Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MERCOLEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 WEB E BEAUTY FLASH ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Dicembre 2007
Politica
ANNO EUROPEO DEL DIALOGO INTERCULTURALE “INSIEME NELLA DIVERSITÀ”  
 
Bruxelles, 5 dicembre 2007 - Con lo slogan “Insieme nella diversità” la Commissione europea ha lanciato ieri la campagna di comunicazione relativa all’Anno europeo del dialogo interculturale 2008 e ha presentato il relativo sito web. Al commissario europeo Ján Figel’, responsabile per l’istruzione, la cultura, la formazione e la gioventù, si uniranno gli “ambasciatori europei per il dialogo interculturale”, personalità di spicco della cultura europea e mondiale. L’evento sarà animato dalla presenza di scolari brussellesi di origini etniche diverse, espressione viva dei vantaggi della diversità. L’anno europeo del dialogo interculturale è un’iniziativa congiunta dell’Unione europea, degli Stati membri e della società civile europea allo scopo di favorire la comprensione reciproca e la convivenza. Nell’ambito dell’Anno europeo si metterà l’accento sui vantaggi della diversità culturale e di una partecipazione attiva dei cittadini alle questioni europee e si cercherà di stimolare il senso di appartenenza all’Europa. All’anno europeo è stato assegnato un bilancio di 10 milioni di euro destinato a sostenere la campagna di informazione, a sovvenzionare indagini e studi sul dialogo interculturale ed a cofinanziare 7 progetti europei di eccellenza e 27 progetti nazionali – uno per Stato membro – sul dialogo interculturale nell’Ue. Alla vigilia del varo della campagna, il commissario Ján Figel’ ha dichiarato: “È evidente che l’Europa si trova ad affrontare sfide notevoli che hanno origine nelle relazioni interculturali. L’anno europeo 2008 ci offre una preziosa opportunità di studiare i modi per migliorare il dialogo e le relazioni interculturali. A prima vista il compito può sembrare estremamente difficile, ma cinquant’anni fa l’idea di riunire in una casa comune – l’Unione europea – tutti i diversi popoli del nostro continente sembrava anch’essa impossibile da realizzare. Oggi possiamo vedere i risultati ottenuti dall’Unione europea e il suo notevole successo nell’unire i paesi europei. Pertanto possiamo e dobbiamo affrontare le sfide della diversità culturale e religiosa del nostro continente. Per questo motivo abbiamo scelto lo slogan “Insieme nella diversità” per l’Anno europeo”. La Commissione europea ha invitato all’inaugurazione della campagna diverse personalità della cultura europea e mondiale, che si sono proposte come “ambasciatori europei del dialogo interculturale”. Fra gli ambasciatori europei vi sono lo scrittore brasiliano Paulo Coelho, il direttore d’orchestra slovacco Jack Martin Händler, il regista cinematografico rumeno Radu Mihăileanu, l’artista concettuale sloveno Marko Peljhan, il virtuoso catalano della viola da gamba Jordi Savall, il pianista turco Fazıl Say e la cantante serba Marija Šerifović, vincitrice del Concorso Eurovisione. All’evento saranno presenti anche i promotori e i rappresentanti dei sette progetti di eccellenza che, essendo stati selezionati a seguito di un invito a presentare proposte pubblicato all’inizio di quest’anno, riceveranno un finanziamento comunitario. I progetti riguardano diversi settori, fra cui la cultura urbana, le arti popolari, la partecipazione dei giovani, l’emigrazione, i media, lo scambio di iniziative locali, i progetti per la realizzazione di video e le attività di comunità di immigrati. Tutti i progetti prevedono la partecipazione di cittadini provenienti da diversi Stati membri. I risultati dei progetti saranno presentati nella seconda metà dell’anno. Il sito web della campagna, messo a punto insieme ad organizzazioni della società civile, intende offrire uno spazio comune per il dialogo interculturale. Esso comprende una sezione “Partners” destinata a stimolare la creazione di reti e lo scambio di buone prassi a livello Ue. Già prima del varo della campagna questa sezione conteneva oltre 500 profili di persone e organizzazioni attive nel campo del dialogo interculturale. L’anno europeo 2008 intende creare una base su cui fondare iniziative durature nel settore del dialogo interculturale da adottate a livello europeo anche oltre il 2008. Esso contribuisce inoltre all’attuazione dell’Agenda europea per la cultura in un mondo in via di globalizzazione, proposta dalla Commissione europea lo scorso maggio e recentemente varata dal Consiglio dell’Ue: uno dei tre obiettivi dell’Agenda è per l’appunto la promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale. Tra le varie attività organizzate nell’ambito dell’Anno europeo del dialogo interculturale 2008 si segnalano i sei dibattiti che si svolgeranno a Bruxelles (uno ogni due mesi). Ciascun dibattito affronterà la questione del dialogo interculturale da una specifica prospettiva settoriale e verranno presi in considerazione temi quali i media, i beni e le attività culturali, il luogo di lavoro, il dialogo interreligioso, istruzione e gioventù, migrazione e integrazione. .  
   
   
CONFERENZA DI BALI AL VIA TRA AUSPICI E DIVISIONI IL VERTICE MONDIALE SUL CLIMA  
 
 Bali, 5 dicembre 2007 - Ieri il mondo si è incontrato per preparare un nuovo accordo sulla limitazione delle emissioni di Co2, considerate responsabili del progressivo riscaldamento del pianeta. Se il male è comune, gli interessi e le proposte sul tavolo sono però molto diversi. Mentre l´Europa insiste sulla fissazione di obiettivi vincolanti, gli Stati Uniti vogliono evitare un piano troppo rigido. Paesi con economie emergenti quali Cina e India si preoccupano soprattutto di non creare ostacoli alla loro crescita economica. Da oggi e per le prossime due settimane i ministri dell´ambiente e altri leader politici si confronteranno sui vari temi relativi alla lotta ai cambiamenti climatici. Dieci anni fa da un incontro analogo era nato il Protocollo di Kyoto, con il quale gli Stati più industrializzati si erano impegnati a ridurre le emissioni in media del 5,2 per cento entro il 2012. A Kyoto l´Ue aveva assunto un impegno di riduzione dell´8 per cento. Oggi è sempre più chiaro che gli obiettivi di Kyoto sono del tutto insufficienti a limitare a 2 gradi l´innalzamento della temperatura terrestre, considerando anche che grandi inquinatori attuali e futuri come Usa, Cina e India non stanno assumendosi responsabilità e oneri sufficienti. È perciò davvero importante che il 1° gennaio 2013 entri in vigore un nuovo patto, che preveda obiettivi più ambiziosi di riduzione delle emissioni di Co2 e la partecipazione degli Stati Uniti e dei paesi emergenti. Vi è una forte pressione internazionale affinché la conferenza di Bali abbia successo. Un anno fa l´incontro di Nairobi è terminato senza risultati apprezzabili, ma da allora molto è cambiato: l´Ue si è impegnata a ridurre le emissioni di un quinto (rispetto al 1990) entro il 2020, gli Stati Uniti vogliono partecipare ad un nuovo accordo sotto l´egida dell´´Onu, Cina e India si sono rese conto di avere la loro parte di responsabilità nell´evoluzione globale del clima. La speranza è che questa nuova forte consapevolezza dei rischi che sta correndo il pianeta aiuti realmente a superare gli interessi particolari. .  
   
   
CAMBIAMENTO CLIMATICO, CONSUMO RESPONSABILE ED IMPATTO DELL’URBANIZZAZIONE SULLA BIODIVERSITÀ ALL’ORDINE DEL GIORNO DELLA COMMISSIONE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE  
 
Strasburgo, 4 dicermbre 2007 – Riunita a Strasburgo in data 5 e 6 dicembre, la Commissione per lo sviluppo sostenibile del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa prenderà in esame le sfide che rappresentano, per i poteri locali e regionali, la perdita di biodiversità, l’adattamento al cambiamento climatico e le attuali abitudini di consumo. La risposta a tali questioni ambientali richiede una posizione responsabile da parte dei poteri pubblici, un cambiamento nel comportamento dei cittadini, nonché l’attuazione di una nuova cultura energetica. La Commissione esaminerà i rapporti di Svetlana Orlova (Russia, Ppe/cd) ed Ingrid Franzen (Germania, Soc) riguardo ad una strategia di riduzione della vulnerabilità e dell’adattamento al cambiamento climatico. In tale occasione, avrà luogo un scambio di opinioni con Manfred Stock, direttore dell‘ Istituto di ricerca sugli effetti del cambiamento climatico (Postdam, Germania). Tale discussione, a cui fa seguito un workshop organizzato quest’anno, si basa su un rapporto di Amrit Mediratta (Regno Unito, Ppe/cd) sull’approccio locale e regionale del cambiamento climatico (2007). Un rapporto simile, redatto da Valery Baranov (Ucraina, Ppe/cd) e da Maria Cristina Spinosa (Italia, Soc) - concernente l’azione territoriale pubblica in favore di una nuova cultura energetica - sarà inoltre esaminato con la partecipazione di Bernd Vögerle, relatore del Comitato delle regioni dell’Unione europea, e di Gérard Magnin, dell’Énergie-cités (Francia). Lo studio del consumo responsabile dei cittadini per uno sviluppo sostenibile sarà anch’esso oggetto di dibattito sulla base di un rapporto di Valéry Kadokhov (Russia, Soc) e di un confronto con Francis Ribeyre, professore presso l’Istituto Egid (Ambiente, Geo-ingegneria e Sviluppo), Bordeux (Francia). Gli effetti dell’urbanizzazione sulla biodiversità saranno oggetto di un grande dibattito, alla luce dell’urgente bisogno di invertire la perdita di biodiversità, in particolare nelle aree urbane. Willy Borsus (Belgio, Gild) presenterà la sua bozza di rapporto sulla questione e Carolina Lasen Diaz, del Segretariato della Convenzione di Berna, descriverà l’azione del Consiglio d’Europa riguardo alla biodiversità. Il dibattito includerà uno scambio di opinioni con Claude Auroi, professore presso l’Istituto universitario di studi per lo sviluppo (Iued), a Ginevra (Svizzera). Le bozze di questi testi verranno presentate nel corso della prossima sessione di primavera del Congresso che sarà dedicata allo sviluppo sostenibile (Malaga, Spagna, 12-14 marzo 2008). .  
   
   
CONCENTRAZIONI: VIA LIBERA DELLA COMMISSIONE ALLA PROGETTATA ACQUISIZIONE DEL RAMO ASSICURATIVO DI PPF DA PARTE DI GENERALI  
 
Bruxelles, 5 dicembre 2007 - La Commissione europea ha autorizzato, ai sensi del regolamento sulle concentrazioni, il progetto di acquisizione del ramo assicurativo del gruppo ceco Ppf Group N. V. Da parte dell´italiana Assicurazioni Generali Spa. Dall´esame dell´operazione, la Commissione ha concluso che la transazione non ostacolerà in maniera significativa la concorrenza nello Spazio economico europeo (See) o in una sua parte sostanziale. Società madre di un gruppo internazionale di imprese operanti, su scala mondiale, nei comparti assicurativo e finanziario, Generali è principalmente attiva in Italia, sebbene il gruppo sia presente anche in altri paesi dell´Unione europea. Di recente, il gruppo ha aperto uffici in diversi paesi dell´Europa centrale e orientale. Ppf è la principale holding di un gruppo finanziario originario della Repubblica ceca, attualmente operante in Europa centrale, Asia centrale, Cina e Vietnam, specializzato nella fornitura al dettaglio di servizi finanziari nel comparto assicurazioni e finanziamento al consumo. L´ex assicuratore monopolista ceco Česká pojišťovna (Cp), attivo in Repubblica ceca, Slovacchia, Russia, Cipro e Ucraina, è il principale operatore del ramo assicurativo di Ppf. L´operazione proposta riunirebbe l´attività assicurativa di Ppf e Generali dall´Europa centrale all´Asia centrale in una impresa di nuova costituzione, sotto l´esclusivo controllo di Generali. Dall´esame del progetto, la Commissione ha constatato che, malgrado le sovrapposizioni orizzontali nei mercati delle assicurazioni vita e non vita nella Repubblica ceca, la nuova impresa dovrebbe comunque affrontare una serie di concorrenti forti ed capaci, che detengono quote considerevoli dei mercati in questione. Tra questi, si annoverano succursali e filiali di società assicurative di risonanza internazionale, quali Allianz, Ing, Kbc, Axa e Wiener Städtische. Considerate inoltre le previsioni di espansione dei mercati assicurativi della Repubblica ceca nei prossimi anni, l´esame non ha rivelato ostacoli di rilievo alla crescita dei concorrenti esistenti né all´ingresso di nuove compagnie assicurative di altri paesi dell´Unione. La Commissione ha inoltre ritenuto che l´operazione non dovrebbe creare problemi dal punto di vista dei rapporti verticali tra i servizi di assistenza forniti da Generali e le attività della nuova società sul mercato delle assicurazioni veicoli e viaggi, considerata la quota di mercato relativamente esigua di Generali e la presenza di diversi grandi concorrenti ben posizionati sui mercati assicurativi. La Commissione ritiene di poter inoltre escludere problemi di concorrenza nella Repubblica Slovacca, date le ridotte sovrapposizioni tra le attività degli interessati. Ulteriori informazioni sul caso sono disponibili al seguente indirizzo: http://ec. Europa. Eu/comm/competition/mergers/cases/index/m94. Html#m_4701 .  
   
   
UE: COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA 2007-2013 FRIULI VENEZIA GIULIA -SLOVENIA  
 
Duino, 5 dicembre 2007 - Una dotazione finanziaria di 101. 010. 372 di euro per 477 progetti finanziati, di cui 246 portati a termine: sono i numeri che certificano il successo della prima fase della cooperazione transfrontaliera tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia Programma Interreg Iii A) che, per quanto riguarda il Carso transfrontaliero e la provincia di Trieste, sono stati illustrati il 3 dicembre al Castello di Duino, nel corso di un incontro servito a trarre le fila della prima tranche di programmazione e a illustrare l´impianto tecnico della seconda. Nel primo periodo la cooperazione ha coinvolto circa un migliaio di soggetti pubblici e privati del Friuli Venezia Giulia, del Veneto e della Slovenia e si è focalizzata su interventi sviluppati lungo più assi principali: ambiente, territorio e trasporti (65 progetti finanziati di cui 23 conclusi); ammodernamento Pmi, turismo, agricoltura (121 progetti finanziati di cui 47 conclusi); valorizzazione risorse umane, cultura, armonizzazione dei sistemi (175 progetti finanziati di cui 100 conclusi); sostegno transitorio (31 progetti finanziati e portati a termine); assistenza tecnica (85 progetti finanziati di cui 45 conclusi). La seconda fase (Obiettivo 3 2007-2013), è stato evidenziato dall´assessore per le Relazioni internazionali e comunitarie Franco Iacop nel corso del seminario (parte integrante di una serie di incontri che si concluderanno a Capodistria il 6 dicembre e che sono stati organizzati per fare il punto della situazione ed illustrare le opportunità offerte al territorio dal periodo di programmazione 2007-2013), si incentra su una capacità di progettazione ancora più integrata ed evoluta in termini di innovazione e competitività. "L´esperienza maturata nel corso di Interreg Ii A - ha detto Iacop - è fondamentale per affrontare la nuova stagione della cooperazione transfrontaliera, che evolve nell´Obiettivo 3 ai fini dell´attuazione di una vera e propria politica europea per l´integrazione dei territori di confine". Con Obiettivo Iii-interreg Iva - ha spiegato l´assessore - diventa necessario trovare strategie, progettualità, collaborazioni e risultati congiunti e si impone la capacità di interpretare, attraverso una visione unica, lo spazio più ampio che si apre oggi, dopo l´ingresso della Slovenia nel trattato di Schengen". L´area interessata, allargata rispetto alla fase precedente, comprende una fetta più ampia di territorio in Slovenia (Gorenjska, Goriska, Obalnokraska e, in deroga territoriale, Osrednjeslovenska e Notranjskokraska), il Friuli Venezia Giulia, il Veneto (province di Venezia e Rovigo) e l´Emilia- Romagna (province di Ferrara e Ravenna). Per favorire il superamento della "visione locale" nella definizione del programma (i primi bandi saranno disponibili dalla primavera 2008) si è scelto di mirare l´orientamento strategico dei progetti, retti, di volta in volta, da un´unica autorità di gestione. Bandi unitari, budget unico, progetti di qualità e procedure di selezione competitive completano la nuova filosofia d´interazione messa in campo nella programmazione 2007-2013. Il piano finanziario del Programma prevede risorse pubbliche complessive pari a 136. 714. 036 euro, di cui l´85 per cento erogati dal Fondo Sociale Europeo, mentre il resto è composto da risorse nazionali italiane e slovene. In particolare, per quanto concerne la quota del Fondo Sociale Europeo, il 37 per cento dei fondi, pari a 42. 996. 564 euro, è stato assegnato all´Asse 1 "Ambiente, trasporti e integrazione territoriale sostenibile", il 29 per cento, pari a 33. 700. 010 euro, è stato assegnato all´Asse 2 "Competitività e società basata sulla conoscenza", il 28 per cento, pari a 32. 537. 941 euro, all´Asse 3 "Integrazione sociale". All´asse 4 "Assistenza tecnica" è stato assegnato il restante 6 per cento delle risorse, pari a 6. 972. 416 euro. Obiettivo generale del Programma 2007-2013 è il rafforzamento dell´attrattività dell´area coinvolta nel rispetto di un´integrazione territoriale sostenibile e puntando ad una generale crescita della conoscenza, della comunicazione, della cooperazione sociale. .  
   
   
I NUOVI STRUMENTI EUROPEI  
 
Reggio Emilia, 5 dicembre 2007 - L’istituto nazionale per il Commercio Estero, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, organizza venerdì 7 dicembre ’07 un seminario informativo sui nuovi strumenti di cooperazione della Commissione Europea per il periodo 2007-2013. L´evento si svolgerà presso la Sala del Capitano – c/o Hotel Posta dalle ore 9. 00 alle ore 13. 00. L´unione Europea ha inquadrato le relazioni con i paesi che si trovano ai suoi confini essenzialmente con due politiche: la “Politica europea di Vicinato” e la “Politica di Allargamento” e per sostenere queste politiche ha previsto i due strumenti finanziari: lo “Strumento europeo di Vicinato e Partenariato” (Enpi - European Neighbourhood and Partnership Instrument ) e lo “Strumento di Pre-adesione” (Instrument for Pre-accession Assistance -Ipa). Lo strumento europeo di vicinato e partenariato Enpi, che è subentrato ai programmi Meda e (parzialmente) Tacis, è finalizzato alla creazione di una zona di prosperità e di buon vicinato tra l’Ue e i Paesi limitrofi con i quali l´Ue ha avviato una politica di vicinato, ovvero il Mediterraneo meridionale e orientale (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco, Autorità Palestinese della Cisgiordania e di Gaza, Siria, Tunisia), i Nuovi Stati Indipendenti occidentali (Ucraina, Bielorussia, Moldavia), e il Caucaso meridionale (Armenia, Georgia, Azerbaigian) più la Federazione russa, con la quale l’Ue ha avviato un partenariato strategico. Il programma, con una dotazione finanziaria di oltre 11 miliardi di Euro ha l’obiettivo di incentivare il consolidamento della cooperazione e la progressiva integrazione economica tra l´Unione Europea e i paesi partner, promuovere l´attuazione di accordi di partenariato e cooperazione e di accordi di associazione e incoraggiare gli sforzi dei Paesi partner volti a promuovere il buon governo e uno sviluppo sociale ed economico equo. Accanto alla Politica di Vicinato, un´altra fondamentale politica esterna dell´Unione è la politica di "Allargamento" che riguarda invece due categorie di paesi beneficiari: i paesi candidati con i quali si stanno sviluppando i negoziati d´adesione all’Ue, (quali Croazia, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia e Turchia) ed i paesi “potenziali candidati” che hanno vocazione a diventare paesi membri quali i Balcani occidentali. Lo strumento finanziario di supporto a questa politica è il cosiddetto Strumento di Pre-adesione o Ipa, dotato di più di 11 miliardi di Euro, che mira a garantire un aiuto ai paesi candidati e potenziali candidati all´adesione all´Ue. Esso sostituisce i cinque strumenti di pre-adesione che esistevano precedentemente, riunendo sotto una base giuridica unica tutto l´aiuto destinato alla pre-adesione. Il seminario si pone l’obiettivo di informare le aziende italiane sulle opportunità fornite da tali strumenti, e sulle modalità di accesso e di partecipazione alle gare europee che verranno bandite. L´organizzazione dell’iniziativa, come da programma allegato, prevede una giornata di informazione sui programmi Enpi ed Ipa e sui nuovi strumenti della Bei (Banca europea degli Investimenti) in favore delle Pmi, realizzata da funzionari della Commissione Europea. .  
   
   
EUROREGIONE ADRIATICA: A VENEZIA COMMISSIONI E COMITATO ESECUTIVO. IL PIANO DI LAVORO 2008 PER LA PESCA  
 
Venezia, 5 dicembre 2007 - Unanimità di consensi ha riscosso il programma di lavoro per il 2008 della Commissione Pesca, coordinata dal Veneto con l’assessore regionale Isi Coppola, riunitasi a Venezia insieme alle altre Commissioni e al Comitato Esecutivo dell’Euroregione Adriatica sotto la presidenza del presidente della Regione Istriana Ivan Nino Jacovcic. E’ l’associazione di cooperazione tra enti e istituzioni dei paesi che si affacciano sul Mare Adriatico per una sempre più ampia collaborazione tra i territori che condividono un’importante patrimonio storico, culturale, artistico e naturale. L’euroregione Adriatica è stata costituita a Pola, in Croazia, alla fine di giugno dello scorso anno e comprende tutte le Regioni italiane adriatiche, dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia, regioni e municipalità di Slovenia, Croazia, Bosnia Erzegovina, Serbia, Montenegro e Albania. La sede è stata stabilita a Pola, presso la Regione istriana, con una segreteria operativa anche a Bruxelles. Le Commissioni di lavoro riunitesi a Venezia sono, oltre a quella per la pesca, cultura e turismo; trasporti e infrastrutture; tutela dell’ambiente; attività produttive. L’assessore Coppola, presentando le proposte di lavoro per promuovere lo sviluppo sostenibile della pesca, ha sottolineato la necessità di avere come riferimento la politica dell’Unione Europea per il settore e le esperienze di cooperazione come quella avviata tra le realtà dell’Alto Adriatico. Tre i punti su cui si articola un piano di lavoro “che non è un libro dei sogni – ha detto l’assessore veneto – ma molto concreto e realizzabile”. Il primo è una programmazione strategica pluriennale, a cui lavorerà un tavolo tecnico permanente, per tracciare un percorso coordinato di sviluppo delle marinerie adriatiche. La seconda linea d’azione è un’analisi socio-economica complessiva, fondamentale per la programmazione e la gestione del settore ittico, mettendo a frutto progetti già in atto come l’Osservatorio della pesca dell’Alto Adriatico insediato a Chioggia. Il terzo filone è il confronto con altre realtà dell’Europa, come quella del Mar Baltico. Su queste linee d’indirizzo si innestano i progetti operativi, da proporre al cofinanziamento europeo nei prossimi bandi, che riguardano lo sviluppo e l’innovazione delle imprese e la qualificazione degli operatori e dei prodotti – ha detto l’assessore - anche attraverso un marchio di qualità; la logistica e le infrastrutture; la gestione e il miglioramento dell’ecosistema marino e delle risorse naturali transfrontaliere; lo sviluppo sostenibile delle aree marginali legate all’acqua attraverso il turismo. La cooperazione approfondirà anche le Borse del pesce e il progetto di realizzazione di un porto peschereccio di appoggio sull’isola di Lissa (Vis). I programmi di lavoro e le proposte progettuali di ogni commissione sono poi state portate, al termine, all’approvazione del Comitato Esecutivo. La prossima riunione è stata fissata per fine maggio a Dubrovnik in Croazia. .  
   
   
SLOVACCHIA: BUONE POTENZIALITÀ PER ATTRARRE INVESTIMENTI STRANIERI  
 
Bratislava, 5 dicembre 2007 - Peter Hajas, direttore dell’Agenzia slovacca per lo sviluppo degli investimenti e del commercio (Sario), ha dichiarato che la Slovacchia ha ancora un grosso potenziale per l’attrazione di nuovi investimenti. Attualmente la crescita degli investimenti nel Paese è dovuta principalmente all’espansione di progetti esistenti piuttosto che a investimenti green-field. Sario sta lavorando su un totale di 190 nuovi progetti con un volume totale di 4 mld Skk (119 mln Eur). La maggior parte dei progetti sono distribuiti nei settori automobilistico, dell’industria della gomma e dell’ingegneria. L’agenzia, tuttavia, si è concentrata particolarmente sullo sviluppo del turismo, dal momento che, secondo Hajas, il settore era sottostimato. Il direttore ha reso noto che i progetti di investimento siglati da gennaio a settembre sono stati 48. Il loro valore complessivo raggiunge i 35,6 mld Skk e dovrebbe creare 11. 347 nuovi posti di lavoro nel Paese. . .  
   
   
SLOVENIA, I PREZZI AL CONSUMO DI NOVEMBRE  
 
Lubiana, 5 dicembre 2007 - Secondo l´Ufficio di Statistica sloveno, in novembre l´inflazione mensile è stata dello 0,9 per cento, l´inflazione annuale del 5,7 per cento (poco superiore alla crescita registrata nel mese precedente). In novembre 2006 era stata registrata un´inflazione dello 0,3 per cento. Nei primi undici mesi dell´anno corrente i prezzi sono cresciuti del 5,2, mentre nello stesso periodo del 2006 erano aumentati del 2,3 per cento. In novembre i prezzi dei beni sono aumentati in media dell´1,2 per cento, mentre i prezzi dei servizi sono aumentati in media dello 0,3. Tra i beni, i prezzi dei beni semi-durevoli sono aumentati del 2,4, i prezzi dei beni non durevoli sono aumentati dell´1,2 e di prezzi dei beni durevoli sono cresciuti dello 0,1. .  
   
   
CONVEGNO: I BALCANI UNA SFIDA EUROPEA PROBLEMI E PROSPETTIVE PER L’ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA DEI BALCANI OCCIDENTALI.  
 
Torino, 5 dicembre 2007 - La penisola balcanica è sempre stata considerata dagli altri paesi europei, durante tutto il Novecento, un focolaio di destabilizzazione. Tuttavia, gli squilibri radicati, i drammatici conflitti vissuti e il ritardo nello sviluppo non possono essere attribuiti esclusivamente a ragioni endogene. Dopo il crollo del muro di Berlino si è aperta la sfida ancora in corso del ricongiungimento dell’intera regione all’Europa. Con l’ingresso di Bulgaria e Romania, e il consolidamento della partecipazione greca, l’Unione Europea oggi è di fronte all’imperativo dell’accesso dei paesi dei Balcani occidentali: un’enclave all’interno delle sue stesse frontiere terrestri e marittime. Per di più, i conflitti che hanno accompagnato la dissoluzione della ex Jugoslavia, hanno prodotto la nascita di piccoli Stati e di protettorati internazionali incapaci di assicurare un futuro di sviluppo della regione. Dopo la Bosnia-erzegovina anche il problema del futuro del Kosovo diventa sempre più difficile da affrontare ed è sul tavolo delle prossime decisioni del Consiglio dell’Unione Europea, nonché del Consiglio di Sicurezza dell´Onu. La necessità di una riconciliazione degli interi Balcani deve passare attraverso una riforma delle istituzioni europee che permettano, alla luce del nuovo Trattato europeo che sarà firmato il prossimo 13 dicembre, un sostanziale aiuto alle popolazioni locali e, contemporaneamente, una tutela istituzionale dell’assetto etnico, linguistico e politico del mondo balcanico che solo nell’istanza europea può trovare soluzione. Venerdì, 7 dicembre 2007 Sala Viglione Consiglio regionale del Piemonte Via Alfieri 15 – Torino. .  
   
   
LE POSTE AUSTRIACHE IN ESPANSIONE NEI BALCANI  
 
Budapest, 5 dicembre 2007 - L´operatore postale austriaco Oesterreichische Post intende entrare nei mercati di Romania, Bulgaria e Bosnia entro i prossimi 15 mesi, secondo quanto diffuso dall´agenzia Reuters e ripreso dal Budapest Business Journal. Il chief financial officer della compagnia, Rudolf Jettmar, ha annunciato l´intenzione di stabilire una nuova rete nel frammentato mercato dell´Europa sud-orientale, con l´apertura di sportelli in questi Paesi. .  
   
   
MEF: ASTA DI RIACQUISTO DI TITOLI DI STATO  
 
 Roma, 5 dicembre 2007 - Il Mef comunica che procederà, in data 10 dicembre 2007, ad un rimborso anticipato di titoli di Stato tramite un´asta di riacquisto riservata agli operatori specialisti in titoli di Stato, che si svolgerà presso la Banca d´Italia. Tale operazione utilizzerà le eccedenze di cassa presenti sul Conto Disponibilità del Tesoro presso la Banca d´Italia. Oggetto dell´asta saranno Btp e Cct in scadenza tra il 2010 e il 2013. Il Mef acquisterà fino ad un massimo di sei titoli, in relazione alle condizioni di mercato. Con successivo comunicato in data 7 dicembre 2007 saranno definiti i titoli oggetto dell´asta. Il regolamento delle operazioni sarà effettuato il 13 dicembre 2007. .  
   
   
BPM: VARATO NUOVO ASSETTO ORGANIZZATIVO  
 
Milano, 5 dicembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Milano, riunitosi ieri, ha varato, su proposta del Direttore Generale, il nuovo assetto della struttura centrale, che avrà attuazione a partire dal primo gennaio del prossimo anno. Il nuovo assetto si propone di accorciare la catena di comando e di riallocare le risorse in quattro macro-aree, formalmente configurate come Divisioni a diretto riporto del Direttore Generale, cui fanno capo, rispettivamente: la rete commerciale, la “macchina operativa”, le risorse umane e le funzioni di governo. Per quanto riguarda l’ambito commerciale, il nuovo assetto opera una semplificazione della struttura organizzativa unita a una migliore focalizzazione della funzione marketing attraverso la sua suddivisione in strategico ed operativo. Viene istituita la divisione Organizzazione, I. T. E Operations, a presidio della macchina operativa cui compete il governo della leva organizzativa, informatica, economale e tecnico-operativa. Nell’area risorse-umane nasce la Divisione Risorse e Politiche Contrattuali (e nel contempo viene soppressa la Vice Direzione Generale Risorse e Politiche Contrattuali) cui compete il presidio della gestione delle risorse della capogruppo nonché il coordinamento delle politiche contrattuali di Gruppo. Il presidio delle funzioni di governo viene, infine, assegnato alla Divisione Amministrazione Pianificazione e Controllo, cui farà capo la Direzione Pianificazione Controllo di Gestione e Risk Management, oltre alla nuova Direzione Contabilità e Bilancio. Infine, in seguito anche alla rimodulazione organizzativa, oggi approvata, risultano in staff al Direttore Generale: la Direzione Finanza, la Direzione Crediti, la Direzione Marketing Strategico, il Servizio Relazioni Esterne, la Direzione Internal Auditing e il Servizio Compliance. Questi ultimi due con riporto funzionale al Consiglio di Amministrazione. Il nuovo Servizio Compliance è costituito con la mission di verificare procedure interne e comportamenti anche in virtù della nuova Normativa di Vigilanza Prudenziale e della Mifid. .  
   
   
BANCA CARIGE S.P.A. ATTUA LA DELEGA CONFERITAGLI DALL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEI SOCI IN RELAZIONE ALL’OPERAZIONE DI AUMENTO DEL CAPITALE SOCIALE E APPROVA IL PIANO STRATEGICO DI GRUPPO 2008-2010  
 
Genova, 5 dicembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione della Carige S. P. A. , tenutosi ieri sotto la presidenza del Dott. Giovanni Berneschi, in esecuzione della delega conferitagli dall’Assemblea Straordinaria degli Azionisti in data 26/11/2007 ai sensi dell’art. 2443 del Codice Civile, ha deliberato: 1) di aumentare il capitale sociale, a pagamento in denaro, mediante emissione di massime n. 400 milioni di azioni ordinarie, aventi le medesime caratteristiche delle azioni ordinarie già in circolazione e godimento regolare, del valore nominale di Euro 1,00 cadauna, e così per massimi nominali Euro 400 milioni, da offrire in opzione ai titolari di azioni ordinarie e/o di risparmio, nonché ai portatori di obbligazioni convertibili di cui al prestito obbligazionario “Banca Carige 1,50% 2003-2013 subordinato ibrido con premio al rimborso convertibile in azioni ordinarie” alla data di inizio del periodo di sottoscrizione, in proporzione al numero di azioni ordinarie e/o di risparmio e/o obbligazioni convertibili possedute; 2) di stabilire che il quantitativo di azioni emittende potrà essere inferiore, tenuto conto del prezzo che sarà stabilito dal Consiglio di Amministrazione per ogni azione ordinaria emittenda secondo i criteri di cui infra, del limite di importo di Euro 1 miliardo fissato nella citata delega assembleare, nonché della necessità di determinare i corretti rapporti di assegnazione in opzione, fermo restando che il controvalore complessivo dell’aumento di capitale - comprensivo dell’eventuale sovrapprezzo - sarà nell’ordine di circa Euro 950 milioni; 3) di determinare, con propria successiva deliberazione da assumersi immediatamente prima dell’apertura formale dell’offerta in opzione, il sovrapprezzo per l’emissione delle suddette azioni, e quindi il prezzo di emissione, con contestuale ridefinizione – se del caso – del numero di azioni ordinarie emittende, nonché di determinare, sempre in tale sede, i rapporti di assegnazione in opzione agli azionisti e ai possessori delle obbligazioni convertibili. Il prezzo verrà stabilito tenendo conto del patrimonio netto, della redditività prospettica della Banca, dell’andamento dei mercati finanziari e del conseguente andamento della quotazione del titolo ordinario Carige in Borsa. Nella determinazione del prezzo si terrà anche conto del prezzo teorico ex diritto (Terp ovvero Theoretical ex right price) calcolato sulla base della media aritmetica semplice dei prezzi ufficiali del titolo rilevati in ciascun giorno di borsa aperta compreso nei 180 giorni di calendario antecedenti il giorno della determinazione del prezzo di emissione, con uno sconto fino ad un massimo del 25%. L’operazione in argomento sarà assistita da un apposito consorzio di garanzia, coordinato e diretto da Mediobanca Banca di Credito Finanziario S. P. A. , e composto da Mediobanca stessa, Abn Amro Rothschild e Credit Suisse. L’operazione, come noto, è correlata all’acquisizione di n. 78 sportelli dal Gruppo Intesa Sanpaolo - acquisizione che si concluderà, fatto salvo l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni delle Autorità di Vigilanza, entro il primo trimestre dell’anno 2008 - e consentirà alla Banca di mantenere sui tradizionali livelli di solidità i coefficienti patrimoniali di vigilanza, garantendo nel contempo al Gruppo la possibilità di conseguire un ulteriore sviluppo delle attività intermediate nelle nuove aree di insediamento. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato il Piano Strategico 2008 – 2010, che conferma un orientamento strategico di fondo volto alla creazione di valore nel medio-lungo periodo per tutti gli stakeholder (clienti, dipendenti, fornitori, comunità locali,…) con particolare attenzione alla valorizzazione delle relazioni di clientela e alla crescita dimensionale, finalizzata a far mantenere al Gruppo un ruolo autonomo e di rilievo nel sistema bancario nazionale. I target 2010 - confermando le stime preliminari diffuse in occasione dell’Investors’ Day dello scorso 12 ottobre - sono quantificabili in circa 350 milioni di utile netto (+13,9% medio annuo) e 86 miliardi di volumi intermediati (raccolta complessiva dalla clientela e impieghi; +11,3% medio annuo) e livelli di cost / income ratio (rapporto tra i costi operativi e margine di intermediazione) inferiore al 50% e di Roe di circa il 10%, tenendo conto delle stime aggiornate degli effetti delle citate operazioni e delle nuove previsioni di scenario macroeconomico. In particolare, il contributo del nuovo ramo d’azienda all’utile netto, rivisto in base agli ultimi dati disponibili, è stimato in circa 70 milioni netti di utili all’ultimo anno di Piano. Le previsioni sottendono uno scenario macroeconomico caratterizzato dal rallentamento ciclico dell’economia internazionale e uno scenario dei tassi sostanzialmente stabile. Per gli impieghi a clientela è prevista una crescita media annua del 12,9% (a circa 27 miliardi), omogenea nei comparti del breve e medio-lungo termine, e per la raccolta totale del 10,6% (a 59 miliardi), trainata dal maggior riscorso alle emissioni obbligazionarie e dalla ripresa del risparmio gestito. A queste crescite contribuiranno lo sviluppo dei nuovi sportelli acquisiti e i progetti strategici che interesseranno l’intera macchina produttiva e distributiva del Gruppo. Tra questi progetti rilevano le 69 aperture previste dal Piano Sportelli 2008-2010, gli investimenti per mantenere un’adeguata struttura quali-quantitativa del personale e quelli connessi ai numerosi interventi di carattere informatico programmati nel triennio, finalizzati ad aumentare l’efficienza dei processi operativi e l’efficacia dell’attività di produzione e di vendita. A fine periodo, sulla base di queste ipotesi, l’utile netto si attesta a 350 milioni con una crescita media annua del 13,9%, realizzata attraverso uno sviluppo del 9,3% del margine d’intermediazione (a circa 1,4 miliardi) e del 7% dei costi operativi (a circa 700 milioni), che recepisce i consistenti investimenti in tecnologia informatica e sviluppo della rete distributiva. Il rapporto tra i costi e i ricavi (cost/income ratio) scende al 49,9%, dal 54% previsto per il 2007. .  
   
   
FONDIARIA-SAI:ESITO DELLE AGGIUDICAZIONE DELL´ASTA PER LA VENDITA DELLA SOCIETÀ DDOR NOVI SAD  
 
Milano, 2007 - Fondiaria-sai rende noto che, ad esito delle aggiudicazione dell´asta per la vendita della società Ddor Novi Sad, avvenuta in data 26 novembre u. S. , è stato perfezionato in data 30 novembre il contratto per l´acquisto dell´83,32% del capitale della suddetta società con la Deposit Insurance Agency of Serbia, in qualità sia di azionista in proprio, sia di mandataria di un gruppo di azionisti di minoranza. Come già comunicato precedentemente, il prezzo di acquisto pattuito per l´83,32% del capitale è pari a Euro 220 milioni. E´ previsto che il perfezionamento della compravendita, subordinato all´ottenimento di tutte le autorizzazioni richieste da parte delle competenti autorità locali, avvenga entro il primo trimestre del 2008. Ad esito del perfezionamento della compravendita e della quotazione di Ddor Novi Sad, l´emittente lancerà successivamente un´offerta pubblica per l´acquisto di una ulteriore partecipazione pari a circa il 10%. .  
   
   
GEMINA: CONSOB RILASCIA IL NULLA OSTA ALLA PUBBLICAZIONE DEL SUPPLEMENTO AL PROSPETTO INFORMATIVO PER L’OFFERTA IN OPZIONE  
 
Milano, 5 dicembre 2007 – Gemina S. P. A. Comunica che, in data 30 novembre 2007, Consob ha rilasciato il nulla osta alla pubblicazione del Supplemento al Prospetto Informativo relativo all’offerta in opzione agli azionisti e all´ammissione a quotazione sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S. P. A. Di azioni ordinarie Gemina. .  
   
   
IL FUTURO DEI CONFIDI NELL’ERA DI BASILEA 2  
 
Bari, 5 dicembre 2007 - Che ne sarà dei Confidi da gennaio 2008, con l’avvento degli Accordi di Basilea 2? Se ne è parlato ieri alla Camera di Commercio di Bari, nel convegno “Il Ruolo dei Confidi con l’avvento di Basilea 2”, organizzato dall’Abi in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari e l’ente camerale barese. Con l’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2 cambierà difatti non solo il rapporto fra banche e imprese ma anche quello fra le banche ed i Consorzi di Garanzia Fidi. Per un prestito ad un´impresa più rischiosa la banca dovrà accantonare più capitale; per un prestito ad un´impresa più affidabile e meno rischiosa la banca potrà accantonare una quota di capitale minore. I Confidi continueranno ad avere un importante ruolo nel facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, accompagnandole nell’adozione degli strumenti necessari ad accrescere il tasso di trasparenza finanziaria e prestando idonee garanzie. “Bisogna quindi – ha dichiarato nei saluti di apertura il presidente della Camera di Commercio di Bari, Luigi Farace - focalizzare l´attenzione sull´importanza e sulle caratteristiche delle garanzie prestate dai Confidi, affinché continuino ad essere strumenti validi di mitigazione del rischio di credito”. Con Basilea 2, pertanto, si delinea per i Confidi un ruolo di advisor delle banche nel processo di classificazione delle imprese, detenendo informazioni rilevanti anche sul piano qualitativo oltre che su quello quantitativo. “Un futuro piuttosto ricco di opportunità – ha affermato il vice presidente della Camera di Commercio, Antonio Laforgia - nella misura in cui si darà ulteriore spinta all’aggregazione. Va preservato il contatto con il territorio, i valori di mutualità e solidarietà, irrinunciabili, per rendere attuale ed efficace il ruolo dei Confidi nella realtà evolutiva delle piccole imprese”. Ma qual è l’attuale situazione dei Confidi in Puglia, anche alla luce della nuova disciplina normativa che ne regola l’attività? Lo diranno presto i risultati di un’indagine commissionata dalla Camera di Commercio di Bari al Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università barese. “Dalle prime rilevazioni – ha anticipato il direttore del dipartimento, Prof. Giovanni Ferri – è emersa la scarsa consapevolezza delle trasformazioni in atto, che rischia di marginalizzare i Confidi meno consapevoli e che può avere conseguenze importanti sul piano dell’accesso al credito delle imprese meno trasparenti ma anche sugli imprenditori più meritevoli. Azioni mirate alla maggiore informazione e consapevolezza sono quindi necessarie. È altresì necessario che a condurle siano gli attori che maggiormente godono della fiducia dei Confidi e maggiormente hanno interesse alla loro continuità e salute, ovvero le Associazioni di categoria. In questo quadro, le politiche regionali possono, a loro volta, svolgere un ruolo prezioso. Esse dovrebbero puntare ad aumentare l’informazione ed incentivare l’aggregazione rifiutando un approccio eccessivamente dirigistico ma cercando di indirizzare gli operatori naturalmente verso assetti più compatibili con il contesto regolatorio e di mercato che sta emergendo”. Posizione condivisa anche da Riccardo Sora, presidente dell’Abi Puglia “va favorito un percorso di aggregazione e rafforzamento dei Confidi locali, con l’obiettivo di incentivare ed agevolare l’accesso al credito per le Pmi in vista della prossima applicazione di Basilea2 con cui le imprese potranno toccare con mano i vantaggi di un più alto livello di trasparenza nella qualità delle informazioni e quindi una più efficace erogazione del credito a beneficio dello sviluppo del territorio”. .  
   
   
M&C : EVOLUZIONE INCARICHI  
 
Milano, 5 dicembre 2007 - Il Consiglio di Gestione di Management & Capitali ha nominato il 30 novembre il dr. Marco Viberti, proveniente da Kpmg, quale dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari e ha preso atto delle dimissioni del Vice Presidente Pierantonio Nebuloni, al quale ha espresso l’apprezzamento per il contributo fornito alla realizzazione del progetto M&c. .  
   
   
LA RICERCA MILANESE È “NOSTRANA” 500 MILIONI PER LE IMPRESE: PRESENTAZIONE DEL BANDO EUROPEO IL 6 DICEMBRE IN CAMERA DI COMMERCIO UN QUINTO DELLE COLLABORAZIONI RESTANO IN CITTÀ, LA METÀ IN ITALIA SOLO UN TERZO VA ALL’ESTERO. MA SI FERMA IN EUROPA  
 
Milano, 5 dicembre 2007 - A Milano ricerca poco internazionale: su quasi 1. 000 i centri che in Italia e all’estero scambiano quotidianamente informazioni, conoscenza e risorse umane con il sistema scientifico milanese (152 centri con una media di quasi 16 partner ciascuno), vince l’autoreferenzialità. Le relazioni attivate non superano per oltre il 90% dei casi i confini europei: sono infatti 543 (pari al 55%) le collaborazioni in Italia e 315 (32%) quelle con centri in altri paesi dell’Unione europea. Ben 214 delle 277 collaborazioni in atto entro i confini regionali avvengono tra centri di ricerca con sede a Milano. Più internazionali Consorzi o Fondazioni, meno il sistema universitario. Gran Bretagna, Germania, Francia e Stati Uniti sono i paesi con i quali i flussi sono più intensi: coinvolti oltre 50 centri di ricerca (68 in Gran Bretagna). Lombardia prima per ricerca in Italia: con un quarto dell’attività di ricerca e sviluppo del paese, il 22% della spesa pari a oltre 3,2 milioni di euro (1,2% del Pil prodotto in regione). Con un punto di forza: le imprese. Quasi il 15% dell’intera spesa nazionale in R&s viene effettuata dalle imprese lombarde, anche se in calo (dal 16 al 14,6% della spesa nazionale tra il 2001 e il 2004). Primato anche nel capitale umano impiegato in R&s, pari ad oltre il 18% degli addetti nazionali (nel 2004, 46. 700 addetti e con 22. 538 addetti le imprese lombarde occupano oltre il 48% degli addetti complessivi, ma con valori in diminuzione e un peso dal 52,7 al 48,2%). Primato anche nelle domande di brevetti per invenzioni : in Lombardia quasi 3. 000 pari ad oltre il 32% del dato nazionale (ma con un peso di 4/5 punti percentuali in meno rispetto a dieci anni prima, mentre aumentano nel periodo 1999 – 2004 intorno al 40% i brevetti europei). La Lombardia con -214 milioni di euro nel 2005 (ma -14% rispetto al 2004) presenta, subito dopo il Lazio (-227 milioni di euro), il disavanzo tecnologico maggiore: solo il Piemonte è esportatore netto di servizi tecnologici. Forti i disavanzi nel commercio in tecnologia (-166 milioni di euro) e nelle transazioni che riguardano la proprietà industriale (-382 milioni di euro) contro saldi positivi per servizi con contenuto tecnologico come assistenza e studi tecnici (+128 milioni di Euro) e servizi di R&s (+205 milioni di euro). Emerge da una ricerca della Camera di commercio di Milano attraverso Globus et Locus, maggio 2007. 500 milioni per le imprese. 6 dicembre 2007 in Camera di commercio giornata di presentazione del bando europeo Nmp - 7° Programma Quadro. Con una dotazione finanziaria di oltre 500 milioni di euro, il secondo bando per progetti di ricerca e sviluppo tecnologico in "Nanoscienze, Nanotecnologie, Materiali, Nuove Produzioni ed Integrazione di Tecnologie per applicazioni industriali" (Nmp) è al nastro di partenza. La Camera di Commercio di Milano in collaborazione con la Direzione Ricerca della Commissione Europea, il Ministero della Ricerca e Apre organizza il 6 dicembre un incontro per presentare il nuovo bando. Possibilità di incontrare un funzionario della Commissione Europea per discutere dei propri progetti. In Camera di commercio, Palazzo Mezzanotte, piazza Affari 6. Per informazioni: Camera di commercio - Euro Info Centre, Tel. 02/8515. 5247/5230 - email convegni@mi. Camcom. It, www. Mi. Camcom. It. “Milano e la Lombardia si pongono all’avanguardia a livello nazionale a partire dall’innovazione – ha commentato Alessandro Spada, presidente Euro Info Centre, azienda speciale della Camera di commercio di Milano –. In un mondo che diventa sempre più globale, e quindi più piccolo, interconnesso e competitivo investire nell’innovazione non rappresenta una scelta possibile, ma l’unica vera strada da percorrere se si vuole avere successo. Ecco perché occorre uno sforzo condiviso delle istituzioni e del mondo associazionistico per “fare sistema” e puntare sulle eccellenze nell’innovazione di Milano e della Lombardia in una dimensione sempre più europea e internazionale”. .  
   
   
FINMECCANICA LANCIA OFFERTA PUBBLICA DI ACQUISTO SULLA SOCIETÀ BRITANNICA VEGA  
 
Roma, 5 dicembre 2007 - Finmeccanica ha reso noto il 29 novembre di voler lanciare un’offerta pubblica di acquisto (Opa) in contanti per l’acquisizione della Vega plc, società britannica quotata alla Borsa di Londra e attiva nei settori Difesa, Aerospazio e servizi governativi, al prezzo unitario di 280 pence per azione, per un valore complessivo di circa 61,6 milioni di sterline su base fully diluted (circa 90 milioni di euro). L’offerta - ritenuta congrua e favorevole dagli amministratori di Vega, che hanno peraltro raccomandato all’unanimità agli azionisti di accettarla nonché confermato irrevocabilmente di aderire all’Opa per la parte di azioni in loro possesso - è condizionata al raggiungimento di un numero di adesioni tali da consentire a Finmeccanica di acquistare più del 90% del capitale sociale di Vega salvo il diritto di Finmeccanica a rinunciare a tale condizione ove le adesioni superassero il 50% del capitale sociale. La transazione è soggetta alle consuete autorizzazioni regolamentari nonché alla sottoscrizione, come già avvenuto in passato per acquisizioni di società inglesi operanti nel settore Difesa, di specifici impegni con le autorità britanniche preposte alla tutela degli interessi di sicurezza nazionale. E’ intenzione di Finmeccanica, che farà fronte all’impegno finanziario tramite ricorso a linee di credito disponibili, procedere al de-listing della società ove le adesioni fossero almeno pari al 75% del capitale di Vega nonché esercitare il diritto di squeeze out nel caso in cui le adesioni raggiungessero almeno la soglia del 90% del capitale. L’acquisizione consolida in maniera considerevole la presenza di Finmeccanica sul mercato britannico, in un settore chiave quale quello dell’elettronica per la Difesa. “L’operazione – ha spiegato il Presidente e Amministratore Delegato di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini – rientra nella nostra strategia di crescita internazionale e rappresenta un ulteriore rafforzamento dei rapporti con il Ministero della Difesa Britannico. Questa acquisizione ha un significativo valore strategico, non solo per le notevoli opportunità che possono scaturire con le aziende del Gruppo Finmeccanica operanti nell’Elettronica per la Difesa e dell’Aerospazio, ma anche per le importanti attività che Vega svolge con gli enti governativi britannici, in particolare nel settore della sicurezza e difesa”. Vega opera prevalentemente come società di consulenza ingegneristica e tecnologica e come fornitore di soluzioni avanzate per la simulazione e il training, in particolare in Uk e Germania. Tra i principali programmi in cui Vega è coinvolta si ricordano l’Eurofigther, il sistema Galileo, il Nec (Network Enable Capability) e il Watchkeeper. L’offerta di 280 pence per azione rappresenta un premio di: il 27,3% rispetto al prezzo di chiusura di 220 pence del 28 Novembre 2007, ultimo giorno lavorativo utile prima dell’annuncio dell’offerta su Vega; il 34,3% rispetto al prezzo di chiusura del 29 ottobre 2007, ovvero un mese prima dell’annuncio. Il prospetto informativo, contenente termini e condizioni dell’offerta, sarà pubblicato a breve e comunque entro 28 giorni dalla data odierna. Ubs e Dewey & Leboeuf hanno agito rispettivamente in qualità di consulente finanziario e legale di Finmeccanica per l´operazione. .  
   
   
GRUPPO BORGOSESIA: APPROVATO PROGETTO DI RIORGANIZZAZIONE PER LA SEPARAZIONE TRA SETTORE TESSILE ED IMMOBILIARE, FUNZIONALE ALLA QUOTAZIONE IN BORSA ITALIANA DI PENELOPE SPA (TESSILE).  
 
Biella, 5 dicembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione di Borgosesia S. P. A. - holding di partecipazioni quotata al mercato Expandi - ha approvato il 29 novembre un progetto di riorganizzazione societaria finalizzato alla separazione del settore tessile, rappresentato da Penelope S. P. A. (ad oggi controllata al 100% da Borgosesia Spa) e dalle sue controllate, dal business immobiliare che fa capo a Borgosesia Real Estate (100%) e Borgosesia Sgr (90%). L’operazione, le cui caratteristiche tecniche saranno oggetto di ulteriori approfondimenti anche da parte degli advisor finanziari e legali della Società, rispettivamente Banca Mb e Simmons & Simmons, prevede inter alia l’assegnazione gratuita agli azionisti Borgosesia di azioni Penelope S. P. A. Tale operazione sarà funzionale, nelle modalità e tempi dovuti, alla richiesta di ammissione a quotazione in Borsa Italiana di Penelope S. P. A. In particolare, la quotazione di Penelope Spa avverrà sul mercato Expandi organizzato e gestito da Borsa Italiana, subordinatamente alla delibera del Cda e successiva approvazione dell’Assemblea, e a seguito dell’ottenimento delle autorizzazioni previste dagli organismi di controllo. A seguito della prevista separazione, il management ritiene che Borgosesia S. P. A. Potrà concentrare la propria attività nel solo settore immobiliare, consentendo di valorizzare strategicamente lo sviluppo nelle attività di property e asset management, attraverso Borgosesia Real Estate, e nei fondi immobiliari chiusi, con Borgosesia Sgr, e permettere a Penelope di perseguire i propri obiettivi di crescita evidenziando e valorizzando distintamente le proprie strategie di sviluppo, in un momento di particolare evoluzione del settore tessile. Tra i leader italiani nella produzione e commercializzazione di tessuti greggi e finiti, Penelope S. P. A. È la holding operativa nella divisione tessile del Gruppo Borgosesia e opera attraverso le sue partecipate: Lanificio Nuovo Ri-vera Spa (52%), Tessitura Cbm Srl (52%), Vitesse Srl (99%), Smartex (10%). Inoltre, il Consiglio di Amministrazione della Società ha deliberato di sottoporre all’Assemblea degli Azionisti, che sarà chiamata ad approvare il bilancio di esercizio chiuso al 31 luglio 2007, un piano di acquisto di azioni proprie, i cui contenuti e modalità verranno precisati nel prossimo Cda che approverà il bilancio 2007. .  
   
   
FINMECCANICA CON DCNS E THALES, NASCE IL PLAYER EUROPEO NEI SISTEMI DI DIFESA SUBACQUEI  
 
Nizza, 5 dicembre 2007- Finmeccanica, Thales e Dcns, ha annunciato il 30 novembre, di aver raggiunto un’intesa per la creazione di una partnership nel settore dei sistemi di difesa subacquei. Quest’accordo di cooperazione rafforzerà l’industria della difesa europea, creando uno dei principali player a livello mondiale in questo settore. In occasione del vertice italiano-francese tenutosi oggi a Nizza, i tre partner hanno sottoscritto una lettera di intenti (Heads of Agreement) che prevede la creazione di tre joint-venture: la prima, denominata “Torpedo Program Jv”, si occuperà delle attività di ingegneria progettazione e sviluppo (Design Authority), marketing e vendita dei sistemi di difesa subacquei, nonché delle attività di gestione dei programmi. Controllata al 51% da Finmeccanica e al 49% da Dcns, questa joint-venture deterrà la Design Authority dei prodotti (siluri pesanti e leggeri; sistemi di difesa antisiluro) e sarà responsabile dei rapporti con il cliente finale; la seconda, denominata “Torpedo Manufacturing Jv”, sarà dedicata alla produzione di siluri e alle attività di supporto, nonché all’ingegnerizzazione, al collaudo e alla produzione dei moduli energetici. Sarà controllata al 51% da Dcns e al 49% da Finmeccanica; la terza, denominata “Sonar Jv”, sarà impegnata nella progettazione, lo sviluppo e la produzione di teste acustiche insieme alle relative attività di supporto. Questa nuova realtà sarà attiva nel settore dei sonar dedicato al cliente italiano. Questa Jv sarà controllata al 51% da Thales e al 49% da Finmeccanica. Questa intesa creerà valore per tutti gli stakeholders, migliorando l’efficienza produttiva e di gestione, la qualità dei prodotti e dei servizi offerti al cliente finale nonché aumentando i ritorni per gli azionisti. L’accordo avrà una notevole rilevanza strategica e garantirà importanti sinergie, valorizzando i centri di eccellenza tecnologici dei due Paesi con ampie prospettive di crescita. Gli stabilimenti coinvolti nelle Jv manterranno la loro attuale sede e missione. Dcns, con la sua Business Unit per i sistemi subacquei, Finmeccanica, attraverso la sua controllata Wass, e Thales, mediante Tus, già da numerosi anni collaborano nel settore dei sistemi di difesa subacquei. Le tre società operano congiuntamente con successo attraverso il consorzio Eurotorp (Geie, Gruppo europeo di interesse economico) per lo sviluppo e la commercializzazione dei siluri leggeri (Mu 90) e il consorzio Euroslat (Geie) per i sistemi di difesa anti-siluro. Questa proficua collaborazione ha valorizzato in passato le capacità dei tre Gruppi le cui oramai consolidate competenze industriali sono riconosciute dai rispettivi clienti nazionali, così come sui mercati internazionali, sia per i siluri leggeri, sia per quelli pesanti che per i sistemi di difesa anti-siluro. Gli Amministratori Delegati delle tre aziende hanno dichiarato che la nascita di questa alleanza strategica rappresenta un importante successo nel processo di consolidamento dell’industria europea della difesa navale. In un secondo momento anche altri player europei potranno essere coinvolti nella partnership Il completamento dell’operazione è atteso per la fine del 2008 a seguito del processo di due diligence e dell’ottenimento delle autorizzazioni delle autorità competenti. .  
   
   
IL PIEMONTE ELIMINA LA QUOTA IRPEF SOTTO 15MILA EURO BRESSO: "FRA TASSE E TICKET LASCIAMO NELLE TASCHE DEI CITTADINI QUASI 100 MILIONI"  
 
Torino, 5 dicembre 2007 - La Giunta regionale piemontese ha varato - con l´approvazione del bilancio di previsione 2008, avvenuta ieri in Giunta - l´eliminazione della quota regionale dell´addizionale Irpef per i cittadini con reddito fino ai 15mila euro. Il provvedimento, che lascia nelle tasche dei contribuenti una cifra compresa tra i 32 e i 35 milioni di euro, tocchera´ secondo le prime stime, circa 520mila dichiarazioni dei redditi (in alcuni casi singoli individui, in altri casi nuclei familiari), in gran parte giovani e anziani. Questo taglio delle tasse si aggiunge alla gia´ stabilita cancellazione dei ticket sui farmaci per i cittadini con reddito inferiore ai 35mila euro (circa l´80 per cento della popolazione) che entrera´ in vigore a gennaio. "In sostanza - spiega soddisfatta la presidente della Regione Piemonte - tagliamo imposte per circa 70 milioni di euro. Aggiunti all´eliminazione dei ticket gia´ effettuata, significa che abbiamo lasciato ai piemontesi 100 milioni di euro in poco più´ di due anni e mezzo, compiendo anche il risanamento del deficit sanitario e senza tagliare servizi". L´addizionale Irpef e´ composta da 0,9 per cento di quota fissa e intangibile imposta dallo Stato e 0,5 per cento, introdotto alcuni anni fa dall´amministrazione di centrodestra, imposto dalla Regione e che ora viene eliminato per i redditi fino a 15mila euro. “Abbiamo voluto così aiutare i soggetti più fragili - ha proseguito la presidente - anche se si tratta di una manovra costosa per l’ente regionale. L’operazione è stata possibile grazie ai provvedimenti di riduzione dei costi della politica che abbiamo adottato fin dall’inizio della nostra legislatura, che ci hanno consentito - e consentiranno - di risparmiare notevolmente: l’accorpamento delle asl, la riduzione delle direzioni regionali e delle consulenze esterne, la soppressione di organismi ed enti inutili, il contenimento dei costi degli organi gestionali delle società e degli organismi a partecipazione regionale, la semplificazione dei processi e delle attività di supporto alle autonomie locali”. “Quando entrerà in vigore il federalismo fiscale - ha concluso Bresso - riusciremo a graduare e modulare meglio l’aliquota Irpef, in modo da favorire ulteriormente le fasce a reddito più basso”. . .  
   
   
FVG: CONTRIBUTO PER COMPENSARE AUMENTO INTERESSI MUTUI CASA  
 
Trieste, 5 dicembre 2007 - Un aiuto alle famiglie che devono fare i conti con gli aumenti dei mutui per l´acquisto della prima casa. Lo prevede un emendamento alla Finanziaria 2008 presentato dai consiglieri regionali dell´Udc Roberto Molinaro e Maurizio Salvador: per sostenere gli oneri crescenti per i cittadini che abbiano contratto un mutuo, l´Amministrazione regionale deve stanziare contributi annui fino a 3 mila euro per la durata massima di 3 anni. A questi contributi possono accedere coloro che devono corrispondere rate di importo pari o superiore al 30 per cento di quelle corrisposte nel 2006. Tale importo, inoltre, deve avere un´incidenza sul reddito familiare in misura pari o superiore al 20 per cento dello stesso (nella determinazione dei limiti è compresa l´eventuale agevolazione regionale). "Purtroppo negli ultimi mesi - affermano i consiglieri regionali dell´Udc - stiamo assistendo a un incremento notevole delle rate dei mutui a tasso variabile. Aumenti che stanno mettendo in crisi le famiglie, che rischiano la povertà per il solo fatto di aver voluto acquistare casa propria. Riteniamo che la Regione debba intervenire stabilendo contributi specifici e auspichiamo che questa nostra proposta venga recepita nell´interesse di molti cittadini del Friuli Venezia Giulia". . .  
   
   
TRENTO: SECONDO INCONTRO TAVOLO PROVINCIALE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE VALORIZZARE I PUNTI DI FORZA DEL TRENTINO IN CAMPO INTERNAZIONALE ATTRAVERSO PROGETTI CONGIUNTI PUBBLICO-PRIVATO E PUNTANDO SULL’IMPORTANTE RUOLO DI COORDINAMENTO DI TRENTINO SPRINT  
 
 Trento, 5 dicembre 2007 - Dopo quella di insediamento dello scorso luglio, ieri si è tenuta la seconda riunione del Tavolo provinciale per l’internazionalizzazione che ha visto riuniti i principali soggetti pubblici e privati trentini attivi in campo internazionale. Il Tavolo - convocato dall’assessore provinciale alla programmazione, ricerca e innovazione Gianluca Salvatori – rappresenta una sede tecnica di concertazione, informazione e dialogo tra i principali attori economici ed istituzionali che “fanno” l’internazionalizzazione del Trentino. Obiettivo del Tavolo è da un lato favorire l’informazione reciproca e la condivisione di esperienze progettuali internazionali evitando duplicazioni, diseconomie e dispersione di risorse umane e finanziarie nelle attività estere della Provincia, e dall’altro di identificare e realizzare dei progetti di carattere “macro” e dalla adeguata massa critica in grado di favorire una più qualificata internazionalizzazione del sistema territoriale attraverso l’azione congiunta dei principali attori provinciali attivi in campo internazionale. “Obiettivo ultimo di questa iniziativa – ha sottolineato Salvatori – è quello di rafforzare la visibilità e la reputazione internazionale dell’offerta territoriale trentina attraverso condivise strategie di valorizzazione dei soggetti, dei prodotti e dei progetti di maggiore riconoscibilità e successo internazionale. Attraverso una vostra partecipazione attiva ai lavori del Tavolo – ha continuato Salvatori, presentando la bozza del “Primo piano annuale per l’internazionalizzazione del Trentino” alle diverse organizzazioni presenti con i loro più alti rappresentanti presso la sala stampa del palazzo della Provincia autonoma di Trento – potremmo raccogliere proposte e indicazioni rispetto a queste prime ipotesi di progetti da realizzare”. Il Piano si inserisce all’interno di un più ampio disegno di rafforzamento del quadro di governance della Provincia in campo internazionale e potrà consentire all’ente pubblico di darsi degli indirizzi chiari e quanto il più possibile unitari in campo internazionale. “Intendiamo in quest’ottica svolgere un ruolo di ascolto del territorio, non invasivo – ha spiegato l’assessore Salvatori - nella prospettiva di identificare per le nostre strutture interne degli obiettivi ed indirizzi di sviluppo internazionali comuni alle diverse componenti economiche, culturali del nostro sistema territoriale e puntando sul ruolo centrale che la Provincia ha assegnato a Sprint e alla Camera di Commercio nelle politiche pubbliche di internazionalizzazione”. E proprio da Trentino Sprint sono venute le proposte operative legate all’internazionalizzazione economica contenute nel Piano annuale per l’internazionalizzazione e discusse oggi. Tali proposte sono parte integrante dell’Accordo di programma tra la Camera di commercio e la Provincia autonoma di Trento. Sui contenuti del Piano – che verrà approvato dalla Giunta una volta messo a punto e condiviso nella veste definitiva - vi è stata larga convergenza da parte dei rappresentanti delle diversi componenti economiche e sociali. Prosegue dunque il disegno di rafforzamento delle politiche a sostegno dei processi di sviluppo ed integrazione internazionale del sistema territoriale trentino. Dopo la promozione negli scorsi mesi da parte della Giunta provinciale di una “Cabina di regia interassessorile delle attività internazionali provinciali” con l’obiettivo di garantire un maggiore coordinamento tra le diverse azioni e programmi internazionali degli Assessorati, ed il contestuale lancio di un “Tavolo provinciale per l’internazionalizzazione”, è stato oggi presentato uno specifico documento di programmazione – il Primo Piano annuale per l’internazionalizzazione del Trentino – volto a identificare alcuni selezionati progetti che vedano alleati in campo internazionale i principali soggetti economici, della cultura e della ricerca che “fanno l’internazionalizzazione” del Trentino. E proprio sui contenuti di questi progetti e sulla loro possibile articolazione operativa si sono confrontati stamattina i dirigenti generali dei diversi dipartimenti provinciali interessati, i rappresentanti delle categorie economiche e produttive trentine nonché i principali attori territoriali della ricerca e della cultura attivi in campo internazionale. Nell’apertura della riunione l’assessore Salvatori ha ricordato come l’obiettivo dichiarato del Piano è quello di favorire una partecipazione ampia ed organizzativamente integrata dei principali attori territoriali in alcuni mercati e settori prioritari per l’internazionalizzazione del Trentino. Alla riunione di ieri erano stati invitati, tra gli altri, l’Associazione industriali, la Federazione Trentina delle Cooperative, la Confesercenti del Trentino, l’Associazione Artigiani e Piccole Imprese, l’Unione Commercio, Turismo e Attività di Servizio, Trentino Export, Distretto Habitech, l’Associazione Albergatori, Trentino S. P. A. , il Museo tridentino di scienze naturali, la Camera di commercio e Trentino Sprint, il Mart, alcune associazioni di volontariato (quali, ad esempio, l’Associazione Trentini nel mondo), l’Istituto Agrario di S. Michele all´Adige, l’Università degli Studi di Trento, la Fondazione Bruno Kessler, il Cnr-ivalsa Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree, oltre ad Agenzia per lo Sviluppo, ai dirigenti generali del Dipartimento industria, artigianato e miniere, del Dipartimento turismo, commercio e promozione dei prodotti trentini, del Dipartimento istruzione, e dell’Assessorato alla programmazione, ricerca e innovazione. Sul metodo di lavoro, l’assessore Salvatori ha sottolineato come la Provincia autonoma di Trento abbia demandato a Trentino Sprint il compito di suggerire le linee progettuali del Piano in linea con la scelta di affidare a questo soggetto la mission prioritaria di sostegno ai processi di internazionalizzazione delle imprese trentine. Trentino Sprint, società consortile partecipata dalla Camera di commercio e da Trentino Sviluppo, potrà quindi svolgere questo ruolo di collante tra le progettualità e le proposte riguardanti lo sviluppo economico internazionale che emergeranno dal confronto futuro con i membri del tavolo. Oltre allo sviluppo di una serie di azioni promozionali di sistema verso gli Stati Uniti, la Russia e gli Emirati Arabi Uniti (Dubai), il Piano propone un progetto speciale rivolto alla formazione per l’internazionalizzazione delle imprese e il varo di un Premio per le migliori idee e i migliori progetti di internazionalizzazione, pensati e costruiti da imprese di piccola e media dimensione. Dalla discussione e dagli interventi effettuati dalle categorie economiche e sociali presenti con i loro più alti rappresentanti, è emersa una larga convergenza e consenso sulla impostazione e sui contenuti del Piano annuale per l’internazionalizzazione, il quale una volta effettuate e condivise le necessarie messe a punto verrà formalmente approvato dalla Giunta provinciale. . .  
   
   
TOSCANA INTERNAZIONALIZZAZIONE: UNA DELEGAZIONE DI 8 POSSIBILI INVESTITORI AMERICANI IN VISITA IN TOSCANA LIFE SCIENCES: LE ECCELLENZE DELLA TOSCANA NEI PROGETTI DI IMPRESE U.S.A.  
 
 Firenze, 5 dicembre 2007 - La Toscana prosegue il suo cammino nell’internazionalizzazione. Il 5 e il 6 dicembre, 8 imprese statunitensi, di cui 3 venture capital, e 1 Istituto Politecnico, interessati alla Toscana come meta di investimenti nel campo del Life Sciences, giungeranno nella Regione per due giorni di incontri organizzati da Toscana Promozione/invest in Tuscany e dall’Istituto nazionale per il Commercio Estero (Ice), previsti nell’ambito della Convenzione tra l’Istituto e la Regione Toscana volta a valorizzare il sistema produttivo toscano all’estero. Della delegazione americana fanno parte i rappresentanti del Worcester Polytechnic Insitute, della Burrill & Co. , della Pequot Capital Management, della Associate Bioventures Investors, della Nestlè, della Amerisci Boston, della Genentech, della Osteo Corporate Inc e della Xdx. Un appuntamento importante, che conf! erma come il Life Sciences sia uno dei settori dell’econ! omia tos cana che offre maggiori possibilità per quanto riguarda l’attrazione di investimenti esteri. Non è un caso, d’altronde, se la Toscana è già stata scelta da importanti investitori tra i quali: Novartis, Lilly e Boehringer. “Per poter crescere ed essere in grado di affrontare la concorrenza globale – ha commentato Roberto Pucci, direttore di Toscana Promozione, durante la conferenza stampa di presentazione –, la nostra economia non può fare assolutamente a meno del contributo positivo che deriva dagli investimenti diretti esteri. Per questo da oltre due anni, attraverso Invest in Tuscany, stiamo lavorando per fare della Toscana una terra d’investimenti. E questa iniziativa è uno dei frutti del nostro impegno”. “Quello statunitense è un mercato strategico per gli interventi promozionali dell’Istituto a favore del settore delle biotecnologie – ha sottolineato Andrei! na Guerrieri, Direttore dell’Ufficio per la Toscana dell’Istituto nazionale per il Commercio Estero, Ice – verso il quale è diretto un intenso programma di iniziative svolte sia a livello nazionale che regionale. Il settore delle biotecnologie gioca un ruolo fondamentale nell’attrazione degli investimenti esteri, ed il “Biotech” italiano trova nell’attività dei 9 Desk “Invest in Italy” dell’Ice, due dei quali a New York e a Los Angeles, l’indispensabile punto di riferimento per la sua crescita internazionale. ” “Il settore delle scienze della vita – afferma l’assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi - gioca un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico della Regione Toscana e le sue dinamiche di crescita e specializzazione possono essere positivamente influenzate dalla azione pubblica. In particolare la Regione Toscana intende sostenere la creazio! ne di un distretto regionale di scienze della vita, per attrar! re nuovi investimenti produttivi e di ricerca, favorire l’integrazione e le collaborazioni tra le imprese e la rete delle eccellenze, valorizzare il “sistema di raccordo” già presente sul territorio (parchi scientifici-tecnologici, incubatori di impresa, ecc. ). Nel periodo 2007-2013 vogliamo finalizzare importanti risorse dei fondi comunitari e del fondo sanitario stesso per co-finanziare progetti di ricerca preclinica e clinica ed infrastrutture (facilities, laboratori) dedicate allo sviluppo del settore biofarmaceutico. Abbiamo inoltre siglato in questi mesi importanti accordi con le strutture produttive già presenti in Toscana per la promozione della ricerca di qualità e per il buon funzionamento dei comitati per la sperimentazione clinica. ” "Abbiamo stanziato più risorse per l´attrazione di investimenti in Toscana – dice l’assessore regionale alle attività produttive Ambrogio Brenna - O! ggi ammontano a 15 milioni di euro i fondi destinati alla realizzazione dei protocolli localizzativi nella nostra Regione. Attraverso procedure che prevedono semplificazioni e incentivi miglioriamo così l´attrattività della nostra regione. Ne è testimonianza l´interesse che le imprese del settore Life Sciences manifestano nei confronti del territorio toscano, dove le competenze scientifiche rappresentate dai poli universitari toscani, dalla comunità scientifica e della ricerca dell´innovazione, gli incentivi allo sviluppo, la qualità dell´occupazione e l´accoglienza sono un tutt´uno che porta ad un prolungamento virtuoso della filiera dell´eccellenza rappresentata dal comparto del Life Sciences già operante in Toscana. "del Life Science fanno parte il settore farmaceutico e quello delle biotecnologie. Per quanto riguarda il primo, è un comparto che in Toscana impiega più di 7200 addetti e genera valore aggiunto! per 420milioni di euro. Il tutto per oltre 736milioni di euro! in expo rt – pari al 6,3% delle esportazioni italiane del settore - e una crescita annua del 5,1%. Numeri che fanno della Toscana la 3ª Regione in Italia per quantità di imprese e la 4ª nella sperimentazione clinica. [Fonte: Farmindustria] Sono invece circa 2900 gli addetti del settore delle biotecnologie (quasi il 12% di quelli italiani) e 23 le imprese presenti sul territorio regionale (10% del totale nazionale), tutte caratterizzate da una forte vocazione alla Ricerca e Sviluppo: con il 5% degli addetti e il 5% degli investimenti la Toscana è, in questo campo, la 4ª Regione italiana. Nel 2006 il settore toscano delle biotecnologie ha realizzato un fatturato complessivo di oltre 1miliardo di euro (il 12,5% di quello nazionale) posizionandosi al 3° posto in Italia. [Fonte: Blossom e Assobiotec] .  
   
   
RAPPORTI INTERNAZIONALI: INIZIATA “SETTIMANA DELL’UMBRIA” A BUENOS AIRES  
 
Buenos Aires, 5 dicembre 2007 – Erano attesi in duecento e sono venuti in oltre quattrocento, al Museo di Arte Moderna “Malva” di Buenos Aires, gli ospiti che hanno preso parte il 3 dicembre sera alla cerimonia d’inaugurazione della “Settimana dell’Umbria”, che si tiene nella capitale argentina. La “Settimana” (una serie di incontri, conferenze, presentazioni di prodotti tipici ed iniziative culturali) è stata organizzata dalla Regione dell’Umbria, che ha accolto una proposta dell’Associazione degli Emigrati Umbri in Argentina, con il sostegno della Comunità Europea e dell’Ambasciata Italiana di Buenos Aires. Alla cerimonia hanno preso parte l’ambasciatore d’Italia in Argentina Stefano Ronca e il viceministro dell’Interno del Governo argentino Rafael Follonier. Per la Regione Umbria era presente l’assessore alla cultura Silvano Rometti, per l’Associazione degli Emigrati Umbri in Argentina il segretario Sergio Ceneri. Reduce dal “tour” che lo ha condotto a suonare, nei giorni scorsi, a Brasilia, a San Paolo e a Rio de Janeiro, è stato ancora una volta il pianista Stefano Bollani a fare da “testimonial” all’Umbria, nel nome di quella che è la sua manifestazione culturale più conosciuta nel mondo, “Umbria Jazz”. Dopo il concerto di Bollani per piano solo (che ha anticipato brani del repertorio di un concerto previsto per l’indomani presso un teatro di Buenos Aires, fra cui un pezzo di Miles Davis, quindi “Bolero di Pietra”, una composizione dell’ultimo “cd” di Bollani “Piano/solo”, e canzoni argentine come la celeberrima “ Y Todo a Media Luz”), gli ospiti, fra cui numerosi oriundi italo-argentini, hanno potuto avere un saggio delle specialità del paniere di eccellenze agroalimentari umbre, allestito per l’occasione dal Centro Agroalimentare dell’Umbria: prosciutto di Norcia “Igp”, lenticchie di Castelluccio, farro di Monteleone, pecorini e formaggi misti, a cui si sono accompagnati piatti tipici della tradizione umbra, preparati caldi dalla brigata di cucina argentina, come i classici “strozzapreti” al tartufo nero, zuppe di lenticchie e di farro (cucinate secondo ricetta umbra in modo esemplare da un noto “chef” di Buenos Aires), maiale arrosto e crostini con patè di fegatini e di olive. “È un momento assai favorevole – ha detto nella sua introduzione l’Ambasciatore Ronca – per le relazioni bilaterali italo-argentine, che aprono, dopo il progressivo superamento della crisi argentina del 2000-2001, interessanti prospettive comuni produttive e commerciali. L’umbria – ha aggiunto Ronca, che nel pomeriggio aveva ricevuto presso la sede dell’Ambasciata d’Italia l’assessore Rometti e il presidente del Consiglio regionale umbro dell’emigrazione Pavilio Lupini – fa molto bene ad impegnarsi in questo sforzo di proiezione esterna, perché esiste uno spazio di complementarietà fra le regioni italiane e le province argentine, che può rivestire un notevole significato economico. A questo genere di iniziative – ha concluso Ronca – va il totale sostegno dell’Ambasciata”. “L’umbria – ha detto l’assessore alla Cultura della Regione Umbria Silvano Rometti – è impegnata sulla strada dello sviluppo, attraverso la costruzione di un sistema integrato di reti territoriali di eccellenza, dove si fondono tradizione e innovazione, nel rispetto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Impresa, ricerca, saperi, industria, agroalimentare, artigianato, storia e cultura si integrano in reti territoriali, all’insegna della qualità”. E una fra le maggiori di queste eccellenze, sul piano della cultura – ha ricordato il segretario generale della “Fondazione Uj” Giovanni Tarpani – è “Umbria Jazz”, cui in vari paesi del mondo (da New York a Tokyo, da Pechino a Novi Sad) è toccato di recente il ruolo di “messaggero dell’Umbria”. Stefano Bollani ha preso le parole di Tarpani alla lettera. Al termine di una esibizione marcata (soprattutto nel brano di Miles Davis) da una virtù tecnica che, in un pirotecnico gioco di note scaturite da dita, palmo di mano, gomito, percussione del pianoforte e corde pizzicate a mo’ di archi, ha generato, entusiasmando la platea, combinazioni da brivido, Stefano Bollani si è congedato dicendo: “Sono felice di essere il ‘messaggero dell’Umbria’, e ringrazio Umbria Jazz che permette occasioni come questa di stasera. Per fare una cosa del genere, forse non sembra, ma ci vuole coraggio”. .  
   
   
TRIESTE CANDIDATA PER ISTITUTO EUROPEO TECNOLOGIA  
 
 Trieste, 5 dicembre 2007 - Sarà Trieste la città candidata dall´Italia a ospitare una delle sedi del nuovo Istituto Europeo di Tecnologia, la cui struttura, che sarà di tipo diffuso sul territorio, è stata definita proprio nelle scorse settimane dalla Commissione europea. Ad annunciarlo è stato il presidente della Regione Riccardo Illy intervenendo ieri, alla Stazione marittima di Trieste, alla conferenza stampa finale della due giorni dei "Nobels colloquia". Illy ha precisato che a indicare Trieste è stato lo stesso ministro dell´Università e Ricerca Fabio Mussi. Nella conferenza stampa finale, Illy ha tratto un primo bilancio di due giorni "molto intensi", nel corso dei quali si sono confrontati, sul tema delle prospettive della globalizzazione, sei Premi Nobel per l´economia (Robert Engle, Erik Maskin, Robert Mundell, Edmund Phelps, Edward Prescott e Robert Solow), assieme ad altri economisti ed esperti di innovazione e management, in un serrato dialogo con il pubblico e in particolare con gli studenti. All´incontro con la stampa erano presenti anche l´economista francese Jean Paul Fitoussi, consigliere del presidente Nicolas Sarkozy, e Gianni Vescovo, ideatore dei "Nobels colloquia" e protagonista, assieme al presidente Illy, della decisione di spostare l´evento da Venezia a Trieste, con il concorso di numerose aziende regionali. Globalizzazione, sostenibilità dello sviluppo, svantaggi e vantaggi dell´Italia (e dell´Europa) nella competizione mondiale. Sono stati questi, secondo Illy, i temi attorno i quali si è sviluppata la discussione nel corso dei "Nobels colloquia". "Certo, vi sono ancora - ha sintetizzato Illy - alcuni residui impedimenti nella formazione di un mercato autenticamente globale, come dazi e contingenti, ma nella sostanza oggi vi è una stretta interdipendenza fra tutti i mercati. Ciò che succede in un Paese in via di sviluppo ha immediate conseguenze in un Paese sviluppato. Questo significa che i problemi non sono più gestibili in una logica di tipo nazionale". Il secondo problema emerso con forza nei "Nobels colloquia" è la sostenibilità ambientale dello sviluppo, per il quale - ha rilevato Illy - non c´è ancora una soluzione. Citando in particolare l´analisi di Robert Solow, il presidente ha ricordato che imporre ai Paesi più poveri di rispettare le norme di compatibilità ambientale messe a punto dai Paesi ricchi significa di fatto rallentare il loro sviluppo. "In questo modo la sostenibilità ambientale si collega strettamente alla sostenibilità sociale dello sviluppo, che costituisce un altro tema centrale", ha rilevato Illy. Ciò vale sia per quanto riguarda i problemi interni ai singoli Paesi, sia nei rapporti che si instaurano fra di essi. Una percentuale eccessiva di immigrati, come hanno dimostrato recentemente i casi francese e italiano, crea forti tensioni sociali. D´altra parte, i differenziali di reddito fra i Paesi determinano ulteriori tensioni insostenibili, proprio perché - nell´analisi del presidente - la globalizzazione non è solo economica ma anche sociale. "Dall´analisi dei Premi Nobel - ha osservato ancora Illy - è emerso un quadro migliore della situazione italiana rispetto alla opinione che ne abbiamo noi. Del resto, l´erba del vicino è sempre più verde. Abbiamo indubbiamente notevoli svantaggi competitivi, come il peso del debito pubblico, le elevate imposte sul reddito di impresa, gli scarsi investimenti in ricerca, le condizioni della nostra università". "Tuttavia, le riflessioni di questi due giorni - ha aggiunto - ci inducono a cogliere con maggiore consapevolezza le cose buone di cui disponiamo, come l´elevata qualità della vita, e a concentrarci su queste per sfruttare meglio le nostre opportunità". Infine, l´Europa. Illy ha sottolineato la necessità di far funzionare un vero mercato unico del lavoro all´interno dell´Unione europea e di liberalizzare con più coraggio i servizi interni, che spesso non sono esposti alla concorrenza e che risultano quindi inefficienti. "Solo aumentando la competizione interna saremo in grado - ha detto Illy - di affrontare in modo adeguato la competizione sul mercato globale, ricordando che oggi la concorrenza vera non si svolge fra Paesi europei, ma fra l´Europa da un lato e la Cina, l´India, gli Stati Uniti dall´altro". . .  
   
   
AMERICAN CHAMBER TRANSATLANTIC AWARD 2007  
 
Milano, 5 dicembre 2007 – I vincitori del Amcham Transatlantic Award 2007 saranno premiati in una serata di gala che ha luogo oggi mercoledì 5 dicembre a Milano a cui sarà presente il Presidente di Amcham Umberto Paolucci, dell’Ambasciatore Americano in Italia Ronald P. Spogli e il Console Generale a Milano A. Daniel Weygandt. Ed ecco vincitori del Amcham Transatlantic Award 2007: Industria Nerio Alessandri – Technogym; Creativita’ Ferruccio Ferragamo – Ferragamo; Ricerca Sergio Dompé – Dompé; Arte E Cultura Keith Christiansen – Met Museum; Azienda Emergente Paolo Pascale-tecnam Aeronautica. L’american Chamber of Commerce, presente in Italia dal 1915 con l’obiettivo di favorire le relazioni fra Italia e Usa, istituisce il Primo Amcham Transatlantic Award. Un Premio creato per valorizzare e promuovere le realtà e le personalità che abbiano contribuito allo sviluppo dei rapporti economici, artistici e culturali fra le due sponde dell’Atlantico. Un’occasione per promuovere i talenti del nostro Paese presso la business community e per celebrarne l’eccellenza in settori molto diversi fra loro. “Il Premio nasce dalla volontà di dare rilievo agli esempi di successo ed eccellenza che caratterizzano la dialettica Italia-usa”, ha dichiarato Paolo Catalfamo, Amministratore delegato di Amcham in Italy, “Eccellenza che si esprime a diversi livelli, non soltanto e non prevalentemente in settori industriali. Il Premio diventa così una testimonianza del profondo legame socio-culturale che lega gli Stati Uniti all’Italia : un connubio vitale, ricco di stimoli e da sempre fondato sulla condivisione di un patrimonio di riferimenti storico culturali comuni” . .  
   
   
GESTIONE CRISI REVERSIBILI, ASSESSORE GIOVANNETTI: "REGIONE UMBRIA CONFERMA STRATEGIA E RISORSE"  
 
Spoleto, 5 dicembre 2007 – La Regione Umbria conferma la validità della strategia della gestione concertata delle crisi di azienda reversibili tra gli strumenti delle politiche industriali. Lo ha sottolineato l´assessore regionale alla Promozione dello sviluppo economico Mario Giovannetti, introducendo i lavori del convegno che si è svolto ieri a Spoleto, promosso per sviluppare un confronto con le organizzazioni imprenditoriali e sindacali, ricercatori, amministratori e con i rappresentanti delle due Agenzie regionali “Sviluppumbria” e “Gepafin”. “Affinché la gestione concertata delle crisi aziendali rappresenti una strategia vera e propria – ha detto Giovannetti – vanno risolti alcuni nodi, in particolare va potenziata la procedura di allerta, ancora non definita a livello nazionale, con politiche adeguate e tempi certi per il risanamento aziendale. Crisi non significa fallimento – ha proseguito l´assessore e può anzi essere un´occasione per il riposizionamento dell´impresa o del comparto. I nostri interventi – ha precisato – non si rivolgono a imprese già dichiarate morte dal mercato per scelte sbagliate, perdita di mercati, obsolescenza degli impianti. L´esperienza umbra ha mostrato fin qui punti di forza, quali l´innovativo protocollo d´intesa tra Regione e banche per intervenire in modo concertato e tempestivo nelle situazioni di crisi d´impresa, ma anche elementi di debolezza. La preoccupazione è relativa alle difficoltà di conoscere i segnali di allerta e la definizione più precisa di crisi e delle procedure, per riuscire a dare risposte in tempi utili per la salvaguardia e la ristrutturazione dell´impresa, con la tutela dei posti di lavoro. C´è inoltre l´esigenza – ha continuato l´assessore – di individuare percorsi più snelli e gestibili per interventi più efficaci”. Quali strumenti a disposizione, l´assessore regionale ha ricordato anche la “cabina di regia” attivata con organizzazioni imprenditoriali e sindacali, da “rivitalizzare” anche per il monitoraggio dello stato delle imprese e la predisposizione condivisa degli interventi. “Ci sono le risorse nazionali messe a disposizione dal pacchetto ´Industria 2015´ e risorse regionali con il Fondo relativo al protocollo d´intesa con le banche”, ha detto Giovannetti che, nel suo intervento, ha anche ricordato l´esperienza dell´azienda spoletina “Minerva”. A questo proposito ha rilevato come la Regione abbia chiesto al curatore fallimentare, “nel rispetto del ruolo e della sua autonomia, la salvaguardia del sito produttivo e un piano industriale di rilancio della produzione e dell´occupazione che consenta alla Minerva e alle aziende collegate il consolidamento di un polo produttivo”. L´assessore Giovannetti ha infine ribadito il ruolo di Sviluppumbria quale struttura specializzata per l´analisi degli interventi e il supporto alla gestione concertata. Per il direttore generale di “Sviluppumbria” Vinicio Bottacchiari, è indispensabile un intervento di “sistema” che tenga conto della “crisi del modello umbro” derivante dal sottidimensionamento e dalla sottocapitalizzazione delle sue imprese, dai ritardi nell´innovazione tecnologica e nel ricambio generazionale. “Va costruito un modello umbro condiviso per la gestione delle crisi aziendali – ha detto - che non sia tipo ´pompieristico´, che consenta di gestire gli esiti della crisi e non disperda il patrimonio fin qui costruito da ogni impresa”. “Sono una decina - ha reso noto il presidente di Gepafin Giacomo Porrazzini – le imprese per le quali, insieme a Sviluppumbria, è stata applicata la procedura concertata di gestione della crisi aziendale. In termini di fatturato, circa 320 milioni di euro e un migliaio di addetti. La maggior parte degli interventi ha dato esito positivo. A questi si aggiungono un´altra decina di interventi con le procedure ordinarie, per un fatturato di circa 130 milioni di euro e 550 unità lavorative”. Il presidente di Gepafin ha messo in rilievo il quadro normativo nazionale “oggi più preciso” e la disponibilità di risorse nazionali per 85 milioni di euro nel triennio 2007/2009 stanziate dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica”) con un fondo nazionale gestito da “Sviluppo Italia” per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese. “Fondo nazionale e normative – ha ricordato - che rispettano gli orientamenti comunitari, volti a impedire che si possano configurare come ´aiuti di Stato´”. Porrazzini ha messo in evidenza l´importanza di far scattare “allarmi precoci” di crisi aziendali. “Occorre uno sforzo comune - ha detto – per l´autovalutazione permanente e per la trasparenza nei confronti degli altri interlocutori. Prevenzione, allerta e gestione concertata – ha concluso - sono le tre direttrici su cui deve svilupparsi l´azione di Regione, agenzie regionali, banche e associazioni di categoria. Il meccanismo umbro ha anticipato il legislatore nazionale e ora va rafforzato, anche nella consapevolezza supportata da ricerche europee che le risorse impiegate per la ristrutturazione aziendale sono notevolmente inferiori a quelle necessarie per creare posti di lavoro”. .  
   
   
INSEDIATA A VENEZIA LA CONSULTA DEL MARE  
 
Venezia 5 dicembre 2007 - Il presidente della Regione Giancarlo Galan, insieme agli Assessori competenti in materia di pesca e ambiente, Isi Coppola e Giancarlo Conta, ha insediato ieri a Palazzo Balbi la Consulta del Mare, istituita dalla legge regionale n. 15/2007 “Interventi per la tutela, la promozione e lo sviluppo della zona costiera del Veneto e per la creazione di zone di tutela di biologia marina”. Si tratta di un organismo permanente di consultazione con il quale la Regione intende agire al fine di salvaguardare, proteggere e ripopolare le risorse ittiche, attuando un sistema di interventi per l’istituzione di zone di tutela biologica ed alla diversificazione, valorizzazione e riconversione delle imprese di pesca verso la molluschicoltura, la maricoltura e per lo sviluppo del turismo marittimo. Nell’aprire il dibattito il Presidente Galan ha voluto esprimere il desiderio “di poter contare su di una Consulta la più rapida, efficiente, determinata e meno burocratica che si possa avere. Conoscendo le persone sedute a questo tavolo – ha aggiunto – ho fiducia che questo sia un obiettivo raggiungibile e credo che questa iniziativa che prende avvio oggi rappresenti per davvero una cosa buona e utile”. Da parte sua l’Assessore Isi Coppola ha sottolineato che il mondo della pesca è chiamato ad uno sfida importante per il suo futuro, che deve raccogliere e saper vincere. La Regione – ha aggiunto l’Assessore Conta – intende valorizzare e tutelare il nostro mare, continuando quell’attività di controllo sulla qualità dell’acqua che da anni sta portando avanti. E questo non solo per preservare una ricchezza ambientale, ma anche una fonte di guadagno per molte famiglie. Conta ha poi annunciato che nel corso della Giunta regionale, tenutasi in mattinata, sono state approvate due delibere con le quali la gestione delle Tegnue di Porto Falconera e di Chioggia viene affidata ai Comuni di Caorle e di Chioggia. La Consulta si è poi chiusa con l’invito ai partecipanti a presentare osservazioni, suggerimenti e proposte per l’immediata attuazione della legge, in particolare per quanto riguarda due aspetto essenziali; la programmazione triennale e la pianificazione annuale e l’istituzione del nuovo ente gestore degli interventi previsti dalla legge. Della consulta fanno parte il Presidente della Giunta regionale o un suo delegato in qualità di presidente; gli Assessori regionali all’Ambiente e alla Pesca; il Presidente della competente commissione del Consiglio Regionale; il presidente dell’ente gestore degli interventi previsti dalla legge; i comandanti delle capitanerie di porto del Veneto o un loro delegato, designati d’intesa con il ministero competente; un rappresentante per ciascuna delle associazioni professionali di categoria componenti le commissioni consultive locali per la pesca e l’acquacoltura; un rappresentante della Provincia di Venezia, della Provincia di Rovigo, dei comuni prospicienti la costa; un rappresentante delle organizzazioni della pesca sportiva e uno delle associazi .  
   
   
APPROVATA IN PIEMONTE LA LEGGE SULLA SICUREZZA  
 
Torino, 5 dicembre 2007 - Il Consiglio regionale, dopo un approfondito dibattito e dopo aver esaminato tutti gli articoli del testo, ha approvato oggi la legge sulla sicurezza. La finalità del provvedimento (art 1) è di realizzare, anche attraverso attività promozionali e di sostegno, politiche locali per la sicurezza integrata delle città e del territorio regionale e per lo sviluppo di una cultura e di una pratica diffusa della legalità, con l’obiettivo di contrastare i fenomeni che generano sentimenti di insicurezza della popolazione e di aumentare la sicurezza reale. La Presidente Bresso esprime "soddisfazione per l´approvazione di una legge che, finalmente, applica un concetto completamente nuovo alla sicurezza che, come viene spiegato nel primo articolo, non è legata alla presenza e al lavoro del singolo agente, ma è un insieme di politiche integrate. La Regione, per la prima volta, ha un ruolo importante di coordinamento grazie alla creazione della Consulta regionale per la sicurezza integrata, all´interno della quale tutti i soggetti pubblici e privati che operano per la sicurezza potranno coordinarsi per rispondere in maniera concreta e soddisfacente alle esigenze del territorio. “Si tratta - conclude Bresso - di una legge moderna ed efficace che, oltre a prevedere provvedimenti significativi a favore delle vittime, consente di intervenire sull´urbanistica, con veri e propri piani regolatori sulla sicurezza, sull´utilizzo e l´applicazione delle nuove tecnologie, sui trasporti e sull´integrazione delle risorse e dei mezzi. In un momento in cui la sicurezza è un tema di stretta attualità e i cittadini chiedono maggiori tutele, credo che questa legge sia una risposta efficace al problema. ” La legge definisce (art 3) i compiti e le funzioni dei soggetti istituzionali, prevede assistenza ed aiuto alle vittime dei reati, priorità ed indirizzi per il sistema integrato di sicurezza ed istituisce una struttura regionale di coordinamento tecnico. Tra le novità della legge (art 7), l’istituzione della Conferenza regionale sulla sicurezza integrata composta dal Presidente della Regione, dai Presidenti di Provincia, dai Sindaci dei Comuni capoluogo, e dai rappresentanti designati da Anci, Uncem, Lega delle Autonomie Locali, Anpci, da convocarsi almeno una volta all’anno. La Regione riconosce le competenze proprie specifiche degli enti locali e dei soggetti pubblici e privati operanti nel campo sociale, in materia di sicurezza integrata, ne coordina gli interventi e promuove e sostiene accordi di partenariato ed i patti locali per la sicurezza integrata. Gli interventi volti a realizzare patti locali per la sicurezza integrata riguardano tra l’altro: a) la riqualificazione e la rivitalizzazione urbanistica di parti del territorio con interventi finalizzati alla dissuasione delle manifestazioni di microcriminalità diffusa; b) il rafforzamento della prevenzione sociale nei confronti delle aree e dei soggetti a rischio, con particolare attenzione al controllo dei processi che favoriscono l’esposizione ad attività criminose; c) la tutela delle piccole e medie imprese artigianali, commerciali e turistiche particolarmente a rischio criminalità, tramite associazioni di categoria, consorzi e associazioni di imprenditori turistici, di produttori o di commercianti; d) il rafforzamento della vigilanza e della presenza sul territorio degli operatori addetti alla prevenzione sociale e alla sicurezza, al fine di assicurare l’intervento tempestivo dei servizi di competenza degli enti locali; Il Patto locale di sicurezza integrata prevede: l’analisi delle problematiche concernenti la sicurezza delle comunità interessate, assicurandone la massima partecipazione; gli obiettivi da perseguire ed il programma degli interventi da realizzare, nell’ambito dell’attuazione degli accordi. La legge prevede la possibilità per gli operatori di polizia locale che espletino funzioni di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza di essere dotati di presidi tattici, di limitato impatto visivo, ai fini della prevenzione e della tutela della propria incolumità personale. “L’individuazione di tali presidi difensivi, distanziatori e di autosoccorso, nonché le modalità di impiego, sono materie di specifico regolamento regionale, da emanarsi entro 60 giorni a cura della Giunta regionale, sentita la Commissione regionale competente. ” - precisa l’Assessore alla Sicurezza, Giovanni Caracciolo. Tra le novità della legge, la Regione promuove l’istituzione di un numero unico attraverso il quale chiunque possa attivare il comando di polizia locale più vicino al luogo della richiesta. La legge, finanziata con un contributo annuo di 5 milioni di € (3 milioni per le spese correnti- di cui solo il 10% per collaborazioni e consulenze- e 2 milioni per spese in conto capitale), prevede anche l’istituzione di un fondo si solidarietà per gli appartenenti alle forze armate, alle forze dell’ordine, ai vigili del fuoco e alle forze di polizia locale piemontesi, deceduti a seguito di servizio e per i civili piemontesi periti a causa di atti terroristici. “La legge, che recepisce emendamenti presentati da varie forze politiche, prevede il finanziamento di patti locali, per la riqualificazione e rivitalizzazione urbanistica di aree interessate da microcriminalità, per attività di prevenzione sociale in aree specifiche e verso i soggetti a rischio. Il provvedimento non prevede azioni repressive di competenza delle Forze dell’Ordine, ma azioni preventive dei fenomeni di illegalità diffusa. ” conclude Caracciolo. .  
   
   
MICROCRIMINALITA’: INCONTRO TRA IL QUESTORE DI FIRENZE E CNA.COM APPELLO AI CITTADINI A DENUNCIARE, ANCHE IN FORMA ANONIMA, I FATTI CRIMINOSI  
 
Firenze, 5 dicembre 2007 - E’ da qualche anno che nella città di Firenze, durante il periodo che precede le festività natalizie, si assiste ad un aumento della microcriminalità, specie nelle zone caratterizzate da forte densità di esercizi commerciali, nei cui pressi, ovviamente, si registra una maggior concentrazione di cittadini intenti a far shopping. Allo scopo di impedire il verificarsi di simili episodi, prevenendo così disagi a commercianti e cittadini, nei giorni scorsi si è svolto un incontro tra il Questore di Firenze Francesco Tagliente e Alberto Sbenaglia Dirigente Prevenzione Generale, Pierluciano Mennonna Segretario Provinciale Filt Cgil, Morena Baldacci e Cristina Cherici, membri della Presidenza Provinciale Cna. Com. L’incontro si è concluso con l’impegno ad intensificare i controlli nelle aree dei centri commerciali predisponendo pattugliamenti ad hoc per tutto il periodo natalizio; impegno che il Questore ha reso concreto fin dal giorno successivo, partendo da Piazza Dalmazia. Durante l’incontro il Questore ha inoltre esortato Cna. Com a farsi portavoce di un appello affinché cittadini e commercianti segnalino, con piena fiducia, anche in forma anonima, i fatti criminosi o i comportamenti sospetti di cui sono testimoni. .  
   
   
LAVORARE DOPO I 40 ANNI: STRUMENTI E SERVIZI PER VALORIZZARE LA FORZA LAVORO OVER 40 PRESENTATO LO SPORTELLO ORIENTAMENTO F.I.LO. 40, UN SERVIZIO DEDICATO AI LAVORATORI MATURI  
 
 Milano, 5 dicembre 2007 - Quali azioni possono essere attuate per intervenire sul problema della discriminazione della forza lavoro over 40? Questo uno dei temi che sono stati affrontati durante il convegno “Sportello Orientamento F. I. L. O. 40: strumenti e servizi a supporto delle imprese e dei lavoratori over 40” che si è svolto ieri , a Milano. Il convegno è stato organizzato da Actl nell´ambito del progetto Equal “F. I. L. O. 40 - Formazione e Integrazione dei Lavoratori Over 40”, realizzato da una partnership composta da Unioncasa, Actl, Cso, Holos, Lu. Ma Production e Pescares. Il progetto Equal – F. I. L. O. 40 intende intervenire concretamente sul problema della discriminazione e progressiva espulsione della forza lavoro di questo pubblico specifico attraverso due tipologie di azioni volte a promuovere la formazione continua, l’aggiornamento professionale, l’adattabilità e la prevenzione dei rischi di obsolescenza nel contesto lavorativo: a favore dei lavoratori over 40 promuovendo percorsi integrati di orientamento, formazione e career counselling, a favore delle imprese della Provincia di Milano attuando interventi di sensibilizzazione. Uno dei risultati più importanti del progetto è stata la creazione dello Sportello Orientamento F. I. L. O. 40. Durante il convegno del 4 dicembre è stato presentato lo Sportello Orientamento F. I. L. O. 40, un servizio per over 40, operativo presso la sede del Cso (Consorzio Sviluppo e Occupazione) a Milano, in Via Poerio 14. All’interno dello Sportello consulenti e professionisti forniscono un servizio di orientamento e counselling (bilancio delle competenze, analisi dello status specifico del lavoratore nel contesto aziendale, analisi dei fabbisogni formativi) ai lavoratori maturi. I lavoratori occupati e disoccupati over 40 possono quindi contare su un percorso di orientamento personalizzato che consente ai partecipanti di divenire consapevoli delle proprie competenze e capacità e di analizzare le proprie aspirazioni e obiettivi professionali. Una consapevolezza che rende il lavoratore più competitivo nel mercato del lavoro. In particolare il percorso di orientamento prevede 4 fasi. I fase: durante il primo incontro viene analizzata la problematica dell’inserimento lavorativo o di scelta professionale della persona, prendendo in considerazione sia i fattori personali (competenze, aspirazioni, interessi, disponibilità) che esterni (situazione di vita, mercato del lavoro locale), pianificando un piano d’azione e l’eventuale utilizzo di ulteriori servizi per trovare un lavoro “giusto” per sé o per migliorarlo. Ii fase: attraverso il Bilancio Personale e il Bilancio di Competenze vengono considerati diversi ambiti che coinvolgono le persone (disoccupate ma anche occupate) che si trovano in una situazione “delicata” della loro vita: livello di disagio, professionalità acquisita, analisi personale. Iii fase: prevede incontri di gruppo di orientamento su temi quali, la redazione di un curriculum e di una lettera di accompagnamento strategiche, il colloquio di lavoro, i metodi della ricerca del lavoro, i contratti di lavoro. Iv fase: attraverso un questionario, vengono raccolte le valutazioni da parte degli utenti sul percorso di orientamento. Sono previsti inoltre degli incontri per l’accompagnamento al lavoro. Il centro rivolge una serie di servizi direttamente anche alle aziende (consulenza per processi di riorganizzazione, bilancio delle risorse presenti in azienda) in modo da creare una sinergia continua tra lavoratori e aziende. Nell’ambito del progetto F. I. L. O. 40, viene proposto un approccio per valorizzare il capitale umano dei lavoratori over 40 alla luce del più ampio concetto di Responsabilità Sociale d’Impresa. L’evoluzione recente del ruolo svolto dalle aziende ha comportato il riconoscimento di una dimensione nuova della loro attività, la dimensione sociale. E’ il Libro Verde della Commissione Europea a codificare la Responsablità Sociale d’Impresa che si avvale in particolare di due strumenti: il Codice Etico e il Bilancio Sociale. Il Codice Etico è la "Carta costituzionale" dell’azienda che ne definisce le responsabilità etico-sociali; il Bilancio Sociale è invece un documento di carattere pubblico che informa sulle attività svolte dall’impresa in campo economico, sociale e ambientale. Essere socialmente responsabile per un’azienda significa quindi non solo considerare gli obiettivi economici e finanziari, ma anche investire di più nel rispetto dell’ambiente e nel capitale umano. La Responsabilità Sociale d’Impresa dovrebbe tenere conto del valore aggiunto che può rappresentare la presenza dei lavoratori adulti in un’impresa attraverso una serie di azioni: la valutazione del bagaglio di esperienze pregresse delle persone appartenenti a questa particolare fascia di età e la messa a punto di strategie per il recupero e l’aggiornamento delle loro competenze. La Provincia di Milano è una delle più articolate aree d’Europa dal punto di vista socio-economico; con i suoi 188 Comuni è la più grande area metropolitana del paese: nel territorio provinciale vivono e lavorano il 6,5% della popolazione italiana. La Provincia di Milano è l’area economica più importante d’Italia: concentra il 45,12% delle imprese lombarde e l`8% delle imprese italiane operanti nei settori secondario e terziario. L`evoluzione tecnologica e la globalizzazione dell’economia hanno definitivamente modificato il suo tradizionale modello produttivo - fondato sull’industria della meccanica pesante e della chimica di base - che oggi si basa su una fitta rete di imprese produttive di piccola e piccolissima dimensione, a cui si affianca un numero limitato di medio-grandi aziende. Sono oltre 322. 000 le imprese presenti sul territorio della provincia di Milano; la struttura per età della popolazione mostra una maggior presenza, rispetto al valor medio regionale e soprattutto nazionale, di individui appartenenti alla fascia d’età 15-64 anni, ovvero della popolazione in età lavorativa. Da un’indagine Istat 2004 la fascia dei lavoratori over 40 della Provincia di Milano risulta (a partire dal 1995) sempre più a rischio di espulsione. Milano, in particolare, presenta il tasso di disoccupazione più alto della Regione (2,6%). I dati parlano di un costante calo dei non occupati dal 1995 in poi, ma si evidenzia un numero crescente di over 40 che non riesce a reinserirsi nel mercato, con un preoccupante abbassamento dell’età di espulsione che investe ormai anche i 35enni. Tra le cause di questa minore stabilità del mercato figurano la richiesta crescente di lavoratori altamente qualificati e con nuove competenze, la ridotta propensione alla mobilità e le politiche aziendali di young in –old out. (Fonte: “Relazione sullo stato occupazionale dei lavoratori over 40 nell’area della Provincia di Milano”. Per maggiori informazioni: www. Filo40. It/attivitaerisultati) Il convegno del 4 dicembre ha potuto contare sull’intervento di esperti di orientamento al lavoro, esperti in gestione delle Risorse Umane e Manager Aziendali. In particolare i lavori sono stati aperti da: Susanna Ricci, Responsabile di Progetto Associazione Unioncasa Onlus; Marina Matucci, Dirigente D. G. Famiglia e Solidarietà Sociale Regione Lombardia; Marina Verderajme, Presidente Actl Sul tema delle opportunità offerte dallo Sportello Orientamento F. I. L. O. 40 sono intervenuti: Vittorio Anfossi, Amministratore Studio Vittorio Anfossi & C; Andrea Giussani, Esperto in Gestione Risorse Umane e componente del comitato esecutivo Cso; Franco Ferrazza, Responsabile Progetti e Formazione Cso; Sergio Monsorno, Esperto in Gestione Risorse Umane; Pier Enrico Varuzza, Utente Sportello Orientamento F. I. L. O. 40. Hanno affrontato il tema dei codici etici per le aziende: Marco Pirola, Amministratore Delegato Holos srl; Gerardo Mansi, Direttore del Personale Thermo Fisher. .  
   
   
UNIONCAMERE, SUPERMERCATI: I CONSUMI LANGUONO, I PREZZI SALGONO  
 
Roma, 5 dicembre 2007 - In una fase di contrazione dei consumi, l’incremento del fatturato registrato nella Grande Distribuzione Organizzata tra settembre ed ottobre scorsi (+2,9% rispetto allo scorso anno) deriva essenzialmente da un aumento del costo della spesa (+1,7% a fronte di una media del primo semestre dell’1,4%). Al contrario i volumi di vendita rallentano la loro crescita (+1,2%) rispetto alla media dei primi sei mesi del 2007 (+1,3%). L’aumento dei prezzi è particolare accentuato nelle regioni del Nord-ovest (+2,0%), che peraltro è l’unica area a registrare un vero e proprio decremento nei volumi delle vendite (-0,7%). Anche nel Mezzogiorno l’aumento dei costo della spesa è superiore alla media nazionale (+1,8%). Meno consistenti appaiono gli incrementi dei prezzi nel Nord-est (+1,1%) e nel Centro (+1,3%). La rete di vendita preesistente continua a perdere terreno, mostrando una contrazione dei volumi del 3. 7% su base tendenziale, in linea con i risultati della prima parte dell’anno. I punti vendita di nuova apertura continuano invece a crescere a ritmi vicini al 5%, anche se mostrano una prima timida attenuazione a livello nazionale. E’ quanto mostra Vendite Flash, il bollettino del Centro Studi di Unioncamere dedicato al monitoraggio bimestrale del giro d’affari della Grande distribuzione organizzata di tutta Italia (la newsletter è disponibile sul sito www. Unioncamere. It). Il costo della spesa per reparto - All’interno del Largo Consumo Confezionato, il comparto alimentare, i cui prezzi crescono quasi due punti percentuali negli ultimi dodici mesi, è trainato dal reparto degli alimenti freschi, che mette a segno nel V bimestre un aumento del costo della spesa pari al 3. 8%, rispetto al 2006. Su questo risultato incidono i rincari del latte, cresciuto del 6. 5% anno su anno, con punte prossime al 10% per la tipologia più diffusa (Parzialmente Scremato a lunga conservazione). Al contrario, i prodotti della catena del freddo continuano a mostrare dinamiche che oscillano attorno allo zero, realizzando un decremento pari a tre decimi di punto percentuale. In lieve decelerazione si presenta la dinamica delle bevande che nel V bimestre 2007 registrano un aumento tendenziale del costo della spesa pari all’1. 7%, in linea con i risultati della prima parte dell’anno. Riprende dopo qualche rallentamento il ritmo di incremento dei prodotti alimentari confezionati che riportano, rispetto al V bimestre 2006, una variazione nei prezzi pari all’1. 2%, ancora inferiore alla media del primo semestre. Il costo della spesa dei prodotti per la cura degli animali subisce la prima decelerazione da inizio anno, segnalando comunque un aumento tendenziale del 2. 4%. Nel segmento non alimentare dell’aggregato Lcc, i prodotti per la cura della persona (+0. 8%), evidenziano una stabilizzazione del cammino di crescita intrapreso nella seconda metà dell’anno. Gli articoli per la cura della casa invece sperimentano una ripresa, con una variazione annua dello 0. 8%, dopo un 2007 contraddistinto da continui ridimensionamenti nella crescita dei prezzi. Andamento regionale dei fatturati Il maggior incremento del valore complessivo delle vendite si riscontra ancora una volta in Trentino Alto Adige (+6,2%), che subisce però un ridimensionamento rispetto alla prima metà dell’anno. Il quadro dell’area nord-orientale offre buoni risultati anche per l’Emilia-romagna, dove il giro d’affari aumenta del 4. 1% anno su anno. Al contrario le vendite in Veneto appaiono in decelerazione rispetto alla media della prima parte dell’anno, con una crescita tendenziale complessivamente pari all’1. 6%. Molto eterogeneo appare anche il quadro delle regioni nord-occidentali. Vicini al 3% sono i ritmi complessivi di crescita del fatturato di Liguria e Piemonte, al contrario in Lombardia si nota una decisa decelerazione rispetto al primo semestre, che porta le vendite sui medesimi livelli dei dodici mesi precedenti. Le vendite nel Centro appaiono in accelerazione in ciascuna regione. Spicca il quadro delle Marche che recuperano decisamente (+3. 0%) rispetto alla prima metà dell’anno. L’incremento più consistente si registra per la Toscana, dove la crescita delle vendite supera i tre punti percentuali e mezzo. Chiude il quadro l’Umbria il cui giro d’affari accelera lievemente. Nell’area meridionale è ancora la Campania a evidenziare la crescita più rilevante, sebbene in decelerazione rispetto al primo semestre, con incrementi del fatturato che superano il 5% in ciascun aggregato merceologico. Segue la Calabria con un aumento del 3. 8% del Lcc e del 4. 9% per l’aggregato non alimentare. Di poco inferiore il risultato della Sicilia. La Puglia mostra una tendenza espansiva complessiva, rispetto alla prima metà dell’anno, nonostante una flessione delle vendite non alimentari superiore al 3% anno su anno. In Sardegna le vendite complessive rallentano sino a raggiungere i livelli sperimentati nel V bimestre delle scorso anno. .  
   
   
LIGURIA; PARI OPPORTUNITÀ, ASSESSORE BERRUTI: "APPROVATA LA LEGGE REGIONALE, PREVISTI FINANZIAMENTI PER LE BANCHE DEL TEMPO E NUOVI ORARI TERRITORIALI, AL VIA BILANCIO DI GENERE"  
 
 Genova, 5 dicembre 2007 - Ridefinizione del piano territoriale degli orari per andare incontro alle esigenze delle donne, finanziamenti per la creazione delle banche del tempo in grado di favorire lo scambio di servizi di vicinato, introduzione dei patti territoriali di genere per fare accordi di lavoro e sui servizi sociali del territorio, introduzione degli assegni di servizio, una modalità di finanziamento dei servizi alla persona, introduzione delle sezioni di genere in tutti gli osservatori regionali per avere dati e informazioni dettagliate sulle questioni femminili, predisposizione di un bilancio di genere non solo in Regione, ma in tutti gli Enti locali liguri, adottare criteri di parità per le nomine di competenza regionale. Sono queste le novità più rilevanti introdotte dalla nuova legge regionale (approvata in Giunta venerdì scorso) sulle Pari Opportunità su proposta dell´assessore, Maria Bianca Berruti e presentata quest´oggi nel corso del convegno in corso alla sala del Munizioniere presso Palazzo Ducale organizzato dalla Regione Liguria dal titolo "Con le donne un nuovo futuro per tutti" dedicato ai differenti strumenti a favore delle politiche di genere avviati dalle Istituzioni a cui hanno partecipato tra le altre, la vicepresidente della Provincia di Genova, Marina Dondero, Maria Rosa Zerega, assessore comunale alle Politiche di genere e ai tempi della città, Pia Locatelli, parlamentare europea esponente della commissione diritti e pari opportunità. "Una legge quadro di cui c´era bisogno - sostiene l´assessore regionale all´Edilizia e alle Pari Opportunità, Maria Bianca Berruti - per portare avanti una serie di azioni complementari e segnare un punto di avvio per le Pari Opportunità che per loro natura rappresentano una questione trasversale ad una serie di politiche, da quelle di bilancio, a quelle inerenti il lavoro, dai servizi sociali, alla rappresentatività politica". Una legge che si pone cioè l´obiettivo di superare la settorialità dei differenti interventi regionali per introdurre azioni in grado di ridurre la differenza esistente tra uomini e donne. A cominciare dalla media dei redditi netti da lavoro percepiti dagli uomini in Liguria che in base ai dati Istat 2007 ammonta a 18. 552 euro all´anno a fronte di 13. 539 euro annui per le donne. Una discrepanza che vale anche per i redditi da pensione, in base all´Istat un uomo percepisce infatti in media ogni anno in Liguria 11. 548 euro a fronte degli 8. 330 percepiti dalle donne. Ma la differenza di trattamento si vede da subito, appena dopo la laurea, perché a tre anni di distanza su 100 laureati maggiore è il numero delle donne che cerca ancora lavoro (9,40%) a fronte di un numero più limitato di uomini 5,40% (dati Istat 2004). E la conferma della discriminazione viene anche dalla percentuale di laureati che svolgono un lavoro continuativo entro i tre anni dopo la laurea il 63,30% sono uomini e solo il 53,20% sono donne. E questo nonostante tra i giovani che abbandonano prematuramente gli studi il 17,10% su 100 sia rappresentato da uomini e il 15% da donne. Per non parlare poi della rappresentatività politica, in Liguria infatti su 233 sindaci ben 207 sono uomini e solo 26 donne e su un totale di 3. 387 amministratori di regione Province e Comuni solo 624 sono donne. "Il segnale che la Regione ha voluto dare con questa legge - continua l´assessore Berruti - è importante e si affianca anche ad una serie di iniziative rivolte alle donne particolarmente significative, come la legge contro la violenza e l´inserimento di una visione di parità all´interno di diverse leggi regionali come quella sul lavoro e sull´immigrazione". In particolare l´assessorato alle Pari Opportunità punta sul bilancio di genere che "rappresenta uno strumento indispensabile - sostiene l´assessore Berruti - per esercitare un´azione concreta di governo per ogni ambito di intervento". Un impegno dunque della Regione verso il bilancio di genere che nasce dalla consapevolezza che senza un adeguato strumento di analisi l´intervento legislativo non può esprimere appieno la sua forza. "In questo momento - continua l´assessore Berruti - la Liguria può contare su sperimentazioni di bilancio di genere concluse nei tre quarti delle proprie province, a cominciare dalla Provincia di Genova, dal Comune di Genova e di Sestri Levante, a cui si aggiungerà in primavera anche la Regione Liguria". Obiettivo del bilancio di genere è dunque quello di procedere ad un´analisi di contesto per definire i bisogni delle donne e degli uomini liguri, l´analisi di alcune leggi regionali, l´analisi delle attività regionali, indagando sull´utilizzo delle risorse e sulla gestione dei trasferimenti e l´impatto di genere sui destinatari, con una particolare attenzione alle politiche sociali, al social housing e al lavoro. Quindi l´analisi dell´organigramma regionale, sia per le cariche politiche elettive che per i dipendenti per mettere in risalto la coerenza tra le politiche di genere finalizzate al cittadino e le politiche interne di gestione del personale. "Non dimentichiamo - continua l´assessore Berruti - che la legge sulle Pari Opportunità nasce da una certa vulnerabilità del tessuto sociale che riguarda le famiglie dell´ex ceto medio, e pertanto dalla diffusione di un´instabilità come effetto delle dinamiche in atto nel mercato del lavoro". La presenza di un doppio reddito dunque contro i rischi di povertà, perché quando la donna è casalinga il rischio aumenta. "Purtroppo - continua l´assessore Berruti - l´uscita dal mondo del lavoro è una questione di donne, dopo i 30 anni le donne tendono ad uscire dal mercato del lavoro e a non rientrarvi più". Inoltre in Liguria esistono altri elementi di debolezza del contesto, come la presenza di anziani che situa la Liguria al primo posto in Italia, con un indice di vecchiaia nel 2005 di 242,5 a fronte di un indice italiano di 137,8 e del Nord Ovest di 242,5. "Una straordinaria presenza di anziani che trova risposta - aggiunge Berruti - non tanto nei servizi socio-assistenziali, quanto nel lavoro di cura svolto dalla parte femminile delle famiglie". E per quanto riguarda la rilevazione di eventuali discriminazioni la Regione attraverso l´assessorato alle Pari Opportunità si propone di partire dalla scuola per promuovere l´attenzione alla differenza di genere, e proseguire poi con la comunicazione istituzionale attraverso il Corecom, organo di governo e di controllo sul sistema delle comunicazioni in ambito regionale che dovrà rilevare eventuali contenuti discriminatori nella programmazione televisiva e radiofonica regionale. .  
   
   
PIANO PER LE PARI OPPORTUNITÀ IN CALABRIA, RIUNIONE DEL TAVOLO TEMATICO DI LAVORO  
 
Reggio Calabria, 5 dicembre 2007 - La Consigliera regionale di Parità Stella Ciarletta ha invitato tutti i Comuni della Calabria a sottoscrivere la "Carta Europea per l´uguaglianza e le parità delle donne e degli uomini nella vita locale" elaborata dall´Aiccre sezione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni Europee. L´ufficio della Consigliera di Parità, su delega del presidente Agazio Loiero, nel quadro dell´anno europeo per le Pari Opportunità, ha inteso così promuovere la divulgazione e l´adozione da parte delle amministrazioni pubbliche locali di questo documento al fine di una affermazione esplicita in materia di parità tra uomini e donne sul territorio. "Su impulso e stimolo del Presidente Loiero - ha dichiarato Stella Ciarletta - l´Ufficio ha elaborato un Piano d´intervento per le Pari Opportunità in Calabria, presentato ufficialmente il tre ottobre scorso, che prevede quale primo passaggio istituzionale, la sottoscrizione della ´Carta ruropea per l´uguaglianza e le parità delle donne e degli uomini nella vita locale´ da parte della Regione Calabria. Tale atto rappresenta momento di avvio di un percorso partecipato avente quale tappa finale l´elaborazione di un progetto di legge regionale in materia di politiche di genere. Ritenendo - ha aggiunto - che questo percorso vada condotto in maniera da assicurare che i principi che ispirano il documento vengano pienamente recepiti e concretamente applicati in tutti i settori della società, abbiamo inteso avviare una serie di incontri preliminari con le amministrazioni pubbliche locali. A tale scopo - ha detto infine Stella Ciarletta - è stata organizzata la prima riunione del Tavolo tematico di lavoro - livello istituzionale in materia di pari opportunità e politiche di genere, che si terrà il prossimo 18 dicembre, alle ore 10. 30, presso l´Ufficio della Consigliera di Parità di Catanzaro". In previsione dell´incontro l´Ufficio della Consigliera ha inviato a tutti i Comuni un questionario al fine di indagare lo stato delle pari opportunità in Calabria ma anche per trarne indicazioni utili per la costruzione di un progetto di legge sulle pari opportunità e le politiche di genere. Il questionario, congiuntamente alla Carta europea ed al Piano per le pari opportunità in Calabria, può essere scaricato dal sito www. Regione. Calabria. It/consiglieradiparita. .  
   
   
FVG: PRESENTAZIONE RAPPORTO LAVORO AL FEMMINILE  
 
Trieste, 5 dicembre 2007 - Sarà presentato giovedì 6 dicembre alla Stazione Marittima di Trieste, in occasione del convegno che sarà introdotto alle 9. 40 dall´assessore regionale alle Pari opportunità, Michela Del Piero, il primo "Rapporto sul lavoro femminile e le politiche di conciliazione in Friuli Venezia Giulia". Il convegno, le cui conclusioni saranno tratte dall´assessore regionale al Lavoro, Roberto Cosolini (alle ore 12. 30), fornirà l´occasione per fare il punto sull´ evoluzione del mercato del lavoro regionale secondo una dimensione di genere e sull´impatto provocato dall´attuazione degli obiettivi del Por Obiettivo 3 2000-2006 e di quelli della legge regionale 18/2005 sul "Buon lavoro". .  
   
   
IMPRENDITORIA FEMMINILE, DUE CORSI DELLA CCIAA DI MATERA  
 
Matera, 5 dicembre 2007 - Seconda fase, del progetto di promozione e sostegno all’imprenditoria femminile, che segue alla convenzione sottoscritta l’ 1 settembre 2006 tra Regione e Unioncamere di Basilicata e al convegno del luglio scorso su “Impresa,lavoro, famiglia’’ con il ministro della famiglia on. Rosy Bindi. La Camera di commercio di Matera, in collaborazione con il Comitato per l’imprenditoria femminile ha organizzato, nell’immediato, due incontri formativi. Gli appuntamenti sono previsti per il 6 e 7 dicembre, presso l’Hotel San Domenico, sul tema “Psicologia del management e gestione di imprese e di risorse umane individuali e di gruppo’’ e il 19 e 20 dicembre, su “ Mercato del lavoro e politiche del lavoro in un contesto comunitario’’. Le giornate di lavoro saranno tenute, rispettivamente da Vera Slepoj e Alessandra Servidori. Ai corsi potranno partecipare donne imprenditrici designate da associazioni, sindacati, comitati per le pari opportunità che si occupano delle problematiche del lavoro femminile. “ L’avvio – ha detto Rosa Gentile, presidente nazionale del Comitato per le pari opportunità – della seconda fase del progetto consentirà di focalizzare l’attenzione su tempi specifici, che consentiranno di accrescere conoscenze e strumenti in grado di promuovere le imprese guidate da donne e idee-progetto che possono portare valore aggiunto all’economia locale. Attiveremo,inoltre, iniziative che pubblicizzeremo in seguito, per rafforzare il rapporto tra mondo del lavoro, scuola e sistema produttivo’’. .  
   
   
VENETO: SOTTOSCRITTO IN REGIONE L’ACCORDO PER IL PAT DI BROGLIANO  
 
 Venezia 5 dicembre 2007 . L’assessore regionale all’Urbanistica e Politiche del Territorio, Renzo Marangon, il Sindaco del Comune di Brogliano (Vicenza), Santo Montagna e il delegato della Provincia di Vicenza, l’ arch. Roberto Josè Bavaresco, hanno sottoscritto a Venezia un Accordo di Pianificazione Concertata che porterà entro dicembre 2008 all’adozione del Piano di Assetto Territoriale (Pat, ex Prg), del Comune vicentino. Con una filosofia che da un lato mira ad una trasformazione urbanistica funzionalmente equilibrata e policentrica, dall’altro ad uno sviluppo adeguato a soddisfare le esigenze socio economiche del presente senza compromettere la conservazione e l’utilizzo futuro delle risorse del territorio, il Pat si propone principalmente tre obiettivi: la salvaguardia delle qualità ambientali, culturali ed insediative del territorio, la tutela delle indentità storico-culturali e la qualità e differenziazione dei paesaggi urbani ed extraurbani, la prevenzione e riduzione dei rischi connessi all’uso del territorio e delle sue risorse. Previsto anche un preciso iter temporale del procedimento: entro febbraio 2008 il Comune completerà la fase della concertazione con la cittadinanza e redigerà il primo rapporto sul quadro conoscitivo; entro luglio 2008 verranno redatti gli elaborati definitivi che costituiranno il Pat e il Consiglio comunale adotterà formalmente il documento, che entro ottobre 2008 sarà approvato anche dalla Conferenza di Servizi tra Regione, Provincia e Comune. Infine entro 2 mesi successivi avverrà la ratifica da parte della Giunta regionale. “Anche Brogliano, come ormai gran parte dei Comuni veneti, – ha sottolineato con soddisfazione l’Assessore Marangon – ha concretamente avviato il cammino di applicazione della nuova specifica legge regionale e lo ha fatto nella più ampia eccezione della copianificazione, con il coinvolgimento della Provincia di Padova. Si tratta di una novità di grande rilievo, che semplifica le procedure e garantisce un risultato finale di qualità sicuramente elevata. D’altra parte – ha concluso Marangon – Il Pat è figlio di una grandissima partecipazione e come tutto ciò che dipende da una grande autonomia, richiede anche una grande responsabilità, perché disegna il futuro del territorio”. .  
   
   
SIGLATO IN REGIONE VENETO ACCORDO PER IL PIANO DI ASSETTO TERRITOIALE DI CONCO  
 
Venezia 5 dicembre 2007 - L’assessore regionale all’Urbanistica e Politiche del Territorio, Renzo Marangon, il Sindaco del Comune di Conco (Vicenza), Roberto Trotto e il delegato della Provincia di Vicenza, l’ arch. Roberto Josè Bavaresco, hanno sottoscritto a Venezia un Accordo di Pianificazione Concertata che porterà entro febbraio 2009 all’adozione del Piano di Assetto Territoriale (Pat, ex Prg), del Comune vicentino. Con una filosofia che da un lato mira ad una trasformazione urbanistica funzionalmente equilibrata e policentrica, dall’altro ad uno sviluppo adeguato a soddisfare le esigenze socio economiche del presente senza compromettere la conservazione e l’utilizzo futuro delle risorse del territorio, il Pat si propone principalmente tre obiettivi: la salvaguardia delle qualità ambientali, culturali ed insediative del territorio, la tutela delle indentità storico-culturali e la qualità e differenziazione dei paesaggi urbani ed extraurbani, la prevenzione e riduzione dei rischi connessi all’uso del territorio e delle sue risorse. Previsto anche un preciso iter temporale del procedimento: entro febbraio 2008 il Comune completerà la fase della concertazione con la cittadinanza e redigerà il primo rapporto sul quadro conoscitivo; entro agosto 2008 verranno redatti gli elaborati definitivi che costituiranno il Pat e il Consiglio comunale adotterà formalmente il documento, che entro novembre 2008 sarà approvato anche dalla Conferenza di Servizi tra Regione, Provincia e Comune. Infine entro 2 mesi successivi avverrà la ratifica da parte della Giunta regionale. “Anche Conco, come ormai gran parte dei Comuni veneti, – ha sottolineato con soddisfazione l’Assessore Marangon – ha concretamente avviato il cammino di applicazione della nuova specifica legge regionale e lo ha fatto nella più ampia eccezione della copianificazione, con il coinvolgimento della Provincia di Padova. Si tratta di una novità di grande rilievo, che semplifica le procedure e garantisce un risultato finale di qualità sicuramente elevata. D’altra parte – ha concluso Marangon – Il Pat è figlio di una grandissima partecipazione e come tutto ciò che dipende da una grande autonomia, richiede anche una grande responsabilità, perché disegna il futuro del territorio”. .  
   
   
AEDES S.P.A.: AVVIATO IL NUOVO ASSETTO ORGANIZZATIVO DI GRUPPO, FUNZIONALE AL MODELLO DI BUSINESS DI “ASSET MANAGEMENT E CO-INVESTOR COMPANY”  
 
Milano, 5 dicembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione di Aedes S. P. A. , riunitosi ieri in via straordinaria sotto la Presidenza di Alfio Noto, ha condiviso le linee guida del Piano Industriale 2008 – 2010 ed ha preso atto dell’avvio del piano organizzativo della struttura di Gruppo. Nonostante il contesto di mercato difficile, provato in particolare dalla crisi finanziaria generata dai mutui “subprime”, il Cda ha condiviso le linee che guideranno un’importante crescita dell’azienda nei prossimi anni, riservandosi di esaminare e approvare il piano industriale triennale complessivo nello stesso momento dell’approvazione del Budget 2008 e della quarta relazione trimestrale 2007 nel Consiglio di Amministrazione fissato 13 febbraio 2008. Le linee del piano evidenziano i driver strategici che guideranno la crescita nel medio lungo periodo del gruppo, con l’obiettivo di raggiungere il target fissato di Assets Under Management a oltre Euro 10 miliardi. La crescita di tale indicatore deriva dal lancio dei fondi immobiliari tradizionali ed opportunistici in pipeline e dall’operazione Siiq. In particolare, Aedes Bpm Real Estate Sgr, vedrà il lancio di 6 fondi immobiliari di tipo tradizionale entro il 2010 per un valore complessivo degli assets di circa Euro 2,5 miliardi. Per quanto concerne Aedes Value Added Sgr (Ava), è previsto il lancio di 5 fondi immobiliari di natura opportunistica entro il 2010 per un valore degli assets in gestione di circa Euro 5 miliardi. Partendo dall’assunzione piena del nuovo modello di business di “Asset Management e Co-investor Company”, di seguito le aree strategiche che verranno ulteriormente implementate: - “Servizi Immobiliari”, legati alla gestione di centri commerciali e alla gestione del development, con una particolare enfasi sull’attività di “fund management” sia nella gestione di fondi tradizionali attraverso Aedes Bpm Real Estate Sgr, sia nella gestione di fondi opportunistici, attraverso Aedes Value Addes Sgr (Ava); - “Co-investimenti” attraverso la sottoscrizione di quote di fondi immobiliari e di partecipazioni in Joint Venture nei segmenti “core”, “trading” e “development”; lancio del progetto Siiq ; espansione internazionale con la focalizzazione nell’area dell’Europa del Nord e dell’Est. Al fine di raggiungere gli obiettivi definiti dalle linee guida del Piano Industriale, il Consiglio di Amministrazione ha preso atto dell’avvio del piano organizzativo della struttura di Gruppo, rafforzandola con l’inserimento di nuove figure manageriali. Paolo Sangiotta, già da 3 anni nel Gruppo con l’incarico di Direttore Investimenti, è stato nominato Head of Property and Investment Services di Aedes. Sono stati inoltre nominati Valerio Actis Grosso, Direttore Generale di Aedes Project, Giacomo Lurani Cernuschi Direttore Generale di Ava e Massimiliano Morrone, Direttore Investimenti Core e Trading. A Morrone è stato altresì conferito l’incarico di Responsabile del progetto Siiq. “Grazie a tale organizzazione - dichiara Luca Castelli, Chief Executive Officer di Aedes - realizzata attraverso un processo di focalizzazione sull’attività “servizi” e “investimenti”, Aedes da vita al nuovo assetto organizzativo in linea con il piano industriale 2008-2010, che fonderà su tale struttura il proprio sviluppo futuro” . “Con le competenze del Management – continua Castelli - la società sarà fortemente impegnata nel raggiungimento dei nuovi obiettivi strategici nel settore dei servizi per il triennio”. In particolare, Paolo Sangiotta, già da 3 anni nel Gruppo con l’incarico di Direttore Investimenti, è stato nominato Head of Property and Investment Services di Aedes con la responsabilità di tutta l’area servizi, alla quale faranno capo le attività di Advisory e Asset Management (Aedes Servizi), Shopping Center Management (Agorà ed Unicenter), Brokerage (Aedes Agency). In tre anni Paolo Sangiotta ha contribuito alla crescita degli Asset Under Management (Aum) passati da Euro 2,4 miliardi a circa Euro 5 miliardi ed alla loro valorizzazione con la realizzazione dei fondi e di importanti risultati economici. A Sangiotta il Gruppo affida il compito di continuare a perseguire l’obiettivo di crescita degli Aum in maniera rilevante nel prossimo triennio, potenziando altresì i servizi di advisory per gli investimenti e la creazione di fondi. Sempre nell’ambito dei servizi, è stato nominato Valerio Actis Grosso in qualità di Direttore Generale di Aedes Project. Actis Grosso è stato in Techint S. P. A. , come responsabile della progettazione del Consorzio Torre per la realizzazione dell’altra sede della Regione Lombardia. Precedentemente è stato responsabile di Ingegnerie Edilizia in Fiat Engineering. Aedes potenzia, inoltre, la specifica attività di Fund Management, con la nomina di Giacomo Lurani Cernuschi in qualità di Direttore Generale di Aedes Value Added Sgr (Ava), società di gestione di fondi immobiliari di natura opportunistica, controllata al 100% da Aedes. Lurani sarà chiamato a lanciare e gestire i cinque fondi immobiliari di natura opportunistica già autorizzati da Banca d’Italia, di cui tre saranno di natura development e due di natura trading, con un target di Aum a regime di circa Euro 5 miliardi. Giacomo Lurani Cernuschi proviene da Banca Rothschild S. P. A. , con la responsabilità del settore real estate in Italia e, dal 1999 al 2006, è stato in Lazard & Co, con incarichi direttivi, svolgendo attività di M&a soprattutto nel settore real estate. Per quanto concerne, invece, l’Area “Co-investimenti” ovvero la sottoscrizione di quote di fondi immobiliari e di partecipazioni in Jv nei segmenti “core”, “trading” e “development”, Aedes ha provveduto a strutturare le singole aree. In particolare, è stato nominato Massimiliano Morrone Direttore Investimenti Immobiliari nei settori “Core” e “Trading”, al quale è stato inoltre conferito l’incarico di Responsabile del progetto Siiq, in stretta collaborazione con Vincenza Colucci, al fine di preparare lo start up della nuova società. All’interno della Siiq confluiranno gli immobili del segmento “Core” ancora di proprietà del Gruppo. Massimiliano Morrone ha ricoperto incarichi, dal 2003 ad oggi, in General Electric Real Estate, con responsabilità prima sul risk management e poi sull’ origination e l’investment per l’Italia, realizzando una strategia di crescita che ha portato la società ad investimenti di oltre 1 miliardo di Euro. Il Consiglio di Amministrazione ha designato Tommaso Cartone per la carica di Presidente della futura Siiq. Cartone vanta una lunga esperienza nel settore bancario italiano, avendo ricoperto prima la carica di Amministratore Delegato di Credit Holding (gruppo Credito Italiano), passando successivamente al Gruppo Ambroveneto, in qualità di Amministratore Delegato e di Direttore Generale del Gruppo Intesa. Nel 2002- 2004 è stato Presidente di Banca Carime e nel 2004-2005 è stato Presidente di Banca Antonveneta. Il Consiglio di Amministrazione ha infine co-optato Lambros Anagnostopoulos in qualità di Consigliere della Società. Anagnostopoulos è stato fondatore di Secure Management Ltd. , società partecipata da Aedes, nella quale ricopre attualmente la carica di Managing Director. Secure Management Ltd. Gestisce un fondo immobiliare specializzato in progetti di sviluppo nei paesi dell’Est Europa. Precedentemente è stato co-fondatore e Amministratore Delegato di Lamda Development, società quotata alla Borsa di Atene e specializzata in investimenti nel settore real estate e infrastrutture in Grecia e nell’area Balcani. .  
   
   
IGD: CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA ORDINARIA PER L’AUTORIZZAZIONE ALL’ACQUISTO E ALIENAZIONE DI AZIONI PROPRIE  
 
Bologna, 5 dicembre 2007 - Il Consiglio di Amministrazione di Igd S. P. A. , ha convocato l’Assemblea Ordinaria per l’autorizzazione all’acquisto e alienazione di azioni proprie. L’autorizzazione all’acquisto e alienazione di azioni proprie è volta a perseguire, nell’interesse della Società, le finalità consentite dalla normativa applicabile in vigore, fra le quali: (i) effettuare operazioni di negoziazione, copertura e arbitraggio; (ii) effettuare operazioni d’investimento di liquidità; e (iii) consentire l’utilizzo delle azioni proprie nell’ambito di operazioni connesse alla gestione corrente e di progetti industriali coerenti con le linee strategiche che la Società intende perseguire, in relazione ai quali si concretizzi l’opportunità di scambio, permuta, conferimento o altri atti di disposizione delle azioni. Le operazioni di acquisto saranno effettuate in osservanza degli articoli 2357 e seguenti del codice civile, dell’articolo 132 del D. Lgs. 58/98, dell’articolo 144-bis del Regolamento Consob 11971/99 e di ogni altra norma applicabile, ivi incluse le norme di cui alla Direttiva 2003/6/Ce e le relative norme di esecuzione, comunitarie e nazionali. Ad oggi il capitale sociale è pari a Euro 309. 249. 261,00, suddiviso in n. 309. 249. 261 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 1,00 cadauna e, alla data del 3 dicembre 2007, la Società non possiede azioni proprie, né le società controllate da Igd possiedono azioni della controllante. La proposta prevede l’attribuzione al Consiglio d’Amministrazione della facoltà di acquistare, anche mediante negoziazione di opzioni o strumenti finanziari anche derivati sul titolo Igd, fino a un massimo di n. 30. 924. 926 e pertanto nei limiti di legge, azioni ordinarie proprie del valore nominale di Euro 1,00 cadauna (pari al 10% dell’attuale capitale sociale), in una o più volte, per un periodo pari a 18 mesi dalla data della deliberazione assembleare. L’importo sopra indicato trova copertura nelle riserve disponibili risultanti dall’ultimo bilancio regolarmente approvato. Gli acquisti dovranno essere realizzati con le modalità operative di cui all’articolo 144-bis lettere a), b), c) e d) del Regolamento Consob 11971/99 ad un prezzo non superiore del 20% e non inferiore del 20% rispetto al prezzo di riferimento registrato dal titolo nella seduta di Borsa precedente ogni singola operazione. Detti parametri sono ritenuti adeguati per individuare l’intervallo di valori entro il quale l’acquisto è di interesse per la Società. All’assemblea sarà inoltre richiesta l’autorizzazione, ai sensi e per gli effetti dell’art. 2357-ter del codice civile, affinché il Consiglio di Amministrazione, nel rispetto delle disposizioni di legge e di regolamento di volta in volta applicabili e dei regolamenti emanati da Borsa Italiana ed in osservanza delle disposizioni comunitarie in materia possa alienare le azioni acquistate con le seguenti modalità alternative: (i) mediante operazioni in denaro; in tal caso, le vendite saranno effettuate nella Borsa di quotazione e/o fuori Borsa, ad un prezzo non inferiore al 90% del prezzo di riferimento registrato dal titolo nella seduta di Borsa precedente ogni singola operazione; (ii) mediante operazioni di scambio, permuta, conferimento o altro atto di disposizione, nell’ambito di progetti industriali o operazioni di finanza straordinaria. In tal caso i termini economici dell’operazione di alienazione, ivi inclusa la valutazione delle azioni oggetto di scambio, saranno determinati, con l’ausilio di esperti indipendenti, in ragione della natura e delle caratteristiche dell’operazione, anche tenendo conto dell’andamento di mercato delle azioni Igd. L’autorizzazione sarà accordata per un periodo non superiore a 18 mesi dalla data della deliberazione assembleare. L’assemblea ordinaria è stata convocata per il giorno 7 gennaio 2008 ore 15:00 presso il Jolly Hotel - Sala Felsina - 1^ Piano Via Villanova 29/8 - 40055 Villanova di Castenaso (Bo), in prima convocazione e, occorrendo, in seconda convocazione per il giorno 8 gennaio 2008 luogo ed ora medesimi. La documentazione relativa all’argomento all’ordine del giorno, prevista dalla normativa vigente, sarà resa pubblica mediante deposito presso la sede sociale e la Borsa Italiana S. P. A. Con i modi e nei termini prescritti, con facoltà degli Azionisti di ottenerne copia. .  
   
   
BORGOSESIA S.P.A: OK DI BANCA D’ITALIA A “CAMELOT”, IL SECONDO FONDO IMMOBILIARE CHIUSO DI BORGOSESIA GESTIONI SGR RISERVATO AD INVESTITORI QUALIFICATI.  
 
 Biella, 5 dicembre 2007 - E’ stato autorizzato il 30 novembre da parte di Banca d’Italia Camelot, il secondo fondo immobiliare chiuso, riservato ad investitori qualificati e gestito da Borgosesia Gestioni Sgr, società del Gruppo Borgosesia Spa. Il fondo, con una durata di 8 anni ed un tasso obiettivo dell’ 8%, avrà una capitalizzazione compresa tra un minimo di 15 ed un massimo di 100 milioni di Euro ed investirà in beni immobili, in diritti reali immobiliari, in partecipazioni in società immobiliari nonché nell’acquisto di crediti ipotecari anche non performing. Con lo stesso provvedimento l’Organo di Vigilanza ha anche approvato alcune modifiche al regolamento di Gioiello, l’altro fondo immobiliare chiuso gestito da Borgosesia Gestioni Sgr, tra cui l’ampliamento delle tempistiche previste per l’effettuazione degli apporti in natura e delle soglie entro le quali il fondo potrà investire in società immobiliari. .  
   
   
IPI: INFORMAZIONI RELATIVE ALLA SITUAZIONE GESTIONALE E FINANZIARIA AL 31 OTTOBRE 2007.  
 
Torino, 5 dicembre 2007 - Stato di attuazione Piano Industriale 2006 – 2008 Nulla da segnalare rispetto al precedente comunicato. 2. Posizione Finanziaria Netta Al 31 ottobre 2007 l’indebitamento finanziario netto ammonta a € 294,52 milioni (contro i 297,48 milioni al 30 settembre c. A. ) così suddivisi:
Posizione Finanziaria Consolidata Al 31 Ottobre 2007
(Importi in migliata di euro) 31. 10. 2007 30. 09. 2007 (*)
A. Cassa 0,01 0,06
B. Altre disponibilità liquide: c/c bancari e postali 6,00 7,15
C. Titoli detenuti per la negoziazione - -
D. Liquidità (A) + (B) +(C ) 6,01 7,21
E. Crediti finanziari correnti 2,50 2,47
- di cui rateo interessi su deposito Meliorbanca 0, 12 0, 10
- di cui v/parti correlate 2,36 2,35
- di cui v/colegate 0,02 0,02
F. Debiti bancari correnti (1,47) (1,48)
G. Parte corrente dell´indebitamento non corrente (3,04) (3,02)
H. Altri debiti finanziari correnti (223,41) (201,07)
- di cui v/parti correlate (115,84) (115,25)
- di cui v/controlante (2,99) (2,99)
- di cui v/banche per finanziamenti (103,79) (82,43)
- di cui per rateo interessi su finanziamenti (0,79) (0,40)
I. Indebitamento finanziario corrente (F) + (G) + (H) (227,92) (205,57)
J. Indebitamento finanziario corrente netto (D) + (E) + (I) (219,41) (195,89)
K. Debiti bancari non correnti (**) (13,43) (39,35)
L. Crediti finanziari non correnti - -
M. Altri debiti non correnti (61,68) (62,24)
N. Indebitamento finanziario non corrente (K) + (L) + (M) (75,11) (101,59)
O. Indebitamento finanziario netto (J) + (N) (294,52) (297,48)
(*) Ultimo dato pubblicato (**) La variazione in aumento dei debiti finanziari correnti è originata dalla riclassificazione del debito verso Banca Popolare dell´ Emilia Romagna e Banca delle Marche scadenti nel mese di ottobre 2008, precedentemente allocati nei debiti non correnti.
3. Affidamenti concessi dal sistema bancario Gli affidamenti concessi dal sistema bancario, al Gruppo Ipi, sono essenzialmente per linee di credito ipotecarie e leasing. Più in dettaglio: Frala S. R. L. , società proprietaria del complesso immobiliare di Corso Magenta, Milano: rapporti ipotecari con Banco di Sardegna per residui € 13,42 milioni (iniziali € 15,2 milioni) scadenza 10/2021; Banca delle Marche per € 8,86 milioni (iniziali € 14,1 milioni) scadenza 10/2008; Banca Popolare dell’Emilia Romagna per € 12,44 milioni (iniziali € 30,0 milioni) scadenza 10/2008; Lingotto Hotels S. R. L. Operazione di leasing in Pool, capofila Italease, per residui € 18,23 milioni (iniziali € 26,4 milioni) di cui € 0,91 milioni a breve, scadenza 7/2016; Isi S. R. L finanziamento ipotecario relativo al patrimonio immobiliare per residui € 82,49 milioni (iniziali € 160,0 milioni) verso Banca Popolare Italiana scadenza 6/2008; Ipi S. P. A. Per operazioni di leasing con Italease-italeasing su immobili ubicati in Pisa, Padova e Venezia per € 46,49 milioni (iniziali 59 milioni) di cui a breve € 2,13 milioni, scadenza 12/2019 ; Ipi Spa per una apertura di credito in conto corrente per € 1,4 milioni con la Banca Popolare di Novara con la quale è in corso la definizione di un piano di rientro.
Utilizzi Linee Di Credito Ipotecarie E Leasing
Nominativo Banca Ipi Spa Lingotto Hotels S. R. L. Isi S. R. L. Frala S. R. L. Totale
Banco Di Sardegna (13,42) (13,42)
Banca Delle Marche (8,86) (8,86)
Banca Popolare Dell´emilia Romagna (12,44) (12,44)
Banca Italease (Banca capofila leasing) (18,23) (18,23)
Banca Popolare Italiana (82,49) (82,49)
Banca Italease - Italeasing (46,49) (46,49)
Totale Affidamenti Bancari (46,49) (18,23) (82,49) (34,72) (181,93)
4. Principali covenants, negative pledges I sopramenzionati finanziamenti sono privi di clausole restrittive, come già segnalato nei precedenti comunicati. Le “Altre disponibilità liquide” includono € 4,5 milioni vincolati a garanzia di un mutuo fondiario concesso dalla Banca Popolare dell’Emilia Romagna alla controllata Frala S. R. L. (debito residuo € 12,44 milioni). 5. Iniziative immobiliari: Porta Vittoria. Nel cantiere di Porta Vittoria sono proseguiti i lavori relativi alle opere di urbanizzazione primaria avviati nel giugno 2006, mentre continua la sospensione dei lavori privati concordata con l’impresa. 6. Fabbisogni gestione corrente Nulla da segnalare rispetto al precedente comunicato. 7. Rinegoziazione finanziamento Tikal Plaza Nulla da segnalare rispetto al precedente comunicato. 8. Aggiornamento sostenibilità dei fabbisogni finanziari Nulla da segnalare rispetto al precedente comunicato. 9. Iniziative a seguito indagini Autorità Giudiziaria Nulla da segnalare rispetto al precedente comunicato 10. Verifica fiscale da parte della Guardia di Finanza. Come già riportato nel Comunicato stampa del 31 ottobre 2007, la verifica fiscale 2007 di Ipi Spa e Isi-ipi Sviluppi Immobiliari Srl, riguardante i periodi d’imposta 2005, 2006 e 2007 è ancora in corso ed è stata momentaneamente sospesa per esigenze d’ufficio da parte della Guardia di Finanza. La verifica fiscale della Lingotto Hotels Srl riguardante il periodo d’imposta 2005, è stata completata e chiusa in data 29 ottobre 2007 I rilievi indicati nel “Verbale di Constatazione” redatto dalla Guardia di Finanza, si riferiscono, in prevalenza, al mancato rispetto del principio di competenza di alcune componenti negative di reddito per le quali si ritiene di poterne recuperare la deducibilità negli anni successivi e, in minor misura, ad alcune componenti negative di reddito non idoneamente documentate per le quali si ritiene di poter dimostrare, con ulteriore documentazione, l’inerenza e la correttezza della quasi totalità di tali costi. Si ritiene, tuttavia, che l’impatto economico finale delle riprese fiscali sopra indicate non dovrebbe essere di importo rilevante. 11. Aggiornamenti riguardanti la relazione della società di revisione Kpmg rilasciata in data 31 ottobre 2007 Con il Comunicato Stampa dell’ 1/11/2007, abbiamo informato che la società di revisione Kpmg nella Relazione sulla revisione contabile limitata della Relazione semestrale al 30 giugno 2007 della Ipi Spa aveva motivato l’impossibilità di esprimere un giudizio su detta Relazione e relativi prospetti contabili e note integrative prevalentemente per la mancata conferma da parte di una società di leasing e da altre società coinvolte in operazioni di “sale and lease back” effettuate da Ipi Spa nel corso del 2005. Le società sopra indicate hanno tutte e singolarmente confermato e attestato l’esclusione di altri rapporti con Ipi Spa oltre a quelli noti e di cui si ha evidenza documentale 12. Dichiarazione ai sensi dell’art. 154. Bis comma 2, decreto legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998 sul Comunicato Stampa emesso in data 30 novembre 2007. Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari dott. Enzo M. Prazzoli dichiara ai sensi del comma 2 dell’art. 154-bis del Testo Unico della Finanza che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato stampa, corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili .
 
   
   
FIRMATO L’ACCORDO DI COLLABORAZIONE ENEL-EDF IL GRUPPO ITALIANO PARTECIPERÀ CON UNA QUOTA DEL 12,5% AL PRIMO IMPIANTO NUCLEARE DI NUOVA GENERAZIONE EPR  
 
Nizza, 5 dicembre 2007 – In occasione del summit Italia-francia, alla presenza del presidente francese Nicolas Sarkozy e del primo ministro italiano Romano Prodi, Pierre Gadonneix, presidente e direttore generale di Edf e Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale di Enel, hanno firmato il 30 novembre un accordo di collaborazione. L’intesa dà accesso al Gruppo italiano al primo impianto nucleare di nuova generazione Epr (European Presurizzed water Reactor), con una opzione per i successivi cinque, e a nuova capacità produttiva mid-merit da centrali a ciclo combinato alimentate a gas in Francia e offre a Edf la possibilità di partecipare a progetti e ritirare energia prodotta da nuove centrali Enel con simili caratteristiche in Europa e nell’area del Mediterraneo. Fulvio Conti ha commentato: “Oggi è una data importante per lo sviluppo della collaborazione tra i nostri due Gruppi, che contribuirà alla crescita di un mercato europeo dell’energia più aperto e competitivo. Per Enel, in particolare, vuol dire avere accesso alla più avanzata tecnologia nucleare oggi disponibile e creare le basi per una significativa presenza in Francia”. L’accordo, in linea con quanto previsto nel Memorandum of Understanding firmato dalle parti nel maggio 2005, prevede la partecipazione di Enel – per una quota del 12,5% - alla realizzazione ed all’utilizzo del progetto Epr di Flamanville (la cui entrata in esercizio è prevista per il 2012 e che sarà dotato di una potenza pari a 1. 600 Mw, per un investimento complessivo stimato in 3,6 miliardi di euro) e l´opzione per Enel di partecipare nella stessa misura nei successivi 5 progetti Epr previsti in Francia. Tale partecipazione permetterà ad Enel di acquisire il know how e il diritto di uso della tecnologia Epr, attraverso il coinvolgimento dei tecnici del Gruppo italiano sia nella fase di progettazione e costruzione degli impianti che nella successiva fase di esercizio degli impianti stessi. E’ stato definito al riguardo un programma di formazione per il personale Enel sulla tecnologia nucleare, sia quella attuale che quella Epr. L’accordo prevede inoltre l’accesso immediato per Enel alla capacità virtuale di base: quale anticipo della capacità che verrà prodotta dall’impianto Epr di Flamanville, è difatti prevista la disponibilità per Enel di 600 Mw a partire dal 2008, con volumi progressivamente crescenti fino a raggiungere 1. 200 Mw nel 2012. Una capacità virtuale che a partire dal 2012 verrà progressivamente sostituita da capacità proveniente dagli impianti Epr che entreranno in funzione. Questa energia verrà in prevalenza destinata da Enel alla vendita a clienti finali in Francia. Una volta realizzato il primo impianto Epr in Francia cui abbia partecipato Enel, quest’ultima offrirà a Edf accesso a nuova capacità nucleare Enel in Europa e, se non disponibile, a una capacità con caratteristiche simili. Edf ha inoltre offerto ad Enel l´opzione (esercitabile entro il mese di settembre 2008) di partecipare alla realizzazione ed all’utilizzo, per una quota compresa tra il 30% ed il 40% (pari ad una capacità tra 400 e 550 Mw), di due progetti nel segmento mid-merit attualmente in corso di realizzazione in Francia, per un totale di circa 1400 Mw, la cui messa in esercizio è prevista tra il 2010 e il 2012. A decorrere dall’esercizio dell’opzione sopra indicata, l’accordo prevede la disponibilità per Enel di capacità virtuale mid-merit per una potenza identica a quella che le spetterebbe a regime a seguito dell’entrata in esercizio degli impianti. Nel quadro della collaborazione avviata, Enel riconoscerà a sua volta a Edf un’opzione che le consentirà di assicurarsi la disponibilità di una capacità analoga proveniente dai progetti che Enel potrà realizzare in Europa e nell’area del Mediterraneo. .  
   
   
EDISON DARÀ ENERGIA ALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI PER IL SECONDO ANNO CONSECUTIVO, EDISON SI AGGIUDICA LA FORNITURA DI ENERGIA ELETTRICA A TUTTI I LOTTI TERRITORIALI MESSI IN GARA DA CONSIP PER 1.470 MILIONI DI KILOWATTORA ALL’ANNO  
 
Milano, 5 dicembre 2007 – Edison, tramite la controllata Edison Energia, si è aggiudicata la gara per la fornitura di energia elettrica per l’anno 2008 alle pubbliche amministrazioni indetta da Consip, la società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze che opera a esclusivo interesse dello Stato nel quadro degli indirizzi strategici e dei compiti ad essa assegnati. Per il secondo anno consecutivo, a Edison Energia sono stati assegnati tutti e 3 i lotti territoriali messi a bando, che corrispondono all’intera copertura nazionale, per un volume complessivo di energia elettrica pari a 1. 470 milioni di kilowattora su base annua. La durata della convenzione è di 12 mesi. Il valore complessivo della fornitura è pari a circa 190 milioni di euro e, grazie alla proposta di Edison, le pubbliche amministrazioni potranno risparmiare complessivamente circa 7,5 milioni di euro sulla bolletta energetica del 2008. Dal 1° gennaio 2008 Edison continuerà quindi a fornire energia elettrica a Ministeri, Regioni, Province, Comuni, scuole e caserme, consolidando il proprio ruolo di operatore leader a livello nazionale. Con questa convenzione infatti Edison, che già lo scorso anno si era aggiudicata la gara Consip per i 3 lotti e per un quantitativo di energia pari a 1. 310 milioni di kilowattora, radica e rafforza il proprio rapporto con la pubblica amministrazione. “Siamo particolarmente soddisfatti del successo conseguito in questa gara pubblica, che vede premiati i nostri sforzi di proporre soluzioni competitive per la fornitura dell’energia elettrica”, ha dichiarato Alessandro Zunino, Direttore Marketing e Commerciale di Edison. “Continua e si rafforza la nostra presenza come partner per le pubbliche amministrazioni che anche per il prossimo anno potranno utilizzare la nostra energia, prodotta con le tecnologie più efficienti ed eco-compatibili oggi disponibili”. Già da oggi, le pubbliche amministrazioni potranno rivolgersi al numero verde di Edison Energia 800-135857 per ottenere tutte le informazioni sulle offerte a loro riservate. .  
   
   
ENEL ANNUNCIA L’INTENZIONE DI OTTENERE L’ESCLUSIONE DALLA QUOTAZIONE SUL NYSE E LA CESSAZIONE DELLA REGISTRAZIONE PRESSO LA SEC DELLE PROPRIE AZIONI ORDINARIE E ADS  
 
Roma, 5 dicembre 2007 – Il Consiglio di Amministrazione di Enel S. P. A. Ha deliberato in data 29 novembre di richiedere l’esclusione volontaria dalla quotazione e negoziazione presso il New York Stock Exchange (“Nyse”) delle proprie American Depositary Shares (“Ads”, ciascuna delle quali rappresentativa di cinque azioni ordinarie), nonché di richiedere la cessazione volontaria della propria registrazione presso la Securities and Exchange Commission (“Sec”) e dei connessi obblighi informativi ai sensi del Securities Exchange Act del 1934 (“Exchange Act”). In considerazione dei bassi volumi delle negoziazioni di Ads Enel effettuate negli Stati Uniti, nonché degli oneri finanziari ed amministrativi legati al mantenimento della quotazione e della registrazione delle Ads e delle azioni ordinarie Enel negli U. S. A. , il Consiglio di Amministrazione ha deciso di avvalersi delle modifiche apportate di recente dalla Sec alle regole che stabiliscono i requisiti in presenza dei quali gli emittenti privati non statunitensi registrati presso la stessa Sec possono ottenere la cessazione volontaria della registrazione e dei connessi obblighi informativi ai sensi dell’Exchange Act. In data odierna Enel ha comunicato inoltre in forma scritta al Nyse l’intenzione di ottenere l’esclusione volontaria delle proprie Ads dalla quotazione e negoziazione su tale mercato. Enel prevede di depositare presso la Sec il Modello 25 - relativo al delisting - intorno al 10 dicembre 2007 e che, ai sensi del diritto statunitense, la cessazione della quotazione e negoziazione delle Ads Enel sul Nyse divenga efficace intorno al 20 dicembre (e cioè decorsi 10 giorni dal deposito del Modello 25). In tale ultima data Enel prevede quindi di depositare presso la Sec il Modello 15F relativo alla deregistration. Enel prevede inoltre che, ai sensi del diritto statunitense, la cessazione della registrazione presso la Sec diverrà efficace una volta decorsi 90 giorni dal deposito del Modello 15F. Enel non ha predisposto misure volte ad ottenere l’ammissione alla quotazione e/o la registrazione su base volontaria delle proprie azioni ordinarie o Ads presso alcuna altra borsa valori statunitense o quotation medium (come definito dalla Rule 15c2-11 emanata ai sensi dell’Exchange Act). Enel provvederà inoltre durante lo svolgimento della procedura di delisting e deregistration a disporre la chiusura del programma di American Depositary Receipt stabilito con Jpmorgan Chase Bank N. A. Le azioni ordinarie Enel resteranno quotate presso il Mercato Telematico Azionario, il sistema di scambi automatizzati gestito da Borsa Italiana S. P. A. , che rappresenta il principale mercato di scambi per le azioni ordinarie Enel. La cessazione volontaria della quotazione e della registrazione di Enel negli U. S. A. Non incide sui rapporti della Società con gli investitori statunitensi, né sul continuo impegno di Enel a rispettare elevati standard di corporate governance e di informativa contabile. Enel continuerà a rendere disponibili sul proprio sito internet www. Enel. It i bilanci annuali, le relazioni contabili infrannuali e i comunicati stampa redatti anche in lingua inglese. .  
   
   
LA GERMANIA USA IL FOTOVOLTAICO PER RIDURRE LE EMISSIONI  
 
Fukuoka, Giappone, 5 dicembre 2007 - Alcuni giorni prima dell´incontro di Bali dei leader mondiali per discutere un accordo post-Kyoto, la Germania ha presentato il suo compromesso tra ambiente ed economia alla diciassettesima Photovoltaic Science and Engineering Conference (Pvsec-17) che si tiene a Fukuoka in Giappone. L´evento riunisce leader internazionali, ricercatori e giornalisti dal 3 al 7 dicembre 2007 e rappresenta la piattaforma ideale per consentire alla Germania di presentare il suo modo di utilizzare il fotovoltaico nell´ambito di un´ampia strategia volta a ridurre le emissioni di anidride carbonica continuando nella crescita economica. Quello tedesco è il mercato fotovoltaico più grande del mondo. Nel 2007 la Germania aggiungerà 1,5 gigawatt (Gw) di capacità fotovoltaica installata - un netto miglioramento rispetto al 2006, quando erano stati aggiunti 1,15 Gw. La produzione fotovoltaica è in crescita, dal momento che la Germania sta creando le condizioni necessarie per rendere redditizi gli investimenti in questa tecnologia. Per esempio, la legge tedesca sulle energie rinnovabili (Eeg) ha imposto una "tariffa di alimentazione", superiore al prezzo di mercato, che le aziende di servizio pubblico devono pagare a chi produce energia rinnovabile. La legge prevede un incentivo per i proprietari di terreni che acquistano attrezzature per l´energia rinnovabile, creando in questo modo un mercato per gli investitori internazionali che nel 2006 è stato caratterizzato da vendite per 3,7 miliardi di euro. Le aziende che operano nel fotovoltaico a livello internazionale vengono attirate in Germania dalla sua rete di produttori, fornitori e istituti di ricerca, come il Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems di Friburgo, Germania. Inoltre, questa regione è diventata popolare per gli investimenti nel fotovoltaico dagli incentivi disponibili in Germania orientale, che a volte coprono fino al 50% dei costi di investimento. Conseguentemente, molti protagonisti internazionali nel mercato del fotovoltaico, come Nanosolar, Signet Solar, First Solar e Arise, hanno instaurato una propria presenza in Germania. "Il fotovoltaico è un settore dinamico e in crescita in Germania. Mentre il paese si sforza di ridurre il consumo di carburanti fossili, ci aspettiamo che in Germania l´importanza del fotovoltaico aumenterà ulteriormente, rendendo questo paese ancora più attraente di quanto lo sia oggi per gli investitori internazionali", afferma Nikolai Dobrott, responsabile delle risorse ed energie rinnovabili di Invest in Germany. Un collega di Dobrott, David Wortmann, responsabile per l´Asia nord-orientale di Invest in Germany, interverrà al Pvsec-17 con un discorso intitolato "Germania - il paese migliore per il business nel campo dell´energia solare". .  
   
   
PER LOIERO, A GENNAIO SARÀ OPERATIVO L´ACCORDO SOLARE TERMODINAMICO ´PITAGORA´  
 
Reggio Calabria, 5 dicembre 2007 - Il Presidente della Regione Agazio Loiero, incontrando i giornalisti ieri pomeriggio al ministero dell´Ambiente, ha dichiarato che "da gennaio diverrà operativo il protocollo d´ intesa per costruire in Calabria il primo impianto solare termodinamico che si chiamerà ´Pitagora´ e verrà costruito in provincia di Crotone. Nei tre mesi successivi - ha poi chiarito Loiero - è previsto la definitiva localizzazione, possibilmente in aree non di pregio per l´ambiente e l´agricoltura, oltre alla definizione del cronoprogramma del progetto industriale e scientifico". La decisione -informa una nota dell´Ufficio stampa della giunta regionale della Calabria - è stata presa oggi a Roma al Ministero dell´ambiente dal ministro Alfonso Pecoraio Scanio, dal presidente della Regione Agazio Loiero e dal premio Nobel Carlo Rubbia, responsabile scientifico del nuovo sistema a energia solare. "La Calabria - ha detto Loiero - inizia qui un´importante azione di innovazione, contribuendo sia al proprio sviluppo che a recuperare il ritardo nazionale nelle energie rinnovabili. La nostra regione è un luogo adattissimo per questo tipo di centrali per l´esposizione ai raggi solari. Per questo, dopo la verifica del progetto ´Pitagora´, decideremo di candidarci anche a ospitare una seconda centrale termodinamica". L´investimento, sulla base delle prime realizzazioni in corso negli Stati Uniti e in Spagna (così l´Italia entra nel progetto di studio internazionale), come ha spiegato il professor Rubbia, è di tutto rispetto: 200 milioni di dollari per una centrale di 64 megawatt di potenza, che si ripaga in 5 anni di attività. L´impianto solare a ciclo termodinamico sfrutta la sorgente di energia per trasformarla in calore ad alta temperatura ed è competitivo con le altre fonti come carbone, petrolio e metano. "Dall´accordo con la Calabria, visto che sarà la prima centrale italiana - ha detto Diego Tommasi, assessore all´ambiente anche lui presente all´incontro di Roma - si punta anche alla realizzazione di un sistema locale di sviluppo, integrato e omogeneo con le politiche di crescita delle energie rinnovabili, producendo effetti di induzione e moltiplicazione anche verso le imprese private". La Regione Calabria si impegna a finanziare il programma per il 2007 e per gli anni successivi con risorse paritarie. A gennaio partirà il "Comitato di gestione tecnico-scientifico", con compiti di indirizzo programmatico, di individuazione e di controllo degli interventi da realizzare. Inoltre, elaborerà lo studio preliminare di fattibilità dell´impianto solare termodinamico e i singoli interventi con le modalità di attuazione. .  
   
   
BOLZANO: ASSEGNATO INCARICO PER IL NUOVO TERMOVALORIZZATORE  
 
 Bolzano, 5 dicembre 2007 - L´incarico per la costruzione del nuovo termovalorizzatore, che sorgerà a Bolzano Sud nei pressi dell´attuale inceneritore, è stato assegnato martedì 4 dicembre presso l´Ufficio appalti in Provincia a Bolzano. L´associazione temporanea d´impresa guidata dalla ditta "Atzwanger spa" realizzerà l´impianto con una spesa di 81 milioni di Euro. In seconda battuta i lavori per la costruzione del nuovo termovalorizzatore di Bolzano sono stati assegnati all´associazione temporanea d´impresa guidata dalla ditta "Atzwanger spa" di Bronzolo e composta dalle imprese "Oberosler Cav. Pietro spa" di S. Lorenzo di Sebato, "Seeste Bau spa" di Bolzano, "Cosbau spa" di Bolzano, "Wipptaler Bau spa" di Brennero, "Stahlbau Pichler srl" di Bolzano e "Ladurner spa" di Tirolo. La cordata di ditte altoatesine intende realizzare l´opera con una spesa di 81,006 milioni di Euro a fronte di un importo a base d´asta di 81,005 milioni di Euro. L´offerta presentata dall´associazione temporanea d´impresa è stata ritenuta l´unica offerta valida per l´appalto dei lavori. Un´altra offerta presentata da una seconda cordata di imprese è stata esclusa dalla gara per incompletezza. Si tratta dell´offerta presentata dall´associazione temporanea d´impresa guidata dal "Consorzio Cooperative Costruzioni" di Bologna e composta dalle ditte "Schmidhammer srl" di Brunico, "Unionbau srl" e "Zimmerhofer spa" di Campo Tures. L´assessore provinciale ai lavori pubblici, Florian Mussner, commenta l´esito della gara ponendo in evidenza come "l´intenzione della Provincia è quella di garantire che questo grande progetto di rilievo rispetti gli standard qualitativi strutturali e tecnici". Una prima gara d´appalto era rimasta senza esito dal momento che tutte le offerte presentate non corrispondevano ai requisiti. Il cantiere per il nuovo termovalorizzatore dovrebbe essere aperto all´inizio del 2008. .  
   
   
TERNA: ACQUISIZIONI IN BRASILE CLOSING OPERAZIONE DI ACQUISTO DI GTESA S.A. E PATESA S.A.  
 
 Roma, 5 dicembre 2007 – Terna ha reso noto il 30 novembre che Tsn - Transmissora Sudeste Nordeste S. A (“Tsn”), società brasiliana interamente posseduta da Terna Participações S. A. , holding brasiliana quotata alla Borsa di São Paulo controllata da Terna S. P. A. (“Terna”), dopo aver ottenuto la necessaria approvazione da parte dell’Autorità di regolazione locale (Aneel, Agência Nacional de Energia Elétrica) e della banca finanziatrice (Bndes, Banco Nacional de Desenvolvimento Econômico e Social) per il closing dell’operazione, ha acquisito oggi il 100% delle azioni delle società Goiana Transmissora de Energia S. A. (“Gtesa”) e Paraíso-açu Transmissora de Energia S. A. (“Patesa”), società titolari di concessione trentennale per l’esercizio di 186 km di linee a 230 Kv. Il prezzo pagato per il 100% del capitale delle due società è pari a 92,8 milioni di Reais (circa 35,1 milioni di euro). L’operazione permette a Terna Participações di consolidare ulteriormente la propria presenza in Brasile in un’area dove è già presente. Gtesa e Patesa saranno gestite in maniera integrata con gli altri asset posseduti .  
   
   
SARAS DIVIDENDO - ADEMPIMENTI INFORMATIVI VERSO IL PUBBLICO  
 
 Milano, 5 dicembre 2007 - Saras S. P. A. , in ottemperanza a quanto prescritto dalle Istruzioni al Regolamento dei mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana S. P. A. , al fine di agevolare l’operatività sul mercato degli strumenti derivati (Idem) comunica che l’eventuale dividendo potrebbe essere messo in pagamento nel mese di maggio. Si evidenzia che la presente comunicazione viene effettuata al solo fine di adempiere a quanto prescritto da Borsa Italiana S. P. A. E che la stessa non assume alcuna valenza previsionale in ordine alla sussistenza dei presupposti per la distribuzione di dividendo a valere sui risultati dell’esercizio in corso ovvero di esercizi futuri. .  
   
   
SAIPEM SI AGGIUDICA UN NUOVO CONTRATTO ONSHORE IN QATAR PER 1,4 MILIARDI DI EURO  
 
San Donato Milanese (Mi), 5 dicembre 2007 – Saipem si è aggiudicata il contratto per la realizzazione del progetto onshore Qafco 5, che prevede la costruzione di un nuovo complesso di impianti per la produzione di urea e ammoniaca nel complesso industriale di Qafco, nella città di Mesaieed, circa 30 chilometri a sud di Doha, in Qatar. Il contratto, di tipo Epc (Engineering Procurement Construction) chiavi in mano, è stato assegnato a Saipem in consorzio con la compagnia Sudcoreana Hyundai Engineering & Construction Co. Ltd dalla compagnia Qatar Fertiliser Company S. A. Q. La commessa, in particolare, riguarda l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione e l’avviamento del nuovo complesso per la produzione di ammoniaca e urea nel centro industriale per la produzione di fertilizzanti di Qafco. La parte del contratto riferibile a Saipem, che è leader del consorzio, ha un valore di circa 1,4 miliardi di euro. Saipem si occuperà dell’ingegneria e dell’approvvigionamento per la realizzazione di due nuovi impianti per la produzione di ammoniaca, dalla capacità di 2. 300 tonnellate al giorno ciascuno, di un nuovo impianto per la produzione di urea, dalla capacità di 3. 850 tonnellate al giorno di urea granulata, e delle associate unità di produzione di servizi. Il progetto sarà completato in 40 mesi. La realizzazione di questo progetto permetterà al complesso di Qafco di diventare il più grande sito al mondo per la produzione di ammoniaca ed urea. .  
   
   
OFFERTA AMICHEVOLE PER CASSA EFFETTUATA DA ENI UK HOLDING PLC, SOCIETÀ CONTROLLATA AL 100% DA ENI S.P.A. (“ENI”), PER BURREN ENERGY PLC  
 
San Donato Milanese, 5 dicembre 2007 - Eni e Burren comunicano di aver raggiunto l’accordo il 30 Novembre sui termini dell’offerta amichevole per cassa (l’”Offerta”), che verrà effettuata da Eni Uk Holding plc, società controllata al 100% da Eni, per l’acquisto della totalità delle azioni rappresentative del capitale di Burren e di quelle di prossima emissione da parte della società target. L’offerta per cassa è pari a 1. 230 pence per ogni azione di Burren, che equivale ad una valutazione dell’intero capitale emesso di Burren pari a circa £1. 736 milioni (pari a circa € 2. 426 milioni). L’offerta rappresenta un premio di: 33,4 per cento rispetto al prezzo di chiusura di 922 pence per azione di Burren del giorno 8 ottobre 2007, ovvero l’ultimo giorno lavorativo prima dell’inizio del periodo d’offerta; e 50,6 per cento rispetto alla media dei prezzi di chiusura di Burren relativi ai tre mesi precendenti l’8 ottobre 2007, pari a 817 pence per azione. Eni Uk Holding plc ha ricevuto l’impegno irrevocabile ad accettare l’Offerta da parte di tutti i membri del consiglio di Burren, di alcuni senior manager e di alcune società collegate ai consiglieri di Burren, per un totale di 29. 600. 534 azioni, che rappresentano circa il 20,98 per cento del capitale sociale emesso da Burren. Un titolo di credito alternativo al pagamento per cassa (“Loan Note Alternative”) sarà inoltre messo a disposizione degli azionisti di Burren. I consiglieri di Burren, con il supporto dell’advisor Ubs, hanno ritenuto l’Offerta congrua e ragionevole e intendono all’unanimità raccomandare agli azionisti di Burren di accettare l’Offerta. Nell’esprimere il suo giudizio, Ubs ha tenuto conto delle considerazioni di natura commerciale fornite dai consiglieri di Burren. A commento dell’operazione, l’Amministratore Delegato di Eni Paolo Scaroni, ha detto: “Siamo soddisfatti di aver raggiunto l’accordo per l’offerta finalizzata all’acquisto di Burren. L’operazione è in linea con la nostra strategia di crescita e incrementerà la nostra produzione in Congo. Ci permetterà inoltre di entrare in Turkmenistan, paese ricco di idrocarburi e con interessanti potenzialità per il futuro” A commento dell’operazione, il presidente di Burren, Keith Henry, ha detto: “Siamo lieti di annunciare l’accettazione dell’offerta amichevole di Eni, che rappresenta l’apice di un periodo di straordinaria creazione di valore per gli azionisti di Burren iniziato con la quotazione in borsa della società. Il prezzo concordato riflette l’elevata qualità e il valore strategico raggiunto oggi dalla nostra organizzazione e dalle nostre attività. Desidero inoltre ringraziare tutti i dipendenti di Burren per il loro contributo al successo della società, che sono certo continuerà anche con Eni. ” Questo comunicato non vuole e non costituisce parte di un’offerta a vendere né un invito ad acquistare né una sollecitazione ad un’offerta di sottoscrizione di alcun titolo né una sollecitazione a votare o approvare in alcuna giurisdizione in relazione all’Offerta o altrimenti. L’offerta sarà presentata unicamente attraverso il documento di offerta e il modulo d’accettazione, che congiuntamente conterranno tutti i termini e le condizioni dell’Offerta, incluse le istruzioni su come aderire all’Offerta. L’accettazione o qualsiasi altra risposta all’Offerta dovrà essere basata esclusivamente sulle informazioni contenute nel documento di offerta e nel modulo d’accettazione. .  
   
   
NASCE LA PRIMA LAUREA ITALO-CINESE IN INGEGNERIA DELL’AUTOMAZIONE  
 
 Bologna, 5 dicembre 2007 - Un nuovo corso di laurea in ingegneria dell’automazione, primo in Italia, si concluderà con un doppio titolo di studio, italo-cinese. Gli studenti del corso, infatti, oltre a giovarsi di una formazione internazionale a base di lezioni in inglese tra Italia e Cina, otterranno al termine degli studi una doppia laurea. Il corso, triennale e aperto a ragazze e ragazzi che abbiano concluso l’istruzione secondaria, nasce da un accordo firmato nelle scorse settimane tra l’Università di Bologna e la Tongji University, di Shanghai, uno degli atenei più prestigiosi della Repubblica Popolare. Si comincia già nelle prossime settimane a Shanghai, dove i giovani cinesi iniziano l’università a 18 anni. La chiamata in aula per i colleghi italiani sarà invece per il 2008 in Italia. Si tratta quindi di ragazzi che ancora siedono sui banchi dell’ultimo anno delle superiori. L’anno successivo, tutti in Cina, mentre per l’ultimo, tutti a Bologna. Al termine, gli studenti italiani potranno, previo corso semestrale di completamento, affiancare la laurea cinese a quella italiana. Il corso di laurea fa parte del programma governativo Joint Campus italo-cinese, condiviso dai governi dei due Paesi. Oltre al corso in ingegneria dell’automazione tra l’Università di Bologna e la Tongji, comprende un corso in ingegneria meccanica e Ict tra lo stesso ateneo cinese e i politecnici di Milano e Torino, e una laurea specialistica in economia e management (Mba) tra le università italiane Bocconi e Luiss e la Fudan University di Shanghai. Da ultimi si sono aggiunti il Politecnico di Bari, l’Università e l’Istituto universitario di studi superiori di Pavia e la Scuola superiore sant’Anna di Pisa. .  
   
   
CON ´FUORICLASSE CANALE SCUOLA-LAVORO´ UN AIUTO PER SCUOLE, STUDENTI ED AZIENDE  
 
Roma, 5 dicembre 2007 – ‘Fuoriclasse Canale Scuola-lavoro’ è il programma televisivo di Rai Educational, ideato da Pietro Grignani e Pietro De Gennaro in collaborazione con l’assessorato all’Istruzione e Formazione della regione Lazio. Le 20 puntate della trasmissione, fruibili anche in streaming su Internet, sono volte ad aiutare scuole, studenti ed aziende ad orientarsi tra le molteplici iniziative legate all’istruzione, alla formazione e all’inserimento nel mondo professionale. Il programma rappresenta dunque, un canale di comunicazione e congiunzione tra il sistema scolastico e la realtà lavorativa, favorisce l’approfondimento di tematiche educative e sociali e contribuisce alla formazione di una corretta cultura civica. In particolare, nella puntata di domani del 5 dicembre (trasmessa da Rai Edu1 alle 12:30, in replica alle 20:30 e da Rai1 il 6 dicembre) sarà presentato il progetto triennale di comunicazione ed educazione ‘Educhiamoci alla legalità ed alla solidarietà’ promosso dall’assessorato alle politiche sociali della provincia di Frosinone in collaborazione con l’assessorato regionale all’Istruzione. L’iniziativa rientra in quella categoria progettuale cosiddetta ‘Partecipata’ che nasce con l’intenzione di mettere in condizione più soggetti di uno stesso contesto - enti, scuola, associazioni e organizzazioni - di interagire per il raggiungimento degli obiettivi progettuali. La finalità del programma è sensibilizzare e formare le giovani generazioni al rispetto di sé, delle persone diversamente abili e di diversa etnia, e promuovere soprattutto, la consapevolezza dell’importanza delle norme giuridiche e l’acquisizione di comportamenti socialmente responsabili. Il progetto intende inoltre, analizzare le situazioni di disagio dei bambini e degli adolescenti, spesso anticamera della devianza, per permettere azioni di prevenzione. In particolare, nel Lazio i detenuti minorenni sono 296 e 1060 i ragazzi ospitati nel centro di prima accoglienza di Roma. Per comprendere quali conseguenze sociali e personali possono avere anche le azioni non percepite generalmente come reati (per esempio gli atti violenti negli stadi), verranno presentate nel corso della puntata di Fuoriclasse, delle simulazioni: alcuni studenti delle scuole superiori della provincia di Frosinone saranno accusati di scontri fuori dallo stadio con danni a persone e cose. Diventeranno, così, i protagonisti di un processo simulato, vivranno in prima persona i meccanismi della giustizia e potranno comprendere gli effetti distruttivi per se stessi e per la società, di comportamenti contrari alla legge. La scuola e la televisione dunque, nell’ambito di questo progetto, non sono più rispettivamente ambiente e luogo di rappresentazione e talora di amplificazione di forme di devianza quali il razzismo o il bullismo, ma divengono protagoniste dell’integrazione interculturale e della prevenzione della violenza e del disagio giovanile. .  
   
   
LUSINGHIERI RISULTATI DELLA SCUOLA ALTOATESINA EMERSI DALL’INDAGINE “PISA”  
 
Bolzano, 5 dicembre 2007 - Sono stati presentati questa mattina a Palazzo Widmann i primi risultati emersi dall’indagine Pisa 2006 per la scuola altoatesina. Le scuole dell’Alto Adige si piazzano nella parte alta della classifica per quanto riguarda le competenze degli studenti nel campo della lettura, dell’apprendimento della matematica e delle scienze. Il quadro che emerge dai primi dati raccolti dall’indagine Pisa per quanto riguarda le competenze nel campo della matematica, delle scienze e la lettura colloca le scuole altoatesine nella fascia alta della classifica. I risultati sono stati presentati questa mattina (4 dicembre) nel corso di un’affollata conferenza stampa che ha avuto luogo a Palazzo Widmann ed alla quale hanno preso parte i tre assessori alla scuola Luisa Gnecchi, Otto Saurer e Florian Mussner, gli intendenti scolastici, i vertici della scuola altoatesina ed i coordinatori dell’indagine a livello locale. “Pisa” è l’acronimo di “Programme for International Student Assessment” e si tratta di un’indagine internazionale promossa dall’Ocse (Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica) con periodicità triennale che valuta conoscenze e abilità dei quindicenni scolarizzati in scienze, lettura e matematica. La ricerca “Pisa” si è ormai qualificata, presso gran parte dei Paesi aderenti all’indagine, come indicatore di qualità dei sistemi scolastici e formativi. L’indagine confronta tra loro, rappresentanti governativi, agenzie di ricerca ed esperti internazionali e garantisce strumenti di valutazione significativi e validi a livello internazionale. La ricerca 2006 è stata condotta in 57 Stati, dei quali 30 appartenenti all’Ocse e 27 Paesi partner per un totale di ca. 400. 000 studenti. Poiché l’Alto Adige risiedono vari gruppi linguistici, possiede una formazione professionale rilevante e una certa autonomia nella formazione (p. Es. Costruzione dei curricoli) in confronto all’Italia e in confronto ad altri paesi europei, è stata necessaria la costituzione di un gruppo di lavoro che ha aiutato nello svolgimento in loco e il quale ha dato le informazioni più importanti sul sistema scolastico in Alto Adige al centro nazionale Pisa e al Consorzio internazionale. Per garantire questo, l’Intendenza scolastica tedesca, italiana e ladina la formazione professionale tedesca e ladina e la formazione professionale agricola, forestale e di economia domestica e gli istituti pedagogici tedesco, ladino e italiano, i tre comitati ei rispettivi nuclei di valutazione, hanno collaborato insieme. L’istituto pedagogico tedesco, con l’autorizzazione della Giunta Provinciale, ha assunto il coordinamento generale e ha sottoscritto con il centro di Pisa italiano di Frascati un contratto. La ricerca Pisa in Alto Adige è stata coordinata dal Direttore dell’Istituto pedagogico tedesco, dott. Rudolf Meraner, in collaborazione con l’ispettore Paolo Lorenzi dell’Intendenza scolastica italiana del dott. Franz Hilpolod del nucleo di valutazione tedesco del prof. Francesco Magno del nucleo di valutazione italiano e della dott. Ssa Helga Huber della Formazione professionale in lingua tedesca. Come dicevamo dall’indagine emerge un quadro lusinghiero della scuola altoatesina che si colloca nelle posizioni alte della classifica nei tre settori al centro della ricerca, rispettivamente la lettura, la competenze nel campo della matematica e delle scienze. I l coordinatore della ricerca a livello locale, Rudolf Meraner, ha comunque sottolineato nel corso della conferenza stampa che la classifica stilata da “Pisa” non può essere interpretata come una mera graduatoria di valori, ma piuttosto come un quadro complessivo dei vari sistemi scolastici e delle competenze acquisite dagli studenti anche in relazione alle loro capacità di applicarle successivamente al di fuori dell’ambito scolastico. L’indagine mira, infatti, a verificare in che misura i giovani prossimi all’uscita dalla scuola dell’obbligo abbiano acquisito competenze giudicate essenziali per svolgere un ruolo consapevole e attivo nella società e per continuare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita. L’oggetto di interesse di “Pisa” quindi non sono tanto i curricula scolastici ed i loro contenuti in termini di competenze e conoscenze, ma la loro trasferibilità per promuovere negli studenti le capacità di utilizzarli per affrontare e risolvere problemi e questioni della vita reale. È chiaro comunque il riverbero di una siffatta indagine anche sulle scelte curricolari a livello di scuola. Come in tutti gli Stati e le regioni partecipanti allo studio Pisa la popolazione scolastica interessata era composta da tutti gli studenti e le studentesse che al momento della somministrazione dei test avevano un’età compresa tra i 15 anni e 3 mesi e i 16 anni e 2 mesi. In Alto adige, come in tanti altri Paesi, si è trattato dei nati nel 1990. Per la significatività della formazione professionale altoatesina, ramo nel quale, come noto, è possibile assolvere l’obbligo formativo, il consorzio Pisa ha concordato con Invalsi e con il Ministero della Pubblica Istruzione di comprendere, nella popolazione destinataria della ricerca, tutti gli studenti della Formazione professionale. Inoltre si è prestata attenzione a coinvolgere quanti più giovani possibile. Pertanto, a differenza che nel Pisa 2003, hanno partecipato alla presente indagine anche la scuola ladina, la formazione professionale italiana e gli apprendisti della formazione professionale tedesca, italiana e ladina. Inoltre si è riusciti a concordare con il consorzio e con Invalsi di non estrarre un campione delle scuole altoatesine, ma di farle partecipare tutte, in modo da aver una buona rappresentazione della variegata realtà locale: città/paesi, 3 gruppi linguistici, scuola/formazione professionale etc. Per mantenere alto il livello di confrontabilità sono stati applicati dei criteri severi, che prevedevano l’esclusione in alcuni casi di scuole e di studenti. Contemporaneamente è stata fissata una quota minima di restituzione. In Alto Adige tutti i criteri stabiliti sono stati rispettati senza difficoltà. I test sono stati somministrati in tutte le scuole dell’Alto Adige unitariamente tra il 13 e i 22 marzo 2006. Hanno partecipato 2084 studenti di 23 scuole italiane, 4 ladine e 55 tedesche. La quota effettiva di partecipazione ha superato il 90% e di attesta ben oltre la media internazionale e sopra al minimo richiesto dall’Ocse. Il tempo assegnato per la risoluzione di quattro blocchi di item è stato di due ore. I dati dei fascicoli e dei questionari sia per gli studenti sia per i genitori e per i dirigenti sono stati trattati dal Centro Pisa di Salisburgo. Da lì sono stati inoltrati al centro Pisa italiano dell’Invalsi, dove sono stati sottoposti a verifica. Si è poi provveduto a trasmetterli all’Acer (Australian Council for Educational Research) in Australia, dove sono stati raccolti ed elaborati i dati Pisa di tutti i Paesi. I tre assessori alla scuola hanno sottolineato nei loro interventi l’importanza per la scuola altoatesina di prendere parte a questo tipo di verifiche internazionali. In questo modo è possibile verificare se le nozioni apprese sono state recepite ed anche se gli alunni sono preparati ad applicarle praticamente nelle loro attività quotidiane. Nel prossimo aprile saranno resi noti i risultati dettagliati dell’indagine Pisa relativi alle scuole dei tre gruppi linguistici locali. . .  
   
   
INNOVAZIONE: BERTOSSI, PARCO DANIELI FRUTTO DI CONDIVISIONE  
 
 Udine, 5 dicembre 2007 - "Oggi vediamo che la pianta è cresciuta, grazie alla collaborazione di molti. L´insegnamento da trarre da quest´esperienza è che i risultati si raggiungono se si hanno idee chiare, una strategia e la condivisione di progetti", ha affermato l´assessore regionale alle Attività produttive, Enrico Bertossi, nel corso della presentazione di ieri delle attività e dei risultati raggiunti da parte del Parco Scientifico e Tecnologico di Udine. La Regione Friuli Venezia Giulia ha affidato, nel 2003, a Friuli Innovazione il compito di gestire il progetto del Parco scientifico, intitolato allo storico imprenditore friulano Luigi Danieli. Il Parco è funzionale allo sviluppo del territorio come vetrina della ricerca, rivolta alle imprese che vogliono innovare, sede di laboratori di ricerca, incubatore di nuove imprese in settori emergenti e come sponsor d´iniziative, progetti e di idee imprenditoriali innovative. Trattandosi di un´iniziativa avviata ex novo, le attività del Parco si sono negli anni scorsi concentrate su alcuni specifici settori (biotecnologie, metallurgia e tecnologia delle superfici e dei materiali avanzati, tecnologie dell´informazione e delle telecomunicazioni, energia e ambiente, legno) e sull´offerta di servizi integrati (supporto alle imprese per progetti su bandi comunitari e leggi regionali). I risultati finora ottenuti sono importanti e considerevoli. Così è stato, ad esempio, creato il primo laboratorio misto Università-impresa per la misurazione ed il controllo degli odori, il Lod, che ha ottenuto un importante riconoscimento internazionale. Per quanto riguarda il futuro, è stata oggi espressa la richiesta di garantire la continuità dei flussi dei contributi. Inoltre, è prevista la realizzazione (entro il 2010) dell´ampliamento del Parco ed un ulteriore consolidamento della struttura e dell´infrastruttura dello stesso. L´assessore Bertossi nel proprio intervento ha evidenziato come la ricerca, svolta dall´università di Udine, sia al servizio del mondo delle imprese ed ha auspicato che l´esperienza del Parco tecnologico di Udine venga duplicata, "senza fare doppioni, quindi non in concorrenza con l´Area di Ricerca e gli altri istituti," anche a Pordenone. L´assessore regionale ha infine ricordato che il Parco Danieli è stato ottenuto "grazie alla lucidità, alla caparbietà e non con le chiacchiere". Tra gli altri, hanno partecipato alla conferenza stampa il presidente ed il direttore di Friuli Innovazione, Furio Honsell e Fabio Feruglio. .  
   
   
LAVORO. DONAZZAN: “FONDI PUBBLICI E PRIVATI PER LA FORMAZIONE CONTINUA”  
 
 Venezia, 5 dicembre 2007 - Un accordo per il coordinamento della programmazione delle attività finalizzate al sostegno della formazione continua è stato sottoscritto ieri mattina, a Palazzo Balbi a Venezia, sede della Giunta regionale, tra la Regione del Veneto e le Parti Sociali. Spiega Elena Donazzan, assessore alle Politiche per la Formazione, l’Istruzione e il Lavoro: “Il patto prevede il coordinamento tra Regione, Parti Sociali e Fondi Paritetici Interprofessionali, servirà per strutturare un’offerta formativa adeguata all’adattabilità dei lavoratori e delle imprese e allo sviluppo della competitività del sistema economico, garantirà in un quadro di complementarietà la valorizzazione delle diverse filiere (Fondi Strutturali, Legge 236/93, Legge 53/00, Fondi regionali e Fondi paritetici interprofessionali). ” L’atto è stato sottoscritto, oltre che da Elena Donazzan, da Giampaolo Pedron (vicedirettore generale di Confindustria Veneto), Monica Galvanin (presidente di Confapi Veneto), Adriano Cappellari (responsabile legale e presidente di Federmanager Veneto), Oreste Parisato (presidente regionale di Cna regionale del Veneto), Vendemiano Sartor (presidente regionale di Confartigianato Veneto), Oscar Furgeri (vicepresidente vicario di Casartigiani - federazione regionale artigianato del Veneto), Ruggero Go (segretario regionale di Federclaai Veneto), Alberto Curti (segretario regionale Confcommercio Veneto), Marco Palazzo (componente della presidenza di Confesercenti federazione regionale del Veneto), Bruno Gabbiani (presidente regionale di Confprofessioni Veneto), Bruno Nestori (presidente e legale rappresentante di Confcooperative Veneto), Gianfranco Lucatello (presidente e legale rappresentante di Lagacoop Veneto), Filippo Palmieri (vicesegretario regionale di Confsal Veneto), Gian Luca Melega (segretario generale di A. G. C. I. Veneto), Andrea Castagna (segretario regionale C. G. I. L. Veneto), Giulio Fortuni (componente della segreteria regionale di C. I. S. L. Veneto), Gerardo Colamarco (segretario generale U. I. L. Veneto). Sottolinea Donazzan: “Questo accordo è frutto di una condivisione delle parti e di un percorso che nasce dalla volontà di proseguire sulla strada già intrapresa del confronto e dello scambio reciproco”. E’utile sottolineare come si sia favorita la realizzazione di interventi formativi diretti a tutti i lavoratori, siano essi imprenditori, lavoratori dipendenti, lavoratori atipici, liberi professionisti, soci di imprese cooperative”. “Una condizione che si è resa possibile - prosegue Elena Donazzan - grazie al finanziamento sia di fondi pubblici sia di fondi interprofessionali per sostenere parità di accesso alle tante iniziative di formazione continua”. L’assessore ha, poi, ricordato l’importanza di contribuire all’istituzione di un Osservatorio regionale permanente per indirizzare, integrare, monitorare e valutare il sistema regionale di formazione continua. Conclude Donazzan: “L’itinerario di condivisione di oggi è parte integrante del quadro normativo che da tempo è atteso nel mondo dell’economia del Veneto”. .  
   
   
IL DALAI LAMA A MILANO: UN APPUNTAMENTO AD IMPATTO ZERO  
 
Milano, 5 dicembre 2007 - Il Dalai Lama sarà in visita a Milano dal 7 al 9 dicembre per un ciclo di insegnamenti dal titolo “La via della pace interiore”. L’istituto Ghe Pel Ling di Milano, organizzatore dell’evento, ha aderito al progetto Impatto Zero promosso da Lifegate per ridurre e compensare tutte le emissioni di anidride carbonica che verranno generate. A distanza di otto anni dall’ultima visita, torna a Milano il Xiv Dalai Lama del Tibet, con un ciclo di tre giorni di insegnamenti dal titolo “La via della pace interiore”. L’evento, organizzato dal Ghe Pel Ling Istituto Studi di Buddhismo Tibetano, sarà ad Impatto Zero sull’ambiente: tutte le emissioni di anidride carbonica generate verranno compensate tramite la creazione e tutela di aree verdi. Nello specifico, grazie all’accordo l’Istituto Ghe Pel Ling potrà compensare 20. 200 kg di anidride carbonica generati dall’organizzazione dell’evento attraverso la riforestazione di 46. 600 mq in Costa Rica. Solo in Italia i praticanti buddisti sono circa 50mila (di cui più di 7mila a Milano), ai quali si aggiungono oltre 10mila simpatizzanti. La visita del Dalai Lama sarà dunque un grande appuntamento che vedrà coinvolti non meno di 10. 000 partecipanti provenienti da tutta Europa. Impatto Zero è il primo progetto italiano che concretizza gli intenti del Protocollo di Kyoto: riduce le emissioni di anidride carbonica e le compensa attraverso la creazione di nuove foreste. Grazie alla collaborazione con Università italiane e straniere, Impatto Zero è in grado di calcolare le emissioni di anidride carbonica generate da qualsiasi attività, proporre delle iniziative per ridurre tali emissioni e compensare le restanti tramite la riforestazione di aree verdi. Ancora una volta il Dalai Lama, insieme all’Istituto Ghe Pel Ling e Lifegate, si fa portatore di un grande messaggio di rispetto per l’ambiente e attenzione verso il prossimo. .  
   
   
LA SPESA PUBBLICA PER L’AMBIENTE IN PROVINCIA DI BOLZANO 2002-2006  
 
Bolzano, 5 dicembre 2007 -  Nel periodo 2002-2006 la spesa della Provincia autonoma di Bolzano-alto Adige, dei Comuni e delle Comunità comprensoriali per la protezione dell’ambiente è oscillata tra un massimo di 223,1 milioni di euro nel 2004 e un minimo di 199,2 milioni di euro nel 2003. Dopo il picco, negli anni successivi essa si è posizionata intorno a un valore di 204 milioni di euro. Gli esborsi della Provincia risultano i più elevati, e, in seguito a un calo avuto nell’anno 2005, nel 2006 si è assistito a un aumento della spesa ambientale pari all’8,8% rispetto all’annualità precedente. Nel complesso, la quota di risorse destinate a tale scopo ammonta mediamente al 2,6% delle spese effettive della Provincia autonoma di Bolzano, percentuale superiore al corrispondente dato nazionale (1,0%)(1). L’andamento dei Comuni dal 2004 vede invece una diminuzione degli importi impiegati, i quali sono passati da 96,0 milioni di euro nel 2004 a 83,6 milioni di euro nel 2006. Meno cospicue, anche per via della limitata competenza, le uscite delle Comunità comprensoriali. La spesa annua per abitante varia da 253,52 euro di fonte provinciale nell’esercizio finanziario 2002, sino ai 32,92 euro per abitante stanziati, sempre nello stesso anno, dalle comunità comprensoriali. Analizzando la spesa ambientale per ogni singola classe di attività, si evince come le problematiche relative alla gestione dei rifiuti portino a un sempre maggiore impegno da parte degli enti pubblici, anche attraverso la delega a realtà societarie partecipate o controllate. L’avvenuta costruzione degli impianti di depurazione e altri investimenti effettuati in passato, sono invece causa negli ultimi anni di un ridimensionamento delle uscite relative al dominio della tutela delle acque. Gli esborsi in tale classe tipologica rimangono comunque i più elevati (41,1% del totale quinquennale), mentre la gestione dei rifiuti si colloca al terzo posto (12,3%), preceduta anche dalla tutela del paesaggio e della biodiversità (27,6%). La dotazione finanziaria della Provincia autonoma di Bolzano focalizzata alla protezione dell’ambiente è ripartita, nel corso del quinquennio considerato, tra la tutela del paesaggio e della biodiversità (25,6%), tutela delle acque (22,9%) e impiego e promozione delle energie rinnovabili (19,6%). Quest’ultimo ambito è probabilmente destinato ad un’evoluzione positiva anche negli esercizi futuri, per via della politica di sensibilizzazione in materia energetica attuata da molte amministrazioni locali. Mentre la Provincia autonoma di Bolzano manifesta la propria competenza esclusiva per quanto concerne le attività per la conservazione dell’integrità idrogeologica, attraverso gli impegni assunti nella tutela del suolo, i Comuni destinano la quasi totalità delle somme in settori aventi anche una valenza civica e di igiene pubblica, quali la tutela delle acque e la gestione dei rifiuti (rispettivamente il 72,8% e il 14,1% della sommatoria comunale). Il dominio ambientale della tutela del paesaggio e della biodiversità, teso alla progettazione e alla realizzazione di interventi per la protezione del patrimonio forestale, faunistico e ittico, nonché alla conservazione della tradizionale economia montana rurale, palesa investimenti da parte di tutti gli enti pubblici considerati. In particolare, essi formano la globalità delle spese per la protezione dell’ambiente da parte delle Comunità comprensoriali. La Provincia autonoma di Bolzano si occupa della prevenzione e conservazione del patrimonio ambientale in misura maggiormente significativa rispetto ai Comu ni e alle Comunità comprensoriali, mediante una spesa media annua di 36,1 milioni di euro, contro i 31,4 milioni di euro impegnati da questi ultimi. La causa di ciò risiede soprattutto nelle opere e infratrutture realizzate nella sfera di competenza squisitamente provinciale della tutela del suolo. Il settore del risanamento registra invece la preponderanza di stanziamenti da parte dei Comuni (in media 74,5 milioni di euro all’anno) nei confronti della Provincia (54,3 milioni di euro). La responsabilità comunale nel campo della gestione dei rifiuti e nella tutela delle acque conduce difatti a un notevole impegno finanziario per l’eliminazione delle forme di degrado ambientale causate dall’attività antropica. Durante il periodo analizzato, sono stati stanziati dagli enti pubblici locali mediamente 86,0 milioni di euro all’anno per il risanamento tramite la tutela delle acque, e 56,0 milioni di euro per la prevenzione del dissesto ambientale nel campo della tutela del paesaggio e della biodiversità. Mentre le spese per la prevenzione sono formate in gran parte da uscite per la tutela del paesaggio e della biodiversità (83,0% del totale settoriale), più articolata è la composizione delle spese per il risanamento ambientale. In tale tipologia possono difatti essere allocati soprattutto impegni rivolti alla tutela delle acque (66,8%), alla gestione dei rifiuti (20,0%) e all’impiego e promozione delle energie rinnovabili (12,0%). Le spese non attribuibili delineano a loro volta una prevalenza delle uscite per attività didattica non specificatamente indirizzata verso una singola classe tipologica, oppure per l’amministrazione generale dell’intero settore ambientale. Esse sono classificate come altre spese per l’ambiente (58,9%). Per quanto concerne le spese comunali dirette, senza quindi considerare i contributi e i trasferimenti a terzi, si manifesta una spesa per l’ambiente pro capite pari a 901,73 euro nel corso dell’intero quinquennio (180,35 euro annui). Il dettaglio per singolo comune risulta di difficile estrapolazione, poichè l’omogeneità di tale dato viene inficiata dalla complessità delle problematiche tipiche dei centri urbani e degli insediamenti di media estensione. Esse portano infatti alcuni enti pubblici a demandare la gestione e la soluzione delle questioni ambientali a consorzi, società partecipate o controllate non aventi scopo di lucro o, talvolta, a privati, come ad esempio Seab, Eco-center, Asm Merano. Molte realtà territoriali inoltre compartecipano alla destinazione di risorse a soggetti esterni aventi la finalità di amministrare impianti specifici per la depurazione delle acque reflue, per il trattamento dei rifiuti, e per la trasformazione di questi in prodotti da reimmettere nel circuito produttivo come frutto dell’attività di compostaggio e riciclaggio. .  
   
   
AMBIENTE: "PATTUGLIE AMBIENTALI" SU CONFINE ITALO-ASUTRIACO  
 
Trieste, 5 dicembre 2007 - Si è tenuto nei giorni scorsi a Tarvisio, al "Centro di cooperazione di Polizia-thoerl-maglern", un incontro al quale sono intervenuti il coordinatore del Nucleo operativo di Vigilanza ambientale del Corpo forestale regionale, Marvi Poletto, ed alcuni funzionari carinziani, responsabili degli analoghi servizi d´oltre confine. La riunione ha avuto per argomento alcune situazioni di bracconaggio a confine tra Italia ed Austria che richiedono servizi congiunti tra personale del Corpo forestale regionale ed il competente personale austriaco: lo scambio di informazioni e le intese raggiunte hanno già permesso in questi giorni l´operatività di alcune "pattuglie ambientali" italo-austriache sul confine delle Alpi Carniche. La collaborazione si sta anche concretizzando in un continuo scambio di dati tra i due comandi non soltanto in materia di illeciti penali ma anche per quanto riguarda i controlli frontalieri di funghi, flora protetta e fauna minore. .  
   
   
CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO SERVE ANCHE L’AUTORESPONSABILITÀ DI TUTTI I CITTADINI COSÌ I RESIDENTI DI BOCENAGO, ROMAGNANO, ROVERÈ DELLA LUNA E VERMIGLIO HANNO VISSUTO I DRAMMATICI GIORNI DEGLI EVENTI ALLUVIONALI NEI QUALI SONO STATI COINVOLTI  
 
Trento, 5 dicembre 2007 – “Val di Sole isolata, famiglie sfollate a Vermiglio”, “L’incubo di Romagnano - Frana sul paese, 500 evacuati”, “Frane: altri 600 evacuati – Sgomberati ieri Roverè della Luna e Lases”, “Il Trentino nel fango – Diluvio e smottamenti: un centinaio di sfollati”: sono i titoli delle prime pagine dei quotidiani locali dell’autunno 2000 e 2002, quando alcuni centri abitati come Bocenago, Romagnano, Roverè della Luna e Vermiglio furono colpiti da eventi alluvionali, frane e smottamenti, che misero in pericolo persone, abitazioni, attività economiche. Come reagirono a quegli eventi le comunità locali? Quale fu, prima e dopo quei “disastri”, la percezione e la consapevolezza del rischio da parte dei residenti? Quale la capacità di allertamento e di preparazione dei gruppi e degli individui, le misure di mitigazione, pubbliche e private, attivate? E’ quanto ha cercato di scoprire l’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia (Isig) sviluppando una specifica indagine nell’ambito del progetto Floodsite – Analisi e metodi integrati del rischio alluvionale, finanziato dalla Commissione Europea, che ha coinvolto 13 partner di altrettanti Paesi, ed i cui risultati sono stati illustrati oggi pomeriggio nel corso di un incontro pubblico, rivolto in particolare ai soggetti che gestiscono situazioni di emergenza ma anche a coloro che operano per prevenire i danni causati da eventi alluvionali. “Più i servizi preposti sono efficienti – questa la conclusione a cui sembra portare il lavoro dei ricercatori – meno le persone tendono ad adottare comportamenti orientati all’auto-protezione e meno si sentono direttamente responsabili per la propria sicurezza”. Tra i partner italiani del progetto, anche il Dipartimento Territorio e Sistemi Agroforestali (Tesaf) dell’Università di Padova. I temi approfonditi (mediante questionari “faccia a faccia” somministrati a 400 cittadini delle comunità interessate) sono la consapevolezza del pericolo, la preparazione dei singoli e delle comunità ad affrontare un’emergenza, le opinioni delle persone. Dall’analisi emerge soprattutto un dato: l’importanza della corretta informazione e della partecipazione attiva dei cittadini; aspetti, questi, considerati anche nella nuova legislazione comunitaria in corso d’approvazione e che tiene conto anche dei risultati di vari progetti di ricerca, fra cui appunto Floodsite. Introdotto dall’ingegner Claudio Bortolotti, capo della Protezione civile trentina, l’incontro si è sviluppato in tre momenti: una breve illustrazione degli obiettivi della ricerca (Marco Borga, docente di Idraulica e idrologia all’Università di Padova), gli eventi alluvionali a Bocenago, Romagnano, Roverè della Luna e Vermiglio (Roberto Coali del Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento), i risultati dell’indagine (Bruna De Marchi e Anna Scolobig dell’Isig). I risultati hanno suscitato molto interesse, in particolare quelli che indicano come i residenti considerino le attività di riduzione e prevenzione del rischio compito esclusivo (o quasi) dei servizi preposti, piuttosto che di tutti i cittadini. Ciò – è stato affermato - è indice di una diminuzione della capacità di auto-protezione che tradizionalmente derivava da un bagaglio di competenze acquisite attraverso la conoscenza del territorio e la trasmissione di molte informazioni e norme di comportamento da generazione a generazione. Si è osservato che, paradossalmente, è proprio l’efficienza dei servizi a favorire la delega, ossia un atteggiamento di minor responsabilità da parte dei cittadini, che tendono a non farsi carico in prima persona della propria sicurezza. L’indagine con questionario conferma il ruolo di primo piano giocato sia dai corpi dei vigili del fuoco, sia dalle strutture della protezione civile provinciale (Servizio Prevenzione Rischi, Servizio Geologico, Servizio Bacini montani, Servizio Foreste) che hanno fornito ai residenti le istruzioni per l’evacuazione e le informazioni più utili per decidere che cosa fare durante l’emergenza. I vigili del fuoco volontari risultano secondi solo alla famiglia e ai parenti come fonti di aiuto durante le alluvioni e le colate detritiche che hanno colpito le località trentine. Seguono il Comune di residenza e le strutture di protezione civile. Nella valutazione dei cambiamenti avvenuti dopo l’evento nella comunità nel suo insieme, i giudizi positivi si concentrano in prima istanza proprio sull’aumento della fiducia nei vigili del fuoco volontari. Altri miglioramenti individuati riguardano la consapevolezza del rischio, il livello di preparazione per eventi futuri ed anche, in misura meno accentuata, la fiducia nella protezione civile. Vigili del fuoco volontari e le strutture di protezione civile rappresentano dunque il principale “catalizzatore” di sicurezza per gli intervistati, ovvero l’elemento che li fa sentire più protetti. La sensazione di sicurezza suscitata è superiore a quella generata dalle opere di protezione strutturali, i sistemi di allerta e la stessa abitazione che, tradizionalmente, tende ad essere concepita come rifugio sicuro. L’indagine (che ha per altro interessato anche altre comunità colpite, quella di Vipiteno in Alto Adige e quelle di Malborghetto e Ugovizza in Friuli-venezia Giulia) ha però messo in luce un elemento di criticità più volte sottolineato dai ricercatori dell’Isig: la delega di responsabilità per la sicurezza, personale e collettiva, ai servizi da parte dei residenti: non solo le attività di gestione delle emergenze, ma anche quelle di prevenzione e mitigazione del rischio, vengono considerate compito esclusivo delle autorità competenti. Tanto è vero che, sia prima sia dopo gli eventi del 2000/2002, quasi nessun residente ha investito personalmente in misure di prevenzione del rischio idrogeologico (ad esempio ripristino delle canalette di scolo, pulizia dei tombini, predisposizione di sacchi di sabbia, manufatti di protezione). La maggioranza degli intervistati non ha adottato misure di protezione perché crede di vivere in una zona sicura e protetta, ma un’alta percentuale dichiara che le adotterebbe se la zona in cui vive venisse ufficialmente dichiarata a rischio. Le mappe del rischio idrogeologico (che distinguono tra zone a rischio basso, medio e alto) previste dalla nuova legislazione comunitaria in materia e dal Piano generale di utilizzazione delle acque pubbliche (Pguap) della Provincia di Trento, possono pertanto costituire un importante strumento di informazione, indirizzato non solo ad incentivare una maggiore consapevolezza del rischio da parte dei residenti, ma anche ad una sensibilizzazione nei confronti dell’adozione di misure di protezione per il proprio nucleo abitativo. Un altro, interessante, capitolo della ricerca riguarda i costi della prevenzione, tema affrontato sia nei focus group sia nelle interviste che nell’indagine con questionario che ha coinvolto i cittadini. Dai primi è emerso come nel dibattito a livello nazionale e locale sulla gestione dei disastri naturali stanno guadagnando rilevanza le questioni relative alla creazione di fondi finanziati dai privati e destinati a risarcire i danni causati dalle alluvioni, ai criteri di distribuzione dei risarcimenti pubblici dopo un evento, nonché al contributo che soggetti pubblici e privati dovrebbero dare per partecipare alla copertura dei costi delle misure di protezione dai rischi idrogeologici. Il problema centrale è la ridefinizione del ruolo che il pubblico e i privati assumono in relazione al rischio. L’orientamento verso la “privatizzazione” del rischio tende a promuovere un trasferimento dei costi della prevenzione dal settore pubblico a quello privato (ad esempio adozione di misure di protezione da parte della famiglia, stipulazione di assicurazioni, eccetera). I risultati dei questionari indicano che la maggior parte degli intervistati sarebbe disposta a contribuire ad un fondo provinciale/regionale per risarcire i danni di un disastro naturale mentre, per quanto riguarda i costi delle misure di protezione, ritiene che debbano essere principalmente gli enti pubblici a farsene carico. Per la verità, gli stessi ricercatori dell’Isig hanno voluto per altro sottolineare come queste conclusioni corrispondano forse solo in parte alla realtà trentina, dove da sempre c’è un’abitudine a “sorvegliare” il territorio, un’attitudine storicamente consolidatasi che è propria delle comunità che vivono, in particolare, in montagna, dove il rischio idrogeologico è connaturato al vivere quotidiano e stagionale Il sistema trentino, oltretutto, si appoggia non solo alle strutture permanenti della Protezione civile ma anche sull’attività e sulla passione di circa 8. 000 volontari, una persona su cinque, che prestano la propria opera rimanendo in media 10 anni nelle varie organizzazioni e strutture del sistema. In questo senso si può dunque affermare come siano proprio le comunità che, attraverso appunto la capillare presenza dei cittadini e di molti giovani in particolare nel volontariato, delegano a se stessi questo compito. Certamente le conoscenze sono enormemente progredite dal punto di vista tecnico e tecnologico e queste vanno oltre la memoria storica e la consuetudine a difendere il proprio territorio che è propria del Trentino. Si tratta dunque – come è emerso dal dibattito conclusivo dell’incontro di oggi - di saldare più organicamente l’una all’altra, soprattutto nelle realtà e nelle aree urbane di fondovalle. In questo la ricerca dell’Isig ha offerto spunti di riflessione utili a recuperare, là dove si sono affievoliti - anche per effetto di fenomeni di mobilità delle persone che hanno cambiato il profilo comunitario dei nostri paesi e delle nostre valli – quei valori che fanno riferimento all’autoresponsabilità dei cittadini. Da questo punto di vista occorre dunque attrezzarci anche sul piano culturale, affinchè diventi patrimonio comune ed elemento, anch’esso, di cittadinanza attiva, la consapevolezza di vivere in un territorio che, a fronte di determinati eventi, può presentare problematicità e rischi. Un lavoro che dovrebbe essere esteso anche alle giovani generazioni, fin dai primi anni di scuola, per continuare ad assicurare al nostro territorio quell’elevato grado di sicurezza sul quale già oggi tutti i cittadini trentini sanno di poter contare. .  
   
   
SECONDO GLI SCIENZIATI OCCORRE MODIFICARE LA DIRETTIVA QUADRO ACQUA  
 
Bruxelles, 5 dicembre 2007 - I ricercatori del Zentrum für Umweltforschung Helmholtz (Ufz, Centro per la ricerca ambientale), in Germania, hanno avvertito che l´impiego di pesticidi in un numero sempre maggiore di colture energetiche avrà un impatto negativo sui fiumi. Al fine di evitare tali conseguenze, è necessario adattare la direttiva quadro dell´Unione europea in materia di acque affinché tenga conto di questi sviluppi. Inoltre, gli scienziati tedeschi ritengono che l´elenco di priorità contenuto nella direttiva di 41 sostanze nocive da controllare nei fiumi europei non sia sufficiente, che sia parzialmente superato e che affronti solo una parte dell´inquinamento causato da sostanze chimiche. Oltretutto, molte di queste sostanze sono state sostituite da altri agenti, spiega il dottor Werner Brack dell´Ufz, coordinatore del progetto finanziato dall´Unione europea Modelkey, che sta studiando le principali sostanze chimiche in tre modelli di fiumi europei. «L´insetticida Ddt, per esempio, è presente nell´elenco nonostante sia stato vietato nella maggior parte dei paesi occidentali industrializzati sin dagli anni ´70 e non venga quindi più utilizzato», afferma il dottor Brack, precisando che è l´effetto di una sostanza, e non la sua semplice presenza, che può compromettere l´equilibrio di un ecosistema. «Dal nostro punto di vista, sarebbe meglio che questo elenco non riportasse solo campioni prioritari, ma anche effetti prioritari. Questo ci consentirebbe di controllare sostanze citotossiche, ad azione ormonale e mutageniche, senza conoscerne già i dettagli. Tale modifica renderebbe più semplice individuare nuove sostanze pericolose con effetti nocivi, nonché incanalare le risorse dove sono realmente necessarie. Le autorità dovrebbero essere in grado di reagire in modo molto più flessibile. » Tuttavia, l´inquinamento causato da sostanze chimiche non è l´unico fattore da prendere in considerazione nella valutazione delle condizioni degli ecosistemi fluviali: anche i cambiamenti strutturali, l´insufficienza di ossigeno quale risultato dell´uso eccessivo di fertilizzanti e le specie importate involontariamente contribuiscono in qualche modo. Il progetto finanziato dall´Unione europea Riskbase è uno dei programmi che cercano di migliorare la valutazione dei rischi dei cambiamenti provocati dall´uomo ai sistemi di acqua, sedimenti e suolo a livello di bacini fluviali. Per esempio, l´installazione di nuovi impianti di energia idrica ha un effetto significativo sull´ecosistema fluviale: tali impianti inibiscono, tra l´altro, la crescita di piante acquatiche in alcune aree, che a loro volta priveranno la popolazione ittica di alcuni dei fondali in cui si nutrono e si riproducono. Sebbene la direttiva quadro in materia di risorse idriche adotti un approccio olistico e cerchi di tenere conto di tutti questi elementi, gli scienziati dell´Ufz ritengono ci sia bisogno di ulteriore ricerca al fine di sviluppare concetti tesi a valutare e prevedere gli effetti combinati di tutti questi fattori. Secondo la dottoressa Michaela Hein dell´Ufz, «esistono migliori criteri di valutazione disponibili in molti campi che aspettano solo di essere integrati nei documenti di orientamento della direttiva». Per ulteriori informazioni consultare: Zentrum für Umweltforschung Helmholtz http://www. Ufz. De/ Progetto Modelkey: http://www. Modelkey. Org/ Progetto Riskbase: .  
   
   
RIFIUTI, MARRAZZO: "NEL LAZIO RIDOTTE SPESE PER IL COMMISSARIAMENTO"  
 
Roma, 5 dicembre 2007 - Emergenza rifiuti, fuori dal tunnel. Le luci, le ombre, le proposte per superare la crisi. Questo il titolo del convegno nazionale organizzato da Legambiente per affrontare la questione rifiuti in Italia. Da poco il Lazio può contare su un piano emergenziale, che mette la Regione al riparo da scenari di crisi, puntando su innovazione e riduzione della produzione dei rifiuti. Dal 2008 le politiche su questi temi torneranno gradualmente nelle mani della Giunta e del Consiglio regionale del Lazio, che saranno chiamati a varare i piani regionali per la raccolta differenziata e per i rifiuti. ´´La Regione Lazio non ha ricevuto un euro di finanziamento dal governo per uscire dall´emergenza rifiuti. E da quando siamo arrivati noi, nel 2005 abbiamo ridotto le spese dell´ufficio di commissariamento´´ - ha detto il presidente Marrazzo durante il suo intervento in riferimento ad un documento di Legambiente che riporta i dati della Corte dei Conti secondo cui dal 1997 al 2005 sono stati spesi dai commissari delle regioni italiane in emergenza rifiuti (Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia) ben 1,8 miliardi di euro. ´´Noi non facciamo parte di quella fetta di regioni e di commissari che hanno avuto finanziamenti´´ - ha continuato e alla domanda se il Lazio può dirsi fuori dal tunnel dell´emergenza rifiuti ha risposto: ´´Uscire dal tunnel significa che le linee di smaltimento che abbiamo immaginato possano rimanere otto. Se questo accadrà potremmo dire di essere usciti dal tunnel, altrimenti bisognerà rivisitarel´equilibrio tra impianti di chiusura del ciclo e la quota di raccolta differenziata raggiunta”. Riguardo a Malagrotta, infine, il presidente della Regione ha sottolineato che la discarica e´ una scelta che nessuno deve essere tentato di praticare. .