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Notiziario Marketpress di Lunedì 15 Ottobre 2007
VERTICE DI LISBONA: MAGGIORANZA A FAVORE DELLA RIFORMA, MA CON QUALCHE RAMMARICO  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2007 - In vista del Consiglio europeo che, il 18 e il 19 ottobre, dovrebbe approvare la riforma dei trattati, si è tenuto un ampio dibattito in Aula in cui gran parte dei deputati ha difeso i miglioramenti previsti. Alcuni di essi, auspicando maggiori progressi, non hanno però nascosto una certa delusione, in particolare sulla "leggibilità" del nuovo testo e sulle deroghe previste. Interventi dei rappresentanti del Parlamento europeo alla Cig. Elmar Brok (Ppe/de, De) si è dichiarato ottimista circa una conclusione positiva del vertice di Lisbona, che dovrebbe segnare l´accordo di tutti i paesi membri sul nuovo trattato. Se approvato, ha aggiunto, il progetto di riforme dei trattati garantirà un´Unione più efficace e più democratica. Al riguardo ha evidenziato in particolare il rafforzamento del ruolo del Parlamento europeo nel processo decisionale. Enrique Barón Crespo (Pse, Es) ha sottolineato un progresso importante, garantito anche dall´azione del Parlamento europeo: l´articolo sulla cittadinanza europea, che era stato relegato nel progetto di riforme nel cosiddetto Trattato sul funzionamento dell´Ue, «è tornato ad avere il posto che gli spetta nel trattato sull´Unione europea». Andrew Duff (Alde/adle, Uk) ha espresso la sua preoccupazione per l´emergere di «un´Europa self-service», dovuta soprattutto, alla richiesta inglese di esclusione della Gran Bretagna dalle decisioni nel campo della giustizia e degli affari interni e dei diritti fondamentali. Interventi in nome dei gruppi politici Joseph Daul (Ppe/de, Fr) ha ricordato il forte sostegno del suo gruppo al progetto di trattato, «per avere un´Europa capace di funzionare a 27». Il progetto di riforme, infatti, rappresenta un «buono strumento per rispondere alle attese dei cittadini». Martin Schulz (Pse, De) si è dichiarato ottimista per il vertice di Lisbona. Soffermandosi poi sul processo di ratifica che seguirà l´eventuale approvazione delle riforme, ha spiegato che il fallimento di tale fase «rappresenterebbe la fine dell´Ue così come ora è concepita». Graham Watson (Alde/adle, Uk) si è detto d´accordo che il fallimento del vertice di Lisbona sarebbe una «tragedia», poiché, con le regole attuali,le istituzioni europee non potrebbero funzionare. Per Konrad SzymaŃski (Uen, Pl), se si vuole concludere con successo il summit di Lisbona, non bisogna criticare, in questa delicata fase di negoziazione, le posizioni della Polonia e della Gran Bretagna. Secondo Monica Frassoni (Verdi/ale, It), a pochi giorni dalla conclusione della Conferenza intergovernativa, «ci prepariamo alla solita notte, alla solita giornata di mercanteggiamento come è sempre successo, che si salderà come sempre con un compromesso al ribasso». Ha poi spiegato che la lettura dei vari testi - «riusciti ad ottenere attraverso canali pseudo-segreti» - dimostrano che i testi sono di lettura «molto complicata». In proposito, ha sottolineato che i negoziatori «non hanno nessun interesse a spiegare e a coinvolgere i loro cittadini» in quello che avrebbe dovuto essere «un momento importante della loro vita democratica». Un testo aggiunto «oscuro, pieno di postille e deroghe che indeboliscono l´Unione europea, in particolare in materia di politica estera e di chiarezza del diritto». La co-presidente dei Verdi ha poi sostenuto che il negoziato - «totalmente in mano ai governi» - è stato condotto «alle spalle dei cittadini e approfittando del fatto che le infinite disquisizioni linguistiche e burocratiche hanno avuto ragione di quella passione e di quella partecipazione democratica che, nel bene o nel male, aveva caratterizzato la stagione della convenzione e anche quella dei referendum». A suo parere, inoltre, i tre rappresentanti del Parlamento ai lavori della Cig «non sono riusciti a migliorare in modo sensibile la trasparenza del processo». Se sono forse riusciti a ridurre i danni, ha aggiunto, «non hanno potuto portare alcun particolare miglioramento perché non ne avevano lo spazio». Ha quindi sostenuto di non vedere per quale ragione «dobbiamo essere considerati e considerarci co-responsabili di questo testo». Né perché «dobbiamo dire che se questo non passa sarà la tragedia e che il testo è fantastico». Questo testo, ha invece esclamato, «è orribile!». Qualsiasi lettore, ha spiegato, si rende chiaramente conto «che non è questo che i cittadini volevano». Ha tuttavia, affermato che «è evidente che è meglio che niente» e bisogna essere «responsabili e credibili rispetto ai cittadini». Pertanto, nonostante le lacune, ha chiarito che avrebbe appoggiato il compromesso. Nel farlo, tuttavia, ha sottolineato che «non possiamo mentire e non possiamo dire che questo è il massimo a cui potevamo arrivare, perché i governi ci hanno scippato questo processo costituzionale e lo hanno reso quello che è, mentre poteva sicuramente essere molto meglio». Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) ha affermato la contrarietà del suo gruppo al progetto di riforme. Ha spiegato: «Siamo contrari non per nazionalismo, ma perché nessuna delle critiche di fondo, che hanno caratterizzato il dibattito sul progetto di costituzione, è stata ripresa». Jens-peter Bonde (Ind/dem, Dk) ha sottolineato che il nuovo progetto di riforme non è diverso da quello della Costituzione. Inoltre, «il testo è illeggibile, troppo ampio e contro gli interessi dei cittadini europei». Ha poi criticato la decisione, di alcuni Stati, di non tenere un referendum sul nuovo trattato. Frank Vanhecke (Its, Be) ha criticato le nuove competenze in materia d´immigrazione che comporterebbe il progetto di riforme, se approvato. Il rischio, secondo il deputato, sono decisioni prese «in modo non trasparente». Interventi dei deputati italiani Alessandro Battilocchio (Ni, It) ha voluto sottolineare che, in vista del prossimo Vertice, "cittadino europeo" è chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro secondo il diritto nazionale. In proposito, ha spiegato che è quindi cittadino chiunque usufruisca dei diritti che tale status gli riserva, primo fra tutti il diritto di voto e il diritto di essere eletto membro del Parlamento europeo. «Per chi lavoriamo da anni quando parliamo di diritto alla libera circolazione, all´educazione, alla salute, al lavoro, alla dignità se non per i cittadini che ci hanno democraticamente eletti?», si è quindi chiesto il deputato. A suo parere, inoltre, non meno importante è mantenere «il mutuo rispetto tra gli Stati membri», ricordando che un gentleman agreement «sancisce da decenni la parità di peso tra i tre maggiori Stati dell´Ue dopo la Germania». Sul piano linguistico, ha aggiunto, questa parità «è già stata violata innumerevoli volte» e la proposta di relazione «vuole eliminare tale parità anche sul peso politico». Se questa è l´impostazione di fondo, ha ammonito, «non meravigliamoci troppo che sia così difficile trovare un accordo per definire un futuro insieme». Il Vertice europeo, ha concluso, «rifletta quindi a fondo sui concetti di cittadinanza europea e di legittimità democratica». .  
   
   
NUOVA RIPARTIZIONE DEI SEGGI AL PARLAMENTO EUROPEO DAL 2009  
 
 Bruxelles, 15 ottobre 2007 - Il Parlamento, in base della popolazione residente in ogni paese, assegna all´Italia 72 deputati su 750: quanti previsti dal Trattato di Nizza, ma abolendo la tradizionale parità di seggi con Francia e Regno Unito. L´aula non ha accolto gli emendamenti "italiani" tesi a basare la ridistribuzione dei seggi sul numero dei cittadini ed a ristabilire l´equilibrio con Parigi e Londra. La proposta, se sottoscritta all´unanimità dal Consiglio europeo, si applicherà a partire dalle elezioni del 2009. Approvando con 378 voti favorevoli, 154 contrari e 109 astensioni la relazione di Alain Lamassoure (Ppe/de, Fr) e di Adrian Severin (Pse, Ro), il Parlamento propone ai Capi di Stato e di governo una ripartizione dei seggi in vista delle elezioni europee del 2009 che rispecchia quanto suggerito dalla sua commissione affari costituzionali. La Presidenza portoghese aveva peraltro indicato che, qualora un´ampia maggioranza dei deputati avesse approvato la formula proposta, il Consiglio europeo l´avrebbe fatta propria al margine del Vertice informale che dovrebbe concludersi il 19 ottobre. La proposta adottata dal Parlamento tiene conto del mandato conferito dal Vertice di giugno alla Conferenza intergovernativa chiamata a modificare i trattati che, in questo campo, prevede l´innalzamento del numero dei seggi parlamentari da 736 (come previsto dal Trattato di Nizza, rivisto dopo le ultime adesioni) a 750 (come era proposto nel progetto di Costituzione europea). Il Vertice aveva anche limitato a 96 il numero massimo di deputati per Stato membro (in particolare la Germania) e alzato a 6 il numero minimo di parlamentari per gli Stati membri più piccoli. Per la ripartizione dei 750 seggi, il Parlamento ha anche tenuto in considerazione il principio - stabilito dai Capi di Stato e di governo - della “proporzionalità degressiva”, in base al quale il rapporto tra la popolazione e il numero di seggi di ciascuno Stato membro deve variare in funzione della rispettiva popolazione, in modo che ciascun deputato di uno Stato membro più popolato rappresenti più cittadini rispetto al collega eletto in uno Stato membro meno popolato e viceversa. Inoltre, ciò implica che nessuno Stato membro meno popolato abbia più seggi di uno Stato più popolato. Così come suggerita dal Parlamento, la ripartizione si fonda sulla "popolazione" residente in ogni Stato membro (compresi gli immigrati senza diritto di voto) e, di conseguenza, per la prima volta nella storia del Parlamento, assegna un numero diverso di deputati a Italia, Francia e Regno Unito (che attualmente ne contano 78 e che ne avrebbero avuti 72 in base al Trattato di Nizza). Più in particolare, rispetto alla situazione prevista nel trattato di Nizza (736 seggi a decorrere dal 2009), il Parlamento sostiene quindi le seguenti modifiche per un emiciclo di 750 seggi: Germania: 96 seggi (-3 seggi rispetto al trattato di Nizza), Francia: 74 seggi (+ 2), Regno Unito: 73 seggi (+ 1), Italia: 72 seggi (nessuna modifica), Spagna: 54 seggi (+ 4), Polonia: 51 seggi (+ 1), Romania: 33 seggi (nessuna modifica), Paesi Bassi: 26 seggi (+ 1), Grecia, Portogallo, Belgio, Ungheria e Repubblica ceca: tutti 22 seggi (nessuna modifica), Svezia: 20 seggi (+ 2), Austria: 19 seggi (+ 2), Bulgaria: 18 seggi (+ 1), Danimarca, Slovacchia, Finlandia: tutti 13 seggi (nessuna modifica), Irlanda e Lituania: tutti 12 (nessuna modifica), Lettonia: 9 seggi (+1), Slovenia 8 seggi (+ 1), Estonia, Cipro, Lussemburgo: tutti 6 seggi (nessuna modifica), Malta: 6 seggi (+ 1). Il Parlamento ha respinto gli emendamenti presentati da numerosi deputati italiani di tutti i gruppi volti, in sostanza, a rinviare la decisione sulla ripartizione per poterla realizzare in base al numero dei cittadini, al posto della popolazione. Bocciati anche gli emendamenti alternativi proposti dai deputati italiani che intendevano ristabilire la parità - con 73 deputati ciascuno - tra i seggi attribuiti a Italia, Regno Unito e Francia, sottraendone uno a quest´ultima per attribuirlo alla nostra delegazione. Al riguardo, va notato che il Parlamento insiste affinché la revisione della ripartizione dei seggi prevista per la legislatura 2014-2019 «sia sfruttata per studiare la possibilità tecnica e politica di sostituire la presa in considerazione del numero degli abitanti, quale stabilito annualmente dall´Ufficio statistico dell´Unione europea (Eurostat), con quella del numero dei cittadini europei». Suggerisce pertanto un progetto di dichiarazione del Consiglio europeo da allegare ai nuovi trattati che invita il Parlamento a presentare una proposta volta a definire «con maggiore precisione» il termine "cittadini". Tale proposta, è precisato, dovrebbe essere elaborata con sufficiente anticipo rispetto alle elezioni del 2014. I deputati hanno poi deciso di non considerare i futuri Stati membri dell´Ue (come la Croazia) nella ripartizione dei seggi per non pregiudicare i prossimi ampliamenti. Propongono, tuttavia, che le nuove adesioni siano accompagnate da un aumento temporaneo del numero di deputati al di là della soglia di 750, come è peraltro avvenuto con l´adesione di Romania e Bulgaria. Inoltre, per contribuire a conferire una «vera dimensione europea» al dibattito elettorale, il Parlamento «si ripropone di esaminare la possibilità di eleggere una parte dei deputati europei su liste transnazionali», affidando un ruolo centrale ai partiti politici europei. Ripartizione dei seggi tra gli Stati membri
Stato membro Situazione attuale Trattato di Nizza (dalle elezioni del 2009) Proposta del Parlamento (Lamassoure / Severin) Differenza Nizza/parlamento
Germania 99 99 96 -3
Francia 78 72 74 +2
Regno Unito 78 72 73 +1
Italia 78 72 72 =
Spagna 54 50 54 +4
Polonia 54 50 51 +1
Romania 35 33 33 =
Paesi Bassi 27 25 26 +1
Belgio 24 22 22 =
Grecia 24 22 22 =
Ungheria 24 22 22 =
Rep. Ceca 24 22 22 =
Portogallo 24 22 22 =
Svezia 19 18 20 +2
Bulgaria 18 17 18 +1
Austria 18 17 19 +2
Danimarca 14 13 13 =
Slovacchia 14 13 13 =
Finlandia 14 13 13 =
Lituania 13 12 12 =
Irlanda 13 12 12 =
Lettonia 9 8 9 +1
Slovenia 7 7 8 +1
Estonia 6 6 6 =
Cipro 6 6 6 =
Lussemburgo 6 6 6 =
Malta 5 5 6 +1
Totale 785 736 750 +14
Dibattito Interventi dei relatori Dopo aver descritto i principali elementi della sua relazione e principi sui quali si basa la proposta di ripartizione dei seggi, Alain Lamassoure (Ppe/de, Fr) ha sottolineato che si tratta di una soluzione provvisoria che dovrà essere sostituita da una formula automatica da applicare dopo i prossimi ampliamenti dell´Ue. Ha quindi insistito sul fatto che la ripartizione si fonda sui dati Eurostat relativi alla popolazione, non essendo disponibili i dati sui cittadini. Il relatore ha poi sottolineato che gli emendamenti presentati «vanno contro lo spirito dei trattati. Ha inoltre ricordato che se il Consiglio non trovasse un accordo unanime, il numero di seggi totali del Parlamento resterebbe a 736. Ha quindi rivolto un appello a rinunciare «agli egoismi nazionali» e a dimostrare la coerenza del Parlamento. Per Adrian Severin (Pse, Ro), la relazione proposta apporta dei miglioramenti alla situazione attuale, rinunciando a «raggruppamenti artificiali». Questo sistema, ha aggiunto, gode di maggiore rappresentatività demografica, maggiore solidarietà tra grandi e piccoli Stati membri e maggiore legittimità democratica. Ha quindi affermato che il Parlamento rappresenta, assieme, i cittadini e gli Stati membri. Il concetto di cittadinanza, ha proseguito, sarà trattato in futuro, quando dovranno adottarsi clausole di revisione che garantiscano flessibilità e adattabilità. Sostenendo che nessun Stato membro sarebbe penalizzato, ha esortato i colleghi a respingere gli emendamenti presentati e, al contrario, ad accogliere la soluzione «ragionevole» proposta. Anche perché è necessario che il Parlamento dimostri che è capace di decidere. Se così non fosse la Cig subirebbe un «colpo basso, prima ancora di iniziare i lavori, e ciò costituirebbe un preludio al fallimento». Ha quindi concluso appellandosi al senso di solidarietà e responsabilità europei. Interventi in nome dei gruppi politici Ingo Friedrich (Ppe/de, De), ricordando che la Germania è l´unico Stato membro che perde deputati, ha sottolineato l´importanza dell´aspetto europeo, che primeggia sugli altri. Auspicando che si giunga a un sistema «logico e duraturo», il deputato ha annunciato che il suo gruppo voterà a favore della relazione, anche per mandare un messaggio chiaro al Consiglio, il quale non avrà nessuna scusa per non prendere una decisione e ricominciare il negoziato. Nell´annunciare il voto favorevole alla relazione da parte del suo gruppo, Richard Corbett (Pse, Uk) si è augurato che una grande maggioranza del Parlamento segua questa strada. A suo parere, il sistema proposto si concentra sulle principali anomalie attuali e comporta che nessun Stato membro si veda ridurre il numero di seggi rispetto a quanto previsto dal trattato di Nizza. Accennando alla volontà di alcune delegazioni di difendere «il prestigio nazionale», si è detto sorpreso dell´atteggiamento del governo Prodi, visto che tutti - al Vertice di giugno - avevano accettato il principio della proporzionalità degressiva. Si è detto vieppiù sorpreso poiché l´Italia è tradizionalmente di un europeismo esemplare. In proposito, ha sostenuto di aver personalmente accettato che il Regno Unito abbia un deputato in meno della Francia. Ha quindi concluso esortando il Parlamento a adottare la relazione e respingere tutti gli emendamenti, al fine di mandare un messaggio forte al Consiglio. Anche Andrew Duff (Alde/adle, Uk) ha affermato che il suo gruppo politico appoggerà la relazione per mandare un messaggio forte alla Cig: il Parlamento è stato in grado di rispondere alla richiesta del Vertice di decidere sulla sua composizione. Pur capendo coloro che intendono migliorare la rappresentatività della delegazione nazionale di appartenenza, ha sottolineato che gli emendamenti proposti sono contraddittori tra di loro e porterebbero al fallimento del sistema. Riguardo alla richiesta italiana, anch´essa comprensibile, ha sottolineato che si tratta di una questione complicata che entra nel campo della sovranità nazionale e che non può essere risolta in una settimana. In proposito, ha ricordato che, dopo la Cig, la commissione per gli affari costituzionali tratterà tale argomento in una relazione specifica. Nel frattempo, però, occorre dare un solido sostegno alla relazione proponendo alla Cig una soluzione, non un problema. Brian Crowley (Uen, Ie) ha sottolineato anzitutto i notevoli cambiamenti demografici avvenuti in Europa dalla prima elezione del Parlamento a suffragio universale (1979, ndr). Ha tuttavia posto in luce il fatto che si è sempre garantito un equilibrio di rappresentanza tra le Istituzioni e tra gli Stati membri. Inoltre, ha evidenziato che i dati utilizzati dalla relazione sono provvisori per 15 dei 27 Stati membri, ma che rischiano di avere conseguenze permanenti. A suo parere, infine, occorre tenere conto dei futuri allargamenti e ha quindi rivolto un appello a procedere con cautela. Johannes Voggenhuber (Verdi/ale, At) si è detto contrario alla relazione poiché il sistema stesso e la distribuzione proposta violano i valori fondamentali: il Parlamento rappresenta i cittadini, e non i poteri socio-economici come asserito dai relatori. Il concetto di cittadinanza, inoltre, è sancito dai trattati, dalla Carta dei diritti fondamentali, da diverse sentenze della Corte di giustizia e dalle norme in materia di elezioni europee. Sylvia-yvonne Kaufmann (Gue/ngl, De) ha riconosciuto che, all´interno del suo gruppo, vi sono divergenze di vedute. Personalmente si è detta favorevole alla relazione, che propone una soluzione equilibrata e trasparente e che garantisce la rappresentatività e la solidarietà tra Stati membri, rafforzando la coesione. Auspicando che il Consiglio appoggi la proposta del Parlamento, la deputata si è detta favorevole alla base di calcolo ed ha anche sostenuto che tutti i cittadini dei paesi terzi presenti negli Stati membri dovrebbero avere il diritto di voto alla elezioni europee. Per Bernard Wojciechowski (Ind/dem, Pl) la solidarietà europea «è soltanto un mito» e, in proposito, ha citato tutta una serie di azioni volte a tutelare gli interessi tedeschi in Europa. A suo parere, inoltre, occorre trovare un metodo che funzioni veramente ed ha concluso sottolineando che la proposta non colpisce la Romania, Stato membro di appartenenza di uno dei relatori. Secondo Luca Romagnoli (Its, It) la relazione «è da rigettare sdegnosamente per il sotteso ideologico anti-italiano e per la pretestuosità degli argomenti tecnici versus quelli politici sui quali poggia». Non entrando nel merito di quanto ai suoi occhi conti lo ius sanguinis «rispetto al giacobinismo» dello ius loci - «evidentemente assente nei pensieri dei relatori e di chi ha commissionato l´iniziativa» - il deputato ha sottolineato che, per i relatori, «non contano fatti incontestabili in politica e la valutazione e il ruolo che l´Italia ha avuto e ha nell´istituzione dell´Europa». A suo parere, «il principio così malamente italianizzato di degressività proporzionale per ridefinire la ripartizione dei seggi fissata dal congelato trattato costituzionale, è stato applicato con evidente discriminazione dell´Italia, visto che per alcuni paesi si è lasciato il sistema per scaglioni, con macroscopiche forzature». Come ad esempio nel caso delll´Estonia alla quale, con il triplo di popolazione, «sono stati attribuiti gli stessi seggi di Malta». Ha poi affermato: «Passi che alla Gran Bretagna sono computati tra gli aventi diritto al voto i residenti non cittadini europei e su questa base i relatori assegnano ad essa un seggio in più che all´Italia, anche se poi degli aventi diritto hanno votato per l´elezione del 2004 solo poco più di un terzo. Passi che alla Francia, che compone il corpo elettorale e sostanzia il suo profilo demografico con la stessa varietà di nascita della sua nazionale di calcio, vengano attribuiti due seggi in più che all´Italia. Passi l´ignavia del governo italiano che ha visto la fuga all´epoca dei preliminari del dibattito in Consiglio. Ma c´è qualcosa che non può passare! I relatori si attaccano al per loro opinabile significato di cittadinanza. Pretendono di considerare elettori quanti risiedono in Europa, pur avendo passaporto e cittadinanza extraeuropea. Ma escludono dal computo i cittadini che risiedono fuori dall´Europa». Questo, ha concluso, «dà la misura di una crassa, strumentale, inaccettabile discriminazione anti-italiana che con forza respingiamo!». Interventi dei deputati italiani Cristiana Muscardini (Uen, It) ha esordito sostenendo che la relazione sulla composizione dei seggi al Parlamento «contiene evidenti contraddizioni, rafforzate dalla lettera che i relatori hanno inviato ieri, quasi a giustificare la propria posizione, in merito a questioni tanto politicamente delicate, e stravolge il concetto giuridico di cittadinanza così come da sempre codificato». Il principio proposto, ha spiegato, «scavalca sia gli Stati nazionali che i trattati». Dal punto di vista giuridico, ha aggiunto, la cittadinanza europea «è lo stato giuridico in cui si trovano coloro e solo coloro che hanno la cittadinanza di uno Stato membro e che sono di conseguenza in possesso di tutti i diritti e i doveri collegati a questo status». Ed è la cittadinanza e non la residenza «che deve fare testo». Questa proposta, ha insistito, «stravolge anche l´impostazione data nel progetto del prossimo trattato che ben specifica invece chiaramente come il concetto di cittadinanza non abbia nulla a che vedere con quello di residenza». Il Parlamento europeo, a suo parere, ha quindi perso una grande occasione per dimostrare anche alle altre istituzioni «la capacità di trovare al proprio interno soluzioni basate su principi giuridici riconosciuti e condivisi». Ha poi chiesto ai relatori il motivo per cui «non è stata nemmeno presa in considerazione la possibilità, per l´assegnazione dei seggi, del criterio del numero dei cittadini degli Stati membri invece di quello della popolazione residente». «Forse per avvantaggiare alcuni rispetto ad altri? Vedi il caso del Regno Unito che riconosce il diritto di voto per le elezioni europee anche a coloro che non sono cittadini dell´Unione». Affermare che nessuno è stato penalizzato rispetto agli accordi di Nizza, ha poi aggiunto, «mi sembra un´evidente forzatura alla quale altri saranno chiamati a porre rimedio». Ha quindi annunciato il voto contrario alla relazione che, a suo parere, penalizza tutti i paesi dell´Unione e non solo l´Italia. E´ anche penalizzante «per la democrazia rappresentativa e per il futuro trattato» che contiene linee guida e principi su cui dovrebbe essere basata la distribuzione dei seggi del Parlamento. Ha poi concluso affermando che «non si può prescindere dal concetto di cittadinanza europea quale fondamento della legittimità democratica della nostra Assemblea». Roberto Musacchio (Gue/ngl, It) si è detto favorevole a un ruolo decisivo del Parlamento europeo «che spesso viene negato». Tuttavia, con questa proposta, «sembra che i governi vogliano usare strumentalmente» l´Assemblea. La proposta, ha insistito, «è sbagliata», non solo perché «l´Italia viene penalizzata», ma soprattutto perché «le ragioni di questa penalizzazione sono sbagliate». Ha quindi spiegato: «si rompe una storica parità, soprattutto si differenzia l´attribuzione dei seggi in nome a una popolazione residente a cui non viene attribuito il diritto di cittadinanza. E viene penalizzato chi, come l´Italia ha attribuito il diritto di voto ai cittadini non residenti nel paese». A suo parere, invece, occorre «una cittadinanza di residenza che abbia la possibilità però, non solo di contare per il numero di parlamentari da eleggere, ma per esprimere il diritto di voto e per essere eletti». E´ poi necessario garantire «la rappresentanza delle minoranze politiche e dei piccoli Stati, indicandolo espressamente nei criteri da seguire nelle leggi elettorali nazionali e occorre ragionare su forme nuove che valorizzino i partiti europei e la loro capacità di presentarsi come tali alle elezioni». Visto che nulla di questo è presente nella relazione, il deputato ha annunciato di non votare a favore. Alfonso Andria (Alde/adle, It), pur riconoscendo il non facile compito dei relatori, si è detto «piuttosto perplesso» del risultato del loro lavoro, «sia dal punto di vista giuridico che sotto il profilo squisitamente politico». La proposta, ha spiegato, fa riferimento per la prima volta ad un criterio di calcolo basato sulla popolazione residente in ogni Stato membro, sostituendolo al criterio di cittadinanza. E, in proposito, ha sottolineato l´esistenza di «un problema di coerenza giuridica e politica rispetto all´articolato del futuro trattato di riforma», che pone esplicitamente il principio della rappresentanza dei cittadini europei. Ma, ha aggiunto, la questione sembra anche politica, poiché viene «opacizzata» la funzione di voce e di espressione dei cittadini del Parlamento, «per giunta in un momento in cui l´Unione si impegna a diffondere la cultura della cittadinanza europea, dell´identità e dei diritti dei cittadini europei». In seguito, ha esortato a non ridurre la questione «a livello di rivendicazione nazionale» o, peggio, a sminuirla «a mero problema quantitativo». Ciò, a suo parere, «sarebbe assolutamente un approccio riduttivo e banale, francamente ingeneroso verso la reputazione italiana». Il deputato ha poi rilevato «una disparità di trattamento e una disomogeneità tra uno scaglione e l´altro», mentre spesso i parametri di riferimento «non sempre giustificano lo scarto di seggi tra un paese e l´altro». Ha pertanto concluso invitando i colleghi a votare in modo coerente con quanto stabiliscono i trattati «e con quanto fin qui, è stato e dovrebbe essere il nostro ruolo di parlamentari: espressione di una cittadinanza». Riccardo Ventre (Ppe/de, It) ha sottolineato che è «triste il discriminare dei paesi e dei parlamentari che cercano soprattutto di far rispettare dei principi basilari». La relazione, ha spiegato, «è una costruzione probabilmente buona ma che si fonda su basi di sabbia». In effetti, lede «nella sua interezza e nella sua pregnanza» il principio giuridico della cittadinanza. Pur riconoscendo che manca la certezza della base elettorale, ha sottolineato che è su questa incertezza che si intende costruire un criterio «che ci porterà ad una composizione assolutamente non rispettosa delle preesistenze e dei cittadini». Ciò, inoltre, rischia di portare come ulteriore conseguenza di fronte alla Corte di giustizia, perché è naturale rivolgersi ad essa se ci si vede lesi, «come momento di decisione suprema». Ha quindi concluso lanciando un appello al governo italiano - «che ha mostrato grandissima debolezza fino ad oggi in questa vicenda» - affinché «finalmente trovi un momento di orgoglio e possa porre e esercitare il diritto di veto rispetto a questa proposta». .
 
   
   
STRATEGIA DI SPESA PER LA R&S: L´OPINIONE DELLE IMPRESE EUROPEE PIÙ GRANDI E PIÙ PICCOLE  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2007 - I responsabili delle politiche ambiscono a garantire livelli elevati di investimento nella ricerca e sviluppo (R&s) senza pesare eccessivamente sulle finanze pubbliche, negli ultimi anni, perciò, si sono moltiplicati i dibattiti su come incoraggiare gli investimenti del settore privato. In fin dei conti, solo i dirigenti d´azienda in persona conoscono i fattori che influiscono sulle loro priorità di spesa. Ad una conferenza scientifica tenutasi a Siviglia (Spagna) il 9 ottobre, tre di questi dirigenti hanno affrontato questo tema mettendo in evidenza i fattori che esercitano un impatto sulle strategie di R&s aziendale. La conferenza, dal titolo «Knowledge for Growth: Role and Dynamics of Corporate R&d» (Conoscere per crescere: ruolo e dinamica della R&s aziendale), ha richiamato circa 140 partecipanti, molti dei quali lavorano nel mondo accademico e stanno approfondendo i diversi aspetti degli investimenti aziendali e dell´istruzione. La manifestazione è stata organizzata dall´Istituto per le prospettive tecnologiche (Ipts) del Centro comune di ricerca (Ccr) della Commissione europea. I tre oratori che hanno aperto la seconda giornata di lavori a Siviglia hanno fornito una panoramica delle priorità dei rispettivi campi di attività, chiedendo a propria volta maggiori finanziamenti pubblici per progetti dimostrativi, decantando le virtù dell´approccio aperto all´innovazione e sollecitando maggiori finanziamenti comunitari per le piccole e medie imprese (Pmi) ad elevata intensità di ricerca. Gli investimenti del settore privato nella R&s si aggirano attualmente sull´1,2% del Pil europeo, a fronte dell´1,9% degli Usa e di oltre il 2% del Giappone. José Antonio Moreno Delgado è il vicepresidente del settore ingegneria della società spagnola di energia Abengoa. Ha citato il Premio Nobel Robert Solow, ricordando che circa l´80% della crescita a lungo termine dell´economia statunitense può essere ricondotta al progresso tecnologico. Il restante 20% si basa sull´investimento di capitali. Abengoa si era indubbiamente augurata che tale stima nascondesse un fondo di verità quando ha deciso di investire 70 Mio Eur nella R&s nel 2007. Tale spesa ha già fatto conquistare ad Abengoa il primato mondiale in termini di R&s e innovazione nel bioetanolo, con nove stabilimenti a livello mondiale. La società ha ricevuto sovvenzioni per la R&s da diverse fonti, tra cui il ministero statunitense per l´Energia e varie iniziative nazionali, e ha inoltre presentato domanda per un finanziamento a titolo del nuovo Programma quadro comunitario per la competitività e l´innovazione (Cip). Tuttavia, l´azienda vorrebbe un sostegno maggiore per i progetti dimostrativi, sotto forma sia di incentivi fiscali che di sovvenzioni. Tali incentivi sono complementari agli investimenti del settore privato, e non li sostituiscono, ha affermato José Antonio Moreno Delgado. «Abengoa ritiene che il progetto dimostrativo rappresenti lo strumento chiave per consentire l´esecuzione di una politica di innovazione incentrata sullo sviluppo di nuovi prodotti per il mercato. Rappresenta la convalida operativa del progetto» ha dichiarato. «La R&s a livello di Ue è volta principalmente alla nuova conoscenza scientifica. Le risorse per l´innovazione scarseggiano. L´ue deve concentrare gli sforzi di R&s&i [R&s e innovazione] sull´acquisizione di una leadership globale nelle tecnologie per la riduzione del cambiamento climatico», ha aggiunto. José Antonio Moreno Delgado ha messo in guardia dai responsabili politici che tentano di stabilire le priorità di investimento nella R&s per il settore privato, precisando che l´azienda sarà sempre meglio informata circa la destinazione degli investimenti. I responsabili politici possono essere più utili per migliorare la sicurezza giuridica delle società che conducono R&s, ha suggerito. John van den Elst è dirigente della divisione sistemi digitali presso la Philips Applied Technologies nei Paesi Bassi. La Philips è stata fondata nel 1891 e il suo valore attuale è pari a 27 Mrd Eur. L´investimento della società di 1,7 Mrd Eur, ossia 6,2% del proprio fatturato, nella R&s è già notevole, eppure sette anni fa tale cifra superava l´8%. Da allora si è verificato un processo di «deverticalizzazione». La società ha ceduto le sue divisioni sviluppo semiconduttori e componenti. «Il fatturato è diminuito, ma l´attenzione è stata posta sul verso giusto della catena di valore», ha dichiarato John van den Elst. La strategia di Philips consiste nel condurre R&s orientata al mercato, nel controllare i rischi insiti nella ricerca, nel condividere la conoscenza nei partenariati tecnologici e nello sfruttare appieno i seminari Philips dedicati alla ricerca. La Philips svolge la ricerca internamente, dopo aver analizzato le tendenze mondiali a livello di comportamento dei consumatori. La società si concentra sul punto di incontro tra piacere e benessere. Un´idea di un nuovo prodotto deve conformarsi a tale aera obiettivo ed essere compatibile con il marchio Philips. L´azienda valuta inoltre se vi sia o meno un mercato per il nuovo prodotto in questione e se la Philips possa trarre un vantaggio competitivo dal perseguimento di tale idea. Come puntualizzato da John van den Elst, «la spesa per la R&s si basa sulla conoscenza del mercato». Al contempo, alcuni gruppi di ricerca sono impegnati nello sviluppo di altre nuove idee. A seconda del successo riscosso dall´idea, Philips si riserva di affidare la tecnologia alla Philips, di immetterla sul mercato, di venderla a qualcun altro, o di creare una nuova società che se ne occupi. Ullrich Schröder ha fatto un passo indietro rispetto alla situazione intricata delle priorità della R&s, e nella sua presentazione si è concentrato sull´importanza delle Pmi per la competitività economica dell´Ue. Ullrich Schröder è un consulente in materia di R&s presso l´Ueapme, l´Unione europea dell´artigianato e delle piccole e medie imprese. Sottolineando la diminuzione della percentuale complessiva dei fondi comunitari destinati alla R&s aziendale in ciascuno dei programmi quadro dell´Ue per la R&s, Ullrich Schröder ha ricordato che le Pmi hanno subito un duro colpo. La lunga durata dei progetti finanziati a titolo dei programmi quadro comunitari, l´inclusione di diversi partner, l´attenzione posta sull´alta tecnologia e i bilanci ingenti coinvolti rendono difficile la partecipazione da parte delle Pmi, ha precisato Ullrich Schröder. «Se non aumenteremo la spesa a favore della R&s delle Pmi non realizzeremo mai l´obiettivo di Barcellona [di aumentare l´investimento nella R&s al 3% del Pil]. Mai», ha sostenuto. La soluzione consiste nel creare un ambiente imprenditoriale in cui le Pmi possano sopravvivere, innovare e sviluppare uno spirito imprenditoriale e nell´introdurre programmi per sostenere lo sviluppo tecnologico a tutti i livelli, ha sottolineato Ullrich Schröder. Il programma comunitario Craft, studiato appositamente per le Pmi, ha avuto notevole riscontro e le domande sono state molteplici. L´ueapme è disposta a sostenere altri programmi analoghi a livello comunitario e nazionale ed è favorevole all´esternalizzazione della ricerca alle Pmi in seno ad altri programmi. Ullrich Schröder ha concluso ribadendo le richieste precedenti di una conferenza di follow-up. «Dobbiamo concentrarci maggiormente sulla R&s aziendale e imparare gli uni dagli altri», ha concluso. Per maggiori informazioni sull´Ipts consultare: http://www. Jrc. Es/ .  
   
   
LO SWISS FINANCE INSTITUTE: UN MODELLO PER L´IET?  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2007 - L´integrazione dei tre pilastri del triangolo della conoscenza (ricerca, istruzione e innovazione) viene spesso considerata fondamentale per una società basata sulla conoscenza. L´industria svolge un ruolo importante in questo processo. Lo Swiss Finance Institute (Sfi) è riuscito a instaurare una stretta collaborazione tra le università e il settore finanziario nell´ambito della ricerca finanziaria. Secondo quanto emerso il 9 ottobre 2007 da una riunione informativa della Missione svizzera presso l´Ue, l´istituto rappresenta uno dei vari modelli ai quali l´Unione europea dovrebbe ispirarsi per programmare l´Istituto europeo di tecnologia (Iet). Creato nel 2005 dal governo federale, dal settore bancario, noto a livello internazionale, e dai principali atenei della Svizzera, nonché da diverse fondazioni preesistenti, lo Sfi è una fondazione privata volta a promuovere le attività di ricerca nel settore finanziario. Tutti i partner contribuiscono al bilancio dell´istituto con 18 Mio Chf (10,8 Mio Eur) l´anno. Ogni anno il governo federale erogherà dai 3 ai 4 Mio Chf, le fondazioni private stanzieranno 2 Mio Chf e le università aggiungeranno 6 Mio Chf tramite il cofinanziamento di progetti di ricerca e misure strutturali. Le banche colmano eventuali lacune finanziarie grazie all´istituzione di un fondo comune che sarà utilizzato per versare fino a 7 Mio Chf l´anno per i prossimi 15 anni. La maggior parte dei fondi viene utilizzata per finanziare le retribuzioni dei professori, i progetti di ricerca, uno speciale programma di dottorato e per sostenere l´istruzione dei dirigenti del settore bancario e finanziario. «L´intenzione è riunire i vari operatori partendo però da una base già esistente», afferma Jean-pierre Danthine, direttore dello Sfi. «L´idea è che, con l´individuazione di obiettivi comuni e l´apporto di nuove risorse da parte del settore privato, nonché grazie a un nuovo impegno del settore pubblico, proveniente dal governo o dalle università, riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi comuni. » Uno degli obiettivi è il miglioramento del sistema universitario svizzero, spiega Jean-pierre Danthine. Rafforzando l´impegno delle università e del settore pubblico e raccogliendo denaro dal settore privato, si è ottenuta una «sorta di effetto leva» a vantaggio sia del sistema universitario sia dell´industria. Lo Sfi è diretto da un consiglio di fondazione, costituito da rappresentanti dei vari settori. Tutto ciò che riguarda la scienza resta però nelle mani del consiglio scientifico che è composto da docenti di tecnica bancaria e finanziaria di fama internazionale. Nonostante il suo evidente successo, il modello dello Sfi ha i suoi limiti e, finora, è stato applicato solo al settore della ricerca finanziaria. Di conseguenza, potrebbe non essere pienamente applicabile all´Istituto europeo di tecnologia. Lo Sfi si trova tuttavia dinanzi ad alcune delle stesse sfide che dovrà affrontare l´Iet, quali la dispersione geografica di una struttura decentralizzata, sottolinea Danthine. «Ora siamo anche riusciti a sviluppare l´interesse dell´industria per gli studi dottorali come valido modo di promuovere la ricerca», aggiunge. «Abbiamo ottenuto tale obiettivo nell´ambito della finanza, ma sono certo che esistono altri settori in cui l´industria si renderà rapidamente conto che gli investimenti nei giovani e nella ricerca potranno risultare vantaggiosi sia per il mondo accademico che per l´industria». Matteo Bonifacio, responsabile dello sviluppo di politiche presso la Direzione generale «Istruzione e cultura» della Commissione europea, pur riconoscendo che lo Sfi è stato in grado di attrarre finanziamenti dal settore privato, ritiene che quello svizzero sia solo uno dei molti modelli su cui potrebbe basarsi l´Iet e che dovranno essere esaminati. «Stiamo cercando di apprendere le migliori prassi», afferma Bonifacio, il quale ritiene che il modello dello Sfi abbia una forte connotazione culturale e che sia difficile stabilire se sarebbe in grado di funzionare in un contesto eterogeneo come l´Ue. «L´iet dovrà operare a livello europeo, mentre lo Swiss Finance Institute può concentrarsi sul livello nazionale svizzero», sottolinea Bonifacio. «In secondo luogo, l´Iet affronterà sfide quali i cambiamenti climatici e, pertanto, non si dedicherà a un settore in particolare. Queste, però, sono tutte iniziative che possono essere di reciproco vantaggio. » «L´aspetto più interessante dell´Iet è che non si limita a una sola disciplina. L´istituto europeo di tecnologia non si occuperà di matematica, ma si avvarrà di matematici per affrontare determinate sfide», prosegue Matteo Bonifacio. «Non ci concentreremo su campi tradizionali della scienza, ma cercheremo di combinarli e di renderli trasversali ad altri settori nel tentativo di creare qualcosa di nuovo. L´obiettivo finale è affrontare una sfida con un impatto socioeconomico, in modo tale da accrescere la capacità europea di competere sulla scena globale». Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Swissfinanceinstitute. Ch/ http://ec. Europa. Eu/education/policies/educ/eit/index_en. Html .  
   
   
RISORSE UMANE AL CENTRO DEL SER  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2007 - Mobilità, assunzioni, genere, sicurezza sociale nonché la Carta e il Codice di condotta sono stati solo alcuni degli argomenti illustrati dal gruppo di esperti «Ricercatori» del Ser (Spazio europeo della ricerca), che ha presentato le sue conclusioni provvisorie alla conferenza sul futuro della scienza e della tecnologia in Europa svoltasi a Lisbona (Portogallo). Dopo la pubblicazione del Libro verde sul Ser, la Commissione ha incaricato diversi gruppi di esperti di esaminare più approfonditamente alcuni aspetti specifici dello Spazio europeo della ricerca. Il gruppo «Ricercatori» è presieduto da Alex Quintanilha, dell´Istituto di biologia molecolare e cellulare di Porto (Portogallo). Dalla consultazione sul Libro verde è emerso che, secondo molti operatori, per il successo del Ser è fondamentale adottare un approccio sistematico alla gestione delle risorse umane. Per quanto riguarda le assunzioni e le strutture disposte ad avvalersi di scienziati all´inizio della loro carriera, il gruppo critica il fatto che troppo spesso i posti da ricercatore universitario non sono adeguatamente pubblicizzati e vengono assegnati a personale nazionale o addirittura interno. «Deve essere obbligatorio rendere nota la disponibilità di posti di ricercatore», ha dichiarato il professor Quintanilha. Inoltre, il gruppo raccomanda che l´intero processo di assunzione sia quanto più trasparente possibile e che, a tal fine, i posti di lavoro vacanti vengano pubblicizzati con netto anticipo, insieme ai loro criteri di selezione. Deve inoltre essere possibile consultare i Cv sia dei membri della commissione di valutazione che dei candidati. Nel suo documento sulle conclusioni provvisorie, Koen Van Dam, presidente della Federazione europea delle associazioni di dottorandi e giovani ricercatori (Eurodoc), ha aggiunto che questi criteri devono valere anche per i posti di dottorato. Van Dam ha inoltre chiesto un miglioramento delle condizioni di lavoro di chi è impegnato in un dottorato di ricerca. «La ricerca è un lavoro in ogni fase, anche in quella dottorale», ha affermato, aggiungendo che questo è un dato di fatto che deve trovare riscontro negli stipendi e nelle prestazioni previdenziali. Un grande ostacolo alla mobilità in Europa è l´incertezza riguardo alla trasferibilità dei diritti nell´ambito della previdenza sociale. Il 53% circa di coloro che hanno risposto alla consultazione generale della Commissione sul Ser ha inoltre chiesto un nuovo quadro giuridico europeo, che stabilisca norme comuni adatte ai lavoratori ad alta mobilità. Nella sua relazione intermedia, il gruppo di esperti esorta la Commissione e gli Stati membri a garantire un maggiore coordinamento dei sistemi previdenziali. Tra le priorità individuate figura anche la necessità di rendere il Ser più allettante per le donne. Il gruppo ritiene che le procedure di selezione e assunzione seguite da università e istituti di ricerca e la «cultura di scarsa apertura nei confronti delle donne» che permea queste organizzazioni, siano due dei principali ostacoli che impediscono a un maggior numero di donne di intraprendere carriere scientifiche. «I responsabili politici devono adottare azioni valide e urgenti per promuovere la rappresentanza di genere in tutti i comitati, le commissioni e gli organi direttivi (di selezione), facendo in modo che questo diventi un criterio per l´ammissibilità ai finanziamenti a vari livelli», scrive il gruppo di esperti, proponendo altresì di stanziare una parte dei fondi del Settimo programma quadro (7°Pq) alla ricerca condotta dalle donne, mantenendo al contempo l´eccellenza scientifica come criterio fondamentale di finanziamento. Il gruppo di esperti rileva che molte delle questioni individuate nel corso del suo lavoro potrebbero essere affrontate applicando i principi della Carta europea dei ricercatori e del Codice di condotta per l´assunzione dei ricercatori, documenti la cui prima stesura risale al 2005. Tuttavia, la Carta e il Codice sono poco conosciuti sia tra gli scienziati senior che tra i ricercatori più giovani. Il gruppo esorta la Commissione a promuovere attività di divulgazione e sensibilizzazione sulla Carta e sul Codice e chiede alle agenzie di finanziamento di adottare i principi di questi due documenti in materia di mobilità, assunzione, condizioni di lavoro e previdenza sociale in tutte le condizioni di sovvenzionamento. «Attuare i principi della Carta e del Codice è un obiettivo ambizioso e le ambizioni devono sempre essere accompagnate dalle risorse opportune. Si potrebbero promuovere la volontà e l´impegno a livello politico assegnando un´etichetta o un sigillo alle istituzioni impegnate ad applicare i principi di questi due documenti», suggerisce il gruppo. Il professor Quintanilha ha sottolineato il fatto che quello presentato a Lisbona è essenzialmente un documento di lavoro e che verso la fine dell´anno sarà pubblicata una nuova versione del testo. Per ulteriori informazioni consultare: http://ec. Europa. Eu/research/conferences/2007/fst/index_en. Htm .  
   
   
POTOCNIK CHIEDE ALLA BOSNIA-ERZEGOVINA L´ATTUAZIONE DI POLITICHE IN MATERIA DI RICERCA E PROMETTE IN CAMBIO IL SUO APPOGGIO  
 
 Bruxelles, 15 ottobre 2007 - Janez Potocnik, commissario europeo per la Scienza e la ricerca, ha chiesto direttamente ai membri dell´Accademia delle scienze e delle arti della Bosnia-erzegovina di assistere il governo nella riforma della ricerca e dell´istruzione. In particolare, il commissario ha chiesto all´Accademia di aiutare il governo a redigere una tabella di marcia che individui le componenti chiave della ricostruzione del potenziale scientifico del paese, e di contribuire a formare una nuova generazione di scienziati. Il commissario ha inoltre raccomandato al governo le materie su cui incentrare le risorse disponibili. Ma Potocnik non è arrivato a Sarajevo a mani vuote: il commissario ha anche promesso il suo sostegno per l´adesione della Bosnia-erzegovina all´Ue e ha proposto al paese l´associazione formale al Settimo programma quadro (7°Pq). «Comprendo la situazione che state affrontando in questo paese per quanto riguarda la scienza, l´istruzione e l´innovazione», ha dichiarato il commissario, indicando come problema principale la mancanza di infrastrutture di ricerca, di finanziamenti per gli investimenti, di personale di ricerca e di una solida governance per la ricerca e l´istruzione superiore. Inoltre, ed è questo l´aspetto più importante, non esiste ancora una strategia di livello statale per la ricerca e lo sviluppo (R&s) che si occupi di questi problemi. Potocnik ha paragonato le sfide affrontate dalla Bosnia-erzegovina a quelle dell´Ue, pur riconoscendone la maggiore complessità in Bosnia-erzegovina. Ha illustrato ai presenti come ha agito l´Ue per far fronte ai propri problemi, e ha ipotizzato che questi interventi potrebbero essere imitati. Tra le attività figurano trattenere i ricercatori grazie a carriere attraenti e garantire mobilità, incoraggiare la creazione di reti europee di eccellenza, sostenere il raggruppamento di risorse e la formazione di partenariati fra scienziati e imprenditori. Il commissario ha sottolineato l´importanza cruciale degli investimenti nelle infrastrutture di ricerca. Data la mancanza di disponibilità di finanziamenti in Bosnia-erzegovina, ha raccomandato di incentrarsi su settori industriali importanti quali le tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic), la salute, l´ambiente, l´energia e l´agricoltura. L´obiettivo di investire il 3% del Pil nella R&s potrebbe rimanere irraggiungibile per qualche tempo in Bosnia-erzegovina, ma fissare un esplicito obiettivo risulterebbe utile, ha fatto presente Potocnik. Il commissario ha assicurato agli scienziati del paese che non sono soli. Ha affermato che vorrebbe che la Bosnia-erzegovina aderisse all´Ue e che un importante passo in questa direzione è l´integrazione nello Spazio europeo della ricerca (Ser). «A tal fine, offrirò al vostro governo la possibilità che Ia Bosnia-erzegovina sia associata formalmente al Settimo programma quadro», ha dichiarato. La partecipazione al 7°Pq ha un costo, ma se la Bosnia-erzegovina fosse un candidato ufficiale, potrebbe avvalersi dei finanziamenti disponibili a titolo dello strumento di preadesione per controbilanciare questi costi. «So che avete bisogno di molto più, quindi tornerò a Bruxelles e vedrò come posso intervenire», ha promesso il commissario. . .  
   
   
CHATZIMARKAKIS NOMINATO MIGLIOR EURODEPUTATO 2007 NEL SETTORE DELLA RICERCA E DELLA TECNOLOGIA  
 
Bruxelles, 15 ottobre 2007 - L´eurodeputato liberaldemocratico tedesco Jorgo Chatzimarkakis si è aggiudicato il premio assegnato da «The Parliament Magazine» al miglior eurodeputato nel settore della ricerca e della tecnologia. In occasione della nomina dell´on. Chatzimarkakis, i responsabili della pubblicazione hanno menzionato le sue preziose attività nel settore delle politiche di ricerca e tecnologia, ricordando il sostegno all´Istituto europeo di tecnologia (Iet). L´on. Chatzimarkakis è il relatore ombra per la relazione sull´Iet, attualmente al vaglio delle istituzioni Ue. L´eurodeputato ha affermato che la ricerca consiste nel trasformare il denaro in conoscenza, mentre scopo dell´innovazione è trasformare la conoscenza in denaro: questo, a suo giudizio, dovrebbe essere il principale obiettivo dell´Iet. Ritirando il premio, l´on. Chatzimarkakis ha ringraziato l´on. Buzek, relatore per il Settimo programma quadro (7°Pq) dell´Ue. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Chatzi. De/ .  
   
   
THE INTERNATIONAL RESPONSE TO EMERGENCIES: LESSONS LEARNED AND NEW CHALLENGES  
 
Milano, 15 ottobre 2007 – Il prossimo 29 ottobre (9. 15-18. 00) l´Ispi, nell´ambito dell´Osservatorio Emergenze e Affari Umanitari, promuove una Conferenza Internazionale dal titolo: "The International Response to Emergencies: Lessons Learned and New Challenges" "Response to Emergencies: Current Situation"; "Interventions in Conflict and Post-conflict Areas"; "Disaster-response Capacity and New Challenges"; "The Challenge of Effectiveness". All´evento interverranno rappresentanti del Segretariato delle Nazioni Unite, Commissione Europea, Ministero degli Affari Esteri italiano e di Enti di ricerca internazionali. La Conferenza è organizzata con il patrocinio di Italia Aiuta e del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, oltre che con il sostegno della Compagnia di San Paolo e della Regione Lombardia. Www. Ispionline. It .  
   
   
IL VENETO ENTRERA’ IN CARTA AREE METROPOLITANE UE. MARANGON: “CON ESPON ACQUISITA VISIBILITA’ EUROPEA” PROCEDE IL CAMMINO DEL PTRC: IN CONSIGLIO ENTRO L’ESTATE 2008  
 
Venezia, 12 ottobre 2007 - Il Veneto verrà inserito quanto prima nella Carta Europea Espon (European Spatial Planning Observation Network), il più importante documento cartografico comunitario che indica le aree metropolitane riconosciute all’interno della programmazione territoriale europea. L’annuncio è stato dato l’11 ottobre a Venezia direttamente dal responsabile di Espon, l’inglese Peter Mehlbye, all’Assessore regionale alla Politiche per il Territorio Renzo Marangon. Entrambi partecipavano ad un Seminario organizzato dalla Regione a Palazzo Franchetti per illustrare ad Amministratori locali e tecnici della pianificazione la nuova programmazione in corso per delineare il “Terzo Veneto”, a partire dal nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (Ptrc). “E’ una gran buona notizia – ha detto Marangon – perché la carta Espon è un documento poco conosciuto, ma fondamentale per contare in Europa. Sinora il nord Italia vi era coinvolto con Milano e Bologna. Più ad est nulla, sino a Zagabria. Adesso il lavoro di programmazione che abbiamo portato avanti in sede europea con la partecipazione al Programma Poly-dev (Polycentric Development), in sede nazionale con il Tavolo Interregionale Adria-po Valley, e in sede veneta con il nuovo Ptrc, ha ottenuto il giusto riconoscimento. Essere inseriti in Espon – ha aggiunto Marangon – vuol dire essere riconosciuti a pieno titolo come area metropolitana diffusa e contare davvero quando si devono definire svariati progetti europei sulla base di una realtà formalmente riconosciuta nei documenti territoriali comunitari”. Nel frattempo procede secondo i tempi previsti il cammino del nuovo Piano Territoriale Regionale di Coordinamento del Veneto, che era al centro del seminario odierno. Il Documento Preliminare al Ptrc è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (Bur) del 2 ottobre. “Adesso – ha detto Marangon – inizia la fase del confronto con tutte le diverse espressioni istituzionali, associative, culturali ed economiche di quello che si può definire ‘il Veneto che conta’. Qualche mese di lavoro e quindi, entro l’estate 2008, il Ptrc approderà in Consiglio regionale”. Il Documento preliminare del Ptrc ha già anche il parere favorevole di Valutazione Ambientale Strategica (Vas), ed è stato redatto con l’alta consulenza dei 4 “saggi” (Ulderico Bernardi, Ferruccio Bresolin, Paolo Feltrin e Mario Rigoni Stern) che, sin dalla “Carta di Asiago”, stanno affiancando la Regione. Esso è composto da un’articolata relazione di sintesi, con una “vision” complessiva suddivisa in 6 ambiti: uso del suolo; biodiversità; energia, risorse, ambiente; mobilità; sviluppo economico, produttivo, ricettivo, turistico e rurale; crescita sociale e culturale. Gli assi fondamentali attorno ai quali si articola sono le città, che costituiscono il luogo dove si svolgeranno le sfide del futuro, ; il paesaggio, visto in un’ottica meno idealista, capace anche di valorizzare i nuovi paesaggi della quotidianità; e la montagna, vista non più come “area diversa”, ma come “area integrata”. A questi, in un’ottica trasversale, si aggiungono la biodiversità e la lotta ai cambiamenti climatici. .  
   
   
EUROPA: LA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA SI PREPARA ALLA FESTA PER SLOVENIA IN SCHENGEN  
 
Trieste, 15 ottobre 2007 - Si precisano meglio i contorni del programma di manifestazioni che accompagneranno, nel prossimo dicembre, l´ingresso della Slovenia nell´area Schengen. Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, ha riunito l’ 11 ottobre attorno ad un tavolo unico, i diversi soggetti istituzionali interessati: dal sottosegretario di Stato Ettore Rosato ai sindaci di Gorizia e Trieste Ettore Romoli e Roberto Dipiazza, ai presidenti delle due province Maria Teresa Bassa Poropat ed Enrico Gherghetta, ai prefetti Giovanni Balsamo e Roberto De Lorenzo, al presidente della Camera di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti. La scelta dell´Unione Europea, ha ricordato Illy, fatta per tutte le realtà che - come la Slovenia - compiranno questo ulteriore passo di integrazione, è quella di individuare, nei diversi paesi coinvolti, le città di confine come sede dove svolgere la manifestazione ufficiale. Gorizia quindi, ma - ha sottolineato il presidente - questa indicazione non esclude il coinvolgimento di Trieste in eventi diversi sempre nella stessa giornata del 22 dicembre. Molti gli spunti emersi e le iniziative che si stanno portando avanti con la prevista partecipazione delle istituzioni comunitarie e nazionali di Italia e Slovenia. A corollario dell´ufficialità anche progetti con spazi dedicati alla musica, allo sport, a manifestazioni tradizionali, come confini aperti , da rileggere in questa prospettiva allargata coinvolgendo i comuni della provincia di Trieste e quelli ,vicini, della Slovenia. L´amministrazione regionale, ha concluso Illy, è pronta a sostenere l´impegno di una giornata importante per le nostre terre e le nostre comunità. .  
   
   
OPEN DAYS: 70 SINDACI E 40 STUDENTI FVG A SCUOLA DI EUROPA  
 
 Bruxelles, 15 ottobre 2007 - In viaggio attraverso l´Europa per conoscere l´Unione europea, per apprendere da vicino le opportunità che offre e le regole che impone di rispettare. Con questo obiettivo sono arrivati a Bruxelles un centinaio fra sindaci, assessori e consiglieri del Friuli Venezia Giulia, protagonisti del percorso-studio organizzato dall´Aiccre regionale che li ha portati nelle Euroregioni franco-tedesca Regio Pamina e tedesco-olandese Egregio. Guidati dal presidente dell´Aiccre, Antonio Martini, gli amministratori locali hanno partecipato l’ 11 ottobre al seminario "Europa Amica", svoltosi nella sede di rappresentanza europea della Regione Friuli Venezia Giulia, dove sono stati accolti dall´assessore alle Relazioni comunitarie, Franco Iacop. "L´europa va diffusa e sviluppata alla base, in quegli ambiti locali che voi rappresentate", ha spiegato Iacop, concludendo la seconda edizione di un´iniziativa che contribuisce ad avvicinare l´impostazione comunitaria a tutte le realtà del Friuli Venezia Giulia. Acquisire dimensione europea a livello istituzionale ed operativo è un dovere, una necessità ma anche una grande chance, ha commentato Iacop, ribadendo che è volontà della Regione portare il messaggio europeista negli enti locali, al fine di agevolarli in un processo di crescita integrata ormai imprescindibile. Utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla Ue, infatti, è possibile alzare il livello di competitività e, contemporaneamente, migliorare la coesione e la comprensione reciproca in funzione di obiettivi comuni. D´ora in poi, ha ricordato l´assessore, anche le Regioni risponderanno in solido del mancato rispetto delle disposizioni comunitarie, motivo in più per elevare il tasso di conoscenza in funzione di un modello partecipativo che il Friuli Venezia Giulia ha sposato per primo in Italia nel 2005, contestualmente con l´adozione delle leggi comunitarie. Vivere l´Europa attivamente non è solo riuscire ad ottenere i fondi ma anche e soprattutto incidere positivamente sull´applicazione e sulla comprensione delle nuove regole. Una riflessione che Iacop ha posto anche a quaranta giovani del Movimento Federalista Europeo, tutti studenti di Scienze diplomatiche internazionali e Relazioni pubbliche delle istituzioni dell´Università di Udine, che hanno visitato la sede regionale di Bruxelles nell´ambito di un tour alla scoperta delle istituzioni europee. Iacop ha illustrato loro scenari e strategie di un´Europa divisa tra scetticismo nazionalistico, caratterizzato dalla volontà di unire l´economia ma dividere le politiche, e forte volontà di integrazione e rafforzamento comune. Un approccio, quest´ultimo, sposato dal Friuli Venezia Giulia assieme al sistema delle Regioni che, consapevoli della necessità di un aggiornamento-snellimento delle norme che regolano un´Europa allargata, chiedono una sempre maggiore attenzione alle politiche territoriali. . .  
   
   
PUGLIA AGLI OPEN DAYS DI BRUXELLES: LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA 2007-13  
 
 Bari, 15 ottobre 2007 - La Regione Puglia è stata invitata agli Open Days 2007 organizzati dal Comitato delle Regioni e dalla Commissione Europea a Bruxelles. Dopo una attenta selezione delle candidature proposte dalle varie Regioni Europee la Regione Puglia è stata individuata quale buon esempio per presentare le procedure di avvio del percorso di pianificazione strategica previsto per le 10 Aree Vaste nei Piani Operativi 2007-2013. Nella sessione pomeridiana del 9 ottobre il Prof. Giuseppe Moro, Presidente del Nucleo di valutazione e verifica degli Investimenti Pubblici, ha presentato le linee guida per i piani Strategici di Area Vasta. Il tavolo di lavoro è stato particolarmente attento ed interessato ed altre Regioni Europee si sono dimostrate interessante ad approfondire il modello proposto, nonché a relazionarsi con gli Uffici Regionali per lo scambio di esperienze e buone prassi. Nella relazione proposta si è enfatizzato il ruolo previsto per le 10 aree vaste per l’attuazione del Documento Strategico Regionale 2007-2013 e del Programma Operativo Fesr 2007-2013. Tale approccio è stato ritenuto dall’intera platea dei partecipanti, innovativo e sperimentale in termini progettuali, amministrativi e gestionali. L’assessore al Bilancio e Programmazione Francesco Saponaro, nell’apprezzare il lavoro svolto e l’attenzione europea sui programmi proposti dalla Regione Puglia, ha rimarcato che “si tratta di una scelta programmatica, affrontata da tempo e con determinazione dalla Regione per valorizzare le aggregazioni territoriali propositive e per concretizzare, nella fase operativa, il conferimento di funzioni e compiti amministrativi al sistema delle Autonomie locali, migliorando l’efficacia della fase di programmazione e gestione delle risorse dei Fondi Strutturali 2007/2013 e rendendo trasparenti i relativi criteri di allocazione delle risorse finanziarie”. “Tale cammino – prosegue Saponaro - ipotizzato per la programmazione comunitaria 2007-2013 potrebbe anche essere esteso ai criteri di individuazione dei progetti a valere sulle risorse Fas”. .  
   
   
CORSO DI ALTA FORMAZIONE IN DIRITTO DELL´UNIONE EUROPEA "ALTIERO SPINELLI"  
 
 Roma, 15 ottobre 2007 - La Regione Lazio promuove la formazione di esperti sulla storia, il diritto e l’economia dell’Unione europea per opportunità di lavoro a livello istituzionale ed economico. In occasione dei cento anni dalla nascita di Altiero Spinelli (31 agosto 1907 – 31 agosto 2007) si vuole ricordare il padre del federalismo europeo con una iniziativa che, tramite la formazione sui temi dell’integrazione europea, conservi tra i giovani la attualità del suo pensiero. Il corso finanziato dalla Regione Lazio e realizzato dall´Associazione Cantiere Europa è riservato a 25 laureati in discipline coerenti con il piano di formazione. La selezione dei candidati si svolgerà sulla base della valutazione dei titoli, di una prova scritta e di un colloquio. La partecipazione al corso è gratuita per gli idonei e per 5 uditori. .  
   
   
BULGARIA, INFLAZIONE STIMATA IN AUMENTO  
 
Sofia, 15 ottobre 2007 - Secondo una ricerca del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), l´inflazione 2007 della Bulgaria toccherà quota 8 percento. La precedente stima parlava invece di una percentuale vicina al 4,5 p. C. , secondo Reporter. Gr. Causa del deciso rialzo nelle previsioni sono gli allagamenti avvenuti durante l´anno, che hanno danneggiato gravemente il settore agricolo, spingendo verso l´alto i prezzi degli alimentari. Il Fondo conclude la propria ricerca esprimendo la convinzione che, superate le difficoltà, l´inflazione per il 2008 tornerà al 4 percento. .  
   
   
SLOVENIA, LIBRO BIANCO COMMERCIO E INVESTIMENTI  
 
Lubiana, 15 ottobre 2007 - Il ministero dell´Economia sloveno ha abbozzato un libro bianco su commercio e investimenti. Esso contiene le linee base della politica di libero commercio dell´Ue e il punto di vista sloveno su alcune misure della stessa. "Lo scopo del libro bianco è motivare le imprese slovene a partecipare nella formazione dei punti di vista che rappresentano i loro interessi", ha detto il ministro dell´Economia sloveno, Andrej Vizjak, ripreso dal sito web del governo sloveno. Vizjak ha dichiarato che è importante che il punto di vista rappresentato dalla Slovenia in sede Ue dia voce a quello reale delle imprese slovene. .  
   
   
MEF: PER UNA CORRETTA VALUTAZIONE DELLA POLITICA DI BILANCIO DEL GOVERNO  
 
Roma, 15 ottobre 2007 - Con riferimento all´audizione del Governatore della Banca d´Italia, Mario Draghi, alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato dello scorso 10 ottobre, si precisa quanto segue: 1. Nell´audizione si afferma che l´indebitamento netto nel 2006 risulta pari al 2,5% del Pil, se si escludono gli oneri straordinari derivanti dalla cancellazione di crediti dello Stato nei confronti delle Ferrovie e della sentenza della Corte di Giustizia in materia a di Iva. Tale valore viene inoltre usato come parametro di riferimento per valutare la correzione dei conti pubblici tra il 2006 e il 2007 (pari allo 0,1% del Pil, se si considera la riduzione dell´indebitamento netto dal 2,5% al 2,4% del Pil). 2. Ai fini di una corretta valutazione dell´evoluzione dei saldi di bilancio tra il 2006 e il 2007, tuttavia, occorre rendere omogeneo e significativo il confronto tra i due esercizi, tenendo quindi conto di "tutti" i fattori una tantum, sia migliorativi che peggiorativi, che incidono su di essi. 3. Come già riportato nel Dpef dello scorso giugno e successivamente nella Nota di Aggiornamento, il totale delle misure una tantum nel 2006 si situa all´1,2% del Pil. Al netto di queste, pertanto, il disavanzo del 2006 è pari al 3,3% (4,4% meno 1,2% tenendo conto degli arrotondamenti). Lo stesso calcolo per il 2007 fornisce una stima del disavanzo pari al 2,5% del Pil (le misure a carattere straordinario incidono solo per lo 0,1-0,2%). Sono questi i dati cui occorre fare riferimento ai fini di una valutazione omogenea e significativa dell´azione di politica di bilancio adottata dal Governo. 4. In conclusione, come riportato nella tavola 6 della Nota di Aggiornamento al Dpef 2008-2011: l´indebitamento netto si è ridotto dal 4,4% del Pil nel 2006 al 2,4% nel 2007 (0,4% del Pil in più di quanto richiesto da Bruxelles); l´indebitamento netto corretto per le misure una tantum si è ridotto dal 3,3% del Pil al 2,5%; l´indebitamento netto strutturale (al netto delle una tantum e del ciclo economico, calcolato secondo la metodologia adottata da tutti i paesi Ue), sempre tra 2006 e 2007, si è ridotto dello 0,5% del Pil. L´aggiustamento strutturale nel biennio 2006-07 ammonta all´1,8% del Pil, 0,2 punti in più rispetto a quanto raccomandato dal Consiglio Ue nel contesto della procedura di disavanzo eccessivo avviata nei confronti dell´Italia nel luglio 2005. Tabella - Saldi di finanza pubblica, misure una-tantum ed effetto del ciclo (nota di Aggiornamento al Dpef 2008-2011)
2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Indebitamento netto -3,5 -4,2 -4,4 -2,4 -2,2 -1,5 -0,7 0,0
Saldo di bilancio al netto una tantum -4,7 -4,8 -3,3 -2,5 -2,3 -1,6 -0,8 -0,1
Indebitamento netto strutturale* -4,6 -4,1 -2,8 -2,3 -2,1 -1,3 -0,6 0,1
variazione indebitamento netto strutturale -0,5 -0,5 -1,3 -0,5 -0,2 -0,7 -0,8 -0,7
* al netto delle una tantum e corretto per il ciclo
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EMISSIONE DI UN NUOVO BPT A 30 ANNI  
 
Roma, 15 ottobre 2007 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica di aver affidato a Abn Amro Bank, Bnp Paribas, Citigroup Global Markets, Jp Morgan Securities, Monte dei Paschi di Siena Capital Services il mandato per il collocamento sindacato di un nuovo Btp a 30 anni con scadenza 1º Agosto 2039. La transazione sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato. .  
   
   
NOTIFICATO AD UNICREDIT L’ATTO DI CITAZIONE RELATIVO ALLA CAUSA INTENTATA DA ALCUNI AZIONISTI DI MINORANZA DI HVB  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - Unicredit informa che l0 11 ottobre è stato notificato alla società e, personalmente, al suo Amministratore Delegato, Alessandro Profumo, l’atto di citazione relativo alla causa intentata da alcuni hedge funds, azionisti di minoranza della controllata tedesca Hypovereinsbank Ag. Tale azione è diretta ad ottenere il risarcimento dei danni asseritamente arrecati a Hvb in conseguenza di alcune operazioni di riorganizzazione del Gruppo a seguito all’aggregazione con Hvb medesima. Unicredit ritiene infondata l’azione avanzata, dal momento che le transazioni in questione sono state effettuate dietro corrispettivi congrui e ritenuti tali anche sulla base di opinioni e valutazioni esterne e indipendenti. Pertanto, Unicredit e l’Amministratore Delegato, Signor Profumo, intendono costituirsi in giudizio a tutela dei rispettivi diritti. .  
   
   
LE BANCHE DEL GRUPPO UBI BANCA APPROVANO LA CESSIONE DI 61 SPORTELLI A BANCA POPOLARE DI VICENZA  
 
 Bergamo e Vicenza, 15 ottobre 2007 – I Consigli di Amministrazione delle Banche del Gruppo Ubi Banca interessate dalla vendita di complessivi 61 sportelli a Banca Popolare di Vicenza, annunciata in data 19 settembre scorso, hanno approvato la cessione rispettivamente di 11 sportelli facenti capo alla Banca Popolare di Bergamo, 32 sportelli facenti capo al Banco di Brescia e 18 sportelli di pertinenza della Banca Popolare Commercio e Industria e conferito mandato ai rispettivi delegati di procedere alla stipula dei contratti di cessione dei rami d’azienda considerati, non appena completate le necessarie procedure sindacali già in corso. Gli sportelli oggetto di cessione, ubicati a Brescia (37) e a Bergamo (24), presentavano, al 31 dicembre 2006, masse intermediate complessivamente pari a 2. 364 milioni di euro, di cui 618 milioni di raccolta diretta, 796 milioni di raccolta indiretta e 950 milioni di impieghi. L’operazione consentirà a Ubi Banca di ottemperare alle disposizioni della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contenute nel provvedimento n. 16673 del 12 aprile 2007, e a Banca Popolare di Vicenza di proseguire nella propria strategia di espansione in zone ad alta attrattività. L’operazione, soggetta ad autorizzazione da parte delle Autorità competenti, si prevede possa perfezionarsi entro fine anno, ed in ogni caso entro il 13 febbraio 2008, in ottemperanza con quanto disposto dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Il controvalore dell’operazione, 488 milioni di euro, comporterà una plusvalenza per il Gruppo Ubi Banca, che verrà contabilizzata al perfezionarsi dell’operazione. Tale plusvalenza è stimata dal Gruppo Ubi Banca, al netto dell’avviamento delle filiali del Banco di Brescia - che verrà determinato in via definitiva a fine esercizio con l’allocazione delle differenze di fusione - e delle imposte, in oltre 270 milioni di euro. Nell’operazione, Ubi Banca è assistita dagli advisor Rothschild (finanziario) e Studio Chiomenti (legale), mentre Banca Popolare di Vicenza è assistita da Morgan Stanley (finanziario) e dallo Studio Legale Bonelli, Erede, Pappalardo (legale) .  
   
   
AZIONI CAPITALIA RISULTATI DELL’OFFERTA IN OPZIONE DI N. 82.703.400  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - In data 1° ottobre 2007 ha avuto efficacia la fusione per incorporazione di Capitalia S. P. A. In Unicredito Italiano S. P. A. E conseguentemente risultano avverate tutte le condizioni di efficacia dei diritti di recesso esercitati: pertanto, da tale data, si è provveduto ad effettuare le operazioni di concambio attribuendo azioni ordinarie Unicredito Italiano Spa secondo il rapporto di n. 1,12 azioni ordinarie Unicredito Italiano Spa per ogni azione ordinaria Capitalia Spa. Ciò premesso si comunica che in data 3 ottobre 2007 si è concluso il periodo di offerta in opzione agli Azionisti di Capitalia diversi da quelli recedenti delle n. 82. 703. 400 azioni ordinarie Capitalia in relazione alle quali è stato esercitato il diritto di recesso (le “Azioni” o l’”Azione”). Si rammenta che le Azioni sono state offerte sulla base del rapporto di n. 1 Azione ogni 31 azioni ordinarie Capitalia possedute ad un prezzo pari ad € 7,015 per Azione, stabilito in conformità al disposto dell’art. 2437-ter, terzo comma, codice civile. Nell’ambito dell’offerta in opzione, risultano attribuite n. 7. 851. 704 Azioni, sia per effetto dell’esercizio dei diritti di acquisto in opzione, sia per effetto dell’esercizio del diritto di prelazione, ai sensi dell’art. 2437-quater, terzo comma, del codice civile. Il corrispettivo delle Azioni per le quali è stata esercitata l’opzione nonché il diritto di prelazione sarà ripartito tra i soci recedenti in proporzione al numero di Azioni per le quali ciascuno di essi ha esercitato il diritto di recesso con valuta 15 ottobre 2007 tramite l’Intermediario presso il quale è stato presentato il modulo di adesione all’offerta in opzione. A coloro che avranno acquistato le predette 7. 851. 704 Azioni verranno consegnate in pari data azioni ordinarie Unicredito Italiano Spa emesse sulla base del concambio relativo alla fusione. Per le residue n. 74. 851. 696 Azioni, corrispondenti in base al rapporto di concambio determinato per la fusione a n. 83. 833. 899 azioni Unicredito Italiano si procederà a liquidazione nelle ulteriori forme previste dall’art. 2437 –quater, quarto e quinto comma cod. Civ. (vale a dire offerta sul mercato ovvero rimborso mediante acquisto da parte di Unicredit, utilizzando riserve disponibili anche in deroga a quanto previsto dal terzo comma dell’art. 2357 del codice civile). .  
   
   
TOSCANA FINANZA: CONVOCATA ASSEMBLEA PER DELIBERA AUMENTO CAPITALE DA 13,8 MILIONI DI EURO  
 
 Firenze, 15 ottobre 2007 – Il Consiglio di Amministrazione di Toscana Finanza S. P. A. , società attiva nell’acquisizione e gestione di crediti di difficile esigibilità, recentemente quotata sul mercato Expandi, ha oggi deliberato una proposta di aumento di capitale sociale al servizio dell’operazione di acquisizione del 100% di Fast Finance S. P. A. , il più importante operatore per l’acquisto di crediti fiscali da procedure concorsuali in Italia. In particolare, il Consiglio di Amministrazione odierno ha deliberato positivamente in merito alla proposta di aumento del capitale sociale, con esclusione del diritto di opzione, ai sensi dell´articolo 2441, comma 4, cod. Civ. , per un importo pari a Euro 344. 477,60. Tale aumento che potrà avvenire mediante l’emissione di n. 3. 444. 476 nuove azioni ordinarie, ad un prezzo unitario di emissione pari a Euro 4, di cui Euro 3,90 a titolo di sovrapprezzo, è riservato ai soci di Fast Finance S. P. A. , e sarà liberato mediante conferimento in natura di n. 704. 583 azioni ordinarie della medesima società, corrispondenti a circa il 68% del capitale sociale di Fast Finance S. P. A. Il capitale sociale passerà da 2,7 a 3,1 milioni di Euro. Il controvalore di tale aumento di capitale sarà pari a 13,8 milioni di Euro. Il Consiglio di Amministrazione di Toscana Finanza ha conseguentemente convocato l’Assemblea Straordinaria dei Soci per il prossimo 29 novembre (in prima convocazione), e per il prossimo 30 novembre (in seconda convocazione) per deliberare in merito alla proposta approvata oggi dal Consiglio stesso. Fast Finance ha realizzato nell’esercizio 2006 (dati Ias) un margine d’intermediazione pari a circa € 7,07 milioni, un risultato operativo pari a circa € 6 milioni e un utile netto pari a circa € 3,73 milioni. Il fair value del portafoglio crediti al 31. 12. 2006 è stimato pari a € 25,48 milioni. La posizione finanziaria netta alla stessa data risulta pari a € -16,87 milioni. L’operazione, che vale complessivamente 20,2 milioni di euro, oltre alla parte oggetto delle delibere odierne, prevede il pagamento per contanti, per un controvalore pari a circa € 6,4 milioni, a fronte dell’acquisto da parte di Toscana Finanza di n. 328. 417 azioni, pari a circa il 31,8% .  
   
   
GRUPPO FONDIARIA-SAI E GRUPPO BANCO POPOLARE: PERFEZIONATA LA VENDITA DEL 100%DI NOVARA ASSICURA SPA  
 
 Milano, 15 ottobre 2007 – Il Gruppo Fondiaria-sai ed il Gruppo Banco Popolare comunicano che in data 11 ottobre è stata perfezionata la vendita, da parte della Milano Assicurazioni Spa, del 100% del Capitale Sociale di Novara Assicura Spa a favore di Banco Popolare S. Coop. E di Holding di Partecipazioni Finanziarie Popolare di Verona e Novara Spa, per il 50% cadauna. Il prezzo di vendita è di Euro 15,6 milioni. Il Banco Popolare precisa che Novara Assicura è la Compagnia di bancassicurazione danni destinata ad essere il veicolo tramite il quale è prevista la realizzazione della partnership industriale fra il Gruppo Banco Popolare e Aviva, subordinatamente alle autorizzazioni delle competenti autorità. .  
   
   
BANCA ITALEASE: FINANZIAMENTO DI 950 MILIONI DI EURO,PATTO DI STABILITÀ  
 
Milano, 15 ottobre 2007 Finanziamento Di 950 Milioni Di Euro - Banca Italease, a supporto dello sviluppo del business previsto nel Piano Industriale e della migliore strategia di funding, comunica di avere ottenuto un finanziamento in club deal dell’importo di 950 milioni di euro e per la durata di 18 mesi meno 1 giorno, erogato dal Gruppo Banco Popolare (Banca Popolare di Lodi, Banca Popolare di Verona-s. Geminiano e S. Prospero, Banca Popolare di Novara, Credito Bergamasco, Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa, Livorno), Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare dell’Emilia Romagna. Efibanca ha agito in qualità di Arranger dell’operazione, mentre Banca Popolare di Verona-s. Geminiano e S. Prospero ricopre il ruolo di Banca Agente. Patto Di Stabilità - Banca Italease informa di aver ricevuto formale comunicazione dal Patto di Stabilità di Banca Italease (sottoscritto in data 28 aprile 2005 e con scadenza 28 aprile 2008, tra Banco Popolare, Banca Popolare di Sondrio, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Antonveneta, Banca Popolare di Milano e Reale Mutua Assicurazioni) che Banca Antonveneta, titolare di numero 3. 049. 706 azioni ordinarie Banca Italease, pari al 3,33% del capitale sociale e interamente sindacate, ha provveduto a esercitare il proprio diritto di recesso dal Patto, in ossequio al termine di preavviso di almeno 180 giorni, secondo quanto previsto dall’art. 2 del Patto di Stabilità depositato presso Consob. Banca Italease, precisato che il suddetto recesso avrà pertanto effetto al 28 aprile 2008, comunica altresì di aver ricevuto nei giorni scorsi lettere di impegno irrevocabile da parte di tutti i soggetti aderenti al suddetto Patto di Stabilità a sottoscrivere integralmente le azioni ordinarie spettanti in opzione e quindi per il 52,67%, nell’ambito del prossimo aumento di capitale sociale stabilito fino a un massimo di 700 milioni di Euro. In particolare, in data 27 settembre 2007, Banca Antonveneta si è impegnata irrevocabilmente a sottoscrivere tutte le azioni ordinarie spettanti in opzione, a fronte del numero 3. 049. 706 azioni ordinarie Banca Italease, pari al 3,33% del capitale sociale di cui risulta titolare a tale data. .  
   
   
ALL’INVESTORS DAY CARIGE COMUNICATE STIME PRELIMINARI AL 2010 ALLA LUCE DELL’ACQUISIZIONE DI 78 SPORTELLI DA INTESA SANPAOLO  
 
 Genova, 15 ottobre 2007 – Alla presenza di numerosi analisti e investitori delle principali case d’investimento nazionali e internazionali, si è svolto il 12 ottobre il primo Investors Day del Gruppo Carige nel corso del quale il Presidente Giovanni Berneschi e il Direttore Generale Alfredo Sanguinetto hanno illustrato il percorso strategico fino ad oggi perseguito dal Gruppo e l’evoluzione dello stesso nei anni prossimi anni, anche alla luce della recente acquisizione (subordinata all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle Autorità competenti) di 78 sportelli da Intesa Sanpaolo e del rafforzamento patrimoniale che verrà realizzato nei primi mesi del 2008. In questo contesto, vengono evidenziate alcune stime preliminari relative ai principali aggregati finanziari, patrimoniali ed economici del Gruppo per il periodo 2008 - 2010, tenendo conto anche degli effetti delle suddette operazioni. E’ previsto che tali stime preliminari vengano utilizzate ed approfondite nell’apposito Piano Strategico di gruppo per il triennio 2008 – 2010 che si prevede di definire per l’approvazione da parte degli organi competenti nei primi mesi del prossimo anno. Sulla base delle prime stime, il Gruppo bancario e assicurativo in seguito all’acquisizione dei nuovi sportelli conterà circa 2 milioni di clienti, circa 660 sportelli – che includono l’apertura di 65 nuovi sportelli nel triennio - e circa 400 agenzie assicurative. Le stime quantitative fissano target preliminari al 2010 quantificabili in circa 350 milioni di utile netto e oltre 80 miliardi di volumi intermediati (raccolta e impieghi) e prevedono livelli di cost / income ratio di circa il 50% e di Roe di circa il 10%. .  
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 11 OTTOBRE 2007  
 
Btp 4,25%
Scadenza 15. 10. 2012
Cod. /tranche It0004284334/1
Imp. Offerto 4000
Regolamento 15. 10. 2007
Imp. Domandato 5501
Imp. Assegnato 4000
Prezzo aggiudicazione 99,85
Prezzo esclusione 97,963
Rendimento lordo 4,32
Variazione Rend. Asta prec. (*) 0,2
Rendimento netto 3,78
Riparto 39,942
Importo in circolazione (mln) 4000
Riapertura (mln) 1000
Prezzo nettisti 99,85000000
(*) raffronto con titolo di pari durata
Elaborazione Assiom .
 
   
   
UNIVERSITY.IT:“OPERARE IN BORSA: IL TOL PUÒ DIVENTARE UNA PROFESSIONE?” LA TRADING ONLINE EXPO APRE LE PORTE AL MONDO DEGLI UNIVERSITARI.  
 
 Milano, 15 Ottobre 2007 - Il 25 e il 26 ottobre a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, si terrà la Trading Online Expo 2007. Arrivata alla sua 5^ edizione, la più importante manifestazione italiana dedicata al mondo degli investimenti e della finanza on-line, ospiterà per l’occasione società di intermediazione, convegni e corsi, con l’obiettivo di creare contatti diretti tra investitori e industry on-line, aprendo per la prima volta le porte di Piazza Affari al mondo degli universitari. Infatti, nell’ambito della manifestazione sarà presente, per entrambi i giorni, lo stand di University. It, con il progetto University Financial Campus (Ufc) rivolto a studenti universitari, aziende e università, che ha come obiettivo quello di favorire una relazione costante tra gli studenti e i soggetti economici e imprenditoriali. All’interno dello spazio riservato a Ufc, giovedì 25 ottobre, dalle ore 13. 00 alle ore 14. 30, nell’Area Balconata 2, si terrà il seminario dal titolo “Operare In Borsa, il trading on-line può diventare una professione?” organizzato da University. It , nel quale verranno approfonditi diversi argomenti relativi al trading on-line, come la sua storia, i suoi sviluppi in Italia e all’estero, arricchiti dalle testimonianze e dall’esperienza di traders italiani e stranieri, le caratteristiche del profilo del trader sia a livello istituzionale che indipendente, gli strumenti per diventare trader e per esercitarne l’attività, i vantaggi, la professione, la scuola di trading. Coloro che parteciperanno al seminario avranno la possibilità di entrare a contatto con il trading on-line, conoscerne la gestione, gli strumenti e le opportunità, di fondamentale importanza per l’utente che intende orientarsi più facilmente all’interno di questa realtà e prendere possesso degli strumenti essenziali per operare autonomamente nei mercati finanziari. Un’opportunità concreta per avvicinarsi al mondo della finanza ed imparare tutto ciò che concerne il trading in modo semplice e immediato, attraverso contenuti professionali che sottolineano la possibilità di svolgere l’attività di trader come professione. Entrambe le giornate presentano programmi variegati, come convegni organizzati da Borsa Italiana, un’area dedicata alle novità proprie della Trading Online Expo 2007 e seminari di approfondimento organizzati dagli espositori nelle varie sale del Palazzo. È possibile partecipare ad una o ad entrambe le giornate; l’ingresso è gratuito. .  
   
   
MAFFEI S.P.A.: SOTTOSCRITTO CON LA ITALSAFIN S.P.A., UN CONTRATTO PRELIMINARE DI COMPRAVENDITA PER LA CESSIONE DI UNA QUOTA DI PARTECIPAZIONE DEL 49,9% NELLA MAFFEI SARDA S.R.L.  
 
Castellarano (Re), 15 ottobre 2007 - La Maffei Sarda s. R. L. È società attiva nel settore dell´estrazione e della commercializzazione di feldspati ed è titolare di concessioni minerarie in Sardegna. Italsafin S. P. A. È partner storico della Gruppo Minerali S. P. A. Detenendo una quota di partecipazione pari al 49,9% del capitale sociale della controllata Sarda Silicati S. R. L. , società che opera nel medesimo settore e che è anch´essa titolare di concessioni minerarie in Sardegna. L´operazione si inquadra nell´ambito del processo di riorganizzazione industriale avviato dalla controllante Gruppo Minerali S. P. A. A seguito dell´acquisto del controllo di Maffei S. P. A. , che prevede, fra l’altro, l’integrazione delle attività industriali minerarie svolte da Sarda Silicati S. R. L. E da Maffei Sarda S. R. L. E la successiva operazione di fusione fra le due società partecipate. In tale contesto la Italsafin S. P. A. Si è proposta di proseguire anche in questa nuova prospettiva la proficua collaborazione già sperimentata con Gruppo Minerali in Sarda Silicati. L´operazione, una volta completata, sarà in grado di liberare per il gruppo significative sinergie industriali derivanti dalla concentrazione in unica entità delle due importanti unità produttive. Il trasferimento della partecipazione in Maffei Sarda a favore di Italsafin dovrà avvenire entro il 26 novembre 2007. Il corrispettivo della cessione della partecipazione è stato concordato tra le Parti nell´importo di Euro 17. 650. 000,00 e sono state rilasciate alla Italsafin S. P. A. Le usuali garanzie sulla titolarità della partecipazione e sulla situazione economico patrimoniale e finanziaria della società. Ulteriori dettagli ed informazioni sull´operazione saranno forniti nel documento informativo che Maffei S. P. A. Predisporrà e renderà pubblico ai sensi dell´art. 71 del Regolamento Emittenti. .  
   
   
INFRASTRUTTURE,CATTANEO: PIU´ COMPETENZE A REGIONE L´ASSESSORE: ABBIAMO DIMOSTRATO DI SAPER RIDURRE TEMPI E COSTI PRESENTATO IL REPORT ANNUALE 2006 DI IL-SPA, OPERE PER 2,8 MLD  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - La realizzazione di nuovi ospedali (7 cantieri); le opere di costruzione, ampliamento e ristrutturazione del patrimonio regionale (5 interventi); la valorizzazione del patrimonio agricolo (2 interventi); la realizzazione delle autostrade regionali (Broni-pavia-mortara e Cremona-mantova); servizi di property e facility management nelle sedi regionali. Sono queste le cinque aree di attività su cui Infrastrutture Lombarde (la società di Regione Lombardia che ha il compito di tradurre operativamente gli indirizzi e la programmazione infrastrutturale regionale) ha lavorato nel 2006. Il valore complessivo delle opere è di 2,789 miliardi di euro. E´ questa la fotografia che emerge dall´Annual Report 2006 di Infrastrutture Lombarde. Il documento è stato presentato oggi nel corso di un incontro al quale è intervenuto l´assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Raffaele Cattaneo, insieme a Giovanni Bozzetti (presidente Il. Spa), Vittorio Biondi (responsabile settore territorio Assolombarda), Pier Andrea Chevallard (direttore Unioncamere Lombardia). "Infrastrutture lombarde - ha detto Cattaneo - sta dimostrando nei fatti di essere stata una intuizione giusta e vincente, che ci ha permesso di rimettere in moto una serie di interventi che erano fermi da anni. Negli ultimi dodici mesi, soprattutto con la nascita della Cal (Concessioni Autostradali Lombarde), abbiamo inoltre messo in moto investimenti importanti sulle infrastrutture per la mobilità, accorciando i tempi e riducendo i costi, come nel caso della Pedemontana, opera su cui certo non manca il consenso". "Quando sono diventato assessore nel luglio 2006 - ha ricordato Cattaneo - la data di inizio dei lavori era collocata in un futuro indefinito, attorno al 2017, e la fine lavori attorno al 2025. Pochi mesi dopo, il 19 febbraio 2007, con la firma dell´Accordo di Programma e la contestuale nascita della Cal, la data di inizio lavori si era già spostata al 2012. Con la piena operatività della Cal, oggi siamo in grado di dire che i cantieri si apriranno il 10 marzo del 2010. Il costo complessivo è sceso da 4,7 miliardi a 3,7 miliardi". "Nel nostro Paese - ha sottolineato l´assessore - le infrastrutture spesso non si fanno non perché manchi il consenso o i finanziamenti ma perché ci si perde nella palude delle procedure". "L´esperienza ci dice - ha detto ancora Cattaneo - e il caso di Cal lo dimostra, che quando le procedure sono gestite a Milano e non a Roma si fa prima. Per questo, le infrastrutture sono uno dei punti su cui la Lombardia chiede maggiore autonomia. Quello che dobbiamo fare è portare a Milano le competenze che sono ancora a Roma. Il nostro obiettivo in futuro è che Regione Lombardia possa estendere le proprie competenze, attraverso modelli simili a Cal, anche alle oltre 50 opere che fanno parte dell´Intesa Generale Quadro sulle infrastrutture, firmata con il Governo". Il presidente Giovanni Bozzetti ha sottolineato come Infrastrutture Lombarde non sia affatto "un carrozzone burocratico"; al contrario si tratta di una società "improntata all´efficacia, efficienza, contenimento dei tempi e dei costi". "La centralità della persona - ha aggiunto - è il principio che guida le attività di Infrastrutture Lombarde in ogni suo settore di intervento, proprio perché progettare e realizzare infrastrutture per noi non significa solo costruire. Il lavoro svolto indica inoltre come sia possibile coniugare, in modo virtuoso, pubblico e privato per operare con maggiore rapidità ed efficienza e ottenere un sensibile contenimento dei costi e dei tempi di realizzazione". Queste le opere su cui Infrastrutture Lombarde ha lavorato nel 2006 Sanita´ - Nuovo monoblocco dell´ospedale di Varese, inaugurato nel marzo scorso, costruzione degli ospedali di Como e Vimercate, coordinamento generale dei lavori negli ospedali di Busto Arsizio, Bergamo, Legnano e Niguarda, per un totale di circa 5. 000 nuovi posti letto che verranno messi a disposizione dei cittadini entro il 2009. Patrimonio - Realizzazione dell´Altra Sede di Regione Lombardia, ristrutturazione del 31mo piano del palazzo Pirelli, ristrutturazione e valorizzazione del museo Bagatti Valsecchi e realizzazione del nuovo polo cine-audio-visuale nell´ex Manifattura Tabacchi a Milano. Autostrade - Il Spa è stata impegnata, nel ruolo di ente concedente, nella realizzazione delle autostrade regionali Broni/stradella-pavia-mortara e Cremona-mantova. Agricoltura - Interventi su Azienda agro-forestale di Carpaneta (polo lattiero caseario in provincia di Mantova) e polo vitivinicolo di Riccagioia, in provincia di Pavia. .  
   
   
PTR, BONI: DECISIVO ANCHE PER IL FUTURO DI MILANO UN FORUM SUL GOVERNO DEL TERRITORIO PER I PROSSIMI 50 ANNI  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - "Il Piano territoriale regionale riveste un ruolo fondamentale di indirizzo e di orientamento nella programmazione di Province e Comuni; uno strumento a specifica valenza territoriale, necessario per il confronto con le Regioni, con cui, in particolare è stato attivato un Tavolo sui temi di comune interesse legati alla programmazione territoriale". Intervenendo oggi al "Forum sul Sistema Territoriale Metropolitano del Ptr", al Politecnico di Milano, l´assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, ha così sottolineato la fase di dialogo e collaborazione in corso con gli enti locali sul tema della programmazione territoriale. Il convegno, organizzato dalla direzione generale Territorio e Urbanistica, ha rappresentato un´occasione di scambio tra istituzioni e mondo universitario. "La legge n. 12 sul governo del territorio - ha aggiunto Boni - prevede, tra l´altro, che il Ptr sia aggiornato annualmente, sulla base del costante confronto con i territori lombardi, per poter diventare strumento dinamico e flessibile, che evidenzi le opportunità di sviluppo nell´intera regione. Lo sforzo fatto fino a oggi è stato quello di ripensare totalmente la materia del governo del territorio, alla luce dei principi di trasparenza e chiarezza amministrativa e di sussidiarietà nella condivisione di ruoli e competenze". "Milano, collocata al centro del Sistema Territoriale Metropolitano - osserva l´assessore regionale - merita una particolare attenzione per quanto riguarda il recupero delle aree e il miglioramento di servizi e dei sistemi dei trasporti, anche in vista della sua candidatura per l´Expo 2015. Senza dubbio, è quanto meno inutile parlare di eco pass se nel contempo non miglioriamo l´accessibilità alle nostre città: in una Regione fortemente sviluppata, con un´alta densità abitativa, è fondamentale creare nuove linee di comunicazione". "Per questo la Lombardia ha deciso di disegnare il futuro del territorio in collaborazione con tutti gli enti locali - ha ribadito Boni - attraverso una serie di incontri in relazione ai diversi sistemi che compongono la realtà lombarda: il sistema montano, della pianura, dei laghi, dei fiumi e metropolitano. Senza dimenticare che anche il sistema aeroportuale di Malpensa merita un´attenzione particolare se vogliamo attuare un´adeguata pianificazione del territorio. In tutti questi anni non c´è mai stato un modello di programmazione. Il Ptr si pone quindi come lo strumento che delineerà il futuro del territorio per i prossimi 50 anni". .  
   
   
DE BONA A GIARETTA: FARE DI PIU’ PER ARGINARE I PRIVILEGI DI REGIONI E PROVINCE A STATUTO SPECIALE  
 
 Venezia, 15 ottobre 2007 . “Paolo Giaretta, il senatore padovano in procinto di diventare segretario regionale del Partito democratico, può lavorare fin da subito per il Veneto. Da diverso tempo tento di coinvolgere i senatori della maggioranza eletti nella nostra regione, invitandoli a fare squadra a Palazzo Madama per arginare i continui privilegi riservati alle Regioni e Province a statuto speciale, nel rispetto dell’equità tra tutti i cittadini italiani. Adesso si presenta l’occasione buona e Giaretta potrà autorevolmente unire, come ha dichiarato, le forze dei senatori del Veneto proprio in ossequio a questo principio”. Così si rivolge l’assessore regionale Oscar De Bona al sen. Paolo Giaretta, parlamentare della Margherita che nei giorni scorsi ha promesso di votare contro le richieste di alcune zone venete di passare ad altre regioni. “Sono d’accordo con lui – aggiunge De Bona - quando sostiene che “per rimuovere le ingiustizie ci vogliono i voti del Parlamento”. E’ però solo un timido segnale che deriva dal fatto che finalmente sono stati percepiti il disagio e il malessere manifestati dalle popolazioni che chiedono di “traslocare” in altri territori. A questo punto non è più sufficiente e bisogna andare oltre: servono fatti concreti. Non basta quello che ha dichiarato in merito alla questione dei privilegi di cui godono le Regioni e Province autonome e non è più sufficiente l’assicurazione che “la proposta di blindatura degli statuti regionali sarà valutata in Senato dai colleghi del Gruppo, in particolare quelli veneti”. Il sen. Giaretta adesso deve fare un passo più lungo, con i suoi colleghi di maggioranza, perché la gente veneta ha esaurito il suo grado di sopportazione nel constatare giorno dopo giorno, da 60 anni, come si continui a privilegiare chi già gode di benefici”. L’assessore De Bona sollecita iniziative che portino verso un reale federalismo fiscale e una forma equa di autonomia, obiettivi per le quali la Regione del Veneto si sta impegnando da tempo, ed invita i senatori veneti a sfruttare il particolare momento storico che oggi si presenta loro. “Una pattuglia di pochi senatori – conclude l’assessore – può condizionare le scelte del Governo. Bisogna dare una svolta a questo meccanismo perverso che falsa la realtà italiana. Basti pensare solo al fatto che il Veneto, con la Lombardia, è la regione che concorre maggiormente a far progredire il nostro Paese. Ma paradossalmente l’aumento dei cittadini poveri si registra al Nord”. .  
   
   
´PARTIRE DAL TERRITORIO PER PUNTARE SULL´INNOVAZIONE´ L´INTERVENTO DI MARTINI AGLI INCONTRI DI ARTIMINO SULLO SVILUPPO LOCALE IL PRESIDENTE: ´PIÙ RISORSE PER LA RICERCA, PIÙ RICERCA PER VINCERE LE SFIDE´  
 
Firenze, 15 ottobre 2007 - «Senza la partecipazione del territorio e senza il continuo collegamento con le sue tradizioni e le sue vocazioni, ogni tipo di politica, comprese quelle legate alle innovazioni e alle tecnologia, rischiano di essere astratte». E’ quanto spiega Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, a margine degli “Incontri di Artimino sullo sviluppo locale”, l’iniziativa promossa dall’Istituto di ricerche e interventi sociali di Prato, giunta alla sua diciassettesima edizione e che si sono svolti il 12 e 13 ottobre nella villa medicea di Artimino sulle colline di Carmignano, in provincia di Prato. Tema della due giorni: il rapporto fra innovazione e territorio ed innovazione e sviluppo dei distretti, in una dimensione non solo italiana ma anche europea. Martini è intervenuto in apertura dei lavori, dopo la relazione tenuta dal sociologo Carlo Trigilia anche a nome del collega Marco Bellandi, ed ha invitato a considerare come troppo spesso sia accaduto, anche nei grandi programmi europei, di doverne verificare il sostanziale fallimento proprio perché non sufficientemente capaci di declinarsi con il territorio. E’ invece importante – ha aggiunto – considerare “radicamento e democratizzazione” come occasioni per rendere maggiormente efficaci le politiche di innovazione. I “distretti industriali” sono stati confrontati da Carlo Trigilia con le “città dinamiche” e i “territori regionali”. “E’ il contesto regionale e locale – ha detto - a fare alla fine la differenza e per questo non basta dare soldi alle imprese ma è fondamentale la capacità di fare rete fra soggetti diversi, pubblici e privati». Se «innovare è una strada obbligata per competere in modo adeguato con le sfide mondiali, è anche vero che quella strada passa dalla costruzione di ambienti sociali capaci di facilitare l’intero processo». Analisi, questa, confermata anche da Andrea Bonaccorsi dell’Università di Pisa che ha raccontato l’esperienza italiana dei distretti tecnologici sulla base di un approccio innovativo in grado di misurare le ricadute positive sui territori dalla scelta dei processi innovativi. La Toscana conta 400 mila aziende e quasi tutte hanno meno di dieci addetti. “Istituzioni pubbliche e soggetti privati, istituti di ricerca e aziende devono dunque lavorare in rete per facilitare il trasferimento tecnologico” ha concluso Martini. Quello che soprattutto deve crescere, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa o nelle regioni italiane del Centro nord, è il contributo dei privati, visto che gli investimenti pubblici sono in Toscana già alti e coprono i due terzi della massa totale. «In una fase di forte sua credibilità, la politica deve riflettere sui meccanismi che dopo i processi di concertazione devono governare le responsabilità nelle scelte – riflette Martini - Siamo soffocati dai documenti, ma anche da un dibattito politico che non sempre riesce a cogliere le cose serie fermandosi troppo spesso su quelle contingenti» Anche introdurre efficaci sistemi per monitorare i risultati sull’efficacia delle scelte fatte – ha concluso Martini – è “un pezzo dell’innovazione”. Nel corso della mattina si è parlato naturalmente anche di quello che succede altrove in Italia, mettendo a confronto la Fondazione “Torino Wireless” e l’agenzia regionale per le tecnologie e l’innovazione in Puglia, mentre nel pomeriggio l’attenzione si è spostata in ambito europeo con esperienze francesi, tedesche e inglesi. E tanto dal Piemonte quanto dalla Puglia (fra l’altro proprio Bari, anni fa, ha introdotto la tecnologia del “common rail” che ha rivoluzionato i motori diesel) è arrivata una considerazione unificante: è necessario investire più risorse, anche economiche, nella ricerca per facilitare una innovazione che è l’unica strada da percorrere per combattere, anche con soluzioni di nicchia, le grandi sfide aperte. .  
   
   
INNOVAZIONE: PRESENTATO IL RAPPORTO “TRENTINO 2020” DEL CONSORZIO DTT OLTRE 300 IMPRESE OPERANTI NEL DISTRETTO ENERGIA E AMBIENTE  
 
 Trento, 15 ottobre 2007 - È stato presentato il 12 ottobre dai responsabili del Consorzio Habitech, il presidente Paolo Gurisatti e l’amministratore delegato Gianni Lazzari, il rapporto “Trentino 2020”, che delinea gli impegni per il futuro della società nata in seno al Distretto tecnologico energia e ambiente. La società consortile intende muoversi sia a supporto delle singole imprese o gruppi di imprese operanti in questi settori strategici sia con interventi “di sistema” in sinergia con gli altri attori dell’innovazione in Trentino, a partire dalla Provincia autonoma di Trento e dai centri di ricerca. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Gianluca Salvatori per la visione d’insieme di medio-lungo periodo che emerge dal documento, e che la Giunta provinciale ha mostrato di voler condividere. Fra gli obiettivi di tipo industriale e applicativo: migliorare la qualità degli edifici ed elevare la loro efficienza energetica, aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili locali e accrescere l’indipendenza energetica del territorio, aumentare la qualità dei servizi sulla mobilità e di gestione e manutenzione delle risorse ambientali. “La comunità trentina – si legge in premessa al documento della società consortile Habitech, composta da 160 soci in rappresentanza di un distretto che conta oltre 300 imprese, 8. 000 addetti e un volume d’affari di circa 1 miliardo di euro all’anno - ha espresso in più occasioni la volontà di realizzare investimenti che anticipano tendenze globali, quali ad esempio la riduzione dei gas serra, il miglioramento della qualità ambientale, la progressiva sostituzione di combustibili fossili con fonti energetiche locali. ” È in questo quadro che è stata promossa la costituzione di un Distretto tecnologico, formula organizzativa la quale deve consentire al Trentino di assumere una sempre più marcata identità produttiva nello scenario globale. Nel distretto i soggetti pubblici e privati (che hanno ruolo nella creazione e diffusione di uno specifico insieme di conoscenze utili) si impegnano ad attivare processi di sperimentazione e trasferimento tecnologico a vantaggio un apparto industriale integrato (imprese che lavorano in squadra e istituzioni dedicate). In questo contesto, grazie all’impulso della Provincia autonoma di Trento e con il riconoscimento del Ministero dell’Università e della Ricerca, è nato Habitech, il Distretto energia e ambiente. Habitech è il progetto che si propone di riqualificare il Trentino come polo di eccellenza per le “tecnologie verdi” e come punto di riferimento per soggetti privati e pubblici - locali, nazionali e internazionali - che potranno attingere al patrimonio tecnologico, culturale e gestionale concentrato in questo territorio. I campi di intervento sono in primo luogo i seguenti: Edilizia sostenibile Basso impatto ambientale, riciclabilità e materiali naturali, risparmio energetico, qualità della vita: l’edilizia oggi è un settore complesso che deve essere in grado di integrare comfort e risparmio, artigianalità e nuove tecnologie, legame con il territorio e apertura internazionale. Energie rinnovabili La produzione di energia pulita e rinnovabile è tra i temi al centro delle politiche ambientali e di sviluppo dei governi nazionali: anche su questo terreno si gioca la partita della salvaguardia del pianeta, che passa attraverso la promozione del risparmio e dell’efficienza energetica, la riqualificazione delle fonti di produzione di energia, l’incentivazione dell’utilizzo dell’energia termica ed elettrica proveniente da fonti rinnovabili (idroelettrica, solare, eolica, geotermica, biomasse). Tecnologie infotelematiche per la gestione sostenibile ed integrata del territorio Monitoraggio e gestione intelligente del territorio delle infrastrutture, dei servizi collettivi; nuovi sistemi intelligenti per la gestione sicura degli edifici e delle funzioni urbane; nuove soluzioni di sistema per il miglioramento della competitività del territorio trentino; sistemi intelligenti per l’irrigazione e la fornitura dell’acqua e per la produzione e il trasferimento dell’energia elettrica e termica Una delle sfide più importanti che il progetto Habitech si pone è quello di innovare profondamente nei prossimi anni la struttura industriale trentina. L’ampia presenza di competenze in Trentino nei settori dell’ingegneria dei materiali ed edile, delle energie rinnovabili, delle tecnologie informatiche e nelle nano e micro-tecnologie (Fondazioni Kessler e Mach, l’Università e altri centri di ricerca accreditati come Create Net, Centro Ricerche Fiat, Polo Tecnologico dell’Energia e altri) rappresentano un vantaggio decisivo per gli obiettivi del Distretto. I soggetti sia istituzionali che industriali che condividono questa prospettiva (formalizzata con un protocollo di intesa nel marzo del 2005) si sono dunque impegnati, ognuno nella sua parte, a fare un percorso condiviso. La Provincia autonoma ad esempio, oltre ad avere sottoscritto un protocollo con il Ministero della ricerca, sta rivedendo le linee di programmazione dei fondi europei e provinciali in termini coerenti con gli obiettivi della sostenibilità e con delibera dello scorso maggio ha indicato per i propri edifici un livello di rating di riferimento, equivalente al livello Leed Silver o all’equivalente punteggio Itaca (in pratica i più alti standard di settore), mentre dal canto loro le imprese (sostenute dalle proprie associazioni), nonché le strutture di ricerca hanno accettato di privilegiare la logica di rete e di sistema all’immediato perseguimento di obiettivi utili esclusivamente ad ogni singolo soggetto e di investire in fattori quali la formazione o gli standard tecnici. E in questo quadro che si colloca l’iniziativa della Società consortile Dtt (Distretto tecnologico trentino), società pubblico-privata costituitasi lo scorso 9 agosto, con 160 soci e un capitale sottoscritto di 275. 000 euro, che ha come scopo primario quello di favorire la collaborazione tra operatori privati e agenzie e istituzione pubbliche, in rappresentanza di oltre 300 imprese, oltre 8. 000 addetti e un volume d’affari generato per circa 1 miliardo di euro. .  
   
   
TRENTO: BILANCIO 2008: LE LINEE GUIDA PRESENTATE DA DELLAI ALLE CATEGORIE ECONOMICHE E AL CONSIGLIO DELLE AUTONOMIE 4.250 MILIONI DI EURO LE RISORSE A DISPOSIZIONE PER IL PROSSIMO ANNO  
 
Trento, 15 ottobre 2007 - È cominciato il percorso che porterà, il prossimo 30 ottobre, all’approvazione della manovra di Bilancio 2008. Il presidente Lorenzo Dellai ha illustrato il 12 ottobre – in mattinata alle categorie economiche e sociali e ai sindacati e nel pomeriggio al Consiglio delle autonomie - le linee generali per l’impostazione programmatica e il quadro finanziario. Si conferma la solidità del Bilancio provinciale, che secondo le stime elaborate fino ad oggi per il 2008 potrà contare su 4. 250 milioni di euro (+ 5,3% rispetto all’anno precedente), tenendo conto delle risorse aggiuntive della gestione finanziaria 2007 per complessivi 250,7 milioni di euro. La Finanziaria dello Stato per il 2008 comporterà minori entrate tributarie per circa 20 milioni di euro, oltre al minore gettito Irap derivante dall’entrata a regime del cuneo fiscale, per 34 milioni di euro. Con la manovra per l’esercizio 2008, illustrata oggi nelle sue linee generali dal presidente Dellai, la Provincia autonoma di Trento intende da un lato evitare azioni di accrescimento del carico fiscale e tariffario per cittadini e imprese e dall’altro individuare possibili azioni per contenere ulteriormente la pressione nei confronti delle imprese. Per il 2008 si confermerebbero quindi gli alleggerimenti fiscali già operanti nel 2007. La riduzione dell’1% dell’Irap goduta fino ad oggi dalle imprese di nuova costituzione, da quelle operanti in aree svantaggiate e da quelle del settore agricolo viene prevista anche per le Onlus. Inoltre si prevede l’estensione dell’esenzione Irap anche alle aziende pubbliche di servizio alla persona (Aps) che succedono alle Ipab, in pratica circa una quarantina di case di riposo; l’agevolazione, quantificabile in circa 7 milioni di euro, permetterà di ridurre i costi di gestione e conseguentemente di contenere le rette. La bozza di documento sottoposta oggi all’attenzione delle parti economiche e sociali propone anche un’agevolazione per le imprese fino a un massimo dello 0,5% dell’aliquota Irap. Sul versante delle politiche sociali le “parole d’ordine” della nuova manovra di Bilancio saranno nuovamente equità, solidarietà, socialità. La politica tariffaria sarà improntata al principio dell’equità sociale con l’estensione dell’utilizzo dell’Icef (in relazione agli alloggi Itea è stata però decisa una moratoria per tutto. Il 2008 al fine di tarare meglio il sistema), ferme restando le azioni di salvaguardia per le fasce deboli. È prevista l’istituzione di un Fondo per le politiche familiari – con un impegno aggiuntivo di 5 milioni di euro - per sostenere azioni concrete come quelle aventi come oggetto le rette degli asili nido, e del Fondo per la non-autosufficienza (per quest’anno senza l’attivazione della assicurazione obbligatoria, analogamente all’Alto Adige). Da tenere presente che la manovra finanziaria dello Stato ha a sua volta un impatto sulle famiglie, prevedendo ulteriori detrazioni Ici per soggetti con reddito inferiore ai 50. 000 euro, con un risparmio di 2,5-3 milioni di euro per le famiglie trentine. Risorse adeguate sono destinate anche – come spiegato dal presidente Dellai – al Piano-casa dell’Itea (verrà anche varato un nuovo piano straordinario di edilizia agevolata), alle politiche concernenti il comparto del lavoro, al sostegno all’innovazione, alla ricerca, alla crescita della competitività del Trentino nel suo complesso. Per quanto riguarda le infrastrutture, dalle fibre ottiche alle strade, dalle ferrovie alle ciclabili, ci sono le risorse per realizzare tutti gli interventi progettati. Uno sforzo particolare verrà fatto nel settore ferroviario con l’intento di cominciare a delineare quel sistema di interconnessioni ribattezzato “Metroland”. Parallelamente prosegue lo sforzo per accrescere il risparmio pubblico e la gestione sempre più mirata delle risorse destinate all’apparato amministrativo. Anche per il 2008 si chiederanno inoltre fra l’altro misure per il contenimento della spesa degli enti locali, compreso il blocco del turn-over. Per quanto riguarda più nel dettaglio la parte finanziaria, abbiamo una crescita della spesa corrente rispetto all’anno scorso di 3,83% e della spesa in conto capitale di circa l’8%. Abbiamo dunque una crescita della spesa corrente in termini assoluti ma un calo in termini percentuali rispetto alla spesa per investimenti. In pratica nel 2008 la prima sarà pari al 61,4% del totale (62,2% nel 2007), mentre la seconda, ovvero la spesa in conto capitale, sarà pari al 38,6% (37,8% nel 2007). Rispetto agli obiettivi posti dal programma di legislatura il tasso medio annuo di crescita della spesa corrente risulta essere pressoché dimezzato rispetto a quello della legislatura precedente: dal 5,9% del 2003 si è ridotto al 3,1% attuale. La crescita dell’incidenza sul totale comunque registrata nei cinque anni è da imputarsi in parte alla regressione complessiva della finanza provinciale nel periodo in considerazione e in parte agli oneri connessi all’assunzione di nuove competenze in materia di catasto, libro fondiario, cooperazione, trasporti pubblici. L’esame dei documenti programmatici e finanziari elaborati dai servizi provinciali competenti proseguirà nei prossimi giorni. .  
   
   
FRICK A INNSBRUCK: COOPERAZIONE TRANFRONTALIERA NELL´ECONOMIA  
 
 Bolzano, 15 ottobre 2007 - La cooperazione transfrontaliera nei rapporti commerciali tra Alto Adige e Tirolo è stata discussa il 12 ottobre a Innsbruck dall´assessore provinciale Werner Frick con il collega tirolese Bodner. La Fiera di Innsbruck ha invitato Frick a un incontro con i media per discutere di cooperazione transfrontaliera nei comparti economici. L´assessore Werner Frick ha affrontato le varie tematiche con l´omologo tirolese Johannes Bodner e con i due presidenti delle Camere di commercio Benedikt Gramm e Jürgen Bodenseer. "Per l´Alto Adige l´Austria rappresenta, dopo la Germania, il partner commerciale più importante nel settore dell´importazione e dell´export", ha ricordato Frick, con una dinamica che segnala negli ultimi anni un trend di crescita proprio in relazione agli scambi commerciali con Oltrebrennero: "Negli ultimi 15 anni le esportazioni verso l´Austria sono cresciute di oltre il 331%, quelle verso la Germania del 78%. " Il fatto che le due realtà regionali siano cresciute assieme, secondo Frick, è legato anche alle condizioni economiche molto simili: "Per questo uno scambio regolare di esperienze e iniziative concordate su temi specifici è vantaggioso per entrambe le regioni, basti pensare alle questioni del traffico di transito nelle Alpi", ha sottolineato Frick. .  
   
   
A BOLZANO, ALLA SCOPERTA DELLA CINA: PRESENTATA LA GRANDE RASSEGNA  
 
 Bolzano, 15 ottobre 2007 - La Cina diventa protagonista a Bolzano grazie all´iniziativa promossa dall´assessore Luigi Cigolla e dall´Assessorato provinciale alla Cultura. Il 12 ottobre a Bolzano la presentazione di “Cina – West of California?”, curata dall’Ufficio provinciale Cultura e dall’Ufficio Bilinguismo e lingue straniere. Bolzano si prepara ad incontrare la Cina: il 19 ottobre si inaugura al Centro Trevi di via Cappuccini 28 “Cina – west of California?”, manifestazione d’ampio respiro dedicata al più grande Paese dell’Asia, organizzata dall’Ufficio Cultura e dall’Ufficio Bilinguismo e Lingue straniere della Provincia. L’iniziativa sarà preceduta da un’anteprima al cinema. Fino al 24 novembre "la Provincia propone mostre, incontri, conferenze, proiezioni, laboratori linguistici, e molte altre iniziative per avvicinare gli altoatesini a più aspetti di una realtà che al lato affascinante di una terra lontana unisce l’aspetto dinamico di un Paese in vertiginosa ascesa economica, sempre più protagonista dell’attualità", sottolinea l´assessore Luigi Cigolla. Il ricco programma è stato presentato al Centro multilingue di Bolzano con il coinvolgimento tra l´altro dei referenti scientifici Alessandra Lavagnino (Università degli Studi di Milano) e Mario Nordio (Università Ca’ Foscari di Venezia), della curatrice della mostra “Visioni di Cina” Monica Dematté, Luca Dal Bosco (Filmwork, Trento) e del fotografo Giovanni Melillo. L’iniziativa è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero degli Affari esteri, dal Dipartimento di Studi sull’Asia Orientale dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dalla Fondazione Italia-cina, oltre che dalla Commissione europea. L´ampio programma prevede un’anteprima cinema con tre film in lingua originale con sottotitoli in italiano, al Filmclub in via Dr. Streiter 6 la sera dei giorni 16, 17 e 18 ottobre con introduzione e dibattito a cura di Elena Polacchi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. L’ingresso è gratuito. Previsti poi workshops di scrittura e lingua cinese per le scuole tutte le mattine da lunedì a venerdì, 22-26 ottobre, mentre di pomeriggio per tutti gli interessati. Dopo un’introduzione teorica su due arti marziali praticate in Cina per ottenere il benessere psicofisico lunedì 22 ottobre con workshop pomeridiano per il pubblico, tutte le mattine dal 23 al 27 ottobre le persone interessate possono sperimentare queste marziali nel parco pubblico di via Cappuccini. Nel pomeriggio di martedì 23 ottobre tocca alla cucina cinese con un workshop per il pubblico su alimentazione, dietetica, armonia e bellezza. È possibile, inoltre, avvicinarsi all’arte e cerimonia del té con un apposito workshop nel pomeriggio di giovedì 25 ottobre. I bambini nel pomeriggio di sabato 27 ottobre potranno fare la conoscenza con i personaggi del pastore e della tessitrice, protagonisti dell’omonima fiaba conosciuta da tutti i coetanei cinesi, con lo spettacolo teatrale proposto da un attore italo-cinese con l’aiuto di marionette e musica. Per chi desiderasse apprendere il cinese in pillole vi sono minicorsi gratuiti di lingua cinese con la Biblioteca Culture del Mondo. Le persone interessate ad approfondire gli aspetti della lingua e scrittura cinesi possono seguire la conferenza in programma nella serata di martedì 23 ottobre con Clara Bulfoni dell’Università degli studi di Milano ed il pittore e calligrafo Zhou Zhiwei. Con un visual reading la sera del 26 ottobre si parlerà di Cina e poesia. Per tutto il periodo della manifestazione dedicata alla Cina il Centro Trevi ospiterà tre esposizioni fotografiche: una con foto di Massimiliano Fusari, una con immagini realizzate dal fotografo Giovanni Melillo, mentre la terza, curata da Monica Dematté, propone foto e video di artisti cinesi ed europei. .  
   
   
NATA L’INTESA PROGRAMMATICA DELL’ALTO VICENTINO: GAVA; “DIMENSIONI OTTIMALI PER PROGRAMMARE ASSIEME LO SVILUPPO LOCALE”  
 
Recoaro Terme, 15 ottobre 2007 - “Un ottimo strumento di programmazione decentrata per fare sinergia, con la Regione da un lato e le organizzazioni economiche e sindacali territoriali dall’altro, nell’ottica di sostenere lo sviluppo locale”. Con queste parole l’assessore regionale alle politiche economiche Fabio Gava ha “promosso” l’Intesa Programmatica d’Area (Ipa) dell’Alto Vicentino, presentata il 12 ottobre a Recoaro Terme. L’intesa raggruppa 26 comuni dell’area, tre Comunità Montane e 11 sigle in rappresentanza delle organizzazioni economiche e dei sindacati. “Si tratta – ha detto Gava – di una positiva evoluzione dell’esperienza dei Patti Territoriali che può cogliere l’opportunità che la Regione offre agli enti pubblici locali e alle parti economiche e sociali di partecipare alla programmazione regionale, attraverso la definizione di accordi e la formulazione di proposte mirate allo sviluppo socio-economico di aree territoriali sub-regionali omogenee”. “Questa – ha aggiunto Gava – è un’Ipa che nasce sotto ottimi auspici, anche per le sue dimensioni che corrispondono a quelle che la Regione ritiene opportune e cioè un bacino sovracomunale composto da circa 200 mila abitanti”. Alle Ipa è richiesto, pur nell’autonomia associativa dei sottoscrittori, che siano attivate in aree che presentino un elevato grado di omogeneità dal punto di vista socio-economico, ma che rappresentino allo stesso tempo un territorio sufficientemente ampio, tale da poter essere soggetti autorevoli rispetto al processo di programmazione regionale e tale da consentire l’espressione di strategie condivise di medio-lungo periodo. La funzione delle Ipa è particolarmente importante per la definizione di progetti integrati con un bacino di utenza sovracomunale; di interventi che coinvolgano permanentemente più soggetti e più comuni fin dalla fase di ideazione; di infrastrutture orientate allo sviluppo capaci di produrre effetti di occupazione e di reddito tangibilmente misurabili. Nel Veneto i territori che attualmente hanno intrapreso o completato l’iter per il riconoscimento regionale in Ipa sono 22. .  
   
   
VERBANO CUSIO OSSOLA: IL COMMERCIO ESTERO NELLA PROVINCIA  
 
Verbano Cusio Ossola, 15 ottobre 2007 - Nei primo semestre del 2007 l’interscambio provinciale del Verbano Cusio Ossola ha registrato esportazioni di merci per circa 330 milioni di euro. Rispetto ai 284,4 milioni di euro registrati nei primi sei mesi del 2006, si registra pertanto una crescita del 15,9%. Dal grafico, che analizza l´andamento semestrale relativo alle importazioni ed esportazioni nella nostra provincia, dal 1998 ad oggi, si può rilevare come negli ultimi anni la crescita sia costante e anche di notevole entità. Infatti rispetto allo stesso periodo del 2005, lo sviluppo delle vendite all’estero è aumentato del 33%. Con circa 141,7 milioni di euro di prodotto esportato si conferma, quale attività leader per le vendite all´estero, il settore metalli in cui sono compresi i casalinghi, che rappresentano una produzione tipica delle aziende distrettuali della provincia. Le esportazioni di questo comparto, che da solo accorpa il 43% delle esportazioni del territorio sono in forte aumento rispetto allo stesso periodo del 2006 (+38%, passando da 102 a 141 milioni di euro). Il secondo posto nella graduatoria delle esportazioni distinte per gruppi merceologici spetta al comparto “Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali" con un valore di 54,8 milioni di euro (41 milioni nel primo semestre del 2006), in crescita del 33,4%. Tra le esportazioni provinciali, occupa una posizione di rilievo anche il settore delle “Macchine e apparecchi meccanici” (14,6% sul totale) con 48 milioni di euro di esportazioni. I comparti "gomma e plastica" e "minerali non metalliferi", con un fatturato rispettivamente pari a circa 23 e 21 milioni di euro, rappresentano il 7% e il 6,5% del totale delle esportazioni. Le esportazioni di entrambi i settori risultano in diminuzione: -38% per “gomma e plastica” e -3,6% per “minerali non metalliferi”. Nel primo semestre di quest´anno le aree geografiche nelle quali è maggiore l’interscambio con la nostra provincia si confermano essere quelle dell’Unione Europea, (intendendo Ue a 27 membri) che rappresenta il 70% dei mercati di blocco delle nostre merci con 232 milioni di export (205 milioni nello stesso periodo del 2006, con un aumento del 12,8%). Il Vco esporta principalmente in Francia (16,6%, +27% rispetto al primo semestre dell´anno scorso), Germania (13%) e Spagna (6,2%). Tra i Paesi non appartenenti all’Unione Europea, grazie alla vicinanza geografica, il Verbano Cusio Ossola esporta in Svizzera per il 15,8%, per un valore totale che passa da 36 milioni di euro nel 2006 a 52,2 milioni di euro di quest´anno (+45%). Da notare come le esportazioni verso i paesi asiatici, che rappresentano circa il 4,5% del totale siamo in calo del 22% rispetto al primo semestre del 2006. Il dato è dovuto alla diminuzione delle esportazioni in Giappone e Taiwan, che passano rispettivamente da 7,8 a 1,5 milioni di euro e da 2,8 a 0,77 milioni di euro). Per quanto riguarda le esportazioni in Cina, la nostra provincia risulta essere in controtendenza, rispetto alla media piemontese (variazione tra il primo semestre del 2007 e lo stesso periodo del 2006 è di -8%) ottenendo una crescita dell´export del 126%, passando da circa 2 a 5 milioni di euro. Un dato che può essere stato favorevolmente influenzato dall´impegno della nostra Camera di Commercio nella ricerca e nella scoperta di nuovi mercati e collaborazioni per le imprese della nostra zona. . .  
   
   
GIORNATA PAESE BULGARIA  
 
Ancona, 15 ottobre 2007 - Ancona Promuove, Azienda speciale della Camera di Commercio di Ancona, organizza una Giornata Paese Bulgaria che si svolgerà il giorno 26 ottobre 2007, con inizio alle ore 9. 30, presso la Loggia dei Mercanti di Ancona (Via della Loggia). Il Convegno si articolerà in una prima parte in cui verrà presentata in modo approfondito ed operativo la realtà economica della Bulgaria, con riferimento agli aspetti socio-politici, economici, legali, creditizi e fiscali, e in cui verranno illustrate le opportunità di investimento nel Paese; la seconda parte sarà invece dedicata agli incontri con i relatori tecnici. La Giornata Paese sarà arricchita dalla testimonianza di un imprenditore marchigiano che opera già da tempo in Bulgaria. Si invita a prendere visione dell´invito e, chi fosse interessato è pregato di rinviarlo debitamente compilato al numero di fax 071 5898255. Http://www. Anconapromuove. It/layout/images/allegati/bulgaria%20invito. Pdf. .  
   
   
IMMIGRAZIONE: ILLY, LA DIVERSITÀ COME VANTAGGIO COMPETITIVO  
 
 Gorizia, 15 ottobre 2007 - "Nell´epoca della globalizzazione finanziaria, economica, culturale e sociale, l´immigrazione rappresenterà sempre di più in futuro non tanto un problema, quanto un´opportunità, anzi un fattore competitivo". Lo ha sottolineato il presidente della Regione Riccardo Illy che l’ 11 ottobre a Gorizia è intervenuto al convegno "L´azienda come luogo di integrazione multietnica", organizzato dai giovani della Confindustria del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l´Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nel corso del convegno, sulla base di un documento elaborato dai giovani imprenditori, si sono confrontati esperti, magistrati e imprenditori, che hanno portato diretta testimonianza delle esperienze realizzate in alcune imprese del Friuli Venezia Giulia, in un dibattito coordinato dal giornalista Toni Capuozzo, vicedirettore del Tg 5 ed editorialista del quotidiano "Il Foglio". Un tema "ostico", quello dell´integrazione in fabbrica, come ha sottolineato Illy, che è invece opportuno affrontare in modo diretto, come hanno avuto il coraggio di fare i giovani della Confindustria. È stato proprio il presidente regionale di Confindustria Adalberto Valduga, nel suo intervento introduttivo, a rilevare come "l´impresa possa giocare un ruolo decisivo in questo campo, poiché la coesistenza e la collaborazione fra le mura di una fabbrica costituisce un volano per l´integrazione, sempre che attorno vi sia un territorio capace di pianificare il mercato del lavoro e di accogliere". Per il presidente Illy, stiamo andando verso un´epoca in cui la diversità non sarà semplicemente tollerata, come nella fase caratterizzata dall´affermarsi della democrazia e dell´industrializzazione, ma sarà anzi ricercata come fattore competitivo. Nell´era della globalizzazione e dell´economia della conoscenza, ha rilevato il presidente, sono destinate infatti a sopravvivere e ad avere successo quelle imprese e quei sistemi territoriali che sono maggiormente capaci di innovare, e innova chi è più creativo. Illy ha proposto l´esempio delle grandi istituzioni scientifiche internazionali, dove vengono appositamente costituiti gruppi di ricerca multiculturali, perché si è visto che in questo modo si accresce notevolmente la creatività e la capacità di risolvere problemi complessi. Per questo, secondo il presidente, il principale vantaggio competitivo dell´Europa è proprio la sua diversità linguistica, culturale e religiosa, che le permetterà di sopravanzare il modello degli Stati Uniti basato invece sull´assimilazione. In questo senso il Friuli Venezia Giulia, con le sue tre minoranze riconosciute (slovena, friulana, tedesca) e altri gruppi storicamente presenti in regione, costituisce un originale modello di "integrazione conservativa". Per questo la Regione, ha ricordato il presidente, ha approvato una legge per favorire l´integrazione dei nuovi immigrati e sta elaborando altre leggi per le lingue e le culture delle minoranze. "Se riusciremo a integrare i nuovi immigrati e a valorizzare le minoranze - ha concluso Illy - la capacità di competere del Friuli Venezia Giulia, in termini di produzione e di utilizzo delle conoscenze per innovare, non potrà che crescere nel tempo, dando al Friuli Venezia Giulia una posizione di rilievo nell´ambito dell´Unione europea". .  
   
   
L´ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI DEL LAZIO INCONTRA GLI EMIGRATI IN SUD AMERICA  
 
Roma, 15 ottobre 2007 - "Rafforzare i legami con i nostri concittadini emigrati decenni fa in Paesi del Sud America perchè possano mantenere il legame con le proprie radici". E´ questo il senso dell´incontro tra l´assessore alle Politiche sociali della Regione, Anna Salome Coppotelli, e i circa 200 emigranti laziali nella sede della Regione Lazio. Gli emigranti, di età compresa tra i 55 e i 60 anni sono stati accolti per due settimane nel Comune di Sperlonga in provincia di Latina grazie al Programma 2007-2009 finanziato dalla Giunta. “Questo progetto - ha spiegato l’assessore - ha un profondo significato sociale. Ogni anno la Regione offre ad alcuni suoi emigranti la possibilità di tornare a contatto con i luoghi di origine e rinsaldare il legame con la loro terra”. Per favorire il rapporto con quei laziali che da molti anni hanno lasciato il nostro Paese, la Regione sostiene i costi del soggiorno di connazionali scelti dai presidenti delle associazioni di italiani all’estero. L’intervento, attuato secondo un principio di rotazione, ha interessato quest´anno gli emigranti provenienti dai Paesi del Sud America: 35 dal Venezuela, 12 dal Brasile, 8 dall’Uruguay e 135 dall’Argentina. All’incontro con l’assessore regionale hanno partecipato anche 35 giovani australiani – figli di emigranti laziali - giunti in Italia per frequentare un corso di recupero della lingua italiana nell’ambito di un programma che coinvolge ogni anno cento ragazzi di età compresa tra i 18 e i 28 anni. .  
   
   
GLI STRANIERI VALGONO 30 MILIARDI ALL’ANNO  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - Milano sempre più multietnica. Anche per imprese e consumi. Quasi un decimo del fatturato milanese ha per protagonista uno straniero: gli extraeuropei rappresentano un giro d’affari da circa 30 miliardi all’anno. E arriva la guida “Milano multietnica”: non solo ristoranti ma anche negozi, centri benessere, bed & breakfast, associazioni, eventi e manifestazioni, dedicati alle attività etniche. Per una lettura della città che cambia e dei suoi servizi. Imprese straniere: un decimo dell’economia milanese. Giovane maschio arabo negoziante: è questo l’identikit dello straniero imprenditore a Milano, titolare di una ditta individuale. Una ditta milanese su otto ha un titolare da fuori Europa: quasi 19 mila ditte: di questi un quarto da soli gli egiziani e oltre la metà i musulmani. Una presenza femminile nelle imprese molto varia per nazionalità: in media con meno donne di quella media milanese (17% contro 20%), bassa per i Paesi arabi (ad esempio solo il 3,4% per l’Egitto), molto più alta per i cinesi (41%). Doppia la quota dei giovani stranieri rispetto agli italiani (il 12% del totale delle imprese etniche ha tra i 18 e i 29 anni contro il 6% di tutte quelle italiane), con picchi per gli egiziani (22%). Sono pochi i Paesi che scelgono Milano per emigrare e aprire un’attività, soprattutto arabi, cinesi e slavi: le prime quindici nazionalità presenti raggruppano l’84% di tutte le imprese etniche. Oltre uno su tre nel settore del commercio e della ristorazione. Protagonisti gli stranieri nelle costruzioni e nei trasporti (sono titolari del 17% e del 15% di tutte le attività milanesi dei settori). Diverso lo scenario di partecipazione societaria alle imprese, in forme più com plesse rispetto alle ditte individuali: tra titolari, soci e amministratori si contano oltre 37 mila extracomunitari, una presenza meno forte che nelle ditte, col 5,5% di tutte le cariche milanesi. Cambiano le nazionalità: salgono tra i primi posti Svizzera e Stati Uniti. Minore anche la concentrazione: le prime quindici nazionalità coprono il 76% di tutte le cariche. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio sui dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2007. La guida completa della nuova Milano multietnica accompagna il lettore in un percorso nella Milano multiculturale che parte dal cibo, dall’arte e dall’artigianato, fino ad arrivare agli eventi e manifestazioni culturali, è realizzata dalla Camera di commercio di Milano e da Actl, in collaborazione con Epam – Unione del commercio di Milano e Isnart. 368 pagine con indirizzi, informazioni dettagliate in italiano e inglese, su ristoranti, negozi, centri benessere, bed & breakfast, associazioni, eventi e manifestazioni, dedicati alle attività etniche presenti a Milano. Ristoranti etnici: per 65 la qualità è certificata. Il Marchio Quality Restaurants per i ristoranti etnici è un’iniziativa della Camera di commercio di Milano, realizzata con Isnart e in collaborazione con Epam - Unione del commercio di Milano e Actl e ha consentito a 65 ristoranti etnici, oggi premiati con un diploma in Camera di commercio, di ottenere un marchio che certifica la qualità della loro proposta. Il simbolo, riportato sulla guida, rappresenta per il cliente un’ulteriore garanzia nella scelta di un locale nel quale trascorrere una piacevole serata. “In una realtà sempre più internazionale Milano si mostra città aperta e i milanesi attenti alle tendenze estere anche per gli acquisti e il tempo libero - ha dichiarato Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano -. La Camera di commercio con questa guida ha realizzato una prima raccolta delle attività che sono un punto di riferimento per i milanesi che vogliano entrare in contatto con le nuove culture, dalle loro tradizioni a tavola, ai negozi con prodotti tipici, alla cura della persona, all’ospitalità, agli enti di riferimento dei Paesi esteri. Abbiamo anche offerto un marchio di riconoscimento a 65 ristoranti, un servizio ulteriore per orientare i milanesi attenti alla qualità”. Milanesi e ristoranti etnici: una spesa di circa 80 milioni di euro. Dieci volte all’anno, 28 euro per mangiare: così in media i milanesi al ristorante etnico spendono circa 80 milioni di euro. La scelta non manca: sono circa 400 i ristoranti stranieri a Milano, uno su otto. Circa uno su tre frequenta i locali stranieri. Tra gli arabi più scelti: ristoranti (preferiti dal 25% dei milanesi), pizzerie (20%), alimentari (18%). Tra i latino americani sempre preferita la cucina (30%) insieme alle bevande e ai cocktail (23%). Una serata diversa perché piace il cibo straniero (26,5%) e per i prezzi meno cari (13%), ma quasi uno su dieci vuole avvicinarsi così a una cultura diversa. Emerge da una stima della Camera di commercio sui dati del registro delle imprese al secondo trimestre 2007 e sui sondaggi della Camera di commercio attraverso la su azienda speciale Cedcamera sui rapporti col mondo arabo a giugno 2007 (su 239 milanesi, oltre mille italiani) e col mondo latino americano a maggio 2007 ( su 187 milanesi, quasi 600 italiani). .  
   
   
SIGLATA A BELLUNO UNA CONVENZIONE PER PROGRAMMI DI INTEGRAZIONE SOCIALE E SCOLASTICA DEGLI IMMIGRATI  
 
Belluno, 15 ottobre 2007 - Sottoscritte il 12 ottobre a Belluno dall’Assessore regionale ai Flussi Migratori, Oscar De Bona, dai rappresentanti delle Conferenze dei Sindaci delle Ulss di Belluno, Feltre, Treviso, Pieve di Soligo, Asolo, Padova e Vicenza e da Italia Lavoro S. P. A. , le convenzioni per la realizzazione di programmi di integrazione sociale e scolastica collegati all’attuazione dell’ultima annualità del piano triennale 2004-2006. L’obiettivo è quello di promuovere e sostenere il coinvolgimento coordinato degli Enti Locali in progetti territoriali condivisi a livello locale e finalizzati a migliorare l’integrazione della popolazione immigrata. Particolare riguardo verrà dato alle attività di sostegno al diritto allo studio e all’inserimento scolastico, di insegnamento della lingua italiana nella scuola dell’obbligo, di informazione e di mediazione culturale. I programmi verranno finanziati con fondi regionali del bilancio 2006, che prevedono uno stanziamento complessivo di € 1. 000. 000,00. Per quanto riguarda gli enti che hanno oggi sottoscritto la convenzione, i fondi assegnati sono stati così ripartiti: Ulss 1 – Belluno € 52. 146,60; Ulss 2 – Feltre € 34. 246,67; Ulss 7 – Pieve di Soligo € 43. 726,67; Ulss 8 – Asolo € 40. 006,67; Ulss 9 – Treviso € 58. 626,67; Ulss 6 – Vicenza € 56. 466,67; Ulss 16 – Padova 57. 666,67. “Con il coinvolgimento e la responsabilizzazione delle Conferenze dei Sindaci - precisa l’Assessore Oscar De Bona – quali soggetti istituzionali direttamente coinvolti, sia per competenza, sia per la loro prossimità territoriale, si è interso incentivare la partecipazione e la sinergia degli attori territoriali più impegnati su problematiche complesse e trasversali, quali i temi dell’integrazione. Nelle funzioni di programmazione e di coordinamento, proprie dell’istituzione regionale, – ribadisce De Bona – questa metodologia partecipativa e di valorizzazione delle competenze ed esperienze locali viene utilizzata in tutte le aree di intervento dei programmi di settore, per veicolare le azioni di sostegno all’integrazione e favorire la transazione verso una società veneta capace di gestire ed accogliere il cambiamento senza perdere o rinnegare le proprie radici, i propri valori e la propria storia”. I programmi saranno rivolti prioritariamente ad un target costituito da minori e dalle donne immigrate, nella logica che la riuscita dei percorsi di integrazione è un fattore determinante per la coesione sociale di un territorio. Oltre il 46% degli immigrati è rappresentato da donne, mentre il 24% è di minori. Quest’ultima è la percentuale più alta tra tutte le regioni italiane ed indica, in tutta evidenza, un alto indice di stabilizzazione sul territorio. Prosegue la crescita degli alunni stranieri dovuta alle nascite e ai ricongiungimenti familiari, tant’è che negli ultimi sei anni si è passati dalle 10 mila unità dell’anno scolastico 1999/2000, alle oltre 50 mila registrate nell’anno scolastico 2005/2006. “L’integrazione scolastica dei minori e delle donne immigrate e tutte le attività correlate a questo obiettivo – sottolinea ancora De Bona – indicate quali aree prioritarie dal Programma regionale di integrazione sociale e scolastica, diventano determinanti per innalzare i livelli di integrazione e la qualità della vita delle collettività territoriali”. .  
   
   
IMMIGRAZIONE. ASSESSORE DE BONA: IL BURQA PUO’ CREARE PROBLEMI  
 
Venezia, 15 ottobre 2007 - “Il chador è una cosa, il burqa un’altra. Coprirsi il capo con il velo e lasciare scoperto il volto non va contro nessuna regola civile; un fazzoletto in testa lo portavano anche le nostre nonne. Il velo integrale, cioè il burqa, invece è un indumento che nasconde i lineamenti e cela l’identità della persona che lo indossa. In altre parole è un mascherarsi in luogo pubblico, contravvenendo alla legge italiana. E, prendendo spunto dalle affermazioni di Magdi Allam “il sì al burqa ci porterà dritti al suicidio della nostra civiltà”, temo anch’io che questo abbigliamento possa crearci qualche pericolo - oltre che di scontro ideologico - se non altro come elemento di turbativa nella pacifica convivenza civile nel nostro Paese”. L’assessore regionale ai flussi migratori Oscar De Bona interviene nel dibattito scaturito dopo l’uscita, che definisce “poco felice”, del prefetto di Treviso Vittorio Capocelli sull’uso del burqa per motivi religiosi. “Innanzi tutto – sottolinea l’assessore – sono convinto che ognuno debba svolgere il ruolo che gli è stato assegnato. I prefetti, rappresentanti dello Stato sul territorio, facciano i prefetti. Spetta ad altri dettare le regole e ad altri ancora farle rispettare. Altrimenti si crea confusione in un campo dove di confusione ce n’è fin troppa. In un momento in cui si discute se eliminare le Comunità montane o addirittura le Province, credo che piuttosto sia il caso di aprire il dibattito sulla necessità di continuare a mantenere in vita le Prefetture. Sono convinto che sarebbe conveniente condensare i due livelli istituzionali, Prefetture e Province, in uno solo ente territoriale”. L’assessore De Bona pone l’accento sul fatto di non nutrire nessuna prevenzione verso usanze e credo religiosi differenti dai nostri, “purché – precisa - non si dimentichino le buone regole del rispetto reciproco tra le persone e dell’osservanza delle leggi della nazione ospitante. Come le donne occidentali si coprono il capo quando si recano in determinati paesi arabi e tutti noi ci togliamo le scarpe quando entriamo nelle moschee, allo stesso modo i cittadini che praticano la religione islamica devono accettare le nostre regole. Ricordiamoci però che in molti paesi è vietato ai cristiani praticare la loro religione e tanto più costruire le loro chiese”. .  
   
   
OLTRE 1.600 DITTE AL LAVORO PER LA FESTA DEL RAMADAN  
 
Milano, 15 ottobre 2007 – Si sono conclusi i festeggiamenti per la fine del Ramadan, mese del digiuno. E sono oltre 1. 600 le ditte attive a Milano e provincia con titolare proveniente da un Paese musulmano direttamente impegnate per questa occasione. Vendono abbigliamento e calzature (1. 059 ditte individuali tra ambulanti itineranti, a posteggio fisso e negozi al dettaglio), producono e commerciano pane e dolci (201 imprese individuali), sono titolari di bar e ristoranti (171 ditte individuali) e macellerie (58 ditte individuali), vendono alimentari (131 tra ambulanti itineranti e a posteggio fisso, mercatini e ortofrutta) e giochi per bambini (9 ditte individuali). Queste imprese si concentrano soprattutto a Milano città (circa 1. 000), nelle zone attorno via Padova e via Pasteur (105 ditte), nei pressi di via dei Ciclamini, zona Primaticcio-inganni (50 imprese), da piazzale Loreto lungo viale Abruzzi e vie limitrofe (46 imprese) e tutt’attorno a piazzale Lotto (45 imprese). Se si considerano tutti i settori, in totale sono oltre 9. 500 le ditte a Milano e provincia con titolare proveniente da Paesi musulmani, il 50,6% delle ditte milanesi che hanno un titolare di origine extracomunitaria. I più presenti gli egiziani, titolari di 4. 525 ditte e i marocchini titolari di 1. 795 ditte; seguono i bengalesi con 687 ditte individuali. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati registro imprese a settembre 2007 per i settori del commercio esaminati e al Ii trimestre 2007 per il numero di ditte individuali con titolare extracomunitario e proveniente da Paesi musulmani a Milano. Ristoranti del Ramadan: col marchio la qualità è certificata. Il Marchio Quality Restaurants per i ristoranti etnici è un’iniziativa della Camera di commercio di Milano, realizzata con Isnart e in collaborazione con Epam - Unione del commercio di Milano e Actl e ha consentito a 65 ristoranti etnici, tra cui quelli arabi legati al Ramadan, di ottenere un marchio che certifica la qualità della loro proposta. Il simbolo, riportato sulla guida, rappresenta per il cliente un’ulteriore garanzia nella scelta di un locale nel quale trascorrere una piacevole serata. L’elenco dei locali si trova nella nuova guida “Milano multietnica. Guida ai ristoranti, prodotti e tradizioni dal mondo”: 368 pagine con indirizzi, informazioni dettagliate in italiano e inglese, su ristoranti, negozi, centri benessere, bed & breakfast, associazioni, eventi e manifestazioni, dedicati alle attività etniche presenti a Milano. .  
   
   
GUIDA: “MILANO MULTIETNICA”  
 
 Milano, 15 ottobre 2007 - Guida “Milano multietnica”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano in collaborazione con l’Istituto di Certificazione Isnart e l’Associazione per la Cultura e il Tempo Libero. Un progetto che io penso sia interessante per almeno due motivi. Il primo è che dà una chiave di lettura del terziario etnico a Milano, una mappatura su due livelli, quello funzionale indicando il servizio offerto, e quello geografico indicando la provenienza di questi imprenditori. Persone che, lo dico subito, contribuiscono al fatturato milanese creando un giro d’affari da circa 30 miliardi all’anno, l’8% sul totale. La seconda motivazione è che per la prima volta, insieme ad Isnart, abbiamo dato un marchio di qualità ad alcuni dei ristoranti etnici qui elencati, un riconoscimento della loro professionalità e dell’alta qualità del loro lavoro. Valorizzare queste attività, significa riconoscere nel carattere multietnico di questa città un valore aggiunto, in grado di stimolare e far crescere il territorio milanese che da sempre ha fatto dell’apertura e dell’integrazione uno dei suoi punti di forza. E il lavoro, l’impresa, ha sempre giocato un ruolo fondamentale in questo. L’etica del lavoro certamente fa parte dello spirito dell’identità di Milano. Così attraverso la cultura del lavoro e l’industriosità, l’integrazione culturale e sociale possono essere promosse al loro livello più alto. I casi di successo e crescita delle imprese extracomunitarie dimostrano come Milano sia in grado di assorbire “l’altro da sé” senza perdersi. Ciascuna delle parti in causa, chi accoglie e chi viene accolto, dà e riceve in questo processo. Ma alla fine il gioco dell’integrazione riuscita non è a somma zero, ma un vantaggio per tutti. Un vantaggio anche economico. Perché oggi le cosiddette “extraimprese” costituiscono un robusto valore aggiunto dal punto di vista culturale ed economico. A Milano le imprese a titolarità non italiana costituiscono una realtà costantemente in crescita. Nel 2006 hanno raggiunto il numero di 20mila, riportando un aumento del 10,7% rispetto all’anno precedente. Traducendo in percentuali, queste aziende sono cioè attualmente il 12,7% del totale delle ditte individuali della provincia. Imprese prevalentemente localizzate nel terziario, un settore di attività che raccoglie da solo ben più di metà delle imprese milanesi gestite da stranieri. Di certo il fatto che Milano sia una città dal punto di vista economico fortemente votata al terziario contribuisce a questo risultato. Con una percentuale del 57,5% delle imprese impiegate nel terziario sulla totalità di quelle a titolarità non italiana, Milano supera infatti di qualche punto la media nazionale. È però altrettanto vero che il settore dei servizi è probabilmente l’ambito dove la differenza culturale può più facilmente diventare un vantaggio, un valore aggiunto. Come dimostrano i casi che abbiamo voluto inserire nella nostra guida “Milano multietnica”, dedicata appunto al terziario. È questa una guida che pensa alla qualità, e mi riferisco certo all’accuratezza con la quale è stata fatta la selezione così come tutte le informazioni dettagliate indicate. Ma penso soprattutto al fatto che nel suo piccolo, cerca di raccontare una storia importante di Milano e dei suoi cittadini, mettendo insieme esperienze eccezionali di persone arrivate da ogni parte del mondo. È un racconto che parla di immigrazione, ma soprattutto di integrazione. Crescere nelle differenze significa crescere in modo equilibrato, dando una possibilità a tutti. L’ho detto spesso e lo ripeto, perché sono convinto che sfruttare quella tipicità del Made in Italy che è la valorizzazione della piccola impresa sia la chiave di successo. E queste imprese, portano il messaggio di un’integrazione riuscita. .  
   
   
10 ANNI DI EURES TRANS TIROLIA, GNECCHI: "IMPEGNO PER LA MOBILITÀ DEL LAVORO"  
 
Bolzano, 15 ottobre 2007 - Eures Trans Tirolia, l´iniziativa dell´Unione Europea che promuove la formazione di un mercato del lavoro comune fra Tirolo, Alto Adige e Cantone dei Grigioni, compie 10 anni. Per celebrare l´occasione, giovedì 11 si è svolto un convegno che ha riunito i principali rappresentanti delle amministrazioni pubbliche coinvolte. Ogni giorno, 1. 500 lavoratori si spostano tra Alto Adige, Tirolo e Cantone dei Grigioni per raggiungere il proprio posto di lavoro. Un pendolarismo transfrontaliero reso possibile anche dall´impegno di Eures Trans Tirolia, che offre la possibilità di vivere in una Regione e lavorare in un´altra senza ostacoli. Per quanto riguarda la nostra Provincia, nei primi dieci mesi del 2007 sono giunte ai consiglieri Eures 176 domande di altoatesini che desiderano lavorare all´estero pur continuando a vivere in Italia. La maggior parte ha come destinazione occupazionale la Svizzera, e in particolare il Cantone dei Grigioni, ma la mobilità transfrontaliera è piuttosto elevata anche in Alta Pusteria. Basti pensare che nella zona di San Candido, il 3% dei dipendenti sono cittadini austriaci. A livello generale, circa i due terzi dei 1. 500 "frontalieri" lavorano nei Grigioni, non più di un terzo in Tirolo, e molti di meno in Alto Adige. Tra il 1996 e il 2006, però, il numero dei lavoratori provenienti da Austria e Germania, ma occupati in Alto Adige, è triplicato, passando da 1. 100 a 3. 300. "La mobilità del lavoro - ha spiegato nel suo intervento l´assessora provinciale Luisa Gnecchi - è un fenomeno in grande espansione. Nel mondo ci sono 220 milioni di persone che migrano dal proprio paese per cercare un´occupazione, e a livello europeo si stima che entro il 2030 circa 3 milioni di lavoratori si saranno mossi all´interno dei confini della Ue. Si tratta dunque di un fenomeno concreto e reale, con il quale le istituzioni devono confrontarsi nel modo migliore, garantendo un positivo incontro tra domanda e offerta, sostenendo le aziende, e migliorando ulteriormente l´impegno dei servizi per l´impiego, l´orientamento e la formazione professionale". "Il compito di Eures Trans Tirolia - ha sottolineato il direttore della Ripartizione provinciale lavoro Helmuth Sinn - è quello di creare le condizioni strutturali necessarie per rendere possibile la mobilità geografica dei lavoratori. Negli ultimi anni abbiamo contribuito all´abbattimento di diversi ostacoli, e vogliamo riuscire a creare un´area di lavoro comune". . .  
   
   
MISSIONE IMPRENDITORIALE IN TURCHIA  
 
 Ancona, 15 ottobre 2007 - Due giorni di incontri Btob e di visite aziendali ad Istanbul per un gruppo di imprese marchigiane del settore della meccanica: così si è concluso il Progetto Turchia, che Ancona Promuove Azienda Speciale della Camera di Commercio per l’internazionalizzazione delle Imprese e Confindustria Marche hanno realizzato in collaborazione con l’Ufficio Ice di Istanbul. Il 2 ottobre gli imprenditori marchigiani sono stati impegnati in appuntamenti ad hoc con i potenziali partner turchi, con i quali hanno posto le basi per future relazioni commerciali, ma anche per iniziative di co-produzione e trasferimento di tecnologie. Le imprese marchigiane, appartenenti in particolare ai comparti stampi e stampaggio plastica e metallo, cappe aspiranti, macchine lavorazione legno e macchine segatrici per metallo, hanno approfondito la conoscenza della realtà imprenditoriale turca visitando anche alcuni stabilimenti industriali. In particolare, il 3 ottobre, la delegazione si è trasferita nella parte asiatica della città di Istanbul, dove è stata organizzata una visita guidata alla zona industriale di Gebze. Tale zona, nata nel 2002 con la creazione di un parco tecnologico riservato alla ricerca, si è successivamente sviluppata, divenendo un’area altamente organizzata, gestita da una direzione centrale che si occupa della erogazione dei servizi e delle relazioni esterne. La zona, che comprende oltre 100 imprese, molte delle quali parzialmente o totalmente a capitale estero, testimonia un buon livello tecnologico e un ottimo stato del sistema turco a forte vocazione manifatturiera. La Turchia si riconferma un Paese focus per l’economia territoriale, anche a giudicare dai dati export del primo semestre 2007. Rispetto all’analogo periodo del 2006, infatti, l’incremento delle esportazioni del settore della meccanica marchigiana è pari al 3,5%, perfettamente in linea con il dato nazionale (+3,6%), mentre il totale dell’export della nostra regione verso il Paese, pari a circa 98 milioni di euro nei primi 6 mesi del 2007, rappresenta un incremento dell’8,2% (Italia + 6,9%). Dopo la crisi del 2001, stiamo assistendo a 6 anni di crescita ininterrotti con ritmi "asiatici". Una crescita confermata nei primi 4 mesi del 2007, pari al 6,7%, stimolata da un sensibile aumento della domanda di prestiti e di beni di consumo, conseguenza del raddoppio del reddito medio in appena cinque anni, di ottime prestazioni delle esportazioni e di un afflusso consistente di capitale straniero. .  
   
   
FORMIGONI: LA LEGGE BIAGI AIUTA MERCATO DEL LAVORO  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - La "Biagi" è una buona legge, da difendere ma soprattutto da applicare. E, dati alla mano, ha migliorato la performance del mercato del lavoro: il tasso di occupazione è in continua crescita, la disoccupazione è diminuita di oltre 2 punti percentuali tra il secondo semestre del 2003 e il secondo semestre del 2007. E ancora, ha ottenuto risultati significativi sull´emersione del lavoro irregolare, ha permesso di avviare una moderna politica dei servizi di accompagnamento al lavoro e ha favorito l´avvio e il consolidamento di una nuova politica di integrazione tra formazione e lavoro. Da questa considerazione è partito l´intervento del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, al convegno "Dare valore al lavoro" cui hanno partecipato, tra gli altri, Mariastella Gelmini, coordinatore regionale di Fi, Stefania Craxi, presidente Giovane Italia, Giampiero Cantoni, Maurizio Sacconi, Giuliano Cazzola, presidente Comitato difesa legge Biagi, e Gianni Bocchieri, presidente Apla (Agenzie per il lavoro Associate). "La legge Biagi - ha detto Formigoni - ha messo regole più chiare in un mercato, quello del lavoro, che da molti anni aveva già iniziato a precarizzarsi. E soprattutto non ha aumentato il precariato. Oggi l´occupazione stabile nel nostro paese è attestata all´87%, mentre la quota di lavoro cosiddetto atipico è del 13%. Siamo sotto la stessa media europea, dove paesi come la Francia, la Germania o la Spagna hanno una quota di lavoro flessibile decisamente superiore alla nostra". "Con la Biagi - ha aggiunto - è andato delineandosi un nuovo modello di servizi per l´impiego, una rete di servizi per il lavoro che vede agenzie pubbliche e private, profit e non profit, formare una unica rete di operatori in grado di gestire le risorse pubbliche per dare percorsi di formazione e ricollocazione lavorativa a quanti rimangono disoccupati". Secondo il presidente Formigoni comunque non si è ancora raggiunto l´optimum e pertanto, fermo restando che il faro dell´azione di Regione Lombardia rimane quello stabilito dalla Conferenza di Lisbona, ogni nostro sforzo deve essere per il raggiungimento di un tasso di occupazione generale del 70%, di occupazione femminile del 60% e di occupazione over 55 del 50%. La Legge Biagi In Lombardia - "Con la legge regionale 22/06 - ha detto ancora Formigoni - abbiamo avviato una profonda riforma del sistema regionale di intervento nel mercato del lavoro, prevedendo la costituzione di un nuovo sistema di governance del mercato del lavoro". La legge regionale promuove la realizzazione di una rete di soggetti, di azioni e di strumenti il cui fine è il perseguimento di "buona" occupazione, con garanzie di tutela e sicurezza, "tenendo sempre ben presente - ha fatto notare il presidente lombardo - che la persona è al centro del sistema del mercato del lavoro e che sono i servizi ad adattarsi alle esigenze del singolo, modulandosi ai suoi fabbisogni e non viceversa". Tre gli strumenti studiati per darle attuazione: 1) la costituzione di una rete di operatori accreditati che permetta sì un accreditamento più facile, ma che, allo stesso tempo, valuti più severamente; 2) la dote, strumento nuovo che fa sì che chi ne beneficia disponga di risorse attraverso le quali accedere e fruire dei servizi funzionali al raggiungimento della sua occupazione; 3) l´apprendistato, che deve essere adattato alla realtà in cui viene praticato. In Lombardia gli apprendisti sono 120. 000. "La Biagi - ha concluso Formigoni - non deve essere modificata né tanto meno eliminata, ma integrata con un salto di qualità nella riforma del welfare". Ovvero, servono nuove garanzie e nuove tutele. Gli strumenti oggi esistenti devono diventare risorse finalizzate all´inclusione sociale attraverso il lavoro. Per il presidente lombardo, diventano "sempre più necessarie politiche di workfare, che leghino il sostegno assistenziale a un deciso accompagnamento al lavoro e all´obbligo ad accettare al più presto le proposte di lavoro che eventualmente si materializzassero. Questa è la vera sfida". .  
   
   
AL VIA LA CAMPAGNA "LE DONNE MERITANO DI PIÙ"  
 
Bolzano, 15 ottobre 2007 - La nuova campagna di sensibilizzazione "Le donne meritano di più/Frauen verdienen mehr" indetta dal Comitato provinciale per le pari opportunità è stata presentata venerdì 12 ottobre, dalla sua presidente Julia Unterberger assieme alla vicepresidente Alessandra Spada e all´assessora provinciale alle pari oppotunità Luisa Gnecchi. In occasione dell´Anno internazionale delle pari opportunità, indetto dall´Unione Europeo nel 2007, il Comitato provinciale per le pari opportunità intende richiamare l´attenzione sul fatto che nella società attuale non sia ancora stata raggiunta una effettiva situazione di pari opportunità fra uomo e donna e che vi sia, pertanto, la necessità di misure mirate per raggiungerla. Ne è nata la campagna di sensibilizzazione "Le donne meritano di più/Frauen verdienen mehr" che si concretizzerà da metà ottobre a metà novembre con inserzioni nella stampa locale, in lingua tedesca e italiana, con la distribuzione di cartoline con gli stessi motivi ad opera della ditta "Dear mama". La campagna sarà realizzata anche tramite spot radiofonici. Grazie al doppio significato del termine “verdienen" che può essere tradotto con guadagnare/meritare, si vuole richiamare l’attenzione sul fatto che mancano ancora, nella nostra società, pari opportunità tra donne e uomini, e che, per realizzarle, occorrono provvedimenti mirati allo scopo. L’attenzione principale della campagna, come ha sottolineato Julia Unterberger, è rivolta all’attività professionale, ove ancora le donne sono impegnate a combattere una serie di discriminazioni, nonostante si registri una rapida avanzata sul fronte formativo, e che esse siano ormai in possesso del medesimo grado di preparazione dei loro colleghi maschi. Basti pensare come, secondo fonti Astat, le iscrizioni alle università austriache ed italiane fanno registrare una presenza del 53,45 di donne e del 46,55 di uomini. La campagna di sensibilizzazione intende sensibilizzare sul fatto che i tradizionali “lavori femminili” sono classificati di livello inferiore rispetto ai lavori tipicamente maschili e che, conseguentemente, le donne, anche se appartenenti alla stessa qualifica professionale, guadagnano circa un terzo in meno rispetto agli uomini. In Italia tale differenza salariale, secondo dati Od&m e Eurostat, è del 19 per cento per titolo di studio di media inferiore (Ue 13 per cento) e del 29 per cento per laureati (Ue 30 oer cento) ed aumenta con l´età. Altro aspetto messo in rilievo dalla campagna sarà il fatto che le donne eseguono quasi per intero il lavoro non retribuito legato alla cura della famiglia e che di conseguenza siano meno competitive nell´attività professionale. In Alto Adige il livello occupazionale, secondo dati Eurostat-istat-astat, è del 78,80 per cento per gli uomini e del 59,10 per cento per le donne; gli occupati part time sono al 36 per cento donne, che lo hanno scelto al 75 per cento per motivi familiari, e solo al 4 per cento uomini che vi hanno optato per altri motivi e per il 13 per cento perché non trovava altra occupazione. Sono infatti il 91,90 per cento le donne senza figli che lavorano a tempo pieno e il 59,70 per cento quelle con prole che lavorano part time. Solo il 6,2 per cento degli uomini occupati prende il congedo di paternità, vedi studio Astat. Inoltre, le donne, avendo versato contributi pensionistici inferiori causa il lavoro di cura verso la famiglia, percepiscono pensioni con importi inferiori di circa il 50 per cento, ovvero in media 453 Euro al mese, rispetto a quelle medie percepite dagli uomini, 854 Euro (fone Afi-ipl). Altro dato di fatto evidenziato dalla campagna di sensibilizzazione il fatto che le donne non sono quasi per nulla rappresentate nelle posizioni decisionali o di vertice. Nell´amministrazione provinciale, come ha riferito l´assessora provinciale Luisa Gnecchi, sono solo 2 le direttrici di dipartimento, nel proprio dipartimento ed in quello della collega assessora Sabina Kasslatter Mur, e solo 3 direttrici di ripartizione. La campagna serve per sensibilizzare su queste realtà discriminatorie con l´auspicio che la politica intervenga adeguatamente per contribuire ad eliminarle come avvenuto nei Paesi scandinavi. .  
   
   
UN SECOLO DI DONNE 1908 – 2008  
 
 Roma, 15 ottobre 2007 - In vista delle celebrazioni per il centenario dell’evento storico che ha reso l’8 marzo “Festa internazionale delle donne”, la vice-sindaco Mariapia Garavaglia, l’assessore alle Politiche educative e scolastiche, Maria Coscia, e l´assessore alle Politiche per la Semplificazione, la Comunicazione e le Pari Opportunità, Cecilia D’elia, hanno presentato questa mattina in Capidoglio il progetto: “Un secolo di donne – 1908-2008”, rivolto agli studenti delle scuole superiori della città. Obiettivo principale sarà quello di promuovere tra le giovani generazioni la conoscenza del percorso di emancipazione e di lotta delle donne lungo l’arco di un secolo e attraverso due temi di grande attualità: il lavoro e i diritti. Nel 2008 ricorre infatti il centenario del tragico evento avvenuto a Chicago l’8 marzo 1908, durante il quale 129 operaie morirono bruciate nella loro fabbrica. La data è poi diventata il simbolo della lotta delle donne nel lungo percorso di emancipazione e di liberazione che ha attraversato tutto il ‘900 e che ancora prosegue nel nostro tempo. I ragazzi, ma soprattutto le ragazze delle scuole di Roma saranno le protagoniste di una serie di eventi che si svolgeranno tra marzo e aprile e coinvolgeranno la città. Hanno detto: Mariapia Garavaglia, Vice Sindaco di Roma: "Questo centenario, ricordato attraverso progetti per la scuola e le pari opportunità, si inserisce perfettamente nelle scelte politiche che l´Amministrazione Comunale sta perseguendo per valorizzare al massimo questi temi, nella consapevolezza che la memoria sia uno strumento fondamentale per intercettare le nuove generazioni". Maria Coscia, Assessore alle Politiche Educative e Scolastiche: "Il progetto e le iniziative del Campidoglio per il Centenario dell´8 marzo avranno nelle ragazze delle scuole superiori le principali protagoniste. Ripercorrere la storia e la memoria di un secolo di donne permetterà ai giovani di comprendere quanto sia importante non rinunciare mai a lottare per nuove conquiste e diritti". Cecilia D´elia, Assessore alle Pari Opportunità: "Questo percorso costituisce un´occasione per valorizzare ciò che come donne dell´Amministrazione già facciamo per le cittadine e per noi, un momento di riflessione sul senso del lavoro, e soprattutto un modo per affrontare le priorità nella costruzione dell´identità delle nuove generazioni intorno al significato dell´essere donna". Il Progetto Il nuovo Progetto si incardina nel piano d’azione complessivo che da anni l’Assessorato alle Politiche educative e scolastiche propone come contributo all’arricchimento della formazione nelle scuole. Infatti l’attenzione al tema delle donne pervaderà in maniera trasversale tutti gli altri Progetti Speciali: il Progetto di Filosofia “Roma per Vivere Roma per Pensare” dedicherà un nucleo specifico al pensiero politico di genere; il Progetto della memoria “Noi Ricordiamo” sottolineerà particolarmente la condizione delle donne nella Shoah e l’impegno delle donne nella Resistenza, nella Liberazione e nella Costituente fino alla conquista del voto. Il circuito delle Scuole “Romarock- Romapop” farà un concorso di musica per premiare le band di ragazze e le vocalist. I gruppi e le soliste si esibiranno in un concerto-evento che si svolgerà l’8 marzo; Gli Obiettivi: ü Conoscenza della storia che ha condotto le donne italiane ad avere oggi una diversa tutela giuridica nello studio, nel lavoro, nella famiglia, nella società. Ü consapevolezza della necessità di proseguire il cammino dei diritti; ü una comprensione dei diritti negati delle “nuove arrivate” nel nostro paese da ogni angolo del mondo I Destinatari : - circa 25 scuole superiori, con un coinvolgimento di 1 classe per scuola, per un totale di circa 600 studenti. - Nel selezionare le scuole partecipanti al Progetto si avrà particolare attenzione per quegli Istituti a forte presenza femminile (licei psico-pedagogici, licei linguistici, tecnici e professionali turistici e linguistici). - Pur essendo rivolto a tutti gli studenti il Progetto avrà momenti significativi in cui sarà data particolare rilevanza al protagonismo delle ragazze. I Momenti Qualificanti: 4 incontri a Teatro da realizzarsi da dicembre 2007 a marzo 2008: Diritti e rovesci. La lotta delle donne per la conquista dei diritti, dal diritto di famiglia, ai diritti personali, civili e sociali, alla tutela della maternità. Giuriste, parlamentari, donne protagoniste dei movimenti femminili e femministi. 2. Dal focolare allo Schuttle. Professioni e conquiste nel mondo del lavoro. Operaie, direttrici d’orchestra, chirurghe, rettore, vigilesse, banchiere…. Alice rompe lo specchio. Le donne cambiano il costume, l’immaginario, le consuetudini. Stiliste, giornaliste, psicologhe, storiche, scrittrici. 4. Il cielo per intero. Le donne in prima linea per la salute della Terra e nello sviluppo dei diritti umani nel mondo. Ambientaliste, leader di movimenti africani, associazioni per i diritti umani · Una particolare campagna di comunicazione che vedrà protagoniste le ragazze: Sarà avviato un concorso di idee tra le scuole del Progetto in cui si chiederà alle ragazze di scrivere una frase in risposta alla domanda : “Felice di essere donna perché …”. Le ragazze completeranno la frase con un pensiero. Le frasi più belle e significative saranno stampate sui manifesti per l’8 marzo e i muri della città saranno tappezzati dai pensieri delle ragazze. · “Il filo di Arianna”. Figlie, madri, nonne. La trasmissione dei vissuti tra le generazioni. Una parte del Progetto intende coinvolgere le ragazze nella raccolta di testimonianze delle madri e delle nonne sulle loro differenti condizioni di vita e di lavoro. Testimonianze orali, lettere, stralci di diari, foto, materiali di ogni tipo, dai vestiti agli oggetti, con l’obiettivo di realizzare una mostra che parli all’intera cittadinanza del complesso ed appassionante rapporto tra le generazioni. Attraverso la narrazione e la raccolta di immagini delle singole storie personali si potrà leggere l’evoluzione della condizione della donna in Italia fino ad oggi. Il Metodo Di Lavoro Didattico : formazione mirata dei Docenti incontri / dibattito degli studenti con figure autorevoli di donne appartenenti a settori diversi della società di ieri e di oggi. Richiesta di un prodotto finale realizzato dagli studenti, quale sintesi e rappresentazione qualificante di ogni gruppo classe, del percorso sviluppato per il Progetto. Evento conclusivo per mettere in luce creatività, originalità e competenze degli studenti partecipanti che si svolgerà a maggio 2008.  
   
   
IL COMPUTER PER CASALINGHE DISPERATE  
 
 Pordenone, 15 ottobre 2007 - Il Comitato per l’Imprenditoria Femminile di Pordenone, che ha sede presso la Camera di commercio, supporta l’incontro promosso da Ande (Associazione Nazionale Donne Elettrici). “Il computer per casalinghe disperate” è il titolo del libro di Alessandra Samaritani Ruggiero che verrà presentato lunedì 15 ottobre, ore 18, nella Sala Consiliare del Palazzo della Provincia. Dialogheranno con l’autrice Gea Arcella, notaio in Pordenone e Membro della Commissione Informatica del Consiglio Nazionale del Notariato, Luciano Battaia, docente di Matematica e Fisica presso il Liceo “M. Grigoletti” di Pordenone e le Università di Trieste e Udine e Lauretta Serafini, Presidente Regionale della Federcasalinghe. Interverrà all’incontro l’ Assessore all’Istruzione e alla Cultura della Regione Fvg e promotore dell’iniziativa regionale di alfabetizzazione informatica Roberto Antonaz. .  
   
   
GABETTI PROPERTY SOLUTIONS SPA E UBH UNITED BUSINESS HOLDING SPA SOTTOSCRITTO UNA LETTERA DI INTENTI PER LA EVENTUALE AGGREGAZIONE DELLE PROPRIE ATTIVITÀ RIVOLTE AL FRANCHISING IMMOBILIARE E ALLA MEDIAZIONE CREDITIZIA.  
 
Milano, 15 Ottobre 2007 - In relazione all’andamento del titolo, su richiesta delle autorità di borsa e al fine di ripristinare la parità informativa, si comunica che Gabetti Property Solutions spa e Ubh United Business Holding spa hanno sottoscritto in data 27 settembre 2007 una lettera d’intenti per la eventuale aggregazione delle proprie attività rivolte al franchising immobiliare e alla mediazione creditizia. L’accordo prevede due società che dovrebbero essere operative a partire da gennaio 2008. L’operazione dovrebbe condurre all’aggregazione di tali attività in due società. La prima società dovrebbe operare nell’ambito del franchising immobiliare con i marchi Gabetti Franchising Agency, Grimaldi Franchising e Professionecasa. La seconda società dovrebbe operare con i marchi G. Finance e Rexfin per la mediazione creditizia e con il marchio Assirex per il brokeraggio di prodotti assicurativi. Le partecipazioni di Gabetti Property Solutions e di Ubh in tali due società saranno speculari: nella prima società (intermediazione immobiliare) 51% Gabetti Property Solutions e 49% Ubh; nella seconda (mediazione creditizia) 51% Ubh e 49% Gabetti Property Solutions. Le due diligence sono in fase avanzata. Le parti intendono perfezionare gli accordi vincolanti entro la fine di novembre. La società di franchising immobiliare aggrega alla data 30/6/2007 N. 1267 agenzie operative e N. 1. 501contratti sottoscritti. La società di mediazione creditizia sviluppa al 30/6/2007 un erogato complessivo di 511 ml con 207 negozi finanziari. Si precisa, relativamente a Gabetti Property Solutions S. P. A. , che l’operazione in questione non comprende la rete di intermediazione diretta retail, corporate e Santandrea. Advisor dell’operazione: Avalon Real Estate e studio legale Lombardi Molinari e Associati per Gabetti Property Solutions. Lo studio Mgim-sap e Tamburi Investment Partners S. P. A. Per Ubh. Gabetti Property Solutions è il primo full service provider immobiliare in Italia. Fondata nel 1950, quotata dal 1990 alla Borsa di Milano la Società è attiva in tutti i segmenti di business del mercato immobiliare: intermediazione, valutazioni e due diligence immobiliari, servizi tecnici, trading immobiliare, mediazione creditizia. E´ presieduta da Elio Gabetti, con Ugo Giordano come Amministratore Delegato. Ubh, guidata da Umberto Botti, è la holding di partecipazioni attiva nel settore immobiliare e della mediazione creditizia. Fondata nel 2004, Ubh controlla al 95% il network Professionecasa, al 51% Grimaldi Immobiliare e al 95% Rexfin. Con una rete complessiva di oltre 1100 contratti franchising, Ubh è controllata al 60% da Umberto Botti, Presidente del Gruppo; una quota del 15% è detenuta dal gruppo Banco Popolare. .  
   
   
BENI STABILI ACQUISTA IL 17,62% DI TORINO05 INVESTMENT DA FIAT PARTECIPAZIONI DIVENTANDONE UNICO AZIONISTA  
 
 Roma, 15 ottobre 2007 – Beni Stabili, in data 11 ottobre, ha acquistato il 17,62% di Torino05 Investment da Fiat Partecipazioni per un importo pari a € 10,3 milioni di euro, diventando unico azionista della società. Torino05 Investment era stata acquistata a giugno 2005 da Beni Stabili e da Fiat Partecipazioni in una Joint Venture partecipata rispettivamente all’82,38% e al 17,62%. Il portafoglio è composto da 5 immobili, quattro dei quali con destinazione uffici/succursali affittati a Fiat Partecipazioni e un quinto, con destinazione d’uso ufficio, locato al Gruppo Intesa San Paolo. L’acquisto della partecipazione rientra nel programma di riorganizzazione della struttura partecipativa e dell’attivo del gruppo Beni Stabili al fine di renderlo più snello e funzionale. .  
   
   
PRESENTATO IL PIANO REGIONALE DI EDILIZIA RESIDENZIALE AD ASCOLI PICENO  
 
 Ascoli Piceno, 15 ottobre 2007 - Il problema della casa per diverse famiglie marchigiane e` una questione fondamentale. Il Governo regionale, consapevole di questo disagio, ha avviato una strategia in grado di sviluppare politiche abitative necessarie per la collettivita`. Su questo principio e` stato presentato, dal vice presidente della Regione Marche, Luciano Agostini e dall´assessore regionale ai Lavori pubblici, Gianluca Carrabs, il Piano regionale di edilizia residenziale per gli anni 2006-2008. Si tratta di una vera e propria svolta perche` costituisce il primo ´piano casa´ che promuove sempre piu` le funzioni degli enti locali, i beneficiari e i requisiti per accedere ai fondi. ´La domanda di possedere una abitazione inizia ad essere consistente ´ ha sottolineato Agostini ´ e la Regione Marche ha voluto fornire una risposta realizzando un piano di cento milioni di euro, suddivisi per le province marchigiane, a vantaggio delle nuove generazione, dei ceti meno abbienti e degli anziani autosufficienti con redditi poco elevati´. ´Tra le novita` del Piano ´ ha sottolineato Carrabs - ci sono le agevolazioni per l´accesso alla proprieta` della prima casa mediante contributi ´buoni casa´, diretti a giovani coppie e l´istituzione di un fondo di garanzia per i mutui accesi da giovani coppie, con contratti di lavoro precario o atipico. I criteri per l´assegnazione dei buoni casa saranno stabiliti dalla Provincia, rispettando le indicazioni fornite dalla Regione, mentre per il fondo di garanzia, la Regione si fa garante della solvibilita` del soggetto che ha un lavoro a tempo determinato´. ´Tutti gli interventi di nuova costruzione ´ ha proseguito l´Assessore - dovranno raggiungere un grado di sostenibilita` edilizia in termini di limitazione dei carichi ambientali e di consumo delle risorse energetiche. Se la costruzione raggiunge un grado di sostenibilita` maggiore sono previsti contributi aggiuntivi. Inoltre, il Piano punta al sostegno delle famiglie, sulla qualita` delle costruzioni e anche sulla riqualificazione del patrimonio abitativo pubblico mediante interventi di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici abitati da famiglie con persone aventi disabilita` motorie permanenti´. Le risorse del Piano complessivamente ammontano a 21,4 milioni di euro, di cui 6,67 milioni per il territorio di Ascoli Piceno, 4,80 milioni per il territorio di Fermo e circa 9,9 milioni per i programmi di reinvestimento dei proventi delle dismissioni del patrimonio abitativo pubblico degli Erap/comuni. Inoltre, ulteriori 17,6 milioni di euro, sempre nel triennio 2006-2008, saranno le risorse da suddividere su tutto il territorio regionale. Di queste circa 2,6 milioni di euro verranno utilizzate per un programma di sperimentazione, mentre gli altri 15 milioni serviranno per il fondo di sostegno alla locazione con contributi diretti alle famiglie. I tempi di attuazione prevedono entro il prossimo 2 dicembre l´approvazione dei programmi provinciali, entro il 31 gennaio 2008 i Comuni dovranno emanare i bandi di assegnazione dei contributi regionali e la costruzione degli alloggi dovra` iniziare entro tredici mesi dall´assegnazione dei fondi. . .  
   
   
LISTINO PREZZI OPERE EDILI  
 
Ferrara, 15 ottobre 2007 - E’ disponibile l’ultima versione del “Prezzi dei materiali e delle opere edili in Ferrara”, una pubblicazione curata dalla Camera di Commercio di Ferrara che riporta i prezzi dei materiali e delle opere compiute nei diversi comparti edili. Si tratta di un’iniziativa editoriale utile non solo alle imprese, ma anche ai cittadini, che da oltre 40 anni la possono consultare quando devono fare i conti con la sistemazione dell’impianto elettrico o idraulico di casa, o con la costruzione di strutture edili, dal semplice muretto all’intera abitazione. Grazie al lavoro svolto dalla Commissione e dai sei Comitati Tecnici – composti da oltre 60 esperti dei diversi settori segnalati dalle Associazioni di categoria, dagli Enti e dagli Ordini professionali del territorio (Acer, Api, Ascom, Asppi, Cadf, Cna, Collegio dei Geometri, Collegio dei Periti, Comune di Ferrara, Confartigianato, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Hera, Lega delle Cooperative, Ordine degli Architetti, Ordine degli Ingegneri, Provincia) – si è potuti giungere a questa edizione del Listino, revisionato ed arricchito da nuove voci quali, ad esempio, gli impianti ad energia solare e i costi della manodopera edile. La pubblicazione, disponibile da quest’anno con una nuova veste grafica, al fine di migliorarne la leggibilità e la ricerca puntuale dei prezzi, è in vendita nella tradizionale versione cartacea presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, Largo Castello 12 (tel. 0532783911; fax 0532201242; e-mail urp@fe. Camcom. It) e presso alcune librerie specializzate, nonché consultabile direttamente sul sito www. Fe. Camcom. It attraverso l’acquisto di apposita password. .  
   
   
WORKSHOP ENEA: IL FUTURO E’ A IDROGENO? IL PROGETTO HYWAYS E LE PROSPETTIVE JTI  
 
Roma, 15 ottobre 2007 - L’idrogeno, quale vettore energetico, può dare un grande contributo alla soluzione dei problemi legati all’ambiente, alla sicurezza degli approvvigionamenti energetici, alla competitività industriale. Molto di quello che accadrà nel prossimo futuro, sarà legato a modalità e percorsi attraverso cui si realizzerà il cambiamento tecnologico. Nel Workshop che si terrà il 16 ottobre verranno illustrati i risultati del Progetto Hyways dell’Unione Europea, il cui obiettivo è la definizione di una Roadmap europea dell’idrogeno attraverso un’analisi delle tecnologie, delle potenzialità e delle possibili ricadute per l’Unione Europea e per i singoli Stati membri. Allo stesso tempo viene presentata la Joint Technology Initiative sull’idrogeno e le Fuel Cell, che vede coinvolte le principali imprese europee del settore e che costituirà il riferimento tecnologico per lo sviluppo industriale, la dimostrazione e il primo utilizzo di queste tecnologie su larga scala. L’enea, impegnato da anni nella ricerca sulle tecnologie dell’idrogeno e delle fuel cell, ha fornito il suo contributo tecnico-scientifico ad entrambi i progetti. Con questa iniziativa Enea intende, non solo dar conto dello “stato dell’arte”, ma soprattutto mettere a confronto i vari stakeholders pubblici e privati del settore e favorire una presenza industriale nazionale numerosa e qualificata nella Jti, al fine di utilizzare al meglio le opportunità offerte dal programma. Enea – Via Giulio Romano, 41 Programma 09:00 Registrazione partecipanti: 09:15 Apre i lavori Luigi Paganetto Presidente Enea. 09:30 Introducono: Giorgio Palazzi Direttore Dipartimento Energia Enea, Antonio Mattucci Enea. 10:00 Intervengono: Giuseppe Rovera Responsabile Piattaforma Idrogeno Italia - Centro Ricerche Fiat; Raffaele Liberali Direttore - Dg Ricerca - Commissione Europea; Raffaele Vellone Mirror Group Piattaforma Tecnologica Europea Idrogeno e Celle a Combustibile/enea. 10:30 Tavola Rotonda Istituzioni : Mario Alì Direttore Generale Ministero della Ricerca; Andrea Bairati Assessore Università, Ricerca, Innovazione e Internazionalizzazione Regione Piemonte; Vittorio Prodi Parlamentare Europeo; Andrea Vecchia* Direttore Generale Ipi; Industria: Sergio De Sanctis Direttore Marketing e Innovazione Gruppo Sapio; Franco Donatini Responsabile Ricerca su Sistemi di Generazione Enel; Angelo Fanelli Vice Direttore Generale Divisione Refining & Marketing Eni; Eric Sandrin Direttore Relazioni e Finanziamenti Esterni Ge - Nuovo Pignone Universita’; Marco Carcassi Dipartimento Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione Università di Pisa. 12:00 Dibattito; 12:30 Conclude Gianni Piatti Sottosegretario di Stato Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. .  
   
   
NEL DELTA DEL PO IL PIÙ GRANDE IMPIANTO AD ENERGIA SOLARE DEL MONDO ?  
 
 Venezia, 15 ottobre 2007 - Renato Chisso Assessore agli investimenti strategici Regione del Veneto sostiene che: “Una bella canzone di Gaber diceva che la realtà è un uccello senza memoria, e devi immaginare da che parte va, sennò lo perdi di vista. Ecco, la proposta di realizzare nel Delta del Po il più grande impianto ad energia solare del mondo mi ricorda quel cacciatore che non tiene conto di questo e non riesce mai a colpire il volatile, cioè la realtà. Intendiamoci, è un’idea affascinante, rispetto alla quale però dobbiamo chiederci, onestamente, cosa possa pesare nell’ambito del bilancio energetico nazionale e se ha senso situarla in uno dei più grandi parchi naturali d’Italia. La mia impressione, malevola se si vuole, ma non credo sbagliata, è che questo argomento serva solo a coprire il vero nocciolo del problema attuale del Delta polesano e del futuro del Polesine stesso. Il quale nocciolo non è quello di una sostituzione della centrale con un altro tipo di centrale, sia pure ad energia rinnovabile, ma quello della conversione a carbone dell’ attuale stabilimento, in attesa di chiudere definitivamente l’impianto e restituire l’area al territorio, unitamente al problema se il Polesine diventerà nel suo complesso il maggior polo energetico nazionale. Per certi aspetti la proposta di Rifondazione mi richiama l’idea del “tubo” sotto Mestre alternativo al Passante, che tanti consensi aveva raccolto a livello locale perché “facile”, ma che non avrebbe risolto nessuno dei grandi problemi di traffico e di trasporto né dell’attuale tangenziale né dell’area centrale del Veneto. In questo caso il discorso si inserisce nel contesto della politica energetica nazionale: di quanta energia ha bisogno il nostro Paese per conservare la qualifica di nazione sviluppata e come intende approvvigionarsi? Da quanto leggo sulla stampa, una centrale ad energia solare, cioè a pannelli solari, della potenza teorica di 240 Mw richiederebbe 400 ettari di territorio (equivalenti a 520 campi da calcio), al centro del Parco del Delta, rispetto “a terre polesane disponibili per circa 180 mila ettari”. Se pensiamo che la potenza teorica dell’attuale centrale è di circa 11 volte tanto, porsi delle domande è quantomeno doveroso: ha senso occupare e denaturalizzare 400 ettari di territorio nel Delta del Po, oggi divenuto parco, per servire sì e no la popolazione residente?. E come si ricaveranno gli altri Mw che oggi vengono prodotti dalla centrale e che servono all’economia nazionale? Ecco, mi piacerebbe che qualcuno rispondesse a queste domande. L’idea del fotovoltaico, peraltro, ha un merito: allontana, almeno all’apparenza, la pericolosa ipotesi di una conversione a metano, che significherebbe mantenere in vita all’infinito la centrale con la pericolosa tentazione di reperire il combustibile con il facile sistema di qualche buco nel terreno, cosa già avvenuta in passato, le cui conseguenze il Delta, il Polesine e non solo, stanno ancora pagando e che come Regione abbiamo bloccato in accordo con tutte le istituzioni polesane. Continuo in ogni caso a chiedermi perchè nessuna delle proposte di cui finora si parla prenda atto che, nell’accordo sottoscritto tra Regione ed Enel per la conversione a carbone dell’attuale centrale, è inserita una data certa per la dismissione dell’impianto”. .  
   
   
APER INCORAGGIA IL DIBATTITO SUI COSTI DI GENERAZIONE DEGLI IMPIANTI A FONTI RINNOVABILI CON UN CONVEGNO DEDICATO  
 
Milano, 15 ottobre 2007 – Si terrà giovedì 25 ottobre, presso la Sala Convegni del Gse, la presentazione dello studio sui costi di investimento e di gestione della produzione elettrica da fonte rinnovabile in Italia. Il lavoro, commissionato dall’Associazione e condotto dal Prof. Arturo Lorenzoni dell’Università degli Studi di Padova, mira ad ottenere una conoscenza aggiornata delle condizioni di investimento e dei costi delle diverse opzioni tecnologiche per la produzione elettrica con impianti alimentati da fonti rinnovabili, in modo da fornire un utile strumento di valutazione della competitività tra le varie fonti ed una base per la corretta valutazione della struttura di incentivazione. “In occasione della presentazione dell’analisi – dichiara Roberto Longo, Presidente di Aper - pur condividendo il rigore accademico dello studio e la metodologia impiegata, Aper illustrerà ai convenuti una lettura autonoma basata sulle esperienze dei propri associati che operano nel settore. Queste riflessioni saranno la premessa al dibattito che concluderà il Convegno, che vuole rappresentare un momento di confronto in cui gli operatori e le Istituzioni potranno dialogare in maniera costruttiva sul tema”. L’ingresso al convegno è gratuito, previa registrazione. In allegato il programma e la scheda di iscrizione. .  
   
   
GRUPPO KERSELF: SI RAFFORZA LA LEADERSHIP IN ITALIA NEL SETTORE FOTOVOLTAICO CON L’ ACQUISTO DI UNA SECONDA LINEA PRODUTTIVA DI 30MW PER LA CONTROLLATA HELIOS TECHNOLOGY RADDOPPIATA LA CAPACITÀ PRODUTTIVA DI CELLE FOTOVOLTAICHE AD OLTRE 60MW  
 
 Correggio, 15 ottobre 2007 - Kerself S. P. A. , società italiana leader nell’area delle energie alternative e specializzata nella progettazione, installazione e commercializzazione di impianti fotovoltaici, annuncia la definizione del contratto e l’invio del relativo anticipo per l’acquisto di una seconda linea produttiva di celle fotovoltaiche per una capacità di 30 Mw annue a favore della controllata Helios Technology. La nuova linea produttiva si affianca a quella esistente anch’essa di 30 Mw ordinata a febbraio 2007 ed il cui start up è previsto entro la fine dell’anno, portando così l’intera capacità produttiva di Helios Technology a oltre 60 Mw annui, a confermando la leadership della società in Italia nel settore della produzione di celle fotovoltaiche. Per entrambe le linee sono stati già sottoscritti ordini per l’approvvigionamento del silicio a copertura di tutta la produzione 2008. Anche il nuovo impianto, la cui entrata in funzione è prevista ad inizio del secondo semestre 2008, verrà installato presso l’attuale sede di Helios Technology a Carmignano di Brenta (Padova) . Helios Technology, fondata nel 1981 a Carmignano di Brenta (Padova), è entrata a far parte del gruppo Kerself nel 2006 ed è tra le società pioniere in Europa nella produzione di celle, moduli e sistemi fotovoltaici, grazie al continuo miglioramento delle tecnologie e dei processi di produzione ed alle innumerevoli installazioni ed esperienze acquisite a livello mondiale. Con un fatturato 2006 di 32,3 milioni di euro e ricavi attesi nel primo semestre 2007 pari a oltre 20 milioni di euro (che ancora non beneficia della produzione derivante dall’installazione della prima linea produttiva di 30Mw) Helios è il principale produttore italiano di celle fotovoltaiche. La copertura finanziaria dell’operazione viene garantita attraverso le risorse derivanti dall’ aumento di capitale, che si sta concludendo con ampia soddisfazione da parte della società ( al 28 settembre i diritti di opzione erano stati esercitati per circa il 98%). La nuova linea produttiva avrà un costo inferiore alla precedente grazie alle economie di scala derivanti dai lavori infrastrutturali già effettuati per l’operatività della prima linea. “Attraverso questo ulteriore incremento di produttività – commenta Pier Angelo Masselli Presidente del Gruppo Kerself - è nostro obiettivo soddisfare la crescente domanda dei mercati italiano ed europeo, che stanno crescendo oltre le nostre aspettative ad un tasso superiore al 30% annuo. La decisione è stata presa, grazie anche al prezioso contributo di Franco Traverso, vera anima del settore fotovoltaico del Gruppo, dopo aver stato verificato che la produzione di moduli fotovoltaici attesa per il 2008 è già stata interamente collocata in termini di accordi commerciali. Ciò è stato possibile in seguito all’ottimo lavoro svolto dalle altre due nostre aziende attive nella distribuzione di impianti fotovoltaici: D. E. A. E Nuova Thermosolar. ” .  
   
   
EFFICIENZA ENERGETICA: LAIMER FIRMA UN ACCORDO CON BOLOGNA  
 
Bolzano, 15 ottobre 2007 - La Provincia di Bolzano e quella di Bologna avviano la collaborazione in materia di efficienza energetica degli edifici: lo specifico accordo è stato firmato a Bologna dall’assessore provinciale all’Ambiente e energia Michl Laimer con i massimi esponenti politici della Provincia di Bologna. L´assessore Laimer ha firmato l´accordo di cooperazione con il vicepresidente della Provincia di Bologna Giacomo Venturi "Il nostro knowhow in materia energetica e di Casaclima ormai suscita grandissimo interesse in tutta Italia, l’ultima conferma arriva dalla Provincia di Bologna": così l´assessore Laimer sintetizza il successo raccolto nella capitale emiliana. A Palazzo Magnani, infatti, Laimer ha firmato con i vertici della Provincia di Bologna un accordo, che ha come oggetto la collaborazione interistituzionale tra le due Province in tema di efficienza energetica degli edifici e degli insediamenti urbani e territoriali. Sulla base dell´intesa siglata, le due Province metteranno in comune, a partire dalle proprie esperienze, il bagaglio di conoscenze tecniche ed amministrative: per la Provincia di Bolzano, la lunga esperienza della pianificazione eco-sostenibile del territorio e dell’efficienza energetica degli edifici; per la Provincia di Bologna, i criteri di compatibilità ambientale contenuti nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (Ptcp) e nei relativi piani di settore oltre che i criteri di progettazione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. Alla cerimonia erano presenti il vicepresidente della Provincia di Bologna Giacomo Venturi e l’assessore alle Attività produttive Pamela Meier. .  
   
   
MAFFEI S.P.A.: CENTRALE IDROELETTRICA DI DARZO  
 
Castellarano, 15 Ottobre 2007 Maffei S. P. A. Rende noto di aver stipulato in data 10 ottobre a Novara, con il Consorzio dei Comuni della Provincia di Trento compresi nel Bacino Imbrifero Montano del Chiese , un contratto preliminare avente per oggetto la cessione del ramo d’azienda identificato nel complesso di beni per l’esercizio dell’attività di produzione di energia elettrica “Centrale Idroelettrica di Darzo” costituito dalla centrale idroelettrica presente nello stabilimento, da alcuni terreni non funzionali all’attività produttiva dello stesso, dalle licenze necessarie alla produzione dell’energia e dall’avviamento. Tale cessione rientra nel Piano di Riorganizzazione conseguente alla acquisizione di Maffei S. P. A da parte di Gruppo Minerali S. P. A. , in quanto relativa a cespiti considerati non strategici al perseguimento dei fini aziendali. Il contratto siglato prevede un corrispettivo complessivo per la cessione del ramo d’azienda, pari a € 2. 400. 000,00 (duemilioniquattrocentomila/00), corrispettivo ampiamente congruo con riferimento ai correnti valori di mercato. Contestualmente alla firma del contratto, Maffei S. P. A ha ricevuto dal promittente acquirente un bonifico irrevocabile per € 1. 200. 000,00 (unmilioneduecentomila/00) a titolo di caparra confirmatoria. Il contratto siglato è sottoposto alla condizione sospensiva consistente nel rilascio al promittente acquirente della concessione edilizia necessaria per la realizzazione dei nuovi impianti della centrale idroelettrica su terreni esterni allo stabilimento di Darzo. Il rilascio di detta concessione è conforme alle attuali previsioni urbanistiche del Comune di Darzo Il contratto siglato, prevede un termine essenziale, posto nell’interesse di Maffei S. P. A. , per il perfezionamento dell’atto notarile della cessione con scadenza al 31 Maggio 2008. .  
   
   
DISTRIBUZIONE DELL´ENERGIA: DURNWALDER A ROMA INCONTRA I VERTICI ENEL  
 
Bolzano, 15 ottobre 2007 - Un gruppo di lavoro misto Provincia-enel dovrà approfondire i vari punti legati alla distribuzione dell´energia in Alto Adige per giungere a una proposta condivisibile dalle due parti: è quanto hanno concordato il presidente della Provincia Luis Durnwalder e l´amministratore delegato di Enel Spa Fulvio Conti nell´incontro dell’ 11 ottobre a Roma. Il futuro della distribuzione dell´energia in Alto Adige attraverso le centrali Enel è stato il tema del colloquio con cui il presidente Durnwalder e l´assessore provinciale all´Energia Michl Laimer hanno ripreso oggi a Roma le trattative con i vertici della società di via Regina Margherita, rappresentata dall´ad Fulvio Conti. L´incontro, presenti anche gli onorevoli Siegfried Brugger e Karl Zeller, ha preso spunto dall´applicazione della norma di attuazione risalente al 1977 - che offre alla Provincia la possibilità di intervenire in materia di distribuzione - per individuare una soluzione concreta che possa soddisfare ente pubblico e società concessionaria. "Da entrambe le parti esiste la volontà di buona collaborazione", sottolineano Durnwalder e Laimer. Si è quindi concordato "di proseguire con convinzione su questa strada della trattative - riferisce Durnwalder - cercando la collaborazione tra le parti grazie all´istituzione di un gruppo di lavoro misto Provincia-enel. " Il nucleo di esperti sarà chiamato ad approfondire tutti i punti e i dettagli tecnici della questione distribuzione di energia e a presentare una proposta condivisibile dalle parti. "Auspico in tal modo che si possa giungere ad una soluzione positiva della vicenda nell´interesse di tutta la popolazione altoatesina, delle forze economiche e dell´ambiente: da un lato è prioritario un servizio di distribuzione di qualità e affidabile, dall´altro puntiamo alla garanzia di una rete distributiva adeguata alle necessità del territorio", conclude Luis Durnwalder. .  
   
   
SCUOLA. FORMIGONI "DIFFIDA" IL MINISTRO FIORONI NON EMANA LE NORME STATALI E METTE A RISCHIO I CORSI TRIENNALI NECESSARIO DARE A FAMIGLIE E GIOVANI CERTEZZE SULLA FORMAZIONE  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni ha inviato una "diffida" al ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni. La raccomandata porta la data del 10 ottobre. Il motivo? Il Governo ha impugnato la legge lombarda sulla scuola, ma non da un anno e mezzo ha compiuto il suo dovere di emanare le norme di competenza statale - in materia di educazione, istruzione e formazione professionale - cui le Regioni dovrebbero attenersi. L´impugnazione della legge lombarda e il vuoto legislativo statale mettono a repentaglio il futuro dei corsi triennali di formazione professionale. "Sono stato costretto a questa iniziativa - ha spiegato il presidente Formigoni in una conferenza stampa con l´assessore regionale all´Istruzione, Gianni Rossoni - utilizzando per la prima volta in Italia uno strumento previsto per le Regioni all´interno del Titolo V della Costituzione, per sollecitare il ministro a rispettare quanto previsto nel decreto legislativo 226/05. E´ in gioco il futuro di tanti giovani e della loro famiglie, che il 1 gennaio 2008, quando si apriranno le preiscrizioni, dovranno avere certezze circa la scelta del percorso formativo". Nella diffida il Ministro viene sollecitato a definire quanto la legge gli impone e cioè gli elementi minimi validi su tutto il territorio nazionale, come il repertorio dei percorsi, i relativi obiettivi minimi e i criteri per l´accreditamento delle strutture formative che erogano tali percorsi. D´altra parte la legge regionale correttamente prevede in maniera esplicita il rispetto di tali criteri statali, che però appunto non sono formulati. Ora, in caso di inadempienza del ministro, il presidente del Consiglio dei ministri emette un atto in cui indica un termine entro cui provvedere a sanare le carenze, oltrepassato il quale nomina un Commissario ad Acta. E già nella prossima settimana avrà luogo l´illustrazione del contenuto della diffida da parte del presidente Formigoni nella Conferenza Unificata, sede congiunta della Conferenza Stato-regioni e della Conferenza Stato-città ed autonomie locali. "Abbiamo intrapreso questa offensiva del dialogo - ha ribadito Formigoni - per scuotere l´inerzia del ministro e aprire un confronto che ci viene negato di fatto dal 27 luglio scorso. In questa materia del resto riteniamo assolutamente necessari il dialogo e la collaborazione tra Stato e Regione". "Famiglie e giovani lombardi - ha aggiunto l´assessore Rossoni - hanno il diritto di avere certezze sulla prosecuzione dei corsi triennali. Non siamo per lo scontro e per la polemica, ma pretendiamo di avere dal Governo le norme che è suo dovere emanare così che il sistema formativo sperimentale vada a regime e la Regione possa esplicare tutte le sue competenze in materia, come previsto dalla Costituzione". La necessità di avere un quadro definitivo entro il 1 gennaio è anche stata fatta presente alla Corte costituzionale che dovrà pronunciarsi sull´impugnazione da parte del Governo. .  
   
   
UNIVERSITA´ E LAVORO,FORMIGONI:URGONO SCELTE FORTI LIBERALIZZAZIONE ATENEI, NO AL VALORE LEGALE TITOLO STUDIO, VOUCHER AGLI STUDENTI CHE LO DESTINANO ALL´UNIVERSITA´  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - Abolizione del valore legale del titolo di studio, apertura alla concorrenza virtuosa degli Atenei, dando loro un´effettiva autonomia nella scelta dei professori, eliminazione del fondo statale, lasciando allo studente - con un metodo simile al voucher - il compito di finanziare ciascuna università attraverso il meccanismo della sua scelta, il riconoscimento per ciascun Ateneo di decidere se trasformarsi in una fondazione privata, determinando così una seconda pista di sviluppo per l´autonomia competitiva. Questi i passaggi fondamentali per arrivare ad una effettiva liberalizzazione delle Università proposti oggi dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenuto a conclusione dei lavori di "Riforma universitaria e mercato del lavoro dei laureati", il convegno che si è tenuto all´auditorium di Assolombarda. Nel corso del suo intervento Formigoni ha ricordato i principi ispiratori dell´azione di Regione Lombardia per far crescere il capitale umano, che sono "la centralità della persona, con l´obiettivo di puntare a sostenere la domanda e non l´offerta di servizi, e la sussidiarietà, con la volontà di non avviare iniziative di formazione autonome calate dall´alto ma piuttosto di valorizzare il ruolo delle università. Il sistema universitario - ha aggiunto il presidente - è per noi un grande alleato nella promozione di un sistema educativo, di istruzione e formazione. Vogliamo avvicinare il sistema universitario e formativo al tessuto produttivo, convinti come siamo che la formazione debba rispondere ai reali bisogni di professionalità delle imprese". Di qui l´istituzione dell´Osservatorio Regionale Istruzione, Formazione e Lavoro che analizza i fabbisogni professionali e consente di orientare le scelte politiche dei cittadini - che possono scegliere liberamente e consapevolmente - e del sistema universitario e formativo, in modo che adegui la propria offerta per rispondere alle esigenze del territorio. Si inseriscono in questo quadro anche la Borsa Lavoro ed il sostegno agli studenti: in particolare, con le borse di studio, la Lombardia ha ottenuto ottimi risultati perché negli ultimi quattro anni è riuscita a consegnarle a tutti gli aventi diritto. "Un risultato eccezionale - ha sottolineato il presidente Formigoni - che ci pone a livelli di assoluta eccellenza insieme a poche altre Regioni, come il Piemonte e la Toscana, mentre tutte le altre non assegnano borse di studio per mancanza di risorse". Ha ottenuto risultati positivi anche la sperimentazione dei prestiti agli studenti universitari, cui hanno aderito otto Atenei sui dodici lombardi, e l´incremento dei posti alloggio, ora 6. 000 in tutta la regione. Quanto all´offerta formativa di Regione Lombardia, il presidente ha affermato che "il governo delle Regioni è quello che meglio può favorire la creazione di reti locali per il collegamento fra il sistema educativo/formativo e le necessità dell´industria, dei servizi, dei cittadini. I nostri Poli formativi nascono in questo contesto e hanno la capacità di rispondere in modo concreto alle esigenze del tessuto produttivo". Oggi sono attivi 31 Poli cui partecipano 481 operatori (scuole, centri formazione professionale, università, imprese, enti territoriali), grazie ai quali vengono erogate 90 mila ore di formazione a oltre 1. 400 giovani. Alla presentazione dei dati è seguita una tavola rotonda a cui hanno partecipato vari esponenti del mondo universitario, delle imprese e delle Istituzioni, tra i quali, Enrico Decleva, vice presidente Crui e rettore dell´Università degli Studi di Milano, Marcello Fontanesi, rettore dell´Università degli Studi di Milano - Bicocca e presidente di Cilea, Alberto Meomartini, consigliere incaricato di Assolombarda per Formazione, Scuola e Università, Luciano Modica, sottosegretario Ministero dell´Università e della Ricerca, Marco Pasquali, rettore dell´Università di Pisa, Andrea Pontremoli, presidente e amministratore delegato Ibm Italia, Marco Tronchetti Provera, presidente Pirelli & C. Spa, Gianfelice Rocca, vice presidente Education Confindustria, Giuseppe Silvestri, rettore dell´Università degli Studi di Palermo. .  
   
   
ISTRUZIONE,ROSSONI:GOVERNO RIDUCE NOSTRE COMPETENZE  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - Se il Decreto Legge "Bersani ter" venisse approvato così come risulta dalla bozza in discussione alla Camera, le Regioni vedrebbero ridotte le loro competenze esclusive in materia di Istruzione e Formazione professionale. L´assessore all´Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia, Gianni Rossoni, commenta così il provvedimento del ministro Fioroni e aggiunge: "il Governo prosegue l´opera di accentramento statale del sistema tecnico-professionale dell´Istruzione e Formazione professionale di esclusiva competenza regionale, riportando così nel suo raggio di azione anche la formazione tecnica professionale post diploma, da sempre governata dalle Regioni". "Il Governo inoltre - aggiunge l´assessore - opera una discriminazione tra i titoli dei percorsi di formazione post-diploma regionali e quelli che rientrerebbero nell´istruzione statale riconoscendo solo a questi ultimi valore legale e di accesso ai pubblici concorsi". Rossoni invita il ministro a legiferare seguendo l´unico obiettivo di "sburocratizzare" la scuola e il lavoro. "Bisogna eliminare ogni valore legale del titolo di studio - dice Rossoni - lasciando che siano le reali competenze delle singole persone l´unico elemento per l´accesso al mercato del lavoro". Invece, secondo l´assessore lombardo "continua ancora la menzogna e il gioco delle tre carte del ministro sulle risorse economiche. Nel senso che si reintroduce il tempo pieno nelle elementari, ma questo deve essere garantito senza risorse aggiuntive. E ancora, per finanziare il costo delle commissioni esterne per l´esame di Stato volute da Fioroni si tolgono 45 milioni di euro da una già esigua disponibilità di 220 milioni destinati alle Regioni e alle scuole". Altro esempio sono le "Sezioni primavera" per le quali il ministro stanzia 9,7 milioni utilizzando fondi destinati agli asili nido aziendali. "Infine - conclude Rossoni - la burocrazia si esalta nel gestire la scuola: si attivano procedure farraginose e da azzeccagarbugli per definire il peso di zaini e libri (si istituisce un apposito Comitato scientifico), si definiscono con legge aspetti meramente amministrativi quali la gestione di graduatorie, si obbligano i privatisti che voglio sostenere l´esame di Stato a sottoporsi a un ulteriore esame preliminare". "Naturalmente - fa notare Rossoni - tutto si svolge in un sottobosco di atti e decreti omnibus senza neanche il minimo confronto con i diretti interessati, riducendo il tutto ad una farsa di cui solo il ministro e il suo vice ridono". .  
   
   
NEOLAUREATI PRESSO LE IMPRESE ARTIGIANE AL VIA LA SECONDA EDIZIONE DI “TIROCINI DOC” CINQUE AZIENDE OSPITERANNO I CANDIDATI AI QUALI ANDRANNO 12 MILA EURO  
 
Trento, 15 ottobre 2007 - Creare un solido rapporto di collaborazione fra imprese, laureati ed università per fornire alle imprese artigiane strumenti operativi in grado di tradurre le idee imprenditoriali in progetti concreti. Questo l’obiettivo della delibera approvata il 12 ottobre, su iniziativa dell’assessore provinciale all’artigianato Franco Panizza, e con cui si approva il bando di concorso rivolto alle imprese artigiane e consorzi della provincia di Trento. Il progetto Tirocini Doc è promosso dalla Provincia autonoma di Trento – Assessorato all’Artigianato Cooperazione e Trasporti - e gestito da Ceii Trentino, e il coinvolgimento diretto della Fondazione Trentino Università e dell’Agenzia del Lavoro. Il progetto prevede l’inserimento in cinque imprese artigiane e per un anno di un neo laureato con lo scopo di facilitare l’introduzione di nuove competenze ed accrescere le conoscenze scientifiche e metodologiche dell’impresa, con nuovi prodotti o servizi. Il bando scade il prossimo 15 dicembre prossimo, data entro la quale il candidato dovrà inviare la documentazione richiesta presso la sede del Ceii Trentino, in via del Commercio 30 a Trento. Il bando di concorso prevede la scelta dei candidati da parte di una giuria composta da rappresentanti dell’università, dell’artigianato e delle istituzioni. Al laureato prescelto sarà garantita una borsa di studio di 12 mila euro, a copertura del suo impegno nel portare avanti il progetto aziendale. La partecipazione da parte delle aziende artigiane alla prima edizione del bando di concorso “Tirocinio doc” è stata buona e la giunta, su proposta dell’assessore provinciale all’artigianato Franco Panizza, ha deciso di ripetere l’iniziativa (4 su 5 lo scorso anno gli assunti). Il progetto di Provincia e Ceii nasce in un contesto nel quale, almeno nel nostro paese, il rapporto tra Università ed imprese è ancora poco collaborativo. Le motivazioni di questa scarsa collaborazione sono diventate oggetto di attenta analisi cercando di individuare delle soluzioni atte a rimuovere gli ostacoli che sono sia di tipo economico che di tipo normativo. Dallo studio di diversi indicatori relativi ai paesi con più alto grado di innovazione emerge una chiara correlazione tra la competitività e la spesa in ricerca e sviluppo da parte dei privati attraverso un ciclo che dalla ricerca passa attraverso l’impresa e la finanza per tornare nuovamente alla ricerca. Il meccanismo di trasferimento delle conoscenze che ha registrato maggior successo nei paesi più evoluti è quello del Transfer by heads, ovvero del trasferimento delle conoscenze attraverso le persone che le detengono, le “teste pensanti”. “Il progetto – ha ribadito l’assessore provinciale all’artigianato Franco Panizza – è interamente finanziato dalla Provincia autonoma di Trento attraverso il Fondo per interventi di qualificazione dell’attività artigianale. Crediamo di offrire un’opportunità concreta sia alle aziende che ai neolaureati per aumentare la competitività e allargare le conoscenze”. La cifra di 12 mila euro sarà erogata nel corso dei mesi, in quanto il progetto in azienda dura un anno. La tecnologia non può essere trasferita attraverso la semplice pubblicazione delle idee o l’acquisizione dei brevetti: parte integrante di questo processo è il trasferimento del know-how non specifico, che di solito è appannaggio dei ricercatori e richiede una lunga esperienza per poter essere acquisito. La partecipazione dei ricercatori, anche part-time, alle attività di tipo imprenditoriale, assieme a partner privati, consente questo trasferimento in modo del tutto naturale. L’appoggio al progetto è arrivato anche dal Ceii e dalla Fondazione Trentino Università. “Il progetto – ha spiegato il presidente del Ceii, Ilos Parisi – si divide in due fasi: la prima dedicata alla ricerca, la seconda alla sperimentazione e risponde totalmente agli indirizzi espressi più volte dal Centro”. Il dottorato di ricerca rappresenta in Italia la misura più simile a questo strumento: la durata (tre anni) diventa però un ostacolo per le imprese più piccole scoraggiate dal dover attendere un periodo piuttosto lungo prima di ottenere risultati da applicare in azienda. Per poter avvicinare le imprese di minor dimensione, in particolare quelle dell’artigianato, all’utilizzo dei risultati delle ricerche e delle competenze sviluppate nell’università, Ceii Trentino, con il sostegno dell’Assessorato all’Artigianato Cooperazione e Trasporti, ha messo appunto in campo il progetto Tirocini Doc. Con questo progetto si vuole sperimentare una forma di “dottorato light”, della durata di circa un anno, attraverso l’inserimento in azienda di un laureato seguito e coordinato da un tutor accademico. L’impresa ha così la possibilità di sviluppare un progetto di ricerca innovativo attraverso l’utilizzo di risorse professionali tecnologicamente qualificate (il tutor) e motivate (il neolaureato, che trova una collocazione lavorativa su un progetto sicuramente stimolante). Le domande di partecipazione al “Tirocino doc” dovranno essere presentate entro il 15 dicembre prossimo presso la sede del Ceii Trentino, in via del commercio 30 a Trento. .  
   
   
FONDO VALORIZZAZIONE GIOVANI, MISURA 1D: RESIDENZIALITÀ DOTTORANDI AFFIDATE ALL’UNIVERSITá DEGLI STUDI DI TRENTO LE COMPETENZE PER ISTRUTTORIA DELLE DOMANDE ED EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI  
 
Trento, 15 ottobre 2007 - L’interesse sempre più crescente dei giovani nei confronti delle opportunità attivate dal Fondo valorizzazione giovani istituito dalla giunta provinciale nei mesi scorsi, determina continue misure di adeguamento per rispondere in modo idoneo alle reali esigenze dei richiedenti. Per questo la giunta provinciale, su proposta del presidente Lorenzo Dellai, ha deliberato stamane di affidare all’Ateneo trentino le competenze per l’istruttoria delle domande, per l’assegnazione e l’erogazione delle agevolazioni previste dal Fondo e rivolte ai dottorandi. Le finalità che hanno spinto il presidente Dellai e la giunta provinciale ad attivare il Fondo sono principalmente quelle di adeguare efficacemente le misure per il diritto allo studio e offrire più opportunità possibili ai giovani che vogliono sfruttare il proprio talento e le proprie capacità. Come già ha avuto modo di dire il presidente nell’incontro con i giovani universitari della Facoltà di Ingegneria e Scienze, il Fondo è in continuo mutamento, nel senso che si calibrano le misure di diritto allo studio in base alle reali esigenze. Per i dottorandi, per esempio, si è ritenuto di dover affidare all’Università trentina le competenze per l’erogazione sia dell’assegno di studio previsto, sia il contributo di residenzialità. La decisione assunta stamane su proposta dello stesso presidente Dellai, si delinea come un passo per garantire la migliore efficacia anche nell’iter di erogazione delle misure previste dal Fondo. Saranno esplicate dall’Ateneo trentino anche tutte le competenze relative agli adempimenti fiscali e previdenziali per l’erogazione dell’assegno di studio. Entro il 5 di novembre di ogni anno, l’Università degli Studi di Trento chiederà il rimborso degli assegni erogati. La Provincia autonoma attraverso il Servizio Scuola dell’Infanzia, Istruzione e Formazione professionale darà indicazioni a Cassa del Trentino s. P. A. Di rimborsare l’Università trentina della somma corrispondente agli assegni erogati ai dottorandi (al netto dell’Irap). .  
   
   
INNOVATION DAYS ALLA FACOLTÀ DI ECONOMIA DELL’UNIVERSITÀ DI ROMA “TOR VERGATA” INCONTRI PER L’IMPRENDITORIALITÀ E L’INNOVAZIONE E TAVOLA ROTONDA “UNIVERSITÀ, ISTITUZIONI ED IMPRESE: SOSTENERE INSIEME IMPRENDITORIALITÀ ED INNOVAZIONE”  
 
Roma, 15 ottobre 2007 - Si terranno presso la Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, nei giorni 16 e 17 ottobre, gli “Innovation Days, Incontri per l’Imprenditorialità e l’Innovazione”, due giorni interamente dedicati al tema dell’innovazione e dello start up d’impresa. Un evento realizzato nell’ambito dei progetti “Iniziative Coordinate per l’Accelerazione d’Impresa” e “Business Creation” - sostenuti dall’Ue in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Regione Lazio ed Europrogetti & Finanza - che, attraverso gli incontri di taglio pratico-operativo in programma, sarà occasione per dibattere assieme alle Imprese ed alle Istituzioni sulle attuali strategie di supporto all’innovazione ed all’avvio d’impresa. Un’opportunità quindi per evidenziare l’urgente bisogno di un coordinamento sinergico dei diversi attori coinvolti nel settore dell’innovazione, nonchè una possibilità per fornire un contributo concreto alle imprese impegnate nelle attività del Laboratorio-incubatore d’Impresa E2b Lab. Le Giornate si apriranno il 16 ottobre con un incontro operativo pubblico, il Roadshow finanziario, durante il quale Investitori, Banche ed Agenzie per lo Sviluppo, presenteranno l’offerta di strumenti per l’intervento nel capitale di rischio e di finanziamento per lo sviluppo d’impresa. Al termine di tali presentazioni, nel corso del pomeriggio, sono previsti invece incontri one to one tra gli imprenditori di E2b Lab e gli enti finanziari, esclusivamente riservati alle 35 neo-imprese del progetto “Accelerazione di Impresa”. Il 17 ottobre, i lavori riprenderanno con una Tavola Rotonda incentrata sul tema “Università, Istituzioni ed Imprese: sostenere insieme imprenditorialità e innovazione”. Al dibattito prenderanno parte esponenti del mondo accademico, dell’Industria privata e delle Istituzioni al fine di illustrare le opportunità di collaborazione e partnership, le aspettative ed i progetti concretamente realizzabili. In questa sede saranno inoltre presentati ed analizzati i risultati relativi all’attività quadriennale dell’Incubatore Universitario E2b Lab e delle Start up ad oggi avviate. Nel pomeriggio infine, avrà luogo il Roadshow Tecnologico, occasione per Centri di Ricerca pubblici e privati di discutere sulle effettive possibilità di collaborazione tecnologica - presso i propri laboratori - a favore dei progetti e delle imprese innovative. L’incontro è aperto al pubblico, ma solo i responsabili dei progetti della Banca delle Idee E2b Lab e le imprese aderenti al progetto “Iniziative Coordinate per l’Accelerazione di Impresa” potranno prenotarsi per successivi incontri di approfondimento. Alla Tavola Rotonda su “Università, Istituzioni ed Imprese: sostenere insieme imprenditorialità ed innovazione” del 17 ottobre, dalle ore 10. 00 alle 13. 30, parteciperanno in ordine d’intervento: Angelo Airaghi, Coordinatore Advisory Committee E2b Lab; Michele Bagella, Preside della Facoltà di Economia, Università di Roma “Tor Vergata”; Franco Calise, Co-responsabile Capital Markets, Programma Partnership for Growth, Ambasciata Usa; Claudio Carnevale, Presidente Alcotel Group S. P. A; Mario Cerchia, Responsabile Servizio Ricerca e Innovazione Mcc-mediocredito Centrale S. P. A. ; Silvia Costa, Assessore alla Scuola, Diritto allo Studio e Formazione Professionale della Regione Lazio; Maurizio Decastri, Direttore del Progetto E2b Lab; Roberto Del Giudice, Direttore Ufficio Studi e Ricerche Aifi-associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital; Gianluca Dettori, Fondatore di Vitaminic e Dpixel; Andrea Granelli, Presidente Kanso; Claudio Mancini, Assessore allo Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo della Regione Lazio; Bruno Manzi, Assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive della Provincia di Roma; Luigi Paganetto, Presidente Enea e Presidente Ceis Tor Vergata; Vincenzo Tagliaferri, Responsabile Industrial Liaison Office, Università degli Studi di Roma Tor Vergata; Paola Verdinelli De Cesare, Direttore Generale per il Coordinamento Incentivi alle Imprese, Ministero Sviluppo Economico; Paolo Vigevano, Direttore Relazioni Istituzionali Almaviva; Alessio Zagaglia, Direttore Public & Economics Affairs Ericsson Telecomunicazioni S. P. A. ; Modera la Tavola Rotonda Luca De Biase, Responsabile Nòva, il Sole 24 ore. .  
   
   
A NEW YORK I NUOVI DISTRETTI CULTURALI DEL VENETO  
 
 Venezia, 15 ottobre 2007 - I distretti culturali evoluti possono rappresentare il quadro di riferimento per le politiche del territorio che promuovono le attività culturali come volano per l’innovazione e l’integrazione sociale, secondo un approccio innovativo in Italia. E’una prospettiva che il Veneto sta studiando. Un progetto della Regione in questo senso è stato affidato all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia ed è stato illustrato in questi giorni a New York dal responsabile scientifico, il prof. Pierluigi Sacco, durante i lavori della Conferenza mondiale 2007 “Social Theory, Politics and the Arts (Stpa)” in corso all’Helen and Martin Kimmel Center for University Life. Quello del distretto culturale è un modello del tutto nuovo, che esce dalla logica della specializzazione monofiliera per sviluppare l’integrazione creativa di molte filiere differenti e in cui la cultura non ha solo valore in quanto crea profitti ma perché aiuta la società a orientarsi verso nuovi modelli di uso del tempo e delle risorse. La cultura diventa quindi la materia prima di un “nuovo rinascimento”, anche sul piano imprenditoriale. Il lavoro, coordinato dal prof. Sacco e seguito per la Regione dalla dirigente Clara Peranetti, si sta svolgendo in due fasi: la prima ha definito un modello di riferimento per la realtà veneta, suddividendo il territorio regionale in sub sistemi territoriali caratterizzati da elementi socio-culturali propri e da specializzazioni distinte in termini di offerta culturale. Nella fase di studio successiva saranno individuate le possibili strategie di sviluppo generali, di breve , medio e lungo periodo, sia a livello regionale che di singolo distretto culturale, con l’indicazione di modelli organizzativi funzionali allo sviluppo integrato del territorio e l’individuazione dei soggetti da coinvolgere. Di questo progetto e di altre idee e proposte per la cultura nel Veneto si parlerà anche martedì prossimo a Venezia, alla Scuola Grande di S. Giovanni Evangelista, nel corso di una giornata di incontro con gli operatori culturali del Veneto, a cui interverrà il presidente della Regione Giancarlo Galan. Tra i temi che saranno approfonditi ci saranno le ulteriori opportunità di utilizzo dei fondi comunitari per la cultura. .  
   
   
SCUOLA E LEGALITÀ, FIRMATO A CASAL DI PRINCIPE IL PROTOCOLLO D’INTESA  
 
Napoli, 15 ottobre 2007 - E’ stato firmato l’11 ottobre, presso l´aula consiliare del comune di Casal di Principe, il protocollo di intesa tra la Regione Campania, le amministrazioni comunali di Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa, i dirigenti scolastici e le associazioni presenti sul territorio, per il rilancio della scuola e per l’educazione alla legalità. L’iniziativa fu annunciata durante l´inaugurazione dell´anno scolastico, avvenuta alla presenza del Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti e dello scrittore Roberto Saviano. "Grazie ad una disponibilità di 2 milioni e mezzo di euro per l´edilizia scolastica nei prossimi due anni – ha dichiarato l’Assessore regionale all’Istruzione Corrado Gabriele - realizzeremo un primo urgente intervento di circa 500 mila euro per gli istituti particolarmente disagiati del territorio, al fine di metterli in sicurezza a norma della legge 626. Abbiamo altresì deciso di predisporre un progetto di rilancio complessivo del sistema-scuola del territorio, con la costruzione, nella roccaforte del clan dei casalesi, di un grande istituto comprensivo, su un terreno confiscato alla camorra". Le istituzioni porteranno nel casertano anche possibilità formative e occasioni di lavoro: "Saranno attivate - precisa Gabriele - 50 borse lavoro, destinate a giovani diplomati dell´istituto Carli dell´Itc di Casal di Principe e del Liceo Scientifico di San Cipriano d´Aversa. Si tratta di un supporto formativo con tirocini in aziende e un accompagnamento di 450,00 euro mensili per sei mesi". Nel protocollo si fa riferimento anche al progetto “Scuole aperte”, con l’apertura delle scuole di pomeriggio. I progetti presentati sono 5: 3 per Casal di Principe e 2 per San Cipriano d´Aversa, per complessivi 250 mila euro. La procedura è in corso e verrà espletata entro il 20 ottobre. Il tema della legalità verrà promosso infine anche dalla legge regionale 39/85, che sostiene le associazioni che si impegnano per il volontariato civile, laico e religioso, per iniziative di educazione alla legalità, partecipazione democratica, contrasto alla criminalità organizzata. Alla firma del protocollo era presente anche l´associazione Don Peppe Diana, che attraverso il portavoce Valerio Taglione chiede alle Istituzioni, anche a nome delle altre associazioni presenti, di seguire l´attuazione del protocollo in tutte le sue fasi. In sintonia con la richiesta delle associazioni, l´Assessore Gabriele ha precisato che sarà predisposta "una verifica semestrale dello stato di attuazione del protocollo ed il costante monitoraggio degli interventi realizzati". .  
   
   
"...A COLPI DI NOTE" PER SOSTENERE LA VOGLIA DI RISCATTO E LEGALITÀ NELLE PERIFERIE DI NAPOLI.  
 
Milano, 15 ottobre 2007 - Le cronache di questi giorni hanno riportato alla luce, purtroppo, il problema della sicurezza e della legalità di fronte al quale si trova il capoluogo partenopeo. Questo gemellaggio simbolico promosso da Fondazione Cariplo e Camera di Commercio di Milano ha l’obiettivo di dimostrare che Napoli merita l’onore delle cronache anche per casi positivi, dimostrando che con la collaborazione di tutti (operatori, enti locali e soggetti finanziatori) non è impossibile vincere queste sfide. L’iniziativa offre l’occasione per un confronto sul tema della sicurezza delle due città, Milano e Napoli, e per presentare le testimonianze di questi giovani napoletani che ogni giorno si trovano a dover convivere con questa drammatica situazione. L’iniziativa: - Nel 2003 il comune di Napoli ha acquisito un immobile sequestrato a Luigi Giuliano, noto capo clan legato alla camorra, nel quartiere di Forcella. A seguito di un bando pubblico l’appartamento è stato affidato al Consorzio Proodos per la realizzazione di un centro di aggregazione giovanile. Il Consorzio l’ha affidato in gestione ad una cooperativa. La nascita di un Cag in quel contesto ha rappresentato un momento di rottura. Il progetto iniziale finanziato da Fondazione Cariplo (con contributi totali per 291mila euro) e destinato all’inserimento lavorativo dei giovani napoletani, è diventato un Musical: “Il Miracolo Inventato” andrà in scena lunedì 15 ottobre alle 20. 30 al teatro Studio di Milano; lo spettacolo è allestito e interpretato dagli stessi ragazzi che grazie all’iniziativa realizzata da Proodos oggi possono dire di essere stati protagonisti di un vero e proprio Miracolo. Scritto da Margherita Veneruso, su musiche originali di Giuseppe Schirone, il musical è proposto da una compagnia - la Bottega delle Meraviglie - costituita da quindici ragazzi, di età compresa tra i 15 e i 27 anni, del difficile quartiere di Forcella. La commedia parla di un gruppo di giovani che, spinti dalla volontà di cambiare le cose in un quartiere che da sempre è sinonimo di camorra, contrabbando e corruzione, decidono di creare un partito. Da qui l’idea di inventare un miracolo per connotare diversamente, con temi positivi, i problemi della città di Napoli. Scopo dell’iniziativa, oltre che dare la meritata visibilità allo spettacolo e a tutti coloro che vi si sono adoperati, è di contribuire a raccogliere fondi per consentire di realizzare e avviare Un “wine bar pizzeria” a forcella. A questa iniziativa hanno già dato il loro contributo: La Fondazione Cannavaro Ferrara che ha messo a disposizione oggetti dei campioni che verranno messi all’asta per raccogliere fondi; Ebay. It che ha reso possibile le aste on line; Regione Lombardia, Comune di Milano, il Segretariato Sociale Rai che hanno concesso il patrocinio; Il Settimanale Vita, mediapartner; Gruppo Y2k che ha realizzato i materiali di comunicazione. .  
   
   
PARCHI. ASSESSORE REGIONALE SILVESTRIN PRESENTA “PROGETTO SCUOLA PARCHI”: “INSEGNARE A STUDENTI E INSEGNANTI VENETI AMORE PER BIODIVERSITA’ E CONOSCENZA LORO AMBIENTE”  
 
 Abano Terme (Pd), 15 ottobre 2007 - “In Italia c’è un preoccupante arretramento della cultura scientifica negli adolescenti. Quella del ‘Progetto Scuola Parchi’ è un’iniziativa d educazione ambientale, voluta dal mio Assessorato per promuovere e stimolare la curiosità per la scienza nelle scuole del Veneto partendo dai sei gioielli verdi rappresentati dai nostri bellissimi parchi. Con percorsi didattici innovativi e appositamente studiati dal Consorzio Interuniversitario per le Scienze Ambientali vogliamo proporre agli insegnanti di sperimentare nuovi modi di insegnamento che guardino al parco come un vero e proprio laboratorio in cui al sapere si aggiunge la conoscenza diretta dell’ambiente”. Lo ha detto il 13 ottobre ad Abano Terme, nella sala consiliare del Comune, l’Assessore regionale ai Parchi Flavio Silvestrin che nel corso di un workshop specifico ha presentato il “Progetto Scuola Parchi”. Si tratta di un’iniziativa con la quale si individuano didattiche innovative per presentare agli studenti veneti i Parchi regionali, per insegnare l’amore per la biodiversità e la cultura scientifica e la conoscenza (e scoperta) del nostro ambiente. All’incontro hanno partecipato il Sindaco di Abano, Andrea Bronzato, la Presidente del Parco dei Colli Euganei Chiara Matteazzi, ma soprattutto c’erano i rappresentanti scolastici di diecimila studenti padovani dai tre ai diciotto anni. La presentazione del “Progetto Scuola Parchi”, studiato dal Consorzio Interuniversitario per le Scienze Ambientali, si è inserita nella quarta e ultima tappa della manifestazione regionale “Parchi in Piazza”. L’obiettivo del “Progetto Scuola Parchi” è di far scoprire direttamente ai ragazzi con modalità sperimentali da loro direttamente esperite - secondo quanto raccomanda la Commissione Europea - i molteplici aspetti della ricchezza naturale ma anche culturale del sistema dei Parchi del Veneto. A questo scopo si fornirà uno strumento specifico, studiato dal Cinsa e dalla Casa Editrice Lunargento destinato alle diverse fasce d’età dei ragazzi e agli insegnanti. Il progetto prevede tra l’altro la definizione di percorsi didattici finalizzati nello spazio (territorialità) e nel tempo (stagionali), un manuale d’uso didattico, l’organizzazione di sette giornate di studio a livello provinciale per la presentazione diretta, a studenti e insegnanti, di questa nuova offerta didattica che “punta - ha concluso Silvestrin - a far diventare il mondo della scuola interlocutore diretto e privilegiato del mondo naturale straordinario rappresentato dai Parchi regionali: Colli Euganei, Delta del Po, Lessinia, Dolomiti d’Ampezzo, Sile, Dolomiti Bellunesi”. .  
   
   
FRANA IN VAL FISCALINA, NESSUN RISCHIO DI ULTERIORI CROLLI  
 
Bolzano, 15 ottobre 2007 - Secondo i tecnici del Servizio geologico della Provincia Autonoma di Bolzano, non sono state riscontrare condizioni tali da far pensare ad ulteriori crolli nella zona interessata dalla frana del 12 ottobre in Val Fiscalina. Nel frattempo il sindaco di Sesto Pusteria ha firmato un´ordinanza di chiusura di tutta la vallata. I 60mila metri cubi di materiale franato dalla parete Nord di Cima Una sono costituiti dalla cosiddetta Dolomia dello Sciliar superiore. Lo rende noto il Servizio geologico della Provincia Autonoma di Bolzano. Il crollo ha interessato un prisma di circa 100 metri di altezza, delimitato da due fessure verticali lunghe rispettivamente 30 e 60 metri. La frana ha lambito il sentiero 102, che porta al Rifugio Locatelli, e ha raggiunto in due punti il sentiero 103 di accesso al Rifugio Comici. "Dalla nicchia di distacco - spiegano dal Servizio geologico - continuano a scendere polvere e massi dolomitici di piccole dimensioni, che indicano un normale assestamento della parete dopo un crollo di queste dimensioni. Durante il sopralluogo con l’elicottero non è stata comunque riscontrata la presenza di blocchi rocciosi instabili di grandi dimensioni che facciano presagire un secondo evento analogo". Il sindaco di Sesto ha inoltre emesso un’ordinanza di chiusura della Val Fiscalina al fine di permettere la stabilizzazione della parete interessata dal crollo. .  
   
   
ACQUISTI PUBBLICI VERDI: A TRENTO UN CONVEGNO PER SAPERNE DI PIÙ  
 
Trento, 15 ottobre 2007 - Cosa sono gli acquisti pubblici verdi, in inglese Gpp (Green Public Procurements)? Perchè per un Ente Pubblico acquistare verde è una scelta strategica? Come si realizzano gli acquisti verdi? Il Trentino, con 139 Comuni in fase di registrazione Emas, potrà diventare sede di un innovativo distretto locale di acquisti pubblici verdi? Che contributo possono dare le imprese del territorio? A queste e ad altre domande cercherà di dare risposta il convegno “Acquisti Pubblici Verdi in Trentino”, organizzato dall´Agenzia Provinciale per la Protezione dell´Ambiente (Appa) e dal Comune di Trento per lunedì 15 ottobre, ore 14. 30, alla Sala Conferenze della Facoltà di Economia di Trento. Il convegno “Acquisti Pubblici Verdi in Trentino” vuole essere un´occasione per approfondire la conoscenza di uno dei più importanti strumenti a disposizione degli Enti Pubblici per imboccare la via della sostenibilità, ambientale e sociale, ovvero gli acquisti pubblici verdi. Si parla di acquisti pubblici verdi quando l´Ente Pubblico sceglie di acquistare prodotti e servizi tenendo conto anche degli impatti ambientali che il prodotto o servizio ha durante il suo intero ciclo di vita, “dalla culla alla tomba”. Una volta che si scelga di adottare un sistema di acquisti verdi, diventa decisiva, in fase di acquisto, la valutazione di aspetti ambientali come: il tipo e la quantità di materie prime utilizzate; la produzione di rifiuti ed emissioni durante la fabbricazione del prodotto o l’erogazione del servizio; l’efficienza energetica nella fase di produzione e in quella di utilizzo; i trasporti dal luogo di produzione a quello di consumo; la possibilità di riciclare il prodotto in tutto o in parte. L’amministrazione Pubblica in Italia spende per i suoi acquisti circa il 17% del prodotto interno lordo del Paese. Se questo potere d’acquisto fosse indirizzato sulla scelta di beni e servizi ecologici, si ridurrebbe notevolmente l’impatto sull’ambiente. E´ stato ad esempio calcolato che, se tutta la Pubblica Amministrazione dell’Unione Europea acquistasse elettricità prodotta da fonti rinnovabili, le emissioni di anidride carbonica, ovvero il principale gas serra, diminuirebbero di 60 milioni di tonnellate, ovvero il 18% delle emissioni di gas serra che l’Unione Europea dovrebbe risparmiare in base al Protocollo di Kyoto del 1997. Già, ma come fare ad acquistare verde? Non è facile per un Ente Pubblico. Bisogna conoscere la normativa e il quadro politico di riferimento, che è innanzitutto quello comunitario. E poi bisogna stabilire procedure d’acquisto, introdurre in esse criteri di preferibilità ambientale, saper redigere un bando verde che sia giuridicamente valido, oltre che efficace. E, infine, bisogna trovare i fornitori verdi, perché altrimenti acquistare ecologico diventa impossibile. Rispetto a tutti questi aspetti, c’è ancora poca informazione. Il Settore Informazione e Qualità dell’Ambiente dell’Appa, nel diramare gli inviti al convegno del 15 ottobre – rivolti in primis ai Comuni, ai Comprensori e a tutti gli altri Enti Pubblici del territorio, ma anche alle associazioni imprenditoriali e ai cittadini in genere – ha chiesto agli invitati di rispondere a un questionario nel quale si chiedeva se l’acquisto verde era già praticato da parte loro, e, in caso di risposta negativa, per quale ragione. Dalle decine di risposte è emerso che la pratica è poco diffusa, e principalmente per mancanza di informazioni e conoscenze. Il convegno “Acquisti Pubblici Verdi” cercherà di sopperire a queste lacune. Esso si suddividerà in tre parti. Nella prima, si parlerà di politiche e strumenti per gli acquisti ecologici. Nella seconda, di esperienze concrete già realizzate in materia, sia fuori provincia che in Trentino, dove qualche “buona pratica” già esiste. Nella terza parte, la parola passerà a rappresentanti di imprese del territorio che forniscono prodotti o servizi verdi. In occasione del convegno, sarà distribuita a tutti i partecipanti la guida “Acquisti Pubblici Verdi in Trentino”, prodotta dal Settore Informazione e Qualità dell’Ambiente come ulteriore prezioso strumento informativo a disposizione di quegli Enti Pubblici che volessero impostare con successo al loro interno un sistema di acquisti verdi. Il convegno sarà introdotto dal saluto dell’Assessore all’Ambiente della Provincia Autonoma di Trento Mauro Gilmozzi, dal Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini Renzo Anderle, dal direttore dell’Appa Fabio Berlanda e dall’Assessore all’Ambiente del Comune di Trento Aldo Pompermaier. Per ulteriori informazioni sul programma della giornata, è possibile scaricare il pieghevole di presentazione del convegno alla pagina web http://www. Appa. Provincia. Tn. It/infqamb/convegnoacqpubbverdi. Pdf. Chi fosse interessato a iscriversi al convegno, può farlo online alla pagina web http://www. Educazioneambientale. Tn. It/eventi/convegnogpp07/adesione. Aspx. Per ulteriori informazioni rivolgersi a Marco Niro - Settore Informazione e Qualità dell’Ambiente dell’Appa. .  
   
   
LA GESTIONE DELL’ORSO BRUNO: GERMANIA, AUSTRIA E FRANCIA INTERESSATE AL “MODELLO TRENTINO”  
 
 Trento, 15 ottobre 2007 - Dalla Germania all’Austria fino ad arrivare alla Francia: il modello Trentino per la gestione dell’orso bruno sta suscitando un grande interesse fra gli addetti alla gestione del patrimonio faunistico alpino. In questi giorni ad esempio una delegazione di tecnici e di rappresentanti delle categorie economiche e sociali maggiormente interessate alla presenza dell’orso (circa trenta persone tra allevatori, apicoltori, cacciatori ed altri soggetti potenzialmente coinvolti) provenienti dalla Baviera e dal Tirolo è in Trentino per confrontarsi con i nostri tecnici sulle strategie migliori da adottare per il mantenimento a lungo termine di una popolazione vitale di orsi a livello di arco alpino. Il programma, concordato tra il Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento e il Ministero dell’Ambiente bavarese (in particolare con Manfred Wolfl) e al quale prende parte anche una delegazione del Land Tirol, prevede una serie di attività che comprendono sia appuntamenti tecnici con i responsabili provinciali della gestione dell’orso bruno che incontri con alcuni rappresentanti delle categorie più interessate dalla presenza del plantigrado sul territorio trentino come allevatori ovi-caprini, apicoltori e cacciatori. Le attività sono condotte in collaborazione con il Parco Naturale Adamello Brenta che ospiterà l’incontro tecnico, esporrà la propria esperienza ed accompagnerà la delegazione in visita al centro visitatori di Spormaggiore. Sarà visitata anche l’area orsi. L’incontro è ritenuto particolarmente importante anche a seguito delle passate esperienze che hanno visto coinvolti i paesi della regione bavarese; in particolare il primo obiettivo è quello di scongiurare il ripetersi di eventi negativi come l’abbattimento di Jj1 della scorsa estate. Nell’ambito delle attività di scambio di esperienze comuni a livello sovranazionale si inserisce inoltre l’incontro previsto per il 18 e 19 ottobre con una delegazione francese guidata da P. Y. Quenette, responsabile tecnico della gestione dell’orso nella regione dei Pirenei, che sarà a Trento in rappresentanza del Ministero dell’Ambiente francese. L’organizzazione dell’incontro ha visto il coinvolgimento anche del Ministero dell’Ambiente italiano che sarà presente con un proprio rappresentante. Completa il quadro il recente incontro che si è svolto a Verona tra il personale della Regione Veneto, della Provincia di Verona e del Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento inerente le modalità di monitoraggio e gestione dell’orso recentemente comparso nella zona del Baldo veronese. .  
   
   
DALLA BONIFICA DEI GHIACCIAI TRENTINI SPUNTANO LA “CAVERNA DEL CAVENTO” E IL DIARIO DI UN SOLDATO  
 
 Trento, 15 ottobre 2007 - “E’ una rete di collaborazioni di grande valore quella che oggi ci permette di tracciare un bilancio importate e positivo dei lavori di bonifica dei ghiacciai trentini, eseguiti in condizioni spesso assai difficili. E’ quindi un grazie convinto quello della Provincia autonoma di Trento a tutti coloro che hanno contribuito da una parte ad una necessaria operazione di pulizia, dall’altra alla riapertura della “Caverna del Cavento” e alla scoperta persino di un piccolo taccuino, un diario di un soldato austriaco che ci restituisce appieno le dimensioni del conflitto che sulle vette del Trentino costò fatiche e dolori impensabili”. Con queste parole l’assessore alla cultura della Provincia autonoma di Trento, Margherita Cogo, ha introdotto – oggi, nella sala stampa di piazza Dante - la presentazione degli importanti risultati dei lavori eseguiti dal Servizio Bacini montani. Una attività svolta in collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Storico-artistici (diretta da Laura Dal Prà), competente sul patrimonio storico mobile della Prima Guerra Mondiale e il Servizio Bacini Montani (diretto da Roberto Coali), competente sul demanio idrico del territorio provinciale. Un intervento complesso contrassegnato appunto da una rete estesa di collaborazioni: il Nucleo Elicotteri dei Vigili del Fuoco – Dipartimento Protezione Civile - Tutela del Territorio, il Comitato storico della S. A. T. , Società Alpinisti Tridentini e in particolare con i Gruppi Storici locali, il Commissariato del Governo (Ernesta D’alessio), il versante delle operazioni di bonifica dei reperti esplosivi, assieme agli artificieri dell’Esercito, la Società cooperativa Guide alpine del Trentino, Format - Centro Audiovisivi dell’Ufficio Stampa della Provincia autonoma di Trento, il Parco Adamello – Brenta e le stesse Soprintendenze ai Beni archeologici e ai Beni architettonici (oggi rappresentate dai rispettivi dirigenti, Gianni Ciurletti e Sandro Flaim). L’operazione di bonifica dei ghiacciai trentini – è stato detto durante la conferenza stampa cui hanno preso parte tutti i protagonisti dell’operazione – era articolata secondo tre direttrici: raccolta e conferimento a discarica di rifiuti presenti sui ghiacciai e in aree ad essi limitrofe (“zone periglaciali”), derivanti principalmente dalle attività rifugistiche e dall’esercizio dello sci in alta quota, ma anche retaggio degli eventi bellici del 1915 - 1918 (in prevalenza legname e materiale ferroso privi di valore storico); individuazione e georeferenziazione degli ordigni bellici; recupero di reperti storici risalenti alla Prima Guerra mondiale. L’operazione è stata preceduta da un breve corso di formazione per le squadre di lavoro circa il riconoscimento e l’individuazione dei materiali esplosivi. Sono state interessate dalle operazioni di bonifica le seguenti località: Presena, Passo della Lobbia Alta, Corno di Cavento, Pozzoni, Marmolada. Per quanto riguarda il primo aspetto (raccolta e conferimento a discarica di rifiuti), la sottostante tabella riepiloga le quantità di rifiuti asportate dalle diverse località. Si tratta di un totale di ben 47 tonnellate e mezzo. Ricordiamo che già nel 1997 e nel 2000 il Servizio Bacini montani (allora Servizio Azienda speciale di Sistemazione montana) ha effettuato alcuni interventi di bonifica dei ghiacciai, principalmente finalizzati all’asportazione di alcune discariche di rifiuti. Nel 1997, in particolare, l’intervento ha riguardato l’asportazione di oltre 100 metri cubi di rifiuti accumulati nei pressi del passo della Lobbia Alta (quota 3015), nel Comune di Spiazzo Rendena, e del rifugio “Ai Caduti dell’Adamello”. Nel 2000 i lavori di bonifica riguardarono invece più localizzazioni (rifiuti sparsi) lungo il versante Nord della Marmolada (nel Comune di Canazei). Per quanto riguarda il secondo aspetto (individuazione e georeferenziazione degli ordigni bellici), si è proceduto tramite i due capisquadra (il maresciallo Paolo Incrocci del Genio Guastatori di Trento e il maggiore Giorgio Colombo) impegnati nelle operazioni di bonifica alla georeferenziazione tramite apparecchio Gps dei numerosi ordigni bellici rinvenuti . Anche di questo genere di ritrovamenti si dà conto nella tabella. Queste informazioni vengono trasmesse al Commissariato del Governo, che a sua volta le inoltrerà agli artificieri dell’Esercito. A quest’ultimo spetta valutare l’opportunità o meno di procedere alla bonifica bellica. Per quanto concerne il terzo aspetto (recupero di reperti storici risalenti alla Prima Guerra mondiale), si conferma che il ritiro dei ghiacciai gioca a favore del ritrovamento di reperti che per decine d’anni sono rimasti intrappolati. In preparazione delle operazioni 2007 era stato organizzato un tavolo di lavoro informale con la S. A. T. Per individuare e condividere principi operativi essenziali in materia di recuperi di reperti bellici mobili affiorati dallo scioglimento dei ghiacciai, sulla base dei quali poter organizzare operazioni in collaborazione, in attesa di un protocollo di intesa di ampio respiro. Gli oggetti rinvenuti nel corso delle operazioni di bonifica sono stati inventariati secondo le indicazioni della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici e depositati presso magazzini provinciali in attesa di definirne la destinazione finale. In zona Pozzoni è stato rinvenuto un manualetto di ufficiale dell’Esercito austroungarico con annotazioni manoscritte che sono ora in via di trascrizione. Un prezioso documento di vita quotidiana che, come sottolinea Marco Gramola, vicepresidente del Comitato storico della Sat, “offre, accanto a notizie geografiche e militari, anche una poesia i cui protagonisti sono i pidocchi. Uno spaccato di vita quotidiana dall’interno di trincee e baraccamenti, oggi restituito a noi dal ritiro dei ghiacci”. Nella sottostante tabella è riportata la quantità di sacchi contenenti reperti raccolti nelle diverse località. Il risultato di maggior rilievo storico riguarda la riapertura della “Caverna del Cavento”, ricavata dagli Austroungarici all’interno dei graniti della vetta del Corno di Cavento, allo scopo di ospitarvi alcuni alloggi, un magazzino, una latrina ed altri locali ancora. L’ingresso principale è situato a circa 3. 380 metri di quota. Cessate le ostilità nel luglio del 1918, la “Caverna” venne rapidamente invasa e resa inaccessibile dai cumuli di neve trasportata dal vento e trasformata poi in ghiaccio, per cui di fatto nessuno fino ad oggi era più riuscito a mettervi piede. L’ “arredamento” della Caverna è dunque ancora oggi quello risalente alla fine della Guerra (tra gli altri oggetti, una stufa con annessa catasta di legna…). La “Caverna” è stata liberata da circa 80 metri cubi di ghiaccio. Dalla stessa si dipartono due gallerie, che sono ancora occluse dal ghiaccio. Al termine delle operazioni, sospese per il maltempo, l’imbocco della caverna è stato nuovamente reso inaccessibile per preservare la zona da incursioni non autorizzate. Si segnala inoltre l’operazione di ripristino plinto ex teleferica del Carè Alto in procinto di crollo e il recupero di vari elementi appartenenti a più pezzi di artiglieria con il loro riposizionamento in loco.
Località d’intervento Raccolta rifiuti (tonnellate)* Reperti storici (sacchi recuperati) Segnalazione ordigni
Passo della Lobbia 4,2 1 sacco Ritrovamento e segnalazione con Gps di numerosi ordigni (tra cui bombarda da 240 mm. ) e una “polveriera”: con granate, munizioni, esplosivo, detonatori.
Presena 27,0 Segnalata con Gps piattaforma in legno per faro (Val Sgualdrina) Segnalati con Gps numerosi ordigni (diam. 240/305 e a gas che sono trafugate nel fine settimana. ). La 305 fatta brillare da artificieri Esercito.
Corno di Cavento 0,50 Fortino del Corno di Cavento (circa 80 mc. Ghiaccio) e 1 sacco reperti Ritrovamento e segnalazione con Gps di numerosi ordigni bellici versante est (varie munizioni di diam. 180/200 lunghezza 700 mm. )
Dente del Folletto - 1 sacco Ritrovamento e segnalazione con Gps di vari ordigni (di cui una bombarda probabilmente caricata a gas)
Pozzoni 5,2 1 sacco Ritrovamento vari ordigni (anche a gas) e resti umani
Presso Rif. Carè Alto - Ripristino plinto ex teleferica 1° Guerra e recupero elementi cannone Recuperati pezzi cannoni e trasportato il tutto alla Bocchetta dei Cannoni
Marmolada 10,6 - -
Totale 47,5 - -
* Metallo, legno, rifiuti non differenziati. Dati essenziali dell’operazione Operai opportunamente formati ed impiegati, a rotazione, nelle operazioni di bonifica: 16, suddivisi in due squadre di 6 persone ciascuna. Durata operazioni di bonifica: 23 luglio 2007 - 25 settembre 2007 Giornate interamente lavorate – dalle 2 squadre - (senza interruzioni causate da maltempo): 31. Numero di ore lavorative complessive: 3. 003. Servizio di supporto fornito dalla Società Cooperativa Guide Alpine Trentino Personale tecnico- operativo del Servizio Bacini Montani - personale tecnico per la progettazione e la direzione lavori: Lorenzo Malpaga (direzione); Ettore Ducati, Andrea Pasquali, Antonino Torrisi. - personale operaio che ha operato nei vari siti di intervento: Alberto Andreatta, Andrea Bressan, Igor Bugna, Daniele Folgherait, Rino Lanaro, Aldo Martinelli, Massimo Martinelli, Emiliano Mazzarini, Franco Pedergnana, Marco Riccadonna, Attilio Robusti, Angelo Roseo, Piergiorgio Ruatti, Ruggero Silvestri, Giuliano Tonini, Marino Zorzi. Referente tecnico- operativo della Soprintendenza per i Beni Storico-artistici Sergio Chini. Volontari dei Gruppi storici della Sat - Marco Gramola, Matteo Motter, Mauro Zattera, Moris Zenari, Alessandro Salvatori. Personale della Società Cooperativa delle Guide Alpine - Lorenzo Iachelini, presidente; Mauro Giovanazzi, vice presidente; Francesco Balzan, Tarcisio Beltrami, Alessandro Beltrami, Danilo Cavosi, Matteo Faletti, Mauro Giovanazzi, Lorenzo Iachelini, Giuliano Mazzel, Franco Melchiori, Ialo Menapace, Erwin Riz, Renzo Springhetti, Aldo Turri, Ferruccio Vidi e Ezio Zanella. .
 
   
   
CRISI IDRICA: DICHIARATO LO STATO DI PRE- ALLARME IN ROMAGNA  
 
Bologna, 15 ottobre 2007 - La Protezione Civile della Regione Emilia-romagna ha dichiarato lo stato di pre-allarme per la crisi idrica in Romagna e lo ha diramato a Prefetture, Province, Vigili del Fuoco, Servizi tecnici di bacino, Hera, Romagna Acque, al Corpo Forestale dello Stato. La decisione è stata presa a seguito della previsione che, in data odierna, presumibilmente alle ore 24 circa, nell’invaso di Ridracoli verrà raggiunta una quota di 516 metri di acqua sopra il livello del mare ed un volume di 6 milioni di metri cubi. Sulla base di questi dati e di quanto definito nel modello di intervento concordato tra l’Agenzia regionale di Protezione Civile, la Direzione regionale Ambiente, gli Ato e gli enti gestori del servizio idrico integrato,è stato attivato lo stato di pre-allarme nei territori delle Province di Forlì-cesena, Ravenna e Rimini. Dopo l’attivazione della Cabina Tecnica regionale di regia che si è già riunita il 10 ottobre, è stata convocata per lunedì 15 ottobre a Bologna la riunione del Comitato Istituzionale per l’emergenza idrica. Nella fase di pre-allarme tra le azioni previste vi sono la rigorosa attuazione di tutte le misure indicate dal Decreto del Presidente della Regione n. 207 del 25/08/07 e delle ordinanze dei Sindaci per le misure di risparmio della risorsa idrica; l’intensificazione della campagna di informazione; l’ulteriore riduzione di portata per le grandi utenze. Il provvedimento è stato deciso così come previsto dalla dichiarazione nazionale di emergenza (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 maggio 2007), dalla successiva Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri di attuazione (n. 3598/2007) e dal Decreto del Presidente della Regione n. 207 del 25/09/2007 “Misure straordinarie per il contenimento dei consumi idropotabili nei territori delle Province di Rimini, Forlì-cesena e Ravenna per fronteggiare la crisi idrica in atto. .  
   
   
EMERGENZA IDRICA VESUVIANO, ASSESSORE NOCERA TRANQUILLIZZA I COMUNI:"AUMENTEREMO LA PORTATA DELL´ACQUA IN ZONA"  
 
Napoli, 15 ottobre 20007 - Si è svolto presso l´assessorato regionale alle Politiche ambientali, su sollecitazione dei sindaci del comprensorio vesuviano, un incontro per discutere dell´emergenza idrica nell´area vesuviana. Alla riunione erano presenti l´assessore alle Politiche ambientali della Regione Campania, Luigi Nocera, i sindaci di Ercolano, Nino Daniele, di Portici, Vincenzo Cuomo e di Torre del Greco, Ciro Borriello e il direttore generale dell´Arpac, ing. Luciano Capobianco. Inoltre erano presenti rappresentanti del Comune di San Giorgio a Cremano, della Gori, dell´Ato3 e dell´Asl Napoli 5. La Regione ha garantito che sono in atto i provvedimenti per convogliare una maggiore portata d´acqua verso l´area vesuviana, così come stabilito nel verbale redatto in occasione della riunione del 2 ottobre scorso. La maggiore portata è indispensabile per mantenere nei limiti di legge i parametri del fluoro e dei nitrati, garantendo così la fornitura agli utenti ed evitando emergenze igienico-sanitarie. Il gestore del servizio (Gori) e l´Asl, dal canto loro, continueranno a monitorare la situazione dell´acqua per l´adozione dei provvedimenti che si rendessero eventualmente necessari. .  
   
   
LOSAPPIO FIRMA CONVENZIONE CONTRO DESERTIFICAZIONE TERRITORIO PUGLIESE  
 
 Bari, 15 ottobre 2007 - Firmata l’11 ottobre in Presidenza la Convenzione per la realizzazione di un progetto pilota per l’ “attuazione sperimentale della nuova Direttiva per la protezione del suolo finalizzata alla lotta alla desertificazione in Puglia". La Convenzione, proposta dall’Assessorato all’Ecologia, è stata siglata con il Cnr, l’Arpa Puglia, l’Istituto Agronomico Mediterraneo e l’Inea – istituto nazionale economia agraria, rappresentati dall’assessore Michele Losappio, dal direttore Giorgio Assennato e dai dott. Vito Felice Uricchio (Cnr) e Nicola Lamaddalena (Iam). “La convenzione – ha spiegato Losappio – è stata predisposta nell’ambito di un accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente, per consentire un approfondimento sul fenomeno della desertificazione nella nostra Regione, causato dall’uso improprio delle acque di falda, degli antiparassitari e dallo spreco di risorse idriche e dall’uso di colture intensive. La convenzione ci permetterà di radiografare il fenomeno e stabilire modelli di intervento, come richiesto dall’Ue con un’apposita direttiva”. L’importo della convenzione è fissato in 140mila euro in un anno e prevede la raccolta dei dati, l’analisi del territorio e la delimitazione delle aree a rischio desertificazione in Puglia (con attenzione a: erosione, dissesto, salinizzazione falda e suoli, compattazione suolo, contenuto in sostanza organica, contaminazione e inquinamento suoli e acque, climatologia, aspetti vegetazionali e antropici), definizione degli interventi sulla base delle principali criticità e realizzazione di un intervento sperimentale e dimostrativo di prevenzione, mitigazione ed attività di diffusione, informazione e partecipazione attiva dei cittadini. Il progetto sarà integrato con il programma Gis, strumento informatico geografico che permette la realizzazione di mappe informatiche consultabili via satellite sulla vulnerabilità alla desertificazione, tenute conto anche delle caratteristiche sociali dei differenti territori. .  
   
   
AMBIENTE, COSTE E MAREGGIATE MEETING INTERNAZIONALE AL MUSEO DEL MARE  
 
Genova, 15 ottobre 2007 - Genova si prepara a essere al centro di un doppio evento sui temi dell’ambiente e della gestione del territorio con una conferenza internazionale del progetto "Beachmed", dedicata alla difesa dei litorali e al rapporto tra lo sviluppo del territorio urbano e costiero, in programma venerdì 26 ottobre presso il Galata Museo del Mare (Sala Vespucci, 4 piano, Calata de Mari 1, Darsena). La conferenza internazionale, annunciata oggi dall’assessore regionale Carlo Ruggeri, sarà incentrata anche sui temi della prima "Giornata della Costa" che verrà celebrata il 24 ottobre a Genova e in tutto il Mediterraneo, quale evento centrale di una campagna di sensibilizzazione sulla gestione integrata della fascia costiera, come strumento indispensabile per un uso sostenibile delle risorse. Il progetto "Beachmed" si rivolge alle amministrazioni coinvolte nella gestione dei territori costieri a cui mette a disposizione: strumenti tecnici per l’individuazione del fenomeno dell’erosione costiera su scala europea e per l’impiego sostenibile delle risorse, strumenti per la gestione del rapporto tra lo sviluppo del territorio urbano e le zone sensibili al rischio di mareggiate e di erosione e strumenti normativi e organizzativi per la gestione della difesa delle coste da parte di tutti i soggetti coinvolti. Il progetto "Beachmed" che ha preso il via nel 2005 e si concluderà nel 2008, vede coinvolti come attori principali nove partner regionali di quattro Paesi del Mediterraneo (Grecia, Francia, Spagna, Italia). Al progetto collaborano inoltre 11 partner osservatori tra cui Enti e società del Marocco e della Tunisia, mentre i partner regionali sono costituiti da 36 enti pubblici e privati di diversi Paesi del Mediterraneo quali istituti universitari, centri e laboratori di ricerca, agenzie per la protezione ambientale, amministrazioni locali. I lavori della Conferenza internazionale di Genova sono finalizzati in particolare alla comunicazione dei risultati del sottoprogetto "Obsemedi", dedicato agli strumenti normativi e organizzativi per la gestione della difesa delle coste a livello locale, regionale e mediterraneo. In chiusura la conferenza internazionale discuterà delle nuove attività nazionali e comunitarie da finanziare nell’ambito della programmazione dei fondi europei 2007-2013. .  
   
   
ISTITUIRE INDENNITÀ AMBIENTALE  
 
Trieste, 15 ottobre 2007 - Istituire un´indennità di disagio ambientale per i Comuni che ospitano impianti di trattamento e di smaltimento di rifiuti. È questa la proposta avanzata dal Difensore civico della Regione, Caterina Dolcher, all´indirizzo delle direzioni regionali competenti e della Iv Commissione consiliare, dopo aver ricevuto un esposto da un cittadino in merito a una discarica in costruzione negli immediati pressi della sua abitazione. Esiste già un precedente in Italia, fa notare il Difensore, poiché la Comunità di ambito dei Comuni della Provincia di Siena ha predisposto un´indennità di disagio ambientale. Infatti, continua Caterina Dolcher, la presenza di un impianto di trattamento o di smaltimento ha certamente un impatto sui centri urbani limitrofi e sulle diverse collettività più o meno vicine. Il paesaggio, difatti, ne viene alterato, vi sono esalazioni, rumore e vincoli indotti sulla mobilità su strada. Tutti questo elementi concatenati possono concorrere, conclude il Difensore, a creare un ostacolo allo sviluppo economico, turistico e produttivo del territorio, determinando anche l´esposizione a determinate fonti di rischio ambientale. Il Difensore si è poi proposto di approfondire la materia per le parti di sua competenza, in modo da produrre ulteriori elementi di analisi per poter considerare concretamente l´opportunità di istituire quest´indennità. .  
   
   
LA FONDAZIONE COGEME ONLUS PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE. UNESCO E EARTH CHARTER INTERNATIONAL SOSTENITORI INTERNAZIONALI DELLA FONDAZIONE NEL CERCHIO DELLA CREAZIONE EDUCAZIONE E SAGGEZZA DEI POPOLI NATIVI CENTRO CIVICO CASTEGNATO  
 
 Milano, 15 ottobre 2007 - La Fondazione Cogeme Onlus, nata da una multiutility di 70 comuni locali lombarde, si dedica da anni alla diffusione della Carta della Terra, documento promosso dall’Onu che rappresenta il fondamento etico della sostenibilità, partendo dal concetto che ogni essere vivente fa parte di un’unica, grande, comunità di vita con un destino comune. L’evento, che si inserisce tra le iniziative del Decennio Onu sull’Educazione allo Sviluppo Sostenibile (2005-2014), prosegue il percorso di riflessione e azione sul potenziale educativo della Carta della Terra, con particolare riferimento ai valori profondi di appartenenza e di amore alla Terra espressi dai Nativi Americani. Come testimone d’eccezione è stato invitato Manitonquat (Medicine Story), capo spirituale della tribù Wampanoag (Boston), cantastorie pellerossa che trasmette con grande suggestione ed efficacia la saggezza millenaria e sacra del suo popolo. La Fondazione Cogeme Onlus, da anni impegnata attivamente nella diffusione dei principi educativi della Carta della Terra, promuove anche per il 2007 alcuni appuntamenti che si inseriscono nel decennio Onu dedicato all’educazione allo sviluppo sostenibile (2005 - 2014). La Fondazione, realtà nata dalla multiutility Cogema spa di Rovato (Brescia), sostiene e promuove progetti legati alla sostenibilità e all’educazione ambientale, ed è inserita a pieno titolo in un circuito internazionale essendo affiliate di Earth Charter International del Costarica ed avendo ottenuto il patrocinio dell’Unesco di Parigi, oltre a quello di Green Cross International. Fondazione Cogeme Onlus ha rinnovato il rapporto di collaborazione con l’Università Cattolica del S. Cuore inaugurato lo scorso anno, finanziando una nuova ricerca i cui risultati saranno anticipati durante il convegno “Nel cerchio della creazione. Educazione e saggezza dei popoli Nativi” del prossimo 10 novembre, che si terrà presso il centro civico di Castegnato, durante la settimana italiana che celebra il decennio Onu (6- 12 novembre 2007). .  
   
   
AL VIA LE "CARTONIADI" NEL LAZIO  
 
Roma, 15 ottobre 2007 - Parte la sfida tra i Comuni del Lazio per incentivare la raccolta differenziata di carta e cartoncino. Dal 15 ottobre al 15 novembre infatti avranno luogo le "Cartoniadi 2007", una competizione organizzata dal Consorzio nazionale recupero e riciclo imballaggi di cellulosa (Comieco), con il sostegno della Regione Lazio. Tutti i residenti nei Comuni di Latina, Viterbo, Rieti, Sora e nel Municipio Roma Viii, durante questo periodo saranno invitati ad avviare al riciclo quanti più imballaggi di carta e cartone possibili: dalle confezioni per alimenti fino ad arrivare ai giornali, ogni prodotto cartaceo è valido per vincere la sfida. Per invogliare i cittadini a partecipare attivamente all´iniziativa sono previsti dei premi. Quello che tra i 5 contendenti depositerà il maggior numero di carta e cartoncino nei contenitori per la raccolta differenziata riceverà un fondo di 30. 000 euro messi in palio dal Comieco, mentre al secondo e al terzo classificato andranno rispettivamente 10. 000 e 3. 500 euro offerti dalla Regione Lazio. Premi di consolazione anche per gli ultimi due classificati. Le somme vinte partecipando alle "Cartoniadi 2007" dovranno essere impiegate per realizzare progetti di riqualificazione del territorio decisi dai cittadini. “Speriamo che questa gara - ha dichiarato il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo - possa contribuire a diffondere sul territorio i temi della raccolta differenziata, e siamo sicuri che gli atteggiamenti virtuosi che si diffonderanno grazie a quest’iniziativa troveranno radicamento sul territorio e nelle abitudini dei cittadini”. "Sono state scelte delle città virtuose per realizzare questa iniziativa - ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente Filiberto Zaratti - non speriamo di arrivare ai livelli di riciclo dei Paesi scandinavi, ma almeno di raggiungere quelli delle regioni del nord Italia". .