maggior rigore verso fenomeni di razzismo strisciante come quello negli stadi. Sabrina Sergio Gori, in rappresentanza dell’Anci, l’associazione dei Comuni toscani, invita i ragazzi a “cantare il loro sogno, che è il sogno del mondo”: lei che, racconta, è la mamma di due figli nati all’estero arrivati in Italia quando avevano 3 e 5 anni. Osvaldo Ciaponi, sindaco di Santa Croce, parla dell’immigrazione – oggi quella straniera e ieri quella dal sud Italia – come di un “potenziale di crescita ed arricchimento”. Ci sono anche i saluti, inviati con una lettera, del ministro Cecile Kyenge, che ricorda come l’Italia sia “da sempre crocevia di popoli” che ne hanno costruito la cultura. La Costituzione in mano – Il presidente Rossi alla fine cita la Costituzione. Lo fa ricordando l’articolo 3, per dire che la persona viene prima dell’essere cittadini, e che per la Costituzione la Repubblica deve rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione della persona. “In Toscana l’abbiamo fatto estendendo anni fa il diritto all’assistenza sanitaria a chiunque, indipendente dalla cittadinanza o il permesso di soggiorno. Il governo impugnò quella legge. La Consulta ci ha dato ragione, proprio in virtù di quello che c’è scritto nella Costituzione”. Quella Costituzione, “fatta di valori e principi inderogabili”, che il ministro Kyenge ha invitato oggi i ragazzi a leggere e di cui innamorarsi. Quella Costituzione che il Comune di Santa Croce, da anni, ha pubblicato in dieci lingue diverse, in albanese e cinese, in arabo o in rumeno e tante altre, perché i suoi contenuti riguardano tutti, chi è nato è cresciuto in Italia, indipendentemente dalle origini, e chi vi ha trovato lavoro.  
   
   
PARMA: UOMINI CHE ODIANO AMANO LE DONNE OGGI LA PRESENTAZIONE DELL’ULTIMO LIBRO DI MONICA LANFRANCO  
 
Parma, 28 maggio 2013 – Virilità, sessualità e violenza nelle riflessioni e nelle parole degli uomini. L’idea di fondo del volume “Uomini che odiano amano le donne” di Monica Lanfranco è proprio questa: interrogare i maschi, in forma anonima, sulla loro sessualità, attraverso alcune domande lanciate dall’autrice nel suo blog sul “Fatto quotidiano”. Hanno risposto in tanti: in tanti si sono fermati a riflettere su di sé, sul proprio corpo, sul proprio desiderio, sui “lati oscuri” del proprio genere. Il libro “Uomini che odiano amano le donne” è il risultato del lavoro di raccolta e sistemazione delle oltre 200 risposte arrivate, e vuole offrire a chi legge parole e pensieri maschili su virilità, sesso, violenza, pornografia, desiderio. “Obiettivo di questa raccolta è quello (anche) di suscitare emozioni, oltre che dibattito e dare voce a un’altra parte maschile, diversa rispetto a quella tragicamente presente nella cronaca nera o nella ordinaria violenta e ottusa rappresentazione televisiva dei maschi mediatici”, si legge nell’introduzione. Il volume “Uomini che odiano amano le donne” sarà presentato domani, martedì 28 maggio, alle 17,30 nella Sala Savani della Provincia (piazza della Pace, 1), in un incontro organizzato dalla Provincia e dalle consigliere provinciali di parità. Dopo i saluti introduttivi dell’assessore alle Pari opportunità Marcella Saccani e della consigliera provinciale di parità Cecilia Cortesi Venturini, con Monica Lanfranco dialogheranno il sociologo Marco Deriu, dell’associazione Maschile Plurale, e lo psichiatra Paolo Volta, direttore delle attività socio-sanitarie dell’Azienda Usl di Parma. Per informazioni: tel. 0521 931791, e-mail f.Dalco@provincia.parma.it  sul web www.Pariopportunita.parma.it  L’autrice Monica Lanfranco Monica Lanfranco è giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sul conflitto. Ha fondato nel 1994 il trimestrale di cultura di genere “Marea”. Ha collaborato con Radio Rai International, Carta, Liberazione, Arcoiris Tv, Linus. Ha un blog sul Fatto quotidiano. Ha insegnato Teoria e Tecnica dei nuovi media all’Università di Parma. Cura e conduce corsi di formazione sulla storia del movimento delle donne, sulla comunicazione di genere, sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Ha scritto diversi libri sulle donne e sulla loro storia.  
   
   
MATRIMONI MISTI, PONTI FRA CULTURE  
 
Trento, 28 maggio 2013 - Una grande opportunità, una via per l´integrazione fra i popoli, ma anche un impegnativo laboratorio interculturale che richiede una quotidiana capacità di mediazione. I matrimoni misti possono essere dei veri e propri ponti fra culture e rappresentano uno dei tratti più importanti della società interculturale, oggi come in passato. Se n´è parlato a Trento, al Palazzo della Regione, nel corso della presentazione degli atti del convegno internazionale e multidisciplinare sul tema “Matrimoni Misti. Una via per l’integrazione tra i popoli”, tenutosi fra Trento e Verona a fine 2011. La presentazione del volume degli atti, curato da Simona Marchesini, è stata organizzata dal Cinformi dell’assessorato provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza, dall’Ufficio Beni archeologici e da Alteritas. Ieri a Trento i lavori sono stati aperti da Franco Nicolis, Direttore dell’Ufficio Beni archeologici, mentre i punti salienti del volume sono stati illustrati da Silvana Seidel Menchi, già professoressa di Storia moderna a Trento e a Pisa, che al tema del matrimonio nella storia ha dedicato e ancora dedica una parte considerevole della sua attività di studiosa. Il volume degli atti del convegno sui matrimoni misti – che presenta anche un focus sul fenomeno in Trentino curato dalla sociologa Serena Piovesan dell´area studi Cinformi – vanta contributi di ampio spazio temporale (dalla preistoria ai giorni nostri) e disciplinare (archeologia, storia antica, medievale e moderna, antropologia culturale, linguistica, sociologia, storia delle religioni, biodemografia). Diversi gli aspetti di queste particolari unioni che sono stati affrontati: dalle diversità linguistiche a quelle religiose, da uno sguardo al passato alla fotografia dei matrimoni misti nella società moderna. Tra i vari temi affrontati, si è indagato anche sulla dimensione in cui si muovono i figli delle coppie miste, sulla lingua o sulla cultura cui nel tempo aderiscono con maggior forza, quando non danno vita ad una sorta di terza cultura, sintesi e superamento di quelle di provenienza.