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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Dicembre 2006
UE: APPROVATO IL BILANCIO 2007 : IL PRIMO DELL´UE CON 27 STATI MEMBRI, È SUPERIORE DEL 3,2% RISPETTO QUELLO DELL´ANNO PRECEDENTE  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2006 - Il Parlamento europeo ha approvato in seconda lettura il bilancio per il 2007 che è stato firmato il 14 dicembre dal Presidente Borrell, dalla Commissione europea e dalla Presidenza finlandese dell´Unione europea. I crediti d´impegno per l´anno prossimo ammonteranno a 126,5 miliardi di euro e quelli di pagamento a 115,5 miliardi, pari allo 0,99% del reddito nazionale lordo dell´Ue. Nel corso dell´esame di tale bilancio, sia il paventato taglio del personale della Commissione sia le spese per la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) sono stati al centro delle discussioni. Alla fine, il Parlamento si è opposto alla proposta di soppressione di posti nell´amministrazione formulata dalla Presidenza finlandese ed è riuscito ad avere l´impegno del Consiglio a fornirgli in tempo utile tutte le informazioni utili sulle azioni che riguardano la Pesc. A riprova della compattezza creatisi in seno ai gruppi politici, tutta la Sezione Iii che riguarda il bilancio gestito dalla Commissione è stata votata in blocco. Nel corso del dibattito svoltosi in Aula, il relatore James Elles (Ppe/de, Uk) aveva dichiarato che «nell´ambito del principio "value for money", una serie di elementi innovatori sono stati inseriti nella procedura standard di bilancio per migliorare la redditività delle spese dell´Unione europea, assicurando così una migliore efficacia per i suoi cittadini. Il nostro compito, adesso, consiste nel rafforzare tale approccio, mettendo in atto un meccanismo di valutazione annua delle prestazioni dei programmi specifici». Il relatore si è quindi rallegrato della convergenza con la Commissione, che ha portato ad una dichiarazione comune che sottolinea la necessità di integrare tale principio nella procedura annuale di bilancio. Rubrica 1a e 1b - "Crescita sostenibile" - Il Parlamento ha ribadito la sua convinzione che le linee di bilancio legate all´Agenda di Lisbona sono essenziali per l´Unione e ha confermato i suoi punti di vista sulla strategia politica annuale. I deputati, deplorando il taglio inizialmente richiesto dal Consiglio, hanno incrementato vari crediti di pagamento delle linee di bilancio relative alla ricerca e all´innovazione che mirano a rafforzare la competitività europea. Il programma "Competitività e Innovazione", infatti, rappresenta un esempio significativo di tale aumento di pagamenti, passando da 17 a 70 milioni di euro. Il programma Galileo, considerato un programma chiave dal Parlamento, ha visto il suo sottofinanziamento compensato da un aumento di 3 milioni di euro, portando così a 100 milioni di euro il totale dei crediti d´impegno e di pagamento per il 2007. Già nella sua risoluzione che accompagnava le prospettive finanziarie per il 2007-2013, infatti, aveva deplorato il deficit di finanziamento delle linee legate all´Agenda di Lisbona. Per quanto riguarda i "vecchi fondi strutturali", l´Aula ha approvato una serie di aumenti per i crediti di pagamento ma in misura minore a quelli inizialmente previsti in prima lettura (come ad esempio il Fse - convergenza). Il bilancio totale per la rubrica 1 combinata ammonta a 54,3 miliardi di euro in crediti d´impegno e a 44,9 miliardi di euro in pagamenti. Rubrica 2 - "Risorse naturali" - Considerando che alla Pac sono state applicate nuove regole di funzionamento per il 2007, il Parlamento ha deplorato i tagli operati a più riprese dal Consiglio sulle spese agricole. In particolare si è rammaricato che il Consiglio abbia respinto la proposta volta a finanziare un vaccino contro il virus della lingua blu che figurava in tale rubrica. Tale sconfitta, tuttavia, è compensata dall´iniziativa della Commissione di reintegrare tale spesa nel quadro del bilancio per la ricerca. Una dichiarazione prevede che l´eventuale vuoto giuridico tra l´inizio del 2007 e l´approvazione della base giuridica corrispondente per il programma di protezione dell´ambiente Life+ sarà colmato con lo stanziamento di 15 milioni di euro per "azioni transitorie". Il totale della rubrica 2 ammonta a 56,2 miliardi di euro in impegni e a 54,7 miliardi in pagamenti. Rubrica 3 - "Libertà, sicurezza e giustizia" - Il Parlamento ritiene che lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia e, in particolare, la promozione dei diritti fondamentali, la definizione di una politica d´immigrazione e d´asilo comune e la lotta contro il terrorismo e la criminalità organizzata, rappresentino le principali priorità dell´Unione. Ha quindi ristabilito l´aumento destinato ai fondi per la gestione delle frontiere esterne (Frontex) per un importo di 170 milioni di euro per poter garantire delle missioni di sorveglianza dell´Ue. Rubrica 4 - "l´Ue come attore globale" - Per quanto riguarda la politica estera e di sicurezza comune (Pesc) è stato raggiunto un accordo. Se i deputati hanno accettato di attribuire un importo di 159,2 milioni di euro alla Pesc (pari a quello inizialmente previsto dalla Commissione nel suo progetto di bilancio preliminare), il Consiglio si è impegnato a fornire al Parlamento informazioni - precise ed in tempo utile - sulle differenti azioni previste e sulle decisioni che riguardano la Pesc. La prossima missione in Kosovo ne è un esempio, in quanto il Parlamento ha invitato il Consiglio a fornirgli rapidamente tali informazioni. Dopo la prima lettura del Parlamento, il 50% dei crediti della Pesc erano stati tagliati e ridistribuiti ad altre linee della rubrica. Tale trasferimento aveva toccato "una corda sensibile" per i principali attori della negoziazione relativa al bilancio 2007. Il Parlamento è restato al di sotto della soglia della rubrica 4 e di conseguenza, contrariamente a quanto avvenuto negli anni precedenti, non ha richiesto il ricorso allo "strumento di flessibilità" che stanzia 200 milioni di euro in caso necessità straordinarie o impreviste. Rubrica 5 - "Amministrazione" - L´approccio del Consiglio teso a ridurre il personale della Commissione europea è stato bocciato dal Parlamento. Tuttavia, i deputati hanno insistito sul fatto che si è realizzato uno screening sostanziale, volto a fornire una valutazione di metà percorso delle necessità della Commissione in termini di personale. Questo esercizio dovrebbe comportare una relazione dettagliata sul personale della Commissione addetto alle funzioni di sostegno e di coordinamento e dovrà essere fornito il 30 aprile 2007. A seguito della lettera con l´impegno politico del Presidente della Commissione europea, il Parlamento - confermando quanto suggerito dalla commissione per i bilanci - ha deciso di togliere la riserva di 50 milioni di euro relativa agli stipendi del personale della Commissione. Una delle condizioni che ha permesso ciò è stato l´impegno della Commissione europea di integrare i punti di vista del Parlamento nella strategia politica annuale rivista per il 2007. Altri elementi - Con l´adozione della relazione di Roselyne Bachelot-narquin (Ppe/de, Fr) sul Fondo di adeguamento alla mondializzazione, 500 milioni di euro del bilancio dell´Ue saranno attribuiti nel corso del 2007 a questo nuovo strumento che fornirà un aiuto ai dipendenti vittime delle ristrutturazioni industriali. Inoltre, un importo di un miliardo di euro sarà attribuito al Fondo europeo annuale di solidarietà per aiutare gli Stati membri ad affrontare le catastrofi naturali. Altre istituzioni - Le "altre sezioni" riguardano le altre istituzioni, in particolare il bilancio del Parlamento per l´anno prossimo di cui Louis Grech (Pse, Mt) è relatore. Questa seconda lettura riguarda in particolare il Comitato delle regioni ed il Comitato economico e sociale che dovranno mantenere una struttura comune, al fine di tenere sotto controllo i costi. Prossimo bilancio - Il bilancio per l´esercizio 2008 sarà "pilotato" da due membri finlandesi della commissioni per i bilanci: Kyösti Virrankoski (Alde/adle, Fi) sarà responsabile del bilancio della Commissione, mentre Ville Itälä (Ppe/de, Fi) si occuperà delle altre istituzioni. La preparazione del bilancio 2008 inizierà il 24 gennaio 2007 a Bruxelles, con un primo scambio di vedute sugli orientamenti per l´anno prossimo. .  
   
   
UE: NO A NUOVE ADESIONI SENZA "CAPACITÀ D´INTEGRAZIONE"  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2006 - Il Parlamento europeo ha adottato due relazioni che chiedono di procedere, prima delle prossime elezioni europee, alle necessarie riforme istituzionali per migliorare il sistema e la capacità d´integrare nuovi Stati membri all´Ue. I deputati desiderano inoltre che al Parlamento sia conferito il diritto di pronunciarsi sull´opportunità o meno di avviare i negoziati d´adesione. Sono anche affrontate le questioni legate all´adesione di Turchia, Croazia e dei paesi dei Balcani occidentali. Adottando con 398 voti favorevoli, 99 contrari e 36 astensioni la relazione di Alexander Stubb (Ppe/de, Fi), il Parlamento riconosce che al momento l´Unione incontra difficoltà a rispettare gli impegni assunti nei confronti dei paesi dell´Europa sud-orientale, perché la sua attuale struttura istituzionale, finanziaria e politica, non è adatta per ulteriori allargamenti e deve essere migliorata. Secondo i deputati, una condizione per il successo dell´allargamento, è data dalla "capacità d´integrazione" (e non dalla "capacità di assorbimento") dei paesi candidati da parte dell´Ue. Questo concetto, è precisato, non rappresenta un nuovo criterio di adesione, mentre la responsabilità di migliorare tale capacità incombe all´Unione e non ai paesi candidati. La relazione specifica poi che la nozione di "capacità d´integrazione", implica che le istituzioni europee, dopo l´allargamento, devono essere in grado di funzionare in modo efficiente e democratico, finanziare adeguatamente le proprie attività con risorse sufficienti e sviluppare gli obiettivi politici dell´Unione. Ribadendo che il trattato di Nizza non offre più una base adeguata per ulteriori allargamenti, i deputati ritengono che l´Unione, al fine di garantire la capacità d´integrazione, debba prendere decisioni in merito alla sostanza delle riforme che intende attuare «prima che abbiano luogo adesioni future». In tale contesto, sottolineano anche che è essenziale tener conto del possibile impatto che i nuovi Stati membri avranno sulle capacità istituzionali, finanziarie e decisionali dell´Ue. La relazione, in proposito, elenca tutta una serie di riforme che possono consentire di procedere con ulteriori allargamenti, tra le quali, un nuovo sistema di voto a maggioranza qualificata e l´estensione dei campi in cui applicarlo, il rafforzamento del ruolo del Parlamento nel processo decisionale, la modifica del sistema di rotazione delle Presidenze del Consiglio, la creazione di un Ministro degli affari esteri, l´ulteriore modifica della composizione della Commissione e il potenziamento del ruolo del suo Presidente. I deputati ribadiscono, quindi, la loro convinzione che l´allargamento deve andare di pari passo con l´approfondimento dell´Unione «se non si vogliono compromettere gli obiettivi del processo d´integrazione europeo», e che una soluzione costituzionale debba essere presa prima delle prossime elezioni europee del 2009, affinché l´Unione possa onorare gli impegni presi verso i paesi candidati, ed essere pronta ad accoglierli. Si dicono anche convinti che, se venisse rettificato il trattato costituzionale, sarebbe rinforzata anche la capacità d´integrazione dell´Ue, soprattutto dopo il suo indebolimento a seguito della bocciatura del trattato da parte della Francia e dai Paesi Bassi. Infine, i deputati ritengono che il parere conforme del Parlamento debba applicarsi sia alla decisione di avviare negoziati di adesione sia alla loro conclusione. Anche con la relazione di Elmar Brok (Ppe/de, De) - adottata con 481 voti favorevoli, 66 contrari e 38 astensioni - il Parlamento ribadisce l´inadeguatezza del Trattato di Nizza ed esorta quindi i Capi di Stato e di governo a concludere il processo costituzionale entro la fine del 2008 - quindi prime delle prossime elezioni europee - per consentire all´Unione di lavorare con più efficacia e trasparenza e più democraticamente, «come presupposto necessario per ulteriori allargamenti» e per evitare ritardi nei negoziati di adesione in corso. Per il Parlamento, ogni futuro processo di allargamento, richiederà un´analisi più approfondita rispetto al passato relativamente alla capacità d´integrazione dell´Unione, dal punto di vista istituzionale, finanziario e politico. Riconosce peraltro che si può sempre trarre insegnamenti dalle passate esperienze e, in particolare, in merito alla necessità di giudicare ciascun paese in base ai suoi meriti e di negoziarne l´adesione rispettando un calendario basato sui criteri di Copenaghen, nonché «la necessità di evitare di indicare troppo presto una data per l´adesione definitiva». In proposito, ritiene che negli allargamenti precedenti non sia stata rivolta sufficiente attenzione, nelle fasi iniziali, ai progressi nel campo della giustizia, della corruzione e dei diritti fondamentali. In merito alla controversa adesione della Turchia all´Ue, i deputati rilevano che il ritmo delle riforme politiche in tale paese ha subito un rallentamento e confermano le lacune nel processo di riforma. In proposito, insistono affinché la Turchia rettifichi e applichi pienamente il "Protocollo di Ankara", che estende l´accordo di associazione Ce-turchia ai dieci nuovi Stati membri, compreso Cipro. Rammaricandosi inoltre che gli sforzi della Presidenza finlandese volti a trovare una soluzione per superare la «situazione di stallo» e ad attenuare l´isolamento dei turco-ciprioti che vivono nella parte Nord dell´isola non abbiano avuto successo, invitano la Turchia a cooperare in modo costruttivo per garantire la piena applicazione del protocollo addizionale nei tempi più brevi. D´altra parte, il Parlamento sottolinea che il rifiuto turco di rispettare pienamente i termini del protocollo addizionale «mette seriamente in pericolo il buon andamento dei negoziati di adesione». Il Parlamento, d´altra parte, apprezzando i continui progressi compiuti dalla Croazia verso l´integrazione nell´Ue, invita i negoziatori di entrambe le parti, «a mantenere lo slancio raggiunto in questi negoziati», auspicandone una rapida conclusione. Anche le «chiare prospettive di adesione, che il Vertice Ue di Salonicco ha offerto ai paesi dei Balcani occidentali» sono ricordate dalla relazione. In proposito, ribadisce il proprio impegno ad appoggiare appieno tali prospettive, «per consolidare la stabilità e la pace nella regione». Ricordano poi ai governi di questi paesi, che ognuno di loro sarà valutato sulla base dei propri meriti, e che ciò determinerà i tempi della loro effettiva integrazione nell´Ue. Il Parlamento, infine, invita nuovamente la Commissione e il Consiglio a presentare, per tutti i paesi europei attualmente senza prospettive di adesione all´Unione europea, proposte volte ad avviare strette relazioni bilaterali o multilaterali con l´Ue, conformi alle loro esigenze ed interessi specifici. In tale contesto, suggerisce di considerare l´istituzione, quale parte di una strategia di vicinato rafforzata, di una politica regionale globale dell´Ue nella grande regione del Mar Nero, per poter costruire relazioni economiche e politiche bilaterali o multilaterali più forti con tutti i paesi della regione, in particolare per quanto riguarda il libero scambio, gli investimenti, la sicurezza energetica e la politica in materia d´immigrazione. Dibattito Interventi dei relatori - Elmar Brok (Ppe/de, De), relatore sulla comunicazione della Commissione concernente la strategia di allargamento e le sfide principali, ha ricordato che «l´ampliamento è stata la politica di maggior successo dell´Ue per l´economia, un contributo significativo per l´unificazione dell´Europa che ha agito da incentivo maggiore per il processo di riforma per i Paesi candidati». Guardando ai futuri allargamenti, ha proseguito, «stiamo decidendo per una vera Unione politica che riguarda in particolare il ruolo dell´Europa nel mondo oppure rimanere un mero progetto economico». La scelta dovrà essere fatta e andrà di pari passo con la necessità di rivedere gli attuali accordi istituzionali come auspicato dalla Costituzione. Inoltre, «bisogna essere chiari su quanto si vuole offrire ai Paesi che desiderano entrare a far parte dell´Unione. Abbiamo già offerto alcune prospettive a taluni Paesi dei Balcani e dobbiamo rispettare gli impegni presi. Bisogna però guardare oltre la possibilità di un vero partenariato, cercando altre forme di cooperazione multilaterale che possono essere offerte ora e non dopo quindici anni di negoziati». Sono inoltre necessari chiarimenti all´interno dell´Unione per scongiurare crisi interne e vicoli ciechi e abbiamo quindi bisogno delle revisioni istituzionali offerte dalla Costituzione. Per quanto riguarda la Turchia, il relatore ha precisato che «è un vero peccato che gli obblighi legali non siano attualmente adempiuti» ma, ha aggiunto, «quello che sta accadendo ora non significa che la Turchia potrà rinviare per sempre il soddisfacimento dei propri obblighi legali». Secondo Alexander Stubb (Ppe/de, Fi), relatore sugli aspetti istituzionali della capacità dell´Unione europea di integrare nuovi Stati membri, cinque sono i punti principali della sua relazione. In primo luogo, è necessario un cambiamento nella terminologia: da "politica dell´assorbimento" a "politica dell´integrazione". Infatti, ha spiegato, «nessuno desidera essere "assorbito" dall´Unione europea». In secondo luogo, «bisogna essere sensibili ai vari interessi e modi di pensare sia di coloro che desiderano un più ampio allargamento senza un approfondimento politico sia di coloro che vogliono opporvisi ma anche di coloro che sono contrari ad entrambi gli approcci». Queste posizioni non sono nuove, sono sempre esistite e ogni nuovo ampliamento è sempre stato preceduto da un approfondito dibattito istituzionale. «Ora, abbiamo bisogno di una Costituzione prima di proseguire l´allargamento» ha aggiunto. Il terzo punto riguarda una definizione di capacità di integrazione che, ha spiegato, non è una condizione per l´ampliamento ma piuttosto un criterio, e copre temi istituzionali, di bilancio e linee di condotta. Il quarto punto consiste nell´assicurarsi che vi sia un adeguato dibattito pubblico sull´allargamento. A tale proposito, deplorando il fallimento del Consiglio in tale campo, nonostante le varie occasioni disponibili per avviare un dibattito pubblico, ha invitato il Consiglio «a fare il proprio lavoro e dar prova di pensiero strategico». L´ultimo punto riguarda invece la necessità di una Costituzione prima del 2009. In conclusione, l´oratore ha ribadito che «l´allargamento è la migliore politica che l´Unione europea abbia mai avuto a disposizione. Ha portato pace, prosperità, sicurezza e stabilità». Dichiarazione del Consiglio - Intervenendo in nome della Presidenza finlandese, Paula Lehtomäki, ha dichiarato che «l´allargamento è parte essenziale del processo di integrazione europea» e la prospettiva dell´adesione ha sempre incoraggiato i Paesi candidati a proseguire sulla strada delle riforme. Grazie all´allargamento, l´Unione è diventata un grande attore dello scacchiere internazionale, aiutando i mercati a rispondere alle sfide della globalizzazione. Adesso noi abbiamo pace, stabilità, democrazia, rispetto delle leggi e prosperità e quindi «dobbiamo assicurare che questo successo continui». L´unione deve proseguire sulla via dell´allargamento «un processo aperto e obiettivo, senza restrizioni o condizioni inutili. Dobbiamo prestare attenzione a ciò che ha significato nella pratica l´allargamento. La capacità di assorbimento dell´Unione «non costituisce un criterio per l´adesione e non deve diventarlo». Tuttavia, la capacità di integrazione va tenuta in considerazione per assicurare il successo dell´allargamento. L´unione deve anche far fronte ai propri impegni, in particolare nei Balcani. Per quanto riguarda invece la Turchia, «la Presidenza Finlandese ha fatto tutto il possibile per proseguire i negoziati. Siamo soddisfatti della decisione presa lunedì al Consiglio in quanto rappresenta una base sulla quale procedere». Progressi nel processo di adesione possono essere compiuti mediante riforme interne che soddisfino i criteri di adesione. Concludendo il suo intervento ha ricordato che «siamo in un momento faticoso per l´allargamento e dobbiamo cercare di superarlo fornendo informazioni tempestive ed accurate». Dichiarazione della Commissione - Olli Rehn ha ringraziato la Presidenza per le decisioni prese al Consiglio di lunedì, in particolare per la decisione di procedere nei negoziati con la Turchia. Esse sono «un segnale chiaro alla Turchia che se non rispetta gli impegni, avrà conseguenze nel processo di adesione» e la decisione presa «dimostra che l´Unione è in grado di prendere decisioni in materie delicate senza che ciò possa generare crisi». Sottolineando che l´Unione deve assicurare la sua capacità di funzionare nonostante l´integrazione di nuovi membri, il commissario ha ricordato che «rischiamo di aumentare la confusione nei cittadini e danneggiare la credibilità nei Paesi candidati. Dobbiamo rinnovare il consenso sull´allargamento, combinando i due lati della moneta». La Commissione avvierà uno studio sull´impatto dell´allargamento e valuterà le implicazioni finanziarie (in particolare in settori quali l´agricoltura). Il commissario ha dichiarato che «i temi difficili, come le riforme giudiziarie e la lotta contro la corruzione devono essere esaminati nello stadio iniziale delle negoziazioni». Non si deve creare qualcosa di complicato, ha spiegato, perchè tutti siamo in favore della semplificazione. «Qualcuno pensa che l´allargamento sia stato fatto senza approfondimento», ha affermato, invece l´Ue «essendo riuscita a gestire questo processo in passato, sarà in grado di farlo ancora». Un nuovo accordo istituzionale deve essere pronto negoziato prima che un nuovo Paese entri nell´Unione. Una dichiarazione politica dovrà essere adottata a Berlino a marzo e gli altri nodi dovranno essere sciolti entro la fine del 2008. Il commissario ha concluso dicendo che «dobbiamo mantenere l´impeto dell´allargamento». Interventi in nome dei gruppi - Íñigo Méndez De Vigo (Ppe/de, Es) ha voluto enfatizzare come l´allargamento «rappresenti un fattore positivo per gli attuali Stati membri». Sfortunatamente, ha aggiunto, l´Unione non era pronta e «non si devono invitare ospiti a casa propria se tutto non è in ordine» e per essere preparati «è necessario il Trattato costituzionale». Ha tuttavia ammonito a conservare le parti principali della Costituzione preservando un «equo equilibrio». In conclusione, ha affermato che «non ci potranno essere futuri ampliamenti senza il Trattato costituzionale». Per Hannes Swoboda (Pse, At), «molti credono che un´Unione più piccola sia migliore, mentre altri pensano che più è grande meglio sia». In concreto, bisogna che «l´Unione parli all´unisono», occorre privilegiare «la qualità e non la quantità» e, quindi, i principali elementi della Costituzione sono necessari. Tuttavia, anche i cambiamenti fondamentali nelle basi finanziarie dell´Unione erano necessari. Per quanto riguarda la Turchia, ha proseguito, tale Paese ha certamente adempiuto le sue obbligazioni, tuttavia a livello dell´Unione «anche noi dobbiamo fare il nostro lavoro a livello politico a Cipro». Riferendosi poi alla politica di vicinato, ha dichiarato che dovrebbe essere presa in considerazione una più ampia «visione di un´Europa più grande ed ampliata», per esempio una comunità Ue-mar Nero. Annemie Neyts-uyttebroeck (Alde/adle, Be) ha voluto ricordare che il termine "capacità di assorbimento" è stato utilizzato «come una scusa per mettere in discussione l´ampliamento». Secondo l´oratrice i punti principali sono che «fino ad ora l´ampliamento è stato un successo innegabile». Ma occorre anche rispettare gli impegni assunti con la Croazia, i Balcani e la Turchia. Per quest´ultimo Paese, ha voluto ribadire il proprio appoggio alla Commissione per come ha proseguito i negoziati «non chiudendo la porta ma agendo in modo giusto ed equilibrato». Infine, per la deputata, l´Unione deve procedere ad «una riforma delle sue istituzioni prima dell´allargamento». Joost Lagendijk (Verdi/ale, Nl) ha sottolineato che ogni paese candidato «deve essere giudicato per i suoi meriti» e che i temi più difficili non devono essere lasciati per ultimi. Per quanto riguarda invece la questione della "capacità di assorbimento" o della "capacità di integrazione" si è rammaricato che qualcuno utilizza tali termini «come argomentazioni contro l´ampliamento». Dicendosi favorevole alla candidatura dei Balcani e della Turchia, ha quindi voluto ribadire la sua convinzione che i prossimi allargamenti «non potranno funzionare con l´attuale struttura istituzionale». Inoltre, è necessario il supporto dei cittadini e, per ottenerlo, bisogna che i leader politici sappiano fornire «argomentazioni che pongano l´accento sugli interessi dell´Unione nel lungo periodo» e non solo dare ascolto agli ultimi sondaggi. Questo principio è ancora più valido per la Turchia in quanto «non possiamo dar seguito a voci o a timori all´interno dell´Ue». «L´ampliamento sta rallentando, lasciando un piccolo margine di manovra», così ha esordito Erik Meijer (Gue/ngl, Nl). «L´approccio neoliberale delle nostre economie», ha aggiunto, si preoccupa dei flussi migratori e delle condizioni di lavoro e di alloggio dei lavoratori migranti nonché dei diritti umani in Turchia e quindi «rischiamo di chiudere la porta a detti Paesi danneggiando così le loro aspettative». Per Konrad SzymaŃski (Uen, Pl), «sventagliare la Costituzione come pretesto per rallentare l´ampliamento non è corretto» e lo stesso vale per la nozione di "capacità di integrazione". Si è successivamente chiesto «se l´allargamento rappresenta un tale successo, perché presentiamo relazioni con euroscetticismo codardo?», aggiungendo inoltre che l´Unione «sta forse cercando di fare troppo» e quindi dando vita ad aspettative troppo alte. In conclusione ha dichiarato che «i candidati devono semplicemente soddisfare le condizioni». Secondo Georgios Karatzaferis (Ind/dem, El) la relazione non è soddisfacente in quanto «non colma il gap istituzionale». Infatti, pur confermando la necessità di una Costituzione, non offre una visione per i futuri allargamenti. Per il deputato, d´altronde, il Trattato costituzionale dovrebbe prevedere una clausola per l´allargamento. Concludendo, ha deplorato la «mancanza di leadership politica» nella definizione dei confini dell´Unione. Interventi dei deputati italiani - Per Mario Borghezio (Uen, It), «questo dibattito deve mandare alla Commissione una precisa indicazione, ovvero che essa deve subordinare il suo vasto programma di allargamento alla necessità di una strategia complessiva che riguarda il ruolo politico attuale e futuro dell´Unione europea». Ricordando che bisogna operare una scelta di contenuto geopolitico sui confini dell´Unione europea ha voluto sottolineare che «ciò è particolarmente vero e cogente per quanto riguarda il dossier più delicato, quello della Turchia, per il quale comincia finalmente a profilarsi la soluzione del partenariato privilegiato». Il deputato si è detto d´accordo sul fatto che nella comunicazione della Commissione «manca un´adeguata riflessione su un aspetto fondamentale: il rischio che un ulteriore allargamento dell´Unione europea a cui non corrisponda un´adeguata capacità di integrazione politica, economica, finanziaria, ma anche culturale, abbia come conseguenza inevitabile l´indebolimento, se non il fallimento del progetto politico dell´Unione europea». A suo parere, infatti la Commissione, «non indica quale sarà l´impatto finanziario che esso potrà avere, mentre è assolutamente necessario averne contezza prima di ogni eventuale adesione». Ricordando gli sforzi che ci attendono in seguito all´adesione di Bulgaria e Romania, ha quindi affermato che «è forse arrivato il momento di dire chiaramente ai paesi in attesa di adesione che per ora si aprono per essi delle prospettive diverse, come abbiamo indicato per la Turchia». Non bisogna dimenticarsi come sia stato difficile raggiungere un compromesso per le attuali prospettive finanziarie, che saranno riviste a breve. In conclusione, ha voluto ricordare che la posizione di quei governi - «come il governo Prodi» - «è frutto di superficialità poco responsabile». Insistono infatti «ogni piè sospinto, sull´allargamento ai paesi balcanici senza avere in alcun conto queste oggettive difficoltà». L´eccessiva condiscendenza usata in passato nelle procedure di adesione su aspetti gravi come la corruzione e la criminalità, secondo il deputato, non può più essere tollerata se si vuole che «la costruzione europea continui a rispondere ai criteri e ai valori nei quali credono i nostri concittadini e i nostri popoli». Replica del Consiglio - Rispondendo al dibattito, il Ministro ha enfatizzato la necessità di rassicurare sul fatto che l´Unione conserva la sua capacità di agire in tutte le situazioni. Ha quindi sottolineato che l´Ue «ha fatto il suo lavoro» in relazione alle questioni in corso e, in proposito ha ricordato ce è stato raggiunto un accordo sulla situazione economica di Cipro. Relativamente ai Paesi candidati, il Ministro ha dichiarato ancora una volta che devono soddisfare i criteri di adesione, e che il rispetto dei criteri deve essere oggettivo, aggiungendo che «crediamo nella volontà e nella capacità della Commissione di continuare nelle valutazioni». Il trattato Costituzionale contiene molti elementi che sono importanti per migliorare la capacità di integrazione della Ue e, al riguardo, il Ministro ha affermato che "dobbiamo credere e avere fiducia nella abilità della Ue». Ha quindi proseguito sottolineando che le Costituzioni sono solo uno strumento necessario per la politica e gli impegni sui progetti europei sono necessari. Ha poi accennato al problema della politica di Buon Vicinato, concludendo che «una importante area politica tra di loro, non deve essere considerata come una sostituzione all´allargamento». Replica della Commissione - Il Commissario Rehn, ha anzitutto puntualizzato che "in Europa ci sono due punti di vista che non si incontrano spesso, uno enfatizza il significato dell´allargamento, l´altro solo la capacità di assorbimento". In riferimento alla politica di Buon Vicinato e al rapporto della Commissione dell´8 novembre, ha sottolineato la varietà di relazioni esistenti con gli altri Paesi europei - Svizzera, Eea, e il Buon Vicinato- ed ha enfatizzato il fatto che la politica di buon vicinato è «parallela ma distinta dal processo di allargamento». Respingendo la proposta di includere tra i criteri di Copenhagen quello culturale, il commissario ha concluso citando il filosofo Becker che, sul giornale "Le Monde", ha ricordato che il Papa nel corso della sua recente visita in Turchia ha parlato di «miracolo europeo» perché «gli ex nemici sono diventati vicini». .  
   
   
UN NUOVO POLO SCIENTIFICO NEI BALCANI OCCIDENTALI SI CHIAMA “SENARC” E CONTRIBUIRÀ ALL’APPLICAZIONE DELLE NORME EUROPEE  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2006 - Il nuovo centro di ricerca sloveno-europeo Senarc (Slovenian-european Natural Sciences Research Centre) sarà ufficialmente inaugurato oggi dal commissario europeo Janez Potočnik. Le attività del polo di ricerca si concentreranno nel campo delle misurazioni chimiche e bioanalitiche richieste per l’applicazione della legislazione europea in aree quali il monitoraggio ambientale. Il Senarc, che ha sede a Maribor, in Slovenia, è finanziato anche dallo Strumento di assistenza preadesione e dai fondi strutturali. All’inaugurazione sarà presente anche il ministro sloveno per l’istruzione superiore, la scienza e la tecnologia, Jure Zupan. Il commissario Potočnik, responsabile per scienza e ricerca, ha spiegato che applicare la legislazione europea “non consiste solamente nell’avere leggi appropriate, ma anche il know-how per assicurarne il rispetto. La Commissione ha collaborato con i paesi di questa regione per aiutarli a sviluppare le competenze necessarie. Il Senarc è solo un ulteriore esempio del nostro impegno per la futura adesione all’Ue dei paesi nei Balcani occidentali”. Il Senarc, costruito sulla base di una collaborazione tra il Centro comune di ricerca della Commissione (Istituto dei materiali e delle misure di riferimento) con sette partner sloveni, è uno “sportello unico” in materia di formazione, ricerca e condivisione di conoscenze. Esso riunisce esperti provenienti dall’Ue e dai paesi confinanti, come la Croazia e la Serbia. Le attività prevedono la formazione universitari, post laurea e professionale, progetti di ricerca congiunti, conferenze e seminari. I temi di ricerca includono la prevenzione e il controllo dell’inquinamento ambientale; la gestione del territorio e i rischi naturali come alluvioni e siccità; la rilevazione della radioattività o della presenza di agenti chimici; la sicurezza dei prodotti chimici. Approfondire queste tematiche è essenziale per sostenere il cammino verso l’adesione all’Ue dei paesi dei Balcani occidentali, aiutandoli nel processo di adattamento alla legislazione comunitaria in materia di ambiente, qualità dell’acqua e sicurezza alimentare. .  
   
   
CORDOGLIO ILLY PER SCOMPARSA LOYOLA DE PALACIO  
 
Trieste, 18 dicembre 2006 - Il presidente del Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy, anche a nome dell´Assemblea delle Regioni d´Europa (Are), ha espresso il proprio profondo e sentito cordoglio per la prematura scomparsa dell´ex vicepresidente della Commissione europea Loyola de Palacio, deceduta il 13 dicembre a Madrid. In un telegramma inviato alla sorella Ana, il presidente Illy ha ricordato "l´instancabile impegno politico profuso al servizio dell´Europa ed a difesa dei valori della democrazia" di Loyola de Palacio. .  
   
   
CORDOGLIO DI BRESSO E BORIOLI PER LA SCOMPARSA DI LOYOLA DE PALACIO  
 
Torino, 18 dicembre 2006 - <Apprediamo con profondo cordoglio la notizia della scomparsa di Loyola De Palacio e siamo vicino alla famiglia in questo momento di grande dolore. In qualità di coordinatrice europea del Corridoio 5 ha sempre dimostrato grande impegno, coraggio e spirito di cooperazione nel cercare soluzioni alla complessa questione della Torino-lione>. La presidente della Regione Piemonte e l’assessore regionale ai Trasporti Daniele Borioli ricordano l’ex vicepresidente della Commissione europea come <un’europeista convinta, figura importante nel processo di concreta integrazione dell’Europa, in particolare nel momento in cui, anche nella quotidianità, lo spirito europeo si è rafforzato grazie all’introduzione dell’euro. La ricorderemo soprattutto per essere stata una ferma sostenitrice del dialogo ogni volta che si è trattato di prendere decisioni delicate e importanti per il futuro dell’Europa>. .  
   
   
UE: IL RICORDO DI MARTINI, PRESIDENTE DELLA CRPM E DELLA REGIONE TOSCANA "LOYOLA DE PALACIO, PROTAGONISTA VERA DELLA POLITICA EUROPEA"  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2006 - "Una protagonista vera e convinta della scena politica europea è venuta purtroppo a mancare": questo il commento del presidente della Conferenza delle regioni periferiche marittime europee (Crpm), il presidente della Toscana Claudio Martini, alla notizia della scomparsa di Loyola de Palacio. Martini ricorda il lavoro assiduo e convinto della de Palacio come vicepresidente della Commissione Prodi con l´incarico ai trasporti e all´energia e il suo impegno ostinato per recuperare i ritardi della politica marittima dell´Unione europea. "Un impegno manifestato anche in occasione della sua visita in Regione il 27 aprile 2001, quando ebbi modo di verificare quanto forte fosse il suo impegno per recuperare il valore aggiunto costituito dalla risorsa del mare nella costruzione di un´Europa non più disattenta ai problemi e alle opportunità delle sue aree più periferiche". .  
   
   
UE-RUSSIA, SÌ ALLA COOPERAZIONE MA RISPETTO DI DIRITTI UMANI  
 
Bruxelles, 14 dicembre 2006 - Il Parlamento vede con favore l´avvio di negoziati con la Russia per la definizione di un nuovo accordo di cooperazione ma chiede che il rispetto dei diritti umani non sia relegato in secondo piano. I deputati, inoltre, ritengono che ogni assistenza finanziaria concessa alla Russia sia legata allo sviluppo di standard democratici nel paese. E´ anche sollecitata una maggiore cooperazione in materia energetica e sulle tematiche di rilievo internazionale, come la sicurezza e la lotta al terrorismo. Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sostenuta da tutti i gruppi politici (escluso Ind/dem) con la quale riconosce l´importanza della Russia quale partner strategico per la cooperazione, con cui l´Unione europea condivide non solo interessi economici e commerciali ma anche l´obiettivo di cooperare strettamente sul piano internazionale, oltre che nelle relazioni di vicinato. Per tale ragione, pur apprezzando la linea europea comune definita nel Vertice informale di Lahti che ha consentito all´Unione di parlare con una sola voce nelle riunioni con il Presidente Vladimir Putin a Lahti e a Helsinki, deplora il fatto che il Vertice non abbia avviato negoziati su un nuovo accordo quadro. Incoraggia quindi la Presidenza Ue a continuare a lavorare per attivare il mandato di negoziato su un nuovo accordo «che dovrà essere adottato quanto prima» e per avviare i necessari negoziati senza indugio. Il Parlamento, inoltre, si compiace delle discussioni aperte sulla democrazia e i diritti umani svoltesi nei due Vertici, ma sottolinea che la situazione attuale in Russia «è fonte di grave preoccupazione» per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, la democrazia, la libertà di espressione e il diritto della società civile e dei singoli cittadini di contestare le autorità e renderle responsabili delle loro azioni. In proposito, sottolinea che la vigorosa difesa dei diritti dell´uomo e dei valori democratici «dovrebbe essere un principio di base di ogni impegno Ue nei confronti della Russia». Invita quindi la Commissione a inviare il chiaro segnale a tutte le parti interessate che questi valori «non saranno relegati in secondo piano nel pacchetto di negoziato Ue-russia». Osservando poi come non si siano registrati progressi in questo campo, il Parlamento invita il governo russo a contribuire all´intensificazione delle consultazioni Ue-russia in materia di diritti dell´uomo come parte essenziale del partenariato e a consentire il libero funzionamento delle organizzazioni in materia di diritti dell´uomo interne e internazionali e delle altre Ong nonché a proteggere la sicurezza personale degli attivisti dei diritti dell´uomo. In proposito, invita Commissione e Consiglio ad assicurare che ogni assistenza finanziaria concessa alla Russia «sia legata allo sviluppo di standard democratici in tale paese». D´altra parte, esprime la sua profonda preoccupazione per le recenti notizie sul ricorso alla tortura nelle prigioni e nelle stazioni di polizia russe, nonché nei centri di detenzione segreti in Cecenia. Nel condannare con forza tali pratiche, il Parlamento invita le autorità russe a indagare su tali abusi, a porre immediatamente termine a ogni violazione e a processare i responsabili. E´ anche chiesto alla Russia di migliorare le condizioni dei prigionieri e di porre termine alle difficoltà che incontrano gli avvocati ad accedere ad alcuni di loro. Il Parlamento esprime inoltre la sua massima preoccupazione «per la continua serie di omicidi di importanti personalità», come Anna Politkovskaya, che si oppongono all´attuale governo russo o che difendono i diritti fondamentali dei cittadini russi. Al riguardo, sottolinea che il Consiglio e la Commissione «devono reagire con tutta la loro autorevolezza» e mette l´accento sul fatto che la partnership con la Russia «sarà seriamente pregiudicata» se la Russia non dimostrerà la sua capacità e la sua determinazione di contribuire alle indagini per scoprire gli assassini e «di adempiere al suo dovere di uscire da questo circolo vizioso e di processare i responsabili». Nell´esprimere soddisfazione per l´intensificarsi del dialogo Ue-russia sulle questioni energetiche, il Parlamento evidenzia l´importanza strategica della cooperazione in materia energetica e l´esigenza di rafforzare le relazioni in questo campo. Al riguardo, sottolinea che l´ulteriore cooperazione in questo settore «deve basarsi sui principi dell´interdipendenza e della trasparenza» e mette in luce l´importanza della reciprocità in termini di accesso ai mercati, infrastrutture e investimenti, «con l´obiettivo di evitare strutture di mercato oligopolistiche e diversificare l´approvvigionamento energetico dell´Unione europea». Invita quindi la Russia a rispettare i principi del trattato sulla Carta dell´energia e a rafforzare la cooperazione in materia di risparmi energetici ed energia rinnovabile. La risoluzione, d´altra parte, sottolinea l´esigenza di lavorare insieme alla Russia come necessario partner strategico nel campo internazionale per assicurare la pace, la stabilità e la sicurezza e lottare contro il terrorismo internazionale e l´estremismo violento. Ma anche per affrontare altre questioni di sicurezza, come i rischi ambientali e nucleari, il problema della droga e il traffico di armi e di esseri umani nonché la criminalità organizzata transfrontaliera nel vicinato dell´Europa, in cooperazione con l´Osce e altre sedi internazionali. Il Parlamento, inoltre, invita l´Ue e la Russia ad assumersi la propria responsabilità, in quanto membri del Quartetto, operando per la soluzione del conflitto in Medio Oriente e promuovendo una conferenza di pace internazionale per raggiungere un accordo regionale di pace in Medio Oriente. Commissione e Consiglio sono poi invitati a sviluppare iniziative comuni con il governo russo per rafforzare la democrazia, la sicurezza e la stabilità nel comune vicinato, in particolare attraverso attività congiunte per salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti dell´uomo fondamentali in Bielorussia e sforzi congiunti per risolvere finalmente i conflitti in Moldavia, Georgia e Nagorno-karabakh. Riguardo alla Georgia, il Parlamento chiede alle autorità russe di abrogare l´ingiustificato embargo sulle esportazioni e di porre fine «alla persistente repressione» contro le persone di etnia georgiano che vivono in Russia. Il Parlamento deplora poi le controversie sulle esportazioni dei prodotti agricoli e della pesca dall´Ue alla Russia. Al riguardo, ritiene che il proseguimento di queste controversie commerciali «stia gravemente danneggiando l´ulteriore sviluppo delle relazioni tra la Russia e l´Unione europea». Invita quindi la Commissione e il governo russo a risolvere in via d´urgenza le controversie commerciali pendenti e insiste affinché l´Unione europea dimostri la necessaria solidarietà verso tutti gli Stati membri, e in particolare verso la Polonia, «che subiscono discriminazioni a causa della politica commerciale russa». D´altra parte, esprime preoccupazione per le dichiarazioni russe secondo cui saranno imposte restrizioni ai prodotti agricoli dell´Ue dopo l´adesione di Bulgaria e Romania. Il Parlamento, infine, approva l´accordo raggiunto al Vertice di abolire gradualmente i diritti di sorvolo sulla Siberia imposti dalla Russia alle società aree dell´Ue, aprendo così la via ad un aumento del numero delle rotte verso i mercati in crescita dell´Asia per le società aree dell´Ue. In proposito, rileva che la disputa sui diritti - che è costata alle società aeree dell´Ue più di 250 milioni di euro all´anno - era uno degli ultimi ostacoli identificati dall´Ue dopo il suo accordo con la Russia in merito all´entrata di tale paese nell´Organizzazione mondiale del commercio (Omc). Ciò aprirà nuove possibilità per una più intensa cooperazione e maggiori scambi tra l´Ue e la Russia. .  
   
   
UN ACCORDO FINANZIARIO PER L’ULTERIORE SVILUPPO DI UNA POLITICA EUROPEA GLOBALE DELLA MIGRAZIONE  
 
Bruxelles, 18 dicembre 2006 - Il continuo impegno del Consiglio europeo, che identifica nelle sfide e nelle opportunità dell´immigrazione una delle principali priorità per l´Unione in questo inizio di Xxi secolo, ha trovato il 14 dicembre ulteriore impulso con l’approvazione da parte del Parlamento europeo dei programmi finanziari 2007-2013 della Commissione per la giustizia, la libertà e la sicurezza, che stanziano circa 4 miliardi di euro per le questioni migratorie. Il vicepresidente Franco Frattini, commissario responsabile del portafoglio Giustizia, libertà e sicurezza, ha calorosamente salutato l´impegno del Consiglio e la decisione del Parlamento. “La questione migratoria", ha dichiarato, "è cruciale per i cittadini dell’Unione europea e comporta una gestione dei flussi più efficace, l’integrazione dei cittadini e la protezione delle frontiere esterne, il tutto nel rispetto dei diritti fondamentali. L’approvazione dei programmi di finanziamento 2007-2013 garantisce le risorse necessarie per sostenere attività vitali nel settore giustizia, libertà e sicurezza, nonché una politica europea globale della migrazione che la Commissione si impegna a attuare. Desidero esprimere la mia gratitudine al Parlamento europeo per il costante e valido sostegno fornito al programma quadro “Solidarietà e gestione dei flussi migratori”. La maggior parte dei finanziamenti sarà destinata agli Stati membri in funzione della quota rispettiva di responsabilità e degli sforzi profusi per l´intera Comunità. I fondi, più di 300 milioni di euro solo per il 2007, consentiranno alla Commissione e agli Stati membri di affrontare insieme un’ampia gamma di questioni migratorie e lottare contro l’immigrazione clandestina, intensificare il dialogo con i paesi terzi, risolvere le cause profonde della migrazione, valorizzarne le potenzialità e rispettare i diritti fondamentali dei cittadini e dei migranti. L’approccio globale in materia di migrazione, adottato dal Consiglio europeo del dicembre 2005, e la comunicazione della Commissione sul rafforzamento della politica europea globale della migrazione del novembre 2006 costituiscono il contesto. La direttiva sul lavoro clandestino di prossima adozione, insieme con una direttiva quadro generale sui diritti dei cittadini di paesi terzi che risiedono legalmente nell´Ue e una direttiva sui lavoratori altamente qualificati costituiranno le massime priorità del 2007. Tali priorità politiche trovano sostegno nell’approvazione del programma quadro “Solidarietà e gestione dei flussi migratori”, il cui scopo è facilitare un´equa condivisione delle responsabilità fra gli Stati membri che gestiscono le frontiere esterne e attuano la politica comune di asilo e immigrazione. Sono stati istituiti quattro importanti fondi: il Fondo per le frontiere esterne, il Fondo per i rifugiati, il Fondo per i rimpatri e il Fondo per l’integrazione. Il Fondo per le frontiere esterne (operativo dal 1° gennaio 2007) sostiene l’acquis di Schengen, in particolare la condivisione delle responsabilità nel controllo delle frontiere esterne. Con una dotazione stimata di 1 820 milioni di euro per il 2007-2013, ha per obiettivo il miglioramento delle infrastrutture (per es. Valichi di frontiera, videosorveglianza) lungo i 6 000 km di confine terrestre e gli 85 000 km di frontiera marittima che segnano i confini esterni dell’Unione europea. Un altro elemento fondamentale per combattere l’immigrazione illegale e aiutare quanti viaggiano in buona fede nell´Ue è il sostegno allo sviluppo di una politica comune dei visti. I finanziamenti del Fondo andranno a integrare le attività già avviate da Frontex, l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell´Unione europea, con base a Varsavia, il cui bilancio è stato notevolmente incrementato per il 2007 (34 milioni di euro contro i 19 milioni del 2006) per poter raccogliere, l’anno prossimo, le sfide dell’immigrazione alle frontiere esterne dell’Ue. Il Fondo europeo per i rifugiati provvederà, con circa 700 milioni di euro fino al 2013, a sostenere gli Stati membri che ricevono i rifugiati e gli sfollati ad applicare procedure di asilo coerenti, eque ed effettive. Ogni anno nell’Ue sono circa 300 000 le persone che chiedono asilo o protezione sussidiaria. Il Fondo europeo per i rimpatri (operativo dal 1° gennaio 2008), con una dotazione di 676 milioni di euro per il 2008-2013, sostiene il rimpatrio volontario e garantisce finanziamenti agli Stati membri affinché offrano consulenza ai richiedenti la cui domanda sia stata respinta. Sono ammissibili al Fondo misure come i voli congiunti con altri Stati membri, per affrontare la presenza annua nell’Unione di 500 000 persone in posizione irregolare. Il Fondo per l’integrazione (operativo dal 1° gennaio 2007) riguarda in particolar modo i nuovi migranti: con una dotazione di 825 milioni di euro aiuta gli Stati membri a favorirne il processo di integrazione nelle nostre società; inoltre, sosterrà la prossima direttiva quadro sui diritti degli immigrati che risiedono legalmente nell´Ue e i progetti diretti a promuovere la strategia comunitaria di integrazione. Il nuovo strumento aiuterà anche gli Stati membri a scambiarsi esperienze e buone prassi, rafforzando in tal modo il lavoro di squadra a livello europeo. Sono ammissibili al Fondo programmi comprendenti corsi di educazione civica, lingua, storia e cultura. Ogni anno vengono rilasciati a cittadini di paesi terzi circa 2,2 milioni di permessi di residenza o di soggiorno per motivi di lavoro, familiari o di studio. Per maggiori informazioni sul lavoro del vicepresidente Frattini si veda il suo sito web http://www. Ec. Europa. Eu/commission_barroso/frattini/index_en. Htm .  
   
   
SEMAFORO VERDE ALLA PATENTE DI GUIDA EUROPEA  
 
 Bruxelles, 18 dicembre 2006 - Il Parlamento europeo ha adottato la direttiva che istituisce un modello unico europeo di patente di guida che, sostituendo gli oltre 110 modelli esistenti, avrà la forma di una carta di credito e potrà essere dotata di un microchip. Pur lasciando un certo margine di manovra, fissa dei limiti d´età per l´abilitazione alla guida dei diversi veicoli e prevede misure per contrastare il "turismo delle patenti". Si applicherà sei anni dopo l´entrata in vigore, ma talune disposizioni dopo solo due anni. La proposta di direttiva ha l´obiettivo di attualizzare la normativa vigente, aggiungendovi le disposizioni necessarie per far fronte alle esigenze di una società estremamente mobile nell´Unione europea allargata, accrescendo nel contempo le misure antifrode e migliorando la sicurezza stradale. A seguito dell’adozione in prima lettura sono stati avviati intensi negoziati fra il Parlamento europeo, la Commissione e le Presidenze di turno del Consiglio. Nella sostanza, il Parlamento è stato in grado di far valere il proprio punto di vista. Il Consiglio ha, infatti, accolto (integralmente o in linea di massima) 77 dei 94 emendamenti adottati dal Parlamento in prima lettura, mentre nel caso di altri importanti emendamenti è stato possibile raggiungere un compromesso. Per tali ragioni il Parlamento ha fatto propria la relazione di Mathieu Grosch (Ppe/de, Be) che raccomandava l´approvazione della posizione comune. Una proposta di respingere l´adozione della posizione comune non è stata accolta dall´Aula con 67 voti favorevoli, 483 contrari e 13 astensioni. La direttiva potrà quindi entrare presto in vigore e gli Stati membri avranno quattro anni per recepirla nel proprio diritto nazionale. Le sue disposizioni si applicheranno dopo sei anni dalla sua entrata in vigore, anche se talune di esse saranno applicabili dopo soli due anni. Tra queste ultime figura l´obbligo imposto agli Stati membri di riconoscere reciprocamente le rispettive patenti di guida. La direttiva si pone l´obiettivo di sostituire gli oltre 110 modelli di patente in circolazione con un modello unico in formato carta di credito al fine di agevolare i controlli. Entro sei anni dall’entrata in vigore della direttiva, il nuovo modello deve essere introdotto sia per le nuove emissioni sia nel caso di sostituzione per furto, smarrimento o similari. Nelle patenti di guida, gli Stati membri potranno inserire un supporto di memorizzazione (microchip). In ogni caso, la direttiva non pregiudica qualsiasi diritto relativo all’abilitazione alla guida acquisito in data antecedente all’applicazione della stessa. Inoltre, gli Stati membri dovranno garantire che entro ventisei anni dalla data di entrata in vigore della direttiva, tutte le patenti in circolazione saranno conformi al modello europeo. Il provvedimento stabilisce inoltre che, dopo sei anni dalla sua entrata in vigore, le patenti avranno una validità amministrativa limitata. Per le patenti a ciclomotori (Am), motocicli con o senza side car e i veicoli a tre ruote (A1, A2, A) e per gli autoveicoli che, in linea di massima, non superano i 3. 500 chili (B1, B e Be), la validità è fissata a 10 anni, estendibili a 15 se uno Stato membro lo desidera. Limitando il periodo di validità delle patenti, sarà inoltre possibile procedere all’aggiornamento dei dati e della fotografia del titolare, nonché introdurre regolarmente nuovi elementi di sicurezza. Ciò non significa - sottolinea il relatore - che l’Unione europea debba necessariamente prescrivere nuovi esami attitudinali, medici o oculistici. In caso di rinnovo della patente, gli Stati membri saranno liberi di decidere se richiedere o meno tali esami. La direttiva fissa anche dei limiti d´età, differenziati per categoria di autoveicoli, per poter ottenere una patente di guida ma agli Stati membri è comunque lasciato un certo margine di manovra per innalzare o abbassare l´età minima. Per i veicoli a due ruote, sotto l’auspicio del Parlamento, è stato sostanzialmente definito il principio dell’accesso graduale che, pur attribuendo agli Stati membri una certa flessibilità per quanto riguarda l’età minima, prevede che per essere autorizzato a guidare motoveicoli di cilindrata superiore, il motociclista deve avere precedentemente acquisito esperienza su veicoli a due ruote di cilindrata inferiore. A tale riguardo, è fondamentale che vengano istituite categorie A1 e A2 attraenti e armonizzate a livello europeo, e che negli Stati membri, nella fase di passaggio alla categoria superiore, sia possibile introdurre corsi di formazione in alternativa alle prove d’esame. Inoltre, è innalzato a 24 anni il limite di età qualora si intenda accedere direttamente alla guida di veicoli di cilindrata superiore (in assenza di esperienza preliminare). Per i ciclomotori viene poi introdotta una nuova categoria europea Am, per la quale è richiesto il superamento di una prova teorica. L’obiettivo è quello di aumentare la sicurezza stradale proprio per quei motociclisti più giovani che sono maggiormente esposti ai pericoli. La direttiva contiene delle disposizioni volte a contrastare il cosiddetto "turismo delle patenti di guida", ossia il comportamento di un cittadino che, obbligato a restituire la patente nel proprio paese a causa di una violazione grave, riesce a conseguirne una nuova in un altro Stato membro, che il proprio paese d’origine è costretto a riconoscere. Accogliendo la proposta del Parlamento, la direttiva impone a uno Stato membro di rifiutare il rilascio della patente di guida a un richiedente la cui patente sia limitata, sospesa o ritirata in un altro Stato membro. Gli Stati membri, inoltre, dovranno assistersi reciprocamente nell´attuazione della direttiva e in caso di rilascio, sostituzione, rinnovo o cambio di una patente di guida, sono tenuti a verificare con gli altri Stati membri se vi siano ragionevoli motivi di supporre che il richiedente sia già titolare di un´altra patente di guida. Per agevolare tale cooperazione, tramite lo scambio di dati, è istituita una rete Ue delle patenti di guida. Mentre per le patenti di guida è previsto il riconoscimento reciproco, attualmente non esiste alcuna normativa armonizzata riguardo agli esaminatori di guida. La direttiva disciplina quindi in modo dettagliato i requisiti richiesti agli esaminatori di guida, definendo in tal modo i principi fondamentali, quali la formazione iniziale e i requisiti necessari in termini di garanzia di qualità e formazione continua. Riguardo ai rimorchi, la proposta della Commissione era molto restrittiva: per tutti i rimorchi di peso superiore a 750 kg era richiesta la patente di tipo B+e (e relative prove d’esame). Il Parlamento è riuscito a far accettare la norma in base alla quale il possessore di una patente di tipo B è autorizzato a guidare una combinazione contenente un rimorchio con massa massima autorizzata superiore a 750 kg, purché la massa massima autorizzata di tale combinazione non superi i 4250 kg. Qualora la combinazione superi i 3500 kg, gli Stati membri potranno richiedere il completamento di un corso di formazione e/o una prova d’esame. Nel caso degli autocaravan, il Consiglio non ha accettato di introdurre un sistema simile e quindi il limite di peso per la categoria B rimane fissato a 3500 kg. .  
   
   
LIBRO VERDE DELL´UE SUL LAVORO: APERTO IL DIBATTITO CON LE PARTI SOCIALI  
 
Bolzano, 18 dicembre 2006 - La Commissione europea ha varato il Libro verde sul lavoro dal titolo "Modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alle sfide del Xxi secolo". Inizia ora un´ampia consultazione pubblica con Governi e parti sociali per sviluppare il diritto al lavoro. "Dobbiamo confrontarci per risolvere le contraddizioni di un doppio mercato del lavoro", sottolinea l´assessora provinciale Luisa Gnecchi. Con il nuovo Libro verde l´Unione europea intende avviare una ampia consultazione tra tutti i soggetti interessati, dagli Stati membri alle parti sociali, su come sia possibile garantire una crescita sostenibile che crei più posti di lavoro e di migliore qualità - come da obiettivi della strategia di Lisbona - attraverso lo sviluppo del diritto al lavoro. La consultazione si articolerà lungo quattro mesi grazie anche a una pagina web messa a disposizione per l´inoltro dei contributi alla discussione. Attraverso il Libro verde, le parti in causa sono invitate ad esprimere le proprie osservazioni e proposte sul modo in cui il diritto al lavoro a livello comunitario possa contribuire a rendere il mercato del lavoro più flessibile, assicurando però ai lavoratori una sicurezza maggiore, uno status definito "flexicurity". Nell´epoca attuale, come sottolinea l´assessora provinciale al Lavoro Luisa Gnecchi, "ci confrontiamo sempre più con un doppio mercato del lavoro, vale a dire con una realtà fatta di persone con occupazione fissa e di persone che invece sono disoccupate o precarie o addirittura soggette a contratti di lavoro illegali. " Il dibattito ha quindi come obiettivo l´ammodernamento del diritto del lavoro, che può far crescere la capacità di adattamento dei lavoratori e delle imprese sulla base di parametri fondamentali quali la piena occupazione, la produttività e la coesione sociale. I risultati della consultazione pubblica serviranno da base per una comunicazione sulla "flessicurezza" che la Commissione intende presentare nel giugno del 2007. .  
   
   
FABBISOGNO DEL SETTORE STATALE DEL MESE DI OTTOBRE 2006  
 
 Roma, 18 dicembre 2006 - Il Ministero dell´Economia e delle Finanze comunica i dati di sintesi del conto del settore statale del mese di ottobre 2006. Fabbisogno del settore statale del mese di ottobre 2006
Milioni di euro
Formazione del fabbisogno
Entrate 32. 483
Spese 37. 143
di cui: spesa per interessi 3. 574
Fabbisogno (-) / Disponibilità (+) -4. 660
Copertura
Totale 4. 660
Titoli a breve termine 0
Titoli a medio-lungo termine 10. 556
Titoli esteri -6. 999
Altre operazioni (1) 1. 153
(1) Comprendono la raccolta postale e la variazione del conto di disponibilità. In conformità al programma Special Data Dissemination Standard (Sdds) del Fondo Monetario Internazionale, il calendario delle pubblicazioni dei dati sopraesposti è disponibile sul sito ( Collegamento a sito esterno http://dsbb. Imf. Org). .
 
   
   
MEF: FIRMATO PROTOCOLLO D´INTESA SU STUDI DI SETTORE E SVILUPPO PMI  
 
Roma, 18 dicembre 2006 - Il Ministero dell´economia e delle finanze comunica che il 14 dicembre il Viceministro Vincenzo Visco, il Ministro dello sviluppo economico Pierluigi Bersani ed i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna e Casartigiani hanno firmato un protocollo d´intesa presso la sede di Piazza Mastai. L´accordo, il cui testo è disponibile sul portale del Mef nella sezione "ultimi documenti" e sul sito del Dipartimento politiche fiscali, riguarda l´applicazione degli studi di settore, la semplificazione degli adempimenti e le misure per lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese. .  
   
   
MEDIOBANCA: CONCLUSO I CON IL GRUPPO MONTE DEI PASCHI DI SIENA UNA TRANSAZIONE  
 
Milano, 18 dicembre 2006 Mediobanca comunica di aver concluso il 15 dicembre con il Gruppo Monte dei Paschi di Siena una transazione strutturata articolata in un acquisto a termine con valuta 30 giugno 2010 di 20. 200. 000 azioni Assicurazioni Generali al prezzo di € 33,5 per azione e una contestuale cessione di un’opzione call spread su una quota delle azioni Assicurazioni Generali con medesima scadenza. La partecipazione acquisita e la collegata esposizione in derivati verrà gestita in un’ottica di valorizzazione, utilizzando gli strumenti diretti e derivati più opportuni. . .  
   
   
BANCA INTESA: FIRMATO CONTRATTO PER LA CESSIONE DI UN PORTAFOGLIO DI MUTUI RESIDENZIALI IN BONIS PER 3,6 MLD DI EURO  
 
 Milano, 18 dicembre 2006 Banca Intesa ha firmato il 15 dicembre il contratto di cessione di un portafoglio di mutui residenziali in bonis per un valore nominale di circa 3,6 miliardi di euro ad una società veicolo costituita ai sensi della L. 130/99 per una possibile operazione strutturata di funding attraverso l’emissione di titoli mortgage-backed. La cessione avrà effetto definitivo solo al momento dell´emissione dei titoli, che avverrà al verificarsi di adeguate condizioni di mercato presumibilmente nel corso del primo trimestre del 2007. Il prezzo di cessione è pari al valore di libro dei crediti e sarà pagato alla data di collocamento dei titoli. I crediti cartolarizzati saranno mantenuti in bilancio come “crediti ceduti ma non cancellati”, non comportando quindi una riduzione dell´attivo consolidato e del margine d´interesse. .  
   
   
BANCA MONTE DEI PASCHI VENDE LA QUOTA IN GENERALI L’OPERAZIONE RIENTRA NEL QUADRO DI RAZIONALIZZAZIONE DELLE PARTECIPAZIONI PREVISTA DAL PIANO INDUSTRIALE  
 
Siena, 18 dicembre 2006 - Il Gruppo Mps ha dato avvio alla progressiva ristrutturazione del proprio portafoglio di partecipazioni strategiche ed alla correlata liberazione di capitale, in coerenza con gli obiettivi del Piano Industriale 2006-2009. Nella seduta del 14 dicembre, infatti, il Consiglio di Amministrazione di Bmps ha deliberato la dismissione della quota (1,583%) detenuta in Assicurazioni Generali Spa per un controvalore di circa 700 ml di euro. La strutturazione tecnica dell’operazione consentirà al Gruppo Mps di consolidare la consistente plusvalenza accumulata sull’interessenza, di conservare i propri diritti di voto nella società fino al giugno 2010, di ridurre gli assorbimenti patrimoniali nonché di beneficiare – parzialmente - all’eventuale ulteriore apprezzamento del titolo. L’operazione è stata perfezionata con Mediobanca. .  
   
   
APPROVATO IL PROGETTO DI FUSIONE TRA BPI E BPVN E IL PIANO INDUSTRIALE DEL BANCO POPOLARE COSTITUZIONE DI UNA NUOVA BANCA POPOLARE COOPERATIVA, CAPOGRUPPO QUOTATA  
 
 Milano, 18 dicembre 2006 - I Consigli di Amministrazione della Banca Popolare Italiana (Bpi) e del Banco Popolare di Verona e Novara (Bpvn), hanno approvato il Progetto di fusione tra le due Banche che prevede la costituzione di una nuova società bancaria in forma di società cooperativa con funzione di Holding Capogruppo che verrà quotata presso la Borsa Italiana. La nuova Banca assumerà la denominazione di Banco Popolare Soc. Coop. , con sede legale a Verona, sedi amministrative a Lodi e a Verona e stabile organizzazione anche in Novara. Il Banco svolgerà l’attività di raccolta del risparmio e l’esercizio del credito, nelle sue varie forme, tanto nei confronti dei propri soci quanto dei non soci, ispirandosi ai principi del credito popolare, accordando speciale attenzione al territorio ove operano le proprie banche controllate ed è presente la rete distributiva del Gruppo, con particolare riguardo alle piccole e medie imprese e a quelle cooperative. In funzione del Progetto di Fusione si realizzeranno le seguenti operazioni: a) conferimento della parte dell’azienda bancaria di Bpi, costituita essenzialmente dalla sua rete di sportelli ubicati principalmente nelle zone di suo storico radicamento tradizionale e dall’insieme delle partecipazioni di controllo in altre banche facenti parte del Gruppo Bpi a favore di una società per azioni (“Nuova Bpl”) interamente posseduta dal Banco Popolare con sede legale e amministrava a Lodi, essendo inteso che lo scorporo sarà sospensivamente condizionato al perfezionamento della fusione; b) conferimento della parte dell’azienda bancaria di Bpvn, costituita essenzialmente dalla rete degli sportelli di Bpvn ubicati principalmente nelle zone di suo tradizionale radicamento storico, a favore di una società per azioni (“Nuova Bpv-sgsp”) interamente posseduta dal Banco Popolare con sede legale e amministrativa a Verona, essendo inteso che lo scorporo sarà sospensivamente condizionato al perfezionamento della fusione. La Banca Popolare di Novara S. P. A. , il Credito Bergamasco S. P. A. , e la Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno S. P. A. Manterranno, rispettivamente, la loro attuale sede a Novara, Bergamo e Lucca. L’ammissione a quotazione presso i mercati regolamentati gestiti da Borsa Italiana S. P. A. , e precisamente presso il Mercato Telematico Azionario delle Azioni della costituenda Banca, nonché delle obbligazioni convertibili costituenti il Prestito Obbligazionario Convertibile 4,75% (il Poc) e dei “Warrant azioni ordinarie Banca Popolare Italiana Cooperativa” (i Warrant) rivenienti dai prestiti già emessi da Bpi e i cui obblighi verranno assunti dalla stessa per effetto della Fusione, costituisce condizione per il perfezionamento della Fusione stessa. Il Banco Popolare intende realizzare un assetto societario ed un sistema di corporate governance volto a perseguire gli obiettivi di seguito indicati: contemperare l’esigenza di una salda unità di direzione e governo con la necessità di una rappresentanza delle componenti originarie nell´aggregato bancario e con la presenza di principi di democrazia economica tipici del modello del credito popolare. Preservare l´originaria matrice cooperativistica, sviluppare le relazioni mutualistiche con la clientela, favorire il radicamento territoriale nelle rispettive aree di vocazione, elementi, questi, che verranno coniugati con una maggior efficienza dei processi distributivi e con la condivisione di un comune progetto industriale che sia contraddistinto da innovazione e orientamento al mercato. La fusione avverrà mediante costituzione di una nuova società cooperativa il cui atto costitutivo avrà, tra l’altro, i seguenti contenuti: a) durata della società: 31. 12. 2040; b) capitale sociale: il capitale sociale è variabile ed illimitato; è rappresentato da azioni nominative del valore nominale di Euro 3,60 ciascuna. L’atto costitutivo del costituendo Banco Popolare prevede altresì che il Consiglio di Gestione è autorizzato all’emissione di un predeterminato numero massimo di azioni ordinarie, da nominali Euro 3,60 ciascuna e più precisamente: 1. Sino al 1° giugno 2010, per un importo massimo di Euro 28. 468. 969,20, mediante emissione di massimo n. 7. 908. 047 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 3,60 ciascuna, al servizio esclusivo della conversione delle obbligazioni convertibili di cui al Poc dell’ex Bpi, che verrà assunto dal costituendo Banco Popolare, nell’ipotesi in cui prima del perfezionamento della Fusione i diritti di conversione non dovessero essere stati integralmente esercitati dai titolari, secondo le modalità ed i termini del relativo regolamento; 2. Non prima del 1° luglio 2008 e non oltre il 31 dicembre 2010, per un importo massimo di Euro 178. 052. 173,20, mediante emissione di massimo n. 49. 458. 937 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 3,60 ciascuna, al servizio esclusivo dell’esercizio dei Warrant dell’ex Bpi i cui obblighi verranno assunti dal costituendo Banco Popolare. Inoltre, l’atto costitutivo prevede che il capitale sociale del costituendo Banco Popolare possa aumentare, per un importo massimo di Euro 11. 691. 000, mediante emissione di massimo n. 3. 247. 500 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 3,60 ciascuna, al servizio del piano di stock option già previsto per i dirigenti dell’ex Bpvn e sue controllate. C) soci: nessun socio potrà possedere un numero di azioni il cui valore nominale complessivo superi il limite di legge. Tutti i soggetti regolarmente iscritti a libro soci di Bpi e Bpvn, per effetto della fusione saranno iscritti a libro soci della Holding con pieno esercizio di tutti i diritti amministrativi. Viene statutariamente inoltre contemplato che le assemblee ordinarie di approvazione della destinazione dei risultati di esercizio e di nomina annuale dei componenti del Consiglio di Sorveglianza, possano svolgersi, alternativamente, a Lodi e a Verona. Nella propria qualità di Capogruppo, la società esercita l’attività di direzione, di controllo e di coordinamento, emanando disposizioni alle diverse componenti del Gruppo e ciò anche in esecuzione delle istruzioni che vengono impartite dalle Autorità di Vigilanza, nonché a salvaguardia della stabilità del Gruppo. Per valorizzare il proprio radicamento, la Società dedica una speciale attenzione ai territori ove operano le proprie banche controllate e dove trovano particolari espressione la rete delle proprie presenze operative sui quadranti economici tradizionalmente serviti. Anche nell’ottica di dare costante alimento a questo valore, è stato quindi deciso che una quota dell’Utile netto, non inferiore al 7,50%, venga destinata a finalità di assistenza, beneficienza e promozione socioeconomica del territorio, dando luogo alla seguente ripartizione territoriale: a) 8/24 alla Fondazione Bpi; b) 6/24 alla Fondazione Banca Popolare di Novara per il Territorio; c) 1/24 alla Fondazione di culto Banco S. Geminiano e S. Prospero; d) 9/24 alla Fondazione Bpv. Il Piano Industriale messo a punto con la collaborazione di Bain & Co. Permetterà di sviluppare il pieno potenziale del Banco Popolare che si pone (dati al 30 settembre 2006) al terzo posto in Italia per numero di filiali pari a circa 2. 200, con più di 3 milioni di clienti prevalentemente famiglie e piccole/medie imprese del 3 Nord, con circa 74 miliardi di euro di raccolta diretta da clientela (6° a livello nazionale), 107 miliardi di raccolta indiretta e un totale impieghi pari a circa 74 miliardi (6° a livello nazionale). La strategia del Banco Popolare farà leva sullo sviluppo del core business tradizionale, esaltando la complementarietà geografica delle reti distributive, con forte radicamento territoriale, e l’eccellenza delle fabbriche prodotto permettendo, per la prima volta in un processo di consolidamento bancario, di realizzare sinergie di ricavo maggiori rispetto alle sinergie di costo. Il Banco Popolare beneficerà di sinergie per 500 milioni, di cui 227 da costo, 146 da ricavo e 127 da allineamento produttività. Il cost income ratio si posizionerà al 43% a livello di Gruppo (45% al netto di Bipitalia Ducato e Efibanca). Gli ambiziosi obiettivi previsti dal Piano Industriale 2007-2010 verranno raggiunti facendo dunque leva sui punti di eccellenza del Banco Popolare: Forza del network distributivo - Strategia Banca delle Piazze; Efficienza e solidità; Portafoglio di business; Capital management. Il network distributivo del nuovo gruppo si distingue rispetto ai competitor per la miglior qualità del franchise, con una quota di mercato media del 10% in Nord Italia e con quote superiori al 10% in 21 province italiane. L’ottimo posizionamento geografico della rete si caratterizza inoltre per irrilevanti sovrapposizioni e la presenza di poli territoriali ben definiti con chiare responsabilità geografiche, che permetteranno di accelerare i tempi di realizzazione del Piano Industriale. La condivisione della strategia ‘Banca delle Piazze’ da parte dei due Gruppi, che si fonda sul radicamento territoriale, supporterà ulteriormente la crescita nei segmenti retail e piccola-media impresa. L’obiettivo di crescita media annuale dei ricavi 2006-2010 è stimato al 10,7%, grazie anche all’allineamento di produttività delle reti commerciali. Il Banco Popolare, che parte da un buon livello di efficienza, mostra un costo medio del personale inferiore al sistema, cui si aggiungono la bassa età media (41 anni) dei 21. 000 dipendenti e il possesso di elevate qualifiche professionali. I vantaggi di scala porteranno al contenimento delle spese amministrative e di information technology, il cui incremento medio annuo è stimato in 2,1% comprensivo degli ammortamenti, mentre le spese per il personale registreranno una crescita media annua del 3,8%, con il personale delle banche di territorio del Gruppo Bpi che salirà del 3% annuo. Il controllo dei costi amministrativi sarà supportato inoltre dal track record positivo di Bpvn. La solidità è suffragata dalla disponibilità di capitale rispetto al profilo di rischio che, una volta perfezionata l’operazione, si attesterà al 6,4% per quanto riguarda il Tier One e al 10% per quanto concerne il Total Capital Ratio. Il Banco Popolare vanta rispetto ai competitors business diversificati e competitivi, in grado di generare già da soli un’elevata redditività e di amplificare la creazione di valore delle reti commerciali, garantendo ritorni superiori a quelli medi del commercial banking. Il Gruppo potrà contare su una posizione di leadership nel comparto del Credito al Consumo, con il 100% di Bipitalia Ducato, il 48% di Linea e il 20% di Delta; la somma delle quote di mercato delle tre società (pari al 13,6% a settembre 2006) rappresenta infatti il primo operatore italiano del settore. Nell’asset management il Gruppo beneficerà di forti potenzialità di crescita grazie all’integrazione delle società, tra cui spiccano Aletti Gestielle Sgr e Bipitalia Gestioni Sgr, raggiungendo una quota di mercato del 4%. Il Banco Popolare sarà azionista di riferimento di Arca, partecipata al 28%, con la possibilità di accrescere il proprio ruolo nell’ambito del risparmio gestito italiano. L’integrazione di Efibanca e Aletti Merchant creerà un player di riferimento italiano nel comparto del merchant banking e dell’investment banking. Il Banco Popolare potrà disporre di un’ampia flessibilità nella politica di Capital Management poiché oltre alla forte generazione di utili ricorrenti può contare sulla presenza di capital gain inespressi nel portafoglio partecipazioni ed immobili, sull’emissione di strumenti ibridi di patrimonializzazione, sulla cartolarizzazione di mutui e su nuove partnership in business specifici, a partire dal comparto della bancassurance. Il Tier 1 capital ratio, utilizzando l’attuale metodologia “Basilea 1”, si mantiene nell’orizzonte del piano tra il 6% ed il 6,5%. Il total capital ratio passerà dal 9% al 10% nell’arco del Piano. Fermi restando questi obiettivi minimi, alla luce dei gradi di libertà sopra elencati e subordinatamente alle autorizzazioni della Banca d’Italia, i Consigli di amministrazione di Bpvn e Bpi approfondiranno nel corso delle rispettive sedute convocate per il prossimo 19 dicembre i tempi e i modi delle attività di gestione del capitale. La struttura societaria è fondata su una Holding Capogruppo, società bancaria cooperativa quotata, risultante dalla fusione del Banco Popolare di Verona e Novara e della Banca Popolare Italiana, che coordinerà il Gruppo tramite il controllo diretto delle principali banche rete e delle società prodotto. La governance della Holding Capogruppo sarà articolata secondo il modello ‘dualistico’: il Consiglio di Sorveglianza e il Consiglio di Gestione, insieme all’assemblea dei Soci, rappresentano il vertice degli organi sociali. Le cariche a livello di Holding Capogruppo prevedono: Presidente del Consiglio di Sorveglianza: Carlo Fratta Pasini; Vicepresidente Vicario del Consiglio di Sorveglianza: Dino Piero Giarda; Vicepresidente del Consiglio di Sorveglianza: Maurizio Comoli; Gli altri membri del Consiglio di Sorveglianza saranno: Marco Boroli, Giuliano Buffelli, Guido Castellotti, Pietro Manzonetto, Maurizio Marino, Mario Minoja, Claudio Rangoni Machiavelli; Presidente del Consiglio di Gestione: Divo Gronchi (subordinatamente al reintegro assembleare del 20 gennaio 2007); Consigliere delegato: Fabio Innocenzi. La Direzione della Holding sarà guidata dai Direttori Generali Massimo Minolfi, con responsabilità dell’area Corporate e Franco Baronio, con responsabilità dell’area Retail, che ricopriranno inoltre il ruolo di Amministratore Delegato rispettivamente della “Nuova Bpl” e della “Nuova Bpv-sgsp”. La prima linea manageriale sarà così composta: Per la Holding Responsabile della Direzione Risorse Umane Giuseppe Apicella Guerra; Responsabile della Direzione Operations Ottavio Rigodanza; Responsabile della Direzione Finanza Maurizio Faroni; Responsabile dei Crediti e delle politiche creditizie di Gruppo Giovanni Capitanio; Responsabile degli Affari Societari (Legale, Partecipazioni e Compliance) Lucio Minestrina; Responsabile del Corporate Center (Pianificazione e controllo di gestione, risk management, progetti speciali, investor relations) Marco Franceschini; Responsabile della Res (Reti Esterne Specializzate) Maurizio Di Maio; Responsabile della funzione Relazioni Esterne Marco Grassi; Responsabile della funzione Corporate Andrea Santini; Responsabile della funzione Retail Emanuele Giustizi; Responsabile della funzione Pianificazione e Controllo di Gestione Alberto Gaspari; Responsabile della funzione Amministrazione e Bilancio Gianpietro Val; Responsabile della funzione Audit di Gruppo Giancarlo Castelli. La “Nuova Bpv-sgsp” (il cui Amministratore Delegato sarà Franco Baronio) avrà questa struttura manageriale: Direttore Generale Giorgio Papa; Condirettore Generale Francesco Mintoti; Vicedirettori Generali Silvano Piacentini e Giordano Simeoni. La “Nuova Bpl” (il cui Amministratore Delegato sarà Massimo Minolfi) avrà questa struttura: Direttore Generale Luigi Negri; Vicedirettori Generali Antonio Maurino, Paolo Landi e Giuseppe Malerbi. Nella Bpn l’attuale Amministratore Delegato Domenico De Angelis e l’attuale Direttore Generale Maurizio Di Maio saranno affiancati dai Vicedirettori Generali Carlo Lombardi, Fabrizio Marchetti e Bruno Pezzoni. La localizzazione dei poli funzionali della Holding Capogruppo prevede: Verona quale sede, oltre che della Holding Capogruppo, della Direzione Generale Retail e della Divisione Operativa. Lodi quale sede della Direzione Generale Corporate (compresa la sede della Nuova Efibanca) e della Direzione Finanza. Novara quale sede delle Reti Esterne Specializzate e della Banca Diretta. In particolare per quanto riguarda il settore Retail, si perseguirà una strategia di penetrazione e fidelizzazione della clientela basata sull’ampliamento dell’offerta con particolare attenzione al completamento e alla continua innovazione della gamma di prodotti, al credito alle famiglie e a servizi transazionali innovativi. Il tutto in modo da posizionare il Banco Popolare come partner di riferimento per la clientela esistente e, quindi, in modo tale da acquisirne di nuova, in particolare facendo leva sul portafoglio di relazioni in essere (privati, professionisti e piccole imprese). Per quanto riguarda invece il settore Corporate, lo sviluppo delle attività si focalizzerà sulle medie aziende e verso gli Enti fortemente legati al territorio, valorizzando le unità di servizio esistenti e l’eccellente franchise sulla clientela dei due Gruppi, fornendo una più completa copertura delle esigenze finanziarie della clientela. In particolare, ai servizi tradizionali sarà possibile affiancare offerte più evolute di prodotti e servizi bancari e di servizi di corporate finance e capital markets (facendo leva sulle fabbriche specializzate), a supporto di un migliore livello di servizio alla clientela e di una maggiore profittabilità. A livello di struttura organizzativa, la “Nuova Bpl” avrà una rete composta di circa 530 sportelli, dislocati nel territorio di radicamento storico; inoltre, avrà il controllo delle banche territoriali Banca Popolare di Crema S. P. A. , Banca Popolare di Cremona S. P. A. , Banca Popolare di Mantova S. P. A. E Banca Caripe S. P. A. La “Nuova Bpv-sgsp” avrà una rete composta di circa 530 sportelli, dislocati nel territorio di radicamento storico. Le due nuove Banche godranno di elevata autonomia operativa, nel quadro degli indirizzi di Gruppo, sia per quanto riguarda i processi di erogazione del credito, sia con riferimento alle politiche commerciali. Il Consiglio di amministrazione di “Nuova Bpl” e “Nuova Bpv-sgsp” sarà composto da 12 a 16 membri esecutivi e non esecutivi che dureranno in carica un triennio. Almeno 2/3 dei Consiglieri di amministrazione saranno scelti tra esponenti delle aree di radicamento, rispettivamente, del nuovo gruppo Bpl e Bpvn e non avranno funzioni esecutive. Almeno per 1/4 i componenti del Consiglio di Nuova Bpl e Nuova Bpv-sgsp saranno Consiglieri esecutivi. I primi Consiglieri di amministrazione non esecutivi di“Nuova Bpl” e “Nuova Bpv-sgsp” saranno scelti e nominati all’atto della costituzione delle banche, rispettivamente, dai Consigli di Bpi e di Bpvn. I Consiglieri esecutivi saranno scelti di comune accordo. Il Piano industriale contempla nel 2010 la realizzazione di 500 milioni di euro di sinergie. Le sinergie da costo ammontano complessivamente a 227 milioni: 91 milioni di euro derivano dai costi del personale, dove si quantifica un risparmio di 1350 risorse, di cui circa 840 relative ad esodi volontari incentivati mentre 510 attribuibili a un minor tasso di turnover(assunzioni/cessazioni). 67 milioni derivano dall’integrazione dei sistemi It e dei back office, grazie all’effetto scala e allineamento alla best practice di Gruppo; 69 milioni derivano dai risparmi sulle spese amministrative, grazie all’effetto scala e allineamento alla best practice di Gruppo. Le sinergie da ricavo ammontano complessivamente a 146 milioni, derivanti per 80 milioni dall’internalizzazione dei ricavi sui prodotti retail e corporate, per 35 milioni dall’estensione alle reti Bpi del modello delle reti esterne specializzate e per 31 milioni dall’allineamento di Bpvn alla best practice di Bpi nel comparto del credito al consumo. .  
   
   
CONVERSIONE OBBLIGATORIA DELLE AZIONI DI RISPARMIO IN AZIONI ORDINARIE BANCA NAZIONALE DEL LAVORO S.P.A. E INFORMAZIONI RELATIVE ALL’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI RECESSO  
 
Roma, 18 dicembre 2006. Banca Nazionale del Lavoro S. P. A. Comunica che in data 15 dicembre 2006 sono state iscritte presso il Registro delle Imprese di Roma le deliberazioni assunte in data 20 novembre 2006 (i) dall’assemblea straordinaria di Bnl in merito alla conversione obbligatoria alla pari delle azioni di risparmio in azioni ordinarie non quotate (aventi le medesime caratteristiche delle azioni ordinarie in circolazione) in ragione di un rapporto di conversione di una azione ordinaria di nuova emissione, del valore nominale di Euro 0,72 per ogni azione di risparmio, del valore nominale di Euro 0,72, posseduta (la “Conversione Obbligatoria”) ed alle conseguenti modifiche statutarie; e (ii) dall’assemblea speciale degli azionisti di risparmio, che ha approvato, per quanto di competenza, le deliberazioni dell’assemblea straordinaria di cui sub (i) (la “Delibera dell’Assemblea Speciale”). Si darà pertanto esecuzione alla Conversione Obbligatoria, in conformità a quanto previsto dalla deliberazione dell’assemblea straordinaria degli azionisti di Bnl di cui sub (i), dal terzo giorno di borsa aperta successivo all’iscrizione della predetta delibera e della Delibera dell’Assemblea Speciale, e quindi dal 20 dicembre 2006. Dopo il deposito delle deliberazioni presso il registro delle imprese di Roma, è stato notificato a Bnl ricorso ex art. 700 c. P. C. , proposto dal rappresentante comune degli azionisti di risparmio. Il rappresentante comune chiede che sia inibita la Conversione Obbligatoria. L’udienza per la discussione del ricorso è fissata per il 19 dicembre. Bnl, riservandosi ogni ulteriore valutazione, ritiene preliminarmente infondato il ricorso. .  
   
   
PRESTITO SUBORDINATO DI 300 MILIONI DI EURO DA PARTE DI BNP PARIBAS A FAVORE DI BNL E APPROVA LA COSTITUZIONE DI AMS ITALIA – ASSET MANAGEMENT E SERVIZI  
 
Roma, 18 dicembre 2006. Il Consiglio di Amministrazione di Bnl, riunitosi il 15 dicembre a Roma, sotto la presidenza di Luigi Abete, ha deliberato un finanziamento subordinato di tipo Lower Tier 2 erogato da Bnp Paribas per un ammontare di 300 milioni di euro. L’ operazione consente a Bnl di compensare le naturali scadenze dei prestiti subordinati intervenute nel corso del 4° trimestre dell’anno, mantenendo il Coefficiente di Solvibilità (rapporto tra Patrimonio di Vigilanza e Attivi ponderati per il rischio) superiore al 10%, in linea con i migliori standard internazionali. Il prestito, con decorrenza 20 dicembre, avrà la durata di 10 anni con call al 5° anno e sarà regolato al tasso Euribor a 3 mesi, maggiorato per i primi 5 anni da uno spread di 25 bps per anno. In caso di mancato esercizio della call da parte di Bnl, sarà applicato uno step-up di 50 bps per anno. Nella riunione odierna, inoltre, il Cda ha approvato la costituzione di Ams Italia – Asset Management e Servizi, la cui responsabilità è attribuita a Niccolò Pandolfini. Ams Italia, avrà il compito di assicurare, relazionandosi con le linee di business Ams di Bnpp Group (Asset Management, Private Banking, Insurance, Security Services, Real Estate e Promozione finanziaria), lo sviluppo delle attività di Ams con le altre Divisioni di business di Bnl, nonché di coordinare lo sviluppo commerciale delle società italiane di Ams. .  
   
   
BNL PER TELETHON 2006: 15.060.000 EURO RACCOLTI  
 
Roma, 18 dicembre 2006 - 15 milioni di euro è la cifra raccolta da Bnl durante la maratona Telethon 2006 organizzata per sostenere la ricerca scientifica sulle malattie genetiche. La classifica delle regioni vede al primo posto il Lazio che attraverso Bnl ha donato alla ricerca oltre 2,2 milioni di euro. Seguono Campania e Lombardia che hanno donato rispettivamente oltre 1,7 milioni euro e più di 1,5 milioni euro. Superato il milione di euro anche in Veneto (1,3 milioni, +25% rispetto al 2005), Toscana (1,2 milioni) e Piemonte (1 milione). In crescita rispetto al 2005 si evidenziano, inoltre, la Sicilia con 840 mila euro (+14%) e la Puglia con più di 800 mila euro (+11%). Tra le città Roma si conferma al primo posto superando i 2 milioni di euro, seguono Napoli con quasi 1,2 milioni di euro e Milano con circa 900 mila euro. Importanti risultati sono stati raggiunti anche nelle città di Torino con oltre 430 mila euro (+72% rispetto al 2005), Padova con oltre 282 mila (+57%), Treviso con quasi 250. 000 (+50%), Lecce con quasi 145 mila euro (+53%). Eccezionale crescita di donazioni ad Agrigento (oltre 60 mila euro, +154%) e Ferrara (più di 93 mila euro, +116%). Sono stati circa 2000 gli eventi organizzati dalla rete Bnl per incentivare la raccolta fondi: migliaia le piazze e le agenzie che ogni anno vengono coinvolte grazie a più di 17. 000 dipendenti impegnati volontariamente con la collaborazione di tanti clienti, collaboratori e fornitori. Attraverso Bnl è possibile continuare donare a Telethon durante tutto l’anno: Bnl mette infatti a disposizione dei donatori, oltre agli sportelli di tutte le agenzie, anche il canale telefonico Telebanca al numero verde 800900900 per i telefoni fissi - al numero 06 87408740 per i telefoni cellulari e per l’estero - , il canale online con e-family (www. E-familybnl. It) e Business-way (www. Businesswaybnl. It) e tramite le postazioni bancomat. Da quindici anni Bnl è il principale partner di Telethon con all’attivo oltre 158 milioni di euro raccolti a sostegno della ricerca sulle malattie genetiche, quasi il 50% del totale della raccolta Telethon. Una collaborazione che, negli anni, è diventata il più importante progetto di found raising in Europa, permettendo di finanziare più di 1. 800 progetti scientifici. .  
   
   
INGRESSO DI MAPFRE, PRIMO GRUPPO ASSICURATIVO SPAGNOLO, AL 50% NEL BUSINESS AUTO AGENZIALE DEL GRUPPO CATTOLICA  
 
Verona, 18 dicembre 2006 - In un mercato fortemente generalista, caratterizzato da una sostenuta price competition, la specializzazione per aree di business può permettere di sviluppare un reale know-how specifico e di ottenere quindi un effettivo vantaggio competitivo. Su tali basi il Consiglio di Amministrazione di Cattolica Assicurazioni sta definendo un incisivo piano di riorganizzazione strategica del modello di business del Gruppo ispirato a criteri di focalizzazione delle strutture di produzione e di liquidazione sinistri e di condivisione delle reti distributive non bancarie. In questo quadro Cattolica Assicurazioni ha sottoscritto oggi un protocollo d’intesa con Mapfre, primo gruppo assicurativo spagnolo, che prevede l’ingresso di Mapfre al 50% in una società che concentrerà il business auto agenziale1 del Gruppo Cattolica. Mapfre ha raggiunto la leadership assoluta nel mercato auto spagnolo (21% di quota di mercato) con un combined ratio medio negli ultimi dieci anni inferiore di 7,4 punti percentuali rispetto alla media del mercato in particolare grazie a: un approccio integrato di servizio al cliente; l’eccellenza tecnica coniugata ad una capacità distintiva nella personalizzazione delle tariffe; la gestione dei sinistri integrata nella catena del valore del prodotto (nel 2005, velocità di liquidazione nel ramo Auto del 90% dei sinistri con danni a cose – mercato italiano 72% - e del 63% dei sinistri con danni a persone – mercato italiano 37%); un costante focus sull’efficienza operativa. Le attività oggetto della partnership tra Cattolica e Mapfre comprendono il business auto agenziale di Cattolica Assicurazioni (ad eccezione del portafoglio auto sviluppato con i soci che rimarrà di diretta pertinenza della Capogruppo), Duomo Assicurazioni e Unione Assicurazioni. La realizzazione della joint-venture, il cui veicolo è rappresentato dalla società Duomo Assicurazioni3, ridenominata “Mapfre Cattolica Auto” (nel seguito Mca), avverrà attraverso una serie di operazioni societarie infragruppo che, previa concentrazione in Cattolica Assicurazioni dei portafogli danni agenziali non connessi al business auto delle società controllate, porteranno in Mca il business auto agenziale di Cattolica Assicurazioni, Duomo Assicurazioni e Unione Assicurazioni. In base ai termini della joint-venture Mca disporrà di: un portafoglio di oltre 1 miliardo di euro di premi lordi contabilizzati auto su base annua; una rete distributiva di oltre 1. 400 agenzie4 distribuite sull’intero territorio nazionale; un patrimonio netto all’avvio di 400 milioni di euro. Con riferimento alle società di servizio del Gruppo, l’intesa prevede che Mca detenga il 51% di diCa, società dedicata alle attività di call center di apertura e gestione dei sinistri nonché ad altri servizi operativi, e il 49% di Cattolica It Services, società che accentra i servizi informatici per l’intero Gruppo Cattolica. L’operazione, che realizzerà una joint-venture paritetica (come definita dallo Ias 31), prevede l’acquisto da parte di Mapfre di una partecipazione del 50% in Mca a fronte di un corrispettivo, per cassa, di euro 473 milioni. Con particolare riferimento agli organi societari di Mca è previsto che il Consiglio di Amministrazione sia costituito da un numero pari di membri, metà di nomina Cattolica e metà di nomina Mapfre. A Cattolica spetterà la nomina del Presidente, mentre a Mapfre quella del Vice Presidente. L’amministratore Delegato sarà indicato da Cattolica, previo gradimento di Mapfre e, per il primo triennio, è già stato individuato nella persona dell’attuale Amministratore Delegato di Cattolica Assicurazioni, Ezio Paolo Reggia. Il Direttore Generale sarà espressione di Mapfre. L’intera operazione, che avrà esecuzione nel corso del 2007, prevede la sottoscrizione di un accordo quadro entro il 15 febbraio 2007 ed è subordinata al rilascio delle autorizzazioni da parte dell’Isvap e delle altre competenti autorità. L’accordo quadro avrà una durata iniziale di cinque anni e disciplinerà, tra l’altro, l’impegno delle parti a verificare, in prossimità della scadenza dello stesso (e delle successive scadenze), la possibilità di convenire su eventuali rinnovi per ulteriori cinque anni. In caso di mancato rinnovo alla scadenza, ovvero al verificarsi di situazioni solo eventuali di stallo decisionale con riferimento a materie di rilievo strategico per la joint-venture, è previsto un meccanismo di exit mediante opzioni put e call a condizioni di mercato. Cattolica Assicurazioni governerà quindi congiuntamente con Mapfre il business autoagenziale, mantenendo l’autonomia decisionale e gestionale sulle operazioni relative a tutti gli altri rami danni, la totalità dei rami vita, Tua Assicurazioni, l’intero comparto bancassicurativo e i servizi finanziari, oltre a conservare la gestione diretta della relazione con i propri soci. Saranno inoltre condivisi, entro gli ambiti di opportunità, i servizi operativi. A conferma della piena contiguità di valori e della continuità della tradizione del Gruppo Cattolica, lo statuto di Mca riserverà alla Fondazione Cattolica Assicurazioni una quota non inferiore al 2% dei propri utili netti. I fondi così raccolti verranno gestiti ed erogati sotto la denominazione “Fondo Mapfre Cattolica” allo scopo di sviluppare iniziative di carattere sociale definite di comune accordo. Advisor per Cattolica nell’operazione sono Mediobanca per la parte finanziaria e Chiomenti Studio Legale per la componente legale e societaria. Il nuovo accordo si inserisce nel contesto del progetto evolutivo del Gruppo Cattolica che mira ad affermarsi quale player di riferimento della clientela persona e small business, connotato da un’architettura industriale specializzata, flessibile e modulare finalizzata all’innovazione di prodotto e processo, alla focalizzazione sull’eccellenza operativa e sull’elevata qualità del servizio al cliente. Il programma di riallineamento strategico e operativo nonché di riorganizzazione del business model del Gruppo Cattolica, che sarà declinato nel Piano Strategico attualmente allo studio del Consiglio di Amministrazione, è articolato, tra l’altro, attorno al perseguimento di una crescente semplificazione societaria basata su logiche di integrazione e specializzazione per business/canale, a valere su un numero limitato di “fabbriche produttive”. La partnership con Mapfre consentirà a Cattolica di accelerare l’evoluzione della propria offerta auto secondo le nuove guidelines strategiche. La consolidata esperienza del partner nello sviluppo di nuovi prodotti e nell’adattamento degli stessi alle esigenze del mercato, con meccanismi di tariffazione personalizzati, nonchè l’integrazione dell’offerta con servizi complementari di assistenza specialistica al cliente in caso di sinistro, fungeranno da catalizzatori dell’innovazione per il Gruppo Cattolica. Ciò nel contesto di precisi obiettivi di redditività e solidità tariffaria. Cattolica si rende così pienamente interprete dell’evoluzione, competitiva e normativa, in atto nel mercato italiano dell’assicurazione auto, che vedrà quali fattori critici di successo determinanti il servizio ai propri clienti e l’innovazione continua. Forte dell’unitario modello cooperativo, della distintiva posizione competitiva sul mercato italiano e della partnership internazionale il Gruppo Cattolica potrà proseguire lo sviluppo anche mediante crescita esterna nazionale ed internazionale. Il nuovo Piano Strategico del Gruppo per il periodo 2007-2010, che elaborerà in maggior dettaglio i tratti industriali e gli obiettivi economico-finanziari al 2010 del Gruppo Cattolica nel suo complesso, ivi compresi quelli relativi alla joint-venture con Mapfre, sarà presentato in eventi dedicati alla comunità finanziaria, istituzionale e agli organi di stampa, a Milano e a Verona, presumibilmente entro febbraio 2007. .  
   
   
CATTOLICA DI ASSICURAZIONE: DIMISSIONI DI CONSIGLIERE  
 
Verona, 14 dicembre 2006 – Cattolica Assicurazione informa che l’Ingegner Giuseppe Nicolò ha rassegnato le proprie dimissioni da membro del Consiglio di Amministrazione di Cattolica Assicurazioni per motivi personali. L’ing. Nicolò rivestiva la carica di Consigliere indipendente, era membro del Comitato Esecutivo e Segretario del Consiglio di Amministrazione. .  
   
   
MECCANICA VARIA: NEL 2006 FATTURATO POSITIVO ED EXPORT DA RECORD VERSO ASIA E CENTRO SUD AMERICA FATTURATO A + 9,1% NEL 2006 RISPETTO ALLO SCORSO ANNO. BALZO DI +11,8% DELL’EXPORT.  
 
Milano, 18 dicembre 2006 - Una produzione pari a 40. 492 milioni di euro con un incremento del 9,1% sul 2005. Esportazioni che raggiungono i 21. 410 milioni di euro, con una crescita rispetto allo scorso anno dell’11,8%, per una quota export che continua la sua crescita passando dal 51,6% nel 2005 al 52,9% del 2006. Sono alcuni dei dati più significativi che emergono dai preconsuntivi 2006 e dalle previsioni 2007 presentati il 15 dicembre da Anima, la Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica varia e Affine. Il 2006 ha rappresentato per la meccanica varia italiana un anno nel complesso positivo e per il 2007 è previsto un ulteriore balzo in avanti. I dati Anima rilevano come sia stato determinante per la crescita del settore il contributo fornito dalle esportazioni. L’analisi dell’interscambio commerciale del settore nel I semestre 2006, sulla base dei dati pubblicati dall’Istat, evidenzia come l’Europa 25, pur confermandosi il primo partner commerciale del settore, abbia diminuito la sua quota scendendo sotto il 50% (dal 55% dello scorso anno), mentre sono in forte espansione le vendite in Asia (+50,7%), che rappresentano il 17,9% dell’export, e sono in netto recupero anche quelle nel Centro Sud America (+64,2%). Per quanto riguarda le importazioni scende la quota di merci provenienti dai paesi asiatici (-9% rispetto all’analogo periodo del 2005), mentre resta saldamente al primo posto l’Europa con il 60%. Positivo, anche se a velocità ridotta, il trend delle vendite sul mercato nazionale, che nel 2006 crescono del +6,2% realizzando 19. 082 milioni di euro. La ripresa del mercato è stata accompagnata dagli aumenti di listini a recupero dell’impennata dei costi delle materie prime e di approvvigionamento energetico. Per quanto riguarda le previsioni, si evidenzia un’espansione economica in atto, associata ad una situazione ordini piuttosto soddisfacente, che consente alle aziende di guardare con ottimismo al 2007. Per il prossimo anno il fatturato dell’intero comparto è infatti atteso intorno ai 43. 923 milioni di euro, con una crescita media dell’8,5%. Ancora una volta il contributo maggiore è atteso da parte dei mercati esteri, con un fatturato previsto di 23. 642 milioni di euro (+10,4%), ma non sono da sottovalutare i segnali di ripresa sul mercato nazionale, il cui fatturato dovrebbe superare i 20. 280 milioni di euro (+ 6,3%). “Questa situazione positiva” ha commentato il nuovo presidente di Anima Ettore Riello “si inserisce in un contesto internazionale di grande stimolo con una crescita dell’economia mondiale che si colloca oltre il 5% per il 2006. E’ il momento di cominciare a sentirci forti: l’industria è buona, abbiamo ricchezza. Credo nell’Italia e nelle nostre capacità industriali. E´ giunto il momento di promuovere e credere nelle potenzialità del made in Italy tecnologico, senza alcun timore del confronto con le produzioni di altri Paesi. L’obiettivo è che i nostri standard di qualità diventino il punto di riferimento per gli standard di prodotto pubblicati a livello comunitario e internazionale. " “La nostra è un’industria di tipo manifatturiero” ha spiegato ancora il presidente Riello “e per questo altamente esposta alla concorrenza internazionale, nonostante questo è l’unica a generare surplus commerciale. Debolezze croniche come la scarsa innovazione, la poca ricerca, le piccole dimensioni, le scarse capacità di internazionalizzazione e la sottocapitalizzazione compromettono lo sviluppo delle nostre industrie, anche nel settore della meccanica. Un settore che invece può vantare innumerevoli storie di eccellenza; basti pensare all’ultimo Confindustria award, vinto per la categoria innovazione proprio da un’azienda Anima”. Analisi Settoriale - A livello settoriale la situazione si presenta variegata. Anche all’interno dei macrosettori si riscontrano disparità di risultati tra i vari comparti e tra le diverse aziende. I preconsuntivi del 2006 confermano un andamento positivo per il settore “macchine ed impianti per la produzione di energia e per l’industria chimica e petrolifera – montaggio impianti industriali”, quello di maggior peso nell’ambito delle meccanica varia, che realizza un fatturato pari a 17. 298 milioni di euro. E’ stata principalmente la domanda estera a far da traino, con un +13,9%. I risultati del settore della “logistica e movimentazione delle merci” hanno superato le attese. Il fatturato si attesta infatti intorno ai 1. 549 milioni di euro, con un incremento del 7,9% in valore. Performance differenziate caratterizzano i comparti delle “tecnologie e attrezzature per prodotti alimentari” che chiude il 2006 con una crescita media del 4,5% raggiungendo i 4. 225 milioni di euro di fatturato. Sono da segnalare le buone performance dei comparti “macchine ed impianti per pastifici”, per “l’industria dolciaria” e per “la trasformazione della frutta e dei vegetali”. Positivo il trend delle “tecnologie e prodotti per l’industria”, settore che fattura 1. 662 milioni di euro (+5,9% sul 2005) e che ha beneficiato della ripresa degli investimenti nel campo dell’automobile e del momento particolarmente vivace che sta vivendo il settore siderurgico a livello mondiale. Tra i settori con le migliori performance gli “impianti, macchine e prodotti per l’edilizia”, che ha segnato un incremento del fatturato del 10,6%, raggiungendo 11. 799 milioni di euro. Da sottolineare l’andamento delle esportazioni del comparto “macchine edili, stradali, minerarie e affini”. Risultati meno entusiasmanti nel settore delle “macchine ed impianti per la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente” che, con un incremento in valore del 2,7%, raggiunge un fatturato di 3. 959 milioni di euro. Migliore la situazione nel campo degli impianti della “difesa ambientale”, rispetto alle produzioni destinate alla sicurezza fisica. .  
   
   
VIVERE A MILANO: SE POTESSI AVERE 2.000 EURO AL MESE PER LE FAMIGLIE PESANO: CASA, CIBO, VIAGGI, ABBIGLIAMENTO, TELEFONO LO SPORT BATTE IL CINEMA. I GIORNALI SUPERANO I LIBRI IN DECLINO I LAVORI DI CASA: PIATTI DI CARTA, LAVANDERIA E PASTI FUORI PER CHI HA GIÀ UN FIGLIO, IL SECONDO QUASI NON COSTA  
 
Milano, 18 dicembre 2006 - E’ di oltre 2. 100 euro al mese la spesa media di una famiglia a Milano, pari a circa 1000 euro al mese a persona. Per una spesa annua di tutti i milanesi che supera la cifra di 15 miliardi. Ma chi è e che cosa mette nella borsa della spesa la famiglia meneghina? In sette casi su dieci è composta da single o coppie, nel 55% dei casi è monoreddito e spende, soprattutto, in beni non alimentari (84% della spesa mensile). Le spese per la casa, quelle che incidono maggiormente sulle sue tasche: 470 euro in totale al mese (22% della spesa mensile totale), ripartite soprattutto tra acqua e condominio (162 euro), affitto (138 euro) o mutuo (102 euro). I consumi alimentari sono di 344 euro al mese. Ma la famiglia milanese ama anche viaggiare (quasi 100 euro ogni mese per alberghi, pensioni o viaggi organizzati), vestirsi bene (104 euro al mese tra abbigliamento e calzature) e tenersi in contatto con gli altri (71 euro mensili in telefonia). Spende per lo sport (18 euro) più che per il teatro o il cinema (7,61 euro) e legge più quotidiani e riviste (16,42 euro) che libri (11,44 euro). I milanesi si viziano con sigarette (16,50 euro) e liquori (4 euro). In declino i lavori di casa: pasti fuori, lavanderia e piatti di carta. Si consuma molto fuori casa (66 euro per i pasti, 12 euro in lavanderia). Invece di lavare i piatti, meglio quelli di carta, per una spesa di 4,71 euro al mese. E la posta elettronica prende il posto del francobollo (10,48 euro per abbonamento internet contro 1,21 euro per spese postali). Si pensa anche al futuro spendendo 46 euro al mese in assicurazioni vita e malattie. Finché si vive da soli si spendono quasi 1. 500 euro al mese. In coppia, quasi la metà in più. Se arriva un figlio, si arriva a spendere quasi il doppio di quando si stava soli. Ma il secondo figlio non pesa, almeno sui costi. A tirar la cinghia sono donne sole con figli a carico: circa 750 euro in meno al mese di chi ha accanto un partner. Per età: i più spendaccioni sono i quarantenni e i cinquantenni (2. 450 euro al mese), i più accorti gli anziani (1. 800 euro). Emerge dalla “Indagine sui consumi delle famiglie nel comune di Milano”, rilevazione anni 2005-2006, dell’ufficio indici di mercato e statistica della Camera di commercio di Milano, in collaborazione con il Comune di Milano, attraverso Questlab, su un campione di 811 famiglie milanesi. I dati dell’indagine sono consultabili online all’indirizzo web www. Milano. Consumi. Info. “La Camera di commercio di Milano - ha dichiarato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di commercio di Milano – è impegnata con un osservatorio sui prezzi e consumi insieme al Comune e al mondo associazionistico e dei consumatori. Accanto alle rilevazioni periodiche, con questa indagine rendiamo disponibile uno strumento conoscitivo che può rappresentare una base utile per interventi condivisi. Per rilanciare Milano a partire dai consumi e da una migliore qualità della vita, nel rispetto delle diverse esigenze dei cittadini e delle imprese”. “Queste indagini consentono di monitorare al meglio l’andamento economico delle nostre famiglie – ha dichiarato l’Assessore alle Attività Produttive Tiziana Maiolo - . Il Comune di Milano negli ultimi anni si è impegnato in campagne di sensibilizzazione per il problema del caro prezzi sempre con l’appoggio della Camera di Commercio. Indubbiamente questi sondaggi hanno una valenza importante perché permettono di avere un quadro completo, una panoramica a 360 gradi delle numerose spese a cui i cittadini devono far fronte. Con i risultati alla mano è anche possibile proporre soluzioni e iniziative per andare incontro alle esigenze più pressanti delle famiglie milanesi. ”
Beni non alimentari Spesa Al mese In euro Classifica Peso su tot non alimentare Peso su tot spesa
Acqua e condominio 162,17 1 8,97% 7,53%
Affitto canone mensile 138,24 2 7,64% 6,42%
Mutuo rata mensile e Ici 102,39 3 5,66% 4,76%
Alberghi, pensioni e viaggi organizzati 94,24 4 5,21% 4,38%
Abbigliamento 82,47 5 4,56% 3,83%
Spese per telefono, abbonam. Cellulare /ricariche 71,2 6 3,94% 3,31%
Carburanti per veicoli 66,97 7 3,70% 3,11%
Pasti e consumazioni fuori casa 66,16 8 3,66% 3,07%
Assicurazioni mezzi di trasporto e spese bollo/patente 65,52 9 3,62% 3,04%
Gas e altri combustibili per riscald. 58,41 10 3,23% 2,71%
Assicurazioni vita e malattie 45,92 11 2,54% 2,13%
Servizi domestici 45,75 12 2,53% 2,13%
Mobili 43,91 13 2,43% 2,04%
Visite mediche generiche e specialistiche (escluso dentista) 35,75 14 1,98% 1,66%
Medicinali 34,10 15 1,89% 1,58%
Prodotti per la cura personale 32,35 16 1,79% 1,50%
Dentista 30,97 17 1,71% 1,44%
Acquisto auto 30,90 18 1,71% 1,44%
Altre spese (compresi funerali, traslochi e lezioni di guida) 30,32 19 1,68% 1,41%
Manutenzione straordinaria 27,59 20 1,53% 1,28%
Altri trasporti 26,42 21 1,46% 1,23%
Manutenzione ordinaria 24,50 22 1,35% 1,14%
Tasse scolastiche, rette e simili 22,96 23 1,27% 1,07%
Calzature 22,13 24 1,22% 1,03%
Manutenzioni e riparazioni mezzi di trasporto 22,02 25 1,22% 1,02%
Occhiali da vista, protesi, apparecchi acustici/ortopedici, ecc. 21,66 26 1,20% 1,01%
Barbiere, parucchiere e istituti di bellezza 20,52 27 1,13% 0,95%
Energia elettrica 19,58 28 1,08% 0,91%
Spese per lo sport e articoli sportivi 17,98 29 0,99% 0,84%
Tram, autobus e taxi 17,59 30 0,97% 0,82%
Elettrodomestici 17,13 31 0,95% 0,80%
Tabacchi 16,50 32 0,91% 0,77%
Giornali e riviste 16,42 33 0,91% 0,76%
Detersivi 14,48 35 0,80% 0,67%
Tassa rifiuti 14,42 36 0,80% 0,67%
Piccoli apparecchi elettrici e accessori per la casa 14,31 37 0,79% 0,66%
Onorari liberi professionisti 14,12 38 0,78% 0,66%
Lavanderia e tintoria 11,65 39 0,64% 0,54%
Spese per parcheggio, affitto box auto e pedaggi 11,44 40 0,63% 0,53%
Libri non scolastici 11,44 41 0,63% 0,53%
Abbonamento radio-tv e internet 10,48 42 0,58% 0,49%
Radio, Tv, Hi-fi, videoregistratori, ecc. 10,17 43 0,56% 0,47%
Pezzi di ricambio, olio e lubrificanti 9,89 44 0,55% 0,46%
Altri beni durevoli per la casa 9,68 45 0,54% 0,45%
Giochi e giocattoli 9,59 46 0,53% 0,45%
Analisi, esami, radiografie, e altre spese salute 9,40 47 0,52% 0,44%
Argenteria, gioielleria, bigiotteria, orologi 9,40 48 0,52% 0,44%
Articoli di arredamento e biancheria casa 9,37 49 0,52% 0,44%
Piante e fiori 8,79 50 0,49% 0,41%
Computer, stampanti, software, ecc. 7,90 52 0,44% 0,37%
Dischi, cassette e videocassette 7,89 53 0,44% 0,37%
Ricoveri ospedalieri, case di riposo, infermieri, fisioterapisti, ecc. 7,81 54 0,43% 0,36%
Cinema, teatro, concerti e musei 7,61 55 0,42% 0,35%
Apparecchi per telefonia e comunicazioni 7,55 56 0,42% 0,35%
Riparazioni di mobili, elettrod. E biancheria 7,45 57 0,41% 0,35%
Oneri bancari gestione conto 7,09 59 0,39% 0,33%
Borse, valigie ed altri articoli personali e per l´infanzia 6,58 60 0,36% 0,31%
Spese alimentari e non per animali domestici, spese veterinarie 5,76 61 0,32% 0,27%
Libri scolastici 5,48 62 0,30% 0,25%
Tovaglioli e piatti di carta, contenitori alluminio, ecc. 4,71 63 0,26% 0,22%
Cancelleria 4,40 64 0,24% 0,20%
Lotto, totocalcio e lotterie 4,29 65 0,24% 0,20%
Acquisto moto e scooter 3,40 67 0,19% 0,16%
Riparazioni di abbigliamento e calzature 2,43 69 0,13% 0,11%
Pentole, posate e altre stoviglie 2,15 70 0,12% 0,10%
Altri articoli per il tempo libero 1,69 71 0,09% 0,08%
Bricolage, modellismo e collezionismo 1,57 72 0,09% 0,07%
Francobolli e altre spese postali 1,21 73 0,07% 0,06%
Apparecchi per la cura della persona 1,10 74 0,06% 0,05%
Aquisto biciclette 0,64 75 0,04% 0,03%
Acquisto altri mezzi di trasporto 0,24 76 0,01% 0,01%
Totale spesa non alimentare 1808,32 - 100,00% 84,01%
Totale spesa mensile milanese 2152,47 - - 100,00%
Classifica Beni alimentari euro Peso su tot alimentare Peso su tot spesa
1 Ortaggi 41,51 12,1% 1,9%
2 Pane, grissini, crackers, ecc. 33,34 9,7% 1,5%
3 Frutta 31,93 9,3% 1,5%
4 Carni rosse 31,28 9,1% 1,5%
5 Pesce 26,49 7,7% 1,2%
6 Salumi 24,51 7,1% 1,1%
7 Formaggi e latticini 23,38 6,8% 1,1%
8 Gelati, confetture e dolciumi 21,81 6,3% 1,0%
9 Vino 15,73 4,6% 0,7%
10 Latte, yogurt e derivati del latte 14,56 4,2% 0,7%
11 Carni bianche 11,16 3,2% 0,5%
12 Altri cereali e prodotti preparati e alimenti dietetici e per bambini 10,14 2,9% 0,5%
13 Pasta e riso 9,43 2,7% 0,4%
14 Acqua minerale 8,66 2,5% 0,4%
15 Altre bevande 7,41 2,2% 0,3%
16 Sale, spezie, salse e condimenti 6,73 2,0% 0,3%
17 Olio di oliva e semi 6,72 2,0% 0,3%
18 Caffè, the, cacao, orzo, ecc. 5,64 1,6% 0,3%
19 Liquori e altre bevande alcoliche 3,96 1,2% 0,2%
20 Birra 2,76 0,8% 0,1%
21 Uova 2,42 0,7% 0,1%
22 Carni preparate, in scatola 2,16 0,6% 0,1%
23 Zucchero 1,30 0,4% 0,1%
24 Burro, margarina e altri grassi animali/vegetali 1,11 0,3% 0,1%
Totale spesa alimentare 344,15 100,0% 16,0%
Totale spesa mensile milanese 2152,47 - 100,0%
Tipologia di spesa delle famiglie del comune di Milano Totale in euro per voce di spesa Peso delle voci di spesa sul totale di spesa mensile
Pane e cereali 52,91 2,5%
Carne 69,10 3,2%
Pesce 26,49 1,2%
Latte, formaggi e uova 40,36 1,9%
Oli e grassi 7,83 0,4%
Patate, frutta e ortaggi 73,44 3,4%
Zucchero, caffè e drogheria 35,48 1,6%
Bevande 38,53 1,8%
Totale Alimentari 344,15 16,0%
Tabacchi 16,50 0,8%
Abbigliamento e calzature 107,03 5,0%
Abitazione 469,31 21,8%
Combustibili ed energia 77,99 3,6%
Mobili, elettrodomestici e servizi per la casa 180,59 8,4%
Sanità 139,69 6,5%
Trasporti 255,01 11,8%
Comunicazioni 79,95 3,7%
Istruzione 28,44 1,3%
Tempo libero, cultura e giochi 120,22 5,6%
Altri beni e servizi 333,58 15,5%
Totale Non Alimentari 1. 808,32 84,0%
Totale 2. 152,47 100%
spesa classe di reddito fino a 15. 000 euro 15. 001 - 26. 000 26. 001 - 33. 500 33. 501 - 70. 000 70. 001 - 100. 000 oltre 100. 000 euro Totale
Totale Alimentari 255,34 326,46 382,64 407,67 457,57 630,52 344,15
peso su tot 21,7% 19,1% 16,2% 13,2% 11,7% 10,6% 16,0%
Totale Non Alimentari 921,20 1. 386,91 1. 972,90 2. 689,84 3. 437,42 5. 332,55 1. 808,32
peso su tot 78,3% 80,9% 83,8% 86,8% 88,3% 89,4% 84,0%
Totale 1. 176,54 1. 713,37 2. 355,54 3. 097,51 3. 894,99 5. 963,07 2. 152,47
numero famiglie campione che hanno risposto sul reddito 124 172 140 242 66 35 779
peso del campione 15,9% 22,1% 18,0% 31,1% 8,5% 4,5% 100,0%
Spesa media mensile delle famiglie centro semicentro periferia Totale
Totale Alimentari 415,11 341,76 337,79 344,15
peso su totale 14,1% 15,5% 16,7% 16,0%
Totale Non Alimentari 2531,05 1861,75 1689,76 1808,32
peso su totale 85,9% 84,5% 83,3% 84,0%
Totale 2946,16 2203,51 2027,55 2152,47
Capitoli di spesa distribuzione geografica delle famiglie centro semicentro periferia Totale
Pane e cereali 64,63 51,71 52,42 52,91
Carne 86,72 71,46 65,49 69,1
Pesce 35,86 26,52 25,42 26,49
Latte, formaggi e uova 44,28 40,27 39,98 40,36
Oli e grassi 6,42 6,92 8,62 7,83
Patate, frutta e ortaggi 86,28 75,57 70,52 73,44
Zucchero, caffè e drogheria 42,61 35,72 34,51 35,48
Bevande 48,32 33,6 40,84 38,53
Totale Alimentari 415,11 341,76 337,79 344,15
Tabacchi 26,2 14,71 16,65 16,5
Abbigliamento e calzature 109,07 110,27 104,55 107,03
Abitazione 624,68 470,28 451,1 469,31
Combustibili ed energia 105,88 68,5 81,42 77,99
Mobili, elettrodomestici e servizi per la casa 282,37 198,72 156,55 180,59
Sanità 206,13 155,37 121,32 139,69
Trasporti 335,51 244,08 253,51 255,01
Comunicazioni 70,89 83,93 78,22 79,95
Istruzione 52,89 33,31 22,31 28,44
Tempo libero, cultura e giochi 168,53 121,44 113,92 120,22
Altri beni e servizi 548,91 361,12 290,21 333,58
Totale Non Alimentari 2. 531,05 1. 861,75 1. 689,76 1. 808,32
Totale 2. 946,16 2. 203,51 2. 027,55 2. 152,47
Spese/componenti nucleo familiare 1 2 3 4 5 e più Totale
Totale Alimentari 233,31 375,34 416,83 460,65 555 344,15
peso su tot 15,6% 17,5% 14,9% 15,7% 14,0% 16,0%
Totale Non Alimentari 1258,11 1774,52 2380,32 2473,7 3410,94 1808,32
peso su tot 84,4% 82,5% 85,1% 84,3% 86,0% 84%
Totale 1491,42 2149,86 2797,15 2934,35 3965,94 2152,47
incrementi spesa per gruppo - 44,1% 30,1% 4,9% 35,2% -
Spese/età delle persone di riferimento fino a 34 anni 35-64 anni 65+ anni Totale
Totale Alimentari 293,11 360,06 328,44 344,15
peso su tot 14,4% 14,7% 18,3% 16,0%
Totale Non Alimentari 1743,95 2090,76 1467,64 1808,32
peso su tot 85,6% 85,3% 81,7% 84%
Totale 2037,06 2450,82 1796,08 2152,47
incrementi spesa per gruppo - 20% -27% -
Spese/nucleo familiare persona sola coppia o convivenza senza figli coppia o convivenza con figli Mono-genitore Totale
Totale alimentari 233,31 377,33 453,85 380,2 344,15
peso su tot 15,6% 17,7% 14,3% 18,7% 16,0%
Totale non alimentari 1258,11 1754,91 2726,95 1648,28 1808,32
peso su tot 84,4% 82,3% 85,7% 81,3% 84,0%
Totale 1491,42 2132,24 3180,8 2028,48 2152,47
incrementi spesa per gruppo - 43,0% 49,2% -36,2% -
Famiglie del campione per numero di componenti %
mono componente 37
2 componenti 32
3 componenti 18
4 componenti 11
5 componenti 2
Tipologia del campione per numero di percettori di reddito %
percettore unico 55
2 percettori 40
3 o più percettori 5
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INNOVALAZIO: CONSEGNATI I PREMI DELLA SECONDA EDIZIONE  
 
 Roma, 18 dicembre 2006 - La Regione Lazio attraverso la Filas, la Finanziaria Laziale di Sviluppo, ha consegnato giovedì 14 dicembre tre premi da 100. 000 euro a tre imprese innovative del Lazio, a coronamento della seconda edizione di Innovalazio. Le tre aziende vincitrici, premiate dal Presidente Giancarlo Elia Valori , sono: Iacobucci Hf Electronics, (Frosinone) premiata per la realizzazione di un innovativo compattatore di rifiuti ad incasso che si integra nelle cucine di bordo di aeromobili. D. Marchiori, (Latina) che ha vinto grazie al suo processo per la produzione di strumentazione per il controllo a terra di aeromobili, che permette di realizzare sensori di pressione di alta qualità a basso costo. Ifex, (Viterbo) che ha ottenuto il riconoscimento per aver sviluppato un sistema antincendio rapido ed efficace, da utilizzare su strade e autostrade nei casi in cui i mezzi tradizionali di intervento risultano lenti e di difficile. Agli altri 44 partecipanti che hanno soddisfatto i requisiti richiesti è stata consegnata una targa e l’autorizzazione all’uso del “Marchio Innovalazio” come certificazione della loro attività. Come lo scorso anno, Innovalazio si inserisce nel quadro delle azioni che la Regione, per mezzo della Filas, mette in atto per sostenere e promuovere l’innovazione tecnologica nelle Pmi e si propone come riconoscimento e segno distintivo per tutte quelle imprese che abbiano realizzato significative innovazioni negli ultimi 12 mesi. Alla Premiazione sono intervenuti: Giancarlo Elia Valori, Presidente di Sviluppo Lazio spa; Lorenzo Tagliavanti, Vicepresidente della Camera di Commercio di Roma; Antonio Pedone, Professore Ordinario di Economia presso l’Università “La Sapienza”; Fabrizio Sacerdoti, Amministratore Unico di Filas spa; Stefano Turi, Direttore generale di Filas spa. Le Pmi che hanno partecipato all’edizione 2006 sono state 64, il 36 % in più rispetto al 2005. Il fatturato del 45% dei partecipanti è compreso tra 1 e 10 Milioni di euro, con una quota rilevante rappresentata dall’export, che in alcuni casi costituisce il principale mercato di sbocco. La distribuzione geografica è variegata, con una forte concentrazione nell’area Pontina, nel frusinate e nella provincia di Roma. I principali settori di attività sono aeronautica (elettronica e componenti) meccanica, nautica ed ambiente, ma non mancano realtà molto significative nel biomedicale, nella chimica e nel software. In questa edizione, inoltre, si rafforza la presenza di imprenditoria femminile e di giovani imprese di dimensioni ridotte in grado di competere validamente con imprese di oltre un centinaio di dipendenti. Tutte o quasi, con una caratteristica comune: avere clienti importanti all’estero e contribuire, proprio con l’innovazione ad affermare il Made in Lazio in tutto il mondo. ´´L´innovazione del Lazio - ha affermato Valori - è una realtà ormai affermata. Le 64 imprese partecipanti ne sono l´esempio. È promettente anche la ripartizione innovativa del prodotto, del processo e il crescente numero di imprese giovanili”. ´´Il successo della Filas - ha dichiarato Sacerdoti – amministratore unico della Filas - è il successo che ci date voi. Tre aziende prenderanno il premio ma la certificazione l´avranno molte di più, a testimonianza del fatto di essere piccole e medie imprese d´avanguardia”. Secondo il Direttore Generale della Filas, Stefano Turi, “la Filas è uno degli oggetti che ha permesso alla Regione Lazio di erogare molti dei fondi messi a disposizione. Vorrei dare alcuni dati. Abbiamo fatto quest´anno un bilancio sociale dal quale risulta che abbiamo dato alla Regione Lazio 50 milioni di euro all´anno negli ultimi 5 anni. Abbiamo realizzato tutto questo con 35 dipendenti, lavorando con qualità´´. .  
   
   
BOLZANO.LA PROVINCIA CONQUISTA IL RATING DELL´ECCELLENZA: TRIPLA A DA MOODY´S  
 
Bolzano, 18 dicembre 2006 - Per l´agenzia Moody´s la Provincia autonoma di Bolzano ha raggiunto il rating dell´eccellenza, che corrisponde alla tripla A. La conferma è giunta il 15 dicembre al presidente Luis Durnwalder e all´assessore alle Finanze Werner Frick. L´agenzia internazionale Moody´s Investor Service ha assegnato alla Provincia autonoma di Bolzano il rating dell´eccellenza, la tripla A. Con questa valutazione il grado di affidabilità della Provincia di Bolzano nel settore finanziario migliora ulteriormente e tocca il vertice: il nuovo rating assegnato da Moody´s alla Provincia equivale infatti alla tripla A (Aaa), che migliora il rating Aa1 del 2005 ed è superiore a quello dello Stato italiano, rimasto stabile a Aa2. Giustificata la soddisfazione del presidente Durnwalder e dell´assessore alle Finanze Frick per il massimo riconoscimento, che qualifica l’operato dell´Ente pubblico nei confronti dei cittadini e ne attesta l’immagine positiva all’esterno (mercato, investitori, ecc. ): "E´ una notizia di grande significato, che conferma l´alto livello di credibilità internazionale della nostra Provincia. Un ente certificatore indipendente e prestigioso premia gli sforzi di politica economica e amministrativa della Provincia, tanto più in una congiuntura finanziaria non facile", sottolineano il presidente Luis Durnwalder e l´assessore alle Finanze Werner Frick. Il direttore dell´Ufficio provinciale Entrate, Roberto Morandi, che ha seguito tutto l´iter dell´assegnazione del rating, definisce l´ulteriore promozione "il frutto dell´ottima gestione finanziaria che la Provincia ha impostato ormai da anni. " Nei prossimi giorni, non appena il pronunciamento di Moody´s sarà comunicato nel dettaglio, l´Assessorato alle Finanze renderà noti i vari aspetti collegati alla valutazione di eccellenza. Oltre alla soddisfazione per il massimo dei voti assegnato da una delle maggiori agenzie specializzate nell’analisi della qualità creditizia di società ed enti, per la Provincia autonoma il rating di eccellenza significa ulteriori effetti positivi sulla futura attività finanziaria: tale valutazione permette infatti la riduzione del costo della raccolta di fondi per mutui o prestiti obbligazionari nei casi di eventuale finanziamento di grandi progetti o opere, favorisce l’accesso a nuovi investitori finanziari, rappresenta un utile strumento di marketing territoriale finalizzato ad attrarre investimenti produttivi in Alto Adige. .  
   
   
LE FINANZE TRENTINE AL TOP SECONDO MOODY’S CHE ASSEGNA LORO IL PUNTEGGIO MASSIMO “TRIPLA A”  
 
 Trento, 18 dicembre 2006 - La Provincia autonoma di Trento entra nell’olimpo dell’eccellenza: la prestigiosa agenzia di certificazione Moody’s rivede al rialzo il suo rating, che era già il più elevato a livello nazionale e lo estende al livello massimo possibile di Aaa. La notizia, rimbalzata in Trentino dalla sede della Moody’s di Londra, è stata salutata dal presidente Lorenzo Dellai con grande soddisfazione. “Grazie a questo riconoscimento l’affidabilità delle nostre finanze pubbliche è al top, a livello mondiale. Ciò premia il nostro buon amministrare, le scelte fatte negli ultimi anni, gli strumenti innovativi che abbiamo saputo mettere in campo; ma apre anche nuove prospettive di sviluppo per il futuro. Perché per noi questo riconoscimento, che segue quello già ricevuto alcuni anni fa che ci aveva collocati al primo posto fra le pubbliche amministrazioni del nostro Paese, non è fine a se stesso. Avere le finanze in ordine è infatti il presupposto indispensabile per affrontare nuove, importanti sfide, sapendo di poter accedere, se necessario, per investimenti strategici, anche ai canali di finanziamento internazionali, godendo della massima considerazione e della piena fiducia delle controparti. E ciò vale sia per l’amministrazione provinciale sia anche per tutti gli altri soggetti pubblici e privati che operano nel nostro territorio. ” Come si ricorderà nel novembre del 2002 Moody’s aveva assegnato alla Provincia autonoma di Trento il più alto rating nella graduatoria nazionale. Oggi, nel rivedere le sue metodologie di analisi sulle controparti, muove al rialzo da Aa1 a Aaa il rating della Provincia, che con questo apprezzamento scala quindi l’ultimo gradino per accedere al podio della massima affidabilità finanziaria possibile. Lo Aaa è il più alto valore di apprezzamento assegnabile a qualsiasi entità pubblica o privata in Italia e nel resto del mondo. Il risultato ha un valore di eccezionalità che eleva la Provincia autonoma di Trento ad un confronto internazionale senza precedenti, collocandola nella sfera dei “pochi eletti” capaci di garantire a qualsiasi controparte finanziaria e al loro rispettivo territorio la massima affidabilità e un rischio di credito praticamente nullo. Il miglioramento del rating oggi assegnato da Moody’s riflette il processo di revisione della politica finanziaria, avviato nella presente legislatura dalla Giunta provinciale, che ha delineato una impostazione finanziaria innovativa, accentuando le azioni di rigore per il controllo e il contenimento della spesa corrente e per la valorizzazione dei nuovi strumenti finanziari di sistema finalizzati ad accrescere le potenzialità finanziarie dell’Autonomia. Il rating premia la politica finanziaria rigorosa adottata dalla Giunta, con l’accelerazione sia delle azioni correttive e di razionalizzazione delle politiche di spesa, in particolare della spesa corrente, sia dell’operatività dei nuovi strumenti finanziari (Patrimonio del Trentino S. P. A. , Cassa del Trentino S. P. A, Trentino Riscossioni S. P. A. , Centrale Acquisti, Itea S. P. A. , ecc. ) per meglio qualificare e potenziare gli ambiti di autonomia finanziaria della Provincia ed accrescere le potenzialità di sviluppo e sostegno agli investimenti in aree strategiche di spesa. Anticipando il futuro, quando si attueranno i principi di Basilea 2 che vedranno modificati gli indici di impegno del capitale di rischio delle banche sugli investimenti, il cooke ratio (ovvero l’indice di “rischiosità”) degli enti locali e territoriali che oggi genericamente è pari al 20% dipenderà invece dal rating agli enti stessi assegnato; dunque gli investitori troveranno più appetibile fare investimenti in titoli emessi dalla Provincia e la Provincia dal canto suo, generando in capo alle banche un possibile cooke ratio dello 0% otterrà condizioni migliori rispetto ad altri. Con la tripla A (Aaa), la Provincia autonoma di Trento potrà dunque fregiarsi di un passaporto internazionale privilegiato che permetterà di accedere al mercato dei capitali a condizioni di assoluto vantaggio. Il beneficio e gli effetti indiretti di questa valutazione si estenderanno anche al territorio ed alle imprese che vi lavorano o si installeranno. Tutti gli operatori della comunità trentina o tutti quelli che entrano in relazione con la comunità trentina potranno fare leva sulla sicurezza di operare in un territorio dove il “regolatore pubblico” ha una affidabilità e una credibilità economico-finanziaria senza pari. Questo rating darà la possibilità ad altri soggetti appartenenti al territorio trentino di ottenere valutazioni dello stesso tipo che si legheranno alla scala di rating e alla struttura di eccellenza della Provincia e quindi avere anche loro potranno ottenere migliori valutazioni che in altri territori per ragioni opposte potrebbero non ottenere. Il rating di Aaa riconosciuto oggi al Trentino si esprime in controcorrente rispetto alla tendenza ribassista in atto nel resto del territorio nazionale dove, per molteplici ragioni, i ratings degli altri enti e allo Stato sono stati recentemente ridotti o posti in osservazione con minaccia di riduzione. .  
   
   
TABACCHIERA AL CONSIGLIO GENERALE DELLA FEDERLAZIO: PORRE LA PMI AL CENTRO DELLE POLITICHE ECONOMICHE.  
 
Roma, 18 dicembre 2006 - Presso la Sala Conferenze della Banca di Roma, si è tenuto il 15 dicembre il Consiglio Generale della Federlazio. All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, il presidente di Unioncamere nazionale Andrea Mondello, il presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra, l’Assessore al Bilancio del Comune di Roma Marco Causi, l’Assessore all’Agricoltura della Regione Lazio Daniela Valentini. Nella sua relazione, il presidente della Federlazio Massimo Tabacchiera ha voluto rivolgere l’invito ai rappresentanti delle istituzioni presenti a porre la Pmi al centro delle politiche economiche. “Il nostro è un “capitalismo di territorio” - dice Tabacchiera - cioè un capitalismo imperniato sulle Pmi e sul legame che esse sono riuscite ad intessere con il contesto circostante. Le Pmi non sono un’anomalia o un retaggio del passato da cui bisogna liberarsi per poter fare ingresso nella modernità, ma sono il vero valore di questo paese, che la politica è chiamata non a limitare ma anzi a difendere e ancor più a promuovere e valorizzare, se si vogliono perseguire gli obiettivi di sviluppo economico e di benessere”. “Se veramente si vuole fare questo – prosegue Tabacchiera – occorre mettere mano prioritariamente a quella che consideriamo una vera e propria questione vitale, anzi la più vitale di tutte per le nostre aziende, ovvero il credito e una politica che ne faciliti le condizioni di accesso e ne riduca il costo. La Federlazio rivolge un appello a tutte le istituzioni che operano sul territorio, dalla Regione alla Provincia al Comune alla Camera di Commercio, affinché si pervenga ad un’armonizzazione delle politiche e degli interventi, ad un’integrazione delle risorse che ciascuno è in grado di mettere in campo, per dotare il nostro sistema di un credito a misura di Pmi e di una rete di Confidi forte e capace di svolgere realmente il ruolo per cui è nata”. “Anche il mondo della rappresentanza – continua Tabacchiera - deve però riflettere al proprio interno. Oggi le associazioni sono chiamate a compiere un salto di qualità che le metta in condizione di svolgere appieno il loro ruolo di classe dirigente. E’ giunto il momento di avviare una sorta di rivoluzione culturale’ nell’ambito della rappresentanza imprenditoriale. Oggi le Pmi devono riscoprire la forza dello stare insieme, il valore aggiunto che deriva dal riconoscersi in un progetto comune”. Occorre lavorare - ha concluso Tabacchiera – per creare un’infrastruttura di collegamento che consenta a tutte le Pmi, ovunque esse si trovino e a qualunque organizzazione di rappresentanza esse oggi aderiscano, di avviare tra di loro una forma di dialogo sistematico senza con questo dover rinunciare alla ‘fedeltà’ dovuta alle rispettive organizzazioni di appartenenza”. .  
   
   
IMPRENDITORI TOSCANI, RUSSI, UCRAINI E KAZAKI SI SONO INCONTRATE A LUCCA LA TOSCANA È TRA LE REGIONI ITALIANE CHE HANNO I MAGGIORI RAPPORTI COMMERCIALI CON I TRE PAESI  
 
Firenze, 18 dicembre 2006 - Sono 49 le aziende provenienti da Russia, Ucraina e Kazakhstan che il 15 dicembre a Lucca hanno incontrato 38 produttori toscani di calzature, pelletteria e abbigliamento in pelle. L´iniziativa, organizzata da Toscana Promozione (l´Agenzia di promozione economica della Toscana) in collaborazione con Lucca Promos, Provincia di Lucca e Pistoia Promuove, rientra nell´accordo di programma tra la Regione Toscana e l´Ice (Istituto per il commercio estero). L´incontro è avvenuto nelle sale del Palazzo Ducale e tra le due delegazioni di impenditori lo scambio di informazioni e accordi è stato positivo e proficuo. Il workshop lucchese arriva a pochi giorni dalla conclusione di un altro evento che ha interessato il mercato russo. Dal 21 al 25 novembre la Toscana, infatti, è stata protagonista a Mosca con il Grande Evento "Toscana: il senso di una regione" che ha visto 12 aziende vinicole partecipare alla Fiera del settore enogastronomico "Drink Industry"; 45 imprese del settore arredo impegnate alla fiera Mebel e i consorzi Artex e Csm protagonisti ad "Atelier Italia", la mostra d´immagine organizzata da Macef al Manezh. Della delegazione che ha incontrato a Lucca gli imprenditori toscani facevano parte 30 aziende russe, 11 ucraine e 8 kazake. Nel 2005 la Toscana si è classificata al 5° posto tra le regioni italiane per la mole di esportazioni in Russia per quanto riguarda i settori delle calzature, dela pelletteria e dell´abbigliamento in pelle. Sul mercato russo sono stati venduti prodotti per un totale di 26milioni e 405. 535 euro (+16,4% rispetto al 2004), pari al 6,1% delle esportazioni italiane di questi settori in Russia. Sempre per questi comparti, la Toscana è, in Italia, al 2° posto per le importazioni dalla Russia con acquisti per 39milioni e 528. 533 euro (+23,8% sul 2004), ossia il 36,3% di quelle italiane. Se valutiamo l´interscambio complessivo della Toscana verso la Federazione Russa, si vedranno nel solo 2005 vendite per un totale di 521milioni 848. 262 euro (ancora il 5° posto in Italia) e importazioni per 225milioni 767. 100 euro nel 2005 (7° posto). Globalmente, le esportazioni toscane in Russia sono aumentate nel 2005 del 66,6%, mentre le importazioni dal mercato russo sono calate del 4,3%. Anche nell´interscambio con l´Ucraina la Toscana ha conquistato ottimi risultati. Lo scorso anno, con vendite pari a 7milioni 249. 504 (+21,6% sul 2004), si è posizionata al 5° posto nella classifica delle regioni italiane per quanto riguarda le esportazioni di pelle e prodotti ad essa collegati. E´, invece, seconda nelle importazioni di prodotti di questi comparti, con acquisti dal mercato ucraino per 40milioni 506. 693 euro (+19,7%). L´interscambio Toscana-ucraina di questi settori corrisponde, rispettivamente, al 7,5% delle esportazioni e al 40,2% delle importazioni italiane. Complessivamente, nel 2005, la Toscana ha esportato in Ucraina merci per un totale di 82milioni 417. 252, mentre si trova al 7° posto in Italia per le importazioni, con acquisti per 115milioni 691. 770 euro. Rispetto al 2004 si sono registrate una diminuzione del 7,3% nelle esportazioni totali toscane in Ucraina e una crescita del 9,2% nelle importazioni da questo mercato. Infine sul mercato kazako la Toscana ha esportato, lo scorso anno (2005) calzature, pelletteria e abbigliamento in pelle per un totale di 1milione 733. 844 euro classificandosi, per questi comparti, al 4° posto tra le regioni italiane fornitrici del Kazakhstan. Nelle importazioni, invece, la nostra regione si è situata al 2° posto con 949. 741 euro di acquisti, pari al 33,8% delle vendite italiane di questi settori su questo mercato. Per quasnto riguarda la pelle le esportazioni toscane in Kazakhstan nel 2005 sono praticamente raddoppiate rispetto al 2004, mentre le importazioni sono triplicate. Uno sguardo complessivo all´intero interscambio Toscana-kazakhstan, invece, mostra 26milioni 789. 135 euro di esportazioni (4° posto in Italia) e 35milioni 155. 763 euro di importazioni (6° posto). Nell´insieme, lo scorso anno le esportazioni toscane sul mercato kazako sono calate del 3%, mentre le importazioni sono più che raddoppiate. .  
   
   
TORINO: APPROVATI DALLA GIUNTA REGIONALE I DOCUMENTI FINANZIARI 2007 IL BILANCIO DI PREVISIONE 2007 PAREGGIA SULLA CIFRA DI 17 MILIARDI E 56 MILIONI DI EURO.  
 
Torino, 18 dicembre 2006 La Giunta regionale ha approvato il 14 dicembre i disegni di legge riguardanti il bilancio di previsione 2007 e pluriennale 2007-2009, la legge finanziaria 2007 e l’esercizio provvisorio 2007. Il bilancio di previsione 2007 della Regione pareggia sulla cifra di 17 miliardi e 56 milioni di euro. Le entrate saranno di 12 miliardi di euro derivanti da tributi propri della Regione e tributi erariali devoluti dallo Stato, 443 milioni di trasferimenti dall’Unione Europea e 1,5 miliardi dallo Stato, 2,9 miliardi da mutui, prestiti ed altre operazioni creditizie a medio e lungo termine. L’elenco delle spese comprende 8,2 miliardi per la sanità ed i servizi alla persona, 666 milioni per interventi in campo economico, un miliardo per la tutela e valorizzazione del territorio. Scendendo nel dettaglio, sono stati inseriti 7,8 miliardi per la programmazione sanitaria, 810 milioni per i trasporti, 160 per turismo, sport e parchi, 157 per le politiche sociali, 155 per l’industria, 121 per cultura, istruzione e spettacolo, 103 per la formazione professionale e il lavoro, 93 per i beni culturali, 77,3 per la tutela ambientale e la gestione dei rifiuti, 71 per la valorizzazione e sviluppo dell’agricoltura, 54 per il commercio e l’artigianato, 50 per le opere pubbliche, 25 per il territorio rurale, 24 per la difesa del suolo, 23,6 per il controllo delle attività sanitarie, 21,3 per l’edilizia residenziale, 17,5 per le risorse idriche. “E’ un bilancio impegnativo - osserva il vice-presidente ed assessore regionale al Bilancio e Finanze, Paolo Peveraro - che tiene conto dei vincoli di contenimento della spesa e delle riduzioni di trasferimenti imposti dalla Finanziaria nazionale, ma che, con fiducia ed ottimismo, impegna ingenti risorse per la ripresa economica e lo sviluppo del Piemonte. Tra l’altro, non prevede alcun aumento delle tasse e dei tributi di competenza della Regione e mantiene inalterato l’impegno per il welfare ed il sistema sanitario, settori che assorbono oltre il 70% delle risorse”. .  
   
   
EQUITÀ, SVILUPPO, PARTECIPAZIONE E NUOVO STATUTO NELLA PRESENTAZIONE DI DELLAI DEL BILANCIO 2007 DELLA PROVINCIA DI TRENTO  
 
Trento, 18 dicembre 2006 - Tracciare il bilancio dei primi tre anni di legislatura e delineare il programma di governo futuro: questo in sintesi il contenuto dell’intervento pronunciato il 15 dicembre dal presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai nell’aula del Consiglio provinciale per illustrare la manovra di Bilancio 2007 e pluriennale 2007-2009. Le parole chiave sono equità, sviluppo, affidabile qualità finanziaria della Provincia. Un lungo excursus è stato dedicato alla necessità di un nuovo Statuto di Autonomia mentre la chiusura è stata dedicata a tre priorità politiche: rilanciare la democrazia “partecipata”, rafforzare l’anima del Trentino, investire sui guivani. Lasciando la maggior parte delle cifre alla documentazione di carattere più tecnico, Dellai si è concentrato sulla presentazione del quadro complessivo della situazione politica, economia e sociale del Trentino e sulle sue linee di evoluzione. “Il triennio che abbiamo alle spalle ci ha visti protagonisti di una stagione di riforme importanti – ha iniziato Dellai - nel solco dell’idea di un Trentino più competitivo. Abbiamo riformato il nostro sistema integrato della ricerca, orientandolo di più al sostegno dell’innovazione e dello sviluppo durevole del territorio. Nell’intento di aumentare sia l’efficienza sia la democraticità dell’azione amministrativa, abbiamo modificato, con la riforma istituzionale, il sistema di governo dell’Autonomia, rafforzando i poteri locali, delineando il nuovo ambito delle Comunità di Valle ed avviando i presupposti per una radicale ristrutturazione dell’apparato provinciale. Sposando l’idea di uno sviluppo fondato sul capitale umano, abbiamo perseguito l’obiettivo della formazione quale dimensione costante della vita con la riforma della scuola e la nuova disciplina dell’apprendistato; i risultati positivi del nostro sistema formativo, conseguiti investendo risorse e non certamente distribuendole illimitatamente a pioggia, vanno a merito dell’intero corpo docente e non docente che lavora in Trentino e delle famiglie che supportano con sacrifici i loro ragazzi nei percorsi scolastici. ” Dellai ha proseguito ricordando come in questi tre anni la Provincia autonoma di Trento abbia cercato di costruire un Trentino che sia sempre di più luogo delle opportunità e delle occasioni. Si sono varate “nuove misure di sostegno ai giovani, così a colmare un deficit strutturale di attenzione e di investimento sulle giovani generazioni. ” Inoltre si è lavorato per “migliorare l’offerta dei servizi socio sanitari, in particolare per qualificare la nostra sanità, per contenere i tempi di attesa, per adeguare il sistema alle nuove esigenze di salute dei cittadini. ” Ed ancora: Dellai ha ricordato la riforma del comparto dell’edilizia residenziale pubblica ed il piano straordinario 2006-2007 per l’edilizia agevolata, che vedrà soddisfatte tutte le domande aventi i requisiti richiesti presentate entro il 30 giugno di quest’anno, e le iniziative sul versante del bisogno di sicurezza dei cittadini. Infine, sempre nella sezione dedicata al percorso fatto fino ad oggi, un accenno alla riforma del settore estrattivo, alle nuove frontiere dell’energia, anche a partire dalla valorizzazione della risorsa legno e dalla scommessa sui nuovi modi del “costruire”, alle sfide poste dai temi dell’energia e dell’acqua, con la recente approvazione del Piano generale di utilizzazione delle acque, dopo sei anni di lavoro. Il futuro - Il discorso del presidente Dellai si è quindi addentrato sulle prospettive future, come delineate dal documento di Bilancio presentato all’aula consiliare. “Il bilancio che chiediamo all’aula di approvare – ha detto Dellai - può essere letto alla luce di tre idee forza tra loro connesse, anche temporalmente: equità, sviluppo, affidabile qualità finanziaria. Sostenere misure che accrescano l’equità tra cittadini, gruppi sociali, generazioni e territori è obiettivo fondamentale della nostra politica, a fronte dei rischi di disuguaglianza che crescono in tutta Europa e non sono assenti neppure in Trentino. Per questo, il bilancio garantisce innanzitutto risorse adeguate per i grandi settori di intervento dai quali deriva una parte rilevante della partecipazione ai diritti di cittadinanza. 683 milioni di Euro per scuola e formazione, con particolare attenzione ad azzerare la dispersione scolastica e a garantire percorsi di alta specializzazione ai “capaci e meritevoli”. 976 milioni di Euro per la salute, pensando in particolare alle categorie ed ai soggetti più deboli e con lo specifico obiettivo di tendere progressivamente a garantire pari diritti di accesso ai servizi, soprattutto di emergenza, da parte dei territori più periferici. Ciò all’interno di un progetto per la qualità dei servizi sanitari, che può essere ottenuta solamente attraverso il miglioramento dei rapporti interni all’organizzazione e tra essa e la comunità. 245 milioni di Euro per l’assistenza sociale, orientata progressivamente verso fenomeni e bisogni nuovi, che richiedono sempre di più un nuovo clima culturale nel senso della condivisione e della partecipazione della comunità. 45 milioni di Euro per le politiche per il lavoro, necessari per confermare le misure di sostegno attivo e di valorizzazione dei lavoratori temporaneamente disoccupati e per finanziare nuove misure, tra le quali quelle previste dalla recente legge provinciale per l’apprendistato. Lavoro che - riconfermo qui - noi vogliamo si esprima con rispetto della dignità e della sicurezza. Queste risorse si intrecciano con quelle regionali, in particolare con il sostegno alle posizioni previdenziali dei lavoratori atipici, che, assieme all’offerta di formazione continua e alle altre opportunità di supporto sociale, denotano un originale sforzo della nostra autonomia per la riduzione della precarietà e per una flessibilità socialmente sostenibile. All’equità si ispirano gli interventi con i quali daremo attuazione alla nuova legge per il diritto alla casa, con la conferma degli obiettivi quantitativi e qualitativi assunti davanti al Consiglio e alle forze sociali. E così le misure per garantire diritti di cittadinanza e rispetto della legalità nel campo dei lavoratori stranieri presenti in Trentino. Al principio dell’equità tra generazioni si ispira l’assicurazione obbligatoria contro la non autosufficienza, intesa come avvio di un meccanismo virtuoso di responsabilità per garantire parità di diritti e di servizi anche ai cittadini a rischio non-autosufficienza nei prossimi decenni, vale a dire ai ragazzi e ai giovani di oggi. Ma il valore dell’equità non può essere perseguito solamente qui, in Trentino. Per questo, il bilancio conferma l’impegno assunto a destinare almeno lo 0,25% delle nostre risorse al sostegno di azioni per la cooperazione allo sviluppo nei paesi in difficoltà. ” Dall’equità allo sviluppo. Per Dellai il Bilancio 2007 elaborato dall’esecutivo provinciale è innanzitutto “un bilancio amico delle nostre imprese. Dispone di risorse e prevede strumenti, anche nuovi, per accompagnare gli imprenditori nel loro difficile compito di creazione di ricchezza collettiva in una fase di grande cambiamento degli scenari competitivi nonché per supportare i lavoratori nel loro ruolo insostituibile di coprotagonisti dell’impresa, in un momento di forte trasformazione del lavoro e delle sue dinamiche. Escludiamo, anche d’intesa con i comuni, ogni forma di aumento della pressione tributaria sulle imprese, evitando così il rischio che i prelievi locali annullino gli effetti della manovra nazionale sul costo del lavoro. Questa scelta conferma e rafforza una caratteristica del nostro sistema, oltre modo importante nell’attuale congiuntura economica: mi riferisco all’incidenza della pressione tributaria locale (provinciale e comunale) rapportata al prodotto interno lordo, che nel 2005 era del 4,46% rispetto al 6,24% del livello medio nazionale. Abbiamo unificato in uno solo capitolo e rafforzato (da 39. 6 a 44. 8 milioni di Euro) gli stanziamenti a favore degli investimenti delle imprese, che useremo prioritariamente per progetti innovativi o destinati a migliorare la capacità competitiva. ” Dellai ha proseguito ricordando che a fronte delle crescenti difficoltà si prevede un nuovo fondo per sostenere l’accesso al credito da parte delle imprese; inoltre verranno rafforzate rafforzate le filiere produttive e il circuito virtuoso tra commesse, imprese centri di ricerca. Questi gli stanziamenti: ricerca scientifica e trasferimento tecnologico (93 milioni di Euro); misure per l’internazionalizzazione delle imprese e l’accesso ai mercati (11 milioni di Euro); infrastrutturazione viabilistica, ferroviaria e telematica del territorio (219 milioni di Euro). Riguardo infine all’affidabilità finanziaria, Dellai ha sottolineato alcuni elementi di particolare valenza: una crescita della spesa corrente, esclusa la sanità e l’assistenza, limitata allo 0,2% (al 1,9% , aliquota inferiore al tasso programmato di inflazione, considerando anche le spese socio sanitarie); la salvaguardia dei flussi di investimento che salgono da 1477 a 1486 milioni di euro, ai quali si aggiungono investimenti delle società controllate per un totale di 1650 milioni; la conferma dell’elevato volume di risparmio pubblico, per circa 1 miliardo di euro; l’attenuata rigidità del bilancio, in assenza di qualsiasi forma di indebitamento; la riduzione delle spese discrezionali, con una contrazione del 31% rispetto al bilancio 2004; il contenimento della spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi, che decresce dell’1,7%; il contenimento delle spese di personale attraverso il riconfermato blocco del turnover, il controllo delle assunzioni a tempo determinato e la riduzione delle strutture organizzative interne; la sottoscrizione di un nuovo patto di stabilità con i comuni, che ha previsto limiti alla spesa e alle dotazioni di personale e che evidenzia un atteggiamento di grande responsabilità da parte dei Sindaci trentini. Il discorso del presidente Dellai è quindi proseguito parlando della necessità di aprire una nuova fase dell’Autonomia trentina, con l’elaborazione di un nuovo Statuto, una fase “immaginata intorno ad obiettivi di grande qualità e di lungo periodo; una autonomia dal respiro europeo; una Provincia che diventa più Land e meno amministrazione”. Tutto questo per un Trentino che “non rinuncia alla sua peculiare identità ma rafforza i suoi ‘rapporti corti’ nell’ambito del Tirolo storico ed i suoi ‘rapporti lunghi’ con le altre regioni vicine e con il resto dell’Europa. Accrescere il dinamismo potendo contare sulla solidità delle sicurezze date dall’autonomia diventerà sempre di più una necessità. Vale particolarmente per la nostra autonomia quanto ha scritto Benjamin Friedman a proposito della società moderna, da lui definita come una bicicletta, nella quale lo sviluppo rappresenta la spinta in avanti che fa girare le ruote. Se le ruote girano rapidamente, la bicicletta è molto stabile. Ma se le ruote si fermano - dice - la democrazia, le libertà politiche e civili e la tolleranza sociale vengono messe in pericolo anche in quei paesi dove il livello assoluto di ricchezza e prosperità si mantenesse comunque alto. ” Oltre la pur vera esigenza di adeguamento al nuovo titolo quinto della Costituzione, Dellai ha indicato quindi alcune priorità, in primo luogo “integrare l’art. 103 dello Statuto con la espressa previsione dell’intesa tra Parlamento e assemblee legislative dell’autonomia per la modifica statutaria e per questo sosteniamo le proposte legislative tempestivamente depositate in Parlamento dai nostri rappresentanti. Finché questa modifica dell’art. 103 non sarà definitiva, è prudente non attivare formalmente alcun procedimento di adeguamento dello Statuto in sede parlamentare. “Dovremo affrontare contenuti ‘interni’ all’autonomia – ha detto ancora - soprattutto riguardanti i principi di sussidiarietà. Ma dovremo anche affrontare nuovi contenuti ‘esterni’: penso all’esigenza di una riqualificazione di tutte le nostre competenze rispetto allo Stato; alla acquisizione di ulteriori forme di responsabilità dell’autonomia in materie di pertinenza statale ivi compresa quella fiscale; penso all’opportunità di evidenziare nello Statuto il particolare rapporto che lega le nostre due province al Tirolo del nord, rapporto considerato fin dagli atti fondativi della nostra autonomia e che oggi, nel nuovo contesto europeo, può assumere un profilo istituzionale più forte, coraggioso ed innovativo, sperabilmente consolidato da un reciproco aggancio costituzionale. Infine, tre priorità politiche per il prossimo futuro. La prima è rilanciare il tessuto democratico di base, la partecipazione, la responsabilità dei cittadini, partendo dai Comuni, oggetto della riforma istituzionale, e dal nuovo Pup. “L’idea, per la quale siamo già al lavoro, è quella di convocare a partire dai prossimi mesi una sorta di Stati generali della democrazia di base in Trentino. “ La seconda priorità è rafforzare l’anima del Trentino. “Dobbiamo investire ancora molto nella nostra memoria collettiva, nella cultura fatta di luoghi, avvenimenti, persone, processi storici, minoranze linguistiche, evoluzioni istituzionali. C’è bisogno di trovare anche linguaggi e strumenti nuovi per comunicare la nostra identità. Per questa ragione intendiamo attivare, con la collaborazione di tutte le istituzioni scientifiche, pubbliche e private, un Centro della storia trentina, che utilizzi tutte le nuove tecnologie interattive e diventi un punto di riferimento per quanti vogliono o debbono sapere chi siamo e da dove veniamo. Una sorta di piccolo Yad Vashem, che informi e faccia riflettere sulla nostra storia, sui suoi momenti felici e su quelli meno felici, offerto a quanti in Trentino sono nati e nasceranno e a quanti qui arrivano o arriveranno da ogni parte del mondo. ” Dellai ha anche parlato della necessità di rafforzare la cittadinanza solidale. “Dobbiamo costruire un sistema di sicurezza sociale più dinamico, partendo dalla centralità della famiglia. Tutti noi siamo orgogliosi di appartenere ad una cultura istituzionale tipicamente europea e occidentale che dello stato sociale, specialmente da noi, ha fatto una grande nuova frontiera politica ed economico sociale e a questo principio vogliamo rimanere fedeli. Ma il tempo corre ed insieme corrono i processi di cambiamento, anche indotti dall’evoluzione demografica. Dobbiamo andare verso l’idea di un Trentino inteso come distretto delle opportunità per le famiglie, nel quale sia possibile condividere un obiettivo sfidante: incrementare la natalità nelle famiglie trentine – al netto del contributo di quelle straniere residenti – dall’indice di 1,27 di oggi a quello dell’1,5 figli per famiglia nell’arco di un decennio. ” Dellai ha quindi parlato di “paesaggio, forma esteriore della nostra identità” e di sviluppo sostenibile, tornando al tema cruciale del nuovo Pup, prima di addentrasi nella terza priorità politica, investire sui giovani. “Abbiamo capito che non ha più alcun senso occuparsi dei giovani solamente a partire dalle patologie oggi più ‘gettonate’ e neppure ha più senso confezionare e calare dall’alto una miriade di progetti pensati senza conoscere le vere esigenze dei destinatari. Continueremo piuttosto a supportare senza invadenza tante iniziative di crescita, di scambio, di protagonismo dei giovani, puntando soprattutto a stimolare percorsi di aggregazione, crescita di responsabilità sociale e civile, opportunità di espressione attraverso le varie forme e i vari linguaggi della loro creatività. Continueremo a puntare sulla formazione di professionalità che nei vari ambiti territoriali possano essere credibili e seri punti di riferimento per i giovani e per le loro attività. Con la finanziaria di quest’anno apriamo anche la possibilità di sostenere investimenti per l’attivazione di centri giovanili in alcune realtà delle nostre valli: centri per la gestione dei quali scommettiamo sulle risorse professionali, associative e culturali dei territori e sulla capacità dei comuni di mettersi in rete e di condividere le esperienze. ” Dellai ha concluso con una citazione di Zygmunt Bauman: “Sentiamoci tutti responsabili di tutti, poiché l’essenza di ogni morale è data dalla responsabilità nei confronti dell’umanità degli altri, questa è anche l’unità di misura degli standars morali di una società. ” Ha successivamente ripreso don Marcello Farina, che nel suo ultimo libro ha affermato che questo “è il tempo dell’episodicità, l’era del presente assoluto, dove i più – spesso perché costretti da un ritmo sempre più serrato – vivono soltanto il proprio tempo da privati cittadini’ e sempre meno sono capaci di scandire e determinare il tempo della comunità. ” Per questo motivo, “a tutti noi dentro quest’aula, comunque oggi collocati, si impone l’obbligo di essere in ogni caso ambiziosi ed audaci nelle mete, ma pazienti nei percorsi. Audacia e pazienza; coraggio e perseveranza: parole d’ordine che esprimono il miglior significato della nostra autonomia ed il profilo profondo della sua autenticità. ” .  
   
   
COOPERAZIONE, PAROLA CHIAVE DELLO SVILUPPO NEL MEDITERRANEO  
 
Firenze, 18 dicembre 2006 - Politiche comuni e azioni di partnership fra Regioni e autorità locali nell´ambito del bacino Mediterraneo come strumenti per prevenire i conflitti, promuovere la democrazia e lo sviluppo sostenibile dell´area. E´ questo il messaggio che Federico Gelli, vicepresidente della Regione Toscana, ha rivolto in apertura dei lavori ai rappresentanti delle regioni del Mediterraneo, della Crpm e dell´Unione Europea al workshop tenuto il 15 dicembre al Convitto della Calza a Firenze in conclusione del progetto Compart. Finanziato dall´Unione Europea il progetto è servito per mettere a confronto metodologie e buone pratiche adottate da varie regioni (Toscana, Calabria, Friuli, Andalusia in Spagna, Tangeri Tetouan in Marocco, Macedonia occidentale in Grecia) e agenzie di sviluppo locale (Bosnia e Croazia) e la Crpm, la conferenza delle regioni periferiche e marittime, al fine di evidenziare l´efficacia dell´attività svolta e le eventuali criticità. Se il bilancio dei progetti sin qui attuati, sia nell´ambito del processo di Barcellona che dell´iniziativa comunitaria Interreg, è stato certamente positivo, il vicepresidente Gelli ha sollecitato un doppio salto di qualità per quelle che ha definito le "sfide comuni sempre più impegnative che attendono le Regioni e tutti gli attori locali e che impongono politiche comuni" nell´ambito della nuova politica europea di "vicinato" e del nuovo obiettivo 3 "cooperazione territoriale". Il primo salto di qualità - ha detto Gelli - si impone nella programmazione, in modo da concentrare sforzi e risorse, economiche e politiche, ma anche intellettuali, di tutti gli attori chiave (siano essi pubblici o privati) sui progetti strategici per accrescerne l´efficacia. Il secondo salto di qualità - ha continuato - riguarda l´assunzione del valore centrale del "partenariato" come strumento chiave per garantire l´efficacia delle strategie di sviluppo locale, in un´ottica di decentramento e sussidiarietà che veda il coinvolgimento in un approccio "bottom up" di tutti i soggetti che possono cooperare allo sviluppo e alla prevenzione dei conflitti. Al termine dei lavori è stata approvata una dichiarazione comune che impegna tutti i soggetti aderenti "ad una partecipazione attiva per la creazione di partnership fra regioni e autorità locali con l´obiettivo dello sviluppo, della democrazia e della pace nei paesi del Mediterraneo". .  
   
   
TERRITORIO: “NATO” PAT (PIANI DI ASSETTO TERRITORIALE) CAMPOSAMPIERO (PD), PRIMO IN VENETO IN ITINERE ALTRI 400  
 
Venezia, 18 dicembre 2006 - Attualmente sono circa 400 i Comuni del Veneto che stanno elaborando i loro Piani di Assetto Territoriale comunali (Pat) o intecomunali (Pati) previsti dalla nuova legge urbanistica regionale (i “vecchi” Piani Regolatori Generali), ma oggi il primo di loro, quello del Comune Padovano di Camposampiero, ha di fatto tagliato il traguardo con la valutazione da parte del Comitato di Valutazione Tecnica Regionale (Vtr). Per dare solennità al primo “nastro azzurro” prodotto dalla nuova legge, il Comitato si è riunito a Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale, presenti, tra gli altri, l’Assessore alle Politiche per il Territorio Renzo Marangon, il Presidente e Vicepresidente della Commissione Urbanistica del Consiglio regionale, Tiziano Zigiotto e Diego Bottacin, il Sindaco di Camposampiero Marcello Volpato. Nel giro di qualche giorno il Comune convocherà la Conferenza di Servizi con la Regione che approverà defintivamente il Pat che, una volta ratificato dalla Giunta veneta (anche questo in tempi brevissimi), entrerà in vigore e guiderà la programmazione territoriale, ambientale, infrastrutturale, sociale ed economica dell’importante Comune dell’alta padovana. L’iter era iniziato nel marzo 2005. “Questo è un bel momento – ha sottolineato Marangon – perché la nuova legge urbanistica ha introdotto una vera e propria rivoluzione nell’approccio e nelle procedure della pianificazione con l’introduzione della concertazione tra Enti locali (Comuni e Province) e Regione e vederne la concretizzazione, sapendo peraltro che centinaia di altri Comuni vi stanno lavorando, è una grossa soddisfazione”. L’assessore ha anche tenuto a sottolineare che progressivamente sta aumentando la partecipazione a questi processi anche da parte delle Province e che “si sta quindi realizzando nei fatti quello che era uno dei principali obbiettivi della legge, e cioè la concertazione tra tutti gli Enti interessati”. Soddisfazione è stata espressa anche dal Presidente della Commissione Consigliare Tiziano Zigiotto: “Questa – ha detto – è una risposta concreta e positiva agli scettici che, quando la nuova legge venne approvata, ritenevano che non avrebbe funzionato”. “E non è questo – ha aggiunto Marangon – l’unico obbiettivo sinora raggiunto: sono infatti allo studio 80 Piani di Assetto del Territorio Intercomunali, pensati per governare unitariamente e a livello sovracomunale le numerose particolarità ed esigenze dei diversi ambiti territoraili regionali”. Per aiutare i Comuni a dotarsi di nuovi strumenti di governo del territorio, la Regione ha stanziato sino più di 2 milioni di Euro. .  
   
   
NUOVO RAGGRUPPAMENTO “STUDI SERIGRAFICI” IN ACIMAC IL DIRETTORE GAMBULI COMMENTA POSITIVAMENTE ANCHE LA NASCITA DI CONFINDUSTRIA CERAMICA  
 
Modena, 18 dicembre 2006 - Due eventi che fanno bene all’associazionismo, che rendono più compatta la filiera ceramica italiana e sono di buon auspicio per lo sviluppo di un settore che ha dimostrato a tutti i livelli di poter essere leader mondiale. La nascita del nuovo raggruppamento “Studi Serigrafici” all’interno di Acimac (Associazione Costruttori Italiani Macchine e Attrezzature per Ceramica) e l’unione di Assopiastrelle e Federceramica nel nuovo soggetto denominato Confindustria Ceramica rafforzano il sistema associativo e l’intero settore: si riduce il numero di interlocutori, che diventano più rappresentativi, e i benefici di queste unioni – se capitalizzati compiutamente – potrebbero assicurare concreti vantaggi competitivi a tutte le aziende della filiera. La recente adesione ad Acimac di un consistente numero di imprese operanti nel settore della serigrafia ha portato alla costituzione in seno all’associazione del nuovo raggruppamento “Studi Serigrafici”. Ne fanno parte le più note aziende italiane nel campo della produzione di rulli e retini serigrafici, della ricerca grafica e del design: Cerastyle, Creattiva Collections, Ego Design, Essepiesse, Newton Serigrafica, Patrizio Pini Design, Poligraph, Quasar, S. R. S. , Stylgraph, Tecnografica, Tosi e Trend. Paolo Lamberti (Tecnografica) è stato nominato rappresentante di raggruppamento ed entra, come da statuto, nel consiglio direttivo dell’associazione. Nel corso dei già numerosi incontri organizzati, sono stati fissati i primi obiettivi del nuovo raggruppamento, tra cui l’individuazione di efficaci strategie di comunicazione e marketing di un comparto che è sicuramente il portabandiera dello stile italiano al servizio dell’industria delle piastrelle di ceramica. “Ritengo importante che molti studi serigrafici abbiano deciso di aderire ad Acimac – afferma Lamberti – giudicandola una struttura efficiente, in grado di supportare in modo adeguato l’attività di un gruppo di aziende medio-piccole che certamente necessitano di un luogo di raccordo per lavorare insieme. Conto di rappresentare al meglio, nel prossimo futuro, tutte le istanze di questo raggruppamento, contribuendo ad individuare le opportune risposte”. La costituzione di Confindustria Ceramica merita altrettanta attenzione. Da gennaio 2007 confluiranno nell’associazione dei produttori italiani di piastrelle e refrattari anche le aziende produttrici di sanitari e stoviglieria fino ad oggi aderenti a Federceramica, oltre alle aziende del comprensorio di Civita Castellana. “Saluto con grande soddisfazione la nascita di Confindustria Ceramica. Tutte le iniziative che contribuiscono ad unire, a fare sistema – commenta il direttore di Acimac, Paolo Gambuli – vanno infatti accolte con estremo favore. E’ auspicabile che queste integrazioni non si limitino a favorire lo sviluppo e il rafforzamento dei singoli comparti rappresentati, ma che ne espandano le ricadute positive sull’intero sistema dell’industria ceramica (dalle materie prime, agli smalti e colori, agli impianti, ai produttori di piastrelle, refrattari, sanitari, stoviglieria e laterizi, fino ai corredi ceramici). L’augurio, quindi, è che questi siano i primi passi verso l’attivazione di quei tavoli comuni da tempo sollecitati su temi quali la ricerca sugli aspetti produttivi e tecnologici, il marketing, i finanziamenti e gli studi di mercato”. .  
   
   
TELECOM ITALIA: CONTINUA IL PROCESSO DI DISMISSIONE IMMOBILIARE ANNUNCIATO IL 21 DICEMBRE 2005, CEDUTA ULTIMA TRANCHE DI IMMOBILI AL FONDO RAISSA  
 
Milano, 18 dicembre 2006 - Telecom Italia comunica che - nell’ambito del programma di dismissione di immobili per un valore totale di oltre 1 miliardo di euro, approvato dal Consiglio di Amministrazione del 21 dicembre scorso - oggi è stato realizzato l’apporto da parte di Olivetti Multiservices, società controllata al 100% da Telecom Italia S. P. A. , di un’ultima tranche di 33 immobili al fondo immobiliare di tipo chiuso denominato Raissa. Il valore dell’apporto è pari a circa 30 milioni di euro, con una plusvalenza lorda consolidata di circa 11 milioni di euro. Il totale dei conferimenti al fondo Raissa ha determinato un impatto positivo sull’indebitamento finanziario del Gruppo di circa 570 milioni di euro, al lordo delle imposte. Le quote del fondo Raissa sono state cedute ad investitori istituzionali facenti capo a The Morgan Stanley Real Estate Funds; Pirelli & C. Real Estate partecipa al fondo in via minoritaria in joint venture con i medesimi fondi. .  
   
   
FIAT: ACCORDO PER LA CESSIONE DI INGEST FACILITY A PIRELLI RE FACILITY MANAGEMENT  
 
Torino 18 dicembre 2006 - Il Gruppo Fiat, attraverso Business Solutions, ha raggiunto con Pirelli Re Facility Management un accordo per la cessione del 100% di Ingest Facility. Ingest Facility opera in tutti i segmenti del facility management, offrendo soluzioni integrate per utilizzatori di immobili per uso industriale e commerciale. Il fatturato consolidato stimato per fine 2006 è di circa 225 milioni di euro (incluse anche le attività in Francia) e i dipendenti sono circa 370. La cessione avverrà sulla base di un valore complessivo di circa 50 milioni di euro soggetto alle normali clausole di aggiustamento e sarà completata al ricevimento delle autorizzazioni antitrust. L’operazione, che rientra nella strategia di focalizzazione sul core business, comporterà per il Gruppo Fiat una plusvalenza a livello consolidato di circa 40 milioni di euro. .  
   
   
IL MERCATO DELLE LOCAZIONI NEL PRIMO SEMESTRE DEL 2006  
 
Milano, 18 dicembre 2006 - Nel primo semestre del 2006 il mercato delle locazioni registra, in alcune importanti realtà italiane, dei segnali di debolezza. A livello nazionale c’è una leggera crescita dei canoni di locazione dei bilocali (+1. 3%) e dei trilocali (+0. 6%). Spostando l’analisi sulle dieci grandi città italiane si delinea uno scenario diverso, con una sostanziale stabilità dei canoni di locazione dei bilocali (+0. 3%) ed una flessione per quelli dei trilocali (- 0. 2%). Segnali negativi nell’andamento dei canoni di bilocali e di trilocali arrivano da Bologna, Firenze, Torino e Verona. A Napoli si registra un ribasso dei canoni di locazione dei bilocali (-0. 2%), a Milano dei trilocali (-1. 5%). Roma, Palermo e Bari mettono a segno invece delle performance positive su entrambe le tipologie. La motivazione principale che giustifica questo trend è la crescente offerta sul mercato di immobili in seguito alla corsa all’investimento degli anni precedenti. Segnali positivi tuttavia si sono riscontrati in alcune aree a ridosso di facoltà universitarie e di aziende primarie che comportano la presenza di numerosi studenti e lavoratori fuori sede, sicuramente tra i principali protagonisti di questo mercato.
Citta’ Bilocale Trilocale
Bari 2. 1% 2. 2%
Bologna -2. 1% -2. 5%
Firenze -2. 1% -3%
Genova 1. 3% 0%
Milano 0. 3% -1. 5%
Napoli -0. 2% 0%
Palermo 3. 2% 3. 6%
Roma 1. 8% 1. 4%
Torino -0. 9% -1. 4%
Verona -0. 1% -0. 9%
Roma - Nella capitale si registrano ancora segnali positivi: i canoni di locazione dei bilocali sono cresciuti dell’1. 8%, quelli dei trilocali dell’1. 4%. Dall’analisi emerge che le zone con le migliori performance sono soprattutto quelle che gravitano intorno alle facoltà universitarie. Non dimentichiamo cha a Roma ci sono ben dodici atenei. Tra queste citiamo in particolare Tiburtina-s. Lorenzo, che risente della presenza dell’Università La Sapienza, del Policlinico “Umberto I” e della stazione Tiburtina e Piazza della Radio, che beneficia della vicinanza dell’Università “Roma Tre”. Positivo anche l’andamento della zona di Massimina, il cui mercato delle locazioni è animato principalmente dalle richieste provenienti da stranieri, in particolare rumeni. La presenza delle sedi di importanti società (anche straniere) e di enti pubblici ha determinato una crescente richiesta di immobili in locazione da parte di trasfertisti, con il conseguente rialzo dei canoni, nelle zone di Prati-balduina e Poggio Ameno-croce. Mediamente per un bilocale a Roma si spendono 900 € al mese, per un trilocale 1100 € al mese. Milano - A Milano, nel primo semestre del 2006, si registra una crescita dei canoni di locazione dello 0. 3% per i bilocali ed una diminuzione dell’1. 5% per i trilocali. Anche il mercato locativo di questa città deve ringraziare, laddove si leggono segnali positivi, la presenza di studenti universitari. Infatti tra le zone in cui le locazioni tengono ancora ci sono Porta Romana-buozzi e corso Garibaldi, via della Moscova e via Solferino. La prima risente della vicinanza dell’Università Bocconi e per cui si registrano numerose richieste di studenti provenienti dal Sud Italia ( Abruzzo, Sicilia e Molise) e dal Veneto. Nella seconda zona negli ultimi tempi si è assistito ad una crescita di richieste di affitto da parte di studentesse e giovani donne lavoratrici, spesso provenienti da altri Paesi. Il quartiere infatti, grazie anche agli interventi di urbanistica che lo hanno migliorato molto, viene percepito come “sicuro” e scelto da questo tipo di target. Trend positivi anche nella zona di Barona-s. Rita grazie alla vicinanza dell’Università “Iulm” e della sede della “Nestlè”, che attirano numerosi studenti e lavoratori fuori sede. A Milano per un bilocale si deve mettere in conto una spesa media di 800 € al mese, per un trilocale intorno a 1000 € al mese. Fonte: Ufficio Studi Tecnocasa . .
 
   
   
“I PROGETTI DELLE DONNE RURALI IN UN CONVEGNO PROMOSSO DA CIA, L’ASSOCIAZIONE ‘DONNE IN CAMPO’ E CSA (CENTRO STUDI AZIENDALI) SULL’IMPRENDITORIA FEMMINILE.  
 
Bologna, 18 dicembre 2006 “Donne rurali: progetti di oggi, successi di domani” è il titolo del convegno organizzato da Cia Emilia Romagna, l’associazione ‘Donne in campo’ e Csa (Centro studi aziendali) che si terrà a Bologna il 19 Dicembre, alle ore 9,00, presso l’ Hotel Savoia Regency (Via San Donato, 161). Durante la giornata si discuterà dell’affermazione dell’impreditoria femminile come motore di rilancio ed innovazione del settore agricolo. Interverranno al dibattito, tra gli altri, Maria Luisa Bargossi, responsabile del servizio territorio rurale dell’Emilia Romagna, la psicologa del lavoro Maria Adele Tonetti e Mara Biguzzi. Direttrice Cia Emilia Romagna. .  
   
   
CRESCE IL RUOLO DEL MONDO FEMMINILE, OGGI UN OCCUPATO SU TRE È DONNA IL VOLTO ROSA DELL´AGRICOLTURA TOSCANA, I DATI ALLA CONFERENZA PERCENTUALI ALTE SPECIE IN AGRITURISMO, BIOLOGICO, FLOROVIVAISMO E VITICOLTURA  
 
 Firenze, 18 dicembre 2006 - L´agricoltura toscana è sempre più rosa. Il dato emerge con forza alla conferenza regionale: lo attesta, con i numeri, una recente indagine Irpet, lo confermano tutte le iniziative messe in atto dalla regione: dalla partecipazione al Piano di sviluppo rurale 2000-2006 (quasi il 35% delle domande finanziate sono state presentate da donne) sino a iniziative di settore come la recente Selezione dei vini di Toscana la cui rigorosissima giuria ha promosso ben 200 etichette presentate da donne). Il pianeta rosa è dunque sempre più rappresentato e incisivo nella nostra agricoltura: le donne occupate sono oggi più di 18mila su un totale di 54mila con una percentuale che supera il 33 per cento. Ma la dimensione del fenomeno ´rosa´ in agricoltura è soprattutto nella crescita di ruolo: i numeri dell´indagine Irpet dicono che le donne gestiscono aziende sempre più grandi, specie in alcune produzioni di punta del nostro comparto come la viticoltura e il biologico, e che sono protagoniste degli exploit avvenuti nel recente passato nel comparto agrituristico. Inoltre sono, a loro volta, protagoniste del ricambio generazionale: le donne a capo di aziende agricole con oltre 55 anni di età sono il 26,7%, ma la quota sale al 28,9 se si considera la fascia di età fra 40 e 54 anni e arriva al 29,5% tra le donne più giovani. Inoltre le giovani donne gestiscono di frequente imprese molto più grandi rispetto alle donne di età più avanzata (le loro aziende hanno una dimensione media di 9 ettari rispetto ai 4 delle over 55) e si dedicano alle attività in maniera molto più assidua e continuativa: una donna fino a 39 anni riserva, come capo azienda, ben 105 giornate medie di lavoro, rispetto alle 127 dei coetanei maschi, ed alle sole 49 che vengono dedicate all´azienda da una donna di 55 anni ed oltre. Ma quali sono i settori in cui è particolarmente rilevante e crescente la presenza delle donne? Quattro in particolare: agriturismo, agricoltura biologica, florovivaismo e vino. Il numero delle donne che gestiscono aziende agrituristiche è sempre più vicino a quello degli uomini: sono 3. 236 pari al 39,2 per cento del totale. Anche nel settore biologico è sempre più rilevante la quota parte di capi-azienda donne (32,4%) e percentuali significative si hanno anche per il florovivaismo (23,6) e il vino (23,1). .  
   
   
USURA E RACKET, AL VIA IL CICLO DI SEMINARI A MADDALONI IL PROGETTO “SOLIDARIETá E SICUREZZA”  
 
Caserta 18 dicembre 2006 - “Solidarietà e Sicurezza” per le vittime della criminalità. Partiranno oggi lunedì , 18 dicembre, da Maddaloni i seminari itineranti del progetto di sensibilizzazione nei confronti di chi ha subito i soprusi della criminalità organizzata, in particolare verso quanti sono finiti nella rete del racket e dell’usura. L’obiettivo dell’iniziativa è di realizzare un’analisi dei fenomeni criminali sul territorio provinciale, di costituire una rete territoriale attraverso cui diffondere le iniziative, per sviluppare attività di formazione e di prevenzione dei fenomeni criminali. Il calendario di appuntamenti toccherà sei città: dopo Maddaloni, sarà la volta di Mondragone (20 dicembre), Santa Maria Capua Vetere (11 gennaio), San Felice a Cancello (16 gennaio), Marcianise (19 gennaio) e Casal di Principe (24 gennaio). All’incontro di Maddaloni, in programma alle ore 17 alla Fondazione Villaggio dei Ragazzi, parteciperanno l’assessore provinciale alla Legalità, Lucia Esposito, il sindaco Michele Farina. Relatori saranno Luigi Botte, dirigente della divisione antricrimine della questura di Caserta, Paolo Miggiano, esperto di sicurezza urbana, Michele Zannini, presidente Acli Caserta, Salvatore Cuoci, presidente della scuola di pace “Don Peppe Diana”. Agli incontri itineranti è affidato il compito di fare un primo punto sulle sinergie attivate e sulle indagini svolte sul fenomeno in ambito provinciale. “I seminari – spiega l’assessore Esposito – sono un importante strumento di scambio continuo di informazioni. Il prosieguo delle attività ha già ottenuto i finanziamenti di Regione e Provincia e il prossimo anno si lavorerà per mettere insieme tutte le esperienze maturate, al fine di creare una rete di rilievo provinciale a favore delle vittime della criminalità”. .  
   
   
BERSANI HA FIRMATO DECRETO SU MODALITA’ VENDITA ENERGIA DA CIP6 PER I° TRIMESTRE 2007 PREZZO MEDIO E’ PARI A 64 EURO/MWH  
 
Roma, 20 dicembre 2006 - Il Ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani, ha firmato il 15 dicembre il decreto ministeriale con cui si definiscono, per l’anno 2007, le modalità di vendita dell’energia elettrica prodotta dagli impianti che godono delle tariffe incentivate del provvedimento Cip n. 6/92 (di cui all’articolo 3, comma 12, del decreto legislativo n. 79/99). Il provvedimento stabilisce che il prezzo medio fissato per il primo trimestre 2007 è pari a 64 euro/Mwh. L’energia elettrica prodotta dagli impianti incentivati ai sensi del provvedimento Cip 6/92 viene ritirata, per effetto del d. Lgs n. 79/99, dal Gestore del sistema elettrico che la remunera secondo le tariffe differenziate per tipologie di impianto. Questa energia è successivamente venduta dallo stesso Gestore sul mercato, secondo regole e prezzi definiti annualmente da un decreto del Ministro dello Sviluppo economico. La quantità di energia elettrica corrispondente alla capacità assegnabile nel 2007 è lievemente inferiore a quella del 2006, ossia circa 5. 400 Mw rispetto ai 5. 600 dell’anno scorso. Le assegnazioni relative alla vendita per l’anno 2007 dell’energia Cip6 sono effettuate tramite il metodo pro-quota ad un prezzo medio che, per il primo trimestre del 2007, è pari a 64 euro/Mwh. Tale prezzo è stato definito sulla base del valore all’ingrosso dell’energia elettrica nel mercato nazionale nonché delle previsioni di evoluzione dei prezzi dell’energia elettrica e dei combustibili utilizzati per la produzione della stessa relative al 2007. In ogni caso, per assecondare le eventuali oscillazioni in corso d’anno è strato previsto un sistema di aggiornamento trimestrale del prezzo, in ragione dell’andamento dei prezzi sul mercato elettrico. Tenuto conto dell’attuale ripartizione della clientela tra mercato libero e mercato vincolato e dell’evoluzione in corso, l’energia Cip6 è attribuita secondo percentuali rispettivamente pari al 65% per il mercato libero e al 35% per il mercato vincolato. Tali valori sono stati determinati tenendo conto sia del tasso tendenziale di riduzione del fabbisogno del mercato vincolato nel 2006 che delle stime di riduzione dei consumi del medesimo mercato relative al 2007. Al fine di conservare il beneficio di fatto connesso all’entità dei consumi e di mantenere il principio secondo il quale “il diritto segue il cliente”, è stata prevista, in modo analogo a quanto già avvenuto nel 2006, la possibilità di trasferire i diritti di assegnazione dell’energia Cip 6/92 da Acquirente unico ai clienti del mercato libero, in caso di passaggio di un cliente da un mercato all’altro o di modifica del fornitore. .  
   
   
ASCOPIAVE: ESERCIZIO OPZIONE GREENSHOE  
 
Milano, 18 dicembre 2006 - Con riferimento all’Offerta Pubblica Globale di Sottoscrizione di azioni Ascopiave S. P. A. , si rende noto che in data 14 dicembre 2006, Mediobanca - Banca di Credito Finanziario S. P. A. In qualità di unico Global Coordinator dell’operazione, ha integralmente esercitato l’opzione di greenshoe per n. 12. 174. 000 titoli. Il prezzo di acquisto delle azioni oggetto della greenshoe è pari ad € 1,80 per azione – corrispondente al prezzo stabilito nell’ambito dell’Offerta Pubblica Globale di Sottoscrizione – per un controvalore complessivo pari a circa € 21,91 milioni. Il trasferimento e il pagamento delle suddette azioni avverrà entro il 19 dicembre 2006. Inclusa la greenshoe l’Offerta Pubblica Globale di Sottoscrizione ha riguardato pertanto n. 93. 334. 000 titoli Ascopiave S. P. A. , pari al 40,00% del capitale sociale post aumento di capitale, per un controvalore pari a circa € 167,22 milioni. .  
   
   
LE GIORNATE DELLA MICROGENERAZIONE IL 24 E 25 GENNAIO 2007 IL NUOVO MODO DI FARE ENERGIA A CONVEGNO A MILANO  
 
Milano, 18 dicembre 2006 - Vento, sole, acqua, biomasse, ciclo combinato, sono queste le parole chiave per comprendere le novità più rilevanti oggi nella produzione di energia elettrica. O meglio, queste in combinazione con un prefisso, “micro”, che è ancora più rivoluzionario: grazie alle novità tecnologiche e regolamentari questi anni segnano il passaggio da un mondo dell’energia dominato da grandi impianti centralizzati a uno più equilibrato in cui al produzione è più vicina al consumo e in cui il consumatore stesso può trovare nell’energia anche una fonte di reddito complementare. Le Giornate della Microgenerazione, organizzate dalla Camera di Commercio di Milano, dal settimanale e-gazette. It e da Updating, intendono fare il punto della situazione di questo “mondo nuovo” dell’energia, esaminandone gli aspetti tecnologici, economici e normativi con un taglio professionale unico per il nostro Paese. Anche le maggiori prospettive di sviluppo della nuova energia passano infatti per il riconoscimento del ruolo che le piccole e medie imprese e le comunità hanno nel tessuto economico e sociale italiano: in poche parole, il successo della microgenerazione in tutte le sue forme passa realisticamente dall’accertata convenienza economica per questi soggetti. Le Giornate della Microgenerazione hanno già suscitato l’interesse di sponsor industriali di primaria importanza: Ab Energy, Dalmine Energie, General Electric Jenbacher, Gruppo Icq. Con diversi altri le trattative sono in corso di finalizzazione. L’evento, che si svolgerà a Milano il 24 e 25 gennaio 2007 a Palazzo Turati, sede della Camera di Commercio, si struttura su due momenti complementari. Il primo, “Microgen! …. Fonti rinnovabili di energia”, il 24 gennaio, è dedicato a tecnologie come l’eolico e il solare sia fotovoltaico che termico di piccole dimensioni, il mini-idro e lo sfruttamento delle biomasse autoprodotte. Attraverso presentazioni delle caratteristiche di ciascuna tecnologia oggi disponibile sul mercato e di alcuni esempi di successo realizzati, i partecipanti potranno immediatamente individuare le proprie opportunità di intervento e di ritorno economico, grazie anche alla puntuale illustrazione delle possibilità di finanziamento attraverso i Titoli di Efficienza energetica (Tee) e i Certificati verdi (Cv). Il secondo, “Nuova cogenerazione. Guadagni e risparmi per le Pmi”, si rivolge a un settore di enorme potenziale che viene spesso trascurato, quello della produzione combinata di calore ed energia elettrica da parte di piccole e medie imprese con determinate lavorazioni utilizzando impianti a ciclo combinato di piccole dimensioni, che da qualche tempo la tecnologia rende disponibile. Anche in questa giornata, il 25 gennaio, verranno prese in considerazione le diverse offerte tecnologiche disponibili, le prospettive di ritorno economico e il quadro regolamentare, di mercato e le possibili modalità di finanziamento. I dettagli dell’agenda e le possibilità di sponsorship delle Giornate della Microgenerazione sono già reperibili sul sito www. Microgenforum. It, dove è anche possibile registrarsi per la partecipazione gratuita all’evento. . .  
   
   
NASCE A FUSINA LA PRIMA CENTRALE A IDROGENO DEL MONDO PRODURRÀ ENERGIA ELETTRICA SENZA ALCUN TIPO DI EMISSIONE. ENEL INVESTIRÀ 40 MILIONI DI EURO NEL PROGETTO. DALLA REGIONE VENETO UN CONTRIBUTO ALLA RICERCA E SVILUPPO DI OLTRE 4 MILIONI DI EURO.  
 
 Venezia, 18 dicembre 2006 – Nascerà nell’area industriale di Porto Marghera, a fianco dell’impianto Enel di Fusina, la prima centrale al mondo di taglia industriale, alimentata completamente a idrogeno. Un impegno che prevede un investimento di Enel per 40 milioni di euro nei prossimi cinque anni e il sostegno della Regione Veneto alla ricerca e sviluppo sulle nuove frontiere dell’energia per oltre 4 milioni di euro. Il 15 dicembre a Venezia, presso la sede della Regione Veneto, è stata firmata una convenzione tra la Regione ed Enel per l’erogazione di un contributo per attività di ricerca e sperimentazione sulle tecnologie dell’idrogeno. L’intesa si inquadra nell’iniziativa della Regione Veneto volta a realizzare un distretto dell’idrogeno a Porto Marghera. Con la firma della convenzione da parte di Gennaro De Michele, Responsabile della Ricerca Enel, la Regione Veneto verserà all’Enel un contributo di 4. 165. 446 euro. Si tratta di un contributo significativo, che rafforza l’impegno di Enel nel campo dell’idrogeno, già avviato nell’area veneziana con la fondazione nel 2003 dell’Hydrogen Park Sono tre I temi di ricerca finanziati che saranno svolti da Enel in collaborazione con numerosi partners industriali ed universitari: sviluppo di cicli zero emission a combustione di idrogeno; sviluppo di tecnologie innovative di produzione di idrogeno ed elettricità da carbone e biomasse; sistemi innovativi di accumulo dell’idrogeno. La firma è l’atto finale di un lungo percorso che ha visto l’acquisizione da parte di Enel Ricerca di un finanziamento deciso dalla Regione Veneto e oggetto di un bando di gara europeo, a seguito dell’accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente nel marzo 2005 per la realizzazione di un distretto dell’idrogeno a Porto Marghera. La realizzazione della centrale a idrogeno di Fusina fa parte del piano di investimenti per 4 miliardi di euro nei prossimi 5 anni nelle rinnovabili e nell’innovazione tecnologica amica dell’ambiente, annunciato ieri dall’amministratore delegato Fulvio Conti. .  
   
   
EDISON CEDE A BG ITALIA LA PARTECIPAZIONE IN SERENE PER 98 MILIONI DI EURO  
 
Milano, 18 dicembre 2006 – Edison Spa e Bg Italia Spa hanno firmato il 14 dicembre un accordo che prevede l’acquisizione da parte di Bg Italia del 66,3% di Serene Spa, società partecipata dalla stessa Bg Italia con il restante 33,7%. Il prezzo riconosciuto da Bg Italia a Edison per le azioni di Serene è pari a 98 milioni di euro, sostanzialmente allineato ai valori di carico. Tale prezzo include una componente, pari a massimi 13 milioni di euro la cui corresponsione è subordinata all’evoluzione della normativa Cip6 in tema di diritti di emissione di Kyoto. L’operazione, che sarà perfezionata una volta ottenuta l’approvazione delle Autorità antitrust competenti (presumibilmente entro febbraio 2007), genererà un effetto positivo sulla posizione finanziaria netta consolidata del Gruppo Edison pari a circa 130 milioni di euro. Entro la data del closing Edison incasserà dividendi per circa 10 milioni di euro. Serene gestisce attualmente cinque centrali termoelettriche, avviate nel 1997, per una capacità installata complessiva di 400 Megawatt. Le cinque centrali operano nell’ambito di convenzioni Cip6, destinate a scadere nel 2012 e i cui incentivi sono terminati già nel 2005. Nei primi nove mesi del 2006 la società ha generato ricavi per circa 200 milioni di euro e un margine operativo lordo di circa 25 milioni di euro. La cessione della partecipazione in Serene rientra nell’ambito di un processo avviato da Edison di razionalizzazione del proprio portafoglio impianti, con una maggiore focalizzazione su nuove centrali a ciclo combinato destinate al libero mercato e sullo sviluppo di impianti a fonti rinnovabili. .  
   
   
L’IDROGENO ACCENDE LE NUOVE TECNOLOGIE  
 
 Milano, 18 dicembre 2006 - L’appuntamento di martedì 19 dicembre alle ore 10. 30 “Milano: dalla storia dell’energia all’energia del futuro” chiude nel migliore dei modi l’attività culturale 2006 della Fast. Una cella a combustibile che ricava idrogeno dal metanolo fornisce l’elettricità per l’albero di Natale e per l’Internet point al servizio dei partecipanti agli eventi del centro congressuale di P. Le R. Morandi 2 a Milano. Sono disponibili due automobili alimentate anche a idrogeno per illustrare le opportunità di questo vettore. .  
   
   
DOPO IL RICONOSCIMENTO EUROPEO LA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO CONQUISTA ANCHE IL PREMIO SOLARE ITALIANO  
 
Roma, 18 dicembre 2006 - “Il premio che ci è stato oggi (15 dicembre) consegnato, e che idealmente affido a tutti coloro che credono nella assoluta necessità delle energie alternative, è soprattutto un premio alla cocciutaggine. Quella che da anni, in Trentino, guida la fortunatamente sempre più robusta pattuglia, di chi punta alla crescita e alla diffusione dell’energia che ricaviamo dall’acqua, dal cippato e dal sole. Se oggi veniamo indicati come esempio a livello italiano e se oggi i nostri dati ci collocano in una media di tutto rispetto all’interno dell’Europa, è perché anno dopo anno abbiamo costruito una rete, che non è solo tecnica ma anche ideale, attenta alle nuove sfide ambientali”. Con queste parole Ottorino Bressanini, assessore all’energia e alle riforme istituzionali della Provincia autonoma di Trento, ha concluso il suo intervento, a Roma, nella Sala Pietro da Cortona del Palazzo dei Conservatori, in piazza del Campidoglio, dopo aver ricevuto dalle mani di Hermann Scheer, vincitore del Premio Nobel alternativo e da Francesca Sartogo, presidente di Eurosolar Italia, il Premio Solare italiano 2005-2006. Alla Provincia autonoma di Trento è andata la menzione speciale per la sua azione in politiche ed incentivi per la certificazione energetica nell’ambito della sezione dedicata ad “architettura ed ecologia: il premio come strumento di valorizzazione e di comunicazione delle esperienze solari innovative”. Il premio ricevuto a Roma, arriva esattamente un anno dopo la conquista del più importante riconoscimento mondiale per chi si occupa di energia rinnovabile. La Provincia autonoma di Trento infatti – ed in particolare il Settore energia diretto dall’architetto Giacomo Carlino – ha conquistato l’European Solar Prize 2005, il Premio Eurosolar. Tredici i riconoscimenti assegnati lo scorso anno a Berlino: uno solo è andato all’Italia, ed è appunto quello che è toccato alla Provincia autonoma di Trento. A Roma come a Berlino è stato detto che il Trentino merita questi premi per “le politiche, gli strumenti per il calcolo dell’efficienza energetica e gli incentivi che hanno generato una buona quantità di esempi di edilizia solarizzata a basso consumo energetico e a basso impatto ambientale, diffusa, integrata e condivisa dai cittadini. La Provincia di Trento è un esempio ideale di come le energie rinnovabili possono essere implementate a livello regionale”. Alla cerimonia di ieri, nelle splendide sale del Campidoglio, è intervenuto, accanto al presidente di Eurosolar, Scheer (nel pomeriggio, alla presentazione dell’edizione italiana del suo libro dedicato all’autonomia energetica c’era il ministro Pierluigi Bersani) e alla presidente di Eurosolar Italia, Sartogo, anche il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta. Doveroso ricordare che il Trentino dell’energia alternativa ha ottenuto un altro riconoscimento. Nella categoria riservata alle industrie solari il primo premio per il 2005 è infatti andato alla Elettropiemme di Gardolo (Trento), azienda fondata nel 1964 da Massimo Pegoretti. Ed è stato proprio l’ingegner Pegoretti a ritirare il premio andato alla sua azienda per il perseguimento e lo sviluppo di tecnologie fotovoltaiche innovative. Nel ricevere il Premio – che ha voluto idealmente condividere con chi, da anni, in Trentino, lavora per lo sviluppo delle energie rinnovabili - l’assessore Bressanini ha detto “che il riconoscimento di Eurosolar Italia alla mia provincia riempie di orgoglio. Non resta che continuare su questa strada, approfittando anche della nostra situazione climatica, nella quale il sole per fortuna è spesso protagonista. L’importanza di questi riconoscimenti – dopo Berlino, Roma – sta proprio nel fatto che vengono da enti la cui affidabilità e serietà è fuori discussione. E’ facile dire a noi stessi che siamo bravi e serve a poco. Ma quando a dircelo è chi da anni, con coerenza, si impegna in tutta Europa per la diffusione delle energie rinnovabili, allora la soddisfazione è legittima”. E’ quindi toccato all’architetto Carlino illustrare la politica energetica del Trentino. Ha ricordato come il territorio provinciale sia caratterizzato dall’abbondante produzione di energia idroelettrica, circa 4 Twh/anno, di cui una buona parte viene esportata. A partire da questo patrimonio idroelettrico e dalle particolari competenze riconosciute nel settore, la Provincia autonoma di Trento ha costruito fin dal 1980 una politica complessiva dell’energia, mirata in particolare al settore delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico. In circa 25 anni, utilizzando lo strumento della Legge Provinciale 14 del 1980, sono stati realizzati un numero ragguardevole di iniziative rispetto alla dimensione provinciale, circa 30 mila progetti e interventi, uno ogni 16 abitanti e uno ogni 6 famiglie, contribuendo alla diffusione di una forte consapevolezza nei confronti dell’energia; ciò ha fatto sì che si sviluppasse un settore economico-produttivo di un certo interesse e che progettisti, installatori e aziende maturassero un know-how fra i più avanzati. E proprio ai 25 anni di impegno faceva esplicito riferimento, nelle motivazioni, il Premio Eurosolar consegnato lo scorso anno a Berlino. E poi dal 1998 in avanti – ricordano l’assessore Bressanini e l’architetto Carlino - con le successive edizioni del piano energetico-ambientale provinciale, che assumono come obiettivo principale il contributo alla riduzione dei gas serra, che l’attività viene particolarmente intensificata e gli interventi diventano numerosissimi. In particolare, con il Piano del 2003, sono stati fissati precisi obiettivi in termini di riduzione delle emissioni di Co2, e viene stabilito di realizzare tali obiettivi pressocchè esclusivamente con azioni di efficienza energetica e di sfruttamento delle fonti rinnovabili. Per quanto riguarda l’energia solare, la perseveranza dell’azione provinciale ha permesso di ottenere degli ottimi risultati non solo in termini di impianti realizzati ma anche dal punto di vista dei settori economici, tra cui anche aziende che costruiscono gli impianti solari termici, che sono nati e si sono sviluppati anche in forme originali di offerta dei prodotti. Il totale della superficie installata sull’intero territorio provinciale è stimabile in circa 45. 000 metri quadri, non alto come valore assoluto ma estremamente significativo se rapportato al numero di abitanti. Il confronto con gli altri paesi europei e con l’Italia (a causa della disponibilità di dati, i raffronti non sono perfettamente omogenei ma è ugualmente importante il dato qualitativo) mostra come il Trentino sia perfettamente allineato con i Paesi più avanzati. Anche la tecnologia del fotovoltaico ha trovato in Provincia un ottimo terreno per realizzare un buon numero di iniziative, a partire dal Programma “10. 000 tetti fotovoltaici” indetto dal Ministero dell’Ambiente, implementato ben oltre le disponibilità statali con le risorse della Provincia autonoma di Trento. Il numero di realizzazioni ha raggiunto cifre molto soddisfacenti, circa 1500 kW finanziati dal 2000 al 2004 tra impianti in isola e in rete, soprattutto se rapportate al numero di abitanti presenti sul territorio provinciale. Scheda / Eurosolar è un´associazione no-profit, fondata a Berlino nel 1988 e diffusa in molte nazioni europee. Eurosolar è apartitica ed indipendente dall´industria, dalle istituzioni politiche e dalle pressioni del mercato. Eurosolar considera l´attuale modello energetico tra i maggiori responsabili dei tanti drammi ecologici e causa diretta dei maggiori pericoli ambientali planetari, come l´incombente mutamento climatico legato all´effetto serra, causato dalla combustione sempre crescente ed incontrollata di petrolio, carbone e gas, o come l´ uso dell´ energia da fissione nucleare con i conseguenti rischi legati alla sicurezza e allo smaltimento delle scorie radioattive. Eurosolar ritiene che la costruzione di una società sostenibile rappresenta la maggiore sfida che la nostra generazione è chiamata ad affrontare e che ha come principale obiettivo la sostituzione dell´attuale modello energetico attraverso un sistema basato sull´energia del Sole, nelle sue forme dirette ed indirette, sul risparmio energetico e sulle altre energie rinnovabili tecnicamente disponibili. Eurosolar concentra la sua attenzione sulla enorme capacità energivora dei sistemi urbani e quindi sulle potenzialità offerte dalle sperimentazioni nel campo dell´ architettura ecologica , dell´ urbanistica responsabile e della mobilità urbana alternativa nella risoluzione dei problemi energetici. Eurosolar è organizzata in sezioni nazionali. (Austria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Egitto, Francia, Germania,gran Bretagna, Grecia, Italia, Mongolia, Spagna, Svizzera, Ucraina, Ungheria). La sua attività, per le caratteristiche tipologiche della sua formazione, riunisce a livello nazionale ed internazionale competenze qualificate della Scienza, della Cultura e della Politica focalizzate soprattutto sull´Energia nell´Architettura e nella Pianificazione Urbana e Territoriale. .  
   
   
CONSEGNATI PREMI INNOVAZIONE AMICA DELL´AMBIENTE LA FREE PACK DI GALLARATE SECONDA NELLA CLASSIFICA NAZIONALE A GEOTERMIA DI MANTOVA E ASM DI BRESCIA IL PREMIO CASA ENERGIA  
 
Milano, 18 dicembre 2006 - L´albergo Vigilius Mountain Resort di Lana (Bz) per il rispetto dei requisiti di efficienza energetica; la società Free Pack Net di Gallarate (Va) per lo sviluppo di un sistema di packaging riutilizzabile e riciclabile; Italgest Mare di Casarano (Le) per il sistema telematico di ormeggio a ridotto impatto ambientale Marpark. Sono questi i tre vincitori della sesta edizione del "Premio innovazione amica dell´ambiente", il riconoscimento promosso da Regione Lombardia e Legambiente (con il contributo di Fondazione Cariplo, Camera di commercio di Milano, Provincia di Milano e con la consulenza scientifica dell´università Bocconi e del Politecnico) che viene assegnato alle aziende pubbliche e private che con progetti di innovazione tecnologica dimostrano di avere ottenuto significativi miglioramenti in ambito ambientale. "Si tratta di una iniziativa - ha detto il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni intervenendo alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti insieme all´assessore alla Qualità dell´Ambiente Marco Pagnoncelli, al presidente onorario di Legambiente, Ermete Realacci e al vicedirettore dell´associazione Andrea Poggio - che testimonia un´idea avanzata di tutela dell´ambiente, che passa sempre di più attraverso la ricerca e lo sviluppo innovativo". "Le nuove tecnologie - ha proseguito Formigoni - si configurano sempre più come strumenti che non solo conservano, ma restaurano l´ambiente e le risorse naturali; esse possono diventare autentica innovazione solo quando incidono nella vita sociale, offrendo un sostegno ai nostri comportamenti virtuosi e alla qualità della nostra esistenza quotidiana". "Questa impostazione - ha sottolineato il presidente - è strettamente legata con le convinzioni di Regione Lombardia che ha scelto da anni un impegno a tutto campo per la difesa ambientale e la salute del cittadino, conducendo una battaglia non facile, date le oggettive situazioni sfavorevoli dal punto di vista orografico e climatico". Novità dell´edizione 2006 del Premio, una sezione speciale dedicata alla "Casa Energia in Lombardia", i cui riconoscimenti sono stati assegnati alla società Geotermia di Volta Mantovana (Mn) per un progetto di utilizzo di energie rinnovabili in una azienda agrituristica e alla Asm di Brescia per la creazione di un asilo nido aziendale con caratteristiche di bioarchitettura e risparmio energetico. "E´ significativo - ha commentato Formigoni - il fatto che i premi di oggi ruotino intorno al tema dell´abitare. Lo sviluppo tecnologico può riuscire a modificare i comportamenti individuali di ognuno, indirizzandoli verso un modello di vita sostenibile". Formigoni ha anche ricordato come la Lombardia abbia avviato il processo costituzionale per ottenere dallo Stato maggiori competenze in alcuni campi, tra cui l´ambiente ("che è il più importante"). Quanto alla riforma del Codice ambientale, il presidente ha ribadito la posizione già espressa da Regione Lombardia di "forte critica" verso questo provvedimento: "E´ stato aperto un tavolo tecnico di confronto con il Governo dove speriamo possano essere recepite le nostre ragioni; siamo favorevoli alla diffusione di una cultura ambientale nelle imprese ma siamo contrari alla moltiplicazione di procedure e costi burocratici che provocherebbero perdite di tempo e quindi di denaro inaccettabili". "Si tratta di un premio orientato alla difesa ed alla valorizzazione dell´ambiente - ha aggiunto Marco Pagnocelli - ma che parla di imprese e di competitività; un richiamo al legame indissolubile, che esiste e che va sempre riaffermato, tra difesa dell´ambiente e mantenimento dell´attività produttiva". Nel tracciare le linee dell´impegno di Regione Lombardia per l´ambiente, Pagnoncelli ha ricordato l´approvazione, il 28 novembre scorso, della nuova legge per la qualità dell´aria, "un provvedimento che affronta questo importante tema a 360 gradi, con azioni incisive su tutte le fonti inquinanti". Questo l´elenco dei vincitori. Casaclima Vigilius Mountain Resort. Il primo albergo del Paese che può vantare una perfetta armonia tra natura e architettura nel rispetto dei requisiti energetici della Provincia di Bolzano. Free Pack Net. Per lo sviluppo di un nuovo sistema di packaging riutilizzabile, riciclabile, ritornabile e strutturale per i grandi elettrodomestici bianchi. Italgest Mare. Il sistema telematico di ormeggio Marpark a ridotto impatto ambientale che coniuga esigenze dei diportisti, tutela dell´ambiente e sviluppo ecosostenibile. Ai tre vincitori viene riconosciuto per un anno il diritto di utilizzo del logo del Premio all´Innovazione Amica dell´Ambiente 2006. I vincitori della sezione speciale Casa Energia in Lombardia: Società Geotermia, per un progetto di utilizzo combinato delle energie rinnovabili all´interno di un´azienda agrituristica del mantovano. Asm di Brescia, per l´inaugurazione di un asilo nido aziendale che coniuga bioarchitettura, risparmio energetico e attenzione alla qualità degli ambienti. Sono stati segnalati dalla Giuria per la qualità dei progetti: il comune di Isera (Tn) (per il massiccio investimento nel campo delle energie rinnovabili e alternative); il comune di Castellano (Re) (per l´iniziativa Castellano Solare: 1000mq di pannelli solari da installare sul territorio comunale attraverso un percorso di progettazione partecipata); il Club Alpino Italiano (per aver dotato 38 rifugi alpini di sistemi ibridi di approvvigionamento energetico da fonti pulite); Merloni Termosanitari (per l´imminente immissione sul mercato di un generatore a gas per il riscaldamento ad alta efficienza); Sotral (per lo sviluppo di un modello di logistica distributiva per la ristorazione collettiva che ottimizza i processi di smaltimento); Rotex Italia (per il suo sistema di climatizzazione alimentato da pompa solare), Everlight (per la mattonella fotovoltaica che di giorno si carica e di notte illumina giardini e viali). .  
   
   
PREMIO AMBIENTE 2006, A BOLZANO CERIMONIA PER I VINCITORI IL 21 DICEMBRE  
 
 Bolzano. 18 dicembre 2006 - La cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio ambiente 2006 Südtirol/alto Adige-trentino, si svolgerà giovedì 21 dicembre. Quest´anno si è raggiunto il record di partecipanti, con ben 104 progetti presentati all´attenzione della giuria. Il Premio Ambiente, giunto alla sua terza edizione, è stato promosso dalle Agenzie provinciali per l’ambiente di Bolzano e Trento e da Transkom sas allo scopo di dare visibilità ad iniziative di rispetto ambientale avviate da singoli cittadini, associazioni o imprese. Dei 104 progetti presentati, 61 provengono dall´Alto Adige, i restanti 43 dal Trentino. "Questo concorso - commenta l´assessore provinciale all´ambiente Michl Laimer - rappresenta un grande segnale di attenzione e sensibilità verso le tematiche ambientali e le iniziative sostenibili, e funge da stimolo ad un sempre maggiore ricorso all´innovazione in un settore tanto importante come quello ambientale". La cerimonia di premiazione dei vincitori del Premio ambiente 2006 Südtirol/alto Adige-trentino, avrà luogo giovedì 21 dicembre 2006 alle ore 11 presso il Dipartimento urbanistica, ambiente ed energia ex palazzo delle Poste in via Renon 4, a Bolzano. .  
   
   
OLTRE 11 MILIONI DI TONNELLATE DI ASFALTO SMALTITE SENZA CONTROLLO, SERVE UNA NUOVA LEGGE L’ITALIA MAGLIA NERA IN EUROPA PER IL RICICLAGGIO DELL’ASFALTO FRESATO (20%). VIRTUOSI GERMANIA (70%), ED OLANDA (100%)  
 
Padova, 18 dicembre 2006 - “Una nuova legge che incentivi il riciclaggio dell’asfalto”. È l’appello del Siteb al Governo, presentato oggi, giovedì 14 dicembre 2006, ad Asphaltica, il Salone internazionale dell’asfalto e pavimentazioni stradali che si è conclusa venerdì 15 dicembre 2006 alla Fiera di Padova. Secondo i dati del Siteb (Associazione Italiana Bitume Asfalto Strade), in Italia ogni anno vengono prodotte 40milioni di tonnellate di conglomerato bituminoso e 14 milioni vengono fresate dalle nuove pavimentazioni. Solo 3 milioni ( circa il 20%) vengono legalmente riciclate, le altre 11 non vanno in discarica perché i costi dello smaltimento sono altissimi, ma vengono riciclate in maniera non controllata, senza le necessarie autorizzazioni introdotte dal decreto Ronchi, peraltro allo stato attuale sospeso. “ Un’ opportunità gettata al vento, - sottolinea Stefano Ravaioli Direttore del Siteb, anche perchè in Italia la rete infrastrutturale è costruita esclusivamente con il bitume e senza catrame, a differenza di Francia e Germania, materiale cancerogeno, il cui smaltimento obbliga a procedure speciali”. L’italia è agli ultimi posti in Europa per riciclaggio di materiale proveniente da strade con il 20%, a fronte del 100% dell’Olanda e del 70% della Germania. .  
   
   
AREE INQUINATE: AMBIENTE A RISCHIO. E LA SALUTE?  
 
Roma, 18 dicembre 2006 - Alcune tra le più recenti indagini di epidemiologia ambientale sono state illustrate il 14 dicembre a Roma, presso la sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel workshop “Studi su ambiente e salute nei siti inquinati: prospettive di sviluppo metodologico e applicativo”. Sono intervenuti tra gli altri il presidente del Cnr, Fabio Pistella, il direttore del Programma Ambiente e Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Roberto Bertollini, e la vice presidente dell’Associazione Italiana Epidemiologia, Adele Seniori Costantini. Nel corso del workshop è stato presentato il rapporto Istisan 06/19 “Indagini epidemiologiche nei siti inquinati: basi scientifiche, procedure metodologiche e gestionali, prospettive di equità”, curato da Fabrizio Bianchi dell’Istituto di Fisiologia Clinica (Ifc) del Cnr di Pisa e da Pietro Comba del Dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Istituto Superiore di Sanità, che approfondisce la riflessione sullo stato di salute delle popolazioni residenti nei siti inquinati. Numerosi studi recenti hanno infatti segnalato situazioni critiche per i residenti nelle aree a rischio. Eccessi di mortalità, malformazioni congenite o altre condizioni anomale sono riscontrate in molte zone studiate (tra cui Augusta-priolo, Gela, Porto Torres, Taranto, Genova, Mantova, Massa Carrara e vaste aree della Campania interessate dallo smaltimento incontrollato dei rifiuti). I risultati emersi dalle ricerche condotte sui residenti in prossimità di poli industriali e siti di smaltimento di rifiuti tossici, hanno evidenziato un generale incremento di molte patologie e del relativo tasso di mortalità. “In molte di queste zone sono in corso attività di monitoraggio ambientale, sorveglianza sanitaria e in alcune di bonifica delle matrici contaminate”, osserva Fabrizio Bianchi dell’Ifc-cnr, “che coinvolgono diverse istituzioni ed enti e che richiedono studi multidisciplinari rigorosi, tecnologie innovative, sistemi avanzati di misura e valutazione, misure di prevenzione primaria, nuove tecniche di comunicazione e partecipazione. Su questi argomenti il Cnr è impegnato a dare il proprio contributo in collaborazione con gli altri soggetti, in primo luogo l’Istituto Superiore di Sanità e Ministeri competenti, soprattutto per capire meglio i meccanismi di contaminazione della catena alimentare e di passaggio all’uomo di inquinanti ambientali persistenti, sviluppare tecniche di misura individuale dell’esposizione, sperimentare nuove tecniche di bio-depurazione, usare efficacemente le risorse di geo-osservazione e localizzazione satellitare”. Nelle aree industriali siciliane si sono intensificate le malformazioni infantili e i casi di aborto, come pure i tumori a polmoni, colon-retto e pleura. In Campania, dove la mortalità nel ventennio 1982-2001 è diminuita ma si mantiene al di sopra della mortalità nazionale, le malattie del sistema circolatorio rappresentano la prima causa di morte in entrambi i sessi (40% per gli uomini, 50,3% donne), seguite da tumori (30% maschi, 21,3% femmine), in particolare a stomaco, reni, fegato, bronchi e polmoni, pleura e vescica. Preoccupanti anche i dati provenienti dall’area dell’acciaieria di Cornigliano, dove si osserva una maggior incidenza (+10%) di tumori negli uomini rispetto al resto di Genova, in particolare a laringe, encefalo, sistema nervoso centrale e sistema emolinfopoietico. Nella zona di Massa-carrara, i dati di mortalità generale (più elevati di quelli regionali, specialmente tra i maschi: eccesso del 10%) rilevati a dieci anni dalla chiusura degli impianti Anic-agricoltura e Farmoplant mostrano un indice di mortalità maschile, rispetto alla media toscana, maggiore per i tumori al fegato del 53% a Carrara e del 69% a Massa, per i tumori della laringe del 64% e 52%, per il tumore della pleura a Carrara del 131%. Nel polo industriale di Termoli e nella zona della discarica di Guglionesi, in Molise, si verifica l’aumento della mortalità dal 1980 al 2001 per cause tumorali, in genere nei maschi e quindi associabili a esposizioni lavorative, e di malattie dell’apparato respiratorio (+17% a Termoli e + 42% a Guglionesi). .  
   
   
L’ACCORDO TRA LOMBARDIA E TRENTINO A GARANZIA DELLA SALVAGUARDIA E DEL FUTURO DEL LAGO D’IDRO  
 
 Trento, 18 dicembre 2006 - – Una realtà ambientale che, per essere preservata e salvaguardata, deve poter contare su un governo unitario delle popolazioni interessate e delle istituzioni, la Provincia autonoma di Trento da una parte e la Regione Lombardia dall’altra, per garantire ciò che fino ad ora non è stato possibile garantire: un uso sostenibile della risorsa idrica e degli ecosistemi ad essa connessi in relazione alle utilizzazioni ambientali, agricole, turistiche, ricreative ed energetiche attualmente praticate nel bacino del fiume Chiese. Parte da qui l’”Accordo per l’armonizzazione delle azioni di salvaguardia delle acque del Lago d’Idro e del fiume Chiese”, il cui schema è stato approvato la scorsa settimana dalla Giunta provinciale, firmato stamane in Piazza Dante da Mauro Gilmozzi, assessore all’urbanistica e ambiente della Provincia autonoma, e Massimo Buscemi, assessore alle reti e servizi di pubblica utilità e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia. Nel corso degli ultimi anni lo stato di salute del Lago d’Idro ha destato l’attenzione delle popolazioni dei Comuni rivieraschi, sia nel territorio della Regione Lombardia, dove è situato in massima parte lo specchio lacustre, che in quello della Provincia autonoma di Trento, dove è localizzata una piccola parte della sponda settentrionale. In particolare, gli abitanti rivieraschi hanno evidenziato in varie occasioni i continui prelievi e i repentini ricarichi a cui è soggetto il bacino del Lago d’Idro, interessato da numerose concessioni di derivazione d’acqua per usi idroelettrici e irrigui. La qualità dell’acqua del lago è compromessa anche dagli inquinanti che si sono depositati nell’arco di decenni nella parte più profonda del bacino e che, stante la dinamica artificiale dei deflussi, potrebbe ulteriormente aggravare la situazione. Attualmente il lago è interessato da una concessione di regolazione, di cui è titolare la Società Lago d’Idro, che gestisce in via provvisoria le opere di regolazione sotto la responsabilità di un Commissario regolatore, in attesa del rinnovo dell’atto ovvero dell’affidamento della concessione ad un nuovo soggetto. A causa del precario quadro statico delle opere di regolazione, il Registro Italiano Dighe ha stabilito fin dal 2003 una limitazione all’esercizio dell’invaso del lago, imponendo la quota di 367 metri s. L. M. Come massima quota di regolazione del lago, per garantire la sicurezza idraulica delle popolazioni rivierasche del lago e del fiume Chiese in caso di piena. Sulla sponda trentina del lago è per altro situata un’importante area naturalistica, il Sito di importanza comunitaria “Lago d’Idro”, individuato anche come biotopo di interesse provinciale, che negli anni 2003-2004 è stato interessato da interventi di rinaturalizzazione effettuati dalla Provincia nell’ambito di un progetto cofinanziato dall’Unione Europea denominato “Nemos”, con la finalità di mitigare gli effetti delle marcate escursioni del livello del lago, peraltro ammesse dalla concessione di esercizio. La situazione attuale si ripercuote in modo critico sulla qualità dell’area protetta e sulle potenzialità della ricettività turistica trentina, a causa del consistente abbassamento del livello delle acque dovuto ai prelievi forzati operati dal concessionario che è allo stesso tempo l’utilizzatore dell’acqua prelevata. A tal proposito, la Provincia autonoma di Trento ha dato la propria disponibilità a far parte di un organismo di istituzione pubblica – come proposto dalla Regione Lombardia - che abbia un ruolo di controllo e di garante circa l’applicazione della regola per l’esercizio del serbatoio costituito dal lago d’Idro. Considerata la complessità delle questioni inerenti al lago d’Idro, la Provincia autonoma di Trento ha ritenuto opportuno promuovere forme di collaborazione con la Regione Lombardia, al fine di affrontare in modo coordinato tutti gli aspetti attinenti alla gestione del bacino idrico. In particolare, l’accordo – strutturato in un articolato che ne stabilisce i fondamenti e in un allegato tecnico in cui sono individuati soggetti, azioni, tempi e finanziamenti - prevede una serie di azioni – che potranno essere modificate o implementate nel tempo - relative ai seguenti ambiti: definizione di procedure e protocolli amministrativi concordati per l’esercizio delle funzioni inerenti la gestione del demanio idrico e delle funzioni di polizia idraulica nel bacino del fiume Chiese, con particolare riferimento ai rilasci, rinnovi e gestione delle concessioni di derivazione idroelettrica, irrigua e manutenzione delle opere di regolazione del lago ed alle procedure per l’adeguamento del deflusso minimo vitale; raccordo delle attività di monitoraggio ambientale effettuate dalle Amministrazioni, tramite le rispettive strutture organizzative e le Agenzie regionale e provinciale di protezione ambientale; raccordo degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici indicati nei rispettivi strumenti di pianificazione e programmazione di settore; raccordo della programmazione regionale e provinciale per quanto attiene la gestione del Servizio Idrico Integrato nei settori acquedotti, collettamento e depurazione delle acque reflue; azioni coordinate finalizzate alla messa in sicurezza del sistema di regolazione del Lago d´Idro, per la tutela della pubblica incolumità sia dei territori rivieraschi del bacino complessivo lacuale sia del fiume Chiese a valle del lago; procedure di verifica del disciplinare e della gestione della concessione della regolazione del lago d’Idro, al fine del mantenimento dei livelli concordati del lago. Entro un paio di mesi sarà istituito un Comitato di coordinamento, composto da rappresentanti degli enti sottoscrittori e dei Comuni rivieraschi del lago e del fiume Chiese, con compiti di promozione ed impulso. La Regione Lombardia provvederà nel frattempo a dare vita ad un nuovo consorzio al quale affidare la concessione. L’accordo sottoscritto oggi dagli assessori Gilmozzi e Buscemi ha durata quinquennale ma potrà essere rinnovato o modificato, di comune intesa, in qualsiasi momento. “Si tratta di un accordo molto importante – ha affermato l’assessore Gilmozzi – che deriva dal Piano di utilizzazione delle acque pubbliche (Pguap) approvato con decreto del presidente della Repubblica, e che esprime la forte volontà politica della Provincia di Trento e della Regione Lombardia di prendere finalmente in mano e risolvere la questione. Ancorché firmato dai soggetti istituzionali competenti, l’accordo non è però chiuso, giacché vi sarà un comitato di coordinamento con il quale tutte le realtà associative e private interessate alla salute del lago potranno utilmente interloquire. E’ accordo collaborativo che considero foriero di grandi e positivi risultati” Anche l’assessore lombardo Massimo Buscemi ha sottolineato la “forte e intensa collaborazione che si è instaurata tra Provincia autonoma di Trento, Provincia di Brescia e Regione Lombardia su un problema che da troppo tempo attendeva soluzione. Con questo accordo si garantirà innanzitutto l’aumento del livello del lago, cosa che avrà un effetto positivo sulla qualità turistica della zona, la valorizzazione ambientale e, non ultimo, la sicurezza delle popolazioni rivierasche con la predisposizione di un piano organico e complessivo di protezione civile contro il rischio di pericolose esondazioni” L’assessore Buscemi ha portato il saluto del presidente della Regione Lombardia, Formigoni, affermando che l’accordo sottoscritto oggi “è il primo atto di una collaborazione tra Trentino e Lombardia che potrà portare ulteriori frutti”. Alla firma dell’accordo erano presenti anche i consiglieri provinciali Adelino Amistadi e Roberto Bombarda. .  
   
   
BOOM DI ADESIONI PER LA PRIMA WINTER SCHOOL DELLA FONDAZIONE MEZZOGIORNO A NAPOLI UN CHIARO SEGNALE DI QUANTO SIA SENTITO NEI GIOVANI IL BISOGNO DI UNA NUOVA CLASSE DIRIGENTE  
 
Napoli 14 dicembre 2006 - E’ stato un vero un boom di adesioni quello riscontrato per la prima Winter School di formazione politica “Una nuova classe politica per il Mezzogiorno”, organizzata dalla Fondazione Mezzogiorno Europa (www. Mezzogiornoeuropa. It ), il think tank che raccoglie l´eredità politico culturale e il bagaglio di esperienze e competenze del "Centro Mezzogiorno Europa" fondato nel 1999 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e presieduto oggi da Andrea Geremicca. Alla scuola di formazione, che si è svolta a Napoli nelle sale dell’Hotel San Germano dal 15 al 17 dicembre, hanno partecipato più di centocinquanta persone tra dirigenti politici, amministratori, imprenditori, lobbisti e studenti universitari, provenienti non solo dall’Europa, ma anche dai paesi africani come il Marocco ed il Congo, selezionate, tra le quasi quattrocento domande ricevute, attraverso una valutazione per titoli. La Winter School sarà una scuola di formazione politica che coinvolgerà i partecipanti in una esperienza di analisi e formazione sui problemi del Mezzogiorno e del Mediterraneo, con la partecipazione di esponenti di Governo, di deputati europei, di docenti universitari e dei funzionari italiani che lavorano nelle istituzioni comunitarie. “Il boom di adesioni che abbiamo riscontrato- dichiara il Presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa Andrea Geremicca - è il chiaro segnale di quanto sia sentito nei giovani il bisogno di una nuova classe dirigente. Per assolvere ad un ruolo di stimolo, analisi, proposta sulle principali questioni che attengono al futuro del Mezzogiorno nella cornice comunitaria e mediterranea, la Fondazione Mezzogiorno Europa si è data come priorità l’obiettivo di contribuire alla formazione di una nuova classe dirigente intellettuale, politica e amministrativa dal profilo europeista e meridionalista. ” La scuola, strutturata in workshop, analizzerà i modelli di integrazione, innovazione e sviluppo utili ad aumentare la competitività e a rilanciare le nuove politiche per il Mezzogiorno nel quadro strategico euromediterraneo. A discuterne con i cento cinquanta partecipanti alla scuola saranno alcuni dei protagonisti delle istituzioni nel corso della tre giorni, tra gli altri, è prevista la partecipazione dei parlamentari: Alfonso Andria, Gianni Pittella e Pasqualina Napoletano; del Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, del Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Filippo Bubbico, del Presidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati Umberto Ranieri, del Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati Daniele Capezzone, del Ministro all’Innovazione e alla Funzione Pubblica Luigi Nicolais e del Direttore generale dell’Abi Giuseppe Zadra. .  
   
   
DA REGIONE, STATO E UE 670 MILIONI PER LA FORMAZIONE E L´OCCUPAZIONE  
 
Firenze, 18 dicembre 2006 - La Toscana è la prima regione in Italia ad avere avviato il processo formale di approvazione del "Por", il Programma operativo del Fondo sociale europeo che stanzia 670 milioni di fondi regionali, statali e comunitari per la formazione e l´occupazione toscana. Lo ha riconosciuto Fabrizio Spada della Commissione europea, membro del Comitato di sorveglianza, presieduto dall´assessore all´istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini, che nei giorni scorsi ha approvato la proposta toscana per il periodo 2007-2013. Lunedì 18 dicembre è in programma il passaggio in Giunta per l´approvazione formale, a cui seguirà la trasmissione al Ministero del Lavoro per l´inoltro formale alla Commissione Europea. La versione attuale del programma, che ha ottenuto un riconoscimento sia di merito che di metodo da parte del rappresentante della Commissione europea, è il punto di arrivo di un lungo processo di negoziazione, condivisione e scambio informativo avvenuto, oltre che all´interno del territorio toscano con le province e le parti sociali, anche con il Coordinamento delle Regioni, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, il Ministero dello Sviluppo Economico e con la stessa Commissione Europea. Un elemento caratterizzante, messo in evidenza dal Comitato di sorveglianza, riguarda la sostanziale innovazione del piano che punta, molto più che nel passato, a una forte integrazione tra i fondi strutturali (Fse e Fesr) e le altre fonti di finanziamento nazionali e regionali, al fine di convogliare tutte le risorse disponibili verso gli obiettivi comuni di coesione sociale, sviluppo del capitale umano, e crescita del sistema economico regionale, tenendo naturalmente in considerazione le specificità territoriali. Rispetto al programma 2000-2006 non sono stati effettuati tagli di bilancio: il budget complessivo è di circa 670 milioni di euro, come in quello precedente. 353 milioni arriveranno direttamente da Bruxelles nell´ambito del Fondo Sociale Europeo, 278 milioni dallo Stato e il resto dalla Regione. "Nonostante le ristrettezze finanziarie - spiega l´assessore Simoncini - abbiamo scelto di non togliere risorse a un settore di vitale importanza come quello della formazione e degli interventi a favore dell´occupazione. Fondi significativi sono destinati alla formazione continua dei lavoratori e allo sviluppo dell´adattabilità anche delle imprese. Ma la parte più consistente delle risorse sarà destinata al raggiungimento della piena occupazione e allo sviluppo del capitale umano, soprattutto attraverso il potenziamento della ricerca, ambito in cui la Toscana vanta una importante tradizione. Vengono consolidati anche gli interventi per l´inclusione sociale e a favore delle politiche di genere. In tutti i capitoli del programma sono infatti presenti obiettivi operativi specifici centrati sulle donne". Altro elemento di rilievo, che è stato molto apprezzato dal rappresentante della Commissione Europea, è costituito dalla politica regionale nell´ambito della trasnazionalità, che la Toscana porta avanti già da diversi anni attraverso la rete Earlall e i progetti Interreg ed Equal. Un buon "voto" la Regione lo ha conseguito anche nella gestione dei finanziamenti europei per formazione e occupazione. L´autorità di gestione del Por Obiettivo 3 2000-2006 ha confermato infatti che la Toscana, per il quinto anno consecutivo, ha evitato di dover restituire l´eventuale parte inutilizzata del Fondo Sociale Europeo messa a disposizione dalla Ue. "Con il monitoraggio e la certificazione della spesa al 30 settembre 2006, pari a 443. 774. 202 euro - afferma l´assessore Simoncini - abbiamo evitato l´applicazione della clausola del disimpegno automatico. E´ un dato certamente positivo, che premia il lavoro svolto dalla Regione e dalle amministrazioni provinciali che, anno dopo anno, sono chiamate a rispondere tempestivamente al meccanismo del disimpegno automatico delle risorse non utilizzate per la realizzazione del Por Obiettivo 3 2000-2006 e che, anche questa volta, sono riuscite a raggiungere e superare con anticipo gli obiettivi fissati dalla Commissione Europea". .  
   
   
ORIENTI E ORIZZONTI: MERCATI EMERGENTI E OPPORTUNITÀ. AIESEC: I RAGAZZI DI OGGI, MANAGER DI DOMANI, GUARDANO VERSO EST ROMA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI ROMA 3 – 17 GENNAIO 2007  
 
Milano, 18 dicembre 2006 – Aiesec, l’associazione internazionale non profit degli studenti universitari, presenta “Orienti e Orizzonti: mercati emergenti e opportunità. ” Il convegno, che si terrà il prossimo 17 gennaio 2007 presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma 3, ha l’obiettivo di guardare verso est e discutere delle opportunità offerte dai mercati emergenti: Medio Oriente, Asia ed Est Europa. Aiesec intende andare oltre i temi già ampiamente analizzati delle minacce rappresentate da paesi quali India e Cina. Opinion maker del mondo delle imprese, dei media e delle organizzazioni internazionali infatti saranno chiamati a discutere di sostegno e sviluppo sostenibile, e di come i mercati emergenti possano rappresentare una nuova destinazione e una nuova opportunità di business per l’occidente e per i ragazzi di Aiesec che, dopo l’università, si troveranno a doversi inserite in un mercato del lavoro globale. Inoltre i giovani di Aiesec intendono cercare nei nuovi modelli provenienti da oriente la possibilità di non ripetere gli errori commessi nello sviluppo delle economie occidentali. .  
   
   
UN CATALOGO PER OFFRIRE OPPORTUNITA’ FORMATIVE E MOBILITA’ PROFESSIONALE  
 
Venezia, 18 dicembre - La Giunta regionale ha approvato lo schema di protocollo d’intesa che la Regione del Veneto e il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale sottoscriveranno per la realizzazione di un Catalogo Interregionale di Alta Formazione a supporto dell’erogazione di Voucher Formativi. L’iniziativa fa seguito all’altro protocollo sottoscritto oltre che dal Veneto, dalle Regioni Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Lazio, Piemonte, Sardegna, Sicilia e Valle d’Aosta per il riconoscimento reciproco dei voucher per l’Alta formazione. “A seguito di tale accordo – precisa l’Assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Elena Donazzan, che ha proposto il provvedimento - le Regioni hanno ritenuto opportuno sviluppare il progetto di un Catalogo Regionale di Alta Formazione che possa diventare, in tempi relativamente brevi, uno strumento importante per offrire ai cittadini adeguate opportunità di formazione, crescita e mobilità professionale. A questo scopo – aggiunge – il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha stanziato € 1. 800. 000, derivanti dalle risorse destinate all’attuazione delle politiche per l’inserimento al lavoro previste all’interno del Programma Operativo Nazionale “Azioni di Sistema. Per semplificare le procedure – conclude la Donazzan – le Regioni aderenti hanno delegato il Veneto, in qualità di capofila del progetto, a sottoscrivere il protocollo con il Ministero”. Il protocollo definisce i criteri e le modalità do erogazione del finanziamento da parte Ministero e le caratteristiche del progetto “La realizzazione di un catalogo interregionale di Alta formazione a supporto dell’erogazione dei Voucher Formativi”. .  
   
   
TRA BULLISMO E FRAGILITÀ LA FOTOGRAFIA INEDITA DEI RAGAZZI LOMBARDI NEL 7° RAPPORTO DI EURISPES -TELEFONO AZZURRO SULL’ADOLESCENZA DI OGGI  
 
Milano, 18 dicembre 2006 – Domani martedì 19 dicembre alle ore 18. 00 presso Sala Assemblee Banca Intesa di Piazza Belgiojoso, 1 a Milano si terrà un convegno sul tema : “Tra Bullismo E Fragilità” Il programma prevede il seguente svolgimento: Apertura di Daniela Mainini Presidente Centro Studi Grande Milano; Intervengono: Gian Maria Fara Presidente Eurispes; Ernesto Caffo Presidente Telefono Azzurro; Livia Pomodoro Presidente Tribunale dei Minori di Milano; Don Gino Rigoldi Cappellano Carcere Minorile “Cesare Beccaria”; Anna Maria Dominici Direttore Generale Ufficio Scolastico regionale per la Lombardia. Presenta _Paola Maria Anelli Giornalista Rai. .  
   
   
PERUGIA: “GIOVANI E ASSOCIAZIONISMO, SI PUÒ FARE DI PIÙ”: È QUANTO EMERGE DA UN’INDAGINE SULLA CITTADINANZA ATTIVA PRESENTAZIONE DEI RISULTATI DI UNA RICERCA CONDOTTA DAL CONSORZIO MOLTIPLICA  
 
Perugia, 18 dicembre 2006 – I giovani umbri considerano non particolarmente incidente nella propria formazione la partecipazione alle varie forme di associazionismo. E’ questo il campanello d’allarme emerso il venerdì 15 dicembre da una ricerca promossa dal Consorzio Moltiplica di Perugia, in collaborazione con la Regione Umbria, Agesci Umbria, Associazione X-lab, Scuola Nazionale dell’Alimentazione, Itc. Capitini, I. P. S. S. C. T. ”Pascal”, I. T. I. S. Volta, I. S. I. P. S. C. I. A. “Orfini”, con il supporto della Provincia di Perugia, dei Comuni di Perugia, di Todi, di Foligno, Terni e Spoleto nell’ambito del progetto “Prima ora: prova di cittadinanza attiva”, appartenente al Programma Azioni Congiunte Socrates, Leonardo e Gioventù dell’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo e sviluppatosi in cinque Paesi (Polonia, Italia, Gran Bretagna, Grecia e Francia). Su un campione di 2053 studenti, tutti umbri, tra i 13 e i 18 anni risulta infatti che impegnarsi in iniziative di volontariato o semplicemente partecipare alla vita socioculturale della realtà in cui i giovani vivono sono aspetti che li interessano solo marginalmente. I dati presentati dal consorzio di cooperative sociali aderente a Confcooperative Umbria e contenuti nella ricerca “I giovani e la cittadinanza attiva”, realizzata dai ricercatori universitari, Paolo Montesperelli e Felice Addeo, evidenziano tra l’altro che almeno il 70% degli studenti nei tre mesi antecedenti la ricerca (effettuata a cavallo tra il 2005 e il 2006) ha partecipato a qualche forma di associazione, ma la maggioranza di essi ha preferito dedicarsi a quelle appartenenti all’area del tempo libero e dello sport. Ad essere, invece, fanalino di coda sono quelle attività legate, appunto, al concetto di cittadinanza attiva, quali la partecipazione a partiti politici, sindacati e organizzazioni religiose. Unitamente all’obiettivo di individuare le modalità abituali di interazione fra i giovani e il mondo dell’associazionismo si è cercato anche di valutare quanto incidono famiglie e insegnanti nello sviluppo di questi loro interessi. Lo studio, che ha coinvolto anche 786 genitori e 463 altri due sondaggi, ha consentito di appurare che nella conoscenza e nell’adesione alle svariate associazioni gioca un insegnanti attraverso ruolo fondamentale proprio l’ambiente scolastico, che nel 50% dei casi ha messo in contatto i ragazzi con la propria organizzazione preferita. Notevole risulta, infine, il contributo dei media, mentre quello della famiglia pare molto debole. Ma cos’è che motiva i giovani a vivere esperienze di cittadinanza attiva? La risposta risiede nella necessità di soddisfare alcuni bisogni soggettivi, quali: il desiderio di relazionarsi e di stare bene con gli altri, l’esigenza di rispondere alla propria istanza di socialità; la voglia di sentirsi bene con se stessi, la ricerca – attraverso il gruppo – di una gratificazione psicologica personale. Meno frequenti, invece, le motivazioni etiche e ideologiche. Interessante e curiosa risulta infine la reciproca criticità fra famiglie e insegnanti. Tra le due “agenzie di formazione” emerge una situazione di “rimpallo”: il 75% dei genitori segnala carenze educative da parte della scuola e per contro gli insegnanti giudicano troppo carente l’impegno effettivo delle famiglie nella promozione delle attività di associazionismo. Tale progetto ha visto tanto la partecipazione dei ragazzi a scambi transnazionali con coetanei di altri paesi in un’ottica di ampio respiro europeo, quanto l’attivazione di numerosi laboratori di cittadinanza attiva in collaborazione con le scuole coinvolte: i partecipanti, infatti, hanno potuto sperimentare periodi di attività presso cooperative sociali e associazioni di volontariato. Interventi, questi, finalizzati a prevenire la dispersione scolastica e precoci forme di devianza; sperimentare e rafforzare reti di relazioni tra le agenzie educative territoriali; valorizzare in maniera formalizzata le competenze acquisite dagli allievi in tutti gli ambiti formativi. In questa direzione va anche il “Manuale delle competenze informali e non formali” prodotto per l’occasione e contenente tutte le competenze acquisite dai ragazzi durante i laboratori suddetti. .  
   
   
ELENA DONAZZAN SUL NATALE “CERTI PROFESSORI DOVREBBERO RITORNARE A SCUOLA E RICORDARSI DI ESSERE STATI BAMBINI! MA DOVE L’ HANNO PERSA QUESTA SENSIBILITÀ DI RAPPORTARSI CON GLI ALUNNI? ”  
 
Venezia, 18 dicembre 2006 – Di seguito l’ intervento dell’Assessore regionale Elena Donazzan sul Natale: “Lo dico e me ne assumo tutte le responsabilità di Assessore alle Politiche dell’Istruzione che esistono dei docenti che dovrebbero tornare a scuola, dovrebbero tornare alla scuola dell’infanzia, dovrebbero fermarsi a fare mente locale su quando sono stati bambini e su che cosa li attraeva, li faceva sognare o magari gioire – commenta così Elena Donazzan le iniziative di questi giorni a proposito della decisione di non vendere o di non fare i presepi o come succede in tre istituiti di Padova, nei quali si è scelto di non recitare ‘Tu scendi dalle Stelle’ in luogo di canzoni dedicate alla pace, alla solidarietà o a chi soffre. Ma dove la hanno persa questa sensibilità di rapportarsi con gli alunni? Perchè di questo si tratta. E non centra nulla ne’ la morale, ne’ la religione, su ciò rievoca la sentenza della Cassazione sul crocifisso considerandolo non un simbolo religioso, ma un simbolo civile e quindi negare ciò significa sradicare tradizioni che sono proprio di ognuno e che non necessariamente diventano scelte religiose. Mi chiedo - prosegue l’Assessore - dove questi insegnanti abbiano cominciato a sentire parlare di pace, di solidarietà, di aiuto a chi soffre, come possono avere la presunzione di ammantarsi di buonismo parlando di ci escludendo il Natale che è la fonte e la genesi di questi sentimenti. Prendono delle decisioni come se il Natale parlasse di odio, di stermini, di sopraffazione, di prevaricazione, è incredibile – rincara Elena Donazzan – è l’esercizio del loro essere strumentalizzando i bambini che da loro dovrebbero essere educati. Oggi sembra davvero che ci sia una gara a chi è più bravo a fare notizia nel grande concorso del progressismo stolto e vuoto: niente canti tradizionali, niente presepi, niente poesie di Natale, niente sogni, niente immaginazioni, per dare ai ragazzi che cosa – si chiede l’Assessore Donazzan – la constatazione che si muore di fame nel mondo? Ma questo dovrebbe essere implicito nello studio della geografia, della storia, così come dovrebbe essere implicito nell’insegnamento dell’educazione civica, oggi desueta, il rispetto della convivenza civile. I tempi cambiano dicono questi docenti impegnati in elucubrazioni intellettuali e cosa mai ci dovremmo attendere nei prossimi anni, il disconoscimento del paese in cui si è nati (quasi ci siamo), il disconoscimento della propria famiglia, della propria comunità, in luogo di un mondo globale e multietnico che non significa più solidale, ma più vorticoso e frammentante e che proprio per meglio rapportarsi con esso avrebbe bisogno di studenti che sapessero riconoscere le proprie tradizioni per confrontarsi con l’altro, senza adeguarsi pedissequamente al cambiare dei tempi. Aboliamo la scuola! Mi verrebbe da dire se non dobbiamo insegnare chi siano e da dove veniamo, lasciamo che ogni elemento nuovo ci cambi per renderci indistinti e senza identità, la maniera migliore per isolare l’individuo e ridurlo ad individuo tra gli individui e quindi promanatore di egoismo e conflittualità. Cantare il Natale, fare il presepe, dovrebbe essere un obbligo per un docente e per ogni comunità che si ritrova su valori condivisi – conclude Elena Donazzan - ci vuole una bella presunzione per fare gli educatori e pensare di essere in grado di cambiare tradizioni millenarie, vuoi perchè in preda al nichilismo o alla vulgata secolarizzante molto in voga in ben determinati ambienti politici”. Assessore regionale all’istruzione e formazione - Elena Donazzan - .  
   
   
Ì GENETISTI DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA DIMOSTRANO UN RITORNO IN AFRICA CIRCA 45.000 ANNI FA DELL’UOMO MODERNO. LA SCOPERTA, PUBBLICATA SULLA RIVISTA SCIENCE GETTA NUOVA LUCE SUL POPOLAMENTO DI AFRICA ED EUROPA.  
 
 Pavia, 18 dicembre 2006 - Una nuova tappa nello studio del viaggio di scoperta e colonizzazione del mondo dell’Uomo moderno: dopo che uno studio pubblicato su Science nel 2005 ha dimostrato che circa 70. 000 anni fa un piccolo gruppo di individui è uscito dal Corno d’Africa (“Out of Africa” exit) e ha intrapreso il viaggio di scoperta e colonizzazione del resto del mondo (verso l’Arabia meridionale, lungo le coste dell’Oceano Indiano fino all’India, al Sud-est Asiatico e all’Australasia), un nuovo articolo pubblicato il 15 dicembre 2006 su Science dal titolo “The mtDna legacy of the Levantine Early Upper Palaeolithic in Africa” illustra la “seconda puntata” di questo viaggio di scoperta. Lo studio – finanziato da enti pubblici (Miur e Ministero degli Esteri) e privati (Fondazione Cariplo e Compagnia di San Paolo) – è stato condotto da un gruppo di ricercatori del laboratorio di Genetica Umana diretto dal professor Antonio Torroni (Dipartimento di Genetica e Microbiologia) dell’Università di Pavia, gruppo che già aveva preso parte al lavoro del 2005. I ricercatori di Pavia, partendo dallo studio del Dna mitocondriale, grazie al quale sappiamo che l’antenato molecolare femminile comune di tutti gli umani moderni viveva in Africa circa 200. 000 anni fa, si sono concentrati su due particolari rami (aplogruppi) dell’albero evolutivo del Dna mitocondriale chiamati M1 e U6. “L’m1 e l’U6 sono localizzati nel continente africano e sono di particolare interesse, in quanto tutti i rami a loro più vicini sono osservati solo in popolazioni non africane” – spiega il prof. Torroni – Le domande che ci siamo posti sono pertanto le seguenti: Come mai questi aplogruppi si trovano solo in Africa pur discendendo da antenati molecolari asiatici? Potrebbero rappresentare un evento di retromigrazione dall’Asia verso l’Africa “Back to Africa”? E in tal caso, si tratta di un evento antico o relativamente recente?” Per rispondere a questi quesiti sono stati analizzati migliaia di individui, selezionandone poi alcune centinaia, caratterizzati da Dna mitocondriali appartenenti ai due rami in questione. Tra questi, 81 sono stati analizzati al massimo livello di risoluzione possibile, cioè quello del sequenziamento completo del Dna mitocondriale. Attraverso questa tecnica si è arrivati a conoscere tutte le loro mutazioni. L’analisi ha rivelato che circa 40–45. 000 anni fa l’Uomo (o meglio la Donna) ha proseguito il viaggio attraverso i continenti iniziato 25–30. 000 anni prima. Alcune popolazioni che vivevano nell’Asia sud-occidentale, probabilmente in enclave separate nell’area del Golfo Persico, sono state coinvolte in uno stesso evento di espansione e rilocalizzazione. Durante quel periodo, i miglioramenti delle condizioni climatiche, in particolare la riduzione delle aree desertiche, permisero l’accesso, da Sud Est, alle regioni del Levante e, a partire da queste zone, l’accesso concomitante all’Europa da un lato, e al Nord Africa dall’altro. “Questo scenario – spiega la dott. Ssa Olivieri – implica che le popolazioni che hanno colonizzato il Nord Africa e l’Europa fossero strettamente imparentate e che quelle che tornarono in Africa non seguirono la “vecchia” rotta costiera meridionale di uscita da questo continente, ma una “rotta settentrionale” a partire dal Levante attraverso l’area mediterranea. ” Da un punto di vista paleo-climatico, questo processo di dispersione prima nel Medio Oriente, e poi in Europa e Nord Africa, potrebbe aver coinciso con un particolare periodo inter-glaciale – datato tra 44. 000 e 48. 000 anni fa – in cui per la prima volta dopo l’Uscita dall’Africa ci furono le condizioni climatiche (con riduzione delle aree desertiche) per poter compiere tali spostamenti. Lo studio del Dna mitocondriale e della sua variabilità ha permesso quindi di chiarire che circa 40–45. 000 anni fa popolazioni correlate hanno popolato a partire dal Vicino Oriente sia l’Africa del Nord che l’Europa. Questo risultato genetico, tra l’altro, rafforza le evidenze archeologiche che la cultura del Paleolitico Superiore dell’Europa (cultura aurignaziana) e quella del Nord Africa (cultura Dabban) hanno avuto un’origine comune, che risale al periodo del primo Paleolitico Superiore, in una stessa area del Vicino Oriente. “Questo studio – conclude il prof. Torroni – è un ulteriore esempio della ricchezza di informazione contenuta nel nostro Dna mitocondriale. Nonostante questo Dna rappresenti solo una piccola frazione del nostro genoma (vedi box di approfondimento), la comprensione della sua evoluzione sta profondamente cambiando la nostra percezione di come le donne (e gli uomini che le accompagnavano) si diffusero sul nostro pianeta. ” Box Di Approfondimento - Il Dna mitocondriale: una prospettiva al femminile dell’evoluzione umana. Nella cellula umana quasi tutti i geni (circa 25. 000) sono confinati nel nucleo in duplice copia e sono trasmessi in parti uguali dai genitori secondo le leggi di Mendel. I 37 geni del Dna mitocondriale (mtDna) si trovano, invece, nei mitocondri, organizzati in una piccola molecola circolare di Dna (circa 17. 000 coppie di basi). Questa molecola è presente in ogni cellula in centinaia o migliaia di copie ed è trasmessa esclusivamente dalla madre. Il Dna mitocondriale umano è inoltre caratterizzato da un più elevato tasso evolutivo che è 10 – 20 volte quello dei geni del nucleo. Perciò, la sua variazione di sequenza si è generata lungo linee di radiazione materna esclusivamente per l’accumulo sequenziale di nuove mutazioni. Questo significa che l’mtDna umano è un archivio molecolare della storia e delle migrazioni delle donne che lo hanno trasmesso alle generazioni successive. Poiché questo processo di differenziazione molecolare è relativamente veloce e ha avuto luogo principalmente durante e dopo il recente processo di colonizzazione e diffusione dell’Uomo moderno in diverse regioni e continenti, i diversi rami (aplogruppi) dell’albero evolutivo mitocondriale tendono a essere circoscritti a differenti aree geografiche e a differenti popolazioni umane. Quindi studiando quante e quali mutazioni caratterizzano un individuo si può risalire alla storia genetica dei suoi antenati femminili: il numero di mutazioni che separano due individui è indice della distanza temporale che li separa dall’antenata comune, mentre l’analisi degli aplogruppi permette di ricostruire gli spostamenti antichi dell’Uomo attraverso i continenti e le varie regioni del mondo. "The mtDna Legacy of the Levantine Early Upper Palaeolithic in Africa"´ by A. Olivieri, A. Achilli, M. Pala, V. Battaglia, S. Fornarino, N. Al-zahery, A. S. Santachiara-benerecetti, O. Semino and A. Torroni at Università di Pavia in Pavia, Italy; N. Al-zahery at University of Baghdad in Baghdad, Iraq; R. Scozzari and F. Cruciani at Università "La Sapienza" in Rome, Italy; D. M. Behar at Molecular Medicine Laboratory in Haifa, Israel; J-m. Dugoujon and C. Coudray at Université Paul Sabatier in Toulouse, France; H-j. Bandelt at University of Hamburg in Hamburg, Germany è pubblicato sull’edizione del 15 Dicembre di Science (www. Sciencemag. Org). .