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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Ottobre 2006
L’AGENZIA EUROPEA DI CONTROLLO DELLA PESCA ADOTTA IL PIANO DI LAVORO IL PRIMO DALLA SUA ISTITUZIONE NELL’APRILE DEL 2005  
 
In una riunione svoltasi venerdì scorso 27 ottobre, il consiglio di amministrazione dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca ha adottato il primo programma di lavoro dell’Agenzia recentemente istituita. Compito dell’Agenzia è rafforzare le misure di ispezione e di controllo della pesca e renderne più uniforme l´attuazione all´interno dell´Unione europea. A tal fine essa organizzerà il coordinamento operativo delle attività di controllo ed ispezione degli Stati membri, dal peschereccio alla prima vendita dei prodotti ittici sbarcati o importati nell’Unione. I principali settori di intervento per il 2007 sono: attuazione del piano di ricostituzione e di gestione degli stock di merluzzo bianco, protezione del tonno rosso, lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, riduzione delle pratiche di pesca distruttive e dei rigetti. Il consiglio di amministrazione ha inoltre adottato il bilancio dell´Agenzia per il 2007, pari a 5 milioni di euro. “Si tratta di un altro importante passo avanti verso la creazione di un contesto uniforme nell’attuazione delle misure destinate al settore della pesca all’interno dell’Unione, secondo quanto auspicato dalla maggior parte dei portatori di interesse. Una migliore applicazione delle misure garantirà condizioni più eque per gli operatori e una più efficace protezione degli stock ittici”, ha affermato Joe Borg, commissario europeo per la pesca e gli affari marittimi. Il primo piano di impiego congiunto previsto per il 2007 riguarda la ricostituzione degli stock di merluzzo bianco nel Mare del Nord, nello Skagerrak e nella Manica orientale, con la partecipazione dei seguenti Stati membri: Belgio, Danimarca, Germania, Francia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Ad esso faranno seguito i piani di impiego congiunto per il merluzzo bianco nel Baltico e per il tonno rosso. La decisione di istituire l’Agenzia comunitaria di controllo della pesca è stata adottata nell’ambito della riforma della politica comune della pesca del 2002 al fine di rafforzare le misure dell’Ue in materia di monitoraggio e controllo delle attività di pesca e garantirne l’applicazione uniforme in tutta l´Unione. L’agenzia collaborerà con i competenti consigli consultivi regionali per tener conto delle opinioni espresse dai gruppi di interesse e per promuovere il rispetto delle misure comunitarie di conservazione e di gestione all’interno dell’Ue. L’agenzia organizzerà il coordinamento operativo tra gli Stati membri attraverso piani di impiego congiunto in materia di ispezione e di controllo. I piani suddetti si avvarranno di risorse messe in comune dagli Stati membri (risorse umane e materiali quali navi, aeromobili o altri mezzi materiali di controllo e di ispezione). Essi saranno specificamente concepiti per soddisfare le esigenze delle singole regioni e attività di pesca e per garantire l’utilizzo razionale ed efficace delle risorse. A livello internazionale, la Commissione europea potrebbe chiedere all’Agenzia di svolgere mansioni ausiliarie supplementari, come ad esempio assistere gli Stati membri nelle attività di ispezione e sorveglianza realizzate nell’ambito della Commissione per la pesca nell´Atlantico nord-orientale (Neafc) e dell’Organizzazione della pesca nell´Atlantico nord-occidentale (Nafo). L’agenzia, con sede provvisoria a Bruxelles, intende assumere 38 collaboratori entro la fine del 2007. Essa sarà trasferita nella sede definitiva di Vigo, in Spagna, una volta adottate le necessarie disposizioni. .  
   
   
GLI IMPOLLINATORI SONO ESSENZIALI PER UN TERZO DELLA PRODUZIONE GLOBALE DI COLTURE  
 
Da una nuova ricerca è emerso che un terzo della produzione globale di colture proviene da specie che dipendono dall´azione di impollinatori quali api, uccelli e pipistrelli. L´impollinazione delle colture alimentari è ampiamente riconosciuta quale servizio chiave per l´ecosistema, ma fino a oggi non era ancora stata misurata l´entità della nostra dipendenza dall´impollinazione animale su scala globale. Un gruppo internazionale di ricercatori ha svolto un esame esaustivo degli studi scientifici compiuti in 200 paesi su 115 delle principali colture globali. Lo studio, finanziato in parte dal Sesto programma quadro dell´Unione, è stato pubblicato su «Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences». «In agricoltura esiste una frase ricorrente secondo cui uno su tre bocconi di cibo è stato prodotto grazie all´impollinazione», ha dichiarato Claire Kremen, docente dell´Università della California, nonché uno degli autori dello studio. «Tuttavia, le origini di tale calcolo non erano chiare, pertanto ci siamo proposti di effettuare una stima più approfondita e riproducibile, esaminando l´impatto su scala globale». I ricercatori hanno scoperto che, delle 115 colture analizzate, 87 dipendono dall´impollinazione animale e 28 no. Delle 87 colture dipendenti dall´impollinazione, 13 si basano interamente sull´impollinazione animale, 30 mostrano una dipendenza elevata e 27 moderata. Per quanto riguarda i volumi di produzione, è emerso che il 60% della produzione globale proviene da colture che non si basano interamente sull´impollinazione animale. Si tratta principalmente di colture di base, quali frumento, granturco e riso. Il 35% della produzione globale di colture proviene da specie che dipendono dall´impollinazione animale, tra cui molti frutti che forniscono macronutrienti e micronutrienti essenziali per una dieta salutare. «Un ulteriore deterioramento dei servizi di impollinazione determinerebbe un enorme impoverimento della nostra alimentazione, dal punto di vista sia nutrizionale sia culturale», scrivono i ricercatori. La perdita di habitat e le pratiche agricole intensive stanno esercitando un impatto negativo sulle popolazioni di api da miele, in particolare quelle selvatiche. «Abbiamo sostituito i servizi di impollinazione precedentemente forniti da svariati gruppi di api selvatiche con le api da miele addomesticate», ha spiegato Claire Kremen. «Il problema è che se non proteggiamo gli impollinatori selvatici, non esiste un´alternativa». In alcune parti del mondo la perdita di impollinatori naturali ha già condotto all´attuazione di misure estreme da parte del settore agricolo, come ha spiegato l´autrice principale dello studio, Alexandra-maria Klein dell´Università di Gottinga. «I frutti della passione in Brasile vengono impollinati a mano da braccianti giornalieri molto costosi, in quanto gli impollinatori naturali, vale a dire le api legnaiole, sono quasi scomparsi a causa dell´impiego intensivo di insetticidi sui campi coltivati e della distruzione degli habitat naturali», ha osservato. Nel documento i ricercatori illustrano le pratiche di gestione del paesaggio che potrebbero contribuire a far aumentare il numero degli impollinatori, fra cui la messa a disposizione delle api di cibo e aree per nidificare, la crescita di erbacce e piante indigene nelle zone circostanti le colture e l´abolizione dell´impiego di insetticidi ad ampio spettro, in particolare di quelli che possono contaminare il nettare e il polline. I ricercatori affermano che eventuali progetti agroambientali potrebbero contribuire ad alleviare l´onere finanziario dell´attuazione di queste misure. Tali fondi esistono sia in Europa sia negli Usa, e sono destinati agli agricoltori che applicano strategie di gestione per aumentare la biodiversità dei loro terreni. Gli scienziati auspicano inoltre un´intensificazione delle ricerche sull´impollinazione delle colture, soprattutto sul ruolo dei non insetti, quali uccelli, pipistrelli e altri vertebrati. «Occorrono urgentemente maggiori ricerche sull´impollinazione delle colture, oltre a un miglior coordinamento degli sforzi di ricerca a livello comunitario e in varie aree di coltivazione, per sostenere la produzione delle diverse colture che alimentano l´umanità», hanno concluso i ricercatori. Per maggiori informazioni sul progetto Alarm consultare: http://www. Alarmproject. Net/alarm/ Riviste della Royal Society: http://www. Journals. Royalsoc. Ac. Uk .  
   
   
INFEZIONI ALIMENTARI, UN OPUSCOLO PER STAR SICURI IN CUCINA  
 
Una percentuale compresa tra il 55 e il 75% dei casi di tossinfezione alimentare (Ta) avvengono in ambito domestico e i casi di malattia vanno dal 25 al 40%. I malati cronici, i bambini con meno di 5 anni, gli anziani (ultra 65enni), gli immunocompromessi, le donne in gravidanza sono i soggetti a maggior rischio. Il consumo di prodotti crudi (insaccati freschi, dolci con uova crude, verdure non pulite abbastanza), le preparazioni troppo anticipate rispetto al consumo e mal conservate, e le contaminazioni crociate (dovute all´uso promiscuo di superfici di taglio, di aree della cucina o di utensili per prodotti potenzialmente contaminati) rappresentano le situazioni più pericolose. Di fronte a questo scenario, gli esperti del Centro Nazionale per la Qualità degli Alimenti e i Rischi Alimentari (Cnra) dell´Istituto Superiore di Sanità (Iss) hanno redatto il libretto "Alimentazione sicura in ambito domestico: obiettivi e raccomandazioni per la prevenzione e sorveglianza delle tossinfezioni alimentari". L´opuscolo si propone un duplice scopo: da una parte fornire una base di conoscenze e suggerire ipotesi di strategie alle Autorità Sanitarie Centrali e Regionali per promuovere mirati programmi di sorveglianza delle Ta, dall´altra informare i cittadini sulla prevenzione dei rischi in ambito domestico-alimentare. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/infezioni_alimentari/index. Html .  
   
   
AL SALONE DEL GUSTO LE REGIONI EUROPEE DIFENDONO I PRODOTTI D´ORIGINE  
 
Si è riunita il 27 Ottobre 2006 al Centro congressi del Lingotto l´assemblea delle Regioni Europee dei Prodotti d´Origine (Arepo). L´iniziativa, promossa dalla Regione Piemonte, si inserisce nel ricco ventaglio di proposte collaterali e complementari al Salone del Gusto che contribuiscono a rafforzare, proprio in questa occasione, il dibattito sui temi della qualità delle produzioni agroalimentari, della biodiversità, del sistema delle denominazioni, dei marchi, delle certificazioni, della tracciabilità e della sicurezza alimentare che ispirano questa iniziativa. L´organismo, composto dalle regioni dell´Unione Europea che forniscono i prodotti ad "indicazione geografica protetta"(I. G. P. ) e a "denominazione di origine protetta" (D. O. P), oltre ai rappresentanti dei produttori aderenti alle stesse "indicazioni geografiche", ha rinnovato il proprio impegno per la difesa dei prodotti d´origine nel contesto economico globalizzato. Durante l´incontro, al quale hanno preso parte 28 regioni europee appartenenti a 6 nazioni, è emersa la volontà di continuare a sviluppare il dialogo e gli scambi tra le regioni aderenti per valorizzare e incrementare la diffusione delle denominazioni d´origine presso i consumatori e l´opinione pubblica a livello europeo e internazionale. A rappresentare la Regione Piemonte è intervenuto l´Assessore all´agricoltura, Mino Taricco, che ha manifestato soddisfazione per l´esito dei lavori dell´assemblea. "Proprio in un contesto come quello del Salone del gusto e di Terra madre - afferma l´assessore Taricco- che dimostra come la costruzione di una ´rete´ tra le comunità mondiali del cibo costituisca la carta vincente per dare vita ad una ´globalizzazione virtuosa´ in cui la politica della quantità può coniugarsi e convivere fruttuosamente con la politica della qualità delle produzioni alimentari, assume un particolare significato l´impegno delle regioni che rappresentano i prodotti d´origine a consolidare e rafforzare la propria rete istituzionale e professionale, che comprende, ad oggi, già 18 regioni europee e un numero notevole di produttori D. O. P. E I. G. P. Solo attraverso una forte sinergia tra le regioni e i produttori impegnati nella pratiche d´origine che permetta di coinvolgere anche i consumatori finali rendendoli più consapevoli rispetto alle caratteristiche dei prodotti da acquistare e quindi soggetti attivi nell´orientare le produzioni, sarà possibile sostenere le sfide competitive che la globalizzazione degli scambi commerciali attualmente impone". .  
   
   
AL SALONE DEL GUSTO, FIRMATA LA CARTA DI QUALITA´ DEI PRODOTTI DI MONTAGNA VERSO UNA CERTIFICAZIONE PER LE PICCOLE PRODUZIONI  
 
Gli assessori regionali allo sviluppo della montagna, Bruna Sibille, e all’agricoltura, Mino Taricco, hanno firmato il 27 ottobre a nome della Regione Piemonte, nel corso di un convegno tenutosi al Salone del gusto di Lingotto Fiere, la “Carta di qualità dei prodotti di montagna” proposta dall’associazione Euromontana. La Carta è stata sottoscritta, a nome della Provincia di Torino, anche dal vicepresidente Sergio Bisacca. La firma della Carta è avvenuta al termine del convegno “Quali strumenti per valorizzare i prodotti di montagna”, che ha visto la partecipazione anche di Guido Tampieri, sottosegretario del ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di Frank Gastell, presidente di Euromontana, e di Olivier Beucherie, dell’Isara di Lione. Nel corso del convegno l’assessore Sibille ha sottolineato il problema dell’inadeguatezza degli attuali marchi di qualità europei Dop e Igp per produzioni di piccole dimensioni, come sono in genere quelle montane, e ha messo in evidenza alcuni percorsi virtuosi di valorizzazione dei prodotti di montagna come i presidi Slow food, i progetti portati avanti dai Gruppi di azione locale in Piemonte, oltre al progetto del Paniere della Provincia di Torino. L’assessore Taricco ha ricordato come la Regione Piemonte ha già un numero molto elevato di prodotti protetti dai marchi europei, e che la scelta di un’agricoltura di qualità è necessaria per dare garanzie ai consumatori attraverso percorsi di certificazione e di tracciabilità del prodotto. Per il sottosegretario Tampieri, il punto di partenza per la valorizzazione di qualsiasi prodotto è che sia di buona qualità. L’origine montana, da sola, non è sufficiente a dare queste garanzie se non è accompagnata anche da altri dati che la qualifichino. Tampieri ha suggerito infine l’adozione di una norma nazionale per certificare e valorizzare i prodotti di qualità, ma di ridotte produzioni, nei quali possono rientrare molti prodotti di montagna e per i quali non è opportuno accedere ai marchi europei per i tempi lunghi della procedura, il carico burocratico e la spesa da sostenere. Www. Mountainproducts-europe. Org/sites/euromontana/ .  
   
   
SALONE INTERNAZIONALE DEL GUSTO DI SLOW FOOD - TORINO D’ALEMA: L’IMPEGNO DEL GOVERNO PER SOSTENERE I VITIGNI DEL SUD  
 
Torino – Si è chiusa con un bilancio estremamente positivo la presenza della Comunità Montana Terminio Cervialto – soggetto responsabile del Pir Avellino Ambito 3 “Itinerari irpini di pregio” all’edizione 2006 del Salone Internazionale del Gusto di Torino, evento targato Slow Food. Questa mattina (30 ottobre) la cerimonia di chiusura di “Terra Madre”, meeting mondiale delle comunità del cibo, evento legato al Salone del Gusto. Hanno preso parte alla manifestazione il presidente della Camera dei Deputati, onorevole Fausto Bertinotti, ed il vicepresidente del Consiglio dei Ministri, onorevole Massimo D’alema. Valorizzare i vitigni autoctoni, tutelare le produzioni, soprattutto nell’Italia del Sud: è quanto sostenuto dal ministro D’alema. “Nell’italia meridionale – ha commentato D’alema - le uve venivano utilizzate solo per il taglio. E’ da poco che c’è stata una vera riscoperta di questi vitigni, capaci di dare vini strepitosi, importanti, prestigiosi. E’ questo il percorso che va portato avanti. E’ su questa strada che dobbiamo continuare”. A margine della cerimonia, il presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, Nicola Di Iorio, ha espresso la propria gratitudine nei confronti dell’onorevole D’alema e la propria personale condivisione per quanto sostenuto in merito alla tutela dei vitigni autoctoni. “Le sue parole – ha dichiarato Di Iorio – sono perfettamente in linea con quanto stiamo cercando di fare per il nostro Taurasi docg. Abbiamo messo in campo numerose iniziative tese proprio alla valorizzazione di questo importante vitigno autoctono dal quale ci aspettiamo molto in termini di prospettiva economica ma anche di promozione del territorio che ad esso è legato. Ma siamo consapevoli che solo attraverso una calibrata e sinergica azione che metta insieme le capacità della pubblica amministrazione e il dinamismo delle realtà imprenditoriali potremo preservare questa produzione che è il nostro fiore all’occhiello”. Continua, intanto, a riscuotere enorme successo lo stand della Terminio Cervialto – Pir Avellino A3. Si registrano ancora presenze autorevoli. Hanno fatto tappa presso lo spazio espositivo tutto dedicato all’Irpinia il segretario generale di Slow Food Italia, Silvio Barbero, ed il notissimo giornalista de “Il gambero rosso”, Marco Sabellico, uno dei maggiori esperti di vini in Italia. E’ in programma per questo pomeriggio, inoltre, la visita allo stand di una delegazione dei “Mille cuochi di Slow Food”, i migliori chef del mondo selezionati direttamente dalla più importante organizzazione in fatto di tutela delle biodiversità. Tra i mille cuochi, non poteva mancare un pezzo d’Irpinia. E’ stato, infatti, selezionato lo chef Antonio Pisaniello, anima de “La locanda di Bu” di Nusco. Soddisfatto il presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, Nicola Di Iorio. “La nostra partecipazione al Salone Internazionale del Gusto – ha commentato – ha confermato come l’Irpinia abbia le potenzialità per puntare ad uno sviluppo sostenibile attraverso la valorizzazione della propria memoria, coniugata con le proprie capacità innovative e con un corretto rapporto tra territorio, ambiente e cibo. L’irpinia è davvero uno scrigno di tesori, una terra che va fatta conoscere. Mi auguro che l’esperienza della Comunità Montana Terminio Cervialto al Salone del Gusto possa fare da apripista e possa essere mutuata anche da altre realtà istituzionali della provincia di Avellino. La Terminio Cervialto ha fatto uno sforzo notevole per dare la giusta visibilità al territorio e per valorizzare le proprie aziende. Ma soprattutto il marchio Irpinia. Ci siamo presentati così ai visitatori dell’evento di Torino. Non solo come Terminio Cervialto, e quindi come espressione di un pezzo del territorio, ma come Irpinia, senza trincerarci in sterili campanilismi. La mia speranza è che, a partire dalle prossime iniziative, si possa finalmente valorizzare l’immagine di un territorio unito e bellissimo attraverso un’attività concertata ma legata ai valori essenziali della nostra terra. Ora è questa la sfida che ogni amministratore deve avere davanti a sé”. .  
   
   
RICONOSCIMENTO ALLE IMPRESE ARTIGIANE DELL´ECCELLENZA ALIMENTARE NELL´AMBITO DEL SALONE DEL GUSTO, PREMIATE 120 IMPRESE  
 
Ieri pomeriggio, alla presenza del Vice-presidente della Regione, Paolo Peveraro, è stato conferito il riconoscimento Piemonte Eccellenza Artigiana ad oltre 120 imprese dei diversi settori dell’alimentare (pasticceria, cioccolato, distillati- liquori, salumi, caseario, gastronomia, pasta fresca, panificazione). Per le imprese che lavorano utilizzando metodi ed ingredienti che rispondono ad una tradizione di qualità, ma con una forte attenzione ad una sperimentazione che le colloca sul mercato attuale, l’Assessorato regionale all’Artigianato ha da tempo istituito il marchio “Piemonte Eccellenza Artigiana”, in collaborazione con le associazioni di categoria (Confartigianato Cna, Casartigiani). Le imprese sono state selezionate, dopo aver ottenuto un riscontro positivo da parte delle Commissioni Provinciali per l’Artigianato e di esperti del settore, sulla base dei criteri contenuti in appositi disciplinari. Oltre al marchio Piemonte Eccellenza artigiana è stata consegnata ad ogni impresa una pergamena di attestazione di eccellenza alimentare. “In perfetta sintonia – ha dichiarato Peveraro - con i principi ispiratori di Slow Food, questa giornata rappresenta dunque un evento importante per l’artigianato alimentare piemontese: un momento di visibilità per le imprese riconosciute ed una grande opportunità, per gli operatori del settore, per valutare come questo settore in costante crescita numerica possa rispondere alle sfide della globalizzazione, immettendo sul mercato prodotti e servizi che per qualità e tipicità, innovazione o tradizione assumono un valore particolare e riconoscibile”. I “tesori del palato” sono stati protagonisti al Salone del Gusto, la più importante vetrina enogastronomia di rilevanza internazionale nel campo delle piccole produzioni alimentari tradizionali e di eccellenza. Alla premiazione è intervenuta anche l’assessore alla montagna, Bruna Sibille. .  
   
   
ICE: IL "MANGIARE ITALIANO" SORPRENDE LA FRANCIA AL SIAL DI PARIGI IN TOTALE 750 AZIENDE ITALIANE, 280 QUELLE DELLA COLLETTIVA ICE  
 
Si è concluso il 26 ottobre a Parigi il Salone Internazionale dell´Alimentazione (Sial), la grande vetrina mondiale del savoir faire alimentare. All´edizione di quest´anno hanno preso parte oltre 100 Paesi, dai più importanti come l´Italia, fino al Sudan e alla Papuasia, presenti per la prima volta. Grazie ai tanti contatti commerciali avviati tra le aziende, alla presentazione delle novità e delle nuove tendenze, alle numerose conferenze e ai dibattiti il Sial, con i suoi 140. 000 visitatori in cinque giorni, ha fatto di Parigi la capitale mondiale dell´alimentazione. I dati ufficiali forniti dagli organizzatori indicano un aumento del 10% di visitatori internazionali rispetto all´anno precedente: +5% dalla Russia, +23% dall´Argentina e dall´India e +25% dal Canada. Da segnalare il balzo in avanti della Cina, passata dal quindicesimo al quinto posto. In crescita dell´8% anche i professionisti della ristorazione. L´ottimismo degli operatori del settore si riflette anche negli obiettivi della manifestazione: lasciate da parte, per una volta, le problematiche sulla sicurezza alimentare e sui prodotti a prezzi scontati, l´attenzione è stata focalizzata sui prodotti di marca (mai messi così in primo piano) e sulla creatività e innovazione delle confezioni. L´industria agro-alimentare francese è stata rappresentata da circa 1000 espositori a fronte di 750 italiani, numeri che riflettono la complementarità tra l´agro-alimentare transalpino e quello italiano: i nostri prodotti di eccellenza, infatti, si integrano alla perfezione nella cucina francese se grandi chef quali Alain Ducasse utilizzano regolarmente i nostri prodotti per le loro creazioni culinarie. Con oltre 280 aziende distribuite su una superficie di circa 5000 mq, la Collettiva italiana organizzata dall´Ice si è confermata come la più importante tra quelle straniere, distinguendosi anche per l´originalità dei prodotti e l´innovazione delle confezioni. Ne facevano infatti parte le otto aziende italiane vincitrici del concorso "Produits Nouveaux" che, grazie ai loro prodotti, hanno conquistato all´Italia il titolo di Paese con il maggior numero di riconoscimenti: dolci confezionati in piccoli formati, creme e mousse, piatti a base di riso a pronta cottura, pasta di riso senza glutine, piatti pronti a base di prosciutto cotto e ancora formaggi e sughi aromatizzati. Anche l´operazione "Best Buy" ha avuto successo: i vini di qualità ad un prezzo inferiore a 5 Euro hanno sedotto i visitatori premiando, tra gli altri, un classico delle cantine italiane, il Montepulciano d´Abruzzo. Dopo anni di aumenti marginali, nei primi sette mesi del 2006 le esportazioni agroalimentari italiane verso il mondo hanno registrato una notevole crescita, pari al +9% rispetto allo stesso periodo del 2005. I prodotti trainanti sono stati: oli e grassi (+25,6%), prodotti ittici (+21,2%), prodotti dolciari (+17,9%), caffè (+16,7%), riso (+15,9%), carni preparate (+8,2%), vino (+6,9%) e paste alimentari (+6,7%). Secondo mercato di destinazione delle esportazioni italiane, la Francia è anche il primo fornitore dell´Italia. Il valore delle esportazioni italiane verso la Francia è stato lo scorso anno di a 2. 107 milioni di euro , pari al 12% delle esportazioni totali. Complessivamente, Germania, Francia e Stati Uniti assorbono circa il 45% delle nostre esportazioni. L´unione Europea a 25 ne acquista oltre il 60%. .  
   
   
LOMBARDIA: 5 MLN PER SVILUPPO ATTIVITA´ IN MONTAGNA  
 
L´assessore al Commercio, Fiere e Mercati, Franco Nicoli Cristiani, ha sottoscritto Il 27 ottobre in Regione con i presidenti e delegati di 19 Comunità Montane le convenzioni per attivare i programmi di sviluppo e promozione delle attività commerciali. La cifra complessiva a disposizione è 4. 905. 000 euro (3. 270. 000, pari a due terzi, stanziati da Regione Lombardia e il resto a carico delle Comunità Montane). Grazie a questi fondi le singole Comunità Montane potranno attivare bandi locali rivolti alle micro, piccole e medie imprese commerciali con l´obiettivo di sostenere e sviluppare la rete commerciale nel territorio montano. Le Comunità Montane che hanno aderito all´iniziativa di Regione Lombardia hanno presentato piani di intervento in gran parte orientati a garantire il servizio di prossimità, la funzione sociale del commercio e la difesa dei piccoli esercizi nelle aree più svantaggiate del territorio regionale. Altre priorità presenti nei programmi sono l´ammodernamento e riqualificazione delle strutture, il sostegno a progetti innovativi, di multiservizio e di punti vendita integrati, la valorizzazione e commercializzazione dei prodotti tipici locali. Si stima che con la realizzazione di queste opere, Regione Lombardia potenzierà e riqualificherà i servizi commerciali sul 66% del territorio montano, dove vivono oltre 700 mila cittadini. "Quella che abbiamo di fronte - ha detto l´assessore Nicoli Cristiani - è una bella sfida. Questa iniziativa, a carattere sperimentale, mette a disposizione risorse significative e realizza un importante passo nella direzione della sussidiarietà. Abbiamo infatti scelto di valorizzare il ruolo delle Comunità Montane, che avranno la responsabilità di gestire i bandi e di individuare gli interventi da sostenere. Le Comunità Montane sono enti vicini alle esigenze dei cittadini e quindi in grado di comprendere come declinare sul territorio gli obiettivi generali di promozione del commercio". "La validità di questa scelta - ha proseguito l´assessore - trova conferma nel fatto che oltre il 60% delle Comunità Montane ha risposto positivamente all´offerta regionale, un dato molto significativo. Se l´iniziativa avrà il successo che auspichiamo, potrà essere riproposta in futuro, magari estendendola anche ad altri territori". "Particolarmente importante - ha concluso Nicoli Cristiani - è la possibilità di riaprire i negozi di vicinato, che sono luoghi importanti si socializzazione". Gli interventi, che avranno una ricaduta significativa per le imprese giovanili e femminili, garantiranno condizioni di mantenimento e incremento dell´occupazione. Avranno la precedenza gli interventi da realizzare nei comuni scarsamente popolati o privi di punti vendita. Il presidente di Uncem Lombardia, Luigi Livio Ruffinoni, ha giudicato l´iniziative della Giunta regionale "estremamente positiva" per due motivi. "Innanzitutto - ha detto Rufffinoni - per l´attenzione che essa rivolge alle zone montane, soprattutto quelle più marginali, dove il piccolo emporio o il bar-edicola, rappresentano dei veri e propri servizi socio-economici a presidio del territorio e scongiurano la desertificazione commerciale, mettendo anche un freno al progressivo spopolamento dei centri minori". "Il secondo motivo di soddisfazione - ha detto ancora il presidente di Uncem Lombardia - è il legato al riconoscimento del ruolo delle Comunità Montane come soggetti privilegiati a cui affidare, anche attraverso il cofinanziamento dei progetti, l´attuazione di politiche mirate allo sviluppo delle attività commerciali sul territorio di competenza". .  
   
   
SVILUPPO RURALE: POSITIVO ACCORDO REGIONI-GOVERNO PER LA RIPARTIZIONE DEI FONDI 20007-2013. ALL´EMILIA- ROMAGNA OLTRE 411 MILIONI DI EURO  
 
 Gli assessori regionali all´Agricoltura e il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali hanno approvato la proposta di riparto delle risorse destinate dall´Unione europea allo sviluppo rurale per il periodo 2007-2013. L´ue ha assegnato all´Italia 8. 292 milioni di euro, dei quali 749,55 saranno complessivamente destinati al finanziamento dell´Organizzazione comune di mercato del tabacco, alla copertura delle passività della programmazione 2000-2006 e per la gestione della rete rurale nazionale. Restano a disposizione delle Regioni 7. 451, 46 milioni di euro, pari al 7,87% in meno rispetto alla dotazione finanziaria della programmazione che sta volgendo al termine. "L´accordo tra Regioni e il Governo è comunque positivo", ha affermato l´assessore regionale all´Agricoltura Tiberio Rabboni. "Nonostante l´handicap finanziario iniziale si è arrivati, grazie all´impegno del Governo e delle scelte positive compiute dalle Regioni nel loro complesso, ad una soluzione che ha consentito di evitare un possibile braccio di ferro che avrebbe potuto ritardare l´avvio della programmazione 2007-2013". "In questo contesto - ha aggiunto Rabboni - la Regione Emilia-romagna ha aumentato la propria percentuale di riparto dal 4,91% della precedente fase di programmazione all´attuale 5,21%. Potremo quindi contare su una disponibilità di 388,468 milioni - ai quali andrà aggiunto il cofinanziamento nazionale e regionale - che, unitamente ai 22,783 previsti per la copertura delle passività derivanti dalla programmazione 2000-2006, porta il totale disponibile a 411,251 milioni di euro. Questi risultati riconoscono sia il nostro ruolo nell´ambito del sistema agroalimentare nazionale che l´efficienza dimostrata, nel corso degli anni, nell´utilizzazione delle risorse. Oggi disponiamo quindi - ha concluso l´assessore - di tutti gli elementi necessari per completare la definizione del nostro Piano regionale di sviluppo rurale, che rappresenta un´occasione fondamentale per il consolidamento dell´economia e del comparto agroalimentare". .  
   
   
PARMALAT: ASSEGNAZIONE AZIONI  
 
Collecchio (Pr), Parmalat S. P. A. Ha reso noto il 26 ottobre 2006 che, a seguito del procedimento di accreditamento delle azioni ai creditori del Gruppo, il capitale sociale è aumentato di euro 134. 572 passando da Euro 1. 640. 849. 194 ad Euro 1. 640. 983. 766. L’aumento è dovuto esclusivamente a conversione di 134. 572 warrant. In relazione a quanto sopra, si precisa inoltre quanto segue: n. Ro 51. 962. 626 azioni, pari al 3,2% del capitale sociale, sono tutt’ora in conto deposito presso Parmalat S. P. A. , di cui: · n. Ro 16. 984. 617, pari al 1,0% del capitale sociale, in proprietà a creditori commerciali nominativamente individuati, attualmente depositate presso l’intermediario Parmalat S. P. A. In gestione accentrata Monte Titoli (rispetto a n. 17. 009. 992 azioni al 29 settembre 2006); · n. Ro 34. 978. 009 pari al 2,1% del capitale sociale, intestate a Fondazione Creditori Parmalat, di queste: - 120. 000 azioni sono riconducibili al capitale sociale iniziale di Parmalat S. P. A. (invariate rispetto al 29/09/06) - 34. 858. 009, pari al 2,1% del capitale sociale, si riferiscono a creditori ad oggi non ancora manifestatisi (rispetto a n. Ro 37. 393. 373 azioni al 29/09/06). . .  
   
   
DIVIDENDO PARMALAT  
 
Collecchio - Parmalat comunica che l’eventuale dividendo, laddove ne esistessero i presupposti, potrebbe essere messo in pagamento nel mese di giugno, previo svolgimento dell’assemblea degli azionisti nel mese di aprile. Ll presente comunicazione viene effettuata al solo fine di adempiere a quanto prescritto da Borsa Italiana Spa e che la stessa non assume alcuna valenza previsionale in ordine alla sussistenza dei presupposti per la distribuzione di dividendo a valere sui risultati dell’esercizio in corso ovvero di esercizi futuri. Parmalat S. P. A 26 ottobre 2006 .  
   
   
AUTOGRILL: DATI PREVISIONALI PER L’ESERCIZIO 2006 RICAVI CONSOLIDATI SUPERIORI AI 3.800M€, +8–9% RISPETTO AI 3.528,9M€ DEL 2005  
 
 Milano - Autogrill S. P. A. (Milano: Agl Im) conferma per il 2006 i dati previsionali comunicati al termine del primo semestre e stima di chiudere l’esercizio in corso con tutti gli indicatori economici in aumento. Outlook 20061 Dati economici consolidati Autogrill conferma il positivo trend di crescita evidenziato nel primo semestre dell’anno e, al termine del 2006, prevede di conseguire ricavi consolidati per oltre € 3. 800 milioni, con un incremento dell’8–9% rispetto ai € 3. 528,9 milioni del 2005, e più di € 500 milioni di Ebitda rispetto ai € 475,3 milioni del precedente esercizio, con un Ebitda margin superiore al 13% nonostante una maggior incidenza delle attività retail. Nell’esercizio in corso Aldeasa S. A. , joint-venture paritetica con Altadis S. A. Consolidata con il metodo proporzionale, dovrebbe riportare ricavi in crescita di oltre il 10% rispetto ai € 646,9 milioni del 2005, nonostante le restrizioni applicate a garanzia della sicurezza aeroportuale, con un Ebitda margin compreso fra il 9 e il 10%. Dopo ammortamenti pari a circa € 200 milioni, a fine anno l’Ebit consolidato di Autogrill dovrebbe attestarsi a oltre € 310 milioni rispetto ai 294,9 milioni del 2005. Il 2006 dovrebbe terminare con un utile netto di competenza del Gruppo superiore ai € 150 milioni rispetto ai € 130,1 milioni del 2005, beneficiando anche della dismissione di buona parte del patrimonio immobiliare di Aldeasa attualmente in corso. 1 I dati prospettici per l’esercizio 2006, elaborati sulla base degli andamenti attuali e suscettibili di significativi impatti a causa di eventi futuri non prevedibili, sono stimati a un tasso di cambio €/$ 1:1,25. Dati patrimoniali consolidati A fine anno gli investimenti tecnici dovrebbero attestarsi intorno ai € 190 milioni, prevalentemente concentrati su progetti di sviluppo e ristrutturazione delle location di nuova aggiudicazione e/o rinnovate. La generazione di cassa operativa e l’incasso derivante dalla cessione degli immobili di Aldeasa dovrebbe consentire di ridurre l’indebitamento netto dell’esercizio 2006 dai € 927,5 milioni del 2005 a circa € 850 milioni, dopo gli investimenti tecnici sostenuti, acquisizioni per oltre € 90 milioni e dividendi per € 61,1 milioni. Investimenti di sviluppo Le numerose aggiudicazioni di nuovi contratti e i rinnovi riportati nel corso del 2006, unitamente ai programmi di crescita interna delle attività di ristorazione e retail & duty-free, determineranno nel triennio 2007-2009 investimenti complessivi stimabili in circa € 700 milioni, escluse eventuali nuove acquisizioni. . .  
   
   
RAGGIUNTO L´ACCORDO SUI FONDI PER LO SVILUPPO RURALE 2007-2013 AL SALONE DEL GUSTO DI TORINO  
 
Siglato Il 26 ottobre a Torino, nella cornice del Salone del Gusto e di Terra Madre, l’accordo sui fondi del programma di sviluppo rurale. Riuniti tutti gli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane e delle province autonome - alla presenza del Ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro e del sottosegretario Guido Tampieri- si è portato a termine il complesso percorso politico, avviato da mesi e finalizzato alla ripartizione delle risorse comunitarie assegnate all’Italia nell’ambito della programmazione dello sviluppo rurale 2007-2013 nonchè all’esame conclusivo del Piano Strategico Nazionale dello sviluppo rurale. Si tratta si una somma di 8. 292 milioni di euro alla quale si aggiungeranno le quote nazionali e regionali e che complessivamente consentiranno l’attivazione di investimenti, premi e servizi per complessivi 30 miliardi di euro. L ‘importante somma sarà destinata ad accompagnare, orientare e sostenere la competitività del settore agricolo e forestale, la sostenibilità ambientale, la qualità della vita nelle zone rurali e la diversificazione dell’economica rurale. “Il punto di equilibrio raggiunto tra le varie regioni- afferma l’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte Mino Taricco, che con l’ assessore regionale alla Montagna Bruna Sibille ha fatto gli onori di casa- permette di contemperare le esigenze e le peculiarità dei diversi territori e di garantire un equilibrato rapporto tra aree dell’obiettivo convergenza e quelle dell’obiettivo competitività”. “A conclusione di una intensa e approfondita discussione politica che ha visto tutte le regioni confrontarsi a lungo- prosegue Taricco- il Piemonte ha ottenuto l’assegnazione di una somma importante che non può che vederci soddisfatti sia per il metodo seguito che per il risultato raggiunto”. Il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 consentirà di dare continuità e di rafforzare le azioni messe in campo con il Piano di Sviluppo Rurale (Psr) 2000-2006 per aumentare la competitività del sistema agroalimentare piemontese e per potenziare i metodi di produzione agricola compatibile con l’ambiente. “I sistemi di produzione e di lavorazione ecocompatibili che rappresentano temi cardine del Salone del Gusto e di Terra madre - prosegue l’assessore Taricco- sono al centro della politica agricola della Regione Piemonte e non da oggi. Partiamo da una situazione in cui il Piemonte si pone tra le eccellenze in questo campo sul piano internazionale. I fondi messi in circolo con il nuovo programma di sviluppo rurale consentiranno di dare corpo a obiettivi ancora più ambiziosi da consolidare e migliorare”. .  
   
   
SVILUPPO RURALE E PROGRAMMA LEADER: "NESSUN TAGLIO DEI FONDI PER L´ALTO ADIGE"  
 
Malgrado i segnali negativi e i tagli per le altre Regioni, nel prossimo periodo di programmazione 2007-2013 l´Alto Adige potrà contare su finanziamenti Ue invariati rispetto agli attuali nei settori dello sviluppo rurale e del programma Leader: è il risultato riuscito all´assessore provinciale Hans Berger il 30 ottobre nella decisiva trattativa a Roma. Per evitare tagli eccessivi nell´assegnazione dei fondi Ue per lo sviluppo rurale dell´Alto Adige, l´assessore Hans Berger aveva partecipato a una serie di riunioni con i colleghi delle Regioni, sull´asse Torino-roma, con l´obiettivo di trattare una ripartizione nazionale dei finanziamenti europei che contenesse le riduzioni in misura accettabile. Il risultato, sancito dal vertice di oggi (30 ottobre) a Roma, è stato al di sopra delle aspettative: l´Alto Adige è tra le poche Regioni a cui riesce di mantenere lo status quo: "Se il sistema di ripartizione approvato oggi viene confermato domani (martedì 31) dai Presidenti delle Regioni e successivamente accettato dalla Conferenza Stato-regioni, per noi non ci saranno riduzioni dei fondi Ue", spiega da Roma l´assessore Berger. Questo significherebbe che all´Alto Adige spetteranno per il periodo 2007-2013 gli stessi finanziamenti avuti nel periodo 2000-2006, "consentendoci di mantenere le stesse misure già avviate e che hanno favorito lo sviluppo rurale locale", dice Berger. La decisione finale sulla ripartizione dei fondi del settore tocca ora alla Conferenza delle Regioni (domani) e successivamente dovrà essere ratificata dalla Conferenza Stato-regioni. In entrambe la Provincia sarà rappresentata dallo stesso Berger. "Le premesse questa volta sono buone", anticipa l´assessore. .  
   
   
´FILIERA CORTA´, NASCE LA RETE TOSCANA PER LA VENDITA DIRETTA AL SALONE DEL GUSTO IL PROGETTO CHE AVVICINA PRODUTTORE E CONSUMATORE IN PROGRAMMA LO SVILUPPO DI MERCATI CONTADINI, LA NASCITA DI SPACCI GESTITI DA AGRICOLTORI, IL VIA AD ACCORDI DI PICCOLI PRODUTTORI CON LA GRANDE DISTRIBUZIONE  
 
 Da chi produce a chi consuma. Senza intermediazioni. E´ questa l´idea di fondo da cui nasce il progetto della Regione Toscana per creare la rete toscana per la vendita diretta dei prodotti agroalimentari. Il progetto, definito di ´filiera corta´ proprio per indicare come i passaggi della catena produttiva saranno ridotti all´essenziale, prevede lo sviluppo di realtà già esistenti (come i mercati contadini di qualità, i punti di vendita diretta presso cantine, frantoi o caseifici o i Gruppi di acquisto solidale), il varo di iniziative nuove (dalla nascita di ´spacci´ direttamente gestiti dagli agricoltori alla creazione di nuovi eventi, come ´regala la Toscana´ in occasione del Natale), ma soprattutto il collegamento di tutti i produttori attraverso un marchio, un´etichetta ´prezzo chiaro´ per dare infomazioni dettagliate sui costi di produzione e di trasformazione e la stipula di accordi diretti fra produttori locali e altri soggetti (ristoratori, esercizi commerciali, la rete della grande distribuzione). Il progetto, le cui azioni prenderanno il via sin dall´inizio del 2007, è stato presentato dall´assessore all´agricoltura della Regione Toscana Susanna Cenni al Salone del gusto, dove la Toscana è presente anche con un esempio di ciò che intende per filiera corta: la riproduzione in uno stand di 800 metri quadri del Mercatale di Montevarchi dove una volta al mese una cinquantina di produttori propongono vino e olio, formaggi e carni, e anche ortaggi e frutta, rigorosamente di stagione. "Le azioni per la filiera corta – ha spiegato l´assessore – vogliono essere un forte impulso a scoprire e a valorizzare lo straordinario patrimonio di qualità e di tipicità offerto dai nostri produttori locali. E´ un progetto che guarda al futuro recuperando anche tradizioni passate: cioè ristabilendo un contatto diretto fra ciò che viene acquistato e chi lo ha prodotto, in modo da creare vantaggi per entrambi: per il produttore , che saltando tutte le intermediazioni, otterrà una remunerazione più equa, per il consumatore, che in questo modo è più garantito sul prodotto e riscopre un contatto diretto con i sapori del suo territorio. Con le azioni della filiera corta, inoltre, vogliamo creare le condizioni perché gli agricoltori, specie quelli che hanno aziende di piccole dimensioni, possano unire le loro forze per conquistare nuovi spazi in mercati in cui spesso faticano a affacciarsi come quello della grande distribuzione". Il progetto prevede il coinvolgimento, accanto alla Regione, delle agenzie per lo sviluppo agricolo (Arsia) e per la Promozione (Toscana promozione), del sistema degli enti locali, ma anche delle associazioni dei produttori, dei consumatori e dei Gruppi di acquisto solidale. Gli interventi previsti saranno finanziati sia con risorse regionali che con i fondi comunitari del Piano di sviluppo rurale. Per coloro che vorranno aderire alle iniziative e fregiarsi del marchio (che sarà presentato a dicembre) è prevista l´adozione di un disciplinare che dovrà servire a certificare il rispetto dei principi di qualità e la provenienza dei prodotti. Vademecum Sul Progetto Filiera Corta - Che cosa è la filiera corta. La filiera corta o a circuito breve è quell´insieme di attività che prevedono un rapporto diretto tra produttori e consumatori, singoli o organizzati, che ´´accorcia´´ il numero degli intermediari commerciali e diminuisce il prezzo finale. Gli acquisti possono avvenire tramite vendita diretta, mercatini, gruppi di acquisto, cooperative di consumo, commercio elettronico. La filiera corta consente quindi al consumatore una migliore conoscenza delle qualità intrinseche del prodotto e di chi lo produce. Inoltre l´acquirente potrà ottenere un prezzo finale al consumo più vantaggioso mentre al produttore è garantita una remunerazione più equa. Dove nasce. Fra le esperienze più significative di accorciamento della filiera ci sono i Farmer´s market (mercati contadini o mercatali) nati una ventina d´anni fa negli Stati Uniti. Secondo il quotidiano Usa Today, i Farmer´s market negli Usa sono cresciuti di quasi il 30% negli ultimi cinque anni, passando da circa 3. 000 agli attuali 3. 700, con oltre 40. 000 imprese agricole coinvolte in una qualche forma di commercializzazione diretta (vendita in azienda o Farmer´s market). Le esperienze di filiera corta già esistenti in Toscana: Mercati contadini presenti in forma continuativa, generalmente con frequenza mensile. E´ il caso della Fierucola di Firenze, il Pagliaio di Greve in Chianti, la Fierucola di Prato, il Mercato contadino di Pisa, la Zucca Barucca di Pistoia, il mercato di Cecina. Punti di vendita diretta presso gli impianti di trasformazione (cantine, frantoi, caseifici sociali e cooperative di produzione); vendita diretta dei prodotti aziendali presso gli agriturismi Gruppi di acquisto solidale. Si tratta di gruppi costituiti da famiglie o singoli che si organizzano, nella maggior parte dei casi in maniera informale, per acquistare collettivamente prodotti alimentari e non da produttori locali. Attualmente se ne contano almeno una cinquantina in tutta la regione. Le principali azioni previste dal progetto: Logo della rete, che caratterizzerà tutte le azioni del progetto (sarà presentato a dicembre). I Mercatali, sviluppo di questi mercati di qualità locali (come quello di Montevarchi) per la vendita diretta di prodotti di qualità riservati ai produttori locali. Regala la Toscana, mercato di Natale di durata settimanale con vendita diretta dei produttori locali Spacci locali, punti di vendita diretta gestiti in forma singola od associata da agricoltori della zona. Patti di filiera, cioè accordi fra i produttori e altri settori, come la grande distribuzione, oppure la ristorazione, per la vendita dei prodotti agricoli locali con un ricarico massimo concordato. Etichetta "prezzo chiaro", obbligatoria per i prodotti venduti tramite la rete e con il logo del progetto dove il prezzo pagato dal consumatore è un prezzo trasparente, cioè suddiviso nelle quote destinate al costo di produzione ed ai vari eventuali passaggi: produttore, trasformatore, distributore. Arte e Cibo, iniziativa da realizzare in collaborazione con i Comuni e gli altri Enti responsabili dei musei statali, per la creazione al loro interno di uno spazio dedicato alla cultura e tradizione enogastronomia della Toscana, di esposizione e distribuzione di campioni e di materiale informativo e vendita di una selezione di prodotti toscani di qualità; Mangia Toscano, revisione e potenziamento della legge regionale 18 del 2003 sull´introduzione dei prodotti biologici, tipici e tradizionali nelle mense pubbliche, per indirizzare sempre più le mense pubbliche verso l´uso dei prodotti toscani. .  
   
   
INCONTRI TRA PESCATORI ALBANESI E ANCONETANI  
 
Si è conclusa il 26 ottobre la fase anconetana del progetto Afo - Corso di formazione per addetti ai mercati ittici e alla pesca, coordinato dalla Camera di Commercio di Ancona, che ha portato in città operatori del settore dell’altra sponda dell’Adriatico per studiare il modello ittico marchigiano. Il corso trasferisce il modello marchigiano in tema di pesca e gestione dei mercati ittici a operatori albanesi e montenegrini nell’ottica della creazione di una efficiente rete di mercati ittici all’ingrosso transfrontaliera. Durante la due giorni dorica gli operatori del settore albanesi e montenegrini hanno visitato i mercati ittici di ancona, ed effettuato incontri con gli imprenditori marchigiani del settore. Stipulati accordi tra operatori albanesi e fornitori di strumentazione del settore ittico del mercato marchigano. I pescatori montenegrini, in particolare, hanno potuto conoscere hanno visto per la prima volta funzionamento di un mercato ittico, inesistente presso la loro realtà economica. Gli operatori del settore pesca di entrambi i paesi hanno espresso il desiderio di tornare ad Ancona con ì per approfondire lo studio sulla tracciabilità del pesce e sulle normative sanitarie. Soddisfatti anche gli operatori del nostro territorio che intendono intraprendere trattative commerciali coi colleghi d’Oltre adriatico. La Camera di Commercio di Ancona supporta il progetto Afo-“osservatorio Adriatico della Pesca”, che coinvolge istituzioni e soggetti scientifici (Assam; Ismar – Crn Ancona; Laboratorio di biologia marina e di pesca di Fano; Istituto di biologia e genetica dell’Università Politecnica delle Marche; Cdic di Ancona) e partner internazionali (Cdc di Durazzo, Albania; Istituto di Biologia Marina Kotor, Università del Montenegro, Associazione Promadria – Desk Tirana). Il progetto Afo formulato nel contesto progettuale comunitario Interreg Iii A scaturisce dalla comune volontà dei soggetti coinvolti di creare un approccio globale allo sviluppo delle Pmi del settore della pesca operanti nel Mare Adriatico e dell’acquicoltura, incrementando i loro livelli competitività ed innovazione attraverso l’interscambio di conoscenze tecniche e scientifiche al fine di delineare una gestione eco-sostenibile ed integrata della risorsa “mare”. All’interno del progetto Afo si colloca l’organizzazione del Corso di formazione per addetti ai Mercati Ittici e alla Pesca. Il progetto mira a creare le condizioni base per la promozione dello sviluppo dei mercati ittici locali e per l’avvio di una nuova economia nel comparto ittico. La prospettiva finale è quella di costruire lungo la costa orientale adriatica una moderna ed efficiente rete di mercati ittici all’ingrosso direttamente connessa, con tutte le opportunità e garanzie di vendita o acquisto di pescato, con quella italiana ed europea. Il funzionamento dei mercati faciliterà la soluzione su un piano di parità dell’antico conflittuale rapporto esistente tra pescatori e commercianti di pesce. I pescatori, infatti, potranno uscire da condizioni di isolamento sociale e di soggezione economica, poiché all’interno del mercato viene organizzata la vendita del pescato, attraverso un’asta pubblica ed un servizio di cassa/tesoreria, che assicurano un adeguato prezzo al prodotto conferito in quella giornata ed un sicuro e sollecito incasso del prezzo realizzato. La proposta di realizzare un mercato ittico all’ingrosso, completo di impianti e servizi accessori e di formare il personale addetto, secondo le specializzazioni necessarie viene avanzata sulla base del modello marchigiano, che rappresenta una tra le più importanti realtà produttive, anche in termini di organizzazione di strutture dei servizi a terra. L’obiettivo del progetto è quello di trasferire il know-how - sviluppato in materia nella regione Marche ai partner d’oltre Adriatico, attraverso un’azione di formazione professionale rivolta ad aree costiere dell’Adriatico dove l’interesse per le attività legate alla pesca è concreto e crescente. Il funzionamento di una struttura di mercato permetterà il controllo sanitario, statistico e fiscale del pescato, eliminerà ogni forma di speculazione e fornirà garanzie di correttezza commerciale agli operatori del mercato stesso (pescatori ed acquirenti) ed ai consumatori. Il corso si è articolato in due fasi, la prima si è svolta a Durazzo due settimane fa, la seconda parte da ieri si svolge ad Ancona. L’iniziativa è rivolta a operatori del settore (pescatori, meccanici, veterinari, imprenditori per la distribuzione e per i servizi strumentali all’attività peschereccia) e ha coinvolge in questa prima edizione 8 partecipanti albanesi e 5 montenegrini. Il corso mira a formare sia addetti ai mercati ittici che addetti alla pesca e prevede approfondimenti sul tema della qualità nella gestione della pesca per un’attività responsabile. .  
   
   
NASCE A PARMA PRESSO RFID LAB IL PROGETTO DI RICERCA RFID WAREHOUSE UN PROGETTO, UNICO IN ITALIA, DI AUTOMAZIONE DEI PROCESSI DI LOGISTICA PER IL COMPARTO ALIMENTARE E LA GRANDE DISTRIBUZIONE  
 
 Magazzini interamente gestiti tramite tecnologia Rfid (Radio Frequency Identification) e integrati tra di loro mediante l’Epcglobal Network, l’Internet delle cose: questo l’ambizioso progetto di ricerca Rfid Warehouse, partito presso l’Rfid Lab dell’Università degli Studi di Parma, laboratorio di eccellenza per la ricerca, la sperimentazione e lo sviluppo della tecnologia Rfid e delle sue applicazioni ai processi aziendali Il progetto vede direttamente coinvolte alcune delle principali aziende del panorama mondiale dell’Rfid e dell’Epc Global Network, quali Intermec Technologies, Sap, Sun Microsystems e Procomac Packaging in partnership con una struttura di ricerca all’avanguardia nel settore come l’Università di Parma ed il suo spinoff Id-solutions. "Il progetto Rfid Warehouse si pone come obiettivo finale quello di ingegnerizzare i principali processi logistici di magazzino del settore largo consumo in un’ottica Rfid" spiega il Prof. Antonio Rizzi fondatore di Rfid Lab e responsabile del progetto, "I prototipi realizzati verranno quindi integrati tra di loro al fine di valutare il possibile impatto delle nuove tecnologie di identificazione automatica e di condivisione delle informazioni sulla logistica delle aziende del settore. L’analisi non si limiterà ai soli processi interni di magazzino, quali stoccaggio, picking e spedizioni, ma valuterà in particolare i risparmi e la crescita di efficienza derivanti dall’integrazione a livello di filiera". Rfid Warehouse permetterà di sperimentare soluzioni d’avanguardia in grado di ottimizzare i processi critici di filiera nel settore alimentare e del largo consumo, quali quelli legati alla distribuzione del prodotto finito, incrementando così anche i livelli di sicurezza per il consumatore finale. Sul progetto operano parallelamente un team di ricercatori dell’Università di Parma e risorse messe a disposizione dai partner tecnologici. "Il fatto che risorse complementari, di aziende diverse e di diversa estrazione, si trovino a lavorare fianco a fianco su un progetto comune attiva un meccanismo formidabile di generazione di know how e di capacità di technology transfer a tutto il settore" commenta Rizzi. Pur lavorando fianco a fianco per un solo obiettivo finale, ciascuna delle aziende aderenti al partenariato di Rfid Warehouse ricopre un ruolo ben preciso nello stesso. Intermec Technologies fornisce i diversi devices Rfid necessari per l’ingegnerizzazione della soluzione, Sun Microsystems integra le apparecchiature Rfid tramite la propria piattaforma middleware e gestisce la comunicazione verso l’interno con i sistemi Erp e verso l’esterno attraverso l’Epcglobal Network, Sap consente di utilizzare all’interno dei processi gestionali i dati acquisiti attraverso le etichette Rfid, integrando le funzionalità Erp e Scm con le applicazioni Rfid e garantendo maggior qualità, tempestività e ampiezza dell’informazione, Procomac packaging fornisce al laboratorio alcuni dei sistemi di material handling necessari per la sperimentazione, infine Id-solutions ingegnerizza e installa soluzioni software di Business Intelligence tramite le quali ottenere informazioni a valore aggiunto dai dati Rfid provenienti dal campo. .  
   
   
SVILUPPO RURALE -ZAIA PORTA AL VENETO 100 MILIONI DI EURO IN PIU’  
 
Il Veneto potrà disporre di 411 milioni di euro di fondi comunitari per lo sviluppo rurale nel periodo di programmazione 2007-2013: circa 100 milioni di euro in più rispetto all’assegnazione 2000-2006. “Abbiamo condotto una grande battaglia – ha dichiarato il vicepresidente della Giunta regionale Luca Zaia – per far valere la ragione rispetto a una concezione assistenzialistica dell’intervento pubblico; il risultato ottenuto è che potremmo disporre, comprendendo anche i fondi statali e regionali, di oltre 800 milioni di euro per consolidare il nostro sistema agricolo e agro-alimentare”. L’ipotesi di accordo è stata raggiunta oggi a Torino nel corso dell’incontro tra gli assessori all’agricoltura delle Regioni italiane con il ministro Paolo De Castro e il sottosegretario Guido Tampieri, in concomitanza dell’inaugurazione del Salone del Gusto a Torino il 26 ottobre 2006. La riunione si era aperta ancora sull’ipotesi di assegnare il 52 per cento dell’intero stanziamento europeo a 5 Regioni del sud, “ipotesi inaccettabile”, ha ribadito Zaia confermando la sua posizione contraria. Questa contrarietà ha inchiodato la riunione aprendo un forte dibattito che si è concluso con una mediazione sulla quale il Veneto “darà il suo voto solidale – ha annunciato Zaia – per evitare problemi al tavolo di confronto, anche se siamo a metà dell’opera, perché dobbiamo abbattere una visione di agricoltura assistita che dirotta risorse verso Regioni del sud le quali non ne fanno un uso adeguato e non creano ricchezza ma sostanzialmente mantengono quell’agricoltura in una posizione di precarietà”. .  
   
   
ENOGASTRONOMIA ROMAGNOLA A SINGAPORE PER WINE FOR ASIA UNA VENTINA DI PRODUTTORI ALL’IMPORTANTE FIERA PER CONQUISTARE I MERCATI DEL SUD EST ASIATICO  
 
Missione nel Sud Est Asiatico per una ventina di aziende romagnole, in occasione della fiera “Wine for Asia” in programma a Singapore dal 2 al 4 novembre 2006. L’iniziativa è realizzata in collaborazione da L’altra Romagna, la Camere di Commercio di Forlì-cesena e Azienda Speciale Sidi Eurosportello della Camera di Commercio di Ravenna, con il supporto tecnico del Desk Singapore. La manifestazione è rivolta in particolare ai produttori di vino romagnoli, ma coinvolge altre eccellenze enogastronomiche del territorio quali pasta, piadina, formaggi, vino, aceto, olio di oliva, condimenti, sottoli, salse, dolci, ecc. L’obiettivo è quello di proseguire sul percorso di promozione del territorio e dei prodotti romagnoli, dando continuità ai rapporti commerciali che, nel corso degli anni, si stanno instaurando fra le aziende della Romagna e gli operatori di quell’area e che hanno conosciuto importanti momenti di conoscenza e di confronti nella passata edizione di Wine for Asia. La missione a Singapore durerà dal 1 al 6 novembre, tuttavia alle aziende partecipanti viene offerta la possibilità di prolungare gratuitamente la promozione dei loro prodotti sul mercato del sudest asiatico tramite il servizio di supporto commerciale de L’altra Romagna e delle Camera di Commercio di Forlì-cesena, di Rimini e dell’ Azienda Speciale Sidi Eurosportello della Camera di Commercio di Ravenna, con una risorsa dedicata per due mesi. Sono infatti previsti promozione e vendita sul posto, grazie ad una formula innovativa studiata nell’ambito del Progetto "Piattaforma Distributiva prodotti alimentari romagnoli a Singapore" A disposizione delle imprese alimentari e del vino sono infatti pronti dall’estate un magazzino e un corner permanente dei prodotti romagnoli presso la gastronomia ed enoteca Ricciotti; entrambi questi luoghi si trovano nella zona centrale di Singapore. In particolare il magazzino è all’interno del centro commerciale “The Riverwalk”, poco distante dall’enoteca Ricciotti, così da consentire una sinergia in termini sia logistici che distributivi tra i due locali. Il corner presso il Ricciotti destinato a contenere in bella vista prodotti di qualità, specialità regionali, dal vino al formaggio, all’olio, aceti, piadina, mieli e confetture, è completato da una vetrinetta per i prodotti freschi. La vendita al dettaglio dei prodotti italiani è curata del personale del Ricciotti ad un prezzo concordato con le aziende. Il Progetto "Piattaforma Distributiva prodotti alimentari romagnoli a Singapore" è promosso congiuntamente dalla Camera di Commercio di Forlì-cesena, Camera di Commercio di Rimini, Azienda Speciale Sidi Eurosportello della Camera di Commercio di Ravenna, l’Altra Romagna ed in collaborazione con il Desk Singapore. .  
   
   
I VINI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA PREMIATI A TORINO DALLA GUIDA 2007 VINI D´ITALIA  
 
Torino - Questi i 29 vini del Friuli Venezia Giulia selezionati e premiati, lo scorso 28 ottobre, dalla Guida 2007 "Vini d´Italia" Gambero Rosso/slow Food Editore: Arbis Blanc ´05 Borgo San Daniele; Breg Anfora ´02 Gravner; Calvari ´02 Miani; Cof Bianco Pomédes ´04 Scubla; Cof Friulano Vigneto Storico ´05 Gigante; Cof Pignolo ´03 Dorigo; Cof Refosco P. R. Romain ´03 Rodaro Cof Rosazzo Bianco Terre Alte ´04 Livio Felluga; Cof Sauvignon Zuc di Volpe ´05 Volpe Pasini; Collio Tocai Friulano ´05 Sturm; Collio Pinot Bianco ´05 Princic; Collio Pinot Bianco ´05 Toros; Collio Pinot Grigio ´05 Branko; Collio Rosso della Castellana ´99 La Castellana; Collio Sauvignon ´05 Ronco dei Tassi; Collio Sauvignon ´05 Russiz Superiore; Collio Sauvignon de la Tour ´05 Villa Russiz; Collio Sauvignon Ronco delle Mele ´05 Venica & Venica; Collio Tocai Friulano ´05 Castello di Spessa; Collio Tocai Friulano ´05 Colle Duga; Collio Tocai Friulano ´05 Drius; Collio Tocai Friulano ´05 Keber; Collio Tocai Friulano ´05 Raccaro; Friuli Grave Merlot ´04 Vistorta; Friuli Isonzo Rive Alte Sauvignon Vieris´04 Vie di Romans Friuli Isonzo Rive Alte Tocai Friulano´05 Ronco del Gelso; Pinot Grigio Gris ´04 Lis Neris; Ribolla Anfora ´02 Gravner; Vespa Bianco ´04 Bastianich. .  
   
   
LACRYMA CHRISTI, PER IL VINO DOC NASCE LA CANTINA SOCIALE  
 
Il recupero di un edificio dell’800 alle porte del Parco del Vesuvio da dedicare alla promozione del vino doc Lacryma Christi. E’ il progetto della “cantina sociale” approvato dalla Soprintendenza ai beni ambientali la scorsa mattina e destinato allo sviluppo turistico del Comune di Trecase. “Il progetto si avvale del finanziamento di due milioni di euro dei Por Campania – spiega Gennaro Cirillo, sindaco di Trecase – La Soprintendenza ha approvato il piano esecutivo e entro poche settimane dovrebbe esserci l’incontro definitivo tra Governo e Regione, per la firma sull’accordo di programma per poi partire con i lavori”. Obiettivo? Aiutare i produttori locali a promuovere al meglio il Lacryma Christi. Vino dal marchio Doc realizzato con i pregiati vitigni, coltivati sul versante orientale del Vesuvio. L’idea della “cantina sociale” è il punto di partenza per il rilancio turistico dell’area boschese, aiutando le aziende vinicole nella produzione, con riqualificazione di vigneti e selezione di terreni di coltura. Così da garantire maggiore organizzazione della produzione con cime alte di qualità. Del resto la produzione vinicola rappresenta il settore trainante dell’economia locale, con 351 aziende distribuite su una superficie agricola di 2. 91 kmq. “Il fabbricato da recuperare – continua il sindaco di Trecase – è all’ingresso del Parco del Vesuvio. Si tratta di fondo “Casella”, il nome deriva dai vecchi proprietari. E’ a due piani e risale a fine ‘800. In realtà la cantina sociale sarà la porta d’accesso a un percorso più ampio, per la promozione dei prodotti tipici locali. Tappa che si collega al progetto delle vie del vino, dal centro storico di Trecase al Vesuvio, su cui stiamo lavorando con la Tess”. Intanto per perfezionare le tecniche di produzione, il sindaco Cirillo la scorsa settimana ha visitato la terra natia del Barolo, in un tour conoscitivo della produzione nelle regioni del nord Italia. “Per essere competitivi sul mercato – commenta il sindaco – il confronto con altre realtà forti, appunto come la produzione del barolo, sono essenziali. Trecase vanta una lunga tradizione nel settore, che attrae centinaia di turisti, soprattutto dall’America. Tour Operator di grandi società hanno visitato i nostri vigneti e posso dire con soddisfazione che siamo ad un buon punto. Ora bisogna però fare il salto di qualità”. Cenni Storici Il Lacryma Christi (o Lacryma Christi del Vesuvio, o Vesuvio) è un famoso vino napoletano entrato a pieno titolo nella storia dell´enologia nazionale ed internazionale, noto ed affermato in tutto il mondo. Il Lacryma Christi veniva prodotto negli antichi tempi da certi monaci, il cui convento sorgeva sulle pendici del Vesuvio. Sembra che più tardi i Padri Gesuiti, padroni di vaste terre in quelle località, fossero quasi esclusivi produttori e detentori di questo prezioso vino. La fama di questo meraviglioso angolo di mondo e del suo vino ha fatto fiorire miti e leggende: “Dio riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo strappato da Lucifero durante la caduta verso gl´inferi, pianse e laddove caddero le lacrime divine sorse la vite del Lacrima Christi”. Il Lacryma Christi rientra nella Denominazione di Origine Controllata (Doc) Vesuvio (D. P. R. 13. 01. 1983 - D. M. 31. 11. 1991) con una produzione annua di 12. 986 Hl. Si possono fregiare della denominazione di Lacryma Christi solo quei vini prodotti da uve, raccolte quando dai loro acini stillano lacrime di zucchero. .  
   
   
BOCON ëD LUSSO LE ECCELLENZE DELLA CAMPAGNA PIEMONTESE ARRICCHITE CON IL TARTUFO NERO PREGIATO SULLE TRACCE DELLA GRANDE STORIA DI GIOVANNA RUO BERCHERA  
 
Un libro di ricette e di storia. Il filo conduttore ed ispiratore è il Tartufo Nero pregiato, unito a tanti prodotti d´eccellenza della campagna piemontese, a comporre un ricettario moderno, rielaborato dall´autrice sulle orme dei ricettari della corte Sabauda. Spaccati di vita quotidiana, usi, costumi, raffronti economici e sociali, in un racconto che si ambienta tra la fine del Settecento e l´Unità d´Italia. Il volume sarà presentato da Bruno Gambacorta Sabato 11 novembre alle ore 12. 00 presso il Teatro Sociale di Alba (Cn) nell´ambito del Convegno nazionale «Terre da Tartufo. Strategie e tecniche per garantire un futuro al Tartufo Bianco d’Alba» promosso in occasione della 76° Fiera Nazionale del Tartufo. Il volume è inserito nella collana Cibo di carta a cura dell’Associazione culturale Ca dj Amis ed è disponibile in tutte le librerie al costo di euro 9,90, presso la sede della Cà dj Amis (Via Vittorio Emanuele, 8 - La Morra - Cuneo - Italia) e presso l’editore "Araba Fenice" Boves - Cuneo (Tel. 0171. 389814) e-mail: libriarabafenice@libero. It .  
   
   
AL SALONE DEL GUSTO: ANTEPRIMA PER PROSCIUTTO SAURIS IGP  
 
 Torino Il Friuli Venezia Giulia "approfitta" del palcoscenico del Salone del Gusto di Torino, vetrina impareggiabile per l´enogastronomia italiana ed internazionale (nell´edizione 2004 140 mila visitatori), e fa debuttare il Prosciutto di Sauris Igp - fregiato cioè dell´Indicazione geografica protetta - rendendo quindi visibile al consumatore la presenza della tutela nazionale su un prodotto di punta della tradizione culinaria regionale. Un´ "anteprima", del 28 ottobre nel corso della quale l´assessore regionale alle Attività Produttive Enrico Bertossi e l´amministratore delegato della "Wolf Sauris Spa", Stefano Petris, hanno tagliato la prima fetta di Sauris Igp, che iniziò il suo iter per ottenere la certificazione più di cinque anni fa con la costituzione di un apposito comitato promotore. Ed ora, finalmente, il prosciutto di Sauris è il quarto marchio agroalimentare regionale a potersi fregiare dell´Igp, dopo il San Daniele, il Montasio e l´olio Dop Tergeste. Ma non solo queste produzioni sono rappresentate nello stand del Friuli Venezia Giulia al Salone del Gusto nel capoluogo piemontese, curato da Turismo Fvg. Grazie ai tre quotidiani momenti culinari del pranzo, dei Laboratori pomeridiani e della cena, infatti, l´intera gamma del "made in Fvg" si presenta e viene proposta, raccontando magistralmente la storia della regione attraverso i suoi percorsi del gusto. Dunque, più che uno stand, più che un ristorante, un luogo di incontro e di approfondimento con sapori unici, "sapori di gente unica". "Abbiamo voluto ´illustrarci´ - ha sottolineato Bertossi - con uno spazio che faccia veramente capire il legame che c´è tra i prodotti ed il territorio e coniugando la nostra produzione agroalimentare con lo sviluppo turistico della regione". "Sappiamo che il turista di oggi - ha quindi osservato l´assessore - non è solo curioso ma anche sempre più attento alla qualità ed alle cose più ´vere´ e genuine: il Friuli Venezia Giulia è in grado di offrire tutto questo". Al Salone del Gusto di Torino (di cui uno degli sponsor è il Prosciutto di San Daniele) la nostra regione è presente con uno stand di circa 200 metri quadrati, che offre un´attrezzata area degustazione curata dall´Istituto professionale di Stato per il Turismo "Stringher" di Udine, con sette allievi, i docenti Antonio Germani ed Alessandro Pareschi, nonchè con lo chef Beppino D´olio. Ma poiché il vino (una cinquantina i vini offerti) e la cucina sono anche cultura, lo stand raccoglie anche una piccola biblioteca, con oltre cento pubblicazioni, dedicate a quanti hanno raccontato e scritto del patrimonio enogastronomico regionale: insomma, "cibi e vini. Da sfogliare", e non solo da gustare. .  
   
   
LE ABITUDINI ALIMENTARI DEGLI ALTOATESINI 2006  
 
Negli ultimi decenni il rapporto fra l’uomo e il cibo si è profondamente modificato sia qualitativamente sia quantitativamente, provocando nei paesi industrializzati comportamenti alimentari poco razionali, dai quali possono scaturire patologie più o meno gravi e, nei paesi in via di sviluppo, carenze di elementi nutritivi necessari alla vita e alla salute. Grazie all’indagine multiscopo sulle famiglie dell’anno 2006 si possono analizzare gli stili alimentari degli altoatesini. Per gli altoatesini il pranzo resta il pasto principale. Fare colazione bevendo e mangiando qualcosa è abitudine del 73,0% della popolazione, solo il 7,7% non fa per niente colazione, il 13,8% si limita a bere qualcosa. L’abitudine di fare colazione sia mangiando che bevendo cresce all’aumentare dell’età: dal 61,2% dei 14-19enni, all’84,0% degli ultrasessantacinquenni. Per più dell’80% degli altoatesini il pranzo è il pasto principale. Si notano però grandi differenze per gruppi linguistici: l’84,2% della popolazione tedesca e il 73,4% della popolazione italiana considera il pranzo come pasto principale. La cena, invece, è il pasto principale per il 9,0% dei tedeschi e per il 21,6% degli italiani. La percentuale di chi considera la cena come pasto principale, sale tra la popolazione attiva (18,8%) e tra gli studenti (16,4%). Pane, pasta e riso sono gli alimenti più consumati. L’alimentazione degli altoatesini comprende prevalentemente cibi ricchi di carboidrati come pane, pasta e riso; ben il 74,5% li consuma almeno una volta al giorno, gli italiani (87,3%) più dei tedeschi (68,6%). Segue il consumo di latte con il 65,5% della popolazione che lo beve almeno una volta al dì e al terzo posto la frutta: il 65,0% ha dichiarato di mangiare frutta tutti i giorni e il 24,4% la mangia più volte al giorno. Sia la carne bovina che le carni bianche vengono consumate almeno una volta alla settimana dal 45% mentre meno di una volta alla settimana ca. Dal 47%. La carne di maiale viene consumata di meno: il 29,8% più volte a settimana e il 50,4% più raramente, mentre il 19,8% ha dichiarato di non mangiare mai carne di maiale. Invece poco meno di due terzi della popolazione consuma salumi almeno qualche volta nel corso della settimana. Pagina 2 astat comunicato stampa 42/2006 Il pesce è uno degli alimenti consumati con minore frequenza: il 57,1% lo consuma meno di una volta alla settimana, il 12,8% non lo mangia mai. Più della metà della popolazione mangia verdura almeno una volta al giorno e poco meno di un terzo alcune volte alla settimana. .  
   
   
GIORNATA FRUTTICOLA BIOLOGICA 2006  
 
Nell´ambito della Fiera Biolife si svolge il 3 novembre a Bolzano la 7^ Giornata frutticola biologica, promossa dal Centro di sperimentazione "Laimburg". Uno dei punti discussi sarà il lavoro di rielaborazione del regolamento Ce 2092/91 per l’agricoltura biologica. Si apre alle 8. 30 di venerdì 3 novembre alla Fiera di Bolzano la Giornata frutticola biologica, giunta alla settiman edizione, promossa dal Centro di sperimentazione "Laimburg" in collaborazione con la fiera Biolife. Rinomati relatori e ricercatori presenteranno gli ultimi sviluppi e risultati scientifici relativi alla frutticoltura biologica, in primo piano figura la rielaborazione del regolamento Ce 2092/91 per l’agricoltura biologica, che regola non solo la produzione di prodotti alimentari biologici ma anche la loro trasformazione, l’etichettatura ed il regime di controllo. Negli ultimi 15 anni questo regolamento ha permesso un notevole sviluppo all’agricoltura biologica in Europa. Ulteriori punti di discussione riguardano i prodotti utilizzati per la lotta alle malattie fungine e le strategie di concimazione con i diversi concimi organici presenti sul mercato. La manifestazione si conclude attorno alle 13. In allegato, il programma della giornata. .  
   
   
BENESSERE IN TAZZINA: LA COMUNITÀ SCIENTIFICA DICE SÌ AL CONSUMO DI CAFFÉ UNA MONOGRAFIA FIRMATA INRAN SUL RUOLO DEL CAFFÉ NELLA SALUTE PER FARE CHIAREZZA SULLE INFORMAZIONI CHE CREANO DUBBI E CONFUSIONI NELLA MENTE DEL CONSUMATORE  
 
 Roma - E’ stato analizzato dall’Inran, nel corso di una conferenza stampa svoltosi il 24 ottobre 2006, presso la Residenza di Ripetta, un tema “sempre caldo” come è quello del Caffè. L’incontro non si è tenuto solo per presentare la monografia “Caffé e Salute”, ma per sottolineare quanto sia importante una comunicazione trasparente nei confronti di un consumatore che vuole essere informato correttamente. E la comunicazione in tema caffé ha dovuto combattere molte guerre, ma le ha vinte tutte! “Coffee for most, it’s safe. Coffee has been blamed for everything from moral turpitude to cancer. But none of the bad raps have stuck. Coffee may even be good for you”. (Harvard Medical School, 2004). (Il caffé, per la maggior parte di noi, è sicuro. Il caffé è stato accusato di ogni cosa, dalla turpitudine morale al cancro. Ma nessuna di queste maldicenze è rimasta in piedi. Il caffé può addirittura fare bene (Harvard Medical School, 2004). “Una frase, questa – introduce Ferdinando Romano, Presidente dell’Inran - che tutti dovrebbero rileggere, prima di accettare supinamente una qualsivoglia comunicazione di studio scientifico – soprattutto se mai comprovato e approvato dalla Comunità Scientifica Mondiale”. E prosegue: “il caffé, negli anni, è stato assoggettato a numerosi studi scientifici dai risultati positivi o, a volte ancora da approfondire, ma con essi, ha subito anche molti errori di decodificazione da parte dei media. Così che il consumatore, e anche la classe medica, si sono trovati a non comprendere se un rito tanto radicato (in Italia prima e ora anche nel mondo), potesse davvero essere così pericoloso. Fortunatamente è proprio la Comunità Scientifica che ha messo il punto alla annosa questione, facendo puntuali ricerche, presentando studi, comunicandone i risultati su autorevoli pubblicazioni, rendendosi disponibile al dialogo ogniqualvolta viene chiamata in causa, definendo in quali situazioni e condizioni (di salute o patologiche) il caffé, nelle giuste quantità, può diventare persino un vero alleato al nostro benessere”. “A nome dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione, che ho l’onore di presiedere – afferma Romano - ho voluto indire questo incontro con la stampa che si occupa di salute, per dare, una volta per tutte, un ruolo ben definito al caffé sia esso con o senza caffeina. Il ruolo di alimento, come merita, capace non solo di prevenire alcune patologie ma anche di non incidere in alcun modo, con un consumo moderato, su momenti fisiologici come la gravidanza piuttosto che sull’insorgenza di alcuni disturbi che attualmente funestano lo scenario sanitario internazionale (cardiopatie, carcinoma epatico, cirrosi, cancro colorettale, diabete di tipo 2, ipercolesterolemia). ” “E per ricordare – aggiunge Amleto D’amicis, Direttore della Unità di Documentazione e informazione Nutrizionale dell´Inran - che il caffé non è una semplice soluzione di caffeina e poche altre sostanze brune ma un “alimento”, sottoforma di bevanda, che contiene centinaia di specie molecolari. Fra queste alcune sostanze bioattive: oltre alla caffeina, anche minerali come il potassio, precursori delle vitamine come la trigonellina, antiossidanti, lipidi terpenici”. L’incontro con la stampa a Roma è stata l’occasione per presentare la monografia completa redatta dai ricercatori dell’Inran Laura Rossi, Fausta Natella, Stefania Sette, Andrea Ghiselli, con il coordinamento generale di Amleto D’amicis. “Questa monografia agile ma approfondita è il risultato di un attento lavoro di ricerca e di sintesi che è stato possibile – conclude D’amicis - anche grazie al contributo di altri enti, come l’Istituto Farmacologico Mario Negri, la Fondazione per lo Studio sugli alimenti e la Nutrizione ed il Coffee Science Information Centre che, in contatto con tutti i Centri di Ricerca mondiali, raccoglie gli studi scientifici pubblicati sulle più autorevoli testate scientifiche”. .  
   
   
LA MONOGRAFIA “CAFFÉ E SALUTE”  
 
Per anni il caffé è stata la bevanda più studiata al mondo per chiarirne la composizione chimica e i suoi molti aspetti in relazione con la salute. Oggi, seppur ancora studiato proprio perché nel tempo si sono messe in luce le sue molte valenze positive, si può tranquillamente affermare che il caffé è un “concentrato di numerosissime sostanze, molte delle quali con una attività biologica non comune”. Se consumato con il giusto equilibrio, il caffé non solo non fa male ma, addirittura, può aiutare a stare meglio e a prevenire molte patologie. Il booklet spazia dalla chimica del caffé ai suoi effetti sull’organismo fino alla sua presumibile implicazione (positiva o negativa) con varie patologie. Chi non dovesse sopportare la caffeina, può tranquillamente rivolgersi al caffé decaffeinato, ricco delle stesse sostanze utili fatto salvo la caffeina. Caffé e Donna - La fisiologia femminile è da anni presa in esame proprio per il delicato compito che Madre e Natura ha concesso alla donna: partorire. La gestazione e il parto però sono solo una piccola frazione dell’universo donna che, proprio in quanto tale, può soffrire o vivere alcuni stati “fisiologici” in maniera più o meno disagevole. Il booklet prende in esame alcuni di questi stati in relazione al consumo di caffé. La “sindrome premestruale”, quadro di alterazioni di differente natura che si manifestano, generalmente, alcuni giorni prima della comparsa del flusso mestruale, è spesso associata ad un insieme psico-emozionale (ansia, depressione, irritabilità). Una condizione che vede coinvolto almeno il 40% dell’universo femminile. Vari studi, incrociati fra essi, hanno dimostrato che la caffeina non può essere additata come peggiorativo della sintomatologia. Sugli effetti della caffeina in “fase gravidica” si studia da più di ventanni. L’uso di caffé, si ritiene, può essere modulato e inversamente associato alla presenza di nausee che ne fanno diminuire naturalmente il consumo. A tutt’oggi non solo non vi sono studi che evidenzino legami fra assunzione di caffeina e difetti congeniti, e piuttosto esistono conferme che un moderato uso di caffé, non incide sul rischio di parto pretermine o nascite di basso peso, né sul ritardo di crescita intrauterina. Neppure in “fase di allattamento” esiste una incidenza del consumo di caffeina, in termini di qualità proteica, di contenuto in lattosio e di acidi grassi, nel latte della nutrice. La moderazione è sempre consigliata (non oltre 3 tazzine di espresso al giorno). E’ comunque consigliabile (Inran 2003) controllare il consumo di alimenti nervini (caffé, the, cioccolata, bevande contenenti caffeina) perché escreti con il latte materno coinvolgendo il lattante nell’assunzione con un possibile aumento della sua irritabilità e insonnia. In “menopausa” i problemi principali si legano all’insorgenza di osteoporosi. E’ possibile che la bassa assunzione di calcio combinata con un alto consumo di caffeina, propongano il problema. Ma è bene sapere che l’osteoporosi è una malattia multifattoriale complessa dove entrano in gioco non solo le abitudini alimentari e lo stile di vita, non sempre sano, ma anche una predisposizione genetica. Infine la malattia di Parkinson dove un consumo di caffé si associa ad una riduzione del rischio di insorgenza. Se tale risultato è più evidente nel sesso maschile rispetto al femminile la spiegazione sta nell’interazione tra caffeina e terapia estrogenica. Nelle donne che non seguono una terapia estrogenica sostitutiva il consumo di caffé risulta essere fattore di protezione dal morbo. Caffé e apparato gastroenterico - Per lungo tempo è stata posta l’attenzione ai potenziali effetti dannosi del caffé sull’apparato gastroenterico. I medici ne hanno sconsigliato l’uso perché ritenuto dannoso al fegato. Oggi non solo si è messo in luce che il caffé fa bene al fegato ma i numerosi studi scientifici degli ultimi anni hanno rimosso i sospetti sulla pericolosità del caffé. Gli studi hanno evidenziato, viceversa, alcuni effetti benefici nei confronti del fegato e dell’intestino. Di più! Gli studi hanno messo in luce che gli effetti positivi del consumo di caffé sulla ghiandola epatica e sull’intestino non sono dovuti esclusivamente alla caffeina ma ad alcune molecole (Kahweolo e Cafestolo) che si sono rivelate particolarmente protettive per la cellula epatica. Il booklet prende in esame alcuni aspetti importanti del sistema digestivo in relazione al consumo di caffé e sottolinea che: nel tratto digerente caffé e caffeina svolgono importanti funzioni utili al processo digestivo tra cui la stimolazione della saliva e dei succhi gastrici, lo svuotamento della bile, l’influenza sugli ormoni gastroenterici, fino alla protezione della cellula epatica dal danno alcolico o virale e alla stimolazione della funzionalità del colon e alla sua protezione. Viene anche sottolineato come il caffé non abbia effetti importanti sul reflusso acido nei pazienti affetti da Gerd (Reflusso Gastro-esofageo) e non è associato a dispepsia. Sul pancreas una vasta maggioranza di studi mette in luce la non relazione fra insorgenza di cancro pancreatico e consumo di caffé. Sul fegato, si ribadisce la protezione dall’insorgenza di cirrosi alcolica o virale. Per non parlare dell’associazione inversa fra consumo di caffé e insorgenza di calcoli biliari: l’associazione sembra dose-dipendente. Infatti maggiore è il numero di tazzine consumate e minore è il rischio di malattia. Infine si hanno risultati positivi riguardo al suo effetto anti-mutageno: il consumo moderato di caffé non provoca cancro alla bocca, alla faringe, all’esofago, allo stomaco, al fegato e al pancreas. Meglio, protegge dal cancro colo-rettale! Quanto sopra grazie alla presenza dei di terpeni (Kahweolo e Cafestolo) e alle Melanoidine presenti nel caffé che hanno mostrato un effetto de-mutageno contro i mutageni indotti dal calore. Il booklet conclude che sia il caffé con caffeina sia quello senza, ai livelli di consumo normali (300 mg di caffeina/die pari a circa 4 tazzine di Moka all’italiana), non si espone ad alcun rischio il nostro apparato gastroenterico e, addirittura, lo si protegge da numerose e gravi patologie. Caffé e cuore - La definizione Malattie Cardiovascolari accorpa le patologie a carico del cuore e del circolo sanguigno. Tra le più frequenti quelle di origine arteriosclerotica (malattie ischemiche del cuore: infarto acuto miocardico, angina pectoris, cardiomiopatie, insufficienza cardiaca, aritmie; le malattie cerebrovascolari: ictus ischemico ed emorragico). In Italia, così come in Europa, le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte (44% di tutti i decessi). La loro insorgenza è fortemente correlata con la presenza di un insieme di fattori – definiti “di rischio” – che o aumentano la possibilità di sviluppare la patologia o predispongono l’organismo ad ammalarsi. Uno dei fattori di rischio più incidente ma anche il più controllabile e, soprattutto, il più gestibile dal singolo è “lo stile di vita”. Nello stile di vita rientra anche l’alimentazione. Il booklet analizza la possibile influenza del consumo di caffé sul sistema cardiovascolare riferendosi ad un suo uso inserito in un contesto di corrette abitudini alimentari e sano stile di vita. Oltre a introdurre ai diversi tipi di preparazione della bevanda (assai importanti per comprendere i contenuti differenti di caffeina a bevanda pronta), il booklet sottolinea che caffé non è sinonimo di caffeina perché molte delle sostanze in esso contenuto si sono dimostrate capaci di contrastare o potenziare gli effetti della caffeina stessa. Ampiamente studiata, negli ultimi 40 anni, la relazione fra malattie cardiovascolari e consumo di caffé ha dimostrato che l’abitudine alla bevanda è spesso associata alla sedentarietà, ad una dieta scorretta, al fumo. Questi ultimi sono tutti fattori confondenti e certamente di rischio per l’insorgenza delle patologie in causa. Molti studi prospettici, su un campione di popolazione vasto, hanno evidenziato risultati differenti (a volte positivi riguardo l’uso della bevanda e a volte negativi). Due recenti studi (2004) però hanno finalmente chiarito il perché delle differenze dimostrando che al consumo moderato di caffé (dalle 2 alle 4 tazze al giorno – si parla di caffé all’americana), si associa un rischio cardiovascolare minore rispetto ad un consumo “leggero” (<1 tazza al giorno), mentre un consumo elevato (≥5 tazze al giorno) si associa un incremento del rischio. Anche se il dibattito non è ancora concluso, le osservazioni a disposizione indicano che nei soggetti sani il consumo abituale e moderato di caffé non aumenta il rischio di malattia cardiovascolare e, anzi, risulta protettivo. Nel booklet si analizzano anche il rapporto fra uso di caffé e ipercolesterolemia (mettendo l’accento che negli individui con corretto stile di vita e con una alimentazione equilibrata, l’innalzamento dei livelli plasmatici di colesterolo è trascurabile), caffé e pressione arteriosa (nei soggetti sani un consumo moderato e abituale di caffé ha effetti assai modesti e a volte non clinicamente rilevabili sui valori pressori), su caffé e diabete (i consumatori abituali di caffé, sani, sono più protetti, rispetto ai non consumatori, nel contrarre la malattia). Infine si analizzano il ruolo dell’omocisteina (il cui aumento ematico spesso viene imputato anche al consumo di caffé) nell’insorgenza delle malattie cardiovascolari, il ruolo degli antiossidanti contenuti nella bevanda sia essa normale che decaffeinata (il caffé, a tutt’oggi, rappresenta la principale fonte di antiossidanti della dieta) nel prevenire l’aumento della frazione lipidica “cattiva” (Ldl) del colesterolo, l’azione antiaggregante del caffé (l’aggregazione piastrinica entra a far parte del processo di riparazione tissutale della parete arteriosa con formazione - a fronte di alti valori di Ldl - della placca ateromasica e conseguente restringimento del lume arterioso. Fra le possibili fasi successive sono: l’aumento pressorio e la completa chiusura del lume arterioso fino all’infarto). .  
   
   
GLI AUTORI DELLA MONOGRAFIA “CAFFÉ E SALUTE”  
 
Amleto D’amicis - Epidemiologo Nutrizionista – D’amicis è il Direttore dell’Unità Documentazione e Informazione Nutrizionale dell’I. N. R. A. N. Dopo la laurea a tema biochimico-nutrizionale (1971) e dopo numerosi corsi di perfezionamento sia a Roma (Università e I. N. N. ) sia presso le Università di Londra, di Loughborought (Uk) e Glasgow, dove ha dedicato particolare interesse al metabolismo energetico e alla fisiologia della nutrizione, D’amicis entra nel 1975 all’Inn come Ricercatore. Dagli inizi degli anni ’80 s´interessa all´Epidemiologia della Nutrizione e a tale scopo segue numerosi corsi di alto livello di Epidemiologia e Biostatistica con enfasi nutrizionale, presso Istituzioni italiane (Istituto Superiore di Sanità) e straniere, in particolare l´Inserm di Parigi, la School of Public Health della State University del Minnesota a Minneapolis-st. Paul (Usa) (Master in Nutritional Epidemiology) e la New York State University at Buffalo (Ny) Dept of Preventive Medicine. E’ professore incaricato di Epidemiologia della Nutrizione, presso la Scuola di Specializzazione in Scienza dell´Alimentazione della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Roma "Tor Vergata, e di Alimentazione Umana al corso di Laurea Specialistica in Biotecnologie Agro-industriali presso la Facoltà di Smfn del polo di Latina dell’Università di Roma “La Sapienza”. E´ membro di numerosi gruppi di lavoro: Larn, Linee Guida alimentari, Codex, Task Force Italiana contro l’Obesità (Tfoi-oms); commissioni (Commissione Stili di Vita e Comunicazione del Ministero della Salute, Redattore del Rapporto sullo Stato Sanitario del Paese), e comitati scientifici nazionali e internazionali. E’ membro di Società Scientifiche nazionali ed internazionali, nelle quali ricopre anche incarichi nei direttivi. E´ autore di numerose pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali. E’ direttore scientifico e responsabile della Rivista di Scienza dell’Alimentazione. E’ referente di riviste scientifiche nazionali e internazionali. Come direttore dell’Unità di Documentazione e Informazione Nutrizionale dell´Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, D’amicis è tra i responsabili di una vasta indagine sui consumi e i comportamenti alimentari degli italiani oltre che di altri numerosi progetti di ricerca, su base nazionale ed europea, relativi agli alimenti, agli stili di vita e ai loro rapporti con la salute. Andrea Ghiselli – Laureato in Medicina e Chirurgia presso La Sapienza di Roma dal 1983 ha l’abilitazione sia alla professione di medico sia a quella di odontoiatra. Specializzato in Medicina Interna, Ghiselli entra a far parte dell’Inran nel 1989 prima come Tecnologo dell’Unità di Nutrizione Umana e dal 2000 a tutt’oggi come primo ricercatore Inran (principali linee di ricerca: Funzione piastrinica, dieta e modulazione del rischio cardiovascolare; Sviluppo e validazione di metodologie per lo studio dello stress ossidativo in vivo nell’uomo;Ruolo di componenti della dieta sullo stato redox dell’uomo). Andrea Ghiselli è anche Professore a contratto per l’insegnamento di Fisiologia Umana presso l´Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, corso di Laurea di primo livello per Dietista (già D. U. Per dietista) e ha numerose pubblicazioni scientifiche al suo attivo. Fausta Natella – Laureata in Scienze Biologiche presso La Sapienza di Roma, nel 2004 consegue un Dottorato di Ricerca in “Fisiopatologia cellulare e molecolare” presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Dal 2002 è ricercatore presso l’Inran presso il quale svolge attività di ricerca sul ruolo delle diverse componenti della dieta nella modulazione dello stress ossidativo nell’uomo. In particolare studia gli effetti biologici, le interrelazioni e le possibili ricadute sullo stato di salute e malattia di elementi dietetici preventivi (antiossidanti) e induttivi (grassi ossidabili e/o ossidati) di stress ossidativo. Fausta Natella è anche, dal 2003, Docente del corso “Ruolo dei nutrienti nella prevenzione delle malattie cronico degenerative” per il corso di Laurea in Dietista della Facoltà di Medicina dell’Università di Tor Vergata di Roma. Negli ultimi dieci anni ha pubblicato 22 articoli scientifici su riviste internazionali peer reviewed. Laura Rossi – Biologa dal 1992, dopo un corso di perfezionamento sulla Prevenzione e Terapia dell’Obesità e degli stati di malnutrizione, e l’abilitazione all’esercizio di biologo presso La Sapienza di Roma, ottiene un dottorato di ricerca in Auxologia e Fisiopatologia della Crescita. Nel 2002 si specializza in Scienza dell’Alimentazione e, a tutt’oggi è Ricercatore presso l’Unità di Nutrizione Umana dell’Inran. In questi anni Laura Rossi è stata anche docente, sugli argomenti di sua competenza (malnutrizione, igiene degli alimenti, tecniche di valutazione dello stato nutrizionale, presso: l’Università La Sapienza di Roma, l’Irccs, la Pontificia Università Urbaniana, l’Università Tor Vergata di Roma e Asl. Iscritta alla Sinu (Società Italiana di Nutrizione Umana) dal 1992, Laura Rossi collabora alle attività scientifiche della stessa e fa parte del Consiglio Direttivo dal 2003. Dal 1992 collabora attivamente alle attività di ricerca dell’Inran per l’Epidemiologia nutrizionale e la Nutrizione e metabolismo scheletrico. Laura Rossi è anche ricercatrice e responsabile di numerosi programmi e progetti di ricerca sia nazionali che internazionali e ha numerose pubblicazioni scientifiche al suo attivo. Stefania Sette – Economa Dietista, ottiene i suoi primi incarichi professionali presso l’Inn nel 1978 e, dal 1985 è Collaboratore Tecnico Ente di Ricerca Livello Vi (già Assistente Tecnico Professionale) nel medesimo ente. All’interno dell’Inn (ora Inran) partecipa a vari programmi di ricerca dell´Unità di Nutrizione Umana, inerenti la valutazione dei consumi alimentari, dispendio energetico e composizione corporea. Stefania Sette è anche docente sia per la Formazione di personale tirocinante (dietiste) e di borsisti stranieri per la specializzazione nel rilevamento dei consumi alimentari sia presso l’Università Tor Vergata di Roma per il corso di Laurea per Dietista;ha collaborato - per conto dell’Inran – con l’Istituto di Igiene per la formazione di personale Sian e Dmi per l’Igiene della Nutrizione. Stefania Sette fa parte di diverse Commissioni e Comitati nell’ambito della nutrizione umana ed è iscritta alla Sinu. Infine è spesso chiamata a consulenze per la formulazione ed elaborazione di menù per le refezioni scolastiche e consulente nelle gare di appalto comunali per la selezione di Ditte di ristorazione collettiva per le scuole materne, elementari e medie. Stefania Sette ha collaborato alla stesura di diversi testi scientifici (Atti del Convegno Internazionale: "Biology of adaptation to seasonal cycling of energy intake" (1990); Atti del Convegno Who "Food and Nutrition Policy in mediterranean Europe" (1990); relazione scientifica "Sistema Informativo Nutrizionale" (1994); "Questioni emergenti e considerazioni conclusive" 2ª Conferenza Nazionale per l´Educazione Alimentare (2001);Guest editor per "Annals of Nutrition & Metabolism" vol. 47 (6) - abstract book 9th European Nutrition Conference (2003). .  
   
   
GASTRONOMIA, “ESPERIENZE”, COMUNICAZIONE: IL MACEF GENNAIO 2007 NEI SUOI 13 PUNTI-CHIAVE - L’AREA GOURMET ENFATIZZA I DISTRETTI INDUSTRIALI ITALIANI ATTRAVERSO LA CHIAVE DI LETTURA DEL FOOD  
 
Ilprogetto di sviluppo di Macef, che a Gennaio viene promosso attraverso il claim Abita, con gioia. (con la virgola e con il punto; in italiano anche nelle versioni in lingua estera) fa leva sui temi della italianità, della internazionalità (concetti che non paiono alternativi ma sinergici), della comunicazione. Per sintetizzare per punti gli aspetti più significativi del Macef Gennaio 2007: Due nuovi nati in casa Macef: l’area Gourmet e il padiglione Experience. Il primo enfatizza i distretti industriali tipici del Macef e dell’Italia che produce, e li rappresenta attraverso la chiave di lettura del food. Il secondo raccoglie ed evidenzia gli oggetti “cool”, le tendenze estreme e divertenti, irriverenti e giocose. L’area Gourmet – Nella piazza del padiglione 5 è uno spazio che in ciascuno dei quattro giorni di Macef “vestirà le insegne” di un distretto industriale. I distretti in questione saranno il Verbano-cusio-ossola, una provincia delle Marche, una della Toscana, il Bresciano. Ciascuna rappresentazione quotidiana, con un abbondante contorno di prodotti alimentari tipici di qualità introdotti in Macef dai consorzi di produzione e di tutela, verrà declinata in tre momenti nel corso della giornata: un cocktail di benvenuto, un momento di cucina dal vivo con successivo assaggio, un happy hour di commiato. Questi momenti saranno tutti presidiati da rappresentanti del territorio, chef celebri che dialogano in diretta con il pubblico “mediati” da giornalisti altrettanto celebri e designer capaci di illustrare le specificità industriali della zona. Il “supporto”, naturalmente, è fornito dai prodotti, dai personaggi e dalle “storie” delle aziende locali. Macef in città – Sulla scia del progetto Gourmet si sta realizzando un circuito cittadino di ristoranti disposti ad affiancarsi alla organizzazione: proponendo ricette tipiche dei territori oggetto di Gourmet oppure realizzando un “menù Macef” che renda visibile – per esempio attraverso una vetrofania – il collegamento fra il Salone Internazionale della Casa e la città di Milano. Una nuova iniziativa per coniugare impresa, gastronomia e arte nei distretti industriali Quattro territori tipici delle abilità italiane si danno appuntamento al Macef Gennaio 2007 per proporre al pubblico dei visitatori il fascino di un modo di vivere - quello italiano, appunto – unico al mondo. I territori ipotizzati sono il Verbano- Cusio-ossola, il Bresciano, una provincia delle Marche e una della Toscana. Dal 19 al 22 gennaio, uno al giorno, i quattro territori “si esibiranno” al Padiglione 5 nell’area-progetto che prende il nome di Gourmet. “Obiettivo del progetto Gourmet – commenta Paolo Taverna, direttore generale di Fiera Milano International e del Macef – è quello di costruire un focus di comunicazione intorno ad alcune abilità tipiche dell’Italia e dell’italian way of life, e cioè l’abilità del fare – e quindi la moderna industria che proviene dall’artigianato -, l’abilità dell’immaginario (e cioè l’arte) e l’abilità del vivere, con le produzioni alimentari tipiche. Questi aspetti non sono elementi differenti ed estranei fra loro ma vivono quotidianamente in un medesimo contesto, a volte gestiti addirittura dalle stesse persone; per cui presentare un territorio vuol dire presentare questa sua anima composita. E’ una operazione corretta e opportuna, visto che al tempo stesso fotografa correttamente e completamente la realtà e fornisce il massimo della comunicazione”. Questa la struttura di una giornata- tipo del progetto Gourmet: Ore 11, l’aperitivo - introduzione al territorio attraverso un breve speech di uno o più personaggi rappresentativi (politici, comunicatori…Ore 12, si cucina – Un noto chef legato al territorio incomincia a cucinare dal vivo, affiancato da un altrettanto noto giornalista che dialoga con lui e con il pubblico, illustrando le caratteristiche di quel piatto, di quella tipologia di prodotto, di quell’utensile etc Ore 13/13,30, si assaggia Ore 15,30, l’arrivederci - Speech con bicchierata finale affidato a personaggi “tecnici” (designer, progettisti), che raccontano l’evoluzione dei prodotti e dei processi dell’industria locale. Per dare ancora più “calore” all’area Gourmet, questa sarà “vestita” ogni giorno in maniera differente, ambientata con pannelli informativi-materiali-prodotti tipici del territorio in questione. E per declinare fino in fondo il mood del cibo (che è e che è sempre stato l’abbondanza), l’area ridonderà di prodotti gastronomici tipici del territorio in questione. L’area Gourmet sarà promossa e resa visibile attraverso la segnaletica, e rinforzata con tutti gli strumenti di comunicazione disponibili, compresi prodotti realizzati per la circostanza (leaflet, inviti ai buyer internazionali, comunicazione specifica sul sito internet). “Macef – dice ancora Taverna - sta investendo nella politica culturale dei territori italiani perché ritiene che questa sia una formidabile leva di marketing e di promozione, soprattutto all’estero; un valore aggiunto che nessun altro paese al mondo possiede e che rende l’Italia unica e straordinaria. Macef, specchio fedele da oltre quarant’anni di questo modo di essere dell’industria sul territorio, con il progetto Gourmet incomincia a sviluppare le grandi possibilità che esistono in questa direzione, e che consentono alle nostre imprese di produrre un valore enorme, non sufficientemente percepito o valorizzato”. Sulla scia del progetto Gourmet, che resta un progetto rivolto agli addetti ai lavori, Macef sta lavorando per costruire un circuito cittadino di ristoranti disposti ad affiancarsi alla organizzazione: proponendo ricette tipiche dei territori oggetto di Gourmet oppure realizzando un menù Macef che renda visibile – per esempio attraverso una vetrofania – il collegamento fra il Salone Internazionale della Casa e la città di Milano. Il Premio Design di Macef, intitolato al fondatore della mostra, il Cavaliere del Lavoro Massimo Martini, ritrova a Gennaio la sua organizzazione via-web. Il tema è: Ceramics for Breakfast; brunch, lunch and dinner. Dedicato ai giovani designer di tutto il mondo il concorso si svolge sul sito specializzato Designboom. .  
   
   
LA STRADA DEL VINO DEI COLLI TORTONESI AI SALONI DEL GUSTO E DI LUGANO  
 
La Strada del Vino dei Colli Tortonesi, associazione che raccoglie intorno a sé numerosi soggetti pubblici e privati come la Camera di Commercio e la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona ed opera con l’obiettivo di porsi come punto di riferimento sul territorio tortonese, sarà presente al Salone del Gusto di Torino ed al Salone Internazionale delle Vacanze di Lugano. Al Salone Internazionale del Gusto di Torino sarà ospite dello stand della Provincia di Alessandria con un programma di esposizione e degustazione dei Prodotti Tipici locali pensato per offrire al visitatore un “assaggio” di un Territorio straordinario. A Lugano, invece, la Strada sarà presente con un’esposizione dei Prodotti Tipici locali per tutta la durata della fiera, dal 29 ottobre al 1 novembre. Il momento più importante sarà quello di lunedì 30 alle ore 18,00, quando il Presidente Mauro Colombo presenterà la Strada del Vino al pubblico ed alla stampa specializzata. Al termine della conferenza sarà possibile degustare i rinomati Vini Doc dei Colli Tortonesi e i Prodotti Tipici del Tortonese. Da anni il Salone del Gusto rappresenta un’occasione irrinunciabile per chiunque voglia esplorare il mondo straordinariamente variegato dell’enogastronomia nazionale ed internazionale, poggiando le fondamenta dei suoi intenti sui tre principi ispiratori della filosofia di Slow Food: buono, pulito e giusto. Il Salone Internazionale delle Vacanze di Lugano, invece, costituisce la fiera turistica più ampia e prestigiosa della Confederazione Elvetica. L’edizione 2005 del Salone si è conclusa con ottimi risultati: 54. 803 visitatori, 1500 operatori turistici accreditati, oltre 50 Paesi rappresentati, più di 450 stand su una superficie espositiva di 10. 000 mq. L’italia è stata la protagonista incontrastata del Salone 2005: gli ampi spazi espositivi dedicati al Bel Paese sono risultati i più apprezzati dal pubblico. Particolare attenzione e curiosità sono state rivolte a quelle località con una prestigiosa tradizione vitivinicola. I due appuntamenti risultano così in naturale sintonia con l’obiettivo della Strada del Vino: promuovere i Colli Tortonesi nell’ottica di un Turismo Culturale Integrato che possa valorizzare il territorio nella sua interezza. Info@stradacollitortonesi. Com .  
   
   
LO ZAFFERANO TRE CUOCHI PER UN PIATTO D´AUTORE  
 
Martedì sera si è svolta presso il prestigioso Hotel Principe di Savoia la serata di Gala della 3° edizione del Premio Giornalistico Nazionale "Piatto D´autore": evento gastronomico dedicato ai giornalisti dei più importanti media italiani appassionati di cucina per una sera chiamati a sfidarsi ai fornelli diventando ufficialmente chef d´autore. Quest´anno l´evento ha avuto come tema il Made In Italy e ha voluto promuovere una volta in più il patrimonio agro alimentare e vinicolo italiano tramite un viaggio ideale tra le tradizioni, le ricette, i sapori del territorio. Tra le Aziende che hanno partecipato a questa iniziativa dando risalto a tradizione italiana, contesto territoriale e culturale c´è stata Bonetti S. P. A. Con il proprio zafferano Tre Cuochi. Lucia Esther Maruzzelli, giornalista di Amica, e Chiara Dall´anese, giornalista di Natural Style, hanno sapietemente utilizzato "la pregiata polvere d´oro" per esaltare il sapore ed il colore dei propri piatti in gara. Proprio Chiara Dall´anese con i suoi "Straccetti di pollo alla Pastorelli" si è aggiudicata uno dei cinque premi di categoria. Renato Righi di Radio1 con il i suoi "Rigatoni in spuma di formaggi e tartufo bianco" si è aggiudicato il prestigioso primo premio "Pentola D´oro Baldassare Agnelli". Per il terzo anno consecutivo la gara disputata è stata presentata da Maria Teresa Ruta e le "ricette d´autore" sono state degustate e valutate da chef d´eccezione come Roberto Carcangiu, Marco Valletta e Stefano Cerveni che insolitamente hanno ricoperto il ruolo di giurati. .  
   
   
MARCHIO DOP PER L’EMMENTALER SWITZERLAND UNA TUTELA ANCHE PER I CONSUMATORI ITALIANI SECONDI SOLO AGLI SVIZZERI  
 
E’ giunta felicemente al termine la registrazione dell’Emmentaler Dop. Con decisione del tribunale federale di Losanna, il 25 settembre 2006, il formaggio Emmentaler è stato inserito nel registro svizzero delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche. Una decisione che tutela anche i consumatori Italiani che da sempre sono, dopo gli svizzeri, i più appassionati consumatori di Emmentaler. Nel 2005 sono state esportate in Italia 11. 710 tonnellate di Emmentaler Switzerland che rappresentano circa il 50% del totale esportato. Con questo ultimo atto che ha respinto i ricorsi interposti da aziende e organizzazioni estere si è concluso un iter iniziato sei anni fa con la presentazione all’Ufficio federale dell’agricoltura (Ufag) della domanda per l’iscrizione del formaggio Emmentaler nel registro delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche. Dopo una serie di ricorsi si è dovuta attendere la decisione in ultima istanza del Tribunale federale di Losanna. La “denominazione di origine protetta” Dop in Svizzera contraddistingue prodotti fabbricati con metodi tradizionali che presentano un legame storico con il loro territorio d’origine. Solo chi rispetta i severi requisiti di provenienza, produzione e qualità definiti in uno speciale elenco degli obblighi, può apporre sul suo prodotto il marchio di qualità Dop. La registrazione legale rappresenta un passo importante che garantisce i produttori e i consumatori in un contesto concorrenziale sempre più agguerrito a livello sia nazionale che internazionale. L’appellazione tutela infatti contro le imitazioni e assicura ai consumatori che la provenienza e la qualità del prodotto sono state controllate da un organo indipendente sotto l’egida dello Stato. Presentazione Del Nuovo Calendario Dell’azienda Vinicola Di Meo 2007 A New York 5 Novembre 2006 Cipriani Wall Street Uno dei luoghi cult di New York sarà lo scenario della presentazione del calendario 2007 firmato dall’azienda vinicola Di Meo. Al Cipriani Wall Street, il 5 novembre prossimo, la raffinata etichetta di vini irpini darà convegno al jet set e all’aristocrazia internazionale per presentare, con una festa esclusiva, un anno raccontato da un artista. Per il 2007 Di Meo ha scelto Lello Esposito, il demiurgo dei celebri Pulcinella che per la realizzazione del calendario ha realizzato una originalissima scultura, fotografata da Fabio Donato. Dodici suoi scatti raccontano i dodici mesi tra la plasticità dell’alluminio fuso e la cromaticità dei vini prelibati. Cipriani di Wall Street E’ uno dei locali più raffinati di New York. Il palazzo ottocentesco che lo ospita era un tempo sede della City Bank. Un restauro conservativo lo ha restituito alla fruzione dei neworkesi e degli ospiti internazionali. La cucina prelibata dell’Harry’s Bar arricchisce l’offerta di questo locale esclusivo che è curato e gestito da Giuseppe Cipriani. Calendario 2007 Per raccontare un anno, l’artista napoletano Lello Esposito, molto noto anche a New York, ha scelto di giocare con i numeri, fondendo le cifre in una magmatica creazione. Per ogni giorno dell’anno, Esposito ha realizzato 365 elementi di alluminio: numeri, lettere, segni zodiacali, maschere. Poi ha fuso tutto in un unico cumulo di 2007 chili di metallo. La scultura parla il linguaggio della sua terra misterica e vulcanica, tra segni, simboli e ribollente materia. Fabio Donato, il noto fotografo napoletano, ha poi fissato dodici sguardi differenti sulla scultura. Ne sono nati dodici scatti, uno per ogni mese del 2007. Il calendario sarà stampato in 6000 copie di cui mille da collezione perché impreziosite da una placca in alluminio che riproduce l’anno. A scrivere la prefazione di questo prestigioso calendario d’arte pubblicato da Graus è una firma eccellente della critica, Vittorio Sgarbi. Lello Esposito Scultore e pittore da circa trenta anni lavora sulla città di Napoli ed i suoi simboli - Pulcinella, la maschera, l’uovo, il teschio, il vulcano, San Gennaro e il corno nelle varie possibili metamorfosi. Svolge una ricerca che nel tempo gli ha permesso di sperimentare scultura e pittura e di realizzare un’evoluzione di significati, di dimensioni e di tecniche artistiche. Per le sculture e le installazioni utilizza materiali di vario tipo - bronzo e alluminio – e dipinge tele di grandi dimensioni. Lello Esposito ama definirsi “artista di culto" per l’indagine portata avanti sugli archetipi, sui simboli della città, sull’immaginario culturale che dal profondo emergono in superficie, vengono restituiti ed assumono nuove forme e raffigurazioni, contribuendo significativamente alle nuove interpretazioni della tradizione, indispensabile per ogni forma di sperimentazione artistica e culturale. Ha coniugato la passione totale per l’arte e per Napoli, diventandone indubbiamente un artista rappresentativo e fortemente riconoscibile. Il suo lavoro è noto in Italia e all’estero dove ha esposto in numerose mostre. Precedenti calendari Quello del 2007 è il quinto calendario d’arte firmato Di Meo. Il primo, quello del 2003, fu realizzato da 12 fotografi provenienti da tutto il mondo che rielaborarono in base alla loro sensibilità il tema del vino. Nel 2004 Di Meo virò sul classico scegliendo 12 dipinti custoditi nel Museo di Capodimonte. E fu proprio nei cortili della reggia napoletana che il calendario fu presentato in una serata memorabile. Nel 2005 toccò al Grand Tour fare da filo conduttore dell’anno. A realizzare il calendario su questo tema fu l’artista inglese Alexander Creswell. Il 2005 Di Meo fu presentato in un palazzo principesco di Roma. Infine il 2006. Sono stati i disegni e le tavole dello scultore e scenografo Ivan Theimer, magnifico autore della colonna di Place de la Victoire di Bordeaux in onore del vino, a raccontare l’anno dell’azienda irpina. La presentazione si tenne a Parigi nel prestigiorso Palazzo Guénégaud. Un’azienda, tre fratelli Generoso, Erminia e Roberto, tre fratelli uniti da una passione e molti progetti: il vino, l’arte, lo sviluppo della propria terra. L´azienda Agricola Di Meo è di loro proprietà e si estende sulle colline di Salza Irpina (550 slm). Cuore dell’attività aziendale, avviata dal padre Vittorio e dalla madre Alessandrina, è lo splendido casale settecentesco sorto su un casino di caccia dei Caracciolo, Principi di Avellino. Roberto, enologo, cura la direzione aziendale, Erminia e Generoso l´espansione commerciale in Italia ed all’estero. Seppur provenienti da percorsi di studio diversi, l’impegno dei fratelli Di Meo, alla guida dell’azienda di famiglia, è chiara dimostrazione di come un’educazione comune abbia fatto sì che rimanesse intatto il legame alla propria terra. Sia la cura dei vigneti che la raccolta delle uve, sono eseguite ancora oggi scrupolosamente a mano. L’uva proviene solo dalle aziende agricole di famiglia dislocate nelle più tipiche aree di produzione Docg, Doc. Ed Igt della provincia di Avellino. I processi di vinificazione sono effettuati con l’utilizzo delle tecniche enologiche più moderne, lasciando comunque inalterata la tradizionale metodologia produttiva. Il progetto di sviluppo dell’azienda Di Meo è fortemente orientato alla salvaguardia degli antichi vitigni autoctoni ed alla valorizzazione di vini simbolo della storia enologica irpina. .  
   
   
IN OCCASIONE DELLA RASSEGNA GASTRONOMICA MASTERS OF FOOD AND WINE LE PROPOSTE PARK HYATT MENDOZA E L’HIGHLANDS INN, PARK HYATT CARAMEL  
 
A seguito del ventennale successo della rassegna Masters of Food and Wine a Carmel in California, gli hotel Park Hyatt partecipano, per la prima volta insieme, all’evento dedicato all’enogastronomia, che nel 2007 toccherà anche l’America del Sud. Il Park Hyatt Mendoza, in Argentina, ospiterà, dal 15 al 18 febbraio 2007, gli appuntamenti rivolti ai buongustai amanti della cucina e del vino, mentre l’Highlands Inn, Park Hyatt Carmel celebrerà il Masters of Food and Wine, per il ventunesimo anno, dal 20 al 25 febbraio 2007. Masters of Food and Wine manterrà la nomea di “world’s largest small festival” presentando le varie specialità in ambienti accoglienti e intimi che ospiteranno non più di 50 invitati, con l’opportunità di conoscere e degustare i vini più famosi al mondo. Gli eventi organizzati nella città di Mendoza includeranno: un pranzo di quattro portate cucinato dallo chef Ken Oringer all’Andeluna Winery, situata ai piedi della catena montuosa delle Ande e organizzato da Rodrigo Reina Rutini, membro di una delle più antiche e importanti famiglie argentine produttrici di vino; una rassegna di tradizionali piatti argentini presentata dal famoso Luis Acuna, specializzato in Parrilla argentina, all’interno della Zuccardi Winery e della Lagarde Winery con accompagnamento musicale del celebre musicista folk argentino Jaime Torres; una cena di sei portate presentata dai famosi chef Todd English, Floyd Cardoz, Emmanuel Bassoleil, Ken Ooe, Fernando Trocca e Jean François Foucher. I piatti saranno accompagnati, durante la Wine Spectator Gala Dinner, dai vini argentini più rinomati; un pranzo presentato da Nicolas Catena, uno dei primi produttori di vino presso l’omonima Catena Winery e preparato dai famosi chef Cristophe David e François Foucher (rispettivamente del Park Hyatt Chicago e del Park Hyatt Paris-vendôme). I piatti saranno serviti insieme ai rinomati vini della cantina Catena e accompagnati da uno scenografico spettacolo di tango nei vigneti. Le altre cantine che, insieme al Park Hyatt Mendoza, partecipano all’inaugurazione del Masters Food and Wine South America sono: Catena, Dominio del Plata, Terrazas, Trapiche, Tapiz, Norton, Andeluna e Zuccardi. Un’esclusiva del festival di Mendoza è la Wine Spectator Rarities Dinner che si terrà nella Sala Duhau del Palacio Duhau – Park Hyatt Buenos Aires. La cena di otto portate, preparata da alcuni chef degli hotel Park Hyatt di tutto il mondo, sarà accompagnata da esclusivi e rari vini argentini che non si trovano più in commercio perchè acquistati dalle collezioni private di alcuni dei maggiori produttori vitivinicoli argentini. Grazie all’esclusiva posizione di Mendoza in una delle otto principali capitali del vino al mondo, molti appuntamenti si svolgeranno sia nell’hotel sia nei rinomati ristoranti ed enoteche della città, oltre che nelle cantine e aziende vitivinicole situate ai piedi delle Ande. Il Park Hyatt Mendoza ospiterà gli chef più famosi, provenienti dalle cucine di tutti i Park Hyatt del mondo e alcuni degli chef europei e americani più rinomati, tra cui: Christophe David (Park Hyatt Chicago), Ilhame Guerrah (Palacio Duhau – Park Hyatt Buenos Aires), Jean Francois Rouquette e Jean Francois Foucher (Park Hyatt Paris-vendôme), Pascal Valero (Grand Hyatt Sao Paulo), Ken Ooe (Chef al Kosue Park Hyatt Tokyo), Fernando Franco, Juan Manuel Guizzo ed Ernesto Ruiz (Park Hyatt Mendoza), Todd English, Ken Oringer (Clio), Floyd Cardoz (Tabla), i migliori chef brasiliani Paola Carosella ed Emmanuel Bassoleil (Skye nell’ Hotel Unique Sao Paulo), chef locali come Fernando Trocca (Sucre Buenos Aires e Industria Argentina a New York), Pablo Massey (Massey), Francis Mallmann (Restaurant 1884 a Escorihuela Winery, Patagonia Sur a Buenos Aires, Patagonia West in the Hamptons, e Garzon a Punta del Este, Uruguay) ed alcuni specialisti della famosa Parrilla (il barbeque argentino) tra cui: Luis Acuna (Pobre Luis a Buenos Aires. ) L’hotel Highlands Inn, Park Hyatt Carmel proporrà: due pranzi a cinque portate e due cene a sei portate preparati da celebri chef e accompagnati dai vini più pregiati al mondo; sei degustazioni di vini provenienti dalle più importanti cantine al mondo; sei dimostrazioni culinarie; una opening night reception con la partecipazione di 14 chef e oltre 60 cantine; una closing reception con 10 chef e oltre 20 cantine locali. Uno dei momenti clou del Masters of Food and Wine all’interno dell’hotel sarà l’esclusiva “10th Anniversary Wine Spectator Rarities Dinner”, una cena di nove portate preparate da tre chef di fama internazionale e accompagnate da 21 delle bottiglie di vino più rare e costose al mondo. Tra gli chef che prenderanno parte agli eventi all’ Highlands Inn, Park Hyatt Carmel: Gary Danko (Gary Danko), Rick Tramonto (Tru), Michael Lomonaco (Porter House New York), Michael Mina (Michael Mina), Grant Achatz (Alinea), Alex Stupak (Wd 50), Gina Depalma (Babbo), Michael Ginor (Hudson Valley Foie Gras), Charles Phan (Slanted Door), Daniel Humm (1 West Madison), Susan Spicer (Herbsaint/bayona) e Michel Richard (Citronelle). È possibile partecipare agli appuntamenti del Masters of Food and Wine prenotando il singolo evento oppure acquistando un pacchetto che include altri servizi in hotel. Numero verde: 800 872021. .  
   
   
MIKASA OENOLOGY E LA RIVOLUZIONE DEL KWARX ARC INTERNATIONAL CREA UNA COLLEZIONE DEDICATA ALL’ENOLOGIA, PER UNA DEGUSTAZIONE INEDITA E PER NUOVE SENSAZIONI DA ESPLORARE SENZA ESITAZIONE  
 
… All’origine delle numerose innovazioni tecniche nel campo del vetro, il Centro di Ricerca e Sviluppo di Arc International, leader mondiale del settore Arts de la Table, crea oggi un materiale di nuova generazione, altamente tecnologico, dalla formula esclusiva: il Kwarx. E’ dal 1968, epoca dell’automatizzazione del processo di produzione del cristallo, che non si era vista nel panorama vetrario una tale innovazione. Frutto di un dosaggio nuovo di materie prime perfettamente pure e di un altrettanto nuovo processo di fabbricazione, il Kwarx sintetizza le migliori qualità dei materiali esistenti per ottenere un risultato ancora migliore. La trasparenza pura, la brillantezza e la resistenza agli urti di Kwarx superano le migliori performance attualmente esistenti. E’ chiaro che le sue qualità intrinseche eccezionali ne fanno il materiale predestinato all’enologia, poiché il piacere della degustazione non è dissociabile dalle qualità del vetro utilizzato. Epicureo ed ingegnere di formazione, Philippe Durand, Presidente del Gruppo Arc International, diviene oggi Ambasciatore di Mikasa Oenology e non nasconde l’entusiasmo che ha provato nel partecipare alla ricerca del binomio ideale tra la forma perfetta di un bicchiere e gli aromi del vetro. Il Kwarx, Un’innovazione Straordinaria Nel Mondo Del Vetro 180 anni di storia, di know-how e di tecnologia del vetro hanno permesso al Gruppo Arc International di creare oggi il Kwarx . La sua messa a punto è, infatti, l’esito della concorrenza di molteplici elementi, di performance umane e tecniche, di assemblaggi inediti, di processi innovativi di fabbricazione, di team dedicati esclusivamente al suo sviluppo… Due anni di ricerche intensive e di sperimentazioni sono stati necessari per finalizzare questo materiale innovativo di altissima qualità che non ha finito di stupirci…Il Kwarx : All’inizio C’era Il Nome … La ricerca di una denominazione si è orientata verso l’idea dell’infinitamente piccolo, illustrando la quasi assenza di materia e perciò la purezza assoluta e la trasparenza perfetta de questo materiale innovativo creato da Arc International. Cosa c’è di più piccolo al di là dell’atomo? Nel suo nucleo, dei protoni, dei neutroni e degli elettroni; ma se si va oltre, c’è la particella elementare chiamata «quark». Quark divenne Kwark, poi Kwarx, dove la «x» sta a significare la segretezza del processo di fabbricazione. Un tocco finale d’eccellenza e di sofisticazione legata al livello di qualità del materiale creato. Il Kwarx è apparso subito come il nome perfettamente appropriato per definire un materiale avanzato. Il Kwarx, Una Sintesi Di Qualita’eccezionali Una trasparenza pura e assoluta Il Kwarx esprime la massima trasparenza mai raggiunta e la migliore performance di non colorazione del vetro. La trasparenza si misura scientificamente con un indice di trasparenza W e la decolorazione con un fattore di tinta T. Il Kwarx è il materiale oggi il più trasparente con un indice W superiore a 90 su 100 e un indice T prossimo allo zero. Il colore del suo contenuto è così autenticamente preservato. Una brillantezza perpetua ineguagliata ad oggi. La sua brillantezza è inalterabile. Testato in laboratorio il Kwarx conserva lo sfavillio originale anche dopo 2000 lavaggi industriali. La resistenza di un bicchiere alla lavastoviglie è stata così aumentata da 4 a 5 volte. Inoltre, non è stato rilevato nessun effetto «perruque », in altre parole la comparsa di filamenti bianchi sul vetro. Una resistenza ottimale Attraverso numerosi test, il Kwarx ha provato di possedere un’eccellente resistenza meccanica, dovuta alla sua struttura e alla sua composizione, ma anche all´esclusivo processo di fabbricazione che è stato sviluppato. La fusione intima ed invisibile tra il gambo e la paraison del bicchiere, per esempio, garantisce una superficie perfettamente liscia che non presenta nessuna zona di debolezza. Dalla Alla Materia Alle Sensazioni: Mikasa Oenology Quando il vetro lascia spazio alle sensazioni … Il Kwarx perfettamente neutro sulla scala della colorimetria permette di restituire al meglio la nota cromatica del vino. Sfumatura, luce, intensità si esprimono così fedelmente, preservando tutto il piacere dei sensi. Oltre alle qualità inerenti al Kwarx, i bicchieri Mikasa Oenology non presentano alcun segno di giunzione sul piede sul gambo, e si esprimono per il piacere del tatto, in una ripartizione di spessore perfetta e d’estrema finezza. Largo Alle Sensazioni! «Open Up», Una Prima Collezione Dedicata Ai Vini Giovani Solo il 3% della popolazione italiana possiede una cantina. I vini giovani, che siano italiani, francesi o del nuovo mondo, rappresentano una parte importante dei vini consumati dai nuovi amatori. Prima di cena, o il sabato facendo le spese passiamo alla cantina o al supermercato. Cosa c’è di più gradevole di una bottiglia fra amici? In realtà molto spesso i nonni o i genitori non hanno trasmesso alle giovani generazioni la « cultura del vino », la conoscenza dei vitigni. “La scelta di un bicchiere «Open-up » li aiuterà nell’esplorazione degli aromi » dichiara Arnaud Baratte, giovane e appassionato enologo della casa. Il bicchiere « Open-up » vi inizierà ai vini giovani del mondo intero (fino a 3 anni per i vini bianchi, fino a 5 per i rossi) poiché è un rivelatore d’aromi. «Open-up» si rivolge in effetti a coloro che talvolta possono avere una scarsa conoscenza in materia di apprezzamento del vino, ma che hanno voglia di consumarlo con piacere e di avvicinarsi alle sensazioni ad esso legate. E’ tannico? Dolce? Zuccherato? Effervescente o rotondo? Come ci piace? Poco, molto, appassionatamente, alla follia … Quali emozioni suggerisce la sua degustazione? Per gli amatori, « Open-up » è una bella novità in materia. Per gli appassionati rivelerà loro delle sensazioni nuove e ineguagliabili. «Open-up» : Quando La Forma Del Vetro Valorizza Il Vino Se gli aromi volatili e leggeri si ritrovano nella parte superiore della paraison, al centro del calice si concentrano gli aromi del sottobosco e della terra. Al fondo della paraison, si trovano l’alcool e gli aromi di bosco. Poiché la forma dei bicchieri “Open-up” permette di sviluppare tutti gli aromi, i piaceri gustativi e olfattivi ne vengono sublimati. La forma e i dettagli Inventario delle qualità di «Open-up» Un bevante tagliato a freddo Per meglio guidare il vino alla bocca Una paraison angolare Per permettere un’ossigenazione immediata e uno sviluppo ottimale degli aromi Un bicchiere equilibrato, un gambo fine Per una migliore presa Una linea spezzata della paraison Per valorizzarne il design e soprattutto per liberare ulteriormente le molecole di vino che si romperanno sulla paraison Una grande superficie di ossigenazione e un bevante più stretto Per concentrare gli aromi Un misuratore naturale Per visualizzare la quantità necessaria e ideale alla degustazione «Open-up» È fatto per meglio scoprire i vini giovani e demistificare la degustazione. Mikasa Oenology è prodotto e distribuito da Arc International, Palazzo Canova, centro Direzionale Milano 2, 20090 Segrate . .  
   
   
GRANDE MILLESIMO PER BARDOLINO E CUSTOZA.I PRIMI ASSAGGI CON IL NOVELLO “SOLE E LUNA”.  
 
Per le denominazioni gardesane del Bardolino e del Custoza c’è la soddisfazione di potersi aggiungere all’elenco di quanti parlano del 2006 come di un millesimo prodigo di soddisfazioni per vignaioli e cantinieri. Anche in questo splendido angolo d’Italia, infatti, la vendemmia e le prime fasi dei lavori in cantina stanno dicendo a chiare lettere che i vini che nasceranno nei prossimi mesi saranno davvero ottimi. Oramai ultimata la vendemmia delle uve per il Bardolino Superiore, le autoctone Corvina e Rondinella, che hanno fatto registrare gradazioni zuccherine eccezionali, attorno ai 19/20 gradi Babot. Analoga soddisfazione per il Custoza: di qualità eccellente i grappoli di Garganega e Fernanda giunti in cantina per la produzione del Custoza Superiore, con un elevatissimo tenore zuccherino, segno di una maturazione ottimale. Una materia prima – come stanno rivelando i primi “assaggi” – che darà al vino profumi intensi e armonici, con le varie componenti in perfetto equilibrio. Una vendemmia che, in termini di quantità, si assesta attorno ai 110mila ettolitri per il Custoza e ai 220mila, complessivamente, per la denomianzione del Bardolino. Una quantità che non crea alcuna preoccupazione, alla luce di una domanda che sembra dare ottime soddisfazioni a queste due doc del Veneto, probabilmente più di altre capaci di attrarre il consumatore con un prodotto di grande immediatezza e bevibilità, proposto a un prezzo corretto. Un bilancio estremamente positivo, al quale ha dato una forte spinta anche il Chiaretto Bardolino Doc, che ha visto nel giro di pochi anni raddoppiare la produzione, fino ad arrivare agli attuali 70mila ettolitri, un terzo della produzione complessiva della denominazione, con un export che si attesta attorno al 65 per cento. Ma i primi frutti di questa vendemmia saranno pronti a giorni: ancora un paio di settimane, infatti, e prenderà il via la grande festa del Novello, che vede nel Bardolino Novello Doc 2006 “Sole e Luna” uno dei suoi interpreti principali e più affermati. A sottolineare questa vocazione del Bardolino come “vino nuovo”, il consorzio ha preparato alcune di iniziative per offrirlo a operatori e consumatori. Si parte il 4 e 5 novembre dal 20° Salone del vino Novello a Vicenza, dove il consorzio sarà presente con un tavolo istituzionale, per poi arrivare alla grande Festa del Bardolino Novello, appuntamento oramai tradizionale che animerà il centro di Bardolino da venerdì 10 a domenica 12 novembre con un ricco programma di eventi, manifestazioni, degustazioni. Migliaia gli enoturisti e gli appassionati attesi non solo dall’Italia, ma da Svizzera, Austria e Germania. L’11 e 12 novembre il Bardolino Novello Doc 2006 “Sole e Luna” sarà presente anche alla Mostra mercato di Ostiglia (Mantova), mentre il 12 novembre sarà al Palazzo Auditorium di Villafranca, alla Mostra del Bardolino Novello Doc organizzata dalla locale sezione Onav con il patrocinio del Comune di Villafranca. Dal 23 al 25 novembre, infine, il Bardolino Novello sarà al Weekend della degustazione a Milano, evento patrocinato da Onav Lombardia che all’ultima edizione ha visto la presenza di 5. 600 visitatori. .  
   
   
41^ FIERA NAZIONALE DEL TARTUFO BIANCO PREGIATO DI ACQUALAGNA FINO AL 12. NOVEMBRE  
 
Acqualagna ,cittadina di 4300 abitanti si adagia sulle verdi colline dell’Appennino Marchigiano, si schiude come un gioiello dalla brezza marina della costa adriatica accompagnata dai colli Feltreschi della Rinascimentale Urbino . Come un vero scrigno le sue terre generano uno dei prodotti più preziosi della terra:Il Tartufo. Acqualagna è l’unico territorio che possiede tutti i tipi di tartufo fresco tutto l’anno. Tartufo bianco Tartufo nero pregiato Tartufo bianchetto o ‘marzuolo’ Tartufo nero estivo o ‘scorzone’ Qui raccoglitori e commercianti che lavorano in tutti i mercati mondiali, hanno la propria sede o svolgono la maggior parte della loro attività. Il mercato del tartufo di Acqualagna si è consolidato come sede privilegiata del commercio all’ingrosso: in loco vengono trattati i 2/3 dell’intera produzione nazionale(circa 500/600 quintali di tartufo di tutti i tipi). I paesi che maggiormente apprezzano il prodotto sono Germania, Belgio Olanda, Francia, Usa, e Canada. In Acqualagna ogni ditta possiede il suo negozio per la vendita al minuto del fresco e di tutti i prodotti conservati a base di tartufo che ogni anno aumentano e propongono accostamenti tra i più curiosi sempre nel rispetto della qualità. Le Fiere In corrispondenza dei periodi di raccolta delle diverse varietà di prodotto, si svolgono quattro importanti manifestazioni fieristiche: La Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Ottobre e Novembre è l’evento più notevole che ha permesso ad Acqualagna di diventare la Capitale del Tartufo. Ogni anno è raggiunta da una folla di turisti da tutto il mondo . Gli stand espositivi sono circa un centinaio, la Piazza centrale si trasforma in un salotto dove solo qui si possono ammirare, annusare e acquistare quintali su quintali di tartufo fresco per non tralasciare tutti gli altri prodotti di qualità quali salumi vino miele e formaggio prodotti nelle nostre zone. La fama e il target qualitativo dell’evento richiama ormai anche produttori nazionali e internazionali che vengono selezionati e mostrano e vendono solo il meglio della propria produzione di nicchia. Insomma un salone del gusto firmato qualità ma soprattutto tradizione, storia, sapore autentico. L’afflusso di gente ha toccato i 100. Mila visitatori per non parlare di politici e vips di ogni tipo che affollano ogni giornata di fiera. Tartufaie e Tartufi Cani e Ruscelle La ricerca del tartufo è una vera e propria arte che i cercatori si tramandano di generazioni in generazioni da secoli,come veri e propri segreti custodiscono i luoghi, le tracce lasciate dalla natura, le zone più produttive . Tutto è serbato nella memoria e bravura del cercatore e del suo fido compagno : il cane che grazie al suo fiuto eccezionale sa riconoscere sotto terra l’odore del prelibato tubero grazie ad un lungo addestramento e un buon feeling con il proprio padrone. Qui sono anche prodotte le ruscelle…piccoli vanghini fatti a mano da produttori locali, unici attrezzi adatti per lo serramento del tartufo che deve essere fatto con la più grande attenzione e rispetto delle zolle sollevate, scrigni intoccabili di una futura produzione. In Acqualagna quasi tutti hanno il patentino per la ricerca che avviene tra i boschi e le macchiette delle colline circostanti popolate di querce, pini, frassini, noccioli…sono le tartufaie naturali, spontanee segno di benessere ecologico; accanto a queste nascono le tartufaie artificiali dove i terreni sono rimboschiti con piantine micorizzate con le spore dei tartufi neri, unica tipologia in grado di esser riprodotta con tali tecniche. Il primo impianto artificiale sperimentale fu realizzato in Acqualagna nel 1933 presso il monte del Furlo, incastonato nella splendida Gola omonima oggi diventata Riserva Naturale Statale. Oggi tutti possono investire e acquistare una tartufaia in Acqualagna grazie alle nuove politiche agricole e al sostegno di agenzie locali specializzate quali Marchetinghs di Acqualagna www. Marchetinghs. Com .  
   
   
GIROSAPORI, IL GRAN TOUR ENOGASTRONOMICO DEI BORGHI NELLA NUOVA EDIZIONE DI “APERTO PER FERIE” 2007  
 
La nuova edizione di Aperto Per Ferie 2007 riproporrà ancora Girosapori, il gran tour enogastronomico dei borghi (nel 2006 ha riscosso un enorme successo di pubblico con oltre 10. 000 persone a tavola), che vedrà ancora una volta le locande e le osterie dislocate nei piccoli borghi di mezza Italia, presentare i piatti più tipici della cucina tradizionale italiana raccolti in menù appositamente preparati. Nel mese di Dicembre, poi, andrà in scena anche Girosapori “Fine Anno”, proposta enogastronomica inconsueta per un “ultimo dell’anno” tra i borghi di Aperto per Ferie 2007, con degustazioni di ricette tradizionali regionali preparate in occasione del capodanno. E’ partita nelle scorse settimane la nuova edizione del progetto realizzato da Unpli in collaborazione con il Ministero della Solidarietà Sociale per la rivitalizzazione dei piccoli borghi a rischio spopolamento. E’ partita dal piccolo borgo di Castel di Tora (Rieti) l’edizione 2007 di “Aperto Per Ferie”, il progetto realizzato dall’Unpli l’Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia e finanziato dal Ministero della Solidarietà Sociale, finalizzato alla rivitalizzazione di 20 piccoli borghi italiani, uno per ogni regione, a rischio spopolamento. L’iniziativa vuol porre rimedio ad un fenomeno demografico negativo di larga portata che coinvolge quasi 5000 comuni italiani con meno di 2000 abitanti, mettendo a disposizione le competenze e la professionalità delle oltre 6000 Pro Loco italiane riunite nell’Unpli. “Aiutare le Pro Loco - ha detto Claudio Nardocci Presidente Nazionale delle Pro Loco italiane – vuol dire far del bene agli altri e a sé stessi. Aiutarci a preservare il territorio e a conservare e valorizzare ogni sua risorsa turistica e culturale, aiuta a rimanere attaccati alle proprie radici, a proteggere le nostre tradizioni, e a vivere anche meglio. ” Il calendario di visita e l’elenco dei borghi di Aperto per Ferie 2007 è disponibile sul sito www. Apertoperferie. Net dove sono disponibili anche notizie e ricette locali dei piatti che si possono degustare nei borghi di Aperto per Ferie 2006. .  
   
   
POLENTA RAPIDA MOLINO SPADONI, POCHI MINUTI E L’INVERNO È SERVITO.  
 
Molino Spadoni – lo specialista delle farine – con Polenta Rapida ci offre il modo per preparare in soli due minuti, grazie alla farina precotta al vapore, un’ottima polenta gialla di mais: un piatto che scalderà le fredde giornate invernali, riportandoci alle buone abitudini alimentari di un tempo. Da secoli la polenta viene servita sulle nostre tavole, portando con sé tutta la storia di cui è intrisa: è infatti uno dei piatti più rappresentativi e versatili della tradizione culinaria italiana tanto che l’immagine del tagliere di legno che sostiene una polenta gialla fumante da tagliare a fette e da gustare in compagnia è quasi un simbolo per la nostra cultura. La polenta, piatto “povero ma ricco”, è estremamente proteica e, se accompagnata da altri cibi che contengono vitamine, offre un corretto apporto nutritivo. Purtroppo, a causa dei ritmi frenetici moderni e dell’avanzata dei fast food, la polenta è diventata un piatto “a rischio di estinzione”: la necessaria lentezza di preparazione – a fuoco lento e continuando a mescolare – mal si adatta allo stile di vita attuale. Ecco che Molino Spadoni con Polenta Rapida ci aiuta a vivere la contemporaneità, senza rinunciare ai sani sapori di un tempo. Ideale per preparare ricchi piatti unici invernali con carni, formaggi e pesce, Polenta Rapida Molino Spadoni è ottima anche servita abbrustolita il giorno dopo. Un incontro fra modernità e tradizione, fra presente e passato, che può dar luogo anche a nuovi e interessanti spunti in cucina: avete mai provato, per esempio, la polenta con il cioccolato? Basta prendere con un cucchiaio una piccola porzione di polenta gialla molto calda, infilarvi un pezzo di cioccolato fondente o al latte, chiudere il buco e lasciare riposare per alcuni secondi affinché il cioccolato si sciolga…un’inaspettata delizia! Polenta Rapida è, dunque, un prodotto ideale per coniugare uno stile alimentare sano, genuino e legato alle tradizioni, adattandosi ai ritmi frenetici contemporanei. Ecco che Molino Spadoni, in cambio di due minuti di tempo, ci regala un gradito salto nel passato, senza rinunce. .  
   
   
SALMONE, STOCCAFISSO E BACCALÀ DI NORVEGIA NELLA CUCINA DELLE FESTE  
 
Baccalà, stoccafisso e salmone, tre prodotti provenienti dalle fredde acque del Mar di Norvegia preparati con semplicità e fantasia tipicamente “Made in Italy” e sapientemente abbinati agli ingredienti della migliore tradizione mediterranea. Ricette semplici ma ricche di gusto, pensate per la cucina invernale e in particolare per tutte le occasioni conviviali e di festa che scalderanno i mesi freddi in arrivo. Ecco quindi che lo stoccafisso è il ripieno gustoso per coreografici cannelloni dal sapore di mare, al nero di seppia. Calde e croccanti frittelle di baccalà abbracciano il tradizionale sapore dei pomodori secchi. Il salmone infine, con le sue carni tenere e dal sapore delicato, custodisce una soffice cupola di cavolfiori. Preparatevi quindi a trascorrere, durante le feste, delle serate in compagnia del gusto intenso dello stoccafisso, della compattezza delle carni del baccalà e della delicatezza del salmone di Norvegia, che accompagnati da ingredienti mediterranei, sani e genuini e preparati in ricette semplici e gustose, vi faranno scoprire tutta la loro versatilità e renderanno più gustose e facili da preparare le vostre tavole festive. Forse non tutti sanno… …Le differenze tra lo stoccafisso ed il baccalà sono il risultato di due lavorazioni del merluzzo diverse: lo stoccafisso è merluzzo essiccato all’aria gelida e pulita e al sole delle Isole Lofoten, secondo un processo assolutamente naturale; il baccalà è merluzzo conservato sotto sale. Esiste anche il baccalà salato ed essiccato che quindi dopo la fase di salatura subisce un processo di essiccazione artificiale. Una curiosità: mentre in tutta Italia il merluzzo conservato per essiccazione è chiamato “stoccafisso”, nell’area veneta viene battezzato “baccalà”. Tutte le ricette venete a base di baccalà, come il celeberrimo “baccalà alla vicentina”, sono in realtà preparate con lo stoccafisso. …Come ammollare lo stoccafisso e il baccalà Per lo stoccafisso sono necessari 5/6 giorni in acqua corrente. Durante l’ammollo, lo stoccafisso aumenta il suo peso di circa 3-4 volte, riacquistando le stesse caratteristiche che aveva da merluzzo fresco e mantenendo gli stessi valori nutrizionali. Inoltre, una volta ammollato è più semplice e veloce da cucinare. Per quanto riguarda il baccalà salato ed essiccato, è sufficiente lavarlo e ricordarsi di lasciarlo a bagno per circa 24-48 ore, a seconda della grandezza del pesce, prima di utilizzarlo. Il baccalà salato ha invece generalmente bisogno di essere messo a bagno per circa 24 ore, a seconda della quantità di sale utilizzato. Dopo l’ammollo, il baccalà è pronto in soli 5-10 minuti. Si può scegliere se cucinarlo lesso, fritto, stufato o grigliato, perché, una volta bagnato, il baccalà torna ad avere le stesse caratteristiche del pesce fresco, ma con un sapore tutto speciale. …Come scegliere un salmone di qualità Le branchie devono essere rosso vivo. Il salmone congelato ha branchie marrone, a causa del processo di congelamento. Gli occhi del pesce devono essere limpidi e integri Il pesce deve essere coperto di uno strato umido, per impedire che i batteri intacchino la carne (se volete mantenere il pesce sano, non rimuovete questo strato). Il salmone fresco “profuma di mare” Passate con le mani l’intera lunghezza del pesce per rilevare eventuali ammaccature. Non ci devono essere, sono il risultato di un trasporto poco curato che ha compromesso la qualità del prodotto. …Come sfilettare il salmone I pesci rotondi come il salmone sono composti da due filetti, ai lati della spina centrale. Per ottenere filetti interi e uniformi, si suggerisce di utilizzare l´apposito coltello sfilettatore ben affilato. Incidere il pesce all´altezza delle branchie e con un taglio trasversale staccare la testa. Inclinare il coltello in avanti per ridurre al minimo lo scarto. Disporre il pesce sul tagliere con la coda rivolta verso di sé. Incidere la polpa e ruotare il coltello fino a far aderire la lama di piatto alla spina centrale. Fare scorrere la lama dalle branchie alla coda, con un taglio netto. Girare il pesce e ripetere l´operazione per ricavare l´altro filetto. Eliminare le spine ventrali e la pellicina bianca dello stomaco. Tastare la polpa del filetto, per verificare che non vi siano rimaste delle spine dorsali; in tal caso, estrarre le spine ad una ad una con l´aiuto di una pinzetta. Per spellare il filetto: Praticare una piccola incisione in corrispondenza della coda. Tirare energicamente la pelle tenendola dal lato della coda. Con l´aiuto della lama, staccare con cautela la polpa dalla pelle. …Come viene affumicato il salmone Esistono due tipi di affumicatura del salmone: a freddo e a caldo. Il procedimento più usato è quello a freddo: il pesce, sviscerato e pulito, viene messo a marinare in una soluzione di acqua e sale per 40/60 ore (a seconda della dimensione dei filetti); la salatura perfetta si raggiunge quando la salamoia è stata uniformemente distribuita fino al centro del pesce. Quando è pronto, il pesce viene sciacquato in acqua fredda, 1 o 2 ore prima di essere seccato, e passato alla fase di affumicatura che avviene in uno speciale forno privo di calore diretto. Le temperature non superano i 25-30 C° e i gas dell’affumicatura sono molto secchi, in modo che il pesce si disidrati durante il processo. L’affumicatura impiega 12-15 ore. Per essere affumicato a caldo, il pesce, dopo il processo di marinatura, uguale a quello del processo a freddo, deve essere a diretto contatto con il calore e con gli acidi del fumo. Le temperature raggiungono gli 80-100° e l’affumicatura dura circa 1. 5 ore. E’ consigliabile consumare il salmone affumicato a caldo appena sfornato o comunque in pochi giorni perché non si conserva a lungo. …Come scegliere un salmone affumicato di qualità Il fattore più importante per avere un buon salmone affumicato è la qualità della materia prima in termini di freschezza e l’abilità del produttore nella lavorazione. Controllare sempre la data di confezionamento del prodotto. Se occorre congelare il salmone affumicato, non lo si dovrà tenere nel freezer per oltre due mesi. Assaggiate e odorate sempre il salmone prima di servirlo. Se il pesce si è avariato, ve ne accorgerete dall’odore cattivo e acido. …Come conservare il salmone affumicato Le buste sottovuoto mantengono il prodotto fresco e immune da batteri per settimane. Il salmone migliore, non sotto vuoto, conservato in frigo con temperatura inferiore a 4°C, si mantiene per 6-8 giorni. .  
   
   
VITAMINE-DOR È LA PRIMA ARANCIATA GASSATA IN EUROPA CON VITAMINE E MINERALI  
 
Spumador apre un nuovo segmento di mercato con la prima aranciata gassata funzionale in Europa, che garantisce le qualità nutrizionali delle vitamine e dei minerali per tutta la durata della “vita a scaffale” del prodotto. Vitamine-dor è la prima bibita gassata in Europa a poter vantare un contenuto nutrizionale che la posiziona in una fascia di mercato, quella delle bevande funzionali, ancora non presidiata dai concorrenti. Questa aranciata, infatti, ha un contenuto nutrizionale superiore a tutte le altre bibite gassate attualmente in commercio. Senza edulcoranti né coloranti artificiali, Vitamine-dor è fatta di acqua oligominerale S. Antonio e succo d’arancia (minimo 12%) con l’aggiunta di vitamine e minerali, essenziali per l’equilibrio psico-fisico, all’insegna di una sana alimentazione specialmente per le mamme e i bambini in fase di crescita (4-13 anni). Nel panorama delle bibite gassate di tutta Europa, questa aranciata rappresenta un prodotto unico, dal momento che nessun produttore finora è riuscito a realizzare una bibita gassata che garantisca le qualità nutrizionali delle vitamine e dei minerali fino alla scadenza del prodotto. Si tratta di una svolta tecnologica: adesso esiste il modo per far sì che le vitamine non decadano in presenza di gas. “Ecco qualcosa di nuovo nel mondo delle bevande gassate – commenta Luigi Predeval, Assistente dell’Amministratore Delegato, Gruppo Spumador – Vitamine-dor è una bevanda funzionale, che mette d’accordo il gusto con le sue virtù nutrizionali, a favore del benessere e di una corretta alimentazione. La distribuzione ha già accolto positivamente le nostre presentazioni di prodotto, che è già presente sugli scaffali di alcune delle più importanti catene della Gdo nazionale. Con Vitamine-dor non ci rivolgiamo però solo alla Gdo ma anche ad altri canali con una gamma completa di formati: Pet da 1,5lt, Pet da 0,5lt e Vetro da 1l e da 200cl”. Vitamine-dor è il frutto dell’intensa attività che il laboratorio di ricerca e sviluppo del Gruppo Spumador, all’interno dell’azienda, ha svolto avvalendosi anche del contributo di un importante gruppo farmaceutico internazionale, specializzato in ricerca nutrizionale per bambini, con l’obiettivo di creare prodotti innovativi capaci di soddisfare i gusti e migliorare la salute dei consumatori, specialmente dei più giovani. La bibita contiene Vitamina B3 (Niacina), Vitamina C, Vitamina H (Biotina), Magnesio e Zinco. Con questi elementi è possibile affermare che un bicchiere di Vitamine-dor (100 ml) garantisce un apporto di vitamine e minerali pari al 15% della dose media giornaliera consigliata (Rda). Vitamina B3 per fornire energia ed affrontare con grinta la giornata, senza trascurare il grande apporto allo sviluppo della memoria, Vitamina C per rafforzare le difese immunitarie dell’organismo, Vitamina H per favorire la crescita e mantenere pelle e capelli sani, Magnesio per la salute di ossa e denti, Zinco per assicurare un rendimento fisico alto e costante. Fresca e dissetante, questa aranciata si colloca nel nuovo segmento di mercato degli alimenti funzionali. Il Gruppo Spumador ha, infatti, deciso di cavalcare le tendenze dei gusti e le esigenze salutistiche dei consumatori, ormai ben riconoscibili in tutta Europa. La soluzione è quella di un prodotto speciale tanto “functional food”, quanto gustoso drink adatto ad ogni momento della giornata, capace di uscire dalla stagionalità tipica di queste bevande perché ha vitamine e minerali che aiutano l’organismo nella stagione invernale. Vitamine-dor, prodotta e commercializzata nel gusto “arancia”, sarà presto affiancata da altri originali gusti. Un’intera linea di bevande fresche, dal packaging colorato e divertente, ideali per chi vuole prendersi cura della propria salute, scegliendo uno stile di vita sano, genuino ed appagante. .