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Notiziario Marketpress di Lunedì 20 Dicembre 2010
UE: LEGITTIMITÀ E CHIAREZZA ESSENZIALI PER UN EFFICACE MECCANISMO DI SALVATAGGIO EUROPEO  
 
 Bruxelles, 20 dicembre 2010 - Il meccanismo europeo anti-crisi per salvaguardare la stabilità finanziaria dell´Unione e sostenere i paesi in difficoltà deve chiaramente specificare la partecipazione dei privati, l´associazione degli stati che non hanno l´Euro e l´impatto sul bilancio comunitario, secondo una risoluzione approvata giovedì. Il testo sottolinea l´importanza di un mercato unico europeo per le obbligazioni, chiede la creazione di un agenzia europea per la stabilità e esamina la possibilità di creare Eurobond. Nel testo adottato, i deputati chiedono una maggiore partecipazione del Parlamento a tutte le fasi di dibattito, per assicurare trasparenza verso i cittadini e responsabilità democratica e affermano che i dettagli sul funzionamento del cosiddetto Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (Mes) dovranno essere proposti dalla Commissione e negoziati poi da Consiglio e parlamento, ed essere coerenti con la legislazione sulla governance economica in preparazione. Questioni ancora irrisolte - Affinché sia possibile creare il Mes, è necessario fare chiarezza su una serie di questioni, dicono i deputati. Secondo il testo approvato, il settore privato dovrebbe partecipare alla condivisione degli oneri e propone di adattare le disposizioni attuali per prevedere la partecipazione caso per caso di creditori privati, chiedendo alla Commissione di chiarire il ruolo degli investitori, dei risparmiatori e degli altri soggetti operanti sul mercato, in modo coerente con le prassi operative dell´Fmi. Eurobond? Il Parlamento chiede la creazione di un´Agenzia europea per la stabilità per affrontare la crisi del debito e garantire un mercato obbligazionario realmente europeo, caratterizzato da un alto grado di liquidità, chiede che siano vagliati altri possibili strumenti e invita la Commissione a presentare una proposta praticabile basata sui risultati di tale valutazione. Principi fondanti del Mes - Oltre al principio di partecipazione dei privati, i deputati affermano il principio di condizionalità "rigorosa e progressiva", che deve servire a rilanciare la crescita sostenibile senza andare a detrimento dei più vulnerabili, senza tradursi in un abbassamento del salario minimo e in un aggravamento della povertà e delle diseguaglianze. Prossime tappe - Il Consiglio europeo dovrà adottare il quadro generale per il meccanismo di salvataggio venerdì, con i dettagli sul suo funzionamento che saranno presentati durante il 2011. Allo stesso tempo, i deputati della commissione affari economici che portano avanti i negoziati col Consiglio sulla governance economica continueranno il loro lavoro presentando una posizione formale in gennaio.  
   
   
AGENDA DIGITALE: UN PIANO D´AZIONE PER AGEVOLARE L´ACCESSO ALLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ON-LINE (E‑GOVERNMENT) IN TUTTA L´UE  
 
 Bruxelles, 20 dicembre 2010 - La Commissione europea ha elaborato un programma ambizioso per collaborare con le autorità pubbliche degli Stati membri al fine di ampliare e perfezionare i servizi che queste offrono via internet. Il nuovo piano d´azione per l´e-government prevede quaranta punti specifici da realizzare nell´arco dei prossimi cinque anni per consentire a cittadini e imprese di utilizzare servizi online per registrare una società, iscriversi ed accedere alla previdenza sociale e all´assistenza sanitaria, iscriversi all´università o partecipare a gare d´appalto per la fornitura di beni e servizi alle pubbliche amministrazioni. Promuovere l´e-government può aiutare a migliorare la competitività dell´Europa e consentire alle autorità pubbliche di offrire servizi migliori e vantaggiosi in tempi di ristrettezze finanziarie. Per questi motivi, il piano d´azione è una parte fondamentale dell´agenda digitale europea, che mira ad aumentare l´uso dei servizi di e-government da parte dei cittadini del 50% e da parte delle imprese dell´80% entro il 2015 (cfr. Ip/10/581, Memo/10/199 e Memo/10/200). Il nuovo piano d´azione si basa sull´esperienza accumulata con il piano d´azione sull´e-government del 2006 (cfr. Ip/06/523). Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione responsabile dell´agenda digitale, ha affermato: "Questo piano d´azione e-government aiuterà le autorità pubbliche a utilizzare le tecnologie dell´informazione e della comunicazione per offrire servizi migliori a costi ridotti, semplificando la vita a cittadini e imprese in termini di accesso ai servizi pubblici." In questo ambito, l´agenda digitale si propone di: incrementare fino al 50% l´uso dei servizi e-government da parte dei cittadini dell´Ue e fino all´80% da parte delle imprese dell´Ue entro il 2015; garantire che diversi servizi pubblici fondamentali vengano resi disponibili on‑line, in modo che gli imprenditori possano avviare e dirigere un´azienda ovunque si trovino nell´Ue, indipendentemente dal luogo d´origine, e in modo che i cittadini possano studiare, lavorare, vivere e andare in pensione più facilmente in qualunque paese dell´Ue si trovino. Il piano d´azione europeo per l´e-government mira a promuovere la transizione verso una nuova generazione di servizi e-government aperti, flessibili e ininterrotti a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Nella fattispecie, il piano è volto a rendere i servizi efficienti negli altri Stati membri quanto lo sono nel paese d´origine, nonché ad aprire la strada per consentire agli utilizzatori di "configurare" attivamente i servizi pubblici on-line che meglio rispondono alle loro esigenze. Le pubbliche amministrazioni nazionali giocheranno un ruolo centrale nell´attuazione del piano d´azione, mentre la responsabilità principale della Commissione sarà quella di migliorare le condizioni per lo sviluppo di servizi di e-government transfrontalieri. A tal proposito, occorre stabilire dei prerequisiti, ad esempio per quanto riguarda interoperabilità, firma elettronica (e-Signature) e identificazione elettronica (e-Identification). Le misure del piano d´azione rientrano in quattro categorie. Responsabilizzazione degli utilizzatori: servizi progettati per rispondere alle esigenze degli utilizzatori; produzione collaborativa di servizi, ad esempio le tecnologie Web 2.0; riutilizzo di informazioni del settore pubblico (compresa la revisione della direttiva sulle informazioni del settore pubblico – cfr. Ip/10/1103); migliore trasparenza; coinvolgimento di cittadini e imprese nel processo di elaborazione delle politiche. Mercato interno: servizi ininterrotti per le imprese; mobilità personale; attuazione in tutta l´Ue di servizi transfrontalieri. Efficienza ed efficacia delle pubbliche amministrazioni: perfezionamento dei processi organizzativi (ad es. Approvvigionamento elettronico e trattamento più rapido delle candidature); riduzione degli oneri amministrativi; pubbliche amministrazioni più "ecologiche" (ad es. Archiviazione elettronica e utilizzo di sistemi di videoconferenza in alternativa agli spostamenti). Attuazione dei prerequisiti per lo sviluppo di soluzioni di e-government: specifiche aperte e interoperabilità (ad es. Attuazione del quadro europeo di interoperabilità); messa a disposizione di strumenti chiave (ad es. Revisione della direttiva sulla firma elettronica e proposta sul reciproco riconoscimento pan-europeo di identificazione e autenticazione elettroniche). Di seguito sono indicati alcuni esempi concreti delle misure del piano d´azione: applicazione della registrazione sicura dei dati "una tantum" presso le pubbliche amministrazioni (per evitare di dover fornire le stesse informazioni più volte a diversi organi dell´amministrazione); sviluppo a livello Ue di carte d´identità elettroniche nazionali ("eId") per agevolare le procedure transfrontaliere, ad esempio avviare una società all´estero, trasferirsi o lavorare all´estero, sbrigare le pratiche burocratiche online se si va in pensione in un altro paese o iscriversi ad una scuola o università estera; visualizzazione in tempo reale dello stato delle operazioni di cittadini e imprese con la pubblica amministrazione grazie ad una maggiore trasparenza e apertura; personalizzazione dei servizi per rispondere adeguatamente alle esigenze degli utilizzatori, ad esempio erogazione di documenti e informazioni in formato elettronico in modo rapido e sicuro; messa a disposizione dei dati per il riutilizzo da parte di terzi per sviluppare nuovi servizi pubblici e applicazioni, ad esempio mappe per sistemi di navigazione o applicazioni per l´informazione turistica. Il piano d´azione si fonda sul successo dei progetti pilota su larga scala finanziati dall´Ue nell´ambito dei servizi transfrontalieri pilotati dai progetti Ue in corso Stork, Peppol, Spocs e epSos (cfr. Memo/10/680), allo scopo di semplificare l´accesso ai servizi on-line da parte di cittadini e imprese in tutta l´Unione.  
   
   
CONCORRENZA: LA COMMISSIONE EUROPEA HA ADOTTATO NORME RIVISTE IN MATERIA DI CONCORRENZA SUGLI ACCORDI DI COOPERAZIONE ORIZZONTALE  
 
 Bruxelles, 20 dicembre 2010 - La Commissione europea ha rivisto le proprie norme per la valutazione degli accordi di cooperazione fra concorrenti, i cosiddetti accordi di cooperazione orizzontale. Poiché è spesso essenziale che le imprese collaborino per realizzare sinergie, in varie industrie esiste un’ampia serie di accordi di cooperazione orizzontale. I testi rivisti aggiornano e chiariscono ulteriormente l’applicazione delle norme in materia di concorrenza in questo ambito di modo che le imprese possano valutare meglio se i propri accordi di cooperazione sono in linea con tali norme. Le modifiche riguardano principalmente la standardizzazione, lo scambio di informazioni e la ricerca e sviluppo (R&s). Il Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile della concorrenza, Joaquín Almunia, ha dichiarato: “Con le nuove norme vogliamo apportare un contributo fondamentale alla strategia Europa 2020 della Commissione, in particolare promuovendo innovazione e competitività. Le nuove linee direttrici e i nuovi regolamenti di esenzione per categoria daranno alle imprese la libertà necessaria per cooperare su un mercato globalizzato, riducendo nel contempo al minimo il rischio di accordi dannosi per l’industria e per i consumatori.”. La Commissione ha adottato oggi un pacchetto aggiornato di norme, composto di linee direttrici e di due regolamenti, che illustrano il modo in cui i concorrenti possono cooperare senza violare le norme Ue in materia di concorrenza. Le cosiddette linee direttrici orizzontali forniscono un quadro per l’analisi delle forme più comuni di cooperazione orizzontale, quali gli accordi nel campo della R&s, della produzione, dell’acquisto, della commercializzazione, della standardizzazione, delle condizioni standard e dello scambio di informazioni. I due regolamenti esentano dall’applicazione delle norme di concorrenza determinati accordi in materia di R&s, specializzazione e produzione che ben difficilmente potrebbero sollevare problemi sotto il profilo della concorrenza. Le due caratteristiche principali della riforma sono un nuovo capitolo sullo scambio di informazioni nelle linee direttrici e una revisione sostanziale del capitolo relativo agli accordi di standardizzazione. Le linee direttrici promuovono un sistema di fissazione degli standard aperto e trasparente, che aumenta pertanto la trasparenza dei costi di concessione delle licenze per i diritti di proprietà intellettuale utilizzati negli standard. Nel capitolo rivisto sulla standardizzazione sono stabiliti i criteri in base ai quali la Commissione non metterà in discussione un accordo di definizione degli standard (“zona di sicurezza”). Il capitolo dà inoltre indicazioni dettagliate in merito agli accordi di standardizzazione che non soddisfano i criteri per rientrare nella “zona di sicurezza” onde consentire alle imprese di valutare se rispettano le norme Ue in materia di concorrenza. È possibile che le organizzazioni di normazione vogliano che i propri membri divulghino in modo unilaterale, prima della fissazione di uno standard, gli importi massimi che applicherebbero per i loro diritti di proprietà intellettuale qualora questi venissero inclusi in uno standard. Un sistema di questo tipo consentirebbe ad un’organizzazione di normazione e all’industria di compiere scelte informate in materia di qualità e di prezzo al momento di decidere quale tecnologia includere in uno standard. Le norme riviste precisano che un sistema di questo tipo non violerebbe di norma il diritto Ue in materia di concorrenza. Lo scambio di informazioni può essere favorevole alla concorrenza, ad esempio quando consente alle imprese di raccogliere dati di mercato che permettano loro di divenire più efficienti e di offrire un servizio migliore ai propri clienti. Vi sono tuttavia anche situazioni nelle quali lo scambio di informazioni di mercato può essere dannoso per la concorrenza, ad esempio qualora le imprese utilizzino informazioni “sensibili” per allineare i propri prezzi. Le linee direttrici danno indicazioni chiare e complete sul modo di valutare la compatibilità dello scambio di informazioni rispetto al diritto Ue in materia di concorrenza. Onde agevolare l’innovazione in Europa, la Commissione ha considerevolmente esteso la portata del regolamento di esenzione per categoria sugli accordi in materia di R&s: esso non copre soltanto le attività di R&s svolte in comune ma anche i cosiddetti accordi di “ricerca a pagamento” nei quali una parte finanzia le attività di R&s svolte dall’altra. Il nuovo regolamento dà alle parti maggiore margine per sfruttare in comune i risultati delle attività di R&s. Le linee direttrici orizzontali entreranno in vigore con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. I due regolamenti entreranno in vigore il 1° gennaio 2011, con un periodo transitorio di due anni, durante i quali i regolamenti precedenti rimarranno in vigore per gli accordi che ne soddisfano le condizioni ma che non rientrano nel campo di applicazione dei nuovi regolamenti.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA REGOLE PIÙ SEVERE CONTRO LA TRATTA DI ESSERI UMANI  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2010 - I trafficanti di esseri umani andranno incontro a sanzioni più dure, mentre le vittime riceveranno maggiore protezione e aiuto, grazie alla nuova legislazione approvata dal Parlamento martedì. Le nuove regole coprono i reati di tratta di esseri umani per l´industria del sesso e anche per lo sfruttamento della manodopera, per esempio nei settori delle costruzioni, dei lavori agricoli e delle occupazioni domestiche. La tratta di esseri umani può avere molteplici finalità: le nuove norme ampliano lo scopo della decisione quadro dell´Ue del 2002, estendendone cosi gli effetti giuridici al fine di coprire, ad esempio, lo sfruttamento sessuale, il lavoro forzato, l´elemosina, la tratta di organi, l´adozione illegale e i matrimoni forzati. Il testo, preparato da Anna Hedh (S&d, Se) e Edit Bauer (Ppe, Sk) e approvato con 643 voti in favore, 10 contrari e 14 astensioni, riflette un accordo fra Parlamento e Consiglio e stabilisce le regole minime per la definizione dei reati penali e le sanzioni per i trafficanti, introducendo regole comuni per migliorare la prevenzione e la protezione delle vittime. Una volta in vigore, gli Stati membri avranno due anni per trasporre la legislazione negli ordinamenti nazionali e renderla, cosi, effettiva. Da 5 a 10 anni di carcere le pene introdotte - Un massimo di pena di almeno 5 anni di detenzione (ossia gli Stati membri non potranno imporre una sanzione minore) e, in presenza di specifiche condizioni aggravanti, un massimo di almeno 10 anni è quanto previsto dalla nuova direttiva per i trafficanti di esseri umani. Tali circostanze che rendono la pena più severa sono, per esempio, lo sfruttamento di minori, i casi in cui è coinvolta la criminalità organizzata o se il reato è commesso da un pubblico ufficiale nell´esercizio delle sue funzioni. Nei casi in cui siano coinvolte persone giuridiche (ad esempio imprese), le sanzioni devono prevedere sanzioni penali e civili, inclusa la possibilità di esclusione dai benefici pubblici e la chiusura dei stabilimenti. Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che le autorità competenti nazionali abbiano facoltà di sequestrare e confiscare gli strumenti e i proventi dei reati. Maggior protezione per le vittime - Le vittime dovranno ricevere assistenza, secondo le nuove regole, e in particolare: un alloggio adeguato e assistenza materiale, le cure mediche necessarie, fra cui assistenza psicologica, consigli e informazioni e, se necessario, servizi di traduzione. L´assistenza legale dovrà essere gratuita, almeno nei casi in cui le vittime non abbiano fondi adeguati. Le vittime di tratta umana dovrebbero anche avere accesso ai programmi di protezione previsti per i testimoni, se ritenuto necessario dalle autorità nazionali. Le vittime avranno diritto a sostegno prima, durante e, per un congruo periodo di tempo, dopo la conclusione del procedimento penale. Le autorità nazionali dovranno anche avere il potere di decidere di non perseguire le vittime della tratta di esseri umani coinvolte in attività criminali, costrette a compierle come conseguenza della tratta stessa. Per scoraggiare la domanda, gli Stati membri potranno valutare la possibilità di definire come reato il ricorrere consapevolmente ai servizi offerti da una persona che è vittima di tratta.  
   
   
UNA PROTEZIONE PAN-EUROPEA PER LE VITTIME DI CRIMINI  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2010 - Alle vittime di crimini che hanno diritto alla protezione in uno Stato membro sarà garantito lo stesso livello di tutela in tutta l´Unione, grazie al nuovo Ordine di protezione europeo, approvato martedì dal Parlamento. I deputati hanno votato per estendere la portata delle norme per includere tutte le vittime della criminalità, non solo le vittime della violenza di genere come proposto in origine. Le misure di protezione esistono in tutti gli Stati membri dell´Ue, ma perdono la loro efficacia non appena si attraversa una frontiera. L´ordine di protezione europeo (Ope) dovrebbe garantire che qualsiasi protezione fornita a una persona in uno Stato membro si applichi anche in tutti gli altri Stati membri in cui si trasferisce o si è trasferita. Un testo di compromesso approvato dai deputati e dai rappresentanti della Presidenza belga è stato sostenuto oggi dall´Aula con 610 voti a favore, 13 contrari e 56 astensioni, ma deve ancora essere confermato dalla maggioranza qualificata degli Stati membri in seno al Consiglio. Tutte le vittime dei crimini devono essere protette - Nonostante la maggior parte delle misure di protezione riguardino le donne vittime di violenza di genere, la nuova legislazione copre le vittime di qualsiasi reato. Nel testo, infatti, si sottolinea che "la presente direttiva si applica alle misure di protezione intese a tutelare tutte le vittime e non solo le vittime della violenza di genere, tenendo conto delle caratteristiche specifiche di ogni tipo di reato interessato". La nuova normativa si applicherebbe alle vittime, o alle possibili vittime, che hanno bisogno di protezione contro "atti di rilevanza penale di un´altra persona tali da metterne in qualche modo in pericolo la vita, l´integrità fisica e psichica e l´integrità sessuale, ad esempio prevenendo qualsiasi forma di molestia, o da metterne in pericolo la dignità o la libertà personale, ad esempio prevenendo rapimenti, minacce anonime e altre forme indirette di coercizione, nonché alle misure volte a prevenire nuovi atti criminali o a ridurre le conseguenze di atti criminali precedenti". Tenere lontano gli aggressori - L´ordine di protezione europeo può essere confermato oltrefrontiera solo se nello Stato di emissione è stata precedentemente adottata una misura di protezione che impone alla persona che determina il pericolo obblighi di questo tipo: divieto di frequentare determinate località in cui la persona protetta frequenta, divieto di qualsiasi contatto con la persona protetta oppure divieto di avvicinarsi alla persona protetta. Protezione di là delle frontiere - L´ordine di protezione europeo può essere emesso su richiesta della persona da proteggere qualora decida di risiedere in un altro Stato membro, o se semplicemente decide di soggiornarvi. Spetterà allo Stato che ha emesso la misura di protezione emettere un Ope e trasmetterlo allo Stato dove la persona intende. Poiché negli Stati membri diversi tipi di autorità (civile, penale o amministrativa) hanno competenza sull´emissione ed esecuzione delle misure di protezione, l´autorità competente non è tenuta ad adottare in tutti i casi la stessa misura di protezione dello Stato di emissione, ma dispone di "un certo margine discrezionale per adottare la misura che in un caso simile considera adeguata e consona al proprio diritto interno per assicurare costante tutela alla persona protetta". Protezione dei familiari delle vittime - Grazie ai deputati europei, un Ope può essere richiesto anche per salvaguardare i familiari di un beneficiario di una protezione europea. Se la direttiva sarà approvata, gli Stati membri avranno tre anni per recepirla nel diritto nazionale.  
   
   
BORGHEZIO : UNA COMMISSIONE D´INCHIESTA SUL TRAFFICO DI ORGANI IN KOSOVO. SOSPENSIONE DELL´ADESIONE ALL´UE  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2010 - L´on. Borghezio ha rivolto in data 16 dicembre alla Commissione la seguente interrogazione: "Un dettagliato rapporto elaborato dal Consiglio d´Europa a firma dell´ex Magistrato elvetico Dick Marty delinea il gravissimo ruolo svolto dall´attuale premier kosovaro Hashim Thaci nei traffici di eroina e di organi umani; - lo spaventoso scenario dell´uccisione di prigionieri di guerra serbi uccisi per espiantarne gli organi, denunciato nel 2008 in un libro scritto da Carla del Ponte, era stato oggetto già di precedenti interrogazioni del sottoscritto, che avevano ricevuto risposte del tutto vaghe e inconcludenti; la Commissione non intenda aprire un´inchiesta atta a fare piena luce sui terribili crimini perpetrati in Kosovo, con particolare riguardo ai traffici di organi umani? la Commissione non intende sospendere ogni e qualsiasi iter di adesione del Kosovo, fin visto l´esito di tale inchiesta?"  
   
   
BUON COMPLEANNO CORDIS  
 
Bruxelles, 20 dicembre 2010 - Cordis ha fatto molta strada dal 1990, quando lanciò i suoi primi tre database separati. Da allora, ha utilizzato una vasta gamma di risorse per far giungere notizie, idee e informazioni in materia di ricerca e sviluppo europei ai suoi utenti e alle parti interessate di tutto il mondo. Proprio come sono cambiate le richieste e le esigenze, così è cambiato anche Cordis. Oggi 15 dicembre che festeggia il suo 20° compleanno, Cordis sta semplificando e avviando una serie di nuovi prodotti e servizi rinnovati per rispondere alle sfide e alle opportunità che ci attendono. Quando fu lanciato, Cordis era composto da tre singoli database con informazioni su programmi finanziati dall´Ue, progetti e pubblicazioni. Mentre l´obiettivo iniziale era abbastanza modesto, l´unicità del primo Cordis gli assicurò una popolarità immediata. Fu tuttavia con l´apparire del World Wide Web che iniziarono la crescita e l´espansione di Cordis. Lo spostamento del servizio da un ambiente mainframe a uno spazio web dedicato attirò ancora più visitatori. Poiché sono aumentati i finanziamenti dell´Unione europea per l´innovazione, la ricerca e lo sviluppo, è cresciuta anche la missione di Cordis. Piccoli cambiamenti, come la migrazione di Cordis dal suo vecchio nome ". Lu" al dominio "europa.Eu", utilizzato da altri organi dell´Unione europea, rappresentano grandi cambiamenti nelle politiche e nei programmi. Con questo in mente, il Notiziario Cordis ha chiesto a Philippe Lebaube, capo dell´unità Cordis presso l´Ufficio delle pubblicazioni dell´Unione europea, come Cordis percepisce le sfide poste dai social media, Web 2.0 e una base di utenti in continua evoluzione. "[Alcuni anni fa] abbiamo visto che secondo le nostre indagini presso gli utenti, gli utenti esistenti erano soddisfatti", spiega Lebaube. "Riuscire a mantenere gli utenti nuovi e giovani era tuttavia una sfida. Attirare la loro attenzione è parte della chiave per il futuro di Cordis". Tenendo ciò presente, Cordis ha razionalizzato e semplificato i suoi servizi, pur mantenendo il livello di contenuto e funzionalità. Il team di Cordis ha anche lavorato per aumentare la visibilità dei contenuti al di fuori del servizio. Ad esempio, Cordis è ben posizionato da Google, Bing e altri motori di ricerca. Le notizie e gli altri dati Cordis sono spesso ampiamente utilizzati altrove su Internet. Uno sviluppo che sarà presto implementato - un motore di ricerca completamente nuovo - promette di aumentare la visibilità di accessibilità dei contenuti anche all´interno di Cordis. "Il nuovo motore di ricerca permetterà la ricerca e l´individuazione di contenuti correlati, che si tratti di notizie, progetti o altre informazioni", continua Lebaube. Avendo la possibilità di cercare tra i database di Cordis, agli utenti saranno offerte una varietà di opzioni, tra cui le ricerche salvate, gli Rss personalizzati e la ricerca perfezionata dei risultati esistenti. "È inoltre prevista una ricerca e visualizzazione su mappa. Ciò contribuirà a liberare le informazioni visive e a rendere le informazioni disponibili in un modo che aprirà nuove possibilità". In realtà, uno degli obiettivi di questo e di altri aggiornamenti previsti su Cordis è quello di mettere in atto meccanismi che mostreranno l´intero ciclo di vita dei progetti, dall´inizio attraverso i risultati, le relazioni finali e le storie di successo. "Cliccando su una notizia - spiega Lebaube - gli utenti saranno in grado di entrare in un qualsiasi punto dell´intero continuum del progetto e di seguire gli aspetti che li interessano di più in un modo che gli utenti possono controllare". La personalizzazione e l´interazione sono due aspetti che, secondo il capo unità, saranno i tratti distintivi di Cordis in futuro. "L´espansione dell´interazione sui siti internet di ogni genere riflette quello che si aspettano e chiedono le parti interessate", dice Lebaube. "Per esempio, il modo in cui gli utenti cercano informazioni e i termini che usano possono essere completamente diversi da ciò che viene utilizzato su Cordis. L´uso dei mezzi di comunicazione sociale consentirà di individuare e di collegare i contenuti in modi che sono orientati all´utente". Altri sviluppi in cantiere includono funzionalità attivati dagli utenti, multimedia e un sistema di identificazione per tenere traccia dei contenuti di Cordis che sono riutilizzati o citati altrove su Internet. Un nuovo servizio partner è altresì in preparazione. "Il nuovo servizio partner consentirà di cercare partner tramite servizi di social networking professionali, in modo simile a quanto avviene in un servizio come Linkedin. Ci sarà inoltre la possibilità di aprire un blog, comunicare con amici, forma un gruppo, wiki e molto altro ancora", aggiunge il capo unità. "Utilizzeremo anche alcune soluzioni open-source. Una volta attuate, potrebbero anche essere estese ad altre parti di Cordis. Se vogliamo essere attraenti, utili e orientati ai servizi, dobbiamo essere capaci di offrire questi servizi ai soggetti interessati e alla comunità di ricerca". Cordis ha percorso una lunga strada da quando i primi dati sono stati messi online, meno di un anno dopo la caduta del muro di Berlino. Con l´affacciarsi del secondo decennio del Xxi secolo, gli utenti di Cordis non provengono soltanto dall´Europa occidentale, ma anche dai nuovi Stati membri e oltre. "La base di utenti e le parti interessate di Cordis sono uno specchio dell´Europa e dei suoi obiettivi in materia di innovazione, scienza e ricerca e sviluppo", conclude Lebaube. "Anticipare e soddisfare le loro esigenze è veramente al centro di quello che il servizio fa e di dove sta andando".  
   
   
LE OPPORTUNITÀ EUROPEE IN UN INCONTRO A LANGHIRANO IL PRIMO DEI 5 APPUNTAMENTI CON GLI ENTI LOCALI PROMOSSI DALLA PROVINCIA PER PRESENTARE LE POSSIBILITÀ DI FINANZIAMENTO COMUNITARIE.  
 
Parma, 20 dicembre 2010 – Su un totale di 55 enti territoriali (47 comuni, 2 comunità montane e 4 Unioni di Comuni) sono ancora poche le realtà che ottengono finanziamenti europei con una certa regolarità e, nella maggioranza dei casi, l’accesso alle risorse avviene esclusivamente sul tema della cittadinanza attiva, come nel caso di gemellaggi o di conferenze tematiche europee. Ecco perché la Provincia ha deciso di sostenere gli Enti locali nell’accesso alle risorse comunitarie organizzando cinque incontri sul territorio per illustrare le diverse opportunità di finanziamento. Il 17 dicembre nella sede della Comunità montana Unione dei Comuni Parma Est a Langhirano si è tenuto il primo incontro, organizzato in collaborazione con la Comunità Montana Est: un’occasione in cui sono state messe a disposizione del territorio le competenze dell’ufficio Europa della Provincia, in modo da promuovere una strategia all’insegna della collaborazione e essere quindi più efficaci nella progettazione europea. “Con questo primo appuntamento la Provincia inizia il percorso che porterà l’Europa, i suoi programmi e le possibilità di finanziamento a contatto con i territori locali – ha detto l’assessore provinciale all’Europa Francesco Castria -. In questo modo la Provincia mette a disposizione il proprio personale e le loro esperienze a sostegno degli enti locali e delle associazioni che vorranno partecipare ai progetti europei: a loro offriremo il nostro supporto nelle varie fasi, da quella di presentazione a quella di rendicontazione”. Nell’incontro di questa mattina, introdotto dal presidente della Comunità montana Unione dei Comuni Parma Est Giordano Bricoli, sono state quindi presentate a diversi sindaci e amministratori del territorio le possibilità di finanziamento attualmente praticabili da parte dei territori e si è ragionato delle iniziative comuni da concretizzare insieme nei prossimi mesi. In particolare, le opportunità aperte dall’attuale periodo di programmazione sono quelle che fanno riferimento ai temi dell’ambiente e natura (Life+), dell’energia (Programma Eie), dell’educazione e formazione (programma Llp), della cultura (Programma Cultura), delle politiche sociali (Programmi Daphne Iii, Sanità, Fei, Fer e Progress) e giovanili (Programma Gioventù in azione). A questi si devono aggiungere alcuni strumenti trasversali quali il programma “Europa per i Cittadini” relativo al macrotema della Cittadinanza Europea Attiva o le iniziative multi tematiche afferenti all’ambito della cooperazione territoriale (Interreg Iv C, Med, South-east Europe, Central Europe) specificatamente indirizzati alla cooperazione tra enti territoriali europei. I prossimi appuntamenti per presentare le opportunità di finanziamento si terranno a Collecchio (19 gennaio), a Fontanellato (25 gennaio), a Colorno (2 febbraio) e a Borgotaro (9 febbraio).  
   
   
FONDO SOCIALE EUROPEO. OPPORTUNITÀ, PROPOSTE E PROSPETTIVE DOPO IL 2013. OGGI INCONTRO A BOLOGNA  
 
Bologna, 20 dicembre 2010 – Quale futuro per i fondi strutturali? Dopo la presentazione di Europa 2020, si è avviata a livello europeo la discussione in merito al futuro del Fondo Sociale Europeo e alla politica di coesione dopo il 2013. Se ne parlerà anche a Bologna, nell’incontro organizzato dalla Regione Emilia-romagna lunedì 20 dicembre, presso l’Oratorio San Filippo Neri (via Manzoni 5, ore 10-13). L’emilia-romagna ha intenzione di dare il proprio contributo al dibattito in corso e alla definizione della nuova strategia di programmazione per il Fse. L’incontro intende condividere con il partenariato istituzionale, le forze sociali e tutti gli attori del sistema educativo regionale le esperienze maturate, le aspettative e le prospettive. Interverranno Patrizio Bianchi, assessore regionale alla Scuola e Formazione professionale, Jader Cané della direzione generale Occupazione, Affari sociali e Pari opportunità della Commissione europea, Enrico Cocchi direttore generale Programmazione territoriale e relazioni europee della Regione Emilia-romagna.  
   
   
TRENTO: L´EUROPA PER LA RICERCA E L´INNOVAZIONE IN TRENTINO CONVEGNO IN PROVINCIA PER IMPRENDITORI E CENTRI DI RICERCA SUL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE (FESR)  
 
Trento, 20 dicembre 2010 - Si è tenuto il 17 dicembre in provincia un convegno sul tema "L´europa per la ricerca e l´innovazione in Trentino", promosso dal Servizio rapporti comunitari e sviluppo locale della Provincia autonoma di Trento rivolto alle imprese e agli organismi di ricerca. Nel corso della mattinata di studio sono stati illustrati gli strumenti di incentivazione alle attività di ricerca e di innovazione e le iniziative realizzabili con il sostegno del Fondo Europeo di Sviluppo regionale - Fesr in Trentino. Sergio Bettotti, dirigente generale del Dipartimento Innovazione, ricerca e Ict (tecnologie dell´informazione e comunicazione) della Provincia ha introdotto i lavori. Nicoletta Clauser, dirigente del Servizio rapporti comunitari e sviluppo locale ha presentato i quattro assi prioritari di intervento del programma operativo Fesr 2007-2013. Michele Michelini, dirigente sostituto del Servizio finanze, ricerca e sviluppo dell´Agenzia provinciale per l´incentivazione delle attività economiche ha parlato degli incentivi pubblici nel settore della ricerca, mentre Luca Capra, direttore dell´area "Imprenditorialità e Sviluppo" di Trentino Sviluppo Spa ha illustrato lo strumento del Seed Money nella filiera dei servizi a supporto della nuova imprenditorialità. La mattinata si è chiusa con la presentazione di tre casi in cui è stata realizzata una proficua sinergia tra aziende e istituti di ricerca. Per il settore "energia" Michele Gubert ha presentato il progetto "Crisalide"; per l´Ict, Marco Pastore ha parlato del progetto "Piattaforma User-centric per l´Internet dei servizi"; infine per il Seed Money, Alberto Pozzo ha illustrato il progetto "Garda solar". Sergio Bettotti, nell´introdurre i lavori, ha illustrato l´importanza che, all´interno del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale - Fesr, rivestono la ricerca e l´innovazione, con l´obiettivo di far nascere in Trentino una filiera grazie anche agli ingenti investimenti che in questo settore si stanno compiendo in questi ultimi tempi. Gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono pochi, ha detto Bettotti. "Abbiamo il Piano provinciale per la Ricerca 2008-2008; il programma di Sviluppo provinciale per la Xiv legislatura; il Piano Nazionale per la Ricerca 2009-2013; la cosiddetta strategia Ue 2020, che partendo dai risultati della Strategia di Lisbona, mira a consolidare la ripresa europea post-crisi, a scongiurare il rischio futuro di crisi analoghe e a raggiungere tre obiettivi tematici, far sì che la conoscenza sia un fattore di ricchezza, coinvolgere i cittadini in una società partecipativa e creare un´economia competitiva, interconnessa e più verde". A questo aggiungiamo la delibera 2577/2010 approvata dalla giunta provinciale, che indica una strategia di legislatura per l´innovazione nei servizi abilitati dall´Ict" Quel che dev´essere sottolineato è l´insieme dei principi ispiratori ai quali ci rifacciamo per giungere a realizzare una vera filiera della ricerca e dell´innovazione, ha proseguito Bettotti. "Questi principi li possiamo sintetizzare in una serie di termini: focalizzazione, coerenza, eccellenza, apertura internazionale, vocazione territoriale, approccio equilibrato, disseminazione di ciò che la ricerca produce. Tutti questi principi ci aiuteranno a realizzare modelli di ricerca indipendente, affidata in via preferenziale alle imprese private; di ricerca strategica, affidata soprattutto all´ente pubblico, nel nostro caso alla Provincia autonoma di Trento; di ricerca capace di fare sperimentazione e innovazione". Ricerca e innovazione, però, non sono elementi che vivono in una loro autonomia, ma devono orientarsi e incastrarsi con i bisogni e le visioni di crescita della nostra società e del sistema Trentino. Ecco perché una visione "autonoma" della ricerca, affidata ai privati, deve per forza di cose dialogare con una visione "strategica" della ricerca, che vede come protagonista l´ente pubblico. Nel "sistema Trentino" le strade da percorrere, e che in parte abbiamo già intrapreso, consistono nella scelta della digitalizzazione, dell´innovazione, delle infrastrutture a banda larga, che servono per promuovere la crescita del territorio. "L´obiettivo che ci siamo posti – ha evidenziato Bettotti – è quello di fare del Trentino un distretto dell´innovazione, posizionandolo come area di eccellenza nel campo dell´Ict Non dimentichiamoci che, almeno a livello teorico, ogni euro investito nell´Ict, produce 1,45 euro nel Pil della nostra provincia." Per realizzare questo grande progetto è necessario che "l´innovazione valorizzi le competenze e le vocazioni locali, che introduca nuovi servizi, che crei un vantaggio competitivo per le aziende, ma che ci sia anche coerenza con i Piani europei, nazionali e provinciali. I progetti che andiamo e andremo via via a finanziare dovranno avere ricadute sul territorio, dovranno rispondere a problemi e ad esigenze reali, saranno sostenibili, il loro saldo finale tra costi e benefici sarà positivo, dovranno realizzare economie di scala e dovranno appoggiarsi su una certa snellezza decisionale. A volte, ogni momento perso per decidere, fa scadere l´importanza intriseca del progetto sul quale intendiamo investire". Realizzare questo sistema non è facile, ha concluso Bettotti, "ma l´incontro di oggi costituisce una tappa importante di conoscenza, di confronto, di approfondimento, che ci consentirà di fare un concreto passo in avanti nella costruzione della nostra filiera. E i contenuti che riguardano la ricerca nella Finanziaria 2011 in queste ore in approvazione in Consiglio provinciale vanno proprio in questa direzione". È toccato poi a Nicoletta Clauser, dirigente del Servizio rapporti comunitari e sviluppo locale entrare nel merito del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, soffermandosi per l´incontro di oggi soprattutto sui primi tre dei quattro Assi considerati. Per l´Asse 1, che riguarda Energia e Ambiente", dal 2007 sono stati approvati sei bandi; per l´Asse 2 (Filiera Ict) i bandi sono stati quattro; per l´Asse 3 (Nuova imprenditorialità) i progetti finanziati attraverso il supporto di Trentino Sviluppo sono stati 23. Complessivamente il budget messo a disposizione per il periodo 2007-2013 ammonta ad € 64.287.142: il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale interviene per il 30%; un altro 40% viene messo dallo Stato; il rimanente 30% è a carico della Provincia. L´ultimo bando è stato approvato dalla giunta provinciale il 10 dicembre scorso. Rientra nell´Asse 2 (Filiera delle Tecnologie dell´Informazione e Comunicazione - Ict) e riguarda "Interventi attraverso partnership tra imprese e organismi di ricerca per lo sviluppo della ricerca e dell´innovazione". Con un budget di 3 milioni di euro, questo bando (che sarà pubblicato a fine di questo mese e i cui termini per la presentazione delle domande scadranno il prossimo 18 marzo 2011) si intendono incentivare progetti di imprese e relativi consorzi che, con il coinvolgimento degli istituti di ricerca locali, punteranno su investimenti nei settori appunto della ricerca e dell´innovazione. Questo bando, è stato detto, rientra pienamente negli obiettivi fissati dal Fesr, che sono quelli di stimolare il territorio produttivo locale a investire nella ricerca; migliorare il livello qualitativo europeo nel settore dell´Ict; garantire ai giovani nuovi posti di lavoro con un´occupazione altamente qualificata.  
   
   
ABRUZZO, FSE: MERCOLEDI´ SEMINARIO SU PIANO 2009-11  
 
 Pescara, 20 dicembre 2010 - Il piano operativo 2009-10-11 del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 sarà presentato in un seminario informativo dal titolo: "Fse: 23 progetti, 134 milioni di opportunità", in programma mercoledì prossimo, 22 dicembre, a partire dalle ore 10.30 presso l´Auditorium Petruzzi di Pescara. Al seminario interverranno il Presidente della Regione Abruzzo Gianni, Chiodi, l´assessore al Lavoro, Paolo Gatti, il Capo della Segreteria tecnica del Ministero dell´Istruzione, Università e Ricerca, Gianni Bocchieri, e l´economista esperto di politiche del lavoro e della formazione, Basilio Buffoni. Modererà il giornalista della Tgr Abruzzo, Nino Germano. Nel gennaio del 2009, la Regione Abruzzo aveva impegnato e rendicontato poche migliaia di euro delle risorse del Piano Operativo 2007/08 del Fondo Sociale Europeo. Il rischio di disimpegno dei fondi era elevatissimo. A quasi due anni di distanza, l´Assessorato al Lavoro è riuscito a spendere e certificare in tempo utile milioni di euro, evitando che quei fondi tornassero indietro. Parallelamente è stato programmato, con il contributo delle parti sociali, della maggioranza e delle opposizioni consiliari, il nuovo Piano Operativo 2009-10-11, strumento con il quale si indicano i progetti a cui sono destinati 134 milioni di euro di risorse del Fondo Sociale Europeo 2007-2013. L´obiettivo è quello di spendere tutte queste risorse, spenderle bene, spenderle rispettando i tempi, attraverso un piano basato sui principi della concretezza, dell´innovazione e della qualità, per offrire all´Abruzzo e agli abruzzesi opportunità concrete in questa difficile fase dell´economia globale. Una programmazione che consta di 23 progetti che toccano il mondo del lavoro, del sociale, della formazione, dell´istruzione, delle imprese, dell´Università, della ricerca e dell´innovazione. La presentazione del nuovo piano sarà anche il momento per una riflessione seria e priva di demagogie sulle prospettive economiche e sociali dell´Abruzzo.  
   
   
IMPRESE: CON SPORTELLO TELEMATICO PRATICHE LAMPO INTESA REGIONE-LOMBARDIA COMUNI-UNIONCAMERE DOPO LA PROVA OK DI VARESE FORMIGONI E MACCARI: SEMPLIFICARE È FATTORE DI COMPETITIVITÀ  
 
 Milano, 21 dicembre 2010 - La Lombardia è pronta, unica Regione in Italia, per il nuovo sportello telematico per le imprese. Già sperimentato con successo a Varese, il modello verrà esteso, già a partire da gennaio 2011, capillarmente a tutto il territorio. L´impegno è stato assunto il 17 dicembre mattina a Palazzo Pirelli da Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Anci Lombardia, con un Protocollo d´intesa firmato dai rispettivi presidenti: Roberto Formigoni, con l´assessore alla Semplificazione Carlo Maccari, Francesco Bettoni e Attilio Fontana. "E´ una iniziativa di straordinaria importanza - ha commentato il presidente Formigoni - con la quale proseguiamo sulla strada della semplificazione normativa, amministrativa e sulla digitalizzazione e informatizzazione della nostra pubblica amministrazione. Investire con decisione su questo fronte, come Regione Lombardia fa da tempo, significa investire su un fattore di competitività decisivo per le imprese, perché consente di ridurre significativamente tempi e costi. Addirittura, per le pratiche meno complesse, basteranno poche ore per giungere alla conclusione, mentre ciò fino ad ora richiedeva molti giorni, quando non settimane di attesa". Enti In Rete - La Regione ha svolto con successo, insieme alle Camere di Commercio, ad Anci e alle associazioni di categoria, la sperimentazione dello Sportello telematico. Il sistema informativo (Muta) messo in atto, che permette il collegamento contestuale e in rete tra tutti gli enti coinvolti nell´iter di autorizzazione per avviare o modificare un´attività produttiva, funziona bene e quindi consente di supportare nei fatti un cambio di passo, di tempi e di logica nella gestione di queste attività da parte delle istituzioni. Regione e Camere di commercio sono oggi in rete con Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Arpa, Asl. Con i Comuni è anche attiva la Posta certificata. Tempi Brevi E Certi - "Tutto ciò significa per le aziende - ha spiegato Maccari - avere a disposizione un unico punto di accesso per tutto il sistema autorizzativo, che comprende come noto numerosi enti. E, nei casi più semplici, ottenere la ricevuta automatica di conferma della completezza della pratica in 2 ore, come abbiamo verificato nella sperimentazione a Varese". Per Attilio Fontana il Protocollo rappresenta "un piccolo grande passo reso possibile dalla fattiva collaborazione che in Lombardia le istituzioni sanno mettere in campo, facendo squadra"; per Francesco Bettoni "una rivoluzione, perché le aziende avranno finalmente la certezza dei tempi: anche nei casi più complessi, l´intero iter autorizzativo non potrà mai superare i 60 giorni, grazie anche al meccanismo del silenzio-assenso nel caso di amministrazioni inerti". Inoltre, grazie agli impegni assunti dai tre enti con il Protocollo, "nessun piccolo comune - ha sottolineato Maccari - e nessuna piccola impresa sarà lasciata sola". Piano D´azione - Il Protocollo firmato oggi disegna infatti 5 aree di lavoro per supportare a livello locale la miglior attuazione del programma: 1. Integrazione e coordinamento organizzativo tra gli enti coinvolti, a livello locale (Cabine di regia provinciali, organizzazione dei processi di semplificazione) 2. Supporto e coordinamento giuridico-amministrativo, sino a sviluppare proposte a livello nazionale 3. Sviluppo e integrazione delle infrastrutture info-telematiche (piena integrazione, grazie alla piattaforma regionale Muta, tra i sistemi Impres@, Fedraplus, Starweb, Comunica, ecc.) 4. Coordinamento locale dei processi (rete provinciale di Suap capofila, strutture territoriali a geometria variabile) 5. Informazione e comunicazione (in particolare attraverso la convergenza delle informazioni dei vari enti sull´unico portale Prisma) Per l´attuazione del Protocollo d´intesa viene inoltre istituita una Cabina di regia, costituita appunto da Regione Lombardia, Anci Lombardia e Unioncamere Lombardia. La Cabina di Regia, già nei fatti operativa, garantirà il necessario raccordo tra le istituzioni firmatarie e le azioni da loro poste in essere anche attraverso le rispettive articolazioni territoriali (Cabine di regia provinciali). Provvederà inoltre a raccordarsi con le più generali attività di semplificazione affrontate nell´ambito del "Tavolo Zero Burocrazia". Primato - In sostanza la Regione Lombardia si presenta non solo con le carte in regola, ma anche in anticipo, alla piena attuazione del decreto 160 del 30 settembre scorso, con cui appunto il legislatore statale ha definito l´impostazione e la tempistica del nuovo Sportello Unico per le Attività Produttive. Si tratta di un traguardo assai significativo e per nulla scontato. Su scala nazionale infatti lo sportello unico è rimasto in vaste aree sull acarta, a causa dell´arretratezza degli strumenti informatici (e talvolta anche della cultura organizzativa).  
   
   
REGIONE UMBRIA: PRESIDENTE MARINI RICEVE AMBASCIATORE CINA  
 
Perugia, 20 dicembre 2010 - La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha ricevuto il 17 dicembre a Palazzo Donini, in visita di cortesia, l´ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Sun Yuxi La presidente e l´ambasciatore si sono intrattenuti in un lungo e cordiale colloquio. Il rappresentante diplomatico cinese, per la prima volta in Umbria, ha detto di essere sempre stato affascinato e interessato da questa regione, ricordando che tutti i diplomatici cinesi che parlano l´italiano hanno studiato a Perugia. L´ambasciatore Yuxi ha manifestato alla presidente Marini il grande interesse della Cina a consolidare, e magari sviluppare, i rapporti con l´Umbria. "Mai come ora - ha detto il diplomatico - i rapporti tra Cina ed Italia sono stati così positivi ed amichevoli. Il nostro Paese sta vivendo una crescita intensa ed anche i rapporti economici con l´Italia - che già oggi sono valutati attorno ai 40 miliardi di euro - sono destinati ad aumentare. Mi auguro che l´Umbria, le sue istituzioni, il suo sistema imprenditoriale possa cogliere questa opportunità e l´ambasciata cinese sarà molto lieta di favorire una presenza umbra in Cina". La presidente Marini, a sua volta, si è detta molto interessata a sviluppare ogni opportunità di cooperazione e collaborazione con la Cina, sia per ciò che riguarda l´economia, che per il turismo e le attività culturali, ed ha ringraziato l´ambasciatore per la disponibilità offerta.  
   
   
FEDERALISMO. INTESA STATO-REGIONI, COMMENTO DI FORMIGONI  
 
Milano, 20 dicembre 2010 - Mentre è ancora in corso il 16 dicembre a Roma la Conferenza Stato-regioni, il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, commenta l´accordo raggiunto: "Dopo mesi di trattative abbiamo finalmente superato il grave empasse che si era aperto fin dal mese di giugno tra lo Stato e le Regioni, causato dalla manovra finanziaria nazionale. Abbiamo fatto bene a tenere duro a non deflettere mai dalla difesa delle nostre ragioni e anche dalla volontà di dialogo e di raggiungere un accordo con il Governo. L´accordo è stato raggiunto sulla base della proposta formulata 15 giorni fa da Regione Lombardia, nota anche come ´lodo Colozzi´ e questo ci ha permesso anche di raggiungere una intesa sul federalismo fiscale. Una giornata positiva a coronamento di un semestre di grande impegno".  
   
   
BILANCIO LAZIO: POLVERINI, MANOVRA DI RIGORE E SVILUPPO  
 
 Roma, 20 dicembre 2010 - “Inizia oggi un percorso che porterà, prima della fine dell´anno, all´approvazione del bilancio. Siamo impegnati con il ministro dell´Economia a votarlo entro il 31 dicembre". E’ la presidente Polverini a delineare la road map per ottenere il via libera da parte del Consiglio regionale alla manovra finanziaria 2011. Una manovra, “di rigore e sviluppo” spiega la Presidente, sottolineando di aver ereditato “una Regione con 25 miliardi di debiti” ma “malgrado tutto – precisa - mi sembra ci siano le condizioni per avviare grazie a questa manovra la ripresa dello sviluppo del territorio”. L’assessore al Bilancio, Stefano Cetica, nella sua relazione illustrata in Consiglio regionale, ha voluto ribadire “il grande sforzo di risanamento messo in campo dalla Giunta Polverini” che “sta portando a continue valutazioni positive da parte del Ministero delle Economia e della Salute, dalle agenzie di rating e dai soggetti finanziatori come testimonia la concessione del mutuo da parte di Cassa Depositi e Prestiti, avvenuta in questi giorni”. Tra i punti qualificanti del bilancio 2011 figurano: 100 milioni di euro per il sociale; 1 miliardo di euro in dieci anni, ovvero 100 milioni all’anno a partire dal 2011, per l’edilizia sociale e sovvenzionata; 300 milioni per 3 anni per l’attuazione del piano di sviluppo rurale a favore delle aziende agricole del Lazio; 135 milioni di euro in tre anni per la raccolta differenziata; 100 milioni di euro per le politiche attive del lavoro; 140 milioni per la ferrovia Roma – Viterbo; 100 milioni per la trasversale Orte – Civitavecchia; 60 milioni di euro per il Fondo unico per la ricerca; 30 milioni per il triennio 2011-2013 a sostegno della patrimonializzazione dei confidi del Lazio; 15 milioni aggiuntivi per il biennio 2011 e 2012 a sostegno della patrimonializzazione delle imprese; 15 milioni di euro per la domiciliarizzazione per le persone non autosufficienti; 10 milioni di euro per la rete territoriale di centri specializzati per l’Alzheimer, l’alcolismo e il Dopo di Noi; 8,5 milioni di euro per il diritto allo studio; 4,5 milioni di euro per il piano di monitoraggio e intervento per la microzonazione del rischio sismico; 3 milioni di euro per le residenze universitarie. “Non abbiamo operato tagli al sociale - ha concluso osservando Polverini - siamo impegnati sul lavoro per le imprese e per i lavoratori. C´è l´impegno per l´ambiente, la sicurezza e per l´urbanistica. Ci sono risposte sostanziali: siamo orientati a rimettere insieme le condizioni per ridare stabilità alla nostra Regione”.  
   
   
FEDERALISMO: RICONOSCIUTA AUTONOMIA SICILIANA IN STATO-REGIONI  
 
Palermo, 20 dicembre 2010 - "Le relazioni finanziarie tra Stato e Regione Siciliana saranno regolate, nella prospettiva federale, esclusivamente dalle norme di attuazione del nostro Statuto. Tratteremo direttamente con lo Stato attraverso la Commissione Paritetica". Lo annuncia il 16 dicembre l´assessore all´Economia, Gaetano Armao, dopo l´intesa in Conferenza Stato Regioni in materia di federalismo fiscale. "Abbiamo raggiunto questa intesa - ha spiegato Armao - dopo una lunga vertenza portata avanti insieme alle altre Regioni a Statuto speciale, ottenendo il risultato per il quale ci siamo lungamente battuti". "Per noi - ha commentato l´assessore - e´ un successo. Abbiamo gia´ presentato in Commissione paritetica ´Stato - Sicilia´ la piattaforma delle nostre richieste. Se la Sicilia ottenesse quanto ha chiesto, grazie al riconoscimento delle spettanze sulle accise dei prodotti petroliferi raffinati in regione, raggiungerebbe la piena autonomia finanziaria e potrebbe ridurre l´addizionale Irpef ed eliminare l´Irap". "Anche su questo punto adesso si apre - ha detto Armao - un lungo e serrato confronto sul cui esito siamo fiduciosi. Abbiamo visto, infatti, che non piegandoci alle proposte governative, ma mostrando una posizione di fermezza convincente e fondata sulle prerogative del nostro Statuto, siamo riusciti ad ottenere quello spazio che la Sicilia merita nella prospettiva del federalismo fiscale e che e´ stata rivendicata dal Governo regionale e dall´Assemblea regionale con l´ordine del giorno sull´argomento approvato all´unaminita´". "Sulle altre questioni - ha aggiunto l´assessore Armao - riguardanti la delibera Cipe di riprogrammazione dei fondi, il Piano per il sud ed il decreto attuativo sulla perequazione infrastrutturale, possiamo affermare di aver contribuito in modo decisivo a formare la posizione critica delle Regioni con la richiesta di puntuali e profonde modifiche ai documenti governativi. Infatti, abbiamo ottenuto che la Conferenza delle Regioni si esprimesse riguardo al Piano per il sud e sulla delibera Cipe sulla riprogrammazione dei fondi Fas e comunitari evidenziando i gravi limiti dell´iniziativa ed individuando ineludibili modifiche per esprimere l´intesa che altrimenti va negata e, quindi, apriremo, anche in questo rilevante settore, un confronto serrato con il Governo". "Per quanto riguarda la delibera Cipe di riprogrammazione dei fondi Fas e comunitari varata il 26 novembre - rende noto l´assessore - e´ stato consegnato un documento approvato all´unanimita´ dalla conferenza delle Regioni per una serie di modifiche significative il cui mancato recepimento minera´ ineludibilmente il consenso regionale al percorso intrapreso dal governo nazionale mantenendone i caratteri di inaccettabile centralizzazione in palese violazione di legge". "Sul decreto attuativo della legge sul federalismo fiscale in tema di perequazione economico-sociale ed infrastrutturale - ha concluso Armao - abbiamo chiesto di essere tenuti fuori dal testo per avviare, anche in questo caso, una trattativa diretta con lo Stato su un tema per noi cosi´ decisivo. Senza perequazione infrastrutturale ovviamente non potra´ definirsi alcuna trattativa sul federalismo. Tutto dovra´ camminare insieme".  
   
   
FAS: ABRUZZO,42 MLN IN PIU´ DOPO ACCORDO TRA REGIONI E GOVERNO RISULTATO FRUTTO POLITCA DI RIGORE E CONCRETEZZA  
 
Pescara, 20 dicembre 2010 - L´accordo raggiunto ieri, a Roma, nell´ambito di una giornata storica nella quale le Regioni hanno dato l´intesa al Governo sia sul Federalismo Fiscale che sui Fas, ha consentito alla Regione Abruzzo di recuperare, rispetto a quanto inizialmente preventivato, una dote di 42 milioni 500 mila euro da investire nello sviluppo economico. Infatti, la quota di fondi Fas destinata all´Abruzzo ammonterà a circa 780 milioni di euro. L´assessore al Bilancio, Carlo Masci, spiegando le ragioni e le specificità della nostra regione, ha convinto la Conferenza delle Regioni, presieduta dal Governatore Vasco Errani, ad esentare l´Abruzzo dal taglio del 5% dei Fas ponendolo a carico di tutte le altre Regioni. Tale posizione e´ stata esplicitata nella proposta di intesa discussa sempre ieri in sede di Conferenza Stato-regioni ed accettata dal Governo rappresentato dal Ministro per le Politiche regionali, Raffaele Fitto. "Si tratta di un risultato importante frutto della politica di rigore, concretezza e determinazione che questo governo regionale sta perseguendo fin dall´inizio del suo mandato - ha commentato Masci - e che ci spinge, da un lato, ad eliminare spese inutili e privilegi e, dall´altro, a sostenere con forza sui tavoli romani le ragioni di un territorio che ha bisogno di risorse cospicue per rilanciare la sua economia. Il nostro obiettivo primario - ha sottolineato l´assessore Masci - è quello di evitare che chi verrà dopo di noi debba pagare anche un solo euro di debito prodotto dalla nostra gestione. Questo anche allo scopo di ricucire quel fondamentale rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni che vive una fase di criticità". L´intesa di ieri, oltre a sbloccare l´intero pacchetto dei fondi Fas visto che la conclusione della procedura di assegnazione è prevista per il 31 gennaio del 2011, restituisce anche importanti risorse al trasporto pubblico locale dopo i tagli della Finanziaria nella prospettiva del Federalismo. "Sono risorse reali e disponibili ha concluso l´assessore - fondi che, quindi, saranno spendibili a breve".  
   
   
FAS: ABRUZZO, IL GOVERNO PRELEVA 40 MLN IN MENO RISPETTO ALLE ALTRE REGIONI PER AIUTARE LA RIPRESA  
 
L´aquila, 20 dicembre 2010 - L´abruzzo avrà una minore riduzione dei fondi Fas da parte del Governo rispetto alle altre regioni italiane. La riduzione dei trasferimenti spettanti per la programmazione del Fas sarà per la nostra regione del 10 per cento. Le altre regioni subiranno un´ ulteriore decurtazione del 5% che invece non interesserà l´Abruzzo al quale il Governo lascerà circa 40 milioni di euro in più. E´ quanto ha deciso il 17 dicembre la Conferenza delle regioni riunita presso la sede di Cinsedo, a Roma, cui ha partecipato l´assessore al Bilancio, Carlo Masci. La Conferenza, esaminando la proposta di taglio del Governo, ha tenuto conto delle specificità dell´Abruzzo e della sua necessità di portare avanti una politica di rilancio economico e delle infrastrutture. "Questa decisione - ha commentato il Presidente Gianni Chiodi - è il frutto di un intenso lavoro portato avanti ad ogni livello, nelle ultime settimane, da parte dei tecnici della Presidenza che, nel corso di riunioni al Ministero per lo Sviluppo economico, hanno sollevato e motivato il problema chiedendo di non gravare eccessivamente sull´Abruzzo per poter creare migliori e durature condizioni di sviluppo e di rilancio di un? economia già fortemente penalizzata". Sull´abruzzo dunque, graverà in maniera meno onerosa il taglio che il Governo ha chiesto alle Regioni sulle proprie quote di dotazione dei Fondi per le aree sottoutilizzate destinati a cofinanziare programmi di opere pubbliche e infrastrutture. Il Fondo per le aree sottoutilizzate (Fas), infatti, è lo strumento di finanziamento del governo italiano per le aree sottoutilizzate del paese. Esso raccoglie risorse nazionali aggiuntive, da sommarsi a quelle ordinarie e a quelle comunitarie e nazionali.  
   
   
BASILICATA, DE FILIPPO: “DISILLUSO REALISMO SU ‘PIANO PIANO’ PER IL SUD" “IL GOVERNO NON SOLO NON DÀ UN EURO NUOVO, MA LE RISORSE SI RIDUCONO DI UN ULTERIORE 10 %. MA ABBIAMO DATO L´INTESA ALMENO PER SBLOCCARLE”  
 
 Basilicata, 20 dicembre 2010 - “Le Regioni dando l’intesa sulla delibera Cipe su governance Fas hanno mostrato ancora una volta di procedere con un senso di realtà che sempre più assomiglia a un disilluso realismo”. Il presidente della Regione Basilicata e membro dell’ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni tira un sospiro di sollievo per i risultati raggiunti di cui però non si mostra certo entusiasta. “Il così detto Piano per il Sud – spiega De Filippo - non solo non mette in campo un euro nuovo, ma taglia di un ulteriore 10% le risorse prima a disposizione del Mezzogiorno. Ciò nonostante, sebbene sia chiaro che il Governo non ha né una strategia per il Sud né una reale volontà di investimento, la scelta di dare l’intesa serve a sbloccare risorse da troppo tempo ferme in mano al Governo. Come dire, più che un “Piano” facciamo i conti con un “piano piano”, ma, rispetto al blocco precedente, così almeno qualcosa siamo riuscita a farla muovere”.  
   
   
ECONOMIA:SI PROSPETTA PER LA SICILIA UN ANNO DI CRESCITA  
 
Palermo, 20 dicembre 2010 - "L´anno che sta per chiudersi, se pur sara´ ricordato come tra i piu´ faticosi per famiglie e imprese, a causa di una crisi internazionale che non ha risparmiato niente e nessuno, offre all´economia regionale significativi, seppur parziali, segni di ripresa che ci fanno ben sperare per il futuro". Lo dice l´assessore per l´Economia Gaetano Armao che prosegue: "le previsioni della scorsa settimana di Unioncamere e Prometeia evidenziano, per il 2011, un aumento del Pil del + 1,1%, rispetto allo 0,8% dell´intero mezzogiorno e quindi equivalente a quello del centro-Italia, il doppio di altre regioni ferme allo 0,5%. Questo dato trova risconto in quelli diffusi dall´Istat sulle ripartizioni territoriali delle esportazioni italiane nel periodo gennaio-settembre 2010 che evidenziano un trend positivo del Mezzogiorno, e della Sicilia in particolare, anche se dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un dato accettabile solo in quanto iniziale di un trend che dovra´ proseguire la sua crescita". "Gli approfondimenti che hanno svolto i nostri uffici regionali - aggiunge l´assessore - sui dati forniti dall´Istat confermano le prospettive delineate dal Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (Dpef) recentemente approvato dall´Ars. Questi dati ci inducono a perseverare nella linea di risanamento del bilancio e di sostegno allo sviluppo degli investimenti che il Governo regionale sta portando avanti con la finanziaria". I dati statistici evidenziano, nei primi nove mesi di quest´anno, rispetto allo stesso periodo del precedente, un significativo aumento delle esportazioni siciliane (42,7%) a fronte di un meno rilevante aumento di quelle meridionali (25,5%) e nazionali (14,3%). "Questo risultato positivo e´ soprattutto interessante - sottolinea Armao - perche´ non influenzato da un particolare incremento dei prodotti petroliferi raffinati (44,0%) che tradizionalmente condizionano l´andamento in valore dei flussi regionali verso l´estero rappresentando oltre la meta´ delle nostre esportazioni. Esso mostra peraltro una ripresa consistente, dopo un 2009 particolarmente negativo, dei volumi delle esportazioni dei prodotti agricoli (44,0%), delle apparecchiature elettroniche (30,3%) e dei mezzi di trasporto (81,4%). Nel complesso, si manifesta quindi una vitalita´ del sistema produttivo regionale nei suoi rapporti con l´estero che prescinde dall´andamento delle quotazioni del mercato petrolifero, a testimonianza dell´esistenza dei primi sintomi della ripresa economica prevista per il 2011". "Va rilevato - evidenzia Armao - che nell´area meridionale e insulare il consistente incremento delle esportazioni (+ 25,5%) e´ particolarmente evidente nei flussi indirizzati verso l´area extra Ue (+ 34,6%) rispetto all´area comunitaria (+ 18,7%), circostanza che sottolinea la capacita´ di penetrazione anche in nuovi mercati come la Russia, nonche´ verso i Paesi del nord Africa verso i quali le nostre esportazioni competono con quelle del centro nord. "Con l´inizio del 2011 puo´ partire una nuova fase dell´economia siciliana - conclude l´assessore per l´Economia - che accanto alla definizione del risanamento, per il quale abbiamo predisposto concrete e oculate misure economiche, vede delinearsi segni di ripresa. Da questa piattaforma intendiamo partire per costruire una nuova stagione per l´economia siciliana che dovra´ crescere nel contesto del federalismo fiscale".  
   
   
CONFERENZA STATO-REGIONI: GRANDE SENSO DI RESPONSABILITÀ DELLE REGIONE PUGLIA  
 
Bari, 20 dicembre 2010 - Di seguito, una nota dell’assessore al Sud e Federalismo, Marida Dentamaro, sulla riunione del 16 dicembre, alla Conferenza Stato-regioni: “Dopo un lungo e certosino approfondimento preliminare svolto nelle settimane precedenti, l’estenuante e impegnativa maratona negoziale Governo-regioni di giovedì 16 dicembre, andata avanti ininterrottamente per tutta la giornata, ha prodotto importanti risultati, conseguiti grazie al grande senso di responsabilità dimostrato dalle Regioni”. Questo è il primo commento dell’Assessore Marida Dentamaro, secondo la quale “è documentato che la Puglia è stata parte attiva e presente in tutte le fasi del confronto, esprimendo contributi sul piano tecnico e politico, con la presenza del Presidente Vendola e, a turno, dei diversi assessori e dirigenti competenti per materia”. La Conferenza Stato-regioni ha raggiunto l’intesa anzitutto in materia di regole attinenti il patto di stabilità, in merito al quale - sottolinea la Dentamaro - il Governo ha accolto la proposta delle Regioni di escludere dai conteggi del patto di stabilità i fondi relativi al trasporto pubblico locale (Tpl). “Inoltre - ha puntualizzato l’Assessore al Sud e Federalismo - dapprima tutte le altre Regioni e poi anche il Governo hanno approvato la proposta della Regione Puglia di salvaguardare i fondi della sanità dall’”effetto ghigliottina” del patto di stabilità”. Il delicato e complesso passaggio tecnico, ma di straordinaria valenza politica, è così esplicitato dall’Assessore Dentamaro: “fino ad oggi sui fondi da destinare ai servizi sanitari, pendeva la spada di Damocle del taglio delle risorse, non in virtù di splafonamenti del bilancio della sanità, ma per equilibri più generali derivanti dal patto di stabilità; con l’emendamento proposto dalla Puglia, condiviso da tutte le altre Regioni e accettato dal Governo nazionale, i fondi da destinare alla tutela della salute dei cittadini non saranno più merce di scambio per i conteggi ragionieristici stabiliti aprioristicamente in via generale col patto di stabilità. “Il Governo centrale è rimasto però irremovibile nel rigettare la proposta delle Regioni di determinazione del tetto di spesa al netto delle risorse destinate agli interventi finanziati con fondi europei. “Quanto poi agli effetti più generali del federalismo fiscale - tiene a sottolineare la titolare della delega al Sud e Federalismo - tutte le simulazioni, comprese quelle di fonti terze e centri studi, concordano nel rimarcare le gravissime difficoltà cui andranno incontro i territori del Mezzogiorno, a seguito della inoppugnabile riduzione dei fondi. “L’ampiamente prevista (e da taluni strategicamente pianificata) contrazione delle risorse per il Sud non è imputabile a sprechi veri o presunti, ma a una documentata minore capacità fiscale del Mezzogiorno, con il contestuale indebolimento dei meccanismi di perequazione finora assicurati dalle norme vigenti. “Un’altra nota dolente - secondo la Dentamaro - riguarda poi i fondi da assegnare agli Enti locali: le Regioni dovranno farsi carico, dai propri bilanci, della soppressione di fondi statali destinati agli Enti locali, prima trasferiti ed ora eliminati. L’altro punto all’ordine del giorno della Conferenza Stato-regioni ha riguardato la delibera Cipe relativa alla ri-programmazione dei fondi destinati al Mezzogiorno (fondi Fas e fondi europei). “In merito va rilevato - osserva Marida Dentamaro - che il Governo centrale, pur non mettendo un solo euro di nuove risorse dal suo bilancio, continua a pretendere di espropriare le Regioni del potere di scelta e utilizzo dei fondi. “Il punto di mediazione individuato nell’incontro di giovedì 16 dicembre stabilisce che, in assenza di intesa tra Governo centrale e singola Regione sulle rispettive opere, dovrà ricercarsi l’intesa in sede generale di Conferenza Stato-regioni. “In ogni caso l’intesa assicurata dalle Regioni alla delibera Cipe sulla ri-programmazione dei fondi al Mezzogiorno - mette in chiaro l’Assessore Dentamaro - è un mero atto di buona volontà delle Regioni, per consentire di sbloccare, almeno in parte, risorse per opere che attendevano da tempo il via libera da parte dell’organo inter-ministeriale. “Pertanto - conclude la nota - ogni Regione avrà piena libertà operativa (anche di opposizione in via giudiziale) per contestare le scelte centralizzatrici del Governo nazionale, che sul piano concreto agisce in aperta contraddizione con i proclami astrattamente enunciati in tema di federalismo, con la continua violazione dei principi comunitari di sussidiarietà e autonomia”.  
   
   
C.R. FVG: APPROVATA FINANZIARIA 2011 E BILANCI  
 
Trieste, 20 dicembre 2010 - Dopo cinque giorni di serrato dibattito, ventidue ore ininterrotte di lavoro conclusivo dalle 10.00 di venerdì alle 8 di sabato mattina 18 dicembre, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato i documenti contabili: Finanziaria 2011, bilancio di previsione 2011-2013 e per l´anno 2011, relazione politico-programmatica 2011-2013. Maggioranza compatta su tutti i provvedimenti con 31 voti favorevoli e altrettanto compatta l´opposizione con 20 voti contrari. Prima del voto finale, il presidente della Regione Renzo Tondo ha voluto precisare che si è trattato di una Finanziaria condizionata nelle scelte da una situazione di crisi senza precedenti, ma che risulta comunque giusta ed equilibrata, ha riepilogato le poste messe a bilancio per i settori più importanti e ha sviluppato alcune considerazioni di carattere generale.  
   
   
LIGURIA, PRESIDENTE BURLANDO: “RECUPERATA PARTA DEI FONDI SU TPL, APPROVATI I FAS RIDOTTI DEL 16%”  
 
Genova, 20 dicembre 2010 - "Dentro un quadro che rimane complicato ci sono due novità positive che riguardano il tpl e i fondi Fas" - lo ha detto il presidente Burlando parlando della manovra finanziaria 2011 al termine della seduta della Giunta regionale ligure del venerdì. "Sul trasporto pubblico locale - ha specificato Burlando - il Governo ha liberato 900 milioni a livello nazionale. La quota che sarà assegnata alla Liguria dovrebbe permetterci di recuperare i 25 milioni che abbiamo anticipatamente messo a bilancio per il trasporto pubblico sottraendoli ad altri settori. Pensiamo di ridistribuire la cifra, che sarà disponibile in primavera, per salvaguardare almeno in parte il sociale". "Circa i fondi Fas" - ha continuato il presidente - "ieri, in conferenza Stato Regioni, è stata raggiunta un´intesa tecnica. Il provvedimento passa ora alla Corte dei Conti che dovrebbe registrarlo a gennaio: da febbraio si potrà così iniziare a sviluppare l´intero programma. Dei 342 milioni previsti per la Liguria ne arriveranno 288. Lasciamo sul campo il 16% di tagli: il 6% decurtato negli anni passati e il 10% ieri. Ho già scritto al Governo la mia proposta circa l´utilizzo dei fondi che riguarda tre punti chiave: incamerare i ribassi d´asta, la mortalità dei progetti (in caso di rinuncia non si riprogramma) e il principio del "first in, first out" (passa chi prima presenta il progetto). Sui fondi Fas avevamo già anticipato 63 milioni. Aspettavamo che fossero sbloccati da 22 mesi: eravamo veramente molto preoccupati". "Complessivamente - ha concluso Burlando - i tagli previsti per il 2011 dalla manovra governativa potrebbero ridursi da 154 a 120/130 milioni di euro".  
   
   
PIEMONTE, FRA LE DECISIONI DELLA GIUNTA REGIONALE: INCENTIVI ALLE IMPRESE, POTENZIAMENTO TRASPORTO FERROVIARIO  
 
Torino, 20 dicembre 2010 - Nuovi incentivi alle imprese per assumere lavoratori a tempo indeterminato, un fondo per consentire alle pmi di riscuotere i crediti vantati verso gli enti locali, proroga delle esenzioni dal pagamento dei ticket sanitari, conferma delle “sezioni primavera” per tre anni, potenziamento del trasporto ferroviario sono i principali argomenti affrontati dalla Giunta regionale durante la riunione del 17 dicembre. A coordinare i lavori il presidente Roberto Cota. Meno tasse per l’occupazione. Si dà attuazione, su proposta degli assessori Massimo Giordano e Giovanna Quaglia, ad un’altra misura del Piano straordinario per l’occupazione: le imprese che incrementano nei tre anni di imposta a quelli in corso al 31 dicembre 2010 il numero dei lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato possono dedurre dal pagamento dell’Irap un importo forfettario di 5.000 euro annui per ogni nuovo lavoratore a partire dall’anno di assunzione e fino al terzo anno compiuto. La somma viene raddoppiata a 10.000 euro se l’assunzione riguarda una persona ultracinquantenne. I lavoratori devono essere impiegati in sedi produttive localizzate in Piemonte e avere il domicilio fiscale in uno dei Comuni piemontesi per tutto il periodo di cui l’impresa fruisce dell’agevolazione. Più lavoro. Viene raddoppiata da 10 a 20 milioni di euro, su proposta dell’assessore Claudia Porchietto, la dotazione finanziaria della misura “Più lavoro” del Piano straordinario per l’occupazione, che concede incentivi alle imprese fino a 15 dipendenti che intendono assumere a tempo indeterminato soggetti anche in mobilità che non hanno un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi ed ai datori di lavoro privati che intendono trasformare contratti di durata temporanea o d’apprendistato in contratti a tempo indeterminato. La decisione deriva dal successo del bando, che ha già riscontrato un numero di domande per un importo superiore allo stanziamento inizialmente previsto. Crediti delle pmi verso gli enti locali. Viene istituito, su proposta dell’assessore Massimo Giordano, un fondo di garanzia della dotazione iniziale di 20 milioni di euro per lo smobilizzo presso il sistema bancario dei crediti che le pmi piemontesi vantano nei confronti della Regione, delle Province e dei Comuni. Al fondo, gestito da Finpiemonte Spa, sono ammessi i crediti commerciali scaduti da un minimo di 10.000 ad un massimo di 300.000 euro al netto di Iva (per quelli superiori a tale cifra si possono prevedere azioni sui costi amministrativi). L’intervento consiste nella concessione di una fideiussione alle banche della durata massima di 240 giorni dalla scadenza dei crediti. Esenzione ticket. La validità degli attestati di esenzione del pagamento dei ticket sanitari rilasciati dalle Asl è prorogata, su proposta dell’assessore Caterina Ferrero, fino al 30 giugno 2011. Per ottenere il beneficio, il reddito annuo del nucleo familiare deve essere inferiore a 36.151 euro, indipendentemente dall’età anagrafica. L’andamento della spesa farmaceutica convenzionata nei primi dieci mesi del 2010 ha registrato, in confronto allo stesso periodo del 2009, un decremento della spesa lorda del 3,60% e di quella netta del 3,56%, ed un aumento dell’11,22% della quota pagata dal cittadino a causa dell’aumento dei consumi e dell’introduzione sul mercato di nuovi farmaci a brevetto scaduto. Sezioni primavera. Proseguirà anche per gli anni scolastici 2010-11, 2011-12 e 2011-13, su proposta dell’assessore Alberto Cirio, il servizio socio-educativo rivolto ai bambini tra i 24 ed i 36 mesi denominato “sezioni primavera”. Si potrà così consentire una programmazione di più ampio respiro della rete del servizio da parte delle istituzioni educative interessate e in possesso delle necessarie autorizzazioni. A questo scopo è stato approvato lo schema di intesa triennale tra la Regione e l’Ufficio scolastico regionale. Per la realizzazione delle attività riguardanti il corrente anno scolastico sono stanziati 431.000 euro. Potenziamento del trasporto ferroviario. Viene accettata, su iniziativa dell’assessore Barbara Bonino, la rimodulazione del piano di potenziamento del sistema di trasporto ferroviario piemontese proposta da Rfi rispetto a quanto inserito nella convenzione del 27 marzo 2008. In base alla nuova formulazione, sono a totale carico della Regione i sottopassi delle stazioni di Felizzano (1,2 milioni), Solero (680.000 euro), Castello d’Annone (620.000) e Alessandria (2,4 milioni) e il rifacimento/innalzamento dei marciapiedi nelle stazioni di Bussoleno (280.000) e Alpignano (320.000 euro). Sono invece a carico di Rfi il sottopasso e l’innalzamento dei marciapiedi nella stazione di Vercelli (2,8 milioni), il prolungamento del sottopasso nelle stazioni di Chivasso (1,5 milioni) e Torino Lingotto (950.000 euro), l’innalzamento dei marciapiedi nella stazione di Fossano (700.000 euro), la soppressione di un passaggio a livello a Susa ed di un altro ad Alpignano e la riqualificazione di alcune stazioni della Torino-modane (9,2 milioni). Sono inoltre stati approvati: - su proposta dell’assessore William Casoni, il parere favorevole per l’ampliamento della Esselunga di Moncalieri e della Brico di Rivalta; - su proposta dell’assessore Ugo Cavallera, la richiesta al Consiglio regionale di costituire la “Associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-roero e Monferrato”, con soci fondatori la Regione e le Province di Alessandria, Asti e Cuneo, che dovrà svolgere funzioni di monitoraggio e controllo dell’evoluzione urbanistica dei Comuni interessati nell’ambito del dossier di candidatura all’Unesco di tali zone come Patrimonio mondiale dell’umanità; - su proposta dell’assessore Caterina Ferrero, l’aggiornamento del Piano regionale di prevenzione 2010-2012 ed i criteri per l’assegnazione alle Asl dei fondi statali finalizzati alla tutela dei soggetti malati di celiachia mediante corsi di formazione per ristoratori ed albergatori; - su proposta degli assessori Roberto Ravello e Claudio Sacchetto, alcune modifiche urgenti al regolamento regionale sull’utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici e della acque reflue, che affidano alla Giunta la temporanea sospensione del periodo di divieto in caso di particolari situazione meteo-climatiche e per la stagione 2010-11 la sospensione del divieto di distribuzione dei liquami dalla data di entrata in vigore e fino al 10 gennaio compreso; - su proposta dell’assessore Claudio Sacchetto, il programma regionale per le pmi attive nella fase di trasformazione e commercializzazione del miele ed il bilancio di previsione 2011 e pluriennale 2011-2013 dell’Arpea.  
   
   
IL CALENDARIO SHOCK 2011: PROTAGONISTI 12 SINDACI LA NUOVA DIROMPENTE INIZIATIVA PER CHIEDERE A GRAN VOCE L´INFRASTRUTTURA STRADALE FONDAMENTALE PER IL TERRITORIO IL MESSAGGIO È CHIARO:´NON LASCIATECI IN MUTANDE!´  
 
Chiavari, 20 dicembre 2010 - Dodici Sindaci in mutande: sono i protagonisti del Calendario 2011 dedicato alla vicenda che sta tenendo col fiato sospeso un vasto territorio: il Tunnel autostradale Fontanabuona-rapallo. Edito da Corfole per il Comitato Pro tunnel, lancia un messaggio molto chiaro: ‘Non Lasciateci In Mutande! O vi verremo a pescare’. A dirlo, o meglio, a mostrarlo, sono i 12 Sindaci che fin dall´inizio hanno fatto gruppo per portare avanti la richiesta di questa infrastruttura:Cicagna, Moconesi, Tribogna, Coreglia Ligure, Neirone, Lumarzo, Orero, Lorsica, Favale di Malvaro, San Colombano Certenoli, Leivi e ovviamente Rapallo. Il calendario può essere richiesto al numero 0185.938009. La grafica è opera di Idt-midero (0185.938009 www.Idt-midero.com) mentre le foto in studio sono di Luca Cambiaso (Chiavari 0185.1993635 - 329.0838134 www.Lucacambiaso.com). Come è nata l´idea del calendario - Come spiega il portavoce del Comitato pro tunnel, Giansandro Rosasco <Eravamo alla ricerca di idee per organizzare iniziative che tenessero vivo l´interesse sulla questione e abbiamo realizzato che i Sindaci ´storici´ di questa battaglia sono dodici: da lì al calendario il passo è stato breve. Poi abbiamo pensato a un tema che riassumesse il timore del territorio, quello appunto di ´rimanere in mutande´, ossia di un graduale peggioramento. E dato che siamo un territorio battagliero e che il Comitato insieme ai Sindaci non farà passare nel silenzio le responsabilità di chi ha remato contro, ecco che abbiamo chiuso il cerchio: Non lasciateci in mutande... O vi verremo a pescare´.> 12 Sindaci in mutande per una battaglia condivisa I liguri come si sa sono restii a mettersi in mostra, pensiamo a concedersi per un calendario e per di più in deshabillè. <Eppure - continua Rosasco- hanno risposto con entusiasmo alla ´chiamata´, dimostrando oltre all´unione e all´attaccamento al territorio, anche una buona e a volte insospettbile dose di ironia´. Non solo. L´iniziativa rappresenta un piccolo miracolo italiano visto che appartengono ai diversi schieramenti politici. Ancor più incredibile se si pensa che la loro battaglia è sostenuta, oltre che dal Comitato di cittadini, da tutti gli altri Sindaci dell´intero Levante ligure,dalle varie associazioni di categoria, Confindustria, dai Sindacati e perfino dalla Curia che si è apertamente espressa a favore di questo collegamento. Le eccellenze del territorio coprotagoniste per ricordare la ricchezza locale E a chi dice "i soldi non ci sono", "siete troppo pochi", "si farà più avanti" o chi accampa altre mille scuse vale la pena ricordare l’estrema produttività del territorio che ha sempre dato e niente ricevuto. Infatti in ogni mese è rappresentata anche una delle eccelenze locali, che vanno dall´industria all´alto artigianato, dall´agricoltura al turismo, dalla gastronomia alla natura e molto altro. Goliardico e ironico sì, ma non solo... Il calendario racconta anche una breve cronologia dei fatti salienti relativi alla vicenda. Vi meraviglierete di quanto è stato fatto dalle istituzioni locali, fulgido esempio di attaccamento al territorio, e dal Comitato spontaneo a rappresentazione della società civile. E di quanto si sta continuando a fare. Perché ricordiamo che il Tunnel non collega la Fontanabuona a Rapallo ma due mondi complementari, ricchi di potenziale che così divisi non possono svilupparsi. Il messaggio è terribilmente serio: non fate morire la vita sociale, civile, commerciale, industriale, turistica, di un territorio ampissimo che va dalla costa fino agli impianti sciistici. O vi verremo a pescare.  
   
   
ABRUZZO, LEGGI REGIONALI: IL PRESIDENTE CHIODI NE PROMULGA OTTO  
 
 L´aquila, 20 dicembre 2010 - Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha promulgato otto leggi regionali: 1) L.r. N. 51 del 9 dicembre 2010 recante "Nuovo ordinamento del Bollettino ufficiale della Regione Abruzzo", denominato in versione telematica "Burat"; 2) L.r. N. 52 del 10 dicembre 2010 recante "Realizzazione di aviosuperfici occasionali e campi di volo nel territorio regionale"; 3) L.r. N. 53 del 10 dicembre 2010 recante "Norme per la tutela dei consumatori e degli utenti"; 4) L.r. N. 54 del 10 dicembre 2010 recante "Disposizioni in materia di aree sciabili attrezzate: disciplina dei tappeti mobili a vocazione turistica o sportiva"; 5) L.r. N. 55 del 10 dicembre 2010 recante "Modifiche alla legge regionale 2 agosto 2010 n. 37" (Nuova legge organica in materia di Confidi); 6) L.r. N. 56 del 10 dicembre 2010 recante "Modifica alla legge regionale 29 novembre 2010 n. 50 ´Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 23.12.1999 n. 135 ´Norme e modalità di esercizio del commercio al dettaglio su aree pubbliche nel territorio della Regione Abruzzo a norma del titolo X del D.lgs 31 marzo 1998 n. 114´"; 7) L.r. N. 57 del 10 dicembre 2010 recante "Modifiche alla legge regionale 7.11.1998 n. 124 (Norme urgenti per l´istituzione del ruolo dei conducenti di veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non di linea di cui alla legge quadro n. 21 del 1992). Istituzione della Commissione consultiva regionale ai sensi dell´art. 4, comma 4, l. 15 gennaio 1992, n. 21 (Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizio pubblici non di linea)"; 8) L.r. N. 58 del 10 dicembre 2010 recante "Contributo per la prosecuzione del servizio ponte regionale realizzato dall´Ente nazionale per la protezione e l´assistenza dei sordi (Ens) per favorire il superamento delle barriere comunicative ai cittadini della Regione Abruzzo con disabilità uditiva". Tutti i provvedimenti saranno pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Abruzzo (Bura).  
   
   
UMBRIA, PRESIDENTE MARINI: "RAPPORTO UNO STRUMENTO PER ORIENTARE POLITICHE”  
 
Perugia, 20 dicembre 010 - "Da questo quinto Rapporto sulle povertà in Umbria ci aspettiamo degli ´input´ per orientare le nuove politiche e capire l´efficacia di quelle già attuate". Lo ha affermato il 17 dicembre a Perugia la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in chiusura dell´incontro "Verso il quinto rapporto sulle povertà". Dopo aver sottolineato che il lavoro svolto dall´Osservatorio sulle povertà è "utile per l´Umbria e per i cittadini mettendo a punto una ricerca che nel tempo si è sempre di più qualificata, la presidente ha affermato che "il quadro che è emerso dall´incontro conferma l´esigenza di rimettere al centro dell´azione politica le disuguaglianze che rappresentano una grande questione per il Paese e per l´Europa che, tra gli obiettivi da conseguire entro il 2020, ha incluso un´azione strategica di sistema proprio sui temi della povertà". "Questo nuovo Rapporto - ha aggiunto - si realizzerà in un periodo di crisi che sta modificando in maniera forte le condizioni di vita delle persone e delle famiglie, quindi ci aiuterà a capire come la crisi influisce pian piano sullo stile di vita, come si percepisce la povertà e la disponibilità di beni materiali e immateriali della comunità". Per la presidente Marini, essenziale è la valutazione dell´impoverimento: "Ormai non basta più avere un titolo di studio e un lavoro per non essere a rischio. Ciò vale soprattutto per i giovani, non solo dai 18 ai 30 anni, ma i cosiddetti giovani ´adulti´ fino a 45 anni, una fascia che si trova ad affrontare il problema della casa, del reddito, dei figli, del lavoro. C´è un interesse reale - ha detto - a saperne di più su questo tema per programmare interventi mirati su vari fronti". Attenzione, per la presidente Marini, va riservata anche alle disparità di genere "che continuano a non modificarsi e a penalizzare le donne". In ultimo, e non per importanza, la presidente ha indicato di approfondire i risultati conseguiti anche rispetto alla sussidiarietà, per poi sperimentare azioni che, "senza far arrestare l´impegno del pubblico, dovranno stimolare nella società un impegno diffuso per la realizzazione di una rete utile a dare risposte sempre più appropriate alla comunità. Forse - ha concluso - questa è la sfida più alta".  
   
   
TRENTO: DELLAI SULLA QUOTA VARIABILE: "ATTO DOVUTO DOPO L´ACCORDO DI MILANO" SODDISFAZIONE DEL PRESIDENTE DELLAI PER LA DECISIONE ASSUNTA DAL GOVERNO E CHE RESTITUISCE ALLA PROVINCIA LE SOMME DOVUTE PER GLI ANNI 2000-2005 IL DECRETO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI SBLOCCA 1,3 MILIARDI  
 
Trento, 20 dicembre 2010 - "L´accordo di Milano produce i suoi frutti. La decisione odierna del Consiglio dei Ministri che sblocca la quota variabile per gli anni 2000-2005, a carico del Bilancio dello Stato, attribuisce alla Provincia autonoma di Trento 1,5 miliardi di euro (1,335 al netto delle somme già versate come acconto), che saranno trasferiti in cinque annualità. Siamo lieti di questa decisione e ci auguriamo che ad essa facciano seguito anche le altre relative alle nuove attribuzioni della nostra Autonomia speciale." Con queste parole il presidente Lorenzo Dellai ha commentato la notizia giunta da Roma il 17 dicembre relativa al decreto che "scongela" la quota variabile dello Stato spettante al Trentino, che si inserisce nella fase di adeguamento dei rapporti finanziari con la Regione Trentino Alto Adige ai principi di federalismo fiscale, dando attuazione a quanto previsto dall´accordo siglato a Milano nel dicembre scorso. Avviato dal Consiglio dei Ministri anche l´esame di un altro decreto legislativo concernente il Parco Nazionale dello Stelvio. Buone nuove - peraltro dovute - da Roma per la Provincia autonoma di Trento, e specularmente anche per quella di Bolzano. Il Consiglio dei Ministri, nella riunione tenutasi oggi ha deliberato l’approvazione dello schema di decreto presidenziale di determinazione della quota variabile spettante alle province autonome di Trento e Bolzano per gli anni dal 2000 al 2005. La questione relativa alla determinazione e all’attribuzione di tali poste, spettanti alle due province ai sensi dell’articolo 78 dello Statuto speciale di Autonomia, risultava pendente da molti anni ed è stata sbloccata definitivamente grazie all’inserimento dell’articolo 2, comma 114 della Legge n. 191 del 2009, nell’ambito delle disposizioni previste dall’Accordo di Milano raggiunto sempre a fine 2009 con il Governo. Tale norma, infatti, prevede la definizione delle quote maturate sino all’anno 2005 entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa ed entro l’anno 2010 delle quote relative agli anni dal 2006 al 2009. La norma prevede inoltre la corresponsione, con cadenza annuale dall’anno 2010, delle quote variabili maturate sino a tutto l’anno 2009. A seguito dell’intesa raggiunta, lo schema di decreto presidenziale approvato oggi dal Consiglio dei Ministri prevede la determinazione a titolo definitivo delle quote variabili spettanti alla Provincia di Trento per gli anni dal 2000 al 2005 in complessivi euro 1.501.104.908,58 che, al netto delle somme già devolute a titolo di acconto, risultano pari a complessivi euro 1.335.599.565,58. Tali quote, così come prevede la norma, sono quantificate, con cadenza annuale dall’anno 2010, in cinque annualità di euro 267.119.913,11 ciascuna.  
   
   
ABRUZZO, CHIODI:PUNTARE SULLA SEMPLIFICAZIONE AMMINISTRATIVA  
 
Pescara, 20 dicembre 2010 - Intervenenedo il 17 dicembre pomeriggio a Pescara al convegno di Confindustria, dove si è parlato di "Semplificazione amministrativa: dal dire al fare", il Presidente della Regione Gianni Chiodi ha parlato della situazione abruzzese: "La semplicità e l´efficienza della macchina burocratica sono fattori determinanti di competitività e crescita economica di un territorio e nel nostro caso dell´Abruzzo. Ancora oggi in Italia e anche nell´Unione Europea - ha proseguito il Presidente Chiodi - il numero di adempimenti e di interlocutori con cui la politica e le aziende sono tenuti ad interagire sono sempre tanti. Per questo l´obiettivo deve essere quello di individuare i problemi, affrontarli e identificare le possibili soluzioni alle criticità che caratterizzano oggi pesantemente, nel nostro territorio, i rapporti fra politica e pubblica amministrazione e fra imprese e pubblica amministrazione". Dinanzi alla platea degli imprenditori abruzzesi, il Presidente della Regione Abruzzo Chiodi ha esaminato il momento attuale, partendo dalla situazione nazionale, per poi arrivare ai risvolti di carattere locale: "La situazione per l´Italia sotto questo punto di vista è ancora particolarmente negativa. I dati e i numeri in nostro possesso sono preoccupanti. Io credo - ha proseguito il Presidente Gianni Chiodi - che alla base ci sia un approccio culturale errato da cambiare al più presto. I processi di selezione sono oggi datati e approssimativi. Non si può più collocare la meritocrazia in seconda fascia. Proprio questo modo di fare ha portato ad un connubbio perverso fra politica e burocrazia. Questo sistema ha fatto si che la politica considerasse la struttura burocratica e amministrativa solo sotto l´aspetto elettorale, e questo è stato uno sbaglio. Basti pensare - ha proseguito Chiodi - alla Legge 77 che deve essere assolutamente cambiata. Mi rifiuto di pensare che questa legge sia stata scritta dalla politica. Questa legge porta a considerare la burocrazia una casta. Per questo dico che bisogna incidere e intervenire su un sistema culturale sbagliato, e da modificare al più presto. La nostra Regione in questo senso, proprio di recente, ha deliberato in Giunta una nuova legge sul Ciclo delle Performance. Abbiamo avuto una forte ositilità dalle strutture burocratiche perchè abbiamo voluto introdurre meritocrazia e trasparenza. E´ questa la strada da percorrere per far diventare sempre più snella, efficiente e meno costosa la macchina burocratica" Chiodi ha poi spiegato come la colpa di una eccessiva burocratizzazione del sistema sia anche e soprattutto della politica. "La Regione Abruzzo non ha mai avuto una vera stabilità e oggi ne stiamo pagando le conseguenze. In oltre quaranta anni di governo regionale, ci sono stati quindici presidenti di regione, di cui solo tre sono rimasti in carica per tutta la durata naturale del mandato. Per questo è fondamentale cambiare la Legge 77 e noi un primo e importante passo lo abbiamo compiuto, portando i dirigenti regionali da 128 a 105. Ma non ci siamo fermati a questo, visto che in fatto di semplificazione, abbiamo compiuto un passo importante riguardo l´autorizzazione del fotovoltaico nella nostra Regione. Un secondo obiettivo - ha ancora proseguito il presidente della Regione - sarà poi quello di informatizzare, e rendere più snelle, nel giro di qualche mese, le procedure che riguardano l´impatto ambientale. Molto c´è ancora da fare, ma ribadisco che il passo più importante sarà quello di un cambiamento culturale che è alla base di una semplificazione amministrativa concreta". In conclusione del suo intervento all´assemblea di Confindustria, il Presidente Chiodi ha parlato anche di tasse e di Abruzzo: "Gli studi del Cresa dicono che non è vero, come sostiene qualcuno, che in Abruzzo c´è una pressione fiscale fra le più alte d´Italia. Per quanto riguarda la tassazione Irpef, siamo nella media nazionale. Ci saranno dei sacrifici da fare in futuro, ma questi sacrifici riguarderanno tutti".  
   
   
AUTONOMIE LOCALI FVG: APPROVATO DDL SU UNIONI DEI COMUNI MONTANI  
 
 Trieste, 20 dicembre 2010 - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato il 16 dicemnbre lo schema di disegno di legge con la quale il Friuli Venezia Giulia istituirà le "Unioni dei Comuni montani" in sostituzione delle Comunità ormai commissariate e destinate alla soppressione. Il documento è stato illustrato alla Giunta dall´assessore Andrea Garlatti. Al termine di un percorso di approfondimento durato quasi un anno sul testo di iniziativa della Giunta, sta dunque per perfezionarsi una delle riforme dell´ordinamento che conferma l´autonomia statutaria della Regione Friuli Venezia Giulia, che ha potestà primaria in materia di ordinamento degli Enti locali. Il disegno di legge, che sarà ora sottoposto al Consiglio delle Autonomie e alla competente Commissione consiliare, prevede infatti soluzioni diverse rispetto a quelle adottate sul piano nazionale: organi più semplici, poteri più precisi, certezza delle risorse finanziarie, in modo da coniugare "autonomia e responsabilità". La norma disciplina le Unioni montane nel rispetto del principio della concertazione per migliorare i livelli di funzionalità, economicità, efficacia ed efficienza dell´azione amministrativa del sistema delle autonomie locali, tenendo conto degli obiettivi di valorizzazione, tutela e promozione dello sviluppo socio economico dei territori montani. Con la nuova legge si prevede di costituire otto Unioni: Carnia, Gemonese, Tarvisiano, Valli delle Dolomiti Friulane, Val d´Arzino-val Cosa, Livenza, Torre, Natisone. Le competenze delle ex Comunità montane Carso e Collio saranno assorbite dalle Province di Trieste e Gorizia. Le Unioni, definite come "enti locali territoriali costituiti da Comuni", avranno compiti di programmazione, sviluppo e pianificazione territoriale, funzioni amministrative e compiti di gestione coordinata dei servizi pubblici locali. L´assemblea delle Unioni sarà l´organo di indirizzo politico-amministrativo. Organi obbligatori, oltre all´Assemblea, saranno il presidente, il vicepresidente, il collegio dei revisori. La gestione sarà affidata ad un direttore, nominato dal presidente. La legge dispone che le comunità montane saranno soppresse con effetto dalla data di costituzione delle Unioni.  
   
   
SVILUPPO: "L´INNOVAZIONE E LA COMPETITIVITÀ IN UMBRIA", OGGI CONVEGNO A PERUGIA  
 
Perugia, 20 dicembre 010 - "L´innovazione e la competitività in Umbria. Valutare per conoscere, conoscere per decidere": è questo il tema del convegno che si terrà lunedì 20 dicembre a Perugia, al convento di Monteripido (a partire dalle ore 9.30) e che rientra tra le attività del Piano di comunicazione del "Por Fesr" (Programma operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale) Umbria 2007-2013. Ai lavori prenderà parte la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Il convegno si aprirà con la presentazione del rapporto "L´europa investe in Umbria: Docup ob.2 2000-2006" che analizza risultati ed effetti degli interventi realizzati in Umbria con il contributo del Fondo europeo di sviluppo regionale. Presieduta dal direttore regionale allo Sviluppo economico Ciro Becchetti, questa prima sessione prevede le relazioni di Alessandra Broccatelli e Claudio Tiriduzzi, del Servizio Programmazione comunitaria della Regione Umbria, di Andrea Murgia per la Direzione generale Politiche regionali della Commissione Europea e Maurizio di Palma, presidente del consiglio di amministrazione della società Ecoter. Seguirà l´intervento della presidente della Regione Catiuscia Marini. Nella seconda sessione, presieduta dal coordinatore dell´Area Programmazione regionale Lucio Caporizzi, verranno esposti i risultati del "Ruics 2009" (Regione Umbria Innovation & Competitiveness Scoreboard) sul posizionamento dell´Umbria in materia di competitività e innovazione. Sono previste le relazioni di Simona Azzarelli, del Servizio regionale Controllo strategico e valutazione politiche, e di Carlo Cipiciani, del Servizio regionale Programmazione strategica generale. Il dibattito sarà preceduto dall´intervento di Bruno Bracalente, docente di Statistica economica all´Università degli studi di Perugia.  
   
   
CALABRIA: IN CONSIGLIO UN MAXIEMENDAMENTO PER IL RISANAMENTO DEI CONTI PUBBLICI REGIONALI  
 
Catanzaro, 20 dicembre 2010 - E’ in discussione alla seconda commissione consiliare un maxi emendamento al Bilancio di previsione 2011, inviato dalla Giunta regionale che lo aveva approvato nell’ultima riunione, su proposta dell’Assessore al Bilancio e Programmazione Giacomo Mancini. Con tale atto, la Giunta ha stanziato trenta milioni di euro per la copertura del debito sanitario accumulato dalle passate gestioni. Il ripianamento sarà garantito dall’accesso ad un prestito statale trentennale del quale è stata assicurata copertura per il 2011 con entrate tributarie derivanti, tra l’altro, dal gettito della nuova imposta sulla benzina per autotrazione (Irba), di 0,0258 euro al litro, esclusivamente per la benzina senza piombo. Di particolare interesse, poi, la norma che introduce un regime straordinario di aiuti per il valore di 500.000 euro a beneficio delle famiglie colpite dall’alluvione di Gioia Tauro del novembre scorso. Il testo, composto da sei articoli, introduce inoltre una serie di innovazioni normative che riguardano fra l’altro: la proroga delle convenzioni di utilizzo dei lavoratori Lsu Lpu ed un ampliamento della gamma degli enti utilizzatori ai fini della stabilizzazione; una modifica alle legge regionale sull’artigianato, una nuova disciplina per l’attività estrattiva regionale; innovazioni in materia di servizio idrico integrato; norme in materia di personale regionale e di proroga del commissariamento dell’Afor e dell’Arssa. “Attraverso questo maxiemendamento – ha dichiarato l’Assessore al Bilancio ed alla Programmazione Economica Giacomo Mancini - fortifichiamo l’azione di risanamento dei conti pubblici regionali, avviata con la manovra finanziaria. Siamo consapevoli che è nostro dovere ripianare il debito sanitario, rispondendo senza indugi alle sollecitazioni del Governo e del Tavolo Massicci, senza rinviare il problema come accaduto in passato. Rispetto a tale esigenza, oltre a continuare nell’opera di tagli agli sprechi ed agli sperperi, dobbiamo chiedere la collaborazione dei calabresi. Per questo siamo stati costretti a seguire l’esempio di altre regioni italiane, ricorrendo all’introduzione dell’Irba. Siamo certi che questo sacrificio - conclude Mancini - sarà ripagato con la conquista di una sanità migliore e più efficiente che otterremo grazie al’impegno del Governatore Scopelliti e di tutti quanti noi”.  
   
   
GOVERNO, ALEMANNO: “I MINISTERI NON POSSONO ANDARE VIA DA ROMA”  
 
Roma, 18 dicembre 2010 - «Ho protestato con Gianni Letta per questa grottesca trovata del ministro Calderoli. La mia risposta è molto semplice. Primo: i Ministeri non possono andare via da Roma perché da 140 anni è Capitale d’Italia, così come sancito dalla Costituzione. Secondo: il Natale è una festa troppo importante per le tradizioni religiose e culturali del nostro popolo per trasformarla in uno spunto per uno scherzo di carnevale di pessimo gusto. Nella legge sul federalismo fiscale c’è l’articolo che attua i poteri speciali di Roma Capitale. Quindi Calderoli non può permettersi di associare questa legge a un depotenziamento del ruolo istituzionale della nostra città. Altrimenti tutti i parlamentari del Pdl, e in particolare quelli della nostra Regione, non potranno non trarne le dovute conseguenze nella commissione bicamerale che dovrà esprimere il parere obbligatorio sui decreti legislativi sul federalismo fiscale». È quanto dichiarato il 18 dicembre dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno.  
   
   
OGM, ANCHE IN CONFERENZA DELLE REGIONI IL NO ALLE COLTIVAZIONI TRANSGENICHE  
 
Bari, 20 dicembre 2010 - Ancora un no unanime e compatto alle coltivazioni transgeniche sul territorio italiano. La Conferenza delle Regioni infatti, che ha visto relazionare sul tema il presidente della Commissione Politiche Agricole Dario Stefàno, assessore della Regione Puglia, il 16 dicembre ha nuovamente fatto propria la posizione di tutti gli Assessori all´agricoltura delle Regioni e delle Province autonome in merito alle colture transgeniche. “Una posizione che viene ribadita – spiega Stefàno – e che, quindi, non lascia spazio a dubbi: i territori italiani devono rimanere Ogm free. Le Regioni lo hanno ribadito con estrema chiarezza”. Posizione questa che, ora, il Presidente Errani si incaricherà di comunicare, e ribadire, al Governo italiano sollecitando i Ministeri competenti a procedere all’attivazione della clausola di salvaguardia, a norma dell’art. 23 della Direttiva Ce 18/2001. Anche nella decisione odierna della Conferenza delle Regioni è stato ribadito quanto già comunicato in apposito documento al Ministro Galan, in occasione dell’Ultimo Comitato Tecnico Agricolo della settimana scorsa: “L’intesa sulle linee guida sulla coesistenza - sottolinea l’assessore Stefàno - è stata già ritirata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome il 7 ottobre scorso e, dunque, non v´è più alcuna ragione per riproporla alla discussione. In più, in quella stessa sede del 7 ottobre, fu approvato un ordine del giorno in cui si chiedeva ai Ministeri competenti di procedere all’attivazione della clausola di salvaguardia, a norma dell’art.23 della Direttiva Ce 18/2001, nei confronti delle “varietà geneticamente modificate”. In analogia con quanto già fatto da altri Paesi, quali Austria, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo e Ungheria, dove la clausola è tuttora in vigore. “C’è di più – aggiunge Stefàno - : il Consiglio dell’Unione Europea, che ne detiene la prerogativa, si è già espresso rigettando la richiesta di rimozione, proposta dalla Commissione dell’Ue, per Austria e Ungheria, sulla base dell’assenza di una valutazione del rischio per l’ambiente. Questo, è evidente, dà ancora più forza alla nostra posizione “. Attivazione della clausola di salvaguardia, dunque, come unico strumento per mantenere il territorio di tutte le Regioni italiane libero da coltivazioni transgeniche. “E che consente peraltro- prosegue l’assessore Stefàno - di risolvere anche i contenziosi esistenti che, comunque, non possono essere imputati ad inadempienze da parte delle Regioni e Province Autonome” “Come pure – conclude Stefàno - il ricorso alla clausola di salvaguardia da parte del nostro Paese rappresenterebbe quella alternativa alle linee guida sulla coesistenza, così da adempiere alla Sentenza del Consiglio di Stato n. 183/2010”.  
   
   
OTTO MILIONI PER COMUNI E COMUNITÀ MONTANE DELLA CAMPANIA  
 
Napoli, 20 dicembre 2010 - Ammontano a circa 8 milioni le somme stanziate nel corso della Conferenza unificata Stato, Regioni e Autonomie Locali a favore dei Comuni e delle Comunità Montane della Campania. In particolare, 3 milioni vanno al Fondo per la montagna e 4,8 sono ripartiti tra gli enti locali appartenenti alle Comunità. La Regione Campania è quella che ha ottenuto la quota più elevata, circa il 29%, delle risorse recuperate sulla Finanziaria 2010, ed il maggior incremento, pari a circa il 7%. "E´ - sottolinea l’assessore regionale alle Autonomie Locali Pasquale Sommese - un altro importante e concreto risultato per gli enti locali della Campania, che rafforza ulteriormente l’azione a sostegno delle piccole realtà territoriali. "L´obiettivo verso cui procede il nostro sforzo è quello di migliorare sempre più la risposta amministrativa in termini di servizi efficienti ed efficaci per i cittadini", conclude Sommese.  
   
   
CONSIGLIO REGIONALE DEL MOLISE, SEMINARIO SUL RUOLO DELLE ASSEMBLEE LEGISLATIVE  
 
Campobasso, 20 dicembre 2010 - "Il ruolo delle Assemblee legislative nella valutazione delle politiche" è il titolo del seminario, promosso dal Consiglio regionale del Molise, che si terrà i lunedì 20 dicembre 2010, con inizio alle ore 9,30, presso l´aula Consiliare di Via Iv Novembre. Il seminario rientra nell´ambito del progetto "Capire" (Controllo delle Assemblee sulle Politiche e gli interventi regionali), un´iniziativa voluta dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Province Autonome. Il progetto ha la missione di elaborare idee, strategie e nuovi strumenti per migliorare la capacità di controllo sulla attuazione delle leggi e di valutazione delle politiche in seno alle assemblee legislative. Dopo i saluti del Presidente della Regione, Michele Iorio, e del Consiglio Regionale, Michele Picciano, e alcuni interventi di dirigenti regionali e esponenti del progetto Capire, discuteranno della tematica il vice presidente del Consiglio regionale, Pardo Antonio D´alete e il Segretario generale del Consiglio, Antonio Francioni. Farà seguito un dibattito con i Consiglieri regionali su "Come far sì che la valutazione delle politiche entri nel normale modo di operare e di decidere delle assemblee regionali?". I lavori si concluderanno nella mattinata.  
   
   
EMILIA ROMAGNA: RIUNIONE DELLA CONSULTA REGIONALE PER L´INTEGRAZIONE SOCIALE DEI CITTADINI STRANIERI IMMIGRATI. LA PRIORITÀ È LAVORARE SULL´APPRENDIMENTO DELLA LINGUA ITALIANA. MASSIMA ATTENZIONE AGLI EFFETTI DELLA CRISI SULLE PERSONE IMMIGRATE  
 
Bologna, 20 dicembre 2010 – Diciotto cittadini stranieri, due per ognuna delle nove province, che hanno scelto da tempo l’Emilia-romagna come propria casa. Più i rappresentanti di enti locali, sindacati, organizzazioni imprenditoriali dei datori di lavoro, terzo settore, Ufficio scolastico regionale, Consigli territoriali per l’immigrazione. Per la prima volta nella nuova legislatura, si è riunita il 16 dicembre la Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, organo previsto dalla legge regionale 5 del 2004. La Consulta, nominata con decreto del presidente della giunta regionale, è presieduta dall’assessore regionale alle Politiche sociali Teresa Marzocchi; il vicepresidente verrà eletto successivamente tra i diciotto stranieri. Tra gli argomenti all’ordine del giorno, la programmazione sociale regionale in materia di integrazione dei cittadini stranieri per l’anno 2010-2011. Alla Consulta spetta infatti, tra i vari compiti, la formulazione di proposte alla giunta per l´adeguamento delle leggi e dei provvedimenti regionali alle esigenze emergenti nell´ambito dell’immigrazione, l’elaborazione di proposte e pareri sul programma triennale per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri, e il supporto dell´attività dell´Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio. “Sono molto soddisfatta per quest’incontro – ha commentato l’assessore Marzocchi – , a cui erano presenti rappresentanti dei cittadini stranieri, istituzioni, forze sociali. Con questi presupposti, e con la consapevolezza di essere già una società multietnica a tutti gli effetti, possiamo realmente portare avanti politiche per l’immigrazione che nascono da un confronto reale e dalla collaborazione: è una Consulta che darà sicuramente molti frutti. Oggi – ha aggiunto l’assessore – tutti hanno condiviso le linee di indirizzo della giunta sull’immigrazione, e c’è accordo sulla priorità di lavorare sull’apprendimento della lingua italiana: ne discuteremo nel prossimo incontro. Altro punto sollevato dalla Consulta, a cui andrà la massima attenzione, è la crisi, che non ha risparmiato certo le persone immigrate, anzi: molte di loro, che vivono da tempo in Emilia-romagna con le rispettive famiglie, hanno perso il lavoro e rischiano di perdere il permesso di soggiorno. Questo non è accettabile; ci impegneremo, per quanto è nelle nostre competenze”. I rappresentanti degli stranieri nella Consulta sono Beatriz Paifer e Jamal Ouzine (provincia di Piacenza), Diana Dimitrova Teneva e Ousseynou Mbengue (provincia di Parma), Ana Katanoj e Joseph Thambinayagam (provincia di Reggio Emilia), Dautey Michael Kwasi e Onuchuko Thaddeus Ebelenna (provincia di Modena), Khaline Bouchaib e Ignacio Adelle (provincia di Bologna), Nadia Karouiti e Luzgarda Frtsancho (provincia di Ferrara), Lumturi Selaj e Todasca Bianca Maria (provincia di Forlì-cesena), Babacar Pouye e Larysa Godovantes (provincia di Ravenna), Julia Alimasi e Edmond Kamaraku (provincia di Rimini).  
   
   
CONVEGNO: FEDERALISMO SOCIALE, VA ASSOCIATO INNANZITUTTO A RESPONSABILITA’, DI TUTTI E IN PARTICOLARE DI CHI GOVERNA, NON A SOLIDARIETA’  
 
Padova, 20 dicembre 2010 - “Il federalismo va associato innanzitutto alla parola responsabilità e attendiamo i decreti attuativi per capire, anche dal punto di vista del sociale, cosa prevederanno in concreto. La responsabilità di chi governa è la centralità del federalismo, questa è la sfida. Solidale? Il federalismo lo sarà per un tempo breve necessario alla sua attuazione ma non potrà esserlo sempre e in modo perentorio”. Questa è stata la prima precisazione fatta dall’Assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto quando il 17 dicembre al Centro Altinate di Padova ha preso la parola durante i lavori del convegno regionale “Federalismo sociale. Cosa cambia per il welfare locale con la fiscalità federata”, promosso dal Cantiere sociale regionale Per la definizione dei diritti sociali. La seconda precisazione di premessa fatta dall’esponente del governo veneto è stata questa: “Tra il tema delle risorse date e quello dei bisogni sociali (infiniti) la scelta è obbligata: dobbiamo partire dalle risorse disponibili, rilanciare sulla base di esse il nuovo modello veneto del sociale e dell’integrazione sociosanitaria che ha dato ottima prova di sé in questi decenni, ponendosi all’avanguardia in Italia e in Europa. Ma dobbiamo tener conto che per dare risposte ai bisogni sociali non è più e non sarà più possibile ricorrere all’indebitamento come è stato fatto finora. Dal settembre del 2008 è cambiato tutto, è cambiato il mondo – ha sottolineato Sernagiotto. Abbiamo una sofferenza occupazionale che necessita di ammortizzatori sociali. Abbiamo avuto un taglio di 400 milioni di euro da parte del livello nazionale, e la Giunta veneta ha dovuto spalmare queste riduzioni su tutti gli assessorati, pure sul sociale anche se in misura minore. La prima priorità che dobbiamo assumerci, quindi, è di pagare il debito a piè di lista che è stato costruito in questi decenni per avere poi la possibilità di reperire risorse per far ripartire un nuovo modello di governance del territorio”. L’assessore, di fronte a un attento pubblico di amministratori, operatori sociali, sindacalisti, volontari dell’associazionismo sociale, ha riepilogato i punti sui quali si baserà l’azione programmatoria e di controllo della Regione Veneto per il 2011: l’invecchiamento della popolazione, i bilanci e la gestione dei patrimoni da parte delle Ipab che ospitano le persone non autosufficienti, la disabilità (in particolare l’inserimento al lavoro), i minori allontanati dalla famiglia. “Dobbiamo avere – ha concluso – capacità di visione strategica, di progettazione, di programmazione per far sì che le prossime generazioni venete possano continuare a usufruire di un sistema di servizi sociali funzionanti”.  
   
   
TRENTO: APPROVATO IL BILANCIO 2011. DELLAI: INIZIA LA TERZA FASE PER LE STRATEGIE ANTICRISI IL COMMENTO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA SUBITO DOPO LA VOTAZIONE  
 
Trento, 20 dicembre 2010 - "Inizia la terza fase di una strategia che ha visto negli ultimi anni orientare la finanza pubblica verso azioni di contrasto della crisi e di sostegno del reddito dei lavoratori e delle famiglie. Ora, con questo bilancio, affrontiamo alla radice i nodi dello sviluppo e della competitività di un territorio che ha retto sì alla recessione globale ma che adesso deve puntare il tutto per tutto sulla propria capacità di crescita, per non perdere quanto faticosamente costruito attraverso le generazioni dal dopoguerra ad oggi". Lo ha detto il 17 dicembre il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, subito dopo l´approvazione, in Consiglio provinciale a Trento, della manovra finanziaria 2011. Come noto, questa manovra si caratterizza, sul piano delle entrate per i contenuti dell´accordo di Milano (che ha stabilito il principio per il quale l´Autonomia si finanza interamente con il gettito interno al Trentino, avendo eliminato la quota variabile dello Stato) mentre sul piano delle uscite si tiene conto delle esigenze poste dal Patto di stabilità. "Di fatto - ha sintetizzato nel commento finale il presidente Dellai - lo sforzo cui tende la legge appena approvata dall´assemblea consiliare punta a mettere a disposizione del territorio strumenti importanti per la crescita economica e per la coesione sociale". Una terza fase, dunque, per superare gli stadi che necessariamente, negli ultimissimi anni, hanno visto un grande impegno per fronteggiare le situazioni di emergenza e per spingere adesso il "sistema Trentino" nel suo complesso a maturare condizioni e consapevolezza per garantirsi una solida posizione in un panorama di grande competizione internazionale. Le linee guida della manovra si possono sintetizzare in tre voci: - aumentare e consolidare la competitività del sistema produttivo; - promuovere un rafforzamento dei livelli di occupazione; - tutelare il benessere della collettività e rafforzare la coesione sociale. In sintesi, le azioni per la competitività giudicate necessarie sono: qualificare la spesa pubblica, rafforzare le condizioni di contesto, riorientare gli strumenti a sostegno delle imprese (secondo criteri di forte selettività, per sostenere le azioni e i progetti che hanno maggiori ricadute sul sistema economico, in particolare per sviluppare le attività di ricerca e innovazione), modernizzare e rendere più efficente il sistema pubblico. Le azioni per l´occupazione riguardano essenzialmente: sviluppare interventi di politica attiva del lavoro, di carattere temporaneo, per rafforzare le competenze dei lavoratori; mettere a punto misure che rendano più agevole il passaggio dalla scuola al lavoro; favorire l´occupazione femminile; incentivare la creazione e lo sviluppo di forme associate di professionisti impegnati nella produzione di servizi a elevata qualificazione. Per quanto riguarda il benessere e la coesione sociale le misure principali previste sono: attuare la delega sugli ammortizzatori sociali (una delle nuove competenze previste dall´accordo di Milano), migliorando l´attuale impianto; consolidare il reddito di garanzia; rafforzare le politiche per la casa; garantire eguali opportunità di accesso all´istruzione superiore e al mercato del lavoro. Se quelle appena illustrate – competitività, occupazione e coesione– rappresentano le tre fondamentali direttrici, ossia le aree di maggiore attenzione per questa manovra, verso le quali il Governo provinciale intende puntare in via prioritaria, occorre peraltro ricordare che esse si pongono in coerenza con un quadro strategico più ampio, definito per l’intera legislatura dal Programma di sviluppo provinciale, approvato nella primavera del 2010. L’attuazione delle politiche di sviluppo delineate nel Psp trova evidenza nel documento di attuazione, approvato dalla Giunta, che accompagna la manovra fungendo da raccordo fra l’impostazione programmatica di legislatura e gli strumenti della programmazione finanziaria. Il documento di attuazione, articolato secondo gli assi strategici del capitale umano, capitale produttivo, capitale sociale e welfare, capitale ambientale e infrastrutturale, capitale istituzionale e partecipativo, dà evidenza agli impegni più rilevanti che la Provincia intende assumere per il prossimo triennio.  
   
   
DE FILIPPO: PER IL PRESIDENTE DELLA REGIONE BASILICATA IL PROGETTO MATCH È LA DIMOSTRAZIONE DI COME IL PROGRAMMA OPERATIVO VAL D´AGRI PUÒ ENTRARE NEL VIVO DELLE EMERGENZE SOCIALI  
 
Potenza, 20 dicembre 2010 - “Il Progetto Match è la chiara dimostrazione di come il Programma Operativo Val d´Agri può entrare nel vivo delle emergenze sociali, attuando un Piano per l´inclusione sociale e lavorativa. Identificare e sviluppare le potenzialità delle persone diversamente abili è un compito precipuo della pubblica amministrazione”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, in occasione della presentazione dell’estratto del bando “Match”. “Azioni come quelle attivate dal progetto Match sicuramente raggiungono lo scopo di ridurre i fenomeni di esclusione perché sono progettate sullo stesso territorio dove dovranno riverberare i loro effetti- ha aggiunto De Filippo. L’idea di avviare un progetto di tale natura in Basilicata nasce dall’analisi di esperienze analoghe già realizzate in altri contesti. Il Piano Strutturale Intercomunale della Val d’Agri è il risultato di un apporto convinto e consapevole dei soggetti pubblici che raccolgono la sfida di pianificare e governare insieme il territorio. L’associazionismo comprensoriale tra Comuni diventa sicuramente un punto di forza per il comprensorio della Val d’Agri che potrà disporre di strumenti di pianificazione sovracomunale che sicuramente saranno in grado di dare risposte agli interessi delle comunità locali. I principi del governo del territorio e della sussidiarietà porteranno verso una sempre più marcata autonomia dei Comuni. Del resto – ha concluso De Filippo - pianificando singole azioni entro i soli confini amministrativi locali, si corre il rischio di perdere la dimensione reale di fenomeni che sono invece assai più complessi”.  
   
   
LEGGE SULLE POLITICHE GIOVANILI: UNO STRUMENTO BIPARTISAN ED EFFICACE PER IL PROTAGONISMO GIOVANILE IN CAMPANIA  
 
Napoli, 20 dicembre 2010 - "La legge sulle Politiche giovanili, approvata stamane in seduta congiunta dalle Commissioni Vi permanente e Ii speciale del Consiglio regionale, rappresenta uno strumento efficace per favorire in Campania il protagonismo giovanile e rilanciare concretamente le azioni a sostegno delle nuove generazioni". L´assessore regionale all´Assistenza sociale, Ermanno Russo, plaude così al lavoro svolto dai presidenti Giovanni Baldi e Antonia Ruggiero, che, insieme a tutti i componenti delle due Commissioni consiliari, "hanno colto il senso bipartisan di tale iniziativa, intuendo sin da subito l´enorme potenzialità del testo di legge approvato". L´esponente della Giunta presieduta da Stefano Caldoro ha poi invitato l´intero Consiglio regionale "ad approvare quanto prima il provvedimento e a garantirne gli effetti attraverso un´adeguata copertura finanziaria. E´ una legge per certi versi rivoluzionaria - spiega l´assessore del Pdl - perché coinvolge direttamente i giovani, abolendo alcuni intermediari che finivano per svilirne l´azione, condizionando in qualche modo la partecipazione alla vita democratica della Campania". Di qui Ermanno Russo ha concluso: "Il testo, a cui ho lavorato alacremente nella passata legislatura sin dall´inizio del mio mandato di presidente della Commissione Politiche giovanili, presenta dei caratteri fortemente innovativi e punta molto sul concetto di cittadinanza attiva, aspetto perfettamente in linea con le direttive comunitarie".  
   
   
OLTRE 1,1 MILIONI DI EURO PER PROGETTI DEDICATI AI GIOVANI. LA GIUNTA REGIONALE DELL’ EMILIA ROMAGNA HA ASSEGNATO I PRIMI 608 MILA EURO A SOSTEGNO DI 23 PROGETTI.  
 
 Bologna, 20 dicembre 2010 – Oltre 1 milione e 100 mila euro per progetti a sostegno delle attività dedicate ai giovani. La Giunta regionale, nei giorni scorsi, ha proceduto alla prima assegnazione di oltre 608 mila euro, premiando e sostenendo 23 progetti presentati dai Comuni emiliano-romagnoli e valutati sulla base di istruttorie curate dalle Amministrazioni provinciali. Le risorse sono relative all’esito del bando uscito lo scorso settembre, sulla base di quanto previsto dalla Legge regionale 14/2008 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni”, a sostegno delle attività dedicate ai ragazzi dai 16 ai 34 anni. Ben 568 mila euro sono destinati a sostenere le attività giovanili, 40 mila euro per le esperienze di scoutismo, mentre successivamente verranno assegnati altri 500 mila euro destinati dallo stesso bando a sostenere spese di investimento per la qualificazione degli spazi e per la dotazione di attrezzature, anche tecnologiche. «In questo momento di crisi economica e sociale è importante – sottolinea Donatella Bortolazzi, assessore regionale alle Politiche giovanili – incentivare le attività e le politiche rivolte ai giovani, perché è sotto gli occhi di tutti come le nuove generazioni siano tra le più esposte alle difficoltà. Per questo vogliamo sostenere progetti finalizzati alla promozione della crescita civile e culturale del mondo giovanile e della sua partecipazione alla vita delle comunità locali. E devo dire, a questo proposito, che Province e Comuni hanno collaborato in modo eccellente al raggiungimento degli obiettivi che il bando si prefiggeva». Il risultato complessivo del bando è stato raggiunto anche grazie alla capacità di progettare le azioni in modo concertato, valorizzando le competenze acquisite dai diversi soggetti pubblici e privati e la collaborazione tra essi e gli Enti locali. Queste risorse si vanno ad aggiungere ai finanziamenti specifici destinati a soggetti privati, per oltre 1 milione e 290 mila euro, già assegnati nel biennio 2009-2010. I progetti finanziati puntano a favorire l’aggregazione sociale, la promozione di un protagonismo diretto dei giovani e la valorizzazione delle esperienze di autogestione di realtà associative e gruppi informali. Anche la cittadinanza attiva, la cultura della legalità, la sperimentazione di forme di partecipazione attiva alla vita delle istituzioni e comunità locali, il sostegno alle esperienze dello scoutismo, sono tra le attività privilegiate. «Siamo già al lavoro – conclude l’Assessore – per definire un nuovo Accordo di programma Quadro con il Ministero della Gioventù per il prossimo triennio, con l’obiettivo di arrivare alla firma entro luglio, così come è stato sancito nell’Intesa raggiunta nella Conferenza Unificata il 7 ottobre scorso”, con un significativo contributo della Regione Emilia-romagna all’esito positivo del confronto con il Governo».
Giovani, i contributi assegnati per provincia
Piacenza 36.673
Parma 58.394
Reggio Emilia 73.404
Modena 93.419
Bologna 120.597
Ferrara 41.677
Ravenna 48.216
Forlì - Cesena 52.310
Rimini 43.895
Totale 568.588
 
   
   
MILANO, LAVORO: DAL COMUNE UN NUOVO MODELLO DI ACCOMPAGNAMENTO E ORIENTAMENTO INDIVIDUALE  
 
Milano, 20 dicembre 2010 - E´ stata approvata il 17 dicembre in Giunta una delibera per l’affidamento all’esterno dei servizi di inserimento lavorativo offerti dal Centro di Mediazione al Lavoro (Celav) del Comune. “E´ una delibera per proseguire l’attività del Celav in una logica di razionalizzazione e potenziamento - commenta l’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche sociali Mariolina Moioli -. In questo modo intendiamo rispondere, anche attraverso l’ottimizzazione delle risorse, ai crescenti bisogni della cittadinanza per i percorsi di inserimento lavorativo, con particolare attenzione ai soggetti svantaggiati”. Il servizio sarà attivo dal 1° marzo 2011 al 28 febbraio 2013. Le linee di indirizzo della riorganizzazione del Celav prevedono una più ampia integrazione delle attività affidate all’esterno con quelle direttamente gestite e una maggiore unificazione delle attività in equipe operative integrate. Verranno poi ridefinite le procedure d’accoglienza e dei possibili percorsi di inserimento lavorativo. Verrà inoltre aperto un nuovo sportello informativo in viale Ortles presso la casa d’accoglienza, che si aggiunge a quello di via Scaldasole. Infine è previsto un potenziamento delle attività e lo sviluppo dell’informatizzazione dei servizi. Complessivamente nel 2009 si sono rivolti al Celav 4.078 persone, con un aumento di più del 30% rispetto all’anno precedente; un incremento ulteriore è previsto entro la fine del 2010. Per quanto riguarda i tirocini formativi e di orientamento con “borse lavoro”, 838 persone hanno usufruito del servizio nel 2009 e ad ottobre 2010 gli utenti erano già 1004.  
   
   
PROGETTO FSE: DELEGAZIONE RUMENA IN REGIONE PER APPROFONDIRE LE ESIGENZE LAVORATIVE DEI NON VEDENTI.  
 
Ancona, 20 Dicembre 2010 - L´inserimento lavorativo dei diversamente abili, in particolare non vedenti, e` stato l´argomento dell´incontro che una delegazione di rappresentanti dei Centri per l´impiego delle quattro Province rumene di Galati, Vrancea, Harghita, Buzau ha avuto, il 16 dicembre, con la Regione Marche. La delegazione ha incontrato i responsabili dell´Organizzazione amministrativa e della Scuola regionale di formazione della pubblica amministrazione nell´ambito della realizzazione di un progetto formativo internazionale del Fondo sociale europeo (Fse) di cui l´Italia e` Paese partner. Su segnalazione dell´Unione italiana ciechi, l´incontro e` servito per approfondire la legislazione nazionale e la gestione, a livello di pubblica amministrazione marchigiana, delle esigenze lavorative dei non vedenti, compresi la creazione e lo sviluppo di specifici percorsi formativi per i centralinisti non vedenti. La delegazione ha visitato anche le postazioni telefoniche del centralino della Giunta regionale per conoscere le strumentazioni e le modalita` di svolgimento di lavoro da parte degli operatori non vedenti.  
   
   
LE FORZE DI LAVORO IN TRENTINO NEL 2009  
 
Trento, 20 dicembre 2010 - La nuova pubblicazione della collana "Comunicazioni" curata dal Servizio Statistica della Provincia autonoma di Trento presenta un approfondimento al 2009 dei risultati della Rilevazione continua sulle Forze di Lavoro. Si tratta di un’indagine campionaria, di cui è titolare l’Istat, coordinata in Trentino dal Servizio Statistica e realizzata, a livello locale, sulla base di 27.000 interviste individuali che consentono interessanti possibilità di elaborazione. Nel 2009 le forze di lavoro tra i 15 ed i 64 anni sono cresciute da 231.689 a 234.449. A tale incremento ha contribuito la componente maschile (+1.000 unità), ma soprattutto quella femminile (+2.000). Le donne rappresentano così il 43,5% delle forze lavoro totali ed il loro tasso d’attività cresce dal 57,5% del 2006 al 60,9% del 2009. Anche il tasso di occupazione femminile risulta in crescita, essendo passato dal 54,7% del 2006 al 58,1% del 2009: questo è un passo notevole verso gli obiettivi della strategia di Lisbona, in quanto mancano solo 1,9 punti all’obiettivo fissato per il 2010. A differenza degli anni precedenti, però, una parte di questo incremento di persone disponibili a lavorare non ha trovato immediata occupazione e si è tradotto in un aumento della disoccupazione, per cui il tasso di disoccupazione della popolazione in età lavorativa è cresciuto dal 3,3% del 2008 al 3,6% del 2009. Tra coloro che sono alla ricerca di un’occupazione crescono le persone con precedenti esperienze lavorative mentre resta stabile la quota di coloro che cercano lavoro provenendo da una condizione di inattività. Ancora in calo, invece, le persone in cerca di prima occupazione. Dall’analisi della situazione del mercato del lavoro del 2009 si conferma una maggiore difficoltà da parte delle donne nel trovare un’occupazione. Ciò emerge sia dal tasso di disoccupazione (4,6%) più elevato rispetto a quello dei maschi (2,8%), sia dalla durata della ricerca: le disoccupate di lunga durata sono nel 2009 il 32,3% delle disoccupate totali contro il 14,2% dei maschi. La media provinciale si colloca al 24,3%, situazione ben lontana dalla media nazionale (44,5%), anche se in aumento rispetto al passato. Pur in un quadro di occupazione complessiva ancora in crescita, nel 2009 si cominciano a registrano i primi effetti della crisi sul mercato del lavoro. Ad esserne interessati sono soprattutto i giovani, i part-time e i piccoli autonomi, i contratti a termine e le collaborazioni coordinate. Per quanto riguarda l’occupazione, i lavoratori dipendenti hanno fatto registrare nel corso del 2009 una crescita abbastanza sostenuta. Distinta per genere, l’occupazione dipendente femminile è aumentata del 2,9% e ha interessato nella stessa misura l’occupazione provvisoria e quella permanente; l’occupazione maschile è invece aumentata dell’1% grazie ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, mentre si riduce il numero di occupati a tempo determinato. In calo risultano anche gli autonomi in senso stretto e i collaboratori coordinati ed i prestatori d’opera: i così detti “autonomi in senso lato” che costituiscono l’1,3% del totale dei lavoratori del Trentino. I dati del 2009 evidenziano come tra i lavoratori dipendenti con meno di 25 anni i temporanei rappresentino complessivamente più della metà dei dipendenti (il dato è in crescita rispetto al 2008), mentre tra gli occupati più che 25enni le percentuali sono molto più esigue (11,3%). L’occupazione a tempo parziale è un fenomeno quasi solo femminile (85% del part-time è femminile). Ciò si conferma nel 2009, anche se la crescita della quota di part-time femminile si interrompe dopo anni di continua crescita. In quanto a diffusione del part-time, il Trentino assomiglia più all’Europa che all’Italia. La Rilevazione continua sulle Forze di Lavoro prevede, con cadenza annuale, una sezione aggiuntiva rispetto al questionario standard, con l’obiettivo di approfondire un tema specifico del mercato del lavoro. Uno dei fenomeni oggetto di approfondimento è stato quello della sicurezza sul lavoro: questo tema viene presentato nella pubblicazione in oggetto. L’intento è quello di fornire una misura dell’esposizione a fattori di rischio per la salute dei lavoratori sulla base della loro percezione soggettiva, proseguendo con i problemi di salute provocati o resi più gravi dall’attività lavorativa (malattie professionali) e finendo con gli infortuni sul lavoro. Il rischio di infortunio è molto percepito: il 23,7% degli occupati ne avverte la presenza. Anche l’assunzione di posture dannose, lo spostamento di carichi pesanti e l’esposizione a tutte quelle cause che sono alla base di problemi di salute di natura osteo-muscolare è fortemente avvertita e viene segnalata dal 21,8% degli occupati in Trentino. L’esposizione a sostanze chimiche (polveri, gas, esalazioni, fumi) e a rumori o vibrazioni riguarda rispettivamente il 15,6% e il 14,3% degli occupati. Si tratta in tutti i casi di valori simili a quelli riscontrati a livello nazionale. Il livello di rischio dipende, ovviamente, dal settore di attività: quello delle costruzioni è il settore a più elevata esposizione, mentre il settore del credito è il meno rischioso. Al di là delle percezioni soggettive, le persone che hanno subito effettivamente un infortunio sul lavoro sono 7.181, pari al 3% dei lavoratori. Tra i fattori di natura psicologica quello prevalente risulta il carico di lavoro eccessivo, citato dal 12,4% degli occupati (il dato è inferiore alla media nazionale, pari a 14,5%). Le manifestazioni di prepotenza e discriminazione o di minacce o violenze fisiche sono avvertite da una quota più bassa di lavoratori (rispettivamente il 3,8% e l’1%, più bassi dei nazionali 4,6% e 1,6%). Il 6,3% degli intervistati ha dichiarato di soffrire o di aver sofferto negli ultimi 12 mesi di una malattia professionale o quantomeno di un problema di salute derivante dall’attività lavorativa. I più diffusi sono i problemi articolari o muscolari. Anche lo stress, la depressione e l’ansietà, citati dall’1% dei rispondenti, rappresentano una fonte di disagio per chi lavora o ha svolto un’attività lavorativa. Ulteriori dati ed approfondimenti sono disponibili sul sito del Servizio Statistica all’indirizzo: www.Statistica.provincia.tn.it/    
   
   
POLVERINI E ASSESSORI PULISCONO MURI REGIONE LAZIO DA SCRITTE MANIFESTANTI  
 
Roma, 20 dicembre 2010 - La presidente Renata Polverini ha provveduto personalmente, con vernice e pennello, a ripulire i muri esterni della Regione dalle scritte lasciate dai manifestanti durante le proteste dei giorni scorsi. Insieme al presidente, in via Maria Drago Mazzini, anche gli assessori Luca Malcotti, Giuseppe Cangemi, Angela Birindelli e Mariella Zezza che hanno aiutato Polverini a dare la prima mano di vernice bianca dopo la quale le mura saranno riportate ai colori originari. "Avevamo detto che volevamo fare questo gesto insieme ai manifestanti - ha dichiarato Polverini - ma ieri abbiamo ritenuto opportuno mandarli in ospedale per accertarci che le loro condizioni di salute fossero buone. Così è stato, e sono tornati a casa”. “Al di là che si tratti della parete di una sede istituzionale – ha concluso la presidente - non si può consentire che i muri di Roma siano continuamente violentati in questo modo. Non è dunque un gesto simbolico”.  
   
   
ROMA - SCONTRI, ALEMANNO: “PROPOSTA MANTOVANO IDEA VALIDA PER ISOLARE VIOLENTI” APPLICARE I PRINCIPI DEL DASPO (DIVIETO DI ASSISTERE A MANIFESTAZIONI SPORTIVE) ANCHE ALLE MANIFESTAZIONI POLITICHE.  
 
 Roma, 20 dicembre 2010 - «In una conversazione telefonica il sottosegretario Mantovano mi ha chiarito i contenuti della sua proposta di applicare i principi del Daspo (divieto di assistere a manifestazioni sportive) anche alle manifestazioni politiche. Non si tratta di una schedatura ma semplicemente di applicare il divieto di partecipare a manifestazioni politiche per tutti coloro che si sono macchiati di violenze in un medesimo contesto di manifestazioni. In questo modo si può evitare che anche persone denunciate e rimesse in libertà, come i 22 manifestanti di martedì scorso, pur non rimanendo in carcere, tornino ad essere protagonisti pericolosi di nuove manifestazioni. Con questi chiarimenti la proposta di Mantovano mi sembra una idea valida che può aiutare a isolare i violenti senza costringere la magistratura ad eccedere in misure cautelari. Credo quindi che a gennaio questa proposta possa essere positivamente esaminata per venire tradotta in legge». È quanto dichiara il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.  
   
   
ALLUVIONE. REGIONE VENETO SI FA CARICO DI GARANZIE FIDEJUSSORIE  
 
Venezia, 20 dicembre 2010 - Per alleviare le difficoltà dei cittadini veneti e delle imprese colpiti dagli eventi alluvionali di fine ottobre/inizio novembre e per accelerare l’erogazione dei contributi assegnati dal Governo, la giunta regionale ha deciso di farsi carico di sostenere, per conto degli stessi cittadini richiedenti, gli oneri delle garanzie per le somme che saranno erogate dal presidente Luca Zaia, in qualità di Commissario delegato, per il tramite dei Comuni. Su relazione del vicepresidente Marino Zorzato la giunta veneta ha infatti approvato nel corso dell’ultima seduta l’impegno nei confronti dell’assunzione di una polizza fideiussoria a copertura del rischio collegato al buon diritto e al corretto utilizzo dei fondi statali destinati all’emergenza, come ulteriore contributo di solidarietà alle popolazioni che hanno subito danni dall’evento calamitoso. Le disposizioni vigenti prevedono infatti per i contributi una semplice richiesta degli interessati sulla base di un’apposita dichiarazione sostitutiva di notorietà, previa produzione di idonea garanzia di cui sarà la Regione a farsi carico per conto dei richiedenti.  
   
   
ALLUVIONE. ZAIA: VIA AGLI ACCONTI. PER I COMUNI DI PRIMA FASCIA I SOLDI GIÀ NELLE CASSE DELLE TESORERIE  
 
Padova, 20 dicembre 2010 - I soldi degli acconti per i Comuni più alluvionati del Veneto sono già nelle casse delle banche delle casse tesoriere degli enti locali. Agli altri Comuni arrivano oggi, in ogni caso prima di Natale. La notizia l’ha data ai giornalisti lo stesso presidente della Regione Luca Zaia, Commissario per il superamento dell’emergenza alluvione, firmando il 17 dicembre l’ordinanza che individua le quattro fasce dei comuni che hanno lamentato i maggiori danni e assegna loro un complesso di 105 milioni di euro. Di questa somma, circa 90 milioni vanno ai 25 Comuni di prima fascia, cui è stata erogata una somma pari al 30 per cento del danno dichiarato e formalizzato, il resto agli altri, con una percentuale di copertura del danno che varia dal 20 per cento per i Comuni di seconda fascia, al 15 per cento per quelli di terza e al 10 per cento per i Comuni della quarta e ultima fascia. “I sindaci, veri angeli custodi dei loro territori – ha ribadito Zaia nel presentare il provvedimento alla stampa – hanno la massima autonomia di stabilire come a loro volta suddividere, tra cittadini, imprese e opere pubbliche, questo primo acconto, che abbiamo dato sulla parola, sul dichiarato appunto. Se volevamo fare presto dovevamo fidarci, e io mi fido dei miei concittadini”. Per le spese dell’emergenza sono inoltre stati assegnati 9 milioni alle amministrazioni provinciali: 3 ciascuna a Padova e a Vicenza; un milione ciascuna alle Province di Belluno, Treviso e Verona.. “Abbiamo dato ritmo alla squadra del Commissario, che ha lavorato sodo e che ringrazio – ha aggiunto – permettendoci di erogare gli anticipi a un mese e 17 giorni di distanza dal disastro”. Nella triste graduatoria dei Comuni maggiormente danneggiati questi sono i primi tre posti: 19.700.032 euro sono andati a Vicenza; 13.885.500 a Casalserugo nel padovano; 8.740.019 a Monteforte d’Alpone nel Veronese e a seguire gli altri (Vedi tabella allegata).  
   
   
ALLUVIONE: DANNI SEGNALATI DAI COMUNI E ASSEGNAZIONE ACCONTI. UN CRITERIO MATEMATICO  
 
 Venezia, 20 dicembre 2010 - “Abbiamo dato ai Comuni coinvolti negli eventi alluvionali del 31 ottobre scorso un acconto che è una pura percentuale matematica del finanziamento formalmente richiesto dai Sindaci per il ripristino dei danni subiti: dalle famiglie, dalle imprese e dalle loro opere pubbliche. La classificazione in fasce di danno è stata pure formulata su base quantitativa, senza alcuna valutazione di merito: i Comuni in fascia A sono quelli che, semplicemente, hanno segnalato, e dunque subito, più danni, e via di seguito”. Il Commissario per il superamento dell’emergenza alluvione Luca Zaia, presidente della Regione, ha spiegato i criteri di assegnazione e di classificazione del danno e degli acconti. Il criterio è stato insomma semplicissimo e trasparente: chi ha più danni più riceve. Spetta poi ai singoli primi cittadini decidere come erogare l’acconto: se alle famiglie alluvionate, alle imprese che hanno dovuto fermare l’attività cessando di creare ricchezza, al ripristino di opere pubbliche necessarie al ritorno alla normalità della Comunità amministrata. Vi sono Comuni che si sono visti devastate scuole, altri ponti, altri ancora strade. La decisione è stata affidata a loro sia come riconoscimento dell’autonomia dell’amministrazione locale, sia per evitare meccanismi rigidi che avrebbero potuto compromettere l’efficacia del primo intervento. “Se ci sono stati errori materiali o richieste presentate in ritardo nessuno scandalo: siamo qui per assistere le comunità alluvionate – ha sottolineato Zaia – non per ingabbiarle in una ragnatela burocratica. Il nostro unico e concorde obiettivo, Regione, Province ed Enti locali, è il più rapido ripristino della normalità e la realizzazione di opere di mitigazione che evitino il ripetersi di eventi del genere”.  
   
   
CARCERE. REINSERIMENTO LAVORATIVO DETENUTI: REGIONE VENETO INCONTRA PROVVEDITORATO REGIONALE AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA E RAPPRESENTANTI SISTEMA COOPERATIVO  
 
Venezia, 20 dicembre 2010 - L’assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto ha incontrato il 16 dicembre la responsabile dell’Ufficio Detenuti e trattamento del Provveditorato dell’ Amministrazione Penitenziaria del Triveneto Alessandra Venezia, Giuseppe Lapomarda del Centro di Giustizia Minorile di Venezia, il Direttore dell’Istituto Penale per i Minorenni Alfonso Paggiarino e i rappresentanti della Lega delle Cooperative, dell’Associazione Generale Cooperative Italiane (Agci), della Confcooperative. Il tema al centro dell’incontro è stato come facilitare e promuovere il lavoro nelle carceri e il reinserimento lavorativo una volta scontata la pena. “E’ un argomento che mi sta molto a cuore – ha dichiarato l’Assessore – e ho informato che il recente assestamento di bilancio 2010 ci ha permesso di mettere a disposizione del sistema carcerario un finanziamento iniziale di 100 mila euro come segnale per favorire la formazione al lavoro all’interno delle carceri e l’inserimento al lavoro fuori nella società. Nel bilancio regionale del 2011 insisteremo molto su questo percorso, mettendo a disposizione molte più risorse per progetti di lavoro nel carcere e fuori del carcere che saranno realizzati dalle cooperative, vagliati dai responsabili dell’amministrazione penitenziarie e controllati dalla Regione. Ne abbiamo parlato in modo proficuo e abbiamo impostato un lavoro di comune accordo che porteremo avanti in modo congiunto tra Amministrazione regionale, amministrazione penitenziaria, sistema cooperativistico, Comuni, per ‘capitalizzare sulle persone detenute’. Intendo con ciò – ha sottolineato Sernagiotto - rispondere a quanto prevede la Costituzione sul recupero del detenuto, ridare alla società persone che tornino alla normalità di vita e al rispetto delle regole di convivenza, e anche, cosa non meno importante, risparmiare i soldi della collettività. Ricordo che mantenere un detenuto in carcere costa ogni giorno allo Stato, cioè a tutti noi, tra i 600 e i 700 euro, mentre costerebbe molto ma molto meno far sì che una volta uscito si guadagni da vivere, magari con un percorso protetto, e non ritorni in galera. Attualmente, come sappiamo è l’87% che ritorna in carcere dopo essere stato rilasciato. La nostra scommessa per questa legislatura regionale è di approntare un modello veneto del carcere per riconsegnare cittadini attivi alla società”.  
   
   
LA REGIONE VENETO INVIA CIRCA 2.700 PACCHI DONO NATALIZI CON PRODOTTI VENETI ALLE PERSONE ANZIANE E SOLE  
 
Venezia, 20 dicembre 2010 - “Con l’avvicinarsi del Natale fervono i preparativi per le feste e anche la Regione del Veneto vuole contribuire ad allietare questo periodo venendo incontro alle necessità delle persone sole e non più giovani”. Inizia così la lettera che accompagnerà i circa 2.700 pacchi dono, contenenti frutta, vino, formaggio, biscotti, caffè e un pandoro, che a partire da lunedì saranno recapitati ad altrettanti anziani di tutto il territorio regionale. L’iniziativa è stata presentata il 17 dicembre dagli assessori alle Politiche Agricole, Franco Manzato, e alle Politiche Sociali, Remo Sernagiotto, insieme al presidente della Confcooperative Veneto, Bruno Nestori. “Il presidente Zaia e tutti i componenti della Giunta Regionale hanno voluto dare un segno di vicinanza alle persone meno fortunate – hanno spiegato i due assessori – che proprio in questo periodo soffrono di più per l’assenza di affetti familiari. E’ un piccolo gesto ma di grande valore, reso possibile innanzi tutto dalla generosità e sensibilità della Confcooperative, che attraverso i propri aderenti ha raccolto e confezionato in tempi rapidi i prodotti tipici del territorio veneto. Ma anche grazie alla preziosa collaborazione dei Comuni e delle Province, che hanno attivamente contribuito per la parte organizzativa e logistica”. Le sette Province, infatti, hanno messo a disposizione dei punti di stoccaggio dove sono stati depositati i pacchi dono, mentre i Comuni, attraverso i propri servizi sociali, dopo aver fornito un elenco delle persone a cui inviare i prodotti, provvederanno ora alla loro distribuzione. “L’aspetto significativo che emerge – hanno concluso Manzato e Sernagiotto – è che nel Veneto il senso della solidarietà è fortemente radicato e quando si tratta di promuovere interventi in quest’ambito le Istituzioni e il mondo produttivo riescono a far rete in modo spontaneo, partecipato e con grande efficienza. E fa piacere avere conferma che in una società che continuamente si evolve e modernizza, certi valori rimangono imprescindibili”.  
   
   
PARI OPPORTUNITÀ, UNA RETE TERRITORIALE ANTIDISCRIMINAZIONE.  
 
Bari, 20 dicembre 2010 – Oggi incontro con Province, ambiti territoriali e terzo settore per la messa a punto della rete. La sottoscrizione del protocollo d´intesa fra Regione Puglia e Unar – Ufficio nazionale antidiscriminazioni - del Dipartimento Pari Opportunità, ha dato vita al Centro di coordinamento regionale contro le discriminazioni, quale punto di riferimento territoriale nell’attività di prevenzione e contrasto ad ogni forma di discriminazione. Il Centro opera in sinergia con istituzioni pubbliche e organismi del terzo settore ed è supportato nella sua attività da Unar che fornisce gli strumenti conoscitivi e operativi per sostenere la costruzione di una rete di punti di contatto sul territorio che garantisca presenza capillare, omogeneità nella qualità delle informazioni e dei servizi di mediazione e di assistenza legale. Il 20 dicembre, alle ore 10 presso la sala convegni dell’Assessorato alla Formazione professionale, Gentile e Fratoianni saranno presenti all’incontro con enti locali, organizzazioni sindacali e terzo settore dedicato alla verifica del modello di rete, con funzioni, responsabilità e compiti dei nodi territoriali della rete, l’identificazione degli attori i e le modalità più opportune di reclutamento dei soggetti che possono prendere parte a tale modello. Il Centro è uno dei risultati della normativa e della strategia regionali adottate nel recente passato per la costruzione della cittadinanza solidale e per la reale promozione della dignità e del benessere dei cittadini e delle cittadine pugliesi nella valorizzazione delle differenze, nel rispetto del principio della parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla loro identità di genere, orientamento sessuale, razza o origine etnica o geografica o nazionalità, condizioni di disabilità, età, religione.  
   
   
PROGETTO "BAMBINI DI CHERNOBYL": 40 BAMBINI UCRAINI DAL 6 DICEMBRE AL 3 GENNAIO IN EMILIA-ROMAGNA, OSPITI DI 28 FAMIGLIE MODENESI.  
 
Bologna, 20 dicembre 2010 - Un soggiorno di quattro settimane presso 28 famiglie modenesi per 40 bambini ucraini tra gli 8 e i 13 anni che, anche quest’anno, sono arrivati in regione a ridosso delle festività natalizie, affiancati da tre accompagnatori. I piccoli ospiti provengono da aree nelle vicinanze di Chernobyl ancora contaminate dalle radiazioni nucelari, in particolare da villaggi dei distretti di Kagarlik e Rzhisciv, tra le zone più povere del Paese. L’obiettivo è far trascorrere ai piccoli un periodo di vacanza con attività espressamente organizzate per loro, ma anche sottoporli a specifici accertamenti diagnostici (visite pediatriche ed ecografia tiroidea) per verificarne le condizioni di salute. Il progetto di accoglienza è reso possibile anche grazie al sostegno della Regione Emilia-romagna, dove questa mattina a Bologna, l’assessore alla Cooperazione allo sviluppo Donatella Bortolazzi ha ricevuto il gruppo di bambini. “Per qualche settimana siete lontani dalle vostre famiglie, ma questo soggiorno da noi è prezioso per la vostra salute, per rimettervi in forze e sottoporvi a importanti controlli medici”, ha detto l’assessore dando il suo benvenuto ai 36 bambini ucraini presenti. “Come Regione – ha proseguito – cercheremo di assicurare anche per il futuro il nostro sostegno a iniziative di solidarietà come questa, perché, anche in momenti di difficoltà economiche, si può razionalizzare senza disperdere ciò che di buono si è fatto finora”. Ad organizzare il soggiorno, che si concluderà il 3 gennaio 2011, è l’associazione Polivalente 87 e G. Pini di Modena che da anni lavora in Ucraina, in progetti di cooperazione internazionale e aiuto umanitario, rivolti principalmente alle scuole, e nei settori della prevenzione sanitaria e alimentare, nonché nell’inserimento dei bambini disabili nelle scuole. Dei 40 bambini accolti in Emilia-romagna da 28 famiglie modenesi (diverse hanno scelto di ospitarne 2 o 3) 27 sono in Italia per la prima volta; per i restanti 13 è già il secondo anno. Per evitare che i piccoli possano legarsi troppo alla famiglia che li accoglie, con il rischio di dolorose lacerazioni al momento del distacco, così come anche per garantire a tutti i piccoli delle zone contaminate le stesse opportunità di soggiorno, il progetto della Regione prevede che la permanenza in Italia non possa protrarsi per più di due mesi in un anno per ciascun bambino e comunque per non più di tre anni di seguito. L’accoglienza deve inoltre avvenire durante la chiusura delle scuole ed il nostro periodo natalizio, coincide con la chiusura invernale delle scuole in Ucraina. Le altre associazioni firmatarie del “Progetto Chernobyl” (Verso Est, Aiutiamoli a Vivere, Anpas E.r.) hanno accolto nel 2010 complessivamente 562 bambini durante le vacanze estive. Dal 1996 a oggi sono quasi 11 mila i bambini bielorussi e ucraini arrivati in Emilia-romagna grazie al “Progetto di accoglienza dei bambini di Chernobyl”, promosso dalla Regione. Durante il soggiorno in corso i 40 bambini hanno trascorso alcuni giorni di vacanza in una colonia di Milano Marittima per sfruttare i benefici di un ambiente ricco di iodio; per loro sono state organizzate visite guidate alla città di Modena, una gita a Gardaland, serate di incontro e tornei sportivi. Per il periodo di permanenza in Emilia-romagna i bambini vengono iscritti al Servizio sanitario nazionale, così da facilitare e rendere ancora più rapida la realizzazione di qualsiasi intervento medico. Il cancro alla tiroide è, infatti, assieme a quello ai polmoni e alla vescica, la malattia più frequente tra i bambini provenienti dalla zona di Chernobyl. Un mese di soggiorno in ambienti non contaminati consente l’abbattimento fino al 50% dei valori di cesio assorbito, riducendo la possibilità di insorgenza di forme tumorali. Ospitarli non basta: le iniziative per aiutarli nei Paesi d´origine Puntare sempre più ad aiutare i bambini di Chernobyl a casa loro, per non sradicarli dalle famiglie, per non metterli a contatto con una cultura spesso troppo diversa rispetto a quella dei paesi di origine. Coerentemente con un’impostazione che è quella ormai riconosciuta da tutta la cooperazione allo sviluppo, anche la Regione Emilia-romagna, sta sempre più affiancando alle iniziative di accoglienza dei bambini nelle città emiliano-romagnole, progetti nei Paesi di origine. In Ucraina, nei distretti di Kagarlik e Rzhisciv, la Polivalente 87 e G. Pini di Modena, con il sostegno della Regione Emilia-romagna, ha realizzato biblioteche scolastiche accessibili, oltre che agli alunni, anche ai genitori e alle comunità dei villaggi, privi altrimenti di qualunque polo culturale. Un altro progetto – adottato dal governo ucraino come modello per l’eliminazione delle classi differenziali - è servito a formare insegnanti di sostegno: la presenza di personale qualificato ha permesso l’inserimento a scuola di bambini con disabilità psico-fisiche che hanno così avviato un percorso di socializzazione. Negli edifici scolastici sono stati inoltre realizzati interventi di abbattimento delle barriere architettoniche. Attivata anche una casa-famiglia che ha accolto bambini provenienti da orfanatrofi e istituti in via di chiusura. Un altro importante intervento in corso ha l’obiettivo di combattere e prevenire il traffico di esseri umani, in particolare minori, provenienti da Ucraina e Moldavia, innalzando il livello di consapevolezza di questo pericolo tra i ragazzi e i bambini delle zone a rischio.  
   
   
PRESENTATA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE DELL’AFFIDO FAMILIARE ANCHE SU QUESTA IMPORTANTE TEMATICA COMINCIA A FUNZIONARE L’INTEGRAZIONE DELLA RETE DEI SERVIZI DI CITTADINANZA SOCIALE  
 
 Potenza, 20 dicembre 2010 - Accoglienza, Famiglia, Fiducia, Incontro, Disponibilità, Ospitalità. Sono i temi di una campagna di informazione che sarà realizzata in tutta la Basilicata per promuovere l´affido familiare. L´iniziativa è stata presentata il 16 dicembre a Potenza, nel corso di una conferenza stampa, dal dirigente del Dipartimento regionale alla Salute, Sicurezza e Solidarietà sociale, Servizi alla persona e alla Comunità, Adriano Abiusi, e dagli assessori provinciali alle politiche sociali di Potenza e Matera, Paolo Pesacane e Adriano Auletta. La campagna sarà curata dalle Province di Potenza e Matera in collaborazione con la Regione Basilicata ed i Comuni. Sarà distribuito del materiale informativo prioritariamente presso le sedi comunali, i consultori e gli altri presidi sanitari maggiormente interessati alle problematiche familiari e dei minori, nonché presso sedi di enti pubblici ed associazioni. Si svolgeranno 18 incontri tematici e due seminari specifici, saranno anche realizzati due spettacoli teatrali. Sarà inoltre prodotta una serie di video su internet. Il cantante Mango e la moglie Laura Valente hanno dato disponibilità ad essere testimonial della campagna. In Basilicata, è stato spiegato durante l’incontro, si registrano in media ogni anno circa 200 casi di disagio dei minori. Nella sola provincia di Potenza dal 2003 a oggi ci sono stati 67 nuclei familiari disposti ad accogliere i bambini. Le famiglie, le coppie conviventi o singole persone potranno chiedere l’affidamento di un bambino che vive in una situazione familiare disagiata, per un periodo compreso tra 3 e 24 mesi, ma anche per una giornata o per un breve periodo. “Anche su questa importante tematica la rete dei servizi di cittadinanza sociale, – ha commentato l’Assessore regionale Attilio Martorano – sta svolgendo un ruolo determinante, con il potenziamento dei servizi territoriali a sostegno soprattutto delle politiche per i minori e la famiglia”.  
   
   
LE DONNE IMMIGRATE A LEZIONE DI CUCINA TRENTINA IL CORSO, RIVOLTO ALLE “NUOVE TRENTINE”, SARÀ TENUTO A CLES DA CARLO BACCA, UN CUOCO IN LOTTA CONTRO LA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA  
 
 Trento, 20 dicembre 2010 - Valorizzare le competenze e l´entusiasmo di chi, nonostante la malattia, ha molto da offrire alla comunità e nel contempo favorire nuove occasioni di incontro e confronto fra le culture. E´ questo il doppio significato dell´iniziativa che ha preso il via venerdì 17 dicembre (dalle 10 alle 12.30) a Cles, in Val di Non, fortemente voluta dall´assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza Lia Giovanazzi Beltrami. Due storie, due percorsi si incontrano per dare vita ad un´esperienza unica: da un lato Carlo Bacca, cuoco di Rumo che lotta da tempo contro la sla, sclerosi laterale amiotrofica; dall´altro le donne immigrate dell´associazione “Intrecci”, “nuove trentine” desiderose di conoscere, in un´ottica di reciproca apertura, la cultura trentina in tutti i suoi aspetti. La cucina, attraverso la scoperta della tradizione culinaria trentina, diventa in questo caso la sede di una particolare iniziativa: un corso sperimentale rivolto alle donne immigrate tenuto da Carlo Bacca e gestito operativamente dall’Associazione Intrecci. Sede del corso, al quale prenderanno parte inizialmente tredici donne di origine immigrata, sarà la Casa Sociale di Cles, grazie alla disponibilità del Vicesindaco e Assessore alle Politiche sociali del Comune Flavia Giuliani. Il significato del progetto va oltre la formazione in cucina, che rappresenta comunque un’ulteriore occasione per le “nuove trentine” di conoscere anche a tavola la comunità di cui oggi fanno parte. “Nella storia di Carlo Bacca – afferma l´assessore Giovanazzi Beltrami – le donne straniere hanno intravisto da un certo punto di vista il loro vissuto di immigrate, e in particolare quel senso di frustrazione che si prova quando si è consapevoli e desiderosi di poter dare molto alla comunità in termini di professionalità e disponibilità ma diversi ostacoli lo impediscono. La competenza di Carlo Bacca rischiava di non essere valorizzata a causa della malattia, mentre per le donne straniere professionalmente preparate il rischio, come sappiamo, è quello di un inserimento lavorativo in occupazioni non qualificate nel Paese meta di migrazione. Anche a queste problematiche, che possono rendere ancora più difficile il percorso migratorio, diamo risposta attraverso il Piano Convivenza approvato dalla Giunta provinciale. Questa iniziativa vuol essere quindi un nuovo tassello del lavoro che stiamo facendo con il Piano per favorire la conoscenza reciproca e quindi la convivenza fra trentini e ‘nuovi trentini’. Sono peraltro sicura che anche attraverso la tavola, come avverrà in questo progetto, le culture possano incontrarsi e conoscersi.” Il corso prevede 6 lezioni e si protrarrà sino al mese di marzo. Per informazioni è possibile rivolgersi all’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Cles, telefonando al numero 0463.662000.