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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Marzo 2012
L´EUROPA È DONNA  
 
Bruxelles, 8 marzo 2012 - In occasione dell´8 marzo, festa internazionale delle donne, l´Alto rappresentante dell´Unione Catherine Ashton, la Vicepresidente e Commissario per la Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza Vivaine Reding e Neelie Kroes, Vicepresidente e Commissario per la politica digitale dell´Unione, sono intervenute in favore di un rapido superamento delle disparità di genere ancora esistenti nella società attuale. Già a inizio settimana Viviane Reding, a seguito dell´introduzione delle quote rosa in alcuni Paesi europei, aveva rilasciato una dichiarazione nella quale auspicava l´introduzione di un numero sempre maggiore di donne all´interno dei Consigli di amministrazione delle compagnie europee:“La scarsa presenza delle donne ai vertici aziendali impedisce all’Europa di essere competitiva e di crescere economicamente. Per questo motivo diversi Stati membri, tra cui Belgio, Francia, Italia, Paesi Bassi e Spagna, cominciano a porsi il problema introducendo leggi sulle quote rosa nei consigli di amministrazione. Le quote rosa non suscitano il mio entusiasmo, ma i risultati mi piacciono." Il Commissario Reding ha poi rinnovato il suo impegno nella lotta alla disparità di genere sui posti di lavoro, dichiarando che:"E´ ora di infrangere quel soffitto di cristallo che in Europa continua ad ostacolare l’ascesa di donne di talento ai vertici delle società quotate in borsa". Invece, il Commissario Neelie Kroes ha firmato oggi, insieme ad altre donne eminenti, una dichiarazione a supporto del rafforzamento del ruolo delle donne nell´era digitale:"Il potenziamento del ruolo delle donne e il recente sviluppo della tecnologia digitale stanno migliorando il mondo. Ora è giunto il tempo di unire insieme queste due rivoluzioni. La tecnologia non dovrebbe essere un mondo per soli uomini. I nostri guru e eroi della tecnologia non possono essere solo uomini. Oggi il mondo è digitale e lo è per tutti. Non lasciatevi convincere da nessuno che così non è". Nella sua dichiarazione di oggi invece l´Alto Rappresentante Catherine Ashton saluta con favore i progressi realizzati nel corso degli anni nell´ambito delle pari opportunità ma sottolinea come ci siano ancora molte sfide da affrontare. Il Vicepresidente Ashton si augura che l´importante ruolo giocato dalle donne nella primavera araba venga mantenuto anche durante la transizione democratica e ha rinnovato il supporto che l´Unione dà alle donne nei Paesi mediterranei attraverso vari progetti come quello che permette alle donne libanesi di osservare le elezioni in Tunisia. L´alto Rappresentante ha concluso la sua dichiarazione affermando:"In questo giorno speciale, l´Ue ribadisce il suo impegno nel promuovere la parità di genere e l´avanzamento delle donne in tutto il mondo.".  
   
   
UE: GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA: CHAT CON MIKAEL GUSTAFSSON  
 
Bruxelles, 8 marzo 2012 - Partecipa Anche Tu Alla Chat Con Mikael Gustafsson Presidente Della Commissione Per I Diritti Della Donna E Dell´uguaglianza Dei Generi "Un vero femminista" e presidente della commissione per i Diritti della donna e dell´uguaglianza dei generi, Mikael Gustafsson risponderà alle domande dei fans della pagina Facebook del Parlamento europeo giovedì 8 marzo dalle ore 15 alle 15 e 45. Non perdere l´occasione di inviargli una domanda! In occasione della Giornata internazionale della donna, puoi rivolgere le tue domande al deputato svedese Mikael Gustafsson del gruppo Gue. Femminista convinto, Gustafsson è responsabile di una relazione sul ruolo delle donne nell´economia "verde". Nei mesi a venire si occuperà anche di violenze sulle donne, l´indipendenza economica e l´influenza delle donne nella vita politica. Http://www.europarl.europa.eu/news/it/headlines/content/20120302sto39867/html/giornata-internazionale-della-donna-chat-con-mikael-gustafsson    
   
   
DIVARIO DI RETRIBUZIONE TRA DONNE E UOMINI, UN SONDAGGIO DICE CHE L’ UNIONE EUROPEA DEVE AGIRE  
 
Bruxelles, 8 marzo 2012 - Il divario retributivo tra i sessi è meglio affrontarlo a livello europeo, è quanto emerge dal 47% degli europei intervistati per un sondaggio Eurobarometro presentato il Mercoledì dalle Donne per i Diritti presidente della commissione Mikael Gustafsson (Gue / Ngl, Se). Tuttavia, gli intervistati erano quasi equamente divisi sul modo migliore per colmare il divario: facilitando l´accesso a posti di lavoro per tutti (27%), imponendo sanzioni alle imprese (26%), o applicare delle scale salariali trasparenti (24%). Mr Gustafsson ha dichiarato: "Virginia Woolf ha parlato l´importanza per le donne di avere una stanza tutta per sé è meno noto che anche lei ha parlato della necessità per le donne di avere i soldi della propria Era vero allora - e.. È vero oggi. Concentrandosi sulla parità economica è ancora più importante in un momento di crisi ". Mentre il divario di retribuzione tra donne e uomini che svolgono lo stesso lavoro con le stesse qualifiche è visto come un grave problema di quasi sette europei su dieci (69%), gli intervistati sono stati divisi sul fatto che gli incentivi o sanzioni sarebbe più efficace nel ridurre il divario. Le tre possibili rimedi offerti, vale a dire "Facilitare l´accesso per le donne e gli uomini a qualsiasi tipo di occupazione" (27%), "imposizione di sanzioni pecuniarie alle imprese che non rispettano la parità di genere" (26%), o "tabelle salariali trasparenti in società "(24%), tutti ottenuto percentuali simili. Quando è stato chiesto a quale livello di governo queste misure sono prese al meglio, il 47% degli intervistati ha detto che ha favorito l´azione a livello dell´Ue, il 38% a livello nazionale e 11% a livello locale. Non sorprende, visto le donne le disuguaglianze di genere, e il divario di retribuzione, in particolare, come più di un problema rispetto agli uomini ha fatto. Ecco i punteggi per i due gruppi differivano tra 12 e 14 punti percentuali. In realtà, più di tre su quattro donne ha detto che il divario retributivo di genere è un problema grave (76%), contro il 62% degli uomini. Più uomini (35%), rispetto alle donne (21%), ha detto che non era un problema serio. Quando è stato chiesto sulle tendenze a pagamento, il 60% degli intervistati ha detto che pensava le disuguaglianze di genere erano diminuiti nel corso degli ultimi 10 anni, mentre il 12% pensa che non vi era stato alcun cambiamento. Questo sondaggio Eurobarometro è stato commissionato dal Parlamento europeo in occasione della edizione 2012 della Giornata Internazionale della Donna (8 marzo), e come contributo al lavoro in corso per ridurre il divario retributivo tra donne e uomini.  
   
   
DIRITTI DELLE DONNE/PARI OPPORTUNITÀ, LA DEPUTATA SLOVACCA EDIT BAUER: "È TEMPO DI METTERE IN PRATICA LA LEGGE"  
 
Bruxelles, 8 marzo 2012 - “Come è possibile che dopo aver legiferato per 50 anni sulla parità salariale, ci sia ancora un 16-17% di differenza tra generi?” si chiede la deputata slovacca di centro destra Edit Bauer, e relatrice della giornata della parità retributiva tra uomini e donne. L’abbiamo incontrata in occasione della Giornata internazionale della donna, l’8 marzo. Quali sono le conseguenze di un divario di stipendi nel breve e lungo termine? Eb - Non si tratta semplicemente di un rischio maggiore di povertà per le donne. Le statistiche mostrano che il divario tra generi aumenta con l’età: questo significa che le donne ne subiscono le conseguenze fino alla morte. Ci sono differenze anche per quanto riguarda le pensioni. Le conseguenze a lungo termine? Nei paesi in cui il divario è minore, c’è un tasso di natalità più elevato: la mancanza parità salariale ha delle conseguenze anche sull’andamento demografico. Ed influisce anche sulla concorrenza economica. Come bisogna agire per cambiare le cose? Eb - Anche in settori in cui le donne lavorano maggiormente, gli uomini hanno salari più elevati. In certi settori l’isolamento orizzontale - e verticale - è profondamente radicato. Ma dipende molto dalla cultura e dalla società. Quello che oggi è cambiato è che ci sono sempre più donne laureate, e le statistiche mostrano che le donne che hanno iniziato la propria carriera in Regno Unito sono pagate meglio degli uomini. Di solito il divario non è visibile tra quelli che iniziano a lavorare ma si fa sentire una volta che le donne riprendono il lavoro dopo la maternità. Ho il sentimento che in futuro la crisi demografica e le sue conseguenze saranno tanto pericolose quanto la crisi economica. Bisogna cambiare atteggiamento rispetto alla maternità. La causa che si nasconde dietro la parità salariale è spesso legata al tempo di lavoro. Quali sono le proposte concrete del suo rapporto e cosa può fare l´Ue per risolvere questo problema? Si tratta di un problema molto complesso. Pensare che una direttiva possa cambiare tutto è un´illusione. Credo che ognuno di noi dovrebbe contribuire a risolvere il problema, non semplicemente attraverso la parità salariale, ma anche le sue conseguenze. Come è possibile che dopo aver legiferato per 50 anni sulla parità salariale, ci sia ancora un 16-17% di differenza tra generi? Eb - Bisogna studiare le leggi con attenzione e capire perché hanno funzionato meno rispetto ad altre. La nostra risposta: dovremmo rinforzare la legge e imporre delle sanzioni, delle misure necessarie in un primo periodo per far funzionare le cose. Gli Stati membri hanno situazioni molto diverse per quanto riguarda i sindacati e le contrattazioni collettive. Dobbiamo diffondere più informazione e il sistema dei salari dovrebbe essere più trasparente. C´è una proposta di pubblicare le griglie dei salari una volta all´anno, per esempio in occasione della giornata della parità retributiva. E ci sono pochi casi di discriminazione presentati in tribunale: bisognerebbe pensare a rinforzare le istituzioni che lottano in questa direzione.  
   
   
REGOLAMENTI TITOLI IN EUROPA: LA COMMISSIONE PASSA ALL´AZIONE PER RENDERLI PIÙ SICURI E PIÙ EFFICIENTI  
 
Bruxelles, 8 marzo 2012 — Nel quadro dei suoi costanti sforzi intesi a creare un sistema finanziario più solido, la Commissione europea ha proposto ieri di istituire un quadro normativo comune a livello europeo per gli istituti responsabili del regolamento di titoli, ossia i depositari centrali di titoli (Central Securities Depositories — Csd). Oltre a rendere più sicuri e più efficienti i regolamenti di titoli in Europa, la proposta mira ad abbreviare il tempo necessario al regolamento ed a ridurre al minimo i mancati regolamenti. Michel Barnier, Commissario per il Mercato interno e i servizi, ha dichiarato: “Mi sto impegnando per garantire che tutti i mercati finanziari siano soggetti a regolamentazione e vigilanza adeguate. Il regolamento è un processo essenziale per il mercato dei titoli e per il finanziamento della nostra economia: è pertanto necessario garantirne la sicurezza e l´efficienza. Le cifre sono eloquenti: nell´Unione europea, negli ultimi due anni, i depositari centrali di titoli hanno regolato operazioni per un milione di miliardi. La proposta di oggi introdurrà in tutta l´Unione, in linea con i nostri partner internazionali, norme comuni per il regolamento di titoli e i depositari centrali di titoli, in modo da garantire un vero e proprio mercato interno dei servizi forniti dai depositari centrali nazionali.". La presente proposta contiene i seguenti elementi principali: Il periodo di regolamento sarà armonizzato e fissato ad un massimo di due giorni dopo il giorno di negoziazione per i titoli negoziati in borsa o in altri mercati regolamentati (attualmente in Europa per la maggior parte delle operazioni in titoli sono necessari da due a tre giorni). I partecipanti al mercato che non consegnano i propri titoli alla data convenuta per il regolamento sono soggetti a penalità e dovranno acquistare tali titoli sul mercato e consegnarli alle loro controparti. Gli emittenti e gli investitori dovranno tenere un registro elettronico praticamente per tutti i titoli e registrarli presso i depositari centrali di titoli, se si tratta di titoli negoziati in borsa o su altri mercati regolamentati. I depositari centrali dovranno rispettare rigorosi requisiti organizzativi, sulla condotta negli affari e prudenziali per garantire la propria solidità e per proteggere i loro utenti. Dovranno inoltre essere autorizzati dalle rispettive autorità nazionali competenti, e sottoposti alla loro vigilanza. Ai depositati centrali sarà dato un "passaporto” che li abiliterà a prestare i propri servizi in altri Stati membri. Gli utenti potranno scegliere tra tutti e 30 i depositari centrali in Europa. I depositari centrali nell´Ue avranno accesso a qualsiasi altro depositario centrale o ad altre infrastrutture di mercato quali sedi di negoziazione o controparti centrali, a prescindere dal paese in cui si trovino. La proposta è stata trasmessa al Parlamento europeo e al Consiglio (che rappresenta gli Stati membri) per essere discussa e adottata. Contesto Il regolamento è un processo importante, che garantisce lo scambio di titoli contro contante dopo un´operazione in titoli (ad esempio un´acquisizione o una vendita). I depositari centrali sono enti importanti sotto il profilo sistemico perché gestiscono le infrastrutture (cosiddetti sistemi di regolamento di titoli) che consentono il regolamento di praticamente tutte le operazioni in titoli. I depositari centrali, inoltre, tengono traccia di quanti titoli sono stati emessi e da chi, nonché di tutti i passaggi di detenzione di tali titoli. Essi svolgono infine un ruolo essenziale per il finanziamento dell´economia, dato che quasi tutte le garanzie costituite dalla banche per raccogliere fondi passano attraverso sistemi di regolamento di titoli gestiti da depositari centrali. I depositari centrali, tuttavia, sono ancora regolamentati soltanto a livello nazionale, e il regolamento transfrontaliero è meno sicuro (in alcuni mercati i mancati regolamenti per le operazioni transfrontaliere possono raggiungere il 10%) e meno efficiente rispetto al regolamento nazionale: i costi possono essere di quattro volte più elevati. La proposta di regolamento completerà il quadro normativo europeo per i mercati dei titoli. Le operazioni in titoli si articolano in tre fasi principali: Negoziazione, già regolamentata dalla Mifid http://ec.Europa.eu/internal_market/securities/isd/index_en.htm  Compensazione, che sarà regolamentata dall´Emir http://ec.Europa.eu/internal_market/financial-markets/derivatives/index_en.htm  Regolamento, oggetto della proposta in esame http://ec.Europa.eu/internal_market/financial-markets/central_securities_depositories_en.htm    
   
   
OCCUPAZIONE E STABILITÀ: LA COOPERAZIONE UE-TUNISIA FA PROGRESSI  
 
Bruxelles, 8 marzo 2012 - Il Vice Presidente della Commissione europea Antonio Tajani è in visita oggi e il giorno seguente in Tunisia. L´obiettivo primario della visita è di accelerare la preparazione in vista dei negoziati sugli accordi di accesso al mercato Ue con i Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo. Durante la sua visita il Vice Presidente Tajani incontrerà il Primo Ministro Tunisino Hamadi Jebali e il ministro per l´Industria e il Commercio Mohammed Lamine Chakhari, quindi parteciperà alla 10a edizione della conferenza Femip (il Fondo Euro Mediterraneo di Investimento e Partenariato della Bei, la Banca europea per gli investimenti). La visita rinforzerà Ia partnership per far sì che le industrie e le piccole e medie imprese (Pmi) europee possano sfruttare pienamente il potenziale delle relazioni tra la Tunisia e l´Ue. Il dialogo porrà l´accento sul bisogno di mercati più integrati, attraverso regole comuni, allineate a quelle europee, e il miglioramento delle infrastrutture tecniche (laboratori e valutazioni di conformità). Il Vice Presidente Tajani incoraggerà inoltre maggiore cooperazione nella riduzione della burocrazia per la regolamentazione intelligente per favorire l´internazionalizzazione delle rispettive Pmi, anche promuovendo cluster e reti. Anche il settore del turismo vedrà una cooperazione rafforzata. La Tunisia sarà invitata a far parte del programma Erasmus per giovani imprenditori. Prima di ripartire il Vice Presidente Tajani responsabile per Industria e imprenditoria ha dichiarato: “I considerevoli progressi della Tunisia nell´allineare il proprio sistema legislativo alle regole europee, sottolinea il fermo impegno del paese nel rafforzare la propria economia. Una cooperazione industriale forte sarà di mutuo beneficio per i Paesi mediterranei vicini e per l´Ue. Confido che nei prossimi due giorni otterremo buoni risultati che contribuiranno a maggiore stabilità nel Mediterraneo.” In vista libero accesso per i prodotti industriali - Come risultato della risposta europea ai recenti sviluppi nel vicinato mediterraneo, la Commissione ha moltiplicato i propri sforzi per accelerare la preparazione dei negoziati per gli accordi di accesso al mercato con i paesi del Mediterraneo meridionale. I considerevoli progressi della Tunisia nell´allinearsi al sistema legislativo e alla qualità dell´infrastruttura dell´Ue potranno presto abilitare il pieno accesso al Mercato Unico ai beni che rispondono ai requisiti che saranno stabiliti nel contesto degli accordi sulla valutazione di conformità e l’accettazione dei prodotti industriali (Acaa). Il 9 marzo Antonio Tajani, insieme al Ministro per l´Industria e il Commercio Chakhari, firmerà una dichiarazione comune per sottolineare il volere e l´impegno delle parti nel concludere la fase preparatoria e aprire i negoziati per l´accesso al mercato al più presto possibile n vista dell´accordo Acaa da firmarsi nel prossimo futuro. Questo segnerà il quasi completamento e l´imminente inizio dei negoziati formali per i prodotti elettrici e edili. L´accordo sarà conseguentemente esteso agli altri prodotti industriali quando le precondizioni saranno soddisfatte. Gli accordi del tipo Acaa per l´accesso al mercato sono in questo momento a diversi stadi di preparazione o di negoziato con tutti i Paesi del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Autorità Palestinese e Tunisia) e con alcuni Paesi del vicinato (Ucraina). L’acaa aiuta a eliminare le formalità burocratiche - Gli accordi Acaa contribuiranno a ridurre la burocrazia, eliminando la duplice valutazione di conformità dei prodotti, con il risultato di semplificare al massimo le formalità import/export e doganali. In sintesi, un accordo Acaa equivale – per i prodotti interessati – ad avere accesso al Mercato Unico. Durante la visita il Vice Presidente Tajani presenterà le azioni elaborate dalla Commissione europea per ridurre gli oneri amministrativi, un´area di attività di primaria importanza per il miglioramento delle condizioni in cui operano le imprese. Maggiori informazioni sul ridotto onere regolamentare per le piccole imprese Il Fondo Euro Mediterraneo di Investimento e Partenariato - Giovedì 8 marzo il Vice Presidente Tajani parteciperà alla 10a conferenza del Femip (il Fondo Euro Mediterraneo di Investimento e Partenariato della Bei, la Banca europea per gli investimenti) che si svolgerà a Tunisi. La conferenza sarà incentrata sul sostegno allo sviluppo del settore privato e sulla vocazione d´investitore di lungo periodo che caratterizza la Bei. I tre temi principali che saranno trattati saranno: l’accesso a fonti di finanziamento diversificate e competitive per lo sviluppo del settore privato; la promozione dell’imprenditorialità e della formazione manageriale quale condizione per garantire la crescita; il rafforzamento della competitività internazionale delle imprese del Mediterraneo attraverso un riposizionamento delle stesse nel mercato globale. Operativo già da ottobre 2002, il Femip è uno strumento chiave nel partenariato finanziario tra l’Europa e il Mediterraneo e ha investito complessivamente 12 miliardi di euro tra ottobre 2002 e dicembre 2010.  
   
   
UE, AMBIENTE: UNA MIGLIORE APPLICAZIONE DELLA NORMATIVA PER RIDURRE I COSTI E MIGLIORARE L’AMBIENTE  
 
Bruxelles, 8 marzo 2012 – Si calcola che la mancata applicazione della normativa ambientale costi all’economia dell’Ue circa 50 miliardi di euro l’anno, tra sanità e costi diretti per l’ambiente. Con l’intento di ridurre questa cifra e di offrire ai cittadini e alle imprese risultati migliori sul piano ambientale, la Commissione ha  ieri pubblicato una comunicazione relativa ad una migliore applicazione della normativa ambientale Ue. Janez Potočnik, Commissario per l’Ambiente, ha dichiarato: “La normativa Ue non è un’invenzione di Bruxelles, ma è democraticamente adottata da tutti gli Stati membri e dal Parlamento, per il beneficio dei cittadini. L’ambiente è protetto da circa 200 atti normativi, che tuttavia troppo spesso non vengono correttamente applicati. Ciò non solo nuoce all’ambiente, ma mette a rischio la salute umana, causa incertezze per l’industria e compromette il mercato unico. Si tratta di costi che non possiamo permetterci in tempi di crisi”. La comunicazione pubblicata in data odierna sottolinea gli effetti positivi del diritto ambientale, dimostrando che prevenire i danni all’ambiente può costare molto meno di quanto, a lungo termine, costerebbe porvi rimedio. La normativa ambientale può apportare vantaggi all’industria: l’applicazione integrale della legislazione Ue in materia di rifiuti potrebbe ad esempio creare 400 000 nuovi posti di lavoro, con costi netti che ammonterebbero a 72 miliardi di euro in meno rispetto allo scenario alternativo di una mancata applicazione della normativa. La comunicazione mira a rafforzare il dialogo con i governi e con tutte le altre parti interessate riguardo al modo migliore di collaborare per conseguire un’applicazione più efficace del diritto dell’Unione, intensificando la raccolta e lo scambio delle conoscenze e promuovendo una più ampia partecipazione agli obiettivi ambientali da parte di tutti i cittadini. In particolare, la comunicazione delineerà misure intese ad aiutare gli Stati membri a realizzare un approccio sistematico per la raccolta e la diffusione delle conoscenze, tra cui i modi per incoraggiare una maggiore capacità di risposta alle questioni ambientali. L’attuazione e l’applicazione della normativa ambientale Ue costituiscono un compito comune che compete alle autorità nazionali, regionali e locali. L’applicazione insufficiente è spesso aggravata dalla mancanza di informazioni precise sulle questioni ambientali. Le attività di monitoraggio non sono omogenee in tutta l’Europa, le informazioni che ne derivano possono essere parziali e obsolete e i dati utili pubblicati online non sono sufficienti. Disporre di informazioni migliori e più accessibili a livello nazionale, regionale e locale consentirebbe di individuare precocemente importanti problemi ambientali, risparmiando in questo modo sui costi a lungo termine. Una corretta applicazione implica un’azione di risposta efficace ai problemi ambientali effettivi o potenziali. Tra i suggerimenti per migliorare l’applicazione figurano ispezioni e sorveglianza più efficaci, criteri per il trattamento delle denunce dei cittadini da parte degli Stati membri, un accesso facilitato alla giustizia in materia ambientale, nonché il sostegno alle reti europee di professionisti dell’ambiente. In caso di problemi, i responsabili dell’applicazione delle norme dovrebbero assumere impegni più chiari, con scadenze e parametri di riferimento concreti che possano essere valutati pubblicamente. Prossime tappe La comunicazione sarà presentata al Parlamento europeo, agli Stati membri, ai cittadini e a tutti gli attori interessati dall’attuazione e dall’applicazione della normativa. Il risultato delle discussioni tra le tre istituzioni dell’Unione europea preparerà il terreno per il settimo programma di azione in materia di ambiente  
   
   
UE: PREPARAZIONE CONSIGLIO AMBIENTE, 9 MARZO 2012  
 
Bruxelles, 8 marzo 2012 - Il primo Consiglio Ambiente sotto la presidenza danese si terrà il 9 marzo a Bruxelles. Commissario per l´ambiente Janez Poto č nik, commissario Azione per il clima Connie Hedegaard e Commissario per la salute e la politica dei consumatori John Dalli rappresenteranno la Commissione europea. Il Consiglio dovrebbe adottare delle conclusioni su tre questioni: la tabella di marcia per lo spostamento verso un´economia a basse emissioni di carbonio, il follow-up alla conferenza sul clima di Durban, e la posizione negoziale dell´Unione europea per la 20 Conferenza Onu di Rio sullo sviluppo sostenibile che si terrà in Brasile nel mese di giugno. Le deliberazioni legislative includerà un tentativo di raggiungere un accordo politico sulla proposta di regolamento che consentirebbe agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di Ogm sul loro territorio. Un dibattito di orientamento si terrà anche sulla direzione politica da prendere per quanto riguarda la proposta di un nuovo regolamento su Life, lo strumento di finanziamento per l´azione climatici e l´ambiente. Tra le Varie (Aob) punti, la Commissione e la Presidenza presenterà idee su come portare avanti l´efficienza delle risorse e basse emissioni di carbonio considerazioni nell´ambito del semestre europeo / Indagine annuale della crescita a seguito del Consiglio europeo di marzo. Tabella di marcia per passare a un´economia competitiva basse emissioni di carbonio nel 2050 Dopo l´adozione dei punti A, i ministri dell´Ambiente discuteranno tabella di marcia della Commissione per lo spostamento verso un´economia competitiva basse emissioni di carbonio nel 2050 in vista dell´adozione di conclusioni. La tabella di marcia, pubblicato un anno fa, individua tappe e fornisce indicazioni sulle modalità di transizione verso un clima amichevole, un´economia a basse emissioni nel modo più conveniente. L´ue ´pacchetto clima ed energia´ della legislazione fissa già un obiettivo vincolante di gas a effetto serra riduzione del 20% per il 2020 e una serie a pieno titolo delle politiche per realizzare questo. Per indirizzare una riduzione delle emissioni di gas serra 80-95% al ​​di sotto dei livelli del 1990 entro il 2050, come precedentemente approvato sia dal Consiglio europeo e dal Parlamento europeo, l´Ue deve iniziare a sviluppare strategie a lungo termine al 2050, tra cui pietre miliari per il mediatore decenni. Tali strategie non solo ridurre le emissioni di gas serra, ma anche sostenere l´iniziativa di punta della ´efficiente delle risorse in Europa´, istituito nel quadro della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; manterrà posti di lavoro e crearne di nuovi, così come potenziare la sicurezza energetica . Il Parlamento europeo è anche in programma a marzo a adottare una risoluzione sulla tabella di marcia. Conferenza di Durban del clima - il follow-up - Ministri dell´Ambiente discuteranno i risultati della conferenza sul clima di Durban, sulla base delle discussioni subito dopo la conferenza lo scorso dicembre. A quel tempo, i Ministri hanno riconosciuto l´esito Durban, come un primo passo importante, soprattutto per la tabella di marcia per negoziare un nuovo quadro giuridico globale per il clima che copre tutti i paesi. Questo deve essere adottata entro il 2015 e attuato a partire dal 2020, ei ministri hanno già dichiarato la loro determinazione a collaborare con tutti gli altri paesi per garantire questo accordo. Durban Il pacchetto comprende anche il lancio di un piano di lavoro per aumentare il livello di ambizione di riduzione delle emissioni globali fino al 2020 in modo da mantenere l´obiettivo di contenere il riscaldamento globale entro 2 ° C a portata di mano. È stato inoltre convenuto che il nuovo Fondo verde per il clima per i paesi in via di sviluppo possono iniziare le loro attività nel 2012 e che un secondo periodo d´impegno del Protocollo di Kyoto avrà inizio nel 2013. Il risultato Durban riflette pienamente alle richieste urgenti avanzate dal Ue, paesi meno sviluppati, e l´Alleanza dei piccoli Stati insulari per un risultato ambizioso. Il Consiglio discuterà come portare avanti tale iniziativa e spianare la strada migliore per un Cop di successo a Doha, anche su questioni relative al secondo periodo di impegno del protocollo di Kyoto. Programma Life per l´Ambiente e Climate Action - Ministri dell´Ambiente avrà un primo dibattito orientativo sulla proposta di nuovo programma Life per il periodo 2014-2020. Il bilancio complessivo per il nuovo programma dovrebbe essere portato a € 3,2 miliardi, di cui € 800.000.000 sarebbe stato assegnato a un nuovo clima sub-programma, che si concentrerà sulla riduzione delle emissioni di gas serra, aumentando la resilienza al cambiamento climatico, e aumentare la consapevolezza, comunicazione e scambio di informazioni sulle azioni climatiche. Il sub-programma per l´ambiente, che rappresenta la maggior parte del bilancio (€ 2,4 miliardi), si concentrerà sulla promozione di efficienza delle risorse, utilizzando soluzioni innovative per una migliore attuazione della politica ambientale e di integrazione degli obiettivi ambientali in altri settori, nonché per affrontare sfide della biodiversità e migliorare la consapevolezza, la comunicazione e di governance riguarda la protezione dell´ambiente. Il Parlamento europeo dovrebbe esprimere il proprio parere in autunno. Ministri in seno al Consiglio sono tenuti a fornire orientamenti politici per i negoziati successivi su questo file. Rio 20 - Durante il pranzo, un dibattito si terrà per la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile (Rio +20). I ministri torneranno al tema dopo pranzo, al fine di adottare conclusioni sulle relazioni Ue aspettative per la conferenza, che si terrà a Rio de Janeiro nel giugno 2012, due decenni dopo il Vertice sulla Terra del 1992. Le conclusioni si riferiscono ai due elementi prioritari per Rio +20, in primo luogo l´economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile contribuendo allo sradicamento della povertà, e in secondo luogo il quadro istituzionale ei mezzi per attuare questo. Una questione importante da discutere è come implementare indicazioni fornite dal recente Consiglio europeo, che ha invitato la Conferenza a lavorare per obiettivi operativi chiari e concreti a livello nazionale e internazionale con tempi concordati. Questi dovranno essere definiti in settori prioritari di azione al fine di fornire concreti risultati sociali, economici e ambientali a Rio +20. Il Consiglio discuterà anche la posizione dell´Ue per quanto riguarda le proposte per la formazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e il loro livello di ambizione, così come l´arco di tempo entro il quale le discussioni su tali obiettivi dovrebbe avvenire. Ogm - Il Consiglio discuterà un testo di compromesso elaborato dalla Presidenza danese sulla proposta relativa alla coltivazione di Ogm, che dà agli Stati membri la possibilità di decidere sulla coltivazione di Ogm sul loro territorio, al fine di raggiungere un accordo politico. Il testo di compromesso introduce una nuova possibilità per gli Stati membri di chiedere al richiedente di regolare la portata geografica della sua applicazione, in modo che le parti o tutti i territori dello Stato membro richiedente sono esclusi dalla coltivazione. Questa opzione potrebbe essere utilizzata in alternativa al posto di autorizzazione opt-out possibilità originariamente proposto dalla Commissione nel luglio 2010, quando uno Stato membro può decidere di vietare la coltura di (uno) già approvato Eu Ogm (s) in parte o tutto il suo territorio fondata su motivi chiaramente non in conflitto con la valutazione del rischio effettuata dall´Efsa ai sensi della legislazione sugli Ogm. Un accordo politico avrebbe segnato la fine della prima lettura su questo testo, e consentire discussioni con il Parlamento europeo per l´avvio in seconda lettura. Varie ed eventuali - Tra i punti Aob, la Commissione aggiornerà Ministri dell´Ambiente sugli ultimi sviluppi in merito all´attuazione della normativa includendo il trasporto aereo nel sistema Ue di scambio di emissione e sui progressi realizzati dall´International Civil Aviation Organisation (Icao) ad avanzare l´azione globale. La Commissione e la Presidenza presenterà idee su come portare avanti il ​​semestre europeo / Indagine annuale della crescita a seguito del Consiglio europeo di marzo, in linea con la chiamata a promuovere la più verde, un´economia più efficiente delle risorse, e per i rapidi progressi l´attuazione della tabella di marcia ad un uso efficiente delle risorse in Europa. La Commissione sottolinea l´importanza di ulteriore integrazione aspetti ambientali e climatiche in agenda per la crescita economica e l´occupazione. Il prossimo passo in questo processo è la preparazione e la valutazione dei programmi nazionali di riforma, sulla base del quale la Commissione proporrà raccomandazioni agli Stati membri.  
   
   
GINEVRA, ASSEMBLEA GENERALE R20. VENDOLA SOTTOSCRIVE ACCORDO DI COOPERAZIONE  
 
Bari, 8 marzo 2012 - “La lettera di intenti che abbiamo sottoscritto oggi apre una importante prospettiva di collaborazione tra la Puglia e i membri della rete R20, guidata da Arnold Schwarznegger”. Lo ha detto il Presidente Vendola ieri pomeriggio a Ginevra dopo aver siglato una lettera di intenti con la rete R20, rappresentata dalla sua presidente Michèle Sabban, Vice Presidente della Regione Ile de France, recentemente in visita istituzionale in Puglia. Testimone dell’accordo, il Presidente Onorario di R20 Arnlod Schwarzenegger. L´accordo darà vita ad un vero e proprio “Piano di azione Mediterraneo per l’energia rinnovabile e l’uso efficiente delle risorse”, che coinvolgerà i Paesi delle due sponde ed in particolare quelli attraversati nei mesi scorsi dalla Primavera araba. “Da oggi - ha detto Vendola - parte un percorso che sarà definito e presentato pubblicamente a Rio de Janeiro nel giugno prossimo, in occasione del vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, Rio+20.  
   
   
VISITA AMBASCIATORE MAROCCO: DE FILIPPO, “OCCASIONE IMPORTANTE" "FONDAMENTALI I RAPPORTI CON IL MEDITERRANEO". L´ALTO DIPLOMATICO ERA GIÀ STATO IN BASILICATA LO SCORSO LUGLIO  
 
Potenza, 8 marzo 2012 - “I rapporti con il Mediterraneo sono fondamentali per la Basilicata. La visita dell’ambasciatore del regno del Marocco in Italia, Hassan Aboyoub è un’occasione importante per l’ateneo lucano e per riprendere iniziative sulle quali da tempo in termini di partnership e collaborazione, stiamo lavorando”. E’ quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Vito De Filippo, a margine dell’incontro presso il campus universitario di Macchia Romana con l’alto diplomatico, i rappresentanti delle istituzioni, il rettore dell’Università degli Studi della Basilicata, Mauro Fiorentino e i presidi di facoltà. Lo scorso luglio l’ambasciatore era stato di nuovo in visita in Basilicata e in quell’occasione furono strette intese per lavorare insieme su progetti legati alle energie rinnovabili. “Il futuro delle comunità mediterranee – ha dichiarato l’ambasciatore – è collegato alla loro capacità di fare fronte comune e lavorare a una strategia unitaria. La Basilicata fa parte del Mediterraneo e dal punto di vista storico e culturale ha una posizione geografica unica per il processo di integrazione dei popoli”. L’ambasciatore, nel ricordare tratti comuni tra le due terre ha evidenziato come la Basilicata, possa essere “un laboratorio del modello alternativo per l’area del Mediterraneo. Qui, c’è la possibilità di reinventare l’economia della conoscenza e puntare a uno sviluppo umano importante per la crescita economica”.  
   
   
REGIONE LOMBARDIA E PROCURA INSIEME PER PREVENIRE CRIMINE FORMIGONI E BRUTI LIBERATI VARANO IL CORSO LEGALITÀ APPALTI COLLABORANO PREFETTURA E DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA  
 
 Milano, 8 marzo 2012 - E´ in atto una stretta collaborazione tra Presidenza della Regione Lombardia e Procura di Milano, mossa dal comune intento di garantire la legalità degli appalti e la trasparenza della Pubblica amministrazione. Frutto di questa convergenza, un corso rivolto ai top manager responsabili dei procedimenti di acquisizione di lavori, forniture e servizi e delle stazioni appaltanti lombarde, organizzato da Eupolis, l´ente lombardo per la ricerca e la formazione. Il corso ha avuto una presentazione e un avvio solenne, ieri mattina, con un evento al quale sono intervenuti il procuratore della Repubblica di Milano Edmondo Bruti Liberati e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Con loro, gli esponenti delle altre realtà che hanno condiviso e collaborato all´iniziativa: la Prefettura di Milano (con Donato Cafagna, capo di Gabinetto del prefetto), la Dia (con Alfonso Di Vito, capo del Centro operativo), oltre all´ex presidente del Tribunale di Milano e attualmente Delegato regionale alla Trasparenza Giuseppe Grechi. I Magistrati In Cattedra - Diversi magistrati milanesi, come ha confermato Bruti Liberati, saranno docenti di questo corso, ´per fornire una conoscenza del fenomeno della criminalità organizzata´ e aiutare quindi i dirigenti pubblici ad appropriarsi delle migliori competenze, per ´esercitare un´opera di prevenzione generale´, quella che è propria delle istituzioni, mentre ai pm compete la repressione dei reati. Bruti Liberati non ha mancato di notare positivamente come questa iniziativa - un unicum in Italia - colga bene l´attualità, dal momento che le opere pubbliche in Lombardia hanno mobilitato, dal 2008 al 2010, 16 miliardi di euro. L´apporto Delle Investigazioni - Il presidente Formigoni ha inquadrato l´iniziativa di Eupolis nel contesto di un forte impegno della Regione Lombardia, messa in atto da tempo e via via perfezionata, sino al varo di una legge, lr 2/2011 ´Azioni orientate verso l´educazione alla legalità´, che sostiene ed eroga contributi per iniziative in tema di educazione alla legalità. ´Investigatori e magistrati - ha spiegato Formigoni, riferendosi al corso di Eupolis - forniranno ai responsabili di appalti e acquisti la strumentazione per riconoscere le anomalie e individuare in tempo i tentativi e le forme sempre più evolute e sofisticate di infiltrazione mafiosa nel tessuto economico-produttivo. Ciò non avverrà soltanto con l´analisi delle norme e delle procedure, ma saranno anche presentati e discussi i più recenti risultati delle investigazioni antimafia´. Aziende E Bisogno Di Liquidità - La prevenzione, per Formigoni, ´è ancora più importante nella difficile congiuntura economica che stiamo vivendo, dove la penuria di liquidità delle aziende in crisi rappresenta un terreno fertile per le organizzazioni, capaci di offrire capitali freschi, ma che inquinano tutto il sistema economico e imprenditoriale´. Non a caso la Regione ha compiuto uno sforzo notevolissimo, giungendo a pagare i fornitori del sistema sanitario entro i 90 giorni e, con i nuovi contratti, portandosi decisamente verso il traguardo dei 60 giorni. ´E´ necessario - ha proseguito Formigoni - che le istituzioni aiutino il mondo delle imprese, rafforzando i bastioni preventivi contro la criminalità: la gestione degli appalti, le normative, i controlli interni´. I Garanti Della Trasparenza - In questa direzione Regione Lombardia ha costituito il Comitato regionale per la Trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri, di cui è autorevole membro Giuseppe Grechi; si è dotata di un Codice etico degli appalti regionali, che regola i comportamenti dei concorrenti e aggiudicatari e loro subappaltatori e sub affidatari e dei dipendenti della Giunta e degli enti e società del Sistema Regionale; ha istituito l´Osservatorio in materia di legalità, composto da cinque consiglieri regionali, un rappresentante della Giunta regionale e rappresentanti del mondo delle università, delle istituzioni scolastiche autonome e formative accreditate, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni che svolgono attività di educazione alla legalità e contrasto alla criminalità. Gli Accordi Sottoscritti - Non solo: ha sottoscritto importanti protocolli per il contrasto alla criminalità: quello con il Ministero dell´Interno e Confindustria, il 10 maggio 2010; quello con l´Associazione Tecnico Economica del Calcestruzzo Preconfezionato, sottoscritto il 3 maggio 2011; quello firmato il 13 febbraio scorso tra la Prefettura di Milano e la società Expo (partecipata da Regione Lombardia), che coinvolge anche Governo, Regione, Provincia, Comune, sindacati e associazioni di categoria, con l´obiettivo di tutelare l´Esposizione universale del 2015 dal pericolo delle infiltrazioni criminali negli appalti legati all´evento. Un Protocollo che lo stesso ministro Cancellieri ha definito un punto di riferimento per tutto il Paese.  
   
   
PAGAMENTI PA, TOSCANA: CREDITO AGEVOLATO A CHI NON RISCUOTE PER IL PATTO DI STABILITÀ  
 
Firenze, 8 marzo 2012 -“Che il patto di stabilità sia da rivedere lo ripetiamo da tempo, ma rateizzare le tasse non è possibile. Lo si può fare al massimo sul contenzioso: altro la legge al momento non permette. Si può però lavorare (e già lo abbiamo fatto) sul fronte del credito agevolato”. L’assessore al bilancio della Toscana, Riccardo Nencini, parla del patto di stabilità imposto agli enti locali e dei suoi tanti paradossi e corto circuiti, dopo il caso sollevato sulla stampa ieri di Palazzo Vecchio a Firenze, in difficoltà nel pagare 39 milioni a più di mille aziende creditrici. “La situazione ci sta a cuore – dice Nencini – Un piano che ritarda opere ed investimenti e che mette a rischio i pagamenti alle aziende che quei lavori hanno fatto, anche quando i Comuni in cassa i soldi ce li avrebbero, è sicuramente da rivedere”. “Ci sta tanto a cuore che da tre anni la Regione Toscana ha provato a metterci un pezza – prosegue sempre l’assessore -, cedendo agli enti locali una parte del proprio tetto di spesa. Il patto di stabilità ‘regionalizzato è stata un’autentica boccata di ossigeno per tanti Comuni. Ma abbiamo anche trovato un accordo con il sistema bancario per permettere alle aziende di cedere i loro crediti a tassi di interesse assolutamente concorrenziali. Solo comunque per i crediti che riguardano spese di investimento”. Le aziende in questo modo, pur pagando qualcosa di interessi, riscuotono fino ad un anno prima. Gli enti locali invece pagano alla banca quanto dovuto per l’opera, nei tempi consentiti dal patto di stabilità. Senza dunque violarlo. Come funziona - Il protocollo è stato firmato lo scorso ottobre con dodici istituti di credito: praticamente con tutti i maggiori gruppi bancari italiani. Le imprese già prima potevano cedere ad istituti bancari i crediti che vantavano verso la pubblica amministrazione, ma rischiavano di spuntare tassi di interesse abbastanza alti. Qualche Comune si era mosso singolarmente per raggiungere un accordo con qualche banca: facile per i grandi Comuni, di meno per i più piccoli La Regione aveva così deciso di firmare un’intesa con l’intero sistema bancario e codificare le reciproche relazioni. Il vantaggio è duplice: procedure più snelle ma anche tassi di interesse più bassi. L’anticipo costa infatti alle imprese, per tre mesi, tra lo 0,65 e l’1 per cento di interessi, ovvero per un anno, a seconda degli istituti, uno spread tra l’1,5 e il 3 per cento che si somma al tasso Euribor in quel momento in vigore. Ad oggi, se l’ente si impegnasse a pagare non prima di un anno, gli interessi a carico dell’azienda sarebbero tra il 3 e il 4,5 per cento.  
   
   
G.R. UMBRIA APPROVA BILANCIO 2012: SCELTE DIFFICILI MA SALVAGUARDATE FAMIGLIE ED IMPRESE. INVARIATA PRESSIONE FISCALE. LOTTA EVASIONE E RIDUZIONE SPESE FUNZIONAMENTO  
 
Perugia, 8 marzo 2012 - “E’ una manovra che risente in maniera molto pesante delle misure di contenimento approvate dal Governo nazionale e che di fatto quasi azzera la discrezionalità di scelte della Regione”. L’assessore regionale alle risorse finanziarie Gianluca Rossi illustra così la proposta di Bilancio per l’anno 2012 che la Giunta ha approvato nella seduta di ieri e che ora sarà a disposizione del Consiglio regionale. Fin da mercoledì le commissioni consiliari cominceranno dunque a discutere il documento la cui approvazione è stata già calendarizzata per le sedute del 2 e 3 aprile. Nella sua illustrazione alla Giunta, l’assessore Rossi ha evidenziato come in questo esercizio finanziario si è dovuto tener conto dei tagli e delle misure di contenimento della spesa decise dal Governo nazionale per fronteggiare la crisi. “Su un bilancio complessivo di 2 miliardi e 133 milioni di euro, ha affermato Rossi, oltre 1 miliardo e 600 milioni sono destinati alla sanità, altri trecento milioni destinati a spese assolutamente vincolate e soltanto poco più di cento milioni affidati alle cosiddette scelte discrezionali della Regione. Ma con questi cento milioni dobbiamo fronteggiare la riduzione, anzi l’azzeramento delle possibilità di investimenti ed il mantenimento di impegni finanziari già presi negli anni precedenti. Alcune scelte fondamentali però abbiamo voluto mantenerle. Prima fra tutte il mantenimento della pressione fiscale, senza alcun aumento di aliquote o tributi, escluse ovviamente quelle imposte dai provvedimenti nazionali riguardo all’irpef e l’aumento del costo della benzina per il finanziamento della ricostruzione nel territorio del marscianese. Ma la stretta finanziaria ci ha portato a dover selezionare in maniera molto pesante gli interventi. Da quest’anno sappiamo che nulla potrà essere più uguale a prima e quindi anche le procedure di formazione di bilancio dovranno adeguarsi, nei tempi e nei contenuti, alla nuova realtà”. L’assessore Rossi ha poi sottolineato i criteri di selettività delle scelte effettuate dalla Giunta Regionale. “In primo luogo la tutela del welfare e delle politiche sociali, sia per quanto riguarda le persone, sia per quanto riguarda gli interventi anticrisi a sostegno delle imprese e dei lavoratori nel mercato del lavoro. Abbiano calcolato, afferma Rossi, che in un bilancio così ingessato, almeno 32 milioni di euro andranno a sostegno delle famiglie umbre. Il mantenimento dell’equilibrio di gestione nella sanità e nel trasporto pubblico locale, anche in presenza di tagli fortissimi dei fondi nazionali, il contenimento dei costi di funzionamento della Regione (sono previsti 11 milioni di euro in meno rispetto al 2011) e la lotta all’evasione fiscale (che ha permesso di recuperare 15 milioni di euro sempre nel 2011) sono gli altri assi di intervento più rilevanti di questa manovra”. “Le notizie più brutte invece, continua Rossi, arrivano dal fronte investimenti. Il patto di stabilità, l’azzeramento delle possibilità di accensione di nuovi mutui di fatto non soltanto impediscono nuovi investimenti ma addirittura ci costringeranno a rivedere anche alcuni interventi programmati negli anni scorsi. Ma su questo versante la Giunta regionale continuerà a cercare soluzioni perché siamo convinti che non si può bloccare l’economia regionale in maniera così pesante. E’ chiaro però che tutti debbono avere consapevolezza della situazione che porta inevitabilmente ad un cambio di marcia rispetto agli anni passati”.  
   
   
PROTOCOLLO D´INTESA FIRMATO AL RETTORATO DI ANCONA. REGIONE, 4 ATENEI, UFFICIO SCOLASTICO E OMBUDSMAN, IMPEGNO COMUNE A FAVORE DEI DIRITTI DI CITTADINANZA  
 
Ancona, 8 Marzo 2012 - La conoscenza scientifica a servizio dei diritti di cittadinanza. Si potrebbe riassumere cosi` la principale finalita` del protocollo firmato ieri presso il Rettorato della Politecnica delle Marche tra la Regione Marche, i quattro Atenei marchigiani, l´Ufficio scolastico regionale e una figura istituzionale garante dei diritti di cittadinanza , l´Ombusdman , forse piu` conosciuto come difensore civico, il cui Ufficio svolge attivita` presso l´Assemblea legislativa delle Marche. Un accordo di programma importante che riunisce il mondo accademico, la Scuola, le istituzioni regionali e la societa` civile e che mira a rafforzare e potenziare la collaborazione fra le istituzioni firmatarie per promuovere iniziative e progetti nei diversi settori di comune interesse, dalla formazione alla ricerca, dal sociale alla didattica. Per la Regione l´accordo e` stata sottoscritto dall´assessore alla Formazione-istruzione Marco Luchetti e da l´Ombudsman della Regione Marche, Italo Tanoni, dai Rettori della Politecnica delle Marche, Marco Pacetti, Flavio Corradini dell´Universita` di Camerino, Luigi Lacche` dell´Unversita` di Macerata, Stefano Pivato, dell´Universita` di Urbino e da Michele Calascibetta direttore dell´Ufficio Scolastico Regionale. I soggetti sottoscrittori hanno unitamente sottolineato l´esigenza di un migliore coordinamento per lo scambio di informazioni non solo sui progetti scientifici ma anche sulle attivita` formative, didattiche e di carattere sociale. Il protocollo impegna le parti a supportare le iniziative annualmente programmate dall´Ufficio dell´Ombudsman attraverso il contributo dell´Ufficio Scolastico Regionale e dei vari istituti e Dipartimenti Universitari delle quattro Universita` delle Marche che di volta in volta a seconda dei progetti avviati verranno coinvolti tenuto conto dei rispettivi ambiti istituzionali; sia l´Ufficio scolastico che gli Atenei delle Marche, nel quadro delle specifiche competenze, sono impegnati a garantire la scientificita` degli interventi che verranno negoziati con l´Ufficio dell´Ombudsman riferiti alle materie condivise indicate nella programmazione annuale e realizzate nell´ambito del territorio della Regione Marche. L´ufficio dell´Ombudsman Regionale per la collaborazione con l´Usr, le Universita` e gli istituti di ricerca delle Marche mettera` a disposizione una parte delle proprie risorse al fine di approfondire specifiche tematiche relative a materie di propria competenza, in particolare riferite agli ambiti della Difesa civica, della tutela dei diritti dei minori e degli adolescenti, degli immigrati e dei diritti dei detenuti.  
   
   
LA CALABRIA HA SCRITTO AL MINISTRO FORNERO SULLA SITUAZIONE DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA  
 
Catanzaro, 8 marzo 2012 - L’assessore Regionale al Lavoro Francescantonio Stillitani dopo gli incontri che si sono svolti al Ministero del Lavoro relativamente alle problematiche degli ammortizzatori sociali in deroga, ha richiesto formalmente l’intervento del Ministro del Lavoro Elsa Fornero. Stillitani ha fatto riferimento all’intesa Stato-regioni 2011 – 2012 sugli ammortizzatori sociali e sulle politiche attive e ha sottolineato che per il periodo 2009 – 2012 il concorso finanziario della Regione Calabria, fissato nell’Intesa del 2009, ammonta a € 56.9 mln. Di cui non più del 50% da destinare a misure politiche passive. Dopo aver anche evidenziato che, proprio qualche giorno fa, il Dirigente generale del Dipartimento Lavoro della Regione Bruno Calvetta si è incontrato con i Dirigenti ministeriali Paduano e Sabatini e che dall’esame dei dati presentati è emersa la saturazione della quota cofinanziata dalla Regione Calabria, Stillitani ha chiesto al Ministro che il Governo assicuri alla Regione Calabria il proprio impegno, così come previsto dall’art. 18 dell’Intesa del 20/04/2011, dando espressa disposizione all’Inps di proseguire nell’erogazione degli Aass in deroga. Secondo Stillitani, “è necessario modificare anche per il 2012, le modalità d’intervento per la gli ammortizzatori sociali in deroga, dati i risultati ottenuti dalle proiezioni, secondo i quali sono necessari circa 200 milioni di euro. Fino allo scorso anno, la Regione Calabria ha utilizzato come cofinanziamento , in base all’accordo sottoscritto con il Ministero, le risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo e tra politiche attive e politiche passive, sono stati utilizzati tutti i fondi disponibili. Una cifra consistente che ha sì, contribuito ad alleviare i disagi dei lavoratori ma sottraendo, contemporaneamente al Fondo Sociale Europeo, la possibilità di essere utilizzato per creare occupazione. Voglio ricordare che il cofinanziamento della cassa integrazione in deroga diminuisce la capacità di incentivare le imprese per nuove assunzioni. Oggi le risorse sul Fondo Sociale Europeo sono finite, e di conseguenza noi non siamo più nella condizione di poter cofinanziare questo intervento. Le uniche risorse rimaste ci permetteranno di andare avanti per qualche altro mese, al termine dei quali, dovremo fermarci anche perché è impensabile poter attingere ai fondi del bilancio regionale. Nella nuova riprogrammazione dei fondi comunitari, in fase di presentazione, le risorse rimaste sono destinate alla creazione di nuova occupazione giovanile. Pertanto ritengo che debba essere il Governo centrale a modificare le regole in merito agli ammortizzatori sociali in deroga o in alternativa dovrebbe assumersi totalmente l’onere dei lavoratori percettori degli ammortizzatori sociali in deroga. In Calabria questi lavoratori sono quasi 13 mila ed è impensabile doverli abbandonare al loro destino, anche perché non avrebbero altra fonte di sostentamento, per cui è necessario, a prescindere da quelle che sono le situazioni economiche generali, dare una priorità a questo settore. Il rischio che corriamo è quello di creare delle forti tensioni sociali dato che questa gente si vedrà preclusa ogni possibilità di poter dare anche un sostentamento minimo alle proprie famiglie. Ho interso pertanto inviare una mia precisa richiesta al Governo Monti e al Ministro Elsa Fornero, affinchè tengano conto della situazione della Calabria e di tutti i lavoratori, chiedendo Loro inoltre, di intervenire prontamente, mettendo a disposizione le risorse necessarie e dando certezza e sicurezza ai lavoratori”. L’assessore Stillitani, aveva già espresso queste sue preoccupazioni alle organizzazioni sindacali, durante un recente incontro che si è svolto a Catanzaro, dove è stato preso atto della grave situazione in cui versa la Calabria. “Ritengo quindi – ha concluso l’assessore - che la Regione Calabria e i sindacati debbano fare quadrato per richiedere un intervento straordinario da parte del Governo centrale a favore dei lavoratori calabresi”.  
   
   
FVG, 700 MILA EURO PER L´INTERNAZIONALIZZAZIONE  
 
Trieste, 8 marzo 2012 - Coinvolgimento delle imprese nella fase di valutazione dei progetti e monitoraggio degli obiettivi raggiunti grazie ai finanziamenti pubblici. Sono queste le novità del Piano strategico per l´internazionalizzazione delle Pmi e delle Adsi del Friuli Venezia Giulia, che attraverso gli enti che si occupano di internazionalizzazione (sostanzialmente la Camere di commercio), mette a disposizione 700 mila euro per la realizzazione di progetti mirati alla penetrazione delle aziende regionali sui mercati esteri. "In Friuli Venezia Giulia non è mai stato fatto un documento di questa portata per tale finalità - ha dichiarato l´assessore alle Attività produttive Federica Seganti, che ha presentato ieri il Piano affiancata dalla presidente di Informest, Silvia Acerbi - un Piano visto e approvato da tutti i soggetti coinvolti, da Finest ad Informest, dalle Camere di commercio al ministero per lo Sviluppo economico, creando un nuovo percorso che porterà all´attuazione di progetti di accompagnamento all´estero del sistema delle Pmi". "Quattro sono gli assi di intervento - ha detto Seganti - e riguardano il rilancio dell´export, considerato fondamentale da tutti, la diversificazione di strumenti e strategie per una qualificazione dell´internazionalizzazione, l´aggregazione d´impresa, con la creazione di reti operative, e la costituzione di partenariati territoriali secondo una logica integrata di sistema". "Abbiamo cominciato questo lavoro un anno fa partendo dall´indagine realizzata da Informest per capire le necessità e le richieste delle imprese - ha rilevato l´assessore Seganti - nella consapevolezza di essere la prima regione italiana per volume d´esportazioni, con aziende che mandano all´estero il 30 per cento del loro fatturato". "Oggi le nostre aziende si propongono essenzialmente sul mercato europeo, più facile da raggiungere, e puntano in prospettiva a quelli emergenti, come India, Cina, Russia, oltre che agli Stati Uniti - ha spiegato Federica Seganti - e occorre arrivare ad un´azione di sistema utile all´abbattimento dei costi necessari alla penetrazione di questi mercati, dato che i fondi stanziati serviranno a sostenere le attività di pubblicizzazione, promozione, formazione, consulenza, indagini esplorative, partecipazione a fiere ed esposizioni". Nel complesso i meccanismi sviluppati dal Piano "introducono nella realtà regionale le buone prassi europee di controllo dei risultati ottenuti" ha notato a sua volta Silvia Acerbi, che ha sottolineato l´importanza del monitoraggio finale definendolo una vera e propria "riforma" in chiave comunitaria. "Nel caso in cui alla fase di promozione facciano seguito l´esportazione e gli investimenti all´estero - ha spiegato l´assessore - l´imprenditore potrà contare su Finest e sui nuovi strumenti per l´accesso al credito, come i Fondi di rotazione per le Pmi ed il Fondo di garanzia". Oggi è stato pubblicato sul Bur l´avviso per la presentazione dei progetti ed il soggetto proposto all´analisi dei progetti sarà Informest, al quale andranno presentate le domande entro il 10 aprile, mentre la valutazione della valenza strategica dei progetti sarà fatta da un comitato composto, e questa è una novità importante, dai rappresentanti delle imprese. Risulterà vincente la capacità degli enti di creare azioni di sistema ed includere all´interno dell´attività progettuale aziende e Asdi, che sono i beneficiari finali delle attività previste dal piano.  
   
   
PUGLIA, 8 MARZO: PRESENTATALA PROPOSTA LEGGE PER DOPPIA PREFERENZA ELEZIONE CONSIGLIO REGIONALE  
 
Bari, 8 marzo 2012 - E’ stata presentata ieri la proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Norme per l’equilibrio di genere nell’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Regione”. Presso il palazzo delle Poste è intervenuta, davanti a una larga platea di donne, appartenenti a partiti, movimenti, associazioni e enti di parità, l’assessore al Welfare Elena Gentile. “Occorrono 15mila firme – ha detto – ma credo che dovremo raggiungere quota 50mila. Ce la faremo perché è un’occasione di discussione con il territorio e con i cittadini. Ho già prenotato il tir per trasportarle a Bari. Per la raccolta c’è un impegno “sociale” di partiti e associazioni”. In effetti questa mattina erano già al lavoro le organizzatrici del comitato promotore, guidato da Magda Terrevoli, per la gestione dei moduli e delle indicazioni per la raccolta delle firme. “Quella di oggi – ha aggiunto la Gentile – è una manifestazione gioiosa, perfetta per celebrare l’8 maggio. Voglio ringraziare la dirigente Antonella Bisceglia perché artefice insieme allo staff di iniziative e programmi riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Ma abbiamo collaborato con l’ufficio della consigliera di parità, con la commissione pari opportunità e con la consigliera di parità per avere leggi di avanguardia – anche con il contributo della dirigente Anna Maria Candela – come quella sulle politiche di genere e i servizi di conciliazione vita-lavoro. Oggi socializziamo i risultati di questi 5 anni e con la proposta di legge anticipiamo la politica, le istituzioni e cominceremo a percorrere i territori con la raccolta delle firme”. La proposta di legge prevede che: in ogni lista per l’elezione al Consiglio regionale nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50%, pena la non ammissibilità della lista, in tutti i programmi di comunicazione politica deve essere assicurata la presenzaa paritaria di candidate/i di entrambi i sessi, così come nei messaggi autogestiti, dove deve essere messa con pari evidenza la presenza di candidate/i di entrambi i sessi nella lista presentata dal soggetto politico che realizza il messaggio. Inoltre, si possono esprimere uno o due voti di preferenza: se si esprimono due preferenze, queste non possono riferirsi a candidati/e dello stesso sesso. E se si esprimono due preferenze per candidate/i dello stesso sesso, la seconda preferenza è nulla. Le organizzatrici hanno ricordato che oggi sono solo tre su settanta le donne in Consiglio regionale. “Abbiamo scelto la strada della proposta di legge popolare e non quella dell’emendamento in Consiglio – ha spiegato la portavoce del Comitato, Magda Terrevoli – per riprenderci la parola e affermare che la legge ce la costruiamo noi. Raccoglieremo le firme e faremo sentire che le donne ci sono e che vogliono che ci siano politiche diverse. La legge è ricalcata su quella della Regione Campania proprio per evitare ricorsi che allungherebbero i tempi”. Alla conferenza stampa sono intervenute le rappresentanti dei partiti e dei movimenti femminili. Da rimarcare la presenza degli uomini di “Maschile Plurale”, associazione di uomini che sono impegnati da anni in riflessioni e pratiche di ridefinizione della identità maschile, plurale e critica verso il modello patriarcale, anche in relazione positiva con il movimento delle donne e che lavoreranno per la raccolta delle firme. La raccolta firme – con le medesime formalità dei referendum - terminerà il 2 settembre 2012, ma tutti i moduli con firme autenticate e certificate devono essere consegnati al comitato promotore entro il 31 luglio 2012. Per info: 080 5402434 – 3486041651 – magdaterrevoli@gmail.Com  www.Doppiapreferenza.it    
   
   
PARMA, ELEZIONI: ANCHE IN PROVINCIA L’AUTENTICAZIONE DELLE FIRME PER LE LISTE I NOMI DEI CONSIGLIERI E DEGLI ASSESSORI CHE SI SONO RESI DISPONIBILI  
 
Parma, 8 marzo 2012 – Anche in Provincia potranno essere autenticate le firme di presentazione delle liste elettorali per le prossime elezioni amministrative per il Comune di Parma (6 e 7 maggio). Ai sensi dell’art. 14 co. 1 della Legge 21/03/1990 n. 53 (“Misure urgenti atte a garantire maggiore efficienza al procedimento elettorale”) questi i nominativi dei consiglieri e degli assessori della Provincia di Parma che si sono resi disponibili per l’autenticazione: gli assessori Manuela Amoretti, Giancarlo Castellani, Ugo Danni, Andrea Fellini, Roberto Zannoni, e i consiglieri Pier Angelo Ablondi (Lega Nord), Roberto Bernardini (Partito dei comunisti italiani), Massimiliano Cavatorta (Lega Nord), Lorenza Dodi (Partito democratico) e Daniele Zanichelli (Partito democratico).  
   
   
GIUNTA BOLZANO: INSEGNANTI, BILANCIO, CARTELLI INFORMATIVI, DETENUTI PSICHIATRICI  
 
Bolzano, 8 marzo 2012 - Graduatorie degli insegnanti, bilancio 2013 più magro, autorizzazione paesaggistica per i cartelli informativi o pubblicitari, progetto comune con Trento per i detenuti psichiatrici. Questi gli altri temi affrontati nella seduta del 5 marzo della Giunta provinciale e illustrati dal presidente Luis Durnwalder in conferenza stampa. Graduatorie degli insegnanti - Alla luce delle sentenze negative nei confronti della legge provinciale sulle graduatorie per l´assunzione del personale docente, la Giunta provinciale ha deciso di inserire due modifiche sostanziali. La prima, che riguarda esclusivamente le scuole di lingua italiana, prevede che i docenti provenienti da altre regioni, e chiedono l´inserimento nelle graduatorie della Provincia di Bolzano, non vengano più inseriti in coda alla lista, bensì nella fascia di appartenenza calcolata in base al proprio punteggio. Inoltre, e questo vale per le scuole di entrambi i gruppi linguistici, i docenti già inseriti nelle graduatorie provinciali di una Intendenza scolastica, possono chiedere durante tutto l´anno l´inserimento nelle graduatorie di seconda lingua dell´altra Intendenza. 2013, bilancio più magro - Sarà quasi certamente più magro, "molto probabilmente al di sotto dei 5 miliardi di euro", secondo il presidente Luis Durnwalder, il bilancio 2013 della Provincia di Bolzano. "Siamo comunque in attesa di un incontro chiarificatore con il ministro Piero Gnudi - ha aggiunto Durnwalder - che è il referente governativo per le questioni riguardanti Trento e Bolzano". Nel frattempo, la Provincia dovrà rispettare il patto di stabilità, che prevede una riduzione delle spese per 301 milioni di euro. "Ogni Assessorato - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - sarà chiamato a risparmiare il 5% delle risorse assegnate, ma i tagli non saranno orizzontali. All´interno di ogni Dipartimento, infatti, ci sarà libertà di manovra sulla distribuzione di questa quota tra i diversi uffici". Cartelli informativi e pubblicitari - Via libera della Giunta provinciale alle nuove direttive per il rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche riguardanti l´installazione di cartelli informativi, segnaletici o pubblicitari. "La competenza per il rilascio delle autorizzazioni - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - passa dalla Provincia ai Comuni. Il via libera del sindaco sarà necessario per i cartelli che resteranno esposti per un periodo superiore ai 30 giorni, mentre per gli altri cartelli non sarà necessario richiedere l´autorizzazione". Detenuti psichiatrici - Sono 10 gli altoatesini attualmente detenuti in strutture carcerarie attrezzate per ospitare persone con problemi di natura psichiatrica. "Ogni anno - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - la Provincia spende 730mila euro, ma le nuove direttive nazionali prevedono che questi particolari detenuti tornino nelle zone di origine entro il marzo del 2013. L´attuale carcere di Bolzano non è assolutamente attrezzato per ospitare persone con problemi psichiatrici, e la nostra intenzione è quella di avviare un progetto comune con Trento, dove la nuova struttura penitenziaria risulta decisamente più adeguata".  
   
   
L’ITALIA CHE INVECCHIA E NON SI ADEGUA. DAL 2020 L´ETÀ PIÙ ALTA IN UE PER LE PENSIONI. CONTINUA LA CAMPAGNA DELLO “SPORTELLO DEI DIRITTI” AFFINCHÉ VENGANO INTRODOTTE MISURE PER SOSTENERE UN INVECCHIAMENTO SANO, LOTTA ALLE DISEGUAGLIANZE DI GENERE E ALLE DISCRIMINAZIONI BASATE SULL´ETÀ  
 
 Lecce, 8 marzo 2012 - L’italia invecchia sempre più. La conferma questa volta viene dall’Ue ed in particolare dal libro bianco della Commissione Europea sui sistemi previdenziali presentato nei giorni scorsi dal Commissario Ue all´occupazione e pubblicato sul sito del ministero del Lavoro . Secondo i dati forniti, i lavoratori italiani avranno nel 2020 l´età di pensionamento più alta in Europa, con 66 anni e 11 mesi, seguita dalla Germania con i suoi 65 anni e 9 mesi e i 66 tondi della Danimarca. Una nota positiva viene dal fatto che a seguito delle riforme sul sistema previdenziale e al meccanismo che lega l´età di pensionamento alla speranza di vita, nella scheda sui diversi sistemi pensionistici, l´Italia risulta essere insieme alla Germania e all´Ungheria, uno dei Paesi a non avere ricevuto raccomandazioni specifiche sulla materia circa la sostenibilità del proprio sistema. Ma agli italiani, le riforme costeranno di più e il raggiungimento della agognata pensione sembrerà quasi un miraggio se si pensa che avremo l´età più alta di uscita dal lavoro anche dopo il 2020 (70 anni e tre mesi per maschi e femmine nel 2060) superando abbondantemente la Germania (67), il Regno Unito (68) e l´Irlanda (68). Come è noto nel 2009 in Italia l´età per la pensione di vecchiaia era fissata a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, ma grazie alla possibilità di uscire dal lavoro con la pensione di anzianità (59 anni di età e 35 di contributi dal luglio 2009 o 40 anni di contributi a qualsiasi età) l´età media di pensionamento era di 60,8 anni per gli uomini e 59,4 per le donne. Se prendiamo a paradigma la Germania di tre anni fa, a fronte dei 65 anni previsti per uomini e donne, per il pensionamento di vecchiaia la media per l´uscita dal lavoro era di 62,6 anni di età per gli uomini e 61,9 per le donne. Il libro bianco evidenzia anche una proiezione sull´andamento dei cosiddetti tassi di sostituzione, tra la pensione e il reddito da lavoro precedente con un calo per l´Italia tra il 2008 e il 2048 (a parità dell´età di pensionamento, che si avvicina al 15%, ciò in conseguenza del cambiamento del sistema da retributivo a quello contributivo. Anche se vi è da precisare che la riduzione sarà inferiore al 5% se si pensa che i lavoratori saranno costretti a lavorare più a lungo. L’analisi evidenzia come in Italia la speranza di vita a 65 anni nel 2010 fosse 18,2 anni per gli uomini e 22 per le donne, ma anche che entro il 2060 la speranza di vita alla nascita in Europa dovrebbe aumentare rispetto al 2010 di 7,9 anni nei maschi e di 6,5 nelle femmine. Gli innumerevoli problemi che nascono da questi cambiamenti nella società e nel mondo del lavoro per Giovanni D’agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", non riguardano solo la sostenibilità dei sistemi pensionistici che sicuramente saranno messi a dura prova se non verranno sviluppate e attuate strategie globali per adeguare i regimi pensionistici all´andamento della contingenza economica e demografica, ma soprattutto dalla necessità di garantire migliori opportunità per uomini e donne anziani di restare sul mercato del lavoro, come ha tenuto a precisare anche la stessa Commissione. Per tali ragioni, i Nostri governi hanno l’obbligo di ripensare sin da subito lo stesso sistema del mercato del lavoro con misure strutturali a partire dall’adeguamento dei luoghi di lavoro e dell´organizzazione del lavoro, oltre alla promozione dell´apprendimento durante tutto l´arco della vita, nonché politiche efficienti capaci di conciliare lavoro, vita privata e familiare. Insomma, misure per sostenere un invecchiamento sano, lotta alle diseguaglianze di genere e alle discriminazioni basate sull´età.  
   
   
FVG, CRESCE CIG FEBBRAIO 2012 SU PIANO TENDENZIALE  
 
 Trieste, 8 marzo 2012 - Nel mese di febbraio 2012 le ore di Cig autorizzate in Friuli Venezia Giulia sono state 1.502.697, con una crescita del 58,4 per cento rispetto allo stesso mese del 2011, quando le ore autorizzate erano state 948.815. Un andamento di segno contrario si registra invece rispetto al mese di gennaio 2012 - quando le ore autorizzate sono state 1.885.084 - con una diminuzione del 20,3 per cento. La crescita sul piano tendenziale interessa sia la Cigo (9,9 p.C.) che la Cigs (51,5 p.C.) che la Cigs in deroga (334,5 p.C.), mentre la diminuzione sul piano congiunturale interessa soltanto la Cigs che diminuisce di 700 mila ore pari ad un calo del 47,1 per cento e si incrementano sia la Cigo che la deroga. In particolare, quest´ultima si incrementa di quasi otto volte, un dato sostanzialmente allineato con gli andamenti che si sono evidenziati a livello nazionale. Sul piano provinciale la crescita tendenziale è più elevata a Trieste con il 170 per cento, anche se i valori assoluti si conformano piuttosto modesti; a seguire troviamo la provincia di Pordenone con il 150 per cento, la provincia di Gorizia con il 30,7 per cento e, infine, la provincia di Udine con appena il 5 per cento. Dal versante dell´andamento congiunturale la diminuzione maggiore si registra sempre in provincia di Trieste con il -56,6 per cento, seguita da Udine con il -27,6 per cento, da Pordenone con il -8,5 per cento, mentre la provincia di Gorizia evidenzia un andamento in controtendenza rispetto al dato regionale con una crescita del 9,8 per cento. Dal versante del bilancio dei primi due mesi del 2012 si raggiungono in regione 3.387.781 ore, dato che supera del 63,4 per cento l´analogo valore del 2011, di cui 1.462.909 in provincia di Pordenone, seguita da Udine con 1.228.799 ore, da Gorizia con 350.380 ore, da Trieste con 345.693 ore. Il dato da rilevare in questa prima parte dell´anno è il sorpasso della provincia di Pordenone su quella di Udine in conseguenza della sua maggiore vocazione manifatturiera. "I dati - spiega l´assessore regionale al Lavoro Angela Brandi - dimostrano che dopo i primi segnali di inversione di tendenza dei primi mesi 2011 l´economia ha nuovamente interrotto la crescita, come sta accadendo sul piano nazionale. C´è da dire che la Regione non ha mai abbassato la guardia, anche nei momenti in cui sembrava avanzare una piccola ripresa, tanto è vero che in sede di finanziaria 2012 non solo abbiamo mantenuto gli strumenti anticrisi ma abbiamo anche aumentato in particolare le risorse destinate agli ammortizzatori sociali".  
   
   
GIOVANI, COSÌ LA TOSCANA E LE REGIONI EUROPEE PUNTANO SU LAVORO E FORMAZIONE  
 
Firenze, 8 marzo 2012 – I giovani, le condizioni attuali e le prospettive sui fronti dell’istruzione e del lavoro sono stati al centro della giornata che vede la Regione Toscana, con l’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, impegnata in una serie di appuntamenti ieri a Bruxelles. L’assessore, dopo aver presieduto l’assemblea delle regioni europee per il lifelong learning, ha preso parte al seminario che ha fatto il punto sul progetto One Step Ahead che affronta direttamente i temi dell’occupazione e dell’istruzione della popolazione giovanile. “La Regione Toscana e le altre regioni hanno affrontato e stanno affrontando di petto la questione dei giovani – ha detto l’assessore Simoncini nel suo intervento – perchè il loro contributo al mondo produttivo e alla vita sociale rappresenta una delle principali leve di innovazione e sviluppo. La crisi ha reso più difficile l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro ed è da qui che vogliamo ripartire non solo per arricchire le competenze dei giovani attraverso la formazione ma anche per rendere l’occupazione sempre più qualificata e in sintonia con le esigenze del mercato. Credo che il ruolo delle Regioni per sostenere lo sviluppo dei territori e promuovere una buona occupazione sia, per questo, determinante ed è in questa direzione che ci stiamo muovendo”. L’assessore ha illustrato le ultime tappe, in Toscana, del progetto Giovanisì, che punta sull’autonomia dei giovani, contrastandone la debolezza non soltanto sul fronte dell’occupazione, ma anche su quello della casa e della possibilità di progettare un futuro autonomo dalla famiglia di provenienza. Oltre ad aver previsto tirocini e stage retribuiti per contrastare l’abuso di questo strumento (una legge ora all’esame del consiglio regionale renderà obbligatorio il rimborso), è operativa anche la legge regionale per favorire l’imprenditoria giovanile (e femminile) e si è introdotta una norma che consente ai giovani imprenditori agricoli di ottenere la concessione per il reimpianto di vigneti. Sono le ultime novità, cui si affianca il forte investimento che si sta facendo per la mobilità, di studenti, apprendisti, lavoratori, imprenditori, laureati che accrescono le proprie competenze grazie a scambi con altre regioni europee. “Sul fronte dell’occupazione abbiamo messo in campo incentivi per l’assunzione di giovani laureati e dottori in ricerca, così come per la stabilizzazione dei precari. Serve però, anche a livello nazionale, una politica basata su nuove tipologie contrattuali, che non favoriscano la precarietà e lo sfruttamento ma si basino su una più stretta collaborazione fra formazione e lavoro. In questo senso apprezziamo la proposta emersa in sede di confronto governo regioni sull’apprendistato, che vogliamo diventi una forma vera di accesso al mercato del lavoro”. Al progetto europeo One Step Ahead partecipano, oltre alla Toscana, la stiria (Austria) il Baden Württemberg, i Paesi baschi, lo Jamtland ed il Galles, che oggi hanno presentato le loro esperienze e le misure messe in campo a favore dei giovani. Tutto questo si concretizzerà nella presentazione, in un seminario a Firenze, di una proposta complessiva alla commissione europea che, intervenendo tramite un suo rappresentante si è complimentata per il lavoro svolto dalla Toscana e dalle altre regioni.  
   
   
POLIZIA LOCALE IN LOMBARDIA, IN SERVIZIO 57 NUOVI UFFICIALI CONSEGNATI ATTESTATI A CHI HA CONCLUSO ANNO DELL´ACCADEMIA LA RUSSA HA CHIESTO DI DEDICARE CERIMONIA A NICOLÒ SAVARINO  
 
Milano, 8 marzo 2012 - Un minuto di silenzio e un lungo applauso alla memoria di Nicolò Savarino. Questo l´omaggio che i 57 nuovi ufficiali di Polizia locale e i 66 che lo diventeranno l´anno prossimo, al termine del Corso dell´Accademia hanno voluto tributare al loro collega scomparso, tragicamente, la sera dello scorso 12 gennaio. Un ricordo fortemente voluto dall´assessore regionale alla Protezione civile, Polizia locale e Sicurezza Romano La Russa, che, prima di prendere la parola e consegnare gli attestati, ha chiesto di dedicare questa giornata indelebile per ogni nuovo ufficiale a Nicolò. Un Eroe Che È Già Un Esempio - La Russa l´ha definito un ´eroe, un esempio per chi oggi con onore porta questa divisa. Un eroe che deve rimanere sempre nel cuore dei milanesi e dei lombardi. Perché morire mentre si svolge il proprio servizio è assurdo. Il suo sacrificio è la dimostrazione, concreta di quanta abnegazione, altruismo e generosità mettiate nel vostro lavoro, nello spirito di servizio con cui svolgete i compiti assegnati´. I Nuovi Ufficiali - Dal 2009, le leggi regionali prevedono che, per poter accedere alle posizioni apicali all´interno dei Corpi di Polizia locale, gli ufficiali frequentino il corso annuale di qualificazione dell´Accademia regionale (unica in Italia) proposto dall´Istituto per la formazione Eupolis. Oggi hanno ottenuto il ´via libera´ 57 agenti e, fra pochi giorni, inizieranno il corso altri 66. Meno Burocrazia E Più Sicurezza - La legislazione regionale ha supportato questo processo di cambiamento, ma, come ha evidenziato l´assessore, la richiesta che oggi arriva sempre più forte è quella che ´vi occupiate sempre meno di burocrazia e sempre più di sicurezza, perché rappresentate davvero il primo baluardo per il cittadino contro la criminalità. I cittadini devono conoscere le molteplici funzioni che svolgete e la competenza e la capacità con cui lo fate ogni giorno´. L´accademia - L´accademia nata concettualmente nel 2009, punta sempre più ad essere considerata non solo come luogo di erogazione di corsi, bensì come solido e riconosciuto ambito di formazione di qualità, capace di intercettare e rispondere alle esigenze dei Governi locali, dei Comandi di Polizia locale e dei singoli addetti al fine di contribuire, sempre meglio, allo sviluppo qualitativo dei Servizi di Polizia locale. ´In un contesto di formazione aperta e in relazione con i diversi sistemi che agiscono per garantire sicurezza e legalità sul territorio - ha concluso La Russa - l´Accademia vuole essere un centro di conoscenza, confronto e apprendimento per ciò che concerne le competenze di identità, organizzative, direzionali e gestionali, nonché per quelle tecnico-specialistiche e relative ai modelli operativi, sia nella formazione al ruolo dell´Ufficiale di Polizia locale sia nella formazione continua ricorrente. Insomma un aiuto concreto e costante per le vostre attività quotidiane´. Di Seguito L´elenco Dei 57 Neo Ufficiali Suddivisi Per Provincia: Bergamo: 1) Breda Deborah, Consorzio di Polizia Locale ´Isola Bergamasca´; 2) Ferrari Agostino, Consorzio di Polizia Locale ´Terre Del Serio´; 3) Pezzella Monica, Comune di Bergamo; 4) Tomasoni Ilaria, Consorzio di Polizia Municipale ´Valseriana´. Brescia: 5) Bertella Nicola, Comune di Brescia; 6) Consoli Enrico, Comune di Villa Carcina; 7) Contrini Silvia, Comune di Rovato; 8) Leoni Massimiliano, Comune di Brescia; 9) Mason Sergio, Comune di Lonato Del Garda; 10) Pellegrini Carlo, Comune di Lonato Del Garda. Como: 11) Aiello Vincenzo, Comune di Como; 12) Cecchetto Omar Pietro, Comune di San Fermo Della Battaglia; 13) Damiani Paolo, Comune di Lipomo; 14) Varrica Anastasio Enzo, Unione dei Comuni della Tremezzina. Lecco: 15) Bacile Giovanni, Comune di Robbiate; 16) Benedetti Mafalda, Comune di Lecco; 17) Bianchi Luca, Comune di Airuno; 18) Francese Cristian, Comune di Valmadrera; 19) Maggioni Alberto, Comune di Olgiate Molgora; Lodi: 20) Giavardi Roberto, Comune di Lodi; 21) Palmisano Natale, Comune di Lodi. Monza E Brianza: 22) Di Tullio Francesco, Comune di Cavenago Di Brianza; 23) Mastropasqua Pasquale, Comune di Roncello; 24) Perri Giovanni, Comune di Mezzago; 25) Villa Ruggero Aldo, Comune di Seveso; 26) Zorzetto Maurizio, Comune di Bernareggio. Milano: 27) Albizzati Luigi, Comune di Abbiategrasso; 28) Bacile Ignazio, Comune di Melzo; 29) Burastero Enrico, Comune di Solaro; 30) Caimi Gabriele, Comune di Paderno Dugnano; 31) Carbone Roberto, Comune di Agrate Brianza; 32) Colciago Sara, Comune di Desio; 33) Guzzardo Salvatore; Comune di Pozzuolo Martesana; 34) La Rocca Ignazio, Comune di Brugherio; 35) Lovati Angelo Danilo, Comune di Corbetta; 36) Maccari Varno, Comune di Cassano D´adda; 37) Meloni Walter; Comune di Sedriano; 38) Meregalli Lorena Anna Lisa, Comune di Sesto San Giovanni; 39) Oldani Gabriella, Comune di Cerro Al Lambro; 40) Oldani Luigi, Comune di Vittuone; 41) Virga Franco, Comune di Abbiategrasso. Mantova: 42) Carrassi Antonio, Comune di Castiglione Delle Stiviere; 43) Marcone Luigi, Comune di Mantova; 44) Perantoni Paolo, Comune di Mantova; Pavia: 45) Lucchelli Claudio Antonio, Comune di San Giorgio di Lomellina; 46) Preti Marco, Comune di Barbianello; 47) Recco Roberto, Comune di Pavia; 48) Viola Carlo Andrea, Comune di Garlasco; Sondrio: 49) Bergamo Christian, Comune di Livigno; Varese: 50) Ciccolella Elisabetta, Comune di Caronno Pertusella; 51) Cinquarla Manuel, Unione dei Comuni Del Medio Verbano; 52) Di Marco Natale Maria, Unione dei Comuni Del Medio Verbano; 53) Gaffuri Carlo, Comune di Cuasso Al Monte; 54) Molla Roberto, Comune di Travedona Monate; 55) Munaro Alfonso, Comune di Uboldo; 56) Veronica Demetrio, Comune di Cislago; Novara: 57) Orlando Joselito, Comune di Cameri.  
   
   
LEGALITÀ, RIUNITA LA CONFERENZA PERMANENTE REGIONE CAMPANIA -AUTONOMIE LOCALI SOSTENERE I FAMILIARI DELLE VITTIME INNOCENTI DELLA CRIMINALITÀ  
 
Napoli, 8 marzo 2012 - Si è riunita a palazzo Santa Lucia la Conferenza permanente Regione - Autonomie locali presieduta dall´assessore Pasquale Sommese, dedicata al tema della legalità, con particolare riferimento ai familiari delle vittime innocenti della criminalità, che saranno ricordate il 21 marzo in occasione della Giornata nazionale della memoria. Ai lavori, oltre ai rappresentanti degli enti locali e delle organizzazioni facenti parte della Conferenza, hanno preso parte il presidente della Commissione regionale per il riutilizzo dei beni confiscati Antonio Amato, il commissario antiracket e antiusura Franco Malvano, il vice presidente della Fondazione Polis don Tonino Palmese, il referente di Libera Geppino Fiorenza, il presidente del Coordinamento campano familiari vittime innocenti Lorenzo Clemente, l’autore del libro "Vittime innocenti della criminalità, tutela giuridica e misure di sostegno" Giacomo Lamberti. Nell´occasione, è stato distribuito il testo di Lamberti che raccoglie la normativa varata a sostegno delle vittime del terrorismo, della criminalità organizzata e del dovere dal 1970 ad oggi. "In esso - ha sottolineato Sommese - sono contenute le norme che obbligano gli enti locali ad affrontare la piaga sociale della criminalità. Parlo in modo particolare dell´assunzione obbligatoria dei familiari delle vittime, della necessità di non dimenticare con fatti concreti coloro che vengono così duramente colpiti. Grazie al lavoro della Fondazione Pol.i.s., siamo a conoscenza dell´esistenza di 21 familiari iscritti nelle liste del collocamento obbligatorio, ai quali i Comuni possono attingere per la copertura di posti di lavoro nei loro organici. Non è un numero esorbitante, tutt´altro. Mi impegnerò in prima persona affinché la normativa vigente sia applicata. Sommese ha anche annunciato l´avvio di un tavolo istituzionale per pervenire ad un Testo Unico sulle norme afferenti la legalità. "Vogliamo - ha concluso - d´intesa con le Commissioni regionali competenti condurre rapidamente in porto questo obiettivo di sistematizzazione della normativa, per mettere i diversi livelli istituzionali, e i soggetti dell’antimafia sociale, nelle condizioni di lavorare al meglio nel perseguimento della tutela delle persone violentemente colpite nei loro affetti."  
   
   
IMPRESA-DONNA: NEL 2011 QUASI 7MILA IN PIÙ (0,5%) PER CRESCERE SERVONO POLITICHE DI WELFARE E STRUMENTI FINANZIARI LAZIO E LOMBARDIA REGIONI LEADER, MA È TUTTO IL CENTRO-ITALIA AD ESSERE PIÙ ‘ROSA’  
 
Roma, 8 marzo 2012 – A dispetto della crisi, anche nel 2011 il binomio donna-impresa fa un piccolo passo avanti, allargando la platea delle imprese a guida femminile. Alla fine di dicembre dello scorso anno, infatti, l’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere segnala che sono quasi 7mila le imprese ‘rosa’ in più rispetto al 2010, con un incremento dello 0,5%. A dare maggior significato a questo dato c’è il fatto che il saldo delle imprese femminili compensa più che completamente la performance poco brillante delle imprese al maschile che, nel 2011, hanno fatto registrare un bilancio in rosso per circa 6mila unità[1]. Grazie al bilancio positivo, lo stock delle imprese femminili esistenti alla fine del 2011 poteva contare su 1.433.863 imprese, pari al 23,5% del totale delle imprese italiane. “Questi dati – ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - tratteggiano un universo femminile che sta lottando con tutte le sue forze contro la crisi e che dimostra di saper resistere con orgoglio. Le donne rappresentano un patrimonio di competenze spesso più elevate rispetto a quelle maschili e che va assolutamente promosso e incoraggiato a misurarsi sul mercato attraverso l’impresa. Purtroppo - ha proseguito il Presidente di Unioncamere - sono ancora molti gli ostacoli che limitano le donne nell’esprimere appieno la propria creatività e professionalità nel mondo del lavoro, anche se il loro contributo si fa sentire da sempre nelle tante imprese familiari che caratterizzano il nostro tessuto produttivo. Credo che nelle iniziative che si stanno discutendo per sostenere la crescita, una grande attenzione vada posta a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono facilitare l’impegno delle donne nelle attività economiche. Il sistema camerale ha investito in questa direzione e continuerà a farlo, sia monitorando da vicino il fenomeno, sia sostenendo il lavoro dei Comitati presenti e attivi sul territorio all’interno delle Camere di commercio ”. Lazio (+1,3%) e Lombardia (+0,9%) le regioni che nel 2011 hanno fatto registrare gli incrementi percentuali più consistenti, ma è quasi tutta l’Italia Centro-settentrionale (Emilia-romagna, Toscana, Umbria e Marche) a mostrare una più spiccata vivacità delle imprese femminili. Quanto a “femminilizzazione” del tessuto imprenditoriale, poi, le regioni leader si confermano quelle della fascia Centro-meridionale. Sempre nell’ordine: Molise (dove le imprese rosa superano il 30% del totale), Basilicata (27,8%), Abruzzo (27,7%) e Campania (26,8%). Tra le province, un sestetto (composto, nell’ordine, da Messina, Ragusa, Monza-brianza, Fermo, Prato e Catania) mette a segno una crescita superiore al 2%. Turismo e servizi alla persona i settori che lo scorso anno, più degli altri, hanno contribuito all’espansione dell’universo imprenditoriale femminile: rispettivamente con 2.901 e 2.011 imprese in più. Ad attrarre l’interesse delle nuove imprenditrici sono stati anche settori apparentemente meno femminili come le costruzioni (+1.348 nuove attività) e le attività immobiliari (+1.324). In riduzione, invece, la presenza femminile nei comparti delle attività manifatturiere (-852 unità) e del commercio (-746), mentre continua lo storico calo del settore agricolo, principalmente dovuto alla chiusura di iniziative individuali (coltivatori diretti), il più delle volte legate a fattori generazionali. Dal punto di vista dell’organizzazione dell’impresa, l’imprenditoria femminile continua la rincorsa ai cugini maschi verso l’adozione di forme giuridiche meglio strutturate. La crescita del 2011, infatti, è dovuta totalmente alle società di capitale (+7.756 unità) che, pur essendo il 14,8% del totale (tra gli uomini la quota è del 25,1) crescono ad un ritmo del 3,8% ovvero una volta e mezzo quello delle società di capitale maschili (+2,3). In aumento anche le forme cooperative ei consorzi (497 unità in più, pari all’1,4%), stabile l’universo delle ditte individuali, in calo sensibile le società di persone (quasi 2mila unità in meno, lo 0,6%). Tab. 1 – Saldi e variazioni % dello stock delle imprese femminili, maschili e totali
saldi degli stock 2011-2010 var. % degli stock 2011/2010
Regione Imprese maschili Imprese femminili Totale imprese Imprese maschili Imprese femminili Totale imprese
abruzzo 2 228 230 0,0% 0,5% 0,2%
basilicata -505 -226 -731 -1,1% -1,3% -1,2%
calabria -273 233 -40 -0,2% 0,5% 0,0%
campania 3.564 330 3.894 0,9% 0,2% 0,7%
emilia Romagna -240 648 408 -0,1% 0,7% 0,1%
friuli-venezia Giulia -355 61 -294 -0,4% 0,2% -0,3%
lazio 5.861 1.785 7.646 1,3% 1,3% 1,3%
liguria 546 -28 518 0,4% -0,1% 0,3%
lombardia -2.828 1.648 -1.180 -0,4% 0,9% -0,1%
marche -153 306 153 -0,1% 0,7% 0,1%
molise -251 -157 -408 -1,0% -1,4% -1,1%
piemonte -2.010 341 -1.669 -0,6% 0,3% -0,4%
puglia -1.476 -101 -1.577 -0,5% -0,1% -0,4%
sardegna -915 2 -913 -0,7% 0,0% -0,5%
sicilia -4.330 153 -4.177 -1,2% 0,1% -0,9%
toscana -535 714 179 -0,2% 0,7% 0,0%
trentino - Alto Adige -30 -3 -33 0,0% 0,0% 0,0%
umbria -242 186 -56 -0,3% 0,7% -0,1%
valle D´aosta -54 -53 -107 -0,5% -1,6% -0,8%
veneto -1.726 740 -986 -0,4% 0,7% -0,2%
Totale -5.950 6.807 857 -0,1% 0,5% 0,0%
fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere-infocamere. Tab. 2 - Consistenza e distribuzione delle imprese femminili, maschili e totali
imprese totali imprese femminili imprese maschili
Regione Val. Ass Val % Val. Ass Val % Val. Ass Val %
abruzzo 151.303 2,5% 41.985 2,9% 109.318 2,3%
basilicata 61.550 1,0% 17.085 1,2% 44.465 1,0%
calabria 180.922 3,0% 45.469 3,2% 135.453 2,9%
campania 557.207 9,1% 149.600 10,4% 407.607 8,7%
emilia Romagna 475.716 7,8% 98.284 6,9% 377.432 8,1%
friuli Venezia Giulia 109.658 1,8% 26.164 1,8% 83.494 1,8%
lazio 608.462 10,0% 143.303 10,0% 465.159 9,9%
liguria 167.579 2,7% 41.276 2,9% 126.303 2,7%
lombardia 955.088 15,6% 193.323 13,5% 761.765 16,3%
marche 177.656 2,9% 42.841 3,0% 134.815 2,9%
molise 35.497 0,6% 10.679 0,7% 24.818 0,5%
piemonte 467.671 7,7% 112.263 7,8% 355.408 7,6%
puglia 385.856 6,3% 93.628 6,5% 292.228 6,2%
sardegna 169.531 2,8% 40.911 2,9% 128.620 2,8%
sicilia 463.475 7,6% 115.960 8,1% 347.515 7,4%
toscana 417.200 6,8% 100.045 7,0% 317.155 6,8%
trentino - Alto Adige 110.042 1,8% 22.733 1,6% 87.309 1,9%
umbria 96.266 1,6% 25.044 1,7% 71.222 1,5%
valle D´aosta 13.928 0,2% 3.362 0,2% 10.566 0,2%
veneto 505.467 8,3% 109.908 7,7% 395.559 8,5%
Italia 6.110.074 100,0% 1.433.863 100,0% 4.676.211 100,0%
fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere-infocamere. Tab. 3 – Imprese femminili e totale imprese: stock, var. % e tasso di femminilizzazione (*) per provincia
Provincia Imprese femminili 2011 Tasso di femm. Var. % imprese femminili Var. % totale imprese Provincia Imprese femminili 2011 Tasso di femm. Var. % imprese femminili Var. % totale imprese
messina 13.958 23,3% 2,4% -4,1% chieti 14.063 29,6% 0,3% -0,1%
ragusa 8.744 24,8% 2,4% 2,1% terni 6.087 27,5% 0,2% -0,9%
monza E Brianza 14.371 19,7% 2,3% 0,4% vercelli 4.234 23,6% 0,2% 0,2%
fermo 5.364 23,5% 2,2% 0,1% la Spezia 5.734 27,2% 0,2% 0,3%
prato 8.373 25,2% 2,2% 0,0% viterbo 10.846 28,2% 0,2% 0,4%
catania 24.399 24,2% 2,1% 1,3% napoli 67.902 25,4% 0,1% 0,7%
arezzo 9.262 23,9% 1,8% 0,5% ravenna 8.743 20,7% 0,1% -0,2%
roma 98.208 21,8% 1,8% 1,7% novara 7.443 23,2% 0,1% -0,7%
teramo 9.850 26,8% 1,7% 1,1% bolzano 12.458 21,6% 0,1% 0,7%
verbano-c.o. 3.313 23,7% 1,7% -0,2% crotone 4.258 24,5% 0,1% -2,2%
treviso 20.033 21,5% 1,6% 0,5% verona 21.112 21,4% 0,0% -0,8%
sassari 13.116 23,6% 1,5% 0,6% caserta 24.584 27,7% 0,0% 0,8%
vicenza 18.112 20,9% 1,4% 0,6% trieste 4.031 23,9% 0,0% -0,1%
rimini 9.093 22,2% 1,4% 0,4% latina 15.601 27,0% -0,1% -0,2%
parma 9.462 19,9% 1,4% 0,2% trento 10.275 19,6% -0,1% -0,8%
rovigo 7.058 24,6% 1,3% 0,3% massa Carrara 5.543 24,6% -0,1% 1,4%
bergamo 20.053 20,9% 1,3% 0,9% pavia 11.255 22,4% -0,1% -0,2%
venezia 18.137 22,7% 1,3% 0,7% pescara 9.495 26,5% -0,2% -1,0%
pesaro E Urbino 9.686 22,9% 1,3% 0,3% gorizia 2.642 23,9% -0,3% -0,8%
salerno 31.343 25,8% 1,3% 1,3% foggia 19.936 26,8% -0,3% -0,4%
mantova 9.025 21,1% 1,3% 0,1% lucca 10.399 23,0% -0,3% -0,7%
catanzaro 8.042 24,6% 1,2% 0,5% nuoro 7.063 25,1% -0,4% -0,9%
siracusa 9.607 26,0% 1,2% 0,6% trapani 12.499 26,1% -0,4% -0,7%
ascoli Piceno 5.992 24,1% 1,2% 0,9% pordenone 6.568 23,1% -0,4% -0,3%
reggio Calabria 13.190 26,2% 1,2% 1,0% matera 5.793 26,4% -0,4% -1,0%
lecce 17.603 24,1% 1,1% 0,7% rieti 4.094 26,9% -0,5% -0,7%
como 10.288 20,3% 1,1% -0,3% varese 15.969 21,9% -0,5% -1,0%
brescia 25.535 20,9% 1,1% 0,6% cuneo 17.738 23,9% -0,5% -0,3%
milano 67.151 18,9% 1,0% -0,5% alessandria 12.281 26,4% -0,5% -0,8%
firenze 24.047 22,1% 1,0% -0,3% livorno 8.840 27,1% -0,5% 0,3%
pistoia 7.627 22,8% 1,0% -0,7% isernia 2.730 30,7% -0,5% -0,1%
perugia 18.957 25,6% 0,9% 0,2% bari 34.207 22,3% -0,6% -1,0%
modena 15.360 20,3% 0,9% 0,8% padova 21.784 21,3% -0,6% -1,6%
reggio Emilia 10.393 18,0% 0,9% -0,2% imperia 7.234 25,8% -0,7% -0,5%
enna 4.533 28,5% 0,8% -0,7% sondrio 4.170 25,9% -0,7% -1,4%
pisa 10.030 22,9% 0,8% 1,2% belluno 3.672 22,1% -0,8% -0,8%
torino 56.344 23,7% 0,8% -0,2% cagliari 17.367 24,5% -0,8% -1,0%
bologna 20.669 21,2% 0,8% 0,1% asti 6.392 24,6% -0,8% -0,5%
udine 12.923 24,2% 0,8% -0,2% agrigento 11.243 26,1% -0,8% -1,5%
biella 4.518 23,0% 0,7% -1,0% macerata 9.887 24,6% -0,8% -1,1%
lecco 5.716 20,9% 0,7% 0,4% oristano 3.365 22,6% -0,8% -1,9%
ancona 11.912 25,1% 0,7% 0,5% ferrara 7.977 21,3% -1,0% -0,9%
genova 19.754 22,9% 0,6% 0,9% brindisi 8.898 23,9% -1,0% -1,2%
piacenza 7.028 22,1% 0,5% -0,1% savona 8.554 26,7% -1,2% -0,6%
grosseto 8.677 29,2% 0,5% 0,2% lodi 3.496 19,5% -1,2% -2,1%
l´aquila 8.577 27,4% 0,5% 0,9% avellino 14.383 32,5% -1,2% -0,9%
cosenza 16.646 25,1% 0,4% 0,5% aosta 3.362 24,1% -1,6% -0,8%
forli´ - Cesena 9.559 21,3% 0,4% 0,0% potenza 11.292 28,5% -1,7% -1,3%
frosinone 14.554 31,3% 0,4% 0,6% campobasso 7.949 29,9% -1,8% -1,5%
siena 7.247 24,7% 0,4% -0,1% palermo 24.678 25,0% -2,2% -1,2%
taranto 12.984 27,0% 0,4% 0,4% vibo Valentia 3.333 23,9% -2,6% -4,2%
cremona 6.294 20,4% 0,3% 0,3% caltanissetta 6.299 25,2% -5,1% -6,0%
benevento 11.388 32,5% 0,3% 0,0% Italia 1.433.863 23,5% 0,5% 0,0%
(*) Il tasso di femminilizzazione è il peso relativo delle imprese femminili sul totale Fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere-infocamere Tab. 4 - Tasso di femminilizzazione delle imprese per regione
Regione Tasso di femm. Regione Tasso di femm.
molise 30,1% sardegna 24,1%
basilicata 27,8% marche 24,1%
abruzzo 27,7% piemonte 24,0%
campania 26,8% toscana 24,0%
umbria 26,0% friuli-venezia Giulia 23,9%
calabria 25,1% lazio 23,6%
sicilia 25,0% veneto 21,7%
liguria 24,6% emilia Romagna 20,7%
puglia 24,3% trentino - Alto Adige 20,7%
valle D´aosta 24,1% lombardia 20,2%
Italia 23,5%
fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere-infocamere Tab. 5 - Imprese per forma giuridica Valori assoluti e pesi percentuali sul totale delle imprese
imprese maschili imprese Femminili totale imprese
Classe di Natura Giuridica Stock Peso % stock peso % stock peso %
societa´ Di Capitale 1.173.655 25,1 211.971 14,8 1.385.626 22,7%
societa´ Di Persone 830.498 17,8 319.853 22,3 1.150.351 18,8%
imprese Individuali 2.497.739 53,4 867.144 60,5 3.364.883 55,1%
altre Forme 174.319 3,7 34.895 2,4 209.214 3,4%
totale 4.676.211 100,0 1.433.863 100,0 6.110.074 100,0%
fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere-infocamere Tab. 6 - Imprese per forma giuridica Saldi e variazioni percentuali degli stock 2011-2010
imprese maschili imprese Femminili totale imprese
Classe di Natura Giuridica Saldi Var. % saldi var. % saldi var. %
societa´ Di Capitale 26.039 2,3% 7.756 3,8% 33.795 2,5%
societa´ Di Persone -15.724 -1,9% -1.990 -0,6% -17.714 -1,5%
imprese Individuali -13.289 -0,5% 544 0,1% -12.745 -0,4%
altre Forme -2.976 -1,7% 497 1,4% -2.479 -1,2%
totale -5.950 -0,1% 6.807 0,5% 857 0,0%
fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere-infocamere Tab. 7 - Imprese femminili per settore di attività economica Valori assoluti e variazioni % degli stock 2011-2010
Stock 2011 Stock 2010 Saldo 2010-2011 Var%
A Agricoltura, silvicoltura pesca 245.045 251.730 -6.685 -2,7%
B Estrazione di minerali da cave e miniere 522 529 -7 -1,3%
C Attività manifatturiere 116.479 117.331 -852 -0,7%
D Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condiz... 568 362 206 56,9%
E Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione d... 1.428 1.383 45 3,3%
F Costruzioni 66.130 64.782 1.348 2,1%
G Commercio all´ingrosso e al dettaglio; riparazione di aut... 414.827 415.573 -746 -0,2%
H Trasporto e magazzinaggio 19.798 19.489 309 1,6%
I Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 127.233 124.332 2.901 2,3%
J Servizi di informazione e comunicazione 27.738 27.421 317 1,2%
K Attività finanziarie e assicurative 26.503 26.489 14 0,1%
L Attività immobiliari 66.356 65.032 1.324 2,0%
M Attività professionali, scientifiche e tecniche 42.050 41.075 975 2,4%
N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imp... 46.806 46.006 800 1,7%
O Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale... 19 22 -3 -13,6%
P Istruzione 8.303 7.875 428 5,4%
Q Sanità e assistenza sociale 13.759 13.330 429 3,2%
R Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e diver... 17.154 16.720 434 2,6%
S Altre attività di servizi 111.181 109.170 2.011 1,8%
X Imprese non classificate 81.964 78.405 3.559 4,5%
Totale 1.433.863 1.427.056 6.807 0,5%
fonte: Osservatorio Imprenditoria femminile Unioncamere-infocamere [1] Tutti i dati dell’Osservatorio si riferiscono al totale delle imprese registrate e non tengono conto delle cessazioni d’ufficio disposte dalle Camere di commercio nel periodo considerato.
 
   
   
DESIDERI DELLE DONNE: SESSO, ESTETICA, LAVORO, FAMIGLIA E GIOIELLI  
 
Roma, 7 marzo 2012. Sesso, corpo perfetto, lavoro, famiglia e gioielli. Ecco la top five dei desideri a cui la donna non rinuncerebbe mai. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dall’associazione “Donne e qualità della vita” su un campione femminile italiano di 250 intervistati di età compresa tra i 18 e 55 anni, presentata in occasione dell’8 marzo per capire come sono cambiati nel tempo i gusti e lo stile di vita del gentil sesso nel belpaese. What women want? L’interrogativo reso celebre dall’omonimo film interpretato dall’attore Mel Gibson sembra finalmente avere una risposta. Lo studio rivela che 4 donne su 10 non rinuncerebbero a fare sesso. Poco importa se sotto le lenzuola o su una bellissima spiaggia ai tropici. Il ruolo della donna ha subito notevoli cambiamenti nel tempo ma il desiderio di piacere rimane immutato. Pancia piatta, seno prosperoso, lato B perfetto e un sinuoso naso alla francese sembrano essere fondamentali per il gentil sesso. Al secondo posto della ricerca, infatti, troviamo tra i desideri delle donne italiane la ricerca del corpo perfetto (21%). Sul gradino più basso del podio troviamo il 17% del campione che, preoccupato dell’attuale crisi economica, ritiene fondamentale avere un posto di lavoro. Non sembrerebbe interessare più di tanto il salario e la mansione da svolgere. Tra i cinque desideri delle donne non poteva mancare la famiglia. Il 14% delle intervistate italiane sogna una vita di coppia felice, meglio se con figli. Insomma il classico “due cuori e una capanna” sembra essere ben lontano dal tramontare . I gioielli restano un desiderio irrinunciabile per le “ladies” over 40. È quanto dichiarato dal 7% del campione, che trova negli oggetti preziosi una particolare arma di seduzione. Del resto i gioielli rappresentano da sempre il migliore amico della donna, come cantava Marylin Monroe, “ Diamonds are a girls’ best friends”. “La società nel tempo ha subito profondi cambiamenti e la donna da sempre ricopre un ruolo fondamentale. Se pur impegnate nel lavoro alla ricerca della realizzazione professionale e al mantenimento della famiglia - dichiara il professor Alberto Capone, specialista in chirurgia plastica e primario di Chirurgia Plastica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno - le donne non rinunciano al sentirsi belle e desiderate. Sono sempre più numerose le signore e signorine che si rivolgono al chirurgo estetico per migliorare il proprio aspetto fisico. Spesso con questi interventi – conclude Alberto Capone – l’autostima del paziente aumenta ottenendo benefici sia a livello psicologico sia in campo professionale”.  
   
   
8 MARZO: PRESTO UNA LEGGE TOSCANA CONTRO LE ¡°DIMISSIONI IN BIANCO¡±  
 
Firenze, 8 marzo 2012 ¨C Una legge toscana, d¡¯iniziativa delle consigliere regionali e del presidente Enrico Rossi, contro la pratica delle dimissioni in bianco. E¡¯ stata annunciata nel pomeriggio di questo 8 marzo nella sala ¡°Pegaso¡± di Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza di Regione Toscana, durante un incontro che Enrico Rossi ha tenuto con le consigliere regionali Daniela Lastri, Monica Sgherri, Rosanna Pugnalini e Marina Staccioli in rappresentanza di tutte le colleghe. L¡¯incontro ¨¨ servito per mettere nero su bianco un impegno istituzionale conseguente a una mozione bipartisan, approvata in Consiglio Regionale, sul fenomeno delle dimissioni in bianco (la pratica illegale che obbliga i neoassunti a firmare una lettera di dimissioni, priva di data, nello stesso momento in cui si firma il contratto di lavoro: un sistema per poter licenziare il dipendente in qualunque momento e per qualsiasi motivo e senza corrispondere alcuna indennit¨¤. Una pratica che, in Italia, interessa circa due milioni di lavoratori, in prevalenza ¨C al 60% donne ¨C donne). Nella mozione del Consiglio Regionale, oltre a chiedere un intervento legislativo nazionale per contrastare il fenomeno, si impegna anche il Governo regionale: non solo a intraprendere azioni in sede di Conferenze Stato-regioni ma anche a verificare gli spazi per un intervento normativo regionale. La questione (tornata d¡¯attualit¨¤ nel 2008 dopo l¡¯abrogazione della norma contenuta in una legge nazionale ¨C la 188/2007 ¨C che contrastava il fenomeno e che ebbe come prima firmataria la deputata toscana Marisa Nicchi) ¨¨ stata attentamente verificata dagli uffici regionali: i contenuti dei contratti di lavoro attengono a una materia riservata esclusivamente al legislatore nazionale, ma le Regioni hanno comunque competenze in materia di attivit¨¤ produttive oltre che di attivit¨¤ contrattuali regionali per cui ¨¨ ritenuto possibile uno specifico intervento regionale. Questo riguarder¨¤ non tanto il contenuto del contratto di lavoro, ma le agevolazioni regionali alle imprese: la Regione si impegner¨¤ dunque, con una nuova sua norma, a revocare i benefici economici concessi a una impresa qualora questa facesse ricorso alla pratica delle dimissioni in bianco. In parallelo la Regione Toscana verificher¨¤ che nei propri appalti per beni e servizi non si ravvisino situazioni di dimissioni in bianco inserendo clausole che, verificata la richiesta di dimissioni in bianco, prevedano la rescissione del contratto. Regione Toscana interverr¨¤ anche per indirizzare verso simili comportamenti le attivit¨¤ dei suoi enti funzionali nonch¨¦ i contratti degli enti locali. Da notare che nella precedente legislatura toscana, su iniziativa delle consigliere Alessia Petraglia e Bruna Giovannini, una specifica proposta di legge sull¡¯argomento era stata valutata positivamente un sede di Commissione consiliare ma non riusc¨¬ ad essere approvata a causa dell¡¯esaurimento della legislatura. Secondo il Rapporto Istat 2011, sono circa 800 mila le donne che nel corso della loro vita sono state licenziate o messe in condizione di non lavorare, con lo strumento delle dimissioni in bianco, perch¨¦ incinte. Un fenomeno che riguarda soprattutto le lavoratrici pi¨´ giovani (il 13,1% delle nate post il 1973), le residenti al Sud (il 10,5%), le donne con bassi titoli di studio (10,4%), le operaie (11,8%), le impiegate nell¡¯industria (11,4%). Da notare che fra le lavoratrici costrette a lasciare il lavoro in occasione o a seguito della gravidanza, solo il 40% ha poi ripreso a lavorare. Lo scorso 23 febbraio ¨¨ stata lanciata una raccolta di firme (¡°188 firme per la legge 188¡å) per ripristinare la legge 188/2007: quella contro il fenomeno delle dimissioni in bianco. Http://petizionepubblica.it/peticaover.aspx?pi=p2012n20910    
   
   
8 MARZO: POLVERINI PREMIA VINCITRICI CONCORSO ‘DONNE NEL LAZIO’  
 
Roma, 8 marzo 2012 - Premiate oggi dalla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, le 9 vincitrici della prima edizione del concorso fotografico “Donne nel Lazio”, promosso nell’ambito delle iniziative per celebrare la Festa della Donna. L’evento si è svolto presso la sede della giunta regionale, alla presenza degli assessori regionali alla Cultura, Sport e Spettacolo, Fabiana Santini, al Lavoro e Formazione, Mariella Zezza, Politiche agricole, Angela Birindelli, e della presidente della giuria, Roberta Allegrini, nota direttrice della fotografia cinematografica. Il concorso, indetto lo scorso anno, sempre in occasione della festa dell’8 marzo, ha visto la partecipazione di 113 donne residenti nel Lazio, di cui 111 selezionate. Obiettivo dell’iniziativa promuovere la realizzazione delle pari opportunità e della parità tra donne e uomini, valorizzando le differenze di genere e superando ogni discriminazione, con particolare attenzione al mondo della cultura e del lavoro. Le foto selezionate rappresentano uno spaccato del quotidiano vissuto al femminile: dalla vita professionale, alle attitudini culturali, alla passione per la natura. Fotografe di professione o semplici appassionate, hanno scattato 424 foto ispirandosi ai tre temi proposti “Donne nel Lazio”, “Donne e cultura” e “Donne e Lavoro”, e tre categorie “cronaca”, “ritratti” e “natura”. A vincere il premio “Donne nel Lazio”, con un assegno di 5mila euro, per la categoria “cronaca” Yilmaz Muge; per “natura” Ester Erica Mantero; per “ritratti” Emanuela Bracaglia. Il premio “Donne e Lavoro”, con un assegno di 2.500 euro, è andato a Sara Dal Pont per la categoria “cronaca”; Raffaella Mercolella per “natura” e a Mariangela Volpe per la categoria “ritratti”. Il premio “Donne e cultura”, infine, con un assegno di 2.500 euro, è stato assegnato a Maria Patrizia Ciccarelli per la categoria “cronaca”; Simona Pampallona per “natura” e Giorgia Lorenzini per la categoria “ritratti”. Il concorso fotografico sarà ripetuto ogni anno, con la premiazione l’8 marzo: dalla prossima edizione due le categorie ‘foto di cronaca’ e ‘foto ritratto’ per ognuna delle quali saranno previsti 3 premi. Resterà invariata la ‘mission’ del concorso, che rimane aperto alle donne residenti nel Lazio appassionate di fotografia.  
   
   
IL MONDO DEL LIBRO? E’ DONNA INDAGINE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AIE  
 
Milano, 8 maro 2012 - Il mondo del libro, della lettura e dell´editoria è sempre più al femminile. Leggono di più, comprano sempre di più, “invadono” anche realtà editoriali di dimensioni maggiori assumendo funzioni di editor, di ufficio stampa o uffici diritti. Nella piccola editoria poi sono quasi la maggioranza, visto che ricoprono il 49% delle funzioni dirigenziali o direttive (amministratore delegato, presidente, responsabile editoriale, ufficio stampa). Ecco nel dettaglio cosa emerge da una recente fotografia dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie): - Leggono di più: ben 18 punti distanziano uomini e donne nella lettura di libri, il triplo rispetto al 1988: Oggi leggono tre volte di più. O forse sono gli uomini che sono semplicemente rimasti fermi. La lettura dei libri è comunque sempre più al femminile: nel 2011 leggeva il 51,6% delle donne contro il 38,5% degli uomini. Per un confronto, nel 1988 era il 39,3% delle donne a leggere rispetto al 33,7% dell’altro sesso. - E’ vero a ogni età. Anche le ragazze leggono (molto) di più dei ragazzi: Nei giovani il divario è ancor più evidente: tra i 18-19enni la distanza tra ragazzi e ragazzi è di 19 punti percentuali: legge il 63,8% delle ragazze contro il 44,5% dei ragazzi. Nella fascia 15-17 arriva a quasi 29 punti percentuali: legge il 73,2% delle ragazze rispetto al 44,5% dei ragazzi. - Comprano più libri: il 54% di chi acquista libri in Italia è donna e compra il 57% dei volumi. - Donne editrici: le donne invadono il mondo editoriale, non solo nelle attività redazionali e di segreteria, ma anche nei ruoli direttivi: nei ruoli direttivi cresce la presenza femminile in editoria. Coprivano il 27% degli incarichi nel 1991: vent’anni dopo sono il 40,2%. In tutte le attività direttive cresce la presenza femminile: da quella tradizionale dell’ufficio stampa (cresciuta dal 1991 a oggi del 21,5%) a quella del direttore editoriale (+47,3% tra 1991 e 2011). Raddoppia dal 1991 a oggi la presenza femminile in ruoli di presidenza, amministratore delegato, direttore generale (+98%). - Nella piccola editoria il fenomeno al femminile è ancor più evidente: la presenza femminile è già oggi superiore di nove punti rispetto alla media del settore (49% rispetto al 40%). In tre anni è cresciuta di tre punti percentuali. - Le donne in editoria sono in costante crescita: i nuovi “ingressi” sono stabilmente e per oltre il 60% (64% per la precisione) femminili. Sono inoltre più attente all’aggiornamento professionale: oltre 12 punti le separano dai colleghi maschi che frequentano i corsi. - Donne libraie: anche qui dominano: in libreria le librarie sopravanzano ampiamente gli uomini: sono il 71,8%. Il commento – “Questa fotografia 2012 (su dati 2011) conferma e accentua le tendenze che avevamo visto nel 2009 - spiega il responsabile dell’Ufficio studi Aie Gianni Peresson, che ha curato l’indagine con Elisa Molinari –. Questo vale nella lettura, così come nella professione, editoriale e della libreria dove le libraie e le responsabili di reparto donne sono già il 71%. Le ragioni? In alcune attività – dall’ufficio stampa a quelle editoriali, fino alla gestione della libreria – incidono la maggior abilità e le competenze nel gestire le relazioni e nell’organizzare il lavoro. Senza dimenticare una miglior cultura di base - hanno letto di più rispetto ai loro coetanei maschi lungo tutta la carriera di studio - qualcosa significherà! – e una maggior curiosità e flessibilità. Si tratta di paradigmi concettuali oggi ancor più importanti di fronte ai cambiamenti che le nuove tecnologie pongono davanti alle imprese editoriali”.  
   
   
ABRUZZO: 3 MLN PER PROGETTO "LA CRESCITA È DONNA" INCENTIVI PER NUOVE IMPRESE ROSA E CONCILIAZIONE VITA/LAVORO  
 
Pescara, 8 marzo 2012 L´assessore al Lavoro Paolo Gatti ha presentato ieri mattina agli organi di informazione presso la Sala Blu della sede della Giunta Regionale in viale Bovio a Pescara il progetto "La crescita è donna", finanziato con 3 milioni di euro. L´avviso pubblicato oggi sul Burat rientra nel programma di inclusione sociale del Piano Operativo 2009/10/11 del Fondo Sociale Europeo 2007/13 che prevede interventi in favore dell´occupazione e della conciliazione vita/lavoro per le donne. In particolare, le linee di intervento saranno tre, ciascuna finanziata per un importo di un milione di euro. La prima linea denominata "Più imprenditrici" prevede incentivi per la creazione di nuove imprese; la seconda linea denominata "Più professioniste" prevede incentivi alle imprese che attivano rapporti di consulenza in favore di giovani professioniste operanti in Regione. La terza linea denominata "Voucher Family" prevede incentivi alle donne con carichi familiari per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro finalizzati all´inserimento nel mercato del lavoro. Il commento dell´assessore Gatti: "Da tempo consideriamo indispensabile l´apporto delle donne alla crescita del sistema Italia e del sistema Abruzzo - commenta l´assessore Paolo Gatti - e con questo spirito abbiamo già avviato molti progetti. La crescita del Pil in Italia, siamo convinti, può essere un obiettivo possibile solo se saremo capaci di portare la professionalità e l´entusiasmo delle donne nel perimetro del mercato del lavoro, della produzione, delle professioni. Le donne già svolgono un ruolo fondamentale nel garantire spesso una reale alternativa alle carenze di risorse del welfare nazionale, - prosegue Gatti - ma questo non deve divenire un alibi della società per impedire loro di trovare spazio e opportunità per poterne essere protagoniste in modo diverso. La Regione con questo progetto offre una nuova opportunità alle donne che vogliono aprire un´impresa, alle professioniste che possono contribuire alla crescita delle imprese abruzzesi, a quelle che vogliono entrare nel mercato del lavoro conciliando la sfera familiare. Domani, 8 marzo, ricorre una data che oltre il suo valore simbolico non deve farci dimenticare - conclude Gatti - che la società ha bisogno non di discorsi retorici, ma di politiche concrete per consentire a tutti i suoi componenti di esserne parte attiva".  
   
   
ROMA, ELETTORALE: SÌ A DOPPIA PREFERENZA DI GENERE, PUNTARE ALLA PROFESSIONALITÀ  
 
Roma, 8 marzo 2012 - «Sono lieta che oggi vi sia l’opportunità di riportare l’attenzione su un tema delicato quale quello della scarsa rappresentanza politica delle donne nel nostro Paese. Personalmente non sono mai stata una sostenitrice delle quote rosa, per quanto sia evidente che tutti i partiti debbano compiere uno sforzo per individuare meccanismi che favoriscano l’ingresso delle donne nelle istituzioni e nelle competizioni elettive». Lo ha dichiarato Lavinia Mennuni, delegato del Sindaco alle Pari Opportunità di Roma Capitale, in merito all’appello per una riforma elettorale che stabilisca regole certe per l’accesso indiscriminato delle donne alla vita politica. «In un periodo complicato come quello che ci troviamo ad affrontare, ritengo fondamentale una più ampia riflessione sulle professionalità - sottolinea il delegato capitolino - affinché si accrescano levatura ed etica nella politica italiana, favorendo una cultura formativa di livello anche mediante apposite scuole di formazione per le donne e per gli uomini che costituiranno i futuri quadri dirigenti. È necessario che i rappresentanti siano scelti in base alla propria esperienza e competenza». «Sono favorevole all’adozione di strumenti come la doppia preferenza di genere - spiega Mennuni - poiché costituirebbe un passo in avanti per colmare quel gap che, in termini di rappresentanza femminile, ci allontana da altri Paesi europei. Un sistema che ha già trovato una sua prima applicazione nella Regione Campania e che ha ottenuto risultati positivi, favorendo l’ingresso di 15 donne pari al 23% dei membri». «L’italia finché è da considerarsi, come da art. 1 della Suprema Carta, una Repubblica democratica dovrebbe avere rappresentanti direttamente eletti dal popolo. Da qui l’improcrastinabilità della riforma della legge elettorale - conclude Mennuni - affinché i cittadini abbiano veramente la possibilità di votare e scegliere i propri rappresentanti donne o uomini che siano».  
   
   
LE QUOTE FANNO BENE ALLA POLITICA (E AI POLITICI) UN PAPER SULLE ELEZIONI LOCALI DIMOSTRA CHE AUMENTANDO IL NUMERO DEI CANDIDATI FEMMINILI SALE LA QUALITÀ DEGLI ELETTI  
 
Milano, 8 marzo 2012 - L’adozione di quote di rappresentanza di genere suscita sempre un ampio dibattito sia quando si tratta di promuovere la presenza femminile nelle posizioni rilevanti dell’economia, sia quando si parla della politica. Da un lato si sottolinea la necessità di misure d’urto per rimuovere le disparità di genere che caratterizzano il mercato del lavoro, le carriere e la politica, dall’altro si temono risultati antimeritocratici e un peggioramento della qualità media dei rappresentanti. In altri termini, dovendo inserire donne ai vertici dell’economia e della politica per rispondere a un vincolo di legge, non necessariamente si troveranno (o cercheranno) donne competenti e qualificate, con il risultato che la qualità media dei rappresentanti potrebbe diminuire. Quest’ultima argomentazione è molto diffusa in Italia ed è riemersa nel dibattito che ha accompagnato l’adozione della legge 120 del 2011 che impone alle società quotate una percentuale minima del genere meno rappresentato nei cda e nei collegi sindacali. Oltre ad apparire singolare in un paese in cui le donne sono ormai più istruite degli uomini e i talenti femminili abbondano (e sono anzi largamente sprecati), questa argomentazione non convince. Perché? Perché non è mai stata provata empiricamente, forse per la difficoltà di identificare in modo appropriato in specifici contesti gli effetti dell’adozione di quote di rappresentanza di genere sulla qualità dei rappresentanti. Nel paper Gender quotas and the quality of politicians scritto con Audinga Baltrunaite e Piera Bello ci proponiamo di stimare l’impatto dell’introduzione di quote di rappresentanza di genere sulla qualità dei politici locali italiani. Utilizziamo un esperimento naturale rappresentato dalla legge 81 del 1993, secondo la quale nessun genere poteva rappresentare più dei 2/3 dei candidati totali nelle liste elettorali comunali. La legge fu abolita inaspettatamente nel 1995 perché dichiarata incostituzionale. Poiché le elezioni avvengono ogni 5 anni, non tutti i comuni votarono nel periodo 1993-1995 in cui la legge era in vigore. Questo ci permette di identificare due gruppi: il gruppo di trattamento rappresentato dai comuni che hanno votato secondo tale legge, e il gruppo di controllo che include gli altri. Possiamo quindi utilizzare una metodologia ‘difference in difference’ per stimare la differenza della qualità media dei politici locali eletti nei due gruppi di comuni. Seguendo precedenti studi nella scienza della politica, misuriamo la qualità con gli anni di istruzione. I risultati dell’analisi mostrano che la presenza delle quote si è accompagnata a un aumento della qualità media (istruzione) dei politici eletti, non solo perché tra gli eletti sono aumentate le donne, che mediamente sono più istruite degli uomini, ma anche perché sono diminuiti gli uomini con basso livello di istruzione. In altri termini la presenza di donne tra i candidati ha portato a un aumento del numero di donne elette, che hanno sostituito gli uomini meno istruiti. Il nostro lavoro si focalizza su un contesto specifico, quello dei politici locali. Il messaggio però ha una portata molto più ampia: non è detto che l’introduzione di quote di genere peggiori la qualità dei rappresentanti. Anzi, nel caso analizzato ha portato a un suo miglioramento. In Italia, paese dominato da una potente gerontocrazia maschile, l’adozione di quote di genere potrebbe rappresentare un rinnovamento benefico. Di Alessandra Casarico e Paola Profeta, professori associati presso il Dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico della Bocconi  
   
   
DONNE, PARI OPPORTUNITÀ ANCHE CONTRO INFORTUNI LAVORO E SICUREZZA, PRESENTATO DDL SU TUTELA AL FEMMINILE CONVEGNO A PALAZZO PIRELLI CON FORMIGONI, COLLI E GUARISCHI  
 
Milano, 8 marzo 2012 - ´Più valore al lavoro delle donne´ è il titolo del convegno che si è svolto a Palazzo Pirelli alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, del sottosegretario alle Pari opportunità, Moda e Design Ombretta Colli, della delegata alla Presidenza per le Politiche dei tempi e Tutela del consumatore Monica Guarischi e della vice presidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi. Scopo del convegno, illustrare i contenuti del Disegno di legge presentato in Parlamento dalle senatrici Ombretta Colli (Pdl) e Silvana Amati (Pd) per garantire maggiori tutele alle donne in caso di infortuni. Il testo, stilato in collaborazione con Anmil, l´Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro, integra la normativa vigente ed in particolare la legge 493/99, che prevede un´assicurazione Inail per le casalinghe (tra i 18 ed i 65 anni) in caso di incidenti domestici. Il Disegno di legge mira a far riconoscere gli infortuni in ambito lavorativo e nelle malattie professionali, prevedendo una diversa determinazione dell´indennizzo, nonché un´integrazione temporanea di reddito durante l´infortunio, in particolare in presenza di figli di età inferiore ai tre anni. ´In Lombardia - ha spiegato il presidente Roberto Formigoni - siamo impegnati da tempo a promuovere e garantire la sicurezza del lavoro come fonte di vita e di benessere con diverse azioni, tra le quali l´attuazione del Piano regionale per la promozione della sicurezza e salute negli ambienti di lavoro per il triennio 2011-2013 in continuità con il piano precedente. Tra gli obiettivi del Piano vi è la riduzione dei tassi di infortunio e il contenimento delle malattie professionali. I risultati sono positivi e ci incoraggiano a continuare con forza nel lavoro intrapreso´. Nuova Cultura Della Sicurezza - Occorre anche sviluppare una nuova cultura della sicurezza intesa come un problema che riguarda tutti, iniziando fin dai banchi di scuola. Uno degli obiettivi del prossimo piano regionale per la promozione della sicurezza e salute negli ambienti di lavoro sarà quello di inserire indicazioni precise che tutelino le donne in un´ottica attenta alle differenze di genere. Per Una Parità Sostanziale - ´Regione Lombardia - ha aggiunto Formigoni - ha posto l´attenzione al mondo femminile attraverso un complesso di azioni volte a rafforzare il protagonismo della persona, favorendo un´autentica parità sostanziale tra uomini e donne: tra queste azioni va ricordata l´intesa stretta con il Dipartimento pari opportunità per programmi sperimentali di conciliazione´. Si tratta di un´intesa che muove risorse per oltre 6 milioni di euro, che Regione Lombardia sta attuando attraverso gli accordi territoriali con servizi alla persona e incentivi alle imprese. ´Dare valore al lavoro delle donne - ha proseguito Formigoni - vuol dire realizzare politiche integrate e sussidiarie in tema di conciliazione dei tempi famiglia-lavoro´. Regione Lombardia è stata la prima in Italia e tra le prime in Europa a dotarsi di uno strumento specifico per favorire questo tipo di politiche. Comitato Strategico - Regione Lombardia ha insediato, negli ultimi due anni, il Comitato strategico conciliazione donna-famiglia-lavoro e sottoscritto 13 Accordi per la creazione di reti territoriali per la conciliazione, a cui hanno fatto seguito 13 Piani di azioni specifici. ´Con questo spirito - ha concluso Formigoni - l´esperienza lombarda può essere valorizzata e divenire contributo alla promozione delle politiche nazionali sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e anche su quello della conciliazione e delle pari opportunità´. Occupazione - La Lombardia, nel panorama italiano, rappresenta un esempio virtuoso di integrazione delle donne nel mondo del lavoro, con livelli di occupazione femminile del 59,4 per cento, dieci punti al di sopra della media nazionale e in linea con quella europea. ´Questi dati - ha sottolineato il sottosegretario Ombretta Colli - sono il frutto delle politiche adottate con lungimiranza di vedute e di prospettive dalla Regione Lombardia per favorire pari opportunità tra uomini e donne. Altro esempio sono le iniziative sul fronte della conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia, il sostegno all´imprenditorialità e all´associazionismo femminile, lo sviluppo di reti e servizi territoriali, che aiutano a raggiungere l´equilibrio tra famiglia e lavoro´. In questo contesto si inserisce il Disegno di legge per la tutela delle donne contro gli infortuni sul lavoro. Disegno Di Legge - Punto di partenza per il Disegno di legge è stata la considerazione che promuovere le Pari opportunità significa non solo contrastare le discriminazioni tra generi, ma anche riconoscere che tra uomini e donne ci sono delle differenze. L´equità quindi non come principio di uguaglianza, ma come rispetto delle differenze. ´Il Disegno di legge - ha detto ancora Ombretta Colli - è al centro del convegno odierno e va proprio in questa direzione, perché interviene sulla legislazione vigente, introducendo alcuni fondamentali elementi di novità, volti a garantire maggiori tutele alle donne in caso di infortuni. Innanzitutto, si stabilisce il principio che lo stesso incidente o infortunio ha effetti e conseguenze diverse se la vittima è un uomo o una donna. Attualmente, invece, non se ne tiene conto´. Il Disegno di legge prevede che nella definizione del danno subito da una donna lavoratrice si tenga conto di questi aspetti. L´indennizzo a cui questa avrà diritto dovrà, pertanto, essere più alto di quello previsto attualmente, con un´ulteriore integrazione nel caso in cui la donna abbia figli sotto i tre anni. ´Il Disegno di legge - ha sottolineato Ombretta Colli - introduce una rendita temporanea integrativa per la lavoratrice infortunata. Un riconoscimento fondamentale, così come quello del diverso impatto psicologico che un infortunio o una malattia professionale possono avere su una donna. Anche per questo motivo il documento punta a estendere l´assicurazione obbligatoria Inail per le casalinghe anche alle lavoratrici part-time´. Assicurazione - Per garantire una migliore efficacia a questa assicurazione, è inoltre stata prevista l´estensione della sua copertura anche alle attività svolte fuori dalla propria casa, ma comunque connesse alla cura della famiglia e alla gestione domestica. I dati Inail riguardanti gli infortuni sul lavoro registrati in Lombardia ci dicono che, per le donne, i pericoli maggiori sono quelli che incontrano lungo il tragitto casa-lavoro, durante il quale le difficoltà di conciliazione tra le esigenze della famiglia e quelle del lavoro si manifestano con maggiore evidenza. Maggiore Incidenza Femminile - Con 5,2 infortuni in itinere ogni mille donne occupate l´incidenza femminile è infatti addirittura del 37 per cento più alta di quella maschile. L´alto tasso di occupazione femminile che si registra in Lombardia dimostra che la promozione delle Pari opportunità produce risultati importanti. ´Regione Lombardia - ha proseguito Ombretta Colli - dopo essersi dotata nel 2010 del Comitato strategico conciliazione donna-famiglia-lavoro, ha costituito, all´inizio di quest´anno, il Consiglio per le Pari opportunità e un Sottosegretariato ad hoc a conferma della volontà di puntare in maniera sempre più convinta sulla realizzazione del principio di parità tra uomini e donne. ´E il nostro impegno - ha concluso - andrà proprio in questa direzione, con l´obiettivo di dare ulteriore slancio al percorso virtuoso che Regione Lombardia ha intrapreso da tempo´. Politiche Dei Tempi - A supporto della parità tra uomo e donna particolare importanza riveste anche il tema della politica dei tempi e della conciliazione. ´Le politiche dei tempi - ha aggiunto Monica Guarischi - sono politiche per la qualità della vita, perché mirano a semplificare l´esistenza delle persone e a migliorare la vivibilità delle città attraverso l´organizzazione degli orari, accrescendo qualità e sicurezza degli spazi pubblici. Nei 200 Comuni lombardi che stanno già sperimentando le politiche temporali stimolerò una sempre maggiore attenzione nei confronti della sicurezza, pianificando e realizzando azioni specifiche´. ´Fra le priorità - ha concluso Monica Guarischi - c´è indubbiamente l´estensione del numero di Comuni coinvolti in queste politiche´.  
   
   
CODICE ROSA, È “EFFETTO DOMINO”: IN TOSCANA E ANCHE FUORI REGIONE  
 
 Firenze, 8 marzo 2012 – E’ partito nel 2010 a Grosseto. Dall’inizio del 2012 la sperimentazione si è allargata a Prato, Arezzo, Lucca e Viareggio. Ed è molto probabile che entro la fine dell’anno il “codice rosa” diventi una realtà in tutti i pronto soccorso della Toscana. Infatti l’esperienza e l’entusiasmo della task force di Grosseto stanno contagiando tutte le Asl toscane, e anche molte di fuori regione. Dal suo avvio, il “codice rosa” ha prestato assistenza a circa 1.000 vittime di violenza: in maggioranza donne, ma anche bambini, anziani, omosessuali, immigrati. Stamani l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia ha presentato i primi risultati della sperimentazione, assieme a Francesco d’Andrea, avvocato generale, in rappresentanza della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Firenze, Vittoria Doretti, medico della Asl 9, responsabile della task force del codice rosa di Grosseto, e Bruno Cravedi, direttore generale della Asl 4 di Prato, in rappresentanza delle direzioni generali delle aziende che partecipano alla sperimentazione. “Ho creduto fin dall’inizio a questo progetto, quando l’ho visto nascere a Grosseto – ha detto l’assessore Scaramuccia – E ho subito voluto che l’esperienza si estendesse ad altre Asl. Ora, con un “effetto domino” inarrestabile, il “codice rosa” sta contagiando tutte le aziende, riceviamo richieste da tutta la Toscana e d’accordo con la Procura valuteremo se estenderlo ad altri pronto soccorso. Il percorso rosa, quello che inizia appena la persona viene individuata come vittima di violenza, e l’accompagna poi nell’assistenza medica, psicologica, sociale, legale, è soprattutto un atteggiamento di fronte alle vittime, una rivoluzione culturale-professionale. Grazie al codice rosa, siamo riusciti a far emergere tanti casi di violenza che altrimenti sarebbero rimasti sommersi”. E’ del giugno 2011 la firma di un protocollo (siglato dall’assessore Scaramuccia e dal Procuratore generale di Firenze Beniamino Deidda) che estendeva la sperimentazione avviata nel 2010 a Grosseto ad altre 4 Asl: Arezzo, Lucca, Prato e Viareggio. Il codice rosa prevede nei pronto soccorso in cui è in funzione un percorso riservato alle vittime di violenza, cui vengono immediatamente prestate cure mediche e sostegno psicologico, avviando contemporaneamente le indagini delle forze dell’ordine per identificare e perseguire gli autori delle violenze. Nel codice rosa sono impegnate task force multidisciplinari composte da personale sanitario, magistrati, forze dell’ordine, che si attivano su ogni singolo caso al momento in cui si verifica l’episodio di violenza. I numeri del “codice rosa” - Nella Asl 9 di Grosseto sono oltre 800 i codici rosa attivati per altrettanti casi di molestie, stalking o maltrattamenti dall’avvio della sperimentazione, nel gennaio 2010. Sono stati 309 nel 2010, 503 nel 2011, e 34 nel gennaio 2012 (28 maltrattamenti, 1 violenza sessuale, 5 casi pediatrici). “La media è di oltre 30 casi al mese, più di uno al giorno – spiega Vittoria Doretti – La crescita dei numeri non significa necessariamente un aumento dei casi, ma soprattutto un aumento delle segnalazioni di violenze o molestie. E’ l’”effetto domino”, quello che spinge le vittime ad uscire dall’ombra e a sporgere denuncia, seguendo chi lo ha fatto prima di loro ed è riuscito a porre fine alla spirale di violenza. Ed è anche il frutto di una maggiore fiducia dei cittadini nelle istituzioni”. L’incremento del 2011 sul 2010 è del 63%. In particolare sono aumentati i codici rosa per casi di maltrattamento. Per quanto riguarda il sesso, si registra un aumento importante di vittime maschili: nel 2010 i casi erano per l’89% femmine e solo l’11% maschi, mentre nel 2011 le femmine sono scese al 75% e i maschi sono saliti al 25%. Per le fasce di età, sono aumentati i casi relativi agli ultra65enni: 34 nel 2011, rispetto ai 15 casi del 2010. Quanto alla nazionalità, la percentuale di vittime italiane prevale nettamente ed è in aumento: nel 2010 erano il 67%, sono salite al 73% nel 2011. Questi i dati delle altre aziende, relativi ai primi 2 mesi del 2012: Asl 2 di Lucca: 15 casi, in maggioranza donne vittime di violenza. Asl 4 di Prato: 39 casi, di cui 30 donne maltrattate dal proprio partner, 4 uomini, 2 bambini e un adolescente che hanno riportatato segni di violenza da un familiare, e 2 anziani che hanno subìto violenze fisiche e verbali all’interno della propria famiglia. Asl 8 di Arezzo: 38 casi, nella stragrande maggioranza (34) donne. Ma ci sono anche 3 maschi (di cui un adulto con due accessi) e 2 minori. Trenta i maltrattamenti subìti da persone adulte (26 donne e un uomo); 6 i maltrattamenti su minori (4 femmine e 2 maschi); un tentato abuso su una donna; un sospetto abuso su una bambina. Asl 12 di Viareggio: 2 casi di maltrattamento (qui il codcie rosa è partito a metà febbraio). In Versilia, il percorso per le vittime di violenza si completa con le attività correlate al consultorio transgenere. Il corso di formazione - Il 20 e 21 febbraio si è tenuto a Grosseto, nella Fattoria La Principina, il primo corso regionale di formazione per tutti gli operatori coinvolti nel progetto. Tra i docenti, i sanitari della Asl 9 che fanno parte della task force, rappresentanti della Procura della Repubblica e delle Forze dell’ordine, funzionari regionali, esponenti del volontariato che collaborano nella rete contro la violenza sulle fasce deboli. Una seconda edizione del corso si terrà a fine maggio. Le “sentinelle” - Un altro elemento di forza dell’esperienza del codice rosa di Grosseto sono le oltre 500 “sentinelle” formate dalla task force in 24 mesi: 400 operatori socio-sanitari e amministrativi della Asl 9, 40 donne e uomini delle forze dell’ordine, 35 farmacisti e circa 80 insegnanti; addestrate a riconoscere le possibili vittime e a favorirne l’accesso ai servizi di aiuto presenti sul territorio. “Ognuno può e deve diventare una sentinella – dice Silvia Rispoli, farmacista che ha seguito la formazione a Grosseto – Dire a tutte le vittime della violenza “siamo qui”, le istituzioni sono formate da persone come te che ti tendono la mano per tirarti fuori dall’oscurità che ti circonda”. L’effetto domino - Nelle ultime settimane, praticamente tutte le Asl toscane e numerose Società della Salute hanno preso contatti con la task force del “codice rosa” di Grosseto, sia per “visitare” i luoghi del percorso rosa (stanza rosa nel pronto soccorso, Centro coordinamento vittime di violenza, ecc.), sia per avere supporto nella stesura delle procedure. Ed è molto probabile che entro la fine del 2012 il “codice rosa” sia una realtà in tutti i pronto soccorso della Toscana. Il progetto ha già varcato i confini regionali: per ora, sono interessate a replicare l’esperienza Sicilia, Puglia, Calabria, Veneto, Lazio. Il libro “Codice rosa. Il magico effetto domino” - Dall’esperienza del codice rosa è nato anche un libro “Codice rosa. Il magico effetto domino”, scritto da un giornalista, Giuseppe Meucci, con la collaborazione di Vittoria Doretti, medico della Asl 9, responsabile della task force del codice rosa di Grosseto, e Giuseppe Coniglio, sostituto Procuratore di Grosseto. Il libro racconta storie, riporta le testimonianze degli operatori, e dà conto dello spirito di squadra, della sinergia di risorse, della stretta integrazione tra istituzioni che caratterizza il prezioso lavoro della task force. L’effetto domino del titolo fa riferimento al circolo virtuoso che la task force mette in moto, sia “contagiando” tutti gli operatori che ne vengono a contatto, sia stimolando le vittime a denunciare, portando alla luce casi che altrimenti resterebbero sommersi. Il libro, edito da Pacini, verrà presentato alla libreria Feltrinelli di Firenze, via Cerretani 30, lunedì 12 marzo alle ore 17.30. Con gli autori, ci saranno l’assessore Daniela Scaramuccia e Beniamino Deidda, Procuratore della Repubblica di Firenze. Condurrà l’incontro Maria Cristina Carratù, giornalista di Repubblica.  
   
   
8 MARZO: FVG, CENTRALE RESTA IL TEMA DEL LAVORO  
 
Trieste, 8 marzo 2012 - "La giornata dell´8 marzo deve essere un momento di forte e sincera riflessione nei confronti della donna e del suo ruolo nella società contemporanea. In troppe parti del mondo, infatti, la componente femminile è vittima e subisce una condizione di svantaggio, se non addirittura di inferiorità sociale. Effetti questi dovuti primariamente ad una pesante arretratezza culturale contro la quale va applicata una politica di intransigente rispetto dei diritti di genere". "Calando la riflessione sul nostro Paese – sottolineava ieri in una sua nota l´assessore regionale alle Pari Opportunità, al Lavoro, Formazione e Commercio, Angela Brandi - all´interno del dibattito sulla condizione femminile ritengo debba considerarsi centrale il tema del lavoro, in quanto strumento primario per l´affermazione di un concetto di parità che può essere perseguito attraverso una costante e puntuale azione politica". "Diventa quindi motivo di apprezzamento il fatto che la nostra Regione sia quella che più si è avvicinata alla quota di occupazione femminile prevista dalla ´Strategia di Lisbona´: ad un obiettivo comunitario fissato al 60 per cento, infatti, il Friuli Venezia Giulia, registrando un tasso del 55,5 per cento, è risultata essere una delle regioni italiane più virtuose. E anche nella difficile congiuntura economica che stiamo attraversando l´occupazione femminile regionale ha sostanzialmente tenuto meglio rispetto ad altre parti del Paese con un tasso di occupazione nei primi tre trimestri del 2011 del 57,5 per cento, a fronte di un dato nazionale del 46.4 per cento. In questo quadro di sostanziale dinamicità femminile nel mercato del lavoro regionale, senza perdere di vista la continua necessità di incoraggiare e favorire ogni politica che avvantaggi la parità di genere, stiamo guardando con favore a quelle norme che sono state in parte annunciate dal Governo Monti; in particolare l´introduzione di incentivi a favore delle assunzioni di donne e di un più diffuso e agevolato utilizzo del part time. Tutte misure, queste, in linea con una visione adeguata alle necessità di equilibrare il più possibile la nostra società verso una condizione concreta di pari opportunità, che riesca a soddisfare quelle esigenze di conciliazione dei tempi fra lavoro e famiglia che coinvolgono tantissime donne". "E sempre in quest´ottica di non semplice equilibrio fra vita privata e impegno professionale - evidenzia l´assessore Brandi - stiamo predisponendo l´introduzione del telelavoro per il comparto unico dei dipendenti pubblici, uno strumento che consentirà di annullare i tempi del trasporto a favore di un´ottimizzazione di quello dedicato al lavoro e alla cura dei familiari, siano essi figli minori o genitori anziani. Ma abbiamo anche inteso rivolgere un´attenzione speciale ai processi di autoimprenditorialità applicati alla componente femminile, riportando dei risultati che esaltano lo spirito di intraprendenza delle donne della nostra regione, basti pensare che nel 2011 il 54 per cento degli incentivi per nuove imprese è stata utilizzata dalle donne. Questo grazie anche al fatto che, a parità di condizione, per questo come per altre forme d´incentivo, la categoria femminile è destinataria di forme di sostegno più forti rispetto a quelle degli uomini". "Il mio auspicio - conclude l´assessore Brandi - è che questo giorno possa rappresentare un momento di partecipazione soprattutto per le giovani donne, le quali debbono farsi interpreti della consapevolezza che la loro strada è meno in salita rispetto al passato, perché il percorso fino ad ora compiuto è stato accompagnato dalla concretezza, dalla tenacia e dalla costanza di tutte coloro le quali si sono impegnate e sacrificate per raggiungere la piena parità dei diritti".  
   
   
TERNI: SEGNALI DI RIPRESA PER L´IMPRENDITORIA FEMMINILE  
 
Terni, 8 marzo 2012 - Il binomio impresa-donna continua a resistere alla crisi. In provincia di Terni, aumentano le donne ingegnose e determinate che decidono di avviare un’attività anche se ad un ritmo più contenuto rispetto al 2010. L’ultimo aggiornamento diffuso questa mattina dall’Osservatorio nazionale Unioncamere, elaborato dall’ufficio Informazione economica, registra una crescita al 31 dicembre 2011 dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un tasso di femminilizzazione delle imprese che resta tra i più alti d’Italia (27,5%), più elevato del dato umbro che si ferma al 26%. In valore assoluto sono 6.087 le imprese guidate da donne. L’imprenditoria femminile dunque nel 2011, mostra incoraggianti segnali di ripresa. Analizzando in dettaglio le aperture e le cessazioni nei diversi comparti, in questo caso il più recente aggiornamento disponibile è al terzo trimestre 2011, sulla base dei dati del Registro delle imprese, emerge che ad avere maggiore appeal sono stati i settori del commercio (+18 iscrizioni) e dell’agricoltura (+11) ma per il commercio all’ingrosso e al dettaglio la crisi continua a picchiare duro e il saldo tra chi apre e chi chiude è ancora, per il terzo trimestre consecutivo del 2011, negativo (18 iscrizioni a fronte di 29 cessazioni). Segue il settore alloggio e ristorazione che rispetto al secondo trimestre registra uno scostamento minimo nel numero delle imprese e si attesta a quota 499 imprese. Nella sanità e nell’assistenza sociale quasi un’azienda su due è controllata da una donna (74 su un totale di 148). Ad attrarre l’interesse delle nuove imprenditrici sono anche settori apparentemente meno femminili come le attività immobiliari (168 imprese). A livello tendenziale si registra una difficoltà delle imprese femminili a strutturarsi vista la minima crescita percentuale delle società di capitali che al 30 settembre 2010 rappresentavano il 13,6% del totale delle imprese registrate, un anno dopo si raggiunge il 13,7%, mentre per le imprese individuali la crescita è decisamente più sostenuta e passano da 3865 alle 3923 registrate al 30 settembre 2011. “Questi numeri disegnano un universo femminile che sta lottando a dispetto della crisi e dimostra di saper resistere. Le cifre tuttavia non bastano a raccontare della fatica e della passione di chi ha aperto un’impresa o ne è salita alla guida a volte incontrando più difficoltà dei colleghi uomini – precisa la Presidente del Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile, Dalia Sciamannini – non si può non rilevare che esistono ancora ostacoli alla piena esplicazione della creatività e voglia di intraprendere femminile, per questo occorre sostenere anche con strumenti finanziari la voglia di “fare” delle donne e valorizzare il lavoro del Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile”.  
   
   
"DONNE, UN CORAGGIOSO CAMMINO CHE PARTE DA LONTANO": È IL TITOLO DEL CORSIVO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA, VASCO ERRANI, PUBBLICATO SUL SITO WEB PRESIDENTERRANI.IT  
 
 Bologna, 8 marzo 2012 - "Donne, un coraggioso cammino che parte da lontano": è il titolo del corsivo del presidente della Regione Emilia-romagna, Vasco Errani, pubblicato oggi sul sito web www.Presidenterrani.it  Di seguito il testo del corsivo: "Non è un 8 marzo semplice, quello che devono oggi affrontare tante donne di tutte le età del nostro Paese. Anche nella nostra regione, che pur conserva un differenziale positivo importante a favore della condizione femminile, sono tante le giovani precarie, le lavoratrici cui si profila un prossimo futuro complesso all’interno di aziende in crisi, le donne in cassa integrazione, le disoccupate. E’ loro, in primo luogo, questo 8 marzo, ed è anche delle giovani impegnate nelle zone più bisognose del mondo, come Rossella Urru che speriamo di veder presto tornare tra le braccia dei suoi cari e a lavorare con i tanti che, anche in Emilia-romagna, hanno con lei condiviso progetti umanitari. Vorrei fare mie le parole di un’altra donna coraggiosa, Premio Nobel per la pace 2011, Tawakkul Karman, giovane yemenita madre di tre bambini, protagonista della primavera araba yemenita, che ha conosciuto il carcere e che recentemente in Italia – ricevuta anche dal presidente Napolitano - ha detto che ´a fare la rivoluzione in Yemen sono stati i giovani e le donne, perché il loro è uno sguardo proiettato nel futuro´. Il coraggio di affrontare la realtà per cambiare il futuro: è la stessa motivazione che spinse anche le donne che hanno dato un proprio contributo alla Resistenza e alla lotta politica per la Liberazione dell´Italia, e che oggi vengono simbolicamente ricordate in questa occasione a Bologna. Quelle donne che prima hanno aderito attivamente al movimento partigiano o lo hanno anche solo favorito e poi, contribuendo alla nascita di un’Italia democratica basata sulla Carta costituzionale, hanno aperto la strada a una stagione in progresso di conquiste civili, che dal suffragio universale a oggi non si è certo ancora conclusa".  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ. TUTTE LE INIZIATIVE DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA PER L´8 MARZO. TUTTI INSIEME PER CANCELLARE GLI STEREOTIPI DI GENERE, PARTENDO DAI NOSTRI GIOVANI  
 
Bologna, 8 marzo 2012 – Più di 2.000 studenti delle scuole superiori al lavoro su progetti contro gli stereotipi di genere e oltre 3.300 tra famiglie e operatori di 120 strutture per l’infanzia (dai nidi ai centri bambini-genitori, alle scuole d’infanzia non statali) coinvolti. Sono questi i numeri delle iniziative dell’assessorato regionale alle Pari opportunità dal 2009 a oggi per promuovere un cambiamento culturale profondo, necessario a raggiungere la vera parità tra donne e uomini e contrastare quegli stereotipi di genere che costituiscono le basi su cui si innestano, fin dai primi anni di vita, processi di discriminazione che finiscono poi per condizionare non solo le idee ma anche l’agire sociale in famiglia e fuori. Tutte le iniziative realizzate in Emilia-romagna su questi argomenti sono ora pubblicate all’interno del sito regionale “Alla pari”, nel nuovo spazio dedicato a “Giovani e stereotipi di genere” che, in occasione dell’8 marzo, vuole rilanciare e valorizzare le attività realizzate in particolare con le scuole e raccogliere e mettere a disposizione di tutti le ricerche e i dati più aggiornati in materia. L’obiettivo non è solamente informativo: attraverso questo spazio la Regione vuole mettere a disposizione di studenti, insegnanti e operatori i materiali già prodotti e quelli che saranno realizzati nelle diverse realtà locali. L’obiettivo è, dunque, mettere al centro della comunità educante della nostra regione giovani sempre più protagonisti consapevoli. “Il cambiamento culturale necessario per contrastare gli stereotipi di genere rappresenta un’azione essenziale per il riconoscimento di pari diritti e pari dignità tra donne e uomini”, ha sottolineato l’assessore regionale alle Pari opportunità Donatella Bortolazzi nel corso della conferenza stampa in Regione, cui hanno preso parte anche l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, la presidente della Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra donne e uomini Roberta Mori e il vice direttore generale reggente dell’Ufficio scolastico regionale Stefano Versari. “Le politiche di pari opportunità - ha detto Bortolazzi - richiedono un forte sostegno culturale e una sensibilizzazione dell’intera società per promuovere un vero e proprio cambiamento. Per questo, partendo dalle nostre e dai nostri giovani, siamo impegnati tutti insieme per cancellare quegli stereotipi che costituiscono una delle basi su cui si innestano molti dei processi di discriminazione delle donne ancor oggi presenti nella nostra società e anche nel nostro territorio regionale”. L’assessore Marzocchi ha aggiunto: “Si utilizzano le ricorrenze per sostenere la riflessione su alcuni temi. In occasione dell’8 marzo abbiamo organizzato anche una mostra e un convegno a Bologna per rivolgerci in particolare alle ragazze, perché occorre che si rinforzino nella loro identità, nella percezione di sé, per mettersi al riparo dai pregiudizi, dalla violenza e dalle discriminazioni. Volersi bene, accettarsi è già un primo passo in questo senso”. Le politiche per le pari opportunità I progetti realizzati dalla Regione Emilia-romagna hanno interessato le diverse fasce d’età giovanili, utilizzando più formule organizzative e partner tra cui l’Ufficio scolastico regionale, alcuni Dipartimenti dell’Università di Bologna, la Cineteca di Bologna, Pubblicità Progresso, gli istituto Doxa e Cattaneo. Attualmente è in corso un progetto rivolto alle scuole secondarie di 1° grado dei territori appenninici e della bassa ferrarese con attività didattiche dedicate allo studio delle tradizioni culturali, sociali, economiche e politiche del territorio d’appartenenza e a personaggi femminili di particolare rilievo per l´identità e la storia della comunità. La ricerca A supporto dei nuovi contenuti che arricchiscono il sito regionale sulle pari opportunità “Alla pari”, la Regione pubblica il volume “Chi dice donna…” che usa e rielabora rilevazioni Istat, Eurostat e del Miur, per fotografare lo stato di salute della lotta agli stereotipi di genere soprattutto fra i giovani in Emilia-romagna, partendo dagli studi e arrivando alle condizioni del lavoro fuori e dentro casa. La ricerca conferma che le giovani hanno un livello di scolarizzazione e di successo scolastico costantemente superiore a quello maschile: nel 2010, ad esempio, le laureate in Emilia-romagna rappresentavano il 26,9% (contro il 24,2% di media in Italia) con oltre 10 punti percentuali in più rispetto ai coetanei, mentre nella frequenza della scuola secondaria di secondo grado le ragazze si attestano al 96,4% (contro la media italiana del 93,2%) superando i ragazzi di quasi 3 punti percentuali. Nonostante questo, altri dati confermano la loro concentrazione in ambiti specifici di studio (chimico-farmaceutico, geo-biologico, dell’insegnamento, letterario, linguistico, medico, psicologico e politico-sociale) e in posizioni professionali meno qualificate. Le scelte di studio si riflettono poi sulle opportunità di carriera. Nel settore ‘Istruzione, sanità, servizi sociali’ le donne rappresentano oltre il 77% degli addetti, nei ‘Servizi pubblici, alle persone’ quasi il 70%, mentre nelle ‘Costruzioni’ e nei ‘Trasporti/comunicazioni’ non superano rispettivamente il 7,9% e il 22,1%. Quanto ai ruoli professionali, i dirigenti, i lavoratori in proprio e gli imprenditori sono per oltre il 70% uomini, mentre i lavoratori a domicilio sono nel 92,3% dei casi donne e le impiegate superano il 60%. La ripartizione del lavoro di cura è un altro dato importante che incide sui tassi di occupazione e sulla possibilità di costruirsi percorsi professionali che registrano ancora una differenza negativa per le donne. Il lavoro domestico e familiare resta in misura molto maggiore a carico delle donne in tutta Italia. In Emilia-romagna sono 23h 16’ le ore che ogni settimana ogni donna dedica mediamente ai lavori domestici e di cura, a fronte delle sole 6h 46’ degli uomini. La ricerca si concentra anche sui mezzi di informazione preferiti dai giovani: sebbene la televisione resti di gran lunga il medium più diffuso nel Paese (in Emilia-romagna il 93,1% di chi ha fra i 15-29 anni dichiara di guardarla), internet si colloca al secondo posto: quasi l’87% dei giovani naviga su internet e più della metà dichiara di accedervi ogni giorno. Internet, ma non solo, è quindi uno dei canali di comunicazione privilegiati, scelti dalla Regione per promuovere la pari opportunità in tutta la comunità giovanile, compresa quella percentuale di ragazzi che non studia e non lavora (il 15,6% di chi ha tra i 15 e i 29 anni in regione, a fronte di una media nazionale del 22,1% ed europea del 15,3%). Il convegno L’adolescenza e la costruzione dell’identità femminile sono i temi scelti quest’anno dalla Regione Emilia-romagna per celebrare la Giornata internazionale della donna; verranno approfonditi in occasione del seminario “Specchio delle mie brame”, in programma proprio giovedì 8 marzo alle 10 a Bologna, nella Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio (piazza Maggiore). Si tratta di un appuntamento organizzato dalla Regione insieme a Comune e Provincia di Bologna, in collaborazione con futuro@lfemminile. Il seminario segue alla riflessione e al percorso artistico-culturale avviati con la mostra fotografica “Quanto ti vuoi bene?” in corso nella Sala d’Ercole di Palazzo D’accursio e al sondaggio online svolto tra 3200 ragazze di età differente per riflettere sulle protagoniste della cosiddetta Net Generation. Il seminario approfondirà i temi della costruzione dell´identità femminile nell´età dell´adolescenza e sarà l´occasione per pensare all´8 marzo da un diverso punto di vista, provando a tracciare e ripercorrere, come in un gioco di specchi, il tempo che porta le bambine a diventare donne, fotografandolo e indagandolo nella fase centrale dell´adolescenza. Dopo i saluti del sindaco di Bologna Virginio Merola e l’introduzione della giornalista Rai Maria Concetta Mattei, interverrà Irene Ruggiero, psicologa e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana. Seguirà una tavola rotonda con l’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi, il vicesindaco di Bologna Silvia Giannini, l’assessore alle Pari opportunità della Provincia di Bologna Gabriella Montera e Roberta Cocco, responsabile di futuro@lfemminile e direttore di Responsabilità sociale e National development Microsoft Italia. Sarà presente anche Jaqui James, fotografa ideatrice del progetto e direttore artistico della mostra. La newsletter E’ interamente dedicato all’8 marzo il numero speciale della newsletter quindicinale di E-r sociale che, su iniziativa dell’assessorato alle Politiche sociali, viene inviata oggi a un indirizzario di circa 5.000 iscritti e alla quale è sempre possibile iscriversi collegandosi al sito http://sociale.Regione.emilia-romagna.it . Il numero speciale darà conto di tutte le iniziative più significative in programma in Emilia-romagna per la festa della donna.  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ: UN 8 MARZO ALL´INSEGNA DEL CAMBIAMENTO  
 
Bologna, 8 marzo 2012 – 23 a 6. E’ questo il risultato della somma delle ore di lavoro di cura familiare fatto in una settimana rispettivamente dalle donne e dagli uomini in Emilia-romagna. Si tratta di uno dei dati contenuti nella ricerca della collana "Chi dice donna…" promossa dall’assessorato alle Pari opportunità in occasione dell’8 marzo. Tutti i dati sono pubblicati anche sul sito regionale "Alla pari" che fa il punto sulle attività della Regione Emilia Romagna e sul calendario delle iniziative in programma per domani. Tra queste anche il seminario "Specchio delle mie brame" dedicato al tema dell’adolescenza e della costruzione dell’identità femminile organizzato domani a Bologna a Palazzo D’accursio. “Nel celebrare la festa dell’8 marzo, ci preme lanciare una sfida - sottolinea l’assessore regionale alle Pari opportunità Donatella Bortolazzi -: quella di un impegno comune e determinato per realizzare azioni di contrasto agli stereotipi di genere, partendo dai nostri giovani. Le politiche di pari opportunità richiedono una sensibilizzazione dell’intera società per promuovere un vero e proprio cambiamento culturale”, dice ancora l’assessore rivolgendo un augurio alle donne e agli uomini dell’Emilia-romagna. “Anche da qui passano le nostre possibilità di progresso e crescita in questo momento di crisi”. Il sito "Alla pari" - Oltre agli appuntamenti per l’8 marzo, il sito regionale “Alla pari” racconta i progetti realizzati dalla Regione sulle Pari opportunità e, nel nuovo spazio dedicato a "Giovani e stereotipi di genere" rilancia e valorizza in particolare le iniziative realizzate con le scuole. Sono più di 2.000 gli studenti delle superiori e oltre 3.300 le famiglie e gli operatori di 120 strutture per l’infanzia (dai nidi ai centri bambini-genitori, alle scuole d’infanzia non statali) coinvolti in progetti contro gli stereotipi di genere. Attualmente è in corso una iniziativa rivolta alle scuole secondarie di 1° grado dei territori appenninici e della bassa ferrarese con attività didattiche dedicate allo studio delle tradizioni culturali, sociali, economiche e politiche del territorio d’appartenenza e a personaggi femminili di particolare rilievo per l´identità e la storia della comunità. La ricerca "Chi dice donna" - Il sito "Alla pari" pubblica anche tutti i numeri di una ricerca curata dal Servizio statistico regionale che, rielaborando rilevazioni Istat, Eurostat e del Miur, fotografa lo stato di salute della lotta agli stereotipi di genere soprattutto fra i giovani, partendo dagli studi e arrivando alle condizioni del lavoro fuori e dentro casa. La ricerca conferma che anche in Emilia-romagna, il lavoro domestico e familiare resta in misura molto maggiore a carico delle donne. In particolare sono 23h 16’ le ore che in una settimana ogni donna dedica mediamente ai lavori domestici e di cura familiare, a fronte delle sole 6h 46’ degli uomini. E se da un lato i livelli di scolarizzazione delle ragazze è superiore rispetto a quello dei coetanei maschi (nel 2010, ad esempio, le laureate rappresentavano il 26,9% delle ragazze tra i 30 e i 34 anni mentre i laureati il 14,8%), altri dati rivelano sia la loro segregazione in ambiti specifici di studio e in posizioni professionali meno qualificate sia come resti più difficile l’inserimento nel mondo del lavoro. Nella scelta del tipo di facoltà sono, infatti, evidenti forti differenze fra uomini e donne. Relativamente agli iscritti negli atenei nell’anno accademico 2009-10 sia in Emilia-romagna che in Italia si registra una predominanza femminile nei gruppi disciplinari chimico-farmaceutico, geo-biologico, dell’insegnamento, letterario, linguistico, medico, psicologico e politico-sociale, mentre gli uomini sono presenti in maggioranza nel gruppo di ingegneria e, anche se in misura minore, nelle facoltà scientifiche. Queste scelte sono destinate a riflettersi sulle opportunità di carriera di uomini e donne, con queste ultime occupate per lo più sia in settori economici legati al terziario sia in posizioni professionali meno prestigiose e remunerative. Nel settore ‘Istruzione, sanità, servizi sociali’ le donne rappresentano oltre il 77% degli addetti, nei ‘Servizi pubblici, alle persone’ quasi il 70%, mentre nelle ‘Costruzioni’ e nei ‘Trasporti/comunicazioni’ non superano rispettivamente il 7,9% e il 22,1%. Quanto ai ruoli professionali, i dirigenti, i lavoratori in proprio e gli imprenditori sono per oltre il 70% uomini, mentre i lavoratori a domicilio sono nel 92,3% dei casi donne e le impiegate superano il 60%. La maggiore difficoltà delle donne rispetto agli uomini ad affermarsi nell’ambito lavorativo è riflessa anche nel tasso di occupazione, costantemente inferiore a quelli degli uomini a parità di titolo di studio. In particolare la componente femminile registra nel complesso dei Paesi Ue un tasso di occupazione inferiore di quasi 12 punti percentuali rispetto a quello maschile, rispettivamente 70,1% e 58,2% mentre in Italia l’indicatore sintetizza uno squilibrio di genere ancora più forte: 67,7% per gli uomini e 46,1% per le donne. Il seminario "Specchio delle mie brame" - Il seminario "Specchio delle mie brame" approfondirà i temi della costruzione dell´identità femminile nell´età dell´adolescenza e segue alla riflessione e al percorso artistico-culturale già avviati con la mostra fotografica "Quanto ti vuoi bene?", in corso a Bologna nella Sala d’Ercole di Palazzo D’accursio. Organizzata dalla Regione insieme a Comune e Provincia di Bologna, in collaborazione con futuro@lfemminile, l’iniziativa è in programma domani alle 10 nella vicina Cappella Farnese.  
   
   
ANTONELLA STASI SULL’8 MARZO: “LA CALABRIA HA BISOGNO DELLE DONNE”  
 
Catanzaro, 8 marzo 2012 - “Voglio dedicare la giornata dell’8 marzo a tutte le donne che lavorano e a quelle che un lavoro lo cercano ma non lo hanno ancora trovato, perché sono convinta dell’inutilità di parlare di una ‘questione femminile’ se non si parla anche di lavoro. Voglio denunciare in primis in Italia, al sud e dunque in Calabria del permanere di una cultura di discriminazione dove alla questione disoccupazione si aggiunge il carico doppio, menage familiare e impegno professionale, quando un lavoro fortunatamente le donne ce l’hanno. Sono argomenti noti ma sarebbe un errore non parlarne perché li conosciamo, anzi ritengo che se ne parla mai abbastanza. La Banca d’Italia – ha aggiunto la Vicepresidente della Regione Antonella Stasi - di recente ci ha ricordato che una percentuale maggiore di occupazione femminile influirebbe positivamente sul Pil e quindi sulla crescita del paese; i guru di management ci dicono, almeno da dieci anni a questa parte, che in un mondo di crescente interdipendenza serve un modello di leadership che promuova la fiducia reciproca, che generi un senso di appartenenza e di engagement nel lavorare su obiettivi comuni. Tratti squisitamente femminili. L´italia ha il tasso di occupazione femminile più basso d´Europa ma quelle che lavorano lo fanno più di tutte le altre. Ogni giorno, compresa la domenica, una donna italiana lavora, tra casa e ufficio, 7 ore e 26 minuti, un tempo superiore, appunto, a molti paesi europei (un´ora e 10 minuti in più, ad esempio, rispetto ad una donna tedesca). Facile da spiegare: il 77, 7 per cento del lavoro domestico - spesa, lavare, stirare, rigovernare, accompagnare etc. Etc - è sulle spalle delle donne. La crisi ha aggravato i problemi strutturali dell’occupazione femminile, quantitativi e in particolare in tema di qualità del lavoro: nel biennio 2008-2010 l’occupazione femminile è diminuita di 103 mila unità (-1,1%). In totale abbiamo un tasso di occupazione femminile pari al 46.1 %, tra i peggiori in Europa. Con una grave disparità geografica: al Nord la percentuale sale al 56,1%, al Sud tracolla al 30,5%. Il nostro sud, dunque, è il luogo europeo dove le donne lavorano meno in assoluto. Numeri e percentuali che non raccontano la "solita" questione di donne. E´ invece una questione di produttività e di crescita economica. Più semplicemente: una faccenda di soldi e di ricchezza, delle famiglie e del paese. Mentre Visco annuncia un 2012 di recessione – ha concluso la Vicepresidente della Regione Antonella Stasi - bisogna partire da qui, dal fatto che se le donne lavorassero ci guadagnerebbero gli indici economici del paese, per trovare il giusto punto di vista, non retorico, non stereotipato, per parlare di donne”  
   
   
MATERNITA´ O EMERGENZE BLOCCANO IL PROFESSIONISTA? CI PENSA LA BANCA DEL TEMPO E´ OPERATIVA DALL´8 MARZO LA SOLUZIONE PADOVANA PRESA A MODELLO SUL PIANO NAZIONALE  
 
Padova, 8 marzo 2012 Parte dai Commercialisti di Padova il format destinato a rivoluzionare il lavoro di molti professionisti, e soprattutto di molte professioniste, in tutta Italia. E´ infatti operativa nell´Ordine di Padova la nuova iniziativa "Banca del Tempo", ovvero un elenco di colleghi che si mettono a disposizione di un altro collega che deve affrontare interruzioni del lavoro per motivi familiari, o emergenze che compromettono per un certo periodo il suo lavoro. In termini di principio i colleghi che aderiscono depositano la propria disponibilità ore in Banca; questa disponibilità viene poi prelevata dai Colleghi in difficoltà a condizioni stabilite in apposito regolamento. Sotto il profilo pratico viene sottoscritto, sotto il diretto controllo della Banca del Tempo, un contratto ad hoc con il professionista che copre il servizio: la Banca è garante dell´equità del rapporto anche con i familiari, considerando che in alcuni casi la persona può essere momentaneamente inabile. Questo garantisce, ed è un punto fondamentale, la continuità di un servizio che spesso ha scadenze inderogabili. Una soluzione che assicura solidarietà ma anche efficienza, secondo il Consigliere Gianmarco Milanato, delegato alle Pari Opportunità dell´Ordine padovano che ha definito le modalità operative: "La nostra realtà ha più di 1500 iscritti, di cui un terzo donne. Da loro è venuta la maggiore disponibilità, considerando che la gestione della maternità coprirà una parte cospicua dei depositi e dei prelevamenti ore. Ma anche per le emergenze possiamo contare su una disponibilità consistente: l´aspetto più importante, al di là della praticità che ha subito dimostrato questo nuovo strumento, è che si crea uno scambio professionale che ci rende una rete sempre più efficiente e organizzata nel servizio alla clientela." Il Presidente dell´Ordine, Tiziana Pradolini, che fa anche parte del Comitato e della Commissione Nazionale Pari Opportunità dei Commercialisti, aggiunge: "La nostra idea è piaciuta molto, ed è già in evidenza nel portale nazionale dell´Ordine. Nel Professional Day della scorsa settimana il tavolo congiunto delle professioni si è mostrato critico su alcuni aspetti delle liberalizzazioni: ma oggi i professionisti sono in prima linea soprattutto nella parte propositiva del loro lavoro, nella messa a punto di soluzioni operative come questa. E il nord est, ancora una volta, fa scuola".  
   
   
IL TERZO BILANCIO DI GENERE DELLA REGIONE PIEMONTE  
 
Torino, 8 marzo 2012 - In occasione della Giornata internazionale della Donna, l’Assessorato alle Pari opportunità ha presentato a Palazzo Lascaris il terzo Bilancio di Genere della Regione Piemonte, che fornisce una fotografia dettagliata della società piemontese in rapporto alle differenze tra uomini e donne, la Guida per la realizzazione del Bilancio di Genere degli enti locali e la nuova area web del sito regionale dedicato alle Pari opportunità. Erano presenti l’assessore regionale agli Enti locali, Elena Maccanti, in rappresentanza dell’assessore alle Pari opportunità, Giovanna Quaglia (impegnata a Roma per motivi istituzionali), il consigliere segretario Gianfranco Novero, la presidente della Consulta delle Elette, Giuliana Manica, la consigliera di Parità regionale, Alida Vitale, la presidente della Commissione regionale Pari opportunità, Cristina Corda, la presidente della Consulta femminile, Maria Agnese Vercellotti Moffa, e Deana Panzarino, consigliere di amministrazione dell’Ires Piemonte. Previsto dalla legge regionale 8/2009, il Bilancio di Genere costituisce uno strumento importante per orientare le strategie amministrative, per valutare le entrate e le uscite del bilancio regionale in una logica di genere, per analizzare ed interpretare l’impatto delle politiche regionali sui cittadini. Si potrebbe definire un vero e proprio “bilancio dei cittadini”, che consente alla pubblica amministrazione di valutare la reale distribuzione della spesa pubblica secondo criteri di pari opportunità. “I dati contenuti nel Bilancio di Genere, riferiti al 2010, mettono in evidenza - dichiarano Quaglia e Maccanti - alcuni aspetti importanti: su tutti il tasso di occupazione femminile, che è del 55,8% rispetto al 71,3% degli uomini. Un dato che, se messo in relazione al numero di ore che le donne dedicano al lavoro familiare, oltre 5 al giorno contro le 2 ore e 26 minuti degli uomini, impone alcune riflessioni, anche alla luce del fatto che le donne stesse manifestano una voglia di partecipazione alla vita lavorativa superiore alla media nazionale: il tasso di attività femminile, attestato in Piemonte al 60,9%, è infatti tra i più alti in Italia. Stiamo lavorando per superare questo gap e per rispondere ad una esigenza delle donne piemontesi. Oltre alle consolidate misure che favoriscono il rientro al lavoro delle mamme sono in atto interventi specifici per l’inserimento lavorativo di giovani e il reinserimento di adulte che hanno perso il lavoro. Per diffondere al meglio tutte le strategie messe in campo dalla Regione e da tutti gli organismi di parità è stata realizzata anche una nuova sezione web del sito regionale dedicata alle pari opportunità”. Durante l’iniziativa è stata illustrata la nuova sezione delle Pari opportunità nel sito della Regione Piemonte, è stato ricordato l’avvio di una serie di interventi a sostegno del sistema delle Pari opportunità (3 milioni di euro per il congedo parentale dei padri, modalità flessibili di organizzazione del lavoro, aggiornamento delle donne assenti dal lavoro, nidi aziendali anche in ambito rurale, 4,5 milioni di euro per il sostegno alle vittime di violenza e l’inserimento lavorativo di giovani e adulte), è stato annunciato che al 31 dicembre 2001 erano state ammesse al Fondo di garanzia per l’imprenditoria femminile 1685 domande presentate da imprese a conduzione o a prevalente partecipazione femminile e sono state concesse garanzie per circa 38 milioni di euro, ed è stato evidenziato che sono stati attivati servizi territoriali per ascoltare i bisogni delle donne (52 sportelli di informazione e supporto per la conciliazione dei tempi, 90 sportelli che forniscono assistenza tecnica per l’imprenditoria femminile a rischio di liquidità). Agli enti locali viene messo a disposizione un manuale applicativo che, sulla base dell’esperienza maturata negli anni dalla Regione, fornisce indicazioni strategiche e metodologiche per il reperimento dei dati e per l’elaborazione delle informazioni utili alla redazione di un Bilancio di Genere. Infine, è stato segnalato che giovedì 8 marzo a Torino, dalle ore 10 alle ore 19 in piazza Castello angolo via Garibaldi), sarà presente il gazebo della Regione predisposto per l’attivazione di “Help Donna”, che ad oggi conta oltre 5.600 iscritte. Si tratta di un servizio gratuito di assistenza, adatto a qualsiasi modello di cellulare e gestore ed a disposizione di tutte le donne sopra i 18 anni. In caso di necessità basta premere il tasto 5 per pochi secondi per effettuare una chiamata rapida in automatico ad un Centro servizi dedicato, mentre contemporaneamente vengono inviati gli sms alle persone di fiducia precedentemente indicate. Vi è inoltre la possibilità attraverso i cellulari che ne sono dotati di localizzare la propria posizione al momento della richiesta di soccorso tramite gps. La Commissione regionale Pari opportunità ha inoltre colto l’occasione dell’8 marzo per puntare i riflettori sulla questione della rappresentanza femminile in politica. E’ stato deciso di inviare una lettera alle/ai candidate/i sindache/i alle amministrative del 6 maggio per chiedere che metà degli assessori siano donne, una presenza femminile nelle proprie Giunte pari alla metà, di creare una squadra di avvocate pronta ad intervenire con azioni legali nei confronti dei Comuni che non rispetteranno le norme dei loro Statuti. Alle segretarie regionali e provinciali dei partiti verrà invece richiesto di impegnarsi a costruire liste che rispettino la presenza paritaria e l’alternanza di donne e uomini.  
   
   
8 MARZO: “MAMMOGRAFIAMOCI E REGALIAMOCI LA VITA” GABRIELLA, CHE HA SCONFITTO IL CANCRO AL SENO GRAZIE A UNO SCREENING DEL COMUNE, PER LA FESTA DELLA DONNA LANCIA IL SUO APPELLO: “PRENDIAMOCI CURA DI NOI: LA PREVENZIONE CI SALVA”  
 
 Segrate, 8 marzo 2012 - “Facciamo la mammografia, regaliamoci la vita. La prevenzione ci salva”. In occasione dell’8 marzo, questo è il messaggio lanciato a tutte le donne da Gabriella, che ha vinto la sua battaglia contro il cancro grazie a uno screening del Comune. L’esperienza toccante e coraggiosa di Gabriella, dipendente del Comune di Segrate, nasce con l’avvio da parte dell’Ente, insieme con il Ministero della Salute, l’Ospedale San Raffaele e l’autorizzazione dell’Asl, di “Mammografiamoci”, una campagna di screening gratuito per la prevenzione del tumore al seno per le cittadine segratesi tra i 40 e i 49 anni, fascia attualmente non coperta da programmi di screening nazionali. Una campagna rivolta anche alle dipendenti del Comune. Il progetto di screening, partito a novembre 2010 e concluso a fine 2011, prevedeva per le donne interessate, circa 3000, la possibilità di sottoporsi gratuitamente a una mammografia e a un’ecografia mammaria, alla composizione della scheda di rischio, ed eventualmente, in caso di problemi, a tutti gli approfondimenti e gli interventi necessari. “Come dipendenti del Comune di Segrate (40-49enni) – spiega Paola Malcangio direttore del Settore Servizi Educativi, Culturali e Rapporti con il cittadino - abbiamo deciso di lanciare la campagna esponendoci in prima persona: abbiamo posato per manifesti e locandine con il seno coperto dalle sole mani e ci siamo inventate anche lo slogan "Mammografiamoci!". Tra le “testimonial” c’era anche Gabriella che, grazie a questo screening scopriva di avere un carcinoma infiltrante in stadio abbastanza avanzato, senza avere nessun sintomo, nè disturbo, nè nodulo come campanello d´allarme. La diagnosi effettuata grazie alla mammografia ha consentito ai medici di poter intervenire immediatamente. Gabriella è stata operata due giorni dopo aver posato per il manifesto, ha subito una mastectomia e poi una ricostruzione. Oggi sta bene, ma se non si fosse sottoposta allo screening, le sarebbero rimasti pochi mesi di vita. “Tutti noi - dice il Sindaco Adriano Alessandrini - siamo rimasti molto toccati dalla sua esperienza soprattutto perchè abbiamo capito che, a volte, il cancro non dà neanche un minimo segnale e che se non lo andiamo a cercare noi, ci può uccidere”. “Quella di Gabriella – prosegue il primo cittadino - è una testimonianza importante, che può sottolineare ancora una volta quanto in ambito oncologico e, nello specifico nell’ambito del tumore al seno, la prevenzione sia fondamentale e salvi la vita, proprio come è accaduto a lei”. Il Carcinoma Mammario A Livello Mondiale È Il Tumore Maligno Più Frequente E La Seconda Causa Di Morte Per Neoplasia Nella Popolazione Femminile. E’ Inoltre La Prima Causa Di Morte Per Neoplasia Nelle Donne Di Età Compresa Tra I 20 E I 59 Anni. Secondo I Dati Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), In Italia È La Principale Causa Di Morte Per Neoplasia Nella Popolazione Femminile, In Ogni Fascia Di Età. Si Stima Che 1 Donna Su 8 Ne Sarà Colpita E 1 Su 33 Ne Morirà. Gli Esiti Della Campagna Effettuata Dal Comune Di Segrate Hanno Fatto Emergere Che Il Cancro Sta Mirando Sempre Più "In Basso" (Come Età). Il Dato Più Eclatante È Infatti L´elevata “Detection Rate”, Pari Al 7,43‰, Valore Sorprendente Nel Contesto Di Un Campione Che, Per Età, Ha Un´incidenza Di Carcinoma Mammario Contenuta (1,4-2,2 ‰). “I risultati parlano chiaro – commenta Alessandrini -, mettendo in evidenza la necessità di estendere i programmi di screening mammografici anche alle donne tra i 40 e i 49 anni, attualmente escluse dai programmi tradizionali. Per questo ci rivolgiamo al Ministero della Salute affinchè prenda posizione in questo senso”. Ma a tirare le fila è Gabriella: “Vorrei che quanto ho vissuto in prima persona – dice - potesse essere un monito forte a tutte le donne a prendersi cura di sé e a fare prevenzione perché, se preso in tempo, il cancro non uccide”.  
   
   
BOLZANO.: DONNE INOCCUPATE RISERVA DI RISORSE PER L´ECONOMIA. OPPORTUNO AUMENTARE CONCILIABILITÀ LAVORO-FAMIGLIA  
 
Bolzano, 8 marzo 2012 - I dati sull´occupazione femminile in Alto Adige e le prime anticipazioni di dati riferiti allo studio predisposto da Rete Donne Lavoro in collaborazione con l´Istituto di promozione dei lavoratori Afi-ipl e Consigliera di parità, sono stati illustrati dall´assessore provinciale al lavoro e pari opportunità Roberto Bizzo assieme alla consigliera di parità Simone Wasserer, all´autrice dello studio Silvia Vogliotti e ad Elena Morbini, coordinatrice di Rete Donne Lavoro. Per predisporre lo studio dal titolo "L´occupazione femminile e maschile nelle imprese altoatesine con oltre 100 dipendenti" è stata utilizzata quale fonte di dati per il settore privato la relazione a cadenza biennale fornita alla Consigliera di parità relativa al periodo 2008-2009 da 120 aziende altoatesine di media entità (sulle complessive 130 esistenti); tale relazione è prevista dalla disposizione normativa del Codice sulle Pari Opportunità (art. 46 del decreto legislativo 198/06) che impone alle aziende sia pubbliche che private con oltre 100 dipendenti di redigere dei rapporti biennali sulla situazione del personale per la rilevazione dei dati statistici. Secondo le prime anticipazioni degli esiti dello studio, come ha riferito Silvia Vogliotti, ricercatrice dell´Afi-ipl autrice della ricerca, a fronte di un elevato grado di occupazione femminile in provincia di Bolzano vi è una bassa presenza di donne nei livelli dirigenziali; se le donne rappresentano il 33 per cento degli occupati (1 su 3), in posizioni dirigenziali sono rappresentate solo al 12 per cento, e nei quadri al 16 per cento. Evidente la differenza nella progressione di carriera. Prendendo in esame la tipologia dei contratti emerge che titolari dei contratti a tempo determinato sono al 20 per cento donne a fronte di solo un 13 per cento di uomini. In sede di trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato su 100 trasformazioni solo 20 si riferiscono a contratti di cui sono titolari donne (2 su 10). A tal riguardo uno degli obiettivi da raggiungere sarà quello di migliorare la qualità del lavoro delle donne, come ha detto Silvia Vogliotti. Lo studio, come ha detto la Consigliera di parità Simone Wasserer è in fase di completamento e i sui esiti finali saranno illustrati nella completezza nell´autunno 2012. L´indagine, la prima nel suo genere per quanto attiene il settore privato, è stata realizzata nell´ambito del progetto "Gender Pay Gap" la Rete Donne Lavoro in collaborazione con l´Istituto Promozione Lavoratori di Bolzano Afi-ipl e la Consigliera di parità con il supporto della Ripartizione lavoro della Provincia. Conferamta in sostanza la situazione di disparità, di precarietà e differenziali salariali di genere. Come ha detto l´assessore provinciale al lavoro ed alale pari opportunità Roberto Bizzo "le donne rappresentano una risorsa ed una riserva di risorse, sia quali ammortizzatori sociali nelle famiglie (cra dei figli, di anziani, ecc.) che nel mondo del lavoro. Quella femminile è l´unica area che presenta riserve di inoccupazione in Alto Adige dove si registra la piena occupazione a fronte di solo un 2,7 per cento di disoccupazione. Risulta, infatti, che il 35 per cento delle donne sono inoccupate, dato superiore al totale degli occupati, uomini e donne, con background migratorio." La fascia maggiormente interessata dal fenomeno inoccupazione, come ha aggiunto Silvia Vogliotti, è quella compresa fra i 30 ed i 39 anni, periodo in cui molte donne spesso con elevata preparazione professionale escono dal mondo del lavoro dopo la nascita del primo o secondo figlio. A fronte di un tasso di occupazione femminile attuale del 65 per cento (benché il 40 di esse a part time ed in generale con un differenziale retributivo del 17 per cento rispetto agli uomini) la sfida e la necessità per giungere alla ripresa economica, come ha proseguito l´ass. Bizzo, è incrementare la cociliabilità fra lavoro e vita familiare che produce ricadute positive sul Pil, come ha dimostrato un recente studio. Come ha ricordato Elena Morbini, coordinatrice di Rete Donna Lavoro, titolare del progetto “Gender Pay Gap”, l´obiettivo del progetto è giungere a dare una risposta integrata al complesso fenomeno dei differenziali retributivi di genere (Gender pay gap), al fine di raggiungere gli obiettivi di genere definiti a livello comunitario e per le pari opportunità fra uomini e donne quale fattore culturale di equità sociale. Il progetto è finanziato dal Fondo sociale europeo Fse. Tra i molteplici fattori correlati fra di loro che causano i diferenziali retributivi di genere vi è la carente conciliabilità fra lavoro e famiglia e di strutture in supporto della famiglia che portano a minor disponibiolità temporale delle donne con conseguenza impossibilità di ottenere bonus e benefits, la segregazione orizzontale delle donne in settori lavorativi sottopagati anche causa ai eprcorsi formativi fatti loro seguire secondo stereotipi tradizionali, nonché la segregazione verticale che, in presenza di condizioni di studio e preparazione migliori rispetto ai colleghi maschifanno si che le donne comunque non giungano ai livelli alti, e se vi giungono che non salgano alle posizione di vertice. Prendendo quale riferimento le misure indicate dalla Comunità Europea che potrebbero essere adottate per contrastare il divario retributivo tra i sessi (Advisory Committee on Equal Opportunities for Women and Men, 2009), il progetto si articola in quattro fasi e propone quali misure per contrastare il fenomeno lo scambio di buone prassi con partner interregionali e transnazionali; l’analisi di casi aziendali, pubblici e privati; la comparazione di statistiche tra varie amministrazioni; misure di sensibilizzazione indirizzate a ragazze non ancora entrate nel mercato del lavoro al fine di rafforzarne capacità e competenze e la capacità negoziale a tutela della propria professionalità, ed azioni d’informazione dell’opinione pubblica per lottare contro gli stereotipi. Il potenziamento del sistema d´informazione per genere dei rapporti di lavoro e la sua informatizzazione consentirà il controllo ed il monitoraggio al fine di giungere a dati omogenei per elaborare azioni positive per le pari opportunità. La vicepresidente della Commissione provinciale per la pari opportunità Franca Toffol ha anticipato alcune iniziative che si concretizzeranno nel 2012. Accanto a quelle per la giornata internazionale della donna di domani, 8 marzo, il 20 aprile 2012 si terrà per la terza volta l´"equal pay day" per sensibilizzare sui differenziali retributivi di genere. La Commissione provinciale per le pari opportunità, come ha ricordato Toffol, fa parte di diritto al Tavolo di lavoro per la predisposizione della nuova legge sulla famiglia. Inoltre, in vista delle prossime elezioni provinciali, sarà avviata una campagna sulla rappresentanza politica femminile al fine di giungere a effettivi cambiamenti del fare politica. Come ha riferito, secondo le stime è necessario che vi sia un 30 per cento di massa critica per avere peso di genere. Inoltre, è necessario ampliare i collegamenti fra istituzioni sul territorio al fine di creare una vera e propria cultura di genere di base.  
   
   
IMPRENDITORIA FEMMINILE: NEL 2011 CRESCE ANCORA IL NUMERO DELLE IMPRESE FEMMINILI IN PIEMONTE, CON UNA QUOTA SUPERIORE RISPETTO A QUELLA NAZIONALE CRESCONO LE SOCIETÀ DI CAPITALE E IL SETTORE TURISTICO  
 
Torino, 8 marzo 2012 - Nel 2011 il numero delle imprese femminili1 registrate presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta a 112.263, pari a 343 unità in più rispetto al 2010, per un incremento su base annua dello 0,3%. Le imprese femminili piemontesi rappresentano il 24,0% delle imprese registrate totali, quota lievemente superiore rispetto a quella nazionale (23,5%). Delle 112.263 imprese femminili, 7.757 sono straniere2 e 12.957 “under 35”3. “Questi dati tratteggiano un universo femminile che sta lottando con tutte le sue forze contro la crisi e che dimostra di saper resistere con orgoglio. L’analisi statistica non rende però giustizia a tutte quelle donne che, pur non essendo formalmente titolari o socie di imprese, lavorano per far nascere e crescere le aziende in cui lavorano da sempre, spesso piccole e intestate ad altri componenti della famiglia. Le donne sono sempre state e saranno sempre il vero motore della nostra economia, pilastri indispensabili - anche se spesso dietro le quinte – del nostro saper fare e saper fare bene - commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Ferruccio Dardanello -. Le Camere di commercio piemontesi sono da sempre attive nella promozione della cultura imprenditoriale in rosa e nel supporto alle donne imprenditrici, tramite specifiche attività di formazione e sostegno. Da tempo, infatti, il sistema camerale ha istituito i Comitati provinciali per la promozione dell’imprenditoria femminile che operano presso tutte le Camere di commercio piemontesi proprio con l’obiettivo di favorire lo sviluppo delle aziende femminili”. 1 Si considerano femminili le imprese la cui partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da donne. 2 Si considerano straniere le imprese la cui partecipazione di persone non nate in Italia risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da stranieri. 3 Si considerano giovani le imprese la cui partecipazione di giovani risulta complessivamente superiore al 50%, mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da giovani. A livello strutturale, la distribuzione delle imprese femminili ricalca quella delle imprese totali registrate, con una prevalenza di imprese individuali (il 61,8%) e di società di persone (il 27,9%), mentre soltanto l’8,8% predilige la forma delle società di capitale e l’1,5% quella delle altre forme. Dall’analisi delle variazioni di stock per forma giuridica, emerge una tendenza verso l’aumento delle forme più strutturate: sono, infatti, le società di capitale a concretizzare l’aumento più consistente (+3,5%). Anche le altre forme (+2,1%) realizzano una buona performance, mentre risulta meno brillante la dinamica delle società di persone (+0,4%) e negativa quella delle imprese individuali (-0,2%). La distribuzione per settore di attività economica evidenzia come le imprese femminili si concentrino soprattutto nei settori degli altri servizi e del commercio (il 60% del totale), in misura superiore rispetto a quanto avviene a livello delle imprese complessivamente registrate in Piemonte. La presenza di imprese femminili nelle costruzioni risulta, invece, decisamente inferiore rispetto a quanto si rileva per il totale delle imprese regionali. Più allineate con il dato complessivo piemontese le quote rilevate nei settori dell’agricoltura, dell’industria in senso stretto e del turismo. Valutando le variazioni annuali dello stock di imprese femminili registrate per settori di attività economica, si osserva come il turismo abbia registrato la crescita più significativa (+3,1%), seguito dalle costruzioni (+1,8%) e dagli altri servizi (+1,7%). Risulta più contenuto l’incremento registrato dall’industria in senso stretto (+0,2%), mentre sono negative le variazioni rilevate dall’agricoltura (-3,4%) e dal commercio (-0,4%). A livello territoriale, emerge come le imprese femminili si distribuiscano in modo sostanzialmente omogeneo nelle province piemontesi. Risulta ridotta la differenza che intercorre tra Biella e Alessandria, province in cui si registrano, rispettivamente, la minore e la maggiore incidenza di imprese femminili sul totale imprese registrate.  
   
   
8 MARZO: DONNE PROTAGONISTE IN AGRICOLTURA UMBRIA  
 
Perugia, 8 marzo 2012 - "Nell´agricoltura umbra, le donne hanno raccolto la sfida del cambiamento e di uno sviluppo sostenibile che fa leva sulla qualità e l´innovazione, conquistando uno spazio e un ruolo da protagoniste e garantendo un contributo importante all´economia regionale". È quanto afferma l´assessore regionale alle Politiche agricole, Fernanda Cecchini, che in occasione della Giornata internazionale della donna, rivolge gli auguri di "buon 8 marzo" in particolare a tutte le donne che, a vario titolo, operano nel settore dell´agricoltura. "In Umbria - ricorda l´assessore - è cresciuta la presenza delle donne alla guida delle imprese agricole umbre, come emerge dal Censimento generale Istat del 2010, con oltre 11mila aziende, circa un terzo del totale, gestite al femminile e che spaziano dagli ambiti più tradizionali all´agriturismo, alla promozione e valorizzazione dei prodotti tipici. Donne - rileva - che hanno scelto di cimentarsi in un settore che più di altri richiede fatica e sacrifici, anche personali, soggetto com´è sia agli andamenti del mercato sia a quelli climatici". "Quella delle donne - aggiunge - è un´attività che spesso si rivolge a comparti meno redditizi, ma non per questo meno importanti, soprattutto in una territorio come quello umbro che per l´80 per cento è rurale. Le aziende agricole ´rosa´, e molte delle occupate del settore, sono attive nelle filiere corte, operano a salvaguardia della biodiversità, delle produzioni tipiche, di un´alimentazione sana, di un rapporto armonico tra tipicità, paesaggio e patrimonio culturale, tradizioni, enogastronomia che connotano l´Umbria e la qualità del suo vivere". "Una scelta in direzione di quello sviluppo sostenibile - dice ancora l´assessore Cecchini - che la Giunta regionale ha messo in cima alle priorità della sua programmazione e che continueremo a supportare, anche con gli strumenti e le risorse del Programma di sviluppo rurale, per incentivare la crescita produttiva e occupazionale del settore e contrastare gli effetti della crisi generale. E se, come testimoniano i dati del censimento Istat che segnalano come siano state quelle al femminile le imprese a calare di meno, è questa la strada giusta da seguire". Domani, 8 marzo, l´assessore regionale Cecchini incontrerà (ore 10, nella sede assessorato regionale) le dipendenti regionali dell´area Agricoltura; alle 12, a Bevagna (all´azienda Lucarelli) parteciperà all´incontro promosso da Coldiretti Donne Impresa con le imprenditrici agricole. Alle 17 interverrà all´iniziativa "Donne in festa", al Molino della Catasta a Ponte Felcino di Perugia, promossa dal Comune di Perugia e dal Comitato di gestione del Bosco didattico. In seguito, a Città di Castello, parteciperà alla conferenza sulla "avventurosa storia delle donne, una storia, un´identità" al Circolo degli Illuminati (ore 18) e successivamente a una cena "insieme alle donne con cui ho condiviso - spiega l´assessore - esperienze amministrative, politiche e della quotidianità".  
   
   
8 MARZO: ZAIA, “IL MIO GRAZIE ALLE DONNE. SONO UNA RISORSA PREZIOSA PER IL PRESENTE ED IL FUTURO DEL VENETO”  
 
Venezia, 8 marzo 2012 - “Più che i miei auguri, alle donne del Veneto voglio rivolgere il mio ringraziamento. Un ringraziamento che non riguarda solo oggi 8 marzo, ma ogni giorno dell’anno, e che si unisce a quello di padri, figli, compagni e mariti, concittadini e colleghi che, in Veneto, hanno la fortuna di confrontarsi ogni giorno con loro”. Comincia così il messaggio che il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia rivolge alle donne venete in occasione della festa dell’8 marzo. “Le donne della nostra Regione sono, e saranno sempre più – prosegue Zaia - una componente integrante di ogni ambito lavorativo, sociale e di pensiero. Sono una ricchezza e una ricchezza crescente, a riprova che tanto più un modello sociale vuole diventare grande, tanto più deve adottare politiche, prassi e culture non solo non discriminatorie, ma capaci di offrire alle donne lo sbocco per la loro creatività e il sostegno per il loro incredibile apporto: sul lavoro, a casa, da sole, in famiglia e in qualsiasi altro ambito”. “E se un significato l’8 Marzo deve averlo – dice Zaia - per me è quello di ricordare dove questo grande percorso di civiltà, che ha permesso al genere femminile di riconoscersi come tale ed emanciparsi personalmente e civilmente, ha avuto inizio. Voglio perciò ricordare il 25 Marzo 1911, quando 129 operaie di una industria di New York morirono nel rogo della loro impianto. La tragedia accadde perché i padroni le avevano chiuse dentro, per ottenere maggiore produttività. Molte erano adolescenti eppure dovevano lavorare dalle 60 alle 72 ore al giorno”. “Quei tempi sono finiti per sempre, ma il nostro impegno per una reale parità rimane convinto e fattivo nelle cose. A partire dal denunciare senza esitazione, scuse e distinguo – conclude Zaia - tutte le discriminazioni, le violenze e gli ostacoli che le donne del mondo sono chiamate a fronteggiare tutt’oggi”.  
   
   
LAVORO AL FEMMINILE: UNA RIFLESSIONE PER LA FESTA DELLE DONNE  
 
Aosta, 8 marzo 2012 - In occasione della Festa delle donne, è in programma un momento di incontro e riflessione, Donne sull’orlo della crisi – cinque storie di lavoro lette e commentate ad alta voce, organizzato dalla Consigliera di parità. L’appuntamento è per venerdì 9 marzo, alle ore 17,30, nel salone del Convitto regionale di Aosta. Il lavoro e le donne è un tema importante, sul quale continuano a misurarsi politiche europee, nazionali e locali, data la persistenza del divario tra uomini e donne in ambito occupazionale e retributivo, ma che continua a registrare la necessità e l’urgenza di una maggiore integrazione per poter affrontare con più efficacia temi fondamentali, quali la discriminazione salariale e la segregazione di genere. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è ancora costellata da differenze di genere all’accesso, nella permanenza e nel rientro dalla maternità, che continua a rappresentare un fattore fortemente discriminatorio e l’origine principale dello scivolamento verso l’inattività. E le discriminazioni nei confronti delle donne hanno come alleati i momenti di crisi economica, le difficoltà del mercato del lavoro, l’aumento della flessibilità contrattuale, le difficoltà ad affrontare cambiamenti significativi nell’ambito organizzativo del mondo del lavoro. Tenere alta l’attenzione su questi temi, specie in occasione della Festa della donna, ha non solo un significato simbolico, ma serve a ribadire quanto sia necessario per la crescita collettiva garantire reali pari opportunità per tutte e tutti. L’iniziativa si articola come un momento letterario, nel corso del quale saranno presentate e commentate storie di lavoro al femminile, da parte della compagnia Replicante teatro e dell’associazione Solal. Interverranno l’economista dell’Università di Pavia Luisa Rosti e la Consigliera regionale di Parità della Valle d’Aosta Nadia Savoini. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con Savt, Cgil, Cisl e Uil, il Comitato Imprenditoria femminile, la Consulta regionale per le pari opportunità, l’Agenzia regionale del lavoro, il Gruppo di lavoro interistituzionale per il disagio femminile, Cug del Comparto Unico della Valle d´Aosta, Fidapa Valle d´Aosta e Dora-donne in Vda. Www.regione.vda.it    
   
   
LAVORO E FAMIGLIA, CONCILIARE SI PUÒ FINANZIATI I PROGETTI DI TRE AZIENDE DEL PARMENSE: OLTRE 436 MILA EURO DAL DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA  
 
 Parma, 8 marzo 2012 – Armonizzare i tempi di vita e di lavoro? Si può. Si deve. E l’obiettivo deve coinvolgere tutti, lavoratori, aziende, amministrazioni pubbliche, in una sinergia virtuosa che sappia porsi il traguardo di un equilibrio possibile nel segno della qualità: qualità della vita, qualità del lavoro. A questo punta la legge 53 del 2000, che mira proprio a favorire la conciliazione anche attraverso finanziamenti da destinare ad aziende impegnate a innovare i propri modelli organizzativi. Per il 2011 nel Parmense i finanziamenti sono arrivati a tre aziende e ai loro progetti di conciliazione: Dallara Automobili di Varano Melegari con il progetto “Gruppo Dallara. Conciliazione e responsabilità sociale” (€133.233,59); Raffaele Caruso S.p.a. Di Soragna con il progetto “La famiglia e il lavoro” (€ 291.638,88); Spencer Italia di Collecchio con il progetto “Conciliazione lavoro famiglia possibile con l’affiancamento formativo, il telelavoro e il partime” (€ 12.028,24). Dallara e Caruso sono state seguite nella progettazione dall’ente di formazione Cisita, che per la formazione e la sensibilizzazione delle aziende sul tema della conciliazione ha ottenuto un finanziamento della Provincia di Parma di 42mila euro nell’ambito del piano formativo 2010: in particolare, il progetto di Cisita intendeva aiutare le aziende a ripensare la propria organizzazione aziendale, a liberare tempo per le relazioni di cura, a favorire il benessere organizzativo e a lavorare per una distribuzione equa delle responsabilità e dei carichi familiari per le lavoratrici e i lavoratori. “È un risultato importante, innanzitutto perché ottenuto avendo messo al centro la vita delle persone nei processi di organizzazione aziendale. Conciliare vuol dire trasformare in positivo la vita delle persone, e questo incide direttamente sulla famiglia e ha riflessi sulla qualità del lavoro e sullo stesso benessere aziendale”, ha detto nella presentazione di oggi in piazza della Pace l’assessore provinciale alle Pari opportunità Marcella Saccani, auspicando che “a Parma questi modelli possano diventare apripista”.“Sono tre progetti importanti non solo per le donne, ma che danno un vantaggio concreto a tutta la comunità – ha osservato l’assessore provinciale alle Politiche attive del lavoro Manuela Amoretti -. Danno vantaggi ai lavoratori, perché li facilitano nel tenere insieme diversi ambiti della loro vita, e danno vantaggi alle aziende, perché è dimostrato che così la produttività cresce. È provato che dove le donne lavorano in tante c’è più ricchezza, più crescita e più sviluppo, e la Banca d’Italia ha recentemente affermato che se in tutto il paese le donne lavorassero per il 60% il Pil sarebbe maggiore di 7 punti. È dunque una scelta di sviluppo, e questi tre progetti vanno in questa direzione”.Due delle tre aziende finanziate hanno compiuto il loro percorso insieme al Cisita. “Lavoriamo da anni su questi temi, ai quali siamo sempre molto sensibili, con diverse aziende. Con la Provincia abbiamo ritenuto che fosse opportuno sensibilizzare sull’argomento e l’abbiamo fatto, con un percorso ad hoc che ha dato risultati significativi”, ha osservato al direttrice Elisabetta Zini. “Naturalmente non ci fermiamo qui, stiamo continuando anche con altre aziende”.Anche per la consigliera provinciale di parità Cecilia Cortesi Venturini (con lei anche la consigliera supplente Aldina Bocchi) “si tratta di un grande risultato. Un grande risultato per le donne, per le aziende, per tutto il territorio. È la prima volta che abbiamo ottenuto un risultato di questa entità: che siano arrivati oltre 436mila euro non è cosa di tutti i giorni”, ha osservato, citando poi alcune statistiche: “I dati della Direzione regionale del lavoro ci dicono che la maggior parte delle donne lascia il posto di lavoro perché mancano i posti a nido o perché il nido è troppo costoso o perché manca una rete di supporto: un terzo della popolazione femminile esce dal mondo del lavoro entro il primo anno di maternità. Ecco il valore di queste iniziative. Ora è importante andare avanti, e avere sempre più donne anche in posti apicali: sfondare il tetto di cristallo per costruire una nuova mentalità”. I tre progetti finanziatiIl progetto di Dallara Automobili s’incentra su due azioni fondamentali: un servizio gestito in convenzione esterna con una struttura qualificata per la realizzazione di centri estivi per i figli di 14 dipendenti con particolari esigenze conciliative, soprattutto nei mesi estivi e di chiusura prolungata dei servizi scolastici; un servizio gestito in convenzione esterna con una struttura qualificata per la gestione flessibile dell’orario della scuola materna locale (apertura anticipata / chiusura posticipata) per i figli di 23 dipendenti con particolari esigenze conciliative. “Quello della conciliazione è un tema molto caro all’azienda e sul quale abbiamo lavorato già negli anni scorsi, concedendo il part time a tutte le donne che ce lo hanno richiesto e introducendo la flessibilità oraria, di cui oggi godono 110 dipendenti su 180. Noi abbiamo sempre spinto sulle “quote rosa”: nel 2007 eravamo 110 dipendenti con 6 donne, oggi siamo 180 con 22 donne, di cui 3 in posizione di vertice”, ha affermato Filippo Di Gregorio, responsabile delle risorse umane della Dallara, che del progetto con cui l’azienda ha concorso al bando della legge 53 ha detto: “Abbiamo deciso di concentrarci sul baby caring: sulla possibilità di portare i figli un’ora prima dell’apertura di asili e scuole e di andarli a prendere due ore dopo la chiusura – ha spiegato - e sui centri estivi”.Il progetto di Raffaele Caruso Spa mira a tre particolari misure di conciliazione: un piano operativo per la riduzione flessibile dell’orario (part time) per 20 dipendenti donne in rientro dal periodo di maternità e con particolari esigenze conciliative; l’assunzione di 10 persone con contratto full-time per la sostituzione temporanea delle 20 lavoratrici cui è stato concesso il part-time; la realizzazione di un servizio di navetta a totale carico dell’azienda per 80 dipendenti che hanno manifestato particolari esigenze conciliative. “Come azienda siamo sempre stati molto attenti alle necessità delle dipendenti. Abbiamo circa 40 maternità l’anno – ha osservato il responsabile delle risorse umane Paolo Fantoma -. In particolare ci siamo concentrati sul part time e sugli spostamenti: spostamenti dalla sede che abbiamo chiuso alla sede di Soragna, con un pullman messo a disposizione dall’azienda senza aggravi economici e di orari per le dipendenti”. Il progetto della Spencer Italia (già in corso) si sostanzia nella proposta alle dipendenti che nel primo semestre 2011 si trovavano in congedo per maternità di attivare forme di flessibilità per esigenze conciliative (part time, telelavoro), o di essere affiancate al proprio rientro, per un più rapido recupero della propria professionalità: ad oggi due lavoratrici hanno scelto l’affiancamento al rientro in azienda, una sfrutta l’opportunità del telelavoro e un’altra usufruisce della possibilità del part time annuale. “Crediamo molto nel telelavoro, perché può consentire di conciliare i tempi di lavoro con quelli della famiglia e può dare possibilità di crescita al dipendente”, ha detto la responsabile delle risorse umane Vittoria Belli, sottolineando l’importanza “della formazione e dell’accompagnamento per le donne che rientrano in azienda dopo la maternità”. La legge 53 e i finanziamenti alle aziendeLa legge 53 del 2000, “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”, vuole promuovere l’equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di relazione, attraverso diversi strumenti e modalità fra cui la destinazione di finanziamenti per innovare i modelli organizzativi aziendali a sostegno della conciliazione. Sono dunque previsti incentivi per le aziende che vogliono intraprendere un percorso di riorganizzazione che tenga conto dei bisogni di lavoratrici e lavoratori. Per facilitare il rientro al lavoro dopo il congedo di maternità, conciliare vita privata e lavoro grazie alla flessibilità oraria e al part-time oppure attraverso l’attivazione del telelavoro o di una banca delle ore, la legge 53 offre alle imprese la possibilità di presentare richieste di finanziamento per progetti ad hoc. La gestione dei fondi destinati a finanziare i progetti ex art. 9 della legge 53/00 è in capo al Dipartimento per le Politiche della Famiglia. Per informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio Pari Opportunità della Provincia di Parma, tel. 0521 931791 o, per ulteriori approfondimenti sulla legge, andare su internet all’indirizzo: http://www.Politichefamiglia.it/documentazione/dossier/conciliazione-l-53/le-politiche-per-la-conciliazione.aspx  
   
   
UMBRIA: 8 MARZO, AL VIA QUARTA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA “A PROPOSITO DI DONNE”  
 
Perugia, 8 marzo 2012 - Proporrà quattro appuntamenti con film e tematiche "al femminile" la rassegna cinematografica "A proposito di donne" che, per il quarto anno consecutivo, è organizzata dal Centro per le Pari opportunità della Regione Umbria, nell´ambito delle iniziative per l´8 marzo, Giornata internazionale della donna. Realizzata in collaborazione con il Cinema Zenith di Perugia e l´associazione Casa delle Culture, la rassegna - spiegano le organizzatrici - si contraddistingue per la ricchezza del programma, la caratura degli ospiti e l´originalità delle proposte che indagano il mondo femminile ed il rapporto tra donna e cinema. Si comincia, giovedì 8 marzo, al cinema Zenith (Via Bonfigli) con l´incontro con il regista Guido Chiesa che, alle ore 18, presenterà il suo libro "Manuale di regia cinematografica", intervistato da Andrea Fioravanti. Seguirà, alle ore 21.15, la proiezione del film diretto dallo stesso Chiesa, "Io sono con te"; coordinerà la serata la giornalista Noemi Campanella. Tutti gli incontri e spettacoli si terranno a Perugia, al cinema Zenith. L´ingresso è gratuito.  
   
   
8 MARZO, PRESIDENTE REGIONE UMBRIA MARINI: “OGGI, IO DONNA RICORDO LUCA”  
 
Perugia, 8 marzo 2012 - In occasione dell´8 marzo, giornata internazionale della donna, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ricorda Luca Rosi, ucciso in una rapina a Ramazzano (Perugia). Ecco, di seguito, l´intervento pubblicato sui quotidiani locali. "Luca, un giovane uomo, ha compiuto un gesto antico degli uomini. Ha reagito, mosso dai suoi sentimenti e legami affettivi, per proteggere le donne, le sue donne, la madre e la compagna ed il bambino, suo nipote. È stata per lui una reazione forte, naturale, un gesto guidato dalla profondità dei legami affettivi e sentimentali. Ma Luca si è trovato di fronte uomini belve infernali, uomini violenti che uccidono senza alcuna pietà umana, incapaci di fermarsi di fronte alla vita delle persone, privi di ogni scrupolo e rispetto. Hanno sparato per uccidere, guidati solo da violenza cieca e barbara, hanno agito con rabbia violenta, puntando anche l´arma sul bambino e forse intenzionati ad aggredire una delle donne. Le donne, spesso, più di quanto possiamo immaginare, conoscono questo volto feroce della violenza maschile: vissuta sui loro corpi, non solo il volto violento degli sconosciuti, ma spesso anche il volto conosciuto di un padre, di un marito, di un compagno, che si fanno belve. Gli uomini non sempre colgono la brutalità della violenza maschile, di cui frequentemente sono vittime donne e bambini. Luca ha visto in volto quella barbarie, ha colto probabilmente nella concitazione dell´aggressione gli obbiettivi possibili proprio nelle persone più care, la madre, la compagna, il piccolo nipotino. Luca ha compiuto un gesto naturale, delicato, affettuoso, ma aveva di fronte a sé uomini privi di ogni vincolo di moralità, feroci e brutali. Luca ha sconvolto l´ordine immorale dei violenti, il volto dell´umanità gentile di figlio, di zio, di compagno, per il quale il rispetto della vita, delle persone care, dei sentimenti prevale. Luca è stato ucciso con la rabbia che spesso gli uomini riservano alle donne. Luca è morto perché ha provato a difendere da quella rabbia le persone a lui care. Interpretando i sentimenti e la cultura di tante donne, penso sia giusto dedicare questo 8 marzo 2012 a Luca, ed al suo gesto antico e gentile, di rispetto per le donne. Alla mamma Ilvana, alla compagna Mary, la solidarietà ed il rispetto silenzioso delle donne umbre. Un silenzio di dolore, con la forza delle donne che vogliono fermare questa folle brutalità".  
   
   
PARMA: LA FORZA E I TALENTI DELLE “DONNE DI MARZO 2012” IN PROVINCIA LA PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA. A FERNANDA CONTRI, FRANCESCA BALENANI, FRANCA TRAGNI.IL PREMIO PIERANGELA VENTURINI. L’8 MARZO LA CERIMONIA.  
 
 Parma, 8 marzo 2012 – “ Oggi un mese, nel futuro tutto l’anno e sempre”. Lo ripete Marcella Saccani, assessore alle Po della Provincia di Parma: “ l’8 marzo non ci basta, vogliamo un 8 marzo ogni giorno che passa”. Ed è questa la filosofia de “Le donne di Marzo” il programma di iniziative presentato oggi in Provincia e promosso dall’Ente per mettere in mostra la forza, il valore e le idee delle donne. Un calendario che anche per quest’anno si annuncia ricco d’iniziative con al centro, nella Giornata Internazionale della Donna, 8 marzo, la terza edizione del Premio Pierangela Venturini, avvocata impegnata nell’affermazione e nella difesa dei diritti delle donne e dei minori, un riconoscimento che nella cerimonia che si terrà l’8 marzo sarà assegnato a Fernanda Contri, Francesca Balenani e Franca Tragni. “Cicci Venturini era una icona e anche il premio a lei intitolato è diventato una icona – ha detto Saccani - non è stato istituito alla memoria ma alla sua storia, all’immagine di donna e avvocata. Consegneremo tre violette d’oro a tre donne che in modo diverso testimoniano il valore delle donne. Una violetta perché Cicci amava appuntarsele alla giacca, perché sono l’identità di Parma e perché quando il vento è un po’ intenso nascono dove pare a loro e anche questo è simbolico. Le donne hanno una grande forza da mettere in campo, valore e talento. Su questo abbiamo costruito questo nostro calendario di iniziative per il 2012”. Ci sono eventi, esposizioni, spettacoli e incontri che per oltre un mese richiameranno l’attenzione sui saperi delle donne, sulle difficoltà e le discriminazioni che ancora subiscono, andando al di là dei rigidi confini della Giornata Internazionale dell’8 marzo. Tanti gli argomenti e le occasioni di riflessione. Si comincia con la performance Collettiva donne ( 7 marzo ore 19.00, Tcafè, Strada al Duomo 7) illustrata nell’incontro di presentazione da una delle protagoniste, Alice Caradente, un evento lungo una serata in cui giovani artiste, musiciste, danzatrici, attrici si mettono in gioco. L’8 marzo, nel pomeriggio a palazzo Giordani si aprirà l’esposizione Nell’armadio delle meraviglie (ore 17.30) la prima mostra curata dall’Ipsia, come ha detto il dirigente scolastico Adriano Cappellini, con 15 abiti, uno per decennio, realizzati dalle studentesse dell’Istituto di ieri e di oggi, una storia della moda italiana e della didattica. Ci sarà una serata di lettura al femminile Vieni, siediti… e ri-membriamo il cammino (9 marzo, ore 18.00, Oratorio Novo, Biblioteca Civica) con le voci e i racconti di donne importanti e due seminari. Il primo, illustrato da Emanuela Tanzi dello Zonta club di Parma, ha per tema Violenza contro le donne: le risposte del sistema giudiziario, ed è dedicato alla prevenzione e al contrasto dello stalking (13 marzo, ore 18.00, Sala Savani). Il secondo di cui ha parlato la Consigliera di Parità Aldina Bocchi, dedicato al mondo del lavoro sul tema Figli o Lavori? (venerdì 30 marzo, dalle 9.00 alle 18.00, Palazzo Soragna) organizzato in onore di Pierangela Venturini. Ci saranno Le carte delle donne ( Mercoledì 28 marzo, ore 10.30, Sala Savani), il progetto realizzato in collaborazione con Istituzione Biblioteche del Comune di Parma. Che vuole riportare in luce la storia delle donne di Parma. Si celebrerà la libertà e il coraggio femminili ne I viaggi delle bambine, (domenica 25 marzo, ore 16.00, Teatro Europa) piccole eroine immaginarie della letteratura per ragazzi, uno spettacolo itinerante di e con Chiara Rubes e Franca Tragni, con la produzione Europa Teatri. Il gran finale è martedì 3 aprile (ore 21.00, Teatro al Parco) con Cittadine di Valeria Moretti e Lucia Poli, con Lucia Poli. Uno spettacolo ha ricordato oggi Gabriella Manelli, in collaborazione con A.n.p.i. Provinciale, che racconta la presenza delle donne nel Risorgimento italiano, un percorso verso una piena cittadinanza. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per parlare dei programmi dei Comuni. A Sorbolo ha detto la sindaca Angela Zanichelli, per tre mercoledì – il 14, 21 e 28 – le conferenze Odissea d’autrice in autrice alla ricerca del pensiero femminile. Manuela Amadei sindaca di Zibello ha parlato della festa svoltasi ieri. A Felino, ha segnalato l’assessore alla Cultura Fabrizio Leccabue, martedì 6 si terrà l’incontro Quando le donne si mettono a dipingere. Artemisia Gentileschi, la tintora romana mentre la sera dell’8 ci sarà lo spettacolo Senza tacchi. Terza edizione del premio Pierangela Venturini - Assegnati da una commissione composta da due membri della Giunta provinciale e tre rappresentanti del Consiglio Provinciale, l’edizione 2012 del Premio andrà a Fernanda Contri, Francesca Balenani, Franca Tragni. Fernanda Contri, giurista a cui si deve l’elaborazione di leggi e sentenze a favore delle donne, ha ricoperto nella sua carriere incarichi di grande rilievo fra cui Giudice della Corte costituzionale, Ministro degli affari sociali nel governo Ciampi, Segretario generale della Presidenza dei Ministri, primo membro donna del Csm.motivazione Per l’impegno con cui ha promosso i diritti delle donne in tutte le sedi istituzionali. E’ relatrice di sentenze storiche che hanno indicato cammini e aperto strade per l’emancipazione femminile. Il suo percorso professionale è testimonianza di grande tenacia e di importanti battaglie per i diritti fondamentali. Francesca Balenani, quasi uccisa dal marito nel 2006 che l’ha buttata in fin di vita in un cassonetto ha fatto di quella terribile esperienza motivo di lotta contro la violenza sulle donne. Dall’anno scorso è presidente di Light on Stalking, associazione che si occupa deella tutela delle donne vittime di violenza. Motivazione- Per l’impegno e la tenacia con cui si dedica alla difesa delle donne vittime di violenza. Per il coraggio dimostrato nel prendere in mano il proprio destino e per la capacità di non lasciarsi abbattere. La sua vicenda umana è d’insegnamento e di sprone per tutte le donne che subiscono violenza fisica e psicologica. Franca Tragni , attrice autrice e regista, socia fondatrice di Europa Teatri. Ha iniziato la sua formazione all´interno del Teatro Europa, dove opera e lavora dal 1991 contribuendo all´allestimento di spettacoli, rassegne, seminari e laboratori teatrali, e´ fondatrice di “Zona franca”. Motivazione - Per l’impegno con cui coniuga la sua professione di attrice e la disponibilità verso gli altri. I suoi laboratori teatrali per ex pazienti oncologici, detenuti, persone con disabilità, sono condotti con sensibilità, empatia, ascolto, pazienza e rispetto. La sua attività, svolta con grande passione, è un dono prezioso di umanità per tutte e tutti.  
   
   
TANTI EVENTI IN UNO E LA MOSTRA SUL MATRIMONIO A MARINO NEL ‘900 CHE RIMARRÀ APERTA FINO A DOMENICA 11 MARZO  
 
Marino, 8 marzo 2012 - “Visto il successo che ha avuto lo scorso anno la nostra formula di Festa della Donna, quest’anno facciamo il bis e offriamo un contenitore ancora più ricco di sorprese e temi importanti”. Così presenta Francesca Marrucci, segretario di Punto a Capo Onlus di Marino, la speciale giornata dell’8 marzo organizzata dall’Associazione nell´ambito della Stagione Culturale patrocinata dal Comune di Marino. “Da noi non si festeggia sul modello dilagante di dubbio gusto, ma si sta insieme per divertirsi, discutere, assaggiare gli ottimi piatti portati e preparati da chi partecipa, riflettere, imparare a conoscersi meglio ed aiutare altre donne in difficoltà. Ed infatti anche gli uomini sono benvenuti, anche se consapevoli che la serata sarà completamente al femminile”. Quest’anno la Festa è dedicata a due temi importanti e molto sentiti: uno è la tradizione del matrimonio a Marino nel secolo passato. Un pezzo di storia quotidiana e di tradizione che è davvero affascinante riscoprire. L’altro tema è quello della conquista dell’autostima, della conoscenza e della valorizzazione di se stesse, della gestione dello stress e dell’importanza di portare avanti le scelte che le donne fanno, nonostante tutte le difficoltà che incontrano. Ci saranno dei momenti di approfondimento, riflessione, quindi, ma anche di divertimento. In una mostra dal titolo ‘U sposaliziu de ‘na vota‘ che aprirà presso la nostra sede giovedì 8 marzo alle ore 15,00 e rimarrà in esposizione fino a domenica 11 marzo, saranno esposti non solo elementi del corredo, abiti, accessori, foto riguardanti il matrimonio e il corredo dall’800 ad oggi, ma ci sarà anche una simpatica raccolta delle ‘raccomandazioni’ che le mamme facevano alle figlie prima che queste si ‘accasassero’ e sulla scelta del marito-modello. La mostra scaturisce dal lavoro di ricerca fatto da Maria Rosaria Bonacci che sta preparando un libro su Marino e le sue tradizioni e da Maria Grazia Giombetti. All’allestimento ha partecipato anche Patrizia Morgantini. Durante la serata, ci saranno una serie di letture in marinese proprio sui consigli delle mamme e sicuramente ci sarà da divertirsi e ovviamente se qualcuno vuole aggiungere materiale di propria memoria, sarà ben accolto. Ci sarà la presentazione del libro di Alessandra Pompili ‘Quando nasce una donna‘, che prende il via con una separazione ed il percorso per riacquistare autostima, con alcune anticipazioni del suo secondo libro che parla del rapporto tra madre e figlia. La presentazione sarà supportata dalla presenza di Daniela Pompili, psicoterapeuta, che potrà anche rispondere alle domande dei presenti, e dalle letture di Perla Del Gobbo. Dopo aver mangiato le prelibatezze che le signore ci avranno portato, potremo sgranchirci un po’, con l’introduzione che Caterina Mecozzi farà delle Danze Orientali. Ci spiegherà a cosa servono, a livello fisico e psicologico e poi chi vorrà, potrà provare anche qualche movimento sulle note delle musiche de Le Mille e una notte. Un quarto d’ora lo dedicheremo all’introduzione delle tecniche per gestire meglio lo stress, per acquistare autostima e per imparare a valorizzare noi stesse, a cura di Dana Sabine Schuh. Anche quest’anno chiederemo un contributo di 5 euro a tutti che a fine serata le partecipanti decideranno a chi devolverle tra 3 progetti per le donne in difficoltà. Lo scorso anno si è deciso di devolvere i fondi raccolti ad un’Associazione che si occupa dell’assistenza alle donne vittime di violenza. Mostra e serata-evento si terranno a Marino, presso l’Associazione Punto a Capo Onlus, Via Antonio Fratti, 19° (Piazza Matteotti), con il seguente programma (locandina allegata): Ore 15.00 Apertura della Mostra: ‘U’ Sposaliziu de ‘na vota’. Esposizione di corredi, vestiti, foto e accessori legati alla tradizione del matrimonio a Marino dalla fine dell’800. A cura di Maria Rosaria Bonacci e Maria Grazia Giombetti. Collaborazione all’allestimento di Patrizia Morgantini. Ore 19,30 Inizio dei festeggiamenti. - Ogni partecipante (anche uomini!) dovrà portare qualcosa da mangiare tutti insieme e versare 5,00 euro che saranno destinati a finanziare un progetto per le donne che sceglieranno i partecipanti stessi a fine serata. - Presentazione del volume ‘Quando nasce una donna’ di Alessandra Pompili, con la consulenza di Daniela Pompili, psicoterapeuta, e letture di Perla Del Gobbo. - ‘U sposalizio a Marini’ Le parole ed i consigli delle mamme marinesi alle figlie prima di accasarsi. Letture di Francesca Marrucci e Perla Del Gobbo. - Le Danze Orientali, per imparare a conoscersi, a valorizzarsi e a stare bene. Introduzione a cura di Caterina Mecozzi, con la possibilità di cimentarsi subito in una prova. - Le donne, lo stress e l’autostima. Imparare a gestire e valutare se stesse. A cura di Dana Sabine Schuh, facilitatrice.  
   
   
CAMPOBASSO: BUSINESS ENGLISH PER LE IMPRESE ROSA  
 
Campobasso, 8 marzo 2012 - Conoscere l’inglese commerciale è un valore aggiunto per un imprenditore. In collaborazione con il Comitato per l’Imprenditoria Femminile l’ente camerale ha pensato alle imprenditrici della provincia, offrendo loro l’opportunità di un corso di business english, quale strumento utile per ampliare i confini commerciali delle loro attività. Riaprono i termini per il iscriversi al Corso di lingua inglese di livello business-base, riservato a 20 titolari di imprese al femminile ed a socie di aziende la cui compagine societaria è formata dal 70% di donne. Le partecipanti saranno ammesse al corso sulla base dell’ordine cronologico di arrivo della domanda di partecipazione e dovranno avere una conoscenza elementare della lingua inglese. Nel caso risultassero dei posti disponibili sarà ammessa la partecipazione anche delle dipendenti delle aziende al femminile. Il corso della durata di venti ore sarà effettuato il lunedì dalle ore 15,30 alle ore 17 presso la Camera di Commercio di Campobasso, a partire dal mese di aprile 2012. Le lezioni saranno tenute da insegnanti di madrelingua ed a fine corso sarà rilasciato un attestato di frequenza a tutte coloro che non hanno fatto assenze superiore alle tre ore. Le partecipanti dovranno versare una quota di partecipazione di € 50,00 dopo la comunicazione di ammissione al corso e prima dell’inizio delle lezioni. La domanda di partecipazione potrà essere scaricata dal sito camerale ed inviata a mezzo fax solo al numero 0874471730, entro il 31 marzo 2012. Rimane esclusa qualunque altra modalità di invio della domanda pena l’esclusione dall’ammissione al corso.  
   
   
LOMBARDIA. 8 MARZO, L´OMAGGIO DI FORMIGONI ALLE NEO MAMME VISITA ALLA MANGIAGALLI IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA DONNA  
 
Milano, 8 marzo 2012 - ´Sereno e deciso ad affrontare la vita´. Con queste parole il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha salutato Tommaso Maria Pallara, nato ieri sera alle 23.46 nell´unità operativa di neonatologia e terapia intensiva neonatale dell´ospedale Maggiore Policlinico. Nel giorno della festa della donna il presidente ha voluto recarsi in via della Commenda per salutare le mamme ricoverate al secondo piano del centro nascita più grande d´Italia, tra i più prestigiosi d´Europa. In Piedi Dopo 11 Ore Dal Parto - Mamma Laura, 31 anni, è accanto a Tommaso Maria così come papà Alessandro, 35 anni, originari entrambi del Salento ma residenti a Milano. È questo bambino di 3,5 chilogrammi e 52 centimetri di lunghezza che Formigoni ha salutato nella giornata internazionale della donna. ´Sono già in piedi - ha detto la mamma sorridente accanto al presidente nella sala culle -. È tutto merito dei medici e di coloro che collaborano per far funzionare questa struttura´. Bimbi In Forma Alla Mangiagalli - Mangiagalli protagonista - con la sua storia di oltre 100 anni e la sua eccellenza - anche nella giornata della donna. Qui, nel 2011, sono nati 6.721 bambini: boom di fiocchi nel mese di settembre, con 601 nascite. Tutti in forma a partire dal peso: appena il 10,8 per cento, infatti, pesava meno di 2,5 chilogrammi. La percentuale di bimbi stranieri è stata del 22,7 per cento. Il 36,9 per cento dei parti è avvenuto tramite taglio cesareo. Massima attenzione alle cure con 780 bimbi ricoverati nel 2011 nel reparto di terapia intensiva neonatale, dotato di 23 posti letto. Ad ampio spettro anche i servizi destinati alle donne dal punto di vista diagnostico e terapeutico. Dalla Regione Politiche Di Conciliazione - ´La Mangiagalli - ha rimarcato Formigoni - è uno dei punti nascita più avanzati d´Europa. Vogliamo festeggiare le mamme e i bambini, perché la funzione della madre è una delle vocazioni straordinarie della donna. In Lombardia cerchiamo di realizzare politiche di conciliazione per aiutare le donne a essere professioniste, lavoratrici, madri e mogli di famiglia´. In Lombardia il tasso di occupazione femminile è pari al 60 per cento. ´Ciò che vogliamo - ha proseguito il presidente - è che nessuna donna sia costretta a scegliere tra il tempo da dedicare alla famiglia e quello per il lavoro. Può essere una scelta personale, ma nessuna donna deve essere costretta a privilegiare la famiglia rispetto al lavoro o il lavoro rispetto alla famiglia´. Omaggio Speciale Per Le Mamme - Speciale l´omaggio a mamma Laura da parte del presidente della Regione e dell´amministratore delegato di Frette, Laurence Flanklin: un corredino, lo stesso offerto a tutte le madri che hanno partorito e partoriranno oggi in Lombardia. Il corredo comprende la biancheria per la culla, teli per il bagnetto e una copertina in pile. Anche i bambini che nasceranno il 13 maggio, festa della mamma, avranno lo stesso dono. ´Questo regalo - ha commentato mamma Laura - mi farà ricordare anche l´ottima sanità di Regione Lombardia´. (Ln) pof/b1 3 - Festa Donna,500 Già In Coda Per Salire 39° Piano (Ln - Milano, 08 mar) Alle 18.30, orario di apertura al pubblico del belvedere al 39° piano di Palazzo Lombardia, in occasione della Festa della donna, oltre 500 persone erano già in fila davanti all´ingresso degli ascensori. La fila inizia già da via Melchiorre Gioia, attraversa l´intera Piazza Città di Lombardia, sino all´ingresso Np che prospetta su via Restelli / via Galvani.  
   
   
UN CONTRIBUTO DI 1 MILIONE DI DOLLARI NEL 2012 PER LO SVILUPPO LAVORATIVO DELLE DONNE NEL MONDO LE DONNE RAPPRESENTANO OGGI OLTRE IL 50% DEI DIPENDENTI DELLA BANCA IN ITALIA  
 
Milano, 8 marzo 2012 - Il tema della diversity è centrale nelle strategie di Citi, che ha superato il 50% di presenze femminili tra i propri dipendenti a livello globale, con oltre 142 mila donne su un totale di circa 270 mila collaboratori in oltre 130 paesi. Per sostenere l’impegno ad assumere, coinvolgere e far crescere le donne al proprio interno, in occasione della Giornata internazionale per la donna, l’8 marzo, Citi lancerà Citi Women 24: un susseguirsi continuo, per 24 ore, di 85 eventi in 65 città del mondo dedicati all’ingegno e all’operosità delle donne. Sempre l’8 marzo, la Citi Foundation annuncerà un contributo di 1 milione di dollari a favore della Calvert Foundation[1] per l’iniziativa “Women Investing in Women Initiative”, finalizzata a promuovere lo sviluppo economico e l’inclusione finanziaria delle donne a basso reddito nel mondo. A Milano, e oltre 300 collaboratori, tra cui 170 donne, l’8 marzo sarà celebrato con diversi eventi. I lavori saranno aperti e chiusi dagli speech di due senior banker donne di Citi: Patrizia Rizzo, Responsabile Gts (Global Transaction Banking) Italia e Responsabile Gts Financial Institution Sud Europa e Alberta Brusi, Chief of Staff Italia che racconteranno la loro esperienza e offriranno spunti sui percorsi di crescita al femminile in un´azienda globale come Citi. Gli speech saranno seguiti da dibattiti su opportunità di carriera al femminile. Durante il lunch break saranno invece ospiti di Citi alcuni nutrizionisti che daranno utili consigli e indicazioni su come conciliare nel migliore dei modi i ritmi frenetici della vita moderna (che portano spesso a mangiare fuori casa) con una sana alimentazione. Gli eventi per la Giornata internazionale per la donna 2012 rientrano anche nel calendario per le celebrazioni di Citi 200 (200° anniversario della fondazione della banca), che cade quest’anno.  
   
   
SUCCESSO PER IL GAZEBO DI “HELP DONNA” A TORINO  
 
Torino, 8 marzo 2012 - Ha riscontrato molto interesse ed ha raccolto decine di iscrizioni il gazebo di “Help Donna”, che la Regione ha allestito in piazza Castello angolo via Garibaldi a Torino per tutta la giornata dell’8 marzo. E’ stata l’occasione per ricordare la possibilità di usufruire di un servizio gratuito di teleassistenza adatto a qualsiasi modello di cellulare e gestore, che la Regione mette a disposizione di tutte le donne sopra i diciotto anni. In caso di necessità basta premere il tasto 5 per pochi secondi per effettuare una chiamata rapida in automatico ad un centro servizi dedicato, mentre contemporaneamente vengono inviati gli sms alle persone di fiducia precedentemente indicate. C’è anche la possibilità, per chi ha un cellulare predisposto, di localizzare la propria posizione al momento della richiesta di soccorso tramite gps. Tutte le informazioni sono anche reperibili su www.Regione.piemonte.it/helpdonna L’assessore regionale alle Pari opportunità, Giovanna Quaglia, nel portare il saluto dell’amministrazione alle operatrici del gazebo, ha messo in evidenza che “ad oggi le donne piemontesi iscritte sono oltre 5.600, ed il loro numero è in continuo aumento” ed ha annunciato che “nelle prossime settimane inizierà una nuova campagna di presentazione del servizio sul territorio, che questa volta toccherà numerose città non capoluogo di provincia”. “Vogliamo intensificare la diffusione di questo servizio - conclude Quaglia - perché rappresenta un modo concreto per le istituzioni per essere vicino alle donne. Sono ancora troppe le donne che ancora oggi pagano il prezzo della loro indipendenza, e le cronache di questi giorni lo dimostrano. Sono tante, troppe quelle che subiscono violenza, anche all’interno del nucleo familiare. Questo fenomeno va contrastato con tutti i mezzi possibili. Non solo dunque con il pronto intervento, ma anche offrendo un sostegno concreto per il reinserimento lavorativo, aiutandole così a rifarsi una vita”.  
   
   
TRENITALIA/8 MARZO: DUE IN VIAGGIO, UN SOLO BIGLIETTO PER LA “FESTA DELLA DONNA”, OFFERTA DUE PER UNO, BASTERÀ CHE ALMENO UNO DEI DUE VIAGGIATORI SIA DONNA, OMAGGIO FLOREALE ALLE CLIENTI DEI FRECCIACLUB TRENITALIA  
 
Roma, 8 marzo 2012 - Trenitalia e la Festa della donna: l’8 marzo si viaggia in due con un solo biglietto, basterà che uno dei due passeggeri sia donna. In compagnia di un’amica, un amico, un figlio, la promozione di Trenitalia consentirà quindi a tutte le donne, di qualsiasi età, di viaggiare in due, spendendo la metà: al prezzo base intero di una sola persona. L’offerta è valida sui treni dell’Alta Velocità Frecciarossa e Frecciargento, in 1^ e in 2^ classe e nei livelli di servizio Business, Premium e Standard, e su tutti gli altri treni del trasporto nazionale, dai Frecciabianca agli Intercity, nelle tratte nazionali. La promozione, denominata “Festa della donna 2x1”, segue di circa un mese l’analoga offerta “San Valentino 2x1”, che ha visto oltre 10mila passeggeri muoversi in coppia, in treno, pagando un solo biglietto. L’8 marzo sarà festeggiato anche nei Frecciaclub delle principali stazioni italiane, dove orchidee e mimose adorneranno gli spazi a disposizione dei viaggiatori e alle clienti sarà consegnato un esclusivo omaggio floreale. Informazioni dettagliate su www.trenitalia.Com  
   
   
INVENTO, NON CONTRATTO! LE INVENTRICI GUADAGNANO MENO DEI COLLEGHI UOMINI PERCHÉ NON SI IMPEGNANO COME LORO NELLA CONTRATTAZIONE  
 
Milano, 8 marzo 2012 - Che tasso di occupazione e salari differiscano tra uomini e donne non è una novità. Il nostro studio dimostra che differenze di genere nella remunerazione esistono anche nelle professioni knowledge-based come quelle legate alla produzione di invenzioni tecnologiche, senza che a queste corrispondano differenze in termini di qualità dell’output prodotto. I dati su 12.129 inventori di brevetti registrati presso l’Ufficio brevetti europei e localizzati in 23 paesi inclusi Stati Uniti e Giappone rivelano che le donne rappresentano il 5% degli inventori del campione. In Italia sono il 6%; in Israele raggiungono la percentuale più alta, il 12%. Oltre a essere meno numerose, le donne inventori ricevono una remunerazione inferiore a quella degli uomini, senza che il divario salariale corrisponda a performance diverse in termini di importanza tecnologica delle invenzioni che gli inventori donne producono rispetto agli uomini. Quindi, mentre uomini e donne sono bravi in egual misura nel loro lavoro, la loro retribuzione è sistematicamente diversa. Ed è diversa a parità di caratteristiche di inventori donne e uomini, cioè, ad esempio, a parità di abilità e grado di istruzione, produttività passata, numero di ore lavorate e ruolo ricoperto all’interno dell’impresa che ospita gli inventori. Un quadro più preciso emerge considerando lo “stato di famiglia”: le donne inventrici sono penalizzate in maniera particolare nelle retribuzioni quando sono sposate (o vivono con un partner) e hanno figli piccoli (con meno di 12 anni). Perché? Le informazioni raccolte attraverso la survey consentono di escludere alcune spiegazioni. Non è, ad esempio, solamente una questione di differenza negli input che uomini e donne inventori utilizzano per produrre invenzioni, come il numero di ore lavorate, il livello di istruzione, o la diversa produttività, esperienza o talento. Non è nemmeno una questione di “discriminazione” nei confronti delle donne: il fatto di essere una donna inventrice, di per sé, non è correlato con una differenza salariale significativa rispetto agli uomini. E non è un problema di avere minori “outside option” (ossia alternative lavorative) quando si ha famiglia e bambini piccoli. Il peggiore trattamento salariale non dipende nemmeno da una maggiore probabilità di lasciare il posto di lavoro quando si hanno bambini piccoli, tanto che le donne inventrici non sposate e con bambini piccoli non sono penalizzate quanto quelle con bambini e partner. Una spiegazione che trova supporto nei dati raccolti è che le donne inventrici, quando sono sposate e hanno bambini, contrattano meno degli uomini rispetto alla loro retribuzione. La combinazione “cura dei bambini” e “reddito del coniuge”, che di norma rappresenta quello più consistente all’interno del nucleo familiare, riduce l’utilità marginale che le donne hanno dal proprio reddito, e con questo anche gli sforzi e l’impegno necessari alla contrattazione per alzarlo. Più semplicemente, le donne inventrici sembrano comportarsi coerentemente con la teoria di Babcock & Laschever´s (2003) che sostiene che le donne (sposate/con partner e con bambini piccoli nel caso degli inventori) chiedono o “contrattano meno” degli uomini. Di Karin Hoisl e Myriam Mariani, rispettivamente, Ludwig-maximilians-university (Monaco); fellow del Centro di ricerca Kites Bocconi (Knowledge, internationalization and technology studies) e associato di politica economica Bocconi  
   
   
SCARAMUCCIA: “UNA RICERCATRICE FIORENTINA UNICA DONNA ITALIANA IN ACADEMIANET”  
 
Firenze, 8 marzo 2012 – “Non poteva esserci giorno più adatto di questo 8 marzo per diffondere la notizia dell’ingresso di Paola Romagnani in Academianet. Ed io accolgo questa notizia con grande soddisfazione: una ricercatrice fiorentina, giovane e donna, già conosciuta e apprezzata nella comunità scientifica internazionale, che viene selezionata per far parte della banca dati che annovera le migliori ricercatrici europee, non può che riempirci di orgoglio”. L’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia esprime così la sua soddisfazione nell’apprendere la notizia che la ricercatrice fiorentina Paola Romagnani è stata accolta, unica donna italiana, in Academianet, la banca dati che riunisce le migliori ricercatrici in Europa. “E’ una conferma in più – aggiunge l’assessore – dell’ottimo livello qualitativo raggiunto dalla ricerca in Toscana. E il fatto che il riconoscimento sia stato attribuito a una donna, è un valore in più”. Academianet è la banca dati che riunisce le migliori ricercatrici in Europa. Per farne parte, i criteri scientifici adottati sono rigidissimi e solo le più accreditate e prestigiose organizzazioni scientifiche europee, come l’European Research Council (Erc), possono proporre le candidature. Un vero e propria gotha delle donne altamente qualificate in ogni disciplina: umanistica, tecnologica, scientifica. Tra le circa 700 donne fino ad oggi selezionate da Academianet per la disciplina medico-scientifica c’è solo una donna italiana che lavora in Italia: è, appunto, la professoressa Paola Romagnani, giovane ricercatrice conosciuta in ambito internazionale, attualmente responsabile della Struttura complessa di Nefrologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer nonché professore associato di Nefrologia all’Università di Firenze. La banca dati delle migliori menti femminili segnala altre tre donne italiane, ma in ambiti differenti (umanistica, ingegneria, psicologia). Il riconoscimento è un ulteriore livello della qualità della produzione scientifica svolta dalla giovane ricercatrice fiorentina e un dono inatteso arrivato proprio oggi, festa della donna. Chi è Paola Romagnani. Si impone nello scenario scientifico mondiale con la scoperta delle cellule staminali nel rene. Una scoperta che rivoluziona la Nefrologia, consentendole di ottenere due importanti finanziamenti dall’Unione Europea per il quadriennio 2008-2012. Il primo, nel quale coordina il lavoro di 10 prestigiosi gruppi di Nefrologia europei, ha come finalità clinica l’uso delle cellule staminali del rene per curare le malattie che investono questo importante organo. Paola Romagnani è stata selezionata a livello europeo nel 2008 tra i migliori 16 ricercatori (tra cui solo 2 donne) nel settore della medicina tra 10 mila candidati per lo Starting Grant Young Investigator Award. Grazie ai finanziamenti europei e della regione Toscana, è stato adesso organizzato un Laboratorio di Eccellenza Universitario-ospedaliero per gli studi renali diretto dalla professoressa Romagnani, che si compone di 12 ricercatrici tra cui biologhe, biotecnologhe e medici e dispone di tutte le nuove metodiche più avanzate per la diagnostica e la ricerca. Cos’è Academianet. Il data base del meglio al femminile nasce nel novembre 2010 in Germania per volontà della Cancelliera Angela Merkel. Un’esperienza che in poco tempo non solo riceve l’adesione della prestigiosa rivista scientifica Nature, ma ha tra le organizzazioni scientifiche che propongono, valutandole, le candidature, enti quali appunto l’European Research Council. Obiettivo del data base non è solo quello di selezionare e quindi far emergere le donne che maggiormente si distinguono nella loro disciplina, ma anche quello di favorire la ledearship in ambito accademico, scientifico e industriale.  
   
   
CONCILIAZIONE FAMIGLIA - LAVORO, AVVIATE ATTIVITÀ DI INFORMAZIONE AZIENDE E SINDACATI DELLA BASILICATA SARANNO COINVOLTI SUI TEMI DELLA CONCILIAZIONE, PER FAVORIRE LA DIFFUSIONE DI UNA CULTURA ATTENTA ALLE ESIGENZE DELLE LAVORATRICI  
 
Potenza, 8 marzo 2012 - Come utilizzare gli strumenti legislativi e fiscali per realizzare interventi di conciliazione tra vita familiare e lavoro in azienda ? Quali sono i vantaggi competitivi che l’adozione di questi strumenti producono all’interno dell’azienda e ai lavoratori ? A queste domande daranno risposta una serie di seminari, rivolti alle parti datoriali e sindacali, che si svolgeranno prossimamente in Basilicata in collaborazione con Confartigianato e Confapi. E’ quanto emerso ieri in Regione nel corso di un primo incontro organizzativo promosso dalla Direzione Generale del Dipartimento Attività Produttive e dall’Ufficio Programmazione e Controllo di Gestione della Presidenza della Giunta. L’attività, che rientra tra gli interventi per l’attuazione dell’Intesa Conciliazione Famiglia-lavoro, sottoscritta con il Dipartimento per le Pari Opportunità del Ministero del Lavoro, prevede cicli di consulenze rivolti alle aziende da parte di esperti di strumenti di conciliazione vita-lavoro. In particolare sarà fornito supporto nella elaborazione di un piano di conciliazione vita-lavoro, di un documento di programmazione aziendale e di un accordo individuale sulla gestione della flessibilità lavorativa della madre lavoratrice, sia in caso di rientro dal periodo di congedo per maternità, sia in caso di particolari necessità di accadimento. Dal prossimo 22 febbraio, inoltre, sempre nell’ambito delle attività previste dall’Intesa, in collaborazione con le Provincie saranno attivi gli “Sportelli di facilitazione Work family” presso i Centri per l’Impiego di Potenza, Villa D´agri, Melfi, Lavello, Matera e a breve anche a Policoro. Presso gli sportelli sarà possibile assumere informazioni sulla parità di genere e sulla conciliazione dei tempi, attraverso una forma di consulenza integrata su diversi aspetti (normativi, organizzativi e tecnologici) rivolta alle imprese che vogliono aprirsi alla cultura della conciliazione e quindi interessate alle iniziative di telelavoro, banca delle ore, part time temporaneo, baby sitting aziendali e mensa aperta ai familiari.  
   
   
INSIEME A PAPÀ: SONO GIÀ 70 LE ADESIONI  
 
Torino, 8 marzo 2012 - Sono già 70 in Piemonte i padri che hanno chiesto il contributo della Regione per incentivare il congedo parentale. L’assessore al Bilancio e Pari opportunità, Giovanna Quaglia, lo ha annunciato dopo l’appello per rendere obbligatorio questo strumento rivolto dal presidente della Repubblica in occasione della Festa della Donna. In collaborazione con l’Inps, la Regione ha aperto un bando che scadrà il 31 marzo 2013 e che prevede un contributo aggiuntivo di 400 euro mensili ai papà che scelgono il congedo parentale entro il primo anno di vita del figlio/a. “Insieme a Papà - Missione possibile”, questo il titolo del progetto, è rivolto ai dipendenti del settore privato per occuparsi a tempo pieno dei propri figli e per stabilire, fin dai primi mesi di vita, un legame speciale con entrambi i genitori. Agevolando così anche il rientro al lavoro delle donne che, troppo spesso, per problemi di conciliazione dei tempi con la famiglia, rinunciano alla carriera professionale. “I primi risultati del bando aperto del maggio scorso - commenta l’assessore Quaglia - sono stati soddisfacenti. Alla luce del rinnovo del protocollo d’intesa con l’Inps, in cui sono state introdotte semplificazioni, ci auguriamo che cresca sensibilmente il numero delle famiglie che decidono di sfruttare questa interessante opportunità, nata dalla volontà di condividere le responsabilità genitoriali”. “Sensibilizzare i papà, anche con un contributo economico, a gestire la crescita dei figli fin dai primi mesi di vita - dichiara il direttore dell’Inps piemontese, Gregorio Tito - è un fatto di civiltà. Solo attraverso la gestione diretta dei figli da parte degli uomini è possibile abbattere quelle barriere che ancora oggi impediscono alle donne di competere alla pari per occupare posti di responsabilità nella società. La Regione Piemonte ha assunto un impegno importante, in un contesto socio-economico difficile, per il raggiungimento di una reale parità tra i sessi”.