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Notiziario Marketpress di Lunedì 01 Febbraio 2010
UE: VERSO UN AUTENTICO MERCATO UNICO DELLE TELECOMUNICAZIONI  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2010 - Il 28 gennaio si è aperta una nuova era per le telecomunicazioni nell´Unione europea: i regolatori delle telecomunicazioni dei 27 Stati membri dell´Unione si sono incontrati infatti per la prima volta a Bruxelles come membri del nuovo Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (Berec). Questo nuovo organismo è stato istituito nel dicembre 2009 in concomitanza con l´adozione della nuova normativa in materia di telecomunicazioni da parte del Consiglio e del Parlamento europeo. Il Berec aiuterà i regolatori nazionali e la Commissione europea a stabilire norme coerenti e condizioni di concorrenza uniformi in tutta l´Unione, a rafforzare i servizi europei delle telecomunicazioni, in rapida evoluzione in settori come le connessioni mobili a internet, e a dare impulso alla ripresa economica in Europa In un contesto europeo caratterizzato dall´esistenza di 12 imprese di telefonia fissa e 10 di telefonia mobile che offrono servizi in più Stati membri e di centinaia di fornitori di servizi ad attività transnazionale, il Berec ha un ruolo chiave per il rafforzamento del mercato unico delle telecomunicazioni e la promozione di una normativa coerente in tutta Europa. Assistito da un ufficio dotato di personale competente, il nuovo organismo europeo delle telecomunicazioni contribuirà in particolare a garantire pari condizioni di concorrenza nel mercato unico delle telecomunicazioni. Si pensi che nel 2008 le entrate del settore europeo delle telecomunicazioni sono ammontate a 351 miliardi di euro. Il nuovo organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche fornirà consulenze sul funzionamento del mercato europeo delle telecomunicazionie fungerà da orientamento, sostegno e complemento al lavoro indipendente dei regolatori nazionali delle telecomunicazioni, in particolare per l´adozione di decisioni di regolamentazione di portata transfrontaliera. Il Berec è composto dai dirigenti dei 27 organismi nazionali delle telecomunicazioni ed è assistito da un ufficio che fornisce il necessario supporto professionale e amministrativo. La maggior parte delle decisioni saranno adottate alla maggioranza dei due terzi e a maggioranza semplice nel caso dei pareri richiesti al Berec nell´ambito dell´analisi delle misure notificate alla Commissione dai regolatori razionali. Il Berec si sostituisce al "gruppo dei regolatori europei" che riuniva i regolatori nazionali e poteva funzionare solo all´unanimità, senza essere coinvolto nel processo di regolamentazione a livello Ue. Nel prossimo futuro - La decisione definitiva sulla sede dell´ufficio del Berec, che richiederà l´accordo tra i governi dei 27 Stati membri, non è ancora stata presa e fino a quel momento l´ufficio del Berec si insedierà in via provvisoria a Bruxelles. Contesto - Grazie alla riforma del settore europeo delle telecomunicazioni ( Memo/09/568), 500 milioni di cittadini europei possono oggi giovarsi di una scelta più ampia, favorita da una maggiore concorrenza sul mercato delle telecomunicazioni, oltre che di una più ampia copertura di connessioni internet veloci in banda larga in tutto il territorio dell´Unione e di una maggiore protezione della vita privata dei consumatori nelle comunicazioni elettroniche. Il nuovo organismo dei regolatori delle telecomunicazioni Berec entra in funzione da oggi, mentre il recepimento dell´intero pacchetto di riforma delle telecomunicazioni nelle legislazioni nazionali dei 27 Stati membri è previsto entro giugno del 2011. . .  
   
   
UE: SECONDO LA COMMISSARIA REDING, LA TUTELA DELLA PRIVACY DEGLI EUROPEI SARÀ UNA DELLE GRANDI SFIDE DEL PROSSIMO DECENNIO  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2010 - La tutela della vita privata deve far fronte a nuove sfide: il “behavioural advertising”, o pubblicità basata sul comportamento, analizza le abitudini di navigazione degli internauti per una commercializzazione più mirata dei prodotti, i siti di social network utilizzati da 41,7 milioni di europei permettono di accedere ad informazioni personali e fotografie e ben 6 miliardi di smart chip consentono attualmente di tracciare i movimenti dei navigatori. Nella giornata di oggi dedicata alla protezione dei dati personali la Commissione europea ha sottolineato la necessità di aggiornare le norme in materia di privacy per stare al passo con l’evoluzione tecnologica e garantire il rispetto della vita privata, la certezza del diritto e l’adozione di nuove tecnologie. Secondo le norme dell’Ue i dati personali possono essere utilizzati soltanto per scopi legittimi e con il consenso dell’interessato. Oggi la Commissione ha annunciato che, essendo entrati in vigore il trattato di Lisbona e la Carta dei diritti fondamentali, intende elaborare una normativa chiara e moderna applicabile in tutta l’Ue per garantire un elevato livello di protezione dei dati personali e della privacy. Il primo passo in questa direzione sarà una riforma della direttiva Ue del 1995 sulla protezione dei dati personali. Viviane Reding, la commissaria europea responsabile della società dell’informazione e dei media, ha dichiarato: “Le norme dell’Ue mirano a proteggere i dati personali di ogni cittadino e la Commissione europea ha dimostrato il suo impegno a garantirne il pieno rispetto in tutti e 27 i Paesi dell’Unione. L’innovazione è importante per la società contemporanea, ma non deve andare a scapito del diritto fondamentale dei cittadini al rispetto della vita privata. Dobbiamo ora fare in modo che la normativa generale sulla protezione dei dati stia al passo con la tecnologia e sia quanto più possibile completa, come prescritto dal trattato di Lisbona. Le norme dell’Ue devono consentire ad ogni cittadino di sapere in quali casi è legittimo il trattamento dei suoi dati personali – che sia all’imbarco su un aereo, all’apertura di un conto bancario o durante la navigazione in rete – e dargli la possibilità di opporvisi quando lo desidera. ” In occasione della quarta Giornata della protezione dei dati personali, celebrata oggi, la Commissione europea ha dichiarato che i provvedimenti relativi alla tecnologia Internet sono necessari in tutti i settori dell’economia e della società per proteggere la privacy e i dati personali dei cittadini europei. A tal fine la commissaria Reding ha annunciato che intende proporre un aggiornamento della normativa Ue in materia di privacy, dalle norme generali ( direttiva sulla protezione dei dati ) in vigore dal 1995 alle norme specifiche relative ai settori di Internet e delle telecomunicazioni ( norme sull’e-Privacy). Tale normativa perfezionata dovrà essere rigorosamente applicata in tutti i settori strategici e negli accordi internazionali, che si tratti di nuove tecnologie, diritti dei consumatori o pubblica sicurezza. Nel 2009 la Commissione ha adottato una serie di iniziative per far sì che la tutela della vita privata stia al passo con la tecnologia: una raccomandazione sulle etichette intelligenti Rfid (Radio Frequency Identification: identificazione a radio frequenza) inserite in prodotti quali i tesserini magnetici per gli autobus, secondo la quale nel commercio al dettaglio le etichette Rfid dovrebbero essere attivate solo a richiesta del consumatore che acquista il prodotto; un accordo tra 18 (20 dallo scorso giugno) importanti società che gestiscono siti di socializzazione, negoziato dalla Commissione nel febbraio 2009 per migliorare la sicurezza on line dei minori e il rispetto della privacy in siti di social network quali Facebook. La Commissione riferirà in merito ai progressi compiuti in questo campo nel prossimo “Safer Internet Day” 2010, che si svolgerà nel mese di febbraio: in tale occasione renderà noto, ad esempio, quante di queste società assicurano che i profili degli utenti minori di 18 anni siano automaticamente trattati come profili privati e non siano consultabili; nuove norme Ue in materia di telecomunicazioni scaturite da proposte della Commissione impongono ai fornitori di servizi di telecomunicazione, e in particolare di servizi Internet, di notificare alle autorità eventuali violazioni della sicurezza che comportino la perdita o l’abuso di dati personali. Queste norme rafforzano il diritto dei consumatori ad essere informati ogniqualvolta sui loro Pc vengano memorizzati o richiamati cookies Internet; un procedimento di infrazione contro il Regno Unito, avviato dalla Commissione il 14 aprile 2009 a seguito delle preoccupazioni espresse dai cittadini riguardo all’utilizzo sperimentale della tecnologia di “behavioural advertising” (Phorm), applicata dai provider di servizi Internet britannici per analizzare la navigazione in rete degli utenti. La Commissione ha segnalato al Regno Unito che la normativa britannica non è conforme alle norme Ue in materia di riservatezza delle telecomunicazioni. Questo riguarda, ad esempio, il consenso degli utenti all’intercettazione delle comunicazioni, le sanzioni applicate in caso di intercettazione illegale e la supervisione delle attività di intercettazione. Se il Regno Unito non adotta provvedimenti adeguati per ovviare alle carenze denunciate dalla Commissione, il caso potrà essere deferito alla Corte di giustizia europea. Contesto Il rispetto della vita privata e la protezione dei dati personali sono diritti umani sanciti dagli articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. La direttiva dell’Ue sulla protezione dei dati personali del 1995 stabilisce i principi generali per l’armonizzazione delle normative nazionali, definendo, ad esempio, i casi in cui è possibile il trattamento dei dati personali e i diritti delle persone i cui dati sono oggetto di trattamento. Secondo la direttiva, il consenso dell’utente all’utilizzo dei propri dati deve essere una manifestazione di volontà libera, specifica e informata. La direttiva Ue sulla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche del 2002 stabilisce i principi applicabili al settore delle telecomunicazioni. La direttiva garantisce la riservatezza delle comunicazioni, imponendo agli Stati membri l’obbligo di vietare le intercettazioni e la sorveglianza in assenza del consenso dell’utente (articolo 5, paragrafo 1) o di autorizzazione legale. Il trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi dell’Ue è disciplinato dal regolamento (Ce) n. 45/2001 sulla protezione dei dati. Il quadro normativo generale dell’Ue per la protezione dei dati trattati nell’ambito della cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale è costituito dalla decisione quadro 2008/977/Gai . Nel 2007 il Consiglio d’Europa ha istituito la Giornata della protezione dei dati personali per spiegare ai cittadini quali dati vengono raccolti e perché, e per informarli riguardo ai loro diritti e alle loro responsabilità. . .  
   
   
CONFERENZA DELLA DGT SUL TEMA “LA TRADUZIONE ALLA COMMISSIONE EUROPEA: 1958-2010”  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2010 - Il 12 marzo 2010 la Dgt (Direzione Generale Traduzione della Commissione europea) organizza a Bruxelles una conferenza nella quale verrà presentato uno studio sul funzionamento multilingue della Comunità economica europea, dall’Europa a sei del 1958 fino all’Unione attuale di 27 Stati membri e 23 lingue ufficiali. Sin dall’inizio del processo di integrazione europea, i servizi di traduzione hanno garantito ai cittadini l’accesso alla legislazione ed ai principali documenti politici dell’Ue nella loro lingua e hanno permesso agli Stati membri di contribuire efficacemente al processo decisionale dell’Ue. Lo studio sarà disponibile prossimamente all’indirizzo: http://ec. Europa. Eu/dgs/translation/publications/studies/index_fr. Htm. Realizzato sulla base di ricerche condotte negli archivi storici della Commissione europea e sulla base dei contributi di una sessantina di funzionari, lo studio è diretto a far conoscere una pagina poco nota della nostra storia comune e a stimolare nuove ricerche. La conferenza prevede una tavola rotonda alla quale parteciperanno protagonisti e testimoni di questa storia comune nonché rappresentanti del mondo accademico e delle istituzioni europee. Il programma della conferenza sarà prossimamente disponibile sul sito della Dgt (http://ec. Europa. Eu/dgs/translation/index_fr. Htm). La conferenza verrà trasmessa in diretta sul sito http://webcast. Ec. Europa. Eu/eutv/portal/index. Html (interpretazione in francese, inglese e tedesco), attraverso il quale sarà anche possibile partecipare al dibattito inviando domande agli oratori, che risponderanno durante le sessioni di domande e risposte previste nel programma. . .  
   
   
VERTICE EUROPEO DEI GOVERNI LOCALI  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2010 - Dal 22 al 24 febbraio 2010, Barcellona ospiterà il Vertice europeo dei governi locali, nel quale si riuniscono rappresentanti di enti locali, di governi, delle istituzioni europee e del settore privato. La questione centrale affrontata nel vertice riguarderà le modalità a disposizione dei governi locali per rafforzare la coesione delle città e dell’Europa in generale. L´obiettivo è l’analisi dei differenti modelli di governance, degli investimenti pubblici e delle politiche dei governi locali europei, tenendo conto della prossimità di tali amministrazioni ai cittadini. Elementi da tenere sempre presenti, nelle discussioni: la crisi economica e la nuova agenda europea. Per ulteriori informazioni: Direcció de Relacions Internacionals, Diputació de Barcelona, tel. : +34 934 022 077, o. Cooperacioeuropea@diba. Cat, www. Europeansummit2010. Eu .  
   
   
UNA SHENGEN DEL MARE PER DARE SLANCIO AL TRASPORTO MARITTIMO, ACQUACOLTURA, UNO SVILUPPO SOSTENIBILE PER LE FUTURE ´FATTORIE´ MARINE  
 
Livorno, 1 febbraio 2010 - Costruire una Schengen del mare, creando uno spazio europeo senza frontiere per il trasporto marittimo e semplificare le formalità di dichiarazione delle navi che si spostano tra porti situati all´interno dell´Unione Europea. Su questo tema, oggetto della direttiva attualmente all´esame della Commissione trasporti della Ue, si è incentrata la sessione speciale allargata della Consulta della Toscana del mare convocata e presieduta dall´assessore regionale al bilancio e alle politiche del mare Giuseppe Bertolucci, a cui ha partecipato anche il parlamentare europeo Guido Milana che è sia vicepresidente della Commissione Ue per la pesca che membro della Commissione trasporti e turismo. L´altro punto all´ordine del giorno è stato l´elaborazione di una strategia comunitaria per favorire lo sviluppo sostenibile dell´acquacoltura europea. All´incontro, del 29 gennaio, ospitato presso la sede dell´Autorità portuale di Livorno in palazzo Rosciano, hanno partecipato, oltre a sindaci e rappresentanti dei comuni e delle province costiere, anche le autorità portuali, le capitanerie di porto e rappresentanti delle associazioni di categoria. «Abolire o semplificare – ha detto l´assessore Bertolucci - i controlli documentali e fisici sulle imbarcazioni e sulle merci che arrivano o partono da porti europei, come prevede la nuova direttiva che abrogherà quella del 2002, è una operazione che contribuirà a rendere più appetibili le autostrade del mare e a valorizzare il sistema infrastrutturale e logistico toscano, agganciando il traffico delle merci che arrivano ai tre porti nazionali della Toscana (Livorno, Marina di Carrara e Piombino) al Corridoio 5 e all´alta velocità». «Occorrerà – ha detto ancora l´assessore - agire in particolare sulla informatizzazione e digitalizza zione dei dati, facendo leva sulla collaborazione e sintonizzazione tra i soggetti competenti. Le autorità portuali, le capitanerie di porto e gli altri operatori dei porti e interporti toscani stanno già lavorando in questa direzione, ma resta ancora molto da fare per migliorare la governance delle attività marittime e portuali». In tema di acquacoltura l´assessore Bertolucci ha ricordato quanto l´Europa, con la sua produzione pari al 2% del prodotto mondiale sia dipendente da paesi terzi. E ha posto l´accento sulle questioni “irrisolte”, dalla crescita insufficiente del settore alla scarsità di investimenti in tecnologia e ricerca, dalla persistenza di ostacoli burocratici e normativi che limitano la produttività e la concorrenzialità alla mancanza di piani regolatori specifici per gli insediamenti produttivi in ambiti costieri e marittimi. Tutti argomenti su cui si sta impegnando la Commissione Ue per la pesca , come ha detto il parlamentare europeo Milana, che ha fissato 4 punti inderogabili per un «settore in assenza di politica come l´acquacoltura: in primo luogo occorre un regolamento, poi un fondo specifico che deve sostenere quanto stabilito a livello normativo. Né si può derogare da un piano regolatore che stabilisca dove collocare gli impianti e dia certezze di percorsi, né da politiche di marchio per essere competitivi, garantire la qualità del prodotto e porre un freno alle importazioni selvagge». «Quanto alla Toscana – ha proseguito Bertolucci – sono attive 28 imprese con 41 siti produttivi, dove si allevano prevalentemente spigole e orate, per un totale di 4 mila tonnellate annue, di cui il 78% dagli allevamenti di specie marine e il restante 22% da colture di specie di acqua dolce. La Regione, negli ultimi anni di programmazione, ha attuato numerosi interventi che hanno finanziato (con circa 7 milioni, dal 2000 al 2006, di fondi Sfop-strumento finanziario di orientamento della pesca e 2,3 milioni del Fep-fondo europeo per la pesca 2007-2013) sia l´ammodernamento degli impianti di acquacoltura e il miglioramento delle loro condizioni igienico-sanitarie, che la ricerca e il trasferimento dell´innovazione tecnologica alle imprese (ogni anno sono destinati all´Arsia 400. 000 euro per progetti di ricerca)». Le altre iniziative finanziate riguardano la tracciabilità del prodotto e l´adozione di disciplinari per consentire alle aziende ittiche di aderire al marchio regionale dei prodotti agricoli. «Tutti filoni – ha concluso l´assessore – su cui occorre andare avanti, in accordo con le rappresentanze del mondo produttivo, centri di ricerca e Arpat, per dare slancio e garantire un futuro sostenibile a questo comparto che ha ancora molte potenzialità da sfruttare». .  
   
   
DAVOS. “2015: WOMEN AND EXPO” PER PROMUOVERE LO SVILUPPO FEMMINILE NEL MONDO  
 
Milano, 1 febbraio 2010 - Si è insediato il 29 gennaio a Davos l’Advisory Board “2015: Women and Expo”: presidente la Regina Rania di Giordania e co-presidente il Commissario straordinario del Governo per Expo 2015 Letizia Moratti, vicepresidenti il vicepresidente del Senato Emma Bonino e il Ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo. Promozione della creatività imprenditoriale al femminile, nelle varie aree del mondo, sugli argomenti legati al tema di Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. E’ questa la sfida lanciata dall’Advisory Board “2015: Women and Expo”che intende vincere nei prossimi cinque anni, un arco di tempo nel quale saranno promossi e realizzati progetti dedicati alle donne. Il Consiglio, composto da donne illustri provenienti da ogni parte del mondo, è concepito come uno strumento finalizzato ad abbattere le barriere che ostacolano il processo di sviluppo del mondo femminile. Tra gli altri membri del Consiglio anche Diana Bracco, presidente di Expo 2015 S. P. A. E del Comitato italiano “2015: Women and Expo”; ed Emma Marcegaglia presidente di Confindustria. Tante le personalità internazionali. Da Cherie Blair, presidente della Fondazione delle donne Cherie Blair e del Loomba Trust, a Geeta Rao Gupta, presidente del Centro internazionale di ricerca sulle donne; da Iweala Ngozi Okonjo, direttore generale della Banca Mondiale, a Viviane Wade moglie del presidente del Senegal e presidente della Fondazione “Agir pour la Santé et l’Education”. E ancora Margarita Cedeño de Fernandez Primera Dama della Repubblica Dominicana e Josette Sheeran, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale. Non è tutto. Tra i membri dell’Advisory Board figurano anche Kerry Kennedy, direttore della Fondazione per l’Europa Robert F. Kennedy; Valentina Matviyenko, governatrice di San Pietroburgo; Laurence Parisot, presidente di Medef; Rhoda Peace Tumusiime, commissario africano dell’economia rurale e dell’agricoltura; Sandra Pupatello, ministro dello sviluppo economico dell’Ontario; Petra Roth, sindaco di Francoforte e Yalcindag Arzuhan Dogan, membro dell’associazione degli industriali turchi. L’obiettivo è quello di raccogliere e promuovere progetti da tutto il mondo, legati all’universo femminile, che possano favorire la collaborazione fra Paesi e culture, su obiettivi condivisi e concreti e che contribuiscano a risolvere alcuni dei grandi problemi esistenti nel Mondo come la fame, la malnutrizione, la mancanza di accesso all’acqua pulita. I progetti dovranno essere validati dal Comitato Scientifico di Expo ed essere coerenti con il tema dell’Esposizione universale (Nutrire il pianeta, energia per la vita). Il Consiglio verificherà periodicamente lo stato di avanzamento dei lavori e stabilirà le strategie future. Da qui al 2015, l’Advisory Board organizzerà importanti convegni annuali. Quello di quest’anno si terrà a Shangai, che oltre a coinvolgere personalità locali attive nell’ambito sociale, contribuirà ad approfondire le principali problematiche presenti sui territori, di volta in volta, interessati. Il primo appuntamento operativo dell’Advisory Board si terrà a Milano a fine maggio. . .  
   
   
BOSNIA NON PRONTA PER LIBERALIZZAZIONE VISTI  
 
Sarajevo, 1 febbraio 2010 - Il presidente della delegazione della Commissione Europea per la Bosnia Herzegovina, Dimitris Kourkoulas, ha affermato in un´intervista con il quotidiano di Sarajevo "Dnevni Avaz", che il Paese non ha ancora rispettato tutte le condizioni per la liberalizzazione dei visti con l´Ue. La notizia è riportata da "Setimes. Com". Kourkoulas ha affermato che, mentre la recente legge sugli emendamenti al codice criminale è stata un passo importante, alcuni obiettivi tecnici permangono. Kourkoulas ha aggiunto che gli esperti dell´Ue che intendono visitare il Paese il mese prossimo condurranno una valutazione finale. .  
   
   
ABI: DA DICEMBRE SCORSO 7 MLD DI LIQUIDITÀ IN PIÙ PER LE PMI  
 
Roma, 2 febbraio 2010 - Una procedura semplice ormai perfettamente a regime e un’efficace via per le piccole e medie imprese di far fronte ad un possibile momento di difficoltà. È il quadro che emerge dagli ultimi dati sull’uso della sospensione. Da dicembre 2009 le piccole e medie imprese hanno potuto contare su 7miliardi in più di liquidità. Si tratta di 2 miliardi in più rispetto a novembre 2009, quando il dato si era attestato a 5 miliardi. È quanto emerge dell’ultimo aggiornamento del monitoraggio, che fotografa l’utilizzo dell’”Avviso comune”, l’accordo siglato il 3 agosto alla presenza del Ministro dell’economia Giulio Tremonti, dall’Abi e dalle altre rappresentanze dell’Osservatorio permanente sui rapporti banche imprese. I dati ufficiali del monitoraggio segnalano che al 31 dicembre 2009 sono state 117. 000 le domande delle imprese, per un controvalore complessivo di finanziamenti in essere di 37,3 miliardi di euro. Nella seconda rilevazione, a novembre 2009 le domande erano state circa 84. 000, per un controvalore complessivo di finanziamenti di 27,5 miliardi di euro. Il sistema bancario ha analizzato 109. 000 domande (35,3 miliardi di euro) con i seguenti risultati: è stato già accolto l’80% delle domande (82. 800 pari a 27,2 miliardi), ancora in corso di esame 19. 300 unità (6,5 miliardi), mentre solo poco più dell’1% non è stato accolto (2. 200 per 500 milioni di valore). Il Presidente dell’Abi, Corrado Faissola, ha sottolineato che “le banche da dicembre hanno lasciato alla disponibilità delle imprese quasi 7 miliardi di euro relativi alle quote di capitale sospese”.
Numero Debito residuo (min di euro) In % domande pervenute In 0/D domande ammissibili
Quota su numero Quota su debito residuo Quota su numero Quota su debito residuo
Domande pervenute 116. 937 37. 265 100,0% 100,0%
Domande pervenute non ancora analizzate 8. 216 2. 010 7,0% 5,4%
Domande analizzate 108. 721 35. 255 93,0% 94,6%
Domande non ammissibili 4. 426 1. 022 3,8% 2,7%
Domande ammissibili 104. 295 34. 232 89,2% 91,9% 100,0% 100,0%
Domande accolte* 82. 831 27. 225 70,8% 73,1% 79,4% 79,5%
Domande in corso di esame 19. 266 6. 492 16,5% 17,4% 18,5% 19,0%
Domande non accolte 2. 198 515 1,9% 1,4% 2,1% 1,5%
* La quota capitale sospesa è pari a circa 7 miliardi di euro
Rispetto alle domande riferite alle singole branche di attività spiccano in particolare industria, commercio/alberghiero e altri servizi. L’analisi relativa alla distribuzione territoriale delle domande accolte, per sede legale dell’impresa richiedente, evidenzia che il 55,4% delle domande è riferito ad imprese residenti nel Nord Italia. La quota restante riguarda tutto il Centro Sud. Come evidenziato nei mesi scorsi, l’adesione delle banche all’Avviso comune, e quindi la volontà di sostenere ulteriormente il sistema delle imprese in questa difficile congiuntura, è stata massiccia: al 22 gennaio, le banche e intermediari finanziari che hanno aderito sono 581, pari a 33. 553 sportelli (il 98,3% del totale sportelli presenti in Italia). .
 
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 28 GENNAIO 2010  
 
Aste Titoli Di Stato A Medio/lungo Termine Del 28 Gennaio 2010
Cct T. V. Btp 2,00% Btp 4,25%
Scadenza 01. 07. 2016 15. 12. 2012 01. 03. 2020
Cod. /tranche It0004518715/11 It0004564636/3 It0004536949/9
Imp. Offerto 1757 3538 3500
Regolamento 01. 02. 2010 01. 02. 2010 01. 02. 2010
Ced. God. 0,45
Imp. Domandato 2907 4819 4621
Imp. Assegnato 1757 3538 3500
Prezzo aggiudicazione 99,29 99,60 101,70
Prezzo esclusione (**) (**) (**)
Rendimento lordo 0,979 2,149 4,079
Variazione Rend. Asta prec. (*) -0,021 -0,043 0,013
Rendimento netto 0,829 1,875 3,544
Riparto (**) (**) 42,288
Importo in circolazione (mln) 15801 8203 19133
Riapertura (mln) (**) (**) (**)
Prezzo nettisti 99,26530100 99,59709900 101,70000000
(*) raffronto con titolo di pari durata
(**) dato non pervenuto
Elaborazione Assiom Forex .
 
   
   
REGIONE LOMBARDIA: ALTRA SEDE, IERI PORTE APERTE AI CANDIDATI PRESIDENTI FORMIGONI ALL´APPUNTAMENTO IN BICI:AUTO NON SEMPRE NECESSARIA  
 
Milano, 1 febbraio 2010 - L´altra Sede ha aperto il 30 gennaio le porte ai candidati alla Presidenza di Regione Lombardia. Nei giorni scorsi il presidente Roberto Formigoni aveva invitato Vittorio Agnoletto, Marco Cappato, Vito Crimi e Filippo Penati a visitare il nuovo complesso. Agnoletto si è fermato all´ingresso di via Galvani senza effettuare la visita. Formigoni ha dunque accompagnato Marco Cappato, l´altro candidato presente all´appuntamento, al 39mo piano della torre e poi al terzo piano, svolgendo dunque l´itinerario che decine di migliaia di cittadini stanno compiendo in questi giorni di apertura al pubblico dell´Altra Sede. "Ho voluto invitare i canditati alla Presidenza di Regione Lombardia - ha detto Formigoni - a visitare l´Altra Sede prima dell´inizio della campagna elettorale. Mi è sembrato un gesto corretto, all´insegna del fair play istituzionale". Formigoni ha ricordato le caratteristiche del palazzo, che riunirà i diversi uffici sparsi oggi in varie zone di Milano, permettendo un risparmio di 25 milioni all´anno di affitti. "Abbiamo voluto questa opera - ha proseguito - per concentrare i due soli punti, il Palazzo Pirelli e l´Altra Sede, tutti i dipendenti della Regione, garantendo una migliore razionalità e funzionalità degli uffici. Il vantaggio per i cittadini sarà appunto quello di avere solo due sedi a cui rivolgersi per le proprie necessità, con un evidente risparmio di tempo e una maggiore comodità". Formigoni è arrivato all´Altra Sede in bicicletta. "Ritengo - ha detto - che ci si possa muovere anche non utilizzando sempre la macchina. Il blocco del traffico di domani è anche un invito ad un maggiore utilizzo dei mezzi pubblici e a spostarsi quando è possibile a piedi o in bicicletta". "Questo invito ai cittadini a compiere milioni di piccoli gesti virtuosi - ha aggiunto - segue anni di politiche strutturali da parte di Regione Lombardia, come la messa la bando degli oli pesanti, le nuove regole per le centrali, le decine di milioni di euro di incentivi per cambiare i mezzi più inquinanti e per impianti di riscaldamento più ecologici". Il presidente ha ribadito che "Milano non è la città più inquinata d´Italia", sottolineando che, dopo gli anni di "campagne strutturali" di Regione Lombardia per combattere l´inquinamento, spetta ora ai Comuni decidere eventuali altri provvedimenti di limitazione al traffico come quelli di domani. Dato l´altissimo numero di richieste pervenute, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha deciso l´apertura straordinaria dell´Altra Sede per le visite dei cittadini anche nelle giornate di lunedì 1 febbraio e martedì 2 febbraio dalle 10. 00 alle 19. 00. In questo modo si potrà dare la possibilità alle tantissime persone che lo desiderano di ammirare il nuovo complesso della Regione, salendo anche al 39mo piano della torre, punto più alto della città. Dal 23 gennaio, primo giorno di apertura, ad oggi sono state numerosissime, oltre 30. 000, le persone che hanno visitato l´Altra Sede. Proseguono intanto le votazioni via web per la scelta del nuovo nome. Domani, domenica 31 gennaio, sarà l´ultimo giorno per scegliere tra Altra Sede, Palazzo Lombardia e Ca´ Longa, i tre nomi rimasti in lizza dopo la prima fase di consultazione, cui hanno partecipato oltre 23. 000 cittadini. .  
   
   
TRENTO: IL PRESIDENTE DELLAI INCONTRA L´AMBASCIATORE DEL VIETNAM DANG KHANH THOAI  
 
Trento, 1 febbraio 2010 - Cordiale incontro il 28 gennaio in Provincia fra il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai e l´ambasciatore del Vietnam in Italia Dang Khanh Thoai, accompagnato dal consigliere commerciale Tran Thanh Hai. Fra gli argomenti trattati la collaborazione con l´Università di Trento, la crescita della collaborazione nel campo della solidarietà internazionale, sulla base delle iniziative sviluppate nel Paese asiatico dal Gtv trentino, lo sviluppo di nuove iniziative sul piano economico-commerciale e culturale. "E´ nostra intenzione - ha detto l´ambasciatore - intensificare le nostre relazioni con il Trentino, nel quadro dei rapporti già eccellenti che intratteniamo con l´Italia. " Uno dei settori privilegiati di questa collaborazione è quello della solidarietà internazionale; all´incontro hanno preso parte non a caso anche Paolo Bridi, nella sua veste di vicepresidente del Gtv-gruppo trentino di volontariato, che opera in Vietnam ormai da molti anni, e il dirigente generale della Provincia Carlo Basani. Sul piano culturale, la delegazione dell´ambasciata ha visitato ieri l´Università per esaminare lo sviluppo di nuove partnership. Altre iniziative sono previste in occasione dei 1. 000 anni della fondazione della città di Hanoi; in particolare, si pensa a due concerti del coro della Sat, in autunno, nell´ambito di una trasferta che dovrebbe toccare anche Seul. Infine, sul versante economico, alcuni imprenditori trentini hanno manifestato interesse ad investire in Vietnam, dove pure la presenza dell´Italia nel suo complesso è ancora piuttosto bassa, e potrebbe essere, come sottolineato dall´ambasciatore Khanh Thoai, incrementata, alla luce anche della notevole fase di crescita che il Paese sta conoscendo (7% quella prevista per quest´anno): nell´ambito della visita della delegazione in Trentino è prevista infatti anche una "tappa" presso la Camera di Commercio. Il presidente Dellai ha confermato la volontà della Provincia autonoma di sostenere queste altre eventuali iniziative, dando continuità ad un impegno che data già almeno una decina di anni. .  
   
   
PUBBLICO IMPIEGO: I 4 PUNTI DELLA RIFORMA IN FVG  
 
Trieste, - Sono 4 i cardini della riforma del pubblico impiego che la Regione intende attuare. Il primo prevede che chiunque entri a far parte del sistema amministrativo regionale sia di fatto un dipendente di questo sistema e non del singolo ente; il secondo stabilisce l´introduzione di un albo unico della dirigenza a cui accedere dopo un percorso formativo che garantisca uno standard comune ed elevato; il terzo punta ad una revisione complessiva del sistema di valutazione e delle carriere, con l´introduzione, nella sostanza, del ruolo e non del numero dei quadri al posto delle posizioni organizzative (Po); il quarto punta ad una riorganizzazione della dirigenza che restituisca identità all´impegno professionale e consenta, ad esempio, "ai primari di stare in sala operatoria piuttosto che occuparsi di budget". Il disegno complessivo è stato tracciato il 29 gennaio dall´assessore alla Funzione pubblica del Friuli Venezia Giulia, Andrea Garlatti, nel corso del seminario "Amministrazione pubblica e Regione autonoma Friuli Venezia Giulia: area quadri e altre professionalità nell´ottica della strategia europea di Lisbona" organizzato a Trieste dalla delegazione regionale della Confederazione Italiana Unione delle Professioni Intellettuali (Ciu). Obiettivo del seminario era focalizzare l´attenzione sull´opportunità di una riorganizzazione amministrativa e normativa da attuare in Friuli Venezia Giulia in rispetto a leggi nazionali e regionali che, seppure già esistenti, sono state sinora disattese nella maggior parte d´Italia. Un riassetto chiesto, anche in virtù del fatto che Liguria, Puglia e Sicilia stanno disciplinando la vicedirigenza seguiti a ruota dal Trentino Alto Adige, dal personale dirigente del Comparto unico, definito "un investimento notevole dal punto di vista finanziario che però non sta producendo utili" dal presidente dell´Areran, Giuseppe Mareschi. Dimostrando apertura nei confronti di un riconoscimento di status in linea con quanto previsto dal trattato di Lisbona e dalla Carta Europea 2020 sulla mobilità delle professioni e della conoscenza, Garlatti ha ricordato che qualsiasi programma va attuato senza perdere di vista la realtà e che, se permane la validità dell´obiettivo "disoccupazione zero" indicato a Lisbona, occorre oggi confrontarsi con una disoccupazione che tocca il 10 per cento ed un mondo condizionato da forze capaci di variazioni imprevedibili. "Scenari instabili in cui, come ha insegnato Darwin, sopravvive non il più grosso ma quello che sa adattarsi meglio all´ambiente", ha detto Garlatti, notando che alla regola non sfugge nemmeno la pubblica amministrazione, la quale, per migliorare riducendo i costi, deve guadagnare un buon livello di mobilità e adattabilità in tutti i settori, compresa la gestione delle riforme. Tornando al tema del seminario, che si inserisce peraltro nel più ampio contesto annunciato da Garlatti, nei loro interventi gli esponenti del Ciu (il presidente nazionale e consigliere del Comitato economico e sociale europeo Corrado Cossitto, il responsabile Regione-enti locali Fulvio Carli, il segretario regionale Giuliano Veronese e Fabio Petracci del Comitato scientifico) hanno ricordato che a livello nazionale sono numerosi gli strumenti normativi (legge 190/85 istitutiva della qualifica di "quadro", decreto legislativo 165/2001- art, 17bis e Legge 15/2009 sulla vicedirigenza) che già affrontano in maniera risolutiva il problema. Per quanto concerne il Friuli Venezia Giulia, invece, fanno già testo sia la proposta di legge 51/2004, presentata dal Centrodestra, che la previsione di un´area delle altre professionalità contenuta nella legge regionale 8/2005. .  
   
   
LIGURIA, PRESIDENTE BURLANDO: "GARE CENTRALIZZATE, FORMA DI RISPARMIO E DI TRASPARENZA" NEI PROSSIMI MESI GARE CENTRALIZZATE SULLA BIGLIETTERIA AEREA, SERVIZIO DI VIGILANZA E ACQUISTO ARREDI RISPARMI DELLA SPESA COMUNE FINO A 6 MILIONI DI EURO  
 
Genova,  1 febbraio 2010 - "Le gare centralizzate consentono una maggiore trasparenza e correttezza, una piu´ ampia partecipazione e una riduzione dei costi". Lo ha detto il 28 gennaio il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando intervenendo al convegno sulla "Centralizzazione degli acquisti nelle pubbliche amministrazioni" promosso dalla direzione risorse finanziarie e strumentali della Regione Liguria presso il Teatro della Gioventù di Genova, a cui hanno partecipato, tra gli altri, gli assessori al Bilancio di Regione e Provincia di Genova, Giovanni Battista Pittaluga e Monica Puttini. "In un periodo di crisi economica e finanziaria - ha detto Burlando - la centralizzazione degli acquisti è una misura per contenere i costi, senza creare disagio sociale. Questa forma di risparmio è stata sperimentata dalla Regione Liguria in tre casi: dalla sanità per le gare in questo settore poste a carico della centrale regionale della sanità, nelle gare informatiche gestite da Datasiel e nelle gare di beni e servizi a carico dell´amministrazione generale della Regione Liguria". Il presidente della Regione Burlando ha sottolineato la particolare valenza positiva delle gare gestite da Datasiel che "hanno consentito il contenimento dei costi e l´omogeneità dei prodotti e dei servizi, particolarmente rilevante nel campo sanitario dove le tecnologie devono dialogare tra loro e la ripetizione di esami, molto diffusa, costituisce motivo di aumento dei costi". "Importante dunque - ha detto Burlando - il lavoro avviato da Datasiel di digitalizzazione della diagnostica sanitaria che consentirà ai vari centri ospedalieri di dialogare tra loro con risparmio di tempo e un impatto positivo sulle cure". "Facendo gare centralizzate - ha ribadito l´assessore regionale al Bilancio, Giovanni Battista Pittaluga - si ottiene un risparmio del 10% a cui si deve aggiungere la possibilità per i Comuni liguri di poter partecipare a tali gare attraverso una convenzione che stiamo studiando tra Enti Locali, Regione Liguria e Consip, centrale di committenza nazionale, in grado di prevedere forme di collaborazione e svolgimento di azioni comuni". A questo proposito nei prossimi mesi la Regione Liguria effettuerà gare centralizzate per la biglietteria aerea, il servizio di vigilanza e l´acquisto degli arredi, oltre a quello di carta e fotocopiatrici. "Le prime tre - ha spiegato l´assessore Pittaluga - saranno gare europee che potranno consentire risparmi del 10%". "L´obiettivo - ha concluso Pittaluga - è quello di consentire anche agli Enti locali liguri di poter accedere, sia alle gare regionali che a quelle nazionali, attraverso due convenzioni che verranno siglate prossimamente. Un fatto che consentirà alle pubbliche amministrazioni presenti sul territorio regionale non solo di ottenere un risparmio sul prezzo di acquisto, ma anche di essere sollevate dall´attività di approvvigionamento attraverso procedure di evidenza pubblica. Secondo questa ipotesi il programma triennale della spesa comune raggiungerebbe un ammontare di 60 milioni di euro, dato dall´aggregazione della domanda della Regione Liguria, del settore regionale allargato e degli Enti strumentali della Regione , ottenendo un risparmio per il sistema delle pubbliche amministrazioni liguri sul costo degli acquisti ipotizzabile in circa 6 milioni di euro". .  
   
   
FINANZE: REGIONE FVG IMPUGNA ART. 2 COMMA 18 FINANZIARIA STATO  
 
Tolmezzo, 1 febbraio 2010 - La Regione Friuli Venezia Giulia intende riaffermare il proprio diritto, già riconosciuto dalla Corte Costituzionale, alla compartecipazione alle ritenute Irpef sui redditi dei pensionati residenti sul proprio territorio. Tale diritto è stato riconosciuto solo in una prima parte nella legge finanziaria statale per il 2010. Il presidente della Regione Renzo Tondo, dopo aver informato la Giunta regionale, ha quindi annunciato di dare mandato all´Avvocatura della Regione di predisporre il ricorso di impugnazione della legge finanziaria dello Stato all´art. 2, comma 18 in quanto non ottempera alla sentenza della Corte Costituzionale n. 74 del 13 marzo 2009. "E´ un passaggio dovuto a tutela degli interessi della nostra regione", ha commentato l´assessore alle Finanze Sandra Savino. .  
   
   
BOLOGNA, COSTITUITA L´UNIONE TERRE DI PIANURA CHE COMPRENDE I COMUNI DI BARICELLA, BUDRIO, GRANAROLO E MINERBIO. LA REGIONE ANCHE PER IL 2010 HA ASSICURATO IL PROPRIO IMPEGNO STANZIANDO BEN 11 MILIONI DI EURO PER SOSTENERE LE UNIONI DI COMUNI DELL´EMILIA-ROMAGNA  
 
 Bologna, 1 febbraio 2010 - «La Regione ha lavorato, in questi anni, per la valorizzazione istituzionale delle forme associative in più direzioni, formulando soluzioni innovative per lo sviluppo dei territori». Lo ha sottolineato il 28 gennaio l’assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale e Cooperazione con le autonomie locali Gian Carlo Muzzarelli intervenendo alla cerimonia di sottoscrizione ufficiale della costituzione dell’Unione “Terre di pianura”. La nuova Unione nasce dalla precedente associazione di Comuni ed è formata dalle municipalità della bassa pianura bolognese di Baricella, Budrio, Granarolo e Minerbio. «Con la legge regionale 10 del 2008, in un’ottica di autonomia ed efficienza del sistema, è stato applicato al massimo il principio di sussidiarietà riconoscendo – ha aggiunto l’assessore Muzzarelli - alle autonomie locali e funzionali un ruolo sostanziale nei servizi ai cittadini, respingendo ogni pulsione al centralismo regionale o al federalismo competitivo ed egoistico, nell’obiettivo di creare un forte governo a rete, definendo bene le responsabilità di ognuno». Inoltre Muzzarelli ha ricordato che «anche alla luce della nascita dell’Unione Terre di Pianura, la Regione ha assicurato il proprio impegno stanziando anche per il 2010 ben 11 milioni di euro di risorse proprie per sostenere le Unioni dell´Emilia-romagna». Attualmente, le forme associative costituite in Emilia-romagna sono 51, delle quali 30 sono Unioni di Comuni che rappresentano più della metà delle forme associative nel suo complesso. Queste forme associative coinvolgono, oggi, ben 303 Comuni sui 348 complessivi dell’Emilia-romagna (il 93%), dei quali 51 hanno aderito ad Associazioni intercomunali, 88 sono ricompresi in Comunità montane, e 164 hanno costituito Unioni di Comuni. I Comuni che non hanno aderito ad alcuna forma associativa sono solo 45, dei quali 11 con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti (sui 159 presenti in Regione). Il 93% dei Comuni piccoli risultano inseriti in forma associative. In particolare tutti i piccoli Comuni montani sono inseriti nelle Nuove Comunità montane e nelle Unioni derivanti dalle Comunità montane soppresse a seguito del processo di riordino territoriale 2008-2009 che ha ridotto le Comunità montane a 9, attualmente aumentate a 10 per l’ingresso della Comunità montana Alta Valmarecchia. «I risultati raggiunti sono davvero incoraggianti – ha concluso Muzzarelli – e speriamo di proseguire ulteriormente per ottenere miglioramenti dei servizi e delle funzioni pubbliche nonché l’ampliamento dell’offerta di prestazioni come ad esempio l’urbanistica, per i servizi alla persona, gli acquisti e l’infrastrutture». .  
   
   
CONFERENZA SUL LAVORO NEL LAZIO: BANCHE E TERRITORIO, RAPPORTO NECESSARIO PER SVILUPPO  
 
Roma, 1 febbraio 2010 - Come legare lo sviluppo del territorio e del sistema imprenditoriale al rapporto con banche e fondazioni bancarie. Questo il tema che il 28 gennaio è stato al centro dell´ultima tavola rotonda della Conferenza regionale del lavoro, realizzata dall´Assessorato regionale al Lavoro con il supporto di Bic Lazio, Sviluppo Lazio e Lait Spa, e tenutasi a Roma. Certo della necessità di un rapporto stretto tra banche e territorio si è detto Francesco Cataldo, direttore generale di Unicredit Banca di Roma, intervenuto al dibattito. " Quando sono arrivato a Roma a fine 2007-inizio 2008 - ha detto Francesco Cataldo - la nostra era una banca molto presente su una clientela medio-alta, ma poco invece sulle piccole e medie imprese. Una scelta che non giudico, ma, a mio parere, una banca con 600 sportelli in tutto il Lazio deve essere legata al territorio, e farne parte integrante. Quindi abbiamo iniziato a incontrare istituzioni e parti sociali, e realizzato progetti e plafond per le pmi". Un atteggiamento che, secondo Cataldo, anche durante la crisi. "In una situazione del genere - ha spiegato - la responsabilità sociale delle imprese era quella di fare la propria parte. E il nostro gruppo, a mio parere, ha fornito un contributo contro la crisi non inferiore a quello offerto dalla cassa integrazione". Al riguardo Cataldo ha ricordato il progetto ´Sos impresa Italia´, promosso da Unicredit Banca di Roma . "Abbiamo preso 16. 000 imprese - ha rimarcato - in difficoltà e abbiamo valutato, insieme alle parti sociali, se con il nostro contributo le aziende sarebbero riuscite a superare la crisi. Non si deve quindi ´sparare´ contro le banche - ha aggiunto - perché abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre condizioni durante la crisi, e anche perché c´è da affrontare la ripresa". Per Lorenzo Falconi, vicedirettore generale di Unionfidi Lazio, "non si tratta di ´sparare´ contro le banche, ma semplicemente vogliamo che il loro impegno continui ancora". "Vogliamo sapere - ha aggiunto - come le banche vogliono utilizzare i fondi della Cassa Deposito e Prestiti, e anche su come vogliono agire per la sospensione dei mutui". .  
   
   
TRENTO: NUOVO PROTOCOLLO D´INTESA SULL´EMERGENZA OCCUPAZIONALE  
 
Trento, 1 febbraio 2010 - Siglato il 29 gennaio nella sede del Servizio lavoro della Provincia un nuovo protocollo d´intesa per affrontare, anche nel 2010, l´emergenza occupazionale generata dalla crisi economica. Alla firma il presidente Lorenzo Dellai e i rappresentanti delle associazioni economiche e sindacali, presenti anche il direttore della Direzione Regionale dell’Inps Gaetano Guerriero e il presidente dell’Ordine provinciale dei Consulenti del Lavoro Andrea Pozzatti. Il documento definisce in pratica il quadro degli interventi per l’anno appena iniziato in materia di: azioni per affrontare l’emergenza occupazionale, ammortizzatori sociali in deroga e lavori socialmente utili. Com´è noto, gli effetti negativi della congiuntura sono stati attenuati dalle misure anticrisi realizzate dalla Provincia a partire già dagli ultimi mesi del 2008, con l’unanime consenso e la collaborazione delle parti sociali. Perdurando tuttavia gli effetti della crisi, in particolare sul fronte occupazionale, si è ritenuto opportuno riproporre alcuni interventi anche per l’anno 2010, con le opportune correzioni suggerite dalla previsione sull’andamento della crisi, dall’esperienza maturata e dalla normativa sopravvenuta. In particolare, oltre ad adottare gli ammortizzatori in vigore nel resto del Paese, la Provincia con questo piano ha deciso di andare oltre, rafforzando le condizioni per favorire la conservazione dei rapporti di lavoro in luogo dei licenziamenti e conferendo ai lavoratori comunque licenziati sostegni al reddito nei casi di esclusione dalle prestazioni sociali statali. I beneficiari di queste ultime, invece, riceveranno trattamenti più adeguati e dignitosi. La crisi economica ed occupazionale ha messo a nudo gli elementi di contraddittorietà, selettività e discriminazione dell’impianto statale delle tutele del reddito dei lavoratori in difficoltà, facendo scoprire diversità di trattamento dei lavoratori licenziati molto pronunciate. Al tempo stesso, essa ha fatto emergere aree e categorie di lavoratori totalmente esclusi da qualsiasi forma di tutela, tra cui, paradossalmente, i soggetti più esposti alla disoccupazione, come i lavoratori a termine, i collaboratori a progetto, quelli occasionale. In una parola, i lavoratori c. D. Precari. Per supplire a tale deficit, la Provincia autonoma di Trento, da sempre apripista nella promozione di soluzioni innovative, ha attivato un pacchetto di misure che non ha uguali nel resto del Paese, dove invece si è operato esclusivamente nel solco degli ammortizzatori sociali in deroga. Anche la Provincia ha attivato tali ammortizzatori, mettendo a disposizione, anche per il 2010, finanziamenti, regole e strutture per estendere l’ambito di applicazione della cassa integrazione guadagni anche ai settori economici da sempre esclusi, come l’artigianato, il commercio e tutta l’area del terziario, e per includere nella mobilità in deroga lavoratori altrimenti esclusi dai trattamenti statali. Tuttavia, l’azione provinciale va oltre, rafforzando le condizioni per favorire la conservazione dei rapporti di lavoro in luogo dei licenziamenti, ma per conferire ai lavoratori comunque licenziati sostegni al reddito nei casi di esclusione dalle prestazioni sociali statali e, a quelli beneficiari di queste ultime, trattamenti più adeguati e dignitosi. Ne è nato un piano di strumenti anticrisi che è si articola sistematicamente attorno a tre obiettivi fondamentali, di seguito elencati: a) per favorire la conservazione del rapporto di lavoro il nuovo piano anticrisi 2010, da un lato, estende a tutti i settori economici il contributo riservato ai datori di lavoro firmatari di contratti di solidarietà; dall’altro, conferma la previsione di un contributo agli enti bilaterali che siano disponibili a garantire ai lavoratori dipendenti sospesi dal lavoro un sostegno al reddito integrativo di quello statale o riferito a soggetti non aventi titolo; b) per sostenere il reddito dei lavoratori vengono previsti tre interventi: - l’erogazione di un assegno integrativo, per un massimo di 200 euro mensili, a favore dei lavoratori in cassa integrazione guadagni, anche in deroga, che siano rimasti sospesi dal lavoro nel semestre di riferimento per almeno 120 ore; - l’erogazione di un assegno integrativo, per massimo di 200,00 euro mensili, a favore dei lavoratori aventi titolo all’indennità di disoccupazione ordinaria o speciale dell’edilizia erogata dallo Stato o di mobilità statale, anche in deroga, e regionale; - l’erogazione di una specifica indennità provinciale di disoccupazione a favore dei soggetti esclusi dalle provvidenze statali, purché licenziamenti per ragioni riconducibili alla crisi economica ed in possesso del requisito di un’anzianità lavorativa presso l’ultimo datore di lavoro di almeno 6 mesi. Tale indennità ammonta nel massimo ad euro 600,00 per massimo 6 mesi. C) per favorire e sostenere l’occupabilità dei lavoratori è introdotto un pacchetto di interventi di sostegno e di supporto, anche di orientamento e formativi, tesi a potenziare le opportunità dei lavoratori di consolidare la propria posizione in azienda o sul mercato del lavoro. La previsione di un assegno provinciale integrativo dei trattamenti statali di cassa integrazione, disoccupazione e mobilità mira a ridurre il differenziale tra reddito perduto e quello sostitutivo garantito dallo Stato e, soprattutto, ambisce a realizzare una più ampia uniformità tra i trattamenti previsti in precedenza. Uniformità ad oggi assente in ragione del fatto che i trattamenti erogati dallo Stato per le diverse causali di disoccupazione prevedono condizioni e misure di intervento tra loro molto diversificate. Le misure approvate dalla Provincia autonoma si distinguono, inoltre, sotto un altro profilo, che attiene all’attuazione del principio di condizionalità degli interventi. In base ad esso, il beneficio delle somme di sostegno al reddito erogate dalla Provincia rimane condizionato alla partecipazione da parte dei soggetti beneficiari alle iniziative organizzate a loro favore. Si generalizza, in tal modo, uno stretto collegamento tra politica passiva e politica attiva del lavoro, ispirato all’esigenza di un’ampia responsabilizzazione sociale e all’obiettivo che, pur nella crisi occupazionale, possano sorgere i presupposti per una più agevole ripresa del lavoro o, per i lavoratori licenziamenti, per un pronto ritorno nel mercato del lavoro. Una novità ulteriore, prevista dal protocollo di intesa e definita dalla Commissione provinciale per l’impiego, è costituita dalla previsione di nuovi requisiti per l’ingresso nel c. D. Progettone e dall’introduzione di limiti massimi di permanenza nel sistema. Viene, istituito, innanzitutto, un raccordo innovativo tra requisiti anagrafici e requisiti contributivi, con l’obiettivo di far sì che al compimento del 65° anno di età ciascun lavoratore occupato nel Progettone possa maturare il requisito minimo per il pensionamento. Viene previsto, inoltre, l’innalzamento progressivo fino al 2013 sia dei requisiti contributivi che di quelli anagrafici, per adeguare le risposte fornite dal Progettone alla riforma pensionistica statale in atto. .  
   
   
SVILUPPO ECONOMICO IN LIGURIA: ULTERIORI 20 MILIONI DI EURO PER IL BANDO INNOVAZIONE RIVOLTO ALLE IMPRESE  
 
Genova, 1 febbraio 2010 - Venti milioni di euro per rifinanziare il bando innovazione rivolto alle imprese liguri. Sono stati stanziati 29 Gennaio dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli e si vanno ad aggiungere ai precedenti 20 milioni già stanziati nel 2009 per un totale di 40 milioni di euro. Quest´ulteriore finanziamento servirà a rispondere ad una parte delle 913 domande già presentate. Il bando finanzia una ampia tipologia di ammodernamenti e innovazioni di processo e di prodotto delle imprese liguri. Attualmente sono state deliberate positivamente 226 domande su un totale di 913 per un investimento complessivo di 65. 665. 042 euro. "Questi ulteriori 20 milioni - spiega l´assessore allo sviluppo economico, Renzo Guccinelli - ci consentiranno di finanziare circa l´87% delle domande ritenute ammissibili per un monte di investimenti complessivo pari a circa 180 milioni di euro. Si tratta di un´iniezione di liquidità e di fiducia importante in un momento così delicato a causa della crisi economica e che andrà a favore di quelle imprese che hanno deciso comunque di investire nell´innovazione per presentarsi più forti alla fine della crisi". .  
   
   
FUNZIONE PUBBLICA FVG: SERVIZIO PARTECIPATE CAMBIA DIREZIONE  
 
Tolmezzo, 1 febbraio 2010 - Il Servizio gestione partecipazioni regionali e vigilanza enti della Regione Friuli Venezia Giulia viene trasferito dalla Direzione centrale patrimonio e servizi generali alla Direzione centrale programmazione, risorse economiche e finanziarie, con decorrenza 1 febbraio 2010. La variazione di competenza, approvata oggi dalla Giunta regionale su proposta dell´assessore alla Funzione pubblica, Andrea Garlatti, riporta in capo ad un´unica struttura la gestione dei titoli di credito, dei titoli obbligazionari e di quelli azionari, unificando anche la gestione della vigilanza sugli enti. . .  
   
   
PERSONALE ED ORGANIZZAZIONE, VIA LIBERA AL DISEGNO DI LEGGE DA PARTE DELLA GIUNTA PROVINCIALE DEL TRENTINO  
 
 Trento, 1 febbraio 2010 - La Giunta provinciale ha approvato il 29 gennaio il disegno di legge in materia di personale ed organizzazione, la cui presentazione era stata richiesta con la mozione approvata nello scorso novembre dal Consiglio provinciale. Il disegno di legge inizia ora il consueto iter, affrontando dapprima il passaggio in Commissione per poi approdare in Consiglio provinciale per il varo definitivo. Ricordiamo che la mozione chiedeva alla Giunta provinciale di intervenire in particolare su tre argomenti: - trasparenza della retribuzione dei dirigenti della Provincia; - disciplina degli incarichi di collaudo affidati a dipendenti provinciali; - disciplina degli incarichi attribuiti ai dirigenti provinciali in società ed enti. Il disegno di legge interviene in modo specifico proprio su questi argomenti ed è poi completato da tutta una serie di altre modifiche che puntano ad adeguare l´ordinamento del personale ai principi emanati a livello nazionale dalla cosiddetta "Legge Brunetta", la legge n. 15 del marzo 2009. Tra gli aspetti principali sui quali la Giunta provinciale ha ritenuto di intervenire spiccano il rafforzamento delle misure per rendere più estesa l´informazione in materia di funzionamento della struttura provinciale in tutti i suoi aspetti e l´integrazione delle responsabilità affidate alla dirigenza in materia di controllo della produttività del personale e della correttezza dei comportamenti. Ma il disegno di legge prevede anche una migliore definizione delle materie di competenza rispettivamente della legge e della contrattazione collettiva, con particolare riferimento alla materia della verifica della produttività del personale. Non solo: prevede l´obbligo per la contrattazione collettiva di stabilire la materia della responsabilità disciplinare in conformità ai principi dettati dalla legislazione nazionale in materia. Nel disegno di legge troviamo poi l´integrazione di alcune disposizioni della legge sul personale allo scopo di adattarla ad esigenze operative sopravvenute; la modifica di alcune disposizioni della legge sull´organizzazione per renderne più fluida l´applicazione in particolare per quanto attiene alla disciplina delle agenzie della provincia nonché l´intervento sull´ordinamento del Castello del Buonconsiglio, che da ente viene trasformato in agenzia allo scopo di integrarne le attività, aggiungendo quelle di tutela dei beni archeologici; si modifica quindi l´assetto delle soprintendenze con una collocazione diversa dall´attuale proprio della materia dell´Archeologia. Infine viene formalizzato con apposita norma l´accordo con la Provincia di Bolzano ed il Land Tirolo in materia di costituzione di un ufficio di coordinamento dell´Euroregione. Per quanto riguarda invece l´argomento delle fasce di reperibilità del personale assente per malattia, la Giunta ha deciso di non inserire alcuna disposizione in merito, ma ha disposto che nelle direttive per il rinnovo del contratto si impegni il tavolo all´introduzione di misure di maggior controllo in materia. .  
   
   
RAPPORTO MET: POSITIVE LE POLITICHE DI SOSTEGNO DELLA REGIONE MARCHE.  
 
Ancona, 1 febbraio 2010 - Presentato il 29 Gennaio a Jesi nella sede dell´Esagono della Banca Popolare di Ancona, il quinto report annuale Met (Monitoraggio Economia e Territorio) che rappresenta un punto di riferimento e di analisi sull´attuazione delle politiche di sostegno alle piccole e medie imprese italiane, con particolare riferimento alle Marche. Numerosi gli interventi di dirigenti ed esperti della Regione Marche, della Banca stessa, della Fondazione Eqi e dell´Universita` per fotografare la reazione delle aziende alla crisi economica, che testimonia la tenuta del tessuto imprenditoriale locale. L´indagine Met e` fatta su 47mila interviste ad aziende italiane, di cui oltre 800 nelle Marche. Sono emersi dati significativi in base ai quali prevale una visione grigia del futuro e una diffusa preoccupazione per lo sviluppo. Non c´e` una concentrazione di crisi nelle piccole o piccolissime imprese come si e` portati a credere quanto piuttosto soffre di piu` l´impresa media. Sta meglio l´´azienda marchigiana che ha mantenuto rapporti con l´estero e ha piu` esportazione, per cui ´ e` stato sottolineato anche da parte dell´Assessorato alle Attivita` Produttive della Regione Marche ´ e` sicuramente questa la strada da battere per una ripresa economica di tutto il sistema manifatturiero Marche. Cosi` come ha resistito meglio ai venti di crisi chi e` riuscito a mantenere alti i livelli di ricerca e innovazione, fra le medie e grandi aziende. A calare vistosamente sono stati negli ultimi mesi i rapporti con le universita`, i Centri e i Consorzi delle piccole e medie imprese e su questo c´e` da riflettere e lavorare. Il rapporto Met ha poi evidenziato il prezioso contributo dato dalla Regione al finanziamento diretto, attraverso i Fondi di Garanzia attivati, alle nostre aziende, il sostegno e la facilitazione all´accesso al credito e cio` e` anche percepito nell´indagine da parte dei beneficiari, appunto le imprese stesse. Nell´occasione il direttore Goffi della Bpa ha illustrato l´apertura della nuova linea di credito per investimenti produttivi concessa dalla Bei per 100 milioni di euro che saranno messi a disposizione con il prossimo bando e di ulteriori 100 di risorse proprie dalla Popolare di Ancona destinati al finanziamento di interventi mirati alle infrastrutture pubbliche come risorse idriche, impianti etc. A conclusione, il dirigente della Regione Marche Fabrizio Costa ha ricordato quanto tali monitoraggi possano contribuire al lavoro regionale di programmazione e insieme a quello del Servizio politiche Comunitarie, alla stesura del nuovo Piano delle Politiche produttive che sara` affrontato nel corso del 2010. .  
   
   
MONTINO, REALIZZATI NEL LAZIO 25 DEI 39 PUNTI PATTO ANTICRISI  
 
Roma, 1 febbraio 2010 - "Abbiamo fatto quest´incontro con le tre delegazioni di Cgil, Cisl e Uil che avevano con noi sottoscritto nel 2009 i 39 punti del piano anticrisi. Abbiamo constatato, punto per punto, che 25 dei 39 sono applicati, ci sono già atti deliberativi, ci sono state decisioni, delibere d´appalto, cantieri in corso". Così Esterino Montino, vice presidente della Giunta Regionale del Lazio, al termine dell´incontro in regione con le delegazioni regionali di Cgil, Cisl e Uil sul Patto anticrisi sottoscritto nel 2009. "Abbiamo sei punti - ha quindi sottolineato Montino - che riguardano questioni aperte con il governo nazionale, che sono incagliate per responsabilità del governo, e penso al Cipe. Non siamo riusciti ad avere l´approvazione del progetto per la Pontina. Come è incagliata anche la questione della Salaria". "Ci sono altri sei punti - ha spiegato il vicepresidente - che riguardano atti legislativi, come la legge sugli appalti, che non sono di competenza della giunta, ma del consiglio regionale, che visto che siamo nell´ordinaria amministrazione, non si è potuto portare a termine". All´incontro con Montino hanno partecipato Claudio Di Berardino, segretario generale Cgil di Roma e Lazio, Salvatore Biondo, segretario regionale di Cisl Roma e Lazio e Luigi Scardaone, segretario generale di Uil Roma e Lazio. Soddisfatto il segretario generale della Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino. "Abbiamo chiesto alla regione - ha detto - di dare un segnale evidente sull´equità sociale, e quindi di sviluppare delle prossime ore un intervento sul cosiddetto redditometro. Chi ha di più paga di più, chi ha di meno paga di meno. Non si capisce - ha aggiunto - perchè una persona che ha una difficoltà economica, deve pagare un ticket come una persona che ha una condizione economica diversa, magari più alta. E quindi questo redditometro finirebbe per essere un segnale di equità enorme". "Noi nel 2009 - ha spiegato il sindacalista - abbiamo sottoscritto con la regione un protocollo non di fine legislatura, ma per affrontare la crisi. Quest´incontro è importante perché dimostra che le cose non solo si scrivono, ma si devono anche fare. La valutazione - ha detto Di Berardino - è positiva perché i punti attuati, 25, sono più di quelli che ancora non lo sono. Altri punti hanno avuto dei problemi perché il consiglio regionale non è più operativo, altri riguardano il rapporto con il governo e lì abbiamo chiesto alla regione di andare avanti. I finanziamenti alle infrastrutture - ha concluso Di Berardino - sarebbero uno dei modi in cui il Governo potrebbe intervenire. Se il Cipe blocca le opere pubbliche, il Lazio si ferma". E il segretario generale di Uil Roma e Lazio, Luigi Scardaone ha chiesto un intervento sul consorzio Gaia. "Abbiamo chiesto un intervento a favore del consorzio Gaia, e abbiamo chiesto che se ci sono comuni che devono avere finanziamenti regionali, non li dessero a quei comuni che mettono in crisi Gaia. E poi ci dovrebbero spiegare - ha concluso - come mai un consorzio a totale capitale pubblico rimane operoso". .  
   
   
ANCI. PALMERI NOMINATO PRESIDENTE NAZIONALE COMMISSIONE CULTURA E BENI CULTURALI  
 
Milano, 1 febbraio 2010 - Manfredi Palmeri, Presidente del Consiglio comunale di Milano, è stato nominato Presidente della Commissione Cultura e Beni culturali dell’Anci-associazione nazionale Comuni italiani. La decisione è stata presa dal Consiglio nazionale riunitosi a Roma. Nato a Palermo il 10 gennaio 1974, Palmeri è consigliere dal 2001 a Palazzo Marino e il 23 giugno 2006 è stato eletto alla guida dell’Assemblea. È stato componente dei Consigli di Amministrazione dell’Università Bocconi, della Fondazione Politecnico della Cultura–scuole civiche e della Fondazione Iulm. In ambito Anci è stato Coordinatore nazionale della Conferenza dei Consigli comunali d’Italia ed è stato eletto nell’Ufficio di Presidenza dall’ultima Assemblea congressuale di ottobre 2009 a Torino. “Nell’ambito dei Beni culturali – ha commentato Manfredi Palmeri – i Comuni devono consolidare il proprio ruolo in una strategia nazionale e in relazione ai rispettivi territori: per gli Enti locali in Italia la cultura è necessaria sia nella lettura delle nostre radici storiche, sia nella creazione di valore attraverso un patrimonio unico al mondo che offre al Paese un inimitabile vantaggio competitivo”. “Per i Comuni, in particolare – ha detto Manfredi Palmeri – la cultura vive non solo attraverso i ‘grandi beni’ conosciuti dal grande pubblico, ma anche attraverso la presenza e il lavoro delle numerose realtà, anch’esse quindi patrimonio del Paese, fondate sull’associazionismo, il volontariato, l’amore per i propri luoghi. Questi soggetti vanno sostenuti e valorizzati attraverso normative nazionali e agevolazioni locali”. .  
   
   
LAVORO FVG: PROTOCOLLO DEFINISCE INTERVENTI SOSTEGNO 2010  
 
Udine, 1 febbraio 2010 - Sostegno al reddito, monitoraggio dell´attività delle banche e informazioni sulle offerte: sono questi gli interventi principali rivolti ai lavoratori del Friuli Venezia Giulia coinvolti nella crisi economica (cassaintegrati, in mobilità o disoccupati) concordati per il 2010 al Tavolo della Stesura tra l´assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen, e le Parti sociali. La riunione , ha infatti annunciato Rosolen, ha concluso un percorso che porterà in tempi brevi alla firma di un protocollo d´intesa tra Regione, istituti di credito, organizzazioni sindacali, Anci e Upi, prevedendo un coordinamento degli strumenti a disposizione Il documento sarà quindi finalizzato all´attuazione ed alla diffusione di tutte le azioni stabilite dal Tavolo, tenendo conto - come ha sottolineato l´assessore - delle buone prassi utilizzate finora e della necessità di prevedere un coordinamento degli strumenti a disposizione. A questo proposito, un successivo Tavolo della Verifica avrà il compito di monitorare lo stato d´opera e suggerire eventuali modifiche per ottimizzare l´efficacia degli interventi di sostegno. .  
   
   
LA REGIONE VENETO AVVIA I LAVORI PER IL PIANO PAESAGGISTICO.  
 
Venezia, 1 febbraio 2010 - L’assessore all’Urbanistica e Politiche per il Territorio della Regione del Veneto, Renzo Marangon, ha aperto il 29 gennaio, a Villa Widman di Mira, il primo workshop con il quale la Regione ha avviato il percorso di concertazione con le Province e i Comuni per la definizione del Piano Paesaggistico Regionale. In attuazione al protocollo d’intesa tra Ministero per i Beni e le Attività culturali e la Regione del Veneto, sottoscritto nel luglio del 2009, è prevista, infatti, che nella fase di elaborazione del piano vi sia la partecipazione delle istituzioni e delle associazioni per far si che vi sia una “tutela integrata” del bene paesaggistico. Si tratta, in pratica, di contestualizzare i vincoli posti a tutela dei beni paesaggistici con gli interessi del territorio e l’efficacia del Piano dipenderà proprio dalla capacità di interpretare le necessità e i fenomeni del presente quali elementi strutturali e non accidentali, offrendo indirizzi e orientamenti utili al governo della realtà. “La redazione del Piano – ha sottolineato l’Assessore Marangon nel suo intervento – è necessaria per dare alle Commissioni tecniche, chiamate a decidere dove è possibile e dove no la realizzazione di una certa opera o di un certo impianto, un quadro di criteri di riferimento certo e condiviso, togliendo quindi alle stesse Commissioni la discrezionalità che altrimenti continuerebbero ad avere”. .  
   
   
ABRUZZO: OTTIMIZZARE LE RISORSE PER SVILUPPO PMI E INVESTIRE SU RICERCA E INNOVAZIONE  
 
Pescara, 1 febbraio 2010 - "Ottimizzazione delle risorse, competitività, conoscenza e innovazione tecnologica". Questo, in sintesi, il messaggio che il vicepresidente ed assessore allo Sviluppo Economico, Alfredo Castiglione, ha riportato come strategia d´intervento della Regione per lo sviluppo delle imprese abruzzesi, nel suo discorso, il 28 gennaio, durante il seminario dal tema "Lo sviluppo delle piccole e medie imprese nel quadro delle risorse finanziarie comunitarie, nazionali e regionali", in corso di svolgimento nell´Aula Magna della Facoltà di Economia dell´Università D´annunzio Chieti-pescara. "Atteso che - ha continuato Castiglione - il momento di difficoltà che stiamo vivendo rappresenta la peggiore crisi dopo quella del 1929, bisogna prendere atto che la diretta conseguenza è il cambiamento del modo di vivere da parte delle famiglie e delle realtà produttive. Cambieranno anche i rapporti di confidenza sociale ed economica - ha commentato l´Assessore - ed ecco perché la Regione Abruzzo, cosciente di non poter intervenire con risorse proprie, sta attuando una politica di ottimizzazione delle risorse di finanziamento che provengono dalla Comunità europea per sostenere interventi strutturali che producano valore nel tempo e non siano semplici ammodernamenti. Questa ottimizzazione ci consentirà - ha spiegato - di continuare ad investire sulla competitività, sulla conoscenza e sull´innovazione, carte vincenti per un concreto sviluppo imprenditoriale ed industriale del nostro territorio. Non a caso - ha rimarcato l´Assessore - la maggior parte dei nostri bandi puntano sui poli di innovazione, sulla ricerca, e sullo startup delle Pmi. E´ inoltre fondamentale, e lo stiamo facendo - ha dichiarato il vicepresidente - creare azioni migliorative per l´accesso al credito, ristrutturando il sistema dei Confidi e della Finanziaria regionale utilizzando anche finanziamenti di natura europea. Abbiamo in animo di accelerare la produzione di bandi comunitari che vanno esattamente verso questa direzione". Attenzione particolare verso l´area del cratere, che ha bisogno anche "di riattivare un percorso produttivo ed industriale spezzato, e abbiamo già emanato - ha riferito Castiglione - un bando di 35 milioni di euro (risorse comunitarie) per quelle aziende che hanno subito danni enormi, ed 11 milioni di euro verranno messi a disposizione per attrarre nuove imprese nell´area del cratere". Il vicepresidente Castiglione ha concluso il suo intervento parlando dei Fondi Fas (Fondi per la aree sottoutilizzate) che verranno indirizzati per " costruire un nuovo assetto di geografica economico-produttiva superando la logica attuale dei Consorzi industriali, per arrivare alla definizione delle reti d´impresa e del cluster". Al seminario hanno partecipato, tra i numerosi relatori, Giovanna Andreola, dirigente Servizio Attività Internazionali, con il suo intervento in materia di Por-fersr Abruzzo 2007-2013, Rocco Micucci, presidente Fira, che ha relazionato "sul ruolo della Fira nella sviluppo del tessuto produttivo regionale, e Michele Resta. Amministratore unico di Sviluppo Italia, con "Le agevolazioni finanziarie previste dal Dlgs 185/00: Lavoro autonomo -microimpresa - Franchising. .  
   
   
GOVERNO DEL TERRITORIO: LA REGIONE TOSCNA AIUTA CINQUE COMUNI DELL´ALTA LUCCHESIA DINAMICITÀ, COLLABORAZIONE E SEMPLIFICAZIONE PER VALORIZZARE IL TERRITORIO  
 
Firenze, 1 febbraio 2010 - Firmato il 29 gennaio il Protocollo di intesa tra cinque Comuni dell´Alta Lucchesia (Fabbriche di Vallico, Fosciandora, Molazzana, Vergemoli, Villa Collemandina) e la Regione Toscana che sancisce la collaborazione tra le parti firmatarie per l´adeguamento dei piani strutturali dei comuni al Piano paesaggistico toscano e la redazione in forma coordinata dei regolamenti urbanistici. «Con la firma di questo protocollo – ha sottolineato l´assessore regionale al territorio ed urbanistica, Riccardo Conti - diamo la possibilità agli enti territoriali di lavorare in collaborazione e sinergia per migliorare la qualità tecnica degli strumenti della pianificazione territoriale e degli atti per il governo del territorio, proprio come prevede l´articolo 27 della legge 1/2005. La Regione si impegna ad assicurare l´assistenza tecnica necessaria ai Comuni per a deguare la loro strumentazione urbanistica alla disciplina paesaggistica regionale e per procedere alla redazione congiunta dei regolamenti urbanistici. Ribadisco, oggi è il momento del dinamismo, della maggior collaborazione possibile, per arrivare rapidamente al risultato auspicato da tutti. Mettiamo nero su bianco la volontà di lavorare in modo coordinato per migliorare l´efficienza e dimezzare i tempi tecnici della realizzazione». Tutti i Comuni firmatari, infatti, hanno approvato il Piano strutturale ma devono procedere all’adeguamento della loro strumentazione urbanistica alla disciplina paesaggistica regionale ed intendono procedere in maniera coordinata in queste operazioni di adeguamento. A questo mira la firma di stamani, presso la Direzione regionale delle politiche territoriali ed ambientali di Firenze, a cui hanno partecipato oltre all´assessore Conti, il sindaco del comune di Fabbriche di Vallico, Oreste Giurlani, che è capofila tr a i Comuni firmatari, e i rappresentanti degli altri quattro Comuni dell´Alta lucchesia. «E’ un importante protocollo – ha commentato Oreste Giurlani, sindaco di Fabbriche di Vallico e presidente Uncem - che va nella direzione della promozione di iniziative volte alla gestione associata di servizi all’interno della pubblica amministrazione, considerando che le funzioni tecnico-amministrative legate al governo del territorio offrono la possibilità di attuare tale indirizzo soprattutto in contesti territoriali marginali o svantaggiati. In merito alla omogeneità dei caratteri paesaggistici strutturali nei territori dei Comuni interessati, primo quello di Fabbriche di Vallico, è essenziale pertanto giungere alla definizione di contenuti comuni e condivisi in ordine alla disciplina di tutela e valorizzazione del paesaggio quale esito fondamentale delle operazioni di adeguamento della strumentazione urbanistica dei Comuni». Il protocollo stabilisce che la definizione e predisposizione degli atti necessari all’adeguamento degli strumenti della pianificazione territoriale dei Comuni deve avvenire in modo coordinato unitario e per quanto possibile sincrono tra Comuni, Regione e la Soprintendenza per i beni architettonici per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per le province di Lucca e Massa Carrara. La Regione Toscana, con la firma di oggi, si impegna ad individuare internamente le professionalità idonee per lo svolgimento di tutte le attività di lavoro, in grado di contribuire fattivamente alla elaborazione di atti coerenti con la disciplina paesaggistica del Piano di indirizzo territoriale (Pit) ivi compresa l’assistenza per gli aspetti più propriamente procedimentali, e si impegna a fornire risorse economiche a sostegno del progetto di sperimentazione di modalità associate di gestione per il governo del territorio. I Comuni - recita il protocollo - si impegnano a individuare e predisporre una sede operativa dove svolgere le attività, assicurare la produzione in forma coordinata e omogenea della documentazione cartografica e degli altri materiali utili alla predisposizione degli atti, garantire la presenza all’interno del gruppo di lavoro di tutte le professionalità necessarie ed, infine, mettere a disposizione degli altri Comuni, della Regione e della Soprintendenza la documentazione prodotta. La Direzione regionale per i beni culturali, per parte sua, collabora con idonee professionalità per la elaborazione di atti coerenti con la disciplina dei beni paesaggistici contenuta nel Pit. .  
   
   
RICOSTRUZIONE IN ABRUZZO: CHIODI, TANTO E´ STATO FATTO, MOLTO E´ DA FARE PER RICOSTRUIRE FAREMO SQUADRA  
 
L´aquila, 1 febbraio 2010 - "Si apre oggi una fase difficile e impegnativa dalla quale dipende il futuro di un territorio colpito da un gravissimo evento, ma che siamo sicuri di portare a termine con successo perché abbiamo al nostro fianco un governo amico con tutto il suo apparato di uomini e di mezzi che abbiamo avuto modo di conoscere e di apprezzare in questi 10 mesi che di dividono da quel fatidico 6 aprile 2009". Con queste parole il presidente della Regione, Gianni Chiodi, il 29 gennaio, ha assunto ufficialmente la carica di commissario governativo per la ricostruzione post-sisma nel corso della cerimonia ufficiale del passaggio di consegne (quella "tecnica" si è tenuta questa mattina tra Chiodi e Bertolaso) che si è svolta nell´auditorium della Caserma della Guardia di Finanza, a Coppito, alla presenza del presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi. Rivolgendo un caloroso ringraziamento al presidente del consiglio per l´opera svolta dalla protezione civile e da tutto il governo, Chiodi ha detto che "mai, prima di ora, un capo di governo è stato così vicino alla popolazione colpita da una tragedia, affrontando tutte le situazioni con passione e curando tutti i particolari nelle operazioni di emergenza". Chiodi: "Qui all’ Aquila si è vista la politica del fare e della concretezza". Parlando del futuro e della ricostruzione, il Commissario governativo Chiodi ha detto che la seconda fase della ricostruzione "non vedrà solo un uomo al comando, ma una squadra, sullo stile di quella della protezione civile nazionale, composta da tutti i sindaci, i sovrintendenti, gli enti locali e tutte le componenti sociali e civili interessate alla ricostruzione". "Il commissario, insieme al suo vice, Massimo Cialente, avrà tutta la responsabilità di quello che accade, ma cercheremo di replicare il modello organizzativo e gestionale che ci ha trasmesso la nostra esperienza a contatto quotidiano con il sistema di protezione civile guidato da Guido Bertolaso". In conclusione del suo intervento, il commissario Chiodi ha rivolto un sentito ringraziamento all´opera svolta dalla Protezione Civile regionale e a tutte le sue componenti, che in questi 10 mesi "ha dimostrato di essere cresciuta, operando con passione e con senso di abnegazione dettato da un forte sentimento di appartenenza ad un territorio così pesantemente colpito". - A margine della cerimonia con la quale il 29 gennaio il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha assunto la carica di commissario governativo delegato alla ricostruzione port-sisma, lo stesso si è detto soddisfatto dell´azione finora svolta dall´amministrazione regionale nella ricostruzione. "Il 7 aprile nessuno avrebbe creduto in una ripresa dell´ateneo aquilano e invece oggi possiamo tracciare un bilancio più che positivo dello sforzo comune che le Istituzioni hanno compiuto in favore della comunità universitaria". "Grazie allo stanziamento di 40 milioni messici a disposizione dal Governo, siamo riusciti a ricostruire le sedi danneggiate dell´Università dell´Aquila e a mettere in campo una serie di azioni che daranno alla città una capacità ricettiva per residenzialità universitaria mai avuta prima". Chiodi ha detto che sono stati utilizzati oltre 110 milioni di euro per le scuole, riuscendo a restituire la piena funzionalità del servizio nella maggior parte dei casi in tempo per l´inizio dell´anno scolastico e consentendo una regolare ripresa dell´attività didattica a 17mila studenti aquilani. Inoltre oltre 200 milioni sono stati stanziati non solo per restituire all´Aquila e al suo circondario una viabilità adeguata anche in considerazione dei nuovi insediamenti abitativi, ma anche per dotare il territorio di una viabilità nuova ed efficiente che si aspettava da anni. Sul fronte degli edifici pubblici, il Provveditorato Interregionale alle Opere pubbliche è al lavoro per dare corpo al piano stralcio che prevede interventi per i primi 27 edifici pubblici. I lavori per un totale di circa 200 milioni di euro sono finanziati con fondi Cipe. Chiodi: "E´ in corso di ultimazione la progettazione per interventi di messa in sicurezza di importanti edifici scolastici fuori cratere, per uno stanziamento complessivo di oltre 30 milioni di euro, facenti parte degli oltre 127 milioni di euro dedicati alle scuole d´Abruzzo che potremo spendere da oggi ai prossimi anni: al termine del piano di investimenti in Abruzzo avremo le scuole più sicure d´Italia". Con risorse di fonte europea, è stato previsto uno stanziamento programmatico di oltre 170 milioni di euro per affrontare la situazione di emergenza e di difficoltà causata dal sisma. Tali fondi saranno impiegati per le imprese colpite dal sisma e per una serie di interventi sulle infrastrutture regionali. "Con le nostre forze, supportati in modo decisivo dal Governo nazionale, abbiamo previsto una serie di strumenti, tutti in avanzato stato di definizione, pensati per stimolare l´economia della Regione: questi riguardano la istituzione della cosiddetta la Zona Franca Urbana, il Masterplan sullo sviluppo economico e l´Intesa istituzionale quadro per le infrastrutture" (la Zona Franca Urbana, che dovrà interessare i territori maggiormente colpiti dal terremoto, è prevista per garantire condizioni economiche di vantaggio al fine di stimolare la ripresa produttiva del comprensorio; il Masterplan è uno strumento concepito come un programma che funga da volano per l´economia, orientando i settori produttivi, le competenze e le produzioni territoriali e promuovendo e valorizzando le eccellenze naturali e culturali dell´Abruzzo, anche attraverso la possibile connessione a dinamiche di sviluppo internazionale; l? Intesa istituzionale quadro sulle infrastrutture, con l´Atto aggiuntivo appositamente sottoscritto la scorsa estate immediatamente dopo il terremoto, riconosce all´Abruzzo la sua valenza strategica lungo la direttrice nord-sud e come ponte per l´area dei Balcani, individuando una serie di opere infrastrutturali indifferibili e di enorme importanza anche nel contesto della rinascita post terremoto). Tali strumenti prevedono l´impiego di ingenti risorse economiche, indispensabili per la ripresa economica dei territori. Chiodi: "Il percorso che mi vedrà impegnato in prima linea in veste di Commissario delegato per la ricostruzione è lungo: sarà un percorso difficile poiché non potrà essere supportato dalle importanti deroghe proprie della fase dell´emergenza; sono convinto però che massima trasparenza nella fase della ricostruzione ed elevata qualità e rapidità degli interventi, consentiranno di conseguire nel medio e lungo periodo l´importante obiettivo di restituire alla nazione un territorio risanato e più forte di prima". Secondo il commissario governativo, tale obiettivo potrà essere più facilmente conseguito lavorando in stretto raccordo con il Governo nazionale e con il coinvolgimento degli enti locali interessati, a cominciare dal Comune e dalla provincia dell? Aquila. .  
   
   
LE POLITICHE PER L´ACCESSO AL CREDITO DELLE IMPRESE ARTIGIANE  
 
Torino, 1 febbraio 2010 - Esperienze regionali a confronto, il 28 gennaio a Torino, nel corso del convegno organizzato dall’assessorato all’Artigianato della Regione Piemonte con l’obiettivo di analizzare le politiche messe in campo dall’Amministrazione in materia di credito alle imprese artigiane e le successive ricadute sull’economia del territorio. L’accesso al credito è un problema particolarmente sentito dalle piccole imprese, ancora di più in questo momento di forte crisi. Nel difficile compito di individuare le risposte pubbliche al problema, dopo il decentramento delle competenze in materia di artigianato, il ruolo delle regioni ha assunto una rilevanza di primo piano. “Con la legge 1 del 2009 (il Testo unico in materia di artigianato) – spiega il vicepresidente della Giunta Paolo Peveraro con delega all’artigianato - la Regione Piemonte ha avviato un’importante riforma degli assetti della sua politica per l’artigianato che punta molto sulla programmazione degli interventi economici a favore delle imprese artigiane. Ecco allora che, in ragione di questa maggiore flessibilità nella predisposizione degli interventi, per l’Amministrazione diventa importante conoscere come si comportano le altre regioni per trarne eventualmente utili suggerimenti”. Cosa accade in Lombardia e in Toscana è stato approfondito da una ricerca condotta con il coordinamento del Sistema informativo delle Attività produttive della Regione Piemonte. Dalla comparazione dei due casi analizzati con il Piemonte è emerso che a fronte di un’apparente uniformità nelle politiche delle tre regioni, sono riscontrabili interessanti elementi di peculiarità per quanto riguarda la struttura di governance, l’impianto normativo e programmatico, la configurazione delle misure agevolative e il sistema dei confidi e della garanzia. In tema di governance c’è una comune tendenza all’azione diretta sul sistema del credito, attraverso la propria finanziaria regionale o la partecipazione o il sostegno finanziario al principale soggetto di garanzia, benché con modalità diverse. In relazione alla governance esterna sono invece da segnalare la concertazione con le confederazioni artigiane nel caso piemontese, il sistema concertativo toscano tra Regione e banche e infine la strutturata collaborazione della Lombardia con il sistema camerale. Rispetto alla normativa: spiccano come casi estremi il Testo unico sull’artigianato piemontese e le cinque leggi, esclusive e generali, della Lombardia mentre è comune l’approccio nell’identificazione degli interventi a sostegno del sistema di garanzia. Dal canto suo la programmazione risulta riflettere la settorializzazione rilevata a livello legislativo con il Piemonte da un lato che si dota di due strumenti specifici per il comparto e la Lombardia e la Toscana dall’altro che invece non prevedono documenti ad hoc per l’artigianato. Dall’esame delle misure agevolative è emerso un comune processo di razionalizzazione delle misure e della gestione dei fondi, a cui si accompagna però una diversa ottica: “esclusiva” in Piemonte e Lombardia e tendenzialmente “generalista” in Toscana. Inoltre è diverso il rapporto con Artigiancassa: il Piemonte ha rinnovato la convenzione, la Toscana l’ha ridotta a un solo intervento, in Lombardia c’è stato il subentro della finanziaria regionale. Infine la ricerca ha evidenziato esperienze diverse nel sistema di garanzia: in Piemonte e in Toscana incentrato sulla razionalizzazione dei confidi di primo grado (pochi ma rilevanti) e in Lombardia caratterizzato da un soggetto unico di secondo livello con finalità di controgarante, che fa da contrappeso ad un sistema di confidi di primo grado (molti soggetti di medio-piccole dimensioni e con rilevanza settoriale e/o territoriale). “Per quanto riguarda il Piemonte – conclude Peveraro – un elemento molto importante è la concertazione della Regione con le associazioni di categoria, dalla quale tra l’altro è nato il Testo unico per l’artigianato, legge che, in fase di programmazione, assegna un posto di rilievo alle iniziative riguardanti l’accesso al credito per le imprese artigiane con l’obiettivo di favorirlo, soprattutto in momenti come questo, di profonda crisi. Per fronteggiare le difficoltà congiunturali, prima fra tutte la stretta creditizia, la Regione ha inoltre assunto, a partire dall’inizio dell’anno, una serie di misure straordinarie, tra cui: lo stanziamento di 72 milioni di euro per la patrimonializzazione del sistema dei Confidi regionale, il fondo di riassicurazione per le Pmi con una dotazione di 40 milioni di euro e la moratoria sui debiti delle imprese nei confronti del sistema bancario”. .  
   
   
ARTIGIANATO FVG: AMPLIATA L´OPERATIVITA´ DEL FONDO DI ROTAZIONE  
 
Tolmezzo, 1 febbraio 2010 - La giunta regionale ha approvato il 28 gennaio un importante provvedimento che amplia in maniera notevole il raggio di azione del Fria, il Fondo di rotazione per l´artigianato. Grazie a questo provvedimento - ha spiegato il vicepresidente Luca Ciriani - tutte le aziende del settore artigiano, e non più solo quelle connesse al settore della produzione, potranno utilizzare il Fondo. L´ampliamento di azione interessa in particolare gli artigiani del settore dei Servizi, precedentemente esclusi dall´utilizzo del Fondo di rotazione. Tutti gli artigiani della regione potranno quindi accedere al Fondo per ottenere finanziamenti agevolati per la conduzione della propria impresa, ma anche per ottenere i benefici previsti dalle misure Anticrisi. Ancora, le facilitazioni riguardano anche la capitalizzazione delle imprese: gli artigiani, grazie a questa nuova norma, fortemente voluta dalle associazioni di categoria che si sono fatte portavoce delle istanze degli artigiani stessi, potranno accedere al prestito partecipativo per rinforzare le proprie aziende. "Abbiamo voluto - ha commentato il vicepresidente Ciriani - non solo farci interpreti delle richieste delle categorie, ma dare un sostegno forte all´artigianato che in Friuli Venezia Giulia ha un ruolo importante. Accedere al Fondo di rotazione significa, in termini semplici e concreti, ottenere finanziamenti agevolati per rendere più solida la propria impresa, acquistare macchinari, ma anche ottenere liquidità a fronte di crediti vantati da grandi aziende e pubblica amministrazione. Sono esempi di funzionalità del fondo, e invito tutti gli artigiani a contattare il Fondo di rotazione o le associazioni di categoria per ottenere informazioni e utilizzare questi strumenti che saranno disponibili per tutti gli artigiani nel giro di pochi giorni". .  
   
   
LA REGIONE PUGLIA DECIDE ALTRI INTERVENTI A FAVORE DEI LAVORATORI  
 
Bari, 1 febbraio 2010 - Su proposta dell’Assessore al Lavoro, Michele Losappio, la Commissione Regionale per l’Occupazione ha deliberato nuovi interventi a favore dei lavoratori pugliesi per il 2010. Si è deciso infatti di prorogare fino al prossimo 30 giugno l’indennità di mobilità in deroga ai lavoratori che ne hanno usufruito dal 2004, di concedere fino al 31 dicembre la stessa indennità per quei lavoratori che ai sensi della Legge 223/91 avevano una scadenza nel 2010 ed anche ai lavoratori agricoli e dell’edilizia (questa ultima fattispecie costituisce una positiva novità), nonché per i licenziamenti individuali, di prorogare dal 1 gennaio la cassa integrazione per 6 mesi ai dipendenti della formazione professionale ivi compresi quelli a tempo determinato, di prorogare sempre dal 1 gennaio la cassa in deroga a tutte le imprese che ne facciano richiesta per altri sei mesi, di concedere (altra novità assoluta) la cassa integrazione anche ai dipendenti degli studi professionali e delle associazioni di categoria aderenti al Cnel fino al 31 dicembre e, naturalmente, a tutte le imprese che ne facciano richiesta per la prima volta nel 2010. Infine si è concordato l’obbligo di retribuire i lavoratori con Ds ordinarie entro due mesi dalla presentazione della richiesta da parte del lavoratore. “Come si vede –ha dichiarato l’Assessore al Lavoro- la Regione prosegue con determinazione nelle sue politiche di sostegno al salario ed al reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi ed emarginati dai processi produttivi cercando di fornire loro la copertura del più ampio ventaglio di ammortizzatori sociali che vengono estesi anche ad altre categorie, dagli edili ai dipendenti dei tanti studi professionali della Puglia. “Il provvedimento, immediatamente operativo, porterà sollievo nelle famiglie, al centro della nostra attenzione”. .  
   
   
LAZIO: PRESTO BANDO PER STABILIZZAZIONE PRECARI  
 
Roma, 1 febbraio 2010 - "Sta per essere attivato l´avviso pubblico per la stabilizzazione dei precari, con risorse per oltre 18 milioni di euro, di cui oltre 14 milioni di fonte Fse e 4 milioni provenienti dal Fondo nazionale per l´occupazione. La metà delle risorse è destinata alle donne". Con questo annuncio Alessandra Tibaldi, Assessore al Lavoro della Regione Lazio, ha chiuso il 28 gennaio la Conferenza regionale del lavoro, organizzata in collaborazione con Lait Spa, Sviluppo Lazio e Bic Lazio, allo Spazio Etoile a Roma, con un incontro finale che ha visto anche la partecipazione del vicepresidente della Giunta Regionale, Esterino Montino. "Il bando - ha spiegato Tibaldi - sarà finalizzato a interventi di sostegno al reddito, alla formazione, e per le aziende che stabilizzeranno co. Co. Pro espulsi nell´anno in corso dai processi produttivi". E Montino ha annunciato che l´azione dell´Amministrazione regionale a supporto dell´occupazione non è ancora terminata. "Domani - ha annunciato il Vicepresidente - dopo la riunione della Giunta regionale, ci sarà l´incontro con i sindacati regionali confederali per fare l´esame dello stato di attuazione di tutti i 39 punti. E da lì usciremo con un quadro ulteriore di impegni, anche perché nelle prossime settimane è possibile fare ancora qualcosa in più. Molto abbiamo fatto - ha aggiunto Montino - ma è possibile intervenire su ulteriori punti che stanno in fase di attuazione, e che hanno bisogno di un´ulteriore spinta. Dopo l´incontro - ha concluso - insieme ai tre segretari generali presenteremo alla stampa il lavoro fatto". Alla chiusura della Conferenza hanno partecipato i vertici delle sigle sindacali regionali. "Attualmente nel Lazio - ha detto Claudio Di Berardino, segretario generale di Cgil Roma e Lazio - ci sono circa 100. 000 persone che godono di ammortizzatori sociali. La crisi continuerà anche nel 2010 e, per combatterla, a chiunque vincerà le elezioni regionali riproporremo i 39 punti del Patto contro la crisi sottoscritto con la Regione l´anno scorso". Un´intesa, quella dell´aprile scorso, che, secondo Di Berardino, "è stata firmata dai sindacati nel merito e non per altri motivi". E anche per Salvatore Biondo, segretario confederale della Cisl Roma e Lazio, "i 39 punti sono stati un tentativo fatto da parti sociali e Regione Lazio per cercare di realizzare le azioni possibili contro la crisi nel breve medio termine". Un accorso che, secondo Biondo, "ha funzionato bene, visto che, da più parti, si è detto che il Lazio ha reagito meglio di altre regioni alla crisi". Al convegno conclusivo della Conferenza regionale hanno partecipato anche Andrea D´alessio, responsabile del servizio sindacale della Federlazio, e Stefano Venditti, presidente di Legacoop. .  
   
   
PUGLIA: PARTONO BANDI PROGETTO ARCO  
 
Bari, 1 febbraio 2010 – Da oggi e fino al 31 agosto scattano i termini di presentazione per il programma Arco. Si tratta di richieste di incentivi finalizzate ad assunzioni nelle imprese artigiane e turistiche e per assistenza tecnica-consulenza specialistica (i termini di questa scadono il 30 giugno) finanziati con 2,3 milioni di euro fra stanziamenti statali e regionali in un procedimento che usufruisce della supervisione di Italia Lavoro. Le domande vengono presentate solo on line (www. Arco. Italialavoro. It) Gli incentivi per l’occupazione riguardano tutte le assunzioni avviate dal 30 dicembre 2009 e vanno da 3. 500 euro per gli apprendisti a 5. 000 euro per gli assunti a tempo indeterminato. Quelli per l’assistenza tecnica vogliono incentivare il ricorso delle aziende alla professionalità di consulenti e professionisti e prevedono una parziale compartecipazione finanziaria dei richiedenti. “E’ dunque in fase attuativa – ha dichiarato l’assessore al Lavoro, Michele Losappio – un’altra iniziativa questa volta finalizzata a chi opera nelle imprese artigiane e commerciali e in particolare nel territorio di alcuni Comuni con l’obiettivo di favorire nuova occupazione o la stabilizzazione dei precari”. .  
   
   
IN TOSCANA CIG IN DEROGA, ACCORDO PER ESTENDERLA A TUTTO IL 2010 OGNI AZIENDA POTRÀ RICHIEDERLA PER UN MASSIMO DI 4 MESI, RINNOVABILI FINO A 12 SINO A OGGI HANNO BENEFICIATO DELLA MISURA OLTRE 14.000 LAVORATORI  
 
 Firenze, 1 febbraio 2010 - Si estende a tutto il 2010 la possibilità di richiedere la cassa integrazione in deroga per i dipendenti di aziende toscane in difficoltà che non possono usufruire di ammortizzatori sociali o che non possono più accedervi. E´ quanto prevede l´accordo firmato il 28 gennaio a Firenze dall´assessore regionale al lavoro Gianfranco Simoncini e dai rappresentanti delle parti sociali. L´intesa stabilisce in 4 mesi il periodo massimo per cui ogni azienda potrà richiedere l´utilizzo della Cassa integrazione in deroga, rinnovabili fino ad un massimo di 12 mesi, e fissa una serie di misure di semplificazione per velocizzare sia i tempi di accesso per le imprese che quelli per la liquidazione ai lavoratori. «Con questo accordo – ha commentato l´assessore al lavoro Gianfranco Simoncini - la Regione, in piena sintonia con le parti sociali, riconferma il suo impegno a sostenere le condizioni di vita di quei lavoratori e di quelle lavoratrici che subiscono in prima persona gli effetti della crisi economica. Le novità che abbiamo introdotto servono a rendere più efficace e rapido un intervento di cui in appena 9 mesi hanno beneficiato oltre 5. 000 imprese e 14. 000 lavoratori. Si tratta di un impegno notevole che è parte di una strategia complessiva di sostegno ai redditi e di incentivi occupazionali che, mi auguro, consenta quanto prima di superare la fase di difficoltà e di aprire prospettive di rilancio per tutti i comparti della nostra economia». E´ intanto partita la lettera che l´assessore Simoncini ha inviato al sottosegretario al lavoro Pasquale Viespoli per chiedere un incontro dove definire le risorse da destinare nel 2010 alla Toscana per la Cig in deroga. La previsione, sulla base dell´andamento delle richieste e in considerazione del fatto che molte aziende stanno esaurendo gli ammortizzatori sociali previste dalla normativa ordina ria, è per un fabbisogno di 120 milioni di euro. A partire dal maggio del 2009, quando la Cassa integrazione in deroga è stata istituita, al settore lavoro della Regione Toscana sono arrivate 8. 834 domande. Tra queste sono state ritenute complete, congrue e quindi autorizzate 5. 257 domande per un totale di 14. 172 lavoratori. Complessivamente sono state autorizzate oltre 6. 308. 093 di ore di Cassa integrazione in deroga. La maggioranza delle domande registrate riguarda lavoratori provenienti da aziende che hanno unità produttiva nella provincia di Firenze (5098 lavoratori), Prato (3865) Arezzo (3509). Le domande provengono principalmente dal settore manifatturiero (81% del totale) e tra queste il 35% riguarda industrie tessili. .  
   
   
INNOVAZIONE: "56 MLN EURO PER AZIENDE FVG"  
 
Tolmezzo, 1 febbraio 2010 - 56 milioni a favore delle imprese del Friuli Venezia Giulia che vogliono attivare progetti di Ricerca e Sviluppo, e avviare la loro industrializzazione sul territorio regionale. La giunta regionale, riunita il 28 gennaio a Tolmezzo, ha approvato infatti i bandi che disciplinano i criteri e le modalità per l´accesso ai finanziamenti previsti dai Fondi strutturali comunitari, programmazione 2007/2013, riguardanti interventi in materia di attività produttive. Si tratta di nuove risorse messe dalla Regione a disposizione delle imprese, con il cofinanziamento dell´Unione Europea e dello Stato, che riguardano tutti i settori produttivi e ammontano complessivamente a 56 milioni di Euro: 40 mln di euro sono riservati all´Industria, 7 all´Artigianato, 9 a Commercio, Turismo e Servizi, contando anche il settore della Cooperazione, che è trasversale ai fondi stessi. "56 milioni di euro - ha spiegato il vicepresidente Luca Ciriani - sono da oggi concretamente a disposizione delle imprese che vogliono non solo fare Ricerca&sviluppo, ma anche, e aggiungerei soprattutto, vogliono concretizzare le loro ricerche applicandole sul territorio regionale. Si tratta di fondi strategici in questo momento storico di prima uscita dalla crisi, perché permettono alle aziende di avere finanziamenti a fondo perduto per innovare e aumentare la competitività. Sono soldi a disposizione degli imprenditori della Regione che hanno idee concrete per potenziare i rispettivi business e vogliono perseguirle in tempo molto breve". Ogni azienda potrà presentare un massimo di due progetti, per un valore di spesa ammissibile massimo di 2 mln di euro nel settore dell´industria e 1 milione di euro negli altri settori. Verranno compilate graduatorie che definiranno, sulla base dei criteri definiti dai bandi approvati oggi, la percentuale di contributo a fondo perduto da assegnare a ciascun progetto considerato meritevole. "E´ fondamentale sottolineare - ha detto ancora Ciriani - che questi bandi sono diversi rispetto ai precedenti perché comprendono anche il finanziamento a fondo perduto della fase di industrializzazione sul territorio regionale, non solo quella di R&s: grazie a questa novità, infatti, si punta a ridurre in maniera drastica il ´time to market´ dell´oggetto della Ricerca e dare fondi per concretizzare i progetti, affinché non restino solo sulla carta". Dal punto di vista formale, i bandi saranno attivi dopo la pubblicazione sul Bur, indicativamente entro metà febbraio: la data ultima di consegna dei progetti è stata fissata il 30 aprile prossimo. .  
   
   
BASILICATA: SOSPENDERE ASSUNZIONI IN CAMPAGNA ELETTORALE  
 
Potenza, 1 febbraio 2010 - Il consigliere regionale del gruppo di Alleanza nazionale verso il Pdl, Pasquale Di Lorenzo, si dichiara “concorde in merito alla proposta dell’assessore Vincenzo Viti di sospendere, nel corso dell’intera campagna elettorale che sta per aprirsi, le assunzioni di personale negli uffici della Regione Basilicata”. “Si tratta finalmente di un atto di responsabilità politica che non si può non condividere – afferma Di Lorenzo - soprattutto in un momento così delicato, qual è quello della imminente campagna elettorale nella nostra regione. Le sorti occupazionali dei tanti lucani in attesa di lavoro non possono essere fatte oggetto di bassa ‘macelleria politica’, mediante operazioni demagogiche, volte solo a gettare fumo negli occhi. Occorre fare in modo che l’ormai prossima campagna elettorale per le elezioni regionali sia basata sui contenuti e sulla contrapposizione dei programmi e non sul consueto ed ormai logoro ‘mercanteggiamento’ cui si assiste solitamente in ogni tornata elettorale, operazione ancor più condannabile e da deprecare perché tesa solo a sfruttare un reale stato di bisogno della gente lucana, ormai stretta nella morsa delle necessità più elementari. La crisi economica in atto – continua Di Lorenzo - non permette sottovalutazioni di sorta, ma richiede, in questo momento più che mai, un particolare senso di responsabilità, soprattutto da parte di chi governa”. “Auspico – dice Di Lorenzo - che, almeno questa volta, la politica della contrattazione del consenso, celata dietro falsi proclami elettorali, faccia finalmente un passo indietro, lasciando spazio a vere strategie di rilancio della Regione e che si possa cogliere l’occasione di questo confronto elettorale per dare risposte ai problemi urgenti e indifferibili del popolo lucano. Il teatro della politica regionale deve essere in grado di far assistere ai cittadini della Basilicata ad una rappresentazione totalmente diversa, fondata su politiche sane e serie, le uniche capaci di aprire la strada ad un lavoro vero e dignitoso, senza dover dire grazie a nessun politico o candidato di turno. Va da sé che vigileremo, facendoci parte diligente e sensibilizzando l’opinione pubblica a farlo, affinché la campagna elettorale che è ormai alle porte segni una reale inversione di tendenza rispetto al passato e affinché l’impegno assunto da Viti e De Filippo sia mantenuto, a tutela della dignità della Politica e, soprattutto, a tutela della dignità dei lucani”. .  
   
   
LA CONFERENZA DELLE REGIONI, SU PROPOSTA DELLA LIGURIA, CHIEDE LE MODIFICHE DI LEGGE PER RENDERE EFFETTIVI I DIRITTI DEI LAVORATORI PENSIONI AMIANTO AI MARITTIMI  
 
Genova, 1 febbraio 2010 - Passo avanti importante nella battaglia dei lavoratori marittimi esposti all´amianto per vedere riconosciuti - al pari di altre categorie - i diritti pensionistici legati ai danni prodotti dai tanti anni di lavoro in luoghi insalubri. La conferenza delle Regioni, riunita ieri a Roma, ha infatti approvato all´unanimità un emendamento proposto dalla Liguria - era presente l´assessore alla salute Montaldo, e l´iniziativa è stata istruita anche dall´assessore al lavoro Vesco e dal presidente Burlando - che riguarda la modifica del decreto ministeriale (Dm) 16179, in modo che non sia più obbligatorio da parte di chi fa domanda per ottenere i benefici di legge la presentazione di un "curriculum" che per i lavoratori del mare è un documento pressoché improducibile. La soluzione indicata è quella di sostituire il curriculum con un estratto matricolare rilasciato dalle Capitanerie di Porto. Era stata una lettera del presidente della Liguria Burlando a Vasco Errani, presidente della Conferenza dei presidenti delle Regioni, a segnalare il problema alla fine dell´anno scorso, chiedendo un intervento da parte di tutte le Regioni. Ieri la proposta è stata approvata, e il presidente Errani ha informato con una sua lettera il ministro competente Sacconi. Si attende ora una risposta dal governo: Burlando aveva nei giorni scorsi sottolineato anche al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta l´urgenza di un intervento, per sanare una situazione che si trascina ingiustamente da molti anni, e che produce anche una comprensibile tensione sociale. .  
   
   
TRENTINO-ALTO ADIGE: MEDIAZIONE PENALE IN CAMPO MINORILE RINNOVATO IL PROTOCOLLO D’INTESA CHE ESTENDE ALL’AMBITO MINORILE L’ATTIVITÀ DEL CENTRO DI MEDIAZIONE PENALE DELLA REGIONE  
 
Trento, 1 febbraio 2010 - La Regione Autonoma Trentino-alto Adige assicurerà anche nel 2010 alle Autorità giudiziarie minorili della provincia di Trento e all’Ufficio servizio sociale per i minorenni, l’accessibilità al servizio di mediazione svolto dal centro di mediazione penale costituito dalla Regione a supporto dell’attività dei giudici di pace. Lo prevede un protocollo d’intesa firmato il 29 gennaio a Trento dai rappresentanti della Regione, del centro per la giustizia minorile e dalle Autorità giudiziarie minorili. Istituito allo scopo di supportare l’attività dei giudici di pace del Trentino-alto Adige nelle controversie penali, sulla base delle competenze assegnate alla Regione in materia di magistratura onoraria dallo Statuto d’Autonomia, il centro di mediazione penale è attivo dal primo giugno 2004 ed è articolato in due sezioni operanti presso le sedi della Regione di Trento e di Bolzano. Il protocollo firmato oggi conferma una collaborazione avviata in via sperimentale già nel 2005. I casi su cui lavorare saranno segnalati dalle autorità giudiziarie minorili e dall’Ufficio servizi sociali per i minorenni di Trento. Le richieste di mediazione ricevute nel 2009 dal centro hanno riguardato 53 minorenni e 38 persone offese. I minorenni coinvolti erano per il 70% di nazionalità italiana e per il 30% stranieri. Per quanto riguarda la tipologia di reato, nel 57% dei casi si è trattato di un reato contro il patrimonio, nel restante 43% contro la persona. .  
   
   
LA PROVINCIA DI MATERA SOSTIENE I MIGRANTI, UN PROTOCOLLO DI INTESA PER SOSTENERE AZIONI CONCRETE E SOLIDALI  
 
Matera, 1 febbraio 2010 - “Perché i migranti abbiano la possibilità di integrarsi nella nostra società. ” È stato questo lo spirito che ha guidato l’Amministrazione provinciale di Matera alla stipula del protocollo di intesa con l’Associazione Tolbà. E’ quanto riferisce una nota della Provincia di Matera. Un atto formale che ha preso forma in occasione della Giornata della Memoria celebrata insieme all’Associazione e ai giovani dell’Istituto Magistrale “T. Stigliani” e alle studentesse di Scienze della Formazione Primaria della Università degli Studi di Basilicata di Matera. “La Giornata appena trascorsa – ha dichiarato l’assessore Antonio Montemurro – ci ha obbligato, ancora una volta, a riflettere sull’attualità, inquietante, dei genocidi. La Shoah, ogni anno, ci riconsegna le chiavi di una memoria recente che ha visto, e purtroppo continua a vedere, fosse comuni, atti di violenza e di razzismo inconfessabili. Ed è in questo solco di passato prossimo, pericoloso e deviato, che noi istituzioni abbiamo il compito di intervenire concertando soluzioni concrete che consentano di prevenire il razzismo e di combatterlo laddove si annida. ” “In ragione di questa operatività – ha proseguito Montemurro - l’Amministrazione provinciale di Matera, attraverso questo Protocollo di intesa con l’associazione Tolbà, ha messo a punto una serie di obiettivi da raggiungere: dalla individuazione di percorsi di qualificazione per adulti, donne e adolescenti migranti, all’accoglienza per i richiedenti asilo politico e rifugiati da realizzare nei comuni della provincia. Tutti risultati che auspichiamo di poter raggiungere con il contributo delle forze sociali e politiche del territorio. ” “Il tema delle sopraffazioni e delle violenze perpetrate per motivi di appartenenza etnica - ha concluso il presidente dell’Ente, Franco Stella – sottraggono voce alla democrazia di un paese che diviene, così, orfano di etica e di civiltà. Perdite che non vogliamo avere e di cui non vogliamo essere co-autori. Per questo abbiamo scelto la via della integrazione. Una integrazione che costruiremo insieme a tutti i migranti che hanno scelto questo territorio per ricominciare. ” .  
   
   
TRENTO: APPROVATO DALLA GIUNTA IL DDL SULLA FAMIGLIA  
 
Trento, 1 febbraio 2010 - Via libera all´annunciato disegno di legge sul "Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità", approvato il 29 gennaio dalla Giunta provinciale dopo il parere positivo dato ieri dal Consiglio delle autonomie. Una proposta di legge che sarà depositata già oggi presso la quarta Commissione consiliare e che si prende finalmente carico, in modo concreto e secondo una logica integrata, della famiglia, delle sue difficoltà anche economiche, dei suoi bisogni contingenti ma anche del loro diritto e necessità di poter programmare il proprio futuro con sicurezza. Se le finalità fanno riferimento all´obiettivo generale - da tutti condiviso - di "fare stare bene" le famiglie, innovativi per il panorama nazionale sono gli interventi a carattere strutturale e dunque destinati ad essere permanenti, previsti dal governo provinciale e che appaiono destinati a connotare e certificare il Trentino quale un territorio "amico delle famiglie" a tutto tondo, sul modello dei sistemi di welfare più avanzati adottati in Europa. Una legge che supera per sempre la logica dell´assistenza per riconoscere le famiglie quali soggetti attivi dello sviluppo economico e sociale. Per questo viene garantito il coordinamento delle attività dei vari assessorati al fine di favorire il raccordo fra tutte le politiche del governo provinciale che incidono più o meno direttamente sulla "dimensione familiare. "Se cresce la famiglia - questo il motto assegnato alla nuova legge - cresce di pari passo la coesione sociale e cresce il Trentino". Particolarmente qualificanti sono, tra gli interventi previsti, i sostegni economici: prestiti senza interessi a nubendi e giovani coppie; contributi mensili alle madri e ai padri, sia lavoratori dipendenti che autonomi, che decidono di astenersi momentaneamente dal lavoro per seguire i figli; garanzie verso le banche per la concessione di piccoli prestiti chiesti dalle famiglie; un unico assegno familiare in sostituzione delle agevolazioni oggi previste dalle normative di settore (casa, trasporti, mensa scolastica, prolungamento d´orario nelle scuole dell´infanzia). Significativo è poi il sostegno che verrà assicurato alle famiglie numerose: a partire dal terzo figlio in poi, le famiglie non dovranno più sostenere i costi relativi a trasporto scolastico, mensa e anticipo e posticipo alla scuola dell´infanzia; previsto anche un ticket sanitario familiare che tenga conto dei carichi familiari e contributi per abbattere i costi connessi a consumi idrici ed energetici. Sul fronte della conciliazione lavoro-famiglia e del coordinamento dei tempi del territorio con quelli delle famiglie, forte è l´impegno per aumentare la presenza di asili nido, servizi socio educativi alternativi per la prima infanzia e tagesmutter, nonché per l´utilizzo dei buoni di servizio (anche attraverso l´impiego del Fondo sociale europeo). E alle famiglie che non potranno godere di tali possibilità per l´assenza sul territorio di tali servizi, sarà corrisposto un assegno economico mensile. Una maggiore conciliazione sarà poi perseguita attraverso il telelavoro, un diverso calendario scolastico, l´audit famiglia-lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private, l´erogazione da parte delle imprese ai propri dipendenti di servizi di prossimità a supporto degli impegni domestici, le banche del tempo (che potranno godere di specifici finanziamenti) e l´incontro tra domanda e offerta di lavoro estivo, anche all´estero, dei giovani in ambito scolastico. La nuova legge punta a far diventare il Trentino un grande "Distretto per la famiglia", un territorio dove attori economici e istituzionali convergono verso un unico progetto orientato a favorire il benessere delle famiglie. Un esempio, già avviato, è il distretto famiglia della Val Rendena, ma altri territori si stanno muovendo in questa direzione. La legge prevede l´istituzione di uno specifico Registro dei soggetti aderenti, i quali potranno ottenere incrementi di agevolazioni, e la possibilità da parte della Provincia di subordinare la concessione di agevolazioni per la realizzazione o l´ammodernamento di opere e infrastrutture al rispetto di standard di qualità familiare. Altre novità contenute nel disegno di legge sono l´attivazione dello Sportello unico per il cittadino e la famiglia, l´istituzione di una cabina di regia provinciale per le politiche di prevenzione del disagio, la "carta tecnologica famiglia" per l´acquisizione elettronica di tutti i benefici previsti dalla legge, l´introduzione della "valutazione di impatto familiare" (già prevista dalla legge sul welfare approvata nel 2007). Documento approvato dalla Giunta provinciale nella seduta del 22 gennaio 2010 Disegno Di Legge concernente “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità” Relazione Il peggioramento economico-finanziario delle famiglie sta evidenziando in maniera molto forte le inadeguatezze del sistema sociale italiano. Una situazione, questa, resa ancora più evidente dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi decenni. Non c’è nazione in Europa che non abbia agito, in questo ultimo anno, a favore delle famiglie: dalla Spagna alla Francia, dalla Germania all’Inghilterra. Colori diversi, ma un unico fine: salvaguardare il nucleo fondamentale della società, cioè la famiglia. Anzi, è stata proprio la crisi a spronare gli Stati a fare ancora di più. Le famiglie, qui in Italia come altrove, chiedono, anzitutto, sgravi fiscali e sostegno finanziario per i figli. E i buoni esempi non mancano, volgendo lo sguardo all’Europa. La Francia ha destinato un bonus extra per le famiglie, che ricevono il reddito minimo garantito. In Germania vi sono stati importanti sgravi fiscali per le spese mediche e incentivi per il rinnovo dell’abitazione. Nel Regno Unito si è ridotta drasticamente l’aliquota Iva standard di 15 punti percentuali e ampliato lo scaglione di reddito esonerato dal pagamento delle tasse, con un aumento delle pensioni minime. Nella Spagna di Zapatero la leva fiscale a favore delle famiglie ha toccato livelli mai raggiunti, come l’abolizione dell’imposta sul patrimonio netto alle persone, la restituzione anticipata del credito dell’Iva, nonché la riduzione dell’Irpef di 400 euro a contribuente. In Italia, dopo la social-card e il bonus famiglia, gli sforzi si sono concentrati quasi esclusivamente sugli ammortizzatori sociali, sul rilancio dell’edilizia e dell’industria. Anche le Regioni hanno seguito questa linea, chi più, chi meno. Molte amministrazioni pubbliche aiutano invece direttamente le famiglie con un sostegno per il pagamento delle bollette del riscaldamento o dell’elettricità, anticipando la cassa integrazione, incentivando il bonus bebé. Un lavoro insostituibile l’ha svolto la grande rete delle associazioni private del volontariato, cattoliche e laiche. Grazie anche a loro l’Italia sta reggendo, seppur con difficoltà, l’impatto della crisi. Ma la famiglia abbisogna di un sostegno ancora più deciso, ancora più vitale in tempi di crisi, ancora più tangibile pensando al futuro. E non è solo per una pura questione di denari. La famiglia cresce, infatti, se anche la conciliazione con il lavoro è sorretta, aiutata e favorita. Un recente rapporto della Ue denuncia la difficoltà, soprattutto delle donne, di conciliare famiglia e impegno professionale. “Le aziende italiane – si legge – sono ancora in buona misura organizzate in base ad una prospettiva maschile: la quota di donne che debbono abbandonare il lavoro quando sono incinte o quando nasce un figlio resta elevata. Il ricorso ai congedi parentali è scoraggiato, soprattutto per gli uomini: nel settore privato il rifiuto da parte del datore di lavoro interessa il 40% delle richieste”. Un esempio recente, ma diverso in fatto di conciliazione, arriva dalla Francia, dove il governo ha introdotto pochi mesi fa un sussidio straordinario per acquistare prestazioni di cura, cioè assistenza agli anziani o ai bambini, dal settore privato o non-profit. La misura interessa un milione e mezzo di famiglie e il provvedimento è entrato in vigore in piena crisi economico-finanziaria. E sempre Oltralpe c’è la “Charte de la parentalité” per rimodulare i tempi lavoro e i servizi aziendali con l’obiettivo di favorire la genitorialità. In Germania esiste da tempo una collaborazione fra aziende e governo che ha portato al varo di una serie di corpose iniziative denominate “Famiglia: un fattore di successo”. In Svezia si è introdotto il “bonus per l’eguaglianza di genere”. Se la coppia si divide a metà il congedo parentale, la famiglia riceve uno sgravio di 275 euro al mese per i bimbi appena nati. I congedi parentali nel nostro Paese, che dovrebbero aiutare le madri a riavvicinarsi alla professione e coinvolgere i padri nella cura dei figli piccoli, funzionano poco. Perché pochi li conoscono, per una disponibilità ancora limitata da parte dei padri, e per paura di ripercussioni sul lavoro. Secondo una ricerca de “Il Sole 24 ore” a usufruire dei congedi parentali nei primi tre anni di vita del bimbo sono solo il 24% delle donne e il 3% degli uomini. Davvero pochi! In Italia, attraverso le iniziative di Regioni e Comuni, ci siamo fermati a poco più dell’assegno di natalità per il figlio appena nato. In Trentino, invece, l’Audit Lavoro & Famiglia della Provincia, mutuando l’esperienza tedesca, ha innescato un processo culturale che vede un nutrito gruppo di aziende sperimentare la conciliazione. E gruppi spontanei, come ad esempio nella Valle dei Laghi, stanno organizzandosi in forme di associazionismo per andare incontro ai tempi della famiglia. Possiamo, dunque, a ben dire, che in Trentino si sta sviluppando, seppure lentamente, una cultura di conciliazione. Siamo all’inizio, ora dobbiamo dare nuovo impulso sulla strada fin qui tracciata. Non è dunque un caso che la Provincia abbia voluto anticipare i tempi e fin dai primi mesi del 2009 ha avviato un piano pluriennale contro la crisi, dando sostegno al lavoro, all’economia e alla famiglia con una stanziamento pari a 1,2 miliardi di euro. Un impegno finanziario eccezionale, che si è concretizzato per le famiglie anche attraverso il nuovo reddito di garanzia per tutti i nuclei sotto la soglia di povertà. Poi il Libro Bianco ha enumerato 65 azioni concrete di sostegno. Ora questa nuova legge intende gettare le fondamenta su cui costruire un percorso per il futuro, in cui il Trentino diventa un luogo amico della famiglia, un territorio in cui far crescere in serenità e responsabilmente i figli e aiutare i tanti padri e le tante madri nei loro compiti di genitori. Se cresce la famiglia, cresce di pari passo la coesione sociale e cresce il Trentino! La Provincia Autonoma di Trento ha perciò scelto di affrontare la crisi dando priorità a misure strutturali a favore di una fascia ampia e significativa della popolazione, creando un sistema integrato di politiche pubbliche e puntando sulla piena promozione della famiglia, per collocarla al centro delle proprie politiche. In tale ottica, e attraverso il coinvolgimento di tutte le risorse attivabili sul territorio provinciale, viene superata la vecchia logica assistenzialistica. E si avvia un nuovo corso di politiche pubbliche integrate nei diversi settori d’intervento (casa, assistenza, servizi, tempo libero, lavoro, trasporti), in cui la famiglia diventa di diritto soggetto attivo e propositivo. Essa, infatti, è per sua natura il luogo nel quale per eccellenza si creano e si sviluppano i legami primari e si producono i significati di sé e della vita, l’ambito nel quale si vive l’esperienza della gratuità e della solidarietà nella dimensione delle reciprocità e dello sviluppo del proprio potenziale umano. Per queste funzioni la famiglia è soggetto motore di sviluppo sociale ed economico e costruttore di coesione sociale. Non è una forzatura affermare che non c’è società senza famiglia. Infatti nel riconoscere e promuovere la famiglia, la società gioca la sua stessa sopravvivenza. In un legame inscindibile che lega benessere della famiglia, sviluppo e progresso della società. La famiglia vuol dire tessitura di legami verticali, solidarietà intergenerazionale, relazioni che danno il senso della continuità temporale. Vuol dire rapporti di prossimità, di parentela e vicinanza orizzontale, che favoriscono la coesione comunitaria. La famiglia è pure una cellula economica fondamentale, centro di redistribuzione del reddito e delle rendite: una piccola cooperativa a gestione domestica nel segno della solidarietà. Ed è soprattutto il nucleo primario di qualunque welfare, in grado di tutelare i deboli e di scambiare protezione e cura. I nuovi fenomeni sociali che stanno investendo oggi i nuclei familiari, richiedono che l’autorità politico-amministrativa, per rispondere in modo adeguato al continuo cambiamento dei bisogni, sia in grado di assolvere ad alcuni precisi ed inderogabili compiti. In sintesi: 1. Elaborare nuovi strumenti operativi d’intervento, 2. Identificare aree di intervento ritenute prioritarie sulle quali concentrare attenzioni e risorse sia dell’azione amministrativa che dei soggetti privati, 3. Sviluppare modalità operative che incentivino il lavoro in rete, sia dentro sia fuori i confini dell’amministrazione, attivando sinergie tra “pubblico-pubblico” di natura inter-assessorile ed inter-istituzionale e tra “pubblico-privato”, e coinvolgendo attivamente le organizzazioni for-profit e no-profit, 4. Promuovere il principio della sussidiarietà orizzontale, valorizzando il terzo settore e l’associazionismo familiare ed in particolare la sussidiarietà organizzativa in cui vengono potenziati i servizi di front-office, secondo una logica pubblico-privato, 5. Richiedere ad associazioni di famiglie e ad organizzazioni del terzo settore di gestire, con un rapporto convenzionale, l’attività di sportello e di diventare dunque partner del pubblico nel delicato processo di accoglienza dell’utente e di erogazione del servizio, 6. Favorire la responsabilità sociale d’impresa quale mezzo per creare contenuti concreti per la definizione e applicazione di servizi per la famiglia. Fragilità Sociale Assistiamo oggi ad un aumento significativo della complessità sociale. Ciò ha indotto il legislatore provinciale ad individuare nuove modalità di intervento e nuovi strumenti, per dare risposte efficaci ai nuovi bisogni socio-assistenziali espressi da una società sempre più fragile e frammentata. Il riferimento va alla recente legge provinciale n. 13/2007 di riforma del welfare trentino. Questa legge sostiene con convinzione la necessità che occorra oggi più che mai rafforzare le modalità di intervento per sostenere il benessere della società e sorreggere dunque le attività e le funzioni oggi svolte dalle famiglie, in un contesto sociale decisamente sempre più mutevole. L’aumento della vulnerabilità del contesto sociale e della fragilità delle singole persone e famiglie si coglie con l’aumento delle condizioni di precarietà e di insicurezza: dal lavoro alle nuove povertà, dalle relazioni sociali all’educazione. Tali condizioni investono non solo le tradizionali categorie degli anziani o delle famiglia mononucleare. Nuove difficoltà e nuove povertà sono realtà concrete per migliaia di famiglie che fino a ieri vivevano il futuro con meno incertezze. La maggiore fragilità delle famiglie rischia altresì di compromettere la loro capacità di continuare a dare concreta risposta a tutte le funzioni che da sempre svolge, sia all’interno dell’ambito familiare sia nella comunità allargata. E ciò influenza pesantemente la coesione sociale. Pensiamo solo per un momento a quello che sarebbe successo nella nostra società trentina se non si fosse intervenuti velocemente con nuovi ammortizzatori sociali. Il Trentino, anche in questo settore, è stato apripista in Italia. Altre regioni sono poi intervenute a sostegno del lavoro. Ma le politiche sociali non sono solo lavoro. Infatti la complessità sociale oggi avvertita sul territorio e la vulnerabilità crescente sono documentate dall’aumento della domanda di accesso ai servizi e dall’emergere di nuove patologie sociali e sanitarie. Le cause di questo aumento di domanda di servizi socio-assistenziali e sanitari sono determinate da molteplici fattori, tra i quali è possibile richiamare il crescente tasso di invecchiamento della popolazione, le profonde modificazioni subite dalla struttura familiare in relazione anche ai processi di emancipazione femminile e i radicali mutamenti intervenuti nel tessuto sociale e culturale. Nell’elenco delle cause troviamo quindi la profonda crisi che sta vivendo oggi l’istituto famiglia, una quota più elevata di popolazione che esprime malessere in conseguenza dell’esplosione di forme nuove di disagio e di povertà; l’aumento delle persone socialmente vulnerabili che progressivamente si avvicinano sempre più alla soglia della povertà. Infine la modificazione della struttura sociale determinata dagli importanti flussi migratori e la grande “emergenza educativa” che oggi tutte le istituzioni (famiglia, scuola, terzo settore, pubblica amministrazione) sono chiamate a porre al centro del proprio agire, per intervenire efficacemente sul futuro delle nuove generazioni. La Natalità La popolazione italiana ha una natalità tra le più basse del mondo. Come conseguenza diretta l’Italia va accumulando un forte “debito” demografico, ma la natalità risulterà uno dei fattori di cambiamento più importanti nei prossimi decenni, che modificheranno in maniera significativa gli equilibri politici ed economici soprattutto nel vecchio continente. Secondo l’Istat, nei prossimi 50 anni ci sarà un aumento di cinque milioni di persone con più di 80 anni, nonostante la non trascurabile presenza di flussi immigratori. Le conseguenze sulla struttura sociale, sui meccanismi di solidarietà intergenerazionale, sul sistema del welfare saranno notevoli e si accentueranno sempre più nei prossimi decenni. Con queste tendenze come potranno sopravvivere l’economia e in generale la società italiana? Il tasso di fecondità in Trentino è rimasto in questi ultimi anni superiore alla media nazionale, ma inferiore alla media europea. Se nel 1920 in Italia il numero medio di figli per donna era 2,5 e nel 1963 era sceso a 1,6, nel 2006 è pari a 1,35. Il Trentino ha seguito lo stesso trend del Paese attestandosi nel 2008 a 1,45 figli in media per donna. Il Servizio Statistica della Provincia ha recentemente scattato una “fotografia” di come sarà il Trentino nel 2050. Alcuni dati spiccano su tutti: sarà una provincia sempre più vecchia, con una presenza sempre più rilevante di famiglie single e con un incremento costante di stranieri. Nulla di male sulla “contaminazione” di culture diverse, ma è bene sostenere e far crescere le famiglie all’interno della popolazione locale in tutta la loro realtà e complessità. Questi fenomeni di bassa natalità impattano ed impatteranno in maniera sempre più significativa sulla pianificazione dei servizi socio-sanitari in Trentino e non solo: si stima che nel 2045 gli ultra sessantacinquenni saranno il 30 per cento della popolazione e significativa sarà la quota di popolazione ultra centenaria. L’italia si colloca, per tasso di natalità, agli ultimi posti in Europa e ai primi per tassi di invecchiamento: la bassa natalità è anche un freno alla produttività e allo sviluppo futuro. Anche la nostra Provincia presenta squilibri di carattere demografico. Alla base di questo fenomeno si individuano varie cause, tra queste in particolare la riduzione della propensione ad avere figli e la lentezza con cui si formano nuove famiglie. Tale lentezza trova riscontro nella crescita dell’età media dei coniugi, segnatamente di quella della sposa, al momento del matrimonio. Una delle ragioni del ritardo nella formazione delle famiglie è legata alla difficoltà di partecipazione delle giovani donne al mercato del lavoro e alla crescente flessibilizzazione di quest’ultimo, il quale in assenza di adeguati ammortizzatori previdenziali e assicurativi produce non poche insicurezze. Alla luce di tutto ciò sembra difficile sfuggire all’urgenza di attuare politiche sociali e familiari idonee a far fronte, da una parte all’aumento dei soggetti anziani, dall’altra a favorire la formazione di nuove famiglie e ad incrementare la nascita di figli nella popolazione locale. Si ritiene inoltre che, per contrastare in modo efficace l’urgenza demografica, sono in primis da incoraggiare misure dirette a sostenere le famiglie con a carico più figli di età inferiore ai 18 anni (o di età inferiore ai 25 anni nel caso di studenti universitari). Nei recenti dati pubblicati dall’Istat si evidenzia che “nel 2007 in Italia ben 975 mila famiglie si trovano in condizioni di povertà assoluta e che rappresentano il 4,1% delle famiglie residenti. Rischi molto maggiori corrono invece le famiglie numerose: i nuclei familiari con 5 o più componenti sono più poveri di quelli meno ampi, quasi un decimo di questi si trova in condizioni di povertà assoluta” (Istat 2009. Analisi povertà). Si tratta di quasi 3 milioni di persone delle quali un milione di famiglie circa sono “alimentarmente povere” e sono nella condizione di spendere 222 euro mensili in media per la spesa alimentare di due persone. La Fondazione Sussidiarietà ha, poco tempo fa, diffuso i risultati di una sua ricerca in Italia: una famiglia numerosa ogni dieci è sotto la soglia d’indigenza. Tradotto in altre parole ciò significa che una famiglia ogni dieci, tra quelle con cinque e più componenti, è sotto la soglia della povertà alimentare. La percentuale scende a cinque famiglie ogni 100 con almeno un figlio a carico. E anche le famiglie con due o tre figli a carico hanno un’incidenza di povertà alimentare elevata. Trentino “Amico Della Famiglia” La famiglia non è solo una dimensione privata, è una risorsa vitale per l’intera collettività, poiché le molteplici funzioni da essa svolte a favore dei suoi componenti e della collettività la collocano a pieno titolo come soggetto a valenza pubblica, che genera valore per l’intera società. La famiglia è, dunque, produttrice di beni economici, psicologici, relazionali e sociali, che avvantaggiano in forma diretta ed indiretta l’intera collettività. L’attenzione alla famiglia assume una dimensione strategica, trasversale ai vari settori della vita pubblica e privata, all’interno della quale si coinvolgono e si mettono in rete gli operatori pubblici, si valorizzano e si orientano i servizi erogati dai soggetti privati. Si riconosce quindi l’importanza dell’associazionismo familiare, attore nel processo di realizzazione del distretto, si attivano laboratori territoriali, si sperimentano e si integrano le politiche pubbliche, si confrontano e si rilanciano le culture amministrative e si innovano i modelli organizzativi. Dopo la crisi, la ricostruzione del nuovo modello di welfare dovrà porsi il problema di ricercare percorsi virtuosi ed inediti di protezione, promozione sociale e familiare, idonei a garantire la sostenibilità dei costi e di fatto divenire volano di sviluppo. In questo contesto il “Distretto famiglia” risulta strategico, poiché catalizza, in forma assolutamente inedita, l’attenzione di tutti gli operatori sul territorio. Il Distretto diviene dunque di fatto una dimensione che aggrega attori e risorse che condividono il fine comune di accrescere sul territorio il benessere familiare e che consente, tramite il rafforzamento delle relazioni, di generare altre risorse sia economiche sia sociali. Economiche: perché all’interno del Distretto è possibile incrociare aspettative ed attese dei soggetti che esprimono domanda economica (le famiglie) con i soggetti che erogano servizi (istituzioni, organizzazioni for-profit e non-profit). Il “Distretto famiglia” può, quindi, diventare quello spazio all’interno del quale operatori economici, istituzioni e famiglie forgiano nuove relazioni di fiducia reciproca e di cooperazione, ovvero aspettative positive che di fatto costituiscono le condizioni strategiche per sviluppare l’economia di un territorio. Particolarmente interessante a questo riguardo è l’approfondimento del rapporto che esiste tra gli attori che aderiscono al “Distretto famiglia” e la dimensione strategica della “Responsabilità sociale” dell’organizzazione, nata per stimolare e diffondere all’interno del mondo economico comportamenti socialmente responsabili. La seconda dimensione è quella che si riferisce alla capacità del Distretto di generare capitale sociale, inteso come risorsa della collettività e di un territorio che può identificarsi con la “qualità della vita sociale di una comunità” (reti, norme, fiducia). Il capitale sociale può essere inteso come lo stock di risorse culturali, solidali e relazionali legato alla storia e alle tradizioni del territorio. Il capitale relazionale, su cui si basa il “Distretto famiglia”, può dunque fungere da infrastruttura strategica per l’incrocio di domanda ed offerta e contribuire al rafforzamento del capitale relazionale esistente, creando di fatto i presupposti per generare nuove ed inedite relazioni e consentendo l’incrocio di attese, aspettative ed opportunità tra attori che non hanno mai dialogato tra loro. Ecco dunque la grande novità del Distretto: sostenere il benessere della famiglia riconosciuta come risorsa che unisce e dà senso alla comunità, come “luogo” che realizza legami ed appartenenza, come ambito privilegiato che rafforza la coesione nella società e crea capitale sociale. Nel “Distretto famiglia” converge l’azione di quattro macro attori strategici: gli interventi e le politiche della Provincia Autonoma di Trento; gli interventi e le politiche del sistema delle autonomie locali; l’azione delle associazioni di famiglie e del terzo settore in generale; gli interventi, i servizi e le strategie messe in atto dagli attori economici for-profit e no-profit. Dall’azione congiunta di questi attori territoriali discende il concetto di “Distretto famiglia”, ovvero di un territorio delle opportunità e delle responsabilità, che si rivolge alle famiglie in primis per sostenere azioni capaci di prevenire situazioni di potenziale disagio e di promuovere e valorizzare l’azione delle famiglie, stimolando in esse comportamenti, ruoli e stili di vita responsabili. Queste politiche non sono rivolte al solo obiettivo redistributivo della ricchezza, ma sono funzionali a sostenere la crescita dell’economia, riducendo il bisogno e alimentando la qualità del capitale relazionale e sociale. Gli Obiettivi Strategici La Giunta provinciale ritiene dunque strategico proseguire lungo il tracciato delineato nel corso della passata legislatura e, tramite il Libro Bianco, approvato il 10 luglio 2009, traccia le linee di azione della propria politica familiare per la durata della presente legislatura. I temi forti, che caratterizzano gli obiettivi strategici individuati nel Libro Bianco, trovano una loro strutturazione in questa legge e riguardano: 1. La sperimentazione sul proprio territorio di politiche strutturali a sostegno della famiglia, capaci di incidere significativamente nel lungo periodo sul benessere familiare, attuando in parallelo significativi processi di valutazione dell’impatto delle politiche familiari; 2. Il sostegno della natalità e dell’occupazione femminile, favorendo fortemente le famiglie con figli attraverso una politica orientata alla “presa in carico della fascia 0-3 anni”; 3. La tutela delle famiglie numerose, garantendo per le tariffe provinciali la gratuità dal terzo figlio in poi e investendo sulla filiera dei servizi che consentano di aumentare i tassi di occupazione femminile; 4. Lo sviluppo e l’attuazione di una forte politica promozionale, e non assistenziale, a favore della famiglia, individuando ed attuando interventi strutturali che consentano alle famiglie di pianificare il proprio progetto di vita con maggior sicurezza e serenità; 5. Il coinvolgimento e l’inclusione, secondo le logiche dell’accountability, degli attori familiari, promuovendo la sussidiarietà e valorizzando le associazioni familiari nelle fasi della pianificazione, della gestione e della valutazione delle politiche attuate; 6. Lo sviluppo del Trentino quale laboratorio sulle politiche familiari, ovvero il Trentino come territorio che sperimenta politiche strutturali, che innova i modelli gestionali, i modelli organizzativi, i sistemi tariffari, le modalità di coinvolgimento degli attori locali e delle famiglie, che valorizza la sussidiarietà e che attua, infine, la valutazione delle proprie politiche. Ciò per permettere alle famiglie di progettare il proprio futuro sul medio-lungo periodo; 7. Il rafforzamento, la sperimentazione e la ricerca di politiche di conciliazione tra gli impegni professionali e quelli familiari, tramite azioni di raccordo dei tempi sociali, interventi di coordinamento dei servizi di interesse pubblico e di organizzazione dell’offerta dei servizi in base agli orari. Ciò sulla base di percorsi innovativi “time saving”, sfruttando anche le grandi potenzialità offerte dalle tecnologie informatiche e telematiche dell’Ict (Information and Communication Technology); 8. Il sostegno dell’integrazione delle politiche provinciali e di tutti gli attori territoriali secondo una logica distrettuale, per sostenere il benessere della famiglia adottando piani operativi trasversali agli ambiti di competenza di tutti gli assessorati e connessi con le politiche comunali; 9. Lo sviluppo del Trentino “Distretto famiglia” al fine di accrescere, tramite una forte politica ed un forte sistema dei servizi orientati alla famiglia, l’attrattività territoriale e di sostenere lo sviluppo locale, coinvolgendo su queste tematiche tutte le organizzazioni che costituiscono e rappresentano il “sistema provincia”; 10. La realizzazione e la sperimentazione sul territorio di un sistema di norme orientato alla “Certificazione territoriale familiare”, da promuovere e divulgare anche in ambito extra-locale. Le Politiche Strutturali La Provincia Autonoma di Trento intende attivare sul proprio territorio politiche strutturali a favore della famiglia, ovvero orientate a garantire il sostegno delle condizioni di “agio” delle famiglie, oltre che garantire loro una capacità di progettazione di medio-lungo periodo e non, come purtroppo spesso oggi accade, di brevissimo periodo. Le relazioni di famiglia, di vicinato, di amicizia o parentela, formano delle reti fondamentali e formidabili per cementare e costruire una società viva. Il sentimento di appartenenza all’ambiente incentiva, infatti, comportamenti di protezione, che si rafforzano in proporzione al grado di appartenenza dei cittadini e delle famiglie al territorio. Politiche strutturali a sostegno della famiglia richiedono perciò l’attivazione di politiche strategiche e sinergiche nei settori della scuola, della sicurezza, della salute e del sociale, coinvolgendo su questi temi competenze istituzionali e non, che operano sulla condizione dell’agio familiare. L’obiettivo principale che si intende perseguire, grazie ad un forte coinvolgimento di tutti gli assessorati e delle strutture organizzative di riferimento, è la realizzazione di una serie di iniziative. Talune già immediatamente attuabili in via amministrativa ed altre che saranno rese operative entro il corrente anno, grazie alle previsioni che saranno contenute in una specifica normativa sulle politiche familiari che la Giunta si impegna a presentare. L’ottica di riferimento è quella di perseguire una politica di valorizzazione e di sostegno delle diverse funzioni (educativa, sociale, riproduttiva, economica) che la famiglia assolve nella società, nell’ambito di una strategia complessiva capace di innovare realmente le politiche per la famiglia e di creare i presupposti per un territorio sensibile verso tali tematiche e lungimirante. La proposta di legge sostanzia concretamente il principio di sussidiarietà ed individua precisamente un ruolo importante per l’associazionismo familiare. Gli istituti previsti responsabilizzano le aggregazioni familiari. Attraverso lo Sportello Famiglia, che si pone quale interfaccia tra il mondo istituzionale e quello dell’associazionismo familiare, sarà possibile effettuare attività di monitoraggio sull’efficacia delle politiche familiari attuate, nonché valutarne le ricadute sul tessuto sociale. Nell’ambito dei citati interventi quelli che assumono valenza strutturale, ovvero consentono di allungare la capacità di progettazione della vita familiare in un prospettiva di medio/lungo periodo e che di fatto producono delle certezze ed influiscono positivamente sulle aspettative delle famiglie, sono i seguenti: 1. Il reddito di garanzia, il quale favorendo l’emancipazione dallo stato di bisogno in cui una persona/famiglia può trovarsi in una determinata fase della propria vita, sostiene il diritto di cittadinanza attraverso l’elaborazione di un progetto di integrazione sociale e lavorativa pensato per tamponare situazioni di difficoltà contingente; 2. Gli alloggi a canone moderato, che garantiscono l’abitazione a quella fascia di popolazione che si colloca oggi a metà strada fra l’edilizia sociale e l’edilizia abitativa agevolata: tali persone non rientrano nei requisiti economici del primo caso, ma nel contempo non possono accedere, per le limitazioni economiche poste, al secondo; 3. La costituzione del diritto, per le famiglie con minori in età 0-3 anni, ad avere risposte rispetto al bisogno di conciliazione famiglia-lavoro, ciò al fine di garantire certezze rispetto alle domande di servizi espresse da tale fascia di famiglie e al contempo sostenere l’occupazione trentina in generale e quella femminile in particolare; 4. Le strategie sui tempi del territorio, per semplificare la vita delle persone/famiglie, ovviando a rigidità strutturali spesso ingiustificate, per introdurre politiche volte a conciliare bisogni contrapposti e a far guadagnare tempo alle famiglie; 5. Il Distretto famiglia, ovvero la creazione di una forte convergenza sul target famiglia di servizi privati e pubblici e di politiche provinciali e comunali, per sostenere il benessere delle famiglie e accrescere la sensibilità e la visione economica e culturale dei singoli territori. Descrizione Puntuale Dell’articolato Di seguito si descrivono i contenuti più rilevanti del presente disegno di legge, che reca norme sul “Sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità” della Provincia Autonoma di Trento. Finalità La Provincia valorizza la natura ed il ruolo della famiglia e, in particolare della genitorialità, in attuazione dei principi stabiliti dagli articoli 2, 3, 29, 31 e 37 della Costituzione e promuove la natalità come valore da perseguire anche con strumenti di sostegno delle politiche familiari. Queste finalità sono perseguite mediante politiche familiari tese a prevenire le situazioni di disagio, ne promuovono il superamento e sostengono il benessere della famiglia e dei componenti il nucleo familiare. La legge persegue, inoltre, l’obiettivo di coordinare tutte le politiche settoriali della Provincia, per realizzare il sistema integrato delle politiche strutturali atte a sostenere e promuovere sul territorio il benessere familiare ed i progetti di vita familiare. In attuazione dei principi di sussidiarietà verticale e orizzontale, la legge promuove infine il coinvolgimento del terzo settore e dell’associazionismo familiare, con l’obiettivo di sostenere e tutelare la specificità della relazione familiare nel quadro più ampio dell’equilibrio del tessuto sociale e comunitario, favorendo la coesione sociale. La Provincia promuove con queste azioni la responsabilità sociale dei soggetti pubblici e privati, attiva processi di rendicontazione sociale, definendo specifici indicatori capaci di misurare il benessere della famiglia e quindi il progresso economico e sociale territoriale. Le politiche familiari concorrono poi, con le altre politiche, allo sviluppo economico del territorio, al rafforzamento della coesione e del capitale sociale e relazionale. Sistema Integrato Delle Politiche Familiari Le politiche familiari consistono nell’insieme degli interventi e dei servizi volti a favorire l’assolvimento delle responsabilità familiari, a sostenere la genitorialità, la maternità e la nascita. A rafforzare i legami familiari e i legami tra le famiglie, a creare reti di solidarietà locali, ad individuare precocemente le situazioni di disagio dei nuclei familiari, a coinvolgere attivamente le organizzazioni pubbliche e private secondo le logiche distrettuali, con l’obiettivo finale di rafforzare il benessere familiare territoriale, la coesione sociale, le dotazioni territoriali del capitale sociale e relazionale. A questo fine, la Provincia promuove l’adozione di politiche organiche ed intersettoriali, orientando i propri strumenti di programmazione, indirizzando l’esercizio delle proprie funzioni, adottando criteri tesi a garantire il coordinamento, l’integrazione e l’unitarietà delle proprie politiche. La Provincia, nell’attuazione degli interventi previsti da questa legge, promuove le logiche della partecipazione e del coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati nei processi di pianificazione, organizzazione, gestione e valutazione degli interventi. Politiche Strutturali Le politiche familiari strutturali sono attuate mediante specifici interventi previsti da questa legge, attraverso il coordinamento, l’aggiornamento ed il potenziamento degli strumenti di intervento, previsti dalle politiche settoriali, che incidono sul benessere familiare. Le politiche strutturali di sostegno alla famiglia sono attuate, in particolare, mediante: a) interventi di sostegno dei progetti di vita delle famiglie; b) misure volte a coordinare i tempi del territorio e a favorire la conciliazione tra i tempi familiari ed i tempi di lavoro; c) interventi volti a realizzare il distretto famiglia tramite l’incremento qualitativo e quantitativo dei servizi resi dalle imprese alle famiglie con figli; e) il coinvolgimento dell’associazionismo familiare nell’erogazione dei servizi alle famiglie e nell’elaborazione delle politiche strutturali rivolte alle famiglie; f) la pianificazione degli interventi e dei servizi e l’attuazione di misure organizzative, di comunicazione e di semplificazione che favoriscono un più agevole accesso delle famiglie ai servizi. Interventi Di Sostegno Dei Progetti Di Vita Delle Famiglie La Provincia sostiene i progetti di vita dei nubendi, delle giovani coppie e delle famiglie con figli. Questo obiettivo è perseguito tramite la concessione delle agevolazioni previste dalla normativa provinciale in materia di edilizia abitativa agevolata e pubblica, con particolare riferimento al canone moderato, e attraverso la concessione delle provvidenze previste dalla normativa provinciale in materia di politiche sociali, con particolare riferimento agli interventi di sostegno economico indirizzati ai soggetti che lavorano o che siano comunque in grado di assumere, o riassumere, un ruolo lavorativo. I progetti di vita e le responsabilità familiari e genitoriali sono sostenute dalla Provincia con le azioni descritte di seguito. Sostegni economici per famiglie, nubendi e famiglie numerose. Per favorire l’assolvimento delle responsabilità familiari, sostenere la genitorialità, la maternità e la nascita, la formazione di nuove famiglie, nel rispetto dei singoli progetti di vita, la Provincia prevede: a) la concessione di prestiti consistenti in un´erogazione in denaro senza interessi a favore di nubendi e giovani coppie; b) la concessione di un contributo mensile, per il periodo di astensione facoltativa a favore delle madri e dei padri lavoratori e lavoratrici, sia dipendenti che autonomi; c) il sostegno delle famiglie numerose; d) la concessione di un unico assegno familiare in sostituzione delle agevolazioni economiche disciplinate dalle normative di settore tramite la riorganizzazione delle prestazioni e degli interventi erogati dalla Provincia; e) il sostegno a forme di garanzia per le famiglie per favorire la concessione di piccoli prestiti. Interventi in favore delle famiglie numerose. Le prestazioni rese nell’ambito del trasporto scolastico e dei servizi di mensa scolastica e la fruizione di orari di anticipo e posticipo nell’ambito dei servizi erogati dalla scuola dell’infanzia, sono resi a titolo gratuito nei confronti dei figli a carico dei nuclei familiari numerosi, a partire dal terzo figlio. Per le prestazioni sanitarie sono inoltre definite modalità puntuali per ridurre il ticket sanitari. Per famiglia numerosa si intende la famiglia costituita con almeno tre figli a carico. Ove tali servizi siano di competenza degli enti locali la deliberazione è assunta previa intesa con il Consiglio delle autonomie locali. La Provincia può inoltre concedere un contributo alle famiglie numerose per abbattere i costi connessi ai consumi idrici ed energetici, secondo criteri e modalità stabiliti con deliberazione della Giunta provinciale. Semplificazione amministrativa ed accessibilità dei servizi: l’assegno familiare. Le prestazioni e gli interventi erogati dalla Provincia a sostegno dei progetti di vita delle famiglie sono ispirate al principio della semplificazione amministrativa, del contenimento dei costi organizzativi e dell’accessibilità dei servizi. Il perseguimento dei fini stabiliti nel precedente comma si attua tramite: a) la concessione di un unico assegno familiare provinciale in sostituzione delle agevolazioni economiche in materia di trasporto alunni, di mense scolastiche, di anticipo e posticipo scolastico, dell’assegno previsto dall’art. 9 della proposta di legge, nonché di altre agevolazioni previste dalle normative di settore; b) la realizzazione dello sportello unico per il cittadino e la famiglia; c) il ricorso in forma diffusa all’utilizzo delle nuove tecnologie per la pianificazione, l’organizzazione, l’erogazione e la valutazione dei servizi e delle prestazioni. Fondo di garanzia a sostegno delle famiglie. Allo scopo di favorire l´accesso a crediti di piccole dimensioni da parte delle famiglie che vivono in condizioni di incertezza economica, la Provincia favorisce la prestazione di garanzie sostenendo l´assunzione dei rischi connessi alla concessione di finanziamenti alle famiglie medesime, promuove l’attuazione di iniziative di formazione sulla gestione del bilancio e dell’indebitamento familiare. Per questo fine la Giunta provinciale può assegnare finanziamenti da destinare alla costituzione e all´incremento di fondi rischio a determinati organismi accreditati sulla base di specifica convenzione. Misure Per Coordinare I Tempi Del Territorio E Favorire La Conciliazione Tra I Tempi Familiari E I Tempi Di Lavoro Diritti delle famiglie ad avere servizi di conciliazione per la prima infanzia in fascia 0-3 anni. La Provincia assume come obiettivo il completo soddisfacimento della domanda di conciliazione delle famiglie tra i tempi familiari ed i tempi di lavoro, con riguardo ai servizi per la prima infanzia nella fascia di età compresa tra 0-3 anni. Questo obiettivo è perseguito nel seguente modo: a) la diffusione territoriale, nel rispetto della pianificazione di settore, dei servizi socio educativi per la prima infanzia; b) la diffusione territoriale del servizio tagesmutter; c) l’utilizzo di buoni di servizio, anche utilizzando gli stanziamenti del Fondo Sociale Europeo, per l’acquisto di servizi per la prima infanzia erogati dalle organizzazioni accreditate; d) la diffusione dei progetti di imprenditorialità familiare tramite la promozione delle forme di auto-organizzazione di servizi da parte dell’associazionismo familiare. La Provincia assicura comunque a tutti i nuclei familiari - che non possono godere dei servizi socio educativi per la prima infanzia previsti nel precedente comma, con riguardo alla fascia di età 0/3 anni, in ragione della loro indisponibilità sul territorio - un sostegno economico mensile per usufruire di servizi di conciliazione alternativi. Coordinamento dei tempi del territorio. La Provincia promuove il coordinamento e l´amministrazione dei tempi e degli orari del territorio, al fine di sostenere i diritti di cittadinanza e le pari opportunità fra uomini e donne, e di favorire la qualità della vita attraverso la conciliazione dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale, di formazione e del tempo per sé delle persone che risiedono sul territorio provinciale o lo utilizzano, anche temporaneamente. Questa azione è orientata ad assicurare: a) la mobilità sostenibile di persone e merci, finalizzata al miglioramento della viabilità e della qualità ambientale, anche attraverso l´utilizzo di forme di mobilità alternative all´uso dell´auto privata; b) l´accessibilità e la fruibilità temporale dei servizi pubblici e privati, in particolare dei servizi socio-sanitari, scolastici e culturali, promuovendo il coordinamento tra orari e localizzazione dei servizi e favorendo la pluralità di offerta; c) la riqualificazione degli spazi urbani per migliorare i circuiti di socialità, per favorire le attività ludico-ricreative e di mobilità che promuovono l’autonomia, lo sviluppo psico-fisico e cognitivo di bambini e ragazzi; e) il coordinamento degli orari dei servizi sul territorio con il sistema degli orari di lavoro dentro le imprese e gli enti, per favorire l´equilibrio tra le responsabilità familiari e professionali e una migliore ripartizione di tali responsabilità all´interno della famiglia; f) la fruizione degli spazi e delle strutture pubbliche per accrescere le opportunità di incontro e confronto delle famiglie e dell’associazionismo familiare e sostenere la coesione sociale e il capitale relazionale della comunità. Per queste finalità la Provincia coinvolge il sistema delle autonomie locali. Potenziamento degli strumenti di conciliazione dei tempi lavoro/famiglia. La Provincia promuove il potenziamento dei servizi che favoriscono la conciliazione dei tempi familiari e dei tempi lavoro, anche con riguardo alla domanda di tali servizi relativi alle fasce di età al di fuori della prima infanzia. Per queste finalità, la Provincia può anche erogare specifici buoni di servizio, eventualmente utilizzando gli stanziamenti del Fondo Sociale Europeo, per l’acquisto di servizi da soggetti accreditati. La Provincia promuove inoltre la rimozione di ostacoli di spazio e di tempo all’esercizio dell’attività lavorativa da parte di lavoratori domiciliati lontano dai maggiori centri residenziali, favorendo la costituzione di postazioni di telelavoro o di telecentri, al fine di consentire ai lavoratori medesimi di svolgere le proprie mansioni lavorative da postazioni più vicine alla famiglia. La Provincia, nel rispetto delle disposizioni statali in vigore, può determinare l’articolazione del calendario scolastico tenendo conto anche delle esigenze di conciliazione dei tempi familiari con i tempi di lavoro. Conciliazione famiglia e lavoro nelle organizzazioni pubbliche e private. La Provincia favorisce l´adozione da parte di tutte le organizzazioni pubbliche e private di modalità di gestione delle risorse umane che consentano di realizzare con misure concrete la conciliazione dei tempi della vita lavorativa con i tempi della vita familiare. Le organizzazioni che adottano queste modalità gestionali rientrano nel cosiddetto “Distretto famiglia”. Servizi di prossimità per le organizzazioni. La Provincia promuove la conciliazione famiglia-lavoro favorendo l’erogazione, da parte delle imprese ai propri dipendenti, di servizi di prossimità a supporto dei loro impegni domestici o la predisposizione da parte delle medesime imprese di facilitazioni logistiche per l’acquisizione di tali servizi. Le organizzazioni che attuano queste azioni rientrano nel “Distretto famiglia”. A questo fine la Provincia promuove l’incontro tra domanda ed offerta di servizi di prossimità, sostenendo in via prioritaria le organizzazioni che rientrano nel “Distretto dell’economia solidale” di cui all’art. 5 della legge provinciale n. 13/2007. Banche del tempo. La Provincia promuove la costituzione delle “banche del tempo” quali forme di organizzazione poste in essere da soggetti senza scopo di lucro, mediante le quali persone disponibili offrono gratuitamente parte del proprio tempo, secondo logiche di scambio equo e solidale, per attività di cura, custodia, assistenza, ricreativa, sostegno scolastico ed altre attività. Le banche del tempo sono istituite, in particolare, per favorire lo scambio di servizi di vicinato, mettere a disposizioni competenze personali e professionali, facilitare l´utilizzo dei servizi, favorire l´estensione della solidarietà e creare relazioni. Impiego del tempo extrascolastico per giovani durante il periodo estivo. La Provincia riconosce il potenziale educativo e formativo delle attività lavorative che gli studenti in età lavorativa svolgono durante il periodo estivo, anche all’estero, e sostiene lo sviluppo delle attività lavorative estive quale strumento per: a) promuovere la formazione dei giovani; b) accrescere il benessere e lo sviluppo della persona; c) promuovere il benessere familiare; d) favorire la conciliazione famiglia-lavoro nel periodo estivo. Per queste finalità, la Provincia promuove l’incontro domanda/offerta di lavoro estivo dei giovani anche in obbligo scolastico. Trentino Distretto Per La Famiglia La Provincia favorisce la realizzazione di un “Distretto famiglia” inteso quale circuito economico a base locale, all’interno del quale attori diversi per ambiti di attività e finalità operano con l’obiettivo di promuovere e valorizzare la famiglia ed in particolare la famiglia con figli. Il “Distretto famiglia” consente: a) alle famiglie di esercitare con maggior consapevolezza le proprie funzioni fondamentali e di creare benessere familiare, coesione e capitale sociale; b) alle organizzazioni pubbliche e private di offrire servizi ed interventi qualitativamente aderenti alle esigenze ed alle aspettative delle famiglie, residenti ed ospiti, ed accrescere l’attrattività territoriale contribuendo allo sviluppo locale; c) di qualificare il territorio come laboratorio strategico all’interno del quale si sperimentano e si integrano le politiche pubbliche, si confrontano e si rilanciano le culture amministrative, si innovano i modelli organizzativi in una dimensione di incontro-confronto nell’ambito del contesto nazionale ed europeo. A questo fine è prevista l’istituzione di un registro dei soggetti, pubblici e privati, che aderiscono al “Distretto famiglia”, distinto per tipologie di attività ed ambiti di intervento, disciplinando anche gli standard familiari, i criteri, le modalità di accesso e le condizioni per l’iscrizione e per la cancellazione dal registro. La Provincia può concedere ai soggetti iscritti nell’elenco incrementi di agevolazioni previste per le singole tipologie di iniziative nell’ambito delle norme provinciali di settore. Per qualificare i servizi familiari dei soggetti aderenti al distretto la Giunta provinciale può disciplinare l’istituzione di uno o più marchi. Standard qualità familiare e carta dei servizi. Le organizzazioni pubbliche e private che intendono aderire al “Distretto famiglia” devono rispettare gli standard di qualità familiare dei servizi erogati o implementare i processi gestionali definiti dalla Provincia con propria deliberazione. Le organizzazioni pubbliche e private, che erogano servizi e prestazioni a favore della famiglia, adottano la Carta dei servizi famiglia, al fine di tutelare cittadini e famiglie, garantendo la trasparenza nell’erogazione dei servizi. La Carta dei servizi è esposta nei luoghi in cui avviene l’erogazione delle prestazioni e contiene quanto segue: l’impegno espresso dall’organizzazione; le caratteristiche delle prestazioni erogate; i prezzi e/o le tariffe della prestazione; le modalità e le procedure per la presentazione dei reclami ed ogni altro ulteriore elemento utile. Standard di qualità familiare infrastrutturali. La Provincia può subordinare la concessione di agevolazioni sugli interventi previsti dalle discipline di settore per la costruzione o l’ammodernamento delle opere realizzate, al rispetto di standard di qualità familiare delle infrastrutture, i quali consistono in requisiti infrastrutturali che consentano all’organizzazione di erogare servizi attenti alle esigenze dei nuclei familiari e alle famiglie di poter fruire del servizio offerto. Certificazione territoriale familiare. Si tratta di uno strumento al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni pubbliche e private che intendono adottare standard di qualità familiare. Obiettivo prioritario della certificazione è definire un processo che consenta di qualificarci come un “territorio amico della famiglia”, con lo scopo di contribuire alla realizzazione del sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità. Promozione Dell’associazionismo Familiare La Provincia valorizza e sostiene la solidarietà tra le famiglie, promuove l’associazionismo familiare e le organizzazioni del privato sociale per la gestione, pianificazione e valutazione delle politiche familiari. La Provincia promuove, inoltre, la rappresentatività dell’associazionismo familiare in organi consultivi che trattano tematiche attinenti alle politiche familiari e può concedere contributi per sostenere le associazioni di famiglie che perseguono, senza scopo di lucro, le finalità di questa legge. La Provincia sostiene il principio dell’auto-organizzazione delle famiglie e ne valorizza il ruolo attivo nella elaborazione di progetti specifici per l’integrazione dei servizi esistenti sul territorio. Rapporto, Strumenti Organizzativi E Finanziari Rapporto sullo stato di attuazione del sistema integrato delle politiche familiari. La Provincia approva con cadenza biennale il rapporto sullo stato di attuazione del sistema integrato delle politiche strutturali per il benessere familiare e per la natalità, che è lo strumento di rendicontazione provinciale sullo stato di attuazione delle politiche familiari. Il rapporto provinciale è predisposto dalla struttura provinciale competente ed è approvato dalla Giunta provinciale. La supervisione sull’assetto complessivo del sistema integrato delle politiche strutturali per il benessere familiare e la natalità, nonché sulle modalità di attuazione della presente legge, è svolta da un comitato tecnico-scientifico. Coordinamento delle politiche in favore della famiglia. La struttura competente in materia di politiche familiari ha funzioni consultive e propositive nei confronti della Giunta provinciale, con particolare riguardo alle proposte di deliberazione della Giunta provinciale suscettibili di incidere in modo significativo sulle politiche familiari della Provincia. La Giunta provinciale con provvedimento definisce le materie sulle quali le strutture competenti devono richiedere parere obbligatorio, che deve essere rilasciato entro 30 giorni dalla richiesta. Se il parere non viene rilasciato entro il predetto termine, il parere si intende acquisito per silenzio assenso. Sistema informativo delle politiche familiari. Per un´efficace attività di programmazione, progettazione, gestione, monitoraggio e valutazione degli interventi previsti dalla legge è istituito il sistema informativo delle politiche familiari. Il sistema informativo garantisce l’integrazione dei propri dati con quelli derivanti dal sistema informativo delle politiche sociali. Sportello unico per il cittadino e la famiglia. La Provincia promuove l’attivazione di uno sportello unico per il cittadino e la famiglia, per favorire l’informazione su tutti i servizi e sui diritti esistenti sul territorio provinciale e rendere accessibili i servizi ai cittadini e alle famiglie, aumentando l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa. Lo sportello unico è organizzato dalla Provincia, in collaborazione con altri enti e organismi pubblici o privati, anche valorizzando la collaborazione delle associazioni di famiglie e del terzo settore. L’attività e le funzioni dello sportello unico possono essere svolte dai punti di ascolto per il cittadino. Lo sportello assicura adeguate forme di raccordo con gli sportelli istituiti ai sensi dell’articolo 34 della legge provinciale n. 23 del 1992, nonché con i consultori familiari. Sistema integrato delle politiche per la promozione del benessere. Il sistema integrato delle politiche per la promozione del benessere delle famiglie e dei cittadini persegue l’obiettivo di rappresentare in forma unitaria l’insieme di tutte le politiche di prevenzione del disagio attivate dalla Provincia, al fine di rendere maggiormente efficaci ed efficienti gli interventi attuati sul territorio. Interventi attivati mediante: l´istituzione di una cabina di regia; la periodica mappatura in uno specifico rapporto di tutti gli interventi e di tutte le attività promosse dalla Provincia e dagli enti locali sul territorio; l´individuazione di specifici strumenti di coordinamento e di raccordo per orientare l’attività della Provincia e degli enti locali, evitando la sovrapposizione delle azioni e degli interventi. Attraverso inoltre: la realizzazione di specifici interventi da attuarsi attraverso il finanziamento di progetti di carattere provinciale e locale, l´attività di ricerca, di informazione e di formazione sulle tematiche concernenti le politiche di prevenzione al disagio finalizzate ad accrescere il benessere familiare. Utilizzo delle nuove tecnologie. La Provincia e gli enti locali promuovono, per le finalità previste dalla presente legge, l’utilizzo delle tecnologie informatiche e telematiche avanzate, per aumentare l’accessibilità a servizi e prestazioni per i cittadini e le famiglie. L’utilizzo delle tecnologie consente di rafforzare l’integrazione dei sistemi informativi e dei servizi tra le organizzazioni pubbliche e private, sostenendo la realizzazione del sistema integrato delle politiche strutturali per il benessere familiare e la natalità e migliorare la funzionalità dei servizi pubblici in termini di efficienza, efficacia e economicità. Carta famiglia. La Provincia istituisce la carta famiglia che attribuisce ai possessori il diritto all’applicazione di agevolazioni e riduzioni di costi e tariffe per la fornitura di beni e la fruizione di servizi, anche con riguardo a servizi erogati da soggetti pubblici e privati diversi dalla Provincia, previo accordo con gli stessi. La carta famiglia è una carta tecnologica che può consentire al titolare di acquisire automaticamente, in forma elettronica, gli assegni ed i benefici economici previsti dalla presente legge. La Provincia promuove la diffusione della carta famiglia tramite il coinvolgimento delle autonomie locali, delle organizzazioni pubbliche e private, del terzo settore e delle associazioni familiari. Formazione, ricerca e innovazione. La Provincia promuove la formazione sulle politiche familiari strutturali orientate al benessere e alla natalità, al fine di innalzare le competenze e la professionalità degli operatori istituzionali, economici, sociali, familiari e culturali che elaborano, implementano, gestiscono e valutano le politiche familiari e i relativi interventi. La Provincia si raccorda con gli osservatori socio-economici esistenti, nonché con gli altri istituti o organismi, anche di carattere internazionale, presenti sul territorio provinciale. Valutazione di impatto familiare. La Provincia introduce la valutazione di impatto familiare, al fine di orientare le strategie complessive di governo al sostegno della famiglia in considerazione della sua valenza sociale e economica, con particolare riguardo alla promozione della genitorialità e della natalità, in attuazione dei principi di equità sociale, sussidiarietà, adeguatezza e a sostegno della solidarietà familiare, con speciale riferimento alle famiglie in cui sono presenti persone con disabilità o in situazioni di disagio. La valutazione di impatto familiare costituisce strumento per indirizzare le politiche tributarie e tariffarie della Provincia previste in ogni settore, secondo criteri di differenziazione e proporzionalità in rapporto alla composizione del nucleo familiare e alla sua condizione economica. Con deliberazione della Giunta provinciale sono stabiliti i criteri e le modalità di attuazione di questo articolo e disciplinati gli obblighi di informazione della Giunta provinciale nei confronti del Consiglio provinciale, dei soggetti del terzo settore interessati e delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello provinciale. Strumenti di coordinamento organizzativo. La realizzazione del sistema integrato delle politiche strutturali per la promozione del benessere familiare e della natalità è promossa utilizzando gli strumenti di raccordo e di coordinamento organizzativo previsti dalla normativa vigente e, in particolare, mediante: la stipulazione di intese istituzionali e di accordi di programma; il ricorso alle conferenze di servizi; la promozione di intese con il Consiglio delle autonomie locali; gli accordi volontari di area o di obiettivo e l´attivazione di tavoli di lavoro per individuare soluzioni condivise a problemi di organizzazione, di conciliazione dei tempi della società e di realizzazione dei programmi d´intervento. Fondo per la famiglia. Per potenziare gli interventi in materia di politiche familiari è istituito il fondo per la famiglia. Il fondo è destinato al finanziamento degli interventi previsti da questa legge, ad esclusione di quelli che la legge medesima prevede di attivare a valere su altre leggi di settore. La Giunta provinciale ripartisce le risorse del fondo, definendo la quota da destinare a ciascun intervento o a ciascuna integrazione, previste dalla legge, ferma restando la possibilità di costituire nell’ambito del fondo un accantonamento di riserva. È prevista inoltre l’autorizzazione alla Giunta provinciale ad integrare gli stanziamenti per la copertura delle spese previste dalle leggi provinciali. Disposizioni transitorie e finali. Le funzioni previste da questa legge che riguardano materie attribuite ai comuni ai sensi della legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3 sono trasferite con decreto del Presidente della Provincia. I tempi del trasferimento sono determinati tenendo conto anche della necessità di sperimentare gli interventi innovativi previsti da questa legge. A seguito del trasferimento delle competenze resta fermo l’esercizio della funzione di indirizzo e coordinamento. .  
   
   
PARITÀ TRA I SESSI: LA COMMISSIONE EUROPEA INVIA PARERI MOTIVATI ALL´ITALIA E AL REGNO UNITO  
 
Bruxelles, 1 febbraio 2010 - La Commissione ha inviato oggi pareri motivati all’Italia e al Regno Unito per essere venuti meno all’obbligo di comunicare la legislazione nazionale adottata per attuare le norme Ue che vietano la discriminazione fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego (direttiva 2006/54/Ce). Essa ha inoltre deciso di archiviare la procedura di infrazione avviata in relazione alla stessa direttiva contro il Lussemburgo dopo che tale Paese ha comunicato alla Commissione la propria legislazione che recepisce la direttiva. Vladimír Špidla, commissario Ue responsabile per le pari opportunità, ha affermato: “Questa direttiva è essenziale per promuovere la parità di trattamento tra uomini e donne, che costituisce un importante obiettivo dell’Unione europea. Le direttive Ue non possono raggiungere appieno il loro potenziale se non vengono anzitutto recepite in modo completo e corretto nel diritto nazionale. Sono lieto di constatare che il Lussemburgo ha ottemperato al suo obbligo di comunicare la normativa nazionale che recepisce la direttiva e mi auguro che l’Italia e il Regno Unito facciano presto altrettanto. ” Oggi l’Italia e il Regno Unito hanno ricevuto pareri motivati a causa della mancata comunicazione delle misure nazionali che recepiscono la direttiva 2006/54/Ce. Nel caso dell’Italia, il governo non ha comunicato a tempo debito la legislazione che recepisce tale direttiva in questo Stato membro. Il parere motivato inviato al Regno Unito riguarda la mancata comunicazione della legislazione di recepimento della direttiva per quanto concerne Gibilterra. La Commissione ha anche deciso di chiudere la procedura di infrazione per la mancata comunicazione delle misure nazionali da parte del Lussemburgo, dopo aver ricevuto notifica delle misure adottate dalle autorità lussemburghesi per recepire la direttiva. Contesto - Le procedure di infrazione si articolano in tre fasi. La prima fase è costituita da una lettera di costituzione in mora inviata allo Stato membro, che ha quindi due mesi di tempo per rispondere. Qualora occorra un’ulteriore messa in conformità con la legislazione Ue, la Commissione invia un parere motivato. A questo punto lo Stato membro ha altri due mesi per rispondere. In assenza di una risposta soddisfacente la Commissione può deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea. .  
   
   
FORMIGONI: DONNE MERITANO PIU´ SPAZI NEL LAVORO 28 MILIONI DI INVESTIMENTO PER FAVORIRE LA PRESENZA ROSA  
 
Milano, 1 febbraio 2010 - Le donne e il loro lavoro sono una risorsa importante e Regione Lombardia punta sempre di più sulla loro valorizzazione e sulle loro capacità. Lo ha ribadito il 29 gennaio il presidente Roberto Formigoni intervenendo, al Centro svizzero, al convegno del Gruppo Donne Manager. "Le donne in Lombardia - ha ricordato Formigoni - sono il 51,1% della popolazione e, nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni sono, per oltre il 75%, in possesso di diploma o di laurea e spesso con punteggi migliori degli uomini". Un nodo importante è, per il mondo femminile, quello dell´uguaglianza. "In materia di uguaglianza - ha detto il presidente Formigoni - il Consiglio regionale ha approvato il nuovo Statuto della Regione Lombardia che introduce l´equilibrio della rappresentanza di donne e uomini negli organi elettivi e il riequilibrio tra i generi negli organi di governo della Regione". "Perché vi sia uguaglianza - ha aggiunto Formigoni - occorre l´attuazione di politiche di conciliazione. Regione Lombardia si è mossa nel corso delle ultime legislature con una serie di iniziative importanti, e investendo notevoli risorse promuovendo il coordinamento degli orari attraverso i Pto (Piani territoriali degli orari) e investendo, solo nell´ultima legislatura, più di 10 milioni di euro per sostenere questi piani attivi in più di 300 comuni di tutta la Lombardia e in tutti i Comuni al di sopra dei 30. 000 abitanti". La conciliazione però passa anche attraverso lo sviluppo dei servizi socio - educativi per la prima infanzia. "In questo campo - ha aggiunto Formigoni - contiamo già 52. 560 i posti negli asili nido per i bambini da 0 a 3 anni, ma abbiamo stanziato, nel 2009, 18 milioni di euro per promuovere la ristrutturazione e l´ampliamento della capacità ricettiva dei nidi e micronidi, anche aziendali". In questo filone rientra anche la sensibilizzazione e l´informazione sui congedi parentali ancora poco sfruttati dagli uomini e che quindi portano la donna a "staccare" dal mondo del lavoro. Oltre alla conciliazione le donne chiedono l´affermazione del principio del merito. Un dato sul quale il presidente Formigoni si è detto pienamente d´accordo. "Quella del merito - ha ricordato - è una filosofia che Regione Lombardia ha voluto fare propria già in ambito scolastico, creando quella ´dote merito´ che abbiamo consegnato proprio nei giorni scorsi". Formigoni ha anche affrontato il capitolo delle "quote rosa". "Le quote rosa non possono essere la soluzione dei diversi problemi, a cominciare da quello della rappresentatività - ha detto Formigoni - ma uno dei meccanismi per agevolare il cambiamento di tendenza sulla presenza delle donne nei vari ambiti della nostra società anche con ruoli di alta responsabilità". "Voglio sottolineare - ha ricordato Formigoni - che Regione Lombardia ha avuto una vicepresidente donna e oggi conta il 35% di donne dirigenti (media italiana 25%,) e il 25% di donne direttore generale a fronte di una media nazionale ferma al 15% (media italiana: dirigenti donne di prima fascia 15%). Non siamo ancora numeri che parlano di uguaglianza, ma dicono che Regione Lombardia sta percorrendo il virtuoso percorso da voi auspicato che - ha concluso - potrà completarsi con la candidatura di diverse donne nelle liste elettorali che potranno permettere il loro ingresso nella Giunta regionale". .  
   
   
PARI OPPORTUNITA´ IN PIEMONTE NASCE L´AGENZIA REGIONALE CONTRO TUTTE LE DISCRIMINAZIONI  
 
Torino, 1 febbraio 2010 - via libera, in Piemonte, alla nascita dell’Agenzia Regionale Antidiscriminazioni. Discriminazioni basate sul genere, l’origine etnica e la nazionalità, la religione, l’età, la disabilità, le convinzioni personali e l’orientamento sessuale. “Il Piemonte – dichiara la presidente della Regione Mercedes Bresso - è tra le prime regioni italiane a recepire le disposizioni dell’Unione Europea che, dal 1 dicembre 2009, ha fatto entrare a pieno titolo il principio di non discriminazione nell’ordinamento europeo e italiano, deliberando l’ingresso della Carta dei Diritti Fondamentali nei documenti istitutivi dell’Unione. La nascita dell’Agenzia Regionale Antidiscriminazioni – continua Bresso – rappresenta una tappa importante del percorso che, da tempo, abbiamo avviato per la tutela dei diritti e delle pari opportunità, sia sul fronte normativo con un ddl approvato dalla Giunta e all’attenzione del Consiglio Regionale, che con le numerose azioni realizzate sul campo e culminate con Melting Box – Fiera Internazionale dei Diritti e delle Pari Opportunità per tutti, in occasione del 2007 Anno Europeo delle Pari Opportunità per tutti. ”. L’unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri sarà partner della Regione Piemonte in questo percorso, avendo sottoscritto un Protocollo di Intesa con la Regione Piemonte. Obiettivo, oltre a collaborare con il numero verde nazionale, è monitorare a livello locale il fenomeno nelle sue varie forme e costruire una rete territoriale di intervento. “Attiveremo un gruppo di lavoro per predisporre in modo condiviso un Piano Regionale, come già fatto per il contrasto alla violenza sulle donne – dichiara Giuliana Manica, assessore alle Pari Opportunità della Regione – Lanceremo, anche, un bando da 260mila euro per la costituzione di un centro locale antidiscriminazione in ogni provincia e, in attesa che l’Agenzia Regionale venga insediata, attraverso l’Ires coordineremo le ricerche sulle buone prassi europee e analizzeremo la realtà piemontese con i bisogni espressi dalle organizzazioni attive sul territorio. Ci risultano più di duecento soggetti operanti, a diverso titolo, nell’ambito della difesa dei diritti e nella lotta contro le discriminazioni: risorse vitali che vanno valorizzate e sostenute in modo strutturato e coordinato. ”. E per ribadire il proprio “no” forte a qualunque forma di discriminazione, domani, 29 gennaio 2010 il Piemonte lancia il Diversity Day. Appuntamento al Sermig di Torino (dalle 9. 00 alle 17. 00) con un meeting rivolto ad operatori pubblici e privati, volontari e associazioni che operano nel contrasto delle discriminazioni, mentre alle 18. 00 la giornata si concluderà in musica con il concerto dell´Orchestra di Porta Palazzo aperto a tutte e a tutti. . .  
   
   
PARI OPPORTUNITA´: BONUS PER CHI ASSUME DONNE REGIONE ABRUZZO IN PRIMA LINEA PER SOSTENERE OCCUPAZIONE FEMMINILE  
 
L´aquila, 1 febbraio 2010 - "In Abruzzo c´è discordanza tra il tasso di imprenditorialità femminile, alto e con caratteristiche di vivacità, ed il tasso di occupazione femminile, al di sotto della media nazionale e ben lontano dai parametri fissati dal trattato di Lisbona. Bisogna recuperare il gap e per questo la Regione sta portando avanti una politica che, se da un lato favorisce l´ingresso delle donne nel mercato del lavoro, dall´altro le aiuta a rimanerci". Così l´assessore alle Politiche di genere, Federica Carpineta, intervenuta il 28 gennaio all´Aquila al secondo Forum "Più donne meno crisi", le politiche per la ripresa economica dal punto di vista delle donne, promosso dalla Commissione per le Pari opportunità della Regione Abruzzo. "La nostra società - ha proseguito - non può permettersi il lusso di rinunciare a priori al contributo del grande potenziale umano femminile. La donna che lavora è motore di sviluppo, perchè garantisce un doppio reddito alla famiglia e perchè genera altre occasioni di impiego per figure quali baby sitter o badante. La donna che lavora è artefice di quella che definisco ´pace sociale´, mette alla luce più figli e più forti ed i figli sono una vera ricchezza". L´assessore Carpineta, chiudendo i lavori del Forum, che ha seguito sin dalla prima mattinata, ha delineato il quadro politico e normativo nazionale: dalla proposta di legge parlamentare che fissa l´elezione di almeno un 1/3 del genere meno rappresentativo, al progetto del ministro Mara Carfagna che punta ad una politica di conciliazione dei tempi e di inclusione. "Il Governo nazionale - ha assicurato alla folta platea, soprattutto di giovanissime - intende intervenire con incentivi fiscali, previdenziali e culturali. Il nuovo welfare dovrà rimuovere tutti i vincoli che ostacolano l´ingresso delle donne nel mondo del lavoro". Calando gli stessi obiettivi al locale, la Carpineta ha detto che la Regione concorre ai 40 milioni messi a disposizione dallo Stato per rafforzare i servizi di assistenza, di permanenza e rientro nel posto di lavoro dopo la maternità. "La Giunta - sono ancora le parole dell´Assessore - ha provveduto a destinare risorse per nuovi posti negli asili nido e il Fondo sociale europeo ha messo a disposizione 2 milioni di euro per favorire l´imprenditoria femminile". E ancora: "In chiave anticrisi, grazie all´azione dell´assessorato al Lavoro, sono stati recuperati 21 milioni per sostenere l´occupazione, anche attraverso bonus finanziari ad imprese che assumono, più consistenti del 25 per cento se ad essere assunte sono donne". Al Forum hanno partecipato, tra gli altri, la presidente e la vice della Commissione regionale Pari opportunità, Manuela Villacroce e Gemma Andreini, la consigliera di Parità, Loretta Del Papa, gli economisti Pino Mauro, Marcella Mulino ed Annalisa Rosselli. .